./■ t<^.^'' X ■ Mj^. ^^^' .,. . .^. :p a t) n a r-^vh ,J ■■,''«1^ OiìTOTTEKI SA. FOLI ^.^■<^^>J^.~ i' ■'jf. Z- P. NETCALF LIBRARY OF I885-I056 A fvo moltiplicarsi. Uno dejlagelli che afflisse t Egitto, neW età da noi troppo remote, fu l immen- so numero di Locuste che i campi desolò di quella fertile contrada. Sa^ngny ben 12 specie colà ne raccolse lìe' tempi a noi pili recenti ; ed i sterili deserti dell' Africa a dovizia ne nutroìio. Le nostre Puglie furono risguardate mai sempre come la terra natia delle Locuste e degli Acridi ; onde il Galateo lasciò scritto « gignit regio bruchos peculare buie regioni maìum (2). Le Blatte {^olg. Scarafoni e Monacelle, oMonacedde) non sono infeste alla Finlandia soltanto , siccome ebbe a credere Linneo , ma lo schifo esse si rendano delle nostre case , e specialmente delle cucine , de' ripostigli di olio e di altre merci pingue dijìose. E sebben pretendasi essere stata una delle sue specie dalle regioni orientali a noi trasporta- ta , ve ne sono di quelle non ostante indigene al suolo di questa estrema parte dell' Italia meridionale , quali a dismi- sura veggiamo moltiplate. (1) Velli, Germ. Memoir sur la Faun. Entom. du Distr. de Kolywan , ec. Isis iSa5 , Fase. VII , p. 738. (2) Galat. De Situ japyg. p. a5. IV Numerosissime sono le specie del genere Furficula , (juantunque di poco danno all' agricoltura riescano , siccome partitamente diremo a suo luogo. Comecché dunque alle campagne ed alle case di gran nocumento siano gV insetti di quest^ ordine , meritavan perciò tutti esser trattati così estesamente , che da ciascuno age- volmente conosciuti venissero : ed è perciò che , uscendo dal piano generale , util cosa mi sembra figurare e descrivere tutte le indigene specie , tranne le più comuni de'' generi meno nocevoli. Poiché degli Acridiani principalmente Jìa d' uopo e quasi in preferenza occuparsi, convien dire qui taluna cosa intorno alla emigrazione di taluna delle specie , e di quelle di cui principalmente compongonsi le orde che d' ordinano si elevano a volo nelle nostre campagne , traslatandosi da luogo a luogo. Le quali cose formano il tema di due im- portanti quistioni ., che ho cercato risolvere ìiella mia mono- GUAFIA DEGLI ACIÌTDI DEL BEGNO DI NAPOLI (l). (i) Quali specie esotiche hanno emigrato nelle diverse epoche sulle campagne del regno di Napoli ? — Lo specifico nome di emigratorio , assegnato dal Linneo ad una specie del suo genere Gryllus , ha fatto cre- dere che fosse esclusiva a questa la proprietà di emigrare dal suo luoc;o natio portandosi fin sulle più lontane regioni dell' Europa e dell'Asia. Ovun- que pervenuti sono quegli stuoli copiosi quali dense nubi , che hanno oscu- rato anche il sole, e manomessa ogni specie di vegetabile, non si è pen- sato che aWdi Locusta di passaggio , o grillo emigratorio, quasicchè deb- ba essere necessaiiamenle la stessa specie tutte le volle ed in ogni luogo. Senza occuparsi quindi ne punto ne poco della ricognizione di essi , si è ritenuto per fermo esser la summenzionata specie; ed a quelli, cui venne in pensiero di passargli in rassegna , mancarono le necessarie cognizioni per tramandarcene la chiara descrizione , siccome è avenuto tra noi ne' già decorsi anni. Egli è vero che 1' Acridio emigratorio , indigeno della Tartaria , si moltiplica colà siffattamente che inondar suole tutte le circostanti regio- ni , e che da tempo in tempo si è diffuso nella Germania , nell' Olanda , e fino nell'Inghilterra , secondo ci attestano scrittori assai accreditati: V Parziali , e quindi di poc/iissiino interesse riescon poi i danni dalle Locuste o Cavallette cagionati, ma non per- ciò trascurabili affatto. Jwegnac/iè , quando esse siraordi- Ve.o è altresì che in Puglia questa specie vi è stata : e più che le am- biniie testimonianze de' storici me ne porge forte argomento una volgare opinione. Ho udito da molti uomini di grave età , i quali videro ne' re- moli tempi questa specie d'insetto devastatore, ch'esso porta scritto sul- l'elitre ( da lor designate col nome di ali ) IRA DEI. L'acridio emigra- torio ha in fatti certe macchie nere presso il margine superiore dell'eli- tre , che in taluni individui occupano maggiore estensione , lasciando de- gli spazi biancastri in forma di caratteri ebraici ; in altri le stesse mac- chie nere prendono tal figura ; ed a cotesti ideali caratteri si è dato il valore dell' espressione anzidetta per indicare il flagello che tali insetti pro- ducono ( veggasi r osservazione sotto la specie J. emigratorio ). Ma se fu solo questa specie o mista ad altre; se sempre fu la stessa , o se ori' una or r altra vi approdò ; sono delle inchieste difficili a risolversi , non es- sendovi documenti storici che ne porgessero chiare note intorno ai carat- teri propri della specie , e delle specie da essi loro osservate. Incontrastabile è per tanto, che le orde del 1809 al iSi/J non furono costituite ne dall' emigratorio , ne dal tartarico , ma sibbene da una spe- cie distinta , che a me sembra non affatto descritta dagli enlomologisti. Metaxà e Rolli, naturalisti di Roma , assicurano essere stato V acridio ita- lico quello che nella stessa epoca devastò le campagne romane : e prestan- do tutta la fede , della quale son degni questi dotti uomini , rimarrà sem- preppiù confermato non doversi attribuire all' emigratorio quella sciagu- ra , ma sibhene a specie nostrale. É però da notarsi eziandio, che in quel- r epoca trovai framischiato a tali acridi il Talassino , e non in iscarso numero. Questa specie è nostrale , ed osservasi lutti gli anni nelle Puglie , quando più e quando meno moltiplicata. Non è quindi improhabile che anche questo eserciti la sua parte nelle lagrimevoli devastazioni e che perennemente vada frugando ne' campi messi a coltura , quando gì' incolti non gli porgono più sufficiente alimento. Corre finalmente opinione tra qualche intendente di entomologia , che anche 1' Acridio di Tarlarla sia venuto come 1 emigratorio a grandi scia- mi tra noi ; ma io non mai lo vidi , e mi resta molto a dubitare sopra tali asserzioni. Se tra coloro che per maestri si ebbero appo noi tanta in- certezza regnò nel riconoscere l' acridio di Tarlarla , che lo confusero col col Untola ; se il chiarissimo Pelagna ( Padre ) , con una sua addizione alle note caratteristiche di tali specie , dicendolo colle ali tinte per metà di rosso , maggiormente ne rese oscura la diagnosi ; potrà giudicare eia- VI nariamentc si molliplicnno , infeste si rendono alle piante ortensi ed agli alberi fruttiferi , specialmente ai fichi. La distruzione di tali insetti non è mai quindi racco- scuno di quali ambiguità siano stale tali anfibologie feconde nella mente de' meno versati , e che non ebbero altra norma a seguire accetto quella del precitato Petagna. Conchiuderemo perciò ritenendo , che le orde di acridi devastatori possono essere costituite da una o più specie : possono venire isolatamente or le une , ed or le altre : e che in conseguenza fa d' uopo sapere distin- guerle tutte in meizo alle non poche indigene del regno. Fi sono fra le specie indigene di quelle , che moltiplicar si possono ili guisa da produrre gravi danni ali agricoltura ? — I molti fatti con- corrono a render certo che il nostro acridio italiano capace sia di tale incremento di riproduzione da non restare alimentato dalle copiose piante spontanee che ricuoprouo i campi incolti , su i quali esso abitualmente è stabilito ; e sono ugualmente convinto a priori, che ciò possa avvenire. Guardisi di fatto la sua discendenza , e si troverà di leggieri , ch'es- so dissimile non sia da quella specie che venne a manomettere tutta la ve- getazione delle Puglie ne' già decorsi anni , e perciò capace della mede- sima fecondità. Oltre a ciò, il tipo originario trovandosi ancora, benché scarsamente, in quelle contrade , può benissimo aumentare la sua prole, e spandersi sopra i campi di ogni condizione. Ove dunque si dasse una serie di stagioni propizie, siccome col rivol- gimento degli anni avvenir suole . e forse con certo periodo , talché pos- sano prosperare tali insetti per modo da ripiodursi in gran copia , non trovo ragione a credere eh' essi sollevar non si debbano a stuoli , e di- latarsi per le campagne coperte di vegetabili. Siccome nell' epoca del di loro sviluppo completo , nella fine di giugno cioè , per tutto il mese di luglio, le praterie spontanee delle Puglie son quasi secche , e se la sta- gione corre arida , il che non è rato verificarsi in quel clima , trovansi esse intieramente arse ; così costietti sono gli acridi cercare altrove ali- mento ; ed è precisamente la stagione de' vegetabili quella che favorisce vieppiù la riproduzione di tal razza d' insetti. Amano essi in fatto il caldo e poco umido , percui , tanto si aumenta la loro genìa ne' deserti dell' A- frica , nella Tarlarla , nella Russia e tra noi , nelle provincie meridio- nali , ne' campi secchi ed incolli. Ne dee ignorarsi , che siccome il corso della stagione favorisce la loro riproduzione e lo sviluppo , così per lo contrario un cammino opposto a quella ne procura il di loro esterminio. In fatti , quando ricorre una precoce primavera , con giorni caldi e sere- ni , lo sviluppo degl' insetti ha lu«go in aprile , e quindi in giugno com- VII mandata a bastanza a coloro che delle cose pubbliche han- no il governo, ed ai privati del pari che alle loro proprie- tà vogliono dare saggio provvedimento. Lungo sana e fuor piono la fetazione. In tal caso schiudono le uova novellamente nella fine di luglio od in agosto; ma non potendo portare a compimento lo svilup- po della seconda genitura, restano morti, per la sopravvenienza delle piog- ce e delle altre meteore , senza potere assicurare la riproduzione della specie. In tal guisa naturalmente risulta l' esterminio di sì malefica scbiatta. Siccome poi il tipo del J. italiano è senza manco la specie eh' io di- segno collo specifico nome di barbaro , il quale , sia proveniente da terre straniere , sia originario delle Puglie , certo è che negli anni non guari discorsi devastò la vegetazione di quelle provincie , associato al lalassino , e forse all' ^. di Tartaria ; cosi non trovo ragione a dubitare , che tan- to la specie primitiva, quanto le sue derivanti , od anche, se cosi si vo- lesse pensare , le specie affini , si possono moltiplicare talmente da rinno- vare le lagrimevoli scene del 1809 ed anni seguenti. Il si". Ferrugini, nella sua memoria data alla Società Economica di Terra di^Lavoro riferisce, che in agosto del iSaS vi fu gran passaggio di Locuste ( che dehbonsi intendere per acridi ) dall'agro beneventano e Tor- re Palazzo nel lenimento di Tragneto e Monteforte , in Piincipato ultra , le quali distrussero le biade raccolte sopra le aje. Fra tanto niuna altra Provincia o luogo situato sulle coste del regno si dolse di pari danni. Dunque furono sciami prodotti nello interno del regno, e non già prove- nienti da terre straniere. Sarebbe stato utile che questo scrittore indicato avesse qualche carattere delle sue locuste , per sapere approssimativamea- te la specie , dalla quale vennero quelle orde composte. Potrei in comprova della mia opinione addurre talune dimostrazioni, desunte dalle osservazioni fatte da molti scrittori intorno all'emigrazione degli acridi; ma uscirei fuori de' limiti, che mi sono proposto, e parle- rei sempre di storici racconti , non già di fatti a me noti. Mi permetterò solo notare , che posto vero lo spazio di 3o miglia per cammino ordina- rio dell' acridio emigratorio , pare assurdo eh' esso od altra specie sol- car possa le acque del Mediterraneo , o quelle dell'Adriatico, per passa- re dalle sponde opposte sulle spiagge dell'una e dell'altra Puglia in un sol tratto. Ne vale il credere ch'essi riposino sulla superficie delle acque per indi riprendere il volo. La loro caduta precipitosa solamente basta a fargli restare sommersi. E quando ciò ancora non avvenisse , incapaci essi si troverebbero a riprendere il volo il giorno appresso , a causa della umi- dità, dalla quale gravate si trovano le ali e le semi-elitre. È noto in fatti, che ne' giorni umidi gli acridi non si mettono a volo ; e ne' più bei gior- vni di luogo sporre qui i danni prodotti da sistemi ne già pas- sati tempi adottati a quest" uopo ; e se sviluppar pretendessi quello che aforisticamente ne dico : Coltivate i campi e clistrugerete gli Agridi : delle quali cose sarà tenuto proposito in opportuno e speciale ragionamento. Da ultimo delibo notare che lo scuoprimento delVk. cru- ciato esistente nella Daunia , essendo avvenuto dopo la pub- blicazione della Monografìa precitata , e le contestazioni avute di essere stato questo che le orde compose del 1808 al 18 13, e quelle campagne distrusse., hanno rafforzato il giudizio emesso nel trattare della prima quistione ; e quin- di per me resta fermo die non da straniere contrade ven- gono i stormi di tali insetti aW agricoltura molesti , ma die tra noi si generano a quando a quando dalle specie in- digene , sempre che le meteoriche vicissitudini so?w propi- zie a potersi queste moltiplicare. ni sereni non possono librarsi sulle loro ali prima di essersi dissipala l'ii- midità assorbita dalla matutioa rugiada. Tutto questo varrebbe quando ti t'osse chi persuaso sia , che il continuo flutto delle onde , per lo spazio al- meno di 12 ore , capace non fosse di sommergere i peregrini insetti. Ciò sia detto non ostante come semplice dubbio, riserbando a più matura di- scussione di assodarlo o distruggerlo. Si ha pure un' altra riprova che nel 1809 ed anni seguenti non fu r Acridio emigratorio che tanto danno ci fece. I signori Metaxà e Rolli , entrambi cultori delle scienze naturali assicurano , che nelle campagne ro- mane fu l' y^. italiano che a stormi si diffuse. Bendiscioli ed Angelini ri- conobbero la medesima specie nelle campagne del Mantovano, ed in quelle della Mirandola nel iSsS e 26 (V. Bibl. Ìtal. agosto 1825, Tom. /^S ). Essendovi dunque tra noi specie di acridi suscettibili di tale incremen- to di riproduzione da arrecare all' agraria economia danni non lievi , ra- gion vuole starsene all' erta , per impedirne i progressi. Dopo aver esibi- to tutto il materiale bisognevole per distinguer le specie , non resta che spiarne 1' annuale piolificazione : e quando si vedesse la loro prole molti- plicata , difficile non è il darle la caccia e procurarne quasi l' esterminio. ORDINE YI. (D!B^(D^^I2IB1 ( ULONATA, Fabr. ) 3L' ordine degli Ortotteri di Latreille abbraccia quat- tro generi della Classe degli Emitlevi di Linneo , quello cioè delle Forficuìe , delle Blatte , de' 3Ia!itidi e de' Gril- li'^ de' quali i primi due si trovano conservati , gli altri avendo subito importanti cangiamenti. 11 Genere Mantis racchiudeva poche , ma tanto svariate specie, che anche all'aspetto esteriore {facies ) è agevole accorgersi della na- turale loro discrepanza. Quindi era dalla natura stessa in- dicata la loro generica ripartizione. Di maggior riforma bisognevole il genere Gryllus , e numeroso essendo pure di specie , elevato si è al posto di Famiglia , divisa in tre generi Grillo cioè , de' Locusta ed Acridio. Non è a tacersi che lo Gmelin operata aveva di già una prima divisione del G. Grillo di Linneo , servendosi di taluni generi stabiliti da Fabricio ; ma i nomi adottati erano in gran parte ambigui , ed i caratteri non sufficienti a separare le une specie dalle altre senza veruna promi- scuità , onde molte ne restavan confuse. In fine , meglio studiate le specie già note , ed altre novelle in diverse contrade discoperte , esigevano una classazione ben ordi- nata , come quella che ci è stata esibita dall' entomologo francese , alla quale mi attengo. 2 INSETTI I caratteri degli Ortotteri sono : Un corpo inen duro di quello de' Coleotteri , le cui ali superiori o semielitre sono molli , nella maggior parte delle specie fatte a reti- colo , semi-membranacee , le quali nella più parte si ac- cavallano ne' lembi , ed in taluna si uniscono completa- mente per i margini in una linea retta , siccome nelle Forjìcule. Le ali sono piegate in varie guise , ma per lo più a ventaglio , e divise nel senso della lunghezza da nervature coriacee. Le mascelle sono costantemente ter- minate da un pezzo corneo, dentellato, e coperto da una lamina, analoga a quella divisione esteriore delle mascelle de' Coleotteri. Una linguetta od epiglottide ec. La metamorfosi degl'insetti di quest'ordine è incom- pleta ; cioè , nascono essi senza ali e senza semielitre , le quali vanno sviluppando a norma che V animale cresce , ma la lor forma non mutasi mai. Quindi la larva e la ninfa non dissomigliano punto dall' insetto , tranne 1' assenza delle ali e delle semielitre. La bocca vien composta dal labbro superiore , due mandibole^ due mascelle^ un labbro inferiore, e quattro palpi , de' quali hanno cinque articoli i mascellari , e tre i labbiali. Le mandibole sono cornee e robuste, la linguetta divisa in quattro o due parti , o lacinie. Le antenne sono meno varie che ne' coleotteri , ma sempre composte di mol- tissimi articoli. Oltre i due grandi occhi reticolati ne hanno due o tre lisci , piccioli. La parte inferiore de'primi articoli de' tarsi è sovente carnosa o membranosa , eccettocchè negli Acridii , ne' quali il primo articolo è trilobo. La Femmina della maggior parte ha un succhiello nella posterior parte delFaddomine inserviente a perforare il terreno, per deporvi le uova. Questo è composto di due ORTOTTERI. 3 lamine cornee , tra mezzo alle quali sta 1" ovidotto. Un gran numero di specie offre ancora talune appendici nella posterior parte del corpo. L' interna struttura degli animali di quest' ordine è stata studiata con accuratezza dal sig. Marcello de Serres,' le cui particolari modificazioni trovansi esposte ne' generi singolari. In generale hanno tutti uno stomaco membra- noso o Gozzo, al quale succede un "ventricolo muscolo- so , interiormente guarnito di squame o dentelli cornei , secondo le specie diverse. Ad eccezione delle Jbrjicule , tutti gli altri hanno intorno al piloro due o piti appen- dici cieche, nel cui fondo sono più vasi biliari. Altri si- mili vasi in numero prodigioso s' inseriscono nel mezzo deir intestino. Le furficule sono state particolarmente no- tomizzate da' signori Posselt e Léon-Dufour ; e quanto sa- rà loro relativo , verrà esposto a suo luogo ; siccome an- derà fatto per ciascun genere. Tutti gì' insetti di quest' oi'dine sono terrestri , e la massima parte erbivori. L' epoca della loro fetazione è d'or- dinario la state ; ma questa legge ci porge non poche ec- cezioni. Il nostro clima offre sovente circostanze favore- voli ad un doppio sgravio , ed anche speciali condizioni del suolo rendono piìi o meno precoce lo sviluppo e la deposizione delle uova , e la schiusa delle medesime. Essi si dividono in due primarie famiglie , siccome indicato viene tanto dall'esterna quanto dall'interna or- ganizzazione loro; imperciocché taluni hanno all'interno delle trachee tubolari , siccome le Forficule , le Blatte ed i Mantidi ; gli altri hanno i medesimi organi in vesichet- te. All' esterno differiscono per li piedi , le ali , le semie- litre , e per lo strumento perforatore o succhiello, di cui 4 INSETTI le femmine sono munite. Eccone il prospetto metodico se- condo Latreille ( Cuv. Reg. Anim. ) , sul quale sembra non doversi apportare verun cangiamento interessante. QUADRO DELLA METODICA DISTRIBUZIONE DEGLI ORTOTTERL / G. FoRFlCULA FAMIGLIA I.a CORSORI Piedi posteiiori siiuili agli an- teriori, e disadatti al salto. Ali e sEMiELiTRE oiizontalmente di- stese sul corpo. Femmine senza succhiello all' estremi tìi dell' ad- domine. G. Blatta G- Mantide Mantide Spettro G. Grillo . . . Tarsi con due articoli .Mtenne nionilil'ormi bie- Grillo-talpa Tridattilo Ghillo MlRMECOFILO FAMIGLIA II. a SALTATORI Piedi posteriori lunghi , e di- versi dagli anteriori , co' i'emori robusti. , tarsi spinosi , e propri al salto. Ali e «emielitbe obli- quamente distese ai lati dei cor- po. Femmine munite di succhiel- lo all'estremità dell'addomine. G. Locusta . tenne in 1 4 articoli- Aii- urnia di setola ;|uaiito il corpo , e G. Acridio. . . Tarsi con 3 articoli. An- tenne lunghe c[uanto il cor- po ed il torace LOCLSTA p.neumora Proscopia Trussale Acridio PODISMA Tftrice Genere ACRIDIO, JcniowM , (i) Latr. Generis cnARACTEnESESSENTiALES. Cantit irijlcxinn ovo- ideuin. Aiitennae filifurines carpare breviares ; Pt-des po- sferiares curpuris luiìgitiidine. CiiAUACTF.RES NATURALES. Caput magnutn ovoideum , fronte ocello unico siinplice (2). Oculit elUpsoidei reliculato-striali ^ duo- bus aliis siniplicibus ^ ininimis ^ rutundis in front is luteribus. An- teiiiiae filiformes , longitudinein corporis minquam adaequantes. Abdomeii ■j-articulutuin , henidjtris eqmde , aut brevius. Palpi quatuor aequales filiformes , anteriores maxillue dorso , posterio- res in medio labii adnati. Mundibulae crassae , corneae , rectae , obtusae , apice dentatile. Maxillue breves , eumene , subarcuatae , apice tridentatae. Galea maxillam tegens. Labium elongatum , memhranaceum , apice rotundatuni , bifidum ; laciniis rotundatis. Veàes posteriores longi ., saltatores ^ tibiis spinosis : anteriores bre- i'iores gressorii. Larva hexupoda , aptera . agilis , iinagini siinìl- iuna. Osservazione. Gli Acridi sono parte de' Grilli di Linneo , conosciuti volgarmente col nome di Locuste , ed appo noi con quello di Bruchi. Lin- neo riunì nel suo genere Grylltis tutti gì' insetti che i moderni han di- stinti in Locuste ed .acridi ; e questi ultimi sono stati ripartiti in sei sotto- generi , siccome dal prospetto riportato. De sottogeneri Pneumora , e Pro- scopia noi non possediamo alcuna specie , essendo tutte della parte austra- le dell'Africa e dell'America meridionale: ma de' quattro restanti abbon- diamo in numerose specie , e sventuratamente pur troppo di acridi , talché richiamano sovente 1' attenzione del governo , e riscuotono grave tributo di lagrime dal popolo. (1) Questo nome derivar può d' A'xpjcr\o IiisubrÌQus deyerìierìrsì a} Jla^'us. ORTOTTERI. lo Osservazioni. LV/. Jlavum è proprio dell' America , secondo lo lia di- chiarato Fabticio , il quale cita soltanto le figure di De Ge'er e di Petivero , senza far menzione del Gii ilio , die trovasi citalo soltanto per V J. tartari- curii. De Géer considera la medesima specie come propria dell' Europa meri- dionale ; ma l'Olivier, lenendo presente 1' uno e l'altro, ha considerato l'europeo come varietà deli' americano, togliendo così le ambiguità. In fatti, la frase del Fabricio lascerebbe in grande imbarazzo , ed in molta incertezza se andasse priva delle illustrazioni che vi ha soggiunte nella sua opera postu- ma ( Eniom. Syst. eni. ), dietro delle quali risulta, che i caratteri essenzia- li (ìe\ Jlai-'uni convengono perfettamente cogli esemplari di questa specie ahi- tatrice delle nostre campagne , mentre se ne discosta per taluni altri di se- condo ordine. A ragione quindi l'Olivier l'ha considerato come una semplice Tarietà del tipo originale proprio dell' America. Se il Fabricio non fece men- zione del G.yZaPUi di Cirillo e dello Scopoli fu per questo appunto, perchè gli considerò intieramente diveisi. E da notarsi parimenti che la figura dello Scopoli è pessima , e viene ancora erroneamente indicata nel testo , siccome si è fatto osservare nella precedente nota. 6.° Acridio Barbaro; Acridium harharum^ n. Tav. II, f. 5, a, Z» , e, d. b\ var. A. Cucidlio supra depresso , linea media elevata , incisuris tribus , ruf uscente ; ^ida cornuta ; hemelytris griseo-viri- descentibus ; aìis ruhris apicem versus pallidioribus. Capo mediocre coli' occipite alquanto rilevato , e su- perante il piano del torace. Occhi grossi sporgenti di co- lor fosco verdiccio , con una lista bruna che dall' angolo superiore discende fin quasi la metà ; frónte impresso , leg- germente solcato, e gemmato; vertice impresso : tutto d'un sol colore verde-rossiccio; antenne men lunghe del capo e dello scapolare insieme. Scapolare non carenato , ma depresso , con una linea rilevata nel mezzo , e due laterali convergenti verso il capo ; tre linee trasversali incise , non molto profonde , l4 INSETTI margine posteriore appena rilevato ; angolo posteriore ri- tondato ; lati quasi paralleli; colore rossiccio tendente al verde , con due macchie fosche non terminate sulla parte posteriore fra la linea media e le laterali. Tramezzo terminato inferiormente da un'apofise co- nica coir apice ritonda to. Torace molto ampio , e dello stesso colore dello sca- polare : gambe anteriori similmente colorate. Addomine gialliccio , con un doppio ordine di lineole trasversali brune. Femori posteriori robusti , quasi testacei nelle scanel- lature , verdicci nella superficie esterna con punti bian- chi e neri sul contorno ; superficie interna rossastra con macchie irregolari oscure ; Tibie coralline , colle spine dello stesso colore e le punte nere ; Tarsi rosso-giallicci. Semielitre grigie di un verde fosco , rossicce verso la base : giallicce verso gli apici , con macchie brune sparse ed irregolari , costola superiore od interna più chiara. Ah rosse vivaci , scolorate verso V apice , con nerva- ture nere , ed una leggiera tinta gialliccia sulf estremo. Lungo poi. I , Un. 9. Var. B ) Antenne lunghe quanto il capo e lo scapo- lare insieme ; linee rilevate dello scapolare quasi bianche , colle macchie interposte piìi distinte e quasi testacee ; Lato superiore delf elitre listato di giallo pallido o di verde bruno ; piìi piccolo del tipo originale. Lungo poi. I, lin. 6 'I2. Originario della Barbaria e delle isole greche , trova- si tuttavia non raro nelle Puglie , e pii^i frequentemente nella Terra d' Otranto. ORTOTTERI. I.» Osservazioni. Questo Acridio è quello , clie nel 1809 ed anni seguenti venne a stuoli immensi , che oscuravano il Sole , a devastare le caniiia- gne delle provincia meridionali del Regno e specialmente la Terra d'O- tranto e quella di Bari. Sia che precedentemente stato fosse questo acri- dio tra noi , sia che in quella irruzione stabilita avesse la sua progenie in quelle terre , ove per 5 anni continui si produsse , trovasi esso tuttavia nella Terra d' Otranto , nella Basilicata , nella Daiinia , ed anche nella Calabria Ulteriore, benché più raro. Stabile e più frequente è ne' menzionati luoghi la varietà B ) , che parmi l'anello intermedio tra il tipo originaiio e la specie seguente , ch'è senza dubbio V acridio italiano di tutti gli autori , siccome risulta dal confronto di tutti i loro caratteri. 7. Acridio italiano; Acridium itaìicum. Tav. II, fìg. :2 , a , è , e , d. A. Ccipitis s^ertìce impresso , cucullio suh-planuìato , linea media elevata , incisuris trihus , rujescente ; gula cor- nuta ; hemelytris griseo-viridesceiitibus ; alis basi ruhris , medio pallidis ^ margine externo apice que viridi-Jlavican- tibus. Capo mediocre , declive ; fronte leggermente solcato e gemmato ; vertice impresso ; occipite poco elevato avente una linea rilevata non molto sensibile , che corre dal ver- tice alla nuca ; antenne uguali al capo ed allo scapolare' insieme , i di cui articoli rotondi o cilindrici nel maschio , sono alquanto schiacciati nella femmina , più corti ed al- quanto più dilatati nella parte media , siccome rappre- sentate vengono in i , 2 , della tavola sopra citata : occhi simili a quelli del Barbaro. Tramezzo , scapolare , addomine , e gambe anteriori ; tutto simile al barbaro. Femori posteriori robusti , giallo-rossicci , nelle sca- l6 INSETTI nellature con punti bruni ; superficie esterna torcliiniccia lineata di nero , interna corallina con macchie nere ; ti- bie coralline colle spine dello stesso colore a punte nere ; tarsi rosei. Semielitre grige verdi-rossicce , con macchie brune tra- sversali , spazio triangolare grigio di cenere verso il terzo posteriore , apici giallicci ; lato superiore od interno fosco verso la base , gialliccio nelF estremità. Jli rosse verso la base , scolorate nel resto , con una leggiera tinta giallo-verdiccia nell' apice , e sul margine esterno. Gryllus itaìicus ; fuscus thorace cannato , alis ruhris , apice hyalinis; Lin. Sist. Nat. 2, p. 701 , 46. Fabr. Spec. Ins. i. p. ^^'j. — Eat. Syst. eni. 3. Ròesel, Ins. 2, Locus. gerni. tab. 21, f. G. Petagna, List. Eni. p. '317. Latreil. t. 12. 'p. i.56, n. 15. Charpent. Hor. Entom. p. i3.'). Lungo poi. 1 , lin. 3. Vive in tutto quasi il regno , ma più frequente nelle Provincie meridionali. Osservazioni. A ben riflette e questa specie giova portai- l'esame sul rilievo ileir occipite, e sopra i colori delle diverse parti, i quali si tro- veranno più chiari e più vivaci ; in fine esso si troverà minore di alcune linee dell' ^. barbaro. Or sopra tali differenze non v' ha ragione sufficiente per crederlo una specie distinta , ma una semplice varietà derivante da quello , e prodotta dalla forza del clima. Una sola considerazione convien fare sulla identità del nostro J. ila- liana , ed è, che Latreille dice non avere esso 1' apofise conica nell'interior parte del tramezzo. Io non posso per questo solo distinguerlo dell' ^/. ;//;- hano di tutti gli autori, presso de' quali non trovo latta menzione al- ORTOTTERI. 1^ cana eli tale carattere, mentre ogni altro perfettamente le conviene. Con- verrà piuttosto supporre che gl'inilivitlui esaminati dell' Etomologo Fian- cese siano cosi mancanti tli apofise , o perchè ne' climi più settentrionali esso è più degenerato , o che sia quello piuttosto una specie affine al no- stio j4. italiano ; irapeiciocchè il sullodato scrittore lo dice comunissimo ne' campi di S. Cloud e ne' contorni di Parigi, mentre fra noi non vive che nelle regioni più calde. L'accurato Cdarpentier nota in proposito, che V .4. italiano dislin- s^uesi eminentemente fra le specie congeneri ed a questo affini , per la ben sensibile apofise che gli sta sotto al collo ( giila cornuta) , e la quale ei crede non essere stata per lo innanzi da veruno osservata, perciocché niuno in veio ne ha fatta menzione. Tralascio di qui riportare le giuste riflessioni del sullodato autore intorno alia diagnosi di questo acridio , poi- ché credo poter oggi bastare la minuta descrizione che se n' è data , ri- mandando il lettore alla precitata opeia per convincersi sempre meglio di quante anfibologie ridondano le antiche opere guastate vieppiù dagl'impe- riti ricopisti. Siccome questa specie interessa più che. ogni altra a conoscersi , co- me quella dalla quale risultano maggioii danni nell'agricoltura, cosimi è sembrato utile figurarla ne'due diversi suoi stati di vita , d' insetto per- fetto cioè ed in quello di larva. In questa epoca appunto diviene inte- ressante discernerla in mezzo alle altre specie , onde dar pronto riparo ai danni che può cagionare , se trovasi eccessivamente moltiplicata. Sicco- me in tale epoca i caratteri dello scapolare sono ì medesimi che nel per- fetto sviluppo , bastano essi soli a convincere se sia o nò la specie in pa- rola. Si guardi la totalità della larva fig. A, ed il suo scapolare T, in- grandito , onde meglio vederne la struttura e le macchie ; e la quistioné verrà agevolmente risoluta , anche senza attendere a leggerne la descri- zione, bastando all'uopo la sola ispezione della figura , quando si ha 1' og- getto reale fra le mani. 7. Acridio germanico; Acridium gemianicuni. Tav. II, fig. 4 5 «i l> 1 e, ci. A. testaceo , fusco-maculnto , cucuUìo cannato , incisu- ra unica , scabro ; hemelytris fasciis duobus ohscuriori- hus , altera obsoleta ; alis riibris , fascia arcuata nigra , apice hy alino y tibiis posticis fuscis ^ basi albo-anulatis. Capo mediocre assai stretto , col fronte solcato e geni- l8 INSETTI mato , vertice profondamente impresso , occipite con una linea rilevata longitudinale , che va ad unirsi con quella della carena dello scapolare; occhi piccioli, anteinio lun- ghe quanto il capo e lo scapolare insieme. Scapolare appena carenato , diviso in due parti da una incisura profonda ; parte anteriore rugosa con linee im- presse ; posteriore piìi elevata , aixuata , e terminata in pun- ta rivolta un poco in su , ed avente ne' lati due linee ri- levate convergenti , colla superficie frapposta scabrosa ; omeri molto elevati. Tramezzo terminato inferiormente da una elevazione trasversale delicata. /^ewor/ posteriori stiacciati, ed alquanto infossati nel- la parte media , aventi la faccia interna mediana di color nero violaceo; Tibie delicate, armate di spine finissime, di color sanguigno. Semielitre , siccome tutto il resto , di un sol colore testaceo pallido , spesso gialliccio , con leggiere nebulosità o macchioline cancellate un poco più fosche del colore fondamentale. Ali rosse di carminio , con fascia nera nel mezzo , la quale prolungasi verso la base sulla prima ripiegatura della costola esterna ; apice e parte dell' estremo lembo scolorati , con nervature nere. Lungo poi. I , lin. 3. Gryllus germanicus; testaceus ^ alis sanguine is , api- ce hyalinis , femorihus posticis nigro punctatis ; Fabr. fasciatus ^ Ahrens. Faun. Fase, i, Tab. i5. Germ. Iter. pag. 255. - ' miniatus , Pallas , Iter. ORTOTTERI. I() Gryllus ohscurus , Lin. Mus. Ulr. p. \f^'] . — SysC. Nat. p. 701. Fabr. Eiilom. IL p. .'j8. Petagna , List, Eiitom. i. p. 3i8 , Tab. jo, f. ,9. (1). germanicus , Charp. Ilor. Eniom. p. i47? Tab. IV. f. 3,6. ^crycliuni germanicum , Oliv. Encycl. met. y/. obscurum, De Géer. n. 8. Ròes. Ins. 2.° Locasi, gemi. Tab. 21, fig. i. Le criquet à ailes rouges , GeofFr. i. p. 891. Criquet germaiiique , Latr. 12, pag. i5i, pi. 95, f. 3. Abita nelle campagne della Germania , Fabr. Petag.), comune ne' contorni di Parigi , Latr.) , appo noi frequen- tissimo , specialmente nelle Puglie e nella Basilicata. In- festa sovente le campagne, solo, od associato 2\\ italiaiu) ed al barbaro. 8. Acridio azzurro ; Acrydium coeruìescens , Tav. 2 , fig. 5, J, b, e, d. A. fuscum , vel griseum , ciiculUo subcarinato , incisura unica , subrugoso ; henielytris fasciis duabus obscurio- ribus '^ alis disco viridi-caerulescente ■, fascia nigra, api- ce hyalinis. Capo mediocre molto infossato nello scapollare, col (i) Petagna copiò Linneo e Fabricio nel riferir questa specie alla Ger- mania, senza avvedersi esser tra noi quello stesso ch'egli riporta all'oft- scurus di Lin. e di Degéer. Notò non ostante sotto il G. obscitrus. . . . . . apiid nos similli/nus occurril , ni novam asserere speciern velimus. 20 INSETTI fronte solcato e gemmato , guance rugose , vertice pro- fondamente impresso e rugoso , occipite rugoso con linea elevata nel mezzo a livello dello scapolare ; occhi poco sporgenti ; antenne piti lunghe alquanto del capo e delio scopolare insieme , un poco ingrossate o fusiformi verso r estremità , terminate in punta acuta. Scapolare quasi carenato diviso in due parti da una incisura profonda '• parte anteriore rugosa con qualche li- nea impressa; parte posteriore colla carena arcuata termi- manata in punta acuta; omeri molto elevati. Tramezzo terminato inferiormente da una elevazione trasversale delicata , poco eminente. Torace , piedi anteriori , ed addomiiie di color bru- no giallastro. Semielitre grigge , trasparenti all'estremità, con una fascia trasversale oscura nel mezzo , ed un altra interrotta verso la base. Femori posteriori del colore del corpo, colla superfi- cie interna bruna con qualche punto nero sopra i contorni semplici e lisci ; tibie delicate , armate di minutissime spi- ne nere , e fasciate di bruno. Ali color di celidonia con fascia nera verso Y orlo este- riore , lasciando la sola punta od angolo esterno scolora- to , o leggermente tinto del medesimo color celidone. Gryllus coerulescens , Lin. Syst. Nat. 2, p. 700, 44' Fabr. Spec. Ins. 1 , p. 367.— Entom. Syst, Eni. p. .59, n. 5o. Geoffr. Ins. i , p. 392 , n. 2. Ròes. Ins. 2. Locust. germ. t. 21, f. 4^^ ^-^-r~ Oliv. Encycl. metod, ORTOTTERI. 21 Ptìtagna , Iiisi. entom. i, p. 3i8 , ii. io. Laiv. Hist. XII , pag. il)3. Schaeir. Icu/i Tab. 27 , f. G, ~ foem.\ Tab. 142, f. 5,6, mas. Panz. Faun. Fase. 87, Tab. i2 , Juem. Stoll, Tab. 23, 6, f. 90, r?ias. ■ Charpaiit. Hur. Eiitom. pag. 147. Criquet bleautre , Latr. 12, p. i53 , 11.° 8. Lungo poi. 1 , liii. 3. Comune in tutta l'europa. Yar. B ). Tav. 3, f. 1 , ^, Z», e, «?. Tutto di color ferugginoso o testaceo , alquanto più chiaro nell' addomi ne ; superficie interna de' femori nera, con una fascia rossiccia verso l'estremità articolare. Il ca- po è più grosso e piìx elevato ; lo scapolare più profon- damente inciso , avente Tanterior parte più angusta ; co- lore delle ali più carico , e più estesamente scolorato ne l'apice , colle nervature nere. Questa insigne varietà , che dal tipo originale distin- guesi per passaggi graduati di tutti i suoi caratteri , e per- ciò non proprii a farlo risguardare come specie distinta , trovasi alquanto rara ne' contorni della capitale. Osservazioni. Il nostro j4. azzurro non lascia distinguersi dalla spe- cie identica vivente nel clima di Parigi , osservando Latreille aver quel- lo le gambe posteriori di color blu-verdastro , le ali celidone-bluastro , e r estrema punta intieramente scolorala. Questi due ultimi caratteri si veggono nella nostra varietà B ). 9. Acridio cerulescente ; Acridium coerulans', Tav. 3, fig. 2, J, b, e, d. A. squalidum fusco-viridi-punctatum ; cucidlio laevigaio ì INSETTI alluce coarctatOi) incisuris tribus, hemelytris griseis ba- si obsciiris ; alis hyalinis ad latus tenuius coerulescen- tibus'f Je/noribus posterioribus gracilibus , griseis, tibiis Capo grosso , elevato ; fronte solcato e gemmato; ver- tice impresso e rugoso , occipite liscio ; occhi grossetti ; antenne delicate piìi lunghe del capo e dello scapolare in- sieme , un poco ingrossate verso V anterior parte , ossia fusiformi, terminate in punta acuta : tutto biancastro pic- chiettato di verdiccio , e di bruno. Scapolare senza carena ne' risalti , molto ristretto , ed incavato nell' anterior parte , con tre linee impresse poco profonde ; parte posteriore liscia , quasi piana , con una linea rilevata nel mezzo poco sensibile, terminata in pun- ta , col margine alquanto rilevato : tutto del medesimo co- lore del capo , un poco più fosco nella superiore e po- sterior parte. Tramezzo terminato inferiormente da un risalto poco elevato , ma in forma di luna crescente , con una lamina rilevata più sensibile nel lato convesso o posteriore , e pic- ciolissima nel lato concavo od anteriore. Torace e gambe anteriori picchiettate come il capo. Addomiiie dello stesso colore , con lineette trasver- sali più oscure sopra gli anelli , terminato posteriormente da quattro appendici in forma di unghiette ricurve , delle quali due rivolte in su, e due in giù. Gambe posteriori delicate ; femori griggiastri ; tibie cenericce ; tarsi quasi bianchi. Semielitre grigge bianchicce, senza fasce, trasparenti negli apici. O H TO T T K R I. 2.) Jli traspai-enti, leggornicuto liulc di azzurro sulla parie pili delicata ed interna , che perdesi verso la costa esterna. Lungo poi. j, lin. .3. Gryllus coendans ^ Lin. Syst. nat. 2, p. 701 , 48. Fabr. Spec. Iiis. 1. 3G8. — E ut. Syst. eni. pag. .^)8 , n. 5,'5. GeofTr. n. i. Ròesel , 2, Locust. germ. Tal. 22, f. 3. Oliv. Encycl. met. Cyril. Spec. Ent. Neap. T. JX, f. 8. (mediocre). Petag. List. Eiitoni. i, p, 3i8, n. 8. Criquet azuré , Latr. 12 , p. i52 , n. 7. Gryllus subcoerulipennis p Charp. Hor. Eni. p. i^.^, Tab. Ili, f. 7. Trovasi in quasi tutto il mezzodì di europa : io lo trovo più frequente sulle spiagge marittime. Var. B). Tav. 3, fig. 2, J. inferiore. Distinguesi pel capo non cosi erto , per aver sull' occipite una linea longitudinale impressa, costeggiata da macchie arcuate bruno-nerastre ; il colore dello scapolare e del torace bruno torchiniccio ; le semielitre brunicce per la terza parte verso la base , e cenerognole nel resto , senza veruna macchia ; i femori delle gambe posteriori bianca- stri con macchie brune , tibie quasi azzurre , con una fa- scia bruna ; ali piìi colorate che nel tipo. Trovato ho que- sta bella varietà sul Litorale di Gaeta. Osservazioni. Ne il nostro ^. cerulescenle , ne la sua varietà 5 ) pre- senta alcuna macchia ne fascia oscura sopra l'elitre, siccome Io descrive Latreille : ed il colore bluastro de' tarsi potrebbe riconoscersi solo in qual- che varietà. Tali differenze sono puramente locali, o prodotte dal clima. La figura del Roesel conviene perfettamente co' nostri esemplari. 24- I N S ETTI Anche il G. suhcoendipennis di Cliarpentier sembra una varielù pro- dotta dal clima. IO. Acridio StiXìezìoY Acridium Sehetium ^ n. 3, f . ^, h ^ e ^ d. jl. Capite parlalo , cucullio anlice coìistricto , postice sa- prà rìioniheo suhcarinato , fusco , albo marginato ; heme- lytris fuscis fasciis duabus transversalibus albis ; alis disco coeruleo 1 fascia nigra , apice hy alino ^ margine antico flavidalo. Capo piccolo , molto infossato , superiormente ristret- to , rugosissimo ; fronte solcato gemmato , con risalto de- licato tra mezzo , al di sopra del sito dell' inserzione delle antenne ; vertice impresso ; occipite rugoso ; occhi grossi e molto sporgenti : tutto di color bruno griggiastro ; con una striscia cenerina nel contorno inferiore degli occhi , ed una macchia bianca nella superiore e posterior parte de' medesimi , antenne più lunghe del capo e dello scapo- lare insieme , un poco più grosse verso T anterior parte , ove sono anche piìi oscure. Tramezzo inferiormente terminato da una semplice lamina trasversale pochissimo elevata. Scapolare diviso in due parti da un' incisura profon- da ; la parte anteriore quasi carenata , obliquamente ru- gosa , con linee impresse trasversali poco visibili ; parte po- steriore superiormente stiacciata con una cresta nel mezzo, e due elevazioni laterali convergenti verso il capo , po- steriormente terminato ad angolo acuto ; superficie rugo- sissima: tutto di color griggio-bruno , con due punti bian- castri ne' lati , due linee giallastre sopra i lùlievi laterali , ORTOTTERI. 25 che unite ai margini posteriori costituiscono un rombo incompleto , interrotto cioè nella incisura , ove due altre macchie piccole meno distinte e divergenti sulla parte an- teriore fanno seguito , e costituiscono colle precedenti una specie di croce di S. Andrea. Torace bruno rossiccio; piedi anteriori fasciati di bru- no e di biancastro ; tarsi rossicci. Addomine testaceo , e qualche volta arancino. Gambe posteriori co' femori macchiati di bruno , di rosso , e di biancastro ; violacee , con fascia bianca verso l'articolazione col femore ; spine nere; tarsi giallastri. Semielitre griggio-brune piìi trasparenti negli apici , con due fasce trasversali bianco-giallicce. Ali verdi cerulescenti , gialle sulla costa esteriore, con fascia nera nel lembo , apice fuliginoso a nervature nere. Lungo poi. I. lin. '1» . Trovata ho questa specie ne' contorni della capitale, non però molto sovente. II. Acridio insangninato; Acridium grossum. Tav. 3, i". ^, A, b, e , d. A. viride , nigro rubroque maculato ; hemelytris Jlavo-mar- ginatis', antennis bre^'ibus ; alis hyalinis disco Jlavicante ^ macula nigra ad basili^ biiiis aliis fuscis ad apicem. Capo grossetto , di color verde di mirto , fronte liscio gemmato, vertice appianato , occipite levigato brevissimo, con una striscia longitudinale rossastra ; occhi mediocri bruni ; antenne più corte del capo e del collare insieme , filiformi , di 20 articoli. 2.S INSETTI Scapolare quasi ritondato , appena carenato , diviso in due parti da una linea trasversale poco profonda , infos- sato o compresso ne' lati, carena poco elevata nel mezzo, posteriormente terminato ad angolo ottusissimo , ritondato neir apice , a lati curvi : tutto di color verde gajo con una linea color d'arancio , che fiancheggia la carena. Tramezzo semplicissimo. Torace , e piedi anteriori verdi rossicci. Addomine verdastro , coi margini degli anelli e stim- mate bruni. Gambe posteriori co' femori esternamente rossicci , punteggiati di nero sul contorno inferiore ; scanellatura su- pei'iore verde , l' inferiore sanguigna ; superficie interna nera con fascia sanguigna nel mezzo , ed altra verdina presso r estremità articolare ; tibie sanguigne con spine dello stesso colore a punte nere; tarsi giallastri. Semielitre verdi-brune , con fascie trasversali chiare ; costola superiore verde rossiccia. Ali trasparenti un poco verdognole , giallastre nel margine interno , con due macchie fuliginose nelf apice , ed una nera alla base. Lungo poi. i , lin. 2, Gryllus grossus , Lin. Syst. nat. 2 , p. 702 , 58. '-- Fan. Suec. p. 289 . — Gm. p. 2081. ¥ahr. Spec.Ins.l^Y>.'ò'jo. — Ent.Syst. e/nen.p.61. Ròes. Ins. 1. Locus. germ. Tab. 22 , f. i , 2. — — Petagna , Inst. Entom. I, p. 32o , n. i5. Panz. Fan. Fase. 33, Tab. 7. Gryllus triangularis ■) Gm. p. 2082, n. Charpent. pag. i5i. Frequente nelle praterie in tutta quasi l'europa. ORTOTTERI. 27 Criquet ensanglanté , Latr. 12, p. i55, n. i3. Oliv. Encycl. meth. Osservazioni. Quantunque convenghino tutti i caratteri specifici al no- stio ^. insanguinato , nulla di meno lo distinguono un poco la lista aran- cina del collare , più chiara nella femmina , e poco distinta ne' maschi ; e lo scapolare appena carenato e molto rotondato , molto più se si consul- tano le citate figure del Ròesel. Malissima è quella di De Ge'er , Criquet verd à cuisses rouges , e la sua lunga descrizione non molto diagnostica. Olivier riflette a ragione, che GeofFroy vi ha confuse più specie sotto il tipo dello insanguinato. In fine le poche note specifiche dei frasologisti non vagliono punto a far riconoscere questa specie d'acridio in mezzo alle tan- te altre. 12. Acridio macchiettato; Acridium maculatum. Tav. 3, fig. 5 , A^ b , e, d. A. griseum , fusco-macidatum ; hemelytris lineola obliqua alba ; alis aqueis basi laete rubris , fascia arcuata mar- gines haud attigente , maculisque ad apicem atris. Capo sgrosso , rugoso, molto elevato; fronte solcato e gemmato ; vertice profondamente impresso ; occipite liscio marcato da due linee divergenti posteriormente forniate da punti irregolari impressi ; occhi grossi e molto sporgen- ti ; antenne filiformi lunghe piìi del capo e dello scapola- re insieme , di color violaceo aneliate di bianco sudicio. Scapolare tripartito da due linee trasversali profonda- mente ed irregolarmente impresse, con una linea longitu- dinale nel mezzo poco rilevata , costituente quasi una te- ime carena , posteriormente rotondo , e terminato da. un rilievo sensibile : tutto di color bruno gialhccio con mac- chie piìi chiare irregolari , punteggiato di nero sul mar- gine posteriore. 28 INSETTI Tramezzo terminato inferiormente da un' eminenza trasversale rotonda e liscia. Torace quasi testaceo puntfìggiato di bruno. Gambe anteriori fasciate di bruno e di testaceo. Gambe posteriori co' femori verdi rossicci punteggiati di nero sul contorno della superficie esterna ; scanellatu- ra color d' arancio ; superfìcie interna fasciata di nero e giallo-rossiccio ; tibie color d' arancio fasciate di bruno , tarsi giallastri. yiddomine testaceo co' margini degli anelli oscuri. Semielitre bruno-verdine , alquanto più sbiadate al- l' estremità , con una picciolissima linea bianca obliqua verso la meta. Jli rosse di cinabro nella base , una fascia arcuata nera nel mezzo , che non tocca ne il lembo , né gli estre- mi; parte posteriore trasparente, appena colorata di verde pallido ; apici macchiati di bruno. Lungo linee ii , o poco più. Gryllus Jasciatus , Fabr. £nt. 2, p. 58. Coqueb. Tab. i , f. 5. Insumhricus , Scop. Delet. i. Tab. 24, f. E. Àcrydium maculatimi^ Oliv. Encycl. Meth. Criquet macule, Latreille, 12, p. i52, num. 6. Gryllus insubricus , Charp. Hor. Ent. p. 149. Del mezzo-giorno della Francia. Presso di noi non molto frequente. Io l'ho trovato ne' contorni della Capi- tale, ed in qualche altro luogo di terra di Lavoro. Nel- le praterie. Osservazione. La descrizione che ce ne dà Latreille è la sola che con- ORTOTTERI. 29 viene a questa specie; quella dello Scopoli non è chiara , e molto meno tale si può risguardare quando si riferisce alla sua pessima figura. i3. Acridio bigocciolato ; Acridium biguttulum; Tav. 4, fìg. I, A, b, e, r/, superiore fem. ; ed ^, d, infe- riore mas. A. griseo-fuscum nigro-maculatum , ahdomine aurantiaco\ capite magno , occipite elevato , fronte oblique deiscen- te ; Cucullio griseo lineis duabus cruciatiin dispositis al- bidis ; hemelytris viridi-fuscis , linea apicali alba ; alis hyalinis vix ad basin Jlavicantibus. Capo grossetto , declive , col vertice molto elevato ed acuto ; fronte solcato e gemmato ; occipite appianato , e rifondato verso la nuca ; occhi grossi , elittici , spor- genti; antenne lunghe una volta e mezza quanto il ca- po e lo scapolare insieme , stiacciate , di color quasi fer- rugginoso , piìi oscure verso T apice : tutto di color gial- lastro dante al rosso , ed al verdino. Scapolare marcato appena da una linea trasversale , compresso nel mezzo , con una linea longitudinale eleva- ta nella parte superiore , e due convergenti verso il ca- po che partono dagli omeri e giungono fin presso ai tre quarti della lunghezza , ove cominciano a divergere , e cosi si portano sull' orlo anteriore : esse sono biancastre , più chiare nella parte posteriore che nell' anteriore : ne' lati è di color ferrugginoso , o bruno , con macchioline irregola- ri giallastre , o rossicce ; Y angolo superiore e posteriore è ritondato. Tramezzo inferiormente estuberante, ma senza alcu- na apofise. 3o INSETTI Torace verdiccio , o bruno : gambe anteriori giallo- rossicce. Addomine di color d' arancio vivace , giallo nella in- ferior parte. Gambe posteriori rossicce , con qualche macchiolina bruna , più sensibile nella superficie interna ; tibie rosse ; tarsi arancini. Semielitre verdi brune, con una lineola biancastra nella terza parte della lunghezza verso 1' apice ; costola su- periore listata di cenerino , o di giallastro. Ali trasparenti , con una leggerissima tinta di giallo arancino verso la base : senza alcuna macchia. La femmina differisce dal maschio pel capo molto più grosso , e d' una statura anche maggiore : il collare piìi corto e meno strangolato nel mezzo: colorito meno vivace. Lungo lin. 9 a io. Gryllus biguttulus ., Lin. Syst. nat. 2, p. 702, 5.5. Fabr. Spec. ins. 1 , p. Syo. — Entom. Syst. emen. 3, p. Petagn. List. Ent. 1 , p. 3io. Charp. Hor. Ent. p. i63. Gryllus lujiulatus , Scop. p. i5o. Criquet a deux taches blanches, De Géer. Ili , p. 3 io. Geoffr. num. 4* Ròesel , Zoe ger. Tab. 20, f. 5, 6, 7. Olivier, Encycl. Meth. Criquet bimoucheté, Latreille 12, p. 1.58 n. 17, Conimune ne' luoghi incolti, non umidi. Osseri-'azione. Le piccole differenze che osservar si possono tra le fi- ORTOTTERI. 3l gure da me eslbife e quelle già citate dal Ròesel sono assai lievi , ridu- cendosi a gradazioni di tinte , che questa specie ben sovente presenta , non solo sotto diversi climi , ma pure in un medesimo luogo. Giova tener pre- sente eziandio , che il Geoflfroy sotto il nome del biguttulus vi ha pure compreso il grossiim , d' onde risulta la difficoltà di riconoscere 1' uno e 1' altro per le sue descrizioni. 14. -A. elegante; ^. elegante. Tav. 5, f. 2, ^, Z», e. ^. Capite valde declive , vertice prominulo ; cuculio lincis tribus elevatis rectis , lateribus rubro-nigroque variega- iisy hemelytris cinereis, vitta longitudinali fusca^ linea- que alba parallela a basin decurrente , apicem haud attingente ; femoribus tibiisque posterioribus gracilibus , praelongis. Il capo di questo acridio è grande , e molto obbi- quo, col fronte solcato , o con quattro linee inlevate, due delle quali partendo dalla base e dal lato esterno delle antenne vanno fino all'origine delle mascelle ; vertice pro- lungato e liscio ; occipite convesso ; occhi mediocri fosco- rossicci ; antenne lunghe quanto il capo e lo scapolare insieme, molto delicate. Tutto di color verde giallognolo, screziato e strisciato di bruno-rossiccio : una macchia più fosca dietro le orbite che si congiunge ad altra simile dello scapolare , cinta di bianco-gialliccio. Scapolare superiormente alquanto depresso , con tre linee rilevate , la media delle quali delicata e quasi acu- ta ; tre linee impresse ne' lati , delle quali la posteriore prohingasi fin sopra ; posteriormente quasi ritondato. Di color verde-giallognolo pili pallido nella superior parte ; ne" lati vi corre una linea bianco-rossiccia , o color di ro- sa , che vien fiancheggiata inferiormente da una striscia 32 INSETTI bruno-rossiccia , la quale fa continovazione a quella che sta dietro gli occhi , e va a congiungersi coli' altra delle semielitre : parallele a queste altre due meno distinte , bianchiccia l'una, oscura 1' altra , si osservano più ingiù. Tramezzo senza alcuna apofise. Torace piano , leggermente pelacciuto ; dello stesso colore dello scapolare. Jddomine lungo, liscio, superiormente appena carenato. Piedi anteriori rossicci, o testacei. Femori posteriori delicati e lunghi , don leggiere sol- cature sopra e sotto ; di color rossagnolo , bruni nello spi- golo superiore, e senza veruna macchia; tibie gracili , rossicce , armate di spine nere, cui sono interposti de' peli rari ma lunghi quanto le spine. Semielitre piìi corte dell' addomine nella femmina , uguali a quello ne' maschi , posteriormente ristrette , di color verdiccio , o rossicce , con una striscia bruna che parte dalla base e prolungasi fin presso i due terzi sfu- mandosi , formata sovente da macchioline , e la quale fa proseguimento a quella dello scapolare. Inferiormente a questa evvi una linea bianca di egual lunghezza. Jli trasparenti , senza colore. Il maschio differisce dalla femmina in ciò , che le sue antenne son quasi del doppio piìi lunghe, le semie- litre sono della lunghezza dell' addomine , o piìi , il color del torace piti pallido variegato di rosso di rosa , scarlat- to , o porporino , verdiccio ne' lati , oppur testaceo ; se- mielitre di color bruno, di rado con qualche macchioli- na piìi oscura , qualche volta colla costola dorsale rossa- stra o verdina. Lunghezza totale lin. io ad ji. ORTOTTERI. 33 Gryìlus elegcois , Charp. ffor. Ent. pag. i53. Trovasi nella Slesia , nella Ungheria , nella Gallia meridionale, ed appo noi. Frequente nelle praterie umide e secche, come nel Pascane, ed in altri luoghi de' con- torni della Capitale , nella Daunia , ed altrove. Nello stato di larva si presenta quasi tutto di un bel colore di rosa vajato di porporino. Nello stato completo variar suole anche nel color fondamentale , ma restan sem- pre le medesime disposizioni nella macchiatura. E molle , anche quando è pienamente adulto. i5. A. bisignato ; ^. hisigimtum. Tav. V , f. 3 , ^, Z» , e. ji. viride , cuculio vìx carinato , strigis duahus nigris ; hemeìylris basi Jlavidis , apice subhyalinis , nervis fuscis , linea strigaque fusca ad ba- sili ; tibiis posticis sanguiiteis , spinis albis apice nigro. Capo giusto, a faccia declive con 4 l'ibevi verticali; fronte acuminata, superiormente appianata e rombea ; oc- cipite liscio , e non elevato sul piano dello scapolare; occhi rossicci-foschi ; antenne più lunghe del capo e dello scapo- lare insieme, di color giallo-rossiccio , fosco verso l'apice. Tramezzo con semplice rilievo laminare. Scapolare superiormente piano, con una linea appe- na rilevata nel mezzo, compresso ne'lati, posteriormente rotondato , e segnato da due linee incise ; due liste nere fìanchegiano gli angoli laterali. Semielitre di un terzo piìi lunghe dell' addomi ne , strette , tutte di un sol colore verde un poco dante al giallo verso la base , trasparenti nell' apice , colle nerva- ture brunicce ; nella base una linea nera, e sopra questa una striscia ancor nera che si sfuma nelf apice. 34 INSETTI JU trasparenti , alquanto tinte di verde pallido. Piedi posteriori co' femori delicati e lunghi , di color verde cedrino, tinto di bruno sulla estremità articolare, o ginocchio : tibie delicate e lunghe , di color rosso di co- rallo ; armate di spine bianche colla punta nera; tarsi bruni. Tutto è poi di color verde-pistacchio , assai vivace. Gryllus bisignatus , Charp. Hor. Entom. p. i33. Trovasi ne' margini de' laghi e de' fiumi, sulle piante. Nel Lago del Bagno in Ischia , e sulle rive del Sebeto nelle vicinanze della Capitale. In luglio ed agosto. Osseri>azìoni. La perfella concordanza nella diagnosi della specie no- strale con quella che descrive Charpentier sotto lo stesso nome , mi ha imposto conservarlo , malgrado che vi sia gran disparità nella grandez- za. Di fatto, lo Charpentier dice essere il bisignatus. « E maxiniis eu- ropaeis , mentre il nostro, se non è tra le minori specie, uguaglia appena i mezzani. Che anzi, laddove il sullodato autore riporta la gran- dezza della femmina a perfetta uguaglianza col maschio del Migratorio , ed il maschio pereggia la femmina del grosso ; gì' individui eh' io ho trovati sono di rado uguali alle mezzane femmine dell' acridio Grosso. Ma riferendo tali differenze alle condizioni locali, e ad accidentali cagio- ni , che fanno sovente aumentare o diminuire lo sviluppo e lo accrescimen- ta individuale , ritengo come identico il nostro acridio con quello del Por- togallo , e delle Gallie Meridionali, d'onde è stato recato nel Museo di Berlino, in cui trovasi segnato col nome di Gr. parallelus. Ed in quan- to a questo ultimo nome, nota accortamente lo Charpentier che, essendo slata designata con esso un' altra specie assai distinta , ragion vuole che altro ne TCnghi sostituito, come ha fatto, ricavandolo dalle due stiisce nere osservabili sullo scapolare , onde Io disse bisignatus. ORTOTTERI, 35 16. Acridio xerdicccìo '^ ^crfdiuni vìridulum. Tav. Y, f. 4- ^ì b 1 e- A. luteo-firide ; cuculio supra depresso lineis tribus elevatis , lateribus antice confergeniibus , hemelyiris m.) fttscis ad apicem late nigrican- tibus , in medio obscure maculalis , margine postico aut pallido , aut virescenti ; f.) fusco-pallidis , obscure maculalis , margine postico late et laete t'iridi ; femoribus posterioribus gracilibus , supra subtusque sul- catis. Capo grande , molto obbliquo: Antenne lunghe poco meno del capo e scapolare insieme. Fronte con quattro linee rilevale , due delle quali partono dalla base e dal lato esterno delle antenne j ver- tice prolungato e liscio 5 occipite convesso e levigato*, oc- chi grandi cordiformi. Tramezzo senza apofise. Scapolare superiormente quasi piano con tre linee ri- levate , una delle quali nel mezzo , e due laterali con- vergenti anteriormente ; con tre ìncisure ne' lati , la poste- riore delle quali si prolunga fin sopra : una striscia gri- gio~bruna nei lati , sopra un fondo verde-giallognolo , o giallorossiccio, fiancheggiata al di sotto da altra più pallida. Torace inferiormente piano , leggiermente pelacciuto. Addomine lungo coi semmenti lisci superiormente appena carenati. Piedi posteriori , coi fèmori lunghi , delicati , lisci , con leggiere solcature sopra e sotto ; dello stesso colore del corpo , rosseggianti soltanto sullo spicolo ; talvolta una Ijreve striscia nera nella faccia interna ; tibie pelacciute , rossagnole , coU'apice delle spine nero", tarsi terminati da un lobo rotondo , fiancheggialo dalle due unghie ricurve. 3C ORTOTTERI. Semielitre poco più lunghe dell' addomine , dello t>tesso colore dello scapolare, con una striscia grigio-bru- na che dalla base ( corrispondente a quella dello scapo- lare) scorre fino all'apice , fiancheggiata anch'essa per meta da altra piìi pallida : gli apici sono brunicci. Mi scolorate , trasparenti , un poco affumicate nel margine esteriore e nell'apice, colle nervature nere. Generalmente di color giallo-verde o giallo-rosso ; con un punto infossato e nero accanto alla carena di ciascun semmento addominale; distinguendosi il maschio dalla fem- mina per r oscura macchia degli apici delle semielitre mol- lo più estesa , per le antenne più corte , e per le semie- litre più larghe. Nella femina osservasi talvolta una stri- scioliua bianca nel margine anteriore delle semielitre , e tal altra la parte superiore ed anteriore delle stesse è ros- seggiante. Lungh. totale dal vertice all' addomine lin. 12; a quella delle semielitre lin. 14. Grilhis viridulus ^ Linn. Syst. Nat. p. 702. — Fabr. Ent. II. p. 61. De Geor. III. p. 3n ^foem.'^ p. 3i2 mas. — Charp. Hor. Ent. p. iSg. Trovasi in tutta l'Europa , ed appo noi nelle prate- rie spontanee ; non mai frequente. Osservazioni. Le larve di questo Acridio sono quasi interamente di color rosso-pallido , brillantissimo , del quale una parte sempre riluce su- gli aduUi , e specialmente nelle femmine. INSETTI 37 17. Acridio Cruciato; Acrydiuni Cruciatum. T. Y, f. 1. A, h, e. A. Jlavo-rufescenle , fiisco maculato ; capile fronte laevi , antennis pia- nidatis ; cuculio supra complanato lacvi , medio t>ix carinato , seu li- jiea longitudinali prominula, lateribus compressis, lineolis albo-Jlavi- cantibus crucialim positis ; hemelytris cinereis fusco maculatis , linea albida longitudinali prope basin ; femoribus posterioribus supra fusco maculatis , genubus nigris , tibiis rubris. Capo grosso ed ovale , faccia molto convessa e su- periormente ristretta , vertice acuminato lateralmente e su- periormente impresso , i cui spazi circoscritti da un leg- giero risalto lineare che genera due fossette trapezoidali, le quali partono dal contorno superiore degli occhi e van- no air apice verticale ; fronte quasi spianato con gemma piccolissima , senza veruna solcatura , finamente variolato nella parte superiore ; occhi mediocri ovato-cordati di co- lor rosso ferrugigno ; antenne lunghe quanto il capo e lo scapolare insieme , composte di 23 articoli alquanto stiac- ciati di color giallognolo, brunicci verso l'apice. Tutto di color giallognolo , bruniccio nel vertice e sulla nuca , ove si osservano due macchie lineari obblique più. pallide , che partono dal contorno delle orbite e van- no sino allo scapolare. Scapolare superiormente depresso con una piccola li- nea rilevata nel mezzo, compresso ne' lati , posteriormente rotondato , segnato trasversalmente da tre linee impresse, delle quali la posteriore soltanto è completa : di color giallo-rossiccio ne' lati , superiormente rosso-bruno con quattro linee giallognole disposte in croce , delle quali le posteriori più grandi , le anteriori più piccole , che vanno a congiungersi colle superiori delle due dietro-orbitali. 38 INSETTI Talvolta , e specialmente ne'piccoli, anche la linea rilevata dello scapolare è di color giallognolo , e la superior parte è quasi nera : ne' lati vi sono due macchie , una nera e quasi pupilla ta verso il capo , l'altra verso il torace bian- chiccia e quasi seniilunare. Tramezzo senza alcuna apofise nella gola. Torace inferiormente giallo-verdiccio , grigiastro nei lati. Piedi anteriori giallicci , screziati di bruno-rossiccio. Gambe posteriori coi femori validi, di color gialliccio-ros- siccio , e con tre macchie brune nella superior parte; gi- nocchia per meta nere, inferiormente e piìi nella faccia interna rosse , tibie rosse armate di spine nere. Sovente il colore delle tibie è livido , e bianco verso il ginocchio nella parte inerna. Questo colore è comune a tutti allor- ché son piccoli , sia nello stato di larva o già completi. Addomine giallognolo , inferiormente giallo-rossiccio, ne' lati screziato di bruno , e con un ordine di lineette nerognole poste trasversalmente , bruno suporiormente. Semielitre grigge, con macchie irregolari brune, so- vente ordinate in tre linee intarsiate da nervature bian- che : una linea bianca longitudinale verso la base, in di- rezione di quella che sta nella posterior parte sullo sca- polare. Ali trasparenti senza verun colore , nella base soltan- to macchiate di giallo. Lungh. tot. ne' maggiori individui , dal vertice al- l'estremità dell'addomine lin. i5; a quella delle semielitre lin. 17. Gryìliis Cruciatiis. Charp. Hor. Eni, p. i.o;. ORTOTTERI. 3g Osservazioni. Questa specie conviene perfettamente con quella osser- vata ila Gliarpentier nel Museo di Berlino , e da esso lui descritta col nome di G. Crucialus , il quale dicesi vivere in Portogallo. Qualche lie- ve dilFeienza che può notarsi sul colore dell'addoniine , e sulle sue niac- chiature , piovviene senz'altro dallo stato di seccheiza in cui il sullodato autore lo ha osservato e descritto. Savigny (nell'Egitto, Tav. 7 fig. io, i , a) ci rappresenta senza fallo la medesima specie, henchè senza descrizione, e senza nome , come ne man- cano tutte le altre. Pare dunque che questo Acridio viva naturalmente nelle parti più meridionali dell' Italia e dell' Africa. Vi è stato chi ha creduto poter essere una varietà dello Emigratorio aescritta da De Geer nella pag. 466, tav. a3, f. i. Non avendo ora pre- sente quest'opera , pronunziar non posso sulle convenienze di tale citazione. Certo è che la presente specie non ha alcuna cosa di commune coli' Emi- gratorio , onde considerar si possa come varietà di quello. Suscettibile è questa specie dì sommo incremento nel suo moltiplicar- si , talché in grossi stormi mettendosi a volo infesta le campagne, che ma- nomette e distrugge. Trovasi di esso una varietà tutta di color testaceo , bruna soltanto ne' Iati posteriori del capo ed in quelli dello scapolare, su cui non man- cano le quattro linee disposte in croce : le semielitre delicate , trasparen- tissime , con leggerissima tinta gialliccia e tendente ai verde : tibie appena livide. Incontrawsi sovente de' piccioli, o larve , ne' quali le macchie dello sca- polare sono appena visibili ; la macchiatura delle semielitre appena di- scernibile ; ed una macchiolina pallida prende il luogo della linea obbli- qua che distingue il biguttulo. Tali sono i rapporti di affinila , che l'Acridio Cruciato ha col Bigut- tulo , che , tranne la grandezza , non trovo altro carattere valevole per di- stinguerli essenzialmente. Le note differenziali costanti si riducono in ciò solo , che nel Crucialo le semielilre hanno una linea bianca longitudinale verso la base, in luogo della obliqua, e posta verso l'apice che distingue il biguttulo: i femori del primo, nella superior parte, sono macchiati di nero e di bruno , mentre nel secondo v' ha appena, e non sempre , qualche macchiolina nella faccia interna : sono innoltre i femori del Cruciato più turgidi e robusti , e nel Biguttulo sono in proporzione lunghetti e deli- cati. Quando dunque son queste due specie nello stato di larva è ben dif- fìcile poterle distinguere senza una lunga abbitudine nel risguardarli ; e da ciò è facile incorrere in errore, ed eccitare de' falsi timori , perciocché il biguttulo è frequentissimo in tutte le praterie spontanee , e si moltìplica enormemente. /^O INSETTI Se questo non fa dolere 1' agricoltore , ciò è perchè la sua picciolezza e la sua gracilità non permettono alzarsi a stormi, e passar da luogo in luo- go ; ma divora esso in ragion della sua mole, e vive a spese delle piante, come fa ogni altra specie congenere. FKA LE SPECIE EUROPEE DI QUESTO SOTTOGENERE SI NOTANO INOLTRE LE SEGUENTI. 18. A. rufum. Di tutta T Europa. G. rufus ^ Charp. Hor. Ent. p. i68. 19. A. subcoerulipennis. Della Russia Meridionale. G. subcoerulipennis , Charp. Hor. Eni. p. i45 , Tab. 3 , f. 7. 20. A. rhodoptilum. Del Portogallo. G. rhodoptilus.) Charp. Hor. Ent. p. i46, Tab. 3 , f . i. •21. A. tuherculatum. Della Germania settentrionale e della Juctlandia. G. tubcrculatus ., Liii. — Gm. — Fabr. — Charp. p. i.io. 22. A. striduìum. De' luoghi arenosi ed aridi di Europa. G. stridulus , Lin. etc. Veggansi le osservazioni apposte all' A. germanico. 23. * A. cyanopteruni. G. cjanopterus ., Charp. Hor. Ent. p. i43 , Tab. 2, f. 3, mas. — G. coerulescens , Zett. p. 78. 24. A. parapleiiruiìi. Della Svizzera e dell'Ungheria. G. parapleurus , Charp. Hor. Ent. p. i52. 2!). A. dorsatiim. Della Slesia, e Svizzera. G. dorsdlus , Charp. Hor. Ent. p. i43. 2G. J. ìidiiiaUun. Delle Alpi austriache e de' monti deliri Sassonia. G. miniatiis ^ Charp. Hor. Ent. p. i5j. INSETTI 4' 27. A. lineatum. Della Slesia, Sassonia e Svizzera. G. lineatus , Panz. — Charp. Uor. Ent. p. i56. 28. A. hinotalum. Del Portogallo. G. binotalus^ Charp. Hor. Ent. p. i58. Osservato nel Museo di Berlino. 29. A. rujìpes. Della Svezia, Svizzera, Gallia, ed Italia. G. rufipes ., Charp. Hor. Ent. p. 161. — Zett. p. 90. 30. A. hicolor. Della Slesia e Svizzera. G. hicolor., Charp. Hor. Ent. p. 161. Z\, A. molle. È dessa una specie distinta? G. mollis ., Charp., Hor. Ent. p. 164. 32. A. haemorrhoiclale. Della Slesia. G. haemorrhoidalis ., Charp. Hor. Ent. p. i65. — SchaefF. Icon. T. 187, f. 4? ^ 1 foem. var. 33. * A. sibiricum Della Sibiria, Ercinia, Carinzia, e Sviz- zera: ne' monti. G. sibiricus. Lin., Fabr., Pali., Stoll. Charp. Hor. Ent. p. 167. 34« A. apricarium. Della Germania , Svezia , e Gallie. G. apricarius ., Zett. p. 91. — Charp. p. 169; Lin. et Fabr. A, longicorne , Latr. 35. * A. Morio. Dell' Africa , Svizzera e Savoja. G. Morio, Charp. p. 170 — Fabr. Ent. II, p. 56. 36. A. cothurnatum. Della Germania. 37. A. parallelum. Della Svezia, Sassonia, e Svizzera. 38. A. montanum. Della Sassonia e della Slesia. 39. A. crassipes. Dell'Ungheria. Per questi ultimi quattro vedi Charp. Hor, Ent. p. 171 — 173. Ho riportato tra le specie nostrali VA. migratorium , quan- tunque indigeno non sia , né mai tra i stormi che s\ spesso sol' 4^ ORTOTTERI. levansi nelle nostre contrade osservato lo avessi ; ed ho forti ragioni a credere che giammai questo insetto sia stato in Italia. Veggasi intorno a ciò quanto ne ho detto nella Prefazione della Monografia degli Acridi e Podismi del Regno pubblicata per uso delle Commessioni de Bruchi. E però , ad oggetto di farlo ser- vire di tipo nelle comparazioni a farsi colle specie nostrali , sia per verificarne la non esistenza attuale , sia per riconoscerlo nel caso d' incursioni di questo malefico insetto , ne ho data la de- scrizione e la figura , tratte da originali proccuratimi dalla Polonia. Savigìvy lo figura tra le specie raccolte in Egitto , ove pare che sia d'una statura maggiore. P^. Pian. "].,/. i. In quanto all' A. tartaricum , da altri creduto esistere tra noi , veggasi la nota inserita sotto 1' A. lineala. Stando alle descrizioni compendiate di L-Gm. e di Fabr. , l'America possiede i8 specie di questo sotto-genere; 5 ne ha l'Asia; i4 l'Africa; 3 le Oceaniche; e due sono di patria in- certa , il Centurio cioè di Drury , ed il Lunaris di Lin-Gm. Savigny però ne rappresenta 35 proprie all' Egitto , le quali restano innominate. Per quanto dalle figure può rilevarsi , la spe- cie da esso lui rappresentata nella PI. 6 , y! f. 5, ^, b, d. P. laete viridi , corpore compresso. Cuculio falde carinalo , carina coe- rulescente , lateribus granulati s , granulis Jlavis coeruleo-annulalis. Ah- dominis segmentis supra carinalis poslice acuminatis. Enielytrarum ru- dimenlis longiludinaliter sulcatis ; alis vesiculosis rudimentariìs. Capo mediocre ovale, fronte scanellato con minutis- sima gemma ; vertice appianato declive ; occipite liscio ; occhi grandi ellittici , listati longitudinalmente di color ceruleo e rossiccio ; antenne lunghe quanto il capo e lo scapolare insieme. Scapolare carenato, a carena acuta con tre incisure molto marcate , posteriormente terminato ad angolo acuto superficie granulata o tubercolata a tubercoli rotondi. Tramezzo terminato inferiormente da un' apofise co- nica , lunga quanto le anche. Torace lateralmente compresso. Addomine parimenti stiacciato ne' lati , cogli anelli superiormente terminati in una picciola punta acuta. Femori delle gambe posteriori delicati. Semielitre rudimentali , quasi triangolari , molto spes- se , longitudinalmente solcate , non articolate : ali sotto- poste più piccole, vesiculose , ripiene d' un umore acquoso. Tutto di un sol colore verde gajo , o pistacchio , tal- volta un poco piìi oscuro , con una leggiera tinta di vio- letto sulla carena , ove pure ne' lati del collare si osser- vano de' tubercoli gialli circoscritti di azzurro ; alcuni pun- tini violacei sulle nervature delle semielitre; contorni de'fe- mori macchiettati di giallo e di violetto. Lungo poi. 1. lin. 3. ^8 ORTOTTERI. Trovasi nella Campania , e ne" contorni della Capi- tale : non ovvio. 4. Podisma comune; Podisma communis^ Tav. 4i fig- f. G, 7, ^, Z», ^. P. griseo-rufescente. Cuculio lineis tribus elet>atis pallidioribus. Thora- ce lato. Jbdoinine subcoiitco , supra uix carinalo , sublus uilloso. Emo- lylrarum rudimentis ovalihus , nervis elevalis ; alis vesiculosis aut nullis. Capo grosso declive , col fronte liscio avente una pic- cola gemma , e T occipite appianato ; gli occhi ovali e ri- levati ; Antenne lunghe quanto lo scapolare appena. Scapolare liscio , quasi ritondato con tre delicate linee rilevate , e tre incisure apparenti ne' lati. Tramezzo terminato d' apofise piana, ottusa, quasi quadrata , ed obbliquamente distesa sul torace. Torace largo, inferiormente piano, ed impresso. Addomine quasi conico , superiormente un poco ca- renato e liscio , inferiormente coperto da tenuissima peluria. Femori posteriori turgidi , con tarsi delicati Semielitre rudimentali ovali , colle nervature longitu- dinali ben rilevate. Ali sottoposte vesicolose , o nulle. Tutto di color grigio-rossastro , con qualche macchio- lina nera , faccia interna de' femori posteriori macchiata di nero e di bianco. Lungo lin. Gay. Vive da pertutto abbondantissimo , e specialmente ne' luoghi montuosi e vulcanici. Appartiene a questo metlesimo sotto-genere il G. Elephas , dell'Afri- ca ; pedestris , dell' Europa e della Sibii ia ; rugosus , di patria ignota ; hicolor; distiiictus , di genere dubbio; perspicillatus , dell'America me- ridionale e delle Indie ; Giornae , affine col nostro P. jéppulum. Xr'de/v' '^'■' K'M^rjTiy/fnifi Z^...A ^^ TU. o4 e l 3. f'i^o eh! TI// \\ e/ e/ f/ u^ f.,/.r' //., ■ %ii/ieraf< ut; ì ^^^^^^».===^ .V \\ L,/yo d,J. ■%„/,.. t 3. V 6 Famiglia degli ASCALAFIDEI — "ASCALAPIIIDEA, ( Gei\. Ascalaphus , Fab. — Ascalaphides ^ Ramb. ) Antenne lunghe, delicate, filiformi, terminate bru- scamente da clava a guisa di bottone , od in forma di pera, raramente oblunga. Ali allungate, non pieghettate. Gli Ascalafidei sia per le loro antenne, sia per lo coloramen- to delle loro ali presentano un abito particolare , che giunse ad illudere il valente Entomologo Scopoli, il quale registrò la specie a lui nota fra Papilioni ( P. macaronius ). Simili per molti punti di organizzazione a' Formicaleonidei , ne differiscono per la lun- ghezza e forma delle antenne , e per varii altri caratteri. Il corpo è ordinariamente molto pelacciuto , a peli folti ed ispidi. Gli occhi in parecchi sono oblunghi e con una profonda impressione obbliqua, per la quale sembra ciascuno diviso in due; in altri sono pressocchò sferici. Il protorace è quasi sempre brevissimo. Le ali presentano essenzialmente la stessa disposizione di nervi principali che ne' Formicaleonidei. Il quinto nervo longitudinale del- le anteriori manda due rami: il primo èfli'//-7i|-£xo5 formica formica , ed adoupo; felit gatto» FORMICALEONI DEI il Galere generale del corpo giallo. Capo con una macchia fron- tale, che nel mezzo si continua inferiormente tra la base delle an- tenne, e ne' due lati ascende verso il vertice; una striscia longitu- dinale media che dalla fronte va fino all' occipite; ed un punto da ciascun lato di questa sul vertice bruno-rossastri. Antenne brune, co' due primi articoli, ed una macchia sulla ficcia esterna della clava giallo-sudicii. Torace con cinque strisce longitudinali bruno- rossastre; tre dorsali, di cui la raedij fa continuazione con quella del capo e si termina sullo scutello: e le laterali che la fiancheg- giano cominciano da dietro il solco trasversale del protorace, sul quale sono assai delicate , e si continuano più larghe sui lati del resto del torace : due altre strisce partono da' margini late- rali del protorace, una per |jto, e si continuano su i fianchi. Ad- dome con quattro strisce longitudinali bruno-nerastre, una media dorsale , due laterali , ed una ventrale risultante quasi da due rav- vicinate , e di tratto in tratto riunite. Ali larghe , ritondate alla estremità , incolori , trasparenti , coi nervi gialliccio-pallidi, e gli stigmi giallicci. Piedi robusti, gialli con l'estremità dell'ultimo articolo de' tarsi nero. Speroni delle tibie anteriori eguali ai due primi articoli de' tarsi. Il maschio si distingue per aver il sesto e settimo anello ad- dominale con un' appendice da ciascun lato, dalla quale sorge un fascette di peli rivolto in sopra ed un poco in avanti, e lungo in modo da superar di una metà il dorso del rispettivo anello. Le appendici cedali sono brevissime e non sporgenti. Rambur non ebbe maschi con T addome in buono slato di conservazio- ne. Laonde non potè osservare i fascctti addominali del maschio, che d'al- tronde descrisse assai bene nella specie alfine M. atomarius del Senegal, la quale perciò rientra ancora in questo gruppo. Myrmdeon Jlavus ^ Kamb. 1. e. p. SgS , n. 21. Abita r Italia e la Spagna. Nel regno è stato raccolto nella Terra d'Otranto da nostro padre. Noi l'abbiam raccolto in Sicilia. 13 NEVROTTERr * * Addome privo di fascetti di peli, i Ramo obbliquo del 5° nervo delle ali anteriori diretto oLbIiquamenle al margine posteriore. 2. Mirmec. a quattro segni ; Myrineo. ietragrammicus. Tav. Vili , fig. 3. M. nigro-fiiscus ; facie Jltivii ; pronoto flavo- triUi]eato ; ahdonvnis ma- cidis dorsalibus margineqiie postico segntentornin Jlavo-testaceis ; alts hya- linis, ncri'is fitsco l'ariegalis, maculis ditabus ante apicein aliaqiie obliqua ad aniicac marginem posticum fuscis , stigmate albido ; pedibus Jlavidis , tibia- rum anticarum calcaribiis tarsorum articidum lertium haud excedenlibus. — Long, coiji. Un. i5: lat. alis exp. liti. 33. Variat : ìiiaciilis (juibusdam fuscis alarum , et testaccis dorsalibus abdo- minis plus miiiusca exoletis. Colore generale del corpo bruno-nera.stro. Faccia e parti della bocca gialle: il contorno della inserzione delle antenne nero: vertice variegato di giallo-sudicio. Antenne lunghe un poco più dell' inte- ro torace, bruno-nerastre, coi due primi articoli, ed il margme apicale de' rimanenti gialli. Palpi gialli, con una macchia nera sul- r ultimo articolo de' labbiali. Protorace lungo quanto anteriormen- te largo , poco dilatato verso dietro, con tre linee longitudinali ed il lembo posteriore giallo-sudicii. 11 resto del torace ed il petto an- no il contorno de' lobi di quest' ultimo colore. Addome col margi- ne posteriore de' diversi anelli, e due macchie dorsali ravvicinate sul dorso del mezzo del 3° e 4°! e presso la base del 5°, 6', 7° ed 8° giallo-testacee : i margini laterali talvolta ancora giallicci. Ali incolori , trasparenti , coi nervi primarii ed una parte de' secon- darli variati di nero e di pallido ; con due macchie fosche sopra ciascuna avanti 1' estremità , 1' una sul margine anteriore nel lato interno dello stigma , 1' altra opposta presso il margine posterio- re , più grande nelle ali posteriori: le anteriori anno pure un' al- tra macchia fosca sul primo terzo del margine posteriore, obbli- qua e fiancheggiante una serie di nervi trasversali: stigmi bianco- FORMICALEONIDEI l3 lattei opachi. Piedi giallicci : le tibie punteggiate di bruno : spe- roni delle anteriori lunghi quanto i tre primi articoli de' tarsi. Le macchie delle ali sono variabili nella intensità, sicché talvolta veggonsi poco pronunziale ; quella che si mantiene sempre più oscura e costante è la posteriore delle ali posteriori. Le macchie dorsali dell' addome sono parimen- ti soggette a variare nell'estensione, e quelle dei terzo e quarto anello an- che a svanire. Mjrmeleon tetragrnmmicus , Pali. — — Fab. Ent. Sjst. Suppl. p. 2o5 , n. 3 e 4- — — Burnì. 1. e. p. ggS , n. i4. — — Ramb. 1. e. p. ^gi , n. ii. Trovasi non raro nelle adiacenze di Napoli , sulle colline e nelle pianure , nella state. 2. Mirmcc. variegato ; Myrmec. variegatus. Tav. IX , fig. 4. M. fusciis , luteo variegatus ; alis hyalinis , nervis fusco-variegaiis, an- ticis lineolis oblìqais maculaque obliqua ad marginem posticum fuscis j sti- gmate lacteo-Jlavescenle antennis loiigiusculis ; libianini anticaruni calcari- bus tarsorum arliculum secundum non excedeiitibus. — Long. corp. lin. 81/2-9 : lat. alis exp. lin. 18. Capo giallo , con due fasce frontali nere, una superiore l'al- tra inferiore alla inserzione delle antenne, ed un' altra più delicata neir anterior parte del vertice nerastre: parte superiore del vertice ed occipite bruni, variegati di giallo-sudicio. Antenne gracili, lun- ghe quanto il torace od un poco più ; brune , aneliate di giallic- cio. Palpi pallidi, con una macchia bruna sull'ultimo articolo de' labbiali. Torace bruno-rossastro, variegato di giallo-sudicio. Addome bruno, col margine posteriore di lutti gli anelli pallido: il 3*^, 4°i 5°, 6° e talvolta anche 7" anello con una striscia dorsale da ciascun Iato giallo-pallida, estesa per la metà anteriore de' ri- l4 NEVROTTERl spettivi anelli, a contorni irregolari,, e laciniati. Ali incolori, tra- sparenti , coi nervi pallidi variegati di bruno o nero: le anteriori con alcuni de' nervi trasversali anche marginati di fosco, precisa- mente quelli posti dietro il terzo nervo primario longitudinale, e gli altri che formano due linee flessuose avanti 1' estremità ; una macchia più risentita obbliqua sta presso il margine posteriore avanti la metà della lunghezza , fiancheggiata internamente dal nervo ricorrente : in fine i nervi marginali nella origine della lo- ro biforcazione sono di un nero più marcato, formando una serie di tratti di questo colore in forma di k parallela al margine del- l' ala ; le posteriori sono quasi senza alcuna macchia ; gli stigmi sono giallicci, fiancheggiati di bruno nel lato interno , soprattutto nelle anteriori. Piedi giallicci, macchiati di bruno. Speroni delle tibie anteriori di poco eccedenti il primo articolo de' tarsi nella femmina ; eguali a' due primi articoli nel maschio. Quest' ultimo è fornito di un pajo di uncinetti anali rivolti in sopra , e quasi occultati dagl'ispidi peli che si elevano dalle brevissime appendici. Mjrineleon mriegatus^'K\ns^. Symh. Phys. IV, tab. 3o, fig. 4- — — Rarab. I. e. pag. 4^0 , n. 24. È questa la specie più piccola della famigia , descritta pri- mamente da Klug fra gl'insetti dell'Arabia, e quindi incompiu- tamente da Rambur, sopra un individuo malconcio della Francia meridionale. Noi 1' abbiam raccolto sulla collina della Torre del Greco in luglio , raro. 4. Wirmec. innotafo ; Myrmec. innotatus. Tav. IX, fig. 2. M. fusco-niger ; ore, orbilis, antennarum basi, pronoti margine antico et seginentorum abdominalium limbo postico Jlavis; alis hyalinis, nervis luteo fuscoque variegatis , stigmate lacteo ; pedibus testaceis, tarsis fuscis, tibia- rum anticarum calcaribus tarsorun-, articulum primuni non excedentibus — Long. corp. lin. 12 : lat, alis exp. iin. 27 i]2. rORMlCALEONIDEI l5 Colore generale del corpo bruno-nero matto, con brevissima peluria visibile con lente. Il capo à il margine anteriore delT e- pistoma prolungato in dietro ne' lati e nel mezzo, le orbite , unu piccola macchia lunulare sotto la inserzione di ciascuna antenna , e tutto il disotto gialli: labbro superiore giallo-rossiccio. Antenne più corte del torace , a clava non molto grossa ; il primo artico- lo giallo. Protorace un poco più largo che lungo , anteriormente un pò prolungato nel mezzo , mediocremente allargato verso die- tro , con cigli setolosi sui lati ; il margine anteriore ed il poste- riore giallo-sudicii , ed una macchia da ciascun lato del disco bru- no-rossastra. Il margine posteriore del mesotorace e dello scutello giallo-sudicio. Addome col lembo posteriore degli anelli dorsali , meno i tre primi , gialliccio. Ali piuttosto larghe , soprattutto le anteriori, incolori , trasparenti , coi nervi variegati di gialliccio e di bruno : gli stigmi lattei assai ben pronunziali , nelle anteriori sovente fiancheggiati di bruno dal lato interno. Piedi testacei, coi tarsi e talvolta ancora una porzione della faccia esterna de' femo- ri e delle tibie nerastri. Speroni delle tibie anteriori lunghi appe- na quanto il primo articolo de' tarsi. Mjrmeleon ùinotatus, Ramb. 1. e. p. 4°^ ? "• 34» Il Rambur à descritto questa specie sopra individui femmine ricevuti come proprii deli' Ungheria. Noi troviamo la identica , eoa ambedue i sessi, nelle colline vicine alla capitale, nella state. 5. Mirraec. distinguendo ; Myrmec. distinguendus. Tav. IX , fig. 3. M. Jlavus, fusco-nigro variegatus; pronolo flavo, villa media abbreviata Itneisque duabus transversis utrinque nigris ; ahdomine nigro , segmenlo- rum dorsalium limbo postico flavo ; alis hyalinis , nervis palUdis , stigmate flavescenie distincto ; antennis itrevibus , tibiarum anticarum calcaribus tar- sorum articulum primum non excedenlibus. — Long. corp. lin. g: lat. alis cxp. lin. 21. iG NEVROTTERI Capo giallo , con la fronte bruno-nerastra, colore scisso in- feriormente dal giallo ; vertice con una striscia media e due mac- chie trasversali da ciascun lato bruno-rossicce. Antenne molto più corte del torace , bruno-rossicce , col primo articolo giallo. Pro- torace un poco men lungo che largo , mediocremente allargato in dietro ; giallo , con una striscia media corta , non prolungata fino al margine anteriore , e due linee trasversali da ciascun lato che partono da quella ad angolo quasi retto bruno-nerastre. 11 resto del torace di quesl' ultimo colore , variegato di bruno-gialliccio. Addome nerastro , finamente pubescente, col lembo posteriore de- gli anelli dorsali gialliccio. Ali incolori , trasparenti, coi nervi in- teramente pallidi o rossicci, e gli stigmi giallicci. Piedi gialli, talvolta variegati di bruno. Speroni delle tibie anteriori non ecce- denti il primo articolo de' rispettivi tarsi. Mjrineleon distinguendus , Ramb. 1. e. pag. 4°? ) "• ^7- Rambur dice questo Formicaleone esser comune in Malaga , ed abitare ancora nel Senegal. Noi l'abbiam raccolto negli Abruz- zi , ove sembra piuttosto raro. ft Ramo obbliquo del 5° nervo delle ali anteriori diretto verso r apice, e parallelo al nervo stesso per lungo tratto. G. Mirmcc. pallidipenne 5 Mìrmec. pallidìpennis. Tav. Vili , fig. 4- M. capite Ihorace pedibiisque luteis fusco-variis; abdomine fitsco'nigro, segmcntoriim dorsalium limbo postico luteo ; alis hjalinis imm.iculatis , neruis pallide rufescentibns , saepiiis fusco parce notatis, stigmate flavescente ; iibia- rum anticaruin calcaribus tarsorum articidis tribiis primis subaequalibus. — Long. corp. lin. i5-i8: lai. ulis exp. lin. a8-3i. Capo giallo, con una fascia nerastra superiormente alla inserzione delle antenne ; parte superiore della fronte e vertice giallo-sudicii, FORMICALEONIDEI 17 con una striscia longitudinale media oscura , dalla quale partono da' due luti ad angolo retto due linee che si terminano sulle or- bite. Antenne coi due primi articoli gialli , ed i rimanenti bruni anellati di gialliccio. Protorace un poco più lungo che anterior- mente largo, leggermente dilatato verso dietro, giallo sudicio, con una striscia media che non giunge al margine posteriore, ed un'al- tra accorciata da ciascun lato di color bruno-violaceo. 11 resto del torace col petto giallo-sudicio, variegato di questo slesso colore. Addome lungo, sorpassante le ali in riposo nel maschio, nerastro, con breve pubescenza cenerina , ed ordinariamente col margine posteriore degli anelli dorsali giallo-testaceo. Ali strette, allungate, le posteriori più delle anteriori, terminate quasi a falce, incolori, trasparenti , coi nervi di color roseo , spesso alcuni alternati di bruno , altre fiate tutti di un solo colore : stigmi bianco-giallicci. Piedi giallo-sudicii, con le spine e molti punti sparsi neri. Speroni delle tibie anteriori lunghi presso a poco quanto i tre primi arti- coli de' rispettivi tarsi : il primo di questi lungo non più che il doppio del secondo. Mjrmeleon pallidipennìs , Burm. I. e. p. 894 , n. i5. Trovasi nella Spagna e nel mezzogiorno della Francia. Tra noi è una delle specie più abbondanti nelle adiacenze della capi- tale, ne' piani del pari che sulle colline, dalla metà di primavera fino a tutta la state. A questo genere appartieni; ancora il Myrnt. formicarius, che Vincenzo Pefagna registra tra gì' Insetti dell' ulteriore Calabria , e che noi noa abbiamo ancora incontrato nel regno. E dubitiamo che il citato autore non avesse per tale definito il teiragrammicus , cui la frase Linneana del Jor^ micarius potrebbe parimenti applicarsi. IVerfoU. Fannie. 3 l8 NEVROTTERI Genere APLETTROCNEMO ; Jplectrocnemvs (1), nob. Palpi lubiales maxillaribiis parum longcores. Pedes longi , §ra- ciles; tibiae calcar ibus destitutae; tarsorum arliciilus priinus quinto longior. Abdomen in mare cercis brevibus minulis sursum Jlexis . Molto ben distinti sono questi Formicaleonidei , non solo da' Formica- leoni propiiamtntc detti , ma da quasi tutti gli altri della intera l'anùglia, a causa de' loro piedi più lunghi dell' ordinario , gli anteriori più che ì quattro posteriori, assai gracili , con tibie prive di speroni terminali , col primo articolo de' tarsi più lungo di tutti presi isolatamente , non escluso il quinto, il quale ne' piedi anteriori è un poco flessuoso , gueinito sul la- to interno di espide setole disposte a pettine e con unghiette incurvate con- tro l'articolo, diritte ed aguzze: le unghiette degli altri farsi sono leg- germente archeggiate. Le appendici addominali del maschio sono assai corte, cilindracce , ed incurvate in sopra. Sembra aver qualche affinità col genere Megislropiis , differendone però non poco per la lunghezza del primo articolo de' tarsi ( in quello è il quin- to più lungo come all' ordinario ) ; per la mancanza di speroni alle tibie, e 2)er altri caratteri. Kon ne conosciamo che la sola specie seguente servita di tipo al genere. Apicllrocn. a molli punti ; Jplectrocn. multìpunciatus. Tav. IX , fig. 6. A. pallide jlavus ; capitìs punclis duodecini ; thoracis viuìs quatuor dor- salibus , mediis inlerniptìs j pecioris parte ; abdoniinis segmentorum dor- si fasciola basali , allcraque ante marginem posticum ?iigro-fiiscis; alis hja- Itiiis , ncrvis pallidis nigro articulatis , stigmate lacteo ; anticis saepius ma- cula minuta costali prope stigma , aliaque obliqua majori ad marginem po- sticum fuscis. — Long. corp. lin. g 91/2 : lat. alis exp. lin. ig-aS. Colore generale del corpo giallo-pallido. Antenne delicate , lunghe quanto il torace , ingrossanti insensibilmente verso 1' estre- mità , terminate da clava ovale ; con una macchia nerastra sul (1) Dalle greche voci a sine, senza : 'K\■r^t.^^ov calcar sperone, e xvriaT) tibia gamba. FORMICALEONIDEI I9 dorso di ciascun articolo. Capo con una macchia tra la Lise delle antenne , e 1 2 punti nari , cioè : 4 i" linea trasversale superior- mente alla base delle antenne; 2 più sopra, uno presso ciascuna orbita; 4 disposti per traverso sul vertice, e 2 sul!' occipe : so- vente ancora una macchia bruna sotto la base di ciascuna antenna. Ultimo articolo de' palpi labhiali rigonfi:ito avanti 1' estremila , e terminato in punta. Protorace un poco più lungo che largo, me- diocremente dilatalo verso dietro, con due impressioni trasversali; avente quattro strisele dorsali bruno-nerastre, le medie più corte e sovente inlerroUe nel mezzo restando di ciascuna due punti ; il resio del torace à delio stesso colore una striscia da ciascun lato del dorso, due punti sull'anterior parte del mesolorace, e due stri- sce su i fianchi : disco del dorso del torace sovente variato di bruno-rossdstro pallido. Anelli addominali con due fasce irregolari bruno-nerastre ; la primj sulla base , ordinariamente da ciascun lato prolungata assai angusta in dietro sino alla metà dell'anello , Ja seconda un poco più innanzi al margine posteriore ; negli ultimi tre o quattro anelli il color nerastro giunge assai spesso ad occuparne la massima parte. Ali anguste , incolori , cou tulli i nervi pallidi articolali di nero : l'estremila del secondo e terzo nervo longitudinale primario d' un nero più intenso ; i nervi tra- sversali per lo più fiancheggiali di fosco, precisamente quelli del- l' ultima serie che formano una delicata linea fosca obbliqua e fles- suosa : gli stigmi sono lattei : le anteriori innoltre anno ordinaria- mente una piccola macchia costale bruna sul lato interno dello stigma , ed una macchia più vistosa oblunga ed obbliqua nella parte posteriore del disco , poco innanzi la mela della lunghezza, terminata sul margine posteriore , e fiancheggiante esternamente il nervo ricorrente. Piedi con punti stivati e 1' estremità de' femori posteriori neri. Il maschio à le appendici addominali brune, non eccedenti 1' estremità anale, coverte di uncinetti : la femmina à le dette appendici piccolissime ed ispide. Raccolto sulle colline prossime alla capitale nel mese di lu- glio , poco frequente. L' abbiamo ancora delle Calabrie. CATALOGO DF FORMICALEONIDEI nella nostra collezione entomologica del regno di napoli esistenti da servire di indice sistematico alla presente monografia. Gen. Myrmeleon, Lin. ** ( Palpares , Ramb. ) 2. tetragrammicus , Pali. . 1 2 {libelluloides , Lin. pag. 5 3. variegatus , Klug. . . i3 — var. nigriventris. ^ A T> „v 4» innotatus , Ramb. . . \Il Gen. AcANTHACLisis , Ramb. ^ ' ^ 1. occitanica, De Vili. . 7 5. distinguendus , Ramb. i5 Gen. Mackonemukus, A. Cost. .p^uidipennis , Ramb. . ,6 1. appendiculatus , Latr. 8 r^ Tilt un. Gen. Aplectrocnemus, a, Cost. Gen. Myrmecaelurus, A. Cost. ' ( Myrmeleon , auct.. ) [ . flavus , Ramb. multipunctatus, A. Cost. 18 SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE Vili e IX. Tav. Vili, fìg. I. Il Myrmeleon libelluloides , ^, fig. 2. L' Acanthadisis occitanica, ^ , A l'estremità della tibia anteriore co' rispettivi speroni e tarso , ingranditi, lìg. 3. Il Myrmecaelurus tetragrammicus. fig. 4- Il Myrmecaelurus palluUpennis. Tav. IX, fig. I. Il Myrmecaelurus Jìavus , ^, ^ sesto e settimo anello addominale veduti di lato ed un poco ingranditi, fìg. 2. Il 3Iyrmecaelurus innotatus. fig. 3. Il Myrmecaelurus distinguendus. fig. 4- Il Myrmecaelurus variegatus. fig. 5. Il Macronemurus appendiculatus , ^, £g. 6. L' Jplectrocnemus multipunctatus. A estremità della tibia anteriore e rispettivo tarso ingranditi. Famiglia degli EMEROBIIDEI — HEMEROBIIDEA. ( Gen. HemerobiuSj Lin. — Hemerobida , Leach — Ile- merobini ^ Lalr. — Ilemerobides ^ Kamb. ) Capo un pò prolungato inferiormente. Antenne più o meno lunghe e filiformi. Ocelli nulli, ad eccezione di un sol genere. Piedi gracili , lutti simili : tibie prive di speroni. Ali simili, non pieghettate. Corpo gracile. Capo inferiormente prolungato in un muso più O meno sporgente , non però in becco come ne' Panorpidei ; pri- vo di ocelli, se ne eccettui un solo genere nel quale esistono. An- tenne più o meno lunghe , composte d' un gran numero di arti- coli, filiformi o leggermente assottigliale verso Y estremità, spesso moniliformi. Addome nel maschio sovente terminato da appendici speciali, non però molto lunghe. Ali tutte quattro simili, piane , non pieghettale, spesso finamente e brevemente cigliate sui mar- gini , nel riposo le anteriori adattate sulle posteriori , e le une e le altre sull' addome più o meno a tetto. Piedi tutti simili , gra- cili ; le tibie non terminate da speroni apparenti ; i tarsi compo- sti di cinque articoli , forniti di unghielte spesso dilatate alla ba- se , e di torsello non diviso in due. Gli Eraerobiidei abitano ordinariamente i luoghi umidi. Mol- te specie ne vivono in europa. Kell' opera del Rambur , se eccet- tuansi le poche comuni quasi all' europa tutta , per le alire figu- rano principalmente fra le località la Sardegna e la Spagna , co- me le due regioni meglio ricercate pei Nevrotteri , la prima dal Gene , e la seconda dallo stesso scrittore. L' Italia per lo contra- rio viene menzionata soltanto per V Ilernerobius italicus, DagVi au- tori patrii poi troviamo unicamente registrato V Hein. perla nel Saggio sugi' Insetti Calabri del Petagna. Nondimeno il regno di apoli à offerto alle nostre ricerche quattordici specie finora, fra le quali parecchie di quelle che si credevano esclusive dell' una o dell' altra delle due sopra cennate regioni. Hevrott. Einer. ■ 2 NEVROTTERI Linneo e Fabricio riunirono le specie a loro note nel genere Hemerobius ; Latreiile formò in seguilo il g. Osmjlus: altre spe- cie vennero distratte dal Leach e dal Burmeister per costituirne i generi Drepanopleryx e Sisjra. In fine il Rambur dietro un più accurato esame de palpi e di altre parti del corpo vi à for- m;iti i generi Micromus e Mncropalpus. La nostra Fauna nelle quattordici specie ci porge tuiti i diversi generi, ad eccezione del Siarra , che pur siam quasi certi non tarderà a discoprirsi. Ecco come il Rambur riassume i caratteri de diversi generi di questo gruppo. A. Capo con tre ocelli Osmjlus. AA. Capo privo di ocelli. B. Unghieite de' tarsi semplici. C. Ultimo articolo de' palpi mascellari lungo per lo meno quanto i due precedenti. Sisjra. ce. — — meno lungo de' due precedenti. D. — • — non avente una punta come articolata. E. Bordo costale delle ali anteriori ri- stretto alla base Micromus. EE. Bordo costale delle ali anteriori fortemente dilatato alla buse . . . Megalomus. DD. — — avente una spezie di punta allungata , delicata e come articolata. Mncropalpus. BB. Unghiette de' tarsi dilatate Hemerobius. A' sudetti generi , di cui il Megalomus come vedremo ceder deve il posto al Drepanopterjx di Leach, noi faremo seguire an- cora il genere Dilar., il quale sebbene non interamente convenis- se coi veri Emerobiidei , nulladimeno è conquesti chea noi sem- bra potesse stare associato meglio che con le Mantispe e le Riifi- die , con le quali 1' unisce lo stesso fondatore , siccome sarà am- piamente sviluppato nel rispettivo luogo. Accompagnano questa Monografia le due tavole X e XI nelle quali si sono effigiate tutte le diverse specie. Napoli , dicembre i855. A. Costa. EMEROBIIDEI O Genere OSMILO ; Osmylvs , Latr. Caput ocellis tribus instructutn. Palpi maxillares articulo ul- timo pruccedenti fare lungUudine aeqiuiU , fusiformi. Coxae anù- caa in nutre processu corniformi praeditae. All' essenziale carattere della presenza de' tre ocelli, che basta solo a far distinguere gli Ostnili da' rimanenti Einerobiidei , se ne aggiungono altri an- cora. Le antenne sono assai lunghe , moniliformi. Il protorace è mediocre- mente lungo , e più augusto del capo. Le ali sono ampie , con lo spazio costale ristretto alla base , fornite di gran numero di nervi. I tarsi anno il primo articolo eguale al quinto in lunghezza od anche più : le unghiette semplici. I maschi presentano nelle anche de' piedi anteriori una spezie di corno menato innanzi e terminato quasi ad uncino. La specie tipo che trovasi in molte parti di Europa è la seguente. Osmilo macchiato ; Osmylus maculatus. Tav. X, fig. I. O. fiiscus , capite rufo , pedibus testaceis ; alis hyalinis fusco macula' tis. — Long. corp. iin. 6, e. al. ii : lat. alis exp. lin. 20. Capo rigonfiato sul vertice , interamente rosso , con gli oc- chi e gli ocelli neri. Antenne nere. Il resto del corpo nerastro. Il protoroce molto più angusto del capo e del raesotorace. Ali grandi , le anteriori molto più larghe delle posteriori, con lo spa- zio costale dilatato poco dopo la base ; con areole piccole fino ad oltre la metà del disco , lunghe e sottili nel resto; incolori, tra- sparenti, cigliate, riccamente macchiate di fosco : le macchie mag- giori distribuite lungo i margini anteriore e posteriore e due sul disco : le ali posteriori con poche macchie sul margine anteriore, ed una discoidale. Piedi giallicci. I nostri individui ci offrono le due seguenti Tarietà : a) victatus. — Thorace vkta dorsali rufa — Torace con una striscia dormale rossiccia. b) rarimacula. — Jlls aiUicis parcìus mOcutatts — Ali anteriori con lo spazio costale piivo di macchie , e con le macchie discoidali assai piccole : le posteriori «enza la macchia discoidale. ^ NEVROTTERI- Hcmcrobìus maculatus , Fab. Ent. Syst. II, p. 83, n. 7. Osmjlus maculatus, Lair. Gen. Crust. et Ins. Ili, p. 197, u. I. — — Burnì. Handb. Il , p. g83 , n. i. — — Ramb. Suit. a Buff. JNevropt. p. 4'5 , n. i. Specie piuttosto rara nel regno. L' abbiamo degli Abruzzi e delle Calabrie. Genere MICROMO ; Micromus (I), Ramb. Palpi maxillares arliculo ultimo praecedentibus singulis ma- jore, compresso, acuminato. Aniennde Jiliformes, moniliformes. Tar- soruin unguicuU haud elati. Alae anticae area costali basi valde angustata. Distingiionsi ageToImente gli EmcroLiiclei di questo genere dai seguenti, coi quali àn di comune la mancanza dogli ocelli , per le ali anteriori il cui spazio costale presso la base si restringe sensibilmente per modo , che il margine anteriore dell' ala dÌTiene ivi molto rientrante. I palpi mascellari son grandi, con l' ultimo articolo più lungo de' precedenti presi isolatamen- te , compresso , quasi laminare, e puntuto. Il prolorace e corto. I farsi àn cinque articoli , il primo de' quali più lungo dell' ultimo : ungbiette non dilatate. Se ne conoscono poche specie europee , delle quali una sola ne abbiamo noi finora incontrata nel regno. 1 . Microuio variegato ; Micromus variegatus. Tav. X , lìg. 2. M. fusciis , antennis palpis pedibusque albidis ; alis albis , hirtis , fu- sco piincialis et maculalis. — Long. corp. lin i 3/4 » e al. 3 i;a : lat. alis exp. 6 i;3. Corpo bruno-rossiccio, con la posterior parte del capo, ed il dorso del torace variegati di bruno-gialliccio , e fornito di peli non molto folti ma rigidi. Il vertice à una linea media longitu- (1) Dalle greche voci [uxoos porv«i piccolo , ed «lios humcrui omeroi EMEROBIIDEI S dinaie elevala , e due altre laterali obhlique meno pronunziate è più chiare. Antenne e palpi di color giulliccio pallido, o bianco- sudicio : le prime talvolta aneliate finamente di rossiccio. Prolo- race più corto che largo, con due impressioni trasversali, le quali circoscrivono un risalto che da ciascun lato si termina in una piccola dilatazione. Ali anguste, quasi lanceolate, ritondate al- l' estremità , vellutate, bianche; le anteriori coi nervi pallidi pun- teggiati di bruno, e con molte minute macchioline sparse su' mar- gini e sui nervi trasversali , i quali non formano linee continua- te ; tre macchie maggiori si osservano ordinariamente nel terzo apicale disposte quasi a triangolo : ali posteriori con poche mac- chioline distribuite sul margine del terzo apicale. Piedi pallidi. Heinerobius variegatus, Fab. Ent. Syst. II, p. 85, n. i8. — — Burm. I. e. p. 974 « n. 2. Micromus variegatus ^ Ramb. I. e. p. 4' 7 1 "• 2. Trovasi in Sassonia, in Sardegna. Nel regno 1' abbiam tro- vato nna volta sul Gran Sasso d' Italia , ed un' altra nelle selve della collina de' Cumaldoli , nel colmo della state. Genere DREPANOPTERIGE; Drepjnovteryx (1), Leach. ( Megalomus , Rarab. ). Palpi maxillares articido ultimo praecedenlibus singulis aeqiuiU vel longcori , compresso^ laminari^ acuminato. Antennac /difor- mes , submonilifonnes. Tarsorura unguicuU hand elati , valde ar- cuati. Alae anticae area costali basi elato-arcuata ; posticae ad costae basim emarginatae , setisque rigidis praeditae. Simili sotto molti rapporti questi nevrolteri a quelli del'genere prece- dente , se ne distinguono agevolmente per la forma delle ali , la quale ri- chiama alquanto quella di alcuni Lepidotteri della famiglia delle Tortrici. Le ali anteriori presso la base del margine costale sono più o meno dilata- (1) Dalle greche voci <3p-«7vii falx , falce e «frspuE ala , ala. 6 NEVROTTERI te ed arcbeggiate , ed anno un gran numero di nervi longitudinali od ob- Lliqui , con nervi trasversali distribuiti sopra due o tre serie. Le ali poste- riori presentano alla base della costa un nervo sporgente che lascia sul mar- gine dell' ala un intacco , e porta alcune setole , analoghe al freno de' Lepi- dotteri notturni. Leach costituiva questo genere per 1' Hemcrobius phalaenoides di Lin- neo. Rambur associando a questa altre specie affini dovette formolarne di- versamente i caratteri generici « e si credè perciò autorizzato a mutarne il nome del genere. A noi però pare non fosse questa una ragion sufficiente per ciò effettuire. Accade ogni giorno che variando i confini di un genere ne variano ancora le sue note caratteristiche , conservandosi però sempre il primitivo nome per quel gruppo che racchiude la specie tipo , siccome ab- biam fatto avvertire ancora nel genere MjrrmeUon. Per la qual cosa noi cre- diamo doversi repristinare il genere di Leach adottato pur da Burmeister. Rambur riporta di questo genere quattro specie , tutte europee , delle quali la fauna napoletana conta per ora le due seguenti. 1. Drepan. tortricoide ; Drepan. tortricoides. Tav. X, fig. 3. D. brunnea , ore tinteìinarumqite basi rnfo-pìceis, pronoti lobis laterali- hus pedibusgue pallide testaccis ; aliì hyaliius , aiUicis et posticarum mar- gine externo dense villosis , et transversim fiisco iaenialis , nerfis pallidis jiigro fariegatis , iransversis in anlicis lineas diias obliquas fuscas formar.' iibns ; posticis macalis duabtis in margine postico fiiscis. — Long. corp. lin. 2 , e. al. 3 1/3 : lat. alis exp. 6 i;2. Capo nero splendente, liscio, con scarsa e Lreve peluria solo nella parte posteriore: clipeo, labbri, e parte inferiore rossicci. Antenne e palpi bruni : le prime finaruente vellutate, coi due pri- mi articoli rossicci. Protorace assai corto , trasversale , terminato da ciascun lato in un piccolo lobo ritondalo , con due forti ira- pressioni trasversali ; bruno , con due macchie dorsali talvolta poco visibili, ed i lobi laterali giallicci o rossicci; fornito di peli ispidi. Il resto del torace bruno , variato di rossiccio. Addome bruno-rossastro. -\li anteriori larghe la metà della propria lunghez- za , fortemente dilatate alla base dello spazio costale , ritondate air estremità , vellutate ; bianche , traversate da un gran numero di lineette flessuose ed interrotte fosche ; due linee più marcai''' EMEKODIIDEI 7 di tal colore seguono il cammino de' nervi trasversali , di cui la prima obbliqua sta poco oltre la metà dell' ala , la seconda ar- cuata e quasi parallela al margine apicale sta tra questo e la pri- ma ; una macchia più estesa fosca si osserva sul margine poste- riore esterno; i nervi sono pallidi, macchiati di bruno. Ali po- steriori trasparenti lisce, con largo margine apicale , e due mac- chie sul margine posteriore foschi e vellutati. Piedi pallidi. Megalfiìius tortricoidcs , Ramb. 1. e. p. 4'9 » "• ^' Rambur descrisse questa graziosa specie sopra individui di Buda in Ungheria. Vive essa pure nel nostro regno, ove l'abbiain raccolta sopra Montevergine nel mese di luglio , rara. 2. Drepan. piraloide ; Drepan. pyraloides. Tav. X , fig. 4- D. brutineo-rufa , pedibus pallidioribus , antennis ftiscis ; alis hyalino- subrufescentibus, anticis lineolis crebris òubopacis tenie conspicuis, liiie.isque dua- bus obliquis ftiscis notaiis. — Long. corp. lin. a, e. al. 3 ip : lat. alis exp. 6 3;4. Corpo interamente d' un bruno-rossastro, più oscuro sul dor- so. Antenne brune. Protorace come nella specie precedente , con le due linee trasversali impresse interrotte sulla linea mediana. Ali anteriori col margine apicale assai obbliquo e formante una curva continuata col posteriore : trasparenti , tinte leggermente di rossastro], con lineette trasversali dello stesso colore un poco più fosco ed alquanto opaco , visibili però con lente , e con due li- nee più oscure che seguono il cammino de' nervi trasversali , di cui la prima più corta ed obbliqua presso la metà della lunghezza, la seconda tra questa ed il margine esterno , cui è quasi paral- lela , e prolungata fino al margine posteriore , avvicinandosi un poco più alla prima linea : i nervi punteggiati di bruno là dove sono traversati dalle lineette rossicce. Ali posteriori incolori , iri- date , senza alcuna macchia , a nervi pallidi. 8 NEVROTTERI Rambur ha descritto questa specie sopra individui privi di ali inferiori : però la descrizione che dà del rimanente ci convince che sia una la specie. Megalomus pjraloides , Ramb. I. e. p. 4'9 i n. 3. Comune in quasi tutto il regno ne' luoghi ombrosi , nelle selve , dalla primavera fino al principio di autunno. Genere MUCROPALPO ; Mucmpjlpus (1), Ramb. Palpi maxillares articulo ultimo praecedentibus singiilis lon- gìore , tereti , apice acuminato subarticuluto, Anlennae suhfiVifor- mes , moniliformes. Considerati superficialmente questi Nevrotteri simigliano moltissimo alle Drepanopterigi, delle quali presentano la luaijgior parte de' caratteri: se non che le ali anteriori non cosi dìLitate alla base, e più oblunghe danno loro un aspetto alquanto diverso. Quello però che più ejsenzialmente li distingue è r ultimo articolo de* palpi mascellari, che in questi verso 1' estremità si assottiglia bruscamente e si prolunga in una punta che sembra quasi artico- lata col pezzo principale. I nervi delle ali anteriori sono cigliati. Se ne conoscono parecchie specie europee. Noi ne abbiamo tre delle già note , ed una quarta la quale ci sembra da tutte quelle distinta. * Ali anteriori con una linea di nervi trasversali presso la metà del margine posteriore. 1 . Mucropalpo gialliccio ; Mucropalpus luiescens. Tav. X , fig. 5. M, luteus , ihorace pittis diiahus brunneis , ahdomine brnnneo jliwo' variegato , pedibus palUdis ; alis hyalinis sitblutescentibits , aniicis lineolis (ransi'ersìs saepius exoletis fuscìs , nervis fusco punctatis , transversis fusco limbacis ; posticis iminaculatis. — Long, corp. lin, a i/3 , e, al. 4 •74- la*« al. exp. 7, (1) Dalle voci latine mucro punta , e palpus palpo. EMEROBIIDEI g Antenne più lunghe del corpo , gialle , un poco assottigliate verso r estremità, che d'ordinario è bruna. Capo e torace gialli, con scarsi ed ispidi peli : il primo con gli occhi bruni , ed un poco di rossiccio sui lati dell' epistema e della bocca : il secon- do con due strisce longitudinali bruno-rossastre , più marcale sul protorace , il quale è terminato da ciascun lato da un tubercolo ritondato. Addome bruno, variegato di giallo. Ali trasparenti, in- colori , negl' individui meglio coloriti traversate da lineette un poco fosche visibili con lente, a nervi finamente cigliati, pallidi punteggiati di bruno: i trasversali fiancheggiati da un leggiero sfumo fosco formando due linee, la prima al di là della metà dell' ala , obbliqua, composta di sette nervi, interrotta dopo il primo anteriore, e di cui i cinque discoidali formanti una scalinata ; la seconda tra la prima ed il margine apicale , assai più obbliqua, flessuosa, composta di seite ad otto nervi , e nella metà posteriore alterna- tivamente interrotta ; una linea fosca più marcata sta presso la metà del margine posteriore fiancheggiante i tie nervi trasversali: e più presso la base vi son due altri nervi trasversali continuati in linea e de' quali 1' anteriore è più corto : nervi dello spazio co- stale biforcuti od anche triforcuti , con un punto nero marginale tra le biforcazioni. Piedi pallidi : tibie un pò rigonfiate. Hemerobius lutescens , Fab. Ent. Sjst. II, p. 8^, n. 13. Mucropalpus lutescens^ Ramb. 1. e. p. 4^0, n. 1. Specie comune in quasi tutta l'Europa. Noi l'abbiamo nel- le adiacenze di Napoli , nelle selve , dalla metà di primavera fi- no a tutta la state. 2. Mucropalpo distìnto ; 3Iucropalpus distìnotus. Tav. X , fig. 6. M. brunneo-rufus , nigro variegatits, alis hyalinìs, antìcis lìneolis tran- svtrsis numerosis exoletis fuscis , nervis nigro irroratis , lineis duabus obli^ quis maculaqiie ad marginein posticum fuscis ; posticìs immaculatis , limbo fuscescente. — Long. corp. lin. 2 ip , e. al. 4 ^/a •' lat. al. exp. 8 i;j. Nevrott. Emer. a IO MEVROTTERI Capo giallo-rossiccio , con tutta la fronte e tre delicatissi- me linee sul vertice nere. Protorace pressoché s'i lungo che largo, nella parte posteriore dilatato ne' due lati in un lobo od orecchietta; con due delicatissime linee trasversali dorsali impresse ; giallo- rossiccio come il resto del torace , con una striscia da ciascun lato nera , e con peli setolosi dello stesso colore. Addome biu'io- rossustio, o nerastro. Ali allungate bi;inche tmsparenti : le ante- riori con gran numero di lineette trasversali flessuose ed irregola- ri giailo-rossicce , visibili con lente ; i nervi cigliati e punteggiati di bruno ; i trasversali marginati dello stesso colore formando due linee obblique avanti T estremità, una piccola macchia al termine posteriore della prima di dette linee, ed una breve linea sul mez- zo del margine posteriore : delle due linee la prima sta un poca al di là della metà dell' ala, è poco flessuosa e racchiude sei ner- vi trasversali , interrotta dopo il primo anteriore ; la esterna ne abbraccia quattro o cinque più sensibili e due altri poco marcati posteriori, ed è più interrotta e flessuosa; infine tutto il contorno dell' ala è segnato di macchioline brune. De' due nervi trasversali basilari V anteriore è più lungo. Le ali posteriori sono nude, sen- za macchie , e col solo contorno fosco. Piedi pallidi, con due macchie sulla faccia esterna delle quattro tibie anteriori e 1' estre- mità de' tarsi bruni: tibie posteriori lunghe il doppio delle anteriori. Mucropalpus distincliis ^ Ramb. 1. e. p. 4-i » "• 2. Si conosce questa specie della Spagna soltanto, raccoltavi dal suo descrittore. ]Nel nostro regno non manca. Incontrasi nelle sel- ve della collina de' Camaldoli , nella primavera innoltrata. EMEROBIIDEI II •* Ali anteriori senza linea di nervi trasversali presso la metà del margine posteriore. 3. Mucropalpo irrorato ; Mucropalpus irroratus. Tav. X, fig. 7! M. flai'us ritfescenli variegatus ; alis hynlinis, anticis nervis longiiiuli- nalibns paUidis fusco punctatis , transvcrsis J'uscis. — Long. corp. lin. i 2;3, e. al. 3 1/3 ; lut. al. exp. 6-7. Corpo d' un bel color giallo , un pò rossiccio solo sui Iati del protorace e del mesotorace : con gli occhi neri. Protorace as- sai corto , pelacciuto , dilatato in un piccolo lobo da ciascun luto. Ali incolori , trasparenti , le anteriori traversate da lineette fles- suose giallicce visibili con lente , coi nervi finamente cigliati ; i longitudinali pallidi punteggiali di bruno, i trasversali bruni, non però marginati di tal colore, in modo da non formare linee fosche distinte come nelle specie precedenti; quelli della prima linea sono al numero di sei , ed interrotti per due intervalli dopo il primo anteriore, ed i due posteriori posti sopra una stessa linea ; quelli della linea più esterna al numero di sette quasi alternativamen- te interrotti : de' due nervi trasversi basilari l' anteriore assai più corto del posieriore. Ali posteriori senza macchie. Piedi pallidi : tibie posteriori as.sai più lunghe delle quattro anteriori , dilatate avanti l'estremità. Addome talvolta con due linee rossicce laterali. Specie raccolta la prima fiata ne' boschi delle montagne del Matese , ove non sembra rara. Posteriormente l' abbiara pure in- contrata presso la capitale , ma meno frequente. 4. Mucropalpo piccolino ; Mucropalpus parvulus. Tav. X , fig. 8. M. ftiscus , tlioracis fitta media dorsali pedibusque pallìdionbus j alis hyaliriis subfidiginosis , iiervis fiiscis , anticarum longitudinalibiis pallido artictUatis — Long. corp. lin. i 1^2 , e. al. 2 2;3 : lat. alis exp. 5. 12 NEVROTTERI Corpo interamente di color bruno-rossastro or più or meno oscuro, hrevcmente pelacciuto. Il torace à una delicata striscia me- dia dorsale, ed i lobi laterali del protorace più pallidi. Le ali anteriori sono traversate da linee flessuose leggermente fuliginose un poco più larghe dogi' intervalli che le separano, in guisa da prendere esse una tinta generale fuliginosa con linee flessuose più chiare; i nervi longitudinali sono foschi articolali di pallido ; i trasversali foschi : di questi ve ne à tre presso la base , cinque disposti in linea trasversale alla metà dell' ala , interrotta per due inter- valli dopo il primo anteriore , e quattro altri più in fuori , cioè due contigui sul disco , e due altri avanti T estremità vicini al margine anteriore e posti sopra una stessa linea. Ali posteriori leggermente fuliginose. Piedi pallidi. — varietas jjallidus. Corpore brunneo-lutescente , alis magis liyalinis. 11 colore generale de! corpo è in taluni bruno-gialliccio ; ed in essi le ali anno meno di fuliginoso , e quindi sono più trasparenti , per lo die pre- sentuuo a primo aspetto un abito diverso. Però un esame comparativo, pre- cisamente della disposizione de' nerTÌ delle ali ne avverte la sola differenza stare nella minor intensità delle tinte. Miicropalpus parmlus , Ramb. I. e. p. 422 , n. 3. Questa specie descritta da Rambur sopra individui raccolti dal Gene in Sardegna, vive parimenti fra noi nelle selve delle colli- ne vicine alla capitale , nella primavera innoltrala e nella state. Genere EMEROBIO ; IIemerobius {\) , Lin. ( Chrysopa , Leach. ) Palpi maxillares articulo ultimo praecedente longiore , com- presshisculo , apice attemiato. Antennae longae setaceae. Tarso- rum articulus quintus primo longitudine subaequali ^ at latior; unguiculi minuti basi distantes^ subtus dilatati. Tibiae cjlindraceae, (1) Dalla gicca voce t) «.£05j3rj5 in dicm vivens , che vive alla giornata. Cosi detti dil- la loro brevissima vita nello »talo d' immagini. EMEROBIIDEI l3 Le specie cui i sistematici conservano oggi il generico nome Ilcmerobius di Linneo distinguonsi dai generi attlni formati per alcune delle specie da quello distratte , per le unghiette de' tarsi le quali , assai piccole e distanti tra loro alla base , anno intcriormente una dilatazione seguita da un intac- co che sta tra questa e l'estremità aguzza dell' unghielta. I palpi mascel- lari anno r ultimo articolo più lungo del precedente , un poco compresso , ed assottiglialo all'estremità. I tarsi anno il primo e l'ultimo articolo qua- si eguali in lunghezza ; 1' ultimo però più largo ; i tre intermcdii assai corti. Le uova degli Emerobii sono oblunghe , d' un bianco candidisgimo e poggiate sopra un lungo e delicatissimo peduncolo simile a filo di capello anch'esso bianco, por lo quale aderiscono alle piante sulle quali le madri le depongono a gruppi di dieci a dodici, vicine tra loro. Le larve si ci- bano di Afidi, donde Reaumur le chiamò Leoni degli yffidij e per trasfor- marsi in ninfe si tessono un piccolo bozzolo. L' europa alberga una dozzina di specie di Emerobii. La nostra fauna ne conta finora sei specie , due delle quali probabilmente nuove. \ . Emerobio perla ; Hemerobius perla. Tav. XI, fig, I. Hem. viridi- Jlavus , vitta utrinqiie ante oculos rufescente ,• alis hyali- nis , ìiervis viresceniibus , crebre ciliaiis ; cellutis discoidalibus poslicis sex, — Long. corp. lin. 4-4«/4> e- al. 6 ip-y : lat. al. exp. 11-12. Variai : colore corporis Jlai>escence vel carneo , iinniaculalo seu citta u- Irtnque pronoti abdominisque viresceiUe. Colore generale del corpo verde-gialliccio , con una striscia su ciascun lato dell' epistema innanzi degli occhi di color carneo o rossiccio : gii occhi dorati nel vivo , bruni nel morto. Capo col vertice un pò tumido , depresso nel mezzo , liscio. Anten- ne più lunghe del corpo , col primo articolo grosso , e ravvici- nate alla base. Protorace poco o non affatto più corto che largo, un pò dilatato d' avanti in dietro, col margine posteriore inarcato per abbracciare il mesotorace ; con un cordone trasversale poco dietro la metà , limitato posteriormente da un delicato solco: la porzione basilare depressa e con un delicato solco longitudinale medio. Ali incolori, trasparenti, iridate, coi nervi tutti verdicci, guerniti di ispidi cigli dello stesso colore o taluni nerastri : le macchie degli stigmi verdicce ma poco apparenti. l4 NEVROTTERI Offre questa specie alcune varietà nel colorito del corpo. Il più sovente esso è veide gialliccio , con le due strisce avanti gli occhi rossicce ; i mar- gini laterali del protorace d' un verde più intenso , o rossicci come le strie del capo , ed una striscia da ciascun lato dell' addome anche verde. Altre Tolte il capo ed il torace sono variegati di rossastro pallido. In altri poi il colore essendo uniformemente giallo-verdiccio pallido, anche i nervi delle ali sono di tal colore. Infine si tiovano individui ne' quali il colore generale del corpo è carnicino sia per intero, sia col solo vertice e dorso del torace verdicci. Ileinerobius perla ^ Lin. Syst, Nat. II , p. 911 , n. 2. — — Fab. Ent. Syst. II , p. 82 , n. 2. — — Ramb. 1. e. p. 4^4 •> "• i> Chrjsopa perla ^ Burm. 1. e. p. 980, n. 4- Specie comune nel regno , come lo è del pari nell' europa tutta : abita i luoghi piani egualmente che gli elevati. 2. Emcrobio di Rambur ; Hemerobim RambmiL Hem. i>iridijlavus , paljjis fusco rnaculatis , alis hyalinis , nervts vire- scentibus parciiis el brevius ciliatis , iraiisi'ersis in extremitalibus nìgris , cellulis discoidalibus poslicis sex. — Long. corp. lin. 4 i/4 , e. al. 6: hit. al. txp. i3. Questa specie , che a primo aspetto confondesi facilmente , come Io è stata per lungo tempo confusa, con la precedente , se ne disting'ue nondimeno principalmente per le ali , i cui nervi so- no assai più brevemente e scarsamente cigliati , verdi , i trasver- sali neri alle due estremità o ad una sola , pochi ancora per una maggior estensione. Innoltre i palpi anno 1" ultimo articolo e la base de' due precedenti nerastri ; il capo à di questo colore un tratto innanzi ciascun occhio ed un punto tra la base delle an- tenne : il protorace è un poco più depresso , col cordone tras- versale meno forte , con due linee talvolta interrotte ed i margini laterali bruno- rossastri. E3IER0B1IDE1 l5 Hetnerobhis prasinus ^ Riinib. 1. e. p. 4^4 •> "• 2. Specie propria ei^ualmente a quasi tutta 1' europa , e tra noi un poco meno diflusa dulia precedente, con la quale talvolta coa- bita. L' abbiamo per oru rinvenuta negli Abruzzi soltanto. Oisnivazioni. La descrizione che il Raml)ur tlìi tkll' Emerobio che chia- nia prasmiis conviene si esattamente con gì' individui napoletani che abhiam sotto gli occhi, da non lasciar alcun dubbio che questi siano idendici a quel- li che il citato autore à tenuto [iresenti. Però non sapremmo con cgual fran- chezza affermare che gli uni e gli altri siano la Chr. prasina di Burmcister, la cui grandezza è sensibilmente superiore a quella del perla e del sopra descritto ; oltre al non potervisi bene adattare la diagnosi. Per la qual cosa a non indurre equivoci maggiori noi abbiam creduto distinguer la no- stra ispecie , intitolandola al distinto Nevrotterologo sig. Rambur , lasciando ad altri il giudizio sulla sua ideuticltù con la Chr. prasiua di Burmeister. 5. Eraerobio negletto ; Ilemerobius negleeUis. Tav. XI , fig. 2. ( ala ). M. Jlavo-oirescens , alis latioribus, celhdis discoidalibus posticis 4 vel 3, hyaliiiis , nervis pallidis , transcersis J'iisco terminatis. — Long. corp. lin. 3 i;2-4 , e. al. 4 2/3-6 : lat. al. cxp. 8 1/2-12. Variai : uitta utrinque dorsali brunneo-rufescente. Anche questa specie simiglia moltissimo all' Em. perla, in mo- do che potrebbe facilmente con quello confondersi. I caratteri che nettamente lo distinguono stanno nelle ali proporzionalmente più larghe, meno allungate, e con cellole diverse per numero e for- ma. Le cellole discoidali posteriori delle ali anteriori , che nelle due specie precedenti sono al numero di sette e strette ed allun- gate , qui non sono che quattro , od anche tre, più larghe e più corte. I nervi longitudinali di dette ali sono pallidi, i trasversali con r estremità brune : sovente quelli dello spazio costale , od anche gli altri obliqui che separano le cellole discoidali posteriori dalle anteriori interamente bruni o nerastri. Il colore del corpo è gial- lo verdiccio pullido : il capo à due punti sul vertice ed uno l6 NEVROTTERI tra la base delle antenne bruno-rossicci ; palpi maccliiati di que- sto colore. Alcuni individui offrono ancora due strisce longitudi- nali laterali sul dorso del torace e dell' addome bruno-rossicce. Raccolta nelle Calabrie dal Prof. 0. G. Costa. 3. Emerobio di Beck ; Ilemerohius Beckii. Tav. XI , fig. 3. Hem. vìridis , capile punclis sex nigris ; alis hyalinis , nervis viridibus parce nigro nolaiis , et subtiliter cilia/is ; antennis fulfis , occipite prc^unde excavato. — Long. corp. lin. 4 '/^ , e. al. 8 : lat. al. exp. i5. Colore generale del corpo verde pistacchio. Capo con sei pun- ti neri; due frontali superiormente alla inserzione delle antenne, due trasversali e lunulati al di sotto delle slesse, e due altri sui lati deir epistema uno sotto ciascuno occhio. Vertice un poco ele- vato e ritondato: dietro e sotto di esso una profonda escavazione trasversale limitata ne' due lati da una delicata linea elevata. Oc- chi bruno-dorati. Antenne men lunghe delle ali , delicate , ful- ve , col primo articolo grosso verde pallido. Palpi bruni, con le articolazioni pallide. Protorace trasversale, di un terzo circa men lungo che largo ; anteriormente prolungato in un lobo ritondato che si adatta sul fondo della escavazione dell' occipite ; con uu solco trasversale poco dietro la metà , che da' due lati prima di giungere a' margini ripiega in dietro terminandosi negli angoli po- steriori, ed il cui fondo è nerastro; superficie sparsa di brevi peli setolosi neri : due macchie brune stanno una presso ciascun an- golo anteriore. Addome con peluria breve ed ispida nera. Ali in- colori trasparenti , con 7 a 8 cellole discoidali posteriori ; ner- vi verdi , cigliati , quelli delio spazio costale , e taluni trasversali più prossimi alia base delle ali anteriori neri. Un lungo tratto nel posto dogli stigmi verde-gialliccio opaco nelle quattro ali. Tarsi rossicci. Unghieite dilatate alla base, indi assottigliate ed incurvate. EMEROBIIDEI I7 Osservazioni, Per la depressione ben marcata dietro il vertice sporgen- te sembra questo nostro Emerobio avvicinarsi al conformìs fiamb. della (Co- lombia , del quale perù non à i rimanenti caratteri. Del pari per la colora- zione presenta grande simiglìanza con 1' affiiiis anch' esso straniero all' euro- pa. Un attento esame comparativo però ne accerta non poter esser confuso con le cennate specie, ne con alcuna delie altre descritte dal Rambur. Trovasi assai raro nelle adiacenze di N.-ipoli. Raccolto dal Dott. Carlo Beck , dal quale ci è stato gentilmente comunicato. 4. Emerobio occhi-dorali ; Ilemerobius chrysops. Tav. XI , fig. 4. Hem. ciridis nigro variegatus, antennarum articido primo Jlavo, secun do nigro; alis hjalinis, nervis ciliatis, longiludinalibiis uiridibits, transvcrsìs- omnibus nigris. — Long. corp. lin. 4 '72 , e. al. 7 i;a : lat. al. exp. i^- Capo verde pallido: una linea innanzi ciascun occhio, ter- minata sul lato dell' epistoma , contorno della inserzione delle antenne , continuato fra queste in un anello che è sul vertice , e dal quale partono due linee ( una per lato ) che vanno dietro le orbite, nere splendenti. Palpi bruni. Antenne brune, col primo articolo giallo , e la base del secondo nera. Protorace pressocchè SI largo che lungo, con delicato solco medio longitudinale, ed una impressione trasversale da ciascun luto dietro la metà: verde, con due strisce laterali più o meno larghe nere. Mesotorace e me- latorace neri , con una striscia media verde-gialliccia. Addome ne- ro , col dorso verdiccio variegato di bruno nel maschio, nella le- raina verde con una striscia longitudinale media nera. Ali l«rghe, ritondate all' estremità , con sette cellole discoidali posteriori : ì nervi finamente cigliati ; i longitudinali verdi , i trasversali neri : spazio stigmatico verde un pò opaco. Piedi verdi. Hemerobìus chrjsops , Lin. Syst. Nat. II , p. 912, n. 4« — — Fab. Entora. Syst. II , p. 83 , n. 6. — — Ramb. I. e. p. 4-6 , n. n. Chrjsopa reticulata , Burm. 1. e. p. 980 , n. 8. IS'evroU. £mei. 3 , l8 NEVROTTERI Rilienesi questa specie come frequente in Europa , e soprat- tutto nelle montagne. Noi J' abbiam raccolta non molto rara nelle vallate ombrose ed umide di Monte Vergine, nel mese di luglio. 5. Emerobio italiano ; Ilemerobius italicus. Tav. XI , fig. 5. Hem. sordide Jlavas , thorace viltà u/rinqiie dorsali hrnnneo-rnfa ; w6' domine brunneo-rufo vittis duabus dorsalibus sordide Jlavis ; alis hyalinis, nervis pallidis fusco ciliatis , transvcrsis in extremitatibus fuscis. — Long, corp. lin. 7 , e. ai. i2-i3 : laf. al. exp. 24-26. Colore generale del corpo giallo sudicio, con una striscia su ciascun lato del dorso di tutto il torace di color rosso-fosco: ad- dome di questo colore, con una striscia da ciascun lato del dor- so e r estremità giallo-sudicie. Antenne robuste, bruno- rossastre , col primo articolo giallo-sudicio. Occhi neri. Ali grandi , tra.spa- renti, senza macchie, con 9 a 1 1 cellole discoidali posteriori nelle ali anteriori , ed 8 a 9 nelle posteriori : talune suddivise in due da un nervo trasverso : nervi cigliati, pallidi, con le estremità dei trasversali bruno-rossicce. Hemerobius italicus , Rossi, Faun. Etr. II, p. 12, n. 694, t. IO , f. 12. — — Ramb. I. e. p. 4^9 f "• i4' Chrjsopa italica , Burra. 1. e. p. 981 , n. 12. E questa la più grande specie del genere che l' europa pos- siede. Abita r Italia , la Corsica , la Sardegna , la Spagna. Nel nostro regno è piuttosto rara, soprattutto presso la capitale , ove r abbiam raccolta presso le dipendenze del Vesuvio nella state. EMEUOBIIDEI I9 Genere DILARE ; Dilar , Ramò. Caput infra Jiaud prolractum , ocellìs tribiis iruignis opacis praedituin. Antennae unipectinatae cf* « dentatile J. Palpi bre- vissimi. Tarsi 5-articulati^ articulo primo /nuUo longiore: unguìcii- li simplices. Abdomen in /emina oviducto longo gracili terminatuni. L' insetto che forma il tipo di questo genere presenta nella struttura delie antenne un carattere unico finora tra Nevrolteri europei. Esse sono lunghe , moHicce , ad articoli allungati portanti ciascuno da un solo dei lati un ramo lungo quanto l'articolo o poco più, formando nell'insieme un pettine a denti tra loro discosti ; nella femmina anno un ramo assai più corto quasi dente. Il capo à la bocca poco sporgente , i palpi brerissimi , e tre ocelli tra loro distanti. Le ali àn nervi numerosi longitudinali , e po- chi trasversali. I tarsi àa cinque articoli , de" ijuali il primo assai più lun- go degli altri , 1' ultimo un poco più corto del secondo , con ungliietfe semplici , e gracili. La femmina è fornita di lungo ovidutto assai gracile. Osservazioni. Questo genere viene dal suo fondatore piazzato nella tiibù delle Semblidi , forsi per 1' affinità che presenta co' Chauliodes a causa delle antenne pettinate nel maschio. Egli però non ebbe a considerare che man- cava all'insetto che descriveva il carattere che stabiliva come essenzialmen- te distintivo della Tribù , cioè il quarto articolo de' tarsi dilatato. Noi al- tronde confessiamo di scorgere nel nevrottero in parola 1' abito generale de- gli Emerobiidei , de' quali ci pare dovesse costituire l'ultimo anello a cau- sa del muso assai poco pronunziato. Ne la presenza degli ocelli osta , tio. vandosi essi egualmente nel primo genere di Emerobiidei. Per la qual cosa meglio che associare il Dilare alla famiglia de' Semblidei , che già per noi \ieue scissa in più altre , abbiam creduto registrarlo al termine della pre- sente famiglia , formando l' anello di congiunzione tra questa e 1' altra dei Rafidiidei , a causa del lungo e gracile ovidutto di cui è foinita la fem- 1. Dilare napoletano ; Bilar parthenopaeus. lav. XI, fig. 6. D. fulvus , alis hyalinis fuli>o-f uliginoso tessellatls ; antennarum ma- ris ramis articulis ipsis haud longioribus. — Long. corp. lin. i i;a , e. al. 3 i/a : lat. al. exp. 6 i;a. Maschio. Corpo interamente di color giallo-fulvo , pelacciu- to 5 eoa gli occhi neri. Capo quasi ritondato : vertice rigonfialo, 20 NEVROTTEni e con delicatissima linea longitudinale impressa: ocelli assai gran- di op.iclii , posti in triangolo, due posteriori, ed uno anteriore tra la inserzione delle antenne. Antenne lunghe circa il doppio del corpo , composte di 18 a 20 articoli; il primo più grosso, il secondo brevissimo , i rimanenti allungati portanti all' estremi- tà un ramo non più lungo dell' articolo clie lo porta , formando uà pettine a denti molto lontani ed egualmente lunghi. Protorace assai corto , trasversale, con quattro tubercoli poco elevali, dispo- sti a traverso, due medii separali sempliceiTiente da uiia delicata linea impressa , e due laterali. Mesotorace e tnetatorace quasi ri- gonfiati nel dorso. Addome più ^lacciuto del resto del corpo. Ali tmsparenli , incolori , lungamente frangiate sui margini , a nervi bruno fulvi, con cigli lunghi e delicati dello stesso colore; le ante- riori con gran numero di piccole macchie fulvo-fuliginose, alcune formanti linee trasversali interrotte , altre disposte quasi a scac- chiera, e due piccoli punti neri, 1' uno innanzi la metà dell' ala, J' altro tra quello e la base : le posteriori anno di simili macchie pochissime e poco apparenti nella sola metà apicale , ed un solo punto nero. La specie tipo del genere {D. nevadensis) conoscesi della Spagna soltanto , ove è comune ne' piccoli boschi delle parli più elevate di SerraNevad. La nostra 1' abbiam discoperta nelle adiacenze di Napoli ; però sembra assai rara , non avendone finora incontrato che un maschio soltanto. Osservazioni. Seiubra la nostra specie avesse la più grande affinità con quella di Spagna , fino ad essere indotto a crederla identica : e noi l'avrem- ino per tale considerata se non ce ne avesse dissuasi la forma delle antenne. In fatti se la figura che il Rambur ne à data è esatta, la differenza fra le due specie è sensibilissima , come può rilevarsi dal semplice confronto del- le figure. In quella gli articoli sono più numerosi , assai più corti , ed ìn- yece i rami molto più lunghi de' rispettivi articoli , e crescenti in lung^ez- ìA verso la metà dell' antenna. il CATALOGO DEGLI EMEROBIIDEI nella nostra collezioxe entomologica del regno di napoli esistenti da servire di itulice sistematico alla presente nwnografia. Gen. OsMYLUs , Lalr. 2. distinctus , Ramb. . . . g 3. irrorai US , A. Cost. ..11 r inaculatus , Fab. pag. > ^ / \ parvulus , Ramb. . . . iv i I. ) — var. v'iltulus. ^' \ — var. pallidus. [ — v.ir. rariinucula. Gen. Hemerobivs , Lin. Gen. MiCROMLs , Ramb. I. perla , Lin i3 I. variegiilus, Fab 4 ^ l Ramburii , A. Cost. . . i4 ^" \ prasinus, Rarai).(nonBur.) Gen. Dr.EPAKOPTERYx, Leach. 3. negleclus, A. Cost.. . . i5 ( Mcgaluinus ^ Ramb. ) 4" Beckii , A. Cost. ... 16 f. ( cbrysops , Lin 17 1. tortricoiJes , Ramb.. . . 6 '* | reticulatus ^ Burm, 2. pyraloides, Ramb. ... 7 6. italicus , Ross 18 Gen. Mucropalpus, Ramb. Gen. Dilar , Ramb. j. lutescens j Fab 8 1. parthenopaeus , A. Cost. ig SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE X e XI. Tav. X , fig- I • La varietà uittata dell' Osmylus maculatus. I ." L' ala anteriore dell' altra varietà rarimacula. fig. 2. Il Micromus variegatus , ingrandito cen le ali spiegate ; a la grandezza naturale, fig. 3. La Drepanopteryx torlricoides. id. fig. 4- La Drepanopteryx pyraloides. id. fig. 5. Il Mucropalpus lutescens. id. fig. 6. Il Mucropalpus dislinctus. id. fig. 7. Il Mucropalpus irroratus. id. fig. 8. Il Mucropalpus parvulus. id. Tay. XI, fig. I. L' Henierobius perla, id. fig. 2. Ala dell' Hemerobius negleclus ingrandita .• a a cellole di- scoidali posteriori fig. 3. L' Hemerobius Beckii. id. A il capo veduto di fronte, fig. 4- L' Hemerobius chrysops. id. fig. 5. L' Hemerobius italicus di grandezza naturale, fig. 6. Dilar parthenopaeus ji^ A 1' antenna ingrandita. Famiglia de' MANTISPIDEI — MAISTISPIDEA. ( Gen. Maniispa , Illig. — Mantispides , Ramb. ) Protorace assai allungato. Piedi anteriori inseriti nel- r anteriore estremità del prolorace, assai grandi, e con- formati per la presa. Ali simili non pieghettate. Gl'Insetti di questa piccola famiglia rappresentino fra Ne- vrotteri quel che le Mantidi fra gli Ortotteri. I loro piedi ante- riori assai grandi e conformati quasi come nelle vere Miintidi co- stituiscono per essi un organo di presa assai robusto, per Io quale non possono confondersi coi rimanenti Nevrotteri. Non avendosi pprtanto finora che un solo genere, i cui caratteri naturali si con- fondono con quelli della famiglia , ad evitare inutili ripetizioni li esporremo in parlando di questo ; contentandoci qui di segnare soltanto che nessuna spcie di tal famiglia trovasi dagli scrittori di patria entomologia menzionata. Genere MANTISPA ; Mjntispj , Illig. Antennae breves filiforims. Prothorax valde elongatus. Pedes antici in ejiis extremitate antica inserti ^ poste rioribus multo ma- jores et validiores , raptorii. Son questi de' NcTiotteri assai eleganti e Lizzarri. Il loro capo è largo, con occhi assai grossi, no' più privo di ocelli, con antenne proporzionalmen- te corte filiformi. Il protorace è lungo, cilindraceo , pressocchè in forma di tubo , dilatato nella estremità anteriore , la quale dà inserzione ai piedi di avanti. Questi sono assai più grossi degli altri quattro, dai quali restano di- scosti per quanto è lungo il protorace , robusti , con anche lunghe di due pezzi ; trocanteri piccoli ; femori ( tibie secondo Rambur ! ) grossi e forni- ti di più spine e denti sul margine inferiore ; tibie ( parte del tarso secon- do Rambur! ) delicate , leggermente arcuate, e flessibili contro il margine spinoso de' femori ; tarsi piccoli, di 5 articoli de' quali il primo più grosso ed un poco più lungo degli altri presi insieme. Ali fornite di nervi robusti formanti tre serie di cellole longitudinali , nel riposo adattate sull' addome inclinate a tetto. Antipenultimo articolo di tutti i tarsi integro. Nevrott. Mani. 1 2 NEVROTTERI Due specie di Manlispe possiede V Europa , la pagana e la perla. Noi conosciamo del regno la seconda soltanlo, non ostante che la prima sia ge- neralmente diffusa per una parte maggiore delle regioni di quella. 1. Manlispa perla; Mantispa perla. Tav. XII, fig. I. M. flava fusco-variegata , femoribus anticis inlus , anleiuiisque nigris ; alis flavescealibus, flauo-uenosis , stigmale brunneo. — Long. corp. lin. 5-G, e. al. 7 i;2-9 .• lai. al. esp. i2-i5. Capo piuttosto grosso , con due impressioni longitudinali tra gli occhi ; giallo , con due macchie sul vertice e V occipite nero- rossastri. Antenne nerastre, coi due primi articoli inferiormente gialli. Protorace con delle rughe trasversali , e talvolta un delica- tissimo solco longitudinale nella parte angusta, e con due tubercoli innanzi la dilatazione; giallo, con due strisce longitudinali brune, le quali sulla parte anteriore si dilatano formando due anelli. Meto- torace e metatorace variati di giallo e di bruno-rossastro. Addome giallo, con una fascia negli anelli dorsali , più o meno dilatala in avanti sul dorso , ed un' altra su' ventrali ripiegata in avanti presso i margiui laterali nero-rossastre. Ali tinte di giallo d' ambra, trasparenti , cpi nervi gialli , e gli stigmi allungati bruno- rossicci opachi. Piedi gialli : gli anteriori con la faccia interna de' femori nerastra ; i quattro posteriori con delle macchie sulle anche, ed una linea sulla faccia inferiore de' femori brune, Mands perla ^ Pali. Spie, Zool. fase, 9, p. 16, t. i , f. 8. Mantispa perla ^ Burm. Handb. p. 967 , n. a, — — Ramb. Kouv. Suit. à Bufi'. Nevr. p. 4^2 , n. 2. Blantispa Christiana , Charp. Hor. Ent. p. »3. Specie comune nella Russia meridionale, e nella Grecia. Nel nostro regno non è rara nella Terra d'Otranto, ove è stata raccol- ta dal Prof. O. G. Costa , e dal Dot. G. Costa. Noi l abbiara rinvenuta eziandio sopra JMpnle Vergine in Luglio , rara. Famiglia de' RAFIDIIDEI — RHAPHIDIIDEA, ( Gen. Rhaphidia , Lin. — Rhaphidiodea , Schn. ) Capo appiattilo , ordinariamente con tre ocelli. An- tenne brevi , filiformi. Protorace allungato , quasi cilin- draceo. Piedi simili , equidistanti , gracili , gli anteriori inseriti nella posteriore estremità del protorace. Antipe- nultimo articolo de' tarsi bilobo. Ali simili , quasi egua- li , non pieghettate. Addome nella femmina terminato da lunga trivella. Le Rafidie, come le Mantispe, offrono tale singolarità di orga- nlizazione, che non può farsi a meno di isolarle in una piccola e distinta famiglia. Il loro capo, proporzionalmente grande , ap- piattito , diminuisce più o meno in larghezza d' avanti in dietro, e nella regione occipitale restriogesi bruscamente in un piccolo collo. Gli occhi sono impiantati lateralmente nella sua parte ante- riore, di mezzana grandezza, e non molto sporgenti. Ocelli al nu- mero di tre impiantati sulla fronte , o nulli. Antenne inserite in- nanzi la fronte, distanti fra loro, brevi, filiformi, composte di moki piccoli articoli. Prolorace allungato, cilindraceo , coi mar- gini laterali ripiegali in sotto , forradndo quasi un tubo. Mesoto- race e metatorace di gnndezza ordinaria, più larghi del protora- ce. Addome cilindraceo , un pò depresso , nella femmina termi- nato da lunga trivella od oviscapto incurvato in sopra , compo- sto di due pezzi o mezzi tubi , V uno superiore, l' altro inferiore. AH tutte quattro simili, quasi eguali, piane, non pieghettate, nel riposo adattate a tetto sali' addome, vitree , incolori , con tre serie longitudinali di cellole discoidali irregolari nella forma; con gli stigmi colorati , spesso traversati da nervi , per li quali re- stano divisi in due, tre o quattro cellole. Piedi tutti simili, graci- li , gli anteriori inseriti nella posteriore estremità del prolorace , e quindi tutti equidistanti. Tarsi di cinque articoli, dei quali il I\eiroU. Vajid. i 2 NEVROTTERI terzo bilobo , il quarto minutissimo ed abbraccialo da' lobi del precedente : unghiette fornite inferiornuente di ottuso dente, Burmeister associò le Mantispe e le Rafidie in una stessa fa- miglia. Rambur ne isolò le prime in nna famìglia distinta , e riunì le seconde con le Semblidi ed altri generi , formando una famiglia la più eterogenea del suo sistema. Finalmente Io Schnei- der nei!;» sua bella monografia delle Rafidie dimostrò sj queste, che le Mantispe costituir dovessero due piccole famiglie assai ben distinte , Manlispiodea e lìhaphkliodea : 1' rana e Y altra racehia- denti un sol genere, diviso in due sottogeneri aecondo fa presenza o mancanza di ocelli. In fatti, tra le Mantispe general ni etite pri- ve di ocelli propose il genere Jnisoptera per la M. nolha^^rìchi. che ne è provveduta ," e per inverso, tra la Rafidie ordinariamente fornite di tali organi propose il g. Inocellia per la R. cra&sicornis che ne manca. Le Rafidie conosciute sono tutte esclusive di Europa - e la Schneider aggiunge essersi osservate nella Germania , nella Svizze- ra , neir Italia superiore, iu Francia, nelT Inghilterra, nella Sve- zia , Lapponia , Danimarca, Russia media; ed il suo sottogenere Inocellia sembrar non eccedere i confini della Germania. Egli pe- rò non avea avuta V opera del Rambur pubblicata V anno innan- zi , nel quale caso avrebbe aggiunte ancora la Spagna e b Sarde- gna, e rilevato che la Inocellia vive ancora in qoest' altima, Noi possiamo oggi assicurare eziandio che l'Italia inferiore non deve essere esclusa dalle regioni abitate dalle Rafidie , e che la Inocel- lia in particolare è frequente in questa parte estrema d' Italia, \e cui grandi aflinità con la Sardegna in quanto alla geografia ento- mologica sono state da noi in diversi luoghi avvertite. Quattro specie se ne sono tra noi rinvenute , cioè tre Rafidie p. d. , e la Inocellia : esse vengono rappresentate nella tavola XII. Napoli , Dicembre i855, A. Costa. RAFIDIIDEI i Gémere RA FIDIA ; Ruapuidia (!) , Lin. Caput obovatwn^ postica obconico-angustatwn , rarhis subqua- dratiiin , ocellis tribus praeditnm. Posternum triangulure. Alae nervis radlalibus et cubitalibus in ramulos dichotomos exeuntibus.i Compicde questo genere il numero maggiore delle specie , le quali of» frono una certa dilHcoltà nella loro determinazione, a causa di alcune varia- zioni cui vanno soggette. Noi ne abbiamo del regno tre sole, due delle quali, non ostante la nostra scrupolosità, ci pare non potei si con precisione riferire ad alcuna di quelle con tanta esattezza descritte ed elTigiate da Schnei- der , né con quelle del Rambur. 1. llafidia serpentina ; Rhaphidia ophiopsis. Tav. Xll , fig. 2. J?. nigro-fiisca , aeneo micans , capitis obofati linea polita riifa ; prO' noti margimbus paliidis ; pedibus tesiaceis, fentoribus posticis fuscis ; ala- rum coita radioque diiiiidiis , raniulisque poslcostae paliidis , stigmate bre- vi trapezoideo biureolalo fiisco , abdomine Jlavo-lineato- — Long. corp. lin. 4 i;2-5 , e. al. 6-6 I/a ; lat. al. exp. g-io. Colore generale del corpo nerastro , a riflesso bronzino. Ca- po ristretto dalla regione degli occhi in dietro, prendendo la figura quasi triangolare, a lati pressoccliè diritti o leggermente tumidi ; sot- tilmente punteggiato, con una striscia liscia leggermente impressa rosso-fosca , che da dietro gli ocelli si estende fino all' occipite : clipeo e labbro superiore bruni coi lembi fulvi ; mandibole ful- ve , brune all' estremità; palpi giallicci, i mascellari con 1' ultimo articolo bruno. Antenne fulve o giallicce , brune verso l'estremi- tà. Ocelli ben disliuti. Protorace luogo quanto il capo , un poco più largo nella metà posteriore che nell' anteriore , finamente ru- goso a traverso ; col margine anteriore ed i laterali ripiegati pal- lidi. Mesotorace col diaframma anteriore ed una linea dorsale , talvolta continuata pure sul metatorace , gialli. Addome con una serie di linee trasversali sul dorso parallelle al margine posteriore (1) Dalla greca voce i^y.^-i actis , aco. ^ NEVROTTERl di ciascun anello, e ne' lati ripiegate in avanti ad angolo quisi ret- to , una serie di linee in ciascun fianco , ed il margine poste- riore di ciascun anello ventrale gialli. Ali a nervi foschi , lìna- mente cigliati ; il costale ed il ridiale per circa la metà basilare, il primo o due primi trasversi dello spazio costale, e qualche rarau- scolo altro gialli : stigma assai più corto della cellola che gli sta dietro, circa il doppio più lungo che largo , irregolarmente trape- zoidale, diviso in due cellole da un nervo trasverso assai obbfi'jao raramente forcuto, di color fosco più o meno intenso. Piedi pal- lidi ; le quattro anche posteriori , ì due fensori posteriori e gli ultimi tre articoli di tatti i tarsi brani. Presenta questa specie alcune variazioni nel g,racfo eli liivta iklìo stig- ma delle ali , «Iella striscia rossa del capo , ec. Sono inoltre piì» n&tevoli le due seguenti Tarietà. a ) flai'itabris. — Parte anteriore dei capo dalia irsserzionc dcHc antenne iu poi lotalm-onte gialla : femori posteriori sinvili i*eì colo^re agli altri ,• ner- ■vi costale e radiale delle ali giallo-pallidi uno allot stigKM, h ) fusciventris. — Addome ititerauientc Lruno. | varietà citala da Schnei- der) Rhaphidia ophiopsis, De Geer, Mem. II. p. gS, t. XXV, f. 4-9;. — — Schum. Beitr. Ent. p. 10, n. i. fìg. i, — — Burnì. Handb. II. 2 , p. 963, n. 2. — — Ramb. jNouv. Suit. à Buff. Nevr. p, 4^9 , n. !>► — — Schn. Monog. g. Rbaph. p. 68 , n. 1 , t. 2 . Trovasi in varie patti del regno , non escluse le adiacenze di Napoli, poco frequente. La varietà a V abbiamo raccolta sopra Monte Vergine , in luglio. 2. Rafidia Luigina ; Rhaphidia Aloysiana. Tav. XII , fig. 3. yf. Iti gro-f lisca, capile postice sensim cunealo-anguslato , aeneo nitido; Unca media pedina aliisque ditabus Caleralibus lUriiiqiie rujls j ore, anien- narain basi pedibusqne flavis ; pronolo brunneo-ferrugineo , fusco-notato ; alaruin costa radio nervtsque omnibus baseos pallidts, stigmate elongato, àia' reoLiio , pallide ochraceo Long. corp. lin. 4, e. al, 6 : lat. al. cxp. 8 1^2- R A F I D I I D E I S Capo ristretto d' avanti in dietro in linea quasi retta , e quin- di pressoccliè esattamente triangolare , col collo leggermente dila- tato verso dietro dopo la strangolatura ; punteggiato distintamente nella parte anteriore compresa tra gli occhi e gli ocelli , assai li- namente dietro di questi , più fortemente sul collo: di color bron- zino chiaro e splendente, con la striscia media poco infossata , e due laterali oLbIique liscifi rossicce ; dalla inserzione delle antenne in avanti , comprese le parti boccali giallo ; estremità delle man- dibole ed ultimo articolo de' palpi mascellari bruno. Ocelli poco ele- vati. Antenne gialle , brune verso 1' estremità. Protorace poco piìi largo dietro che avanti, finamente rugoso a traverso, bruno-fer- ruginoso, con due tratti longitudinali ne' lati del dorso più oscuri. Mesotorace e metatorace come nella specie precedente. Addome nero-piceo, con una serie di linee longitudinali gialle lungo cia- scun lato. Ali meno strette che nella specie precedente, con lo spa- zio costale meno dilatato: stigma allungato di color gialliccio pal- lido ; nervi pallidi , il sottocostale ed i rami marginali brunì. Piedi gialli ; anche de' quattro piedi posteriori brune. Femina. Osservazioni. Non ostante tutto il nostro studio per riferire questa Ralì- diu a qualcuna delle specie desciilte dallo Schncidcr , I' è stato impossi- bile. Le sue maggiori allinttà sono con la R. xan/hosfigma per Ja forma e colore dello stigma delle ali : ne dilTeriscc però per la forma del capo, che s-i accosta più a quello della R. ophiopsis , pel colore de' nervi delle ali , oltre quello del prolorace che potreWiC esser variabile. Parimenti essa non può riconoscersi in alcuna di quelle descritte dal Rambur , comunque sena- hri avvicinarsi alla B. bactica. Raccolta nelle colline degli Abruzzi; molto rara. 3. Rafidia colubroide; Raphidia colubroides. Tav. XII , fig. 4. H. fusco-nigra nitida , capids obovati linea media aliaque utrinque laterali rufo-fuscis , pronoto antice elevato j alaruni nervis brunneis , costa- li et radiali basi pallidis , stigmate e longato biareolato , pallide ochraceo ; pedibus testaceis ; abdomine Jlavo-Uneato. — Long. corp. lia. 3 •;»-4 » e. al. 6 ; lat. al. exp. 9. 6 NEVROTTERI Cupo ristretto leggermente da dietro gli occhi fino ai due lerzi anteriori, indi sensibilmente ed in linea curva fino al collo; finamente punteggiato; nerastro , colla striscia mediana liscia rossic- cia superficiale in avanti, verso 1' occipite più profonda e quasi fian- cheggiata da due linee elevate ; un' altra striscia rossiccia lungo ciascun lato, anteriormente bifida ; una delicata fascia rosso-losca immediatamente avanti la inserzione delle antenne ; una lunula gialla dietro ciascuna di queste ; clipeo pallido ; labbro superio- re bruno -rossastro a margini pallidi, Antenne fulve alla buse, bru- ne verso l'estremila. Protorace nella estremità anteriore obbliqua- raente elevato , elevazione seguita da una impressione che si con- tinua sui lati incurvando verso dietro ; altra impressione trasver- sale sta innanzi la base ; alquanto gibboso innanzi di questa im- pressione ; superficie resa un poco aspra per li punti cigliferi ; co- lore uniformemente nerastro , senza margini pallidi. Mesotorace e nietatorace nero-picei. Addome nero-piceo , con due linee laterali sugli anelli dorsali , ed il margine posteriore de' ventrali gialli. Ali con nervi bruni , il costale e radiale giallicci alla base : stigma allungato , lungo quasi quanto la cellola che gli sta dietro, diviso da un nervo obbliquo in due cellole quasi eguali. Piedi testacei. Raccolta dal Prof. 0. G. Costa nelle Calabrie. Osservazioni. Anche questa specie slamo costretti insignirla jirovvlsrc riamente di nome nuovo, non potendola esattamente riferiie ad alcuna del- le già note. Fra i caratteri che più la distinguono vi e il jjrotoracc che in avanti si eleva ohbliquamcnte. Genkke INOCELLIA ; Inocelua , Sclin. Caput subquadraluni , ocellis destilutuin. Posternum Uberuin obhngiuìi. Alarum rainidus unlcus radlalis in furcarn cxiens. Alla mancanza di ocelli si associano ancora altri caratteri per giustifi- care la separazione di questo gruppo dalle Piafidie propriamente dotte , pre- sentita da Rambur ed elFettuita da Schneider. Il capu è quasi quadrato ; le antenne più lunghe , ad articoli numerosi ed assai piccoli ; il protorace è meno angusto , depresso sul dorso , coi margini ripiegati non congiunti n A F I D 1 1 D E I 7 al di solfo ; il prosterno è scoperto ed oblungo ; le ali hanno un solo ner- vo radiiile biforcuto all' ubtremità , lo stigma non diviso in più cellole , i nervi non cigliati. Non se ne conosce (inora che la sola specie seguente. ] . Inocollia crasslcorno ; Inocellia crassìcornis. Tav. XII, fig. 5. /. nigra , antcnnarain articulis diiobus haseos pedibitstjiic ieslaceis : a- larurn iietvis fuscts , /jriiintriis busi pulUde fuh'ii , stigmate elongato uni- areolato , fitsco bruniico ; abdontiiie Jlavo-linealo. — Long. corp. lin. 3 172- 5, e. al. 4 1/2-7; lat. al. cxp. 8-12. Corpo di color nero, più splendente nell' addome, meno sul capo e torace. Capo quasi finamente pimteggiato-granelloso , con delicato solco longitudinale liscio, anteriormertle diviso in forma di V: parti boccali brune. Antenne brune, coi due, tre o quattro pri- mi ariicoli ordinariamente fulvi. Protorace sul dorso con delicata linea longitudinale impressa ; nero , con lembo assai angusto bruno. Mesotorace e metatorace neri , con una macchia sul pri- mo , il dietro-scutello, e il diaframmi medio e posteriore fulvi. Addome col mugine posteriore di lutti gli anelli, e due linee lon- gitudinali in ciascun lato degli anelli dorsali di color giallo. Ali trasparenti, coi nervi foschi, i primarii longitudinali fulvo-pallldi alla base : stigma allungato, formato da una sola areola , bruno- fosco. Piedi interamente fulvo-testacei. — var. bicolor.— capile /Ji-onotoque fcrnigiiieis, alarum stigmate /laltidiore. RhapJiidia crassicornis, Hartl. SchuiTì. I. e. p. i5, n. 4i f- 4» — — Burnì. I. e, p. 970 , n. 6. — — Rami). 1. e. p. 4'9 i "• ^• Jiiocdlia crassicornis , Schn. 1. e. p. 89, tav. 7. È questa la specie meno rara nel r^no , soprattutto nelle adiacenze di Najioli , dalla primavera innoltrata fino a lulla la state. Fra gli alberi sotto le cui cortecce abbiam trovato vivere la larva dobbiamo segnare J' ulivo. CATALOGO DE' MANTISPIDEI E RAFIDIIDEI. nella nostra collezione entomologica del regno di napoli esistenti da servire di indice sistematico alla presente monografia. MAMTISPIDEI Genus Mantispa , III. { perla , Pali. ( Christiana Charp. BAFIDIIDEI. Geuus Rhaphidia , Lin. Genus Inoceilu, Schn. C opliiopsis Sclium. pag. 3. ». crassicomis , Schumi. . 7. * ( — var. flavilabris. — r var. bicolor, z. Aloysiana , A. Cos. . 4' 3. colubroides , A. Cost. . 5. SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA XII. Fig. 1. La Maiuis/ia perla . j4 veduta da sopra ; B di lato. Fig. 2, La Ph'ifJÌudia aphiopsis con le ali spiegate ingrandita. Fig. 3. La Hhaphidia ^loysiaim , id. A il capo maggiormente ingran- dito : B lo stigma delle uji. Fig. 4- I"'' Rhaphulia colul/roides , coipe sopra.. Fig. 5. La InocelUa crassicornis , ipgrai)ditai con le ali spiegate. J'a^^ (U.^^/^ ToA^./X . W^ ^■'#- ,^^j^ ^ (■- Fi^ m / U^Trm^rr/o' r.l Genere FOLGORA; Fulgori, Lin. Generis ch.vracteres essentiales. Frons antice in rostriuu produci a. Rostrum saepius corporis dimidio loiigius. kn- teiiiiae breves appendice nulla suhtus pracditae. CiiARACTiìRES NATURALES. Caput nuignum, ìn/latnin, elongatuin. apice obtusuin. Clypeus ublongo-lriangidnris , a jronte Si'junctus. Labrum minuUiin subulcUum. Rostrum corporis dimidio longins. Oculi superiore parte sessiles , inj'erius hainaii. Ocellus ulrinqne oculo approxiinaUis. Antennae arùculo idliino granulalo , injìa- to , prriformi , apice uiiìbilicato , sctigero. Osservazioni. Lo Gniclin ascrisse a riucsto genere 21 s]iecie , ilelle quali ilue sole appartenenti all' Euro] a ; V Europaca cioè e la mimila. I più recenti scrittori però ne riconoscono 5 soltanto , alle quali -vi aggiunsi la sesta, orso- no cinque anni (i). Le coste dell' Adriatico nudriscono una settima specie, la quale ò poi trovata eziandio sulle pianure di M. Frumento, suliordinato al- l'Etna, ed anche ne' contorni di Palermo. Essa è la Fulgora Hemiplera , della quale darò qui la descrizione. È a notarsi però , che Germar mette la Fulij. Europaea come tipo del suo genere Fiata , nel quale novera pure la F. cande- laria e lalernaria degli autori. Recentemente è stata pubblicala la Monografia delle specie esotiche di que- sto genere. f I. Fulg. europea, F. europaea. F. fronte conica , capile , cuculio, thoraccque supra lineis tribus elevatis ; sub- lus quinque; viridis , alis hyalinis reliculatis , tibiis poslicis serralis, tarsis rufis. F. Europaea, Lin. Syst. Nat. p. 704. n. 9- Fabr. Sp. Ins. 2, pag. 3i5. Sulzer Hist. Ins. tal). 9 , f. 5. Petag. List. Entom. II , pag. 6i6 , tah. 9, f. i. Fiata europaca, Genn. Mag. 3, p. 190. Trovasi in quasi tutta V Europa , d' onde il suo speci '^'(1) F. clegans. V. Auiuiai. Zool. iS3.| , n. 12. fico 2 rO<-. I N S ET T I nome: avvegiiacliè le Folgore p. d. provengono dalle Indie e dal Brasile. o 2. F. emittera, F. hemiptera ^ n. Tav. I, f. /^^ ah e F. unicolor viridescens fusca immaculata ; hcnielijlris dimidialis ; alis nidlis. Certo isfugito non sarebbe alla sagacità di Fabricio il carat- tere delle semielilre dimezzate , e la mancanza delle ali, se questa specie tenuta avesse presente allorché battezzava la sua !/^. minuta ; alla quale assegnò per soli distintivi specifici lo avere il capo ed il torace giallastri , e 1' elitre ed una linea dorsale bianche. Le quali note mancano del tutto nella nostra folgora , essendo essa tutta ed uniformemente di color verdognolo fosco, e sen- za alcuna macchia : al che aggiunge una forma ventricosa , ed un fronte assai prolungato, rivolto in sii, e lateralmente crena- to. Gli occhi sono bruno-rossastri. La sua lunghezza non eccede linee 3 ^ ne' maggiori individui. Trovasi sulle coste dell' Adriatico ; ne' mesi di luglio ed agosto. Osservazioni. Lo aver trovati di essa parecchi individui in diversi luoghi , in diversi tempi , e di grandezze differenti e sempre simili , porta a conchiiidcre , che tale sia la sua organizzazione , e non già che fosse ancora incompleta , sic- come potrebbe taluno sospettare. ^ 3. F. elegante; F. elegans, n. T. Il , f. i. a J. F. capite thoraceque tricarinatis viridihus; hemelylris fiisco violaceis , maculis feneslralis , ad apicem radialis; viltà suturali viridi inlerrupla. Costa, Annuar. Zool. i834, n. i2. 11 capo è picciolo triangolare, col fronte mediocremente al- lungato, e terminato da una punta ottusa, sopra e sotto contro linee rilevate. Occhi laterali sessili neri , con una fascia al di sopra; guance, rostro , e solco della inferior parte del fronte neri. Antenne lunghe quanto la metà del capo , ed anche più brevi , E M I T T E R I 3 iSJ composte di 3 articoli cilindracei , di color verdiccio, coi mar- gini interni neri , e guerniti di setola terminale il doppio piìi lunga de' 3 articoli insieme ; inserite immediatamente sotto gli oc- chi. Ocelli lisci, od occhietti, posti innanzi alle antenne e sotto gli occhi reticolati. Protorace alquanto più corto del capo con 3 linee rilevate al disopra in continuazione di quelle del capo. Torace e scutello insieme triangolare , ed uguale in lunghezza al protorace e capo insieme, in guisa che questo e quello costituisco- no quasi un rombo regolare ; sopra esso ancora si trovano le 3 linee rilevate in proseguimento delle precedenti. Le semielitre son di color bruno rossiccio colla metà superiore del margine inter- no del medesimo color verde del capo e del torace , fenestrate , ossia guernite di macchie trasparenti , talune delle quali sul con- torno della metà posteriore son disposte in forma di raggi , oc- cupando gl'intervalli lasciati dalle nervature. Ali trasparenti fu- liginose colle nervatnjre nere. Corpo nero con macchioline bianche sul margine di ciascuno anello addominale. Piedi verdi , pallidi con una macchia nera sopra i femori. Lunghezza linea i j. Trovasi costantemente sul Saccarwn Ravennae L. nell'atrio della Solfatara o Forum Vulcani. Nel mese di luglio. Ed assai più rara s' incontra sopra i Camaldoli , in sito ombroso. 4 93 „ Genere CISSIO; Cixius (i), Latr. Generis characteres essentiales. Antennarum arUcuhis secundus cylindricus , lae\ns. Characteres naturales. Frons parva. Prothorax cingustu- tus el urciuitus , medio sinuatus. Mesothorax delthojdeus. An- lennae capite breviores , intra oculos insertae , articulo secundj (jUndrico , laevi. Occelli .duo sub oculis inserti , parvi. Osservazioni. Questo genere , fondato da LatrelUe , racchiude specie moI(o alFini alle Folgore, dalle quali si dipartono solo per lu forma del capo., Ond' è che Gcrmar si avvisò riuniile sotto la medesima generica denominazione ^ Fiala , suddividendole in due distinte famiglie , a norma che il fronte trovasi tron- cato nelle une, e prolungato nelle altre. Fabricio ancora associò i Cissi alle Fla- Ir ; ma queste non sono le stesse,che le Fiale di Germar , sibbene le specie di cui Latreille à formato il genere' Poecilopler a. Che che ne sia di tali fluttuazio- ni e cambiamenti, facili a verificarsi ogni giorno, siccome è stato in più luo- ghi avvertito , i Cissi sono cicadarie di piccola statura , e poche specie si tro- vano menzionate dagli entomologi ; tutte però proprie all' Europa. Noi ne pos- sediamo buon numero, e molte specie ci sembrano o non affatto conosciute, o talmente svariate e diverse da' tipi loro , da lasciarsi risguardare come nuove. ^ I. Cis. Leporino; Cis. Leporiims, C. corpore fusco , capite thoraceque rufescente ; hemehjlris alhis , ncrvis palli- de fulvis exokle maculatis , margine antico transverse et oblique lineolato , lineoUs fuscis. Questa specie, conosciuta soltanto per la descrizione e figu- ra esibitane da Panzer nel precitato luogo , è frequente tra noi. Essa è la maggiore di tutto , e facile a distinguersi dalle sue semie- litre membranacee di un bianco cenerico , le cui nervature leger- mente rossegianti, sulle quali alcune macchioline angolose dello stes- so colore , poco discernibili ad occhio nudo : e nel margine ante- riore, verso l'estremità, sette lineette obbliqne e trasversali più sensibili fiancheggiano le nervature bianchissime. Le sottoposte ali sono pure bianco-cinerine senza macchie. Il corpo è bruno- ros- sastro. (i) Porsi de K'ccrcs , Ellera. Genere ISSO ; Issus , Fal)r. Genere ciiaracteres essentiales. Hemelytrae corporc cic- guales vel hre^nores , elatae. Prothoi-ax incsolhoraci ae- qualis. Aiitennae sub ocidis inserlae. Characteres NATUftALES. Caput arigustuin obluse angulatnni. Frons oblungo -subquadrata , plana , undiqne marginata , medio cannata. Cljpeus frontis apice cjus einargincdiirae insertus , a Jronte dislinctus , obconicus. Labrum obtcctum. Rostrum dimidii corporis longitudine. Oculi magni sessiles lateralcs. Ocelli nulli. Antennae oculis apprcxiniatae , articulo ultimo obconico , apice con- cavo , setigero , seta basi incrassata. Thorax aw^uslutus , anlerins angulatus , posterius rectus. Scutelluni triangulare cum mesolho- race figuram rJiombeani gignens. Osservazioni. In opposizione delle Pecilotfere , 1" Europa nuclriscc la più parte degli insetti del genere ^Issus. Il nunm-o di quelli ben conosciuti e di 8 , de' quali un solo ne appartiene al Brasile (7«SMS nodipennis Gerra. ) (i). Questo genere, della famiglia de' Collirostri , costiluito da Fabricio , ed adottato dagli entomologi posteriori , comprende ;d- cuni cercopidi del suo antico sistema , e quindi delle cigale di Linneo e di Geoffroy. La sola specie stata finora riconosciuta tra noi è V Issus gibbosus ; ma ben altre ne offre il regno assai di- • stinte ed interessanti. y I . I. gibboso , Issus gibbosus. I. unicolor viridi-flavescens , hemelylris fusco-tiridibus rcliculalis. Questo insetto è tutto di color verde gialliccio uniforme , più chiaro solamente nel capo-torace e scutello. Le semielilre àn- B-2 i/ .(') Latrejlle avverte , che quantunque ei non avesse vedute le specie italiane grrlloi des, a/iterus 'épcde stris , esse nondimeno si allontanano da questo genere, jieicliè p Ne" cenni Zoologici per l'anno iSS^ ò data la seiie d s' incontrano ; oltre le quali la Sicilia pur possiede lì. Jlc 2 -'^ INSETTI no le nervature più oscure perchè doppie, ma non per essere di colore più cupo. Un punto nero pel campo, più distinto nella femmina. Le semielitre si dilatano presso la base od angolo an- teriore , ed indi si restringono per terminarsi in punta rotonda. Da ciò risulta una specie di rigonfiamento o gibbosità nel mezzo di esse , d'onde il nome specifico. Un tal carattere però è comune a tutte le specie , dal più al meno. ^' Ccrcopis coleoplrata , Fabr. Sp. Ins. Il , p. 33o. — Petagna, List. Ent. II, p. 622? Cercopis coleoptratus ^ Panz. Fauii. Ins. Geni. Fase. •1, n . II. /^ Issiis colcoptratus , Falj. La Cibale hossue , GeofT. Insect. n. 7. v"^ Fulgora gibbosa , Oliv. Encycl. meth. Issus gibbosus, Latr. Hist. XII, p. 3i3. Trovasi in Francia, Alemagna , ed Italia : non raro. — Nelle due Sicilie è frequente nelle praterie. 2. I. con macchia in forma di giglio. /. liliimacida , n. Tav. 2 , f . I. J. flaviis , nùjro varierjalus ; hcmehjlris ftiscis , maculis aìbidis ad hasin simul lilinm cjftìiijeiitibus ; altera apicali Imnsversa , margini parallela. Il corpo ed i piedi di questa specie sono giallognoli , macchia- ti e listati di nero. Il fronte è punteggiato di nero, co' contor- ni gialli; una macchia bruna abbraccia il mezzo dello scutello e dello scapolare, dai cui mar.^ini giallicci divisa resta in quat- tro. Le seniielitre sono brune, col margine anteriore ■ bian- co-giallicio , ed il posteriore punteggiato di bianco e di nero. Presso la base di ciascuno v'è una macchia archegiata trasparente e bianchiccia , e dello stesso colore è la costola : entrambe riu- nite costituiscono la figura d' un giglio , talmente precisa e costan- te , che distinguere lascia a colpo d' occhio lu specie. Presso l'a- E M I T T E R I 3 pice vi è una macchia simile , arcuata anch' essa , e pii!i piccola di quella che sta nella base. Sovente il color nero è poco sensibile, ed a seconda delTe- tà, il color giallo è più 0 meno pallido; quindi le macchie poco sono osservabili a primo sguardo ; ma a luce rifratta si distinguo- no per la maggior trasparenza loro. 3. I. dilatato ; /. diìatatus. I. fiiscus , maculis irrcgularibus albis , hcmelylrarum lalerihus diìatalis. ^y Fulgora dilatata ; Oliv. Encycl. ^ Cicada dilatata; Vili. Entom. I, p. 469, T. Ili, fig. i3. Issus diìatatus; Latr. Hist. XII , p. 3i4, n- ^. Costa Ann. Zool. i834, p. 84, n. 24. Della Francia , secondo i prelodati autori. Trovasi molto raro sopra i Camaldoli. 4. I. bifasciato ; /. hifasciatus ^ n. Tav. 2 , f . 2. 1. flavìcans , hemehjtris pallidis , nervis elemlis reliculatis concoloribus , fa- sciis duabus nigris Iransversalibus posteriore internipla. Neir Annuario Zoologico per l'anno i834, nella pag. 84i n. 26 , indicai quest' Isso come specie distinta , per aver le ner- vature delle semielitre molto rilevate ; talché costituiscono un elegante reticolo. Presso la base vi è una fascia trasversale ne- ra , la quale non giunge fino al margine interno. Un' altra è ai due terzi circa della base stessa , larga dapprima sul margine esterno, e restringendosi s'interrompe nel mezzo, ricomparendo sul margine interno. La base di tal macchia , sul margine ester- no , vien costituita da' soli nervi trasversali , i quali somigliano ad altrettanti caratteri arabi. Ed anche le nervature della estre- mità posteriore od apice sono un poco fosche. Trovasi rarissimo sulla collina de' Camaldoli , e nell' atrio della Solfatura. M l^ INSETTI Dubito eli' esser possa una varietà dell'/, lllilmacula. Con- viene far altre ricerche per assicurarsene , non avendone più che un guasto esemplare nella mia collezione ; gli altri essendo an- dati a male. Le altre specie di questo genere finora conosciute, sono ' L' /. Coleoptratus dell'Europa. — ^ Lauri , ivi. '^^Flavescens — Fauna Siciliana , g. Isso , p. 3 , n. 3. — ^Cinereus , ivi. — -2 Discolor . Piemonte. — — '- Nodipennrs , del Brasile. Il grjlloides , V'apterus , ed il pedestris , quantunque della Italia , non sono stati altrimenti vedliti , dopo che furono dal Fa- bricio descritti. OMOTTEni 1 Genere CERCOPE , Cercopis (a) , Fabr. Generis ciiaracteres essentiales. Thorax posteiius productujn^ angustatum , angulatim excissum. Characteres naturales. Caput semilunare , lateribus rotun- datis; antennis triarticulaiis , articulo ultimo setaceo , ititer oculos insertis , capite brevioribus. OccUis duobics in fronte. Thorax sub- rhomboidale , posferius angulatim a scutello excissum. Tibiae po- steriores longissimae spinis duabus armatae. Ova in spuma pariens. Osservazioni. I cercopi sono degl' inselli del genere delle Cicade di Linneo, e del suo ordine degli Emitleri. Il naUirallsta di Kiel li registrò nella Classe de' liingoti (/w^o/rt ), coslituendone il genere Cercopis. Ora riposli vengono da' mo- derni nell'ordine degli Omotlcri (//owo^j/tva), famiglia delle CVcf/d'«7Ye , iribìi AeUe Cicadelle. L'insieme del capo, torace, e sculello, che poco si dislinguono a primo sguardo , offre la figura di un rombo , di cui il fronte , od anlerior parte del capo a ( Tav. Ili, f. 2.) rappresenta uno degli angoli , e Io scutello e n' è l'opposto. Sono al capo, vi è il becco lungo, composto di 3 pezzi, e che racchiude 3 setole. Le specie sono abbondantissime , e vivono altre sulle piante , altre sugli alberi, de' quali succiano l'umore. Latreille reclama a ragione una monogra- fia di questo genere , confessando che quelle descritte da Fabricio non sono a bastanza chiare, e che egli le registra provvisoriamente come tali. Noa po- tendo scendere ad accurata analisi delle specie straniere, mi limiterò in questo genere a registrarvi solo quelle indigene al regno di ^apoli, e che ho potuto riconoscere tali , dietro 1' ispezione delle specie medesime. Tutti i cercopi saltano in guisa che lasciansi difficilmente predare : e quando si crede averne stretto taluno nella mano^ allora egli è fuggito con indicibile de- strezza e velocità. Ciocché sarà detto parlando del Cercopis olivetorum è comune a tutte le specie di questo genere, tranne il piìi o meno in parità di circostanze. Sp. 1. Cercope insanguinata, Cercopis sanguinolenta. C. atra , elytris maculis duabus , fasciisque sanguineis. (a) Dal greco xspi-.oilì , rendo aspro. Il sig. Dumciil pensa , che questo nome indicar poisa Scaltro ; ma la scaltrezza non è esclusiva de'cercopi : i ragni , i corculioni, le larve del formi- caleone ed altri lo sono ancor più. I cercopi altronde col succiare gli umori intristiscono , ina- ridiscono , rendono aspre le tenere messe , ec. m V- INSETTI Il colore generale di questo insetto e nero splendente , quello dell'elitre, superior parte del torace e dello scutello ha iunoltre un riflesso di verde-azzurro ; l'elitre sono ornate da due macchie ed una fascia archeggiata di color rosso cinnaberino. Dello stesso colore sono i semmenti addominali nella parte superiore , ed i margini degli slessi. I piedi sono neri : Le ali fuliginose , co' margini posteriori più oscuri, (ci) ^ Cicada sanguinolenta^ Lin. Syst. Nat. 2, p. 3o8. Geoffr. Ins. i. p. 4i8, 6, pi. 8 , f. 5. Fabr. Spec. Ins. 2. p. Siq. Petagna, Inst. p. 622 , 1. t. 9. f. 5. Lalr. XII , p. 33o ,1. Lunghezza hn. 5 72 ; largh. 2 ^/i^. Comune nel Regno, ed in ogni parte di Europa. Vive sulle piante, e specialmente sulle cereali , leguminose , achillee , e sopra i trifogli. 2. Cercope spumarla, — Cercopìs spumajna. e. fusca , clytris maculis hinis alhis lateratikis. Tutto uniformemente di color bruno grigiastro , con due mac- chie bianchicce quasi triangolari sul margine laterale dell' elitre. Cicada spumarla^ Lin. Syst. nat. 2, p. 708, 24. GéofFr. Ins. I. p. l\\^ ^ 2. Degeer, Ins. 3, t. 11. f. 1-21. Roes. Ins. 2 , Gryll. t. 23. Fabr. Sp. ins. 2. p. 329. Petagna, Inst. p. G22, 2. Latr. XII, 33o, 2. (n) Il capo di questo cercope non lia il fronte si acuto siccome le altre specie; anzi è quasi troncato. Lo scutello non taglia neppure il torace ad angolo acuto, ma anteriormente è archeg- giato, e posteriormente si prolunga in angolo acutissimo. Cominci» perciò da questo la confor- iiiazionc de' ccrcopi, ma non può servire di tipo al genere. OMOTTERI J Lunga 1. 4 ; hrs,^ 2. Comune iu tutta 1' Europa 3. Cercope margiaella - Cercopis maT'ginella. e. nigra , capite, thorace , elylris viarginibus Jlai>idulis. Il corpo di questo cercope è nero, il capo è giallo paglino cogli ocelli ed una striscia nel mezzo del rostro, neri : il torace nella parte anteriore è pur paglino , avendo taluni punti infossati disposti sopra una linea trasversale ; la parte posteriore è nera , rossigna : di questo stesso colore sono i margini esterni dell' elitre , ed i piedi. Vive sul pruno domestico : non ovvia in Terra d' Olranto. Lunghezza lin: 3 '/3. Larghezza lin. i '/3 '-' 4 • Corcope affine, Cercopis affnùs^ n .Tav.III, f.I, a^h. e. ni'gra , capite, thorace anierius Jlavis , eljtrorum apicibus , ma- culaque marginali pallidis. Questo cercope è simile al precedente e di ugual grandezza. Si distingue soltanto per avere la metà anteriore del torace giallo arancino , siccome il cajìo: e la linea che separa questa dalla metà nera è angolosa nel mezzo ; gì' infossamenti del margine anteriore del torace medesimo sono più profondi. In fine ha una macchia bian- chiccia per ciascuna elitra sul margine esteriore , e 1' apice dell'elitre, siccome il contorno, è scolorato, e delicatissimo. I piedi sono gialli. Fosse per avventura differenza di sesso ? Io l' ho trovato col prece- dente sul prunus domestica. - 5. Cercope grigio - Cercopis grisea. e. tota grisea immacidata ; elytris planulatis ; oculis nigris. Lunga 1. 3 Vs , larga i '/a. Specie comune in tutto il regno. 6. Cercope degli uliveti, Cercopis oliveiomm, n. Tav. IV. C. tota flava ^iridescente immaculata. T/H , \ì'^ INSETTI Tutto di color verdognolo , senza alcuna macchia Vive sull'ulivo nelle provincia meridionali del Regno. Osseì-vazioni. Tutte le specie del genere' cercopis han per costume di de- porre le uova in mezzo d'una spuma, che le garentisce dall'attacco degli altri insetti, specialmente degl'icneomoni. Questa spuma, che in talune specie è poco tenace, nel nostro cercope degli ulivi è tenacissima ^ glutinosa, e bianchissima. Persistente essa si rende sugli alberi finché le forti piogge od i venti non la disciolgono. È dolcissima al palato. II volgo la considera come una malattia dell'albero causata dalle nebbie, e crede esser questa pr se medesima una causa produttrice di malattia per r albero sacro a RIinerva , ignorando essere una produzione dell' insetto che vi ospita (ci), e fa voti perciò, che l'acqua od il vento presto la dissipi. Non desidera cosa strana , dappoiché con essa distrutta anche rimane la prole del cercope che vi sta rinchiusa. Detta è comunemente questa spuma honibacella, o vammacelki, e cosi dicesi pure la malattia della bombacella. Le uova sono globose, e rivestite dalla medesima sostanza glutinosa e bianca, dalla quale formala viene la spuma. In ogni gruppo coniar se ne possono io , 012 apjifina. Da esse schiude l'insetto nello stalo di larva, simile quasi ad un pidocchio del pubbe [piattola) , ma. però molto agile, e quasi sempre agitata, 7'. If^,f.b,y. Corre, picchia, succia, e ritorna: ecco la sua continua occupazione. Il suo colore è bianco verdino. In questo stato scaccia dall' ano anche molta spuma. Nel secondo stadio o periodo di vita , esso ha le ali e l'elitre, ed acquista alquanto piìi di colore /^ e , x: esce cosi dalla spuma, ed a capo di due o tre giorni acquista le dimensioni ordinarie , eguali precisamente a quelle der C. marginella eàaj/ìnis. Allora è di color verdino-pallido, senza veruna macchia, siccome rappresentato viene dalla /. d. T. Jf^. In questo stato non è piìi sta- zionario, ma svolazza e saltella da pertutto. Quindi n'è sorto, che osservato esso non è stato sull'ulivo oltre la seconda sua etade , ed in questo slato lo de- scrisse il prelodato sig. Moschellini, il quale sulle orme di Bernard lo definì per psillo (b). Plinio lo assimilò ai ragni , considerando la spuma analoga al glutine sericeo , col quale questi insetti tessono la loro tela. (n) Moschellini cade pur nell'errore volgare, che sia la spuma e non l'insetto la causa dell' inlristinicnto delle migne , per cui cadono senza abbonire i fiori. Si avvide che queste in preferenza vengono danneggiate, ma non capì che le picchiature dell'insetto, ed il succiamento che lo stesso vi esercita è più sensibile sulle tenere drupe e sopra i fiori ancor chiusi dell' ulivo, di quello eh' esser può sulla corteccia delle ancorché tenere messe. (/•) Col nome di Psyllo contrassegnalo viene da' Gcoponici Greci , e dagli aniichi natura- listi ogni sorta d'insetto, che, simile alle pulci, dette da i greci vJiuXXai, e •i^vXXo", saltellano, e foracchiano le foglie e le fronde. I nostri agricoltori, ereditarli de' costumi e linguaggio greco, chiamano anche pulci le alliche, per la ragione anzidetta. Può stare però, e forsi con m;iggiore accorgimento, che il vocabolo psillo derivi dal greco >J'i\o!, tenue, sotlilei o dal verbo ^uXou, dimagro, attenuo, esprimendosi colla prima voce la tenuità o picciolczza di questa razza d'in- setti, e colla seconda il dimagramento , o smungimento della pianta, cagionato dal loro succiare. OìMOTTERI I Genere CENTROTO , Centrotus (a). Fabr. Generis characteres essentiales. Thorax horizon- taliter dilatatum , corporis partem tegens : ocellis duo- hus sìmplicibus. Generis characteres naturales. Caput dejeclum^ ocellis duo- bus infrante; antennis setaceis^ capite hrevicv».» bus. Oc<^\'i, duobus . Thorax horizontaliter dilatatum , posterius productum , subulatuin- que , corporis partem tegens. Scutellum triangulare thoracis pro- ductioni subiectum , visibile. Questo genere , della tribù delle Fulgorelle , e della famiglia delle Cicadarie, si distingue per lo torace che prolungasi posterior- mente in una specie di pungolo , o chiodo che si stende per quasi tutto l'addome nella parte superiore; lateralmente si dilata, talvolta in forma di corna dritte o ricurve. Sul fronte hanno due soli occhi lisci , mentre nelle cicadarie stridolanti se ne contano tre, GÌ' in- setti di questo genere appartengono alle C/cad'ae di Linneo , ed alle - Membracis dell'antico sistema di Fabricio. Sp. 1. Centroto cornuto. Centrotus cornutus. Thorace bicorni nigro, poslice sul ulato' sinuato, abdominis longitu- dine ; alis Juscis. Il C. cornuto è di color di fuligine , col capo e torace nero. Il torace è superiormente elevato, e dilatalo in forma di due corna acute , curve , laterali ; posteriormente si prolunga in una specie di coltro a doppia ricurvatura nella parte inferiore ; si distende fino all' estremità dell' addome , e sotto la sua seconda curva si adattano i margini superiori e posteriori dell' elitre e delle ali. Lung. lin. 4 5 l'irg- i 'A- (n) Da xirTfos ed wtk orecchia spinose. E^l ^AO INSETTI Cìcada cornuta^ Lin. Geoffr. Le petit diable , pi. ix. f. a. Degeer, Ins. 3. f. 21, f. 22, aS. Scheff. Icon. t. (òqj^ f. 2. Panzer, Faun. Ins. Gemi. fase. 5o, n. ig. ^ Memhracis cornuta^ Petagna, Ist.Ent.a.p.Giy. t.g.f.a. ^ Centrotus cornutus^ Fabr. Latr. Trovasi in Europa sopra i cardoni , i salci. 10 l'ho trovato ancor sulle ginestre alla Solfatara presso Pozzuoli. Frequente. 2. Centroto delle Ginestre. Centrotas genìstae. Thorace inermi fusco, postice producto, ahdomirie dimidio hrCv'iore. 11 colore di questa specie è quasi lo stesso che quello della spe- cie precedente, cioè bruno-oscuro. Il torace non ha le due produ- zioni laterali a guisa di corna , ma posteriormente si prolunga in una punta acuta, dritta, e che giunge fino alla metà dell'addome. Lung. 1. 2 , larg. 73- Fabr. Sp. ins. 2. p. 218. Geoffr. Cicada n, 19, p. l^-ì^-he demi-diable. Panzer, 5o , 20. Memb?^acìs Genistae ^ Petagna, p. 617. ^ Cenlr'otus Gejiistae ^ Fabr., Latr. , E un poco rara. Vive sulle ginestre, ove trovasi pure ben sjiesso il C. cornutus. OMOJ'TERr I j^lS'J Gejn'ERe LEDRA. Ledrj, Fabr. Generis ciiaracteres essentiales. Thoracis lateri- hus oblique elatis. Ciiaracteres naturales. Caput thoracis latitudine ■, fronte pro- ducto^ lamellari; oculis parvuUs laternlihus ; antennis setaceis capila brevioribiis. Occllis duobus in fronte. Thorax trapezoidale , poste- rìus arcuatim detruncatum ; ad latera auriforme expansum. Scu- tcllura sectori circidari simile. L' unica sjiccic di questo genere a])partencva già al genere Mem- bracis dello stesso Entomologo di Kiell, ed aUe'ICicadae di Linneo. Essa distinguesi pel torace dilatato ne' lati in forma di due orecchie - più o meno lunghe e ritonde , avendo la posterior parte analoga a quella de' Cercopi. /■■' Ledra oreccliiuta. Ledra auriia. L. thorace liaurilo , capilis clypeo anlrorsum dilalato , rolundalo. Il colore della ledra orecchiuta è generalmente bruno \'erdastro picchiettato di nero ; col capo schiacciato , largo , con tre elevazioni in forma di raggi ; il torace elevato e dilatato ne' lati, formante da ciascuna parte una specie di ala obliqua , o cresta ritondata. Cicacla aurita , Lin . Siilzers. Hist. Insect. t. 9, f. 7. ,- Le grand diable , Géoff. n. 17, pi. ix^ f, 1. '^ ^ Membr'acis aurita, Fab. Spec. ins. 1. p. 317. Petagna, Inslit. Ent. 2.° p. Gì 7, 1. Ledra aurita, ]"abr. , Lat. Mvc sulle Querce , sopra le Avellane, ec. Rara in Francia, Latr.), e rarissima appo noi. L'ho trovala in Calabria Ultra presso alle Tiinpe bianche , sojn-a 1' Olmo. 3 ^ INSÈTTI Se sensibile è il danno che arreca all' olearia economia il Cer- cope dell' ulivo , non v' è più ragionevole inchiesta da farsi , che quella di sapere quai mezzi adoperare per ovviarlo. Io sento tutta la forza di questa domanda -, ma convinto sono del pari non potersi trovare un sol rimedio a tal bisogno valevole e soddisfacente. Trat- tandosi di pochissimi alberi , facile riuscirebbe distrugerne la pro- pagata genìa , recidendo i ramicelli che danno ricetto alle uova ed alle larve , racchiuse in quella bianchissima spuma , che facile cade sotl' occhio , e bruciandoli. In tal caso però sicuro esser si deve , che nelle circostanti campagne non alberghi la specie ; imperciocché da quelle facilmente emigrando gT insetti perfetti , invadono ben to- sto le altre , e la loro schiatta novellamente jirojiagata ne viene. Chi oserebbe altronde intentare l' espurgo di tali insetti , nella guisa teste indicata , dalle immense selve di ulivi delle provincie meri- dionali del Regno ? E quando ciò fosse eseguibile , 1' esito in rap- porto all' utile che ne ridondeiebbe porterebbe un discapito all' eco- nomia. Lungi quindi dal ricorrere a questo spedicnte, è consiglio di ben condurre l' albero e le sottoposte coltivazioni , onde allontanare qualunque animale infesto all'agricoltura. In quanto alla Ledra ed al Centroto , comecché il primo è ben raro , ed il secondo non attacca piante di grande importanza nella rustica economia , non vai la pena occuparsi del loro esterminio , comunque difficile ancora ne fosse 1' ademjiimento. Lo stesso dir si può delle altre specie del genere Cercope, le quali sebbene innocue non siano , niuna doglianza si sente dagli agricoltori a lor riguardo. T I. i m / u^eiMO c^' ..Ol.- Ùf ^a^r^^-*