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©EI LAVORI BOTANICI

PRESENTATI ALLA SOCIETÀ ELVETICA DI SCIENZE NATURALI

radunata a Ginevra nell’ agosto 1805.

RAPPORTO

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delfsocio prof. T. CAIiUEL

Chiarissimi Collegio i

L’istituzione dei congressi scientifici è opera del nostro secolo, come conseguenza dei mezzi sempre più facili di communicazione da paese in paese, che sono fra i distintivi dei tempi presenti. Che sia poi opera buona , e corrisponda a un bisogno vero della odierna coltura scientifica, lo comprovano il loro estendersi continuo per ogni parte e il frequente rinnovarsi di anno in anno. E infatti le occasioni che dessi porgono agli scienziati riuniti in congresso per lo scambio più vivace delle idee, mercè le discussioni orali, e per l’esame collet¬ tivo degli oggetti dei loro studi ; e sopratutto il vantaggio che hanno

di far si che i cultori di una medesima scienza possano conoscersi di

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persona, e quindi dal giudizio del carattere intellettuale e morale di ognuno, quale si rivela nei modi e nei discorsi, trarre nuovo lume per meglio apprezzare la natura della sua mente e lo spirito dei suoi scritti, e possano anche rinnovare o restringere quei legami di ami¬ cizia o almeno di buon volere reciproco che rendono più indulgenti i giudizi : sono tali prerogative da giustificare pienamente il pubblico favore accordato a’ congressi scientifici.

2 T. CARUEL,

Acì accrescerne i buoni risultamenti è subentrato da poco tempo Toso dei rendiconti, falli da persone che hanno assistito di recente ad un congresso estraneo, per comodo di quelle che non avendo po¬ tuto assistervi, bramassero di averne ragguaglio. E per questo motivo e quasi per stabilire un legame tra la sezione botanica del presente Congresso dei Naturalisti italiani qui riuniti, e la medesima sezione della Società elvetica delle scienze naturali riunita perla sua4-9a ses¬ sione in Ginevra, pochi giorni addietro , e alla quale ebbi la fortuna di essere presente, che mi sono assunto 1’ incarico di rendervi conto, chiarissimi colleghi , in modo succinto e sommario , di quanto fu fatto dai botanici colà radunati.

La sessione di cui parlo aveva un carattere particolare di solennità oltre l’usato per la Società elvetica , per essere dessa consacrata a festeggiare il 50° anniversario della fondazione della Società nel luogo stesso dove essa fu fondala. E numeroso oltre ì’ usato fu il concorso, tanto dei soci che degli estranei. Circa 500 erano i soci svizzeri pre¬ senti, più di 70 i forestieri, e di questi 7 italiani rappresentavano al convegno le varie provincie d’ Italia. La sera del 20 agosto scorso, si riunirono tutti in casa del Presidente della sezione, l’illustre Augusto de La Rive, a lieto ritrovo ove amici vecchi si rivedevano, ove rela¬ zioni nuove si formavano fra persone che prima non si conoscevano che di nome. L’ indomani 21 principiarono i lavori con 1’ adunanza generale , in cui si sentirono varii rapporti di commissioni della So¬ cietà, nonché discorsi su temi d’ interesse generale. Fra questi ricor¬ derò un dotto lavoro botanico di Alfonso de Candolle sul germoglia¬ mento de’ semi a diversi gradi di temperatura, dal quale risultava esservi per ogni specie di pianta un minimo e un massimo particola¬ ri di temperatura al disotto e al disopra de’ quali non possono ger¬ mogliare i suoi semi, mentre fra i due estremi essi germogliano in un tempo variabile a seconda della temperatura, e con particolarità che graficamente 1’ A. esprimeva disegnando sopra una tabella curve di germogliamento.

Sciolta radunanza generale, il Congresso spartivasiin sezioni. La sezio¬ ne botanica riunita al conservatorio botanico, fu lieta di trovarsi assai nu¬ merosa, essendo più di h 0 i botanici presenti, e di annoverare nel suo

LAVORI BOTANICI PRESENTATI ALLA SOCIETÀ ELVETICA 5

seno non pochi uomini di chiara fama nel mondo scientifico; cosi, oltre il già rammentato Alf. de Candolle, esso si rallegrava della presenza di Duby, 1’ autore del Botanicon gallicum , di Meisner di Basilea , di Boissier , Reuter e Mueller di Ginevra , di Godei di Neuehàtel , au¬ tore della flora del Giura, del paleontologo Heer di Zurigo^ del brio-

> logo Scliimper di Strasburgo, di Fée pure di Strasburgo, di De Bary

di Friburgo in Brisgau , notissimo pei suoi lavori crittogamici , di Planchon e di Martins di Mompellieri, di John Ball inglese, per tacere di altri non meno cospicui. Costituitosi il seggio della sezione con la scelta a presidente di Duby e a segretario del prof. Fischer di Berna, veniva stabilito l’ordine dei giorno per la seduta seguente da tenersi F indomani 22.

La quale seduta, apertasi in ora mattutina, si protrasse d’assai, e riuscì non meno interessante che lunga. Il riferente esordì col mo¬ strare al microscopio e dare breve contezza di un corpo probabil¬ mente nuovo da esso trovato nel succhio lattiginoso del fico , e che, di struttura simile alla fecola , ne differisce pei caratteri chimici. Quindi il Mueller espose le idee e i principj che gli avevano servito di norma per la classazione delle euforbiacee , ordine di piante da esso diligentemente lavorato per il Prodromo Candolleano ; al quale proposito sorgeva poi fra esso e Planchon una dotta discussione sui principj del metodo naturale in genere , sulle affinità delle euforbia¬ cee, sul valore del carattere del frutto in quest’ordine, e sulla esclu¬ sione da esso delle Buxee , propugnata da Mueller, avversata da Planchon. Il giovine Ernesto Favre lesse poi una memoria sui Po-

docarpus , in cui con studi organogenici cercò di dimostrare la gim- nospermia di tali piante, contrastando l’opinione di coloro che la ne¬ gano in tulle le conifere; su di che il Planchon sorgeva per fare

* alcune osservazioni in proposito. Venne dopo il De Bary a rendere conto di altre nuove sue osservazioni sulle generazioni alternanti nei funghi parasiti, a corredo di quelle già rese di pubblica ragione e che gli hanno procacciato bella fama. Conseguenza di tali osservazioni sarebbe che le credute specie di Aecidium , di Uredo , di Puccinia% di Uromyces , sarebbero una medesima pianta in vario grado di svi¬ luppo e in vario stato di frutlitìcazione. Anche alla comunicazione

T. CARUEL,

di De Bary tenne dietro una discussione sulle generazioni alternanti e la eterogenia in genere, a cui presero parte fra gli altri Fée, Pian- chon e Duby; e questi colse V occasione per ragionare dello slato presente delia crittogamia, e della moltitudine di specie fittizie che l’in¬ gombrano, e per raccomandare gli studi biologici a correzione degli errori di cassazione sistematica. Poscia il Fée parlò di alcune escrezioni delle felci, ora vischiose , ora resinose, ora calcaree. Bapin intavolò una discussione sul valore da darsi ai caratteri dei generi , dedotto dall’incrociamento dei generi stessi, coll’emettere l’opinione che ge¬ neri veramente diversi fra di loro non possono incrociarsi ; alla quale discussione presero parte Planchon, Leresche e il riferente, addicendo esempi di piante di generi diversissimi che danno pro¬ dotti incrociati ; e il riferente poi a proposito di un incidente sorto nella discussione sul valore sistematico dei peli dei pappi delle com¬ poste, ricordò l’ anomalia offerta a questo riguardo dal Leontodon anomalum di Toscana. Dopo di che il de Candolle espose di nuovo alla sezione quanto aveva detto all’adunanza generale sul germo¬ gliamento de’ semi; su di che Burckhardt di Basilea rammentò i pro¬ pri lavori sull’ istesso argomento già pubblicati, e lungamente espo¬ nendo le sue ricerche mostrava che per diversa via desse giungono a!]’ istesso risultato di quelle di de Candolle. Planchon parlò poi di alcune mostruosità della vite, che possono ingenerare la sterilità nei vitigni, e trattò della fecondazione, e dell’azione del polline per fare ingrossare le parti del gineceo, rammentando fra l’allre cose che in alcune orchidee , tale azione può giungere sino al provocare lo svi¬ luppo degli ovuli. Infine dettero termine alla seduta, il Meisner col parlare del Folyrjonum platycladus , il Heer col mostrare delle pine trovate in foreste sottomarine, e il De Barv col mostrare certi modelli di embrioni monocotiìei fatti in cera.

Prima però di sciogliersi Y adunanza ebbe ancora un mesto dovere da compiere. Essa aveva avuta la notizia della morte inaspettata di Sir William Hooker, l’illustre direttore del giardino botanico di Kew, e volle che al di lui figlio Giuseppe Hooker fosse comunicata l’espres- sicne de! generate rammarico per la perdita di uomo tanto beneme¬ rito delia scienza.

LAVORI BOTANICI PRESENTATI ALLA SOCIETÀ ELVETICA B

Il giorno seguente, 25 agosto, fu chiusa la sessione, in un’a¬ dunanza generale in cui si sentirono i rapporti dei segretari delle sezioni sui lavori di ciascheduna. La città di Neuchàtel fu pro¬ posta ed adottata come sede della ventura sessione ; e una vo¬ tazione generale accolse nel seno della Società molti nuovi soci ordinari e onorari. Dopo di che l’adunanza si sciolse , ma non si di¬ visero i soci, chè ancora nn banchetto fraterno, come quelli dei due giorni precedenti, li riunì, e in ultimo andarono in lieto pellegrinag¬ gio ad ossequiare a Mornex non lungi da Ginevra, il luogo dove ebbe nascimento la Società elvetica delle scienze naturali.

Spezia, 19 settembre 1865.

Estratto dagli Atti della Società Italiana

Voi. Vili.

Milano, 1866.

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i Scienze naturali.

Tip. Bernardoni.

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