EX LIBRIS | William Healey Dall Division of Mollusks Sectional Library . » ì c ■' i | <» «■'* V • Il fc'rì i 1 ì i WILLIAM H. DALL VCTt'v! DIVISI GN Oì api •"<} RY %*me.o ELEMENTI CONCHIOLOGIA LI1NNEANA ********* • • % s La presente Opera è posta sotto la protezione delle veglianti leggi , essendosi adempiuto a ciò che esse prescrivono. Dott. lìdio brunetti ELEMENTI **,-«** . Sectìonai JJbxaTìr D I CONGHIOLOGIA LINNEANA ILLUSTRATI DA XXVIII TAVOLE IN RAME DEL SIGNOR E; ir BURROW A. M. •»»» MEMBRO DELLA SOC. LINN. s DELLA SOC. REALE E DELLA SOC. GEOLOGICA DI LONDRA OPERA VOLGARIZZATA SULLA SECONDA EDIZIONE INGLESE DAL NOBILE SIGNOR MARCHESE FRANCESCO BALDASSINI DA PESARO coll’aggiunta DI COPIOSE ED ERUDITE NOTE. EDIZ. DILIGENTEMENTE ACCURATA DAL PROFESSORE CLARO GIUSEPPE MALACARNE MILANO PRESSO CARLO BRANCA l836 Abbiamo erralo attribuendo , nel precedente frontispi- zio portante la data stessa del presente, le aggiunte al prof. Claro Giuseppe Malacarne, mentre appartengon queste al nobile Traduttore , dovendosi al cb. professore soltanto il merito dell’accuratezza della presente edizione. A pag. 2 5g, lin. 19-20, levasi quasi a quel modo che usano le seppie. ©ALLA TIPOGRAFIA E LIBRERIA DI FELICE RUSCONI contrada de5 Due Muri, N.° looo %t$4 ffìfó GLI EDITORI A GHf LEGGE. Succeduti al Bibliopola G. Pietro Giegler* mancato ultimamente a’ vivi; ne trovammo date, fral’àltre, le disposizioni, perchè in conto suo si pubblicasse con ogni possi- bile maggior cura l’opera, che siamo in oggi a portata d’offerire compiuta agli stu- diosi della Storia Naturale , essendovici prestati noi pure, senza nulla risparmiare dal canto nostro di tendente allo scopo che la presente Edizione avesse a risultar degna A ad un tempo del nome illustre del suo Autore Inglese, e del non meno esper- VI to, che nobile volgarizzatore Italiano , il quale comentolla ed il|ustrolla vie mag- giormente con note interessanti , e quasi al tutto raggiugnenti l’epoca attuale, nello special ramo delle Naturali Discipline, su cui essa versa, e del Pubblico di tutta Ita- lia; Pubblico al quale^ sebbene non man- cassero di certo opere d^altissima impor- tanza, dal proprio suo seno uscite, tanto relative alla Conchiologia vivente, quanto riguardanti più specialmente la Conchio- logia fossile, come bastano a farne ampia fede, tra Faltre, per la prima, quelle del celebre Poli, professore siciliano, e per la seconda poi, quelle del valorosissimo nostro Brocchi , ambidue mancati , non ha guari , alla gloria nostra ulteriore in fatto di Storia Naturale , è pur forza con- fessare che mancò finora in Conchiologia un buon libro elementare, che valga ad VII appianare la via agli studiosi di coltivare con profitto anche la Scienza che concerne a ’ Testacei. E poiché si trovò che il bravo sig* Mar- chese Francesco Baldassini da Pesaro, da- tosi il merito , non solo di tradurre ad uso nostro l’opera ornata di ben molte figure incise in rame , pubblicata dal Bur- row a Londra nell’anno 1818, sotto il ti- tolo di =* Elementi oj Conchology , — ma d’articchirla eziandio di tutto ciò che gli parve occorrerle, nello scopo lodevolissimo di renderla utile presentemente, quanto mai fosse da desiderarsi , per chiunque ami tra noi d’accingersi ad uno studio cosi fatto, aveane preso col prelodato fu sig. Giegler le opportune intelligenze , onde a conto e spesa di quest’ultimo venisse pubblicato qui in Milano il di lui lavoro , perciò vi diemmo opera noi pure, tanto più vplon- \ YIII tieri, in quanto che ci lusingammo di ado- perarci in cosa che dovesse necessariamente tornar grata a ciascuno, ed essere accolta come utile dagli Studiosi; circostanza che coronerebbe ogni analogo nostro voto» GLI EREDI GIEGLER, PROEMIO DEL TRADUTTORE ITALIANO, *********** j£/ esame della struttura interna del Globo e sempre stato uno degli oggetti di maggiori meditazioni per ì filosofi i più rinomati ; anzi i sapienti di tutte le epoche e di tutte le nazioni ci hanno lasciato le prove le più. luminose delle profonde ricerche , che in tale proposito avean dessi instituite. Col paragonare gl’ individui fos- sili ai viventi; col renderci certi dei luoghi ove ora esi- stono dessi in vita o di quelli ove trovansi in istato fossile y e co II’ impar are i luoghi ove crebbero e vissero y si potrà forse pervenire un giorno a fissare sopra so- lide basi alcun che di quanto varrà a porre i fonda- menti (Cuna vera Scienza geologica. La Conchiologia riesce di una grande utilità al Geo - logista ; mentre per essa viene egli a riconoscer quella moltitudine di conchiglie , che accade d’incontrare negli strati ond’e costituito il nostro pianeta , e che ci som- ministra una così ampia copia di lumiy in riguardo alle diverse circostanze della loro formazione y che chi an- dasse privo del soccorso di tale scienza , sarebbe costretto ■X a soffermarsi quasi ad ogni passo nello studio dei ter- reni secondar j. Il celebre Lamarck dice , che all influenza dei Polipi dal polipajo pietroso , ed a quella dei Mol- luschi e delle Annelidi testacee 5 dobbiamo riguardarci come debitori in gran parte di que7 banchi enormi di creta , e di quelle montagne calcaree che si trovano sparse in tanta quantità sovra tutta la superficie del Globo , e che per lo meno a7 prodotti abbondantissimi di questi gusci d7 animali e da attribuirsi la maggiore porzione di quella Calcarea marina , che somma cura si pigliano ora i Naturalisti di distinguere da quella che sogliono denominare Calcarea d’acqua dolce. Sicché non è, se non collo studio filosofico di tali polipo] , e soprattutto de7 loro analoghi ridotti allo stato fossile , che possiamo sperar d? acquistare una conoscenza al- quanto esatta de* loro individui, ed in particolare delle località ove esistono pur tuttavia questi animali mede- simi , ed ove costruisconsi il domicilio. La scienza dei Molluschi , così terrestri , come fluviatili, era stata in ad- dietro trascurata, o almeno non furono dessi esaminati se non in piccolissimo numero e con troppo poca at- tenzione $ ma , allorché la scoperta dei terreni formati dalle acque dolci ebbe fatto conoscere la copia gran- dissima de7 fossili loro avanzi, e la varietà ed impor- tanza degli strati che ne risultano quasi per intiero formati, si osservò esistere un vuoto tale in questa parte della Conchiologia , da non permettere alla Geologia di poter proceder oltre convenientemente 5 senza trarre da quella un qualche maggiore e piu positivo soccorso $ nè è già stato soltanto il mare , che abbia somministrato le specie che presentemente rivenghiamo divenute fos- sili $ mentre l’acqua dolce ne ha aneli’ essa fornito la parte sua , e mercè dello stadio attentissimo de 9 Mol- luschi diversi , che nelle rocce si vanno trovando , si potè giugnere a scuoprire la verità importantissima , che in ben più d’una località , le lunghe permanenze delle acque dolci abbiano dovuto alternarvi talora ripetutamente con quelle dell acque del mare. Gli strati immensi di con- chiglie fossili , che sonosì rinvenuti e ritivengonsi pur tuttavia ne’ dintorni di Parigi ? al Grignon ? presso a Courtagnon ed anche altrove , ce ne offrono un testi- monio irrefragabile , e sono precisamente quelli che hanno dato luogo a? celebri lavori di tanti valentissimi Natu- ralisti francesi. Dalle dotte investigazioni praticate sovra tali avanzi fossili , ebbesi anzi argomento di trarre una buona copia di lumi di grande rilevanza , in proposito delle diverse rivoluzioni dalla Terra nostra in epoche differenti sostenute , g si poterono accumulare non pochi fatti nuovi in riguardo alla storia del Globo terrestre. E per verità che cosa sono mai le conchiglie , e par- lando in generale , tutti quanti gli avanzi fossili cV altri corpi organizzati animali , se non 5 quasi chi dicesse , altrettante medaglie antiche , le quali ci prestano una prova evidente de'’ cangiamenti da quando a quando avvenuti sulla superficie del nostro pianeta? Il Geoio gi- sta è in oltre a portata di trarre non poco prof ito dallo studio de 5 gusci, degli inviluppi o delle conchiglie fos- sili de ’ diversi Molluschi > per giovarsene, onde perve - Xll nire alla determinazione dell identità d? alcuni terreni 1 o vogliami dire , strati o banchi di terra. Egli potrà scorgere nella quantità prodigiosa de1 Molluschi , che a anno succedendosi di generazione in generazione nella profondità dei mari , una delle cause evidenti deW ac- crescimento de ’ Continenti. Catene di montagne calca - ree, formate tutte quante da? corpi marini , del pari che banchi immensi di Molluschi o di Coralli , de quali al- cuni analoghi presentemente viventi , rinvengonsi ogni giorno , valer possono ad attestare al medesimo Geo- logista la necessità di studiare attentissimamente la. Con - chiologia. Don Ulloa , Dombey , Humboldt , e tanti al - Jri ancora , rinvennero conchiglie fossili fino sulV altis- sima Cordigliera delle Andes neW America meridionale $ la massa intera della roccia Libica , che ha servito ad ergerne^ fino dalle loro fondamenta , /e famosissime Pi- ramidi Egiziane , altro non è che un ammasso immenso di Numniuliti, ed inoltre le cime elevate de7 monti cal- carei sono spesso interamente formate da conchiglie fossili in massa ammonticchiate insieme. Tutti quanti gli studj , coìì s’esprime un famosissimo Naturalista , zVz- rialzano l uomo al di sopra di lui medesimo , e «se/ra- brano quasi incamminarlo di buon? ora verso gli alti suoi destini ; ma quello poi della Geologia, è per avventura , o potrà essere precisamente lo studio che , svolgendogli meglio dinnanzi la propria origine di lui , /o spingerà ancora più oltre $ la vera chiave però di questa scienza medesima sembra consistere , piu che ire altro , nell’esatta ed attentissima cognizione de'' corpi organizzati che incori - xin fransi ne1 differenti terreni. La Conchio logia 9 al pari delle altre parti della Storia naturale , regge il filo- sofo , e lo guida per mano nella ricerca della natura delle cose , e tutto ciò , che tende a procurarci una co- noscenza più esatta e più estesa delle opere della Crea- zione , non può , se non esser sempre un oggetto ben degno e meritevole di tutta la nostra curiosità , ed anzi delle nostre più studiose sollecitudini. Da tali riflessi emergerà di leggieri quanto ingiusta ed erronea sia l’opinione di coloro , che credono , essere la Conchiologia una scienza di mero lusso, e affatto inutile o atta soltanto a stuzzicare in noi una vana cu- riosità, cresciuta particolarmente dalla vivacità e sva- riatezza de ’ colori , onde molte conchiglie sogliono in fatto abbellarsi ; mentre una simile asserzione altro non importa , se non che vi potò ben essere chi ha coltivato questa scienza medesima, piuttosto in qualità di amatore o di dilettante, che non da vero Natiir alista , non cu- rando di ravvisarne i molteplici rapporti, ne di calcolarne a dovere le applicazioni importantissime \ ne è già da dire, che ignorino i dotti V utilità somma, onde le con- chiglie ci sono, da che formano esse la pietra calcarea che noi poscia riduciamo , col mezzo del fuoco , in cal- cina o in calce viva , che ci serve , non meno ad ac- conciarne talora le nostre terre, che a giovarcene per cemento, con cui fabbricare le nostre case . L’architet- tura, dice Monfort ( Vedi nel Buffon di Sennini, les Mollusques , al t. x, p. 52), si serve , nella costruzione de 5 suoi monumenti più solidi , della calce tratta dal* i XIV V abbruciamento delle conchiglie ; ed è questa di fatto la migliore di tutte le calcine destinate a servir di ce - mento, c tutti quanti gli edifici della Olanda con altro non sono costrutti , se non appunto colla calce viva delle conchiglie calcinale. V* hanno anzi ben molti vascelli , V occupazione de ’ quali , infra Vanno , consiste unicamente nelV andare a pescarle , per tornarsene poscia a metterle giù in immensi mucchi , o in ammassi sterminati , nd dintorni di Hai lem , ove stanno situati i principali forni da calcina di tutto il paese. Così pure nelle Ebbridi, alle Antiìle , ed in molte altre isole $ e la stessa cosa dicasi poi di moltissime altre contrade marittime, non si conosce altra calcina affatto, fuorché quella soltanto che ottiensi merce della calcinazione delle conchiglie e delle madrepore. Desse ci somministrano infatti un ec- cellente ingrasso per alcuni de 5 nostri campi o terreni coltivati, fornendo a? medesimi successivamente quella tale sostanza calcarea , che è la più atta ad incorporarsi colle rimanenze dei vegetabili , con cui forma poi il così detto terrìccio , o quella terra vegetabile, che ì Latini chiama- vano humus , la quale e precisamente la sola capace di trasformarsi nella sostanza elementare delle diverse piante ( Y. Diz. . d’Agric. , Ed. It. , t. q.°, p. 325 ). Un gran numero di Molluschi serve spesso agli uo- mini ottimamente di cibo o di nutrimento j così fanno i così detti Polipi o i polpi, le Seppie , e le Lolligini, o i Calamari, che sono molto ricercati , tanto in Gre- cia, come in Italia $ ne può avervi oggimai molti che ignorino, essere questi stati talmente in pregio presso XV gli antichi Romani , che Plinio stesso non isdegnò di tramandare i nomi di coloro , che immaginarono di riunirli in appositi, come si suol dire, parchi, ove prov- vede varisi d? abbondante nutrimento , nello scopo di ren- derli così più sugosi o piu dilicati. Le nazioni selvagge, abitanti lunghesso le spiagge del mare , e le stesse na- zioni le più incivilite, e fra queste segnatamente le più povere, usano appunto de1 Molluschi costituire la più gran parte del loro nutrimento. La pittura trae anche essa da alcuni di questi anima- li, parecchj di quei colorì che le riescono preziosissimi, almeno dal canto della loro stabilità o durevolezza , o della facilità con cui possono impiegarsi tosto , quasi tal quali ; così e, per esempio , dell’ inchiostro della China , che si sa ora precisamente ir aersi da certe sorta di Seppie • Sembra anzi provalo oggimai che anche V Ambracane , o l’Ambra grigia, profumo tra gli altri stimatissimo , sia dovuto a certe determinate specie di questa manieradi V ermi marini. La tintura finalmente traeva essa pure . presso gii an- tichi, da alcuni Molluschi, che venivano perciò designati essi medesimi col nome di Porpore, il colore rosso il più splendido e vivace , ed il più apprezzato d’ ogni altro, quello cioè di cui tanto pure pregiavasi Tiro , non sca- dente per certo nel confronto con quello che ora ci viene fornito dal Chermes e dalla Cocciniglia. Alcuni Mol- luschi, sebbene sian dessi in piccolo numero , pure ci som- ministrano per uso nostro proprio , certe produzioni che servonci di materia prima, onde cuoprirci ; e di tal fatta. XVI sono le Pinne marine , le sete o i filamenti sericei della quale , formanti il così detto Bisso, sono adoperati già da tempo immemorabile negli abitanti del litorale o delle spiaggè del Mediterraneo , e soprattutto poi da quelli della Sicilia , onde formarne certi tessuti , che rie- scono rimarchevoli , non meno per la bellezza del loro colore , di quello che per la loro finezza e leggerezza , e per la proprietà che hanno di conservarsi inalterati sempre in riguardo alla naturale loro tinta primitiva. La semitrasparenza, che presentano le valve appartenenti ad alcune specie del genere P lacuna di Lamarck (Anomia di Liuti. ) , porge argomento agli abitanti della China e delle Filippine , di adoperarle onde munirne le loro finestre ; in vece de ? vetri che poniamo noi nelle invetriate. Quand'anche lo studio della Conchiologia non som- ministrasse alcuna utile applicazione ai nostri bisogni ed alle nostre arti, desso non sarebbe perciò meno ne- cessario alla storia generale degli esseri. Le scienze na- turali, per essere conosciute in tutta la lóro importanza non debbono già considerarsi isolatamente , ma convi erte esaminare i legami y che esse hanno insieme le urie colle altre, e tener . poi a giusto calcolo gli ajuti che possono desse prestarsi a vicenda. Se cadauna di esse dovesse essere valutata soltanto in ragione della utilità diretta che a noi ne deriva , molte parti della Storia naturale e della Fisica potrebbero spesso tacciarsi di vanità , e troppo poche ne sarebbero quinci quelle , che avessero a giudicarsi degne deW attenzione dell'uomo $ mentre molte invece ne rimarrebbero condannate ad un asso- XVII luto disprezzo . Certo è bene che aW utilità evidente , che si ottiene dallo studio della Conchiologia 5 resta da ag- giungessi eziandio , per £e« motò, i7 diletto o il piacere eh’ essi effettivamente ne ritraggono; da che le specie delle conchiglie variano tra esse quasi aW infinito , e V eleganza delle loro forme, le tantissime gradazio- ni, la somma vaghezza e la varietà quasi indicibile de bellissimi , e talora decisamente splendidi colori , ondas- se sogliono far pompa, non sono , nè oggetti che meri- tino da noi una scarsa ammirazione , riè che servir deb- bano sempre , e per tutti , di un semplice , leggero e fuggitivo trattenimento ; tanto piu che si sa aver esse formato in ogni tempo , per dir così , le delizie di pa- recchi uomini celebri anche d’altronde. Dicasi però il vero , che troppo lungo fu il tempo , ch’ebbe a trascorrere perduto , prima che la Concinolo - già potesse studiarsi con un qualche metodo atto a condurre lo studioso ad alcuno utile^ed importante risultamento . Fino da’ piu remoti tempi sì è introdotto il gusto di adunare in numero le conchiglie le più rare e le più belle , onde disporle poscia in modo tale da sorprendere piuttosto la vista degl’idioti , che non da formare il soggetto di qualche indagine istruttiva . Nelle opere de 5 Greci e de’ Latini , che ci sono rima- ste, non troviamo se non pochissime nozioni , e queste poi sempre troppo vaghe e al tutto insignificanti , circa alle conchiglie, che riguardavansi come semplici oggetti di lusso, anche a malgrado che ad alcune di esse sì attribuissero dal volgo certe proprietà che assai iene * b XVIII vano del maraviglioso. Plinio , del pari che indistinta- mente gli antichi , sia che scrivessero in greco od in la- tino sugli Animali testacei , ed in particolare sulle loro conchiglie , non facendo che ripetere ciò che prima ne aveva detto Aristotile, nulla - aggiunsero affatto alla Storia naturale degli Animali , che devesi a questo grand’uomo , il quale non ha ammesso di darci anche sui Molluschi parecchie nozioni interessanti , accompagnate al solito sempre da giustissime osservazioni- fu egli di fatto il primo , che s'’ immaginasse di dividere le conchi- glie, a norma dello speciale loro domicilio , in terrestri e in marine , e queste ultime poi in univalvi ed in bi- valvi. Il nome però di Molluschi venne da lui applicato a certi animali molli, come sono le Seppie , le Lolligini, i Calamari e simili 5 che formano presentemente la terza divisione dei Ccfalopodi di Lamarck . Intanto però sta in fatto che trascorsero ben molti anni , prima che lo studio delle conchiglie ottenesse da? Naturalisti una seria considerazione $ e per ottenere ciò, fu necessario che si desse un bando positivo aW abuso del gusto, ch’era oggimai troppo invalso , pel meraviglioso . Dopo una lunga inerzia , comparvero poi alla fine le opere di Gessner , di Johnston, di Rondelet, dell’ A l- drovandi, di Bclon , di W or mio e di ben molti altri , accompagnate talvolta da alcune figure piu o meno esatte e destinate a servire come d?esempj delle descri- zioni, eh’ essi andavansi ingegnando di darci , di- questi così fatti Animali ; e quella fu l’epoca della nascita, per così dire, della Conchiologia ; mentre da quel momento XIX s'incominciò a conoscere, tanto V analogìa che passa tra certe determinate specie di conchiglie, q uan f eziandio la sicurezza che dalla loro attenta considerazione avrebbe potuto il filosofò ritrarre utilissimi risultameli. Nondi- meno il piano di quelle considerazioni era ancora trop- po poco perfezionato , ed invano vi si sarebbero cercali i principi di un metodo regolare a bastanza , per abilitarci a distinguere a dovere le conchiglie le une daW altre, merce de ? caratteri che da cadauna di esse si rilevas- sero. La determinazione delle specie, dice Lamarck ,e un lavoro che non può se non essere direttamente uti- lissimo alla Scienza ; da che in fatto V indole stessa del nostro intendimento sembra provare , che tutte quelle divisioni in classi, in ordini e in generi , altro alla per- fine in se non sono^ se non mezzi , or piu or meno util- mente immaginati ed impiegati , onde supplire alla no- stra debolezza, e onde non ismarrirci poi trajnezzo a così straordinariamente inoltiplici diversità di produzioni naturali. Queste divisioni però non esistono effettivamente in natura , e le specie o le razze sole possono dirsi avere una esistenza positiva di per se. Deve pertanto fin dalla prima il Naturcdista riconoscere queste specie, a misura che gli se ne presenta V occasione , e determi- narne i caratteri proprj e distintivi , per fissare quindi le vere relazioni, o secondo che suol dirsi, i rapporti es- senziali di queste specie medesime Vuna coW altre , e in conseguenza poi , per assegnare la classe , T ordine o la famiglia, , o infine il genere y a cui ciascuna di esse propriamente appartiene .. XX Quegli che ; pel primo, immaginò di distribuire me- todicamente le conchiglie dalla loro forma esteriore, fu Giovanni Daniele Maggiore , il quale arricchì di note il Trattato della- Porpora di Fabio Colonna fi e a mal- grado delle imperfezioni , che riescono naturalmente in- separabili da un primo tentativo di tal fatta, è pur da dire che il di lui lavoro fa di grandissima utilità alla scienza conchiologica • tanto piu che vi si trovano consegnate alcune osservazioni molto ingegnose. Poco dopo di lui comparve Martino Listerò , il di cui me- todo più esteso spinse innanzi assai questa medesima , Scienza , da che potè egli, mercè di quello, abbracciare a un tratto , nella di lui opera, un numero d'oggetti di gran lunga maggiore , che noi si facesse prima di lui , e potè portarne quasi alla perfezione la metodica distri- buzione. Vennero in seguito le opere di Langio , di Breyn , di Gualtieri (il quale pubblicò il metodo pro- postone da Tournefort), di Klein e di D A rgenville , ( il di cui metodo venne successivamente accresciuto da Favanne). Costoro andarono pubblicando di mano in mano i rispettivi loro metodi , gli uni sempre più com- pleti di quelli che avcvanli preceduti ; ma* finalmente venne poi Linneo che li superò tutti quanti, e fu il solo che stabilisse le fondamenta di una buona Classifica- zione delle conchiglie , che determinasse i veri principj da seguirsi per determinarne i generi e le specie, e che facesse bella pompa deW artificio utilissimo, cFei possedeva mirabilmente , d'esporre con elegante e rigorosa precisione i caratteri distintivi de ’ tanti suoi oggetti . XXI Ed è anzi propriamente questo il metodo che, perfe- zionato poscia da' Naturalisti che gli succedettero , ha servito e serve pur tuttavia di norma a tutti coloro che s'accinsero di proposito allo studio della Conchiologia. I primi Autori che hanno trattato delle conchiglie, avevano bensì fatto menzione degli animali che entro quelle continuamente dimorano ; ma niuno ve riebbe , fino a Linneo, che si curasse di descriverne i caratteri, nelE atto di attendere a classificarne le rispettive con- chiglie. Egli , a malgrado dei pochi soccorsi che , sotto questo speciale riguardo , ha potuto rivangare nelle opere de 7 Naturalisti che il precedettero , non ha trascu- rato mai di preporre , in testa de ’ caratteri di cadauno de 7 suoi generi , una tal quale qualificazione deri animale che suole abitarne le singole specie . Adanson poi fu decisamente il primo , che facesse conoscere i grandi vantaggi che la scienza doveva aspettarsi d’ayeze a ri- trarre dallo studio di questi animali medesimi , e dopo di lui vennero Geojfroy e Mailer , proponendo di clas- sificare le conchiglie, tutte quante , sul fondamento sol- tanto de ’ caratteri che ne somministrano i Molluschi o gli animali rispettivamente domiciliativi per entro, e con- tribuendo alla Scienza materiali tanto più solidi e po- sitivi, in quanto che scrissero dessi rie più ne meno di ciò che ebbero l’opportunità di vedere . Oltre agli autori da noi qui sopra nominati, molti altri ne sono stati che si occuparono con particolare studio delle conchi- glie, e fra questi meritano di essere , a preferenza d’al- tri, rammentati con merito di lode singolare , il Martini, j XXII lo Schroeter ed il Chemnitz, i quali andarono a gara pub- blicando e facendoci , con maggiore o minore esattezza, conoscere una immensa farraggine di specie nuove e tra esse ben distinte ; ma i lavori veramente preziosi , che contribuirono a portarne la Conchiologia a quel grado di perfezione, al quale la veggiamo ridotta og- gidì, sono senza contraddizione stati quelli de ’ due pre- citati Bruguiere e Lamarck, ed, oltre di essi, del ce- leberrimo Cuvier. Il primo ripete le esperienze, tentate già da Reaumur 5 sulla formazione e sullo sviluppamelo delle conchiglie , e dalle osservazioni di lui risultò con- fermata V opinione, che ciò abbia a succedere sempre in via di sovrapposizione progressiva della sostanza onde le conchiglie soglio n essere formate ; e ciò contro alla opinione di Klein, il quale pretendeva che le con- chiglie si formassero e crescessero in forza di un pro- gressivo assorbimento di sostanza dal di dentro. Separò egli eziandio alcune specie da? varj generi già prima insiituiti dal Linneo , né> quali erano desse state affatto s convenevolmente affastellate, scartandole, onde riporle altrove con maggiore ragionevolezza , o formandone talora altri generi al tutto nuovi 5 allorché, usata ogni circospezione possibile per non abusare d’> innovazioni non necessarie , emcrgevagli pure d? assicurarsi, che ta- luna di quelle specie meritava senza piu di formare un genere distinto, indipendente ed appartato. Il Lamarck perfezionò poscia ulteriormente il metodo di Bruguiere , mercé delle introdottevi novelle divisioni de? generi, mercé deW uso di una terminologia sempre più rigorosa, e XXIII merce della da luì progettata distribuzione principale delle conchiglie bivalvi, tratta dal numero delle rispettive loro impressioni od impronte d7 alcuno dd loro muscoli. Linneo , il quale aveva abbracciato col vasto suo ge- nio a un tratto tutta quanta può esser mai la Storia na- turale, non avea avuto a sua disposizione il tempo che occorrevagli , onde dare alle singole sue parti tutta la perfezione che potea richiedere un sì vistoso lavoro. 1 grand’’ uomini giada noi rammentati , com’ altri altrove , impresero successivamente ad emendare i di- fetti inseparabili daWimmenso lavoro, per così dire , di getto assuntosi dal Linneo, e dipartendosi dal punto, nel quale avealo egli lasciato , spinsero mano mano pro- digiosamente innanzi la Conchiologia , arricchendola di preziose osservazioni , ed aumentandola ddun grandissimo numero di specie non per anche conosciute in addietro. L’anatomia dei Molluschi somministrò poscia abcelebre Cuvier dati novelli , ed ancora più certi ? e quindi più conducenti ad instituirne una migliore Classificazione delle conchiglie, fondandola sopra caratteri costantissimi nelle singole specie de 9 loro animali , e in conseguenza ottimi onde contraddistinguerne , Vana dall’’ altre , le spe- cie ; caratteri , che, riuniti insieme con quegli altri, che ne risultano dalle forme e dai colori proprii delle con- chiglie rispettive, hanno dato origine a quelle distribu- zioni metodiche , che torneranno mai sempre a sommo onore dei loro inventori. Sarebbe però per noi un tra- dire ad un tempo la verità ed il patrio decoro , se ta- cessimo la speciale circostanza, che il celebre nostro XXIV Italiano Zaverio Polì fu propriamente il primo che si adùfjerasse nello stabilire i generi dei Molluschi , non valendosi che soltanto de 9 caratteri che ce ne presentano gli animali, e senza avere alcun riguardo alle conchi - glie; come risulta manifesto dalla insigne opera di lui Sopra i Testacei della Sicilia , in grazia della quale meritassi egli, al dire di Meckel , il titolo di primo fon- datore della Classe dei Molluschi Nel presente cenno istorico dei progressi , che andò mano mano facendo la Scienza conchiologica , non ho creduto di dovermi studiare d7 annoverare anche molti altri Autori, che pure hanno , merce de 7 loro scritti e delle loro osservazioni , senza dubbio contribuito av pro- gressi della medesima ; nè vi sarà, io spero, chi vo- glia farmi special carico di una tale supposta ammis- sione, giacche gli anglisti limiti che mi sono prefìsso non mi avrebbero consentito di estendermi ad enumerare qui ora , se non que 7 soli tra tanti , che precisamente hanno in modo *notoriis simo fissata un epoca nei fasti della Concinolo già. Mi terrò pertanto pago d7 avvertire qui unicamente , che le opere di Dacosta , di Seba , di Regenfuesse , di Knorr , di Murray , di Fichtel e di Moli 5 sono appunto del numero di quelle 5 che hanno fatto fare a questa scienza i piu vistosi progressi, e che V hanno posta a livello delle altre parti della Storia na- turale; e sogghignerò in via d7 abbondanza, che meritano ben anche di essere all7 occorrenza , tra l7 altre , consul- tate le opere di Montagu , di Pennant , di Pery e di Megerle, V ultimo de 7 quali ci ha dato , nel Magazzino XXV di Berlino per Vanno 1 8 1 1 , un nuovo sistema dì Con - chigliologia , di cui non fu pubblicata se non la sola parte che ne tratta delle Bivalvi. Il Barone di Férus- sac stavasi pubblicando ultimamente una magnifica , e splendida , non meno che interessantissima. Storia delle conchiglie terrestri e fluviatili, ed il sig. Sowerby faceva incidere pure testé in Inghilterra ben molte figure di conchiglie fossili, non senza unirvi esattissime note , ol- tre alle occorrenti illustrazioni. Il bravo Naturalista sig. Blainville pubblicò inoltre , già fino dell' anno 1804? il Prodromo di una nuova Classificazione degli Esseri viventi , al quale ha egli poscia dato un qualche svilup- pamelo, da prima nel Journal de Physique, pel mese d’ottobre 1 8 1 6 ^ ma poi finalmente nel 1822, col suo Traité de l’organisation des Animaux, ha egli riprodotto questa medesima sua Classificazione , giuntevi alcune modificazioni, e dando tutto lo svii upp amento, che ri- chiédevasi , al proprio metodo. Né di minore soccorso riusciranno al giovane studioso anche di Conchiologia , gli Elementi di Zoologia che va pubblicando il chiaris- simo Monsignore Ranzani, prof, di Mineralogia e Zoo- logia nella Università di Bologna , cui va debitrice tutta V Italia nostra di un? opera così v antaggiosa 5 com’è que- sta, di cui con noi brama, la Patria di vedere quanto piu presto sia fattibile sollecitato il compimento. N on sono tampoco da passarsi in silenzio quei Na- turalisti , che hanno limitato i loro studi nello stabi- lire bene , e nel determinare a dovere , soltanto o qual- che genere isolato ,0 un piccolo numero di generi. Tali XXVI lavori sotto stati di una utilità decisa alla Scienza , come può ognuno convincersene, leggendo le due Dissertazioni del sìg. Meckel , Vana sugli Pteropodi e ! altra sul nuovo genere Doridi um, e riguardando il Catalogo de- gli Animali delle conchiglie deW Adriatico del sig.prof. Renieri , del pari che le Memorie dd sigg. Donovcin , Leach e Sovverby. Andiamo ora alla perfine debitori al celeberrimo Zoologista Latreille di un aureo quadro sistematico dei Molluschi, che egli pubblicò Vanno 1825, in uti> opera intitolata — Familles du Règne animai =, come il siamo al dotto Blainville del suo Manuale di Malacologia e di Conchiliologia^ due opere, che meri- tano di essere consultate e studiate da chiunque brami fare qualche progresso in questa Scienza , al sempre maggiore avanzamento della quale cotanto hanno pur contribuito amendue questi due valentissimi Naturalisti. I rapidi progressi , che ha fatto ultimamente questa Scienza , e la somma importanza sua, oggimai da tutti riconosciuta , hanno in ogni nazione accresciuto di molto il numero de* suoi cultori appassionati , e gli atti delle Accademie ridondano ora bene spesso di eccellenti pro- duzioni di tal fatta. La nostra Italia vanta essa pure Uomini sommi in tale materia , ed opere che non poco contribuirono certamente a « spingere sempre più oltre la Conchiologia. E quanto a? primi , faremo che ci basti il citare i nomi di un A Idrov aridi , A un Morsigli, Pini Fabio Colonna, clun Donati e d’uti Buonanni, o vera- mente quelli di Soldani , d? Olivi , di Cavolini, di lano Fianco , dcv Ginanni, del Soli, del Renieri, e del Broc- XXVII chi mancatoci non ha guari, per conoscere quanto lungo ahhian dessi esteso i limiti delle cognizioni con cinologi- che, e diffuso e promossone lo studio. Comunque però non siavi più dubbio che in complesso le opere di questi valenti hanno effettivamente reso più universale il gusto per questo importante ramo della Storia naturale, pure e forza convenire pur sempre , chela Gioventù studiosa, priva , com’era, di un buon libro elementare che potesse servirle di guida nello studio di questa Scienza , trascurata un po’ troppo tra di noi , non poteva dedicarvisi di propo- sito, e vive ignara pur sempre delle proprietà di tanti es- seri che vengonle spesso alle mani , e che anzi la circon- dano ben da presso , lungo le rive dei due mari che bagnano l’Italiana Penisola, rinvenibili eziandio in sulle vette dei monti che conterminano ed intersecano le va- ste e belle nostre pianure. 2Vè è se non troppo vero , che un tale difetto non può a meno di cagiofiare un danno assai grave allo sviluppamento di quegli ingegni che, scoraggiati già dalle gravi difficoltà che in quella s’incontrano quasi ad ogni passo , e privi cPogni mezzo conducente a scansarle ? cessano disperatamente dal- l’impresa, e l’abbandonano, forse con pregiudizio gra- vissimo della Scienza, che si rimane al tutto così de- fraudata della sempre utile loro separata coopcrazione. Allo scopo di riparare possibilmente a così grave mancanza , mi determinai io medesimo a tradurre dal- l’originale Inglese questi Elementi di Concinolo già , per- suaso di fare con ciò cosa grata, non meno che utile, a coloro che amassero di dedicarsi di proposito allo studio xxvm di questa Scienza medesima. Nò intendo io già di tessere qui ora un pomposo elogio del testo onde volli giovarmi , mentre esso raccomandasi abbastanza di per sò solo in ogni possibile riguardo $ ma , a fine di renderlo ancora più profittevole y e meglio adattato al bisogno che civea- sene in tutta Italia y ho creduto opportuno di conservare ! originale quasi nella primitiva sua integrità meno soltanto qualche lieve cangiamento suggerito da’ pro- gressi ulteriori della Scienza, e tale da renderlo più ac- concio all istruzione presentanea e meglio proporzionato alla sfera di cognizioni in proposito successivamente acquistatesi , solo ingegnandomi d’ aggiungervi alcune il- lustrazioni, tratte dall’ opere degli Autori i piu accredi- tatiy in quelle parti nelle quali non sembrava desso for- nire tutte precisamente le cognizioni , che si giudicarono riuscir necessarie ad un Giovane principiante. Così ho pure procurato di rendere dal canto mio possibilmente più completa la Terminologia conchiologica ? accrescen- dola di que ’ vocaboli „ o termini tecnici y che l’Autore uvea lasciato da parte ma che rinvengami ora qua e là peri’ opere analoghe de’ più distinti neoterici ; lo che gioverà anche a facilitarne la lettura .. E siccome poi le definizioni _ , o le spiegazioni di que- sti tali termini o vocaboli , dateci dall’Autore, mi sono sembrate talora un po’ troppo concise ? e quindi non sempre , com’era pur d’ augurarsi , idonee a risvegliare nella mente del Giovane studioso un’idea chiara e pre- cisa del loro importar rispettivo ; perciò ho stimato conveniente l’ aggiugnervi , senza metter mano mai nel XXIX testo, quelle ulteriori dilucidazioni che ho potuto rin- venire qua e là pelfopere degli Scrittori più celebri in materia conchìologica. Basterà , credlo , che io citi qui soltanto i nomi di un Bruguiere , di uri Lamarck , di un RoissyP di un Draparnaud , o altri così fatti , per essere si- curo della purezza delle fonti , alle quali ho attinto, nello scopo di aggiugnere ad ogni genere alcuna utile nota contenente le notizie storiche, le osservazioni eie variazioni statevi di recente introdotte. Dopo la di lui esposizione delle specie , volle V Autore inserire anche un elenco de{ nomi ? coi quali sono volgarmente conosciute le singole conchiglie in Inghilterra ; facendole precedere dal nome Linneano scientifico che loro corrisponde rispettivamente. Considerando io che questo elenco, come stava, rendevasi quasi affatto inutile , mentre lo scopo consistevano pre- cisamente, ben più che in altro , nel facilitare alla: fa- miglia inglese dey sigg. Mavve , il già incamminatone commercio delle conchiglie d’ogni provegnenza , per ar- ricchirne le pubbliche e le private Collezioni studiose, il primo mio pensiero era stato di porlo da banda e sopprimerlo al tutto , come di nessun uso per noi ; ma poscia, maturando meglio il pensiero , parventi invece che, col tenerne conto , oltre che io consulterei più precisamente alla già promessa integrità del testo , e a quella parte del commercio di conchìglie che la fami- glia Mavve , comunque tenue, può pur sperare anche dalla nostra Italia , aprivamisì il campo di proporre , non senza giovarmi in ciò deW assistenza, che occorre- varnij per parte di intelligenti persone , una sinonimia XXX italiana per ben molti oggetti , a’ quali mancò finora un nome appropriato tra di noi , mi determinai a riporre V accennato elenco nel suo luogo natio , e ni' attentai ap- punto ad esibire una sinonimia nostrale che , per le conchiglie compresevi , corrisponda , almeno in qualche modo , o al nome loro scientifico latino , o al loro nome inglese , triviale bensì, ma pure alcuna volta molto si- gnificativo. Oltre a ciò, m’è poi sembrato che convenisse eziandio d' aggiungere adopera un Quadro sponente la Classifi- cazione proposta non ha guari dal sig. Lamarck , quasi per tutti gli animali di questa maniera $ classificazione che può dirsi stata oggimai quasi generalmente adottata $ ed ho fatto che la precedano alcune succinte- notizie indicanti le basi principali sulle quali è dcssa fondata. Quanto ad elenco degli Scrittori in materia Conchiglia. - logica j è desso pure stato da me accresciuto di molti nomi che erano sfuggiti alle indagini ded Autore inglese y ed in particolare di Naturalisti nostri italiani, i quali certamente meritano avessero almeno da noi rammen- tati. Tutte le variazioni infine e tutte le aggiunte al te- sto fatte , ebbesi cura che fossero in qualche modo con- trassegnate a bastanza manifestamente , perchè chi legge possa riconoscerle e calcolarne l’importanza. Ecco quanto mi è sembrato indispensabile d’avvertire in tale proposito a riguardo del testo $ mentre , per ciò che ne concerne la traduzione , altro di meglio non saprei far e , clic pregare chi legge a voler avere in vista , più che non altro, il merito reale ded originale , e la buona / XXXI volontà che nutre il Traduttore di rendersi utile in qual- che modo alla studiosa Gioventù italiana. Ho poi cercato ? nel tradurre, di essere fedele, e. nell’ aggiungere, di non essere corrivo , e di giovarmi sempre di fonti non sog- gette ad eccezione. Pertanto di mio precisamente non rimane , circa aW opera che qui ora si produce , se non il picciolissimo merito della dicitura italiana , sulla quale anzi m7 occorre d’invocare tutta l’indulgenza, per parte di chi legge , a sperato condono degli errori, nè ’ quali potrò per avventura avere inciampato , malgrado tutta l’usatavi diligenza e tutta la mia possibile buona volontà , giovandomi a tale effetto molto opportuna- mente del riflesso, che pur troppo ciascuno è suscetti- bile di pigliare abbagli più o meno vistosi $ ma che il desiderio, da me palesato vivissimo, di riuscire a ren- dermi in qualche modo utile, colla poca opera mia^ agli studiosi miei compatriotti , può almeno valere a procac- ciarmi alcun diritto a quel compatimento ? che fu meta ragionevole al mio lavoro ; conscio, come sono d’altron- de , che la plausibilità dello scopo, giunta alla buona volontà nel prestarsi a conseguirlo , formano un com- plesso tale di circostanze militanti a favore, che ha sem- pre meritato , a chi volle adoperatisi , non solo com- patimento , ma ben anche plauso, così da ’ dotti, come anche daWaltre persone ragionevoli ed illuminate. '• • r. 1 -iYft (ì *V)Ai ' *>•; i V V! j $.\.S Vi ■ ■ •Z;./,’ ,r • \ V-, ;:iv .. . . .... * , - '/ vc-ty a>V;>v^hv n\\i v:, ■ sw^is^.v T, ’ .• ■.', . . . ...’ ,■ Tv,-', A* • V 'j Sxul ■ ■ — / ■ - ' 5 . u . ■ v i :yt. , ■ . ■ , \$y> , 1 . , ^V: . ;V , .7, * ^ , • >■ uc.^js AVVERTIMENTO. La seconda edizione di questi Elementi di Conchiologia viene ora offerta al Pubblico dall’Autore, che gli si di- chiara grato anche pel favore, con cui erane già stata rice- vuta anche la prima. Egli non trova modo d’esprimere a bastanza la soddisfazione che prova nel vedere, che l’ in- teressante ramo di Storia Naturale, verso cui ha cercato di richiamare l’attenzione comune, cresce ogni giorno più nella estimazione di quelli, ai quali sono principalmente dirette queste pagine , e presso i quali la grandezza, e il poiimento di una conchiglia, ne formavano un tempo il maggior pregio. Egli si crederà largamente compensato d'ogoi soste- nuta fatica, se coll’aver reso più agevolmente accessibile questa sola sorgente di puro , ragionevole ed istruttivo piacere , gli sarà venuto fatto d’indurre i leggitori allo studio eziandio dell’ altre Classi comprendenti le opere del Creatore, le quali tutte, non meno di questa, essi riconosceranno essere altrettante dimostrazioni della in- contrastabile esistenza d’una Bontà e Sapienza Infinita. Niun importante cangiamento operossi alla edizion precedente, e solo qualche leggera aggiunta è stata fatta nella presente * atteso che l’Autore non si è creduto in diritto di poter fare altro che correggere semplicemente Conchiologia i i proprii errori^ sebbene assai agevol cosa sarebbe stata l’inserirvi ora nuove materie, ed in tal modo diminuire^ come è pur troppo usanza oggimai quasi universale , il pregio dell’opera che sta già nelle mani dei primi com- pratori. È egli , a dir vero, stato eccitato a pubblicare qui, in forma d’ Appendice, il novello Sistema francese di Con- chiologia, o ben piuttosto la Distribuzione metodica di tutti quanti gli Animali Molluschi ^ ma, qualunque esser possa il merito reale di quel novello sistema, egli non sa risolversi a diventare così, anche senz’averne deter- minata intenzione , il propagatore involontario de’ prin- cipi ^ una classificazione, che dovrebbe per avventura, giusta l’avviso ch’egli ne porta, chiudere, per tutti co- loro che non sono in istato di dedicare intiero il loro tempo ed i loro talenti allo studio delle scienze natu- rali, ogni accesso alle medesime. Precisamente per que- sta ragione intende egli dunque di proseguire ad am- mettere semplicemente i generi già stabiliti da Linneo ^ non però senza confessare, come avea fatto anche prima, che sussistono pur sempre in tale sistema Linneano al- cune mancanze o lacune, alle quali potrebbesi certa- mente supplire con sommo vantaggio, non senza rispet- tarne l’aurea e veramente ammirabile semplicità. PREFAZIONE. ******** Ee belle arti sono forse ora molto piu coltivate , e le scienze liberali piu generalmente diffuse in tutte le classi della società di quello che mai non lo siano state in addietro dopo V epoca luminosa $ a cui la Gre- cia e Roma andavano debitrici della impareggiabile loro fama. Molti fra i differenti rami della Storia Naturale , eh’ è quanto dire s di quella scienza primigenia 3 in cui dal piu al meno tutte le umane cose vengono mano mano contemplate sono stati resi famigliaci ed acces- sibili oggimai a qualunque ingegno e ad ogni età. Non è possibile di non ravvisare che un ben grande vantaggio derivi in fallo alla intiera società dalla lo- devole moda y siami lecito chiamarla così 9 di calco- lare come una delle parti assolutamente le più essen- ziali di una educazione alquanto raffinata 9 un qualche corredo di notizie concernenti le tante e tanto ammira- bili produzioni naturali. Pochissimi al certo debbon essere coloro che s’ appa- ghino di rimanersene totalmente destituti d’ ogni notizia relativa alle più sublimi proprietà ed alle sistematiche ordinazioni o à? metodi di una scienza , i di cui rudi- menti inculcami presentemente a1 fanciulli quasi insieme coW alfabeto e riguardami a buon dritto come la base essenziale della primissima istruzione da darsi alle giova- ni menti onde promoverne l’ espansione e dirigerne i pri- mi sforzi agli oggetti i più meritevoli della sua scelta. La mente dell’ uomo non può se non migliorare sempre più per l’ acquisto della scienza in tutte quante le sue forme possibili ; e se ammettiamo come certamente il si debbe , no;f esservi cognizioni che meglio meritino di procurar- sene V acquisto , oltre a quelle che concernono V ordine e la bellezza delle opere dell’ Onnipossente Iddio ^ ove se ne eccettui la possibilmente più precisa conoscenza dello stesso nostro Sommo Creatore s e dei relativi doveri a compiere i quali noi , sue creature / siamo tenuti per tanti titoli di gratitudine e d’amor figliale; se ciò am- mettiamofi dissi y ne seguirà per conseguenza che non può esser mai tempo perduto quello che consacreremo 9 to- gliendocelo al riposo da qualche più severa imprescin- dibile occupazione 3 a meditazioni così plausibili y ed a studj così attraenti j còme il sono quelli che ci sugge- risce la considerazione della Natura. Il metodo che e stato adottato nello scopo di far " emergere un gusto generale per così fatte ricerche , ri- tenute un tempo come esclusivamente proprie dello stu- dente di una qualche analoga professione, o del pratico raccoglitore s e per certo il migliore che sia stato im- maginato ed ha ottenuto oggimai un successo corri- spondente all’ aspettazione. Quando s’incominci decisamente dai primi rudimenti ^ quando si guidino i primi passi al tempio della Sapienza , quando siano rimossi gli ostacoli che da bel principio si opponevano a quel desiderio di fare progressi e di ten- dere possibilmente alla perfezione s che suol essere quasi per natura radicato nelle menti attive ed ingenue; a riguar- do degli argomenti scientifici che risultano più importanti 5 degli altri, molti più saranno allora gl7 invogliati a pro- cedere oltre, finche con un poi di perseveranza diven- gano essi maestri in tjuella scienza medesima alla quale altramente eglino non avrebbero osato diiniziarsi . Sopra così fatti motivi precisamente , i meglio versati , cedendo al buon senno e alla volontà di giovare altrui ', si sono indotti a stendere , pe’> vari argomenti che riguardano la Storia Naturale, libri elementari adattati all'uso che sono per farne coloro che meno al certo, di quello eh7 essi no 7l siano, trovansi in condizione di trascegliere opportunamente e di riunire insieme tutte quelle nozioni, le quali ci possono essere in proposito fornite da opere diverse, scritte bene spesso in idiomi differenti $ e in que- sto modo vengono eglino ad aver reso più agevole , che prima non fosse , a chicchessia la via d? impossessarsi de 7 tesori occulti di una scienza che rendesi ora molto importante, ed il conseguimento dei preziosi frutti che barinosi già in pronto, come risultati degli sludj e delle laboriose investigazioni clalcuni pochi. Per ogni Classe del regno animale , o almeno per quelle che vengono più generalmente studiate , bassi oggimai in lingua inglese qualche opera, in cui ne sono spiegati i vocaboli o i termini proprie, e in cui se ne spongono i principj fondamentali ; ed anzi , tanto pel regno vegetabile, come pel minerale , passatisi offerire ottimi sussidj di tal fatta al giovane e pur tutta via troppo inesperto studente f ma non v7ha pur una (i ) dii queste descrizioni che sia stata elaborata nell7 intento di CO Dopo pubblicata la prima edizione originale dell’opera pre- sente, comparvero alla luce due altre Introduzioni alla scienza della Conchiologia , di tutte e due le quali si fa *cenno nell’ Elenco degli autori ( nota dell’autore ). 6 spargere qualche luce sulle molte difficoltà che presenta la Concinolo già. E forza confessare ingenuamente che esistono in fatto alcune difficoltà nello studio di questo ramo scientifico ; ma nello stesso tempo non può a meno di rincrescere , che precisamente lo stesso riconoscimento di loro esistenza abbiane eccessivamente aumentato il numero; atteso che sembra che siasi in generale tolle- rato il supposto , che la Conchiologia lasci libero a chicchessia il campo di speculare a beneplacito ; di modo che ciascuno possa, siasi egli o non sia: persona a ciò qualificata abile , scorrerlo, accomodandovi le cose come meglio gli aggradi , ed esercitandovi senza ritegno il proprio genio d’ invenzione. Da ciò ne è derivato che ben di rado due scrittori in tede materia sono mai ca- duti d’accordo nelle loro opinioni , e che questa totale mancanza di unanimità venne anzi così ad accrescere , che non a scemare 5 quegl’ in convenienti che ognuno an- davasi ingegnando di allontanare. Ella è cosa ben più facile il combattere un errore , che non lo stabilire una verità ; e quindi è che i diversi scrittori dissenzienti dalla scuola di Linneo hanno , in- vero assai plausibilmente , marcato qualche difetto tra- scorso nella elaborazione della grand ’ opera di lui — Systema Naturae — \ ma quando vollero attentarsi poi di scernerne i luoghi difettosi e di supplirvi alquanto piu acconciamente , altro alla perfine non fecero , se non urtar contro alcuna delle piu essenziali sue basi , e poco meno che trascinarne in rovina l’intero edificio. Le pagine seguenti sono destinate a procurar di ren- dere piu facile lo studio della Conchiologia secondo il metodo del Naturalista Svezzese y e sono state scritte nella ferma persuasione che anche un semplicissimo can- giamento materiale , negli argomenti speculativi , non può 7 se non riescir sempre pericoloso , quando il principio fondamentale ne stette già a coppella dèi generale con- sentimento , e quando i mezzi di un preteso perfezio- namento non sono ancora , ne potranno forse esser mai conseguibili. Fra coloro che fanno professione di mo- strarsi inclinati a starsene sottomessi al giudizio di Lin- neo , la di cui esperienza nell investigare attentissima- mente le leggi della Natura è almeno non inferiore a quella di qualsivoglia altro uomo , fra questi tali , io diceva , havvene probabilmente alcuni ? i quali avranno creduto doversi astenere dal giovarsi pel proprio loro uso del metodo Linneano di classificazione , in vista soprattutto della mancanza di una Introduzione elemen- tare che serva , come si suol dire , di chiave per V in- telligenza del di lui catalogo delle conchiglie , tradotto già dal D. Furto a, e successivamente corretto e dichia- rato dal D. Dillwyn. Colla vista di supplire , almeno in qualche parte , a questa mancanza , e di conciliar poi , dal canto degli amatori, un piu attento e alquanto più scrupoloso esa- me5 allorché recatisi a visitare le belle ed interessanti col- lezioni di conchiglie , le quali trovatisi così di frequente nei gabinetti di taluni che per avventura non hanno ancora imparato ad apprezzarle come conviene , del pari che quella che stassi nel magnifico museo della metropoli, fu composto il presente trattatello. Il leggi- tore bene istruito nella materia non vi troverà se non pochissime novità , e nemmeno poi un cenno di quel- I argomento , che suole bene spesso riempire le tante pagine nell7 opere di parecchj Co nchiolo gisti, vale a dire in riguardo alla scoperta di sistemi novelli, oin riguar- do alla convenienza di sopprimer quelli che cominciano oggimai ad invecchiare , nè nulla tampoco in dispregio i 8 de1 precedenti scrittori ,o circa agli abusi ckei contem- poranei facciano di questioni sistematiche. Aspira però realmente questo trattatello all9 approvazione dei dotti -, ma soltanto come può farlo urd operetta destinata a servire utilmente di Manuale ad un tempo , e d? Epitome o di Compendio abbastanza esatto di quella parie dello sci- bile che chiameremo Testaceologia , considerata nello stato in cui trovasi essa presentemente, e ciò poi senza nulla pretender di più. A Linneo, a quel sommo Naturalista, la vasta mente del quale in molte occasioni sembra avere antiveduto le obbiezioni, che l’invidia o Ignoranza erano per pro- movere, a un tratto contro il di lui sistema, e contro la di lui fama , andiamo debitori, attenendoci al giudizio di una decisa maggiorità, della più chiara e lucida classificazione o distribuzione metodica degli animali testacei che sia stata fin qui presentata al pubblico . E nel presente trattato abbiamo creduto di doverne adottare il sistema $ non già perche abbiasi voluto giu- dicarlo onninamente scevro da qualunque errore , e non più suscettibile oggimai di grandi miglioramenti , ma perche è desso , in complesso, il più semplice, il più facile ad intendersi ed il meno atto a disanimare i principianti , di qualunque altro che siaci conosciuto . Non e però men vero che potrebbe riguardarsi come una pedanteria al tutto biasimevole , il nostro voler star strettamente, e come si suol dire ad literam attaccati a 5 precetti portati dal metodo Li lineai io $ mentre in esso alcune espressioni, o vocaboli 5 o termini che si vogliati dire , i quali vanno decisamente soggetti a troppo giuste e gravi obbiezioni , sono perciò appunto stati qui ora al tutto scartati - a quel modo medesimo che s’ aggiunsero alcune poche suddivisioni de 5 generi che sembrar onci 9 necessarie ed imprescindibili y aolendo scansare il biso- gno di formare ad ogni tratto generi nuovi y come al- cuni de 7 più recenti Conchiolo gisti segnatamente fran- cesi , in fatto suggeriscono. Ragguardevoli cangiamenti sonosi del pari introdotti nelle descrizioni che stanno in capo di cadaun genere ad ogni volta che questi cangiamenti fondati sopra un esame più accurato e sul confronto delle specie da- vano luogo a sperare di poter rendere le definizioni tecniche più chiare $ più calzanti e soddisfacenti 9 e meno difficili ad imprimersi nella memoria. Nell’ elenco dei termini o dell espressioni descrittive^ si volle qui far precedere sempre il vocabolo Làtino alla traduzione inglese o al derivatone $ perche potrebbe occor- rere.: benissimo a qualche signora y ovvero anche ad altre persone y che a semplice motivo di divertimento occiipinsi di raccogliere e d1 ordinare conchiglie y senz7 essere a ba- stanza versate nelle così dette lingue mortCy di deside- rare dlaver in pronto nella propria lingua vocaboli che riferisccinsi a? nomi fornitici da qualche autore latino. In tal caso quelle persone trover annosi quinci innanzi abilitate y merce appunto dell -unito piccolo dizionario a riconoscere almeno le principali note caratteristiche di ogni singolo esemplare eli elleno trovinsi nell occa- sione di esaminare. Per le stesse ragioni si è creduto opportuno y e si e procurato di aggiungere qui ancora una tavola dei colori y sebbene con assai poca lusinga di buon successo. Dipende talmente dalla individuale modificazione delle idee questo articolo dei colori y per se stessi già in istrano modo varj e così poche sono le persone che abbiano e risentano precisamente im- pressioni affatto identiche dalla mescolanza di più co- lori insieme o dalle diverse tinte y che rendesi quasi impossibile lo stabilire alcun principio atto a servire di norma , giusta la quale in questo speciale riguardo le marche esteriori drogai singolo subbietto della Storia Naturale possano ritenersi come esattamente descritte, e decisamente portate a comune intelligenza. Le maniere latine di contraddistinguere U uno dagli altri i differenti colori, riescono in generale più adattate aWuopo che non le inglesi, c quindi riuscirebbe per av- ventura meglio talora V adottarle tali quali in inglese, di quello che non ottengasi poi volendole decisamente tradurre. E tale per verità si è pure la condizione di tutte V al- tre lingue tecniche , essendo sempre difficilissimo assunto quello di voler conservare la precisione della nomen- clatura Linneana nel tradurla in qualsivoglia altro idio- ma. Sarebbe perciò desiderabile assaissimo che di co- mune accordo i Naturalisti , invece di studiarsi ad estir- pare dalle loro traduzioni tutte quante quelle espres- sioni che non fossero ammesse oggimai comunemente nello stile delle loro proprie culte conversazioni si fa- cessero piu tosto ad adottare nel linguaggio scientifico un modo di fraseggiare che si avvicinasse quanto più sia possibile al latino, vale a dire sommamente conci- so, del quale però non occorrerebbe che s1 avvalessero se non soltanto gli autori sistematici , come del più idoneo drogai altro a: proprii loro bisogni. Ciò contribuirebbe per molto a diminuire, invece che accrescere le tante dif- ficoltà che ostano presentemente a ciò che i vogliosi fac- ciano tutti que 7 progressi che potrebbono in qualunque siasi ramo dello studio sempre amenissimo della Storia Naturale ,* mentre non v’ha dubbio che non riesca di gran lunga più agevole da rammentarsi un vocabolo significativo e bene definito, tutto che nuovo affatto per 1 1 P orecchio, dì quello che non sia utile il trovare l’esatto e preciso modo d? intenderne a dovere uno suscettibile di parecchie interpretazioni. Circa alle qui ora unite tavole altro non occorre di dire , se non che tutte quante , senza eccezione , sono state fedelmente tratte dall’oggetto che rappresentano , o come suol dirsi disegnate al naturale , e compiute poi con tutta quella maggior esattezza che sì possa esiger mai da mani inesperte nell’ argomento , qualujique siasi la diligenza eh? esse abbianvì consecrato. Sono queste dirette a dimostrare le forme di cadauna delle naturali sud- divisioni d’ogni genere , e sono state a bella posta ela- borate in modo da poter ammettere, che lo stesso stu- dioso della Conchiologia possa, ove così gli aggradi , sopra altri esemplari colorarle di per sè , sia eh’ ei fac- cialo per abbellirle effettivamente , o che il faccia per proprio esercizio, utilissimo onde acquistarne una sem- pre più intima conoscenza di questo special ramo delle scienze naturali. Alcuni pochi disegni s’ aggiunsero ulteriormente, nello scopo d’addurre un qualche esempio de 9 differenti pe- riodi di accrescimento nelle conchiglie , onde accennare precisamente ciò che rimane pur tuttavia dubbioso circa certe determinate specie di genere non per anche ben deciso , ed infine onde aver così il modo di offrire ai curiosi Concinolo gisti alcune rare e non ancora descritte conchiglie, che solo da poco pervennero all’esame dei raccoglitori. ELEMENTI DI CONCHIOLOGIA. ********* INTRODUZIONE. La Conchiologia, o Testaceologia che vogliasi dire, è la scienza che tratta della struttura, dell’aspetto, delle proprietà e della metodica distribuzione o classificazione delle conchiglie, che formano Festerno inviluppo testaceo di certi animali generalmente denominati molluschi. I testacei costituiscono l’Ordine III. de’ Vermi, for- mante parte della sesta classe del Sistema della Natura di Linneo (i). Quest’ordine racchiude tutti quanti i così detti nicchj? o le conchiglie conosciute, purché sieno di natura cal- carea , eh’ è quanto dire composte di un carbonato di calce, misto con qualche po’ di materia gelatinosa, ed escluse poi quelle altre conchiglie o que’ nicchj , che chiamansi più propriamente crostacei, nelFinviluppo de$ quali il fosfato di calce entra come principio costituente essenziale (?.). I testacei abitano per entro alla loro conchiglia , od al loro nicchio, cui sono dessi soltanto parzialmente at- taccati, mentre invece i crostacei ne riescono rivestiti, per modo che ogni loro membro scorgesene ricoperto da un suo proprio e particolare inviluppo. .4 Le conchiglie o i nicchj sono o terrestri , o trovati nei fiumi o nei laghi, o nei luoghi bassi del mare, c nell’imo fondo dell’oceano^ ma ciò nonostante vanno dessi soggetti tutti indistintamente ad una medesima distribuzione metodica, o ad una stessa classificazione, a norma de’ caratteri generici e specifici che sfoggiano, e non già in ragione della varia loro individuale località (3). Della Fisiologia degli animali proprii di questi testacei, come appartenenti ad un ordine separato, che è quello dei Molluschi nella classe dei Vermi, non è da aspettarsi che abbiasene a dir troppe cose in un semplice trattato elementare , quale si è il presente. Avrebbesi ottenuto l’intento appena per metà, trasandando affatto in silen- zio un argomento così fecondo di meraviglia, e così fat- tamente testificante quella Sapienza e Provvidenza, clic creò da principio questa mirabile foggia di piccoli ar- chitetti , e gli istruì del modo di costruirsi le elegan- tissime loro abitazioni. S’ egli è vero che molto diletto proviamo nell’ ammirare le dilicate e splendide grada- zioni dei colori (4), la struttura simmetrica, e la super- ficie or pittoresca^ e talora aspra affatto e rozza, onde sogliono contraddistinguersi le differenti famiglie delle conchiglie oceaniche le ime dalle altre , non è per ciò che effettivamente non proviam poi un sentimento di ammirazione ben più squisito, ed anzi un senso di sor- presa difficile ad esprimersi, ad ogni volta che ci fac- ciamo a riflettere come del tutto sproporzionati all’ ef- fetto, e in apparenza insufficienti, abbiano dovuto essere i mezzi, colla concorrenza dei quali operaronsi e com- pierò tisi tutti questi svariatissimi domicilii , con tanta regolarità conformati, così squisitamente disegnati, e così vagamente dipinti, a ricovero di tali molluschi. Noi crediamo di potere a un tratto presumere, che gran parte almeno della loro destinazione, se pure non tutta asso- lutamente, consista nel dimostrare all’uomo, quanto su- periore a lui di gran lunga diventar possa il verme il più vile ed il più inetto, allora quando nel proprio istinto viene questo guidato dalla eterna ed infinita Sapienza * e ciò in onta al tanto decantato ingegno di quella così orgogliosa creatura, che pensa di poter sempre bastare a sè sola, e che si è permesso d’assumere un positivo dominio sulle opere della Natura. Nell’annesso catalogo degli autori avremo cura d’in- scrivere i nomi di quelli soprattutto, che si dedicarono particolarmente allo studio de’ molluschi pur teste mento- vati', che è quanto dire degli animali dimoranti ne’ te- stacei, ed alla loro anatomica organizzazione } tanto più che taluni, ingegnaronsi di stabilire un sistema di Con- chiologia fondato piuttosto sui caratteri del mollusco , che non su i caratteri osservabili nel loro guscio, nic- chio o conchiglia. Un piano di tal fatta è stato per ve- rità generalmente riconosciuto come giusto , teoretica- mente parlando , ma fu poi trovalo difettoso nell’ap- plicazione o nella esecuzione, in riguardo alP assoluta impossibilità che v’ha nel procurarsi, da quegli abissi^ 0 da que’ recessi profondissimi del mare, nei quali mol- tissimi, non volendo dire per la massima parie, essi dimorano quasi continuamente , un sufficiente numero di specie perfette e viventi. Quanto alle specie che uno può procurarsi con qualche maggiore facilità, sonovi certe parti e certe abitudini difficilissime a determinarsi,, e che anzi potrebbono costituire una differenza essenziale nell’animale o nel mollusco, qualora fossimo anche real- mente in condizione di avere a nostra disposizione gli abitanti di tutte quante indistintamente le conchiglie o 1 nicchj in fino ad ora conosciuti, e di sottoporli ad un i6 attentissimo esame } pur tant’ e tanto la soddisfazione di poterli classificare a piacere^ e per conseguenza la dif- fusione della scienza, non riuscirebbero se non parziali affatto, e rimarrebbero limitate esclusivamente a1 soli piu esperti anatomici, ed ai filosofi i più profondi (5). La conoscenza che abbiamo attualmente di questi cosi fatti animali, essendo ancora troppo limitata, e potendo essa rimanere così per lungo tempo, pare che sia me- glio il rinunziare ad ogni ragionevole speranza d’avere una classificazione o distribuzione zoologica analoga nel caso nostro a quella che abbiamo già in pronto per le altre Classi dei regni della Natura: e quindi ci può sol- tanto appartenere, almeno per quanto si estendono at- tualmente le nostre cognizioni in proposito, d’ingegnarci dal canto nostro a non. ammettere alcuna incongruenza nel sistema che ci siamo veduti obbligati ad adottare , riducendolo poi quanto potremo più stabile e più con- forme alla colleganza naturale, che sappiamo esservi tra i vermi, e le conchiglie o i nicchj racchiusivi • e se qual- che errore sarà in ciò occorso, provegnente da ignoranza o da disattenzione , converrà adoperarci a correggerlo in quel miglior modo che per noi si potrà. Nella formazione e nelldncremento di una qualunque conchiglia, svolgesi un processo veramente singolare che, per le risultanze di moltissime indagini già praticatene, sappiamo consistere nella coacervazione progressiva, o nella continuata juxta-apposizione di una materia calca- rea, che vi si va facendo, tanto in sulla superficie interna, per mezzo di certe ghiandole che stanno situate per entro al corpo deU’animale o del mollusco, quant’anche in sul lembo marginale o in sulla superficie esteriore, mercè dell’azione di certe membra o piuttosto propag- gini sporgenti all’ infuori e fornite anch’esse di ghian- <7 dolette secernenti, appositamente destinate a fornire la materia necessaria per l’ingrandimento della conchiglia. Ma ciò che sembra per avventura di gran lunga più strano ancora, di quel che noi sia un così fatto metodo graduato o progressivo di andar guadagnando uno spa- zio addizionale proporzionato alla crescita o all’ingran- dimento del nicchio, si è la maniera nella quale l’ani- male che vi sta per entro, e che in altro non risolvesi se non in un lurido verme o in una schifosa lumaca, trae e distribuisce poi quelle splendide tinte, e la ma- teria prima di quella foggia di caratteri, ond’esso suole ornar bene spesso le pareti della sua propria abitazione. Appunto a questo effetto, il collo ne suol essere- coperto di pori ripieni di materia colorante suscettibile di tutti quegli atti) come si suol dire, o gradazioni, ed eziandio di quelle linee, tratti o segni, i quali debhon essere po- scia deposti in sull’ingresso o in sulla bocca della con- chiglia, e tali da assumere gradatamente le forme ele- ganti e regolari, e gli svariati colori più o meno intensi, che le ben molte specie ne rendono in sommo grado stimabili ed apprezzate. Le protuberanze, le depressioni, le strie, i tubercoli, le spine o gli aculei e simili, che distinguono gl’individui, disposti in una pressoché in- finita varietà di contorni, sono da attribuirsi alle corri- spondenti propaggini, come a dire a’ palpi o tentacoli, e ad altre irregolarità o disuguaglianze che ne risiedono nella forma carnosa dell’animaletto costruttore (6). Diventa cosa di somma importanza per qualsivoglia raccoglitore, non per anche a tutto dovere sperimentato, l’andar prevenuto che i nicchj piccini, o le conchiglie gio- vanette d’alcune specie, offrono effettivamente una esterna apparenza, o un aspetto ben diverso da quello che le contraddistingue quando sono pervenute allo stato di loro Conchiologia 2 i8 maturità. Questa differenza ha cagionato molta confu- sione fra i Naturalisti, i quali pure erano d’altronde ab- bastanza bene istruiti, e perciò sono state qualche volta descritte le medesime conchiglie nei loro cataloghi sotto nomi distinti. Nè è già soltanto che il disegno ed i co- lori riescano alterati nelle croste novelle che vanno mano mano deponendosi su tutta intera la primitiva superficie di alcune tra esse conchiglie ne’ periodi successivi del loro incremento, mentre invece riescon desse così com- piutamente cangiate, da non rimanerne tampoco la più lieve rassomiglianza, fuorché per gli occhi del profondo conoscitore, nè a riguardo de’ colori, nè quanto alla loro distribuzione. Ma le stesse forme ne sogliono variar ta- lora così essenzialmente, da tradir bene spesso anche il più esperto conchiologo- dimodoché appena vi può esser luogo a dubitare, che molte delle specie che attualmente vengono quasi da tutti riguardate come specie distinte, non sieno per riconoscersi quindi innanzi come sempli- cissime varietà, derivanti o dalla diversa località, o dalla differenza d’età. Le conchiglie piccine o i nicchj gio- vani affatto, sono spesse volte, quasi chi dicesse, appa- rentemente modellati sulla forma di un genere al tutto diverso dal loro proprio; ma hannovi però sempre, par- lando in generale, alcuni segui o certe marche interne od esterne, o in somma certi caratteri oscuri alquanto, o non lampanti per chicchessia che , se da bel prin- cipio fossero stati come occorreva conosciuti e conside- rati, avrebbero frequenti volte antivenuto, come antiver- ranno purché il siano, molti degli errori , ne’ quali mi incappassi pur tuttavia. Colla veduta di offrire un qualche, comunque sempre ancora troppo imperfetto, soccorso in questo riguardo, si credette di dover aggiugnere qui al- cuni pochi cenni concernenti tali oggimai riconosciute T9 variazioni , provegnenti tanto dall’ incremento che si fa pe’ lembi marginali, quant’anche dalle deposizioni suc- cessive che vanno facendosi della materia testacea sulla superficie delle conchiglie. Sono senza dubbio moltissi- me le variazioni di tal fatta, che potrebbesi qui accon- ciamente citare^ ma l’esperienza le farà conoscere di gran lunga meglio all’osservatore attento e diligente, di quello che il possa mai qualunque sforzo che assumessi- mo ora qui di fare , onde porgerne un’ idea adeguata. Una tal quale differenza fra le conchiglie o i nicchj ancora molto giovani, e quelli che giunsero ad età più provetta, si può dire che sia poco meno che universa- le, e consiste dessa in ciò, che i primi riescono sempre alquanto più sottili, più leggieri, più trasparenti e ge- neralmente più pallidi, a riguardo de’ colori che ne sono proprj, in confronto colle specie medesime, ma più ma- ture } quanto alla figura le moltivalvi e le bivalvi non sogliono variare se non poco o nulla affatto, quando se ne eccettui che, in alcuni generi, il modo loro di cre- scere scorgesi manifestamente procedere mediante la so- pra vvegnen za successiva di sempre nuovi straterclli este- riori, cadauno de’ quali va mano mano distendendosi lungo* i margini del precedente} in alcune altre conchiglie in- vece le valve sembrano essere state formate con una certa gradazione di proporzioni successive di croste o camicie, grandi in modo da rimanere disposte l’una al di sotto dell’al tre, non convegnenti fra esse se non pres- so a quello che suol chiamarsene il becco, o talora an- che la coda, e suscettibili di essere disunite, ma pure formanti sempre realmente ciò non ostante una conchi- glia soda, solida ed inseparabile, tanto quanto esserlo il possa qualunque di quelle, nelle quali non sia manifesta una conformazione analoga alla qui ora descritta. r 20 le univalvi, quelle che danno luogo a’ maggiori sbagli, so- glion essere le cipree, i buccini, gli strombi ed i murici} nomi questi tutti quattro d’altrettanti generi abbastanza bene l’un dall’altro distinti. Le conchiglie ancora gio- vani de’ rimanenti generi possono contraddistinguersi principalmente in grazia del lembo marginale estremo del loro labbro esteriore , che hanno come incompleto, mentre ne riesce o sottile troppo, ed intaccato o quasi chi dicesse consumato in parte dall’uso , o in una pa- rola imperfetto nelle sue dimensioni} non ne sono però mai queste differenze nè grandi, nè vistose a bastanza, da poterci cosi materialmente indurre in errori di qualche entità. Alcune cipree nel loro stato di giovinezza offrono la loro così detta colonnetta ( columella ) molto piegata, con ampia l’apertura o l’orificio , col labbro esteriore disteso od espanso , e colla spira saliente od emer- gente in modo assai vistoso al di sopra del corpo} così che allora rammentano desse , più che altro qualche specie di voluta. Gol tratto successivo poi la colonnetta fassene a poco a poco sempre meno piegata, fino a di- venirne affatto piana , l’ orificio o l’ apertura se ne va ristringendo, e la spira va divenendone sempre meno ri- levata: ond’-è che assumon esse allora piuttosto i Carat- teri di qualche bulla, soltanto però finché rimangonsene sottili ancora } mentre acquistando finalmente molto di più in grossezza e spessezza , da prima 1’ uno de’ lab- bri solamente, ma poscia anche l’altro, ne riescono più o meno profondamente denticolati , serrati , seghettati o merlati , per farsi poi forse od angolosi , od anche piani affatto o piatti, quando tali conchiglie o nicchj sieno alla perfine giunti all’ultima loro maturità: la spira allora ne riesce depressa, o piuttosto retuso-um bilicata ^ vale a dire come rintuzzata ad un tempo, e dimostrante ìin tal quale umbilico, e le conchiglie medesime, dopo d’aver soggiaciuto ad una tanta varietà di modificazioni o d’alterazioni, cosi nel colorito e nel disegno, come nella forma, potrebbero finalmente riguardarsi quali vere e legittime cipree. Parecchj strombi hanno da bel prin- cipio una grande rassomiglianza col genere dei coni , mentre mancano ancora di quel loro labbro alato o lo- bato , mentre quelle loro massicce o grossolane e ro- buste spine od aculei non ne sono ancora che semplici tubercoli o protuberanze , e mentre che il corpo della conchiglia, invece d’essere cinto in ogni sua parte da quegli spini , non ne riesce se non appena mollemente ondato o conformato ad onde, in grazia dell’accenna- tene prominenze , essendone le suture papillose o vera- mente crenate , eh’ è quanto chi dicesse minutamente merlate. Qualche volta , benché il corpo e la spira ne sieno grandi quanto mai possano esserlo poi in un esem- plare adulto o più invecchiato, pure non havvi tampoco la più lieve apparenza d’una tal quale tendenza, nel lab- bro esteriore, alla conformazione in lobi, ed il così detto- ne canale mostra piuttosto d’avere analoga la sua dire- zione a quella di un buccino o di un murice, che non a quella di uno strombo: ed in questo special caso rie- sce effettivamente assai malagevole il volerne scoprire , senza averne avuto in precedenza alcuna analoga noti- zia, il carattere specifico. I murici hanno le loro spine e le loro sfogliature regolarmente conformate a misura che ne crescono le rivoluzioni o le anfrattuosità della spira, e sembra improbabile affatto ch’ossi soggiacciano più ad alcuno ulteriore cangiamento , dal momento che sono stati formati la prima volta. Le spine , gli aculei ed altre parti esteriori così latte delle conchiglie cre- scono ordinariamente di mole in proporzione del dia- 22 metro dell’orificio o della loro apertura, e sono sempre disposte colla loro sutura , o colla loro parte concava , verso la bocca. Per tal modo una conchiglia qualunque non sarà da dirsi difettosa quanto alla conformazione generale, qualora ad ogni periodo del suo incremento ogni singola parte siane fino da bel principio costituita in modo da mostrarsi a un tratto proporzionata ed in- tera : havvi però un certo limite, a cui probabilissima- mente il mollusco o l’animale racchiusovi, ma senza alcun dubbio poi la conchiglia, cessa dal poter crescere più oltre , e non è se non allora precisamente che lo esemplare può riguardarsene come al tutto completo e perfettissimo. L’opercolo, o coperchietto, o sia il pezzo che serve come di porta, onde chiudere al bisogno l’ori- fìcio o l’apertura d’una conchiglia qualunque, non è già sempre conformato in ogni genere alla stessa maniera ^ e quindi non è mai tale da ammettere una descrizione generale che non sia soggetta ad eccezioni:, ma il mec- canismo nc riesce sempre evidentissimo per chiunque abbia avuto occasione di maneggiare una qualche con- chiglia intera e perfetta. Per altro , quando il lembo marginale d’una conchiglia è rivolto più all’ infuori, di quello che non ne importi l’andamento comune de’ giri o delle anfrattuosi, e quando riesce dessa colorata in- ternamente in modo analogo a quello che può scorger- sene sull’esterna superficie, ed in fine quando riesce minutamente solcata, striata, merlata o denticolata, sarà allora probabilissimo, almeno, che questa così condizio- nata conchiglia sia pervenuta a quel maggior suo grado di perfezione di cui sia capace. Seguono qui ora i nomi di que’ generi di vermi del- l’ordine dei molluschi, che costruisconsi, per dimorarvi, 23 que’ nicchj o quelle conchiglie calcari che debbono qui formare lo scopo de’ nostri studj e delle nostre con- siderazioni. Doris (Doride)*, o secondo il Poli Lopiiyrus; Chiton. Triton ( Tritone ) } Lepas. Àscidia ( Ascidia ) ^ Pholas, Mya, Solen, Mytilus. Tethis (Tetide )} Tellina, Gardium , Mac tra, Donax, Yenus, Spondylus, Ghama , Arca, Ostrea. Limax (Limaccia); Pinna, Gonus, Cyprea^ Bulla, Vo- luta, Buccinum, Strombus, Murex, Trochus, Turbo, Helix, Nerita, Haliotis, Patella. Terebellà ( Terebella ):, Dentaiium, Serpula, Teredo, Nereis ( Nereide ) ^ Sabella. Gli animali che abitano PAnomia e il Nautilo, o sono animali, secondo che si suol dire, sui generis ^ o sono stati finora troppo imperfettamente descritti. Si credette generalmente che P apimale mollusco del genere Sepia, menzionato già da parecchj Naturalisti, e da taluno di essi anche delineato come abitante nella conchiglia dell’ Argonauta, avesse pure da essere il vero costruttore originario di questa conchiglia medesima. Un tale fatto però è stato messo non ha guari in qual- che dubbio , e poi che si sa in oggi fuor d’eccezione , che la Seppiae può bensì abbandonare il proprio covile, ma non può poi del pari farvi ritorno a suo benepla- cito, perciò è dessa stata riguardata come puramente parassita. Almeno sino a tanto che non iscoprasi quale sia decisamente l’animale proprietario d’un tale testaceo, o finche non provisi che il mollusco abitantevi, e che ne fu costantemente trovato in possesso , non è possibile che siane stato anche il fabbricatore^ noi crediamo che niuno abbia ragione di tenerci in colpa, se prediligiamo d’attenerci in ciò ad un pregiudizio inveterato (7). 4 Prima di venirne alla sistematica distribuzione ed alla esposizione de’ generi, rendesi necessario di procurarci alcune interessanti nozioni in riguardo alla Termino- logia , mentre senza di queste, le tecniche loro descri- zioni qualche volta non riuscirebbero intelligibili, come conviene. I termini o vocaboli, destinati ad esprimere le forme e i caratteri delle conchiglie univalvi, sono collocati pe’ primi nel susseguente catalogo , in conformità dell’or- dine adottato dall’autore de’ Fundamenta Testaceolo- giae , nelle Amoenìtates Academiae di Linneo, donde sono dessi tratti , almeno per la massima loro parte. NOMENCLATURA USATA NELLA CONCHIOLOGIA. Uniyalves ( Conchiglie univalvi ). wvr, U , -f - ^ ■***, % VÀ\' ;A‘ n, P arti singole diverse, che considerarsi nelle conchiglie univalvi, coi loro caratteri, colle loro forme e colle loro distinzioni specifiche , sono le seguenti , Ànfractus ( Anfrattuosità , giri , rivoluzioni , ghirlan- de ) ; sono le circonvoluzioni che fa la spira in- torno alla columella ( colonnetta ) , e queste pos- son essere, Ancìpites (Ancipiti, indecise, a due tagli ) ^ longitudi- nalmente carenate da’ lati, Bifidi ( Bifide )*, divise in traverso da una linea, da un solco, o comunque siasi da una sutura, Canaliculati ( Scanalate ) ; aventi un canaletto scavato lungo la sutura , Cannati ( Carenate )} aventi le anfrattuosità de’ giri spi- rali compresse , in modo che formino un angolo saliente, = e ciò accade quando la parte esteriore « di ogni giro non è già rotondata o tondeggiante, « ma termina formando un canto vivo od un angolo x più o meno acuto } o veramente quando questa “ parte medesima de’ giri, d^ordinario convessa, « presenta una o più coste salienti, Contigui ( Contigue ) unitamente cresciute o toccantisi, Coronati ( Coronate ) } verso l’apice o la punta attor- niate da una serie semplice di protuberanze o di spine , *2t6 Distantes (Distanti )} separate perfettamente a’ lati, = ed « è quando, invece di poggiare le une sulle altre, u come suole d’ordinario succedere nelle conchiglie, o / « le anfrattuosità de’ giri lasciano un intervallo fra « esse, a quel modo che può scorgersi nel turbo « scalaris , Frondosi (Frondose)} aventi le loro cosi dette varici distese, espanse o spiegate, ora a guisa di foglie, ed ora a foggia degli ornamenti d’una cuffia da donna, Lubricati ( Imbri cate )} ricoperte di squame o scaglie disposte le une sull’altre , quasi a quel modo che dispongonsi le tegole o l’embrici su per ì tetti, Indivisi ( Indivise )} vale a dire che non sono nè bifide, nè altramente divise, Lamellati (Lameìlose)} vale a dire piane o piatte, ed attorniate in trasverso da alcune propaggini od escre- scenze membranose , Lineati (Rigate, lineate)} aventi sopra marcatevi o de- scritte righe o linee, le quali possono essere sa- lienti o rilevate, o veramente scolpite , incise od incavate ; o longitudinali , che si estendono dall’apice alla base } o trasversali , che seguono il corso delle anfrattuosità} o striate^ che è quanto dire, rese sca- bre od aspre al tatto delle strie trasversali che stan- novi scolpite sopra. Avvertasi però che talora per linee altro non vuoisi intendere, se non soltanto le tracce lineari d’un qualche colore, Obsoleti (Obsolete)} vale adire aventi quasi sciupata la sutura, come chi dicesse, mezzo consumata dall’ uso , Scrobiculati ( Scrobiculate ) } vale a dire disseminate o sparse per di sopra di fossettine, di scavazioni o d’impronte irregolari, poco profonde e rammentanti quasi le cicatrici lasciateci dal vajuolo , 27 Scripti ( Scritte ) } vale a dire segnate o marcate da punti d’un qualche colore, da lineette, righe o altre trac- ce , figurate in modo da rammentarci, meglio d’o- gni altra cosa, i caratteri d’alcuna scrittura, o le lettere d’un qualche .alfabeto , Sinistri ( Manche, eterostrofe , sinistre)} così chiamansi le anfrattuosità , o le rivoluzioni de’ giri spirali d’una conchiglia, quando la direzione della spira intorno alla colonnetta ne procede dalla man de- stra, verso la mano manca, all’opposto di quello che suole scorgersi ordinariamente in quasi tutte le conchiglie, che procedono colla loro spira dalla mano sinistra alla diritta dell’orifìzio , o dalla bocca suppostane guardare all’ insù, scendendone fino al- l’apice, Spino so -radiati (Spinoso-radiate)} vale a dire sparse, cinte o tempestate d’aculei o di spine disposte in forma di cerchio, le quali possono essere, o con- catenate, ch’è quanto chi dicesse, riunite presso alla loro base, o veramente posson essere setacee 5 seto- lose , o simili alle setole , Striati ( Rigate, striate ) } vale a diro cinte tutt’all’intorno da linee, righe o strie minutissime, che posson es- sere salienti o rilevate, ed anche impresse od in- cavate. Strie punteggiate o punzecchiate diconsi quelle che in tutta la loro lunghezza constano di distinti punti, ora salienti od in rilievo, e talora in- cavati o scolpiti, e questi punti possono essere con- catenati ch’è quanto dire infilzati, quasi come le granatine da farne collane, armille, vezzi, monili, ec., o perforati o traforati , che vuoi dire attraversanti tutta quanta la spessezza della valva , o sia aperti da un capo alPaltro, 28 Sulcati (Solcate)^ vale a dire marcate da righe, linee o scanalature più larghe od ampie, di quello che il siano mai nel caso precedente , e tali insomma che possano assumere il nome di solchi, i quali a norma dell’aspetto che hanno, sono poi ora inca- vati, ora profondi , ora scanalati, ed or finalmente salienti od in rilievo, Apertura ( Bocca , apertura , orificio ) } così chiamasi appunto l’orifìzio, l’ingresso, o in somma quella parte d’un nicchio o d’ una conchiglia, che stas- sene aperta sempre} e può essere, Rimarginata ( Bimarginata )} avente al labbro un lembo marginale raddoppiato, come nell ''helix cricelorum, Bilabiata ( Bilabiata ) } avente due labbri distinti , in- terno l’uno, ed esterno l’altro , all’opposto di ciò che accade in quelle altre conchiglie, l’apertura delle quali manca affatto del labbro interno, Dehiscens (Deiscente, sbadigliale ) } dicesi d’un’ aper- tura in forma di fessura o fenditura, rammentante la bocca d’un uomo che sbadigli, con distesa soltanto la parte infima del labbro} ciò succede quando una delle sue estremità riesce alquanto più ampia od allargata dell’altra , come può scorgersi nel conus tulipa y o nel conus geographus , Coarctata (Coarctata)} vale a dire in certo tal qual modo contratta, ristretta o fattasi angusta} così di- cesi in opposizione alla apertura effusa o spargente} ed è poi da intendersi d’una bocca di conchiglia univalve, sensibilmente appianata, o come si suol dir piatta, quasi che la base dell’apertura n’avesse sof- ferto qualche compressione} di tal fatta sono molti turbini e molti trochi , Effusa ( Effusa ) } vale a dire avente le labbra divise da 29 un seno o da una scanalatura, per modo che se una così fatta conchiglia avesse a riempirsi d’acqua, quest’acqua esubererebbe, travaserebbe o scappereb- be fuori per la parte posteriore dell’apertura , Reflessa (Reflessa, ripiegata)} avente la parte anteriore del labbro piegata all’indietro , verso la più bassa anfrattuosita, o verso il giro più basso della spira Repanda ( Repanda )} avente le labbra aperte molto o spalancate , e quasi direbbesi , sparpagliate , Resupinata (Resupinata, rovesciata, capovolta, rivolta al- J’insù)} => la qual cosa succede d’una conchi- « glia, quando la direzione della sua apertura , in « luogo di essere analoga all’andamento dei giri , « ne procede in senso opposto , verso la sommità « della spira , Transversa (Trasversale)} vale a dire disposta in un piano parallelo all’inclinazione della linea spirale dei giri, e nella direzione medesima di questa li- nea} tale apertura suole riuscir anche sensibilmen- te più larga che lunga , come succede nel genere delle elici y Dentata (Dentata)} dicesi d’ un’ apertura guernita di denti, o di protuberanze che ricordino in qualche modo i denti. Àpex (Apice, punta)} è dessa la sommità della spira, ed è, Decollatus ( Decollato , tronco ) } dicesi d’una conchiglia che abbia l’apice apparentemente mutilato, tanto se siane troncata la spira, quanto se la sola parte superiore o terminale estrema siane orizzontalmente tagliata o tronca, siccome può scorgersi nell’ h elise decollata , Papillaris (Papilloso, papillare)} dicesi in opposizione all’apice acuto, aguzzo od acuminato} debbe in con- 3o seguenza quest’apice finir quasi in una sferuzza o in un globetto, come scorgesi nella voluta eihiopica , a Retusus ( Retuso, rintuzzato)} dicesi d’un apice che, invece di sporgere àli’ infuori o di emergere dalla conchiglia, offra piuttosto una tal quale leggera in- cavatura, come vedesi nella cyprece zigzac , tc Obtectus ( Ricoperto)} dicesi d’un apice di conchiglia, che trovisi coperte in totalità da uno scudetto o da uno straterello testaceo, che nulla lasci vedere all’esterno , come succede nella cyprece caput-ser- pentisy « Umbilìcatus ( Umbilicato ) } dicesi d’un apice che pre- senti un orifizio profondo, od un pertugio in forma d’umbilico, nel quale si possa, volendo, introdurre la punta di una spilla, come n’ è il caso nella bulla cylindrica s ed anche nella bulla ampulla. Articuli (Articoli, membretti, articolazioni, giunture)} così si sogliono indicare le singole parti delle an- frattuosità de’ giri spirali, che comprendonsi tra un ginocchiello e l’altro in alcuni nautili. Basis (Base)} chiamansi generalmente con tal nome, in una conchiglia univalve, l’estremità opposta all’apice} in alcune, conchiglie però intendesi per sua base quella parte della loro pancia, che sta più da presso all’apertura} mentre in altre ancora dicesi base il punto più basso della loro coda o del loro becco, ed è poi giusta quest’ultimo suo significato che la base di qualche conchiglia può essere, o emarginata , che è quanto dire intaccata da un canale profon- damente scavatovi lungo il lembo marginale, o ve- ramente intera od intatta , vale a dire senza inca- vatura o senz’intacco. Canalis (Canale, condotto)} dicesi canale una tal quale 3i continuazione, od un prolungamento dell’apertura lungo la coda o lungo il becco, formante una sca- nalatura mercè de’ lembi marginali laterali, che ne sono rivolti ali’indeutro. Cauda , Rostrum ( Goda, rostro, becco ) • cosi indicansi le basi alquanto prolungate, tanto della così detta pancia d’una conchiglia, quant’anche delle sue lab- bra, o della colonnetta, vale a dire è da ciba- ci marsi così la continuazione dell’apertura d’una « conchiglia, che vadasi prolungando dal lato della « sua base, in modo da formarvi una foggia di tubo « più o meno considerabile, come può scorgersi c< nel genere dei murici } è dessa, Abbreviata (Abbreviata, accorciata):, tale ritiensi la coda, quando è più corta di quello che noi sia l’ultima anfrattuosità o il giro spirale, che corrisponde im- mediatamente all’apertura della conchiglia , Clausa ( (Jhiusa)} così dicesi la coda, quando ha i mar- gini o gli orli del- canale talmente fra di loro avvicinati, che quasi s’incontrano, è se non si com- baciano decisamente, riescono almeno vicini assai, Elongata ( Prolungata, allungata )} vale a dire più lunga che non ne riesca il corpo od anche quando la coda ne riesce più lunga di quello che siane il giro dell’apertura della conchiglia, Explanata ( Spianata , appianata ) 5 vale a dire dilatata lungo i suoi lembi marginali , Truncata (Tronca, troncata, mozza, monca )} e dicesi d’una coda, che sia come mozza o tagliata di sbal- zo in trasverso. Columella ( Colonnetta, columella ) } così chiamasi quel- la maniera di colonna, di pilastrino o d’appoggio so- lido, che stassi nella parte di mezzo d’una conchi- 32 glia, e intorno a cui rivolgonsi i giri della spira } o in altri termini, è la parte interiore del labbro sinistro di qualsivoglia conchiglia} è dessa , Abrupta (Spezzata, rotta )} dicesi d’una colonnetta che sia fratturata o troncata presso alla base della conchiglia, Caudata ( Caudata )} s’intende quando è dessa allun- gata, in modo da formare, o da rappresentarci come una propaggine o un prolungamento , quasi direb- besi , ulteriore al corpo della conchiglia, Plana ( Piana, piatta ) } quando la colonnetta distendesi in un labbro piano, Plicata ( Pieguzzata, piegata)* dicesi d’una colonnetta che sia segnata da pieghe in traverso, o che di- mostri parecchie falde pieguzzate trasversali, come può scorgersi nelle volute. In tal caso suol dessa riuscire anche dentata, atteso che le estremità di tutte quante queste così fatte pieghe, vedute di fronte, in complesso somigliano , più che altro , ad una serie di denti, Spiralis (Spirale)* tale riesce una colonnetta caudata, quando la così dettane coda gira, o rivolgesi in forma spirale, come può osservarsi nel trochus teloscopium. Coste (Coste, costole)* così denominansi certe propag- gini, apofisi o protuberanze carenate, o conformate a foggia di carene, che partendo dall’apice d’una conchiglia, ne pervengono fino alla periferia:, e sono, Fornicatce (Fornicate, convesse)} vale a dire fatte a volto, o ad archi, e cinte per lo lungo da scaglie o squame vuote. Digiti (Dita, lobi)} così diconsi i diversi lobi digitati, o in forma quasi di dita umane, ne’ quali sia diviso il labbro esteriore d’una conchiglia. Dorsum (Dorso, schiena)} così denominasi la parte su- periore, e la più rigonfia del corpo d’una conchi- glia, che stiasi posata direttamente sull’orificio, o sulla sua apertura. Epidermis ( Pelle, epidermide, cute)} così chiamasi un inviluppo esteriore, o quasi direbbesi, una tal quale camicia membranosa, che rinviò risi bensì in alcune, ma non già in tutte indistintamente le diverse spe- cie di conchiglie. Genicula (Ginocchielli, genicoli )} sono questi i varj ristringi menti, o le contrazioni, che risentono di quando in quando i giri, o le spirali anfrattuosi tà, in modo da corrispondere a’ setti, o alle divisioni in- terne , formanti le varie concamerazioni di qualche conchiglia. Labium (Labbro)* tale è sempre il nome che si dà al lembo marginale interno, o al margine, direm così, columellare dell’orifìcio, o dell’apertura d’una con- chiglia} può questo essere Interius (Interno)} nelle Patelle si dà questo nome alla membrana testacea , che trovasi nella loro cavità , e vien detto poi fornicale , quando sta situato al di sotto del vertice della conchiglia, e laterale^ quando forma desso una cavità o, come suol dirsi, m una camera a parte in un lato, Extcrias , e precisamente Labrum ( Esterno)} con tal nome appunto, ma più appropriatamente poi in latino con quello di labrum ,, indicasi il lembo marginale ester- no dell"1 orifìcio, o dell’apertura d’una conchiglia, Anticum ( Anteriore )} così chiamasi la parte anteriore del labbro d’una conchiglia, da presso alla spira, Posticum (Posteriore)} così di cesi la parte posteriore del labbro, o sia quella che, formando la base della Conchiologia 3 34 conchiglia, trovasi essere la più vicina al così det- tone becco o rostro , Coarctatum (Coarctato, contratto)} tale è il labbro quando è contratto, o quasi attratto verso la base, Digitatimi (Digitato), quando è diviso come in lobi attenuati, sottili e divergenti, = o piuttosto in ap- « pendici cilindriche, solide, dritte o ritorte, simili « quasi alle dita umane, come scorgesi nello Strorn- « bus chir agra , n Solatimi (Sciolto, libero)} quando è isolato, disimpe- gnato o separato dalle anfrattuosità de’ giri della spira, mercè di un apposito seno, o di una scana- latura , come osservasi nei Coni , Fissimi (Fesso, spaccato)} quando è quasi diviso nel bel mezzo da un seno, o da una scanalatura lineare, Mucronatam (Mucronato, appuntato)} quando termina prolungandosi in una punta sola aguzza. Operculxjm ( Coperchietto , opercolo ) } così chiamasi un certo pezzo solido a parte, o' quasi direbbesi, una porticina, che in alcune specie serve onde chiu- dere l’apertura della loro conchiglia} questo pezzo può essere di una sostanza o cornea, o testacea od anche membranosa, e varia molto, così nella forma, come nella compage e nella tessitura. Radii (Raggi)} con tal nome s’intende di significare certe strie, righe o costicine salienti o rilevate, che procedono tendendo dal centro alla periferia della conchiglia. Rostrum (Becco, rostro, coda)} la parte che vuoisi con tale nome indicare, viene formata da ambe le lab- bra, quando esse prolunganti amendue insieme verso la base della conchiglia in un processo, o in una apofisi decrescente, stretta o sottile0 35 Sipho, seu siphunculus (Sifone, sifoncolo o sifoncino)} è questo un tubo, una doccia o un canale cilindrico, che trafora od attraversa la tramezza di una qual- che conchiglia concamerata, o divisa in varie ca- mere, come il sono per esempio i Nautili. Può que- sto essere, o centrale quando trafora il centro, o laterale j quando attraversa i lembi marginali delle tramezze, o finalmente obbliquo , quando taglia ob- bliquamente Passe delle anfrattuosità de’ giri spirali. Spira ( Spira )} così chiamasi il complesso di tutte quante le anfrattuosità superiori de’ giri spirali d’una con- chiglia ; può dessa essere , Cariosa ( Gariosa ) } così dicesi una spira, quando è cor- rosa o tarlata , quasi come se appunto fosse stata sciupata, o rosicchiata da’ tarli, Capitata ( Capitata, testuta)} quando termina, come chi dicesse, in forma di una testa ottusa molto, o sia quando è terminata da una estremità ottusa, — o « insomma quando i giri insieme riuniti formano « in cima alla conchiglia un vistoso rigonfiamento « terminale in forma di testa, Exquisita (Esile, esquisita , affinata, dilicata, ), dicesi d’una spira sommamente assottigliata. Plana (Piana, piatta)} è dessa quando ha le anfrattuosità superiori pervegnenti tutte ad un’uguale altezza, cosicché la spira ne sembri quasi troncata, Retusa (Rintuzzata, internata)} è poi la spira, quando ha dessa le inferiori sue anfrattuosità, quasi come chi dicesse, spinte addentro, od internate a forza nel corpo della conchiglia , Rctuso-umbilicata ( Retuso-umbilicata ) } così dicesi la spira, quando è talmente spinta addentro od inter- nata, da sembrare ben piuttosto concava che non 36 convessa , e da rammentare appunto la forma d’un umbilico. Sutura ( Suture, commessure ) } diconsi suture delle an- frattuosità quelle linee spirali di saldatura o di riu- nione, che scorgonsi fra esse nelle conchiglie* e sono? Duplicate (Addoppiate, duplicate)* così denominansi le suture , quando constano di due distinte linee o strie rilevate , Marginate (Marginate)} quando emergono desse rilevate o salienti, in modo da presentare una prominenza rammentante talora la carena d’un vascello. Testa (Nicchio, conchiglia, chiocciola)} (9). E dessa , Antica ( Anteriore )} così chiamasi la parte anteriore d’una conchiglia qualunque, 0 sia quella che ne è situata Verso la spira, CVapaf#. , ( Clayata )} dicesi d’una conchiglia fatta in forma di clava, 0 sia più grossa 0 più massiccia nella sua parte superiore, ed allungata e assottigliantesi poi a misura che va procedendo all’ìngiù, Convoluta ( Incartoc'ciata , ravvolta)} è una conchiglia quando le sue anfrattuosita esterne involgono spiral- mente quelle che ne sono situate più nell’interno? Corticata (Corticata)} quando è dessa coperta da una maniera d’epidermide, Cyliiidrico-umhilìcata ( Cilindrico-umbilicata)} quando il così dettone umbilico ne consiste in una incava- tura, 0 in una cavità cilindrica , Emarginata ( Smarginata, emarginata )} cìEè quanto dire avente scavato, lungo il lembo suo marginale, un seno od una scanalatura continuata, Exumbìlicata ( Disumbilicata, imperforata)} così dicesi d’una conchiglia che manchi di quella incavatura, che suol dirsene P umbilico, 0 quando Passe infe- 37 rìormente non ne presenta, nè una cavità, nè uri umbilico , Fusiformi s ( Fusiforme )} cosi denominasi quella con- chiglia, la figura della quale stassene tra la forma conica e l’ovale, o riesce bensì conica, ma è con- temporaneamente Ve ntri còsa alquanto o panciuta , Lubricata ( Lubricata)- quando ha le pieghe o raddop- piature parallele al suo lembo marginale, e dispo- ste le line sulle altre, a quel modo, giusta il quale sogliono disporsi l’ embrici o le tegole su pe’ tetti delle nostre case, Interrupta (Interrotta)^ quando la compage ne precede, quasi chi dicesse, in ragione sempre di novelli in- crementi, o di nuove sopraggiunte addizioni od ap- pendici , Involuta (involuta, ravvolta)-, quando ha il lembo mar- ginale del labbro esteriore rivolto all’indentro. Lineis crispata (Crespa, rugosa , increspata ):, quando la superfìcie ne è resa aspra al tatto, o scabra, in forza delle strie o linee rilevate, curve e flessuose, ond’è tutta coperta, Marginata ( Marginata , orlata ) ^ quando i lembi late- * rali dell’apertura d’una determinata conchiglia rie- scono più allargati, e più spessi od ingrossati, di quello che non siane il rimanente , Obovata ( Obovata , ovoidea , ovato-bislunga ) ^ quando la forma n’è bensì quasi ovale, ma però alcun poco più ristretta e prolungata verso la base, che non verso l’apice , Perfoliata ( Perfogliata ):, quando ha una sutura oriz- zontale cinta da Una falda, o da un lembo margi- nale deflesso e sporgente ali’infuori ^ a tale che l’a- spetto ne riesca in complesso , quasi come se ivi fosse una conchiglia posta sopra l’altra , 38 Polythalamia ( Politalamia , moltiloculare , concame- rata ) } quando l’interna cavità, per mezzo d’altret- tante tramezze, ne riesce come divisa in loculi, in stanze o in varj compartimenti , a quel modo che può scorgersi nei N autili e nelle Ammoniti , Radicata ( Radicata )} quando è attaccata colla sua base a qualche corpo solido estraneo, per mezzo di un apposito legamento , o in qualche altro modo , Rostrata ( Rostrata )} quando è armata, qualunque siane il luogo o il modo, d’un’ appendice propria, in for-* ma di becco, di rostro, o di coda che vogliasi dire, Spiralis ( Spirale )} quando è obhliquamente curvata so- pra di se, in modo che, se s’immagini un piano che attraversi la parte mezzana della più esterna an- frattuosità dei giri spirali, questo piano suppositizio verrebbe a tagliar del pari anche tutte quante le rimanenti anfrattuosita , dividendole tutte indistin- tamente in due parti uguali , Turrita (Turrita, torreggiale)} quando le anfrattuosità, a misura che si succedono dalla base della con- chiglia sino all’apice, ne vanno facendosi gradata- mente sempre minori, o decrescono di mano in ma- no , contribuendole in pieno una forma conica } la lunghezza di queste conchiglie così fatte ne sorpas- sa sempre di molto la larghezza, o il loro diametro, Turbinata (Turbinata)} quando il ventre essendone tu- mido o gonfio, la spira^ che in confronto ne riesce piccola, sembra quasi sorgerne od emergerne dalla cavità del centro, o dalla pancia, Umbilicata ( Umbilicata )} quando, rimanendo incavato l’asse, intorno a cui gira od avvolgesi la spira, viene così a risultarne, in sulla base della conchiglia? una tal quale infossatura, rammentante un unibili co. 39 Varices ( Varici )} con tal nome contraddistinguonsi cer- te suture o costicine longitudinali, gobbe o gib- bose, che veggonsi formate, nella spessezza di una conchiglia, sopra le sue anfrattuosita spirali, e sim- metricamente a certe proporzionate distanze , quasi come se fossero fessure rimarginatesi } son desse , Continuatee (Continue)^ diconsi tali le suture, quando scorrono lungo tutte quante le anfrattuosi della spira, cominciando dall’apertura, e pervenendo sino alla sommità della conchiglia, Decussatce (Decussate, incrociate, incrocicchiantisi)* così diconsi invece quelle che s’incrociano, o tagliansi in traverso, le une procedendone per lo lungo, men- tre l’altre ne procedono per lo largo, Scrobiculatce ( Scrobicolate ) • son desse così denomi- nate quando hanno impresso o scolpito, lungo i lembi loro marginali, un buon numero di fossette più o meno profonde. Venter, seu Corpus (Pancia, ventre, corpo )} così vien chiamata l’anfrattuosità inferiore , o la più bassa, od anche l’ultima rivoluzione spirale d’una conchi- glia qualunque*, anfrattuosita, o rivoluzione, che ne suol essere sempre anche la più tumida, o la più gonfia, e sulla qual posa il labbro sinistro. Vertex (Vertice, cima, apice, punta, sommità):, con tali nomi, e segnatamente poi col primo, si suol denotare il punto, ad un tempo il più alto, ed anche il più rilevato d’una conchiglia del genere delle Patelle } è desso , Suhmarginalis (Submarginale, quasi marginale )} quan- do questo così fatto vertice è situato vicino molto al lembo marginale posteriore appunto d’una Pa- tella. 4° Umbìlicus ( Bellico, umbilico ) } così chiamasi la cavità che osservasi nella base della colonnetta, visibile per disotto ^cavità che rappresenta vuoto, almeno in parte, l’asse intorno a cui ravvolgesi la spira } ed è, Perforatus (Traforato, perforato )} quell’ umbilico che ha un canale, un tubo od un condotto, che passa a traverso , pel centro della conchiglia , fino al- l’estremo apice della medesima , Sabobtectus y seu Rima umbilicalis (Umbilico quasi ri- parato, od anche Rima umbilicale, Fessura umbi- licale)} così dicesi di quell’umbilico d’una conchi- glia, che abbia il labbro ripiegato sopra questa così fatta cavità7, di modo che non ^scorgasene se non soltanto il lembo o il margine dell’apertura. Margo columnAris (Margine, lembo colonnare )• inten- desi d’una conchiglia qualunque, che abbia il lem- bo marginale della colonnetta disposto in modo da formar esso la parete interna dell’apertura. « Spinge ( Spine )} sono queste certe protuberanze lun- ghe, strette e acute, delle quali scorgonsi armate parecchie conchiglie. « Latitudo testtE (Larghezza della conchiglia)} con- siste dessa nel diametro dell’ anfrattuosità spirale comprendente l’orificio, la bocca o l’apertura d’una conchiglia} anfrattuosità che ne riesce sempre più ventricosa o più panciuta di tutte l’altre. « Longitudo testìE (Lunghezza della conchiglia)} que- sta misura deve pigliarsi costantemente dall’apice, o dalla sommità della spira, procedendo sino alla base della conchiglia. « Line.® (Linee ); sogliono indicarsi con tal nome tutti que’ segni lineari colorati, che scorgonsi sulla su- perficie d’una conchiglia, in quanto però non siano 4> dessi più larghi o più grossi di quelli che si pos- sono fare con una penna comune da scrivere. k Sulci (Solchi)*, così diconsi quegli spazii lunghi in- cavati, che scorrono buon tratto fra due costieine rilevate e parallele, del pari che quelle costole lun- ghe ed in rilievo, che scorrono anch^esse un buon tratto fra due scanalature parallele. « Punctà (Punti)* oltre all’idea che ha già ciascuno in generale de’ punti, è bene di sapere, che a riguardò delle conchiglie, non di rado chiamatisi pure così certe piccole protuberanze od escrescenze rotondate, e certe piccole cavità od infossature, ritondette an- ch’ esse, che scorgonvisi sopra. u Strie ( Rughe,, strie ) • sono desse alcune righe o li- nee, or concave, ed ora convesse, che veggonsi da quando a quando scolpite nella, od emergenti dalla superficie delle conchiglie. « Cingulà (Cingoli, cordoni)* sbglion essere questi li- nee colorate o punteggiate, procedenti parallela- mente alle anfrattuosità spirali. « Epiphragmà ( Epiframma )} così chimasi da Draparnaud quell’opercolo membranoso o cretaceo, che i Mol- luschi terrestri formano, giovandosi della loro bava> per chiudere Papertura della loro conchiglia durante l’inverno. Questo non istà già attaccato al corpo dell’animale, ma se ne distacca poi , e scompare in primavera. Hannovene alcune poche specie, che co- struisconsi successivamente nell’interno della con- chiglia fino a due o tre di questi così fatti epifram- mi distinti. « Colori dermàli. Così chiamansi i colori i quali non risiedono che soltanto nella pelle esteriore, o nel- l’epidermide d’una conchiglia, e che perciò non m 42 debbonsi confondere in conto alcuno coi colori or- dinarj che appartengono alla stessa conchiglia. (;o) Peristoma (Peristoma)} questo vocabolo è stato proposto da Draparnaud, onde significare la totalità del lembo dell’apertura. Bivalves ( Conchiglie bivalvi ) Ambitus (Ambito, periferia)* con tal nome esprimesi la circonferenza d’uria conchiglia. Area (Area, spazio)* inlendesi cosi un tal quale luogo vacuo in una conchiglia, ed è , Antica (Anteriore)} quella parte dei becchi in cui è situato il legamento. = Questa viene chiamata da « Linneo Puniva, e dai Francesi Corselet , Distincta (Distinta)} cioè separata dai lati della con- chiglia, o per mezzo di una scanalatura, o per mezzo di una carena , Inflexa (Inflessa, curva) } quando ha i labbri incurvati, Litterata (Scritta)} cioè ornata di caratteri in forma di lettere , Postica, seu Areola (Posteriore, od anche Areola)} l’al- tra parte dei becchi} « Questo spazio viene chia- « mato da Linneo Anus e dai Francesi Lunule , Marginata ( Marginata ) } circondata da un margine rilevato, Patula (Aperta)} = quando per lo scostamento degli orli, « forma dessa un’apertura considerabile, che penetra « nell’interno della conchiglia, come succede nella “ Chama gigas » Serrata ( Serrata , seghettata ) } simile ad una sega nella scanalatura dell’ Areola. Apices — Natcs già per Linneo ( Apici , becchi , rostri ) } 43 così diconsi le cime, le punte, le sommità, o in- somma le parti estreme o terminali delle apofìsi , o delle gibbosità d’una conchiglia bivalve, — o ve- ce ramente coi*rispondono a certe due protuberanze « di figura conica e leggermente spirali , che ac- ce compagnano la base esteriore della maggior parte « delle conchiglie bivalvi. = Tali apici possono essere , « Auriformes (Orecchiuti, auriformi ) ; quando sono dessi conformati a foggia di orecchj , aventi fra i becchi una curva ad arco , u Approximati (Approssimati, ravvicinati)* allorché essi si toccano , a conchiglia chiusa, come può ve- dersi nella Venu s pedinata , « Corniformes ( Cornuti, corniformi ) *, o in forma di cor- na, vale a dire lunghi, sporgenti molto all’ infuori, diritti, e mucronati od appuntati , « Depressi ( Depressi ) ; quando invece di emergere sen- sibilmente, e di sporgere all’infuori, presentano una superficie alcun poco compressa, come scorgesi nella V enus zigzac , u Distanies ( Distanti ) ; quando stanno discosti o se- parati l’uno dall’altro per l’intervallo almeno di una linea , Injlexi (Inflessi, incurvati); quando sono curvati, pie- gati, o rivolti gli uni verso gli altri = o quando n l’apice, per esempio, della valva destra n’è rivolto n verso l’apice della valva sinistra della conchiglia, Reflexi ( Ripiegati, riflessi, rivolti all’indietro ); quando la loro curvatura n’è rivolta verso VAreola = o sia « quando gli apici scorgonsene rivolti verso la parte « posteriore della conchiglia. Spirales (Spirali); quando hanno dessi la loro curva, 44 che ci offre più di un giro spirale, come scorgesi nella Chama cor. Auricule (Auricole, orecchiette)} sono queste certe propaggini, o certe apofisi angolose, emergenti dal- l’ima o dall’altra parte de’ becchi , o di tali apici, — ovvero sono prolungamenti angolari, e quasi « triangolari, che osservansi or sopra uno, or sopra « l’altro, ed or sopra ambedue i lati, come può « vedersi nei Pettini. Basis (Base)* con tal nome indicasi quella parte del lembo marginale d’ima conchiglia bivalve, ch’è si- tuata in opposizione diretta od immediata a ’ bec- chi , agli apici o alle sommità. ■=% Linneo consi- ti derava una conchiglia bivalve come posta sulla « sua base, quando giaceva dessa appoggiata sulle « sue natiche o sommità, e col legamento rivoltone « verso l’osservatore. Altri per lo contrario la fìs- * « sano sui lembi delle valve , col legamento diretto tt per davanti, come sta quando l’animale domici- « liatovi ne procede innanzi o cammina} fra questi « è Draparnaud. Cavitas ( Cavità )} così dicesi il vano limitato dalla su- . perfide interna d’una conchiglia bivalve , o d’altra qualunque. Callus ( Gallo, callosità)} consta questo, come chi di- cesse, eli due costole piuttosto corte, insieme riunite per le loro basi , e convergenti dall’ apice verso il margine posteriore, = contenute nella cavità delle « valve ^ e delle quali le estremità inferiori coin- « cidono presso alle sommità. Cardo ( Cardine, cerniera)} così denominasi quella parte della circonferenza, nella quale le due valve vengono e rimangono vicendevolmente a contatto} o nella quale nascono elesse attaccate Puna all’altra. È que- sta sempre la porzione la più compatta e la più solida della conchiglia, e consta internamente, a vi- cenda , di parecchie protuberanze ed interpostevi fossette di varia forma, corrispondenti alle fossette e alle prominenze, che scorgonsi nell’opposta valva } ■==i ed è pur questa la parte sulla quale si muovono « le valve, quando si apre la conchiglia, 0 quando « chiudesi * può desso essere, Deprcssus (Depresso)* quando vien formato da un solo dente molto piatto ed ottuso, che stcndesi, a fog- gia d’arpione 0 d’uncino , verso la parte anteriore, j Excisus (Exciso_, spaccato)* quando presenta una ma- niera di spaccatura, 0 di fenditura in traverso, presso alla sommità , Longitudinalis ( Longitudinale); — quando occupa quasi « tutta quanta là lunghezza della conchiglia, 0 quan- « do scorre lungo tutta la Lase di essa conchiglia, « considerandone la base, a modo di Linneo } nel «■ qual caso i denti ne sono disposti in linea retta, « come vedesi nel genere Arca y Lateralis ( Laterale ) ; quando emerge, 0 sporge all’in- fuori, da amendue a un tratto le parti della con- chiglia , 0 quando è situato in uno de’ lati di essa conchiglia , "come accade nel genere Piana 9 Jxeflexus \ Reflesso, ricurvo, ripiegato)} quando è come rovesciato, ripiegato 0 rivolto all’infuori , oltre al lembo marginale esterno della conchiglia, == e verso « la convessità delle valve come può osservarsi « nel genere Pìiolas , Terminalis (Terminale)} quando il cardine è situato all’estremità della conchiglia, come accade ncll’O- sirca lima , 46 Truncatus (Tronco, troncato)} quando ha i becchi mozzati trasversalmente, e la cerniera viene ad es- sere situata tra essi. Costa cardiinis (Costola dei cardine, costola della cer- niera ) } cosi appunto dicesi una riga , o linea ri- levata che, procedendo dalla cerniera, scorre sem- pre internamente fino al lembo marginale inferiore della conchiglia. Cicàtiux (Cicatrice)} con tal nome si suol significare una tal quale impressione o marca, che nell’in- terno d’una conchiglia, indica come l’attacco di un muscolo. Dens (Dente)} con questo nome accennansi certe apo- jfisi , o protuberanze sode ed aguzze, che rinven- gonsi nei cardine , o nella cerniera d’una conchi- glia bivalve , e per mezzo delle quali unisconsi, e spesso anche articolatisi insieme le due valve. Que- sto dente può essere , Antìcus (Anteriore)} quando è, quanto mai sia possi- bile, vicino ai legamento, e quando trovasi dallo stesso lato dell’area, o in sul Corsaletto , come di- cono i Francesi, Posticus (Posteriore)} quando trovasi in vicinanza del- V Arcala^ o sia presso alla Lunula , come dicono i Francesi , Complicatus (Complicato, composto)} così dicesi d’un dente quando, essendo sottile, membranoso o quasi papiraceo, forma un angolo acuto, = e comprende « un vano entro i suoi due rami , DujAicatus (Doppio, raddoppiato, duplicato)} cosi dicesi d’un dente, quando è profondamente fesso, o spac- cato, per modo che quasi piglierebbesi per bifido, biforcuto o diviso in due parti. 47 Depressus (Depresso, .compresso)} quando è molto ap- pianato , quasi direbbesi schiacciato , e rivolto al- I’indentro,.= o quando s’interna esso considerabil- « mente nella cavità della conchiglia, Erectus ( Eretto, dritto)} quando riesce perpendicolare al piano della cerniera, o del cardine, Longitudinalis ( Longitudinale ) } quando protraesi o si prolunga, a foggia quasi d’ una costicina, lungo il lembo marginale delia cerniera, Masiìcans (Masticante, articolato, mordente)} così di- cesi d’un dente, munito esso medesimo di parec- chi denticini, situati in modo che, quando le valve della conchiglia stanno chiuse, vengano a guardarsi o a corrispondersi i denticini dell’ima valva, con quelli della valva opposta, Primarius , seti cardìnalis (Primario^ o Dente cardina- le ) } così dicesi quel dente che sta collocato fra i becchi d’una conchiglia, == o che sta direttamente « in faccia alle sue cime , o sommità. Discus ( Desco , disco ) } dicesi disco o desco la parte di mezzo di cadauna valva, o quella parte che ne è convessa, e che ne sta fra le gibbosità o le pro- minenze, e il lembo marginale. Fossula , Sinus (Seno, scrobicoloj, fossetta)} tale è il nome che si suol dare a quelle piccole cavità o fos- sette , che scopronsi nel cardine, o nella cerniera ■== e nelle quali ingranano o si ricevono i denti « della valva opposta} gli altri due vocaboli , fo- « veola , e scrobiculus , non hanno che presso a « poco questo medesimo significato. Intestinum (Intestino, legamento intestinale)} è questo un tubo membranoso , per mezzo del quale alcune specie del genere delle Ànomie attaccansi ferme ad altri corpi , o ad altre sostanze estranee. 48 Labià (Labbra)} distinguonsi queste in, Interna (Interne)} e sono le piccole labbra, che stanno per entro al legamento in grazia del quale riman- gono unite sempre le bivalvi, Iliantia (lauti, . sbadigliaci, socchiuse, mezzo aperte); quando sono desse alquanto separate , e distanti l’una dall’altra Retracta ( Ritirate, ritratte)} dicesi in opposizione alle labbra prominenti, Trincata ( Tronche , troncate , mozze ) } quando sono più brevi di quel che siane la sutura, Externa ( Esterne ) ; ed intendesi sempre de’ margini dell’area, o di quella parte anteriore, che ne sta attorno al legamento , Incumbentia (Incombenti)} dicesi quando una delle lab- bra, e qui s’intende sempre delie esterne, appog- giasi, quasi rovesciata , sull’altra. LigAmentum (Legamento)} con tal nome si vuol si- gn ih care una sostanza elastica o cartilaginosa, che chiude le suture, e che rimane fissata tra il labbro esterno e il labbro interno della conchiglia , per riunirne le valve} — ovvero è una sostanza di na- « tura cornea, che unisce le due valve presso la « loro base, e che in quasi tutte le bivalvi è si- « tuata al basso della loro faccia anteriore. 11 le- « gamento è disteso, quando le valve sono chiuse} « quando l’animale rilascia i suoi muscoli interni, « si è il legamento che , contraendosi sopra sè a stesso , obbliga la conchiglia ad aprirsi. Esso è « in generale esteriore: ma in alcuni generi è to- « talmente nascosto nell’interno della cerniera, ed « in tal caso havvi in questa parte- medesima una '« fossetta particolare, che è destinata a contenerlo. 49 « Linneo divide il legamento in due parti , cioè in « parte inferiore ed in parte superiore } la parte « inferiore, dettane Hymen (Pimene), è quella che « si è qui pur ora descritta , mentre la parte su- « periore, dettane JSympliae (le ninfe), è unprolun- « gamento membranoso del legamento , il quale , « essendo molto aderente alle labbra , lo termina « alla sua estremità superiore, e serve a chiudere « quella piccola fessura , che si vede fra le valve, « al di sotto del legamento , e di cui si parlerà « al vocabolo Rima , seu satura. Limbus (Lembo)* s’intende con tal nome d’indicare la circonferenza delle valve , per di dentro del loro margine. Longitudo (Lunghezza)} questa dimensione d’una con- chiglia deve misurarsene sempre, dalla sommità, al margine opposto, a differenza della larghezza ( La- titudo), che deve misurarsi in una direzione, che faccia angoli retti colla lunghezza. Lunula, Anus già per Linneo (Lunetta, lunula, ano, mezza- luna)} sono questi nomi che si danno ad un’ im- pressi oncin a , o ad una piccola impronta semilu- nare, od offerente un arco più o meno grande di circolo, ordinariamente alquanto incavato, che scor- gesi , o swWarea , o sulla areola , == o veramente « ch’è situato presso alla sommità, e. al basso della « faccia posteriore di alcune bivalvi, e di cui ca- « dauna valva offre quasi la metà. In alcune spe- « eie di V eneri osservaci una lunula singolarmente « rimarchevole. Marco (Margine^ lembo marginale, orlo)} s’intende di indicar con tali nomi la circonferenza, la peri- feria , il contorno totale , o l’orlatura complessiva Concilialo già 4 5o d’una conchiglia , parallelamente a’ lembi estremi delle valve. Radii ( Raggi ) } sono questi , come già s5è detto altro- ve, certe righe, strisce, o strie rilevate od emer- genti , che tendono dal centro d’una conchiglia , fin verso la sua periferia, = o veramente sono al- ti cune protuberanze longitudinali e convesse d’una a conchiglia, le quali, partendo dalla sommità, « vanno a terminarsi alla circonferenza delle valve, « come si può scorgere in molti Pettini. Differì— « scono in oltre i raggi dalle coste o costole, per « ciò che quest’ ultime sono sempre rotondate, lon- u gitudinali , e non mai trasversali . Si dà poi w ancora il nome di raggi a certe fiammelle colo- t( rate longitudinali, più larghe delle linee, e che, « cominciando dalle cime o dalle sommità, vanno a « terminare in sugli orli delle valve. Questi raggi « sono : Echinati (Echinati, spinosi)” quando sono armati per lo lungo d’aculei , o di spine , Vesiculares (Vescicolari)* quando sono invece guarniti di tubercoli, di nodi , di verruche , o insomma di vescichette, ovvero di prominenze concave, o vote affatto per di dentro , « Simplicesj seu leves (Semplici, lisci ) ^ quando la loro « convessità è uguale, liscia e polita, senza sca- « glie, nè spine nè tubercoli, « Tuberculati (Tubercolati, tubercolosi)} quando la « loro superficie è tempestata o sparsa di tubercoli. Rima , seu sutura (Rima, fessura, fenditura, sutura, commessura ) *, si suole con tali nomi contraddi- stinguere quell’interstizio, che talvolta lasciano fra esse le valve, quando ne manca il legamento , od 5i anche qpMa cavità o fossetta , che viene coperta dallo stesso legamento } questa rima può essere: Clausa ( Chiusa ) } quando le labbra interne ne sono ingrossate od inspessite ? in modo da cuoprirne tutta quanta la fessura , « Hians (Socchiusa, aperta)} quando l’estremità supe- u riore del legamento, essendo appena mezzo aper- « ta , lascia travedere in questa parte un intervallo « fra le valve , che penetra sin nell’interno. Questo c< è precisamente ciò che Linneo ha voluto indi- ce care colle espressioni di Rima hians ( rima soc- cc chiusa), e di Nymphae hiantes (ninfe boccheg- « gianti), ec. Squàmul^: ( Squame , squamette , scaglie , schegge ) } « sono queste certe laminette sottili e rilevate, che « ricuoprono la superficie esteriore di alcune bi- ci vaivi , e possono essere : Canaliculata ( Canalicolate , scanalate ) } quando sono scavate per lo lungo , Fornicata (Fornicate, inarcate)} quando sono fatte ad archi, 0 a volto, vale a dire quando sono concave al di sotto , e convesse al di sopra } lo che suol esprimersi dicendo, che esse sono concavo-convesse, Imbricata (Imbricate)} quando sono disposte per parti l’una sopra l’altra, come il sono l’embrici, i coppi, 0 le tegole sopra un edificio, Tubulosce (Tubulose)} quando hanno i margini laterali rivolti insieme a vicenda l’uno sull’altro per lo lungo, in modo che venga a risultarne la forma di un tubo, Fimbriata ( Fimbriate ) } quando la loro estrema peri- feria è frastagliata in fimbrie, 0 in minutissime ap- pendici ineguali, $2 « Simplices (Semplici)} quando il loro Igmbo marginale « è semplice, e senza frastagliatuirr Strle (Strisce, strie)* « circa queste nelle conchiglie cc bivalvi è applicabile quanto già se ne disse al- ci lorchè trattavasi delle univalvi, e possono essere, Abbreviato^ (Abbreviate, accorciate, corte )} quando non estendonsi sino al lembo marginale, Bifarice (Bifarie, conformate in due fogge distinte):, e dicesi quando son desse divergenti , Recurvatce (Ricurve, curvate all’indietro) } quando sono rilevate, membranose, e tendenti verso l’apice della conchiglia , Inequilineatce ( Inequilineate , disposte in serie lineari tra esse diseguali )} dicasi quando le serie lineari, nelle quali sono disposte , non ne procedono pa- rallele , « Longitudinales (Longitudinali)} quando tali strie, par- cc. tendo dalla sommità della conchiglia , vanno a cc terminare alla circonferenza delle valve, cc Trans versai (Trasversali)} quando esse vanno dal lembo cc marginale , o dall’orlo anteriore delle valve , al- ce l’orlo loro posteriore descrivendo cosi un arco cc parallelo alla circonferenza della conchiglia. Sulci (Solchi)} con tal nome s’intende di denotare gi’in- terstizj incavati delle coste e dei raggi. — Troppo forse impropriamente si è talvolta usato questo me- desimo vocabolo, per significare lo stesso che Co- ste. ■ — > I solchi posson essere : Fornicati ( Fornicati, inarcati , fatti a volto)} e ciò suc- cede segnatamente quando sono coperti da squame convesse, od inarcate. Testa (Conchiglia) } ,« questo nome significa, nella de- ce scrizione delle bivalvi , l’insieme delle due valve 53 * che le compongono, e che appunto, riunite, non « formano se non una sola conchiglia ; è dessa, o Antiquata (Antiquata)* e dicesi d’unà conchiglia solcata, o scanalata per lo lungo, ma a solchi come inter- rotti da certe concrezioni a foggia .di costicine, che tagliatili in trasverso, per modo da far quasi sup- porre, che piccole vaivicine, sopraggiunte a periodi successivi, dalla parte dell’apice o del becco , ab- biano contribuito all’incremento della conchiglia, cc che sembra cosi risultare da parecchi pezzi iti- ti castrati gli uni sugli altri, e che diminuiscono et gradatamente , a cominciare dagli orli , proce- « dendo sino alle sommità, come succede nel Car- ie diurni rusticani) , nel Cardium edule , e simili^ Purità ( Aurita, orecchiuta ) m7 vale a dire che è munita come d’orécchie * lo che succede quando il cardine ne presenta da ambo i lati i becchi in angolo piano, e prominente o sporgente alPinfuori , e sono ap- punto questi becchi così fatti che si chiamano orec- chie , come succede nel genere dei Pettini , Barbata (Barbata, barbuta)*, quando la superficie esterna ne è coperta di barba , o di peli lunghi e ruvidi , od anche da una epidermide guarnita di peli lun- ghi e duri , Compressa (Compressa)} quando le valve ne riescono sommamente appianate } a tale che le gobbe o le convessità ne sono assai meno gonfie e rilevate, di quello che al solito non accada, Borsata ( Borsata , dorsale ) } quando la parte poste- riore, o la schiena ne riesce ottusamente carenata , Sdentala ( Sdentata , senza denti ) } quando è priva af- fatto di denti : ben inteso però in riguardo all’orlo, o al suo lembo marginale, 54 Hians (Iante, mezzo aperta, boccheggiante, sbadigliati** te ) *, quando le valve non chiudono la conchiglia se non a pena parzialmente, per modo che i margini non corrispondonsi in tutte le parti della loro cir- conferenza, .« sicché lasciano un’apertura in quat- te che luogo , come scorgesi nell’arca iVoè, ed in « alcune Mie , Injlexa ( Inflessa , curvata all’indentro ) } quando è ri- piegata o rivolta verso la parte anteriore ^ Linguiformi (Linguiforme, in forma di lingua)} quando è dessa bislunga e lineare, ed ha le due sue estre- mità ottusamente rotondate , Navicularis ( Navicolare ) } « quando la forma, che ne « presentano le due valve insieme riunite ram- « menta, più che altro, quella di una barca, o d’una « navicella, come scorgesi nel genere Arca , Pedinata (Pettinata)} quando è solcata o striata per lo lungo} con questo poi di più, che le strie for- mino un angolo acuto nella sua parte anteriore , Radiata ( Raggiante , radiata ) } « quando la superficie « delle valve è guarnita esteriormente di raggi , « che procedono divergenti longitudinalmente dal- « l’apice o dalla sommità, fino alla circonferenza, Rostrata ( Rostrata ) } quando l’estremità anteriore ne riesce ad un tempo^ ristretta e bislunga, od anche « quando uno de’ suoi lati, sia V anteriore, o sia « il posteriore, si accorcia, e termina in forma di « un becco allungato. Fastigiata (Fastigiata) } quando termina a un tratto in trasverso alla sua base, Saccata ( Saccata , fatta a sacco ) } quando è allungata e distesa verso i becchi, Truncata ( Tronca, troncata ) } quando in qualche parte 55 della sua circonferenza riesce mozza ? o appunto come se fosse troncata , À Equilatera ( Equilatera ) } quando la metà anteriore « ne riesce uguale, tanto per la forma ^ quanto per « la sua figura , alla metà posteriore , j Eqidvalvis (Equivalve)} quando le due valve ne sono « perfettamente simili, così nella grandezza, come « a riguardo della loro forma e della concavità , Adhcerens (Aderente)} quando la conchiglia rimane « stabilmente attaccata , per mezzo di una delle ce sue valve, a qualche corpo solido estraneo, Longitudinalis ( Longitudinale)} quando la lunghezza, « vale a dire la distanza dalla sommità delle val- « ve, sino al mezzo dell’orlo superiore, in una data « conchiglia , ne sorpassa la larghezza , Cordata (Cordata, cuoriforme)* quando essa presenta « in complesso la forma di un cuore, riguardan- te dola dalla parte del legamento , Lenticularis ( Lenticolare ) } quando le valve ne sono u rotonde, ma ben poco alte in confronto, ed as- ce sottigliantisi insensibilmente sempre più verso gli c< orli , in modo da rammentarci la forma d’una cc lente , Linearis ( Lineare ) * quando una delle due dimen- ce sioni, siane poi la lunghezza, o la larghezza, ee ne supera le molte volte Paltra, sicché le valve ce ne riescono strettissime in un senso qualunque , Rotundata (Arrotondata, rotonda)} quando è dessa ce orbicolare nel suo contorno , anche senza aver ee alcun riguardo alla convessità delle due valve , Globosa ( Globosa ) } quando le due valve ne sono ce talmente concave , e rotonde od emisferiche, da ce offerirci poi in complesso la forma di una palla, « o d’un glòbo , quando sono riunite , 56 VàlvjE ( Valve ) } « così chiamansi i due distinti pezzi « che compongono , uniti che siano insieme , una « conchiglia bivalve, e che racchiudono così, e di- « fendono l’animale, o il mollusco, che ne abita Pin- « terna cavità} possono esser queste , Equilatero^ (Equilatere)} quando i lati anteriori e po- steriori delle due valve ne riescono tra loro eguali, e simili } e diconsi quindi Inequilatere quando quei lati medesimi ne sono in modo diverso rispettiva- mente conformati , Equivalves ( Equivalvi ) } quando una delle due valve ne riesce perfettamente simile, ed anzi uguale all’altra in tutto e per tutto , Dextrce et sinìstrce (Destre, e sinistre, o manche)- sup- posta una conchiglia collocata sulla sua base, cioè sulle sue sommità , coll’area di fronte, volendo di- stinguere allora le valve l’una dall’altra, si troverà che la destra valva sarà opposta alia mano sinistra dell’osservatore, mentre la sinistra ne riuscirà oppo- sta alla di lui mano destra. — « Considerando però « le bivalvi nella maniera indicata da Draparnaud, « la valva dritta qui sopra ne diviene la valva si- « lustra, e così reciprocamente la valva sinistra di << Draparnaud ne corrisponde alla qui sopra accen- ta nata come destra , Lacunosa ( Lacunose ) } quando hanno al di sopra per lo lungo marcata una depressione, che va a termi- narne presso agli orli , Prominentes (Prominenti) - quando una delle due valve oltrepassa l’altra in una parte o direzione qua- lunque , Carinatce (Carenate)} quando una parte, qualunque « siasi, della loro convessità offre una costa acuta 57 « simile quasi ad una cresi#, o alla carena d’una t< nave , « Concameratce (Concamerate, loculari , politalamie)^ « quando presentano nella loro cavità uno o più « setti, un’a o più tramezze, o lamine testacee, che « se ne staccano dal fondo, e sporgono all’insù. Umbones (Umboni^ scrigni, gobbe, gibbosità, ventri- cosità ) } così chiamatisi le rigonfi ature o le gobbe, che scorgonsi presso a’ becchi dolina conchiglia bi- valve , la più alta cima de’ quali, vale a dire que’ puntj che ne riescono i più distanti dalla base, ven- gono da noi considerati come formanti la sommità, Fornicati ( Fornicati, inarcati fatti a vòlta ); quando sono fatti ad arco, colla convessità all’insù, e molto incavati internamente. « Impressiones ( Impronte , impressioni ) 5 diconsi im- « pronte od impressioni muscolari certe cavità più « 0 meno pronunciate 0 profonde , che scorgonsi « nell’interno delle valve delle conchiglie bivalvi , « e che indicano il luogo di attacco dei muscoli « dell’animale, che vi abitava per entro. « CostjE ( Coste, costole ) così diconsi alcune protu- « beranze od apofisi , ora longitudinali , ed ora « trasversali, ma di rado angolose, che incontransi « nelle conchiglie, e che «sono ordinariamente in- « cavate, appunto in altrettanti solchi, nell’interna « concavità delle valve, quante all’esterno sono le « costole che loro corrispondono. « Facies anteriqr (Faccia anteriore)^ è dessa la parte « della conchiglia ove ne risiede il legamento:, dessa « stendesi sino alla estremità superiore del così clet- « tone corsaletto. Facies posterior (Faccia posteriore )^ pigliasi questa 58 « dalla sommità, procedendo sino al terzo poste- « riore della circonferenza della conchiglia. Multivalves (Conchiglie moltivalvi). Basis ( Base ) ^ nei due generi de’ Chitóni e delle Ze- padi , base suol dirsi quella parte della loro con- chiglia, che ne rimane attaccata od infissa alle so- stanze , od a corpi estranei , tanto se ciò succeda per mezzo d’un apposito peduncolo , quant’anche senza } nelle Foladi invece, come eziandio nelle bi- valvi, per base ritiensi quella parte del loro mar- gine, che n’è opposta alla sommità dei becchi. Ligamentum ( Legamento , cartilagine ) } « così deno- « minasi quella tale sostanza, or membranosa , ed « ora tendinosa , o veramente cartilaginosa , che « riunisce e tien salde tutte le valve insieme , e « che tappezza anche qualche volta, o spalma la « interna cavità della conchiglia, come può scor- « gersi nelle Anaiife. Limbus (Lembo, orlo, margine, bordo)*, così chiamasi particolarmente, la membrana marginale delle con- chiglie del genere Chiton. Operculum ( Opercolo, coperchietto , scudetto) • » così « soglionsi indicare certe quattro piccole valve trian- « golari , articolate quasi a foggia di croce , che « chiudono d’ordinario l’orifizio verticale delle Le- « padi , e che sono attaccate insieme, del pari che « agli orli interni delFapertura, per mezzo di un « legamento circolare. L’opercolo riesce poi bival- « ve , o composto unicamente di due pezzi nel “ Lepas verruca di Spengler. Pedunculus (Picciuolo, peduncolo):, si suol dar questo « nome al sostegno tubuloso , cilindrico e tendi- * % « noso, particolarmente di alcune determinate Le - u padi. Questa parte riesce flessibile , finché l’ani- « male rimane in vita, ma s’indura poi, e diventa « fragile, a misura che si disecca, morto che quello « sia} la superficie ne è sempre liscia, scagliosa o « vellutata } dicesi poi desso , Coriaceus (Coriaceo); allorché sembra essere di cuojo. ValvjE ( Valve ) } « con tal nome indicansi i differenti « pezzi, onde sono composte le conchiglie molti- « vaivi , ogni volta che la loro sostanza abbia la « solidità propria della materia testacea , o quella n che hanno ordinariamente le ossa. I loro carat- « teri sono analoghi a que’ delle due sole valve , « onde constano le bivalvi, e quindi veggansi ad- « dietro. Desse posson essere , Dorsales ( Dorsali ) } e dicesi delle valve isolate , clic scorgonsi in certe determinate specie compresse o schiacciate di Lepadi , che constano di cinque valve, Succenturiatce ( Succenturiate, accessorie)} e dicesi poi di quelle irregolari valve minori, che sono annesse alla cerniera o al cardine delle Foladi, n Radii (Raggi)} sono da intendersi sotto un tal nome u certe sei infossature, o sei incavi, di figura pros- « simamente conica , la punta de’ quali è rivolta a verso la base della conchiglia, e che sono par- ti ticolari ad alcuni Lepadi , e dipendono dal modo « in cui ha avuto luogo l’accrescimento della con- ti chiglia. I raggi non sono bene pronunciati , se « non soltanto nelle conchiglie adulte } durante la « loro giovinezza essi ne sono poco visibili } ma u somministrano poi sempre ottimi caratteri , onde « pervenire alla precisa determinazione delle spe- tt eie. Essi sono, o filiformi, o lisci, o striati tra- « sversalmente. » 6o SISTEMA GENERICO. • ********** Venendo ora alla classificazione delle conchiglie se- condo il metodo stabilito da Linneo , se ci riduciamo alla mente i fondamenti adottati per quella distribu- zione metodica , ci persuaderemo assai facilmente non esservi quasi motivo alcuno di lagnarci, nè di quella am- biguità , perplessità o indecisione, che vorrebbe taluno scorgere nel piano generale, nè d’alcuna mancanza as- soluta di precisione nelle ben molte e diverse descri- zioni che vi spettano. Egli è propriamente sopra i ca- ratteri esterni delle specie, ed in particolare poi sopra i caratteri proprii dell’inviluppo testaceo de’ nicchj , o delle conchiglie, e non già sopra quelli de’ generi, o delle specie dei vermi o de’ molluschi abitantivi per en- tro ,, che noi piantiamo ora qui il nostro presente si- stema; e ciò a motivo che i primi di tali caratteri sono di gran lunga più ovvii , e più facili ad intendersi , mentre i secondi vanno troppo più soggetti ad essere mal rilevati, o male intesi, e quindi ad ingannarci as- sai facilmente. ,i ' ' 1 - Premesso che col vocabolo valva altro non debba in- tendersi , che ogni singolo pezzo di sostanza calcarea , qualunque possa esserne mai la forma, inserviente, o in totalità, o soltanto in una parte, a formare l’abitazione, o il luogo di stanile domicilio o anche a difesa del- l’animale mollusco, che suole starvi per entro, riterremo qui una volta per tutte, che la naturale divisione di tutte quante le conchiglie in complesso consiste in ciò, che sotto il nome di moitivalvi comprendonsi quelle che 6 1 sono composte di più che di due pezzi, o di due valve sole* che sotto quello di bivalvi comprendonsi quelle che constano di due pezzi distinti, o di due valve, e che finalmente sotto quello di univalvi sono da ritenersi quelle che sono formate d’un pezzo solo. Linneo dispose in questa forma le conchiglie, e seb- bene a prima vista possa sembrare forse più confacente ad un metodo sistematico l’incominciare dalle univalvi^ e proceder poscia a quelle che dimostrino una struttura mano a mano sempre più complicata o complessa* pure, ponderata la questione come conviene , si riconoscerà agevolmente preferibile ad ogni altra la distribuzione Linneana. A questo proposito fuvvi già in addietro , e probabilmente vi sarà anche in progresso molta diver- sità di opinioni • tuttavia non si può a meno di scor- gere che, non solamente il numero, ma ben anco la bel- lezza e l’importanza delle specie, vanno crescendo pro- gressivamente dalla divisione delle moltivalvi , in cui non racchiudonsene se non pochissime , a quella delle univalvi che da sè sola sorpassa di gran lunga le altre due prese insieme. Molto più criterio c molta più pra- tica occorre d’altronde per contrassegnare a dovere le varietà delle Patelle , che ascenderanno benissimo ad al- cune centinaja, di quello che se ne richiegga a disporre ordinatamente tutto quanto il genere Chitone , che in confronto riesce piccolissimo. Non è dunque il numero delle valve, ma ben piuttosto il numero degli esemplari differenti da esaminarsi, quello che costituisce la diffi- coltà di determinare un genere , e di demarcarne esat- tissimamente i precisi limiti. Le grandi conformità o affinità, secondo che si suol dire , che osservansi esistere tra certe suddivisioni de” generi, le quali, stando alle regole prescritte, sono ciò 62 nondimeno abbastanza manifestamente separate e distinte, e la suscettibilità d’abbagli, cui va troppo facilmente sog- getto ogni sistema immaginato dagli uomini, hanno senza dubbio dato luogo a molti errori d’introdursi nella clas- sificazione degl’individui} ma ciò non mira che soltanto alla questione della maggiore o minore esattezza usata nella compilazione del relativo catalogo , e non è poi cosa, che importi materialmente gran fatto ad un inda- gator principiante, il sapere con positività se queste tali specie dubbiose possano o no essere meglio classificate o collocate, di quello che noi siano presentemente. Potreb- be talvolta essere utile, almeno a quel che sembra, l’au- mentare il numero delle suddivisioni, tanto più che ciò renderebbe la classificazione più soddisfacente e più fa- cile. Quelle conchiglie, le quali, in confronto delle loro analoghe , non sono mancanti che unicamente in qual- che punto speciale , quando che sieno state già distri- buite per famiglie naturali, ovvero in sezioni di generi contraddistinti in forza di quelle affinità , o di quelle somiglianze, che osservatisi in esse effettivamente, pos- sono assai facilmente trovare il posto preciso, nel quale debbono essere collocate. Ma è cosa abbastanza evidente di per sé, che, moltiplicando il numero de’ generi, si può bensì pervenire a spicciarsi più speditamente della elaborazione di un sistema , senza perciò renderlo così semplice , come sarebbe da augurarsi , mentre la mag- giore semplicità dei sistema non è per certo da desi- derarsi meno nello studio della Conchiologia, di quello che in qualsivoglia altro ramo della Storia Naturale. Sti- mo opportunissimo d’annunciare qui ora, che i vocaboli nicchj e conchiglie , corrispondenti a quelli latini di Coclilece e di Conchce , ed usati bene spesso dagli au- tori che trattarono di questa speciale materia, l’uno per 63 significare le conchiglie univalvi , e l’altro per indicar le bivalvi, non si vedranno adoperati affatto nel corso della presente operetta , a motivo che non mi è sem- brato necessario di valermene, e mentre d’altronde penso che siavisi supplito con nomi molto più significanti , c di gran lungo meglio appropriati. I caratteri generici delle moltivalvi traggonsi dalla posizione rispettiva, o anche dal numero delle valve } quelli delle bivalvi pigliansi invece dal cardine o dalla loro cerniera, e quelli finalmente delle univalvi, ora dal loro orificio, o dall’apertura, ed ora dalla particolare conformazione della conchiglia. E indispensabile che le distinzioni de’ generi abbiano ad essere sempre costanti o permanenti^ lo che è quanto chi dicesse, che debbon esse sussistere invariabilmente in tutte quante le specie che costituiscono un genere determinato. I caratteri specifici pigliansene talora dal colore, dalla superficie, o dalla figura, che variano sensibilmente nelle differenti parti, delie quali è composta ciascheduna con- chiglia in ogni genere. Le varietà risultano per l’ordinario da certe circo- stanze avventizie, o meramente accidentali, e differiscono dagli altri individui d’una medesima specie, il più delle volte unicamente in grazia del colore o delle tinte spe- ciali, o d’alterazioni non gran fatto essenziali nella forma. Delle moltivalvi alcune sono infisse sempre od ade- renti, quasi chi dicesse, parassite , come accade di quelle che appartengono al genere Lepade, ed altre sono libere, sciolte, o non infisse, non attaccate a corpi, od a so- stanze straniere: lo che scorgesi in quelle de’ due ge- neri de’ Chitoni e delle Foladi. Tra le bivalvi distinguonsi alla bella prima quelle , delle quali il cardine o la cerniera è per di dentro for- i 64 nita eli denti, tanto se questi sieno non inseriti, o non conficcàntisi nell’opposta valva, come osservasi succe- dere nelle Mie, ne’ Soletti, nelle Telline e nelle Donaci , quant’ eziandio se sieno inseriti, come ne7 Curdj , nelle Maitre, nelle Veneri, negli Spondili, nelle Carne e nelle Arche’, distinguonsi, dico, da quelle altre, che sono af- fatto sdentate o senza denti, come il sono le Ostriche, le A norme, i Mitili e le Pinne. Le univalvi dividonsi da prima, in quelle che hanno lina spira regolare, e queste, in riguardo alla loro aper- tura, bocca od orificio, o riescono ampie, effuse, come ne è il caso ne’ Coni, nelle Cipree, nelle Bulle , nelle Volute, o riescono canaliculate o scanalate, come suc- cede ne’ Buccini, negli Strombi, ne’ Murici, o riescono coarctate , o sia ristrette, come può vedersi negli Ar- gonauti, ne’ N autili, ne’ Trochi, ne’ Turbini, nell’ Elici, nelle Meriti e nelle Aliotidi, e poscia dividonsi in quelle altre tali che non hanno alcuna spira affatto, o che ne hanno una estremamente irregolare, come scorgesi nelle Patelle , ne’ Dentali, nelle Serpaio , nelle Teredini e nelle Sabelle. I generi Linneani delie conchiglie sono in numero di trentasèi , e sono disposti secondo l’ ordine dei qui giuntone quadro, nel quale, mercè del numero che tiene tosto dietro al nome del genere , viene espresso 1’ am- montare totale delle specie in fino ad ora descrittene in cadami genere, a quel modo che poscia viene indicato il numero di quelle specie che accadde di rinvenirne nelle Isole Britanniche o ne’ loro dintorni , giusta l’ul- tima edizione dell’opera intitolata — Pennanfs British Zooio gy — . È indubitato che parecchie di queste specie, ora be- nissimo conosciute, non erano per anche state in ad- 65 dietro riportate nei cataloghi che ne aveano pubblicato i conchiologisti precedenti, e pensiamo d’avere buone ragioni per credere, che le molte centinaja, per non dir anzi le migliaja, ne rimangono pur tuttavia sconosciute. Notisi che non si è stimato di dover qui tener conto delle semplici varietà. Moltivalvi. 1 Chiton ( Chitone ) . 4o 8 2 Lepas ( Lepade ) . . 45 19 3 Fholas (Folade) . 13 5 Bivalvi. 4 Mya ( Mia ) 4i 18 5 Solen ( Soleno ) . . 35 1 2 6 Tellina (Tellina) . 97 25 7 Cardimn (Cardio). 54 16 8 Mactra ( Mattra ) . 37 i5 9 Donax ( Donare ) . 21 7 io Venus (Venere). . 1 16 34 11 Spondylus( Spondilo). 4 0 12 Chama ( Cama) . . 25 I i3 Arca (Arca) .... 45 9 14 Ostrea (Ostrica) . . 84 i3 i5 Anomia ( Anomia ) . 32 5 16 Mytilus ( Mitilo ) . 49 *7 17 Pinna (Pinna) . . 21 3 Conchiologia Univalvi. 18 Argonauta ( Argo- nauta ) Il o 19 Nautilus ( Nautilo ) . 58 22 30 Conus (Cono) . . . i55 o 21 Cyprea (Ciprea) . . 68 2 22 Bulla (Bulla) ... 61 20 23 Voluta (Voluta) . 186 16 24 Buccinum (Buccino). 172 18 25 Strombus (Strombo). 44 ^ 26 Murex (Murice) . 171 27 27 Trochus (Troco) . i3o i3 28 Turbo (Turbine) . 167 77 29 Helix (Elice) . . . 189 70 30 Nerita (Nerita) . . 70 n 31 Haliotis (Alioticle). 21 1 32 Patella (Patella) . 102 \\ 33 Dentalium (Dentale). i5 7 34 Serpula ( Serpula ) . 38 28 35 Teredo (Teredine). 4 1 36 Sabella (Sabella) . 25 1 3 Totale 2445 55o 5 6C> DEFINIZIONI E DESCRIZIONI DE’ GENERI DELLE CONCHIGLIE MOLTIVALVI. Chitone ( Chiton ). ( Vedi la Tav. 3, fìg. i. ) l\f olte valve imbricate, o disposte a quel modo in cui usansi collocare le tegole o le embrici su pe’ tetti delle nostre case , vale a dire co’ lembi soperchiantisi a vi- cenda gli uni gli altri lunghesso il dorso. In generale la forma di queste conchiglie suol essere ad un tempo convessa ed ovale, ed i margini delle valve ne sono insieme 'collegati od uniti per mezzo di una cartilagine elastica coriacea , spesse volte squamosa , pelosa o spinosa, che permette il libero movimento delle valve o de’ segmenti in una direzione longitudinale. Il chitone rassomiglia assai all’ Oniscus enlomon o sia al così detto millepiedi o centopiedi di mare , co- nosciuto anche talora sotto il nome di centogamhe ma - rinoj col quale è stato sovente preso in iscambio. Esso è suscettibile appunto come l’ onisco terrestre comune , o il centopiedi nostrale, di ravvolgersi sopra di se, o di aggomitolarsi quasi in un globo o ih una palla perfetta. Il massimo numero delle specie ne è composto di otto valve, e gli esemplari di sei o sette di tali specie riescono così rari, che potrebbe quasi, non senza buon fondamento, sospettarsi che almeno alcune di esse pos- sano essere state talvolta, o per trascuraggine , o forse anco per frode, composte e fatturate, giovandosi di valve sconnesse. La integrità , o la non integrità della mem- 67 brana marginale, può però servir in ogni caso d’ ottimo criterio , onde assicurarci contro qualsivoglia inganno od impostura di tal fatta. E ciò non ostante innegabile che si danno esempj del chiton squamosus non avente che soltanto sette valve col margine perfettissimo , ma questi casi speciali vogliono, più che altro, riguardarsi unicamente come altrettanti lusus Naturae. Il mollusco, o l’animale ne sta il più delle volte in- fisso od aderente d’ordinario agli scogli, alle rupi o ad altre conchiglie, per mezzo di un certo viscidume , o fluido gelatinoso che trasuda dai pori papillosi della superficie inferiore del suo corpo. Come succede delle patelle , questo mollusco rinviensi generai mente quasi sempre parassito , ma può però da quando a quando rimuoversi, ed abbandonare affatto questa maniera di quasi stabile suo domicilio. Il nome del genere Chitone è derivato dal greco che significa maglia, cotta d5arme o lorica, e che espri- me abbastanza bene l’aspetto, appunto per cosi dire lo- ricato, che manifesta questa conchiglia, a motivo della speciale disposizione rispettiva delle sue valve (n). Lépade ( Lepas ). Sezione A. Sessile ( vedi la tav. 3 fig. i ). — B. Peduncolata ( fig. 3 ). Conchiglia moltivalve, infissa od attaccata alla base; valve disuguali , diritte od erette. Le specie appartenenti alla prima sezione di questo genere, hanno il più delle volte la conchiglia che ne consta di sei valve, riescono coniche, e stanno infisse od aderenti colla loro base alle rupi , agli scogli , alle 68 conchiglie , ec., mentre quelle della seconda ne sono compresse variandone il numero delle valve , e sono , per così dire, sostenute da un peduncolo o picciuolo, o da un gambo membranoso internamente vuoto. Le prime hanno poi anche un opercolo, od un coperchietto com- posto di quattro o di sei valve triangolari, chiudenti in- ternamente il vertice della conchiglia , ed attaccato col mezzo di una cartilagine elastica alla parte interna del margine superiore. La struttura cellulare di queste con- chiglie é degna di speciale osservazione* attesoché le striature internamente vuote , e le cavità delle valve trian- golari, riuscendone verticali, lo spazio che rimane tra esse è riempito da filamenti quasi orizzontali, che ne costituiscono la sostanza più compatta, più equabile , piana ed uniforme. Le due sezioni di questo genere , tuttoché possano per avventura sembrare a prima giunta differentissime, pure sono desse congeneri a riguardo de’ loro essenziali caratteri principali , intanto segnata- mente che sono moltivalvi e parassite , e lf specie ne passano gradatamente, da una maniera di conformazione, all’altra, in una serie così seguente e strettamente con- nessa, che davvero sembrerebbe affatto superfluo , ed anzi in opposizione diametrale a quella semplicità, ed a quell’ordine che si desidera, il volerle separare o di- stribuire in altro qualunque modo. L’apertura o bocca, od orificio che voglia dirsi , nella sezione delle Lepadi co- niche va aumentandosi, in ragione dell’incremento della conchiglia, mercè della estensione in largo di quegli spazii triangolari che scorgonsi fra le valve. Le specie peduncolate poi da taluni diconsi anche Bernacle o Bar- nacle a motivo dello stranissimo pregiudizio, già altre volte invalso nel volgo, ch’esse fossero suscettibili di trasformarsi in oche \ pregiudizio che può forse essere 6g derivato da’ loro palpi, o tentacoli piumosi o coperti di piume, e dall’essersi osservato ch’esse in certo tal qual modo muovonsi all’intorno, mercè de’ loro tubi lunghi e flessibili, sulla superficie dell’acqua. Le Lepadi spet- tanti così alla prima , come alla seconda sezione, sono sempre invariabilmente attaccate od infisse, per lo più a gruppi , sopra corpi o sostanze estranee. Il genere può trarre questo suo nome, tanto dal greco a?, indicante la roccia o lo scoglio al quale le con- chiglie ne sono infisse od attaccate, com’anche da Wà?, denominazione che fu dagli antichi applicata alla fami- glia delle patelle , probabilmente a motivo di quella ma- niera di scaglie, per mezzo delle quali stannosene esse infisse, attaccate od aderenti alle rupi, ec. (12). Folade ( Pholas ). (Vedi la tav. 3, fig.a 4 )• Conchiglia bivalve, inequilatera, divaricata, sbadiglian- te 0 mezzo aperta, e rostrata 0 munita di becco, avente certe valve accessorie minori, situate al disopra del car- dine 0 della cerniera, e sulla parte sua posteriore^ cer- niera ricurvata, e guernita di un dente. Le Foladi, come lo indica già a bastanza lo stesso loro nome derivato dal greco cercano un ricovero od un nascondiglio, che sia loro appropriato, in ogni maniera di frammenti di rocce , ed anche nel legno, di cui penetrano per entro alla sostanza, forandola 0 tra- panandola finché son giovani, per crescere poi grada- tamente le dimensioni delia colletta praticatasi a fin che serva loro di stabile abitazione, a seconda dell’incremento che vanno desse acquistando successivamente. Le specie 70 le più grandi, e ad un tempo gli esemplari i più belli che se ne abbia, rinvengonsi, più frequentemente che al- trove, nella creta che , essendo la più tenera delle roc- ce calcaree, lasciasene per avventura con ben maggiore facilità e speditezza traforare e compenetrare più oltre, di quello che noi consentano mai l’altre rocce o pietre più dure e compatte, nelle quali pur tuttavia accade qual- che volta di rinvenirle. Non si sa per anche infino ad ora quale sia Porgano o lo stromento, coll’ajuto del quale queste conchiglie siano rese abili a traforare le sostanze destinate a servir loro continuamente di prigione in progresso^ mentre, volendo giudicar dalla grandezza delle aperture, esse, quando da prima vi si intrusero, sembra che dovessero essere piccine e giovani affatto, e probabilmente ancora di debolissima condizione. Que- sto processo non potrebbe egli per avventura avere ef- fetto in forza di mezzi, così chimici, come meccanici? E quella speciale secrezione che poi, tanto quand’è ancora nel corpo dell’animale, com’eziandio quando n’è sepa- rata od uscita, emette e diffonde all’intorno di sè una fosforescenza, od un bagliore fosforico, non potrebbe ope- rare anch’essa, quale mestruo o quale dissolvente, sulla materia calcarea, del pari che sulla fibra legnosa? Se ciò fosse, di gran lunga minori apparirebbono le diffi- coltà, che le Foladi sembra che abbiano dovuto vincere, onde procurarsi da prima in quelle sostanze medesime l’accesso, e per ampliarvi poscia, a norma del bisogno, lo spazio che debbe servir loro di dimora. A pena infatto giudicherebbesi possibile, che questi Molluschi abbiano ad essere capaci di servire ad un così fatto naturale loro istinto, senza qualche soccorso che loro derivi da un fluido atto ad ammollire, od anche ad in- taccare o a sciogliere le preaccennate sostanze o mate- Jl rie solide. E intanto è da ritenersi come fuor di dubbio che , appena formati , furono dessi deposti nelle cripte o cavità superficiali di quelle pietre o di quei legni ^ da che rinvengonsi generalmente numerosissimi alPintorno di un luogo medesimo, quasi come se tutti quanti derivas- sero dall’ovaja di una sola madre loro comune. Le valve accessorie ne sono attaccate al cardine o alla cerniera, ed al lembo marginai superiore, mercè di una sostanza gelatinosa, la quale è soggetta a staccarsi e cade- re dopo la morte dell’animale racchiusovi ^ ond’è poi che succede frequentissimamente di trovarle mancanti (i3). Conchiglie Bivalvi ( Bivalves ) Mia ( Mya ) ( Vedi la tav. 4? fig-a 2). Conchiglia il più delle volte socchiusa, come suol dirsi, sbadigliacelo mezzo aperta ad amendue Festre- mità : cardine 0 cerniera avente ben di rado più di un dente solo, ma questo poi sodo molto , grosso e disteso, o saliente, e non mai inserentesi od ingranantesi nella valva opposta ( fig.a 1 ). Le conchiglie di questo genere sono, quanto alla loro forma, più larghe soprattutto che lunghe, e parlando così in generale, lisce affatto 0 a pena leggermente striate. In alcune specie la cerniera od il cardine ne è internamente collegato 0 ritenuto in sesto, per mezzo di una cartilagine elastica che, mentre in una delle due valve è profondamente incassata in forma di un seno triangolare, nell’altra è poi riparata 0 difesa da un am- pio dente. In certe altre manca questa cartilagine e i 72 denti ne riescono più o meno complicati, talvolta come suol dirsi , crenati o merlati od anche lobati, e questi loro lobi poi, uno opiù, ma ben di rado poi quello che primeggia sopra tutti gli altri, ingranansi leggermente. Questo genere distinguesi anche meglio in grazia della grandezza e grossezza de’ suoi denti , di quello che in forza della forma qualunque, sempre variabilissima, che si volesse mai assegnare come propria di questi loro denti medesimi. In alcuni pòchi esemplari la cerniera è affatto sprov- veduta di denti , ed in tal caso la conchiglia debbe classificarsi col soccorso di diversi altri punti di gene- rica somiglianza in essa osservabili. Sarebbe forse da augurarsi per lo meglio , che questo genere avesse ad essere intieramente rifuso o riordinato in ogni sua parte } perciocché, lasciandolo persistere come al pre- sente sta, esso comprende in realtà parecchie specie, che è troppo manifesto non potergli in conto alcuno competere ragionevolmente. Gli animali che abitano nelle conchiglie del genere Mia, nascosti nell’arena o nel fango, tengono fuori un tubo o canale, per entro a cui spingono poi all’occasione o cacciano innanzi la loro proboscide retrattile. E noto in generale, quasi a chiunque oggimai, che la Mia margaritifera , specie che rinviensi particolarmente ne* grandi fiumi delle latitudini più settentrionali , pro- duce e porta spesso, ed anche in copia ragguardevole le così dette Perle , le quali altro non sono , se non par- ziali accumulamenti di quella materia stessa che, sepa- rata dal mollusco che vi abita per entro, forma l’interna intonacatura , perlacea anch’essa , della conchiglia che n’è sempre spalmata. Le Isole Britanniche, e tra esse se- gnatamente l’Irlanda, sono divenute famose, e stimansi 73 tali) anche a motivo delle pescagioni che , appunto di questa Mia , vi si fanno frequenti - ed è cosa di fatto che in diverse epoche accadde di trarne alcune poche perle molto vistose, e di grande valore } ma però, ge- neralmente parlando, la qualità di queste così fatte perle inglesi non suol essere gran fatto apprezzata, in con- fronto colle più belle perle orientali. Dal Greco e da pw, che significa comprimere , debb’essere a noi derivato il nome di Mia } ma il vo- cabolo greco originale è stato prima altre volte appli- cato all’altro genere Mitilo (14). Soleno ( Solen ). ( Vedi la tav. 4 %• 4 e 5 ). Conchiglia bislunga, sbadigliante o mezzo aperta ad amendue le estremità. Il dente del cardine o della cer- niera ne è subulato o lesiniforme, ripiegato all’indietro, sovente doppio , ma non ingranantesi ( fìg. 3). Il mar- gine laterale ne riesce come sciupato , od appena ap- pena pronunciato. Le valve ne sono convesse , ed in alcune delle spe- cie ostentanti una forma più ovale dell’altre, i becchi, che ne sono sciupatelli anch’essi , o per lo più poco pronunciati, ne riescono corti ed incurvati. In ben po- che specie scorgesi internamente una costici na rilevata che stendesi per lo lungo dalla cerniera fino al margine della cavità. La ampiezza sproporzionata delle conchi- glie diventa in questo genere un carattere degno di spe- ciale attenzione } con questo di più poi che molte di esse sono estremamente fragili. La forma dei Soleni è in singoiar modo adattata ai 74 varj movimenti che debbon fare gli animali che vi abi- tano per entro, questi succedendo sempre unicamente in una direzione perpendicolare. Il Mollusco di questo ge- nere fa la sua strada attraverso alla sabbia , presso al lido del mare, fino ad una certa profondità, e di là poi se ne torna di bel nuovo verso la superficie , per cer- carvi il proprio nutrimento. E questa insomma una fa- miglia, o se vogliasi, una maniera di conchiglie troppo difficilmente confondibile con qualunque altra che venga loro messa a confronto. I denti , sebbene diversi nelle differenti specie rie sono affatto dissimili da quelli delle Telline che, a ri- guardo de’ caratteri esterni, piglierebbonsi d’altronde quasi come individui spettanti anch’essi a questo genere medesimo. Nella tavola qui sopra citatane scorgonsi esemplari di Soleni, tanto di forma ovale, quant’eziandio di forma lineare } non si credette però d’averli a ripartire in se- zioni distinte, a motivo che hannovi alcune specie, per dir così, intermedie o stanti infra due, che sarebbe troppo arduo l’escludere, così dall’ima, come dall’altra delle se- zioni che se ne facessero. II nome di Soleno ne è derivato direttamente dal greco crw \rrj , che significa tubo. L’altro nome latino di Un- guìs , con cui vollesi talvolta contraddistinguere questa medesima famiglia, debb’esserle probabilmente stato ap- plicato a motivo della sostanza cornea, o rassomigliante a quella dell’unghia , o fors’anche del colore analogo appunto a quello dell’unghie umane ^ ch’è proprio di molte specie. I Francesi predilessero di chiamar queste conchiglie medesime col trivial nome di Manches de couteaux, , alludendo alla particolare loro forma (i5). 75 Tellina ( Tellin^ ). A. Ovale, ed incrassata o grossolana ( vedi la tav. 5, fig. 2). B. Ovale , compressa ( fig. 3 ). C. Quasi orbicolare 0 subrotonda (fig. 4)* Conchiglia compressa verso la sua sezione anteriore, e spesso inclinata. I denti della cerniera in numero di tre il più delle volte } in una delle due valve il dente laterale è piano affatto o piatto 0 anche mancante (fig. 1). I becchi, o rostri ne sono sempre cortissimi, ed or- dinariamente assottigliati assai verso il legamento, che ne riesce ampio molto , e che ricopre il margine pro- minente della sutura. E cosa sempre difficile, per coloro che da poco ini— ziaronsi nello studio della Conchiologia , il distinguer bene le une dalle altre le conchiglie spettanti a’ due ge- neri Tellina e Venere. Quanto alle forme delle con- chiglie, l’uno di tali due generi somiglia effettivamente all’altro assaissimo , ed i denti di alcune poche specie non sogliono riuscire distinti in modo discernibile da un occhio ancora troppo poco esperimentato. Meglio pero rileverannosene le differenze, osservando soprattutto l’in- clinazione dei becchi o rostri ^ mentre , se questi non tendono direttamente verso il legamento, la conchiglia dehhe appartenere al genere delle Telline, e tanto più se qualunque rimoto dente laterale ne riesca discernibile , se la sezione anteriore della conchiglia sia compressa in forma di un cuneo acuminato , 0 s’essa sia piegata in arco. Ma in ambedue i casi è sempre da prestarsi grandissima attenzione a’ denti principali , atteso che in essi, ben più che in null’altro, consiste appunto il mi- 76 gliore , sebbene non sempre il più ovvio, criterio con- ducente alla determinazione del genere. Merita pur d’essere conosciuta la circostanza che la curvatura, o la piega dell’estremità della sezione compres- sa, sta costantemente, e senz’eccezione, verso la valva sinistra , vale a dire verso la mano diritta dell’osserva- tore, quando la conchiglia è situata sopra la sua base, con l’area di fronte. Le Telline trovansi sepolte nell’arena , o nella ghiaja minuta del lido del mare * alcune però se ne rinvengono anche ne’ fiumi, nelle paludi, ne’ pantani , nelle fosse umide , ec. La greca voce Ts>éw, d’onde debb’essere derivato que- sto nostro nome di Tellina , non fissa se non un limite troppo male definito a questa famiglia o tribù di con- chiglie, siccome quello che indurrebbe ad inchiudervi tutte le conchiglie che giungono in breve tempo alla perfetta loro maturità. E difficile molto l’immaginarsi ora il perché un tal nome sia stato in origine adottato, come eziandio il perchè poi sia desso stato conservato da quasi tutti i Conchiologisti (i 6). Cardio ^ o Cuore ( Cardium ). A Compresso (vedi la tav. 5 fig. 7 ). B. Quasi equilatero, e turgido (fig. 6). Conchiglia quasi equilatera , il più delle volte equi- vale , convessa, longitudinalmente costata, striata, 0 solcata, 0 scanalata, col margine dentato. Cardine o cerniera con due denti primarj alternati od avvicendati, ambedue molto incurvati, con alcuni de’ laterali soltanto disgiunti alquanto 0 rimoti, cd insercntisi od ingrananti 77 nella valva opposta. I rostri o becchi ne sono rivolti al- pi n dentro, e le prominenze gibbose ne riescono turgide. Molte delle specie, che appartengono a questo genere, ostentano quasi, dal più ai meno , Papparci] za di un cuore, quando si guardano, sia con l’una, o sia con l’al- tra delle loro sezioni di fronte } alcune di esse hanno effettivamente la forma cordata, in modo da illudere, e tutte poi a un di presso n’hanno una che rammenta sempre in qualche modo quella di un cuore. Uno de’ caratteri più ovvii del Cardio si è che le costole , se pure non sempre , per l’ordinario ne sono longitudinali , e non concentriche , nè disposte in tra- verso , come sogliono esserlo singolarmente nelle Tel- line e nelle Veneri , le quali d’altronde assai da vicino s’àccostano anch’esse , almeno quanto a’ loro contorni , alla medesima forma d^un cuore, e quindi troppo facil- mente confonderehbonsi coi Cardii, ove si volesse starne alle sole apparenze esteriori. Il disco ne suol essere con- vesso , ma pero qualche volta ne riesce un poco più compresso , e ad un tempo carenato od angoloso. Le coste, e le scanalature, o i solchi, così dell’una, come dell’altra delle due valve, ne sono disposti per modo che vengono ad alternar lungo il margine , e che chiu- donsi esattamente e stabilmente a vicenda gli uni gli altri. Benché un buon numero di varietà d’altre conchi- glie possa, in grazia della forma cordata, per avven- tura non meno a buon dritto, meritarsi il nome di youpSta. , di quello che possano meritarselo quelle che costitui- scono il presente nostro genere Cardium , pure è da osservarsi che quest’ultime , oltre che posseggono tutte questo carattere medesimo, distinguonsi poi ancora ma- nifestamente da tutte quante le altre, in grazia della for- ma propria delle loro cerniere. 78 Nelle due specie, Cardium echi/iatum , e Cardia ni aculeatum , è da osservarsi la circostanza speciale , ai tutto anomala , tanto nella struttura delle Conchiglie Bivalvi, quanto in quella delle Univalvi, che le spine, sempre aguzze od appuntate in sulla parte anteriore, e smussate poi od ottuse in sulla parte posteriore delle loro valve , hanno la loro apertura 0 sutura situata verso l’apice, e non già verso il margine inferiore, come scorgesi in esemplari d’altre specie. Convien dire che senza dubbio in ciò concorra una qualche particolare conformazione, per parte deiranimale 0 del Mollusco, che operò la produzione di tali spine*, ma il perchè poi le qui ora citate conchiglie, costituite in modo da riuscire differenti dalle loro congeneri, come per esempio dal Cardium isocardia , non è sicuramente cosa facile da determinarsi (17). Mattra ( Mactra ). ( Vedi la tav. 6 fig. 2 ). k ■ Conchiglia inequilatera, equivalve. Cerniera avente com- plicato 0 complesso il suo dente principale, con un seno ivi adjacente 0 contiguo , mentre alcuni de’ denti la- terali ne rimangono rimoti 0 disgiunti , ed alternativa- mente inserentisi, od ingranantisi a vicenda gli uni co- gli altri (fig. 1 ). Varia ne riesce la forma quasi trian- golare , 0 anche più larga che lunga , e talora sbadi- gliale , socchiusa 0 mezzo aperta. La forma del car- dine o della cerniera n’è sempre rimarcabilissima. Il dente di mezzo composto 0 complesso ^ e la cavità che vi si scorge attigua e piena di una maniera di cartila- gine elastica, collegante insieme le due valve , distiri— 79 guonsi assai facilmente , solo che abbiasene una volta osservata colla debita attenzione la conformazione o la struttura particolare. Si fa luogo qui alla osservazione , che ogniqualvolta accada di rinvenire nelle conchiglie di questo genere una interna cartilagine, suol essere dessa per lo più di forma triangolare, ovvero d’una figura che tende a quella di un prisma a tre lati , l’angolo acuto del quale venga a corrispondere al di sotto dell’apice della conchiglia. Non è possibile d’immaginare una conformazione adat- tata più acconciamente al movimento delle valve, e delle articolazioni della cerniera. Questa cartilagine sembra quasi che sarebbe da considerarsi come destinata a dover servire ad alcune altre funzioni , oltre quelle che pos- sono esser proprie cf’un semplice legamento esteriore } da che hannosi ben pochi esempj , seppure alcuno ve ne ha , nei quali accada di riscontrare la cartilagine , senza che siavi poi anche quel medesimo legamento. Di fatto nelle conchiglie del genere Mactra , neWOstreae pedinatele , e nella Mya, sonovi l’una e l’altro ad un tempo} ma il tendine interno sembra poi destinato a sta- bilire tra le valve una connessione: più salda e più per- sistente, caso che, per mancanza di inserzione o d’in- granaggio bastantemente profondo de’ denti, rendasi ne- cessario un qualche vincolo o legame più forte , onde ostare a que’ movimenti laterali, che potrebbero di leg- gieri avvenirne. Così non va però la faccenda nelle Con- chiglie de’ generi Tellina Cardium e Verius. Il greco nome pómpa. , che per noi equivalerebbe a Madia , o forse meglio a Truogolo , è il solo che pos- sa , attesone la rassomiglianza , darci una qualche idea della derivazione di questa nostra applicazione del me- desimo ad un genere particolare di conchiglie. È forza 8o però di credere che un tale vocabolo sarà da principio stato senza dubbio scelto a quest’uopo con giusti mo- tivi, circa a ’ quali nulla ci è dato ora di poter deter- minare (18). Donace ( Donax ). ( Vedi la tav. 6 fìg. 4 )• Conchiglia avente il margine bene spesso crenulato o sbeccato , ed anteriormente ottusissimo. Cerniera armata di due denti primarj, oltre ad un terzo marginale, solita- rio , allontanato o rimoto, rare volte doppio, o triplo, od anche mancante (fìg. 3 ). Legamento esteriore, o vi- sibile al di fuori. Le conchiglie di questo genere riescono quasi tutte quante '"di figura triangolare , inequilatere, e mozze o troncate, o veramente concave nella loro sezione ante- riore , ed assumono la forma di un cuneo. Soltanto il dente primario ne riesce bifido in una delle due valve. La conchiglia ne è in generale alquanto socchiusa o mezzo aperta , o come si suol dire sbadi- gliale, tanto all’una sua estremità , quanto anche al- l’ altra. La derivazione di questo nostro nome generico dal greco $óva£ 5 che significa per noi un dardo , o una saetta , può darsi benissimo che sia stata adottata in vista della rapidità, con cui si pretende che il Mollusco o l’animale racchiusovi si slanci o si precipiti per en- tro alla sabbia, al primo appressarsegli di qualche pe- ricolo* questa conchiglia, che realmente ostenta quasi la forma d’una saetta, è foggiata in un modo che la rende adattatissima a conficcarsi prontamente nell’arren- 8r devole sabbia o nell’arena che sta presso al lido , pe- netrandovi o facendo visi strada per entro (19). . Venere ( Venus ). A. Subcordata , 0 quasi in forma di cuore ( Vedi la tav. 7 fi g. 2 ). B. Orbicolare, tondeggiante, 0 rotondetta (fig. 3). G. Ovale, ma però alquanto angolosa in sul suo mar- gine anteriore ( fig. 4 )• Conchiglia avente le labbra incumbenti 0 rovesciate sul margine anteriore. Cardine , 0 cerniera con tre denti tutti approssimati, e de’ quali i laterali sono divergenti dall’apice. L’area, e l’areola ne sono marcatissime e bene distinte. Nelle conchiglie di questo genere i bec- chi 0 rostri , a meno di pochissime eccezioni , sono tutti uniformemente rivolti verso la loro sezione posteriore • lo che s’intende dipartendosi dal legamento. Mediante appunto questo carattere esse distinguonsi da parecchie Telline , che d’altronde somiglierebbono loro moltissi- mo, come distinguonsi pure da alcune specie di altri parecchi generi diversi , i quali non hanno i denti la- terali rimoti od allontanati. La prima sezione A. racchiude tutte le conchiglie che ostentano più da vicino la forma d’uri cuore, del pari che quell’ altre che sono fornite di aculei, 0 di spine lungo la circonferenza dell’area, siccome quelle che sono pu- ramente pieguzzate 0 rugose , ovvero striate , od anche piane, uguali 0 lisce. Esse riescono differentissime, quanto all’aspetto loro esteriore, dalle specie che ne stanno di- stribuite nelle altre sezioni, e a dir vero accostansi molto più da presso alla forma propria di una Donace. L’area Conchìologia 6 o con- 82 ne suol essere generalmente ampia , lanceolata formata a modo di lancia , distinta , e spessissimo co- lorata diversamente dal disco. L’areola, sensibilmente più piccola dell’area, e dimostrante la forma d’un cuore, ma depressa, presenta un carattere particolare lungo il con- torno marginale delle valve. Nella sezione B , conte- nente le Veneri orbicolari, in sulPareola scorgesi chia- ramente segnata una lunula, 0 una mezza luna di forma cordata, e che è spesso prominente. L’area poi ne suol essere per l’ordinario compressa. Le spine delle Venus dione appena possono citarsi come formanti eccezione all'osservazione fatta già circa al Cardium echinatum , vale a dire che in tutte l’altre conchiglie la sutura delle spine sia sempre situata nella parte la più lontana dall’apice^ da che in questa Venere muricata le spine sono evidentemente formate da una espansione 0 propaggine delle pieghe trasversali in un angolo, avente la sua base verso i becchi 0 rostri , e quindi necessariamente aperto nella parte interiore. Alla Dea generata dal mare , giusta l’antica Mitolo- gia, piacque a Linneo di consacrare il genere presente, scelto fra le produzioni che offrono le acque dell’Ocea- no, onde si suppose nata quella medesima Dea (20). Spondilo ( Spondylus ). ( Vedi la tav. 7 fìg. 6 ) Conchiglia inequivalve , ruvida 0 scabra. Cardine o cerniera avente due denti ricurvi, con una cavità fram- mezzo a quelli ^ qualche volta è dessa orecchiuta 0 mu- nita d’orecchi (fìg. 5). Una delle sue due valve è con- vessa ad un tempo, densa, grossolana 0 massiccia, men- re in vece l’altra nc riesce più appianata. 83 Il seno 5 o la cavità intermediaria a’ denti, racchiude una cartilagine ? che serve a connettere insieme le due valve, come succede in alcuni altri generi. La inferiore delle due valve di questa conchiglia singolare, in molti individui della specie prima , vale a dire dello Spon- dylus gcedaropus , termina verso l’apice prolungata in un rostro o becco sporgente , un lato del quale è sca- vato in modo da lasciar uno spazio piano , che riesce poi perpendicolare al cardine , o alla cerniera» A traverso di questo spaziò la cartilagine procede oltre in una di- rezione curvilinea, fino alla estrema punta sua terminale. L’aspetto n’è quello di un esemplare imperfetto, avente uno degli apici monco o mutilato ad arte. La super- ficie ne è sempre ruvida , scabra , tubercolata , o spi- nosa , ed avente più o meno un cotal po’ della forma propria de’ Pettini. Fatta eccezione de’ denti forti, ro- busti ed assai bene pronunciati , che sono particolari a questo genere, e che mancano sempre affatto nel genere Ostrea , somma , ed anzi troppa sarebbe l’affinità o la rassomiglianza che avvicinerebbe tra loro le conchiglie di questi due generi. Nella sezione, che ne racchiude i così detti Pettini , meritano soprattutto d’essere avvertite, la somiglianza delle coste longitudinali, e le loro cer- niere aurite od orecchiute } sebbene alcune poche spe- cie ne siano onninamente prive, così di orecchie, com?an- che di rostri sporgenti all’infuori. Queste conchiglie starinosene attaccate od infisse agli scogli o alle rupi, a molto ragguardevoli profondità nel- l’Oceano, e non si riesce a staccartene, se non con gran- dissima fatica e difficoltà. Accade bene spesso di rin- venirle pertugiate , traforate e compenetrate , o dalle Foladi , od anche da altri vermi od insetti marini. I Molluschi degli Spondili , o gli animali che vi so» 84 gliono abitare per entro» mangiansi abbastanza comune- mente lungo le coste del mare Mediterraneo, presso alle quali rinvengonsi in copia ragguardevole. Il greco vocabolo aitóvSìAogì usato talora per indicare lo spinoso capo di un carciofo , comunque sialo ben più generalmente per significare le vertebre della spina dor- sale, può quindi essere stato utilizzato , onde contras- segnarne questo nostro genere di conchiglie , atteso la somiglianza, che può trovarsi appunto alcuna volta, tra un carciofo, o tra’l cosi detto filo delle schiene, ed uno di questi nostri Spondili (21). Cama ( Chama ). ( Vedi la tav. 8 fig. 2 ). A. Aperta. B. Chiusa. Conchiglia massiccia , 0 grossolana. Cerniera fornita di una callosità gibbosa, inserita obbliquamente in una doccia, 0 in un canaletto che vi corrisponde. Questa callosità 0 dente, che voglia dirsi,, riesce, or semplice, ed ora crenato 0 merlato , e in via poi di mero acci- dente, può essere 0 doppio 0 triplo (fig. I.). Alcune specie di questo genere sono come mozzate,© troncate ad un tempo , e mezzo aperte , socchiuse 0 sbadigliatiti, lungo il margine loro posteriore} e sebbene non siano poi tutte ad un modo , pure generalmente s’accordano, non meno nell’essere equivalvi, e quasi equi- latere , di quello che nell’avere i loro becchi 0 rostri ricurvi 0 curvati all’indietro , e nel non avere le labbra prominenti. La forma ne riesce svariatissima, essendo- vene alcune quasi globose, altre reniformi, altre confor- 85 mate a foggia d’un cuore, ed altre poi romboidali. Non vi è forse alcun altro genere cbe racchiuda due specie, così dissimili l’un a dall’altra nell’aspetto loro esteriore, come il sono la Chama cors e la Chama gigas } e di fatto sono desse a stento collegate insieme nel sistema Linneano, mercè della forma del loro cardine , o della cerniera^ che ne offre il carattere di maggiore rasso- miglianza, e quindi l’unico argomento di riunione. Real- mente questo genere, se non dovesse essere fondato, che soltanto sul nome derivatone dal greco , ch’equi- vale ad una fessura , o ad una sbadigliatura, verrebbe ad escludere da sè la massima parte creile conchiglie , che statinovi ora racchiuse, ed anzi non/ potrebbe a tutto buon dritto ritenere, se non l’unica sua specie, la Chama gigas , che è la più grande o la più colossale di tutte quante le produzioni testacee infiiio ad ora conosciute , siccome quella che può alcuna volta pervenire , e su- perarla ben anche , alla larghezza di due piedi. L’aper- tura, o l’orificio ovale , se pure non è piuttosto di forma lanceolata, situatone nella sezione posteriore, sembra pro- babilmente essere stato destinato nelle conchiglie di questo genere, a servire al Mollusco, o all’animale che vi abita , onde possa per quello mandar fuori quella maniera di Bisso ( Byssus ), con cui suole poi attaccarsi saldamente a’ corpi estranei scabrosi, e con cui resiste all’azione delle onde, e all’impeto de’ Lutti. — Le troppo insignificanti variazioni delle forme este- riori, della superficie, e del carattere generale, mercè di cui distinguonsi le diverse specie spettanti alla se- conda sezione di questo genere, rendono affatto impos- sibile l’offerir qualche palmare esempio ad illustrazione della presente nostra famiglia di conchiglie, c perciò appunto non si volle tentare di farlo. Sebbene in questa 86 stessa sezione i lembi marginali non riescano tutti sem- pre perfettamente chiusi, pure essi lo sono almeno in via comparativa, nè sono, come scorgesi, allontanati, o se- parati alquanto parzialmente, se non allo scopo di la- sciare un passaggio pel nutrimento , e non già perchè possa uscirne alcuna altra sostanza, come sarebbe a ca~ gion d’esempio un mazzetto di filamenti, con cui affig- gersi od aderire a’ corpi esterni (22). Arca (Arca). A. Margine intero , non frastagliato , fesso , ec. Rostri 0 becchi ricurvi 0 curvati all’ indietro ( Vedi la tav. 8 fig. 4)* B. Margine intatto od integro. Rostri 0 becchi riflessi (fig. 5). C. Margine crenato 0 sbeccato. Rostri 0 becchi ri- curvi ( fig. 6 ). D. Margine crenato 0 sbeccato. Rostri 0 becchi in- flessi (fig. 7 ). Conchiglia inequivalve } cardine 0 cerniera guernita di molti denti acuti, alterni^ 0 piantati in modo che ca- dauno di essi corrisponda alPintervallo che sta in fra due della serie opposta. Questi denti sono per lo piu disposti in una direzione longitudinale in sulla cerniera. Del resto la forma di queste conchiglie vària moltissi- mo, di maniera che ve n’ha che sono bislunghe , 0 rom- boidali , o quasi cordate , 0 lenticolari , 0 poco meno che ovali, od orecchiute, e la superficie ne riesce tal- volta coperta da una cuticola 0 pellicina ruvida, con sopravi peli , quasi a modo di barba. In diverse specie l’area ne giace situata nettamente 87 fra i rostri, o becchi disgiunti, remoti od allontanati, ove dessa stassene orizzontale, o veramente alcun poco indi- nata, e coperta poi dal legamento, in un modo che di- venta affatto particolare di questo medesimo genere 5 ai che è poi da aggiugnersi ancora, che la linea di sepa- razione presso alla cerniera, ne è affatto diritta. Il nome del genere è qui preso da una delle varie specie che gli appartengono , e che si volle supporre rassomigliare in qualche modo all’Arca di Noè ( Arca Noe). A questa tale specie poi, altre mano manose ne aggregarono, non già in riguardo alla forma ch’esse ab- biano analoga a quella, ma ben piuttosto a motivo della somiglianza loro, quanto alla costruzione della cerniera (23). Ostrica ( Ostrea ). A. Valve munite di orecchie, e radiate ^ desse diconsi poi propriamente Pettini ( Pecten ). 1. Equilatera $ colle orecchie eguali (Vedi la tav. 9 %• O- 2. Orecchie ineguali (fig. 2'). 3. Valve più gibbose dall’uno, che non dall’altro lato } cerniera piuttosto obbliqua^ orecchie corte (fig. 3). B. Ruvida, rozza 0 grezza } per lo piu esteriormente appianata (fig. 4)- €. Cerniera dimostrante una linea perpendicolare sca- vata (fig. 5). • Conchiglia generalmente inequivalve , e più o meno orecchiuta. Cerniera mancante affatto di denti, ed avente una cavità vota, od un seno, con inoltre, in ben molti esemplari , alcune docce scanalature o solchi laterali in trasverso. La forma propria della sezione racchiudente i Pel - 88 tini propriamente detti , riesce quasi orbicolare ,■ atte- nuata però verso la cerniera , e suol essere aurita o guernita d’orecchi } mentre quella delle altre sezioni n’è del pari, ad un tempo quasi orbicolare , ma ben anche lobata, o prolungata verso l’apice. Parecchie tra queste Ostriche, e frali’ altre segnatamente quelle che spettano alle due sezioni A e B, differiscono o variano moltis- simo l’une dall’altre } ma pure sembra che domini qui fra le specie una affinità, per cosi dire generica, molto più grande e dichiarata, di quella che non si suole ac- cordar loro comunemente. È ben vero che i loro ani- mali, o i molluschi possono non esserne specificamente analoghi o simili} ma la Classificazione Linneana, come di già accennammo, è manifestamente fondata di proposito sulle conchiglie} e quindi allorché il cardine, o la cer- niera ammette nelle singole specie a un dipresso la stessa descrizione, purché i rimanenti caratteri non vi si oppongano direttamente, non rendesi in conto alcuno necessario il distribuirle altramente , che ripartendole appunto in diverse sezioni a norma della varia loro struttura , o naturale conformazione. Nè è già di fatto che tutte quante le Varietà delle specie appartenenti a cadauna delle indicatene sezioni, differiscano tra esse enormemente , mentre in vece non è poi cosa rara gran fatto l’incontrare esemplari dell’Ostrica comune ( Ostrea edulis ), i quali ostentino ad un tempo la forma propria de’ Pettini , e riescano aurite ed orecchiute , nè che a questo medesimo modo non si possa demarcare un ConT simile passaggio regolare, o come suol dirsi, una tran- sizione , per cui, anche tra l’altre famiglie l’una venga ad accostarsi all’altra} da che si vedrà, per esempio, che la terza sezione G viene a coilegarsi colle due prime, mercè dell’Ostrica piè di Lontra ( Ostrea pes Lutrce ), la 89 quale ha comuni moltissime delle proprietà, tanto del- l’una, come dell’altra e non differisce se non soltanto a riguardo della forma e della direzione della doccia, cavità o scanalatura, che ne costituisce la cerniera, dalla 3.a suddivisione della sezione A , e quanto alla spes- sezza, al volume o alla grossezza delle valve, che però non la rende gran fatto diversa, dalla sezione B. Vollero, taluni attribuire alle Ostriche formanti la se- zione qui da noi indicata col nome di Pettini , una tal quale molto energica facoltà locomotiva , la quale si pretendeva che in quelle si esercitasse in una maniera affatto strana e propriamente singolare. Sta in realtà che un tal quale rapidissimo progresso, o una tal quale vi- stosa spinta da un luogo ad un altro, effettuisi in esse, dipendente dall’istantaneo aprirsi e chiudersi della loro conchiglia, e che ciò succeda mercè d’una tanta e così fatta forza muscolare, che basta a spingere l’animale quattro o cinque pollici innanzi tutt’ a un tratto } ed anche nell’acqua, verificasi, come propria di questi molluschi, una tale destrezza, quanto al sollevarsene fino alla su- perficie , o allo spingersene a galla, dirigendovi a pieno loro beneplacito il proprio corso , e poscia al loro la- sciarsi tutt’a un tratto precipitare al fondo , allorché chiudono , e tengon chiuse le due valve della loro con- chiglia. A motivo della sua minore attività od agilità relativa, l’Ostrica più grossolana è costretta a rimanersene fis- sata , o stabilmente ferma nella stessa prima sua posi- zione , attorniata da copiosissima prole, o dalla propria quasi innumerevole progenie, crescente sempre ancora di contiguo, con una fecondità invero meravigliosa. I suoi movimenti non ne consistono, che soltanto nel rivolgersi ora dall’uno ed ora dall’altro lato } lo che eseguisce 9° . dessa piuttosto con una tal quale sagacità, che non per alcuna destrezza particolare od agilità, che siale naturale, o in virtù d’alcuna forza insita speciale, o che riescale inerente. Essa s’ingegna a trovar il modo di proteggersi, o d’appoggiarsi da una parte , mercè delle deposizioni graduate o successive, che vanno facendovisi di fanghi- glia o di loto molle intanto eh’ essa se ne sta su quasi diritta , e quindi poi, giovandosi delle differenze cagio- nate dalla marea , o sia dal flusso e riflusso del mare , apre la sua conchiglia , e viene così spinta innanzi ^ o rotolata dalla stessa pressione dell’acqua. Siccome la ce- lerità, o la maggiore speditezza del procedere, non può esser mai lo scopo da quest’ostrica contemplato , così la qui accennatane maniera di riuscirvi , è tale da cor- rispondere sempre bene abbastanza alle sue intenzioni. Si è però osservato che i molluschi, o gli animali giovani di questa specie medesima, possono nuotare molto velocemente, mercè del semplice movimento ondulatorio delle branchie, onde sono forniti. Dall’uno o dall’altro de’ greci vocaboli oo-r^eta, od òavpsa^ applicati generalmente da’ greci naturalisti alle conchi- glie bivalvi, sono derivati, tanto il latino Ostrea , quanto il nome d’Ostrica per noi Italiani (24). Anomu (Anomia). A. Perforata nell’apice ( Vedi la tav. io fig. 1 ). B. Perforata nel disco ( Fig. 1 ). C. Non perforata , od imperforata. Conchiglia inequivalve, con una delle due valve che ne riesce più piatta od appianata, l’altra riuscendone sempre alquanto più gobba, gibbosa 0 convessa, spesso 9I prodotta od allungata, ed incurvata poi verso il becco, o rostro, che voglia dirsi. Almeno una valva ^ se pure non è lo stesso d’ambe- due , suol esserne perforata in vicinanza dell’apice. Il cardine, o la cerniera ne è sdentata, o senza denti af- fatto, ed in alcune specie non consta che di un sem- plice callo prominente e lineare, o d’una cicatrice avente, o talora anche non avente , uno o due denti marginali interni , con inoltre due raggi ossei nella sua cavità. La forma ne suol essere subrotonda od orbicolare, o quasi ovale, e talora anche . sebbene assai di rado, qua- drilatera. La descrizione generica dell’Anomia dataci da Linneo , è a dir vero , talmente oscura , che quasi po- trebbe dirsi affatto inintelligibile , ed è appunto perciò che ho procurato di renderla, come potei, più chiara ad un tempo ed esatta, cangiandone le frasi oscure, in altre più adattate al caso , e sottraendone tutto ciò, che pa- lpamene inutile od ozioso. Questo genere comprende in fatti specie fra esse così fattamente differenti, a riguardo de’ rispettivi loro caratteri essenziali , che a pena è da ritenersi cosa conciliabile lo stenderne , per contraddi- stinguerle , una descrizione che non abbia poi ad essere contraddetta da qualunque di esse. La perforazione, che può averne luogo, tanto nell’una, quanto nell’altra delle due valve, onde dar passaggio al legamento, per mezzo di cui il mollusco, o l’animale che vi sta per entro? attaccasi alle sostanze od a’ corpi estranei, ce ne offre il carattere per avventura il più comune, sebbene non possa perciò dirsi universale. Il greco vocabolo òyopca , ond?è anche per noi deri- vato quello di anomalìa , equivalente ad irregolarità , o a caso ulteriore alla legge , presenta in certo modo una plausibile apologia delle incongruenze , che emer- 9^ gono frequenti nel genere, che sembra quasi essere così qualificato, come il luogo di generale coadunamento di tutte quante le conchiglie, che non potrebbono ragione- volmente innicchiarsi altrove , nè riferirsi , dietro le norme dalla scienza prescritte , ad alcuna altra famiglia. Del resto le specie, che ora compongono questo stesso ge- nere, sono state distribuite in tre sezioni, le quali pos- sono ajutare in qualche modo chi si sta occupando della loro metodica ordinazione, e dispiegare agli studiosi quei caratteri più precisi , o que’ punti principali, ne’ quali ne coesistono le più importanti differenze. L’esempio migliore, che possa addursi della terza se- zione, si è V Anemia sella. Gli animali o i molluschi, che abitano per entro alle Anomie, sono probabilmente di specie tra di loro diverse , o fors’ anche differiscono pe’ loro caratteri relativi al genere. La descrizione individuale che, appunto dell’animale, volle Linneo far precedere per questo genere a quella delia conchiglia, non può assolutamente appartenere che soltanto ad una delle tre sezioni, nelle quali noi lo con- sideriamo diviso. Egli la fa, dicendo « il corpo dell’ani- « male è Ululato , emarginato , ciliato , ed i peli ne « stanno attaccati od affissi alla valva superiore } le « braccia ne sono lineari, in numero di due, piùflun- «« ghe che non riescane il corpo, conniventi e prolua- « gate molto o spingentisi innanzi, e ciliate da amendue « i lati , co’ peli che ne stanno attaccati all’una e al- *«< l’altra valva ??. Dell’esemplare qui così descritto è data poi anche la figura nell’opera intitolata = Fun- damenta Testaceologice , alla tav. 3 fìg. 2 5 (25). 93 Mitilo , o Mitulo ( Mytilus ). A. Parassito, e fissato in luogo per mezzo di unghie curve a modo d’artigli (Vedi la tav, io fig. 3). B. Piatto, appianato o compresso, e leggermente au- rito od orecchiuto (fig. 4)* G. Panciuto o ventricoso , e convesso ( fig. 5 ). Conchiglia rozza, ruvida o grezza, spesso infissa od attaccata stabilmente al suo posto per mezzo di un Bis- so fitto, denso o folto, o veramente di una barba, che quasi direbbesi di seta. La cerniera ne riesce sdentata affatto , distintamente segnata , ad eccezione soltanto di ben poche specie , da una linea o riga sobillata ^ sca- vatavi longitudinalmente, e quanto alla forma, essa ne suol essere , or piegata o pieguzzata, ora crestuta, ed ora lobata, o veramente assottigliantesi verso l’apice. I Mitili, sebbene non sieno tutti assolutamente paras- siti, od inseparabilmente infissi od attaccati sopra altri corpi , sono però costituiti indistintamente tutti quanti stazionar) , mercè di una qualche maniera di aderenza ^ i filamenti sericei, che alcune loro specie emettono, in- viluppansi o si attorcigliano insieme colle cosi dette Co- ralline, e colle rupi o colle pietre, che stanno in sul fondo del mare, ed assicurano o fermano stabilmente, quasi come se fossero ivi ancorati, o ritenuti dalle ancore, i gruppi di Mitili, e d’altri nicchi o conchiglie, che vi si trovano riuniti. Alcuni di essi bucano o traforano le rupi o gli scogli, ed anche le conchiglie più grandi delle loro, e vi si praticano così, per uso proprio individuale, una abitazione, da cui, come già vedemmo succeder an- che delle Foladi , il mollusco o l’animale non ha poi più mezzi d’uscire, e sembra che non abbiane tampoco inclinazione alcuna. 94 La conchiglia che pescasi all’Indie orientali , siccome quella propriamente che porta le Perle , si è il Mytilus margaritiferus , che riesce abbondantissimo, e racchiuden- te bene spesso le Perle le più perfette, e quindi le più ap- prezzate di tutte le altre , tanto lungo le coste del Golfo Persico , quanto anche presso quelle dell’ Isola Ceylan. È pertanto da ritenersi che, col nome triviale di Ostrica dalle Perle , comunque affatto improprio e sconveniente, pure d’ordinario intendono gl’idioti d’indicare quelle con- chiglie, che con maggior frequenza dell’altre producono, o per dir meglio, portano le Perle } da chè, sebbene si possa benissimo averne talora riscontrato qualcuna, tant.o nell '‘Ostrea edulis , quant’eziùndio in qualche altra specie diversa di conchiglie, pure il Mytilus margaritiferus , del quale stiamo qui ora ragionando di proposito, e la Mya margaritifera , sono precisamente quelle , dalle quali , a preferenza di tutte quante le conchiglie rimanenti, otten- gonsi le Perle che formano un articolo importante di com- mercio. Nelle grandi pescagioni di Perle, stabilitesi in Le- vante allo scopo di provvederne que’ mercati, riesce quasi affatto incredibile il grandissimo numero di cosi fatte con- chiglie^ che traggon fuori annualmente, mercè delle ri- spettive loro esplorazioni personali in fondo al mare, i nuo- tatori e gli urinatori, che esercitano il pericoloso mestiere d’andarne in traccia e di raccoglierle. Alcune di queste tali conchiglie contengono una od anche parecchie Perle, mentre altre non ne contengono alcuna • le Perle poi ne sogliono il più delle volte essere staccate, ma però talora sono desse aderenti alle valve , e se ne staccar! poi aprendo la conchiglia , e lavandola o sciacquandola ben bene. Il giorno dopo d’averle pescate, le Perle estratte dalle loro- conchiglie, vengono trascelte, e come si suol dire, assortite. Le Perle più minute, che hanno colà 95 tiri nome corrispondente a quello di Semenza di Perle per noi, valutansi in ragione di tre fino a sette ghinee per ogni oncia di peso } quelle del pese di un mezzo grano vendonsi all’ incirca diciotto pence o soldi in- glesi , o due scellini l’utia} e quindi poi quelle del peso di un grano, da tre a quattro scellini l’una, quelle di due grani , da sette a nove scellini , quelle di cinque grani, da trentacinque a quarantadue scellini, e quelle di otto o nove grani, quando siano belle, tanto pel colore, quanto per la loro forma o figura, calcolatisi quasi ave- re un valore affatto arbitrario. Le più superbe infine , o quelle Perle, le analoghe alle quali siano eccessivamente rare, importano, per comperarle, prezzi talora enormi, e sono state in qualche caso giudicate d’un prezzo affatto inestimabile, sicché non servono che soltanto all’ornamen- to lussureggiante e pomposo delle insegne reali de’ Prin- cipi sovrani, e contribuiscono^ non ultime, alla magni- ficenza, alla dispendiosissima ostentazione e alla splen- didezza abbagliante degli Asiatici Potentati. Queste va- ghissime , superbe e veramente impareggiabili produ- zioni , svariate cotanto nelle delicatissime loro tinte, e così eleganti nella loro forma, sono di gran lunga più stimate , apprezzate e ricercate , ed anche usate più universalmente, come ornamenti della persona o d’al- tro , nell’Asia, di quello che non sogliano esserlo in Europa^ ed è appunto in grazia di ciò, che le più de- cisamente belle , le più vistose , e quelle insomma che importano prezzi straordinarj e strabocchevoli, non giun- gono mai fino a noi , essendo esse sempre ritenute dai mercanti Asiatici , che le smerciano meglio in paese. Il vocabolo Mytilns deriva manifestamente dalla greca voce fiurAos, la quale non è se non il diminutivo di /ad?, equivalente per noi ad un sorcio , al quale animaletto, for- 96 nito, come tutti sanno, di un piccolo naso, o muso aguz- zo, può essere benissimo che alcune delle specie piccole di questo genere di conchiglie , che combinino anche d’essere di colore alquanto oscuro, possano essere state da taluno per avventura paragonate (26). Pinna ( Pinna ). ( Vedi la tav. 1 1 fìg. 1 ). Conchiglia quasi bivalve , fragile , diritta od eretta , sbadigliatile 0 mezzo aperta, ed emettente una maniera di barba 0 , come suol dirsi , un bisso } la cerniera ne riesce sdentata affatto, e le valve ne sono insieme riu- nite così stabilmente , da non potersi poi con facilità staccare l’una dall’altra. La forma n’è espansa od allargata verso una delle sue estremità, e va quindi facendosi gradatamente conica verso l’estremità opposta. Le valve ne sono convesse, eguali , e connesse dalla parte della cerniera mercè di una mem- brana, in maniera tale da formare effettivamente una conchiglia univalve , che altro non abbia se non sol- tanto l’apparenza di una bivalve. Le valve ne riescono inette Jad ogni qualunque movimento sulla loro cerniera^ ma però con uno sforzo alquanto violento , si può per- venire a separarle l’una dall’altra. Attenendoci unicamente agli esempj che può fornir- cene il genere Pinna, il metodo di Linneo, consistente nel fare che il cardine 0 la cerniera, 0 veramente quella parte che ne riesce la più vicina all’apice, venga considerata come base di una qualsivoglia conchiglia bivalve , sembra dover esserne stato, senza dubbio de- rivato dalla abitudine propria del mollusco , 0 dell’a- 97 inmale che l’abita, di starsene eretto o dritto sott'acqua rimanendosene immerso e fisso nel fango o nel loto per mezzo dell’estremità più sottile della sua conchiglia me- desima. Ma ci si fa luogo a dubitare se, stando alla defi- nizione più comunemente adottata, quella parte del mar- gine, alla quale è attaccato il legamento, non debba es- sere effettivamente riguardata come la cerniera, da che, se co/i procedesse la cosa, la lunghezza della conchi- glia verrebbe ad esserne minore della larghezza • cir- costanza che si oppone diametralmente alle descrizioni da Linneo dateci di parecchie specie. Che se poi vor- remo ammettere, che la base ne sia il lato opposto alla cerniera , analogamente al piano con cui ci attentiamo di divergere o di scostarci dai dettami del grande na- turalista Svezzese, converrà in tal caso supporre, che la Pinna stiasene posata e diritta sopra una delle sue estre- mità , e non collocata eretta o in piedi sul proprio apice } ed una tale supposizione ha questo almeno di buono, che viene giustificata dall’analogia col Solen , il quale si sa ora benissimo, che lateralmente trafora l’a- rena e lateralmente favvisi strada per entro. La greca voce ritW che talora scrivesi anche niva, onde manifestamente proviene il nome di questo nostro genere Pinna , può per avventura in prima origine es- sere derivata da mvog ? indicante il fango o il terreno ^ in cui trovansi d’ordinario le conchiglie spettanti a que- sta famiglia. Ebano occupossi a trattenerci con una certa sua sto- riella circa alla Pinna come s’essa usasse d’andare accompagnata con un Cancro, o Granchio, che dimori e mangi abitualmente seco, e ebe quasi per compen- sarla poi delle spese ch’essa gli va facendo di continuo , ove avvenga per caso che qualche Pesce le nuoti all’in- Conchiologia 7 98 torno, abbia cura d’avvertirnela tosto da buon amico, dan- dole gentilmente un pizzicotto ^ in conseguenza di che poi la Pinna, aprendo alquanto le sue valve, permette- rebbe allo sgraziato Pesce d’introdurre tra quelle la te- sta, sicché cosi vi rimarrebbe preso, e ne sarebbe tosto destinato ad imbandirne o a renderne meglio guernita la loro mensa comune. Da questo medesimo genere, posto così, in modg co- tanto, quasi direbbesi, equivoco fra le due divisioni dei Testacei, le conchiglie de’ quali constano ^ o di uno y o di due pezzi o valve, non vi è effettivamente che un tragitto assai breve , per giugnere all’anello , che nella grande ed ammirabile catena generale degli Esseri, o nella così detta Catena della Natura gli riesce il piu vicino (27). Conchiglie Univalvi (Univalves). Argonauta (Argonauta). ( Vedi la tav. 1 2 fìg. 1 ). Conchiglia univalve , spirale , involuta o convoluta , quasi membranosa, ed uniloculare, monotala«iia 0 senza concamerazioni. Apertura , od orificio avente la forma d’un cuore. Questa delicata e fragilissima conchiglia, che direb- besi quasi composta di due distinti pezzi , in grazia delle due parti , destra e sinistra , che ne appariscono riunite nella così dettane chiglia 0 carena., accostasi ben più da presso, quanto alla sua forma., alle bivalvi, che non a quale altra vogliasi delle Conchiglie unival- vi • ed è appunto perciò che vien dessa collocata nel primo luogo in quest’ ultima Divisione dei Testacei* 99 Il Nautilo menzionato da Plinio è stato così sottratto dal genere politalamio o concamerato , che nel sistema Linneano porta appunto questo medesimo nome di Nau- tilo, attribuendogli quello di Argonauta, tolto dal greco A^ovaurv^j che, come si sa dall’antica mitologia, fu uno de’ compagni di Giasone nel viaggio famosissimo della nave Argo. Viene da taluno supposto , che l’arte della navigazione debba probabilmente la prima sua origine al maneggio, in vero mirabilissimo, che scorgesi derivante da semplice istinto naturale nel Mollusco domiciliato in questa conchiglia fatta a mo’ di vascello, quasi navigando in sull’acqua. Questo singolare maneggio era gi^ stato notato dagli antichi, e le osservazioni ulteriori non fe- cero poi , se non confermar sempre meglio , tra l’altre asseritene assai curiose circostanze speciali , che esso sappia effettivamente sollevarsi fino alla superficie del mare, o ridurvisi a galla, gettando fuori della sua na- vicella una certa quantità d’acqua, che teneavi in serbo per entro appunto a tale effetto , onde così scemarne opportunamente la gravità specifica } come pur quella che, quando galleggia in tempo di calma, emetta esso, ora due, ed ora più, tentacoli, per giovarsene a fog- gia di remi, finché poi insorga un vento favorevole, per trar profitto dal quale sa esso stendere in forma di vele una membrana assai sottile, divisa in due parti , ond’è fornito, e governandosi anche con altri suoi mezzi, al- l’uopo conducenti, riesca in realtà a far mostra di una tal quale somma maestria nella tattica navale, mercè dei molti ed anzi innumerabili artificii , o come *suol dirsi , delle svariatissime manovre , colle quali guida a bene- placito la fragile sua barca. Vuoisi perfino, che al primo avvicinarsi di qualche pericolo, sappia esso al momento ritirare a sè il suo sartiame, e riassorbendo istantanea— IOO mente la quantità d’acqua , che da prima avea da sè rigettato per alleggerirsi, s’affretti a porsi in salvo ne- gli abissi i più profondi del mare che ne costituiscono l’originaria ed abituale dimora. Per ciò poi che può aver relazione al talento, che accordano anche taluni a questo animale, di scuoprire tosto, e di saper ischivare i suoi persecutori o nemici, ci accontenteremo di riferire, che questo piccolo sì, ma sagacissimo marinajo ben di rado accade che venga- preso nell’atto di navigare, mentre è per lo più pescato su per gli scogli , o da’ luoghi più profondi e rupestri del lido, o veramente rinviensi in- viluppato nelle reti de’ pescatori. Una particolarmente delle specie di questo genere , vale a dire il bellissimo, ma poi altrettanto raro, Ar- gonauta vitreus , è stato qualche volta posto fra le Pa- telle, ma di certo troppo impropriamente. Vi fu anche chi propose di formarne un genere al tutto nuovo, seb- bene non ve n’ abbia positiva necessità , da che coni- sponde esso, colla massima esattezza desiderabile, alla descrizione data da Linneo di questo nostro genere Ar- gonauta , ed anzi vi si riscontra perfino il palmarissimo carattere della carena dentata (28). Nàutilo ( Nautilus ). A. Spirale, arrotondato^ colle anfrattuosità spirali con- tigue (vedi la tav. 12 fig. 2). B. Spirale, arrotondato, colie anfrattuosità spirali dis- giunte 0 separate (fig. 3). C. Allungato 5 o bislungo ad un tempo , ed alquanto ristretto. Conchiglia univalve , convoluta , liscia politalamia 0 ripartita in molte concamerazioni , co5 setti , o colle tramezze traforate e connesse mercè di un sifoncino o tubo continuo , che propriamente vien detto Sifoncolo , formate da una materia testacea piuttosto sottile^ e spal- mate poi o rivestite internamente da una membrana propria dell’animale o mollusco, che vi abita per entro. 1 compartimenti ne sono internamente convessi, e le concamerazioni, o i loculi se ne vanno gradatamente in- grandendo a cominciar dalla punta, procedendone verso la base. Nell’ultima di queste camere, vale a dire nella esteriore, credettero taluni, ma non si sa bene con quanto fondamento di verità, che il mollusco o l’animale tenga fissata la sua dimora, non senza però avere continua- mente comunicazione anche colle stanze situate più in- ternamente nei resto del suo appartamento, per mezzo del preaccennatone Sifoncolo o tubo vóto , che attra- versale tutte quante. Questo genere, ed il precedente Argonauta, posseggono, a dir vero, in comune molte delle loro note caratteri- stiche naturali ^ ma giova, a tenerli abbastanza chiara- mente l’uno dall’altro separati e distinti, la circostanza speciale dell’aver l’uno di essi concamerata , o come suoi dirsi, politalamia, la sua conchiglia, mentre quella dell’altro è sempre uniloculare o monotalamia. L’ani- male o il mollusco, che abita nella conchiglia del ge- nere Nautilo , come sembra dimostrarlo già abbastanza la stessa forma appunto della sua conchiglia, gode^hensì ancb’esso della facoltà di galleggiare sulla superficie delPacqua , ma succede ben più di frequente dietro vario collocato , per cosi dire , a rovescio e portante3 in sul dorso la propria navicella , di quello che ciò non suc- ceda dell’Argonauta. Oltre a ciò il mollusco o l’animale proprio del Nautilus spirala ha una conformazione ana- io 2 Ioga molto a quella di una Seppia , e porta desso sulla estremità posteriore del corpo la sua conchiglia , la quale|non riesce che soltanto in parte scoperta. Questo animale fu per la prima volta veduto dal celebre naviga- tore Peron, che trovollo alla Nuova Olanda, e trasportollo in Europa. Vi ha chi non trova difficoltà a presumere, che anche le altre conchiglie concamerate o politalamie pos- sano essere situate in modo analogo al qui da noi ri- ferito, siccome proprio de’ Nautili , e che le conchiglie propriamente non servano loro, se non soltanto a difesa o a protezione d’una ben piccola parte dell’animale, per mezzo unicamente della loro camera ultima od esteriore. Non ci siamo trovati in grado d’addurre qui esempio alcuno di Nautili spettanti alla sezione G, a motivo che tutte quante le conchiglie che racchiudonvisi , o sono piccolissime e quasi microscopiche, o non rinvengonsi che fossili unicamente, nè ve n’ha alcuna che possa ri- guardarsi come atta a far parte essenziale di un trattato meramente elementare, com’è questo nostro, e limitan- tesi alle sole specie attualmente viventi. La Conchio- logia fossile , comunque possa ritenersi subordinata an- ch’essa ad una classificazione analoga a quella che qui adottammo , ha però tutto il diritto a divenire scopo d’uno studio diligentissimo e al tutto separato. Alla Greca voce vxvrtfo; , equivalente per noi a na- vigatore o navigante , va troppo manifestamente debitore il genere Nautiio di questo suo nome medesimo (29). Cono ( Conus ). A. Avente la spira quasi troncata o piatta (vedi la tav. 1 3 fig. i ). B. Piriforme ( fig. 2 ). C. Allungato 0 bislungo ( fig. 3 ). D. Ventricoso , 0 panciuto , e contratto in amendue le sue estremità. E. Sottile, e ventricoso (fig. 4)* Conchiglia univalve, convoluta , e turbinata. Orifìcio od apertura ampia od effusa , longitudinale , lineare , sdentata, ed integra od intatta alla sua base. Colonnetta piana e liscia. Base attenuata od assottigliata , bene spesso marcata da strie obblique e rugose. L’apertura ne è alle volte dilatata. Le anfrattuosità de’ giri spirali ne sogliono il più delle volte essere piatte od appia- nate, sovente scanalate, ma ben di rado poi coronate. La bellezza somma, onde per l’ordinario sono fregiate le conchiglie di questo genere, lo rende per verità interes- santissimo , e la forma, sempre più 0 meno conica, di quelle lo distingue manifestamente da tutti gli altri, ec- cettuatone le dolute e i Trochi , di cui le prime hanno costantemente la loro colonnetta piegata 0 pieguzzata , e non mai piana 0 liscia , mentre invece i Trochi hanno sempre in traverso^ e non mai disposta per lo lungo, la loro bocca, apertura od orificio che voglia dirsi* con questo anche di più, che in essi la forma conica 0 co- noidea riesce eretta, e non mai rovesciata od inversa. Le conchiglie di questo genere sono generalmente co- perte 0 spalmate esternamente da una maniera di epi- dermide, e quando sono hen conservate, dimostrano al di sotto di questa la più splendida politura che si sap- io4 pia immaginare. Questa loro superficie levigata e vaga- mente polita contribuisce poi molto anch’essa a rialzare e ad accrescere la somma bellezza delle tinte dilicate e lucenti , onde sono tutte quante spalmate al di fuori alcune delle specie più apprezzate, con una svariatezza poco meno che infinita d’ogni maniera di ondeggiamenti , di nuvole , di macchie , di tacche , di fasce , di reti- celle e d’altre molte figure, disegni, ec. Nella da noi qui fatta enumerazione delle sezioni di questo genere, a quel modo che trovansi sposte nell’e- dizione del sistema di Linneo fatta da Gmelin , abbiamo creduto di dover ommettere del tutto la lunghezza com- parativa della spira , a confronto colla lunghezza che viene ad averne il corpo } atteso che non vi sono mai due specie che corrispondano esattamente alla mede- sima misura, mentre anzi nella stessa specie accade alcuna volta di riscontrarne variate tali proporzioni} onde fu che giudicammo, un cosi fatto carattere ad al- tro non potere assolutamente servire , fuorché soltanto a cagionar confusione. La sezione D non contiene se non una sola specie, vale a dire il Conus sine risi delia quale non vi fu qui modo di dare la figura, come pure sarebbesi desiderato, e ciò a motivo che l’autore non ebbe mezzo disaminarla da se convenientemente , e non era disposto a deviare, nè meno in questo caso, dal fatto proponimento di non offrir mai se non dise- gni tratti dagli originali da lui esaminati. Il greco vocabolo xwvo? , ond’è derivato il latino Co- nus , esprime a bastanza di per se la forma particolare^ a cui questo genere va debitore del proprio nome (3o). Ciprea { Cyprsea ). i o5 A. Mucronata , od avente una spira prolungata, e sa- liente o sporgente all’infuori (vedila tav. i/j. fig. i ). B. Ottusa , e mancante affatto di spira manifesta ( fig- 2 )• C. Umbilicata (fig. 3). D. Marginata (fig. 4 )• Conchiglia univalve, involuta, subovata o quasi ovale, ottusa , e liscia. Apertura ampia od effusa ad amendue le sue estremità , lineare, dentata, così sull’uno, come sull’altro lato, e longitudinale. Questo genere merita particolare considerazione, a ri- guardo della superba politura , che ne abbella mirabil- mente la conchiglia anche nel suo stato naturale. Le sole specie spettanti ad altri generi, che potrebbero con- fondersi di leggieri con queste, sono una o due Bulle } queste però hanno solamente uno de’ loro labbri den- tato, o leggermente pieguzzato. Il labbro esteriore poi essendo d’ordinario più denso , spesso e grossolano , e più incurvato in questo , che non in qualsivoglia altro genere , viene perciò desso a rassomigliare , dal più al me no , ad un altro labbro interno. Una proprietà singolare, e che non ammette altro esem- pio, almeno che si sappia, piacque ad alcuni di attribuire alla lumaca , al verme o al mollusco che abita nella Ciprea, e si è quella che possa esso da quando a quando abbandonare la propria conchiglia, per fabbricarsene quindi una novella, in allora di gran lunga più, che noi fosse la prima, adattata alle sue occorrenze. Supposero costoro che questo medesimo mollusco, finche sta adoperandosi a perfezionare il primo suo abituro o domicilio , possa io6 crescere tanto, e così sproporzionatamente di mole, da non potervi più oltre capire, se non con troppa diffi- coltà} di modo che poi, quando ciò effettivamente suc- cede, esso ne schizza fuori per la bocca, o per l’aper- tura, in confronto ristrettissima, probabilmente a sommo stento , e non senza uno sforzo che debbe riuscirgli tanto più doloroso^ in quanto che l’intiera cavità della conchiglia non era più capace, come s’è detto, a con- tenerlo comodamente, e a lasciarvelo rivolgervisi per en- tro come conviene} onde, costretto così ad abbandonare ignudo il proprio corpo al salso elemento, l’esterna su- perficie viene ad esserne , quasi diremmo , titillata , od irritata, fors’anco piacevolmente, per modo, che risve- gliatene a dovere le forze, e stuzzicatine gli organi se- cretorj, giungali questi ad emettere e a disporre la materia atta a formarsene poscia un novello inviluppo testaceo, o una nuova conchiglia. A render poi queste circostanze sempre più straordinarie , Contribuiscono , non meno delle osservazioni, che sono state fatte sopra tutto quanto il genere , le grandissime differenze , che occorse di riscontrarne nelle varie specie. A dire il vero , se que- ste così fatte osservazioni , che ci sembrano avere al- quanto del maraviglioso , non ci venissero annunziate come risultanti realmente da indagini instituitene dietro ad ispezioni oculari, potrebbero desse benissimo risve- gliar qualche ragionevole sospetto, o d’essere state mo- tivate soltanto da qualche particolare accidente, o d’es- sere fors’anco al tutto fittizie ed immaginarie. E primamente, nel fatto, la stessa analogia opporrebbesi di già contro a qualunque così fatta inclinazione supposta nel mollusco, cui qui ora vorrebbesi alludere, ad abban- donare la sua conchiglia nativa} da clic non si è pensato mai infino ad ora che i suoi congeneri abbiano questa 107 medesima tendenza e proprietà, ed è duro troppo a ca- pirsi il perchè questo mollusco abbia ad essere il solo capace di crescere sproporzionatamente di mole , dopo che la prima conchiglia siane giunta al pieno e perfetto suo compimento. Noi crediamo dover esser d’avviso , parlando cosi in generale , che nella formazione delle conchiglie univalvi, le anfrattuosita o le rivoluzioni dei giri spirali vadano crescendo costantemente in ampiezza, a misura che , dipartendosi dall’apice della conchiglia, procedano oltre in trasverso, e che più non ammettano poi alcuno incremento, quando una volta l’orifìcio , la bocca o l’apertura siane perfettamente formata e terminata } questa speciale circostanza fissando un limite all’incre- mento del mollusco o dell’animale domiciliatovi per en- tro, al quale il naturale istinto debbe avere insegnato a compiere perfettamente l’opera sua, perchè servir possa a que’fini a’ quali è dessa destinata. Se dunque accaderà che, per qualunque vogliasi ragione, la quale fino a che non venga ad esserci nota , non può esigere che ce ne facciamo carico, alcuno di questi animaletti, di questi ver- mi o molluschi si determini ad abbandonare la propria conchiglia originaria, ciò di sicuro non debb’essere mai a motivo d’una suppositizia, ed affatto anomala, eccedenza del suo corporale volume , in confronto colla capacità della medesima rispettiva sua conchiglia primitiva. Una osservazione, che è stata fatta dalPautore stesso della pre- sente operetta, e sulla maggiore o minore importanza, o anche sulla non importanza della quale, vi sarà luogo a decider meglio in progresso , sembrerebbe favoreggiare piuttosto una opinione del tutto contraria a quella che ci femmo ad esporre poc’anzi, e consiste dessa precisamente in ciò, che in un indefinito numero d’esemplari della Cyprea exantkema , che ha egli avuto occasione d’esa- e senza 108 minare , le conchiglie le più smilze o sottili , dubbio giovinissime , o ancora affatto novelle, eccettua- tone ben poche , faceano pompa di grandi dimensioni , mentre al contrario gl’individui compiutamente ocellati , e più grossolani-, ne riuscivano considerabilmente più piccoli. Scorgesi per l’ordinario tanta differenza nel vo- lume di queste conchiglie medesime, che quasi farebbesi luogo a riguardarle siccome spettanti a due varietà ben distinte, se non vi si riconoscessero agevolmente i pro- gressi d’un incremento successivo , separando quelle di esse che non hanno se non larghe ed ampie fasce, da quell’altre che , sprovvedute affatto di tali fasce sono invece coperte per di fuori, o quasi tempestate di mac- chie bianche. Questo particolare progresso d’incremento, risultante da fasce , macchie tacche od altri segni esterni osservabili sulle conchiglie, segue però una legge al tutto inversa, in riguardo alla vera loro grandezza o alla loro massa. L’osservazione qui ora enunciata non è da considerarsi che come proposta semplicemente al più maturato esame de’ naturalisti, e ciò senza ombra alcuna di pretesa di volere con essa rendere in qualche modo ragione del fatto sovra narrato. I molluschi racchiusi in queste Cipree, vivonsene entro quelle la più parte del tempo sepolte profondamente nel- l’arena o nella sabbia, d’onde vuoisi che^ da veri ani- maletti lunatici, quali in fatto si è riconosciuto che sono, nell’epoca del plenilunio , ed eziandio durante il cre- scere della luna, essi vadano strascinandosi innanzi, fuori del loro guscio , per divagarsi e spaziare alcun poco^su per le rupi o per gli scogli, lasciandovi ben anco, come s’è detto, le loro conchiglie, le quali ad altro più allora non servono, se non se a vantaggio ed a sempre mag- giore istruzione dei Conchiologisti. . : >• 9 Questo genere, che a dir vero racchiude alcune delle specie le più decisamente belle che conoscansi fra le conchiglie^ è stato ben a ragione consecrato a Cipri- gna^ alla bella Diva di Cipro } ma per ciò che può ri- guardarne alla esattezza della ortografia del nome, non si può a meno d’osservare, che adoperossi in ciò troppo male, mentre dal greco K vvptoq potea bensì farsi il nome latino di Cypria , ma non mai poi quest’ altro sconve- nientissimo di Cyprcea , che pure adottossi (3i). Bulla (Bulla). A. Biro strafa , o prolungata da ambe le parti, come chi dicesse, in due becchi (vedi la tav. 14 fig. 5). B. Caudata , o guernita d’una coda (fig. 6). C. Senza alcun prolungamento ( fig. 7 ). D. Piramidale, 0 conica (fig. 8). Conchiglia univalve, convoluta? ed inerme. Orificio, od apertura alquanto coarctata 0 ristretta, bislunga, lon- gitudinale ed integra od intatta in base. Columella ? o colonnetta obbliqua, e liscia 0 piana. La diagnosi di questo genere è per avventura da ri- guardarsi come la meno esattamente determinata di quale altra si voglia. Alcune delle specie che appartengon- gli , avvicinansi 0 rassomigliano così fattamente alle Ci- pree, ed altre alle Elici ? 0 ai Buccini , od ai Mu- rici , che riesce poi difficilissimo il segnarne , come conviene, le più precise linee di demarcazione. Però il carattere il più comune della Bulla ne consiste nel corpo enfiato 0 rigonfio ^ e conformato prossimamente a fog- gia di un uovo , e si troverà in fatto che , soprat- tutto mercè di questo ? ma però anche mercè di qual- I IO che altro Len marcato punto eli divergenza, quando pure non pe’ caratteri che sono da riputarsene come i più im- portanti , viene essa a distinguersi bene a bastanza da tutti quanti quei generi a’ quali d’altronde sembrerebbe dessa rassomigliare troppo da virino., Per rendere in certo tal qual modo questo genere medesimo alquanto più sistematico, si è qui ora proget- tato di ripartirlo nelle quattro sezioni accennatene , le diverse forme spettanti alle quali sono date, appunto per- ciò, nell’annessa tavola relativa alle Bulle. Benché sia verissimo, che si potrebbe assai opportunamente sottrarre dal genere alcune, ed anzi ben molte, delle attuali sue specie, per riporle in qualche altra famiglia, pure, non essendo nostra intenzione d’alterare o di cangiare del tutto, ma ben piuttosto di semplificare possibilmente , e di rischiarare qui un po’ meglio la materia , abbiamo creduto dover ritenere , che tutte le conchiglie in esso genere medesimo racchiudibili, a norma della datane de- finizione , come eziandio tutte quelle altre, che vi sono state ammesse, forse piuttosto perchè non potevano ap- partenere a qualunque altro genere , che non perchè esse corrispondano in fatto coll’augurabile precisione al carattere dato da Linneo per questa famiglia medesima, potranno agevolmente collocarsi ed ordinarsi , sia nel- Puna , o sia nell’altra appunto delle sezioni da noi so- pra accennatene. In parecchie delle specie di questo genere, sembra quasi che l’ordine naturale o l’andamento abituale della Natura sia stalo sconvolto affatto o per- vertito, stante che la conchiglia ne viene ad essere rac- chiusa per entro dell’animale , quasi come in un man- tello, in luogo di formare all’animale medesimo un gu- scio ^ un nicchio, una teca od un riparo esteriore. Essa è per esempio nascosta così perfettamente nella Bulla 1 1 1 aperta , che muco esaminatore, inesercitato a cosi fatte ispezioni , di certo potrebbe immaginarsi mai di rinve- nire irrt testaceo regolare innicchiato e nascosto per en- tro ad un verme o ad un mollusco cotanto deforme. Molte di queste Bulle sono conchiglie fluviatili } ma le specie marine sogliono starsene generalmente ascose un buon pollice od anche due sotto alla superficie della sabbia o rena, che forma ivi il fondo del mare. 11 nome latino di Bulla , esprimente per noi una bollay accenna, e descrive assai bene di per sè stesso la forma enfiata, gonfia ed arrotondata ^ che serve a caratterizzare le decise pertinenze, o le specie che sono da ascriversi le- gittimamente a questa famiglia , e verrebbe ad esclu- derne quelle che vi sono state intruse od introdotte inop- portunamente, o per abbaglio (32). Voluta ( Voluta ). À. Apertura intatta, od integra affatto (Vedi la tav. i5 fig. 1). B. Subcilindrica , ed emarginata ( fig. 2 ). C. Ovale , ampia 0 effusa , ed emarginata ( fig. 3 ). D. Fusiforme (fig. 4)* E. Ventricosa 0 panciuta , colla spira papillare al- l'apice ( fig. 5 ). Conchiglia univalve ^ e convolata . Apertura non pro- lungata 0 prodotta, ma effusa alcun poco. Colonnetta pieguzzata^ senza pure traccia di labbro, 0 d’umbilico. Benché questo genere racchiuda ora ben molte con- chiglie, che in realtà non gli dovrebbero appartenere, ciò nondimeno, tal quale com’esso sta, giusta questo nostro sistema Linneano, è desso forse meglio contraddistinto e caratterizzabile, quasi di qualsivoglia degli altri generi, ■ -ì 1 12 per questo principalmente ^ che tutte le conchiglie se ne riferiscono alla particolare circostanza d’avere la co- lonnetta pieguzzata, ad eccezione soltanto d’alcune po- chissime , che a motivo d’una troppo possente e mani- festissima analogia, sarebbero da riferirsi più ragionevol- mente a qualche altro genere. Le pieghe nella colonnetta, soggette a variare nel numero , senz? essere però mai numerosissime, possono qui distinguersi assai facilmente da’ denti , onde sono armate le Cipree } questi ultimi essendo costantemente situati e disposti sopra un labbro ingrossato della colonnetta, ed avendo sempre, nel lembo marginale esteriore dell’apertura , una serie d’appigli o d’infossature, che loro corrispondono, per ingranarvisi } mentre poi le pieghe proprie delle Volute sono d’ordi- nario inclinate per lo lungo e non già orizzontalmente, come accade nella susseguente nostra sezione G del ge- nere Murex , racchiudente i così detti Murici pie - guzzati. Volle taluno trovar a ridire , che questo medesimo genere contenga conchiglie , non solo affatto tra esse disparate, e differentissime, quanto alla loro forma, ma abitate ben anche da animali o da molluschi di genere al tutto l’un dall’altro diversi. Circa alla prima parte di questa obbiezione , ove in fatto ritengasi poter essa riuscir di qualche peso, importerebbe dessa certamente d’applicare ad altri generi al tutto diversi , l’effetto di una sola ed istessa definizione d’una maniera di vermi o di molluschi} e quanto alla seconda, essa in altro non risolvesi, che soltanto in una prova addizionale , o in una semplice conferma di un fatto, ammesso oggimai universalmente, vale a dire che un sistema decisamente naturale , se pur fosse possibile di ottenerlo , riuscirebbe di gran lunga migliore, di quello che possa esserlo mai 1 13 qualunque sistema artificiale. Fino a tanto che però non ci venga fatto d’avere in pronto y e ben perfezionato , questo così fatto , nuovo ed auguratissimo metodo na- turale di classificazione, ci sarà forza pur sempre d’ac- comodarci ad adottare almeno uno o due caratteri dei più possenti, marcati e decisivi o salienti , tratti anche, per così dire , dallo stile dell’architettura , con cui so- gliono essere costruiti questi edificj testacei, per riuscire in qualche modo ad ordinarli in una regolare classifi- cazione , e rimettere poi alla speciale tutela , che vor- ranno pigliarsene le generazioni a venire , ogni cura ed ogni investigazione, che abbia per iscopo la fama, e la famiglia de’ singoli architetti di tali conchiglie. Il nome di Voluta , che ritennesi 9 onde insignirne questo genere , siccome quello che viene a significar conchiglia ravvolta , o rotolata in forma quasi di ci- lindro, è da ritenersi idoneo alla circostanza, ed aggiu- statamente applicato al caso , e sanziona a bastanza di per sè la separazione, fattane già da Linneo, del genere Conoy le conchiglie spettanti ai quale sono sempre rav- volte, rotolate sopra di sè conicamente , o convolute in forma appunto d’altrettanti coni (33). Conchio logia 8 Buccino ( Buccinimi ). m4 A. Enfiato o gonfio ^ rotondo , sottile e delicato ^ translucido o quasi diafano e fragile ( vedi la tav. 16 fig. i ). B. Ostentante un rostro o Lecco corto , sporgente ali’infuora, e riflesso o ripiegato all’ indietro , col labbro per di fuori inerme o non dentato (fig. ^). G. Labbro esteriore spinoso in sul suo margine po- steriore • e quanto al rimanente simile poi affatto al Buccino della precedente sezione B. (fig. 3). D. Labbro columellare dilatato, ed ingrossato (fig. 4). E. Labbro columellare avente apparenza d’essere stato corroso , o quasi sciupato ed appianato dall’uso , come accade, portandoli, ad alcuni oggetti di no- stro personale ornamento ( fig. 5j. F. Liscio o levigato* sezione questa, che racchiude i Buccini non contemplati già nelle precedenti se- zioni ( fig. 6 ). G. Angolare, od angoloso } Buccino pur questo, non per anche precedentemente contemplato ( fig. 7 ). IL Piramidale 0 conico , subulato 0 lesiniforme, e li- scio ( fig. B ). Conchiglia univalve, spirale, e gobba 0 gibbosa. Aper- tura od orificio ovale ^ e terminante in una doccia, 0 in un canaletto rivolto a mano diritta, ben inteso diparten- dosi dal labbro esteriore , con in oltre una maniera di rostro 0 di becco corto. Il labbro interno poi ne rie- sce come appianato. Le sezioni piuttosto numerose , nelle quali conside- riamo qui distribuito questo genere , sono necessaria- mente destinate a comprendere una assai grande varietà 1 IO di conchiglie , le quali tutte però accorclansi nell’avere la loro doccia , o quei loro brevissimo canaletto rivolto sempre più o meno verso la mano diritta. Hannovi non pertanto alcune poche specie di Buccini, che, quando saremo in misura d’approntare un Catalogo affatto nuo- vo , e riformato con esattezza maggiore di quella onde possiamo far pompa presentemente, dovranno allora, per lo migliore, essere trasportate tra gli Strombi , e' tra i Murici } e di tal fatta sono specialmente alcuni de’ Buc- cini, che qui intanto appartengono per noi all’ultima se- zione H, de5 Buccini piramidali o conici, la quale troppo è funge ancora dal potersi ritenere definita convenientemen- te in cadauno di tali tre diversi generi, chedi cosi fatta doccia vanno tutti forniti. La direzione della doccia^ o del canaletto è per altro un carattere troppo difficilmente sba- gliabile, e dal quale, se vorremo strettamente attenervi ci, saremo indotti a dover allora riconoscere, come cosa di fatto, non essere troppo numerose le specie, che potreb- bero essere meglio collocate, di quello che attualmente noi siano , nell’ima o nell’altra delle famiglie naturali riunite nel genere Buccino , in grazia del loro rostro o becco conformato sempre nel modo particolare, da noi qui .sopra accennatone come caratteristico del genere. Il nome latino adottatesene di Buccinarli , onde fessi poi Buccino in italiano , debb’essere originariamente de- rivato dal Greco /Soxcb»? , ch’equivale per noi ad una trom- betta , o ad un corno , e fu già applicato da Plinio a certe classi di conchiglie, aventi la loro bocca, rotonda ad un tempo , ed emarginata . Il genere , al quale un così fatto nome viene ora esclusivamente attribuito , è per avventura ben meno rassomigliante , parlando così in generale, ad una tromba o ad un corno, di quello che noi siano effettivamente alcune conchiglie d’altri generi (34). Strombo ( Strombus ). 1 16 A. Labbro esteriore a lembi digitati , o prodotto o prolungato in divisioni o lacinie lineari , quasi a foggia d’artigli ( vedi la tav. 17 fig. 1 ). B. Lobato ( fig. 2 ). C. Dilatato ( fig. 3 ). D. Piramidale o conico , con una spira bislunga ( fig- 4 )• Conchiglia univalve , spirale , ed espansa 0 dilatata. L’apertura, 0 l’orificio ne ha poi in generale il labbro piuttosto dilatato anch’esso, e termina in una doccia, o in un canaletto inclinato verso la mano sinistra , 0 verso la colonnetta. Una particolarità , che rendesi molto rimarcabile in questo genere, si è quella foggia di seno, o quella im- pressione del labbro esteriore , che ne riesce situata presso alla base , senza avere però connessione alcuna colla doccia , 0 coi canaletto proprio dei becco 0 del rostro } e questa circostanza ci offre una nota caratte- ristica differenziale di gran lunga migliore, di quello che non possa esserlo mai la direzione del becco, la quale spesse volte è ben tutt’ altro che manifesta ed evidente, come occorrerebbe. Bisogna per altro osservare, che di- verse specie , soprattutto attenenti all’ultima sezione , mancano affatto di quelle lacinie digitate., che formano jiel labbro esterno quasi una maniera di addentellato , sebbene sian desse manifestamente qualificate per altret- tanti Strombi dalla obbliquità della loro doccia , 0 del loro canaletto sovra descritto* ma siccome una conforma- zione di tal fatta non riscontrasi se non unicamente negli Strombi , così , allorché esiste , è dessa da riguardarsi 1 17 come un criterio sicuro , onde pervenire alla determi- nazione di questo genere medesimo. Un esame diligen- tissimo , che si volesse in tale proposito instituire, po- trebbe per avventura indurre, chi volesse intraprendere di correggere in questa parte il catalogo Linneano, ad escludere affatto dal genere Strombo tutte quante Le con- chiglie, nelle quali non riscontrisi un carattere cosi fatto. Ben più di una specie potrebbe allora di certo consi- derarsi piuttosto come spettante al genere de’ Murici , mentre altre ne apparirebbero Buccini , ed altre per- fino Elici. Parecchie conchiglie di questo genere , non per anche compiute o perfezionate a dovere , mostrano molta rassomiglianza con certi Coni , nè per altro ca- rattere si riesce a contraddistinguernele , se non se dalla lunghezza della loro spira, la quale, generalmente par- lando , supera quella di qualsivoglia Cono , e talora eziandio dalle anfrattuosità de’ giri spirali , che ne rie- scono come tubercolate \ lo che non succede se non estremamente di rado nelle conchiglie spettanti al ge- nere Conus. I molluschi , o gli animali degli Strombi sono ancora troppo poco conosciuti fino al presente , perchè si possa parlarne più di proposito, ma da quel seno laterale qui sopra accennatone, e che di certo non debb’essersi nella loro conchiglia formato inutilmente, o senza determinato scopo , sembra chiaro apparirne a bastanza, che ciò stesso abbia in fatto a provarci che esistavi necessariamente una tal quale differenza essen- ziale, ed atta a distinguerli dalle specie, che potrebbero d’altronde riguardarsene come le più prossimamente af- fini o quasi analoghe. Non è tampoco da dubitare, che la particolare conformazione del mollusco non debba essere stata la causa, che richiedette nella conchiglia l’accordo d’una doccia o d’un canaletto addizionale od accessorio. 1 i8 Il nome di Strombo fu adoperato in origine , onde contraddistinguere dalie rimanenti tutte le conchiglie turbinate , pigliandolo dal verbo greco rrrpgéw, che im- porterebbe per noi rivolgersi , o voltarsi in giro } ma ora viene attribuito esclusivamente a quegli Ostraco - dermi (ostracodermata) , che distinguonsi in grazia ap- punto della qui sopra descritta loro particolare confor- mazione (35). Murice ( Murex ). . A. Spinoso , con un becco prolungato o sporgente ( vedi la tav. 18 fig. i ). B. Avente alcune suture longitudinali o veramente alcune varici, che si espandono o protraggonsi, come chi dicesse in una maniera di foliazioni di fronde o di foglie increspate ^ il becco poi ne ricuce corto od abbreviato ( fìg. 2 ). C. Avente suture grossolane o massicce , molto pro- tuberanti, e rotondate:, anche questo riesce poi va- ricoso ( fìg. 3 ). D. Più 0 meno spinoso e mancante affatto d’ogni traccia di becco (fìg. 4)- E. Inerme, 0 mancante affatto di spine , ed avente un becco lungo, dritto, e subulato 0 lesiniforme (fìg. 5). F. Piramidale 0 conico, ed avente lunga la spira ^ e corto poi il becco (fìg. 6). G. Avente la colonnetta dentata ( vedi la tav. 28 %• 2 )• Conchiglia univalve , spirale , e bene spesso più 0 meno coperta di suture longitudinali quasi membra- nose. La bocca Forifìcio , 0 l’apertura ne termina in il9 un canaletto ; o in una doccia, ora diritta, ed ora ri- volta alP indietro, ma poi non inclinata mai 9 nè alla dritta nè a mano sinistra. La forma particolare , e decisamente speciosa, dell’a- pertura o della bocca, ci offre in questo genere un mar- catissimo carattere distintivo , che può ritenersi come costante, e quasi infallibile. È dessa ovale ad un tempo, e bislunga, od. anche perfettamente ovale, ma rade volte poi ovata , e non accade mai che contraggasi gradata- mente in una doccia , o in un canaletto , ma apresi a un tratto, o bruscamente in quello, avente una ampiezza pari, o prossimamente pari a quella che esso prosiegue poi a ritenere durante tutta quanta la lunghezza del becco. Ciò però non toglie, che non iscorgasi pur sempre questo medesimo andamento della linea di contorno, anche nella sezione de’ Murici , che è priva db questo così fatto becco prolungato o sporgente all’infuora. Quanto alla strettezza del becco o del rostro , diremo ch’essa pre- senta sempre un carattere assai più dubbioso, di quello che noi faccia appunto il contorno, o la lìnea esteriore dell’apertura , che , quando abbiasene una volta inteso bene, e riconosciuto a dovere l’andamento 9 è difficilis- simo che possa poi più oltre ingannarci. L’ultima sezione , da noi qui ora aggiunta a quelle che ce ne forniva già la classificazione Linneana di que- sto medesimo genere, sembra che riesca assolutamente necessaria. Essendosi pigliata la colonnetta pieguzzata, come il più importante carattere del genere per le V o- lute , non potrebbe essere se non in conseguenza di qualche ragione forte , ed imperiosa in sommo grado ^ che abbiano a scorgersi collocate in altri generi , con- chiglie che ne vadano manifestamente fornite ^ una ra- gione però, appunto di tal fatta, rinvennesi, pei Murici I 20 pieguzzati , nella particolare struttura della loro bocca od apertura, che serve tosto alla bella prima a qualifi- carli per tali , a malgrado di qualunque altra circostanza che possa mai militarne in contrario. Queste circostanze particolari vaieranno bensì di sicuro a fare almeno in modo che i diversi Murici , ne’ quali esse emergono ef- fettivamente, abbiano ad esser posti a parte, come for- manti un ramo distinto della famiglia loro 5 da chè i caratteri generici , qualora vengan essi a perdere , come tali , il proprio loro valore o la loro importanza , non è perciò che debbano al tempo stesso ridursi, 0 dege- nerare in caratteri puramente specifici ma dovrebbono, in via subordinata , giovare almeno , onde riunirne le specie diverse , per mazzi 0 cumuli distinti , in altret- tante sezioni naturali. Questo genere va debitore della attribuitagli speciale denominazione, tratta dal latino, ad un certo numero delle sue conchiglie che riescono grezze , aspre o sca- brose, e rammentanti, più che altro, altrettanti piccoli scogli, o frammenti di rupe. Quelle, che gli antichi ne contraddistinguevano col nome di Parpurae , ne for- mano la sezione B , ch’è qui per noi la seconda , ove ' racchiudonsi le conchiglie, da’ molluschi 0 dagli ani- mali dimoranti nelle quali cavasi, per espressione, quella tinta famosa che denominavasi Porpora di Tiro \ su- perbo , splendidissimo , ed allora dispendiosissimo co- lore che costituiva uno degli attributi della dignità im- peratoria , come lo è pur tuttavia della dignità Impe- riale , a quella succeduta. Un vaso 0 recipiente unico, o quasi direbbesi una semplice vena , situata presso alla testa del mollusco 0 dell’animale , che abita queste così fatte conchiglie , contiene questa materia liquida colorante, che era altre volte considerata come estre- I 21 inamente preziosa, ma che attualmente ha poi dovuto, decadendo da tanta preziosità , cedere gran parte dei diritti acquistatisi alla pubblica estimazione, anche a pa- recchie altre tinte purpuree , che diconsi Porpore esse pure , non meno belle , splendide , e vistose od appa- riscenti , ma di gran lunga più facilmente ottenibili , che quella non fosse. La proprietà di fornire la Porpora non è per altro tampoco limitata a questa unica famiglia di Testacei , mentre trovossi esistere ben anco in alcune specie di Buccini , ed è poi probabilissimo che appartenga del pari a’ molluschi o agli animali , che abitano diversi altri generi di conchiglie (36). Troco ( Trochus ). A. Eretto o diritto, colla colonnetta traforata o per- forata ( vedi la tav. 19 fig. 1 ). B. Imperforato , o non traforato , e diritto esso pure od eretto } coll’ombilico chiuso ( fig. 1 ). C. Piramidale 0 conico , colla colonnetta sporgente all’infuori in propatulo , cadente , 0 almeno mani- festamente inclinata da una parte, quando la con- chiglia stia situata sulla sua base ( fig. 3 ). Conchiglia univalve, spirale, ed avente un cotal poco della forma conica. Apertura quadrilatera ed alquanto angolare, 0 veramente un po’ più rotondetta, ed allora avente la parte superiore del margine, che ne converge verso la colonnetta la quale ultima ne riesce situata obbliquamente. Alcune specie di Trochi, la bocca 0 l’apertura delle quali inclina in certo tal qual modo alla forma circo- 1 11 lare , od anche alla forma ovale , distinguonsi partico- larmente mercè d’una loro propaggine dentiforme , o d’una espansione, che hanno somigliante quasi ad un dente. Non abbiamo esempio d’altri due generi , tra i quali regni maggiore confusione , e che riesca più dif- fìcile per chi comincia a studiare la Conchiologia , e non vi ha per anco acquistato l’occorrente esperienza , il contraddistinguerli l’uno dall’altro, di quello che ac- cade tra questo ed il seguente de’ Turbini essendo difficilissimo, per non dire anzi quasi a pena possibile, il fissare a dovere il limite preciso , o la vera linea di demarcazione, ove suppongonsi terminare la loro giu- risdizione i Troclii , colle loro bocche, od aperture ro- tonde , ed ove debba ritenersi che la serie dei Tur- bini , colle loro bocche od aperture imperfettamente circolari , cominci ad esercitare la sua. La vera forma del Troco è quella di un cono aguzzo, e capace di starsene su dritto , quasi perpendicolarmente , in piedi, per dir così , o almeno pochissimo inclinato sulla base appianata dell’ultimo de’ suoi giri , o delle sue anfrat- tuosita spirali • l’apertura o la bocca , sempre più larga di quello che non soglia esser lunga , e formante un angolo , tanto presso alla estremità inferiore della co- lonnetta ^ quant’anche presso al lembo marginale care- nato del suo labbro esteriore, ne riesce situata in modo, da apparire disposta quasi orizzontalmente, allora quando la conchiglia è collocata, come chi dicesse, dritta in piedi. Tra questa conformazione , analoga , quanto più perfettamente sia possibile , alla qui ora da noi accen- nata^ e la conformazione che ne riesce a un tratto ver- ticale e circolare , tante sono , o possono essere le gradazioni, e tante le varietà nell’apertura o nella boc- ca , che non finiremmo così tosto, volendo tutte quante V I 23 qui enumerarle e descriverle. La norma o regola , la più semplice, sebbene non sempre la più sicura, nè la meno soggetta ad eccezioni, alla quale convenga attenerci in tali casi, consiste nei considerare, di tutti quanti gli esemplari che ci cadono alle mani , come appartenenti a questo genere de’ Trochi, quelli che ostentano una tal quale tendenza alla forma angolare nel contorno della loro bocca, e che sono, quanto alla generai loro apparenza, acuminati, o terminano in una punta, e ciò appunto in conformità colla significazione precisa che è da accordarsi al loro nome derivato dal greco rpoXòq. La singolare proprietà, che rimarcasi possedere il Tro - chus conchyliophorus , di attaccare - alia propria con- chiglia alcune pietruzze, com’anche alcuni frammenti o rottami d’altri testacei, di certo durante il periodo, in cui va desso formandosi la conchiglia, non è , a dir vero, troppo facile a spiegarsi* contuttociò potrebbesi in tale riguardo supporre Pana delle due : vale a dire, o che ima qualche materia, per modo d’esprimerci, vischio- sa, glutinosa, o comunque estremamente attaccaticcia, stasse allora combinandosi colla materia calcare, che il mollusco ne va emettendo e preparando , per farsene il nicchio che debbe servirgli d’abitazione , o veramente che Panimale medesimo rimangasene inerte affatto, mac- chinalmente od automaticamente tranquillo , ed impas- sibile nelle proprie sue disposizioni, non abbadando a ciò che appiccaglisi per di fuori , intanto ch’esso stas- sene travagliando ad approntarsi la conchiglia (87). Turbine ( Turbo ). 124 A. Avente il margine colonnare dell’apertura dilata- to, ed imperforato 0 non traforato (vedi la tav. 19 %• 4)- B. Solido, ed imperforato (fig. 5), C. Solido , e perforato ( fig. 6 ). D. Cancellato, 0 diviso in loculi per mezzo d’alcuni setti , tramezze , o cancelli ( fig. j ). E. Piramidale 0 conico ( fig. 8 ). Conchiglia univalve , e spirale. Apertura ristretta o coarctata , rotonda ^ ed integra od intatta, vale a dire perfetta , piana , liscia , non fessa , nè frastagliata , ec. Le conchiglie spettanti a’ due generi Turbo e Tro - clius , somigliansi realmente troppo da vicino le une alle altre, e non si può negare che non regni tra esse nella loro classificazione , come la propose Linneo , una so- verchia confusione, comunque l’orificio 0 l’apertura ro- tonda delle une 3 e la forma angolare che caratterizza le altre , dovrebbero pure bastare a farci agevolmente distinguere a quale de’ due generi cadauna di esse in- fatto poi appartenga. È però assai probabile, che i Tur- bini stati sottratti dal genere, al quale realmente do- vrebbero appartenere , siano in numero di gran lunga minore, che non sia quello delle specie straniere che pure sono state intruse in quel genere medesimo. La rotondità della bocca offre qui un carattere diagnostico ben meno indeterminato, di quello che non accada quasi in qualsivoglia altro genere, ed anche in quelle specie, nelle quali la bocca, 0 Forificio dimostra una marcata tendenza alle forme ovale od ovata } tant’e tanto ciò avviene sempre , 0 debbe almeno avvenire , senza che 125 vi si scorga la più lieve traccia d’angolosità. Sebbene molti Turbini , e fra gli altri , le due sezioni de’ Tur- bini cancellati o tramezzati, e de’ piramidali o conici , differiscano alquanto, a riguardo delle esterne loro pro- prietà spettanti alla figura o alla forma, dalle sezioni che qui precedonle, ciò non pertanto la cavità interna, 0 come si suol dire , la camera , ne riesce rotonda ed integra od affatto intatta in tutte quante. Non pare per altro che abbiasi alcun motivo giusto o ragionevole di separare da questo genere le specie che non mostraosi difettose nel di già stabilito loro potissimo carattere ge- nerico ^ ma è vero altresì che parecchie specie ve n’ha che s’assomigliano troppo da vicino alle Elici , ed an- che a qualche altra famiglia o tribù di conchiglie, per poterci consentire di lasciarle , senza più , collocate come il sono al presente. Le specie dubbiose , delle quali è fuori di contingenza che ve n’ha anche troppe, debbono essere con ogni diligenza studiate, a fine di poter imparare a conoscerle, e a contraddistinguerle col sem- plice soccorso della pratica o dell’esperienza^ mentre è cosa di fatto che^ intesi bene che abbiansi una volta 1 precisi limiti, entro a’ quali ogni singolo genere stassi racchiuso e conterminato , ben pochi , e di assai pic- cola importanza, riuscir dovrannoci allora gl’inconve- nienti, che per caso vengano in questo argomento ad affacciarcisi, come derivanti dagli errori di un qualche non troppo plausibilmente compilato Catalogo. Il nome adottatosi per contraddistinguerne questo ge- nere, coincide così da vicino con quello, che vedemmo applicato già al genere precedente , come sembrano tra essi convenire assai da presso gl’individui, che rispetti- vamente li compongono^ da che il latino vocabolo Turbo altro in fatto non significa, come fa pure l’altro di Tro - 1 2b ckuSj siccome indicammo di già, d’origine ai tutto greca, se non qualunque cosa che giri o si rivolga in giro so- vra di sè, terminando poi in una punta. Le specie spet- tanti ad amendue questi generi rinvengonsi fra gii scogli e le rupi presso alle spiagge sassose , o presso al lido nell’arena, soprattutto dopo che la violenza d’una bur- rasca abbiale staccate da que’ luoghi, che servono loro di ricovero abitualmente (38). Elice ( Helix ). A. Avente compresse, od acutamente carenate le an- frattuosita de’ suoi giri spirali (vedi la tav. 20 fig. 1 , e la tav. 26 fig. 1 ). B. Umbilicata, colle sua anfrattuosita rotondate (fig. 2). C. Imperforata , 0 non traforata , e colle sue a u frut- tuosità rotondate del pari (fig. 3). D. Piramidale 0 conica (fig. 4)* E. Ovata, ed imperforata 0 non traforata (fig. 5)., Conchiglia univalve, spirale, translucida 0 quasi dia- fana, e fragile. L’apertura ne riesce coarctaia 0 ristretta, io forma di mezza luna, od anche circolare, ed. avente poi marcatovi, come chi dicesse, il segmento d’un al- tro cerchio preso dall’area intera } questa conchiglia rie- sce anche bene spesso di forma quasi ovale, ma sempre alcun poco allungatella. Le anfrattuosita de’ giri spirali ne riescono contigue, e in tutto quanto il genere non incontrasi mai la più lieve traccia d’alcun labbro columcllare \ ma il corpo invece se ne produce sempre uniformemente, colla parte sua convessa, per entro all’ambito 0 alla circonferenza dell’apertura. In una sola delle specie , che ne appar- tengono alia sezione A , e che è la sola da noi latta disegnare nella tavola, che vi si riferisce, le anfrattuo- si de’ giri spirali riescono carenate per io lungo, in- vece di esserlo per traverso, in modo da costituire una conchiglia piatta od appianata a due spigoli, o con due lembi marginali acuti e taglienti. Nell’edizione del Sy- stema natura ? di Linneo fatta dallo Gmelin, questa forma di per sè sola una sezione del genere } ma siccome essa corrisponde a bastanza esattamente, o secondo che si suol dire, ne’ precisi termini, alla definizione ivi data della se- zione che tienle dietro tosto dopo, perciò si può forse ri- tenere una tale pratica come non assolutamente necessaria ed imprescindibile. L’apertura, o l’orificio di parecchie fra le specie, che ne compongono la prima famiglia, as- somigliasi cotanto a quella dei Trochi , che, per riu- scire a classificarle o ad ordinarle, senza tema d’incor- rere in gravissimi abbagli , è forza andar molto cauti e diligenti nell’abbadar bene alla convessità della colon- netta} questo carattere essendo sufficiente, onde contrad- distinguerne a dovere le Elici. Il carattere generale , ovvio in poco meno che tutte quante le specie, sian desse terrestri, fluviatili o ma- rine , vale a dire la grande sottigliezza , e la translu- cidità o semi-trasparenza della conchiglia, ci riesce di sommo ajuto , e d’indicibile soccorso , onde pervenirne ad acquistare una più perfetta conoscenza di tutto ciò che debbe entrare a far parte di questo genere mede- simo. Molte Bulle partecipano anch’esse di questa pro- prietà dell’Elici , ma non possono poi agevolmente es- sere scambiate con quest’ultime , ostando a ciò troppo diametralmente tutti i rimanenti loro caratteri generici. In tale proposito può forse meritare di non essere o im- messa la osservazione fattasi , che il massimo numero i a8 delle conchiglie che non appartengono propriamente al- l’Oceano, riescono in generale molto più fragili, e translucide o semidiafane , a confronto con quelle che sono destinate a sostenere le scosse violente, e l’impeto fortissimo di un mare tempestoso. Si sa benissimo come le conchiglie che rinvengonsi negli stagni, nelle pozzanghe- re , ne’ fossati e nelle paludi , almeno per la loro mag- gior parte, sono incapaci di resistere alla più lieve pres- sione, od al più piccolo urto esteriore alquanto sgarbato». Il greco nome onde fu tratto letteralmente quello del presente nostro genere, altro precisamente non im- porta, fuorché d’indicare appunto una conchiglia confor- mata a spira , vale a dire avente disposte in una spira le circonvoluzioni , o le anfrattuosita de’ giri, co’ quali va essa rivolgendosi sopra di sé} e quindi risulta mani- festo che, standone al solo nome, potrebbe questa spe- cie comprendere benissimo anche molti altri generi di conchiglie , diversissime da quelle che ritengonsi come Elici (39). Nerita ( Nerita ). A. Umbilicata (vedi la tav. 20 fig. 6). B. Imperforata 0 non traforata, ed avente poi le lab- bra mancanti affatto di denti ( fig. 7 ). C. Imperforata o non traforata neppur essa, ma colle labbra dentate 0 munite di denti (fig. 8). Conchiglia univalve, spirale, gobba 0 gibbosa, e per di sotto piuttosto piatta od alcun poco appianata. La bocca , o l’apertura ne suol essere , 0 semirotonda e quasi orbicolare, 0 semilunare, ed ha poi costantemente 0 il labbro columellare , 0 la colonnetta essa stessa, af- fatto diritta distesa. 139 Non v’è genere alcuno di conchiglie, di cui la dia- gnosi possa ritenersi così perfettamente esatta e pre- cisa, come succede nel presente delle Nerite. La sezione G, ch’è la terza di queste, è però composta di specie onninamente dissimili da tutte quante le rimanenti , in vista soprattutto di ciò che, tanto quel loro labbro in- terno piatto, appianato e dentato , quant’eziandio quella gola , quella maniera di strozza, o quelle fauci ristrette, che ne costituiscono i caratteri i più ovvii o comuni, non occorrono assolutamente mai, tampoco in un grado lontanissimo di rassomiglianza, in quale si voglia altra famiglia, fuorché questa. Un ben piccolo numero di spe- cie appartenenti alla sezione B, s’assomiglia piuttosto ai Turbini } ma basta sempre, onde distinguernele, la forma costantemente appianata della loro colonnetta. Quanto alle specie umbilicate , formanti qui la nostra sezione A, o la prima del genere , esse potrebbero in qualche caso, sebbene affatto inopportunamente , essere per abbaglio collocate nel precedente genere delle Elici , atteso che le anfrattuosi de’ giri spirali sogliono presentarne quasi la stessa figura al di fuori , come ne offrono anche tap- ioca la medesima semplicità nel colore } se quel loro labbro columellare , dritto sempre e disteso s non riu- scisse a bastanza manifesto anche in tutti quanti questi così fatti individui} carattere questo che non può asso- lutamente confondersi, nè scambiarsi mai con quel latOj ad un tempo convesso ed elabiato , dell’apertura o del- l’orificio , che, come a suo tempo enunciammo , costi- tuisce la nota potissima distintiva o caratteristica delle conchiglie spettanti al genere delle Elici. Nulla v’è che possa superare la bellezza ammirabile, e la realmente squisita dilicatezza , così delle tinte , come di quella tal quale dipintura, quasi saremmo per Concinolo già 9 i3o dire, a miniatura , onde sono adorne parecchie Neri te , sulla smaltata, o ben piuttosto smaltina, superficie del nicchio sottile e dilicatissimo delle quali , esaminandole col soccorso della lente o di un buon microscopio , vanno poi mano mano scoprendosi talora vaghissimi disegni, risultanti da contorni , da tocchi e da tratti, come si suol dire , i più finiti , o i meglio condotti e terminati , che esigere mai si potesse da un pennello veramente maestro. Il numero delle specie e delle va- rietà, che in questo genere accostatisi o s’assomigliano, a dir vero , l’una all’altra un po’ troppo da vicino, o che non differiscono tra esse, se non soltanto per qual- che tratticino soverchiamente fuggitivo e minuzioso , viene a difficultarne^ appunto d’altrettanto l’opera della plausibile classificazione delle moltissime specie , quanto più agevole ne riesce sempre la determinazione del ge- nere , in confronto di tanti altri. Questa stessa difficoltà viene poi ancora accresciuta di molto, mercè della soverchia uniformità di figura, o somiglianza di forme , che scorgesi soprattutto nelle Nerite appartenenti all’ultima nostra sezione, ed in gra- zia della quale torna indispensabile , quando i contorni emergano tra esse somiglianti troppo da vicino, di aver ricorso alle varie gradazioni, o come si suol dire, agli atti del colore , per trarne alcun che di equivalente ai caratteri specifici , che se ne desiderano. La greca voce N v^ér^, d’onde si trasse il nome di Nerita, per contraddistinguere dagli altri questo nostro genere di conchiglie, debbe probabilmente essere deri- vata essa stessa dal vocabolo vnpk^ che per noi corri- sponde a vuoto y scavo o cavità , in vista forse di ciò , che le anfrattuosità superiori de’ giri spirali delle con- chiglie non occupano se non una piccolissima porzione dell’interna loro cavità (40). 1 3 1 Aliotide (Haliotis). A. Perforata , o traforata ( vedi la tav. a i fig. 1 ). B. Imperforata , o non traforata ( fig. 2 ). Conchiglia aperta affatto , ed auricolare , od osten- tante la forma quasi d’un’ orecchia umana } la spira ne riesce sempre laterale , e ne rimane in certo tal qual modo celata 0 quasi nascosta^ ed il disco^ nelle specie appartenenti alla prima sezione, n’è pertugiato 0 tra- forato da una serie, quasi direhbesi, di pori disposti per lo lungo. Questa maniera di pori traforati , 0 queste tali per- tugiature sono state riguardate come essenziali, onde condurci alla determinazione del carattere generico delle Aliotidi } ad onta che poi , non senza una grandissima sconvenienza, ben più di una specie non traforata siavi pure stata ammessa} mentre altre ve n’ha che, sebbene per moltissimi riguardi dovrebbero ritenersi strettissi- mamente affini a questo stesso genere, pure per quella ragione medesima ne furono escluse. L’esemplare integro, 0 per meglio dire non traforato , di cui è data qui la figura nella nostra tavola, somiglia del resto, quanto alle forme, con tanta precisione a quelle della Aliotide tra- forata , perforata 0 pertugiata , che non può assoluta- mente rimanere più alcun dubbio , da ritenersi per ra- gionevole, che, cosi l’una, come l’altro, non apparten- gano decisamente ad un genere medesimo. La disposizione della spira , il complesso generale de’ contorni ,, il ri- volgimento de’ lembi marginali all’indentro , il modo ovvio ed abituale d’incremento, la superficie, tanto este- riore, quanto l’interna eziandio, della conchiglia} tutto in- somma collima a distruggere ogni qualunque idea con- 1 32 capitasi della necessità, al tutto suppositizia, di una di- visione o sezione apposita, per comprendervi quelle tali conchiglie , nelle quali altro difetto non emerga, per rapporto a? caratteri del genere, oltre a quello di que- ste perforazioni , o di questi così fatti fori tuhulosi , o pertugi fatti a mo5 di condotti. E superfluo il ripetere qui ora che, quand’anche gli animali o i molluschi, che abitano nelle conchiglie ap- partenenti ad una delle sezioni di questo genere, diffe- rissero essenzialmente da quelli che costruisconsi le conchiglie spettanti all’ altra sezione , ciò per noi non contribuirebbe in conto alcuno , standocene nel nostro sistema, a stabilirne la riunione in un genere solo} ma per fortuna non havvi fatto, infino ad óra riconosciuto che valga ad assicurarci di tale loro dissomiglianza. Pa- recchi individui di specie identiche mettono fuori talora, a loro beneplacito , per giovarsene al bisogno, un nu- mero variabile di que’ loro così detti sifoni } e perchè dunque non potrebb’egli essere parimenti "conceduta ad un così fatto mollusco la facoltà di scegliersi, per eos1 dire , à prova d’acqua, la forma del proprio nicchio, o della propria conchiglia, a malgrado che i suoi com- pagni ne preferiscan un’altra che il renda accessibile ai venti, del pari che ai flutti o all’onde del mare? il nome di Aliotide, manifestamente fattosi dal nome latinizzato di Haliotis 9 e derivante in prima origine dal greco & k, che significa il mare, e da wra, equivalente, per noi , ad orecchie , venne adottato per contraddi- stinguerne le conchiglie di questo nostro genere , a mo- tivo principalmente della forma, che sogliono avere ana- loga a quella di un’ orecchia d’uomo. L’animale o il mollusco ne rimane attaccato alla superficie degli sco- gli , o delle rupi sottomarine , con una forza adesiva , 1 33 grande a segno, da esigere bene spesso uno sforzo vio- lento, onde riuscire a staccamelo, quantunque poi spon- taneamente possa desso benissimo rimuoversi sempre con somma facilità dal luogo ove trovasi, per quindi recarsi altrove. E probabilissimo che in alcuni individui di questa famiglia , come eziandio in alcuni di quelli che appartengono a’ generi delle Elici e delle Patelle , le loro rispettive conchiglie non servano già a coprirne il corpo tutto quanto del verme o del mollusco , ma non siano destinate, che a ripararne e difenderne soltanto gii organi vitali (4-i). Patella (Patella). A. Fornita di un labbro interiore, o veramente di una cavità , o, come suol dirsi , d’una camera ( vedi la tav. 2 1 fìg. 3 e 4 )• B. Avente il lembo marginale angoloso , od anche ir- regolarmente dentato ( fig. 5 ). C. Avente l’apice acuto ad un tempo, e curvato al- l’ indietro, o ricurvo (fìg. 6). D. Integra affatto , o perfettamente intatta , e non avente aguzzo od acuminato Eapice (fig. y). E. Avente l’apice perforato (fìg. 8). Conchiglia univalve , e conica ^ il più delle volte man- cante affatto di spira. La sezione C, che è qui per noi la terza del pre- sente genere delle Patelle , essendo composta tutta quanta di conchiglie aventi l’apice ricurvato o curvo all’indie- tro, forma un anello naturale tra questo genere mede- simo , e l’ultimo da noi descritto delle Aliotidi. Questa così fatta loro ricurvatura dell’apice s’assomiglia, più o 134 meno , ad una spira regolare , ed in alcune specie im- porta precisamente la descrizione medesima che dareb- besi di una Alìotide^ ma poi la conchiglia, non essen- done piatta od appianata nè conformata a mo’ di una orecchia d’uomo, non potrà quinci dirsi mai ragionevol- mente che appartenga, nè alle Alìotidi , nè a qualsivoglia altro genere che si conosca esistente, fuor che soltanto a quello delle Patelle 3 non essendovene alcuno che im- porti le conchiglie così aperte, come il sono in questi due. Le gradazioni nella così detta grande scala della Natura sono , parlando in generale, regolari cotanto , e nello stesso tempo così esili e minute , che non è fa- cile sempre l’afferrarne a dovere le linee di demarca- zione. Una classe d’esseri ne suol riuscire collegata col- l’altra, con un ordine che sta frammezzo ad amendue, o che tiene, tanto dell’una, quanto dell’altra*, un ordine ne rimane connesso co.ll’altro ? mercè di un genere in- termediario } una specie dubbiosa suol riunire due ge- neri distinti , e le semplici varietà confondono bene spesso i limiti che, senza quelle, conterminerebbero una specie. Questo strano e singolare andamento viene ot- timamente comprovato dalle osservazioni che si possono instituire sopra questo genere delle Patelle ^ collocato, come chi dicesse, in sul confine fra le conchiglie che sono munite d’una spira regolare^ e quelle che mancano al tutto di spira. Insomma noi possiamo almeno van- tarci d’avere presentemente, sovra questo particolare, le idee alquanto più esatte, di quello che non le avessero mai quei Naturalisti che, da circa due secoli addietro, collocarono le Patelle tra le conchiglie Bivalvi, sul fon- damento che la rupe, lo scoglio o la pietra, alla quale l’animale o il mollusco tiensene tenacemente attaccato ed aderente, avesse da computarsi come l’equivalente della loro seconda valva. Alcune poche delle specie appartenenti alla sezione A, che racchiude le Patelle concamerate, hanno una qualche debole rassomiglianza colle Nerite 5 ma mercè d’un esame attento ed alquanto scrupoloso, ebbesi poi a riconoscere, che il lembo marginale ne sorge da tutti i lati, lunghesso il loro setto 0 dissepimento appianato, e che quindi esso non può essere raffrontato mai col labbro columellare delle Nerite. Quelle poi delle altre sezioni riescono di forma semplice affatto, e come lo indica già a bastanza lo stesso loro nome di Patelle , ostentan desse , più che altro , la figura di certi piccoli deschi 0 piatti, che stanno infissi, 0 tenacemente aderenti alle rupi 0 agli scogli , per mezzo de’ loro proprii animali 0 molluschi, coll’estremo loro apice (42). Dentale (Dentalium), ( Vedi la tav. 22, fig. 1 ). Conchiglia univalve affatto , e poco meno che di- ritta e distesa, quasi conica, e tubulosa, o vota per di dentro , non mai concamerata, ed aperta poi avi amen- due le estremità. ' La conformazione o la struttura, semplice molto, delle conchiglie inchiuse in questo genere , e il numero scarso assai delle specie ond’è costituito, rendono al tutto inu- tile, che ci impegniamo ad offerire qui ora altri più cir- costanziati rilievi in riguardo al loro carattere distintivo. Esse s’aèsomigliano tutte quante, in certo tal qual modo, dal più al meno, ad altrettanti denti , 0 piuttosto a quelle che diconsi zanne, come sembra indicarlo già a bastanza lo stesso loro nome di Dentali, e riescono perfettamente distinte da tutte quante le rimanenti famiglie di con- i36 chiglie tubulose in grazia soprattutto dell’essere esse sempre senz’ alcuna contorsione , sebbene siano talora qualche poco incurvate. D’ordinario rinvengonsi desse soltanto in parte se- polte nella sabbia , e ^animale o il mollusco , che al- cuni Naturalisti vollero supporne staccato e libero af- fatto , è stato alcuna volta veduto a ritrarsi profon da- lli ente in quella, all’evenienza d’aver a cercare di salvarsi da qualche imminente pericolo. L’opinione invalsa, che la Terebella abbia il potere di staccarsi dalla sua pro- pria conchiglia, debb’essere derivata molto probabilmente dalla circostanza speciale, che non iscorgavisi mai, nè api- ce alcuno, nè cardine o cerniera, nè in somma impronta o marca alcuna manifesta, che servir possa d’attacco al muscolo, che dovrebbe tenervi fisso stabilmente il mol- lusco o l’animale , come osservasi succedere nelle con- chiglie di qualche altro genere. È ben vero che , tanto in questo genere, quanto eziandio nel seguente , l’ani- male o il verme sembra non aver vincolati i suoi mo- vimenti per entro a’ soli ristrettissimi confini della sua abitazione } ma da ciò poi non è in conto alcuno da dedursi, ch’esso non abbia ad essere munito d^un qual- che legamento , atto ad antivenirne in ogni caso l’ab- bandono • mentre, quand’anche esso fosse esattamente libero , pur pure la forma stessa del suo abituro non impedirebbe, se non a pena pochissimo, che, o l’azione dell’acqua, o qualche altro violento urto improvviso, non ne lo espellesse, o cacciasse fuori di quello, anche a suo marcio dispetto o contro la sua volontà (43). Serpula (Serpula). j 37 A Flessuosamente bistorta, irregolare, e sempre ade- rente od attaccata ad alcun che ( vedi la tav. 22 <ìg. 2 ). B. Assumente una certa determinata forma, e staccata dal mollusco che Pah ita ( fìg. 3 ). Conchiglia univalve , tubolósa , inclinante , come per gradi, 0 dal più al meno, alla forma piramidale 0 co- nica , spesse volte interrotta da setti impervii , 0 da tramezze non traforate , a distanze che non seguono norma alcuna regolare, ed avente poi chiusa non di rado una delle sue estremità. Costituendo, così diviso in due distinte sezioni, questo nostro genere, ed ommettendo, nella descrizione del ge- nere, quel carattere di aderenza delle conchiglie a’ corpi stranieri, che ne diede Linneo, noi ci abilitiamo ad in- chiudervi a tutto buon dritto un assai vistoso numero di conchiglie diverse , che , se nza una tale pratica , 0 senza di questa alterazione generica, non sarebbe com- patibile, col preciso importare della definizione, il vo- lervi introdurre per forza. Molte delle specie, che sem- brerebbero potersi collocare a bastanza plausibilmente nella prima sezione delle Serpule , comunque ostentino una grandissima apparenza di regolarità nella loro strut- tura , parlando a stretto rigore , si troverà infatto che sono pur sempre irregolari. L’apice estremo ne riesce bistorto od attorcigliato , e talvolta tutta quanta la con- chiglia scorgesene ravvolta sopra di sè in una forma spi- rale, quasi precisamente nello stesso modo, in tutti in- distintamente gl’individui componenti le singole specie ^ ma non n’è però mai costante il numero delle anfrat- / 1 38 tuosità o delle circonvoluzioni in giri spirali , nè si lia mai indizio alcuno, da cui presumere che l’animale o il mollusco possa , o debba essere spinto e regolato nelle sue operazioni, in forza d’una legge invariabile J come succede* nelle conchiglie propriamente turbinate , ne’ veri Turbini , ed anche in alcuni altri generi. Le varietà concamerate , moltiloculari , o quasi poli— talamie^ ove così piaccia meglio denominarle, che si rinvennero fra le Serpule, non meritano che se ne lornii una sezione appartata, attesoché questa così fatta loro conformazione sembra provenire à, non già da una tal quale loro differenza specifica, ma ben piuttosto da una qualche forte tendenza istintiva dell’animale o del mol- lusco, diretta ad un fine che, sebbene sconosciuto, può anche essere per avventura di molta importanza, ad ac- crescere la lunghezza della propria conchiglia ,, senza perciò nulla aggiugnere materialmente all’ampiezza della sua abitazione. Le camere, i loculi o le concamerazioni non ne sono mai comunicanti Luna coll’altra, come ve- demmo già succedere in altre conchiglie, nè per mezzo di alcun sifoncolo , nè per mezzo di qualche apertura, nè v’ha che l’ultima soltanto di tali concamerazioni, che possa dal mollusco essere abitata. In nessuna specie , tra le Serpule, accade mai che riesca visibile all’esterno alcuna traccia , o alcun indizio delle interne ripartizioni o tramezze, fuorché soltanto, nella specie, che denomi- nasi appunto da ciò Serpula polythalamia. A quel modo medesimo, che notammo già parlando del genere precedente , si volle anche per questo sup- porre, che l’animale o il mollusco vivasene per entro alla sua conchiglia, sempre però mostrando d’avere con essa una assai tenue aderenza , se pure non tornasse anche meglio il dire che non abbiavene alcuna affatto ^ i i 3c) modi però di questo attacco vicendevole del mollusco alla sua conchiglia, e i gradi della loro adesione rispet- tiva, è fuor di dubbio che variano tra essi cotanto , quanto ne variano le forme specifiche particolari. Quella tal quale tortuosità o flessuosità di forme, che costituisce ora per noi il carattere potissimo della prima sezione delle Serpule, quel procedere bistorto ap- punto nelle forme , e quel loro repere in certo modo , o serpeggiare, ci forniscono sufficienti appigli, onde, mercè di essi pervenire alia etimologia del nome gene- rico di Serpula qui ora adottatosi, e derivante dal greco , onde si fe’ da prima il latino serpo (44)- Teredine ( Teredo ). ( Vedi la tav. 22 , fig. 4 )• Conchiglia univalve , tuhulosa , piramidale 0 conica , flessuosa 0 bistorta, ed atta a penetrare per entro alla sostanza del legno , traforandolo quasi come fosse un succhiello 0 una trivella. Una delle estremità ne riesce chiusa da due piccole valve emisferiche 0 piuttosto ro- tondeggianti, mentre le due, che chiudono l’altra, hanno piuttosto una forma lanceolata. Era da prima insorto qualche dubbio, se queste Te- redini non dovessero considerarsi, per lo migliore, come conchiglie effettivamente moltivalvi , di quello che come le più semplici tra le univalvi ^ ma fatto poi riflessione, come quelle loro piccole valve, che ne stanno attaccate per paja, tanto alla parte anteriore, quanto alla posteriore dell’animale, siano meramente testacee, e come siano desse, non meno necessarie, onde prestarsi alle particolari abi- tudini del mollusco, del verme 0 dell’animale, che vi abita 1 4° per entro, di quello che sialo lo stesso tubo, che propria- mente gli serve di domicilio- come poi quelle due vai- vicine anteriori di forma emisferica ne siano disposte in modo da formare un angolo, e siano internamente munite di un dente lungo, appianato e curvo, destinato probabil- mente a rafforzare sempre più la testa del mollusco, su cui è fissata questa sua maniera di succhiello^ o questo curio- sissimo suo strumento od ordigno perforante, e come la estremità la più sottile del tubo , vale a dir quella, in cui è situata la coppia di vaivicine lanceolate , o fatte a modo di lancia, ne rimanga alla superficie del legno perforato, mentre tali piccole valve servono, quasi chi dicesse, ad uso di cateratte, di valvole o di schiansoje onde ammettere per entro alla conchiglia, ora una mag- giore, ed ora una minore quantità d’acqua, a norma del bisogno^ si trovò non esservi alcuna ragion sufficiente che ci induca a collocare piuttosto queste conchiglie, o queste Teredini fra le moltivdlve , di quelle che militas- sero a farci classificare o collocare tra le bivalvi i Turbini , ed altre conchiglie aventi un opercolo o un coperchietto. La sola differenza , che emerga da rimar- carsi tra l’ opercolo di una Teredine , e quello di un Turbine , consiste in questo, che, il, primo constando di quattro distinti pezzi o vaivicine, l’altro non consta poi, se non di un solo ed unico disco. Questo disco però^ nè questi diversi pezzi , o queste così fatte vaivicine componenti Vopercol® , non potranno riguardarsi mai a ragione, come concorrenti a costituire la conchiglia, nè nelle Teredini , nè ne’ Turbini , soprattutto perciò, che non si può dire che effettivamente Fanimale o il mol- lusco vi abiti per entro , a quel modo che abita desso propriamente nel suo tubo testaceo, nè havvi poi tam- poco la più lontana analogia fra quel disco medesimo , 0 fra le valvicine summentovate ,, e le valve accessorie, per esempio, delle Folade . A prima giunta una Teredine potrebbe per avventura assai facilmente scambiarsi od essere in isbaglio pi- gliata per una Serpala } e tanto più poi quando, come avviene pure di fatto in ben molte collezioni, gli esem- plari , eticcheitatwi come Serpa le ^ altro non siano, se non vere Teredini mancanti di cotali loro vaivicine del- 1 "‘opercolo. Non contansi però, se non tre specie sole di Teredini, cbe siano infino ad ora conosciute , ed i ca- ratteri esterni, col mezzo de* quali si riesce a poterle determinare, ne sono estremamente facili a riconoscersi tosto, anche a prima giunta^ la prima di tali specie, vale a dire la Teredo navaìis , che è pure la più comune d’ogni altra, riesce sensibilmente più sottile, e più fra- gile, cbe non usino esserlo mai le Serpule , generalmente parlando 3 soprattutto verso la loro estremità più assot- tigliata ed esile. Il nome latino Teredo ^ onde fessi in italiano Tere- dine, non è se. non il greco repy jSwv’, derivato dal verbo Tcjosw , cbe s'interpreta bucare > traforare pertugiare 0 trivellare , ed indica a bastanza di per sè il modo che tengono tutte quante le specie di questo genere nello sta- bilirsi a domicilio (45). Sàbella. ( Sabella ). ( Vedi la tav. 22 } fig. 5 ). Conchiglia tubolosa , compaginata di particelle sab- biose , e di minuzzoli di natura calcarea coacervati ed insieme agglutinati* il tutto contenuto poi in una ma- niera di guajna, 0 come in un fodero membranoso. 1^1 Il più plausibile motivo, che abbiasi,, eli ordinare le Sabclle fra i testacei, consiste in ciò, che il cemento, per mezzo del quale i frammenti di sostanze, che da prima aveano appartenuto a’ corpi organizzati, come a dire d’al- tre conchiglie, nicchj o simili, insieme con alcuni mi- nuzzoli silicei , statinosene tra di loro coerenti, e quasi direbbesi, attaccati alla loro forma, non è già un sem- plice glutine animale, ma è realmente di natura calca- rea. Immergendo nell’acido muriatico una porzione d’ai- cuna di queste cosi fatte conchiglie, i principi! calcarei vi si disciofgono tosto , mentre la massima parte delle sostanze, che in quell’acido medesimo non sono solubili, se pur non tutte, raccolgonsi isolate o precipitano al fondo del liquore, lasciando sussistere intiero il fodero, o l’an- zidetta guajna membranacea , con sopra impressevi le forme, che aveano precisamente le diverse sostanze, o i corpicciuoli che stavanle attaccati superficialmente al di fuori. Alcuni se ne troveranno ancora rimastivi aderenti, e die avranno resistito all’azione dell’acido} ma è però difficile molto il decidere, se questi corpicciuoli medesimi fosservi collegati, mercè di qualche materia o secrezione meramente gelatinosa, o se il fossero piuttosto in forza di un cemento calcareo } se non che poi , tanto nel- l’uno , quanto nell’altro caso , lo stesso tessuto fibroso della membrana animale , producendosi tutt’all’intorno per gradi , come da un centro alla periferia , ed inve- stendo a poco a poco la sabbiu„zza, o i frammenti si- licei, può forse divenire per essi un tal quale cemento che basti al bisogno. Il Trochus conchyliopkorus trae esso pure, a questo modo medesimo, da corpicciuoli , o da sostanze a lui stranie, un analogo mezzo di difesa individuale ; con questa differenza però, che è desso sempre coperto da *43 pietruzze intere, e da conchiglie non per anco state ri- dotte in bricciojh, invece che le Sabelle il sono da pez- zettini quasi polverizzati , o da frantumi di pietre o di conchiglie; ed in tal caso ninno v’ha, cui venga tam- poco in mente di dover dubitare, che desso non sia real- mente un Trochus , vedendo che la forma, o per dire così., il getto dell’aggregato che ne risulta , riesce re- golarmente spirale , e che la conchiglia ne ha precisa- mente quella apertura, che ritiensi come caratteristica del genere Trochus. Per qual ragione pertanto avrebbe- si egli a togliere fuori le Sabelle da questo nostro or- dine delle conchiglie univalvi , come pur troppo vi fu spesso chi ha voluto tentar di fare, sul semplice, e a ciò insufficiente fondamento, che il nicchio o guscio non siane spirale, ma riesca soltanto diritto, ristretto e tu- boloso ? Alcune poche specie possono bene per avven- tura essere qui state intruse incompetentemente, che forse non appartengono tampoco alla classe dei Vermi, come si sa essere succeduto delle larve d’aìcuni Insetti , che hanno per istinto di procacciarsi dal di fuori un rico- vero, o una difesa corporale, quasi affatto simile a quella, che qui descrivemmo come propria delle vere Sabelle^ se non che è da dire, che havvi costantemente, negli esemplari i più perfetti di questo genere, un tal quale carattere, diremo così, di genuinità che non isbaglia mai , e che consiste nell’averne la conchiglia la sua estremità, come se fosse frangiatalo gucrnita di mer- latura, o di frangie, formantivi tutt’all’intorno numerose propaggini od appendici, quasi lacere, stracciate o filac- ciose, ma della medesima natura della conchiglia. Sono però queste così fatte frangie estremamente fragili , ed anzi il sono a tal segno, che gli esemplari perfetti ne riescono sempre rarissimi. La denominazione adottatasi 44 per questa stessa famiglia o tribù, è stata tratta dal la- tino sobillami equivalente per noi a sabbia s rena o finaghiaj a , vale a dire precisamente da quella sostanza, che forma il principale elemento, onde Panimaletto, che v’abita , suole costruirne il suo edificio , o il nicchio destinato a servirgli costantemente di ricovero e di difesa (46). AVVERTENZA IN PROPOSITO DEI GENERI PRECEDENTI. Potrà qui per avventura rimarcare taluno, che nella precedente descrizione de’ diversi generi di conchiglie non siasi fatta mai menzione alcuna , nè de’ nomi , nè de’ sistemi 0 delle opinioni emesse, cosi dagli Scrittori anteriori a questa età nostra , come da’ nostri con- temporanei sopra questo medesimo argomento ^ è da ritenersi però che una tale ommissione non è in conto alcuno derivata, nè da mancanza in noi di rispetto pei lavori scientifici di coloro, i quali con grandiose ri- cerche ed indagini , e non senza far mostra di molto sapere , sono riusciti a portare la scienza Conchiologica allo stato plausibilissimo d’avanzamento , al quale tro- vasi dessa in fatto attualmente ridotta , 0 per coloro , che, come appunto l’autore della presente operetta, sep- pero giovarsi opportunamente di que’ tanti lumi , che sulla concreta materia poterono fornir loro le molte opere, che hannosi in lingua Tedesca, in Francese, od in Latino, le quali non sono state per anco tradotte nel proprio nostro (Inglese) idioma. Ci piglieremo anzi cura di riportare a parte, in luogo apposito, i nomi assai rispet- tabili della massima parte degli scrittori in argomenti i45 testaceologici o conchiologici, del pari che i titoli delle rispettive opere loro \ non ommesso tampoco d’aggiu- gnervi succintamente anche quelle poche notizie analo- ghe , che stimeremo le più convenienti di non lasciar ignorare a’ nostri leggitori ^ ma non vogliamo tacere che stimavamo dover essere una troppo feconda sor- gente d’incertezza e di confusione, in questa maniera di studj , il permettere che il principiante, necessitato già ad imparare un sistema, quale ch’esso siasi , abbia ad avere anche la briga di trascegliersene uno de’ molti, affatto disparati, e quanto alle forme loro diversissimi che , pel semplice scopo di raffrontarli insieme da vi- cino, se ne stessero disposti , per così dire, nella stessa pagina. Sarebbe poi stato eziandio un adoperarci in op- posizione diametrale collo scopo prefisso fino da bei principio a questo nostro trattatello elementare, il vo- lervi inchiudere una selva di materiali, d’indole mera- mente teoretica , che ad altro non varrebbono , se non che soltanto a disviare la mente de’ nostri leggitori dalla aurea semplicità del sistema Linneano } vale a dire di quel sistema, che l’Autore del presente opuscolo ha unicamente l’intenzione di illustrare un po’ meglio, giovandosi a tale effetto di quanto è fin qui stato da altri pubblicato in proposito^ sempre che le cose dette ne sieno state riconosciute come assolutamente vere ed incontrastabili , e non sieno poi connesse inseparabil- mente con un qualche altro metodo, ai tutto differente, di distribuzione o di classificazione sistematica. Co tic biologia io AVVERTENZA GENERALE CIRCA ALLE SPECIE DE’ TESTACEI, DELLE QUALI SEGUONO LE DESCRIZIONI. &VV '* > • 'fi ' ‘"f V V" Raccomanderemo qui una volta per tutte, a que’ gio- vani che accingonsi a studiare di proposito la Con- chiologia , di paragonare sempre attentissimamente le seguenti descrizioni delle singole specie di Conchiglie, colle Tavole alle quali desse rispettivamente si raffron- tano, riportandosi, in ogni emergenza di dubbi o altro, alla nomenclatura, che diedimo fino da bel principio , per la significazione precisa ed esatta dei termini, nomi o vocaboli che anderanno mano mano occorrendo. Ri- petendo essi così quest’esercizio medesimo, infino a tanto che sienp giunti a conoscere perfettamente le singole specie assunte siccome esempj per i diversi generi , o anche per le distinte sezioni di cadaun genere , ver- ranno ad accorgersi, tra non molto, d’avere acquistato oggimai fondamenti bastevoli a porli in condizione di sviluppare una intelligenza di gran lunga maggiore che non avessero da prima , ed estensibile anche ai nume- rosissimi, e più o meno belli ed interessanti individui testacei , che loro offrirannosi , e che avranno assunto l’impegno di classificare, o di coordinar tutti quanti ai 1 47 preciso loro posto, premessone la determinazione prima delle unc , e poscia dell’altre forme generiche loro ri- spettivamente proprie, Chi bramasse poi d’acquistare una conoscenza ancora più intimamente fondata , esatta e sicura del sistema Linneano , non potrà fare se non bene , certo di ritrarrle un vantaggio indicibile , se , trascegliendo sempre , per praticarvi gli esami neces- sarj , un esemplare possibilmente perfettissimo d’ogni specie di Conchiglie qui ora da noi illustrata o de- scritta, verificato che n’abbia la precisissima corrispon- denza de’ caratteri , la disporrà , o collocherà insieme coll’altre, in un apposito gabinetto o in una collezione o serie regolare, nei luogo che propriamente le appar- terrà di dover occupare. Una serie regolare di Conchi- glie disposte giusta questo piano , e composta di Con- chiglie , quali di maggiore , quali di minor costo , ed aventi una relazione continuamente progressiva coi di- segni compresi nelle Tavole che vanno annesse alla pre- sente operetta, può, chi siane voglioso, commetterla, od anche comperarla bella e fatta, da questi signori Mawe N.° 1 49* Strand, in Londra, presso a’ quali è da vedersi una collezione veramente magnifica e superba di quasi ogni maniera d’oggetti istruttivi, e dalla somma libera- lità de’ quali , non iscadente al confronto delPestesis- sime cognizioni che posseggono,, inesauribili sono i lumi, del pari che i sussidj, che possono ottenersi, a norma del bisogno , assai facilmente. DESCRIZIONE d’uN BUON NUMERO DI SPECIE TESTACEE. Tav. i.a Descrizione delle parti, onde consideransi come com- poste le Conchiglie Univalvi. Tav. 2.a 48 Descrizione delle parti , onde constano le Bivalvi , e le Molti vaivi. Tav. 3.a Fig. i.a Chiton scjuartiosus. Conchiglia composta di otto valve, e semistriata, avente la membrana marginale scagliosa o squamosa. Born. Mus. Caes. p. 5 , t. i , fig. i e 2. Esemplare esternamente d’un color verde d’ulivo , e per di dentro poi verdazzurro , verde-mare 0 del co- lore proprio dell’acquamarina. Le valve di mezzo 0 in- termediarie ne sono divise da ogni lato della scanala- tura centrale , in due parti, consistenti in un compar- timento o spazio triangolare striato dall’apice fino alla base , e d’un altro spazio poi marcato finissimamente e bellamente per lo lungo, giusta la direzione medesima della conchiglia } le valve terminali ne riescono ad un tempo striate e lunulate , o conformate in due mezze lune, e le squame, dispostene in sulla pelle 0 membrana marginale, ne sono distinte in divisioni nere e bianche alternanti tra esse. È dessa indigena, tanto della nuova Galles Meridio- nale , quanto eziandio dell’Oceano Indiano, e de’ mari che lambiscono l’America. Fig. 2.a Lepas tintiiinabulum. Conchiglia conica , ottusa , e ruvida 0 grezza. Lister. Conch. tab. 443 , fig. 205. Esemplare composto di sei valve verticali o dritte in piedi , di un colore rossiccio volgente al purpureo , >4g rigato o raggiato di bianco, e striato per lo lungo, ma molto più profondamente presso alla base} gl’intervalli, o gli spazietti intermediarj ne sono d’un colore di por- pora , che volge alquanto al bianchiccio , ma depressi e finissimamente striati in traverso. L’orificio , o l’aper- tura ne è triangolare, e l’opercolo ne consta di quattro vaivicine, due delle quali riescono più grandi delle ri- manenti. È dessa indigena del mare che bagna l’isola Sumatra. Fig. 3. Lepas anatìfera . Conchiglia compressa o schiacciatella , composta di cinque valve , ma piana poi e liscia , e piantata sopra un peduncolo , o portata da un apposito gambo. Lister. Conch. tab* 4^9 ? fig- 288. Esemplare di color bianco , ma avente un tal quale lustro perlaceo, 0 come usasi dire, uno splendore ana- logo a quello che suol avere la madreperla- il gambo, 0 peduncolo n’è coriaceo, di colore rosso o bruno, ru- gosetto poi , od alquanto corrugato presso alla conchi- glia, un po’ più pallido , ed anzi quasi translucidó verso la base} le valve ne sono finamente striate. Le due valve più grandi ne riescono trilaterali , od aventi tre lati , e curvilinee } le due superiori ne sono quasi affatto triangolari , e la quinta finalmente, o la valva di connessione , ne è curva, ristretta e rotondata per di dietro , ed è appunto quella che serve, a con- nettere , 0 a legar l’altre insieme. E dessa indigena poco meno che di tutti quanti 1 mari. L’esemplare , dal quale è stata tratta questa giostra figura, essendo morto da un pezzo e seccato , il pe- i5o duncolo non ne apparisce qui enfiato o gonfio , a quei modo che pure dovrebb’essere , e non conserva più il suo colore naturale, ma la pelle o membrana , che ne rimane aderente ai lembo marginale delle valve, ne rie- sce ancora di un colore rossiccio volgente al rancio. Fig. 4. Pholas candida . Conchiglia bislunga , e muricata da ogni lato, mercè delle strie, che vi si incrociano sopra frequentissime. Lister. Conch. tab. 435, fig. 278. Esemplare di color bianco, sottilissimo, per di den- tro liscio , levigato , polito e lucente , d’uno splendore che ha alcun poco dell’argentino, con amendue le estre- mità arrotondate* il dente del cardine, 0 della cerniera, n’è lungo, sottile e curvo \ il margine della cerniera n’è turgido^ e prolungatesi 0 sporgente all’infuora, con una piegatura che ne riesce , come chi dicesse, affilata e tagliente, ed incurvata poi anch’essa , ma verso la parte anteriore. Una delle sue valve accessorie finalmente n’è di forma lanceolata. È dessa indigena di molti mari, ed anche di queste nostre coste d’Inghilterra. Tav. 4-a Fig. i.a Cardine , 0 cerniera della Mya truncata. Fig. 2.a Mya truncata . Conchiglia ovata, e troncata 0 monca in sul suo mar- gine posteriore, con inoltre il dente della cerniera pro- lungato 0 sporgente in avanti cd ottusissimo. i5i Lister. Gonch. tab. 4^8 , fig. 20<> Esemplare di im bianco sporco 0 slavato, e ricoperto da una epidermide bruno-giallastra , 0 del colore pro- prio della cannella, la quale epidermide stendesi anche al di là della parte, che ne apparisce mozza 0 troncata} grosso poi 0 massiccio , convesso , marcato profonda- mente in traverso da strie irregolari, sbadigliante ed anzi quasi spalancato affatto alla sua estremità troncata, e per di dentro finalmente polito e levigatissimo. L’ampio dente solitario, che ha nel cardine 0 nella cerniera, ne riesce collegato 0 connesso colla valva opposta, mercè di una apposita cartilagine situata internamente. È dessa indigena , oltrp ad altre località , anche di queste nostre coste d’Inghilterra. Fig. 3.a Cerniera del Solen vagina. Fig. 4-a Solen eiisìs. Conchiglia lineare , ma alcun poco incurvata , colla cerniera munita di due distinti denti in una delle sue valve, ed uno solo poi nell’altra, , che s’inserisce fra que? due , 0 che , secondo che si suol dire , ingrana seco loro. Lister. Conch. tab. 411 5 %• 2^7* Esemplare di color bianco , marcato da strisce , e da tacche 0 macchie del cdore proprio della carne ani- male , ma volgente assai sensibilmente al turchiniccio 5 striato in trasverso d’una così fatta maniera, che verso la parte sua anteriore la conchiglia ne sembra quasi divisa in due distinti compartimenti triangolari, che se- guono la curvatura del suo lembo marginale inferiore} i5s riesce poi desso tutto quanto coperto da una epidermide translucida o semitrasparente di un colore olivastro, che inclina ai gialliccio. È dessa indigena eziandio delle nostre coste Inglesi ^ ma rinviensi ben anche in diversi altri mari. Fig. 5.a Solen radiatus. Conchiglia bislunga , di forma ovale , dritta poi e distesa , e liscia o levigata , con una maniera di costi- cina nel suo interno , che stendesi dalla cerniera infìno alla base* Lister. Conch. tab. 4 22 ? fig- 266. Esemplare di colore violetto , con sopravi quattro raggi bianchi* fragile poi e dilicato in sommo grado, e colla costicina bianca anch’essa , ma robusta e forte molto ^ la cerniera ne riesce callosa in amendue le valve, come in tuttaddue ne sono bifidi i denti. È dessa indigena propriamente de’ mari che lambi- scono le Indie Orientali. Tav. 5.a Fig. isa Cerniera della Tellina radiala . Fig. 2.a Tellina rugosa . Conchiglia ovata ,. con sopravi in traverso un buon numero di grinze, rughe 0 ripiegature ondate ^ la cer- niera n5è munita lateralmente di due denti, con inoltre un altro dente primario nella valva destra , e due bifidi poi nella sinistra. 1 53 Bora. Mus. Caes. tab. 2 , fig. 3 e 4- Esemplare in complesso di color bianco, che va voi-, gendo al giallognolo in vicinanza de’ becchi 0 rostri, e liscio poi, o levigato e polito per di dentro. È dessa indigena propriamente dell’Oceano Indiano, e de’ mari che bagnano l’Àmerica. Fig. 2.a Tellina planata. Conchiglia ovata, compressa o schiacciatella, alcun poco striata in traverso , ma d’altronde piana , liscia e polita , col suo lembo marginale tagliente od affilato. Bora. Mus. Caes. tab. 2 , fig. 9. Esemplare di colore rosso, volgente al purpureo, con alcune zone concentriche alquanto più pallide , e con una tinterella di giallo intorno a’ suoi becchi 0 rostri* riesce poi desso sottile , dilicato e quasi pellucido. È dessa , fra l’altre località, indigena anche lungo le coste della nostra Inghilterra. Fig. 4-a Tellina cornea. Conchiglia orbicolare , 0 sferoidale appianata , ma li- scia e polita^ di un colore analogo a quello del corno, e striata poi per trasverso. Lister. Conch. tab. 109, fig. i4- Esemplare , che per di dentro riesce di un color bianco sporcò , volgente al colore grigio delle ceneri , mentre al di fuori è invece di un bianco azzurrognolo, ma liscio poi, levigato e polito } le strie, che vi si scor- gono sopra in traverso, ne riescono disugualmente pro- fonde*, è desso inoltre coperto da una epidermide di un colore verde d’oliva bruniccio, sulla quale scorgonsi di- 1 54 verse fasce disposte in traverso, alquanto più scure, con una particolarmente di esse ancora più scura delle al- tre. I denti laterali ne sono bislunghi od allungati, ed inserentisi od ingrananti a vicenda, con questo di più, che i primarj ne riescono i più piccoli. Rinviensi indigena essa pure presso alle nostre coste della Gran Brettagna. Fig. 5.a Cerniera del Cardium echinatum. Fig. 6.a Cardium edule. Conchiglia antiquata, o solcata in due sensi opposti fra essi , con sopravi da venti a trenta costole roton- deggianti, e quasi chi dicesse, già una volta imbricate, ma co’ rilievi sciupatine alquanto dal lungo uso. Lister. Conch. tab. 333 , fig. 170, tab. 334 , fig- 17 1. Esemplare di un color bruno pallido , tendente al grigio della cenere verso al lembo suo marginale , con una macchia bruna scurissima, od anzi piuttosto nera- stra , sulla cavità interna della sezione sua anteriore. Questa conchiglia, comunissima qui fra noi in sulle piazze rinviensi a migliaja e migliaja d’individui , na- scosta nella sabbia del mare, sempre a piccolissima di- stanza dalla superficie, lunghesso le nostre coste Bri- tanniche. Fig. 7*a Cardium car dissa. Conchiglia ostentante a un di presso la forma d’un cuore, colle valve alquanto schiacciatene o compresse, e dentata poi, ad un tempo, e carenata } i becchi 0 ro- stri ne sono approssimati, 0 come chi dicesse, ravvicinati. 1 55 Li ster. Conch. tab. 3i8. Esemplare bianco affatto ed equivalse, o a valve uguali tra esse , colle costole obbliquamente disposte , e co’ rostri o becchi che incrociansene leggermente a vi- cenda , vale a dire sbagliatisi od intrudentisi , gli uni ne’ vuoti che lasciano tra essi i due che stanno loro opposti } l’impronta cordata o la incavatura che fa rassomigliare questa conchiglia ad un cuore, ne riesce marcatissima , ed assai bene pronunciata in sulla sua area ed il lato anteriore ne è poi quasi piano affatto o piatto , mentre il posteriore ne riesce per tutto con- vesso , eccetto Lhe soltanto verso il suo lembo mar- ginale. È dessa indigena propriamente dell’Oceano Indiano. Tav. 6.a Figi i.a Cerniera della Mactra lutraria. Fig. 2.a Mactra stultorum. Conchiglia translucida o quasi diafana, sottile, glabra, liscia e polita, e poi anche radiata, ma in un modo troppo poco pronunciato , sicché i raggi direbbonsene volontieri sciupati alquanto dal lungo uso} internamente inclina dessa al colore purpureo, e l’area ne riesce gobba o gibbosa. Lister. Conch. tab. 25 1. Esemplare di un colore bruno pallido, che volge un cotal poco al grigio della cenere , con sopravi alcuni raggi più pallidi ancora} ma poi minutamente striato in traverso. >56 È dessa indigena anche di queste nostre coste In- glesi , per tacerne l’altre diverse località. / Fig. 2.a Cerniera del Donax scortimi . Fig. 4*a Donax edenticnlata. Conchiglia che riesce ottusissima anteriormente , ed avente le labbra, quasi chi dicesse, crespe o pieguzzatc in traverso ^ col lembo marginale denticolato } del resto questa conchiglia medesima è poi anche striata per lo lungo. Li ster/ Condì, tab. 376, fig. 218 e 219. Esemplare in pieno di color bianco, ma con sopravi alcuni raggi leggermente purpurei, 0 d’un color di por- pora slavato } l’area n’è cordata 0 conformata a foggia d’un cuore , e la parte anteriore ne è profondamente segnata da strie decussate od incrociantisi vicendevol- mente. È dessa indigena, tanto de’ mari della nostra Euro- pa , quant’ancbe di quelli dell’America. Tav. 7.:‘ Fig. i.a Cerniera della Venus concentrica . Fig. 2.a Venus paphia. Conchiglia che ha pure ancora alcun poco della forma d’un cuore, con sopravi in traverso alcune pieghe 0 ri- piegature grossolane , dense o massicce , che vanno l$7 però assottigliandosi alquanto verso l’area* le labbra poi ne sono complicate. Lister. Conch. tab. 279. Esemplare nel fondo di color bianco, interrotto però da raggi, da tacche o macchie, ed anche da linee di colore bruno scuro } l’areola cordata ne è fosca 0 bruna essa pure , e le costole o costicine, dispostene per tra- verso , ne riescono larghe , ampie molto e convesse. Si è creduto che non occasionasse, se non un aumento affatto inutile di sezioni, il voler separare, come fece Gmelin nell’edizione che diè del 'Sy sterna natura di Linneo, quelle tali conchiglie che, come si è detto, riescono muricate per davanti, da quelle altre che non lo sono, ed aventi, in complesso, la forma quasi di un cuore. Non havvi in fatto se non una specie sola che sia muricata , ed è la Venus dionea e la Venus paphia ri- mane poi inchiusa in quella sezione medesima, la quale non ha assolutamente più diritto a quale si voglia spe- ciale distinzione , di quello che non abbianvelo molti individui affatto inermi , da che il margine dell’area ne è bensì grinzo , rugoso 0 pieguzzato , ma non già mu- ricato , come può scorgersi chiaramente nella figura. Fig. 3.a Venus edentula. Conchiglia subglobulare 0 tondeggiante , discoidea 0 lenticolare , striata in traverso, e sdentata poi, 0 senza denti. Lister. Conch. tab. 260 , fig. 96. Esemplare diafano, di color bianco e, quando è fre- sco , con una tinterella di rosso , al di dentro dorato , ed avente di forma ovata la sua sezione posteriore } taglientissimo poi lungo il margine , coll’area stretta , i58 dritta distesa , e co? suoi becchi o rostri rivolti verso Fareola. E dessa indigena propriamente delFOceano Americano. Fig. 4-a Venus literata. Conchiglia ovata, ma che per davanti direbbesi quasi angolare , striata, tanto in traverso, quant’anche secondo la lunghezza, ondulata poi o disegnata ad onde, e grezza o ruvida verso gli spazj. Lister. Condì, tab. 402 , fig. 246. Esemplare di un. color bianco fosco, o piuttosto bru- niccio, con una linea 0 riga bruna angolare, 0 con una foggia di caratteri foschi , 0 bruni anch’essi , e disposti quasi a raggi 5 la cavità del legamento ne riesce lun- ghetta ed alquanto ampia od allargata , e i becchi 0 rostri ne sono estremamente piccoli. E dessa indigena e frequente ne’ mari Europei , ma più rara assai in quelli dell’Indie. Fig. 5.a Cerniera della valva più piatta od appianata dello Spondylus gaedaropus . Fig. 6.a Spondylus gaedaropus. Conchiglia leggermente orecchiuta , ma poi anche spinosa. Lister. Conch. tab. 206 , fig. 4°- Esemplare in pieno di color bianco volgente al giallo rancio presso al suo lembo marginale } pettinato poi , o conformato quasi a modo d’un Pettine , con alcune costole 0 costicine insieme aggruppate 0 confusamente ^9 intrecciantisi sulla sua valva superiore , mentre l’infe- riore ne riesce invece tubercolosa e grezza, rozza o sca- bra, e pettinata poi obbliquamente. È dessa indigena, non meno del nostro mare Medi- terraneo, che dei mar Rosso, dell’Oceano Indiano e dei mari che lambiscono F America.* Le varietà di questa specie sono oltremodo numerose } quelle, che ne sono munite di spine o d’aculei, sono più delle altre apprez- zate, ed anzi il pregio, e per conseguenza anche il va- lore, ne crescono in proporzione della lunghezza, e della bellezza di queste loro propaggini od appendici. Tav. 8.a Fig. i.a Gerniera della Chama gigas. Fig. 2.a Chama gigas. Conchiglia plicata o pieguzzata, avente le costole o costicine formate da squame o scaglie convesse' ed inar- cate, o curvate ad arco} la sezione posteriore ne riesce mezzo aperta y socchiusa o sbadigliante. Lister. Conch. tab. 35 1, fig. 189. Esemplare di colore bianco candido } l’apertura 0 la fenditura, che osservasene sbadigliante nella sezione sua posteriore , riesce come lanceolata , mentre poi la cir- conferenza ne è tumida, gonfia e crenata , sbeccata 0 merlata*, il lembo marginale di questa conchiglia è esso pure crenato ó merlato, ma molto più profondamente - ed il cardine, 0 la cerniera se ne scorge fornita per davanti di un dente anteriore, oltre al callo, 0 a quella maniera di callosità, che è comune a tutto quanto il genere. i6o È clcssa indigena propriamente dell’Oceano Indiano. Fig. 3.à Cerniera dell’arca granosa. Fig. 4-a Arca tortuosa. Conchiglia di forma quasi parallelepipeda, ma striata, colla sua valva maggiore carenata obbliquamente. D’Argenville , Concb. tab. 19, fig. 1. Esemplare di color bianco, striato, tanto per lo lungo, quant’eziandio in traverso , colle due valve assai dissi- mili Funa dall’altra, e molto bistorte, e col lembo marginale alquanto sbeccato , 0 leggermente crenato. È dessa pure indigena propriamente dell’Oceano In- diano. Fig. 5.a Arca Nohae. Conchiglia bislunga , striata , e smarginata od emar- ginata presso all’apice } i becchi o rostri ne riescono distanti molto , e il lembo marginale ne, è socchiuso o sbadigliante. Lister. Concb. tab. 368, fig. 208. Esemplare di colore bianco, ad un tempo, eEruno , c di forma, più che altro, romboidale \ il lembo marginale esterno ne è sbeccato o crenato , mentre l’interno ne è integro od intatto } sull’area poi scorgonvisi alcune ri- ghe, 0 strie, 0 linee brune ed angolose, con qualche im- pronta, o marca impressavi. E dessa indigena, non meno del nostro mare Medi- terraneo, che del mar Rosso ^ dell’Oceano Atlantico, e de’ mari Indiani. / i6i Fig. 6.a Arca granosa. Conchiglia conformata quasi alla maniera d’un cuore, con alcune costole o costicine mancate. Lister. Conch. tab. 241 ,• fig. 78. Esemplare di color bianco, e di forma quasi decisa- mente equilatera, con sopravi da venti costole, 0 costi- cine , tubercolate e munite di spine ottuse , o d’aculei. E dessa indigena, tanto dell’Oceano Indiano , come de’ mari d’America. Fig. 7-a Arca glycymerìs. Conchiglia a desco tondeggiante 0 quasi orbicolare , ma gobba poi 0 gibbosa, e leggermente o dilicatamente striata. ’ Lister. Conch. tab. 247 , fig. 82. Esemplare nel fondo di color bianco , ma marcato poi , tanto da fasce irregolari ed interrotte , dispostevi Sopra in traverso, quanto eziandio da linee 0 strie, 0 ri- ghe angolose , tutte quante di un colore bruno rossic- cio^ bianco poi al tutto perdi dentro } le strie, o strisce che scorgonvisi sopra, e per lo lungo ed in traverso, ne sono esili affatto 0 sottilissime , e la cerniera 0 il car- dine ne è curvo 0 piegato ad arco. E dessa indigena di molti mari, e tra gli altri, anche di. quello che bagna le coste d’Inghilterra, Tav. 9.a Fig. r.a Ostrea radula. Conchiglia quasi equivalve , con sopravi dodici raggi Conchiologia 1 1 i6a convessi, oltre a ben molte righe o strisce decussate od incrociantisi , e sbeccate poi o crenate. Lister. Conch. tab. 175, fìg. 12. Esemplare che è in fatto del doppio più grande che non ne importi la qui datane figura, e di colore nel fon- do bianco, sebbene riesca poi tempestato di macchiette bruno-rossicce^ ha desso rozze, grezze 0 scabrose quelle propaggini, che se ne sogliono indicare col nome d’o- recchie , e che ne sono poi anche obbliquamente ripie- gate od inclinate ad angolo ottuso sul corpo della con- chiglia. È dessa propriamente indigena soltanto , per quanto almeno se ne sa , dell’Oceano Indiano. Fig. 2.a Ostrea varia. Conchiglia decisamente equivalve , con sopravi da trenta raggi a un dipresso , compressi , aspri , rozzi 3 scabrosi e spinosi \ l’una delle sue due così dette orec- chie ne riesce qui molto più piccola dell’altra. Lister. Conch. tab. 178, fig. i5. Esemplare di un colore bruno giallastro, con sopravi macchie nuvolose di un colore più fosco 5 è desso al- quanto convesso , ed i raggi ne sono spinosi bensì ma colle spine che quasi direbbonsene smussate 0 consu- mate dal lungo uso fattone , e con alcuni interpostivi spazj non striati ^ l’orecchia più piccola ne riesce spi- nosa anch’essa , mentre sulla più grande scorgonsi di- verse grinze 0 pieghe rugose , con inoltre poi cinque spine per di sotto. E dessa indigena di parecchj mari , e rinviensi ben anche frequente lungo le coste d’Inghilterra. 1 63 Fig. 3.a Ostrea fasciata. Conchiglia anch’essa cquivalve , con soprayi da venti raggi aspri o scabrosi, e cogli spazii o solchi interpo- stivi striati } le orecchie ne sono tra esse uguali e pic- colissime. Lister. Conch. tab. 177, fig. i4» Esemplare di colore affatto bianco , pellucido 0 quasi diafano, boccheggiante 0 mezzo aperto da ambo i lati , per di dentro striato finissimamente , e col lembo suo marginale sbeccato , minutamente merlato , 0 come suol dirsi , crenato. È dessa indigena propriamente dell’Oceano Atlantico. Fig. 4-a Ostrea Jolium. Conchiglia ovata, ottusamente pieguzzata lungo i lati, e sempre parassita. D’Argenville Conch. tab. 19 F. Esemplare di un colore bruniccio , volgente ai pur- pureo pallido, sicché quasi direbbesi epatico, 0 del co- lore del fegato, inclinante per di sotto al bianco più che altro } sul cardine 0 sulla cerniera vi si scorge un seno triangolare ^ la valva superiore ne riesce turgida od en- fiata verso la parte sua mezzana , ruvida poi molto 0 grezza , e con sopra dispostevi in traverso parecchie costole 0 costicine da ambe le parti* la valva inferiore, che ne è ad un tempo la più piccola, ne riesce piatta od appianata , e scanalata poi in sulla parte sua cen- trale 0 mezzana. E dessa indigena propriamente dell’Oceano Indiano. Fig. 5.a Ostrea isogonum. i64 Conchiglia equivalve e lobata, col suo lobo maggiore formante angolo retto col cardine o colla cerniera. * Rumph. Mus. tab. 4 7.1. Esemplare che, quanto ai colore, volge in pieno ma- nifestamente al violetto , ombreggiato però di nero , e per di dentro poi margaritaceo , 0 del colore proprio delle perle 0 della madreperla^ lamelloso d’altronde, e col rostro 0 becco socchiuso , mezzo aperto 0 boc- cheggiante. E dessa indigena quasi esclusivamente de’ mari del- l’Indie e d’altri anche più meridionali. Tav. io.a Fig. i.a Anomia vitrea . Conchiglia rotondeggiante^ discoidea o quasi orbico- lare, e ventrieosa poi 0 panciuta, jalina, e sottilis- sima od estremamente dilicata } la valva inferiore ne è armata di due raggi ossei alla cerniera , oltre a’ soliti suoi denti laterali, mentre nella valva superiore altro non emerge di rimarchevole, se non l’apice, 0 la punta, che n’è ad un tempo prominente e traforata 0 pertugiata. Born. Mus. Ces. p. 116, vign. Esemplare di un colore gfigio di cenere pallidissimo, e striato poi in traverso, 0 rigato da strie non percet- tibili se non a stento. — La figura qui da noi datane, rap- presenta unicamente la parte interna della valva supe- riore di questa conchiglia , co’ denti laterali , onde n’è armato il cardine , 0 la cerniera. E dessa indigena anche del nostro mare Mediter- raneo» 1 65 Fìg. 2.a Attornia ephippium. Conchiglia discoidea rotondeggiante, o quasi orbico- kre anch’essa , rozza poi o ruvida , e superficialmente disegnata ad onde } la valva sua la più piana od ap- pianata ne riesce eziandio traforata. Lister. Conch. tab. 204 j» fig* 38. Esemplare di colore bianco, colla sùa valva convessa volgente al color di porpora, che verso Papice va facen- dosi sempre più carico } d’un bianco argentino poi , tanto per di dentro , come per di fuori -, quasi traspa- rente 0 translucido, fragile molto, e piuttosto lamelloso. È dessa indigena , non meno dell’Oceano Indiano , che de’ mari Americani. Fig. 3.a Gertìiera 0 cardine, de\V Attornia sella. Fìg. 4-a Mytilus Jrons. Conchiglia pieguzzata , con uno de* suoi labbri sca- broso , o ruvido. Born. Mus. Ces. p. 121 , vign. fig. 6. Esemplare di colore rossiccio, e di forma ovale, più che altro, col lembo suo marginale pieguzzato da ambe le parti , e denticolato , colla valva inferiore liscia e polita , ma scanalata nel bel mezzo , mentre la valva superiore ne riesce scabrosa 0 ruvida , con sopravi al- cuni punti salienti 0 rilevati lungo il lembo marginale, e con inoltre una costola 0 costicina rilevata 0 spor- gente nel centro. E dessa indigena propriamente dell’Oceano Americano. i66 Fig. 5.a Mytìlus margaritif erus. Conchiglia compressa o schiacciata , piaga , e quasi orhicolare* la cerniera o ii cardine ne riesce disposto in traverso , ìmbricato , ed avente le sue laminette den- tate in forma quasi di raggi. Lister. Condì, tab. 223, fig. 57. Esemplare di colore biancastro nel fondo , con so- pravi diversi raggi di colore chermisino, ma per di den- tro poi di un colore rammentante quello della madre- perla } finch’è ancora giovane molto, questa conchiglia non suole aver mai quelle sue squame o scaglie denti- formi , che osservaronsi talora in alcuni individui in- vecchiati, il cardine 0 la cerniera n’è dritta distesa af- fatto , e precisamente della lunghezza medesima , che può avere in pieno la conchiglia intiera. È dessa propriamente indigena dell’Oceano Americano. La conchiglia, di cui diedimo qui ora noi la figura , offre agli studiosi una varietà distinta, e ben differente, non meno per ragion di mole , che per altri riguardi , da quella dell’ Indie Orientali , che porta propriamente le belle Perle Orientali. Fig. 6.a Mytilus edulis . Conchiglia piana, liscia c polita, di colore violetto; colle valve per davanti, più che altro, carenate, e tron- che poi 0 rintuzzate posteriormente , e co’ suoi becchi o rostri aguzzi , 0 terminanti in una punta acuminata. Lister. Conch. tab. 362, fig. 200. Esemplare di colore intensamente violetto, co? rostri 0 becchi bianchi, ed avente poi in complesso la forma alcun poco triangolare. E dessa indigena di parecchj, ed anzi di molti mari i6y diversi , al fondo de’ quali è stata trovata talora ade- rente , e saldamente attaccata mercè di un tal quale Bisso, in grandi ammassi. Questa Conchiglia, parlando così in generale, è da molti conosciuta e qualificata an- che col nome di Mitilo comune. m Tav. n.a Fig. i.a Pinna pedinata. Conchiglia striata in traverso , e che riesce crespa , rugosa o pieguzzata verso la sua base. Guaìt. Test. tab. 79 , A. Esemplare di un colore che rammenta quello che suol essere proprio del corno, quasi direbbesi qua e là an- nuvolato da macchie più oscure : contanvisi sopra da circa dieci costicine 0 costole obsolete , 0 quasi sciu- pate dal lungo uso fattone , e convergenti verso la estremità, che ne riesce più sottile ^ triangolare poi, quanto alla forma , jalino e fragile. Costituisce questa una varietà liscia e polita. È dessa indigena, non meno de’ mari dell’India, che di quelli della nostra Europa. Tav. i2.a Fig. i.a Argonauta Argo. Conchiglia avente la carena leggermente dentata in ambidue i lati. . Lister. Conch. tab. 2^4 e 2 55. Esemplare di color bianco, con sopravi alcune costole 0 costicine lisce e polite , ondeggianti o procedenti i68 ad onde , e biforcate ^ i denti della carena ne riescono di color bruno carico verso l’apice } oltre a ciò questa conchiglia riesce poi ancora ad un tempo in sommo grado sottile e fragile. E dessa indigena, così del nostro mare Mediterraneo, come anche de*' mari delFlndia. Fig. 2.a Nautilus pompilius. Conchiglia avente la sua bocca od apertura così fat- tamente conformata^ da rammentarci, più che altro , la forma d’un cuore, con inoltre le anfrattuosita de’ suoi giri spirali ottuse, e lisce ad un tempo o polite. Lister. Conch. tab. 55o , fig. i e 3. Esemplare di color bianco , con sopravi parecchi raggi, ed alcune strisce contorte o flessuose di un colore giallo bruniccio o tannò , e colle anfrattuosità de’ suoi giri spi- rali interni di un color bruno più carico ancora, o quasi direbbesi, del colore del caffè \ la superficie interna ne è vagamente margaritacea , o n’è come bellamente spal- mata di madreperla. Il così dettone umbilico poi ne è pervio o ne riesce aperto. E dessa indigena, così dell’Oceano Indiano, come dei mari che stanno d’intorno all’Affrica. Fig. 3.a Nautilus spirala. Conchiglia avente la sua bocca od apertura rotondeg- giante , colle anfrattuosità de’ suoi giri spirali , che quasi direbbonsi di forma cilindrica , e distanti J’una dall’altra, o rimote. Lister. Conch. tab. 55o , fig. 2. Esemplare di color bianco, per di dentro come spai» mato di madreperla, e colle anfrattuosità de1 giri spirali, che ne vanno gradatamente decrescendo verso l’apice o verso la punta della spira con questo poi di più che l’ultima di tali sue anfrattuosità ne riesce excentrica, e continuante , quando almeno la conchiglia ne è perfetta_, in un tubo lungo, stretto, cilindrico, diritto e disteso. Havvi inoltre ancora un sifoncino o canaletto lateral- mente. È dessa indigena ne’ mari dell’omerica , del pari che nell’Oceano Indiano. Tav. i3.a Fig. i.a Conus virgo. Conchiglia di forma conica, avente la sua base- di un colore azzurrognolo. Lister. Conch. tab. 7^4 5 fig- 2. Esemplare di un colore giallo pallido, colla base poi di un colore che, essendo nel fondo turchinìccio, volge bellamente al color di porpora. Conchiglia questa d’al- tronde liscia e polita. È dessa indigena propriamente dell’Oceano Affricano. Fig. 2.a Conus ebrcteus. Conchiglia di forma ovata , e di color bianco , con sopravi in traverso alcune fasce formate tutte quante da macchie nere insieme coacervate per serie. Lister. Conch. tab. 779 , fig. s5. Esemplare di colore rossiccio, con sopravi certe mac- chie disposte in figura di parallelogrammi di un colore nel fondo nero ma che volge al purpureo. 170 È clessa indigena propriamente de’ mari dell’India. Fig. 3.a Conus textile. Esemplare marcato da venature gialle, dispostevi so- pra in forma di reticelle, alle quali aggiungonsi ezian- dio alcune macchie, in parte gialle, ed in parte brune. Lister. Conch. tab. 778 ^ fig. 40. Conchiglia di color bianco , con sopravi tre distinte fasce interrotte di colore rancio, 0 d’un giallo che ram- menta il colore della corteccia d’arancio. È dessa propriamente indigena de’ mari Asiatici. Fig. 4-a Conus tulipa. Conchiglia bislunga, gibbosa 0 gobba, liscia e po- lita, colla bocca od apertura alquanto effusa , 0 che se ne va dilatandosi gradatamente. •Lister. Gonch. tab. 764 , fig* i3. Esemplare di color bianco, con sopravi diverse mac- chie nuvolose , in parte azzurrognole , ed in parte poi rosse e gialle-, trasversalmente interrotte da parecchie linee di un color di marrone 0 di castagna*, l’apertura, o l’orificio ne riesce turchiniccio , colla base marcata da strie, righe 0 strisce obblique_, alquanto rilevate, ma che si direbbono obsolete , o sciupate alcun poco dal lungo servire , e la spira n’è acuta , liscia , glabra , piana e polita , ma poi macchiata , e finissimamente striata in traverso. E dessa indigena degli Oceani che circondano le In- die , l’Affrica e l’America Meridionale. Tav. i4.; Fig. i.a Cypraea arabica. Conchiglia quasi turbinata ^ e come disegnata a tratti di forma tale_, che. rammentano, più che altro, i caratteri alfabetici d’una lingua orientale, con una fascia o benda semplice dispostavi sopra nel senso di sua lunghezza. Lister. Conch. tab. 65 g. Esemplare, sopra di cui scorgonsi certe macchie bianco- azzurrognole, tra le quali alcune ve n’hà sparse di color bruno, mentre altre ne sono confluenti, in parte brune, ed in parte porporine lungo i lati, che ne riescono come ingrossati* per di dentro poi il colore ne suol essere vio- letto alquanto pallido , le labbVa ne sono un tantino ar- rotondate, e i denti ne sono bruni. Questa seconda varietà di Ciprea Arabica differisce così fattamente dalla prima, che per poco si potrebbe , senza che ciò sconvenisse, formarne una specie al tutto distinta. La forma della prima riesce ad un tempo più lunga, e più stretta, ben più allungata presso alla sua base, e depressa poi, o non rilevata lungo il dorso, colle labbra perfettamente piane od appianate , o alcun poco concave , e senza macchie affatto , co? denti che ne sono di un color bajo, o come chi dicesse, di un marrone pallido o di color castagno^ mentre in vece nella seconda le labbra ne sono piuttosto convesse, con una grande mac- chia bruna, o del colore grigio proprio delle ceneri, in sulla colonnetta, e co’ denti d’un color bruno intenso, quasi analogo a quello del caffè tostato. Quella maniera di disegno, che già ne accennammo come caratteristica, a foggia quasi di scrittura arabica od orientale, n’è molto più distinta nella prima varietà , che non sialo poi nell’ultima, e ne riesce anche meno interrotta da linee reticolate. I72 È dessa indigena propriamente dell’Oceano Indiano. ' : ■ ' - > • ' ■’ " '■ WùA '&■ Fig. 2.a Cypraea caput- serpentis. Conchiglia gobba, o gibbosa ad un tempo, ed osten- tante in complesso una figura triangolare , alcun poco ottusa presso alla sua base. Lister. Concb. tab. 702, fig. 5o. Esemplare di colore bruno nel fondo , ma macchiato poi di bianco nella parte sua superiore, con inoltre una macchia bruno-pallida 0 lionata ad amendue le sue estremità, mentre per di sotto poi riesce bianco affatto. E dessa propriamente indigena dell’Isola di S. Mau- rizio. Fig. 3.a Cypraea lurida. Conchiglia alcun poco turbinata, ma lurida 0 di tri- sto colore , e leggermente fasciata*, le estremità ne rie- scono quasi del colore di terra gialla, con sopravi due macchie nere. Lister. Concb. tab. 671, fig. 17. Esemplare di colore affatto bianco per di sotto , ma per di sopra oscuramente macchiato da due fasce, bende o zone di un colore grigio di cenere piuttosto pallido. E dessa indigena, non meno del mare Mediterraneo, che dell’Oceano Atlantico. Questa specie, nell’edizione del Sy stema naturae di Linneo fatta dallo Gmelin, trovasi collocata nella prima sezione di questo medesimo genere , ma qui è stata scelta da noi piuttosto come un esempio della terza , atteso che è dessa di gran lunga più manifestamente umbilicata di quello che in fatto noi siano parecchie di quelle, alle quali un così fatto epiteto è stato applicato. >7 3 Fig. 4*a Cypraea moneta . Conchiglia marginata, grumosa, noderosa o bernoc- coluta, di color bianco» Lister. Conch. tab. 709 , fig. 5g. Esemplare di un colore bianco volgente al rosso di porpora in sul suo dorso , ed avente poi in sul così dettone labbro esteriore, una serie di nodi 0 bernoccoli rilevati, con uno consimile eziandio, ma solo poi ed iso- lato, presso alla parte anteriore del suo labbro interno. Fig. 5.a Bulla volva. / Conchiglia birostrata , co’ suoi due becchi o rostri allungati 0 bislunghi , aguzzi , e striati. Lister. Conch. tab. 71 1 , fig. 63. Esemplare di color bianco in complesso , ma avente per di dentro una tinterella carnicina } sottile poi, e di forma quasi sferica 0 subglobulare , leggermente striato in traverso, e co* suoi becchi, 0 rostri alquanto ripie- gati. all’indietro. È dessa indigena propriamente del mare che sta d’in- torno alla Giamaica. Fig. 6.a Bulla ficus. * Conchiglia obovala, 0 di forma quasi ovale, clavata , 0 conformata in foggia di clava , e striata poi in due sensi per modo da apparire, per dir così, coperta d’una reticella * il becco 0 rostro ne è sporgente all’infuora , e la sutura della spira ne riesce obliterata , 0 come chi dicesse distrutta. Lister. Conch. tab. 75 1 , fig. 4 6 ? a. Esemplare di color bianco nel fondo, con punti , e 174 con macchie sparsevi di color bruno volgente alquanto al purpureo, o di un colore, come suol dirsi, epatico, ed inoltre con cinque bende o fasce bianchicce irrego- larmente dispostevi in traverso} la superficie interna ne rie- sce liscia, lustra e polita, di un colore lillà o gridellino} l’apertura o la bocca ne è ampia, allargata, ed il becco o rostro ne riesce aperto , e per di dentro vóto. E dessa indigena , così de’ mari dell’America , come dell’Oceano Indiano. Questa specie rassomiglierebbe molto ad un Murice , se il canale non ne fosse ampio troppo , e non mai contratto al primo entrare nell’orificio, o nell’apertura , e se questa apertura medesima non si aprisse piuttosto a poco a poco, o per gradi, nel becco o rostro, e non mai tutt’a un tratto e subitaneamente, come succede in ogni vero Murice } il labbro esterno ne riesce presso a poco dritto disteso, e non già compresso verso la co- lonnetta nella parte inferiore del corpo della conchiglia. Questa conchiglia non può quindi in conto alcuno con- siderarsi come spettante al genere de’ Murici, nè molto meno poi a qualsivoglia altro genere, eccettuatone il presente genere Bulla} tanto più che, oltre a questi due, non v’ha alcun altro genere di conchiglie o di testacei, che trovisi fornito d’un becco allungato, e dritto disteso, a quel modo che qui pure testò accennammo. Fig. 7»a j Bulla amplili a. Conchiglia arrotondata, e affatto opaca, col vertice ombilicato. Lister. Conch. tab. 7 1 3 , fig. 69. Esemplare di un colore bruno rossiccio piuttosto pal- lido , sparso di macchie del color grigio delle ceneri , i75 e con inoltre due fasce o bende più scure, e la colon- netta ne riesce coperta od occultata dal labbro interno, che n’è bianco affatto. È dessa indigena di tutti quanti i mari. La varietà, a cui spetta propriamente l’esemplare qui da noi raffiguratone , suol differire sempre da quella, che non porta le due bende o fasce accennate qui sopra anche, e segnatamente per questo, che il labbro esterno n’è ad un tempo più rotondo, e più espanso o dilatato. Fig. 8.a Bulla terebellum. Conchiglia di forma cilindrica , colla spira subulata o lesiniforme , e con tronca o mozza poi la sua base. Lister. Conch, tab. 736, fig. 3o, 3i. Esemplare di color bianco nel fondo , ma sparso in traverso di linee d’un colore giallo d’ocra, alcune delle quali ne sono disposte, come suol dirsi, a zigzag. E dessa indigena propriamente dell’Oceano Indiano. Tav. i5.a Fig. i.a doluta auris-midae. Conchiglia coarctata o ristretta, di forma ovale, al- quanto bislunghetta , colla spira rugosa , rozza o ru- vida , e colla colonnetta armata di due denti distinti. Lister. Conch. tab. io58, fig. 6. Esemplare di color bruno , solido, e sodo molto, e quasi diremmo, massiccio, pieguzzato, o piuttosto grin- zuto per lo lungo, e striato poi in traverso} l’apertura o la bocca ne riesce bianca , cerea , o d’una apparenza 176 simile a quella della cera, un po’ lunghetta ed alquanto più allargata verso la base della conchiglia, nella quale coniatisi inoltre sei giri ^ sei anfrattuosita spirali, o sei circonvoluzioni distinte e ben marcate. E dessa propriamente indigena dell’Oceano Indiano. Fig. 2.a Voluta oliva. Conchiglia polita, 0 lustra e levigata, avente la colon- netta obliquamente striata. Lister. Conch. tab. 719, fig. 3, Q. Esemplare di color bianco , con sopravi parecchie strisce bruno-rossicce pallidissime,, oltre ancora a due distinte fasce 0 bende obsolete , 0 quasi sciupate dal lungo uso fattone. E propriamente indigena essa pure dell’Oceano In- diano. Le varietà di questa specie sono cosi fattamente nu- merose , e molte di esse s’avvicinano cotanto nel loro aspetto alle specie ispidula ed utriculus , che a tutto stento riesce possibile il distinguernele^ tanto più che i caratteri di tutte e tre queste specie sono troppo male definiti, e risultano applicabili indistintamente a cadauna di esse. Sarebbe forse stato migliore il partito d’ascri- vere alla specie oliva tutte le Volute aventi la loro spira appianata, confinando nella specie utriculus quelle altre che hanno la spira lunga assai , e riserbandone tutte le rimanenti specie intermediarie per la specie ispidula ^ eà in tal caso l’esemplare qui annesso verrebbe ad essere appunto piuttosto una varietà della Voluta ispidula , che non altra cosa. Fig. 3.a Voluta persicula . 177 Conchiglia levigata, lastra o polita, colla spira rin- tuzzata ad un tempo ed ombelicata, colla colonnetta avente sette distinte pieghe, e col lembo marginale del suo labbro esterno crenato o minutamente merlato. Lister. Conch. tab. 8o3 , fig. 9. Esemplare di color bianco nel fondo, ma con sopra dispostevi in traverso alcune linee 0 righe di colore castagno. È dessa indigena dei mare che lainbe le coste del- l’Affrica, e rinviensi frequentissima presso al Senegal. Fig. 4-a doluta papalis. Conchiglia emarginata, e striata poi per traverso ; il lembo marginale de’ giri, delle circumvoluzioni, o delle anfrattuosità spirali, del pari che il labbro esteriore, ne riescono serrati, e denticolati 0 minutissimamente den- tati , e sulla colonnetta contanvisi quattro distinte pieghe. Lister. Conch. tab. 84° , fig. 68. Esemplare anch’esso di color bianco, con sopravi al- cune grandi e larghe macchie di un colore rosso gial- liccio. Questa seconda varietà differisce essenzialmente, sotto pareccbj riguardi, dalla prima} essa riesce sempre in confronto assai più piccola, mentre è ben raro che ecceda la; grandezza qui nella figura attribuitale, quando invece l’altra è generalmente lunga da tre fino a sei pollici } oltredichè poi il lembo marginale denticolato , 0 minutissimamente merlato de’ giri spirali, o delle sue anfrattuosita, non ne riesce compresso verso la sutura , la serie triplice di punti impressivi 0 scolpitivi sopra m traverso n’è più distinta e manifesta, eie infossature od impressioni ne riescono più profonde in sul corpo, di quello, che noi siano nella parte superiore della spira, Conchiologia 1 2 178 e le macchie rosse ne sono più ampie, in proporzione della grandezza della conchiglia, e nello stesso tempo più pallide} finalmente il labbro esterno non ne riesce denticolato, 0 minutissimamente merlato, come abbiam detto esserlo neìl’altre. È dessa indigena propriamente dell’Oceano Indiano. Ifig. 5.a Folata glatis. Conchiglia di forma cilindrica, avente la colonnetta munita di tre denti ed emarginata, ed avente inoltre la bocca 0 l’apertura effusa, e sporgente all’infuora. Chemn. Conch. io, tab. 148, fig.e 1893 e 1394. Esemplare di un colore bruno gialliccio, analogo a quello della cannella, ed avente obsoleta, o quasi consumata dal lungo uso , la sutura delle anfrattuosità spirali. E dessa propriamente indigena delle coste le più Orientali dell’Affrica. Tav. i6.a Fig. i.a Buccintim dolium. Conchiglia ovata, circondata tutt’ all’ intorno, 0 come accerchiata da diverse costole 0 costicine dispostevi in traverso , appianate e distanti le une dalle altre , col becco 0 rostro alquanto prominente. Lister. Conch. tab. 899. Conchiglia di color bianco, con macchie riquadrate di un color giallo di ocra in sulle fasce, che ne sono rilevate} sottilissima poi, ed avente bistorta, 0 tutta quanta contorta , la sua colonnetta. È dessa indigena ad un tempo de’ mari che bagnano le coste della Sicilia, dell’ Affrica , e dell’Indie Orientali. 79 Fig.a 2. Buccinimi areola. Conchiglia quasi striata, circondata tutt^all’intorno od accerchiata da quattro serie di macchie quadrilatere } colla bocca od apertura dentata, e col becco ricurvato o curvatone ali’indietro. Lister. Conch. tab. 1012. Esemplare di color bianco , con una lieve tinterella bruniccia, e con bianca poi anche l’apertura, o la sua bocca} le macchie sparsevi per entro, ne sono però di color bruno pallido ; la conchiglia dei resto riesce qui striata per traverso , col lembo marginale interno del suo labbro esteriore dentato. È dessa indigena, tanto del nostro mare Mediterraneo, com’anco deiPOceano Indiano. Fig. 3.a Buccinimi vibex. Conchiglia affatto piana, liscia ed equabile, legger- mente pieguzzata , e coronata poi da tubercoli obsoleti , 0 come chi dicesse, mezzo sciupati dal lungo uso fattorie. Lister. Conch. tab. ioi5, fig. 73. Esemplare di un color bianco, che volge alcun poco al purpureo, con sopravi due fasce, bende o zone bruno- pallide , confuse molto, 0 piuttosto mal pronunciate, e con inoltre diverse strisce longitudinali, a foggia d’onde, alcun poco tassellate 0 scaccate, mercè d’alcune linee, come suoi dirsi, obsolete, o quasi consunte dal lungo uso fattorie , e di certi punterelli bruni ne’ luoghi di loro mutua intersezione } oltre di che poi scorgonvisi ancora alcune taccherelle, 0 macchie allungate, di colore bruno carico, 0 del colore proprio del caffè tostato, in sul lab- bro esterno. E dessa indigena, non meno dell’Oceano Americano e dell’Indiano , che dei nostro mare Mediterraneo. 1 iBo Le specie Linneane Buccinimi erinaceus } e Buccinum vibex , sono tanto manifestamente simili , per non dire anzi identiche, e sono così insensibili le gradazioni^ colle quali in esse si passa dalla superficie pieguzzata e co- ronata, alla superficie piana, liscia ed uniforme, che i caratteri di entrambe ne sono stati rjui riuniti sotto il nome specifico di vibex , come decisamente appropriato a racchiuderle amendue. L’esemplare qui raffigurato serve propriamente d’anello di colleganza tra esse , in grazia soprattutto di ciò , che le anfrattuosità de? giri , o le circumvoluzioni superiori, ed una gran parte anche delle inferiori, ne riescono perfettamente lisce, piane e polite e che tanto le pieguzze , quanto eziandio le papille non istendonsene se non ad una picciolissima distanza dal labbro esteriore. Nella tavola 24 si troverà incisa una conchiglia giovane di questa fatta, che pe’ rimanenti suoi caratteri sarebbe un Buccinum erinaceus ; mentre a ri- guardo della forma è da ritenersi piuttosto per un Bucci- nimi vibex. Ma però quella macchia particolare di color nero, che porta dessa costantemente all’estremità della Coda , diviene una prova più che sufficiente della identità della specie in queste così fatte conchiglie d’età diversa. Fig. 4-a Buccinimi pullus. Conchiglia gobba o gibbosa, ed obbliquamente striata. Lister. Concb. tab. 97 1 , fig. 26. Esemplare del color grigio; proprio delle ceneri, con una fascia, p benda biancastra} le labbra ne riescono bianche affatto, lisce, levigate, polite in sommo grado} jl labbro esterno essendone per di dentro dentato, questa conchiglia scorgesi poi anche obbliquamente pieguzzata. E dessa indigena generalmente di tutti quanti i mari della nostra Europa. iBi Fig. 5.a Buccinimi patàlum. Conchiglia muricata, col suo labbro esteriore crenato, o minutamente dentato, e colla sua colonnetta appianata, leggermente concava , e conformata a foggia di falce. Lister. Conch. tab. 989, fig. 4g. Esemplare di color bianco, con sopravi certe strisce, righe 0 linee di color bruno, dispostevi per traverso, e non senza qualche tubercolo tra mezzo disseminatovi 5 le righe o strisce brune ne riescono qua e là più 0 meno confluenti , in modo da formarvi per lo lungo , quasi chi dicesse, alcuni raggi bruno-scuri, con qualche zona 0 ciarpa in traverso:, per di dentro poi questa conchiglia riesce azzurrognola, ma lascia travedere, a traverso della sostanza onde la conchiglia è formata, le bende, le ciarpe 0 le fasce esteriori , e il labbro columellare ne riesce di un vivace colore di arancio. E flessa indigena, tanto de’ mari delPAffrica, quant’an- che di quelli dèli’ America. Fig. 6.a j Buccumm spiratala. Conchiglia liscia e polita, avente le anfrattuosità de’ suoi giri, 0 le circumvoluzioni spirali distinte, 0 separate le une dall’altre mercè d’un canale molto ben largo od ampio, e la colonnetta poi mozza, o come troncata tutta a un tratto e perforata. Lister. Conch. tab. 981, fig. 41* Esemplare di color bianco, con sopravi diverse mac- chie di un color giallo di ocra • l’apertura ne riesce ovata, ed emarginata poi alla sua sommità:, l’ombilico ne suoi essere ampio molto 0 largo, e profondamente pertugiato o traforato, sebbene qui, nella varietà che ne disegniamo, sia quasi chiuso, da che non lascia scorgere se non 182 soltanto una picciolissima incavatura. Il labbro columel- lare finalmente ne è bianco affatto, e levigato, liscio o polito. È dessa indigena propriamente dell’Oceano Indiano, e del mar della China. Fig. 7«a Buccinimi retìculatum. Conchiglia di forma ovata , e striata per trasverso, ma per lo lungo poi piuttosto costata, o guernita di costi- cine o costole più rilevate, e colla bocca od apertura dentata. Lister. Coneh. tab. 9 66, fig. 21. Esemplare di un color bianco, che volge alquanto al bruno , e che inclina un cotal poco anche al color gri- gio proprio delle ceneri, con una riga 0 linea di colo- re bruno rossiccio tutt’intorno alla parte superiore delle anfrattuosità spirali de’ giri, 0 delle sue circumvoluzioni, e coi labbri lisci, levigati o politi, e di color bianco. E dessa indigena di parecchi mari , come a dire del nostro Mediterraneo, del mar d’Inghilterra, dell’ Etio- pico, ec. Fig. 8.a Buccìnum strigliai um. Conchiglia di forma conica 0 piramidale , colle an- frattuosità spirali de’ giri bifide, ed obbliquamente striate. Lister. Conch. tab. 8405 fig. Esemplare di un color bianco sporco, con sopra spar- sevi diverse macchie irregolari bruno-rossicce, oltre ad alcune strisce , righe o striature dispostevi per lo lungo, e composte di punti minutissimi impressi, o scolpiti. E dessa indigena propriamente de’ mari Asiatici. ì 83 Tav. 17.® Fìg. i.a Strombus pes-Pelecanì. Conchiglia avente il labbro esteriore espanso, allar- gato 0 disteso, 'n forma quasi della palma d’una mano d’uomo , con quattro appendici o propaggini angolose ed appianate, e coll’apertura, 0 bocca liscia, levigata e polita. Lister. Conch, tab. 865 , fìg. 20 . Esemplare di cdore al tutto bianco e liscio , polito e lucente per di dmtro, con tre ordini o serie distinte di pori, 0 di tubercoli in sulle sue circumvoluzioni, od anfrattuosità de’ gir spirali. È dessa indigena aoco meno che dì tutti quanti i mari. Fig. 2.a Strombus airis-Diance. Conchiglia avente Mucronato il labbro esteriore , col dorso muricato , e colli coda, o becco, che voglia dir- sene, diritto, disteso ed aguzzo. Lister. Conch. tab. 872 , fig. 7$. Esemplare di color biaico , col dorso di un bruno . smorto o pallidetto nel forilo ? ma sparso di macchie biancastre, e volgente poi al olor della porpora verso le estremità, ed anche lungo iisuo lembo marginale, colla parte interna del labbro esteìore di color carnicino, e con bianca affatto la colonne!.* coronata, e per di so- pra circondata da due distite serie di tubercoli o porricini. È dessa propriamente indigen de’ mari Asiatici. Fig. 3.a Strombus urceus. 184 Conchiglia avente il labbro esterno attenuato od as- sottigliato, rintuzzato od ottuso , corto -e striato, col corpo, e colla spira coperti di pieguzze tubercolose , e coll’apertura o bocca avente due labbra , e affatto inerme. Lister. Corich. tab. 8^7, fig. i3. Esemplare di color bianco nel fondo, con sopravi varie macchie livide, le quali formativi dm distinte fasce, quasi chi dicesse, consumate dal lunto uso fattone, o due zone obsolete* il labbro interno ae riesce di un co- lore giallo d’ocra, con sparsevi frammtzzo alcune righe 0 strie più oscure, e con questo poi di più, che le strie del labbro esteriore ne sono di un coloe di porpora vol- gente al bruniccio, e che i tubercoli in sulla anfrattuo- sità spirale 0, se si voglia, nella «ircumvoluzione infe- riore, da un lato ne sono piatti cd appianati. È dessa propriamente indigena dell’Oceano Indiano, ben più che di qualsivoglia altre mare. — Fig. 4-a Sirombus palustris Conchiglia piuttosto leviga^, tersa, lucente e polita, avente il labbro suo esterioe sciolto, libero 0 disimpe- gnato presso alla sua base. Lister. Concb. ib. 837 , fig. 63. Esemplare massiccio, e i un colore fosco, avente l’in- feriore anfrattuosità, o la sua circumvoluzione più bassa, due volte più grande odampia, che noi sia quella che le tiene immediatamente dietro , e le altre poi pieguz- zate nel senso della lo? lunghezza, e striate per traver- so, con tre linee impresevi, scolpite od incavate. E dessa pure pargolamente indigena dell’Oceano Indiano. i85 Tav. i8.a Fig. i.a Murex tribul us: Conchiglia di forma ovata, con sopravi tre distinte serie di spine setacee o setolose, e del resto poi striata ^ il becco o rostro n’è allungato o bislungo, subulato o lesiniforme , dritto disteso , e spinoso , a quel modo medesimo che n’ è ‘spinoso il corpo. Lister. Concb. tab. 902 , fig. 22. Esemplare di un colore bruno gialliccio pallido, ana- logo in certo modo a quello delia cannella, con diverse macchie brune anche in sulle linee, strisce 0 strie, che sorgonvi sopra in traverso rilevate , e coll’apertura o colla bocca bianca. E dessa indigena quasi ugualmente , tanto de’ mari dell’Asia e dell’America, quanto eziandio del mar Rosso. • • Fig. 2.a Murex rcimosus. Conchiglia avente una serie triplice di foliazioni, con inoltre le spire che toccansi l’una l’altra , 0 colle an- frattuosità de’ loro giri spirali contigue, e col rostro 0 becco monco 0 troncato. Lister. Conch. tab. 94.6, fig. 41- Esemplare di colore affatto bianco , senz’alcuna mac- chia, e striato poi per traverso. E dessa indigena, tanto de’ mari dell’Asia e delF Ame- rica, quant’anche del Golfo Persico, e del mar Rosso. Fig. 3.a Murex rana . Conchiglia grezza e scabrosa, avente due Aarici com- presse 0 schiacciate, e poste l’una in opposizione all’al- i86 tra, colle sue ciarpe, bende o fasce muricate, e col- l’apertura ovata, ed alcun poco dentata, o minutamente e anzi , quasi direbbesi , occultamente denticolata. Lister. Conch. tab. 995, fig. 58. Esemplare di un color bruno rossiccio, volgente alcun poco al grigio delle ceneri , di gran lunga più pallido in vicinanza di quelle tali sue varici, e con due zone o ciarpe muricate in sul corpo, e colle strie in traverso dispostevi, rilevate od emergenti, e granellose 0 granulate. E dessa indigena propriamente de’ mari Asiatici. La seconda varietà di questa specie riesce cosi fat- tamente diversa da quella che qui rappresentammo, da non potere assolutamente essere tampoco ritenuta come appartenente alla medesima sezione, le varici essendone spinose, la conchiglia riuscendone più lunga, più stretta e più appianata, e le strie essendone poco rilevate ed emergenti , con pochissime soltanto fra esse che ne siano granulate 0 granellose. Esse s’assomigliano perù molto in riguardo al colore. Fig. 4-a Mar ex mancinella . Conchiglia di forma ovata, con sopravi alcune spine obsolete, 0 quasi chi dicesse , sciupate dal lungo uso fattone* striata poi in trasverso, e coll’apertura sdentata affatto. Lister8. Conch. tab. 957 , fig. io. Esemplare di un colore bianco, che volge al giallo- gnolo, avente parecchj raggi bruni dispostivi sopra per lo lungo, giuntevi eziandio alcune protuberanze spinose } ha poi desso bianca nel fondo la bocca 0 l’apertura , ma con una tinterella di color giallo rancio pallido , e di più con quattro punti rilevati in sulla superfìcie interna del labbro esteriore. i8y È dessa indigena, più che altro, de’ mari che attor- niano l’Asia e l’Affrica. Fig. 5.a Murex Javanus. Conchiglia conica o piramidale , e striata, con una serie di nodi dispostivi sopra obbliquamente, e con questo poi di più, che la parte anteriore del labbro esteriore ne porta una foggia di indentatura. Lister. Conch. tab. 915, fig. 8. Esemplare del colore grigio proprio delle ceneri, o livido , e smorto 0 pallido , che fassi rossiccio verso la base , ma sempre senza alcuna macchia 5 il becco ne riesce piuttosto lunghetto , e in sulla sutura delle cir- cumvoluzioni, 0 delle anfrattuosita de’ giri spirali scor- gevisi una doppia linea, come chi dicesse, rigonfiata, 0 una riga tumida rilevata ^ nel suo labbro havvi inoltre una profonda scissura. È dessa propriamente indigena delPOceano Indiano. Fig. 6.a Murex vertagus. Conchiglia avente le sue circumvoìuzioni, 0 le anfrat- tuosità superiori de’ giri della spira pieguzzate, il becco o rostro ascendente ", e la colonnetta con una piega interna. Lister. Conch. tab. 1020, fig. 23. Conchiglia di un colore bianco volgente al bruno 5 ma con bianca poi affatto , lucente, levigata o polita la bocca od apertura , colle anfrattuosità de’ suoi giri spirali arrotondate , e pieguzzate lungo il suo lembo marginale superiore , c separate l’una dalFaltra mercé ì * iBB d’una doccia o d’una scanalatura \ coti questo anche di più, che le inferiori di tali anfrattuosità ne riescono quasi affatto lisce , piane o polite, e finalmente che il rostro o becco ne è corto molto. È dessa indigena propriamente dell’Oceano Indiano. Tav, ig.a Fig. i.a Trochus perspectwus . Conchiglia convessa^ ottusa, marginata, ed avente l’om- bilico pervio od aperto o crenulato , o in certo tal qual modo minutissimamente merlato. Lister. Conch. tab. 636 , fig. 24. Esemplare di colore bianco nel fondo, con certe mac- chie di un color giallo d’ocra in sul lembo marginale, e in sulla sutura delle anfrattuosità spirali de’ giri , 0 delie sue circumvoluzioni, coll’ombilico infundibuliforme, o conformatone a foggia quasi d’un imbuto , e circon- dato od attorniato da un margine spirale merlato o cre- nato, quasi come se fosse ornato d’una frangia^ per di sotto poi questa conchiglia medesima riesce piatta od appianata, e striata, tanto per lo lungo, quant’anche in tra- verso^ finalmente il lembo marginale delle anfrattuosità spirali ne riesce acuto , 0 a meglio dire tagliente , e ne risulta formato 0 composto da una triplice ciarpa. E dessa indigena presso al litorale de’ mari che cir- condano l’Asia e l’Affrica. Fig. 2.a Trochus zizyphinus . Conchiglia di forma conica, liscia, levigata e polita, avente marginate le anfrattuosità de’ suoi giri spirali. i8g Lister. Gonch. tab. 61 6, fig. i. Esemplare nel fondo di colore livido, con raggi con- fusamente ondosi, rossi, ed anche con macchie di que- sto medesimo colore , ma irregolari, e non bene demar- cate, in sul suo lembo marginale- striato poi in traver- so, colle anfrattuosità de’ suoi giri spirali contigue, le superióri riuscendone minutamente granellose ó gra- nulate , ed avente infine la bocca o Fapertura margari- tacea o del vago colore lucente della madreperla. È dessa indigena de’ nostri mari Europei , ma rin- viensi anche in quelli dell’Affrica. Fig. 3.a Trochus dolabrcitus. Conchiglia ombilicata , nuda, glabra, lucente e po- lita, colla colonnetta ricurva , contorta o attorcigliata, e pieguzzata. Lister. Conch. tab. 844? fig* 72. Conchiglia di colore bianco nel fondo , con alcune linee o righe in traverso di colore bruno, che anzi di- rebbesi colore epatico o di fegato ^ le anfrattuosità dei giri spirali ne sono alquanto arrotondate e separate o distinte Luna dall’altra mercè di una doccia o scana- latura- mentre in sulla colonnetta contanvisi da tre pieghe. E dessa indigena propriamente de’ mari che circon- dano l’America meridionale. Fig. 4*a Turbo muricatus. Conchiglia ombilicata , e subovata o quasi ovale, aguzza o acuminata, e circondata od attorniata in tra- verso da parecchie righe o strie salienti od emergenti, e ./ jgo formate talora da’ punti rilevati } il margine columellare finalmente ne riesce ottuso. Lister. Conch. tab. 3o, fig. 28. Esemplare di un colore analogo a quello dell’acciajo, 0 piuttosto di un colore azzurrognolo, che volge al pur- pureo, coll’apertura bruna, e colle anfrattuosità de’ giri spirali distanti l’una dall’altra. E dessa indigena, così de1 mari della nostra Europa, com’ anche di quelli dell’America meridionale e del- F Affrica. Fig. 5.a Turbo chrysostomus. Conchiglia subovata 0 quasi ovale, grezza, ruvida od aspra, colle anfrattuosità de’ suoi giri spirali attor- niate o circondate da due distinte serie di spine pic- cole , ma arcuate 0 fatte a foggia di volta. . D’Argenville, Conch. tab. 6, fig. D. Esemplare di colore ad un tempo gialliccio, e bianco verdastro, raggiante 0 radiato irregolarmente di bruno, con Una serie di macchie angolose brune frammezzo ai filari , 0 alle serie delle sue spine , colla colonnetta , e col lembo marginale dell’apertura 0 della bocca bianchi ad un tempo , e di colore margaritaceo , 0 , come si suol dire volgarmente, di madreperla, ma per di dentro poi dorati, e colle anfrattuosità de’ suoi giri spirali di- stanti l’una dall?altra_, e striate, tanto in traverso , quanto anche per lo lungo. È dessa indigena propriamente dell’Oceano Indiano. Fig. 6.a Turbo anguis. Conchiglia ombilicata_, avente in traverso diverse strie 0 strisce arrotondate. 1 9 1 Martyn’s Univers. Conch. a, tab. 70. Esemplare di colore bianco nel fondo , con sopravi parecchie macchie, 0 piuttosto impressioni angolose ed ondose di un colore che partecipa del verde cupo , e del nerastro^ la sommità 0 l’apice n’è giallo, e per di dentro ne riesce desso margaritaceo 0 perlaceo, 0 come si suol dire del colore della madreperla} la colonnetta poi n’è bianca} le scanalature per di sotto ne riescono obso- lete, 0 quasi come chi dicesse, consumate dal lungo uso fattone, e l’ombilico n’è circolare ad un tempo e tra- forato. È dessa indigena propriamente del mare del Sud, più che di qualsivoglia altra località ( Martyn). Fig. 7-a Turbo scalaris. Conchiglia di forma conica , cancellata od ingrati- colata , 0 guernita di costole 0 costicine longitudinali , ed avente l’una dall’altra sensibilmente distanti le an- frattuosità de’ suoi giri spirali. D’Argenville Conch. tab. 1 1 , fig. 5. Esemplare di color bianco, ombilicato, ed imperfo- rato o non traforato, non avente una colonnetta solida, ma avente poi le anfrattuosità de’ suoi giri spirali ar- rotondate , connesse insieme mercè di certe costole o costicine longitudinali, carenate e scorrenti alquanto ob- bliquamente , le quali non riescono già continue , ma cingono intorno distintamente ogni singola anfrattuosità de’ suoi giri spirali , ed aderiscono poi l’una all’altra y tanto nella parte sua superiore , quant’anche nella in- feriore. Conchiglia questa, che riesce sottile ad un tempo, e fragile in sommo grado. »9* È dessa indigena particolarmente del mare che lam- be le coste di Barberia. Fig. 8.a Turbo terebra. Conchiglia piramidale o conica , di cui le anfrat- tuosità de’ giri spirali sono rivestite di strie, o promi^ nenze lineari ad un tempo acute o taglienti , e ca- renate. List er. Con eh. tab. 5go, fig. 4- Esemplare di un colore bianco fosco , che volge al bruniccio , avente le anfrattuosita de’ suoi giri spirali alcun poco convesse. E dessa indigena, soprattutto presso alle coste , così dell’Europa nostra , com’anco dell’Affrica e della China. Tav. 2o.a Fig. i.a Helìx scctrabaeus. Conchiglia di forma ovata , e quasi direbbèsi a due taglienti , od avente i due suoi lembi marginali acuti o taglienti , lievemente ombilicata, e colla sua bocca od apertura dentata o guernità di denti. Lister. Conch. tab. £77, fig. 3r. Esemplare in fondo di color briuio, ma variegato mercè d’alcune macchie pallide • il labbro esteriore ne riesce bianco e quasi Corneo, come succede eziandio de’ denti, onde va armato } le anfrattuosita de’ giri spirali ne sono approssimatissime, od anzi contigue l’un a all’altra, e convesso-convesse, 0 doppiamente convesse:, la bocca o l’apertura ne è ristretta , compressa e flessuosa 0 con- torta, ed in ciascuno dei suoi labbri contansi tre denti ben distinti. i93 È dessa indigena propriamente de’ mari Asiatici. Fig. 2.a Helix cornea. Conchiglia ombilicata, piatta od appianata, in cui con- tansi quattro circumvoluàioni , od anfrattuosità spirali, tondeggianti o rotonde. Lister. Conch. tab. 197, fig. 41 • Esemplare di un colore nericcio, quasi corneo, striato poi per lo lungo , ed inverso o rovescio, di cui l’apice riesce impresso, 0 come chi dicesse, incavato. È dessa indigena deli’acque dolci e correnti , non meno dell’Europa nostra, che della costa Ciòlamandala, detta più trivialmente la Costa del CoromandeL Non è facile per verità il decidere quale sia propria- mente la base, e quale siasi poi l’apice di questa con- chiglia} ma qualunque volta sia dessa ombilicata, biso- gnerà di necessità dire che essa sia inversa, 0 disposta al rovescio di quello che il sono generalmente l’altre conchiglie • ciò sembra infatto qui appunto verificarsi , e quindi l’esemplare ne fu fatto da noi disegnare gia- cente su quella sua parte, che ne è perforata, e si in- trodussero poi eziandio que’ cangiamenti, che all’effetto medesimo si giudicarono i più opportuni , ne’ termini della sua descrizione specifica. Fig. 3.a tìelix nemoralis. Conchiglia imperforata, o non traforata, ma arroton- data, polita, liscia, levigata, e diafana 0 translucida; l’orificio , 0 l’apertura ne è 0 piriforme , o irregolar- mente conformata a mezza luna. Lister. Conch. tab. $7, fig. 54» Conckiologia 1 3 194 Esemplare di un colore d’arancio pallido , col lembo marginale dell’apertura di color bruno , e con cinque distinte anfrattuosità de’ suoi giri spirali. Rinviensi dessa indigena, a bastanza frequentemente, ne’ boschi della nostra Europa. Fig. 4-a Helix coliimna. Conchiglia di forma conica o piramidale, avente le anfrattuosità de’ suoi giri spirali a rovescio , o proce- denti in senso contrario affatto a quello che scorgesi per l’ordinario nell’altre conchiglie ^ e coll’apertura o colla bocca bislunga od allungata. Lister. Conch. tab. 38 , fig. 3 7. Esemplare di color bianco , e trasparente , 0 almeno translucido , con sopravi per lo lungo diversi raggi por- poreggianti , e striato poi, tanto per traverso, quanto eziandio secondo la sua lunghezza. E dessa indigena propriamente di quella parte del- l’Oceano Atlantico, che lambe le coste di Guinea. Fig. 5.a Helix stagnalis. Conchiglia imperforata 0 non traforata , di forma ovata ad un tempo, e subulata o lesiniforme, avente la bocca o l’apertura ovata anch’essa. Lister. Conch. tab. 123, fig. 21. Esemplare di un colore bruno gialliccio pallido, ana- logo a quello della cannella, ma che va facendosi più cupo 0 più scuro, a misura che osservasi più da presso al- l’apice o alla sua sommità , minutissimamente striato poi per lo lungo, e sottile inoltre, e fragile in sommo grado ^ il corpo ne riesce turgido, la spira piccola, l’apertura ampia, ed il labbro esterno non marginato affatto . È dessa indigena , ed aùzi a bastanza comune nelle acque stagnanti della nostra Europa. Fig. 6.a Nerita glaucina. Conchiglia liscia , levigata e polita , avente la spira piuttosto ottusa^ coll’ombilico a pena socchiuso, o mezzo aperto, e col labbro columellare gibboso, e di due co- lori diversi. Lister. Condì, tab. 568, fig. 19. Esemplare nel fondo di un colore giallo bruniccio, analogo a quello della cannella , intorbidato però dà nubi 0 da macchie di quel colore grigio, che è proprio delle 'ceneri } la parte superiore delle sue anfrattuosità , o delle circumvoluzioni spirali de’ giri, ne riesce segnata o marcata da alcune piccole strisce obblique di bruno rossiccio, ma si fa poi grigia di cenere presso al suo apice, 0 verso La sommità} tanto la parte anteriore, o la fronte della colonnetta, quaot’anche il labbro, e la parte più bassa dell’apertura o dell’orificio , ne riescono bianchi , mentre tutto quanto il rimanente n’è sempre di un colore ferrugineo ; finalmente l’ombilico n’ è di colore castagno , 0 come suol dirsi , bruno marrone. Rinviensi dessa indigena, così al Tranquebar , come nella Barbaria. Fig. 7.a Nerita litoralìs. Conchiglia liscia, levigata e polita, avente l’apice , o la sommità corrosa, quasi chi dicesse, cariosa. Lister. Conch. tab. 607 , fig. 89 e 4 o . Esemplare di color giallo ^ somigliante assaissimo ad ì96 un Turbine (Turbo), a motivo della forma quasi iden- tica che ne ha l’orificio o l’apertura , ma che non cessa perciò d’essere una perfetta Nerita, sotto qualsivoglia al- tro rapporto. Rinviensi questa indigena, e non gran fatto infrequente, lunghesso i lidi rupestri o scogliosi della nostra Europa. Fig. 8.a Nerita striata. Conchiglia grossolana , massiccia molto e striata , avente la spira piuttosto prominente , ed il labbro co- llane Ilare rugoso, grinzuto o pieguzzato, con tre denti distinti, il superiore de’ quali riesce leggermente lo- bato^ con questo poi di più, che il lembo marginale, e per così dire, la gola, o la strozza del labbro esteriore, ne sono crenati, merlati o frangiarmi, e che scorgon- visi inoltre altri due denti situati nella parte anteriore dello stesso labbro esteriore. Martyn’s Univers. Conch. Esemplare di un colore bruno pallido , che va fa- cendosi verde giallognolo verso la sommità o più presso all’apice , marcato poi , o quasi chi dicesse , ombreg- giato qua e là da «raggi neri irregolari, coll’apertura bianca affatto colla gola giallognola , e con sparsevi sopra numerosissime strie , o righe lineari emergenti arrotondate. Non si conoscono ancora con sicurezza bastante le località, ove questa rinvengasi indigena. L’Autore non si chiama ben sicuro che questa specie sia realmente stata qui ora descritta e denominata a do- vere , sebbene trovisi dessa manifestissimamente figurata nella già più volte da noi citata opera del Martyn , in- titolata universal Conchiology, avendone però egli preso *97 il carattere ad un tempo il più ovvio ed il più rimar- cabile , tutto che sia questo troppo lungi dalP esserne assolutamente particolare ed esclusivo, come parrebbe importarlo la qui applicatagli denominazione specifica. TaV. 2i.a Fig. i.a Haliotis iuberculata, Conchiglia a un di presso di forma ovata , avente il dorso striato in traverso , e rozza poi, grezza,; aspra e tubercolosa. . Lister. Condì, tab. 61 r , fig. 2. Esemplare di colore bianchiccio, mac chiato di un verde oliva e’ di nero, ma per di dentro margaritaceò , 0 dei colore della madreperla, con sei buchi, pertugi od ori- fici aperti, • ' È dessa indigena, non meno de’ mari che stantìo d’ih-, torno alla nostra Europa , che dell’Atlantico e del mare Indiano. Numerosissime sono le varietà di questa specie , e differiscono queste d’assai tra esse , in ragione de* vari periodi dell’età loro, 0 del loro incrementò. L’esemplare qui da noi raffigurato è alquanto meno verrucoso , tubercoloso 0 pieguzzato ed è anche un po’ più piano od appianato lateralmente , di quello che non sogliano esserlo gli altri, parlando così in generale ^ ma non può però emergere se non ben poca dubbiezza, ch’esso appartenga precisamenle a questa specie, stante che le righe salienti, o le strie, accordacene esattamente colla descrizione datane pure testé. ìgB Fig. cs.a HaUotis impertusa ( veduta, tanto per di derw tro, quànt’anche al di fuori ). Conchiglia bislunghetta alquanto , ed imperforata o non traforata , ma bensì finissimamente striata , tanto in traverso come per lo lungo , ed avente il dorso con- vesso. Esemplare di un color di rosa annebbiato, o parzial- mente offuscato, e macchiato eziandio di grigio di ce- nere, ed avente inoltre quattro zone-, fasce o bende brune o fosche , interrotte da macchie ,, e da linee gialle an- golose} per di dentro poi è desso margaritaeeo , o del colore e della lucentezza della madreperla. Questa piccola, ma elegante conchiglia viene molto ac- conciamente designata col nome specifico Nimpertusa , atteso che, non solo è dessa imperforata, o non ha al- cun pertugio, ma non ha tampoco, nè l’impronta, nè la più lieve traccia d’alcun orificio, e ciò non ostante sa- rebbe difficile il non ascriverla tosto al presente genere delle Àliotidi ( Haliotìs ), per chiunque si faccia a guar-* darla e ad ispezionarla colla debita attenzione. Fig. 3.a Patella fornicata. Conchiglia ovale, ricurvata verso l’apice o vèrso la sua sommità , col suo labbro^ laterale concavo. Lister. Conch. tab. fig. 33. Esemplare di colore bianchiccio nel fondo, macchiato però e segnato da linee brune procedenti ad onde, e che riescono sempre più scure, a misura che s’avvicinano di più alla sommità, ed in tal caso alquanto volgenti al grigio proprio delle ceneri- il labbro poi n?è bianco, prominente, e fatto a foggia di mezza luna, e il lembo marginale ne è acuto , o per dir meglio , tagliente. *99 E dessa indigena, non meno del nostro mare Mediter- raneo, che dell’Oceano che bagna le Indie Occidentali. Fig. 4*a Patella equestris. Conchiglia orbicolare , o conformata a foggia d’un de- sco, e grinzuta o rugosa per di fuori, col labbro ver- ticalmente situato , e perpendicolare* Lister. Conch. tab. 546, fig. 38. Esemplare di colore bianco affatto , quasi jalino o tra- sparente, e di forma conica, ma troncato obbliquamente alla sua base,. ed è coperto tutto quanto di pieghe, di rughe e di strie; irregolari, col labbro emergente o spor- gente molto all’infuori, alquanto obbliquo, aperto soltanto da una parte, situato al di sotto del centro del vertice della conchiglia, e conformato a foggia di un canale o di una doccia. È dessa indigena, non meno dell’Oceano Indiano, che dell’Àmericano. Fig. 5.a Patella granatina. Conchiglia angolosa, alquanto più larga ad una delle sue estremità , che non all’altra, e coperta da numerose strie, o linee emergenti muricate. Lister. Conch. tab. 534 ? fig- 1 3- Esemplare per di fuori di color bianco , con sopravi macchie in parte bruno-nerastre, o del colore proprio del caffè tostato , ed in parte poi marrone o bruno-ca- stagne, ed anche con parecchie squame, le più delle quali riescon angolose anch’esse, .e col vertice bruno ^ ma pe r di dentro sembra desso d’avorio^ se non che il vertice ivi ne mostra, ad una estremità, una macchia tannò o 200 brano-scura, riquadrata e grande molto , con bruno il lembo marginale, e con ben molte costole o coslicine disuguali. È dessa indigena , tanto del mare che circonda la Già- maica, come de’ nostri mari Europei. Fig. 6.a Patella Hungarica. Conchiglia intatta, intera o perfetta, e di forma conica, ma aguzza od acuminata, striata, e col vertice uncinato, e rivolto àll’indietro o revoluto. Lister. Conch. tab. 544? %• 3,?. Esemplare nei fondo di color bianco, ma con una tinta rosea, che va facendosi sempre più oscura o carical a misura che va procedendosi verso il suo lembo margi- nale, finissimamente striato per lo lungo, mentre in tra- verso è desso invece pieguzzato, la base essendone al- largata od espansa. E dessa indigena del nostro mare Mediterraneo, al pari che dell’Adriatico, ed anche de’ mari dell’America. Fig. 7*a Patella sanguinolenta . Conchiglia di forma ovale , convessa e densa, massic- cia o. solida molto, coperta per di sopra di strie lon- gitudinali rilevate, capillari, e procedenti flessuosamente, col vertice circondato, od attorniato da una fascia grande punzecchiata o punteggiata. Martini. Conch. i , tab. 7 , fig. Esemplare nel fondo di color bianco , con sopravi punti e strie di un rosso vivace, e variegato poi mercè di varie macchie d’un bel bianco candido conformate quasi a foggia di squame 0 di schegge; ma va poi questo 201 facendosi giallognolo verso il lembo marginale, men- tre il vertice; ne rimane affatto bianco, e ne riesce laterale. È dessa indigena propriamente dell’Oceano' che lam- be l’Affrica. L Fig. 8.a Patella Graeca. , Conchiglia di forma ovale c convessa, col .lembo mar- ginale per di dentro crenulato o frangiforme. Lister. Conch. tab. 32 7, fig. 12. Esemplare in complesso di color bianco, con sopravi dieci distinti raggi di un rosso pallido, smorto o. sbia- dato, grossolano del resto 0 massiccio, e ricoperto tutto quanto di strie decussate, od iricrociantisi a vicenda* per di dentro poi è. desso bianco, liscio, lucido, levigato e polito , e mostra un foro 0 pertugio bislungo. E dessa indigena segnatamente del mare che lambe le coste della nostra Europa. Tav. 22.a Fig. i.a Dentalium elephantinum. Conchiglia offerente dieci angoli distinti, alquanto ru- gosetta 0 pieguzzata , e striata. Lister. Condì, tab. 547 , fig. 1. Esemplare di un colore verde pallido , oscuramente zonato, o fasciato ad anelli in sulla parte sua esteriore, mercè di tinte più scure, e coll’apice bianco} ma per di dentro poi liscio, levigato e polito, ed avente le costole o le costicine sporgenti all’infuora, od emergenti in rilievo. E dessa indigena, non meno dell’Oceano Indiano, che de’ nostri mari Europei. Fig. 2.a Serpula lombricali r. Conchiglia arrotondata , e flessuosa o tortuosa , col- Papice spirale, ed aguzzo od acuminato. Lister. Conch. tab. 548, fig. i. Esemplare di colore bianco, che si fa poi bruniccio verso l’apice , /pieguzzato per lo lungo, e rugoso per tra- verso. È dessa indigena, tanto dell’Adriatico, quanto ezian- dio dell’Oceano Atlantico e dell’Indiano. Fig. 3.a Serpula aquario. Conchiglia arrotondata, dritta distesa, avente radiata la circonferenza di una delle sue estremità, ed avente inoltre il disco fornito di pori cilindrici. Lister. Conch. tab. 548 , fig. 3. Esemplare di colore bianco , quasi liscio, piano, o le- vigato e polito , facentesi gradatamente sempre più sot- tile , e terminante alla fine colla estremità più piccola aperta, mentre la più grande ne rimane chiusa e convessa. È dessa indigena propriamente dell’Oceano Indiano. Fig. 4-a Teredo navalis. Conchiglia sottile, cilindrica, e liscia, levigata o polita. Rumph. Mus. tab. 4r? fig. F , G. Esemplare di colore bianco , flessuoso o bistorto , e tendente alquanto alla forma conica o piramidale. Fig. 3.a Sabella chrysódon. Conchiglia di forma a un di pressò cilindrica, d’ap- parenza quasi papiracea, e formata tuttà quanta di ri- masugli , o di frammenti testacei. ao3 Martin. Conch, I. tab. 4? fig. 3o. Esemplare di color giallo sporco, nel quale le par- ticelle di sabbia o d’arena ^ e le briciole di testàcei o d’altre conchiglie, stannosene aderenti ad una maniera di membrana o di tunica, che, finch’è umida o bagnata, riesce flessibile. È dessa indigena, non meno delle coste della nostra Europa, òhe di quelle dell’India, e rinviensi anche ne’ dintorni del Capo di Buona Speranza. La figura , datane qui nella nostra tavola , non può dirsene un esemplare intero e perfetto, mentre non ne è che soltanto una porzione, che se ne destinò a dimo- strare in parte l’apparenza o l’aspetto che suole avere questa specie in generale. Tav. 23.a Fig. i.a Buccinimi lepas. Conchiglia ovale, avente in traverso per di sopra di- verse costole o costicine , ma striata poi , tanto per lo lungo, quanto eziandio trasversalmente: con questo dì più che le costicine ne sono imbricate e tubercolose, e die la spira n’è piccola, mentre l’apertura o la bocca n’ è larga, dilatata o patula. D’Argenville. Condì, tab. 2, fig. D. Esemplare di colore bruno, pallidòtto alquanto ed anche macchiato, 0 quasi direbbesi, annuvolato di Man-; co verso l’apice 0 verso la sommità, ma piu Cupo o scuro presso al suo lembo marginale , colle costole o costicine aventi parecchie macchie bianche } per di dentro è desso bianco, col margine bruno o scuro, e crenato poi finamente, merlato 0 sbeccato , e con due denti in sulla parte sua inferiore, col labbro columel- 1 •20)4 lare piatto ocl appianato, sporgente all’infuori od emer- gente , ed alquanto ricurvato all’indietro. È dessa indigena propriamente del Chili, e delle Ma- louine od Isole Falkland. Questa conchiglia singolare, che dallo Gmelin venne de- nominata Patella lepas^b stata scelta perchè abbia a servire qui come d’esempio assai rimarchevole, contro alle dubbiez- ze che si hanno circa al carattere generico} da che i Con- chiologisti si può dire che siano tufct’altro che d’accordo sul collocamento, che meglio le possa convenire. Senza la mi- nima pretesa.per altro di voler decidere, così di per sè, una questione ardua cotanto e dilicata, lo che debbe spettare a’ giudici di gran lunga più autoreyoli, .ch’egli in realtà non si creda, l’Autore si è qui attentato di seguire per questa volta il proprio convincimento, e di far disegnare questo esemplare medesimo sotto la denominazione di Buccino^ e le ragioni che valsero per indurlo a tanto, consistono segnatamente in ciò, che il canale, la doccia o la scanalatura, la quale ne accompagna le circumvo- luzioni spirali, o le anfrattuosità de’ giri, n’è sempre per- fettamente distinta e ben marcata , e che questa con- formazione, non riscontrabile mai nelle Patelle spirali, so- miglia precisamente, a quella ch’è propria del Buccinum patuliim , dal quale questa nostra specie sembra non essere stata staccata, se non come una semplice modifi- cazione, sotto qualche speciale rapporto. Ad ogni modo questo esemplare corrisponde bene a bastanza al fine qui propostoci , che era di addurre in esempio alcuna conchiglia dubbiosa, perchè avesse da servire agli stu- diosi, ond’ esercitarli nei superare le difficoltà. Fig. 2.a Marex dentatus. 2o5 Conchiglia di forma obovata, o poco meno che ovale, e caudata, o munita d’una foggia di coda, avente striate le circumvoluzioni spirali, o le anfrattuosità de’ giri della spira, colPapice o colla sommità prodotta, od alquanto allungata, e liscia affatto, levigata e polita, e colla sua colonnetta formante tre pieghe distinte. Lister. Conch. tab. 8i5 , fìg. 25. Esemplare nel fondo di color bianco, con sopra spar- sevi diverse fasce o zone composte di' piccole macchie in parte rossicce , ed in parte del colore proprio del- l’ocra di ferro, riquadrate, quadrilatere 3 od aventi la forma d’altrettanti parallelogrammi , colle anfrattuosità de’ suoi giri spirali coronate ed ondulate in traverso, coll’apice o colla estremità di forma cilindrica colle tre circumvoluzioni, od anfrattuosità spirali superiori, so- lide molto , ed infine colla bocca o coll’apertura bian- ca ad un tempo, e levigata liscia o polita. E dessa indigena propriamente, così della costa di Tranquebar, come de’ dintorni dell’isola Ceilan. Senza esitare menomamente, si trasferì questa specie dal genere delle Volute, a quello de’ Murici } atteso che il contorno della bocca , o dell’apertura ne è così de- cisamente caratteristico dell’ultimo qui ora citato gene- re 3 da togliere ogni suo valore ed effetto in contrario derivante , al carattere della colonnetta dentata ^ che d’altronde non è esclusivamente proprio del genere Vo- luta. 1 denti per altro ne riescono qui disposti quasi orizzontalmente e non mai obbliqui , come succede il più delle volte in tali Volute. Non v’ha specie alcuna di conchiglie , che valer possa ad illustrare meglio la Sezione pieguzzata o plicata , che e stata proposta da taluno nella descrizione del genere Murice , di quello che non lo sia questa . la quale 2o6 però non ha comune colle presenti sue congeneri al- cuna altra proprietà, fuorché i denti. Il nome specifico n’è stato cangiato, da Pyram , in dentatus , in grazia di ciò, che havvi poi in fatto una specie di Murice, che porta a ragione il nome di Murex Pyrum . Fig. 3.a Helix distorta. Conchiglia soda, solida o massiccia, quasi ombi- licata , striata poi e bistorta, e terminante in una punta ottusa alla sommità , col corpo gibboso e colla sua bocca od apertura compressa ad un tempo , e lunata o conformata quasi a foggia di mezza luna. Chemn. Conch. 5, tab. 160, fig. i5i:3. a, b. Esemplare di color bianco, liscio, levigato e polito, con sopravi parecchie strie obblique e curvilinee y col lembo marginale dell’apertura o della bocca ingrossato, ed avente poi l’ultimo suo giro spirale, o l’ultima an- frattuosità delle sue spirali rivoluzioni , prodotta o ter- minante allungata in una propaggine ottusa in sul suo lato destro. Ignoriamo in fino ad ora quali siansi precisamente le località^ ove questa specie rinvengasi indigena. L’abito totale, o l’aspetto complessivo di questa con- chiglia medesima, sembra qualificarla, più che per altro, per una Elice, e non già per un Troco^ nome generi- co^ col quale pare che si volesse, sebbene a torto, de- nominarla finora } da che la convessità della sua co- lonnetta , la situazione verticale , o come chi dicesse , dritta in piedi, della sua apertura , e la forma partico- lare a questa, concorrono a farla ritenere, senza contri sto, appunto per una Elice, come qui femmo. Tav. 24»a 207 La qui da noi prodotta tavola è destinata allo scopo di accennare agli studiosi della Conchiologia la grande differenza, che passa realmente in certe specie , fra la conchiglia medesima, consideratane da prima nello stato di sua giovinezza, 0 finché, crescendo a dovere, non siasi perfezionata , e ripigliata poscia ad esame , quando sia giunta, mercè dell’età, allo stato di sua maggiore perfe- zione $ e gli esempi , che troverannosi qui citati, sono stati a bella posta e con somma cura trascelti, tra quelli che infatto meritano maggiormente d’essere notati , sebbene ve ne siano ancora molti altri , qui non ram- mentati , e de’ quali sarebbe del pari vantaggiosissimo a quegli studenti l’avere acquistato l’occorrente cogni- zione per tempo. Avvertasi che l’esemplare adulto , 0 secondo che si suol dire , maturo , del Buccimun vibeoc è qui stato già da noi dato nella precedente Tav. 21 , alla fi g. 3. Tav. 25 .a Abbiamo stimato opportuno d’offerire a parte, nella presente tavola, lo spaccato o il taglio suppostone ver- ticalmente praticato, de’ diversi generi di Conchiglie • lo che femmo piuttosto per soddisfare ad un oggetto di semplice curiosità, che non perchè il giudicassimo positi- vamente necessario per servire meglio alla scienza. Questi spaccati giovano però almeno a farne conoscere alquanto meglio, e più esattamente, la forma precisa delle varie loro rispettive interne concamerazioni, di quello che possa farlo mai la superficiale ispezione del loro orificio o 208 dell’apertura , la quale bene spe sso viene alterata dalla espansione o dalla contrazione del suo lembo margi- nale , e generalmente riesce alquanto obbliqua, in con- fronto colla direzione, che ne hanno le anfrattuosita dei giri spirali, o le loro rivoluzioni. Quanto poi agli spac- cati riferentisi a ’ due generi JVautilus e Turbo , non sarà se non bene l’andare qui avvertiti, che le figure dimostrative ne sono le due state poste in cima alla precedente nostra Tav. i.a Tav. 26.a Fig. i.a Helix acutangula. Conchiglia imperforata o non traforata, sottile, pel- lucida o almeno translucida , acutamente carenata , od avente la carena che ne riesce quasi tagliente * colla spira leggermente convessa , e colla bocca od apertura ad un tempo ovale, e lanceolata o conformata a foggia di lancetta. Questa specie non è stata per anche descri tta da’ Con- chiologisti. Esemplare d’aspetto corneo , anche quanto al colore , che ne riesce però pallidetto alquanto , striato minuta- mente nel senso della sua lunghezza, ed avente tre cir- cumvoluzioni, o tre ben distinte anfrattuosità de’ giri spi- rali, che alla cima, o presso alla sommità, ne sono quasi affatto appianate o piatte } conchiglia questa d’altronde fragilissima. Ignoriamo infino ad ora quali possano essere precisa- mente le località, ove questa specie riesce indigena. Tanto questa conchiglia:, e la seguente, quanto ezian- dio le tre altre raffiguratene nella seguente tav. '27 ;a , ed 209 anche quella offertane nella successiva tav. 28 , che è l’ultima delle nostre sono tutte quante possedute da questi sigg. Mawe ( di Londra). Esse di certo sono per 10 meno rarissime, ed alcune ritengonsene anzi come uni- che affatto ^ che poi taluna di esse possa per avventura essere stata oggimai descritta, determinata, denominata od anche raffigurata da qualche altro scrittore, ciò al- meno non è certamente giunto a cognizione dell’Autore, 11 quale è lontano affatto , tanto dal voler pretendere mai ad una originalità , che effettivamente non gli ap- partenga in proprio, quanto dal farsi un merito d’im- porre a tali conchiglie nomi di sua invenzione, in pre- ferenza d’altri nomi, che possano essere stati alle me- desime già da qualche altro Naturalista conferiti. Nello sceglierne i nomi , si è egli ingegnato di rinvenirli possibilmente tali da esprimerne alcuno de’ caratteri i più notabili della specie che cadauno di essi è desti- nato a contrassegnare , e tali che possano in qualche maniera distinguere, appunto dalle altre, una specie cosi fatta, mercè della significazione che in fatto loro corri- sponde, e non già soltanto in forza del semplice suono proprio del vocabolo. Fig. 2.a Buccinimi pseudodon. Conchiglia bislunga solida e striata in traverso , colle anfrattuosità dè’ giri spirali , o colle sue circum- voluzioni ottusamente carenate , ed attorniate da parec- chie zone rilevate 0 salienti, e disposte anch’esse in tra- verso, colla bocca , od apertura crenata o sbeccata , e colla colonnetta avente due distinte ripiegature. Questa specie non è stella per anche infino ad ora descritta. Conckiologia 1 4 210 Esemplare di color bianco , coperto da una epider- mide bruniccia e trasparente , colle sue fasce o zone rilevate od emergenti, bruno-oscure ^ o di un colore ana- logo a quello del caffè tostato, colla bocca od apertura bianca ad un tempo ed ovale, e con una stria alquanto rilevata in sulle due ripiegature della sua colonnetta , la quale ne riesce, più che altro, impressa verso la parte superiore , mentre poi la parte inferiore del labbro esterno ne mostra quasi un principio^ o come chi dicesse^ i ru- dimenti di una spina, o di un dente. jNon si conoscono per anche esattamente le precise località y ove questa specie riesca indigena. Il nome specifico applicatole di pseudodon venne a questa conchiglia attribuito, in vista segnatamente, di ciò, che la spessa, e robusta o massiccia costa interna, situa- tane nella parte medesima , nella quale è collocata la spira nel Buccinimi monodon , non si spinge più al di là del lembo suo marginale , e sembra piuttosto un dente fal$o, finto o posticcio, che non un dente perfetto. Fig. 3.a Buccinum strombìforme. Conchiglia bislunga , pieguzzata per lo lungo , o piut- tosto con una piega nel senso di sua lunghezza, col suo labbro esteriore per di sopra separato o diviso, espanso e dilatato , grosso e massiccio , e coll’apertura dentata. Questa specie non è per qnche stata infino ad ora descritta. % Esemplare bruno scuro , o di un colore analogo a quello del caffè tostato,' con una tal quale tendenza al rossiccio , coll’apertura di color bianco , e colla parte superiore della colonnetta di • color bruno , come lo è pure il lembo marginale del suo labbro esterno. Conchiglia liscia, levigata e polita, colle pieghe grandi molto , e raddoppiantisi verso l’apertura o la bocca , col lembo marginai superiore de’ giri, delle circumvo- Ju zi ohi o delle sue anfrattuosità spirali, attorniato da una fascia tumida o rigonfia, colla parte più bassa del corpo come solcata in traverso , colla colonnetta avente quat- tro denti ben distinti, mentre il labbro esteriore ne va armato bene di nove, e coll’apice, o colla sommità più pallida, quanto al colore, e diafana al tempo stesso. Non si sa per anche quali siano precisamente le lo- calità, ove questa specie riesce indigena. L’Autore del presente trattateli o si fa un pregio di protestarsi obbligato alla Lady , o alla nobile ed illu- stre dama Wilson di Charlton-house, per la permissione gentilmente accordatagli di far levare il disegno, tanto di questa conchiglia, quant’anche dell’altra, che qui le tiene immediatamente dietro nella nostra fig. 4* Fig. 4-a Chiton spinosus. Conchiglia composta di otto distinte valve, semigra- nulata, ed avente spinoso il suo lembo marginale. Questa specie non è stata infino adesso neppur essa descritta. Esemplare di tinta fosca, ed anzi quasi nera, o come si suol dire coppa-di-moro , avente la sua carena for- mata da sei valve mezzanelle , contrassegnate tutte da una macchia rossa in forma di cuore , colla membrana marginale molle, larga od ampia, e bruna, colle spine nere, lunghe, forti o solide, subuìate o lesiniformi, ed alquanto ripiegate od inclinate , con alcuni triangoli laterali, in sulle valve, granellosi o granulati, e col ri- manente delle aree striato in traverso ^ la valva poste- 212 rìorc poi ne riesce interamente coperta e tempestata di punti emergenti o rilevati , mentre la superficie interna n’ è. sempre bianchiccia. Ci rimangono pur tuttavia ignote affatto le località , ove questa specie sia indigena. Questa conchiglia , che forma senza dubbio una spe- cie distinta di Chiton , venne non ha guari recata da Parigi in Inghilterra, ma senza indicazione alcuna circa al luogo d’onde originariamente essa derivi. Se dessa non fosse effettivamente rimasta onninamente sconosciuta ai Naturalisti, sarebbe appena credibile, che una produ- zione naturale cotanto straordinaria possa essere stata ommessa sinora in tutti quanti i cataloghi moderni delle Conchiglie- Essa forma un acquisto di molta importanza per questo genere , e merita realmente di essere collo- cata alla testa di una Sezione o Divisione di Conchiglie, di Molluschi armati , o di Testacei. Tav. 27.* Fig. i.a Turbo madreporoides. Questa conchiglia , se pure tale può essa dirsi fu ultimamente venduta, insieme con altre due portanti la medesima descrizione , per la collezione di Lord Butè^ (collezione che presentemente vuoisi non esista più), e ne fu essa acquistata coll’opera de’ sigg. Mawe. Cre- desi che possano essere state tutte e tre, in prima ori- gine, recate in Europa dai capitano Young nel ritornar- sene dalle coste d’Affrica. Per dire la verità è estremamente dubbioso l’Ordine perfino, al quale possa convenir meglio d’ascrivere que- sta specie zoologica ben singolare. Dietro l’esame il più a i3 attento ed accurato de’ caratteri ch’essa presenta ester- namente, ed anche di quelle tali sue parti interne, che i Vermi, od altri animaletti di mare ne hanno traforate a piacere loro , non è bisogno d’esitare gran fatto per decidere di ciò che essa non è assolutamente } ma cosa poi essa siasi realmente, ciò rimarrà pur sempre ancora da determinarsi. La materia calcarea, onde è dessa com- posta, sembra essere agglutinata in una maniera diversa da quello che apparisca esserlo nelle Madrepore e nei Coralli, co’ quali ha essa una rimarchevolissima rasso- miglianza, mentre le macchie di color verde d’oliva, che spesso ne risplendono sulla sua superficie bianco-gial- liccia, mostrano d’esservi innate o congenite, e d’essere fatte precisamente della sostanza medesima , onde n?è formato il nicchio o guscio, e non riescono mai rego- larmente stellate, nè più decisamente poróse. Le sue così dette braccia poi ne sono solide , sode e compenetrate da quel medesimo colore verde, in forma di macchie, che ne passano in traverso la sostanza da parte a parte. Questi processi , o queste propaggini variano ne? diffe- renti esemplari, tanto a riguardo del numero, quant’an- che in ragione della lunghezza. La bocca o l’apertura ne suole avere precisamente la forma medesima che è propria de’ Turbini } e quinci appunto può essere de- rivata l’opinione invalsa , che questo animaletto sia in complesso formato parassiticamente da un Polipo pro- prio del Corallo, il quale abbiasi preso per. nucleo, o per modello della sua forma , una tal quale specie di Turbine. In opposizione a quanto qui ora sponemmo, può piantarsi per dato, che in questa foggia di conchiglia o di nicchio non vi è per di fuori alcuna apparenza di spira, oltre alla prima anfrattuosita o circumvoluzióne dei giri spirali ^ e che l’apertura o la bocca ce ne presenta i sempre un qualche indizio sicuro del recente passaggio per essa di un mollusco, che abitava nel guscio, essendo essa liscia, levigata e polita, e libera o sgombra affatto da ogni qualunque ostacolo, obice od impedimento* che poi qui di certo non siavi una conchiglia estranea , ciò risulta chiaro dalla circostanza speciale concorrente vi , che la sostanza riescane sempre, e in ogni sua parte , della medesima natura, come anche da ciò che la su- perficie interna del labbro esteriore ne dimostri il fon- damento o l’origine delle macchie, a traverso ad un in- volucro, ad una camicia, o ad un inviluppo, ad un tempo sottilissimo y dilicato e vischioso. Come dovrà ella dunque questa maniera d’esseri vi- venti denominarsi opportunamente? Ad un tale quesito sarà ben difficile il dare una risposta, che riesca perfet- tamente soddisfacente, in fino a tanto che non sia me- glio conosciuto l’animaletto, o il mollusco che vi abita per entro, e fin che non abbiasi osservato, se esso sia effettivamente fornito di tutti quegli organi , la presenza de’ quali richiedesi , come necessaria , per costruirne ini cosi fatto edificio , analogo a quello che si costrui- scono i Coralli. Che però esso sia assolutamente il la- voro di un Venne , o di un Mollusco , ciò per verità sembra in complesso essere affatto consentaneo al lume della ragione. Qualora la cosa sia precisamente in que- sti termini ^ giusta il sistema Linneano, ci converrà ri- guardare un essere organizzato così fatto, come un Tur- bine , e si proporrebbe allora di contraddistinguerlo coll’aggettivo specifico di madreporoideo s chiamandolo poi Turbo madreporoides. Ad ogni modo sarà pur sempre vero , che un tale animaletto ci presenta un anello di più nella sup- posta Grande Catena degli Esseri naturali } anello per 2l5 mezzo del quale i Testacei vengono a collegarsi coi Zoofiti. Fig. 2. 11 Trochus bifascÀatus. Conchiglia delicata , sottile e pellucida , di forma piramidale , imperforata o non traforata ed avente le anfrattuosi de’ suoi giri spirali acutamente carenate. Questa specie non è per anche stata infino ad ora de- scritta. Esemplare di color bianco, con sopravi in traverso due zone o fasce ben distinte quasi di quel medesimo colore bruno-scuro, od epatico, che ne ha anche la som- mità o l’apice, vale a dire del colore del caffè tostato. E dessa indigena propriamente del mare , che bagna i dintorni di Pernambucco. Fig. 3.° Helix gibberula . Conchiglia di forma conica, imperforata anch’essa, o non traforata, gibbosa o gobba, ed avente la sua bocca od apertura dentata, e ad un tempo compressa, o come schiacciata. Questa specie non è stata neppur essa infino ad ora descritta. Esemplare di un colore bianco rossiccio, avente come una nube , ed inoltre anche una macchia di un colore bruno pallido o smorto, su quella sua parte che ne cor- risponde alla colonnetta , con due fasce o bende brune in sulla base • l’apertura invece ne riesce tutta bianca y armata di sette denti distinti, due de’ quali stanno vi- cinissimi alla piega o raddoppiatura del suo lembo marginale esterno*, il labbro esteriore poi ne riesce or- lato o marginato , ed acuto o tagliente , e le anfrat- 2 l6 tuosità, o le circumvoluzioni de’ giri spirali, ne sono in numero di sei, levigate } lisce e polite. E propriamente indigena anch’essa del mare che lam- be i dintorni di Pernambucco. Tav. 28. a Fig. i.a Chiton porosus. Conchiglia compaginata in complesso di otto distinte valve, conformate a ma’ di carena, ed avente tali sue valve armate di un dente da ambe le parti, e che riesce interamente coperta dallà sua membrana marginale. Esemplare di un colore verde d’oliva pallido per di sopra, colle parti sue laterali piuttosto brune, con una camicia, 0 con un inviluppo coriaceo, 0 quasi direbbesi di cuojo, d’un colore grigio analogo a quello delle ce- neri, od anche bruno pallido, e tomentoso, od alquanto peloso*, perforato poi in sul dorso d’ogni singola valva da una foggia di piccola fessura 0 fenditura, ed inoltre da due pori cilindrici o tubulari, uno per parte, e cop ancora quattro altri pori in sulla valva anteriore}' le sue valve ne riescono sottilmente striate , ed irregolar- mente granellose 0 granulate} con questo anche di più, che la valva posteriore ne è denticolata lungo il lembo suo marginale , e che i triangoli laterali ne sono mar- cati da una piega 0 ripiegatura obsoleta , 0 quasi con- sumata dal lungo uso fattone , e terminati da un pro- cesso allungato , 0 da una/ propaggine sottile , aguzza e dentiforme , o avente la figura d’un dente. Non si sa ancora con tutta precisione di quali loca- lità questa specie sia indigena, ma è probabilissimo che una ne sia la Nuova Galles meridionale *, parte, coni’ è noto , della Nuova Olanda. / 2 ì 7 L’ani maletto o Mollusco , che dimora in questa sin- golarissima conchiglia moltivalve, differisce da quello che suole starsene negli altri Chitoni , soprattutto in riguardo alla situazione de^ così dettine polmoni , che non è in sua facoltà di distendere cotanto da ambe le parti, come il possono generalmente parlando i Chitoni y ma che può esso soltanto distendere fino ad Un terzo circa della sua lunghezza, e in riguardo alla diversa conformazione del tubo intestinale. Queste così fatte differenze però, ri- sguardanti il Mollusco od il Verme, non ci parrebbero fornire ragioni sufficienti, onde averci ad indurre a se- parar questa specie dal genere Chiton , da Linneo origi- nariamente stabilitone^ nè debbe bastare tampoco ad escludernelo , l’estensione della membrana sovra tutta quanta la esterna superfìcie dell’animaletto, col suo gu- scio o colla sua conchiglia , da che può benissimo ri- marcarsi una gradazione in certo tal qual modo rego- lare tra esso, giuntovi anche la specie seguente, ed il Chiton tunicatus , e quale si voglia altra specie, od altro individuo, spettante a questo medesimo genere, che rie- sca affatto nudo, od interamente scoperto. L’esemplare qui ora raffiguratone nella presente no- stra tavola 28 , e quello eziandio che gli tien dietro immediatamente, trovansi amendue depositati nel Museo Britannico. Dessi sono stati colla debita studiosa atten- zione esaminati dal celebre D. Blainville di Parigi, che^ come poi se ne riseppe, ne fe’ argomento speciale d’una analoga relazione lettane alla Société philomatique di Parigi applicando appunto a tali due novelle specie i nomi di Cryptoconchus porosus al primo, e di Crypto - conchus larvaeformis al secondo. Alla cortesia dei D. Leach^ Direttore del Museo Bri- tannico, si professa debitore l’Autore della presente ope- 2 I S retta, delia opportunità fornitagli di poterne far trarre le figure , o i disegni , che qui ora se ne offrono alla curiosità degli studiosi , e di averne ad un tempo po- tuto comodamente esaminare i Vermi od i Molluschi. Fig. 2,3, 4-a Chilo h larvcteformis . Conchiglia composta anch’essa di otto distinte valve, non carenate , o prive affatto di carena, dissimili tra esse, e coperte solo in qualche loro parte dalla mem- brana marginale. Questi tre esemplari hanno le loro tre valve poste- riori bianche ad un tempo, e lisce, levigate o polite, se non che poi lateralmente riescono piuttosto di un colore azzurrognolo, che volge alquanto all’incarnato ^ le rimanenti essendone brune e striate } la membrana co- riacea ne è rozza , grezza e ruvida, di colore grigio di cenere, tendente in qualche modo all’olivastro, con so- pravi pochi peluzzi sparpagliati. Le valve disunite o sconnesse^ come si veggono qui nella figura, stanno pre- cisamente disposte in quella stessa distanza rispettiva , nella quale trovavansi l’una dall’altra all’epoca , in cui furono staccate dall’animale o dal Mollusco ^ che con- servasi nello spirito di vino. L’esemplare essiccato qui raffigurato in due posi- zioni diverse ^ si è probabilmente contratto un poco troppo mentre tre delle sue valve riescono ancora im- bricate^ esso è però tale da dimostrare a bastanza bene quella porzione della conchiglia che ne rimane allo scoperto per circa un terzo di ogni singola valva. I pori riscontransi^ tanto in questa specie quanto anche nella precedente* ma qui sono dessi molto più piccoli, ed anzi appena discernibili , a meno che non siano distesi 2ig appositamente e ad arte. Qui non vi si scorge manifesta alcuna comunicazione fra i fori o le pertugiatine ester- ne, e i così dettine polmoni, e quindi non è facile di poterne determinarne con qualche precisione l’uso e le funzioni. La circostanza del non esserne le valve sem- pre vicine, od approssimate ad un modo medesimo, do- vrebbe a stento ostare a ciò, che questa specie non abbia con qualche buona ragione ad essere ascritta o clas- sificata nel genere Chiton , mentre le valve ne sono co- struite o conformate in modo, che posano o s’appog- giano, almeno in parte, l’una sull’altra^ ed è da ritenersi come cosa affatto fuori di dubbio, che bene spesso rie- scano desse appunto così disposte, in forza della contra- zione muscolare dell’animaletto o del Mollusco che vi sta per entro. Sogghigneremo qui finalmente, in via di semplice riflessione critica, sembrarci non troppo appro- priato al caso il proposto nome specifico di cryptocon- chus , per ciò segnatamente, che una porzione troppo rag- guardevole di questa conchiglia non riesce nascosta, od occultata , come propriamente un così fatto nome im- porterebbe. Quanto poi alle due specie di Chiton , da noi qui contraddistinte co’ nomi di por.osus , e di, lar- meformis , noi stimiamo cosa ovvia e manifesta a ba- stanza, che debbano esse riguardarsi come decisamente appartenenti appunto a questo stesso genere Chiton . CATALOGO SISTEMATICO DI CONCHIGLIE DISPOSTE PER GENERI E PER ISPECIE, CO’ LORO NOMI LINNEANI, A FRONTE De’ QUALI STANNO POSTI ANCHE I CORRISPONDENTI NOMI INGLESI TRIVIALI, AGGIUNTAVI QUI PURE LA SINONIMIA VOLGARE ITALIANA. ******* Il seguente Catalogo sistematico nomenclativo di Con- chiglie potrà, se non altro, rendersi utile a coloro che, sia come negozianti in così fatto genere, sia per qual- sivoglia altro titolo, intraprendono di farne incetta o per uso proprio^ o per soddisfare alle commissioni che ne sono loro date da chi sta facendone raccolta^ tanto più che i nomi Inglesi triviali qui addottine, sono pur quelli, co’quali i commercianti sogliono contraddistinguerne l’una dal- l’altra le specie* sebbene sarebbe veramente da augurarsi che si abolissero tutti quanti i nomi , che reggono in uso perle conchiglie, e non ne corrispondono esattamente, come semplici traduzioni, a’ nomi specifici loro dal Lin- neo attribuiti. I nomi triviali Inglesi qui da noi riportati , derivando per la massima loro parte da qualche supposta, rasso- miglianza delle conchiglie che si vogliono indicare, con qualche oggetto generalmente conosciutissimo, sono sog- getti ad alterazioni dipendenti dal capriccio o dalla fan- tasia de’ ricoglitori, degli incettatori e degli estensori de’ Cataloghi ; per modo che non potè a meno d’emer- Il 1 geme tutta quella incertezza, e tutta quella confusione, che potea aspettarsi maggiore da così fatta cagione. Hannovi senza dubbio ben molte tecniche distinzioni, che nel presente catalogo non poterono trovar luogo, ma ciò suole accadere, per l’ordinario quasi sempre, ove trat- tasi di oggetti ammettenti consimili distinzioni scien- tifiche, quando non se ne parla, che semplicemente per accennarli giusta la comune accettazione. Generalmente parlando niun nome triviale Inglese di Conchiglia vol- lesi qui inserire, che risolvasi in una mera traduzione del nome Latino , come sarebbe stato per esempio con- trapponendo l’Inglese = scaly Chiton == al latino = Chiton squamosas =, e ciò a meno di ben poche ec- cezioni, nelle quali si osserverà, che il nome specifico è sempre un sostantivo, e non mai un epiteto o un ag- gettivo. Quanto alla Sinonimia volgare Italiana, ch’era pur forza proporne qui, in corrispondenza de’ nomi non Ita- liani recatine per le differenti specie di Conchiglie, essa non riuscirà se non quel tanto eh’ essa potea riuscire} sapendosi che della massima parte di così fatti nomi manca finora affatto la lingua Italiana, sebbene ora più che mai ne risenta il bisogno. Catalogo sistematico , nomenclatwo e sinonìmico di un buon numero di Conchiglie. Chiton} in Inglese, Coat of mail ; in Italiano, Chitone — Oscabrione. C. minimus; Ing. mealy Coat of mail ,* Ital. Chi- tone minimo. C. asellus ; Ing. Millepede; Ital. Chitone asello — Chitone millepiedi. 222 LepAS} Ing. A còrnshell; Ital. Lepade — - Balano. L. balanas ; ing. common A còrnshell ; Ital. Balano — Lepade balano. L. balanoules ; Ing. small A còrnshell. — striateci A còrnshell; Ital. Lepade piccolo — Lepade balanoideo. L. diadema; Ing. whale A còrnshell ; Ital. Dia- dema — Lepade de’ cetacei — Coronilla rag- giante — Lepade diadema. L. tintinnabulurn ; Ing. Tulip-acornshell ; Ital. Le- pade tintinnabolo — Balano tintinnaboìo — Lepade campanello — Turbante? — * Ghianda marina? — Tulipano schiuso? L . pollicipes ; Ing. Cornucopia ; Ital. Lepade pol- licipite — Mitella ? — Scapello l — Anatifa pollicipite. L. ans eri fera ; Ing. striated A còrnshell ; Ita!. Le- pade striata? — Lepade delle oche ? * — Le- pade porta-oche ? — Anatifa striata. L, anatifera ; Ing. Barimele — Qooseshell ; Ital. Anatifa liscia ■ — Lepade anatifera — Bernacla. Phoi.as} Ing. Piercestone — Piddoch ; Ital. Folade. P. dactylus ; Ingl. long Piacer — prickly Piercer ; Ital. Folade dattilo. — Dattero di mare — Folade bislunga — - Folade spinosa — Folade pungente. P. costata ; Ing. large American Pholas ; Ital. Fo- lade maggiore d’America. P. striata ; Ing. goose-winged Pholas ; Ital. Folade striata. P. candida ; Ing. Par ; Ital. Folade candida — Fo- lade bianchissima. Mya \ Ing. Caper ; Ital. Mia — Unio? — Unione ? 52,3 M. praetenuis; Ing. Spoon-hinge ; Ital. Mia cuc- chiajo — Mia sottilissima. M. pictorum ; Ing. fresh-vater Pearl-muscle ; Ital. Mia de’ dipintori. M. margavitifera ; Ing. Pearl-gaper ; Ital. Mia mar- garitifera - — Mia dalla perla — Unio perli- fera — Unione dalle perle. M. perna ; Ing. smooth Muscle; Ital. Mia polita — Mia perna — Mia prosciutto — Mia giambone? M. syrmatophora ; Ing. angular Gaper ,* Ital. Mia angolosa. — Mia sirmatofora — • Mia dallo strascico. M. glycymeris ; Ing. great Muscle ; Ital. Mia mag- giore — Mia glicimeride — Mia ostriciforme. Solen} Ing. Razor — Razorshell — Skeathshell ; Ital. Solen — Soleno — Unghia manna — Ditale. S. siliqua; Ing. long Sheathshell — brown Shea- thshell; Ital. — * Baccello soleno. S. ensis ; Ital. scymetar Sheathshell ; Ital. Soleno spada — Soleno scimitarra — Sciabola di mare. S. cultellus ; Ing. Kidney -sheathshell ; Ital. Soleno coltello — Manico di coltello. S. radiatus ; Ing. violet Sheathshell — radiatcd Sheathshell ; Ital. Soleno raggiato — Soleno violetto. S. strigillatus ; Ing. black Razorshell ; Ital. Soleno strigilato — Soleno rastiato — Soleno streg- ghiato — Soleno nero — Cama nera ■ — Ma- nico di rasojo. S. castrensis ; Ing. Zig-zag-razorshell ; Ital. Soleno pinna — Soleno mezz'ovale. Tellina } Ing. Tellen — double-wedge Shell; Ital. Tellina. 2^4 T. gargadia; Ing. tooihed Tette# ; Ital. Tellina dentata. T. gari; Ing. varying Tellen ; Ital. Tellina gari — Tellina variante. T. Ferroensis ; Ing. C or natio n-tellen; Ital. Tellina dell’Isola Feroe. T. pedinata ; Ing. Lister’ s Tellen ; Ital. Tellina pettinata — Tellina come rigata dall’erpice. T. remies ; Ing. wawed Tellen ; Ital. Tellina ondata. T. virgata; Ing. Tulip-wedge ; Ital. Tellina vergata — Tellina tulipane — ■ Conio tulipane? Cardium^ Ing. Heartshett — Cookie; Ital. Cardio — Cuor di mare — Cappa tonda. C. medium ; Ing. marbled Heart ; Ital. Cardio mez- zano — Cardio marmorato — Cuor di pic- cione — Fragola marina bruna. C. costatata; Ing. white-fiuted Heart; Ital. Car- dio costato — Cardio bianco — Bucardia eso- tica— Cuore del Senegai — Ramati di A datison. C. cardissa ; Ing. V enus-heart ; Ital. Cuor di Ve- nere — Cardio cardissa • — Emicardio — Bu- cardia cardissa. C. hemicardium ; Ing. V enus-heart with smooth edge ; Ital. Cuor doppio di Venere — • Veneri- cardio — Cuor di mare triangolare * — Emi- cardio. C. acide atum ; Ing. knotted Heart — Ox -heart; Ital. Cardio aculeato. C. echinatum; Ing. rake Heartshett; Ital. Cardio echinato — Bucardia papillosa — Bucardia tubercolosa • — Bucardia spinosa? C. isocardia ; Ing. rasp Cocklo ; Ital. Cardio isocar- dio — Cardio squamoso — Bucardia inibì icata. 223 C. edule ; Ing. common Cockle ; Ital. Cardio edule — - Bucardia esculenta — Petonchio. C. f ragion ; Ing. white strawberry Cockle ; Ital, Fragola bianca di mare — Cardio fragola bianco — Bucardia immaculata. C. Molicum ; Ing. Janus ; Ital. Cardio Giano — Cardio Eolico — Cardio discorde. C. iinedo $ Ing. strawberry Cockle; Ital. Fragola rossiccia di mare — Cardio fragola rossiccio. C. magnum ; Ing. yellow Cockle — ribbed Cockle ; Ital. Cardio grande — Cuor di mare mag- giore. C. retusum ; Ing. Diana-heart ; Ital. Cardio rin- tuzzato — • Cuore di Diana — Cardio cuor-di Diana. C. rastìcum ; Ing. BeaCs Paw — tufted Heart ; Ital. Cardio grezzo — Cardio rustico ~ - Cuor di mare rozzo. Mactra*, Ing. Mactra; Ital. Mactra — Mattra — Ma- dia. M. lutraria ; Ing. large Mactra ; Ital. Mactra lu- traria — Lutraria — Lutraria solenoidea ? Donax} Ing. Wedgeshell ; Ital. Donace — Cama tron- cata — Cama trilatera. D. scortum ; Ing. beaked JVedgeshell ; Ital. Do- nace putta — Donace dal becco — - Becco-di flauto ? D. tranculus ; log. yellow W edgeshell ; Ital. Do- nace troncolo. D . faba; ìng. beanshaped JVedgeshell ; Ital. Do- nace fabiforme — Donace in forma di fava — Donace gialla Conchiologìa 1 5 2^6 D. irus $ Ing. foliated W edgeshell ; Ital. Donace fogliosa — Donace sfogliata — - Donace irò. Venus^ Ing. Venusshell. ; Ital. Venere. V. Dione ; Ing. prickly-mouthed Venusshell ‘ Ital. Venere Dione — Venere nobilissima — Ve- nere dalla bocca spinosa. V. Paphia$ log. Oldwoman — wrinkled Venus- shell} Ital. Venere Pafia — • Venere di Paphos — Venere grinzuta — Venere pieguzzata. V '. fimbriata ; Ing. canceilated Venusshell — che - cjuered Venusshell ; Ital. Venere fimbriata — Venere merlata — Venere frappata — Venere trinciata — Venere concamerata. V. hìstrio } Ing. Map-venusshell ; Ital. Venere istrio- na — Venere mima — - Venere cerettana — « Venere ballerina. V. puerpera ; Ing. spoited Venusshell ; ItaL Ve- nere puerpera. V. declorata; Ing. purple-streak Venusshell ; Ital. Venere defiorata — Venere violata — Venere sverginata. V. pectunculus 5 Ing. painted Venusshell \ Ital. Ve- nere petonchio — Petonchio. V. casìna \ Ing. broad-rìbbed Venusshell ; Ital. Ve- nere cortigiana — Venere ruffa — Venere serva. V. exoleta } Ing. painted V enùsshell — painted Cockle 5 Ital. Venere sciupata — Citerea mez- zo-consumata — Citerea exoleta — Petonchio del Senegai ? V. literata ; Ing. camp-letlered Venusshell } Ital. Venere letterata — Venere scritta? — Cite- rea scritta ? — Citerea con sopravi una fog- gia di scritto ? ’i'i 7 V. circinata ; Ing. Conipctss-venusshell ; Ita]. Ve- nere tornita — Venere arrotondata — Venere fatta al tornio. V. erycina; Ing. polished Venusshell ; Ital. Venere ericina — - Citerea ericina — * Citerea cedo- nulli. V. Chione; Ing. smootk brown Venusshell ,* Ital. Venere Chione — Venere liscia bruna. Spondylus \ Ing. Spoudyle ; Ital. Spondilo. S. gaedaropus $ Ing. red-thorny Oyster • — Assds Hoof$ Ital. Spondilo gedaropo — Spondilo piccliia-terra • — Nottolino di Lazzaro? Chama} Ing. Chame $ Ital. Cama — • Cappa. C. cor ; Ing. FoqVs cap-chame — FooVs cap- co- dile ; Ital. Cama cuore — • Cuor di bove — Isocardia cuore — Cardita- cuore — Cipricar- # dia cuore. C. gigas $ Ing. furbeloWd Ciampi Ital. Èama gi- gante — Cama gigantessa — Cama massima — Palischermo di Noè ? C. hippopus $ Ing. Cabbage-leaf-chame — Beads paw-clamp ,* Ital. Cama bicorne — Cama, ip- popus — * Cama ippopo — Cipricardia ippo- po — Ippopo maculato. C. ar cimila } Ing. Hedge-hog \ Ital. Cama arcinella — non però mai Arcinella di per se , coinè nome indicante un genere ci parte . Arca \ Ing. Ardi- shed \ Ital. Arca — Arcella. A. JNoae } Ing. Noah’s Ark\ Ital. Arca di Noè ■— Arca tortuosa ? A. cuculiasi Ing. chambered Ark\ Ital. Arca con- camerata — Arca cuculiata — Cuculléa ami- culifera — Cuculléa dall’ orecchiette. 228 A. antiquata ; ìng. Jainaica-ark ^ Ital. Arca anti- quata ■ — Cuore della Giammaica ? — Ana- dara di Adanson. A. undata \ Ing. lettered A rk ; Ital. Arca ondata — ■ Arca ondosa — Arca scritta — Arca let- terata — Arca con sopravi una foggia di scrit- tura ? A. glycymeris ^ Ing. orbicular drk \ Ital. Arca or- acolare — Arca glicimeride — Arca ostrici- forme. A pectunculus 5 Ing. spotted Ark \ Ital. Petonchio petti niforme — Arca petonchio. A. nucleus • Ing. silvery Ark 5 Ital. Arca nucleo — Nucula margaritacea — Nucula perlacea. Ostrea \ Ing. Oyster \ Ital. Ostrica. 0. maxima \ Ing. common English Scallop \ Ital. Ostrica massima — Grand’ostrica — Ostrica comune Inglese. 0. Jacobaeav Ing. mediterranean Scallop \ Ital. Ostrica Jacobea — « Pettine di Giacobbe» 0. radula 5 Ing. ducal Mantle — Rasp ^ Ital. Ostrica manto-ducale — - Manto ducale — Ostrica ra- spa — » Raspatojo. 0. palliami Ing. royal Mantle } Ital. Ostrica man- tello — Ostrica tabarro — Manto reale. 0. nodosa ^ Ing. Duck’s-foot 5 Ital. Ostrica nodosa — Ostrica noderosa — Piè del duca ? — Ostrica piè-d’ anitra ? 0 . pleuronectes ^ Ing. Compass-scallop — Sole } Ital. Ostrica sfoglio — Ostrica pleuro nette — • Pettine fogliola — - Pettine compasso — - Yen- taglio di mare. 0. pusio 5 Ing. wrinkled Scallop • Ital. Ostrica an- golosa — Ostrica bambola. 229 0. lima\ Ing. thè File\ Ital. Ostrica lima — Lima squamosa — Lima scagliosa — Lima comu- ne— Lima di mare volgare. 0. opercularis } Ing. painted Scallop ^ Ital. Ostrica dipinta — Ostrica dal coperchietto. 0. malleus ^ Ing. Hammer-oyster \ Ital. Ostrica martello — Martello — Martello di mare vol- gare. 0. folìum ; Ing. Leaf-oyster \ Ital. Ostrica laurifo- glia — Foglia d’alloro. 0. edidis\ Ing. common eatable Oyster, j Ital. Ostrica edule — Ostrica mangereccia. 0. perno, } Ing. oblong Oyster ^ Ital. Ostrica pro- sciutto — Ostrica bislunga. 0. isogonum • Ing. Rudder ^ Ital. Ostrica isogona — Ostrica. *0. epliippium^ Ing. Saddle-oysterv^ Ital. Ostrica sella — • Ostrica efippio — Sella polacca. 0. vulsella\ Ing. tongue-skaped Oyster \ Ital. Ostrica lingua — Martello vulsella — Martello vul- sellato. Anomia:, Ing. Anomia \ Ital. Ànomia. A. ephippum } Ing. green-onion-rind Anomia \ Ital. Anomia efippio — Anomia sella — Sella di mare — Guscio di cipolla verde. A. cepa\ Ing. Onion\ Ital. Anomia cipolla — Ano- mia persiebina. A. elettrica ; Ing. small Amber- anomia ^ Ital. Ano- mia elettrica. A. placenta \ Ing. Chinese w indow Oyster } Ital. Anomia placenta — Ostrica invetriata della China — Anomia vetrosa? — Terebratula vi- trea ? 23o Mytilus} Ing. Sea-muscle Ital. Mitulo^ — Mitilo. M. cristo-galli Ing. Tree-muscle — ■ Hog's-car — CocF s-comb } Ital. Mitilo cresta-di-gallo. M. hyotis } Ing. great fìnger Muscle — fiorned Muscle\ Ital. Mitilo rastrello — - Mitulo cor- neo — ■ Mitulo polliciforme. M. margaritiferus ; Ing. Pearl-muscle — Mother- of-pearl • Ital Mitilo margarinerò - — Mitulo perlifero — Berberi degl’ Indiani. M. lithophagus \ Ing. brown Muscle — burrowing Muscle ì Ital. Mitilo litofago — Mitulo dat- tero — ■ Dattero di mare — Mitulo trapas- sassi. M. arìstatus } Ing. cross-beak Muscle • Ital. Mitilo becco-in-croce — - Mitulo aristato. M. ungulatus } Ing . great striateci magellanici. Mu- scle 5 Ital. Mitilo ungulato — Mitulo Magel- lanico maggiore striato. M. bidens\ Ing. Furrow-cap Muscle \ Ital. Mitulo da’ due denti. M. modiolus } Ing. smootk Muscle — great Mu- scle', Ital. Mitilo modiolo — - Modiolo — Mi- tulo della Terra de’ Papous — Modiolo Pa- puano • — Lulat di Adanson. M. hirundo Ing. Swallow-muscle Ital. Mitilo rondinella. M. faba -, Ing. Bean $ Ital. Mitilo fava. M. moria -, Ing. Mulberry -, Ital. Mitilo morione Mitulo mora — Gassidaria morione ? Pinna. $ Ing. Nacre \ Ital. Pinna. P. nutricata -, Ing. small red aculeated Nacre :t Ital. Pinna muricata. P. rotondata-, Ing. giant Nacre ', Ital. Pinna arro- tondata — Pinna gigantesca. 23 r P. digitiformis ; Ing. small white JSacre ; Ita!» Pinna bianca piccola , avente la forma cPun dito. Argonauta \ Ing. paper Sailor — paper Nautilus ; Ital. Argonauta — • Ocitoe. A. Argo; Ing. orientai Paper-sailor ; Ital. Argo- nauta Argo — Argo — Argonauta solcato — Nautilo papiraceo maggiore più volgarmente. A. cymbium ; Ing. minute Paper-sailor ; Ital. Ar- gonauta schifo — Palischermo — Cannaria gondola - — Nautilo papiraceo minore più vol- garmente. Nautilus Ing. Sailor; Ital. Nautilo — Nautilo vero. N. pompUius ; Ing. great chambered Sailor ; Itah Nautilo pompilio — ■ Nautilo pillottato — Nau- tilo rabescato. N. spirala; Ing. rairfs boni Sailor ; Ital. Spinila — Cornetto da postiglione — Nautilo spinila. N. litiius ; Ing. Crozier ; Ital. Nautilo lituiforme * — Nautilo trombetta — Nautilo corno- da- caccia. Conus^ Ing. Cone-shell; Ital. Cono. C. marmoreus ; Ing. black Tiger-cone-skell ; Ital. Cono marmoreo. C. imperiali ; Ing. imperiai crown Cone-shell; Ital. Cono imperiale — Cono dalla corona im- periale. C. eburneus ; Ing. square spotted Cone-shell ; Ital. Cono eburneo. C. gen&ralis ; Ing. Flambeau-cone-shell ; Ital. Co- no generale — Cono Vice-ammiraglio. C. miles ; Ing. Girdle — bastard admiral Cone- shell ; Ital. Cono milite. C. princeps ; Ing. persictn robe Cone-shell ; Ital. Cono principe — Cono aurisiaco — Cono ammiraglio rancio — Cono rancio — Abito persiano — Cedonulli. C. papilio $ Ing. Buttcrjlfs wing Conc-shcll ; Itati. Cono parpaglione — Cono ala-di-farfalla. C. JlguliuiLS ,* Ing. brown strìped Cone-shell — Beech-wood Cone-shell ; Ita!. Cono figulino — Cono vasajo , o come fatto di terra da vasaj. C. Ebrcteus Ing. rustie Music — Hebrew Cone- shell $ Ital. Cono Ebraico. C. stercus-muscarum $ Ing. Flea-bitten Cone-shell ; Ital. Cono arenato — Cono lordato dalle mo- sche. C. monachus ; Ing. Agate Cone-shell ; Ital. Cono monaco — Cono agatino ? C. genuanus ; Ing. Butterfly’s wing Cone-shell ; Ital. Cono genuano — Cono falso-parpaglione — Cono ala- di-farfalla secondo. C. achatinus ,* Ing. Tulip Cone-shell $ Ital. Cono agatino vero — Cono tulipano. C. textile j Ing. gold-brocade Cone-shell $ Ital. Cono textile — - Cono tessuto — Cono drappo d’oro — Cono a punto di Spagna. C. Luzonicus ; Ingl. spotted velvet Cone-shell $ Ital. Cono vellutato di Luzon — Cono Luzonico. C. vittatus ; Ing. ribbon Cone-shell ; Ital. Cono fasciato — Cono bendato — Cono rammen- tante, in certo tal qual modo, una bellissima fettuccia. C. classiarius y Ing. sailor Cone-sìiell \ Ital. Cono classiamo — Cono navigatore. 233 C. mercatori^ Ing. net-work Cone-shell^ Ital. Cono mercatore — Gono reticellato. C. affinisi) Ing. commandant Cone-shell ^ Ital. Cono affine — Cono aggiunto — Cono ajutante — - Cono comandante. C. rosaceusi) Ing. A ur or a- cone-shell 5 Ital. Cono rosaceo — - Cono del color d’ Aurora. C. aulicus 7 Ing. porphyry Cone-shell * — brunette Cone-shell f, Ital. Cono aulico — • Cono porfi- roideo — Cono porfideo. C. nussatellai) Ing. Shagreen-cone-shelli) Ital. Cono zigrinato. . C. spectrumi) Ing. spectre Cone-shell ^ Ital. Cono spettro. C. geographicus ^ Ing. silk-brocade Cone-shell } Ital. Cono geografico — - Cono disegnato quasi a foggia d’una carta geografica. CypraeA} Ing. Gowry — Cowry • Ital. Ciprea — Por- cellana ■ — Conca di Venere. C. exanthemai) Ing. false Argus \ Ital. Ciprea esantema. C. Arabìcai) Ing. nutmeg Cowry \ Ital. Ciprea Ara- biga — Ciprea del mar rosso — Arlecchino bastardo. C. Argusi Ing. thè trae Argus ; Ital. Ciprea Argo — Argo vero. v C. carneolai) Ing. burnt-mouthed Cowryi Ital. Ci- prea corniola. C. talpa } Ing. Mole-cowry — burned-mouth Co- wry ; Ital. Ciprea talpa. C. lurida ^ Ing. Mouse \ Ital. Ciprea lurida. C. Tigrìs } Ing. Lcopard-cowryi) Ital. Ciprea Ti- gre — Ciprea Leopardo — Porcellana tigrata. G. scurra ) Ing. green-spot Cowry ; Ital. Ciprea buffona — Ciprea macchiata di verde. C. caput-serpentis \ Ing. Vipeds head •' Ital. Ci- , prea testa-di-serpente — Ciprea capo-di-serpe — Testa di Vipera. C. Mauritiana ) Ing. lesser Surinam-toad ) Ital. Ciprea di S. Maurizio — Ciprea minore del Surinam — Ciprea Mauriziana. C. vitellas) Ing. fallo w Deer ) Ital. Ciprea giallo d’uovo — • Porcellana rossiccia. C. isabella ) Ing. orange-tìpt Cowry — P or celai n ; Ital. Ciprea isabella — Ciprea ranciata — - Porcellana di color rancio. C. ascllus ) Ing. W asp ) Ital. Ciprea vespa. C. moneta ) Ing. trussed Fowl — - common money Cowry — Biadano od s-teeih) Ital. Ciprea num- maria — Ciprea moneta. C. caurica) Ing. dark spotted Cowry ) Ital. Ci- prea cawry. C. erosa \ Ing. white spotted Cowry) Ital. Ciprea erosa. C. pediculus) Ing. Sea-louse ) Ital. Ciprea pidoc- chio. C. nucleus ) Ing. wrinkled Cowry $ Ital. Ciprea nucleo. C. staphylaea) Ing. JVood-louse ) Ital. Ciprea grap- polosa. C. dracaena * Ing. Dragon-cowry • Ital. Ciprea dragone. C. h eh ola) Ing. Star-cowry\ Ital. Ciprea paglie- rina. C. globulas ) Ing. PearUcoWry) Ital. Ciprea glo- betto — Ciprea periata. 2 35 Bulla. * log. Dipper 5 ItaJ. Bulla — Bolla ? — e talora anche Ovula — e Buiimo. B. ovum \ Ing. poached Egg^ Ital. Bulla uovo — Ovula oviforme. B. volva | Ing. weaweEs Shuttle \ Ital. Bulla volva - — Ovula volva — ■ Ovula navone — - Ovula semi-di-rapa. B. birostris } Ing. bastar d weawer’s Shuttle } Ital. Bulla birostre — Bulla birostrata. B. spelta Ing. oblong Dipper\ Ital. Bulla bislunga — Bulla spelta. B. gibbosa } Ing. short gibbous Shuttle — Gondo- la } Ital. Bulla gibbosa — Bulla gobba — Ovula gibbosa. B. naucum \ Ing. Sea-nut ; Ital. Bulla d’ acqua — Gondola papiracea - — Noce di mare bianca e striata — Àlide. B. ampolla 5 Ing. Pewìfs Egg^ Ital. Bulla ampolla — Bulla solida — ~ Bulla massiccia. B. lignaria \ Ing. open-mouthed Nut — W ood- dipper\ Ital. Bulla lignaria — - Scafandro li- gnario — Cornetto cartaceo di mare — Cial- done marino. B. hydatisij Ing. Paper-dipper 5 Ital. Bulla idati- de — Bulla navicella — Bulla d’acqua papi- racea. B. amygdalus 5 Ing. Almond \ Ital. Mandorla di mare — Bulla mandorla - — Bulla striata. B. akera } Ing. elastic Dipper Ital. Bulla akeva — Akera buìlata — Bulla elastica Bulla resiliente — Bulla fragile — Bulla striata, ec. B . physìs^ Ing. striped Dipper ; Ital. Bulla fiside — Bulla rigata — Gondola rigata. s36 B. c impiastra } Ing. banded Dipper } Ital. Bulla am» plustra — Bulla fasciata — Bulla paglierina — Cialdone di mare del color della paglia. B. ficus } Ing. Fig } Ital. Bulla fico. B. terebellum } Ing. Auger ; Ital. Bulla succhiello — Bulla trivellino. B . fontinalis \ Ing. Fresh-water-dipper^ Ital. Bulla fontinale — Bulla delle fontane. B. virginea } Ing. orange Flag \ Ital. Bulla virgi- nea — Voluta vessillo — Voluta stendardo — Voluta bandiera — Bulla rancia. B. zebra } Ing. Zebra chersina \ Ital. Bulla zebra — Zebra chersina. B. ackatina } Ing. broad-striped Zebra — pink- mouthed Chersina } Ital. Bulla agatina — Bulla zebra a grandi fasce. Voluta^ Ing. Rhomb-shell — Cylinder $ Ital. Voluta — Conchiglia rombo — Cilindro di mare, e talora anche Buiimo. V. auris-Mìdae } Ing. Midcds ear } Ital. Auricola — Voluta auriculare — Voluta orecchio-di- Mida — Orecchio di Mi da. V. porphyria } Ing. large clouded Rhomb — - Camp- olive } Ital. Voluta porfìdea — - Rombo mag- giore nuvoloso. V. oliva\ Ing. yellow Rhomb — Olive\ Ital. Vo- luta oliva — Voluta gialla — - Oliva di mare. V. gibbosa } Ing. clouded Olive\ Ital. Voluta gob- ba — Voluta gibbosa — Oliva di mare an- nebbiata, o nuvolosa. V. ìspidula } Ing. enamelled Olive } Ital. Voluta smaltata — Voluta ispidetta. V. pinguis, Ing. cjuaker Olive } Ital. Voluta pin- gue — Voluta bisunta. 237 Y. utrìculus 5 In g. gibbous Olive ; Ital. Volata otri- cella — Bulla otricolo ? V. dactylus\ Ing. six-plaited Olive • Ital. Voluta dattilo — Voluta a sei ripiegature. V. persicula\ Ing. red-spotted Olive \ Ital. Voluta persichina — Oliva macchiata di rosso. V. paupercula } Ing. Zebra Rhomb ,* Ital. Voluta poverella — Buccino Zebra? — - Zebra rombo? V. mitra-pìscopalis * Ing. Rishop “’s Mitre \ Ital. Mitra vescovile — Mitria del vescovo. V. papalis 5 Ing. Papal Mitre , Ital. Voluta pa- pale — Mitria del Papa. V. musica \ Ing. W est- India music Shell $ Ital. Voluta musica. V. vespertilio ^ Ing. wild Music — Rat } Voluta pipistrello. V. Ebraea\ Ing. Orientai Musici^ Ital. Voluta ebrai- ca — - Voluta musica orientale. V. rustica ; Ing. Net-olive \ Ital. Voluta rustica — Voluta grezza — Oliva reticolata. V. capitellum \ Ing. white Musica Ital. Voluta ca- pitello — Voluta musica bianca. V. ceramica ^ Ing. larger Devila Ital. Voluta gran- diavolo — Voluta ceramica. V. scapha } Ing. Lightning * Ital. Voluta scaffa — » Voluta schifo — Bulla schifo ? V. corona } Ing. ducal Crown \ Ital. Voluta co- rona — Corona ducale. V. pyrum • Ing. lurnip \ Ital. Voluta pero — Vo- luta tsjanko — Buccino pero ? — Voluta pa- tata — Turbine-Ila pero ? V. JEthiopìca : Ing. white moutìi d Melon \ — JE- thiopic Crown \ Ital. Voluta Etiopica - — Mel- lone dalla bocca bianca. 238 V. cymbiam\ Ing. clouded Melon — - Boat Meloni, Ital. Voluta gondola nuvolosa — Voluta na- vicella — Mellone nuvoloso. V. olla\ Ing. Melon } Ital. Mellone — Voluta mel- lone — Voluta olla. V . navicala \ Ing. Gondola \ Ital. Voluta gondola — Voluta navicella. Buccinum} Ing. TThelk^ Ital. Buccino — o Porpora — ed anche Tritonio — od Arpa — o Casside — e Dolio poi o Botte, in parte. B. galea ^ Ing. browti Tan } Ital. Buccino galea — Dolio galea — Botte scanalata — Buccino scanalato. B. oleariimi } Ing. Tun } Ital. Buccino oleario — • Botte dall’ olio — Dolio oleario. B. perdix\ ing. partridge Tun \ Ital. Buccino per- nice — Dolio pernice. B. doliamo Ing. spotted l'un 5 Ital. Buccino botte — Botte macchiata — ■ Dolio macchiato. B. cornuliun } Ing. thimbled Hehnet — triangalar JV (ielh } Ital. Buccino cornuto — Elmo ditale — Elmetto triangolare. B. rufam ^ Ing. red Helmet — BulVs monili Hel~ met\ Ital. Buccino rufo ■ — Elmetto rossastro — Elmo dalia bocca a mo’ delle Bulle, B. tuberosuni * Ing. Casket \ Ital. Buccino tuberoso — Elmetto tuberoso. B . flammeum 5 Ing. triangolar Casket \ Ital. Buc- cino fiammante — Elmo triangolare. B. testìculus } Ing.- Bonnet Casket } Ital. Buccino testicolo — Elmo berrettone. B. areola } Ing. small dice Casket \ Ital. Buccino areola ~~ Cornetto minore da dadi. 23g B. saburon \ Ing. Gray Casket } Ital. Buccino gri- gio — Buccino saburone. B, vibcxi Ing. Agate Casket \ Ital. Buccino vibice — Buccino lividura — Elmetto d’ agata. B. ar calarla } Ing. Finger s and Thambs\ Ital. Buc- cino arcolare — Nassa arcolaria. B. glaucum 5 Ing. Bezoar Helmet \ Ital. Buccino glauco — Elmo bezoard. B. rugosum \ Ing. Zebra Helmet 5 Ital. Buccino rugoso — Buccino grinzuto — Elmetto zebra. B. Harpa \ Ing. musical Harp\ Ital. Arpa musi- cale — Buccino arpa — Arpa di Davidde — Buccino ventricoso Cassida auriforme. B. monodon } Ing. Unicom } Ital. Buccino ni 0 no- do ntc — Buccino unicorno. B. persicum ^ Ing. persian Music — necklace Scoop i Ital. Buccino persiano — Buccino monile — Buccino collana — Buccino rosso da collo. B. patulum \ ^g. Mulberry — Scoop $ Ital. Buc- cino patulo — Buccino attignitojo. B. spiratimi ^ Ing. Joppa Wnelk \ Ital. Buccino spirato — Buccino colia spira. B. lapillus • Ing. purple straining TVhelk \ Ital. Buc- cino lapillo — Tritonio lapillo — Porpora lapillo. B. nucleiis ^ Ing. small fViielk i Ital. Buccino nu- cleo. B . piscatoriumi) Ing. knobbed Whelk ; Ital. Buc- cino piscatorio. B. maculatami Ing. brown Mitre — M ariine spd e \ Ital. Buccino bruno macchiato — Buccino macchiettato — Mi tri a bruna — Terebra sub- bio—Lesina di mare — Vite marina — Chio- do di mare. 24-0 B. subulatum } lag. Tiger-spire ; Ital. Bucci no su- bulato — Buccino fatto a mo’ di lesina. B. duplicatimi \ Ing. Press-screw } Ital. Buccino rad- doppiato — Buccino duplicato. Strombus} lag. Screw\ Ital. Strombo — cd anche Fuso talora. S .fusus^ Ing. Spindle \ Ital. Strombo fuso — - Fuso, marino. S. pes-pelecani } Ing. Pelicati’s Foot } Ital. Piè di pellicano — Strombo piè-di-pellicano. S. chiragrax Ing. DeviVs Claw, Ital. Strombo chi- ragra — Artiglio del diavolo. S. scorpius \ Ing. Scorpione Ital. Strombo scor- pione. S. lambis ,• Ing. Spider ; Ital. Strombo ragno. S. millepeda \ Ing. Milicpede f, Ital. Strombo mil- lepiedi. S. lentigiriosus ; Ing. A f ricali Pinck-conch ^ Ital. Strombo lentigginoso — Murice lenticoso? — Phos ? S. auris-Dianae \ Ing. Ploagh-frog • Ital. Orec- chio di Diana — Strombo orecchio-di-Diana. S. gallasi Ing. Plough • Ital. Strombo gallo. S. gibberulus ^ Ing. Pouter — spotted Pouler ; Ital. Strombo gibbose tto. S. accipiter ^ Ing. spiuous Scrcw } Ital. Strombo spinoso — Strombo sparviero — Strombo av- volto] o. S. epidromis • Ing. mottled Fawn Ital. Strombo epidromide — Strombo daino. S. cariar ium^ Ing. Partridg'e } Ital. Strombo cana- rio — Strombo pernice. S. urceus } Ing Pitcher \ Ital, Strombo creinolo. 24 1 S. lucifera Ing. spiked JYhelk ; Ital. Strombo lu- cifero. S. palustris ; Ing. marsh Club ^ Ital. Strombo pa- lustre — Strombo delle paludi. S. gigas ; Ing. large Conch — large Roller $ Ital. Strombo gigante. Murex} Ing. Caltrop — Rock-shell } Ital. Murice — e talora anche Porpora • — o Phos - — Rupe ? — Rocca ? M, haustellum ; Ing. Snipe ; Ital. Murice beccac» cino — Murice attignitojo. M. tribulus $ Ing. thorny Woodcock — Venus’s Comb $ Ital. Murice tribolo — Beccaccia spi- nosa di mare — • Testa di ragno — Beccac- cia Indiana Pettine di Venere — Murice cardo. M. cornutus ; Ing. thorny Snipe $ Ital. Murice cor- nuto — Porpora cornuta ? M. br andar is ; Ing. thorny Snipe ’s head $ Ital. Murice brandare — Clava Erculea ■ — Murice testa-di-beccaccia — - Porpora cornuta, altra ? — Bullo maschio , talora. M. trunculus ; Ing. Tyrian Dye ,* Ital. Murice troncolo — Murice ginocchiello • — Porpora marina propriamente detta. M. lingua ; Ing. Sheep 5 s tongue Ital. Murice lingua. M. ramosusì Ing. Purpura — . Devii , Ital. Murice ramoso. M. femorale ì Ing. triangular Whelk \ Ital. Murice femorale — Buccino dragone — • Tritone fe- morale. Conchiologia i 6 M. scòrpio \ Ing. Skeleton ; ita]. Murice scorpione — Murice scheletro. M. saxatilis ^ Ing. endive Shell ; Ital. Murice sa- xatile. M. erinaceus log. Urchitt ^ Ital. Murice erinaceo — Murice ecchino. M. rana: , Ing. ihorny Frog 5 Ital. Murice rana — Murice ranocchio - — Rana cornuta. M. olearium } Ing. Oil-jar } Ital. Murice oleario — Giara d’ olio. M. lampas ; Ing. swiss Irowsers ; Ital. Murice lampada — Brache Svizzere ? M. ricinus } Ing. spur Shell \ Ital. Murice riccino — Murice tonchio? M. uodiis 5* Ing. Chesnut; Ital. Murice nodo — - Murice castagna — Murice marrone. M. Jiicus ; Ing. old Maid ; Ital. Murice fuco — Murice virago — Murice zitella vecchia ? M. neritoideus $ Ing. Mulberry; Ital. Murice ne ri- toideo. M. mancinella.^ Ing. Mulberry: Ital. Murice man- cinella. M. colasi Ing. Spindle 5 Ital. Murice colo — Strom- bo colo ? — Murice rocca — Murice fuso. M. canaliculatus ; Ing. Bottle~whelk • Ital. Murice canaliculato — Murice scanalato. M. Trilonìs\ Ing. Trumpet } Ital. Murice tritonide — Murice trombetta. M. rubecula 5 Ing. Footman ; Ital: Murice rube- cula — Murice fantaccino. M. melongena 5 Ing. open-mouthed Murex ; ItaL Murice melongena. M. anus ‘ Ing. Grimace ; Ital. Murice vecchiarella ■ — Murice smorfiosa ? 243 ]YL Baby lo mas • Ing. tower of Babel ; Ital. Mu- rice Babilonico — Torre di Babele. M. perversiis ; Ing. left-ha.ided Fig; Ita!. Murice perverso ■ — Buccino unico — • Folgore per- verso — - Pirula perversa — - Pirula arrove- sciata. M. trapezium ; Ing. Persian Robe; ItaL Murice trapezio — - Abito Persiano - — * Toga Persiana Fasciolaria rancia. M. morìo ; Ing. Helmet ; Ital. Murice morione — • Fuso morione — Nivar di Adan son. M. pusio ; Ing. JV reatk; Ital. Murice, bambolo — Murice cercine — Murice ghirlanda. M. amplustre ; Ing. American Flag ; Ital. Murice banderuola — Bandiera Americana. M. aluco ; Ing. Caterpillar ■ — • Hercules1 Club ; Ital. Murice allocco — Murice bruco — - Murice clava-d’ Ercole. M. granulatasi Ing. Silh-worm; Ital. Murice gra- nulato — Murice baco-da-seta. Trochus:^ Ing. Top-shell — Button-shell ; Ital. Troco - — ed in parte anche talora Ferro — o So- lario. T. Niloticus ; Ing, large marbled Top-shell ; ItaL- Troco Nilotico — Troco dei Nilo. T. alveare ; Ing. Bee-hive ; Ital. Troco alveare Troco arnia. T. conspersus ; Ing. Poppy ; Ital. Troco consperso. T. fanulum ; Ing. Pagoda ; Itab Troco tempietto — Troco* pagoda. T. conchyliophorus ; Ing. Carrier ; Ita!. Troco con- • chilioforo Troco litoforo ? — Fono pro- priamente detto? 244 T. pumilio ; Ing. Dwarf Ital. Troco nano — - Troco pigmeo. T. lubeo; Ing. double-lipped Top-shell ; Ital. Troco lubeo — Troco dai labbro raddoppiato. T. argyrostomm ; Ing. Ink-horn ; Ital. Troco dalla bocca argentina — Troco calamajo? T. ziziphinus ; Ing. livid Top-shell; Ital. Troco zi*» zifino — Troco livido. T ..granatimi; Ing. Tiger ; Ital. Troco granatino — Troco tigrato. T. mauritianus ; Ing. great toothed Top-shell ; Ital. Troco mauriziano. T. dolabratos ; Ing. Zebra; Ital. Troco dolabrato — Troco piallato — Troco zebra. T. perspeclmis ; Ing. Staircase ; Ital. Troco pro- spettivo — Solario prospettivo. T. Solaris; In g.. sulcated San; Itale Troco solare — Solario vero. T. Pharaonius ; Ing. strawberry Top-shell } Ital. Troco Faraonio — Troco fragola? T. telescopium } Ing. Telescope ; Ital. Troco tele- scopio — • Botte di mare ? — Cerbio tele- scopio ? 'Turbo } Ing. JVhorl — - Wreaih \ Ital. Turbine — e talora anche Scalaria — • e Turritella. T. petkolatus ^ Ing. high-headed orientai Ribband - snqìl\ Ital. Turbine munito di gambo? Turbine orientale fettucciato colla testa elevata? T. pagodus } Ing. Pagoda } Ital. Turbine pagoda. T. litoreus : Ing. Periwinkle \ Ital. Turbine litorale — Turbine di spiaggia. T. pullus } Ing. painted Whorl $ Ital. Turbine pic- cino — - Turbine dipinto. *45 T. cochlus • Ing. spotted Silver -mouth • Ital. Tur- bine eoclo — - Turbine pelle-di-serpe — - Prin- cipessa — Vedova periata. T. chrysostomus ^ Ing. golden-mouthed Snaìl ; Ital. Turbine crisostomo — - Turbine dalla bocca dorata — Turbine bocca-d’oro. T. cìdaris $ Ing. Turbati ; Ital. Turbine turbante. T. calcar ^ Ing. Spur^ Ital. Turbine sperone — > Turbine speronato. T. rugosa* • Ing. /arge silver-mouthed JVliorl ^ Ital. Turbine rugoso — Turbine grinzuto. T. setosus ^ Ing. Leopardi Ital. Turbine setoloso? — Turbine leopardo. T. anguis -, Ing. Snake \ Ital. Turbine serpe — ~ Turbine serpentello. T. marmoratus ^ Ing. large green Whorl } Itab Turbine marmoreggiato — Turbine verde mag- giore. T. pica } Ing. Magpie ; Ital. Turbine pica — Tur- bine gazza. T. delphinus\ Ing. Dolphin y Ital. Turbine dei- lino. T. mumia } Ing. double-toothed Whorli Ital. Tur- bine mummia — - Turbine doppiamente den- tato. T. scalarìs\ Ing. W entletrap • Ital. Turbine sca- lare — Scalata — Scalaria vera. T. turritella } Ing. Spindle ^ Ital. Turbine turritella — Turbine fuso — Scalaria turritella? T. exoletus ^ Ing. ribbed Screw ^ Ital. Turbine a costole ■ — Turbine exoleto — Turbine guasto dall’ uso. T. clathrus ij Ing. bastard Wentletrap \ Ital. Tur- 246 bine clatro — Turbine ingraticciato — Sca~ lata dalla gabbia ? Scalaria dalla gabbia ? T. acutangulus } Ing. Press-screw , Ital. Turbine acutangolo — - Turbine vite-premente. Helix 5 Ing. Snail } Itaì. Elice — ma però talora an- che Buiimo. * H. scarabaeus\ Ing. W iteli — Cockchafcr ; Itaì. Elice scarabeo. H. haliotidea $ Ing. white-ear Snail — Fenus 3 ear\ Ital. Elice aliotidea — Elice orecchio-di Venere — Elice esuberante Elice orecchia- marina — Coppa da latte — Neristoma. H. lapicida 5 Ing. Roch-snail } Ital. Elice lapicida — Elice lampada — Carocolla lapicida. H. ringens • Ing. toothed Lamp * Ital. Elice Tin- gente — Lampada dentata. H. avellana \ Ing. Hazel-nul \ Ital. Elice avellana — Elice nocciuola. II. cornu-arietis ^ Ing. Jtam’s horn ^ Ital. Elice corno-d’ ariete. H. urceus \ Ing. Cocoa-nut } Ital. Elice orciuolo — Elice noce-di-cocco. II. ianthina \ Ing. violet Snail \ Ital. Elice iantina — Elice violacea -—Lumaca violetta — Con- chiglia purpurea. H. stagnorum \ Ing. Barley-corn , Ital. Elice degli stagni — Buccino stagnale — Limnea stagnale. H. ampullacea 5 Ing. smoolh-girdled Snail 5 Ital. Elice ampollacea. H. pomatia\ Ing. vineyard Snail — edible Snail h Ital. Elice pomazia — Elice dal coperchietto — Elice ortolana — Lumaca comune man- gereccia. 24 7 H. zonaria $ Ing. Ribband-snail \ Ital. Elice zona- ria — Elice fettucciata — Elice zonata — Elice a fasce. Nerita Ing. Nerite 5 Ital. Nerita. N. mammilla } Ing. white-nipple Nerite \ Ital. Ne- rita mammillare. N. histrio ; Ing. Guinea-hen Nerite 1, Ital. Nerita cerettana — Gallinella di Guinea ? N. chamaeleon ; Ing. Hoofs ^ Ital. Nerita cama- leonte. N. exuaia^. Ing. deep-ridged Neritei, Ital. Nerita exuvia — Nerita spoglia. N. pulligera 5 Ing. red Neritei, Ital. Nerita pulii- ^era — - Nerita delle Mo Iucche — Nerita ru- o biconda — Neritina pulligera. N. stellai, Ing. black rayed Neritei, Ital. Nerita stella — - Nerite raggiata di nero. Haliotis } Ing. Sea-ear ; Ital. Aliotide — Orecchia ma- rina — Orecchia di Venere ? H. tubercolata'^ Ing. common Ear-shelh, Ital. Alio- tide tubercolosa — Aliotide cornine — Or- mier d?A danson. H. asinina 1, Ing. A sse' s Ear-shell\ Ital. Aliotide asinina. H. Midae ^ Ing. leafy Ear-shell | Ital. Aliotide orecchia-di-Mida — Aliotide fogliosa — Orec- chia di mare somigliante piuttosto ad una fo- glia , che ad altro. Patella \ Ing. Limpet ; Ital. Patella — e talora an- che Fiss tirella — Emarginula — e Cari- nana. P. equestris ^ Ing. cup-and-saucer Limpet 5 Ital. Patella equestre. V , fornicata i) Ing. slipper Limpet • Ital. Patella fornicata — Patella fatta a vólto. P. neritoidea \ Ing. chambered Limpet } Ital. Patella neritoidea. P. Chincnsis ; Ing. Chinese Bonnet-limpet \ Ital. Patella della China. P. saccharina } Ing. Star-limpet — Astrolepas \ Ital. Patella stellare — Astrolepade — * Pa- tella zuccherina. P. Goreensis\ Ing. Sandali Ital. Patella sandalo — Patella di Gorea. P. crepidula } Ing. transparent Limpet $ Ital. Pa- tella translucida — Pianelletta. P. repanda\ Ing. small Sun • Ital. Patella cur- vata all* indietro — Patella sole-minore. P. margaritacea \ Ing. great Sun 5 Ital. Patella margaritacea — Patella sole-maggiore. P. barbara \ Ing. toothed Limpet \ Ital. Patella bar- bara — Patella dentata. P. oculus } Ing. Goafs-eye 5 Ital. Patella occhio — Patella occhio-di-capra ? P. granularis \ Ing. striated Limpet — tkorny Limpet } Ital. Patella granulare. P. granatina } Ing. Garnet-limpet — Carbuncle \ Ital. Patella granatina. P. testudinaria \ Ing. Buckler — * tortoise Limpet ; Ital. Patella testuggine — Patella a squame di tartaruga. P. rustica \ Ing. Dutch Bonnet — Boat \ Itah Patella rustica — Berretto olandese — Pa- tella grezza. P. pustula } Ing. mask Limpet } Ital. Patella ma- scherata. *4$ P. chlorostictai Ing. pìgeorfs Tfiroat; Ital. Pa- tella gola-di-piccione — Patella cangiante. P. Ulyssiponensis \ Ing. Buckler ^ Ital. Patella di Lisbona. P. calyptra\ Ing. Helmet ^ Ital. Patella sciarpa. P. cassida \ Ing. Lentil seed } Ital. Patella el- metto. P. pellucida \ Ing. blue-raycd Limpet } Ital. Pa- tella pellucida — Patella diafana — Patella a raggi azzurri. P . ferruginea ; Ing. hronze Limpet; Ital. Patella ferruginea. P. sanguinolenta ; Ing. Beauty-limpet ; Ital. Pa- tella sanguinolenta. P. compressa ; Ing. white Limpet ; Ital. Patella compressa — Patella bianca. P. laciniosa ; Ing. double-eyed Limpet^ Ital. Pa- tella laciniosa. P. Lusitanica\ Ing. Auvicula \ Ital. Patella Porto- ghese • — Patella orecchietta. P . Jissura\ Ing. crached Limpet ; Ital. Patella fes- sura — Patella reticolata — Ermaginula fis- sura. P. mitrala* log. Cap-lìmpet\ Ital. Patella piccola- mitria. P. umbellata ^ Ing. Ghinese Parasol \ Ital. Pa- tella ombrella — ■ Ombrello Indiano — Om- brello della China — Gastroface tuberco- loso. P. pustula\ Ing. doubtful Limpet 5 Ital. Patella po- stula — Fissurella pustula. P. pileolus $ Ing. open Gap \ Ital. Patella cap- pelletto. 25o P. Hungarìca 5 Ing. FooVs-cctp • Ital. Patella d’Un- gheria. P. mammillaris \ Ing. black hair Streàk-lìmpet 5 Ital. Patella mammillare. P. Cypria 5 Ing. mushroom Limpet \ Ital. Pa- tella Gipriotta — Patella di Cipro ■— Patella fungo. Dentalium} Ing. Tooth-shell } Ital. Dentale — od an- che Dente-di-mare. D. elephanlinum ; Ing. fluted elephanf s Tooth — horn-green Pendi ; Dentale elefantino — Dente elefantino di mare. D. entalis \ Ing. striaied Tooth-shell — • dog"1 s Tooth-shell 5 Ital. Dentale entale — Antale — Dentale liscio. D. gadus } Ing. hakds Tooth-shell 5 Ital. Dentale gado. D. trachea } Ing. W indpipe } Ital. Dentale tra- chea. Serpula} Ing. Wonn-shell \ Ital. Serpula — od anche talora Olimene — e Sabella. S. lumhricalis ; Ing. spirally twisled Worm-shtll\ Ital. Serpula lombricale — Olimene lombri- cale — Sabella lombricale. S. stellaris : Ing. rayed Pìrùs-head } Ital. Serpula stellare. S. anguinaia Ing. Serpente Ital. Serpula anguina — - Serpula serpentello. S. semilunum ? Ing. small Seed } Ital. Serpula mez- za-luna. S. acfuaria 5 Ing. W atering-pot $ Ital. Serpula ac- quaria — Serpula vaso-d5acqua. S. arenaria ; Ing. Oven-s/iell ; Ital. Serpula are- naria. S. cereolus $ Ing. Bougie ; Ital. Serpula cerino. S. volvox ; Ing. Caterpillar; Ital. Serpula volvoce — Serpula bruco. S. ocrea ; Ing. Boot ; Ital. Serpula stivaletto — » Serpula coturno. NOTE. (1) Il vocabolo Conchiliologia, o Conchiologia, deriva da due parole Greche, Conchylion che significa Conchi- glia, e Logos che significa discorso. Questa scienza tratta in generale degli animali testacei, i quali sono provveduti di un inviluppo calcareo, che si chiama Conchiglia. Con questo vocabolo s’intende quindi un corpo testaceo cal- careo, per lo più esteriore, talvolta interiore, cioè svi- luppato nella spessezza o nella densità della pelle del- l’animale mollusco, che vi sta dentro ; ma colla sua solidità sempre destinato a proteggere queìl’animaletto medesimo, o alcune delle sue parti , dai colpi od urti esteriori. (2) La più esatta analisi, che si abbia delle Conchiglie, è quella fatta da Yauquelin, il quale nella conchiglia delle Ostriche rinvenne, oltre l’ossicarbonato di calce, l’ossifo- sfato di questa base, il ferro e la magnesia. La somma differenza che esiste fra le infinite specie, che ve n’ha, in riguardo alla qualità ed alla vivacità dei colori, potrebbe farci supporre, che di natura diversa fossero le secrezioni, che si operano dall’animale nel formare il proprio invi- luppo, e che il risultato ottenuto da Yauquelin non sia poi applicabile alla massima parte delle conchiglie. È certo però, che la conchiglia dei molluschi è composta chi- micamente di due sostanze : i.° di una materia mucosa animale, più 0 meno abbondante, secondo l’età dei mol- lusco, a norma della parte speciale della conchiglia che si sta analizzando, ed in ragione benanco della di- a53 versa conformazione o struttura della conchiglia medesi- ma, e 2.0 d’un sale a base calcarea, che varia nella quan- tità. Sebbene l’analisi delle conchiglie dataci dai Chimici sia molto incompleta, si può tosto riconoscere ciò non ostante che le differenze, in quanto a’ risultati, ne stanno in un rapporto strettissimo colle differenze, che se ne osservano nella struttura. Le specie, che contengono in generale una proporzione maggiore di materia animale, sembrano essere quelle che hanno dimostrato una com- page o una struttura fibrosa, e che sono coperte di ma- dreperla. Secondo Hatchet esse sono composte di sot- tocarbonato di calce, e di albumina coagulata. La Ma- dreperla stessa è composta, sopra 100 parti, di 66 del primo , e di 34 della seconda. La conchiglia delle Ostri- che contiene sempre una dose molto minore di materia animale, e questa materia è poi somigliantissima ad una sostanza gelatinosa. Abbiamo già riportato qui sopra, pure testé, l’analisi che ne diede Vauquelin. La conchiglia delle Patelle, che presenta una struttura piuttosto lamel- losa e molto compatta, si avvicina anche più, nella sua composizione chimica, a quelle, la struttura delle quali è in generale vitrea. Queste, secondo Hatchet, il quale le chiama conchiglie Porcellane, non contengono che una picciolissima quantità di materia azotata, e vi si trova al contrario molto sottocarbonato di calce, ma senza mai alcuna traccia di fosfato, nè di solfato della mede- sima base. Dict. des Se. Notar., Art. Molluscjues , p. 78. (3) Oltre alle conchiglie, che si trovano coi loro ani- mali sulla terra , 0 nelle acque , siano desse salse , o siano dolci, ve n’è un gran numero di specie, che spesso si trovano in quantità immensa sepolte nelle terre di antica formazione, lungi dal mare, e a certe determinate profon- dità, talora molto considerevoli. Queste sogliono chiamarsi 254 conchiglie fossili. La maggior parte di esse non ha analo- ghi viventi conosciuti, e quelle che li hanno, non li oliro- no che soltanto ne’ climi i più caldi del nostro globo terracqueo. Queste conchiglie si riducono ad un piccolo numero di generi } ma le specie ne sono abbondantis- sime, ed innumerabili poi gl’individui. Le Ammoniti, le Belemniti, le Ortoceratiti, ec., ec., fra le univalvi} le Gri- fi ti , e le Terebratule, fra le bivalvi, sono specie tutte quante, delle quali oggimai non si conosce più tampoco un solo analogo vivente , o veramente sono generi , le specie attualmente viventi de’ quali, se pure esistono ancora, non si trovano che soltanto nel profondo abisso de’ mari i più lontani. Queste tali conchiglie sono«anche state chiamate antidiluviane, siccome quelle che si sup- pone esistessero prima che succedesse il diluvio Mosaico. Ora però si chiamano desse più volontieri pelagiche sup- ponendo che possano forse ancora esistere, insieme colle loro congeneri , appunto nelle profondità del pelago o del mare. Terribili cataclismi, come si suol dire, o fiere catastrofi mondiali, sofferte dal globo nostro in epoche posteriori alla prima Creazione, sembra, secondo molti, che abbiano fatto ritirare i mari dalle località che occu- pavano da prima, cangiandone affatto il luogo per un in- tervallo di tempo, che ha potuto essere più o meno lungo, e pensano poi che, nell’acqua di questo mare seconda- rio, che non cuopriva se non soltanto le montagne di mezzana altezza , debbano aver vissuto tutte le conchi- glie, che in ammassi talora grandissimi, formarono, ac- cumulandosi successivamente, le montagne calcari, dette dai Geognosti stratificate, o di formazione secondaria} conchiglie queste, delle quali le analoghe viventi, attual- mente esistenti, si trovano ora più presso alle spiagge ? alle coste o al lido e perciò diconsi anche litorali . 255 Meritano, a questo riguardo, d’essere, fra l’altre, partico- larmente consultate le diverse opere del celebre nostro Naturalista Italiano, il fu sig. Brocchi, e soprattutto poi la di lui Concliiologia fossile subappenina , come il meri- tano non meno eziandio, il Trattato delle Petrificazioni di Bourguet, e le Memorie del Defrance, per trasandarne in silenzio le altre ben molte, che pure sarebbero almeno da citarsi. Le conchiglie fossili sono più o meno al- terate , a norma dell’indole diversa de’ luoghi ne’ quali si trovano } ma, tra queste, le conchiglie pelagiche pro- priamente dette sono sempre ripiene di sostanze terrose indurate, e talora decisamente lapidee o petrefatte, alle quali è unito intimamente il loro inviluppo testaceo , che per Pordinario rimane intero. Talora osservasi che sonosi desse fatte piritose, sebbene di gran lunga più frequente- mente quarzose } le secondarie in fatto hanno sovente un nocciolo quarzoso , che in questo caso non suole però esser mai che un guhr siliceo, o un infiltramento di natura selciosa, cui sia riuscito d’introdursi, per entro ad esse, nel lor vano o nella cavità. La conchiglia poi ne può essere rimasta di natura calcarea t o veramente può anche es- serne stata distrutta. Tutti gli Autori anteriori a Linneo usarono sempre di separare le conchiglie fossili da tutte quante le altre; ma ora al contrario non si fa distinzione alcuna tra queste e quelle, e qualsivoglia maniera di conchiglie trovasi descritta precisamente in quello de’ generi diversi ammessine, al quale essa appartiene con più diritto, in vista de’ caratteri che le sono proprii. (4) Circa alla varietà dei colori, che riscontransi nelle conchiglie , oltre alle cause che sembrano derivarne dalla conformazione differente, o dalla diversa disposizione de- gli organi che somministrano que’ colori medesimi , o dalle alterazioni o da’ cangiamenti, che questi tali or- a56 gani possono aver provato, o provano effettivamente in qualche circostanza speciale, vogliam credere che abbia- sene a riconoscere anche un altro motivo, che influisca più o meno efficacemente, tanto sulla vivacità ed interi» sita di que’ colori medesimi, quant’anche sulla diversità delle svariate loro tinte, e che debb’essere al tutto in- dipendente dalla struttura fisica del mollusco, o dell’ani- male, che vi abita per entro. Or questo motivo, o que- sta causa estrinseca al mollusco, tutto che sembrar possa affatto insufficiente a produrre di per sè sola effetti co- tanto marcati, come s’osservano, altro non debb’essere, se non forse il risultato delle varie combinazioni della luce con queli’altro fluido, che denominiamo calorico, e che è la causa d’ogui calore. Due individui appartenenti decisamente alla specie medesima, trovati l’uno nel no- stro Mediterraneo, e l’altro in alcuno dei mari che lam- biscono i paesi caldi della Zona torrida, offriranno talora tinte differentissime, ed osserverassi una vivacità di co- lori sempre maggiore in quello vegnente dalla Zona tor- rida, che non nell’individuo tratto da’ mari delle Zone nostre più temperate. E tale appunto debb’essere la vera origine di tutta quella immensa farraggine di varietà di conchiglie, che alcuni Naturalisti avrebbero pur voluto considerare come altrettante specie fra loro distinte, a malgrado della probabilità somma, ed anzi quasi della certezza, che bassi oggimai, che queste differenze non di- pendano che dall’azione del clima diverso, dal variatone nutrimento, o da qualche altra circostanza eventuale, che non ci è ancora conosciuta a dovere. (5) Avea detto l’Autore del Testo, nel suo Avverti- mento, di non voler porre in un’Appendice la Classi- ficazione dei Molluschi secondo il novello sistema Fran- cese, perchè credeva egli che i principi, sui quali è dessa 2^7 fondata, fossero tali da sviare, e distogliere assai fa- cilmente dall’occuparsi delle conchiglie, quegli amatori che non possono dedicare tutto affatto il loro tempo allo studio di qualche parte delle Scienze naturali } ma spero eh’ egli vorrà perdonarmi , se io in ciò non mi uniformo ciecamente al di lui sentimento, mentre credo invece che , aggiungendo al proprio trattato una così fatta Appendice , avrebbe egli soddisfatto meglio a’ voti, non meno di coloro che non hanno a disposizione il tempo necessario per occuparsene di proposito, che di quelli che lo hanno *, da chè i primi avrebbero profit- tato del sistema Linneano soltanto, ed i secondi avreb- bero , volendo , potuto godere i vantaggi dall’ uno e dall’altro esibiti loro , senza pericolo alcuno di confu- sione. Gioverà qui anche il riflettere che gli Elementi di una Scienza debbono essere fondati , almeno per quanto è possibile, sopra dati certi, i quali conducano 10 studente alla conoscenza della verità, senza correre 11 rischio di perdere realmente un tempo, eh’ è da cal- colarsi sempre preziosissimo, in superficiali e sterili speculazioni risguardanti , più-che non ad altro , alla nuda nomenclatura. La quasi universale presente diffu- sione del metodo Francese sembrami confermar piena- mente quanto per me si è qui ora asserito , e dimo- strarne la decisa utilità. In fatti la Classificazione dei Molluschi, fondata sull’organizzazione dell’animale, e non più solamente sulla struttura della conchiglia, come usavasi in addietro, merita la preferenza, in grazia so- prattutto di ciòj che i caratteri desunti dalle parti del- 1’ animale sono , generalmente parlando , costanti , lad- dove quelli che desumonsi dalla semplice conchiglia come suscettibili di troppe variazioni , è facile che ci ingannino o ci illudano, e anche da ciò, che un metodo Conckiologia 17 253 naturale è sempre da preferirsi ad uno artificiale. I lavori di Lamarck , di Guvier e di tanti altri celebri Zoolo- gisti , hanno aperto oggimai un campo vastissimo alle ricerche de’ Naturalisti , ed hannoci fornito , per questa maniera di viventi , i fondamenti d’una Classificazione opportunissima che va ora ricevendo ad ogni giorno novelli' e sempre maggiori gradi di perfezionamento. Siccome le conchiglie, qualunque sia il metodo che per esse vogliasi adottare, possono appartenere, ora ad una, ed ora ad altra delle varie classi stabilitesi per la di- stribuzione degli animali in complesso , così ne .viene che, nel formare le Divisioni primarie appunto di esse conchiglie, debbcsi aver somma cura di non riunir mai, sotto qualsivoglia pretesto, in una divisione medesima, conchiglie appartenenti decisamente a classi differenti di animali } tanto più che non può convenir mai 1’ op- porsi alle relazioni , che in fatto esistono talora fra i Testacei , ed altri animali affatto diversi da’ testacei , come succederebbe, volendo, in onta a quelle , formare^ di pieno arbitrio e meramente a capriccio, associazioni tali di conchiglie, che ostassero diametralmente a quelle relazioni medesime, o le ponessero in non cale. Le di- visioni da formarsi fra le conchiglie , debbono dunque trovarsi costantemente in rapporto con quelle già sta- bilite fra gli animali, in conseguenza della loro organiz- zazione speciale , e debbono anzi servire ad indicarle o a rammentarle. Le Lingule , per esempio , sono conchi- glie bivalvi, all’animale domiciliato nelle quali si sono in addietro attribuite* certe proprietà, che ora riconosconsi comuni anche a tutti quanti gli altri animali spettanti alla classe di cui fanno parte esse medesime, il cele- berrimo Cuvier ha dimostrato, non esservi alcun genere di testacei, che meglio delle Lingule, comprovi la ne- 3 >9 cessità che v’ha di conoscere esattamente l’animale, e di non limitarsi alla conchiglia sola , per classificare questi Molluschi con un metodo, come suol dirsi , na- turale. Infatto hannovi certi testacei che , comunque in riguardo a’ loro caratteri esterni , sembrino appartenere ad una determinata famiglia, pure, e per la speciale loro organizzazione , e in forza delle abitudini che ne risultano proprie al Mollusco ,o all’animale, allonta- natisi da quella assaissimo, e sì avvicinano in vece di gran lunga meglio a qualche altra famiglia. L’ animale dimorante nelle Lingule non ha, per esempio , come la maggior parte delle altre conchiglie bivalvi, la facoltà di aprire il suo guscio o la propria conchiglia , rilas- sandovi esso stesso da quando a quando internamente ; ma ha desso invece, per ciò ottenere, un altro mezzo, che consiste in quelle sue cosi dette braccia, o ne’ ten- tacoli, ond’è fornito, e co’ quali, spingendoli al di fuori della conchiglia, riesce ad allontanarne l’uno dall’altro i lembi marginali delle due sue valve, quasi a quel modo che usano le Seppie, e questi suoi così fatti tentacoli, o queste braccia, sono assolutamente i soli organi, de’qualL possa P animale giovarsi per operare fuori del proprio guscio, e per procurarsi qualche leggiere movimento ; il così dettone peduncolo non essendone dotato d’ al- cuna contrattilità volontaria. Le grandi difficoltà poi che s’incontrano nel procurarci tutti quanti gli animali o i Molluschi viventi nelle tante conchiglie conosciute, per poterli con comodo esaminare in confronto , non sono già da riguardarsi come fatti che oppongansi vit- toriosamente alla decantata utilità di un tal metodo • mentre, volendo, si potrà seguire il piano del Lamarck> che, nelle descrizioni dei generi, ci offre, tanto i ca- ratteri anatomici del Mollusco o dell’animale, quant’anche 200 quelli più esteriori e manifesti, che desumonsi dalle for- me proprie della conchiglia ,■ e che si limita unica- mente ai caratteri osservati nella conchiglia , in quei casi ne1 quali non siane conosciuto abbastanza l’animale; se non che poi, a misura che i Molluschi o gli animali si vanno o anderannosi rinvenendo, e che assoggettansi o anderanno assoggettandosi agli occorrenti esami, resterà di riempiere le lasciatene relative lacune; mercè di che verrà a perfezionarsi sempre maggiormente , col tratto successivo, un metodo già di per sè cotanto filosofico , senza perciò perdere tutt’ a un tratto ogni frutto del grande e pregevolissimo lavoro fatto dal celebre e som- mamente benemerito Linneo , fondatosi unicamente so- pra i caratteri esterni delle conchiglie. (6) Quando le uova delle conchiglie si schiudono , l’animale ne esce colla sua conchiglia già bella e for- mata, ed avente, secondo Reaumur, d’ordinario un giro completo della sua spira, sebbene qualche volta anche di più, ma sempre poi delicata molto e sottilissima, o di ben poca spessezza; di modo che questo nascere de’testacei, armati già e difesi naturalmente dalla loro conchiglia oggimai formata, sembra importare che la conchiglia siane in pieno una condizione essenziale alla stessa loro organizzazione. L’accrescimento poi di tale conchiglia succede, giusta l’avviso dei medesimo Reaumur, piut- tosto che- non per altra via, per juxta-apposizione di parti, o di sostanza vegnente dal di fuori (extraposi- tio — juxtapositio ) , mentre , secondo V opinione di Klein, ciò succederebbe per intus-suscepzione, o per in- terna dilatazione, procurata mercè della nutrizione del- l’individuo, e dello sviluppamento successivo delle parti dal di dentro verso il di fuori ( intussusceptio ). L’opi- nione di Reaumur ha però prevaluto in confronto. Egli 26 c dice che la superficie esteriore di quella porzione del- l’animale , che si è di troppo estesa per essere conte- nuta nell’antica conchiglia, e che perciò resta allo sco- perto, è ripiena di un immenso numero di tubicini o di canali, per entro a’ quali circolano i liquidi necessarj al nutrimento dell’animale, e crede che molte tenuis- sime parti di materia, ad un tempo viscida , e petrosa o calcarea , siano mescolate in questi liquidi } ma che , siccome queste particelle sono meno fluide, che noi siano quelle che compongono la massa del fluido liquido, en- tro cui nuotano e scorrono trascinate, perciò, trovandosi nel passare vicinissime alle pareti di que’vasi o tubetti, che sono sulla superficie esteriore dell’animale , tutti quanti tempestati da una moltitudine di pori atti a la- sciarle agevolmente passare, esse, per così dire, ne tra- sudano, e finiscono così per isfuggire alla perfine dai ca- nali, ov’erano da prima contenute, e vengono a fissarsi appunto in sulla superficie esterna del Mollusco, e su tutta quella parte del corpo, che non riuscivano coperta dalla conchiglia. Giunte che poi sono queste particelle terrose, e viscide in fino allora, sulla superficie del corpo dei Mollusco, non è maraviglia se si uniscono assai fa- cilmente insieme le une colie altre, soprattutto verso le estremità della conchiglia , e se , quando siane sva- porato 1’ umido eccedente, si risolvono in una sostanza solida che, coi tratto successivo, compisce la conchiglia, conformandosi ad ogni volta in uno sfraterei lo solido , petroso o lapideo , che di mano in mano opera nella conchiglia medesima, dopo il primo, un grado novello di accrescimento $ mentre altre sottili e tenuissime mole- cole di consimile materia, continuando ad emergere sem- pre a quel modo dai vasi escretorj proprj del Mollusco o dell’ animaletto, formano da prima un secondo strato, 262 poi successivamente ne formano un terzo, e così via di- scorrendo, fino a che la nuova conchiglia abbia acqui- stato le convegnenti grandezza, spessezza e consistenza. Resta qui in fine da notarsi, come conseguenza neces- saria di un così fatto modo di accrescimento progres- sivo nel)e conchiglie , che desse non sono suscettibili di crescere di volume, se non aggiugnendo, col tratto successivo , sempre novelli giri 0 novelle anfrattuosità nella loro spira. (7) Molto si disputò, e si disputa ancora, se l’anima- le, che abita questa conchiglia, ne sia propriamente il costruttore, o se veramente esso non la occupi, se non come parassito 5 crede anzi taluno che il vero costruttore non siane infino ad ora conosciuto, e che stiasene sem- pre appiattato nell’ imo fondo del mare. Coloro , che hanno preso P assunto di difendere questa ultima opi- nione, si fondano in particolare sull’apparente supposta inettitudine di un Mollusco conformato a ino’ d’ una Seppia, dacché l’animale ne appartiene appunto alla famiglia delle Seppie, a costruirsi una conchiglia avente le sue anfrattuosità disposte in giri spirali , 0 secondo che suol dirsi, conformata a voluta spirale , e sulla to- tale mancanza d’una unione qualunque, che osservasi co- stantemente fra l’animale, e la conchiglia in cui dimora. Questa opinione venne, tra gli altri, confermata anche da Rose, il quale ebbe occasion d’osservare molte picco- le conchiglie di Argonauti .mentre stavano galleggiando in alto mare. I Conchiologisti per la massima loro parte hanno convenuto nel riguardare questo Mollusco, come prossimo, più che a niente altro, alla Saepia octopodiay vale a dire , a quella maniera di Seppia che scorgesi armata d’ otto braccia distinte uguali fra esse ^ ma il De Boni mostra di crederla piuttosto la Saepict offici** 9.63 nalis , vale a dire quell’ altra Seppia che, munita an~ ch’essa d’otto braccia, ne ha però due che riescono più grandi delle rimanenti; e poiché così la pensò anche Bosc , perciò sarebbe quasi da giudicarsi, che due spe- cie distinte di Seppia, affatto differenti l’una dall’altra, usino di abitare nella stessa conchiglia , sebbene non istianvi che soltanto in qualità di parassite; se nonché altri sostengono invece, come dicemmo, che l’animale, o il Mollusco dimorantevi, ne sia anche il vero costrut- tore. Potrà, chi il voglia, consultare su questo argo- mento una interessante apposita Memoria di Blainville, che trovasi inserita nel Journal de Phìs T. 86 , a pag. 336, e così del pari il fascicolo di luglio 1818, a pag. 47 5 come eziandio un’ altra Memoria del nostro si- gnor professore Ranzani, inserita negli Opuscoli scienti- fici di Bologna, fascicolo iò, a p. 198, ove pure di- scutesi con sane e ben fondate ragioni questa quistione medesima. Nè è da tacersi per altro tampoco che, nella prima parte del 2.0 tomo degli Atti della Società dei Natura- listi di Parigi, il chiarissimo Férussac, in un’appendice ch’egli dà ad una di lui Memoria in proposito, si mo- stra inclinato a convenire nell’opinione emessa dal pre- lodato profess. Ranzani, che 1’ animale dimorante nella conchiglia detta Argonauta ne sia anche il costruttore; e ciò contro al parere del Blainville, che lo vorrebbe al tutto parassito. Cuvìer poi e Dumèril , nella relazione, che stesero d’accordo all’Accademia sulla dissertazione di Férussac, non meno che su quella di Blainville, con- fessano apertamente d’ avere appoggiato alle sode ra- gioni addotte dal valente Naturalista Italiano il giudizio eh’ essi dovettero pronunciare contro P opinione del Blainville. Onde poi confermare sempre meglio la qui 264 ora enunciata decisione, gioverà il riferire l’osservazione testé fatta dall’illustre mio amico e concittadino il C. Giuseppe Mamiani, ed inserita nel 4-° bimestre del Gior- nale di Pavia, a pag. 299, anno 1826, il quale, avendo avuto agio di esaminare uno di questi animali abitanti nella conchiglia denominata Argonauta, potè nell’ovaja rinvenirvi alcuni piccoli Molluschini od animaletti già sviluppati , e rivestiti oggimai cadauno d’una conchi- gliuzza pari a quella che suol essere propria appunto degli Argonauti, vale a dire avente a un tratto i ru- dimenti delle spirali anfrattuosità, e la ripiegatura della carena, propriamente come osservasi poi nella conchiglia, quando è fatta adulta, 0 quando è ingrandita a dovere. (8) Per fissare bene le denominazioni delle parti del- l’ apertura, colloca Draparnaud, parlando delle conchi- glie, tanto terrestri, quanto fluviatili, la conchiglia, che ha fra le mani , colla punta in alto , e coll’ apertura allo ingiù, rivolta verso l’osservatore, ed inclinata al- quanto verso terra, o in una parola, la colloca in una posizione analoga a quella che essa suole aver sempre quando sta sopra l’animale} e così disposte le cose, ne chiama poi egli parte superiore 0 posteriore dell’ aper- tura, quella che ne sta in alto , e che corrisponde alla convessità del penultimo giro} bordo, margine od orlo inferiore od interiore , la parte opposta alla precedente} bordo , margine od orlo colamellare , quello che va avvicinandosi all’asse della conchiglia, e che ne forma la continuazione, e ne denomina finalmente bordo , mar - gine od orlo laterale , il lembo opposto al precedente. (9) Ove si consideri, così s’esprime il medesimo Draparnaud, il piccolo numero di punti , per mezzo dei quali l’animale sta attaccato alla propria conchiglia , non potrà se non destar meraviglia, lo scorgere come i65 un indumento così leggero, o una così fragile difesa, possa resistere all’ azione delle potenze esteriori , e conservare la sua solidità, il suo colore e la sua trasparenza, quando solo che stiasi per breve tratto esposta all’a- zione dell’aria atmosferica, dopo che il Mollusco siane morto, tosto imbianca e si sfoglia, o quasi chi dicesse, sfiorisce e si decompone. E pertanto forza d’ammettere in questi casi l’esistenza d7 una tal quale circolazione di fluidi liquidi , e di una comunicazione più intima che noi si supponesse , fra la conchiglia e 1’ animale , e sembra che non si possa prescindere tampoco dai credere che questo nicchio , guscio od inviluppo cal- careo, abbia ad essere, il risultato dell’azione di una , qual eh’ essa siasi , forza vitale od animale , tuttoché esso possa a prima giunta apparire unicamente petroso , grezzo affatto, massiccio ed inorganico agli occhi no- stri, troppo deboli forse per discuoprirne , come occor- rerebbe, 1’ interna compage e la precisa natura. (io) I Gasteropodi, eh’ è quanto dire que’ Molluschi che abitano nelle conchiglie univalvi, non sogliono mo- strar perfettamente formati e sviluppati, nè il loro pe- ristoma, nè quella maniera di carello, o quel cercine, che i Francesi denominano le bourrelet , nè i denti, onde questo è munito, se non quando siano dessi giunti al- 1’ ultimo e massimo loro incremento } ed è questo un ottimo carattere, col soccorso del quale distinguonsi le conchiglie fluviatili dalle marine, com’ è pure un mezzo atto a farci riconoscere, eccettuatone unicamente le spe- cie che hanno il peristoma semplice , una conchiglia giovane, da un’altra adulta della medesima specie, ed a farci scansare il pericolo di pigliarne una , nella sua gioventù, per una specie distinta da quell’altra, che siane soltanto d’età più provetta. Se non che le conchiglie gio- s66 vani possono ancora contraddistinguersi ulteriormente dalle conchiglie più mature: i.° in vista del minor nu- mero delle anfrattuosità o dei giri che le prime hanno nella spira, in confronto colle rimanenti* 2.0 in forza di ciò, che tutte quante le specie che riescono poi im- perforate col tratto successivo, riescono perforate finché sono ancora troppo giovani* 3.° ritenendo che, in un gran numero di Elici, l’apertura, finché son desse ancora giovani molto, riesce ottusamente tetragona, e la con- chiglia n’è sempre quasi carenata } 4-° e infine ritenendo ancora che, in un gran numero di Elici adulte , la su- tura dell’ultima anfrattuosità 0 del giro inferiore della spira , devia o si allontana dalla linea che essa sem- brava dover seguire, e curvasi poi alquanto verso l’a- pertura ^ intanto che risale dessa al contrario alcun poco verso la sommità della conchiglia in certe deter- minate specie, appartenenti al genere Turbo di Linneo. (11) Lamarck considera i Chitoni, non già come veri Testacei, ma bensì come Molluschi nudi, in sul dorso dei quali siano infisse certe piccole lamine testacee , che in fatto poi non hanno precisamente alcuna analo- gia , nè colle conchiglie bivalvi proprie de’ di lui Con- chiferi , nè colle moltivalvi appartenenti a’ di lui Cirri- pedi. Questi distinti pezzi testacei, al parere di lui, non deggiono considerarsi per altra cosa, che per una con- chiglia sola bislunga, che siasi naturalmente rotta, 0 spez- zata in traverso, fino dalla sua prima origine, in molti pezzi staccati e mobili , onde più facili avessero cosi ad esserne i movimenti dell’animale, o del Mollusco, che ne va munito , e che trovasi essere organizzato in modo da potersi , in certa tal foggia, aggomitolare, 0 conformare in una palla, ravvolgendosi sopra di sé spi- ralmente. Non si può denegar al Chitone la facoltà loco- 267 motiva, ma è desso sempre tardo assai nel giovarsene. Staccandolo con violenza dal luogo, ove posavasi, esso si conforma tosto come in un globo 0 in una palla, e non vi vorrà allora meno di due giorni, perchè ripigliar possa perfettamente la primitiva sua forma naturale. Fu 10 stesso Lamarck , che sottrasse questo genere dalle moltivalvi di Linneo ^ per collocarlo, fra gli altri Mol- luschi, nel proprio Ordine dei Gasteropodi. (12) L’Autore, seguendo Linneo, ha riunito, sotto il nome generico di Lepas , parecchie specie di conchiglie molto tra esse differenti, sebbene abbiane p®i suddiviso 11 genere in due sezioni distinte. Lamarck, in ciò pre- ceduto già da Bruguière , le ha invece divise in due generi separati affatto , considerando le prime sotto il nome generico di Baiameli , e le rimanenti sotto quello di Anatife. Oltre le differenze, che esistono marcatissime nell’ organizzazione de3 Molluschi , 0 degli animali ap- partenenti a questi due generi, altre parecchie ve n’ha eziandio, non meno palmari ed evidenti, che riscontransi ne’ rispettivi loro nicchj , gusci od4* inviluppi calcarei } mentre le Anatife constano sempre di cinque valve principali, alle quali altre talora se ne aggiungono più piccole delle prime, e non articolate, ma piuttosto riu- nite le une alle altre mercè di una interposta membrana che le riveste tutt’ all’ intorno, e tali valve ne riescono poi piane 0 piatte, e posano sopra un peduncolo tendinoso, capace di contraersi e di allungarsi} quando i Balani ai contrario sono composti di sei valve triangolari, for- temente articolate col mezzo di suture testacee , e stari- nosene attaccati con una base , testacea essa pure , ai corpi solidi, co’ quali trovansi a contatto, sono in ge- nerale dì forma conica, ed hanno inoltre un opercolo o coperchietto proprio , fatto di quattro pezzi mobili, 268 il quale manca sempre del tutto alle Ànatìfe. Merita in particolare d’essere, circa questo speciale proposito, con- sultata la Memoria del sig. Dutresne, che sta inserita negli Annales da Museum d^Hist. Nat. T. I, a p. 470 esegg., e nella quale l’autore diessi la cura di porgerci interessantissime osservazioni sul Balano, che gli piace di considerare come avente una conchiglia decisamente univalve, ma munita in oltre di un opercolo moltivalve. Soggiugne poi egli ancora, essere comune al Mollusco del Balano la proprietà, che osservossi già avere anche quello dellf Cypraea , vale a dire, di poter abbando- nare la propria conchiglia , quando esso vi si trova troppo ristretto, per esserne l’individuo oggimai spro- porzionatamente cresciuto di mole , in confronto colla capacità di quella, e di potere anzi allora fabbricarsene una nuova di sbalzo. (r3) La maniera, con cui i diversi Molluschi 0 Vermi Litofagi, e quindi, tra gli altri, anche le Foladi, riescono a traforare, pertugiare o bucare alcune pietre, ha for- mato già il soggetto di moltissime indagini „ sperienze ed osservazioni , in conseguenza delle quali vorrebbono alcuni, che ciò abbia ad aver luogo per via di trapana- zione , in forza del semplice moto di rotazione , che si suppone proprio delle loro valve , mentre altri opi- nerebbono che ciò succeda mediante una tal quale emis- sione, per parte dell’animale, di un fluido liquido, acre e corrosivo, e capace di sciogliere la pietra. Fleuriau de Bellevue , appoggiato ad un numero di osservazioni a bella posta instituite da lui medesimo, determinossi an- eli’ egli a favore di questa seconda opinione , indottovi da’ seguenti riflessi : 1 ,° che le valve loro non offrono mai alcun segno di sfregamento fatto contro i corpi so- lidi, a’ quali trovansi attaccate od aderenti levarie con- 269 chiglie litofaghe, da che le loro costole, le strie 0 le spire, comunque sempre dal più al meno dilicatissime, veggionsene costantemente in uno stato di perfettissima conservazione; 2.0 che molte di queste tali specie di conchiglie riempiono esattamente, ad individuo per im- dividuo, il voto 0 la cavità praticatasi nel sasso che serve loro di dimora ; la qual cosa sembra escludere affatto ogni supposta possibilità di quel tal quale moto di rotazione nelle loro valve, atto a trapanare le pie- tre ;©.° che i voti o le cavità , formatene nel sasso , riescono dal più al meno sempre irregolari lunghesso i loro contorni, ed anche nella loro profondità, mentre dovrebbero essere invece regolarissime, se fossero effet- tivamente state operate in forza del solo sfregamento continuato fino alla trapanazione della pietra in cui so- no; 4*° che pietre, per l’ordinario di natura calcarea ( calce carbonata ) , essendo quasi le sole che possano riuscire solubili od attaccabili da quel supposto fluido corrodente, 0 da quell’acido particolare, che si crede emettano i Molluschi 0 gli animali di questa specie , sogliono anche, generalmente parlando, essere le sole, per entro alle quali sia loro dato di potersi intrudere; mentre in fatto non rinvengonsi mai tali conchiglie li- tofaghe, nè nelle rocce schistose, nè in quelle argillose, nè nei petroselci , nè nel gesso 0 nella calce solfata , c via discorrendo; 5.° che i varj riicchj litofagi scor- gonsi bagnati, durante una parte dell’anno, da un fango quasi nero , Fattività penetrativa del quale è tanta , da giugner fino ad una mezza linea di distanza tutt’ all’ in- torno delle rispettive cavità 0 de’ vani da essi pratica- tisi nelle pietre tenere, ove s’introducono; 6.° che final- mente hannovi ancora , oltre a queste tali conchiglie diverse altre specie di Vermi marini o Molluschi affatto ?.JO nudi 9 e per conseguenza sprovveduti d’ ogni maniera di valve solide, atte, come pure voleasi supporre, a fo- rare le rocce , trapanandole a poco a poco , e che ciò non ostante riescono di certo a traforarle con qualche altro processo:; da che si sa benissimo, che vi si stabi- liscono per entro a dimora. La facoltà di sciogliere o d’intaccare qualche sostanza o materia calcarea, sembra d’ altronde essere comune anche a qualche altra ma- niera di Molluschi , e fra gli altri particolarmente alle Patelle. Pensa poi lo stesso Fleuriau de Bellevudl^ che in ogni caso Punico dissolvente, che questi Vermi o Molluschi possano essere giudicati in grado d’adoperare a tale effetto, abbia -ad essere l’acido fosforoso, di cui sembrano dessi effettivamente andar sempre, dal più al meno , provveduti. Lamarck invece riguarda le Foladi, non già come conchiglie moltivalvi , ma come bivalvi aventi alcune altre vaivicine o valve accessorie } e ne considera , come destinate a ricuoprire e a difendere l’animale o il Mollusco inchiusovi per entro, le sole due valve primarie, le quali sono in fatti le sole, che siano insieme collegate a cerniera } di modo che gii altri pezzi, 0 le rimanenti vaivicine non sembrano costituire in conto alcuno parti della conchiglia in pari grado es- senziali , nè concorrere tampoco a formare il vero le- game o il complesso delle valve, il legamento delie quali riesce sempre effettivamente tutto esteriore. (14) Da questo genere sono state recentemente sot- tratte molte conchiglie già prima riunitevi da Linneo ^ éd alle spese di esso piacque poi a Lamarck di formare 1 generi P^ulsella y Glicimeride ed Erodona$ nome que- st3 ultimo derivato dal Greco , e che per noi importe- rebbe, come chi dicesse, dente cariato . Dalla Mya gly- cimeris di Linneo, Ménard de la Groye ha formato il - _27* genere Panopaea , il quale si distingue dalle Glieime- ridi, in grazia segnatamente della sua cerniera munita di denti, e dei legamento, che n’è posto in sul lato allun- gato. Bruguière ne ha formato anche il genere Unio , di cui debbe essenzialmente far parte la Mya margarìtifera , dalla quale traggonsi bensì alcune perle, ma sono queste assai meno belle, che non sogliono esserlo quelle che ci vengono dalle piagge Orientali. Si è preteso di potere aumentare la disposizione naturale di questa specie a pro- durre le perle, traforandone esternamente, con apposito artificio, le conchiglie, con ciò giudicandosi di poter co- stringere l’animale racchiusovi a trasudare una maggior quantità di quella materia, che denominasi madreperla, onde riparare così alle perforazioni state fatte nel proprio guscio od inviluppo. Non sembra però che questo pro- cesso, inventato già da Linneo, siasi trovato in pratica gran fatto vantaggioso , da chè , almeno a quanto ne sappiamo , debbe oggimai essere stato abbandonato da per tutto. (i5) Fra le conchiglie, che vivono costantemente se- polte nell’arena o nel fango, il genere il più rimarchevole d’ogni altro si è quello dei così detti Solen. Questo nome d’ origine greca viene ad equivalere per noi a doccia y tubo o canale , ed effettivamente le sue due valve bis- lunghe, e scorrenti per l’ordinario in linea retta, quando stanno chiuse P una contro P altra, non rammentano male la forma di un tubo aperto ad amendue le sue estremità. Tutte le parti del corpo del Mollusco rac- chiuso in questa conchiglia , posseggono quasi in pari grado la proprietà di diffondere all’ intorno di sè una losforiscenza , o una luce d’ indole fosforica , quando sono tenute nella oscurità , o duranti le tenebre della notte. 272 (16) Questo genere, giustale riforme introdottevi già prima da Brughière, e poscia anche ultimamente da La- marck, porta, per suo carattere principalissimo, la estre- mità anteriore delle due sue valve sensibilmente ripiega- ta, dalla cerniera 0 dal cardine, fino al lembo marginale d’ ogni singola valva rispettiva, ed ha poi in oltre uno o due denti cardinali, o situatine in sul cardine medesi- mo, oltre ad alcuni altri denti laterali, collocativi a molta distanza gli uni dagli altri. Il legamento ne è situato esteriormente, non già in sul lato il più esteso 0 il più rigonfio della cerniera, ma bensì in sul lato che sem- bra corrisponderne a quella parte , che si suole deno- minarne la Lunula. Tali differenti caratteri bastano a separare a ragione questo genere da molti altri vicini quali sarebbono quelli delle Lucine ^ delle Cicladi, delle Capse , delle Pandore e delle Sanguinolarie ^ le di- verse specie de’ quali rimanevano per la massima parte confuse in addietro fra le Telline. Viene considerato , come il tipo del nuovo genere Pandora , la Tellina inaequwalvis. (17) Questo genere non ha subito variazione alcuna, ed è rimasto precisamente come lo ha lasciato Linneo. L’animale o il Mollusco, che ne abita le conchiglie, ha per costume di far sortire, dai mezzo del lembo margi- nale delle sue valve, una tal quale escrescenza 0 lamina carnosa ripiegata ali’ indietro, e d’ordinario colorata, la quale gli serve d’ajuto pel suo moto progressivo* questa lamina medesima, che serve come di piede al Mollusco , ha inoltre un’appendice triangolare , onde emerge, in forma di filamenti discreti , una maniera di Bisso , che giova a quello per fissarsi con esso in su i corpi^olidi, che gli stanno da presso. 273 (18) Lamarck ha stimato opportuno di suddividere questo genere in tre generi distinti , che sono quelli delle Madre ; delle Lutrarie e delle Pafie. Le Mac- tre 0 Mattre si distinguono dalle Pafie , in ciò soprat- tutto y che queste ultime hanno il legamento nascosto nella cerniera, e che le valve ne riescono perfettamente chiuse, mentre nelle Mactre le valve, chiudendosi, non si combaciano esattamente da per tutto. Le Lutrarie poi si distinguono in .particolare dalle Mactre , mercè della configurazione generale delle due loro valve, mercè della bocca od apertura, che ne è più pronunciata, e mercè del cardine 0 della cerniera, che non ne porta mai ap- parenza alcuna di denti. (19) Il carattere loro generale si è di avere in sul cardine , 0 sulla cerniera, uno 0 due denti laterali, un poco disgiunti dai denti cardinali , che qualche volta ne sono in numero di due su di ogni valva , mentre altre volte una valva sola ne ha due, intanto che la valva opposta non ne ha che uno soltanto. Allorché poi, la conchiglia ne è chiusa, ne combaciano esattamente i margini in tutti quanti i loro punti di contatto ^ e ciò a grandissima differenza, come accennammo già, dalle Mactre. Le Donaci sono certe conchiglie marine che rie- scono sempre levigate e polite, 0 minutamente striate* sogliono desse essere litorali, .0 starsene sempre presso alia spiaggia, e spesso sono ornate di vaghissimi colori, vivaci ad un tempo e gradevoli. Lamarck ha separato, e forse ; non senza plausibilissimi motivi , alcune specie da questo genere , onde formarne un genere nuovo e distinto sotto il nome di Petricola. (20) Il genere Veniis è uno dei più belli che si co- noscano fra le conchiglie, edili esso appunto avea Lin- Co uditolo già 18 VÌ neo riunito molte conchiglie, troppo fra esse dissimili, quanto ai loro caratteri esterni } onde fu poi che La- marck lo divise acconciamente in quattro generi, assai bene l’uno dall’altro distinti , che sono que’ delle Ci - priney delle Citeree , delle Veneri propriamente dette, e delle* Venericardie. Il vero genere Venus ne è stato ristretto unicamente a quelle tali specie , che mai non posseggono quattro distinti denti cardinali sopra l’una delle loro valve. Le Veneri vivono poi quasi sempre im- merse nella sabbia , ma non mai a grandissima distanza dalla spiaggia. (21) 11 nome di Spondilo è stato dato, secondo Bosc, già fino dagli antichi Greci a molte delle conchiglie di questo genere , a motivo , non meno della forza e ro- bustezza somma che ne ha il legamento, che in causa della grossezza delle apofisi sorgentine lunghesso il car- dine 0 la cerniera } ed è da credere che i Greci mo- derni abbianlo conservato ad alcune soltanto di quelle, in grazia di qualche apparente rassomiglianza fra esse, e l’unghia di un asino. Ma, quanto alla somiglianza, che hanno gli Spondili coi Pettini, venne dessa riconosciuta e tenuta a calcolo da Lamarck , che se ne lasciò in- durre a racchiuderne amendue que’ generi medesimi nella famiglia unica dei Pettinidi. (22) Linneo aveva riunito in questo genere molte con- chiglie, troppo invero fra esse differenti e disparate, che poi ne vennero sottratte da’ precitati Bruguière e La- marck , onde formarne i diversi e ben distinti generi , delle Isocardie delle Cardite , degli Hippopi e delle Tridacne . La posizione , che riesce la più naturale per queste conchiglie, si è -quella di avere l’apice o la som- mità loro in basso, c la- loro bocca od apertura in alto, 0 rivolta all’insù. Le Game se ne vivono per Foidinario 27 S a pochissima profondità nei mare , e si trovano sempre attaccate, colla loro valva più grande, alle rocce o ai coralli , o veramente ammassate ed ammonticchiate le ime sulle altre in un modo estremamente variabile. (23) Questo genere Linneano era stato conservato an- che da Bruguière, ma colla sola differenza, che egli ne fondava il carattere principale sulla particolare disposi- zione de’ denti in sui cardine o sulla cerniera, laddove Linneo avealo fondato sulla conformazione de’ lembi mar- ginali della conchiglia. Lamarck però stimò meglio di suddividerlo in quattro generi distinti, che sono ora quelli, delle Arche , de’ Pectuncoli o Pettonchj, delle Nucule e delle Cucullee. Le Arche propriamente dette ci presentano, nella riunione delie loro valve, la forma quasi della ca- rena di un vascello. Queste conchiglie hanno in gene- rale una epidermide, ora squamosa ed ora vellutata, che ne difende i Molluschi dagli attacchi d’altri Vermi od animali marini } desse riescono striate o solcate secondo la loro lunghezza, ed accade sovente che lunghesso il loro lembo marginale superiore, esse siano ancora mezzo aperte^ sbadigliane o a pena socchiuse* ciò che ha luogo allora, perchè il Mollusco o l’animale domiciliatovi fa sortire, appunto per di là, o da quella fessura, certi fila- menti tendinosi che servono a tenerlo infisso ed attac- cato alle rocce vicine. (®4) Sebbene l’Ostrica non abbia altro movimento, se non se quello di aprire e chiudere a vicenda le sue due valve , nondimeno molti osservatori concorrono ad assicurarci che anco le Ostriche istesse, in alcuni casi, hanno la facoltà di cangiare di luogo, battendo l’acqua colle loro valve. In mancanza di corpi, ai quali attac- carsi , esse si uniscono le une sulle altre , in modo da formare intieri banchi d’Ostriche, lunghi talvolta le in- 276 iiere leghe, e grandi a segno tale, da non consentire a Bosc di dubitar gran fatto, che possano per avventura formare un giorno il principale fondamento di novelli banchi 0 strati di pietra calcarea , simili a quelli che s’incontrano già anche attualmente qua e là in sul nostro Continente. I gusci petrosi, 0 le conchiglie delle Ostriche ci servono, calcinandole , a fornirci una calce eccellente , o come suol dirsi, un’ ottima calcina viva per le nostre fabbriche. Le Ostriche fossili sono comuni assai, e ve n’ha, tanto di litorali, quant’anche di Pelagiche:, all’ultime delle qua- li appunto si suole attribuir quasi universalmente il no- me di Grifée , 0 quello di Grifiti , a motivo d’una tal quale rassomiglianza , che i loro apici 0 la loro som- mità ricurvate hanno cogli unghioni od artigli, detti in lingua francese les Griffes , d’alcune fiere, e anche di qualche uccello di rapina. (25) Le Anomie sono composte di due valve tra esse diseguali, irregolari, ordinariamente sottili molto e fra- gili, riunite mercè di un legamento comune, che ne sta attaccato al cardine 0 alla cerniera inerme 0 senza denti, e mercè di un corpo più duro, più grosso e di sostanza ossea , che s’ingrana in un buco , 0 in una scanalatura situata quasi sempre alla base della loro valva inferiore , sono desse sempre infisse , 0 stabilmente at- taccate agli scogli 0 ad altri corpi solidi che si trovano nei mare, e sono, al pari dell’Ostriche, prive di loco- motività, se pure noi sono anche più che noi sian quelle. Il piccolo loro opercolo, 0 quel coperchietto calloso e quasi osseo, onde vanno esse generalmente munite ^ era stato pigliato assai male a proposito per una terza valva da alcuni Conchiologisti* e Bosc, fondandosi sovra tale ab- baglio, aveane collocato l’intiero genere fra le conchiglie Molti vaivi* se non che poi le reiterate e più attente osser- 277 nazioni concorsero a dimostrare fuori affatto d’ogni con- tingenza, che queste conchiglie Anomie altro non son^ se non semplici bivalvi , e che il loro coperchiato od opercolo non si risolve, in ultima analisi, se non nella loro estremità espansa, dilatata ed ingrossata, che serve d’attacco al tendine di un robusto muscolo dell’anima- letto o dei mollusco , che vi abita per entro. Da questo unico genere , quale avealo stabilito . da prima Linneo , Lamarck acconciamente ne ha tratto e formato diversi, quali sono i generi delle Anomie propriamente dette, delle Piaciute , delle Cranie , delle Terebratole , delle Calceole e delle Ioli. (26) Allorché l’animale si dispone a filare il suo cosi detto Bisso , ricurva desso la punta del suo piede, onde potersi impadronire di una foggia di glutine, che gli for- nisce opportunamente una gianduia situata in sulla sua base ^ ed attirarselo su linearmente, nel senso di sua lunghezza, entro a quel solco, che gli si può scorgere in uno dei lati del proprio sovra descritto piede , ed applica esso quindi l’estremo capo di un tale suo filo_, 0 sia del Bisso^ alla superficie d’alcuno de’ corpi ivi vicini, su cui il Mollusco del Mitilo intenda d’attaccarsi sta- bilmente, per rimanervi così infisso. Questa materia, che da prima altra cosa non era, se non un glutine animale vischioso e semifluido, e che s’indura poi tostochè è stata filata, va formando mano mano, col ripetersi le più e le più volte di questa medesima operazione, quella ciocca di peluzzi lunghi , molli ,, flessibili e dilicati , come se fossero di seta , alla quale suole da lungo tempo attri- buirsi il nome di Bisso , e che serve a tenere attaccate queste conchiglie alle rupi 0 agli scogli sottomarini. I Mitili uscendo dall’acqua del mare , hanno la loro conchiglia tutta quanta ricoperta da una maniera di pe- 2 jS riostio, o da una epidermide d’indole cornea ^ più o meno grossa ^ rugosa e fragile. Sono desse, tra Faltre conchiglie, quelle che producono, e ci forniscono le perle le più stimate. Questa pesca si fa in molte parti dell’In- die, come sarebbe, per pure accennarne alcuna, nel Golfo Persico, presso all’isola Ceylan, ed anche lungo le co- ste del Giappone. Le perle altro non sembrano essere, che un accumulamento parziale ^ o quasi direbbesi, una escrescenza, di quella sostanza stessa, propria della con- chiglia , che ne spalma segnatamente l’interna superfì- cie, ed alla quale si suol dare il nome di Madreperla } escrescenza , che producesi dal Mollusco o dalPanima- lelto, non si sa bene, se in causa di malattia, o per porre un ostacolo di più agli attacchi de’ suoi nemici} variano desse moltissimo , così quanto alla forma e alla gros- sezza, com’anche in riguardo al numero loro ne’ singoli Mitili. Le differenze, che ne riflettono unicamente al co- lore, sembra che siano da attribuirsi, più che non ad altro a qualche malattia del Mollusco , o alla reazione dei sughi proprii appunto all’animaletto, allorché infra- cidisce o si putrefa in sul lido. Ye ne hanno alcune nell’Indie orientali, che vendonsi sotto il nome di perle gialle, ed anche di perle nere, che, in confronto colle più comuni, di color bianco-latte, o bianco-perla, come suol dirsi, sono di gran lunga più stimate ed apprezzate, pre- cisamente perchè riescono più rare. Da questa stessa maniera di conchiglia traesi poi anche la Madreperla sovra citata_, che adoprasi in diversi lavori. Molte delle conchiglie spettanti a questo ordine, come anche a quello delle Ostriche, ed a qualche altro , offronci eziandio un interesse istorico particolare, rammentandoci la condanna all ’ Ostracismo 5 che dagli antichi Ateniesi aggiudicavasi ed intimavasi, scrivendo appunto sovr’uria valva d’Ostrica 279 staccata, e coperta poi, o spalmata di cera, il nome di quello fra loro, del quale voleasi proporre il bando tempo- rario dalla patria o l’esiglio } e tanto di fatto importa il nome stesso di Ostracismo , d’origine manifestamente Greca, inchiudente l’idea d’una di quelle conchiglie a due valve, che i Greci contraddistinguevano in massa, dall’ al- tre , col nome di O "erpete , come s’è già detto altrove. (27) Il sig. Cuvier rimanda affatto, tra le favole desti- tute d’ogni fondamento, tutto ciò che s’attentarono di dire Plinio, Appiano, Belon e Rondelet in riguardo alla Pinna} vale a dire, che una tal quale specie di Granchio si pi- gli la briga, non solo di provvederne alla sussistenza, ma perfino di farle attentamente la guardia, onde non venga dessa sorpresa da’ suoi nemici, al primo soprag- giugnere d’alcuno de’ quali abbia desso allora per istinto di emettere un grido, o di fare un romore particolare} e fra le tante ragioni, che rendono affatto improbabile questa opinione, non debb’ essere al certo l’ultima quella della fisica impossibilità, quasi assoluta, tanto che la Pinna nulla mangi di ciò che può il Granchio procurarle, com’ eziandio che essa abbia a nutrirsi soltanto dell’acqua del mare. È pertanto da ritenersi, che la pretesa storia di questo Granchio pinnotero (Pinnothéres di Latreille) sia favolosa} tanto più che tutte quante le specie di questi animali crostacei possono trovarsi benissimo fra le valve delle bivalvi, quando gl’individui ne sono ancora molto piccoli, ed imprudenti a bastanza per lasciarvisi prendere} e visto che questi animali medesimi, secondo che ne dice il sig. Risso, s’introducono traile valve del pre- detto Mollusco, nello scopo di nutrirvisi della sostanza viscida, mucosa 0 gelatinosa, che ne trasuda di con- tinuo, i quali come quelli che per tal modo vengono ad abitare parassiticamente entro alle Pinne, perciò stesso ne 200 ottennero il nome di Pìnnoterì. Le Pinne elaborano ed emettono da sè un Bisso lungo, finissimo, lucente al pari della seta e in grande abbondanza, che, sebbene non sia suscettibile di prendere alcuna tinta artificiale, nondimeno, in grazia della somma sua finezza, e della sua splendida lucentezza, veniva, e viene pure tuttavia, impiegato in diverse manifatture. Esce un così fatto Bisso dalla parte della conchiglia, che rFè opposta alla cerniera, e coi mezzo di esso Fani male o il Mollusco attaccasi alle rupi , agli scogli sottomarini , o anche ad altri corpi solidi, che -gli si trovano da presso in fondo al mare. La compage poi, o il tessuto delle valve riesce nelle Pi nne differente da quello delle rimanenti bivalvi, mentre sono desse composte come di lamine, l’una all’aìtre ini- bricatamente sovrapposte, a quel modo nel quale sogliono disporsi l’embrici o le tegole su pe’ nostri tetti , ma di grossezza molto variabile } sembra però che la con- chiglia crescane costantemente, in forza delle progres- sive sovrapposizioni di una serie ad ogni volta, di mo- lecole calcaree lungh’esso i suoi lembi marginali:, se pure non piuttosto in grazia di una tal quale cristallizzazione, in forma tale, che si viene ad averne alla fine per risultato, una grossezza costantemente uguale da per tutto, e che poi la frattura o spezzatura ne riesce sempre ad angoli retti per parte de’ frammenti. (28) Non faremo qui, se non ripetere ciò, che abbiamo già avuto occasione di dire, sull’argomento medesimo, nella precedente Nota 7/1, che tornerà quinci a pro- posito di riandare un’ altra volta. (29) Aristotile è stato il primo a darci una descrizione a bastanza esatta dell’animale 0 del Mollusco , di cui qui ora trattasi, e a fornirci nozioni precise sul suo modo di navigare entro alla curiosa sua conchiglia. Le os- 28 I sedazioni fatte da Lamarck in particolare sopra i Nauti li, 10 hanno condotto ad inferirne, che gran parte di ciò, che risultò in riguardo a quelli , abbia a dirsi eziandio delle Ammoniti , delle Discorbiti , delle Lenticolari, delle Nummuliti, delle Ortocere e delle Belemniti, le quali, essendo tutte quante conchiglie concamerate, sembra che tutte appartenessero a questa famiglia medesima dei Nautiìi. Il carattere, che può considerarsene come vera- mente generico, e che è da riputarsi più idoneo d’ogni altro, onde contraddistinguerne anche il genere, si è quello di avere la conchiglia arrotolata spiralmente sovra di sè, e concamerata, con le sue divisioni tutte trafo- rate, e soprattutto poi coll’ultimo giro spirale, o col- l’ultima anfrattuosita, che ne involge ed inviluppa tutte le altre, senza lasciarne mai vedere in alcun luogo la spira. Quanto alle concamerazioni, ed a’ compartimenti, ne crescono questi di numero, in ragione dell’età più pro- vetta, a citi va pervenendo l’animale o il Mollusco, che vi abita per entro, e che va formandosi una nuova cel- lula, a misura che il suo corpo, aumentando di mole, lo sforza ad ampliare tratto tratto l’antico suo domicilio. Le macchie quasi in forma di fiamma, che ne adornano la superficie esteriore, ne sono di un colore di marrone, o di un bruno di castagna scuro, e veggonvisi distin- tissimamente i diversi strati di sostanza calcarea, che da quando a quando, finche l’animale rimane in vita, ven- gono aggiugnendosi successivamente agli antichi, au- mentando cosi il volume della conchiglia, del nicchio o dell’inviluppo testaceo, che è destinato a ricuoprire 11 corpo del Mollusco, a proporzione del suo incremento. Quella tal quale esterna trasudazione poi di materia , generalmente colorata, che scorgesi quasi continua in questa maniera di conchiglie , vien riguardata sempre 202 come il prodotto di quella stessa ben grande ed ampia membrana, che serve anche per uso di vela al Mollusco, che Vi dimora per entro. Le Spirale , che Linneo aveva riunite a questo genere medesimo, ne sono state poscia sottratte, onde formarne un genere appartato, appunto sotto quello stesso nome di Spirula. (3o) Le differenze specifiche derivansi in questo ge- nere principalmente dalla forma particolare, che ce ne offre la spira, dalla figura rigonfia, scanalata o cana- licolata ed incavata, che ne hanno i lembi marginali superiori delle anfrattuosità , o de’ suoi giri spirali , dalle strie, ond’è tutta solcata, e finalmente dai colori, che ne sono proprii. (3r) La proprietà attribuita al Mollusco dimorante nelle conchiglie di questo genere, di cangiare cioè d’abi- tazione da quando a quando, e di potersi fabbricare una casa novella, ad ogni volta che, pel suo accrescimento, la propria originaria siasi resa incapace di contenerlo co- modamente, sembra in oggi ammessa da un gran nu- mero di Naturalisti, i quali in tale loro opinione se ne stanno, più che altro, fondati nella fede che prestano alle osservazioni instituite in proposito da Bruguière. Ne è già da dire, che le ragioni addotte in contrario dall’Au- tore Inglese del Trattatello che ci servì di testo, ba- stino a distruggere in conto alcuno la dedottane conse- guenza, dachè l’analogia del Mollusco, con tanti altri di genere diverso, non può assolutamente aver luogo, in grazia soprattutto della conformazione della conchiglia, troppo in questo stesso genere differente dalla confor- mazione di quelle che appartengono a’ rimanenti generi. D’altronde qui la specie medesima prova talora, a certe determinabili epoche del suo incremento, in forza della età, tali cangiamenti nelle forme , o nella sua configu- 283 razione complessiva, e negli svariati colori, ond’abbeilasi, che, pigliandola soltanto ad età differenti, sembrerebbe essa talora meritare d’essere ascritta a specie dispara- tissime, e qualche volta persino a generi affatto diversi dai proprio. Ogni singolo individuo poi di questo genere medesimo, può rinvenirsi in tre stati, l’uno dagli altri ben differente, vale a dire: i.° in quello di sua prima gioventù 5 2.0 nello stato mezzano di suo incremento , e 3.° finalmente adulto, o nello stato di suo compiuto incremento. Conviene pertanto distinguere attentamente queste tre varie epoche importantissime, nella determi- nazione e nella classificazione delle Cipree, onde schi- vare così il pericolo di prendere, come specie al tutto distinte, tre individui attenenti in fatto ad una specie sola ed identica. L’osservazione fatta già dal nostro Autore sopra alcuni individui della Cyprea exanthema , vale bensì a provare, che alcune cause accidentali possono talora dar luogo un tratto ad una tal quale deviazione da una legge generalmente stabilita, ma non vengono perciò mai a distruggere il naturale risultamento del com- plesso delle osservazioni, appunto in un tale determinato proposito fattesi in fino ad ora. Il Chiton squamosus , per esempio, porta per carattere suo proprio potissimo, d’essere costituito da otto valve distinte , e sebbene ab- biavi pur qualche esempio, comunque rarissimo, d’in- dividui, che siansene rinvenuti non aventi che sette valve soltanto, questa accidentale differenza non è però da riguardarsi , anche a giudicio dallo stesso Autore nostro, che come un semplice scherzo della Natura (lusus Na- tane), senza che, per questa mera eventualità, abbiasi a cessare dall’attribuire pur sempre al Chiton squamo - sus , come carattere suo potissimo ed essenziale , quello di dover essere composto di otto ben distinte valve, e 284 non già di sole sette , come nel preaccennato caso potè essere avvenuto. Ma gioverà moltissimo il consultare at- tentamente le opere, nelle quali Lamarck, Bosc e Bru- guiére, hanno preso a trattare, ciascuno a bastanza dif- fusamente, questo argomento medesimo. La superstizione, prevalente sempre sugl’idioti, potè indurre l’animo d’al- cane meno incivilite popolazioni, ad attribuir grandissime virtù a queste conchiglie, a tale che molti v’ha ciré le portano come amuleti. In alcune parti dell’Affrica però si fa un uso speciale, a foggia di moneta spiccia, o di moneta corrente^ della Porcellana cauris . detta già da Linneo Cyprcea moneta $ piccola specie di conchiglia, che viene colà fino dalle Indie Orientali espressamente por- tata, formandosene una parte del carico de’ bastimenti, che occupavansi di proposito nella tratta dei Negri. I Greci avevano usato di consacrare a Venere queste con- chiglie medesime, nel Tempio di quella Divinità a Guido, e servono desse anche al dì d’oggi, come oggetti di culto, presso ad alcune popolazioni lungo la costa di qualche parte dell’Affrica. (82) Linneo aveva poco plausibilmente accatastato in questo genere certe conchiglie , che in fatto poi appartenevano ad altri generi affatto differenti • se non che poi Lamarck ebbe cura di separamele, formandone i novelli generi ben distinti^ delle Bullee ? delle Bolle 0 Balle propriamente dette, delle A cere e delle y4ga- tuie. Le Bullee, tuttoché ostentino moltissima rassomi- glianza colle Bulle, se ne distinguono però a bastanza bene, mercè della loro conchiglia, che non riesce visibile al di fuori, rimanendosene nascosta nella grossezza o spessezza del mantello, e che non è aderente all’animale o al Mollusco, per mezzo di alcun muscolo, che ve la ritenga attaccata stabilmente. Le conchiglie poi ne sono 285: sempre sottili molto e fragili} non sogliono quasi avere alcuna concavità, ed in parte sono arrotolate, o quasi chi dicesse, incartocciate in uno de’ loro lati } i giri, o le anfrattuosi spirali, non ne presentano mai quella maniera di prolungamento conico, che suole dirsene appunto la spira} nè accade mai di scorgere all’intorno del loro asse, quella parte che se ne chiama abitualmente la co- lonnetta, e quanto all’ultimo giro della voluta, ne ter- mina esso col lembo dritto della apertura, che n7è molto ampio e dilatato per di sopra, e n7è poscia assottigliatissi- mo. Nelle Bulle invece la conchiglia, che ne è arrotolata od incartocciata completamente, scorgesi costantemente anche al di fuori, quantunque sia dessa parzialmente invi- luppata dalla parte posteriore del mollusco o dell’anima- le, che vi è sempre aderente, in forza di un muscolo che gli serve di mezzo d’attacco*, la colonnetta non è pronun- ciata gran fatto, e mancane poi al tutto la spira esteriore^ o non ve ne è , se non soltanto una ben poco saliente, o ben poco sporgente ali’infuora. Le Agatine finalmente formano ora un genere al tutto nuovo, e composto dalla Balla achatina di Linneo, e dal Bulimus achatinus di Bruguiére, le conchiglie attenenti al quale differiscono dai Buiimi, soprattutto perciò, che il loro lembo dritto non è mai ripiegato o pieguzzato, e che mancano desse del lembo sinistro} con questo poi di più, che la co- lonnetta ne è sempre liscia molto, levigata o polita, e troncata poi aka sua base. A spese delle Bulle di Linneo, Lamarck ha formato eziandio i generi delle Terebelle, delle Pirole e delle Ampolle. Quelle di tali conchiglie che spettano, tanto alle «Bulle di Linneo, quanto alle Bullce di Lamarck , e che invece di cuoprire e difendere l’ani- male od il Mollusco racchiusovi per entro, sono anzi-.eon- tenute entro il mantello dell’animale medesimo , non / ^86 dovrebbero per avventura considerarsi decisamente come testacei , dachè formano in fatto il vero passaggio dai Molluschi nudi , a quelli che sono muniti d’una con- chiglia che li cuopre. (33) Queste conchiglie, del paro che le Cyprece y hanno una conformazione caratteristica , e affatto diffe- rente da quella delle altre conchiglie } mentre crescono esse in due epoche marcate distintamente } ed è a questa loro proprietà che sono da attribuirsi le tante, e tanto di- verse varietà, che se ne conoscono, non meno a riguardo del colore, che della forma, soprattutto in alcune spe- cie, ed in particolare poi nelle Olive. La Volata cy la- bium. riesce di grande vantaggio ai Negri della costa del Senegai, i quali, secondo Adanson, la fanno seccare, e poscia se la mangiano, condizionandola, ora col mi- glio, ed ora col riso. Il presente genere Linneano delle Volute è stato, non senza assai plausibili motivi, diviso da Lamarck in parecchi altri generi, vale a dire in Volute propriamente dette, in Olive, in Ancille, in Mi- tre, in Colombelle, in Marginelle, in Cancellane, in Auricule, in Tornatelle ed in Turbinelle. In conseguenza del novello generico carattere , onde vengono a rimanere circoscritte le Volute dalle rimanenti, per riconoscerle come tali, bisogna che la conchiglia ne sia incavata in sulla base, che la sommità della spira siane ottusa, e che in sulla colonnetta sianvi alcune pieghe, ripiega- ture o raddoppiature trasversali, le inferiori delle quali riescano più pronunciate, che non le superiori. (34) Da varie specie di questo genere, e principal- mente da due, che sono il Buccinimi lapillus } ed il Buc- cinimi reticulatus y usavano gli antichi di trarre la ma- teria di quello splendido colore preziosissimo, che con- traddistinguevano col nome di Porpora. L’analogia ci 287 induce però a credere, che la maggior parte anche de’ rimanenti Buccini possa fornire questo stesso colore* ma ci mancano al presente i mezzi di fare le osservazioni, che all’uopo occorrerebbero, essendo stato abbandonato da troppo tempo questo processo , che poi rimase al tutto perduto. Bruguière ha prediletto di dividere i Buc- cini di Linneo in quattro generi, che sono: i Buccini propriamente detti, le Porpore, le Cassidec e le Viti • ma poi Lamarck ne ha suddiviso ulteriormente il genere Buccino di Bruguière, in altri quattro, vale a dire: nelle Arpe, nelle Nasse j ne’ Tonni e negli Avorj ,. riserbando esclusivamente il nome di Buccino, onde contraddistin- guerne dall’altre quella specie, di cui la colonnetta rie- sce convessa e ad un tempo nuda, col lembo marginale senza strie affatto e senza rughe. (35) Lamarck ha diviso gli Strombi di Linneo in tre generi ben distinti, che sono: gli Strombi propriamente detti, le Pterocere, e le Rostellarie. Gli Strombi nella loro gioventù non hanno sempre il carattere del genere, e solo ad una data epoca della loro vita, gli Strombi pro- priamente detti, e le altre conchiglie di questa stessa loro famiglia, acquistano quella espansione del loro lembo marginale destro, e quelle appendici o propaggini di- gitate che li distinguono^ e siccome queste loro espan- sioni e propaggini non crescono che per gradi, così va che sono poi desse soggette a variare moltissimo, quanto alla estensione 0 alla ampiezza, non meno che quanto alla conformazione, anche nelFindividuo medesimo, a norma delle diverse sue età. Oltre ai caratteri indicati qui dal- l’Autore nostro, onde distinguere a dovere questi Strombi dai. Coni, coi quali troppo facile riesce il confonderli, al- lorché i primi non sono ancora ben formati e comple- tamente sviluppati, potrà giovare* assai il prestare at- 288 tenzione, o al loro lembo marginale sinistro, o alia loro colonnetta, che non suole aver mai negli Strombi alcuna piega, ruga o raddoppiatura, qualunque siane la età, mentre sempre ve n’ha qualcuna, più o meno visibile, e più o meno pronunciata, nelle parti corrispondenti dei Coni. (36) Quelle varici longitudinali, ond’è guarnita la su- perficie esteriore dei Murici, altro non debbon essere, se non gli avanzi delle antiche aperture state in addie- tro a mano a mano abbandonate, col tratto successivo, dal Mollusco che vi dimora per entro, in grazia del- l’incremento progressivo, ch’ebbe luogo in complesso nella spira; e quinci per avventura succede, che queste cosi fatte varici ostentino una conformazione, o una con- figurazione analoga molto a quella, che ha il lembo mar- ginale o l’orlo destro dell’apertura- esse d’ordinario rie- scono rilevate, o sporgenti all’infuora , a modo quasi di grosse costole pieguzzate o tubercolose , talvolta spinose, od anche disposte a frangie. Dalla stessa disposizione, che scorgesi in tali varici, sembra di necessità risultare, che certe particolari specie di Murici munite di spine assai lunghe, abbiano dovuto, onde crescere poi conve- nientemente, distruggere alcune appunto di queste loro spine, e soprattutto di quelle che stavansene in vicinanza dell’apertura delia bocca} tanto più che di queste non trovasi più tampoco alcun vestigio nell’interno della spira. Qtiesta osservazione prova, che i Molluschi hanno , non solo la facoltà di produrre la sostanza calcarea occor- rente, onde formarne i loro abituri, ma anche quella di scioglierla in alcuni casi particolari ; e prova pure, clic ciò non operino poi dessi probabilmente, giovandosi di mezzi meramente meccànici, quale sarebbe, per esempio, quello supposto della azione ripetuta e continuata per lungo tempo di un organo trapanatore atto a rodere la roccia; 289 ma ben piuttosto mercè delia speciale azione chimica di un acido 0 di un dissolvente, che non ci sia per an- che ben conosciuto. E cosa posta oggimai fuori di dub- bio , che da certi Molluschi, spettanti precisamente a questo genere de’ Murici, e tra gli altri soprattutto da alcuni individui della specie, che ne porta il nome di Mu- rex brandaris , traevano gli Antichi la vera loro Pórpora, splendida del pari che preziosa } ed anzi l’illustre Cu- vier, allo scopo di consolidarci in tale opinione da lui assunta, essendosi pigliato cura di raccoglierne alcun poco, e poscia di farla seceare, osservò svilupparsene una tinta rosso-viva, ben molto caricale bella quanto possa esserlo mai quella de’ fiori della Scabiosa atro - purpurea di Linneo. Anche le Aplisie emettono da sè una tinta liquida di color porpora, o rosso violetto, si- mile a quella che traesi dal Murex brandaris , sulla indole chimica della quale Fleurieau de Bellevuc non volle risparmiare alcune apposite indagini, che rese poi di pubblica ragione, nell’atto di comunicarci le impor- tantissime osservazioni da lui fatte appunto sulle Apli- sie , che la tramandano. Il liquore animale, glie serve cosi, o'può servire di materia prima 9 onde prepararne la Porpora, è racchiuso in un sacco, che stassene col- locato sovra il collo dell’animaletto, e questo sacco è stato quindi dallo stesso Cuvier, non senza ragione, denomi- nato iì serbatojo della porpora. (37) Le conchiglie spettanti a questo genere sono state chiamate da tutti generalmente Trochi , onde derivò poi anche il loro trivial nome francese di Toupies , propo- sto da Rondelet, pel primo , in grazia della loro forma propria, mentre son desse coniche, e posano sempre sopra una base circolare aìlargatissima. Linneo avea am- massato in questo solo genere parecchie conchiglie , che Co n chio logia 1 9 290 risultarono poscia differenti affatto tra esse, e formanti di necessità specie distintissime. Bruguiére cominciò a se- pararne alcune, per riunirle nel proprio di lui genere delle Ceriti, e Lamarck le suddivise ancora ulteriormente, for- mandone ben quattro generi distinti, che sono i Trochi propriamente detti, o les Toupìesy i Quadranti, tra i quali viene da connumerarsi il Trochus perspectivus di Linneo, e quindi poi le Monodonti e le Piramidelle. La strana proprietà , che il Trochus cotichyliophorus ha in co- mune con alcune poche altre specie, di attaccare alla propria conchiglia certi frammenti di rocce, ed anche i frantumi di altre conchiglie , di madrepore e simili, sem- bra che non potrebbe spiegarsi cosi facilmente, come si crede di farlo, se non si supponesse, che dal canto suo il Mollusco, o Fanimaletto, vi concorra e cooperi* e siccome ciò succede nel bel primo formarsi della con- chiglia , vale a dire precisamente nel momento , in cui hanno luogo abbondantissime secrezioni da’ pori delFani- male, perciò si giudica assai ragionevole, che abbia ap- punto ad esser questo il mezzo, in forza del quale uniscansi alla conchiglia que3 minuzzoli di corpi, al Mollusco stra- nieri, che sopra mentovammo. Un così fatto fenomeno, che non ha luogo, se non parzialmente per alcune poche specie soltanto de’ Molluschi di questo genere, potrebbe per avventura indurci a credere, che tali animaletti, ol- tre alla predetta materia calcarea, separino eziandio una qualche altra sostanza loro propria particolare , e non comune agl’individui spettanti agli altri generi. (38) Questo genere comprende certe conchiglie ma- rine, che sono conosciute sotto il nome triviale di Lu- maconi dalla bocca arrotondata, e che Linneo v» aveva ammassato in troppo grande copia , quasi direbbesi, alla rinfusa. Bruguiére ne trasse già alcune specie, per col- :i9l locarle in fra 1 suoi Buiimi } ma Lamarck ne separò poi un numero assai maggiore, e stabilì, a tutte spese del medesimo , i generi a bastanza ben distinti D elfinula j Ciclostoma ^ Scalaria , Turritella e Pupa. La bocca dei Turbini è poco aperta, ed è intermediaria, quanto alla sua posizione, fra quella che osservasi nelle Elici , e quella che scorgesi nei Trochi. Anche a riguardo della complessiva loro conformazione, queste conchiglie ras- somigliano assaissimo alle Elici ^ ma, indipendentemente dall’essere sempre, tutti quanti i Molluschi de’ Turbini, animali marini o viventi unicamente nell’acqua salsa, e non mai terrestri, essi se ne distinguono ben anche assai facilmente, da ciò soprattutto , che il penultimo giro spi- rale non emerge mai, o non ne sporge molto all’infuora nell’interno dell’apertura, ed eziandio da ciò che l’ani- male o il Mollusco ne porta con se un vero opercolo, che gli rimane aderente:, la forma poi di questa aper- tura, sempre inerme affatto, o senza denti presso alla colonnetta, e di figura quasi rotonda, basta decisamente per non darci luogo a confonderla più oltre coi Trochi. Secondo Guvier, debbono appartenere appunto a questa maniera d*i Molluschi od animali testacei, quegli oper- coli o coperchietti petrosi, assai ben grossi, che veggionsi spesso nelle collezioni, e che per l’addietro erano qual- che volta impiegati nella pratica Medica, sotto il nome à’’ Unghie odorose ( Unguis odoratus). (89) Le Elici, conosciute volgarmente sotto i nomi di Chiocciole, di Lumache 0 di Lumaconi col guscio , formavano un genere, solo bensì, ma numerosissimo, se- condo Linneo} se non che poi Lamarck ben a ragione ha diviso le Elici di Linneo in molti altri generi, quali sono le Elici propriamente dette, i Buiimi, le Carocolle, le Ànostome, le Limnee, le Paludiue, le Ciclostome , le Melarne, le Ampollarie, le Planorbe, le Iantine, le Vi- tame e le Succinee. Le vere Elici eli Lamarck, o le Elici propriamente dette, non vengono così a compren- dere, se non soltanto le conchiglie globose, aventi la loro spira, o convessa, o conoidea, come appunto l’hanno l’Elice pomazia o l’Elice delle vigne, e la nemorale, o l’Elice dei boschi , il di cui carattere principale con- siste nell’avere la bocca o l’apertura scanalata, in grazia della protuberanza del loro penultimo giro della spira, e che sono sempre, e tutte, terrestri. Gli animaletti o i Mollu- schi, che le abitano, vi si racchiudono per entro, rimanen- done stabilmente ^scosti durante l’inverno, nel quale vi- vono in una specie di letargo, dopo d’aver chiuso esat- tissimamente la bocca o l’apertura della loro conchiglia, mediante una foggia d’opercolo o di coperchietto piano, di- scoideo e membranoso, più che altro, cui diessi il nome distintivo di Epifragma da Draparnaud, e che staccasi poi al comparire della successiva primavera. Ogni singolo in- dividuo di queste Elici, riunisce od abbina in sè solo i due sessi, sebbene Faccoppiamento rende poi necessaria ed imprescindibile la concorrenza di due distinti individui in- sieme, perchè possa averne luogo la reciproca fecondazio- ne. Questi animali, giunta l’epoca de’ loro amori, prima di venirne all’atto dell’accoppiamento, cominciano dal- l’incitarvisì di strana maniera, mentre ferisconsi in fatto a vicenda con una foggia di dardo calcareo, o di stilo a quattro taglienti, che configgono l’uno nel corpo dell’al- tro, e che sogliono portar sempre da prima racchiuso entro ad una apposita borsa. La punta di questo dardo o stilo rimane allora attaccata all’individuo ferito, od anche cade a terra e si disperde, senza che ciò torni loro a danno, dacché uno stilo novello si riproduce poi loro, ad ogni occasione d’un altro accoppiamento. Le Elici 293 hanno la facoltà di riprodurre molte parti del loro corpo, non eccettuatone tampoco gli occhi e la bocca, quando queste siano loro state amputate o tagliate via. (4o) Questo genere, secondo Linneo, era composto di conchiglie,, le quali erano in parte umbilicate o munite di quello, che se ne suol chiamare l’umbilico, mentre l’altre non lo erano in conto alcuno, marine o di mare le une, essendone fluviatili o d’acqua dolce le rimanenti. Lamarck ne ha intanto opportunamente separate queste ultime, onde formò il proprio distinto genere delle Ne- vitine , e poscia ne sottrasse anche tutte quante le spe- cie umbilicate, colle quali instituì il suo genere novello delle Natiche, onde non rimasero più per lui, da com- prendersi nel genere delle Neriti propriamente dette, se non le Neriti di Linneo imperforate o mancanti d’um- bilico, che, per tal modo ridotte, si trovano essere tutte marine , massicce , grezze affatto o grossolane , e sva- riate molto quanto a ’ loro colori} con questo anche di più, che hanno desse in oltre un coperchietto , o secondo che si suol dire, un opercolo talvolta d’indole cornea, e talvolta di natura calcarea petrosa. Si distinguono a bastanza facilmente tali Nerite propriamente dette, dalle N eritine9 non solo in grazia del diversissimo mezzo, in cui menano desse abitualmente la vita loro, ma da ciò poi soprattutto, che la faccia interna del loro orlo o del lembo marginale destro, nelle Neriti riesce dentata. Le Natiche al contrario sono sempre marine tutte quante, e differiscono costantemente dalle Neriti predette, in forza dell’umbilico loro caratteristico, del loro margine , lembo od orlo columellare non dentato, ma sempre levigato, liscio e, quasi direbbesi, calloso, e in forza del lembo marginale destro , che ne riesce per di dentro liscio e polito anche esso. In tali Natiche , l’apertura o la bocca 294 riesce poi semi rotonda ^ e, come già s’è detto, vanno desse sempre munite di un opercolo o d’un coperchietto, che in generale è solido, di natura petrosa o lapidea , e senza alcuna apofisi o protuberanza. Le Natiche non possono poi confondersi mai colle Elici, che hanno la loro apertura semirotonda, che sono senza sporto nel penultimo loro giro spirale, e che sono munite d’un opercolo o coperchietto formato a modo di mezza luna, ed aderente all’animale. (40 Le Aliotidi sono conosciute sotto il nome di Orec- chie marine, o sotto quello d’Orecchie di mare, da ciò che in realtà la forma delle loro conchiglie rispettive vale a rammentarci, meglio d’ogni altro oggetto, appunto un orecchio d’uomo. I buchi rotondi , onde ne suole es- sere perforato o traforato il desco, in vicinanza del loro lembo marginale sinistro, sono suscettibili di variar molto, quanto al loro numero, in ragione delPetà diversa dell’in- dividuo. A misura che l’animale ne va crescendo oltre, formatisi sempre nuovi buchi lungo l’orlo o il lembo marginale della parte anteriore della conchiglia} e que- sti buchi sogliono cominciare con una semplice doccia, o scanalatura , destinata a lasciar passare un tal quale organo, che si volle supporre essere quello, ond’evacua il Mollusco i suoi escrementi, e termina poi arroton- dandosi di più in più col tratto successivo^ formandovisi pure intanto un altro buco nella parte posteriore. I più antichi di tali buchi , fattisi mano mano nel disco di queste nostre Aliotidi, vengono a chiudersi interamente, a misura che la conchiglia avrà acquistato il massimo suo possibile incremento} nè rimarranno più aperti o pervii alla perfine , che soltanto gli ultimi, vale a dire quelli, che trovansi situati più da vicino all’orlo o al lembo marginale destro della conchiglia. Alcune ve ne 29$ ha però di non perforate affatto , e che pure Linneo aveva,, per verità troppo poco plausibilmente, accatastate in questo genere medesimo, se non che poi Helblis da prima, e dopo di lui, il valente Lamarck , ne fecero in vece un genere affatto distinto sotto il nome di Stoma- zie. La mancanza assoluta de’ buchi in queste, prova evidentemente la diversa organizzazione del loro Mollu- sco, in confronto coll’anim aletto proprio delle Aliotidi ; e questa differenza, come quella che ha relazione mani- festa con una delle principali loro rispettive funzioni della vita, offre un motivo più che sufficiente di riguar- darle come appartenenti a due generi separati e distinti. Due specie, che siano positivamente identiche nella loro organizzazione, non debbono poter tenere amendue , se non lo stesso tenor di vita, ed osservare un modo analogo nel loro operare; da chè è da supporsi che siano gui- date sempre amendue dalla medesima tendenza, dalla Natura in loro impressa originariamente, di procurarsi la soddisfazione degli analoghi loro bisogni. La facoltà supposta dall’Autore in questi animali, di scegliersi talora un ricovero diverso da quello che prima avevano^ non è conciliabile, nè colla imperfezione del loro organismo, nè colle loro particolari abitudini, alle quali mostransi così tenacemente attaccati, che un individuo marino, parlando a stretto rigore, non potrebbe serbarsi per lungo tempo in vita, trasportandolo nelle acque dolci de’ fiumi, de’ laghi, ec. , nè molto meno poi collocandolo in terra, 0 sul terreno secco ed asciutto. Siccome debb’essere stata la organizzazione dell’animale 0 del Mollusco , quella che ha procurato alla di lui conchiglia la conformazione ch’essa ostenta, per essersi questa di necessità model- lata sul corpo di lui, perciò, almeno a quanto pare, ne risulta di legittima conseguenza, che la mancanza dei 296 litichi nelle Stomazie non possa essere derivabile, se non dall’esserne l’animaletto organizzato diversamente dal Mollusco delle Aliotidi. Queste conchiglie portano qualche volta anch’esse alcune perle, che riescono sem- pre, come si suol dire, di un’acqua assai bella, e che quindi sono pregevolissime , le quali credesi siano quasi sempre qui pure prodotte dalla trasudazione esuberante della madrcperla, onde son desse internamente spalmate, intorno a que’ punti, ne’ quali un qualche baco, verme od insetto marino abbiale offese 0 traforate. (4^) Le Patelle sono state confuse fra le Lepadi_, e quindi chiamate aneli ’esse col nome generico di Lepas da molti de’ Conchiologisti anteriori* a Linneo } nome questo che deriva dal Greco, e che significa propria- mente squama. Desse sono però state ultimamente ripartite da Lamarck in cinque generi ben distinti, che son que? delle Patelle propriamente dette , delle Crepidule, delle Caliptree , delle Fissurelle e delle Emarginule. Della Patella lacustris di Linneo volle Geoffroy formare un genere al tutto nuovo, sotto il nome di Ancylus flavìa - tilisy conchiglia che vive in sulle pietre, insieme colle Neriti. Si trovano alcune poche Patelle, che riescono molto convesse, ma per l’ordinario non presentan desse, che un cono compresso molto, ed anzi quasi schiacciato, colla base allargatissima , e tutte quante presentano poi la loro sommità terminante in una punta assai corta ed inclinata verso la parte anteriore. Questa loro sommità offre sovente la parte la più grossa e massiccia della conchiglia, ed in molte specie è facilissimo il discernere, sulla loro parte concava, il luogo, ove precisamente sta- vasene il Mollusco attaccato ed aderente, contraddistin- guendosi questo luogo marcatamente, 0 in forza d’un tal quale scoloramento parziale, 0 in grazia del suo co- 29 7 loie proprio e particolare , diverso affatto da quello che hanno tutte le rimanenti parti della conchiglia^ e può scorgersi eziandio da qual parte stesse collocata la testa deli’ani maletto o del Mollusco, mentre si rileva che do- vea esser quella, verso cui ne inclina sensibilmente l’api- ce o la sommità. Un nuovo genere di Patelle è stato, non ha guari, istituito da Blainville, sotto il nome di Parmophorus. Linneo propose già, fino da’ suoi tempi, di collocare fra le sue Patelle, sotto il nome specifico di Patella unguis , una bivalve, della quale però non avea egli avuto modo di vedere, se non soltanto una valva isolata ; ma posteriormente, essendosene esaminate e conosciute a dovere ambedue le valve, Bruguiére l’ha, pel primo, indicata e descritta, come atta a formare un genere distinto e al tutto nuovo , che piacquegli di contraddistinguere col nome di Lingula, dall’avere essa, più che altro, la forma di una lingua. Alcune specie di Patelle possono benissimo traforar anch’esse le pie- tre, le rocce, gli scogli ed altri cosi fatti corpi calca- rei sotto marini , sui quali per caso si trovano , cagio- nandovi sopra una fossetta, una cavità , una impronta od una impressione circolare, poco profonda, e corrispondente all’ambito del lembo della loro circonferenza. Uiò vale a dimostrar sempre meglio, come ad un buon numero di Molluschi sia stata dalla Natura compartita la facoltà di sciogliere il carbonato calcareo } proposizione questa che viene confermata anche dall’osservazione , che varie conchiglie, specialmente fra le bivalvi, stannosene sem- pre nascoste unicamente nelle rocce calca rie, senza che abbia potuto contribuire alcun mezzo meccanico, a far in modo ch’esse, vi si introducessero. Il genere delle Pa- telle offre quindi una prova ulteriore della probabilità di quanto già si è detto nelle precedenti nostre note i3.a e 36.a, appunto in tale proposito. 29B (43) Anche i Dentali, collocati già da Linneo fra i Testacei , sono stati non ha guari da Lamarck trasposti fra le di lui Annelidi; ed è effettivamente verissimo, che a nessuna affatto delle tre classi, nelle quali consideratisi ripartiti i Testacei, può convenire mai questo Mollusco, tutto che troppo poco siasene in fino ad ora riconosciuta la organizzazione precisa; e meno ancora il può, per ciò che ne concerne la conchiglia , la quale non presenta mai tampoco la più lieve analogia di conformazione colie conchiglie spettanti a qualsivoglia delle ri manentr classi conosciute de’ Testacei. Nel tomo 2, par. 2, p. 34?, delle Mémoires de lei Société cVHistoìre naturelle de Paris , il sig. Deshayes ci ha dato l’Anatomia e la Mo- nografia del genere Dentale. L’animale di questo genere è stato, come accennammo teste , considerato da Lamarck e da Cuvier come una Annelide, e appunto come tale col- locato fra le Annelidi tubicolate; ma, esaminatone meglio la particolare organizzazione, il sullodato Deshayes lo ri- conobbe per un vero Mollusco, meritevole d’essere ascritto precisamente alla classe, sulla quale ora c’intrattenghiamo. Dal genere Dentale ha egli creduto rii dover poi sepa- rare la specie Dentalìam entalis di Linneo , onde for- marne un genere a parte, sotto lo stesso nome di Entalis ^ atteso che l’animale 0 il Mollusco, nella sua struttura, non ha assolutamente alcuna analogia, o rassomiglianza coi Dentali , che egli colloca , come formanti un ge- nere intermediario, fra le Patelle ed i Nucleobranchi, con ambidue i quali generi ravvisa egli, ne? Dentali, marcate anologie e manifeste rassomiglianze; intanto che Blain- ville ha voluto fare di questi animali un novello ordine della sotto-classe dei Paracefalofori , applicando loro il nome di Cirrobranchj ; lo che poi lo stesso Deshayes ha creduto di dover adottare. 299 (44) Linneo, e dietro lui quasi tutti i Naturalisti, collo- cavano le Serpule fra i Molluschi testacei, poiché allora non si prestava molta attenzione alla organizzazione degli animali, e il vero carattere dei Molluschi non era ancor bene determinato. Ora però si riconobbe che l’animale delle Serpillo è realmente "un’ Annelide, giusta il moderno metodo Francese, vale a dire che è un animale molle, bis- lungo, vermiforme, nudo il più delle volte, ma pure talora abitante per entro a certi tubi , privo sempre di testale senza occhj*, quando in vece i Molluschi sono costantemente muniti di una vera testa, portante organi che possono propriamente dirsi occlij, e fornita di ten- tacoli * talvolta sono dessi nudi affatto , ma non gran fatto di rado contengono nel loro interno una conchi- glia , che può ritenersi come l’equivalente d’un carcame litoideo calcareo* mentre altre volte sono coperti ester- namente d’una vera conchiglia, che è però sempre uni- valve, e non mai, nè bivalve, nè moltivalve. Queste Ser- pule formano un genere numeroso assai, e vario molto, quanto alle specie, e riescono abbondantissime ne’ di- versi mari. I tubi di queste Annelidi sono sempre solidi, calcarei, e fissi od aderenti a? diversi corpi marini, uni- camente per mezzo della loro estremità posteriore , e quasi si direbbe, che strisciano o che serpeggiano sovra que’ corpi medesimi. Tali tubi, sempre flessuosamente ed irregolarmente incurvati, bistorti, tortuosi, o per dirla in una parola, serpeggianti, non procedono mai in una direzione costante , nè quindi conformansi mai iu una spira regolare \ ma spesso scorgonsi invece riuniti in- sieme in vistoso numero, ed attorcigliati od intralciati gli uni cogli altri. La sola famiglia delle Serpule, come instituilla Linneo, racchiude, secondo Lamarck, i sei ge- neri seguenti,, a bastanza tra di loro distinti, vale a 3oo dire: le Siliquarie 5 le Spirorbe, le Serpule, le Vernili e, le Galeolarie e le Magilie. (4-5) I Gonchiologisti non sono ancora d’accordo circa alla classe, alla quale siano precisamente da ascriversi le Teredini, vale a dire, se debbano riguardarsi come mol- tivalvi, 0 piuttosto come conchiglie bivalvi ^ ma in questo convennero bene oggimai tutti, che non siano da ritenersi mai per univalvi , come pure avea fatto Linneo. Difatto quattro ne sogliono essere le valve , due sole delle quali ne sono attaccate mercè di un legamento , e scorgevisi inoltre un tubo cilindrico, quasi non mai diritto, che ne nasconde tutti gli altri pezzi. Queste valve sono insieme articolate, e servono all’animale, secondo Cuvier, le une per giovargli a trapanare, forare 0 scavare soprattutto i legnami de’ vascelli, le dighe, ec., e le altre, onde introdurre nel proprio guscio i cibi occorrentigli per alimentarsi. Possono desse pertanto considerarsi come conchiglie bivalvi , dacché due delle loro valve princi- palmente sono da ritenersi parti importantissime, ed anzi essenziali alPanimale, per abilitarlo all’esercizio plenario d’alcuna delie principali funzioni, che gli sono proprie, e quindi non può mai farsi luogo a confronto alcuno che valga, fra queste valve, e quell’opercolo dei Turbini, che l’Autore del nostro Testo reca qui in campo, onde abi- litarsi a classificare queste medesime Teredini, con qual- che apparenza di ragionevolezza, fra le Univalvi* tanto più che il fondo 0 guscio testaceo, che le avviluppa, riesce sempre, per così dire, indipendente ed estraneo affatto alla vera conchiglia, che se ne sta per entro ad esse contenuta e racchiusa. Lamarck perciò predilesse di con- siderar queste conchiglie medesime, come appartenenti decisamente alle Bivalvi , e le colloca nella classe dei Conchiferi , e nella famiglia dei Tubicolati, Gadofredo 3of Selìio, nella di lui opera intitolata — Historia naturalis Teredinis , ec. , — ha egli pure diffusamente trattato di questo Mollusco, porgendocene, non meno la Storia, che l’Anatomia, ed Adanson è riuscito a dimostrare, che que- sti animali scavano, pertugiano e trapanano i legnami, non già per nutrirsene, ma bensì per formarsi un ri- covero od un riparo contro a’ nemici, che troppo age- volmente potrebbero loro inferire molestia. Una specie di questo genere, latinamente denominata Teredo navalis y debb’essere troppo conosciuta oggimai, a motivo de’ danni gravissimi, che suole arrecare, non meno alle Navi od a5 Vascelli , che alle opere o alle costruzioni d’alcuni porti di mare , e per avere posto anche ultimamente, nell’anno 1730, in gravissimo pericolo l’Olanda e la Fri- sia, in forza del suo averne corroso senza misericordia, e quindi indebolito di troppo, le dighe, destinate a di- fendere costantemente que’ bassissimi paesi dalla rovi- nosa innondazione minacciata lor di continuo dal mare. (46) Fra le Annelidi, le Anfitriti costituiscono una fa- miglia molto numerosa, sebbene di specie fra esse diverse al tutto , e spesso anzi in apparenza disparatissime. Lin- neo, che non ne conobbe, se non soltanto alcune poche specie, instituì di quelle il suo genere delle Sabelle , e Gmeìin ne riunì poscia quelle, che ebbe egli stesso op- portunità di conoscere, nel nuovo suo genere delle An- nitriti , riproducendone eziandio alcune fra le di lui Sa - belle . Questi animali vivono tutti in tubi, non già solidi, ma piuttosto membranosi 0 coriacei , esternamente più o meno incrostati da grani di sabbia, di ghiaja 0 di terra grossolana, 0 da frammenti di conchiglie, c non aperti mai, se non alla estremità loro anteriore. Questa famiglia è stata poscia da Lamarck ripartita ne’ seguenti quattro distinti generi, vale a dire: in Pettinane ^ in Sabel - 3oa lane , in Terebelle e fm al mente in Anfitriti. Distiuguonsi desse tutte quante da’ veti Molluschi, per questo segna- tamente, che m ancano loro affatto la testa e gli occhi , e che sono prive decisamente di qualsivoglia foggia di guscio atto a rappresentarne la conchiglia; mentre i Molluschi una pure ne hanno, che è sempre univalve, come sponemmo già in addietro. Desse distiuguonsi poi eziandio dai Conchiferi con uguale facilità, per ciò che manca ad esse costantemente quel tal quale involucro esteriore, o quel tal quale mantello, conformato in due lobi lamelliformi, o, come si suol dire, in due valve che. articolate insieme a cerniera, ricuopronle al di fuori in tutto o almeno in parte, come succede nei Conchi- feri , perciò detti anche bivalvi, o Conchiglie bivalvi. (a) Non sarà se non bene l’andare qui avvertiti, come d’unanime consenso abbiano i Naturalisti convenuto che, mettendo la preposizione sub davanti a certe determi- nate parole o vocaboli , de’ quali però non si o lamette mai di dare una precisa definizione, o una chiara spie- gazione, ciò abbia a tener luogo eli un quasi , o di una perifrasi che vi equivalga; così dirassi, a cagion d’esem- pio, di una conchiglia , che dessa è subovale, subci- lindrica, ec. (come latinamente subovalìs subcylindri - cay ec. ), quando si vorrà dare ad intendere, che essa è alquanto più allungata, o più. raccorciata di quello che importi precisamente la forma ovale comune, o quando la figura, non essendone esattissimamente cilindrica, ap- prossimasi però ben da vicino, dal più al meno, alla forma che, per semplice senso comune, usiamo chiamare cilin- drica; la stessa cosa dicasi poi di tante altre cosiffatte espressioni, presentemente usitatissime in tutta quanta la Storia naturale,] CENNI GENERALI SULLA STORIA NATURALE DEGLI ANIMALI INVERTEBRATI DEL SIG. LAMARCK ED IN PARTICOLARE POI De’ MOLLUSCHI , E DEI CONCHIFERI , GIUNTOVI EZIANDIO IL QUADRO DELLA LORO CLASSIFICAZIONE. V La Classificazione delle conchiglie proposta dal sig. Lamarck , non formando che solo una parte della di lui Classificazione di tutto quanto il Regno Animale , non sarà inutile per avventura il far conoscere qui ora le basi principali * sulle quali piacquegli di fondare la di lui metodica distribuzione di questi così fatti animali, onde renderne più facile la esatta intelligenza. La Natura poi non operando mai niente, se non gradatamente, e perciò non avendo potuto produrre gli animali, se non di mano in mano o successivamente, sembra dover senza dubbio aver proceduto nella Creazione animale, ed eziandio nella produzione degli animali invertebrati, dal più semplice al più composto. Affidatosi Lamarck a questo principio^ distribuì egli tutti indistintamente, o senz’eccezione, gli animali, attentandosi di tener dietro passo passo alTor- dine, che debbe la Natura stessa aver seguito costante- mente , ed ingegnossi inoltre di farci conoscere i mezzi* 3o4 e le leggi, che regolarono sempre tutte le operazioni eli quella a tale grande scopo dirette. In due sezioni princi- pali propose egli di ripartire tutto, quanto esso è, il regno animale. La prima di queste più numerosa dell’altra , comprende gli animali i più imperfetti ancora , vale a dire quelli, che sono tutti sprovveduti pur sempre di una colonna vertebrale* comunque, posti a confronto tra essi, offranci poi organizzazioni differentissime } mentre invece gli animali compresi nella seconda sezione , di gran lunga più perfetti che que’ primi noi siano ^ hanno tutti una colonna vertebrale, che ne costituisce la base dell’ossa- tura , del carcame , o di ciò che usiamo chiamarne ve- ramente lo scheletro , ed hanno tutti presso a poco una organizzazione, almeno analoghissima, se pure non iden- tica sempre. Gii animali compresi nella prima di tali grandi sezioni , vengono da lui contraddistinti col nome di invertebrati , come al contrario vertebrati vuol egli in complesso denominare gli animali appartenenti alla se- conda. Allo scopo di facilitare possibilmente lo studio della Storia naturale d’ogni maniera d’animali, suddivide egli poscia ulteriormente gl’invertebrati in due novelle sezioni , ed assegna loro denomiilazioni in certo tal qual modo comparative coi vertebrati. Questa suddivisione è fondata sul possedimento , o sulla privazione delle fa- coltà le più eminenti , onde in generale possa calcolarsi dotata la Natura animale , vale a dire sulla sensibilità e sull’intelligenza. Hannovi di fatto, tra gl’invertebrati, certi animali , ne’ quali manca affatto ogni facoltà di sentire, atteso che non esiste in essi tampoco quel si- stema di organi particolari, dal gioco de’ quali soltanto può emergere questa facoltà, e che non si muovono, se non in grazia della semplice loro irritabilità o contrat- tilità eccitata da cause esteriori , od assolutamente estrin- seche ed indipendenti dall’esse^ loro. Altri animali, pur sempre invertebrati, hannovi al contrario, che sono mu- niti tutti di un apposito sistema nervoso , dal più al meno bastevolmente perfezionato nella sua composizione, da dare traccia in essi di quella sensibilità, che, messa in azio- ne , può generare il senso o il sentimento } e questi poi sono anche capaci di muoversi spontaneamente o volontariamente , dietro a certi eccitamenti , che hanno luogo nel loro interno. I primi di questi invertebrati prendono il nome di animali invertebrati apatici , men- tre a * secondi applicasi quello di ammali invertebrati sensibili , o meglio ancora sensitivi. Se però non voglia negarsi, che, tra gli animali invertebrati, alcuni ve n’ab- bia che possano dirsi sensibili , o piuttosto sensitivi , senza assurdità, è certo almeno, non esservene assoluta- mente alcuno, che possegga tampoco la più lieve attitu- dine o disposizione alla intelligenza. Gli animali ver- tebrati riescono invece , non solo sensitivi e sensibili , ma ben molti ve n’ha, che possono, a pieno arbitrio e volontà loro, variare le proprie azioni od operazioni, che svolgono nella mente loro un gran numero d’idee, istituiscono confronti o paragoni fra oggetti diversi, ne giudicano, e riescono anche intelligenti, sebbene diver- sissimi appariscano poi i gradi di questa loro intelligen- za , in ragione della classe , dell’ordine , dei genere e della specie animale, a cui appartengono , e talora perfino in ragione delle diversità loro individuali. Concìli elogia 20 ANIMALI INVERTEBRATI. 3ofi , DISTRIBUZIONE GENERALE E DIVISIONI PRIMARIE DEGLI ANIMALI. V Animali apatici r.° Infusorj 2. ° Polipi 3. ° Radiarj 4*° Tunicati 5. ° Vermi ( Epizoarj ) A minali sensibili o sensitivi 6. ° Insetti 7.0 Aracnidi 8.° Crostacei g.° Annelidi ro.° Cirripedi 1 1 .° Conchiferi 12.0 Molluschi Essi non sentono e non si muo- vono, se non in forza della sti- molata loro irritabilità. Caratteri. Sono dessi privi, tan- to di cervello, come di massa midollare allungata } non hanno sensi manifesti } le forme ne so- no svariatissime, e rade ne sono le articolazioni. Essi sentono bensì , ma non ottengono poi dalle loro sensa- zioni, se non una tal quale sem- plicissima percezione degli og- getti sentiti* nè hanno se non idee semplici affatto , che essi non possono combinare insieme, per trarne altre più complesse , o al- quanto più complicate. Caratteri. Sono dessi mancanti di colonna vertebrale, ma hanno ciò non ostante un cervello , c per lo più anche una massa mi- dollare allungata * hanno alcuni sensi, a bastanza distinti } gli or- gani del moto ne sono attaccati al di sotto della pelle, e la for- ma ne riesce simmetrica, in gra- zia della uguaglianza nelle parti, che se ne corrispondono. 3o7 Essi sentono:, sono atti a con- cepire e acl acquistare idee du- re voi i o permanenti , ed ese- guiscono, sopra così fatte idee acquistate, certe operazioni, che loro ne svolgono o ne sommi- nistrano altre ^ essi sono poi eziandio intelligenti , ma con gradi differentissimi d’ intelli- genza. Caratteri . Hanno dessi una colonna vertebrale, un cervello, ed una midolla spinale, e pos- seggono sensi distinti ; gli or- gani del moto ne sono infissi sulle parti di uno scheletro in- terno, e la forma ne riesce sim- metrica, in grazia di parti simili. Quasi tutti gli animali invertebrati di Lamarck erano stati da Linneo riuniti nella di lui Classe unica dei Vermi. De’ soli Testacei di Linneo, oltre alle due Classi dei Molluschi e dei Conchiferi , che ne sono state formate di pianta , alcuni ne sono stati posti da La- marck fra le Ànnelidi , ed altri fra i Cipripedi , così denominati dall’avere essi la loro testa guernita di nu- merosi filamenti , che chiamatisi cirri. I Cirripedi di per se soli costituiscono ora la Classe delle Conchi- glie moltivalvi . Gli antichi avevano in quella collo- cato una moltitudine di corpi affatto differenti , come sarebbono gliEcchini, i Tubi marini, le Anatife , le Fo- ladi, le Teredini, ec. I Molluschi muniti di una testa, ossiano i Cefalici , sono i veri Molluschi di Lamarck , ed appartengono tutti alle Conchiglie univalvi • quelli che sono privi di una testa, appartengano alle bivalvi, sono denominati Acefali da Corner ^ e formano la Classe dei Conchiferi di Lamarck. Dalla varia organizzazione Animali intelligenti J i3.° Pesci J j 14.0 Rettili )5.° Uccelli i6.° Mammiferi 3oS degli animali abitanti nelle conchiglie, ha lo stesso La- marck desunto i caratteri, che distinguono gli uni dagli altri , tanto i generi , come le specie. Siccome non è presumibile, che tutti gli animali di questa fatta sianci oggimai conosciuti, perciò ha egli voluto ^ dalla sem- plice ispezione di qualsivoglia conchiglia , trarne i ca- ratteri distintivi , tali che bastar possano a determinare il luogo preciso , dove occorrerà di collocarla con si- curezza di non commettere errore * e poiché in gene- rale, la forma di una conchiglia serve come d’indizio di quella , che debbe avere anche l’animale, che l’ha pro- dotta o che se la costruì, e può pure soccorrerci oppor- tunamente nella determinazione dei caratteri essenziali della classe, dell’ordine ed eziandio del genere, ai quali questo animale medesimo effettivamente appartenga, così ne risulta che lo studio di queste produzioni è un mezzo eccellente per confermare Inesistenza e i carat- teri principali di una quantità di animali interessanti e non ancora conosciutici a bastanza. La Natura, che suole operare con leggi costanti ed. uniformi, ha sempre po- sto in rapporto gl’inviluppi esteriori o i gusci, colle mo- dificazioni dell’organizzazione . Questi gusci od invi- luppi , dice Blainville , servono , nei Molluschi univalvi specialmente , a difenderne gii organi della respirazio- ne ^ e quindi è appunto sopra questi organi medesimi, che la conchiglia viene in certa guisa a modellarsi, ed in conseguenza le modificazioni d’una foggia di con- chiglie dovranno necessariamente offerirci, in generale, norme sicurissime anche di quelle, che occorreranno ne- gli organi dell’animale che vi abita per entro. Molti altri animali, oltre a’ Molluschi, sono provveduti di un consimile guscio od inviluppo , e di tal fatta sono gli Ecchini , alcune Annelidi e tutti insieme i Crostacei} 3o9 ma non si possono perciò confondere troppo agevolmente questi diversi corpi animali, con le vere conchiglie, men- tre sempre distinguerannosi gli Ecchini dalle conchiglie, mercè della porosità propria de’ primi esclusivamente , e mercè della frattura, che negli Ecchini riesce poligona regolare:; lo che non accade mai nelle vere conchiglie, la frattura delle quali suol essere netta e qualche volta scagliosa ^ così pure si riconoscerà sempre il guscio o l’inviluppo delle Ànnelidi, dall’essere esso tubuloso, inar- cato o conformato in arco, o irregolarmente ravvolto sopra di sè , senza contenere mai alcun pezzo accesso- rio, che rammenti troppo da presso le valve dei Con- chiferi. È poi finalmente agevole non meno il conoscere la differenza, che passa fra una vera conchiglia , ed il guscio o l’inviluppo proprio di un Crostaceo, qualunque siasi 5 mentre, se la prima scorgesi articolata a cerniera in due delle sue parti principali, il guscio crostaceo, per lo contrario, suol presentare un gran numero di artico- lazioni servibili a’ movimenti parziali di qualche organo, de’ membri , od anche delle semplici appendici , dell’a- nimale racchiusovi. Tutte pertanto le conchiglie propriamente dette ridu- consi così , o ai Conchiferi di Lamarck , che formano la Classe undecima de’ suoi animali invertebrati , cor- rispondenti agli Acefali di Cuvier, o veramente a ’ di lui Molluschi , che costituiscono la Classe duodecima di La- marck , e che corrispondono esattamente alla Divisione de’ Molluschi di Cuvier. DE’ CONCHIFERI. \ .ifcrp. :• : \ ; , Ecco come Lamarck definisca i suoi Conchiferi. « Ani- « mali molli , non articolati , sempre fissi in una con- 3 io « chiglia bivalve , senza testa e senza occhj , colla m bocca nuda, nascosta, priva di parti dure, e con un « mantello ampio, che ne inviluppa tu*tto il corpo, for- « mante due lobi laminiformi} le lamine spesso ne sono t< libere , ma qualche volta poi ne riescono riunite per « davanti. La generazione ne è ovo-vivipara, e ne pro- ti cede senza pregresso accoppiamento. Del resto hanno « Branchie esterne , distribuite d.a per tutto , e situate « tra il corpo dell’animale, ed il suo mantello. Circola- ti zione semplice, col cuore non avente se non un ventri- « colo solo, con alcuni rari ganglj qua e là, con pochi « nervi , ma senza mai cordoni ganglionari discernibili. « Conchiglia sempre bivalve, inviluppante, ora in tota- « lità, ed ora soltanto in parte, Laminale:, talora libera « affatto , c talvolta infissa od aderente agli scogli, ec., « ed avente per l’ordinario le due valve riunite per uno t< de’ lati, mercè di una cerniera o di un legamento} a con. anche di più qualche volta, alcuni altri pezzi te- « stacei accessorj , che , comunque estranei affatto alle « due valve principali , servono ad accrescere la mole « della conchiglia. « Ora per cominciare appunto da’ Conchiferi, diremo che, come son dessi privi di lesta, cosi lo sono eziandio di tentacoli } la loro bocca, nascosta fra i lobi del mantello, non è munita inai di parti labiali, e non lo è poi tam- poco di parti dure, atteso che non è destinata a ricevere, se non alimenti, che non hanno alcun bisogno d’essere tri- turati. La maniera, con cui questi Conchiferi si muovono, o spingonsi innanzi, riesce differentissima da quella che sogliono in ciò serbare i Molluschi propriamente detti } mentre non hanno già quelli, al di sotto del corpo loro, quel tal quale disco , con cui strisciare che osservasi ne’ Molluschi^ ma ve n’ha alcuni aventi invece un corpo 3 r i carnoso muscolare , che serve loro benissimo , tanto ^ procedere innanzi, internandosi sempre più tramezzo alla sabbia, come anche, quand’occorre, a slanciarsi di salto} questo corpo, facendosi talora tendi n'oso, finisce per sud- dividersi in una moltitudine di filamenti, più o meno fini 0 sottili, che servono a tener fermo l’animale, ed allora il complesso di tutti questi filamenti assume il famoso nome di Bisso. Tutti quanti i Conchiferi, senz’eccezione_, sono essenzialmente rivestiti di una conchiglia formata di due pezzi, od unici decisamente, o almeno principali, per lo più simili <9 duri, testacei riuniti alla loro base col mezzo di un legamento elastico, il quale, in grazia della struttura che gli è propria, opera od agisce sem- pre nello stesso modo, tanto se trovisi posto interna- mente , quanto se mostrisi per di fuori } le due valve ne sono trattenute ferine al posto che loro conviene, mercè de’ rispettivi loro denti, cosi detti cardinali, che possono esserne più o meno numerosi, e che sono disposti ad in- castro vicendevole} di modo che le parti sporgenti o protuberanti ne sono ricevute in certe fossette o conca- vità, che loro corrispondono nell’opposta valva, e così reciprocamente. Lamarck è stato decisamente il primo che abbia pensato a servirsi del numero dei muscoli, che le conchiglie hanno, per ripartirle in due ordini } questo metodo è stato poscia adottato da Ocken già fino nel- l’anno 1810, ed in progresso il fu del pari da quasi tutti 1 Conchiologisti. Il precitato Lamarck ha inoltre fatto uso eziandio d’alcuni altri caratteri , per dir cosi , secon- da^ , jna non perciò meno facili a riconoscersi, e que- sti consistono principalmente, nell’uguaglianza , o nella ineguaglianza delle valve, e nel combaciarsi, che faccia- no più o meno compiutamente, i lembi marginali di que- ste valve fra di loro. I muscoli dei Conchiferi lasciano 3 I 2 sulle conchiglie certe particolari impronte od impres- sioni , quando più , quando meno profonde , che sono sempre facilissimamente ravvisabili} e tali impronte rie- scono quasi centrali nei Monomiarj ( Conchiferi , ne’ quali non riscontrasi , se non un muscolo solo od unico); nel qual caso il loro muscolo unico suole at- traversare costantemente il corpo dell’animale nel suo centro} nei Conchiferi dimiarj (muniti di due muscoli distinti ) al contrario , le impronte d’attacco dei due loro muscoli sono situate alle estremità della conchi- glia y ed i muscoli , forti e robusti sempre , ma più che non altrove, stipati, compatti, e come si suol dire, torosi, presso a tali loro punti d’attacco, sembrano in tal caso attraversare il corpo intero dell’animale, recan- dosi dall’una all’altra estremità della conchiglia. Sicco- me gli organi del loro movimento limitansi a un di presso a quelli , che possono derivar loro, o dal contrarsi di tali loro muscoli aventi doppio attacco sulla conchiglia, o da quello del loro mantello, di natura carnosa o mu- scolosa anch’esso, perciò appunto si è, che queste spe- ciali loro parti mostrano d’aver avuto in tali animali un vistosissimo sviluppamento. Cosi fatti muscoli scorgonsi composti di fibre diritte e parallele tra esse, ed è cosa costante che, a misura che avvicinansi di più a’ punti di loro inserzione nella conchiglia, acquistano dessi, come accennammo qui sopra , una densità od una stipatezza, che contribuisce in que’ luoghi a ’ muscoli una assai ri- flessibile durezza o compattezza, che può ben dirsi vera torosità. L’uso potissimo di questi muscoli si è di #chiu- dere le valve, contraendosi, ed allorché poi si rilassano, il legamento dèstinato a tenere in sesto le valve, basta di per sé solo, ad aprirle tosto, in grazia unicamente di quella forza elastica, che gli è propria naturalmente. 3 1 3 Fra le conchìglie equivalvi , alcune ve n’ha che, quando ne stanno possibilmente chiuse le due valve, la- sciano pur, tant’e tanto, in vicinanza delle loro estremità, da qualche lato semplicemente in parte socchiusi, o mez- zo aperti, i loro lembi marginali che, non giugnendo ivi a combaciare esattamente l’uno coll’altro, lascianvi una tal quale scissura, un jato o una fenditura, più o meno rimarchevole, in grazia di cui tali conchiglie sogliono poi contraddistinguersi coll’epiteto di sbadiglianti. In quelle, nelle quali questa maniera di apertura o di fenditura riesce vistosissima, si è osservato, che l’animale ha quasi sempre il mantello chiuso affatto per davanti. Non si rinvenne, infino ad ora mai, che in alcun Con- chifero, l’animale abbia dentro di sè, nè una vera con- chiglia , nè qualsivoglia altra parte dura od ossea , da potersi assomigliare, anche da lunge, con uno schele- tro^ il corpo n’è anzi sempre molle, inviluppato bensì, ma non mai inviluppante^ di forma ovale, ora più, ora meno compresso o schiacciato , e la bocca ne suole es- sere il più delle volte situata verso la parte più bassa della conchiglia , lunghesso il suo lato sinistro , e in vicinanza della cerniera. Gli animali di questa Classe non possono assoluta- mente respirare e vivere, se non nell’acqua^ e quindi menano dessi la intiera vita loro tutti quanti, senza al- cuna eccezione, in quel liquido elemento. La più gran parte di essi abita nelle acque salse del mare, e di gran lunga minore riesce in confronto^ senza contraddizione , il numero di quelli, che rinvengonsene nelle acque dolci* ma però non è qui da tacersi che, a misura delle inda- gini, che se ne vanno facendo sempre maggiori e più diligenti, anche de’ Conchiferi spettanti alle acque dolci e correnti , sembra che la copia vada crescendo quasi 3,4 chi dicosse, di giorno in giorno, più che non avrebbesi per avventura immaginato. Tutti indistintamente i Conchiferi sono capaci di ri- produrre la propria specie, senza che ne occorra in pre- cedenza l’accoppiamento di due individui, e quindi sem- bra che siano tutti androgini od ermafroditi. Possessori, come si sa che sono, d’ambo i sessi, ad individuo per individuo, dovrebbe non esservi dubbio, che ogni singolo Conchifero ha in sè quanto basterebbe a fecondare sè medesimo^ eppure è certissimo ch’essi si fecondano sem- pre gli uni cogli altri, a due per due, a quanto taluni vor- rebbono, col mezzo di quel fluido, onde son dessi tut- t’intorno spalmati, e che può forse servire benissimo di veicolo alle materie fecondanti } sembra anzi , die dei due individui, adoperatisi insieme all’opera della ripro- duzione della specie, uno soltanto ne risulti poi fecon- dato, e questo sempre come avente operato da femina. a pag . 3i4 U4MARCK. NOMI DELLE FAMIGLIE o-sczione. edi . to-sezione. edi . . A. Legamento interno . . B. Legamento esterno sol- tanto Conchiferi ITubigolati Foladarj SoLENACEI Miarj | Mactracei ( CoRBULATI ! Litofagi Ninfacei Conche: Cardiacei Arcacei Trigonei Najadi Vi' a DEI CONCHIFERI SECONDO IL METODO DI LAMARCK. CONCHIFERI DE’ MOLLUSCHI. 3 15 Ecco ora qui pure i precisi termini , ne' quali La- marck ha creduto di poter definir bene i Molluschi pro- priamente detti : = I Molluschi sono animali molli, non « articolati, muniti anteriormente di una vera testa, più « o meno sporgente all’ infuori , nella quale per Bordi- ti nario scorgonsi impiantali alcuni occhi, ed alcuni « paipio tentacoli, o portante in vece alla sua sommità « certe così dette braccia, dispostevi a guisa di corona. « La bocca ne riesce, o corta, od anche prolungata, ed « in tal caso tubolosa, e x ertile , e per lo più guernita « od armata di alcune parti dure. Il Mantello ne è su- « scettibile di variare moltissimo : a tale che ha talora a i suoi orli, o siano lembi marginali, liberi affatto a lungo i lati del corpo, ed altre volte bagli orli con- « formati in diversi lobi riuniti in un sacco-, che in- « viluppa poi parzialmente anche lo stesso animale. Le « così dette Branchie ne diversificano, quanto al numero, « e di rado ne riescono simmetriche. La circolazione « degli umori n’è di due ragioni, vale a dire, l’una « n’è particolare , e l’altra ne è generale. Il cuore n’è « sempre uniloculare s guernito qualche volta di orec- « chiette divise e molto disgiunte. In essi non riscon- ti trasi mai un cordone midollare, emettente ganglii nel « senso della lunghezza del corpo • ma solo accade « di osservarvi alcuni ganglii sparsi qua e là, piuttosto « rari , con inoltre parecchi nervi. Il corpo in questi a veri Molluschi risulta talora nudo affatto , ed inter- « namente può essere, o privo d’ ogni maniera di « parti dure o sode, o di qualsivoglia solido sostegno, * che servagli come d’ossatura, o può co ntenere rac- u chiusa una foggia di conchiglia, o almeno un corpo 3 1 6 « in qualche maniera duro o sodo, che valgagli come « di fulcro o d’appoggio delle sue parti molli} mentre « altre volte risulta munito esternamente di una conchi - « glia, che tutto, o in gran parte, lo ricuopre o ravvolge, « e che non è composta mai di due valve opposte, ben a distinte, e riunite insieme per mezzo d’un apposito « cardine o d’una cerniera. Fra questi Molluschi od Animali molli, alcuni, come dicemmo, sono nudi, ed aventi, o anche non aventi, nell’in- terno della loro massa, alcun che di duro o sodo, che tenga loro luogo della conchiglia} mentre gli altri ne sono esternamente involti, avviluppati o coperti, o da una vera e reale conchiglia univalve, o per lo meno da una serie dorsale di pezzi testacei* e questo è poi ben certo e ricono- sciuto, che non potrà mai tra essi trovar posto altro qual- sivoglia vivente, la di cui conchiglia sia veramente bi- valve, o composta di due parti corrispondentisi, prossima- mente pari tra esse, e riunite poscia insieme a cerniera. I veri Molluschi, comunque per tal modo circoscritti e ridotti, formano pur sempre una Classe d’animali nu- merosissima, svariata molto, ed assai bene distinta da tutte quante le altre } Classe, che ha inoltre il merito di terminare naturalissimamente, ad un tempo, la serie com- plessiva degli animali invertebrati o mancanti di verte- bre, e la divisione, già di per sè estesissima, degli ani- mali non articolati o mancanti affatto d’articolazioni. I Molluschi sono, senza dubbio, fra gli animali non articolati, quelli, la composizione de’ quali, quanto alla loro organizzazione, risulta la più spinta verso quella maggiore perfezione, di cui animali di tale natura po- tessero ritenersi suscettibili, sebbene distinti da’ Conchi- feri in modo luminosissimo , e da non ammettere più oltre equivoci} da chè non son dessi, come questi ultimi, 3i7 essenzialmente testacei, e da che ninno, giudicalo capace di formarsi una vera conchiglia bivalve ed articolala a cerniera, può più oggimai trovar la via d’intrudervisi fra mezzo } non può tuttavia negarsi, che non tengan essi a quelli dietro immediatamente, e che anzi non ne derivino in fatto, in forma quasi di catena naturale non interrotta} lo che meglio ancora apparisce dalFessere effettivamente gli animali non articolati dei Conchiferi, in generale, man- canti anch’essi, tanto di testa propriamente detta, quanto eziandio di veri occhi} se non che poi, quando suppon- gasi che animali di questa fatta siano pervenuti ad al- lungarsi, e ad uscire dal disotto de’ lobi dei loro man- tello, o in somma a sviluppare un po’ meglio la parte anteriore del corpo loro, ben poco mancherà allora a consentirci d’ammettere la possibilità, che abbia avuto, o sia per aver, modo di svilupparsi eziandio a questa loro estremità anteriore, una vera testa, ben distinta, mobile , e sporgente od emergente , e che appunto da quel momento abbia avuto, e possa forse aver altre volte, principio ancora l’esistenza in nuova e più perfezio- nata forma, d’animali, che in prima origine altro non doveano essere che Molluschi. Allora la testa, formante parte di questa novella forma de’ Molluschi, e che ha cominciato, o comincerà da bel principio a prodursi un poco, compiendosi meglio, o perfezionandosi col tratto successivo, avrà potuto, o potrà per avventura, svilup- pare eziandio quegli altri organi particolari, che tor- navano, o torneranno utili al rigenerato animale, come a dire, due od anche più occhi distinti, due , quattro , e talora persino sei, palpi o tentacoli , come pure le parti dure alla bocca, occorrevoli onde tagliare, sminuzzare o traforare quei corpi compatti e solidi , come pietre o legnami, che parerannosi loro dinanzi } organi questi, che 3 1 8 non hanno mai, nè possono avere gli animali dei Con- chiferi, finché meritano precisamente d’essere chi, amati Conchiferi. In alcuni la bocca è corta molto, e munita quasi sempre di due mandibole ^ gli altri invece hanno una tromba o proboscide retrattile, armata di piccoli «lenti lungo la parte interna del suo orifizio, ed in tal caso mancano affatto di mandibole. Questa maniera di tromba poi, conformata appunto a foggia di proboscide, appar- tiene particolarmente ai Molluschi dei Buccini, delle Vo- lute e d’altre così fatte conchiglie, i quali sono carnivori, e se ne servono per forare o trapanare le altre conchi- glie, onde poscia divorarne la carne degli animali rac- chiusivi* così pure quelli, che hanno la bocca armata di due forti mandibole cornee, quasi a foggia d’un becco di Pappagallo, come sono, a cagion d’esempio, le Seppie, sono aneli’ essi carnivori ^ mentre in vece quegli altri, che hanno due mandibole, Luna almeno delle quali è guernita di denticini, sogliono essere sempre erbivori o frugivori, come il sono que’ delle Elici , de’ B alimi , ec. La pelle molle, trasudante un viscidume od un liquore viscido e glutinoso, e formante l’unico integumento pro- prio dell’animale , ci presenta una tal quale appendice membranosa o carnosa, variabile in riguardo alla forma, non meno che in riguardo alla estensione, che suole de- nominarsene il Manto o il Mantello , atteso la rassomi- glianza che ostenta con un mantello, anche per l’uso cui serve. Il corpo dei Molluschi contiene internamente i visce- ri, e gli organi essenziali all’animale, e spesso racchiude od è coperta da uno o piu pezzi solidi , atti a prestarsi a un dipresso al servigio, che a noi prestano le ossa^ e fra questi ve ne sono di quelli, che hanno più o meno completamente la forma di una conchiglia, sempre di una materia cretoso-calcarea, e più o meno rivolta sovro. di sé, in forma eli spira, in cui non iscorgesi talvolta, se non una cavità semplice 0 non divisa, come ce ne por- gono esempio le Bidlee 5 le Balle ed altre cosi fatte ^ ma poi in un gran numero di Cefalopodi, questa loro conchiglia riesce internamente moltiloculare, per esserne la cavità divisa, con una certa regolarità, in altre cavità parziali più piccole per mezzo d’altrettante tramezze, setti o dissepimenti , dispostivi per entro verticalmente di distanza in distanza. Pertanto nel gran numero di con- chiglie, che i varii Molluschi sanno costruirsi, ve n’ha pur anco di quelle, che possono dirsi a buon dritto interne, e che, o non appariscono affatto al di fuori dell’animale, 0 veramente mostratisi dal più al meno nella parte po- steriore dell’animale medesimo, ove sembrano, quasi chi dicesse, incastrate $ ed altre ve ne ha, che riescongli decisamente esteriori, e che involgono, avviluppano o racchiudono entro di sé tutto intero il corpo dell’animale. 1 Molluschi aventi la loro conchiglia esteriore, come il sono que’ delle Elici, de’ Buiimi, delle Volute e simili, non hanno, se non un solo muscolo, che serve a tenerne attaccato il corpo alla conchiglia, per una picciolissima parte del dorso o della schiena, a un dipresso sulla metà della sua lunghezza. Gli altri Molluschi poi, aventi la loro conchiglia pur sempre univalve, ma munita di un coperchierò, che ne vien detto opercolo, hanno invece due distinti muscoli loro proprii particolari , i quali ser- vono del pari ad effettuarne l’attacco ^ tanto all’uno , quanto all’altro de’ due pezzi solidi, che ne costituiscono in complesso la conchiglia. Riguardo alle conchiglie esteriori dei Molluschi testa- cei, dappoiché taluni, considerando quella falsa epider- mide, che scorgesi sopra varie di esse, e che i Francesi contraddistinguono col nome proprio di drap-maria , quasi 320 chi dicesse, panno di mare o drappo marino per noi, pigliaronla per una vera epidermide, avente una origine o almeno una derivazione organica , e pretesero quasi , che ogni qualunque così rivestita conchiglia avesse in realtà da riguardarsi come collocata internamente, non ec- cettuatone tampoco quelle che sembrano cuoprir l’animale per di fuori, opinando che la formazione di tali conchiglie procedesse essenzialmente da una tal quale trasudazione di materie, che vadano mano mano depositandosi per istrati al di sotto della epidermide , la quale in conse- guenza avrebbe per tal modo dovuto preesistere alla tra- sudazione ^ non sarà ora se non bene il notare, come La- marck ci assicuri con tutta positività, che tale trasudazio- ne ha dovuto farsi sempre al di fuori dell’animale, di- chiarandosi egli convinto, in grazia del preceduto esame attentissimo degli oggetti atti ad istruirci come occorre in proposito, che l’animale non è attaccato alla conchiglia in altro modo qualunque, fuorché soltanto per mezzo di quel muscolo, o di que’ due muscoli, che ne formano appunto l’attacco, e che per l’estremità lendinosa di questo muscolo o di questi due muscoli, mai non succede che s’introduca nell’interno della conchiglia alcun vaso bastevole a fornire il nutrimento necessario all’animale , onde promuoverne lo sviluppamelo della conchiglia, di tutto il corpo dell’animale, ed anche dell’epidermide, che lo cuopriva da prima esternamente. Siccome poi la con- chiglia , tutto che piccola allora, era oggimai esistente fino dall’epoca in cui Fanimale uscì dall’uovo ; epoca nella quale il così detto panno di mare non poteva ancora riuscir percettibile a’ nostri sensi , così trova egli, e non a torto, impossibile, ed anzi inconcepibile affatto, la gratuitamente supposta formazione organica di quegli strati petrosi successivi, che veggonsi andar lor- Ó2 I mando a mano a mano tutta la sostanza litoidea della conchiglia, che, ovunque osservisi, non si trova mai, se non applicatavi sopra semplicemente, e senza ch’essa abbia mai alcun altro punto reale di aderenza , oltre a quello che ne deriva dalfiattacco del muscolo unico, o de3 due muscoli sovraccennati. Del resto tutta quanta la materia trasudata da un Mollusco, e propria a formare o ad accrescere una conchiglia qualunque, trovasi esser sempre un fluido viscido e gelatinoso, racchiudente una certa proposizione di molecole calcareo-cretacee. La por- zione eccedente di questa gelatina viene rigettata ai di fuori della conchiglia medesima, di cui non ha potuto entrare a far parte, e forma in sulla superficie esteriore di quella, senza esservi perciò aderente, uno strato somi- gliante ad una specie di pellicola o di epidermide , che non fu mai vivente nè organizzata, a quel modo che il furono in origine, tanto l’epidermide d’ogni altra pelle animale, quanto eziandio quella, che riveste ogni maniera di corteccia vegetabile. Tale si è, giusta Lamarck, l’ori- gine del così detto panno di mare delle conchiglie. Si osservò, che in quelle di tali conchiglie esterne, che sono dall’animale inviluppate col suo mantello, ad ogni volta ch’ei ne sorte, come accade nelle Cipree, nelle Olive ed in altre così fatte, mai non riscontrasi questo patino di mare , a motivo forse che, venendo esse troppo di spesso coperte e leccate, per così dire , dalle parti molli del- l’animale, l’eccedente di gelatina trasudatane non trova il tempo di fissarvisi sopra, nè d’acquistarvi la consi- stenza che basti a potervisi poi mantenere stabilmente. E poiché pare, che solo dal trasudamento del collo del Mollusco vadasi mano mano formando la superficie la più esterna della conchiglia, da ciò ne viene che, quando il collo ne è piano , semplice e liscio, anche la con- Conchiologia a i 322 chiglia ne risulta liscia , levigata e polita al di fuori • mentre, quando il collo ne è striato, tubercoloso, lamel- loso, frappato o frangiato, la superficie esteriore della conchiglia presentasi allora anch’ essa coperta di strisce, rhghe, strie, porri, tubercoli, lamine, frappe o frange. Ed ecco come, dalla sola considerazione della conchi- glia, si possano conoscere a bastanza manifestamente i varj e più importanti caratteri esteriori dell’animale } mentre a riguardo de’ caratteri spettanti all’ organizza- zione interna, vale a dire di que’ caratteri, che ci con- ducono alla precisa ed esatta determinazione della classe, alla quale debbe appartener l’animale, faremo che qui ci basti osservare, che occorre di raffrontarne a un tratto l’organizzazione di molti insieme } da chè allora la sem- plice conchiglia può non di rado , di per sè sola , in- dicandone la particolare natura, dinotar anche, per un buon numero di essi , la classe , alia quale dovrannosi ad uno per uno riferire. Tutti quanti i Molluschi sono ovipari, a meno di po- che eccezioni, nelle quali riescono ovo-vivipari, e quindi la riproduzione delle loro specie rispettive effettuasi ne- cessariamente per mezzo d’una fecondazione, nella quale hanno parte amendue i sessi. I Molluschi, generalmente parlando, sono quasi sempre animali acquatici, o per lo meno anfìbj 5 lo che sia pure qui detto , a meno d’alcune poche eccezioni. La maggior parte di essi vive nel mare • alcuni però ve n’ha, che abitano unicamente nelle acque dolci, come altri ve n’ha ancora, che se ne stanno in sulla terra nuda, prediligendone però marcatamente i luoghi umidi, e molto difesi 0 riparati dal sole. Fra que- sti ultimi Molluschi terrestri, alcuni pochi se ne contano, che sono capaci di sopportare l’ardore di un sole vivissimo. LETTERATURA CONCHIOLOGICA. *********** L autore, invece di presentare con apposita meglio studiata prefazione, a’ proprii leggitori il seguente Ca- talogo di Scrittori sulla Testaceologia, reputa atto di do- verosa giustizia, il dichiararsi obbligato della parte la più importante del medesimo, ad uno squarcio o ad uno scritto, che trovasi inserito nel volume settimo delle Transazioni Linneane, steso dal D. Maton e dal Rev. signor Racket. Ed effettivamente scorgerassi, essere desso in così precisi termini un compendio prezioso di quanto in materia si potesse a quell’epoca dire di meglio, che spera l’Autore medesimo di non aver bisogno d’alcuna apologia, per aver desiderato di renderlo, ad un tempo più generalmente usitato, e più profittevole, disponen- dolo in forma tale , che lo renda suscettibile d’ una maggiore diffusione, di quella in cui sia presentemente l’opera, nella quale ne esiste un così fatto fondamento. Dal cangiarne la disposizione dell’ordine cronologico , in cui era stato immaginato, iu questo alfabetico, spera egli che in conto alcuno non si voglia inferirne, che egli abbia considerato come difettoso il metodo pri- mitivo , ma che piuttosto ei lo riguardi semplicemente come meno opportuno, che noi sia il presente novella- mente proposto, per essere introdotto in un trattatello affatto elementare, e diretto, ben più che altro, allo scopo che diventi un tal quale non inopportuno libro di guida pe’ principianti , e senza pretesa che servir debba alla 324 maggiore istruzione degli Adepti, o delle persone og- gimai abituate allo studio delle Scienze. Sarà bene avvertire, una volta per tutte, che i numeri posti fra ( ), i quali terranno qui dietro al nome d’ogni sin- golo Autore in materia Conchiologica da noi citato, ri- ferisconsi precisamente all’indole di quella delle opere di lui, della quale segue poi indicato, immediatamente dopo, il titolo in un altro carattere. Con questi numeri medesimi, viene poi anche ad essere indicato il ramo della Scienza, che ogni scrittore ha per predilezione trattato} e confrontandoli colla piccola serie di Scrittori, che perciò qui tosto di seguito siamo per darne, si conoscerà al momento quale maniera d’istru- zione possa sperarsi di ritrarre dai rispettivi loro lavori. Questi tali Autori o Scrittori in materia Testaceologica possono considerarsi distribuiti come segue: vale a dire, in I. Autori che hanno scritto in generale sulla Conchi- liologia^ II. Que’ che non ne hanno descritto, se non soltanto un genere solo, una sola famiglia, o una specie sola} III. Quelli che si sono occupati a descrivere le con- chiglie appartenenti ad alcune parti del Globo nostro, o a qualche plaga particolare ; IY. Quelli che hanno descritto ed illustrato i diversi Musei, o le varie Collezioni di conchiglie} Y. Quelli che s’adoperarono nel descrivere alcune pic- cole conchiglie, ed altri oggetti minuti e microscopici a quelle spettanti} YI. Que’ che s’ingegnarono di sminuzzare circostan- ziatamente le cose che tengono, più che non l’altre, del maraviglioso in questa Scienza} tentando ben anche di recarne in mezzo plausibili spiegazioni} 3ir* VII. Quelli che hanno scritto particolarmente sull’ana- tomia de? Molluschi o dei Vermi proprii de’ testacei} Vili. Quelli che hanno scritto sulla fisiologia di que- sti Molluschi medesimi, o di questi Vermi viventi nelle conchiglie} IX. Quelli che hanno inventato , adoperato o seguito di preferenza l’una o l’altra delle varie Classificazioni o sistematiche Distribuzioni delle conchiglie, che abbiamo ora alla mano ; X. Quelli che hanno cementato od illustrato le opere di qualche Autore in materia Conchiologica, e XI. Quelli infine che hanno pubblicato qualche tavola, o veramente figure o disegni, tornanti appunto a van- taggio della Scienza conehiliologica , o di quella parte importantissima della Storia naturale, che concerne par- ticolarmente a’ Testacei. SCRITTORI IN CONCHIOLOGIA. A. Adams John ( III. V. ) Description of minute Shells foundon thè Coast of Pembrokeshire. Trans, della So- cietà Linn. voi. 3, p. 64 ? 68, 9.52, 254, e voi. 5, Tav. da i , fino a 5. Adanson Mich. ( IL III. IX. ) Description dhine houvelle espéce de Ver , qui ronge le hois et les vcàsseaux , observèe eh Senegal. Mém. de l’Acad. des Se. 1759, dalla pag. 249, fino a 278, con tavole in rame. — • e più: Histoire naturelle da Sénégal. Paris 1757, in 4-°, con 19 tavole in rame. Elian. (I.) Morto circa l’anno 140 delPEra nostra} Uepì Zcówv TthÓTVjTOC. Albertus Magnus. (1.) De Animalibus. Venet. 1795, in fol. I 326 Aldrovandus. (I.) De Mollìbus , Crustaceis , Testaceìs et Zoophytis. Voi. 3, Bononiae. 1606, in fol., con figure intagliate in legno. « Àllione. Oryctographiac Pedemontanae specimen , exhi- bens corpora fossilia terrae adventitia. Parisiis. 1752*, in 8.° III. Aristotile (I.) Morto circa Tanno 322, innanzi l’Era nostra } ns/st Zwwv 'Uopictq z 0 A x^p. 5., — e più: la Sto- ria degli Animali , che ci resta di lui. B. Barrelier Iacobus ( III. ) Specimen Insectorum quorun - darti marinorum 3 in libro de Plantis per Gallia, Hispa- nia et Italia observatis (A. de Jussieu) Paris. 1714-? in fol., con tavole in rame. Barlram Iohn ( III. ) Observations concerning thè Sali- marsh Muscle thè Oy ster -b anks ^ and thè fresh-wa- ter Muscle of Pennsylvania : nelle Transaz. Filos. voi. 435 dalla p. 1^7 ? a i5g ( 1744)5 con figure. Baster Job. ( Vili. ) Opuscula subseciva. Harlem. lib. 1 5 1759, in 4.0, con figure in rame, u Beccali (III. V. ) De Bononiensi arena quadam ; ext. in acta Bonon. , voi. I. Belon Pietro (L) De Aquatilibus. Lib. 2. Paris. i553, in 8.°, p. 44^5 con tavole in rame. « Bergen. Classes Conchyliorum. Norimberg. 1760, in 4*° I* Besler Mich. Rupert. ( IV. ) Gazophylaeium Rerum na- turalium. 1642. Lips. 1733, in fol. , con tavole. Besler Basii. ( XII. ) Fasciculus rariorum et aspectu di- gniorum varii generis , 1 6 * 6 , in fol. « Blainville ( I. ) Manuel de Malacologie et de Conchy- Uologie. Paris 1825. \ • 3^7 Boccone Paolo ( Vili. ) Osservazioni naturali . Bologna. 1 684 5 in i2.° Bonnet Charles ( Vili. ) Expériences sur la rè genera- tion de la téte du Limagon terrestre; nel Journal de Physique, tom. io, dalla p. 1 65, a 176 ( 1775). Bonvicini Giuseppe ( Vili. ) Lettera al sig. Prof. Gi- rardi ; nelle Mem. della Società Italiana, tomo 7, dalla p. 291 , a 299 ( 1794). Borlase William ( III. ) Naturai history of Cor avvali. Oxford. 1758, in fol. , con tavole in rame. Bornedler Ignaz. (von) (IV.) Index rerum naturalium Musaei Caesarei Vindobonensis . Pars prima. Testacea (Latine et Germanice ) Vindobonaae 1778, in 8.°< — Testacea Musaei Caesarei Vindobonensis . Vindob. 1 780, in fol., con eleganti tavole miniate. Bosc L. A. G. (IX.) Histoire naturelle des Coquilles , 5 voi. Paris. 1802, in 12.0, con tavole in rame. « Bourguet (I.) Traiti des Pitrjfications. Paris. 1742, in 4-° Boyle Robert. ( Vili. ) Of some Phaenomena cfforded by Shellfishes y nelle Transaz. Filos., voi. 5, p. 2023 (1670). Boyl William. ( III. V. ) Testacea minuta rariora , nuper - rimi detecta in arena litoris Sandwicensis. Lond. 1784, in 4.0, con tre tavole in rame. Brachius Iacobus (Vili.) De Ovis Ostreorum , in « Eph. Ac. Nat. Cur. n dee. 2. an. 8, p. 5o6 (1690). Bradley Richard ( I. ) Philosophical account of thè W orhs of Nature. London. 1721, in 4-Vcon figure. Breynius Joh. Phil. ( I. III. IX. ) De quibusdam Con - chis minus notis : nelle Mem. sopra la Fisica e la Storia Naturale* tom. I. pag. 175 (Lucca. 1743) — Epistola varias observationes continens in itinere per 3 20 Italiani suscepto^anno 1708, nelle Trans. Filosof. voL 27, dalla p. 4475 a 4% — e quindi pur dello stesso, Dissertatici Physica de Polythalamìis. Gedan. 1782, in 4-° , a p. 64, con tavole in rame. Brisson (II.) Observations sur ime espéce de Limagon terrestre , dont le sommet de la coquille se troupe casse , quc V Animai en souffre > nelle « Mém. de l’Acad. des Se. » 1759 , dalla p. 99, a m4, con i3 figure. . Brocchi G. (III.) Conchiológia fossile subappennina. Mi- lano i8i4? 2 voi. in 4*° 5 con 16 tavole in rame. Brookes Samuel ( IX. ) Introduction to thè study of Conchology. Lond. 18 15, in 4*P5 con tavole colorate. Brown Thomas (IX) Elements of Conchology. Lond. 18 16 , in 8.°, con tavole in rame. Bruckmann Fr. Ern. (II) De curio sissimis duabus Con- chis marinis. Brunsw. 1722 , in 4-°5 con una tavola in rame. Bruguière J. G. ( I. II. Vili. IX. ) Histoire naturelle des Vers , tom.I, nella « Encyclopedie méthodique » (Paris 1789 — 1792) Livraison 32.me et 48.me — poi ancora nel Journal d’Hist. Nat. tom. I, p. 20 ( Paris, 1792 in 8.°), e tom. I, dalla p. io3, fino a 339. — e quindi poi finalmente , Sur la formation de la Co- quille des Porcellaines 9 et sur la faculté qu’ont leurs anìmaux de s'en dètacher , et de les quitter a des differentes époques , nel « Journ. d’Hist. Nat. ?? tom^ I , a p. 307, ed anche a pag. 32i. Brunnich Martin Thrane ( IX. ) Fundamenta Zoologica. Hafn. et Lips. 1772 , in 8.° a p. 253. Bonanni Filippo (I. IV) Ricreazione dell occhio e della mente nelle osservazioni delle Chiocciole. Roma 1 68 1 , in 4.0, con figure — e parimente Recreatio mentis ? 3q9 et acuii in obser catione animalium Testaceorum. Ro- mae i684? m 4-°5 con tavole in rame — e quindi poi ancora del medesimo : Supplementum Recreationis , ec.5 nella parte seconda delFaltra. Opera, pur sempre dello stesso, intitolata : Obseraationes circa viventia , cjuae in rebus non viventibus reperì untur. Romae 1691, in 4*0? con dieci tavole in rame non per anche pubblicatesi in addietro — e finalmente del medesimo Autore: Mu - saeum Kircherianum. Romae 1709, in fol., con tavole in rame. « Brard ( III. ) Histoire des Coquilles teirestres et fluviatile s , qui vivent aux eiwirons de Paris . A Paris, et à Genève 18 15. Bytemeister Hen. Iob. ( XII) Bibliothecae Appendix. Edi- tio secunda. Jul. 173 5, in 4*° 5 con tavole in rame. C. , « Camerarius (I.) Epitome fossìlium Conchyliorum uno Lapis fìistro. Ext. L. C. Cent. 3. Charlton Walter (X.) Onomasticon Zoicum . Londra 1668; in 4.0 Chemnitz I. Micron ( I. II.) JVeues systematisches Con - chylien - cabinet , dal voi. 4°° 1780 , al voi. n.° 1795, Norimberga ^ coll’Indice, 0 Registro de’ primi io volumi, del pari a Norimberga, 1788 — » poi del medesimo : Observationes de Testaceis multìvalvibus nonnullis ; in « Nov. Act. Nat. Curios. » tom. 8, Ap. dalla pag. 35, a (1791) — e finalmente pur sem- pre dello stesso: De Chitonibus. Norimberg. 1788,000 tavole in rame. Chicco (IV.) Musaeum Calceolarium. 1622, in folio. Cohausen. Io. Hen. (IX.) Conspectus sciographicus Te - 33o staceorum , nelle « Dissert. epistoiicarum » toni. 3 (Francof. 1754 5 in 8-°) dalla p. 296, a 346. Gole William (II) Observations on thè Purple-jish , nelle Trans. Filosof. 55 voi. i5, dalla p. 1278, a 1286, con una tavola ( 1 685 ) — e più: Purpura Anglicana. Londra 1689, in 4-° Columna Fabius (I. II.) Aquatilium et terrestrium aliquot Animalium , aliarumque naturalium rerum obsen>ationes. Romae. 1616, in 4-0? con tavole in ra- me, e con note di D. Major, dott. di Med. , Killiae. 1675, in 4.0, con figure intagliate nel legno — e dello stesso: Purpura , ec. ec. Romae. 1616, in 4-° j con sette tavole in rame. Cordiner Charles (III.) Reinarkable Ruins , ec., in North- Britain. Londra, dal 1788, fino al 179^, in 4-°? con tavole colorate. Cotte (Vili) nel « Journ. des Scavans. » 1770 , ed anche nel Journ. de Physique « tom. 3, p. 370. ?> Caninghame James (III.) A Catalogue of Shells , ec.* gathered at thè Island Ascension , nelle Trans. Fi- losof. ?5 voi. 2 r , dalla p. 29$, a 298 ( 1699 ). Cuvier George (VII. Vili.) Anatomie de la Patelle commune , nel u Journ. d’Hist. Natur. » tom. 2, dalla pag. 81, a 9$ , con una tavola (1792), — - e del me- desimo : Le Régne animai distribuè d^après son or - ganisdtion. T. 4 5 Paris 1817. Cyprianus Iohannes (I.) Franzii historia Animalium sa- cra. Cap. a8. Francof. et Lips. 1712, in 4*° D. Da Costa Emmanuel Mendez (I. III. IX.) Conchology , or Naturai history of Shells. London , in fol. , con 33 1 dodici tavole (Inglese e Francese) — poi dello stes- so : British Conckology (Fran. e Inglese) Lofidon 1778, in 4*° 5 con tavole colorate — e finalmente pur sempre del medesimo Autore : Elements of Conckology. London 1776, in 8.°, con sette tavole. Date (III.) History and À ntiquities of Harwich , by Silas Taylor, 2.a edizione } Londra 1732 in 4*° D’Àrgenville Ànt. Jos. Dèsallier (L IX.) V Histoire na- turelle éclaircie dans deux de ses princìpales parties , la Lithologie et la Conchyliologie. Paris 1742 , e 1 757, in 4.0, 1780, 2 voi., con tavole in rame. Davila (IV.) Catalogue systèmatique et raisonné , voi. 1 , ( 1767, in 8.°) con 22 tavole in rame. « De Hann (II.) Monographiae Ammoniteorum et Go - niatiteorum specimen. Lugd. Batavorum, 1825. De Bergen Car. Aug. (IX) Classes Conchyliorum. No- rimb. 1760, in 4*° 5 a pag. i32. De Bondaroy Auguste Dènis Fougeroux (IL) Mémoire sur le Coquillage appellò Datte en Provence ; nelle « Mém. Etrang. de l’Ac. Roy. des Se. » t. 5, dalla pag. 4875 a 4*8 (1768), con una tavola. De Heide Anton. (VII.) Descriptio anatomica Mytili . « in Act. erud. Lip. » 1684, a Pag- 42^- De Joubert (IL) Mémoire sur une Coquille de Vespece des Poulettes , peci rèe dans la Mediterranée , nelle « Mém. Etrang. de FAc. des Se. » ( 1774) tom. 6? dalla pag. 77, ad 80, e dalla pag. 83, a 91 , con figure. De Reaumur René Antoine F. ( Vili. ) De la forma- tion , et de V accroissement des Coquilles des airi- maux tant ierrestres qiù aquatiques 9 soit de mer , soit de rivière : nelle « Mém. de l’Acad. ?? 1709 9 dalla pag. 364 a 400 5 con due tavole — giuntivi 33^ dello stesso: Inserte des Limdgons. ivi, 1710 — - poi anche: Da moìivement progressif de quelques coquillages , 1710 a 1712 — e quindi ancora: Des differentes manières doni plasieurs espèces des ani- maux de mer s'attachent aux pierres , ou les unes aux autres , 1711 — é successivamente: Décou- verte d’ixne nouvelle telature de Pourpre , 17 n — non ommesse tampoco le di lui : Observations sur la Pinne marine , et sur les Perles^ 1717 — , come an- cora le : Remarques sur les Coquilles fossiles de la Touraine , 1720 — , nè il di lui opuscolo: Des mer - veilles des Dails et de la lumiere qu’ils repandent , 1723 — , nè finalmente le di lui: Observations sur la production du Corail. 1727. De Rochfort ( III. ) Histoire naturelle et morale des isles Antillesj eh. 19, 2.a: ediz. di Rotterd. i665 , in 4.0, con tavole in rame. De Ribaucourt M. ( Vili. ) Sur la generation des Bue - cins d?eaudouce$ nel « Jòurn. d’Hist. Nat. » tom. r, a p. 4^8. De la Faille Clément (II.) Sur I origine des Macreuses nelle « Mém. Etrang. de PAcad. Roy. des Se. » (1780) tom. 9, dalla pag. 33 1 a 344? con una figura. Des Hayes Lefèbure (II.) Notices sur le Boeuf marin , autrement nomme la Bète à huit écailles , ou orto - valve } nel « Journal de Physique: ?> 1787, tom. 3o, dalla pag. 209 a 214, con figure. Delandes (IL) Eclaircissemens sur les Oiseaux de mer ? nel suo « Recueil de differens Trailés de Physique et d? Histoire naturelle » tom. 1, a pag. 197 ( Paris 1736, 3 voi. in 12.0 — e quindi ancora: Sur les P^ers qui rongent le bois des vaisseaux , nel '«< Re- cueil ^ ec. , tom. i 5 a p. 214. 333 Dicquemare (IL) Insectes marins destructeurs des pier- res , nel « Journ. de Phys. » ■ tom. 18, dalla p. 222 a 224, e tom. 20, dalla pag. 228 a 23o. Dillwin. L. W. ( IX. ) Descriptiae Catalogne of recent Shells. London 1817 , 2 voi. in 8.° « Donati Vitaliano. Saggio della Storia marina deWA- driatico. Venezia jy5o, in 4-° III- Donovan Edward ( III. ) Naturai history of British Shells . Lond. 17995 in 8.°, cinque voi., con tavole colorate. Draparnaud J. P. R. (III.) Histoire des Mollusqiies de la France. Paris 1 8o5 , in 4-° Ducbesne (XII.) Recueil des Cocfuilles Jluviatiles et ter- resti es, qui se trouvent aux environs de Paris , in fol. con tre tavole in rame. Dufresne (IL) Notice sur les Balanus , negli Ann. du Mus. d’IIist. natur. ?? Cahier 6 , a pag. 465 ^ con figure. Du Hamel Henri Louis (II.) Quelques expériences sur la liqueur colorante que fournit la Pourpre , ec. , nelle « Mém. de l’Acad. Fran. ?? 1736, dalla pag. 49 a 63. Du Molinet Claude ( IV. ) Le Cabinet de la Bibliothè- que de S.te Geneviève\ Paris. 1692, in fol., con ta- vole in rame. Du Paty Mercier (IL) Sur les Bouchots à Moules , nel ^ Recueil de l’Acad. de la Rochelle >5 1752, dalla pag. 79 a 95 , con tre tavole. De Tertre Jean Bapt. (III.) Histoire generale des An- tilles habitées par les Francois, tom. 2 (Paris 1667) in 4.0 334 E. Edwards George ( XII. ) Gleanings of naturai History (Inglese e Francese) Lond. part. i, 1758, e part. 2, 1760 , in 4-° Ellis John (II.) An account of sederai rare species of Barnacles ? nelle « Philosof. Trans. » voi. 5o, dalla pag. 845 ad 855 ( 1758 ) , con figure. F. Fabricius Otho (III.) Fauna Groenlandia. Hafn. et Lips. 1780, in 800, con una tavola. « Faujas de S.t Fond (III.) Histoire des fossilcs de la montagne de Maestricht. Paris ? chez Jeansen , an 8} in 4-° Favanne de M. M.? Pére et Fils ( I. ) La Conchyliologie de M. d? Argentile augmentée de planches. Paris 1780, 3 voi. in 4-° Favart d’Herbigny ( I. ) Dictìonnaire d’ Histoire naia - relle ? qui concerne les Testacés ou les Coquillages de Mer , de Terre et d' Eau-douce (1775) , 3 voi. in 12.0 Fehr Iohaunes Mich. (II.) De Carina Nautili elegan- tissimay nelle « Eph. Ac. Nat. Cur. 55 Dee. 2, an. 4j a p. 210 (1686) , con tavole in rame. « Fèrussae Da»udebart ( IX. ) Essai Tane métkode Con - chyliologique : broché, in 8.% Paris 1807, — e pili del medesimo : Histoire naturelle des Mollusques terrestres et jlimatiles 5 tant des espèces que Fon troupe aujour diluì vivantes , que des dépouilles fos - siles de celles qui n’existent plus , classées Tapr'ts les caractéres essentiels que présentent ces animaux et leur Coquilles. Paris 1819. 335 Fichtel Lepold A, (V.) Testacea microscopica, aliaque minuta ex generibus Argonauta et Nautilus , ad naturam pietà et descripta. Wien. 1798 in 4-°5 con 24 tavole in rame colorate (Latino e Tedesco). Fischer Christian. Gab. (IX) Specialis Tabula synoptica, sistens Cochlides et Conchas , nella « Kleinii, Disp. Echinodermatum « dalla pag. 73 a 75 (Gedani 1734, in 4.°), — e nell’opera stessa pubblicata poi da N. G. Leste, dalla pag. 60 a 62 , Lips. 17785 in 4*° Forbes George ( II. ) A letter relating to thè Patella or Limpet Jish 9 found at Bermuda , nelle « Trans, filosofi , voi. 5o , dalla pag. 85g, a 860 ( 1759)5 Tav. 35. « Fleuriau de Bellevue — Mémoires sur des Coquilles , et autres Mollusques , nel Bulletin des Sciences ? ed anche nel Journ. de Pbys. , ec. Forskahl Peter. (III. ) Descriptiones anìmalium quae in Itinere Orientali observavit P. F edizione datane da C. Niebuhr. Havniae 1775, in 4*° Fortis Alberto (III.) Viaggio in Dalmazia. Vene zìa 1 774? in 4°, con figure. Fulberti Conte Gotofredo (YIII.) Riflessioni , ec. Roma 1 (583 , e quindi poi Bologna 1695, in 12.0 G. Geofroy (III.) Traiti sommarne des Coquilles , tant flu- aiatiles , que terrestres , qui se trouvent aux envirotis de Paris , 1767, in 8.° , con tre tavole. Gersaint Edm. Francois (IV.) Catalogue raisonné des Coquilles 5 ec. Paris 1 7 36 ^ in 8.° Gesner Conrad. ( I. X. XII. ) Lib. 4, de Piscium et aqua - tilium Animaliuni Natura. Tiguri. i558? fol., e quindi 336 poi Francof. 1620, cxan incisioni in legno. — e piu: Nomcnclator aquatilium A nìmantium. Ti g uri i56o, in fol. — Icones Animalium Aquatilium. Tiguri, in fol. i56o. Geve Nicholas G. (I.) Monadiche Belustigungen im Rei- che der Natur , ari Conchylien urul Seegewachsen (Tedesco e Frane.) Hamb. 1 755 in 4-° ? con 33 tavole. Ginanni Conte Giuseppe (III.) nellq sue « Opere Postu- me» toni. 2 (Venezia 1757, in fol.), con 38 tavole. Ginanni Conte Francesco (IV.) Produzioni naturali che si trovano nel Museo Ginanni in Ravenna . Lucca 1762, in 4.% con figure. Gottwald Christopher (XII) Musaeum Gottwaldianum . Gedan. 1714? infoi., con tavole in rame, — e quindi dello stesso: Musei Gottwaldiani Testaceorum^ Stel- larum marinarum , et Coralliorum , quee super sant Tabula:. Norimb. 1782, in fol., con 49 tavole in ra- me • edizione di Ioh. Sam. Schroter. « Gray (IX) Classification méthodique des Mollusques d’apres leur structure interne. 1821. Grew Nehemiah (IV) Musaeum Re galis So cietatis^ 0 sia Catalogo e Descrizione delle Rarità naturali ed ar- tificiali, spettanti alla Società Reale, e conservate nel Collegio di Gresham. Londra 1681, in fol., con tavole. Gronovius Laur. Theodorus (IV. XI) Zoophylacium Gro- noviahum. Lugd. Batav. 1781, in fol. , con tavole in rame. Gualtieri Nicolai (IV) Index Testarum , et Conchyliorum , quee adservantur in Musaeo Nicolai Gualtieri , Piò- lo sophi et Medici Fiorentini , ec. Florentise. 1742 3 in fol., con tavole in rame. Guettard Jean Étienne (III. IX) Sur le sable coquiT 337 licr de Zalbac , nelle sue « Mém. sur differentes Par- ties des Se. et des Arts » toni. 2, p. 21 e 22 (1770), — poi ancora dello stesso, Observations qui peuvent ser- vir à former quelques Caractéres des Coquillages , nelle « Mém. deVAcad. 1736, p. i45 a i83, — e quindi an- cora del medesimo , Sur le rapport qiVil y a entre les Coraux et les Tuyaux rnarins y et entre ceux-ci et les Coquilles. Ibid. 1760, p. 114 a 146 con tavole — ed inoltre. Sur les Tuyaux marins , nelle sue « Mém. sur differentes Parties d’Hist ISat . » tomo 3 , p. 18 a 208 ( 1770). II. Hahneman loh. Lud. (III.) Diss. Acad. Ostrea Hol- satica exliibens , in 4-0? 1708, con tavole in rame. Harderus Iohannes Iac. (VII. ) Examen anat. Cochleae tcrrestris domiportae. Basii. 1679, in 8.°, p. 73, con una tavola, — poi ancora, Ant. Fel. Marsiglj y de Ovis Cochlearum , cum loh. Iac. Hardeeri Epi- stola aliquot de partibus genitalibus Cochlearum. Àug. Vindel. 1684, Hatchett Charles ( Vili. ) Experiments on Shell and Bone , nelle « Trans. Filos. 55 1799. Hebenstreit. Jo. Ern. (IV. IX) Musaeum Richterianum. Lips, 1713, in fol., — poi del medesimo. Disserta- no de Ordinibus Conchyliorum methodica Ratio ne instituendis. Lips. 1728, in 4«° P* 28. Herissant Francois David ( Vili. ) Eclaircissemens sur V organisation jusqiCici inconnue dune quantità con- sidérable de Production s Animales^ et principalement des Coquilles des Animatine , nelle « Mém. de VA - Conchiologia 22 con 338 caci. Roy. des Se. % 1766 , pag* 5o8 a 540 , tavole. Hill Sir. John. (I.) History of Animals. Lond. 1752, in ibi. , con tavole. Hofer Iohannes (VII.) Observatio Zoologica , in a A et. Helvet\ » voi. in 4? P- 212 e 2i3, tab. 9, hg. 21 e 22 ( 1760 ). Hoffman Io. Frideric. (IL V) Dissertatiuncula de Corna Ammonis nativo litoris Bergensis in Norvegia in « Ad. Mogunt. Acad ., tom. 1, p. iioa 117 (1757) • — e del medesimo, De Tubulis vermicularibus Cor - naa Ammonis referentibus: in « A et. Acad. Mogunt , tom. 2, p. 16 a 20 ( [761 ). Humphreys George (VII.) Account of thè Gizzard of thè Shell called by Linnteas , Bulla Lignaria: nelle « Transaz. della Soc. Linneana, voi. 2, p. io a 18, pi. 2 < 1794). « Hupsch (III.) Nouvelle découvertes de quelques Te - stacés rares et inconnus pour servir à I Histoire naturelle de la basse Allemagne. Francof. et Leipz 1771 , in 8,° I Imperato Francesco (I.) Dell Istoria naturale di Fer- rante Imperato Napolitano. Lib. 28, Nap. 1^99, in fol., con tavole in legno. J. Jacobaeus Oliger (VI.) Musceum Regiuin. ilaffn. 1696, in fol. con tavole in rame. Johnston Iohannes ( I. IV. ) De exsanguibus acjuaticis . Lib. 4* Amst. 1657 , in fol. con 20 tavole in rame $ 339 — e dello stesso Thaumatographia Naturalis. Amstel. i632 et i665, in i6.° — e quindi ancora,^/ History of thè wonderjul Things of Nature. London 1657 9 in folio. « Jussieu ( III. ) Recherches sur les pctnfications qui se trouvent en Trance « Mcmoires de VA cad. de Sciences , année 1721. K. Kamei George Joseph (III.) De Conchìs Turbinibus Bi- valvibus et UnwaUnbus Philippensibus , nelle « Trans. Filos. voi. 25 , p. 2896 ( 1707 ). Kamtnerer C. L. (IV. ) Die Conchy lieti in Cabinette des Herrn Erb-Prinzen voti Schwartzburg-Rudolstadt. Rudolstald 1786, in 8.° con dodici tavole — ed inol- tre Nachtrag za der Conchylien im Furstlic/ien Ca- balette zu Rudolstald. Lips. 1791 , in 8.° con tavole. Klein Ja. Theod. (II. Vili. IX. XI) Fon Scliaalthie - veti , Conchce anatiferce 3 Entenmuscheln in « Ab- hand. der Naturf. Gesellsch. in Dantzig , Part. 2, p. 349 a 355 , — e poi del medesimo , Tentameli Methodì Ostracologicce. Lugd. Batav. 1753, in 4*° 9 con dodici tavole in rame — e quindi, Lucubratiun - cala de Form adone ^ Cremento et Coloribus Testa- rum — e quindi, pur sempre dello stesso, Descrip- tiones Tubulorum Marinorum. Gedan. 1731, in 4-° 9 con tavole in rame — e finalmente ancora, Commen - tariolum in Locum Plinii Hist. Natur. (lib. 9, c. 33) de Concharum Dìfferentìis , in Tent. Meth. Ostra- cologicce. Knorr Georg. Wolffgang ( XII. ) Les Délices des yeux , et de V Esprit, ou Collection generale des di/firentes 34o Esj)èccs de Coquillage , que la Mer renferme. Nu- rémb. toni, i , 1760, toni. 2, 1773, in 4*°5 con ta- vole colorate. Koelreuter Ios. Theophilus (II. VII) Dentalii Ameri- cani ingenti magnitudini Descriptio , in « Nov. Com- meni. Ac . Petrop. » 1766, tom. 12, p. 352 a 356 — e del medesimo, Observationes Anatomico-phy- siologicce Mytili Cygnei Lina. Oraria concernentes , in « Nov. Se. Imp. Petrop. » tom. 6, p. 236 a 239 ( '79° )• Kundmann loh. Christianus (VI.) De Conchis et Co- chleis monstrosis pretiosisque « in A et. Acad. Nat. Cun » voi. 3, p. 317 (1733). L. Lamarck Jean Bapt. (IX. XII) Observations sur Ics Coquilles , nel « Journ. d7 Hisi. Nat. » tom. 2 , p. 269 a 280 (1792) — poi del medesimo, Prodrome d7une nauseile Classification des Coquilles , nelle « Meni, de la Soc. d7 Hit. Natur. de Paris >5 ( An. 7) p. 63 a 91, — e quindi pur dello stesso, Vers Testacés , nei « Tableau Encyclopèdique et Méthodi - que (Paris 1797-1798) in 4*° Livraisotis62 a 64? con 3go tavole — ed inoltre, Sy stèrne des A nimaux sans vevtèbres. Paris (1801 in 8.°) — e finalmente poi pur sempre di lui, Histoire Naturelle des Animaux sans vertèbres. Paris, tom. i. fino a 6 ( 1 8 1 5 a 1822) in 8.° Langius Car. Nic. (IX.) Methodus nova , Testacea ma- rina in suas . Classes Generaci Species distribuendo Lucern. 1722,411 4*° a p- 102. Laskey. J. (III.) Account of North Tritili Testacea ^ 34 1 nelle « Memoirs of thè Wernerian Naturai History Society » voi. i a p. 870. « Latreille ( 1. ) Familles da Regno Animai . Paris 1825, in 8.° Lauerbuntzen Iohannes (IV.) Auctarium Musaei Regii. Haffn. 1699, in fol., con tavole in rame. Leach W. E. (I.) Zoological Magazine. Lond. (i8i5) in 8.°, con tavole. Ledermuller Martin Frobene (V.) Amusement micro - scopique , tom. 1. Norimb. 1764, in 4*°5 tav. 4* 8., e tom. 2. 1766, tav. 74. Leeuwenboek Antonius A. ( \ Ili. ) De Ovis et Ovariis Testaceorum , nelle « Pliil. Trans » voi. 17 (1694) dalla pag. 5g3 a 594 5 voi* 19 ( >698) dalla pag. 790 a 793, e voi. 27 (1712) dalla pag. 529 a 534- Legati Lorenzo (IV.) Museo Cospiano a p. 92. Bolo- gna 1671, in fol. 5 con tavole in legno. Le Gentil ( II. ) Observations sur ime Esp'hce de Va- resch , ec. , et sur une petite Coquillc qui se loge dans le trono de celle piante , nelle « Meni, de V A cad. des Se. » 1788, p. 439 a 442 ? tab. 20. Leigh Charles ( III. ) Naturai History of Lancashire , Cheshire and Derbyshìre. Oxford 1700, in fol. Lesser Fred. Christ (I.) Testaceo-theologia. Lips. 1748 e 1756, in 8.°} Germanice , con tavole in rame. Lightfoot John (III. ) An Account of some minute Bri - tish Shells , either not observed^ or totally unnoticed by AuthorSj nelle Phil . Trans . .. » voi. 76, p. 160 a 170 ( 1786) con tre tavole. Linnaeus Carolus ( I. II. III. IV. IX. ) Nella Mantissa Plantarum altera. Holm. 177.1. , in 8,° — poi dello stesso, Anomia descripta , in « Nov. Act. Reg. Soc. Se. Upsal « voi. 1 , p. da 39 a 43 , fig. 3 ( 1783 ) 34* - — e quindi, dnomia patella eformis , in j>Jov. AcL come sopra, voi. i , p. 4*5 fig. 6 e 7, — poi del medesimo, Fauna Suecìca. Lugd. Bat. 1746, in 8.° Holm. 1761 , in 8.° , — e quindi ancora di lui , Vàstgòta Resa. Stockolm. 1747? in 8.°, — ed ezian- dio, Musaeum Tessinianum^ Latine , et Suecìce. Holm. 1753, con tavole, — e poscia ulteriormente, Mu- satimi Adolphi Frid. Suec. Regis^Lat, et Svec. Holm. 1754 -, in fol. con tavole — e più, Musaeum Lodo - vicae Ulricae Sueciae Reginae . Holm. 1764, in 8.° — ed inoltre, pur sempre dello stesso, Syslemae Natu- rae. Ed. i.a Lugd. Bat. 1735, in fol., Ed. i3.a à Io. Frid. Gmelin (Lips. 1788) in 8.°, tom. 1, pars 6, — a’ quali s7aggiugne, System of Nature, by Wil- liam Turton, M. D. Part. 1. 1802, in 8.° — ■ e final- mente poi, Fundamenta Testaceologiae. Besp. Adolph- Murray. Upsal. 1771, in 4-° P* 43 , con due tavole in rame, e nelle « Amoen. Acad. voi. 8, da pag. 107 a i5o. Linocier Geoffroy (1.) Histoire des Poissons. Paris i584, in !2.°, con tavole, Paris 1619, in 12.0 impressa nella di lui « Storia delle Piante. r> Lister Martin (I, II, III, VII) Historia , sive Synopsis methodica Conchyliorum. Lond. dal i685 a 1692, in fol. Oxon. 1770, a Gulielmo Huddesford, con tavole in rame, — poi del medesimo, Observations concerning thè odd Turn of some Shell Snails, ec. , nelle « Pini . Trans, » voi. 4? P- tori (1669) — ed inoltre dello stesso, Historia Animalium Angliae. Lond. 1678, in 4-°, con tavole in rame, — come eziandio, Appen- dix Hist. A nim. Angliae. Ebor. 168 r , in 4*° con ta- vole in rame. Lond. i685, in 8.° — e quindi, Exer- citatio Anatomica , in qua de Cochleis maxime ter - 343 restribus , agitur. Lond. 1694^ in 8.°, con 6 tavole in rame, — cui s’aggiungono, pur del medesimo, Exer- citatio Anatomica altera , in qua agitur de Buccinis Jluviatilibus et marinis. Lond. 169 5, con 6 tavole in rame — indi, Exercitatio Anatomica tertia , Lond. 1696, con 9 tavole in rame, — e finalmente, Ana- tomj of thè Scallop , nelle « Phil. Tran. ?> voi. 19, p. 567 (1697)5 con una tavola in rame} in Latino. Lochner Iohan. Henr. (IV. ) Rariora Musaei Besleriani 1716, in fol, , con tavole in rame. Lonicerus Adam. ( I. ) Historiae Naturalis Opus novum. Francof. tom. 1 , i55i , in fol. con incisioni in legno, e tom. 2. i5 55. M. Macbride David ( Vili. ) On thè Rcviviscence of some Snails kept 1 5 years , nelle .« Phil: Trans: voi. 64, dalla p. 4^2 a ( 1 774 )» Magnus Albertus ( I. ) De Animalibus. Venet. 1 45g, in fol. Major Daniel ( X. ) Dictionarium Ostr acolo gicum. Marsiglj Antonio Felice (Vili.) Relazione del ritrova- mento delle Uova di Chiocciole. Bologna. i683, e Roma. 1695, in 12.0, con una tavola in rame. « Marsiglj Ferdinand. Histoire Physique de la Mer. Amster. 1720 , in foglio. Edizione Italiana. Venezia? 1711, in 4.0 Martin Thomas (XII.) Universal Conchologist. London, voi. 1, 17845 e voL 1 1786, in fol., con « 60 tavole. Martini F. H. W. ( I. IX. ) Neues System atisches Con - chylien-cabinet } dal voi. i.° 1769 al voi. 3.° 1 777, 4.0 , continuato da Chemnitz, con tavole colorate. Massarius Franciscus (XI.) Castigationes et Ann otationes in 9 Librum Plinii de Nat. Hist. Basii. 1 537, in 4-° / 344 Maton William George ( II. III. ) nelle « Trans. Liuti . Abc. « voi. 3, p. 44 c 45, tab. i3. fig. e 38. (1797 ) —° e dello stesso Observations relative chiefly to thè Na- turai History , ec. , of thè W estera Counties of En- gland. Salisbury, 1797, in 8.° due voi. — ed infine, pur sempre del medesimo, Historical Account of Testaceo - logicai TVrites. nelle « Trans. Linn. Soc. voi. 7, p. 1 19. Matthiolus Petrus ( XI. ) Commentarla in VI Diosco- ridis. Yenet. 1 554 5 in fol.} Latine, con tavole. « Megerle Yon Mùhlfeld, Iohann-Karle ( IX. ) Essai d? un nouveau Système de Conchyliologie y prèndere partie , des Bivalves nei « Magasin de Berlin pour les nouvelles Découvertes en Hist. Nat. « Premier tri- mestre. 1811. « Mercati M. (IV.) Metallotheca Vaticana y Opus po- sili umani. Romse, 1717. Merret Cristoph. ( III. ). Pinax Rerum Naturalium Bri- tannicarum. Lond. 1667, in 8.° Mery Jean. (VII.) Remarques faites sur la Moule des Étangs y nelle « Mém. de VAcad. Franq. » 1710, dalla p. 408 a 426. Mesaize ( II. ) Observations sur les Conques anatiféres y nel « Magazin Encyclop. » An. 2, toni 6, p. 1 58. ( >797-) Molina Gio. Ignazio ( III. ) Saggio sulla Storia Natu- rale del Chili. Bologna, 1782, in 8.° Moli I. P. Cari. A. ( V.) Testacea Microscopica aliaque minuta ex generibus Argonauta et Nautilus ad Na- turali! pietà et descripta. Wien. 1798, in 4-° con 24 ta- vole colorate. ( Latino e Tedesco ). Montagli S. (III.) Testacea Britannica. Lond. (i8o3)in 4-°, con 16 tavole colorate. < — e del medesimo, Sup- plimento aW opera precitata , in lingua inglese ( 1808 ) con 14 tavole colorate. 345 Montfort Denys ( de ) ( IX. ) Conchytiologie sy stèrri citi- ti ue. Paris ( 1808), in 8.° 2 voi. con tavole colorate. « Monti ( II. ) De testaceis quibusdam fossilibus achate plenis , de ostreo fossili, de balanibus fossilibus , de quaderni balanorum congerie. In act. Bononien. voi. 2 et 3. Moray Sir Robert. ( II. ) Relation concerning Barnacles, nelle « Phil. Tran, n voi. 12, da p. 92 5 a 927, con una figura ( 1678 ). Mornichen Enricus A. ( II. ) Conchae anatferae vindi- catae. Resp. Claudio Ursin. Haffn. 1697, in 4-°5 c°n due tavole. Morto n John ( III. ) Naturai History of Nortkampton- shire. Lond. 1712, in fol., con tavole. Moscardo Conte Ludovico ( IV. ) Noie del Museo del Conte L. M. Pad. i656, in folio, con tavole in rame, e Verona. 1672, in fol. , con tavole, ed incisioni in legno. Mailer Otho Frederic. (III. Vili. IX. XII.) Zoologiae Danicae Prodromus. Havniae 1776, in 8.° — e dello stesso, Zoologia Danic a. Havn. etLips. voi. 1. 1779, e voi. 2. 1784, in 8.°, ed Hav. 1781 in fol., con tavole in rame. — come pur sempre del medesimo, e sul me- desimo argomento, nel « Journ. de Phys. 1777, tom. 1 2, p. 111 — poi V èrmium Terrestrium et Fluviatilium Historia. Havniae, tom. 1 1773, e tom. 2 1774^11 4*° — e quindi A nimalium Daniae , et Noruegiae uariorum, ac rninus notorum Icones. Havniae 1777, fol., con4o tavole. Murray J. And. (Vili.) De Redintegratione Partium Co- chleis Lìmacibusq ue praecisarum. Gotting. 1776, in 4-°> p. 19, e ne’ di lui « Opuscula « voi. 1 da p. 3 1 5 a 342. N. $eedham Turberville (V.) Ari Account of some new 346 microscopìcal Discoveries. London, 17 45, in 8.° con 6 tavole. Nierembergius Iohan. Eusebius (I.) Historia Naturae . Àntverp. i635, in fol., con incisioni in legno. Normann Laurence (IL) Dissert. Acad. de Purpura. Resp. El. Bask. Upsal. 1686, in 8.°, con incisioni in legno. « Nicholson (III) Essai sur VHistoire Naturelle de Saint Dominane. Paris, 1766, in 8.° 0. Olearius Adam. ( IV. ) Kunst-gammer Slesv. 1 666 , e 1674, in 4-°, con tavole. Olivi Giuseppe ( III. ) Zoologia Adriatica. Passano 1792, in 4.0 , con tavole. Olivus Iohannes Baptista (IV. ) De recondìtis et praeci- puis Collectaneis in Mus. Calceolaria asservatis. Ve- ne t. i584, in 4-° P. Pallas P. S. ( 1. ) Miscellanea Zoologica. Hag. Gora. 1766, in 4.0, con tavole — - ed inoltre del medesimo, Spi- cilegia Zoologica. Berol., dal 1767 a 1780, in 4-°, con tavole in rame — e finalmente dello stesso: Marina varia, nova et rariora , in « Nov. A et. Petrop. r> tom. 2, p. 229, tav. 7 ( 1787). Parsons James. ( II. ) Observations on certain Shell-fish lodged in a large Stone brought from Mahon Har - bour , nelle « Phih T'rans ?> voi. 2 5 da p. 44 a 4$? 1750 con figure — e poi dello stesso: Account of Pholas conoides , nelle Tran. Filos. ?? voi. 55, p. 1 a 6. ( 1760), con figure. 347 a Passeri. ( III. ) De Petrìfcatìs agri Veronensis. Ve- neti is 1753 , in 12. Permani Thomas (II. III.) Anomia > in « Noa. A et. Soc. Upsal . , voi. 1 da p. 38 a 3g fig. 4 ( 17.73 ) — e poi dello stesso: Britìsh Z'oology y voi. 4? Lond. 17 77, in 8.° con tavole. Petiver James (III. XII.) Account of Animals and Shells seni from Carolina, nelle « Trans. Filos. » voi. p. ig5i. ( 1705) — poi del medesimo: Pterigraphia Americana , in ejusdem » Gazophyla - ciò. » — e quindi ancora : Descriplion oj some Shells found onthe Molucca Islands nelle » Trans. Filos. » voi. 2 2, da p. 923 a g33. ( 1701.) — poi dello stesso: Gazophylacium Natura? et Artis. Lond. da 1702 a 17 1 r, in fol. • — ed in fine del medesimo, Opera Ilist. Nat. spectantia. London. 1 764 ? m fol. voi. 2. a Peyrouse ( Picot de la ) Descriplion de plusieurs espé 7 ces nouvelles d’ Orthocératites et d^Ostracites. Erlang. 1781. ir. « Pison (III.) Historiae Return Naiuralium Brasiliae. Àmstelod. 1648, in fol. Plancus Ianus (III.) De Conchis minus notis. Venetiis 1739, et Romae 1760, in 4*°5 con tavole, — poi del me- desimo : De quibusdatn Conchis minus notis ?? nelle Mem. sopra la Fisica » tom. 1. (Lucca. 1743). Pii ni us Seeundus Cajus (I.) Historia Mundi , lib. 9. Plot Robert ( III. ) Naturai History of Staff or dshire . Oxford 1686, infoi. — poi dello stesso: Naturai Hi- story of Oxfordshire > 2.a edizione. Oxford 1705, in fol. con figure. « Poli Ios. Xav. ( III. VII. ) Testacea utriasque Sici- hae , eorumque Historia et Anatome , tabulis aeneis illustrata, fase. 2, Pararne 1791. 348 Foupart Francois. ( Vili.) Sur la Progression du Li- magari aquatique , doni la coquille est tournée eri spirale conique; nel « Journ. des Scavans » 22 Mars 1694, — poi del medesimo: Remar ques sur les Co - quillages à deux Coquilles , et primièrement sur les Moules , nelle « Mètri, de VAcad . Royale des Se. 1706, da p. 32 a 6i, con figure. Power Henry (Y.) Experimental Phylosophy , Obs. 1° ( Lond. 1664 ? in 4*° ) Pulteney R. ( I. ) General View of Linnaeus7 s W ritings pubblicato daMaton. Lond. i8o5, in 4-° con tavole — - e poi dello stesso: Catalogucs of thè Birds , Shells ec. ,of Dorsetshire , pubblicati da Rackett. Lond. i8i3. R. « Ranzani Camillo ( IL ) Sulla Classificazione dei Ba- lani. Memorie di Storia Naturale, Deca prima , in 4-°, con fig. Bologna, — e dello stesso: Sul polpo del- V Argonauta. Ibid. Vedi i di lui « Elementi di Zoologia^ Regenfuss Francois Michel (XII.) Choix de Coquilla- ges et de Crustacès. Copenh. 17^8, in fol. a Renieri Stef. And. ( II. IX. ) Venus Lithophaga de- scripta, nelle w Mèm. de VAcad. de Tur in » voi. 3. Corresp. da p. 1 a 14, con fig. — poi del medesimo : Nova Testaceorum Genera. Resp. Laur. Munter Pili- lipson. Lond. 178S , in 4*° a P* 28. a Richter (IL) Programma de Purpure antiquo. Got~ ting. 1 7 4 1 * « Risso Dominique (III.) Mémoire sur quelques A ni- maux mollusques de la mer de Nice. Journal de Physique. « Roissy Felix. ( I. ) Vedi il 5.° ed il 6.° volume dell’ZTi- stoire des Mollusques » del Buffon di Sonnini , di cui i primi quattro sono di Denis de Montfort. 34g Rondeletìus Guilelmus ( I. ) Universa Aquatilìum Risto- rici. Lugd. 1 555, in fol. , con incisioni in legno. Rousset ( II. ) Observations sur les vers de Mer qui percent les Vaisseaux , 2.a edizione. Haye, 1733, in 8.°, con 3 tavole. Rumphius Georg. Everard. (II. III. IV. XII. ) De Nau - filo remigante et velificante , in « Eph Ac. Nat. Cur. Dee. 2, An. 7 , p. 8. ( 1689) con %• — * P°i del medesimo.* De Ovo marino, Porcellanis , seu Conchis Venereis, in « Eph. Ac. Nat. Cur.» Dee. 2, an. 5, p. 222. 1686^ con tav. — e quindi ancora : />’ Amhoinsche Rariteit-kammer. Amstel. 1705, et 1741, in fol., con 60 tavole — ed inoltre^ pur sempre dello stesso: Thesaurus Imaginum Piscium Testaceorum , quibus accediuit Conchylia , denique Mineralia. Lugd. Bat. 1705, et Hag. Comitum, 1739, in fol., con 60 tavole. Rutty John ( III. ) Essay towards a Naturai History of thè County of Dublin. Dublin 1772 , due voi. in 8.° Ruyscli Fridericus ( IV. ) Thesaurus Animalium primus ( Latine et Belgice) Amst. 17 io, in 4-°5 con tavole. S. & Savigny Jules Cesar, Mèmoires sur les Animaux sans vertèbres, in 8.°, Paris, 1816. « Say Thomas, Sur le genre Ocythoe , dans une lettre adressée à M. Villiams Elford Leach , dans les Transactions Philosophiques de Londrcs 1819, — poi dello stesso: Co nchylio logie de V Encyclopédie A méricaine , avec la description et les fgures de plusieurs espéces de Coquilles des Etats-Unis. — ■ e quindi ancora del medesimo : « Sur les Testacés des États-Unis, dans le Journal de VA cade mie des Scien- ces naturelles de Phyladelphie. 35o Schelhammer Gunther. Christoph. ( II. Vili.) Conchae Co - chleaeque recenter observcitae , in « Epk . Ac. Nat. Car.n Dee. 2, An. 6, da pag. 212 a 216 (1688), eoo figure. — ed inoltre del medesimo: Alia Cochlearum Genera iticlem Mediterranea , Aquae dulcis Incolis ac- censenda $ Ibid. p. 216, — e finalmente, pur dello stesso : A nimal in Cochlea minuta depressa degens 3 in Eph. Ac. Nat. Cur . Dee. 2, An. 9, da p. 245 a 246. ( 1691 ). « Scheuchzer lohan. Iac. (I. III.) Musaeum Diluvianum. Tiguri 1716. — poscia del medesimo: « H erbari urti Diluvianum. Tiguri 1709, in fol. — e quindi, pure di lui « Meteorologia et Oryctographia H elvetica. Zu- ricli 1718, in 4.0, — e finalmente del medesimo: « Specimen Litkologiae Helveticae curiosae. Tiguri 1708, in 8. Schlotterbeccius P. J. (Vili. ) Observationes de Cochlea quadam ad Turbines referenda s in A et. Helvet. >•> voi. 4 5 p. 46 a49? tab. 5, fig. 4 (r7^o) — poi del medesimo: Observatio Physica de Cochleis quibusdam y ec. , in « Act. Helv voi. 5, da p. 275 a 288, tab. 3, A. 3, B. (1762). Schonwelde Steph. (von. ) (III.) Ichthyologia. Hamb. 1624, in 4.0 Schroeter J. S. ( I. III. ) Einleitung in die Condì) lieti- kenntniss nach Linné ; tre voi. in 8.% 1786, con tavole, — poi dello stesso: Ver such einer sy sterna- tischen Abbandlung ìiber die Erdkonchylien um Than- gelstadt. Berlin 1771, in 4-°? con 2 tavole — poi ancora del medesimo: Die Geschichte der Flussconchy lieti mit vorzuglichen Rucksicht auf diejenigen welche in den Thuringischen JVassern leben. Halle, 1779, con 1 1 tavole — e finalmente delio stesso: Ueber den intiern 35r Bau des See-und einiger ausldndischen Erdund Fluss- schnecken. Frank. 1783, in 4-°? con cinque tavole. « Scilla A. ( I. ) De Corporibus Marinis lapidescenti - bus ^ quae defossa reperiuntur $ addita Dissertatione Fabii Columnaey de Glossopetris. Romae 1759. Scopoli Ioh. Ant. (I. III. ) Introductio ad Historìam Na - turalem . Pragae 1777, in 8.°, da p. 386 a 4°o — e del medesimo: Deliciae Faunae et Florae Insubri - cae. Ticini 1786, con tavole. Seba Albertus ( IV. ) Descriptio Thesauri Rerum Natu - ralium; tom. 3.° ( Amst. 1758^ in fol. con tavole. Segerus Georgius (IV.) Synopsis methodica rariorum , tuni Naturalium 3 tum A rtificialium, cjuae in Musaeo D. Olai Wormii asservantur. Hafn. i653, in 4-° Sellius Godofred. (II.) Historia naturalis Teredinis seu Xylophagi marini. Trajecta ad Rhen. 1733, in 4-0? con due tavole , a p. 2/)3. Shaw George (II.) Naturalisti s Miscellany. Lond. 1790, in 8.° con tavole colorite. Sibbald Sir Robert ( li. III. IV. ) Description of thè Pediculus Ceti , nelle « Phil. Trans. 5? voi. 25, da p. 23 1 4 a 2817, con una figura — poi del medesimo: Scotia illustrata : Edimb. 1684, in fol., con tavole, — poi pure di lui : Letter to D. M. Lister, nelle « Phil. Trans, voi. 19, a pag. 32 — e finalmente, pur sempre dello stesso: Auctarium Musaei Balfóuriani. Edimb. l697 ? in 8-° Slabber Martin ( II. ) Naturkundigne F ’erlustigingen Haarl. 1778, in 4-° Sloane Sir Hans ( III. ) Voyage to thè Islands Ma- deira > Barbadoes Nevis, Et. Cristopher’s and la- maica , voi. 2, tav. 240 — 24r. Lond. 172^ in fol. Smith Charles (HI.) Antient and present State of thè. 35i County and City of fV alerford. Dublino 1745», in 8.° e 1774 in 8.°, con molte aggiunte — poi del medesimo : Antient and present State of thè County of Cork . Dublino 1750, in 8.° due voi. — ed infine, pur dello stesso: Antient and present State of thè County of Kerry. Dubl. 1756, in 8.° Soldani A. (I, III, Y. ) Testaceographia, et Zoophyto- graphia parva ac microscopica. Senis 1789, 3part. in fol. , con 179 tavole , — e parimenti dello stesso: « Saggio Oritto grafico, ovvero Osservazioni sopra le terre Nautiliche della Toscana. In Siena 1780. « Sowerby Georges-Bretingham (il padre) Remarques sur les Genres Orhicule , et Craine de M. de Lamarck etc.$ in lingua originale inglese, nelle Mém . de la Soc. Limi.* de Londres i8i3, avec fìg. « Spada ( I. ) Dissertazione de 5 Corpi marini antidilu- viani petrificati. Verona. 1737, in 4-° Spallanzani Lazzaro (Vili.) Risultati di esperienze sopra la Riproduzione della testa nelle Lumache terrestri , nelle « Mém. de la Soc. Ital. » (1782 ) tom. 1, da p. 58i a 6 r 2 , ( 1784) e tom. 2, da p. 5o6 a 602, con fig. Steno Nicolaus ( Vili. ) De Solido intra Solidum na- turaliter contento , Dissertationis Prodromus. Fior. 1669 , in 4*° « Schumacher Chrétien Frederic (IX.) Essai A un Non- veau System e des hahitations des Vers Testacés , avec 22 Planches. Copenhague. 1817. T. Tournefort Iosephus Pittori ( IX. ) lntróductio ad Ih- storiam Testaceovum. In « Lnd. Test. « Nic. Gualtieri. Turton W. (Ili, IX. ) General System oj Nature by Sir Charles Linné , translated from G meliti , cc.. Lond. 1806 , 7 voi. 8.% — * poi , pur sempre del me- desimo: British Fauna , voi, 1 , 1817, in n.° y. Yalentini Mich. Berti. . (IV. VII.) Musaeum Musaeorum (Germanice). Francof. ad Maen. 1704, in fol., 2 voi. con tav. — e quindi poi del medesimo: Amphitheatrum Zootomicum. Francof. 1720, fol. con tavole. Valentyn Francois (III.) Oud en Nieww Oost-Indieji . Dordrecht, ed Amsterd. dal 1724 al 1727, tom. 8, in fol. con tavole — e quindi poi, dello stesso : V erhande - lihg der Zee-horenkens en Zee-gew asseti in en om- trent Amboina on de nabygelegne Eilanden. Amst., 1754.? in fol., con le tavole medesime. Vallisnieri Antonio ( I. Il ) Insetti marini analoghi alle Patelle , o Cimici degli Agrumi 5 nelle « Opere Fi- sico-mediche » tom. 2 , p. g5, — e quindi ancora , dello stesso : Osservazioni sui corpi marini che si trovano sui monti , e della loro origine. Venezia. 1721 , in 4-° Van-der-Wiel Gornelius Stalpart ( II. ) Nelle sue « Ob- servationes Rariorum Med. Anat. et Chirurgo Cent, post., da p. 458, a 56g, con tavole (Lugd. Batav. 1727, in 8.°). Vauquelin (Vili.) Observations Chimiques et Physique. sur la respiration des Insectes et des Vers , negli « Annales de Chini. » tom. 12, da pag. 273, a 291 ( >792 )■ Vicentius (I.) Speculum naturale . Venet. 149$, in foglio. Vincent Levin (IV. ) W ondertoonel der Natur. Amst., 1706, in 4,0 , con tavole — e quindi ancora, dello Conchiologia a3 354 stesso: Description abrégée, ec. Amst. 1715, in 4-°? con le medesime tavole. W. Walker George (111. V ) Testacea minuta rariora im- pernine detecta in arena litoris Sandvicensis. Londi- ni. 1784 , in 4.°, con tre tavole. Wallace (III.) Account of thè Islaiuls of Orkney , 2.a ediz. Lond. 1700 , in 8.° Wallis John (III) Naturai History and A nlicjàities of Northumberland , voi. 1, a pag. 366 (Lond. 1769, in folio). Whytfc Robert ( VII. ) Description of thè Matrix , or Ovary of tlie B. ampullatum , nell’ « Edimb . phys. and litt. Essays » voi. 2, p. 8 ( 1755.); con figure. Willis Thomas ( YIII ) Exercitationes diiae de Anima Brutorum (Lond. 1672) in 8.° tab. 2.a Wilsen Nicolas ( IX. ) Observations 011 thè Hinges of British bivalve Shells^ nelle « Trans . della Soc. Limi. » voi. 6, p. i54, tom. da 4 a 18 (1802) — poi del medesimo: General Conchology^ voi. 1. London, i8i5, in 8.° con tavole colorate — * e quindi ancora dello stesso: Zoography (1807) in 8.° voi. 2, con tavole — e finalmente, pur sempre dello stesso : Index Te - staceologicus. Lond. 18 18, in 8.° Wormius Olaus (IY.) Musaeum JVormianum , cap. 6, 7 e 8, Lugd. Batav. (i655) in fol. , con una figura. Z. « Zaniclielli (IY.) Enumeratio Berum naturalium , cjuae in Musaeo Zanichelliano asservantur. Venetiis. 1736, in 4.0 AVVERTIMENTO DELL’ AUTORE. 355 La Nomenclatura , che in precedenza ponemmo im- mediatamente dopo alla Introduzione del presente trat- tateli, riferitasi a’ caratteri generici e specifici delle Conchiglie ^ caratteri fra i quali, parlando esattamente, non avrebbesi dovuto far caso mai de’ colori, destinati a contraddistinguerne piuttosto, le une dalle altre, le varietà e gl’individui , che possono -differire assai sensi- bilmente tra loro nella specie medesima , e soggetti troppo a variare e ad alterarsi, per cause meramente ac- cidentali, più che non succeda mai di ogni altro carat- tere^ per la qual cosa non si troverà, se non ragionevolis- simo, che i colori nelle conchiglie non siano stati consi- derati, che come atti a pena a fornircene il carattere il meno apprezzabile e sicuro, e quindi tale da non tenerne conto, se non dopo di tutti gli altri. Sono stati perciò appunto collocati i colori nell’ultimissimo posto della presente operetta , che si studiò d’elaborare e d’ordina- re , per quanto almeno nel caso nostro potesse essere fattibile, dietro quella graduazione più regolare, che s’è giudicata conveniente e necessaria, per dar luogo alla de- scrizione di ogni qualunque oggetto di questa special parte della Storia naturale , secondo lo spirito del Si- stema Lìnneano. Nell’Elenco . che di tali colori, osservabili nelle con- chiglie, si è creduto di dover dare qui di seguito, non si vollero notare , aggiugnendovi gli equivalenti nella lingua nostra volgare, che soltanto quelli, che ci accade d’incontrare nelle descrizioni dateci in lingua latina dei diversi Testacei, Un qualche nome poi, usitato general- mente per indicare alcuna materia o sostanza, clic abbia costantemente un colore proprio noto a tutti, o qualche 356 altro nome di altra cosa o d’altro oggetto, a ta nto appunto equivalente, si è qui voluto porre, di contro a que’ primi nomi , ogni volta che potea pur rimanere ancora qual- che dubbiezza, in riguardo alla precisa intelligibilità del nome latino in prima origine adoperato. Non sarà se non bene l’andare inoltre avvertiti , che per tutto, dove uella seguente Tabella si troverà fatto uso d’un aggettivo, cfye termini in iccio , come per esem- pio, bianchiccio , rossìccio , ec., ciò vorrà dire, che solo una lieve tinta di quel colore bianco , rosso , ec. , entra a cangiare alquanto , o a far volgere la tinta generale della conchiglia, sovra quell’altro colore, che viene qua- lificato ivi da presso con un epiteto differente, non però diminutivo* così per cagion d’esempio, dicendosi di un determinato colore, ch’esso è giallo rossiccio , s’inten- derà che il giallo ne formi essenzialmente il fondo , o anzi la massa principale , per entro alla quale dovrà scorgersi poi una tal quale tendenza al rosso , o una lieve mistura anche di quest’ultimo colore. TAVOLA DEI COLORI CONCHl Nomenclatura latina d^ogni colore , giuntavi anche la volgare ALBUS — Bianco Candidus — Bianco puro , o Can- dido Alhidus - — Bianchiccio, o Biancastro JVweus — Bianco splendente, o Niveo Lacteus — Bianco latte , o Bianco stemperato di perla Caerulescente-albus — Bianco azzur- rognolo , o Bianco turchiniccio FlavQscente-albus — Bianco gialliccio Virescente-albus — Bianco verdiccio Purpurascente-albus — Bianco por- porino , o Bianco volgente alla por- pora Rufescente-albus — Bianco rossiccio jFuscescente-albus — Bianco bruniccio ATER — Nero , od Atro Niger — Nero deciso Nigricans — Nereggiante, o Nericcio CAERULEUS — Azzurro / 0 L 0 G I C L Oggetti cogniti, che meglio vi corrispondono Krems } biacca cerussa Neve Latte Negro di fumo Inchiostro della China Indaco, o Endac© 358 Caerulescens — Azzurrognolo, o Az- zurriccio Vìrescente-caeruleus — Azzurro ver- diccio Chalybeus — Azzurro volgente alia porpora Cyaneus — Azzurro chiaro FOCUS — Bruno Fuscescens — Bruniccio Caerulescente-fuscus — Bruno volgen- te all’azzurro, o ai turchiniccio , o Livido Atro-fuscus — Bruno nero Pullus — Bruno rossiccio scuro Brunneus — Bruno castagno, o Color di marrone Fulvus — Fulvo Cirmamomeus Bruno gialliccio Spadìceus — Castagno , o Bajo scuro Azzurro di mon- tagna Elastro d’acciajo o Molla d’ac- ciaro, o Acciaro elastico Azzurro di Berli- no, Celeste, o colore di Cielo Fuliggine stem- perata Piombo appanna- to^ o Cenere Terra di Colonia o Terra d’ Om- bra Corteccia nera della Quercia, oNero di Quer- cia Castagna, o Mar- rone di Spagna Fosco, fulvo, lio- & nato, o Tarine Cannella, o Cin- namomo Terra di Siena ; Terra Lemnia. o Bolo Armeno Badias — Bajo , o Bajo chiaro Ferrugineus — Ferruginoso, o Fer- rigno Obscurus — Scuro, o Nerastro Hepaticus — Bruno volgente al por- pora, od Epatico Mustelinus — Bruno lionato pallido, o Tannò chiaro Coffeus — Bruno scuro, o Bruno di Caffè GRISEUS — Grigio Ciriereus — Grigio di cenere_, o Ce- nerognolo Ginerascens — Grigio sporco, o Ci- nereo Mubello-cinereus — Grigio rossiccio Vìrescente-canus — Grigio verdiccio n 359 Colore di casta- gna chiaro, pro- prio d’ alcuni cavalli, che di- consi appunto cavalli baj Ruggine, od ocra rossiccia , del ferro Colore, che diffon- de intorno a se la Lolliggine, o quella Seppia, che dicesi Ga- lamaja Color bruno ros- siccio, proprio del fegato di molti animali Colore del man- tello dellaDon- nola, detta an- che Mustella. Colore proprio del Caffè tostato Colorepropriodel- le ceneri lavate 36o Caerulescente-einereus • — Grigio di cenere volgente all’azzurrognolo Plumbens — Grigio di Piombo , o Piombino, o Plumbeo Murinus — Grigio nerastro LUTEUS — Giallo Flavus — Giallo vivace Flavescens — Giallognolo , o Gial- liccio Viridescente-jlavus — Giallo ver- diccio Stramineus — Giallo pallido OchroleucLis — Giallo ocraceo , o Giallo d’ocra Aurantias — Giallo rancio, o Giallo rosso Croceus — Giallo rossiccio Corneus — Giallo bruniccio Cereus — Giallo rossiccio pallido , smontato , o smorto Aiireus — Giallo rilucente, o Giallo splendido Ciirinus — Giallo pallido PURPUREUS — Porpora Purpurasccns — Porporino, o Purpureo Rufescente-purpureus — Porporino rossiccio , o Paonazzo fulvo Piombo Coloreproprio de’ Sorci, Topi,ec. Cambogia, oGom- ma gotta , ed altri Giallo chiaro:, bel colore giallo pri- vilegiatoin com- mercio Paglia Giallo di ocra, od Ocra gialla Arancio Zafferano Corno Cera vergine , o Cera gialla Oro. Cedro, o Limone Porpora Vi olaceus — Purpureo azzurrino, o Porpora turchiniccio lanthinus — Paonazzo o Violetto carico RXJFXJS — Rosso scuro., o Rufo Ruber — Rosso deciso Rubellus — Rosseggiante 1 o Ros- siccio Sanguineus — Rosso di sangue , o Cremisi Rubicundus — Rosso pallido Rutilus — Rosso vivace, o Rutilo Vinosus — Rosso volgente al pur- pureo , o Rosso porpora Testaccus — Rosso testaceo, o Rosso bruniccio smorto, o Rosso laterizio, o Rosso di mattone Flammeus — Rosso giallo vivace, o Rosso flammeo , Rosso fiammante Roseus — Roseo Coccìneus — Rosso scarlatto, o Rosso coccineo, o Rosso scarlatto VIR1DIS — Verde Firescens — Verdognolo , Verdeg- giante , o Verdiccio Flavicante-viridis — Verde giallic- cio 36 1 Violetto Rosso cupo Vermiglione Cinabro Lacca ; Carmino Minio Colore proprio di quel vino, che in commercio di cesi Ciardo Mattone; Tegole} Argilla cotta Fiamma Color rosso chia- ro, proprio del- le Rose Cocciniglia . Verde vite; Verde d’erba, ec. 362 j Porraceus — Verde porro Prasinus — Verde prasio , o Fras- sino Olwaceus — Verde oliva, o Verde ,bruniccio Thalassinus — Verd’azzuro, o Verde azzurrognolo Glaucus — - Glauco , o Verde bian- chiccio Porro Prassi© Oliva Acquamarina* Be- rillo , o Color verde dell’ac- qua del mare ELENCO 363 DELLE T A V 0 L E. Tav. i.a Illustrativa delle parti delle Univalvi. Tav. 2.a Illustrativa delle parti delle Bivalvi j e delle Molti- vaivi. Tav. 3.a 1. Chiton Scjuamosus . 2. Lepàs Tinti nnabulum . 3. Lepas A natifera. 4- Pholàs Candida . Tav. 4,a 1 . Cerniera della Mya Tran- cala. 2. Mya T rancata. 3. Cerniera del Solen Fa- 4. SoLEN Ensis. 5. Solen Radiatus. Tav. 5.a e. Cerniera della Tellina Radiata . 2. Tellina Rugosa. 3. Tellina Planata. 4- Tellina Cornea. 5. Cerniera del Cardium E chinatimi . 6. Cardium Edule. 7. Cardium Cardi ssa. Tav. 6.a r . Cerniera della Mactra Lutraria. 2. Mactra Stultorum. 3. Cerniera della Donax Scortarli. 4. Donax Denti culata. gma. et JN 364 Tav. 7.81 1. Cerniera della Yenus Con- centrica. 2. Yenus Paphia. 3. Yenus Edentula. 4- Yenus iterata . 5. Cerniera dello Spondy- lus Gaedaropus. 6, Sponbylus Gaedaropus . . Tav. 8.\ i» Cerniera della Ciiama Gigas. 2. Chama Gigas. 3. Cerniera della Arca (xra- nosa. 4 Arca Tortuosa . 5. Arca Noae. 6 . Arca Granosa, j. Arca Gljcimeris . Tav. 9.a 1. Ostrea Radul. 2. Ostrea Z7 aria. 3. Ostrea Fasciata. . Ostrea Folium. . Ostrea Isogonum. Tav. io.'a i. Anomia Vitrea. 2. Anomla Ephìppium. 3. Cerniera dell’ Anomia Sei- la. 4. Mytilus Frons. 5. Mytilus Margaritifcrus . 6. Mytilus Edulis. Tav. n.a 1. Pinna Pedinata. Tav. i2.a 1. Argonauta Argo. 2. Nautilus Pompilius , 3. Nautilus Spirala. Tav. i3.a io Conus Virgo . 2. Conus Ebreus. 3. Conus Textile . 4. Conus Tulipa. Tav. i4a 1. Cyprjsa Arabica. 2. Cypr^a Caput-scrpen tis 3. CyprjEA Lurida. 4. Cypr^ea Moneta. 5. Bulla Volva. 6. Bulla Ficus. n. Bulla Ampolla. S. Bulla Terebellum. 365 s. 2. 3. 4- 5. 1 . 2. ! 3. 4- 5. 6. 7* 8. r . 2. 3. 4- s . 2. 3. 4. 5. Tav. i5.a Voluta Auris-midae. Voluta Oliva. Voluta Persicata* Voluta Papalis. Voluta Glans. Tav. i6.a Buccinum Doliurn. Buccinum Areola. Buccinum Vibex. Buccinum Pullus. Buccinum Patulum. Buccinum Spiratimi. Buccinum Reticulahim. Buccinum Strigdatum. Tav. iy.a Strombus Pes-pelecani. Strombus Auris-dianae. Strombus Urceus. Strombus Palustris . Tav. i8.a Murex Tribulus. Murex Ramosus. Murex Rana. Murex Mancinella . Murex lavanus. 6. Murex V ertagus. Tav. ,9* 1. Trochus Per spediva.*. < 2. Trochus Zyziphinus. 3. Trochus Dolabratus. 4- Turbo Muricatus. 5. Turbo Chrysostomus . 6. Turbo Anguis. 7. Turbo Scalaris. 8. Turbo Terebra. Tav. 2o.a 1. Helix Scarabaeus. 2. Helix Cornea. 3. Helix Nemoralis. 4- Helix Columna. 5. Helix Stagnalis. 6. Nerita Glaucìna. 7. Nerita Litoraìis. 8. Nerita Striata. Tav. 2i.a f, Haliotis Tuberculata. 2. Haliotis Impertusa. 3. Patella Fornicata . 4. Patella Equestris. 5. Patella Granatina . 6. Patella Hungarica. 7. Patella Sanguinolenta , 366 8. Patella Graeca. Tav, i5. Tav. 22/ 1. Dentalium Elephantinum . 2. Serpula* Lumbricalis . 3. Serpula A quarta. 4° Teredo Navalis . Tav. 23.a j. Buccinum Lepas . 2. Murex Dentatus . 3. Helix Distorta. Tav. 24.a i. 2. Gypr^ea 31aurilanica. 3. Buccinum Vibex. 4- Strombus Pes-pelecani . Spaccati. Tav. 26. a 1. Helix Acutangula. 2. Buccinum Pseadodon . 3. Buccinum Strombìforme * 4- Chiton Spinosus. Tav. 27.a 1. Turbo Madreporoides . 2. Trochus Bifasciatus . 3. Helix Gibberida. Tav. 28. a 1. Chiton Porosus. 2.3.4. Chiton Larvae formio 4 INDICE. ******* ./4.vviso degli Editori . . pag. Proemio del Nob. Volgarizzatore Italiano. . . » Avvertimento dell Autore » Prefazione del medesimo » Elementi di Conckiolcgia — Nomenclatura conchiologica. Introduzione . . . v IX i 3 i3 25 6o 66 7 1 98 * Sistema generico » Definizioni , e descrizioni de’ generi delle moltivalvi. » - delle bivalvi. . » — — — delle univalvi. « Avvertenza in proposito de’ generi » 144 Avvertenza generale sulle specie de’ testacei . . >? 146 Descrizione di parecchie specie testacee , corrispon- denti alle qui datene figure 55 147 Catalogo sistematico-nomenclativo delle conchi- glie « 220 Note deb Nob. V olgarizzatore » 252 Cenni sul sistema di Lamarch , aggiunti dallo stesso. » 3o3 Distribuzione generale , e divisioni primarie degli Animali « 3o6 De'1 Conchiferi di Lamarch » 3 09 De ’ Molluschi del medesimo . » 3i5 7 \ 368 Letteratura conchiologica , dell’ Autore .... pag. 3 2 3 Catalogo degli Scrittori di Conchiologia » 3^5 Avvertimento sulla nomenclatura » 355 Tavola de’ Colori conchiologici >? 357 Elenco delle Tavole , e indicazione delle figure. « 363 1 .ISJXSTIBAIT^A BELLE fMTI I ITNIl VAI7W- q \ \ LV '' . 'V Opercuhum/ a/.17 apertura/. ì>. L'apice/ ■ c-RDorso . cLLa/Rare . e.RReeeo . f-R Corpo . g.R Canale, la Do cela . h/.Za/ CohcmeZla/. » i.R lablno ColaruRare . fa. Le Tramezze, z- Setti . l/.RlaZhro esteriore/. m/R Sconcino . n/.Lcu òpra/ . o. Za/ Sutura/, pie Tarici' . q. R Vertice/. r. R OinbRico . s Ze/ CèrcrjwoTzixiojn/jX gin TAFOLA ULLUSTMATIYA BELLE PARTI BELLE BIVALVI E BELLE MOLTIVALVX a/. ILl^ibe/, l'Area/, b . L'ano , Z’Areo leu e. 3 Becco . d.La/Base . & .La/ Cerniera / . é.L Opercolo . f. Za/ cavita/. g. ZZioco . lì/- 3 legamento . ù. La hengheeouv . Jv.Za larghewUt . L. Il Vèrtice. l.Za ■ Gobba . m Za/ Sommità . tv. 3 foro del leg cemento . o le Orecchie/ . p La Taira destra/ q-Lo/ Valva/ sinistra/. m. CHITOK P. Candida * , ! MA TV. i. 2 S .Radiata# TELLINA v. C. Edule' MAC TIRA w. ì. Cet'niera V 2 BOFAX D .Denti culata i. •"V. Litterata "V. E dentala v sFo^ronLiTS S. (rondar oynió- CB.AMA MCI Cerniera 4^ (DSTME A JX1. 0 ■ Yarui ■4 0 - Folta m 0 • Fasciata' \ 1 0 . Fadul . Ficus iroiLUTA JK V. Gloriò mUCCIMUM S TROMBITI i 3 S .Falustris MIMI ~xm. 1 TMXDMUS ■ i T. Perspec£i/vuò 3 T. Dolabratus T. ZiM^Tvàms T. S calar is ! - * ' - . MMILtt i IL. Scar aborti# 3 4 H. Coliambo/ S Stagnali# MllTà K. Lettor ali '# !N". Striatea I « 1LAMOTIS» YTT 1 IT. Imp ertucv BBOTAMUM TYTT. 1 H.NavaUs SABETLTLA sr S. ChrysodoTV C.©H OHI 11 OL HE IDUBBUE jxnz. i 2 3 0 STMMBITS Pes Pelacani jwr. CONCHIGLIE LABE MELEL Acutangola/ CMITGN. Spirto sus BU C CINLM . PseudodoTv BUCCINLM. Strombiforme/ JXKK CQNCfflGLIE IRAffiJE, 1 fflEMX. Gibberulay ' • xxl////. C . Zarvoefornvùy scomposto f fA