» ili ÌM| wÈm — : : : • . : . Pii z r tT ^ -v r 1 Genere ÀFROMTA ; Apmrobsta, Lin. (pari,). Generis characteres essentiales. ElyUrorum paria 13 dorso affixa, cum pedibus cirratis et absque cirris allernantia . An» lennae ires . MaxiSlae parvulae cartilaginea® , mi nulla® » Charactebes NATUBALESe Corpus ovale aut ollongum , antico pò* stìceque anguslatum. Caput parvulum , elylris tectum ; anlennìs in = media breviuscula3 suhulala , cristaeformi , lateralibus seta- ceis longioribuSj infra tentaculis 2 crassis longissimis , sctaceìs . Pedala paria 30_40? prima 23 cltcrnalim ac 25 et 28 elytra fcrentia » Pedes omnes infra cirrati , superne cirrum vcl elylrum fercnlcs ; setis nume- rosis armati. Estremi tas postica tuherculis parvis terminata , elylris duabus mohilibus teda (l). Oeali dwo , ad latera antennae mediae $eu caruncuiae affìxi ; sessiles ve l peduncolati. JDorsuil fcla tomento- sa, teclum 3 a«f nudarne Osservazioni. Audouin ed Idwards, che si accuratamente studiarono que- sta classe di animali articolati dopo ^illustre Savigny , calcolando l’importanza di quel tessuto di setole flessibili, di cui sono coperte in certe specie l’elitre; e calcolando ancora l’eterogeneità od omogeneità delle setole dalle quali sono armati i piedi ; distribuirono tutte le specie in due sezioni. Nella prima regi- strarono quelle che anno l’eli tre coperte di quella spezie di ordito a modo di feltro» e le setole di tutti i piedi di tre sorta. Nella seconda le altre » le cui elitre sono a nudo; e nelle quali i piedi portanti l’elitre ànno due sorta di set©» Ses mentre negli altri senza elitre le setole sodo di una sorta soltanto. Recentemente il signor Kioberg à costituito delle Afrodite di Savigny orna famìglia» che dice delle Àfrodilacee , ripartendola in quattro generi; per i quali assume come caratteri essenziali lo avere gli occhi sessili o peduncolati ; fé» Mire ricoperte da feltro o nude» e la forma delle setole; dalie quali cambi» ®azl©ai diverse ricava la seguente ripartizione. fi) Non trovo in aleno® scrittore farsi menzione di «pelle due elitre sopraaaali, eh® amili a do® valvole, cingono l’ apertura anale. Queste sono in continuo movimento di diva- ideazione ®d avvicinamento come i battenti di una porla » ed il movimento è lento ma ss&= erano ; sono membranacee’, tumide e costituite da una lamina ripiegata sopra se stessa , ®e®s© ogni altra elitra, ecuopron® un’ appendice piediforme gueruila di 32 setole rigide 4s» «post© a ventaglio, 1® sui punte spurgano ia fuori, © I© quali fiancheggiano f ae®« 2 ANELUDI Trovando indifferente pel metodo il seguire l’uno o l’altro : ma nel tem- po stesso più analitico il lavoro del signor Kinberg, noi lo riferiamo qui; an- che perchè vi si possano riferire quelle specie , che , come le sue, ànno un complesso di caratteri non considerato dai prelodati scrittori francesi , perchè non le conobbero , spettando a specie di mari stranieri all’Europa, e di recen- te scoperta. / Oculi sessiles. Dorsum tela tomentosa tectum. Setae pedum ventralium numerosae nuoquam glo- chideae. Apurodita Oculi pedunculati. Te- la tomentosa nulla. Pedes elytra ferentes setis glo- chideis armati, ventrales setis paucis, bidentatis, Hermìone Oculi parte basali ten» Iaculi impositi, laterales. Tela tomentosa nulla. Se- tae pedum dorsalium un- cinatae, nec glochideae , pedum ventraliumpaucae, bidentatae. Apiirogenia Oculi pedunculissufful- ti margini anteriori lobi cephalici adnati. Dorsum tela tomentosa tectum. Se- tae pedum elytra feren- tium glochideae , ventra- \jium semipennatae. Laetmonice SEZIONE PRIMA, Aud . Edw. ( Genere A p invelila , Kinb. ). 1. Afrodita aculeata ; Aphrodita aculeala . Tav. 1, fig. 1 a 6. Aph. segmenlis corporìs 40, setis longissimis splendidissimis, auratis, viridi - rubro-coeruleoque micantibus; elytris parvulis, tela tomentosa absconditis ; pe- dum aculeis simplicibus, Capo piccolissimo, con una caruncola crestiforme nel mezzo, rugosa, e del tutto simile alla caruncola frontale del Meleagris gallo - Tuberculum faciale granu- .losum sub tentaculo inter Ipalpos validos; antennae nul- Fam. i.a Jlae; cirri tentaculares longi , Aphrodi-\ buccalesbreves; maxillae car»/ iacea. jtilagineae parum distinctae [branchiae humiles. parvae; e- lytrorum pariaT5io segmen- _t»s 1-23, 23, 28. ERRANTI 3 pavo (Gallo-d’India (jQ; questa è fiancheggiata dai due palpi (autenne esterne) lunghi, setacei, e disuguali, il destro essendo men lungo, men grosso e bianco; il sinistro più turgido e rosseggiante (l). Dietro la caruncola, immediatamente e ne’suoi lati, stanno i due occhi sessi- li, neri. Quaranta anelli compongono l’ intiero corpo, sette de’quali gradatamente minori spettano alla parte codale, cui sovrastano le due appendici membranose. Nei primi ed anteriori, ne’quali alter- nano l’ elitre, si trova la seguente disposizione. Tra il ramo ventra- le e l’ inferiore dorsale, sull’ arco che essi formano , si genera un antro, coverto dall’elitra, alla quale sottosta una vescichetta bran- chiale, indicata da x. Nella stesso omologo luogo del piede suc- cessivo sorge un lobo vescicoloso sormontato da un cirro sì lun- go, che oltrepassa la lunghezza delle setole del ramo medio y. Il primo anello del corpo brevissimo, con i due suoi piedi diretti verso innanzi, ben distinti e prolungati, guerniti allo estre- mo di due ordini di cirri tentacolari. Tutti i piedi anno il ramo superiore de’ due dorsali guernito di lunghe e finissime setole, che brillano de’ più vivaci colori dell’ iride (2); il ramo inferiore con setole men lunghe e più rigide alquanto , e disposte in fascio. Il ramo ventrale à 12 aculei e due fulcri. Gli aculei sono distribuiti : sei nella prima serie ventrale , e sono i più delicati e più corti ; quattro nella seconda serie, o mediana, simili ai precedenti , ma un poco più grandi; due disgiunti nella superior parte, e questi molto più grossi e più lunghi di tutti. Detti aculei àn figura fusiforme , un poco incurvata, sono acutissimi nella punta estrema, ottusi nella opposta ed interna, senza verun dentello, nè compressione, nè unci- no ; tutti di color nero. Due fulcri di color giallognolo si distin- guono per organizzazione e forma ; risultano essi da fibbre cornee (1) Costantemente così in tutti gli esemplari e esaminati conservati nel mio Museo» (2) Esaminate isolatamente si trovano di 3 qualità. Le une e più abbondanti sono dì color giallo-dorato nella metà basilare, a cui succede una porzione verde di smeraldo , e si terminano con la punta. color di zaffiro. Le altre men lunghe sono rosseggiami, coll’e- stremo violetto ; le più lunghe e delicate ànno color giallo pallido. Tutte pos sono templi- eissime8 a punta acutissima , e leggermente inarcate. 4 ANELLI»! riunite come quelle del gambo di una pianta tigliosa ; ottusi le ambe l’ estremità, maggiormente alla interna, questi non sporgono punto allo esterno del tubercolo, al quale servono di sostegno, onde mantenersi dritto e teso. U ultimo aneli© si termina eoa una appen- dice conica membranosa , alla quale sovrastano le altre due lami- nari, ma pure membranose, o veseicolose, corrispondenti a quelle cor- nee die si trovano nell’ Aphrodita hystrlx. Sono queste due cuo- ri linfatici ? Certo in esse si compie una pulsazione isocrona. Tutti i piedi anno un cirro dal lato ventrale; alternano poi i ©irri superiori eoo l’ elitre , ed i cirri sono lunghissimi. L’ elitre sono sottoposte alla tunica che ricuopre il dorso, co. slittata dalle lunghe setole flessibili che compongono una spezie di feltro , di color giallo-terreo. Esse sono larghe, membranacee , embriciate, ec. Luoghi, poli. 4 Va- 5— Largii. poli. | n. 7 (I) * * * 5/12. Aphrodita aculeala , Lino. Syst. Nat . pag. 3101. — Palìas, Misceli. Zool. p. 77, tab. 7, f. 113, Baster, Opus . suhs. P. 2. libr. Il, Tav. !V,f. 1-4. — Cuv» Regn. Aoirn. Ili, p. 206. — Rlainv. Dict. des Selene. Nat. Art. Vers. PI. 9, f. 1 . =*,„-=Trev!ranus9 Zeitschrift fiir Physiol. t. Ili, fase. 2» pe|57 (vedi Ferus. Ball. t. XXI, p. 165). — — Lamk. An. s. ver. V. p. 2. * Aud. ed Edw. Ree ber. 1. p. 66. PI. I , f.7. — Grube p. 88. (1). Halithea acuieataì Sav. Syst. des Aneli, p. 19. Riss. Misi, de l’Europ. Mer id. Yl.pag. 4! 3* (I) Nel sai© "soggiorno io Trieste ed io Venezia durante l' inverno, questa speri® bob fisi I mai venuta sotto gli ©echi; Martens nel suo Catalogo degli animali maria! if inezia- li aepptsr n© f& menzione. Ma secondo Risso essa si trova presso Nizza, secondo Brono pres- m Cette, il che io posso confermare per propria esperienza; ed la Napoli k è §pe§§® ricevete® forate m dica il siisi® autore. ERRANTI Physalus , Swamm. Bibl. Natur. Tak X, f. 8. Hystrix marina , Redi, Opusc. Ili, XXXV (con qualche particolare anatomico). Eurica marina , Seba , III, tak IV, f. 7-8; voi. I, tak XC,f. 1-3. Rstrice, o Istrice de mare, Nap. cosi tutte le specie di tal genere : ed anche Te-vego . Vedi su questo volgar nome la sinonimia della specie seguente. Brucio di mare, Tose . È questa la piu grande di tutte le specie finora conosciute, ed anche la più brillante pel color dorato e splendente delle setole che ne ricuoprono il dorso. Ben si avvertirono i signori Audouin ed Edwards che YAphrodi- ia aurata del Risso, comunque imperfettamente descrìtta, non fosse che un individuo piccolo della stessa aculeata . Dì fatto , io ò tro vata questa specie di tutte le età (l). Si anno di questa sezione (geo. Aphrodita p„ d. Kioberg) due altre specie recentemente scoperte: V Aphrodita alta di Rio Janeiro,, e la longicomis , trovata presso la foce del fiume la Piata . SEZIONE SECONDA, Aud. Edw. ( Genere Ilemione , Kobg. ) Àfrodila istrice ; Aphrodita hystrix. Corpo regolarmente ©volare , ricoperto in tutta la faccia dor- sale dall’ elitre. fi) Risso non contò che 32 segmenti ne! sm® esemplare di questa specie; ma quando ss riflette che l’individuo non aveva che 0, 024 mill. di lungo; e che negl’individui di $ poi» Ilei, o 108 millimetri, gli ultimi sei segmentisi possono appena discernere ad occhio armato,, è facile persuadersi , che l’ errore in cui cadde nacque appunto dalla estrema pieeiolezifi 4egli ultimi segmenti,, tòrsi aneto p®e@ sviluppati ia quel piccola iadifiduo, 6 A NELLIDS Il capo è piccolo, un poco sporto al di là dell’antenna me- diana, inclinando anche in giù. L’antenna mediana, o tentacolo, è cilindracea , troncata’ alla estremità, nè molto lunga. Ai suoi lati nascono due brevi tubercoli oculiferi, eoo due occhi sopra ciascuno, laterali, approssimati in guisa che appariscono quasi fosse un solo allungato. Le antenne esterne sono lunghe e crasse; esse però sono inserite nella inferior faccia del capo, o nei lati dell’apertura boc- cale (l), e sempre ripiegate in sa, e rivolte in dietro ; costante- mente la sinistra più sviluppata della destra, contro la legge generale. Le mascelle sono rudimentali e cartilaginose, involte nella mem- brana esofagea. L’elitre, simili per numero ed insersione a quelle dell’ A. acu- leata, sono a nudo , liscie, flessibili , semitrasparenti su i mar- gini , di color grigio-giallastro , ovvero bruno eoa riflessi violet- ti ; quelle del primo e del quindicesimo pajo sono quasi rudi- mentali. I piedi, al numero di 39 paja, son tutti divisi in due rami ; il ramo superiore, o dorsale è diverso nelle due sorta di piedi ; in quelli cioè che portano l’elitre, ed in quelli che ne sono sprov- visti. Nei primi si trova un fascio di setole ruvide, giallognole, incur- vate,, ma semplici, disposte a ventaglio, ed erte, che spiccano dalla base dell’elitra ; a questo fascio ne succede un altro di setole assai lun- ghe , robuste , e terminate da una punta lanceolata , ne’ margini guarnita di denti diretti verso la base, inguainate da due lamine cor= nee, flessibili, che le cuoprono come le foglie lineari che cingono la spiga del Lolium perenne. Lorchè tali setole penetrano in un cor- po molle qualunque, le due lamine si piegano allo indietro, e riman- gono a nudo i dentelli, i quali, per essere rivolti alla parte posterio- re s’ introducono facilmente, ma non possono uscirne che lacerando; e la resistenza che incontrano , maggiore di quella dello attacco delle setole sul corpo dell’animale, le obbliga di staccarsene, © l’a- lt) Perciò vorrebbe il sig. Kioberg si chiamassero palpi ERRANTI nimale ne rimane privo. Così òche il loro numero si trova vario, perdendone a poco a poco durante l’uso della vita dell’ animale, e ìe circostanze diverse nelle quali esso si trova. Nei piedi senza e- litre il ramo superiore è conico , e porta alla sua estremità un lungo cirro lesiniforme, ed un sol fascelto di setole gialle, dispo- ste a ventaglio , dirette in fuori , molto meno grosse e meno ru- vide di quelle degli altri piedi , ristrette in punta acuta, la estre» mità libera è quasi anellata , ma priva affatto di denti. Il ramo inferiore grande, conico, giallo-brunastro, come zigrinato , e molto più sporgente del superiore in tutti i piedi è fornito di setole si- mili, poco numerose, assai grosse, rigonfiate presso l’estremità, ed armate di due punte, delle quali una terminale, l’altra assai più piccola posta alla base di quella , rappresentando una specie di forca a branche disuguali ; gli acicoli sono piccoli e di color gial- lo-dorato. I cirri inferiori sono assai corti , ad eccezione di quelli del primo pajo , i quali , come i superiori , anno la forma di grandi tentacoli diretti in avanti da ciascun lato del capo. Halithea Iiyslrix, Savig. Syst. des Aneli, p. 20. Hermione hystrix, Blain. 1. c. p. 457, PI. IX, f. 2. Aphrodila hystrix , Lmk. A n i ni. sens v e r t. Y.pag.T. — — Aud. ed Edw. Ree he r. 1 . p. 70, PI. I.fig. 1-9. — — — Greb. Actinien , ec. pag. 88. Notavano i signori Audouin ed Edwards , che gli esemplari deìl’^. hystrix provenienti dal Mediterraneo, e conservati nel Museo del Giardino delle piante , ne differiscono per la forma del corpo molto più allungata, per un restringimento meglio pronunziato nella posterior parte, e maggiormente per la lunghezza de’ piedi di que- sta estrema parte. Uno di tali individui, dicono io fine, essere sta- to invialo da Napoli dal signor Otto , sotto il bizzarro nome di Aphrodita hoptakero (ari heptakeroY). Esaminata di fatto l’Afrodita de5 nostri mari , tenuta generai- 8 ANELLIDE mente per Sa Hystrix , fi abbiamo trovate tali differente , da aoa poterla ceppili* ritenere qual semplice varietà» Che se abbiamo ri- portata X A. hystrix , qual’ è stata descritta dai sullodali autori, ciò si è fatto perchè servisse di termine immediato di compara* siooe» Per la ragione medesima si è circoscritta la sinonimia a soli scrittori di generalità , escludendo ogni altra che riuscir po- Irebbe ambigua. 2. Afrodila del Mediterraneo; Àphrodiia Mediterranea , o. Taf. li, fig. 1-5. La nostra afrodita, mentre à una forma totale nel corpo più a!« fungala , come si è superiormente avvertito , lungi dal restringer- si più sensibilmente nella posterior parte, la è anzi assai dilatata? io guisa che , quando I* animale è in piena vita , e sta più ac- cordato, la posterior parte sembra quasi troncata, perchè i fascetti di setole laterali ne oltrepassano il termine. Ma non è questa la sola differenza che vi esiste ; la più importante è quella dell’ an tema mediana , la quale è poco più che la metà dell5 esterne , e lesioiforme come quelle, nè mai 1’ ò vista ritirata o accorciata ; il so® estremo à m appendice claviforme, e la superfìcie un poco ispi- da» Le setole che armano il ramo superiore de’ piedi con elitre, al numero di 10? non sono neppure così lunghe, come le rappre- sentano i sullodati autori per l’ Aphrodita hystrix . 11 corpo di quest’Afrodita è propriamente ellissoide©, pareod© iella posterior parte quasi troncato ; ma 1’ età , e la conservazione nello spirito di vino ne fa sensibilmente variar la figura ; perciocché i piccoli, e quando son contratti per essere immersi nello spirito di vino, si accostano meglio all’ovoide. Quindi non è da tenersi rigorosa- mente attaccato alla forma, chè nello stato normale, lungi dall’essere più regolarmente ovolarey come vuol esser la hystrix , secondo Audouiis ed Edwards* lo è maggiormente allungato, come dalla nostra figura ap» patisce, la quale è stata ritratta dal vivo tenuto nel proprio elemen- to. Tutta volta, alcune altre note riunite alla figura totale del corpo* ERRANTI 9 possono ben distinguere questa nostrale specie , come ben lo avvertono i sullodati scrittori. La bocca à una grande apertura, che dalla faccia inferiore vien cin- ta da una specie di labbro tumido [luberculum faciale, Kinb.), il quale è granuloso come tutta la cute. Le antenne esterne ( palpi Kinb. ) sor- gono dal mezzo d’ un fossetto imbutiforme, a margini esterni increspati, come la fig. 3 li rappresenta. Esse sono cinte alla base da una cresta costituita dall’espansione cutanea, ed armata tutta di sottilissime setole, visibili solo ad un forte ingrandimento microscopico. L’ antenna impare sorge tra i tubercoli oculiferi alquanto dietro della loro linea di con- giunzione ; essa à un peduncolo cilindraceo , e poscia sorge 1’ antenna setacea , ma non mai retrattile (1) , tranne quella piccola ^contrazione comune a questa specie di organi. Gli occhi non sono già peduncolati, ma son portati da un tubercolo poco elevato ; due per ciascun tuber- colo, separati da una linea longitudinale bianchiccia. Il numero degli anelli del corpo è di trentadue. Dell’ elitre, la prima di ciascun lato è quasi rotonda, ed attaccata per un peduncolo nel centro alla guisa di un Amanite; le altre si van- no facendo a mano a mano più regolarmente ovali , ma sempre pel lato posteriore , essendo 1’ anteriore smarginato ; le due ultime costituiscono quasi due valvole , che fiancheggiano e ricoprono 1’ apertura dell’ ano , e che esercitano di continuo un movimento di oscillgzione lento , ma isoci’ono. Tredici paja coprono il dorso, impiantate in altrettanti piedi, che alternano con altri simili sprovvisti di elitre dal primo anteriore fino al 25.° ; chè nei successivi 1’ ordine si muta irregolarmente. Esse sono vescicolose , diafane e bianchicce , colorandosi di rosso-fosco per la in- terna sostanza vascolare , che vi trasparisce , formando quella macchia irregolare che regna su tutto il corpo in ambo i lati. La cute è di color cenerognolo, e tutta sparsa di minuti tubercoli bruno-neri ma molto rilevati, nel centro de’ quali si trova una concre- zione cristallina della stessa natura di quelle delle Oloturie , non però così reticolata, nè uncinata, ma semplice, e di figura ovale o quasi ro- tonda. Di tali concrezioni si trova ben pure guernito il delicato tessuto (t) Cosi vien descritta dai signori Audouin ed Edwards. Io però ritrovo un’ antenna non diversa dalle laterali ; e che dal Kinberg vorrebbesi appellare tentacolo. Aneli . err. 2 A N E L L 1 DI io dell’ elitre, che certo non è altro che una produzione della cute stessa 9 essendo però microscopiche ; il qual tessuto ci lascia scorgere altronde una disposizione simile a quella delle squame de’ pesci. Vedesi cioè a tra- terso striato, a strie quasi ondate come gli accrescimenti successivi delle squame; e gl’ irìter valli lasciati da tali strie sono in contrario senso an- eli’ essi più finamente striati. Fra questi accrescimenti si trovano i cor- puscoli o concrezioni cristalline , qui più tondeggianti , e disposti con ordine. 11 ramo superiore de’ piedi senza elitre porta il suo fascétto di se- tole più delicate , semplici , ruvide , e graduate ; piegale per modo che sembrano divise in due fascétti , posto 1’ uno contro l altro dalla parte canea va. In mezzo a queste sorge Un cirro lungo poco più del fa- scio stesso di setole , occupando il luogo d’ onde negli altri spiccano le setole lunghe. Il ramo inferiore o ventrale è un tubercolo conico , troncato nel- r apice , dalla cui estremità sorgono tre aculei forcuti o biramosi , di tre diverse grandezze, come le figure 11 e Ì2 della Tav. I. li rappre- sentano ; esso à uno stiletto , o acicolo sempre grosso ed interno , che gli serve come di sostegno, e di remo; il suo colore è giallognolo. Alla inferior parte anno tutti un piccolo feirro , che non raggiunge la estre- mità del lobo. I piedi sprovvisti di elitre ànno in vece un cirro lesini- forme ben lungo. Il cirro inferiore del primo pajo di piedi sorge da un tubercolo as- sai più distinto* ed il cirro medesimo è più lungo degli altri; il tuber- colo occupa i lati dell’ apertura della bocca , e potrebbe scambiarsi con un tentacolo boccale , siccome il suo cirro mentisce un’ antenna. Dalle quali esposte cose risulta esser questa Afrodita distinta molto bene, sia che ritener si volesse come varietà , sia come specie. Nè po- tendola confrontare coll’ individuo da Otto denominato heptakèro , mi è stato indispensabile indicarla con altro nome. Noi non ci siamo occupali ad esporre qui la interna organizzazione delle Afrodite ; perocché i lavori dell’ Edwards sul sistema vascolare e nervoso degli Anellidi ànno ben compiuto questo ramo in generale e per molte specie. I successivi e più particolari del Quatrefages e del Blan- chard ne ànno colmate quasi tutte le lacune. Soltanto ci è paruto qui util cosa esporre talune specialità sul sistema muscolare * e sul gastre*» ERRANTI li enterico delle Afrodite; come dalle annesse figure ben si rileva, rimet- tendoci per esse alla spiegazione delle tavolo. In quanto al sistema riproduttore fin qui altro non si sapeva , so non che in certe epoche della vita 1’ elitre delle Afrodite si trovano ri- piene di uova (Aud. ed Edw. pag. 53); ma d’ onde queste provenissero, e d’ onde uscissero , non si era nè dimostrato , nè sospettato ; nè della loro forma alcun molto si è detto. Ben di sovente si trovano attaccate su varie parti di questa Afre - dita alcune uova, ma di animali stranieri , quantunque sempre le stes- se. Di talché si potrebbe sospettarej che appartenessero ad essa (1). Altri pretendono che le uova si trovassero fluttuanti nel liquido che riempisce la cavità del corpo , e che essendo i sessi distinti , nello in- terno del maschio si trovasse in simil guisa il latte. Non potendo nulla affermare con certezza in quanto al sesso maschile, posso ben esser si- curo del poco che mi è stato concesso osservare nella femmina. Tra mezzo alle appendici cieche di questa stanno i grandi grappoli di uova; e queste sono quasi rotonde, e di color di arancio. In fine di maggio non le trovo per anco mature. Nella Tav. IL si è rappresentata i’ orga nizzazione del sistema mu- scolare della faccia addominale , veduto però dallo interno , ossia dalla parte dorsale asportata. Trovasi dapprima il grande vaso addominale di un grosso calibro , (1) Affine di non cadere in equivoci crediamo opportuno dame la descrizione, ugual- mente che la figura. Consistono esse in capsole cartilaginose e trasparenti , di un bianco lucido, di figura ovale rotondata, troncata in uno de’ suoi poli, compresse; e diresti esser proprio delie Bìlocoline ovate ( Foraminiferi ). Vedute al microscopio si trova, che alla parte troncata corrisponde una larga apertura trasversale, e che Sa capsola à nel mezzo una cavità ripiena di novicini ( 40 o più), mentre il perimetro è terminato da una zona fina- mente striata. Gii uovicini racchiusi ànno la stessa forma , e sono ripieni in sulle primo di una sostanza granulosa trasparente, che a mano a mano acquista densità ed opacità , e poscia si vedono tali uova agitarsi, quasi al modo stesso degli embrioni della iantina. La loro bianchezza le fa tosto avvertire su quel lurido colore dell’ Afrodita : su cui si trovano attaccate per la opposta parte della loro boccuccia , restando libere per tutto il rimanente. Le ò trovate dai primi giorni di marzo fin sotto maggio ; in questa epoca i germi erano già in movimento quasi rotatorio come quello di taluni Infusorii; ma non vi ò scorto alcuna traccia de’ cigli vibratili. 12 ANELLIDI a cui sono paralleli (lue laterali minori. Fra questi si tesse trasversai' mente una tela muscolare con tal ordine, che tra due maggiori fasci ve ne sono due altri minori. Il posteriore di questi va sempre sminuendo di calibro, fino a che scomparisce del tutto sulla porzione codale. Il maggiore de’ trasversali e dei minori che lo fiancheggiano si protende in fascetti, e va a costituire un ventricolo muscolare, o grosso muscolo , il quale va poi ad attaccarsi ai piedi. Servono tutti quest* per contrarre e distendere i piedi stessi. Tutti tali muscoli risultano , coni’ è naturale anche a supporlo , da fibrilline riunite in matassa. Tolto 1’ esterno invoglio dermoidale , il quale in gran parte à poca adesione col sottostante strato muscolare , s’ incontra uno strato di un tessuto egualmente delicato, bianco , sul quale si distendono i cordoni ganglionari, ed i vasi sanguigni addominali; le quali cose tutte si con- servano preparate nella collezione di Anatomia Comparata de1 * * * * * 7 mio pri- vato Museo. Trovasi ovvia ne’ nostri mari ; abita ì fondi algosi. Conoscesi dal volgo marinaresco, ugualmente che la specie precedente , col nome di Tevègo , equivalente a ti veggo , derivante da una costante e generale opinione, forsi non falsa del tutto (1). (1) Non vi é volgare opinione, per assurda e strana che fosse, la quale non avesse uu principio di verità piti o meno lontano. Il credere, come fermamente crede il nostro volgo marinaresco, che gli aculei dell’ Afrodita non offendessero, se prima di toccarla si dicesse ad alta voce io ti vedo (tevègo) è veramente stranissimo. Primo, perchè I’ Afrodita non à certamente intelligenza ( seppure avesse organo auditivo ) per poter reprimere sè stessa, e non lanciare quei suoi dardi ; secondo, perchè essa non li vibra, ma li tende e spinge con la sua forza muscolare, venendo irritata col tatto. Nondimeno, siccome il rumore sia direttamente, sia mediatamente , per 1’ agitazione indotta nell’ acqua nella quale trovasi immersa, la eccita, e quindi essa si corruga; ed in tale stato ripiega i piedi e però an- che gli aculei : così nel prenderla si trovano questi depressi e non direttameDte opposti alla mano che la stringe. Quindi é men facile incontrare la loro punta , ed esserne pe- netrato. Perchè però questo effetto si potesse ottenere, conviene che la voce fosse emessa con forza , ed in prossimità dell’ animale , nell’ atto stesso che si cerca prenderlo fra le dita. Così da un pratico pescatore ho visto oprare, e però assicurava, e lo credeva ferma- mente , che non mai ne rimase offeso. Ciò posto , non è mai la parola li vedo , ma un motto qualunque è qualsiasi rumore premesso nell’ atto dello stringerla, che produrrà o stesso effetto. Del resto gli aculei entrano per fino dopo la morte dell’ animale , ed an- che dopo averla tenuta nello spirito di vino per lungo tempo; tanto sono essi delicati aguzzi ed elastici. Ta u. B f/no . *•- * ■ \-7% V',“ ■ i.i.'. -v • \ ' v -ti ■' ■ ' 5 « m m wè v