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Con/ideraXtoni ^ ed Efpsrìenz^e

DI ANTONIO VALLISNIERI

Intorno al creduto

Cervello Impietrito ,

Ed alla generandone

De’ Vermi ordinarj dei corpo umano.

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Conuderaziorii , ed Elperienze

Intorno al creduto t

CERVELLO DI BUE

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VIVENTE ANCOR E’ ANTM AL E,

PliESENTÀTO VAL SIG. T^EPJSIET all Accademia Eeal di Parigi ,

F A T T E D A

ANTONIO VALLISNIERI,

E DA LUI SCRITTE

* ^IV lllujìnfjimo , e Bjverendìffimo Signor

ABATE ANTONIO CONTI,

' econsagrate

^GV ILLUSTRISSIMI,^, ed ECCELLLldj ISSIMI SIGl^ORI

Riformatori dello Studio di P-adoa

Il Sig. PERICO MARCELLO

Proccuratore , e Riformatore ,

Il Sig. GIROLAMO VENIER

Cavaliere , Proccuratore , e Riformatore ,

Il Sig. MAR I W' z o R z I

Riformatore .

IN PADOA , Nella Stamperia del Seminario , M. DCC. X. Appreflb Giovanni Manfrè. GonLictnia di Super ieri ^ e Privilegio.

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Vtinam quidem teneremus omnia ^ 6“ inoperta , ac tonfejfa peritai ejfet . ìlihil ex decretis mutare-' mus . Nunc Veritatem cum eis ipfts 5 qui do- cent ^ quarimm. Senec. DeOt.Sap. cap. 30.

Valde luhricum eft negotium reSìas exhibere ohfer- 'vationes y & diffìcile efl , fecurum ejfe , obferva' torem non ^idiffe in ìlUs id, quod ejus Tbilo- fopbia libitum ejì . Kam & Hit Trincìpes Jcien- tiarum ^rijlotelei , ó* Galenus in Emhrjone Otj; 'liiderunt primum vivere , alius quidem^ cor 3 alius bepar. Moret.de Mar. n. 46.

ìioftris manibus in rerum Katurd quafi alterami Naturam efficm conamur . Cic.lib. 2. de Nat. Deor.

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ECCELLENZE.

On ho fatta grande 'vtolen^ ‘ra a mìei f piriti nel rìtro^ ^are fatto qual* ombra cenerata douejjl por- fe alcune mie Confidera-^oni fpettanti alla.

a 4 ^atu-

Naturale , ed alla Medica» Storia \ _pqfcìa^ che fubìto per ragione di debito , e per im~ pulfo d’ ojfequio mi fono tenute avanti gli occhi /’ Eccellen'ge Voftre , come quelle , che anno tutta la Protezione Jopra le Let- tere , ed i Letterati , e diftintamente fopra me fteffò , da cui meritano tutta la dimo- frazione d' ogni piu riverente , e profon- difjìma ftìma . E tantoppiu di buona vo- glia lo faccio , quantochè le prefcnto a Voi , che più di ogni altro conojcete il dubbiofo , e diffìcile pre^T^o delle Opere , cE efcono nel- la lubrica [cena degli Eruditi in quefto po- li tijjìmo Secolo 5 e che avete non /blamente il foììdamento per cento titoli di meritarle , ma che pojfedete s) gran fondo di virtù , e Papere , che potete efferne , non tanto Protettori , che Giudici . Fortuna , cU io riconojco la più bella di chi ha fidato at- torno a qualche Opera , e la deflina , e

con/agra al nome d’ uno , o più Grandi ,

per ejjere le merci della virtù tutte diffe- renti dair altre merci , crejcendo il pregio di quefte , dove appena fi ritrovano , e Pi

conofcono , e di quelle dove ne regna /*

abbondanza e la cognizione maggiore . Co- sì con voftra fomma gloria , e noftra fe- lice forte pete e Mecenati , ed Ef empii , fe- te Giudici , e Facitori , comandate , ed operate , Jcrivete coPe degne , e fi fcrive degìiamente di Voi , onde con puro , e chia- ro difcernimento conofcete ben dijìinto il pe-

Ih d’ ognuno , non potendo di meno di non giudicar bent fuora di Voi ciò , che con tanto vofiro onore , e nojiro vantaggio ave<‘ te dentro di Voi . Quindi è , che fenga il dubbio] 0 5 e fovente appnffìonato giudi’gio degli altri , al quale per ordinario fi ri- portano i Grandi , pefate il valore d' ognu^ no 5 fabbricate a tutti le lor fortune , con rettitudine tale , che infino la ftejfia maldi- cenga v acconfente , ed applaude : e ciò , che è il fommo de voftri pregi , e delle no- fire venture , diftribuite , anche noi tacen- ti , le Dignità 5 e le Cattedre , e con fica- ie muìiificenga degna di Voi premiate le fi- date fatiche de' Prof efori , gli accogliete con amore , gli (òfìcntate con forga , fiperan- do infino i fiperbi noftri voti , e la vana ambÌ7Ìpne de difiderj , Sotto una cos) giu- fa , e potente V utela refpira , e fplende nel- le comuni calamità la Virtù , che afflitta dalì armi quafl in ogni angolo deV Euro- pa gode folamente un . ofio opero fo fitto que- flo beato , e fortunatìjfmo Cielo ^ dove /* ^4ltifpmo ha riferbato alla medefima un tan- to bene , ed un eterno , e glorìofo ricovero , e dove fen’ga macchia di pompe vane , e con mano aperta ad incejfanti , e genero]} fipefe , mal grado dell'iniquità de' tempi , fi fpften- ta l' antica gloria delle Lettere in Italia , cb' è il più bel luflro di una reale , e più che umana Magnificenga fiingragìo ben di cuo- re il fommo Donator d' ogni bene j che ha

prò-

promnxj^to , per me)(jo delle 'vofìre lab- bra , le mìe fortune , cavandomi dalle di- mejììche mura , e traendomi , come di bai- Xp , (opra una Cattedra prima di Pratica ejir aordinaria in quello gran T'entro di Va- lentuomini 5 in quefla ^4tene d" Italia j e do- po per atto del vofìro generoftjjimo amore in fegno di gradimento de primi ?niei fortuna^ ti [udori , ponendomi poco fa , fen'^a , eh’ io ardijfi tanto , Jopra un altra pià cofiicua di Teorica , in luogo del defun- to , e fiimabiliffìmo Sig» Conte ^lejfandro Borromeo , cotanto illuftre per la tiobiltà , per la virtù , per la bontà de coflumi . Creafle allora in me le forTp , slegnfìe co voflri amati comandi gli [piriti pigri del nativo mio gelo , ed acciocché fojjl abi- le a tanto pejb , badò a Voi ^ il voler- lo . Pure m una piena di tante gioje , e di favori s) fegnalati io non era ^ ne fono affatto contento , pojciachè fentiva , e fen- to ancora dal canto mio una certa interna paffione , per non poter corrifpondere a gra- fie // riguardevoli , e donar loro qualche co- [a degna di loro non perchè a me fia dif- piacente quefto perpetuo rimorfo , e non lo tolleri volentieri , ma perchè il grato animo mìo vorrebbe pur fare qualche sfogo , e dar- ne almeno un faggio . In quejìo s) tormento- fo tumulto rn ha fiyialmente fug gerito la fi- negpp. della mia ojfequìofa gratitudine alcuna coja 5 colla quale poteffì in qualche parte al- meno

meno moHrare , non efeguìre , gl' interni miei ardentijjìmi defiderj . ^efta (ìè fare ma pubblica confejfione delle mie infinite ob^ bligagioniy confagrare all' Eccellente Voftre in- [teme co Parti del mio povero ingegno , il contento , che ho di que fio mio interno ram- marico 5 di non potere ad ejfo-loro corrifion- dere giammai , eh' è la pià bella gloria vo- [Ira y ed un omaggio a me il piu pro- prio y giacché avete troncata coll' immenfo de' voflri favori ogni fperanga di corri/ fon- dervi .

Non m' innoltro all' ardua imprefa di ra^ gìonare a lungo delle lodi vofre , e delle vo- [ire illufri famiglie , ft perchè le mie for- ge riufeirebbono troppo languide . e fìac- che y fi perchè conojco , che nell" anguftia d' una breve Lettera non potrei refìrignere , ne meno in ombra y ciò , che non potrebbe appena capire in un grande intero Volu-

me *

Gradìfeano adunque , umilmente le fup. plico y quefla confeffione ingenua della mia deboleg^ , quefo atto di riverentijfimo ojjequio y e in uno ftejfo tempo quefìo lavo- ro geniale fatto in tempo , che tacciono le Cattedre y fperando un giorno di con- fagrare all' Eccellente Vofre Opere mag- giori y per fare femprepiu in pubblico cono [cere , con quanta ejirema ambitjo?ie io viva in quefìo vqftro antico , e glorio/) Ateneo y chiamato giufi amente dal gran Mag- ... : . .... C gi

( a ) Epijl. ad Ferra- rhan in fuà vita p. r

( à ) Summum Mufarum Regnum , e quanto io brami fra tutti di mojìrarmi mi ogni più profondo rifletto

Dell’ Eccell. Voftre

Padoa 20. Giugno 1709.

Vmìlifsr ^ r>evotìfs.’^\ è obbl’^ sev:^

Antonio yalliiìnerì»

tAl Leggitore benig

no.

E Confiderazi'oni efpofle in quefla pri- ma Lettera fono fopra il finora cre- duto Cervello di''Bue impietrito , vi- vente ancor 1" animale , cofa , della quale gli Scrittori antichi non ne anno fatta pa- rola 3 eh" io fappia , benché non farà nuova nella Natura , che ha fempre operato colle me- defime necelTarie , ed invariabili leggi. In Italia il primo 3 che ha fcritto di quello Arano Feno- meno ^ è flato lo Scarabicci Pubblico Profeflbre di Padoa , ed il noflro celebre Malpighi dopo r ha accennato ancor eflb , citato pure da Lucca Tozzi . In Germania gli Accademici Curiofi ne anno fatta menzione in tre luoghi , parlando però di quefto d’Italia. Tommafo Bartolini fcrifi fe d’ un’ altro fimile accaduto nella Svezia , e finalmente M. Verney il giovane ha aliai poli- tamente parlato d’un cafo non diverfo fuccedu- to in Francia » e ne ha fatte vedere elegantif- fime le figure negli altri defiderate . Tutti fino- ra fono flati d* accordo , che fieno Cervelli im- pietriti 5 ma fe non m’ingannano i fenfi uniti alla Ragione, io fofpetto tute’ altra cofa. Farò dunque vedere;

I. Che non fono Cervelli impietriti , ma una materia ofTeo-petrofa , od un’ olio- pietra rintana- to dentro al Cranio de’ Buoj , e forfè anche d’

altri

altri animali della loro fpezie , ne’ quali oltre quello vi è il loro Cervello .

2. Per qual cagione non polTano eflere Cer- velli .

3. Come probabilmente ciò fia fucccduto.

4. Perchè riefcano quelle Concrezioni più dure delle OlTa ordinarie ^ ed a lìmilitudine di Pietra .

j. Come abbiano qualche apparente, fomiglian- za di Cervello.

6. Modo della generazione loro.

7. Nella nollra maniera meglio fpiegarll tutti j Fenomeni accaduti a’ Buoi.

8. Non elTere fatto fucceduto fol amente in Francia ^ e nella Svezia , come vuole il Sig. Verney^ ma in Italia , e in poco tratto di Pae- fe poterne io far vedere cinque.

9. Apporterò la Storia dello Scarabicci con qualche rifleflìone.

Quello farà l’afpro , e difficile foggetto della mia prima Lettera , dopo la quale ufeiranno altre fopra diverli fpinolì foggetti di Medicina , e di Fifica fperimentale , per folo motivo d’ el- fere illuminato , dove forle per difetto del mio corto intendimento incontro caligini , che non mi lafciano interamente vedere chiara > e nuda la verità delle cofe.

Se pecco in qualche modo , come pur trop- po pecco, non difpero un benigno compatimen- to dal dotto , e non appaffionato Lettore , fa- pendo anch’ egli con Plinio Secondo, fe ha mai per fua dilgrazia quello fatai pizzicore di fcri-^ vere , che nihtl peccai , mfì qmd nibil peccai Lib. 9, Epift. 26.

NOI

NOI REFFORMATORI Dello Studio di Padoa .

H Avendo veduto per la Fede di revifio- ne 5 & approbatione del P. F, ^Ambro- (io Lifottì Inquìptore Padoa nel Libro in- titolato : Conjideratìonì medico fipche d\4n^ tomo Vaìlìfnìeri Publko Profejjore dello Stu- dio di Padoa non v’ efìfer cos’ alcuna con- tro la Santa Fede Cattolica , & pariménte per Atteftato del Segretario Nofìro, nien- te contro Prencipi , & buoni coftumi , concedemo licenza à Gio: Manfrè Stam- patore che podi efler ftampato, oflervando gl’ ordini in materia di Stampe , & pre- fentando le follte copie alle Publiche Li- brarie di Venetia^ & di Padoa.

Dat. ip. Novembre lyop.

( Carlo Ruzini Kav. Proc. Refif.

( Francefco Loredan Kav. Proc. Reff. ( Alvife Pifani Kav. Reff.

^gofiìno Gadaldìnt Seg.

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IN quefte vacanze di Carnovale vuole V. S, Illuftrirs. efercitare un'atto di generofa benignità verfo dime, col comandarmi , a divertire l’ animo logoro iìnora dalla tetra malinconia di fpiegare i funeltiflimi ma- li del Petto fopra la Cattedra , coll’ amenillìma, ed utile lettura delle Memorie , ed Ijìorie della B^eal Società di Varigiy dove fono molte cofe curiofilTime fpettan- ti alla Naturale, come alla Medica Storia , cercando di più il parer mio fopra quelle, delle quali ne fanno que’fu- blimi ingegni non piccola maraviglia, c s’eftendono a pale- fare il loro riverito giudizio . L’uno, e l’altro m’ è riufei- to difomma confolazione, e gliene rendo grazie viviflìme, benché il fecondo venga turbato molto da un riverente ti- more ,

Ut Lugdunenfem Bl^etor diclnrns ad aram . Juv, sm.i^

quanto fieno que’ valentuomini di Lettere prudenti, e caftigati in ogni maniera d’ Arte , e di Scienza , e quan- to pCr mille prove fatte , e rifatte fontano avanti , onde non mi refterebbe, che ammirare quel fubiime , che in lor fi ritrova, e confondermi nello ftupore di ofiervazioni no- bili, e fortunate, proteftando folamente un’ altillìma fìi- ma a foggetti ragguardevoli , e credendo ad occhi chiufi tutto ciò, che fi degnano manifefiare, per mezzo delleftam- pe , al popolo de’ Letterati . Nulladimeno qualche volta ac- cade , non per mancanza loro , ma , o del bado intendimen- to degli altri , o delle troppo ofeure , e tacite leggi della Natura, che tutte non pofi’ano efiere interamente comprefe, dal che avviene, che le non danno ulteriori dimofirazioni , o reflano più ammirate , che capite , od offufeate da qual- che piccola macchia di dubbio. Bifogna, ch’io con rofio- re confellì^a V. S. Illuflrifs., d’efi'ere fra quegli, che non pof- fono impetrare tutto il confentimcnto da loro ftelTì fopra alcune Ofiervazioni , e Rifleffioni fatte da que’ fublimilfi- mi ingegni , onde dovente mi vergogno di me medefimo, e dubito , fe vaneggi , o pur , fe fogni . Quali quali però fieno o vaneggiamenti , o fogni , ardirò comunicarne alcu- ni a V.S. Illuftrifs. , e perquefia volta fopra una fola mate- ria, riferbandomi gli altri in altri tempi, acciocché o gli ca- fiighi col cancellargli, o gli rifvcgli collo fgridargli a mi-

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2 Coìti, ed Efp. intorno al creduto

glior’ ufo , dichiarandomi di fcrivere folamente per ubbidir- la, di portar dubbj per dubbj, e bramando rendere meno fenfibili gli errori della Natura co’ miei errori , quando non raddoppiaflì i fuoi difetti coll’ accrefcimento di nuovi . Ne pretendo giammai d’intraprendere Gara Letteraria con uo- mini cotanto accreditati , ed autorevoli , temendo , come di- ceva di Catone Marco Tullio, di non potere relìftere, non tanto al loro fapere , quanto alla loro autorità . Staranno forfè fra le dimefliche noftre pareti, con cura rifpettofa , e cauta, quelle poche, e nere carte , ned avranno giammai l’ardire di gitignere avanti quel Tribunale degnamente {li- mato da chi ha faporc di Lettere.

In efecLizione dunque de’ di Lei flimatiUimi cenni apren- do le Memorie dell’ Accademia fuddetta dell’ anno 1703. , ho incontrato a cart. 314, una curiofa oflervazione del Sig. Verney il giovane fatta fopra un Cervello di Bue, a fuo cre- dere, impietrito , vivente ancor 1’ animale, con tre elegan- lilfime figure , che lo mollrano eflernamente per ogni verfo , due delle quali vedrà in fine diquefta Lettera Tav.3. Fig-i. e 2. Ma poteva pure quel valente Scrittore aggiugnerne al- meno altre due più neceflarie , che dimòHraflero l’interna Bruttura, legandolo e per diritto , e per trayerfo , per ve- dere, fe i ventricoli del Cervello erano pieni di quel fugo indurato, o rcllati voti , il che hofatt’ioin due, che mi tro- vo avere nella mia Raccolta veduti da V.S.Illuftrifs. , per fince- rarmi , fe veramente fieno, e pollano chiamarli Cervelli pie- trificati, o fiapiuttoflo rmtcxiì offeo-lapìdea fcappata fuora de’ fuoi canali, e fattafi nel quagliarfi in varj tempi , einv-a- rj lìti ineguale piuttoRo nella fuperficie, e dirò così cerebrì- forme , ma non fia veramente Cervello . Le mie Concrezio- ni, una delle quali ha ncirellerno molta apparenza di Cer- vello, ed afiài più di quella del Sig. Verney, fegate , e in- frante per tutti iverfinon mofìrano internamente ventricolo alcuno, ne figura alcuna di Cervello con quelle fpire, e gi- ravolte , con que’ rifalti , e gonfietti di tante maniere, con quelle fefliire, e fori , e canali , che vanno a mettere foce nell’ Infondibolo , o Imbuto già noto, ne fi feorge quella di- verfità di materia glandulofa, c fibrofa, veftigio alcuno del T/e/Jò chiamato Coroideo ^ ne in poche parole v’ è alcu- na marca, che pofià dichiararli Cervelli lapidei . LIn cor- po, che veramente s’impietri, trattiene quali tutta la figu- ra intera , che avea filile prime , conofeendofi chiaramente per tale, qual’ era avanti rimpietrimento, come fi vede ne’

Cervello impietrito . 5

legni , ( de’ quali in molti , che mi trovo avere , cono- fce inlìno la fpezie ) ne’ Granchi Marini , negl’ Ijlrici , o Picei pur marini di varie forti, nelle offa, ne:’ Coralli di va- rietà sì bizzarre, nelle Tubularie purpuree ^ nelle Madrepo- re ^ nel Vefee Stella, ne’ Denti di Lamia, o Cane C arcaria, e d’ altri Pefei (che fono fallamente creduti lingue di fer- penti impietrite , ) nel gran numero di tanti Teftacei , cd in altre parti d’ Animali una volta viventi, ora impietrate , delle quali cofe tutte ne confervo, com’ Ella fa, qualche centinajo nelle mie Serie .

Anzi offervo , che negli animali o morti , o vivi , non tutte le parti , come pare , ricevono Timpietramento, e par- ticolarmente le molli, e facili a cedere, a corromperli , od a Iquagliarfi . Qiiindi è, che nel gran Regno della natura, dove fono così frequenti , eh’ ormai anno perduto il loro pregio, quelli miracoli, trovo bene Olla, Denti, Cortec- cie. Spoglie di Chiocciole, Corna, Ugne , Legni, e limili cole dure , che anno ricevuto 1’ ultimo carattere di Pietra , ma non mai le vifeere , le Intelline, i Cervelli, le Carni, il San gue . Qiialcheduna di quelle fi trova, piuttollo rinchiu- la fra pietra tartara ^ fra marga , e marga , fra argilla , c ar- gilla, o terra, e terra indurata col tempo in Pietra , che facilmente fi fende , come Pefei interi , Infetti , cd altri a- nimali di preftilTima corruttela, ma non mai le carni loro fi pollono veramente chiamar pietrefatte. Si veggono colà rin- chiufe , e ghiacciate , come condite da un’ occulto balfamo, reftandovi appena le fibre, le ale, le fpina , le fquame, e Je offa del capo con una fola tintura lucida, e per lo più gialliccia, che pare indorata . Il che accade ancora agl’ In- fètti, alle foglie delle Piante , c all’ erbe medelìme intere, le quali anch’ elle, o fi trovano dentro le pietre feccate, c impreffe , non veramente impietrite , o veggono folitaric, incroftate di tartaro pietrofo , che facilmente può fepararfi, come V.S. Illuflrifs. ha diligentemente ofiervato nella Serie che tengo delle medefime .

Ho pure fpezzate a bella polla e Lumache, ed Iflrici di varie maniere, ed Ofiriche, e Conchiglie di fpezie divcr- fe, e molte altre produzioni di quella razza ancor chiufe, c intatte, c non v’ho mai feoperto vefligio alcuno di vi- feeri, o partì molli raffodate in pietra, ma od erano vote, e confumate, o v’era pura puriffìma terra , obelletta, oloto, o fimili impietrite, o non impietrite materie, o arene, o faflolini , o altre cofe diverfe penetratevi per lefcifiure. Co->

Al

4 Confi ed Efp. intorno al creduto

dentro 1’ oda umane , o non umane, e dentro un Cranfo lapidefatto non ho veduto ne in quelle , ne in quello la mi- dolla, e il Cervello indurato, ma o delle fovraddette ma- terie, o al più tartaro , che molto bene h diftingue dalle medefime . Lo che fi vede manifefliUìmo per la diverfità del colore in q^uel nato curiofiffimo ammafiamento d’oflau- mane , donatomi , fra le altre cole rare , dall’ Eccellentifs. Sig. Bernardo Trevifani mio gencrofo Signore , nel quale, per eflere infieme impietrita colle olla una certa terra of- curamente gialliccia, dentro la quale furon fepolte, riveg- gono quelle bianchifTime , ma alcune afiàtto vote, alcune piene (olo della medefima terra indurata.

Si trovano certamente in ogni parte del nohro corpo pie- tre , come ha oHcrvato il Sig. Contoli nel Ino Trattato De Lapidibus Immani cerporis 5cc, , e come fi può vedere nel- lo Schcnchio, nel Forefìo, in Pietro Bercili, nel Bartoli- ni, in Teohlo Boncto, nell’ Accademia de’ Curiofi di Ger- mania , e in Umili compilatori di fìravaganze, ma non vi trovo ogni parte ridotta in pietra. Voglio dire, che, quan- do la parte non ha ancor effa qualche, dirò così, paren- tela co’ faffi , cioè qualche difpolìzione, o durezza nativa, non può di leggieri indurar/i informa di fàflo, màpiut- tofto gcnerarfi quefti negli fpazi voti di quella , o attor- no a quella , incroftandola , o imprigionandola dentro di loro .

Non tutte le cofe, che veggiàmo nelle Gallerie , fono impietrate , avvegnaché con tal nome comunemente fi chia- mino . Altre fono formate cafualmente dentro qualche na- turale modello di Chiocciola, o di qualche altro Gufeio, il quale pòi fi confuma col tempo , e refta l’ impronta del- la rinchiufa materia , come que’ , che malamente chiama- no Corni d’ ^mone , avendo io di quefti infin di metallo trovati dentro delle Miniere , il che dico pure di molte , ch’anno Tefierna figura di Chiocciole, di Serpenti , e fimi- li . Altre fono giuochi della Natura , che nel produrre i mifti , fa nell’ efterno comparire qualche figura di frutto , di pianta , o di parte itmana , o d’ altri animali , come le fe- ci vedere nella Serie di quefte, altre fono così guidate dal- la mole, e figura de’fali loro natii , altre finalmente fono, come veftite , e incroftate di tartaro , o di materia vera- mente di tufo , c rariflìme volte marmorea .

Pongo il creduto Cervello del Bue Franzefe fra i glm- dn della T^atura ^ il quale per efter fatto del bianco fugo

che

Cervello impietrito . 5

die forma , e ferrumina , per così dire , o falda l’ offa , per edere nato dentro la Calvaria tuberofo nella fuperficie , e in- eguale , facilmente può ingannare a prima vifta anche i più faggi, credendolo cervello impietrato, ma non lolla. Non mutano tanto fregolatamcnte le operazioni della gran Madre diforbitanze ftrabocchevoli . Sarebbe, quafi dilli , un dilet- to troppo crudele della Natura a così diftruggere , e troncare i noftri fiftemi, che ralTembrano de’ più evidenti . Io fono fi- curo , che , fe quell’ uomo grande avclTe Egli Hello aperto quel Cranio , o averebbe fcritto diverfamente , o moderata la fua propofizione , poiché arebbe trovato benillìmo il fuo Cer- vello oltre la Concre':^one Cerebriforrne y benché riftretto, al- quanto contraffatto , e imprigionato in parte dalla medefima . Éd in fatti ne olTcrvò dello ftelTo infra quelle due materie , ed ilreftante dovea elfere verfo labafe, ftritolato poi , e fenza avvertenza confumato dall’ attonito Macellajo nel rompere a forza di martello di Cranio . Que’ colpi violenti, e rob urti fu- rono fenza fallo ballanti a fminuzzare in tritoli ’l fottopollo Cervello, éflèndo flato colui attento folamente a cavare quel raro miracolo dal duritfimo luo nicchio. Fu più diligente, e cauto un Macellaio di Modona , che trovò un fimil lavoro dentro pure la tefla d’ un Bue , il quale ebbi dalle lue mani e con preghiere, e con premio . Avvedutoli, che noi potea_^ rompere nella parte di fopra , lo rovefeiò , e tagliò paziente- mente al di fotto, m’ avvisò per tempo , acciocché andalfi a vedere il capo, cheavea benillimo il fuo Cervello, oltre la detta materia , eh’ è quali grande , come la metà d’ un Cervel- lo Bovino, cladifegnerò infine di quella Lettera al natura- le.. Pefa quella onci e 14., èlifcia, lucida , durillìma , di fi- gura rozzamente ovata , da un canto bernocohita , e ineguale , ma dall’altro tendente al tondo. Vi fono nella fuperficie (ca- vati i folchi delle v ene , e delle arterie , come s’ oll'ervano nel- la parte interna del Cranio, ed ha dentro fe flella nella par- te di fotto legato , e incaflràto un pezzetto Iquarciato della Via Madre. Lafccifegare per lo lungo, e per lotraverfo, per vedere le parti interne, e la trovai tutta egualmente pie- na, come un falTo di fiume. E bianca, toltine alcuni cerchj alquanto feuri , che la mollrano fatta in più volte, e verfo T efterna circonferenza è pur attorniata, come da una crolla, benché fia indivifibilmente unita col reflo , diftinguendofi folamente qualche poco dal colore più bianco. Veda la Ta- vola prima. Fig. i.z.3.4. Nel fegarla ftentarono molto, e fuuccelBtato il Tagli apictra d’ adoprare gli ordigni , co’ qua-

A 3 11

Triv. 1 . F

r.a. 3..,,

(7 Con f. ed Efp. intorno al creduto

li lega i Porfidi y ed iDiafipri. N’ho fiaccati alcuni frammen- ti collo fcalpcllo pei'coflb con tutta forza , ed hoolfervato, che appunto rilevavano, come daun’OlTo, oda undurilfi- ino Legno, eflendo d’ una durezza , dirò così, tenace, e fi- brofa , non iftritolabile , e tutta in un colpo in più minuz- zoli di vifibile , come quella delle piètre, e de’ Marmi. Allo- ra fu , che m’ entrò in capo , eflere materia piuttofto oflea , od olleo-petrofa , non veramente tutta tartarea, o lapidea^ come fono molte altre , che fi generano nel nofiro corpo, benché lopareflé nel pefo, nella durezza, enell’efterna ap- parenza . Quindi è , che volli fubito fincerarmi con alcune pruove, che forfè bafiarono per aflìcurarmi del vero.

Legato uno di que’ pezzetti con un filo di rame lo feci in- fuocare fra carboni accefi , attizzati col mantice , c fece un poco di fiamma , reftando in fine , come appuntò le offa , quando s’abbruciano , cioè leggiero , porofo, candido , ma nel mezzo ombreggiato di feuro , il quale a giudizio di tutti fenza penfarvi , e laper cofa e’ foffe , ria {limato fubito un pezzetto d’oflb abbronzato. Se foflè dunque Cervello vera- mente lapidefatto, nonaverebbe data la.fiamma, non fareb- be reftato così leggiero , e cavernofo, «c Ja/ciata la figura d’ odo abbronzato, ma di calcinata pietra . E in fatti per afficu- rarmi con altre pietre , che fi trovano ne’ viventi , fe riulciva- no dell’apparenza medefima, e fe facevano il medefirao giuo- co , mifi fra carboni accefi .

I. Un Calcolo della Vefcicadi Bue tinto d’unaureolucL- dillimo colore fatto tutto a ftrati, o a fquame, come cipolla , di figura ovata, egrolfo, come unCece, il quale al primo infocamento cominciò fubito a fcheggiarfi, fiaccandoli dal- la lùperficie con qualche firidulo ftrepito buona copia di varj minuzzoli , che faltcllarono in varie parti , come , fe- fofle flato impaPeato nella prima incroftatura di lai marino. Quefia caduta , s’ infuocò il rePante fenza far fiamma , c in cominciarono a cadere da loro fteile certe gentilillìm,e lami- nette, delle quali era falciato , tritandoli aneli’ efle , e tratto tratto sbriciolandoli . Cavato dal tormento del fuoco, appe- na toccato sfogliava, feguendo fino al centro' uno slega- mento regolato difcagliCj o foglie,, le quali aveano perduto il loro dorè, benché reftaté lucidiffime , come Talco, oTie~ tra Specolare ^ es’eranovcftitc,diverde,dirofl'opiù, o meno carico, di cangiante, di olcuro , di berettino sbiadato, e d’altri limili galantifiìmi colori.

IL Un Calcolo umano fatto da un mio pazientala fiate

feor-

Cervello impietrito. 7

jfcorfa di grandezza , e figura d’iin Pinocchio fenza labuccia porto nel fuoco cominciando ad abbronzarli fiaprìnellafom- m irà , , incominciò a isbricciolarfi. da , ed appena fu ridotto ad un perfetto infocamento, che cadde tutto da ambe le par- ti fdrucito infra"! carboni . Famò alquanto, fpirava un’odo- rcttucciàccio grave d’ orina , e la fiamma vi fi gittò fopra a lambirlo . Cavato fuora quel pezzo folamente di mezzo ( non ifpaccatofi forfè , poiché legato dal rame) era tutto nericcio, e filigginofo facile a ridurli inminutiffima polvere, che cal- cata fopra la carta , la colorava di nero .

III. Un pezzetto di grofla pietra cavata dalla velica d’ un Notajo morto per la medefima , tutto s’infuocò, e fi divife ànch’effò in minutiffimi pezzuoli , che caddero aneli’ elfi , non vireftando unita, che quella parte appunto, che rtavà invol- ta, c legata col rame. Divenne aneli’ erto , dopo raffreddato nero , come carbone fimilefimilillìmo al calcolo umano men- zionato di fopra, veggendofi , eh’ erano ambidue impaftati della materia medefima , e fe quello fece fumo, e fu dalla fiamma lambito, fu per avventura, poiché era ufeito più di frefeo , ertendo quindici anni ormai Icori! , che queft’ulcimo fu cavato i Poli al fi-ioco altri calcoli , e pietre umane , e ftet- tero l’efpérienze tutte a coppella con pochilTuno divario.

IV. Pallai ad altri calcoli trovati in varie parti del cor-

po umano, fra quali un pezzetto di materia duriffima tar- tarea grolfo , come un’Olivo, ma difuguale, eindueliio- ghi angolare cavato dalla gengiva interna, che arma la ba- fe denti ènei fori di fotto d’ una donna maritata d’anni

35. Porto fra carboni acceli s’infuocò fenza fumo alcuno, ne lambimento di fiamma , reflò duro , e denfo , quali , com’egli era, fenza fcrepolare ne punto, ne poco, e colla medefima figura di prima. Reflò tutto affumicato, e nero, tolte le punte, che tiravano alquanto al biancartro. Fatta la fleflà pruova con altre due. pietruzze cavate una dal di fotto della liugua infra le vene Fonine, l’altradal Palato, fecero il medefimp effetto.

. V." Altre pietre tartare , odi natura del geffo cavate da va- rj tumori ne’ nodijdelle dita de’ piedi , edellemani d’iinTa- dagrofo invecchiato fvariarono poco da quelle della vcfcica.

Tutte le pietre abbruftolite , e abbronzate tanto della ve- fcica, e de’ nodi, quanto della bocca pofle nell’acqua anda- rono al fondo , ’n'e fi di vifero , come fa il Saffo calcario ridot- to in calce , ma fi mantennero nella figura di prima.

Dal che tutto , vede V. S, IHurtriis, la differenza palpabile,

A 4 eh' è

8 Co?if. ed Efp. intorno al creduto

th’c fra lefliddette pietre, ed il creduto Cervello impietri- to, mentre quefto badati evidentiflimi fegni del genio di- verfo , che ticine dalle altre, e che veramente è offe-pietra ^ non pura pietra.

Per meglio rendermi certo del tutto penfai ancora di fa- crificare alla mia curiofità un’ altra belli fuma Concrezione ca- vata pure dalla Tefta d’ un Bue, che tutti à prima villa giu- dicherebbono un Cervello impietrato , per averne affai più fi- gura degli altri c^a me finora veduti . E'cjuefla grande appun- to, quali, come il Cervello d’un Bue di llruttura grofiola- namente limile , per efl'cre divifa in due benché rozzi Emisferi, non però affatto d’ eguale grandezza, e fcanalata nel bel mez- zo, com’è il naturale Cervello. Anzi fi vede manifellamcn- te incallrata nella fcanalatura la membrana della Via Madre y che la divide. E ben però vero , che la fuperficie non ha quel- le fpirc, e que’ folcili con bell’ ordine , che fiveggonone’ veri Cervelli, come tanti intellini, che fi raggirino in varie pieghe, e rivolte ben regolate, ma è tutta bernoccoluta con certi bitorzoli divarie, ed ineguali grandezze fenza legge al- cuna , come farebbe un’ammafl'amento di cera caduta liqui- da dall’alto, e condenfatafi , e rammaflatafì in più volte. Nella parte finiflra v’ è pure efternamenté una cavernetta con un enfiato, o bernoccolo nel mezzo mezzo, come una logora piaga , dal di cui centro (cappi fuora un pezzuolo di carne . Il cerebello anch’eflo vi manca, oper dir meglio un pezzo di Concrezione, che Temoli. E likia , lucida, e bianca, co- me l’altra deferitta. Nella parte di fotto è affai ineguale, e fcabra , e s’allunga nel mézzo, poi torna a mancare incerto fito , dove fi vede la Via Madre, ed un groppo di materia lecca, e flritolabile di Cervello. Negli angoli è fcantonata, e lilcia. Pefa once fette. Ed eccone la figura da tutte le par. ti . Tav. 2. Fig. I. 2. 3. 4.

Ruppi dunque ancor quella a perpendicolo de’ Ventri , e volli quella volta fervirmi d’ uno Scalpello , per vedere me- glio fenza fegarla gli andamenti delle fibre, c dell’interno lavoro . Replicai più validi colpi fopra il fuddetto , c final- mente fidivife in duepezzi , ed apparì nell’ interno, come T altra piena zeppa della lua materia tutta bianchiffima , e dura. Solamente da un canto v’era un piccolo foroverlola parte anteriore , efuprema. Polì anche un pezzo di quella al tormento del fuoco, e mi riufeì appunto dell’ indole dell’ al- t.-a, avvegnaché un poco più denfa , e di commeflùre più fit- te con minore interponimento di minimi fpazj vacui, co’ fori

Cer'vello impietrito. g

non tanto vifibili all’occhio, come fi videro in quella, ma piuttoflo fcrepolata in più luoghi, e che avea un non foche più di pietra .

Volli pafiare ad altre fperienze , per rendermi ben certo dell’ indole dell’ una , e dell’ altra, facendo pur le mcdefime fopra altre pietre del corpo, come di fopra..

I. Gittai fpirito di Nitro varie parti interne , ed e^ fìcrne della prima mia Concrezione , e vidi Tempre folle- varfi alcune minuti/lime bollicine immediatamente però fo- pra la detta, ma non per tutto lo fpirito di Nitro. Cioè fi vedevano per mezzo della limpidezza del liquore le bol- licine rafente il piano della Concrezione, ma non fi folle- vayano a galla del detto. Non feguì rodimento alcuno, c aflaporato lo fpirito era del medefimo primo acidiflimo.fa- pore .

ir. Collo- fteflò- fpirito di Nitro fuccedette il medefimo giuoco nell’altra mia Pietra C erebriforme ^ con quello folo. divario, che feguì un poco più d’ebollizione, anzi fi Tenti qualche firepito nell’infinuarfi , ch’e’fecc dentro unàfeiflu- ra , che le venne fatta nel romperla .

III. Afpcrfa acqua forte fopra l’una, e l’altra fuccedet- tc il fimile fenza alcuna rofura vifibile.

IV. Lo fpirito di vitriuolo appena fece una breviflìma , e leggcrillìma ebollizione fopra ambidue colla folita ma-^ niera .

V. Palfai alle altre pietre generate negli animali viven- ti , e incominciai dal Calcoli di color d’oro lucente de’ Buoi^ Poflovi fopra lo fpirito di Nitro , vidi fubito un bollimen- lo gagliardo , follevandofi in alto bolle copiofe, e grandi. Levate le prime crofte , v’ infufi acqua forte , che fece il medefimo giuoco. Rafe di nuovo le parti di fopra , ftil- lai fpirito di vitriuolo , il quale fece un breviffimo, e leg- gier bollimento. Ne tentai un’altro collo fpirito di Tale ar- moniaco , ma non fi vide movimento alcuno, acquiflando folamente un colore più luminofo .

VI. Aveva un calcolo opietmzza cavata da un tumore nato nélle fauci ad una Villanella , dentro la quale , come per baie flava rimpiattata una fpina della fpiga del Tormen- to, fopra dicuiinfufo fpirito di nitro , acquafòrte, fpirito di vitriuolo-, e di Tale armoniaco , uno dopo l’altro, non fi vide un’immaginabile ebollizione, ne moto alcuno.

VII. Sopra un Calcolo duriilìmo, efeabro generatofi in pochi giorni fra un dente, e l’altro d’una donna maritata

d’ ao-

ro Conf. ed Efp. intorno al creduto

d’anni 30. gittativi pure con ordine tutti gli fpiriti fuddet- ti, non oHcrvai movimento alcuno , come fopra , contri- buendo foife ad una tale dura tempera l’acido occulto del- la fcialiva. Rafchiato però nel luogo, doveerano cadutigli fpiriti , mi parve rammorvidito alquanto, e più tenero.

Vili. Provai fopra olTo abbruciato tutti gli fpiriti mento- vati, ma cjueflo fenzavcdcrfi alcuna fermentazione tutti pla- cidamente fegli aflorbi dentro i fuoi larghifTimi pori.

IX. Prefo un pezzo di cranio umano aflai vecchio ofser- vai, che all’infondervi fopra Acqua Regia, Spirito dt Ve- triuolo , fpirito di Corno di Cervo , e di fale armoniaco nulla fi vide , ma gittatevi fopra alcune gocciole di fpirita di nitro moftrò un bollimento, benché leggiero.

X. Difcefi finalmente ad una grofsa Pietra della Velci- ca umana, la quale al fubito fentire Io fpirito di Nitro IT fciolle, feguendo una gagliarda, e fpumiofa fermentazione, crelcendo il fiiiido molto di mole, calzandoli gonfio, e di- latandoli per ogni vcrfo . Divenne tutto lo Spirito di color di latte, o per meglio dire, di fpuma di latte. Il che non fece lo fpirito di Vitriuolo, e poco meno di nulla fe- ce la flcfsa acqua forte, come nulla affatto operarono va- rj fpiriti alcalici .

Tutti quefti piccoli, e femplici efami furono però di tan- to pefo, che ricavai anche da quelli Pindole diyerfa delle- Pietre generate in varie parti degli animali da queir offo^ pietra generato nel capo, eh’ è il foggetto di quefta Let- tera. Lo che filmerei baflante per illabillrc il mio afsunto,. c troncare il tedio della lunghezza, fe non mi riufeifsepoi di tormento il fornir così prello di parlare con Lei , ed'efi fere così fcarfo nell’ cfecuzione de’fuoi riveriti comandi . Mi farò dunque lecito d’aggiugnere altre riflellloni , che non m’impegno punto di foltenere, ma le gitto così alla sfug- gita , per ingannare il tempo, per avere il contento di più lungamente difeorrer feco .

Tanto nell’ una Concrezione, quanto nell’altra nonfep- pi vedere vefligio alcuno della parte cenerognola, odel co- lor di cenere , cioè delle glandule feparatrici degli fpiriti j non vidi diverfità di materia, eh’ almeno l’indicafsc, ne macchia alcuna, che dafse un minimo fegno, che quelle e- rano glandule, e quelle altre fibre, o cannellini, o vafi ef- cretorj delle medefime, che vanno poi ad allungarli, e re- ilrigncrfi in funi nervofe ; ficcome non v’ erano i foliti feo- latoj , per far isfogare le foverchie Cerofità , che colà ramniaf-

fare

Cervello impietrito. ii

fare fi pofsano . Tutto era eguale, eguali fllmo nei colore, nella foflanza, nella ftruttura , tolti que’ piccoli cerch) ac- cennati nella prima , che moftrano piuttofio diverfi ftrati , c tempo diverfo nel generarli , che diverfità d’organi , o di ftruttura. Vegga la Fig.5., 04. della i, , e 2. Tavola.

Non vidi pure internamente vali languigni , che pur fono diramati per tutto quanto il Cervello, i quali sbucaflfero per ogni verfo, e che facilmente fifarebbono manifeftati in quel- le candide materie , e particolarmente , come ho accennato , que’ del Tlejfo chiamato Coroideo , Tutto era fimile, come un lavoro di getto, e come appunto tante concrezioni, che V. S. Illuftrif. ha vedute nella mia Raccolta , che fi trovano su’ monti, o in certe acque Termali, o non Termali, e in altri luoghi.

Dal fin qui detto Ella vede, fe ho qualche ragione difof- pettarè, che fi mili Concrezioni fieno Cervelli veramente pie- trificati , ovvero un giuoco della Natura così ben fatto , che ha faputo ingannare anche uomini cotanto faggi. Ne mi di- ca , che nel Franzefe v’ è la Gianduia Vineale impietrita fc- gnata colle Lettere G. G.G. G. nella figura prima della mia Tav. S* e nella figura feconda della mia Tav. 4. colle Let- tere P. P. , imperocché non concepire , come fenza ave- re fpaccato il Cervello, quella gianduia pofia apparire aldi fuora, di aflai ftrana, e fmifurata grandezza, come la di- pigne il dottiffimo Franzefe . Così quel lavoro 'vermiforme fegnato colla lettera 1. nella feconda figura non può da me giudicarfi quello del Cervello . Io (limo dunque , che anche quegli fieno fcherzi della Natura , a’ quali Noi preoccupa- ti diamo que! nome, che ci figuriamo più confacente all’ I- dca concepita. Nell’ addenfarfi quel fugo, troppo facilmen- te può aggomitolarli in una pallottola tendente al tondo , e figurare una gianduia , o contorcerli ondofo in una figura di verme .

Non nego già, che nel noftro corpo , oltre a’ calcoli , o zolle terrellri, tufi, e limili non li pollano pietrificare alcune parti, ma olTervo però, che ciò accade particolarmente alle parti forti , e olfofe, pofte anch’elTc dal Lifter ('de Font. Medie. Angl. ) fra Tufi metallici , e ali’ altre parti du- re, o almeno membrànofe , eh’ abbiano qualche cognazio- ne , come diceva , co’ falli . Il Cervello al contrario , fra tutte le parti è molle , umido , tenerillìmo , cd oleólo , che fono tutte proprietà , che non molto, s’ addimeftica- no , o fi confanno con I4 rigida , e fècca natura delle pie- tre.

Tav. r.s.

Tav. 5. Tìg. I. 2.

Tav. Fig

1 2 Confi ed Efp. intorno al credi4to

tre. Bifognerebbe dunque dire, che o il Cervello del Bue prima confumofli, e poi vi nacque la Pietra, e s’accomodò nel fuonicchio, il che nonfarebbe trafmutazionc, ma ge- nerazione nuova , o che le particelle del fugo pietrificante infinuatefi di poro in poro inchiodaflero ogni particella del Cervello, l’afsomigliafiero aloroftefse, e ne cancellafsero tutte quelle proprietà, che lo rendono foffice, e pieghevole, introducendovi quelle di rigido, e duro. Ma ne meno pofso da impetrare T acconfentimento a quello fecondo fuppo- llo , imperocché intalcafo torno a rifare P obbiezione di fo- pra, che nell’ introdurfi le particelle pietrificanti (le quali bi- fogna in quel primo tempo fupporre fluidillime , e penetran- timme ) fra quegli anguftiffimi vani, o pori delle glandule , e delle fibre del Cervello, non potrebbono dimeno nell’atto del quagliarfi di non accomodarli aque’fpazj, a qué’tortuoli meandri, a quelle quali innaccellìbili anguftie, onde verreb- bono a ricevere, come in un Modello introdotte la figura delle glandule, e delle fibre , la qual non fi vede . Cosiof- fcrvo accadere a Granchi marini, al Pefee Stella, a Rizzi marini fplnofilTlmi di varie razze, e alla folta fchiera di tante Chiozzole , o Tcftacei nominati di fopra, che mi trovo a- vere tutti pietrificati, ma tutti confervanti la fua prima na- turale figura.

Aggiungo ancora, eh’ è molto difficile da concepire quefta fìrana j e portentofa fottigliezza del fugo pietrificante, che potcfse penetrare lateralmente , g perpendicolarmente , o per cfualfivoglia altro verfo le denfillìme pareti de’ piccoli Sifoni, o cannellini, che portano gli (piriti, fatte con tal’ artifizio dalla laggia natura , che gli fteffi , che fono il fiore del (an- gue raffinatiffimo , non pofsono ufeire , lo che parimenti fi dica delle glandulette feparatrici degli medefimi. Non ha mi- ca tanto tormento lo fpirito in penfare, come pofsa pafsare per le ofsa , per lebuccie de’ Croftacei , o fimili parti , che a noi pajono di corporatura più denfa. Anno tutte ampliffimi pori, ecavernette, fono tutte aguifa di (pugna, odiminu- tiffime reti, pel voto delle quali c facile l’entrata del menzio- nato fugo, o fe ne’ viventi accada, portato da’ vafi al di den- tro , ofe ne’ morti, penetrato al difuora. Dico ne’ viven- ti , poiché non é nuovo nella Repubblica Medica , che fi fie- no trovate ofsa arrivate fino alla natura di Pietra , o mem- brane ofsefattc , o tartarizzate, il che non è così difficile il concepire. Qiiel fugo, che le nutrifee, e le indura, fein_. troppa copia vi cola, o vi é trafportaio, femprepiù le raf-

Cervello impietrito . i j

/oda , e le rafFerma fino a durezza di pietra , o d’ o/sà . Si fa , che le ofla furono fulle prime un’orditura di fila , oun’ordi- nato ammaflamento tefliito di {«nerifilme fibre , le quali appo- co appoco intirizzarono, e s’indurarono coll’ infinuarfi fra quelle un certo fugo pietrofo , o della natura delGefio, co- me penfano alcuni , onde non è maraviglia , che quelli qual- che volta pecchi in quantità , o in qualità più dcnfa, e le ridu- ca alla natura di fallo. Lo che pur fi vedefovente nelle mem- brane fatte anch’elfe di fibre, com’erano ToCTa, onde fàcilmen- te o s’ indurano in olia , o s’ irrigidifcono in pietra ,

Ma potrebbono dire , ch’anche il nutrimento , che fi por- ta alle lollanze corticale , e midollare del Cervello, facell'e il medefimo giuoco j cioè folle un fugo pietrofo, clic le ftrigncf- /e in pietra . Ma fi vede fubito da Chi ha buon’ occhio la di- verfità di quello trafporto . Il fugo dell’ offa , o delle tele, a pareti de’ vafeletti del noflro corpo deve avere quella tal’ indo- le di ralfodarfi , crammafsarfi in una foflanza dura , non così quello, che fi porta alle glandule del Cervello, che tutto all’ oppofio deve edere fommamente volatile, leggierillìmo , fpiri- tofiffimo, e più abile a far empito, a dar moto, adifgiugne- re, chead impigriffi , inchiodarli, o tramutarli, per così di- re , in un durillìmo marmo. Replicheranno, che pur conti- nuamente fi trovano nel cervello arene , e calcoli , e pezzi macigni , e di pietre , e fino nella celebratiUìma Gianduia Ti- male, allora dura fede dell’ anima , fecondo il loro ingegno- fillimo compatriotto Cartefio.

Altro c , rifpondo , che fi trovino delle fuddette materie dentro il Cervello , altro è, che il Cervello fi trovi di pietra, ficcome altro è, che fi trovino croftacei di mare dentro la ter- ra ne’ monti, altro è, che la terra de’ monti diventi crofta- ceodimare. Pollono certamente portarli dalla corrente del fangue micolini, erafure, che fapranno generar qualche cal- colo, carena, o marmo, ma ciò fegue piuttoflo nel feltrarli , e purificarli di nuovo , che fa il fangue, per andare a portare il fuo tributo limpido, e fpiritofo dentro i Cribri delleglandu- le, ma non farà, che la foftanza di quelle tencriflìme glandu- le, o loro cannelli li converta in calcolo, arena, omarino. Il puro pafla avanti, dal quale li cribra, o feltra lo fpirito , e ilfugo ncrvofo ( fe non è sfigurato , comprefso, oin altrama- niera impedito ) è lafcia addietro quelle terrefiri , e fcabre ma- terie, che s’inchiodano in que’ dintorni, e fanno apparire im- pietrita la parte , che ha folamcnie dentro i fuoivani incaflra- ìi ramicelli di pietra.

14 Conf. ed £fp. intorno d creduto

Così dubito cfl'cre accaduto ad uomini grandi, ch’anno giudicate Icglandule del Cervello impietrate, mentre, ola loro foftànza s’era confiimata, c in fuo luogo v’ erano entra- te particelle di pietra , ov’ era reftata dentro imprigionata, e nafcofla , e col tempo sfumata , ovvero fra quelle s’ era ge- nerata una pietra , à\XQ COSÌ , gLinduliforme g manon diglan- dille.

Ma dato ancora , che tutto arrivi alle glandule, oche tut- te le induri, vi vuol’ altro a far impietrare quafi tutto quanto unCervello, che piccola mole di poche particelle fcabre , tar- taree, otenellri, Bifognava, che tutta la piena del fanguc folle ifporcata , c lorda , il che non s’ofserva nella leggiadrif- fìma Storia Franzefe, nella quale fi legge, che il Bue era pin- gue , vifpo , e teftereccio , che fuggì con robufta fierezza quattro volte , prima , che lo potefsero uccidere .

Ne trovo , che le altre pietre , che fi generano nel noflrp cor- po, fieno di così candida, pura, e nobile materia, che leva quafi la palma nel candore ^ come nella lucidità , e durezza a marmi natii. Sono per lo piu fcabrofe , orride d’angoli, e di fpine, tinte di colori diverfi , facili ordinariamente aromper- fi , c sbricciolarfì , e infomma ignobili, c veramente pietre,. Segno evidente , che anno una diverfa miniera dalla fuddetta, Cioèilfangue come fiume reale del noftro corpo , che fovente anch’efsos’ ifporca , c s’intorbida di materie, che fanno trop- po di terra, arrivando alle parti, dove perde, o fi rallenta il moto, vi depone le fue lordure , come alle rive fanno i fiumi le quifquilie, e le arene. Quindi è, che cotefie fono trami- fchiatc quafi fempre con altri corpi impuri vomitati , o lafciati addietro dalla corrente , come improporzionati , e filveflri .

Al contrario le noflre credute Pietre anno una marca af- fai notabile difìinta dall’ altre . Sono tutte quelle , che fin- ora ho vedute , puriflìme , c dirò così per quefta volta Von le Scuole omogenee^ fatte, come di getto da un fugo perfe- zionato, feltrato, e per così dire, più ingentilito , che non s’ indura in punte , o in angoli , ma pieghevole , facile.,» , dolce, e che ha avuto un’ultima mano dalla Natura. Cioè fono ofico-petrofe, o d’ olTo-pietra , come ho provato di fo- pra , onde bifogna trovar loro un’ altra forgente afiai più purgata, più perfetta , e più nobile di tutta quanta la maf- fa confidcrata infieme.

Io mi fento per ora inclinatillìmo a credere, che poffaef- icre una fonte gemente dalle grand’ Ofia, ch’armano, edi- fendono per ogn’ intorno il Cervello , particolarmente d’

un

Cervello impietrito . I 5

un Bue aflai più copiofe delle nodre , in riguardo alla piccola mole del loro Cervello, anche diftintamente con- fìdcrate. S’aggiunga quell’ Appendice altera delle gran Cor- na , ehc s’innalza appunto lopra del cranio, incallrate colle loro interne radici dentro Io fìeflb, il fugo della parte olTea interna delle quali concorre per avventura più di quello del puro cranio, pofciachè, /e bafialfe folo qucflo , fi farebbe veduta una qualche volta anche dentro la Cai varia degli nomini una confimile fattura, il che non s’è ancor letto in alcun’autore , eh’ io fappia. Vi vuole dunque, a nutrire tut- to quello popolo d’ oda , una fmifurata quantità di fugo pieghevole ad indurarfi , e a con''ertirll in olla, e in corna, onde bifognava , che la favia natura provedefl'e quelle par- ti di canali adai ampli, o folti, per portarvi a tutte il lo- ro necedàrio tributo . Colà dunque in que’ tanti cannelli , e riférbatoi introdotto riceve da fuoi Cribri fermenti quella maturazione, o quel lavoro, che d riceé;a a perfe- zionarlo , ed a ridurlo ad un tale diftintillìmo dato , che poda nutrire l’ oda , e le Corna j perlochè , fe per avventu- ra fi rompano que’ cannellini , o cellette , che lo portano, e Io confervano, sboccando da edì , o da effe , per avere avuta l’ultimi mano , e per edere in prodima difpofzione per quagliard , e condenfarfì in offa, fubito fi quaglia , e fi condenfa . Quindi è, che veggiamo, che dove un’of- fo fi rompe, di nuovo fi rammargina , e vi crefee un’altra materia odea , anzi , come odeo-petrofa , più dura dovente dell’ odo dedò , poiché da que’ piccoli Sifoni , o vafeletti fpezzati featurifee fubito il fugo fuddetto , che fi congela, e radbda. Nafeono anche alle volte tumori od'ei fopra la feorza dell’ oda , fenza , che quefte fi frangano, e ciò per qualche cagione interna, che fa il medelìmo giuoco a’ fifo- ni fovrammentovati , impedendofi il corfo al fuddetto , e sboccando, doy’ è minore la refiftenza . Quello, che foven- te veggiamo accadere al fugo nutritivo delle membrane , e della carne , accade ancora a quello deli’oda . Cioè rimo, e l’altro ridotto a quell’ ultimo grado di perfezione fa fab- bricare e carne, c membrane , ed oda fuperfiue , e come forefiierc alle artifiziofìdime macchine de’ viventi.

Può dunque fofpettarfi , che le noflre Concrezioni non nafeano da altra fonte , che da quella del fugo dell’ oda, e delle corna , che fviato da’ fuoi canali grondi dentro la cavità dèi Cranio, e colà fi condenfi , e formi la confa- puta duridìma Concrezione , che non può rigorofa mente

chi a-

15 Conf] ed Efp. intorno al creduto

chiamarfi ne folo Olio , ne fola pietra , ma Ollb-pietra . Già abbiamo provato, che non fono cervelli, ne parte di loro, abbiamo veduto, che le pietre, che nafeono dal fo- lo fangue , o dal folo fiero fono di genio diverfo , dunque non vi reftava altro , che ricorrere alla fontana dell’ Offa , giacche fono fabbricate della ftefià pura , puri liima materia .

Il Signor Domenico Gagliardi nel fuolaboriofo Tratta- to della Generazione delle Olla, dopo avere (piegato af- fai dottamente, come quelle s’indurino per un certo fugo concrefcibile della Natura del Geffo , che fi pone infra i vani loro , e le rafferma , c raffoda , dimoftra , che , fe frappi fuora , polla anche generare ed offa , e pietre in diverfe parti del corpo; nam , fi y dice nell’ Off: VI. verfb il fine , ob proportionata cribrorum foramina alicjuid de diUo concrefcibili Jucco aLicubi fecernatur , facilè quidem ibi , yel in calcidos >concrcfcit , fi alia fiuidorum recrementa ad hoc di- fpoftta inyenerh , yel in offe am fubflantiam tranfmutabimr (ch’c il noflro cafo ) , fi JiruCluram proponionatam inyene- YÌt : quare in hac hypothefi , tam calculofic concretiones , quam edam off fc adone s in yariis corporis pardbu^ reperti optimè c'jcplicantur . ^ ^

Rielcono generalmente quelle Concrezioni più dure dell’ offa , poiché non fono organizzate , come quelle , non an- no bi fógno di Midollo, di cellette, di alette, di vafi di va- rie maniere , che le compongano , e le irrorino con quell* ammirabile artifizio, che in quelle é neceffario , in quelle fuperfliio. Qiieflo è un puro àmmaffamentodi fugo conden- fatofi per accidente, laonde effendo tutto unito, e ammon- ticellato , combaciandoli cadauna particella firettamente col- le fue facce , fenza refiarvi vacui confiderabili , e grandi, c fenza canali, forma un duriffìmo corpo. Così i denti, 1’ ofìb pictrofo , e limili anno durezza maggiore dell’ altre of- fa, poiché non fono intralciati di tanti vafi, di canali , cavità rimarcabili. Qiieffo è il feme d’immortalità , chenc’ fuddetti pofero alcuni buorti vecchi , veggendogli rcliftere_^ più delle altre offa nc’ fepolcri . N’ho veduto uno nella—» Galleria preziofà dell’ Eccellentiffìmo Sign. Antonio Capello N. V. mio riverito Signore , la di cui deferizione diedero alla luce ncll’Efiratto fatto dal mio Trattatello de’Moftri inferito nel Tom. V. della Galleria di Minerva Part.x. cart. 2JZ , il quale pefava una buon’oncia , d'unadiamantina du- rezza, candido , e di moftruofa mole cavato dal Palumboin Roma l’anno MDCL. A quefìo era concorfo in troppa co-

Cervdh hnpìetrho". 17

pia della menzionata pietrofa materia , che l’avea ridotto non folamente ad una durezza eftraordinaria , ma ad utra ftrana , e prodigiofa grandezza .

Anno poi le tante volte nominate Concrezioni qualche rozza frmilitudine di Cervello , pel loro candore , che .inganna , perchè ricevono qualche apparente figura dal fito , che le rinchiude, perchè la loro fuperficie ha or- dinariamente varj rifalli , e fcanalature , benché fenz'a legge, e fenza l’ordine regolatilìimo di cervello , comc_^ chiaramente fi vede nel Franzefe, e ne’ nofiri Italiani.

' Anzi io fono di parere , che anche , fe avellerò più fi- militudine di Cervello di quella , che anno , fofpctterci ancora, fe Io fodero j imperocché io mi trovo avere una Concrezione Marina di materia veramente pctrofa , che po- trebbe facilmente eflère prefa per un Cervello impietrito , a- vendo molte di quelle Spire , che annoi veri Cervelli, ben- -chè fieno più minute in foggia d’ intefiini ravvolti , e ne me- no ella fia divifa in due Emisferi , come dovrebbe . E quella è appunto di quella razza , dell’origine della quale fa dili- gente ricerca Paulo Boccone nelle fue Oficrvazioni Natura- li Lèttera ij. p. 141. fcritta in idioma franzefe a M. Arnol- dus Seyen , 8c Jean Swarnerdam . chiamandola col nome d’ ^Jìroites unduUttts majvrj e cosi la deferive. Sa fupercie ejl frefque convexée , poreu/e , & diflinguée , oh bien diyifée par des int ertine aments relerés d’une /nòftance bianche de couleur ■de marbré , & ondoyante , come le replis du cerveau des ^dnìmaux , qui funt obliques , <& irregulier . E' chiamata da Monf. Micniele Mercati nel fuo Teatro Metallico Lapis Lumbricatus ^ e non è altro, che una Vrodu’:Qone maritima Coralloide non dillimìle nella fua nafeita dal Fungus Goral- loides , creduto malamente , e pollo fra le cofe petrificate , per un Fungo impietrito dagli Scrittori de’Mufei poco pra- tici della Naturale Storia , come fi può vedere nel Mufeo ■Calceolario Seftion 5. p.417. e nel Mufeo Mofeardo Libro fecondo p.187. , ed in altri di fimil gufto.

Della fuddetta Concrezione cerebriforme ^ o ondeggiante ne fa pure menzione Bafilio Bersicr , e nell’Iftoria d’ Anfelmo Boetio de Boot con le notazioni d’ Andrea de Toll fi trova deferitta, c figurata una Tietra ondofa del genere delle pie- tre Stellarie , la quale però fembra al Boccone differente dal- la noftra, che viene chiamata in Inghilterra, c in Alema- gna Hirn-Stein a cagione delle pieghe , che ha confimili a «quelle del Cervello degli animali -

B

Nc

1 8 ConP ed Ef^, intorno al creduto

Ne poflo contenermi di dirle, edere lamia Coralloide Cc- rebrìforme di quelle appunto , che dice il Boccone d’ aver ve- dute dans la Trojpetìive qui refpond au Jardin des Tlantes de /’ Univerfitè de Vife , avendola io veramente avuta colà in compagnia del mio fempre generofo , ed amabile Sign. Cc- ftoni , quando nel mio terzo viaggio pafTai per la nobile, ed antica Città di Fifa favorito con inenarrabile gentilezza da que’ dottiflimi Profedori , e Letterati, e fegnatamente_/ dal Virtuofidimo Sign. Zambeccari , dal Sign. Abbate Caffi- ni , e dal Sign. Cavalier Albìzzi , che nomino per legno di dima, e per la grata memoria, che confervo de’ ricevuti pre- giatidìmi favori . Ma torniamo al noftro Cervello .

Ne io llimo probabile, che un’ ammadamento si porten- tofo (i faccia, e fi condenfi in poco tempo. A mifura , che dilla il fugo odeo, trovando un luogo proporzionatoli con- denfa appoco appoco, e fi radbda , a cui fopravvegnendone dell’altro fa il medefimo fopra del primo, e così crefee alle volte ad una fmifurata gronezza.

Finalmente l’ ineguale o varia fupcrfìcie di cadauna di que- de Concrezioni , i rilalti loro , o tumori fenza legge alcu- na, le diverfità di quelli nel fito, nella figm'* , e nella mo- le, i folcili lempre diftercnti, e in poche parole 1’ edema apparenza di tutte quante quelle , che finora ho vedute , fempre didimile, non mi pare piccolo Argomento, che fie- no piuttodo fcherzi della natura , o lavori cafuali , «uidata anch’cda alle volte, fe contraflante , dalla necedìta della materia, riufeendo in uno d’una figura , in un’altro di un’ altra, giuda il tempo, la mole, e il fito, d’onde sboccò. Radembrano tutte piuttodo un pezzo di Greppo, di Rupe , di Scoglio modellato con cafuali rifalti , e accidentali buche- rattole , lolchi , efedlire, fimili folamente fra loro nella ma- teria, o nell’orrore delle fcabrofità , e della durezza , non_t nell'edema regolata figura . Se fodero Cervelli impietrati, tutti farebbono a un modo , come a un modo fono tutti i Cer- velli de’ Buoi. Così, come ho detto altre volte, fono tutte fìmili fra di loro , come l’uovo all’ altr’ uovo, quelle parti d’ animali impietrate, che mi trovo avere, che non fono po- che, come ha veduto, c toccato con mani V. S. Illudnisima , quando con tanta faviezza , e con tanta acutezza del fno fubli- mi llimo ingegno fi degnava fovente d’ efaminarle .

lofofpetto, che le no (Ire Conctezionifi generino predap- poco, come quelle delle caverne, nel pavimento delle quali riformano alle volte pietre di drana, e curi ofa figura, come

ho

Cervello impietrito . i p

ho oflervato in molte ne’ miei viaggi Alpini fatti a bella polla , per allìcnrarmi coll’occhio, e colla mano dell’ Iftoria della Natura , e particolarmente in quella fpelonca mirabile del For- di dagli Apennini di Modena , come dirò nel mio primo viaggio. Cadono le gocciole dall’alto pregne di fugo pietrificante (o fieno anche fenza il medefimo, come vuole Olao Borichio De Lapid. Generar, fiancheggiato dal dottif- fimo Signor Lanzoni) e quelle fi vanno rammaflando in_. pietre, dette da Ferrante Imperato Tartare y formanti di- verle , e bizzarre figure, una delle quali formava appunto il Cervello d’ un’uomo così Ideato, e tondeggiato dalcafo, come ha veduto nella mia Raccolta nella Serie degli fcher- , o de’ modelli di varie parti dell’uomo . Ovvero, come fanno a un diprefib le Gomme , od anche i fughi generato- ri di varj tumori, o Rilevati di legno, gementi dalla feorza d’ un’ albero offefo , i quali fi vanno rafibdando , e ingrof- fando in varj gonfiamenti , o bozze ritondate rozzamente , e che formano varie apparenze a mifura della loro quantità e fito, dove ringorgano , o d’onde featurifeono , delle qua- li pure ne ho una fimilillìma efìernamente ad un umano Cer- vello. Il che non fuccede in un tratto, ma vi vuole il gi- ro di molto tempo.

Stillò dunque ancora l’offeo fugo in più fiate, imperoc- ché , fe tutto in un fubito folle fgorgato per la via aperta , averebbe inondato in uno flante tutto il Cervello, e impron- tata la figura del medefimo , come fa un metallo fufo gitta- to (opra, o dentro una Forma , o Modello, non arebbe for- mate quelle figure irregolari , e informi tanto al di fiotto , quanto al di {opra . Doyea pur anche la natura afl'uefarfi pian piano a quell’ ofpite nuovo , ed inclemente, il che non averebbe probabilmente tollerato, fe tanta mole alquanto vi- feofa, e pelante r avelie colta all’ improvvifo. Fu primaflui- do, fu di piccola mole il pefo, s’accomodò negli fpazj me- no nocivi, s’andò bellamente indurando, come veggiamo, ch’anche negli animali lentamente indura, e falda , o fer~ rumina l’olla. la natura maeflra . Dopo molti anni palpita ancora, e fi piega facile il Cranio de’ fanciulli , e partico- larmente in quel fito , dóve la futura fagittale va ad incon- trarli con la coronale y è dilicatiflimo , ed arrendevole . Così nella rottura delle olla anche degli adulti , quel glutine , o colla yifeofa , che vi fluifee, non s’indura in un’iftante.

Nelle mie due mentovate Concrezioni la prima, che giu- dico fatta, probabilmente, più di frefeo, poiché nonarri-

B 2. vata

20 ConJ. ed Ejp. intorno al creduto

vara ancora aliadenfità delle altre, è più porofa ; la qua- le per avventura anch’ ella col tempo farebbe crefeiuta , ed arrivata alla flretta unione delle altre. Tutto nafee in que- llo Mondo languido, e molle, tutto prima fi fa vedere rudisy incligeiìaque moks .

I metal If ftelli , i Griftalli', le Gioje , i marmi , e qiial^ fivogUa pietra prima fu palla roz2a, e pieghevole, che poi arrivò , per così dire , ad una fomma durezaa . Del che ne fanno lede a’ fcnfi nofìrique’ corpi di fpezie diverfa , che fi ri— trovano in feno alle cole luddette , imprigionatifi a calo , la q.ual cofa oflervò prima di me un grande ingegno , chcfcrific quel nobile Trattatello a bella polla De folido intra folidum.

Lo lleflo Franzefe nell’ elegante Delcrizione , chefadelfup- pofto Cervello impietrito mi in mano un faldo argomento , che folle anche quella una Materia oflea indurata^in forma di- pietra. Mais, fcrilTe ingenuamente , ce que \e Tiens de fairt^ remar quer , e ce que V on peut encsre voir ici , c’ eH que dans ce' cerveau petrijiè ilya cn certainsendroits quelques parties qui font ojjcufes . Lo che conferma nello fpi^are la figura feconda alla- Lettera M , col dire la cayitc qui efi entre le ceryelet , l’a^ yance de la partie fuperieure du lobe gauche , dont lefinid , les-

cote':^ paroifjent moins diirs e feulcment camme ojjlfieg^. Cioè' quelle partì , che non avevano ancora ricevuto l’ ultimo carat- tere di durezza erano opofe , perloche deduco-, eh’ ancora T al- tre follerò nella radice della lleffa natura, benché più dure , non variando Ipezie il più , o il meno , ma femplicemcnte al- terandola . Conforme col tempo più fi rammaflàno que’ corpi- celli amici, e s’annodano, e s’avviticchiano, e fi ftrlngono> inficme , fpremendo fuor fuori le parti acquofe , o d’altra raz- za sfuggevoli , che s’ intrapongono , più diventano dure , co- me fanno certe pietre dette fcifjili y che oll'ervai nelle Monta- gnedi Genova , le quali cavate dal fenocavernofo della Terra,, teneriffime, cmorvide, rafeiugate poi , edefpofte all’ aria— » col tempo S'indurano. Anzi fi contenti , ch’io dica, parcrm? Icherzar la natura fovente ne’ fuoi gran Regni , fabbricando o- ra Pietre nel corpo de’ viventi , ora olfa nel gran corpo della Terra, e qualche volta in amenduni i luoghi

crediamo a Plinio . Ofia è terra nafeù, inyenirique lapides offeoSy dilfe ilfuddetto per fentenza idi leofrafto nel lib.36. dell’ Ifto- ria fuaNaturalealcap.18. Matorniamoanoi. t

Conchiudo, che il fugo nutritivo dell’ olla, o fia fatto dàl- ia p^rte bianca del fangue , ofiero chiamato concrefeibile (che pofto anch’ elfo al fuoco firafiqda a? coofiftenza di olfo , o di

cor-

Cervello impietrito ] 21

corno) , o qualche altra materia facile a combaciar fi colle fue facce, ad intricarli co’ luoi ramicelli , e perdere il moto, o da certo fugo dell’ indole del gcfió , come penlàrono alcuni , quellofoloè ftato l' Autore delie noftre ftrepitofe Concrezioni, in quanto è ftillato, ed Txfcito dc’fuoi canalij non altré'ma- terie pictrofe, oterreftri portate colà inconfufo dalla corrente comune del fangue.

Ma potrebbe qualcuno opporfi col dire, che tutto bene in quanto alla materia della Concrezione , e che forfè il dotti fi- fimo, ed ingenuo Autor Franzefe la fientirebbe meco, fieavef- fi l’onore, che quella Lettera (che privatamente ferivo) gli giugneffe fiotto dell’ occhio ; ma come potè dall’ olio gemente quel fugo generativo penetrare la dura Madre, e piovere fio- pra la Pia , intricarla , e legarla , come in tutte s’ olTerva , e poi andar vagando pel Cervello , ferrandone fiovente qual» che parte dentro di se , rcftrignendo l’altra iii anguftie ?

Primieramenterifpondo, che ho perpetuamente olfier rato clegnatamentene’Buoi, che h Dura Madre" con molta parte disè llatenaciffimamenteappiccata alla Volta del Cranio , on- de non è maravigli! , feinunadi quelle parti gonfiando il fugo vlcitode’fuotalveoli sforzi lefibre arrendevoli della medefimai c coli al di fiotto fopra la "pia . quel fugo ebbe forza compreL fo da nuovo fugo fopra vegnente per le leggi dei tlrcok> , e per- petui movimenti de’ fluià, di feompaginare la dura teffitura delle ofla , l’avrà avuta ancora a dividere le fila afsai più tenére, e dilicate di quella tela . Così veggìamo accadere in tutti i tu- mori del noftro corpo , i quali nel gonfiarli fipezzano finalmen- te le fovrappofte denfiffime membrane.

Infecondo luogo può quel fugo ufoito dell’ ofib indurarli, formando, come un rifalto, che faccia rallentare , e final- mente a forza romper le fibre della detta tunica , ed apra la via al fugo feguente . Si legga Teofilo Boneti de’ mali del capo, dovefi: troveranno efempli di tuberofità, o chiodi d’ ofsa , o laminette, che ufeiyano del Cranio , ed entravano nella dura Madre.

Péli terzo la Natura hafoverrte vie incognite a noftri occhi. Veggiamo entrare, ed ufeire alle volte delle cavità umori sboccati, e liberi, fcnzache fappiamo il comej Quindi è, che potiamo fofpettarc , chcinuncapo, dov’ era tutta 1’ eco- nomia depravata, s’aprifsero nuove vie, fe ne chiudefsero delle antiche , efifacefse in quel mifero capo un’ occulta , e tragica feena , alla Natura facile , anoimaravigliofa, e dif- ficile da concepirli .

B I Ma

Tav. I. Tav. 2.

Tav. 5, 6 TrfZ'. 7. 8

2 2 Cow/ intorno al creduto

Ma chi sa, che per qualche percoffa data fui capo a quel Bue ( intendendo il medefimo di tutti gli altri, de’ quali parliamo) , o egli fteflb cozzando con altri, o urtando con empito in qual- che corpo duro , e rcfiftente , non fi fofle slogata , e fmolTa al-i quanto la radice delle Corna , o lefa qualche altra parte conti- gua del Cranio, al qualluogoi, per raflbdarlo , fluendo, c poi ft agitando fugo , dirò così, ofjific ante ìnmoh^ co fÌ3. , per ripararne il danno, quelli ringorgaffe, e sforzafle interna- mente, dove era minore la refiftenza, efiaprifle nuove vie, fino a traverfo della dura Madre oft'efa anch’ efla in quel punto della percofia., o anche non offe fa? E perche il fugo ofleo è , per così dire, gelatinofo ^ e dolce, non s’irritò quella a con- yulfioni , ma gli diede libero il palTaggio .

Che fe finalmente bramafle qualcuno , che quel fugo fabbri- catore di quel duro lavoro avelie sboccato dalle membrane , che inviluppano il Cervello , e non dal Cranio , non per quello en- trerei molto in collera con Lui. Ne fono pieni gli autori d’e- fempli di membrane oflefatte, o làpidéfattè, o d’oflà', o pie- tre ravvolte dalle medefiiHe#o a loro ftrettamente appiccate . pappiamo,' che tutte tl^ofla-fulonojprimay <Jome fefoetti;, e Reticelle di teneriflìme •fila nlembranofe ii; ond’'^ probabile, che il fugo,-,,chetlutrifce ie oflai /m quitì foiloflb i ; oaJmeno molto analogo a qucHo delle membrane} di raanicrache, feo troppo vi fluifea , lO un poco più fi faccia denlb , le converta in olla, efe creicela denfità, eia copia ,' le ralTodi fino a durezza di pietre»; A me pare però, per parlare con tiitco candore g . y .S. Illuftrifs.r, che fia più Facile con tutte le accennate diffi- coltà, il ricorrere alla forgente delFiofla , che a queila» delle membrane; imperocché per l’ ordinario ì calcoli;-! carène, e fimili, che fi trovano foventeo ravvolte da quelle;, edòtto;, o fopra di quelle , fonotuttedi natura molto diverfa dalle Con- crezioni, delle quali parliamo.

Ne il cafo è tanto raro , che fia folo accaduto iin Franzia-, o nella Svezia al dire del Bartolini , come narra il Signor Verney. In Modena, come ho detto, fi ritrovò uno di quelli mentiti Cervelli , eh’ é appreffo di me difegnato nella Ta.v; r. , ;el’ al- tro, ch’è l’ultimo deferitto, mi fu mandato in dono da Ferra- ra , ch’é quello della Tavola feconda . In Venezia nel Mufeo del Sign. Ca valier Teta ho veduto il terzo , ed in Bologna nel- la Galleria dell’ Aldroyandi.il dottiflìrao Sign. Donelli mi fece ofìèrvare il quarto , de’ quali ultimi due eccone pur le fedeli fi- . gure. La Tavola V., e VI. nioftra quello del Sig. Cav- Teta, . la VII. e r Vili, quello dell’ Aldrovandi . a-

Quì

Cervello impietrito , 23

Qui in Padoà vivono ancora molti teftimonj di vifta, e de- gni di fede , co’ quali ho fpefle volte parlato, che raccontano , come nell’ infigne Monafìero di S. Giuftinafu trovata una fi- mile Concrezione nel Capo colà portato d’ un Bue. Ne reftò riftretto dentro quelle fole mura un Fenomeno si fìrepitofo. Si ritrovava qui allora il celebrati filmo Luca Scroeckio Prefidente degnillimoal prefente dell’ Accademia de’Curiofidi Germa- nia , e mio riveritiflimo amico, che ne diede parte aGio: Teo- doro Schenckio , e lo Schenckio al Sachfìo , e quelli regiftrò la Storia nell’ Oflerv. XXVI. dell’Anno primo a cart.9 r . OV- ca principium , feri ve , hujus a.nn. 1 670, in quodam vicino Tata- vìi pago ad Monachos Diva: JuHina fpediante^Bos quidam maUa- tus Cerebrum in Marmoream planè duritiem exhibuit , qui aliis bobus flupidior ^ capite femper pendulo ^ & quaft nutante in- cefiit , ufquedum tandem planè marcefeere inceperit , linde i- pfum jugularunt , fed aperto torpore omnia membra falva in- venerunty difiupto autem Cranio^ flupiditatis hu\us caufa re- perta fuit . Cerebrum hoc in Monaflerio di^o D.Ju§ìina ajjer- vatur .

, Il Sachfìo nel breve erudito Comento, che fa alla Boria , quali nel tempo fteflo gli fcriffe il medefimo ca- foda Vienhail Sign. Sebaftiano Jungio Collega anch’efloCu- riofo , riferitogli a bocca dal Sign. Hclmpergcr ritornato allo- ra dall’ Italia , aggiugnendo d’ aver veduto quello Cervello petrifìcato (excepto Cerebello^ & fpinali medulla) , del che ne avea fatta menzione fulla Catedra il Sign. Scarabiccio Letto- re di quella Univerfità, trattando de’ mali del Capo , il quale poi ne fcrifle un piccolo Libricciuolo , come Medico di queU’il- luftre Monallero, che riferirò più a baffo . Chiama in ifeena il Jungio per autore di un limile bizzarro impietrimento Spìritum Corgonicumy ch’èil medelìmo, chGumQiialitàocculta\c{\\x.a. in malcheraconun’abito più galante, ma non più efprellìvo del vero, del che ne difeorreremo in altro luogo. Anch’elloti- morofo, com’erailSign. Verney, che quello Cafo per la ra- rità , e flravaganza non folfe creduto, apporta perTeftimo- nioTommafoBartoIini, che nedelcrilfc un limile nella Let- tera 8. della Cent. 3. j la quale Offervazione replicò nella Cent. 6. dell’ Iflorie Med. Offcr.91. , chec citata per unica al Mondo dal Sign. Verney . Il cafo accadette nella Svezia, dove fu ri- trovato Cerebrum univerfum in lapidem mutatum , quod ilio tna&tóto ( Bove ) demum deprehenfum , cum antea prono fem- per y & inclinato capite in pafcuisvixoffibus bar ens y agre pro- grederetur-y il che appunto rifconira con quello, che fuccelle

; i

24 Conf, ed Eff. intorno at creduto

al Bue Padoano , eagliaJtri due Fenarefe, eModonefe, co- me d’uno mi fcrilTero , l'altro oflervai .

E' ben degno di maraviglia , che il Bue Franzefe folle fòrti f- fimo, feroce, e pingue, al riferire del Sign.Verney nelle det- te Memorie dell’Accademia cart.^ 15. , poiché furie point de V ajfomer y s' échapa \usqiì u qmtre fon : re qu' il e fi impor ~ tane de nmarqucr y pour faire voir que ce rC étoit pointun' mimai foible & languiffant j mais qiC au contraire il étcàt tres-fort y & tres-rigoureux . Lo che confermano nell’lftoria deir Accademia Reale del 1703. cart.3 5. dicendo Ceu Boeuf ctoit fon gras , 6^ fi yigoureux , que quand le Boucber 4- yoit voulu le tuer , il s' étoit echappé jufqu' a quatte foisy cinonflance trés-remarquable . Ma , per vero dire a Y. S. II- lultrifs., fc nonio riferifscro uomini faggi , e lìnceri , flcnterei a crederlo, quando anch’ elTi non fofléro flati ingan- nati dal Becca jo , come perfona vile , e di poca , o ninna fède , £' aliai piu facile da fpiegarfi , e più confacente alle leggi della Natura, che il Bue folle debole , magro, infermo, come la Svezzefe, il Padoano, egli altri due menzionati , non robu- Ilo, pingue, e nerboruto, come il Franzefe . Dall’ Iftoria_j pure del Sign. Scrocchio , del Sign. Bartolini , e dalle mie ca- va piu facilmente , come quell’ impietramento fi folfe fatto ap- poco appoco, non cucco in un colpo , e come di getto, il che non può si di leggieri ricavarli dall’Iftoria Franzefe.

Anche l’eruditilTimo Sachfio non iftima momentanea que- lla pietrificazione, ma fucce/Iìva, come appunto giudica il Sig. de Monconnys Franzefe nel fuo viaggio dell’ Egitto a car. Z48. delle Selci , che raprefentano un’ cfatta figura di Cer- vello trovate nel Monte Sinai nel Deferto Sues. Effe inibì (ferire) terram ferètotam nitrofim y quamvis infipidamy ex aere humorem glutine fumdefiillare y qui terr>& ifii \unUus acce- dente maxima calore SoliSy idisinlocis frequenti y induretur , & prò varia rovis no£ìurni allifione , particulis quìbufdam eie- vatìs y quibufdam excavatis y Cerebri formam reprefentet: in- teriores vero partes , tùm demum perfe^è indurari , ^ petre- fieri y cumjam omnia ab extra fuerintpetrificata y ratione^ ac aqure exterior pars primo congeletur y interna partes dein fuc- ceffivè . Il che trovò poi vero coll’ efperienza fatta , rompen- do alcune di quelle pietre , le quali vide nell’ efterno durillì- me , ma nell’ interno fluide , e diftemperatc .

Cosìpenfa il dottìlIìmoSachfio, che ciòpolTa effcrefuccc- dato al Cervello del Bue , cioè quello exteriore cortice pri- mumfuit lapidea cmfta Qbdu^um , mie adhm motus remanfit

So-

Crivello impietrito .

^oyì , indiesautem imminuM atliones- quomagis interior ce~ rebri medulla petrificata fuit . loperòftimo la cofa fiicceduta in un’ altra maniera, comeha fentitodifopra, accordandomi folamente con quel valente fcrittore nel tardo , e fucccflìvo ina- pietramento della materia. Suppone il Sachfio , che fofle ve- ramente il Cervello, e perciò ingegnofamente ftimò, cheli fofse prima petrifìcata la parte corticale, ofuperiore, poi di manainmano ilreftante, ma ha già V. S. Illiiflrifs» fentito come più probabilmente fuccelTe una tal cofa.

Nel modo mio più di leggieri fi fpiega , come , benché ften- tatamente, yivefle, e che non occorre levar dal Trono del fuo Principato per quello cafo il Cervello , flimato da tutti fin quà il principio de’ movimenti animali , come pare , che temano que’ nobiliffimi Scrittori il Sig. Verney, Sig. Bartolini , cSig. Segretario dell’ Accademia ftefla nell’cfporlo nelle fue Storie d’Anotomia a cart. 52. Il ne peut, elclama l’ultimo, non fen2a ragione fui luo fu ppofta, étre permisqu' à l’Experience^ d* attaquer un fi^ieme aujji aneien y aujji naturel y auffi necefiai^ re , que celui qui établit le Cerreau pour le principe de tms les mouvmens animaux 'Ì^Jouus xvons déja yP. dans I Hifìoire de 1701 ( eh’ è quella del Sig. Verney) desfaits qui femblent con~ tredire eettehypothèfì i cnnoidencor undumoins aufjì furprc- nant y & qulparoit en quelque forte ètte un effhrt de la nature , pour échapper à nos recherches , et' pour nom cachè f fon fecret\ La onde , per ifpicgare il vigore , e la grafiezza del Bue , ricor- re anch’ eflocogli altri a quel poco Cervello, chevireftava, e particolarmente allafpinaJe midolla, la quale folle in obbligo di fupplire a diftetti del primo, col feltrare Ipiriti in maggior co- pia , e quanti ballavano per 1* animale , del che però fembra , non rclli foddisfatto appieno quell’uomo grande, creden- do, che la Natura ci abbia voluta rendere la fede dell’ anima così diffìcile da conofeere , come l’ anima ftefla .

Ed in fatti tutta quella felva di nèrvi , che riconofee le fue ra- dici dal folo Cervello , e dal Cervelletto , la qualé fi dirama agli organi de’ fenfi , ede’ moti particolarmente perpetui, non può del tutto in quello cafo, effere ajutata, comé fi pen- fa , dalla Spinale Midolla , come Vicaria, poiché a molti non visiugne ne punto , nepoco, comepuò facilmente offeryare cadauno , anche non molto pratico di Notomia jinuna Tavo- la generale de* nervi , nella quale fi vede l’ origine , ed il corfo loro. Laonde quefti infelici Buoi farebbono flati ciechi , for- di, fenza odorato , e forfè paralitici ancor nella lingua', il non fi ferite notato da alcuno, e pare impoflìbìle, che vi-

16 Conf'. ed EJp. intorno al creduto

vcflero, non che foflcro forti 3 pingui, c dirò così, cervicoG, d ifpoili a combattere , o ad una fuga feroce , e precipitofa.

Ma diranno, che v’ erano alcune porzioncelle di Cervello ^ che potevano irrorare ifovradetti fenforj cogli fpirici neceflarj: ma dalla figura , che veggo del Cervello nelle Memorie dell* Accademia, e dalla elegante defcrizione , che fa ilSig. Ver- ney, mi pare così angufta quella fefliura , dove n* annidava qualche poco, ch’egli è impolfibile , per ragione ancora del fito, dov’ella è , chepotefie fomminiftrare lo fpiritofo fluido a tutti i nervi , c corredargli di forze più, che ordinarie . Co- sì quelle altre porzioncelle , e frammenti trovati in altri fiti non potevano allungarfi, dove naturalmente non giungono, itando però fui fuofuppoflo , c siila fua defcrizione. *

Confeflb bene , che anche nel calo mio non v’ è poca diffi- coltà ad ifpiegare, come gli fpiriti feguitaflero il loro cor- fo in un Cervello probabilmente alquanto comprefso, e ridot- to infra le anguftie dalla fovrappofta pefante, e dura materia j ma vi farà fempre minore difficoltà a concepirlo, chenell* al- tra maniera.

Già abbiamo detto, che appoco appoco fi è fatta la Concre- zione , onde anche appoco appoco fi è andato reftringendo il Cervello, come parte, dirò così , fpugnofa, fcanalata, c vota in più luoghi , efièpian piano addimefticato, ed afsuc- fatto a tollerare quel corpo eflraneo introdotto in un Covile non fuo . In quefti cafi può fenza awederfene rimpicciolirli , e- flemiarfi, e ridiirfi in minor mole , reftandovi però la figura , e l’ ufo , benché diminuito , e mancante . Così veggiamo nell’Idro- pilia , o nelle Vomiche de’ Polmoni , Aneurifmi , tumori di va- rie razze , o limili nel petto, e nellAddomc calcarfi fovente , e- refirignerfi gli organi circonvicini, deftinati anch’efli a loro ne- ccfsarj officj , non cefsando dall’ ufo loro ; e nelle gravide ftefse r utero li gonfia alle volte a così fterminata grofsezza , chele inteftina , e le altre parti fi ritirano tutte in anguftillìmo luo- go. Così difeorriamo d’altri organi anche di maggior ufo compreffi , e calcati fovente , fenza perdere , almeno affatto , i’ ufo loro . Ma fenza partirmi dalla Regione del Capo, negl’ I- drocefali, e in altri fimillaffettl fuoiproprj, ne’ quali viené urtato, ccompreffo enormemente il Cervello, non vivono i pazienti, benché una vita egra , c languente?*

Aggiugniamo ,. che dal pefo fovrappofto non andando tutta il nutrimento dovuto al Cervello , quefto calava di mole , e per così dir , fi fmagriva , non ceffiindo però di feltrare fuffi- cientc porzione di fpiriti, per 1’ empito del fangue, e per

la

Cervello impietrito] 27

la fottigliezza della materia deftinata a fepararfi in quel gran Cribro : potendo bene una gianduia , o più , come anche i lo- ro canali detti efcretorj calare alquanto nelle pareti , e reca- re aperti i pori , cioè fminuirfi di mole per la mancanza del nu- trimento, come veggiamo hiccedcre alle altre parti del cor- po j ma non ifnaturarfi affatto , o affatto viziarfi laftruttura gentile, c interna dell’ organo, 'Fantecavità, e ventrigli, e folchi, e voti , che pure fono nel Cerebro, pollono anch’ efiì con fomma facilità rimpicciolirli , non cancellandoli affatto il loro ufo, e così reftare tutta la corporatura del medelimo affai minore di prima. Sappiamo pure, come ho accennato di fo- pra, che nelle fteflc Meningi fi generano qualche volta Vo- miche, tumori , Apofteme, Idatidi , pietre, e gonfiamenti , oftàgnazioni di varie forti , e di non ordinaria grandezza, il che tutto fenza fallo col pefo , e colla mole l’ avvalla , e Io com- prime , epurenonfemprcfuccede iamorte. Egli è flato fab- bricato a bella polla dalla provida Natura di materia polpofa , ma cedente, edificata, che può non folamente dilatarli , ma anche ad una necellità reflrignerli , e fcorciarfi , come fanno tutti i lavori di quella fempre mirabile macchina ,

ultimamente allìcurato dal Chiariffimo Sig. Valfalva mio ftimatiflìmo amico nel fuo nobile Trattato De aure huma- na Cap.v.num.vìii. carte log., che nelle Emiplegie l’of- fefa del Cervello è nell’ Emisfero oppollo a quella metà del corpo , che ha perduto il fenfo , o il moto ,0!’ uno , e l’ altro infieme j cioè, fe la parte deflra è reffata priva di moto, la Icfione è nella finiftra . Lo che può (piegarli ,, non folamente , come vogliono alcuni', per uno (frano allungamento , e intral- ciamento di fibre , che dalla parte delira s’inoltrino fino alla fi- niftra , e dalla finiftra alla delira , ma forfè anche per I’ equi- librio levato a folidi , ed anche a’ fluidi, onde s’ increfpino , e fi convolgano nella parte oppofta le membrane del Cerebro, Dalcheparmi polla fofpettarli ., che qualche volta almeno ba- lli per fare l’ Emiplegia quell' armonialevata , o quell’ equili- brio, ocontrapefo tolto all’Ordigno del fuddetto , Sicché, le anche dall’ altra parte fi facelfe bellamente fentire un’ egual pefo, equilibrate allora amendune , tornerebbono forfè ad e- fercitare in qualche maniera il loro primiero oflìzio, celiando la convulfione , o l’ ìncrefpamento fattoli nelle membrane , peravere nell’ un canto, e nell’ altro un non difiguale mo- mento; lo che per avventura meglio anche fuccederebbe , fe nel tempo medefimo , nel quale fi carica da una parte , fi cari- cafle egualmente dall’ altra ,

Nel

i8 Co?if» ed Efp. intorno ni creduto

Nel noftro cafo adunque il pefo eguale fovrappofto à tutta lamole del Cérvello poteva non levar 1’ equilibrio, ne irrita- re la Dura Madre a Convulfioni, G fpafìmi, principalmente co’ ftorcimenti , e ftiramenti improporzionati tantoppiu , che la materia fulle prime liquida , epoca, c potè gentilmente acGomodarfi in Citi meno pericolofi , o fluendovi dasèftefla, o fchi7zatavi dal moto d’ alzamento , e abbaflamento , o d’ ef- panfioiie , e increfpamento , che fa la Dura Madre lopra il Cer- vello , per li fini dottamente delcritti dal mio dotti/Iimo Con- cittadino Sig.Pachioni nel fuo nobile Libro De Dur^ Meningi s fabricà , ufu .

E' degno ancora di riflellione , che a’ Buoj , i quali pendulo, ac prono capite ve fc-untur y acincedunty come .diceva il Villis de Cerebro , non poflbno -le materie fovrappofte al Cervello dare quel pefo , che danno all’ uomo , al quale la Natura os fHblimededit y cpcrneceffità della pofitura vi piombano fopra a perpendicolo. Negli animali luddetti la giacitura del capò può fare , che la materia eftranea polì molto full’ oliò della_* fronte , c fininuifea la gravità , che per altro raderebbe -tutta fopra il Cervello . '

E chi y che ciò forfè anche non adinve>ng!r , per avere io ancora trovata in tutte quelle Concrezioni incallrata la Pia Madre, imperocché efJendo quella ftrettamente annefla a più luoghi, poteafervirc, come d’appoggio, o di Ibllegno alla materia , acciochè non comprimele troppo il dorlò , o il rial- to del Cerebro , c poteflero feguitare il loro'corfo i fluidi ?

Io llimo ancora , che -i leni della Dura Madre, elallrut- tura della Falce , edi tanti fafeettidi corde , o fibre rellafseil- lefa, e ne indurata, ne comprefsaj pofciachè, fe o l’uno, o l’ altro fofse feguito , troncatafi affatto la necefsaria circola- zione del fangue, eia fcitrazionc degli fpiriti , e fugonervo- fo , btfognava ceffafle di vivere . Anzi penfo , che quali tutta ladura Madre, o almeno gli llrati dellefuefibre motrici fof- lero intatti , acciocché poteffe fare ifiioi m.ovimenti , cosìinge- gnolàmente deferirti dal mentovato Sig. Pachioni nel luogo' lodato, altrimenti, cignendo quella, ( oltre gli ufi accenna- ti) tutti i nervi del corpo, e dando a medefimi particolarmen- te un’ efquifitiffimo fenfo , le folle Hata firettamentelegata , e privata di moto , o impietrita, dovea di necelfità ccfsare il fenfo, e il moto in tutte le parti 5 elsendo quella il primo cen- tro donator de’ medefimi , non potendo fbrle a così llermina- tidiffetti fupplire la Spinale Midolla , e le lue membrane . >

Che le la cofa fofse altramente , fi ruinerebbe per avventura

in

Cervello impietrito'. 2p

in gran parte ilnobile, efudato fiSema di quell’ erudito Si- gnore, il che non mi par cosi fàcile. E in fatti, fcpcrcoiTii, menzionati Buoi dal Beccajo colla mazza fui capo caddero in terra morti, bifogna pur confefsare, che con quell’ alta , Schiacciatura fi comprimefse qualchecofa difommamentene- cefsario alla vita-, la quale comprefsa , ccfsava fubito j loche non poteva cfsere altro , che la dura Madre, e l’accennato rinchiufo cervello. Che fe vogliamo prendere la colà per l’al- tro verfo , farebbe fiato fuperfluo il percuotere (opra cosi dura cervice col fottopofto quafi invincibile Marmo , pofpiachè de- ridendo qualfivoglia replicato robufiiflìnro colpo, farebbe fiato vano, e ridicolo l’afiàticarfi attorno una inutile, già morta., ed in confeguente infenfibile parte per ucciderlo , ma bifognava percuoterlo nel la fpinale Midolla.

Vede però V. S- Illuftrifs. col fuo profondifllmo intendimen- to, che tutti quefìi fono miei meri fofpetti, che ferivo colla, mano tutta dubbiofa, etremante; nalladimeno pare , fe non. m’ ingannai’ amore de’ miei penfieri , che pofsano meglio /pie- garfi i Fenomeni antecedenti alla feoperta della materia, oallx morte dell’ animale , di quello fi pofsano fpiegare , ammefso il congelamentodel Cervello in pietra . Ha già fentito , che nel Bue di' Modena v’era la Materia deferitta , ed ancorai! fuo Cervello , onde può crederli , che il incdefimo fofse ancora ne- gli altri, benché non ofservato , e infranto nel cavare a forza, lafuddetta; laonde, fe quello viyea, bifogna pur credere,, malgrado de’ nofìri rifleflì , che la Natura avefse trovato il modo di fare ftar colà dentro e l’una , e l’altro , avendo elsa lenza dubbio maniere , ed artifioj , che con tutte le noftre fpe- culazioni mai giugnere potiamo a nettamente concepirli . Sono tutti fin qui fiati alla Relazione de’Macellaj, gente zotica,^ ed ignorante , e che al vedere quell’ inafpettato fpcttacolo flrabiliatifi reftarono

Come Chi mai cofa incredihil vide..

Troppo attoniti credettero fubito al colore, aliamole, a? (ito, e a quella rozza idea di Cervello, necercaronodi van- taggio .

Ma fenta oramai l’ Iftorla del creJuto Cervello Padoono im- pietrito fatta da Sebafiiano Scarabicci Pubblico Lettore di Me- dicinanello Studio nofìro, e fiampata da Pietro Maria Fram- botto l’anno 1678, laquale, benché fia fiata riferitadaCu- riofi di Germania , come ho accennato , nulladimeno , perchè in quefia vi fono molte particolarità degne da faperfi , c perchè ancora ilLibricciuolo è raro , e ormai perduta, mi prenderò U

pena

50 Conf. ed Efp. intorno al creduto

pena di fedelmente trafcriverla di parola in parola , per richia- marla dalla vicina dimenticanza, benché lìa fcritta con ih ile veramente pedcftre , come facevano in que’ tempi alcuni di que’ buoni Medici , e Filofofi .

HistoRica Descriptio Mirandi Natur>e Epfectus.

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,, Mirandum fané diélu, vifuqiie prodigiofum contigk , non jam dicam elapfis fasculis , aut in exteris adeò Regioni- bus, ut de ipfìs v'ìx nomen innotefeat, fed Luhro proximè praeteritofub hoc felicifTimo Italia; Coelo , inter valida hu- jus Patavinae Urbis meenia , & ut uno verbo dicam , in cele- berrimo Divae Jullina Coenobio. Et proculdubio tantum_» abefl: , ut unum ex fabulofae antiquitatis figmentis extiterit, quantum eli: verillìmum , quod plures , quiadhuc vitam_« degunt, fide dignillìmi viri , omnique exceptione majores teftes miranda auditioni adfuerunt , eandemque propriis oculisinfpexere. En paucis quidem , fed fi nceris verbis mi- ri ficum Naturas prodigium , ejufdemque familiaris profe- tò, fed fidelis deferiptio.

,, Sub die vigefima nona Auguhi Annomillefimo fexcentefi- mo fexagefimo nono Reverendifs. F. D. Michael Micheli Monachiis Bcncdc<51:inus duos Boves in publicis Confylva- rumNundinis jiiflo emerat pretio , eofdemque oppiparc a- Icndos , ac laginandos in Villam Corezolae immiferat . Ve- rumenimverò poft aliquot Menfes fpe nonnihil fe fruftra- tum éfiCe deprchendit , fiquidem , licèt ambo ipfì Boves eo- dem prorfus vefeerentur cibo , de eadem omninò biberent a- qua , ineodem morarentiir fìabulo, atquc abiifdem Bu- biilcis, nullo interpofito diferimine quotidiè curarentur , nihilominus unus ex illis (altero jam pingui , formofoque faólo) nedum ullam comparaverat pinguedinem , autvenu- ftatem , fed debilis , ac gracilis apparens , demifio nimium, praterBoum confuétudinem capite, tardoque gradu ince- debat ..

j, Acccllit tandem tempiis, quo juxta morcmfamilix Boves ipfimaffari debebant , ut de eorundem carnibus pars una / fiale condiretur , altera vero prò fiarciminibus cfliciendis in- ferviret , Qiiapropter ambo bine dedurli , atque in Mafie- rati Villana immilli , uterque fub eadem dici bora, eadem- que macellarli manu , &in eodem prorfiusloco fuit inter- feftus. Abfcifla ftatim utrique ipforum capita in Cceno- biumSanflaJuftinas deportata fuere ^ ubi mirabilior Na-

tu-

Cervello impietrito, 51

j, turae Metamorphofiscontigitvìdendà, quorarius contigiL j, fe apud Scriptores deprehenditur .

,, Tradita tunc fuere ipfaBovtim Capita Fratti Laurentlo de Bergomo ( fìc enim appeliabatur Monachus ille , qui ,, tunctemporis Coqui officio inibi fungebatur) qui arrepto ,, peracuto gladioalterum ex illiscapitibus ('unojam facillimè ,, in frufta concifo , ) nunqnam ultra cranium potuit difTeca- re . Obftupuit prima fronte bonus ille Monachus , atque a- ,, deò, licèt de ipfonequiret cum Virgilio dici fletermtque ,, comx t quia caput omninò demore fui ordinis habebatde- pilatum, vox tamen prieter modum ejus faucibus beffit i ,, dum interim abjed:o cufiro , animoque iniram parumper concito j in hanc prorupit exclamationem Quid eft hoc? ,, Qualis hìc intus ìatet Dicibolusì Poftmodum grandem arri- piensfecurim plures ìnipfum ('fruftrà tamen ) idusimmi- j, fit. Hinc ira in admirationem , immo , & in nonnullum j, pavorem converfa , fecurim deponens ambabus manibus caput ipfum in adverfam partem convertit. Q_uo fa- j, 6io iterum admovens fcrrum exiguo labore cranium e- refupini capitis in duas partes difeerpit .

,, Csterum ( proh Deus) intra ipHus Granii concavum ,, non Cerebrum tenue , ac molle , fed gravem , durumque ,, lapidem invenlt , qui licèt omniiuodam proefefèrret natiira- lis Cerebri figuram , atque adeò ne dum colore , fed cerebri ,, lineamentisundequaque intercifis, ac colligatis defignare- tur; tantas nihilominus erat duritiei , talemque prasfefere- bat frigiditatem , ut nedùm marmor, fedferrum emular! ,, yideretur.

,, Cerebrumhocinverum lapidem mutatum, vivente Bo- ,, ve ex Granii concavo magna cum admiratione dedueSum j, fuit, & utcertiùsipfìusduritiestentaretur , gladiis iterum, acbipennibus, deinde gravioribusmalleis fuit repercufTum. 3, Tandem in bullicntem aquam immifliim , imo & inter flam- ,, mas, & accenfas prunas projedum tam valide reftitit , ut ,, ab omnibus Goenobitis , acalijs, qui undequaque , andito 3, ita mirabili Natura; portento 3 confluxerant, infrangibile 3, fueritadjudicatum.

3, Solerti tunc adhibita obfervatione , notatum indubitan- 3, ter fuit 3 Lapidem illum ex Gerebro, non miraculosè , aut 33 etiam praefìigiosè , fid naturaliter faftum , in illius Bovis 3, Gapite inventum fuifle, qui licèt benè nutritus, fedulo- 3, que curatus, nunqnam tamen evenerat pinguis j imo in . 33 graviorem femper maciem declinans , tardiorem movebat

3 1 Conj. ed Efp. intorno al creduto

,, graduai, capiteque ad terram inclinato incedens gràdlior ia ,, diesapparcbat.

,, Singuli ftatim multa dicere c^perunt, & quia vulgata ,, non mcntiuntur adagia, qusEaiunt, Quot capita, tot fen~ ,, lentia , unufquifquein fuofenfu abiindat , invafiascun- (fliabierunt opinioncs. liner hos nonnulli, qui pinguiori loqucbantur Minerva , Bovem commiferantes , non abs re dicebant, infelix illud animal tardum erat ingredu, dcmif- fumque fircbat caput , cura prò levi cerebro grave faxum ,, circumferret . Alii fubtiliùsratiotmantes ( imperite tamen) ,, in adeò fìolidam erumpcbant admirationem , ut dicereiit, 3, Qj-iomodo potuit per hebdomadas , imo per menfes vivere Animai, in quo principiumvitae fine vita erat , mcmbrum- ,, qiieillud, ex quo omnes vitales fenfationesemanant , ornai ,, prorfus fcnfu carebat ; Tandem concludebant, opu5 illud, ,, aut magnimi efle Dei miraculura , aut mirandutn extare 3, Diaboli prseftigium . Denique alii prudentiùs infolitum.^ ,, Naturs arcanum rimantesdodas quidem, ac curiofasmo- ,, vebant drfficultates, quaefiioaefque difciitiebant , etiamfi eorum nemo genuinura Philofophicas ventati^ pundum fd- ,, tis bene tetigerit .

,, Cumautem ego quoque nedùm unusfuerim ex fpeélato- ribus, feci ex piosimioribus, & validioribus teftibus exti- terim, dum Sfoculismeis vidi praediólum Cerebrum Bovis ,, -in lapidem mutatum, &• manibus propri is fi pfum pluries ,, eontredavi, imo & videndum , -Srcontrediandum in publì- j, co Patavino Liceo , velini mirificum , & infolitum Natur» prodigium exhibui , tunc maxime, quando in ipfo floren- ,, tillimo cundlarum Literariim Emporio coram fpeftatifiìma ,, Literatoruni corona publicas Medicina Lediones habebamj proinde plura tunc cura viris prasftantiflìmis vèrbaieci , mi- ,, randafque Natura vires commemorans plurima de Commu- 3, nibus mirandisauditionibus , ut efl: apud Philofophum, re- tuli , plurimaqiie potilTirnum in fpeciede Lapidum Con- cretione in Iiomine , ut ridere eft in meo Libello Alexandro VII Pontifici Maximo dicatofaepèfajpius cumulavi .

,, Veruraenimvero, utclariùs, ac maturiùs per typum ob oculosponam, quse oreraptim , Sr ex abrupto protuli , de- ,, crevi ex prxhabita Cerebri Hiflorica narrationc in lapidem 3^ mutati , quod tunc temporis poftrelatasexperientiaslllu- 3, fìrifs. , & Excellentifs. D. D. Marcus RuzinusSenator am- plifs. , & Patavinas Urbis dignifs, Prator in donum recepit 3-, à R.R. D. P. Cornelio de yenctiisCoenobii S^JuRinseAb-

ba-

Cervello impietrito l 3^

batemeritifs. , iprumqiie inter plurima fuiftudii nobiliima Natura, & Àrtis Opera ambitiosè non miniis , quàm ac- ,, curate refcrvat j à^cxcv\\\yc]vii!imT?enpateticam effQrmarede- j, monflrationem i ut una cuna prseci tato meo libello- iteriim ad

amicorum plaeitum imprimendo in lueem prò communi , ,, autLiteratoruraGommodo, autZoilorum cenfura egredia- 3, tur . Dopo vuole y Quod humanum cerebrum pollit muta- j, riinlapidem.

E qui forma una fudata C^iftione , colla quale pretende provare , che anche il Cervello di certi uomini freddi , e balor- di polla convertirli in pietra, e che in molti veduti d’indole fciocca , oftolta fi lìa veramente convertito , benché non ol- fervato da alcuno Anatomico, e noto al folo Iddio. Mache- chefia del poflibile , io non voglio prendermene alcuna pena, avendone pur troppo , in ricercare la cagione del fatto, fenza tormentarm i lo fpirito attorno quello , che poffa farli . Mi pa- re piuttofto

Dolce di Sale , e tenero di TaSla

quello, che può penfarc, elTere probabili, anzi eflerc fiate verefimili fanfaluche in uomini vivi , e fe moventi . Tronchia- mo adunque una Difputa non tanto inutile , qtianto fondata fulfalfo , c contentiamoci , di fare qualche breve rifleilione fo^ pra rinqoducimento, e la Storia .

I. Mitandum fané di£ìUy yifuque prodigiofum contigit &c. Così ancora con illupore pieno di lode incomincia il Sign. Ver- néy Voiciune chofè des plus rare , & tout enfembles des plus im- portantes ,. il yen ait dans /’ hifioire naturelle . . Elle efl fi rare ,

que dans tous les liures que i'ay confutte'^ , je n'en ai trouvè qu'un feul exemple . Con ragione l’uno , e l’altro ammira quella rara produzione della Natura, ma al noftro Italiano dovea parere meritamente più rara , non avendo ne meno veduto l’ elTémpio del Bartolini . Per l’ avvenire farà fminuito tanto flupore , per la dotta Storia Franzefe , cheha avuta la fortuna d’ un nic- chio sì riguardevole , che l’ ha renduta pubblica , ed immorta- le, sì per li diligentilEmi Accademici curiolì di.Germania__» , che in tre luoghi anno fatta anch’elll menzion della nollra , a’ qivalilìamononpocoobbligati. Non fi contentarono que’ va- lentuomini di riferire il Calo nel primo citato luogo, con farvi fopralelorodottiflimerifleflìoni, malo tornarono a replicare nell? Ofler, 130. c.259. , per nuova Relazione del Sign. Gioan- ni Giacomo Dobrzensky da Negropònte , ed èia fleflaindi- verlì termini , che fu riferita nell’ OlTervazione 2 <5 dal Signor pio: Teodora Schenckio . Anzi tanto fi compiacquero di que-

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54 Conf. ed E fp. intorno ai creduto

{la ftrana rarità que’curioriflimi Letterati , che nelle Efemerì- di ufcite l’anno feguente ne tornarono a far menzione nella Pen- dice acart.8.-, awi/ando , come il noflro Sign. Malpighiera {lato dubbio fo, fe dovea predar fede à^neflo impietramento in un’ animale ancor vivoj il quale avea poi ritrovato , che tutta la loftanza del Cervello non era impietrata, ma-lòlameti- tePefìerna corteccia , (alva rintcrna midolla .

Luca Tozzi nella fua Parte prima della Medicina Teoricat,' quando arriva a parlare del principio delle Senfazioni , lo fìa- bilifcc nella parte midollare del Cervello, mentre da quella i nervi fi allungano ad ogni parte del corpo , dovetutte le fenfa^ zioni fuddctte fi celebrano: ma perchè anck’icflo. fapev-a il fat- to del creduto Cervello del Bue Padoano , X. dai che c^n ragio- ne filila credenza comune fi potea dubitare dell’ offiz;io fuddet- to) conchiude , che ilMalpighinotò,i che quel Cervello non ayea avuta totam fubHantum petrefaUem , fed folum ex térìo- rem cor.ticem , come ho accennato di fopra . Sia però detto con tutta riverenza di quelli due illullri Scrittori , altramente andò labifogna; imperocché il. fuppoito Cervello era di tanta grof- fezza , che., quandoveramentcfoflé ftatOiCervelloj fupera- va di gran lunga la fola feorza, come la fuperano tutti gli'al- tri , de’quaJlvedrà in fine le figure al naturale, lofofpetto, che dicelTe quell’ uomo grande , poiché non potea concepi- re, fuppollo ii cafo vero; come mai avelie potuto vivere il Bue colCcrvelIolapidefatto, e pensò, fofle la fola corteccia, per ifpiegare in qualche modo: mi Fenomeno arduo, e che gua flava tutti i Slfleml de’ Mèdici , e fegnatamente il fuo nobi- 'Ìiflìmo deH’anatomia del Cervello ,' e del fepararfi , o vagliarli dalla malìa del fangue gli fpiritiin quella parte, tanto necef- faria alle funzioni principali dell’animale. E' ben però vero, che dato ancora ,, che fofle flato !’ impietramento nella fola cor- teccia , eflendo in quella la maggior parte delle glandule , per mezzo le quali fi; vagliano gllfpiriti , per portarli alla foftanza Midollare , rcftaladiflicoltà in vigore, dovendoli di neceffità feccare i rivi , quando è inaridita la fonte Ma di n’ abbia» mo favellato a’flàl, fentcndòml il roflore fui volto, per non potermi quietare a’^penfieri di così venerati Maeflri . Intanto,' per tornare d’onde partimmo , Ella véde , in quanti luoghi fia fcritta quella noftra Padovana Storia , quanti altri cafi ione abbia apportati, e quanti forfè vene faranno à me ignòti , o dagli Scrittori non confegnatiàlle carte , >e fe ?i fia al Mondo il foloefempio delBartolinr, é’dcl SlgmiVerney . . i

II. \Altevo iirnii pingHÌ'1' fomefo^e fadio \ nedum ullam^.

Cervello impietrito ] 55

comparaveraf pìnguedinem y aut yenufiatem y fed debili s ^ ac gracilis apparens demifio niraitm , pmter commmem Boitm confuetudinem capite , tardoque grada incedebat. Lo che cor-! rifponde a puntina colla Storia del Sign. Bartolini , il qua- le riferifce, quod antea prono femper y ep- inclinato capite in Tafcuis y yix ojjìbus hterens aigrè progrederetur . CosìAiccef- fe al Bue Modonefe , e cosi al Ferrareìe , come ha fentito , Io che rende femprepiù dubia la Storia Franzefe , fofpettando, che quel valente Scrittore fia (lato ingannato dal fraudolente Beccajo . Polle le nollre Storie , che lappiamo di certo , edere vere coni’ aggiunta di quella del Bartolini, facilmente {pie- ga , come in progrelTo di tempo crebbe , ed indurolfi quelfara- mallamento odèojpietrofo , come, per ragione delfito, o ca- po chino più ancora delfolito , nonpoteva calcare , e compri- mere tanto foprail dori» del Cervello, conte abbiamo accen- nato, come tollerala Natura quel pefo , e quel corpo falvati- co per molto tempo dentro della Cai varia , alTuefiattafi a gradi a gradi a fopportarne Pindemenza , e la mole , e come gli Ipiri- tii efugo nerveo andavano mancando , feparandofene lola- mentetanta quantità, quanta era fulHziente per tenergli fra* vivi.

III. Vterque fnheadem diei horay eademque Macellarii ma^- nu y & in eodem prorfut loco f 'uit interfetlus . E pure uno folo avea quella rara produzione nel capo, feguo, che non^ fuit aura Gorgonica y come penlarono alcuni, che potede dopo morte impietrirgli il Cervello 5 imperocché averebbe fatto il medefimo giuoco , e in pocotempoad aniendmii, ne avereb- be folaniente impietrita quell’ umida, e molle parte, male altre ancora circonvicine più atte a ricevere , dirò» cosi , quell’ incanto Gorgonico : come fece quell' Aura portentola , che fpirando all’ improvvido pietrificò dubito quanto toccò , cioè arbori, erbe, frutti, animali . Pallori, e pecore intere 5 fe non crediamo , che in quella bella ftoria vi fia qualche idea biz- zarra tolta in predito dalle Metamorfod d’ Ovidio. Ovvero farebbe data emula delle virtù di quell’ acqua llranamente, ■perchè fùbkamentemaravigliofa , come fi legge in P. Borelli , Autóre molto amante del mirabile, e nella Fifica fotterranea del Beccherò, ne’ quali feri tto ^pud ^Aventinurn Vafiores cwm Vaccis lapidefabios fuijje in aquis quibufdam è cavernis erumpentibus . Bavant. Hill, lib.7. Ann.i 548.

■- IV. Caput ipfum in adverfam partem conyertity quo fatto iterum admovens ferrum exiguo labore cranÌHm ejufdem refupini capitisin duaspartes difeerpit. Ctasì fecero glf altri , che in-

C a con»

55 Conf. ed Efp, intorno al creduto

contrarono limili fortunate difgrazie , tolto il Maccllajo Fran- zefe , che adoprò r ifoluto la mazza di ferro ^ avendo probabil- mente sfigurate così tutte le parti , e ridotte in minuzzoli , che non potevano più diftinguerfi , ondenonè daflupirfi, fenon videro , che alcuni bricioli di Cervello .

V. Quilicetoh'iràmoda.mprtefeferret naturalis ccrebri figuram &c. Qiiel buon vecchio dallo rtupore anch’ efl'o attonito lo for- ni di perfezionar coll* idea. Excepto cerebello ^ dovea almeno foggiugnere j come riferi fee il lodato Sachfio , per relazione del Sig. Helmenpcrger . Ma non occorre , eh’ lo mendichi te- flimonj fuora d’Italia, abbiamo in Venezia il creduto Cer- vello per poterlo ofi'ervare , e fincerarfi cogli occhi . Dopo la morte del Ruzzini girò in varie mani , ed ora è in quelle d’ un mio riveritiflìmo amico, che congelolìa k> conferva nella fua nobile Raccolta, benché con fomma gentilezza me l’abbia lafciaco nelle mani per oflervarlo con diligenza . Quello è limi- le alle altre Concrezioni , che fin qua fi fono vedute , cioè ine- guale, e tubercoluto, ma fenza le folite fpire , e perchè fi confrontino col Naturale ho pur polla la Figura d’un Cervello

Tav.^. Fig. vero di Bue nella Tav. 9., fig. prima, acciocché vegga elTcryi in tutti i veri cervelli quelle giravolte a foggia d’ intellini de- liramente ravvillupati , che non s’ olTervano ne’ mentiti cer- velli, Ho pur polla la figura d’ un’altro Cervello Bovino ta- Tav.y.Fig gliato per lo lungo a dirittura de’fuoi vencriglj nella Tay. 7. I. TÌg-i*! acciocché fi vegga , che nelle Concrezioni divife preic

Tav.T.Fig. per Cervelli ( come nella Tavol. prima figura 3. , e fig. 4., 3- 4- enellaTav. z. fig. parimenti 5. , e fig. 4. ) non fi vede ne me- Tav.z.Fig. j^oun veftigio de'medefimi, il che dovrebbe vederfi , oalme- ^ no diftinguerfi con qualche variazione di colore , o difoftanza,

odi cavità, o limili.

VI. Tandem ( cerebrum ) in bulUentem aquam immìjjum , per provare la fua durezza. Ma non era un pezzo di Butirro da Icioglierfiin acqua calda, Icervelli ordinar) nell’ acqua cotti alquanto s’indurano; onde non sò, come 'peiifalTe quel dotto Arillotelico , che induratoin pietra dovefle rammorvidirlì .

Vili. Imo & inter flammas , & accenfds prunas proje£Ìum^ tam valide refiitit^ ut ab omnibus Ccenobitis , acaliis , qui un- deqiiaque audito itamir abili Kbatura pojrtento , confluxerantg infrangibile fuerit ad\udicatum . Se F avellerò pollo fra carboni beneaccefi, e attizzata F energia del fuoco col Mantice , co- me ho fatt’ io a qualche pezzo de' miei , F avrebbe veduto arde- re, e divenire , come un’ olio abbrucciato . Ne, fe Faveflc da Lavoratori de’ Marmi fatto legare , o con un forte fcalpello ah

tamen-

Cervello impietrito. -57

tamenté percuotere, avrebbe refiflitoa pefanti, e repplicati colpi quella creduta invincibile durezza Ninna cofa è infran- gibile a Chi ha l’arte, ola pazienza di frangerla. Almeno, ìc quefla creduta Pietra trovata nel Cervello del Bue fofle fìata di quelle, che, al dire di Plinio anno tanta virtù , che giova- no al frequente ufcir dolorofo de’ denti a’ fanciulli! E' afai , che quello fagace Galenico non vi rirrovafe la fua virtù l Ma veramente era troppo grande da rputarla nell’ orror della mor- te . Bovis capiti lapillum ineffe tradmit ( fende al Cap. 15. Hl- flor. Natur. lib. 30.7 ab eo expui ^ fi necem timeat . Ma quelle fono favole , che foglicn contare Stando al foco a filar le yecchiardle .

VII. Tandem concludebant , opus illud , aut rnagnim efie^ Bei miraculum y av-tmirandum extare Diaboli pr^eUigium . Ali flupiva, che non chiamafTero in ifeena i miracoli, ovvero T immaginata forza del Demonio . Subito, che non capifee ru- mano intendimento una cofa, fa porre mano all’onnipotenza d’iddio, o all’ Arte di t|uel nero fpirito immondo. Quello, che a noi pare portento , è fovente un giuoco della Natura , e le fue leggi qualche volta fviate dal loto ordinario fanno nafee- re per neceflfìtà , coferare, ma non miracoli.

Ma aliai della lloria, anzi affai delle mie inlìpidezze. Se vado errato , la prego a moflrarmi la men fallace vià , per giu- gnere, per quanto fi può , a diflingucre meno ravvilupata, ©meno coperta la purità delle cofe . Nel gran Teatro della Natura più che in quello della fua bella Venezia vorrei vedere Scene meno ingannatrici , ed alzata la Cortina venerare fempli- ce, enuda la verità. Molto certamente in quello fortunatilE- moSccolo , e più che nel fafeio di tanti fecoli oltrappaffàti s’ è ritrovato 5 molto ancora refla da ritrovarli , (ìccomc non poco è imperfettamente feoperto , edun numero infinito afpecta fui* ti ma mano . Mihi fané , dirò col noflro favio vecchio , inveni^ re aliquid eorum y quee nondum inventa [unt , quòd ipfum no- tum y qiidmoccultim ejje prafiet . ficientia vottm y opus effe yidetur , fimiliterque femiperfeda ad finem perducere , & ab- folvere . yerò yerborum ìnhoneflorum arte ad e a , quoiah aliis inventa fu/it y confundenda promptum effe , nihil quìdem corri- gendo y eorum yerò y qui aliquid feiunt , inventa calumni andò ^ non fané feientia votum , & opus effe videtur , fed proditioma- gis Kfatura , aut ignorantìa artis . Da me poffo bene defiderar- lo , ma per avventura non ottenerlo giammai . Poffo bene defi- derare, e ottenere e da Lei, e da altri quella bella fortuna di ìfsderc feoperto molto del nuovo , perfezionato il ntezzo feo-

C 3 per-

Hìpp. Uh. de Arte .

38 Conf. ed Efp. intorno al creduto

perto , ed in im tempo medefimo corretti i miei mal nati pen(k- ri troppo in materie gravi, enafcofte vanamente ambiziofi , Gli fottoporrò volentieri per amore del vero all' amica sferza de’ faggi, e ftimcrò fortunati , e gloriofi infino gli errori , fe ecci- teranno ingegni piu fervidi, cpiii fecondi del mio a penetrare il fondo di così tenebrofi mifterj . Mìrificum enìm hoc habeo bo- Hipp. niim y conchiuderò con Platone, quodme fervat y quoniam ne rubore ad difeendum me preparo . P. S.

Nel leggere ieri fera gli ciattiUlmi Giornali di Trevù nel Me- fe di Marzo dell’anno 1708 , all’Artic. 37. pag, ^o5. trovai l’Eflratto di certe Offervazioni fatte dal Sig. Àfiruc fopralc Petrificazionid’un piccolo Villaggio detto BoMfowwcf, dove (o- nomoltillìme maniere di Chiozzole , oCochiglie Marine im- pietrate , che fi veggono ancora nel vicino mare , alferendo , come io ho accennato nella Lettera , eflere tutte, benché la- pide fitte , firaililTime alle vere: Elles , dice y font cxablement femblables aux coqUillages : tour figure , leur grandeur efilamè- me ; e nel fine parlandodelle incroftature , e degl’ irapietra- menti reali , che fuccedono in molte fontane, fa menzione d' un pezzo di Palma , che mandato al Sig. Abbate de Lourois , qui etoit entierement changè en pierre , ayant confcrvè la couleur , lesfibres , lesfiflules ligneufes qui font naturelement dansce bois , delle quali proprietà particolari a fe ftefib non fe ne vedé ne pure un miferabile vefligio , tolto il candore , ch’è proprio ancora del fugo olfeo, nel creduto Cervello in=ipictrito . Potrà vedere la Delcrizione della fuddetta Palma fatta con gran dili- genza dal Sig. dela Hire nelle Memor. di matematica, edi Fi- fica del lòpz. 3 I. Luglio pàg. 122.

E poiché ( come fento da alcuni dottilTìmi amici ) la mag- giore dilhcoltà, che polla farli alla mia opinione, fi è, che quelle forti di terribili Concrezioni pel loro pefo doverebbo- prcflamente uccidere i Buoi pel enorme comprelTionc , che fi fa loro filila follanza del Cervello, perciò m’ è partito necef- fario aggiugnere una Decifione , che pare folle fatta , gran tem- po fa, in favor mio dal grave , efavio Stenonc, regillratain fine d’una fua Lettera fcrittaa quel gcnerofillìmo Mecenate de’ Letterati Ferdinando II , Gran Duca di Tofeana , che fi leg- ge pure tradotta in Latinonella Biblioteca Anatom. Vart.^. De Capite , fopra rolfervatoda Lui nella Teda d’un Vitello Idro- cefalo. Dado adunque , che vide in quel Cervello pieno zep- po d' acqua , o di Linfa cavò fei Riflelfioni Decifive , la V. delle quali fiè Quòd fubfiantia Cerebri in fuis panibus laterali-^ bus , bafique magnam poffit pati comprejfionem ,fìne ormi fenfus ^

<& mo^

CeTnjello imfieprìto.

& motus iattura 'j qmniamhìc iUa compre fTionem p^ijjajirtam fonem , ut membrana crajfa , ipfaquefionus oJU coaka fmrint yiolentiiS ejus cedere ,

E pure ne’rtoftri Buoi non èfucceduto tanto difordine , e fcompartimento di Membrane , e d’offa , onde bifogna pur confeffare, che affai minore di quella del Vitello fofie la Pref- fione delle Concrezioni defcritte , oaccadeffe ciò perlofito, dove giacevano , 0 per altre ragioni accennate nella Lettera .

Leggeva ancora in una Difertazionc di Gio: Giacopo V vep- fero fatta fopra una fanciulla, nata (com’egli dice) fenzaCer- vello , in luogo di cui erano migliaja di Vefcichette piene di linfa appiccate a fottiliffime fibre , ed irrorate da vali fangui- gni , che anche gli Idrocefali ( de’ quali ho fatto menzio- ne nella Lettera^ quamvìs Cerebrum ad fummas angufiias redaUum fuerit^ nihilomìmis , non fine admìratione -pìieos ^ & mortuos fpeUantium ^ aUiones animale splures pralìiterunt, il che del pari mofira la probabilità del fiftema da me concepito. E' vero , che poffono rispondere fard la compreffione negl’idro- cefali dall’ indentro all’ infiora , ma nel noRro cafo dal di fuora all’ indentro , al che rlfpondo , riufcire anzi più dannofa , e più forte nel primo calo , che nel fecondo , pofdachè chi cal- ca il cervello dall’ infiora all’ indentro non incontra alcuna fa- bile refiftenzaper li ventricoli , che poflono ricevere nel loro cavo le parti compreffe , e perla sfuggevole lubricità delle par- ti, ma chi calca dall’ indentro all’ infiora incontra fibito nei crànio duriflìmo, e refiftente pofto dalla Natura per argine , o muro atto a difenderlo daH’efterne ingiurie. Oltre che po- trei ritorcere l’Argomento, mentre conceduto ancora, che foffe cervello impietrito nonceflèrebbe per quello di pelare fopra il non ancora impietrito : anzi io fimo , che lo farebbe con mag- gior forza, e libertà , mentre non avrebbe le condizioni , che ho accennate nella Lettera per foflentarfi , e piomberebbe con tutta r energia del fuo pelo fopra il reftante di quello , Scc.

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indice"

Delle colè più notabili.

A

ABbagliamentì del Sig. Verney a cart. ir

Accademia de’ Curiofi Cerni ernia fa meninone in piti luoghi del Cervello creduto lapidefatto ^ z4-

^Ibi'gg^ Cavaliere lodato ^ i8

xAldrovandi nel Mufeo ejfervi una fintile Concr elione . 21

^rene ^ e calcoli ^ e fimili trovati nel Cervello non fono Cer- vello tapidefatto .. 13. 14

^liroites undulatus , fpe't^ie di Concretarne marina ftmile in qualche parte a Cervelli . ivL

E

B^tolini narra; d‘ un Cervello impietrito . 23

Bue Frant'efe y come fortifjìmocol Cervello impietrito, Bue col Cervello impietrito non potea vivere , 0 vivere infe-- licemente . 25. 25. 35

Come potè vivere fino a 28. 38 Bue Vadoano , e fua Storia . 30

Buoi Italiani deboli come quello del Bartolini . 2q

C

/

C .Alcoli vari pojìi all' efame del fuoco , e di var\ Spiri- ti . 6. fino a n

Capi de’ Buoi offefìy come generino le ConcreTfionì .. 21

Come aperti in quel cafo da Beccai . 3^

Cafo di quefie.y 0 fimili Concrezioni non efi ere tanto raro.. 22.

C affini .Abate lodato dall' .Autore. 18

Cervello quafi tolto dal Trono del fuo 'Principato]. 2^

Figura di quello de' Buoi in var j fitti al naturale . ^6

Cervello di Bue creduto impietrito dal Sig. Verney non offierva- to al di dentro. X

Cervelli ^ creduti impietriti , aperti , per vedere., fie anno i

C 5 ventrU

42 indice.

ventrìcoli y e le altri parti 7ìcc°J]arie . .. ivi.

Cervelli detti mpietriti fino un giuoco aella. 7<(àtura . 4. 5. Terchè creduti Cervelli . 5. D'onde nato V inganno . ivi, Efaminati a parte a, parte . io. nulla avtano , che gli di-, mofiraffi Cervelli. » f 2.10. ir

Cervello del BuCy come mn poffd impietrirfiucon ianta facili- tà . 12. 15

Cerebello nella Concrezione Tadoana non v' era. 3 è

Concrezioni offo-pietre dentro la Calvaria de" Buoi y perchè ab- ' biano fmilitudine di Cervello . ij

Concrezione Marina fimile in parte al Cervello . 17

Concrezjone^ cctehnìotToe , come fi generi dentro il Cranio de' Buoi 18. ip. 20. 21. Come s' induri y e rajfimbri Tietra 20. Ejj'ere ojfea in certa parte lo confefja. il Sigi. Verney . 20. D'onde sboccò, quel fugo generatore delia Con- crezione . 2 1

Concrezioni cerebriformi doverfi chiamare , non Cervelli, 5 Coìicrezione Cerebriforrne dell' ^Autore defiritta . ^y. .Altra-., dell' Autore defcìitta 8. Effere di quefle in più. luoghi, zi. 23. Tofle all' Efame del fuòco , e di vari /piriti fino o/fi- pietre 6. fino ad ii. "^pn e fiere Opere del Demonio , kc_. Miracoli. 37. E/Jere di rnateria diverfa dalle Tietre , iefie ' fi ritrovano ne’ corpi . . -.r- -u > ~

Coralloides Cerebrites fimile in parte al Cervello. ij

Corpo, y che s' impietri fi a trattiene quaCi tutta la'- figura pri- miera. f ;

Cranio umano petrificatol ma non. il Cervello.. ^ ' 4

D

DEcifìone dello S tenone in favor dell* Autorei 38*

Dente mojìruofo. . '16

Diverfità delle Tietre del noflro corpo dalle'- Concrezj^i ce- ' rebriformi. •; •• , \\v(. .• '.ou.. 1

Diverfità di cadauna Concrezione rnojìra'' nonx^effere Cervello ..impietrato .... -.o'j 0

Durez/ga delle Co'ncrezioni Cerebriformi d'onde derivi. iS Dura y e pia Mad're , come operavano hi quejìo tafi . ^ j

7 : . .. \ riL' ;■ . v '*'■ . >

Esperienze intorno a' creduti Cervelli impietriti 6. fino a, car. ir . ^ iw - , H/:;. >

.1 N D I C E. 43

Efperkn'7^ dello Scarabicci foprn il creduto Ceryello impietra- li

to.

Fenomeni accaduti a Buoi meglio fi [piegano col SiflemaZ

dell' tutore . 29

Figura de' corpi , che s' impietrifiono fimile alla primiera,, 2=.

3.38.

G

GFner appone delle Concre'^^ioni Cerebriformi , come fegua , 18. '

Gianduia Tineale della Concre'^one Fran\efe ejfere nn' ingan- no. Il

Clandule del Cerr elio credute da alcuni falfamente impietra- te . 14

Granchi Marini , ed altre cofe marine , e terrejìri impietrate^ , confervano tutte la naturale figura, 2. 3. 38

IDrocefali anno maggior compreffione di quella , ' che ann dalle ConcreTÌoni i nojìri Buoi . 26. 38. 39

ìmpietramenti lafciano la loro figura alle cofe impietrate . 2.

3- 38- .

Ìmpietramenti non feguono ordinariamente di vifieri , Intefli- , Cervelli f umori , Carni , ma d' 0 fi a , e d' altre parti dure . j

Ìmpietramenti diverfì nelle^Gallerie , ma non è il tutto pietrifi- cato . , ^4

Impietramento del creduto Cervello non nato dal [angue . 14.

ne da aura Gorgonica . 3 J

Ìmpietramenti mirabili fofpetti. 3^

Induramento di quella materia cerebrìforme non momentaneo , 24

Inganni del Sig. Verney. iJìoria del Bue Tadoano^

30

44

INDICE.

L

Lingue dette di Serpenti impietrate fono denti di Cane C ar caria f e d' altri pefci Cani. 3

Lucca pensò col Malpighi ^ che fofie folamente V ejìe-

riore corteccia impietrata . 34. Si dubita dall'autore anche di quefla . ivL

M

M^Alpighi credette V cflerna corteccia folamente impìe-^ trata, del che fofpetta l’ .Autore. 34

Marine produzioni impietrate confervano la loro figura. 3 Materia delle Concrezioni Cerebriformi à’onde derivi. 14- 15. n . 2 i.

Membrane anch' efie s* indurano in offa.. 22

Modo dell' impietr amento del creduto, cervello conforme alcu“ ni .. 23

Modo vero della generazione del creduto impietr ameni o . 14. 15. 21. 22

Mufeo del Sig. Cav. Teta dell' .Aldrovandi , e dell' Autore avere fimili Concrezioni Cerebriformi . aa

N

Nicchi , Chiocciole , Jflrici marini , e varj croflacei di mare petrific ali tengono la loro primiera, figura . 3.38*

O

OSfa umane petrificate , ma non la loro midolla . 4

Offa del Capo hi Bue fono la forgente del fugo della-. Concrezione. *4* *1

Ojfeo fugo forma offa , ed ofopietre in tutte le parti del cor- po. 16. d* onde sbocchi ^ per formare le Concrezioni . it Ojfea effere in parte la Concrezione lo confeffa il Franzefè . 20. ed il Signore Stancari nella ^legazione della Tavola 6. Fig. 2.

figo forma le Concrezioni.. *5*

Ta^

I N D I C E. 45

P '

PsAchìoni lodato', é fUo Sìflémal ' . '28. 2^

Vani molli del nofiro corpo non s‘ ìmpìetrlfcoÀo di

leggieri , ma le parti dure s- 1 1

T?efci fi ritrovano indurati fra argilla e argilla petrificata ma non effi petrificati, e così erbe , Infetti, e fìntili. 5 Vefo di quejle Concrezioni perchè non ucàda i Buoi, z^.fìno a 28. e 38

Vìetre in ogni parte del corpo , ma non ogni parte del corpo petrificata": v 4

Tietre umane, e belvine-pofle all’ e fame del fuoco fe^difpa-’ r]fpiriMl6.fìnoaii'^‘ . i' , . V

Vìetre -trovate^nel Cervello > non fono Cervello impietrito ':ì

*3 , ' ^

Tietra, che fputano i Buoi favolofa . , : 37

Principato dei Cervello pofto in dubbio-2 : . /v . ;\ 2-^:

a

'V ' <■

QVanthà^grandé di fugo ojfeo per qual cagionerei Cèt^: vello de’ Buoi. > .. ^ ^ i4’* ^5

R

Rlfleffìoni fópra V Ifloria. dello Scarabìcci . fino

/l.ylS..L i.Jl)

Baro non ejfere il Cafo di fìimili Concrezioni dentro il Cra- nio. 22.23.33.34

S

S .Angue non può ejfere fiata la fonte della materia immè~ diata delle Concrezioni. 14

Scarabìcci, e fua Ifloria . 30. Bjdeffioni fopra la detta. 33.

fino a ^ 38

Similitudine rot(pta di Cervello nelle dette Concrezioni e perchè . 17. fe maggiore anche l’haveffero ne meno fare b^ \,bonq Cervelli. ' 17

Sifiema dell’ .Autore per ifpìegare i Fenomeni di tali Buoi più probabile . 2 6

Sugo piptrific ante , come non pojìa di leggieri far ìmpie- i ' trare

4<y I N D I C E.

trare il Cervello. 12

Sugo , che nutrifce il Cervello' .y e porta gli [piriti non può ejjere di genio pietrificante. 13

S tenone decide in favor deU'Jtucore. - 're- ' 3^

' - - ^ i X.- If

T-. ■_ a : /. "

T^mpd , in cui [k fece là'^ Concf e T^one Cerel/riformt^ .

18 . 1. , .

Ve

V^lfalva lodato y e fka opinione '.

Vermiforme lavoro della Concrezione pran^fe non-, efiere il vero procejjo vermiforme impietrito^. 11

Vi/cere y e carne, e umori fi trovano piuttoflo rinchiuft fro-^ ' la terra lapidefattay che impietrati . -- J

Vomìni fciocchi creduti malamente col Cevello impietrito. 3 5

Z

^-^JÌmbeccarì Lettore di Tifa lodato dall* %^tore. iZ

Fine deirindice.

Splés

47

Spiegazione^ della TAVOLA L

Fig. I. Arte di fopra della prima Cencrezióne offeò-Ia- X pidea* nelk'fua Naturale grandezza' con *i folcili delle vene ; che eftemamcnte la lambivano^ ì trovata dentro il Cranio d’ un Bue .

Fig. 2. Parte di fotto della medeflma .

Fig. 3. Parte interna della ftefla fegata .

Fig. 4. Altra parte interna corrifpondente alla detta

Spiegazione della TAVOLA IL

Oncrezione cerebriforme offeo-Iapidca trovata V ^ dentro il Cranio d’ un Bue un poco più pìc- cola della fua Naturale grandezza .

Fig. -2. Parte di fotto della medcfima Concrezione..

Fig. 3. , e 4. La metà della detta Concrezione rotta a per- pendicolo a forza fcalpello , nella quale, come nel- la prima , non fi vede veftigio alcuno del necefiàrio Ventricolo , ne vali fanguigni , ne diverfità di mate- ria .

Spiegazione della TAVOLA IIL cavata daLSig. Verney .

Fig. I. A. A. A. A. A. Irconfercnza del Cervello.

B. B. B. B. V 4 I due lobi maggiori .

C. C. Le Appendici , delle quali parla nella fua Defcrizio-

ne, che s’ inalzano la parte fuperiore de’ lobi. t>. D. Il vacuo, o fpazio , che principia tra quelli due ri- lievi , e continua fino fotto la bafe del Cranio.

E. Un Appendice ottufa , che fporge oltre quella del lato

diritto circa la grolfezza di un dito .

F. F.F. F. Molte giravolte difgiunte , e mezzo aperte , che

fanno de* leni, e delle cavità.

G. G. G. G. Rilievo , che crede il Sig. Verney efiere

Gianduia Pineale per la fua figura , e fituazione , per la fua intrufione , per cui mezzo fi conferva un , certo giuoco tra il Cervello , & il Cerebello .

48

FIG. SECONDA,

Efua fpiegazione conforme il Sig.Ver- ney, nella quale li rapprefenta in banda il creduto Cervello.

H. H.H. H. T L Cerebello.

I, X L’appendice vermiforme anteriore, che flà follevata fui finidro lobo.

L. Appendice vermiforme pofieriore .

M. La cavità tra ’I' Cervelletto , e l’appendice della par-

te fuperiorc del lobo finiOro , il di cui fondo , e latii fcinbrano mm duri ^ e folamente ofiefatti.

N. L’ appendice inferiore del lobo lìnillro^ , di cui favellò .

O. L’appendice fuperiore.

PP. La gianduia Pineale fituata in modo da vederfi agevol- mente là fua imboccatura col Cervello , e Cervellet- to i

R. R. L’ appendice fuperiore del lobo dcftro fatta in forma.,

di Sella di Cavallo .

S. S. Porzione del lobo fìniflro tagliata dal Macellajo.

TAV. I V.

Spiegazione della Tavola quinta , che rappreiènta il Cervello creduto la- pidefatto, che ha nella Galle- ria il Sig. Kav. Teta in , Venezia.

il ^ ^r> i > t

IL Sig. D. Donato Savoldélli mi mandò cjuefìa , e la fe. guente figura . Scrive , che pefa libre quattro , e mezzo alla grofia . Che quefta è la parte anteriore del Cer- vello . Ciré il Beccajo avea gittata ouefta bella mara- viglia nelLetamajo, e cafo, che dopo fi raecoglief- fc , e fi confìderafle , come una gemma. Che il Bue,' quando era vivo , andava frequentemente a urtare gli tronchi degli alberi con le Corna per Io più inquieto , ed anfantc . Che fi veggono in alcune parti di quefla

Ccr-

Cervello alcune làmtnette tutte bianche', come l’ Avo- lio , ciò proceda dall’ ufo delle mani , opure dall’ iftef- fa mztcnz gipfea , che T abbia in que’ luo- ghi con denfità maggiore , in maniera che i raggi del lume nel loro riflefl'o vi creino quella bianchezza . Que- fte fono le fue parole . ' :

TAV. V.

Rapprefenta la parte pofterioreMella detta Concrezione.

A. “p Arce rotta dai Beccajo colla falce nel volerlo fen- X dere .

TAV. VI. ,

Quella tavola rapprefenta la figura del creduto Cervello impietrito , che fi trova nel Mufeo Aldrovandi di Bolo- gna donatogli dal famofo Malpighi.

Il Sig. Vittorio Francefeo Stancari Segre- tario deir Accademia Filofofica di Bo- logna è flato quello , che m’ ha favo-

. rito con quefla fpiegazione .

Fig. r. \>fOftra il Cervello petrificato. La parte fegnata XvJi A- B. D. E. C F. è la ftefla, che viene cfpref- fa nella Fig. z. veduta per fianco , nella quale s’of- fervano le Lettere corrifpondere a quelle della figura prima , quando quelle dinotano la ftefia parte .

Nella fig. I. la parte G. ( che pare la delira ) è diverfilli- ma dalla finiftra, eflendo ella piena-di varj procellì ir- regolarmente difpolli .

Nella fig z-, ch’efprime la parte del Cervello affai più re- golare s’ offerva^ la dillinzionc di tre lobi , ^effendo E. H. I. K. quello di mezzo .

•La Linea A. B. D. efprime i vefligj di una Membrana at- taccata a quella parte . Altri limili vefligj fi veggono , e Ipecialmente verfo H. , e yerfo i procedi della par- te G. (^fìg. T. )

Nei

50 . . .

Nei varj (eni, o fori, che qua, eia fi veggono, come in A, B, C, D, E, F, apparifcc una foftanza cribro- fa , come appunto fuol’ eli'ere /’ internet di. mdte ojjh—, ( Lo che conferma femprepià la mia opinione tut- to il corpo della materia fi a ojfeo-lapidea . i II Cervello è divifo in due parti , cioè nella delira , e nel- la finifira.

TAV. VII.

Segue la terza figura del Cervello di Bologna, e la fpiegazione del Sig. Stancar! .

La Fig. 1, efprime la Sezione ànnefia alla Parte G. del- la Fig. I. In qiiefìa Sezione apparifee un’ombra di due divifioni concentriche con un’ ombra pure di alcune piccole ftriete, che guardano il centro.

Il peto farà di due libre in circa . La grandezza è la mo- Brata dalla figura . II Cervello era di Bue , che flen- a morire percolfo nel modo folito . Sono le parole dello Stancati. ^

In quella Tavola la Figura prima è d’ un Cervello di Bue divifo per Io lungo a dirittura d’un ventricolo , accioc- ché fi vegga , come internamente , e che non ha alcuna fimilìtudine colle Concrezioni tagliate anch^efle per mezzo.

TAV. Vili. Fig.i.

PArte fuperiore d’ un vero Ce'rvello di Bue col fuo Cer- velletto, acciocché fi paragoni colle fudetté Concrezio- ni, e fi vegga il divario. ''

' ; TAV. IX.

Fig. 1. -Arte inferiore d’ un vero Cervello di Bué ] per ^ fuddetto fine.

TAV.

51

TAV. X.

Concrezione Marina, che raffomiglia nella parte ellef- na in qualche modo ad un Cervello , o almeno ne ha più fimilitudine dc’creduti Cervelli impietriti, e pure ogni pratico nella Naturale Storia del Marc sa , cflere una Coralloides ccrebrites , benché anche quefli venga moftrata in alcune Gallerie per vero Cervello lapide- fatto.

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CONSIDERAZIONI,

E D

ESPERIENZE

Intorno alla

GENERAZIONE

de’ VERMI ordinar j del corpo umano,

FATTE da

ANTONIO VALLISNIERI,

E DA LUI SCRITTE

xAl ^verendìffìmo Tadre

D. ANTONIO BORROMEO,

Lettore de Sagri Canoni , e Pregofìto della Congregazione de' Cherki Bagolari Padoa^

E CONSACRATE

^LV IlLUSTB^SS., ed ECCELLZVTISS. SIG,

PERICO MARCELLO

PROCCURATORE DI S. MARCO, e Riformatore dello Studio di Padoa.

IN PADOA, Nella Stamperia del Seminario , M.DCC.X. Appreflb Gioì Manfirè . Qon Lktnyi de Suptrmì^ e Privilegi» .

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ALii putarunt fciri poffe omnia, hi fapientes utique non fuerunt, ahi nihil , ncque hi quidem lapientes fue- runt. UH quia plus homini dederunt, hi quia minus. Ucrifque in utramque partem modus defuit. Ubi ergo fapien- tia eft ? Ut] ncque orrtnia fd re, p_utes, quod rX)ei lefl , ncque J omnia nefcire-, quod pecudi&=. EH: en^ialiquidrrmè- arum^e quod fit honlinis^lciiieet fcien- tia cUm ighoratione conjunéla , & ,tenv peratai 'i. . , .1 , . f . ; a

La8mr,< ali i . De falf. fapieht, v i .. , v '• -5. !

Vcrùm ; ctfi quìs à fentcnti^ in o- mnium libris ferè vulgata recedat , ca- lumniis obftrepentium Pfeudomedico- rum fàcilè obnoxius fit: attamen, ubi de veritate agitur, non quis, vel quot aliquid dixerint, videndum, fed quàm benè, quiddicatur, perpendendum eft.

Smmrt. De Sfafm.pag,mihi 155.

Eccellenza

^4 potente , e dift'mtcì Prote-^a- ne di Vojira Eccell. [opra la mia perjòna merita ancora un ofj e quiofo , e dijìinto rko- nofcimento in fegno di tante ^ e cos) fegnalate ohbliga'^oni ^ che a Voi pro- fejfo ; quindi è , che mi prendo quella ‘volta l’ onore d' umiliarvi alcune mie C onfider anioni ^ ed E/perien":^ Medico-fifJche y riconofcendo y oh

^ S

tre d pubblici y e comuni ^ cento ^ e cento prU 'vati favori dal Vojlro generofJ]ìmo amore , £’ vero , che nella prima Lettera parlando degli altri Sapkmijfmi vqftri Colleghi , parlai in un tempo ftejfo anche dell' Eccellenza Vofìra^y poiché emendo Voi una parte della pubblica Maejìà , tu ravate anche a Voi' una gran parte delle rU verentijjìme mie efprejjìoni , e della pubblica be- nemerenza ; pure era troppo acuto il rimorfo , che mi mordea, fe non parlava anche in parti- colare di Chi mi guarda con occhio tanto be- nigno 5 e particolare . ^ejia volta adunque mi rivolgo tutto a Voi , perocché fono tutto Voi , che vai' a dire porto il carattere gloriofo di Creatura vofìra y giacché fqfìe il primo a /eie- ghermì , a propormi , e cavandomi dalla Pa- tria a collocarmi fra uomini di tanta fama in que/lo celebre , e gloriofijfimo Studio . AH dol- go bene altamente , e mi vergogno di me me- de fimo y che non pojfano y ne /appiano corrifpon- dere le forze della mia penna al diftderio del mio buon cuore , pure dopo d' ejfere flato per molto teìnpo meco fle/fo penfofoy e ritirato y ho /inalmenté flabìlitOy ejfere minor male^ l'arrofjì- re una qualche volta con poco , che parere perpe- tuamente ingrato y e rozzp con nulla. La voflra anima grande accetterà almeno que/ì'atto del mio riverentifflmo ojfequio , e que/lo pubblico sfogo della mia latitudine: tantoppiuy che trattando in quefi' Opera di cofe attenenti all' utile'univer fo- le y nel quale V. E. ha tanto inter effe , averà in un tempo fleffo doppia confòlazione y ed io doppio onore , s) perchè conofeerà non tanto inutile una

crea-

creatura fua, s) perche potrà dire , che tutto viene , come da prima Fontana , da medep-. ma, Ecìh^ cioè più degno d' ammirazione neW E, V* fi è ^ come portando per le fublimi du gnità , che ottenete , una gran parte del pefo di così difaflrofò governo , non perdete d' oc- chio /’ onor delle Lettere , che in quefto voftro fludio in tanti uomini celebratijfimi fiorijce , ed accoppiate una si ampia autorità con una amabìlìffìma cortefìa verfio gli amatori delle medefime , temperando l'altez^ del grado , e delle vofire fortune colla modula , benignità , ed efatta integrità de’' cqjlumì , di modo che non ci aweggiamo , fe fiate Padre , o Padro- ne di noi 5 fe fiuperì in Voi F amore di fem- pre beneficare o in noi 7 de f derio d' effere be- neficati. B pure ^ fe alcuno di antico , e Signo- rile fangue , potefje ire con fronte altera , ed im- perante 5 P^oi doverefie effere deffb , fenza tac- cia ne men dell’ Invidia , per ragione della voflra Fumana illufìre Profiapia , s) della tra- fpiantata , e rifiorita fui L rono Serenìjfmo di Venezia . Contentatevi di rivoltarvi addietro^

guardare nelle glorioje immagini de’ .Vofi’^i Adaggiori NICCOLO’ M A R CELLO già Principe di quefio Serenifs, Dominio , il qua- le avendo ma mente non inferiore al Trono j e non meno governando i popoli J oggetti ^ che proteggendogli^ pojè in dubbio ^ in quello fi doveva piu ammirare , o la venerata Sapien- za de’ Padri Veneti , o /’ indole generofa dell antica voftra Stirpe fiomana. Non mutò l’a- nimo colla dignità , tutto donava con Peak

Hiftorla Venet. Bctifta Nani ParC^. Zo c. 42 I.

Magnificenza , e tale , e tanta prudenza regna- la in ([uel magnanimo petto , che f ambiatoti de* Pugnanti /’ averebbe potuta prendere ad /- mitare , tna non a 'vincere . "T ami accrefci- mentì d" Eroiche 'virtù rifplendettero ancora in LORENZO MARCELLO 'voftro Zio eele^ bratijjimo fino alF Invidia il quale ancU ejfo

era degno della Corona^ fe la Fortuìia avverfa alla Veneta felicità non gli aveffe troncata all* improvvijò la vita , mentre GeneralìJJìmo neU la fanguinofa , e terrìbile battaglia navale con^ tro de' E urchi mieteva a piena mano le EaU me . Già folcava colie navi fue Vittorio fe il mare afperfo di rotti Legni , e di nemici ca- daveri , ftrafeìnavafi addietro in trionfo quel- le orride reliquie una volta temute del fuper- bo Nemico , già ave a fuperato vincitore le Por- teg^ più ardue , e più ìnacceffibìli , quando I invidio fa fortuna con colpo ^ che parveacafòy. ma fu veramente fatale lo rapì a Voi , al be- ne di' tutto il Mondo Cattolico, ed all' aumento della vodra , anche nelle awerfità^ fempre glo-^ rio fa Repubblica. Parlo di quel MARCELLO, che per lodarlo bafla dire MARCE LLU S ILLE - così chiamato da tutti gli Storici per nomina*^ re con lode un Eroe ^ che col folo nome vi po- ne f uh ito in mente qual fu , cioè l' Idea degli fjroi , il compendio fogni virtù , il maggiore fra Grandi , il Maffimo fra tutti. MARCEL^ LUS ILLE, la di cui forte fù, mentre 'viffe^ ancella ad ogni fua anione , a cui baBava 7'a fne^ l' effer veduto per vìncere-., anri bafla'vd) che andajfi avanti il tcrror del f no tiome ^ per

fone in fuga i più feroci mmìci , la di cui memoria rimarrà fintanto , che rilplenderanno i Pianeti , e vi farà Cielo ^ e fiancherà femore tutte le penne degli Scrittori d’ Eroiche a^ionE il quale finalmente la] ciò dubbio! ricevejje maggior gloria^ o maggiore ne dajje alla Patria^ e al APondo Crìfiiano , Ada non voglio più in^ tertenermi a imperfettamente dej crivere ciò , di cuiy per quanto diceffì quodcumque relinquam

Majus erit .

Per neceffità della grandex^ de* fatti è vantag- gio dìffimulare la miglior parte , contentandofi di quefto JòllievOj che tutto quel, che fi dice, tanto acconfente col vero , quanto in Eroi di tal fatta è lontano ogni f effetto d* adulazione . Già affai di quello parlano le Storie , le quali per l'avvenire parleranno ancora di Voi . Siccome Voi adejfo leggete

Heroum laudes, & fada Parentum, eos) leggeranno i venturi Nepoti le voftre lo» di, e vi prenderanno per efempio , e come Idea del vero Mobile Padre della Patria , il quale fra tante ammirabili doti ha ancor quefla mol- to ben conofetuta da tutti, d'accoppiar così fa- viamente la mondana Politica colla Religione , che ha renduta, come fama la prima in fieno d pericoli dell'umana altera natura , e adàimeflì- cata la feconda ad un rettiffimo , e beato gover- no de popoli , Adoflrate, che la più falda bafe dell'umana fortune, e della perpetuità de* Domi- nj , è l* èjfere mi vero fuddito di Dio , regolar tutto fui modello delle Jue leggi , riconofeere con

ojjèquìo tutto da. Lui ,, ed^ a Lui umilmente con^ jagrare ogni noFlra operazione ^ acciocché rijùlti in fua lode,. Ma, o javiilJìmo Senatore ^ non 'voglio piu. irritar e la'voftra modeflia, ejfendo fi- euro, che le-viofire lodi fono tanto a Voi dif pia- centi, quanto vi piace r effiere tale , nulla curan- do piu oltre , Mi rejlrignerò folamente, a Jup- plicare ben di cuore T ^dlti[fimo acciocché con- fervi la voflra degni [firn a perjbna per lo piu lun- go tempo,. che fi dona a Mortali <, rinuovi, e ri- fìabilifca la voflra pregiofa falute logorata per comun benefizio da tante pubbliche , e private fa- tiche, pregando cos) il bene d ognuno , giacché fiete fiato donato al Mondo da Dio per conforto di ognuno . Gradite intanto, vi fupplico , quefii atti del mio profbndijjuno rifpetto , e quefii voti fervorofi, che porgo al fupremo Facitor d" ogni bene, bramofo, che cono] ci ate^ almeno , che co- no fico il vofiro gran merito , e le mie obbligazio- ni, che mi daranno fempr e la gloria d'efjere

DeirEccelL Volt ' ' J

Padoa; 2, Settembré

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NOI REFFORMATORI Dello Studio di Padoa .

H Avendo veduto per la Fede di revifio- ne, & approbatione del P. F.Ambro- fio Lifotti Inq^HÌptore di Padoa nel Libro in- titolato: Conftdera‘:(iom , ed Efperien^ in- torno alla Genera-ziom de Vermi ordina- r] del corpo humano , fatte da ^Anto- nio Valli fhieri Publìco Profefjore dello Stu- dio di Padoa non v* effer cos* alcuna con- tro la Santa Fede Cattolica , & parimente per Atteftato del Segretario Noftro, nien- te contro Prencipi , & buoni coftumi , concedemo. licenza à Gio: Manfrè Stam- patore chepolfiefler ftampato, oflervando gl’ ordini in materia di Stampe , & pre- fentando le folite copie alle Publiche Li- brarie di Venetia , & di Padoa .

Dat. 24. Novembre 170^.

( Carlo Ruzini Kav. Proc. RefF.

( Francefco Loredan Kav. Proc. Reff. ( Alvife Pifani Kav. Reff.

\AgoJlino Gadaldint Seg.

I

Hei)!"' Tadre .

Anto poffono fopi'a di me i riveriti comandi di V. P. Rcvercndiffima , che anno forza di ca- fin.

vanni in parte fuora dell’incominciata via, e de Vermi or- tirarmi per un’altra, non meno però nobile , Z7m* e ciiriofa, benché non meno intrigata, e fca- bra . E' però vero , che non efco di Francia , e l’Opera di M. Nicolò Andry \a) fpettante alla Genera- zione , ed alla Cura de’ Vermi del corpo umano, di cui mi ricerca il parere, è così bene fiancheggiata dal confentimen- r Homme a to di tanti uomini illuflri , particolarmente Franzefi , che Amflerdam.chei può ben dirfi approvata da un’intera Accademia , e degna Thomas Lem- d’ogni più venerabile (lima . Sono alcuni anni , eh’ anch’io hratld^sc. t-joi. la ledi con molto piacere , e mi ricordi , che molti Acca- demici di quella Reai Società , c M. Fagon ifteffo Medico Primario di quel gran Re , 1’ approvano a pieni voti , 1’ inalzano con degne lodi , e fono flati a parte , col confi- gliarlo , che la Repubblica Medica , ed il popolo cun'cfo degli Storici Naturali non venga privato di così belle , e

dijguflo y che quefla materia, potrebbe cagionare per la fua for- àide^xp > ffde alla galante diverfità de' fatti , e all' eieganT^a , con la quale fono rapprefentati . Sarebbe dunque un' insidiare al pubblico un' utilijfimo piacere , fe fi tralafciaffe l’ impreffion di quefi’ Opera , che riefee tanto importante per la Tratica della Medicina , quanto curio fa per la Tf aturale Storia . M. Do- dart Accademico Reale delle Scienze concorre aneli’ efTo co’ fuoi voti , ag^iugnendo , che la Lettura di quefio Libro riu~ feirà tantoppiu grata , quantoppiù i Leggitori faranno intenden- ti della Fifica, e della Medicina fperimemale . M. Bourdelot,

M. Berger, M. de Sainc-Von , M. Mayllard , e il celebre Turnefort , e Tauri , e Doyen , ed altri fUraatiflimi Let- terati , e fuora , e dentro di quel Gran Regno ( fra quali anche il noflro Baglivi di Roma allora vivente , e 1’ Fdart-

focKcr d’ Amllerdarno ) concorrevano pur tutti a braccia , Pefi degli Autori

aperte alla (lampa di degna Opera . Vede V. P. R. di quan*- Praniefi. lo gran pefo fia il giudizio di tanti capi illuftri , filmati per

A la lo-

importantiflime cognizioni . Verde affatto , ingegnofamente

dicea M. Fagon, /’ idea di fua baffc'^ga il più vile degli ani- °P^''

mali del Mondo e faminato con e-rudigione nobile : e tutto il d* M. Andry .

Impegno Autore .

Critica nell’ IJìoria turale .

Tufc.2.'

2 Ddl' orìgine de’ Vermi ordinar}

]a loro viltà da chiunque ha fapore di Lettere , perlochc io dovrei , feiiza dir altro, concorrere con la piena di così degni veneratori, accettando'ogni fiu dottrina , ed applau- dendo a così nobili ofl'crvazioni , come utili ed alla Medica, ed alla Filofofica famiglia . Ma io , non so per qual desi- no , fono d’ ingegno , o così fofeo , o cosi languido , che con tutto il credito , ch’io tenga , e del giudizio dato a queir Opera, e dell’Autore dell’ Opera , non poflb acco- modarmi per "ora a tutto quello che ha così politamente fcritto, alTìcurandola però, efl'ere la migliore, che finóra Ila ufeita de’ Torchj fopra un loggetto così difficile . Anzi per dell’ fervirla con ogni diligenza più efatta , mi prenderò la pe- na, non folamente d’efaminare l’Opera del fuddetto Signo- re, ma toccherò l’opinione di tutti i piu celebri Scrittori , particolarmente Moderni , fpettante in generale , come in particolare alla nafeita de’ Vermi , che fi ritrovano nel corpo umano, (parlando in quella principalmente degli or- dinar] , non degli ftranieri ) , e porterò finalmente la mia , acciocché non paja , voler folamente difiruggere , e noa_, fabbricare. Qiiindi è , che fe troverà tutta quella Lettera afperfa di Critica , non creda già , eh’ io abbia perduto il rilpetto ad uomini di tanta fama , e di virtù si diftinta ^ o eh’ io r abbia fatto per defiderio di mordere , o di farmi *Na colle contefe . Chi vuol feminarc in un campo femi

migliori, o almeno creduti migliori , debbe prima purgar- lo dall’ erbe infelici , e mal nate , acciocché non fi confon- dano colle buone , ne le affoghino ancor tenere , e mal fi- cure . Dirò colla dovuta modellia il parer mio , protellando di non perdere il rifpetto a Chi ha voluto giovare al pub- blico , e a Chi per tanti titoli vive gloriofo nella Repub- blica delle Lettere . Ne io però ftimo tanto le cofe mie , che le tenga per infallibili . Pollo in molte effermi ingan- nato , come uomo loggetto agli errori , e reiterò con ob- bligo ben conofeiuto , c diftinto a chi avrà la bontà di levarmi d’ inganno . ipfos , dico di buona voglia con Cicerone {a) redarguì , refellique patiamur , quod ii fermi animo iniquo , qui certis quibufdam , deHinatifque fententiis quafi addibìi , <& confi c rati funt , eàque nece/fitate conjìribii ^ ut etiam , quee non probare foleant , ea cogantur conflantia causa defendere . Jgps qui fequimur probabilia , nec ultra id , quod -verifimile occurrerit , progredì pofiumus , & refellere fine pertinacia ^ & refe Ili fine iracundid parati fumusy par- ticolarmente in Quelle cofe , dove non fi tratta di fatto , e

fem-

nel corpo umano. 5

fempliccmcnte fi difcorrc . Difficile etenim ( fono parole di Galeno (a) ^ ut qui homo fìt , non in multis peccet ^ qu^- ^ i.Comp.Mecf* dam penitùs ignorando , quidam vero radè judicando , edr fic.l.c.2. quxdam tandem negligentiàs fcriptis tradendo .

Il volere fcrivere de’ vermi del noftro corpo , fenza ave- re prima fatto il vado, ed intrigatiffimo dudio degl’ Tnfet- j j rr ti, ch’annidano anche fuora del meddìmo nel Mondo gran- iffo^Sclittore de, è troppo lubrico , e pieno di nebbie , pei lumi , che Vermi umani. torbidi, e incerti poffono àverfi de’foli noftri vermi, per la loro rarità, per lo fico, dove foggiornano, molto of- curo , e pericolofo , e per non poterfene fare quell’ ammaf- famento d’ efperi menti , e d’oflervazioni , che fono necefi'a- riillìme , per iftabilire un fiftema , e determinare la cofà pel fuo verfo . Qiiindi è , che molti finora fono andati cagione dell' er~ errati, per voler giudicare fopra l’indole, e il genio d’ una rore di molti . fpezie fola , fenza aver priTna con ogni più fcrupulofa efat- tezza efaminato , e guardato in particolare , ed in univer- fale tutto l’ordine , che tiene la Natura in produrre, in . confervare , in moltiplicare, in nutrire tutta quanta la raz- za di così maravigliolì viventi. Mi creda V. P. R. , che in quella balfa terra v’è una certa invifiblle catena, o una cer- ta regola occulta di cofe , che non può mai arrivare a ret- tamente comprenderla , chi non incomincia da uircanto , e non vada efaminando fino dall’ altro , non tralafciando cer- te , che ad alcuni uomini gravi pajono minuzie , da pacar- le con ifprezzo , poiché fovente fono quell’ elle, che ci dan- no in mano la chiave , per aprire il feno de’ più reconditi arcani . Ne penfi già , che quefio poffa mai farfi col noftro folo ingegno , che ha troppo corte l’ ali , ne fidandofi de’ foli Libri , che fono pieni di favole , ne collo ftarc rinchiu- ,fi dentro quattro mura , dove la Natura non regna , che contrafìatta dall’Arte. Non conofeono per lo più gli uomi- ni , e non veggono nelle naturali cofe ,

nifi quantum lumina pojfunt

, Tendere.

Bifogna ufeire ne’ campi » imitare Democrito ritirato nel Bofeo , ne curarfi , che gli Abderiti dichiarino per pazzo Diodo di ricerca- quello, che Ippocrate ftimò poi più favio di loro . La Na- d vero nelle co-

tura è la fola , e vera Maefìra delle fue Opere , quella Tempre la fìefla , fincera, e aperta alla diligenza d’ ognu- no, ne è tanto difficile , com’ altri crede , lo fvelarne i fe- greti a fuoi feguaci , fe fi ha la pazienza , e il fenno di ri- cercargli con metodo , e d’ efaminargli col capo libero da

A z pre-

it fiecejpirto ìo Jìtidìo generale per venir poi al partìcclare. .

a Ceìf. lib. I.

IJìorta naturale nccejfarìa a' Me- diti .

Cagione del poco avan:;^amento della noflr' Arte.

4 Dell’ origine de’ Vermi ordinar)

prcgiudicj . Ne que’ Medici , che non fi contentano- (delia pura, e nuda Emp-rica, ma che vogliono accoppiare colla pratica le ragioni , e (piegare gli ordigni , 1’ ingegno loro , cd i fenomeni del nollro corpo , debbono edere efenti da quello Audio . Lo TArte noltra , Io V. P. R. tanto intendente, e ftiidiofa della medelìina , quanti palli più a- vanzati , e più fermi fi fono fatti , dappoiché abbandonate le fottigliczze delle Scuole , s’c introdotta 1’ Efperimentale Eilofofia, c s’è prclo in preRito dagli animali , e da quan- to fi vede nel Mondo grande tutto quello , ehc s’è Rimato più proprio, c più forte per ifpiegare , c mettere in chia- ro i fenomeni tcncbrolìllìmi di quella macchina del nollra corpo .

E le mai in alcun cafo è necclTariolo Studio fuora di noi ^ anzi uno (Indio generale , per venir poi al particolare di quello, di cui fi ricerca la difeoperta , egli è cerco in-qiie- Ito de’ Vermi a noi dimeftici , o pellegrini, cioè di quegli, che nafeono, vivono, li propagano dentro di noi , comevih fao proprio Mondo, c di quegli, che come ofpiti forellie* ri qualche volta fi fanno vedere , c fentire in noi , o fo- pra di noi. Così fecero gli antichi Padri, che in poco tem- po fentirono tanto avanci nell’ Arce nollra , non fermàndc>- folamente in noi, per faper quello, eh’ è dentro di noi. Studiarono tutta la Natura intera , per tellimonio di Cel- lo , e fono quefte le fue parole . Ijìa quoque 1s(àtur(S rerum contemplatio , quctmyis non faciat Medicum aptiorem , tamen Medicine^, reddit perfe^lum . Verique fimile cjì , & Hìp- pocratem , & ErafiHratum , & qimumqne dii non contenti febres , & ulcera agitare, rerum quoque naturam ex aliquà parte finitati fint , non ideò quidem Medicos fuijje , yerum ideò quoque majores Medicos extitijje ^ E volelTe il Cielo' , che aveli'ero feguitate i pofteri le rare, e illullri pedate de’' noftri Maggiori. Non farebbe così povera la noRr’ Arte di tanto necellarj lumi , che non feguitarono a farfi vedere , poiché tutti fi fermarono attoniti ammiratori , contenti di que’ primi creptifcoli , che viddero fcintillare falle memorie di que’ grand’ immini , credendo , che avefièro poRe le me- te all’umano intendimento , e che dovelfe cavarfi da que’ Ioli tutta la luce. Ned ebbero, amiocredere, maggior vaii- taggio i primi , che dalia contemplazione della Natura, la quale , fc mi (offe lecito , direi , che reddat Medicum non filum perfebìum , fid aptiorem , non efiendomi così facile ili concepire , conte ivna cola renduta più perfetta , non riefea

an-

ìlei .corpo umano . 5

alleile più atta pel fuo fine . Ma cheche fia di quello ~ vede almeno l’alto intendimento di V. P. R., quanto nell’

Arte noftra fia neceikrio lo ftudio della Natura , quanti lu- mi, che pajono a pr mo incontro difparati , accrefeano fplen- dore a fplendore , e guidino tutti inlieme ad illuftrare con chiarezza la via tanto piena di caligini , che ci guida alla cognizione del Vero, Ciò avrà conofeiuto nella bell’ Ope- ra del Sig. Andry , e per avventura Io conofeerà ancora nel progrelTo di quella Lettera .

E' flato oramai ftabilito da tutti i Letterati di fior fen- ^ ,

no, eh Ogni animale, non eccettuato ne meno i uomo, na* nafeono

fca. dall’ uovo . Gli fìelTi Infetti creduti finora con tanta , ^a//’ uovo.

franchezza poter nafccrc da una cagione equivoca , come la chiamano le Scuole , tutti , per fcrvirmi dell’ animofa ef- prellìone d’ Oligero Giacobeo (a) ex ovis prodeu?it ^ qiwe ^ qj primo vermicuU , mira tandem metamorphofì alarum remigio ’cap. \ CcéIos petunt . Il che pure tiene per certo il noRro Sjg, An- dry , a cui a pieni voti acconfento 3 ma ciò , die ancora in- torbida la chiarezza di bella dottrina fiè , che arrivando tut7i i^^Moderni a difcorrcre di que’ degli uomini, e degli altri viventi, zw- f opra !a r.afcira cora non iftabilifcono da qual forta d’uova efll nafeano. Ba- de vsrmi umanu fta loro generalmente , fe dicano , efl'cre ogni cofa quag- giù piena d’ uova c vifibili , cd invifibili , volendo lo flefiò Sig. Andry , che le ingojamo , non folamente con gli ali- menti, e oevande, ma con l’aria fteffa, nella quale fi tro- vano . Quello è uno fcoglio , nel quale tanti valentuomini urtano facilmente, collo fchifare quello della Putredine, e pure io fimo tanto dannofo alla vera Filofofia il crederc_^ Vermi n - che poflano nafeere viventi dalla Putredine , quanto dalle poffóno nifcerTde vova d’altra fpezie , confondendole fra loro j e facendogli uova inghiottite derivare da Padri non fuoi . Ma fe Vermi , 0 in- parva licei componere magnis-^ divergi .

fccome dall’uovo d’una Colomba non nafee un Serpente , GeorgJ.4.

da un ferpente non nafee un topo, da un topo non nafee un pefee , così anche infallibilmente dall’ uovo d’ una farfalla non- nafee un Lombrico, dall’uovo d’un Lombrico non na- ^ j

r r r ì I c r r .. Jemtle deve

ice uno Icarafaggio, da uno Icarafaggio nonnalce una fquii- Onerare il fuo la. Quefta è una legge perpetua nella Natura, eh’ ogm fimiU . mile generi un’ altro a fimilc.

Sic canibus catulos fimiles , f,c Matrihus htedos r Arlotto tteffo nottro degnamente celebrato Poeta I>a Vacca nafeer Cerva non vsde/U ,

ISlè mai Cdotnba d' aiquil a

A 3 Bà.

Virg. Eglog. r.

Kon hafta ef elu- dere la Putredine per ijìabilire be- ne qual fra la na- feita de' nojlri Vermi .

Uova , 0 Vermi fjlerni o non naf- cono , o muojono in noi .

Vermi eflernt per- chè nmojano in noi .

a Tom. I. In Diatr. de Fer- mentat. p. 50,

mfpójla del 'EÌancardo all' apportata diffi- coltà .

6 Dell’ origine de’ D'ermi ordinar]

Baftò a più limati Moderni l’aver efclufa la Putrèdine, ballò loro il dire , che i vermi degli Animali , e fegnata- mente degli uomini nafeono dalle vova inghiottite co’ frut- ti , Erbaggi , bevande , ed altri cibi , anzi coll’ aria , ma non ponderarono, che i vermi de’ frutti , delle bevande, de cibi , dell’aria non fono della fpezie di que’degli animali, e in confegiiente ne meno di que’ degli uomini . Qiiindi è, che , fc inghiottiamo le vova fuddette , come certamente moltiUime di continuo ne inghiottiamo , o non nafeono in noi, o le pure ancora nafcefl'ero , che non credo, gli appe- na nati teneri vermicelli , per difetto del proprio alimento , e del loro nido proporzionato, o dell’aria aperta, e sfoga- ta, perirebbono; o dal nollro calore, e fermenti attivillìmi larebbono uccifi.

Ma conceduto ancora, che fi nutrideroin' noi , chevitro- vaflero un nido proporzionato, giunti, che fodero alla lo- ro deftinata grandezza , e maturità , per convertirfi poi in Aurelic, o Crifalidi, e Ninfe , dalle quali in fine devonofeap- pare volatili fimili a loro .Padri , come farebbono ^ Dove ritrovarebbono luogo placido , addattato al loro genio , e fenza difturbo , per fare quelle mutazioni , e fpogliamenti dedinati per inviolabile legge della Natura ? Ho odervato cento volte , e cento , che fe non anno luogo proprio , e conforme la loro indole , fenza fallo , perifeono . ElTendo dunque quali tutti quanti i vermi, ch’ella vede ne’ frutti , nelle acque , nell’ erbe , ne’ cibi di tal razza , che a fuo tempo fi convertono in volatili , non dovremo temere , che quelli nafeano in noi , o nati vi loggiornino per molto tei)i- po . E dato ancora , che fieno di quegli , che non fi con- vertono in volatili , e rimangono Tempre vermi , che fono pochi, faranno di fpezie totalmente diverfa da’noftri, e fa- rebbe ridicolo il confondere le fpezie , e fargli nafeere da Padri non ^fuoi , come abbiamo accennato , e come {pieghe- remo più a bado.

Il Blancardo (a) previde quefta difficoltà, e interrogan- do fe {ledo, e a le medefimo rifpondendo, finalmente con- chiufe Quod nulla, fìt in nymphas Vermium in bumano corpo- re mutano ^ quia aer calidus ^ ficcus in inteflinis non efi^ fed humor , quo impeditur , ne fpolia exuant , bine iflius prio- ris flatus continuatio , bine etiam oh maturitatem generano nova. Non mi fiupirei , che quello celebre Medico, ed A- natomico fode caduto in un’ errore così palmare , fe non ifcrivefle d’ayer egli llampato nel proprio Idioma un Trat-

t ato

nd corpo umano. 7

tato degl’ Infetti col nome di Teatro^ nel quale era pur ob- bligato a fapere l’indole , le neceflTarie mutazioni, ed il ge- nio invariabile degl’ Infetti . O che fetide del fuo , cioè proprie oflervazioni , o traferifle folamente da altri , come l’incolpa il Verheyen d’avere fatto nella Notomia. Se fcrif- fe proprie oflervazioni , dovea pur eficrgli noto , che gli Silofcori acquajuoli , alcuni Cevettoni, o Libelle, gli Efe- mcri , alcune Mofche , e Tafani palufiri , molte Zanzare , ed altri animaluzzi di flmil razza fi cangiano in Ninfe , e in Crifalidi , dando nelle acque, o rafenti Tacque, altri s’ appiattano dentro fcilfure, o fori dell’ umide ripe , altri fi ravvolgono, ed inviluppano dentro la terra, o il fango, ne’ quali liti aer nec cdidiis , nec ftccus efl , ubi plurimus hu~ moY impedire pojjet , ne fpolia exuerent .

Così i vermi delle Formiche fi fanno ninfe in feno alla terra ; e le Ninfe dell’ Api , fe non iftanno dentro i loro morbidi nicchi , o cafelle, lìbero acri expofiue , & indure- feentes obeunt , come riferì lo Svvammerdamio (<j) , e nel riferire gl’infetti, che riduce al quarto ordine della muta- zione {h) y alla quale diede nome di T^nfa yermiformi^ la f ciò notato ( c ) buie ordini pojjunt danari Is^ympha in medio frubìuum , verrucofis plantarum , arborurnque exere- feentiis y in lìgnis longd yetujìate putridi s , in animantium inteflinis , aliifque locis abflrufioribus reperiundie , fenza il vano timore del Blancardo, che per mancanza d’aria cal- da , c fecca nymphefeere non pofìent , quando tale è la lo- ro natura .

Ma può rifpondere il Blancardo, che non parla di que da forta di vermini , ma di que’ , ch’anno per loro legge lo tramutarfi in luoghi afeiutti , e d’aria libera, e ventila- ta . Al che foggiungo , che appunto quella forta di vermi- ni è così dilicata , e gelofa , che fe non truova luogo afeiut- to , e a fuo propofito , poco dopo infallibilmente fene muo- re , I vermi fìelli delle mofche , e mofeioni familiari , o d’ altri limili avezzi pure a nuotare , e diguazzare nelle Fo- gne, onelle carni fquagliate dalla putredine , giunti alla loro deftinata grandezza abbandonano que’fozzi , ed umidi luoghi, e fi ritirano in angoli afeiutti per tramutarfi, ma, fe a calo fono dentro vetri , o luoghi chiufi , dove tutto fia inondato da molto umore , certamente muojono , come ho notato più volte , e fatte a bella pofta le fperienze . Sono i vermi giunti a quel grado di perfezione, come ap- punto gli Embrioni dentro i proprj invoglj , e chiufi anco-

A 4

fc toglie la PJ~ fpojia del Blan- cardo .

Crifalidi nell' u- tmdo .

a Hill. Gene- ral. Infeèl.

b Ib. pag. 137. c num. 14.

Ninfe nell' umi- do .

Altra rìfpojla del Blancardo .

Si rifponde di nuovo al Blan- cardo .

Crifalidi de' luo- ghi afeiutti muo- iono negli umidi »

Embrioni de' vo- latili Infetti qua- li fìanoy e loro nttm. tura .

ra

Da vermi de'Po- ìedrì nafcono mo- frhe.

Vermi fotta it ciiojo de" Buoi , e delle Vaeche e lo. To genio ,

Vermi del nafo de’’ Cabrati e loro indole j e mutazione ,

Siflrigne l'Argo, tneruo cantra il Blancardoy e tat- ti i Moderni .

8 DeW origine de' Vermi ordinar}

ra nell’utero materno, quando fono aneli’ ellì arrivati alla loro perfetta grandezza Bi fogna , ch’efcano di quel luo- go , il quale lino a quel tempo era loro flato cotanto a- mico , altrimenti fi foftbcano . Se dunque a’ Vermi di quel- la maniera accade ftiora di noi , ciò , che accade ad ogni maniera di vivente , quando giugne al menzionato flato , e per qual nuovo privilegio i Vermi impantanati nell’ in- tcllinale Cloaca , fe fono della razza di ufeire a fuo tem- po, di tramutarfi, di fquarciare finalmente gl’invoglj, che gli circondano , fe non trovano colà dentro luogo afeiut- to , ed altri requifiti neceflarj , non reftano foffbcati f* E come cangiano così fìrabocchcvolmente natura , che debba- no tirare avanti nello fiato primiero di vermini?

Avrà V. S. R. letto nel mio Trimo Dialcgo fopra la cu-- YÌofa orìgine di molti Infetti ftampato infelicemente nella—» Galleria di Minerva di VeneTja Tom. primo ^ Tart. x. come i Vermi corti de’ Poledri , e de’ Cavalli , arrivati , che fo- no dentro di quegli alla lor perfezione , fi mutano in certe particolari Mofehe, ufeendo per la parte deretana rimefeo- Jati con le fecce . Cosi quegli ofcuii , e feroci vermi , che fotto il duro cuoio de’ Buoi , e delle Vacche , ( i qua- li defcriflì parimente nel fnddctto ' Dialogo ) non oftan- te , che fi nutrifeano fino alla determinata grandezza fotto di quello, quando viene il tempo loro di tramutarfi , feap- pano deir antico nido trivellando la pelle , c ufeendo fuora pel fuddetto fine . Siccome pure efeono pe i fori del Nafo certi altri vermi abitatori della parte fuperiore del medefi- mo , è della cavernofa fronte delle Pecore , de’ Cafirati , delle Capre , de’ Cervi , delle Damme , e fimiii , dopo d’ef-' ferfi nutriti abbafianza, per convertirfi in Aurelic , c far fi^ volatili , come fpiegai nel menzionato luogo . Se du^ique- tutt’ a tre quefte fpezie di vermi , che fi nutrì feono ^ e crefeono dentro i viventi , anzi i primi de’ Cavalli abitanti negl’ Inteftini fieffi , quando arriva quel tempo , nel quale debet fieri in nympbas mutatio , efeono a bella pofìa degli antichi amati Covili , per farfi Ninfe , o Crifalidi , e per qual' occulta cagione gli umani non faranno Io fteffo , fe fono della fpezie di quegli , che fi tramutano j come vuole il Blancardo ? Ella chiaramente vede , che quefio dotto' Scrittore con tutto il popolo nobile de’ Moderni non ha . fatte tutte quelle rifleffioni , ed oflervazioni , che fono ne-’ cedane per la cognizione della vita , e genio de’ nofìri' vermi. Imperocché dalie accennate fi vede, che fe i noftri

ver-

V nel corpo tmano. 9

vermi follerò della fpezie di quegli , che fi fanno una vol- ta volatili , ufeirebbono aneli’ em al fuo tempo determina- to dagl' Intefiini , ne reflerebbono colà fempre vermi. Dun- que fono d’ un’ altra Spezie , ne 1’ umido , che gli circon- da , potrebbe impedire l’ordine loro , come non lo impe- difce a già deferitti de’ Cavalli , de’ Caftroni , delle Capre , delle Vacche , e fimili , ovvero perirebbero . Cioè i noftri ordinar) fono dcfiinati a nafeere vermi , crefeere vermi , e reftar fempre vermi , come veggiamo nel Mondo grande molti , che mai non fi mutano , ma fono condannati dalla Natura ad edere vermi fino, che vivono, a ferper perpetua- mente per la terra, come i Juli , le Scolopendre , i Mille- piedi , i Lombrichi terreflri , cd altri tali .

Da tutto ciò fi cava ancora la rifpofia a quanto il Blan- cardo ripete, trattando parimente della generazione de’ vermi del corpo umano nel fuo Libro delle Inftituzioni della Me- dicina , e fegnatamente nella Pratica Medica Tom. a. , do- ve cercando l'origine de’ Lombrichi d’un verminofo fanciul- lo , deduce quefta dalle uova delle Mofche comuni , e d’ altri Infetti depofte fopra Erbe , Carni , Fmtta , Pefei , cd altri comeftibili , ed inghiottite dal medefimo.

Così anche il Sig. Andry vuole quelle uova vegnenti dall’ ellerno , aggiugnendo , che nafeono ora d’ una fotta , ora d’ un’ altra , giufta l’ umore , che incontrano atto a fo- mentare ora quelle d’ una fpezie , ora quelle d’ un’ altra , e,fe il corpo di quell’ individuo non ha in fe alcun’ umore addattato a quella maniera d’uova , refìa efente da quello popolo verminofo, nella maniera medefima , nella quale fi veggono alcune Terre così flerili , ed infeconde , che non vi nafee, ne alligna alcuna fpezie di grano. Ma non oflan- te , eh’ abbia penfato più acutamente del Blancardo , re- flano péro in vigore le mie ragioni , non ballando l’umore a fare , che cangino natura , ed a fare , che viva , crefea , e fi propaghi quello , che ha fortito leggi totalmente diver- fe-, come ha fentito.

Ne voglio tralalciare un’ altro errore del Blancardo non proprio d’un Naturale Filofofo fperimentatore . Veggendo, che non poteva negare, che i noflri Vermini negl’ intelli- ni moltiplicano la loro Spezie, accortofi, che i Vermi del- le Mofche , de’ Bruchi , e H altri Infetti , che fi tramutano poi in volatili , non mai depongono 1’ uova loro , finat- {antocchè non fieno paffaSe, tutte le loro mutazioni , c fatti volanti , pensò , che benché foflcro ancora vermi , ciò non

oftan«^

Vermi nofirij'cr.o d'un’ altra fpe:;Je^ poichì rejìano fempre vermi .

^ìfpojìa generale a tutto do , che ha detto il Blan- cardo fopra la fetta de' nojlri vermi .

Opinione eonfimì- le del Sig. Andry e in che differifea dal Blancardo .

Gap. 2. Du ge- neration du ver.

Altro errore del Blancardo circa la propagazione de nojlri vermi .

IO Dell' origine de' Vermi ordinar)

Lucgo detto oftante ob corum ìnaturitatem gencratio fequeretur nova . Mi perdoni cjucfto degno Filofofo, non può mai chiamaiTi ma- turo un vivente , finche non è giunto a tutta quella mani- J tenni degli In- feftazione , cd efpanfione di membri, che fi ricerca pe- fe- fetti^ che volano coiidare , o fecondarli , e propagar la fua fpezie . Cosi non fi propagano tutta cjuanta l’immenfa famiglia de’ Bruchi , fra quali le mai, quando- fo. (.gcnipio famigliare, come noto infino alle donnic-

Brulli ciiiole, i Bacchi da Seta , non pofl'ono mai deporre 1’ uo-

va , fe non divengono Farfalle, poiché quello è l’ultima termine deftinato loro dalla gran Madre per la manifefta- zione , e perfezione di tutti gli organi necefl'arj alla grand’ Opera. Così ninno de’ vermi di Mofea, di Cantaride, di , Sc^irafaggio , di Convolvulo , di Zanzara , di Cevettone , venni 1 0^ Brucili ^ depoiie 1’ uova , fc non pafii tutte le necef-

mai fi propaghi- > dilò COSÌ, mctamorfofi , c non arriva all’ultimame- no ,fe non diven- ta della fua perfetta ftruttura. Tutta quanta quefia razza tatto volatili, co- di Vermi , o Bruchi, è, (conforme accennava di fopra ): me i loro genitori,. l’Embrione degli animali chiamati perfetti, la qua^

le folamente fi termina , c slega da tutti i fuoi Invoglj , quando cangiata in Ninfa , o in Crifalide , o Aurelia , fquar- cia il doiTo della medefima , ed efee guernita di tutti, i fuoi organi . Se ha mai fatta il Sig. Blancardi la Notomia d’ un Bruco, o d’ un Verme di Mofea, come ha fitto il Sig, Malpighi , ed io ftelTo , dove ha veduti i vafi fpermatici con gli altri ordigni compiuti, e fguainati , o l’Ovaja per- Tw/zf leparti p tutto allora involto in membrane , come

del vo. utile fi per- vette, o fpoglia che il tutto guarda con diligen-

fetionano cientre \ y fi . r ^ixt ?'•

/’ Aurelia ^ nnchiiKle ì (Quante parti alpetta la Natura a Ipri-

gionare nel tempo, che il Verme è divenuto Crifalide, o Aurelia , o Ninfa ? Non é il tutto tenero tenerifflmo , e veramente inabile ad ogni opera o femminile , o mafchilc^ .Dentro folamente l’ Aurelia , o la Ninfa giugne il fine del- la maturazione del Verme, non quando è ancor vèrme , e ficcome nella sfera de’ maggiori animali , detti perfetti , gli Embrioni mai non pottono generare , per non efìére ancora giunti all’ ultimo grado di perfezione , così i Vermi nella sfera de’ minori, non meno perfetti , animali, non pottono mai giugnere alla medefima mirabil’ Opera, fe non fono to- talmente perfetti .

Gen. In- Ott'ervò attai meglio Svvammerdamio^ (a) nel racconto di fed. l'cd. ?.pag. quegli, che chiama nymphae ammalia, due cofe , che a di- pag. 72- rittura diftruggono il bel penfiero del citato Blancardo . La puma fiè, che i Bruchi giunti al perfetto- accrefei mento del * loro

nel corpo umano. ir

loro corpiccluolo debbono rautarfi , e concbiudc idam mu- e ìnevitahile la

tationem ergo rides non pofie cvitari ab Erucìs. Se dunque miaaiìow de

evitari non potefl , dato anche , che fodero nel noftro cor-

po, o dovrcbbono farla , o perire . La feconda fiè , chc__>

licei in plimmis vcrmìculis , & etucis dijììnguere pojjtmiis u-

tvumque fexum fado pcrìciilo , non tamen eas coire obferves

fub verrniculorum forma . Non vale dunque 1’ ingegnofo ri- po/jom u.

piego , e quafi Ariftotelica fottigliezza del Blancardo , che nìrfi all’ opera

ob eonm maturitatem fecjueretur generano nova , poiché mai della generaijo.

vermiculos , erucas coire obfervabis fub vermiculorum , ? quando^ jon»

erucarum forma , edendo allora , come un’animale tenero ,

ed imperfetto , tutto involto , e circondato da membrane ,

come da fafcic, e dirò così, chiufo in un facco.

II fiiddetto però fperimentatidlmo Svvammerdamio con

tutto r attentilTìmo ftudio fatto fopra gl’ Infetti nella fui .

Storia General de’ medefimi {a) , dopo d’ avere divifa la a Hift.Geii.Inf. quafi innumerabilc turba degl’ Infetti in Claff , ed Ordini in Epilogo, propj , quali col piede afciutto pad'a i vermini degli Ani- Nafiaa de’Ver- mali . Tocca però qualche cofa alla sfuggita, moflrando ab- degh Ammah baftanza la fua opinione ; dicendo aneli’ edb , che 1’ uova ^sv°vamerdamio ^ de’ vermi del corpo umano vengono dall’ efterno rimefcola- te co’ cibi, bevande, ed aria 3 le quali , mediante il fomen- to del noftro calore , nafeono in noi . Id quod , lafciò Ictit- to ( ^ ) alid occafione clarifsirnè exponemus , & debita cum b Ibid. pag.ijy. circumfpcbiione . Taradoxum certè videri poterli ^ Vermiculum naturali alimento fubtraUum , aliiquè loco alimenti non refpon. denti fm ìndoli infertum , nibilominus alieno alimento vive- re pojje . Vedeva quell’uomo grande la difficoltà della con- Cautela prudente cepita opinione , conofeeva elfere contra le leggi ordinarie della gran Madre , che era un Moftro , il dover vivere i vermi in un luogo non Ino con alimento non propio, quin- di fù, che non volle- aggiugnere pruove per illabilirla , ma cauto foggiunle, che ne difeorrerebbe in altra occalìone , & debita cum circurnfpeftione ^ Conofce''a T improbabilità del- la cofa, vide in barlume Terrore , c lo chiamò Taradojfo.

Vengono bene dal di tuora , ma in diverfo modo di quello ^^ualì vermi ven- de’ Vermi , de’qiuli adelTo parliamo, certi Infetti minuti di gano dall' efterno. varie fpezie , che 11 veggono Avente con maraviglia feap- pare dalla buccia de’ Pidocchi liivetlri , de’ bruchi d’ ogni come efeano da

forta , dalle Crifalidi , da Bozzoli , dalle Ninfe , maniera diverfa ne Svvammerdamio , altri

Umili di varj Infetti ver-

Ma , come ciò feguille , ne il Sig. Redi, di fpefe di- ne Goedarzio , ne il Lifter , ne tanti ■>

che gli anno oifervati , e che anno faitto fopra que-

Ila

Fenomeno /ìnovn ofcuro fi fcuopre .

a Gal. di Ml- ner. Ven. Tom. I. Part. X. pag.

b Tom. Gal. di Miner. Part. 9. , & Part. ir. pag. 366. 367,

S' accena il vero modo , come naf- cano Infetti da altri Infetti di- verfi ,

Inganno d' onde e nato ,

1 2 DeW origine de" Vermi ordinari

fìa diflìcililFum materia , l’anno conofciuto . Cioè qualche volta accade, che un Bruco, o un Verme in vece d’ inerì- falidariì , o fard Ninfa j o una Crilalide , o Ninfa invece di dar fuora il volatile fuo nativo , fuora per ogni par- te del corplccllo fuo una gran quantità di vermetti , o di Mofcioliiii , o di Molchc , qualche volta alcuni Mofeioni , o picciole vefpe falvatiche , o altri Infetti carnivori , e di- voratori di fpezìe affatto diverfa dalla fua , e qualche volta un folo diverfo an eh’ e fio dalla fua fpezi'e . Molti di quefti ancora s’ incrifalidano dentro il divorato animale , ed efeo- no volanti, come accade ne’ Pidocchi de’ Cavoli , in qual- che Crifalide, o Ninfa benché in bozzolo , o nido alle vol- te rinchiufa , ma ciò non fuccede , fc prima non le divora;-; no le vifcerc , e non fi fanno un luogo proprio a tal fine. Qiiefìo Fenomeno , che ha flordito i primi Filofofi natura- li , ed i più diligenti oflervatori del tempo noftro , fu da fortunatamente feoperto, e fpiegato nel mio citato pri- mo Dialogo (4) c nel fecondo ancora (6 ) , a’ quali mi rim- metto per non replicare le cofe una volta da Pampa- te. Accenno folamente , che tutti coftoro fono figliuoli car- nivori di varj Infetti , i quali , o fieno poi picciole Mac- chine, o fieno veramente animali guidati da un non che, non troppo bene comprenfibile , che chiamiamo Infiinto , vanno furtivamente a deporre 1’ uova loro fopra , o dentro altri Infetti, fc qualche volta dentro ì bozzoli, o nidi) fo- rando loro per lo più il dorfo , o il ventre , quando vi fi gittano immediatamente fopra , ed infinuandovi dentro le fc- menze fuc , come abbiamo detto , che fanno i Tafani agli Armenti , e come fanno tante Mofehette , c Infetti falvatici in depofitar 1’ uova dentro o fopra le Piante , o dentro, o fopra i frutti. Nato il Verme, o i vermi, fc fono più uo- va , incominciano a divorare le vifccre del miferabile Pa- ziente , per lo più r uccidono , e crefeiuti dentro vi s’ incri- falidano , ed efeono poi vittoriofi , c volanti della fpoglia del divorato, che lafciano in abbandono, o alle volte feap- pano ancora fotto la figura di verme c s’ incrifalidano al- trove . Chi ha veduto cofloro ufeire all’ improvvifo d’ un’ eruca i o bruco y o Crifalide ^ o boTfi^lo , o limile, tutti di- verfi dalla fpezie dell’Automa, d’onde fortirono , è reftato forprefo dalla novità , non avendo olì'crvato , come a me venne più volte fatto, d’ofìfervare , che fono figliuoli ìcgi- timi d’ altri Infetti ingegnofamente crudeli , i quali prima v’aycano depofte dentro, o fopra 1’ uova loro.

Co-

nd corpo umano. ij

Così reflò ingannato il per altro diligentifllmo Sig, Redi nel credere , che alami Bruchi del Cavolo , che nel Mefe di Settembre , dopo nutrici , falirono , c s’appiccarono a’ coperchi delle Scatole , facejjero in quel tempo cene minute uovo, rinvolte in fet et gialla : dalle quali nel Me/e di .Maggio ufeiron fuora altrettanti piccolijjimi mofeherini nericci con due vere , e lunghi fsime antenne in te/ìa y i in perocché ne il al Mondo Inietto, che faccia uova involte in feta , ne i Bru- chi, finattantochè fono Bruchi mai paitorifcono uova. Era- no quelle vermi rinvolti ne’ loro bozzoletti fabbricati fubito ufeiti dalla bucata pelle de’ Bruchi , non da’foliti ovidutti , che mettono foce nella cloaca dell’ano, i quali per la figu- ra ovale gli parver’ uova . Ed erano appunto di quella raz- za poco fa menzionata , che nafte da uova depofte dalla Ma- dre dentro , o lopra del Bruco nel modo già detto , dalle quali poi tornarono a nafeere , come riferifee , altri Mol- cherini fimili a’ genitori .

- Nello ftefib luogo pocodopo fcrive, che aprì alcune Crifa- lidi di quelle, che non diedero fuora Farfalla , e che nel Me- fe di Marzo s’ inaridirono, eceCTarono dimuoverfi , edolìer- che tutto il lor guido era vuoto , eccetto , che nella parte corrifpondente al petto , dove trovò un’ uovo di color fra ’/ paonaxptp , e il rofio pieno d’una materia fimile al Lat- te , 0 alla chiara d’ uovo , dalle quali nacquero altrettante Mofche della raTg^ di quelle y che ron'^ano per le nefire cafe y e nacquero moge , sbalordite , e mal fatte . Anche in quella Ofiervazionc -di gran lunga errato quell’ uomo grande , pofciachè quello non era un’uovo, ma una Crifalide dimofea dentro la Crifalide del Bruco divorata internamente . La materia limile al Latte, o alla chiara d’uovo era il verme tenero , che ruppe , lenza avvederfene , il quale poi dovea fpogliarfi, , e apparir Mofea , come fecero que’ , che non ruppe. Sapeva pur anche , che dalle uova immediatamente non nalcono Mofche , ma vermi , i quali giunti alla gran- dezza determinata s’incrifalidano, e danno poi fuora leme- deficne. Ne quelle Mofche erano delle ordinarie, che ci mo- leftano nelle cafe , ma d’una razza ortenfe , o falvatica fi- mile alle comuni, eh’è alquanto più pelofa , e più feroce. Anche la femenza di quelle era venuta dall’eRerno , come abbiamo accennato , la quale diede fuora i fuoi parti , e quelli fecero il folito giuoco dell’ altre .

Ne meno conobbe quello Fenomeno lo Svvammerdamìo, mentre trattando De Vermibus fpuriis , aut Jnfe&is ab Eru-

cisy

Errore del Sig^ Pedi nell' Efpe- rienze intorno agl’ Infetti p. 133. deli’ ulti- ma {lampa in 4.. di Firenze.

fcuopre V erro-

Altro errore dei Sìg. pedi .

Si moflrano gli errori , e fi la ragione .

Errore del Svvammerda- mìo .

Lib. citato .

Opinione falfa dello Svvamerda- nùo circn gl' In- Jctri negl’ Inferri.

Errore de’ Gior- nalijli di Trevu (opra hi nafcita degl’ Infetti negl’ Infetti ,

* Memoir. de Mathem. & de Phifique An. 1692. 31. Juil- let. pag. 134.

Nelle faddette" pag. 140.

14 Deir orìgine de' Vermi or dinar j

cis , ac Cr)falidil>Hs diyerf& fpeciei prodetmtibus \ 1 -quali ri- porta ad quarmm mutationis ordinem , non s’ interna a ra- gionarne a lungo, ma dice, fe alias locutumm , quà fcili- cet r adone intra eafdem , & ex eifdem f ceu interno principio generentiir . Accennò però abbaftanza la fua opinione , .che vengano generati ceu interno pYincipid ^ la quale ha anch’el- la i fondamenti fallì, come ha fentito non nafeendo tutta quella plebe divoratrice d’infetti, malamente chiamati fpu- r) , da alcun’ interno principio, ma vengono veramente dal di fuora da loro Padri lecitimi, come ho accennato, e co- me Ipicgai una volta ne’ miei citati Dialoghi , e {piegherò con nuove OiTcrvnzioni più diftufamente in un’altro Trat- tato .

So , che 1 dottiilìmi GiornaliiH Trevù nelle fue belle memorie di Luglio, c d’ Agofto dell’ anno 1701. Arr. x. c. 49. riferendo il Libro delle mutazioni degl’ Inietti del Goe- darzio, c notando , come dalle Crilalidi , invece di lifcire Farfalle, cleono alle volte Mofebe, e Mofeherini , conclu- dono il eji-éyident que plufieurs yiepnent d’ ceufs & de fe~ mence ■. mais il y en a auffi , qui paroijfent , naìtre'de la cor- ruption . D’ ailletirs en nc concoit pas aifement , comment du mème infeCle il peut provenir deux oh trois efpeces dijferentes , ainfi qu’ il paroit par ce que nous avons dit . Se mai avelTe la forte di capitare alle loro mani la Galleria fuddetta , li con- tentino di guardare ne’ citati Dialoghi , che Ipero , fi leve- ranno i fofpetti, che poflano nafeere Infetti tali, o d’altra razza dalla Putredine, nafeendo tutti dal proprio feme , co- me ho accennato, e dimodratoin quello, ed in altri luoghi.

Dubito ancora, fe quel grande oflèrvatore del Sig. Sedilo abbia avuto l’incontro di vedere ciò, che la fortuna a me di* feoprì . Deferive (*) con ogni efattezza ogni minima muta- zione di quella gran Farfalla occhiuta nell’ ali, come i Pao- ni nella coda (ch’aneli’ io notai, tempo fa, come ha vedu- to nella Serie de’miei Infetti, e la pongolra le Farfalle not- turne J ma, efìendo nate da diverfe Crifalidi de’ Bruchi im- bozzolati della mcdefima tre forti d’altri Infetti volanti, in- vece d’ufcirc le lolite Farfalle , reftò anch’ egli forprefo da quello inafpettato avvenimento , e lafciò in dubbio i Leg- gitori d'onde, o come nafeeflèro. Toutes ccs produElions pa-. roijfent biipfares , & extraor dinarie s: ( feri vono nelle Memo- rie nel luogo citato pag. 1.40.) elle spie font pas neantmoiw l’ effet du ba'n^ard , elles ne vknnent^point de corruption j mais elles on un principe certain , & determinè 5 corame^ on

. j Va

7iel corpo um anò ^i 15

Va reconnu par phtfieurs experknces que la brievetè de ces tftemoìres ne permet pas de rapporter .

10 non poflò immaginarmi di quali principi reni , e de- terminati s’ intendano , ma ‘mi par bene , che non farebbe fiata troppa lunghezza l’aggiugnere (fe ne aveano certa no- tizia) ch’anche quegl’ Infetti nafcevano dall’ uova intrufe ne' boTg^oli dalle loro Madri , giacche , come Saviamente, e ve- ridicamente gli avea defcritti il Sig. Sedilo , fono fempre aperti da un canto .

Vide però quel grand’uomo, c conobbe, che non nafce- vano dalla Putredine , elles ne viennsnt point de corruption , onde femprepiù mi crefee la maraviglia , come i dottillìmi Giornalifti di Trevu , (i quali debbono pure aver lette tut- te le Oflervazioni di quella loro fempre degna , e venerata Accademia ) cadano poi nel fofpetto co’ buoni vecchi , che fimili maniere di produzioni polfano mantenere ancor viva l’opinione de iqafcimenti fpontanei ^ qui paroifent , naitre de la corruption .

Vede dunque V.P. R. quanto ha fpinofllTimo queRo Stu- dio, quanti (udori codi , quante fpefe , quante vigilie pri- ma , che (i giunga a ben concepire il modo di na(cere di quelli maravigliofi viventi , ne’ quali veramenre , come dif- (e un grand’ uomo fi rinchiude tutta la iSfitura intera . E pure tanti lumi , e tutti quefti medefimi , che pajono così lontani da noi , rifehiarano a maraviglia il nafeimento di tante forti di vermi in noi , come vedrà nel progrelfo di que- lla Lettera, e piu in quella , che feguirà.

11 Sig. Jacopo Grandi noftro Modonefe già Medico, Ce- rulico , e.Notomifla celebre in Venezia credeva anch’egli, che in vermi nalfero i fanciulli per l’uova inghiottite co’ frut- ti, e perciò in tempo d’ Ellate fodero quelli più foggetti al- la inverminazione , poiché in quel tempo mangiano più frut- ti pieni zeppi delle medelùne , onde ella vede, quanti com- pagni ha il nollro Sig. Andry e in Italia, e fiora d’Italia, che aderifeono alla fua opinione . Ne difeorre si detto Sig. coir occafionc , che in Parma fi ritrovato dentro un’ uovo frefeo di Gallina un Serpentello, come riferirono i Giorna- lilli di quel tempo , e di quella Città . {a) Sicuti enim ,

( diceva il Sig. Grandi in una fua Lettera fritta al Sig. Gi- rolaiho Santafbfia Profelfore Primario di quello Studio) ùo- rariorum , ceflivorumque fruVluum tempore magis verminant , quàm alio Tueri , quoniam mne -vel extra , Tel intra yermes , ■autfemina infunt, qute infra Homachum intarla flimnt , rugis

Ttlffscoltà dAìo Studio degl’ In- fetti .

Errore del Signor Grandi fopra la nafeita de’ nojìri Vermi .

Serpentello in un uovo .

a Giomal. di Parma del 167 3. 31. Luglio .

in~

Per qual cagione inxierminìno pih ì fanciulli rp-Jia- Te, che r Inverno.

a Ofler. degli Atiim. viventi &c. car. 1 1 9.

Per qual cagione i vermi tormen- tino piti l’Ejlate , chje /’ Inverno i Fanciulli .

h Loco detto n. 13. cart. 119. 5 c 120.

Inermi umani fo- no ticcif dalle frutta , non naf- cono dalle Jleffe .

Venni umani fe- condagli antichi fi generano piti /’ Autuijno ,

16 DeW orìgine de' Vermi ordinar]

inteflinalibus harent , nafcmtur , crefcunt , ~»el fi nata nu- trimtur, ita etìam vel ferpens yivus , rei ferpentis Ovum à Gallina deglutitum , nec à yentriculo fuba6ium nafci potuit , deinde ad ^Ibttminis receptaculum reptitans ibi cum luteo in- yolutus , ac circumambiente corticc , tanquam feptus reman- fit. ^

Che i fanciulli inverminino più nell’ Eflate , che nell’In- verno, potrebbe anche concederli, madie ciò accada, poi- ché in quel tempo mangino frutti eftivi pregni di femi , ciò fenza violenza di fpirito non pofl'o credere , per gli motivi, che ha fentito di (opra . Il caldo della ftagione , ed i cibi di grato , e copiofo nutrimento ai vermi , poflbno eflere ca- gione , che allora più lufiùreggino , e più moltiplichino , non per le uova, o vermi divorati co’ frutti . Anzi io du- bito , per 1’ efpericnze fatte dal Sig. Redi (rt) , fc i frutti fieno tanto amici a’ nollri intellinali vermi, come volgarmente fi crede , ma panni piuttofloche i fanciulli , dopo avere trangu- giata ingordamente copia degli flelTì , fentano dolore nel ventre pe’ vermi , che già vi erano , c lo cagionino irritati dal fugo mal digerito de’ medefimi 5 non perche venga ge- nerato, e portato nel ventre nuovo ammafiamento d’ uova, e di vermini . Quindi c, che allora colle contorfioni , e col tentare la fuga fi manifeftano , urtando nelle pareti degl’ inteftini, e cercando per diritto , e per traverfo di Icanfare la difpiacenza di quel chilo crudo , inacitito , troppo fer- mentativo, e nemico alla loro tenera , e dilicatiffima tcilì- tura. Trcmetti , dice il fiiddetto ingenuo Sig, (b) deir uva fiata appiccata per lungo tempo al palco , e dentro al fuo fu- go yidi morire i Lombrichi nel termine di me7f(_ ora , e rirna- neryi , come induriti , e quafi rifeccati . £ pure fi crede , che tutte le generagioni di frutte cooperino molto alla generaefio- nc de" vermi né" fanciulli . lo Vho per una falfifilma credenza. ^ Si maftichi delle mele , delle pere , delle albicocche , delle Tef- che : in quella mafiicatura fi immergano i Lombrichi , e fi vedranno rimaner privi di vita in pochijjìme ore . Lo fiejTo av- viene a Lombrichi tenuti in vafo di Vetro , in cui fieno delle Ciliege ammaccate , e fprcrnute , delle fufine tanto agre , e a- cerbe , quanto dolcijfme , e mature , delle fragole bianche , r of- fe , s mofcadelle , e di quelle altresì grojfiffime , che fon chia-^ mate Magiofire .

Poflb anche fofpcttare co’favj vecchi, che nell’ Eftate non fi generino più ccpiofi i vermi , mentre i noftri primi Mae- flri Ippocratc , e Galeno alfegnarono piuttofto l’Autunno,

II

nel corpo umano . 17

Il primo ci lafdò fcritto ( 4 ) Febres ardentes maximè in finis fiunt , & in xfiate magìs exficcantur ; In autumno fe- rini fimt Stomachi dolores , ^ kermes ^fcoi’ides nuncupati vejpere infefiant . Il fecondo aflerifce (b) In Autumno gene- mntur nudi [ucci ob aeris imequalitatem , ob efìm divcrforum fruUuum i qnibus pxAcipuè ^Fimmnus abmdat ^ da’ quali poi credeva, nafceflero i vermi- Ippocrate nel citato luogo chia- mò KAutumnum fermimi , c Galeno elponendo , e rendendo la ragione di una tal ferità, dille, quia in ^Autumno gignun- tur sAfcarides , & Lumbrici , Così vengono da alcuni fpie- gati c|ue’/m«i fiomachi dolores per dolori originati da vermi, poiché Ippocrate chiama quella fotta di nocivi animali Ti- ria in var; luoghi (c), che in Latino fuona Fera . Nome, che al giorno d’ oggi non diamo in Italia , fc non a Bruti più feroci , e più fai vati ci .

Ne qui celfano i miei fofpetti -fopra la Lettera del Sig, Grandi , la quale ftimo necelTario , che ben ponderiamo , imperocché , fe folTe vera la fiia dottrina , cd il racconto d’ un vero férpentello trovato nell’ uovo , darebbe non poco pcfo all’opinione del Sig.Andry , e degli altri Moderni.

Primieramente dubito molto , fe quell’ animaluccio tro- vato nell’uovo follè un vero fcrpente , ma piuttofto lo credo un Lombrico, dirò così, ferpentiforme . Non era più grolfo al riferire de’ Signori Giornalilli d' un gambo ^ 0 picciuolo d' una Ciriegia , 0 d’ un filo di Fefe alquanto groffetto , dunque non era un ferpentello, poiché nella famiglia de’ ferpenti non v' è alcuno , almeno nella noRra Lombardia , che nafea così fottile, e così piccolo. Tutti , (eccettuata la Vipera , che partorifee i Viperini ) gittano fuora 1’ uova di groRezza af- fai notabile , e le depongono in feno alla terra , dalle qua- li , come ho più volte ofl'ervato , cleono i ferpentelli di mol- to confiderabile grandezza, e non meno fottìli d'una Penna daferivere. Così gli yAngui d’ Ffculapio ^ così que' chiamati Laciifugi^ e così altri da acqua , e da terra , che foggior- nano ne’nollri paefi. Avrà forfè anche qualche volta vedu-' dentro ì Vali degli Speziali i Viperini appena nati de’no- fìri Euganei, i quali tutti fono di afl'ai notabile grandezza, parendo impollìbile , come tutti capiflero nel ventre d’ una fola Madre . Dunque dalla loro deferizione ho giudo moti- vo di fofpettare , che malamente gli ponelfero il nome di Serpente .

E' in fecondo luogo molto difficile da ritrovarli la via , come quel creduto ferpentello dal gozzo, o ventriglio, o in-

B tefti-

a Hip. de Morb . popul. in prin- cipio .

b Gal.6. Epici. Com. I. tex. 14.

Spiegaxione d' un pajfa dTppoi-ratf.

c Coac. & Lib. 6.Epid. Parc.7., & Lib.4. eie Af- fe£l.

Si pondera la na~ fetta del creduto ferpentello nell’ uovo .

Si nega fojfe uts Serpentello . Prima ragione .

<S-rande\\a de’ veri Serpentelli^ e loro nafe ita.

-Viperini appena nati fono di gran- detja confidera- bile .

Altra dlfilcultd cantra il creduto Serpentello .

Cautela delle Galline nel divo, rare i ferpenti .

1 8 DeW orìgine de Vermi ordinar]

teftini della Gallina fi portaffe all’Oyaja , o all* Ovidutto, o al fecondo utero , dove la feoraa dura genera , e non_» calalTe piiutofto per 1’ ampia ftrada lubrica, c facile degl’in- telìini alla Cloaca , d’indi cogli efer e menti non ukilTe fuo- Teria difficulth terzo, che fiì inghiottito dalla Gallina -pel fer-

contra il creduto pens vivus , vel fcYpentis OpuMì nec a Ventriculo fubatiim. Serpentello nell' Non è probabile , che inghiottifle il ferpente vivo , poiché »ovo . lio oflérvato più volte , che non folamente le Galline j ma

ogni Porta di volatile carnivoro, prima d’ ingozzarli con qual- che vivente, lo percuote fpefle volte nel capo, lofchiaccia, Io fìritola, lo dibatte ora da una parte, ora dall’altra, fi- nattantocchè lo vegga morto, o almeno moribondo , guida- ti aneli’ cHì, o dalla incomprenfibile mecanica della loro pic- cola macchina , o da un certo barlume di cognizione , chia- mato da alcuni rudirnentum rationalitatis ^ che viene volgar- mente detto Infimo , di non inghiottire vivo , ciò , che può mordergli, torméntargli , o anche levargli fra vivi. H me- defimo fanno, fe divorano uova di qualche groflezza , o co- fe facili da romperfi , percuotendole, e dibattendole prima , per più facilmente trangugiarle Ma conceduto ancora ,

Quarta difficulth Serpentello , o l’uovo centra il detto fermento fio ferpentello nell' fgmpre nello flomaco Saflolini , e pietruzzole , che fervono anch’ elle unite al fermento , come di mola per macinare, e frangere minutamente quanto colà dentro arriva , contor- Foryi Jlupenda cendoìi quello per ragione de’ forti Puoi mufcoli in varie ma- della digejhone ^ q ftrignendo , e fpremendo fuor fiiora il folo fugo e e Ga ine . aflbttigliato , reftando dentro le altre parti del cibo , finché ancor eflc non fi fminuzzino impalpabilmente , e non fi tri- tino La fempre lodevole Serenifilma Accademia del Ci- mento con varj elperitf<enti provò la mirabile forza digefti- va delle Galline, e dell’ Anatre, e fi contenti, ch’io porti le loro fieffiflime parole , dalle quali vedrà V. P. R., quan- to facilmente poflbno le Galline digerire le uòva de’ Serpen- ti, o i ferpenti fielli, mafiìmamente teneriffimi , e appena a Accad del notarono que’ valentuomini {a) è la—,

Cim car z'68. digefiione delle Galline , e deW

ànatre, le quali imbeccate con palline di Criflallo mafsìcce, /parate da noi in capo di parecchi ore , ed aperti i loro ven~ triglj al fole , parevano foderati d’ una tunica rilucente , lo—^ qual veduta col Microfeopio , fi conobbe non ejfer altro , che un polveri'^^wento finifsimo f ed impalpabile di Criflallo. In

alcu-

che mangiafie intatto , o illcfo il , Chi non la forza fìupenda del detto fermento fìomacale delle Galline f* Chi non . che anno

nel corpo umano, ip

alcune imbeccate parimente con palle di Criflallo ma yote , Tor^a mWahile e forate fottilmente , ci fìamo abbattuti a veder delle fuddet- della dìgejhonf te palle, altre già pejìe , e macinate, ed altre incominciatt^. folamente afenderfi , e ripiene di certa materia bianca ftmile al^ latte rapprefo entratavi per quel piccoli fsimo fero 5 ed ab- biamo fottofopra offervato , che quelle macinano meglio dell’ altre che anno ne* loro yentriglj maggior copia di fajj'olini in- ghiottiti. Quindi con minor maraviglia firitolano , e peflana il fugherò , e gli altri legni più duri , come il Cipreffo , ed il Faggio , e arrotano , e finalmente rompono in minutifsime fchegge i Igoccioli dell’ Vlive , i Tinocchi durifsimi , ed i Tifiacchi fatti loro ingoiar colla buccia . Le Valle di Viftola in capo di 24. ore le abbiamo trovate fichi aeriate notabilmen- te , ed’ alcuni Quadrelli di filagne voti , parte ne trovammo graffiati , e florti , e parte sfondati da parte, a parte . Dalle pofono con pm quali prove chiaramente fi manifefla , dovcrfi più pronta- facilità digerire mente , e più predo tritare , e digenrfi un tenero Serpen- Infetti, serpentel- tello , o un*vovo di buccia facile , e delicata, che tutte le mentovate duriffìme materie » Lo che può anche dirli pro- porzionatamente del noftro ftomaco , al quale riefea meglio il digerire o uova di vermi , o vermi inavvertentemente in- ghiottiti, di quello, che fi Erbe crude, frutti, femi, car- ni grolle , oftriche non cotte, che molti mangiano per de- lizia, PefcL vifcofi, tenacillimi cibi, palle di butirro, e li- mili -

Anzi io penfo, che il noftro mefìruo fiomacale potrebbe digerire altre materie più dure , fe l’ aduefacelliiTio a quel- le, e non lo rendellimo effeminato , e languido colla tene- rezza , e delicatezza de’ cibi . Ho veduto foldati Tcdefchi mangiar carni ancor fanguinofe , e certamente più crude , che cotte , ed un nodro Villano, mangiava Cavoli , Infala- te , e limili fenza il folito condimento così crude, c difgu- fìofe . Qui in Padoa al riferire di Realdo Colombo (a) v’ era a fuoi tempi uu certo Lazaro , qui ab infanti^ affuetus Vitrum , faxa, Lapides , Ugna , viva ammalia , Carbones ,

Vifces è ripario extra&os adhuc fialientes vorabat . Vorabat lutim , lineos , laneofique pannos , fianum , flipulam , & ut brevi omnia completar , quidquid illi edendum , fieli deglu- tiendum potius officrebatis , mercede propofittà , difium , ac fa- Bum ingurgitabat . Del che cita alcuni Teftimonj , fra qua- li un certo Martino Spe^f ale , cui fiacculum carbone reficrtum ,

& fiaccum infiuper devoravit , quo vifio perfiolvit , quod polli- citus erat, comminatus, ne ad Tharmacopolium amplius ac-

B a ce-

li, 0 nova loro .

Il medejìmo fi di- ce dello flomaco umano con pro- porzione -,

Per qual cagione il nojiro ftomaco non digerifica cibi pili duri .

a Theatr. Ano- tom. Deiis,quas rarò in Anato- me contingunt Lib. XV.

divoratore ma- ravigliofio di Pie- tre , Legni , ani- mali vivi , Car- boni , Pefici erti di

uovo U7i verme

20 Dell' orìgine de Vermi ordinar]

cederei, yeritus ne fe cum Tabernà, rafis efìtaret- Tnt- ^ to queflo difcorfo prende di mira la forza ftupenda del fu-

dTtpo filmaci, godigeftivo dello ftomaco acciocché ella vegga, con quan- ta facilita polla digerire , fe a cafo vi entrino ^ o vermi- celli, o uovicini d’infetti.

Non fu dunque quella trovato nell’ uovo di Parma un E' faìfa l'ifioria Serpente, ma un Lombrico dc’foliti interinali , che per le del Serpentello vie lattee, o d’altra razza, non ancora forfè feoperte , an- --- ,mafu ^ pofarfi nell’ Ovidutto , o nell’ utero fecondo , o forò per traverfo quelle gentili membrane , e s’ introdulTe in un covile non fuo ,

Vermi pure , e non ferpenti furono altri riferiti da celc- a A£l Med hratiffimi Autori, come dal Bartolini (4) , nel quale fi leg- Farc.Ann.167j'. gc , che in Firenze cum prò Mtnsà Serenifjìm<e Trincipis ex Altre ifioriefah Ovìs pciYciretur ferculum , ex uno effrabìò Serpentem exivifje .. fe di Serpentelli fo chc dico d’ un’ altro creduto Serpente trovato da un’: nelle uova. Ebreo in un’uovo corrotto , c deferitto Simone Scult- è E h Med pfopnlho di ferpenti creduti nafeere den-

Phyf.Gerin.Atjv * viventi , giudico una favoluzza quella , che fcrive il 5.0bf. 190. Sig. Alefiàndro Coccio , prima in una Relazione Italiana , e DePhyfiol. dopo Latina, inferita nella fua Opera (c) . Narra , che un Med. Fundam, Reverendo Capuccino in Pefaro 1’ anno i6jy. orinò unii» fg\. ,, y. Vipera , dopo molti dolori, natagli ne’ Reni , ilchecon- pera Ifcitl per L henna il Padre Atanafio Chirclier (d) , credendo il dottiffi- rinafalfa. ’mo Padre , che avefiè quella avuta l’origine dal feme be- d Appendi Lib. vuto cafualmente con acqua. Sono quell’ effe le fùe parole. 9. Par.2. Mund. conjkltus refpondi , quod Cappuemus fìti acerrima cruciatus fubter. fol. I o. i^fnpor e jofìam inrenerit putredine corruptarrty necnon

Come fia nata la ferpentis feetura infeBam , ex quà (ìtim extinBurus unà cum Vipera : ragioni uqufi & fcmìnium ferpentis hauferit ; quod poHmodum intra del P.Qhinher . flomachum calore naturali animatur , & deinde per yenas fippYOpriatas in penes derivatur , ubi eorpulentior faUus per Zmulgentes in Veftcam maximìs doloribus , & fanguinis co- pia Infirmi , per meamm urinarium yiolenter extrablus , tandem fe fpeBandum exhibuit. Qiiello difcorfo è tutto pic- fiagionì eentrala no di luppofii fallì , c feminato d’inganni . Non v’è Chi fuppofia nafeita non fappia , chc le Vipere parrorifeono i Viperini , e non della Vipera nel le Semenze , ed anche , fe le partorilTero , non le depofitc- cerpo umano. rebbero nell’ acqua , ma in grembo alla terra , come ferpe abitatore della medefima . Ne P uova pure come diceva poc’anzi , fono piccole , che le avelie così goffamente im ghiottite, ne, fe le aveffe inghiottite larebbono nate, enate, iKjn farebbe il ferpente viffuto , ne andato per le vene ai

Rc^

nd corpo umano ] % i

Reni , mentre quette liportano^ non portano ai medefimi.

Io ftimo adunque non folamente il difeorfo , ma la Rela- ^ i-

zione falfa, onde ^ittò in damo così belle fatiche quella_j

dottiflìma penna , in ricercare , come nacque , come creb- ragiom] e tutio

be , come portodì ai Reni . Non era la creduta Vipera , falfo .

che una lunga concrezione della patte bianca, o fibrofa del

fanone Vìperiforme , che può dirfi Volipofa , biacche il Ca-

LI * ^ ^ r ^ ^ ^ I creduta vipera .

puccmo avea poco pruni ormato langue, e ne andava ori- nando con dolore eccellìvo de’ Reni . E' probabile , che la parte fibrofa del fangue , fecondo una molta parte di fe Come fi generajft medefima, fi coagulalle nel principio d’ un’ uretere , e den- tro il pelvi , e conforme egli gemeva da qualche boc- cuccia aperta nciroffefo Rene , nel colare , che faceva nel pelvi , e nell’ uretere , per defeendére alla vefcica , andava Tempre applicando nuove materie al primo coagulo , e l’an- dava ingrolfando , ed allungando giù per lo Canale , in fi- gura appunto d’un Icrpe diftefo. Nel Peliti formolìila figu- ra del Capo , nell’ uretere quella del corpo del ferpente , come in modello , reftandogli all’ intorno qualche piccolo fpazio voto per la difeefa del Siero . Lo che fuccefle appo- co appoco in quanto al crefeere , e all’ allungarfi , come ac- cade a quelle lunghe ftrifeie , o piramidi inverfe di acqua sgelata pendente dai tetti nel rigor dell’Inverno , o a quel- Je petrofe , ed elìde concrezioni appiccate al volto delle ^caverne ne’ Monti . In fatti nella fuppofta Vipera non ri- trovarono ne vifeere , ne offa , ne Tpinale midolla , ma fi figurarono l’ombra delle mede (ime .. Fu anche facile l’ab- baeliamento neU’efterno colore , per le ferpentine macchie tendenti al rollo , cagionate dalla materia languigna , che pg-,.^ ejtemamen- tutta quella mafia compofe , non feparata egualmente in_i te. tutti i luoghi dalla’ parte bianca , o fibrofa . Un non dif- fimilc calo accadettc ad un Mercante , per relazione di Ja- _copo Spon , riferito negli atti degli eruditi di Liplìa , {a) ^ Erud.

Cioè ufcì un lungo Tolipo vermiforme per orina da un Mer- Lipf.Menf. ]un. ^cante travagliato anch’ effb da dolori Nefritici , generato An. 167^ probabilmente nella deferitta maniera. Di grumi di fangue ufeiti per orina fotto varie fembianze ne anno ofiervato \e.mt-

Malpighi (Z>) , Daniel Vvinclero Mifcell: Cur: di Germa- h 1. deRen. nia (c), Fotefio, Riolano, Durerò, Manardo, Schcnchio, c Ib. Au. 6. Fernelio, ed altri . ,

Io metto in quella sfera di fanfaluche cento , c cento Racconti mirabili, che fi leggono tutto ne’ Libri de’Me- dici , e de’ Naturali Storici , molti de’ quali invidiando la

B 5 for-

T/ioria falfa d'un jerpente nfcito d’ una ferita .

a Lib. Meth. Med. obf. ip.

b Lib.4. Aph. Corri. 76.

J fi cria falfa d' un TDr agone alato u- fcito per orina .

Ragione ^ che fan- no conofcere la falfitìì deir Ifio- ria .

Che cofa foffe quel creduto Dra- go.

Era un Polipo anch' ejfo Drago- ni forme , 0 gru- mo di fangue di tal figura .

Ifioria d' un Mo- firo pìà ridicolo , che terribile.

£' facile il cono- cerla falfa .

22 Dell’ origine de Vermi ordinar]

fortuna accreditata dal tempo de’ primi , vanno a gara nel raccontarli più ftrepitofi, e più rari. Di tale fchiatta pen- fo fia quella di Carlo Raygeri , che vuole, che un ferpen- te ufcilTc della ferita d’un morto Ciabattino della lunghez- za d’im braccio , e grodo due dita . Ecce , fende , remoto opercolo ferpentem cum flupore egreffum è vulnere obfervat , brachii longitudine , <&• duorum digitorum crajfnm . Ronde- lezio (a) efponc un Dragone alato per urinam exeretum , come teftifica Argenterio d’ aver veduto , ed Argcntcrio Redo {b) racconta d’ averlo veduto in Lione l’anno 1535. ne’ Reni aperti di Rafael Lanunenfe morto dopo un lungo dolore de’ medefiini , Dracmculum cum alis , eiP cciuda lon- gmt , quantus eU digitus index , quod edam refert ex Bpndeletius &c. Si può dir favola più favolofa di quefta ? Molti favj naturali Iftorici concludono, edere gli alati Dra- goni invenzione de’ Poeti , o degl’ Impodori , edendo vera- mente quanti finora ho veduti nelle più celebri Gallerie tut- ti artefatti , e gli deferivono i*buoni Medici nati nel no- flro corpo 1 Ma non s' accordano troppo bene quelli due Scrittori nella fioria. Il primo dice , che ufcì per orina, .f fecondo , che lo trovò ne’ Reni dopo morte . O che fono due cali, o un folo . Se due, e perchè non ifpecificarli i fc uno , c come lo narrano differentemente , c lo fleffo Ar- genterio, che fi teftiraonio di viftà , e fcride dopo, non correlTe il Rondelezio f* Ma efiendo la cofa falfa tanto nel primo, quanto nel fecondo racconto , non ebbe fcrupo- lo , che fode narrata in più modi . Era probabilmente un Polipo Dragoniforme o grumo di fangue come abbiamo det- to della creduta Vipera , a cui vollero dar vita , e nome que’ buoni Scrittori. Di non minor falfità è il Moflro , che deferivo Levino , ufeito d’ una Donna col roftro adunco , lungo , e ritondo , occhi vibranti , coda acuta , e fomma agilità di piedi , e per dare tutta la carica alla rarità del fatto, efprime , che fubito nato , fremitu , fibilifque totum cubiculum implevh , bine , illincque revolvens , ut latebram nancifeeretur , donec tandem à quibufdam mulieribus illic ad- flantibus pulvinari fuffocatus efi . Con tutti i fuoi fibili, fre- mito, occhi acce fi , e fpaventofa villa non atteri quel fef- fo tanto paurofo di bellioluccie men’ orride , ed egli con tutta la fua bravura , e velocità reRò da un Guanciale fof- focato . Conofee l’alto intendimento di V. P. R. dal folo racconto la falfità , e pure tutto giorno fi leggono Iftorie di quefta forra , fi traferivono ad occhi chiufi , e fi credo- no

nel corpo umano, 2j

no dagli altri autori , e le portano infino per prova de’Ioro aflunti .

Felices anìm^ , quibus hac contingere primùm Cura, fuit .

E feliciilimi ancora, poiché trovano gente, che lor le ere- a i r rr de, ed entra in collera, fe le fi nega la verità della creda- ^

ta Storia . Anche il noftro Saflonia fi lafciò ufeir di penna (a) in Tannonià natas pajjim in corporibus humanis Viperas, t -i j Lacertas , quae mille hominum in dies , polì cruciams Prsefi acerbifjìmos nullà Medicorum arte , yel indujìria fuccurrente yipère ^ e ulcer. interficerent . Zacuto Lufitano (b) impegnato a dir fola- te ìn uomini. niente cofe maravigliofe , entra nelle impollibili , avyifan- h Lib. r.prax. do i pofteri de Serpente bifido , & flagellofo in ftnijìro cor- admirandas . dis vcntriculo obfervato . Era mofìro fopra moftro con_* Zacuto

quella bella aggiunta di flagellofo , il quale , fe avelTimo ZuZe uZTnJ. avuta la fortuna di vederlo, farebbe poi diventato un Po- si meflra l’errore. lipo ordinariiffimo , o un grumo di fangue di tal figura . .

Gregorio Orfìio (c) deferive Serpentem magnum in centri- ^ culo cujufdam adolefientis natum. Vuole, per levare i fof- jj Épift. Mi- petti , che fofie un verme , notarlo per magnum , e Mani- fcell. lio (d) notizia d’ un giovane anch’ eflo , qui ex duobus Abbagliamento ferpentibus in yentriculo genitis nullo remedio opitulante mor~ di Gregorio or- tum efl. Favoluzze gentili entrambe , poiché o furono ver- mi umani crefeiuti a prodigiofa grandézza , o furono in- '^ìono fer- gannati da gente nata per ingannare .

Ma per tornare a’moftri dell’uova , donde partimmo f efièndo fiato firafeinato , come per forza , dalla materia, per ifeoprire la falfità di tante credute Ifiorie ) non è me- no falfo il racconto , che fi nel Zodiaco Medico Gallico (e), d’un piccolo Gatto, che mofirano con una galante fi- ^ gura, ritrovato in un’uovo , il quale credettero alcuni na-

to anch’effo à Tefliculis , uteroque fellis à Gallina deglutì- Gatto creduto tis. Io firabilio a penfare, ch’uomini dottifiimi , com’era- nate in un’ uovo. quegli , molto ben pratici della medica , ed anatomica

penti , mi .

no

fioria, credefiero , che daU’utero, e da Tefiicoli d’ un’ani- male ingoiati potefie nafeere nel Ventre , anzi fuora del ventre un feto di quella fpezie . Si vede a prima vifta la ridicola falfità della fovraddetta Propofizione, ne io voglio perdere il tempo ad impugnarla , poiché ha cosi deboli le fondamenta , che da fteffa tracolla . Quella non era , che una Mola nata in luogo del Pulcino dentro dell’ uovo, che cofa f»jfe effigiata per accidente con qualche fimilitudine di Gatto , quel creduto Gat.^ perfezionata poi , e ridotta al maravigliofo dal Pittore ,

B 4

cnc

24 DeW origine de Vermi oy'dinar)

cke difcgnolla, volendo in tutto fervirfi della loro licenza J ^ . Anch’io trovai un "iorno in un’uovo, che era dentro uii’

un’uovo. ttovo una Mota carnea bizzarramente hgurata ,

poteva a mano fai va battezzare per un Moftro , fc la mia ingenuità non me l’ avefle vietato . Vegga la deferizione di a Tom V Part Tomo quinto della Galleria di Minerva (a) ,

xcart 270 Z7I dove apporto la maniera, come nacque, fenza partirmi ne pmnto , ne poco dalle leggi ordinarie della Natura, :

10 refto , o virtuofiflamo Padre , foventc flordito per lo fiiipore in leggere certi evidcniilTimi farfalloni narrati per veri da uomini , per altro gravi , e dottiilìmi , e vendu- ti con ampollofa pompa di parole al popolo credulo , e ammiratore de’ Leggitori troppo cortelì . Si contenti , la prego, che ne esaminiamo alcuni altri , non ulcendo pun-

Tutro va a ferì- noflro incominciato fentiero , poiché il tutto a

re io feopo / che ferire lo feopo , che habbiamo prefo di mira , cioè , che s’ è prefo mira, nel nohro llomaco, e nel corpo noftro non nafeano, ne li nutrifeano animali di cosi ftrane fpezie ; il che , fe folle vero , potrebbe poi anche edere vero , che vi nalcclfero ^ o vi fi nutrifiléro , è crefccficio i vermi de’ frutti dell’ ac- que , e degli altri per parlare co’AIedict comejìibili ^ e po~ tahili ancora , il che finora abbiamo negato.

11 Sig. Valentino Andrea Molembrocco {b) racconta ,

Plff Ac ^ur Donna cavò dal Pozzo una Gatta a se gratilli-

Gcr.Ann.i.obf j caduta fcherzando amorofamente con altri

jo^. Gatti , dalla qual fatica fianca , e fitibonda beve dell’ac-

qua del medefimo Pozzo , e con quella inghiottì del feme

Donna ingravì- ‘^^^dutovl di que’ sfortunati amatori, nel qual tempo ingra- datafi nel ventri^ vidatafi nel ventricolo d’ un Gatto pàti moltillìmi tormen- coh d' un Gatto . ti , e dolori , donec ( conchiude ) yomitorio prccfcripto por- tentofum Catum ex ore parturiit . Maraviglia invero , eh' ayan%a tutte l’ altre marayiglie Chi mai Ielle , o lenti da Poeti , che anno tutta la licenza di contar frottole, frrayaganza più ridevole , e più flravol.. Si fa vedere fai- Ma quello, che fornifee d’ empiermi di maraviglia , fi

faV Iftoria . è che l’ eruditiUìmo Sachfio nelle Jfote ^ che vi ha fatte {opra tenta di confermare una favola con un’ altra mag- Uno chevomite riferitagli da Enrico Meibomio. 5 cioè che Alberto

due'^CagnuoIivi- Hcnke Sartore vomitò un giorno duos Catulos albos , yi- vi . yos , repentes , & adirne cpcos . Ma più cieco quegl’ in-

nocenti Cagnuoli fìimo Chi fe le afforbe per vere . Oh fc u deride quejlo alieno aldino di quelli miracolofi Scrittori foll'e andato negli Orti di Mecenate col Caporali , quanto bene co/Tj-

ello-

nel corpo umano] 25

cfrolnì avrebbe potuto falutare la Carata, , erba fi famiglia-* re , e con tanta felicità propagata in ogni orto di quefta__» bafTa , e fallacillìma terra ! Direbbe anch’effo con quel biz- zarro Poeta

Salve univerfalifjìma Carota Salve, dìfs’io, piantabile radice E dei vaghi Toetì erba divota.

Ma voleffc il Cielo , che foffe folamente divota de^ va- ghi Poeti . E' divota de’ Medici , de’Filofofi , de’ Naturali Iftorici , c forfè, o lenza forfè d’altri uomini più fublimi , e più venerati. E vorremmo noi tutti , come , fe fofiìmo nati ex infelicibus ovis , oziofi afcoltàre a bocca aperta , maravigliarli, e tacere.^

quistam ferreus^, ut teneat feì

Salmuth nelle fue Oflervazioni ci vuol dare anch’ egli ad intendere quella , non folamente falfa , ma empia; cioè Embrionem humanum ab irrumatione natum in flomacho mu- lieris fuifie ex vornitu ejeCìum . E quel, ch’èri bello, è fia- ta traferitta, e creduta da uomini di fior di fenno, e fi fo- no sforzati renderne la ragione , c provare , che non è fuo- ra della linea deH’impoffibile . Fra quefli Pietro Borello (a|) per confermare una fua novelletta d’ un Pefee vivo nutri- to, e crefeiuto nello flomaco d’una donna , porta il fud- detto cafo , col quale pure pretende flabilire, pofie bomtin- ciones Taracelfi fieri in vafeutis ad ignem mediocrem , qua femen humanum c ornine ant , vel fub Gallina, inter ova repo~ nantur , vel fub axilld 8cc., volendo, che fi fieno ritrovate uova , come fi legge appreffo 1’ Aldrovando , in quibus e- rant , tanquam capita humana , qua creduntur fic fada à fpermate viri à Gallina devorato , quali , che fieno nuovi nel Mondo gli fcherzi della Natura , la quale fovente accoz- za infieme a cafo corpicelli formanti varie parti del Corpo umano, de’ quali ne' ho molti nel mio Mufeo in faffi , in Legni , in frutta , e fimili , come ha veduto , e non può già fofpettarfi , che quelli fieno nati dall’ umana femenza .

Di llmil Natura ftimo pure , che folle un’ ammafiamento di Carne fuora dell’ ordine , o un farcoma di figura d’ un fanciullo quel creduto fanciullo nato in un tellicolo d’ un gentiluomo , come fcrille da Silleron 1’ anno 1697. il Si- gnor de Saint Donat , avvifando un fuo amico, che il po- vero gentiluomo s’ era ingravidato da fe Hello , e gli era nato un fanciullo mafehio in un tefticolo, poiché prit quel- qms liberte\ au Mois de Juìn dernkr av^c ime Dame , fans

pur-

Emhrtone nato nello flomaco ci' una "Donna .

a Obf. 9.

Pefee vivo nello flomaco et una Donna .

Prove tutte fal-

Tefla umana In utt uovo di Gal- lina .

che cofafojfero.

Fanciullo in un Teflicolo d’ un uomo .

Si deride quefla IfloTÌa .

Talfa (onfeguen- za.

* An.2.0bf.4.

Mofiro firniìe a ttn Gatto nato nello Scroto d’ un fanciullo .

f.ra UH Sarcoma^ o un e[crefcen\a Carnofa .

^ Obf.S.

Pefce nato in un dito d' un Pefca. leve .

Come colà nato ,

Seme nel capo de» gli animali .

T ulte favole ,

16 Dell' orìgine de Vermi ordinari

pHYtmt venir à l’arte. Ma fe folte fìàta vera quefta difgra- 2ia , quanti uomini refterebbono mai gravidi , e ' quanto burlercbbono le donne il noftro feto? Ma quefta è una bà- ja da mettere coll’ altre , com’ è la falfa confeguenza , che ne dedulTc, cioè, che tutto 1* uomo ft contenga nella femewzpt del Mafihio , e che la Donna non vi metta altro del fuo , che il Vafo j e la materia dell' accrefeimento , e della nutriiiìone .

Ne confiderò di fìranezza meno burlevole il moftro na- to nello Scroto d’im Fanciullo , fe foffimo facili a crederlo al Sig. Michiele Fehr , che quella nuova a Curiofì di Germania (a) . Oltre alcuni gomitoli di peli , che ufeirono da quella parte ulcerata , horridum quoddam , foggiunfe ,, & pilofum animalculum binis auribus , pedibufque quatuor > tenui caudà , dentibufque prominulis juniorem felem exa£iè referens exclufit vivum , ma che però refìò fempre tenace- mente attaccato al nicchio fuo ^ Gli cavarono i peli, gli ta-- gliarono le gambe , gli (velièro alcuni denti , ma pur vive- va . Finalmente un Cerufìco deirArmata Bavarefe Io troncò in pezzi, l’uccife , lo fradicò , c fanò la ferita. Anche que- lla era un’ elcrelcenza camola con qualche rozza figura di Gatto , die poi perfezionato da quella penna mirabil- mente amplificatrice . Non lono quelli prodigi di tanto pe- to, o dottillimo Padre,

Quorum onus haud portet navìs centum inclyta remisi-

Il menzionato Borei li (bj apporta un cafo , che nel fuo genere non è di minore flravaganza , e di peto non mino- re . Riferilce , che un Felce vivo nacque dentro un dito, di un Pelcatore . Non fu contento , che ne potelfero nafee- re, a fiia detta, nello llomaco, trova un luogo più recon- dito , e più improprio lenza alcuna cavità proporzionata , e centra tutte le regole della Natura , cioè la punta d' un> dito y e ciò perchè quello sfortunatillìmo Pefeatore era fia- to ferito da un Pefee nel detto luogo , e nello fìefio tem- po impregnato . E pure tanto férmamente lo crede , che s’ affatica a provarlo , rammafiando menzogne fopra menzo- gne , come i Giganti monte fopra monte . In quibufdam . ( aggiugne feriofaraente ) animalibus femen , non in teflicu» lis tantum continetur , jed quandoqne ad caput , yel alias parte s redundat , ut in quodam ferpentum genere , qui ort^ coeunt . Ma quefta fotta d’animali, é di ferpenti , che an- no i tefticoli nel capo , e che fputano il feme con la boc- ca, farà per avventura ne’fuoi paefi, poiché certamente in Italia non veggiamo limili maraviglie.

Ma

nel corpo umano , i-j

Ma tutte fono baje, ficcome baja, che non la cede pun- to alle luddette , è quella , che racconta il medefimo llu- péndo Scrittore nella Cent, 3. Obf. 19., cioè, che un certo Ugnatelo in~ Foriaugerio nell’ anno i5ii. avendo bevuto un piccolo Ra- ghiottìto vsnuta gnatelo quali invilibile inlieme con vino, quello trovò pa- ^ ctmeun Icolo così addattato nello Stomaco di quel Signore , che crebbe à tanta grandezza , che dopo alcuni Meli vomitato copriva un Viatto 'mediocre col corpo , e co’ piedi , tandem^

( lenta le fue parole ) naturi^ individui confervationis anxice conatu , tuffi cum ingenti ^cMecim ejecit tantam , ut vel torpore , veì pedihus Va,tinnm mediocrern tegeret , Cola , che falffi . fa reftare i fempliciotti

Come V uo'm , che [paventato agghiaccia .

Baja pure è l’altra del Serpente vomitato da .Andrea Def- _ ^

plos ^ come nota anche il fuddetto (a) , per averlo ingojato Ob .

in una bevanda- ancor piccolo , come ancora è quell’ altra ^

(b) , che dall’uovo d’ un Gallo lenza il tuorlo generato fi ^ Cent. 3. Obf. folTe un quafi ferpens . Potea pur dire un Bafiljfco per compire la tavola , come anno tentato di farci credere i nelventrìcolo e buoni vecchi . E giacché era dietro a piantare di quel- un quafi ferpente le dolci radici falutate di fopra dal giocofo Caporali , nato dall’ uovo vuol far capire a Leggitori (c) , a forza d’altre incompren- libili favole, che una donna vomitò una quantità di Mofche- Obf

rini vivi . E' ciò (lima non incredibile , poiché in tutte le cole, e da tutte le cole fi generano . Sic referunt , ecco la Mofeherìni vivi prova , nobis ex arboribus nafei aves in Scotià , tàm ex vomitati , corruptione navium^ tù'm exConchis ex arbore produUis &c. , favole per e poco dopo ajjerit fcaliger fudoris Immani guttas in mufeas

conver/as fuiffe , & in Dariene Pigione non folmn in muf- cas , fed in Buffones ex Mouffieto . Pare alla fomma pruden- za di V. P. Reverendi (lima , che quello Ila il modo di far Centurie d’ oflervazioni per illufirare la Storia della Natu- ra? Vegga il mio primo citato Dialogo nel Tom. i. della Gali, di Min. a cart. 519., e troverà , com’è corfo l’erro- re delle Anatre Scozzefi, anzi vegga il Prodromo dell’ Ilio- Si levano gli ah- ria Naturale della Scozia di Roberto Sibbaldo , che in un’ hagliamenti . appendice deterge quelle favole rugginofe delle Conche , ed arbori anatriferi , molto ben pratico delle maraviglie del fio Paefe , concludendo faviamente quam inanis fit quorun- dam conatus , & (ìtidium inquirentium caufas exoticorum^ effe^ìuum ; antequa'm de rei veritate conflet . Così , che dal Altre menzogne fudore degli uomini nafeano Mofche , e Rotte , fono fai- rigettate. filHme dande ormai rancide, e fetenti de’feguaci delle fcuo-

le

Pietre partofi- fcono altre pie- tre .

Priapoliti , che ccfa fieno .

Si deridono qui racconti ,

Pietra Aquilina non mai parto- rire le rinchiufe Pietre .

Conio nafcano le Pietre .

Credulità di Pietro Borelli .

opinione non me- no empia , che falfa.

« Triumphet:

28 Dell' origlile de Ver mi ordinar ']

k antiche , le quali non meritano la fatica di fermarfi a impugnarle .

E' così amante del miràbile quefto tanto citato , è rive- rito Borelli , che vuole infìno, che le pietre s’impregnino, e partorifcano delle altre piemizzole fimili a loro, che cre- fciiite vadano anch’ elle imitando i duri loro genitori , ge- nerandone altre, c propagando la loro fpezie. Ciò afferma , dove tratta de’ Triapoliti ( che fono pietre limili al corno , con cui cozzano gli uomini con le donne , per parlar col Boccaccio ) nell’ Offer. -75. capo detto , e fono que’delli , de’ quali io ne ho due nella Serie di que’ corpi , che chia- mo per ifcherzo con Plinio l\udimenta. Ifiatura meliora fa- cere condifeemis , ne ho mai potuto vedere , che partorifca- no altri piccoli Triapolitini . Con tal’ efempio pretende di far argine a quegli , che s’ oppofero al Cardano , il quale alferì avere le pietre, ed i metalli vita, e vegetazione , ma però il Cardano , con tutto che avelie anch’egli la penna affai lubrica al maravigliofo , non dille , che partoriffero , come alcuni diffèro , che i Diamanti partorivano altri Dia- manti . Ne ho pure mai veduto , che la Tietra ^Aquilina—, , detta anche Tietra pregna , per avere in corpo un’ altra_>» movibile pietra , dia alla luce J’inchiufo creduto feto , ne perche trovano delle pietre piccole , e delle grandi della medefima fpezie debbono dirli figlie delle maggiori , come il noftro autore fuppone , non avendo gli organi deftinati per tal funzione . Nalcono le pietre , e crefeono, dirò pcp ora con Lucrezio, poiché fi,

Inde alia , atque alia fmiles ex ordine partes ^gmine condenfo naturam corporis implent .

Ma di ciò in altro luogo . Da tutto cjueffo Ella molto bene comprende di qual gufto era un lodato Autore , le era un troppo credulo , e fe con quelle Dottrine in capo poteva poi facilmente credere , che gli uomini , e le donne partoriffero viventi di flrane forme, c fe le uova de- gli animali più falvatici , c più difgiunti dalla noftra natu- ra, non che piccoli Infetti a’ ogni fpezie , poteflèro nafcc- re nel ventricolo noftro , credendo infìno , come attefta nel- r Ofler. 6i. della Cent. 4. , che potiamo a noftro capriccio far refufeitare i morti, e fare in maniera , che dal Sale ca- vato dalle fole offa degli antichi, avi , 1& atavi pojftnt vi- deri in phyalis , Io che con ifcandalo della buona Eilofofia credette dell’ Erbe , e d’altri corpi , pochi anni fono ,Tun gran Botanico di Roma, {a) E pure per tornare,, d’onde

nel corpo umano'', 2p

€Ì fiamo partiti , il loro venerato Ariftotile , uomo vera- De Ort. » &

mente in molte cofe grande , e degno d’ ogni ftima , trat- Veg. Piantar.

tondo della Generazione delle Anguille (<?), impugnò foda- ^ Lib.4.Hiftor.

niente , e coti tutta la ragione certi tali [ come accennai Anim. Gap. ir.

nella mia fcoperta dell’ Ovaja delle Anguille (b) ] che ere- h Gal. Miner.

devano nafeeflero gli Anguillini nello fìomaeo loro, ma di- Tom.é. Part. i.

ce va , inconftderatè id afferunt , antequam adrertant , qua

parte ilio, gerantur , & qua animai gignunt , fuo in utero Bellìjjtmafenten-

f^tum continent , non in ventriculo , ita enim concoquerentur à' Ariftotik ,

primordia genitura . Parole degne di Cedro , e dovrebbono nulla p^a

ponderarli per vere, ed infallibili, non folaracnte in quello

cafo riferito da Ariftotile, ma in tutti quelli, ne’ quali vo.

gliono gli Scrittori , che le lemenze d’ altri animali nafeano

nello Stomaco, ita enim ( non può dir meglio ) , concoque-,

rentur primordia genitura.

Sarebbe meno improbabile delle fuddette , e pur è fai fa anch’elTa, la Storia dei Bartolini (é) , d’ una giovane Altem- ^ Cent. 4. Hi . burgefe per Relazione di Tommafo Reinefio, la quale per £t*in Aftis Me- acqua imprudentemente bevuta, torbida, e fìomacofa, do- dicis & Philof. po molti anni B^nas , & Bujfones in "ventriculo nates , & Haphn. An. 16. au£ios per "vomitum ejecit, nella manera appunto generati, 77. 167^.

e crefeiuti,. come dille il Padre Ghircher , dèi Serpente del Capuccino . To(l plurimos annos gli vomitò , onde ebbero tempo di crefeere , e di- propagarfi con tanta carità , te nel Ventrìcolo gentilezza , che mai non difturbarono la concozione de’ ci- umane, bi , mai non irritarono una parte sr dilicata a eonvulfioni di fpafimo , c così bene anch’ efli s’accomodarono a que’ 5j deride l’ Iftc- fughi penetrantiffimi , e roditori , e fi nutrirono foàve- fai.

mente d’ altro , che di Lente paluftre , è di vilillìmi ver- fa , mi .

Mi fìupifco d’ Oligero Jacobeo (d)^ il quale in un Trat- d Obferv. de tatello fatto a bella porta fopra la nafeita , e natura delle Ranis car. io. Rane, acconfente anch’erto a quella fìrana generazione del- le medefime nell’ umano rtomaco , rtando fulla fede degli Anche il Jaco~ altri , e ricorre , come tutti con occhi chiufi alle acque be- heo tiene quefta vute piene d’ uova di Rane , Obviis flagnis ^ & lacubus

( dice nel citato luogo ) ubi Ora fua B^na depofuerunt , fa- pius adrepunt pauperes , ut fitim levent^ & cum aquis ove^ befiiolarum ingurgitant , è quibus ^ yentriculi accedente calo- re , pana poSìea generantur . Il mio rtupore fiè , per aver egli deferitta con diligenza la loro nafeita, vita , coftumi , Si vedere f/- onde dovea pur Papere , che le uova delle Rane , prima , mprehahi^ che nafeano i Girini ^ Hanno tutte ravviluppate , e involte

in

«. Cent. I. Obf.

Pefce vomitato vivo .

SUmpugna^,

Sa!amandfo 5 e Granchi, vomita-, ti vivi

^ De Tub. uter. fed. 2.

Cent. Obf. 94-

I{amtx\e vomi- tate vive .

Si deridono i [addetti raccon- ti.

30 Deir origine de Vermi ordinar]

in un grande , e tenace. ammaflTamento di lubrico muco I che avvifa fubito i fitibondi a non ingojarlo , diftinguendo- fi cogli occhi , col tatto , col palato dall’ acqua , e sfug- gendo fubito dalle mani . E dato anche , che ingojaffero in- avvertentemente qualche poco di quell’ ammaflamento , det- to dagli Scrittori volgarmente Bjxnarum Sperma ^ per la. fua. sfuggevole lubricità , o farebbe facilmente flato rivomita- to, o difcefo per grinteflini fuora del corpoj o folle re- fìato , come invifchiato nelle rughe del ventricolo , fi fa- rebbe fubito corrotto , e fciolto ftando fuora del fuo natura- le demento, e le infelici Ranuzze , nate fotto la figura de' Girini, dlendo d’iinatenerillimà tenerezza , farebbono fia- te infallibilmente digerite , e ftritolate dal noftro attivifii- mo , e maravigliofo fermento , digerendo Oftriche crude , ed altre forti di croftacei cavati frefehi , e ancor viventi dal- la loro buccia , come continuamente per delizia fanno in Venezia j oltre altre ragioni arreccate di fopra

Non volle edere di meno il citato Pietro Borelli delBar- tolini , dichiarandoli d’aver veduto co’proprj occhi un Pc- fee vivo (4) ’vomitu pofl dìuturnos dolores à nobilìffimà fos- minà exeretum y quem parvulum effe deglutitum opinabatur^ atcjuè in obfcuro veluti * ccenofoque lacu enutritum . Che ve- deffe un pefce vivo, lo credo, ma nutrito , e crefduto nel- lo ftomaco d’una nobilifiìma donna, fiento a capirlo Po- che crudezze, che alle volte reftano in fondo, di quella par- te tanto gentile , e neceflaria al vivere , cagionano vomiti, inapetenze, cardialgie , o fvenimenti mortali , ed una felva di mille angofeie, e v’era, come un Lago fangofo , e for- dido con dentro un Pefce, che vi guizzava, è vivea , fenza; impedire le digeftioni, e troncarle la vita!'

Vi mancava, chi fcrivefie, che vi folfero nate Salamandre ,, viventi diverfi , acquajuoli , atquealia anirnalìa Scorpionibus horrore y ac Chelis fimillima , che doveano e_flere. Granchi , o cognati de Granchi , ma il fuddetto Borelli awifa , eflerfi vedute anche delle prime, e Tilingio {b) lo teftifica de’ fe- condi. Così Salmuzio, invidiando anch’ efib la gloria delle file Rane al Bartolini , attefta , che apparirono un giorno ( c ) Ppnunculce haui abfimiles Panulìs pofl aquas feminibus pmgnantes incaute epotas . Perlocchè farebbe una gran cari- tà , quando perla fete anfano i pellegrini in viaggio, one’ campii villani, avvifargli a fare cauti , e guardinghi ne! bere acque ftagnanti , acciocché non nafea loro, in corpo un popolo di Ranocchi 5, di Botte, di Serpenti , di Salamandre,'

nel corpo umam \ 51

di Pefci , è d’ altri fmiili -animaluzzi , che gittànó i’ uova , e nafcono nell’ acque ,

Ma qui non fi ferma la ftrana libidine di certe, peraltro 1 dottiflime, penne, vanamente creatrici. Schenchio (a)^ ed ^ Ljb' il Sennerto {b) affermano generati nel ventricolo umano fcel.

Serpenti, eLucerte, ed Horitio (c) menrione anch’ efso Serpenti ^ e Lu. d’una Salamandra , e di due Lucertole vive rigettate per hoc- e Salaman- ca . Cornelio Gimma (d) non fi fìupifce punto di due Lu- certe ufcite per feceflb , e Criftoforo Roeslero (e) d' una Lucene^ìfve'u. Lucerta ufcita per la bocca di fopra , l’altra per quella di fare per fecejfo , fotto. Enrico Volgrado (/) porta un’ efempio d’ una Fan- e per bocca. tefca, dalla cui bocca ufcirono molte Lucerte i^ive, e mor- ^ Mifcell. Cur. te, TommafoBartolini {g) riferifce per teflimonio di Broch- manno , eh’ una mifera Villanella mitri per tre anni vivc_j y* Misceli Cur Lucerte nel ventre . Georgio Segero {h) anch’egli vende la Germ. An. i.” fua . Un Garzonallro d’ un Beccajo afletato , e fianco dal Obf. 103. portare due Agnelli da una vicina Villa aquam in rìcinià i-^frene per hoc- flagnantem avidè ìmufit , fentì per fei mefi molti dolori . Fi- nalmente una marina per rimedio veramente raro in quefii cali inghiottì Graffo di Serpente^ e poco dopo , urgente vo- incerte nel veti- mitu tres rejecit Bufones .

L’utero poi delle donne è altro, al dire di quefia razza di Scrittori , che Fontana di feicento calamità , come vole- va Ippocrate . E' un’ Africa fecondiilìma di mille mofiri , tanto diverfi dall’umana Natura , quanto i Serpenti , gli Elefanti, i Leoni, e fimili fono diverfi dagli uomini.

Narra Ulifle Aldrovando (/) , che una donna anteChri- * Hiftor. Mon- fli adventum inter initi a Belli Marfìcii peperit Fleph antem ^ ftr. Gap. 9. car. & qimdam indila Serpentem , ed una nobile Matrona Leo- nem ^ e Majolo racconta , che una Donna fece cinque Cani. Elefante , Quanti Mofiri poi non deferive , e apporta le Figure fatte a capriccio quel buon’uomo di FortunioLiceto nel fuo Trat- ^ cani naù

tato de Monltris? E Sfingi, e Centauri, e Furie d’ Averno, donne. e quanto di più orrido, e di più lontano dal vero ha fapu- Altri mofrìtut. to fingere la bizzarra fantafia de’ Poeti più arditi , tutto è ri favolofi ufci~ flato creduto , e difegnato per vero , e lo contano per Irto-

ria. Ne mi prendo ia briga d’impugnarlo , poiché non vo- e vergogna ìm~ glio perdere il tempo in cofe , eh’ Ella con un’occhiata fo- pugnar quejl e fa- la , che dia alle Figure , può fubito conofeere per falfifiì- ine. Sono fiati più modefti alcuni, ma non meno con infe- ^ Lib.4. Obf. lice innocenza bugiardi , benché più compatibili . Schen- chio riferifce (i^) , come nella Tofeana una Donna partorì to da una Don- un vivaciflìmo Serpente, che gittate nel fiume adversa eiqud na .

na~

tre ..

h ^ Mifcell. Cu- riof Ger. An.z.. Obf 56.

Tre Botte vive vomitate .

Inganno iella Jloria ,

a Lib. de Prod. & Oft.

Vipera nata ia una nonna , ei un Serpente da un' altra . h Lib. 2. Prax. Adm.

c Lib. deQuadr. d Lib.de Mirab. e Lib. i.de Bel- lo civ.

/Lib. 7. Hift. cap. ?.

g Lib. 6.delnf.

Parti mirabili di varj animali tutti falfi ^

Opinione dell' Autore [opra le narrate Ijlorie .

Superano molti infino i poeti ,

h Juvenal. Sa- tyr. 2.

32 DeVÌ origine de Vermi ordinar}

natabat , tanto lo defcrive feroce , e vero Serpente ^

Che pur udendo par fnirabil cofa.

Io credo fenza punto maravigliarmi, chenuotaffe a ritro- fo del jfiume quel gittato ferpente , ma che però non fofle generato nell’utero, ne ufcito di quello, ma che folle ve- ramente de’ comuni , fatto comparire per giuoco di mano , partorito da quella mifera femminuccia . Lycoftcne ha volu- to anch’egli dire le fu e (^z) , cioè , che una Donna diede., alla luce una vera Vipera , e che un’ altra partorì un'fan- ' ciullo morto, che teneva addentàto al dorfo un Serpente di- voratore. ZacutoLu(ìtano(^ ) quel mirabile Ebreo, per re- lazione di Nicolò Fontano, Gefnero (c) , Tralliano (d) , Appiano Aledandrino (c), e finalmente Plinio (/) tutti ap- portano cali di partoriti Serpenti , parendo la cofa renduta tanto comune , che non fia da metterli in dubbio , anzi per- dendo il pregio di rarità più non appaja maravigliofa . Co- sì l’ Aldrovando (g ) la famigliare alle femmine Longo- barde, dalle quali non folamente efcono ferpenti , ma Lu- certole , e limili animalucciacci . E pure con tanti teftimo- nj , i quali fedent in primis Literatorum fubfelliis , io non pof- fo accomodarmi a crederne ne pur una per vera , pei mo- ; rivi , che ho addotto , e che anderò adducendo in quella mia Lettera , fupplicandola intanto col rolì'ore fui volto , a compatire quella dura necellitiè del rozzo mio genio , il qua- le non , ne può condefceddere a ciò, che s’innalza tan-j to fopra la sfera della Natura . Io le credo tutte a parlar- . le con la mia lolita ingenuità v novellette, che fogliono con- tare, per palTare il tempo, ad un' oziofa brigata Stando al foco a filar le vecchiarelle .

Vi fonp inlino di quegli, che a me pare , che non fola- mente imitino, mafuperino i Poeti, egli fìellì Autori , che li dichiarano di contare Folleggiamenti , e Baje .

0 procere s y cenfore opus efl, an arufpice nobis?

Scilicet horreres y major aque Monfira putares y Si mulier Vitulum y “pel fi Bos ederet ^gnum. {h)

E pure al dire de’ fuddetti Scrittori partorifcono le Don- ne altro, che Vitelli, fe danno fuora Elefanti, Leoni, fer- penti, e raoftri d’ogni più orribile figura, gli uomini s’in- gravidano ne’ tefticoli di fanciulli , e di Gatti , e nel Ven- tricolo , e fino ne’ diti di Botte, di Rane, di Pefci, e limi- li beftie lontanillìme dall’ umana Natura . Fla pèrduto tut- to il fuo fòrte r efclamazione del Satirico, non cllendolì mai potuto immaginare nell* ordine della gran Madre Portenti

lira-

nel corpo umano , 55

ftrabocchévoli , Ma lenta , fc anno alcuni fupéi'àta la calda immaginazion de’ Poeti, e gl’inventori fteffi di favole.

Apulejo racconta per favola prodiiffe pxnulcm ex ore^Canis Tafloritii , ac Callinam peperiffe Vullum {a) . Non farebbe ^ DeAfm.aur. piu favola la prima, fe fodero vere le Storie , che ha fen- Ridere

tito finora , e ne meno la feconda , fe avrà la pazienza di fentire Michiet Lyfero , ed altri, che vincono di gran liin- to^dlflvo?/'.' ga il favoleggiatore Apulejo . Dominus Chrijìicinus Canuti ^ icrivé (b) y remlit , quod nupenimè in Dia cefi fuà Gallina^ b Obf.vr. fata , nm moire aliarum Ovum unum , vel aìterum , fed fex -vivi

Tullos benè formatos vivos uno partii excluferit . Non vince fiati un parto quella tanto Apulejo , quanto fei Pulcini vincono un folo da una Gallina . di numero ? E in qual fito mai del ventre di quella arcife- condiffima Gallina fìavano adagiati , e comodi in un tempo medefittio fei perfettiflìmi Pulcini } certamente nel folito nicchio , poiché appena vi capifee un fol uovo; onde non farebbe flato male, o il deferì vere la Gallina grande, come una Pecora , o aggiugnere qualche altro miracolo della Na- tura , per appoggiarvi il primo . Ma volea pur crefeere un’ altro Accademico qualche cofa di più raro, e dir anch’egli la fua , onde avvisò gli Accademici di Germania , ( e fìi il Sig. Giovanni Lodovico Hannemanno (c) fe obfervajfe ,Ana. An. 5, Dee. 5. tem ex Gallina viyam exortam. Non poteva crefeere nel mi- MlfCur. Ger. mero , aebbe il maravigliofo nella fpczie , anzi da quella Storia dedufle , evidens efìe nullius animalis femen fataliter ad unaGaUp. certi animalis , & non alterius genefim deterrninatum , vel na . pradejiinatum effe , fed ex qmlibet pofie fieri , efr oriri quod- . .

libet roto genere à femine di/ìin&um . Pare all’ alto intendi- f^jj^

mento di V. P. R. una confeguenza da vero Filofofo , da- storia ta anche , come vera la Storia , che pongo nel numero di tutte l’altre per falfa ? Come anderebbe l’ordine, chede- '

ve fempre eflere invariabile, e cofìante della Natura.^

Altri finalmente, non fapendo più che dire di nuovo , ne inventarli parti piu fìravagar.ti de’ menzionati finora , fi fo- no indotti a fare le Donne Oviparre ^ giacché i fuddetti Au- Donne ovipare. tori aveano fatte le Galline Vivipare. Il Padre Filippo Ma- rini della fempre illufire Compagnia di Gesù porta dal Giap- pone una nuova , non meno bizzarra di quelle delle Galline nelgenerfuo. Da yAuco (ReinaJ ci avvifa , (d) hehbeque- fio tergo inyece di Troie , mofiruofo parto di cen^o uova Giapp^Lib. i. in uno inviluppo f dalle quali fi fchiufero y invece di Tulcini , cento figliuoli tutti Mafchi . Che bel vedere farebbe flato fai- Cento uova nate tar fuora dal giifcio un mezzo popolo di piccoli Re , -che daunapegmam

° ^ un Pano .

G non

Imppjjìhìlittì del- la Storia .

a De Nac.Pner.

afltri parti ««- mero/sffimi faV0- hfi.

l> Zuving. de Com. Th. ex Sch. de Part. Avv. lib. 7. All.

JJìorie pììt favo, lofe delle favole fiejfe , e che vìn- cono quelle de' Poeti .

Non f parla dell’ O vaja delle Don- ne ammejfa dall' Autore .

c Tom. 3. Phi- lopfeudes p. m. 559-

Tutte raccolte le dette Storie in tm fafcio giudi- cate falfe .

54 Dell' origine ik Vermi ordinar]

non come, ne in qual utero poteflero mai capire interi, e tutti perfezionati . Il noftro Jppocrate narra {a) d'unuo» vo folo caduto da una Sanatrice , a cui fece il favore d’ in- fcgnarle a difperdcre , feiiza fcrupolo del fiio giuramento ,

( quando il Libro , che ne ragiona fia legitimo ) , ma non era, che un’Embrione immaturo involto ancora nelle mem- brane , che nella figura edema rafiomiglia a un’uovo fen«r za la buccia. Ma quegli erano perfetti , erano ben cento Re-, come cento coronati Galletti , ficcome trecento fefl'anta quat- tro erano certi altri creduti feti , e mille , e cinquecento quattordici quegli, che nacquero da una gran Dama , per teftimonio di Zuvingio, e di molti altri Autori {b). Non puzzerà piu d’ Invenzione Poetica , che Leda moglie di Tin- daio Re di Laconia , con cui giacque Giove in forma di Cigno , partorifse due fòle Vova , dall’ uno de’ quali nacque- ro Polluce, ed Elena immortali, dall’altro Caftore , e Cli- tenneflra mortali , c non faprei più fognarmi , cjuali cofe potefiero inventarli più eforbitanti , e lontane dal vero , e venderle per Idorie. Ne parlo io già qui dell’ uova minu- tiffìme dcirOvaja delle Donne, delle quali anch’io ne fo- ro fautore, poiché quelle non calano a centinaja nell’ute-. ro della Donna, ma l’ordinario è d’uno, due, tre, o po- co piu, che s’attaccano al medefìmo, e colà dimorano fino alla perfezione del feto , non ufeendo mai interi , quando quelli è perfetto , ma rompe egli , e fquarcia le membra- ne , le quali poi fi llrafcina dietro nell’ ufeire , che di quel carcere . Parlo di quelle , che vogliono ufeite intere in numero prodigiofo dall’ utero , col feto dentro perfeziona- to, e di tanti altri centinaja di luppolliveri feti, eh’ io cre- do tutti favolofiUìmi. K(emo , dirò con Luciano ( c) , cer- ti crediderìt , aliquem terni promifsà barba virum fexageria- riunì , & qui propterea fit plurimàm in philofophid verfa- tusy fuflinuifj'e y ut alium quenquam audiret ^ fe prgfente ^ men- tientem , nedum , ut ipje tale quicquam audeat . E ciò pure continuamente leggiamo in uomini canuti , e gravi, c qual- che volta ancora afcoltiamo , non effendp , come gli vole- va Cicerone Rerum authores, fed fabularum. Ma fe volelTi apportare tutte le falfe ftravagantilfime produzioni credute, o tìnte nate, e generate ne’ corpi umani

Tromptìus expediam ^ quot amaverit ^ppid mcechos , Quot T hemifon cegros iXutumno occiderit uno , come dille , benché in altro propofito , il Satirico . Si con- tenti , ch’io le raccolga tutte in un falcio , {limandole ap-

pun-

nel corpo umano» $$

puntò tutte di quella faHa lega , che turha'tnirante , conta fovente a fempliciotti fanciulli , per farli tacere - genìtrìx , anicula nutrix .

Ufciamo adunque una volta di quefto ftomacofo , e fe- tidlffimo fango di menzogne , tantopiù dannofe , quanto- chè vengono per Io più rammalTate nelle Centurie d’ Of- fervazioni d’uomini Illuflri venerati dalla fama, e dal tem- po, negli Atti, e ne’ Giornali d’ Accademie celebratiffime, che dovrebbono efiere quelle , che le cancellaflero affatto dal Mondo , per fondare una volta una Medica , e naturale,^

Storia pura, e netta da ogni immonda, e falfa credenza.

Stabtiiarno quella verità cotanto neceflaria , che nelle co- Verità da flahì- fe Fihthe non bifogna credere , le non agli occhi luci , ed fiecejfiirìa . a quelli pure con le dovute circonfpcztoni più Icrupulofe , e replicate, ed efattillìme rillellìoni , poiché anch’ ellì pof- come dobbiama fono facilmente ingannarli , o perché fi guarda con troppa regolarfi per non fretta , con tutte le diligenze dovute , e circollanze ne- ingannare ccflarie , e fi prende una cofa per un’altra , o perchè abba- degli a -

aliati da qualche falfa credenza fi pènfa vedere quello , che

li vorrebbe vedere , Ouodque cupit , fperat , e fi creano Ipe- 0\dd. zie diverle da quel, che fono , o perche non s’ha tutta la cognizione neceflaria fopra quell’ ordine di materia da efami- iiarfi , o perchè fi fonò avuti da’ primi Maellri cattivi prin- cipj, da’ quali fi deducono falfiffime confeguenze, o perché fi crede troppo a’nollri maggiori , credendoli per femidei , ed incapaci d’ errare , o per altri molti capi può feguire 1’ abbagliamento , come diremo più a baffo . Io trovo che Miracoli della ^ molti fatti defcritti per miracoli della Natura , fono appun- to, come i creduti miracoli de’falfi Dei . Se contano , e ^ ^

leggono delie migliaja , ma efaminati con occhio limpido , diflapallìonato , e prudente fi riducono a nulla. Anno quel- la fola apparenza di tali , ma fempre v’ é fotto in qualche parte l’inganno . Ottengono tutto il loro pelo nelle donni- Erano tutti in. duole, e nella gente, che non intende, ma appreflò i Let- de' Sacer. terati , e gli uomini accorti, che fanno l’Arte della Natu- felamente

ra , e di Chi li getta in faccia del femplice , e credulo vul- p

go , lo perdono . Quando certe cofe s’innalzano fopra la .

sfera dell’ordinario, bifogna fubito porfi in fofpetto , fe fie- Come dobbiamo no vére , per non dire , crederle aflblutamente per falle, gpvernarfi per if- per ponderarle poi con ogni più rigorofo efame , ne innamo- »

rarfi di quel mirabile. Può venire l’inganno da tante parti , ^

che alle volte riefee difficiliflìmo , e quafi impoflibile Io feo- prirlo. Pure Chi ha buon’occhio , e non è preoccupato da

C 2 pre-

Come [orto ingan- nati anche gli Scrittori .

Tante firava- gan\e accadute in donne , o in Ipocondriaci. . *

Come le credano per infallibili , così ingannati per loro bene ,

Come gli Scritto- ri poi le ferivano per vere .

Altra cagione d’ inganno .

I f eria ^ che prò. va facili i fud- de'tti inganni .

Scarafaggi cre- duti ufeiti da Ur- na Dama.

Come fegif f D- univoco .

^6 Dell’ origine de’ Vermi ordinar]

precludi zj facilmente v’arriva, anche, fc non fi ferva d’altra Pietra di Paragone, diedi quella delle leggi ordinarie della Natura , e cjualche volta anche di quelle da dura necdlità sfor- iate , le quali però con tutti i pollibili difordini anno la loro meta , e polTono ben radere il lembo , ma non entrare giammai dentro la sfera dell’imponibile , come diremo più fiotto. Eda Natura una in tuttelecofe, pura, femplice, edimmutabile .

Oltre a ciò penfo ancora , che molti Autori di buona fe- de fieno flati ingannati da’ falfi racconti di certa gente, che fi diletta di contar f>vole , creando i fatti con la fecondità del fuo ingegno, c vendendoli per fucceduti. Oflervo pure, che tante llrayaganze fi narrano per lo più accadute in Don- ne, o fcaltrite per interefl'e, oper vanità, o ipocondriache , c di fantafia turbata, eflravolta. Lo che però qualche vol- ta è accaduto negli uomini foggetti anch’eflì , benché me- no, a delirj. medefimi , e all’ iftefie malattie della mente. I Medici accorti , o i dimeftici , per fanar le une , o gli al- tri, e cancellare quelle immagini falfe , gittano di nafeoftò negli ufeiti eferementi di quelle beftie , che credevano aver nel ventre, e così ritornano gli affannofi pazienti al primo fano intendimento, avendo curata l’immaginazione , ma non il corpo . Intanto gli attoniti Pazienti le giurano per infaL libili , le narrano ad altri con afibluca franchezza , e quelli ad altri , onde giugnendo all’ orecchie di Chi lulla pr(> fcllìone di fcrivere cole rare, le fcrive per cofie verei^ eirt. ganna , perche ingannato .

Qualche volta ancora cadono ne* vali per accidente, o fo- no gittate per ifcherzo dentro gli ufeiti umori , o vi corro- no anche per nutrirli alcune delle accennate bellioluzzc , e lono credute ufeite con quelli . Non è gran tempo , che_ . prcfcrilll un Serviziale ad una Signora afflitta da dolori atro- cilllmi di ventre , che fubito la folkvò . Nel vifitarc i di- menici le ufeite materie, v’oflervarono dentro molti Scara- faggi fetidi , di que’, che foggiornano ne’ luoghi umidi, c nelle Cafe . Mi corfero incontro a braccia aperte , a raccc«i- tarmi la maraviglia , credendogli ufeiti dalla Nobile addo- lorata, che giurava d’ayergli fentiti roderla, dall’ufeita de’ quali avea fubito provato il follicvo. Fattele necelTarie di- ligenze trovai , che molti altri erano rintanati negli angoli della Caflctta del Vafo , la quale era Hata poco fa levata da una Camera bada, cd umida, dove ve n’era un mezzo efercito , e portata di fopra , fenza diligentemente nettarla all’ indentro , onde feoperto V inganno rellarono appagati

c fod-

nei corpo umano, 57

« foddisfatti . Che , s’ io correva flupito nella, aedenza co- mune , divulgava fiibito per la Città , e T avrcbbono giu- rato per vero, eh’ erano ufeiti del ventre d’una DamaSca- rafaggi vivi, chele rodevano gl’Intefìini.

Qiialche volta poffono per accidente tranghiottirlx Infet- ti interi mefcolatì colle bevande , o co’ cibi , i quali poco dopo vomitati , fono creduti generati nel ventre . Così cer- ,J;Ìt Serpenti nelle parti della RulIIa , e delia Fodolia detti fono creduti generatori ogni- anno di due Iciami al- meno di pecchie, pofciachè qualche voltane vomitano^ non avveggendoli que’ buoni popoli , che coftoro mangiano H mele , e col mele l’ Api , le quali qualche volta gli pungo- no , e fonò sforzati fubito a vomitarle /-come faviaments pensò il Sig. Egidio Menagi© in una Lettera al Sig. Redi , ji. efl uraifemblable (fcrifle) , que ces firpens les -ayant avai- lees avec leur miei , car la'plus^part des ferpens aiment les fhofes douces , ils les revoìnijjent de fuite , en ejla,nt piquei^. ,E una fola volta, foggiunge il Redi, forfè, che ciò lìa ac- caduto, e che fia ftato offervato, può aver dato luogo alla favola, ed all’ univerfale credenza.

Se per avventura muojono i Pazienti , e s’ apre loro il ventre , per ifpiare la non conolciuta cagione del male , s’ è incontrato fovente , eh’ effendo entrati nel Cadavere ani- mali divoratori, o anche non divoratori delle carni morte, o cadutivi, fenza oflervargli, nelle prime incidoni, anno avu- ta tutta la colpa del funello feguito accidente .

Si diletta pur qualcheduno , per foftentarc la fua opinio- ne p che fi ritrovafle m"quef corpo un’ animale vivente , di cacciarvelo deliramente nel fepararlo, qualcun’ altro per di- fendere il fuo decoro dcllà. non conofeiuta aftrufillima ca- gione , e finalmente qualcuno per burlare i Medici , o gli Aitanti , o gli Scrittori fimili rarità , o per qualche al- tro ftorto fine , che non voglio coulegnare alle carte , la- pendp molti per certi motivi , far belliffimi giuochi di ma- no » Mi fovviene , che in Padoa al tempo del Ròdio , che ha date alle fìampe tante cunofe Ofi'ervazioui con molta fua lode , dovendoli aprire un Paziente eftinto per acutifilmi do- lori di ventre, un’altro Medico per burlarlo, volea cacciar- gli per la parte deretana negl’ Inteftini un lunghillìmo Ser- pente, che avea in pronto, di que’, che fono chiamati dal volgo Carbonacci, dagli ScntioxìCingues Efiulapii , ma im- pedito da certo accidente. Ghe fe la cola gli andava fegre- tamente fatta , il Rodio , che dovea elTere prefente al taglio ,

. -4 G 3 avreb-

Ahra cagione d" inganno .

Nuovo modo À' inganni ,

Si fcuopre ««’ al- tra maniera d'in- ganni .

IJloria^ che prò. ta , come s' in- gannino ^.ì Scrit- tori .

Un Medico ^ co- me voleva ingan- nare r altro..

3 8 Dell’ orìgine de Vermi ordinar']

avrebbe fcritta , come teftimonio di vifta , per iocontratta- bile la maraviglia , e fi farebbe ftampata , e propagata a Cautela deve venturi Ncpoti per Iftoria una folenne Menzogna . InfcHC+ fempreufarfi^ ne ma bifognaeflèrc in quefto Mondo ingannatore femprecau- ejfere così creda- tjfJìrni , e guardare che non fia nafcotta qualche fallacia , rì- ' chiamando fpeflè volte alla memoria quel favio riccordo, da-

to, benché inutilmente , a Trojanì,

Equo ne credite Teucri.

Altra maniera , Può anch’ettere, che nel vomitare, o nell’ufcita d’ altrf o cagione d’ in- efcremcnti da varie parti , o nel noftro corpo iftelTo vi fieno sanni . concrezioni, oammaflamcnti materie , difangue, di mu-

chi , di fibre , c fimili , ch’abbiano qualche apparente figura di’ animali, onde fubito fìupcfatti i pazienti, i dimettici , edi -Equivoci facili a Medici ftefli , fe non anno tutto il fondo nccettario per chi non è ben diftinguere una cofa dall’ altra , gli concepikono per vi- pratico . venti , c moltopiù , le dall’ ondeggiamenro delle materie ,

e dal diffèccamento delle fibre anno qualche olcuro mo- to etterno , come fovente lo anno , crelìre la fama coll’ animarli , e dar loro anche un moto interno , o progtefli- vo . Semper enim , ditte un Savio , humemus mimus , ut novitatum efi cupidìffimus , fic fabulis affuere fabulas , eajque^ quemadmodum pilas nivales provolvendo in molem grandio - rem concumulare confuevit .

Dal che tutto fi comprende fenza fatica di Ipirito , che Come non debbia- non bifogna Tempre fermarli alla Relazione anche d’ vtomini mo fermarf alte gravi, oche anno l’apparenza di gravi, ma c necefl'ario fa-* Pelaiioni y e il ye prima rigorofa difamina, e vedere, fe il latto è dentro ^arle 1 ^di^n * verifimile , 11 grande Iddio ha ftabilite così le

”guerk dille* fllfl. f*^*^*^ invariabili , ed eterne , ferbano perfet- - tamente il fiio ordine, ne cleono così ftrabocchevolmente di Pegole per non quello. Nalcono, è vero, qualche volta Mottri , qualche ejfere ingannati, volta la materia guidata da certe neceflìtà fi fvia , ma que- fto fviamento non è lenza legge , ed anno i fuoi termini pre- fitti anche gli errori . V’è una certa occulta catena , con la quale tutte le Naturali cofe fi legano fino ad un tal fegno, e fi rattengono ne’ loro cancelli . Ninno, mai vide nafeere, Leggi della Na- fe vuol’ il Vero dire, da Serpenti Volatili, da Volatili Qua- tura non molto fi drupcdì, da Quadrupedi Pefei . Pottbno bene qualche voJ- confondono ^ ed conlònderfi le fpezie con le fpezie , cioè ferpenti con ‘'anche ^i*errmf! ferpenti , Volatili con volatili , quadrupedi con quadru- pedi , pefei con pefei , ma anche in quelli non ifvariano molto le confufioni, imperocché Ella non vedrà mai da un Lupo nafeere una Pecora , da un’ Aquila una Colomba , da

una

nel corpo umano ^ " 5P

una Vipera un’Angue d’EicuIapLo, da un Luccio una Tin- Tutti ftanno nr ca. Così veggiamo, eli’ ogni uno vive ne’fuoi Elementi af- loro Elementi . fegnati loro dall’onnipotente mano, d’iddio, non abitando , ne nafeendo i Pefei fopra gli alberi , o nell’ arido terreno , non fotta P acque i Colombi, non i (Quadrupedi in feno al- la terra chiulà , e denfa .

Ciò , che dico de’ fuddetti animali , tenga per certo , do- ^ che ^ dice- ver fuccedcrc àncora negli animali minuti , chiamati Infet- de' grandi ^ fi di^ ti, effendo anche quelli , dirò così,fono imbrigliati dalle ftelTe ce anche degli a~ ftcfliUIme leggi , che i grandi . E' unacofa degna di rifo il »tmahpccteh , chiamargli imperfetti , eflendo anch’ ellì pecfettillimi , non meno de’ maggiori di mole , benché fprez2ati , e calpcftati ^ co’ piedi, quafi nocivi , o inutili fopra la terra , come feci vedere in uno de’ miei citati Dialogi, e lo prova ancora af- fai nobilmente il noftro Sig. Andry nel fuddetto fuo Libro fi). Ne perchè fono gentiliflimi , e pìccoli portano feco. a Gap. i. marca alcuna d’imperfezione, dovendoli anzi in così picco- Anne tum la le Macchine ammirare un più fudato lavoro, per non eflerc

mai tutta la Natura, come dille Plinio, che nelle cofe mi- nute . E finalmente a Chi negalTc la parità delle cole gran- Parità delle cofe di con le piccole , mi lafcierò Icappar dalla penna ciò, che grande colle pu- lafciò Icritto un mio amico in quella propofito centra alca- odtvo-

ni venerabili Ariflotelici in certo luogo . me audax xA- xiflotelicus increpety diceva fpinto da un giovanile furore , e] li od minuta cum maximi s comparem ^ Suus ipfe ^rifloteles (b) idem fedi . Dum enim infeUorum paxtes deferibit , eaf- i Lib. 4. De dem cum Elephantis partibus. comparat ^ 'Ifiam ( inquit ) ut Part. Anini. Elephantis pars delegata, odoribus commoda edam tum. ad pu- gnandum ,. tùm ad cibi ufum babetur , fic Infedomm lingua—^ pluribus officiis fungitur : &c. La Natura c una in tutti , e in tutti fempre maravigliofa ^

E' facile a V. P. R. il far la pruova nella vegnente dia- te nella fua. deliziofilfima Villa , dove fovente loggiorna , lopra i vermi , o bruchi di varie forti , cho fi pafcolano d’

Erbe , o di fiori , o di frutti , o di Legni , o di materie sv faccia T efpe- fracide , e limili , e che vede nelle acque , nelle terre ,. sù. nenia , e fi ve- corpi , o dentro gli animali . Tenti mutar loro la fede , verità del cangiare il cibo , e vedrà fubito , che periranno . Abbiamo ^ ' l’ clTempio familiare ne’ Bombici, o Bachi da feta, a’ qua- or infetti feme- li, fc fi muta il cibo , o luogo proprio , o, l’ariafìclTa fi tatocihoy 0 luogo fa afpra, e cruda , Lenza i dovuti riguardi , fubito muojo- muojono, no. Creda generalmente il limile degli altri, avendone fat- ti mille cfperimenti CQue’ , che nafeono ne’ frutti , fi paf-

C 4 cola-

40 Dell origine de Vermi ordinar]

Tutti vogliono il coXziWo de’ frutti, ne’ fiori de’ fiori , nelle Carni delle carni , ìor cibo ditemi^ ne* Legni , o rami , di Legni , o rami , nelle radici delle ràdici, nell’acque di cibi, cne trovano in quelle, e così di-

{corriamo degli altri , anzi quegli , che nafcono in tali frut- ti, mangiano folamente que’ ddli , e non diverfi , e nella mcdefima pianta uno mangia folo il Legno , T altro la fo. glia, uno la radice, l’altro il fiore, o il frutto, altrimen- ti perirebbono, e così diciamo d’ognuno.

Conobbe una tale verità anche il noftro Sig. Andry ,, Gap. 2. p. ijf. quando (a) lafciò fcritto quello nobile , e favio riceordo » St conferma coll' ^ ygys qui man7ent les pois font differens de ceux .

Undry mcmgent Les Cerijes , e nel Capitolo terzo oucrva con

un celebre Giardiniere , che cadauna pianta ha il fuo ver- me , bruco , e farfalla differente , c lo ha altresì differente cadauna parte della pianta dicendo, on trowe des vers à la pimprenelle à l' abfynthe , & à plufieurs autres herbes , tes quds font tous differens ; parmy ces yers , qui yìennem aux pUntes , les uns font p-articuliers à la tige , les autres aux feìiilles , les autres à la fleur , les autres à la racì-^ ne , les autres à la grame ; & font tous autant di efpeces à

part .

Ar omento che- dunque tutti d’ accordo veggiamo , e tocchiamo con j 'vermi ejiernl qucffa palpabile Verità , come poi potiamo lafciarci non pojfonovive. indurre a credere, che mangiando noi frutti, ed erbe co’fe- rt dentro noi . mi , o Vermi nelle medelime , poflano queftr in un Mondo non fuo , con cibo , e condizioni affatto diverfe nafeere , vivere, e crefeere? Non vivono que’ de’ pomi, fc levando- gli dal frutto volete far loro mangiare delle foglie degli ftellì pomi , o que’ delle foglie , fe vorrete , che fi cibino de’ frutti , e così dica di tutti gli altri, e poi vorranno , cheentratinclno- ftro corpo, cangiando in un fubito genio , e natura , finiitrifca- no di fughi non folo totalmente differenti , ma ancor contrarj ? cario? 4. Anche il fagace Dolco (Ìj) , trattando dellà -nafeita de*

vermi umani , cadde con gli altri in quella opinione , cfcluden- T.rejta Medica jJq Medica Erefia , cioè , che non uafeano dalia Pu-

fcacciatjt, o in. j

vermi , e introducendone un’altra , cioè , I7a ‘dal%cleo .'' nafcano dalle uova delle Mofehe . Exi^lìmamus , con- chiufe , rermes à putredine non orìrì , fed quod in inteflinis Kon nafcono i reperiantur , exinde efl , quoniam , cum cibi fspe ajjumun- noftrt vermi da ^ ^ ^ Mujds in alimenta deporta flint, yel ]am

uova d^i^flche^i exifiunt alimentis , qua in debiliori Homacho , ideji

T>aeo*fopra i no- f debitem habent calorem , ut inf antibus , <& pue-

fri vermi , t ds 3 nm deflruumur , &c. , e poco dopo fpiega la diverCti^ loro divirfità, de’

nel corpo umano» 41

de’ vermi noftri , pofdachè diiperfamm Mufcavutn Ova aj- fumpta funi , vel calor efl imbecillior , eatmùs diverfa p'fo^ ducuntuY yermium genera Sjc. Eflendofi quefto {limato Au- p ^

tore rifl:rctto alle fole uova delle Mo(che , pecca più degli penh>ì»- altri y non accorgendoli della lolennilTima diverfità de’ vermi colpa le uova del- delle medefime da’nollri , rifpetto alla figura , alla gran- h fok mfche . dezza, alla loro necelTaria mutazione in nuove Mofcbecon- fimili a loro genitori , come abbiamo detto un’ altra volta .

Ned i gradi del calore diverfo poflbno far produrre diverlì

generi di vermi . PolTono bene accelerare , o ritardare la .

loro nafcità, e accrefcimento , come ho ollervato tante vol- te, non pofTono far loro cangiar natura . Polfono almeno gli scrittori

altri Scrittori , che parlano in generale di tutte le uova in- meno peccano del

gojate, girar tanto nell’ univérfale de’ Vermi di quefts^'Mon- ~Doleo ^ ma pero do , che ne ritrovino un qualcheduno , eh’ abbia almeno

qualche prerogativa limile a’ nofiri , ( lo che però non ba- lìa , come diremo a fuo luogo ) mi que’ delle Mofché

nonne anno alcuna , come può ciafcheduno offervare cogli . Le-

occhi proprj . Cosi il celebre Levenocchio , e Godcfrido -Jenocchìo , e del Bidloo nel fuo Tràttatello De animalibus in Ovino Hcpatere- mdloo ^ cheven- pertis y penfano , che generalmente noi beviamo il feme de’ gano. dall’ acque vermi nollri cum aqua ex civitatum fofjìs eruta , & cunt—, parato in ufum humanum cibo , poiché pare loro , che P’ nell’ acque fieno molti Lombrichi , che pollano almeno af- fomigliarfi ai noftri . Samuel Ledelio anch’elfo porta Topi- Ledelio crede la nione del feme bevuto con acqua impura , dal quale folfe Ynedefima favola nato un Verminaccio, che .vomitò un Contadino, che flava '

luir orlo del fepolcro . ^ddantium pidicìum crai {a) con- ^ Curiof. chiufe, qmd prceterità aftate Seminiumhujus vermii cum-^ Germ. Dee. 3. impura aquà ebiberit . Non è però quella opinione meno Obf. 61. car. falfa delle altre, per le ragioni efpofte, e che anderemo ef- ponendo , non ballando una lieve tintura di fimilitudine , Noa bajìa qual- per fargli della fpezie medefima, liccome non balla, chele che fimìlìtudlne Siraie, e il Pefee Donna, detto volgarmente SirenUy abbia- P^'' ifiahihre la no qualche lineamento umano , per mettergli nella nollra .

Oltre di che io non trovo nc meno nell’ acque verme alcu- no , che veramente emoH la Uruttura de’ nollri .

S’è tanto inoltrata , ed ha tanto ricevuto il comune ap- credenza

plaufo quella opinione dell’ uova ingojate colle bevande , e co’ cibi , che , fe nafee anche un verme fofM'a la cute , vo- opinione delVa^' gliono , che venga dalle fuddette . Il Sig. Bernardo Valenti- leminì . ni {b) , polli per veri , e vivi animali i Comedoni , che fi h Ann. 3. De- àtroyano. dentro la pelle de’ Fanciulli di da Monti , ere- 3* Mifcch

de

l.-Curiof.Germ. Obf. 120.

Comedoni.^ e ver- mi nel cucjo del- le Vacche creduti fimili .

Come penfa , che nafcano da uova d' Infetti ingoja- te .

Errore del Valeri, tini .

a Tom. 1. Gal. di Min. carte ?io.

Vermi nel dorfo delle Vacche , e de' Buoi , d' on. de nafcano .

Sono figliuoli de' Tafani j e Efiri ,

L oro nutrimen- to , e modo di. cre/cere .

Armenti ) per- chè tanto fugga. no gli Efiri ,

h Virg. Lib. 3- Georg.

Uon fone- della. ra\ia di Oome- d oni .

Comedoni , é vermi delta ^o. gna reftano fem- pr e- ver mi .

4Z De ir origine de Vermi ordinar]

de falfamente, che anche i vermi , che fi ritrovano dentro la Pelle delle Vacche con un piccolo tumore , fieno della medcfima razza ; quindi è , che quando arriva a cercare la cagione, c origine di quelli vermi , fe la facile , e pa* tentiffima , ficfuidem^ dice parlando di que’ delle Vacche , à brutis quamplurimA Erucarum , aliorumque InfUomm femi-^ na , & ovaia una cum yegetabilìbus devorari obferyamus , qax cum proprio nutrimento ad cutem delata , illic facilè ex- cludi , dr in progeniem hanc abire pojfunt . Quanto in- ganni quello eruditiffimo. Letterato , Io può comprendere dalla Storia de’ detti vermi , eh’ io defcrilli fino nell’anno- i6(p6. nel mio tante volte citato Dialogo (a) Colà fcuo- prò, fino a quell’ora, 1’ ofeuro Fenomeno, emoftro, cho que’ rozzi , e falvatici vermlnacci fono figliuoli legitimi d’ uova polle dentro la cute da una fpezie di ferocillima Mof* ca, fimile ad una Vefpa pelofa, chiamata volgarmente Ta^ [ano , e dagli antichi £§ìro , o ^Afìlo , la quale con un’ acii- leo , che porta in fondo al ventre fora loro il duriffimo. cuojo, o Io trivella, cin quel forodepone l’uovo, accom- pagnandolo con un fugo agro e attiviflimo , acciocché fi fermenti col langue, e con. la linfa cutanea ,, e fi prepari al nuovo ofpite un covilo , c un nutrimento proporzionato . Qiiindi avviene , che gli Armenti , quando, fentono ftride- re per l’aria quello Infetto, malvagio, e feritore , fi danno, tutti alla fuga , muggifeono orrendamente, corrono nc’ bof- chi vicini, o fuora , fe vi fon dentro , e fino ne’ precipizi ». acciocché non fi getti fopra di loro, non trivelli la pelle, e non vi deponga, le femenze fue

, - I I I-, Oefiron Graji vertere vocantes ,,

^fpcì'y acerba fonans f quo tota exterrita fylvis,

Dijfugiunt Cruenta . {b)

Ne folamente fi gitta fopra le Vacche , ma fopra i Buoi , i Tori , i Cavalli , i Cervi , ed altri animali , che vivono liberi nelle Campagne , e ne’ bofchi.

Non derivano, dunque quelli Vermi da uova ingoiate ,, ne fono della razza de’ Comedoni , come vuole il Sig. Va- lentino , poiché i Comedoni non diventano mai volatili , come non diventano, mai volatili i vermi della Rogna ,

' cd altri confimili , ma fono d’ un’ altra fpezie tutta dif- ferente , benché venga anch’ efl’a dall’ ellerno , c full’ e- ficrna cute , come fanno, tutti l vermi cutanei , che non fono altro , che morbo, animato , e appiccaticcio , con > qiicfta differenza, che alcuni nafeono vermi, e muoio- no

nel corpo umano , 4^

no vermi , altri s’ incrifalidano a fiio tempo , ed efeono vo- latili. Così , come abbiamo detto , i vermi del Capo , o , . , ,

per meglio dir della fronte de’Caftrati, delie Pecore, delle flra/ì^\I^ono Capre, de’ Daini, e fimili, tutti finalmente diventano Molclie uofche di una particolare fpezie , le quali fecondate da’ raafchi di nuo- vo depongono le uova nelle fuccide , e aperte narici de’ luddetti Animali ( come deferiffi nel mentovato Dialogo ) , e così perpetuano la loro fpezie : dal che fi vede pur falfa la ril- pofta , che il famofo Francefeo Bayle , {a) cioè , che ^ 3 jin-

quelle uova de’ vermi , che annidano nella fronte cavernofa phyf. Part. degli Animali deferitti , ab extrinfeco advenifie per -vulnus 2. Trac. 2. Lib. infii£ium in tenero Juniorum ^nimalium capite , pofciachc 3. ,Difp.'4. Ar- fono di fpezie differente da que’ della cute delle Vacche , e bifognerebbe , che quelle mofche foraffero , non folamen- ^

la pelle-, ma rollo , il che è falfo , come ho dimoftrato nell’ accennato Dialogo.

Vede dunque V. P.jR. , in quanti abbagliamenti fieno cadu- hruova

ti Autori di gran grido , e quanto malamente deducano una cofa dall’ altra confondendo le fpezie , e facendo na- iitrm .

Icere gli animali a doro capriccio , non conforme le leggi regolatillìme della l^Iatura .

Ma torniamo a’ vermi famigliari del corpo umano , e interroghiamo gli eruditi ’hjjiturali di ciò , che toccammo / trovano di fopra j cioè, giacché pretendono , che i noftri vermi ven- »el Mondo ver mt gano dairefterno, fe mai di quelli ne anno veduti nel Mon--^'”'' ^ »ojrt. do grande , imperocché non faranno già così difeortefi al- le leggi della Natura , che vogliano , che que’ vermi , che anno lempre il capo armato d' antenne , o di corna , che t^oflra dalla anno i piedi , che fono, diro così, embricati^ o almeno la- loro generai Def- vorati con ifpeflì nodi , che fono fterminata mente più pie- erìiìone . coli , che divengono volatili , o in poche parole , che fi veggono tutti quanti differenti nella Bruttura , nella mole , Tutti fono di o nel genio , fieno Padri de’ noftri ordinar; , altrimenti en- ftruttura diff'e- treremmo in confufioni , come ho toccato di fopra , affatto teme . ineftrigabilì . Io certamente mai gli ho trovati,' per quante diligenze abbia ufate in tutti i Regni della >Jatura , non eC- fendo fiate ne piccole , ne poche , avendone raccolti delle migliaja , come ha veduto nel mio Mufeo nella Serie degl’

Infetti. Sò, che qualcuno ha filmato, ( fra quali 1’ Arderò credono fi- in una fua Piflola ) che pofTano eflere defeendenti da Lom, gHuoU de' Lom- brichi tcrr.efiri ^ per avere eftemamente qualche ombratile fi- terreftrt . gura, e fimilitudine co’ noftri , ma avendone io fatta l’ in- terna notomia degli uni , e degli altri, ho trovate le vifee-

re

Ko»lo fatto ^ per ejfere d' interne vìfcere differenti, a An. Vivent. &c. cart.25. 30.

Vogliono ) che -dentro il noflro corpo fi mutino^ ■il che } falfo .

Si prova coir ef- fempio d’ altri a- nimali .

Sono mutazioni accidentali.

Allodola , come divenne bianca.

Non fi può can- giare un vifcere in un' altro .

44f Dell' origine de’ Vermi ordinar]

re di pofitura , e figura diverfa , onde gli ho ftabilitl 4jt fpezie ancora diverfa. Il Sig. Redi ancora, come nel fuo bel Libro ^Animali viventi dentro i viventi (a)-, la fece.,

e fi dichiara d’ avergli trovati difierentillìmi , dunque i nor flri non fono della fpezie de'mcdefimi, e non anno ne me- no alcuna parentela con effi. Il che dico d’ogni forra di ved- ine acquajuolo , per rifpoila al Levcnocchio, alBidloo,"c ad altri , oltre le ragioni già dette . ^

Sò, che rifpondono, che entrati nel noftro corpo, come in un luogo affatto diverfo, fi diverfifica loro Tinterna fab- brica , come r efterno colore , e morbidezza , ma io non ho r animo capace di comprendere quella inufitata ftravaganza centra il genio ordinario della gran Madre . Capifeo bene , come fi polla cangiare il colore, Tafprezza, ed anche, co- me poffàno, dirò così , ingentilire i loro coffumi , dilatar- li , o collrignerfi un poco più i Canali , alcerarfi i fluidi , allungarli, e accorciarli le fibre , farli molli, e più arrendevoli le parti, ma non mai come polla cangiarli il giro, c l’ordine de tubi , mutarli i cribri , o le vilcere , farfi nuovi ordigni , e cancellarli i già fatti . Abbiamo reflempio negli animali , che ci portano dalle Indie nuove, e come da un’altro Mon- do , lotto un Clima tanto diverfo , e non veggiamo , fe non mutazioni accidentali , non efl'enziall . Scrivono i Naturali Storici , che E^na in Ebiifum Infitlam dehtee colores mutanty Beflire omnes in Hofeoviam delatce ct^Hdce evadtmt ^ Oves in regione Septentrionedi albefeunt , in Meridionali nigrefeunv . Sic Vulpes , Urfi , Lepores mutato loco colores , & quando-- que mores mutane . Ma fi feorge bene da Chi ha buon' oc^ chio, che quelle fono mutazioni per accidente j come per accidente mi divenne bianca un’Allodola , che cafualmente mangiò carni condite con aromati , e con fale , eflendole cadute tutte le antiche penne , e avendone gittate fuora di nuo- ve tutte bianche j ma non s’è mai trovato , che < un’anima- le diventi un’altro, o cangi interna llruttura. V. P. R.,, eh’ è tanto dotta anche nell’Arte noffra , c in conleguente nel- la Notomia , di quanto pefo , o di quanta conlèguenza larebbe , il cangiarli un vifcere in un'altro, il mutar fi-,; to , il nafeervi organi nuovi , pofeiachè bifognerebbe' can- giare tutto r andamento, e l’armonia delle vene , delle ar-., terie, d e’ nervi , de 'linfatici , e di quanto entra nell’ artifl«, ciofiflima , e mirabile macchina d’ ogni vivente . Poffonò alcuni rammorbidirli , indurarli, crefeere, turarli, fminuir- fi, ed anche cancellarli 5 ma non gli elfenziali mutare perpe-^.

tua-

nel corpo umano . 45

tuamente la flruttiira , ed il fito . Lo die ~ fe fuccedelTe §^efta fardh mai, che non credo , faprebbe di creazione nuova , non Creaiicw . di femplice alterazione. Hb, che non bifogna fempre dor- mire fulla fapienza degli altri ! Anno fovente fotto un’ ingc- gnofo lucidimmo velo certe antiche ulcere coperte, che in- gannano facilmente la villa

ilid fubter

Cacum vulnus habent ■, fed lato baltbeus auro Trotegit.

Ne le uova de’ Lombrichi tetrellri fono così efpofte full’ §Malifet:o le m~ JErbe, ne così piccole, ed invifibili, come qualcuno fi ere- va de Lombru-bt de , di modo , che pollano inavvedutamente ingojarfi . Io le ho vedute quali , come un grano di Panico lucidiflìme , c belle, nafcolic fotterra in luoghi pingui, ombrofi, e riti- rati, ne così facili ad entrare ne’nollri citji , e bevande, per lo fito , dove fono rlpofte , e occulte , per la loro molto bene vifibilc grandezza fenza gli occhiali .

Ma dicono di nuovo altri più fotti li Scrittori, che pollo- entrano le no quelle , come altre maniere infinuarfi per le radici uova degP infetti delle piante, entrare ne’ frutti , e nell’ erbe comeflibili , e per k radici del. così inavvertentemente divorarli . Il qual penfiere , fra gli le Piante ^ come altri , di Jacopo Arderò partecipato in una Lettera a vaole V Arderò . Lucca Schrochio, cum ft , diceva, oyulum ifliufmodi non ab extrinfeco communicari pofjìt , faltem abfurdum non fit cum ipfo fuoco nutritio per vafa Tlantarum illud deferri poffe &c. p jiytore del

In tal modo pare , che voglia , ch’entrino nel nollro corpo , pjfor.

L Autore, per altro dotto del Rivcrio Riformato (a) , o al- mato . meno con le frutta, e con i grani , mentre lafciò fcritto che a Prax. Med. Ora illa , ex tjuibus beflioìce ilice ( i vermi del corpo urna- Lib. 2. cap-i8. no ) excluduntur , in frugibus terree , fecali , tritico , frufli-^ bus, leguminibus , quibujcum afiumuntur , ftalTero nafcolle,

fi mangiallbro .

Non è quella minor favoluzza delle altre , imperocché , -cedere la

fc avranno olfervata la Notomia delle piante , avranno pur faifitd dell' opì~ veduto , edere quelle fibre , e canaletti dellinati ai fughi nìone, della nutrizione, così fottili , e così angulli , che ne pure l’occhio armato di Microfeopio può giugnere a 'vedere 1’ ultima bocca de’ medefimi , che dal fine delle radici aflorbe il nutrimento, dove le uova degl’ Infetti , particolarmente de' Lombrichi terrellri , fono molto ben grollblane , e pal- pabili , e vifibili coll’ occhio nudo .

Concediamo ancora, che le ingojalTero , o in un modo, o nell’ pruova

altro, ma come avvezze in unfireddo, e immobile elemento, (onuaì moderni.

na-

Muojcm i Lem- hrich f terre flri

nell' acqua f ola , onde non poffono vivere in noi .

Jfjfurdo ^ chent fegmrebbt ^

L' A ndry vuole , che gli fuc chiamo coll' aria .

« Chapitre i?. p. 7.

S’impugna II Sig. Andry .

Uova dalle ma- dri , come ven- gano depofitate , e ajjìcurate in varie maniere .

.. . V , .. i

4^ Dcir orìgine de* Vermi ordinari

nafcerebbono , o nati viverebbono gl’ Infetti nel noftra corpo continuamente agitato , e pieno , per così dire ,cdi fiioco^ di faU , di fpiriti ? Dove troverebbono pingue ter- ra , per nutrìrfi , e per crefeere ? Come potrebbono lunga- mente refiftere a quell’ incefl'ante sbocco di fermenti attìvif- fimi, e diftruggitori degli eftranei corpi ì Se gli porrà nell' acqua limpida, e alquanto tiepida y vi muejono dentro , c non morirebbono in un'fluflb , e rifluflò continuo di tanti liquidi, che inondano gl’Inteftini ? Guai alle Anitre ,'^alle Galline , agli ucelli di varie razze , alle Rane, ai Pefei , alle Talpe, e a tanti animaU divoratori ingordiflìmi di que- fta , a loro , elea dolciflima . Ingojando 1’ uova matiT- re , dovrebbono nafeere nel loro ventre , e vederli quelli fempre pieni zeppi di quella verminofa famiglia , e pure quella forta almeno ne fono éfenti . Anzi ne’ freddi Pefei , nelle Rane , nelle Botte , nelle Talpe cièche , e in altri , che ne fono ghiottidìmi , e ne vanno a caccia con diligen- za ,; dovrebbono trovar nido più proprio , che in noi , aven- do il ventre freddo > >e fovente impantanato di terra , e d’ erbe crude , le^.quali non, fono nel no Uro.

II Sig. Andry vuole ancora, che mentre* relpiriamo l’ aria ^ beviamo i ferai volanti nel lèno della medelima , c che tro- vandoli quelli generalmente in tutti i corpi , nulla vi fia nel- la Natura, dove i femi degl’ Infetti non pollano Snfinuarlì ,’ e il en peni cntrer une grande qmntitè dans Is carpe de l* bomme , mfjìhkn que dans cely des. autres animaux par /e_j moyen.de V"air ^ e dès alimcns. (iz)- Io luppongo , che il Sig. Andiy non parli de’lèmi de’ vermi ordinar) deinollro corpo, pofciachè quelli certamente non volano per l’aria , anzi dubito, fe alami volino . Ho perpetuamente olTervato nel- le Campagne, ne’ bofehi , negli orti, nelleCafé, chemoltif- lìmi Inietti , per minuti , che fieno , attaccano le loro uo- va sù quella foglia , quel fiore , quell’ albero , sii quel muro , con un certo vtfeo particolare , che le accomì pagna, e ftrettamente , per così dire , le conglutina , ac- ciocché il vento , 'o qualche altra elterna ingiuria non le di- fturbi , e rimuova da quel luogo , dove L nati figliuoli de- vono alimentarli . Così i bruchi de’ Cavoli, dell’EbuIo^, del- la Ruta, e di quanti gettano le uova filile piante, le incol- lano, e le difpongono, per lo più, con un ordine bellillì- mo , e ne’ gran caldi foventementc fotto la foglia , accioc- chèiifiSoIe ncMT le' feottt , e cuoca. Il raedèltmo fanno mol- te Cantaiidl c piccoli fearafàggt dT tante forti' , ed altri ,

£ CO**

Altre maniere di are le uo-

nel corpo umano . 47

come i Convolvoli d’ Ariftocilc, le rinchiudono in mezzo le foglie delle Viti , de’ Pioppi , de’ Peri , e limili , conforme la loro Ipezie , e poi le attorcigliano , o aggomitolano air intorno loro , legando i lembi delle medefimc , e allicuran- va . dole con fila , come di feta , che cavano dal loro corpo . Al- tri rodono , e forano i germi teneri delle piante , come que’, che allignano nelle Qiiercie , ne’ Roveri , ne’ Salici , nelle Rofe filveftri , o Canine, e limili , e ne’ fori v’intru- dono l’uovo , da’ quali poinafconole Galle, i Rizzi , le g^culti a~ Spugne , gl’ Enfiati, i Tumori , ed altre maniere di proda- gli antichi di de- zioni baftarde , che rinchiudono , e nutrifeono il verme pofiiarfi le uova nato , finché Ila fatto volante. Altri folcano , e fendono il ^^gl' infetti . tenero furto del crefeente ramo con un’ aculeo falcato , e dentato in forma di fega , come fanno le Mofche delle Ro- Mofea le, dentro la quale feirtura nafeondono con ordine maravi- dell’ Autore . gliofo le uova loro, come ho deferitto nella Galleria di Mi- nerva (a) Altri le pongono fra le fcfiiire delle feorze degli Alberi , e qualcuno non contento gli appiatta , e vela con la lanuggine del proprio ventre . Molti bucano il dorfo , o il ventre alle Crilalidi, alle Ninfe, a’ Bruchi , a’ Pidocchi ^^‘’do nuovo fco. Silvertri , o il cuoio degli animali , e cacciano in quel bu- co profondamente 1 uovo . Altri le nàlcondono dentro le_^ caverne del nafo di varj bruti , come accennammo ; e infino, quando le mofche , e mofeioni ordinar; , buttano fopra i Cadaveri le uova fue , cercano fempre i luoghi concavi , e più ofciiri , come la bocca , il nafo , le orecchie , forto le afelle , infra le cofeie, efimili, come ho oflérvato. Alcuni le nafeondono fotterra , come molte Locurte , le Cicale , ì Grilli faltatori , le Talpe di Ferrante Imperato , alcune Cantaridi , e Scarafaggi , ed altri . Non manca Chi le de- stupenda diver- ponga nelle acque , come molte Zanzare , certe fpezie di depor.

Legniperdi , certi Cevettoni e grandi , e piccoli , le Efi-

mere , e di tal razza. Molti più ingegnofi fabbricano a bel- Ttngannano"* la porta Nidi di terra , di Carta , o della feconda feorza ®ue' de' nidi degli alberi fecchi , o di cera , o di materie cavate dal lo- ^rra ojfervatì ro ventre , o d’altre raccolte , e impaftate di varj fughi , dall’ Autore, co. come fono le ingegnoliflìme Vefpe Icneumoni , Vefpe di fpezie diverfe, e Calabroni, le Api , tanto ordinarie , quan- .

to falvatichc , l’ Aranco-Locurta, o Ragnoloculta , e tutti ,

tutte vi nafeondono gelofamente le uova, molti de’ qua- tare, come nel li Infetti vedrà deferirti con nuove ofl'crvazioni ne’ miei ^Tom. 6. della Dialoghi, come le rare Vefpe Icneumoni , e nel fefto To- Galleriadi Mi- mo della Galleriadi Minerva il curiofiflìmo Ragnolocufla . ib) “^^^a Pa.c. S.

- - ^ ' care. 203.

a Tom.v. Part. x.c. 255.

uova fopra, 0 den- tro altri Infetti .

Altri modi fco. peni dall’ Auto.

Uova de I(agni ordinarj , e loro diligenza in en- fio diri e .

Altri /iti delle uova degl' Infet- ti .

Da tutto il detto qual confeguenyi ne cavi l'Autore^ cioè , che non vo- lino .

h Okf. de Ra- nisp. 14.

Errore d' Oligero Jacoheo (opra le uova de' Pefei .

c Gali. Miner. Tom. 6. Pare. 8.

Semi delle piante molti volano .

Perchè volino .

Altro ingegno della Natura nel diffondere i Semi delle Piante ,

48 Dd!^ orìgine de' Vermi ordinar}

Oflerviamo i Ragni , quell’ animale fapientiffimo d’ A- riftotile , e vedremo con quanta attenti ffima diligenza chiudono , e nafeondono le uova in una pallottoletta di te- la , alcuni de’ quali le appendono in luoghi remoti , c fi- curi , alcuni più gelofi fe le appiccano alla parte dereta- na, e le Idrafcicano con eflioloro , ovumque camminano, e fe alcuno gli diflurba in modo , che debbano velocemente fuggire , lafciano l’ amato pefo , per alTìcurare la vita , e poi tornano fubito indietro a pigliarlo , e a llrafcinarlo fe- co con ifpettacolo degno d’ammirazione , e di tifo, Non_. manca chi le deponga dentro i cupi Calici de’ Fiori, dentro i Semi , e i frutti , e le carni fecche, e ancor dentro le radi^ ci , ci legni , o giovani , o vecchi , o verdi , o inariditi * Infomina io ho oflèrvato, che cadauno Infetto con gelofa , ed incredibile accuratezza depone , nafeonde , alTicura , e ferma le uova fue , e non le lalcia affatto in abbandono , e alla balìa de’ venti , o all’ urto , e ingiuria degli animali . Del che tutto ne potrei apportare cento, e cento ffeutiflìme offervazioni . Quindi è, che prego i Fautori dell’Opinione che i femi degl’ Infetti volino per l’aria in tanta copia , e con tanta facilità, di tiferbar quefto pregio agl’infetti ftellìj flu- pendo intanto , che lìa giunta queft’ opinione a tal fegno , che Oligero Jacobeo {b) voglia , che inllno le uova de’ Pefei delle Pcfchiere volino per aria epaffino da un luogo all’ altro. Lo che non potrò mai indurmi a credere , per effere anche quegli fempre involti in una certa lubrica , pefante, e vi- feofa materia, quando non s’intenda de’ Tifoni, o de’vor- tici de’ venti , che gli aflbrbifcano , c innalzino, ètrafporti- no, come diflì delle Pioggie di fallì', ceneri, di Lina , e fimili (c) , ma non fiamo più in calo .

Al contrario fi compatifeano le piante deftinate a ftare fempre fiflè nel Aiolo , e fi concedi a loro femi , che voli- no. Non volano però tutti , poiché la Natura ha conce- duto quefto privilegio folo a certuni , a’ quali in luogo d’ali' ha appiccate legieriflìme fila , o piume , che chiamano al- cuni Tappi ^ ad altri bambagia, ad altri ha formate , co- me da un canto , e dall’ altro le Ali membranofe , in guifa d’ Infetti , altri ha incaftrati , o collocati , come in mezzo a fottililllmi veli . A molti, a quali non ha conceduto que- fto favore diftinto , ha formate le borfette , che li rinchiu- dono , con tal’ artificio , che giunti all’ ultima maturità , fcrepolando efié gli lanciano lontani dalla pianta , cacciati dall’ elatere di certe fibre , che con amica violenza ftava-

no

nel corpo umano» 4^

no rauncinaté , e compreffe . Il che fegue indifpénfabilmcn-^ tc dn mcdti , mentre dirò con Virgilio (a)

Continuò has leges ^ dturnaqus federa certi s Impofuit T^atura locis .

Molti però vuole , che fi confervino ne’ loro nicchi , e lafcia la cura all’ induftria dell’uomo, che li divida , e li femini , non perchè anche quelli non fi confervalTero , non fi propagafiero fino alla fine del Mondo , ma perchè do- vendo immediatamente fervire a Noi , ne dolabiamo anche avere immediatamente cullodia , per la copia , che ne bra- miamo , c che veramente ci abbifogna per il nollro ordina- rio follentamento .

Non cosi dobbiamo parlare de’ piccoli viventi , de’ quali prevedendo la poca cura , che ne avrebbe avuta i’ uomo , tolti que’ pochi , che ci fervono per ufo , ha voluto dotar- gli d’ una dillinta prerogativa, eh’ abbiano da fe tutti quanti cura di fe medefimi , e delle fue femènze , e le depongano in lìti proporzionati all’ indole, che anno, e alla conferva- zione , e mantenimento dc’figliuoli . Infomma la Tempre pro- vida Natura ha faputo fare con tanta incomprenfibile maé- flrìa quello mirabile popolo d’ automati , come gli chiaman le Scuole , che fenza , che s’ immaginiamo Noi indullrie ulteriori , o cali fortuiti , ed inconllanti , fa , che vadano tutti al fuo luogo , fi nutrifeano de’ delìinati cibi , depon- gano le uova, dove polTono confervarli, nafcerc, crefeere , e moltiplicar fi-,

E dato ancora , che non avelTe avuta cura diligente la nollra gran Madre , che le uova degl’ Infetti avellerò tutte il fuodellinato , e ficuro ricovero, che non follerò sbattute , e portate in qua , c in dall’ aria , o dà’ venti , non fa- rebbono così facilmente ingojate da noi, imperocché, o ca- derebbonÒ predo nel fuolo , non librate , ne foftentate da ajuto alcuno, come dicemmo d’ alcuni femi delle piante, per efsere tutti nel fuo genere pondero!! , non galleggiando ne meno ijeir acqua , eh’ è più grave in ifpezie dell’aria , fe non fono follentati da qualche ellerno ajiito j ovvero chi vive folamente alla campagna , o vicino a Giardmi , e a’ luoghi , dove foggiornano , ( parlando in generale ) fareb- be loggetto,o almeno più foggetto degli altri a queda du- ra di^razia. In Venezia, nelle Città più affollate , o ma- ritime lontane da’ campi , e da terra ferma i gentiluomi- ni, le donne civili, i fanciulli non plebei, che iianno fem- pre ritirati , e gelofamente cudoditi dentro' Te mura , come

D lon-

a Virg. Lib. r. Geor.

Altf'f tocca aie uomo il divider li con ìndujlria ..

'Diff}r(H\a fra le uova degli Infet- ti ^ e i fimi delle Piante .

Previdenza del- la Natura qua- le .

S' incalza /’ Ar~ ,gomento cantra il Sig. Andry , da- to anche , che volajfero le uova degl Infetti .

50 Dell’ orìgine de Vermi ordinari

lontani da terra ferma , dov’è la fede maggior degl’infet- ti , o non mai , o rare volte ne aflbrbirebbono coll’ aria , che libera da un’ infinita moltitudine di quelli bevono , c pure veggiamo con efperienzl , che tutti inverminano a un Tutti invermU ^ nobili , o plebei , o rullici , o Cittadini , anzi

niamo a un mo-^ pin la gente morbida , e delicata , che la rozza , e incallita do. nelle campeftri fatiche,

Aggiugniamo , che parliamo adeffo de’ vermi a noi fami- eliari , i quali non pofibno elfere figliuoli d’ uova tanto cantra il Signor minute. Che fieno COSI leggiere, ed mviIibiU, le pondena- Andry . nio folamcnte la loro mole a proporzione degli altri Infetti

più piccoli , e per non partirli di noi , de’ vernili ftefli cu- tanei , che cagionano le Rogne , i quali fanno le loro uova molto bene vilibili a chi ha buon’ occhio , fenza anche ve- ftirlo di vetro. Qiiindiè, che farebbe molto mal’ avventu- rofo colui , che , foffiando il vento , il quale avefie fiac- cato per difgrazia qualche uovo d’ Infetto dal proprio nìcchio , e lo portafle per aria , fiafle a bocca aper- ta , e s’ incontrafse in quel punto , che v’ cntraflTe den- tro , non fe n’ accorgefse , lo trangugiafle , non lo IputalTe fiiorà .

Non capi feo pure affatto quell’ altra Propofizione del SIg. Andry , che pollo quel principio , che da per tutto fieno uo- ^sig Andry ^ vuole , che COSÌ facilmente fi conofca (c) qu’ il n' y a rieri

a Chapi.z.c. 7. lo.Jla.ture ^ les femences des lnfe£ies ne fe puijfent infì-

nuer . Le fuppone un troppo generalmente minute , e iLe ttova da fe penetranti, ed ionon maiveduto, eh’ un’ uovo s’infinui non penetrano . dentro unxorpofodo, o morto, ovivo , fe la Madre prima Come penetrino bocca, o con l’aculeo non lo trivelli , c

le uova dentro i buchi, il quale a bello fiudioèpofto nell’infimo ventre verfo corpi , l’efircmità , enon gli faccia la firada , anzi per lo più non l’ac-

compagni con qualche fugo fermentatore , o a viva forza , per un tubo a ciò defi inato, non glielo cacci, ed intruda . Se le gittano fopra i corpi , ocome vuole il Sig. Andry, fe vi fieno per accidente portate dall’aria , nato il verme , fe farà fopra luogo di pafcolo fuo , feguendo l’odore del medefimo, penetrerà egli ftelfo, non Tnovo, reftando labuccia ignobi- le, e vuota fopra la parte, dove già flava: ovvero, fe parla di quelle , che inghiottiamo, calo fieno della natura , che pofl'ano nafeere , come diremo nella feconda Lettera , non fempre fono tutte così minute , che poffano liberamente paf- fare per tutti i gentiliffìmi noftri cannellini , e penetrare per tutti gl’ invifibili andirivieni del noftro corpo, benché a

nel corpo umano] Vi

qualcheduno mefcolato con i fluidi pofla cóncederfi.

Vi refterebbe da impugnare la falfa credenza dell’ accu- ratiflìmo Sig. Redi accennata nel primo fuo Libro della Ge- nerazione degl’ Infetti , la quale penfava poi dichiarare ^ amplificare , e flabilire nel fecondo Libro , o feconda parte del Libro De i riventi dentro ì virenti^ che meditava dare alla luce, cioè che, ficcome i vermi nafcentì dentro le frut- ta , e dentro le piante traevano la loro origine dall’ anima creduta , per fua fola cortefla , fenfìtiva nelle medefime , così anche tutti , o quali tutti i viventi , che fi trovano dentro i viventi , facclTero il limile , ed avelTero l’ origine

medelima , cioè dall’ anima degli ftellì : Ma , ficcome la ,

prima opinione è falla , com’ è flato dimoflrato dal Padre Biionanni della venerabile compagnia di Gesù , e come fa- cilmente conofce chi ha qualche tintura della vera naturale Filofofia, così anche flimo falfillima la feconda . Anzi egli medefimo , come uomo docilillimo , e ingenuo , accortoli dell’errore, e confeflatolo dopo > che vide l’Opera del mio Maeftro Malpighi della generazione delle Galle nelle Quer- cie , e dopo fattegli vedere alcune chiarillìme Oflervazioni dal mio, e fuo caro amico Sig. Celioni, fofpefe la flampa della feconda Parte del Libro fopraddetto , il che non fu un P^tra5lationis fpecimen , come volle il Trionfetti di Ro- ma , ('interpretando tutto alla rovefcia la cola , e creden- do , che havefle conofciuto , che nafcevano dalla Putredi- ne ) ma fu un confefiare l’errore paflato, cioè, che gl’ In- fetti non nafcelfero dall’anima ne di piante, ne d’animali , ma tutti dall’ uovo , poiché non volle confermare l’errore già fcorfo con nuovi errori , ma lafciare la cofa indecifa , e che i polleri la fcioglieflero , il che fi può vedere anche in una fua Lettera fcritta dopo al Indetto Sig. Cellonr, e Campata nella tante volte nominata Galleria di Miner- va . (a)

Ma troppo mi dilungo, o Virtuofilfimo Padre, in trovar dubbj, o inalzar nebbie , e polvere ora fopra un Siflema , ora fopra d’un’altro. Compatifca di nuovo, la prego, que- fto mio rozzo intendimento , che nelle cole della Natura non fa innalzarli a volo , ne fa donare il fuo aflcnfo , fe non a quello , che veggono gli occhi , e che ha ofler- vato nel gran Libro della Natura , fola , vera , e non mai ingannatrice Maeftra . Ho polle in faccia di tutti le leggi vere , e le falfe , acciocché vegga il Leggitore prudente , e libero da pregiudicj , quali debbano abbracciarfi , e quali

D z fug-

Errore del Sig. ^edi fopra la na~ fetta de' Vermi nelle Piante , e ne' vìventi .

ìslon nafeono ne dall' anima delle Piante , ne da quella degli ani. mali .

Ingenuità Sig. Pedi .

del

Si veda il Tom. è. della Gali, di Min. cart. 6^. Part. 3.

Per qualcagìone non ìjìampò la feconda Parte degli Animali viventi ^c.

a Tom. C. Part. 3. cart.

"Dìchiarafione dell’ Autore .

5 i Dell^ orìgine de Vermi ordinar]

fuggirli , pregando a rifar egli fìeflb le oflervazioni , cd a non credere , ma agli occhi proprj . Ovvero m’ è para- to necefTario , d’ imitare i Pittori , i quali volendo dipigncrc un Quadro, cancellano, e lavano prima tutto ciò , che_^ malamente ingombrava la tela .

Ora veggo, o veder panni in V. P. R. una fa via, e ben 1(ifpett0 dell’ Au. giufta curiofità di fapere la mia Opinione , giacché fono tcre tn dire la fa'upoli in concedere quella degli altri. Con-

lello , che 1 elpongo con la mano tutta tremante , & uti~

nam tàm vera invenire pofjem^ quàm falfa convincere , dirò anch’ io in qiiefto propofito ,. come dilTe in un’altro quella: a De Natur, grand’anima di Cicerone (a). Si tratta d' una cofa cotan*- Peor, lib. I. to ofeura , benché famigliare, e dentro a Noi, che mi pal- pita il cuore nel feno a determinarla . Paleferò con ogni pia riverente roflbre i miei fofpetti, ambiziofo di fentirne dalla fu a profonda virtù o la correzione , od un benigno accon- (enti mento.

opinione dell’’ E' manifefto con oculata fperienza, ch’ógni animale, in<^ Autore [opra la cominciando dall’uomo fino al più abbietto fopra la terra. Generazione de’ ha i fuoL vermi interni particolari , e dimettici abitatori . Il lermi , §jg_ ha fatto un Libro a porta, da noi , in fegno di

b Gli Animali ftima tante volte citato (b) ^ trattante di quelli, ed io pu- vfventi dentro rc ne ho veduti nelle frequenti mie incifioni in ogni fortà gh Animali i^t, tji bettia una confiderabililiima quantità , e infino negl* In^ Tutti li Ani ^ loro eferementi . Efternamente ancora ognuno ha

maa annoi fJoi particolari Pidocchi , e Pulci, come pure ha fatto ve- vtrmi interni , derc in un’ altro Libro il fovraddetto commendabiliflìmo Si- ed ejìerni parti- gnore ( c) . Il nottro Sig. Andry lo confefl'a anch’ etto, (d) , (olari. trovandoli col Microlcopio , e lenza fino Infetti jfbpra gl*

^ c EfpCTÌOTze Infetti . ^inft , dicendo, qu' on remarquedans l’efcarbot li- deg^nfetti^ cer«c fur le quel le Micro feope nous decauvre une infinite depe~ d Chapitr. j.p.' voyons la mème chofe en plufìeurs autres in*

rj. fe£ìes y lesquels font tout occupe'i^à fedébaraffer d’ me yermU

ne importune qui les devore : comme la monche , par exem~ Infetti fopra In- netoje contirmellcment fes aìles & fes pieds , qui

fitti., s' epluche incefi ament ; car fi on la regarde aree le Microfeo-

pe on y decouure fouvent divers animaux qui la Jhccent , ^ ces animaux font fans doute encore fucce'èt^ par d* autres , & ces autres par d’ autres <&c. Lo che pure ho oflervato ancor io, non folamcnte nel detto Cervo Volante, come chiamia- Pidecebiy epuì- ^ Scarafaggi, e pàrticolar-

ci fopra gì’ Jnfit- mente maggiori, ma ancora nelle Mofche, che ronzano at- ri . torno alle Menfe, nc’Mofcioni, c in altri Infetti, e infino

neU

Dubbia cantra il Sig. Andry .

nel corpo umano . 55

nelle Vefpe vendicatrici , benché non m’ arriichiérei poi d’af- fermare con tanta franchezza, che cjueftl Pidocchi , eque- fte Pulci fodero fenza dubbio fucciate da altri Infetti, eqiie- fti altri da altri, come penfa il lodato Franzefe , poiché co- sì anderemmo in infinito , ed io mi contento folamente di fìabilire fenza dubbio ciò , che P occhio o armato , o nudo pu ò arrivare a comprendere .

Ninno ha meglio defcritto , ed efiìgiato un’Infetto fopra un’ Infetto , cioè un Videcchio d' una Mofca del Sig. De la Hire, non avendo fdegnato que’ dottiflìmi uomini di porlo anch’ eflb infra tante altre nobilifìime notizie della Naturale Storia nelle loro Memorie dell’ anno ij. Deccmbre.

pag. idp.

Ma per ora parliamo degl’interni , riferbandomi in altra occafione di favellar degli ertemi . Stabilito dunque concor- demente da tutti per vero, ch’ogni animale ha i fuoi ver- mini particolari , come i’ ogni frutto , ogni pianta , o- gni mirto , e infino i marmi , eie pietre , bifogna de- durre , che quefti abbiano ancora un fuo ordine particola- re conceduto per qualche forfè inarrivabile fine dalla Natu- ra, e probabilmente per non introdur confufioni . Imperoc- ché, fe veggi amo, -che i frutti , c le piante fono con leg- ge perpetua dertinate a nutrire i loro foli vermi , e non que’ de’ quadrupedi , -o degli altri animali, farà anche infal- libile , che gli animali fieno condannati a nutrire folamen- re i fuoi , e non que’ delle piante, o d’altri naturali cor- pi . E fe que’ delle piante , de’ frutti , e degli altri corpi fuora di noi anno l loro particolari Padri , che depongono SII quelli, o dentro a quelli le uova, così anche que’ degli uomini , e degli animali avranno i loro particolari Padri , che depongono fopra ,, o dentro la fua femenza particola- re. Se ciò dunque è così ragionevole , e così vero , che oc- corre, pefeare al di fuora i Padri de’ noftri vermini , fegli abbiamo dentro a noi ^ Che bifogno v’é di chiamare Gio- ve nella feena, acciocché fciolga quefto nodo , di mendicare, ao come per clemofina dall’ acque, dall’aria , da’ cibi ciò , di moinnai. cui ne abbiamo pur troppo una perpetua abbondantiflt- ma miniera > Nafeono dunque in Noi i nortri vermi ( e par- lo per ora degli ordinar) , e comuni ) fi nutrifeono in noi, uafeomìn mìi fi .propagano in noi , jC con noi , e fucciamo dalle nortre f^ojìri vermi , e Madri, o nell’utero, o col Latte quella sfortunata Eredi- verminofa , la quale non poi, fe fia una pena, cuna ' leggg della Natura , ( non volendo per ora prendermi bri-

D z iT.x

Si Jìfccrre ers de Vermi inte~-

ni .

Deduzione dell' Autore giufia .

Argomento dell' Autore centra dd. Sig. Andry , .ed altri

Non occorre cer- care al di fiior-a, che abbia-

mìchìarayont dell' Autore fo- pra la prima o- ri^ine .

a Vedi Gal.Mi- ner. Tom. 2. Part.c).pag.293.

Pulci , Pidoc- chi , C imici tut- ti nafeono dall' uovo .

S' incalva V Ar. gomento .

T utti devono ri- vere l' origine da loro Padri confi- mili .

T utti fono [og- getti alle medefi- me leevi ,

V Autore con- ferma la fua opi- nione con una O(ferva\ione d’ Jppocrate .

h Lib. 4. de Morbis &c.

54 Dell' origine de Vermi ordinar}

ga d’ una cof'a cotanto occulta) e lafcio ponderarlo alla fn- blimità del fuo ingegno. Io non fo , fe fieno (lati creati ne' nofiri primi Parenti, acciocché confumafiero fenza dolore,, c con una fame innocente il folo nocivo , ed eferementofo , o per qualche altro a noi recondito fine , fo certo , che v’ annidarono così bene, che mai piu s’è eftinta lafpezie , fo, che Hanno in noi famigliarmcnte , come nel loro piccolo Mondo, contenti naturalmente della più fozza , ed ignobi- le cloaca del medefimo, come tutti -i vermini efterni fi con- tentano de’ Ioli loro efìerni covili . Il che dico di quei degli altri animali. Sappiamo adeflo di certo, che le Pulci (a), come notai nella Galleria di Minerva per avvilo del lodati f- finfo Sig. Celioni, i Pidocchi , le Cimici , i Pellicelli , ed, altri animaluzzi faftidiofiHìmi , e ingordi del fangue umano nalcono tutti dall’uovo, e fi propagano per lolo contatto,, lerpendo d’uno in un’altro, il che confefla anche il Sig. An- dry , così i nollri vermi interni faranno il medefimo giuoco-, e ficcome ninno ne può , ne ardilce dire , che i Pidocchi noftri traggano la loro origine dai Pidocchi de’ Cavoli , e delle altr’Erbe , ne le Pulci , e Cimici noflre dalle Pulci ,, c Cimici bolchereccie, e Campeftri , lo che diciamo degli altri bacherozzoli elicmi , così ninno può rettamente affer- mare , che i vermi interni abbiano l’origine dagli ellerni gii, menzionati. Tanto fono, e più differenti gl’ interni. poltri bachi dagli efìerni , o interni delle frutta , e delle Piante, quanto fono i Pidocchi , Pulci , e Cimici nofìre da quelle dell’ Erbe, od’ altro tale, e tutti, e; tutte fono legati , e legate dalle medefimc angufìiflime leggi , onde non 10 com-. prendere, come vogliano i faggi autori, che gl’ interni ri- conofeano l’origine da’ vermi delle biade , de’ frutti , o li- mili, e gli efìerni, che ci rodono la cute, abbiano quello particolar privilegio di nafeere dalla loro Paterna femenza , come tutti adeflo a piena bocca conlellano.

Il noftro primo Padre della Medicina Ippocratc , che per edere flato fulle pure Odèrvazioni , c lulla fola Storia , farà Tempre il più degno de’ Tuoi fcgiiaci , conobbe anch’edo , che in noi fono i Temi de’ Vermi, anzi i vermi llellì , egli

f)ortiamo da’ Genitori , di modo che , le Elmonzio chiama 'utero della Donna ^nimgl in animali ^ trovandofi fetiden,- tro quello co’ vermi , dirò che fono molti animali , un den- tro l’altro , in un’animale, nunc llabili Ippocratc, (b) de Lumbricis latis dicendum . Eos enim in puero , dum ad- irne in utero cjì , gigni afferò ; e poco dopo , T crete s Lum-

bri-

nd corpo umano. 55

brici ijìhic eodem modo nafcuntm , e che la cofa fofle così , lo prova con un’ oculata oflcrvazione , che per me , anzi per la verità , vale un teforo . Ubi pimi ( foggiunle ) in lucem funt editi , iis mulieres bcec medie amenta cibo in os indito of~ femm , tu flercus ex inteflino exeat , minime aduratut , fimulque , ut intefiinum dilatetur . Qìio cibo in os indito , mul- ti fané pueri tùm rotundes , tùm latos lumbricos unà cum primo flercore per alvurn dimiferunt .

Ecco fciolto un così ofeuro fenomeno dal nofìro favio vec- chio , e le confefTo il vero , che non ho poca ambizione a fìabilire un fatto tenebrofo , e così contrafìato a’ giorni noftri coir oflcrvazione aiuorevoliflima di grand’ uomo. Multi fané pimi ; non vide i vermi rimcfcolati con le fecce in un folo, ma in molti, che è quello , che tutto il pe- lo alla verità, e moftra che la cofa oflcrvata in un folo non fofle accidentale . Il che ho io dopo confermato con altre li- mili oflervazioni , avendone ritrovati nelle intefline di feti umani , e ferini ancor digiuni d’ efterno cibo , la quale of- fervazione ha fatto pure il Dolco , come dirò più a ballo . E' ben vero, che il grande Ippocrate ha poi diverfa opinio- ne dalla mia , circa il modo di nafeere, volendo egli , che nafeeflero ex La£ìe^ &fanguine computrefeente ^ ac redundan- re , ma a me balla fapere di certo , e provare , che venga- no dalla Madre , che in quanto al reflo , fono d’ accordo col Sig. Andry , e con tutti i Moderni , che nalcano dalle uova, c non da Putredine . Ne qui voglio perdere il tem- po a provare contra gli antichi quella propofizione , cioè, che tutti nafeano dalle uova , poiché 1’ ho abballanza pro- vata ne’ miei citati Dialoghi , e in altre mie opericciuóle , ri- fpondendo a tutte le oppofìzioni , che poflono addurfi in—< favore di tal fentenza , lopra di che fi può anche vedere la mia feoperta del feme della Lenticchia Palnllrc (4), e del fiore della medefima (ù), del feme dell’Alga Marina (c), delle uova delle Anguille (d), e fimill . Scrifle Ippocrate, flando fui fiftema , che correva in quell' età , onde non vizio delPuomo, ma del tempo . Egli fìeflo non era appa- gato di molte cofe, conofeea, che lafciava l’Arte imperfet- ta , e lo confefsò ingenuamente in più luoghi, e ftimava (e) sdentile votum invenire aliquid eorvM , quee nondum inven- ta funt , fmiliterque , & femiperfeBa ad finem perducefe . E con tuttoc-he fia andata , benché léntanaénte , perfezionan- doli , reftano però molte cofe , non tanto da giiignere alla perfezione intera, quanto da fcopritfi Ji nuovo

D 4 --omnia

'Lombrichi den- tro i feti prima , che nafeano fun~ que non dall' e- Jierno .

Spiegatone del Tejìo d’ Ippocra- te deir Autore , e Confermatone della fua Opinio- ne.

Bdfla 'dìi' Auro- re , che i ■vermi vengano dalla Madre .

Kon nafeono dal- la Putredine ,

a Gali. Miner- va Tom.v. Part. 9. car. 239. b Tom.vi. me- defima . Part. pag- lì- e Tom. 2. det- ta Pàrt. Part. 4. pag. 121. d Tom.6. Part.

I. p. n.

Scufa d' Ippocra- té^.

è Lib. de Arte. Medicina anfo^ ta imperfetta ,

5^ DeW origine de Vermi ordinar]

omnici cnim nondum

£' Joy e mortales didicìmus ^ yerum adirne multa -ii;- Occulta funt , quorum aliqua cum libuerit , etiam in^ a Arat. Pha;. pofierum dabit . {a)

nomen. Li credette dunque il nodro buon vecchio generati dal

- _ r Latte, c dal l'anijuc putrefatti , benché Tuno , e l’altro fia ■nido , e pafcolo piuttollo nido, e paicolo de vermi, che Padre. Arrivo pe- èe' vermi , ncu col fuo finiflìmo intendimento a comprendere , che ùl Padre. fanciullo fi nutriva anche di Latte , onde in quefto fono d'

accordo con eflolui , poiché appunto col Latte afforbono ì feti neir utero le uova de’ vermini, ovvero i piccoli vermi- netti appena nati comunicati loro col fuddecto . Il fugo nutria

Come vengano fanciullo fi prepara, come fifa, nel ventricolo del-

cemunteatt t ver- ^ ^ . r

mi dalla Madre ^ l'^^dre , e per ricevere ulteriore preparazione , c Icparar-

al Feto-, dalle parti impure pafla , e fi vaglia per gl’ inteftini , dov’

è la ftanza ordinaria de’ noftri vermini , perlochè nel corfo ditantiMefi, in cui dcye Tempre nutrirlo , poflono nafeere da’ genitori c uova , e piccoli vermi , e rimefcolati col fioc Via de' Vermi del chilo portarli a nuoto per le vie folitc dentro alle mem- dalla Madre al brane, che rinchiudono il Lto, il quale afforbendo pernu- trirfi il chilo fuddetto, trac dentro a in uno ftefib tempo le uova, o i vermini , c trafpianta ne' fuoi inteftini quella volubile, c verminofa Colonia , Così fenza violenza di men- te , fenza ulcire punto di noi , e andar vagando a capric- cio per ogni verfo , troviamo fovante in noi i veri femi e del bene, che ci folleva , c del male , che ci tormentai Che fc la Madre è immune per avventura da’ Vermi , co- , me può qualche volta per accidente accadere , o almeno , 'nmnì^lfidver tempo di fua pregnezza i Vermi non gettano Tuova,

mi dalla Majre pnò dopo la Madre , o altra Donna, che in fuo luogo do- al fanciullo. ni il Latte al fanciullo, comunicargli col Latte, non cfTcn- do quelli altro, che puro chilo, che fa neceflariamente la medefima ftrada degl’ Inteflini menzionata di fopra. b Hill. 95. c. Tommafo Bartolini nelle fue Iftorie Anatomiche (b) fa 358. vedere con molti efempli, ed ofl'ervazioni fue , e d’altri ,

Via- dal ventre la via patente dal ventre alle mammelle , s’è pur olTerva- alìe mammelle , jq il Latte verminofo, e Pietro Romelio ( c) fa menzione ri^^ermAn" tumore nella mammella pieno di vermi , laonde an- 4. Obf. 17. ftrada può infettarfi facilmente il fanciullo.

Se il noftro .Modonefe Profpero Marziano oflcrvò un pea- ojfervafiont zetto di Cicorea ufeito d’ una mammella col Latte , fe aL ioje ujette col oflcEvarono ( fe però fono vere le Storie , e non vi fic- no inganni di femmine ) radici , noceioletti , funicelli fcap-»

nel corpo umano. 57

patì dalla, fpugna cavernola delle medefime j può ben me- glio ufciré un fottiliOìmo vermicciuolo , o un’ uovo di que- fìi. Molti fanciulli, che vivono di Latte folo ho olTerva- to tormentati da vermi , e poco fa ne vidi iifcire molti per bocca d’una tenera fanciuletta . Dal che non mi pare no- tatù dìgna.m (come ci avvila l’Autore di Riverio Riforma- to ( ) e//e pvdUicomm Uhm obferyationem , Infantes fcilicet quandik falò laCìe yefcumur , Lumbricis nunquam tentavi , ubi yerò autpultes ^ aut iufcuh, aut cavnes ^ aut aliquod alimen- tum folidtm iis exbibitum fuerit , (ìatim vermes in ipfis ge- neravi, quoniam in ijììs Ova conduntur . Il che veramen- te il Riverio ftelTo {b) avea già detto, e pretefo provare. Quella Olfervazione de’ Pratici farà Hata in alcuni , non in tutti , c forfè anche pochi fono in quell’ età tormentati da bachi, non perchè nonne abbiano , ma perche fono àncora per ordinario piccoli, ed innocenti , e perchè i fanciulli non mangiando , che Latte , quefU contenti d’un nutrimento proprio , e purgato , fìantìo quieti , e rintanati placida- mente ne’ loro covili, il che non fegue , quando i fuddet- ti incominciano a cibarfi di varie vivande, le quali corrom- pendoli qualche volta nello fìomaco, vanno poi dopo a dan- neggiare i vermi , che irritati fi contorcono , c cercando la fuga fanno addolorare il paziente . Accade àncora , che man- giando fovente cibi contrarj alla Natura de’ bachi , quelli tormentati tormentano nel modo detto.

Ma fe non avelli altro da contrapporre all’ Odèrvazione di quc’ diligenti Scrittori, varrà quella fola d’ Ippocrate riferi- ta di fopra , nella quale vedere , che i Feti avanti , che nafcano , fono verminofi , onde lo faranno maggiormente , quando fono nati, per la ragione del Latte accennata di fo- pra. Il Dolco parimenti (c) alìèrifce, che nec ipfe fatusin utero ab iis ( vermibus) //fìer ef?, quemadmodum mibi yide- re licuit in fotu movtuo flatim à partii exfpirante , léy d me exenterato , in quo glomum yermium inveni .

Il noftro Sig. Andry trattando della generazione in noi del yerme Lato (d), oltre il poter venire daH’eflerno, com’ egli crede cogli alimenti, penfa ancora, chepofla edere paf- fato nel feto col fangue del Padre nel tempo della Conce- zione . Lo che fegue ad ilpiegare più chiaramente poco do- po dicendo , La femcnce de ce ver peut dono avoir ètè dans celle dit fcetus. Je dis plus , le yer mbme peut s'y è tre trou~ déja tout éclos , e ne rende la ragione , car /’ hu- meur que h nature fepare dans tous les animaux pour fer-

Panctulli lat- t ariti tormentati da Vermi .

a Lib. I. cap. 18. pag. 143. .

oyfervaxìone f al- fa degli Autori .

h River. Lib. x*. Prax. Cap. 4.

Cagione , per la quale i fanciulli non fono tormen- tati da vermi , quando allatta- no .

Bachi quando , e perche tormenti- no i fanciulli .

c Dolco nel Lib. 6. De In- fant. j & Puer. morb. Cap. io. Vermi ofervats in un feto ufìto fuhito dell’ ute- ro .

d Chapitr. 2. p. 19.

Opinitne del Sig. Andry circa la nafcita del Ver. me "Lato .

Vuole ch'entri col fme deir uomo ,

5 8 Dell' origine de’ Vermi ordhmrj

•pir à la propagation des efpeces , efi tonte rempLk de yers.

, Con tutta la filma , eh’ io abbia del dotto Franzefe non

■èli Sig Andry ^ P’'’° entrare m capo quella maniera di propagarli i ver-^

' mi , o Lati, o d’altra fotta , per via del leme umano ma- fchile , portando quello feco nell’utero della Madre le uova nell’ atto della mirabil opera . E mi crefee femprepiu il tor- bido , quando egli s’avvanza a dire , che nel fime dell’ no- ^ffne deolì Ani pofìano anche ejferyi i yermi già natiy imperciocché Vn^ )riali tutto pieno natura fepara in tutti gli animali fpcttante alla

di vermi fecondo propagaTàone della, fpe'gieè tutto pieno di yermi . Io sòda quali alcuni. Autori (<r)ha prefo il Sig. Andry quefea bizzarra Idea , cioè da

a Levu.Arcan, quei che pretendono d’avere Icoperto nel feme dell’uomo , e Nat. det. ^rt. (je’Mafchi tutti un’infinità di vermicelli co’ loro Microfeo- 26 M Har- PI veramente miracololì , quafi fieno i foli fabbri della ge- ibuKer fag.Dlo- nerazione . Anzi tanto s’è dilettato il Sig. Andry di quefta ptr. ?i. tour, opinione, che nel Trattato prefèntc ha fatto un Capitolo a bella an. 1678. pofidi. De’ Vermi [perniatici (Z>), pretendendo mofirare la veri- ^Desveisfper- quello fatto. Io però dubito, a parlarle con la mia

ma^. ap. fincerità , che qualche volta i Microfeopi Miracula

Vrori qualche faciant y non yideant y come difie , benché in altro propofi- volta de’ Micro- X.O un bell’ ingegno : dell’ incertezza de’ quali ne ha parla- to un dotto Moderno afiai lungamente , e forfè troppo , non

negando io mai l’ufo di quelli , ma volendo , che s’ado- pnno con ogni più fcrupulofa cautela . Ma fia , come fi voglia, io adefionon mene prendo pena alcuna, non eflèn- do il mio aflùnto; dico bene , che bifogna, che il Sig. An- Impugnamento dry fupponga le uova di quello Verme Lato molto prodi* del Sig. Andry. giofameiite minute, benché afierifea , che nato pofl’a polve* Lunghezia del nire d’efiermiuata lunghezza , portando anch’egli la figu- Verme Lato . ra d’uno, ch’era cjuatre aulnes trois poulces de long , fans y comprendre l’ extremité , qui s*e(i rompìie y & qu’ on’rT a pu c Vedi in fine Anzi Plinio difefo da Pietro Quenzio fcrive

del fuo Libro, trovarfene , ch’eccedono 360. piedi di lunghezza, e rifìef- e di quello.. fo Sig. Andry fu avvifato da Monfig. Hartfoeker , che n’ avea veduto in Amfierdamo uno lungo più di 45. ulne Fran- rf" Chap. 3. Art. prendiamo dunque la proporzione della gran-

2. p. 64. dezza dell’ uovo, dalla grandezza dell’Animale , ( fe folle un

Uova del Verme folo. intero animale y com’ efli credono ) dovrebbono cflere Lato quali deb- certamente fenza paragone più grandi que’ de’ Vermi Lati anoejfere. quegli delle M'ofche , delle Farfalle , de’ Scarafaggi , de’

Lombrichi terreftri , e fimili di mole molto, e molto incom- Proporiìone dell’ parabilmcnte minore , andando la Natura con tutte le re- »ovo alla gran- jj proporzione , e accomodandofi alla grandezza degli

ani-

'ilei corpo umano. 5P

animali nella grolTezza delle: uova . Così vcggiarao ne’ Vo- df^a dell' ani- Jatili, nc'’Pefci, ne’ Serpenti , nelle Lucertole , negrinfec- male . ti tutti, non avendo lo Struzzo l’uovo, come quello d’un’

Ufignuolo, ne la Gallina, come quelle- d’ una< Rondine. L Pellicelli , che con le loro rofure cagionano le Scabbie , ben- ^

che piccolillìmi , fanno però le loro uova molto bene vifi- ^

bili, come hooflervato più volte , e le Donne ftefle leveg- gono prefe la punta d’'un’ago. Sicché io fuppongo, che il Verme Lato ^ benché, non fia di quella grandezza, che fi figura il Sig. Andry con molti altri ,. faccia, però le lue uo- Uova' del Venne va ancia’ eòo aflai grodette , o almeno, come quelle de’fud- Lato qualche detti minutiffimi vermi della pelle , i quali certamente non

paflerebbono mai per glìfottiliilimi , e gentiliflimi cannelli- jqon pojfo>:o paf- ni, che formano i Telìicoli , e le altre parti concernenti a fare pei va/ìfe- quello ftupendo lavoro . minali dell' uc-

Ma concediamo, che quelle. uova entrino ne’feminali va- fi , che o loro , o i vermi già nati fieno lanciati col feme ^ i ^ /> dentro la femmina , e come vanno poi in fentenza del Sig. *

Andry dentro 1’ uovo nell’ atto del fecondarli , nel quale ^

appena può entrare un verme folo del feme matchi.le ì II Verme del Seme

?na! verme del Mafchil feme non è , a detta fua , che il umano} un fan- anciullo in figura allora di verme, il quale poi fifviluppa, cwllo rinvolto tn come i Ranocchi, getta via la coda, e fi fa uomo. Eccone v >

la delcrizione {a) . Les yers jpermatiques ont tous de Longues que'ùes , mais ils ^uittent ces que’ùes ^ lorfqit’ ils devierrnent a c'hapi. xr. fcetus , il en eli , comme des petites grenouilles , qui ne font pag. d' abord que tète , que'ùe , & qui enfuite perdent cette queue , lorfqu' elles commencent à prendrc la forme fenfible de ^ ^

grenouilles . Ma qui non illà tutta la mia difficoltà . Quello ^ verme Lato , entrato , che farà dentro l’ uovo della femmi- na ( cafo però , che per particolar privilegio potefl'e en- trarvi, dietro la traccia del verme feto , 0 fpermatico) , co- conceduto^cheil me poi entrerà negl’ inteftini , che laranno molto fiottili di Lato entri nell' quel melchinello verme feto^ Bifognerà pure , che gli fori uovo.^ come en-_ la pancia , e ad un corpo così piccolo la ferita farà morta- era nel verme le. Non difcorro , che gli entri per bocca , poiché ha de-

Icritto il verme feto , 0 fpermatico così maravigliofamentc entrare'

piccolillimo, che non faprei , come mai volelle fare a ingo- per bocca.

farlo, anzi io temo piuttofto , che il verme Lato fi trangu-

giade più facilmente il verme feto . Afcolti dalla foaviffima

penna del Sig. Andry la piccolezza incredibile de’ vermi fe-

ti ^ 0 fpermatici. Les vers fpermatiques font plus de mulejois conforme fìar

plus petits , qu un gr ain de fable. , qui efl prefque invifibk . 'jf fentenza del

I fet- sig. Andry .

6o Dell origine de Vermi ordinari

I feti de’ vermi noflri , a giudizio della noftra villa' ^ non fono già più piccoli mille volte d’ un grano di Sabbia quali inviilbile. Sono quali maggiori d’un grano di Panico , on-‘ Ajfurdi , che fi- de fuperando di tanto con la mole del corpo la mole del guirehbono ^ da- corpicello del feto , trangugieranno certamente il feto ^ 7*/ il feto i vermi . Anzi ingenuo Franzefe nella Noto-

mia ratta dei luo verme folmm con 1 ajiito del Signor Me- ry , e Signor Fermelvy anatomico perfetto del corpo u- mano, e degl’ Infetti, afferma , avere ritrovato in tutta 1’ Uova del verme eftenlìone del corpo del detto Verme un amàs de petits corps f Chritr D globuleux refjemblans à des grains de Millet , mais tres- p ^ f^imò Signor Bellelfre vere uova , e non

glandulc . Il che, fe è così , come è molto probabile , che lia', e com’ egli liima conforme la Dottrina d’ Ippocrate , d’Ariilotile , e 1’ cfperienza , non capire , come da ellì Verme Lato non nafea un COSI piccolo Verme , che polTa entrare nel ventre può entrare nel dell’ arcipiccolillìmo verme feto. Ma di ciò in altro luogo,

^fer7m^i^°iore pochc rifleffioni da fare la fpiegazionc ,

je>e maggiore . fegue intorno a quelle uova , loro nafeita , e più che

moflruofo accrefeimento .

Non fo pure capire , come quelli vermi feti abbiano la Verme feto non > imperocché non ve la trovo necelfaria , come nel-

capifee , per qual !c Ranocchie , quando fono ancora Girini , per fervirmi ine abbia lato- del vocabolo d’ Ariftotile . Donò la natura la coda alle Ra^> ' ne, quando fono ancora fotto le fpoglie di vermi , accioc-

ché dimorando nelTacqua, fervilTe loro di Remo, e di Ti- mone per vagare, e nuotare nella medefima, e procacciarli il vitto. Non così devono fare i vermi feti . Sono lanciati dall’ afta virile nella vagina y dalla vagina nell' utero , che defeende con la bocca fpalancata per alTorbirlo . E qui cer- co , fe l’uovo della donna farà calato in quel tempo in grembo dell’ utero, come vogliono alcuni, non v’è più bi- fogno di nuotare per trovar Fuovo , che pronto incontra- Kon dovrebbono ^ avvallano , ed entrano dentro , fe devono poi afocn- aver bifogno di dcre per Io corno dell' utero ali’ Ovaja per colà fecondarlo coda per ejfere nel nicchio fuo , avcrcbbono più bifogno di gambe per iner- tnuttle . picarfi , che di coda per guizzare , e dimenarla in vano in

quell’ erta falita. E poi entrato , quando gùta la coda , e di verme , eh’ egli era , diventa per fua gran fortuna un’s .. omicciuolo, s’imputridifce quella , o muta fito ne’ mafehi ,

come il feto nell ^ femmine II raggrinza , e li nalconde r In foinma ,’i

uovo ancora / tornare a noi, io non ben comprendere , ne come il imermini . feto s’ inverminì nell’atto della concezione , ovvero dimo--'

ran-

nd corpo umano . <f i

fante ancófà: nell’ uovo , o come il noftro principio fia un verme codato, non eflendo già noi della razza de’ Satiri, an- tichi , che dovevano avere il privilegio di confervàre anche nell’uovo la loro coda, o della natura di quelle Anitre fa- volole , che da un gran Filofofo di ^Roma Ci credono nafce» reda vermi delle putrefatte navi, o dell’ immamnati Feni- ce, eh’ anch’ ella conofce il fuorinovellamento efa un verme.

Stimo dunque affai più probabile , che invermini il fe- to, quando incomincia a nutrirli per bocca, quando il veii- tricino fuo , e gl’ inteftini fono divenuti capaci di ricever- lo, e di confer vario . Così credo penfafle Ippocrate , così io con Ippocrate , dal che ella vede , quanto io Ila amico del vero, e non appalTionato tanto pei Moderni , che mi dimentichi gli antichi , e particolarmente non veneri quel Genio della Natura, quel dili genti llìmo Offervatore primo noftro Maeftro : etenim , trovo fovente vero il detto di Pla- tone (a)prifci nohis prceUantiores j Diifquè propìnquìores mul. ta nobis or acuta tradiderunt .

Sin qui abbiamo difcorlo della nafeita in generale di tut- te quattro le Ipezie volgari , che tutte , o quali tutte fanno ritrovarli nel noftro corpo , mi pare il dovere , che defeen- diamo al particolare, e veggiamo , fe v’ha alcuna cola da porre in chiaro fopra la natura, fpezie, teflìtura, indole, o loro genio .

Fra tutti i vermi del noftro corpo merita ogni più efat- ta ricerca , ogni efame più diligente il Verme Lato , poiché è il più intricato da delcriverfi , il più difputato fra Mo- derni, e antichi Scrittori , il più ofeuro, e mal conolciuto, non accordandoli fra di loro, e giudicandolo alcuni difpera- ti di capirlo, inlìn favolofo. Fia quefto diverll nomi Gre- ci , e Latini co’ quali cadauno ha pretefo moftrarne l’ Idea . Da alcuni è flato detto Vermis Latus , da molti Solium , da non pochi Tfnìa , in Latino Fafcia , da alcuni Tyria , da al- tri in generale Helminthes , e finalmente da più femplici nell’ efprimere Magnus , Maxìmus . Qiiale di quelli nomi fia più proprio , e con quale veramente debba chiamarli quello , che chiameremo per vèrme di quella fpezie , lo fentirà nel fine , dopo , che avrò dilaminato colla maggior diligenza pollibile 1’ opinione de’ più celebri Autori fopra di quefto , ed efpofta finalmente la mia , cioè quale veramen- te egli fia , come produca apparenze tanto diverfe , d’onde fieno nati tanti abbagliamenti , e inforte tante confiifioni ^ c difeordie nell’ idearlo .

Opinione deW Autore , quando invermini il Fe- to nell’ utero

a Fiat,. In Phi- lebo

Si defeende al particolare de' vermi del noflro corpo .

Verme Lato qual Jìa^ e quanto mal conofcìuto , e di- fputato .

Nomi del fole, verme Lato .

Adria-i

6‘i Deir origine de Vermi ordinar]

Adriano Spìgelio Adriano Spigelio nc fece un Trattato a bella porta , ma trattò confufa- eflendo preoccupato da molti pregiudicj , e involto in quel- mente del verme antiche caligini di Putredine , di qualità , d’ umori , e d’altre fimili Icmplicità di quel fecolo , ci preftò poco la- Altri Autori ^ querto torbido, e incerto. RondelezLo, Gabuclno ,

ohe anno tratta. Lufitano , PJatero, Gefnero, il Mercuriale , il Sennerto , to del verme La- c tanti altri anch’cfll non Tanno paflato lotto filenzio, ma o fi contraddicono fra di loro , o lafciano in fine il Leggi-

tore più alToicuro, e più confufo di prima. Il nortro Sig., Il Sig. Andry Andry’, per vero dire , ha fuperato finora tutti , e con la tneglio di tutti copia delle ort'ervazioni, e col metodo d’efporre i fuoi fen^> timenti , e con nuova eruditilfima galanteria , ma pure ,, come fentirà p ii di fotto , o fia la difficoltà della cofa , o la durezza del mio talento, non pofl'o accomodarmi ne me. no a’ fuoi penfierì ..

Vogliono alcuni, che il Verme Lato non fia un folo ver— Viver/td d’ opi. me , ma una lunga catena di vermi chiamati Cucurbitini , momfopra il ver-^ anno qualche fimilitudine nella figura a’ femi di

me Late ^ Zucca, o meglio di Cocomero.. Negano ritrovarfi al Mon- do querto gran verme , od eflere differente da’ fuddetti co- sì infieme uniti, fe non di nome, apparendo veramente un verme folo di prodigiofa grandezza, quando uno s’appicca air altro , e allora formano una lunga fchiera di anelli ^ che rapprefentano un tutto fabbricato di molte parti .

Molti pretendono , che fi dia il Verme Lato dirtinto di Altra opinione fpezie da Cucurbitini anche infieme uniti, e che in noi ve- fopra il verme ramente li ritrovino tutte e due quefte differentillìme fpe— zie , con querta particolarità però , che quello fia fempre folo, e di quefti vene fia un popolo intero

Il nortro. Sig_ Andry ammette l’uno, e gli altri . Conce- ^Andr^^ * Cucurbitini , e che quelli qualche volta s’ unificano in-

ficme in maniera , eh’ emulino in parte il verme Lato , eh."

ci chiama Soliurn , ma vuole poi anche , che fi dia il verme Solium , il quale ( non. come ) partorifci i Cucurhitw ni .

, _ ^ Altri finalmente rtimàno , che il verme Lato fia T interna ro^a7' ^dea^del inteftini fiaccata, e ufeita in foggia di verme

Verme ^ dentro la quale s’ annidino! Cucurbitini, ovvero, che ancM

erta fi converta in un gran verme , ovvero , che fia una . produzione bizzarra della natura, che partecipi- dell’ anima- to, e dell’ inanimato-, come certe Piante marine dette Zoò- fiti , o Vìant^anìmali ^ ovvero, che fia: un -mero lunghiflìmo degl’ inteftini o - -

Efa*

7iel corpo umano , 6^

Efamincremo con diligenza tutte quelle opinioni, le con- Intenilon e dell' fronteremo con le offervazioni nofìre, o per meglio dire co’ Autore. fatti della Natura, c vederemo di porre , fe è polTibile , a luce meno incèrta , un fenomeno si tenebrofo , che ha fian- cate finora , è fianca le penne de’ piu eruditi .

Ma per chiarezza maggiore premettiamo le nofire ofièr- tt i r vazioni , dalle quali anderemopoi deducendo ciò , che fii- ojferoaiioni prL miamo di più confacente al vero . Vifitai l’anno 1^06. nel ma di JlahUirt Finale di Modana una Ebrea gravida nel terzo mele , d’an- cofa Jta U verme ni pallida in vilb, lodevolmente nutrita, e di ftruttu- - ra tenera , e dilicata , prefente il Sig. Dottor Torquato Vallifnieri , la quale era foggetta, come fono molte Ebree, Ijìorìa d’ ufd E. a quefta forta di Malattia , che nel terzo , e quarto mefe Tìnakfe

di fua pregnezza le cagionava Tempre l’Aborto . Quando non era gravida ne vedeva , ne fentlva il tormento de’ ver- ° mi , i quali folamente in quel tempo col continuo irrita- Brano ' cagione d' mento, che le facevano, erano cagione , che fi ftaccafie il Aborto. feto immaturo dalP utero. Ne vomitava fpcffe volte aU’ora , e folitarj, e legati in una lunga fune infieme, ora per Tal- fcarìcava di tra 'bocca inferiore ne {caricava nel modo medefimo larga gn,

copia con uiaravìglia di chi vedeva, e appena potea conce- niti , e difgim- pire, come in quel corpo piccolo, e per altro gentile, po- tede tanta turba di vermi nafconderfi . Il cafo portò appun- to , quando la vifitai , che s’ era {caricata per di fotto d’ una lunghiflìma catena de’medefimi, e di molti altri folita- rj , onde ebbi occafione di appagare la mia folita curiofìtàin odervargli tantoppiù , che poco fa m’ era venuta da Livor- no mandatami in dono dall’ amico Sig. Ceftoni 1’ Opera , di cui ragioniam.o , del Sig. Andry . Era appunto quella lunga Catena di vermi fìrifcia di vermi infieme uniti , quale elegantemente la de- Cucurbitini ve- feri ve, e depinge il fuddetto Signore , lunga a maraviglia , duta dall Autore che mofirava collo , bullo , ventre , e parte di coda , ma ’^lijadel Sig non vi feppi mai ritrovare il capo . Per altro , eccettuato _ quello, era queirammafTamentofimilefimiliilìmo al medefimo confrontato con il Ritratto , che ne riporta , come l’uovo all’altro uovo . 'Veda la Fig. unica nella Tav. x, ^ eia Fig. j pjgj I. nella Tavola feconda , eh’ è un pezzetto della lunghifli- Taviz! Fig.r”. ma catena de^ Vermi Cucurbitini della Finalele Ebrea, non avendola pofta tutta intera, per non moltiplicare , o ingran- dire la figura fuperflua, potendofela cadauno figurare da quel tronco , fimiliflìma , anzi dell’ indole ftefla del créduto 5’o- lium del Sig. Andry, come fe l’aveffi polla nonifpezzata , e ac- comodata tutta quanta colla medefima galanteria . Mi ralle-

grai

<^■4 Dell’ orìgine de Vermi ordinar)

grai di così bella fortuna , c mi compiacqui di farne le fe- gaicnti Oflervazioni , ed efperienze .

Divilì colle mani fenza grande violenza molti de’ creduti anelli , o nodi , o incifure di maggior corpo , ed oflervai, D rrhiotte del- (laccargli la maggior unione era ne’ lati de’mede-

la Catena de' Erano tutti egualmente fabbricati di materia membra- Cucurbitini . nofa , molle, bianca, lucida, fleffibile, e lubrica. Ognuno di quelli nella parte fua fuperiore è un poco più angufto , St che nell’ inferiore . Scapp ano lateramente dai loro canti di fo-

^tTna° clenm^> piccoli rifalli , che compreflì al di fottó con le de-

che un Cucurbi. danno fuora alcuni cornetti , o fpine ritorte , che fi veg- tìne . gono col Microfeopio , come nella Tav. 2. Fig. 4. 5 colle

Tav. 2. Fig4.5. quali tenacemente s’ unifeono al fuppofto antecedente anel- lo , eh’ è la parte deretana d’ un’ altro verme , nella quale fono incavate particolari cavernette , o incafìri deftinati a ricevere dentro di loro i medefimi . Oltre i fuddetti cornet- ti, o (pine , ne oflcrvano anche delle altre verfo la fua bocca , ma più brevi . Numerai lungo il dorfo , e il ventre fei pieghe in circa per cadauno come fi vede nelle dette Fi- gure, e nella Fig. 8. guardati con una Lente . Le parti la- terali d’ ognuno fono alquanto crefpe , o rugofe , d’ una delle quali efeè, come una mammella , che ha un foro mol- to vifibilc nel mezzo, dal quale (oventefi fcaricaChilobian- Tav. z.Fig. 2.}. cadrò , ora limpida linfa , ora fiero gialliccio . Vegga la_» 4.J.6.7. Tavola 2. Fig. 2. 3.4. 5.5. 7. 8.

Si vedeano pure coll’ occhio anche non armato in molti Vaf lattei ojfer- già moitt dopo aldine ore, e didefi fopra d’un vetro chia- vati nel ^ verme riflinie ramificazioni di candldilllmi vafi fparfe per tutto il Cucur itino, tenero corpicciuolo , che nel redante allora apparifee

Tav.2. Fig^ -Diafano, come nella Tav. 2. Fig. p. Qiiede ufeivano d’ un tronco, ch’era, come un Canale Toracico, che (corre- va per mezzo il dorfo , da cui fianchi laterali fi diramava- no altri minori canali, che ferpeggiavano vcr(o i lembi ede- riori, ma non arrivavano fino al fine. Alcuni erano folita- rj, altri tornavano a diramarli più volte, e pareva, che fra ^ di loro apparidero evidenti anaftomofi. Altri a nuifa dipam- cevano i rarnì o tacevano varj mtreeej , ed ammirabili giravolte fino al i cannelli de va- perderli di vida . Tutti , o quali tutti terminavano , come fi lattei de' Cu- a linea retta poco lontano dal margine ederno dedro, e fi- enrbitinì. nidro , e dal fuperiore , cd inferiore , come tanti intedini ciechi . Se colà giunti fi rivoItalTero al di fotto , e facefle- ro altri giuochi, per la materia fracidiccia, e tenera, non potei oflcrvarlo . Olfervaì bene con diligenza- , fc il tron- co ''

nel corpo umano. 55

co di mezzo aveva veramente i fuoi limiti dentro quel ere- Tronco maejìro duto anello, o pure , fe s’ innoltrava fino all’ ultime fibre lattei

della parte alta , e bafla , per potere poi combacciarfi col

canale maggior di mezzo degli altri anelli , e fare un conti- nuo, ma trovai, che terminava prima , che vi giugnefle, tanto da un canto, quanto dall’altro. Volli contare il nu- de fud-

racro de’ laterali canali, ma non lo trovai eguale in tutti, detti va/ì lattei o folle un giuoco della Natura, o che tutti non fi (coprii- ìnterto . fero in cadauno , forfè perchè appoco appoco s’ andavano dileguando , e gli perdeva affatto di vifta , divenendo dia- fani, come in fine facevano tutti, reftando col corpo ftef- fo àneor egli trafparente, trafparcntiflìmi . Qiialche volta m’è accaduto (il che ho poi confermato dopo in altri ver- mi di fimil razza ) di vedere fmarrirfi tutti i canali da una parte, e reftarvi interi dall’altra, come nella Fig.9. Tav. Tav. 2. Fig.9. 2. let, a, in alcuni poi, per tutte le diligenze uiate, nulla ve- dcafi , come Let. b. Figura ftefla. Non potei offervare, che avefièro comunicazione evidente col foro della mammella , ancorché da quella ufeifle fovente chilo, o fiero. Tutta__» quella bianca felva di rami lattei non può vederli fubito tempo

che fono ufeiti del ventre, ne dappoiché fono fiati per qual- che tempo nell’ acquavite , ne quando fono feccati . Bifo- gna imbatterli in certo punto , che non fieno ne troppo morbidi, ne troppo fecchi , poiché nel primo cafo pajono tutti bianchi lattati, e lucidi , come nella 7av. Fig. i. Tav. 2. Fig. i. 2.5., e nel fecondo fono affatto fvaniti , come nella Ta- 2.3. vola flefia Fig. io. Alcuni dopo un giorno apparifeono tin- ti d’unpallor torbido, alcuni, come una laftruccia dibian- Tav.a. Fig.io. co corno trafparentilTimi , e aitricolori ancora fi veggono. -Qiverfità del lo-to Nel terzo giorno (in frefea, o in temperata flagione), fe colore . fi lafciano fopra la tavola all’ afeiutto incominciano a fec- carfi , come nella Tav. 2. fig. 3?., fi ritira affatto, e fi per- ^ Fig 9 de la mammella , tutta la loro corporatura fi fa più pic- cola, molti perdono totalmente il colore, poche reliquie di Tiel feccarfi i vali bianchi vi reftano , avvegnaché in alcuni più carichi tìermi , comeap- più fatolli, o più morbidi fi confervino più lungamente c nel feccarfi affatto in alcuno aliai folco qualche volta di nuovo apparifeano, dove prima non fi vedevano, ma po- co dopo anch’ elli fi perdono di vifta , come nella Fig. 9. Tav.2. Fig.j. Tav. detta. Il qual leccamento, manifeftazione , e dilegua- mento apparifee ora più prefto, ora più tardi ancora , con- ojfervailom da forme il più, o men caldo, od umido della ftagione, e del tiel guar- nito ^ nel qual fi confervano. Non in tutti ne meno della me- ^tire 1 detti vafi .

E de-

PeftjuaJ cagione non veggano in tutti ,

Etfettì , quando fi feccane .

Tav. 5. Fig. ir.

Tav.^.Fig.12.

TDìverfità di fi- gure de' foli Cu- (urbitini .

Uova de' vermi Cucurbitìni .

Moti della Cate- na de' vìventi Cucurbitini .

Cucurbitlnì foli fonagli fiejfi ^ che uniti in Catena ,

66 Dell’ orìgine de Vermi ordinar]

defi ma fpezie , e grandezza fi veggono, benché s’ufino tut- te le diligenze, o perche forfè fi fono fcaricati tutta quel- la chilofa matèria , o perchè non fono abbaftanza fatolli del-» la medefima , o perchè s’è diftribiiita , o convertita in lin- fa . Sifeccano, e fi perdono finalmente tutti, divenendo dia- fani , e finunti , privando il curiofo ofiervatore di gio- condo fpettacolo, come Fig. io. Infomma è fortunato l’in- contro d’ olTervargli , e vi vuol’ ozio , e pazienza , ficcomc vi vuol’ ozio, e pazienza ad offervare i vafi Lattei del Me- fenterio , ed il Canale Toracico ne’ Cani , o in altri anima- li , dopo un tal tempo determinato del cibo loro , e della loro morte, altrimenti anch’ effi fvanifeono . E poiché non era troppo contento d’ avergli veduti così in confufo coll* oc- chio nudo, l’armai con un buon Microfeopio , e mi com- parve tutta quella felva di vafi un maravigliofo artifizio de’ medefimi, come fi vede nella Tav. 3. fig. ii. , alcuni rami de’ quali appiccati al proprio tronco fono que’, che ofiervò il Sig. Maipighi nel Verme Tenia deferitto in parte nell’ O- pera fua Poftuma , del che nc difeorreremo verfo il fine Vedi Fig. 12. Tav. 3.

Tutte le figure della Tavola i. 2. 3. , tolti gli Afearidi della terza, tutte, dico, efprimono i vermi Cucurbitini, o loro parti , o varie di loro figure , conforme fono ora uni- ti , ora divifi , conforme fi guardano pretto , o tardi , con più , o minor diligenza, più morbidi , o meno morbidi, o coll’ occhio nudo , o armato di vetri di maggiore , o mino- re ingrandimento , o pofìi in politure diverfè . Dal che è nata tanta diverfità d’opinioni nell’idearli, il che concepi- rà anche V. P. R- nella fjpiegazione delle Tavole.

Levai la buccia, ed aprii molti di quefti vermi, ed of- fervai , fra le altre cofe , con l’occhio armato un numero infinito, per così dire d’ uova, che ftavano appiccate a pic- cole fila , come granèlli d’ uva pendenti da un grappolo . Cadaun grano era comporto di altri moltiflimi grani , tutti però pendenti da quel ramo, che allungava altrettanti pic- cioli , che li nutrivano .

Prima , che difunifli quella lunga catena , dirò così yer~ mi f or me ^ oflervai, che aguifa di un lungo, e folo verme fi divincolava, e rtorceva , ora s’accorciava , ora fi dirtende- va , ora fi piegava in arco molle , ora in ferpentini giri mo- veafi .

Intanto la sfortunata Ebrea fi fcaricò di molti altri , al- cuni de’ quali erano foli , alcuni uniti a due, a tre , a cin- que

nel corpo umano»

que, o più, omeno. Ne oflervai con attenEione de’feparà- tamente iifciti , ed erano di quegl’ ifteflì fteffidìmi , che com- ponevano quel primo creduto lunghiilìmo verme, come nel- la Tav. 2. Fig. 2,5.4. Camminavano polli lopra la tavo- Ifiorìa ^ e moto la aguifa degli altri vermi fenza piedi , cioè increfpando le defolìyermì Ch. loro fibre , e portando il corpo avanti , ora allungandole , ora inarcandole , agiiila d’onda agitata da un leggier ven- ticello . Se fi piantava loro avanti un’intoppo , v’urtavano, come ciechi , e allora allargavano la parte anteriore , e co- camminino llrignevano la pofleriore, e cangiando, come in capo la co- i vermi Cucurhì^ da, la coda in capo ritornavano addietro, non facendo una tini. giravolta con tutta la mole del corpo , ma mutando fola- mente il moto delle fibre , e camminando retrogradi con quella ftefia franchezza , che camminavano prima, quali, che aveffero il capo in ambidue gli eftremi » Nel modo appun- to medefimo, che fa la fcolopendra terrefìre , che fervi un giorno anch’ efià di fpettacolo a quel gran Santo , e gran- de Filofofo Agollino, la quale, come notai in uno de’ miei Dialoghi , cammina per tutti i verfi eoa eguale prontez- za .

Ne gittai molti nell’acqua comune, i quali fecero diver- fiflimi movimenti , ed avverta V. P- R. , che tutti quelli di. verfillimi movimenti , c quanto oflervai di (opra , e ofler- verò dopo , lo fecero i creduti anelli del fuppofto Solìum , quando feparava uno dall’ altro ancor vivi , e le moven- ti. Alcuni adunque aguifa di Lombrichi placidamente nuo- tavano, movendoli con ondofo moto , o periftaltico. Alcu- ni reftavano, come gelati, e immobili . Altri fubito gitta- ti s’inarcavano, come Luna nafcente, come nella Tav. 2. Fig. 6. 7., galleggiando fenza più muoverfi , ed altri s’ag- gomitolavano ftretti fìretti in un rozzo cerchio , come in__. una pallottoletta s’aggrovigliano i Millepiedi , o Afelli ir- ritati .

Molti ne immerfi , che llavano uniti, fra quali alcuni , Pentita quell’acqua fredda fubito fi divifero, altri moriro- no appiccati ancora in que’loro tenaciflìmi , e fcambievoli ampleflì. Tutti campavano un’orain circa nell’acqua, di- ventando più vincidi, e più fiottili, mia all’ afeiutto non ar- rivavano appena a mezz’ora . Polli dentro lo fipirito di vi- no fpruzzavano fuora quella loro bianca materia , moriva- no poco dopo , ed aflai più nell’ Olio comune tardavano . L’ olio però nollro Modonefe di Saflb , detto Tetroleum fu- bitamente gli uccideva, ma non così l’Olio celebre d’A-

E a ba-

Efperimenti fopra i vermi Cucurhì- tini folitarj^e vi. vi git tati nelC ac- qua .

Efperimenti d’al- tri uniti .

Altre fperien\e , che cofa pojfa uc- cidergli .

Altre Oferva- \ìoni intorno i Cucurhitini nati di frefco .

T)ue cofe rare notate ne' Cu- curbitini ^

Prima ^

Seconda .

Tav.2. Fig. ir.

J2. 15.

Come ftajfero ce, tanto uniti ,

6^ DeW orìgine lìe' Fermi ordinar]

bachuch centra i Vermi, benché vi moriflbro aflai piiipre- fìo , che nell’ Olio comune , e reftaflero molto fmunti , c raggricchiati più, che negli altri liquori .

Il giorno feguentc dopo acerbe punture , e roficature fi fgravó d’altri molti iniieme con eferementi tinti di bile, i quali polii foprala tavola, oflcrvai, che nel camminare la- feiavano in loggia delle Lumache la via (palmata di sfug- gevole, e mucofa materia, che poco dopo afeiutta, fi le- vava , e radeva , come un vifeo tegnente , e rapprefo . Il loro corfo non pafiava però mai la lunghezza d’ una fpan- na , e mezzo in circa , dopo il qual viaggio , languidi , c sbalorditi fi quietavano. Qiialcuno Libito ufeito del cor- po fi vibra in arco, ne fi muove dal luogo, e poco dopo Icaricatofi dalla deferitta mammella di quella già mentova- ta latticinofa materia torpido, c mogio pcrilcc. Anche in quefii oflcrvai que’ medefimi canali lattei, che ho deferita, ti di (opra nc’ creduti anelli del fuppoflo Solium: vi vo- gliono le fìcflc condizioni per oflervargli , poiché appunto fono gli ftefli, o fcparati , od uniti..

Fra moltiflìmi , che allora vidi, c dopo ho veduto , due cofe notai , benché infolite , delle quali però non voglio tralafciar d’avvifarla, fìimando doverli , nel contemplare i naturali effetti, aver Tempre in mente ciò, che nell’ ofl'er- vare i mali ci avvisò il grande Ippocrate nihil temerò , ni- hil negligere, poiché , come dice nel Comento Vallefio nihil cafu fit , feci fuam habet eaufam , licèi nobis ignotam »

prima fu, uno di quefti vermi, che avea la deferit- ta laterale poppa dall’un canto, e dall’altro col fuo foro in mezzo, fimiliflìmo nel refto agli altri . O folTe un Mo- flro colle parti raddoppiate, come ne ha veduti molti nel mio Mufeo, o folle un piccolo tumore venuto a capo nel mezzo, eh’ emulafl'c la figura della mamma , o foffe una fpezie particolare d'ahio verme Cncurbiiino, non m’arrifchio a determinarlo .

La feconda fu , che ne trovai tre uniti , ma biftorti , e variamente rauncinati, che non potei mai dividere fenza la- cerazione, che fi veggono nella Tav. 2. Fig. ii. 12. 15. O fi fodero così rabbiofamente azzannati fra loro , o eflendo per tanto tempo flati uniti, che feguita nelle loro eftremità qualche roficatura , col concorfo poi del fugo nutritivo! fi fofle dopo fatta una tale flrettiflìma unione , -o combacia- mento di parti, che più non fofle conceduto loro il diftac- carfi , come oflcrvai un giorno tre dita d’ un povero pez- zente

nel corpo umano. _ 6g

sente unite affatto , e infieme perfettamente rimmarginate, già in tempo di fua fanciuìiezza per accidente ulcerate dai fuoco , e dalla raffica Madre legate inheme , e negligente- mente curate > o fofle qualche altro giuoco della Natura , non feppi ne meno di quelli concepirne una chiara idea. Ma lìa , come fi voglia di quelle ftravaganze, che mi balla aver accennate, potendo anch’efle dare un giorno qualche lume, quando meno vi fi penfa, torniamo alla noffraFina-= lefe Ebrea, a cui tanto debbo, per avermi data occafione d’oflervare una fpezie cotanto rara di vermini, che m’atte- fìano molti lavj , e vecchi Medici, di non avére mai po- tuto avere la fortuna di vederne pur uno .

Quella m’ allicurava , che quando ufcivano folitarj , pa- tiva irritamenti, inoriti re , pruriti, e crudi dolori, rha non cosi quando ufcivano appiccati infieme in forma di lunga catena , de’ quali placidamente fi liberava- Un giorno du- bitò d’avere fatto un pezzo lunghillìmo d’Inteftino, il quale aneli’ elio ufcì fenza un minimo dolore, e ftrabigliata- fi tutta, e piena d’acerbo timore mandò a chiamare fubito il fuddetto lodatillimo Sig. D. Torquato, eh’. anch’egli a prima villa reffò attonito , e fìupefatto a vedere quella ra- rillìma ulcita di corpo . Era quella materia , come una fa- feia raddoppiata , e per ogni parte chiufa , tefilita di grof- fa, lubrica, lucida, trafparente, e mucilagginofa Membra- na, larga due buone dita, e lunga più di due braccia, ca- va al di dentro in forma di Sifone , ma caduto in fe Hello , pieghevole, e tegnente. Rinchiudeva nella fua cavità mol- tiflirai vermi Cuciirbitini , ma non uniti infieme, di varia grandezza , tutti vivi , eie moventi, moltillìmi de’ quali lla- yano nella detta trafvcrfalmcnte , ^ molti minori vagavano a capriccio. Polla nell’ acqua galleggiava , c viflero i ver- mi dentro quel lubrico carcere per molto tempo .

Conobbe il favio Sig. non edere inteftino, non effende irrorato da vafi fanguigni , ne avendo le altre marche , che dovevano determinarlo per tale, tantoppiù , che. la Pa- ziente fi dichiarava d’eflere follevata molto dalle anti- che angofeie , dopo l’ufcita di quell’ ellraneo corpo , il che non farebbe feguito dopo 1’ ulcita d’un grande fquar- cio delle inteffine . Moriva di volontà , di vedere anche quello curiofo Fenomeno , e la fortuna l’ anno dietro mi favorì in Reggio mia Patria, dove m’era portato nel tem- po delle nollre Vacanze Ellive, e fui chiamato a Consul- ta in cafa pur d’ un’ Ebreo fopra quello treduco fpettaco-

E 3 colo

Effetti de' vermi Cucurbitini tteld ufeire del carpo varj, fe uniti , o [epurati^ o dentro un Canale .di mucilaggine .

T>efcrì-fione de- Canale rr.ucilag- gìnofo , dove era- no i Cucurbitini ,

Effetti dopo Tu- Jcita di quel Ca- nale creduto un' Inteflino .

I{lmsd} vanì ptr l'tberarfi da quel- la pejle animata.

Idohe catene di vermi Cucurbiti- ni avuti dall' Autore ,

Cucurhitini di- venuti del colore del Zafferano .

Jfloriadlun vero t>erme Tenia ,

70 Dell’ origine de Vermi ordinari

colo accaduto in una pingue, e pallida femmina j c m’af- ficurai cflèrc flato vero tutto il narrato di fopra. \s

Per liberarli la Finalefe Ebrea da quella turba vivacif- fima di vermi, faceva ogni anno Purghe, c Ripurghe, a- vea per così dire , votati tutti i vali de’ rimcdj contra que- fta fotta oflinatiflima di malattia , confultati molti celebra- tilfimi pratici , e fcmpre indarno , imperocché nel tempo della fua gravidanza fempre apparivano più copiofi, e più feroci di prima. Dall'acqua del Tetuzio , da Purganti a- mari, rinaefcolati con efficacillìmi rimedj contro de’ Bachi molti n’ ufcivano e vivi, e morti, fi quietava per qualche tempo queir animata rabbia, ma non poterono mai dalle inteftinali rugofè Celle fnidarfi , e fradicarli affatto , poiché fecondandoli que’ pochi , che reflavano , e moltiplicando a maraviglia in quel loro impuro, e cavernofo Mondo, tor-* navano fempre nel tempo detto a farli vedere .

In Padoa ebbi due anni fono mandatami da Venezia dal Sig. D. Giufcppe Conegliani Ebreo un’altra lunghillìma ca- tena de’ vermi accennati ufciia pure d’ una mifcra Ebrea, con molti ancora feparati , co’ quali confermai le mentova- te Offervazioni , allicurando con nuòvi lumi i lumi primieri. Era anche quella flrifeia di vermi a un puntino fimilillìma alla deferitta, e dilegnata in fine del Libro dal Sig, An- dry, ficcome era limile un’altra, che ancor con fervo, col- locata coll’ ordine luddetto , e leccata fopra d’un foglio di carta, inviatami da Verona dal Sig. Carli , gentiluòmo curiofo molto , ed arricchito d’ ogni piu bella , e piu no- bile Letteratura. Il Sig. Rinaldo Duglioli Pub. ProfelTore anch’eflb di quello Studio, e mio flimatillimo Amico (dal quale defideriamo una volta alla luce quell’ Opera fua fu- datillìma , e degna De B^mediorum Origine ) mene mandò pure un’altra conflmile . vidi pure un’altra l’anno feor- fo in Reggio , e un’ altra qui in Padoa, la quale ultima confervata per alcuni meli nell’ Acquavite , e poi cavata per offervare di nuovo certe minuzie, venne contro il fo- lito tinta d’un bellilfimo colore di Zafferano. Laonde con- fideri V. P. R. , fe con agio, e con ofiinate fatiche ho po- tuto rifare più volte le -Offervazioni , e confrontare il tut- to coll’offervato dal Sig. Andry , e dagli altri Scrittori.

Non minor lume mi diedero altre Oflcrvazioni fatte già in un lungo Verme fchiacciato d’un mio Cane da Caccia), che fi dalle ne’ viventi una vera fpezie dirc«/<z , affai dif- ferente dalla creduta finora per tale, avvegnaché io mon- ne

nel corpo umano* ji

ne abbia àncor potuto vedere alcuna di qiiefta forta negli uomini. E' ben vero, che quella non è nel numero rigo- rofo de’ vermi deferirti generalmente dagli Autori per veri Sol}, o Lati , o Tenie , o almeno non è di quella fpezie deferitta , e difegnata dal Sig. Andry, ma io però la pon- go nella fpezie delle vere Tenie, non fapendo trovare ne- gli Intcftini degli Animali altro vero Lombrico piano , e lungo, che quello, che fono per defcriverle. i^efaìvone del

Quello Cane dopo alcuni termini, che fi conofeevano dal- vero verme Te- l’aflinenza del cibo , centra la fua naturale voracità , e da’ »ìa . flrani torcimenti di vita, vomitò un giorno un verme lun- go in circa una fpanna, e mezzo, di colore biancaflro, da fpefie fezzioni, o fegmenti difiinto, quafi appunto , come una Gramigna detta Ceniculata , o l’erba Centinodia. La fua pelle era molto dura, e grofietta , ne feccandofi ven- ne diafana, ma reflò lucida, feda, e di colore di canna.

Si reftrignèva agevolmente , ed agevolmente s’allungava , entrando un’anello, come dentro dell’altro, la parte fupe- riore de’ quali era più angufla dell’ inferiore , onde riceveva dentro di il feguente, e quelli l’altro fino all’ultimo. ,j- j >, Erano piani , non ritondi , lifej , lucidillìmì , non così ^ ^

molli , e vincidi , come la catena de Lombrichi Cucurbi- tini. Olfervati con diligenza non avevano ne dall’uno, ne dall’altro canto de’ nòdi quella protuberanza forata in mez- zo , come avea la deferitta verminofa Catena . In quello fi capo , e demi dillingueva veramente il capo, ch’era guernito nella bocca della Tenia. di piccoli denticelli alquanto ricurvi. Auea aldi fopradue pallottolette da una parte , e dall’altra, le quali prefi per gli occhi , ma per edere io allora molto giovane non feci tutte quelle ncceflarie fperienze , che fi ricercavano per aflìcurar- mi. Trovo notato nelle mie Memorie > che non poteva fiac- care gli anelli fenzà lacerarli , e fi vedeva la cavità comu- canale degli ali- ne a tutti, cntrandofi da uno in un’altro con un lungo ca- menti nella vera naie degli alimenti , come anno tutti i Lombrichi , e v’of- fervai , come in confufo altri vafi in ciafehedun’ anello, e lungo i medefimi , mirabilmente vaganti , che allora , c forfè anche adedb, per la difficoltà della loro piccolezza non feppi determinare a qual’ ufo foffero fabbricati, e for- fè erano i vafi della generazione , o per altri ufi , de quali fono corredati anche i Lombrichi ritondi degli uomini , co- me fi può vedere nel Sig. Redi , e nel fine quella Let- tera Tav. 4, Non terminava in fottil coda, ma in groflb- Tar. 4. lana , c ottufa . Dopo n’ ebbi un’ altro da un mio amico ,

E 4 ma

Altra Tenia .

Het. 4i

Let. 6.

Let.

72 Dell' orìgine de Vermi ordinar]

àia flirato , c diftefo (opra una carta , che era ufcito noa per vomito , ma per la derettana parte d’ un fuo Cagnuolo di mediocre ftatura, e ben nutrito , ch’era^ della ftefia fi- gura del mio .

Il Dottiflimo Sig. Morgagni , ormai celebre per 1’ Opera fua nobiliffima d’Anotomia pubblicata, c dalla cui politiffi- ma penna altre maturano per pubblicarli , mentre appun- to Icrivea quello mio Trattatello^ intorno ai vermi , da me pregato, ad avvifarmi finccramentc del fuo ftimato pa- rere , tanto fopra il volgarmente creduto verme Lato , quan- to fopra altri vermini , che potefle avere ofl'crvati nelle fue frequenti Notomie d’uomini , e d’ animali j tantopiù , che gli avea manifeftati i mici fofpetti , e mollrata la favià Lettera di Monfignor Lancili, eh’ è la quarta, che troverà Latina in fine della mia. Fui cortefemente favorito dal detto Signo- re, e fu appunto allora , quando m’ inviò da Venezia un*" altra preziofa Lettera del menzionato Sig. Lancili, nella qua- le di nuovo feioglieva tutti i dublfi , e ftabiliva fodamente la fua opinione > quella è polla verfo il fine di tutte , accom- pagnata da una virtuolillìma del Sig. Morgagni , che V.P.R.

leggerà con

fommo

l’ ultima di Monfignor

AlttaTenìa ve-

ra

piacere avanti ...

fuddetto. In quella non folamente il Sig. Morgagni s’ ac- corda meco nell’ Idea del verme Lato detto Solium dal no- ftro Franzefe , ma firviamente feopre molti errori degli au- tori più rinomati, e quello, che fa a mio propolito in que- llo luogo, deferivo anch’ egli al numero IV. una vera Te- nia offervata in un Cane , che conferma tutto quello , che ho rozzamente accennato di fopra , ficcome un’ altra ne of- fervo pure in un Cane il Sig. Jacopo Vifeardi mio rivcritif- fimo amico, e degnillìmo Anatomico nel nollro Studio, Un’altro lunghillìmo verme più di quattro palmi trovai in un Rene d’un Cane in Bologna, quando colà era Sco- lare , ma non era di quella razza , e non ho l’animo di noverarlo nel numero de’ vermi Lati , imperocché egli era piuttollo ritondo fenza le fezzioni deferitte, e de’ quali non fo, che negli Inteflini alcuno n’abbia ancor ritrovato. Ne mi dilungherò a defcriverlo , poiché per hora non fa a mio propofito, e già prima di me l’ anno! deferitto il Sig. Re- *) Altri viventi di, (^D il Sig. Negrifoli in una nobilillima Lettera Lati- ne Viventi. indiritta al Sig. Ottaviano Saxio, Gerardo Blafio, Tom-

mafo Bartolini , Teodoro Cherchringio , Gofredo Egenizio, Andrea Cefalpino, ed altri .

Ne i foli Cani fono foggetti a’ venni de’ Reni . NelF

Let. j.

Verme de' ^eni de' Cani,

nel corpo umano', ^ 7^

anno 7. & 8. della Decur. 3. de’Curiofi di Germania . {a) a Obf3.car.6- ]1 Sig. Gioanni Egidio Euth nell’ apertura d’un Cadavere i,cmbrìco de' %- d’ una Donna trovò oltre varie ftravaganze B^nem dcxt'mm d'una Donna, lumbrico inquinatum Lato , e forfè farà flato della razza di ^ue’ de i Reni de’ Cani , eh’ io non pongo veramente fra i Lati y per eflcre ritondi, come ha fentito.

Contento delle fovraddette Storie, le quali m’accendono tanta face, che batta per ora, io fofpetto, che il noftro Sig. Andry fia molto andato errato nello fìabilire , che il j; Sollum dei fuo verme difegnato , e deferitto lìa il vero verme Solìum , sìg. Andry non imperciocché non è altro, che una delcritta Catena lunghif. è H vero solìnm^ lima di vermi Cucurbitini . Un verme attaccato ad un’ al- una Catena tro, e quefìi al feguente , e il feguente a molti fanno una dt Cucurhttm . lunga fune di vermi , non un lungo verme . Egli fleflo nel principio dell’Articolo a. (b) nota, che de’Vermirc- ^ chapitr. 3. ma^ e Solìum vene fono di più maniere , fra le quali due Artic. a.p. principali ne deferivo j l’una, che ha lungo il corpo nel bel Due maniere di mezzo una fpina piena di nodi , com’c quello, che rappor- Tenia ^conforme ta lo Spigelio, e di quefta maniera farà ancor quello, che dSig.An ry. avea riferito poco fopra del Sig. Carliere, cioè, cheavea per lo lungo del mezzo del corpo al di dentro un piccolo canale in forma di catena, il quale s’ eflendeva da un can- to all'altro . Non ha quefla fpina, ne quefto Condotto l’altra maniera , al dire del fuddetto Signore, ma vi offer- va nel lembo di ciafehedun nodo , o articolazione una fpe- 2ie di piccole mammelle , nel fine delle quali s’ apre una piccola bocca contenente un vafo di certo color celeflino, che traverfa fino alla metà della larghezza del corpo , e fi dichiara eflere appunto quello, di cui n’ha data laftam- r

pa . Efpone per terzo un’ altra fpezie di vermi piani , fe- yllmipiani^con- condo alcuni Autori , chiamati Cucurbitarj , i quali forme il sig. An^ lònó molto corti , e unendoli qualche volta infieme forma- dry no una lunga catena. Cita l’Adrovando , e lo Spigelio, che gli rapprefentano in tal forma, e ne moftra la figura decima, molto, per vero dire, mal fatta , eh’ anch’io ho '^voluto notare nella Tav. mia 3. Fig. 13, per moftrare gli Tav.3.Fig.i3. abbagliamenti , che fovente fi prendono dalle figure mal’ ef- preflè .

Stabilite così quefte Spezie , s’ aflieura , eflère facile da conofeeré , (c) che il verme, eh’ è ufeito del fuo infermo c Cbapì. 3-Ar^ è un Solìum, giufta però la fua feconda deferizione, po- ^•P^S-43- fciachè ha tutta la ftruttura da Lui notata, cioè il Collo, ^

la T efla , le laterali mammelle in cadauna ìnterfeT^ione , e

non

74 origine de Vermi ordinar)

non ha all’ indentro alcun Condotto vifihile , che vada da un hh V moki aW altro y come nella Tenia della prima maniera. ieisV^An7ry * podb acquetarmi a qucfta ingegnofa affermazio-

ne, poiché mi pare di vedervi raolcillìmi abbaglj, emoltif- fimi nel feguitamento del fuo difeorfo , ch’anderemo efamt- nan do col folo puro puriffìnio fine di rintracciare la verità e fnodare una volta s’è mai poffibile, l’idea di quello Verme, tanto contraffatà , e tenebrofa. Dalla deferizione, e dalla figura, che fa il Sig. Andry de! fuo Verme, che fi Tav. T. Figs I. può vedere nella Tav. r. Fig, i,, cavo con evidenza non elTere il creduto ^oZ/z/w , ma una folita triviale catena di Viene uì^ugnato cucurbitini y o Cucurbitarj , come alcuni gliaoinina-

» >g. fi ry. •[ (jii-e, ch’egli abbia il CapOy e il Collo y pe-

rocché non lo poteva mai avere dalla deferizione, chefeguc del medefimo, dando, a ciafehedun' anello la fua mammella y ne ayendo all' indentro alcun condotto yifibile dal capo alla coda . Io fuppongo , che il Sig. Andry non abbia mai vedu- ti vermi Cucurbitarj , poiché in fatti egli dice , ejjeryi una. fpexic di yermi piani , fecondo alcuni autori y che fi chiamano , P Cueurbitar 'i y i quali fono molto corti y e che: unendofi qualche ■Sì Anik^una yolta fra loro formano una lunga catena y la onde, le gli Catena di Cu. avelfe veduti, ed efaminati con la lua folita deftrezza , fa- (urbitini . rebbc molto bene venuto in cognizione , che il fuo Verme Tutti anno la appunto una lunghifflma catena di quegli .. Io ne ho; mammella late. molti , ed olferyati con attenzione ora uniti , ora

^ divifi , come ha fentito nella deferizione di tutti , ed ho

trovato, che ciafeheduno ha la deferitta mammeria dal Sig. Andry, quando fi trovano feparati, come nella Fig. 2. Tav. i.Fig.z.j., g c ?.. della Tav. 2. quando uniti ri tro vanii . Ned anno, come dice del fuo , ne poUbno avere, quando fono uniti, canale alcuno all’ indentro comune a tutti, tendente Non anno fanale capo alla coda, perché non é un folo animale, malb- eemune yondefo- molti , il chc dovea pur mettere in fofpetto il Sig. An- noptt vermi. dry y che non folle un folo Verme. Pajono veramente ave- re il Collo, e la Coda, perché vanno gradatamente i più Come s appicchi, gi-^i^di appiccandoli a’ men grandi ,, ed i mcn grandi a’ mi- no uno a a-- ma ciò dipende dal fito de’ cornetti, e degl’ incaffri,

m collo e coda. ° cavernette, dentro alle quali devono inlenrli , non puten- do i minimi per la loro llrettezza incontrare gl’ incaffri de’ grandi, che fono troppo lontani uno dall’ altro , ne i gran» di incontrare gl’ incaffri de’ piccoli , per elfere troppo fra loro vicini . Concedo bene , che un piccolo divario nul- la pregiudichi airattaccarfi , e perciò reggiamo, ch’uno

al-

nel corpo umano. yj

alquanto minore s’attacca ad uno alquanto maggiore , \\ come uno minore maggiore ad uno, che fia alquanto minore, manonvi vuo- r attacchi ad un» le poi una differenza grande , che nulla incontrino. S’ag- giugne , eh’ effendo fatti di facile, e cedente membrana pof- fono alquanto coflrignerfi i più grandi per inneftare i Cor- netti ne’ fori de’ meno grandi , ed i più piccoli allargarfi qualche poco , per infinuaré i fuoi uncini ne’ fori de’ piu grandetti , ma anche in quello vi vuole una certa propor- zione, elTendovi i fuoi limiti dello fìrignimento , c della dilatazione. Quefta foggiadunque d’ unirli, degradando maggiori a minori , e minimi , fa che paja , che lìa un gran Verme, ch’abbia il fuo Innghillìmo Collo , e Co- da .

S’ ollérvi però, che ne il Sig. Andry , ne alcun’ Autore ì^iuno gii ha mai r ha mai deferitto , e difegnato con la coda terminante a Jeferitta la coda. proporzione in fottiliffima ìottigliezza , ma tutti terminano all’ improvvifo , e l’ anno creduta flrappata , e reftata nel ventre. Ma la faccenda è diverfamente , non avendo coda, perchè non debbono averla , durando la catena , finattan- tocchè vi fono vermi attaccati , l’ultimo de’ quali per la fua figura , come di feme di Zucca ^ o di Cocomero , fa fem- prc il fineottufo, non alTottigliato in tenue eftremità , co- me fi vede in quafi tutti quegli, che veramente fono vermi di qualche lunghezza.

Ma il Sig. Andry, (può foggiugnere faviaraente V. P. R. ) gli ha trovata la Tefla. Rifpondo, che ha creduto trovar- fenyiTefla. la, ma non Pha ritrovata. Qiicl globetto, o materia ten- dente al tondo , che pare un rozzo capo , c probabilmente cofa fo^e la un pezzetto di muciiagine aggrovigliata, e azzannata, o addentata dagli uncinetti del verme in luogo di un’altro '

verme Perchè anno quel naturale d’ appiccarfi l’uno col- l’altro , s’ è appiccato anche il primo a ciò , che gli è ve- nuto fatto di ritrovare, e l’ha tenuto fìretto firetto finoal- J’ultimo del fuo morire. Ne melo deferiva l’ingegnofo Si- gnore con quattro occhi , ovvero quattro Tarici ^ comepen- un’altro Franzefe, imperocché non accordandofi quelli due f nobili oflèrvatorì , dubito d’inganno in entrambi. Il fito,

il numero , la figura dovea pur fare , che s’ accordaffero in determinargli per occhi, o per narici. Più di due nari- ci non avrebbe avute, efiendo folita la Natura in tutti i viventi e grandi , e piccoli contentarfi di due . Degli oc- chi è ancora in queftione , quanti ne abbiano , e fc tutti quegli , che pajono, o fi chiaman’occhi negl’infetti, fie- no

S'ìmpugHa hi fi- gura del Capo po- fto al Verme del Sig. Andry ,

Effetti deli' im- maginazione cal- da .

Non f\tnenzio- ne della Scocca ,

Offervazione del- le mammelle late- rali centra il Sig. Andry .

a pag. jjT.

Bocche del refpire fono eguali dall’ una parte.y e dall' altra ne' Bruchi.^ sd altri Infetti .

Unione acciden- tale de’ vermi Cu- curbitini .

Dell’ orìgine de’ Vermi ordinar]

no veramente tali, e particolarmente ne’ vermi inteftinali , o che annidano in altre parti dentro il noftro corpo, con- dannati a vivere in teneore perpetue , i guali veramente pajeno in coftoro fuperflui , ma quello nulla importa al nodro propoli to . Importa bene, a mio avvilo, che la fi- gura , che pone il dotto Franzefe per capo , non ha figu- ra di capo , nc vi fono gli occhi , ne le narici deferitte. Quando abbiamo l’immaginazione calda, e che c’ interellìa- tno, e bramiamo con troppo fervore di vedere una cofa , ci pare fub’to di vederla , ce la creamo avanti gli occhi , e cela figuriamo tal quale la fperiamo , o vogliamo che fia . S’era fidato nella mente il Sig. Andry, che fode un folo verme, che quello fode il capo, onde poi facilmente trovò cavità, rifalli, increfpamenti , che rapprefentano le altre parti , che Io compongono. Ma come non fa men- zione della bocca ì Se egli era un Verme intero , fe avea il capo, e gli occhi, e le narici del nafo , fotte il na- fo non v’ era la bocca fua } Lodo in quedo la fu a inge- nuità, che non avendovi trovata fedura alcuna, che l’e- mulade , l’ha pafìTata fiotto filenzio.

Dopo avere deferitta la figura d’ognì anello, come tanti ventri , cadauno de’ quali avelie la fua eminenza laterale fo- rata, eh’ ci chiama mammella, una nobile od'ervazione , che quanto fayorifee la mia opinione , tanto disfavorifee la fua. Ces rnammdons ^ (dice ingenuamente {a) fon inègale- ment rangei^^ il yen a tantòt trois d’ un còlè, & un de V autre f ainfi qu’ on le peut voir dansla figure. Così pcrap- punto erano fituate anche quelle de’ mici , il che dovea por- lo in fofpetto , che fode un verme foloj imperocché Chi ha pratica delle bocche delrefpiro de’ Bruchi , che appunto tan- to da una parte degli anelli, quanto dall’altra fono aperte, e vanno dal collo fino alla coda , può ben conofccre , che una debbe fempre corrifpondere all’altra, per non ifvariare nell’interna flruttura , e nell’ ufo tanto necedario eguale ad ogni parte, non defraudando alcuna del fuo tributo. Ma, fe la cofa nel fuo gran verme è diverfamente , trovandoli o- ra tre mammelle con le fue bocche da un Iato , ora due fo- le, ora una dall’altro, e non mai alternatamente una da .

un canto, l’altra dall’altro, è ben legno, che queda unio- ne è accidentale, c non ordinata a fare un tutto , ma che cadauna parte, o fczzione è un tutto da fe, non importan- do , fe la mammella fia a diritta, oa finiftra, potendo da- re a loro piacimento in tutte le parti , per edere piani , c

pag. JJ--

nel corj’o imaìio. 77

quafì Hmili appunto a’ ferni di Zucca, o di Cocomero tanto nel dorfo, quanto nel ventre-^ e, come offerta i nel lorocam- minare, andando per tvittl i verfi , e voltandoli facilmente in tutte le parti, come abbiamo detto.

Penfa il Sig. Àndiy, che quelle mammelle debbano elTere riguardate, come tanti Polmoni , (4) che ricevano l’aria per ^ le piccole loro aperture, delle quali ha fatto menzione , e che fieno, core tante trachee. 7\(e (dice) alcuno deve ma- opìnìom del sig. ravigliarfì di v.n numero grande di polmoni in un filo a- , che /? ni male ^ imper oc chè chi fai anotomi a de' vermi , fa ancora, che Jeno

anno un numero molto confiderabile di Tolmoni , che riem- iucche del rejpìro. pie tutto il loro corpo dal principio fimo al fine , il che fi pub vedere nel Malpighi nel fino Trattato del verme da fita.

Io incalzo di nuovo, che chi appunto fa la fìruttura e 1’

Anotomia de Verrai da Icta , anzi di tutta laltirpede j}g conquell’ordi-^ chi, fa beni0imo, che le Trachee, e bocche Polmonari non ne deferino. fono polle coll’ordine detto di fopra nel creduto verme, e ciò dovrebbe badare, per far conofeere, che fono più ver- mi , non un folo , non ifvariando tanto la Natura in una organizazione necelTaria .

Nella deferì zione , che fegue a fare del verme ci alllcu- ra , non aver veduto ellernamente altro , che quel vafo di lattei, eperchè . color celellino per lo traverfo , ma io ebbi fortuna di feo- prire molto di vantaggio, come ha fentito nella mia deferi- zione, cioè quella felva di vali lattei tutti derivanti dal pro- prio tronco di mezzo, come fi vede nella Tav. a. fig. 9. e Tav. 2. fig. nella Tav. 5. fig. ri. Ne mi maraviglio , che quel diligente Tav. 3. Ofiérvatore non gli fcoprille , avendolo immerfo fubito ^ nell’ acquavite (ù), la quale mutata tre volte, il rend.it ^ une liqueur bianche , comme du lait , e ciò fece ogni vol- ta , che rinovava 1’ acquavite , onde fcaricatofi affatto, non potè olfervarli , perchè votati , Ne quelli fi veggono, come, e inguai ne meno , poco dopo ufeito il verme del corpo , come ho ay- tempo fi debbano vifato , ma bifogna cogliere quel tempo proprio, e imbat- "vedere ivafi lat- terai ancora con fortuna in quegli, che, o non abbiano git- tn de' Vermi Cu- tato quel bianco liquore , o non abbiano i vali pieni di fo- la diafana linfa , come ollerviamo continuamente accàdere__/

9-

fig. Il-

pag. 54-

nelle vene lattee degli altri animali , pra

come dicemmo di fo-

Aperte molte parti del fuo creduto verme il Sig. Andry alla prefenza , come s’ è detto , d’ altri grand’ uomini della Francia , non poterono , ne meno col foccorlo del Microfeo- pio feoprire l’interna fìruttura delle lue vifccre . Olfervaro- ug^a, de' Vermi

no

7^ Deir origine de' Vermi ordinar}

c.ururhìtini ojfer- 110 (blamente in tutta l’eftcnfione di quelle un’ aramafTamcn. xati dal sig. An. to di piccoli corpi globofi , limili ai grani di Miglio , ma (t>y ,e’faoì Colte- ritondiffimi , i quali olTeryati col microkopio paragonarono raviamente a un certo groppo d’ uova , che (i trovano ne’

Carpioni, rammadate nella maniera medefima, e tutte Tu- na dall’ altra diftinte. M. Belleftre difaminò (eco quelli glo- conferma la dot i ^ fentimeiito , che folkero uova, e non glandu- iritia d'" Ariflote- (lima il Sig. Aiidry confermare la dottrina d’Arifto-

l' ,e d’ippccrate . tele, e d’ fppocrate , cioè , che quegli , che anno nel ventre il Solium , rendano ne' loro eferementi dei piccoli corpi fmili ai grani di Cocomero , e questi pofiono ben' effere di quell' uova, le quali , dopo ufeite del verme, s' ingrofjìno negl’ in- e Art. 2. C. 3. teiiini dell' uomo (a) Nota la gran quantità, che ne vide- V V > onde non edere maraviglia , fe da Chi ha in corpo il' difova ^ofervate ufcire uua grande abbondanza , come s*'

nd detti vermi . oderva . Lo che podo corregge Ippocrare, quando nel li- bro 4. de morbis infegnò edere un’errore il credere i vermi Cucurbitar] figliuoli del verme Solium con quella fola ragio- ne, ch’era impodìbile , eh’ un verme piano, e fi lottile potedè contenere un gran numero d’uova, per produrre tutte quelle porzioni Cucurbitarie, che fi ritrovano negli ef- erementi di quegli, che l’anno j imperocché , dice il Sig. An- h Art. 2. Ch. 3. Jfy [b) fe avcfje anch’ ejfo in quel tempo avuto il Micro-- %pllate corretto ^ ofìervate tante migliaia di minutijfime uova,,

dal Sig. Andry SoUim ne' Ventri fuoi , avrebbe cangiato penfìere .

e compatito , pdr ^ri^lotcle al contrario parla nella fua Storia degli Animali von aver avuto a' lìb. . cap.j^. di quefli pìccoli corpi Cucurbitarj , e dice, ef-- jiioi tempi il Mi- jere veramente produzioni , eh’ efeono del verme Solium. crojeopto . feliciffimo lo Icoprimento di quelle uova , c nobilif-

fima larificfiione fopra Ippocrate, ed Arillotele, c tutto va< bene , e fi accorda colle mie Odervazioni , ma non s’ac- 11 Sig Andry de- Audry , che fenza avvederfene viene appoco*

(tende nell' opi- appoco a defcendcre nella mia opinione, che tutto quello ller- niene delP Auto- minato Solium non folle altro , che un folo ammadàmento di re a fare, che et- vermi Cucurbitarj tutti pieni d’uova , che facederopoi , e che gnt anello abbia veramente ^facciano , quanto egli Aedo confeda, quando le ^t^clVda cioè un popolo intero di vermi Cucurbitarj . Lo

nafeano Cucurbì- mollra con evidenza, che il creduto famofo Soliumnoxi' Tini, e nonsolj , fia il vevoSoUum, imperocché di ragione partorirebbe altri Solj, non vermi Cucurbitarj , che fono d’ un’ altra fpezie . E da Argomento del quando in quà nel gran Regno della natura un verme fa Tiojtro Autore naturalmente uova , delle quali fenza edere adulterare , o portfjtmo . guade da altri Infetti , efeano vermi d' un’ altra razza ? Una

pian-

nel corpo umano . 7P

pianta polla nel medefimo terreno , e colle {lede condizioni deir altra , fa i lemi della fua fola fpezie , i quali nel me- defimo terreno gittatì, irrorati, e nutriti da’ medefimi li- quori ànch’ ellì nafcono , c fanno una pianta confimile a quella, d’onde (ortirono , così un verme collocato nel me- defimo luogo de’ genitori, alimentato, e conlervato colle ftelTe particolarità , farà le uova folamente della fua fpezie , le quali fomentate pure, e cullodite come furono quelle de’ -Dalie uova d’ un* Padri , daranno fuora vermi della fpezie fleffa de’ Padri . Da’ nafcono fo-

femi di Zucca non nafcono Rape, ne da’ femi delle Rape na- vermi quella fcono Finocchi , o Melloni. Così dalle uova di Lombrichi terreftri non nafcono naturalmente Cantaridi , ne dalle uo- va di Cantaridi nafcono Grillotalpe. Il medefimo , fenza un minimo motivo di dubbio, diciamo de’ Vermi del noflro . corpo , non nafcendo gli ^fcaridi da Lombrichi ritondi , ne ^

da'* Lombrichi ritondi Sol] , ne da’ Sol] Cucurbitar] , ma dagli ^

^fcaridi nafcono perpetuamente ^fcaridi, da Lombrichi ri- tondi nafcono Lombrichi ritondi ^ da Solj ^ Solj ^ da Cucur- bitar] ^ Cucurbitar)^ e così difcorriamo di tutti gli altri.

Ma anch’egli poco dopo s’avvede di quefta ftrabocchevo- 3e fìravaganza, onde ricorre a un partito , che , a parlare con ifchiettezza , non è da Naturale Filofofo . Quando ( ci ‘mafalfò\ avvifa) (a) le uova fono ufcite del ventre del verme ^ diven- a Art.a.Ch. z. gono grofie , e non pojjono prendere negl' ini e(lini tanto di nu- p. 57. trimento , che baUi per ifviUuparfi interamente , e fare , che nafca il loro verme , fono allora Hrafcinate fuora cogli efcre- menti . Apporta dopo la ragione , perchè quelle mifere uo- va fi gonfino folamente, e s’ingrollìno , ma fieno poi così del Stg.

Sfortunate, che non abbiano la forza di dar fuora il loro ver- fcano Cucurhìni micelio, che contengono . Ciò fegue (dice) (b) perchè non dal s olio . ritrovano affai di nutrimento , mentrechè il verme , d^onde for- b nel luogo meds^ tìronOy con fuma Egli folo\tutto il nutrimento ^ che loronecefa- rio farebbe imperocché bi fogna confiderare^ che cpuefla Jorta di Vi^le^ che il Soko vermi fi nutrifce di folo chilo y e tutto fe lo divora y come in to^tucHment^^^ fatti ofiervò nel fuo Solium , che quando ufcì del ventre , ne g nonne lafdpuZ vomitò di molto y e di molto y quando lo mi fe-nelV acquavite, to alle uova. Ora , efìendo il Chilo un fugo , del quale fenc ogni vol- ta una piccola por-gjonCy è impoffibile y che queflo verme y nu- trendofit di quefioy ne l afe i poi abbaflanga per lo nutrimento d’un si gran numero di produgioni .

Sento , Riveritillìmo P. un fenfìbile difpiacimento , che que- lla troppo bella, e troppo fiottile dottrina fia d’un’ uomo tan- xo erudito , e nella Francia (limato, imperocché non poffo ab-

brac-

Parti'to del Sig. Andry ìngegnofo ,

Impugnamento dtl Sig. Andry . Prima ragiona .

Uova degl' Infet- ti poco , 0 nul- la crefcono .

a Gali. Miner. Toin. 6. Par, I.

h pag. 56.

Uova del credu- to folium non pof- fono crefcere , co- me femi di ytc~ ca .

Se fono ejirema- mente tninute , non poffono tanto genfiarft , come tm feme di Coco- mero , 0 di ^ac- ca .

Il Sig. Andry non ha mal veduti vermi Cucurhiti- ni foli , altrimen-, ti avrebbe cono-

80 Dell' orìgine de Vermi ordinar}

bracciarla, ritrovandole contrariiffima l’efpcrienza , c tutte le leggi della rettiflìma, e fempre uniforme natura . Primiera- mente tutte le uova degl’ Infetti , generalmente parlando , non crefcono molto , o nulla di mole , benché fomentate alcune in luoghi umidi, e loro proprj , ma il verme interno va ben’ egli^ crefcendo dentro l’uovo, e fi va perfezionan- do , finattantocché giunto ad una certa perfezione deftinata , fora , o rompe la buccia , ed cfce , e allora apparifce fem- pre, per le trachee, che fi gonfiano d’aria, e per le fibre, che fi diftendono, più grande dell’ uovo ftcfio, parendo qua- fi imponìbile, che vi ftafiè dentro. Il che ho veduto chia- ramente nel far nafeere centinaja di Bruchi , di Cantaridi , di mofche falvatiche , e dimeftiche , c fimili . E lo fanno le llefic donne , che pongono al covaticcio le uova de’ Ver- mi da feta nel loro feno , non veggendo mai, che crefeano di mole. Ho detto generalmente parlando, perchè alcune uo- va degl’ Infetti delle Piante verdi incaftrate però dentro le mcdelime, come quelle delle mie mofche Rpftfighe { a) àe\\Q Galle, Gallozzole, fpugne delle Querele , delle Rofe filve- flri , e fimili, ed alcune ancora, che vengono depofitate o nell’ umida terra, o nelle Fogne, o dentro le carni morte, o vive, o dentro l’acque crefcono qualche poco, e tolte da lo- ro nicchi s’aggrinzano , e fi feccano , e più non nafeono, come fanno ancora quelle de’fcrpenti , delle Lucertole, de’ Lucertoloni, o Ramarri verdi , e de’ Camaleonti, o d’altri di tal maniera , come ho veduto più volte ,* ma non crefco- no giammai a così fterminata grofiezza , che fiiperino miglia- ja di volte la mole fua primiera, e naturale . Ci ha delcrit- te {b) il Sig. Andry le uova delfuo portentofo verme Solium così gentili, così piccole , e numerofe , che toccate con la punta d'md ago , quella parte , che vi refla attaccata , e che non èpiugrofja cf un grano di polvere , fa la figura col Microfeopio àdurC ammafj amento incredibile di piccole uova , tutte feparate lenne dall' altre . Se dunque fono così piccole che fopra la punta d’ un’ ago vene {ià. un' amm affameli to incredibile ^ come polìbno tanto gonfiarli, che^rafiembri poi cadauno un Seme di Cocomero , o di zucca dove mai ha egli veduta quefta enorme ftravaganza in alcun’uovo del Mondo? ma qui repli- co, che nonbifogna, ch’egli abbia mai veduti vermi Cucur- bitarj foli, il che, fe foffe feguito , non farebbe caduto in quella opinione, imperciocché non folamente aurebbe vedu- to, che quelli vermini più non fono uova, ma veri vermi- ni femoventi, vivi, efnelli, e della fleffìfirima firuttura ,

e raz-

nel corpo umano . 8i

e razisa degli alleili , o mcifiue del fuo ftimato SoUum^ che fduto ^epreteri ai fine non era, che una regolata unione de’ detti. Se Fof- 'inermi, non pià fero fole uova crefciute, farebbono fode , tendenti al tondo, od ovate, come fono tutte le uova, poco più, poco meno, ^ non avrebbono il moto progreffivo , ne la figura de’ geni- toprogrejftvo . tori , il che tutto anno con ogni efatillìmo rigore .

Ne meno può dirfi con proprietà , che crefcano a tanta in- ^ folita , e fmifurata grandezza fenza mai poter nafcere, e Ivilupparli dada corteccia, per mancanza di chilo, che tutto tra ìlsig. Andry. quanto il genitore ingordo, e vorace fi trangugia , e tracan- na , perchè ogni uovo , che nafce porta dentro fe il fuo Ogni poco di chilo nutrimento per lo vermicciuolo , che deve colà diftenderfi , per far na- e crefcere fino a certa grandezza, e fe daU’efterno, come ^

abbiamo detto, in alcune qualche poco d’umore fi feltra, fe cribra per la porofa buccia , egli è così tenue, e di piccola dole , che non vi vuole un torrente di fluido per quefto fatto. E poi, ven’ entra tanto, che batta, per fare, che quelle uova prima invifibili , e come atomi animati , diven- gano sì groifolane molto bene palpabili, e vifibili, come i strlgneforteVar- femi di Cocomero , e di zucca , non può allora edere ere- gomento contra il ciuto dentro quella dilatata corteccia tanto il verme, che dindry . batti per Squarciarla , ed ufeire ? E fe non la fquarcia ,

ed elee , come quell’ uovo fimile a un prodigio , falcia la

fua primiera figura, e prende quella de’femi del Cocome- ro, o di zucca? La figura di miglio , al quale le afibmi- gliò filile prime, quando erano piccole j farebbe tanto dittan- te da quella de’femi di Cocomero, odi zucca, che acqui- flano divenuti grandi , quanto fono quadrata rotundis .

Avea ragione il noftro Sig. Andry di aderire, che confer- opinione dei sig. mava colle fiie Odervazioni l’opinione d’ Arillotelc , giac- -^^dry e tolta da che era appunto quell’ ed'a tolta in preftito dal medelìmo . ^

Avvifa anch’egli (a) Latum illud folum intefìino adhcerens pa- a Lib. v. Hill.

nt fimile Cucumeris femini , quo indicìo I^fedici ineffe intelli- Anim. cap. 19.

glint. E pure anch’ egli ayea detto altrove quell’ aflìoma , A/fioma d’ Ari-

così trito , c veramente infallibile in tutte le fcuole , che„.

Omne fimile parli fili fimile. Come dunque è fimile un quid contro °M fimile Cucumeris femini ad un Verme di così vada lunghez- sig. Andry. za , che alle volte arriva ad edere lungo trecento , e più piedi, come abbiamo detto , che notò Plinio {b) , ed altri èLib.ii.cap.32 . confermarono e antichi , c moderni ? Ma Ariftotele dide be- ne , pofciachè , non edendo quel Latum intefìino adh^renf, Arljlotek dijfe che wxC .Aggregato di Vermicelli fimili al feme di Cocomero , Pene intefa pel partorendogli tali y gli partorire a fe fimili-. Così aneW \o per fuo verfo la cefa .

F qne-

Interpreta\ione ridicola d’AriJio- tele .

Altra interpreta- \ione cattiva . Lendini fono ve- re uova de' Fi- docchl .

* DeGen. A- 11 ìm. cap. I.

Errore d,' Arino- tele .

* Gali, di Min. Tom. 3. Pare, II. car. 3J4.

A pag. j8.

Altro argomento cantra il Sig.An- dry .

Chilo haflante

8 2 Dclt orìgìrie de Veì'ml ordinar]

quefta volta faccio l’interprete d’jArìftotele fenza Itropicciarmi la fronte , e fenza molto penfare a un qualche partito , per difenderlo , come pensò un’ acuto Comentatore col dir^^ "ì^on dixit ^riflotdes Cucurbitinos efteLati filios^ ita, ut eofi dem pariat , fed dixit , (juòd funt figna , qtiibus Medici cogno- jìcunt intùs Lumbricum Latitm ineffe. Si fa così a difendere, c interpretare i netti faifi di quel gran Maeftro. Un’ altro Interprete però più fincero, e che intendeva forfè meglio la- forza del yetho paria j contefsò , che Arinotele voleva—. , Cucurbitinos efie filios Lati , eo modo quo Lendines filli funt Vediculorum credendo il buon’ uomo , che le Lendini non fodero le vere uova de’ Pidocchi , ma un che diverfo , dal quale non nafeeflero a fuo tempo Pidocchi. E ciò per- chè in altro luogo avea detto , Ariftotele , che dallc_^ mofche , c da quella forta d’ animali imperfetti nafeevano vermi, non mofche, ne figliuoli fimili a’ Padri, quali, che quelli nutriti in debito luogo non pervenilTero finalmente_> dopo le folite mutazioni , a farli limili a loro . Il che, ho fatto vedere verilEmo, cioè, che finalmente divengono fi- mili a’ loro Padri , contro d’ alcuni feguaci troppo fedéli di quel venerato Filofofo nel mio fecondo Dialogo (*) ef- fendo flato fra gli errori di quell’uomo, per altro dcgnillìmo, uno de’principali , il cominciare le OlTervazioni , e non ter- minarle . Ma dirò quivi per ora folamente a quelli tali , come ho detto al Sig. Andry , che dalle uova d’ ognuno nafeono li- mili a Chi le produUe, liccome dalle Lendini de’ Pidocchi na- feono certamente pidocchi , e lo fanno infino le donnicciuo- le pezzenti, dunque dalle Lendini, o uova del Verme Lato dovcrebbono nafeere yermi Lati , ma fe nalcono Cucurbiti- ni, come tutti d’accordo confelfano , dunque faranno uova di foli Cucur bitini , ed il Verme Lato un’ accozzamento de’ medefimi.

Soggiugne il Sig. Andry {a) fi genera poco chilo , e que-^ fio ya in nutrimento del Solium . E l’uomo , o la donna , che ha quella voraggine del Chilo in corpo , come mai vi- ve ? L’ Ebrea Finalefe era ben pallidetta , e gentile , ma non molto emaciata , legno , che vi rellava pure tanto di Chilo, che baftava anche per Lei. Di più era gravida , e durava felice fino al terzo , o quarto Mele in circa , onde ve n’ era pur anche per lo feto, e fe abortiva, abortiva co- me coflanremente alTeri , per lo continuo irritamento , che le facevano negl’ intcflini , e pei dolori , che la tormen- tayano , non per difetto di Chilo . Si {caricava pure ognj

2Ìor-

nel corpo umano,

«ìorno il ventre , mangiava con appetito , fi manteneva in per le uova del forze , onde come non vi reftava tanto chilo , che baflaffe Solium . per nutrire affatto la minuta turba delle uova del Solium , e fare, che almeno , fe non tutte , cjualcheduno nafcefle , c accompagnaffe di figura il Padre ? Quella farebbe bene Ajfurdi , fe ncn una particolare difgrazia di quello infelice gran verme, par- nafcejfero mai le torire migliaja d’ uova dentro il fuo Mondo , in fito prò- Solium-.

prio, con tutte le necefl'arie condizioni per farle nafeere , e non vedere mai l’allegrezza d‘un figliuolo nato. E pure, fe fi dovelle propagare la fua creduta particolare fpezie , fareb- be pur necelfario, che ne nafeefiè qualcuno , ma fe ne na- fcefìè qualcuno , non vi farebbe minor ragione , che non nc poteflero nafeere molti , poiché tutti fono nel fito medefimo, tutti fomentati dal calore medefimo, e nutriti , come furti- vamente per gli pori dallo flelfo cibo.

Ma avea detto l’ accurato Scrittore fulle prime , che fi chiama Solium quali jolum per autorità del Sennerto {a) , a L.j.p.a fec.r. pofciachè (b) egli è fempre foto della fua fpei^ie in que' corpi , b p.jz.Chap. 3. dove fi trova , Sicché egli farà il malchio , è la femmina , Arde. 2. f«à il Principe, ed il privato , farà tutta infieme la plebe , f ’/J

fara il genere , e la Ipezie . E in ratti la cola interpretata con qualche bizzarria può tirarli ai fuo verfo , cioè eflendo un’ ammalfamento di centinaja di vermi, confiderato, come un tutto , può dirfi filo , ma come collante di molti , può dirli il m.afchio, e la femmina , il Principe , ed il privato , il un'aggregato di genere , e la fpeziè , una Repubblica intera , un popolo di moki . mille vermi . Conchiudo dunque, che i\ Solium Fran^ffi era Conchìujìone del- una vera catena di Cucurbitini , i quali partorendo all’ufo l'Atttore [opra il {olito le loro uova danno fuora a fuoi tempi altri Cucurbi- i

tini , che pajono dillìmili dal loro creduto flerminatilìimo Cucurbitini dif- genitore, perchè non fono uniti 3 ma fe cafo come nella fimìU dal ceni. nollra Ebrea ogni anno in certo tempo s’ unificano , faranno tere^t comefimU anch’ellì, come un Ivingo verme limile al primo, e non pare- ranno più baftardi , e nati da uova tanto infelici , prive del necelfario nutrimento, e de’ Privilegi del Padre.

Farmi ancora , che faccia non piccolo abbaglio (flando , .

però fui fuo fuppoflo) a folamente fofipettare ilìlìto, d’onde Yndry d' efeano quefìe uova , credendo pollano fortire dalle aperture, onde efi ano l' v.e. che fono in cima delle deferitte laterali mammelle ( c ) à va. f endroit par le quel elles (le uova ) peuvent firtir , il efi a ju- ( Chap. 3. Art. ger quec'efi par lepetites ouvertures^ que nous avons dit ètre 57- Aux mammelons ; ne fi raccorda , che poco prima ( d ) avea det- %o che ces mammelons doivent ètreregarder^ camme autantde

F 2 pOM-

8 4 Dell' origine de Vermi ordinar]

Vuole^chc parto, poumons , quì reqoivsnt l' air par les petites ouvertures , e per rìfcano per le a. levare la maraviglia, che ne abbia tanti , porta , come ha pentire de' Poi. fentito l' autorità del noftro Italiano Malpighi, che non è pìc- ' cola lode , il quale nel Ino Trattato del Bombice , o verme

da feta notò, eflere tutto pieno di Polmoni dal principio 11- optnìom dell' no al fine, ed eflere, come una catena de’medeiimi. Io , a

Autore cantra Sig, Andry ^

dirla fchictta , e pura , non ho mai oflervato , che alcun’ Animale nc grande, ne piccolo partorifea per gli Polmoni , e fe fono Bruchi, o Baccherozzoli , per le tante laterali aper- ture , o bocche delle Trachee , che mettono foce ne’ loro fianchi , altrimenti avrebbono V ovaja nc’ Polm.oni , cofa nuo- va , c affatto ftrana nella Natura . Poco prima pure avea 54- detto, che s’ era fcaricato di molto liquor bianco, còme latte, e quefto, come oflervai in quegli dell’ Ebrea loTcà- ncano per le luddette credute aperture de Polmoni , per lo- chè quelle aperture, o tracheali bocche faranno defìinate a Tre avrei- ulììzj, a’ quali in ogni altro vivente la gran Madre

Vive coma le kg- ° almeno due diflinte bocche, corrifpondentt

oi dell a Hat ara . cadauna agli organi interni tutti divcrfl nel loro ufo, cioè ^ faranno la bocca degli alimenti , o almeno quella degli e-

feremenci , quella de’ Polmoni, e dell’aria , e quella dell’ utero. E' ben vero, che in molti animali fa , che la porta deir utero , o de’ fuoi Ovidotti , o canali metta capo , e sbocchi nella Cloaca degli eferementi , come ne’ Volatili , e negl’infetti, ma non mai nelle canne, o canna del refpi- ro , onde almeno fono aH’cfterno orificj diverfl , e i loro canali diferentillìmi d’ufo, e di fito. Il che, fe foffe altri- menti , non farebbe un moftro il più moftrti ofo della Na- tura ì

Dopo l’apportata opinione, chele uova fcappino dalle del Sig. Andry , aperture de’ Polmoni , ne foggiugne un’ altra , che riefee me- che poco lo favo- no feabrofa, ma che però non meno contrafta contro d'el fuo aflunto, cioè dice (a) po{fono fortire (le uova) o per qualche

57‘ nfeita , che è forfè fono gli anelli delle articolazioni , potendo ejfere quefii anelli , come le branchie dx' Te fei ^ le quali s'apro- no, e fi chiudono.

Io fuppongo , che aferiva fotto ógni anello la fuaufeita^ come ha penfato di fopra dell’ufcita per le bocche de’ Pol- moni , che fono pure in ogni anello , e farebbe più confa- cente al vero, che farle ufeire per le canne dell’aria , ma ^ . ,, , interrogo quefto favio Franzefe , quante fefl’urc naturali do-

una becca dell'u- ^ verme lojc^ ì (guanti anelli vi fono , vi vorranno

e purè veggiamo ne’ Bruchi , ne’

ver-

l-eggt della Na. tura quali ,

Altra opinione

tero.un verme fo. cèrtam.cnte tante feflure.

v.el corpo limano,

vefmi , e in tutte le fernnime di quefto Mondo Una felìura /a ne ha nìohtjjì^ loia , o un* antro folo deftinato a quella grand' Opera , la >ne contro delle quale difficoltà fi può fare anche nel primo fuppollo , che Nam^

ufeiffero dalle bocche delle mammelle . Altro è, che abbiano che ah

più bocche del refpiro , altro è che fieno corredati di più biano pìl'/ bocche bocche della generazione j di quelle molte in molti animali, del refpiro^ altro di quelle perpetuamente una fola. So, che i Poeti finfero e ^che abbiano pm un Mollro , cui lingucc centmn oraque centum ma cui vulv^ bocche delPutero . centum , antruque centum , non 1’ ho mai letto . Se folle co- ^ ,

sì, larebbe molto fiata provida la natura a farlo folo, e che fj^uirebbom \ fi fecondafie da fé, giacché trovare un mafehio , che con tanti corni generatori corrilpondefie a tante avide bocche , non era ne piccolo, ne poco lavoro. Ma veniamo al pun- to. Io credo ottimamente col Sig. Andry , ch’ogni anello abbia la fua fefllira , come diremo dipoi , per la quale fea- richi l’uova, ma credo ancora, eh’ ogni anello fia un ver- me, come abbiamo tante volte affermato, e colla deferi- zione ingenua , che ne va facendo il Sig. Andry , Io va anch’ egli conrelTando , fenza avvederfene .

Vuole di pux il nofiro Autor Franzefe , per corrobo- . .

rare la fua opinione , che fia un verme folo , che tenga ‘^^Andry

il fuo collo , [e la tefia nel piloro, fpianandofi , e dillen- giudicata faifa . dendofi col rellantc del lunghiflìmo fuo corpo nelle gira- volte degl’ intefìini , afiorbendo nella fonte del chilo , il chilo più puro , ne afpettando , che fi mefcoli colla bi- le , che 1’ amareggi . Soltienc , che tutti i "vermi fuggono V amxro , e tutti gli animali temono il fiele {a) , e fe qual-- ^ che volta ne fono flati trovati nella yefcica fellea in morti cC Idropifta , era quefla allora piuttoflo piena di pituita , che di fiele. Io non trovo tanto orrore all’amaro ne’ noftri vermi, come crede il detto Sig. Legga le fperienze del Sig. Redi, gonol'lm^^o e troverà quanto campano fù) i Lombrichi e noftri, e ter- me fi crede dal reftri nell’ acqua imbevuta d’ amarifiimo Aloè Succotrino , volgo . nella decozione de’ Lupini , d’Alfenzio , di Coloquintida , h Ammali viven- c fimili , e come al contrario muojano preftilTimo nell’ acque col Zuccaro, col Mele, ed akri dolci, del che ne dirò poi IZZTi venni la cagione , quando difeorrerò della cura de’ vermini. Nel nel dolce ^ campa- legato delle Pecore, de’ Caftrati, e qualche volta delle Vac- no nell amaro . che, de’ Cervi, de’ Vitelli, de’ Daini, de’ Gatti, e d’a'tri Vermi., ch'annl- animali, anzi degli uomini fìcfiì fi trovano vermi ne’ {qX^ dono nel Vide . canali biliferi , ed io fteflo ho aftaporata poco fa la bile d’u- na pecora, dentro cui placidamente nuotavano , e fi nu- trivano , e;J era molto bene amara , e non dolce pituita in

F 5 Ino-

Molti vermi fi mitrifcono erbe amarijfime .

Tìiverfo Palato degli Ammali dal aofiro .

Verrai del Fega- to delle Pecore .

a Journal des f^avans Ann. i66S. pag. loo.

b Cent. i.Obf. Chir.

c ann. 1670. 1675. 1676. d Obf. 48.

Vermi nojlrì non fentono V amaro del fiele .

chilo pili impu- ro prima , che fi mefcoli colla bi- le , e col fugo del Pancreas . Argomento cen- tra il Sig. An- dry fid fuo fuppo-

flo.

Vermi nello flo- maco nofiro j’ono fuor a del proprio nido .

8^T Ddf orìgms de Vermi ordhmr]

luogo di bile. Non è nuovo nella Natura , che molti vermi fi nutrichino dell’ amaro , avendo io trovati vermi roditori deirAflenzio, e Bruchi, che vivevano di fola Ruta, altri di Rododendros, o Leandro, altri d’altre amarifiìme piante, come feci vedere poco a quella grande fperanza dell’Arte noftra , il Sig. Giorgio Condilli. Ne trovai un giorno uno, che fi nutriva di foglie di Papavero Ortenfe , un’altro di foglie di Tabacco, e pure fippiamo, qual violenza abbiano amendu- ni , le fi prendono in troppa copia, per troncatela vita. Anno tutti cofloro il Palato diverfo di bruttura dal nofiro, parendo loro amaro il dolce, il dolce amaro, e convertendo in nutrimento ciò , che a noi farebbe veleno . De’ vermi del Fegato delle Pecore ne fanno menzione i Giornali de’ Letterati di Francia ( a) e ne portano la figura , ma per non adulargli, molto mal fatta, de’ quali pure ne anno fat- ta menzione l’Ildano (/») il Bartolini , Haupmanno, Tar- dino, Fromanno , il nofiro Sig. Redi anch’egli sforrtinato nella figura, come fi può vedere nel fuo Trattato degl’in- fetti, le Mifcellanee Curiofe di Germania, ( c ) Friderico Ruifehio, {d) e finalmente Godefrido Bidloo in una Let- tera al Levenocchio . Ma per tornare a que’ del nofiro cor- po i Lombrichi ritondi , gli Afearidi, i Cucurbitini , i quali tutti lenza controverfia fi nutrifeono fotto del Piloro, come non fentono l’amaro del fiele, che geme negl’intefiini E' così dilicato il y ctmQ Solium y che voglia folo puro chilo, il quale , a mio credere, prima che venga lavato, afl'otiglia- to di nuovo, e ulteriormente preparato dal fugo Pancreati- co, ebiliofo, i quali bagnano per un tal fine l’ Inteftino Duodeno , farà certamente più impuro , più crudo, più pieno di fali , particolarmente acetofi , più torbido, e rime- fcolato intimamente con fèccia? E tante bocche, che halun- go il fuo corpo , non fentiranno le punture delle fpina del fiele? Io per me credo, che, fe qualche volta ne’ Cadave- ri fi trova il creduto verme col fuppofio capo nel Piloro , fia accidentale la fua falita , ficcome è accidentale quella de’ Lombrichi ritoiidi, quando fi trovano nello Stomaco, o ven- gono rigettati per vomito, nutricandofi i fuoi vermi, che lo compongono, del chilo, e forfè del più lordo, che va co- lando, e delcendendo per tutta quanta la lunghezza degl’in- teftini tenui , e di quegli avanzi ancora, che dalla feccia im- brattati defeendono a’ grollì , fe in quegli anche annidino, come vi pofiono molto bene, e placidamente annidare.

Porto, che il Gallico Solium tenga il capo, ed il Collo

den-

fiel corpo umano, 87

dentro il Piloro , ciò non oftante ci afficura 11 Sig. An- dry {a) che rare volte elee per bocca, per la di lui tropjpa lunghezza, e per eflTcre piatto , e largo, dal che gli rielce difficile il paflaggio, e la falita troppo erta, efaticofa. Pu- re il mio Cane vomitò la fua Tenia per bocca , l’ Ebrea giu- rò d’averne dati fuora anche per quella parte, e lo fteffio Sig. Andry deferivo poco dopo {b) Iftorie di Chi gli ha vomitati , delle quali anche molte altre Pene leggono, e fene Pentono. Dunque la Pua Palita è accidentale, e Povente sfor- zata , come accade a Lombrichi ritondi , non per loro natu- rale inclinazione, emendo il Può vero nido nella Cloaca de- gl’ Inteftini , come è degli altri menzionati vermini .

Ne qui fta tutta l’ePamina diligentillìma del nohro Fran- zePe. Brama, che ogn’uno capifea (c) quella da Lui cre- duta incontraftabile verità, che il Solìum dev’eflere Solo nel corpo , e gelofo di Pua grandezza non ammette compagni nel fuo Reame , apporta Ippocrate per teflimonio , e lo corrobora con l’ àtteftato dello Spigelio , e del Sennerto , ma già V. P. R. ha fentito , che, intendiamo la cofa pel fuo verfo, tanto è lontano, che fia Polo , eh’ è una Colo- nia intera di vermi , quando non lo vogliamo conlìderare in aftratto , e concepirlo con una falfa Idea .

Quello fuo immaginario verme * uPeito , che fu dal ven- tre del Paziente, fece di grandilTìmi movimenti , (d) equi di nuovo ritocca, e rivanga i medelìmi , per imprimer be- ne quella Pua fantafia ne’ Leggitori , che folPe un Polo ver- me, e che /offe differente dal Tenia ordinario ^ il quale Giulia fi muove , e raffembra faper più della J^atura del vegetabile , che deir animale ^ come nota Tlatero. Credo aincor io , che facefle molti movimenti , che dolcemente s’inarcafle , che ac- corciane alquanto il creduto collo, e tiraffe avanti il fuppollo corpo , ma ciò non balla a provare , che folle un Polo . Crincaflri, che anno molto fermi l’uno coll’altro, obbli- gano tutti a moverfi , Peli primo fi move, dovendo feguire le fibre ftirate, e torte l’onda, o il moto degli anteceden- ti , per la Uretra unione , che tengono fra loro . Così , fe più uomini , o fanciulli fi annodano infieme colle braccia flrettamente unite, movendoli uno di fito, e palpando più avanti , o più indietro , tutti per l’ annodamento , e moto dell’ altro fi muovono . Nota Ebano (e ) quella naturale ac- cortezza de’ Topi nel palTare i fiumi, cioè , che uno tiene Rrettamente in bocca la coda deU’altro , Mures caudas inter fe mordicus tenentes , perloche tutti faranno obbligati a fen-

F 4 dere

a pag. jp. Opinione del Sig. Andry .^che il So- li um tenga la te- Jìa nel Piloro . Ufeita fua per bocca i accidenta- le .

b pag. 6i. 67.

r p. 59.

Il Solium fecon- do il Sig. Andry deve ejfere folo .

Egli e una Colo- nia intera di vermì^ non è folo.

d pag. ^o.

Movimenti del Solium, fono baflanti a prova- re , che fojfe un folo verme .

Come un verme dovea mover/ffe r altro movea .

Si prova con fi- mi Ut udini .

e De Hill. A- nim. lib.5. c.22.

Topi, come paJJÌ- no i fiumi .

Unione di molti animali , che fi partono dai luo- ghi per timor del- la morte .

Qatene di Pipì- fi rei! i attaccali infiemeall: Tra- 'ci .

Come uno ap- picchi all’ altro per me\xe delle '■%ne .

Unomojfio^ tutti fi di vincolavano e fi moveano .

88 Dell' orìgine de' Vermi ordinar}

clere l’onda, ed a fare i movimenti de’ primi , feguendo sforzatamentc la loro guida, folcando l’ acqua e per diritto, e per traverfo , di manierachè parrebbe un folo hinghilTimo animale quella lunga fchiera d’animaluzzi a chi negligente- mente fol la guardaffe. Il che certamente fanno, come forfè i noftri Cucurbitini y per timore di perderli, c per unire in- fieme le forze nell’anguftia de’ pericoli, eflendo in tutti i viventi quel non che d’ incomprcenfibile , per confervar» , e in tutti pure e grandi , e piccoli impreOo altamente dalla Natura quel fatale ignota mortis timor detto da Ovi- dio , potendo darfi , che per qualche fugo a loro nocivo nel corpo de’ Pazienti, volendo tutti d’accordo partire da quello^ s’unifcano inlicme, come veggiamo fare tanti animali, ben- ché non nel medefimo flretto modo, foliti a mutar Paefe col mutarli della ftagione , o per qualche accidente a loro fiineRo, per non perire, del che ne toccheremo più fotto.

Mi raccorda pure, che elìendo andato nel Granajo d’ li- na nofira antica , e ruinofa Rocca ne’ primi freddi d’ Autun- no , olfervai all’improvvifo con iftupore certe lunghe , e ne- re catene fe moventi appefe alle Travi , quando accoltatomi m’avviddi edere Pipiftrelli , che {lavano tutti unitamente at- taccati, e pendenti , e ciò facevano per mezzo di certi du- ri/lìmi uncinetti, o tigne recurve, che anno nelle dita de piedi, e fuir articolazione feconda dell’ ali loro membrano- fe , che fervono come di mani. Ne’ piedi v’ anno cinque di- RintiRime dita , e quefle tutte armate dell’ tigne rauncinate fuddettc , ma full’ articolazione feconda dell’ ali v’è un dito folo colla fua ugna , o rarnpinetto curvo , e robullo, che ferve loro per attaccarfi a’ muri , alle travi , o dove loro tor- na in acconcio, ed agli altri Pipillrelli pure, fenza anche!’ ajuto de’ piedi . E in fatti il primo avea fortemente azzan- nato un’ angolo fcabrofo , e ineguale d’ una vecchia trave , il fecondo s’appiccava fìrettamentè al primo, il terzo al fe- condo, e così tutti gli altri in figura d’ un’ animata, e brut- ta catena. Se uno fi movea, tutti moveanfi , fentendo l’agi- tazione di quello, efe non gli avelli diligentemente ofierva- ti in quel luogo di luce incerta, e pallida, anzi , fc non gli avein (paventati, in maniera , che in uno frante con iflrepi- to dilpettolb slegaronfi , e fi gittarono a Volo, avrei potuto fofpettaré , efleré altro , che Pipillrelli quel Tozzo, e ofciiro cfercito di Pipillrelli'. Ma quefti fono tutti elTempli troppo groffolani, c gittati per certo modo d’intendere, imperocché niu- no può fpiegare, e mollrare a puntino la rigorofa, e flret-

ta

nel corpo umano. _ Sp

ta unione de’noflri vermi , e ninno è così combaclante l’al- tro, come un verme il fuo verme , efl'endo quelli come in- caflrati infieme, e dovendo per neeeHìtà ubbidirli V un l’al- tro, o diftaccarfi .

Brava il Sig. Andry(<j) contro d’ alcuni Moderni, che an- no confufo il Solium chiamato dagli antichi col nome comu- ne di yerme Lato, conia Tenia ordinaria , è parimente co’ Cucurbitini, e brava pure con altri , che fi fono immagina- ti falfamente , che il yerme Lato, e lungo non fia, che una Catena diyermì Cucurbitini . Certamente alcuni di quelli ver- mi vanno difiintì, efiendo in fatti di fpezie diverla, manosi trovo però, che vada diftinta altro, chela Tenia (il che fpie- gherò di poi) dall’ immaginato verme Solium , àeC Cucurbiti- ni, e dal yerme Lato , e lungo fatto folo da una Catena de’ detti. Non è la Tenia un verme , che abbia piti della pian- ta , che dell’ animale , come crede con Plàtero il Sig. An- dry , ma è un vero verme , che fi muove da luogo a luogo , co’ fuoi canali degli alimenti , ed altri ordigni neceflarj al vi- vere , ed al propagarli, come fu quello vomitato dal mio Ca- ne da caccia , ed altri conlimili . Ned è il Solium un vèrme da le, come abbiamo tante volte detto, benché egli di buona voglia cogli antichi lei creda , ma è lo fìelfo , qui replico , che una lunga firifeia di Cucurbitini : onde fo, che entrerà in collera anche meco , ma lo prego d* un benigno compati- mento, fe non m’ accordo in tutto con clfoliii, attenendomi alla cara libertà di quello leccio , nel quale dicere libet , qu(S fentimus , & fentire, quA -polumus , fenza ne rompere l’ami- cizia, ne perdere punto di llima agli autori dell’ opinione,^ diverla .

Il fatto, del quale egli tratta ', vuole, che fia fufficiente, per far conofeere Qf) 1’ error di Fernelio , è del Perdolce , ne fi maraviglia punto , che Aezio , Pàulo Eginetta , Arnaldo di Millanova, Monardo , Tralliano , e l’Aldrovando noftro

riconofeano , che vi è un Verme piano d’ una lunghezza

fìraordinèiria differente dal Tenia e dal Cucurbitino : Dal Te- nia 3 perchè il Tenia , propriamente così detto da Lui , è fenza movimento , non ha ne poppe laterali , ne forma di capo , ed ha un Condotto vilìbile dal principio fino al fine del corpo , il che non ha il Solium : differente dal Cucurbi- tino , imperocché i Cucurbitini non fono altra cofa , che le uova diét Solium , le quali crefeendo fuora del fuo corpo, e qual- che fiata attaccandoli inficme fanno una lunga Catena . Di grazia mi dica quello dotto Signore , come mai le uova d’

un

Imìlitudìnì grojjolane riguar- do alla Jìretta u- nìone de' vermi . a pag. So.

Brava il Sig. Andry contro di Chi confonde il Lato con la Te- nia , e con la Ca- tena de' Cucur- bitini .

Spiegazione dell' Autore .

Tenia non e piantanimah ,

Solium non ì un verme da se .

tt pag. Co.

Errori del Sig. Andry nel concepire V idea del Lato, Tenia, Solium, e Cucur- bitini .

Catena de' Cu- curbitini qual fia , fecondo il Sig. Andry .

e' una catena d'uova del Sc- lìum ,

Errore del Sig. Andry . n pag. 6r.

"^o DeW orìgine de Vermi ordinar]

Inganno evtden- UH Verme poflono (la fe attacarfi inficmc, crefciute , che fo- pe del sig.Andry. no fcparatamcnte ad una fmifurata grandezza Dove anno 1^0» poj]onot(. uncini , o moto progreUìvo per avvicinarli con

'perchì " bell’ordine , ed appiccarli ftrettainente uno dopo l’altro , e

ammonticellate non fare piuttofìo un gomitolo , o mucchio confuro«^ Quantoppiìì la difcorrc,tantoppiii s’inviluppa, benché

^ j- r j j- s’appog!?! quella volta alla diltinzione di tanti capi venerati Confufiont degli , f/ 9^ ^ , , ,, , ,, . ^ ..

Autori rama , e dal tempo . Vedevano guelle anime grandi ,

come in barlume una certa tal qual differenza fra quelli ver- mi , o apparenze di vermi , ma non leppero trovare la llra- da di rettamente comprendere la cofa pel fuo verfo . II Si {piega l'idea verme Tenia è vero verme, per le ragioni altre volte addot- dt ijuejli vermi . te , e quel verme a catena lungo fmiluratamente , e largo, come i Cucurbitini , non è , che gli fteffi Cucurbitini , che rapprefentano diverfa figura ftrettamente uniti , e come in- filati, da quella, che rapprefentano feparati.

Fa un paffb avanti il tanto lodato Scrittore , moftrando I che le uova generate dal fuo Solium (a) , le quali vengono Jlyvangal' errore col gonfiarli di figura di feme di Cocomero, cd i Cucurbita Oy che ni volgari fono lo llelTo , e che la catena , che formano ,

del j^on è limile al fuo verme, per pruova di che manda i Leg- lìum /reno Cu- guardare nel fine del fuo Libro le Figure apportate

cur itini . dall’ Aldrovandi , e dallo Spigelio , acciocché fi conofea la t

differenza , che palla fra la Tenia, {Cucurbitini uniti , ed il

fuo Solium . Mi fono accorto , come ho detto altre volte , che non ha mai veduti i Cucurbitini feparatamente da , e , . perciò fi gitta all’appoggio delle figure degli altri . L’ ap-

P°Sg‘o farebbe ottimo , e la pruova farebbe forte, fe l’uno e detti deoli al- ruinofo , l’altra fallace , per le figure di que’buoni

tri . ^ vecchi autori troppo mal fatte . Non è la prima volta , che

una cofa fia fiata difegnata bruttamente , che non abbia nc punto, ne poco alcuna , ancorché ombratile , fimilitudine col fuo originale .

Tigure mal fatte £ per non partirmi di Francia , e de’ Giornali degli fleflì ne hbn^ quanto Sapienti citati poco prima , coll’ occafione de’ Vermi , che plnZTefemprf t>^ovano ne’ vafi biliferi delle Pecore , di grazia fi conten- Vermi del Fegato ti guardare nel luogo citato la loro figura , e poi prenda delle Pecore in uno de’ detti naturali vermi , e vedrà , quanto fi difcoflino molti Autori m al dall’ Originale .

Il c Sig. Redi gli moflra ànch’effo (b) in un’altra molto dif-

degl’ Infft.caim > o flruttura , ed il diligente Ruyfchio {c) ne

^02. porta un’altra in fatti ridicola differentifiìma da tutte e due,

- Obf. 49. e che ha tanta fimilitudine con que’ vermi., quanta ha una

elan-

ie

nel corpo umano.

gianduia lunghetta con un verme fchiacciato ^ c ornato di molti , e molti rivi di vali , che lo circondano . Guardi la Pigure d'altre

figura della Talpa di Ferrante Imperato , detta da Noi Zuc- mal fatte caruola , e particolarmente de’ fuoi piedi nel Velfchio ( He- catoftea ii ) , e non potrà contenerfi dalle rifa in vedergli particolarmente , fimili alle mani umane con la fua Manica, che cuopre il braccio , il che è tutto diverfo dal vero . Così lo fcheletro d’una|Botta meffo nella Tab. 54. della Notomia di Gherardo Blafio fig. 7. ha due olia di vantaggio nel Femo- re , e molte Figure della Notomia del Sig. Pafcoli anno a diritta quelle parti , che devono avere alla finiftra , e alla finifìra quelle, che debbono avere alla delira. Voglio dire, che non bifogna fidarli delle fole figure apportate dagli Scrit- tori , particolarmente oltrepalfati , ma bilogna alTicuràrfi co- gli originali delle cole , prima , che fi llabilifca un fatto .

Del che ne potrei apportare cento efemplj , ma quelli pochi Non bifogna fi- mi ballano per lo mio fine . Le Figure adunque delle care- darfi delle fiptre^ ne vcrminofe de’ fovraddetti due , per altro , grandi fcritto- Autori ,

r II m r 1 n ° i non s incontrano

ri , lono abbozzi pelìimamente ratti , e ballava loro adom- cogli Originali brare così al digroflo la cofa , non curando tante minuzie , così le figure del- e le ultime differenze , che pur fono tanto necelTarie , In__, le Catene de' Cu- quello compatifeo infinitamente il Sig. Andry, ingannante , turbitinì antiche^ perchè ingannato. So , che fe avelie veduto egli fleflo fi°

mi Cucurbitini prima leparati , poi umu or in breve, or in ^^1

in lunga, or in lunghillìma fila , avrebbe diverfamente filo- che è feguitol'in. fofato. Perciò llando fu quelle falfe immagini rapprefentate del sig.

da’ fuddetti autori, gli raffigura fenza fembianza alcuna degli Andry . anelli , o incifure del fuo creduto Solium , ed ha molto ben Errore del Sig. ragione di dire , che fono piuttoflo , come gli flerchi ^ o ca- Andry per errore cherelli (a) di certi animali y e fopra tutto come quelli de' Cani, delle Figure, l’ aderenza de' quali imita affai bene quella de’ pretefi vermi . ^

Guardi la di Lei fomma prudenza a quale necellità di fallai similitudine del eia , e d’ edempio lozzo , ed improprio viene ferafeina^o a sìg.Andry fp\ta, forza un povero galantuomo , per elìere ingannato da una goffa, e difordinatillima figura . Ed eccola rapportata nella

difefa deli’ ingenuo

O

Sig. Tav.j. Fig.i?.

mia Tavola 3. Fig. 13. , per fola

Andry, e per difinganno del Mondo, alficurandola , non darfi nel Regno della Natura una ferie, per così dire , infil- zata di tali vermi , aguifa de’ Cacherelli de' Cani , com.e gra- ziofamente ha efpreffo il noffro Franzefe.

Il Sennerto aneli’ efl'o (b) impugna l’ opinion di coloro , i h Lib.de Par.2. quali penfano , che gl’ intdrftizj del Verme Lato fieno vermi fec. i.c. 5. Cucur bitini , e bilogna , che quefto gran Pratico avelie ve- opinione del

duta

Sennertofopra il

Dell' orìgine de Vermi ordina rj

duta una vera Tenia , cioè parlaflè allora della Tenia da noi defcritta , o d’iina limile a quella , che ufcìdelmio veltro, ma quella limile alla veduta , e difegnata da! Sig. Andry . je I Qiiindi è, che con ragione, le la cofa è in tal modo , deride

ahri Benivenio, e riprende Gabucino, i quali credevano, che il Ver^ melato non folTe altro, che un lungo ordine di Cucurhitìni ^ per così dire, incatenati. E forfè anche quelli aveano ragio- neincerto modo, imperciocché non farà loro venuto fatto di vedere altro Verme lato , che i defentti Cucurbitini in lun- ^ ga llrifcia difpofti .

feufano gli ahhL ' -^orge V. P. R. , Come fi polTono accordare , e In parte glìamsrni degli fcufare gli abbagliamenti degli Autori . Tutti fono Itati uo- Autori . mini dotti , e prudenti, ma non anno potuto giudicare, fe

Cagione dell' ab- non da quello, che anno veduto. Qirindi c, che fi fono di- vifi in tante opinioni , quante maniere di vermi largh L , e'

venne Lato fai- fa .

Come fi fieno in- gannati Autori ,

S'accordano ^ e fi

iagliamtmo de- gli autori fu la

ver fi fra di lo.

i'O ,

laria de' vermi ° ° apparenti anno olferv'ate . Che fe ognuno

avelfe avuta la fortuna di vedere tutte le fpezie , e d’efami- nare con efattezza anche le diverfe apparenze , che fanno fare i Idi Cucurbitini , che fono i Trotei , per così dire , de’ vermi umani, arebbe dato, fenra fallo, quelle giufte di- vifioni , che debbono darli , e che proccurerò con vie mag- gior rifpetto alle fentenze altrui di dare in fine , fopra que- Dijfenfione degli d’infetti . Ed appunto la loro rarità , ed an-

Scrittori circa il che , fia detto con buona pace , la poca pratica della Natu*^ verme Lato d’ rale Storia, fpettante particolarmente alla notomia, e all’in- onde abbia ava- Jq|(, degli animali grandi , e minuti , è fiata la principale ta origine, cagione di quelli fcompiglj , edi tantcrabbiofe dilfènfioni fra Scrittori di primo grido, imperocché avendo tutte le menzio- nate produzioni una certa fimilitudine fra di loro, chi ne vede una, c non l’altra, pondera la cofa diverfamente dall’altro, trova fubito difficoltà, s’intrica , s’abbaglia, e forma idee differenti dagli altri , c foventemente dal vero ,

T^lZZolfhe \ * f, fti-avagante fìruttura

fieno favolofi dal q^^cila ioita di Vermi , o d accozzamento loro , o d’altri fola leggere iLi- effetti, che fi fanno vedere per cagion loro, che molti Au- bri difeordi^ e tori, a’ quali non è mai accaduto vedergli , anno giudicato confufi fra loro . favola , che vi fieno tali vermi al Mondo, Sed revero—^ f ^ eruditiffimo fuo Concittadino ) (a) Maximus ifie

lumbricus ^ me judice , ( non può parlare con piu franchez-

Lumbr. m.f.

za ) efl maximum figmentum , <& maximum mendacium . nam tot fcriptores legi , nec unquam -vidi aliquem affirman- tem , fe vidijje ifium lumbricum vero capite donatum , cau^ da munitim , nec vìvurn, nec imegrum , fed omnes viderunt

ponio-

nel corpo umano , _ ^5

portìones fafcia , qua hahebant quandam fmilitudìnem cum Lumbricorum fubfianti^.

Hall ^bbas nel Lib. 9. della fua Teor. cap. 28. non rnuo- Silenzio d' viali ve parola di quello verme , quafi non folle flato al Mon- quefto verme . do, facendo folamente menzione di tutti gli altri,

Jacopo Silvio nella fua Pratica, dove infegna la cura de^ così il Silvio lo vermi , non difeorre ne punto , ne poco del tato , ne infc- tacque.. gna rimedio alcuno per ilcacciarlo.

Ma fenza dubbio vi è il verme Lato , purché c’^intendia- yi} n nerme La-- mo qual verme fìa , e compatifeo infinitamente chi dalla fo- to-, ma prefo pel la lettura degli Autori difeordanti tutti fra loro ndV ìàesvcìd , fuo verfo . ~ e defcriverlo , l’ ha concepito per fayolofo , e lodo la fomma prudenza di quegli , che fchivando l’impegno di dichiararlo ìfcor^efje-

per tale, J anno tacciuto. _ fòndettseo con

Anche il Mercuriale (a) pretende , che il Verme Lato non altri. fìa mn. vero vcrmé>,^ ma un’ immafeherata apparenza di a Lib. 3. de verme, fed quidquarn'aìPimal referens , il quale autore è im- Morb. Pueror. pugnato j e derifo dal Sig. \Andry , afilcurando eflcre vera- mente un verme . Altri l’anno creduto un Tdiantanimale àddz. razza de’ Zoofai , cioè una Produzione , che partecipi della Errore Chi /’ pianta , e dell' animale , come abbiamo toccato di fopra , per ha creduto un non averlo mai potuto veder miioverfi . Paulo (Z>), ed Aezio Piantanhmle . (c) {limarono il Lombrico Lato effe permutationem pellicula ^ feu membrana intrinfecùs tenuia intejìina ambientis . Gitola- mo Gabucino l’oflervò, come un’ Inteftino , dentro cui Errore di chi l'ha vagavano animali fimili à’femi di Zucca , quindi è , ch’an- creduto la Pelle ch’egli determinò non efferc altro il verme Lato quam abra- interna degl' in. fionem veluti inteflinorum albam tota compleblentem. intejìina , tefltm mutata m- intra quam Cucurbita femini fmiles animantes procrearentur , vel effe Mucum intra inteflina genitum , aut mucofam pimi- tam inteHinonm frigiditate denjatam Lorica modo intefiina^ intus ambientem , è qua cucurbita femini fimilia animantio—. conceptus more producantur .

Pietro Paulo Pereda narra d’ aver veduto un Verme Fa- VomePafcia. feia , 0 Lato (d) di tal lunghezza, e larghezza, ut ferè ulna ^.jg”h^\licha tongitudinem attingeret , & adeò cavam , ut totam manum pafeha. includeret .

Platero divide il verme Lato in due generi , unum , quod rsìvìfìone di Fafciam quandam rejerat membraneam intejlinorum tenuium piatirò delLzto fìibjìantia non abfmilem , quod nec vivai , noe loco movea- Fafcia,^^i«- tur y alterum ex portìonibus multis coharens , & qua abfce- coftante inmolpt dere invicem pojfunt , Cucurbitaque f emina quadrata nonnihil ìncifur» . teferant.

Non

Altro punto Co- pra il vermt Lato da rifchia- rarjt dall’ Auto- re nojìro ,

Effere verìfflma ejuefla Fafcia of- ferxiata , e come debba fpiegarjt^ e non confonderjt iol verme Lato . Cagione degli er- rori degli Autori (opra il Lato j * la Fafcia ,

OJJ'erva\ione del- l’ Autore circa la Fafcia nell' £- itrea .

Fafcia , che cofa veramente fi a .

e' un lubrico carcere di vermi. Cucurbitinì .

£' fiata mala- mente credtita Ifi membrana inter- na degVlnteflini,

Il Sig. "Laneift giudica la Fafcia Polipo degl’ Inte- flinì .

a Vedi in fiiie la Leti.

P4 Deir origine de Vermi ordinar]

Non per pompa d’erudizione , ma per necellltà di rende- re chiaro un’ altro punto molto aftrufo fopra il -verme Lato porto le Oflcrvazioni de’ fuddetti venerati Scrittori , o mio riveritilTimo Padre . Ella vede , quanto è ftato fcritto di quefto folo verme, e quante ofTcrvazioni , una differente dal- l’altra , fono fiate fatte , e pure anche quelle ultime fono verifTime , e con ingenuità deferitte , cioè che qualche volta abbiano olTcrvata , come una. lunga Fafcia ufeita delle inte- flina, fabbricata di lenta mucilaggine, che chiamarono. Ver- me Fafciale , o Fafcia , e la confondevano alcuni col verme Lato y ponendola fra le fuc fpezie , dal che è feguito , che alcuni l’anno creduto vivente fenza moto progréfiivo , o Pian- tanimale, altri l’anno fofpettato una permutazione, e diftac- camento della membrana interna degl’ inteftini , altri altre cofe , e così fono andati vagando al buio , per la fcarfezza di olfervazioni , per la falfa Ipotefl de’ loro Siftemi , per l* incertezza di tronchi cfperimenti , e per confeguenze pedi- mamente dedotte.

La prego intanto a richiamare a memoria la noflra favo- rita Ebrea Finalefe , la quale anch’ ella credette un giorno d’ertèrfl fcaricata , non fenza orrore , d’un’ inteftino, quan- do appunto cacciò fuora una delle fuddette Fafcìe teffuta di denfa mucilaginofa materia , fcanalata nel mezzo a foggia di un Sifone o d’una gran Fiflola , dentro la quale ftavano imprigionati vermi Cucurbitini . Quella veramente non può, chiamarli verme, ma piuttoflo un nido , o una prigione lu- brica, e cedente di vermi, onde s’ingannò Fiaterò, quando- divife il Verme Lato in due Generi , cioè nel Genere delle Fa^ file y e nel genere de* Cucurbitini attaccati infieme .. Sicché in quella parte fio con chi nega edere la detta fafcia un lun- go , benché immobile , verme , delle quali una così caver- nofa ne vide anche Perera , che totam manum includeret . Al vedere una flravaganza così bizzarra anno alcuni mala- mente creduto , che fi a veramente la membrana interna de- gl’ inteftini tenui fiaccata , e più malamente anno penfato, quegli , che la crederono poi convertita , cd animata in__. verme Lato.

Il virtuofiflìmo Monfig. Lancifi Medico della Santità di N. S. la giudica molto dottamente una Specie di Tolipo de- gl* Interini , come potrà vedere in fine di quello Libro da una fua Lettera refponfiva al Sig. Gian-Domenico Bianciar- di , che appunto gli addtmandava il fuo favio parere (a) fo- vra un corpo bianco lunghijfimo , e comprejfo , e quafi difiinto

da

nel corpo umano. 5>5

da fpejji nodi ufcito d’ una /ha paziente afflitta da dolor ifloria mandata fianco f tofiSy febbre^ difficoltà di rifpiro^ e fputo fanguigno . <fl sig. Lancìfi . Rifpondc (4} d’avere .ricevuto con fuo dUpiacere un fram- * Vedi la Lect. mento folo dell’ accennato corpo, il quale offei'vò folamentc fabbricato di fibre ramificate, lenza alcun fegno ned interno , ned efterno d’ordigni defìinati alla vita, ma avendo egli fat- te in altri confimili varie fperienze , cadeva in opinione fofle- . . ro Vrodii^ioni di fugo atto a coagularfì , coìne fono i Volipi ge- d’ondt

nevati nel Cuore , e nelle .Arterie . Ma fenta le parole del Sig. pfgyffgl qlTlL Lancili , che incafiro in quella mia rozza Lettera , come gio- rara produiionf ja preziofa , che foia può ballare a dar lume a tante mie te- degl’ inteflìnì . nebre, Htec fiquidem (b) f i corpi deferitti ufeiti degl’ inte- ^ Lett. fudd. 4. nini ) ìntegra , ac vecens ernìffa , cum aliquando luflratus fue~ rim deprehendi ex concrefcibili fucco majori ex parte apud in- tefiina ( quemadmodum polypi in corde , atque arteriis ) conglu- tinari . Jllud utique inficiari non poffium , mucofis hifee , ac fi- lamentofis partibus non raro Cucurbitinos "permes {ut ohm ob- fervavit Hkronymus Gabucinus) admifeeri . Sed à veda ratio- ne detorquet quifquis arbitramr longiffimam hanc tmiam ( qua voce Vlinius y Marcellus , ac Tlaterus in hoc cafu appofitè u- tuntur ) unicum vermem compaginare , qui fcilicet intra duode- numy & \e\unum locato capite yperquè estera intefìina produ- rlo c or por e y caudam denique in fine coli y aut principio re£li do- tine at . Segue dopo a mollrare per abbagliati gli Scrittori eccettua ìl tutti , non eccettuato il nollro Ippocrate , in volere , che fi Sig. Landfi Ip~ dieno vermi di fmifurata lunghezza, credendo folamente porrate circa la a’ fuoi occhi , il che corrobora con fortilTìme ragioni ,

'^'^^^T'Tdelvlrme

fi contenterà, di leggere nel proprio fonte dopoquefta Lettera.

Parla Egli in fatti da uomo dotto, e lineerò, e folamen- te di quello , che gli è venuto fatto , vedere, cioè di que’ Jo ^onte lunghi tubi fabbricati di mucila^ine , o vifeofa linfa , uno dut»l ^Jioì ^della de’ quali ellrufe l’ Ebrea Finalele , l’altro la Regiana , ne’ Fafc4 , quali vide folamente anch’ efib nudos dumtaxat vermes Cu- curbitincs fiepè intermixtos-. Se poi qualche volta fi dia una tal’ unione, o incatenamento di vermi Cucurbitini , il quale oblongum non re , fed fpecie filium animai prcefeferat y non nega poter/t

vuole negarlo , ma ingenuamente confelTa nonne avere ancora una lunga

veduto anzi fi moltra inchnatillimo a credere con Joeneve- nio, e Fiaterò, poterli qualche volta dare quella tale lun- ghillima unione de’ detti Vermini .

Spiega dopo come fucceda il creduto moto qualche voi- ne da Fa-

ta oliervato in quelle Fajcie y e pOi v aggiugne con lavia

avve-

Conchtufione del ?ioJlro Autore , e giudizio /opra il Lato, la Fafcia, */ SoliojÉ’ la Te- nia .

Verme Lato qual fia fecondo /’ Au~ tore .

<§mI fi a la Fa- lcia .

^lual fìa il Solio.

Perchè fa Jiìma- to il Solio folo .

^lual fa la Te-» nia vera .

T>ue fono i vermi veri^e due ifalf.

DeW origine de" Ver mi ordinar}

avvertenza il modo della generazione della fuddetta neirac- cennata Paziente, moftrando elFere una coagulazione Polipo- fa di Linfa nell’interna cavità degl’ interini, apportando al- tre nobili olfervazioni per prova del fiio nuovo, e probabi- lilTimoalTunto, come vederi nella fua eruditiffima Lettera , in cui rifponde al Bianciardi . i

Da tutto quefto finora detto Ella col fuo profondo inten- dimento viene in chiaro , qual cofa dobbiamo giudicare , e ftabilire del Lato , della Fafcia , del Solio , e della Tenia ^ Sinora apprelTo molti, quelli quattro nomi con altri ancora toccati prima , anno fignificato o una medefima , o poco dillimil cofa, alcuni gli anno in parte difiinti, ma , a mio credere, malamente, altri tolti per favolofi , ed io voglio , pregandola a compatir il mio ardire , ammetterli tutti , e quattro , ma dar loro fignificati diverfi , conforme mi pare più proprio , e più confacente, non pretendendo però dar leggi , ma lafciando in piena libertà Chichellìa d’ intenderla poi a fuo modo.

Per Verme Lato dunque intenderemo per l’avvenire ogni verme fchiacciato , e largo , come fi cava dal nome, cioè piatto, e non panciuto dal capo fino alla fine, fiotto il qua- le porremo i Cucurbitini, le Blatte, o vermi, che fi trova- no ne’ vali biliferi de’Cafirati, delle Pecore, delle Vacche, e fimili, e qualunque altro avrà Peflenza di verme colla deferitta figura.

Per Fafcia ammetteremo tutti que’ corpi lunghi, lubrici, mucilaginofi , e cavi , che per lo più anno dentro loro vermi Cucurbitini chiamati dal Sig. Lancili Tolipi Intefii- nali .

Il Solio non farà altro , che una catena di Vermi Lati ,’ o Cucurbitini y il quale e genéralmente ftimato folo ^ perchè alle volte tutta quella turba appiccaticela , e sfuggevole s’ attacca infieme, come abbiamo detto , ed efee così legata, liberando qualche vòlta i Paziènti in un colpo folo da mille vermi roditori, ed ingordi.

La Tenia farà un vero verme fchiacciato ,' cóme una Cor- della , o naftro con capo , collo , ventre lungo , e coda , guernito d’un canale degli alimenti lunghelTo tutto il fuo corpo con altri ordigni , e vàfi necelfarj ad un folo , che fia almeno di lunghezza d’ una fpanna in circa ; come s’è ofier- vato ne’ Cani , de’ quali però , a detta del Sig. Redi , fene trovano anche negli uomini .

Sicché due foli , o di due foli generi faranno i veri ver- mi

nel corpo umano* 97

finora defcritti co’ fuddetti nomi , e due i falfi . I due veri faranno il Lato, e la Tenia, i due falfi la Fafcia, e il Solio ; la verità della qual divifione fi comprenderà facilmen- te dal finora fpiegato , avendola tolta più dal libro della__. Natura , che degli Autori , i quali , fe avrà la pazienza di confultare di quefio fatto , fi partirà fenza fallo più confu- fo, che dotto, come più confufo , che dotto fi partirà , fe vorrà fapere da’ foli Libri cento , e cento altre cofe della no- ftr’ Arte .

, che certi venerabili Maeftri , pefatori efatti/Iìmi di pa- role , e fcrupulofi oflervatori de’ Vocaboli lafciatici da pri- mi Padri , entreranno in collera , c braveranno meco , di- cendo , che fon venuto a'difturbare la vecchia maeflà deli’ Arte , rovefeiando non folamente tante belle dottrine , ma infino il fignificato de’ nomi . A quefU tali fi contenti rifpon- dere a nome mio ch’io non levo le vittime dagli altari , ne la barba d’ oro dal Mento d’ Efculapio , fe ponderando il midollo, e la verità delle cofe, e non la nuda ingannatri- ce feorza, v’applico quc’nomi, che fìimo per maggiore in- telligenza più confacenti a concepirne la vera idea , lafcian- 4o fempre a loro l’onore di ritrovarne di più proprj ^ c di perfeverare nelle antiche loro mifteriofe Dottrine . So , che Platone {a) prommetteva la dottrina a quegli uomini , qui perpetuò in rebus agnofeendis occupati, yerba contemnerem , ed il noflro eloquentiflimo Galeno , a propofito de’ nomi , fi burlò di quegli (b) , qui de nominìbus Caufonìs , Tertia- nie , & femitertiance , eorundemque fignificatis nimis folliciti fudata yolumina confcrìpfcriint , quoniam haec difeeptatìom^' rerum cognitionem perdimi . Per lo che fpero compatimento, non che perdono, fe non mi prendo alcuna pena degli aùti- chi nomi , attendendo alla cognizione , ed all’ eflenza del fatto .

Non vi retta più altro per compimento d’ ogni necettaria notizia fopra i detti vermi, e per cancellare al poflìbile ogni equivoco , ed ogni macchia , fe non eh’ io brevemente ri- fletta fopra le oflervazioni fatte da alcuni valentuomini at- torno la Tenia , e il Verme Lato . Le prime fono del mio riverito Maeftro Malpighì, le feconde del Sig, Eduardo Ty- fone cavate dall’ Opera intitolata Tranfa^liones Vhilofophicee &c. di Inghilterra , e le altre d’ altri uomini di fama non_j ultima.

Si legge nell’ Opera Pottuma del primo , che alle volte •negli uomini , e frequentemente ne’ cani s’ oflervano nell’

G Inte-

Lato, e Tenia vermi veri . Fafcia , e Solio vermi fnìfi .

Tìichiara\ì(>rit dell’ Autore per intendere a fuo modo i nomi fud~ detti ,

Attende al Mi- dollo , non alla corteccia delle cofe.

a In Timseo . Non devono _/?/_ marjt i nomi .

b P. dediferen- tiis Pulf. cap. r. & aliis etiam in locis .

^Mjliont de’ no- mi difperde la co- gnizione delle £0-

fi-

Nuove rlfleJJìoTÙ deir Autore fopra offervaftoni d'al- tri , per mettere il tutto in chia- ro .

Ojferva\ioni del Malpighi fopra la Tenia .

a pag. mihi 84. Sua defcrt\io»e .

Tav. g.Fig. 4.

T>fjcri-[lone dei (apo della T enìa Malplgbiana .

Vafi lattei negli anelli .

Conferma le of- fer valloni del no. Jiro Autore .

Dubbio dell’ Au- tore , che il Mal- pighi non ojfer- vajfe una vera Tenia , ma una catena di Cuc ur- bitini .

Argomento dell’ Autore , che il verme Malpi- ghtano fojfe una catena di Cucur- litini .

Cornetti , 0 ram- pinetti nel capo del verme .

Figura del Mal- pighi molto mal fatta .

Tav.3. Fig.4.

98 Dell' orìgine de Vermi ordinar)

InteUino Duodeno fra la materia Chilofa , efiraile alla Pol- tiglia, le Tinie {a) ^ gli efterni delineamenti delle quali ri- trovandoli appredo gli Autori , perciò fi dichiara voler fo- lamente notare alcune cofe . Primieramente fa quelli anima- li compolli di molti anelli , e delcrive il capo con due pic- coli rifalti legnati T (vegga Tav. 5.Fig. 4-) > i quali giu- dicò probabilmente gli occhi velati con le lue palpebre . Of- fervò la bocca armata di curvi denti polli con ordini diver- fi , come alla lettera V. , il che tutto notò col benefizio dell’ inchiollro prima infufovi fopra , e poi leggiermente deter- lo . Non vi trovò alcuna fenfibile cavità, o ventre 5 levata però la tunica ellcriore gli apparirono mirabili giri di vafi in ogni anello , i quali non vide dipendere da un tronco continuato, e comune ellefo per tutto il corpo . Difegnò al meglio , che potè , una porzione di quella ramificazione legnata X. Gli oflervò pure pieni di candido fugo , e gli parve di vedere alcuni globetti ZZ appefi airellremità del- le fuddette . Ecco tutto quello , che dubbiofamente riffèri- fee quello cautilltmo Scrittore, il quale intefo per lo dirit- to , conferma a maraviglia , quanto ho narrato di lopra . E' vero, che chiama quel fuo ofièrvato Verme Tinia , ma io credo fermamente , che quello , che olfervò , folle una catena di Cucurbitini , troyandofene di quelli ora uniti , ora divifi frequentemente ne’ Cani . Lo cavo dall’ ingenua lua deferizione , imperciocché anch’egli notò quelle ramificazioni di vafi pieni di chilo, che non pendevano c.v contìnuatOy &■ com- muni trunco per totum corpus produBo , il che è un fegno fpecifico, che nonfolTe un lungo verme, ma follerò più ver- mi uniti . Que’ globetti , che gli parve di vedere appefi , erano i globetti delle uova deferitte , i quali veramente io non vidi pendenti da detti vafi, ne egli fen’ alllcura , ma di- ce faviamente, c\\q parvegli . La bocca armata co’ denti cur- vi polli in ordine vario , o i rampinetti , che ofi'ervò nell’ orlo fuperiore del verme, non erano probabilmente , che i cornetti rauncinati da me deferitti , co’ quali uno s’appicca all’altro, e può ancia’ edere , che od'ervadè la bocca co’ men- tovati denti , eh’ io confeffo, non aver potuto odervare . Ne in quello hofaputo ricavare notizia alcuna dalla fua figura , imperocché è fiato così malamente fervito nella fiampa , che pare piuttofio uno fgarbatillìmo cranio di morto , che un verme , come potrà vederla fedelmente ricopiata nella mia Tavola 5. Fig. 4. lo che femprepiù fa conofeere , come no- tai di fopra , quanto poco foyente potiamo fidarli delle figure .

nel corpo umano ,

IlSig. Eduardo Tyfone trattando del Lombrico Lato (a) ca.vz molte confeguenze dalle fue Ofi'ervazioni , le quali non fo , fe tutte pollano accordarli colle leggi della Natura .. Primieramen- te egli crede, che uni catena di Cucurbitini lunga 200 piedi , conforme Toflervazione d’alcuni , e conforme le fue di lunghez-. za d’otto ulne Inglefi fiaunlolo Verme , lo che, come abbia- mo dimoftrato^è falfillimo. Secondariamente egli ftima^ che dal- la nafcita occulta di quello fenza uova polla porli in dubbio la generaT^ione univoca^ il che pure è fallo, avendo anch’ egli le fue uova, come io pure col Sig. Andry , c Sig. Malpighi ho no- tato . Terzo ; Crede , che fiaccate le giunture di quello Lom- brico da’rimedj , che le cacciano fuora, fene tornino a re- generare delle altre attaccate alle prime , come la coda alle Lucertole , lo che è affatto lontano dalla natura de’ vermi , non elfendo nel noflro le nuove giunture ritaccate alle anti- che , fe non altri Vermi Cucurbitini , che vagavano folita- rj per gl’inteflini , iquali fanno dopo il medelìmo giuocode’ primi . Qiiarto . Gli più bocche , che Argo avea occhi , e mani Briareo , prendendo le aperture delle Mammelle per le vere bocche del verme , pofle ora da un canto, ora dall’altro alternatamente * il che tutto è fallo, prima, per- chè quelle non fono bocche, come diremo appr elfo, fecon- do , perchè non fono, alternatamente da una parte , e dall’ altra , ma variano , come anche olfervò , ed efprelTe nella figura il Sig. Andry. Dice poi ottimamente , che quelle boc- che efcono in fuora, come papille, o capezzoli delle poppe, c ne porta la figura lodevole , come vederà nella mia Tav. 3. Fig. ^

Il pefo delle fue ragioni, perchè fieno tante bocche divora- trici , quanti forami fono nelle giunture, è quello . Prima dalla gran quantità di Chilo , del quale quefli forami fono

turgidi, 2. Dall’appetito, fete , magrezza , che cagiona >

quello verme all’ uomo, oa quallìvoglia animale, che l’ab- bia in corpo. 3. Che tolti que’ forami nelle giunture , non trovò loro altra bocca. -4. Che a quelle cavità non fi polla afl'cgnare altro uffizio.

Scorge V. P. R. dal detto di (opra , quanto s’ abbagli il detto Sig. , imperciocché, dato ancora, che fodero quelle le bocche, non poteva egli da ciò facilmente comprendere, che erano tanti vermi attaccati infieme ? Ognuno avea la fua boc- ca, onde molti uniti moflravano molte bocche; e fe una lo- ia balla ad un Lupo , ad un’Orfo, ad un’ Elefante , come ne vorrebbe delle ceniinaja ad un Verme ? Sono turgide di

G 2 ChU

a Tranfaèl. Phil.Angl.Méf. Apr. An. 1683. n. 146.

"Defcriiione del verme Lato^ coti- forme il Sig. Ty- fone .

Errori del Sig. Tyfone.

Altri errori del Sig. Tyfone .

Altri errori del Sig. Tyfone.

Tav. 3. Fig. 3.

Ragioni del Sig. Tyfone , perche il Tato abbia tante bocche .

S’ impugna il Sig. Tyfone ,

Si moflra ejfervì tanti vermi , quante bocche .

Ove fi a ìa bocca de Cucurbìtini .

Officio del foro laterale delle mammelle . .

^^al fa la boc- ca , qual il foro deir ano .

Cagione per la quale i Cucurhi- t ini abbiano il fero degli efcrg. menti laterale .

Perchè ogni a- nello del verme Lato viva da per se .

Ogni anello è un nera verme da sì.

Gli altri Infetti tronchi vivono ,

ma non niente .

lun\

100 Dell’ origine de Vermi ordinari

Chilo, poiché per quelle lo fcarica ancor crudo, ed indige- fto in quelle ultime agonie fuora del Mondo fuo : e fe un’ uomo, o un’animale, che avelie in corpo un verme con le fuppofte mille bocche, farebbe Tempre famelico, lìtibondo, e magro, per l’ingordigia di tante voragini, feguirà il mé- defirno, fc vi avrà mille vermi fcparati, eh’ cguagìialTero quel- lo in grandezza , fe s’unillcro infieme , poiché tanto mau- gierebbono tutti queftidivin, quanto unfolo equivalente medefimi. Ne balìa 11 dire , che non vi trovò altra bocca» Ve la trovò il Sig. Marcello Malpigli! , io 1’ ho trovata , cd é appunto nella parte più angulìa del verme in mezzo a’ deferitti uncinetti. Il credere poi, che non fi poffa alTegna- re altro uftizio a quelli laterali forami , é molto dubbio, potendo benillìma effere il foro , per cui fi fcarica degli ef- crementi . E qui mi faccio lecito di domandare al detto Sig,, che mi afl'egni il foro , per cui fi libera quefìo gran ver^ me dalla fua feccia . Delcrive mille bocche , e niun fora- me del pofleriore ? Sicché la bocca farà la notata dal Mal- pighi , e la creduta bocca da! laggio Inglefe farà il buco degli eferementi ; quando non voglia, che mangino, e che caccino le immondizie per uno ftelTo canale , e un foro flef- fo , il ch« non ho ancor oHèrvato naturalmente in alcun’ animale. E qui noti una bella providenza della natura. Ha fatto laterale Tufeita degli eferementi a cote Ili vermi^( co- me r ha fatta per altro fine alle Lumache domiporte , a’ Lumaconi ignudi, e ad altri Croftacei ) imperocché doven- doli quelli unire in catena , potellcro Icaricarfi de’ medelì- mi , lenza gittargli in faccia, dirò così, del feguente.

Trova il detto Sig. , in quinto luogo, un* altra proprietà nel menzionato verme, cioè, che cadauna parte, o anello di detto Lombrico Lato fe parata polTa vivere da per , anzi polla crefeere , il che ha olTervato coll’ cfpericnza . Anch' io fono con eflblui , c fermamente lo credo fbenchè non fo, come abbia potuto fare quella fperienza, non vivendo lungamente cofloro , fe non dentro noi ) flanteché ogni partd é un lolo , c vero verme , come abbiamo tante fiate replicato . Qiiindi è , che cadauno feparato dall’altro può vivere , può crefeere , può propagarli , può unirli ad altri compagni , e formare una nuova portentofa fune di vermi- ni , non un gran verme . So , che la Scolopendra terreflrc tagliata in varie parti, ancor divifa vive , ogni fua partc_^ cammina, e motlra quafi conolcere infino i pericoli, come

che poco du- ra

narrai in uno de’ miei Dialoghi, ma fo ancora

nd corpo umano. lor

ri quella fua tronca vita, e predo ceda la maràvlglia . Vo- glio dire, che quando le parti fono veramente d'un verme lolo, ne poffono leparate dal fuo tutto crefeere , e ne me- no per molto tempo vivere, del che Tene può fare fopra una tavola un poco più certa fpcrienza , di quella , che dice il Sig. Tyfone d’avere fatta delle parti del Verme Lato.

In fedo luogo offervo , che il capo che deferivo l’inge- gnofo Scrittore a tutto il fuppofto Verme, c in cadaun’ a- nello , oin cadauna fezzione delmedelìmo . che fe ancor egli s’ avelie prefa la pena di ofTer varie tutte con diligenza, a- rebbe trovata nella parte più angufìa quella ftruttura , ed armatura medefima d^ uncinetti , o crini , o fpine , come le chiama, imperocché con quelle appunto s’ attaccano tutti, c formano un’apparente monftruofo verme. Se oflervò in ogni anello una mammella col fuo capezzolo forato, arebbe tro- vato anche un capo colle fue fpine. Veramente le dette fpi- ne fono affai più lunghe , che le offervate da me , ma ciò dipenderà forfè , o da miglior Microfeopio , o pure perchè quelli de’ Cani fieno meglio armati de’ noffri, avendo com’ egli confeffa , offervato que’ d’un Cane, io que’ d’una Donna . Vegga Tav. l- fg. i. , e 2.

L’ufo di quefle fpine, o crini, conforme il detto , non è di fucciar l’ alimento , ma d’ iuerpicarfì , e rirettamente at- taccarfi agli inteflini , per non edere cacciati fuora in com- pagnia della feccia . Ammetto volentieri queft’ufo , avendo of- fervata una confìmile armatura di fpine nel capo de’ Vermi della fronte , e del nafo delle pecore , delle Capre , e fimili, ed in que’ corti de’ Cavalli, e de’Poledri , che gli anno an- zi attorno ogni anello per lo fuddetto fine , come lungamen- te defcriflì nel mio Dialogo tante volte citato . Anche gli f fini anno fimil razza di vermi ne’ loro Inteflini , de’ quali il Malpighi pure {a} ne fa menzione. Hi ( parla de’ detti vermi ) curvatis unguibus ab angvMiori corporis extremita- te erimpentibus ^ veluti dentibus ^ mrmbiles ita appenduntur , ut difficulter evelli pojjint . Ma io aggiungo un’ altr’ ufo alle fpine, o rampinetti de’noftri Cucurbitini , oltre il detto dal Sig. Tyfone , c dal Sig. Malpighi de’ Vermi Afinini , cioè di potere a un’occafìone, come addentarli , e unirli fra loro, e {larvi flrettamentc , oper lo motivo già accennato, o per altri, che accennerò.

Stabilifce dunque , non diflruggc la mia opinione quefl’ accurato Scrittore , e benché non s’ accordiamo , che fia un verme folo, ci accordiamo però affai nell’ oflerv azione della

G 5 firut-

II capo defcrscto dal Sig. Tyfone è in cadati}! anel- lo , perche ca- daun' anello e un verme .

Spine piu lunghe in que' de' cani , che ne' nofiri . Tav. 3. Fig.r.2.

Ufo delle fpine de' vermi Cucur'oiti- ni qual fta .

Spine offervate in altri vermi dall’ Autore .

a De ftruflura Glandul. con- globar.

'Vermi degli Afì- ni colle dette /pi- ne .

Altro ufo delle menzionate fpi- ne .

Il nojlro Autore s’accorda in par- te con il Sig. Ty- fone .

Spigelio cerca d’ immaginar/t qual Jìa la tefta del verme Lato .

a De venn.Lat. cap. 5.

DiverjTtd degli Autori nel de- {(-vivere la tefla del verme Lato .

Come fe l'indovi- ni lo Spigelio .

Ardire umano nel volerft imma- ginare la flrut- tura delle fat- ture d'iddio fen- \a vederle prima.

Lombrico Lato non ha altra Te- da , fe non quel- la , che ha ogni Lombrico Cucur- hitino .

Errore degli Au- tori in ajfegnar- gli il capo a loro mode .

ro2 Dell' origine de Vermi ordinar]

flruttura degli anelli , cioè di cadami verme , eh’ è quello , che tutto il pefo a’ miei concepiti penfìeri , dirtmggendo in uno fteflo tempo i fiioi.

Cerca Io Spigelio nel fiio Trattato De Verme Lato di qual figura (ia la telladi quefto gran verme , ancorché confeQi di non averla mai veduta. Vuole farla da Indovino, dove non può farla da Storico, e fe la finge a capriccio, come, a Lui toccafle il crearla . Senta le fue parole {a) Ceeterum , quale fit buie vermi caput , non extat apud antiquorum ali- quem , \uniorzs divcrja proferunt . Jqam ^Amatus Lufitanus verrucofum vidit , Bpndcletius oblongum , parvum , oculis de- flitutum . Gahucinus yìdetur ìd roflrum acutum à figurà no- minajje , quam roflro Acus Tifeis comparavit . Forefìus in qtiodam adolefcentulo yidit in mucronem , tanquam fubulam defiifie . A.' multis yulgb ereditar , caput ejìe exiguum cum paucis quibufdam pedibus , more aranearum . Ego autem , quam- quam caput nunquam yidere potuerim , non levi ratione con- scio , buie effe parvum in acutum definens , & rofìratum , ut aliis Lumbricis efi ; quod modo exerere folent , modo con- tr abere ad libitum , atque recondere , yeluti Limaces cornila , (pA alia multa ammalia linguam , Mufcte epibofeidem : Ete- nim eodem cibo alitur , augefcitque , quo cccteri Lumbrici . Io veramente non mi farei mai creduto, che un’ uomo dot- to, come veramente egli era , arri va (le a prefiimere tanto di fe medefimo , che ftimafl'e di potere indovinare la fabbrica delle incomprenfibili fatture d’iddio, fenza venderle. Ma fi- nalmente lodo la fua finccrità , che confeflà di non averlo mai veduto, e di folamente immaginarfi le fue fattezze. Il peggio fiè di quegli , che dicono averlo veduto, e non l’an- no veduto giammai , flampandolo , come fe foffe tale.

Il Lombrico Lato non ha altra tefta , fe non quella , che ha ogni Cucurbitino , eflèndo formato da quelli , e 1’ ha , come l’abbiamo deferitta , ©come ha fentito dal Sig. Mal- pighi, e in parte dal Sig. Tyfone, benché la prenda per al- tra cofa, a’ quali dono tutta la gloria . Che fe intende, che debba avere una tefta differente , come un fola lunghiflimo ; Lombrico, s’inganna aneli’ elfo al digroftb, e potea far di meno di torimentare i fuoi fpiriti a fingerla bellamente .

E in fatti avea ragione, fe non l’avca mai veduta , perchè non c nella Natura, egli Autori citati , che atteftano, d' averla veduta co’proprj occhi , o parlano della Tenia prefa nel mio fignificato , malamente però deferitta da loro , o fe parlano dei fuddetto Verme Lato , come l’ intende lo Spige- lio,

nel corpo umcrno. ios

Ho , nubem prò Jmone fumunt , oche è loro intervenuto, comejìemfegu!- come al noftro Signor Andry di prendere per capo un pez- ti gli abbagUa- zetto di mucilagine aggrovigliato , e denio, o qualche al- tnenti. tra cofa confimile quagliata, o indurita negl’ Intefìini te- nuta fìretta ftretta dal pribo Cucurbitino , o che finalmen- te Tanno finta a capriccio. E fe non l’ aveflero finta a ca- . ^

priccio , o non avellerò prelà una cola per un altra , tutti ^^//> inganno di si accordercbbono fenza fallo a delcriverla a un modo ftelTo , rutti è la difcor- quindi è, che non accordandoli Tuno coll’altro, le llimotut- dia fra loro in u- te falfe . Si vede pure , quanto fieno fiati que’favj vecchi na ccfa dt fatto . poco pratici della Notomia degl’ Infetti , imperocché riferifce l’opinione d’alcuni, che \\ Lombrico abbia [il capo, co- ^ ^

me i Ragni con alcuni piccoli piedi . Io non ho mai ve- duti i piedi nel capo ad alcun’ Infetto, fepur così T inten- dono, quando per piedi non vogliano efprimere le anten- nette, o le fpine , o cornetti delcritti , o altre limili pro- tuberanze attorno la bocca, che non fi chiamano, e vera- mente non fono piedi . Ne meno capifco la fua ragione ,■ che debba avere il capo acuto , e roftrato , come gli altri Lombrichi, etenim , dice, eodem cibo alitur j augefcitqut^^ Altro irroro dil~ quo coeteri Lumbrici , quafiche la Natura non abbia mille lospigelio. maniere tutte differenti , ma che però tendano ad un me- defimo fine, come veggiamo ne’ capi , erofiri variilTìmi de- gli ucelli, nel mufo , e capo de’ quadrupedi , nelle tefie , e bocche de’ pefci , o limili altri tali .

Nega pure il citato Autore , che fi generino nell’ utero furore dei i Lombrichi Lati (<r) , e oppone alT autorità d’Ippocrate detto. il grande, l’autorità de’ Beccai , c delle Do nne . Befìem- a Gap. 12. mia, dirò così, in que’tempi, ne’ quali fi venerava cotan- Crede piò a Beo- to il pefo de’ noftri Legislatori , da non eficre così facil- mente tollerata da fuoi feguaci . Votui , fi lalciò cader dal- .pecchie . la penna, fedulò apud obfietrices iuquirere ^ anillud unquam tkm in Germania , tàm in Italià ah ipfìs fuerit obfervatum , quoe id prorfus negarunt . Laniones ^ & macellarli {quos ali- quando bàc de re allocutus fum ) in Vitulis nunquam Latum Lumhricum confpexerunt , fed in adultis jam , & grandibus bobus . Q_uefta non è gente da prefiar loro alcuna fede , non avendo intenzione le prime , quando allevano i figliuo- li, d’offervare, fe nella feccia vi fieno remr Lati, i fe- ^al fede debba condi, fe non d’ uccidere i Vitelli, nettargli , e vendergli,

Ma la ragione forfè più vera , per la quale nonne anno offervato , fiè , che ne’ feti , e ne’ Vitelli fono ancor picco- li , e chi non gl i ccica a bella polla , e con attentillìma— .

G 4 dili-

^ Volum. V. Thom.Barthol. Obr.47.

Opinione d' Olao Eoricbio /òpra i verini Lati , e Ci/ewèitipi fal^ fa. ,

Vafi' lattei dal fuddetto ojferva- ti ns Qucurbiti-

Conferma le »0- Jtre ojferva‘:f onì\

Ingenuità dei no- Jtre Anton,

1 04 Ddl' orìgine de Vermi ordinar/

diligenza , fiiggono fotto la villa rimefcolati cogli ercrcw menti .

Negli Atti Medici , fi Filofofici di Copenhagen Ciao Borichio (a) menzione aneli’ elio à€ Lombrichi Lati , e Cucurbitini , facendo i primi non di genere , ne di fpezie diverga da’fecondi. D'un giovane Ueflo, a fu a detta, ufei- vano gli uni , e gli altri , onde credette , che i fecondi fof- ero foli frammenti , oincifure de’ primi. Non conobbe queir uomo dotto alcuna differenza de’ Lombrichi detti Cucurbita ni da Frarnmenti, o Sezzioni del Lato, onde , fe giudica- va la, colà alla rovefeia , coglieva per appunto nel legno»

Cioè giudicò L Cucurbitini frammenti del Lato, e dovea .

giudicare il Lato formato da’ Cucurbitini , come da tanti' frammenti elio uniti formavano 1’ apparenza d’ un tutto » Sicché quelH fanno vlLato, non il Lato i Cucurbitini,. No- tò poi aneli’ egli , benché in confufo que’ Vali Lattei da noi deferitti , ma li notò fpezzati fra loro, e di. filo inter- rotti e come dice pun£la queedam liquore crajjìufculo ple~ nei , qui primo quidem die albicane Latlis inflar , poflea in colorem fanguinis mutabatur. E in fatti chi fovente non dopra almeno una Lente, o non gli ha {coperti prima con quella y e non s’ imbatte a vederli in quel tempo da Noi accennato, predo fparifeono., o non fi diftingtiono , che con- fu fi, e divifi qualche volta da loro ftefft . Se poi quel bian- co liquore muti dopo il colore aguifa: di fangue , non l’ho’ offervato , ma 1’ ho piuttoffo veduto diventar Diafano , e Ipariré dalla nodra vida . In un’ altra occafione vide punti laterali , e con quegli ancor brevi linee , ma non feppe di- flinguere , che quegli erano i fori in cima della deferitta mammellare protuberanza , e quede il loro canale. Tutto- ciò però , benché groffolanamente offervata, modra l’ efiden- za de vafi lattei da me deferitti , ma dal lodato Sig. , dirò così fempliceménte adombrati ^ e non con chiarezza didin- ti .

Ne creda già , o Reverendi filmo Padre, ch’io pretenda di dar fuora un’Opinione nuova col dire , che quell’ unione di Cucurbitini non fu un verme folo, ma una catena , oqua- fi corona di vermi incajìrati bellamente ìnfieme , 0 come infi- lati (come diffe uncuriofo ingegno ) aguifa certa filT^di pallottolline bucate per novero de’ Taternofìri , lii quale ulti- ma fimilitudine però a me poco piace . Certi vecchi autori logorati ormai dalla polvere l’anno aneli’ efii molto ben co- noiiciuta , benché fra loro fieno, poi entrati in difeordie ,

lem-

Molti Autori vecchi anno cre- do , che il nofiro Autore . a Lib. 3. Com. 26.

tino crede il ver- me Lato una- catena di Cu-. curhitìnì ^

nel corpo umano. 105

fempre pendenti fotto del Giudice . Taddeo Fiorentino ne*

Cementi fopra gli Aft'orifmi dTppocrate {a) , dopo a- vere fatto un certo difeorfo degno di quel tempo fopra i 'vermi Riiondif e c aridi ^ pafla 2.1 Lati y e qui s’aSanna ,

per ifpiegarc , e difendere , come fi polla chiamar Vermt^

Lato , e lunghilJimo , fe viene formato da foli Cucii rbit ini , i quali fono, come le grana di Zucca. Finalmente h tan- to, che fi leva dal laccio, e cade nella mia opinione, con- Taddeo Fiore n- chiudendo, quod Lumhrìci Cucurbitinì funi lorigi propter con- tinuationem multorum lumhricorum ad invicem y ligantur e- nim adinviccm , quafi effent grana Cucurbitee multa Ugata^ cum quodam filo betbentia ad fe inyicem diflantiam . e poca dopo {piegando a fuo modo F unione per quoddam corpus phelegmaticum , che fla in luogo del filo , conchiude , che c^teris^ flint longiores , ut potè alternatim fìbi continuantes .

Dal qual difeorfo del Sig. Taddeo fi vede , che anch’ egli conobbe quefta verità , eflere quel creduto lunghiffimo Lom» brico un folo di nome , e non di fatto , edi eflere un cor- po, dirò così 3 contiguo , ma non continua benché non facefl'e poi tutte le necefl'aric rifleflloni , e difUnzioni , per accomodarli coll’ofiervato dagli altri, e fìabilirc la cofa con ordine .

Niccolò Fiorentino , uomo , eh’ ha fiancata la fama del Niccolò Fioren- fecol fuo, anch’ egli cade nella fentenza medefima {a) , af- ferendo, che i Vermi Lati funt adinviccm contigui y & con- "f , Trafl nexi y quafi funiculo adinviccm ligati in quodam funiculo , g cap. j?. five paniculo , quarc apparet , ac fi ejfet vcrmis unus latus longus. Quefìi però parla un poco piùconfufo, e pare di- feorra più della noftra Fafcia , che del Solium , per met- tergli quodam foliculo y five Tdaniculo, tocca nulladimeno anch’egli il punto, eflere un’aggregato d i vermi , non un folo verme.

Il venerabile Mefite (fi) flabilifce tre generi di Lombrichi b Trafl. deae- Inteftinali , cioè il primo di Bptondi , il fecondo d^ ^feari- Intelhnor. diy & tertium genus efl eorum y qui Lati vocantur y & Cu- \

curhitini. Sicché i Lati , ed i Cucurbitinì li fa d’ una iQucurlidni ^ niera medefima, i quali alle volte (del che fi fpiega dopo^ fmt c^tcris longiores , ut potè alternatim fiibi continuantes ad modum CordelU , feu Z agarelU . Compatifea il plebeo , c barbaro modo d’ elprimere , perchè i noftri buoni vecchi volevano eflère intefi anche dal vulgo de’ Medici non mol- to curanti la purità d elio ftile , o le parole del fecolo d’

Augufto . Apporta dopo , come producant [emina ad mo-

àum.

Pradl.fol.iip. DifF. loi. h Diff. lor.

Il Savonarola anih' egli crede quejlo verme una unione di Cucur- bitini .

n De morb. In- tcil. Patii. lib.6.

C. IO.

h Univerf.Med. Iib.i3.c.2i.

Altri antichi conobbero quefia verità .

Se valejfero le autorità, tnokif- fime fono in fa. vore del nofiro Autore ,

Cagione di tante difcordie fra Me. dici qual Jìa fia- ta .

Varie ) td apparen:(^e de’ ne- Jiri Vermi .

I o6 Dell’ orìgine de Vermi ordinar]

dum fiminis Cucurbita , c anch’egli molto bene conobbe la verità, ch’ora m’ affatico di cavare dal Pozzo, veramente alto, e fangofo.

Giovanni Savonarola , degni ITimo antico Cittadino di quella illuftre Atene d’ Italia (a) conobbe anch’egli quella co- la pel diritto fuo, nella Divifione, eh’ c’fa de’ Lombrichi , e adduce il tellimonio dopo del Conciliatore {b) , che die- de anch’effo quello bel lume , quod ifli Cucurbi tini ita ad- invicem fe copulant , ut quandoque xv. pedum mmfurà fue- rint emmijjì .

Fernelio (c), Pcrdolce(d), Benivenio , Gabucino, ed altri anno avuto il medelìmo Icntimento , benché impugna- ti, c derifi dallo Spigelio, dal Sennerto , e dal Sig. Àndry , e pure parlando del Solio , s’ accollavano più a toccare il vero de’gcntililTìmi , c virtiiofillìmi Impugnatori. Se adeflb valclTcro tanto le autorità , come una volta valevano , o fe do- vcllimo farla nel modo de Giureconfulti , che nelle Controver- lìe più dubbiolc , cpiù feabre s'accomodano all’opihion più co- mune, trovo ne’ libri de’ nollri vecchi più comune l’opinione nollra , che quella del Sig. Andry, e de’ lodati Scrittori , ma io, che abborrifeo fpaventare co’ Tcllimon;, c bramo fola- mente perluadere colla ragione , e con P cfpericnza , facendo^ giudici gli Avverfarj ftelfi , dono tutte le Autorità luddet- te per un femplice erudito divertimento , c mi dichiaro d’ averle apportate per ilmezzar co' favj vecchi la gloria , ed an- che tutta a loro donarla , godendo folamente d’avere tro- vata in quegli la parte fana , e perfetta , dove fi credeva^ vi folle una ulcera fetente, c cangrenofa.

L’amara , e torbida forgente di tante Mediche , e filo- fofiche riffe , e dirò così , di tante ire nobili , e avvantag- giofe finalmente alla cognizione del vero , non è fiata , fe non la fcarfezza di quello animale , e rdfere la llirpe de’ Cucurbìtinì di natura , per così dire , Vroteiforme , variando a loro capriccio le figure , e le apparenze , ora formando uniti , come un lungo nallro , ignudo , fe movente , fimbria- to , e articolato , ora divifi comparendo, come laceri cencj , ora rintanati dentro un lungo , lubrico , e trafparente cana- le , ora ammonticellati , c piccoli , ora Inarcati , e fqualU- di , ora dillefi , e immobili, ora vivaciflìmi , e Incili. QuaL che volta fi fono lalciati vedere con una tefìa mentita, qual- che volta col folo bullo tronco, fovente moflrano dimezza- ta la coda , fovente affatto privi della medefima Chi gli ha veduti in una maniera , chi nell’altra , c da ciò veramente

fono

7ìd corpo mmno. loj

fono nate le tante , non ancora quietate , difcordie. Alcuni finalmente anno veduta una vera Tenia , che in fatti ha ca- po, ventre, e coda , e eh’ è un vero lungo fchiacciato ver- me , e fono entrati in collera , bravando gli autori , che an- no deferitta la catena de’ Cucurbini per un folo venne. Tut- ti non anno potuto vedergli tutti , e perciò non anno po- tuto diftinguergli , come dovcafi , accordare le dilTenfioni , e (rp^alenii por termine a quefti litigj . varie de Cucur-

E qui fi contenti V. P. R. , ch’io faccia di pafiaggio una bitini. breve riflellìone, notando, quanto fiamo aU’ofciiro nell’Ar- dell'

te de’ principali Fenomeni del noftro corpo, fe fopra il più ^

vile di tutti , eh’ è un’ ignobilillìmo , e fordidillimo verme tanto fi contrada , e fi grida , tanto fi fcrive , s’ ofierv* , fi veglia , fi fuda . Quindi è , che ho fempre ftimata l’Arte molto lunga con Ippocrate , molto ofeura , molto femioata di triboli, e di fpine , quoniam ^ dirò ciò, che dille Cicero- ne dell’ Arte Oratoria , ex tot rebus conUat , quihus in fin- Medica fi- gidìs elaborare permagnum ejì. E perciò forfè , o fenza for- fe fa palli così pigri , e languidi , che pare ancora nella fua ^ '

fanciulezza titubante , e incerta , e qucflo tardo , e diffici- le accrefcimcnto è quello , che non ben capito da chi vor- rebbe perfetto tutto ciò, che defidera tale per util proprio, fa credere qualche volta , non efiervi l’Arte , o che fia una mera impoliura. Rifogna fcriofamente penfare , quod ex tot rebus consìat , quibus in fingulis elaborare permagnurn e/i .

Per giugnere a quello defiderato fine vi vuole ItToria Me- fe-^ionarfi , dica , e Naturale , vi vuole Oflèrvazione attentilTima , e non interrotta in ciafeheduna anche minima parte cella ftef- fa , e fe dalle dette forti il fuo nobile , c laido principio l’

Arte nollra , come fi vede in Ippocrate , e fi legge in Cel- fo , avrà anche dalle medefime la Confermazione , e l’ Au- mento .

Ma fpieghiamo fegnatamente per maggior chiarezza, e rac- cogliamo , come in piccol falcio , alcune più notabili parti- colarità del Lombrico Lato , mettendole tutte lotto l’occhio, per fornire una volta diftabilirne l’Idea, e liberarla dal lun- go tedio di trattenerfi fra vermi .

1. Cercheremo , dove abbia la bocca . Epilogo delle co-

2. A qual fine fia fatto quel foro nella laterale mam-y> principali fo-

mclla . f"'*

5. Come fi propaghino. '

4. Per qual cagione s’incatenino foventc in quella lunga flnfcia .

5, Per

Do ve abbiano la Bocca i vermi Dati .

Movirneml loro .

Bìfcliiole , 0 Bìatte del Fega- to de' Cajlrati , e de' Montoni , dove abbia- no la bocca .

a De auimalci!- lis in Ovino , a- lioruinquc ani- man t. hepatc detcdis &c.p7.

io8 DeW orìg ine de' Vermi ordinnrj

5. Perchè alle volte fi veggano folitarj.

6. Come allora facciano più tormento .

7. In qual modo fia minore il prurito , quando fono u- iiitì .

8. Come non apportino dolore, quando fono dentro quel carcere di mucellaggine .

9. Come fi generi quello carcere , o tubo mucellaggi- nofo .

10. Per qual cagione reflano alle volte in avvenire im« mimi i Pazienti , iifcendo una di quelle llcrminatillime ca- tene di vermi .

Al primo rifpondo , che da quanto ha fentito dal Sig. Marcello Malpighi , anno la loro bocca nella parte fupe- riore più angulta, la quale ho pure oflervato ancora io , benché il Sig. Tyfone la pretende laterale , cioè, che fia il foro delle Mammelle . Ciò , oltre l’ oculata tellimonianza , cavo dall’ avergli oflèrvati camminare più volte, non andan- do mai di fianco, e colla Mammella avanti , come dovreb- bono fare, fe quella foflf la tella. Vanno bene egualmente all’ indietro , che avanti, ma ciò fanno anche le fcolopen- dre terrellri, ed altri vermini , che fappiamo di certo avere dalla parte fupcriorc una loia bocca , e un lolo capo , fi- ccndo ciò facilmente per le pieghe , e fibre arrendevoli nell’ uno, e nell’altro modo, ma non mai lateralmente , lo che vessiamo anche qualche volta nesl’ Jntefiini desìi animali grandi, facendo, o almeno potendo fare, tanto il moto pe- riflaltico dall’alto al bado , quanto dal bado all’ alto , il che depcnde dalla mecanica , o politura delle fibre , e degli fpiriti , che le rigonfiano , e irrorano . E potendofi trarre nelle cofe dubbie lumi dagli altri conllmili animaluzzi , io ofièrvo , che le Blatte , o vermi larghi , corti , e Ichiaccia- ti , che fi trovano ne’ vafi biliarj delle Pecore, de’ Montoni , e de’ Cafirati , dette da alcuni Bifciuole , de’ quali abbiamo fatta menzione di fopra , c che non fono , che una fpezic di Cucurbitini , o Vermi Lati , anno aneli’ effi la bocca nella parte più angufla , e un foro nel fito del bellico , eh’ è quello degli elcrcmcnti , come fi può vedere nella Notomia de' medefimi diligentiflìma , fatta coi Microfeopio all’ occhio dal Sig. Bidloo , e indiritta ài Celebre Lcvenochio . (a) 1 vermi pure , che annidano nelle caverne del nalb , e in quel- le della fronte de’Ccrvi, de’ Capri , de’ Daini , dc’Cafirati , e delle Pecore , e che anno appunto quelle fpine ancor elfi nello Hello luogo, che deferivo, c dilegua il Sig. Tyfone in

capo

nel corpo imam. lop

capo al noflro , anno la loro bocca fra quelle . Così quell’ altra folta di Vermi corti , che alligna nello ftomaco , e negl’ intcftini de’ Poledri , come dicemmo , attorniati anch’ clTi , /non folamente nel primo , ma in ogni anello dalle de- fcrittc fpine, non anno l’apertura della bocca, che nel luo- go fuddetto , come finalmente l’ anno nel detto luogo i ver- mi degli A fini defcritti dal Malpigli! . Se dunque tutta que- fia plebe di vermini , che pare poter andare fotto il genere de’Cucurbitini , anno tutti la loro bocca in cima del capo nella parte di fopra piu angufia , e perchè i Cucurbitini 1’ averanno in un fianco? Il che non farebbe menomollro, che farlo di mille bocche, come l’ha fatto il Tyfonc . Può be- ne Ilare lateralmente il foro degli efcremcnti , perchè 1’ offerviamo così nelle Lumache ,1 in moltilllmi Teftacei di Terra , e di Mare , e d’acqua dolce , e in altre fimili be- fìioluzze, perchè la Natura provida, fapendo d’avere fab- bricati colloro col genio d’ unirli uno dopo l’ altro , bifogna- va, fi potettero agiatamente Icaricare da una banda , fenza ilporcare il capo al legucnte. Ma polTono dire gli acuti Av- verfarj, come colloro uniti, che lono infieme , pottbno poi nutrirli , le la bocca del feguenté viene ad eflere nella par- te deretana dell’antecedente ? Rifpondo , che nutrendoli di materia fluida, cioè di chilo, che nel defcendere deve palTar loro fotto , e fopra , riefce facile la penetrazione di quello fra la fcittura, che rella nel fito della bocca, elTendo il lo- ro più tenace , e llretto attaccamento nelle parti laterali , come oflervava nello fiaccare uno dall’altro. In fecondo luo- go, quando cofloro s’unifcono, fono allora in iflato di vo- ler partire dal loro antico nido, non anno bifogno di cibo, per eflerfi prima empiuti , e nutriti ingordamente per mol- to tempo , come fanno ne’ loro pafl'aggi tutti gli animali , e come fi vede dall’ eforbitante copia di chilo , che foglio- no avere in quello flato ne’ loro inteftini , o vàfi accenna- ti.

Veda i mici Dialogi citati . Ve 'mi de’ Pole- dri ^ dove abbia- no la Boooa,

Anno tutti la lo- ro bocca nella parte angufla del capo , non ne’ fianchi , come vuole il S ig. Ty- fone .

Il foro dell’ ano in alcuni Tefia- cei è laterale .

Si fcioglie una cbbiefone circa la bocca del La- to ,

2. Dal detto di fopra fi cava la rifpofla al fecondo que- incerale

fìto , cioè a qual fine s’ apra quel foro nella laterale mam- Mammella

mella. Queflo replico , è fatto per dare libera 1’ ufeita agli eferementi del verme , avendo il Sig. Andry , il Sig. Tyfo- £' n foro degli ne , ed io pure ofièrvato , che per detto canale appunto fi Eferementi, fcaricavano del Chilo ancor crudo , del quale erano pieni gl’ inteftini defcritti , Il pefo dell’ aria cruda , e improwi- ia , che fubito calca con piena libertà fu quelli vermi te- neri flimi , e molli , avvezzi a godere una tiepidezza amica,

e una

no Dell' origine de' Verini ordinar]

c una preflìone men grave, facilmente fpreme fuora, quan- to rattcngono ne’ loro canali rilafciati , e flofcj , per edere fuora del nativo lor Mondo ; ovvero ancia’ efli allora fono agitati da convulfioncelle, o moti fpafmodici , che cagiona- no nel fine del loro vivere tanti funefiiflimi accidenti . Che non pollano eflere gli orificj delle Trachee n’ ho parlato affili, quando ho riferita l’opinione del Sig. Andry ..

Il verme Lato Al 3. Ho pur abbaftanza e in quefia , e in altre mie o- najee anth' effo pericciuole fìabilito , che tanto cofloro , quanto ogni altro dall uovc. vivente, ninno eccettuato, fi propaghi dalla propria femen- za, che venga da genitori a fe fimili , come I’ uovo all’altr* uovo. Vengono dunque anche quefti propagati per via delle uova, il che tanto il fortunatifilmo Sig. Andry , quanto Tac- curatiflìmo Sig. Malpighi ofiervarono ed io pure notai . Qiiefle collocate fra le intefiinali rughe , e rayviluppate in quella mucilagine pofie come al covaticcio , nafeono a fuo. tempo, nati i bacherozzoli fi nutrifeono, e crefeono all’ufo degli altri , finche giunti alla determinata grandezza molti-. Vermi Lati fon» piichiiio di nuovo la loro fpezie Se poi in quefia razza di Ermafroditi, vermini, fieno i mafehi, c le femmine con gli organi genera-.

tori diverfi , o fe fieno di quella fchiatta , nejla quale , co- ^ Degli Anim. me ofiervò il' Sig. Redi {a) ^ c notarono T Arderò , e Peie- viv. dentro gli ^d altri nelle Chiocciole col gufeio, e ne’ Lumaconi,

Luì^che^'eLu ^ difiìnguere l’uno, e l’altro fcfTo , e perciò debba-

no efiere creduti ermafroditi , non ho faputo ancora de- terminarlo. So bene , che in tutti que’di giufta grandezza fi veggono l’uova , ne fi feorge diverfita d’ interni lavori , il Luogo cit. che fjoto il Sig. Redi (6) ne’ Lombrichi umani ritondi, ih^Ta*fVfanno quattro , che fofpcttò piuttofio di fpezie diverfa .

te uova feconde y viventi , che generi uova feconde_^

da per , fenza unirli con altro , fi può fofpettare da mol- ti Crofiacei , che perpetuamente fìanno attaccati tutti agli Scoglj , alle travi, al fondo delle navi , c fimili , fenza mai partirfi , e pure gittano fuora le uova loro feconde, dalle quali i nati viventi tornano ad attaccarli in luoghi ftabili , ne mai più fi muovono . E ciò anche più fi può compren- dere dalle Emme i ch’c una fpezie di Tarlo Marino, il qua- y Autore ne ha le trivella , e verrina , per fervirmt d’un termine marinarèf- fatta la Noto- ^ H fondo alle navi , e colà rintanato , e divifo dal fuo *naìa Cedi di ^^°‘^P^gno , fi feconda , e caccia fuora le uova , che nate Miner T 7 fanno il mcdefimo giuoco , Il che diciamo àf Ballarli e de’ Ballani , f Dat- Datteri Marini , che fi trovano dentro la Creta , e dentro i teri . fvlarmi fiotto dcll’ acquc , gittando anch’ eglino le uova loro

per

rnacom Erma-

froditi .

cioè molti Tefla- t ei di Mare .

Brume Mare .

nel corpo tmnno . in

per gli fori, che mettono foce al di fiiora, dalle quali nafcen- do nuovi Ballani, e nuovi Datteri (che non fono, che una fpezie di Chiocciole lunghette, e bivalve, fatte a foggia de' detti frutti , e corpi fimili ) h propaga la loro fpezie , en- trando anch’elTi dentro quel loro Mondo , e di nuovo fa- cendo feti a fimili. Ha veduti i primi nel mio Mufeo ve- nutimi dal Mare di Ravenna , ed i fecondi dal Porto di Zara dal luogo chiamato la Porporella dentro Marmo du- rilhmo d’ Iftria , ficcome le Brume mandatemi da Livorno dal mio fempre carillimo amico Sig. Celioni . Lo che dico ancora d’ un certo Infetto, che fi trova, fìar fempte fitto,

( eccettuati i primi tempi della fua età ) fopra le foglie de- gli Aranzi , de’ Limoni , c de’ Fichi , che noi chiamiamo Cappa. , ed i Franzefi impropriamente , per giudizio ancora di due lor valentuomini , il Sig. de la Hire , e Sedilo Tu- nai/èy cioè Cimice: benché quelli due diligentilTimi Scritto- ri credano, che vi Ila il Mafchio, e la femmina (*), e che * Mem.Math. il loro accoppiamento fi faccia allora , quando fono ancor piccoli , ed avanti s’ attacchino alle foglie , non elTendo januier^pag t i loro venuto fatto di vedere , che tutti colloro partorifcono le uova . Anche quelli fono , come i Pidocchi de’ Cavoli , la cLiriofa generazione de’ quali potrà vedere in una Lettera a me indiritta poco fa flampata in fine a un Libro tradot- ^ todal Franzefe , (*) cioè fono Ermafroditi y poiché tutti quan- jg

ti partorilcono le uova, franno fermi in quel loro fito , e s’ Malattie accollano molto alla Natura àe Vi antan im ali , Ne è proba- Corpo umano, bile , che quando fono piccoli, e ancora per così dire, fan- con due Lette- ciulli , attendano all’opera della generazione, imperciocché gli te in fine, àc.

come fi

vede in ogni

Padoa I 70^. Nella Stampe- ria del Semina-

organi fono allora ancor imperfetti razza di vivente ancor tenero

Se dunque tutta quella fchiatta di bePdoluzze , che sVac- rio. cofta Ycraraerne al genio delle piante , per non partirli mai Tutti fanno le da un luogo , fanno appunto, come le piante i femi dafe, sefen\a

fenza l’unione del Malcnio , così potrebbe darli , ch'anche i nollri Cucurbitini tiralfero molto a queU’indole, efléndotut- così pojfono fare ti con Tuova, e tutti d’una llruttura medefìma , come di- ì Cucurbìtìnì ^ 0 ceva delle Chiocciole, de’Lumaconi , e de’ Lombrichi riton- J-atì . di del corpo umano . Può anch’eficre , che vi fieno i fiioi mafehi, e ch’io non gli abbia potuti offe r va re , perciò non m’impegno a mantenere ollinatamente tutto il detto , ma lo apporto , come fofpettando , c per analogia d’ altri ani- mali confimili . E qui noti la favia curiofità di "V. P. R.un’

'^tflejftone dell'

ordine molto maravigliofo

degno dd fuo alto intendi- i^nenef^opL

men-

garfi le [pe^h dall’ uomo fino all' ìnfimo ài vi- venti .

Propagafitone àell'uomo .

^adrupedi .

Volatili ,

Pefci .

Infetti . Loro gradi .

Altra fpeiie fra gl’ Infetti dijiin- ta .

Altra fpe\ie di- vrrfapìh inferio- re .

1 1 2 Dell* orìgine de Vermi ordinar]

mento, nel própagarfi tutte le fpezie degli animali di que- fto Mondo, che vanno, comedi grado in grado mancando, per cosi dire , di nobiltà , e di un non fo qual certa pre- mura, dagli uomini lino all’ ultimo degli animali. Gli uo- mini non (blamente propagano la loro fpezie per via di Te- me, ma è aftretta la Donna, per la preziofità della fpezie, a confervare con gelolia il futuro parto dentro l’ utero per nove Meli, poi per alcuni-anni averne una diligentiffima cu-i ra I Quadrupedi , con tutto che lo confcrvino nell’ ute- ro , dopo nato , nonne anno per un tempo fi lungo tanta cura, imperciocché più vivace , e più forte cammina pretto , c procaccia da fe ftefió il vitto. I volatili meno in quello no- bili de’quadrupedi fanno i parti fuora di loro, ma però fo- no tenuti à covargli, e nutrirgli, ed a cuftodirgli per qual- che tempo. Fra Pefci vi fono i generi vivipari, e gli Ovi- pari, conforme anch’ellì la nobiltà loro, ma però fempre minore di quella de’ Quadrupedi, e de’ Volatili nel loro ge- nere, perchè vanno degradando fi no a lalciare le uova len- za di loro, dietro le ripe , agli Scogli , e fimili , non cer- cando di vantaggio. Gl’Infetti pure anno i loro gradi, ma però fempre, data la proporzione , minori de’ Pefci, e de- gli animali maggiori. Vi fono i fuoi Vivipari , e vi fono di quegli, che imbeccano, per cosi dire, e nutrifeono i lo- ro figliuoli fino a certa grandezza, e con tuttoché la mag- gior parte gitti le uova, o le nafeonda, e più non le cer- chi, ponendo con effe, quanto vi balta, c curando folo di collocarle in luogo proprio per 1’ alimento de’ futuri feti , niilladimeno in tutte quelle fpezie , particolarmente , che mutano figura nel crefeere , o che diventano volatili , ha voluto la Natura , che vi fia il mafehio, e la femmina , e che s’accordino , e s’unifcano nell’Opera della generazio- ne. Più non fi poteva calare ne’ gradi di quelli, onde pafsò ad un’altro d’animali , i quali, benché s’uniflero infieme, non fi diltinguelTe però in loro il mafehio dalla femmina , e con bizzarria ftravagante tutti e due ( fe è vero ciò , che attellano alcuni ) fi fecondaflero , e reftafiero fecondati , o fe uno folo , vi voleflc però l’unione , fenza che da mano anatomica , benché maellra , potelTe conofeerfi qual folle il Padre , quale la Madre . Ne qui cefsò l’ ingegno di così curiofi lavori . Trovò un’altro grado in quella linea di vi- venti, che fi fecond afferò da fe, anche fenza accoppiarli in- fiieme , come dicemmo de’ Ballani , o Datteri Marini , del- le Brume, ed’ un’infinità di minuti Infetti marini, che non

fi par-

7ìel corpo umano . i r 3

fi partono mai da’ loro nicchi , e pure gittanó 1’ uova mà= ture , quando non ifcappaffe un’aura , o uno fpirito fecon- datore , che andalTe a ritrovare le femmine , come fuppon- gono alcuni . E finalmente paflò all’ ultimo grado , eh’ è medio fra le piante, e gli Animali, e volle appunto, che partecipaffero della pianta , e dell’ animale , come fonoi Viantanimali , o zoofiti che anno anche un grado inferiore degli ultimi accennati, perocché quegli fi conofeono per viven- ti , e quelli altri anno una figura mifta di viventi , e di piànte , come le Spugne Marine j il Tomo Marino del Sig. Redi , ed altri fimili , che non fi diftinguono per tali , le non fi toccano, é maneggiano. Non v’ era più altro da de- gradare, fe non defeende va alle Piante, le quali non fi muo- vono , ne fentono , benché la Mimofa ne dia qualche ap- parenza , e da loro fteffe fanno i femi per moltiplicare la fpezie : circa le quali però non fono mancati grandi Filo* foli antichi , e Moderni , eh’ anno creduto , eh’ anch’ efiè Tentano , fra quali il Sig. Redi nel fuo più nobile Libro dell’Efperi; intorno alla G e n. degl’ Infetti , s’é forzato pro- varlo , impugnato però aliai fodamente dal dottilUmo Pa- dre Buonanni. Ed ecco fotto l’occhio iimpidillìmo di V. P. R. , come in ifcorcio, la mirabile fcala de’ gradi di tutte le generazioni degli animali , acciocché vi faccia le fiie nobi- li ponderazioni, come gran Filofofo, e gran Morale. Con tutto però , che pajano mancare , ed elìère molto difoolli gli ultimi da’ primi , fono nulladimeno tutti perfettillìmi nel loro elTere, nev’c imperfezione in alcuno, ne maggiore, o minor grado reale di nobiltà , ma folaroente ciò fi dice per nofiro modo d’intendere, efiéndo ognuno nel fuo cllere no- bilillimo, e pieno d’ inarrivabili artificj, fatti tutti da quel- la iramenfa incomprenfibile virtù , che non ha laputo lare, che perfettilEme perfezioni . Il che tutto fia detto per un_. puro divertimento , e per non tediarla fi a lungo fempre con un difeorfo di Vermi . Ma torniamo d’ onde partimmo , e fieno di quel grado , che vogliono i noftri Cucurbitini , a me poco cale, purché ftabiliamo, chenafeano anch’ ellì dall’ uovo , come s’ é detto .

4 E più difficile , poiché bilbgna giocare a indovinare , il faper il genio di coftoro, e determinarla cagione , per la quale foyente in lunghiffima , e miràbile catena s’unifcàno, eh’ c quella , che ha dato tanto da penfare , e da ifporcare le carte. lofolpetto, che ciò facciano , quando fentono qual- che fugo a loro nocivo negl’ inteftini , nafeondendo il capo

H uno

ultimo gr a dsl->

le fpe\it .

Piatstt

Ogni gi'ado di viventi e nel fuo ejfere pe'ffstijjù mo ,

Cucurbitini per~ chi {'unificano in una lunga cate- na ,

Ciò fanno per ifchìffare qualche fugo a loro noci- vo ^ e mutar fede.

Catena di Cu- curbitìni non i ojferva , che in corpi morho/i ,

Tentano la fuga per i fughi noci- vi .

1 1 4 Dell' orìgine de' Vermi ordinar)

uno dietro ali’ altro , per occultarli , difenderli , fuggirlo i. Così veggiamo molti animali nelle loro anguftie , c timori di morte, occultare fubito il capo. Quindi è , che i Lom- brichi ritondi forano alle volte gl’ inteuini a traverfo , e gli padano fuor fuora , ma quelli avendo il capo non acuto , ma comé quadro , non trovano miglior nicchio , che nella parte deretana de’ loro conlìmìli , eh’ anch* elTa è , come qua- drata , e che bellamente gli riceve, e nafeonde, come fotto un coperchio, od una grotta placida , e amica E in fatti non s’ oderya giammai quella catena fini furata di Bachi , che in corpi egri , e languenti , pieni di fughi impuri , ed improporzionati all’indole tcnerìffima de’raedellmi. Cosila noflra, nelle fue angofeie, celebrata Giudea , mai fi feari- cava di verminofe catene, fe non quando s’avanzava Io fia- to di fua pregnezza , nel quale per gl' inteftini , che fi re- firingono per dar luogo all’utero , che fi gonfia , per Io fugo migliore, c più volatile, che va al fanciullo, ( trahit enim , quod efi dulcijjìmum in fanguìne , al dire del noftro buon vecchio^ gli umori, i fughi, i fermenti inteftinali al- quanto s’ inacetilcono , o almeno fi partono da quella loro lodevole fimmetrìa, che fogliono avere, dal che quel popo- lo verminofo offefo , e fdegnato cerca ricovero , o almen di- fe(a . Può anche fofpeturfi , che allora meditino la parten- za, e tentino la fuga, come fanno anche i Lombrichi riton- di in cali confimili , o di febbri maligne , o non maligne , o altro, che gli difiurbi, quindi è, che per naturale ifiin- to tutti ad uno s’unifcono , tutti s’ avvallano , bramando trafportarc la Colonia in fito più proprio, e più fortunato , E' vero , che fi partono, e non fanno veramente , dove va- dano, come quello.

Che non sa, dove vada, e pur ft parte , ma la morte vicina gli fpigne , o il timore di quella gl’ in- calza, fperando meglio fui dubbio, dove il nocumento èfi- curo. Ciò ofTerviamo in cento razze d’animali grandi , e pic- coli, volatili, terrefiri, ed acquajuolt, che fentendo l’ofti- co , e il nocivo in un luogo fi partono a fchiere a fchicre , e vanno nell’altro a cercare miglior fortuna. Così anche uno feiamo d’ Api , quando , per fervirmi della viva cfprefiion di Crefeenzio, vuole portarfi, come Colonia, ad abitare altro- ve , per r anguftia degli antichi nidi , fi rauna con certo par- ticolare ronzio tutto in Mafie, e in lunghe fìrifeie penden- ti dall’ Alveario, da me offervato più volte, dal che fi co- nofee facilmente la vicina loro partenza . Può anch’ eflere ,

che

nel corpo umano, 115

che fia una maniera di quietò} di ripofo, di trafìuUo loro* può effere una come dicemmo de’ Pipiftrelli , e come dicono delle Rondi- maniera quìe. nelle aggomitolate fotto 1’ acque del Mar Baltico . Qiialcu- no potrebbe immaginarli, che foffe una maniera d’ unirli per I opera della generazione, ma e troppo lontana, e non lo, Qucurhìtinì . come uno cacciando il capo dietro all’ altro potefle giugne- re a fecondarlo , quando non avelie gli organi genitali ro- vefciati all’ insù , come anno i Lumaconi ignudi , e le Lu- mache , ed altri di maniera conlìmile . Infomma qui fi giuc- ca a indovinarla, poiché niuno, dirò cosi fcherzando , è mai flato verme , ne alcuno intende il loro muto lin- guaggio, fe non fi finge d’ intenderlo .

Al V. Qiiefito è facile il rifpondcre , cioè perche fi veggano anche folitarj , elTendo queflo il loro naturale di cucurbìtinì^ per^ vivere, cioè unofeparato dall’altro, come fanno tutti ivi- che fi veggano venti , non accoppiandoli, che per gli fuddettifini, o per gualche volta fo- qualche altro accidente. Ittarj .

6. Ne riefcc molto duro il capire la cagione ", per Ia_f quale fono molto più dolorofi, quando efcono feparati , che quando fono uniti , come diceva la noftra Giudea . Ognu-

no allora è in libertà di vagare per le inteftinali pieghe , dolorì,quaL ognuno ha il capo libero, e può con quello, e co’defcrit- do efconofepara- ti cornetti , o fpine far alle fibre delle membrane quel no- y cPe uniti . jofo fonetico , che provava .

7. Ma, fe fono uniti, ha la bocca uno fotto dell’altro , ha i Cornetti , come inguainati , e rimpiattati , co’ quali più non può ne irritare, ne pugnere. Rella però loro qual- che moto , reità il lembo difuguale , e in certo modo fca- bro per l’eminenza delle Mammelle, ondepoflono con quel- lo, e con quelle faranche qualche fenfibile, e tediofo pun- gimento .

8. Non poffono mica apportare dolore alcuno , come anco- Perche non ap.

ra alferiva per prova la nota Ebrea , quando fi trovano portino alcun do- imprigionati dentro quel lungo mucilagginofo canale chia* lore , quando e- mato ingegnofamente Polipo Intefiinale da Monfig. Lancifi ^ fiono dentro quel come ha lentito , imperocché , eflcndo lubrico , e lifcio , mueiìag-,

nella difcefa , che fa , dagl’ inteftini tenui e grofll , e da

quelli fuora del corpo non irrita , non pugne , non làcera, ma cala dolcemente , e fe n* efce fenza dillurbo . Poflono bene coloro guizzarvi dentro, dibatterli, urtare , aggitarfi , ma non faranno mai tanto empito , che incontrandofi nelle tenere, e cedenti pareti del Tubo, quelli non levi il col- po ^non lo rintuzzi, ed annulli. Il che pure, benché in al-

Ha tra

Come fi generi quel canale , o tubo mucìlagino. fo negl' intefiini .

Var'j penfieri ètcU! Autore ,

'Pecchi alle %clte fi liberino aff'at- to i Pazienti da Cticitrhitini .

Altro argomento forte contro di quelli^che voglio- no le uova venir dal}' efierne ,

116 DelJ orìgine de Vermi ordinar]

tro fenfo ofTeL-vò Platero, quando trattando della con- chiufe aneli’ eflo non eflère vero Lombrico , cura nec titiU lationes , nec erofiones efficiae.

9. Qui è fuperfluo , eh’ io impieghi la mia bafla penna I

ad ifpiegare la generazione di quello Tube mentitore , fab- bricato di lenta, e ramofa materia , giacché v’ha impiega- ta la lua dottillìma , e politillìma il lodato Monlig. Lan- cili. Vegga dunque in fine la quarta , e la quinta Lettera, e refterà iàtolla la di Lei nobile curiofità di fapere l’indole delle cofe più recondite della nollr’Arte. Per dir folamente aneli’ io qualche cófa , foggiungo , che quel Tolipo fiflolojò , oltre il fugo linfatico ftillato dalle glandulette feminate per tutta quanta la lunghezza degl’ intedini può efferc ad- denfato, ed accrefeiuto dal geìat ino fo ^ del quale fi fea-

rlcano i noftri vermi per l’orifiiio accennato , ovvero, che deponendo in quello le loro uova , le accompagnino con mu- cilagine , e quali con una colla vifeofa , e tenace , come veggiarao fare Pefei , alle Rane”, alle Botte , alle falaman- drc acquatiche , e fimili , le quali formano appunto nell’ acque, particolarmente flagnanti, come lunghi inteftini di materia confimile trafparentc , e glutinofa , che poi ferve , come di Latte , o di primo , e dilicato nutrimento a tene- ri feci appena nati. E in fatti gli Scrittori di quelle

dirò Tolipee le riferifeono con dentro Cucurbitini , non fo- lamente provetti, ma appena nati, il che pure oflèrvammq nella noflra verminofa Ebrea

10. Rellano alle volte immuni fino al fepòlcro i Pazien- ti, dopo lofcarico di una lunga ftrilcia de’ mentovati vermi fe per fortuna accade, che tutti quanti quegli, che foggior- navano nel loro ventre, tutti s’ unilcano infieme , ed ulcen- do lo liberino da quel morbo animato , che gli teneva in an- gullie . Lo che però femprc non è vero, come abbiamo det- to nella perfona dell' Ebrea , e d’ altri riferiti dagli autori . La quale Oflervazione fe qualche fiata è vera, come la credo, rompe affatto il Sillema di quegli, che penfanó, che dall’ ellerno vengano l’uova, imperciocché quelle uova me- defime ingojate co’frutti, coll’ erbe, co’fluidi, che genera- rono , a detta loro , il primo Solio , potrebbono anche gene- rare il fecondo, il terzo, e cento altri, fe pur v’entraflero, e foflero capaci di farlo . Ma fe la cofa è , come diciamo Noi, cioè, che dalle Madri col Latte , o dall’utero loro ti- riamo il feme , è bene probabile , eh’ efterminati affatto una volta , mai più , o almeno di leggieri non inverminiamo

' nel corpo mnano, 117

di nuovo. Ed a quello propofito mi raccorda^ eh’ una Ca- meriera di Cafa mia era moleftata da interinali vermi , che le afeendevano fovente alla gola, e che le ufeivano qualche volta per bocca. Il fuo folito rimedio erano tre, o quattro goccic del noftro Olio di Saffo , e fubito ritornavano ali’ inteftinale Cloaca , o perivano . Un giorno lazia di quella ftomacofa falita di vermini s’ alzò alle labbra { niuno offer- vando^ la Bocduola dell’ Olio , e ne trangugiò , quanto vol-s. le, eccedendo flrabocchevolmente la dofe folita. Se le acce- fe un’ ardentillima febbre con vomiti , dolori di ventre , ufeita di materie diverfe, ma con quelle ufcì fortunatamen- te un’ innumerabile quantità di Vermi e vivi , e morti , dal che reftò allatto follevata da tal molellià , come ancora la- na , robufla, e libera vive. Voglio dire , che fcacciati una volta, è ben bene derafidal noftro Ventre, per quanti frut- ti , e cibi , e bevande pregne d’ uova , o di vermi dopo s’ inghiottano , mai piu fenc veggono, fegno ben chiaro, che anno un’altra , c ben diverla origine, come abbiamo detto.

Mi io (limo d’avere fcritto aliai , anzi forfè troppo fo- pra quella bizzarra llirpe di vermini , che fono finora flati refcrcizio di tante penne, Io fcandalo della Medicina , anzi

10 fcoglio deirnmana altera natura , che fovente vuol capi- re gli arcani , o le fatture più maeftofe d’iddio , e s’inciam- pa in un vilillimo verme, non capendo appena, dopo tan- ti fecoli eruditi , qual fia , come fia , e le francamente vi fia . So , ohe arriverà nuova a molti quella letteraria , ma non inutile contefa, ne fi farebbe qualcuno maipenfato, che fopra un folo verme vi fodero tante difcordic , è fi trovaffè così ampia materia di fcrivere, ma fappia , che nell’ Art^_^ noftra il meno è quel , che lappiamo , e non fi può gìugne- re alla verità di molte cofe, fe non s’ incomincia da un can- to, e non fi va fino all’altro , detergendo tutti i pregiudi- zj paffati , efaminando minutamente ogni parte , confron- tando un fatto coir altro, non iftancandofi mai d’ofler vare, c di rifare fperienze , e non fidandoli all'atto ne men de’ prc- fenti , effendo in un fecolo dilicato , e prudente , che con ragione

non fi vud dar fede ^

Se non la vede ^ e tocca chiare ^ e piane ,

11 che tutto non potea efprimerfi in poche parole. Una co- fa chiama l’ altra , ed à parlarle con ifehiettezza , non fi può edere breve, dov’è la necellìtà di mietere un’intero campo' di favole .

' H 3 Paf-

Ifioria d' una , cj}0 fi liberi af. fatto da' Vermi .

Scacciati tutti una aioltOyifrut. ti non gli tornai no a regenerare .

Fine del Trat- tato difficilijfimo del verme Lato .

PjfleJfioni dell' Autore. ,

a Arloft. c. 7.

Perchè non pote- va ejfer breve .

Afe ari di , chs cofa fieno .

a Gio. Battifla Contoli degli Aicaridi , &c. Roma 1701. da Giof. Monaldi in Parione .

Il Contali non vuole , che fieno della fpexie de' vermi . ^lib.ip.c.lS. Ragioni del Sig. Contoli .

Impugnamento dell' opinione del Sig. Contoli .

Vermi del For- maggio quali .

Verme Geometra d' Arijìotele .

Il torcerfi hi mewp cerchio n'6 leva , che non fie- no vermi .

1 1 8 DeW origine de Vermi ordinar]

Palliamo a difeorrere degli ^Afearìdi , de’ quali parleremo affai meno , poiché di quelli è flato fcritto affai meno , ed é anche aflai meno torbida fa loro Idea , benché non man- chino anche circa quefti le fue difpute, e le fue difìenfioni .

Sono finora (lati tutti gli Scrittori d’accordo, che gli Af- caridi fieno vermi, ma il Sig. Contoli Medico in Roma po- ne in dubbio in una fiia Lettera colà (lampata (a) quella comune credenza, afferendo , che non fono della (pezie de’ Vermi, mx delle Lamprede ^ 0 Murene . Il penfiero è bizzar- ro , ma non fo , fe le ragioni fien vere . Quelle fono , per- ché la denominazione di verme viene detta à vertendo fecon- do quello ne fcriffe Plinio ( Z>) quod fe torquendo vertat ^ ita reptet , e che i vermi mofìrano le fibre tortiiofe , e perciò a lor piacimento fi feortano , fi allungano , e fi rigonfiano in fe medefimi , lo che non fanno gli Mfcaridi , torccndofi fola- mente in me\gp cerchio , e gui‘:^gando , come le ^guille , e le Murene . Prego d’ un benigno compatimento il Sig. Con- toli , fe non m’ acqueto alle ingegnofe fue rifleflìoni , non badando lemedefime a fare , eh’ io mi foferiva a quefta nuo- va opinione . Quando concede , che fi torcono in meTffip cer- chio ^ e guìgfgano avanti , quedo bada per falvare , quod fe fe torquendo vertant , ó'' ita reptent , giacché vuole , che_^ quello fia il diflintivo de’ vermi. Ne perchè all’occhio full’ ederno della loro cute non apparifeano /e tortuofe, deb- bono quede negarfi , perchè il moto, che fanno , fa cono- fccre, che vi fono, ma quede di tal piccolezza, eh’ è quafi impoffibileildivifarle, e conofeendofi folo, quando incomin- ciano a invincidirli , ed a feccarfi , non quando fono mor- bidi, e life/. Nei (oli Afcaridi guizzano avanti contorcen- dofi in mezzocerchio. I vermi del Formaggio aneli’ efiì fan- no il filmile , come ofiervò il Sig. Redi , ed io ancora oflèr- vai , i quali non credo , fi pollano mettere nel numero delle Anguille , ne delle Murene, imperocché ho trovato , che giun- ti alla loro dedinata grandezza , s’ incrifalidano , e dopo dal- la Crifalide fcappa una mofehetta fimile a’ fuoi genitori . Così fa il verme chiamato Geometra da Aridotilé , il quale nel camminare forma, come un Comp affo Geometrico, e mi- fura la terra , e le piante , e finalmente diventa Farfalla . Anzi i verrai delle Zanzare nuotanti nelle acque non fanno altro movimento , che il fuddetto , e così tanti altri , ba- dando per ora quedi pochi per far conofeere , che il tor- cerfi in mezzo cerchio, e portarli avanti , è proprio d’al- tri vermi , ne per quedo ceflàno d’ edere vermi .

Ne

nel corpo umano. iip

Ne in tutto è vero ciò , che aggiugne il Sig. Contoli , che i Vermi , quando fono morti , fi fciolgano in corpufcoli della ISlatura del corpo , in cui furono generati , e nutriti , co» me i fermi , che nafcono nel pane morti , e corrotti fi fciolgo- no in particelle , che di farina apparifcono , e così affieno de- gli altri , e dopo porta 1’ efì’empio de’ Vermi delle piante , che fpremuti danno fuor a fugo d' Erbe , ed al contrario dagli .Afearidi fpremuti fi fpigne fiora un fugo bianco , e piu fodo aguifa di cera , lo che moflra pure non effere fermi - Tolto quél nutrimento, che poco fa mangiato da’ vermi , o da’ Bruchi, fi conferva ancora dentro il loro ventricino , non può dirfi con tanta ficurezza, che fclolti moftrino la natura del cor- po, in cui fi fono generati, c del qual fi nutrifeono , poi- ché quello , prima di nutrirgli , è foggetto alle medefime preparazioni , alterazioni , filtrazioni , e cambiamenti , che fa il cibo in tutti quanti gli animali del Mondo : e a’ bruchi, o vermi, che fi nutricano d’ Erbe, caverà prima di fpremergli il Ventricino , o gl’ inteflini pieni delle raedefi- me triturate , troverà , che fpremuti non danno più fuora fugo d’Erbc, ma un’altro d’apparenza, o teflitura diver- fa da quello. Ne conceduto ancora, checiòfofle vero , ba- fìa, per provare diverfità di genere quel fugo bianco caccia- to fuora per fort^x dagli .Afe aridi aguifa di cera , imperocché avendo detto il lodato Scrittore poco avanti , che fi nutri- feono di Linfa , quella riflretta , e concotta ne’ ventricini loro , fi può rafiodare beniffimo in materia bianca , come veggiamo accaderle , fe la poniamo fopra d’un calor tempe- rato , e tantopiiì , fe le mefcoliamo qualche fermento ace- tofo . Oltre di che ha fentito V. P. K. , che anche da Cu- curbitini fortifeeper l’orifizio laterale deferittoun fugo bian- co , il quale pure fcappa qualche volta fuora da Lombrichi ritondi , il che non fa , che fi ripongano nel numero delle Anguille, e delle Alurene.

Nafcono anche quefti dalle loro uova, imperocché vera- mente fchiacciati , o aperti fi veggono in molti col Micro- feopio, come ha parimente offervato il mentovato Signore.

E' qui ancora da notare la diverfità della figura degli Afearidi umani pofta dal ^ Sig. Contoli da quella del Sig. Redi come fi può vedere nella Tavola terza Fig. 6. q. 8. p. IO. , e Tav. 4. fig. 5. , fedelmente colà trafportate , efprimendogli il Sig Contoli , conforme la fua Idea conce- pita aguifa d’ Anguille fenza fibre circolari , e lifcj , e po- jiti , e il Sig. Redi aguifa di vermi colle fuddette , di

H 4 ma-

Ahro impugna^ mento del Sig. Contali .

I verni non mo~ frano la Natu- ra del corpo , in cui fi fono gene- rati , CsSc.

Si fi tigne ì Ar- gomento contro il Sig, Contali .

Si conchiude non ejjere gli Afeari- di della fpe-fie delle Anguille , ma de' Vermi ,

Afearidi nafcono dalle loro uova ,

Di verfitìì fra il Contoli , e il Pe- di .

Tav. 3. Fig. 5. 6. 7. 8. p. IO. Tav. 4. fig. 5.

Figure diverfe degli Afearidi ,

Cagiona di quejle divario trovata dall’ Autore .

Uno gli difegno vivi , l’ altro morti ,

'Lowhrichi rhon- di nafcono anch' ejjì dalle Uova .

Organi della Ge^ neratjone ne’ ver- mi del Corpo it- mano , detti

l.orabrichi .

Let 2'^

Polvere de' no- firi Lombrichi ficn rinafee ne’ Colpi nojfri .

1 20 De ir origine de' Vermi ordinar]

maniera che pajoiio due fpezie di vermi diverfi dalle figure lorodiverfe. Aneli’ io mi fono prefo il diletto d’ ofl'ervargli , c parmi d’ avere trovata la cagione di quefto divario . Pa- jono gli Afearidi Hfcj , e fenza rughe , quando fono vivi , lucidi, e fpalmati d’inteftinale linfa, ma quando morti in- cominciano ad increfparll , c ad invincidirli , allora appa- jono rugoh , c veramente della figura de’ vermi , perlochè

10 penfo , eh’ uno gli delineafie vivi , l’altro morti , dal che fia nata la diverfìtà, non folamcnte delle figure fiiddet- te, ma della loro opinione.

Reftano i Lombrichi ritondi , ffagcllo troppo ordinario dell’età noftra più tenera, e perciò notiflimi ad ogni fem- plice donnìcciuola . Nafeono ancor quelli dalla loro fernen- za , come nafeono tutti , e come abbiamo detto nel primo di quefta Lettera . Non m’ efiendo a defcrivergli , perocché non faprei cofa dire di meglio , dove ha elercitato il fuo nobile talento il Sig. Redi , rimettendomi a quanto ha egli fcritto de’med'cùmi nel fuo ingegnolo Libro tante volte ci- tato Degli animali ‘viventi dentro gli animali viventi . An- no aneli’ elTì i loro organi della generazione , come offer- , mirabilmente defcrifl'e , e difegnò nella Tavola fua x.

11 celebrato Signore, che ho ritrovato coll’apertura de’me- delìmi confacente al vero , dichiarando onninamente falfe tante opinioni degli antichi fpcttanti a certa putrida mate- ria loro generatrice . Anzi poco fi il P. Petronio Infer- miere de*^ Capuccini di Padoa mio difiintillìino amico ni’av- visò , d’ayere offervate le uova in un Verme Interinale ri- tondo , comevederà dalla fua Lettera, eh’ è la fettima po- lla nel fine di quello Libro , non elTcndo fiato men fortu- nato di me , quando trovai quelle dell’Anguilla tanto con- traftate, c ricercate pili volte in vano da celebrati llìmi Scrit- tori di Naturali cofe . Ne mi flupileo punto di quegli , ma d’ alcuni Moderni , che riconolcono ancora la Putredine , o altra amica foftanza oroducitrice di modo , che qualcuno trema a preferivere per rimedio cantra i Vermi , la polvere di altri vermi umani , dubitando , che riiiafcano. Tutta la fcuola antica credette quella favolofa Refurrezione con tan- ta franchezza, che ciò preferivevano colla mano paurofa , e tremante , c le mefcolavano per lo più altri rimcd) , o al- meno dopo fubito davano purganti , per ifcacciàr fuqra i loro cadaveri , e per allicurarlì , che non rinafeefièro dalle loro reliquie , come alcuni buoni vecchi credettero della__» Fenice . Lo fieiTo Etoiuicro , dove tratta De Lumbricis In-^

fan-

nel corpo imam, izi

fantium comanda efpredanientc , fi propinentur y enecantia fi- mul y yd brevi pofl fubjungenda flint purgantia eos expellen^ tia. Jfam licèi fernet enecati fmt , fi tarnen adirne hofpiten-^ tur in corpore , ex eorum corruptione novi exfurgmt Lumbri- ci . Gli aflìcuro io , che cjuando faranno una volta ben morti? non torneranno più a rinafeere, altrimenti la Refur- rezione de’ Morti più non farebbe miracolofa .

Nafeono dunque , e fi fecondano aneli’ effi dal coito , e Kafcotio andr benché ninno gli abbia mai veduti congiunti , perchè ciò effi dal coìto , non pofiono fare , fe non dentro i nofìri intefiini , quando hencle non ve- fiamo fra vivi , nulladimeno per regola generale ciò dob- biamo fupporre , ed anche per analogia de’ Lombrichi ter- cosU Lomhrìdi reftri , i quali tangunt fe ( dice l’Aldovrando ) tantummo- teneflrì , do y plufquam dimidia ferè corporis parte ^ atque ita arde fi- ^

hi invicem aàhcerent , ut nonnifi pedum duriufculo cale atti y & fridione abfifiant . Videtur autem uterquCy cum coeunt , unus ^ p, Lumhricus in medio corporis paulo crafiìor c^teris . Vegga An. 47-

la loro figura, vali della generazione, ventricolo, é intefti- ni nella Tav. 4. fig. 1.2. 3.4. tolti dalla figure del Sig.Redi. Tav. 4-fig-

Ma è tempo, eh’ io levi la noja a V. P. R. di leggere, e L 4- a me di fcriverc . Trafporterò nella feguente Lettera la ri- Promeffia dell' cerca dell’origine de’ vermi foreftieri del noftro corpo, cioè Autore d’ nn al- di quegli , che folamente qualche volta per errore della_- tra Lettera^ Natura fi fanno vedere in noi , e con taroccafione freghe- rò di nuovo la fetida piaga d’ altre falfiffime Storie , dalle quali è ifporcata tutta quanta la Medica , e Naturale Sto- ria . Seguiterò pure ad efaminare altri penfieri del noflro Sig. Andry, che non mi pajono troppo uniformi alla verità Dkhìaraiìone delle cofe , e particolarmente alla Naturale Storia , dichia- dell'Autore. randomi infinitarrìente obbligato al detto celebratiffimo Fran- zefe , perchè mi ha data occafioiie di ubbidirla , di porre in carta molte mie Offervazioni , che per altro peri- vano ofeure, e tacite nelle mie Selve. So , che la profon- yion fono fuper- da di Lei prudenza , non crederà inutili , o fuperflui nella ffie quejle fatì- Medicina quelli miei fudori , come qualcuno malconfiglia- che nella Medi- to fi crede , imperocché Ella fa , che chi non capifee bene ? ma neeej-

la nafeita de’ Vermi umani , non può ne meno con franca

mano medicare gli afflitti da’medefimi , per cura pre- fervati va, per la curativa, apparendo adelfo vani i rime- di centra la Putredine , come Madre de’medefimi , e ridi- colo il guardarli da non ingojar uova , o vermini rimefeo- con/iderafwni . lati co’ cibi , e dimoflrandofi altre cofe affai neceffarie , e che mancanq nell’Arte noftra , come v ed era più diffiifamen-

te

Sfiifa diìl' Au- tore,

* Prcf, ad Vefp.

Ordine , che de- Jìdernva dare a tjuefle Confidera- \ioni .

DeTrift. El. 6.

Hon mancano pero Efempj di (onjìmìlì lette- re .

Candore del ght- di^io dell' Auto- re j opra tutti con indijferenyi ,

1 21 Dell' or ig . de' Vermi ord, nel corpo um.

te nelle altre Lettere , che feguiranno , e particolarmente nella terza, che tratterà della cura de’medefimi.

Refta iolamente il pregarla a compatirmi, fe forfè non-, ho fcritto con tutto quell* ordine rigorofo, che richiede una cola così curiofa , ed ofeura , perchè il pefo , che ho di Pubblico Profdlore in quella celebre Univerfità, il nojolìHi- mo intrigamento della Pratica di Medicina , e tanti altri non leggieri impegni , che fovente mi sforzano a lafciarc fettimane intere oziofa la penna , fono (lati cagione , che fabbrichi quella Lettera con qualche tumulto , e per così dire, a falti , non avendo avuto tempo appena di rilegger- la , non che di limarla , e darle forma migliore . Homines enim fimus , & occupati officiis : Jkbcifivis temporibus iflo—, curamus , dirò con Plinio (a) . Non mi credeva giammai , quando prelì la penna in mano , che dovefle riulcire una Lettera di quella mole , Incominciai con penfìero di finir prello , ne mi fi parò d’ avanti tutta in un colpo quella gran Selva. M’è poi nata , e crefeiuta di giorno m giorno lotto la mano, fenza avvedermi , che tardi , della lua lun- ghezza, e di un’ altr’ ordine , che poteva concepì re , facendo un' Opericciuola , qual quale fi folle , ridotta in Capi , ed in Arti- coli, edillinta, edivifa, fe non con più chiarezza , almen con più comodo de’ Leggitori. Ma la fretta di lervirla fubito, e le Lezioni nuove , che alle fpalle m’incalzano , per lo venturo corlo di Studio da farli fopra la nuova Cattedra di Teorica favoritami dall’alta Munificenza degli Ecccllentillìmi Rifor- matori , non mi permettono il porvi piùmano, gittarla in fafeio, e poi di nuovo rifabbricarla, onde polfo ben dire con Ovidio..

Defuit fcriptis ultima lima meis .

Non mancano però efempj di Naturali Storici , che in Let - tere di quella lorta fi fono diffufi , ed anno, per cosi dire, pafl'eggiato con libertà Filofofica , quello curiolo, e finora negligentemente coltivato campo della gran Madre , fra qua- li mi ferva per tutti, uno de’ primi della noPtra Italia l’ame- nilfimo , e fincerilTimo Sig.Bedi. Gradifca dunque , tal qual’ è, quello sfogo della mia fincerilliina penna , e in un tem- po fìeflb del riverente mio olléquio , c quello candidilfimo giudizio non folamente dell’ Opera del Sig. Andry , ma di quanti finora anno fcritto fopra tal materia , aveindo {li- mato meglio , r ubbidirla Libito , e con qualche tumulto , che tardare a fervi ria , parendomi negar lungamente , come dirle un gran favio. Chi differire lungamente ubbidire \ e le bacio riverentemente le fagre mani &c,

lllu^

IllpiflrìJJìmo j at^iue EmdittJJlmo Viro ^ Concivi fuo plurimùm dcftimando D. Antonio VaU lijherio in Patavino ^Archiiyceo pubi, med. praFl. Profejfori Antonìus Pacchionus F,

TAndem àliqiiandò Illuftrlfljìmi , ac PraecIarifTìmi Lancifii de Liimbrico Lato diflertationem ad Te mitto , ncmpè ut hafce obfervationes accuratiflì- mis Tuis , quas de hoc eodem in publicum es editurus , adneólas , Eas profetìò Tibi citiùs reddidifl’em__» nih labor improbus, quo tantus Vir repctitis in experimen- tìs , prò tam utili, ac neceflario, de Cordis motu , atque de internis ^neuryfmafibtts opere abfolvendo fedulus utitur , mibi , ne illas efflagitarem , juftam injeciflet moram , quam demum rupi, ut Tibi, & univerfzeReipublicae Medicae in- fervirem, Fateor, vix mibi petenti fua , qua folet , maxi- ma humanitate eafdem tradidifTe , coque officiofiùs cum ad Te , qui in iis fingillatim , & nervose laborafii , transfe- réndas novillet , fpcrans videlicet illam fe tecum veritatem dctcxifTe , quae cum una fit , lateatque in profundo , non- nifi à refte inquirentibiis ( quos inter Tu optimus ) inve- nitur : Et quanquam Yir egregius arcana naturae Icrutando adeò praecellat , tamen quàin tenuem fibi ( fapientum mo- re ) quàm vero magnam nobis fìdem adhibeat , ex familiari cjufdem epifiola fatis intelligere potuifìi : Vides igitur , ne fuo buie labori afientemur in pronuncianda aperte de eodem fentcntia noftra, quantoperè nos pofeat . Porrò , qiiod ad me fpeólat , hanc fsepiùs oculis, menteque perfpexi , nec in quo bsfitarem ufquam occurrit , Quantum enim in rebus pbyficis exarainandis didici , difiertationem iftam tum in ex- perimento , tum in rationum pondere undique veritate re- fertam comperi , curiofis certe , dotìifque procul dubio fa- tisfaduram . Sane Tu experimentis diù afiiietus antiquata non tantùm de longiflìmo Lato Lumbrico commenta dele- bis , inexpertofque erudies credulos , verum meliùs , quàm ipfe ego, acre tuum de novo hoc intefìinalium polyporum argumento judicium ferre poteris , & num , ut arbitror , prselo dignè mandar! poflit ; Si rei momentuin Ambo atti- geritis , veritatem de fubjedo uno , tempore eodem , &

modo

124

modo rcpertam videbit orbis à Viris ctiam locorum diftan- tia fejundis, &, quod prae caeteris intereft , in inquìrendò maxime periti? , quod noflro prsefertim aevo in Clariflìmis Malpighio Italo , & Grevvio Anglo de plantarum anatome lìmilia, pariterquc vera fcribcntibiis , fuìmus admirati . In- terim ne ingentem expeótationem meam videndi utramque , tuam nempe , & Illuftrillimi Lancifii^ difceptationem diù falla?, vehemcnter tc rogo. Vale.

fi.

Datwm Romse Idibus Februarli 1708,

eh*

Clarìffìmo Viro D,D. ^Antonio Pacchiom Jo: Maria Lancìfius S* F\

ETfi famitiares quafdam dìflertationes ex obfcuro I privatoque loco in publicam lucem tradiicere bue ufquc fogerim , ac piane refbrmidarira : tàmen non poflum non confiteri , cutnolari me maximò gaudio , quòd nunc à Te poftuler , obfervatura ne , fcri- ptumque aliquid pénès me fit de longiflìmo, latoque intefti- norum , ut putant , verme ; Cùm Vir doftìflìmus ^ atque eruditiffimus Vallifncrius iilud cupiat ad obfervationes fuas , cedro dignas, attexere. Hoc cquidem facere, rebus meis ^ prxcipuè curfim exaratis , valdè diffidens , omninò negarem , nifi gloriofum mihi futurum cenferem I quod honeftum fiiic Agamemnoni Regum Regi , ut ex Homero fcripfit Cicero J habere aliquem in confiliis eapiundis Neftorem . idcircò lege epiflolarem hanc de inteftìnorum polypìs diflertatìoncrti tibi mitto, ut duos, ninvirùm Te, ac D. Vallifiierium Ne- Rores habeam , quorum fpedatiffimz fidei , acutseque inge- niorum aciei mearum mendas pàginarum tutti videndas , tiun veftra potiflìmùm utriufque litura corrigendas , ut Amico- rum eft, libcntifiSmè trado. Fac Tu primùm , ne fpe bona me depellas, &, dum alios in valetudine conferyàs , Tc^ ipfum quoque, mi Pacchione, cuftodias. Vale.

Datum ex ^dib. Vaticàn. Non. PéC€’m^ MDCCVIR’

I2(J

llbijirìjjimo ^ atque Ertiditìfflmo Viro ^/ir~ chiaPro Pontificio Jo: Ma: Lancifto Jo: Domìnicus Bianciardus S, P.

DO^iflìmae non minùs , quim humaniflimae rcC= ponfiones tua ad mcatn de ovulis , ac vermibus , in pane repertis , epLftoIam , Te minimè affi- ciendura 'taedio promittunt , Vir Illuftriflime i fi nova eju/Herti indolis pignora libi niinc exhibere confido .

Foemina , recenter nupta , habitus gracilis , nullo pras paupertate in viftus ratione fervato ordine , febri corripie- batur cum crufta alba , ac tenaci per totam fauclum con~ camerationem . Febri acceflit dolor lateris , ad ventriculi fi. tum dercendens , /pirnndi difiìcultas, tuflìs molefia , jdeni- <jue fputum cmentum . Ad iftius curationem vocatus , fi« gnorum fyndrome. flatlm confiderata , non dubitayi , quin , cum morbus pleuritis Videretur , antepleuritica poftularet . Verùm , pcffimo id confilio peradum eft .. Subinde namque Mulier adeò ladebatur , ut ferè nullam propriae falutis fpem nobis promitteret. At vero , iis ita ftantibus , acidus bali- tus' , ab .^grae ore fluens , me de vermium exiftcntia com- monefecit. Exhibitis itaque fyr. florum perfic: , aliifque ver- mifugis , eadem per alvum excrevit ( quod ipfe alias nun- quam vidi ) corpus album , longiflimum , comprefìTura-, y crebrifque quali internodiis difcriminatum > una cum qui- bufdam lumbricis de natura teretum . Atque poli hujufmodi evacuationem dolor, tullìs , ac febris illicò ledata fune.

Deferipti jàin longillinii corporis ( quod pracipuum , 8c dolofiffimum morbi audorem fuifle evincit , nifallor, fym- ptomatum poli illius exeretionem evanefeentia ) portionem quandam, quàm folam prx afiidentium incuria ^integram ha- berc potui, Tibi mieto confiderandam , Vir Illuftriflìme j fperans fiore , ut novum inde philofiophàndi argumentnm . accipias , mihique per otium reficribas , nùm. idem corpus, ut ipfe puto , unicus , longiffimufique vermis de cucurbiti- norum genere dicendum fit . Qiiod fi vero aliter judicave- ris , ea , qua fioles , benignitatc , candori junda , fententiam tuam ad meam eruditionem ediffere. Vale.

f’iro

Datum Tuficuli 20. Jutii MDCCIV.

127

Viro SttidiofilJìmo Z>. D, Jo: Dominko Bìmcìardi jo: M, Lancifius S, P.

CUm accìpìam Te éfle folicitum , quid ipfè judicem

de corporibus illis , quae per feceflum defcripta »

Mulier excrevit , ca Tibi dicenda putavi , quae mihi reperita obfervatio , adftipulante ratione , fuggeffit . Porrò , ut ipfè certum , fìrmumque infcitiae ar- gumentum praeberem ,^fì detrufos teretes lumbricos negarem Fuifle vermes ; ita fané levis eflèm corde , fi citò crederem , corpus illud lon^iflìmum , quod interdum per alvutn dejici- tur, tmìcum vermem componete , atque coagmentare . Di- fcrucior herclc animi confiderans fragmentum duntaxat ad nos tranfmiflum , abruptum fuifle ex eo multo longiori , quod a tufculana foemina per fedenì rejeélum fuit : fieri enim potefl , ut ipfe meo in opere fruftratus tibi nunc videar , fi affirmavero , illiid folis fìlamentofis fibris , nullis verò "vitac orgariis me intùs, forifque compagtnatum, (ut re ipfa coij- tigit ) invenifle j Se maerens profetò àdhuc dolcrem , nifi ex- perimenta fuccurrerent , per me alias fatìa , in confimilibus corporibus procerioribiis , qux tu femel animadvertifti j haec fiquidem integra, ac rccens emifla , cum aliquando luftratus fuerim , depréhendi , ex concrefcibili fucco majori ex parte apud inteftina ('quemadmodumpolypi in corde , atque arte, riis ) conglutinari . Illud utìque inficiari non poflum , mu- cofis’hifce, ac fìlamentofis partibus non rarò cucurbitinos ver- mes (ut olim obfervavit etiam Hieronymus Gabucinus) ad- mifeeri . Sed a retìa ratione detorquet quifquis arbitratur longiflimam hanc teniam , ( qua voce Plinius , Marcellus , _

ac Platerus in irto cafu appoiìtè utuntur ) unicum vermem compaginare , qui fcilicet intra duodenum , vel jefunum lo- cato capite, perque caetera inteftina produco corpore, cau- dam deniq^ue in fine coli, aut principio rcéli detineat.

Ncque lane me ab oculari experimento abalienare valer , vel ipfe magnus Hip. {a) ^ qui meminit lati cujufdam ver- a demorb.n.i-j. mis , longitudinis trium cubitorum , in puerorum ìnteftinis adolefcentis j vel dodiflìmus Sennertus (^) , qui plurimas ^ collegit hiftorias longiffimorum per alvum dejedorum ver- pan.' z.' febì. i. mium, quorum externam faciemappofito etiam icone , de- cap. $. fcribit , vel tandem Amatus , Rondeletius , aut Foreftus , qui hotura capita vermium variis figiiris infignita fe oblèr-

vafte

a »’« bum.

128

vafle inemoriae tradiderunt j ubi enìin non foHs rérilni cor- ticibus fides eft adhibenda , fed eas mediillitus introfpicere oportet^ cùm eafdem aliter conflitiitas , quàm oUin a mul- tis judicatum fuerit , detegimus , fapientìs erit mutare con- filium, quod faepe idem ingenuus mutavit Hip. , qui , fe a, liquando deceptum fuifle, candide fateti non eriibuit.

Duo autem prascipua flint argumenta , quse nos movent., ut iuficiemur , corpora base folidiufcula , quadrtóntà , vel quinquaginta palmos longa, unius duntaxat infedi conflàre naturam .

Priùs enim fi deferiptum corpus conflitneret unicum ver- mem , proculdubio tubulos haberet ac vifccra , per longuin difiributa , & prae omnibus longiffimam fpinam , a capite ad caudam exporredam , quae omnia immutabili , jBternaqué lege , fibi femper fimilis , natura tàm bombyei , quàm reli- quis infedis generofa largitur . Quis autem vidit unquatn hujufmodi vifeera , & adeo longè produdam fpinam in cx- pofitis corporibus , quorum internum ftatum ipfe & folus , & cum Amicis ad cu Itri examen ffuftra revocavi , nudos dun- taxat vermes cucurbitinos fiepe intcrmixtos offendens

Neque tamen hadenus vacavit , ut inquircre potuerimus in minutam ftruduram cucurbitinorum vermium , qui ple- runque tjenias iftas numerofiflìmi hofpitantur. Veniet forte fedulus, dodufque natura rufpator, qui (prxter ea , qua: eptf, pofi~ ccleber. Malpigli. (<z) poli fua fata nobis reliquit ) hanc zootomia; partem viriliter tradare adnitetur.

Altcrum deinde argumentum deducitur ex analogia ilio- rum infedorum , qu2B extra animalium corpora paflìm na- feuntur, quorum nullum, quantùm feiam , invenitur, quod fex, odo, autdecem palmorum longitudinem excedat . Pe- to mine a Te, fludiofillìme Vir , qui fieri poteft , ut ver- mes intra animalium corpora ( quae quantula pars funt or- bisf) quadruplo, aut quintuplo longtores nafeantur ? Cum enim fluidum animale ex cerebro , & fpinali medulla in fin- gulas mufculàres membranas , ac fibras ufque in caudam , prò motu, ac fenfu impertiendis, etiam apud infeda pellen- dum fit ,* certe in tàm molli , & ofl'eis vedibus deftitut!i_, machina, qualiseft vermis, ncque inefl'e, neque fortè men- te concipl poteft vis, ac potentia , quae fatis fit ad truden- duni hujufmodi liquidum , & fuperandas multiplices occur- reutes refiftentias ad ufque metam 40. aut 50. palmorum .

An vero talis detur cucurbitinorum vermium nexus , ac vcluti concatenatio , qu« oblongum non re , fed fpecie fi-

durn

ftum animai prasfeferat , ut mìhi hujus exemplum corporis huc ufque videre non licuit , ita animus ad negandum non fufficit , quin contea pronus eft cum Benivenio , ac Fiate- rò aderedendum daripoffe latos vermes, qui inter fe itajun- gantur, ac mordicus cohsereant , ut minùs videntibus uni- cum longum vermem coniiituere videantur.

Quod fi Tu objicias , in fragmentis horum corporum mo- tum aliquem aliquando fuide obfervatum j non idcircò unius vermis vitamdeducendam edereponam: iftiufmodi enim com- motio, mea quidem fententia , vel minìmis intermixtis ad- huc viventibus infedis , periftalticè agitatis , accepta refè- renda efl ; vel debetur cuidam undofe trepidationi , quam liibit molle , atquc oblongum corpus, cum repentè fupra plà- num aliquod projicitur , priufquam omnes illius partes gra- vitatis centrum inveniant , atque immobiles teneant j quse fané trepìdatio minùs pcritis inteftinaj motionis fpeciem fa- cile poteft imponere.

Poli haec, an quseres, mi Bianciarde, unde nam concre- fcibilis huraoris vena apud mulierem , per te deferì ptam , fiierit fuppeditata ? Exhibuit illa lane ftatim atque febricita- re eppit , fatis clara illius originis indicia in ore , & fauci- bus , albo, tenacique ficco obduótis . Scilicet faiSum puto, Ut, quemadmodumcx noxiis, vifcofifque^aiimentis, intra lan- guinem advedis, per glandulas palatinas , Jingute, 8c fau- cium vifcidulus humor depluere , & concrefeere potuit , ita per ftomachi , atque inteftinorum glandulas ( qus propter texturae continuatìonem forores adenarum faucium habentur ) confimiiis tenax fubftantia fecreia fuerit , quae propter mo- ram, &febrilem fibinde calorem ulteriùs coaóla prò loci ge- nio in oblongam illam taeniam , admixtis fortè vermium ovu« lis , fuerit modificata .

Lenta autem Lymphs ad hanc longitudinem accretio in- tra cavitatem inteftinorum tripliciter , quantum huc ufque mihi innotuit , folet contingere . Primo quidem cum gelati- nofa, ut ita loquar, teneraque fubftantia univerfam ipforum internam fuperficiem lerè undequaque incruftat j qux quidem paulatim conglutinatur apudexcolores , diù febricitantes, ac fere cachedicos ; cujus fortè indolis fiiifi'e fulpicamur corpus illud , album, longum, & continuatum , quod celeb. Lip- fius poft gravem , contumacemque morbum per inferiora de- jiecit , & de quo proinde Heurnius converfus ad Lipfium ai t - Erpice troph^a de tuo morbo .

Hoc vero excitatus exemplo recordor, me vidifie pneros,

I qui

1.^0

qui palilo poli abfolutam la^ationeni ex alvo detmferunt materiam albàm, concrctam, infignifque longitudinis, exfi- brofa ladis parte prodiidara , quas licèt a mulierculis prò unico verme haberetur , interius tamen luftrata non folum inanimis , fed omnium ctiam vilcerum expers a nobis inven- ta fuitj nidum utique oyulorum, verraiumque veluti cloa- cam prseberc poteft , ut in recenti cafeo paflìm fieri vi- demus.

Altero deinde modo polypeam iftìus Lymphx accrctioncra apud inteftina non raro contingere animadvertimus in dy- fentcricis, quorum colon, propter fccretioncm , fluxumque erodentium ichorum, alcèexefum admittere cogitur perlon- gum quali fulcutn, intra quem, cum praecipuè reconvalitu- rus eft ^ger , ténax humor congeritur , & coalefcit in cor- pus teres , Sr oblongum , quod tandem per podicem excer- nitur longitudinis trium , aut quàtuor palmorum , ut pri- mùm ipfe vidi triginta fere ab bine annisin Mercatore quo- dam , nomine Jo/eph Zattelló , quem una cum Amico D. Dominico de Marinis, qui tunc crat inter vivos , dyfente- ria laborantem curabamus , & cujus idem poftea memiiiit (^) Marinus in diflertatione quàdam typis edita. y^rut>/a a Capuc- Tandem hujus fanns polypi m corponbus male nutritis , (ino Pifauri per felfilcmque vitam ducentibus , cujus potillìmum generis funt urinam excreta foemins hebr^sE , fenfim conglutinantur , & cum plùs jufto P^i.- 17- aut glutinofi , aut ponderoll evadunt, eum apud inteftina fi-

tum fibi conciliant , qui óritur ex adhxfionis neceflitate, vel propria refpediva gravitate ad contentum chylum , aerem , ac feces . Hujus quidem indolis fuilTe fufpicor corpus a Te obfervatum in foemina Tufculana . Habet cnim longillìmiis hic polypus praeter contentos cucurbitinos vcrmes uno in latere paulò concavam, feu comprelfam figurami altero ve- ro connexam , quo fané per totam ferè longitudinem qui* bufdam aequalibus , aut inxqualibus interfeiftionibus , geni- culorum inftar plerumque infculptus occurrit .

Iftorum vero géniculornm originem tribuendam rcor, non quidem intcrfeftionibus , feu quali mufciilaribus articulis u- nius duntaxat vermis ( ut multi perperam putariint ) , fed , partim hic illic intermixtis cucurbitinis vermibus , partim | etiam graphics pene dixerim imprellìoni , fads fupra lento- j' fiuidam fubftantiam a regulari , aut irregulari motu , ac fi- j; gura ipforum inteftinorum, quibus eo latere teoaciter poly- pus adhsrefcit. Etenim, quemadmodum tantiim poteft ma- re , ut fluidis fuis iindis veftigia squidiftantia itus, rèdituf-

ut totidem genicula, In arenofo litore defcribat: quid vetat , quin ipTum quoque inteftinum periftaltici fui motus véftigia mollibus iftis corporibas ad cafdem leges valcat im» primcrc ?

' Nunquam vero per alvum deturbari poteft ullus prsedi- doriim polyporum , quin tollatur cohsefio , qus intercedit iitrafqiie inter polypi, atque interini fuperficies . Ncque ea- dem rolli poteft, nifi cimi mercurialis folventis, aut amari^ cantis pharmaci vi , vel etiam fponte vehcmentiori reddito periftaltico raotu , difcerpuntur vincula coha:fionis , undc me- dia excuflìone hujuflnodi polypi feliciter excluduntur.

Quod vero in Tufculana foemina poft alvinam excretio- nem tàm fpuria picuritis , quàm estera prava , qus vexa- bant fymptomata penitus, lubitoque ceffaverint: Hoc qui- dem non debetur exclufioni longifUmi corporis , fed tere- tium vermium, quos revera Stfebresmali moris, & potif- fìmum pfeudopleuritidcs ìnterdum excitare non ipfe folùm , fed omnes ferè Praiftici identidem obfervarunt.

Habes itaque, mi Bianciarde, unde concludas, naturam nobifeum diverfarum rerum imaginibus ludere, quibus prò- fc<5tò , nifi nos jundis fenfuum , rationifque viribus ad fe- yerum exaracn cafdem revocemus , turpiter illudimur . Tu fruere iis, quse in re tàm ardua cum aliquafpe deteds ve- ritatis tibi dicenda duximus j nullafque interim tuis compe- des cogitationibus injicientcs amicè jubemus, ut pari dein- ceps philofophica liberiate, refpondendo, utaris. Vale.

Datum Roma Kal. Augufii MDCCIV.

I

3

iSZ

Joamìs Bciptìftce Morgagni ForoUvìenfts Phi- lofopht , & Medici ex Inclyta N. C. Sac, l{gm. ImPerii Mcademia^, Ò" c^t. ad ^4nto- nìum Valli fnerium ex Nobìlìbus de Valli jneria Cccfareì ejMfdem Collegii^ Pygìxque Londinen>- Jìs focie tati s fodalem , & cyt. & J heoricam Medkìnam Patavii puhìkè profitentem

EPISTOLA.

I. Uòd feriùs ad Te mittain atteram Lancifii

a % IlIuflrifTimi Viri de Lumbrico Lato Difler-

^ » tationem ,, duabus de caufis fadum eft .

Nam qui libenter apud tc legerùn illam_# ejus primam in rem eaodem Difceptatìonem, qux cura eft lui, imo uoftri Antonii Pacchioni Clarifilmi Homlnis ad te aliata , multò libentiùs hanc legi alteram. Zi relegi, quàm tmccum ipfe Author voluit , ut eft erga me fummè hivma- nus j Se perbenignus , communicare . Qua in Dìflertatione cùm illa me tenuerunt, quse in fcriptis cfteris Viri Celeber- rimi tenere folcnt , quòd in tantls ejus occupationibus fic prxclarè tamen , fic copiose , & doiftè confcripta fit , tum ìHud mirificè me illcxit , quòd in ea , fuper Lati Vermis natura , non quod Medicorum prope omnium confenfus do- cet, fed quod anacome , quod ratio , & major veri fimili- tudo , confirmctur . Lofi more, inftitutoque Majores itti voluiflent in tot aliis, quaede reliquis etiam Vermibus mi- rifica, & fingularia tradidcre, num piftas, Ornatillime An- toni , Scriptorem ex illis gravem , & diligentem ( «t modò a Spìgeìius dr c£teros praetermittàm ) feriò fuiffe ceftaturum , {a) fe qua- Lwnbrko Lato tuor lumbricos tcretes fpithamas unius longitudine in ipfo tronco \enz poi ts comperine , quo fcilicet per angufta ve- narum mefaraicarum orificia ex inteftinis ufque ohm , ut ipfe arbitrabatur , prorepferant , eofqiie fe Clarillìmo Viro Prsceptori fuo monftrafle , hunc autem poflero dìe in publi-^ co Theatro anatomico omnibus Medicina Do6iorìbus , & Stu- diofts prò miraculo afpiciendos propofuijje ? Tales ego vermes ( fi vermes forent ) in nulla non vena , arteriave reperif- fem 5 quin & in prsecordiis qiiorundam cquorutn multipc-

des

dcs laccrtas vidiilem ; nam 8c viclebantiir , neqile deerant,' qui de abdito equorum morbo , & fubito interìtu earum morfus caufarentur . Qiiantum itaque Malpighio debemus , aliifque folertibus, qui de Cordi,% polypo fcripferunt , Viris , vcl quantum tibi, qui, ficut es Naturalis Htftorias Conful- tiflìmus , quEE in quibus locis vivere aoimantia nequeant , docere (oles , quòd à faifisvaforum fanguinis yermibus non fallamur ; tantum pofìhac Lancifio dcbebimus , quòd à ver- juifotmibus inteftinorum polypis non ampliùs decipiemiir.

If. Ncque verò nos foUìm Medici, qui rerum nempe na- turam ex hac parte meliùs fcrutati, pofìTumus idcircò majo- rcs Medici, ut Celfus {a) quidem arbitratur, exiftere, fed aegri quoque Lancifio debent, quibus videlicet ob eam rem medicinam fieri multò aptiùs polle , fcio Te , & Medicos plerofque alios certis de caufis non dubitare . Quibus ani- aiadverti caufis hanc etiam addi rationem pofie , quòd fi quis modò aliquam dejiciat cjufmodi Fafciam , & nihii in ea fit, quod vermis caudam , vcl caput vel cxtremam cer- te utramque partem reprajfentet , nunc quidem non eft pro- fetò nccellarium , sgrum propterea terreri , aut valéntiore medicina vexari, qua fcilicet relifi-s intiìs lumbrici partes eji- ciantur; quod utrumquc fieri necefle erat , cùm Fafcia cer- ti generis animai , certaquc formas , non concrcfcens fortui- to corpus, elle credebatur . Q_uo etiam tempore Medici (Z>) non deerant nobilillimi, qui Fafeiarum aliquot latitudine cum longitudine earum collata , ex ea, quam inveneranc , proportione , hujus pofleà exerette Fafcite , vel illius latitu- dine infpeòla , quanta pars intus rel^itifiet , colligere doce- rent , ex hoc verò , quanta pbarmacorum vi eas oporteret reliquias ex Inteftìnis deturbare, feitè illi quidem, & inge- niosè , fed non fine sgrotantium pcriculo , certè non fine moleftia , quse ut elle fupervacanea , ut non habere ufum pollìt , nunc arguere ex Tuis , & Lancifii Dillertationibus li cebi t .

III. Hìc inquies-; Tu ergo prseter polypofa ejufinodi cor- pora alios Latos Vermes agnofeis nullos ? vel nihii ea te movent , qus pallìm apud Medicos Authores fuper Latis Vermibus fcripta inveniuntur , quare non quidem inanimi , fedjmotu, vitaque prsediti crcdendi fint.^ Ego verò, Antoni Dodiflime , primùm illnd feire me fateor , fuper natura_. Lati Lumbrici fententias circumferri potilTimùm duas , vel quòd is vermis unus fit , vel quòd leries fit vermiculorum catenatim intcr fe cohsrentium ; quarum fententiarum .fiditi

I 3

a Tìe Mei. in Pr^fai.

h Spigelius .leto citato .

a Idsm ibid.Cap. 7. «b' 15.

h num. i"J. c libro citato. Confer dilìgen- ter cum Cap. 17. Caput 7. ìmprimis .

d Ibid. Cap. 1 j. 6” 14.

^34

priuiam longc aliam effe , atque alteram agnofeo, ita !on- aliud de lue, atque illa & ipfe fentio , & te arbitrar lentire . De Lato igitur imo Verme pluies quidem -cxtant obfervationes , fed qujB paii^jm ab ejufmodi Authoribus ha- bits flint, quorum imperiti oculi fuperiorem uteri cervicem à vagina , & qusE flint fimilia , difeernere , nedum vermis an imus fit , anne plurimorum feries , internofeere non va- Icnt j partim vero ita proponuntur , quantum ego quidem Icgi , &• in prsefentia memoria teneo , uti ex earum legio- ne id colligere ncceffe non fit , quod ab earum Scriptoribus intenditur , eos & vermes , éc vermes fimplices , non vero pluribiis coagmentatos , extitifle . Multa enim eorum, qiiae afferri folent , quamobrem & vermes , & vermes fimplices fuifle videantur , cùm per Lancifium ojftenduntur vel poly- po , vel intermixtis etiam polypo vermiculis convenire, tum vero idem proclive efl; & de illis confìrmare , & de aliis infijpcr, offendere quae inrem eandem proferri poffent: quo in numero praefertim funt {a) fonitus natantis quafi pifcis , & cauda aquam diverberantis cminus quoque de ventre se- grorum exauditus , manu aiitem ventri impofita perceptus ìnotus ficuti foetus in utero condii fi , exeuntis denique Fa- feise , jamque adeò dimidii cubiti longitudine extra inteftina propendentis faefta eodem, linde prodierat , reverfio,quod ta- men fadum quamvis Hippocrates indicaverit , vel fatiùs quicunque illc fuit, qui librum de Morbis quartum {b) con- fcripfit , Spigelius (e) quidem ab fe vifum tradidiffet con- ftanter vellem , non vero alibi ab fe vifum, alibi àquadam muliercula narratum , Earum itaque rerum caufaj afferri tot pofftint , Bc tam diverfae , five intus concluforum flatiium motui , five motui inverfo convulfornm inteftinorum , five demum cohaerentium ventriculortim feriei id omne placeat affignari , nihil ut cogat , vel vivum propterea , vel unum certe Inmbricum agnofeere. Qiiod porrò addit Spigelius (d) ^ ejus Fafcis partem. acetario (iimpto dejcflam effe , itemque ab efu acetati i Fafci* ejufdcm f ruffa depelli annis infequen- tibus confueviffe , id vero neceffe non eff: faftum dicere, propterea quòd acetum lumbricis , ut indicatum eff; à Majo- ribus, adverfetur , cùm acidi liquoris fpicula , calore prae- fertimada, & concitata, polypofa queant corpora perrum- pere , atque diffolvere , quod commodùm. ab Lancifio in__ bac, quarn mirto, Differtatione pofitum eft.j IV. Etfi vero ita ego fentio , Latos plerofque Lumbri- cos aut non veros , aut non fimplices vermes exiffere , ca- ve

ve tamcn credas , Vir Clariffimc , fieri mco judicio non_j, pofle , ut Latus aiiquis Lumbricus, cjui verus, idemque unus lìt, inveniatur. Nam ncque eft quidquam, quod me ita co- gac exilìimare , & certos quofdam planos^ ac oblongos Ver- mcs quandoque in Canibus notavi : quorum Vermium quo- niam te fcio defcriptionem expetere , hanc verbis quàm poterò pauciflìmis adfcribam . Itaque intra Canum inteftina corpora obfèrvavi quadam , fubftantia flexili quidem , fed denfa. Se compadla, iavia, albida, cxanguia, palmum cir- citer longa, digiti auricularis dimidium Jata , crafla autem perparum , fed qua etiam parte latiora funt, teniiia , pla- na , comprefla . Sunt nainque in medio latiora ; utrinque autem magis magifque quò propiora extremis fiunt , exte- nuantur fic ut in acumen quali definant . Lateris utriufque ora crebris efl , ac paribus utrinque incifuris fulcata, reliciis inteivallis majoribus , qui corpora latiora funt, ininoribus, qua extenuantur , idque tam certa lege, atque ordine , ut cùm quodvis corpus plurimorum quali triangulorum fcries elle videatur, quorum Ut apex lingulorum , fingulorum bali commillus, quodvis certillimè triangulum quanto majus eft, tanto latiori corporum parti , quanto minus , tanto extremis proximius lìt Qiiamobrem fi per notam aliquam , Se vul- gatam lumbricorum imaginem hsec velim corpora, qualia, fint monftrare , & ob oculos ponere , non per aliam facete id aptiùs pollim , ac per eam parvulara, quam ex Cornelio Gemma Spigelius (a), ex Spigelio autem, cum alia infupcr imagine , rebufque perpluribus , Sennertus (b) defcriplit . Cura qua tamen imaguncula nolim putes ea corpora ex o- mni parte convenire , multò mimìs haec fcriem effe vermi- culorum intcr fe coh^rentium , aut elle denique non lum- bricos, fed polypos. Nam ncque ufpiam mihi corpus quod- quam tara elle unum vifum eft , quàm htec corpora vifa funt ; & quamvis viva ea , & fe moventia invenire adhuc non potuerim , plures tamen , eaque graves funt caufae , quamobrem effe polypos , non exiftimem . Primùm quòd catelius in quo illa primo obfèrvavi , cùm incredibili qua- dam lìti, & fame correptus , iteratis demum fubitis quibuf- dam paroxyfmis , & veluti animte defeéfionibus ( qua funt fané omnia inter vermium notas ) peremptus cfl’et , mihi illius vifeera , & orane corpus quàm potiti diligenter fcru- tant! prseter ingentem eorum corporum in tenuibus inteftì- nis congeriem , aliud mali exhibuit nihil . Prsterea conftans ille otdo, atque certiflìmus , quo Se incifur^, Se intervalla

I 4 difpo-

a libro citato b PraFl. L. ^ P.Z.f.l, Cap.^.

difponuntur , & in fingulis corporibus peculiaris cadérne conformatio non motui quidem inteftinorum periftàltico , non interioribus eomm anfraftibus , qucmadraodum incer- ta , rudis , & penè informis Fafciaium plurium adumbra- tio, fatis refiè , fi quid ego bìc judico , allignati pofTent. Quae enim certa , & confiantia funt , ea ecrtam quoque , de conftantem habere caufam necefl’e cfìj caufae autem pró- latoe dux yel recrémentis praefertim durioribus ìnterlabenti- bus, vel polipofis aliis corporibus inter jeótis , dici non pót- eft , quàm crebro queant fruftràri , & quàm facile prohi- bcri , quò minùs eadein lege, atque ordine deferibant & in- cifuras, & intervalla, &r definitum versùs corporum utrum- qiie caput latitudinis decrementum , caque non modo ex uno corporum latcre, fed paricer, &: convenienter ex utro- que , non modo aliquot in corporibus , fed in univerfis , non modo uno in cane, fed in cuikSìs j nam certe in ciin- élis , quotquot fcilicet ea corpora inefie vidi , confimillima cbfervavi . Qiribus omnibus de caufis , aut ego quidem_. pliirimùin fallor, aut nihil vero proxiniius efl: , quàm quòd ea corpora certa eadem , Se pra;fmita ratioiae , qua Lumbrict quoque ccteri , pronafeantur .

V. Hac ut rudia fint , & imperfccta , tamen , qiioniam tibi placuit ut haberes , morein gefii , & fcriptitavi , quidem fegniùs , quò minùs digna videbantur, quse in tuas maniis pervenirent . Hxc enim ( ut ad initium revcrtar-) altera mihi caufa extitit fèriiìs mittendi cgreglam Lancifii Diifertationem quacum fcripferas fcilicet , te fuper bis re- bus quas tecum Pataviì locutus eram , longas à me literas expectare. Tu primum da operam, ut valcas, deinde , ne Diflertationes Laudatiffimi Viri , nc tuas Vermium expe- élatiffimas obfervationcs diutiùs publicae invidere militati- videaris .

Dabam Veneti i 3 proilridic Cai. Septembris M. DCC^ Vili.

Sta-

Studiofiffìmo uìro D, "Job. Domìnko Bìanc'uirdo Job. Ma. Lancijms S. P.

QUanquam ingeniorum aegritudines ti'un vi , tùm numero forte fuperent corporis morbos , duae ta- men prae omnibus perniciofs apud bonarum ar- tium cultores, mea qutdcm fentcntia, decernen- dsB fe fiftunt , quippèqus, virtiitis quafi fpeciem indura, animabiis altiùs infigi , ac difKciliùs evelli pofie videntur . Altera, quae urbanitatem foris redolet, feryilis illa eft men- tis focordia , per quam aliorum jurantes in verbis , fplen- didanon minùs, quàm certa rerum naturalium tentamina ad obfcuram , fallàceraque hominum fidemfopè dàmnamus. Al- tera è contrario , quae generofam vim mentis refert , fuper- ba qusedam eli humani genii prurigo, per quam aliorum in- venta, contradicendi duntaxat fludio ad examen re vocantes-, ita fcalpendo traélamus , ut perpetuò detreélemus . O nos miferos , qui non cernimus, utraque via nofmetipfos turpil- lìmè prodere ! Sed neutro ccrtè vitio candidum fimùl , atque acre ingenium tuum laborare, Virornatillìme, abiindè, diù- que ex multiplicibus intellexi, tecumhabitis epiftolaribus dif- fertationibus, in quibus te non diligere folùm, fed ipfam a- mare, atque ardentidìmè veritatem deperire , palàm often- diftiy idcircò, dùm quaedam objedtas argumenta contri la- tam a me fententiam de longiffimo intellinorum cucurbitino credito verme , id facis , puto , ne noflro filentio torpeanc ingeniaj ignem enim nullum exeufleris , fi pyriten molliter tracìaveris . Ingeniofa profedò funt , quje tua in refponfio- ne commemoràs, nos tamen a praeconcepta opinione ne la- tum quidem unguem valent revocare . Ubi enim expenden- da res circa autopfiam tota verfatur , frufirà ad folius ra- tionis tribunal exigitur ; cum fingulae rationes non omni- bus, fed cértis congruant experimentis , quo fit , ut fxpè, quod uno in cafu vere penfum rationis implet , nudum in_. altero fit fophifma . In feientiis pradicis , mi Bianciarde , atque in ipfa potiflTimùm Arte medica per fenfus , ratione.^ dudos , perpetuò quarenda , nunquam per ambages exeogi- tanda hypothefis. Cum igitur hadenùs mihi conftiterit, ob- longa adeò per fedem deturbata corpora vifeeribus , ac fpi- nali potiffimùm medulla , quibus unus , atque integer vermis conttituitur , deftUuta fuilTe , ut polvpeas tantummodò fi-

^3^

bras ex concreto imicilagineo corporé, admixtis interdum cu- CLirbitinis vermibiis exhibuifle , procul dubio , ni(i Tu con- trarium aperte per experimenta demonftraveris , nullius c- runt momenti conjeóÌLirse omnes , quotquot aut congeris ^ aut potcris in contrariurn congerere .

Porrò mihi fuccenferi minime debebis , fi, cum inficiar! non aufim, immò ultrò concedam , dari latos vermes figura , & mole cucurbita feminibus fitniics , ac plerunque xquales ; illiid folummodò a veritate alienum arbitraverim , longillìma corpora , qusB mine taeniae ad modum depreda , mine cylin- dricam figuram fortita utroyis modo inteftinorum plerunque longitudinem aqiiant , fub unius infetìi ordine comprehenden- da e(Te negaverim . Ha;c enim corpora ( quidqiiid aliis con- tigerit) nullum commune , feu à capite ad cauclam propaga- tum, vitae orgamim mihi unquam oftenderunt. Atnemoefl:, qui nefeiat, hujufmodi organa in vcris, in fedii s , aliifque re- ptilibus fibi invicem mira lirudìura , mirandoqiie ordine , ac nexu eleganter diftributa inveniri j qu^e fané , fi in oblongis hujufmodi inteftinorum corporibus reperirentur , quifque vel lippus facile intueretur. Hujusipfe defedius vifeerum in pr^- didis tseniis teftis fum , qui, ut alias retuli, iftius rei peri- culum fadlurus, non femèl manum operi admovi, fed irrito, femper conati! fimùl , ac defiderio..

Etquanquam in molli bac inteftinorum lorica AmatusLu- fitanus verrucofum , llondeletius oblongum, & parvum , de- nique Foreftus in mucronem , tanquam (ubulam , turbina- timi caput fe obfervalTe commemorent , ii quidèm de exter- na diintaxat figura intelligendi fimt, qiiag, velcafu, vel per abruptionem , feiftionemque illitis corporis produdla , magnis ctiam Viris , oblongi vermis opinione prtroccupatis , potuit imponcre .

Album aiitcm illud corpus , longitiidinem circitcr intefti- norum adxquans , inter vermes, nequaquam elle recenfendura , non iple primus affìrmo, fed, pra;ter Gabucinum , exprefsè quoque docuit Platerus , qui illud, redìiùs tteniam inteftino- rum, quam lumbricum latum appellavit. Qiiod fi verò Au- dtores iftiper fimplicem externum intuitum , quo corpus hoc motu deftitui experti funt, eidem vits fuftragia denegarunt, quanto sequiùs erit , haec eadem inteftinorum fpolia a ver- inium fyllabo penitus abradere , curri per zootomiam , qute falli, ac fallere nefeit , vifeeribus , aliifque vitae organis , ac ftuidis orbati nobis conftiterit ?

Sed ne tiias difficuitates aut eftugere , aut parvi pendere

vi-

videar , eas nunc diiigcnter confidefandas libentilTimè fiifci- pio. Et quidem

Primo ad illud argumentum , quod ab externa , fcmper- que fimili hujus tsenite figura deducis , perindè ac fi non_. bine accidentalem , ut ajunt , fed conftantem , acque ab in- trinfeco vitali principio proficifeentem caufam colligere pof- fiemus , fatis putamus reponere , fexcentis piane experimen- tis contrarium evinci . Nimirùm nihii efle ad concludendum de vera, acque interna uniusrei exifìentia fallaciùs ea idea , quam nos per externam mixtorum formae fimilitudinem bau- rimus. All quia tot fubftantix , ex mecallis , cera, creta , aut parta per typum trajeólaj , conftantem figuram , ac mo- lem brutorum, fl udluum , vel florum referunt , Vir fani ju- dicii exirtentiam vitalis principii arguet in eifdem ? An quia alba, &pendula qiuedam corpora ex tartaro, cumaqiue gut- tulis , per tiburtinarum fornices cryptarum deciduo , cylin- dricae femper, atque afpcrje aliquantulùm figurae nafeuntur , fpecìetnque illorum dulciariorum praefeferunt , quae vulgo di- cuntur Confettoni , & vernacula lingua ad excitandiim rifum appellantur Confetti di Tivoli , an , inquam , ingenio quis erit adeò bebes , qui, inconfulto palato , base eadetn prò bel- lariis babere aut velie, aut polTic ?

Si tu vero rursùs urgeres arterendo , in hac intcrtinorum fafeia quafdain obfervari incifiones , &: genicula intermedia, quibus tranfverfim cseterorum infeirtorum inftàr diftinguun- turj hoc fané, refponderem , nec femper , nec in omnibus animadverti ; in mollibiis enim taeniis hujufmodi insequalita- tes nunquam mihi occurrerunt , fed in duriufeulis (egmen- tis in tantum apparcre, inquantnm fiigillationes ab insequa- bbus coli cellulis ( ut in duris alvi fecibus ) tùm imprimi , tùm fervati poHunt incolum.es . Accedit motus periftalticus inteftinorum , qui , cum vcluti per nndas exerceatur , fua- rum undarum notas in concrefcibili fiibrtantia minimo nego- tio valet imprimere. Ita videmus jucunda fané fpecie (ut in priori nortra cpirtola monebamus ) undarum veftigia in are- nofo litote a mare , vicirtim refluente , conftanter , ac per.- bcllè relinqui .

Ad id autem , quod fecundo loco òpponis ta;niam hanc idcircò polypum exiflimandum minime efle, quia non info- lis inteftinis , neque folummodò per podicem , fed etiam è rtomacbo per vomitum cadem aliquandò fuerit ejefta . Hoc quidem (fit ditìo venia ) miror fcriptum fiiifle ab eo, quem lacere non poteft , bujufmodi concretioncs , ex reticularibus

140

fluidorum partibus confurgentós ] nbique loCorum nòftro in corpore ferruminari pofle j undè illas in corde , aiteriis , ve- nis, urtìteribus, utero , cxterifque in tubulis , 8c cavitati- bus palTim offendimus j ut dubitandum ininimè cenfeamus , conceptionetn hanc etiara intra ventriculum inclioari polle . At vero fi mihi procul , utpotè ab expofito cafu degenti , philofophari liceret , certe fufpicarer , in aliata hiftoria tae- niam non flomachi , fed inteftinorum majori ex parte inco- Jam fuin'e, ea tamen lege, ut fuperior extremitas pyloro ad- ha^ferit , & fe intra ventriculum exporrexerit , acque bine , excitato tandem vomiti! , fimùlque inverfo inteftinorum mo- ti! qiiidquid per alviiin deturbari debuerat , per fuperiora fuerit averfum . Ncque fané novum eft apud Obfervatores Medicos , non humores modo , fed ipfas quoque inteRino- rum feces , &• , quod maximè ad rem noftram facit , clyfte- res , 8c fuppofitoria , ano infiifa , per vomitum aliquando fiiifle rejeóla .

Ad tcrtium argumcntum de pravis fymptomatibus , qui- bus luìjtifmodi aegri urgeri foleiit, in priori epiftola dedimus refponfionem , ciim tu ipfe narres , taeniam , per te vifam , lumbricis fuifle conjunftam , quitotprocùl diibio phxnome- norum feaenam implere fatis, fiiperque potuerunt.

Ncque illud , quod quarto loco objedas , noftram hypo- tbefim infirmare videtur; polypi nanque, ciim intra noftrum corpus a crudo fulphure , & fale alchali , multo phlegmate enervato, concrefeant , profetò per folos fpiritus acidiflimos difl'olvi poffunt . Exindò fadtum eft , ut fragmentum tenia; polypeae , ad nos abs te tranfmifliim , in fpiritu vini , plu- rimo quippé fulphure redundante, majorem nadum fuerit fir- mitudinem . Contea porrò accidiflet , fi cura fpiritu falis a- (ftu calerne, per duos, trcfve dies intra M. B. illud infudif- fes ; minimo enim negocio in fluidara fubftantiam abire ani- madvertiflès , ut nos paffìm , circa cordis polypos ohm In- dentcs, experti fuimus.

Qiiod vero cernamus , cjufmodi polypea corpora ab ace- to, praefertim aéiu frigido, minimè diftolutum iri ; id fané accidie tùm ab enervatis, quibus acetum fcatet , ob phleg- matis copiam, acidorum falium fpiculis, tùm etiam a mino- ri, quem, proptér praefens frigus , habec , fuarum particu- larum motu , undé fefe intra concreti corporis fibras , fìri- iftiffìmè alioquin cohxrentcs , nontàm prompté inferere, ac- que incuneare valct .

Tandem ad hiftoriam , qiiam tuis cxornatam con/edluris

addii-

adducis j nihil addendum Iiabemiis , quod ex àntediótis ad rem facile deduci non pollìt , nifi iilud poftremò admonea- rnus , moleftum fiomachi fenfum in deferì pto juvcne ad pha- ryngem ufque propagamm , non a folis vermibus , fed ab improportionato quovis corpore , acritudine fimul , ac pen- dere longitudinales ventricuH fibras, quse cum cefophago a- dufque fauces redà exporriguntur , offendente , oriti potuif- fe . Qiiinimò , cum aliquando hujufmodi paflìones a folis nervorum contradionibiis apud hyftericas, atque hypochon- driacos pailìm proficifeantur , utique nemo mirari debebit , ex redudo ab inteftinis per antiperi ftalticum motum intra fìomachum corpore j talia aegrum vexaviffe fymptomata.

Cffiterùm rogo te ^ mi Bianciarde , ut nullam in pofterum rem eflè putes, quam non firn tua caufa , fi non virilitcr j faltem prò viribus obitmus . Vale, & me ama.

Datum Romx Kal. Màrtiì MDCCV=.

I4i

ma

Sigf Vdlipnterì mìo PJ"* Col.

Ovaja del Lombrico ritondo umano.

LTefl’anno lyop. avevo un Padre infermo di dop- pia Terzana, al quale neir incominciar della feb- bre fempre appariva un piccolo prurito di Vomi- I, con molto affanno , ma non poteva vomita- re, onde'pe’nfai d’ajutare qucd moto della Natura con qual- che Vomitojo benigno, ma fenza frutto, poiché fi fermava in parte l’ affanno, ma nulla vomitava , e feguitava il pru- rito . Un giorno mi rifolfi di dargli mczz’ oncia di Scirop- po Emetico, e vomitò una libra in circa di materia fetert- tc, come putredinofa, e lenza amarezza , la quale'giudicai folle qualche nido, o poltiglia di Vermi. Il giorno feguen- te all’ apparir della febbre , tornò il folito prurito di vomi- tare , onde fubito gli diedi un’oncia di detto Sciroppo Eme- tico difciolto in acqua di fiori d’Aranzo , e di Cedro, e fi quietò 1 infermo per un’ora , dopo la quale venne il Vo- mito , e vomitò della medefiraa materia dell’ antecedente gior- no, nella quale v’era involto un folo Verme lungo un Pai- mo , e groffo come una Penna d’ Oca , ma col ventre affai gonfio , dopo Tiifcita del quale reffò follevato il Paziente, e più non gli venne febbre.

Ciiriofo d’ offèrvar quello Verme, per effere così gonfio, lo lavai piu volte , c lo portai nella Spezieria , ma per le molte occupazioni non potei fubito fare alcuna Offervazio- ne. Dopo un’ora in circa tornai, e lo trovai ancora vivo.

Allora colla punta di una Lancetta l’aperfi , c vi trovai dentro 1’ Ova;a coperta dalla fua Membrana fottiliflìma , la quale aperta fcoprii le uova, le quali erano, come quelle, che V. S. Illuftrillìma mi fece una volta vedere trovate nelP Anguilla, ma affai più piccole . Le pofi lotto il Microfco- pio, e meglio le diffinguevo , ed allora parevano grandi , come quelle dell’Anguilla fuddetta.

M’ha parfo bene di fignificare il tutto a V. S. Illuftriflì- ma , confermandomi fempre più, ch’ognTnfetto , quantun- que piccolo nafca dall’uovo, e non dalla Putredine, come volevano gli antichi . Mi perdoni l’ ardire , e con ogni offe- quio mi raffermo

Di V. S. Illuftrìflìma .

Dal noftro Conv. 13. Settembre 1709.

Devotlfs. ed Obligatlfs. Serv. vero F. Petronio da Verona Capuc. Infermiere.

I N-

H3

INDICE

Delle cole più notabili

A

Accidentali mutazioni negli animali poflbno farli , ma non eflenziali. car.44.

Acqua non i femi de’ noftri vermi, car. 41. Vedi Rane, Pefci , Salamandre &c.

Allodola , come divenne bianca . 44

Alga Marina , e fuoi femi , 5 y

Amaro non uccide i vermi , ne è fuggito da loro. 85. Al- cuni diguazzano, e fi nutrifcono neila bile, altri d’erbe amarilTime . 85.85

Andry Scrittore Franzefe foprà i vermi umani lodato, i. fua opinione circa la loro nalcita. 5. limile in parte a quel- la del Blancardo, 5). altra fua opinione falla. 45. impu- gnato. 4p. 53. 58. lino a pi

Animali tutti nafeono dall’uovo. 5

Anitre nate da alberi, da navi, da chiocciole marine, fa- volofe , 27

Anitra viva nata da una Gallina, favolofa. 33

Animali gràndi , e piccoli tutti imbrigliati colle medefime leggi. ^ 59

Animali anno tutti i fuoi vermi efterni, ed interni particolari. 5 a Anguille , e loro uova . 5 5

Animali s’unifcono, quando vogliono partirli da un luogo nocivo . 88

Antichi conobbero , elfere il una catena di foli Cucur-

bitini. 105. molti nonne fecero menzione . ivi.

Arte nollra perchè poco avanzata. 4. è necelTaria la Storia naturale. 3. 4. molto allo feuro, e difficile . 107. come pofl'a perfezionarli . iyi

Ariftotile lodato . 29. confermato dal Sig. Andry . 48. Sr,- fpiegato. 82

Aria non porta dentro noi le nova de’nollri vcrmini.45.47.48.49 Afili, o Eftri delle Vacche, e degli Armenti d’onde nafeano . 42 Allurdi, conceduta dottrina del Sig. Andry. 84

Afca-

144 INDICE.

Afcandi vermi , che cofa fieno . 1 18. fono fpecie di iVTurene ^ odi Lamprede, conformeilContoli. ivi. S’ impugna. ivi, & 119. fono femplici vermi, ivi. d’onde nato 1’ abbaglia- mento. 119. izo. Nafeono anch’ efii dalle uova . iip Autorità degli antichi , fe valefie, ftare i più coll’ Autore. io<5. Si contenta di donar loro , o d’ ifmezzar feco la gloria . ivi

B

B Allatti, o Datteri di Mare Ermafroditi. no. rii

Bachi umani , elorolftoria. lao. vedi anche Lombri’* chi ritondi .

Bartolini impugnato ,

Baylè impugnato. 45

Bidloo, e Levenocchio impugnati. 41

Blancardo, e fua opinione circa i creduti vermi efterni in- trodotti nel noftro corpo. 6. S’impugna. 7. fino a c. n Bozzoli, Crifalidi, oAurelie, c Ninfe, e Pidocchi filveflri, perchè da loro alle volte , invece d’ ufeire il fuo Infetto, efea un’ Infetto , o più Infetti diverfi di fpezie . 1 1. fino a 14 Botte nate da fudore umano favolofe. 27. nate, e crefeiute nel ventricolo umano , fallo . 29. ufeite per vomito , falfo. 3 1 Borelli (Pietro) impugnato. 2(5. & altrove.

Bocche deirefpirodel creduto Solium 77. fenafeano le uova per quelle. 83. 84. vedi anche Mammelle laterali.

Bocca del verme Lato , dove fia . 108. dove quella de’ ver- mi de’ vafi biliari delle Pecore &c. de’ vermi del nafo, e della fronte de’ Cervi, de’Caftrati &c. ivi - de’ vermi de’ Puledri , de’ vermi degli Afini. 109

Brume di mare , ed altri Infetti Ermafroditi . 1 io

C

CAgioné degli errori di molti . 3

Cavalli , e loro vermi , che fi mutano in mofehe . S Cagnuoli vomitati vivi , fallo . 24

Caftrati, e loro vermi del capo d’ onde nafeinó. ^-45

Capre, Daini &c. vermi del loro capo d’onde vengano, ivi Catena di Cucurbitini . vedi Cucurbitini. vedi anche Catena de’ Cucurbitini qual fia fecondo il Sig. Andry . 89. s’ impugna., 90. Ingannato dalle figure d’altri, ivi, 8c Non è un verme folo, come fùconofeiuto anche dagli an- tichi. 105^

Ca-

INDICE.

*4y

Cagione di tante difeordie intorno ài Solium è fiata l’ indo- le de’CiKiutitini , per così dire, Proteiforme. 106.107. Capo del Solium non iftà nel ventrtcolo contra il Sig. An- dry. 85.87

Cappe de’ Fichi, e degli Agrumi, fpecie d’ Infètti Ermafro- diti . 1 1 1

Chiocciole, e Lumaconi, Infetti Ermafroditi . ilo iii Chilo non viene alTorbito tutto dal Solium. 81, 82.85. più impuro nel ventricolo. 86

Chircher impugnato nelle ragioni d’ una creduta Vipera u- feita per orina. 20,21

Cimici, Pulci, Pidocchi tutti nafeono dall’ uovo . 54

Colore puòmutarfi negli animali, ma non poffono mutarli le vifcerc . 44

Comedoni vermi falfamente creduti nafeere da femi inghiot- titi. 41

Critica utile nella Storia naturale . z

Crifalidi, e Ninfe nell’ umido , o nel fecco. 7. come da lo- ro elcano Infetti di fpezie diverfa . ii.finoa 14

Cuojo, o pelle delle Vacche , e de’ Buoi trivellata da vermi. 8 Cucurbitini deir Ebrea Finalefe, e loro Storia. 63. Catena loro. ivi. Anatomia de’medefimi. 64. Vali lattei de’ fud- detti. ivi. In qual tempo debbano ritrovarli, e loro di- verlità. 65.77. per qual cagione non fi veggono in tutti . 55. Uova de’ Cucurbitini . ivi . Sono gli fìelli feparati , che uniti in catena. 66,6"]. come camminino, efeguela loro Iftoria . ivi. figure loro diverfe. ivi

Cucurbitini nati di frefeo di nuovo ollervati . 58 due cofe rare ollervate . ivi . loro ftrettillima unione . 58. 69. Varj effetti de’ Cucurbitini nell’ ufeire del corpo uniti , o fepa- rati, o dentro un canale di mucellaggine. 59.Rimedjya- ni contra cofioro ufati dall’ Ebrea . 70. Molte catene di Cucurbitini ^vute dall’ Autore- ivi . alcuni divenuti del cev lore di Zafferano. ivi

Cucurbitini, o Cucurhitarj quali fieno fecondo il Sig. An- dry. 75. fanno uniti il creduto verme Solium dal Signor Andry. Solium. Come s’ attacchino infieme , e con qual regola, che pare un verme folo. 74.75, Loro unio- ne accidentale forma l’immaginato Solium. ivi, & 75. 77 Cucurbitini, doro uova. 78. Andry colla feoperta di que- fie in ogni anello defeende nell’ opinione dell’ Atitore . 78. lo prova 7p. perchè nafeano dal Solio , conforme il Sig. Andry, 70. Cucurbitini non mai veduti dal Sig. Andry

K fepa-

145- I N D C F.

feparati 8o. Sono vermi, non uova crefeiute del Soiiufn 8i. perchè s’imifcano in catena. 88. Efempli per ifpie- gare il loro fine. ivi. Che cola fia quella catena ,r con- forme il Sig. Andry. 89. s’impugna. . y >j9o

Cucurbitini uniti fono il verme Lato deferitto dal ‘Sig, Ty- fone. 9p. 100. Così la Tinia del Malpighi . 98. Spina , o uncinetti, o cornetti, o rampinetti, che anno nel Cas- po, c loro ufo. loi. e ^4. Cagione di tante difpute fo- pra quelli vermi. 105.107. Loro bocca, e dove fia. 108. fòro degli eferenventi lop. Foro laterale della mammel- la , qual’ ufo abbia. 109. no. Nafeono dall’ uovo . ivi . Sono Ermafroditi, ivi, &111.; per qual fine s’ unifeano in catena . 115. perchè fi veggano anche folitarj . perchè apportino più dolore feparati , che uniti . ivi . perchè' non apportino dolore , quando efeono dentro la Falcia . ivi . Come fi generi quella Fafcia . ii5. Per- chè refiino alle volte imuni i Pazienti. ii5. Argomento centra chi vuole, che vengano dall’ efterno.. ivi. & iiy».

Dichiarazione dell’Autore . 51. rifpettó fuo in dire li propria opinione. 51

Differenza fra le uova degl’ Infetti , edi femi delle Piaqtei 49 Digeftione dell’ uomo qual forza abbia . 19. prodigiofa d’ un certo Lazaro. ivi , & 20. Digeftione mirabile delle - Galline. 18.19

Dito gravido d’un Pefee vivo, fallò. ^6

Dolco impugnato nella generazione de’ noftri vermini . 40.41 Dragone ufeito per orina, falfo . za. Era un Polipo Dra- gonifvrme. . ivi

E

EBrea Finalefc , e fua Iftoria del verme creduto Solium^.

oLato, e Cucurbitini . . - 63

Eduardo Tyfone, e fua deferìtione del verme Lato. 99 Elefante nato da una donna, favolofo. 31

Embrióni de’ volatili Infetti quali fieno. 7

Epilogo delle cofe principali del verme Lato . 107

Equivoci tolti fopra il verme Tenia, e Lato. 97

Errore comune a tutti i Moderni fopra la nafcita de’ vermi u- mani . S

Erefìa medica antica fopra la generazione de’ vermi, in- trodottane un’ altra da Moderni . , 40

Erro-

r N D I C E. 147

Errori dei Sig. Audrj' nel concepire l’Idea del Lato, Tenia,' Solium, e Cucurbitini. 89. d’onde nati. 90.91

Ermafroditi fono i Cucurbitini , ed altri Infetti ! i io

Efterni vermi quali , c come penetrino dentro i viventi. 8. i r. fino a 14

Efperienza , come debba farfì , per indagare la verità.’ 39 Eftri, o Afili ,0 Tafani delle Vacche , e degli Armenti , d’onde nafcano. 4^-45

F

FAnciulli creduti inverminar più la fiate per i vermi , ed uo- va delle frutta mangiate. 15.1(5. Si nega, è fi moftralara- gione. 16. n

Fanciullo nato in un teflicolo d’ iin uomo , falfo . 25

Fanciulli , che vivono di Latte folo , tormentati da vermi con- tra il RIverio 8cc. 57. perchè tormentati maggiormente, quando mangiano altri cibi . ivi

Fanciulli verminofi infino nell’ utero della madre . 55.57. vedi anche Feto. ^

Favole de’ Poeti fuperate dagl’ Iflorici naturali . 32. 35. alcu- = ne non farebbono più favole. ivi.e?4

Favole de’ Medici, e de’ Naturali Iflorici tutte troncate, o fmentite 3 5 -3 '^•37

Falfo dal vero, come fi debba conofcere. ivi

Fafcia creduta verme qual fia . 61. 95. deve diflinguerfì dal La- to . 94. Non è la tunica degl’ Inteflini . ivi. E' un Polipo in- tcftinale , conforme Monfignor Lancili . 94. 95. nega fia un verme, ivi. d’ ondenafea il Tuo moto . ivi. Qual cofa fia, conforme l’Autore, e vera fua Idea. 9^. è un fallo verme. 97 Fenomeno finora olcuro fi fcuopre, ' . 12

Feto umano nato nel ventricolo , falfo. 25. Feti beluini na- ti nel ventricolo umano , fallì. 24.25

Feto umano nel fuo principio è un verme, conforme il Sig.

Andry. S’ impugna . 60. vedi Seme degli animali ..

Feto , come invermini ancor nell’ uovo della madre , è imper- cettibile . 60

Feto, quando inverminì nell’ utero. 61

Finalefe Ebrea, e fua Ifioria de’ vermi ufeiti Src. 63

Figure mal fatte de’ Cucurbitini anno ingannato il Sig. Andry. 90. 91. Altre figure mal fatte nc’Libri , onde non bifogna fidarli. 91

Forza ftupenda della digeflione delle Galline. 18. 19. dell’uo- mo, e particolarmente d’ un certo Lazaro . 19.20

K z Fo-

iaS indice.

Foro degli efcreraenti de’ Cucurbitini , dove. lop. delle Lu- mache, ed altri Teftacei . ivi

Foro laterale della mammella a qual fine fatto . iX. loj Franzdì Autori lodati. i

Frutti uccidono ivermidelcorpo umano, non gli generano . i6

G

G Aliine , e forza loro fiupenda nel digerire. i8. come mangino i ferpentelli . ivi

Gatto piccolo in un uovo, falfo. 13. era una mola . ivi, & 24

Gatto nato nel Ventricolo ad una Donna, falfo . in un Tefticolo, falfo. i6

Generazione de’ Vermi , che fi mutano in volatili, non può farli, quando lono ancor vermi. 11

Generazioni tutte de’ vìventi, conforme iloro gradi, quali. III. 112. 113

Giornalifii di Trevù malamentecrcdono ancora poter nafee- rc animali dalia Putredine . *4* *5

Grandi , ('Jacopo ) e fuo errore fopra la nafeita de’ nofiri vermi , ' '

Gradi di tutte le Generazioni de’vivcnti , che fono al Mon- do. - III. 1 12. 113

H

H

Elminthcs qual Verme fii.

I

JAcopo Grandi Modonefe impugnato .

Jacopo Vifeardi lodato. 7’

Immagini de’ noftri morti poterli cavare dalle loro ceneri , falfo. 28

Infetti , quando propaghino, oìn quale età. p.io.ii. quando vengono dall’ eftemo dentro i viventi . 8. come entrino den- tro altri Infetti, non ben finora capito. 1 1,12.13.14. Infetti dentro gl’infetti, ivi. Errore lopraqnefti del Sig. Redi, d elio SvvammerdamiOjdc’ Giornalifii di Trevù, del Sig.Sedilò. 1 3.. a 4. 15. 47.

Infetti , fe mutano cibo, o lungo, muojono . 39.40. per qualca- gionegli efierni non pofiano vivere dentro noi. 40. con qual’ indufiria allìcnrino le loro uova in varj luoghi . 46. fino a 49. Infetti fopra Infetti. <2. Legati dalle Leggi degli ani- mali grandi . 39. tutti fonoperfetti. ivi

Inganni nella Naturale Ifioria , acciocché non fuccedano , c

co-

1 N D I C E. 145

coir« pofTano accadere , ed edere {coperti . 3 5, (ino a 38

Induftria ammirabile degrinfetti ita nafcondere, c collocare ìq luoghi iicuri le loro uoya . 45. fino a 49

Ippocratefpiegato. ly. Fautore dell’ opinione del noflro Au- tore nella generazione de’ vermi ordinarj in noi . 54. 5 5. non appagato dell* Arte nodra imperfetta . ivi. corretto dal Sig, Andry, 48

lidorie naturali falfe defcritte, derifc , e impugnate . ly. {ino 335. ragione di tanti abbagli a mente 5 j. fino a 58. comepof- fano feoprirfi , 3 1*5 7

Iftoria Naturale neceflariillima a Medici. 4. Come debba di- Idinguerfi la vera dalla falfa . 3 j . fino a 5 r

Ifloria del verme_Lato, e Cucurbitini , o creduto Solium dell' Ebrea Finalefe. 6^

L

Atte , e (angue nido , e pafcolo de’ vermi , non Padre 56

Latte verminolb . <^6. vie ampie del Chilo alle mammelle, ivi Lato verme , per opinione del Sig.-Andry , comunicato al feto dal Padre inficme colfeme.57. S’impugna. 58. Lun- ghezza del creduto Verme Lato , e quali debbano efl'crc le fue uova. 58. 59. non può un Verme Lato mai entra- re nel verme feto . 59. fi trangugierebbe piuttodo il ver- me feto. 60. fue uova. 39

Lato verme qual fia, quanto mal conofeiuto, e nomi fuoi. 61. Opinione di varj Autori , e del Sig. Andry fopra il medefimo. <52. Si difamina che cofa fia. 6^. era cagione d’aborto, e come, ivi - Simile a quello del Sig. Andry P odervato nell’ Ebrea Finalefe . <53. 54. Non era che una lunga catena di Cucurbitini. iyi , & <57.92. Vedi anche Solium .

Lato Verme perchè mal conofeiuto dagli Autori , e perchè fieno fra loro difeerdi . 92. s’accordano, efifciifano. ivi. molti l’anno creduto infin favolofo . ivi. Molti nonne an- no fatta menzione. 93. Divifione del Lato in Fafcia &c. ivi. Errore di Chi l’ha creduro Pelle degl’ Intedini. iyi Lato Verme vi è , ma prefo per Io fuo verfo . 93. Errori degli Autorifopra il Lato, e Fafcia. 94. conforme Mon- fig. Lancifi, che cofa fia, 94. 9^. è un Polipo intedina- le, ivi. Che cofa fia , conforme l’Autore , e fua vera—* Idea . 96. è vero verme.. 97

Lato Verme, come deferitto da Eduardo Tylòne . 99. ca- va peflìme confeguenze dalle fue Olfervazioni . ivi. Vie-

K 3 ne

150 I N D I C E.

ne impugnato dall’ Autore, pp. loo. Non è , che un’ ag- gregato di Cucurbitini. ivi.

Lato Verme qual Capo abbia, conforme lo Spigello , ed altri 102. S’impugna, ivi, & 103. E' fallo anche il capo defef irto dal Sig. Andry. 75^., & 103. Non ha teda ,jle non quella , che ha ogni Cucurbitino , cflendo un loro aggregato . 10S.103. Si generano nell’utero contra Io Spigelio. 103. Lato ver- me non bene intefo Oiao Borichio . 104. Si (piega . ivi. Conobbe anch’ cflò in confufo i Lattei ne’ Cueurbi- tini .

Lato verme eonofciutó anche dagli antichi pér una catena di Cucurbitini. loj. Epilogo delle cofe fue principali. 107. Si cerca , dove abbia la bocca, ivi , & io8* 109. a- qual fine fia fatto quel foro nella Laterale Mammella. 109. i io. Come fi propaghino, ivi. Sono Ermafroditi, ivi, e iii. Perchè facciano alle volte quella lunga catena. 113. Per- die fi veggano alle volte folitar; . 108. & 115. come al- lora facciano più tormento, ivi'. Come non apportino do- lore alcuno nell’ ufeire , quando fono dentro quel carcere di mucellaggìne . 108.115^. Come fi generi quello Carce- re. 116. Perchè rellino alle volte immuni i Pazienti, ivi. Argomento circa la loro generazione fortilIìmO. ivi,& 117 Lattei Vali ne’ Cucurbitini . 6^.6$. 66. quando debbano ve- derli . 77. per qual cagione non gli vide il, 'Sig. Andry. 77. Gli adombrò Olao Borichio. 104

Leone nato da una Donna, favolofo. 31

Leggi della Natura quali. 38. degli animali. 38. 39. nelle uova degl’ Infetti . 46. fino a 49

Lendini fono le vereuovà de’ Pidocchi contra Arillotile. 82

Levenocchio, e Bidloo impugnati . 4^

Lenticola Paliillre , e fuoi femi . . 5 ?

Lettere d’ uomini illuftri , die confermano il detto , 0 l’ of- fervato dall’Autore. 123. fino al fine.

Lombrichi terrellri non fono Padri de’ nollri vermi ritondi. 43. fi prova. 44. non polTono mutarli nel noftro corpo . ivi. Loro uova, è dove fieno , 4J. non nafeerebbono in noi . 4(5. muojono nell’ acqua fola . ivi . allurdo , che_> feguirebbe, fe nafcelfero negli animali . ivi

Lombrichi umani , comenafeano. vedi Vermi umani , e an- che poco dopo .

Lombrichi (cacciati affatto dal corpo umano più non ritorna- no,, e perchè. 116. 117. Argomento in favóre della loro generazione . ivi

Lom-

Lombrichi

INDICE, Ijt

' ° '■'tondi, c loro Iflorii. no. Nafcono

dall uovo. ivi. Organi loro delia generazione . ivi . Pol- vere de morti Lombrichi non rinafee in noi . ivi j 8c 12 1. Nafcono dal coito, ivi. Lombrichi tcrreflri , e loro coi-

ivi

Lucertole nate nel corpo degli uomini fallo , 2?. rigettate per vomito, falfo. 31. per feceffo, favolofo. ivi, & 32 Lumaconi , Lumache , c Lombrichi del corpo umano Erma- froditi. jjj

M

MAniera di ricercare il vero nelle cofé naturali. 3. di feoprire gl’inganni nelle medefime. 3L5^- 37

Malpighi , e fua verme Tinia efaminato. 98

Mammelle Laterali ne’ Cucurbitinì . <^4. j6. fe, fieno bocche del refpiro , conforme il Sig. Andry . jj

Medici debbono clfere fiorici naturali. 4

Menzogne de’ naturali Storici , q de’ Medici feoperte , fmentite.^ _ 3M<5. 37

Miracoli de’ Medici, e de’ Naturali Storici , come gli anti- chi miracoli de’ falfi Dei. 35. come polTa feoprirfi la lo- ro falfità. 3<^*37«38«

Microfeopj alle volte ingannatori .. ^8

Motivo di fcriverc (opra i vermi del Corpo umano . c. r. Moderni tutti erranti nel determinare lanafcita de’ vermi del corpo umano . 5

Mofche nafcono da vermi particalari ne* Puledri , Cavalli,

23.

falfo .

8

24

27

27

28

31

38

^ Caflrati &c,.

Mofiro più, ridicolo , che terribile , falfo .

Mole carne nelle uova ..

Mofeherini vivi vomitati, falfo.,

Mofche, e Botte nate da fudore umano, falfo.

Morti , e loro immagini da fall delle loro ceneri ,

Moftri ridicoli , e favolofi .

Moftri nel generarli anno i fiioi limiti .

Mofche non fono Madri de’ noftri vermi ,, com^ vuole il Do- lco. 4<2-4i

Mofea Rofifega dell’Autore. 47

Modo feoperto dall’Autore, d’eflete depofitate le uova da- gli Infetti dentro , o fopra altri Infetti . 47. 11. 12. 13.

14-

Mutazione del cibo uccide gl’ Infetti cfterni. 4^*

Mutazioni accidentali poflono fard negli animali , ma non 'delle vifeere ,,i. 44

K 4 Na-

152 INDICE.

N

NAfodc’Caftrati, Pecore, Cervi, Damme Src.cón ver- mi, che diventano in fine mofclie . 8

Nafcite falfe fcoperte confermano l’opinione dell’Autore . 24 Natura fola , e vera Maeftra nelle cofe naturali . 5 r. quali fieno le fue leggi. 38. fuo Audio neceflario a 'Medici . 4. come debbano conolcerfi per vere le leggi fue . 3 35. 37

Nomi de’ Vermi Lato, Fafcia, Solio, e renia fpiegati a fuo modo dall’ Autore , e perchè . 97

O

OLaoBorichio, e fuo errore circa i Lombrichi Lati . 104.

Vide però in confufo i Vali Lattei de’ Cucurbitinl. ivi Oligerojacobeo lodato impugnato. 29.30

Opera della generazione non può farfi da vermi , che fimuta^ no in volatili , quando fono ancor vermi centra il Blancar- do. ir

Opinione dell’Autore fopra la generazione de’ vermi umani. Orinare Vi pere , falfo . 20.

Ordine delle generazioni tutte qual fia ^ 11 1. 112. i

Ovipare donne fàvolofe in certi cafi . 33.

O va ja nella donna s’ ammette .

21

15

34

34:

P

Arto moftmofo di cento uova falfo . 3-5

Parti moftruofi fallì. 3i-3^-3 5

Parità degli animali grandi co’ piccoli poterli ammettere . 39

Pefee vivo nel ventricolo umano , falfo. 23. nd dito d’ un Pc>- featore, falfo. 26. nel ventricolo , falfo. 30

Pelle, i fuoi vermi non nafeono dàfemi, ouova ingojatè, 41. vedi Vacche .

Pecore , e vermi del capo loro , d’ onde nafeano-. 8. 43

Pelliceili, e loro uova. 59

Pietre ingravidarfi , e far altre piétmzzole , falfo 28 Pidocchi, e Pulci fopra Infetti . 52. loro uova. 82

Pipiftrellì, in qual maniera ftieno attaccati infioné, c penden- ti. SS

Piano verme, che cofa fia fecondo il Sig. Andry , 89. s’impu- gna. ivi, &90. Ycài Solium.

Pidocchi de’ Cavoli Ermafroditi . ni

Polipi Viperiformi , e non Vipere , ufeiti per orina c. 20t 21 .

come apparivano efternamente Vipere . ivi

Poi i po Dragoniforme , e non Drago trovato ne’Rcni tiraani. 2r2, Polipo degl’ Interini , è la Fafcia inteftinale , creduta VermiC Lato. 5>4-?5» d’ onde nafea . ivi. fnomotof'^'' ^ ivL

Poc-

INDICE. 153

Poèti fu pèrati nelle Menzogne dagli Scrittori d’Iftorie natura»

5^- 35- 54

li.

Pollo nato in vece d’ un uovo non più favolofo . 35

Polli fei vivi nati in un colpo da una Gallina, favolofi . 33

Proporzione delle uo'-a colla grandezza degli animali . 59

Propagazione degl’infetti , quando fi faccia, io, non mai, quando fono vermi. 1 1

Priapoliti, o Pietra Pregna non far altre pietre, 28

Putredine efclufa nella Generazione de’ Vermi non balla . 6

Puledri, elorovermi, da quali nafconomofche . io

Pulci , e Pidocchi fopra Infetti . 52. dubbio contrà ilSig. An- dry . ivi.

Pulci, Pidocchi, Cimici, tutti nafeono dall’uovo. 54

a

Quantità grande di favole deterfe dalla Storia Medi- ca , e Naturale da c, 5. fino a c. 44

R

RAgnatelo inghiottito , crefeiutò, come un Piatto , e vo- mitato vivo , falfo .

Rane nate nell’ umano ventricolo, favolofe, 29, 30

Ranuccie nate in corpo da femi di Rane ingojati , favolofe. 30 Rana ufeita dalla bocca d’ un cane non piu fayolofa, fe_, fodero vere le Storie. 33

Radici delle piante non pofibno aflbrbire le uova degl’ In- fetti . 4^

Ragnolocufia dell’ Autore . 47

Ragni , e loro uova . 48

Rampinetti in cima al capo de’ Cucurbitini , co’ quali uno s’at- tacca all’altro. 64. loi. ofiervati in altri vermi dall’Au- tore . ivi.

Redi , c fuoi errori fopra gl’ Infetti dentro gl’ Infetti . 13. fua ingenuità. 5^

Regole per non eflere ingannati nella Storia naturale. 35, 36.37.38

Reni de’ Cani, cloro Vermi. 72.73. Reni d’ una Donna con un Lombrico . 73

Rofpi nati da uomini, favolofi. vedi Botte.

Rodio quali ingannato da un’ altro Medico . 37

S

SAlamandrc , ed altri animali nati nel ventricolo umano , favolofi . 3 *

Scrittore de’ vermi del corpo umano qual debba eflere . 3

Scrlt'

IJ4 INDICE.

Scrittori d’Tft cric Mediche, e Naturali {iiperano i Poeti nelle menzogne. . S^-33

Scarafaggi creduti ufeiti da una Dama , fiilfo. j ^6

Scala, o gradi di tutte le generazioni , che fono al Mondo,. 1 1 1, ; 12,. 113

Scufe deir Autore . 12.1. iza

Sedilo Franzefe non conobbe la cagione degl’ Infetti dentro gP Infetti , 14.

Serpentello creduto in un’ uovo dal Sig. Grandi, éda Giorna- lifli di Parma . 15

Si fa vedere , non edere un ferpcntello . 17. 18. come venga- no divorati dalle Galline, c con qual cautela , 18. comedi- geriti . 19. Era un vermicello inteftinale, come ailtri difi- mili fìorie ,, 20. 26

Serpente ufeito da una ferita falfo 2 2., trovato nel cuore, falfo 23. nel ventricolo umano, falfo, 23. vomitato, falfo . 17. ge- nerato in un’uovo, falfo . 27. nati ferpenti nel ventricolo, favolofì. 31. dell’utero ufei ti , favolofi. 31. 32

Serpente voluto intrudere dentro un cadavere per ingannare il.

Rodio, 57

Seme nel capo a’ ferpenti, falfo i6. Semi de’ noftri vermini non vengono dall’aria. 4(>. con qual gclodaadìciirati ne’proprjnicchi dagl’ infetti. 46.^120249. Semi de’ noftri vermi non vengono daU’cfterno , vedi uova , e vedi vermi edemi . ^

Semi delle piante alcuni fono portati dall’ aria , e per così dire , volano . 48. altro ingegno della natura nello fpargerli. ivi. Seme degli animali, e dell’ uomo, tutto vermi conforme HSig. Andry, ed altri. 5:8. S’impugna . ivi. Verme del feme uma- no è creduto un fanciullo .. 5; 9. S’impugna . ivi. fua piccolez- zaridicola.. ivi.

Sennerto perchè s’ ingannale . 92

Simile genera il fiio fimile . 79.8 i

Similitudine fai fa del Sig. Andry , per errore delle figure d’altri .

91

Solium verme , vedi anche Làto verme , é vedi qui lotto .

Solium del Sig, Andry non è, che una Catena di. Cucurbitini yj.qualefia, conformeildetto Autore, ivii s’impugna 74. fi raoftralà ragione,perchè fieno più vermi . ivi.niunogli ha mai deferitta ne la coda, ne la tetta , 73, fi prova j6. Bocche del refpiro debbonoelfere egualmente da ambidue le parti, ivi.

Solium perchè faccia i Cucurbitiui fecondo.il Sig. Andry ,. e per- chè non nafeano le file uova 79, s^ impugna . 80. lono parto- rite

I N D I C E. 155

lite da’: Cucurbitini fotto la figura del Solium . 81. Il Soliuttì non aflbrbe tutto il Chilo , di maniera che nonne refti tanto , chebafti, per nutrire le fu e uova . 81. 82. 8?. AfìTnrdi , ne feguirebbono . ivi. none il Solium un folo verme, ivi. Da qual parte efcano le fueuova fecondo ilSig. Andry. 84. c’ impugna, ivi. altra opinione, d’ onde efcano . 84. s’impu. gnà. . 8f

Solium, dove tenga il capo , conforme il Sig. Andry. 85. s’im- pugna. %6. efce qualche volta per bocca per accidente . 87. perche debba effere fòlo , conforme il Sig. Andry . 87. S’ im- pugna . ivi. come paja un folo . ivi. Come fi mova , e come i Cucurbitini ftianouniti . 88. Non vàconfufb colla Tenia. 89.. Non è folo. ivii fueuova. 90, Altri errori del Sig. An- dry. ivi.

Solium confìderato , come la Fafiia è un Polipo inteftinalc , conforme Monfig. Lancili . 95. come nafca quello Polipo . ivi. Che cofafia il Solium conforme il nollro Autore , e vera fuaidea. 96. Soliumi, eFafciafono vermi fallì. Tenia, e Latum vermi veri . 9^

Spigelio, e fuoi errori. 102.107

Spine del Capo del Verme del Sig. Tyfone, eloróufo. ioi.(^4.

offervate in altri vermi dall’ autore . ivi.

Studio generale necelfario pria del particolare nella Storia della Natura. 4 quanto difficile . ^ ' ij

Sterco de’ fanciulli trovato verminolb, anche prima , chefuc-

chino il Latte . ^5.5(5.57

Stomaco qual forza abbia nel digerire . i8. 19.20

Suvammerdamio, e fua opinione fopra la mutazione degl’ In- fetti, doro tempo di generare. 10. ii. poco, e con cau- tela trattò de’ vermi interni degli animali . ivi. non conobbe la cagione degl’ Infetti dentro gl’infetti . 14. errore fuo . 1 5

np T

Enia qual fia . 6 1. Ve di anche Lato Ferme .

Tenia vera deferitta dall’ Autore. 70.71. Anelli della detta, e canale degli alimenti. ivi , &90

Tenia deferitta dal Sig, Morgagni . 72. di due maniere , confor- me il Si^. Andij . è Tiantanhnale contra il Sig. An-

dry. 89. mal concepita dal detto, ivi. Che cofa fiacònforme il nollro Autore , e vera fua idea . q6. conforme il Sig. Mal- pighi. 98. Tenia, e Lato veri vermi, Solium, e Fafcia , fallì. 96.97. Tenia, o Tinia del Malpighi . 98

Tefticolo ingravidato d’ un Fanciullo, falfo. 25. d’ un Gatto, o moflro umile , falfo.

Vac-

1)6 INDICE.

V

V Acche , cheannoi vermi nella pelle, d’onde nafcano*

41.41. 45

Vermi ordinar) del noftro corpo non poffono naicere da uova inghiottite di vermi, o Infetti cflerni. 5.54.15. id. Vedi anche Lombrico umano .

Vermi efterni non poffono vivere, ne moltiplicare in noi. 6. 40. Si fcioglie la rifpofta del Blancardo . ivi , 07.8.9. AU tri errori del Blancardo circa i vermi impugnati . 9. io. n

Vermi de’ Puledri, de’ Cavalli , de’ Buoi, Vacche, Capre, Cervi &c. danno fuora una Mofca. 8. &4j. I noftri d’ altra fpezie, perciocché reftano femprc vermi . 9. Quali venga- no dall’ efterno. 8. II. come deano di var) Inietti di fpezie diverfa, non ben capito finora . n. fino a 14

Vermi umani, d’ onde nafeano , conforme il Sig. Grandi . 15. s’impugna. k5. perchè tormentinopiù Peliate . 15. Ver- mi, che fi convertono in volatili non poffono generare , ef- fendo ancora vermi, c. ii. Vermi efterni , perchè non pof- fano vivere in noi . 40. non nafeono i noftri da uova di Moft. che, come volle il Dolco, ivi , e 41. Vermi delle acque non fono Padri de’ noftri. ivi. quei, che fi trovano dentro la pelle delle Vacche , e de’ Buoi , non vengono da uova ingoja» te. ivi, 042. onde vengano. 4-*4>

Vermi limili a’ noftri non fi trovano nel Mondo grande. 45. fi mofìra . i vi . non fono i noftri vermi figliuoli de’ Lombrichi terreftri. ivi. 044 4).4<5

Vermi umani, comenafeano, conforme fautore. 52. Ver- miinterni, ed efterni particolari in tutti gli animali, ivi.dif- ficultà circa gli efterni. 53. Vermi tutti deftinati a un tal ci- bo, e deduzione fortifTima dell’ autore. 55

Vermi noftri nafeono inno! , e non dobbiamo cercar fuora di noi il loro feme . 53. onde abbiano avuta la prima origine . 54. s’ incalza f Argomento , che nafeano in noi . ivi. Tut- ti nafeono da loro Padri confimili . ivi , &c. 5. fi conferma la loro origine in noi con Ofiérvazioni d’ Ippocrate . 5 4. 5 5". Vermi umani nello fterco de’ fanciulli appena nati. 5 5- 57* non nati dalla Putredine . ivi & 5 5., come vengano comu- nicati dalle Madri a figliuoli, e per quali vie. ivi. perche non tormentino fulle prime i fanciulli . 57

Verme del Seme umino,o verme feto non ha bifogno di coda.60 Vermi de’ Reni de’ Cani. 71

Vermefailfiiofimile . 79. Vermi alcuni annidano nell’ama- ro^ muojono nel dolce. 85.85, Vermi de’ canali biliferi^

ivi.

INDICE. I

ivi. ne meno quc’ degl’ interini fentono l’ amaro del fiele. 85 Vermi noninofirano la natura del corpo, in cui fi fono gene- rati . I ip

Ventricolo umano incapace d’ ingravidarli di Gatti, di Cani, di feti umani , e fimili . i4. 2^

Ventricolo ingenerale non può mai fervir d’utero, conforme Ariflotile. 29

Verità da fìabilirfi nella Naturale Ifioria . 5 J

Vefpc dal nido di terra dell’Autore. 47

Vipera ufcita per orina , favolofa. 20 Fu un Polipo Viperi- lorme . ivi, e 21. nata dall’ utero, favolofa. 32. Vipere, e Lucerte nate nel corpo degli uomini , falfo . 23

Vifcere non poflbno mutare affatto firuttura . 44

Uovo principio di tutti gli animali . 5

Uova, o vermi eilerni , non nafcono, onatimuojono innoi. 6. 40.

Uova di Galline con dentro vermi creduti Serpentelli. 20. 19. con dentro un piccolo Gatto , falfo. 23. con tetta umana , falfo. 25. con un quafi Serpente, falfo. 27

Uova delle Rane nate nel Ventricolo umano , falfo. 25. 30 Uova cento da una Regina , falfo . 3 3

Uova degl’ Infetti non poflono entrare per le radici . 4^. non portaru dall’ aria dentro noi . 45. come generalmente fiora di noi vengano depotte in luoghi ficuri , e proporzionati. 45. 47.48.49. non volano così facilmente, come fi crede. 48. meno volano le uova de’Pefci contra Jacobeo . 47. fe volaffero que’ degl’ Infetti , non entrercbbono facilmen- te in noi . 49

Uova de’Cucurbitini, coll’ oficrvazione delle quali il Sig. An- dry conferma la Dottrina d’ Ariflotile , ecorregge Ippocra- te . 78. defcende nell’ opinione del noflro Autore , e lo pro- va . 78.79

Uova d’ una fpezie danno vermi di quella fpezie. 79.uovadeI Solium non poflono diventare Cucurbitini , fenza nafccre. 8 1. comedoverebbononafcere. 82.83? da qual parte del Solium deano, conforme il Sig. Andry. 83. s’impugna. 84. non poflbno attaccarli in catena così tenace da fe . 90. non fono Cucurbitini. ivi. E' flato ingannato dalle figure mal fatte d’ altri il Sig. Andry. ivi.

Volo delle uova degl’infetti per aria non così facile. 45.47,48.49 Utero della donna fecondo di moftri troppo moftruofi non può eflere. ' 3*

Utero non hai, che una bocca. 85

Efpli-

158

Efplicazione delle Figure delle Tavole.

TAVOLA I.

Lcl fola figura di quefìa Tavola mofira il ferme poflo nel fine del Trat‘- tato della Generaneione de' vermi del Corpo umano dal Signor T^ccolò ^dndry y il quale ufcì del corpo d’ un’ uomo attaccato dalla Tleuritide con un trafporto al Cervello in "Parigi Tanno 1698. Queflo è quello y eh’ egli crede il vero Verme Soliumt/a me /coperto per una lunga catena di foli Vermi Cucurbitini per le ragioni addotte nella mia Lettera . Lo de/cri ve fchiacciato , 0 piano y aguifa d' un naflro , lungo quattro ulne Fran'S^efi , e tre Pollici y che fanno otto braccia d’ Italia y e un quarto , c me"^^ y fenT^a comprendervi T eflremità , che fi ruppe , e non potè mifurarfi . Dice , che forti vivo , e dimorò in quello Ha- ta più di cinque ore y facendo grandi movimenti. Tra fiottile y e fretto verfio la Te sia, grqfio, come uno feudo y e largo meg- pollice ver fio la metà della fina lungheee^a. .Avea latefix nera A , gli occhi groffi , il corpo tutto bianco , difiinto con più giunture 'B> , e le parti guernite di piccole mammelle C, in cadauna delle quali v' era come un vafetto turchino d , che non potè efiprimere nella figura , il quale iraverfiava fino la metà della larghe'^a del corpo d .

TAVOLA IL

Fig. I. di Catena de’ Cucurbitini , la quale tutta intera era

fmilifjìma , anxi della Jicffiffima indole del creduto Soliutn dal Signor Andry y di cui n’ho poflo fiolo uno fiquarcio , per non moltiplicare inutilmente te figure.

Fig. IL , e III. Due Vermi cucurbitini uficiti da con altri fiepara- ti dalia Catena y che uniti formano la flefi/Uy guardati fubi~ to uficiti del corpo , fien'^ armar T occhio di vetro .

Fig. IV. j e V. Altri due Vermi Cucurbitini guardati con una Len- te dopo alcune ore uficiti del corpo , i quali moflravano mol- te rughe per lo lungo y e fichiac ciati ver fio la parte più fret- ta davano finora due cornetti guerniti di curvi uncini , co’ quali uno s' attacca dietro all’ altro . La Figura 4 , ^ , ite dimofira uno guardato nella parte conveffia y la figura %.y a^

guar-

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guardato nella parte concarva . 1 cornetti fonò fegnatì e e , f f.. Fig.-VL- VII. d, c. moftra due Termi di fianco , quando s'inarca- no in forma di Luna nafcente .

Fig. Vili. Moftra ma catena^ di Cucurbitini guardati con una Len~- te dopo la loro ufcita del corpo di qualche ora , la quale, benché paja diverfa. dalla Fig. li defcritta. di fopra , è però la flefia , variando folamente nelle crefpe , che in quefta ap- pari fono , in quella nò.

Fig. IX. Quefta è la Ùefì a catena de' Cucurbitini , che in certo tem- po determinato , come ho detto nella Lettera , muta cfterna .1*; c^paren'ga 3 ritirano le mammellari protuberantce , o alme- •; , no non fi veggono che con grande difficoltà y e apparifce^_^

quella felva di vafì lattei da me defcritta. Si noti in quefta figura , che par, che varino in ogni anello , ora manifefiani- _ , dofì in alcuni belliffiirni y in altri nulla y come nell' anello b ,

; in altri la metà fola , come neW anello a , in altri , come

una felva di rami , come in d, in altri non veggono, che -■kv’ punti bianchi , come, in c , in altri un poco più fi mamfe-

: ftano , come in e y e finalmente in alcuni fi fcorgono molto

bene figurati , benché non feìnpre con le medefme fiffitre , co- me in i, b , g, f, l .

Fig, X. Quefta rapprefenta un peggetto Catena dovermi Cucur- hitini feccbi , e trafppentif che anch’ ejji fanno uni altra ap- parenza.

Fig. XI. XII. XIII. moftrano que' tre fquarci ficchi di Cucurbitini uniti 3 che non potei dividere finga laceramento ..

TAVOLA III.

fig.L Verme Cucurbitino del Cane ingrandito col Microfiopio, e di- fìgnato col capo armato'^ di drue ordini di' Spine dal Signor Tyfone. _ . l ,-. . J1

Fig. II. Verme fuddetto difegnato di fianco dal menzionato Signore i Fig. III. Il medefimo verme difegnato, e ingrandito dal detto Signo- re con la Mammella avanti.

Fig. IV. Tefta della Tinia del Malpighi malamente difignata.

Fig. V. Mfiaride difegnato dal Signor Contoli.

Fig. VI. Mfiaride guardato in fianco.

Fig. VII. Mfiaride attorcigliato.

Fig. Vili. .Mfiaride ficco.

Fig. IX. Mfiaride agonizzante y com'egli firiffie .

Fig. X. Mfiaridi della loro naturale grandez^ta .

Fig. XI, S dv A de' Vafi Lattei del Cucurbitino ingranditi col lécrofiopio ..

Fig.

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Fig. XII. di Vafi Lattei del Cueurbìtim dìfegnati , e defcrìtti dal Signor Malpighi.

Fig. XIII. Quefia moflra la figura mal fatta d* una catena di Cucur- bit ini i eh' é fiata cagione deW abbagliamento del Signor xAndr-^.

T A V O L A IV.

Fig. I. Lombrico ritondo de' corpi umani, c. Bocca del Lombrico, d. Ejìremitày o Coda del Lombrico.

Fig. II. Canale degli alimenti del Lombrico tondo de' corpi umani , a . 'Principio del Canale degli alimenti , che corrijponde con la bocca, b. Eflremità del fuddetto Canale ^ che corrifponde col podice.

Fig. III. Canale bianco circolare avvolto in molti giri pieno di ma- teria latticinofa , che fi trova in tutti ì Lombrichi tondi de* corpi umani . Qui per comodità il Signor P^dì /’ ha poflo fino- ra del proprio fitto.

Fig. IV. Canale bianco non circolare pieno di materia bianca latti~ cinofia, che fi trova in quei Lombrichi del corpo umano , che anno la coda piatta .

Fig. V. B^pprefienta la Figura ingrandita dal Microficopio di quei pie- colijfimi vermi bianchi , eh* efeono con le fecce degl' intcHini de'fianciullif chiamati Afearidi.

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