jlSmPSl ■MH MM| WMum . ÌS8ÌS®SSS AMMALI ARTICOLATI CLASSE as. ARACNIDI - ARACNIDES. Linneo comprese gli Aracnidi nel 7.0 Ordine degl in- setti che denominò Atteri , comecliè di ali mancanti : e sulle orme di quel celebre uomo gli Entomologi posterio- ri proseguirono a ritenerli fra gl insetti. Senonchè , 1 En- tomologo di Kiel , fattasi legge di prender per norma della sua Cassazione gli organi che compongo 11 la bocca , rac- chiuse gli Aracnidi nella Classe degli Unogati , tranne gli Acari che fra gli Antliati ripose , associandogli ai Pieno- gonidi , ed ai Pidocchi . Considerazioni assai più importanti condussero La- marck a disgiungere affatto dagl’ insetti gli Aracnidi per costituirne una classe distinta , superiore anche a quella de primi , siccome dalla esposizione dell’ organismo loro risulta. Sull’ esempio di Lui, il Principe degli Entomo- logi del secolo , Latreille , testò mancato ai viventi, e tutti quelli che lo hanno seguito , ritennero questa classe spe- ciale, decimata soltanto degli Aracnidi antennati, come- chè per organizzazione c costumi molto diversi , e de quali 2 ARACNIDI si sono fatti gli Ordini d q Miriapodi , Tìscuturi , Paras- siti, e Snodanti (i). Trovando , per quanto io mi sappia , molto ben fon- data la cassazione de’ precitati autori , la ritengo qual da Latreille è stata disposta nel Regno Animale del IL Cuder ; e di essa esibisco un quadro sistematico, perchè se ne vegga ad un sol colpo cT occhio la metodica distri- buzione degli Ordini , delle Famiglie, de’ Generi e de'Sor- to generi , e perchè servir possa di norma nella riunione delle parziali Monografie di que’ generi , di cui noi pos- sediamo alcune specie. Nel medesimo ho apposti 1 ca- ratteri che distinguono gli Ordini e le Famiglie : i noini stessi disegnando quelli delle Tribù diverse : e quelli dei sottogeneri si troveranno in fronte a ciascuno , secondo la norma prescritta a quest’ opera. Il sol cambiamento che nello annesso quadro si osserva è nell’ ordine de’ Tracheali , dal quale ho sottratta la Tribù de’ Pieno gonidi , che a più giusto dritto il sig. Desmarest ha riposti fra Crostaci : e credo pure che un più rigoroso esame ne farà meglio collo- gare i Scorpioni , quando, abbandonato il rigore delie ar- tifiziose ripartizioni , si coordineranno i generi secondo la scala indicala dalla natura nel complesso de’ caratteri , e non guidati da quelli soltanto scelti pei metodo. Anche la Tribù degli Acaridìa n i , meglio studiata, guiderà a no- vella e più giusta distribuzione de’ sotto-generi che or la compongono (n). Io mi limito per ora a notare le poche (1) Là storia di tali cambiamenti aon potendo far parte di questo lavoro, per dir come e per opera di chi a tanta luce si è pervenuto, rimetto il Lettore alle opere stes- se di Lainarck , Latreille , e Cuvier. (2) Lo stesso Latreille , nel suo Regno animale distribuito secondo le Famiglie natu- rali, fa osservare, in una nota apposta nella pag. 317, che gli Aracnidi tracheali co- stituir potrebbero una classe distinta a causa della mancanza di circolazione ( se que- sta strettamente può escludersi) , e del di\e;so modo coi quale respirano. ARACNIDI 3 cose che mi sarà concesso dalle proprie osservazioni de- soli te ; serbando per quelli che seguono migliorarne il lavoro. Non dee pertanto destar meraviglia se a riguardo degli Aracnidi straripato si vede il confine prescritto per le descri- zioni e per le figure (i) ; perciocché poche sono le spe- cie dagli Entomologi citate come abitatrici della Italia tut- ta , e pochissime quelle che di questa sua estrema parte conosconsi (2). E pur doviziosa n è tanto la patria no- stra , die forse in essa vi albergano più specie di quelle che il quadro del Walkner racchiude , tranne le sole stra- niere all’Europa. Non v’ha giorno ch’io non discuopra qualche specie nuova ; nè v* ha contrada che non dia ri- cetto a più specie , e dovunque svariate o per grada- zioni di tinte , o per disposizione di macchie ; oltre le differenze provenienti dal sesso e dall' età non in tut- te le specie state a pieno studiate. Altra ragione anco- ra chiedeva eh 10 accompagni con corrispondente figura la descrizione di ciascuna delle specie nostrali : F esser cioè poche quelle di cui si siali date figure esatte , ben deli- neate , e senza alterazioni di tinte. La grave difficoltà di possedere tali viventi di ogni contrada ugualmente fre- schi e vivi ; e’I dover quindi ricorrere a mezzi di conser- II medesimo lodatissimo autore ha eollogati » Piedipalpi , ossia i Scorpionidei e le Tarantole immediatamente dopo i Crostacei , come naturalmente par dovessero seguire, uniformandosi al divisamente di Leacli. (1) Stabilito si trova nel prospetto dell’opera darsi la figura di quegli animali sol- tanto che , o nuovi affatto, o d’illustrazioni ulteriori son degni. Degli Aracnidi altron- de una gran parte è nota , ma per l’esposte ragioni si estimato dar di tutte una esat- ta figura. (•2) Cinque ne menzionò il Caputo, tre il Petagna , fra le 25 da questi riportate nel- le Istituzioni , e cinque il Cirillo , dopo del quale niun altro fece parola degli entomali indigeni di qualsivoglia classe. ARACNIDI vazione più o meno idonei, ma niun sufficiente a conser- vare r integrità de colori, specialmente dell addomine , ha dato origine alle inesattezze, di cui la più parte risentesi. Per lo che , posta avendo ogni cura a procacciarmi indi- vidui di tutte l'eia, e rilevarne fedelmente V immagine, essendo quelli in piena vita e già freschi , credo aver re- so cosi un servizio alla scienza, nellatto che restar pos- sono le specie nostrali ben indicate alle persone di tutte le classi , facilitandone la ricognizione e lo studio* dell’ organizzione degli aracnidi in generale. Gli Aracnidi sono animali privi di ali , con otto piedi , e per lo più otto occhi. Soggetti essi non vanno ad alcuna meta- morfosi o cambiamento di stato durante la vita , ma cambian solo di pelle più volte , siccome fanno i Crostacei , i Tisanun , le larve de’ Lepidotteri , ec. La loro organizzazione conviene in molte parti con quella de’ Crostacei , da quali si allontanano al- tronde per altre note essenziali. Il Capo è negli Aracnidi col torace confuso , siccome nei Crostacei decapodi , restandone in taluni generi soltanto distinto da una impressione, che, partendo da ciascun lato del fronte, scorre obbliquamente , e s’incontra colla compagna nel centro dei torace, formando una Y più o meno acuta e profonda. Esull’an- terior parte di questo spazio che trovansi impiantati gli occhi aì numero di 2, 4 1 h, e nella più parte 8. Gli Occhi sono lisci, diversamente disposti, e di grandez- za e proporzioni diverse ; la qual cosa porge un carattere som inamente comodo e ben rilevante per la loro generica divisio- ne (1). Lo spazio intercetto tra gli occhi ed il margine anterio- re ed inferiore del capo dicesi (1) Qui giova notare che , per determinare la posizione degli occhi , conviene statuir* un modo invariabile di riguardarli : secondo la direzione della visuale, la giacitura de- gli occhi si mostra diversa , e da origine ad ambiguità. Io gl’ intendo sempre guardati a perpendicolo da su in giù. ARACNIDI Fronte ; in questo si nota il margine faciale o preoculare , eli' è lo spazio intercetto tra gli occhi e le forcipole. Epistonia , dicesi quel piccolo spazio triangolare clic si com- prende tra il margine faciale e le forcipole, Sottoposto allo stesso stanno le Mandibole o Forcipole ( Chelicere ed Antenne a tanaglia di altri) sono quei due organi, de’ quali si servono come di stru- mento offensivo e difensivo, perciocché con queste scannano la preda , e mordono quando molestati si sentono. In taluni aracnidi però si trasformano in lamine , facendo parte d’ un succialojo , siccome negl’ Idracni. Non so con qual fondamento siasi avvisato taluno considerar le man- dibole come due antenne , mentre per uffizio e struttura sono sì diverse da quelle. Le antenne servono agl’insetti pel tatto, e quindi per giudica- re se debbano accostarsi o fuggire da qualche corpo o sito : onde tasti gl’T- taliani de’ tempi più remoti , e palpi ancora li dissero, derivandone il no- me dal verbo palpare , taslegiare. Se nonché assimilarsi potrebbero alle dita de’ mammiferi armate di unghie , le quali servono ad un tempo di organi di tatto , di prendimelo e di offesa. Ma in quei tra mammiferi che hanno così armate le mani il tat- to è ottuso, e poco dalla natura adopralo, supplendo in vece coll’ odorato , eolia vista, e coll’udito , secondo i diversi lor generi. Ne’Ragni si trova squisito il tatto talmente , che fe passare a cornilo detto il distico seguente : JVus A per auditu praecellit , Araneae tactu , Vultur odoratu, Ljnx visti , Simia gusiu . Ma questo senso risiede nell’estremità de’ piedi, non già nelle forcì- pole , le quali sembrano destinate esclusivamente all’offesa, alla difesa, ed anche alla costruzione od escavazione de’ cunicoli , siccome nelle Mi- gali si avvera. Le mandibole sono composte di 3 articoli , il primo decita- li si dice omerale , i! secondo cubitale , ed il terzo digitale od unghia. Di questi tre articoli il primo manca Ben spesso , e talvolta è rudi- mentale. Il secondo è quello che ad occhio nudo si vede disteso sotto al ARACNIDI fronte, e diversamente inclinato. Il terzo è sempre ripiegato e nascosto sotto il secondo, tranne pochi casi ne’ quali è visibile, come negli Alipi, e nelle Disdere. Questo è corneo , valido , più o meno acuto e curvo. Non ha verun forame nell’ apice , nè in veruna altra parte , per lo quale emetter possa alcun fluido velenoso, od innocuo che sia ; la qual cosa è stata dimo- strata e confessata da quelli stessi che l’aveano prima asserita, come il Caputo. Dal canto mio assicurato me ne sono in tutte le guise, e, trat- tandosi di fatti , non m’impegno a lunghi ragionamenti, bastando solo che senza prevenzione un si accinga ad esaminarli , sia colla iniezione , sia eoli’ ispezione ausiliata dal microscopio, sia colla compressione , sia in fine col por mente a ciò che naturalmente succede quando il ragno le adopra. Preterir non si deve pertanto, che adoperando il mercurio , ed obbligan- dolo a sgocciolare col mezzo della pressione, è facile che questo liquido incompressibile guadagni le pareti ed i pori della crosta cornea , dicchè F unghia è formata , e ne trasudi alcun poco: errore che sovente vediam sorgete dalle mani degl imperiti zootomici , che a forza di pressioni spin- gono a vanti il menurio per entro a delicatissimi vasellini , le cui pareti non resistendo all’ urto si lasciano lacerare , e mostrano falsi cammini , ed illu- sorie comunicazioni, che in realtà non esistono. Labro superiore ; è una produzione delle Mascelle : succedono inferiormente alle Mandibole , ed a queste bau dato taluni il nome di Mandibole succedanee. Esse sono di figura e grandezza diversa secondo i generi, e fiancheg- giano una produzione dello sterno , che porta il nome di Labro inferiore o sternale , ed anche di linguetta. Talvolta forma parte del sorbitojo , convertendosi in lamina , come nel genere Issode. Palpi mascellari , o braccia palpali: Nascono dalla base, dai lati, o dall’apice delle mascelle; e si compongono di 5 articoli , il primo de’ quali distinto viene col nome di soprascellare , il 2.° omerale , il 3.° cubitale , il 4*° radiale , e ’l 5.° ed ultimo digitale. Palpi labiali : sono per ordinario poco discernibili, e soven- te mancano affatto. Piedi veri: sono le quattro paja che attaccate si trovano al torace inferiormente , e con questo si articolano. Composti essi vengono dall’ anca , dalla coscia ( suddivisa in articolo esingui- ARACNIDI 7 naie e femorale), dalla gamba ( aneli’ essa soddivisa in articolo ginocchiale e tibiale ), e dal tarso , che si compone da più fa- langi , 1’ ultima delle quali armata di i, 2 o 3 unghie , oppure è terminata da un1 appendice vesicolare. Sovente il primo e secondo pajo di piedi veri è dilatato nella parte interna della base , e dà origine ad altrettante paja di mascelle sopran~ numerarie, osservabili nel genere Falangio. V’ba chi considera il corpo o torace composto di sette semmenti ; la qual cosa è patente in taluni generi di Aracnidi , come lo Scorpione ; ma ne’ ragni , ne trombidi ec. non se ne vede alcun vestigio. Il primo di tali articoli è quello in cui stanno impiantati superiormen- te gli occhi , ed inferiormente il labro superiore e le forcipole : il secon- do presta appoggio al labro inferiore o sternale , ed alle mascelle : al ter- zo , quasi rudimentario , vi si attaccano i palpi (1) : il 4~° , 5.°, 6.° e 7.0 danno appoggio alle quattro paja di piedi veri. Fra il labro superiore e lo sternale apresi la Locca , consi- stente in un sorbitojo o sifone membranoso , brevissimo nella maggior parte de’ generi , e ne’ ragni propriamente detti : ed in ta- luni solamente costituito viene da due lamine appuntite , che l'anno 1’ ullizio di lancetta ; e ciò precisamente in quelli che han- no la bocca in forma di sifone , come negli Acari, gl’ Isso di ec. Parte da questa un canale intestinale dritto , che genera dap- prima uno stomaco , composto di più sacelli ; ed indi una se- conda espanzione stomacale nel mezzo dell’ addomine , circon- data di materia glutinosa , o sericea. Questa occupa la maggior parte della cavità addominale , e vien rivestita dalla pelle. Ri- sulta dall’ aggregato di piccioli follicoli, i cui condotti particola- ri si riuniscono in più canali epatici , e versano nel canale ali- mentare il prodotto della segrezione. Tanto osservasi ne’ Ragni ; ma negli Scorpioni il canale de- gli alimenti è delicato , dritto, e semplice. Il loro fegato si com- pone di quattro paja di grappoli glandolosi , che versano iì li- quido da quello preparato in quattro punti degl’ intestini. (1) Nelle Mig ili , nelle quali i palpi sorgono dall’ estremità delie mascelle , questo terzo semmento non ha il medesimo uso , e vien supplito dalle mascelle soprannumerarie. 8 ARACNIDI Quattro sacelli polmonali fiancliegiano i visceri , ed occu* pano i quattro ultimi anelli addominali , ai quali succede la coda. IN el mezzo è situato il cuore , diviso in due lobi uguali da una impressione lineare visibile nella superior faccia. La sua for- ma è diversa siccome quella dell’ addomine di ciascuna specie. Per r ano emettono un escreato liquido , composto di una par- te di bianco lattiginoso, ed un’altra nera come 1’ inchiostro. Dicesi Diastoma un risalto membranoso che traversa la boc- ca al di sotto delle forcipole. L Epichilo è una picciola linguetta quasi cartilaginea , mu- nita d’ una specie di palato , ed inserita sul dorso del labro. Es- sa è osservabile in molti generi. L Jddomine è composto di 9 a i3 semmenti più o meno distinti , e talvolta non apparenti affatto. Il diverso numero ri- sulta dall’ esser cancellato taluno degli ultimi. Nella estremità apresi 1' ano , con 4 o 6 appendici , o memmelloni : o vi succede una coda nodosa, come ne’ Scorpioni. I mammelloni servono di trafila alla materia sericea , colla quale £ s agni ordono la loro tela , ed inviluppano la preda ; ma siccome non lutti ciò fanno ugualmente , ed altri non ordono tela veruna , il numero così „ come le proporzioni d e mammelloni è in ciascun genere diverso; e v’han di quelli ben anche ne’quali non sono per alcun modo apparenti. Ciascun mammellone è composto di 4 articoli, l’ultimo avendo molti forami, per i quali la materia sericea viene estratta e filata. L -Jddomine si congiunge al torace per mezzo di un pedi- cello , per entro del quale passano i vasi ed il fascetto de’ ner- vi, die servono di comunicazione tra 1’ una e F altra parte. ' Anche per questo modo di attacco si distinguono i ragni propriamen- te detti , ossia i polmonati , dai rimanenti generi di questa Classe. 0 sivvero è desso intimamente unito al torace per tutta l'e- stensione. Organi della respirazione : stanno essi nella cavità addomi- nale , e si aprono all1 esterno in due, quattro, o più boccucce, dette stimmate , 0 meglio spiragli ( spiracula ). ARACNIDI 9 Il numero di tali aperture , corrispondenti sempre a quello d e' s ac chi pul montili , è un carattere di primo ordine, e per essere facile a ravvi- sarsi è il più naturale e comodo per la classazione degli Aracnidi , sicché serviti se ne sono i zoologi de’ nostri giorni. L’annesso quadro presenta con chiarezza cotesta fondamentale divisione. Organi della generazione. Nella femmina apresi la vulva ai di sotto del primo anello addominale ( ne’ Ragni ) , od alla estre- mità de’ pettini (ne’ Scorpioni) , o nel mezzo dell1 addornine ( ne- gl’ Issodi ). Ne’ primi il periginio vien sormontato dall 'epiginio od organo prevulvare , eli1 è un tubo corneo brevissimo, traver- sato da una linguetta , che chiude in parte 1’ apertura , e la suddi- vide in due , lasciando cosi l’ ingresso ai due organi maschili (i). Nella Epeira fasciata è ampio , e traversato da una linguet- ta cornea , che alla guisa d1 un ponte levatojo si eleva e si ab- bassa a volontà dell’animale, senza che però l’estremo libero toccasse mai il contorno dell’ epiginio. L’insieme dell’apertura o vulva di questa specie rassomiglia al perianzio di talune piante personate , come p. e. dell’ Antirrino. Nella E. sericea questo medesimo ponticello ha la estremi- tà libera acuta e ricurvata in su , e 1’ apice mettesi a contatto con altra simile punta acuta , che si eleva dal contorno della vulva nel sito corrispondente. L’ insieme rassomiglia 1’ apertura del naso de’ mammiferi , di cui il ponticello ne rappresenta il setto. Quelli del maschia consistono , ne Ragni, in una vesichetta o bolla in forma di pera , o di lagrima batavica , racchiusa in una guaina , ed attaccata all’ ultimo articolo , o digitale , de’ palpi. Nel- F epoca degli amori la guaina si apre neSl1 interno lato , e mette in hbertà la vesichetta che racchiude 1’ umor fecondante. Verlesi ancor quistione se gii organi sopradescritti siano veramente quelli che direttamente servono alla fecondazione ed allo accoppiamento,. (i) Non iti tutti i generi 1’ epiginio è simile ed ugualmente visibile. ìn taluni ess® r nascosto nel ripiegamento del secondo sul primo «nell© ad demi naie i in altri s ju.iu, etile pronuutialu. IO ARACNIDI Il Baglivi , forsi sulla fede di RI. A. Severino , ritiene per fermo , elio il maschio della Lycosa tarantola abbia il suo organo genitale riposto ha la commessura del torace coll’ addomine , e che il pene sia simile all’a- culeo d una mosca , e di color nero. — Foemina scilicet ovcivium , mas l’ero organa proli ficum spiritimi generantia , imo et peneni , qui exurgU ex media cominissura thoracis , et ventrìs , estque ni gricans , intortus , et forma refcrens muscae aculeuni , ut observauit quoque in Francis RI. Aurelius Severinus decus magnani Italiae et C alabriae , et fuse notai in sua Zoolomia. Ti evirano sostiene, che i palpi servano ai ragni solo per eccitare la femmina ad esser fecondata, ossia come di mezzo per compiere l’oggetto de’ loro amori: ma che il vero organo sessuale maschile risiede nell’ addo- mine -, come in ogni altio genere di animali. Tale fu pure l’opinione di Sa- vigny (i) : e prima di entrambi, Bohn , Rledico inglese, annunziò aver di- scoperto 1’ organo sessuale de’ maschi nella regione addominale (2). Fu sempre nondimeno contrastata siffatta asserzione ; e stanno dalla parte op- posta osservazioni più costanti e più generali , che concorrono a dimostra- re essere i palpi quelli che reggono 1’ organo maschile. 11 Caputo dichiara di non aver discoperta alcuna cosa nell’ addomine de maschi , che annunziar possa la presenza degli organi sessuali : e pas- sò a supporre che i ragni fossero ermafroditi. Westwood , in una nota so- pra 1’ accoppiamento de’ ragni sostiene , che l’organo genitale maschile ri- siede nella estremità de’ palpi , siccome era stato per lo innanzi dall uni- versale opinato : e soggiunge aver egli veduto , nello accoppiamento di due Epeire , sgocciolare un pò di liquido dalla estremità di ciascun palpo del maschio nel momento della introduzione nella vulva. Lo stesso autore ha fatte molte ricerche sulla Migaie Moicularia , il più grande de’ Piagni conosciuti , senza aver discoperto in altro sito la presenza dell’organo maschile : la qual cosa perfettamente conviene colla dichiarazione del Caputo. Lafreille , anch’esso concorre a rafforzare le con- testazioni de’ prelodati anatomici, protestando essersi convinto, che l’or- gano maschile sia riposto ne’ palpi (3), dopo che però gli aveva ammessi nella estremità posteriore del corpo , ad eccezione di molli (4) I Negli Scorpioni , in due verghe attaccate ai pattini , e corri- spondenti alle due vulve della femmina. fi) Egitto: voi. 22, pag. 292, nota. (2) Trans. Angl. A. 1776 , n. 1 17 , art. 9 , M. fusco-ruf ’oque-flavicante , maculi s obscuriorihus , thorace radi al im , abdomine seriatim disposilis ; subtus thorace rufescente , abdomìne flu- idi dui 0 ; mandibulis spinarum serie unica ; tarsis omnibus spinulosis. Capo-torace ovale , anteriormente allungato e troncato , ove (1) llistoir de 1’ Accad. des Sciens. de Paris. (2) Mera, di Matem. e Fisica della Soc. 1 tal . Tom, IV , pag. i34, f. j , 6 , .9 C IO. (3) Annal. Gencr. di Se. Fis. Bnis. V. p. 92. POLMONAT I. p* i5 il capo liscio e nudo , col gruppo degli 8 occhi , un poco ca- renato nel mezzo ; di color fulvo bruno , con dieci macchie più losche disposte in raggi , e corrispondenti alla direzione del- le otto anche e delle due mascelle. Le mandibole son grandi , ori- zontali dapprima , indi incurvate in giù , facendo un quarto di cerchio , guarnite di peli folti , specialmente sul lato inter- no ; e nella estremità anteriore superiormente vi sono delle spi- ne mobili e lunghette ; inferiormente sono scanalate, con sei den- ticelli o spine sul rilievo che riguarda l’ interno , investiti da molti peli arricciati, de’ quali è pure rivestito l’esterno, ma senza den- te alcuno ; dalla faccia interna sono stiacciate , per locchè tra lo- ro perfettamente combaciano. L’unghia è valida , curva, acuta, e nera. Le mascelle simili quasi dello intutto alle anche sono rivestite di peli bruni ; ed alla loro estremità , dal canto ester- no , stanno i palpi lunghi , pelacciuti , terminali da ungbietta brevissima e semplice. Il labro sternale è picciolissimo e roton- do. L’addomine ovato, più o meno allungato secondo 1’ età , di color cenerognolo fosco , macchiato di bruno , e coperto di peli corti e rasicci. Le macchie brune si dispongono quasi in linee oblique lateralmente alla linea mediana ancor bruna; inferiormen- te è più chiaro , e diviene gialliccio tanto più , quanto maggior- mente la pregnezza si avanza nelle femmine. I sacchi pulmonali sono mai sempre di color giallo-pallido , e tramezzati dalla ripie- gatura. Tra mezzo a questi , e fra la ripiegatura medesima apresi 1 organo sessuale femineo , consistente in una rima trasversale indiscernibile ad occhio nudo ; ma armando Y occhio di lente , e rimovendo la piegatura, sotto la quale è nascosta, per mezzo della punta d’ una lancetta o di uno spillo, si rende manifesta. L’ estremità posteriore od anale offre quattro filiere , delle quali le due superiori lunghe assai più , e composte di quattro articoli ben evidenti (i) ; le inferiori brevissime. I piedi sono mediocri , (i) Il diligentissimo Leon Bufone assicura che, nelle Migali da lui sottoposte ad esame, le filiere siano composte di tre articoli, e non già di 4> siccome pretende La- treille ; attribuendone 1’ equivoco alla presenza della membrana componente la filieia pro- priamente detta, che forma un picelo 1 capo, e che sembra talvolta esser distinto ( Ann. ARACNIDI l6 ed i più lunghi della lunghezza del corpo intiero , quando è per- fetta niente sviluppato : di questi il 4*° pajo circa un terzo più lungo del primo , il terzo pajo uguaglia quasi il secondo , che di tutti è il più corto. I loro tarsi sono armati di due unghiet- te curve ; ed il terzo e quarto articolo con molte spine lunghe , delicate , dritte , e mobili , le quali nel primo pajo soltanto veg- gonsi in più scarso numero , precisamente nell1 ultimo articolo. Gli occhi sono disposti sopra tre linee , siccome rappresentati sono in c, Tav. I. f. 3, e di essi i due estremi della linea poste- riore son bianchi e splendenti , gli altri bruni. Vive la nostra Migaie nelle cavità tubolari , o cunicoli , ch’es- sa medesima si scava , in terreni mobilie poco coerenti, ne’muri fatti di terra vulcanica : ne’ siti obbregiati , e piuttosto rivolti a settentrione, o ad occidente, di rado a mezzodì, quindi fresci ed umidetti. I cunicoli non oltrepassano la lunghezza d’ un pal- mo , ed il maggior diametro è di 8 linee. Pel tratto di un pollice circa è fatto ad imbuto , indi prosiegue d’ una ampiezza quasi uniforme. Il primo tratto è appena inclinato all1 orizonte , poscia si rialza vieppiù , piegando a dritta od a manca : e talvolta fa de’ zie zac. Siccome scavati essi si trovano in terreni incoeren- ti , ha cura di tapezzarli all' intorno di quella materia stessa glutinosa , di cui le altre razze fanno lor tela ; per locchè re- stano i cunicoli levigati all1 intorno, e fortificati per modo, che anche caduto in fatiscenza l’ esterior parte terrosa, o trascinata- ne dallo scorrer delle piove , saldo esso rimane , ed atto a na- scondere il suo abitatore. Sovente ho trovato posti cosi allo sco- perto i tubi di tela , siccome rappresentati si trovano nella Tav. I. j. 4 » ove ^ è uno di tali tubi ritenuto in sito dal ce- mento del muro , e dal Lycopodiwn denticulatum , à-AY Adiantum Capiilus Generis , dalla Marcando, polymorpha , ed altre pian teline : de* Scienc. Phys. de B uxelles , T. V. p. 100). Domando venia al chiarissimo autore , *e apertamente dichiaro , contro le sne osservazioni, che gli altieoli sono 4, evidenti, distinti, articolati ; ma conviene esaminarli mentre l’ animale è in vita, o morto di fresco, perciocché tenuto nello spinto di vino si raccorciano in guisa , che riesce d ìli- «ale di sceme qualunque articolazione , anche dietro la sezione. POLMONATI. l7 E pare clic 1’ animale , prevedendo la suscettività del terreno , avesse cura di raddoppiare le spalmature sericee , tanto più per quanto meno fermo lo trova , ed al contrario. Talché, ne’ cuni- coli scavati in terra soda, allo infuori d’ un picciolo tratto imme- diato all’apertura, il resto è appena levigato e spalmato ; mentre talvolta essa vi costruisce un tubo si forte , che regge per se stesso , anche quando spogliato sia di tutta la terra r avendo avuta l’avvedutezza di attaccarlo lungo gl’intervalli delle commessure del- la roccia , o sul cemento de’ pezzi tufacei delle mura , siccome si è rappresentato nella Tavola I. Spesso ancora hanno doppia aper- tura , ed i primi tratti cunicolari, convergendo, s’ incontrano e si anastomizano a due pollici circa in distanza. L’apertura vien chiusa da uno sportello o valvola a , la quale , avendo la sua cer- niera nella superior parte, ed un poco da lato, pel proprio pe- so si abbassa , ed esattamente a quella si adatta. La superfìcie e- sterna dello sportello è ricoperta dalla terra stessa del sito , e ce- mentata col glutine del ragno ; per locchè si rende inosservabile allo sguardo comune. E V industre animaletto ha cura altresì di lasciare nel contorno dell’apertura una specie di battente , al qua- le adattandosi esattamente lo sportello , non resta passaggio a ve- runo animale , nè fa travederne i confini. In fondo al suo cu- nicolo f animale tien custodita la numerosa sua prole ; ed essa stassene sempre in sentinella sull’ uscio , tenendo sollevato lo sportello, per lo mezzo de’ quattro piedi anteriori e de palpi , le cui estremità curve frappone tra l’orlo del cunicolo e quello del- lo sportello; siccome rappresentato vedesi in a\ F. i. Talvolta però non appariscono , ma lascia essa veder la rima soltanto , sic- come in a della medesima figura si osserva. La Fig. 2, in c, rappresenta un forame di cunicolo abban- donato, ed in a lo sportello rialzato di un altro cunicolo, col- la sua apertura quasi imbutiforme. Non è egli vero per essa quello che ne raccontano Sauvages , Olivier , e Latreille , di starsene cioè in fondo del cunicolo , e che corra sull’ uscio sol quando minacciato lo vede , onde tenervi fer- mamente adattato lo sportello. Che anzi, stando essa mai sem- pre in sentinella , sia o no coll’ estremità de piedi al di fuori , l8 ARACNIDI lo abbandona ben tosto che insidiato lo crede, talché sollevarlo si può senza menomo sforzo. Bensì , se sollevato si tiene alcun poco , senza far segno alcuno di movimento , si volge supina , e vien fuori a ritirarlo co1 piedi , facendo quanti sforzi essa può per vincer 1’ ostacolo. Che se poi lo si toglie affatto , ne ri- piega essa i margini , per chiuderne F apertura alla meglio : e ciò fa sollecitamente , senza attender la notte. La luce par che F offendi per modo , eh1 esposta a pieno giorno , rimane stupe- fatta in guisa da sembrar morta ; nè muovesi ancorché agitata ne fosse ; che anzi ferma , e co’ piedi sul corpo ristretti costante- mente si tiene. In fine , soverchiamente stimolata , scorre veloce- mente alcun tratto , finché non trova ove appiattarsi col capo , e di là non si scosta. Osservato ho poi sempre che i cunicoli son brevi quando F apertura è piccola , e crescono in lunghezza siccome aumenta in diametro; la qual cosa mi fa conchiudere non esser vero che lo scavamento loro incominci dal fondo di quello della madre , dove giammai ho trovata alcuna comunicazione con altro. Trovasi ne’ contorni della Capitale , sopra i Camaldoli , nel- f Isola d1 Ischia , ove stassene accanto alle sorgenti di acqua ter- mominerale , in Gaeta , a piè degli alberi di ulivo , fra i maci- gni interriti , ec. ec. Osservazione. Le differenze che la nostra Migaie dalla Souvagesii di- stinguono consistono , i.° nella dentellatura delle mandibole osservabile in un solo lato della scanalatura , e non già in entrambi: 2.0 nei tarsi tutti ugualmente armati di spine , e non i quattro anteriori soltanto : 3.° nel colore del torace e dell’ addomine , che non è uniforme siccome nella Soli- vagesii si vuole. Nulla di meno, coteste differenze esser potrebbero in par- te climatiche , il che farebbe considerare la nostra Migaie qual semplice varietà d’ una medesima specie , ed altre esser potrebbero il risultamento del diverso modo di esaminare le parti , e della bontà degli stromenti. 2. M. Cellicola ; M. Cellicola. M. Corpore supra griseo-cinereo , vittis cluabus longitudinalibus ob- scurìoribus .* abdomine fusco-rufescente , maculis fuscis serialità dispo- sitis ; tarsis anterioribus duobus , posterioribus unguiculis (ribus armatis. POLMONATI 19 Capo-torace ovale , superiormente d’un grigio cenerino, con due striscie fosche longitudinali e parallele nel mezzo. Forcipole nere , con due spine sull’anterior parte del secondo articolo, im- boscate fra lunghi ed ispidi peli costituenti un pennello, e sette denti acuti nel loro margine inferiore ed interno; terminate dal- l’unghia delicata , curva, nera, ed alquanto obliquamente piega- ta verso dentro. Unghia de’ palpi dentellata nella parte interna e presso la base. Mascelle guarnite anch’esse , dalla parte interna, di folti e lunghi peli, tra quali alcuni denticelli. Primo pajo di piedi veri armati da due unghie , una maggiore , dentellata nel- la parte interna , 1' altra minore , sottoposta alla prima ed occub tata da folti e lunghi peli. Le due paja medie terminate da un- ghie semplice. L’ ultimo o posteriore tiene tre unghie graduate e curve in un medesimo senso. Addomine ellittico , cenerino fo- sco , rossegiante , e palacciuto. Gruppo degli occhi come rap- presentato viene in c , fra quali sorgono alcuni rari ma lunghi e grossi peli neri. Il maschio , di gran lunga minor della femmina , ha i piedi più lunghi, in proporzione del corpo, e più delicati. L’ addo- mine piccolo e corto. I palpi terminati dall’ organo sessuale , con- sistente in una capsula reniforme sorretta da un pedicello con- torto. Vive entro la polvere arida , nelle cavità oscure delle mura- glie, e propriamente nelle cosà dette Saettiere , ove, col glutine suo , si costruisce un tubo delicato e mobile , che ha cura di affidare nel suo origine a qualche corpo stabile nel fondo del muro, e che in terra nella polvere, aprendosi l’altro estremo sul piano inclinato dalla polvere stessa costituito. Nenie sìa Cellicola , Sav. Egyp. Voi. 22, pag. 5o4* Tav. I, f. 1. Osservazioni . Savigny trovò questa specie di Migaie nell’ Egitto , del- la quale costituì il genere Nemesia , sol perche la trovò differire dalla M. Sciuvagesii , nella disposizione degl' occhi , e nella lunghezza relativa, o proporzione degli articoli de’ piedi ec. Queste minute differenze non sembrano bastevoli a dar luogo alla costituzione di un genere , se appe- 20 ARACNIDI Da valgono a distinguerla qual specie , avvegnà si è fatto notare esser variabile la disposizione degli ocelli; e le proporzioni degli articoli del- le gambe sono minuzzaglie di difficile determinazione , ed incapaci a co- stituire un carattere essenziale, suggetto essendo a fasi svariate. Ed in fatto , ove non vi fossero le poche cose , delle quali ho fatta parola , per contrassegnarla , essa non sarebbe per alcun modo distinta dalla nostra Migaie meridionale. Di niun calibro ebbe a considerarli ancora lo stesso Latreille , non avendo di tal genere fatto alcun cenno nel suo Quadro metodico , inserito nel Regno animale del B. Cuvier, nè nell’altra opera sua , Fa ni ili e s naturelles da Fógne animai , lo menziona per poco. Riposta F ho quindi nel medesimo genere Mygale , conservandone il nome spe- cifico assegnatole dal suo primo scuopritore : e riconoscendo ne’ due in- dividui trovati appo noi 1’ indentità della specie trovata da Savigny in Alessandria di Egitto. Se nonché , la grandezza relativa degli occhi sem- bra alquanto diversa, ma son cose queste facili ad equivocarsi, e di po- co o ni uno interesse , sendoccbè variano di poco, ed a seconda del modo in cui si traguardano. Nella stessa Tav. i , F. 5 , ho rappresentato il gruppo degli occhi c, la Forcipola cl , l’ultimo articolo de’ palpi e, il tarso de’ piedi anteriori e quello de’ posteriori g , essendo ogni al- tra cosa simile alla Aligaie meridionale , fìg. 3. Trovata ho questa specie di Migaie solo nelle cellule de’mu- ri sopra S. Martino , ed anche si rara , che un solo individuo ne scuopri in Settembre i833 , ed un altro nel testò caduto ot- tobre 1 835 . Dorthes , nelle Trans, of Linn. Soc. voi. 2. pag. 86 , dà la descrizione dell’Aranea ( Mygale') Ma^on , ritenendo quello stato già detto da Souvages ; ed in tal proposito assicura , che nella Avicularis ha visto i maschi con due uncini ne’ tarsi del primo pajo di gambe , i quali mancano nella femmina. Sei altre specie di questo genere vengono menzionate dagli autori ; cioè 1. Mygale avicularia , Latr. Meni, du Mus. d’Hist. Natur. Vili , p. /[&G. — Araneci avicnl aria , Limi. La maggiore fra tutte, e straniera all’Europa. 2. Mygale fasciata , Latr., YValk. • — Arane a Mce- POLMON ATI 21 xima Ceilonicci , Seba. — Immense Spides, Percival, Ac- cnt of Ceylan , 4-° London , i8o5 , p. 3 1 7 . — Araignei democule , Knox, HfsG Gen. des Voyag] T. 3a , p. 2o5, ediz. in 12. 3. Mygale Valentina , Dufour, Armai, dcs Scienc. Phys. JJrux. V. pag. 101 , n. 1 , PI. y3, f. 1 e 2. Dei Regno di Yaleza, in Spagna. 4- Mygale Sauvagesii , Dufour, 1. c. p. 102, n. 1. PI. 73, f . 3 (1)* — Latr. Gen. Crust. et Insect. 1, p. 84» Della Corsica e della Italia. 5. Mygale Carminans , Latr. Dict. d' Hist. Nat . Nouv. edict. Tav. 22. — Dufour, 1. c. p. io3 , n. 3. PI. 73, 73, f. 4. — Della Spagna e delle Gallie (2). 8. Mygale cementarla , Sauvages , Hist., de V Accad. des Sciences , 1758, p. 28. — Latr. Gen. Crust. et Insect . 1. p. 84. — YValk., Ilist. des Aracn., Fase. 3, n. io. — - Dufour , 1. c. p. 104 , n. 4* Propria della Spagna e delle Gallie, (1) La descrizione della Myg. cementarla non molto si scosta da quella della Myg. Sauvagesii , e l’una e 1’ altra poco dalla Meridionalis dissomigliano. Io penso , che il trattolino lineare, che distingue la cementarla , secondo si esprime il sig. Dufour , e le macchioline regolari osservate dall’ Olivier e dal Sauvages, sono delle picciole anoma- lie eccidentali : e sospetto che tutte tre ( Sauaagesi , cementarla e meridionalis ) sia- no una medesima cosa. Se le ho ritenute distintamente , ciò feci per dovuti riguardi all’opinione de’ miei maggiori. (2) Crede il sig. Dufour , che questa sia il maschio della comentaria , o Maconne. Ella è pertanto cosa rimarchevole , che in centinaja di Migali eh’ io ho catturate , e che potrei infinite altre averne, non ho mai visto un sol maschio, nè fuori nè den- tro alcuno de’ cunicoli loro. Maggiormente 1’ è poi , se di fatto si trovasse il maschio Vagabondo e lontano dalla femmina Questo problema merita l’attenzione de’ naturalisti. 22 Genere DISDERA, Dysdeiia (i) , Latr. Generis characteres essentiales. Palpi maxillarum basi inserti. Oculi sex inaequales , in tuberculo coaliti , atque in curva ferri aequini persimile dispositi. Characteres naturales. Mandibulae conoideae suborizontales ; unguiculis longis subtus oblique fexis. Maxillae oblongae , apice villosae , cujus basi apophjsis prò palporum insertione. Palpi duo basilares. Labrum oblongwn , distinctum. Oculi sex inaequales , coalili , in tuberculo inserii , atque in linea curva , ferrum equinum referente , dispositi. Appendices mammellonares depressaci trun- ccitae , brevissi/nae. Penicillus supra unguiculis tarsoriun. Osservazioni. Le Disdere sono de’ ragni prossimi alle Segestrie pel numero degli occhi , per l’ inclinazione delle mandibole , e per i loro co- stumi. Ma il numero de’ sacelli pulmonali ne le allontana essenzialmente, imperciocché questi organi , semplici nelle Segestrie , sono duplici nelle Disdere . E però da notarsi , che le stigmate respiratorie sono talmente tra loro approssimate, che a mala pena distinte ne restano dalla ripiegatura, o vestiggio di segmento addominale ; talché a primo sguardo si direbbe es- servi un sol pajo di sacelli pulmonali, essendo l’uno all’altro quasi soprap- posto. Le Mandibole sono in questo genere più lunghe che nelle Migali, e me- no che negli Atipi ; e l’unghia supera d’una metà il corpo della forcipola. Le mascelle , analoghe a quelle degli Atipi , per la figura , sono allun- gate , compresse, acute, guarnite, dal lato interno, e nella estremità, di setole arricciate. Alla parte esterna della base sorge un’ a po fise , sulla qua- le s’inseriscono i palpi. Il labro delle Disdere non consiste, come negli Atipi e nella maggior parte degli Aracnidi , in un semplice lobo della piastra sternale , ma è un pezzo particolare , distinto da un solco trasver- sale , che sembra indicare 1’ esistenza d’ un’ articolazione. La sua figura è di un quadrilungo, e la sua estremità é guarnita di peli. I palpi s’ inseriscono , e si articolano come negli Atipi. Il loro ultimo articolo è più pelacciuto degli altri: e nel maschio porta inferiormente il bottone genitale, ellittico, che si prolunga in un becco bifido , armato nel suo origine di un crocchetto , e vien fissato per mezzo di un pedicello bre vissimo, (i) Nome composto dalle due voci greche /is due volte , e Jep'S pelle. POLMONATI 23 Le gambe finalmente sono rimarchevoli per l’articolo basilare, od an- ca , assai lungo. Appartiene questo genere , stabilito da Latreille , alla famiglia delle Filatrici del medesimo autore , ed alla Tribù delle Tapezziere. i. Disdera E ri trina *, Dy sclera Erythrina , T, II, f. 1. Thorace , mandibulisque sanguineis , glabris ; pedibus palpisene dita- te testaceis ; abdomine sericeo grise o-cìnnamomeo . Il capo-torace della Disdera Eritrina è di color sanguigno , un poco fosco negl’ individui adulti , perfettamente liscio , al- lorché si guarda con occhio nudo , ma ad occhio armato appa- re legermente zicrinato. Verso il suo terzo posteriore presenta una leggierissima depressione centrale ira forma d1 2 una lineetta trasver- sale. Un sottilissimo cordone ne cinge per ogni dove il margi- ne. Gli occhi sono neri. Le mandibole tengono una direzione media tra la verticale e F orizontale ; quindi s1 incrociano , ed i loro movimenti si fanno per entrambi questi sensi , e possono perciò prender la preda a gran distanza da loro (i). Il colore è quello stesso del torace , ma coperte da rari e lunghi peli neri. 1 palpi sono mediocri, il primo articolo de’ quali è coperto d’una peluria, più folta nelle femmine che ne1 maschi , di color di la- vagna , e terminato da una punta cornea , appena curva , osser- vabile solo col soccorso del microscopio. Nel maschio osservasi il bottone genitale , qual si è descritto nelle osservazioni gene- riche. La placca pettorale, o sterno , è di figura ovale, e nella inserzione di ciascun piede offre una leggiera elevazione. L’ad- domine , ovale allungato, ottuso, è rivestito da una corta pelu- ria sericea , uniforme , di color grigio tirante al verde (2). Le gambe ed i palpi sono di color rosso pallido , o di sangue sla- (1) Le mandibole di questa specie mi hanno esibita un’anomalia, indipendente dal- P età e dal sesso. Il loro margine inferiore , quello cioè su cui si piegano gli uncini , talvolta è perfettamente inerme, tal altra guarnito di 3 o \ denticelli semplici, nasco- sti fra i peli che lo cuoprono. (2) Leon Dufour la dice di color cannella , e tale sarà negl’ individui osservati da lui in altio clima. ARACNIDI 24 vaio ; e ricoperti essi sono da delicato vello. I primi articoli de’ tarsi delle quattro gambe posteriori sono terminati da due uncinetti (1) , e l’estremità loro è guarnita di folti peli in for- ma di spazzola , per locliè sembrano rigonfiati. Le coscie sono un poco flessuose. Aranea rufìpes , Fabr. Ent. Syst. 11. p. 41 2 3^- Dysdera erythrina , Lati*. Hist. des Insect. p. 90 , Tav. V, f. 3. __ — _ — Dufour , Ann. des Seienc. Phys. T. V, p. n3 , pi. 73, f. 7. — Walk, Tabi, des Amen. - Faun. Paris, li, p.22,4. Hahan , Die Ara clin . I. B. S. 7 , T. I , f. 3 (2)» Savigny , Egypt. PI. 5, fig. 3 (3). Vive sotto le pietre. In Francia , Spagna , ed appo noi ; frequente. 2. Disdera piccinina ; Dysdera parvula. Thorace glabro depressiusculo , livido nigrescente , mandibulis , pal- pi.9 , pedibusque pallide testaceo-rufescentibus ; abdomine griseo , hispidulo. Dufour, Ann. des Scienc. Phys., Bruxelles. V. pag. ii5. Osservata dal sudetto Autore nel Regno di Valenza , in Spagna. (1) Il prelodato autore dice, eli’ essi hanno molte spinuzze piegate ne’ soli quattro piedi posteriori. Ecco un altra picciola differenza fra le nostre entrine e quelle della Spagna. (2) S’ egli è vero quanto asserisce il sig. Andouin (Egitto, voi. 22, p. 38o ) , che la Dysdera rappresentata da Savigny, non sia diversa della specie che trovasi in Fran- cia , la nostra Erythrina è dalla già nota distinta ; perciocché osservo gradi sensibili di proporzione nelle forcipole , tra quella rappresentata dal prelodato Aut. e la nostra. La qual cosa aggiunta alle altre differenze , delle quali è stata fatta parola superiormente , maggiormente la distinguono. (3) Non s’intende perchè cotesto scrittore siasi affannato a rappresentare contanto ingrandite le specie di Ragni per loro stessi grandi a bastanza , onde vederne con chia- rezza ogni parte. E quando ciò sia pure a permettersi , non è perdonabile ad un Ale- manno lo averlo fatto a discapito della verità e del bello ; perciocché i naturalisti del- la Germania sono lodevolissimi per la precisione e per la verità delle cose da essi loro descritte e figurate. 0IID1NE II. r ARACNIDI TRACIIEAR1. JL’ ordine degli Aracnidi Trachearl vien costituito sulla differenza degli organi della respirazione : imperciocché , là dove gli aracnidi del primo ordine respirano per mez- zo di sacelli polmonari che anno la loro apertura sotto Faddomino, questi non anno altro che trachee ramificate o disposte in forma di raggi, nelle quali 1 aria penetra per mezzo di due aperture o stigmate. Non si scorge in essi alcuna traccia di circolazione. Il numero dei loro occhi è di due o quattro. Osservazioni. Tali sono i principi sui quali F ordine è stato fondato ; ma non nasconde il chiarissimo Latreille che i limiti dello stesso non sono ancora hene stabiliti , per mancanza di osservazioni anatomiche. La picciolezza degli animali eh’ esso racchiude non permette d’ esser sottoposti allo scalpello zooto*- mico : e tutto riducesi a delle conghietture dedotte dall’analogia. Qualunque cambiamento quindi si volesse apportare al sistema statuito da quell’ Entomologo sarebbe egualmente arbitrario. Egli divide in 3 famiglie tutto l’ordine: la prima de’ Falsi Scorpioni , la seconda de’ Picnogonidi , e la terza degli Oleteri. Io soppressi nel quadro gene- rale degli Aracnidi la famiglia de’ Picnogonidi , come quelli che più degli altri sono d’incerta sede, siccome anderemo poco appresso a riconoscergli. E veggo con piacere che a questo mio divisamento 1’ anno posteriormente altri soscritto. I FAMIGLIA I, 2 FALSI SCORPIONI. ( PSEUDO SCORPIONES ). Torace articolato, avente il segmento anteriore più assai este- so ed in forma di corsaletto: addomino distintissimo e diviso in anelli : palpi grandissimi in forma di piedi o di chele : otto pie- di in entrambi i sessi con due uncini eguali all’ estremità dei tarsi , ad eccezione dei due anteriori in taluni generi : due anten- ne elidale apparenti terminate da due dita e due mascelle costi- tuite dal primo articolo dei palpi. Tutti gli animali di questa famiglia son terrestri, ed anno il corpo ovale od allungato. Essa non abbraccia che due generi Galeodes e Ckelifer ossia Saìpuga ed Obisium. Io non conosco alcuna specie nostrale appartenente al primo di questi due generi : e del secondo possediamo soltanto le due seguenti, il Phalangium Canchroides , Lin. ed il Cimicoides. 3 Genere CHELIFERO ; Chelifer , Geoffr. ( Obisium , Illiger. ) Generis characteres essentiales. Oculi in thoracis late- ribus. Palpi longissimi cheli f eri , chelis didactylis. Pe- des aequales biunguiculati . Characteres naturales. Animai scorpioniforme , c àlida ca- rens. Corpus complanatum , thorace subquadrato , unico vel duo- bus oculis utroque latere prcedito. Palpi duo cheliferi , corporis longitudine majores. Chelae didactylae in exlremitate. Osservazioni. Furono questi animaletti da Linneo riuniti ai suoi Phalangium dai quali vennero separati da Fàbricio , costituendone il genere Scorpio. Geof- froy avanti di lui ne avea riconosciute le differenze molto essenziali, e ne avea formato il suo genere Chelifer. Più recentemente Illiger li distinse col nome generico di Obisium. Leach Naturalista Britannico meglio analizzando le specie di questo genere , poiché gli uni son forniti di quattro occhi , e gli altri di due solamente , ne à costituiti due generi distinti , per uno dei quali à ritenuto il nome assegnato dall’ Entomologo francese, e per l’altro quello dal Naturalista Prussiano. Siccome questa distinzione è molto naturale ed essenziale , noi la ritenia- mo per contrassegnarli come sottogenezi. Chelifer. Thorax incisura transversali bipartilus. Tarsi uniartìculati. Digitus mcbilis cheìarum stilo prceditus. Corpus pilis spatulatis. Oculi duo. Sp. i. Chelifero granchiforme ; Chelifer cane tiroide s. C. abdomine ecaudato, ovato-depresso rufo-fusco , abdominis lateribus serrai is , chelis levibus ; digitis pilosis. Phalangium cane tiroide s , Liti. Syst. Nat. II, p. 1028, n. 4. — Faun. Suec. 1968. Chelifer , Geoffr. Hist. des Ins. II, p. 618, 11. 1. r Dejeer Ins. VII, Tab. 19 , fìg. i4- Gleicher, nou veautès du r eg n. des plani, ap- pend. pi. Vili. r 4 ARACNIDI — - — Roesel Ins. Ili , p. G/t. Sulzers Hist. Insect. Tab. 2. fìg. g. Scorpio canchroidcs , Fabr. Sp. Ins. I , p. 55 1. — E/it. Syst. 2, p. 436, n. io. Chelifer canchroides Herman, Mem. .Apter p. 1 14. Pince Gantioide, Lati*. II 1 s t. des Ins. VII, p. 14 1 , n. 1. Specie volgarissima facile ad incontrarsi fra i legni fradici ,, gli erbari , i libri. Esso cammina in tutti i sensi come i gran- elli ; si nutrisce d’ insetti minori ec. Sp. 2. Chel. cimiciforme ; Chel. cìmicoìdes. C. abdotnine acaudato , ovato , depresso ; tnanibus ovalis. Scorpio Cìmìcoìdes , Fab. E ut. Syst. 2 , p. 436, n.g- Pince Cimicoide, Lati*. Hist. des Ins. VII, p.. *4- , n. 2. Obisie Cimicoide, VValch, Trovasi sotto le cortecce degli alberi , sotto le pietre, i mo- schi , ec. in Germania , ed appo noi sulla Majella e sul Gran- sasso d’Italia , dove però non mai l’ho visto portante le uova sotto 1’ addomino secondo dice averlo trovato Fabricio , quantun- que osservato lo avessi nei mesi di luglio e di agosto (1). Il Chelifer cimicoides differisce dal Canchroides in ciò che le sue chele son composte di articoli più corti rifondati , e le inani sono ovate: l’intero corpo è ancor più piccolo: il colori- to meno fosco , sovente volte tende al gialliccio. N. B. — Del sotto genere Obisium non ò trovato finora al- cuna specie fra noi. (1) Latreille riporla- a questa specie la- fìg. 6 (clie torsi per errore dice 9 ) della Tav. 7 di Herman ( Mem. Apt. } ove questi lo esibisce col nome di Chelifer parasita, perchè da lui trovalo sopra una mosca. Io non so quanto sia fondata questa opinione dell’Entomolo- go francese , mentre a me sembra esser quella una distintissima specie. FAMIGLI V II» PICNOGONIDI ( PICNOGONIDES ). 11 tronco degli Aracnidi di questa seconda famiglia è ordi- nariamente lineare, composto di quattro semmenti che costitui- scono F intera lunghezza del corpo , terminandosi in ambe le estremità da un articolo a foggia di tubo. Di questi F anteriore è più grande , semplice od accompagnato da antenne chelifere e di palpi, o d’ una sola specie di tali organi costituenti la bocca. In ambi i. sessi si contano otto piedi lunghissimi termi- nati da due uncini ineguali, il più piccolo dei quali fesso, oche nondimeno appaiono esser un solo, proprii al cammino ; nella femmina però si trovano innoltre due falsi piedi inseriti a canto agli anteriori , e destinati unicamente a sorreger le uova. 11 tubo od articolo anteriore costituisce il capo colla sua boc- ca. La sua forma è ordinariamente cilindracea o conico-troncata ; anteriormente con una apertura triangolare o trifoliacea. Nella sua base vi stanno impiantati i palpi e le antenne mandibolari ; que- ste cilindriche o lineari , semplicemente prendenti , composte di due articoli , F ultimo dei quali a foggia di tanaglia avendo tal- volta il dito inferiore od immobile più corto. I palpi sono filiformi composti di cinque articoli con un uncino alF estremità. Ciascuno degli altri semmenti presta ap- poggio ai piedi, ad eccezione dell’ ultimo die trovasi in opposi- zione coll’ anteriore o capo. Nella superior parte del primo ar- ticolo del corpo avvi un tubercolo su cui sono impiantati due oc- chi lisci : ed inferiormente , in corrispondenza di questo , stan- no impiantati i due piccoli piedi della femmina inservienti a mantener le uova. L’ ultimo segmento picciolissimo e cilindrico è perforato nella sua estremità. Gli animali di questa famiglia abitan tutti le acque del ma- re ; vivendo sulle piante marine , sotto le pietre presso le spon- de , e taluno sul corpo dei cetacei. Questa famiglia abbracciava i Generi Pycnogonwn p. d. Fo- xichilus e Nymphon ; ai quali or si aggiunge il gen. Fanodemo > che ò io dovuto istituire.. 6 ARACNIDI Noi possediamo una sola specie del Genere Fossichilu , me- no die non si volessero impropriamente a questo ancor riferire quelli dei quali andiamo a parlare. Almeno le mie ricerche non mi anno offerto altro fin’ ora. Le due specie che descriverò non si possono rigorosamente rapportare ad alcuno de1 tre generi sopra indicati. Perciocché in essi il corpo non è lineare, ma invece è pressocchè ovale e senza alcun indizio di segmenti. Talché piuttosto dovrebbero riferirsi alla terza famiglia , dalla quale altronde si discostano per moltis- simi altri caratteri. Per la qual cosa , è forza istituire un genere particolare il quale può associarsi ad un’ altro da comprender forsi il PJialan- gium grossipes di Mùller. Per ora esporremo i caratteri del nostro novello genere che io chiamerò Fanodemo per ricordare il nome di un celeKre filosofo e poeta Tarantino, di cui fa menzione Esichio e lo ripete P Aquino nelle delizie Tarantine; An. p. 497 e 49^* Osservazioni. E ancor quistione tra i Zoologi se i Picnogonidi debbano re- gistrarsi fra gli aracnidi o sivvero frai Crostacei. Savigny è d’ avviso che que- sti esseri siano intermedi ti’a questi e quelli , o che ne faccino il passaggio. Latreille confessa aver questi animali stretta analogia tanto coi dami e colle Caprelle quanto col genere Phalangium a cui erano stati associati da Linneo ; e dichiara innoltre riporli egli con dubbio tra gli Aracnidi (i). Egli è incerto del pari se essi respirino per stigmate ( di cui non si sono scoverte ancor vestigia ) o per trachee , e confessa essere del tutto sconosciuto il meccanismo della loro respirazione (2). Suppone innoltre che possino respi- rar per la pelle : e sopra questa ipotesi inclinerebbe a formare un’ ordine par- ticolare fra gli Aracnidi , e gl’ insetti atteri cieli’ ordine dei parasiti (3). In quanto alle specie del nostro novello genere , è indubitata cosa che an- no essi due aperture nell’ inferior e ed anterior parte del torace , per le quali 1’ ac- qua deve farsi strada all’ interno e servire alla respirazione. E quantunque non sia r iuscito a vederle che in una sola specie, pure la perfetta analogia della loro or- ganizzazione guida a farle supporre nelle altre due , nelle quali , per essere forsi obliterate da materie eterogenee non si lasciali vedere. Queste aperture immet- ter deggiono nelle cavità branchiali o tracheali ; la qual cosa è certamente im- possibile anzi che difficile a divisarla senza tema di errore. Quindi sarà sempre incerta la sede di q iresti esseri , che per altro godono evidentemente maggiori rapporti co’crostacei. (1) Cuvier Regn. an. IV, p. 277 — (2) L. c. nota. — (3) L. c. p. 272. Genere FANODEMO; Pii ANODEMUS , Noi). Generis characteres essentiales. Caput rostriforme. Pal- pi ciao siniplices laterales. Antennae chelifercie rostro in- ferius insertae. Corpus subrotundum integrimi. Appenclix cciudalis nulla. Pede£ orto longissimi. Characteres naturales. Caput conicum vel cjlindraceum , an- tica detruncatwn sulcatumque , ore inferius excavato. Oculi duo laterales. Palpi capitis longitudine aut longiores , ad luterà inserti , triarticulati. Antennae duo cheli/ erae ad capitis basini insertae. Cor- pus integrimi segmentis nullis conspicuis , supra convexum , sub- tus complanatum. Cauda J ere nulla. Pedes oclo laterales longissimi uni- articulati , radiatila divergenles. Pulmonati ? aperluris palmo - naribus subtus et antica conspicuis. Osservazioni. II capo dei nostri Fanodemi è in forma di cono troncato , ri- gonfiato alquanto più o meno nel mezzo , la cui estremità anteriore è troncata , con due solchi inferiormente che guidano all’ apertura della bocca f la quale apresi verso la base. E fin qui essi convenir potrebbero coi Nymphon. Due antenne laterali inserite alla base del capo composte di tre articoli 1’ ultimo dei quali didattilo o in forma di chele ripiegato nella sua inferior fac- cia. Palpi due laterali inseriti tra F articolazione del capo col corpo , lunghi t composti di tre o quattro articoli. Il corpo è poi di un sol pezzo senza alcun vestigio di segmenti r che an- zi pare che esso avesse uno scudo nella parte superiore intiero come quello dei crostacei macrouri , ed un’ altro inferiormente indiviso coi soli inarchi del- 1’ inserzione dei piedi dai quali lo scudo stesso lesta improntato in forma di stella. A siffatta organizzazione niuna specie conosciuta si accosta » tranne il solo Phalangium Grossipes di 0. F. Mailer , il quale sembra non essere stato altri- menti conosciuto da Latreille salvocchc per la figura , e per la descrizione esi- bitane dal prelodato MùL, per la qual cosa si limita a dire che dev’ essere com- parato colle specie gracilis , e femoralus del genere Ngmphon del Dottor Leach ? siccome superiormente abbiamo avvertito. s ARACNIDI 1. Fanodemo orrido; Phcinodemus Jiorridus , m Tav. I. P. corporc supra planulato , peripheria angulala , spinisque horrida ; pedum articulis spinosissimi, sublus plano, decem angulalo , anterius Iruncato , posterius paulispcr produclo. Lo scudo superiore di questa specie è quasimente piano , impresso nei lati , in modo che le impressioni tracciano le di- visioni alle quali i piedi appartengono , cosicché sembra esso in forma di asterisco diviso , e tutta la periferia è guernita d1 an- golosità e di spinuzze tanto sopra che sotto. Nella faccia inferiore poi le divisioni laterali si veggono segnale da una forte incisura. I piedi son composti come quei d’ ogn1 altra specie da sette articoli distinti i quali successivamente diminuiscono in grossezza aumentando in lunghezza la quale eguaglia tre volte quella del- f intero corpo il capo compreso : i loro articoli sono oltremodo spinosi specialmente i primi , e gl’ ultimi vengon terminati da una unghia valida e curva. La lunghezza del suo corpo uguaglia appena una linea , a contare dall1 estremità anteriore del rostro al termine dei tuber- colo codale. Pescato nel Mar piccolo di Taranto ai 9 giugno 1829. 2. Fan. a collare; Phan. collaris , n. T. II. P. corpore subovato supra convexo laevi , margine anteriori cingulato , poste- riori rotundato ; pedum articidis parum spinosi; capite supra longiludinaliter sul- cato ; sublus plano , postice produclo. Distinguesi questa seconda specie dalla precedente per es- sere il suo scudo superiormente convesso , liscio , e pel contor- no della sua parte anteriore sormontato da un rilievo che a gui- sa di cingolo lo circonda , d’ onde il suo nome appellativo. Niu- na angolosità o spina si osserva sul contorno , ed anche quelle che sorgono all1 estremità di ciascuno articolo dei piedi sono in minor numero , e meno acute di quelle che mostratisi nel Fanodemo orrido. Per 1’ opposto la faccia inferiore del suo corpo è piana colle impressioni segnanti la direzione ed inserzione de- gli arti poco profonde ; e nella parte posteriore si prolunga in un’acume molto sensibile ed acuto. SCIIDIBRANCHI Grandezza eguale al precedente. Trovasi nello stesso mare di Taranto sopra’! medesimi Zooli- ti , ed in Napoli sopra i scogli coverti dall’acqua , in Margellina , in maggio 1823. 3. Fanodemo inerme; Fhanodemus ìnermis . 11. T. I, f. 2. F. corpore supra nix convexo , sttbtus complanato , in peripheria impresso , pc- dibus articulis 4 > aul 5 eìatis ; spinis nullis ; capite supra bngiludinaliler suicido , Ben distinta dalle precedenti specie è la presente per la mancanza assoluta d’angolosità e di spine tanto sopra che sotto del corpo, quanto negli articoli de* piedi. Lo scudo superiormente mostra le tracce dell’inserzione dei piedi mercè le impressioni sul contorno ben pronunziate , le quali inferiormente lo sono vieppiù, nevi si scorge alcun prolungamento nel sito della coda. Innoltre , il quarto e quinto articolo dei piedi sono stiacciati e molto dilatati , siccome, in proporzione poi delle specie precedenti, più grossi son pure gli articoli rimanenti. Il capo è in proporzione più grossetto e più largo superior- mente e per lo lungo anche solcato. La grandezza è presso che uguale alle precedenti. L’ ò trovato del pari in Taranto , nel Golfo di Napoli so- pra le Ascidie , e le ostriche ; più raro dei precedenti. SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE Tav. I. Fig. 1. Il Fanodemo orrido veduto dalla parte superiore ed ingrandito col microscopio. 1’. Il corpo di un’ individuo femina veduto dalla parte inferiore coi suoi piedi accessorii destinati a mantener le uova. 2. Il Fanodemo inerme veduto dalla parte superiore ed ingrandito come il precedente. 2’. Il corpo dello stesso veduto dalla parte inferiore anche per mo- strare P apertura della sua bocca. Tav. IL Fig. 1. Il Fanodemo a collare veduto dalla parte supìore. 2. Lo stesso veduto dalla parte inferiore nel quale oltre f apertura della bocca veggonsi ancora i due forami sul margine anteriore del torace , che forsi saranno le aperture per le quali questi animali respirano. Io non ò potuto osservarle nelle altre specie. IO Genere FOSSICIIILO; Foxiciiilus , Latr. Generis characteres essentiales. Corpus filiforme (jua- driarticulatum, Antennae duo chelatae. Pecles lungi. Characteres naturales. Caput parvulum subconicum , detrun- c citimi , antico ore pertuso. Antennae ciao biarticulatae , arliculo extimo didcictjlo , chelatae , ad ccipitis luterà insertae. Corpus an- gustissiinum seg mentis quatuor constans. Cauda brevissima , tubii- losa . Pedes odo longissimi , 8 aut 9 articulati , biunguiculati. Sp. 1. Fossichilo pigmeo; Foxichilus pigmaeus , n. F. minimus, pedibus longissimis inermibus. Non più che la picciolezza estrema e la mancanza di spina all’ estremità degli articoli dei piedi distinguono questa nostra specie dallo Spinipes ( Phalangium oculatum Mont., Voi. IX , p. in, Tav. Y, f. Vili). La lunghezza del suo corpo non eguaglia un terzo di linea. L’ ho trovato a vivere sopra P Arca Noe in Napoli. / re? <$?/ * ✓ /• T. /. ■ra 77 SS cKi/r. ta/oc ' /tj. m/ieAa(i> me. * & ✓