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Dott. Prof. AUGUSTO BEGUINOT
FLORA PADOVANA
ossia
PROSPETTO FLORISTICO E FITOGEOGRAFICO
DELLE PIANTE VASCOLARI INDIGENE INSELVATICHITE 0 LARGAMENTE COLTIVATE
crescenti nella
PROVINCIA DI PADOVA
con notizie storico-bibliografiche sulle fonti della Flora
ED ILLUSTRATA DA 20 TAVOLE
Parte la p. 1-104 (1909)
» Il2 fasc, I° p, 105-408 (1910)
» II° p. 409-608 (1911)
>» Ina p. 609-764 (1914)
PADOVA
Prem. Soc. Coop. Tip. Tipografia del Seminario
1909 1910-1914
LIBRARY
NEW YORK
BOTANICAL
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Dott. AUGUSTO BEGUINOT
FLORA PADOVANA
PROSPETTO FLORISTICO E FITOGEOGRAFICO
DELLE PIANTE VASCOLARI INDIGENE INSELVATICHITE 0 LARGAMENTE COLTIVATE
crescenti nella
PROVINCIA DI PADOVA
con notizie stotico-bibliografiche sulle fonti della Flora
PADOVA
Premiata Società Coop. Tipografica
1909
LIBRARY ARNVARPD
NEW YORK DARIO
BOTANICAL (ROVERETO
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Il territorio oggetto della presente Flora è quel settore della bassa pianura
padana che, in base a limiti amministrativi e quindi per lo più convenzionali,
entra a costituire l attuale Provincia di Padova. Esso è compreso fra le
provincie di Verona e di Vicenza ad owest e nord-owest, la provincia di
Treviso a nord, quella di Venezia ad est e quella di Rovigo a sud. Giace,
quindi, fra il distretto vicentino dei Colli Berici, da cui è separato da una
breve depressione ad occidente, la Laguna Veneta, di cui occupa un limitato
settore, ad oriente, ed il corso dell’ Adige che lo divide a sud dalla provincia
di Rovigo, laddove si continua a settentrione nella pianura trevigiana.
In un territorio siffatto sono agevolmente distinguibili per la speciale
fisionomia geografica e, come sarà detto nella terza parte del lavoro, per
cospicui caratteri fitogeografici, tre distretti: quello collinare od euganeo
limitato ai Colli Euganei che raggiungono col Venda 603 m. sul livello
del mare: quello planiziario 0 padano con la massima quota di 45 m. e
la minima di 0.40 e meno, quasi dovunque livellato e con carattere di pia-
nura alluvionale e quello lagunare limitatamente a quel ristretto lembo della
Laguna Veneta, che rientra amministrativamente nella provincia di Padova.
Complessivamente comprende, con un perimetro di 348 km. un’area di 206 3
kmq.: area percorsa da due fiumi maggiori e cioè dal basso corso del Bacchi-
glione e del Brenta e lungo il confine meridionale da quello dell’ Adige ed
intersecata da un grande numero di canali e fossi di scolo, caratteristici
dei territori depressi, volti per grande parte a cultura agricola.
Del paese così delimitato tre sono le opere floristiche che lo considerano
nella sua integrità e sono tre elenchi dovuti all’ab. G. Romano (1823-28-31),
al conte V. Trevisan (1842) ed a me (1905); un solo lavoro fitogeografico
a larga base, ma limitato esclusivamente al distretto euganeo, vide la luce
negli ultimi tempi per mia opera (1904). Nel contempo molteplici contributi,
Le
per lo più con indirizzo floristico, valsero a farne viemmeglio conoscere la
vegetazione e numerose citazioni di piante padovane, inedite 0 riportate sulla
fede di altri autori, si trovano in opere generali sulla flora veneta od italiana,
non che in speciali monografie. Sicchè, complessivamente, la mia Bibliografia
che, come tutti 1 lavori consimili, non presume cerlo di essere completa, ne
porta il numero a I6I.
Scorrendo una tale letteratura si giunge alla conclusione che, sulla flora
padovana, si vennero accumulando numerosi ed interessanti dati, più di
quanto a prima vista si potrebbe credere e questo è dovuto, in parte ad
iniziativa privata di una pleiade di botanici che dimorarono o visitarono il
Padovano, in parte all’ opera dell’ Istituto Botanico della R. Università, che
fece convergere, specialmente negli ultimi tempi, le ricerche sul territorio sotto
il suo morale dominio. Tuttavia non poco maieriale restò sin qui inedito e
quello reso di pubblica ragione non fu sempre studiato con criteri di assoluta
critica: sicchè parecchie specie vi furono indicate che non vi ‘crescono 0 solo
allo stato culturale, mentre lo studio di gruppi polimorfi ha rivelato la pre-
senza di altre, che non vi erano state sin qui segnalate. D’ altra parte vaste
plaghe del territorio si erano sottratte ad un’ indagine metodica e non poche
lacune esistevano anche in quelle che st potevano ritenere fra le meglio esplo-
rate. I dati sicuramente acquisiti, armonizzati e completati con quelli inediti
e sceverati dagli erronei o dubbi, era opportuno fossero riuniti in un lavoro
generale condotto con criterio unico e moderno. Il bisogno, insomma, di una
flora e di una fitogeografia delle piante vascolari padovane costituiva un vivo
desiderio degli studiosi, sia di quelli che si preoccupano solo di problemi
locali, sia e sopratutio di quelli che tali lavori, la cui importanza va ogni
dì crescendo, contemplano da un punto di vista più generale e cioè quali
frammenti o capitoli di una futura flora e fitogeografia dell Italia.
Mosso da questi criteri mi accinsi, fin dal primo anno della mia di-
mora in Padova, ad una metolica esplorazione della Provincia, dedicando
tre anni al distretto dei Colli Euganei e negli altri, compatibilmente con le
mie mansioni e con altre ricerche, percorrendo numerosi settori della pianura
e della laguna. Ho potuto così raccogliere un cospicuo materiale che, insieme
a quello conservato nell’ Erbario generale dell'Orto botanico di ‘Padova ed
in altre collezioni pubbliche e private, forma la base del presente lavoro. Nè
trascurai di rendermi conto delle fonti bibliografiche, per la massima parte
conservate nella ricca Biblioteca del nostro Orto botanico e di raccogliere dati
sulla distribuzione delle piante indigene, avventizie 0 più largamente coltivate.
Sicchè il lavoro stesso, limitato alle sole vascolari, risulterà di tre parti :
I. enumerazione delle fonti e la storia delle scoperte floristiche e fitogeogra-
fiche; 2. elencazione sistematico-critica di tutte le specie e relative loca-
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lità e stazioni sin qui acquisite; 3. discussione det risultati, dal punto di
vista fitogeografico.
Non mi lusingo di aver fatto opera perfetta ma, per modesto che sia il
mio contributo, in quanto contiene dati di fatto e qualche veduta originale,
non lo riterrei del tutto inutile o superfluo. E se invoglierà altri a completare
l’opera ed a fare altrettanto per la flora crittogamica, potrei anche dire di
avere raggiunto uno degli scopi principali. In ogni modo sento il dovere di
porgere vivi ringraziamenti al Direttore del R. Istituto Botanico di Padova,
Professor P. A. Saccardo, le cui benemerenze per la flora Veneta sono uni-
versalmente note e che nel corso del non facile lavoro mi addimostrò costante
«| interesse e mi fu largo di aiuti e di consigli. Ringrazio pure inproff. G. B. î
— De Toni ed E. De Toni ed il dott. R. Pumpanini per avermi comunicato “i
«qualche dato storico-bibliografico e tutti gli altri che, mettendomi a dispo- BÈ,
sizione libri e collezioni, agevolarono il nio compito.
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pr. Padova, R. Istituto ed Orto Botanico, Febbraio 1909.
PARTE PRIMA
Bibliografia e Storia delle scoperte floristiche
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La bibliografia della Flora Padovana vascolare non è fra le più vaste
e non può certamente reggere al paragone di quelle redatte per flore
più ricche, meglio studiate o di territori più ampi e svariati. Tuttavia
non manca di interesse, anche per la larga parte che vi hanno avuto
i botanici prelinneani, le cui fonti, spesso ma a torto trascurate, conten-
gono indicazioni meritevoli di essere prese in giusta considerazione.
Secondo l'elenco da me compilato e che è limitato alle sole opere
riguardanti le piante vascolari indigene, inselvatichite o largamente col
tivate, le opere che direttamente recano notizie su piante padovane
sommano a 161, mentre i naturalisti, compresi quelli che nulla pubbli-
carono, non sono meno di 120.
In base allo schema prefissomi, trovarono posto in questo elenco
lavori generali sulla flora europea, italiana o veneta, nei quali sono
consegnati dati su piante crescenti nel Padovano; elenchi floristici e
monografie fitogeografiche dedicate esclusivamente alla regione; opere
generali di sistematica e speciali a determinati gruppi, nelle quali si
descrivono entità nuove od almeno presentate sotto nuova veste.
Vi contribuirono: i professori di botanica e prefetti dell'Orto bo-
tanico di Padova (Anguillara, Cortuso, Pontedera, Bonato, Visiani, Sac-
cardo); naturalisti che fecero breve dimora in questa città, spesso per
perfezionarsi nelle conoscenze botaniche o che compirono itinerari bo-
tanici nel suo territorio (Gesner, Ratzenberger, Lobelio, Camerario, Gasp.
e Giov. Bauhin, Mentzel, Boccone, Micheli, Zannichelli, Vandelli, Stern-
berg, Martens ecc.); assistenti dell’ Orto Botanico (Beggiato, Meneghini,
Bizzozero, Massalongo, Penzig, G. B. De Toni, Fiori, Bolzon, Bèguinot);
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botanici che risiedettero nel Padovano per tutto o grande parte dell’ e-
sistenza (Tita, Arduino, Romano, Trevisan); autori di lavori generali
sulla flora italiana o europea (Reichenbach, Bertoloni, Parlatore, Maly,
Neilreich, Nyman, Fiori e Paoletti ecc.); fitogeografi (Pampanini, Bé-
guinot); monografi (Gibelli e Belli, Beck v. Mannagetta, Huth, Wett-
stein, Rickli,
quentarono l’Orto Botanico (Ugolini, L. Vaccari, Tropea, Panebianco,
Schulz, Kochne, Thellung, Beguinot); studiosi che fre-
Chiti ecc.) e finalmente modesti raccoglitori che nulla pubblicarono
(Mayer, Melo, Parolini, Contarini, Barbieri, Montini, Bracht, Kellner,
Spranzi, Pertile, Morandini, Sartori ecc.
I due primi lavori a stampa, dove si contengono indicazioni di
piante indigene del padovano, risalgono al 1561 (Anguillara e Gesner),
l’ultimo porta la data del 1909 (Chiti). La percentuale fu varia, non tra-
scurabile nei secoli XVI-XVII, singolarmente accresciuta per numero e
valore nei secoli XIX-XX e sopratutto nell’ultimo trentennio.
Il quadro che presento non ha bisogno di speciali dichiarazioni.
Avverto solo che dalle opere prelinneane - che potei consultare a
mio agio nella ricca biblioteca dell’Orto botanico - ho estratto tutte
le indicazioni relative alla nostra flora, ponendo accanto alla frase po-
linomica la corrispondente denominazione binomica, dovunque mi fu
possibile. Vi aggiunsi pure, integralmente riportandole, l’ indicazione
della stazione e località e ciò sia per dare un’idea adeguata del pro-
gresso delle conoscenze floristiche, sia per mettere in evidenza la parte
che botanici, spesso poco noti o dimenticati, hanno avuto nell’incre-
mentarle e nel diffonderle.
Non essendo mio compito di scrivere una storia dettagliata dei
singoli autori, ne’ d’altra parte volendo redigere un semplice elenco
bibliografico, preferii pel mio scopo di raccogliere notizie sull’epoca
delle ricerche, sulle località visitate, sulle specie nuove o più rare
scoperte, aggiungendo, quando mi parve opportuno, le osservazioni
soprattutto fitogeografiche e l'eventuale rettificazione di indicazioni o
vedute dubbie od erronee. Notizie in buona parte desunte dalle opere
stesse prese in esame e di cui compilai un breve sunto, volto a farne
risaltare, senza sfoggio di soverchia erudizione, il valore intrinseco. Dei
raccoglitori mi limitai a dare indicazioni sulle collezioni da essi fatte
e sull’eventuale illustrazione cui furono oggetto da parte di altri botanici.
Per gli altri dati biografici e per la completa opera scientifica dei
singoli botanici, avendone il prof. Saccardo trattato in parecchi lavori (?),
(1) Riassunti nei seguenti due di fondamentale importanza per noi: Della storia e
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Do) ge
ad essi rimando, facendo eccezione per gli autori meno noti, o per
quelli che più direttamente si occuparono dell’argomento e dovunque
i rapporti fra la vita, le vicende di questo o quel botanico e l’opera sua
scientifica meritavano ulteriori chiarimenti.
L’ordine da me seguito è approssimativamente cronologico e si
basa sulla stampa del primo lavoro, cui seguono gli altri pubblicati suc-
cessivamente dallo stesso autore: i semplici raccoglitori sono interca-
lati in corrispondenza dell’epoca nella quale presso a poco eseguirono
leSricerche.
Lavori simiglianti che possano dirsi completi forse non esistono €
certamente non lo è il mio. Tuttavia credo di avere redatto un quadro
abbastanza esatto della genesi e dello sviluppo delle conoscenze floristiche
del Padovano, avendo di mira sopratutto l’opera scientifica, che con-
tribuì al loro incremento, piuttosto che le vicende e i casi della vita
dei botanici. Il che mi sembra il compito principale in trattazioni di
questo genere, in vista dello scopo che esse si propongono.
SEGORO: XVI
Luigi Squalermo [Anguillara] (n. Anguillara Sabazia c. 1512, m. Fer-
ijta 1$70).
1. Semplici dell’ eccellente M. Luigi Anguillara, li quali in più Pareri a
diversi nobili buomini scritti appaiono, et nuovamente da M. Giovanni
Marinello mandati in luce. In Vinegia, appr. V. Valgrisi, 1561.
Lo Squalermo, più comunemente noto sotto il nome di Anguil-
lara, fu chiamato a reggere e custodire l Orto botanico di Padova nel
1546 e cioè un anno dopo la sua fondazione e vi restò sino al 1561:
periodo nel quale ebbe modo di compiere numerose perlustrazioni nel-
l’agro padovano. Nei Pareri sopra citati sono, difatti, riportate, con dia-
letteratura della Flora Veneta. Sommario. Milano 1869; Za Botanica in Italia. Materiali
per la storia di questa scienza. « Mem. R. Ist. Veneto Sc. lett. ed arti. Venezia 1895»,
Parte Seconda «ibid. ». Venezia 1901. Molto pure mi giovarono nella redazione della
presente parte i seguenti altri lavori: K. W. v. Dalla Torre, Die Litteratur derFlora von
Tirol, Vorarlberg und Liechtenstein. Innsbruck, 1900 e Supplementi (1901 e 1904); R.
Pirotta ed E. Chiovenda, Z/ora Romana. Parte prima: Bibliografia e Storia « Ann. R.
Ist. bot. di Roma, a. X, fasc. I. (1900), 2. (1901)»; Ed. Fischer, //ora Me/vetica (1530-
1900) in «Bibliographie nationale Suisse: fasc. IV 5». Berne, 1901; E. Chiovenda,
Flora delle Alpi Lepontine occidentali, I. Bibliografia. Roma 1904-1906.
STRONA
gnosi per lo più succinte ed incomplete e spesso con il solo nome,
numerose specie osservate nel Padovano, ora con habitat determinato,
ora col nome volgare con cui erano allora designate nella provincia.
L’ardua decifrazione mi fa facilitata dall’ ispezione del Codice-Erbario
composto da P. A. Michiel e tutt’ ora conservato alla Marciana di Ve-
nezia (cfr. n. 4), nel quale sono figurate alcune delle specie dei Pareri
o sono riportate notizie verbali che l'A. comunicava al Michiel sopra
piante nuove e critiche. Molto pure mi giovò un’opera inedita del Pon-
tedera (cfr. n. 25-26) conservata nella Biblioteca dell’Orto botanico di
Padova, nella quale sono decifrate le piante quivi coltivate nel 1591 e
pubblicate in un indice di G. A. Cortuso (cfr. n. 5). Fra i sinonimi
vi si trovano quasi sempre anche quelli dell’Anguillara, non che di altri
autori (Bauhin, Tournefort ecc.) riportati di Linné e da altri botanici
postlinneani e quindi identificabili. Sono le seguenti ('):
p: 45. Terebintho. Chiamasi nel padovano Lentisco. [= Pistacia Je
rebinthus L.].
» 61. [L’A. dice che vi sono due Cisti, l’uno maschio e l’altro femmina.
Questa « sul Padovano nei monti Euganei si vede in gran copia
con lo Hipocisti (= Cytinus Hypocistis L.) nel mese di Aprile
e i villani la chiamano Salvia salbega ». (= Cistus salvifolius L.)].
» 64. Eleagno. In su’1 Padovano si chiamano Zenigole. [= Salix vr
minalis L.: coltivato].
» 77. Arbuto. Arbatri e Comari nel Padovano [= Arbutus Unedo L.]|.
» 79. Agria od Aquifolio di Plinio. Nei monti sassosi..... del Padovano
(evidentemente nei C. Euganei). [= Mex Aguifolium L.].
» 86. Siler albero. Sul Padovano si chiama Salice aquarolo. [== Salix
Capraea L.).
» 89. Orobanche. Sul Padovano Broeggia. [= Orobanche major L.].
» » Mandragora. Chiamata in Padova herba Bella donna. [= «Atropa
Belladonna L.).
» 92. Climeno. In Padova si chiama Ciciliana. [= Latbyrus Clymenum L. |.
» 103. Ervilia. A Padova si chiama Erbeggia.
» » Fien Greco salvatico. Nei monti Padovani ad Arquà. [== Trigo-
nella gladiata Stev.: ritrovata negli ultimi anni dal prof. Fiori
sul M. Sieva].
(') Qui avverto che di questo e dei successivi autori riporto integralmente soltanto
il nome e la località padovana delle singole specie, rimandando per le osservazio. i,
spesso non prive di interesse, alla pagina nei quali questi dati sono consegnati. Tutto
quanto è chiuso fra parentesi quadre sono mie osservazioni od aggiunte.
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104. Aphaca. Sul Padovano si chiama Vecione o Ceserone [= La
thyrus Aphaca L.]|.
T08 Chondiilla.> Si trova... nel Padovano.... chiamasi Caccialepre;
Pissodecan. [= Chondrilla juncea L.|.
r1O. Lapato sativo. Chiamasi in Padova Lingua di Vacca. [— Rumex
Patientia L.].
115. Sonchi. Si chiama.... a Padova Latisuoli. [= Sonchus oleraceus L.].
117. Tragopogon. Chiamasi... sul Padovano Herba lizza [= Trago-
pogon pratensis L.].
14I. Spina Ceanoto. Si trova per tutto il Padovano (volg. Astoni).
(= Cirsium arvense Scop.|.
148. Aculeosa. Arquà luogo nel Padovano. [= Cirsium eriophorum
Scop.? an Carduus crispus L. ?|.
178. Ranuncali. Si trova nel Padovano nelli luoghi palustri. [= Ra-
nunculus sceleratus L. ?].
182. Pistana di Plinio. Se ne trova lango le fosse di Padova ap-
presso la porta di Ponte Corbo. [= Sagittaria sagittifolia L.|.
191. Lamio. Nasce copiosissimo per gli fossi di Padova. [== Lamium
maculatum L.|.
194. Centaureo minore. Sorge... su’ 1 Padovano. [= Erytbraea Cen-
taurium L.|.
olio: Casex: Sul Padovano... si dimanda Careze.
212. Chameleuce. Nasce nelle valli, et massimamente del Padovano,
ove da alcuni è chiamata Chelidonia acquatica. [= Caltha pa-
lustris L.|.
216. Hiosiris di Plinio. È chiamata.... a Padova Herba dalle ferite.
— Centaurea vochinensis Bernb.|.
220. Leucografi di Plinio. Chiamasi hoggidi questa pianta su’l Pa-
dovano Herba scritta. [= Solidago Virga-aurea L.]|.
223. Numularia. Su’ 1 Padovano non vi è quasi fosso, che non ne
abbia. [= Lysimachia nummularia L.].
226. Tussilagine. Si chiama.... à Padova Pecca di Mula. [= Tussilago
Farfara L.).
235. Abutilo. Ama più tosto il terren umido, che secco, et perciò
nasce in copia tra Este, et Montelice nella Marca Trivisana
(sic !). [= «Abutilon Avicennae Gaertn.].
242. Cepea. Puoi vedere la Cepea nel castello di Montelice, et per
ogni dove del Padovano etc. [= Sedum album L.|.
243. Barba Capri. A Padova si chiama Crostonaria. [= Spiraea UI-
maria L.?].
Le nidaa
p. 244. Veronica Mascola. Si trova tra Castagnetti di Padova. [= Veronica
officinalis Je]:
» 248. Lisimachia. Sul Padovano se ne trova assai. [= Lysimachia vul-
garis L.|.
» 265. Peristereono (volg. nel Padov. Herba colombina). Nei monti
Padovani. [= Lycopus exaltatus L. f.|.
» 266. Astragalo. Nei monti Padovani si trova una così fatta pianta...
» 270. Halicacabo. È conosciuto molto sotto nome di Herba Schioppi
et à Padova Schioppi. [= Physalis Alkekengi L.].
» 278. Semprevivo terzo. Trovasi in Padova attorno al Castello nelle
mura dell’argine delle fosse verso la piazza. [= Sedum ru-
pestre L.|.
» 279. Senecio. Le donne di Padova chiamano il Senecio Verzolo.
[== Senecio vulgaris L.].
» 280. Verbascho.... nero. Su’ 1 contorno dell’Anguillara nel Padovano.
[= Verbascum Chaixi Vill.].
3. Acoro. Trovasi per gli monti di Padova. [= Acorus Calamus L.].
7. Pseudobunio. Honne trovato assai in Padova dietro alle mura
di una casa su la piazza del Castello. [= Sisymbrium officinale
Scop.|.
» 290. Osiride. Scope di Padova. [= Kochia scoparia L.: coltivata].
» 295. Peplo. Nasce per ogni orto.... di Padova. [= Euphorbia Peplus L.].
» 28
28
In conclusione sono ben 43 le specie, quasi tutte identificate, che
l’Anguillara indica di località padovana o designa col nome volgare col
quale erano conosciute in quel tempo e trattasi in ogni caso di piante
da lui osservate nel nostro terrirorio. Il suo contributo, dato il tempo,
non manca di avere una certa importanza.
Corrado Gesner (n. Zurigo 1516, m. ivi 1565).
2. Horti Germantiae liber recens una cum descriptione Tulipae turcarum elc.
ap. Valerius Cordus, Annotationes in ‘Pedacit Dioscoridis A. de medica
materia libros V etc. Argentorati, 1561.
Secondo il Meyer (*), nel 1545 il Gesner fece un viaggio botanico
attraverso l’Italia e sembra abbia visitato Padova, del cui Orto botanico
nell’opera su citata ricorda parecchie specie coltivate ed una spontanea
che denomina « Calamintha Italica Pulegio odore, acris» [= Satureja
(*) Meyer, Geschichte d. Botan. IV, p. 319,
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Nepela Scheele] con la seguente provenienza « Patavii sponte nascentem
vidi foliis subrotundis pilosis modice et leviter crenatis, mollibus » :
documento certo che egli fu a Padova!
Pietro Andrea Mattioli (n. Siena 1501, m. Trento 1577).
3. I discorsi di M. Pietro Andrea Mattboli.... nelli sei libri di Pedacio
Dioscoride Anazarbeo della materia Medicinale, hora di nuovo dal
suo istesso Autore ricorretti, et in più di mille luoghi aumentati elc.
In Venetia, appr. V. Valgrisi, 1568. Cfr. anche: Opera omnia cur.
C. Bauhin, Francofurti ad Moenum 1598; Basileae, 1674.
Bemerito della flora veneta di cui, e soprattutto di quella Friulana,
Goriziana e Triestina, illustro numerose specie di solito corredate da
esatte indicazioni di stazione. La sua famiglia, trasferitasi a Venezia,
portò seco il giovane Pietro Andrea il quale, come si deduce dall’opera
sopra citata, erborizzò nei vicini lidi. Mandato a Padova per comple-
tare i suoi studi, vi si addottorò in medicina, ma non sembra che abbia
studiato botanicamente il nostro territorio. Sta il fatto che nelle edizioni
del 1544 dei suoi Discorsi e del 1554 non mi riusci di trovare alcuna indi-
cazione di pianta indigena del Padovano: in quella sopra citata (la latina
del 1565 non ebbi modo di esaminare) e nell’ ediz. curata da Gaspare
Bauhin vi sono ricordate parecchie specie esotiche a lui inviate dal Cortuso
di Padova e qualcuna spontanea come la « Lente palustre d’altra specie —
Lens palustris altera» [= Marsilia quadrifolia L.| di cui scrive (pag.
1173 dell’ ed. di Valgrisi): «mi fu questa pianta mandata (non aven-
dola io prima veduta) dal nobilissimo Cortuso, vero ricettacolo di tutte
le rare piante nostrane et pellegrine ». Così nella stessa edizione (pag. 193)
a proposito del « Cisto femina » [== Cistus salvifolius L.] scrive che, per
la somiglianza con le foglie di salvia « da i villani di Padovana non si
chiama altrimenti che salvia salvatica » corrispondente a « salvia salbega »
dell’Anguillara: cenno evidente alla pianta crescente nei Colli Euganei.
Pietro Antonio Michiel (n. Venezia c. 1510, m. ivi 1576).
Patrizio veneziano amantissimo della botanica, che formò l’ occu-
pazione di buona parte della sua vita operosa. La sua fama era salita a
tal punto che nel 1551 i Riformatori dello Studio di Padova lo invi-
tarono a trasferirsi per la cura dell'Orto botanico, ove era prefetto
l’Anguillara e dove restò quattro anni. Tornò poscia a Venezia, ove col-
tivo un grande numero di piante nel giardino annesso alla sua casa ai
QUAI, ELE
St. Gervasio e Protasio (S. Trovaso) da germi avuti da parecchi corri-
spondenti specialmente del Levante, giardino visitato e ricordato da
molti contemporanei. Fu inoltre in rapporto con i principali naturalisti
dell’epoca, con i quali scambiò piante e semi e fra i suoi corrispon-
denti più illustri va annoverato lo stesso Aldrorandi (cfr. n. 6). Come
è noto, egli compose un Codice-Erbario [4] nel quale faceva da un ar-
tista ritrarre a colori le piante coltivate nel suo Orto e quelle che gli
inviavano i numerosi corrispondenti. Il Codice conservasi, dopo molte
peripezie, alla Biblioteca Marciana di Venezia e consta di 5 volumi, con-
traddistinti dal colore del cartone con i seguenti nomi: Libro azzurro
(A), giallo (G), rosso primo (R. I), rosso secondo (R. IT) e verde (V)
e contiene oltre mille disegni a colori. Sotto i titoli di Genere, Forma,
Luogho, Tempo, Amano, Generalione, Oppinioni, Dispareri nelle piante,
Virtù si dìnno la nomenclatura della pianta edi suoi sinonimi, un ab-
bozzo di diagnosi, il luogo e talvolta la stagione di fioritura e le contro-
versie del tempo.
Questo Codice interessa direttamente la Flora Padovana, poichè il
Michiel, durante la sua dimora a Padova e forse anche in altre occa-
sioni, vi raccolse specie indigene che fece ritrarre e corredò — cosa
pel tempo notevole — di indicazione di luogo e stazione per lo più
abbastanza dettagliate. Esse furono in parte illustrate dal prof. E. De
Toni ed in parte ebbi in comunicazione i nomi dallo stesso: quasi
tutte controllai io stesso direttamente sul prezioso Codice, che mi servi,
come dissi sopra (cfr. n. 3), a decifrare alcune piante dubbie dell’An-
guillara.
In ordine dei vari libri, che brevemente indico con le iniziali sopra
riportate, sono le seguenti :
A. n. 136. Charober salvatico da volgari. Ne monti Padovani in grande
quantità. [= Cercis Siliquastrum L.).
G. n. 109. Leucacantha da Dioscoride. Nel Padovan la ritrovai. [== Cir-
sium canum Moench]|.
R.I n. 14. Paronichia. Nasce in su le pietre. Ft ne erano in‘copialne!
honorato Giardino di Padova. Dal studio a tempo che io ne
havevo la cura di esso. — [Pianta fittizzia il cui disegno, non aven-
dola il Michiel raccolta, fece in parte sulla falsariga dell’Anguillara
e resta quindi inecifrabile].
» 34. Chameleuce da l’Anguillara. Nelle valli padovane se ne ritro-
vano. — [Figura fittizia, ma corrispondente evidentemente alla
pianta descritta dell’Anguillara, che è Caltha palustris L.|.
A
R.I. n. 59. Incognita di Venda. Io la ritrovai nel monte Patavino di
d)
»
Venda. [= Arabis Turrita L.].
60. Lattaruola dalle foglie macchie. Ne campi coltivati et appresso
a monti in Padovano. [= Cerinthe minor L.].
117. Helychriso spec. Ne patavini monti in qualche uno. [= Achillea
tomentosa L.|.
138. Holestio et Holostio tenuto da molti. Nelli argeni, campa-
gnie et vie nel Padovano in quantità. [= Coronopus procumbens
Gilib.|.
149. Malabatro italico. Et nel Mestrin ne sonno assai di questo.
[= Salvinia natans L.).
186. Lente palustre. Mestrino. [= Lemna minor L.|.
236. Androscemo da Greci. Ne monti Euganei padovani non ce
ne mancano. [= Hypericum Androsaemum L.|.
240. Lunaria borissa etc. Ne vidi in un piccolo monticello sul
Padovan per andare a Theolo. [= Silene Armeria L.).
246. Coniza sp. da molti. Nel Padoan nelle ciese [siepi] se ne
ritrovano. [—- Carpesium cernuum L.).
252. Lamio Plinio. Appresso a fossi sul Padoan. [= Lamium
maculatum L.|.
260. Gingidio et lepidium da Greci. Sul Padovano. [= Daucus
grandiflorus Scop.|.
264. Coniza maggiore. Nel Padoan in quantità. [= Buphthalmum
salicifolium L.|.
272. Cistos. [Vi sono figurati due specie di Cisfus e cioè C.
salvifolius L. e C. villosus L. il primo dei quali, femmina, è
detto «Nè monti patavini. di la femina in quantità » con il nome
« Salvia salvega da contadini sul padoan ».
279. Semprevivo tercio et vermiculario acuto da volgari. Ne son
a Padova intorno .al Castello nelle mura del argine delle fosse
verso la piazzia. [— Sedum acre L.].
290. Galeti da rustici sul Padoan. A Lumegnian [Luvigliano] nel
Padoan etc. [= Melampyrum pratense L.|.
307. Vulvaria. A canto agli muri dove ci sonno in uso l’orinare.
Et a Padova ne nasse assai. [= Chenopodium Vulvaria L.|.
351. Alisso da Dioscoride. A Lumegnian [Luvigliano] ne monti
padovani [= Alyssum montanum L. sec. l’interpretazione di E.
De Toni, avvertendo che non mi consta crescere negli Euganei].
362. Incognita con foglie di salci, zen da rustici padovani. Ne
fossi di Gorgo sul Padovano. [= Potamogeton lucens L.|.
E
R.II. n.33. Gramigna arundinacea da simplicisti. Nasce nelli pradi et nel
Padoan ne sonno. [= Phragmites communis Trin.].
» 36. Aster attico da molti. Io l’ hebbi dal sig. Trivigian Trivigian
[Trevisan Trevisano] nobile di Padova et saputo professore di
simplici et di ogni altra scienzia con questo nome, ma non scio
l’original [la località) dunde 1’ hebbe lui, mi disse haverlo ri-
trovato ne monti patavini et coltivato. [= Rbagadiolus stellatus
Gaertn.|.
» 75. Dryophonon Plinio. Io l’ hebbi dal Eccell. m. Marchio Landin
[Guilandino] con questa oppinione et nome, ma io l’hebbi da
il monte Venda sopra Padova gia molti anni inanti. [= Arabis
hirsuta L.].
Questo Codice-Erbario contiene, dunque, 26 specie indigene del
Padovano corredate da indicazioni di habitat, dato il tempo, abbastanza
esatte e tutte attendibili : di figure, se non sempre rigorosamente eseguite,
tali da permettere, a parte qualcuna fittizia, il riconoscimento della
pianta. Il contributo alla flora padovana di questo nobile cultore della
botanica, le cui benemerenze vennero rivendicate solo negli ultimi anni,
non è privo di interesse e palesemente dimostra, come l'integrale pub-
blicazione del Codice cui attende il prof. E. De Toni rivelerà meglio,
le sue non comuni doti di osservatore e la sua grande passione (1).
Giacomo Antonio Cortuso (n. Padova 1513, m. ivi 1603).
Gentiluomo padovano, peritissimo nella conoscenza delle piante,
tenne l’ostensione dei semplici e la custodia dell'Orto botanico tra il
1590 ed il 1603. Fu in attiva corrispondenza con i botanici del tempo
e ricordi di piante esotiche od indigene da lui inviate trovansi nelle
opere di Mattioli, Clusio, Bauhin, nel Codice-Erbario del Michiel, negli
Erbari di Aldrovandi, Bauhin e di altri naturalisti del tempo. Sotto
(1) Per il resto della sua vita e della sua opera scientifica cfr.: Giovanni Marsili,
Di Pier Antonio Michiel botinico insigne del secolo XVI e di una sua opera manoscritta
(Letta all’ Accademia di Padova e pubblicata postuma nel 1845 dal co. Lodovico Manin);
Ettore De Toni, Ulisse Aldrovandi e Pretro Antonio Michiel (Studi intorno alla vita e
alle opere di Ulisse Aldrovandi pubblicati per il III Centenario dalla morte). Bologna 1907;
id., // Codice Erbario di P. A. Michiel (Introduzione e Libro Azzurro) « Mem. Pont.
Accad. Rom. di Nuovi Lincei, vol. XXIV [1908]»; id., Notizze su P. A. Michiel e sul suo
Co.lice Erbario « Ateneo Veneto, a. XXXI, fasc. 1 Lugl-Ag. 1908 »; Giov. Batt. De
Toni, Contributo alla conoscenza delle relazioni del patrizio veneziano P. A. Michiel con
U. Aldrovandi « Mem. R, Accad. Sc. Lett. ed Arti in Modena, ser. 3%, vol. IX, sez.
sc. [1908]».
To
la sua direzione fu pubblicato un [5] «Indice di tutte le piante, che si
ritrovano il presente Anno 1591 nell’ Horto dei Semplici di Padova» (1):
elenco nominale nel quale prevalgono, come apparisce dal frequente
appellativo di « padovane », specie spontanee. Fra queste sono notevoli
alcune che non crescono in pianura, ma sono fra le più frequenti e
caratteristiche dei Colli Euganei, dove non è improbabile fossero da
lui o dai predecessori raccolte od almeno fatte raccogliere ad incre-
mento dell’Orto. Cito tra queste: « Arbatri, cioè Arbuto, gomere, de
Padovani» [= «Arbutus Unedo L.]; « Hipocisto » [= Cytinus Hypo-
cistist L.]; «Lentisco di Padova» [Pistacia Terebinthus L.]; «Lonchite
del Maranta » [= Notholaena Marantae R. Br.]; « Salvia salbega delle
Montanare Padovane il Cisto » [= Cistus salvifolius L.|. Una porta indi-
cazione di località prossima all’ Orto botanico e cioè « Tribolo acquatico
appresso il giardino nelle fosse delle mura » [= Trapa natans L.]. Altre
provengono dal Baldo, dalle montagne di Modena, dal Lido di Venezia
e stanno a dimostrare come il Cortuso si occupasse di flora indigena
con notevole competenza pei tempi e sotto questo titolo credei oppor-
tuno di farne un breve cenno.
Ulisse Aldrovandi (n. Bologna 1522, m. ivi 1605).
Il celebre naturalista Bolognese compose, come è noto, un gran-
dioso Erbario [6] che consta di 16 volumi, iniziato attorno al 1551 ed
incrementato per parecchi anni di seguito : erbario di cui furono sin qui
illustrati i primi tre tomi a cura dei proft. O. Mattirolo (*) e G. B. De
Toni (*), ai cui lavori rimandiamo per le notizie bio-biblio-grafiche
che ci sembra, dopo quanto fu scritto sulla fine del secolo XVIII dal
Fantuzzi (4), del XIX dal Mattirolo (*) e da parecchi altri (*) in occa-
(1) Pu!»blicato nell’ opera « L’ Horto dei semplici di Padova, ove si vede primiera-
mente la forma di tutta la Pianta con le sue misure: et indi i suoi Partimenti distinti
per Numeri in ciascuna Arella ecc. In Venetia, appr. G. Pirro, 1591» ed in quella
di G. G. Schenckio «Hortus Patavinus, cui accessere Melchioris Guilandini Medici Bota-
nici cluentiss. coniectanea synonimica plantarum eruditissima. Francofurti 1600 ».
(*) O. Mattirolo, ///ustrazione del primo volume dell’ Erbario di U. Aldrovandi « Mal-
pighia, XII [1898], p. 241-384».
(3) G. B. De Toni, ///ustrazione del secondo volume dell'Erb. di U. Aldrovandi «Atti
R. Ist. Ven. d. Sc. Lett. ed Arti, tom. 67, p. 2* [1907-08], p. 523-634», 74. del terzo
« Malpighia, XXII [1908] p. 209 310 ».
(4) G. Fantuzzi, Memorie della vita di U. Aldrovandi. Bologna, 1774.
(*) O. Mattirolo, L'opera botanica di U. Aldrovandi. Bologna, 1897.
(5) A. Baldacci, E. De Toni, L. Frati, A. Ghigi, M. Gortani, F. Morini, A. C. Ri-
dolfi, A. Sorbelli, Studi intorno ella vita e alle opere di U. Aldrovandi. Bologna, 1907.
SO (ena
sione del 3.° Centenario testè celebratosi a Bologna, tutt’ affatto super-
fluo di ripetere. Dirò solo che Egli non figura fra i botanici che ab-
biano contribuito alla flora veneta e per vero nel suo Erbario, le piante
mancando quasi sempre di luogo di raccolta o di provenienza, non vi si
conservano, da quanto è venuto sin qui alla luce, documenti riguardanti
la flora padovana. Tuttavia è innegabile che egli fosse a Padova, almeno
tre volte, dapprima come studente nel 1548 con una dimora di venti
mesi, quindi di nuovo nel 1561 provenendovi da Trento e la terza nel
1571 da Verona. Nella seconda visita ebbe occasione di conoscervi il
Falloppio, da cui ebbe in dono minerali ed il Guilandino nel cui Giar-
dino dei Semplici vide molte piante interessanti: nella terza strinse
amicizia con G. A. Cortuso. Che Egli abbia erborizzato nel Padovano
non potrei assicurare, ma come si rileva dal Catalogo dei manoscritti
pubblicati dal Frati ('), risulta che egli abbia più volte ricevuto cata-
loghi di piante, piante o semi dal nominato Cortuso, dall’Anguillara ecc.
Il mn. 136, tom. XVII, c. 12-13 porta il titolo «PlantaeXTiossiiamao
animalia quae partim vidi, partim attuli ex itinere tum Tridentino, tum
Patavino, tum Veneto ». Il De Toni elenca nell’ illustrazione del tomo
terzo dell’ Erbario un «Tragoriganum » — Tragoriganum ex horto
Cortusij — che potrebbe essere una forma di 1hymus Serpyllum e sta-
rebbe a dimostrare che l’Aldrovandi ricevette dal Cortuso anche qualche
specie spontanea. Nell’ Iconografia inedita, secondo mi comunica lo
stesso prof. De Toni, v'è illustrato un « Damasonium patavinum » non
ancora nello stesso De Toni identificato, ma che trattasi probabilmente
di pianta indigena raccolta dall’Aldrovandi o ricevuta da qualche suo
corrispondente padovano.
E non è da escludere che-l’ ulteriore illustrazione dell’ Erbario, cui
attende il De Toni e la pubblicazione di documenti inediti, mostrino
che il contributo che lA. recò alla flora padovana, direttamente od
indirettamente, fu più cospicuo di quel che ora appare.
Gaspare Ratzenberger (n. Saafeld c. 1530, m. fine sec. XVI).
Medico e fisico tedesco, ancora studente e cioè nel 1559 compi un
viaggio partendo da Jena e toccando Augsburg, Landsberg, Innsbruck e
Trento, donde scese in Italia, visitando principalmente Venezia e Padova.
Nella prima città ammiro l'Orto del Convento dei Francescani, il giar-
dino del nobile Moro, del Maffi e del patrizio Venier :a Murano ed
(1) L. Frati, Catalogo dei manoscritti di U. Aldrovandi. Bologna, 1907.
Lanna
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erborizzò specialmente al Lido : a Padova vide l'Orto dei Semplici, allora
diretto dall’Anguiliara. Nella primavera del 1560 egli era nella Francia
meridionale a Montpellier, Lione, Nymes, Marsiglia, Valenza ecc. e di
qui tornò in patria attraverso la Svizzera e la Germania meridionale,
stabilendosi a Naumburg in qualità di Fisico delle città.
Compose un Erbario [7] « Herbarium vivum-Lebendiger Herbarius »
interessante per la flora veneta, in quanto vi si conservano alcune piante
esotiche od indigene raccolte dall’Autore stesso a Venezia ed a Padova.
L’Erbario accuratamente illustrato dal Kessler (*) consta di tre volumi
in folio legati in legno e pelle e dedicati al Margravio Maurizio di Hessen
in data del 1592. Contengono 746 piante agglutinate, raccolte in Ger-
mania, Francia ed in Italia ed altre coltivate nel suo giardino di Naum-
burg, con nomi latini, greci, arabi, italiani, francesi, boemi ecc. raramente
attinti da opere botaniche. Le piante non hanno alcun ordinamento si-
stematico e relativamente poche recano indicazione di località. Le italiane
sono I4 e cioè 7 nel primo volume, 2 nel secondo e 5 nel terzo. Di
queste, $ con provenienza da Padova, di cui 4 coltivate nell’Orto bota-
nico e la quinta sotto i nomi di «Gladiolus, Gladiolus segetalis, Xy-
phium, Victorialis rotunda, Aller man Harnisch, Rund Siegwurzelen »
reca l'indicazione « Auf Aeckern bei Padua 1559». Trovasi al n. 537
vol. III e corrisponde a Gladiolus segetum Ker-Gawl. (2).
Le altre spontanee sono: Rbus Coriaria « Monti appennini d’Italia:
I, n. 13»; «Anthemis nobilis L. «In Italien in der Nihe des Lusthauses
des Hadrian: IL n. 49»; Echinophora spinosa L. « Sul Littorale di Ve-
nezia, comune al Lido 1559: IINJ n. 340»; Statice Limonium L. « Sulle
seste: veneziane comune\al. Lido 1559: IL n. 3615:
Mattia de Lobel [Lobelio] (n. Ryssel in Fiandra 1538, m. High-
gate p. Londra 1616).
S. Nova stirpium adversaria, perfacilis vestigatio, luculentaque accessio ad
‘Priscorum, praesertim Dioscoridis, et Recentiorum, Materiam Medicam :
auct. Petro Pena et Mathia de Lobel. Londini, 1570}; Antverpiae, 1576
(l’ed. da me vista).
(') H. F. Kessler, Das d/teste und erste Herbarium Deutschlands etc. beschrieben und
commentirt von Dr. H. F. Kessler. Cassel, 1870; Die Herbarien im Koniolichen Mu-
seum zu Cassel, Ein Beitrag sur Geschichte der Herbarien «Programm. d. héheren Biir-
gerschule zu Cassel fiir das Schuljahr 1871-72 ». Cassel, 1872.
() KEssLER nelle due opere citate riporta il facsimile di questo G/adio/us che in- *
terpreta quale G. communis L.: ma la pianta crescente spontanea fra le messi e nei
coltivati del Padovano è certo G. segetume A.-Gaw!.
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In quest'opera si contiene una sola indicazione (p. 300) di pianta
padovana, la quale starebbe a dimostrare che il Lobelio, nel suo viaggio
in Italia, di cui è imprecisato l’anno, visitasse Padova, raccogliendo
piante negli Euganei. È la seguente: «Aconitum bulbosus unifolius
aut bifolius Batrachioides, Elleboracea herbula.... Patavio vicinis collibus,
ubi viperae capiuntur, ca evulsimus ». È Erantbis biemalis L. 5
Gioacchino Kimmerer [Camerario] (n. Norimberga 1534 m. ivi.
1598).
9. Hortus medicus et philosophicus, in quo plurimarum stirpium breves de-
scriptiones, novae icones.... continentur. Francofurti ad Moenum, 188.
Fu in Italia a perfezionarsi negli studi della Medicina e della Bo-
tanica e dimorò a lungo a Bologna ed a Roma. Fu certo anche a
Padova e quantunque non compaia fra i contributori della flora pado-
vana devesi a lui, nell’opera sopra citata, l'illustrazione delle seguenti
specie :
p. 5. Aconitum hyemale. Copiose crescens in montibus Euganeis prope
Patavium. [== Eranthis biemalis L.]|.
» 2I. Aristolochia rotunda vera. In montibus Fuganeis prope Patavium
crescit. | Aristolochia rotunda L.].
» 32. Calamintha montana. Copiose nascens in montibus Euganeis
prope Patavium.
» 42. Cistus foemina. In montibus Euganeis circa Patavium frequens:
ubi vocant Salviam sylvestrem. [= Cistus salvifolius L.).
» 52. Cymbalaria. Patavii potissimum frequens in murorum maceriis.
[= Linaria Cymbalaria Mill.|.
» 133. Pulegium Anguillarae. Nascitur plurimum Patavij tum. intra
quam extra urbis moenia. [== Mentha ‘Pulegium Mill.|.
» 160. Sida vulgo vel potius Althaea palustris. Ad ripam Athesis circa
Anguillaram ubi lumen traijcitur copiose admodum non sine
voluptate florentem reperi. [= Abutilon Avicennae Gaertn.].
Andrea Bacci (n. Sant'Elpidio c. 1524).
10. De Thermis Andreae Baccii apud Sixtum quintum P. M. medici libri
septem. Venetiis, 1588: ‘Patavii, ed. noviss., I7II.
Si accenna (p. 224 e 241 della I. ed. e p. 134 della IL) alle piante
crescenti nel limo caldo delle sorgenti termali di Abano, alle quali
LA Sei
SA
avevano vagamente accennato Plinio « Hist. Nat. lib. II, cap. CHI »;
Claudiano nel suo Epigramma «De Apono »; Cassiodoro «Variar. lib. II,
litt. 39»; G. Dondi «De Balneis omn. quae extant» e Falloppio,
«Op. omn. cap. XVII, p. 284» ed in seguito con maggiore compe-
tenza ed indipendenza di giudizio il Vallisnieri, ed il Vandelli, come
sarà detto a suo luogo (cfr. n. 23 e n. 32-33).
Evangelista Quattrami (n. Gubbio c. 1527, m. c. 1599).
ti. Tractatus perutilis atque necessarius ad Theriacam, Mitridaticamg. An-
titodum componendum etc. Ferrariae, 197.
Teologo, appartenne all'Ordine degli Eremitani di S. Agostino ed
essendo inoltre valente semplicista, ebbe occasione di percorrere parechie
regioni d’Italia alla ricerca dei Semplici. Alla pag. 66 dell’opera sopra
citata scrive « di essere andato più volte per li monti di Trento, Verona,
Vicenza, Padova, Friuli, Grafignana, Fregnano et Reggiano »: parrebbe,
quindi, che egli avesse erborizzato negli Euganei ed a questo titolo
lo ricordo, avvertendo però che nell’opera sopra citata non vi è traccia
di piante padovane. Per il resto della sua vita e le altre sue opere
cfr. Pirotta e Chiovenda Flora Romana. Parte Prima, Bibl. e stor.
P. 72-74.
SECOLOSXVEL
Carlo de I Ecluse [Clusio] (n. ad Arras 1525, m. Leyden 1609).
12. Rariorum plantarum historia. Antverpiae, 1609.
Clusio, come è ben noto, non viaggiò mai l’Italia e quindi non
ha certamente erborizzato nel Veneto. Ricordo, tuttavia, tale opera nella
quale è illustrata qualche pianta sotto i nomi di «veneta» o di « pa-
tavina » (es. p. 232 e 238) per lo più coltivata ed a lui trasmessa so-
pratutto dal Cortuso. Fra le spontanee merita di essere ricordato (lib. II,
p. 266) il « Dens caninus albo flore » e cioè l’ Erythronium Dens Canis
L. avuto dal Cortuso e dal Cromero e di cui scrive: « crescit in Apen-
nino et Euganeis montibus ».
Gaspare Bauhin (n. Basilea 1560, m. ivi 1624).
13. Pbytopinax seu enumeratio Plantarum ab Herbariis nostro seculo descripta-
rum cum earum differentiis... additis aliquot hactenus non sculptarum
plantarum vivis Iconibus. Basileae, 1596.
de 0) bs
14. Prodromus theatri botanici in quo plantae supra sexcentae ab ipso primum
descriptae cum plurimis figuris proponuntur. Francofurti, 1620: ed. II
emend. Basileae, 1671 (quella da me consultata).
15. Theatri botanici sive historiae plantarum ex veterum et recentiorum
plantis propriaque observationes concinnatae, Liber Primus. Basiliae,
1658.
16. Pinax theatri botanici sive index in Theoprasti, Dioscoridis, Plim et
‘Botanicorum qui à seculo scripserunt, opera etc. Basileae, 1623; 1671
(Vediz. da me consultata).
G. Bauhin viaggiò largamente l’Italia, dove venne a completare
la sua educazione scientifica e nel 1577 fu a Padova scolaro di Mel-
chiore Guilandino. Durante la sua permanenza nel Veneto, egli erborizzòo
nel Veneziano, Veronese e nel Padovano e le piante da lui quivi raccclte,
di solito corredate di esatte indicazioni di stazione, portano le date del
1577 e del 1578, da fare credere che essenzialmente in questi due anni
si svolsero le ricerche scientifiche nella nostra regione.
Quattro sono le opere che contengono documenti sulla flora pado-
vana e cioè il Phytopinax con le seguenti indicazioni :
p. 10. Gramen tremulum maximum etc. in monte Rua apud Mona-
chos non longe Patavio anno 1578 collegimus. [= Briza ma-
xima L.|.
» 33. Equisetum olidum. In fossis thermarum Aponensium. [= Chara
foetida A. Br.].
» 159. Nasturtium aquaticum minimum. Patavium. [= Cardamine hirsuta
LIA]:
» 182. Oxalis arvensis lanceolata. In montibus Fuganeis reperitur. [= Ru-
mex Acetosella L.].
» 213. Hieracium siliqua falcata. In agro Patavino prope Arqua, ubi
Petrarche sepultus, quo loci copiosissime quoque Aristolochiam
rotundam veram vidimus. [= Rbagadiolus stellatus Gaertn.].
» 396. Caryophyllo arvensi glabro similis, sed minor. Ex Euganeis
montibus circa Patavium. [= Stellaria graminea L.).
» 544. Centarium minus spicatum album. In Fuganeis montibus prope
Patavium provenit, ubi etiam Doctor Doldius collegit. [= Ery-
thraea spicata L.|.
» VII. Lenticula palustris. A nobis in fossis Patavinis ante annos 19.
[e cioè 19 anni prima della pubblicazione del Phitopinace e
quindi nel 1577!| lecta. [= Salvinia natans L. figurata assieme
a Marsilia quadrifolia, specie la seconda molto rara nel padovano].
E O a
Interessanti indicazioni trovansi pure nel Prodromo, sia di piante
coltivate, viste o ricevute dall’Orto botanico, da quello del Bembo, non
che «ex Horto Pharmacopaei (cujus nomen excidit) ad pontem Molin »,
come
»
»
>)
»
»)
»
95.
di indigene e queste ultime sono le seguenti:
Gramen palustre panicula speciosa. In humidis circa Patavium
legimus [= Oryza clandestina A. Br.].
Gramen junceum minimum alterum. In fossis Patavinis, aqua
detluxa; ‘repenttur.. | Scimpus spi]:
Gramen cyperoides spica pendula longiore et angustiore. Locis
humidis circa Thermas Apponenses [Abano] Patavinorum crescit.
[= Carex pendula Huds.|.
Gramen arundinaceum panicula miliacea. In agris Patavinis re-
peritur.
Equisetum foetidum sub aqua repens. Solum in aquis coenosis
demersum reperitur, quod primum Patavii in fossis Thermarum
Aponiarum [di Abano]. [= Chara foetida R. Br.].
Cynosorchis angustifolia hiante cucullo. In pratis patavinis le-
gimus. [= Orchis tridentata Scop. ?|.
Erysimo similis hirsuta alba. Patavii similiter collegimus. [= A-
rabis Thaliana L.|.
Sonchus montanus laevis laciniatus minor. In montibus Euga-
neis frequens est. [== Lactuca perennis L.).
Hieracium murorum angustifolium non sinuatum. Circa Patavium.
[Riferito da Linnè a Mieracium cymosum L.: la pianta padovana
a cui allude Bauhin è quasi certamente H. florentinum All.).
Hieracium fruticosum minus. Circa Patavium.
Ranunculus geranii tuberosi solio. Non longe Patavio in Arqua, ubi
Petrarchae sepultura, anno 1578 legimus. [= Ranunculus acer L.|.
108. Hyssopifolia sive Gratiola minor. Locis humidis et uliginosis
12I
nascitur, quamprimum in paludibus Patavinis et ad portam S.
Iustinae et quidem latioribus foliis, legimus. [= Gratiola offt-
cinalis L.|.
. Bellis montana major folio acuto. In montibus Euganeis collecta.
[== Chrysanthemum montanun Deal
126. Scabiosa prolifera foliis Gingidii. Patavii inter dumeta, circa
Thermas D. Virginis, observata [= Scabiosa Columbaria L., una
forma prolifera].
127. Jacea nigra augustifolia. Patavii observavimus. [= Centaurea
amara L.].
Ssggoe
5). 120. Centaurium minus spicatum album. In montibus Euganeis Pa-
} 3) S
tavinorum. [= Erythraea spicata L.|.
» 122. Tithvmalus sive Esula exigua foliis oblongis. In agris patavinis...
DID) 2 to) lo) to)
reperiu | E exiona (EG
» 140. Trifolium cochleitum folio minuto obtuso fructu latiore. Hoc
aestate florens in montibus Euganeis.... legimus.
» » Trifolium capitulo oblongo aspero. Patavi], in editis monte prope
Arqua.... legimus. [= Trifolium scabrum L.].
» 192. Lenticula palustris latifolia. Hanc in fossis patavinis aquis su-
)I
pernatantem vidimus. [= Salvinia natans L.).
Le seguenti altre, insieme ad alcune esotiche che non riporto, tro-
vansi illustrate nel primo libro (ed unico) del Teatro botanico :
p. 19. Gramen gemmeum, seu nodosum alterum. Circa Patavium in
montibus Euganeis, legimus. [= Arrbenatherum elatius Pr., M.
COR.
» 23. G. tremulum maximum. In montibus Euganeis, et in monte
Rua, non longe Patavio, juxta Eremitanorum coenobium legimus.
[(— Briza maxima L.).
» 24. G. tremulum minus panicala parva. In agris patavinis circa
autumnum legimus. [— Briga media L.).
» 32. G. arvense panicula crispa. Rarius parietum superciliis, ut Bono-
niae et Patavij, apud quos etiam circa semitas reperitur. | Poa
bulbosa L. var. vivipara Koel.|.
» 39. G. palustre pamicula speciosa. In humidis Patavij legimus. [== Oryza
clandestina A. Br.].
» 8o. Gramen junceum minimum alterum. In fossis Patavinis, aqua
deduzi reperito [== Scirpus sp.].
» 85. G. cyperoides spica pendula longiore et angustiore. In humidis,
circa Thermas Apponenses Patavinorum crescit. [== Carex pendula
Huds.].
» 87. G. cyperoides spicis minoribus, minusque compactis. Patavis locis
humidis collegimus. [= Carex divulsa Good.|.
» 106. G. hirsutum angustifolium minus paniculis albis. Apud Pata-
vinos.... legimus. [= Luzula albida DC.|.
» Ito. G. palustre aculeatum italicum nel majus. In humidis et palu-
dosis, circa thermas Aponitanas Patavij.... nascitur. [= \Carex
extensa Good.].
» 141. G. arundinaceum panicula miliacea. In agris patavinis reperitur.
CY pc
p. 173: Juncus acutus capitulis Sorgi. Circa thermas Aponitanas fre-
quens. [= Juncus acutus L.|.
» 251. Equisetum foetidum sub aqua repens. Reperimus... Patavit primum
in fossis Thermarum Aponitanarum. [= Chara foetida A. ©Br.|.
» s1o. Milium arundinaceum sive indicum semine subrotundo. Inter
Patavium et Ferrariam secus rusticorum tuguriola observavimus,
a rusticis ad panificia satum. [= Panicum miliaceum L.).
Finalmente nel Pinax, primo completo tentativo di sinonimia, tro-
vansi, ma scarsamente, riportate alcune delle indicazioni consegnate nei
tre precedenti lavori, che non mette conto di ripetere; alle pag. 124
vè un « Hieracium fruticosum latifolium hirsutum » raccolto a Padova
e che Linné riferi al suo H. sabaudum L. mancante nel Padovano.
Aggiungerò che Casimiro De Candolle, per istanza del prof. Sac-
cardo, ha pubblicato (*) le determinazioni che il suo illustre avo, A. P.
De Candolle, fece nel 1818 in una copia del Pinax in base alla revi-
sione dell’ Erb. di Casp. Bauhin, che tutt’ ora conservasi a Basilea. Revi-
sione la quale doveva servire al celebre botanico per citare nel suo
Sistema i sinonimi Bauhiniani, ma che restò inedita ed incompleta. Dalla
pubblicazione testè fatta risulta che nell’Erb. Bauhin si conservano pa-
recchie altre opere raccolte dallo stesso nel Padovano e non illustrate
nelle opere sopra citate e cioè: Cytisus nigricans L. «in Montibus Euga-
neis» ; Linaria Cymbalaria Mill. «ex Patavio » ; Galantbus nivalis L.
«ex pratis patavinis » ; Castanea sativa Mill. « ex montibus Euganeis »;
Gladiolus communis L. « e Patavio» [= G. segetum K.-G.]; Asparagus
tenuifolius L. « Patavio» (ma certamente dei C. Euganei); Ornitho-
galum pyrenaicum L. « Patavii». Sicchè, prescindendo dalle specie ripe-
tute, a Gaspare Bauhin si devono ben 42 indicazioni di piante indi-
gene del Padovano: numero certamente aumentabile con la completa
revisione del suo prezioso Erbario !
Giovanni Bauhin (n. Basilea 1541, m. Montbeliard 1613).
17. Historia plantarum universalis auctoribus J. Baubino, Joh. H. Cherlero,
quam recensuit el auxit Dom. Chabraeus. Ebrodumi, PI (16 50), III
(1651).
Fratello maggiore di Gaspare, studiò medicina, ma predilesse fin
dai primi anni la botanica e per approfondire le sue conoscenze viaggiò
da solo o col Gesner le Alpi, specialmente Retiche e la Svizzera e fu
(1) D. De Condolle, L’ ZZerbier de Gaspard Bauhin déterminé par A. De Candolle,
« Bull. Herb. Boissier, 2* ser. IV [1904]».
SCIGRER
per qualche tempo a Padova, Montpellier, Narbona, Lione ecc. Durante
la sua permanenza a Padova studiò a fondo le piante spontanee e quelle
coltivate nell’Orto dei Semplici, non che in altri giardini privati del Bembo,
Priuli, Trevisan, Pasqualigo ecc.: ma erborizzò anche piuttosto larga-
mente, raccogliendo numerose specie che illustrò nella grandiosa opera
sopra citata con originalità di vedute. Da due di queste, che dichiarò
avere raccolto assieme a suo genero Cherler, collaboratore nella sua
Historia, si dedurebbe che anche il Cherler sia stato a Padova : qual-
che specie gli fu fornita dal fratello Gaspare. Sono le seguenti così
distribuite nei tre volumi:
I, 1. p. 86. Arbutus: Comarus Theophr. Abundat.... in montibus Euga-
neis. {= Arbutus Uned> L.|.
» 495. Coccigria: sive Cotinus putata. Observavimus Patavio. [= Rbus
Cotinus L.).
2.p. 31. Rannus cortice albo Monsp. Potest etiam Patavi] in Porta
Zaira [si apriva ad un capo di un grandioso anfiteatro romano
presso il Prato della Valle ora distrutto] videri prope veteros
muros. [= Lycium europarum L.- pianta certamente sfuggita alla
cultura].
» 356. Erica arborescens, floribus luteolis vel herbaceis minimis.
Chariss. Frater Casp. Bauhinus attulit nobis ramulos. Patavii
collectos, in monte Rua etc. [= Erica arborea L.].
» 372. Cytisus hirsutus. Frater C. Bauhinus attulit collectam in
montibus Euganeis circa Patavium. [= Cytisus hirsutus L.1.
» 397. Patavii in hortis et in montibus Euganeis inter montem
Gemulam et Arqua, aliisque in locis. (= Spartium junceum L.|.
» 399. Genista aculeata foliosa. In Italiae montibus Euganeis. [= Ge-
nisla germanica L.).
II, p.4. Cistus foemina monspeliana flore albo et hispanica luteo. Pa-
tavi} observatur in montibus Fuganeis inter Balneum Aponense
[Abano] et Arqua, ibi aiunt nasci Hypocistim. [== Cistus salvi-
folius L. et Cytinus Hypocistis L. !|.
> «t12. Nasturtium vulgare.... Patavii virens Februario. {==
vestre R. Br.].
» 132. Clematis daphnoides minor etc. Vidi ego in montibus Eu-
ganeis florentem fine mensis Februari. [= Vinca minor L.].
» 342. Galega. Spontaneam reperi in Italia inter Patavium et Vin-
centiam... circa fossas urbis Patavinae, in montibus Euganeis
Februario germina protrudentem.... [== G. officinalis L.].
»
»
»
—_— 29 —
384. Medicago orbiculata. In montibus Euganeis. [= M. orbi
cularis L.].
388. Oxis, sine Trifolium acidum, flore albo et purpurascente.
Patavi] E Oxalis Acetosella ES:
391. Epimedium quorundam. Observavi.... in montibus Euganeis
inter balneum Aponense et Arqua, ubi gener Cherlerus etiam
observavit copiose florens Martio et Aprili. [= OQuonis spinosa L.].
458. Gramini murali Dalechampii simile, si non idem. Patavii
provenit. [= Bromus arvensis L.|.
471. Gramen tremulum maximum. Frat. Casp. qui aliquando misit,
‘scribit se in monte Rua apud Monachos non longe Patavio
collegisse etc. [= Briza maxima L.].
497. G. cyperoides spica pendula C. B. Locis humidis circa ther-
mas Apponenses, Patavinoram crescit. [= Carex pendula Huds.].
509. G. junceum minimum alterum C. B. In fossis Patavinis,
aqua defluxa, reperitur. [= Scirpus sp.].
572. Hyacinthus vernus botryoides minor, cceruleus, angustioribus
foliis, odoratus. Patavi). [= Muscari racemosum Mill.].
575. H. maximus botryoides, coma coerulea. In cammine montis
Vendae prope Balneum Aponensem [non!] inveni in fine Fe-
bruarii. [= Muscari comosum Mill.|.
597. Leucoium bulbosum minus Triphyllum. Florens vidi munc
in fine Februarii passim in montibus Euganeis, ut inter Thermas
Aponenses et Arqua etc. [= Galanihus nivalis L.).
So0. Avicularia Sylvii quibusdam. Patavii observavi primo orien-
tem inter segetes medio Februario. Massa ferrata Cortuso in
patavino, asserente D. Rantzio Medico apud fontem admira-
bilem. [= Specularia Speculum DC. f.]. î
809. Rapunculus spicatus sive comosus albus et coeruleus : itemque
folio maculato. Reperi mense Februario in montibus Euganeis
Italiae.
867. Sinapi aquaticum Patavinum. Observavi Patavii repertam
ad Portam Liviniam [Ponte Corvo] in aqua et juxta aquam,
mense Februario. [— Nasturtium amphibium R. Br.].
885. Alliaria. Observavi.... Patavii mense Martio. [= A. officinalis
Andrz.].
976. Parietaria officinalis. Patavii passim provenit. [= P. offici-
nalis L.].
1041. Senecio vulgaris sive Erigeron. Patavii Januario et Februario
(= S. vulgaris L.].
»)
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»
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»
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— 30 —
1058. Tragopogon flere luteo. Patavii vidi mense Februario. [= Tra-
gopogon pratensis L.).
1060. Tr. folio laciniato et flore luteo. Patavii observavimus.
[= Scorzonera laciniata L.|.
8. Millefolium aquaticum, Foeniculo simile, umbelliferum. Apud
paludes circa fossas Paduae reperi. Mense Aprili vidi apud por-
tam Livianam [Ponte Corvo] [= Oenanthe aquatica Poir.].
74. Perchepier anglorum quibusdam. Circa Patavium inter segetes
observavit quoque H. Cherlerus. [= Alchemilla arvensis L.].
89. Carduus stellatus sive Calcitrapa. Patavij circa muros. [= Cen-
taurea Calcitrapa L.|.
140. Achillea Millefolium odorata. In montibus Euganeis inter
Arqua et montem Gemulae. [ A. Millefolium L.].
145. Angelica silvestris repens. Patavii [= Aegopodium Podagra-
gria L.|.
168. Serpyllum vulgare. Observavi Patavii. [= Thymus Serpyl
lum L.|.
173. Sison umbelliferum. Copiose provenit in aqua, ubi Patavii.
[= Sium erectum Huds. ?|.
204. Fumana bulbosa, radice cava, flore purpurascente et albo.
Patavii in montibus Euganeis inter balneum Aponense et Arquam
florentem Februario. [= Corydalis cava Schw. et K.].
229. Calamintha montana flore magno ex calyce longo. Copiose
nascitur in montibus Euganeis prope Patavium [= Satureja
grandiflora Scheele].
430. Consolida media, quibusdam Bugula. Patavi] virentem inveni
in quodam horto Januario. [= Ayuga reptans L.].
479. Geranium moschatum folio ad Myrrhidem accedente (majus)
et minus. Patavij florens medio Februario. [= Erodium cicuta-
riu eri].
598. Cynoglossum vulgare. Provenit Patavij. [= Riferito da Linné
a C. officinale L.; più probabile trattisi di C. creticum Mill.].
605. Heliotropium majus flore albo. Patavij circa muros in urbe.
[= H. europaeum L.]|.
671. Tithymalus sylvaticus toto anno folia retinens. Inveni flo-
rentem in montibus Euganeis inter Balneum Aponense et Arqua,
aliisque in locis. [= Euphorbia amygdaloides L.].
742. Adianthum nigrum officinarum. Patavij] in monte Venda inveni
sesquipalmum excedens. [= Asplenium A. nigrum L. var. acutum
Bory].
PIT,
III p. 785. Lens palustris patavina. In fossis patavini aquis supernatans.
[== Salvinia natans L.|.
Da questa estrazione risulta che, nei tre volumi della grande opera
postuma di Giovanni Bauhin, vi sono illustrate ben 45 specie indigene
od inselvatichite nel Padovano, delle quali però alcune già commentate
con la stessa provenienza nelle opere del fratello Gaspare. Contributo
non spregevole, sia perchè contiene parecchie osservazioni originali, sia
perchè le specie sono quasi tutte corredate di habitat attendibili e di figure
attraverso cui sono per lo più perfettamente riconoscibili. A_ differenza
dei precedenti botanici, l'A. ha aggiunto per molte specie l’epoca di
fioritura: Vinca minor (fine di Febbraio), Ononis spinosa (Marzo ed
Aprile), Muscari comosum (fine di Febbraio), Galanthus nivalis (id.), Spe-
cularia Speculum (metà di Febbraio) Nasturtium amphibium (Febbraio),
Alliaria officinalis (Marzo), Senecio vulgaris (Genn. e Febbr.), Tragopogon
pratensis (Febb.), Oenantbe aquatica (Aprile), Corydalis cava (Febbr.),
Ajuga reptans (Genn.), Erodium cicutarium (Febbr.) ecc. Dati i quali, se
non fondati su imperfette reminiscenze, starebbero a dimostrare un sin-
golare anticipo nel periodo antetico di parecchie specie sulla fine del
secolo XVI.
Roberto Morison (n. Aberdeen in Scozia 1620, m. Londra 1683).
18. Plantarum historiae universalis Oxoniensis Pars secunda. Oxonii, 1680;
Pars tertia, post auctoris mortem expleta et absoluta a Jacobo Bobartio.
Oxonii, 1699. — Ristampata nel 1715 sotto il titolo: Plantarum
historia universalis Oxoniensis seu herbarum distributio nova per ta-
bulas cognationis et affinitatis ex libro naturae observata et detecta.
Oort ITS
Il Morison non fu mai in Italia e quindi nemmeno nel Veneto.
Tuttavia ho creduto di elencare l’opera su riportata in quanto vi sono
illustrate con diagnosi ed eccellenti figure parecchie piante padovane,
riportate sulla fede soprattutto dei fratelli Bauhin.
Cristiano Mentzel (n. Fiùrstenwald nel Brandeburgo 1622, m. Ber-
lino 1701).
19. Pugillus rariorum plantarum: in calce al libro: Index nominum plan-
tarum multilinguis. Berolini, 1682.
Mentzel viaggio grande parte dell’ Europa e fu anche in Italia
attorno al 1650. A Bologna fu uditore di Ovidio Montalbano e consegui
DERE IE
quivi la laurea in medicina. Da Bologna fece numerose escursioni nel
Veneto e raccolse piante a Padova e negli Euganei, che trovansi illustrate
nel Pugillus sopra citato. Le diagnosi, essendo per lo più molto succinte,
le figure limitate a poche specie e mancando i riferimenti sinonimici,
la massima parte di esse restarono indecifrabili. Le padovane sono le
seguenti; « Acetosa minima tota rubra: in muris Patavii»; «Alsine
minor foliis rotundis pilosis, floribus quasi umbellatis: in muris pata-
vinis crescit»; «A. media, foliis Solani acutis, floribus in umbellam
congestis: prope Padoam in montibus Euganeis »; Bellis minor caule
folioso: in monte Ortong [Ortone] circa Patavium visa» [== Bellis pe-
rennis L.]; « Centaurium... observavi passim in Italia circa Paduam...»
[= Erytbraea sp.]; «Filix corniculata quadruplex: in muris vetustioribus
circa Padoam » ; «Erica montana maxima fruticosa fl. albo: in Italia
circa Padoam » [= Erica arborea L.]; « Limonium echioides Bononiense:
circa Padoam»; Vicia praealta Montis Vendae: circa Padoam in dicto
Monte, Euganeorum uno, instar Convolvuli, in altitudinem insignem
excrescit» [= Vicia Cassubica L.]; « Nigella flore magno Montis Ruah
circa Padoam in montium Euganeorum quodam Ruah dicto » [= Aqui
legia vulgaris L.1; « Ranunculus nemorosus flore pleno albo et purpureo
majore: inter Euganeos montes»; «Alsine hederacea: in muris Pata-
vinis»; «A. spinosa: ibid. ». Contributo, come vedesi, di scarsa impor-
tanza, anche per l’imperfezione con cui fu dall'A. presentato.
Giovanni Ray [Rajus] (n. Black Notley in Essex 1628, m. Londra
1705).
20. Historia plantarum species hactenus editas aliasque insuper multas noviter
inventas et descriptas complectens. Londini, I (1687), II (1688),
II (1704). i
21. Stirpium europaearum extra Britannias mascentium Sylloge. Londini,
I6 94.
Viaggio a scopo botanico l’ Europa e fu anche in Italia, dove
erborizzo largamente in varie regioni e traversò più volte il Veneto.
Però il suo contributo alla flora padovana si riduce a citazioni, sempre
di seconda mano, riportate nella grandiosa Histora e più succintamente
nella Sy/loge sopra citate (cfr. in quest’ultima le pag. 115, 153, 162 ecc.).
In questa seconda opera, dalla pag. 265 alla pag. 314, vi sono gli elenchi
nominali delle « Plantae à nobis in Itinere transmarino observatae, prae-
sertim in Italia, Sicilia, Helvetia, et Gallo-provincia ». Circa l’itinerario
da Roma a Venezia scrive (p. 291) « Itinere à Roma ad Venetias usque
ELE
intempesta hyeme suscepto nihil notatu dignum invenimus, praeter
Asterem quendam aut Conyzam jam tum florentem, flo. luteo Calthae
persimilem ». In un terzo lavoro intitolato « Travels trough the Low-
Countries, Germany, Italy and France etc., London 1673; 1738» sono
citate piante raccolte qua e lì nel Veneto in un viaggio da Vienna a Ve-
nezia, attorno alla quale ultima città sembra abbia difatti osservato qualche
pianta, laddove mancano indicazioni originali pel Padovano.
Paolo Boccone (n. Savona 1633, m. Palermo 1703).
22. Museo di piante rare della Sicilia, Malta, Corsica, Italia, ‘Piemonte, e
Germania dedicato ad alcuni Nobili Patritiù Veneti protettori della
Botanica e delle Buone lettere etc. In Venezia, 1697.
La biografia di questo insigne naturalista è abbastanza nota e non
ha bisogno di ulteriori chiarimenti. Mi limitero solo a dire che egli,
quantunque monaco cistercense, viaggiò moltissimo in Italia e fuori,
dovunque raccogliendo piante e studiando fatti e fenomeni naturali i
più svariati, dei quali il suo acuto ed originale ingegno non raramente
gli permetteva di investigare le cause. Fece una parte dei suoi studi,
come egli stesso scrive ('), a Padova, che visitò poscia, come pure
Venezia ed altre città del Veneto, in varie occasioni. Il suo contributo
alle flora padovana indigena è però assai limitato, riducendosi alla
illustrazione delle seguenti 3 specie:
p. 18. Veronica frutescens, durior, oblongo Chamaedrys folio, Patavina.
Trovasi ne Monti Euganei e nelle colline, vicine alla città di
Este. [= V. Teucrium L. var. prostrata L. Ritratta alla tav. 10].
» 35. Lamium, amplo, serrato, nigricante, subrotundo, rugoso folio.
Trovasi nel Padovano. [= L. Orvala L. Figurato alla tav. 23].
» 9. Glaux magna, palustris, flore herbacco. In agro Patavino, caule
palmari, purpurascente, pentapetalo, stellato’ flore [= Ludwigia
palustris EIl.-'Trovasi solo nell’ « Index iconum musei rariorum
plantarum cum additamentis ex Decadibus excerptis ad majorem
stirpium notitiam » ed è figurata alla tav. 84].
Il Boccone vide e descrisse pure parecchie piante coltivate nell’ Orto
Botanico di Padova: una di queste merita breve commento, poichè in
seguito fu indicata come pianta indigena d’Italia. Ed è «Clinopodium
perenne, Pulegi] odore, Maioranae folio, Patavinum », che vide coltivato
(1) Museo di Fisica e di Esperienze, p. 267.
LISI
« nell’Horto Publico di Semplici di Padoa». Di questa pianta aggiunge
altre e più dettagliate notizie nella Osservazione settima dello stesso
Museo sotto il titolo «Intorno ad alcune altre piante, con odore di
Pulegio, osservate in Roma» e col nome di «Clynopodium perenne,
Patavinam, Ocymi subrotundo folio, Pulegii odore ». Dopo averla de-
scritta e confrontata con affini aggiunge, quanto alla patria: «si può
dare anche il caso, che questa pianta sia stata ritrovata, e trasportata da
Candia, 6 dall’Isole dell'Arcipelago in Italia, e donata all’Horto Publico
di Padova ». Essa fu in seguito designata, nella nomenclatura binomia,
sotto i nomi di Thymus patavinus Jacq. Observ. bot. IV, p. 7, tav. 87,
(1764-71); Acinos patavinus Pers. Syn. II, p. 131 (1807); Calamintha
patavina Host FI. Austr. II, p. 133 (1831); Satureja alpina 2. subsp.
alpina var. patavina Briq. Lab. Alp. Mar. p. 453 (1895) ed indicata, se
non erro, per il primo dal Moretti (*) come spontanea dalle mura di
Marostica ed in seguito da molti altri autori come crescente in vari punti
d’Italia. Dal Bertoloni (*) essa fu interpretata come forma lussureg-
giante di Thymus alpinus, in seguito a cultura nell’Orto di Padova: ma
in realtà trattasi di una varietà o sottospecie spontanea, la cui area si
stende dalla Dalmazia alla Turchia d’ Europa, ma non fu sin qui trovata
in Italia. |
SECOLO SRVIO
Antonio Vallisnieri (n. Trasilico 1661, m. Padova 1730).
23. Prima raccolta d’ osservazioni e d’ Esperienze. Venezia 1710. Cfr.: De
arcano Lenticulae palustris semine, pag. 1. Vedi anche sotto lo stesso
titolo: Opere fisico- mediche stampate e manoscritte dal Kavalier A.
Vallisneri raccolte da Antonio suo figliuolo. In Venezia 1773, tom. IL,
d. (81-87, tab. XIV. Cfr. anche: tom. I, p. 354336:
Riguarda la presenza degli organi sessuali nelle comuni Lemna,
non che in altre piante, note sotto questo no re, ma facenti parte di
gruppi differenti, quali Marsilia quadrifolia (che il Mattioli dice di avere
ricevuto da Padova dal Cortuso) e Salvinia mnatans (che Bauhin con-
(1) Aggiunte alla Flora Vicentina, p. 276 (cfr. n. 46). È giusto aggiungere che in
altro lavoro (// Sotazico italiano ossia discussioni sulla Flora Italica in « Giorn. di Fisica
etc. Pavia, I [1826)) lA. riconobbe che il suo 7%ymus fatavinus, non che quello di
Tenore, Pollini ecc. non corrisponde al 7%. patavinus di Jacquin e quindi alla pianta
diagnosticata da Boccone.
(*) Zlora italiana, VI, p. 218.
traddistinse col nome di « patavina », perchè da lui scoperta la prima
volta a Padova), ecc. Per quanto il Vallisnieri non dica di avere osservato
tili piante attorno a Padova, ma pel fatto che esse sono tutte presenti
nel nostro territorio e la relazione che accompagna la scoperta è datata
da Padova (Febbr. 1706) sembra certo che le importanti osservazioni
furono compiute su piante dell’agro padovano.
Nel primo volume delle opere complete (p. 354-361) vi è una
lettera, datata da Milano 1725 e diretta a Gaston Giuseppe Giorgi,
nella quale il Vallisnieri espone il riassunto di importanti esperienze
fatte sul veleno delle vipere e sul modo di neutralizzarne gli eftetti.
Scrive che in Padova si prese l'impegno «di replicare tutte le celebri
sperienze del mio gran Redi» sull’uso dei contraveleni, ma senza ri-
sultati. Ebbe, invece, risultati positivi strofinando sulla ferita prodotta
su di un cane dal morso di una vipera «una cert'erba, chiamata da
Botanici Aster montanus flore luteo, vel Aster Italorum », che il Bertoloni
(FI. It., IX, p. 412) riferisce a Buphthalmnm salicifolum L., specie in-
digena dell’agro padovano e che anzi diede luogo, come sarà detto
avanti, ad una vivace controversia tra il Micheli ed il Pontedera: onde
ho creduto opportuno di riportare anche questo curioso documento.
Nel secondo volume, pure dell’opere complete, alla pagina 429 v'è
un breve lavoro dal titolo: « Notizie intorno alle varie Acque Termali
e in primo luogo delle famose de’ Colli Euganei» con il seguente
sottotitolo: «Breve relazione di quanto ha osservato nelle Terme Euganee
il sig. Antonio Vallisneri, estratto da una Pistola ms. ». In questa memoria
lA. contraddice all'opinione espresca da Plinio, Cassiodoro e da altri
(cfr. n. 10) che nelle acque calde delle sorgenti termali o lungo i rivi
che ne discendono immediatamente possano vivere erbe e gramigne.
Egli ha solo osservato che «in alcune pozzanghere d’acqua fangosa, e
stagnante, derivata da alcune delle suddette [fonti], e sovente con acqua
piovana rimescolata, si veggono alcune piante di giunco, o scirpo, e
poche altre acquatiche pianticelle, che possono ottimamente in quell'acqua
tepidetta nascere, e crescere, siccome attorno i fonti più salsi di S. Pietro
in Montagnone trovò l’ Erba Chali [Salicornia herbacea L. ?, ora scomparsa],
solita nascere ne’ luoghi maritimi salsi, e paludosi; ma però, dove l’ acqua
avea rimesso que’ suoi ferventissimi ribollimenti, e s'era ridotta a un certo
grado di calore, all’erbe anche maritime proprio ». E da quest’ultima
constatazione conclude che il terreno circostante doveva contenere sale
simile al marino etc. Al Vallisnieri spetta, dunque, il merito di avere
dato, se non le prime, certo le più attendibili notizie sulla vegetazione
alofitica delle Terme Euganee !
Antonio Tita (n. Padova c. 1657, m. ivi 1729).
24. Catalogus plantarum quibus consilus est Patavii. amioznissimus Hortus
IMustrissimi, ac Excellentissimi Equitis Jo. Franc. Mauroceni Veneti
Senatoris etc. Patavit, 1713.
È un elenco alfabetico delle piante coltivate, non che di molte
spontanee crescenti nel grandioso Orto che il senatore Giovanni Fran-
cesco Morosini teneva in Padova e di cui fu direttore il Tita. Il quale
fu anche giardiniere aggiunto nell’Orto botanico di Padova (1683-1694)
ed erborizzo largamente nel Veneto: non è, quindi, improbabile che
egli si sia occupato anche della flora padovana e le molte indicazioni
di piante indigene citate nel Catalogo stanno a dimostrare le sue cono-
scenze di flora locale.
Giulio Pontedera (oriundo di Pisa: n. Vicenza 1688, m. Lonigo 1757):
25. Compendium tabularum botanicarum in quo Plantae CCLXXII ab eo
in Italia nuper detectae recensentur. ‘Patavii, 1718.
26. Anthologia sive de florum natura libri tres, plurimis inventis observa-
tionibusque, ac aereis tabulis ornati. Accedunt ejusdem: Dissertationes
XI. Patavit, 1720.
Fu prefetto dell’ Orto botanico di Padova (1719-1757) © si occupò
largamente della Flora Veneta, erborizzando in molti luoghi (Baldo,
Lessini, Vette di Feltre, Mantovano, Padovano) e studiandone le specie,
che spesso ritenne e descrisse come nuove. Le diagnosi, però, sono tal-
mente succinte ed incomplete, che per lo più riescono inestricabili e
resta, quindi, ben scarso il contributo apportato dall'A. alla conoscenza
della Flora Veneta. i
Nel Compendio le specie indigene del Padovano sono le seguenti:
p. 1o. Filix non ramosa, alis, et pinnulis inter se distantibus, sed pin-
nulis longis, et dentatis. Vidimus hanc in Euganeis collibus in-
vis vallibus abstrusam; magna manu legendam pars illa fert,
quae profundissima inter Ruam et Vendam montis aperitur.
» 12. Filix non ramosa, omnium minima, pinnula in foliolis sectis.
Tantum legimus in Euganeis vallibus etc.
» 52. Gramen spicatum, spica tenuissima, longiore, staminibus albis.
Nos observavimus Patavium patentibus locis, deinde passim.
[= Alopecurus agrestis L.].
» 58. Cyperoides angustifolium, spica spadiceo-viridi, minus, foliis stria-
tis ex luteo. Ex fossis ad Portam Divi Joannis [S. Giovanni] ubi ,
— 37
primum vidimus, in Hortum amoenissimum Maurocenum trans-
ferendam curavimus etc. [= Carex riparia Curt.].
p. 64. Equisetum palustre, longioribus setis, et ramosis. [= E. ma
ximum Lam. raccolto anche nel Padovano].
» 68. Scrophularia vulgaris, foliis ad nodos ternis, et caule pentan-
gono. Primum nobis occurrit ab Euganeis collibus ad Aponenses
thermas iter facientibus, postea vero secus viam saepissime.
e Sotssernalis E.
» 78. Tithymalus latifolius, sylvaticus, flore non lunato, et folio de-
ciduo. Frequentem invenimus ad radices Euganeorum collium
circa uliginosa, et opaca loca densis consita Carpinis. [= Euphor-
bia amygdaloides L.|.
» 82. Cynoglossum majus, vulgare, flore purpureo. Prope Patavium,
quam postea vulgo natam in viis, in aggeribus, collibusque vi-
dimus. [= C. creticum Vill.].
» 84. I. Veronica aquatica, angustioribus foliis, ad singulos nodos ter-
nis. II. V. aquat. longioribus foliis ad nodos ternis. III. Eadem,
quaternis. In agro Patavino stagnantibus aquis insidentes inve-
niuntur. [= Veronica Anagallis L. et var.).
» 97. Calamintha magno flore, foliis ex adverso ternis et ternis. Col-
legimus..... in Fuganeis collibus abstrusam inter sylvas densis
obsitis Fagis. [= Satureja grandiflora Scheele].
» » ClinopodiumOrigano simile, elatius, flore majore, ex albo variegato.
Ex Fuganeis collibus habemus. — [L'A. afferma che è solo una
varietà del « CI. origano simili, elatiore, majore » di Gasp. Bauhin
e del Tournefort, che corrisponde a Satureja vulgaris (L.) Bèg].
» 136. Dens Leonis, qui Pilosella officinarum, foliis oblongis. Nascitur
in Collibus Euganeis. [= Hieracium Pilosella L.?].
In conclusione, quindi, delle 12 specie sopra citate alcune rimasero
indecifrabili, o dubbie, nessuna di essa è nuova e qualcuna non è che
semplice varietà di tipi già descritti!
Meno importante, dal nostro punto di vista, è l’Anthologia, nella
quale sono ricordate numerose piante, alcune delle quali indubbiamente
padovane, ma con.indicazione di stazione e non di località.
Al Pontedera devesi pure una « Historia Horti Patavini» mano-
scritto inedito conservato nella Biblioteca dell'Orto botanico di Padova,
nel quale s'illustrano i fasti dell'Orto dalla sua fondazione e vi sono
trascritti i cataloghi delle piante coltivate nell’ Orto padovano e pubbli-
cati dal Guilandino, Cortuso, Veslingio, Alpino, Dalla Torre ecc.
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Come fu detto nelle pagine precedenti (cfr. n. 5) la trascrizione
di quello del Cortuso corredato di sinonimi, ebbe per me uno speciale
interesse, in quanto mi ha facilitato la decifrazione delle piante illustrate
nei Semplici dell’Anguillara, parecchie delle quali padovane.
Michelangelo Tilli (n. Castel Fiorentino 1654, m. Pisa 1740).
27. Catalogus plantarum Horti Pisani. Florentiae, 1723.
Vi sono descritte parecchie specie crescenti nel Veneto, per la
massima parte raccolte e studiate dal Micheli (cfr. n. 28-29), cui devesi
il merito di avere redatta una buona metà del Catalogo. Tre di queste
riguardano il Padovano e cioe :
p. 73. Gramen Miliaceum, annuum, glabrum, et asperum panicula am-
pliore, locustis minimis, aristis longioribus erectis. Tum extra,
tum intra Patavium, et in ipso Horto publico, atque etiam Ve-
netiis in Horto Ill. ac. Excell. D. Christini Martinelli, sponte
natum vidi. — [Interpretato, dubitativamente, dal Trinius (Clavis
Agrostogr. antig., p. 235) quale Milium multifforum Cav. potrebbe
forse essere un’Aira: ricercato, dietro mia preghiera, dal dott.
R. Pampanini, nell’ Erbario Micheli-Tozzetti e nei manoscritti del
primo, non fu possbiile rinvenirlo].
p. 140. Pseudo-Ruta Patavina, trifoliata, floribus luteis, umbellatis D.
Micheli. In agris et in locis sterilioribus prope Arquatum, in
Agro Patavino, cum D. Zannichellio detecta. [= Ruta patavina L.|.
» 145. Ranunculus Aconiti Lycoctoni lutei folio, flore luteo D. Mi-
cheli. In fossis, et humectis locis Agri Patavini.
La frase «sponte natunt vidi» della prima pianta potrebbe far
credere che essa sia stata raccolta dal Tilli in persona: ma che si tratti
di pianta a lui comunicata dal Micheli non vi è dubbio, dopo quanto
sarà detto nelle pagine seguenti a proposito dello strano dibattito a cui
diede luogo tra il Micheli ed il Pontedera.
Pietro Antonio Micheli (n. Firenze 1679, m. ivi 1737).
28. Nova plantarum genera juxta Tournefortii methodum disposita. Flo-
rentiae, 1729.
29. Catalogus plantarum Horti Caesarei Florentini. Opus posthumum juss
Societatis Botanicae editum, continuatum, et ipsius Horti historia lo-
cupletatum ab Jo. Targionio-Tozzettio. Florentiae, 1748.
ESS00 (0 e
La vita di questo insigne ed operoso naturalista è notissima, grazie
all’erudita biografia che ne redassero G. ed A. Targioni-Tazzetti (*) e
non è quindi il caso di soffermarsi in molti particolari. Ad illustrazione
delle due opere sopra citate, che direttamente ci riguardano ed al ricco
materiale, rimasto purtroppo inedito, dal Micheli raccolto nel Padovano,
mi basti dire che egli erborizzò per lo meno due volte nella Provincia.
La prima visita ebbe luogo nel 1722 in compagni del suo amico G. G.
Zannichelli, movendo da Venezia, a quel che pare, nel giugno, secondo
può dedursi dalla seguente letteta che il Vallisnieri indirizzò al dott.
Giuseppe Giorgi, medico fiorentino, in data di Padova 5 Giugno 1722 (°):
«questa mattina è stato in mia casa dalle 9 fino alle 14 il suo, ed ora
anche mio stimatissimo sig. Micheli, che ho ammirato per un nobilis-
simo e feracissimo ingegno, insieme col sig. Zannichelli. Ha vedute le
mie raccolte, ed io i suoi bellissimi rami, e molto volentieri sono en-
trato nel numero di quelli, che a sue spese uno lavorare ne facciano,
e vuole onorarmi col porre a quella pianta a me dedicata il nome di
Vallisneria. Ieri fu per questi colli Euganei, ed oggi ritorna a Venezia
per portarsi in mare, e far pescare insieme col sig. Zannichelli e per
iscoprire nuovi fuchi, e piante marine». Nella escursione agli Euganei
egli ebbe a compagno lo stesso Zannichelli e la scoperta più importante
fu certo la Pseudo-ruta, che il Micheli illustrò nel Catalogo del Tilli e
più diffusamente, come vedremo, nei Genera.
Il secondo viaggio ebbe luogo nell’ Ottobre e Novembre del 1736,
partendo da Firenze il 4 Settembre e giungendo a Padova, dopo una
lunga peregrinazione, il 17 Ottobre, dove fu onorevolmente ricevuto
dal senatore Morosini e dal P. Giov. Batt. Dell’ Ore cassinese. Secondo
G. Targioni-Tozzetti (p. 236) «si trattenne in Padova tutto il restante
d’ Ottobre, ma non ozioso, anzi con incredibile e nojosa fatica, osservò
quanto mai potè varie specie di piante, che nascono sì nella’ città (*),
(*) G. Targioni-Tozzetti, Notizie della vita e delle opere di Pier' Antonio Micheli Bota-
nico Fiorentino, pubblicate per cura di A, Targioni-Tozzetti. Firenze, F. Le Monnier, 1858.
(*@) Targioni-Tozze:ti (op. c.) e con lui il Saccardo (Sf e lett. £/. Ven., p. 25) -
fondandosi su vaghi accenni lasciati dal Micheli stesso - asseriscono che egli fu nel
Veneto e precisamente a Venezia nel 1703 e nel 1706: ma in ogni modo non sembra
che egli abbia in quelle due occasioni raccolto piante nel Padovano.
(3) Secondo gli «Itinera botanica » (tom. II, vol. 27. dei mss.) avrebbe erboriz-
zato: «nel Prato.. e mura di S. Giustina ; nelle mura del Santo, suo dintorno e Piazza;
dall’ Osteria del'a Stella d’ Or» [dove alloggiava] che è in piazza della Paglia alla Piazza
di S. Giustina; dentro al Convento di S, Giustina; sopra le mura e fosse della strada
dalla Porta detta di Portello alla Porta Coda; lungo le mura da Porta Coda a Porta
Sanarola [Savanarola]; tra Porta S. Giovanni e Porta Saracinesca.... fino alla Porta
Page
che nell’adjacente campagna, e ne registrò nel suo odoporico non meno
di 1112; fralle quali alcune intieramente nuove. La mattina del primo
Novembre parti da Padova per Monselice, dove fu favorito da Sua
Eccellenza Duodo, e da Pietro Guarnieri suo giardiniere; indi nel
giorno seguente andò ad Acqua [Arquà], e di là sempre erborizzando
alla volta di Sasso Nero, per ricercare, com'ei dice, /a tanto desiderata
Asteroides patavina, e per altra strada tornò a Monselice. Nel di 3 tornò
a.Padova dove visitò il signor cavalieri Vallisnieri, ed il celebre Gio.
Battista Morgagni, e da Sua Eccellenza Morosini ottenne varie piante
del suo rinomato Orto Mauroceno ». Il 4, sempre sec. la citata fonte,
parti per Venezia, nei cui prossimi Lidi erborizzò per ben 19 giorni,
annotando circa 1000 specie.
Lo scopo principale di questa lunga peregrinazione, come fu messo
in chiara evidenza dal Targioni-Tozzeti, fu per verificare in posto le
molteplici inesattezze, nelle quali sarebbe incorso il suo eccellente
amico Zannichelli nella Storia delle piante del Lido di Venezia : opera
pubblicata, dopo la sua morte, dal figlio Gian Giacomo ed al cui
manoscritto il Pontedera, suo avversario, avrebbe apportato, secondo il
Micheli, modificazioni ed alterazioni, alcune delle quali ritenute dal
botanico fiorentino lesive alla sua dignità. La tanto desiderata Asteroide
patavina è l'indice dell’ indisposizione del Micheli contro il Pontedera ('),
in quanto che la pianta da lui scoperta ad Arquà e che illustrò poscia,
quale specie a sè nel Catalogo dell'Orto fiorentino, fu sinominizzata
S. Croce; da Porta S. Croce a Porta Corbo [Ponte Corvo]; fra Porta Livia, o altrimenti
detta Corbo, e Porta detta il Portello ; fuori della città, fra Porta Sanarola e la Porta
S. Giovanni; fra la detta Porta Saracinesca e Porta S. Croce: da Porta Livia alla Porta
detta il Portello; dalle mura della città al ponte de’ Preci; da Porta Coa lunga a Porta
Sanarola sempre appiè delle mura della città »! Da cortese comunicazione del dott. R.
Pampanini, che qui ringrazio.
(1) Per dare un’idea fino a che punto erano giunte le ire del Micheli contro il
Pontedera, a proposito dell’Asteroide di Zannichelli e del propro, riporto qui il passo
della biografia di Giovanni Targioni-Toz/etti, che fu testimonio oculare. Il Tozzetti scrive,
adunque, (p. 227) che il Micheli «era talmente picca‘o col Pontedera.... che messosi
poi in letto la sera con la febbre, la quale passò a mortale Pleuronneumonia, e verissi-
milmente ripensando troppo a questa infausta Asteroide, nel quinto giorno della malattia
principiò a delirare, figurandosi d’ essere egli l’Asteroide patavina; continuò di poi per
quasi 26 ore fino alla breve agonia a parlare sempre in persona dell’Asteroide patavina,
in guisa tale che per farlo bevere io dovetti secondare questo delirio, e di tanto in tanto
suggerirgli che l’Asteroide per il gran caldo si sarebbe secca‘a, e perciò bisognava an-
naffiarla ; e per farlo star coperto gli si diceva che restando scoperte le barbe dell’Aste-
roide, ella si sarebbe seccata, e perciò bisognava rimettere della terra nel vaso ecc. ».
Tanto può la prevenzione anche negli uomini sommi !
rg es
dallo Zannichelli con l’Asteroides alpina salicis folto del Tournefort, non
che con specie di Bauhin e Vaillant. Sinominia, sec. il Micheli, certa-
mente erronea (*) e che egli attribuiva al Pontedera, come si deduce dai
passi dell’inedita « Apologia in Julium Pontederium » pubblicati dal
Targioni-Tozzetti. La negata presenza od il non ritrovamento di piante
del Lido da parte dello Zannichelli, già raccolte assieme col Micheli
o da lui illustrate (come il Gramen descritto nel Catalogo del Tilli),
avevano profondamente sorpreso l’autore dei «Genera » che tendeva a
scorgere dovunque la mano malevola del suo avversario. Sta il fatto
che egli aveva messo mano ad un’acerba critica all’opera del defunto
suo amico Zannichelli, che tutt'ora si conserva inedita nei ms. Miche-
liani. E per attaccare con dati di fatto il suo audace rivale, rimandando
a miglior tempo un progettato viaggio nella Francia meridionale, si
recò con suo grande disagio ed in stagione non del tutto propizia a
Padova ed a Venezia, dove fece le ingenti collezioni di cui sopra è
parola.
Tali raccolte, di un valore storico e scientifico innegabile, restarono,
per la morte sopravvenutagli nel seguente anno, inedite, e per quanto ci
sembri esagerato il numero delle specie raccolte, data la stagione, tuttavia
esse devono contenere, assieme a quelle riunite nel 1722 e ad altre cer-
tamente inviategli, un buon nucleo della flora padovana. Due sole specie
ebbe occasione di illustrare e cioè nei Genera la « Pseudo-ruta Patavina
trifolia, floribus luteis umbellatis », già sommariamente descritta nel Cata-
logo del Tilli e da lui trovata «in monte Saxo Nigro, prope Arcuatum
seu Arqua, non longe Patavio, copiose nascens » (p. 21 tab. 19) e che
è Ruta patavina L. e nel Catalogo dell’Orto Fiorentino la controversa
« Asteroides hirsuta latifolia Patavina » raccolta «in Planitie quae ad
radices Collium Arquae in Agro Patavino » (p. 12 tab. III) e che è
Buphthalmum salicifolium L. Il contributo Micheliano alla nostra flora
è, dunque, molto modesto, ma sarebbe stato certo notevolissimo, se la
morte gli avesse dato tempo di illustrare da par suo tutto il prezioso
materiale raccolto, tuttora conservato presso l’Istituto botanico di Firenze
e che mi auguro abbia modo di potere esaminare per la redazione del
prospetto floristico.
(1) E lo è difatti, poichè la pianta crescente in quella prrte del Lido di Venezia, nota
sotto il nome di « Cavallino », è il BupAtha/mum grandiflorum L. specie geografica bei
distinta da 5. sa/icifolium L. e diversa pure da 2. flexi/e Bert. delle Alpi Apuane: tre
entità che il Micheli, precorrendo i tempi, aveva egregiamente intuito e differenziato e
con ottime incisioni riprodotto !
PI A
Giovanni Girolamo Zannichelli (n. Modena 1662, m. Venezia 1720).
zo. Opuscula botanica posthbuma a Joanne Jacobo filio in lucem edita Illu-
strissimo, et Excellentimo D. D. Joanniemo D. Marci Procuratori di-
cata. Venetiis, 1730.
Medico e naturalista insigne, fu benemeritissimo della flora Veneta,
di cui esplorò i Lidi di Venezia, le Vette di Feltre ed il Monte Ca-
vallo nel Bellunese, il Summano nel Vicentino, il Baldo nel Veronese,
il Padovano, non che il Triestino e l’ Istria. Vivente non pubblicò che
alcuni lavori di argomento litologico, chimico e zoologico : lasciò in-
vece inediti i lavori botanici, di cui il più importante è senza dubbio la
fondamentale « Storia delle piante che nascono nei lidi intorno a
Venezia » di cui fu parola a proposito della controversia insorta su
quest opera tra Micheli ed il Pontedera. Pure inedita lasciò la rela-
zione di alcune escursioni botaniche nei Colli Euganei, che vide postuma
ia luce a merito di Giangiacomo suo figlio e che forma 1’ «Iter quintum »
degli Opuscula botanica sopra citati. Una di esse ebbe luogo nel 1722
forse in compagnia col Micheli. La relazione consta di una breve pre-
fazione e dell'elenco nominale delle specie osservatevi. Data la rarità
dell’opuscolo, credo opportuno di riportarlo integralmente, aggiungendo
ad ogni singola specie il corrispondente nome attuale (pag. 79-86):
«Joannis Hieronymi Zannichelli Iter Quintum per Montes Eu-
ganeos.
« Reliquum operae pretium est, ut Plantas exhibeam à me obser-
vatas alicubi in Montibus Euganeis: Colles potius, saltem plerosque,
et aeris temperies, et feracitas, et amoenitas asserunt. Ad Occidentalem
illi Territorii Patavini plagam,-intra quadragesimum sextum Latitudinis,
et vigesimum primum Longitudinis gradum siti, Vicentia Estium usque
excurrunt. In jugum proindè continuantur ; tortuosum tamen, verticibus,
et Vallibus intertextum, corpore modò crassiori, modo augustiori. Licèt
aliqui eorum sunt asperiusculi, plures nihilominus Coelo Terraque adeò
benignis fruntur, ut quod de Hesperidum, Alcinoique Viridariis fuit fa- .
bula, de ipsis sit historia. Ad eorum nonnullos, plures excursiones iti-
nerarias feci, sed breves; semper tamen aliqua messe Botanica, quamvis
raptim collecta. Aponensem montem Monte d’ Abano medicamentosis ad
radices Aquis calidis celebrem invisi; item Pendicem Pendise, et emi-
nentioris cacuminis Vendam, Venda, aliosque proximos, sed praecipue
Arcuatum Arquà Clarissimi Petrarchae rusticatione, ac Sepulcro celebrem;
nec non Valles intersubsidentes invisi. Si ut est et spes et animus, alias
RT FE
Bois c 3eR
ibo, exactio erit Locorum distintio, et uberior Plantarum Census, En in-
terim quae occcurrunt.
« Plantarum in Montibus Euganeis Arcuato, Venda, Pendice, alii
sque Territori Patavini sponte nascentium descriptio. »
Alkekengi Officinarum, foliis variegatis Tourn. Inst. 151. [= Physalis
Alkekengi L.)|.
Anonis viscosa, spinis carens, lutea, major C. Bauh. Pin. 389. [= Ononis
Natrix L.|.
Anonis, flore luteo, parva. T. 409.
Titymalus latifolius, sylvaticus, flore non lunato, et folio deciduo. Pont.
Comp. Tab. Bot. 78. [= Euphorbia amygdaloides L.].
Androsaemum maximum, frutescens T. 251. [= Hypericum Androsae-
mum L.].
Antirrhinum angustifolium, sylvestre. T. 251. [= Ant. Orontium
Auricula Ursi, flore purpureo: Lob. Ic. 570. [= Primula Auricula
Aegylops quibusdam, aristis recurvis, sive Avena pilosa J. B. 2. p. 433.
[= Avena fatua L.).
Barba Jovis, pulchrè lucens. T. 651. [= Antbyllis Barba Jovis L.|.
Buphthalmum vulgare, Chrysanthemo congener. Clus. Hist. 332. [= Aw-
themis tinctoria L.|.
Marrubium nigrum, foetidum, Ballote Dioscoridis. C. B. P. 230 [= Bal
lota nigra L.]|.
Calamintha Montana, flore magno, ex calice longo. J. B. 3. p. 2° 229.
[== Satureja grandiflora Scheele].
Cardiaca. T. 186. [= Leonurus Cardiaca L.).
Caucalis arvensis, echinata, magno flore. C. B. P. 152. [= Daucus
grandiflorus Scop.].
Chaerophyllum sylvestre, perenne, Cicutae folio. T. 314. [= Antbryscus
silvestris Hoffm.].
Campanula arvensis erecta. T. 314. [= Specularia Speculum DC. f.].
Securidaca dumetorum, major, flore vario, siliquis articulatis. C. B. P.
349. [== Coronilla varia L.].
Cerinthe quorundam, minor, flavo flore J. B. 3. 603 [== Cerinthe mi-
nor L.].
Chrysanthemum quorumdam, foliis Matricariae Z. 491. [= Chrysanthe-
mum coronarium L.).
Cicutaria latifolia, foetidissima, perperam Seseli Peloponnense quorun-
Fob:-le-733.
Cirsium, singularibus capitulis, parvis. T. 447. [== Carduus defloratus L.].
Io8
Ei
ISIS
C. arvense, Sonchi folio, radice repente, flore purpurascente T. 448.
E=sCaarvensetScop.].
C. Acanthoides, montanum, flore flavescente. T°. 448 [== C. Erisithales E.|.
Clematis, sive Flammula flore coeruleo scandens. J. B. 2. 128 |== Clem.
Viticella E:
Cyanus segetum, flore albo. T. 446. [= Centaurea CyanusEtyvar.
albiflora Zersi].
Cyanus, flore incarnato T. 446 [= C. Cyan. var.].
Clinopodium Origano simile, elatius, folio majore, ex albo variegato.
Poni. “Comp, lab. “Bot. 197.
Salicaria vulgaris, flore intense violaceo. Id. 114. [= Lytbrum Sali
caria L.|.
Cyanus, flore purpureo. T. 444 [= Centaurea Cyanus. L.|.
Gramen Cyperoides, spica pendula,, longiore, et angustiore C. B. P. 6.
(= Carex pendula Huds.|.
Gr. Cyp. latifolium, spica rufa, sive caule triangulo C. B. P. 6. [= Carex.
acuta JE]:
Cyperoides nigro-luteum, vernum, majus. T. 539. [= Carex glauca
Murr.].
Acacia trifolia, «C.- B. P. 392.[= Calyeotome spinosgiEtt)
Echinopus major. T. 463. [== Echinops sphaerocephalus L.|.
Erica vulgaris glabra, flore albo, «C. B. P. 485.
Salisb.].
Filix ramosa, major, pinnulis obtusis, non dentatis. T. 536. [== Pleris
aquilina L.).
Filicula, quae Adiantum nigrum Officinarum, pinnulis acutioribus. T.
542. [= Asplenium Adiantum-nigrum L.).
Gentiana (GruciataC. By P..a88- |[—.G. \ereaate oli
Galeopsis procerior, foetida, spicata. T. 175. [== Stachys silvatica L.).
Geranium columbinum, dissectis foliis, pediculis florum longissimis. Raj
Hist. 1059. [= G. columbinum L.].
Gramen Loliaceum, radice repente, maritimum T. 516. [= Agropyrum
repens P. B. var.: riferito da alcuni autori ad Elymus europaeus L.]
Viola hyemalis, purpurea. Tab. Ic. 308. [== Hesperis matronalis L.].
Leucojum luteum, sylvestre, angustifolium. C. B. P. 201. [= Erysimum
lanceolatum R. Br.).
Veratrum nigrum, secundum. Dod. Pempt. 385. [= Helleborus niger L.|.
Hieracium, Amygdalas amaras olens, seu odore Apuli suave-rubentis.
T° 469.
Hyoscyamus albus, vulgaris. Clus. Hist. 84. [== ZHyosc. albus L.].
e eun
di
Zina SR
Lamium alba linea notatum C. B. P. 231 [= Lam. album L.).
Galeopsis maxima, Pannonica. Clus. Hist. 36. [= Lamium Orvala L.].
Lepidium, gramineo folio, sive Iberis. T. 216. [= Lepid. Iberis L.]|.
Lonchitis aculeata, major. T. 538. [= Aspidium aculeatum Sw.]).
Ligusticum vulgare; an Libanotis fertilis Theoprasti. C. B. P. 157.
E Levisticume Ti].
Lampsana. Dod. Pempt. 675. [= Lapsana communis L.).
Nummularia major, lutea C. B. P. 309. [= Lysimachia nummularia L.).
Lavandula latifolia, fore coeruleo. C. B. P. 216. [== L. latifolia Vill.].
Lathyrus sylvestris, luteus foliis Viciae T. 395. [= L. pratensis L.|.
Jychnis sylvestris, alba, simplex. T. 334. [= L. alba Mill.
L. viscosa, purpurea, latifolia, laevis. T. 82. [= Silene Armeria L.].
L. vel ocymoides repens, montanum. T. 337. [= Sil. ocymoides L.].
Lycopus, foliis in profundas lacinias incisis T. 191. [= L. exaltatus L. f.].
Myagrum monospermon, latifolium. C. B. P. 109. [= DC. perfoliatum L.).
Triticum Vaccinum Dod. Pempt. 541. [= Melampyrum arvense L.].
Malva sylvestris, folio sinuato, flore albo. T. 95. [= M. silvestris L.].
Trifolium pratense, luteum, capitolo breviore, C. B. P. 328. [= 7.
agrarium L., Pollich].
Medica echinata, glabra, sine maculis nigricantibus. T. 410. [= Medi
cago hispida W.|.
M. major, erectior, floribus violaceis. T. 4ro. [= Medicago sativa L.].
M. orbiculata T. 410. [= Medicago orbicularis L.|.
Matricharia, Tanaceti folio, flore majore, semine umbilicato. T. 493.
[= Chrysanthemum corymbosum L.|.
Marrubium album, vulgare. C. B. P. 230. [= M. vulgare L.].
Muscus squamosus, viticulis longioribus, glabris. T. 555.
M. sq. non ramosus, major, capitulis incurvis. T. 55
M. sq. tenuior, ramosus, caulibus compressis. T. 553.
M. palustris, major, Serpillifolio. T. 555.
Orchis barbata,, odore Hirci, breviore, latioreque folio. C. B. P. [== Lo-
roglossum hircinum Rich.].
Pervinca Orientalis, latifolia, villosa, flore magno. T. Cor. 5. [= Vinca
major L.|.
Phlomis fruticosa, Salviae folio longiore, et angustiore. T. 177. [= Phlo-
mis fruticosa L.].
Populus Tremula C. B. P. 429. [= Populus tremula L.).
Quinquefolium hirsutum, erectum, luteum, foliis profunde, et eleganter
incisis Zann.! [= ‘Potentilla sp.].
Q. folio argenteo T. 297. [= P. argentea L.].
Pest Sgt
Plantago palustris, sive aquatica. Tab. Ic. 734. [= Alisma Plantago L.|.
Pl.aquatica, iminor Tab. Jc. 734 |== A: ranunculotdes DISE
Ruta campestris, trifolia, umbellata, annua Zann.!
Ranunculus, gerani taberoso folio. C. B. Pr. 9s..[e= Racer):
Scrophularia aquatica, major T. 166. [== Scr. aquatica L.].
Scrinodosa Moetnda el 166.|== Scr. modosg dl:
Scr. palustris, non foetida; seù aquatica, minor T. 166. [= Scr. aquatica L.].
RintalciinaClus. list. 209. |== Ser acamina Et):
Siliquastrum T. 647. [= Cercis Siliquastrum L.).
Abrotanum foemina, foliis teretibus C. B. P. 136. [== Santolina Cha-
maecyparissus L.|.
Scabiosa montana, latifolia, non laciniata, rubra, et prima. (© Bi Pi
270. [— Knautia integrifolia Bert].
Sisymbrium aquaticum Math. 487. [= Nuasturtium offic. “R. Br.].
S. annuum, Absinthii minoris folio T. 226. [== Sisymbrium Sophia L.].
Thalictrum majus, flavum, staminibus luteis, vel glauco folio. C. B. P.
SEITE VITAE
Tithymalus sylvaticus, lunato flore. C. B. P. 290. [= Euphorbia silva-
tica TESA
T. salicis folio tenuissimè serrato, et villoso. T. 86.
T. arvensis, latifolius, Germanicus. C. B. P. 291. [= £. platyphyllos L.].
Lathiyris, ‘sive Cataputia minor..J. B:-3. App. 880. [== Ea
Trifolium arvense, humile, spicatum, sive Lagopus. C. B. P. 228. [= Irif.
arvense L.].
Tragopogon, folio oblongo, sinuatum. C. B. P. 274. [= Tr. porrifolium L.|.
Viburnum Matt@à. 217. [= V. Lantana L.].
Veronica major, frutescens altera. Mor. 2. 319 [= V. Teucrium L.].
Ulmaria Clus Hist. CXCVIN. [= Spiraca Ulmaria L.].
Vulneraria, flore purpurante. T. 391. [= Antbyllis Vulneraria L.].
Betonica arvensis, annua, flore ex albo flavescente T. 203. [== Stachys
annua L.|.
Bupleurum minimum Column. Par. I, 247. [= 5. junceum L.].
An Ocimum caryophyllatum, minus. Tab. Ic. 344. [== Ocymum sp.].
Cytisus Gesneri, cui flores ferè spicati. I. B. 1.370. [== (Ann
Campanula vulgatior, foliis Urticae, flore coeruleo. C. B. P. 94. [= C.
Trachelium L.|.
Asteroides Alpina, Salicis folio. T. Cor. s1. [= Buphthalmum grandi
florum L.]|.
Cyperoides, spicis parvis, longè distantibus, T. 530. [= Carex distans L.].
Statice montana, minor, T. 341. [= Armeria vulgaris L.|.
oi
Gramen palustre, aculeatum, Italicum, vel majus C. B. P. 7 juxta Ther-
mas Aponitana. [= Crypsis aculeata Att.].
Clynopodium arvense, Ocimi facie. C. B. P. 225. [= Satureja Acinos
Scheele].
Tithymalus Myrsinites, fructu verrucae simili. T. 86. [= Euphorbia ver-
rucosa L.|.
Milium Arundinaceum, perenne, minus, semine oblongo, nigro. Monti
Stirp. Bon. Prodr. 8.
Pseudoruta Micheli. [= Ruta patavina L.|.
Aster palustris, luteus, folio longiori, lanuginoso. T. 483. [= Senecio
paludosus L.|.
Verrucaria, sive Heliotropium, majus, flore albo. Dod. Pempt. 70. [= He-
liotropium europaeum L.]|.
Aster montanus, luteus, Salicis glabro folio. C. B. P. 266. [= Inula
salicina Lil.
Echium sylvestre, hirsutum, maculatum, flore coloris dilutioris. C. B.
bose galeore E]:
Spartii, sive Genistae Productio monstruosa ex monte Arquato Zann.
[Forma teratologica di Spartium junceum L.).
Lithospermum majus, erectum T. 137. [= L. officinale L.].
Geranium Columbinum etc. Raj. [cfr. supra].
Buglossum, radice rubra, sive Anchusa vulgatior, floribus albis. T. 134.
(= Anchusa officinalis L.|.
Lichen Pulmonarius, saxatilis, digitatus, minor. T. 549.
Millefolium vulgare, album. C. B. P. 140. [= Achillea Millefolium L.].
Rbamnus, seu Paliurus, folio subrotundo, fructu compresso. C. B. P. 477.
[= Palturus Spina-Cristi Mill.].
Allium Ursinum, bifolium, vernum, sylvaticum ]J. B. 2, 565. [= A.
ursinum L.).
Gallium nigro-purpureum, montanum, tenuifolium. Column. Part. I. 298.
[= G. purpureum L.]|.
Reseda minor, vulgaris, foliis integris: Phyteuma quorundam. T. 423.
[= R.. Phyteuma L.].
Vulneraria etc. T. [cfr. supra].
Libanotis tenuifolia, altera, ferulaceo folio, et semine, Italica. Barrel. Ic.
835. [= Ferula Ferulago L.|.
Virga aurea, montana, minor. Bocc. Mus. P. 2, Tab. 118.[= Solidago
Virga-aurea L.].
Linaria quadrifolia, supina. C. B. 213.[= Lin. alpma L.].
Saxifragiae species.
egg
Aster montanus, luteo, magno flore. C. B. P. 267. [= Inula montana L.).
Jacobaea, foliis ferulaceis, fore minore. T. 486.
An Sedum saxatile, atro-rubentibus floribus. C. B. P. 132. [== Sedum
atratum L.|. -
Hieracium murorum, folio pilosissimo. C. B. P. 129. [== H. murorum
Li vali].
L’elenco, come vedesi, comprende circa 140 specie, delle quali 4
appartenenti ai Muschi ed una ai Licheni. La nomenclatura è in pre-
valenza Bauhiniano- Tournefortiana, ma vi compaiono anche nomi de-
sunti dalle opere di Lobelio, Morison, Ray, Micheli, Colonna, Ponte-
dera, Dodoneo, Boccone ecc. Mancano di località precisa, fatta eccezione
di una, la Crypsis aculeata, che è indicata delle ‘Terme di Abano ; dove
oggidi, in seguito alle profonde modificazioni di quella zona, essa, come
parecchie altre alofite, è scomparsa. Accanto a specie comuni ed ubi-
quitarie sono rappresentate nell’elenco numerose rarità per la flora eu-
ganea, quali: Echinops sphaerocephalus, Gentiana cruciata, Lavandula lati-
folia (spontanea ?), Loroglossum hircinum, Alisma ranunculoides, Spiraea
Ulmaria, Ruta patavina, Inula montana ecc. Due specie, una Potentilla
ed una Ruta, vi sono descritte come nuove: ma le diagnosi troppo suc-
cinte non permettono la decifrazione specifica. Del monte di Arquà è
indicato un caso teratologico su Spartium junceum. Per evidente errore
di determinazione sono da radiare le seguenti, che certamente mai alli-
gnarono sui Colli: Primula auricula, Anthyllis Barba-Jovis, Chrysanthe-
mum coronarium, Carduus defloratus, Cirsium Erisithales, Calycotome spi-
nosa, Elymus europaeus, Helleborus niger, Phlomis fruticosa, Santolina Cha-
maecyparissus, Buphthalmum grandifforum, Armeria vulgaris, Linaria al-
pina e forse qualche altra rimasta indecifrata. Due specie vi sono ripe-
tute e cioè Geranium columbinum ed Antbyllis Vulneraria : sono a torto
considerate come specie tre variazioni cromatiche della Centaurea Cya-
mus. Se si tiene poi presente che l’elenco non ha ordine sistematico e
che quello alfabetico è soltanto approssimativo si perviene alla conclu-
sione che l’elenco stesso non era stato condotto all’ ultima perfezione
e forse non era pronto per la stampa. Tuttavia, a parte le mende, re-
sta il più serio contributo comparso nel secolo XVIII sulla flora euga-
nea e la base delle future ricerche sull’interessante distretto.
Carlo Linné (n. Rashult in Smolandia 1707, m. Upsala 1778).
31. Species plantarum.... secundum systema sexuale digestarum. Holmiae, im-
pensis Laurentiù Salvii, 1753.
i
ca 5
ri.
49
Sulla « Pseudo-Ruta» di Micheli (cfr. n. 28) fonda (p. 384) la
Ruta patavina L. di cui scrive: « Habitat prope Patavium. »
Domenico Vandelli (n. Padova 1735, m. Lisbona 1816).
32. Disserlationes tres de Aponi Thermis. ‘Patavit, 1758.
33. Tractatus de Thermis Agri ‘Patavini. «Accessit “Bibliotheca Hydrogra-
phica et Apologia contra cel. : Hallerum. Patavit, 1761.
Naturalista operoso ed intraprendente, ebbe vita assai svariata tra-
scorsa parte in Italia, parte nel Brasile e parte in Portogallo, dove fu
chiamato ad insegnare botanica a Coimbra (?). Durante la sua dimora
in Italia, erborizzo largamente nel Padovano, Bolognese, Bresciano
ecc. pubblicando alcuni notevoli lavori. Riguardano la flora padovana i
due sopra citati, in quanto contengono qualche dato sulle alghe e sulle
vascolari viventi nelle Terme Euganee. Nel secondo lavoro, che è il
solo da me consultato, si trovano elencate 10 specie «maris littoris
propriae » con un critico riassunto di quanto avevano già scritto in
proposito Plinio, Falloppio e Vallisnieri (cfr. n. 10 e 23) e con con-
fronti di analoga vegetazione crescente presso le sorgenti termali di
Halle in Prussia, di Montecatini in Toscana ecc. Sono le seguenti:
Schoenus culmo tereti ramoso, capitulis terminalibus, involucro triphyllo
brevissimo rigido patente L. Sp. pl. 42 n. 2. [= Crypsis aculeata
Ait.].
Cenchrus panicula spicata, glumis muricatis, setis ciliatis Guett. etc.
[= Tragus racemosus Hall.].
Gramen loliaceum, radice repente, maritimum Tourn. Inst. 516. [= Agro-
pyrum repens P. B. var.: riferito da alcuni a Elymus europaues L.].
Samolus L. H. Clif. sr H. Ups. 42, seu Anagallis aquatica, rotundo
non crenato folio C. B. P. 252. [= Samolus Valerandi L.].
Arenaria foliis linearibus longitudine intermediorum L. Sp. pl. 423 n. 6
H. Cliff. 173. [= Spergularia Dillenit Leb.|.
Sonchus angustifolius, maritimus C. B. P. 124, Prodr. 61; Zann. 251,
n. 4. [= Sonchus maritimus L.]|.
Juncus culmo subnudo tereti mucronato, panicula terminali, involucro
diphyllo spinoso L. Sp. pl. 325, n. 1. [= Juncus acutus L.].
(1) P. A Saccardo, Di Domenico Vandelli e della parte che ebbe lo studio padovano
nella riforma dell'istruzione superiore del Portogallo nel settecento. « Atti e Mem. R. Accad.
di Sc. Lett. ed Arti in Padova: vol XVI (1900)» ; De/Za parte ch'ebbe la scienza italiana
nella riforma dell'istruzione superiore del Portogallo nel settecento, «Ibid. vol XVII (1901)».
4
Bi
Aster foliis lanceolatis glabris, ramis inaequatis, floribus corymbosis
Royen Prodr. 168. [= A. Tripolium L. var. pannonicum (Jacq.)|.
Atriplex folio hastato, seu deltoide Moris. Hist. Oxon. I. 607. [= A.
triangulare W.|.
Salicornia articulis apice crassioribus obtusis Miller Dict. 1., L. Mat.
med. 8., seu Salicornia annua Sauv. monsp. 7. [= S. herbacea L.]...
prope fontem thermalem Domus novae oritur etc.
Delle specie sopra citate, tutte più o meno alofile, in seguito alle
profonde modificazioni a cui andò soggetta la regione, attualmente
mancano, secondo le mie ricerche, le seguenti: Crypsis aculeata, Tra-
gus racemosus, Salicornia herbacea. Tuttavia la segnalazione del Vandelli
non manca d'interesse, in quanto pone in evidenza il continuo rima-
neggiamento della vegetazione di stazioni avventizie od eterotopiche.
Faccio, inoltre, osservare che l’opera è di 8 anni posteriore alla no-
menclatura binomia stabilita da Linné, laddove le specie, anche dove
Linné è citato, sono designate con nomenclatura polinomia : strana per-
sistenza, constatabile anche in altri autori contemporanei alla celebre
riforma. L’A. lamenta da ultimo la non avvenuta pubblicazione di una
«Flora patavina » iniziata dal Micheli e che molto avrebbe giovato al
suo assunto. Delle Alghe, per la limitazione imposta al nostro lavoro,
non mette conto di occuparsi.
Giuseppe Agosti (n. Belluno 1715, m. ivi 1786).
34. De re botanica Tractatus in quo praeter generalem methodum, et histo-
riam plantarum, eae stirpes. peculiariter recensentur, quae in agro Bel
lunensi, et Fidentino vel sponte crescunt, vel arte excoluntur. Belluni, 1770.
Contiene, oltre che piante dei due territori citati nel titolo, parec-
chie indicazioni di specie crescenti ad Aquileia, Ferrara, Mantova, Parma,
coltivate nell’Orto botanico di Padova e tre indigene pel nostro ter-
ritorio :
p. 60. Centaurium floribus, et foliis exiguis, ramosissimum. C. spicatum,
flore semiverticillato. In agro patavino. [= Erythraea spicata L.].
» 84. Sagitta aquatica, latifolia, major. S. aq. lat. minor. S. aq. angu-
stifolia. In agro Patavii. [= Sagittaria sagittaefolia L. et var.].
» 289. Salvinia, quae Lenticulae palustris vulgaris C. B. Patavii in
aquis. [= Salvinia natans L.].
II
Pietro Arduino (n. Caprino Veronese 1728, m. Padova 1805).
35. Animadversionum botanicarum specimen. Patavit, 1759: id. Specimen
alterum. Venetiis, 1764.
36. Saggio di Osservazioni, e di Sperienze fatte correndo l’anno 1764.....
circa la coltura, e usi di varie piante, che servono o che servir possono
utilmente alla Tintura, all’ Economia ed all’ Agricoltura. «Giorn.
d’ Italia spett. alla Scienza Naturale ecc. vol. I. (1765), p. 329, 337
(A DIO) VA
37. Memorie di osservazioni, e di sperienze sopra la Coltura, e gli usi di
varie piante che servono, o che servir possono utilmente alla Tintura,
all’ Economia, all’ Agricoltura ecc. In Padova, 1766.
Dapprima capogiardiniere e custode dell’ Orto botanico di Padova,
quindi professore di Agraria, Arduino fu benemerito della flora Ve-
neta, scoprendo e dettagliatamente descrivendo alcune interessanti specie
nuove o rare, che per il primo designò con nomenclatura binomia.
Riguardano la flora padovana il secondo Specimen e le due memorie
citate, in quanto contengono notizie su piante indigene. Nel primo sono
descritte come nuove :
p. IX tab. I. Cornelia verticillata Ard. Sponte nascitur in Patavinis
agris, praecipue prope lacum S. Ursulae dictum, secundo circiter
ab ea urbe lapide. [= Ammannia verticillata Lam.).
» XVI tab. V. Panicum oryzoides Ard. - [Fu osservato dall’A. nato in
mezzo al riso, di cui non dice la provenienza, ma forse di col-
tivazione padovana: è una forma a glume aristate di Panicum
Crux-Galli L.).
» XXII tab. 8 f. 1. Sagina apetala Ard. [1764] - Ubique in locis um-
brosis, ruderatisque urbis [Patavii] Majo, Junio, Julioque copio-
sissime invenitur. - [Attribuita da quasi tutti gli autori a Linné
(Mant. plant. alt., p. 559, a. 1771) in realtà egli ne ricalcò, come
feci osservare in « Nuov. Giorn. Bot. Ital., n. ser. XV (1905)»
«la diagnosi su quella anteriore di 7 anni dell’Arduino].
» XXIII tab. 8 f. 2. Sagina procumbens L. (1753) Ard. (1764): Iisdem
in locis provenit ac superior.
p XXXVII tab. XVII. Bidens bullata L. (1753) Ard. (1764). Ad un
miglio dalla porta Liviana [Ponte Corvo] lungo il margine dei
fossati. i
tl
LAO
Secondo Visiani (*) e Saccardo (?), l’ Arduino avrebbe ancora sco-
perto nel Padovano l’Ophlismenus undulatifolius, che egli però non cita
che di Udine.
Il secondo e terzo lavoro, per noi meno importanti, contengono,
l’uno in succinto e l’altro in disteso, l'illustrazione di piante esotiche
od indigene e quindi crescenti anche nel Padovano nei riguardi delle
loro applicazioni all’agricultura ed all'economia. Due di queste la Rubia
peregrina L. (pag. 53, tab. 9) e Rbamnus Frangula L. (pag. 80, tab. 15)
sotto i nomi di Rubia silvestris e di Frangula Dodonei sono indicate, la
prima dei Colli Euganei, la seconda pel Padovano.
Giovanni Marsili (n. Pontebba 1727, m. Padova 1795).
Professore di Botanica e prefetto dell'Orto botanico dell’Università
di Padova (1760-1794), diede alle stampe parecchie pubblicazioni, nes-
suna delle quali riguarda la flora padovana indigena. Lo ricordo in
quanto compose un Erbario conservato nel nostro Orto Botanico e da
me stesso riordinato. Consta di quattro pacchi contenenti 545 specie,
in circa 300 generi, disposti alfabeticamente e con nomenclatura prelin-
neana. Contiene piante esotiche, per lo più coltivate, ma non mancano
le indigene sopratatto dell’Italia settentrionale e quindi verosimilmente
raccolte anche nel Padovano, in cui dimorò a lungo: ma purtroppo
mancano quasi sempre di indicazione di provenienza.
SECOLO XIX - XX
Gaspare v. Sternberg (n. Praga 1761, m. Brezina 1838).
38. Reise in die Rbetischen Alpen vorziiglich in botanischer Hinsicht in
Sommer 1804. N_achtrag zu den Ausfliigen in die “Rbetischen Alpen.
« Bot. Taschenbuch di Hoppe» Nurnberg, 1806.
39. Reise durch Tyrol in die Oesterreichischen Provinzen Italiens im
Fruhjahbr 1804. Regensburg, 1806.
Botanico e paleontologo insigne, perlustrò le Alpi Venete, di cui
fece conoscere numerose specie interessanti, spesso corredandole di dati
geobotanici e fitogeografici. Descrisse pure qualche specie o varietà nuova,
(1) R. De Visiani, Notizie intorno alla vita ed agli scritti di Pietro Arduino I, Parte
Padova, 1857, p. 13.
(*) P. A. Saccardo, Della storia e letteratura della Flora Veneta. Milano, 1869, p. SrL
ma con soverchia corrività e ben poco restò alla scienza di tali sue
scoperte. Risuardano la flora padovana le escursioni fatte nel 1804 e
di cui diede succinte notizie nei due lavori sopra citati. Si riassumono
nella indicazione di alcune piante per il laghetto di S. Orsola presso
Padova e cioè Ammannia verticillata (già scopertavi dall’Arduino), Trapa
natans, Sium inundatum (che invano vi ricercai nél 1907) e qualche
altra e parecchie dei Colli Euganei, di cui visitò le sorgenti termali di
Abano e Monte Ortone, la Valsanzibio, i monti Rua e Venda, i din-
torni di Arquà, Monselice, Este ecc. Le sue osservazioni non mancano
di un certo interesse anche dal punto di vista geobotanico, mettendo
in evidenza le specie più rare a caratteristiche, la fisionomia del pae-
saggio botanico e qualche dato sulla distribuzione in rapporto alla na-
tura del suolo ed all’ altitudine.
Sono però certamente erronee le indicazioni di Bupleurum stella-
tum per il Venda, di Silene sericea per Calaone, di Salvia viscosa dei
monti Calaone e Serra, dell’Aîra caespitosa per Monte Ortone ecc. La
scoperta, sotto un certo punto di vista, più importante è senza dubbio
il Cistus laurifolius L. sul Venda, estirpato in seguito dal Pollini.
Domenico Viviani (n. Legnaro Levanto 1772, m. Genova 1840).
40. Florae italicae fragmenta. « Ann. di Botanica, vol. II, p. 2% (1804) ».
Alla pag. 163-164 vi è citato Lithospermum graminifolium Viv. con
la seguente provenienza: «In montibus Euganeis etiam pulcherrimam
hanc speciem reperiri Ill Comes de Marsani [Marzari - Pencati] Vicen-
tinus, Botanices, et Historiae, naturalis studiosissimus, mihi retulit»:
indicazione riportata in una posteriore edizione (Genova 1808) dei Fram-
menti della flora italiana nel seguente modo: «in montibus Euganeis
Marsani ». Specie corrispondente a L. suffruticosum (L.) Kern. e del
più grande interesse dal punto di vista fitogeografico, ma in seguito
non più constatata con sicurezza nel distretto Euganeo e manca pure
nei vicini Colli Berici. Crederei, perciò, che la pianta comunicata al Vi-
viani dal conte Marzari-Pencati, che si occupò molto della flora vi-
centina, provenga piuttosto dalle Alpi Vicentine.
Girolamo Orti (n. Verona 1769, m. ivi 1843).
41. Itinerario scientifico di varie parli d° Europa. Ed. sec. accresciuta, e cor-
retta dall’Autore. Pietroburgo, 1807.
Da pag. 176 a pag. 185 del volume 2° vi è un capitolo dove sono
te) (©)
descritti gli Euganei e le cose più notevoli in essi osservate, sopratutto
be gt
ad Este, Monselice, Arquà, Battaglia, nei monti Rua, Ricco, Grotto e
nei pressi delle sorgenti termali.
Qua e là vi è ricordata qualche pianta, ma per lo più con nome
volgare e quindi irriconoscibile. Sul monte Castello (presso Montegrotto)
scrive di avere raccolto l’Arbutus Uva-Ursi, che è evidentemente l'Arb.
Unedo e di avere visto l’Inula Helenium, Lythrum Salicaria, Physalis Al-
kekengi ecc., osservazioni erronee o d’importanza secondaria.
Luigi Arduino (n. Padova 1759, m. ivi 1834).
42. Catalogo primo delle piante che si coltivano nel “R. Orto di Agricol-
tura di Padova, nonchè di quelle che vi crescono spontanee etc. Pa-
dova, 1807.
Figlio di Pietro ricordato nelle pagine precedenti (cfr. n. 35-37),
successe al padre nella cattedra di Agraria dell’Università di Padova, oc-
cupandosi quasi esclusivamente di questioni attinenti all’ agricoltura. L’o-
pera sopra citata non è che un elenco alfabetico delle piante coltivate
e di quelle spontanee (pag. 41 - 58) dell’Orto Agrario, avvertendo che
fra queste ve ne sono parecchie soltanto naturalizzate o che rivelano
probabili errori di determinazione: lavoro di mediocre importanza.
Giuseppe Antonio Bonato (n. Padova 1753, m. ivi 1836).
43. Catalogus plantarum Horti botanici ‘Patavini anni 1812 et 1820. Pa-
tavii, Typis Seminarit.
Fu professore di botanica-e prefetto dell'Orto Botanico di Padova
(1794-1835) e pubblicò parecchie memorie, tra le quali rientra nel qua-
dro quella sopra citata, poichè l'Autore avverte che: «asterisco notantur
Plantarum Species, quae sponte natae, vel a cultoribus satae crescunt
in Agro Patavino, aut Privatorum hortos passim exornant». Con l’aste-
risco sono, difatti, contrassegnate molte specie spontanee, altre indub-
biamente di origine culturale e solo naturalizzate od avventizie e non
poche mai uscite dallo stato di cultura. Discriminazione, quindi, fatta
con scarso criterio e che fu causa non ultima che in lavori posteriori
sulle flora spontanea del Padovano compaiano, come indigene, specie
indubbiamente esotiche. Mise assieme il primo nucleo dell’ Erbario ge-
nerale Padovano, ma in massima parte con piante coltivate nell’ Orto
botanico.
dela Sa
Michele Tenore (n. Napoli 1780, m. ivi 1861).
44. Prodromo dalla Flora Napoletana in « Flora Napolitana, tomo I. »
Napoli, 1811-15.
Alla pag. XXXVIII compare, senza diagnosi, una esperis euganea
Marsili (che fu professore di Botanica a Padova tra il 1760 ed il 1794),
che manca nei posteriori volumi dell’opera e nei molti altri lavori del-
l'Autore: ma che è riferita a sinonimo di H. matronalis L. dal Pollini
(FI. Ver. II, p. 388) e più recentemente dal Borbàs (Mag. bot. Lapok,
1903, p. 12), essendo nel Veneto una frequente fuggiasca dai giardini.
G. F. Libero bar. de Jacquin (n. Schemnitz 1766, m. Vienna 1839).
45. Eclogae plantarum rariorum aut minus cognitarum. Vindobonae, 1811-
1844.
Alla pag. 1 del volume 1° (1811-16) di quest'opera vi è diffusa-
mente descritta ed alla tavola prima ritratta una Vallisneria spiralis dal-
l'Autore osservata «in der Brenta zwischen Venedig und Padua, sa
ich so hiufig, das die beynahe den Booten die Fahrt erschwert... » e
rientra, quindi, nel dominio della nostra flora. Nelle osservazioni sono
espressi alcuni dubbi sulla corrispondenza della pianta veneta con quella
toscana’descritta dal Micheli nei Genera e sono messi in evidenza alcuni
caratteri differenziali, specialmente sulla forma delle foglie e sulla strut-
tura del fiore, che autorizzarono, come vedremo nelle pagine seguenti,
Gaetano Savi a considerarla quale specie a sè sotto il nome di V. Jacqui-
niana Savi.
Giuseppe Moretti (n. Roncara [Pavia] 1782, m. Pavia 1853).
46. Notizia sopra diverse piante da aggiungersi alla Flora Vicentina. « Gior-
nale di Fisica e Chimica di Brugniatelli, vol. VIII (1815)» ed in
calce all’opera: Memorie ed osservazioni intorno a diversi oggetti ri-
sguardanti le scienze naturali. Vol. I, p. 239-305. Pavia, 1820.
Rappresenta una notevole contribuzione alla Flora Vicentina, che
il Moretti ebbe occasione di studiare in posto attorno al 1811, quando
fu trasferito dal Liceo di Udine a quello di Vicenza. Alla pag. 259 vi
sono elencate due rare specie (/uncus Tenageja L. e Peplis Portula L.)
crescenti nel territorio di Vegliano [Veggiano] e che egli ebbe dal parroco
Girolamo Romano benemerito, come sarà detto nelle pagine seguenti,
della ftora padovana.
— 56 —
Gaetano Savi (n. Firenze 1769, m. Pisa 1844).
47» Osservazioni sopra diverse piante. «Memorie d. Sc. Mat. e Fis. dell’ Accad.
PistojeseldraSc.tKettoedT Ari, las TEI6D.
Alla pag. 6-12 (estr.), lA. istituisce un confronto fra la Vallisneria
descritta e delineata dal Micheli (Gen. Plant., p. 12-13, tab. Io) e
quella diagnosticata dallo Jacquin (cfr. n. 45), facendo rilevare che
nella prima i fiori maschili erano diandri ed invece triandri nella se-
conda e che i fiori femminili della veneta mancavano dei tre petali fili-
formi. Ragione per cui egli stimò trattarsi di due specie differenti, cui
impose il nome di V. Micheli e V. Jacquini arbitrariamente in seguito
cambiati dallo Sprengel (Syst. veg. III, p. 900 [1826]) in «Micheliana »
e «Jacquiniana ». Opinione alla quale, come si deduce da un tratto di
lettera scrittagli dallo Jacquin e da lui riportata a sostegno della propria
tesi, aveva finito per accedere anche il botanico austriaco.
Nicolò Tommaso Host (n. Fiume 1761, m. Schònbrunn 1834).
48. Icones et descriptiones graminum austriacorum. Vindobonae, vol. I (1801),
II (1802), III (1805), IV (1809).
49. Flora austriaca. Viennae I (1827), II (1831).
Nel volume terzo (pag. 1 tab. I) del primo lavoro viene illustrato il
Saccharum Ravennae Murr. crescente in «arenosis... agri patavini». Nella
seconda opera trovasi qua e lì qualche indicazione, desunta sopratutto
dallo Sternberg, di piante euganee (es. Cistus [= Helianthemum] gut
tatus L.).
Ciro Pollini (n. Alagna 1782, m. Verona 1833).
so. Sulle alghe viventi nelle terme euganee con un indice delle piante rin-
venute sui Colli Euganei e un'appendice sopra alcune alghe della Pro-
vincia Veronese. « Biblioteca Italiana. Milano, 1817 ».
si. Flora Veronensis quam in prodromum Florae Italiae septentrionalis exibet
C. P. Veronae, tom. I-II (1822), III (1824).
Medico e professore di botanica ed agraria nel Liceo di Verona,
il Pollini fu benemeritissimo della Flora Veneta, di cui esplorò sopra-
tutto la Veronese, considerevolmente accrescendone il numero delle
specie fin allora note e descrivendo, non sempre con acume critico,
alcune nuove per la scienza. L’A. erborizzò anche nei Colli Euganei e
nel primo dei lavori sopra citati rende breve conto di alcune sue escur-
ge 7°
sioni fatte nei dintorni di Abano, Montortone, S. Pietro Montagnone,
Montegrotto, S. Elena e S. Bartolomeo e quindi nel raggio delle sor-
genti termali, non che nei monti Serra (Cero), Calaone, Rosso, Rua,
Venda ecc. Alle pag. 22-24 (estr.) vi è l'elenco di 125 specie osser-
vate in queste località, tra cui sono da radiare per evidente errore di
determinazione le seguenti: Galium silvaticum, Teucrium Scorodonia,
Melampyrum cristatum, Achillea ligustica e qualche altra: ci sembrano
dubbie le stazioni di Scilla amoena ed Euphorbia Lathyris (spontanee ?),
Aira flexuosa ecc. LÀ. indica ancora delle Terme la Salicornia herbacea,
ma riterrei di seconda mano, e pel Venda il rarissimo Cistus laurifolius
L. di cui fece una così strabocchevole raccolta da estirparlo
Nella « Flora Veronensis» in cui sono riassunte, ma non sempre
con sufficiente critica, la maggior parte delle conoscenze floristiche del
Veneto ed anzi dell’Italia superiore, sono citate un grande numero di
specie crescenti nel Padovano raccolte dall’Autore stesso o desunte da
precedenti lavori e soprattutto dall’«Iter quintum per Euganeos Montes»
dello Zannichelli (cfr. n. 30). Vi si trovano, perciò, ripetuti non pochi
degli errori, che ebbi già occasione di porre in evidenza esaminando il
lavoro sopra citato.
Stefano Mosè Moricand (n. Ginevra 1780, m. ivi 1854).
52. Flora Veneta, seu enumeratio plantarum circa Venetiam nascentium. se-
cundum methodum Linnaeanum disposita. Genevae, vol. I (el unicum! ).
Phanerogamia, 1820.
L’opera riguarda essenzialmente la Flora della finitima provincia
di Venezia, ma vi si riscontra anche qnalche indicazione di piante pa-
dovane e cioè Vallisneria spiralis L. « circa Patavium frequens » ; Sym-
phytum officinale L. di cui dice di aver osservato presso Padova la var.
purpureum Pers-tece:
Matteo Giuseppe Bluff (1805-1837), Carlo Antonio Fingerhut (?),
Federico Guglielmo Wallroth (1792-1857).
53. Compendium Florae Germanicae. Norimbergae. ‘Plantae phanerogamicae
(1821-25); PI. cryptogamicae (1831-32). Ed. 2° aucta et ampl. cur.
Bluff, Nees et Schauer. Noorimbergae, (1836-38) - l’ed.-da me vista.
Vi si contengono qua e là indicazioni di alcune specie più rare e
caratteristiche degli Euganei (Ruta patavina, Cistus salvifolius, Salvia
e
viscosa ecc.) desunte da precedenti lavori. La stazione dell’ ultima, come
sarà detto a suo luogo (n. 156), è certamente erronea.
Girolamo Romano (n. Gorgo nel Padovano 1765, m. Padova 1841).
54. Le piante fanerogame Euganee. Padova, 1 ed. (1823 - per le nozze
Emo - Capodilista - Maldura); 2 ed. (1828 - per le nozze Cittadella -
Maldura); 3 ed. (1831 - per le nozze Meneghini - Fabris).
Studiò nel Seminario di Padova, donde uscì sacerdote. Trascorse
grande parte della sua sua vita nella provincia in qualità di parroco
a Cagnola, Veggiano e finalmente a Padova. In queste sue residenze
e specialmente nella seconda, dove dimorò più a lungo, raccolse ab-
bondante materiale, come pure nei vicini Colli Euganei e Berici: ma-
teriale che distribuì anche piuttosto largamente al Contarini, Parolini,
Bertoloni, all’Erbario di Padova ecc. Il suo erbario privato fu acquistato
dal conte V. Trevisan ed incorporato nel proprio, che trovasi ora presso
l’Istituto botanico di Genova. Socio dell’Accademia di Padova, vi lesse
quattro memorie illustranti quattro centurie di piante Euganee (e preci-
samente l’introduzione fu letta nel 1825, la 1 Centuria nel 1828; la 2
nel 1831, la 3 nel 18326 la 4 nel 1835): memorie teche Mango pii
la ragione, non videro mai la luce. Viceversa l'A. diede alle stampe,
in tre edizioni successive, un elenco nominale, ordinato secondo il si-
stema Linneano, di circa 1400 specie. Elenco che rappresenta il primo
censimento della flora Padovana, col nome di « Euganea » l'A. eviden-
temente abbracciando l’intera provincia di Padova, che egli: aveva in
buona parte visitata. Questa enumerazione manca, purtroppo, di indica-
zioni di località: ma, ciò che più le nuoce, è l’avere fatto passare per
indigene del nostro territorio un forte numero di specie che certamente
non vi crescono, almeno allo stato spontaneo. E ciò devesi, sia ad evi-
denti errori di determinazione, come all’ avere elencato molte piante
certamente coltivate ed averne desunto, con scarsa critica, altre da
botanici che si erano occupati della vegetazione di Padova. Sicchè, in
base ad un calcolo approssimativo, ritengo che non meno di un cen-
tinaio di specie vi debbano essere radiate e destinate a comparire in
calce ai generi od alle famiglie, che saranno illustrate nella seconda
parte del mio lavoro. Epurazione già iniziata dal Trevisan (cfr. n. 75),
ma di cui venne tenuto poco conto in lavori posteriori, che non di
rado accettarono, senza alcuna discriminazione, patenti errori sistema-
tici o fitogeografici,
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Fra i vari manoscritti del Romano che si conservano nella Biblio-
teca del nostro Orto Botanico uno, sotto il titolo di «Flora euganea »,
direttamente ci riguarda. Esso contiene l’ enumerazione di circa 600
specie, mano a mano che dall’ A. venivano raccolte e studiate. Fra le
località di provenienza ve ne sono parecchie del distretto Euganeo (Ar-
quà, Monselice, Este, Calaone, Praglia, Rovolone, Tramonte, Teolo,
Montemerlo, Montecchio, S. P. Montagnone, Carbonara ecc.) e di quello
planiziario (Veggiano, Cagnola, Gorgo, Cervarese, Cittadella, Boara-Pi-
sani, Rubano, Pernumia, Vigodarzere, Piazzola, Arlesia, Lissan, Pozzo-
novo, Piovene ecc.): il che sta a dimostrare il grande zelo e solerzia
dispiegata dal Romano nella perlustrazione botanica della provincia ed
il suo indubbio amore per l’amabile scienza. Ciascuna specie reca spesso
sinonimi ed osservazioni più o meno interessanti: ma anche qui parec-
chie delle determinazioni possono essere incriminate e debbono essere
accolte cum grano salis. A parte queste, ho creduto opportuno di tenere
conto delle altre, anche perchè resti memoria dell’ opera modesta, ma
attiva di questo botanico.
Lodovico Reichenbach (n. Lipsia 1793, m. ivi 1879).
55. Flora Germanica excursoria, sive principia synopseos plantarum in Ger--
mania terrisque in Europa media adjacentibus sbonte nascentium culta
rumque frequentius. Lipsiae, 1830-1832.
Vi si contiene qualche indicazione di pianta padovana desunta da
precedenti opere.
Eraste Stefano de Andrejewsky (n. Voloczysz 1809, m. ?).
56. De Thermis Aponensibus in agro patavino commentatio physiographica.
Berolini, 1831.
57. Ueber die Vegetation in den Badern von Abano. « Jahbrb. fur Chirurg.
u. Augenkrankh. v. Grife u. Walter: Jabr: 1831».
58. Notes sur les végelaux qui croissent autour et dans les eaux thermales
d’ Abano. « Ann. Scienc. Nat. Botanique, 2 ser. vol. III (1835)».
«Vi si fa menzione di alcune poche fanerogame crescenti nel limo
caldo presso le sorgenti termo-minerali di Abano, con la constatazione
dell’alofilia di alcune di esse e del nanismo più o meno accentuato che
altre vi presentano. Di Abano è pure indicata la Salicornia herbacea, ma
credo sulla fede di precedenti autori: qualche determinazione è erronea.
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ESSI È de
Furono osservate, assieme ad alcune Alghe, dall’A. in un viaggio fatto
in Italia nel 1830.
Federico Mayer (n. Hessen 1778, m. Mogliano Veneto 1828).
Dimorò parecchi anni nel Veneto e specialmente a Mogliano, dove
fu governatore del tenente-maresciallo Bianchi e maestro dei figli di lui.
Erborizzò largamente nel Veneto ed anche nel Padovano e piante da
lui raccolte in quest’ ultima regione trovansi negli Erbari di Bertoloni, in
quello Padovano, nel Centrale di Firenze ecc.
Pietro Melo (n. Lugo [Vicenza] 1782, m. Saonara [Padova] 1829).
Mansionario in Saonara dei conti Vigodarzere, fu ricercatore e co-
noscitore della flora padovana e veneziana e corrispondente del Naccari
e Martens, al quale ultimo comunicò piante dell’agro di Saonara ricor-
date nell’ opera «Reise nach Venedig » (ctr. n. 72). -
Alberto Parolini (n. Bassano 1788, m. ivi 1867).
Secondo il: Visiani (*), si recò diciasettenne nel 1805 a Padova,
dove fu erudito nella botanica dal prof. Bonato e completò, quindi, i
suoi studi scientifici a Pavia.
Ricco di censo, viaggio largamente l’ Italia, nonchè la Grecia, la
Turchia ed altri paesi orientali e, con le sue raccolte e con materiale
ricevuto da un forte numero di corrispondenti, compose un ricco e
prezioso Erbario, che tutt'ora conservasi presso il Museo Civico di Bas-
sano. Erborizzò pure nel Padovano e piante con questa provenienza tro-
vansi nel suo Erbario ed altre trasmise al Bertoloni ed al Parlatore.
Nicolò Contarini (n. Venezia 1780, m. ivi 1849). >
Zoologo distinto, ma anche appassionato botanico, è benemerito
sopratutto della flora Veneziana, di cui.scopri o ritrovò parecchie specie
rare ed interessanti, che comunicò al Naccari, autore di una nota « Flora
Veneta », al Martens e ad altri botanici contemporanei. Sta il fatto che
egli, col materiale da lui stesso raccolto o ricevuto, compose un cospicuo
ed interessante Erbario, che tutt'ora conservasi nel Museo Civico di Ve-
nezia. Consta di circa 50 pacchi, i primi trenta dei quali sono ordinati
(1) R. de Visiani, Della vita scientifica del cav. Atberto Parolini. « Atti R. Ist.
Ven. Sc. Lett. ed Arti, ser. 3, vol. XII (1867)». Pa
= pr =
secondo il sistema Linneano, mentre gli altri rappresentano : ppendici che
dovevano essere evidentemente incorporate, ma non lo furono. Nei primi
trenta pacchi è notevole il numero delle specie ricevute « dal parroco »
e cioè dal Romano ed è forse questo il più cospicuo relitto delle costui
collezioni, per certo meritevole di essere preso in considerazione. Nei
pacchi d’appendice, due (num. 35-36) sotto il titolo di «Plantae euga-
neae » conservano una interessante raccolta di piante padovane fatta dal
Contarini od a lui comunicate dal Romano e dal Beggiato, con prove-
nienza di Padova stessa, Lispida, Galzignano, Arquà, Vegliano ecc. più
alcuni saggi raccolti a Vicenza, Montegalda ed Oliero. Materiale conte-
nente alcune rare ed interessanti specie e che saranno citate nella mia
enumerazione. i
Francesco Facchini (n. Forno nel Trentino 1788, m. Vigo 1852).
/ ’ = )
Studiò medicina a Innsbruck, Landshut e Padova, ove consegui la
laurea nel 1815. Benemerito della Flora del Tirolo meridionale di cui con
occhio scrutatore investigò e fece conoscere le specie più interessanti
erborizzo pure in altre regioni del Veneto, compreso il Padovano, come
deduco da piante da lui trasmesse al Bertoloni con questa provenienza.
Domenico Martinati (n. Pontecasale [Padova] 1774, m. Bovolenta
1855).
Medico, zoologo, nonchè conoscitore e raccoglitore della Flora pa-
dovana, specialmente micologica, compose, sec. il Visiani (*), un Erbario
e qualche fanerogama trasmise pure all’ Erbario gen. di Padova.
Paolo Barbieri (n. Castel d’Ario 1789, m. Mantova 1875).
Benemerito della Flora Mantovana, che contribuì a far conoscere,
più che con le sue proprie pubblicazioni, con l'abbondante e prezioso
materiale comunicato sopratutto al Bertoloni. Egli ha pure erborizzato
nel Padovano, come deduco da piante trasmesse al mominato ed al
Parlatore.
Antonio Bertoloni (n. Sarzana 1775, m. Bologna 1869).
60. Flora italica sistens plantas in Italia et in insulis circumstantibus. sponte
nascentens. Bononiae, vol. I (1833), II (1835), HI (1837), IV
(?) R. de Visiani, Della vita e degli studi del Dott, Domenico Martinati. « Atti R.
Ven. Sc. Lett. ed Arti, ser. 3, vol. I. (1856). »
erp OA
ce
(1839), V (1842), VI (1844), VII (1847), VIII (1850), IX (1853),
X et ultimum Florae Phaenogamae 1854.
61. Flora italica Cryptogama. Bononiae, 1858.
L’opera Bertoloniana, oltre che essere il censimento e ’ illustra
zione più completa delle piante italiane nella prima metà del secolo XIX,
è anche il nucleo delle flore delle varie provincie o distretti d’ Italia,
avendo l’A. ricevuto copioso materiale si può dire da quasi tutti i bo-
tanici contemporanei. Egli non ci consta abbia mai erborizzato nel Pa-
dovano, mentre nella sua Flora si sono citate 229 specie a lui comu-
nicate dal Mayer, Montini, Parolini, De Visiani, Trevisan, Zanardini,
Parolini, Rainer, Bracht, Romano, Meneghini, Pollini, Facchini, Beggiato,
P. Savi, e Barbieri, sia del distretto Euganeo, come di quello Padano.
Le indicazioni di habitat sono in generale esatte e scrupolosamente ri-
ferite, ma non mancano designazioni vaghe, quali «in Euganeis; in
agro patavino ». Mi sembra dubbiosa qualche specie, quali Rbamnus sa-
xatilis, Biscutella laevigata, Teucrium flavum, T. Scorodonia, Scilla patula,
Artentisia caerulescens e qualche altra, non essendovi state in seguito
confermate. Dei corrispondenti è cenno nelle pagine precedenti e nelle
seguenti.
Roberto de Visiani (n. 1800 Sebenico, m. Padova 1878).
62. «Flora Veronensis quam in prodronum Florae Italiae septentrionalis exhibet
Cyrus ‘Pollinius ». Recensione ed aggiunte di piante non note o dimenti-
cate dal Pollini, alcune delle quali della flora Padovana e Veneziana.
« Sezione seconda del Bollettino delle Scienze naturali ecc. dedicato ai
dotti di tutti i paesi. Venezia, n. 3, Marzo 1825; App. 1Ig p. 9».
63. Semina rariora in Horto Patavino collecta anno 1837.
64. L’Orto botanico di Padova nell’anno 1842. Padova, 1842.
65. Calalogo delle piante fanerogame indigene delle provincie venete, aggiun-
tevi le esotiche più generalmente coltivate per utililità e per ornamento
e disposte in famiglie ed ordini naturali. « Atti R. Ist. Ven. di Sc.
lett. ed Arti. Venezia, ser. 3° vol. III (1857-58), p. gi-111 e vol. IV
(1858-59), p. 467-482 e p. 589-606 ».
66. - e P. A. Saccardo: Catalogo delle piante vascolari del Veneto e di
quelle più estesamente coltivate. « Atti R. Istit. Ven. di Sc. Lett. ed arti.
Venezia ser. 3° vol. XIV (1868-69), p. I°, p. 71-ITI, 303-349, 477-
SI9, 703-737, 1091-1139; p. 2° p. 1503-154S, 1735-1776».
It E
R. Visiani, dapprima assistente (1822-26) e poi professore di Bo-
tanica e prefetto dell'Orto botanico di Padova (1836-78), è nome no-
tissimo nella scienza, alla quale contribui con la fondamentale « Flora
dalmatica », nonchè con la illustrazione di un certo numero di piante
esotiche nuove o rare, specialmente orientali, e con numerosi ed impor-
tanti lavori di fitopaleontologia. È pure benemerito della Flora Veneta,
non tanto per metodiche e prolungate esplorazioni in questo o quel
territorio, quanto per avere riunito in due delle pubblicazioni sopra
citate tutte le conoscenze floristiche fino allora acquisite per le varie
provincie venete. Del resto egli raccolse pure piante nel Padovano ed
esemplari, per quanto scarsi, se ne conservano nell’ Erb. gen. di Padova
ed in quello di Bertoloni a Bologna.
Cinque sono le opere che direttamente ci riguardano. La prima,
come dice chiaramente il titolo, contiene aggiunte e qualche correzione
alla « Flora Veronensis » del Pollini, frutto di ricerche personali. Le
specie padovane, alcune delle quali rare o nuove pel territorio, sono :
Anthoxanthum odoratum L. var. spica elongata interrupta Vis., Lolium pe-
renne L. © cristatum Pers.; Alopecurus agrestis L. var. vivipara Vis.; Bromus
inermis Leiss., Ornithogalum minimum L.; Gentiana Pneumonantbe L. ;
Apium graveolens L.; Snyrnium Olusatrum L.; Symphytum bulbosum Schimp.j
Veronica montana L. e V. peregrina L.; Salvia verticillata L.; Specularia
hybrida DC. f. e Galium parisiense L.
Nella seconda compare, sotto il nome nudo di Teucriwm euganeum
Vis., una specie spontanea, ritenuta nuova per la scienza e che egli
descrisse nella terza opera del 1842 indicandola per i Colli Euganet:
ma, come dimostrai a suo luogo (cfr. n. 143), non è che una forma di
T. siculum (Raf.) Guss. Punico rappresentante della sez. Scorodonia nel
distretto. L’opera consta di una elaborata e dotta introduzione storica
dal titolo « Notizie storiche dell'orto Botanico e de’ suoi prefetti », del
« Catalogo delle piante che si coltivano nell’Orto Botanico di Padova »
e delle «Illustrazioni di alcune piante del presente catalogo ». Fra le
ultime, oltre il Teucrium sopra nominato, sono date notizie della Val-
lisneria Micheli Savi che sarebbe localizzata nelle acque termali e V.
Jacquini Savi comune in tutte le acque fredde e stagnanti, non esclusa
la città. Lavoro questo di fondamentale interesse sopratutto per la storia
del nostro Orto botanico e delle sue condizioni nel 1842.
La quarta opera doveva contenere il completo censimento di tutte
le fanerogame indigene delle provincie venete: ma il lavoro, arresta-
tosi, comprende solo 31 famiglie dalle Graminacee alle Salicinee con
circa 600 specie, le relative località e gli usi economici.
Si
Il lavoro fu ripreso e condotto a termine, sotto gli auspici del Vi-
siani, dal suo assistente ed attuale direttore dell’ Orto Bot. di Padova, il
prof. P. A. Saccardo. Esso fu completamente rifuso ed aggiornato e
rappresenta il censimento più completo delle piante vascolari indigene,
avventizie o largamente coltivate nelle Provincie Venete, segnalatevi fino
al 1869. Comprende 126 famiglie, 786 generi, 2953 specie e 585 varietà
e naturalmente esso abbraccia, in numero di 1602, le specie tutte in-
dicate pel Padovano, desunte per la maggior parte da botanici che si
erano occupati in precedenza di questa flora. È, quindi, la base delle
ricerche del posteriore quarentennio nell’ambito della Flora Veneta e
perciò anche di quella Padovana.
Giovanni Montini (n. Bassano 1802, m. ivi 1854).
Farmacista ed appassionato botanico, perlustrò parecchi distretti
del Veneto e sopratutto il Vicentino, riunendo un cospicuo Erbario,
che conservasi nel Museo Civico di Bassano. Fu attivo. corrispondente
del Bertoloni, al quale trasmise numerose specie da lui raccolte nel Pa-
dovano : altre se ne conservano nell’ Erbario generale di Padova ed in
quello centrale di Firenze. Un elenco di circa 150 specie, sia della pia-
nura, come dei Colli Euganei, mi fu comunicato dal dott. Tua, assi-
stente al Museo Civico di Bassano e sarà utilizzato nel prospetto della
mia flora. Per quanto l’Autore modestamente nulla abbia pubblicato,
tuttavia le sue benemerenze per la flora Veneta sono innegabili ed ono-
revole è il posto che egli occupa fra quelli che contribuirono a fare
conoscere ed apprezzare la vegetazione del nostro territorio.
Giovanni Zanardini (n. Venezia 1804, m. ivi 1878).
Algologo insigne ed autore di pregevoli monografie sull’algologia
adriatica, fu benemerito anche della flora fanerogamica, soprattutto Ve-
neziana, di cui pubblicò l’ultimo completo censimento nel 1847. Riuni
un prezioso Erbario, ricco di piante venete, non escluse le Padovane,
che conservasi a Venezia presso il R. Istituto di Scienze, Lettere ed
Arti. Corrispondente del Bertoloni, a lui tramise anche qualche specie
del nostro territorio e qualche altra se ne trova nell’ Erb. generale di
Padova ed in quello centrale di Firenze.
Giuseppe Meneghini (n. Padova 1811, m. Pisa 1889).
Assistente alla cattedra di Botanica dell’ Università di Padova
(1835-38), si occupò nella prima metà della sua esistenza sopratutto
ATA © 9 © A
Prati
di Alghe, sulle quali pubblicò notevoli lavori. Raccolse e studiò anche
piante vascolari del Padovano, che comunicò all’Erb. generale di Pa-
dova, a quello centrale di Firenze ed al Bertoloni: ed una parte delle
sue collezioni pervenne di recente al nostro Erbario, insieme all’ Er-
bario Agosti, per dono del co. A. Gritti di Padova, cui era pervenuto
dall’ eredità dell’avola materna contessa Negri, consorte in secondi voti
del Meneghini (*): il quale è, percio, uno dei benemeriti della nostra
flora.
Francesco Secondo Beggiato (n. Grisignano nel Vicentino 1806,
m. Vicenza 1883).
67. Delle terme Euganee. Padova, 1833.
Medico e naturalista, fu assistente alla cattedra di botanica del-
l’Università di Padova (1830-31), donde poi passo a Vicenza, quale
medico e direttore del Museo Civico. Nell’opuscolo sopra citato vi sono
illustrate le alghe termali ed alcune descritte come nuove. Rientra nel
nostro quadro, poichè reca un catalogo di 130 specie da aggiungersi
alla terza edizione di quello del Romano: aggiunta di scarso valore,
senza indicazioni di habitat e non scevra di evidenti errori di deter-
minazione (es. : Festuca spadicea, Phillyrea latifolia, Pinguicula alpina,
Trifolium formosum, Doronicum ‘Pardalianches, Carex stellulata, Galium
cinereum, Asplenium viride ecc.).
Achille de Zigno (n. Padova 1813, m. ivi 1892).
68. Plantae cryptogamae in provincia patavina hucusque observatae. Patavii,
1833.
Geologo e paleontologo insigne, iniziò la sua carriera scientifica oc-
cupandosi di botanica e sopratutto di crittogamia. Fece numerose escur-
sioni specialmente sui Colli Euganei e tra il 1833 ed il 1839 pubblicò
alcune brevi note in materia. Una di esse rientra nel nostro quadro,
in quanto comprende 26 crittogame vascolari, da lui osservate e rac-
colte nel Padovano, per lo più con determinazione esatta, ma purtroppo
senza indicazione di stazione. L’ opuscolo non cessa però di avere un
piccolo interesse storico, in quanto rappresenta il primo censimento delle
crittogame padovane.
(1) P. A. Saccardo, Sul rinvenimento di un antico Erbario dell'ab. co. Giuseppe Agosti
botanico Bellunese, « Atti Accad. Sc. Ven.-Trent.-Istr., Cl. I, a. I. (1904) p. 3.»
dal ta
Pietro Mottini (prima metà del sec. XIX).
69. Synopsis Veronicarum quae in Italia sponte nascunturi..... Dissertatio
inauguralis. Ticini “Regii, 1834.
Vi è indicata (pag. 19) la Veronica peregrina L. «in hortis et cul-
tis Patavii....»: specie avventizia già segnalata dal Visiani (cfr. n. 62).
Tommaso Antonio Catullo (n. Belluno 1782, m. Padova 1870).
70. Sopra le acque termali del territorio padovano. « Nuov. Saggi dell’Ac.
di Sc. Lett. ed Arti di Padova » Padova, 1836.
Vi si elencano 31 specie fra le più caratteristiche delle sorgenti
termali e dei prossimi Colli Euganei, comprese alcune evidentemente
coltivate (Diospyros Lotus, Vitex Agnus-Castus, ‘Punica Granatum, Lau-
rus nobilis, Hesperis matronalis) e qualche altra meritevole di conferma.
Nicolò da Rio (n. Padova 1765, m. ivi 1845).
71. Orittologia Euganea. Padova, 1836.
Lavoro prevalentemente geologico e geognostico, ma nel quale vi
si contengono due elenchi di piante, il primo (pag. 118) delle sorgenti
termali e perciò più o meno alofile ed il secondo (pag. 119) fra le più
caratteristiche dei Colli, ambedue a lui comunicati dall’ ab. G. Romano
cui risalgono alcune indicazioni erronee o non abbastanza controllate
(es. Crithmum maritimum, Salicornia herbacea, Daucus maritimus, ‘Pin-
guicula alpina, Plantago maritima, Galium cinereum, «Achillea ligustica,
Doronicum Pardalianches, ecc.) ed inesattezze di nomenclatura (‘Pre-
nanthes hieracifolia, Ranunculus ophioglossoides, un Otites [Cistus] salvi-
folius ecc.).
Giorgio v. Martens (or. di Stoccarda: n. Mira [Venezia] 1788, m.
Stoccarda 1872).
72. Reise nach Venedig. Erster u. Zweiter Theil, Ulm 1838.
73. Italien. Stuttgart, Bd. I (1846), II (1844), III (1845).
Naturalista ed appassionato di cose d’arte, fece lunghe dimore nel
Veneto, sopratutto a Venezia, studiandone la flora, la fauna ed i tesori
artistici.
Nel primo dei lavori sopra citati vi è (2° p. pag. 177-229) una det-
tagliata descrizione del suo itinerario attraverso il Padovano e delle cose
SEGA
più importanti da lui osservate a Padova e nel suo territorio. Visito
pure gli Euganei, le sorgenti termali di Abano, dove notò alcune delle
più caratteristiche alo file, I Colle di S. Daniele, Torreglia, i monti Rua
e Venda, donde dt per Arqua. DI qui, botanizzando, si recò ad
Este e nel ritorno toccò Monselice, Battaglia e quindi Padova. Note-
voli pel tempo sono alcune constatazioni fitogeografiche fatte durante
tale percorso, specialmente sulle differenze della Hora dei calcari rispetto
a quella dei terreni siliceo-vulcanici, sull’ influenza dell’ altitudine, sul-
l’ accentuato meridionalismo della vegetazione, sopratutto dei versanti
esposti a sud: osservazioni non prive di interesse, ma nemmeno di
mende. L’opera si chiude (pag. 541-648) con l’ enumerazione delle
piante, specialmente veneziane, la massima parte da lui raccolte nelle sue
numerose peregrinazioni e reca il titolo « Versuch einer systematischen
Aufzahlung der venezianischen Pflanzen ». Questo elenco è importante
anche per la flora padovana, in quanto vi si contengono parecchie
specie di Saonara a lui comunicate dall’ab. Melo, tra le quali vi sono
ben 8 specie di Carex (C. Micheli, pilulifera, distans, remota, muricata,
hirla, pseudocyperus e riparia) che stanno a testimoniare la non comune
abilità del suddetto nella raccolta di piante in un territorio limitato ed
abbastanza uniforme.
Nel volume secondo della seconda opera sopra citata sono dedi-
cate circa 250 pagine a dare un quadro riassuntivo della vegetazione
d’Italia ed a proposito dell’ Italia settentrionale sono citate le specie più
caratteristiche degli Euganei ed in special modo i sempreverdi.
Alberto de Bracht (n. Praga 1804, m. Custoza 1848).
Capitano nell’ esercito austriaco, dimorò a lungo nel Veneto in
varie residenze, finchè non trovò la morte sul campo di battaglia di
Custoza. Appassionato ed esperto florista, raccolse ricco materiale e ne
compose un erbario che passò ad un Istituto di Praga. Attivo corri-
spondente del Bertoloni, Reichenbach e di altri botanici contemporanei
comunicò, sopratutto al primo, numerose piante padovane pubblicate
nella classica « Flora Italica » : qualche specie trovasi anche nell’Erbario
privato del prof. P. A. Saccardo.
Carlo Kellner nob. de Kéllenstein (n. Leitmeritz 1807, m. Co-
morn 1849).
Maggiore nell’esercito austriaco, dimorò a lungo a Venezia e Ve-
rona raccogliendo, specialmente in queste due provincie, ricco materiale
che comunicò al Bertoloni, Parlatore, Maly, Zanardini, Reichenbach:
qualche pianta trovasi anche nell’ Erbario gen. di Padova ed in quello
centr. di Firenze comunicò, sec. il Saccardo, circa 1200 specie.
Il suo erbario privato, che è una delle collezioni più preziose che
io mi conosca ed interessante sopratutto per la flora Veneziana, che
largamente investigò e fece conoscere, conservasi a Venezia presso il
R. Istituto Veneto. Come deduco da indicazioni di provenienza conse-
gnate nelle Flore di Bertoloni e Parlatore, il Kellner ha erborizzato
anche nel Padovano ed è percio benemerito della nostra flora.
Pietro Savi (n. Pisa 1811, m. ivi 1871). - Maurizio Rainer nob.
de Haarbach (n. Graz prima metà sec. XIX).
Professore di botanica nell’Università, di Pisa e benemerito sopra-
tutto della flora toscana, il Savi sembra abbia erborizzato anche nel Pa-
dovano, a giudicare da piante da lui trasmesse al Bertoloni ed al Parla-
tore e da questi edite nelle rispettive flore. Ed altrettanto dicasi di
Maurizio Rainer nob. de Haarbach, attivo corrispondente del primo dei
nominati botanici.
Vettore Trevisan (n. Padova 1805, m. Milano 1897).
74. Enumeratio stirpium cryptogamicarum hucusque in Provincia Patavina
observatarum.. Fasc. I (et unicus). Patavii, 1840.
75. Prospetto della Flora Euganea. Padova, 1842.
76. Cenni sulla Flora Euganea, letti alla sez. di Botanica e fisiologia vege-
getale della VI Riun. degli Scienz. Ital. in Milano nell adun. del 18
IX 1844 « «Atti ecc., Milano 1845, p. 471».
77. — ed altri. Ricordi sui Colli Euganei. Illustrazioni storico-artistiche con
appendice di notizie statistiche, geologiche, igieniche ecc. Strenna del
Giornale Euganeo. Padova, 1846.
78. Sylloge sporophytarum Italiae. « Atti Soc. Ital. Sc. Nat., Milano, 1875
VOS AZIL Faso: S-prr21g-2y0 di:
Il conte V. Trevisan fu un noto crittogamista, che si occupò spe-
cialmente di alghe, licheni, non che di funghi e di crittogame vascolari,
pubblicando un notevole numero di note e memorie, accuratamente elen-
cate nella biografia che di lui redasse il prof. G. B. De Toni (*), alla
(1) G. B. De Toni, /utorno alla vita ed alle opere di Vettore Trevisan naturalista
padovano. « Rend. R. Ist. Lomb. Sc. Lett. ed Arti, ser. 2, vol. XXX (1897)».
Mg
END
quale senz’altro rimando, per le notizie sulla vita, nonchè sull’ opera
scientifica del compianto naturalista. Qui aggiungero solo che, a sus-
sidio delle sue ricerche, egli si era costituito un’ ingente e preziosa rac-
colta, quasi tutta di crittogame, ricca di oltre 18000 specie e che fu
acquistata e tutt'ora conservasi presso l’Istituto botanico di Genova.
Se le ricerche del Trevisan si svolsero prevalentemente nel campo
della crittogamia, non trascurò la raccolta e lo studio delle fanerogame
e delle crittogame vascolari sopratutto padovane e cinque sono le pub-
blicazioni che rientrano nel nostro quadro. La prima, pubblicata nel
1840, contiene l’elenco di 237 crittogame e cioè di 6 caracee, 31 crit-
togame vascolari, 117 muschi e di 33 epatiche. Per quanto concerne le
felci ed affini famiglie, noto che e ha indicato quasi sempre con
molta esattezza, l’habilat e cioè la stazione, mai l’ esatta località o con
termine tutt’ affatto vago ed indefinito. Così sono dette comuni o fre-
quenti specie rare e localizzate quali: Marsilea quadrifolia, Notholaena
Marantae, ina septentrionale, Osmunda regalis, Ophioglossum vul-
gatum ecc.: le indicazioni di Aspidium rhaeticum, «A. Lonchitis, Lycopo-
dium clavatum, L. annotinum non furono in seguito confermate, e dicasi
altrettanto di parecchie crittogame cellulari.
Più importante, dal nostro speciale punto di vista, è il « Prospetto
della Flora Euganea » che vide la luce nel 1842 e che deve ritenersi
per il censimento più completo delle piante tutte fin’ allora segnalate
pel Padovano. L’opuscolo, che consta di 67 pagine, fu pubblicato a spese
| del Municipio di Padova e dedicato «alla sezione di Botanica e Fisiologia
Vegetabile della quarta riunione degli scienziati italiani ». È preceduto da
una breve prefazione, nella quale è dichiarato lo scopo dell’opera ed i
sistemi di classificazione in essa adottati per i vari gruppi. Segue l'elenco
nominale di 132 famiglie, 8II generi, 2340 specie e 187 varietà: numero
abbastanza considerevole, nel quale le piante vascolari figurano per c.
1370 specie. Chiude una breve appendice recante una quarantina di
specie indicate per la regione dal Romano, Beggiato, Sternberg, Zan-
nichelli, Meneghini e qualche altro, ma dubbiose o da escludere ed una
nota riguardante questioni di nomenclatura. Salvo qualche eccezione,
enumerazione delle specie e varietà non è corredata da indicazioni di
stazioni o di località e quindi il lavoro riesce molto meno importante
di quanto si potrebbe ritenere a prima giunta. L'intento critico pro-
postosi dal Trevisan è evidente, avuto riguardo alle leggi di nomencla-
tura: ma che sia raggiunto non direi, in considerazione che l’epurazione
doveva essere più profonda e radicale e l’ A. doveva guardarsi bene di
elencare, come indigene, parecchie specie le quali certamente non hanno
A epy
mai allignato nel nostro territorio. Sicchè il numero totale delle vasco-
lari padovane, se da una parte con le posteriori ricerche potè essere
aumentato con la scoperta di piante fino allora stuggite e con lo studio
più accurato di alcuni gruppi polimorfi, dall’altra deve essere e consi-
derevolmente diminuito di molte diecina di entità. Le indagini fatte,
dietro mia preghiera, nel suo Erbario, ora a Genova, dal prof. O. Penzig,
su alcune specie più critiche, hanno dato generalmente risultato ne-
gativo : poichè sembra che l’ Erbario fanerogamico, trascurato dal suo
possessore, sia stato molto danneggiato e ben poco se ne potè salvare.
Ma io inclinerei a credere che molte specie non vi siano state mai rap-
presentate, almeno di provenienza padovana, e l’averle elencate è in rap-
porto, come io penso, sia dall’ accettazione di indicazioni anteriori, non
sufficientemente controllate, sia con criteri fitogeografici non abbastanza
fondati. In altre parole, l'Autore ha evidentemente incluso parecchie spe-
cie, non perchè da lui raccolte od esaminate in questo o quell’Erbario,
ma solo perchè crescenti in finitimi territori e quindi verosimilmente
anche in quello padovano: criterio che può condurre a gravissimi errori
e che anche usato con la dovuta prudenza non depone molto favore-
volmente sulla scrupolosità del compilatore. Del resto è da tenere pre-
sente che il Prospetto in questione non è che un prodromo di una vera
e propria flora padovana, che il Trevisan aveva in animo di elaborare,
come chiaramente deducesi dalla breve relazione letta nella sesta riu-
nione degli scienziati italiani tenutasi a Milano nel settembre del 1844.
In essa l'Autore prometteva di prendere le mosse dalla descrizione
fisica del paese nei suoi rapporti con la vegetazione e quindi cogli ele-
menti atmosferici, tellurici e cosmici sotto la cui influenza sta negli Euganei
il regno vegetale: quindi una vera e propria flora e fitogeografia del
paese che, disgraziatamente, non vide mai la luce ed il modesto mio
saggio è volto, alla distanza di oltre mezzo secolo, a riempire la lacuna.
In ogni modo il Prospetto Trevisaniano fu la base delle future ricerche
e, per quanto modesta ne sia la veste, ha indubbiamente la sua impor-
tanza storica e scientifica.
Dei « Ricordi sui Colli Euganei » strenna distribuita dal Giornale
Euganeo ai suoi abbonati del 1846, il conte Trevisan elaborò la parte
zoologico-botanica (pag. 191-94) dando, per quest ultima, uno schizzo
fitogeografico degli Euganei, con una sommaria elencazione delle piante
alofile dei dintorni delle sorgenti termali, delle piante montane ed al-
pine, delle specie più rare e localizzate od in qualche guisa più carat-
teristiche. Elenchi in generale desunti da precedenti autori, piuttosto che
da osservazioni personali, e quindi con parecchi degli errori che già
tg nat
avemmo occasione di segnalare a suo luogo. Così, per citare qualche
esempio, l’A. ricorda fra le piante alpine: Doronicum Pardalianches, Ga-
lium pusillum, Pinguicula alpina, Pimpinella alpina, Thlaspi montanum e
Thl. praecox, Geranium phaeum e G. macrorrbyzum, che nessuno vi ha
in seguito più ritrovato e fra le termali-alofile: Crifbmum maritimum,
Silene sericea, Atriplex litoralis, Plantago maritima, Salicornia herbacea,
Lagurus ovatus, Linum maritimum: elenco troppo evidentemente desunto
da precedenti dati e che solleva non pochi dubbi.
L’ ultimo lavoro che ci riguarda è la « Sylloge sporophytarum Ita-
liae» pubblicato nel 1875, comprendente le sole Protallogame, per buona
parte conservate nel suo ricco Erbario privato. Esso non è che un sag-
gio di una «Flora italica cryptogama» che l’autore aveva in animo di
pubblicare, riunendo, in un unico corpo, le sparse membra delle cono-
scenze crittogamiche, completate col confronto ed ausilio del suo Erbario.
Opera alla quale il Trevisan si era venuto lentamente preparando e che,
se avesse condotto a termine, avrebbe non poco giovato ai progressi
di questa branca della botanica. Vi sono contenute parecchie specie
padovane ed è notevole la mancanza di parecchie altre dette comuni o
frequenti nel lavoro del 1840!
Filippo Parlatore (n. Palermo 1816, m. Firenze 1877).
79. Observations sur quelques plantes d’Italie. « Ann. Sc. Nat., Botanique,
I84I ».
So. Flora Ilaliana, ossia descrizione delle piante che crescono spontanee o ve-
getano come tali in Italia e nelle isole ad essa adiacenti disposte secondo
il metodo naturale. Firenze, vol. I (1848-50), II (1852-57), II
(1858-60), IV (1868-69), V (1873-75), VI (1884-1886), VII
(1887-1893), VII (1888-1889), IX (1890-1893), X (1894) —
dal VI in poi continuata da T. Caruel e collaboratori.
Professore di botanica e direttore dell’ Orto Botanico dell’ Istituto
di Studi Superiori in Firenze, è fra i botanici più benemeriti della flora
italiana, al cui incremento validamente cooperò con numerose ed elabo-
rate pubblicazioni, di cui la più importante è la fondamentale « Flora
Italiana » da lui condotta fino al quinto volume e continuata, in parte
con i manoscritti da lui lasciati, dal Caruel e suoi collaboratori. Coo-
però pure al progresso ed al coordinamento delle conoscenze floristiche
dell’ Italia e fuori riunendo a Firenze, con l’opera sua personale e di
un grande numero di operosi corrispondenti, il grandioso Erbario Cen-
trale, che fu la base ed il substrato dell’ opera sopra citata ed al quale
PAIR
ricorsero con grande profitto quanti contemporaneamente od in seguito
si occuparono di ricerche sistematico-floristiche.
Nella prima delle opere sopra citate il Parlatore scrive di avere
ricevuto dal Meneghini, sotto il nome di Avena tenuis, il rarissimo Chae-
turus fasciculatus Lk. proveniente dai Colli Euganei, non più ritrovato
posteriormente.
Nella seconda opera sono riportate copiose indicazioni di piante
crescenti nella pianura e nei colli padovani comunicate all’Erbario Cen-
trale, da lui fondato, da parte del Montini, Meneghini, Kellner, Mayer,
P. Savi, Barbieri, Zanardini e qualche altro. La rara Ruta patavina gli
fu pure trasmessa dalla località classica, dove fu scoperta dal Micheli,
dal Webb e dal Corinaldi, il Galium sylvaticum var. aristatum da Jan, la
Tunica prolifera dal Pirona: i quali perciò sembra abbiano erborizzato
nella nostra provincia. E certamente ed in parecchie riprese vi erborizzò
quest’ ultimo, secondo mi comunica il prof. Saccardo.
Dopo la morte del Parlatore, contribuirono all’Erb. centrale il pro-
fessor Saccardo, Rigo, Porta, Fiori, lo scrivente e qualche altro: nella
bibliografia e nella sinonimia, specialmente negli ultimi volumi, sono
spesso citate le opere del Romano, Trevisan, Visiani e Saccardo, Biz-
zozero e non raramente, ma senza controllo, le località in queste ripor-
tate: ciò che starebbe a dimostrare che la grande opera parlatoreana
non fu dai continuatori tenuta sempre a quell’altezza a cui egli l'aveva
condotta. In ogni modo essa resta nel suo complesso una fonte di non
trascurabile importanza per lo studio scientifico della flora padovana.
Alessandro Spranzi (n. Vicenza 1802, m. Tezze di Bassano 1890).
Farmacista e botanico appassionato, perlustrò diligentemente i monti
Vicentini, Veronesi e Trentini e compose un ricco erbario di cui una
parte trovasi nel Museo Civico di Vicenza e la parte più vistosa, con-
sistente in 21 pacchi con circa 4000 specie, fu acquistata, insieme al-
l'elenco manoscritto, nel 1898 dall’Orto Botanico di Padova e trovasi
ora incorporata nell’ Erbario generale. Numerose schede recano località
della pianura padovana e dei Colli Euganei, e farebbero supporre che
egli vi abbia largamente erborizzato: ma disgraziatamente si trovano
per lo più assieme ad altre provenienze e ciò rende impossibile stabilire
la stazione originaria. Non raramente egli applicò habitat del padovano
a specie che certamente non vi crescono o che vi furono indicate per
errore: di guisa che molte di queste schede devono essere accolte con
riserva. La sua collezione sarà invece molto interessante per lo studio
(poca e
della Flora Vicentina, nel cui dominio molto raccolse e nulla mai
pubblicò.
Antonio Pertile (n. Gallio [Vicenza] 1805, m. Tribano [Padova]
1874).
Medico condotto ed appassionato botanico compose un abbastanza
ricco erbario di piante vicentine, veneziane e padovane in numero di
circa 4000, delle quali 3500 indigene. Dimorò per nove anni a Monse-
lice ed ebbe, quindi, modo di erborizzare largamente nei Colli Euganei :
ma del suo Erbario mancano notizie.
Giovanni Passerini (n. Pieve di Guastalla 1816, m. Parma 1893).
81. Flora Italiae superioris methodo analytica. Thalamiflorae, praemissa sy-
nopsi familiarum phanerogamiae. Mediolani, 1844.
Vi è ricordata qualche specie più rara dei Colli Euganei, quali Cistus
salvifolius, C. laurifolius, Ruta patavina ecc.
Giovanni Federico Schouw (n. Copenaga 1787, m. ivi 1852).
82. Les Coniféres d’ Italie sous les rapports geographiques et historiques.
« Ann. Sc. Nat., Botanique, 3° ser., vol. III (1845) ».
Indica per i Colli Euganei Pabete bianco (Abies alba Mill.), che at-
tualmente non vi esiste più. Su di che ctr. Cavara: Avanzi di tronchi
di abete bianco nell'alto Appennino Emiliano in « Att. R. Accad. Sc. Fis. e
Mat. di Napoli, ser. 2° vol. XIII (1907) ».
G. Foscarini (n. Dolo [Venezia] 1810, m. Padova 1880).
83. Guida delle Terme Euganee. Padova, 1847.
Vi sono elencate (pag. 39-41), in numero di 18, le più caratteri
stiche alofite crescenti nel limo caldo e salso presso le sorgenti ter-
mali e le alghe proprie di quelle acque: il tutto opera del Meneghini.
Giuseppe Carlo Maly (n. Praga 1797, m. ivi 1866).
84. Enumeratio plantarum phanerogamicarum Imperii austriaci universi. Vin-
dobonae, 1848.
Medico e botanico, si occupò della flora della Dalmazia, Stiria e
di contermini regioni. Nell'opera sopra citata riassunse, in modo molto
DI pt
succinto, le conoscenze tutte sulle fanerogame dell’ impero austriaco e
quindi anche del Veneto. Ebbe materiale dal Kellner e da altri corri-
spondenti, ma in generale l’opera appare. ricalcata su quelle del Berto-
loni, Pollini, Reichenbach ed altri floristi della prima metà del secolo
scorso. Essa contiene qualche rara indicazione di pianta padovana ((Cistus
laurifolius, C. corbariensis Pourr. quest'ultimo avuto dal Kellner, ma in
base a determinazione evidentemente erronea): la massima parte, però,
delle designazioni di habitat vanno sotto il vago appellattivo di « Veneto».
Carlo Federico Nyman (n. Stoccolma 1820, m. ivi 1893).
85. Sylloge Florae Europaeae, seu plantarum vascularium Europae indigena-
rum enumeratio, adiectis synonimis gravioribus et indicata singularum
distributio geographica. Oerobroae, 1854-55.
Ss a. Conspectus Florae Europaeae, seu enumeratio methodica plantarum Eu-
ropae indigenarum ecc. Oerebro Sueciae, p. 1-240 (1878), 241-493
(1879), 494-677 (1881), 678-858 (1882); Suppl. I (1883), II
(1889-90).
In questi due lavori, il secondo dei quali è di una fondamentale
importanza per lo studio della flora europea, vi sono qua e là indicate
alcune delle specie più rare dei Colli Euganei. Nel primo: Teucrium
euganeum, Cistus corbariensis, Ruta patavina, Salvia viscosa ecc. nel se-
condo, emendato: HaplophylIum patavinum, T. Scorodonia var. euganeum
e qualche altra.
Augusto Neilreich (n. Vienna 1803, m. ivi 1871).
86. Nachtrige zu Maly°s « Enumeratio plantarum phanerog. imperii austriaci
universi ». Wien, 186I.
Vi è riportata qualche specie padovana desunta dall’opera postuma
di Zannichelli, dalla flora italica del Bertoloni, dai tre volumi fino allora
pubblicati di quella del Parlatore, dal Prospetto del ‘Trevisan ecc.
Eugenio Fournier (n. Parigi 1834, m. ivi 1884).
67. Monographie du genre Farsetia. « Bull. Soc. Bot. de France, tom. XL
7 8 8
Db. Ports, 1864.
Indica (pag. 60) la Farsetia clypeata R. Br. pei dintorni di Padova,
ma evidentemente si riferisce alla pianta crescente in alcune stazioni dei
Colli Euganei. a
DELI (7 AI
Giuseppe Adolfo de Bérenger (n. Monaco di Baviera 1815, m.
Roma 1895).
Dimorò, in qualità di Ispettore forestale, a lungo nel Veneto ed
erborizzò sopratutto nel Bellunese e nel Trevigiano, nonchè nel Pado-
vano, costituendo con queste raccolte ed altre piante a lui comunicate
un copioso erbario che fu acquistato dall’Orto Botanico di Padova dal
comm. Angelo Giacomelli di Treviso. Constava di 44 buste di fanero-
game con circa 6798 esemplari e 15 di crittogame con circa 2000
saggi. Collezione intercalata nell’Erbario generale e preziosa per la flora
padovana, in quanto contiene numerose specie raccolte in questo terri
torio. Pur non avendo nulla pubblicato sulle sue raccolte, fatta ecce-
zione di qualche specie forestale, il suo nome va ricordato fra i bene-
meriti della flora veneta.
Vincenzo Cesati (1806-1883), Giovanni Passerini (1816-1893),
Giuseppe Gibelli (1831-1898).
88. Compendio della Flora Italiana. Milano, Francesco Vallardi, 1868-
1901. (Per le date di pubblicazione dei singoli fascicoli dell’ opera
cfr. Chiovenda, FI. Alp. Lep. I Bibliografia, p. 46).
Questa importante opera, che riassume compendiosamente le cono-
scenze floristiche sulle piante tutte vascolari d’Italia ed illustra in appo-
sito atlante le principali caratteristiche dei generi, contiene qua e là
l'indicazione di alcune specie più rare crescenti nel Padovano.
Pietro Andrea Saccardo (n. Treviso 1845, vivente).
89. Breve illustrazione delle crittogame vascolari, Trivigiane aggiuntavi la
enumerazione di quelle fino “ad oggi note nella flora Veneta. « Comment.
Fauna, Flora e Gea. : n. 1-5 (1867-68) ». Venezia, 1868.
90. Accenni alla storia della Flora Veneta. « Mem. R. Accad. Sc. Lett.
ed Arti in Padova. Tornata 9 Maggio 1869 ».
9I. Della storia e letteratura della Flora Veneta. Sommario. Milano, 1869.
Catalogo delle piante vascolari del Veneto e di quelle più estesamente
coltivate. Venezia, 1869 (in collaborazione con R. de Visiani, cfr.
n. 66).
92. Florula spontanea Horti Botanici Patavini, enumerans plantas tam in-
digenas quam exoticas in eodem Horto sponte nascentes. « Nuov. Giorn.
ore Ital t0ok\cI,8:p1-2:r2.p5 Firenze; 1072:
Ag, de
93. Sulla introduzione dell’ Ailanthus glandulosa in Italia e particolarmente
nel Veneto. « Atti e Mem. R. «Accad. Sc. Lett. ed Artt in ‘Padova,
vol. VI, disp. 3 (1890) ».
94. La botanica in Italia. Materiali per la storia di questa Scienza. « Mem.
R. Ist. Ven. «di Sc. Lett. ed Arti». ‘Venezia, 1695 Q0Parieliscconda
« Ibid. ». Venezia, I90I.
95. La cronologia della Flora Italiana. Notizia preliminare. « Atti Accad.
Scient. Ven.-Trent.-Istriana, cl. IL a. V, p. 1». Padova, 1908.
96. Cronologia della Flora Italiana, ossia Repertorio sistematico delle date
e degli autori più antichi del rinvenimento delle Fanerogame indigene,
naturalizzate e avventizie d’Italia e della introduzione di quelle esotiche
più comunemente coltivate. Padova, 1909.
Dapprima in qualità di assistente (1866-1871) e dal 1878 profes-
sore di botanica e direttore del R. Orto botanico di Padova, il professor
Saccardo trascorse grande parte della sua laboriosa esistenza in questa
città e sono universalmente note ed apprezzate le sue benemerenze nel
campo degli studi botanici, specialmente micologici, nei quali ultimi è
riconosciuto maestro ed instauratore. Grandi sono pure le sue beneme-
renze per la Flora Veneta, sopratutto crittogamica e le ricerche da lui
fatte o promosse hanno, dal punto di vista sistematico, inestimabile va-
lore: ma esce dal nostro quadro esporne i risultati sia pure in maniera
sommaria. Quanto alle Fanerogame si occupò principalmente di quelle
della Provincia di Treviso, redigendone pel tempo un notevole Prospetto
(1864) - che attende ora a rifondere ed a mettere al corrente con le
posteriori ricerche sue o di altri - e enumerazione (1868) delle crit-
togame, in calce alla quale sono riportate tutte quelle note pel Veneto
e quindi anche pel Padovano fino a quell’ anno. Erborizzò pure nella
pianura padovana e sui Colli Euganei e piante di questa provenienza,
per quanto in numero scarso, trovansi nèl suo Erbario privato, in quello
generale di Padova e nel centrale di Firenze.
Deve essere aggiunto che, sotto la sua direzione, a merito sopra-
tutto di Bizzozero, Fiori e dello scrivente, si compierono metodiche
esplorazioni in parecchi settori della provincia e buona parte del mate-
riale raccolto conservasi nell’ Erbario dell’ Orto Botanico. Il quale fu
incrementato anche dalle preziose collezioni, contenenti più o meno
numerose piante padovane, del Bizzozero, Spranzi, Berenger, Sartori ecc.
come fu detto a suo luogo.
L’unica sua pubblicazione, che direttamente riguarda la flora pado-
vana, è la Florula spontanea dell Orto botanico, nella quale sono elen-
siii ne
cate, tra fanerogame e crittogame, circa 500 specie, sia esotiche, che in-
digene, ma uscite evidentemente dalla cultura e con carattere di avven-
tizie o di naturalizzate e parecchie tutt’affatto spontanee: elenco nomi-
nale non privo di importanza, ove si rifletta che alcune specie, attual-
mente avventizie o naturalizzate nei dintorni dell’ Orto, nella città od
adiacenze, sono certamente sfuggite da questo luogo.
Riguardano la completa storia e bibliografia della Flora Veneta i
primi due lavori sopra citati, primo e notevole saggio in Italia di una
storia locale delle conoscenze floristiche tutte dagli albori fino al 1869.
Numerosi ed interessanti sono i dati dei botanici o floristi che, mercè
opere a stampa o collezioni di piante, contribuirono ad incrementare il
patrimonio delle conoscenze sulla Flora Padovana ed anzi da questa
fonte trassi non poche delle notizie contenute nel presente lavoro.
Esse sono succintamente riportate e completate nei due volumi
della « Botanica in Italia » : prezioso repertorio dei botanici tutti e delle
principali opere da essi pubblicate e quindi anche di quelle relative
alla Flora Padovana.
Gli ultimi due lavori e specialmente l’ultimo e completo, per quanto
abbracci le date di scoperta e rinvenimento delle piante vascolari ita-
liane, è interessante anche per la nostra Flora, in quanto parecchie spe-
cie indigene od introdotte furono per la prima volta scoperte e de-
scritte nel territorio padovano. Repertorio da cui trarranno grande gio-
vamento, sia quelli che si occupano di ricerche strettamente storiche,
sia quelli che intendono precisare, a scopo fitogeografico, le prime date
di introduzione o naturalizzazione di specie un tempo od anche attual-
mente coltivate, ma trovate allo stato avventizio o di subspontaneità,
nonchè di quelle fortuitamente introdottesi e che hanno assunto l’ appa-
renza di elementi indigeni. Qualche dato sull’introduzione e diffusione
dell’Ailantbhus glandulosa nel Padovano contiene la breve nota sopra citata.
Come fu detto nelle pagine precedenti, il prof. Saccardo rifuse e
condusse a termine, auspice il Visiani, il « Catalogo delle piante vasco-
lari del Veneto », nel quale sono recensite anche tutte le specie se-
gnalate fino al 1869 nel Padovano.
Ludovico Libero bar. de Hohenbiihel-Heufler (n. Innsbruck 1817,
m. ivi 1885).
97. Asplenii species europeae. Untersuchungen iiber die Milzfarne Europa’s.
« Verh. d. zool.-bot. Ver. in Wien, 1856, p. 235».
98. Enumeratio cryptogamarum Italiae Venetae. « Ibid., 1871 ».
SERE
Nel primo lavoro sono riportate stazioni cuganee di Asplenium Adian-
tum-nigrum L. e specialmente della var. Virgili Bory (= var. acutum
Bory) segnalata pel primo dal Bauhin (Hist. III, p. 742) sul Monte
Venda, come fu detto nelle pagine precedenti (n. 17). Nel secondo
sono elencate trenta crittogame vascolari crescenti nel Padovano de-
sunte, con scarsa critica, dai lavori di Zannichelli, Pontedera, Pollini,
Trevisan ecc.: lavoro di mediocre importanza e non scevro di mende.
Giacomo Bizzozero (n. Villa la Longa 1852, m. Padova 1885).
99. Alcune piante da aggiungersi alla FDbra Veneta. « Bull. Soc. Ven.-Trent.
di Scienze Naturali » I, p. 36. ‘Padova, 1879.
100. Degli effetti del freddo sulla vegetazione dell'inverno 1879-80 in al-
cune delle Provincie Venete. « Ibid., p. 119». Padova, 1880.
101. Seconda aggiunta alla Flora Veneta. « Atti R. Ist. Ven. di Sc. Lett.
ed'Arti, ser. 5°; vol. VIL \p. 1°,
143»"(@n-collab. con G. B. Traverso).
Osservazioni intorno Cardamine pratensis L., C. Hayneana Welw. ap.
Rchb. e C. granulosa All. nella Flora Italiana. « Ibid., 1907, p. 28 »;
146. Revisione delle Glyceria della sez. Alropis appartenenti alla Flora Ita-
liana « Ibid., 1908, p. 50».
147. Il nanismo nel genere « Plantago » e le sue cause. Osservazioni e ri-
cerche sperimentali. « Nuov. Giorn. Bot. Ital., n. ser. vol. XV,
po, brirenze, (1908;
148. Ulteriori osservazioni sulle culture di form me del ciclo di Stellaria media
(L.) Cyr..« Nuov. Giorn. Bot. Ital., n. ser. vol. XV, p. s44». Fi
renze, 1908.
149. Schedae ad Floram Italicam exsiccatam. « Ibid., 190;-1908. Fasc. I
(Ceni- EI) vol. XII (1905), p. 141; Fasc. II (Cent. ILI-IF) vol.
XIII, (1906) p. 5s e p. 166; Fasc. III (Cent. V) vol. XIII (1906),
p. 289; Fasc. IV (Cent. VI-VII) vol. XIV (1907), p. 69 e 248;
Fasc. V (Cent. VIII-X) vol. XV (1908), p. 307 e p. 455» (in collab.
con A. Fiori ed R. Pampanini).
Lo scrivente, laureatosi in Scienze Naturali presso la R. Università
di Roma nel 1898, in seguito a proposta del prof. Saccardo, venne chia-
mato nel 1900 nel R. Orto Botanico di Padova, in qualità di assistente;
carica che tutt'ora mantiene. Fin dal primo anno della sua residenza a
Padova, egli non mancò di oc cuparsi della raccolta e dello studio della
vegetazione indigena ed iniziò le sue ricerche sulla flora alluvionale dei
fiumi Bacchiglione e Brenta, lungo il cui corso raccolse ricco materiale
durante il 1901. I tre anni seguenti furono dedicati, quasi esclusivamente,
all’esplorazione metodica dei Colli Euganei, intesa sopratutto a mettere
in evidenza la struttura della flora in base ai fattori distributivi attuali
ed anteriori. Nei successivi quattro, compatibilmente con le sue mansioni
e con parallele ricerche iniziate sui Colli Berici e nella Laguna Veneta,
esplorò parecchi settori della pianura padovana, dovunque vi fossero
traccie di vegetazione spontanea e nell’ introduzione del prospetto floristico
saranno indicate le varie località e zone visitate.
Parecchie sono le note o memorie nelle quali incidentalmente o
di proposito mi occupo di piante o di problemi geobotanici o fitogeo-
grafici relativi al Padovano. Cronologicamente, il primo lavoro riguarda
la distribuzione geografica della Helodea canadensis in Italia e vi sono
indicate alcune stazioni del Padovano. A proposito dell’ area distributiva
di Plantago crassifolia, constatato che un esemplare della stessa sarebbe
aa), ee
stato raccolto dallo Spranzi presso le sorgenti termali di Abano, revoco
in dubbio l'attendibilità della stazione, dove attualmente non vi alligna,
nè ebbi mai occasione di notarvi l’affine P/. maritima, indicatavi da
molti botanici. Nella memoria sull'area distributiva di Digitalis lutea e
D. micrantha (1902-03) ricordo la prima dei colli Euganei per esemplari
trasmessi all’ Erbario Centrale dal Kellner, all’ Erb. dell’ Ist. bot. di Genova
e di Padova dal Romano e per altri da me raccolti a Teolo e sul M.
Madonna. A proposito della presenza e distribuzione, in un limitato
settore delle Alpi orientali, dell’ endemico e dolomiticolo Galium mar-
garitaceum, illustro le specie tutte del-genere riscontrate nei Colli Euganei
e la loro dispersione in rapporto alla natura fisico-chimica del terreno.
Lo studio accurato del materiale raccolto nel distretto durante un
triennio di assidue ricerche mi ha offerto il destro di redigere otto con-
tribuzioni floristiche, dove illustrai le entità nuove o più rare, quelle
meno note dal punto di vista sistematico o fitogeografico e descrivo
qualche varietà nuova per la scienza. Furono oggetto di esame più
approfondito i generi Galium (2° nota), Carex (4°), Ranunculus (5°),
Ihymus (6°), parecchi generi di composte (7°) ed altri gruppi polimorfi
dei gen. Capsella, Draba, Myosotis, Arenaria ecc. Il riconoscimento di
parecchie entità vicarianti, ad area soprattutto meridionale, parmi il
risultato più importante ottenuto.
Ultimato lo studio analitico, affrontai in due lavori che videro la
luce nel 1904 la sintesi fitogeografica e nel secondo, più completo ed
a carattere monografico, ho riunito e coordinato tutti i dati acquisiti o
da me pel primo svolti sulla struttura floristica del distretto euganeo,
in rapporto all’influenza della natura fisico-chimica del substrato, del
regime idrografico, dall’ altitudine ed esposizione, del clima, non che in
rapporto con i fattori anteriori o geologici e con la lenta azione modi-
ficatrice del fattore antropico.
I principali risultati si riassumono nella constatazione della netta
distinzione fra la vegetazione dei terreni calcarei e quella dei territori
silicei (sui quali ultimi è esclusivamente localizzata la caratteristica macchia
mediterranea), delle stazioni scoperte e boscose, della debole inffuenza
dell’ altitudine e quindi della mancanza di una marcata zonazione, del-
l’accentuato meridionalismo, dello stato attuale delle colonie alofile (),
(') Il primo cenno risale al 1901 in un lavoro sulla flora dei depositi alluvionali
del Tevere (in « Nuov. Giorn. Bot. Ital, n ser. VIII [1601]), nel quale pure trovasi qualche
notizia sulla vegetazione del Brenta, in base ad un elenco di p'ante fornitomi dal pro.
fessor Ugolini.
Gurion ai
e
termofile e microterme, del valore sistematico delle varie entità e so-
pratutto delle variazioni xerofile e della persistenza di elementi pregla-
ciali di origine mediterraneo-subtropicale (!).
Nei due lavori, in collaborazione col dott. Traverso, sulle arboricole
dell’Italia sono citate un forte numero di specie da me riscontrate, spe-
cialmente sui salici capitozzati, nel Padovano, mentre nelle mie note
sui Colli Berici e sulle colonie alofile del Mantovano sono posti in
chiaro i tratti di simiglianza e di differenza con quanto si osserva negli
Euganei.
Il prospetto pubblicato nel 1905 non è che l’indice alfabetico di
tutte le piante fin qui sicuramente constatate nella pianura padovana e.
nei Colli e sono espressi dubbi su un forte numero indicatevi per errore
più o meno evidente. La storia completa del Teucrium euganeum Vis.
(forma di 7. siculum Guss.), stazioni padovane dell’interessante Azolla
filiculoides Lam. nuovo inquilino della flora italiana, di Cardamine pra-
tensis e C. Hayneana, di Glyceria distans typica, nonchè delle sottospecie
Borreri e festucaeformis, sono consegnate rispettivamente nei tre lavori
monografici sopra elencati. Il caratteristico microfitismo di parecchie
specie a fioritura precoce e cioè invernale crescenti nel limo caldo presso
le sorgenti termo-minerali, è dettagliatamente e sperimentalmente studiato
nella Plantago lanceolata var. sphaerostachya ed i risultati ottenuti, assieme
a quelli di oltre $0 entità, sono riportati nel lavoro sul nanismo del
genere Plantago. Dati culturali su alcune forme di Stellaria media cre-
scenti nel Padovano sono illustrati nella nota comparsa lo scorso anno.
Numerose altre notizie sistematiche, sinonimiche o fitogeografiche
sono consegnate nelle Schede delle seguenti specie distribuite nella
«Flora Italica exsiccata » tutte da me raccolte, alcune comunicate dal
piof Saccardo, ‘e \cio$ (?):
: Pteridophytae. — *Pteris aquilina L., n. 705; Pt. serrulata L., n. 706
È (nat.); Azolla caroliniana W. (lege : A. filiculoides Lam.) n. 208
: (nat.).
Graminaceae. — *Polypogon monspeliensis Dest. n. 6; Agrostis in-
«ouupia L., n.402; “Bromus hordeacens. Ly n740 4 year blep=
(!) Che i Colli Euganei si possano considerare quale un distretto di rifugio vi
| avea accennato l’anno precedente in un mio lavoro sulla Briologia dell’ Arcipelago Toscano
(in «Nuov. Giorn. Bot. Ital., n. ser. X, [1903], in base al ricco contingente di muschi
termofili a distribuzione specialmente mediterranea.
(€) Le famiglie sono ordinate sistematicamente secondo la « Flora Analitica d’Italia »
Le specie precedute da # provengono dai Colli Euganei, le altre dalla pianura padovana.
Og
tostachys Beck, n. 740, *var. nanus Weig. n. 740c; *Lepturus
incurvatus Trin. n. 216.
Cyperaceae. — *Carex montana L. n. 10; *C. digitata L. n#229R8@
CxtemsaiGood in 235:
Juncaceae. — *Luzula pilosa W. n. 410; *L. Forsteri DC. n. 411,
*L. Borreri Bronf. ex Bab. n. 412.
Najadaceae. — Vallisneria spiralis L. n..15; Helodea canadensis Rich.
in Michx. n. 409 (nat.).
Utticaceae. — Parietaria off. subsp. erecta (M. et K.)n. 781, subsp.
judaica (L.) var. ramiflora (Mnch.) n. 782..e *782.0!
Dianthaceae. — *Arenaria serpyllitolia L. n. 253; *A. leptoclados Guss.
n. 254; Stellaria media Cyr. var. genuina Rouy et Fouc. n. 529 4;
*var. maxima Gilrke in Richt. n. 529d, var. hiemalis Bég. n. 5296;
St. vapetala Ucr. var. major Béeg.,n. 532.4; var@olabellassbesi
n. 532 6; St. pallida Pirè n. 5334, var. intermedia Girke in Richt.
n. 533 è; *Cerastium brachypetalum Desp. in Pers. n. 803, 803 bis
*var. tauricum (Spr.), n. 803 5; C. glomeratum Thuill. var. elon-
gatum Bég. n. 804; C. semidecandrum L. n. 805; *C. glutinosum
Fries n. :806; C. triviale Lk, n. 810; Sagina rape
ciliata Fries n. 798; Spergularia atheniensis Asch. n. 792 bis (culta);
*Sp. Dillenii Leb. n. 793; *793bîs (culta); Sp. marginata Kitt.
n. 794 bis (culta).
Cruciferae. — Capsella Bursa-Pastoris Medic. n. 272; C. rubella Reut.
n. 273; C. gracilis Gren. n. 274; Aethionema spalle
n. 455 bis.
Papaveraceae. — *Papaver Argemone L. n. 830 bis.
Ranunculaceae. — Ranunculus acer L. var. multifidus DC. n. 84,
var. serotinus Wimm. et Grab. n. 85; R. bulbosus L. var. Aleae
(Wk.) n. 87, var. neapolitanus (Ten.) form. adpresse-pilosus Freyn
n. 89 (cultus); *R. sardous Crantz. n. 90, *var. parvulus ((L.),
n.91; *R. parviflorus. L. n. 281; R. Ficaria Laga
comus L. var. silvicola Wimm. et Grab. n. 573; *Anemone ranun-
culoides L. n. 277; *A. Hepatica L. n. 276; AC Mn e
nai 568:
Leguminosae. — *Dorycnium herbaceum Vill. n. 101; Medicago
Echinus DC. n. 298 (culta); *Trifolium agrarium L., Poll. n. 299;
*var. pseudoprocumbens (Gmel.) n. 300; Trigonella monspeliaca
I*n.<460.
Umbelliferae. — *Bupleurum Odontites L. subsp. baldense (Turra)
n. 904 bis.
«Vili
pren
MO
Geraniaceae. — *Linum tenuifolium L. n. 929.
Rutaceae. — *Ruta patavina L. n. 118.
Borraginaceae. — Myosotis palustris Lam. *var. strigulosa (Rchb.),
benig3 N intermedia Ek.-n. 138; Me collina HoffimanS139; Mi
versicolor Sm. n. 150; Symphytum officinale L. n. 944; S. bal-
bosum Schimp. n. 946.
Scrophulatiaceae. — *Bartsia latifolia S. et Sm. n. 154.
Lamtaceae. —- Glechoma hederacea L. var. magna (Mérat), n. 644 a,
var. micrantha Moric. n. 644 b, *var. pubescens Ces. in Fi. e Bég.
n. 644 c.
Plantaginaceae. — Plantago major L. x sinuata (Lam.), n. 961; PI
lanceolata L. x n. 9644, var. sphaerostachya W. et Grab. *form.
hiemalis Bég. n. 964 c, *form. vernalis Bég. n. 964 d.
Rubiaceae. — Galium elongatum Presl var. maximum (Moris), n. 360;
G. constrictum Chaub. in St.-Am. n. 361.
Campanulaceae. — Campanula rapunculoides L. n. 670 (nat.).
Delle numerose altre raccolte da me fatte nel Padovano, una copia
completa, di circa 3000 esemplari, si conserva nell’ Erbario generale
dell'Orto botanico ed una nel mio Erbario privato. Alcuni altri dati
sono consegnati nella parte della « Flora Analitica d’Italia» da me ela-
borata (vol. II, p. 405-487 e III, p. 1-193).
Leone Formiggini (n. Padova 1879, vivente).
150. Colchicum autumnale. Appunti di teratologia vegetale. « Bull. Soc.
Ven.- Trent. di Sc. Natur., VI, n. 3, p. 128». Padova, 1898.
Vi sono descritti casi teratologici da lui riscontrati nei fiori di
questa specie vivente a S. Giorgio delle Pertiche. Qualche pianta quivi
od in altri punti della pianura padovana da lui raccolta mi fu cortese-
mente comunicata in esame. Attuale assistente onorario presso il R. Orto
Botanico di Padova, attende da qualche anno allo studio delle Caracee
italiane.
Hermann Christ (n. Basilea 1833, vivente).
IS1. Die Farnflora des ostlichen Riviera. « Allgem. Bot. Zeitschr. f. System.,
Flor., Pflanzengeogr. etc. n. 9-10. Jahr. 1902 ».
Vi è illustrato l’Asplenium foresiacum Le Grand var. italicum Christ.
che indica per i « Monti Euganei: Pendice in fissuris rupium: leg. G.
IRIORIEE
Bizzozero Apr. 1881», interpretato dal Bizzozero (cfr. n. 99) quale
A. lanceolatum Huds. che deve essere perciò radiato dal distretto.
Martino Rickli (Zurigo).
152. Die Gattung Dorycnium. « Engler’s “Bot. Jabrb., Bd. XXXI, p. 314».
Leipzig, 1902.
Vi è indicato Dorycnium herbaceum Vill. dei C. Euganei tra Galzi-
gnano e Torreglia (leg. Penzig.) e di S. Daniele (leg. Paoletti): specie
anche da me illustrata e distribuita nella scheda n. ror della « Flora
Italica exsiccata ».
Ottone Eugenio Schulz (Berlino)
153. Monographie der Gattung Cardamine. « Engler’s Bot. Jabrb., Bd.
XXXII, p. 280 ». Leipzig, 1903.
In questo fondamentale lavoro monografico vi si indica Cardamine
[Dentaria] enneapbyllos L. dei colli Euganei fra Teolo e Rovolon (leg.
Penzig, 1882).
Emilio Koehne (Friedenau pr. Berlino).
154. Lythraceae. « Englers Pflanzenreich, n. IV (1903) ».
L'Autore cita Ammannia verticillata Lam. (che fu scoperta nel Pa-
dovano dell’Arduino, cfr. n. 35) nella seguente maniera: « Norditalien
von Ticino u. Mailand, Verona und Padua bis Florenz ».
Rupert Huter (parroco a Riet p. Sterzing nel Tirolo, vivente).
155. Herbar-Studien. « Osterr. bot. Zeitschr., Jahr. LIII (1903) e LIV
(1904) ».
Vi si illustra (LIV, p. 452) un Erodium ciconium W. mixtum
Hut. 1901 (= E. cicutarium XK E. ciconium?) con questa provenienza:
«In den Euganeen bei Padua ein Stick von Porta unter zahlreichen
E. ciconium 1867 gesammelt » : pianta a me ignota.
Renato Pampanini (n. Valdobbiadene [Treviso] 1875, vivente).
156. Essai sur la géographie botanique des Alpes et en particulier des Alpes
Sud-Orientales. « Mém. Soc. Frib. d. Sc. Nat., ser. Géol. et Géogr.,
tom. VIII » Fribourg. 1903.
tea
egg
157. La Salvia viscosa di Jacquin e la Salvia viscosa di Reichenbach e di
Caruel. « Nuov. Giorn. Bot. Ital., n. ser. vol. XI, p. 152». Firenze,
1904.
Nel primo lavoro l’Autore indica stazioni euganee delle seguenti
specie, di cui pone in chiara evidenza il comportamento distributivo :
Laserpitium peucedanoides (pag. 91 estr.), Medicago carstiensis (pag. 92),
Lamium Orvala (p. 92), Genista sericea (pag. 94), Epimedium alpinum
(p. 95), Euphorbia carniolica (p. 96), Dentaria enneaphyIlos (p. 102), Litho-
spermum graminifolium (p. 115), Saxifraga bulbifera (p. 118), Aethionema
saxatile (p. 123), Notholaena Marantae (p. 128), Isopyrum thalictroides
(p. 130), Oplismenus undulatifolius (p. 132), Inula ensifolia (p. 138),
Anemone trifolia (p. 143). Il loro habitat sarebbe giustificato, per le cal-
cicole, dagli affioramenti calcarei e per le silicicole, in base al largo
sviluppo di terreni siliceo-vulcanici. Data poi la posizione geografica
del distretto, la sua debole elevazione e la sua distanza da centri di
intensa glaciazione, l'A. interpreta gli Euganei quale un distretto di ri-
fugio durante il glaciale e di rifornimento di specie termofile sul decli-
nare dell’epoca dei ghiacci. Conclusioni giuste, ma appoggiate a qualche
documento attinto da fonti poco sicure e non sufficientemente control-
late. Così ci sembrano incriminabili e meritevoli di ulteriore conferma
le indicazioni di Laserpitium peucedanoides, Genista sericea (per scambio
con G. argentea), Lithospermum graminifolium (cfr. n. 40), Inula ensifolia
ed Anemone trifolia (questa ultima trovata da me, ma in pianura).
Nel secondo lavoro il Pampanini tesse la completa storia di una
Salvia scoperta dallo Sternberg sui monti Calaone e Serra (cfr. n. 38-39)
e da esso ritenuta per S. viscosa Jacq.: habitat riportato dal Reichen-
enel cerm*exc.,t, pi 333), Bentham (Lab: ‘gen. ‘ertspeciipi235);
[Nyman (Syll. Fleur. p.. 91), Visiani e Saccardo (Cat; p. 133), Caruel
(in Parlatore, FI. Ital. VI, p. 255) e da qualche altro. L’A. esauriente-
mente dimostra che la genuina 5. viscosa di Jacquin (già da me revo-
cata in dubbio per l’Italia nella « FI. An. d’Ital., III, p. 54») non ha
mai vegetato in questa od in altre località italiane e che fu scambiata
con una varietà Saccardiana Pamp. della S. pratensis, che anch'io ho
raccolto in parecchie stazioni cuganee.
Alberto Thellung (Zurigo).
158. Die in Europa bis jetzt beobachteten Euphorbia-Arten der Sektion Ani-
sophyllum. «Bull. Herb. Boissier, 2° ser., tom. VII, n. 9, p. 741 ».
Genève, 1907.
ORIO
Vi è indicata (pag. 764) la Euphorbia maculata L. dell'Orto Bota-
nico di Padova per esemplari raccolti dal prof. A. Goiran.
Calcedonio Tropea (n. Napoli 1884, vivente).
159. Le variazioni della Bellis perennis L. in rapporto alle sue condizioni
di esistenza. « Malpighia, vol. XXI, p. 226 » Genova, 1907.
A ò
Attuale assistente presso il R. Orto Botanico di Palermo, presentò
come tesina di Laurea per il Dottorato in Scienze Naturali presso la
Università di Padova un saggio di osservazioni sulle variazioni nel nu-
mero dei fiori ligulari della Bellis perennis e dati per la costruzione dei
relativi poligoni empirici di frequenza, in confronto con quelli ottenuti
sulla stessa specie dal Ludwig in Germania e dall’ Helguero nei dintorni
di Roma. L’A. condusse le sue osservazioni sulla pianta crescente nel-
l'Orto Botanico di Padova, nei pressi della città e sui Colli Euganei,
nonchè a Fusina (Venezia), onde studiare il comportamento della va-
riabilità, a seconda delle stazioni nella quale la pianta vive e nei diversi
periodi dell’antesi. Le conclusioni alle quali è pervenuto sono breve-
mente riassunte nella nota preliminare sopra citata e di cui le più im-
portanti consistono nella constatazione che la stazione, la stagione e
l’anno hanno influenza nella variazione in questione e che la media
trovata per Padova rappresenta la media fra la Germania e l’Italia
centrale, avvicinandosi più alla prima che alla seconda.
Hypathia Panebianco (n. Padova 1883, vivente).
160. Osservazioni sulla Flora marnicola delle colline di Teolo negli Eu-
ganei. « Atti Accad. Sc. Ven.-Trent.-Istr. Classe I a. V, p. 30».
‘Padova, 1908.
L’A. presentò come tesina per il Dottorato in Scienze Naturali
presso l’ Università di Padova i risultati di osservazioni fatte sulla vege-
tazione propria alle colline marnose ad est di Teolo, fin qui imperfet-
tamente nota. Nel lavoro sopra citato, dopo un cenno storico sull’ar-
gomento, sono elencate, anche per materiale da me raccolto, 204 specie,
dalle quali 17 note, in base alle mie ricerche (cfr. n. 138), quali calcicole
esclusive, 28 quali prevalenti o dominanti ed arriva alla conclusione che
la flora delle marne di Teolo, notoriamente molto calcarifere, è impron-
tatà a tipi prevalentemente calcofili e cerca di spiegarne la causa in base
alle teoriche chimiche, fisiche e fisico-osmotiche fin qui prodotte per
chiarire i rapporti fra le piante ed il substrato.
DT E TE ina
= c’è Pe
i.)
I gGRE
Cesarina Chiti (n. Terranova [Caltanisetta] 1885, vivente).
161. Osservazioni sul dimorfismo stagionale di alcune entità del ciclo di
Galium palustre L. « Nuov. Giorn. Bot. Ital., n. ser. vol. XVI, n. 2».
Firenze, 1909.
L’A. in base ad osservazioni in natura, all'esame di materiale di
Erbario ed a ricerche culturali, traccia la completa storia di tre entità
del ciclo di Galium palustre e cioè il tipo, G. elongatum Presl e G.
constrictum Chaub. in St.-Am. tutte e tre crescenti nell’agro padovano
e di cui dà numerose indicazioni di stazione. Le conclusioni più im-
portanti consistono nella constatazione che le prime due rappresentano
un caso tipico di dimorfismo stagionale (nel senso del Wettstein),
in quanto la seconda e cioè G. elongatum, a distribuzione prevalente-
mente meridionale-occidentale, entra in antesi circa due settimane dopo
la pianta nordica e cioè G. palustre, raggiungendo uno sviluppo mag-
giore, sia negli organi vegetativi, che in quelli fiorali e riproduttivi,
analogamente a quanto venne segnalato in numerosi casi analoghi, e
di cui riassume la storia e la bibliografia. Considerazioni sulla genesi
delle forme stagionali e sul loro valore sistematico e biologico chiu-
dono l'interessante memoria. (1)
(1) Fra gli studiosi che hanno raccolto piante nel Padovano, secondo una recen-
tissima nota del dott. E. Chiovenda (Di un0 sconosciuto studioso della Flora delle Alpi
Veneziane in « Ann. di Bot. di R. Pirotta, VII, fasc. 2° (pubbl. il 15 III 1909), p. 214»)
deve essere aggiunto il nome di ANDREA DI PETRIS, nato a Sauris in Carnia nel 1692,
laureatosi nell’ Univ. di Padova in Chirurgia nel 1722, che compose nel 1730 un Co-
dice-Erbario, miniato, contenente complessivamente 216 figure di piante di varie prove-
nienze venete tra cui alcune raccolte, sec. il Chiovenda, nel Padovano e di cui è desi-
derabile ne sia fatta la completa illustrazione.
END:LGE
dei personaggi dei quali sono date notizie storiche o bibliografiche
o comunque citati nella presente parte
Agosti G., pag. 50.
pino P., 37.
Andrejewsky E. S. (de) 59.
Mmovillara L., ir.
Aldrovandi U., 19.
Arcangeli G., 82.
Arduino P., SI.
Arduino L., 53.
Bacecità., 22.
Baldacci A., 19.
Barbieri, P., 61.
Bauhin Gasp., 23.
Bauhin Giov., 27.
Beck G. v. Mannagetta, 85.
besplato F. S., 65.
BielioS., 82.
Bembo, 25, 28.
Béguinot A., 90.
beresiger G. A. (de), 75.
Bertoloni Ant., 61.
Bizzozero A., 78.
Bizzozero G., 78.
Blue M, G., 57.
baccone-P., 33.
Bolzon P., 87.
———tt_@ev+-_
Bonato G. A., pag. $4.
Borbas V. (de), 55.
BrachteA: (de) 67:
Gimerario (G;,. 22.
GarmnastGartio
Candolle A: JP, (de); 27.
Gandelle (E. {(de)tesaz.
Canella
Cassiodoro, 23, 35.
Catallo-T. CirsElvAne det I, piso Ten. 131; Cron.
parrsgix'Sa 09: \p; ‘28; DOO TITO.
Comune nei prati e luoghi erbosi del distretto Euganeo e più raro
in pianura, su qualunque suolo. Vidi saggi dei Colli Euganei (Kellner!
Bizz.!), M. Ricco! (anche Zanard.!), Montegrotto (Bizz.!),, M. Venda e
Valsanzibio! M. Madonna! delle colline sopra Tre Ponti!, ed in quelle
marnose di Teolo (Pan.), M. Cero! Monte Calaone (Bizz.!). Saggi dei
Colli Euganei ebbe pure dal Mayer il Bertoloni (FI. It. I, p. 357), mentre
quelli trasmessi dal Montini all’ Erb. Centrale furono dal Parlatore (FI.
It. I, p. 83) ascritti ad una varietà a spiga allungata e ramosa: varietà
evidentemente teratologica. In pianura fu raccolto ad Arlesega (Cont.!)
e tra S. Pietro in Gù e Carmignano di Brenta! Indicato la prima volta
dal Romano (1828).
Romano (1831) e Trevisan (1842) ammettono per il Padovano, ri-
spettivamente, Ph. cuspidatum W. (== Ph. Michelii All. !) e Ph. echinatum
Host: ma del primo sarà bene attendere conferma, del secondo trattasi
di indicazione certamente erronea.
GEN. 36. Alopecurus L.
56. A. utriculatus (L. sub P%a/aride ; Savi sub 7ozzettia) Pers. Syn.
I ps80.. (1805): — Cfr. FL An..d'It..Iepas polenta Ss ea
ug FILE exsice, n. 212, Beoy Prosp. ps.
Raro e sporadico nel distretto Fuganeo e nei prati della pianura
Padovana. Vidi saggi dei Colli Euganei (Bizz.! Ugol.!) di Monselice
(Ugol. !), Montegrotto e presso Teolo! dei campi padovani (Zanard.! 1827),
dell'Orto botanico di Padova (P. A. Sacc.!) ed avventizio presso Ponte
Molin! di Arlesega (Cont.!) e di Veggiano (Rom. mn. che fu il primo
ad indicarlo nel 1828).
57.. A.-‘agrestis: L:' Sp: pl.'p::80 (1762) —M6@E EL Ana
03:59; lc m'184; Cron. pi 130 Saggi pi28 I AA.
,
Comune nei prati e nei luoghi erbosi di pianura e di collina su
qualunque suolo. Indicato la prima volta dal Pontedera (1718), quindi
per l'Orto agrario di Padova da L. Arduino (1807), cresce anche in
quello botanico! nei dintorni della città lungo il Bacchiglione! (anche
Fiori !), nella campagna padovana (Vis. 1825) ed io lo raccolsi, inoltre,
SMga
nei dintorni delle sorgenti termo-minerali di Abano (anche Zanard.!
1827) e di Montegrotto, alla base del M. Ricco, sulle colline delle Fras-
senelle, a Veggiano (Rom. mn.), a Cittadella, Onara, Camposampiero ecc.
ed avventizio sulle capitozze di .Sa/ix al Bassanello presso Padova! Vi-
siani e Romano vi indicarono pure una var. vivipara Vis. forse di origine
teratologica.
58. A. bulbosus Gouan Hort. Monsp. p. 37 (1762). — Cfr. FI. An.
dirsaliapasoo: "Ie. .n, ‘186: Cron. p. 13; Sag? Pi20;
Raro e scarsamente osservato. Fu raccolto a Gorgo ed ai Prati Ar-
cati (Masé! in Hb. Sacc.) e quivi ritrovato dal Bizzozero (1882) e Fiori
(1897) e negli Euganei in un prato presso il Colle di S. Daniele (Mass.
imcAtti Soc: Ital” Sei Nat. XVIII, fase. 4% [1875], Bizz Ned
Ist. Ven. ser. 6° I [1883]; Bolzon Suppl. p. 446).
59. A. geniculatus L. Sp. pl. p. 60 (1753) ex p. — Cfr. FI. An.
CU 00 NE II7 COD PI 3:
Raro nei margini erbosi dei fossati della pianura padovana (Zanard. !
1827), presso Padova a Voltabarozzo (Bizz.!), a Veggiano (Rom. mn. ed
in Hb. Cont.!) ed a Monteortone (Poll. 1817; che fu il primo a segna-
larlo nella provincia).
Romano, Beggiato ed altri indicarono pel Padovano A. pratensis
L. che sarebbe stato raccolto nei campi della pianura assieme ad A. agre-
stis L. (Rom. Mn. PI. Eur. I, p. 49): ma dubito per scambio con forme
lussureggianti di questa specie.
GEN. 37. Lagurus L.
60. L. ovatus L. Sp. pl. pag. 81 (1753). — Cfr. FILA ne
p- 60.eIVip...15; Ic. n 190; Cron. p: ‘13; FI. It. \exsicolia zine
n212:bissoSana. p. 28; 109; 130.
Indicato dei dintorni delle sorgenti termali di Abano dal Trevisan
(1842), Foscarini, Bolzon, Fiori ecc. sembra attualmente scomparso, ma
io ne vidi saggi comunicati con questa provenienza dallo Spranzi all’ Er-
bario Padovano ! In provincia sarebbe pure stato raccolto tra il 1858 ed
il 1860 da Carlo Tonini (Goiran, in litt. 16 VII 1909).
— 143 —
GEN. 38. Chaeturus Lk.
61. Ch. fasciculatus Lk. in Schrad. Journ. II, pag. 312 (1799). —
CprElbsAn®d' It... Ip. 60/e#lV3 pi 160;decan (10%; Cron p.31g; Sagg:
Pea29x.T39, 178.
Scoperto dal Meneghini nei Colli Euganei in tre soli esemplari, uno
dei quali, secondo il Trevisan (1842), fu dallo scopritore inviato all’ Erb.
centrale di Firenze ed illustrato dal Parlatore (1841), un secondo al Ber-
toloni, ed un terzo esisteva nell’ Erb. dell’ab. Romano. Non ritrovato in
seguito, nè da me, nè da altri, nasce il dubbio trattarsi di specie av-
ventizia.
GEN. 39. Polypogon Desf.
62. P. monspeliensis (L. sub A/opecuro) Desf. Fl. Atl. I, p. 67 (1798)
— Agrostis panicea W. (1797) = Santia plumosa Savi (1798) = S.
monspeliensis-Parli (1845)- — Cfr. Flo Ano d'Tt.st}:p.ii6rpflean. 1925
Cron.\p-i135ElIt: exsice.n'6-e, Gba. Saggarpor27 100130689:
Comune attorno alle sorgenti termo-minerali degli Euganei, dove fu
la prima volta segnalato dallo Sternberg (1806). Esso vegeta, secondo
Pollini (1817 e 1822), attorno a quelle di Abano, Monteortone, Monte-
grotto e S. Elena e della prima località ebbe saggi dal Visiani il -Ber-
toloni (Fl. It. I, p. 380) e fu distribuito nella citata Essiccata. Vidi saggi
del Montiron di Abano! (anche Zanard.! P. A. Sacc.! Spranzi! Bizz.!
Ugol.! Rigo in litt.) e delle terme di Montegrotto! dove è tutt’ ora ab-
bondante. Cresce nelle sabbie umide della rotta del Brenta del 1905
presso S. Margherita!
Romano, Martens, Dal Rio ecc. citano della zona termale euganea
una var. paniceus già descritta da Linné sotto i gen. Cyrosurus (1753)
ed A/opecurus (1762) ed è una forma nana e ridotta la quale, in seguito alla
coltura, assume un eccezionale sviluppo e come tale, del resto, si incon-
tra anche in natura: su di che cfr. il n. 6 .is dell’ Essiccata sopra citata.
GEN. 40. Gastridium P. B.
63. G. lendigerum (L. sub 4770) Gaud. FI. Helv. I p. 176 (1828). —
CRRl An del: p.6p;ie n 194,0Cron, pietà; Saggi. Dè 28; 1391
— 144 —
Raro e scarsamente osservato. Fu trasmesso dei dintorni di Batta-
glia dal Mayer al Bertoloni (FI. It. I, p. 390), di questa provenienza
ricordato anche © dal. Parlatore (FI. It. I p. 175), vi fu raccolto ‘dallo
Spranzi! presso S. Pietro Montagnon dal Bizzozero! al Montirone di
Abano dal Rigo (in litt.), nei Colli Euganei dal Montini! e nel Pado-
vano dal Romano sec. una. Addenda manoscritta posta in calce ad una
copia dell’ed. del 1831 delle « Piant. Fan. Eug.» posseduta dall’ Orto
botanico di Padova.
GEN. 41. Agrostis L.
64. A. Spica-venti L. Sp. pl. p. 61 (1753). — Cfr. FL An. d’It.I,
pie Ic. «n...1075 Gronsp. 14.
Indicata la prima volta per 1 Orto agrario di Padova da L. Ar-
duino (1807), quindi dal Romano, dal Trevisan ecc. cresce a Veggiano
nei campi coltivati (Rom. mn.), ed io la raccolsi (VI 1910) lungo le siepi
tra la stazione di Villa del Conte ed Abbazia Pisani, nella stessa asso-
ciazione nella quale, l’ anno antecedente, la raccoglieva presso Castelfranco
nel Trevigiano!
65. A. interrupta L. Syst. ed. 10* p. 872 (1759) — Cfr. FI. An.
d’It. d p. 62. et Cron. p. .14 (ut..var.- A. .Spicaventi);, Ie
mi 402.
Comune nei luoghi arenosi sopratutto lungo i fiumi, sui muri, nei
campi della pianura padovana su qualunque suolo. Cresce sulle mura di
Padova (Sacc.! Montini! in Hb. Kellner), lungo le arene del Brenta a
Strà! Vigodarzere! (donde la distribuii nell’ Essicata sopra citata), lungo
il Bacchiglione al Bassanello! (anche Fiori!) Abano (Zanard.! 1827),
nei campi tra Saonara e Camin! ad Arlesega (Cont.!). Indicata la prima
volta dal Trevisan (1842).
66. A. canina L. Sp. pl. p. 62 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I, p. 63;
Ic. n-\2015%Gron.‘p. 145; Sagg=p029;-117; 110; 44
Rara e localizzata nel distretto Euganeo e vicini territori: vidi saggi
«ex Euganeis » (Zanard.!), dei dintorni di Torreglia (Fiori!) e della var.
stolonifera Blytt Norg. Fl. p. 81 (1861) del bosco di Veggiano (Cont. !).
Indicata la prima volta dal Romano (1823).
3) i CfrblzAns delticl)-pa603
5
4 Saggi ipo 28; 109, \PL3-14; 159
675%A:calba*L.-Sp.:plyp.63 (17
ci piro Ici n. 202:3Cron. pari
Comune, dovunque, nei luoghi erbosi sopratutto arenosi, nei campi,
sui muri e qualche volta sugli alberi. Cresce, difatti, sulle mura di Pa-
dova (anche Zanard.!) comunissima lungo il Bacchiglione ed il Brenta,
nell’Orto botanico di Padova, nei prati e siepi presso la città, sui ,SaZza
capitozzati presso la stazione centrale e sui vecchi /7orus tra Este e
Lozzo, nei campi tra S. Pietro in Gù e Carmignano di Brenta, nei prati
torbosi a Piombino Dese al Palù, Abbazia Pisani, Arre (Conselve), Veg-
giano (Rom. mn.), comune negli Euganei, anche sui terreni marnosi
(Pan.). Tutto il materiale da me esaminato appartiene a forme con spi-
ghette mutiche e da riferire parte alla var. stolonifera Host Gram. Austr.
IV, t. 56 (pr. sp.) e cioè alla forma a spighette giallastre e parte alla
Var: diffusa | Host-sop:c: t.(55.(prispii= 44 decunbensctbtostiropiie
t. 54? caratterizzata da spighette violacee, ambedue con stoloni epigei
più o meno sviluppati e radicanti ai nodi. Alcuni esemplari delle mura
di Padova appartengono ad una forma condensata da riferirsi forse ad
A. coarctata Ehrh. La pianta dei dintorni delle sorgenti termo-minerali di
Monteortone (Mass.) e di Abano! (anche Fiori!) deve riferirsi alla var.
maritima (Lam. Dict. I, p. 61 [1783]) Meyer Chl. Hanov. p. 656 (1836),
come pel primo ritenne il Massalongo (Atti Soc. Ital. Sc. Nat., XVIII,
fasc. 4 [1875].
Romano (1824) indica pel Padovano A. vulgaris With. ed esemplari
ne sarebbero stati trasmessi da questi e dal Visiani al Bertoloni (FI. It.
I, p. 405): ma è certo trattarsi di A. a/@ L., con cui il Bertoloni a
torto la sinonimizzò!
68. A. verticillata Vill. Prosp. PI. Dauph. p. 16 (1779) — Cfr. FI.
ASnesdolte Li p.r6g rete Cron.t pi. 14° (ut var: A--e/ag)
Rara e forse soltanto avventizia. Vidi saggi dei Colli Euganei (Bé-
renger!) ed io la raccolsi sulle mura di cinta dell’ Orto botanico lungo
il canale dell’ Alicorno!
GEN. 42. Calamagrostis Adans.
69. C. Epigeios (L. sub Arxrdine) Roth Tent. Fl. Germ. p. 34
739 = Cri Fia dI pi 6412205, Cron, pi Ts Sage:
pierzg FI sir exsicéo ni 1213.
-— 146
Comune nei luoghi umidi od arenosi sopratutto lungo i canali ed i
fiumi, più di rado in qualche stazione xerofila nei Colli Euganei. Cresce
anche nei dintorni di Padova, come alla Piazza d’ Armi! Indicata la prima
volta dal Romano (1823).
70. C. pseudophragmites (Hall. sub: Arz72dire 1796) Baumg. Enum.
III} p-_211 @816) = C. Zforea .(Schrad. sub. Axurndre iso) RN:
Agrost..p: 15 (1812). -— Cfr, Fl. An. d’It: I, p. 64; cn 2200
pus giunge Ziorca); Fl. Altexsiccsa 24
Comune e spesso associata con la precedente con cui è facile scam-
biarla. Raccolta nel 1896 lungo il Bacchiglione presso Padova al Bas-
sanello (Fiori! anche Bolzon in Bull. Soc. Bot. It. 1897, p. 52), ve la
trovai anch'io in abbondanza, non che lungo le arene del Brenta presso
Strà, S. Margherita (donde la distribuii nell’ Essiccata sopra citata) ecc.|
lungo 1’ Adige presso Boara Pisani! Segnalata la prima volta dal Bolzon
(1897).
71. C. lanceolata Roth Tent. Fl. Germ. I, p. 34 (1788) = Arundo
Calamagrostis L. (1753) p. p. = €. Calamagrostis Karst. (1895). —
Girl bAn dI sp.5604:Tesmyt083 ‘Cront pa 15:
Indicata per il padovano dal Romano (1831), Trevisan (1842) e da
altri, ma senza %abitat determinato, la sua presenza è molto probabile,
ma io mai ve la raccolsi, nè vidi saggi nelle collezioni da me studiate.
GEN. 43. Arundo (Tourn.) L.
72. A. Donax L. Sp. pl. p..81 (1753). — Cfr FIAn diante
ico; «Cron. (p.iòts.
Largamente coltivata e spontanea qua e là specialmente lungo i
corsi del Bacchiglione e del Brenta e spesso nelle siepi. Indicata la
prima volta dal Romano (1823).
GEN. 44. Phragmites Trin.
73. Phr. communis Trin. Fund. Agrost. p. 134 (1820) = Arwndo
Phragmites IL. '‘(x753). — Cfr. FI An. .d’It. I p.65, INGaagea
n.122; CtonMp.isizo Sagp. D. 29,694 130:
147 —
Comune nelle stazioni igrofile e sopratutto lungo i fiumi, 1 fossati
ad acqua poco profonda, nei settori paludosi, lungo i canali salsi e nelle
paludi subsalse del distretto lagunare, più rara in qualche stazione xero-
fila dei Colli Euganei. Vegeta spesso a colonie, costituendo le associa-
zioni a base di P%ragmites o fragmiteti, di cui le più estese trovansi
attualmente alla periferia del distretto Lagunare, nei terreni torbosi della
bassa pianura padovana ed attorno ai bacini lacustri, dove forma la zona
fragmitifera. Indicata la prima volta pel Padovano dal Michiel (Cod. Erb.
PHibosRiil,- n 33).
GEN. 45. Holcus L.
74. H. lanatus L. Sp. pl. p. 1048 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I,
prioosle. ni 2155 Cron.. pi 66; Saggaipa zo,
Comune dovunque nei prati e luoghi erbosi aprici od ombrosi in
pianura ed in collina e su qualunque suolo. Cresce pure nell’ Orto bo-
tanico di Padova (anche Sacc.; Bizz.!) e sulle mura, sulle capitozze di
Salix presso la stazione centrale e largamente in tutta la provincia.
Romano (1831), De Toni e Paoletti (1890) hanno pure indicato
per la Provincia l’ affine, ma ben distinto, H. mollis L. che non mi fu
dato sin qui di raccogliere od esaminare nelle collezioni da me studiate
e tale indicazione merita conferma.
GEN. 46. Aira L.
75. A. caryophyllea L. Sp. pl. p. 66 (1753) — Cfr. FI. An. d’It.
pron eV pig; ic: na 219; Cron, pie isa eni
VOL. 122,
Luoghi erbosi aridi a substrato siliceo del distretto Euganeo. Indi
cata la prima volta per Monteortone dallo Sternberg (1806), quindi per
la stessa località dal Pollini (1817), io la raccolsi sui monti Rua, Venda,
Oliveto e Madonna!
76. A. capillaris Host Gram. Austr. IV, p. 20 t. 35 (1809). — Cfr.
RiicAns a Itp 07) lc 220; Cron pino 9 Sapett pi 2/7
TOP, 139:
Luoghi erbosi aridi dei settori silicei del distretto Euganeo. Vidi
ge
saggi dei C. Euganei (Zanard.! Mass. e Bizz.!), del Colle di S. Daniele
(Sace. !), degli oliveti sopra Galzignano (Bizz.!), di Lispida e dal M. Rosso
(Ugol.!) ed io la raccolsi sui monti Oliveto, Rua, Alto e Solone. Cresce
anche nei dintorni del lago di Arquà - su quale substrato? - (De Ton.
Bull. e Paol.). Indicata la prima volta dal Romano (1823).
GEN. 47. Deschampsia P. B.
77. D. caespitosa (L. sub Ara) P. B. Agrost. p. 160 (1812). —
Cf bl. cAn. d'It. I; p.. 60 eV; pe 18 ;Ic.-n.: 228; /(Croniipio aa
PAR2O:SIA44:
Indicata dal Romano (1823), dal Trevisan (1842) e sulla loro fede
da altri, ma sempre senza %abztat precisato, fu revocata in dubbio nel
mio lavoro sopra citato e nel successivo Prospetto (1905). Ma nel mag-
gio del 1909 ebbi occasione di raccoglierla su larga scala nei luoghi
paludosi tra Cittadella e Fontaniva e nel padule di Fontaniva presso il
Brenta!
Attendo conferma di D. flexuosa Trin. che sarebbe stata trovata a
Monteortone dallo Sternberg (1806), citata dal Pollini (1817 e 1822) e
sulla loro fede riportata da altri, ma di cui non mi riuscì sin qui di esa-
minare saggi, nè di questa, nè di altre provenienze.
GEN. 48. Trisetum Pers.
78. Tr. flavescens (L. sub Avena) P. B. Agrost. p. 88 (1812). —
CfcFlicAn.cd’It' I. p:070 e IV; p. 18; Ie. n:235; Cron pio
Pi28; 100.
Comune e caratteristico della formazione pratense ed in generale
dei luoghi erbosi di pianura e di collina. Cresce nei dintorni di Padova!
lungo il Bacchiglione ed il Brenta (quivi presso Strà in una var. depau-
peratum Uechtritz), nell’ Orto botanico lungo le vie e sulle mura di Pa-
dova! nei Colli Euganei (Vis.! Sacc.!) e precisamente presso le terme di
Montegrotto! fra Battaglia e Galzignano! nelle colline presso Tre ponti,
Bastia! ecc. Indicato la prima volta dal Romano (1823), che lo raccolse
(ex mn.) presso Veggiano, sotto il nome di Tr. pratense Pers.: è a tale
sottospecie o razza geografica che va riferito il materiale padovano.
— 149 —
GEN. 49. Avena (Tourn.) L.
79A:-fatua L-=‘Sp-piepr80 (1753) Cirsgle Aansetelpa72;
lieu 13 Cron. pietzo
Indicata la prima volta per i Colli Euganei dallo Zannichelli (1730),
quindi dal Romano, Trevisan ecc. Tipici esemplari ne vidi dell’ Orto bot.
divPadova (Pi A. Sace. sub Aster).
80. A. sterilis L'-Spipl“pSar3s(e7602) =* CfriMEt An edIta0
pi y2cet-Cton. p., 17 (Ut, vari. A/2/4ao), Saggi p.23:
Indicata del settore Padova-Abano-Teolo (De Ton. e Paol.) e dei
dintorni del lago di Arquà negli Euganei (De Ton. Bull. e Pal.), trovasi
qua e là in questo distretto, ma i rapporti sistematici e distributivi con
la precedente sono da stabilire su materiale più abbondante di quello
avuto a mia disposizione. La raccolsi pure lungo il Brenta presso Corte!
e vidi saggi dei dintorni di Arquà-Petrarca e del M. Sieva (Ugol.!).
81. A. barbata Brot. FI. Lusit. I, p. 108 (1804) = A. 4irsuta Roth
(1806) = A. atherantha Presl (1820). — Cfr. Fl. An. d’It. I, p. 72
elCron. p.-17 (ut.var. A. fatuae).
Raaccolta presso la stazione di Monselice (Fiori! V 1895 et ex Bol-
zon Suppl. p. 445), trovasi qua e là nei Colli Euganei, ma fu scarsa-
mente osservata.
È coltivata su larga scala e rinviensi qua e là subspontanea od av-
ventizia lA. sativa L. segnalata la prima volta dal Romano (1823): vidi
saggi anche delle mura di Padova (Zanard.! 1828).
Gen. 50. Arrhenatherum P. B.
82. A. elatius (L. sub Aveza) M. et K. Deutschl. FI. I, p. 546
saga) — A asenaccum PB (1812). — CietelAnie tei pad
eglizip ro; olc n (250. Cron..p, 17/9280 DAR 100:
Frequente nei prati e luoghi erbosi anche aridi del distretto Eu-
ganeo, donde fu la prima volta raccolto ed indicato dal Bauhin (Th.
bot: p. 19) e dove cresce presso Tre Ponti! Montegrotto! alle Frasse-
nelle! nei dintorni del lago di Arquà-Petrarca (De Ton. Bull. e Paol.)
— 150 —
ed in pianura nell’ Orto botanico (Sacc.) ed al margine di un canale in
via delle Dimesse! lungo il Brenta presso Ponte di Brenta! lungo gli
argini della ferrovia tra Villa del Conte ed Onara! Vidi pure saggi della
pianura padovana (Zanard.!). È da ricercare sopratutto nelle stazioni
xerofile degli Euganei la var. tuberosum (Gilib. sub Avera) Bég. in
<'Raccoglitore» n,.ser:, a. 2° n.21 (1904); Fiori. EEA pps
p. 9 (1907) che, sec. Visiani e Saccardo (1869), cresce nel Veneto col
tipo nei suoli più aridi.
GEN. 51. Cynodon Rich.
83. C. Dactylon Pers. Syn. I, p. 85 (1805). — Cfr. FI. An. d’It. I,
pegsgoletno=5555Cron!p..i18; Sag op: 28.
Comune dovunque nelle più diverse condizioni di stazione e di as-
sociazione nei tre distretti planiziario, collinare e lagunare. Cresce anche
nelle vie di Padova, presso le sorgenti termo-minerali, sui terreni marnosi,
sulle capitozze (Ugol.) ecc. Indicato la prima volta dal Romano (1823).
GEN. 52. Eleusine Gaertn.
84. E. indica (L. sub Cyrosuro) Gaertn. De fruct. I, p. 8 (1788). —
Cir Fi. (An, d'IrI ip. 76 e IV, p19;Ic n 258; Cone
listexsiceWn.firoro ve moro PS;
Originaria dalle Indie e largamente distribuita nelle regioni inter-
tropicali del mondo, fu segnalata la prima volta pel Padovano e preci
samente per le vie e piazze della città ed a Volta Barozzo dall’ Ugolini
(in Malpighia XI [1897]). Vidi saggi di Padova al borgo Schiavin (Ugol.!
in Hb. Sacc.), delle vie della città (Fiori! ed anche Bolzon in Bull. Soc.
Bot. It. 1896, p. 130) ed io la raccolsi in piazza del Santo e su larga
scala in Piazza V. Emanuele (Prato della Valle) e di questa località la
distribuii nel roro is dell’ Essiccata sopra citata.
GEN. 53. Triodia R. Br.
85. Tr. decumbens (L. sub /estuca) P. B. Agrost. p. 179 (1812). —
Cfr. PI, Am dle Ip. 78; Icwn266; Cron. p. 18:92 S-Nee)
00,10; | I2WI27o 143:
lol
Qua e là nei boschi del distretto Euganeo, esclusivamente nei sub-
strati silicei, e più rara in pianura dove cresce sopratutto nei prati pa-
ludosi. Indicata la prima volta per Monteortone dal Pollini (1817), fu
trasmessa dei luoghi boscosi del Padovano dal Romano al Bertoloni (FI.
It. I, p. 559) e negli Euganei vegeta sul M. Venda (Fiori!), M. Ma-
donna e sui castagneti presso Rovolon! nei colli di Este sotto il paese
di Calaone!: in pianura nel bosco di Veggiano (Rom. mn.) ed io la rac-
colsi a Piombino Dese nel luogo detto il Palù e nei prati torbosi presso
Fratte (Camposampiero)!
GEN. 54. Diplachne P. B.
86. D. serotina (L. sub Zestuca; M. et K. sub MoZiria) Lk. Hort.
Berol®1,tp:.155 (1827), «Cfr EL-cAn. vd Il:tp78 311382607 Cron:
patrs Sagex.p. 27:91, 130.
Frequente nelle boscaglie del distretto Euganeo, dove fu indicata
la prima volta dal Pollini (1823) e donde cresce a Montegrotto (Bizz.!),
sulle colline tra Torreglia e Galzignano! Monselice (Kellner. !), M. Cinto!
M. Lozzo! sul colle di Lispida (Rom. mn.) e sulle colline delle Frasse-
nelle (Fiori!): stazioni, eccetto l’ultima, a substrato siliceo.
GEN. 55. Molinia Schrank.
87. M. caerulea (L. sub Azra et sub MeZica) Mnch. Meth. p. 183
(1794). «= ICfro FL-eAnd' It. Kip. 78 e IV} p.20 gle 20890 Cron
pirrgsSage? pi 283/100; FE7} 130.
Frequente nei boschi e boscaglie del distretto Euganeo nei substrati
silicei o calcarei e qua e là in pianura nei luoghi umidi. Vegeta nei Colli
Euganei sulle colline di Torreglia (Martens), sui monti Rua! Ortone!
Cinto! presso Tramonte (Ugol.!) e sul colle calcareo di Calvarina! ed in
pianura ad Arlesega (Cont.!), Veggiano (Rom. mn.), nei prati torbosi tra
Cittadella e Fontaniva, di Piombino Dese al Palù, Abbazia Pisani! nei
dintorni di Padova (Fiori!) Nei Colli Euganei domina una pianta in ogni
parte più sviluppata corrispondente a M. arundinacea Schrank. = 47.
coer. {} major Poll. che già Visiani e Saccardo vi indicarono (1869), lad-
dove il tipo fu segnalato la prima volta dal Romano (1823).
— 1592 —
GEN. 56. Koeleria Pers.
88. K. phleoides (Vill. sub /estuca) Pers. Syn. I, p. 97 (1805). —
Cfr. Fili And4Ent p:7709;e.IV,. p..20;;Icn: 2716 4Cron. pio ai
p. 23.
Comune nei luoghi erbosi aridi, arenosi o sassosi, sui muri e lungo
le vie, in pianura ed in collina. Cresce a Padova nell’ Orto botanico !
lungo le vie e sulle mura della città! (anche Cont.! Fiori! Bizzoz.!
Ugol.!), tra S. Pietro in Gù e Carmignano di Brenta! negli Euganei
(Masè! in Hb. Sacc.) e precisam. sul M. Ricco (Bizz.!), presso la sta-
zione di Monselice! Arquà-Petrarca! ecc. Indicata la prima volta dal Ro-
mano (1828), presentasi nelle stazioni più sterili sotto una forma dimi-
nuita corrispondente a K. brachystachya DC. nei suoli pingui od ombrosi
in una forma robusta riferibile a K. laxa Lk.
89. K. cristata (L. sub Azra) Pers. Syn. I, p. 97 (1805) — Cfr.
Pi: An: d'It.JE.-p..80.eIV;.p. 21; Te. ‘n. 274; Cronp.ao Sa
4700, TITO, LI2Z:
Comune nei prati e luoghi erbosi di pianura e di collina e su qua-
lunque suolo. Cresce a Padova nell’Orto botanico ed è copiosa sulle
mura della città, lungo le sponde erbose del Brenta e del Bacchiglione,
ad Abano (Zanard.!) presso Teolo! ed anche nei substrati marnosi (Pan.),
nei monti Alto! Oliveto! Solone! Ricco! nei dintorni del lago di Arquà
(De Ton. Bull. e Paol.), nelle colline delle Frassenelle e presso Calaone
nei colli di Este! Indicata la prima volta dal Romano (1823), il mate-
riale da me esaminato riproduce in parte il tipo e cioè K. ciliata Kern.
in Baenitz. quale è inteso da Ascherson e Graebner (Spn. II, p. 358) e
parte la forma diminuita e propria delle stazioni più aride corrispondente
a K. gracilis Pers. avvertendo che le due forme, per quanto rivestano
un leggero carattere fitogeografico, sono collegate da graduali inter-
mediari.
GEN. 57. Cynosurus L.
90, GC. cristatus L. Sp. pl. p:172 (1753). — Cfr. Rea gede
p. 905" desgnsezo: Cron. pi 9; Sa 20 p. 25,
Qua e là nel distretto Euganeo ed in pianura. Vidi saggi dei Colli
Euganei (Vis.!) ed io ve lo raccolsi tra i monti Rua e Venda! il Goiran
— 153 —
(in litt.) presso Arquà-Petrarca (anche Ugol.!), nei prati presso Battaglia
il Bizzozero! Cresce anche nell’ Orto botanico di Padova (P. A. Sacc.!),
tra Saonara e Cittadella! tra S. Pietro in Gù e Carmignano di Brenta!
Piombino Dese al Palù! Arlesega (Rom. mn.; Cont. !). Indicato la prima
volta dal Romano (1823), fu pure raccolto nella pianura padovana attorno
al 1827 dallo Zanardini!
91. C. echinatus IL. Sp. pl. p. 72.(1753). — Cfr. FI. An, d’It. I,
passive - 282; Cronspr20; EHE.
[exsiéc\.nuiorr; Sagg. p.i 28;
Comune lungo le vie di Padova (anche Fiori!), lungo i binari della
ferrovia Padova-Bassano presso la stazione di Camposampiero (donde
l’ho distribuita nell’ Essiccata sopra citata), presso le Terme di S. Ele-
na! ecc. Indicata la prima volta dal Romano (1831), si è rivelata costante
colla coltura e sempre ben distinguibile da forme parvispiculigere della
seguente.
93. E. megastachya (Koel. sub 0a) Lk. Hort. Ber. I, p. 187
(1827) = 2riza Eragrostis L. (1753) = Poa Eragrostis Sm. (1806),
nensl. = (& major Host (1809), — Cirtasn? diTe1,1 pi 823 Ie.
ni0235#> Cron:"p20; EL: It: exsicc. no Eor2:
Comune nei luoghi aridi sopratutto arenosi, nei prati di pianura e
U
— 154 —
di collina, presso le abitazioni e nei campi. Cresce nell’ Orto botanico
di Padova e qua e là lungo le vie della città! a Veggiano (Rom. mn.)
presso Codevigo! frequente nei Colli Euganei! (anche Spranzi!). Indicata
la prima volta dal Romano (1823).
94. E. pilosa (L. sub /0a) P. B. Agrost. p. 162 (1812). — Cfr. FI.
An. id'It Ip; Ic. n: 283; Cron: p. 20; FL leeesee nere
Indicata la prima volta «in hortorum areis . . . . Patavii » dal Pol-
lini (1822), è frequente lungo le vie di Padova (Vis.!) lungo le vie e
piazze presso l’ Orto botanico! (anche Fiori !), fra i binari della stazione
di S. Sofia (Ugol.!). Vidi anche saggi di Arlesega (Cont. !).
— E. nigricans (Humb. Bonpl. et Kth. sub /°0a) Steud. Nom. bot. p. 563
(1840). — (Cfr. FL An. d'It._I, p.82; Cron. p. 20; FlMt. vexsicesnio 15)
Originaria dall’ Equatore (Quito), fu segnalata la prima volta come
spontaneizzata nell’ Orto botanico di Padova da P. A. Saccardo (1872)
e quindi da D. Saccardo (1896). Vidi saggi raccolti dal primo nel1869,
dal Fiori nel 1895 e tutt'ora vi cresce in abbondanza, tanto che potei
distribuirla nell’ Essiccata sopra citata. Qualche individuo, evidentemente
trasfugo da questa località, ho pure raccolto nella vicina piazza del
Santo, ma non sembra dispieghi tendenza ad una larga diffusione.
GEN. 59. Melica L.
95. M. ciliata L. Sp. pl. p. 66 (1753) — Cfr. FI. An. d’I. I,
p-183.e IV, p. 22; Ice. n. 285; Cron. ‘p. 20; Bég. Sasg- Spa.
84120; I41; 162 ed in. Bull. Soc. Bot..It. 1904, p. 242:
Indicata la prima volta per gli Euganei dal Pollini (1822), vi si trova
qua e là nei luoghi aridi calcarei del bacino di Teolo, ma 1’ ho raccolta
anche in una stazione silicea e cioè sul Colle Lispida! Vidi anche saggi
dello Spranzi! - tutti da riferire a forme di M. Magnolii Gr. et Godr.
(1854), di cui Ascherson e Graebner (Syn. II, 1 p. 340) fanno una razza
della polimorfa 47. nebrodensis Parl.
96. M. uniflora Retz. Observ. I, p. 10 (1779). — Cfr. FI. An. d’ It.
tp.83; de mn89: Cron: \P.li20 29220: p: 27, DI-95) 126.
Comune nei boschi e nella macchia ed in generale nei luoghi om-
— 155 —
brosi dei settori silicei del distretto Euganeo, più rara in pianura. Negli
Euganei cresce sul Colle di S. Daniele (Sacc.! Ugol.!), ed io la raccolsi
nei boschetti sotto il M. Sieva (anche Fiori!), sui monti Alto, Pendice,
Solone, Lonzina, Bello, sul Colle Lispida, alle Frassenelle presso Bastia
(in stazione calcarea ?): in pianura fa presso Gorgo (Goiran in litt.) ed a
Loreggia alla villa Wollemborg !
Indicata la prima volta dal Romano (1823), il quale, come pure il
Trevisan (1842) ed altri in seguito, segnalarono l’ affine M. nutans L.
che crescerebbe a Monselice (Rom. mn.), ma sulla quale attendo conferma.
GEN. 60. Briza L.
97. B. media L. Sp. pl. p. 70 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I, p. 84;
lesa: 2090; Cron. pi°20; Sagg+ pi 20, 192,100:
Comune nei prati aridi, più raramente umidi e nei luoghi ombrosi
di pianura e di collina su qualunque suolo. Raccolta ed indicata la prima
volta nell’agro padovano da Gaspare Bauhin (Th. bot. p. 24), è comune
negli Euganei come sui monti Grande! Madonna! Rua e Venda! (anche
Ugol.!), sulle colline di Teolo nelle marne! (anche Pan.), sul M. Sieva!
sulle colline calcaree delle Frassenelle! ed in pianura ad Arlesega (Cont. !),
Veggiano (Rom. mn.), Battaglia (Zanard.!) ed io la raccolsi a Vigodar-
zere alla Certosa, lungo il Brenta presso Strà ed a Ponte di Brenta, tra
Ponte S. Nicolò e Saonara, a Loreggia nella villa Wollemborg, nei prati
torbosi di Onara, Piombino Dese al Palù, Camposampiero presso Fratte
ed Abbazia Pisani, nei dintorni di Padova lungo il canale Brentelle, alla
Piazza d’ Armi ecc.
98. B. minor: L: Sp. pl’ p. 70 (1753) = GEsREAN'Sa SE
pilo4:; le-*n./207r:;.Cror. p.<20.
Assai rara e mai da me raccolta. Essa compare in una «addenda »
manoscritta del Romano in calce ad una copia della 3% ediz. (1831)
delle sue « Fanerogame Euganee » ed è riportata, senza XabzfaZ determi
nato, dal Beggiato (1833), Trevisan (1842) ecc. Sarebbe stata raccolta
nel settore Padova-Abano-Teolo da De Toni e Paoletti (1890), ma ho
ragione di dubitarne.
99. B. maxima L. Sp. pl. p. 70 (1753). — Cfr. FL An. d’It. I,
paesui Lo: kaMao2:
tosac); Bég. Sagg. p. 31, 134-35, 144 ed in Bull. Soc. Bot. Ital. 1903,
Comune e fra le specie più caratteristiche dei fossati, lungo il margine
dei canali e dei bacini lacustri, nelle paludi, nei prati torbosi ecc. Cresce
nei fossi attorno a Padova (Fiori!) lungo il Bacchiglione al Bassanello!
attorno al laghetto di S. Orsola! nella zona perieuganea vicino ad Abano
(Bizz.!), tra Battaglia e Galzignano! tra il C. di Lispida e M. Ventolon!
nelle paludi tra Monselice ed Arquà! ed attorno al lago omonimo (De
Ton. Bull. e Paol.), nella parte settentrionale della provincia nelle paludi
tra Cittadella e Fontaniva! presso Onara! Camposampiero! Abbazia Pi
sani! ed in quella meridionale lungo il Brenta presso Corte! e nelle
paludi torbose di Arre (Conselve)! Indicata la prima volta dal Romano
(1823), ho raccolto molto ben caratterizzata la var. homalocarpa Peterm.
(pr. sp.) nei prati torbosi di Abbazia Pisani (8 V 1910), ed il Bolzon
(in Bull. Soc. Bot. Ital. 1910, p. 77) cita dei fossi a Barbona di Este
la var. chlorocarpa Farn.
180. C. gracilis Curt. Fl. Lond. IV, t. 62 (1777-87) = ©. acuta
Brefa E. (1753) pi p..= €. eta Auct. FL Pat pipi
An. d*It. I, p. 132 et Cron. p. 33 (ut var. C. caespelosae); beetoappi
p: 31) 135 ed.in Bull.-Soc: Bot. Ital. 1903; p:_334.
Colla precedente ma, a quanto pare, più rara. Cresce nei dintorni
di Padova (Fiori!), lungo il Bacchiglione al Bassanello! lungo i fossati
presso il Colle di S. Daniele! a Fratte di Camposampiero! a Veggiano
(Rom. mn.). Fu trasmessa dei fossi dell’agro padovano dal Montini al
Bertoloni (Fl. It. X, p. 138).
Indicata la prima volta dallo Zannichelli per il distretto Euganeo
(1730). Il Romano cita inoltre la nigra (= C. Goodenoughii Gay), il
Beggiato, Trevisan ed altri C. caespitosa L.: indicazioni, specialmente la
seconda, che ritengo poco probabili e che, in ogni caso, meritano
conferma. |
— 187 —
181. C. digitata L. Sp. pl. p. 975 (173). — Cfr. FL An. d'It. I,
pig ct 4745 Coop 337 BI. It essicce ‘n.0 220,7) Bég.. Sag)
P39 94,120; 123, D26, L29, 1435 154) ed in: Bull Soci vBot+. Ital
1903, P. 335-
Comune e caratteristica dei boschi, della macchia e lungo le siepi
del distretto Euganeo, su qualunque suolo, più rara in pianura. Io l'ho
raccolta nei monti Ortone, Rosso, Lonzina (donde la distribuii nell’ Essic-
cata sopra citata), Solone, Sieva, Ventolone, Ricco, Alto, Rua, Pendice
presso Teolo e nei colli di Frassenelle, Lispida e Calvarina. Cresce inoltre
nei boschetti sotto il Rua (Fiori!), nei luoghi erbosi umidi presso Luvi-
gliano! (anche Bizz!) ed in pianura sulle mura interne dell’ Orto bota-
nico! (avventizia), a Ponte di Brenta nel bosco della villa Giovanelli! ed
a Saonara nella villa Cittadella! Indicata comunissima negli Euganei dal
Pollini (1824), credo che, sotto il nome di C. ornithopoda - specie affine
che certo non vi cresce - vi sia stata segnalata dal Romano un anno
prima (1823), restandomi inesplicabile l’ elencazione dei due nomi nelle
successive edizioni delle « Piante Fanerog. Euganee » e nel « Prospetto »
del Trevisan.
182. C. Halleriana Asso Syn. stirp. Arag., p. 133, t.9(1779)= C.
alpestris All. Fl. Pedem. II, p. 270 (1785) = C. gymobasis Vill. PI.
Dauphin, TI) ‘pi 206) (1787): Cfr. FL An. d°It I, p.i134le:1847/75
Cron, .p. 33: Bés. Sagg. p. 29; 115,118; 120; (141 ed'in’BulleSoc
bot. Ital, r903- p-1335-
Scoperta dal Bizzozero nel Maggio 1878 nei C. Euganei « in pratis
circa Pendice » e fatta conoscere nel Bull. Soc. Ven.-Trent. n. 2 (1879)
sotto il nome C. a/pestris Vill. La trovai nelle pendici boscose del M.
Rua e nei colli tra Luvigliano e Teolo: stazioni tutte su suolo siliceo.
183. C. montana L. FI. suec. ed. 2° p. 328 (1755). — Cfr. FI. An.
dateci; priz4;, le n; 478; Cron. ps:33; RE Eseasiee.t 10; SBeo-
Sat. pi 30,118; 120; 143: ed in Bull. Soc. .BotrJItal. 1903, p-? 336;
Qua e là nelle pendici boscose o fra i cespugli della macchia nei
settori silicei del distretto Euganeo. Vidi esemplari con questa provenienza
nell’ Erb. Centrale (Meneghini!) ed in quello Padovano di M. Pendice
(Bizz.!), M. Rua (Fiori!), M. Ventolon! donde la distribuii nell’ Essiccata
sopra citata. Indicata la prima volta dal Romano (1823).
— 188 —
184. C. caryophyllea Latour. Chlor. p. 27 (1785) = C. praecox Jacq.
(1788), nec Schreb. (1771); = (C verza Chabain: VM)
BIITA n:Sdalesl piosgase IV, (pir37, Te. in. Pa 8oet Cron. pi 30
verna); Bég. Sagg. p. 31, 140, 163 ed in Bull. Soc. Bot. Ital. 1903,
pio33o.
Comune nei luoghi erbosi aridi di collina e di pianura, su qualun-
que natura di terreno e nelle due seguenti entità :
I. C. caryophyllea Latour. typica Aschers. et Graebn. Syn. II, 2
p. 124. — Sembra essere piuttosto rara e nota sin qui nei C. Euganei
sul M. Rua sopra Galzignano! e dei dintorni di Torreglia (Fiori!).
II. subsp. C. mollis Host Gram. Austr. IV, p. 46, tab. 82 (1806) -
pr. sp. — È la forma più largamente distribuita sia nel distretto Euga-
neo, come qua e là in pianura lungo il Brenta presso Ponte di Brenta
e nella villa Giovanelli! a Veggiano (Rom. mn.), sulle mura di Padova
(Zanard.!) e precisamente presso quelle prospicienti S. Massimo! qua e
là nelle vie della città e nello stesso Orto botanico (Sacc.).
Pianta grandemente variabile con forme confluenti con la precedente
e non sempre nettamente discernibili su materiale d’ Erbario, sopratutto
quando la pianta è giovane.
185. C. umbrosa Host Gram. Austr. I, p. 52, t. 69(1801)= C. /or-
gifolia Host: op. c. IV, p. 48, t. 85 (1809) = C. polyrrhiza Wallr.
(1822)... Cfr. FL. An. .d’It..L p..135 et Cron. p. 340,
longifolia); Bég. Sagg. p. 31 ed in Bull. Soc. Bot. Ital. 1903, p. 336.
Indicata la prima volta per la zona termale dal Beggiato (1833, sub
C. umbrosa) ed in seguito dal Trevisan (1842, sub C. Zongifolia) e da
altri, è specie rara e di cui vidi saggi raccolti nei boschetti sotto il M.
Rua dal Fiori (30 III 1894) ed io la raccolsi nei prati torbosi presso.
Onara (15 V 1910)! Compare anche in una « Addenda » manoscritta
del Romano in fondo alla copia della terza ed. (1831) delle sue « Piante
Fan. Euganee » posseduta dall’ Orto botanico di Padova.
186. C. pilulifera L. Sp. pl. p. 976 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.I,
pi 3 5 ge 481 ; Cron pi aa:
Indicata, senza 4aditat precisato, dal Romano (1828) e dal Trevisan
(1842) ecc. fu trasmessa di Saonara dal Melo al Martens (Reis. n. Vened.
II, p. 621) e crescerebbe a Veggiano (Rom. mn.).
187. C. tomentosa L. Mant. I, p. 12 (
267): — Cfr; FIL And te
[aip@a3z; Io: n. :48240CHoniip: (34 Bég.; Sa
Se: .. 30125 ed in Bulli
SociBotsiltal.' 1903; P33937-
Qua e là negli Euganei e più rara in pianura. Vidi saggi della
prima provenienza (Mass. e Bizz.!) e dei dintorni di Torreglia (Fiori!)
Fu inoltre raccolta a Torreglia (leg. Vaccari), sul M. Sieva, nei Prati Ar-
cati presso Padova (ex Bolzon in Bull. Soc. Bot. Ital. 1903, p. 33), nei
prati umidi presso Montegrotto (Mass. in litt.), a Lissaro (Rom. mn.), e
nelle paludi torbose presso Arre (Conselve)! Indicata la prima volta dal
Romano (1823).
188. C. pallescens L. Sp. pl. p. 977 231 =ICt Bic Ansdstt
passion: 483; Cron. pi 343 /Bés#Sapa/pr3oe4a pda i Ball
Soe4SBot. Ital! 1903, P- 337
Abbastanza frequente nei boschi del distretto Euganeo stabiliti su
suolo siliceo dei monti Venda e Rua! Ventolon! Bello! Solone! Calaone!
Oliveto! presso S. Pietro Montagnone (Mass. e Bizz.!). Più rara in pia-
nura nei fossati presso Ponte Rotto (Fiori!) e nelle colonie microterme
su fondo torboso di Piombino Dese al Palù e di Abbazia Pisani! In-
dicata la prima volta dal Romano (1823).
189. C. pilosa Scop. FI. carn. ed 2°, II, p. 226 (1772) — Cfr. FI.
And. p.-135; Ic. n. 484; Cron. pi. 34; Bép- Sage. 307 118ed
un Bull. Soc. Bot. Ital. 1903, p: 337.
Piuttosto rara e forse localizzata nel distretto Euganeo nei casta-
gneti (e quindi su suolo siliceo) presso S. Pietro Montagnone (Mass. e
Bizz.!), sul M. Rua! (anche Bizz.!), sul M. Alto (Fiori!), sul M. Grande!
e presso il M. Pendice! Indicata la prima volta da me (1903).
190. C. olbiensis Jord. Obs. s. plus. plant. nouv. rar. ou crit. de la
France, 3®° fragm. p. 241 (1846). — Cfr. FI. An. d’It. I, p. 136 e IV,
pua7z:.Ic n 485; Cran..p. 34; Bée. Saggi piiga, 125,140; 178,4
ysBull Soc;..Bot. Ital: 1903;6P.::337-
Rarissima! Scoperta nel Maggio 1894 nei boschetti degli Euganei
sopra il Cattajo dal Fiori! (cfr. anche Fiori in Malpighia IX [1895],
air CEL And It dpi 136;.-Bolzon.inBull' Soc, Bot. Ital..18097;
p. 52 e Suppl. p. 447): resta sin qui l’unica stazione per questa inte-
ressante specie.
— 190
191. C. pendula Huds. FI. Angl. ed 1? p. 352 (1762) = C. maxima
1781), Rom. (1823). —
It. I, p.'136; Jc. n. 488; Cron. p: 34; 0Bes- Sage
(e
Scop.MK772)t—=#C. asastachystElrh in I. Mu
Cir abi -eA nd
I35 ediin (Bull. Soc. Bot. Ital:-003 p: 338.
Segnalata la prima volta pei luoghi umidi « circa thermas Apponen-
sens» da Gasp. Bauhin (Prodr. p. 13 et Th. bot. p. 85) e da Giovanni
Bauhin (Hist. II, c. XVIII, p. 497), fu in seguito indicata pel distretto
Euganeo dallo Zannichelli (1730) e cresce quivi nei fossi sotto M. Ven-
tolon! nei dintorni di Luvigliano! a Veggiano (Rom. mn.) e presso Pa-
dova nei fossati a Ponterotto (Fiori!) e nello stesso Orto bot.!(Sacc.), a
Saonara nella villa Cittadella!
192. C. nitida Host Gram. Austr. I, p. (1801). — Cfr. FI. An. d’It.
Ii p. 136; Ie. n. 490; Cron. p.-34; Fl. It. exsicc. fino 20202 203
Indicata la prima volta dal Trevisan (1842) e sulla sua fede da al-
tri, ma sempre senza /adzfat precisato, la sua presenza è assai probabile
nel Padovano, avendola io trovata nel Trevigiano e Veneziano, ma me-
rita di essere confermata.
193. C. panicea L. Sp. pl. p. 977 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I,
p.. 137; Ic. ni.491; Cron. p. 34; FI. It. exsicc. n./225;;, Bes-2Saesap o
p290fr43 cedvin Bull:SSoc +Bot. Hall 1003; (p1338ì
Rara negli Euganei dove fu raccolta nei luoghi umidi presso il Castel-
letto di Torreglia (Fiori! V 1896) e più frequente in pianura sopratutto
nelle colonie microtermiche a fondo torboso, cioè a Piombino Dese al
Palù! presso Fontaniva lungo il Brenta! a Camposampiero presso Fratte
alle Fontane bianche! ad Onara! Abbazia Pisani! ecc. non che nei luoghi
erbosi ai Prati Arcati presso Padova (Bizz.!) e nelle paludi lungo il
Brenta presso Corte! Indicata la prima volta dal Romano (1823).
194. C. glauca Murr. Prodr. stirp. Gott. p. 76 (1770) = C. lacca
Schreb. (1771) = C. recurva Huds. (1778) etc. — Ciliegi
p.. 137 eV; p.. 37; Ic. n. 494;0)Cion. p. 34; Bés. Sace noe
145, 162°%ed tin Bull. Soc. Bot. Ital. 1903, p.. 338.
Comune nei luoghi erbosi o boscosi, lungo le vie ed i fiumi, do-
vunque in pianura ed in collina nelle tre seguenti sottospecie o forse
soltanto varietà o razze di un tipo grandemente polimorfo :
I. C. glauca Murr. subsp. euglauca Asch. et Graebn. Syn. II, 2,
SSR
— 191 —
p. 135 (1902-04). — Indicata la prima volta dallo Zannichelli per il
distretto Euganeo (1730), vi è comune su qualunque ‘natura di suolo,
compresi i marnosi, e ritrovasi pure a Padova lungo il fossato di Prato
della Valle (P. A. Sacc.! 1862) e nell’Orto bot. (Sacc.), a Ponte di
Brenta nella villa Giovanelli! nelle paludi di Camposampiero! di Onara!
Abbazia Pisani! tra Cittadella e Fontaniva! ecc. È il tipo nordico!
II. subsp. C. erythrostachys Hoppe in Linnaea XIII, p. 63 (1839) -
pr. sp. — Mura di Padova (Zanard.! 1828) e precisamente in quelle di
contro la via Citolo da Perugia (passa alla precedente!) e nei C. Euga-
nei sul M. Ventolone!
III. subsp. ‘C. cuspidata Host; Gram, Austr..I, p: 71),t:.97 (1301)
pr. sp. — C. Euganei presso Galzignano (Fiori!). Fa passaggio alla C.
serrulata Biv. (cfr. Fl. It. exsicc. n. 749), che è la forma più largamente
sviluppata nei territori circummediterranei e sopratutto in quelli insulari.
195. C. Michelii Host Syn. pl. p. 507 (1797). — Cfr. FI. An. d’It.
ep: 539; dc.n, 501; Cron. p.35;*ElL lie essiccgeaz4
Indicata la prima volta dal Beggiato per gli Euganei (1833), quindi
di Saonara (Melo ex Martens), e, senza /abzfat precisato, dal Trevisan,
Visiani e Saccardo ecc. sembra essere specie rara e meritevole di con-
ferma. Compare in una « Addenda » manoscritta del Romano in calce
alla 3* ed. delle « Piante Fan. Euganee » in una copia posseduta dal-
l’Orto bot. di Padova.
196. C. silvatica Huds. FI. Angl. p. 353 (1769). — Cfr. FI. An.
gli p. 140; Ic. n. 3503; Cron. pi. 35; Bég. Sage posa, gv edi
balli*Soc. ‘Bot: Ttal.10903; Pu. 339.
Frequente nei boschi e boscaglie dei settori silicei e calcarei del di-
stretto Euganeo presso Tramonte! nei monti Venda! Solone! Alto! sulle
colline delle Frassenelle! presso Torreglia (Fiori!) Abano presso lo sta-
bilimento Orologio (Fiori!) e più rara in pianura come a Ponte di Brenta
nella villa Giovanelli ed a Saonara nella Villa Cittadella !
197. C. distans L. Syst. ed. X, p. 1263 (1759) — Cfr. FI. An.
dI p:.140; Ie n. 505; Cron. p. 35} Bég: Sagg.p7.31) 1134-35 ed
ineBull' Soc. Bot. Ital. 1903; pi 339.
Comune nei luoghi umidi e paludosi, lungo i fossati ed i fiumi. Ve-
geta nell’ Orto botanico di Padova (Sacc.), nei dintorni immediati della
2199
città! a Vigodarzere presso la Certosa! a Saonara (Melo ex Mart.), a
Loreggia! nelle paludi tra Cittadella e Fontaniva ed in generale in tutte
le colonie microtermiche a fondo torboso della zona settentrionale della
pianura padovana! a Veggiano (Rom. mn.), attorno ai C. Euganei come
lungo i fossi di Abano! presso le Terme (Fiori !), a Montegrotto (Fiori!),
tra S. Pietro Montagnone e Tramonte! non che nelle paludi di, Arre
(Conselve !) e lungo il Brenta presso Corte! Indicata la prima volta dallo
Zannichelli (1730).
198. C. Hornschuchiana Hoppe in Flora VII, p. 599 (1824). —
Cfr. UEl An.sd'It.d, patrzo et (Cron-p.' 35 (Ut var na
Scoperta nei prati torbosi ad Abbazia Pisani dal Fiori (23 V 1898)
ed indicata di Villa del Conte dal Bolzon (in Bull. Soc. Bot. Ital. 1899
p. 135), è frequente nelle colonie microtermiche a fondo torboso della
parte settentrionale della pianura padovana, ed io la raccolsi negli anni
1909-1910 ad Abbazia Pisani, a Piombino Dese al Palù, ad Onara, a
Camposampiero frazione Fratte nel luogo detto Fontane bianche!
199: C. ‘extensa ‘Good: in Trans. Linn. Soc: Xp ig)
Cfr Fl AnvetIti.I pira; Ie. n. 5065, Cron piaga
ri:\235; Béo:«“Sagp.p. ‘30; 10, 136 ed in Bull. Soci Bora
P. 339.
Segnalata la prima volta «in humidis et paludosis, circa thermas
Aponitanas Patavij...» dal Bauhin (Th. bot. p. 110), vi è tutt'ora co-
mune e ve la raccolsero Zanardini! Parolini e Montini (ex Bert. FI. It. X,
p.. 101), P. A. Saccardo! Fiori! Ugol.! ecc. Cresce anche: attorno alle
terme di Montegrotto (Fiori!) e di queste due stazioni, ben note per le
colonie alofile, distribuii saggi nell’ Essiccata sopra citata. Cresce anche
nelle valli salse di Piove (Fiori!).
Varia per le spighette femminili ravvicinate e globose e, negli indi-
vidui più sviluppati, per le spighette distanti, più lungamente pedunco-
late, cilindriche, corrispondenti a C. nervosa Desf.: estremi congiunti da
tutti i possibili intermediari.
200: G.:flava .L. Sp. pl. p. (975 --(1753). — Cirene
pior4i el Vasp-38; Tecn. 508:Cion.vp135;
Piuttosto rara e fin qui trovata solo nei fossi ad Abbazia Pisani
(Fiori! 23 V 1898) e da me nel V IgIo, a Piombino Dese al Palù nel
193. -
VI 1909, nelle paludi tra Cittadella e Fontaniva nel Maggio pure di
quell’ anno. Indicata la prima volta dal Romano (1823), recentemente il
Bolzon (in Bull. Soc. Bot. Ital. 1910, p. 77) ha segnalato S. Martino di
Lupari una var. elatior Anders. che Ascherson e Graebner (Syn. II, p. 202)
riferiscono a forma di C. Oedert.
201. C. lepidocarpa Tausch in Flora XVII, p. 179 (1834) = C.
lava .b.. lebidocarba Godr. Fl. Lorvr. UI, pi 118 (1843). E Oederi
le)
B zeajor Bock. Verh. Bot. Ver. Brand. III-4 p. 285 (1862).
Con la precedente nelle paludi tra Cittadella e Fontaniva! con la
seguente nell’alveo del Brenta presso Fontaniva!(V. 1901), nonchè nelle
| paludi torbose presso Onara (V 1910) ed Abbazia Pisani (VI 1910)! Esat-
tamente intermedia fra la precedente e la seguente ed ora riferita a va-
rietà della prima, ora della seconda, la mantengo in attesa di ulteriore
esame al rango di specie.
202. C. Oederi Retz. ex Ehrh. Beitr. VI, p. 83 (1771) = C. flava
BuiOcder: Lar. ‘et DC: ‘Fl. Franc. (TIL:p.i ier(1305)— Ciriani
cli I-*p..p4let Cron:-p: .35-(ut var Cia) Boo \Sasnsipeoa
cop Bull..«Soe.Bot.'Ital.rr003,D:*340
Indicata la prima volta per i dintorni delle terme di Abano e Mon-
teortone dal Pollini (1817, sub C. /lava/), è certo questa entità come
egli ammise in seguito nella /7. Ver. III, p. 77 (1824). Vidi saggi degli
Euganei (Meneghini! in Hb. Centr.), M. Venda (Spranzi!), nei fossi ad
Abbazia Pisani (Fiori! V 1898) dove pure io ve la raccolsi, nelle paludi
lungo l’alveo del Brenta presso Fontaniva!
203. C. Pseudo-Cyperus L. Sp. pl. p. 978 (1753). — Cfr. FI. An.
cell perg r;ole.*n-50097 Cron: p. 36:
Rarissima. Raccolta lungo i fossi nelle valli di Piove (Fiori!) e da
me lungo i fossati di Camposampiero frazione Fratte in contrada Fon-
tane bianche! Comunicata dall’ab. Melo al Martens (1838) dei fossati
presso Jettoli (dove?), fu indicata pel Padovano dal Trevisan (1842).
204. C. rostrata Stok. in With. Arr. ed. 2, II, p. 1059 (1787)
= C. ampullacea Good. Trans. Linn. Soc. II, p. 207 (1794). — Cfr.
bisna:dilt=t,per4t:r leon. 510; -Crondipaaoh
Indicata, senza 4abditat precisato, dal Trevisan (1842), essa compare
194 —
in una « addenda » manoscritta del Romano posta in calce ad una co-
pia della terza edizione (1831) delle sue « Piante Fanerogame Euganee
» posseduta dall’ Orto bot. di Padova. La raccolsi recentemente (15 V
1910) nelle paludi torbose presso Onara!
205.6. vesicaria L. Sp. pl. .p. 979 (1753). — (CEBrAaiogesi
pi 152;-Ic. n.511; Cron.p. 36; Bég. Sage. p.isre ge ieai
SocamBot. Ital, 1003, ips4 840.
Indicata la prima volta per l’ Orto agrario di Padova da L. Ar-
duino (1807), fu raccolta nel Padovano (Montini!) ad Arlesega (Cont.!),
lungo i fossi tra Battaglia e Galzignano! e presso il laghetto di Santa
Orsola !
206. .C. riparia Curt. Fl..Lond. IV, .t.60(c. \i7389) =
Ehrh. (1789) = C. plumbea W. (1805). — Cfr. FI. An. d'It. Ipiaz>;
Ten. 512%; Cron, p. 36; Bég. Sage. p. (31; 134-335 edera een
BotItal=*r003;p340:
Comune lungo i fossati, nelle paludi ed attorno ai bacini lacustri
della pianura padovana e circumeuganea. Cresce nei fossi presso Padova
(Fiori! Bizz.!), a Saonara (Melo ex Mart.), nella zona termale (Beggiato
sub C. crassa) e precisamente ad Abano (Sacc.! Bizz.! e Fiori! sub C.
paludosa), tra Battaglia e Galzignano! tra Monteortone e Tramonte! nelle
paludi tra Monselice ed Arquà Petrarca! Indicata la prima volta dal Pon-
tedera (1718).
207. C. acutiformis Ehrh. Beitr. II, p. 43 (1788) = €. paludosa
Good. Trans. "Linn. Soc...II, p.. 202 (î7904). — Cir. ela
p. 142 e Cron. p. 36 (ut var. C. ripariae).
Indicata, senza /abifat precisato, dal Romano (1823), Trevisan (1842)
e per gli Euganei dal Beggiato (1833), ne ebbe saggi dell’ agro pado-
vano dal Visiani il Bertoloni (Fl. It. X, p. 140). Non ne vidi sin qui
saggi della provincia, qui avvertendo che quelli determinati dal Bizzozero,
Fiori ecc. vanno riferiti per certo a C. rifaria Curt.
208, ‘G. ‘hirta ‘L. Sp. pl. p.-9075 (1753). — Cfr REA gRoIrE
pi 142; Ic..n.:515,; Cron. p, 36; Bée. Sagg. pi.3r edi abbaia
Bot. Ital. 1903, p. 340.
Comune nei luoghi umidi ed ombrosi, lungo i fossati, i fiumi e le
— 1959 —
sicpi e nei prati paludosi, sia in pianura che in collina e su qualunque
suolo. Cresce negli Euganei sui monti Ricco e Pendice (Bizz.!), sul C.
di S. Daniele (Fiori!), presso Monteortone e Battaglia! nei dintorni di
Padova a Ponterotto (Fiori!) e fuori Porta Portello ! lungo il Bacchiglione
al Bassanello! nelle arene della rotta del Brenta presso S. Margherita! ed a
Ponte di Brenta! a Saonara (Melo ex Mart.), ad Arre presso Conselve!
e nella zona settentrionale della pianura a Piombino Dese al Palù!
S. Martino di Lupari! Abbazia Pisani! tra S. Pietro in Gù e Carmignano
di Brenta! a Veggiano (Rom.! in Hb. Cont.) ecc.
Per ragioni fitogeografiche mi sembra siano da escludere C. limosa
e C. schoenoides (Romano), C. stellulata (Beggiato e Trevisan), C. hu-
milis e C. canescens (Trevisan), indicate senza /adzfa? precisato e di’ cui
non vidi saggi, nè raccolsi altre più precise notizie nella bibliografia
della Flora Padovana.
Della Fam. delle Palme sono coltivate Chamaerops humilis L. sem-
pre però al riparo durante l’ inverno e Ch. [ Zrackycarpus] excelsa Thunb.
che vive anche in piena aria.
Fam. VIII. TYPHACEAE
GEN. 85. Typha (Tourn.) L.
209. T. minima Funk in Hpe Bot. Tasch. p. 118, 181 (1794)
a angustifoha. 3 L:(1763) = 7. minor-Sm- (1805) =. Cie EL
Mmmnbed d'Ht..I pi 312;glc. n 1o17:; (Cronspagza:
Qua e là nel padovano, donde fu indicato la prima volta dal Ro-
mano (1828). Vidi saggi « ex planitie patavina » (Zanard.! 1827).
— 264 —
GEN. 168. Kochia Roth.
— K. scoparia (L. sub Cheropodio) Schrad. Neues Journ. III, 3-4,
p..(85: (1809). — «Cfr. FluAn.*dIt. Tp. 313;Ic. n osano
Sagg. p. 186.
Coltivata e resasi qua e là subspontanea, fu indicata dall’ Anguillara
(Sempl. p. 290). Vidi saggi del padovano (Zanard.!), di Abano al Mon-
tirone (Spranzi!) ed è indicata come coltivata di Veggiano (Rom. mn.),
avventizia dell’ Orto botanico di Padova (Sacc.), del cortile del Seminario
Vescovile! e presso la porta S. Giovanni (Ugol.!).
421. K. hirsuta (L. sub CRenopodio et Salsola) Nolte Novit. Fl. Hol-
Sat. ‘pi ‘24 (1826); <= Cfr FliSAn:*d'It. I p.'314 Jean
DB:
Non ancora segnalata da nessuno, fu da me scoperta nel 1898 nei
terreni salati a tipo di barena delle valli salse di S. Margherita e qui
per la prima volta indicata.
Fu pure elencata dal Trevisan e da altri K. arenaria Roth, specie
decisamente arenicola che è assai improbabile cresca nel padovano, man-
cando arene marittime nella zona Lagunare. Merita però di essere ul-
teriormente ricercata nelle arene del basso corso del Brenta.
GEN. 169. Polycnemum L.
422. P. arvense L. Sp. pl. p. 35-(1753). — Cfr. Eine
Pais le. n (rozo Cron. pi. Sai
Raro e scarsamente osservato. I soli saggi da me visti provengono
dagli Euganei (Zanard.!). Indicato la prima volta dal Romano (X 1828)
insieme ad una var. recurvum (Guss.).
GEN. 170. Salicornia (Tourn.) L.
423. S. herbacea L. Sp. pl. p. 5 (1762). — Cfr. FI. An. d’It. I,
pi 316; den 1030; Cron. p.,80;/9a08. P. 39; Toti
Indicata con sicurezza la prima volta « prope fontem thermalem Do-
TANG
mus novae » dal Vandelli (1761) - stazione riportata in seguito dal Pol-
lini (1816 e 1822) - per le terme di Abano dall’ Andrejewsky (1831) e
dal Martens (1837) e per la zona termale in genere dal Da Rio, Fo-
scarini, Trevisan ecc. È certo però che, attualmente, la specie non vive
in nessuna di queste località ed invece trovasi su larga scala nei terreni
più umidi e salati a tipo di barena del distretto Lagunare e specialmente
nelle valli salse di S. Margherita e di Codevigo!
424; S: fruticosa. E. Sp. pl‘ p.\3 (1762)---—“Cir Bic Anas
Pagine TV p.65; lc. ne 10351; Cron. p.) 80; Blade essi 40;
Non ancora segnalata per il padovano, ma largamente distribuita
nei terreni salati ed umidi a tipo di barena del distretto Lagunare, dove
io la raccolsi in grande copia!
GEN. 171. Salsola L.
4255 S-(Soda,L:.Sp..pl.-.p. 223; (1753). JCfra FLO An aAe 4
begrS: le. na.r038 7, Cron. p. .S1.
Non ancora segnalata per il padovano, cresce su larga scala nei
terreni salati ed umidi a tipo di barena del distretto Lagunare e special-
mente nelle valli salse di S. Margherita e di Codevigo!
GEN. 172. Suaeda Forsk.
426. S. maritima (L. sub Cheropodio) Dum. FI. Belg. p. 22 (1827). —
frerloAni dI. I \pi319 Ich 1041; Cron; pass
Non segnalata sin qui per la provincia, cresce in abbondanza nei
terreni umidi e salati a tipo di barena del distretto Lagunare, dove io
la raccolsi in abbondanza, specialmente nelle valli salse di Codevigo e
di S. Margherita!
— 266 —
Fam. XXXIII. AMARANTACEAE
GEN. 173. Amarantus (Tourn.) L.
427. A. retroflexus L. Sp. pl. p. 991 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
IP..9215 dle. ©. 1046, Cron. p. (S1ry Sagp.rpilgo or
Frequente nelle stazioni ruderali, nei campi abbondanti, lungo le
vie ecc. come a Padova presso l’ Osservatorio astronomico! nell’ Orto
botanico (Sacc.), nelle macerie presso la città (Fiori!), nei binari presso
la stazione di S. Sofia e presso I’ Ospedale civile (Ugol.!), negli Euganei!
(anche Mayer sec. Bert. Fl. It. X, p. 192), lungo le vie presso Monte-
1grotto (Bizz.!), Codevigo! ecc. Indicato la prima volta dal Romano (1828).
428. A. silvester Desf. Tabl. Hort. Par. ed. 1%, p. 44 (1804). — Cfr.
Fi An. d'It-I,p.1322 et.Cron.!p. 82 (ut'.var.t4. 97264624006)!
Comune in tutta la provincia, dove fu segnalato la prima volta dal
Trevisan (1842). Cresce anche negli orti presso Padova (Fiori!), nei fossi
lungo la via tra Piove di Sacco e Codevigo! ecc.
429. A. albus L. Syst. ed. 10°, p. 1268 (17509). — Cfr. FI. An. d' It
IRED33 22: ro5 iL Cron. pois2:
Qua e là ma, a quanto pare, sporadico e con carattere di specie
avventizia: presso Padova (Zanard.! 1827), lungo i binari della ferrovia
di Padova-Abano ecc. (Ugol.! ed in Malpighia XI [1897]; Bolzon Suppl.
p. 501), negli Euganei (Dal Rio, Beggiato ecc.). Indicato la prima volta
dal Romano (1831).
430. A. adscendens Lois. Not. p. 141 (1810) = A. B4fum et A.
viridis Auct. Fl. Pat. — Cfr FI. An. d’It. I, pi322 Meo
Cron. 82.
Comune lungo le vie, presso le abitazioni, nei luoghi incolti ecc.
Cresce anche nell’ Orto botanico (P. A. Sacc.; Bizz.!), negli Euganei
(Mayer ex Bert. Fl. It. X, p. 188, sub A. 20), tra Piove di Sacco e
Codevigo! a Veggiano (Rom. mn. - che fu il primo ad indicarlo da noi
fin dal 1823).
— 267 —
431. A. deflexus L. Mant. II, p. 295 (1771) = A. prostratus Balb.
(#804-06). — Cfr. FI. An, d*It. I p..3 I
22°
II
CmEMO94 Cron ps 82.
Comune col precedente sopratutto nelle stazioni ruderali. Cresce
anche a Padova lungo le vie della città! (anche Montini sec. Bert. FI.
It. V, p. 191; Fiori! Ugol.! ecc.), nei dintorni della città, nell’ Orto bo-
tanico ecc. Indicato la prima volta dal Romano (1823, sub A. prostrato).
Questi elenca inoltre A. spicatus (= A. panzeulatus L.?), ed A.
caudatus L., specie certamente coltivate e trovate subspontanee nell’Orto
bot. di Padova (Sacc.). In tale condizione fu pure dal Saccardo segna-
lata l’ Alternanthera paronychioides St.-Hil.
Fam. XXXIV. PHYTOLACCACEAE
GEN. 174. Phytolacca (Tourn.) L.
432. Ph. decandra L. Sp. pl. p. 631 (1762). — Cfr. FI. An. d’It.
[p324; Je.n. 1058; Cron. p. 82; Sass. pi 186.
Coltivata e qua e là inselvatichita nella pianura padovana dal primo
quarto del secolo scorso (ex Hb. Zanardini!) ed indicata fin dal 1823
dal Romano, che nel Mn. della Flora Euganea la elenca di Veggiano.
La vidi pure qua e là subspontanea negli Euganei (a Schivanoia: Ugol. !)
ed a Padova presso le mura di S. Massimo!
Fam. XXXV. CACTACEAE
GEN. 175. Opuntia (Tourn.) Mill.
433. 0. vulgaris Mill. Gard. dict. ed. 8%, n. 1 (1768) = Cactus
Opuntia nana DC. PI. grass. sub tab. 138 = O. rana Vis. (1852). —
CEFLANd'It. LI, pi327; der... 1006; CromMpaes4: agg. 391.90:
140, 186.
Largamente naturalizzata nel versante orientale degli Euganei tra
Montegrotto e Monselice ed io la raccolsi nei luoghi rupestri, aridissimi,
— 268 --
silicei del monte Oliveto sopra le cave di trachite, sul M. Croce presso
Battaglia, sul monte Sieva (anche Ugol.!) e sul monte Ricco! Segnalata
la prima volta dal Romano (1823, sub Cacfo Opuntia) e raccolta attorno
Monselice da Zanardini! e dal Romano stesso nel castello di Monte-
galda (Mn.).
Fam. XXXVI. PORTULACACEAE
GEN. 176. Portulaca (Tourn.) L.
434. P. oleracea..L. Sp. pl. p: 445.(1753). — Cie
Pi 9328; Ie. n. 10684 Cron,*p.084;Saggp.30:
Comune lungo le vie e nei luoghi calpestati, presso le abitazioni ed
i ricoveri per gli animali, nei coltivati e più raram. nei luoghi erbosi
e lungo i fiumi, su qualunque suolo. Cresce anche lungo le vie di Pa-
dova e nell’Orto botanico, dove fu trovata qualche volta avventizia la P.
grandiflora Hook. (Sacc.).
GEN. 177. Montia (Mich.) L.
435. M. fontana L. Sp. pl. p. 87 (1753) « minor C. C. Gmel. FI.
Bad. 1, p. 301.(1805). — ‘Cfr. Fl. An..d'It. IL piace;
Gron. p..84; Fl. It. exsice. n. 788; Sagg. p; 39, Soon i
Specie piuttosto rara nel padovano, dove fu indicata la prima volta
dal Trevisan (1842). Vidi saggi raccolti in un luogo umido presso S.
Pietro Montagnon (Bizz.! 25 IV 1877) e presso il Castelletto di Tor-
reglia (Fiori! V 1896 e sec. Bolzon in Bull. Soc. Bot. Ital. 1897, p. 55),
ed io la trovai nei luoghi stillicidiosi ai piedi del monte Rosso e preci
samente nel suo versante sett. (25 III 1902). Dispiega il comportamento
delle silicicole o gelicole esclusive!
x
Bio dtt otala
— 269 —
Fam. XXXVII. PARONYCHIACEAE
GEN. 178. Scleranthus L.
436. S-.‘annuus: L. Sp. ‘pl. p.-.406 (1753) — Cfr: Bi Ani dI
paizzzce IM po6075 Ici. 1070).Cron.» p: 85: Sao ipo Ton.
Frequente nelle stazioni arenose e xerofile del distretto Euganeo,
dove esplica il comportamento delle silicicole esclusive. Vidi saggi degli
Euganei (Zanard. !), dei coltivati presso Pendice (Bizz.! Ugol.!), dei monti
Rua e Madonna! del monte Venda (Cont.! Ugol.!), presso Torreglia e
sul monte Sieva! sul monte Lonzina! Crescerebbe anche in pianura ad
Arlesega (Cont.!). Fu indicato la prima volta dal Romano (1828).
GEN. 179. Herniaria (Tourn.) L.
437. Hi cglabra °L- Sp: pl p..218*(1753). = Cir FI Ande
bee235 cin 10877 Cron p. 85.
Rara od almeno scarsamente osservata. Fu indicata dal Romano,
Trevisan ecc. ma senza habitat circostanziato. Essa crescerebbe sulla rocca
di Monselice (Rom. Mn. FI. Eug.) e sarebbe stata raccolta dal Beggiato
sul monte Sieva (Rom. Mn. PI. Eur. I, p. 193). Fu indicata la prima
volta dallo stesso Romano nel 1831.
438. H. hirsuta L. Sp. pl. p. 218 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I,
pii335; Cron. p.:335 (ut var. 7. e/abrae);'Sagg. po 39,101.
Frequente nelle stazioni xerofile a substrato siliceo del distretto
Euganeo, come sui monti Madonna! Cero! ecc. Cresce anche a Veg-
giano (Rom. mn.), ad Arlesega (Cont.!), nell’Orto botanico di Padova
(Sacc.). Indicata la prima volta dal Romano (1823), il Trevisan (1842)
vi aggiunge anche la var. permixta (Jan.).
GEN. 180. Polycarpon Loefl. in L.
439. P. tetraphyllum (L. sub /I/o/ugine) L. Syst. ed. 10°, p. 881
Wo) 0 Cfr. FI. An dt. I, p.336;/Ic né 1001; Cron. p. 8654Sagg,
p. 40.
— 270 —
Indicato la prima volta per l' Orto agrario di Padova da L. Arduino
(1807), fu raccolto sulle mura della città (Zanard.! Cont.!), lungo le vie
(Spranzi! Fiori!), nell’ Orto botanico (Sacc.) ed io lo trovai, sempre abbon-
dante, nelle piazze del Santo, Castello, nella piazzetta di Ippolito Nievo,
presso la barriera S. Croce, negli Euganei presso Teolo; attorno al
lago di Arquà (De Ton. Bull. e Paol.).
Fam. XXXVIII. CARYOPHYLLACEAE
GEN. 181. Spergularia Pers.
440. S. rubra (L. sub Arezaria ; Wahlb. sub Lefzgoro) Pers. Syn.
I, p. 504,(1805). . — Cfr. FI. An.ed'It. 1, p.336 66h eo o!
n. 1043; Cron. p. 86; FliIt: exsicc. ;n..01259; Beo Sasso
edun Bull'“Soc. Bot; tal. 1903;p. 107, .
Piuttosto rara nei luoghi arenosi o sassosi a tipo xerofilo del di-
stretto euganeo, dove vegeta nelle cave di trachite di monte Oliveto presso
Montegrotto! sul monte Madonna! e sul monte della Zucca ? (Ugol.!):
sembrerebbe perciò dispiegare il comportamento delle silicole esclusive.
Corrisponde alla combinazione A. ru0ra o campestris L. (1753) = Sp.
campestris Aschers. (1859) e fu indicata, sotto il nome di Arenarza rw-
bra, la prima volta dal Romano (1823).
441. S. atheniensis Aschers. ap. Schweinf. Beitr. z. Fl. Aethiop.
p. 267 e 305 (1867) = Sp. rubra B atheniensis Heldr. et Sart..in Heldr.
Herb. graec. norm. n. 590 (1856). — Cfr. FI. It. exsicc. n.792 e 792b5.
Cresce nelle valli salse presso S. Margherita, dove la raccolsi nel
Giugno 1908 in forme ora volgenti a Sf. Di/enzi ed ora al tipo e quindi
di ardua circoscrizione. La pianta è però costantemente provveduta di
semi omeomorfi, cioè tutti completamente atteri.
442. S. Dillenii Lebel Rev. Sperg. in « Mém. Soc. Sc. Nat. de Cherb.
XIV, p. 43 (1869)» = Arenaria, Spergularia er Lepigonum rubrum,
medium et marinum Auct. Fl. Pat. quoad plantam prope fontes ther-
males nascentem. — Cfr. Bég. in FI. It. exsicc. n. 793 e 793Pi5; Sage. p. 41,
IIO-II, 113-14, 145=46, 151 ed in Bull. Soc. Bot. Ital., 1903, p. 167.
Re
— 271 —
Comune nei dintorni immediati delle sorgenti termo-minerali euga-
nee, dove fu segnalata pel primo dal Vandelli (1761) e raccolta od in-
dicata da quasi tutti quelli che in seguito vi erborizzarono. Cresce attorno
al Montirone di Abano (Poll., Mont. ex Bert., Andrejewskyi, Romano
ex mn., Rigo in litt., Zanard.! Spranzi! Fiori! Ugolini! ed io ve la rac-
colsi il Marzo ed Aprile 1902, il Maggio 1903 e 1908 e distribuii nella
Essiccata sopra citata), Monteortone (Poll., Bizz.!), Montegrotto (Poll.,
Mayer ex Bert.), S. Pietro Montagnon (in Hb. Pat.!) e presso le terme
di Battaglia! Vegeta pure nelle valli salse di S. Margherita !
443. S. marginata (DC. sub Arerzaria; Koch sub Zepigoro) Kitt.
Taschenb. FI. Deutschl. ed. 2%, p. 1003 (1844) = Arenarzia media Rom.
(1823) = .Spergularia media Trev. (1842). — Cfr. Bég. Sagg. p. 41,
ini Bull. Soc. -Bot. Ital.} 1903, p.167.ed.in FI It: exsice./n. 794 4794!
Localizzata nei luoghi argillosi e salati del distretto Lagunare, dove
fu raccolta nelle valli salse di Piove dal Fiori! (VI 1893) e da me nelle
valli salse presso S. Margherita! (VI 1908). Nell’ Erb. padovano trovansi
saggi delle terme di Abano (Spranzi!), dove fu pure segnalata dal Tre-
visan (1846): ma tale %adifat, come già dissi alirove, è incriminabile ed
in ogni caso attualmente la specie non vi cresce.
GEN. 182. Spergula (Rupp.) L.
444. S. arvensis L. Sp. pl. p. 440 (1753). — Cfr. FI. An. d'’It,
JXp:0239; Tex; 1094; Cron. p.-86% Trev. Prospp.rstbeo#Rraspsig:
Indicata pel padovano dal Trevisan (1842), essa sarebbe stata raccolta
presso le terme di Abano dall’ Andrejewsky (1831), ma dubito trattarsi
x
di scambio con qualche forma di Spergularia rubra che vi è comune.
Tuttavia non è improbabile l’ esistenza di questa specie in provincia ed
in attesa di conferma ve la mantengo.
GEN. 183. Sagina L.
445. S. procumbens L. Sp. pl. p. 128 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
lepaz4o0:eÌV;p. 68: Ie n.--1096;. Cron. p.i.96# El. exsicc. 190905
So p. 4T, TI0.-
Comune lungo le vie e nei luoghi calpestati, sui muri e presso le
— 272 —
abitazioni, non che nelle stazioni erbose ed ombrose e negli stessi bo-
schi, sia in pianura che in collina e su qualunque suolo. Cresce a Pa-
dova nell’ Orto botanico! e lungo le vie e mura della città (donde fu in-
dicata per primo da P. Arduino [1764] e raccolta da Zanard.! Cont.! Poll.
Fiori! e da me in parecchi luoghi e sopratutto nella piazza del Duomo,
donde la distribuii nell’ Essiccata sopra citata), presso Battaglia (Mayer
ex Bert.), a Teolo! nei boschi di monte Pendice e di monte Rua presso
l Eremo! nei castagneti di Schivanoia (Ugol.!). Il materiale da me esa-
minato riproduce tutto l'x corollina Fenzl in Led.
446. S. apetala Ard. Animadv. bot. spec. alt. p. XXII (1764). —
Cfr. Fl. An. .d’It. I, p. 340 et Cron. p. ‘86 (ut var. 15. Procembentes)
Bée.in ‘FlIt.exsice. in. 797,797 E e 798; Sapg! piau o
146, I51,.ed in Bull. «Soc. ‘Bot. Ital.; 1903; p..255%
Comune nei luoghi erbosi, lungo le vie, sopra i muri e ruderi, sia
in pianura, che in collina e su qualunque suolo. Indicata la prima volta
dall’ Arduino (op. c.) « ubique in locis umbrosis, ruderatis urbis.... » pre-
sentasi nel padovano sotto le due seguenti varietà :
1. var. glabrata Schultz in Flora XXXII, p. 226 (1849). — Assai
rara e forse soltanto accidentale, la raccolsi. una sola volta a Padova presso
la stazione di S. Sofia!
2. var. ciliata Fries ap. Lily, Utk. till. en Svensk. Flora, ed. 3?,
p. 713 (1816) - pr. sp. — Comune lungo le vie della città (Zanard.!
Bég.!) e nello stesso Orto botanico! (donde la distribuii nel n. 798 del-
l’ Essiccata sopra citata), al Montirone di Abano presso le sorgenti ter-
mali! e sul monte Ricco presso Monselice! Varia per essere pianta ora
(0. vulgaris Rouy et Fouc.) quasi eretta ed ora (8 minor R. et F.), spe-
cialmente nei luoghi calpestati, più o meno depressa e cespugliosa. Ed è
a questa varietà (o sottospecie ?) che devono riferirsi quasi tutte le indi-
cazioni di ,S. afetala dei botanici padovani.
GEN. 184. Alsine (Tourn.) L.
447. A. tenuifolia (L. sub Areraria) Crantz Inst. II, p. 407 (1766).
e Ieri: \dUt.( Ip. 322- eV 69}; eda 1100; Cronpss7;
Sagg. pro 01; 123; (51)
Comune nei luoghi erbosi, sopratutto aridi ed arenosi, lungo le vie,
sui muri e caratteristica delle stazioni xerofile degli Euganei. Segnalata
— 273 —
la prima volta nel padovano dall’ab. Romano (1823), si presenta sotto
le due seguenti forme:
1. 2. typica. — Padova nell’ Orto botanico e nelle vie adiacenti!
(anche Fiori!), sulle mura della città! (anche Zanard.! Cont.! Ugol.!) e
nei dintorni (Bizz.!), tra Ponte S. Nicolò e Saonara! tra S. Pietro in Gù
e Carmignano di Brenta! Veggiano (Rom. mn.), Abano al Montirone !
(anche Ugol.!), Galzignano (Fiori!) ed in tutti i colli su qualunque suolo!
Avventizia sugli alberi capitozzati (Ugol.).
2. var. arvatica (Presl sub Arerzaria; Guss. sub A/sire) Cald. in
Nuov. Giorn. Bot. Ital., XI, p. 340 (1879). - Col tipo sulle mura cittadine
presso S. Massimo ed il Campo di Tiro!
Deve essere cancellata dalla Flora Padovana A. fastigiata Bab. indi-
catavi dal Trevisan (1842), se pure egli non intese riferirsi alla var. a7-
vatica, cui la vera A. fastigiata ricorda nell’ abito.
GEN. 185. Arenaria L.
448. A. serpyllifolia L. Sp. pl. p. 423 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
iip:344.e/IV, p.70; lc. p. 1155; Cron. p.. 87; Bee. im RI. Itaeasice
n. 253; Sagg. p. 41 ed in Bull. Soc. Bot. Ital., 1903, p. 256; Williams
in Journ. Linn. Soc. XXXIII, p. 565.
Comune nei luoghi erbosi aridi e caratteristica delle stazioni xerofile
intercalate nella macchia o nei boschi, sui muri e lungo i fiumi, sia in
pianura, che in collina e su qualunque suolo. Indicata pel primo dal Ro-
mano (1823), si presenta sotto le due seguenti varietà :
I. o. scabra Fenzl ap. Led. FI. ross. I, p. 369 (1842). — Vegeta
a Padova sulle mura di S. Massimo! negli Euganei a S. Daniele (Bizz.!),
ai piedi del monte Ventolone! tra monte Rua e monte Venda! nel chio-
stro di monte Venda (Ugol. !), nei campi tra Cittadella e Fontaniva!
2. var. viscida Lois. Not. p. 68 (1810) - pr. sp. = A. ser). var.
viscidula Roth (1827), glutinosa Koch. (1837) ecc. — Nei campi tra San
Pietro in Gù e Carmignano di Brenta! nelle arene del Brenta presso
Fontaniva! sulle colline delle Frassenelle presso Bastia! negli erbosi della
macchia mediterranea sul versante meridionale di monte Rosso! (donde
la distribuii nell’ Essiccata sopra citata).
A. serpyllifolia è inoltre indicata dell’ Orto botanico (Sacc.), di Veg-
giano (Rom. mn.), delle colline attorno al lago di Arquà (De Ton. Bull.
e Paol.), delle colline marnose presso Teolo (Pan.) ecc.
pra
449. A. leptoclados Guss. FI. sic. syn. II, p. 824 (1844) = A.
serp. var. leptoclados Rchb. (1842) = A. serp. var. tenuior M. et Koch
in Roehl. (1831) et tunc A. Zernzior Girke (1899), sed nom. incongruum
= A: serpyllifolia: Avceti Fl. Pat. pr. p. Cir. Beg= Sace
, 162; in. Bull... Soc.#Bot.. Ital, 1903; p. 250 edigio:
Più comune della precedente e nelle stesse stazioni, ora da sola, ora
associata. Cresce a Padova nell’ Orto botanico! lungo le vie della città
e sulle mura! (anche Zanard.! Fiori!) lungo il Brenta presso Vigodar-
zere e Corte! nei coltivati fra Cittadella e Fontaniva! tra S. Pietro ‘in
Gù e Carmignano di Brenta! negli Euganei, sulla rocca di Monselice e
nel vicino monte Ricco! sul monte Ventolone! tra monte Rua e monte
Venda a circa 400 m.! presso le sorgenti termali di Abano! (anche Ugol.!)
sul monte Sieva! sul monte Oliveto (Ugol.!), presso Teolo ed alle Fras-
senelle nei dintorni di Bastia! Consociata alla precedente vegeta pure
nelle stazioni xerofile del versante meridionale di monte Rosso, donde
la distribuii nell’ Essiccata sopra citata. Tutto il materiale da me esami-
minato deve riferirsi alla var. viscidula Rouy e Fouc. più o meno bene
caratterizzata. Le culture da me istituite nell’ Orto botanico di Padova
mi hanno dimostrato la costanza dei caratteri di questa entità, la quale
perciò mantengo al rango di specie.
GEN. 186. Moehringia L.
450. M. trinervia (L. sub Arezarza) Clairv. Man. Herb. p. 150
(1810). — Cfr. FL An. d'It..L-p.‘346; Ice. n. 1125; Gone
liiexsice»n.04355 ‘Sage np. 41, 05, 0110.
Comune nei boschi e lungo le siepi e non raramente sui tronchi
degli alberi capitozzati. L’ ho raccolta negli Euganei presso Torreglia,
sui monti Sengiari, Rua, Alto, Madonna, tra Villa di Teolo e Teolo,
ed in pianura nel parco della villa Wollemborg a Loreggia. Vegeta
anche a Tramonte (Rom. mn.) e nell’ Orto botanico!
Segnalata pel primo dal Romano (1823), il quale indica, come pure
Trevisan (1842) ed altri, la M. muscosa L. che io mai raccolsi, nè vidi
saggi di provenienza padovana. Essa sarebbe stata trovata dal Beggiato
sul monte Venda (Rom. Mn. PI. Eur. I, p. 302).
— 209 —
GEN. 187. Stellaria L.
451. S. nemorum L. Sp. pl. p. 421.(1753). — Cfr. FI. An. d’It.
lena 485 e 1V pi 71 lei) note.) Cron. pio 88
Indicata la prima volta dal Trevisan (1842), vidi nell’ Erb. Centrale
saggi provenienti dagli Euganei, dove sarebbero stati raccolti nel 1846
dal Kellner: saggi che però non esistono nel suo Erbario. Manca certo
in pianura, ma non è improbabile vegeti nel distretto euganeo, dove
deve essere assai rara e localizzata.
452. S. media (L. sub A4/sire) Cyr. Char. Comm. p. XXXVI (1784) -
Sbaffo Fio Ani d'IeI) p.' 348 INA pirlo ni >rtr20 Cron:
p. 88; Bég. Sagg. p. 4I, 92, 145-46, 154, 158, 185 ed in Nuov. Giorn.
Barsttal5 ni ser. XVI fasc. 3°'e'3% (1070).
Comune dovunque, ma sopratutto in prossimità delle abitazioni umane
e dei ricoveri degli animali, nelle macerie e lungo le siepi, nel margine
dei boschi, non che nei luoghi calpestati e spessissimo arboricola sui
Salix e Morus capitozzati. Variabilissima, presentasi sotto le seguenti
sottospecie e forme:
I. S. media (L.) Cyr. subsp. typica.
Ho riscontrato le seguenti varietà :
1. var. &richocalyx Trautv. in Act. Hort. Bot. Petrop. V, 2, p. 415
(1878). — È la varietà forse più comune e riscontrasi dovunque nella
Provincia: distribuita nel n. 529* della « Flora Italica exsiccata » del-
l'Orto botanico di Padova. Presentasi con i sepali larghetti ed ottusi od
anche (f. Rirsutiuscula Nob. = S. med. v. hirsutiuscula Strobl) stretti
ed acuti in pianta a semi per lo più acutamente tubercolati lungo il mar-
mnentefr, FI, .Itexsice. Li. .‘1262”
2. var. subgymnocalya Bég. in l. c.
Con la precedente e spesso con forme di transizione di dubbio ri-
ferimento.
g. var. gymmnocalyx ° Trautv. in Act. -Hort.! Bot. Petrop.\I, 1,
p. 33 (1871). — Più rara delle due precedenti e da me riscontrata tipi-
cissima nel cortile della R. Scuola Normale Femminile di Padova. Cfr.
bislts(exsito; mn. 1262: d;
4. var. maxima (Schur) Gùrke in Richt. PI. eur. II, 2, p. 204
— 276 —
» della « FI. It. exsicc. » dei dintorni delle
(1899). Distribuita nel n. 529
sorgenti termali del Montirone di Abano!
5. var. hiemalis Bég. in l. c.
È una variazione sopratutto stagionale distribuita nel n. 529 © della
« FI. It. exsicc. » da pianta crescente nel R. Orto Botanico di Padova!
6. var. si/vatica Wirtg. Fl. preuss. Rheinl. I, p. 308 (1870).
È una variazione dei luoghi ombrosi, distribuita nel n. 1262? della
«FI. It. exsicc. » da pianta crescente spontaneo nel bosco del R. Orto
botanico di Padova.
7. var. dolichopoda Bég. in l. c.
Variazione anch’ essa nemorale e distribuita con la provenienza di
cui sopra nel n. 1262 “2 dell’ Essiccata citata.
8. var. subapetala Bég. in l. c.
Frequente sopratutto nelle fioriture più precoci in varie località di
Padova e specialmente lungo la Riviera Albertino Mussato e presso le
Caserme di Prato della Valle (Piazza V. Emanuele).
II. subsp. S. neglecta Weihe in Bluff et Fingerh. Comp. FI. Germ.
ed Mi pi 5001825) — pr. Sp.
Frequente nel margine dei boschi e lungo le siepi ombrose e umide
degli Euganei. Cfr. « FI. It. exsicc. n. 530».
III. subsp. S. pallida (Dum sub A/size) Piré in Bull. Soc. Bot. de
Bele= IL p-d3 (1863)= pr. sp:
Frequente a Padova lungo le vie in forma pigmea, microfilla corri-
spondente alla tipica pianta quale fu intesa dal Dumortier e dal Piré ed
alla S. Boracana Jord. quale fu da me distribuita nel n. 533 ® della « FI.
It. exsicc. » da pianta crescente in via Aristide Gabelli - ed in una forma
assai sviluppata, macrofilla, corrispondente alla var. intermedia (Rouy et
Fouc.) Giirke in Richt. e che distribuii nel n. 533? della Essiccata so-
pra citata da pianta crescente lungo le vie presso il Seminario Vescovile :
ambedue dovunque comunissime, con numerosi intermediari e costante-
mente apetale e tali rimaste anche dopo prolungata coltura. La seconda
la raccolsi pure lungo le vie di Cittadella!
IV. subsp. S. apetala Ucria PI. Linn. op. add. in Roem. Arch. I,
I, pir08X(1796) — pr. ‘sp.
Con la precedente e spesso nelle stesse stazioni entro la città di
Padova. Varia parallelamente in una forma evoluta corrispondente alla
var. major (Rouy et Fouc.) Bég. ed in una forma assai ridotta, micro-
filla, ambedue distribuite nei num. 532% e 532 da pianta crescente nel
tratto di strada che dall’ Orto botanico conduce in piazza del Santo (An-
tonio). Completamente apetale e tali mantenutesi anche dopo lunga. col-
"
— 277 —
tura, differiscono dalle precedenti principalmente per il calice glaberrimo,
spesso constatandosi negli individui più evoluti tendenza alla glabrizie
negli internodi superiori del fusto.
Per la variazione del numero degli stami ed in generale per ulte-
riori dettagli sul sorprendente polimorfismo della specie, non che sul
valore sistematico delle varie entità elencate, in base anche alle prolun-
gate culture eseguite nell’ Orto botanico di Padova, rimando al mio
lavoro sopra citato in corso di stampa. Qui aggiungo che .S7. media ti
pica fu indicata la prima volta dal Romano (1823), le altre sottospecie
o forme da me dal 1904 in pol.
lO
453. S. graminea L. Sp. pl. p. 422 (1753). — Cfr. FI. An. d’It
Pen e340re1V; pi 71 Ic.-n--r130; Cron. p:0885 Bee Sasa tkpic4zi
po24I43, I76.ed.in Bull. Soc. Bot: Ital. 1904; p.-:345;
Rarissima e localizzata nel distretto Euganeo, dove fu pel primo
segnalata dal Bauhin (Phyt. p. 396). Vidi saggi « in Euganeis » (Spranzi!),
del colle di S. Daniele (Bizz.! VI 1874) ed è indicata degli Euganei
dal Beggiato (1833).
454. S. palustris Ehr. Beitr. V, p. 176 nom. (1789); Retz. FI. Scand.
Brodr. edi 2% p. 106. (1795).='.S4. eleuca Wither: Bet: (Arr. Britipl
editi: p. 420 (1796). — ‘Cfr. FL And IH 1} piassggde 1a
Cron. p. 88; Bég. Sagg. p. 42, 80, 89, 132, 144, 176 ed in Bull. Soc.
Botsdtal 1904; -p.. 245;
Rarissima e forse localizzata nel distretto Euganeo. Fu indicata la
prima volta dal Trevisan (1842, sub .S7. g/auca) e da me trovata in una
sola stazione, cioè nei pratelli umidi ed uliginosi ai piedi del monte
Pendice (VI 1902)!
455. S. Holostea I. Sp. pl. p.. 422 (1753) = Cfr. EI. An dI
lpos349; lc. n. crr33;- Cron. ‘p.80:; Sage p. 4810:
Comune nei boschi, lungo le siepi ed in generale nei luoghi om-
brosi del distretto Euganeo e territori contermini, dove vegeta presso
Galzignano e sui monti Rua e Venda! (anche Ugol.!), Ventolone! Ma-
donna fino alla vetta! sul monte Pendice! (e Bizz. !), Merlo (Meneghini! e
Rom. mn.), presso Tramonte (Spranzi!), nelle siepi attorno ad Arquà-
Petrarca! Senza provenienza, ma sempre degli Euganei, vidi pure saggi
OE
raccolti da Pirona e De Visiani! Fiori! ecc. Indicata pel primo dal Ro-
mano (1823).
456. S. aquatica (L. sub Cerastio) Scop. FI. Carn. ed. 2%, I, p. 319
(1772) = Malachium aquaticum Rchb. (1832); Fl. An. d’It. I, p. 350;
Terni 1134; Cron: p..895- Saggi p. 40, 0I, 146, 158. Gre Beo san
Nuov.® Giorn. Bot. Ital., n. ‘ser. XVII [1910] p..0388tedanirifiesexsieo:
MAMI 200 Ne 201,
Frequente nei luoghi umidi e nei prati torbosi, lungo le siepi ed i
fossati, spesso sugli alberi capitozzati, nel distretto Euganeo sopratutto
nei substrati calcarei. Scoperta nel padovano dal Romano (1823), vi si
presenta sotto queste due varietà :
“1. var. typica Scop. — Pianura Padovana (Zanard. !), Padova lungo
il fosso di circonvallazione tra Porta Ponte Corvo e S. Croce e nella
riviera Albertino Mussato! lungo il Bacchiglione al Bassanello! lungo il
Piovego presso Vigonovo (Ugol.!) ed anche sulle capitozze (Ugol.), tra
Saonara e Camin! nei prati torbosi di Abbazia Pisani! (donde la distri-
buii nell’ Essiccata s. c.), lungo le siepi presso Fratte di Camposampiero
e presso Onara! tra S. Pietro in Gù e Carmignano di Brenta! Piombino
Dese al Palù! nelle siepi presso Codevigo! e nel distretto Euganeo
presso le terme di Abano! e tra Abano e Monteortone sui .SaZix capi-
tozzati! monte Sieva e presso Torreglia! Valsanzibio ed Arquà-Petrarca!
Luvigliano (Ugol.!). Cresce anche a Veggiano (Rom. mn. e Cont.!) ed
all’ Orto botanico (Sacc.).
. var. glabra (Peterm.) Girke PI. eur. II; 2; -p..@201 (1890082
Mu un fosso presso il caseggiato di Torreglia assieme al tipo e con
intermediari di collegamento ed in una siepe tra Piove di Sacco e Co-
devigo da sola ed egregiamente caratterizzata! Distribuita nel n. 1261 del-
l’ Essiccata s. c. per esemplari della prima località coltivati nell’ Orto bo-
tanico di Padova e che rivelarono una spiccata tendenza alla fissità.
Attendo conferma di S. uliginosa Murr. segnalata, senza abita?
precisato, dal Trevisan (1842).
GEN. 188. Holosteum (Dill.) L.
457. H. umbellatum L. Sp. pl. p. 88 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Ip. 349 IV;p. 715 Ter n.'1133Cron.. p..89; Bestie
O23%184!ed fin vBull:- Soc. Bot: Ttal}Wr004;*pii245:
— 279 —
Abbastanza comune nei seminati del distretto Euganeo nei settori
calcarei e qua e là sulle mura di Padova. Vidi i seguenti saggi: mura
dibPadova ((Zanard.! 1827; Cont! -Bracht! Fiori! E'WaiVacc.) Fe precisa:
mente presso Porta Portello (Spranzi!), presso Porta Pontecorvo! e negli
Euganei, dove fu pel primo indicato dal Pollini (1822), nei campi calcareo
marnosi e sulle marne presso Teolo!(anche Pan.), alle Frassenelle presso
Bastia (Bizz.!) ed a Lozzo (Ugol.!). Comportasi quale calcicola esclusiva.
Tutto il materiale da me esaminato deve riportarsi ad una forma a fusti
con internodi del tutto od in parte peloso-glandolosi ed a foglie cigliato-
glandolose nel margine corrispondente alla var. glutinosum (M.-B., sub
Arenaria) Girke = #7. ciliatum Opiz.
GEN. 189. Cerastium L.
458. C. anomalum W. et Kit. ex Willd. Sp. pl. II, p. 812 (1799)
cmebl'irar: Hung" I p:"21 (1802). = Cfr. Els Ani dela piazzo gie:
Niro; Com p: 89; Sagg p. 42.
Raro e scarsamente osservato, quantunque sia stato già elencato
dal Romano (1823). Vidi saggi dei dintorni della stazione di Montegrotto
(Bizz.! sub C. &riviale B glanduloso ?) ed io lo raccolsi una sola volta
nei vicini campi torbosi fra il Colle di Lispida e M. Ventolon!
459. C. brachypetalum Desp. in Pers. Syn. I, p. 520 (1805). —
GreEelvAn: dI press ei IV; pi 71) Ici ne #738%Cronsp.80 BI
li-@icxsice: a 8037 80928. gog. ‘Vos era gog ateo e or:
beeMSagr. p.742, 101 edoin Bult. Soc- Bot. Ital0D44p2.245.
Comune nei prati e luoghi erbosi aridi od ombrosi, lungo le siepi
e fra i cespugli, nei coltivati e sui muri, sia in pianura che in collina e
su qualunque suolo. Presentasi nel padovano sotto le due seguenti varietà :
I. 2 typicum. — Cresce nell’ Orto botanico di Padova! e sulle
mura della città (Cont. !)e precisamente presso quelle adiacenti alla Porta
Pontecorvo! nei dintorni della città (Bizz. e Fiori!) e precisamente lungo
il Bacchiglione (Fiori!), nei campi tra Cittadella e Fontaniva! negli Eu-
ganei presso Galzignano (cfr. n. 803 dell’ Essiccata sopra citata), nei
monti Rua e Venda! sulle marne di Teolo (Pan.) e presso Luvigliano!
Indicato pel primo dal Trevisan (1842), cresce anche sulle capitozze
(Ugol.).
rogo E
27 var. tauricum: Spr: Nov..iprov. p.10.:(18109)xet ine RsBiode
I, p. 415 (1824) - pr. sp. — Lo raccolsi nelle stazioni xerofile sulle
pendici orientali di monte Ricco, nei luoghi aridi e nei coltivati di suolo
siliceo e marnoso sopra Luvigliano (cfr. il n. 803% dell’ Essiccata s. c.)
e nelle arene alluvionali del Brenta presso Fontaniva!
460. C. glomeratum Thuill. Fl. Par. ed. 2%, p. 226 (1799). — Cfr.
FISSAn'd’It. Ip. 351 eV; pi 71; Je. n. 1139; Gone ope
CHSICCHIL 804 DALLO. 42, LOI
Comune dovunque nei prati e luoghi erbosi sopratutto aridi, lungo
le strade ed i fiumi, sui muri e non raramente arboricolo sugli alberi
capitozzati, sia in pianura che in collina e su qualunque suolo. Cresce
anche all’ Orto botanico, sulle vie e sulle mura di Padova (anche Zanard.!
e Facchini ex Bert.), sui .Sa/ix a capitozze nei dintorni della città ecc.
Assai variabile, si presenta in forme con infiorescenza contratta (= var.
confertum Bég.), più o meno allungata (= var. elongatum Bég., questo
distribuito dei dintorni di Battaglia nell’ Essiccata sopra citata), ed anche
ridottissimo specialmente nelle stazioni xerofile degli Euganei.
Indicato dal Romano (1823) e dal Trevisan (1842) sotto il nome di
C. vulgatum L., il secondo vi aggiunse una var. pentandrum (= C. fer
fandrum Ten.) a me ignota.
461. C. semidecandrum L. Sp. pl. p. 438 (1753). — Cfr. FI. An.
d'It. Itp. 3510e.IV;ip..71; Ic:m. 1140; Cron. ip. SR
mi oslie 1805 PS: ‘Sage. p. 42, (101, 1145-46; ‘159;
Comune nei prati e luoghi erbosi aridi, lungo le vie e sui muri,
lungo le arene dei fiumi e qualche volta sugli alberi capitozzati, sia in
pianura che in collina e su qualunque suolo. Vegeta a Padova nell’ Orto
botanico e nelle vicine vie! sulle mura della città copioso dovunque !
(anche Fiori!) e nei dintorni di Padova (Fiori!), lungo il Brenta presso
Corte! negli Euganei (Spranzi!) e specialmente nelle stazioni xerofile a
S. Daniele (Zanard.! 1827), presso le terme di Abano! nei monti Rua!
Sengiari! Ricco! Ventolone! sulla rocca di Monselice e presso Torreglia!
tra S. Pietro Montagnon e quest’ ultimo paese sui .Sa/.x capitozzati! sulle
marne di Teolo (Pan.) e Rovolone (Rom. mn.). Indicato la prima volta
dal Romano (1831) e da Trevisan (1842, sub C. vzscoso var. semidecan-
dro) e da me distribuito nell’ Essiccata sopra citata dell’ Orto botanico e
delle vicine vie di Padova.
SIR] a
462. C. glutinosum Fries Nov. FI. Suec. ed. 1°, p. 51 (1814), ed. 2°,
ir 2l(1823)— (Ciro FISSA dit: Tp. 3520 (Cron pi 891 (EB vas.
C. semidecandri); Fl. It. exsicc. n. 806.
Più raro del precedente e da me trovato sin qui negli Euganei solo
nei luoghi erbosi a substrato siliceo delle colline attorno a Teolo (80 m.)
e distribuito nell’ Essiccata sopra citata (1908) ed in pianura lungo i binari
della ferrovia presso la stazione di Villa del Conte! Non mi sono sin
qui imbattuto nell’affine C. pumilum Curtis, ambedue indicati come co-
muni per tutte le provincie venete da De Visiani e Saccardo (1869) e
da quest’ ultimo per l’ Orto botanico (= C. semidecandrum L. ?).
463. C. campanulatum Viv. in Ann. di Bot. I, 2. p. 171, tab. I
mso0) Gf Eb Ano d*It Ip: ggale.IV, pi7 27 dc hi r:8; Cron:
89; FI. It. exsicc. n. 809 ed 8ogP'is; Sagg. p. 42.
Specie rara od almeno poco osservata. Fu raccolta negli Euganei
dallo Spranzi! e sul colle di S. Daniele dal Fiori! Segnalata la prima
volta dal Romano (1831), che ne ebbe saggi euganei dal Beggiato (Mn,
bieckur.iI;-p.83603):
464. C. triviale Link Enum. Hort. Ber. I, p. 433 (1821). — Cfr.
DbezAnveiIt. I, pùX352 IV, p..72;/Ic. n ir42 Goo pa So
exsicc. n. 810.
Comune nei prati e luoghi erbosi, lungo le siepi, nei boschi e nella
macchia, qualche volta sui ruderi e sugli alberi capitozzati, sia in pianura
che in collina e su qualunque suolo. Vegeta sulla rocca di Monselice !
nei monti Rosso, Sengiari, Ventolone, Lonzina, Ricco e Rua! sul colle
di Lispida (Ugol. !), presso Torreglia ed Arquà-Petrarca! Padova al Bas-
sanello sui Sa/ix a capitozza! all’ Arena e sui bastioni! a Ponte Vigodar-
zere! Loreggia! Piombino Dese al Palù! nei prati torbosi ad Abbazia
Pisani! lungo le siepi ad Onara! tra Cittadella e Fontaniva! lungo il
Brenta presso Corte! ecc. Comune anche nei pratelli erbosi dell’ Orto
botanico, donde fu distribuito nell’ Essiccata sopra citata. Indicato da
Romano (1823) e Trevisan (1842) sotto il nome di C. viscosum L.
465. C. silvaticum W. et Kit. PI. rar. Hung. I, p. 100 (1802)= C.
rebens Trev. Prosp. p. 14 (1842), non L. — Cfr. FI. An. d’It. I, p. 352;
fegne143 Cron. p..89; 05agg: p. 42.
Raro e parcamente osservato, Fu segnalato pel primo dal Trevisan
19
Saspg9 se
(1842), ma era stato raccolto fin dal 1827 negli Euganei dallo Zanar-
dini! e ritrovato presso Torreglia dal Fiori! (1896). Nel Maggio 1909
lo trovai lungo le siepi tra Cittadella e Fontaniva e quindi nel distretto
planiziario.
466. C. tomentosum L. Sp. pl. p. 420 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Re o,
35 Ic- n. 1146; Cron.‘ p. 90; Elos
Bég. ‘Sagg. p. 42; 128; 144 ed ‘in-Bull. Soc. ‘Bot. tal, agosto:
Il tipo è indicato pegli Euganei da Fiori e Paoletti (op. c.), ma il
materiale da me visto va riferito all’ entità (sottospecie ?) descritta sotto
il nome di C. repens L. che fu raccolta sulla rocca di Monselice (Zanard.!
1827; Spranzi! Bizz.! 1877; anche Rom. mn.) ed all’eremo di monte
Rua (Cont.! Rom. mn., C. Mass. sec. Goiran in Bull. Soc. Bot. Ital.,
1901, p. 158, sub C. fomzertoso): ma indigeno?
467. C. manticum L. Cent. pl. II, p. 18 (1756) — Cfr. FI. An.
dlt.IONAAA.
Abbastanza frequente nei luoghi erbosi e sassosi, fra i cespugli della
macchia mediterranea e nei boschi del distretto Euganeo, dove è loca-
lizzato. Vidi saggi degli Euganei (Zanard.! Bizz.!) e precisamente dei
boschetti del colle di S. Daniele (Fiori!), di Lispida! e dei monti Arri-
gone! Oliveto! Lozzo! Cinto! Pendice e Sengiari (Ugol.! sub D. su-
perbo). Cresce anche a Montegalda (Cont.! sub 2D. pQumario). È pro-
prio dei settori silicei e dispiega, perciò, il comportamento delle silicicole
esclusive. Segnalato pel primo dal Romano (1823, sub D. morspeliaco).
Romano (1823), Trevisan (1842) ecc. citano pel padovano l’ affine
D. superbus L., che sarebbe stato raccolto nelle colline di Torreglia dal
Martens (1837) e di cui il Kellner (ex Parl. FI. It. IX, p. 279) avrebbe
trasmesso saggi all’Erb. centrale di Firenze. Ma attorno a Torreglia non
vegeta, ch’ io sappia, che D. monspessulanus e D. superbus non esiste
con provenienza padovana nell’ Erb. Kellner. Crederei perciò sia specie,
anche in base alla sua area distributiva, da radiare.
Credo a pianta coltivata si riferisca la citazione di D, barbatus
L. di alcuni botanici padovani: ne vidi saggi nell’ Erb. Contarini prove-
nienti dalla villa Cittadella a Saonara comunicati dall’ ab. Melo!
SAGRE
Fam. XXXIX. TAMARICACEAE
GEN. 198. Tamarix L.
491..T. gallica L. Sp. pl. p. 270 (1753). — Cfr. FL An dl. 0g
prigs2ulc.n. 1240; Cron: p.190:
Localizzato nel distretto Lagunare, dove fu raccolto dal Fiori nel 1893
nelle valli salse di Piove di Sacco (anche Bolzon in Bull. Soc. Bot. Ital.,
1896, p. 174) e da me osservato in questo settore, qua e là lungo i
dossi e gli argini di tutte le valli.
GEN. 199. Myricaria Desv.
492. M. germanica (L. sub 7amarzce) Desv. in Ann. Sc. Nat. ser. 1°,
IV,.pe340 (1825). Cfr. FI. An.d'It. I, p.'382; cn e ene
p. 96.
Specie assai rara, vagamente indicata dal Romano (1823), dal Tre-
visan (1842) ecc. Fu raccolta nell’ alveo del Brenta presso Fontaniva dal
Contarini nel primo ventennio dello scorso secolo e da me ritrovata in
abbondanza nel Maggio 1909 lungo le sabbie di questo fiume. Manca
LI
invece nel basso corso che, come è noto, è arginato.
Fam. Elatinaceae
Di questa Famiglia Romano (1831) ha segnalato Elatine hexandra
DC., che sarebbe stata raccolta a Battaglia dal Beggiato (Mn. PI. Eur.
I, p. 306): Trevisan (1842), De Visiani e Saccardo (1869) indicarono E.
major A. Br. sulle quali però non ho raccolto alcun dato attendibile,
pur essendo probabile la loro presenza nel Padovano.
— 29 —
FAM. XL. HYPERICACEAE
GEN. 200. Hypericum (Tourn.) L.
493. H. Androsaemum L. Sp. pl. p. 784 (1753) = «Ardrosaemunm
ojpicinale VAI: (1785) — Cir FI An. d'It.J, p.336-1c4n0 1250; Cron.
pPw97 DANS: Pr 42-95, 120:
Piuttosto raro nei luoghi boscosi umidi degli Euganei, dove fu pel
primo segnalato dal Michiel (Cod.-Erb. lib. R. I, n. 236), quindi dallo
Zannichelli (1730), di Monteortone dallo Sternberg, di monte Rua dal
Pollini e raccolto dal Rigo (in litt.) presso Montegrotto e da me nei
castagneti nel vers. nord dal monte Pendice! (anche Ugol.!). Comportasi,
a quanto pare, quale una silicicola esclusiva.
494. H. acutum Mnch. Meth. p. 128 (1794) = 7. tetrapterum Fries
Novit:*ed; 1%p.;94 (1823); ed: 2°7 p..256/.(0828) — Cir Hi Apa dite
I, p. 387 et Cron. p. 97 (ut var. 77. quadranguii).
Specie piuttosto rara e scarsamente osservata. Fu indicata la prima
volta dal Trevisan (1842), vidi saggi raccolti dal Bizzozero sul monte
Venda (1877) ed io la raccolsi nelle paludi di Abbazia Pisani. Vegeta
anche nell’ Orto botanico (Sacc.), alle Acquette e lungo il Bacchiglione
presso Padova!
Romano (1823) ed altri botanici hanno pure segnalato l’ affine H,
quadrangulum L. sul quale attendo conferma.
495. H. perforatum L. Sp. pl. p. 785 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Ihep:(389 eV, pisos.Ic.-n. 1254; Cron. piogge Sage ant 19
ed in Bull. Soc. Bot. Ital., 1904, p. 249.
Comune dovunque nei luoghi erbosi, aridi od umidi, lungo le siepi
e le sabbie dei fiumi, presso le sorgenti termali, sulle mura di Padova
e nello stesso Orto botanico, su qualunque substrato. Specie assai varia-
bile, presentasi nelle stazioni xerofile sotto una forma stenofilla descritta
sotto il nome di H. veronense Schrank (1811) = 7. perfor. var. meicro-
phylum DC. (1815), distribuita nel n. 817 della « Flora Italica exsiccata »,
ed attorno alle sorgenti termo-minerali di Abano in una forma nana e
spesso appoggiata al suolo, con l’abito di H, humifusum L. (Cont.! Za-
ce Yigg —
nard.! Spranzi!) e come tale interpretato. Pure di questa provenienza altri
saggi raccolti dal Bizzozero, un po’ più sviluppati, devono senza dubbio
riferirsi ad /7. perforatum L. Crederei perciò, sino a contraria prova, che
che /7. humifusum L. indicato dal Romano, Trevisan ecc. sia stato
scambiato con tale forma nana e prostrata e che debbasi radiare dal pa-
dovano.
496. H. montanum L. FI. suec. ed. 2%, p. 266 (1755). — Cfr. FI
An. cat. I p. 380; le. n. 1261; Cron.!p. 198 -Sa se ea
I20;(024k
Frequente nei boschi stabiliti su terreno siliceo del distretto Euga-
neo, dove vegeta nelle colline attorno a Teolo! sui monti Ventolone !
Croce! Lozzo! sul monte Pendice ed a Schivanoia (Ugol.!), sul colle di
S. Daniele (Bizz.!). Fu raccolto anche negli Euganei dallo Zanardini !
ed indicato la prima volta pel padovano dal Romano (1823), che lo trovò
anche a Montegalda (Mn.). Dispiega il comportamento delle silicicole
esclusive.
497. H. hirsutum L. Sp. pl. p. 786 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I,
piso: Ich 12601%Cron.-p. ‘98.
Raro e mai da me raccolto. Fu segnalato la prima volta dal Ro-
mano (1823) e crescerebbe nel bosco di Veggiano (Mn. FI. Eug.). Vidi
saggi di monte Pendice (Ugol.! 6 IX 1890).
Subspontaneo e quasi naturalizzato è H. calycinum L. alla villa Cit-
tadella a Saonara e presso le sorgenti di S. Elena di Battaglia!
Fam. XLI. CISTACEAE
GEN. 201. Helianthemum (Tourn.) Adans.
498. H. Fumana (L. sub Cisto) Mill. Gard. Dict. ed. 8%, n. 6 (1768)
— fumana vulgaris Spach (1836). — Cfr. FI. An. d’It. I, p. 392; Ic.
n. 1267; Cron. p. 98; Sagg. p. 42, 80, 82, 88,92, /043 MW HR, dre
‘ Frequente nei luoghi sassosi e rupestri a substrato calcareo, spora-
dicamente nei suoli siliceo-vulcanici. Indicato la prima volta dal Pollini
pel monte Venda ed Arquà (1816), vidi saggi della prima provenienza
MERRP
— 295 —
e del monte Calaone (Bizz.!) e lo raccolsi in substrato siliceo sui monti
Rua e sul vers. merid. del monte Castello sopra Este e su suolo cal-
careo nelle colline presso Teolo, dove cresce anche sulle marne (Pan.),
sul monte Arrigone, sul colle Calvarina, tra Arquà-Petrarca e Cinto Eu-
ganeo, Arquà al Sasso Negro (anche Ugol.!), sulla base di monte Cero,
nelle cave di scagZia presso Montegrotto. Cresce pure nei colli di Lo-
vertino ed Albettone (Longhi!) ed a Montegalda (Rom. mn.; Cont.!), ai
confini della provincia di Vicenza. Area distributiva che pone in risalto
la prevalente calcifilia di questa specie. Della quale il Romano (1831)
ha segnalato anche la var. calycinum e saggi con questo nome provenienti
dagli Euganei trovansi nell’ Erbario padovano (Spranzi!). Trattasi di forma
a portamento eretto, che ricorda 1’ H. ericoides Dun. (= Zum. Spachit
Gr. et Godr.), che però non cresce nel padovano: una forma simile fu
pure da me raccolta tra Arquà e Cinto Euganeo e ad essa fa cenno
Janchen nella recente monografia « Die Cistaceen Oesterreich-Ungarns »
pie sing (estr.).
499. H. Chamaecistus Mill. Gard. Dict. ed. 8°, n. 1 (1768) = C-
stus Helianthemum L.(1753) = H. vulgare Gaertn. (1788). — Cfr. FI.
An dI I, p.c395 e IV; p-81; Ic. n. 1277; Cron, p. 09; Beg. Sag:
0:43, 02, 94; 100; 123; ed in. Bull. ‘So: Bot.WIfal, 1904, p*,245:
Comune nelle stazioni aride e sassose, fra i cespugli della macchia
mediterranea e più raramente nelle formazioni boschive del distretto Eu-
ganeo, più raro in quello planiziario. Presentasi sotto le tre seguenti
varietà :
1. var obscurum Pers. (pr. sp.). -- Padovano (Zanard.!), colli Eu-
ganei (Spranzi!), Galzignano (Fiori!) ed io lo raccolsi nei monti Rua,
Madonna, Bello, Castello, Lozzo, Sengiari, sul colle Calvarina, sulle
colline attorno a Teolo, alle Frassenelle presso Bastia, tra Monselice
ed Arquà, ed in pianura lungo il canale Brentelle presso Padova e nelle
sabbie del Brenta presso Fontaniva!
2. var. glabrum Koch. — Da me raccolto sui monti Ricco e Venda,
presso Arquà-Petrarca ed a Valsanzibio. Varia per essere pianta a foglie
del tutto glabre o soltanto cigliate ai margini e fa graduale passaggio
alla precedente.
3. var. hyssopifolium Ten. — Trovato dal Bizzozero nei luoghi
sassosi del monte Pendice (IV 1881)!
Questa specie fu indicata la prima volta dal Romano (1823 sub:
H. vulgari) e comportasi come tutt’ affatto indifferente alla natura del
— 296 —
suolo, crescendo anche nei terreni marnosi presso Teolo (Pan.): però in
pianura manca nei suoli argillosi ed umidi.
500. H. salicifolium Mill. Gard. Dict. ed. 8%, n. 21 (1768). — Cfr.
Fia cAnied*It:ap3096Camn1280 Cron:pico9gt
Specie molto rara pel padovano, dove fu segnalata la prima volta
dal Trevisan (1842). Per quanto non mi sia stato sin qui concesso di
incontrarla, nè in natura, nè negli Erbari, ritengo probabile il suo indi-
genato nella provincia.
501. H. guttatum (L. sub Cisto) Mill. Gard. Dict. ed. 8%, n. 18 (1768).
== Cfr. \FI. An. d’It, I, p. 397. e IV; ps83; ic. aes e no)
Sago- p: 43,730, 01, 127; 129,140.
Piuttosto raro nei luoghi erbosi aridi degli Euganei, dove fu sco-
perto dallo Sternberg (1806) sul monte Serra (cioè Cero) e riportato
di questa località dal Pollini (1816 e 1822). Trovato anche sul monte
Ricco presso Monselice (Montini ex Bert. FI. It. V, p. 367). Vidi i se-
guenti saggi: monte Ricco (Zanard.! 1827), Monselice (Spranzi! in Hb.
P. A. Sacc.), quivi ed a monte Ricco (Spranzi! in Hb. Pad.), e nei monti
Calaone e Cero (Bizz.!). Io lo raccolsi sui monti Ricco e Cero costante-
mente in substrato siliceo, dispiegando così questa specie il comporta-
mento delle silicicole esclusive.
Furono inoltre indicati dal Romano (1823) H. levipes Pers. e dal Pol-
lini (1822), Romano (1831), Trevisan (1842) ecc. un H. marifolium, che
reputo siano due specie certamente da escludere.
GEN. 202. Cistus (Tourn.) L.
502. C. salvifolius L. Sp. pl. p. 524 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Ti: p.i 399 e IV, p. 83; Ic. n. 1287; Cron. -p. 100; Fides
Sagg. p. 43, 80, 85, 89, 9I, 96, 102, II8-19, 123, 125, 127, 129=30,
128/6140, TOOL 179.
Comune nei settori siliceo-vulcanici degli Euganei, sopratutto nei
ridossi periferici e nel versante meridionale ed orientale degli stessi, ora
nella formazione della macchia mediterranea scoperta, ora costituente il
sottobosco dei castagneti e querceti su suolo arenaceo, ma più spesso
sassoso o rupestre, sempre evitando gli affioramenti calcarei ed i suoli
argillosi della finitima pianura. Già noto ai primi illustratori della Flora
Sesay pag.
Padovana, sotto il nome di « Cisto femina » (Anguillara, Cortuso, Mat-
tioli, Michiel, Valerio Cordo, Camerario, Giov. Bauhin ecc.), fu raccolto
ed indicato da quasi tutti i botanici che visitarono gli Euganei o ne fe-
cero conoscere la flora, tra Abano ed Arquà da Bauhin (Hist. II, lib.
XIII, p. 4), a Monteortone, Valsanzibio e Calaone da Sternberg, sui
monti Venda e Rua dal Martens, presso Praglia e Torreglia dal Montini
e presso Este dal Rainer (sec. Bert. FI. It. V, p. 347), negli Euganei dal
Pollini, Catullo, dal Rio, Zanard.! Kellner! De Visiani! Romano! Bé-
renger! Bizz.! ecc. a Tramonte (Rom. mn.), Monteortone e Rua (Cont. !),
Monselice (Spranzi!), monte Castello presso Battaglia (Bizz.!) e su tutti
i ridossi di origine vulcanica da me.
Il Maly (1848) cita anche per gli Euganei C. corbariensis Pourr.
per esemplari avuti dal Kellner, indicazione riferita anche da De Visiani
e Saccardo (1869), ma inattendibile, anche per la supposta origine ibrida
di questa specie e perchè essa, difatti, manca nell’ Erb. Kellner di tale
provenienza.
— Cistus laurifolius L.
Il primo accenno sulla presenza di questa specie negli Euganei tro-
vasi, come è detto alla pag. 84, in una lettera in data del 1768 di Fer-
dinando Bassi a G. B. Guatteri. Essa fu raccolta nel 1804 sul monte
Venda dallo Sternberg (Reise in die Rhetisch. Alp., 1806, p. 35) e do-
dici anni dal Pollini (1816), il quale ne estirpava tutti gli esemplari in
modo che in seguito, a cominciare dal Trevisan (1846), non fu più
possibile rinvenirvela ed anche recenti ricerche compiute dal De Toni e
da me riuscirono vane. Tuttavia essa vi fu seguitata ad indicare dal Ro-
mano, Catullo, Dal Rio, Maly ecc. Alla sua scomparsa accennano De
Visiani e Saccardo, Camus e sopratutto G. B. De Toni, che ne fece la
storia dettagliata (1894).
Fam. XLII. VIOLACEAE
GEN. 203. Viola (Tourn.) L.
503: M-canina;L. Sp. pl: pii035 (1753) AG FIA dI.
pap e IV; p-iS4G; lei n. 1202; Cron. pito 85at®p., 43:
Comune nei boschi, boscaglie e luoghi ombrosi del distretto Euga-
neo e più rara in pianura, qualche volta sugli alberi a capitozza (Ugol.),
presentandosi nelle seguenti due varietà collegate da intermediari:
20
2 409g, >
I. 0 typica L. — Colli Euganei sui monti Alto (Fiori!), Ricco!
Ventolone! Rua (Bizz.!), Lonzina! presso Arquà! (= v. nemorum Rouy
et Fouc.) ed in pianura nell’ Orto botanico (Sacc.), a Vigodarzere presso
la Certosa! a Ponte di Brenta nella villa Giovanelli! a Loreggia nella
villa Wollemborg! a Saonara nella villa Cittadella! ecc.
2.(var. Ruppii All: FL Ped. HI, p. 99 (1785) —fpro spl =60olli
Euganei presso Castelnuovo alle falde del Venda (Fiori!) tra i monti
Rua e Venda! ecc.
Il tipo fu indicato per primo dal Romano (1823) insieme ad una
forma apetala e ad una V. lactea Sm. che è una delle molte varietà o
sottospecie del ciclo, ma che non mi consta sia stata in seguito confer-
mata. Il Bolzon (in Bull. Soc. Bot. Ital., 1900, p. 335) ha segnalato per
le macchie di monte Ricco una var. macrantha G. et G.
504. V. elatior Fries Mant. II, p. 126 (1842) = V. montana Auct.
al. FI. Pat. — Cfr. FI. An. d’It- I, p:'402 et Gerpireoaie
caninae).
Indicata già dal Romano (1823), fu raccolta « in fossis et pratis Pra-
tiarcati » presso Padova dal Bizzozero (8 V 1881, ed in Atti R. Ist. Ven.
SCR VIII |832):
505. V. silvatica Fries Fl. Hall. p. 64 (1817 e 1818), Mant. III,
p. 121 (1842). V. silvestris Lam. (1778) pp. Gr An
p..\4oscet Cron. p. 100. (ut. var... . carzzae).
Frequente nei boschi e nelle siepi del distretto Euganeo presso S.
Pietro Montagnon (Bizz.!), Monteortone! monte Ventolone! monte Ma-
donna! monte Rua sopra Galzignano! (anche Ugol.!), monte Solone
presso Luvigliano e dintorni di Torreglia! ecc. Cresce anche nell’ Orto bo-
tanico (D. Sacc.). Indicata la prima volta dal Trevisan (1842), che elenca
anche la V. car. var. Riviniana M. et K. ricondotta a forma o sotto-
specie di questo ciclo e che merita di essere ulteriormente confrontata
sul vivo col tipo.
506. V. hirta L. Sp. pl. p: 934 (1753). — Cfr. BI ARZA4EE
p. 403/eIV, pi 84; Ic- n/(1294;#Cron. p. 100; ; Sage
Comune nei luoghi ombrosi del distretto Euganeo ed anche in pia-
nura tra Cittadella e Fontaniva!: ma da ulteriormente studiare nelle sue
forme e nei suoi rapporti con la seguente. Segnalata pel primo dal Tre-
visan (1842).
stà
— 299 —
507. V. odorata L. Sp. pl. p. 934 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I,
p. 405 et Cron. p. 100 (ut var. V. hirtae L.); Sagg. p. 43, 154, 158-59.
Comune con la precedente ed anche in pianura. Vegeta nei dintorni
di Padova (Fiori!), sui muri di S. Croce (Zanard.! 1827), nell’ Orto agra-
rio (Ard., che fu il primo ad indicarla per la provincia nel 1807), nel-
l'Orto botanico (Sacc.), presso il Seminario! sul colle di S. Daniele!
lungo le siepi a Monteortone e Torreglia e tra Este e Lozzo! a Veg-
giano (Rom. mn.) a Saonara nella villa Cittadella! a Loreggia nella
villa Wollemborg! ecc.
Col tipo cresce la var. incompta (Jord.) = V. odor. var. alba Parl.
indicata la prima volta dal Trevisan (1842) e più recentemente dal Bol-
zon (Suppl. p. 485) per il monte Rua.
508. V. tricolor. L. Sp. pl. p. 935 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. J;
pea08 eV; p..86: Ice n. 1301; Cron. proeo; Sage pa 43!
Frequente, sopratutto fra le messi, in collina ed in pianura e su qua-
lunque suolo nelle seguenti due sottospecie :
I. subsp. V. arvensis Murr. Prodr. stirp. Gott. p. 73 (1770) - pr.
sp. — Comune negli Euganei a Monteortone (Barbieri in Bert. FI. It.
II, p. 720), sul colle di Lispida (Ugol.!) sui monti Ventolone (anche
Bizz.!), Sieva, Madonna, Venda e Castello sopra Este! e qua e là in pia-
nura (Orto botanico, Cervarese ecc.). Indicata la prima volta dal Romano
(1823).
II. subsp. V. saxatilis F. W. Schm. FI. Boém. III, p. 60 (1793-
94) - pr. sp. — Colli Euganei sulle rupi del monte Pendice (Bizz.! IV
1881) e sul monte Sieva (Fiori sec. Bolzon Suppl. p. 486 e FI. An. s. c.).
Mi pare poco probabile la presenza di V. palustris L. nel padovano
ammessa dal Trevisan (1842): in ogni modo se ne attende conferma.
Fam. XLIII. RESEDACEAE
GEN. 204. Reseda (Tourn.) L.
509. R. luteola L. Sp. pl. p. 448 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I,
eeg00-dc-n. 1302; Cron pisto2,
Specie, a quel che pare, molto rara nel padovano, ma raccoltavi fin
— 300 —
dal 1827 dallo Zanardini (ex Hb.!) e più di recente sul monte Pendice
dall’ Ugolini! (16 IX 1890). Indicata la prima volta dal Trevisan (1842).
510:>R..lutea L: Sp. pl. pi449(1753). — Cfr EL An. dio nio
uo,
2
te)
)
CHTNGNP087 le irz04c a Ctonztpi
Specie piuttosto rara, raccolta nel 1873 negli Euganei da Bizz. e C.
Mass.!, a Valsanzibio nel 1895 dal Fiori! ed a Padova tra S. Giovanni
e Porta Savonarola nel 1888 dall’ Ugolini! Il Bolzon (in Bull. Soc. Bot.
Ital., 1899, p. 138) ha raccolto ai piedi del monte Ricco di fronte alla
stazione di Monselice la var. crispa Ten. Il tipo fu indicato la prima
volta dal Trevisan (1842).
511. R. Phyteuma L. Sp. pl. p. 449 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
bip. urine IV, «p. 87; Jc. n. 01305; Cron. pi roca
n. 69; Sagg. p. 43, 100.
Frequente sopratutto nella zona calcarea meridionale ed orientale
degli Euganei e vicini territori. Indicatavi pel primo dallo Zannichelli
(1731), quindi dei colli presso Battaglia dal Pollini (1822), e quivi pure
raccolta. dal Visiani e dal Montini (sec. Bert. FI. It. V, p. 33), a Valsan-
zibio (Zanard.!) ed Arquà-Petrarca (Cont.! Bizz.! Fiori!), dintorni del
lago di Arquà (De Toni, Bull. e Paol.), Abano (Bizz.!), monte Ricco
(Spranzi!), sulla piattaforma calcarea alla base del monte Piccolo! e sulle
colline marnose di Teolo (Pan.). Martens l’ha per primo designata pro-
pria della zona calcarea meridionale degli Euganei (1837).
Fu pure trovata quale avventizia nell’ Orto botanico la R. alba L.
(Sacc., sub A. suffruticulosa) e nei dintorni di Padova la R. odorata L.
(Bonato sec. Parl. FI. It. IX, p. 166), specie quest’ ultima largamente
coltivata.
Fam. XLIV. CAPPARIDACEAE
Gen. 205. Capparis (Tourn.) L.
512: G: spinosa L: Sp. pl p. 503:(1753). — CERA
D. 4125 Mofuse 1307; Cron. p:..103;#Sagp- pi 43, 20)
Il tipo è indicato da parecchi botanici (Sternberg, Pollini, Romano,
Da Rio, Catullo ecc.) e precisamente dei muri di Este e Monselice.
A SO
age
Sembra, però, che nel distretto Euganco non esista che | entità descritta
sotto il nome di C. rupestris Sibth. et Sm. (1806)[== C. zerzeis Turra
(1780), an Forsk.(1775)?] ed è questa la pianta che il Montini trasmise
al Bertoloni (FI. It. V, p. 303) della rocca di Monselice, dove anch’ io
lho raccolta, come pure tra Monselice ed Arquà. Vegeta anche a S. Elena
(Ugol. !). ed a Padova sui muri presso Porta Pontecorvo !
Fam. XLV. CRUCIFERAE
GEN. 206. Hesperis (Tourn.) L.
513. H. matronalis L. Sp. pl. p. 663 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
J
lepiete4eI 4 p80»Ier ter 3z1 88 Cron pir1047
Fu indicata la prima volta dallo Zannichelli per i colli Euganei
(1730), quindi dal Romano (1823), Catullo (1836), Trevisan (1842) ecc.
Ne vidi saggi dell’agro padovano (Zanard.!), di Padova presso un fosso
dietro 1’ Ospedale (Ugol.!) ed io la raccolsi nel parco della villa Giova-
nelli a Ponte di Brenta. Frequentemente coltivata, è spesso fuggiasca e
qua e là avventizia e forse a questo titolo deve considerarsi la nostra
pianta, non che l’H, euganea Marsili ex Ten. (Prodr. Fl. Nap. p. XXXVIII
in « FI. Nap. I») che i botanici posteriori concordano a sinonimizzare
con /7. matronalis e che dal nome si deduce descritta da pianta crescente
negli Euganei.
GEN. 207. Cheiranthus L.
514:-G; Cheiri L. Sp. pl. p.;66r.(1753) — Ciel An. di Id
nasedgele.n 13.165 Crom. p._ 104 Saggi pubiaa,
Largamente coltivato e spesso trasfugo e con tendenza a naturaliz-
zarsi. Trovato dal Pollini sulle vecchie mura di’ Padova (1822), dove fu
pure raccolto dal Romano (Mn. FI. Eug:.).
Il Romano (1823) indica pure C. incanus L. [= Mazthiola R.
Br.], ma evidentemente trattasi di pianta coltivata.
02
GEN. 208. Erysimum L.
515. E. lanceolatum R. Br. in Ait. Hort. Kew. ed. 2%, IV, p. 116
(1312) —"Ckewranthus erysimotdes Poll. FL Ver sp Ae 8aMeso)
= Sisymbrium Cheiranthus Rom. Piante Fan. Eug. p. 19 (1823), Tre-
vis. Prosp. Fl. Eug. p. 17 (1842) = .Stsymbrium Cheiranthus Rom. op.
c. p. 17 -(@831). — Cfr. FI An. d'It..I, p.r425; de ar1323 ein
p. 104 (ut var. £. hieracifotli).
Indicato per gli Euganei dallo Zannichelli (1730) e più di recente
dal Pollini (1822), dovrebbe trovarsi nel padovano anche sec. Romano
e Trevisan, ma io non lo raccolsi mai, nè esaminai saggi nelle collezioni
da me consultate. Avventizio fu trovato nell’Orto botanico (Sacc.).
Il Trevisan (1842) indica poi E. orientale R. Br. [= Conringia
Andr.] che non è improbabile vi esista, ma merita di essere confermato
prima di ammetterlo fra le specie indigene.
GEN. 209. Arabis L.
516. A. glabra (L. sub 7%rr:/de) Bernh. Syst. Verz. Erf. p. 195
(1880) = A. perfoliata Lam. Encycl. I, p. 219 (1783). — ChasiAa:
OE. p. 427; de.. n,1325; Cron:*p. 104; Sage pane
Localizzata nel distretto Euganeo, ne vidi saggi del colle di S.
Daniele (Ugol.!), del monte Ventolone e di Lozzo (Bizz.!) ed io la rac-
colsi sui monti Sieva e Venda. Negli Euganei fu pure rinvenuta dallo
Zanardini! Spranzi! e dal Rigo (in litt.) e sembra che essa sia esclusiva
dei settori silicei. Indicata pel primo dal Romano (1828).
517. A. Turrita L. Sp.:pl. p. 665 (1753). — Cfr. BA nRdIeE
praga, dle: ina327: Cron. ps ro4ggaSapo. pi qs:
Come la precedente localizzata negli Euganei, dove fu scoperta nel
monte Venda da P. A. Michiel (Cod.-Erb. lib. R. I, n. 59). Vidi saggi
senza precisa provenienza (Zanard.!), delle fessure delle roccie del monte
Pendice (Bizz.!), dei dirupi del monte Sieva (Fiori!) ed io la raccolsi nei
luoghi sassosi ed ombrosi del colle di Lispida! Dispiega il comporta-
mento delle silicicole esclusive.
518. A. hirsuta (L. sub 7%rri#de) Scop. Fl. Carn. ed. 2°, II, p. 30
letali
(RICE 1, 5 pi
piltox;Sagg:' p: 45,100
7 e IV, p..91; Jc... 1329; Cron.
Frequente nei luoghi erbosi sterili, fra i cespugli della macchia me-
diterranea, lungo i fiumi, sui muri ecc. sia in pianura che in collina e
quivi su qualunque natura di suolo. Raccolta la prima volta in provincia
e precisamente sul monte Venda dal Guilandino (sec. Michiel, Cod-Erb.
lib: R.II; n.75), cresce. sulle mura di Padova (Bizz.!t e precisamente
tra Porta Pontecorvo e S. Croce! sui muri dell’ Orto botanico (P. A.
Sacc. !), lungo il Brenta a Vigodarzere! (anche Fiori!), Loreggia nella villa
Wollemborg! nei dintorni di Arquà-Petrarca! Calaone e Teolo! sui
monti Rua, Alto e Sieva! sul colle di Lispida (Ugol.!), sulle colline delle
Frassenelle! a Praglia (Mont.!).
Specie grandemente variabile: i soli esemplari che pel complesso dei
caratteri possono riferirsi al tipo, quale riscontrasi fuori d’Italia nella
parte più nordica della sua area, sono quelli da me raccolti a Loreggia.
Gli altri oscillano fra le entità descritte come A. sagittata DC. ed A.
Gerardi Bess. la prima indicata dal Trevisan (1842), che sembrano es-
sere le due forme di gran lunga più comuni nel Padovano e meritevoli
di essere attentamente confrontate e studiate su opportuno materiale di
Erbario (le diagnosi degli A. non di rado presentando contraddizioni 0
lacune) ed in base ad apposite culture.
519. A. Thaliana L. Sp. pl. p. 665 (1753). = Sisymbrium J. Gay
[#s20):>—— Cio FI And It I'p. 430; cn Cron de
Sagg. p. 45, 153-54, 185.
Comune negli erbosi, nei coltivati ed incolti, iungo le vie, sui muri, sia
in pianura che in collina e su qualunque natura di suolo. Segnalata la
prima volta dal Bauhin (Prodr. p. 42) per Padova, dove è frequente
lungo le vie e sulle mura di S. Croce! nell’ Orto botanico!, nella circo-
stante pianura e negli Euganei (m. Ortone: Bizz.!), Abano presso le sor-
genti termali! sui monti Alto, Rua e Teolo! Lozzo [Ugol.!] ecc.).
Variabile per la statura ora robusta, ora (var. pusilla Petit) ridotta,
sopratutto nelle stazioni xerofile, per il fusto cespuglioso e procumbente-
‘ eretto, od anche semplice ed eretto, glabro, ovvero peloso ecc.
Gen. 210. Sisymbrium (Tourn.) L.
520. S. Irio L. Sp. pl. p.:659 (1753) Cfr FI An d’It. I, pi 432;
Wi 134S5 Cron prog; FI. .It.. exsico: 940;
— 304 —
Raro nel padovano, dove fu la prima volta segnalato dal Trevisan
(1842) ed indicato per l'Orto botanico da D. Saccardo (1896): ma non
mi fu dato sin qui incontrarlo, nè di esaminare saggi nelle varie colle-
zioni da me consultate.
521. °S. Loeselit Li Cent. pl. I, p.-18 (1755) Ge
[hp 2322. “n. agg Cron. ip, 106; Béo. dProsp ina
Scoperto dall’ Ugolini (in Malpighia XI [1897], p. 556) sulle mura
di Padova, ne vidi gli esemplari nell’ Erb. dell’ Ist. tecnico da lui rac-
colti nell’ Agosto 1888 presso le mura di S. Giovanni. Stazione per ora
unica e forse avventizia.
522. S. Sophia L. Sp. pl. p. 659 (1753). — Cfr FIA nd MI
p-04335 cin. 13545 Cron: pi..106:;) Sagge p. Ag, een
Frequente nei luoghi incolti, lungo le strade e nei coltivati del di-
stretto Euganeo, dove fu per primo indicato dallo Zannichelli (1730),
quindi dal Pollini (1822), Romano (1823), Bertoloni (per saggi dei din-
torni di Torreglia trasmessigli dal Montini), dal Bolzon (Calaone ed Ar-
quà: leg. Fiori) e dell'Orto botanico di Padova (Sacc.). Vidi i seguenti
esemplari: Torreglia (Montini!), colli Euganei (Spranzi!), presso Arquà-
Petrarca (Fiori! Ugolini!), Orto botanico di Padova (Sacc.!) ed io lo
raccolsi in substrato calcareo presso Teolo, sulle basse pendici di monte
Piccolo, Calaone, tra il colle di Calvarina e Valsanzibio, e su terreno si-
= .
liceo, dove è più raro, sulle pendici orientali di monte Ricco.
523. S. officinale (L. sub Zyysinz0) Scop. FI. Carn. ed. 22, II, p. 26,
(1772): — Cfr. FL An. d’It. I p. 433; Jc. n-13560 Goa a
Sagg. p. 45.
Frequente in pianura ed in collina nei luoghi coltivati ed incolti,
lungo le strade, presso gli abitati, sui muri e comune nella stessa città
di Padova, dove fu per la prima volta segnalato dall’ Anguillara (1561)
«dietro alle mura di una casa su la piazza del Castello » e dove anch'io
l’ho ritrovato. Cresce anche nell’ Orto botanico e negli Euganei indiffe-
rentemente sui substrati calcarei e silicei (Galzignano, Arquà, Torreglia,
Battaglia, Abano ecc.) ed anche sugli alberi capitozzati (Ugol.).
— 805 —
Gen. 211. Alliaria (Rupp.) Adans.
524. A. officinalis Andrz. ex DC. Syst. veg. II, p. 489 (1821)
— Erysimum Alliaria L. (1753) = Sisymbrium Alliaria Scop. (1772). —
Woesbri An d’It 1, pi:4345 Ic-'m-1358; Cron.. p.{ 1060SSa®p+ (pi 145:
Comune nei luoghi erbosi. lungo le siepi, nei cespugli e boscaglie,
sia di pianura che di collina e su qualunque natura di suolo. Indicata già
da Bauhin (Hist. II, lib. XXI, p. 885) per Padova, la raccolsi nei din-
torni della città, a Ponte di Brenta nella villa Giovanelli, nella villa Cit-
tadella a Saonara ed è frequentissima negli Euganei (monte Venda: Bizz!;
monte Alto; Fiori! ecc.). Cresce anche nell’ Orto Agrario (Ard.) e bo-
tanico (Sacc.) ed a Montegalda sui confini del Vicentino (Rom. mn.).
GEN. 212. Barbarea Beckm.
525. B. vulgaris R. Br. in Ait. Hort. Kew. ed. 2°, IV, p. 109 (1812)
— Erysimum Barbarea L. (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I, p. 434; Ic.
bala3509; Cron. p. 106; Sagg. p..45.
Non frequente lungo i fossi e le siepi e talvolta nei coltivati presso
Torreglia! Tramonte! Schivanoia (Ugol.!), Bastia! tra Piove e Codevigo!
ad Abbazia Pisani (Fiori!), Veggiano (Rom. mn., che fu il primo a segna-
larla nel 1823).
Trevisan (1842) indica per la provincia l’ affine B. taurica DC. (= £.
arcuata [Opiz.] Rchb.), di cui non vidi saggi, nè raccolsi alcun dato
sicuro.
GEN. 213. Nasturtium (L.) R. Br.
526. N. officinale R. Br. in Ait. Hort. Kew. ed. 2%, IV, p. 111
(1812) = Sisymbrium Nasturtium-aquaticum L. (1753). — Cfr. FI. An.
Mei; Saga
PASS 27.
Piuttosto raro nella provincia, dove fu pel primo segnalato dal Tre-
visan (1842). Vidi saggi dei dintorni di Padova lungo le vie (Fiori! VII
1895) ed io lo raccolsi negli Euganei a monte Oliveto presso Monte-
grotto, sul monte Ricco, presso Calaone, e su larga scala nel distretto
Lagunare, sopratutto nelle valli salse di S. Margherita. Specie rude-
rale, silicicola ed alofila!
Nell’ Orto botanico di Padova è indicato come subspontaneo L. vir-
ginicum L. (D. Sacc., 1896).
562. L. campestre (L. sub 7%/asp?) R. Br. in Ait. Hort, Kew.
CIME IV, pi 88/1872) — Cfr FI. Ani Mtep: 467; le Mea;
Cron: pi 114; Sage. pi 45.
Sn
Piuttosto raro nella provincia, dove fu indicato pel primo da L. Ar-
duino (1807) per l'Orto agrario di Padova. Vidi esemplari degli Euganei
(Zanard.! 1827) ed io lo raccolsi sulle pendici di monte Oliveto presso
le cave di trachite di Montegrotto !
GEN. 236. Hutchinsia R. Br.
563. H. petraea (L. sub Zefzdio) R. Br. in Ait. Hort. Kew. ed. 2°,
IV, ‘p. 82 (1812)..— Cfr. FI. An. d’It. I, p.. 468; Jc. Soon
PARISEISA SO PARO, SII
Indicata pel primo nel padovano dal Romano (1828), fu. scoperta
nei dintorni di Abano dal Montini (sec. Bert. FI. It. VI, p. 570) e quivi
e precisamente sulla collinetta travertinosa del Montirone attorno alle
sorgenti termali ritrovata dallo Spranzi (Hb. P. A. Sacc.! et Hb. Pat!)
e più di recente dal Fiori (Hb. Pat.!). — Specie notoriamente calcicola,
sembra essere quivi richiamata dalla presenza di carbonato di calcio (di
origine idrica) in mezzo alla pianura alluvionale.
GEN. 237. Capsella Medic.
564. C. Bursa-Pastoris (L. sub 7%/aspî) Medic. Pflanzengatt. I,
pi 85 (1792); Moench: (1794).\ — Cfr. FL«An. d'It- ont
— 327 —
quiete o di lento corso della provincia, sopratutto in pianura. Indicata
pel primo per l'Orto agrario di Padova da L. Arduino (1807), quindi
dal Romano (1823), Bertoloni (sec. Montini ed in Hb.!) ecc. vidi saggi
dei fossi di Veggiano (Cont.!) e io la raccolsi ai piedi degli Euganei
presso Monselice, alle Frassenelle, non che nei fossi tra Piove e Code-
vigo, nei fossi e nelle paludi torbose di Arre (Conselve), (in queste due
ultime località in una forma assai ridotta e micranta spesso terrestre
corrispondente alla var. minor [Besl., Bauh.] Reichb. (1830), Guss. (1843):
cfr. Rchb. Ic. VII, n. 118), nella villa Cittadella a Saonara, lungo il
Novissimo ecc. Cresce anche nelle vasche dell’ Orto botanico!
GEN. 247. Nuphar S. et S.
577. N. luteum (L. sub Nymhaea) Sibth. et Sm. FI. graec. prodr.
i,:p:0361-(1806).-— Cfr. FL AncodIt L'p.-48760007 38 Croa
psi 18, Sapori 46,135.
Comune dove la precedente e per lo più ad essa associata. Indi-
cata la prima volta per l’ Orto agrario di Padova da L. Arduino (1807),
vidi saggi dei fossi presso Abano (Montini!), Monteortone (Fiori!), Ar-
lesega (Cont.!), ed io lo raccolsi ai Pratiarcati, tra Cagnola e Maserà,
tra Piove e Corte lungo il Novissimo, presso Monselice, tra Monselice
ed Arquà, a Rubano (Ugol.!), Bastia ecc. Indicato anche di Veggiano
(Rom. mn.), cresce nelle vasche dell’ Orto botanico!
FAM. XXVIII. CERATOPHYLLACEAE
GEN. 248. Ceratophyllum L.
578. C. demersum L. Sp. pl. p. 992 (1753) — Cfr. FI. An. d’It.
Ep: 487: le: n: 1539; Cronz-p.urro ; Sao pla, p83435.
Comunissimo nei fossati e nei bacini lacustri della pianura padovana,
circumeuganea e del distretto lagunare. Cresce nel lago di Arquà (De
Ton. Bull. e Paol.), lungo il canale di Battaglia (Zanard. !), nei fossi di
Abano (Poll. che fu il primo a segnalarlo nel 1816), nelle vasche del-
l'Orto botanico (Sacc.), lungo le mura di Padova tra Pontecorvo e S. Croce!
— 328 —
579. C. submersum L. Sp. pl. p. 1409 (1763). — Cfr. FI. An. d’It.
I, p. 488 et Cron. p. 119 (ut var. C. demersiî); Sagg. p. 46, 135.
Più raro del precedente ed indicato la prima volta dal Trevisan
(1842). Cresce qua e là nei fossati degli Euganei e presso le mura di
Padova tra Porta Pontecorvo e S. Croce!, ad Abbazia Pisani e tra Stan-
ghella e Boara Pisani! Vidi pure saggi, senza provenienza, nell’ Erbario
dell’ Istituto Tecnico di Padova (Ugol.!). Da ulteriormente ricercare e stu-
diare di confronto col precedente.
Fam. LL RANUNCULACEAE
GEN. 249 Clematis (Rupp.) L.
580. C. Viticella L. Sp. pl. p. 543 (1753). — (Cfr. FIA. dt.
piigor:clic tm. er5425 Cron; pi LI9;
Scoperta negli Euganei dallo Zannichelli (1730) e quivi ritrovata dal
Goiran (in Bull. Soc. Bot. Ital. 1894, p. 125). Fu indicata delle siepi
padovane sopratutto presso Strà (Mont. e Parol. in Bert. FI. It. V, p. 471)
e vidi esemplari delle siepi di Padova (Zanard.! Bizz.!), del lago di S.
Orsola (Spranzi!) e delle valli di Piove (Fiori !). Cresce anche subspon-
tanea nell’ Orto botanico (Sacc.).
581. C. recta L. Sp. -pl. p. 544:(1753). — Cfr. FI Ande
piidionzile. .n.15445 Cron: p... ino; RI..It- exsico tane
Scoperta nella provincia dal Romano (1828), fu indicata delle siepi
presso Padova (Parol. in Bert. Fl. It. V, p. 478) e vidi esemplari senza
precisa provenienza nell’Hb. Zanardini! La raccolsi negli Euganei tra
monte Venda e monte Peraro.
582. C. Vitalba.L. Sp. pl. p. 544 (1753) — Cfr. FL An. d'It.r E
pibaszle.in- 15463 Cron. sparì
Comune dovunque nelle siepi, boscaglie e boschi di pianura e col-
lina su qualunque suolo, non raramente, come presso Torreglia, arbori-
cola sui .Sa/ir capitozzati. Indicata la prima volta dal Romano (1823),
vidi esemplari di Lispida! Arquà! Frassenelle! monte Castello! Teolo
fo
i
—— 1929 —
nelle colline marnose (Pan.), sommità del monte Ricco (Bizz.!), siepi del
padovano (Zanard.!) ed a Padova stessa come in via Dimesse! a Veg-
giano (Rom. mn.) ecc. Presentasi nelle due var. integrata DC. e cre-
nata (Jord.).
Il Romano (1828) e sulla sua fede altri autori hanno indicato per
il padovano C. integrifolia L. che certamente non vi cresce e deve perciò
essere radiata. Nell’ Erb. padovano esistono bensì saggi provenienti dagli
Euganei (Spranzi!), ma tale provenienza non merita fede. Come subspon-
tanea nell’ Orto botanico di Padova fu indicata C. orientalis L. e spon-
tanea vi cresce pure C. Vitalba L. (Sacc.).
GEN. 250. Thalictrum (Tourn.) L.
583. T. aquilegifolium L. Sp. pl. p. 547 (1753). — Cfr. FI. An.
delole paagz;ile. 1547; Groni p.ii2z0” Sapg. PpiIasi
Frequente nei luoghi umidi e nelle boscaglie della pianura e degli
Euganei, dove fu indicato la prima volta dal Pollini (1822) e da me ri-
trovato in parecchie stazioni. Lo raccolsi pure presso la Certosa di Vi-
godarzere e tra S. Pietro in Gù e Carmignano di Brenta. Col tipo Tre-
visan (1842), De Visiani e Saccardo (1869) indicano la var. atropurpu-
reum (Jacq.).
584. T. minus L. Sp. pl. p. 546 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I,
p.is4gogret Cron..p:ii 120 (ut-var: (7. /oehdiL.); Bio Prosp:a pars
Raro nella provincia, dove fu segnalato pel primo dal Trevisan (1842)
e da me raccolto una sola volta nelle arene alluvionali del Brenta presso
Ponte di Brenta. È indicato come subspontaneo nell’ Orto botanico (Sacc.),
dove anch’ io lo raccolsi sulle mura che costeggiano il fosso dell’Alicorno.
585. T. simplex L. Mant. I, p. 78 (1767) = 7. angustifolium Auct.
PIS-Pat (expo welcex tot == Cioe Fio Andata palio: Crom.
peE20;. Beo:. Prosp.up:_35 (ut. var. 7. ano ustoiit).
Comune nei luoghi umidi, nelle paludi, lungo i fiumi ecc. Indicato
la prima volta nel padovano dal Romano (1823, sub 7. argustifolio),
cresce presso Padova nei fossi fuori porta Savonarola! lungo il Bacchiglione
tra Maserà e Cagnola! nei prati umidi detti Pratiarcati (Fiori !), presso il
laghetto di S. Orsola! a Fratte di Camposampiero! Veggiano (Rom. mn.
sub 7. angustifolio).
— 330 —
586. T. flavum L. Sp: pl. p. 494 (1753). — Cfr. FL An. It I,
p. 494;!Ic. n. 1551*; Cron. p.-120 (ut var. 7° angusto) Raassi
p-048; 136:
Frequente nei luoghi umidi di pianura e di collina. Indicato la prima
volta per gli Euganei dallo Zannichelli (1730), quindi dal Pollini (1822),
vidi saggi di monte Venda (Bizz.!) e fu raccolto nei fossati a piè dei
Colli dal Rigo (in litt.) ed a Veggiano (Rom. mn.). Io lo rinvenni presso
Padova alla Piazza d'Armi, nei fossati tra Porta Savonarola e S. Gio-
vanni, lungo il Bacchiglione (anche Fiori!), presso il laghetto di S. Or-
sola, lungo il Brenta presso Strà e Vigodarzere, a Piombino Dese al Palù,
nelle paludi di Arre (Conselve), di Onara ecc.
Del ciclo di 7. 7272%s il Trevisan (1842) indica T. elatum Murr. e
di quello di 7. /favun: il Romano (1823) segnalò per la provincia il T,
speciosum Pers. f glaucum (Desf.), Trevisan (1842) T. speciosum Pers.
(= 7. glaucum Desf.): entità che mi sono ignote e meritevoli di essere
studiate su opportuno materiale. Così pure merita di essere rintracciata
la forma stenofilla corrispondente a T. Bauhini Crantz (del ciclo di 7.
angustifolium L. quale è inteso dagli autori della « Flora Analitica ») che
fu indicata da alcuni botanici padovani, ma di cui io non vidi alcun
saggio che vi potesse essere riferito con sicurezza, tutto ,il materiale da
me esaminato corrispondendo all’ affine 7. sim29/ex L.
GEN. 251. Anemone (Tourn.) L.
587. A. ranunculoides L. Sp. pl. p. 541 (1753) — Cfr. FI. An.
d’ It. I;'.p.0496; Tec. n. 1557; Cron. p. 120; FI. It.'exsiecin te a
P- 47, 95, 123, 126.
Indicato pel primo dal Romano (1828), sembra essere piuttosto raro
nella zona collinare degli Euganei, dove lo raccolsi nei castagneti dei
monti Ventolone e Rosso, associandosi nella prima stazione con Carex
digitata, Erythronium Dens-Canis, Scilla bifolia, Allium ursinum, Den-
taria enneafhyllos, Euphorbia dulcis, Epimedium alpinum, Spiraca Arun-
cus, Lathyrus vernus, Vaccinium Myrtillus e nella seconda con Carea
digitata, Helleborus odorus, Ranunculus nemorosus e R. auricomus, Ane-
mone nemorosa ed A. Hepatica, Euphorbia carniolica, Mercurialis per-
rennis, Symphytum tuberosum ecc. Lo distribuii della prima località nel-
l’ Essiccata sopra citata e cresce anche in copia nel bosco dell’ Orto bo-
tanico di Padova (Sacc.). Non è improbabile lo si riscontri anche in
altri settori della pianura, e fu raccolto a Montegalda dal Romano (Mn.).
— 331 —
588. A. nemorosa L. Sp. pl. p. 541 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
lapsi4goreIVitp:.1o4; Mesa 1558; Cron: prlizopEaliniezsiccn3568;
SAC PA47195, 235240153254:
Comune e caratteristico delle formazioni boschive e più raramente della
macchia mediterranea dei colli Euganei, dove si associa a Luzu/a pilosa,
Leucojum vernum, Galanthus nivalis, Anemone Hepatica, Euphorbia
amygdaloides, Vinca minor, Pulmonaria officinalis, Veronica hederifolia,
Glechoma hederacea ecc. con preferenza nei territorii silicei. Scoperto nel
padovano dal Pollini (1822), lo raccolsi nei monti Venda, Alto, Ortone,
Rua, Sieva, Rosso, Bello, sulla collina di S. Daniele (FI. It. exsicc.
n. 568!), sul monte Pendice (e Bizz.!), nei dintorni di Galzignano e Teolo,
ecc. Cresce inoltre nel bosco dell’ Orto botanico di Padova (Sacc.), a
Ponte di Brenta nel parco della villa Giovanelli! ed a Montegalda (Rom.
mn.). Negli Euganei, col tipo, fu indicata la var. purpurea DC. (1805)
= var. rubicunda Sacc. e De Vis., 1869], che raccolsi qua e là e vidi
saggi trovati nel 1866 da De Visiani e Pirona negli Euganei e deter-
minati.cdar PA. Saccardo:
589. A. trifolia L. Sp. pl. p. 540 (1753) — Cfr. FI. An. d’It. I,
pio IVip.lioas.Iesin: 15505 Chonfip,;021; EL.It-exsiccsne 834,
Sagg. p. 47.
Indicato per gli Euganei dal Pollini (1822) e per il padovano dal
Romano (1831), Trevisan (1842), De Visiani e Saccardo (1869) ecc. Sta
il fatto che degli Euganei esistono saggi raccolti nel 1840 dal Bérenger
e trasmessi all’ Erb. dell’ Ist. bot. di Padova, ma la scheda porta anche
indicazione di località trevigiana e tutto lascia supporre che furono rac-
colti solo in questa provincia. Che questa specie cresca nel distretto col-
linare fu già da me posto in dubbio (1904) e sta il fatto che, all’in-
fuori del Bérenger, nè io, nè altri ve la ritrovammo. La raccolsi invece
nel parco della villa Wollemborg presso Loreggia (V 1906, fr.), che per
ora è l’unica stazione sicura per questa specie nel padovano.
590. A. Hepatica L. Sp. pl. p. 539 (1753), — Cfr. FL An. d’It.
imp.nag8ze IV; psri04;, e: ne-1565,; Cron gpl Elalts exsicc
n. 278; Sagg. p. 47, 94, 123-24, 143, 15354.
Comune e caratteristico delle formazioni boschive, delle siepi e più
raramente della macchia mediterranea, sui più diversi substrati, nel di-
stretto Euganeo, dove lo raccolsi nei monti Rua, Sieva, Ventolone, Alto
— 332 —
(anche Fiori!), Castello, Ortone, Rosso, S. Daniele, Lonzina, sulla collina
calcarea di Calvarina, sulle colline delle Frassenelle, sulle marne presso
Teolo, a Torreglia e presso il-Castelletto (Cont.!) ecc. NelwcollettamSs:
Daniele si associa ad Asp/lenium Adiantum-nigrum, A. Trichomanes,
Luzula pilosa, Leucojum vernum, Galanthus nivalis, Anemone nemorosa,
Euphorbia amygdaloides, Vinca minor, Pulmonaria officinalis, Veronica
hederifolia, V. montana, Campanula cervicaria ecc. Cresce anche, ma
raro, nell’ Orto botanico di Padova (Sacc.) ed alla villa Wollemborg a
Loreggia !
Romano (1823) ha indicato pel padovano A. coronaria L. che io
conosco solo dei vicini colli Berici nel Vicentino. Le indicazioni di A.
pratensis L. date dal Trevisan (1842) e di A. Pulsatilla L. da De Visiani
e Saccardo (1869) meritano conferma. Nell’ orto botanico di Padova fu
trovato qualche volta come subspontaneo A. japonica Sieb. (Sacc.).
GEN. 252. Adonis (Rupp.) L.
591. A. aestivalis L. Sp. pl. ed. 2%, p. 771 (1762). — Cfr. FI. An.
d' It» I, p..499.et Cron. p. 121 (ut var. A. arzzi CL); Sa spo:
Frequente nelle mèssi, sia di pianura che di collina. Indicato pel
primo dall’ Arduino (1807) per l Orto Agrario di Padova, quindi dal
Romano (1823), Trevisan (1842) ecc. Vidi i seguenti saggi: colli Eu-
ganei e campi attorno a Padova (Zanard.!), mèssi ad Arquà-Petrarca
(Fiori!), presso S. Pietro Montagnon (Mass. e Bizz.!). Lo raccolsi fra le
biade nell’ altipiano calcareo di Arquà-Petrarca ed alla base del monte
Rusta. Cresce anche a Pernumia (Rom. mn.) e vi riferisco pure i saggi
dei dintorni di Teolo interpretati dal Fiori per A. autumnalis L. Specie
quest’ ultima indicata dal Trevisan (1842), De Visiani e Saccardo (1869)
ecc. e che non è improbabile esista in provincia, ma sin qui non vidi
esemplari spontanei che vi potessero essere riferiti con sicurezza.
GEN. 253. Ranunculus (Tourn.) L.
592. R. aquatilis L. Sp. pl. p. 556 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. I,
pasoreliVi4p:;.104;-Ic/n3572Cron. p.12%
Trevisan (1842) ha indicato per la provincia il tipo e le var. trun-
catus e quinquelobus, quali furono intese dal Koch: forme probabilmente
esistenti nel padovano, ma assai rare od almeno scarsamente osservate.
— 333 —
I soli saggi da me visti provengono dai fossi attorno a Padova (Zanard.!
VI 1827): crescerebbe anche a Veggiano (Rom mn.).
593. R. paucistamineus Tausch in Flora XVII, p. 525 (1834) —
Cr El'An dt. p.'502- et IV) (pi‘ros (ut vareziesttagza:zies 6);
Cron. py 121; Freyn. in Bot. Centfalblatt' 1881, Beil n *26, ‘pi(1-2>
Bee. Sagg. p: 48, 135 ed in Bull. Soc. Bot. Ital., 1904, p. (61.
Comune e caratteristico dei canali, fossi ed in generale delle acque
quiete o poco agitate di tutta la provincia, dove è rappresentato dalle
seguenti entità :
I. var. natans Bég. in Bull. Soc. Bot. Ital., 1904, p. 62. — Pa-
dova nei fossati lungo le strade ed ai Pratiarcati (Bizz.!), fuori porta Sa-
vonarola! a Piove di Sacco ed Abbazia Pisani! Abano (Sacc.!), Monte-
grotto (Bizz.!), tra Monteortone e Tramonte! Praglia! ecc. — È la forma
più comune e generalmente interpretata per A. 4richophylus, che resta
a vedersi se sia rappresentato nella provincia. Distinguesi per il grande
e rigoglioso sviluppo della pianta, per i fusti ingrossati e più o meno
fortemente pelosi e di solito incrostati, per i peduncoli brevi e grossi, in
generale più brevi delle foglie, che per lo più non si riuniscono a pen-
nello fuori dell’ acqua.
2. var. capillaceus Thuill. Fl. Paris. p. 278 (1790) - pr. sp. —
Vi riferisco i saggi da me raccolti tra S. Pietro in Gù e Carmignano
di Brenta e nelle paludi di Arre (Conselve). — Differisce dal precedente
per essere pianta poco sviluppata, a fusti sottili, peduncoli molto brevi
ed a foglie a lamine assai strette e più o meno divaricate fuori del-
l’acqua.
3. var. Cesatianus Cald. Fl. Fav. tent. in Nuov. Giorn. Bot. It.,
XI, p. 324 (1879) - pr. sp. — Fossi presso Montegrotto (Bizz.! IV
1876, sub A. paucistamineo 1). — Differisce dai due precedenti per le fo-
glie a lacinie più corte e rigide, con tendenza a disporsi in un piano
circolare come nel genuino A. foericulaceus e per il picciuolo ridotto alla
porzione guainante assai allargata e rotondato-auriculata. |
Lungo i fossi presso Battaglia ho osservato una forma terrestre, che
è frequente nelle paludi a fondo torboso. Il Bolzon (in Bull. Soc. Bot.
Ital., 1899, p. 137) indica per Barbona di Este R. trich. var. caespito-
sus Thuill. che è forse una forma terrestre di A. paucistamineus.
594. R. foeniculaceus Gilib. Fl. Lithuan. V, p. 261 (1782). = A.
divaricatus Schrank. Baier. FI. II, p. 104 (1789) = A. circinnatus Sibth.
— 334
FI. Oxon. p. 175 (1794) = A. stfagnalis Wallr. Sched. p. 285 (1822). —
Cfr. Fl. An. d’It. Ip. 502;:Ic..m. 11572* 7 Cron. pae
aquatilis).
Indicato la prima volta dal Trevisan (1842), vidi saggi, senza pro-
venienza determinata, nell’ Erb. Zanardini ed io lo raccolsi tipicissimo
nel laghetto della Villa Wollemborg a Loreggia (V 1906) e nei fossati
tra la stazione di Villa del Conte ed Abbazia Pisani (VI 1910).
595. R. fluitans Lam. FI. Franc. II, p. 184 (1788) — A. /luvia-
Hilis Web. ap. .Willd. Spec. pl. II, p. 1333 (1779) = £#..deweedanafolins
All'El PediatIl; ip. (53 (785). —*Cfr. Fl An. i@ie pre eee
nigi y20eti Cron. sp;l122(Utivar. We. agua):
Indicato, sotto l'uno o l’altro nome, dal Romano (1831), Beggiato
(1833), Trevisan (1842), Visiani e Saccardo (1869), De Toni e Paoletti
ecc., non ne vidi sin qui saggi della provincia, dove però non è impro-
babile che vi esista, restando a stabilirsi, se è la genuina specie di La-
marck, oppure una forma fluitante di A. paucistamineus !
596. R. Lingua L. Sp. pl. p. 549 (1753). — Cfr. FL An. d’It.L
pi5os sale rn.fga562: Cron. pi22)
Specie molto rara nel padovano, segnalata la prima volta per i colli
Euganei dal Beggiato (1833) — indicazione quasi certamente a lui fornita
dal Romano - e quindi ricordata dal Trevisan (1842), De Visiani e Sac-
cardo (1869) ecc. Gli unici saggi da me visti portano la vaga indica-
zione di « Colli Euganei » e trovansi nell’ Erb. Zanardini!
597. R. Flammula L. Sp. pl. p. 548 (1753) — Cfr. FI. An. d’It,
Feosgastalesn1r383:Croa. pi 122:
Specie rarissima nel padovano, dove fu indicata (assieme alla var.
reptans [L.]) dal Trevisan (1842). Non vidi sin qui alcun esemplare, ma
il suo Zabditat, non parendomi improbabile, lo elenco fra le specie da ul-
teriormente ricercare.
598. R. ophioglossifolius Vill. Hist. PI. Dauph. III, p. 731 (1789). —
Cfr. FI. AnAn..d’It. I, p.:506 e IV, p. 105; Ic..n.01584; Crosia
FI. It.-exsice.. n (838; Bég; Sage. p.‘48 ed inBull} Soc. Borgtialo
1904, p. 63.
edi
— 335 —
Specie rara nella provincia, dove fu indicata la prima volta sotto l’ine-
satto nome di R. ophioglossoides W., dal Beggiato (1833) e dal Da Rio
(1836). Compare pure in un’ addernda manoscritta del Romano posta in
calce alla 3% ediz. delle sue « Piant. Fan. Eug.» posseduta dall’ Orto
botanico di Padova. Vidi i seguenti saggi: monte Venda (Zanard.! V
1832), fossati dei colli Euganei (Bizz.! 1873), Bovolenta (Martinati!) e
prati umidi detti Pratiarcati (Bizz.! 1882).
599. R. Ficaria L. Sp. pl. p. 550 (1753) = Z%caria verna Huds.
(1762) = /. ranunculoides Mnch. (1794). — Cfr. FI. An. d’It. I, p. 507
csliNop:istog; ic n:*1586: Crorti.xp. (123, El-It essi a esa)
839; Bée. Sagg. p. 48, 145, 154; 162, 185 ed' in Bull. Soc. Bot. Ital.,
194, P. 70.
Comune nei coltivati, lungo le siepi, nei prati umidi ed argillosi, nei
boschi e sui terreni marnosi di pianura e collina, dove è rappresentato
dalle seguenti forme:
1 0 typicus. — È la forma più comune, sopratutto nei luoghi er-
bosi ed assai variabile per la forma e grandezza delle foglie, ora (form.
incumbens F. Schultz) con i lobi ravvicinati alla base, ora (form. diver-
gens F. Schultz) con lobi divergenti, per i fiori ora di 25-30 mm. dm.
(form. grandiflora Lamot. ex Rouy et Fouc.), ora molto piccoli e cioè di
15-20 mm. diam. (form. parviflora Lamot.). Queste forme ho osservato
normalmente ermafrodite e sterili, ma qua e là riscontrai individui gino-
dioici ed altri con principio di maturazione degli acheni, ma ignoro se
l’abbonimento sia perfetto e se perciò riproducano la pianta, che si mol-
tiplica di regola per bulbilli ascellari sviluppantisi sul declinare del pe-
riodo antesico.
2. var. calthaefolius Bluff et Fing. Comp. FI. Germ. I, p. 2° p. 295
(1837) - pr. sp. = Z%caria calthaefolia Rchb. Fl. germ. excurs. p. 718
(1830-32). — Segnalata dal Bolzon (Suppl. p. 481) per i colli Euganei
e da me (in Bull. cit.) per le stazioni aride e soleggiate presso Arquà-
Petrarca, differisce dalla precedente per essere pianta a fusto quasi nullo,
per le foglie generalmente più grandi a tessitura più spessa ed a lobi
incombenti e per i fiori più grandi. La forma grandiffora del tipo e
questa fanno evidentemente passaggio all’ entità a distribuzione meri
dionale, caratteristica dei territorii circummediterranei e descritta come A.
grandiflorus Rob. Alcune colonie di individui crescenti nei luoghi erbosi
e concimati dell’Orto botanico di Padova lo ricordano molto da vicino
ed in ogni caso fanno spiccato contrasto con la forma microfilla e mi-
SI
cranta crescente del bosco dell’ Orto stesso e che ho distribuito nel
n. 571 della « Flora Italica exsiccata ».
600. R. auricomus L. Sp. pl. p. 551 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
I;.p:i 510 ve IV, pi 106; Te. in. \1508*; Cron.tp. 123 (Uta reati an
bici LL); (Fl It. exsicc.‘n.0973e ‘573 PS; Bee. Sag. (pila 705 esi
in Bull."Soc. Bot. . in Bull. ;Soc..Bot. Ital. 1903 (pazzi
Frequente negli erbosi aridi e nei luoghi sassosi del distretto Eu-
ganeo, su qualunque suolo. Indicata la prima volta dal Romano (1831),
ne ebbe saggi degli Euganei dal Mayer il Bertoloni (Fl. It. VIII, p. 287).
Specie polimorfa, si presenta sotto le tre seguenti varietà :
1. var. Timeroyi Jord. Adn. cat. Dijon p. 29 (1848) - pr. sp. —
È la forma più comune e fu raccolta negli Euganei (Spranzi! ed in
Hb. P. A. Sacc.!), sul monte delle Croci (De Vis.!), sui monti Ricco e
Ventolone (Bizz.!), sopra Valsanzibio (Zanard.! 1827; Fiori!), nelle col-
line calcaree presso Bastia! monte Solone presso Luvigliano! e presso le
cave di trachite di monte Oliveto!
2. var. cinerescens Jord. ap. Bill. Arch. de FI. Fr. et Allem. p. 315-
316 (1842) - pr. sp. — Rara e da me raccolta due sole volte nelle
— 374 —
pendici erbose aridissime del monte Sieva e sul monte Castello so-
pra Este!
3. var. agrestis Ten. Fl. Nap. prodr. p. 45 (1811) in FI. Nap. I
(1811-15), — Rara e da me trovata solo nei luoghi erbosi sul m. Alto!
Per le differenze su queste tre varietà cfr. quanto scrissi nel Bullet-
tino sopra citato.
691. M. minima (L. sub 4. polym. var. minima) Gruf in L. Am.
Acad. .IV;..p. 105 (1759) — Cfr. FI An. d'It..II, pirassicinziagioe
Cron. p.155;: Bég. :Sagg.. pi 52; 82,,87; 122; 128, T41,00 50
Bull. Soc. Bot. Ital., 1904; p. 247.
Comune nei luoghi erbosi e sassosi aridi del distretto Euganeo,
dove è più frequente nei suoli calcarei e qualche volta nei calcareo-mar-
nosi, in pianura sulle mura di Padova. Specie polimorfa, si presenta nelle
seguenti tre varietà collegate da graduali intermediari e non sempre net-
tamente circoscrivibili, quando i legumi non siano perfettamente maturi :
I. 2 typica. — Indicata la prima volta dal Romano (1823), degli
Euganei alle terme di Abano (Montini sec. Bert. Fl. It. VIII, p. 305),
delle colline marnose di Teolo (Pan.) ecc. Vi riferisco i saggi raccolti a
Padova sulle mura di S. Croce (Zanard.! 1827), sulle mura presso S.
Massimo ed il Tiro a segno e presso Porta S. Giovanni! sulle mura pado-
vane (De Vis.! Spranzi!), terme di Abano al Montirone! monte Solone e
monte Lonzina! colli Euganei e Galzignano (Bizz.!), monte Ricco! La
pianta è pubescente, ma più spesso grigio-tomentosa e corrisponde alla
var. canescens Ser. in DC.
2. var. recta W. Sp. pl. III, p. 1415 (1800) - pr. sp. — Mura
di Padova tra Porta S. Giovanni e Porta Savonarola e presso S. Massimo!
3. var. hirsuta (L. sub 2. polym. ) hirsuta) Fiori in FI. An. d’It.
II, p. 39 (1899) = M. min. var. brachyodon Rchb. (1830-32). — Indicata
la prima volta per gli Euganei dal Fiori (0). c.), ma già raccolta presso
Abano dal Montini! (ed è forse questa la forma trasmessa al Bertoloni)
e da me trovata sul Montirone di Abano, sul monte Sieva, tra monte
Venda e Valsanzibio e sulle colline di Frassenelle presso Bastia. La
pianta varia per essere glabra, pubescente o subtomentosa.
692. M. carstiensis Wulf. in Jacq. Coll. I, p. 86 (1786); Jacq. Ic.
pi. rar. I,-p..13, t. 156..— Cfr FIAn. d’It. IL p. 4odoneone
Cron. piuma; Sagg. p. 55, /12, 140.
Frequente nei luoghi erbosi ed ombrosi, nelle boscaglie e lungo le
— 375 —
siepi del distretto Euganeo, dove fu la prima volta segnalata dei din-
torni di Torreglia dal Pollini (1817 e 1822), trasmessa degli Euganei
dal Rainer al Bertoloni (FI. It. VIII, p. 282), raccoltavi da Zanardini !
Meneghini! Kellner! Bizz.! sul colle di S. Daniele da P. A. Saccardo!
sui monti Pendice, Zucca ed a Cingolina (Ugol.!), e da me nelle colline
sopra Battaglia e sul colle Lispida, sui monti Ricco, Sieva, Oliveto, Ca-
stello, Alto, nelle colline sopra Teolo, sui monti Bello, Merlo, Lozzo,
nelle colline di Frassenelle, tra Bastia e Rovolon; a Montegalda sui con-
fini del Vicentino dal Contarini!
È indifferente alla natura fisico-chimica del suolo, donde la sua larga
distribuzione nel distretto Euganeo: sembra mancare in pianura. Di Tor-
reglia è anche indicata dal Pampanini (1903) come un elemento, vene-
to-illirico a distribuzione continua dalla Serbia al basso Veneto fino al
Mantovano e Pavese e cresce «in plurimis locis nemorosis collium Eu-
ganeorum » (Rigo in litt.).
693. M. arabica (L. sub 42. po/ym. var. arabica) All. FI. Pedem.I,
p. 315 (1785) = 4. maculata Sibth. (1794); Willd. (1800). — Cie,
WAS E Il} pi go Ie. i; 195t sg Cron pi 153-8846255
TOO; T4S:
Frequente nei pascoli e luoghi erbosi di pianura e di collina su
qualunque suolo. Indicata la prima volta dei prati presso Montegrotto
dallo Sternberg (1806) e dal Pollini (1822), fu raccolta negli Euganei
(Zanard.! 1828), a Torreglia dal Montini! (e sec. Bert. FI. It. VIII, p. 283),
Corezzola (Rom. mn.), Monteortone (Spranzi! Bizz. !), Galzignano (Bizz. !),
sul Montirone di Abano (P. A. Sacc.! Ugol.! Sartori!), nei dintorni di
Padova (Fiori!) e da me presso la stazione di Montegrotto, negli er-
bosi del gruppo del Lonzina e sul monte Solone presso Luvigliano.
694. M. hispida Gaertn. Fruct. II, p. 349 (1791). — Cfr. FI. An.
dpltgllop: golem 19525: Cron. p: 155; Sie s55, 100:
Comune nei luoghi erbosi, nei pascoli aridi, lungo i fiumi o le strade,
in pianura ed in collina. Segnalata la prima volta per gli Euganei dallo
Zannichelli (1730), presentasi nel padovano sotto le due seguenti varietà :
1. var. denticulata Willd. Sp. pl. III, p. 144 (1800) - pr. sp. —
Padova lungo il Piovego fuori Porta Portello! ai Pratiarcati (Bizz.!),
nelle arene della rotta del Brenta presso S. Margherita! al Montirone
di Abano! (anche P. A. Sacc.! Ugol.! Sartori!), nei luoghi erbosi presso
Monteortone (Bizz.!), a Galzignano (Fiori!). Raccolta anche presso Pa-
ce
dova dal Montini! che ne trasmise saggi al Bertoloni (FI. It. VIII, p. 276)
e negli Euganei (Bérenger!), fra le biade presso Arquà-Petrarca (Rigo
in litt.).
2. var. apiculata Willd. op. c. - pr. sp. — Più rara della prece-
dente, fu raccolta presso Arquà-Petrarca e Padova (Rigo in litt.), da me
presso la stazione di Monselice e nelle arene della rotta del Brenta
presso S. Margherita in forme di passaggio alla precedente.
Il Romano (1828) ed il Trevisan (1842) indicano, rispettivamente, M.
nigra W. e M. lappacea Desr., ricondotte a questo ciclo dagli autori, ma
di cui non mi fu sin qui dato raccogliere saggi, nè di trovarli nelle
collezioni a mia disposizione.
GEN. 289. Melilotus (Tourn.) Adans.
695. M. indica (L. sub 7y:f JIMelil.-indica var. è) All. Fl. Pedem.
I; p.(308(1785) — M. parviflora Desf.' (1800). — CSR dea
Ipse IV. 138: Ten. 9616 Cron, pi gt5 0
Assai raro e forse soltanto avventizio. Fu indicato la prima volta
dal Romano (1831) e trasmesso dal Mayer al Bertoloni (Fl. It. VIII,
p. 90) dei dintorni delle terme di Battaglia, dove forse attualmente non
vegeta più.
696. M. officinalis (L. sub 7y:f Melil.-offic.) Lam. FI. Fr. II, p. 594
(778) =. pipi — Cfr FI An. d'It.IIL p. 44; Je. ala e
p. 156; Sagg. p. 55, 185.
Comune nei luoghi erbosi, nei campi, lungo le siepi ed i fiumi, in
pianura ed in collina e su qualunque suolo. Indicato la prima volta dal
Romano (1823), vegeta nella pianura padovana (Zanard.! 1827), a Veg-
giano (Rom. mn.), nei Pratiarcati (Fiori!), lungo il Brenta presso la
stazione di Vigonovo (Ugol. in litt.), nei dintorni del lago di Arquà (De
Ton. Bull. e Paol.) ed io lo raccolsi presso la stazione di Monselice e
sul vicino monte Ricco, tra S. Pietro Montagnon e monte Alto, tra
monte Venda e Valsanzibio, sulle colline marnose di Teolo (anche Pan.),
sul colle Calvarina, alle cave di trachite presso Montegrotto e sulle col-
line ‘delle Frassenelle. Cresce anche nell’ Orto botanico di Padova (Sacc.).
Il materiale da me esaminato deve riferirsi all’ a Pepitpierreana (W.) quale
è inteso nella « Flora An. d’Italia », già indicato come specie a sè dal
3208
x
— 377 —
Trevisan (1842), il quale ha adoperato il nome di /7. officinalis W. per
il num. 698.
697. M. alba Desr. in Lam. Encycl. IV, p. 63 (1796) = 4. vu
garis Willd. (809). |i-<*Cft; FIA n ddtstt-p.44 e IV prr3z85 Cron
p. 156 (ut var. /. officinalis); Sagg. p. 55, 125.
Comune nei luoghi erbosi, lungo le strade ed i fiumi, nei coltivati
ed incolti di pianura e di collina e su qualunque suolo. Indicato pel
primo dal Romano (1823: sub 47. offic. } a/ba), cresce nell’Orto bo-
tanico (Sacc.), lungo il Bacchiglione presso Padova (Fiori!) lungo il
Brenta presso la stazione di Vigonovo (Ugol. in litt.), presso Codevigo!
negli Euganei sul monte Sieva! presso Arquà-Petrarca e Lozzo! e sulle
colline marnose di Teolo (Pan.).
698. M. altissima Thuill. Fl. par. ed 2°, p. 378 (1799) = 4. ma-
crorrhiza Pers. (1807) = M. officinalis Trev. (1842). — Cfr. FI.. An.
ditte Ib.-p. 445 Ten. 1064; Cron. pi. 1567 Béeg. Saggi pi. 55. (edi
Bull:-Sec.:Bot.. Ital, 10904, pi 248.
Assai raro pel padovano, dove fu segnalato la prima volta dal Tre-
visan (1842). Vidi saggi di Montegrotto (Bizz.!) e dei dintorni di Bastia
(Fiori!), da riferirsi (sec. Schulz. Mon. d. Gatt. Melil. in Engler’' s Bot.
Jahrb. XXIX [1901], p. 692) alla forma a distribuzione merid. descritta
sotto il nome di M, linearis Cav. in Pers. (1807) e di cui, a quel che
sembra, è sinonimo /7. palustris W. et Kit. (1812).
GEN. 290. Trigonella L.
699. T. gladiata Stev. in Fisch. Cat. Hort. Gorenk. p. 112 (1808). —
ChiEl::An.disoil*prassio* 1967; Chonl@pagg E laltzexsice:
ne069: Sag pr 56301250140, 177:
Specie assai rara, indicata per la prima volta « nei monti padovani
ad Arquà » dall’ Anguillara (Sempl. p. 103), quindi ritrovata presso Tor-
reglia (Rigo in litt.) e copiosa sul monte Sieva (Fiori! e sec. Bolzon in
Bull.-Soc.-Bot.iItal.;..1896;..p...135).
700. T. monspeliaca L. Sp. pl. p. 777 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Hp. 430. di 1968, Cron: pi 157; Fl ditexsice:n:460;: Bee Prasp:
p-#36.
25
SIIT
Assai rara nel padovano, essa fu scoperta nel 1876 negli Euganei
da C. Massalongo e G. Bizzozero! e da me nel 1906 sulle mura pa-
dovane nel tratto fra la Polveriera e S. Massimo, donde fu da me di-
stribuita nella Essiccata sopra citata. È designata quale una rupestre-
xerofila assai frequente sui muri e quivi verosimilmente attratta dalla
presenza di CaCO,: in ogni modo manca nella circostante pianura ar-
gilloso-alluvionale ed è pure assai localizzata negli Euganei.
GEN. 291. Trifolium (Tourn.) L.
701. T. subterraneum L. Sp. pl. p. 767 (1753). — Cfr. FI. An.
Uda ti*"p:4g8;-IcGni- 1973; Cron-pi57: Sage pit
Piuttosto raro nei luoghi erbosi e nei prati prezzo Galzignano, S. Pie-
tro Montagnon e sul monte Ventolone (Bizz.! e sec. Bolzon in Bull. Soc.
Bot. Ital., 1896 p. 176) ed ai piedi del monte Sieva (Fiori!; Bolzon in
1. c.). Lo raccolsi nei pratelli erbosi del monte Croce sopra Battaglia:
stazioni tutte in substrato siliceo.
702. T. arvense L. Sp. pl. p. 769 (1753). — Cfr. FL An. d'It.Ik
Pi t9sglcuanisro74: Cron pr 157% 409: piu 53, LO
Comune nei prati e luoghi erbosi sopratutto di collina, nei coltivati
e nei campi abbandonati, lungo le siepi e qualche volta nelle boscaglie
su qualunque suolo. Indicato la prima volta dallo Zannichelli (1730) per
gli Euganei, trovasi nel colle di S. Daniele (Zanard.! 1827), nei campi
presso Montegrotto (Bizz. !), fra le biade del m. Castello (Bizz. !), a monte
Oliveto! (anche Ugol.!) sul colle Lispida! a Monselice! nei monti Cero
e Castello sopra Este! sul monte Rua! ed in pianura a Veggiano (Rom.
mn.), ad Arlesega (Cont.!); tra S. Pietro in Gù e Carmignano di Brenta!
e nello stesso Orto botanico (Sacc.). Dispiega il comportamento delle
silicicole esclusive.
703. T. Bocconei Savi Obs. Trif. p. 37 (1810). — Cfr. FI. An. d’It.
II, ip.rzo ac. n. 1976; Cron. p..‘157;, Sagg. p. 56, Rien
Rarissimo e scoperto nei luoghi erbosi del monte Ricco presso Mon-
selice (Bizz.! ed in Bull. Soc. Ven.-Trent. Sc. Nat. n. 2 [1879]). Nel
l’ Erbario Padovano vi sono pure saggi che sarebbero stati raccolti dal
Bizzozero «in aridis montis Venda in Euganeis», ma l'etichetta non è
di suo pugno e dubito dell’ attendibilità di questa stazione.
— 379 —
704:"F0 striatum*E 120, 123, 120, t540\inel 4 veneto)
Comune e caratteristico dei castagneti e qualvolta dei querceti del
distretto Euganeo ed io lho raccolto, sui monti Venda e Rua, Alto,
Pendice, Ventolone, Rosso, presso Torreglia, monte Solone presso Luvi-
gliano e sulle colline delle Frassenelle. Cresce anche a Veggiano nel bosco
(Rom. mn., che fu il primo ad indicarlo fin dal 1823). Sembra essere
indifferente alla natura fisico-chimica del suolo, avendolo trovato nei sub-
strati silicei ed in quelli calcarei. Alcuni dei saggi ricordati presentano
qualche carattere di convergenza con l’ affine Z. venetus: ma, attentamente
confrontati, non sembrano potervisi riferire.
Per ragioni di sinonimia deve essere radiato L. angulatus L., per
ragioni di 4abitat L. Climenum L. (questo indicato pel padovano dal-
l’Anguillara, Sempl. p. 92); e meritano conferma le indicazioni di L.
annuus L. e di L. palustris L. date dal Trevisan (1842) e ripetute, ma
senza precisare la provenienza, da altri botanici. Richiamo 1’ attenzione su
L. venetus Hall. et Whlf., già da me segnalato e che merita di essere
attentamente studiato di confronto con LZ. verzxs e su opportuno mate-
riale vivente.
GEN. 303. Vicia (Tourn.) L.
755. V. narbonensis L. Sp. pl. p. 737 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
JP pioroosote:"n:)2152:;* Cron: po 169: Elydprerio Sn
n. 892 (v. serratifolia); Sagg. p. 56, 140.
Frequente nei luoghi coltivati e sopratutto fra le messi del distretto
Euganeo. Presentasi sotto le due seguenti sottospecie :
I. subsp. typica. — Segnalata la prima volta dal Romano (1823),
vegeta sul monte Venda (Zanard.! 1828), a Torreglia e nei colli presso
Battaglia (Montini e Mayer sec. Bert. FI. It. VII, p. 509), nei luoghi
erbosi presso Pendice, nei coltivati presso Arquà, sul monte Cero e sul
— 398 _—
monte Lozzo (Bizz.!), fra le biade alla base dei colli presso Este (Rigo
in litt.), negli Euganei (Spranzi!).
II. subsp. V. serratifolia -Jacq. FI. :Austr.. -V, App. pae
(1778) — pr. sp. — Indicata la prima volta dal Trevisan (1831), fu rac-
colta fin dal 1828 dallo Zanardini negli Euganei e quivi dal De Vi-
siani! Spranzi!, nei colli sopra Battaglia dal Beggiato ed in quelli di
Teolo dal Romano (Mn. PI. Eur. II, p. 639), a Torreglia dal Montini!
(e forse è questa la pianta trasmessa al Bertoloni), a Galzignano dal Biz-
zozero! e sul monte di Lozzo dal Bolzon (in Bull. Soc. Bot. Ital., 1900,
P.- 337), il quale vi cita ancora la var. intermedia Strobl.
Sembrano essere ambedue indifferenti alla natura fisico-chimica del
suolo.
Largamente coltivata è |’ affine V. Faba L., che fu per la prima volta
indicata pel padovano dal Romano (1823) assieme ad una var. f} equina
(Pers.).
756. V.-hybrida:L. Sp. pl. p.‘737.(1753). — Cira Fia
piimso:;=le-nn2155g Cron. p.--169; Sas. prir56,100.
Piuttosto rara negli erbosi, nei coltivati e qualche volta lungo le siepi
del distretto Euganeo a Monselice (Mayer sec. Bert. FI. It. VII, p. 527),
Calaone presso Este (Rigo in litt.), alla Pendice e presso. Arquà-Pe-
trarca (Bizz.!), sui monti Ricco e Rua! I saggi di questa ultima prove-
nienza appartengono ad una forma (var. subintermedia Bég. ined.) più
robusta del solito, a foglioline più grandi, a fiori più sviluppati e fa pas-
saggio alla affine V. spuria Raf. Indicata la prima volta dal Romano
(1828).
752. V.-lutea L. Sp. pl. p. 736 (1753). — Cfr. FIA
p.ieii-e IV, p.:1443.Ic.-in-i2157,; Croa. «pi 170; +Bég. Sas
rooced n sBull. Soc. Bot. Tal; *:904; p. -248.
Freguente nei luoghi erbosi, nei seminati e lungo le siepi nel di-
stretto Euganeo, ma trovasi anche qua e là in pianura. Presentasi sotto
le seguenti forme:
I. subsp. typica — Indicata la prima volta dal Pollini di Arquà-
Petrarca (1817), cresce presso le terme di Abano (Montini! e sec. Bert.
FI. It. VII, p. 523), alla rocca di Monselice (Rom. mn.), negli Euganei
(De Vis.! Spranzi!), nei seminati presso Arquà, Abano e monte Vento-
lone (Bizz.!), ad Arquà e sul monte Sengiari (Ugol.!), a monte Solone
presso Luvigliano ! * monte Oliveto alle Cave! Xx monte Ventolone e colline
[*
È
È
'
A
.
4
fn
— 399 —
presso Battaglia! lungo le siepi tra Camposampiero e Loreggia! — Gli
esemplari preceduti da % appartengono alla var. violacescens Fiori.
I: stibsp:Vi. hirta, Balb=sec. Pers. Syn.. Ip. “308: (1807))= pr
sp. — Segnalata pel primo dal Romano (1831), fu raccolta negli Eu-
ganei (Spranzi!), sul monte Ricco (Bizz.!) e da me sul monte Alto.
Ambedue dispiegano nel distretto Euganeo il comportamento delle
silicicole esclusive !
758 VV: grandiflora Scop..Fl. Car. ed22°,.II, p:63)6442)G772)) -
Cir ebi Anne It:H; pi r111;lcynea58 Cron. prizo SB exsico:
iS: Sdeg. p., 54; 129; 140.
Piuttosto rara e fin qui trovata solo nella zona meridionale degli
Euganei, dove fu raccolta fra i seminati del monte Calaone! (anche Bizz. !)
e sul monte Cinto! pure negli Euganei (Zanard.! Spranzi!) e segna-
lata, come rara, dal Trevisan (1846). Questi (1842), il Romano (1831),
che ne ebbe saggi dal Beggiato (Mn. PI. Eur. II, p. 641) e più di re-
cente per il monte Calaone l Ugolini (in Malpighia XI [1897] citano
la forma corrispondente a V. sordida W. et K.: stazioni tutte su ter-
reno siliceo!
759. V. peregrina L. Sp. pl. p. 737 (1753) — Cfr. FI. An. d’It,
ii-paritggalo:.n- 23159; Cron.pia7o SA 50.
Qua e là nei luoghi coltivati ed incolti del distretto Euganeo, dove
fu raccolta nel 1827 dallo Zanardini! da questi e dal De Visiani tras-
messa al Bertoloni (Fl. It. VII, p. 522) e raccolta pure nei colli dal De
Visiani! Spranzi! negli oliveti sopra Galzignano e nei coltivati sul monte
Ricco dal Bizzozero! e presso Castelnovo dal’ Fiori! Indicata la prima
volta dal Romano (1831), che ne ebbe saggi euganei dal Bonato (Mn.
PISEGP IL p. 638)
760; V.. Sativa=L. Spsopl:: pi-7360(16753) — Re A
DES dV pid lc. 276007 Cron: p.170;/SA 250 I007 107.
Coltivata o spontanea nei prati e pratelli erbosi, nei coltivati, nelle
boscaglie, lungo le siepi ed i fiumi della pianura e collina, su qualunque
suolo. Indicata ia prima volta dal Romano (1823), vi cresce in molte
varietà e forme, delle quali meglio caratterizzate mi sembrano la V. he-
terophylla Presl (monte Madonna sopra Teolo: Fiori! monte Solone
presso Luvigliano !) e la V. segetalis Roth (colli Euganei: Bizz.! monte
— 400 —
Ricco! monte Oliveto! ecc.). Vi è anche indicata da Romano e Trevisan
la V. angustifolia L. che io non vi raccolsi, nè vidi nelle collezioni da
me esaminate, ma che è assai probabile vi esista. La VW. safiva cresce
anche all’ Orto botanico di Padova, lungo le vie e le mura della città, sui
terreni marnosi a Teolo (Pan.) ecc.
761. V. lathyroides L. Sp. pl. p. 736 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
IT; p..113$ Ice. n. .2162; Cron: p.-170;. FI. It. exsicelaoeeeia
Pi54 E ZA |
Non frequente negli erbosi aridi o nei pratelli intercalati fra la
macchia mediterranea dei settori silicei del distretto Euganeo. Indicata
la prima volta dal Romano (1828), ma raccolta già attorno al 1827 ne-
gli Euganei dallo Zanardini! presso Galzignano dal Bizzozero! e da me
nei monti Rua, Ricco, Croce sopra Battaglia, sul colle Lispida, sui monti
Solone e Rosso e nel gruppo del Lonzina. Mai incontrata nei settori
calcarei.
762. V. bithynica (L. sub ZLa/kyro) L. Syst. ed. 10°, p. 1166 (1759).
— Cfr Fl: An.ed’It--II, p.-113;.Ic..n.2163;; Cron pay o: Be 4644
Paso 40,VI77:
Specie assai rara, a quel che pare, localizzata in alcuni settori
degli Euganei ed indicata presso Este dallo Sternberg (1806), quindi
dal Pollini (1822) e ritrovata dal Rigo (in litt.). Fu pure segnalata per
gli Euganei dal Beggiato (1833), che la raccolse sul monte delle Croci?
(Rom. Mn. PI. Eur. II, p. 639), ed io ne vidi saggi del monte Venda
(Zanard.! 1827).
763. V. dumetorum L. Sp. pl. p. 734 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
IE pat4; Jc, n. 2166; Cron. p. 170; FI. It. exsicci nto s5 sasa
p.50.
Rarissima e scarsamente osservata nel padovano, dove fu però se-
gnalata dal Romano fin dal 1823. I soli saggi da me visti furono rac-
colti « inter virgulta AZorzegrotto » (Bizz.! 21 VIII 1830).
764. V. cassubica L. Sp. pl. p: 735 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. II,
p..a116; lc. n. 2172; Cron. p..171; Bés. Sagg. p.,55, 123 nni
Soc. Bot. Ital., 1904, p. 248. I
Frequente nelle stazioni boscose o macchiose e lungo le siepi del
Re
— 401
distretto Euganeo dove, e precisamente sul monte Venda, fu scoperta dal
Mentzel (1682). Cresce su questo monte (Zanard.! 1827), presso Battaglia
e nelle selve sopra Praglia (Mayer e Montini in Bert. FI. It. VII, p. 480),
a Praglia (Montini!), qua e là negli Euganei (Spranzi! Rigo in litt.), nelle
colline sopra Battaglia, nei monti Sieva, Castello e Cero! (il tipo), sul
monte Rua! (la var. pubescens Ten.), nelle boscaglie di monte Oliveto!
(la var. villosa Celak.) - stazioni tutte in substrato siliceo.
765.'V..CraccavL: Sp. pl. 73500753) — ‘Cir n dEi
paesino: le; nol21745 Cron: p: T7EDa92®p. 50.
Comune nei campi, lungo le siepi ed i fiumi e nei luoghi selvatici
di pianura e di collina. Indicata la prima volta per l'Orto Agrario di
Padova da L. Arduino (1807), presentasi sotto le seguenti forme:
T...var. imbricata (Gilib. FI Lith.XIV, p.i 104 (1781) prsp_ =
È la forma più frequente ed io vidi saggi della pianura padovana (Za-
nard.!), lungo il Brenta presso Strà e Corte! presso Padova ai Pratiar-
cati (Fiori!), Abano (P. A. Sacc.!), Valsanzibio! Trovasi inoltre nei din-
torni del lago di Arquà (De Toni, Bull. e Paol.), a Veggiano (Rom.
mn.), sul colle di Lispida (Ugol.!), nelle colline marnose di Teolo (Pan.),
presso Camposampiero ! ecc.
2. var. incana. Vill. .Hist..-plosPauph: III. p.. 44901780
Gerardi All. (1785), non Jacq. (1774). — Indicata di Padova-Abano-
Teolo (De Toni e Paol.), fu raccolta negli Euganei sul monte Venda
(Zanard.! 1827), a Teolo (Rom. mn.), negli Euganei (Spranzi!), sul colle
di S. Daniele (Fiori!).
Trevisan (1842) elenca, inoltre, la var. Kitaibelii Rchb. (pr. sp.)
e la var. tenuifolia Roth (pr. sp.) che meritano di essere ricercate e stu-
diate di confronto con le due precedenti.
766. V. dasycarpa Ten. Viagg. Abr. p. 81 (1830) = V. varia Host
(1832). — Cfr ElsAn:odblt HNpstss8;Icgnaenne e Cronispria
(ut var. V. villosae).
Qua e là in pianura ed in collina ed indicata la prima volta dallo
Sternberg (1806, sub V. varia /). Cresce nell’agro padovano ad Abano
(De Visiani e Montini sec. Bert. FI. It. VII, p. 485), ad Abano (Mon-
tini !), ad Abbazia Pisani (Fiori!), tra S. Pietro in Gù e Carmignano di
Brenta e presso S. Pietro Montagnon!
Sono inoltre segnalate per la provincia le affini V. villosa Roth e
SO
V. pseudocracca Bert. che meritano di essere ulteriormente ricercate e
confrontate con questa.
767. V. tetrasperma (L. sub £7v0) Mnch. Meth. p. 148 (1794) =
V.*\gemella /Crantz' (17609). Cfr. (FI. An dI fI}}-p.ir20% endesa
Groni&p.. (17151 Sag prsso:
Piuttosto rara nei luoghi erbosi, nei coltivati e nelle boscaglie del
distretto Euganeo (Spranzi!), sul monte Oliveto! tra Bastia e Rovolon!
a Veggiano (Rom. mn.) e nell’agro padovano (De Visiani sec. Bert. FI.
It. VII, p. 534). Indicata pel primo dal Romano (1823):
768. V. gracilis Lois. Fl. Gall. ed. 1°, p. 460 (1806) = Zrvum te-
nuissimum Pers. (1807), an M. B.? (1800) = £. gracile DC. (1813). —
Cfr. Fl. An. d°It. II, p:i120 et. Cron: p. 1710 (Utsrartlene asi
Molto rara e segnalata la prima volta dal Bomano (1831), che ne
ebbe saggi di monte Rosso dal Beggiato (Mn. PI. Eur. II, p. 641). Vidi
saggi degli Euganei (Zanard.! Spranzi!) ed altri conservati nell’ Erb.
Padovano con l'etichetta di pugno del De Visiani «inter segetes » di
probabile provenienza padovana.
769. V. hirsuta (L. sub Z£rv0) S. F. Gray Nat. Arr. Brit. PI. II,
piibra (1821); Cfr. FI. An. d’It. IL.p.:120; Jen ene
piaz; Sag p-.56:
Comune nei luoghi erbosi, nei coltivati e fra le boscaglie degli Eu-
ganei e prossimi territori, cioè fra i seminati al Montirone, Galzignano
e Pendice (Bizz.!), ed io la raccolsi presso Battaglia, sui monti Ricco,
Alto, Rosso, Solone presso Luvigliano, tra Bastia e Rovolon e sul monte
Pendice. Indicata la prima volta dal Romano (1823), vegeta su qualun-
que suolo e fu pure raccolta sugli Euganei (Zanard. !), ad Arlesega (Cont. !)
ed a Montegalda sui confini del vicentino (Rom. mn.).
770. V. disperma DC. Cat. Hort. Monsp. p. 154 (1813) = V. far-
viflora Lois. (1807), non Cav. (1801), nec Michx. (1803) = ZErvum par-
viflorum Bert. (1819). — Cfr. FI. An. d'It. I, p. 127; ice
Cron.gp.@ry2:-0Fl. «It. exsiccn, 10808
Piuttosto rara negli Euganei, dove fu tra i primi indicata dal Beg-
giato (1833), Da Rio (1833), Trevisan (1842) e di cui vidi saggi (Spranzi!),
— 403 —
dei boschetti del monte Sieva (Fiori! sub VW. Zereroî Dietr.) ed io la
raccolsi presso Luvigliano.
Sono coltivati e qualche volta rinvengonsi allo stato subspontaneo
V. Lens Coss. et Germ. e V. Ervilia W.
Credo sia da radiare, grazie all’ habitat, V. silvatica indicata pel pa-
dovano dal Romano e Trevisan e per gli Euganei dal Beggiato, laddove
reputo probabile la presenza di V. sepium L. segnalatavi, ma senza pre-
cisa provenienza, da vari autori. Fu da me elencata per gli Euganei (Sagg.
p. 56), ma in realtà io non ve la raccolsi, nè vidi saggi nelle numerose
collezioni di cui disposi; tuttavia un tale %adifaf è assai verosimile.
Della Fam. delle Leguminose sono coltivate le specie seguenti :
Lupinus albus L. (Romano, 1823 etc.).
Robinia Pseudo-Acacia L. x et f umbraculifera DC. - Il tipo, na-
turalizzato su larga scala nelle pendici più aride degli Euganei, lungo le
siepi e le scarpate delle ferrovie, è citato la prima volta dal Romano nel
1923:
Hedysarum coronarium L. - Vidi saggi di Arlesega raccolti dal Con-
tarini attorno al 1830!
Cicer arietinum L. (Romano, 1823 etc.).
Phaseolus vulgaris L. - Coltivato in molte varietà e razze. Romano
cita inoltre P%. nanus L. e Dolichos Catiang L.
Gleditschia triacanthos L. - Adibita a fare siepi e quivi spontaneiz-
zatasi su larga scala. Vidi saggi di Veggiano raccolti dal Contarini at-
torno al 1830! dei dintorni delle terme di Abano dal Fiori nel 1895 ed
io la trovai lungo il canale Brentelle, nelle siepi presso Abano, sulle
mura di Padova ecc.
Ulex europaeus L. - Vidi saggi della villa Papafava alle Frasse-
nelle raccolti dal Bizzozero nel 1873 e che certo provengono da pianta
ivi coltivata.
Attendo conferma di Colutea arborescens L. indicata, senza habitat
precisato, dal Trevisan (1842), De Visiani e Saccardo (1869) ecc.
— 404
Fam. LVII MYRTACEAE
GEN. 304. Punica (Tourn.) L.
774: P. Granatum'L. Sp. pl'p. 472 (753) — Cossa
IWprit=6: Jc. (n2194; Cron: -p. 0173; Sag: pi 40/0850)
Largamente naturalizzato lungo le siepi presso Arquà-Petrarca, dove
fu per primo segnalato dallo Sternberg (1806) e dove fu da me raccolto
(anche Ugol.!), come pure nel tratto tra il paese e Monselice! tra Ar-
quà ed il Sasso Nero e tra Arquà e Galzignano (Cont.!). Indicato per
le siepi degli Euganei dal Pollini (1817 e 1822: anche Zanard.!) e di
Monselice (Rom. mn.). È anche coltivato !
Di questa Famiglia sono coltivati Eucalyptus giobulus Labill. e Myr-
tus communis L.
Fam. LVIII. LYTHRACEAE
GEN. 305. Ammannia L.
772. A. verticillata (Ard. sub CorzeZia) Lam. Enc. I, p. 131 (1783)
A. -baccifera Poll. (1823), non L. — Cfr. FI. An. d’It_I@fezn
IV psaa5;Ic; n.21965 Cron.pi 173; Sasg.:(p. sea
Scoperta dall’ Arduino (Animad. bot. spec. alt., 1764, p. IX, tab. 1)
«in patavinis agris, praecipue prope lacum S. Ursulae dictum, secundo
circiter ab ea urbe lapide » e quivi raccolta dallo Sternberg (1804), Mon-
tini, Zanardini, De Visiani, Meneghini e Parolini, i quali tre ultimi ne tra-
smisero saggi al Bertoloni (FI. It. II, p. 199). Vidi saggi di questa prove-
nienza (Zanard.! Mont.! De Vis.!) ed altri raccolti ai piedi degli Eu-
ganei nei luoghi paludosi presso Lozzo e nelle valli di Albettone (Spranzi !).
Sarebbe pure stata trovata sui campi di granoturco presso Battaglia
(Mayer in litt. ad De Vis. 30 X 1827!).
Koehne (in Nuov. Giorn. Bot. Ital. XVI [1884] p. 101) cita l’af-
fine A. aegyptiaca Willd. che sarebbe stata raccolta dal De Welden in
— 405 —
un lago di S. Orsola presso Pavia: scambio forse con l'omonimo dei
dintorni di Padova, dove però non cresce attualmente, nè vi fu mai rac-
colta l’ entità in questione.
GEN. 306. Peplis L.
73. (P:Portula L. Sp. pl. p-:332:(1753). — Cifre cAnedoe
Migps5x28;Ie:?n. ‘21077 Cron: pi‘E73# Sage: p: 56; d089,120, 132%
Specie assai rara, scoperta nel bosco presso S. Maria di Veggiano
dal Romano, che la trasmise al Contarini! Zanardini! ed al Moretti, che
fu il primo a farla conoscere (1820). Oltre i saggi con questa provenienza,
altri ne vidi delle pendici occid. del monte Venda (Fiori!) ed io la rac-
colsi nelle paludi presso Battaglia. Dispiega il comportamento delle si-
licicole esclusive.
GEN. 307. Lythrum L.
774. L. Salicaria L. Sp. pl. p. 446 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
IlWp: 128/e IV, p. 1465.Ic i. #r094€r0n. pi0174; Sage. \p15605832)
135-306.
Comune nei luoghi umidi e paludosi, lungo i fiumi ed i fossati e
nelle associazioni a base di P%ragmites dei terreni subsalsi del distretto
Lagunare. Indicato la prima volta per gli Euganei da Zannichelli (1730),
è comune anche negli immediati dintorni di Padova, donde il Trevisan co-
municò saggi al Bertoloni (FI. It. V, p. 12), lungo il Bacchiglione entro la
stessa Padova e nell’ Orto botanico!
775. L. Hyssopifolia L. Sp. pl. p. 447 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
H-prx39%) lc;:n;v2202; Cron p. 174; Sage pila 132; 43037.
Abbastanza comune nei luoghi erbosi umidi di collina e di pianura
e nelle valli subsalse del settore Lagunare. Vidi saggi del Castelletto di
Torreglia (Cont.!), di Monteortone (Bérenger! Fiori! anche Bolzon in
Bull. Soc. Bot. Ital., 1896, p. 176), del colle di S. Daniele (Bizz.!), dei
Pratiarcati presso Padova (Fiori!), di Gorgo (Masè! in Hb. Sacc.), di Ar-
lesega (Cont.!) ed io la raccolsi a Valsanzibio, sul monte Sieva e nelle
valli salse di S. Margherita. Cresce anche a Veggiano (Rom. mn., che
fu il primo ad indicarlo nel 1823).
— 406 —
776. L. tribracteatum Salzm. ex Ten. Ind. sem. Hort. Neap. p. 13
(1830). ,— Cfr. FI. An. d’It. II pr29-e IV, :pi 146; Ie. ni62203/R Ca
piwaza”
Assai raro e noto sin qui di una sola stazione presso Padova, cioè
nei Pratiarcati o prati del Patriarcà, dove fu scoperto dal Fiori nel Mag-
gio 1887 e fatto conoscere nell’ opera sopra citata (1899). Da riferire
alla var. Candollei Kochne.
Attendo conferma sulla presenza di Rotala filiformis (Bell. sub ,Swuf
frenia) Hiern. indicata dal Trevisan (1842) e sulla sua fede da altri, ma
sempre senza /abditat indeterminato.
Fam. LIX. OENOTHERACEAE
GEN. 308. Epilobium L.
777. E. Dodonaei Vill. Prosp. p. 45 (1779); Hist. pl. Dauph. III,
p. 507 (1789) = £. angustifolium Lam. (1778) = £. angustissimum
Web. (1784) = £. rosmarinifolium Haenke (1788). — Cfr. FI, An.
dla piSr31salcino 2204; Cron: p0174
Frequente nei luoghi aridi ghiaiosi o sassosi degli Euganei in sub-
strato siliceo sul colle Lispida e nelle cave di masegna di monte Oli-
veto! ed in substrato calcareo presso Arquà-Petrarca! nelle cave di scaglia
pure di monte Oliveto e nelle colline di Frassenelle! Raccolto anche sul
monte della Zucca? (Ugol.!) e da me nelle sabbie del Brenta presso
Fontaniva. Indicato la prima volta dal Romano (1823, sub £. ang
stifolio).
778. E. montanum L. Sp. pl. p. 348 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
IL, prazicedV, p..147; Te: n. 2206; Cron. p: 174; Sd 0
WEYCITO=20 MZ IZ0, 43:
Frequente nei boschi e sopratutto nei castagneti del distretto Eu-
ganeo, sul colle di S. Daniele (Bizz.!), sul monte Pendice! a Rovolon
(Rom. mn., che fu il primo ad indicarlo nel 1823), sul monte Venda e
presso Torreglia (Ugol.!). Esplica il comportamento delle silicicole esclu-
sive. Il Trevisan (1842) ha elencato inoltre la var. verticillatum Koch.
779. E. lanceolatum Seb. et M. Prodr. FI. Rom. p: 138, t. 1, f. 2
— 407 —
(1818). — Cfr. FI. An. d’It. et Cron. cit. (ut var. £. montani); Sagg.
p. 50, 95-
Raro nel distretto Euganeo, dove fu scoperto nel Maggio 1877 dal
Bizzozero nei luoghi boscosi del monte Calaone! (anche in Atti R. Ist.
Ven. ser. 5%, vol VIII [1882]) e da me raccolto nei boschi di monte
Pendice, sempre in terreno siliceo.
780. E. hirsutum L. Sp. pl. p. 347 (1753). — Cfr. FI. An. d'It.
lfapornzo desk n. 22085 Cron:- p.iT7: 9292 Presi too:
Comune nei luoghi umidi e paludosi, lungo i corsi d’acqua e le
siepi ombrose della pianura padovana: cresce pure nell’ Orto botanico
(Sacc.). Indicato la prima volta dal Romano (1823), che lo raccolse an-
che a Montegalda (mn.).
781. E. parviflorum Schreb. Spic. Fl. Lips. p. 146 (1771). — Cfr.
ibrAn:cdle CiD pi 131; Io. 1:2207 ) Cron pi i74 9422 Poe
Comune e nelle stesse stazioni del precedente, ma cresce anche nel
distretto Euganeo, come sul monte Rua (Bizz.!) e sul monte Sengiari
presso Castelnuovo (Ugol.!). Fu segnalato la prima volta pel padovano
dal Pollini (1822), quindi dal Romano (1823, sub £. pubescenti). La
pianta dei dintorni di Padova fuori Porta S. Giovanni fu dal Bizzozero
interpretata per E. palustre L., specie segnalata per la provincia dal Tre:
visan (1842), ma di cui non vidi sin qui saggi.
782. E. tetragonum L. Sp. pl. p. 348 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Eep.erazze IV) para; Icora 2210; Cron» pit SASSI
Segnalato la prima volta in provincia dal Pollini (1817 e 1822), ma
in seguito scarsamente osservato. Io lo raccolsi nei fossati presso Batta-
glia e nelle paludi tra Monselice ed Arquà-Petrarca e l’ Ugolini sul monte
Sengiari e presso Castelnuovo! Ad una forma di questa specie deve ri-
ferirsi E, obscurum Schr. indicato per l’ Orto botanico dal Saccardo (1872).
GEN. 309. Ludwigia L.
783. L. palustris (L. sub /srardia) Ell. Sketch I, p. 211 (1821). —
CiroricAn Salto pa i3gg;slon-2214 8010) PII75-
Rarissima od almeno scarsamente osservata e raccolta. Fu indicata
— 408 —
per l’agro padovano la prima volta da Paolo Boccone (1697) e quindi,
ma senza habitat determinato, dal Romano, Trevisan, De Visiani e Sac-
cardo ecc. I soli saggi da me visti furono raccolti nell’ Agosto 1823
presso il lago di S. Orsola nei dintorni di Padova dal De Visiani e
crescerebbe anche a Veggiano (Rom. mn.).
GEN. 310. Oenothera L.
784. 0. biennis L. Sp. pl. p. 346 (1753). — Cfr: FL An. dI ro
paatsdoslena- 2276; Cron p.g175 09899
Naturalizzata su larga scala lungo le arene dei fiumi Brenta e Bac-
chiglione (Spranzi!) e precisamente lungo il Brenta presso la stazione di
Vigonovo, presso Corte, nelle sabbie della rotta del 1882 (Ugol. in
litt.) ecc. Indicata pel padovano la prima volta dal Pollini (1822), ma
introdotta fin dal 1612, cresce nell’ Orto botanico, dove fu segnalata sub-
spontanea anche O. grandiflora Ait. (Sacc.).
GEN. 311. Circaea (Tourn.) Adans.
785. C. lutetiana L. Sp. pl. p. 9 (1753). — Cfr. FI. Ande
pPrigog Je. an 22104 Cron. p.-176: Fluttexszice han 28h
Indicata la prima volta dal Pollini per gli Euganei (1817), vidi saggi
di monte Ricco presso Monselice (Zanard.!) di Montecchio e della valle
dei Molini (Ugol.!) e di Arlesega (Cont. !).
GEN. 312. Trapa L.
7R6. T. natans L. Sp. pl. p. 120°0(1753) — CRE
porosa cile. n 62230 Cron.p: 170:
Indicata la prima volta « appresso il giardino nelle fosse delle mura »
dal Cortuso (1591), quindi per il laghetto di S. Orsola dallo Sternberg
(1806), « in fossis locisque humentibus circa Patavium » dal Pollini (1822),
fu raccolta nei fossi presso Padova (Montini!) e vegeta su larga scala
nelle vasche dell’ Orto botanico!
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— 409 —
Fam. LX. HALORRHAGIDACEAE
GEN. 313. Myriophyllum L.
787. M. spicatum L. Sp. pl. p. 992 (1743). — Cfr. FI. Anal.
ugicalicsop.sr30;; den. 2221; Cron. p. 170092290 1355
Comune nei fossi, canali e laghi di tutta la provincia: nei fossi at-
torno a Padova! (anche Zanard.! Fiori!), nei Prati Arcati (Fiori !), presso
Voltesela (Bizz. !), ad Abano e Montortone (Poll. 1817 — che fu il primo
ad indicarlo), nel lago di Arquà! a Veggiano (Rom. mn.), nelle valli
fra Spergoleto ed Arlesega (Cont. !).
788. M. verticillatum L. op. c. — Cfr. FI. An. d’It. II, p. 136;
Iccin: 2222 Croti. p. 176: Sagg. pi 13%
Qua e là col precedente ma, a quanto pare, più raro. Fu indicato
la prima volta per l’ Orto agrario da L. Arduino (1807), di Abano e
Montortone dal Pollini (1817) e raccolto da me nei fossi di Abbazia Pi-
sani!
Il Trevisan (1842) elenca le due var. intermedium Koch e pectina-
tum (DC.) che meritano di essere studiate su opportuno materiale.
GEN. 314. Hippuris L.
789. H. vulgaris L. Sp. pl. p. 4 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. II,
pirsgo6to..n--:2223 Cron: p..-136; Sag: DO SIA:
‘Frequente nei fossati e canali della pianura perieuganea, più raro
nel resto della provincia. Vegeta presso Padova ai Prati Arcati (Fiori !),
tra Lispida e Battaglia! nei fossi lungo la via tra Piove di Sacco e
Codevigo ! in quelli tra Arre e Candiana! Indicato la prima volta dal
Romano (1823).
27
— 410 —
Fam. LXI. ARALIACEAE
GEN. 315. Hedera (Tourn.) L.
790. H. Helix L. Sp. pl. ‘p. 202 (1753). — Cfr. FI An. d4E6
pizze: tn022245 Cron. sp. 1769298: p.‘57, 000!
Comune dovunque e specialmente a ridosso dei muri e degli alberi
isolati od associati a costituire siepi e boschi, più raramente sul terreno,
qualche volta del tutto arboricola (Ugol.). Vive anche sulle mura di Pa-
dova! nell’ Orto botanico (Sacc.) e largamente dispersa nel distretto Eu-
ganeo. Indicata la prima volta dal Romano (1823).
Fam. LXII. UMBELLIFERAE
GEN. 316. Hydrocotyle (Tourn.) L.
791. H. vulgaris L. Sp. pl. p. 234 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. II,
pan 6 le ni2225, Cron p.170.
Indicata senza Habitat precisato, da Romano (1823-28-31), Trevisan
(1842), è detta rara « nei luoghi acquosi palustri, all'orlo degli stagni
nel Mantovano, Veneziano, Veronese, Padovano... » da De Visiani e Sac-
cardo (1869) ed io la raccolsi recentemente nel Ferrarese presso Pomposa.
La sua presenza nel Padovano mi sembra, perciò, probabile.
GEN. 317. Eryngium (Tourn.) L.
792. E. amethystinum L. Sp. pl. p. 233 (1753). — (Cfr. FI. An.
d:It.vIIp. 148; Ic. n. 2233; Cron. p..1177;‘(Sagg. piso ee
100, 140.
Comune e caratteristico degli affioramenti di scaglia nella piattaforma
calcarea dei C. Euganei, cui è legato. Cresce presso Arquà-Petrarca !
(anche P. Savi in Parl. FI. It. VIII, p. 206; Ugol.!), sulla vicina col-
lina calcarea di Calvarina! presso Este tra i monti Cero e Castello! sulle
— 411 —
cave di scaglia presso Montegrotto! (anche Bizz.! Ugol. !), sulle colline
di Teolo! (ed Ugol.!) ed anche sulle marne (Pan.), nelle colline delle
Frassenelle! tra Bastia e Rovolon! e nei colli di Lovertino ed Albettone
(P. Longhi !). Indicato la prima volta dal Romano (1823), il quale, come
pure il Trevisan (1842) ed altri, elencò nel padovano E. campestre L.
che, sec. il Beggiato (1833), crescerebbe negli Euganei. Specie nella
quale mai mi imbattei, nè vidi saggi nelle numerose collezioni esaminate
e che merita perciò conferma.
Nell’ Orto botanico di Padova fu trovato qualche volta avventizio
I*E, planum L. (Sacc.).
GEN. 318. Astrantia (Tourn.) L.
793. CA..;major L. Sp. pi. p. 235.753) SCieeri An dele 16
perso lc. 112240; Cron. p.177 Bess E1osp:8P_#10:
Rarissima e forse soltanto avventizia. Indicata da me la prima volta
(1905) pei dintorni di Padova lungo il Bacchiglione tra il ponte del Bas-
sanello e la ferrovia, evidentemente avventizia per trasporto del fiume ed
ora scomparsa: fu raccolta attorno al 1827 negli Euganei dallo Zanar-
dini e saggi di questa provenienza, da confermare, si conservano nel suo
Erbario. Individui avventizi rinvenni pure a Padova stessa dietro la
chiesa di S. Daniele, ora scomparsi.
GEN. 319. Sanicula (Tourn.) L.
794. S. europaea L. Sp. pl. p. 235 (1753). — Cfr. FI. An. d° It. II,
bisi; Ten. 2242; Cron. p; 177; SaAgg. (Pio, 9A:
Qua e là nei luoghi boscosi ed erbosi umidi o stillicidiosi a sub-
strato siliceo del distretto Euganeo a Monteortone (Bizz.!), M. Cero
(Bizz. !), sul Venda (Ugol. !), M. Rua presso l'eremo e sul M. Sieva !
Segnalata la prima volta dal Romano (1823).
GEN. 320. Bupleurum (Tourn.) L.
795. B. rotundifolium L. Sp. pl. p. 236 (1753). — Cfr. FI. An.
d’It. II, p. 152 e IV, p. 149; Ic. n. 2244; Cron. p. 178; Sagg. p. 57,142.
— 412 —
Piuttosto raro fra le messi. Indicato la prima volta dal Romano
(1823), crescerebbe a Gorgo (sec. ms. Fl. Eug.), nel Padovano (Zanard. !
1827) e negli Euganei a Lozzo (Bizz. !), in quest’ ultima località asso-
ciato a 5. subovatum Lk.
796. B. intermedium Steud. Nomencl. ed. I, p. 128 (1821) = £.
rotundifolium B intermedium Lois. (1810) et Fl. An. IV, p. 149 =
B.-subovatum Lk. et Spr. (1818) et Sagg. p.‘.57, 1851=WaMiz04n4:
B subovatum ‘Paol. in FI. An. d' It. II, p: 152. e Sace. Crontpaa,sr—
B. intermedium Fi. in FI. It. exsicc. n. 1319.
Più comune, a quanto sembra, del precedente fra le messi dei suoli
calcarei del distretto Euganeo, dove lo raccolse sui monti Calaone e
Lozzo il Bizzozero (sub £. rotundifolio!) ed io presso Arquà-Petrarca
ed a Valle S. Giorgio alla base di M. Cinto. Indicato la prima volta da
me (1904), qui avvertendo che la località di M. Calaone va riferita a
questa specie e non all’ affine 5. rotundifolium /!
797. B. Odontites L. Sp. pl. p. 237 (1753). — Cfr. FI. An. d’ It. II,
p.. 1545 Ic.n.:2254; Cron. p. 178; FI. It. .exsicc. n.,9034(Subspaloa
nense), 904 e 904 bis (subsp. da/dense); Sagg. p. 58, 82, 125, 140.
Qua e là fra le messi dei suoli calcarei e più raramente e sporadi-
camente in quelle dei suoli silicei del distretto Euganeo, dove presen-
tasi nelle due seguenti sottospecie :
I. subsp. B. veronense Turra FI. It. prodr. p. 65 (1780) pr. sp. =
B. aristatum Bartl. ex p. (1824-25) = 2. Gerardîi Pollini (1817, 1822).
Cfr. FI. It. exsicc. n. 903. — C. Euganei in più luoghi sec. Pollini
(1817, sub 2. Gerardi), sec. Mayer e Parolini (ex Bert. EINE
p. 146, sub 2. arzsfato), sec. Bolzon (in Bull. Soc. Bot. It. 1900, p. 280
sub 2. aristato) ecc. Vidi saggi della villa Papafava alle Frassenelle
(Bizz. !), del M. Arrigone! del M. Sieva! del M. Solone (Ugol. !) e nella
depressione fra i monti Cero e Castello !
II. subsp. B. baldense Turra Veg. Mont. Baldo in Giorn. d’It. spett.
sc. Nat, Venezia: I, p. 120 (1765) et in FI..It. prodi. pAi6:0(a7,80,6=>
Bi. aristatum Bartl. ex p..= 2. Odontites Auct. al. siste
exsicc. n. 904 e go4his. — Arquà alla fonte Cappella (Vis. !), presso Teolo!
colli di Lovertino ed Albettone (Longhi !), presso Albettone (Moretti
APp.@ElNic:-p:>253).
B. Odontites fu inoltre raccolto sul M. Venda (Sternberg, Pollini),
presso Arquà-Petrarca (Martens), sulle colline marnose di Teolo (Pan.)
— 413 —
ecc. indicazioni da riferirsi in parte alla prima, in parte alla seconda sot-
tospecie, avvertendo che nel distretto Euganeo esse sono collegate da
graduali intermediari e perciò ben poco caratterizzate !
798. B. tenuissimum L. Sp. pl. p. 238 (1753). — Cfr. FI. An.
del Ile po E55:;; Icon. 2256 Cron p. 18:
Specie, a quanto pare, assai rara e di cui non vidi alcun saggio,
ma la sua esistenza è probabile nella Provincia, specialmente nel distretto
Lagunare. Essa in ogni modo vi fu indicata dal Romano (1823), Tre-
visan (1842) ecc. e merita di essere ritrovata. Resta pure a vedersi se a
questa od a 5. junceum L., come già supposi (pag. 46), vada riferita la
pianta dei C. Euganei che Zannichelli chiamò « Bupleurum minimum
Columnae » e su cui il Gussone fondò 2. Co/ummnae, ritenuta forma o
varietà di 5. fenuissimum.
Sternberg (1806) ha segnalato sul M. Venda B. stellatum L. stazione
ammessa dal Pollini, Romano ecc. ma già incriminata dal Trevisan (1842)
e sta il fatto che, nè in quel monte, nè altrove, tale specie fu in seguito
ritrovata e credo sia senz’ altro da radiare dalla flora padovana.
GEN. 321. Carum (Rupp.) L.
799. C. Carvi L. Sp. pl. p. 263 (1753). — (Cfr FL An. dI. I,
paiis8g Ic- n. 2267; Cronitp. 179.
Raro od almeno scarsamente osservato. Fu segnalato pel primo dal
Romano (1831), quindi indicato dal Trevisan, Visiani e Saccardo ecc.
Non lo escludo, ma la sua presenza nel Padovano merita, a mio cre-
dere, conferma.
GEN. 322. Ammi (Tourn.) L.
800. A. majus L. Sp. pl. p. 243 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. II,
piango ici 2270 Cron p.1795 599. pio.
Qua e là nei luoghi erbosi e nei campi, sia in pianura, che in col-
lina. Vegeta presso Padova fuori porta Savonarola (Cont. ! Sacc. ! Bizz.!),
Abano lungo il margine dei fossi (Mont. !), S. Pietro Montagnon (Rigo
in litt.), Monteortone (Bér.! Fiori !). Indicato la prima volta per l’ Orto
agrario di Padova da L. Arduino (1807), cresce anche in quello bota-
nico (Sacc.). |
di —
Petroselinum hortense Hoffm. Gen. Umb. p. 163 (1814) = Apiîum
Petroselinum L. (1753).
Largamente coltivato, credo che le indicazioni date dal Romano
(1823), Trevisan (1842) ecc. si riferiscano a pianta coltivata (prezzemolo).
Esso fu raccolto, avventizio, sulle mura di Padova (Montini !).
GEN. 323. Apium (Tourn.) L.
801. A. graveolens L. Sp. pl. p. 264 (1753). — €Cfr. FI. An.
d'It (II p..161; Ic.:n.2276; Cron. p. 179; Sagg. p.058, Jon eo eo
Frequente nei luoghi umidi, sopratutto salati, della zona termale eu-
ganea e del distretto lagunure. Indicato la prima volta, senza abita?
preciso dal Romano (1823), esso crescerebbe « appiè degli Euganei ne’
luoghi umidi » sec. il Visiani (1825), fu designato nei dintorni delle sor-
genti termo-minerali dal Beggiato, Da Rio, Foscarini, Trevisan e vi
cresce difatti sopratutto attorno a quelle di Montegrotto ! (anche Bizz. !),
non che nelle valli salse di S. Margherita e di Codevigo !
802. A. nodiflorum (L. sub .Séo, Koch sub /e/osciadio) Rchb. f. Ic.
Fl° Germ..'XXI, p.-10 (1857). — Cfr, FI. Ani dI. dl Kpionie
82278; Cron; p: 130.
Indicato la prima volta dal Trevisan (1842) e sulla sua fede da
altri, deve essere specie rara od almeno scarsamente osservata.
Sternberg (1806) ha segnalato per il laghetto di S. Orsola Sium
inundatum Lam. [= Agfium Rchb.], ma trattasi forse di indicazione er-
ronea, non confermata posteriormente.
GEN. 324. Sium (Tourn.) L.
803. S. erectum Huds. Fl. Angl, ed. 1°, p. 103 (1762) = S. ar
gustifolum L. (1763): — Cfr. FI. An, d’ It. II, p. 162; lc/en222506
Cron.fprairso; Sass. p.i58, 136.
Qua e là lungo i fossati, canali e nei luoghi paludosi della pia-
nura padovana e circumeuganea. Indicato la prima volta per i dintorni
di Padova dal Bauhin (Hist. III, lib. XXVII, p. 173) vegeta, assieme al
seguente, attorno al laghetto di S. Orsola presso Padova! lungo il Bac-
È
È.
È
È
bl
i
i
ì
I
4
;
d
1
— 415 —
chiglione! nei fossi tra Lispida ed il M. Ventolon! tra Bastia e Rovolon !
presso Abbazia Pisani! Piombino Dese nel luogo detto il Palù! Veg-
giano (Rom. in Hb. Cont.!) ecc.
804. S. latifolium -L. Sp. pl. p. 251 (1753) — €Cfr. FL An. d'It
Hatpotr62:; Jc. n22815 Conspi pi. 130; Sappi 50, 134, 130.
Più comune del precedente e nelle stesse stazioni: presso Padova
al laghetto di S. Orsola! (anche Fiori !), a Cagnola (Rom. mn.), nei
fossi tra Piove di Sacco e Codevigo ! tra Battaglia e Galzignano ! (anche
Spranzi !), attorno al lago di Arquà! Indicato la prima volta dal Ro-
mano (1823).
GEN. 325. Sison L.
805. S. Amomum L. Sp. pl. p. 252 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
ifprer63; le n. 22837 Cron; /p. 180; ElXtoezsicc N00 ARSA
P. 59.
Raro e scoperto dal Romano nelle siepi alla base dei C. Euganei
(sec. Poll. FI. Ver. III [1824], p. 788) e fu difatti egli il primo ad indi-
carlo pel Padovano (1823). Mai da me raccolto, vidi saggi di Monselice
(Spranzi! in’Hb.. Pat. et in Hb. Sacc.).
GEN. 326. Pimpinella L.
806. P. major (L. sub /. saxz/r. | major) Huds. FI. Angl. ed. 1°,
piorio:(1702) —. Pi magna L. (1767): — CiroBe int dale par0gh
li-2u. 22847 Cron pi iso; Sag. pi 58.
Comune nei luoghi erbosi, nei prati, lungo le siepi ed i fiumi, in
pianura ed in collina e su qualunque suolo. Indicata la prima volta per
l’ Orto agrario di Padova da L. Arduino (1807), cresce anche in quello
botanico, nei dintorni di Padova! (anche Ugol.!), a Veggiano (Rom.
mn. et in Hb. Cont. !), tra S. Pietro in Gù e Carmignano di Brenta!
e lungo il Brenta presso Fontaniva! nei C. Euganei, come nei dintorni
del lago di Arquà (De Ton. Bull. e Paol.), a Tramonte (Ugol. !), sul
M. Rua (Cont. !) ecc. Romano (1831) indica anche P. dissecta Retz. ri-
condotta nella « Flor. Anal. » a forma del tipo e meritevole di essere
confermata.
— 416 —
807. P. saxifraga L. Sp: pl. p. 163 (1753), — Cfr. RIA It.
Ie ps roggalenit2285 Cron. pira80 Saga past
Frequente nei luoghi erbosi aridi, nei boschi e boscaglie e sui muri,
sia in pianura che in collina e su qualunque suolo. Cresce nell’ Orto bo-
tanico di Padova! (Sacc.) e sulle mura della città ! (anche Sartori! Bizz.!),
a Cittadella (Vis.!), Veggiano (Rom. mn.) e comune nei Colli Euganei!
Per gli Euganei il Pollini (1822) indica copiosa P. nigra Mill. cui
riferisco i saggi di Cittadella ed alla quale fanno passaggio alcuni di
quelli da me raccolti sulle mura di Padova: semplice variazione xerofila
evidentemente di origine stazionale. Credo, invece, erronea l’ indicazione
data dal Trevisan (1842) di P. alpina Host [= ?. Aércina Mill.], pure
di questo ciclo, ma che, data la zona distributiva, mi pare improbabile
possa crescere negli Euganei, di cui è dallo stesso Trevisan (1846) ci-
tata come esempio di pianta alpina e sulla sua fede riportata in seguito
da altri ed anche dalla « FI. Anal. ».
808. P. peregrina L. Mant. II, p. 357 (1771). — Cfr. FI. An.
diglt.tl-op*r04srtes.n? 22805; Cren! p.r80: Sagan d
Rara e ad area non ben definita, ma forse crescente solo nel di-
stretto Euganeo, dove fu indicata dal Beggiato (1833) e dal Da Rio (1836)
e pel padovano in genere dal Trevisan (1842). Merita ulteriori ricerche.
GEN. 327. Aegopodium L.
809. Ae. Podagraria L. Sp. pl. p. 265 (1753) — Cfr. FI. An. d’It.
HI, p: 165; Ic. n:.2294; Cron. p. 181; Sagg. p:,158, 02668
Comune dovunque lungo i fossati, i canali ed i fiumi, nei prati pa-
ludosi e nei luoghi ombrosi in pianura ed in collina. Segnalato la prima
volta pei dintorni di Padova dal Bauhin (Hist. III, lib. XXVII, p. 145),
è comune nei fossi attorno alla città e nello stesso Orto botanico! nel
parco della Villa Wollemborg presso Loreggia! nei margini dei fossati
presso Abano! sulle colline marnose di Teolo (Pan.), sugli alberi capitoz-
zati (Ugol.) ecc.
CRA AZ
GEN. 328. Seseli (Riv.) L.
810. S. annuum L. Sp. pl. p. 260 (1753) = .S. coloratum Ehrh.
(iz90)= > @frasEl. An. d°.It. IL-p, 0168 :MeZn-2300; Gion. po 9;
SAGESper 92:
Rarissimo, fu inviato dei dintorni di Battaglia dal Romano al Ber-
tolini (FI. It. III, p. 330) e sulla fede di questo ricordato da altri: non
lo raccolsi, nè trovai saggi nelle collezioni da me esaminate.
Sulle mura dell’ Orto botanico fu trovato subspontaneo S. glaucum
Jacq. (Sacc.), e come spontanei pel Padovano sono indicati dal Ro-
mano e Trevisan S. Libanotis (L. sub Afftamarthta) Koch [= Libanotis
montana Crantz] e da quest’ultimo S, elatum Gouan : indicazioni per me
assai dubbie.
GEN. 329. Selinum L.
811. S. carvifolia L. Sp. pl. p. 350 (1762). — Cfr. FI. An. d’It.
IFprer7osle.m-02306,;4Cron. pa ISF
Indicato pel Padovano dal Romane (1823) e dal Trevisan (1842)
e sulla loro fede da altri in seguito, ma vi deve essere specie rara e
meritevole di essere ulteriormente ricercata. Cresce a Montegalda sui
confini del Vicentino (Rom. mn.).
GEN. 330. Foeniculum (Tourn.) Adans.
812. F. vulgare Mill. Gard. Dict. ed. 8*, n. 1 (1876) = Anethum
Pogniculum I, (1753) «Cir. FloAnsd*Itr ap r7atele an °23784
Cron pi 182: Sace. Pi 58.
Coltivato nelle sue varietà sativum Bert. e dulce (Mill.), trovasi qua
e là spontaneo nei C. Euganei (= F. capillaceum Gilib.).
GEN. 331. Aethusa L.
813. A. Cynapium L. Sp. pl. p. 256 (1753) — Cfr. FI. An. d’It.
bekpsr75; lc n2332; Cron. p. 182
— 418 —
Indicata la prima volta dal Romano (1828), Trevisan (1842) e sulla
loro fede da altri, deve essere rarissima nel padovano e mai da me rac-
colta. Ne osservai saggi « ex provincia patavina » raccolti attorno al 1827
dallo Zanardini e conservati nel suo Erbario, e perciò la elenco. Ro-
mano (Mn. FI. Eur. I, p. 229) ne ebbe saggi degli Euganei dal Me-
neghini e l’ Ugolini la raccolse, avventizia, nel cortile dell’ Istit. Tecnico
di Padova!
GEN. 332. Angelica (Tourn.) L.
814. A. silvestris L. Sp. pl. p. 251 (1753). — Cfr, FI. An. d’It.
Ipazia Tern42323 54 Cronsp.rii82 Sap ip. ei
Comune nei luoghi ombrosi ed umidi, lungo le siepi, i fossati ed
i fiumi e non raramente sugli alberi, in tutta la provincia. Cresce. al-
l'Orto botanico! (e Sacc.), nei fossi e lungo le siepi attorno a Padova
e lungo il Bacchiglione! dovunque lungo il Brenta! a Vigodarzere! tra
Ponte S. Nicolò e Saonara! a Loreggia nella Villa Vollemborg! a Veg-
giano (Rom. mn. ed in Hb. Cont. !) e sui SaZix capitozzati presso Pa-
dova ed a Monteortone! comune essendo anche negli Euganei. Indicata
la prima volta dal Romano (1823).
GEN. 333. Ferula (Tourn.) L.
815. F. Ferulago L. Sp. pl. p. 247 (1753) = Z. modiflora Poll,
Rom. Martens etc. ‘nec \L-v— Cfr. FI. An. d'It. Ipsoa
n 2327 Cron. p. 183: Fl..It: exsicc. 1. 472ì Sage PSI
100, 140, 180.
Frequente e caratteristica nei luoghi sassosi e rupestri degli affiora-
menti di scag/ia nella piattaforma calcarea dei C. Euganei. Vi fu indicata
pel primo da Zannichelli (1730) e, sotto il nome di Z. nodiffora, dal
Pollini (1822) e Romano (1828): sarebbe caratteristica della zona calca-
rea meridionale sec. il Martens (1837). La raccolsi tra Monselice ed Ar-
quà-Petrarca ed è comune in tutto il circostante altipiano fino alla base
dei monti Cero e Castello sopra Este ed i monti Rusta e Piccolo !
— 419 —
GEN. 334. Pastinaca (Tourn.) L.
816. P. sativa L. Sp. pl. p. 262 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. II,
pais te Nip r52:; Ic.. mx2333; Conan; Sa pp, 1597
Comune lungo le siepi ed i fossati, nei luoghi erbosi subombrosi,
nei campi coltivati ed incolti, sia in pianura che in collina e su qualun-
que suolo. Vegeta nei dintorni di Padova! (anche Zanard. !), a Veggiano
(Rom. mn.), tra Piove di Sacco e Codevigo! (Bizz. !), tra Este e Lozzo
sui Sala capitozzati! ecc. Indicata assieme ad una f} arvensis la prima
volta dal Romano (1823).
GEN. 335. Peucedanum (Tourn.) L.
817. P. officinale L. Sp. pl. p. 245 (1753). — (Cfr. FI. An. d'It.
MW; ipiersgo:; Ice, nî.2340; Cron. -p.-1836 Sas I 2 gi
130.
Qua e là nei luoghi sassosi e boscosi dei C. Euganei dove la rac-
colsi sui monti Madonna, Ventolone, Ricco e Rusta: stazioni tutte in
substrato siliceo. Indicato la prima volta dal Romano (1828).
818. P. venetum (Spr. sub .SeZz0) Koch Syn. FI. Germ. ed. 1°,
pe 305(1837) (22*"Ciir. WEI, And’ It sTI piso Maple
n 3342 Cron: pi “183,;0 FI It exsice. ni 10g4 Sage pae5 3 8270
Raro o forse più esattamente poco osservato. Già indicato la prima
volta dal Romano (1823), cresce sul M. Ricco presso Monselice (Bizz. !),
a Galzignano (Ugol. !), a Bastia (Fiori !) e sulle colline marnose di Teolo
(Pan.).
819. P. Cervaria (sub L. SeZizo et Azthamantha) Cuss. ex Lap.
Elistcabrox FI. Pysiscpaet49, (1813) ——, Cir. Ri Ap zie cp. 181
Iestn.x2343:; Cron pir84; Sag p., 58; S.COM 00,0:
Frequente sopratutto negli affioramenti calcarei del distretto Euga-
neo, più raramente nei terreni silicei. Lo raccolsi sulle colline calcaree
di Teolo ed anche sulle marne (Pan.), nei dintorni di Arquà-Petrarca
ed in tutto il circostante altipiano calcareo, sui Colli di Este nella de-
pressione fra i monti Cero e Castello, pure sulla scaglia, nelle colline
— 420 —
calcaree di Frassenelle, ed in terreno siliceo sulla vetta di M. Madonna,
e sulle pendici di M. Rua. Cresce anche a Montegrotto (Bizz. !), a Gal
zignano, Castelnovo e nei monti Lonzina e Solone (Ugol. !) ed ai confini
della provincia a Montegalda (Rom. mn. et in Hb. Cont. !). Indicato la
prima volta dal Romano (1823).
820. P. Oreoselinum (L. sub Azfkamartha, Crantz sub Selzn0) Mnch.
Meth.p.+82 «(1794).;— Cfr. FL And*It. IL piste
Cron.sp. 134% Sag pii58, LIS, 123, 130,
Comune nei luoghi erbosi e sassosi, scoperti od ombrosi del distretto
collinare, lungo i margini erbosi dei fossi e gli argini dei fiumi in pia-
nura, dispiegando il comportamento delle silicicole esclusive. Cresce negli
Euganei sul M. Venda (Cont. !), ed io lo raccolsi sui monti Rua, Ma-
donna, Ricco, Lonzina, Bello, Merlo, Lozzo, ed in pianura a Veggiano
(Rom. mn.), lungo il Bacchiglione presso Padova, lungo il Brenta a
Ponte di Brenta, Vigodarzere, Codevigo ecc. Indicato la prima volta
dal Romano (1823).
821. P. palustre (L. sub .SeZz0) Mnch. Meth. p. 82 (1794). —
Cfr FlicAn. ‘d’It..II'p.181 Ict n. 2345; Cron, porIs4ss Riesco
DARIT2)
Indicato, senza %adifat precisato, dal Romano (1823), Trevisan (1842)
il secondo assieme ad una var. Plinii (= 7%ysselinum Spr.), deve es-
sere specie assai rara od almeno scarsamente osservata, e che io raccolsi
una sola volta nei prati torbosi di Camposampiero fraz. Fratte alle Fon-
tane bianche.
Attendo conferma di P, Ostrutium (L.) Koch indicato dal Trevisan
(1842) e, credo sulla sua fede, citato dal Parlatore, Fiori ecc. per gli
Euganei.
GEN. 336. Heracleum L.
822. H. Sphondylium L. Sp. pl. p. 249 (1753) — Cfr. FI. An.
d'*It. IWsp.a82 ; Te. n. 2340; /Cron. spo r84; Sasp Spina
Comune lungo le siepi, nei boschi e più raramente nei prati sia in
pianura che in collina e su qualunque suolo. Indicato la prima volta per
— 421 —
l'Orto agrario di Padova da L. Arduino (1807), cresce anche in quello
botanico, nei dintorni di Padova, come a Vigodarzere, e su larga scala
negli Euganei!
GEN. 337. Tordylium (Tourn.) L.
823. T. maximum L. Sp. pl. p. 240 (1753). — Cfr Ei Ani dite
i prus4; le n. 2352: Cron. pi‘134; Saga tpyai
Piuttosto raro e limitato, a quel che pare, nel distretto Euganeo e
territori contermini, donde pel primo lo indicò il Pollini (1822) e lo rac-
colsero Zanardini! Bérenger! verso la cima di M. Castello presso Abano
il Visiani! a Teolo C. Massalongo ! ed io negli affioramenti calcarei tra
Monselice ed Arquà-Petrarca, presso Baone, sulla base calcarea di M.
Piccolo, tra Bastia e Rovolon. Ed a Monselice fu pure trovato dal Mar-
tens (1837), a Montegalda dal Romano (mn.).
Arduino indica per l'Orto agrario di Padova T. officinale L. che
Romano (Fl. Eug. mn.) avrebbe raccolto a Teolo; ma trattasi o di pianta
coltivata o di scambio con il precedente.
GEN. 338. Daucus (Tourn.) L.
824. D. Carota L. Sp. pl. p. 242 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. II
pi 185 e IV; pizzi lc. n, ‘2355; Cromopi' 184 Sa pat58;
Comune dovunque nei luoghi erbosi, nei prati e nei coltivati, lungo
le siepi ed i fiumi, in pianura, in collina e nel distretto Lagunare, su
qualunque suolo. Cresce anche a Padova e nell’ Orto botanico, sui ter-
reni marnosi attorno a Teolo ecc. Di Arlesega nell’ Erb. Contarini ho
esaminato saggi con i fiori tutti dell’ ombrella atroporporini. È coltivato
nella sua var. sativus DC. Il tipo fu indicato la prima volta dal Ro-
mano (1823).
825. D. grandiflorus (L. sub Caucalide, Hoffm. sub Or/aya). Scop.
El.-Carn,-ed,.-2%.I p.i189(1772). — Cir HlbAnzidali WI. par 138%
le. n::2360;-Cron..p.. 185} Sagg. p: 58, 82} 04, LOO,(125, 120-30,0155;
Comune nei luoghi erbosi e fra le messi del distretto Euganeo,
dove fu segnalato pel primo dallo Zannichelli (1730), ma già raccolto
nel Padovano dal Michiel (Cod. - Erb. lib. R. I, n. 260). Nei substrati
calcarei, dove è più comune e donde fu la prima volta segnalato dal
— 422 —
Martens (1837), lo raccolsi nell’ altipiano attorno ad Arquà-Petrarca fino
ai colli sopra Este, nella base calcarea di M. Ventolon, sul colle Cal-
varina, alle cave di scaglia di Montegrotto, sulle colline delle Frasse-
nelle e nei dintorni di Bastia, tra Bastia e Rovolon, e nei suoli silicei sul
Colle di S. Daniele (Zanard. !), sul M. Rua (Cont. !), sul M. Ventolon
(Bizz. !), sul Monteortone (Fiori !) ed io lo trovai sul M. Venda, Sieva,
colle Lispida, colline di Teolo, M. Croce, Castello, Lozzo ecc. Negli Eu-
ganei fu pure raccolto dal Meneghini! e crescerebbe anche a Veggiano
(Rom. imn.).
826. D. platycarpos (L. sub Caucalide, Koch sub Or/aya) Scop. FI.
Carn. ed. (28, I, -p. 190 (1772). —= Cfr. FI. An. d’It. II parsofedGon
p. 185 (ut var. D. grandiflori); Sagg. p. 58.
Più raro del precedente, ma ad area non ancora bene definita. In-
dicato la prima volta dal Trevisan (1842), lo rinvenni qua e là nei C.
Euganei e fu segnalato anche sulle colline marnose attorno a Teolo
(Pan.). Sembra comportarsi quale calcicolo preferente.
Romano (1823) segnalò, inoltre, D. maritimus Lam. crescente, sec.
il Da Rio, attorno alle Terme Euganee, ma che è certo da escludere
ed in realtà non fu compreso fra le piante padovane nemmeno dal Tre-
visan (1842).
GEN. 339. Laserpitium (Tourn.) L.
827. L. prutenicum L. Sp. pl. p. 248 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
I pimrorz:Ncw=n. 2369 Cron: p. 186: Sagg.-p.59, IA
Raro, ma già indicato dal Romano (1823): ne ebbe saggi dei C.
Euganei il Bertoloni (FI. It. III, p. 394) dal Pollini. Lo raccolsi una
sola volta nei castagneti presso il monastero di M. Rua!
Romano, Trevisan ed altri hanno pure elencato per la provincia L.
peucedanoides L. ed è anzi citato dal Trevisan (1846) quale esempio di
pianta alpina nel distretto Euganeo. Esso sarebbe stato raccolto nei monti
di Monselice dal Pertile (Rom. Mn. Fl. Eur. I, p. 220). Il suo Xabitaz,
in base a condizioni topografiche ed a considerazioni geografiche, venne
di recente ammesso dal Pampanini (1903), ma sta il fatto che io mai ve
lo raccolsi, nè vidi saggi nelle numerose collezioni esaminate ed incline-
rei perciò a mantenerlo fra le specie dubbie e meritevoli di ulteriore
conferma.
— 423 —
GEN. 340. Torilis Adans.
828. T. arvensis (Huds. sub Caxcalide - 1762) Lk. Enum. Hort.
Ber; p-_ 265. :(G821) = Scandix infesla LL: (a70) Ci heloetca-|acq:
fixg0)=Cir Bli-Ani d° It. I, pi 193:p1ct 11/2374 Cron. «pi #r86:;
Sagg. p. 58.
Rara od almeno scarsamente osservata nei dintorni di Padova in
un campo appena fuori la porta di S. Croce (Mass.! ed in Atti Soc. It.
Sc. Nat. XVIII, fasc. 4° [1875]), in una siepe fuori porta Codalunga
(Bizz. !), a Galzignano (Ugol. !) e tra Stanghella e Boara Pisani! Per
i dintorni del lago di Arquà De Toni, Bullo e Paoletti (1892) indicano
T. neglecta R. et S. che nella /Z%or. An. d’ It. è ritenuta quale forma
del tipo. Il Rigo (in litt.) avrebbe raccolta T. heterophylla Guss. pure negli
Euganei « inter dumeta prope Rocca di Pendice », nella citata opera es-
sendo considerata pure quale forma della sottospecie 7. purpurea Guss. :
ambedue da confermare ed ulteriormente raccogliere.
829. T. Anthryscus (L. sub 7ordyZo ; Huds. sub Caxcalide) Bernh.
Syst- Verz. Erf. ‘p. .167 (1880), C.C. Gel“ FL Bad. Ep: 613:(1805)
Cit. Pl And It HI} p. 194; lc. n. 02373; Cron p-280.
Indicata la prima volta dal Romano (1823), cresce a Veggiano (Rom.
mn.), a Monteortone (Cont. !), presso la stazione di Monselice! sul M.
Sieva! a Galzignano e presso Noventa (Ugol.!); merita, come la prece-
dente, di essere ulteriormente ricercata.
830. T. nodosa (L. sub 70rdyZ0; Scop. sub Caucalide) Gaertn.
Bisuct:L pi 8a. t..20 £6.(1788) — Cfr FI Ande pia:
02377; Cron)p,. 186; Sass. pì 58.
Comune nei campi e luoghi incolti, lungo le siepi del distretto Eu-
ganeo, su qualunque suolo. Quivi indicata la prima volta dal Pollini
(1822), cresce presso le terme di Abano al Montirone (Sacc.! Fiori! Sar-
tori !), sul M. Rua presso Galzignano! sul M. Arrigon! tra Arquà e
Monselice! Este a Calaone (Rom. mn.) ed in generale nei C. Euganei
(Bizz. !).
— 424 —
GEN. 341. Caucalis (Tourn.) L.
831. C. daucoides L. Sp. pl. p. 241 (1753). — Cfr. FI. An. d’ It.
Ilfpiiro5 selen: 23786 Cron: p. 1865 -Sagop. 53.
Qua e là nei campi e luoghi incolti dal distretto Euganeo sopra-
tutto nei substrati calcarei, come presso Arquà-Petrarca! (anche Bizz.!
Ugol. !) ed in generale nella piattaforma calcarea che si stende da que-
sto paese ad Este, e nei dintorni del lago di Arquà (De Ton. Bull. e
e Paol.), ma anche in quelli silicei come sul M. Ricco (Zanard. !), presso
Montegrotto! e sulle pendici or. di M. Rua! Indicata la prima volta dal
Romano (1823).
— GEN. 342. Turgenia Hoffm.
832. T. latifolia (L. sub 7ordyZo et sub Caucalide) Hoffm. Gen.
Umb..p.::49 (1814) — , Cfr. FI. An. d'It. II; piio5glcaneee 0
Gron.Xp-r8650Sago: pies7.
Piuttosto rara e forse localizzata nel distretto Euganeo, dove la rac-
colsi nei campi e nei luoghi sassosi dell’ altipiano calcareo: di Arquà,
comportandosi, a quel che pare, quale calcicola esclusiva. Indicata la
prima volta dal Trevisan (1842).
GEN. 343. Anthriscus Bernh.
833. A. silvestris (L. sub Chaerophy/o) Hoffm. Gen. Umb. p. 40 e
46,1. f. 10 (1814). — -Cfr. FI. An. d'It. II, p. 1066660 ns
Jen 3s2380: Cron. pirr36.
Scarsamente osservato, ma già indicato per gli Euganei dallo Zan-
nichelli (1730), quindi dal Pollini (1822) e pel Padovano dal Romano ed
altri, meritevole di ulteriori ricerche.
834. A. vulgaris Bernh. Syst. Verz. Erf. p. 168 (1800) = .Scandix
Anthriscus L. (1753). — Cfr. FI. An-d’It. II p. 196; dea
Cronp- 187: EL Itkexsicc.cn. 1096 rtSagg. p. 158:
Indicato la prima volta dal Trevisan (1842), lo riscontrai qua e là
— 425 —
nei C. Euganei, ma la sua distribuzione nel Padovano merita ulteriori
ricerche.
Credo debbasi riferire a pianta coltivata, od eventualmente avventi-
zia, l'indicazione di A. cerefolium (L. sub .Scardice) Hoftm. data dal
Romano e da altri e di cui vidi un saggio nell’ Hb. Zanardini « ex pro-
vincia patavina ».
GEN. 344. Scandix (Tourn.) L.
835. S. Pecten-Veneris L. Sp. pl. p. 256 (1753). — (Cfr. FI. An.
dl: I, piritg8; lc. n. 4386; Cron» pu :18715 SASER PAS SUE S-50:
Comune nei coltivati ed incolti di pianura e di collina su qualunque
suolo: seminati presso Padova!) anche Zanard.! Fiori !), tra Stanghella e
Boara Pisani! a Veggiano (Rom. mn.), nelle colline attorno al lago di
Arquà-Petrarca (De Toni, Bull. e Paol.) ed al Sassonegro (Ugol. !), nei
coltivati presso Torreglia! e sulle pendici dei monti Rua! Ricco! Pic-
colo! tra i monti Cero e Castello! sul M. di Lozzo! sul colle Lispida!
sul M. Oliveto (Ugol. !), sulle colline marnose di Teolo (Pan.), sui Saia
capitozzati presso Abano! e sui //07vs tra S. Pietro Montagnon e Tor-
reglia! Indicata la prima volta per l Orto agrario di Padova da L. Ar-
duino (1807,) cresce anche in quello Botanico (Sacc.).
GEN. 345. Chaerophyllum (Tourn.) L.
836. Ch. temulum L. Sp. pl. p. 258 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
IT-p. 199.;vIc.-n.' 2392; Cron. p287 ; Sagp e pil59, Regi:
Comune nei luoghi ombrosi, lungo le siepi ed i fiumi, negli incolti
e presso le abitazioni su qualunque suolo : a Padova e nei dintorni! (anche
Fiori! Ugol. !), a Vigodarzere e Saonara (Cont. !), Ponte di Brenta alla
Villa Giovanelli! tra S. Pietro Montagnon e Tramonte! presso le Terme
di Battaglia! Teolo (Vis.!), sul M. Rua! (anche Cont. !) e sui .Sa/zx ca-
pitozzati presso Torreglia! Indicato la prima volta dal Romano (1823).
GEN. 346. Smyrnium (Tourn.) L.
837. S. Olusatrum L. Sp. pl. p. 262 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Ili*pi\203-3-le: n.12402:; Cron. p. 188:
28
— 426 —
Indicato dal Romano (1828) e dal Trevisan (1842), deve essere
specie rara crescente, sec. Visiani (1825) « nei luoghi ombreggiati ed er-
bosi della campagna di Padova ». Nell’ Erb. Contarini ne vidi saggi avuti
dal parroco, e cioè dall’ab. Romano, forse raccolti nel padovano.
GEN. 347. Conium L.
838. C. maculatum L. Sp. pl. p. 243 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Il\CfeEl An. d*It.: II: po a 12zùehiV; ps153; Ici.
È largamente coltivato l’ affine L. usitatissimum L. segnalato la prima
volta dal Romano (1823), a quel che pare, per pianta sottoposta a
coltura.
882. L. ‘tenuifolium L. (Sp. pl. p. 278 (1753). — Cfr. BA nidi
II: (p.0249; Ic..n.:2512;, Cron: .p...198;xFl. It. exsicc-intto 2000)
p. 59, 80, 88, 92, 94, 142.
Frequente nei luoghi calcarei, sassosi o rupestri e boscosi del di-
stretto euganeo, più raram. nei suoli marnosi. Indicato la prima volta
per gli Euganei (Poll. Fl. Ver. I, p. 412), vi fu raccolto dallo Zanar-
dini! (VI 1827), sul M. Calaone dal Bizzozero! altipiano di Arquà-Pe-
trarca al Sasso nero, nel gruppo del Lonzina e sul M. Boldù dall’ Ugo-
lini! sulle marne di Teolo (Pan.), Montegalda (Rom. mn.) e trovato da
me sulle colline di Teolo (donde lo distribuii nell’ Essiccata s. c.), tra
Monselice ed Arquà, a Valsanzibio, e sul Colle Calvarina! Comportasi
quale calcicolo esclusivo e perciò poco probabile ritengo la sua pre-
senza a Veggiano (Rom. Mn. PI. Vegl. indig.).
883. L. maritimum L. Sp. pl. p. 280 (1753). — Cfr. FI. An. d’ It. II,
pi 250; Ie-n,°2513;/Cron.; p.198; «FIx.It exsicc. n 118;SA 8 MO)
dun, rig;
Bla!
LACP l,
— 443 —
Specie notoriamente alofila raccolta «in FEuganeis circa thermales
fontes di Montegrotto » dal Pollini (Fl. Ver. I, p. 409) ed indicata per
i dintorni delle sorgenti termali dal Trevisan, Foscarini, Camus ecc. nei
prati salsi del Padovano da Visiani e Saccardo e dal Parlatore. È certo
che oggidì non vegeta più attorno alle Terme, ma ne vidi saggi del di-
stretto Lagunare e precisam. delle valli salse di Piove raccolti nel Lu-
glio 1898 dal Fiori!
884..L. gallicum.L. Sp. pl. ‘ip. 401.762) — Cio FIvAnedtIt: IG
pizzo de n*2315; Cron. p. 1984 BIMilesexsice 5
p. 60, 140.
Comune nei prati aridi e nelle boscaglie del distretto Euganeo. Se-
gnalato pel primo dal Pollini (Fl. Ver. I, p. 409) pei dintorni di Abano
e Montortone, fu raccolto negli Euganei dal Meneghini! Kellner! Rigo
(in litt.) e precisam. sui monti Venda (Spranzi !), Calaone (Bizz.!), Ca-
stello (Vis.!), Lozzo (Bizz.!), presso Montegrotto (C. Mass. e G. Bizz. !),
sul colle di S. Daniele (Fiori!) e da me nelle colline sopra Battaglia,
ad Arquà-Petrarca, presso Lozzo, nei monti Castello e Sieva, più co-
mune nei suoli silicei, ma non mancante in qualche stazione a substrato
schiettamente calcareo.
Nel manoscritto della « Flora Euganea » del Romano compare di
Veggiano un L. nodiflorum L. che, secondo l’ esemplare inviato dallo
stesso al Contarini e conservato sotto questo nome nel suo Erbario, deve
riferirsi a £. gallicum L.
Visiani e Saccardo (1869) indicano pel Padovano L. narbonense L.
indicazione riferita anche dal Parlatore (Fl. It. V, p. 302), ma che non
posso confermare.
Fam. LXX. RUTACEAE
GEN. 365. Ruta (Tourn.) L.
885. R. graveolens L. Sp. pl. p. 383 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
WWfio.:256,; Ica * 2527 Cron. p. 109; Bi. ,lbskeasieetn 1325; San
p. 60.
Coltivata e qua e là naturalizzata nel distretto Euganeo, come sulla
— 444 —
Rocca di Monselice (Cont.! e Mayer sec. Bert.), nei luoghi sassosi del
M. Calaone (Bizz. !), sul M. Pendice (Fiori! Ugol. !), sulla vetta del M.
Madonna! ed in un muro presso Schivanoia (Ugol. !). Negli Euganei fu
pure raccolta dal Kellner (sec. Parl.).
Indicata pel primo dal Romano (1823), il quale (1831) ricorda an-
che R. angustifolia Pers. (= A. cha/epensis L.) che sarebbe stata tro-
vata negli Euganei dal Beggiato (Mn. PI. Eur. I, p. 309): ma dubito
trattarsi di pianta coltivata o subspontanea. Ed altrettanto è da dirsi di
R. divaricata Ten. segnalata pel Padovano da Visiani e Saccardo (1869).
886. R. patavina L. Sp. pl. p. 384 (1753) = [/7] ap/ophylum pa-
tavinum ‘G. Don Gen. Syst. I, p. 780 (1831). — Cfr. EI. An dUe46
p, 256; Je. n.02528; Cron. p..200; Fl;.It. exsicc. ni aT9rfSas sane)
50; 98, 100, G13I, 140, LS0.
Specie rara e localizzata in alcuni degli affioramenti calcarei del
versante merid. ed orient. dei C. Euganei. Fu scoperta dal Micheli e
dallo Zannichelli ad Arquà-Petrarca «in Monte Saxo Nigro, prope Ar-
cuatum seu Arquà » (1729; 1730) e quivi indicata dal Tilli sulla fede
del Micheli (1723) e da quasi tutti quelli che erborizzarono in questo set-
tore dei Colli (Sternberg, Pollini, Romano mn., Camus ecc.). Al Berto-
loni (Fl. It. IV, p. 418) fu trasmessa, pure di questa località, dal Pol-
lini, Parolini, Montini, Naccari e Mayer ed al Parlatore (FI. It. V, p. 360)
dal Pollini, Naccari, Webb, Barbieri, Corinaldi e Rigo. Vidi saggi rac-
colti da Zanardini, Contarini, Visiani, Romano, Montini, Spranzi, Rigo,
Bizzozero, Fiori ed io stesso ve la raccolsi negli anni 1902-03-04 nei
luoghi sassosi e fra i coltivati dell’ altipiano calcareo di Arquà presso il
Sasso Nero ed in direzione dei monti Cero e Castello, tra Valle S. Gior-
gio ed Arquà e tra questo paese e Cinto Euganeo, distribuendola anche
nell’ Essiccata sopra citata. La trovai pure presso Valsanzibio sempre
sugli affioramenti calcarei, laddove credo topograficamente erronea l’ in-
dicazione di M. Venda che accompagna esemplari raccolti nel 1843 dal
Kellner. La località « Serra » riportata dal Parlatore sulla fede del Rigo
credo corrisponda al M. Cero, sulla cui base calcarea la pianta alligna
e crescerebbe anche a Terralba sec. il Camus. Dispiega, quindi, il com-
portamento delle calcicole esclusive!
Nel materiale da me esaminato, la pianta si presenta con individui
a foglie più larghe, di un verde intenso ed a fioritura tardiva - che di
solito vennero interpretati pel tipo - e con individui a foglie generalmente
più strette, di un colore più pallido ed a fioritura più precoce e quindi
ORA ER
— 445 —
in frutto nell’ epoca nella quale la precedente è ancora in fiore. Corrispon-
dono alla mia var. angustifolia Bég. in Nuov. Giorn. Bot. Ital., XII
[1905], p. 187 (= 7ap!. linifolium Rchb. FI. germ. excurs. p. 766; Ic.
tab. CLVII, fig. 4816, non A. Zinifolia L., nec Juss.), rappresentando, a
quanto pare, due variazioni stagionali collegate da graduali intermediari.
GEN. 366. Dictamnus L.
887. D- albus 'L. Sp. pl. p. 548 G753) =120Araaznella‘a) BRers:
(805). —»Cfr. FL An; d*It. II, «paraz6glchi2529,; i Cronkp 2209
El.slt.exsicc. ‘n. 316;.Sagg.. p..60;° 1O2;4LIO,#122, 25:
Frequente nei luoghi sassosi e rupestri, fra i cespugli e le boscaglie
della macchia mediterranea, nei querceti e più di rado nei castagneti
del distretto Euganeo, dove è localizzato sopratutto nei substrati silicei,
ma non manca in quelli calcarei. Lo raccolsi nelle colline sopra Bat-
taglia e sopra Teolo, nei monti Sieva, Sengiari, Rosso, Venda, nelle
colline delle Frassenelle (anche Bolzon in Bull. Soc. Bot. Ital, 1896
p. 175), sul M. Ventolone (e Bizz.!), Madonna (Bolzon in l. c.). Rac-
colto negli Euganei anche da Zanardini! da Kellner (sec. Parl.) ed in-
dicato la prima volta pel Padovano dal Romano (1823), che lo trovò
pure a Montegalda (mn.).
Fam. LXXI. 4YGOPHYLLACEAE
GEN. 367. Tribulus (Tourn.) L.
888. T. terrester L. Sp. pl. p. 387 (1753), — Cfr. FI. An. d’It.
ipreszi.ice. n: 2522 Cron. kp,X199:
Indicato pel primo dal Romano (1823) ed in seguito da parecchi
altri botanici, ma senza designazione di località. Io non l’ho mai in-
contrato, nè vidi saggi nelle collezioni consultate, tuttavia non escludo
.che esso, sia pure come avventizio, possa vegetare nel Padovano.
Della Famiglia delle Simarubacee si è piuttosto largamente inselva-
tichita l’ Ailanthus glandulosa Desf. (su di che cfr. Saccardo in Atti e
— 446 —
Mem. R. Accad. Sc. Lett. ed Arti in Padova, vol. VI [1890]) e della
Fam. delle Meliacee coltivasi spesso le Melia Azedarach L. Ne vidi saggi
di Pernumia (Dottori, in Hb. Cont. !).
Fam. LXXII. MALVACEAE
Gen. 368. Althaea (Tourn.) L.
889. A. hirsuta L. Sp. pl. p. 687 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. II,
piez61: Ue. «n 02536 Cron. p..200; Sagg. p: 601,80, 430%
Piuttosto rara nei campi e nei luoghi erbosi del distretto Euganeo,
dove fu raccolta dallo Zanardini! (1827) e Spranzi!, presso Praglia e
Torreglia dal Montini! (sec. Bert. Fl. It. VII, p. 251), Arquà-Petrarca
(Menegh. !), a Montortone (Rom. mn.) e da me negli affioramenti calca-
rei e calcareo-marnosi presso Teolo. Dispiega, secondo le mie osserva-
zioni, il comportamento delle calcicole esclusive. Indicata la prima volta
dal Romano (1823), ritengo poco probabile l’ indicazione data da questo
(Mn. PI. Vegl. indig.) di Veggiano.
890. A. cannabina L. Sp. pl. p. 686 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Ifpiezer;iic; 42537: Cron. #p.-201-;: Sage: por
Frequente nei luoghi erbosi, lungo il margine delle vie, dei fossati
e delle siepi. Indicata la prima volta per l’ Orto Agrario da L. Arduino
(1807), tra Padova ed il lago di S. Orsola dallo Sternberg (1806), lungo
il margine dei fossati del Padovano e nelle siepi presso Torreglia (Tre-
visan e Montini sec. Bert. Fl. It. VII, p. 250), fu raccolta nei C. Euga-
nei (Zanard. !), Arquà-Petrarca (Fracchia! in Hb. Sacc.), Torreglia (Mon-
tini!), Galzignano (Ugol.! sub Malva A/cea), Monselice (Bizz. !), nei luoghi
umidi presso Villa di Teolo! ed a Montegalda ai confini del Vicentino
(Rom. mn.; Cont.)
891. A. officinalis L. Sp. pl. p. 686 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
II-p. 262; lc. n. 2538; Cron. p. 201; Sagg. p. 6r, dra
Comune nei prati e luoghi erbosi umidi, lungo i fossati e le siepi,
nei prati torbosi, nei terreni leggermente salati del distretto Lagunare.
Vegeta nei dintorni di Padova (Bizz.! Fiori!), fuori Porta S. Giovanni!
— 447 —
al Montiron di Abano! nelle paludi presso Monselice! tra Piove di Sacco
e Codevigo! presso Corte (Fiori !), nelle valli salse alla sinistra del No-
vissimo! lungo il Bacchiglione a Cagnola ed a Arre! ad Abbazia Pisani!
tra S. Pietro in Gù e Carmignano di Brenta! a Veggiano (Rom. mn.,
che fu il primo ad indicarla per la provincia nel 1823).
892. A. taurinensis DC. Prodr. I, p. 436 (1824). — Cfr. FI. An.
delta IL, p. 262.et Cron. p. 2017 (ut. var. A. officinalis): WES exsice
Ml. 1327,
Fu trovata dall’ Ugolini (in Malpighia XI [1897] nei dintorni di
Padova nella traversa fra la strada da Porta Codalunga a Porta Portello
e la ferrovia: vidi i corrispond. saggi da lui raccolti il 21 VI 1889.
È coltivata largam. A rosea L. già segnalata dal Romano :(1823)
e che si ritroverebbe in una forma nana attorno alle Terme di Abano
sec. l' Andreyewskyj (1831) e subspontanea presso Monselice sec. lo Za-
nardini! (1827).
GEN. 369. Malva (Tourn.) L.
893. M. Alcea L. Sp. pl. p. 680 (1753). — Cfr. FI. An. d'It. II,
p0200 least za Cron. pa202:
Rara e scarsamente osservata. Fu indicata la prima volta dal Ro-
mano (1823), il quale segnalò in seguito (1831) anche M. italica Poll.
ricondotta dai botanici recenti a varietà della specie Linneana.: Questa e
le M. Morenii Poll. (= M. Alcea var. fastigiata [Cav.]) crescono, sec.
Beggiato (1833) e Da Rio (1836), negli Euganei e della seconda vidi
saggi delle siepi del Padovano (Spranzi !).
894. M. silvestris L. Sp. pl. p..689 (1755). — Cfr. FI. An. d’It.
Mxip.0207e- IV, pr 159. n 2553; Cronsipazo 2a apro
Comune nei prati e luoghi erbosi, lungo le vie e le siepi, nei campi,
presso le abitazioni umane ed i ricoveri degli animali, su qualunque
suolo, in pianura ed in collina. Cresce anche all’ Orto Botanico (Sacc.).
Indicata la prima volta pel distretto Euganeo dallo Zannichelli (1730),
il Trevisan (1842) avrebbe pure raccolto la forma glabricaule corrisp. a
M. mauritiana L.
— 448 —
895. M. rotundifolia L. Sp. pl. p. 688 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
[Rp2.607Ele.en25,555 Cron 3p-202;
Piuttosto rara ed indicata per l’ Orto Agrario da L. Arduino (1807),
pel Padovano in genere dal Romano (1823) e dal Trevisan (1842), cre-
scerebbe con dubbio a Cagnola (Rom. mn.). I soli saggi da me esami-
nati furono raccolti nel 24 V 1894 presso la stazione di Montegrotto
da Adr. Fiori.
GEN. 370. Abutilon (Tourn.) L.
896. A. Avicennae Gaertn. Fruct. II. p. 251 tab. 135 = Sida Abw-
Hlon Xi x753). — Cfr. Fl An. dI. IL p..12685 Tcen
p. 12026 \RSUltHexsicc.in; varo.
Piuttosto raro nei luoghi umidi, lungo i fossi ed i fiumi e nei campi
torbosi. Indicato la prima volta, come copioso, pel Padovano tra Este e
Monselice dall’ Anguillara (1561), fu raccolto lungo 1’ Adige presso An-
guillara Veneta dal Camerario (1588), a Veggiano (Rom. Mn. PI. Vegl.
indig.), a Stanghella (Rom. Mn. FI. Eug.) e comunicato « ex Euganeis .
ad vias» dal Mayer al Bertoloni (FI. It. VII, p. 245). Vidi saggi dei
C. Euganei (Zanard.! 1827; Rom.!) del Padovano (Bérenger! 1837)
ed io lo raccolsi nei campi umidi e torbosi fra Piove di Sacco e Code-
vigo nell’ Ottobre 1909 e in quelli pure torbosi (fondo Centanin) tra Mon-
selice ed Arquà nel Giugno 1911 e di Battaglia (fondo Emo-Capodilista)
nel Luglio pure di quest'anno. Fu indicato anche avventizio nell’ Orto
botanico di Padova (Sacc.).
GEN. 371. Hibiscus L.
897. H. Trionum L. Sp. pl. p. 697 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. II,
pie2609s8cn.:2500;© Cron. p.."203:
Piuttosto raro, fu indicato la prima volta per 1’ Orto Agrario da L.
Arduino (1807) ed esso cresce nell’agro padovano (Montini in hb.! e
sec. Bert. Fl. It. VII, p. 287; Parl. FI. It. V, p. 114), e \preGisamente
presso Padova vicino la Porta Codalunga (Bizz.!), ai Prati Arcati (Fiori!)
ed io lo raccolsi nei terreni torbosi (fondo Centanin) tra Monselice ed
Arquà ed in quelli (fondo Emo-Capodilista) tra Battaglia e Galzignano.
Notato anche a Veggiano (Rom. mn.).
Xi
— 449 —
È largamente coltivato ad uso sepiario H. syriacus L. già elencato
dal Romano (1823). Nè io, nè altri, abbiamo mai incontrato, subsponta-
neo od avventizio, il cotone (Gossypium herbaceum L.) che lo stesso Ro-
mano ricorda.
Fam. LXXII. TILIACEAE
GEN. 372. Tilia (Tourn.) L.
898. T. vulgaris Hayne Arzn. Gew. III, p. 47 (1834). — Cfr. FI
An; dI HI; pi 271; Ic. n. :25654Cron3ept202;; Sagglp:; (61, 10
Rara negli Euganei, dove fu da me raccolta nei castagneti del M.
Ventolon ed in quelli del M. Pendice. L’ Ugolini (1908) ha trovato sulle
capitozze di Salia alba a Strà nei pressi della Villa Reale la T. platy-
phylla Scop.
Fam. LXXIV. EUPHORBIACEAE
GEN. 373. Buphorbia L.
899. E. nutans Lag. Gen. et sp. nov., p. 17 (1816) = £. Presi Guss.
(n827)=<4: Winervis, Bert. (1842). — Che QEl Ange ALE possi
ic--n: 25760 Cron: p.-203 3 Sagg. pi 610 186.
Originaria dell’ America bor. e dell’ Equatore, fu raccolta la prima
volta nel padovano dal Montini! (ed in Bert. FI. It. V, p. 38, sub £.
trinervi) e più di recente nei binari della tramvia Padova-Fusina (Ugol.!
sub £. ZLathyri), in quelli della ferrovia presso la stazione di Cittadella
(Bolzon in Bull. Soc. Bot. Ital. 1897, p, 55), di Carmignano di Brenta
(L. Vaccari sec. Bolzon ibid., 1901, p. 82), tra questa e S. Pietro in
Gù! di Camposampiero! tra Montegrotto e Monselice sempre lungo i
binari e qua e là lungo il margine dei campi presso Montegrotto e tra
Monselice ed Arquà (fondo Centanin), nelle cave delle Frassenelle presso
Bastia (Fiori!).
900. E. maculata L. Sp. pl. p. 455 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Wosp:<274 Jen, i2ggr; Cron; p:. 2033 EI6t.. exsiee.* 1.600.
— 450 —
Originaria dell’ Amer. bor., ma largamente diffusasi nell’ Orto bota-
nico di Padova! (e Goiran sec. Thellung in Bull. Herb. Boiss. 2° ser.
VII [1907], p. 741; Sartori!) e nelle viè e piazze adiacenti, come.in
piazza del Santo! Indicata la prima volta da me nel Nuovo Giorn. Bot.
Ital: ser. VIN (901);p2298:
901. E. Chamaesyce L. Sp. pl. p. 455 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
[l'&p-0275; Uc-ni2574; Cron. p:1204.
Indicata la prima volta per l’ Orto agrario di Padova da L. Arduino
(1807), vegeta anche in quello botanico (Sacc.), a Padova presso la Porta
S. Croce ed in piazza del Santo! nel cortile del R. Istituto Tecnico
(Ugol. !) e presso S. Pietro Montagnon (Rom. mn.).
902. E. Lathyris L. Sp. pl. p. 457 (1753). — Cfr. FL An. d’It, II,
p.e275 4 dcan: 25775 Cron: pi 204; Sag; pi y02-
Piuttosto rara, ma già segnalata per gli Euganei dallo. Zannichelli
(1730), fu raccolta sul M. Venda dal Pollini (1817 e 1822), nei colti
vati presso Rocca Pendice (Bizz.!) ed avventizia nell’ Orto Botanico
(Sacc.). Vidi pure saggi « ex prov. patavina (Zanard.! ».
903. E. palustris L. Sp. pl. p. 462 (1753). — Cfr. FI. An. d'It.
TI, pi 267; Ic...n.25783. Cron. p. 204; Sagg. -p. Iron
+ Frequente nelle paludi, lungo i fossi ed i fiumi della pianura pa-
dovana. Fu indicata la prima volta per i dintorni di Monteortone dallo
Sternberg (1806), quindi dal Pollini (1817), e fu raccolta ad Abano: e
a Torreglia dal Montini! (ed in Bert. FI. It. V, p. 94), a Cagnola (Rom.
mn.), lungo i fossi a Montegrotto (Fiori!), nei luoghi erbosi umidi detti
Prati Arcati (Bizz. !) e da me nelle paludi presso la stazione di Monse-
lice e presso Corte. Vidi anche saggi degli Euganei (Kellner! 1840).
904. E. verrucosa Lam. Encycl. II, p. 431 (1786). — Cfr. FI. An.
d’ It. II, p. 278 et Ic. n. 2582 * (ut var. £. epithymoidis); Cron. p. 204,
(var. ut supra); Sagg. p. 61, 82; 100,123:
Frequente nei luoghi selvatici sassosi del distretto euganeo sopra-
tutto nei settori calcarei, ma non manca nei versanti più riscaldati dei
colli a substrato siliceo. Vi fu indicata la prima volta dallo Zannichelli
(1730), a Calaone (Rom. mn.), sulle colline marnose di Teolo (Pan.) ed
io la raccolsi presso Teolo, Arquà Petrarca, tra i monti Rua e Venda,
ect è de i lieti tn .
— 451 —
sui monti Ventolone, Ricco, Oliveto, Solone e Lonzina. Alcuni saggi a
fusti e foglie mollemente pelose ricordano la var. velutina Boiss.
905. E. carniolica Jacq. FI. Austt: V, p. 34, t.-14 (1778) = "4.
ambigua Poll., Rom. — Cfr. FI. An. d’It. II, p. 278; Ic. n. 2584;
Eron.;p-1204;' FI. «It. exsicè.‘n.:477;-Sagg- ps 61,955 12324, 143.
Qua e là nei castagneti e quindi nei settori silicei del distretto Eu-
ganeo, dove la raccolsi sui monti Venda, Ortone, Rosso e Lonzina. In-
dicata la prima volta dal Romano (1831, sub £. ambigua) e citata dal
Pampanini (1903) quale uno dei documenti fitogeograficamente interes-
sante del distretto.
906. E. dulcis L. Sp. pl. p. 457 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. IT,
piie78; le. n; 2585; Cron. f. ‘204 Sag pri 6 941923, 120°
Frequente nei castagneti e nei querceti del distretto Euganeo, più
rara in pianura. Indicata la prima volta dal Romano (1823) insieme (1828
e 1831) all’ entità descritta sotto il nome di E. purpurata Thuill. e che
sembra essere assai più comune del tipo. Questo fu indicato delle terme
di Abano (Montini in Bert. Fl. It. V, p. 61), di Veggiano nel bosco
(Rom. mn.) del M. Madonna (Bolzon in Bull. Soc. Bot. Ital. 1896,
p. 175), ma io non l'ho raccolto che a Saonara nella villa Cittadella.
Della var. purpurata vidi saggi dei dintorni di Padova (Bizz. e Mass.!),
di Luvigliano e dei monti Ricco e Rua (Bizz.!), del M. Venda (Ugol.!),
del padovano (Rom.! in Hb. Pat.) ed io la rinvenni sui monti Rua, So-
lone, Alto, Madonna, Lonzina, Bello, sui colli delle Frassenelle ed in
pianura nel parco della villa Giovanelli presso Ponte di Brenta - e credo
che ad essa vadano riferite molte indicazioni del tipo!
907. E. platyphylla L. Sp. pl. p. 460 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Misp.2805:lc).n; 25927/Cron:! p. 205 Sage palemmazz.
Frequente e caratteristica dei luoghi umidi, lungo i fossi, nei ter-
reni torbosi della pianura circumeuganea ed in molti altri luoghi della
provincia. Indicata la prima volta per gli Euganei dallo Zannichelli (1730),
dei margini dei fossati presso Padova (Trevis. in Bert. FI. It. V, p. 93),
dei dintorni del lago di Arquà (De Toni, Bull. e Paol.), dell’ Orto bo-
tanico (Sacc.), vidi saggi della pianura padovana (Zanard. !), dei fossi di
Montegrotto, Abano e dei coltivati presso Gorgo (Bizz.!), di -Arlesega
(Cont. !), di Veggiano (Rom. mn.), di Luvigliano (Ugol.!), degli Euganei
— 4592 —
(Kelln.! 1840) ed io la raccolsi nella pianura torbosa tra Lispida e Val-
sanzibio, nei campi presso Arre, tra Stanghella e Boara Pisani e tra
S. Pietro in Gù e Carmignano di Brenta.
908. E. helioscopia L. Sp. pl. p. 459 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
II, p.:281:; Ic. n. 2593; (Cron. p. 205; Sagg. p..61,, 145-4615980
Comune dovunque nei luoghi coltivati ed erbosi, presso le abita-
zioni e lungo le vie (comprese quelle di Padova), sulle concimaie e presso
i ricoveri degli animali, sui /4/orus capitozzati tra Este e Lozzo ecc. In-
dicata la prima volta dal Romano (1823).
909: E. Peplus.L. Sp. pl. p. 456 (1753). — Cfr. (ElARSIIONE
p-7282/.c. in. 2595; Cron. p. 205; Sage. ip. 61,149
Comune dovunque specialmente nei coltivati, fra le ortaglie, lungo
le vie e presso le abitazioni. Già 1’ Anguillara (Sempl. p. 295) la disse
crescere « per ogni orto di Padova ».
910. E. falcata L. Sp. pl. p. 456 (1753) = £. mucronata Lam.
(1786)... — Cfr. FI. An. d'It. II, p. 282; Ic. n) 2596} Cronfps2o5i
Sagg. p. 61.
Frequente nel distretto Euganeo nei coltivati od incolti sopratutto
dei suoli calcarei, più rara in pianura. Indicata la prima volta pel pa-
dovano dal Pollini (1822), ne mandarono saggi al Bertoloni (FI. It. V,
p. 49) il Montini e dei monti Rua e Venda il Mayer. Vidi saggi dei
Colli padovani (Zanard. !), di Montegrotto (Bizz. !), dei dintorni di Padova
presso la Porta Codalunga (Bizz.!) ed io la raccolsi presso Arquà-Pe-
trarca, a Valsanzibio, presso Lozzo, tra Stanghella e Boara Pisani, nei
colli tra Teolo e Treponti e sul M. Arrigon, sul M. Ventolone e presso
Padova alla Piazza d’ Armi.
La var. acuminata (Lam.) fu raccolta nell’agro padovano dal De
Visiani e fra le biade del M. Calaone dal Bizzozero ed indicata, come
specie a sè, la prima volta dai Romano (1823).
911. E. exigua L. Sp. pl. p. 456 (1753). — Cfr. FI Angina:
pr 28370%c: n° 2598; Cron. p. 205: Sa89. p.. 61.
Qua e là specialmente nei coltivati del distretto Euganeo e di quello
planiziario. Indicata la prima volta dal Romano (1823), presentasi nelle
tre seguenti varietà :
}
|
È.
— 453 —
1. var. acuta L. - Euganei (Spranzi!), Veggiano (Rom. in Hb.
Cont. !), Saonara (Melo in Mart. ex Sacc.).
2. var. retusa L. - Euganei a Torreglia (Montini! ed in Bert. FI.
It. V, p. 55, sub Z. exzgua); fra le biade presso la stazione di Este
(Bizz. !); Arlesega negli incolti (Cont. !); agro padovano (Zanard.!); din-
torni di Padova alla Mandria (Bizz.!). Indicata la prima volta, come spe-
cie a sè, dal Romano.
3. var. tricuspidata Lap. (pr. sp.). - Presso Monteortone (Rigo in
litt. e Sagg. p. 61), Monselice (Bizz. !).
912. E. Seguieriana Neck. 2 nicaeensis All. Fl. Pedem. I, p. 285,
i. .69:(1785) — Cfr. FI. An dI CI p_ 386; Ica 26150: Cad
p. 206.
Assai rara, fu segnalata la prima volta pel padovano, ma senza
habitat determinato, dal Pollini (1822), quindi dal Romano (1828 e 1831),
dal Parlatore (FI. It. IV, p. 530) e più di recente per gli Euganei dal
Bolzon (in Bull. Soc. Bot. Ital. 1901, p. 10); ma la sua esatta distribu-
zione merita ulteriori ricerche, come pure quella dell’ affine E, Gerardiana
Jacq. che compare indicata per la nostra provincia.
913. E. Cyparissias L. Sp. pl. p. 461 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
II, p. 287; Ic. n. 2613; Cron. p. 206; Sagg. p. 61, 100, 154.
Comune dovunque nei luoghi aridi e boscosi, lungo le siepi, nei
campi abbandonati, lungo i margini erbosi delle vie e dei fiumi su qua-
lunque suolo. Cresce anche nell’ Orto botanico di Padova, sulle colline
marnose di Teolo ecc. Indicata la prima volta dal Romano (1823).
914. E. amygdaloides L. Sp. pl. p. 463 (1753) = Z. séi/vatica L.
(753) —Cfe. BL An dI; Cronap. 1252, Best Sag p7 0928
Frequente nei boschi ed in generale nei luoghi ombrosi dei settori
silicei del distretto Euganeo e qua e là in pianura. Vidi saggi di M.
Ricco e Montegrotto (Bizz. !), del Castelletto di Torreglia (Cont. !), di
Padova nelle siepi (Montini !) ed io la raccolsi sul Colle Lispida! ed in
pianura presso la Certosa di Vigodarzere, lungo le siepi tra Saonara e
Camin e tra Piove di Sacco e Codevigo. Crescerebbe anche a Veggiano
(Rom. mn.). Tutto il materiale da me raccolto ed esaminato deve rife-
rirsi all'entità descritta sotto il nome di G. pubescens Bess., indicata la
prima volta per gli Euganei dall’ Ugolini (in Malpighia XI [1897] e sec.
Bolzon in Bull. Soc. Bot. Ital., 1897, p. 54), restando a vedersi, se sia
l’unica da noi e che cosa abbia inteso designare il Trevisan sotto le var.
bifida (Boenn.) e versicolor (Curt.), questa seconda già elencata come
specie a sè dal Romano (1828). Inclinerei, invece, ad escludere G. ochro-
leuca Lam. (1786) [= G. dubia Leers, 1775) annoverata dal Trevisan
(1842) fra le piante padovane.
1074. G. Ladanum L. Sp. pl. p. 579 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
IN pi<325 Ic!Sn. ‘3128; Cron. p.1252; Sass:
Comune nei luoghi coltivati ed incolti, lungo le siepi e nei substrati
silicei di tutta la provincia. Si presenta sotto le due seguenti varietà :
1. var. angustifolia Ehrh. ap. Hoffm. Deutschl. Fl. 2, p. 8 (1791)
- pr. sp. = G. Lad. var. angustifolium Wallr. Sched. crit. p. 302 (1822).
— È la forma più comune e fu trovata sul M. Venda (Zanard. !), Rua
(Bizz. !), presso Bastia (Fiori!), nei dintorni del lago di Arquà (De Ton.
Bull. e Paol.), sul M. Solone (Ugol.!), sulle colline presso Teolo! a
Veggiano (Rom. mn., che fu il primo a segnalarla sotto il nome di G.
Ladanum).
— 510 —
2. var. intermedia Vill. Prosp. p. 21 (1779); Hist. pl. Dauph 45
p. 387, t. IX (1787) - pr. sp. — Più rara della precedente e segnalata,
senza Rabitat precisato, dal Trevisan (1842) e da altri in seguito. Vi ri
ferisco i saggi da me raccolti sul M. Venda (1 VI 1902).
GEN. 447. Lamium L.
1075. L. Orvala L. Syst. ed. 10%, p. 1099 (1759). — Cfr. FI. An.
d’Jt. HI, ‘p.134;- Jc: n: 3129; ‘Cron: p.;252; Fl it exsicostatieo
Gagibe= Sage ip. 70,094; 024), 128:
Frequente lungo le siepi, il margine ombroso dei boschi e bosca-
glie, presso le abitazioni nel distretto Euganeo ed in pianura. Indicato
la prima volta per la provincia dal Boccone (Mus. piante rare, p. 35),
per gli Euganei dallo Zannichelli (1730), lo raccolsi presso Galzignano
e sulle pendici del Rua, sui monti Sieva, Piccolo, Ventolone, Ricco,
Rosso, Lonzina, Merlo e sulle colline delle Frassenelle. Cresce anche
nell’ Orto botanico di Padova assieme ad una var. albiflorum Sacc.! nella
pianura padovana (Zanard. !), nella villa Cittadella a Saonara! a Veg-
giano (Rom. mn.), sulle colline marnose di Teolo (Pan.) ecc.
1076. L. Galeobdolon (L. sub Ga/eopside) Crantz Stirp. austr. ed. 2°,
fasc. IV, p. 262 (1769) == Ga/eobdolon luteum Huds. (1762). — Cfr.
FIA n:*d21E II; p- ‘3407 IV; p:i172;-Ic n. 31305 Cron spie
Sagg.p. ‘60,05, 117; 120,..14I; 164 ed ‘in Bull. Soc. BokMalkz903:
p. 280.
Qua e là nei castagneti e quindi nei settori silicei del distretto Euga-
neo, dove è rappresentato dall’ entità descritta sotto il nome di L., mon-
tanum (Pers. sub Po//ichia) Bég. di cui vidi saggi del monte dell’ Ebreo
(Fiori !), di M. Cero (Bizz. !) ed io lo raccolsi presso la Pendice e nella
conca di Teolo. Segnalato la prima volta dal Trevisan (1842).
1077. L. amplexicaule L. Sp. pl. p. 579 (1753). — (Cfr. FI. An.
d'Jt. (II, p:.35; le).n-:3133; Cron; :p.1252; :Sagg.: p.)7019 20h
Frequente nei coltivati ed incolti di tutta la provincia. Cresce negli
Euganei sul M. Alto (Bizz.!), sulle colline marnose di Teolo (Pan.),
presso Battaglia (Bizz.!), in Valsanzibio (Ugol.!), Veggiano (Rom. mn.),
— dll —
Segnalato la prima volta per l'Orto agrario di Padova da L. Arduino
(1807), lo raccolsi in Via Belzoni.
1078. L. purpureum L. Sp. pl. p. 579 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Kilpris6Icsnt3135,;; Cron: pir252;0/9a ts» :Pa 70455 153-544, Sgr
Comune nei luoghi erbosi, nei coltivati e nelle più svariate stazioni
di tutta la provincia. Cresce anche nell’ Orto botanico e qua e là nella
stessa Padova. Fu segnalato la prima volta dal Romano (1823) e pre-
senta anche una generazione autunnale.
1079. L. album L. Sp. pl. p. 579 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. III,
pago te4lV,p.172; Ice. n. 3136 Cron:pi252;;° Sage. DA JO, I50259)
Comune dovunque lungo le siepi ed in generale nei luoghi ombrosi
di pianura e di collina e su qualunque suolo. Indicato la prima volta per
il distretto Euganeo dallo Zannichelli (1730), è tra le specie più frequenti
delle capitozze di Salîx e di Morus della pianura perieuganea. Cresce
anche a Veggiano (Rom. mn.), ad Arlesega (Cont.!), nei dintorni di
Padova (tra Pontecorvo e S. Croce ecc.) e presenta anche una genera-
zione a fioritura autunnale (tra Codevigo e le valli salse, 21 X 09).
1080. L. maculatum L. Sp. p. 809 (1763). — Cfr. FI. An. d’It. II,
piso; lc. 133137 Cron par252; Sago...p?, 70454 1158-39
Meno frequente del precedente e nelle stesse stazioni. Indicato la
prima volta per i fossati dei dintorni di Padova dall’ Anguillara (Sempl.
p. 191) e dal Michiel (Cod.-Erb. lib. R. I, n. 252), lo raccolsi presso
Abano (anche Bizz. !), sui Sa/ix capitozzati presso Monteortone, a Ponte
di Brenta nella villa Giovanelli ecc. Erroneamente il Pollini (Fl. Ver. II,
p. 272) scrive che il Boccone avrebbe raccolto nel padovano questa spe-
cie, la frase diagnostica dovendo riferirsi a L. Orvala (cfr. n. 1075).
È certamente da radiarsi L. levigatum elencato dal Romano.
GEN. 448. Leonurus L.
1081. L. Cardiaca L. Sp. pl. p. 584 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
HEp:937; Icon. 33638t Cron. p: (25% 9a Sen pil 70!
Qua e là nella pianura e nei colli, ma non comune. Indicato la
prima volta per il distretto Euganeo. dallo Zannichelli (1730), lo raccolsi
— 512 —
a Valsanzibio. Cresce anche nella pianura padovana (Zanard.!) ed a
Veggiano (Rom. mn.).
1082. L. Marrubiastrum L. Sp. pl. p. 584 (1753) = Chaîzurus Ehbrh.
ex. 'Rcehb. (1830). — Cfr. FELAn. d'It. IIL,:p. 38; Ici egiziane
p. 253.
Più raro del precedente e mai da me raccolto, nè visto nelle colle-
zioni da me consultate. Indicato, senza /%abitaf precisato, dal Romano
(1823) e Trevisan (1842) e sulla loro fede da altri, fu trasmesso dal
Mayer al Bertoloni (FI. It. VI, p. 184) di provenienza euganea.
GEN. 449. Ballota L.
1083. .B. nigra L. Sp. pl. p: 582 (1753). — Cfr. FL. An. d'Ut.dII
piso den 142; Cron. pi 2535 Sd più 70, 888.
Comune lungo le siepi, presso gli abitati e nei luoghi incolti di
tutta la provincia. Cresce a Padova e nei dintorni immediati della città!
(anche Bizz.! Fiori !), tra Stanghella e Boara Pisani! ad Arre! a Veggiano
(Rom. mn.), negli Euganei, dove fu la prima volta segnalata dallo Zan-
nichelli (1730) e dove la raccolsi presso Montegrotto, Battaglia, Monselice
e sulla Rocca, sulla base calcarea di M. Piccolo ecc.
Sui muri dell’ Orto botanico di Padova fu trovata avventizia B. ita-
lica L. (Sacc.! VI 1869) e B. rupestris Vis. (D. Sacc.).
GEN. 450. Stachys L.
1084. S. officinalis (L. sub Zezorzica) Trev. Prosp. FI. Eug. p. 26
(1842). — Cfr. FI. An. d'It. III, p..41:; de. n. 3146; /Cioasspazn 0h
Sagg. p. 70.
Frequente nei luoghi erbosi, ombrosi od umidi, nei prati torbosi,
lungo le siepi della pianura padovana e del distretto Euganeo. Indicata
la prima volta per l Orto agrario di Padova da L. Arduino (1807), cre-
sce anche in quello botanico (Sacc.), nei dintorni della città (Fiori!) ed
ai Prati Arcati (Bizz. !), nei prati torbosi di Piombino Dese al Palù! di
Camposampiero ! di Loreggia! a Veggiano (Rom. mn.), nella villa Wol-
lemborg presso Loreggia! e negli Euganei a Montecchio (Ugol. !), alla
— 513 —
base della Rocca di Monselice! presso Rovolon! sul M. Cero! ecc. Ro-
mano (1823) ha pure elencato l’ affine Bet. stricta Ait. (= .S. officinalis
8 danica [Mill.] Bég.), che merita di essere ulteriormente ricercata.
1085. S. germanica L. Sp. pl. p. 581 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Hilsp-a2:-Ic:‘n*3148;Cronipz5artoaso.Np: 703%42f
Qua e là, ma rara od almeno scarsamente osservata. Cresce nella
pianura padovana (Zanard. !) e precisamente dei dintorni di Padova nei
fossi e luoghi incolti (Montini!), di Abano (Martens), sul M. Rua (Me-
negh. !), sul M. Lonzina (Ugol. !) e nelle colline di Teolo! Segnalata la
prima volta dal Romano (1823).
1086. S. palustris L. Sp. pl. p. 580 (1753). — Cfr. FI. Any d’It.
Wiapaaglen3152;Cronspe253 Saga Ep 70,61 32, 0030)
Comune e caratteristica dei luoghi umidi e paludosi, dei prati tor-
bosi, lungo i fossati ed i fiumi di tutta la provincia. Cresce anche nel-
l’Orto botanico di Padova (Sacc.) e negli immediati dintorni della città!
(anche Bizz.! Fiori! ecc.), nell’agro padovano (donde il Trevisan trasmise
saggi al Bertoloni: Fl. It. VI, p. 145), Piombino Dese al Palù! lungo
il Brenta presso S. Margherita! lungo il Piovego (Ugol.!), a Veggiano
(Rom. mn.), attorno al lago di Arquà (De Ton. Bull. e Paol.), presso
Battaglia! nelle paludi attorno al Cattajo (Ugol. !), Lozzo Atestino (Bizz. !),
ad Arre! tra Stanghella e Boara Pisani! ecc. Indicata la prima volta dal
Romano (1823).
1087. S. silvatica L. Sp. pl. p. 580 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
TR pa gggole:. igrsg; Crontpi- 2547; Sas pago gtazi:
Frequente nei boschi, lungo le siepi ed in generale nei luoghi om-
brosi di tutta la provincia su qualunque suolo. Vegeta negli Euganei
presso Montegrotto (Fiori!) Galzignano! Monselice (Bizz. !), Rovolon!
sul M. Cero (Bizz.!), sul M. Alto (Ugol. !), sui monti Ventolone e Ca-
laone! ed in pianura a Veggiano (Rom. mn.) e ad Arlesega (Cont.!).
Segnalata la prima volta per gli Euganei dallo Zannichelli (1730), ne
ebbe saggi dell’ agro padovano il Bertoloni (Fl. It. VI, p. 143) dal
Trevisan.
1088. S. annua (L. sub Zezorica) L. Sp. pl. p. 813 (1763) — Cfr.
bivani It, {IF xpiag5) Io. ch. 3158, Cona p:2546) Saggi. piro!
— 514 —
Frequente nei coltivati ed incolti della pianura padovana e del distretto
Euganeo, quivi specialmente nei substrati calcarei. Vegeta nell’ agro pado-
vano (Vis.! 1823), presso Padova (Mont.! Bizz.!) e vicino al paese di
Torre (Bizz. !), Arquà-Petrarca (Menegh.! Cont.!), attorno al lago di Ar-
quà (De Ton. Bull. e Paol.), nelle colline marnose di Teolo (Pan.), nelle
colline calcaree delle Frassenelle! Indicata la prima volta per gli Euganei
dallo Zannichelli (1730).
1089. S. recta L. Mant. I, p. 82 (1767). — Cfr. FI. An. d’It. II,
p-::46; Ic. n. 3161; Cron. p. 254; Beg. Sagg: p. 70,94 2100 goa
infBullSoc-Botcltalr904P22,5:
Comune nei luoghi aridi, sassosi e macchiosi, nei campi, del distretto
Euganeo su qualunque suolo. Col tipo vegeta qua e là una forma an-
gustifogliare corrispondente a S. stenophylla Spr. e già segnalata come
var. B Bert. dal Romano (1823). De Visiani e Saccardo (1869) elencano
pure una var. Marzarii (Mugna), che crescerebbe negli Euganei e nei
Berici, ma mi è ignota.
Secondo De Visiani e Saccardo (1869) il Parolini avrebbe raccolto
nel Padovano S. arvensis L. che nessuno vi elenca e che mai ho trovato,
nè in natura, nè nel materiale a mia disposizione. Sotto questo nome
nell’ Erb. gen. Padovano si trovano esemplari di S. densiflora Benth. che
sarebbero stati raccolti dallo Spranzi « nei campi del Padovano », dove
certo questa specie non vegeta !
Nell’ Orto botanico fu trovata avventizia S. setifera C. A. Mey (Sacc.).
GEN. 451. Salvia
1090. S. Sclarea L. Sp. pl. p. 27 (1753). — Cfr. FI. An. d’ It. II,
piso; tle. n. 3160; Cron. pi 254; Sag: Sp. 68:
Rara nel distretto Euganeo, dove sembra localizzata nei settori cal-
carei. Segnalata la prima volta dal Pollini (1822) dei dintorni di Arquà-
Petrarca, vi fu raccolta dal Montini (sec. Parl. FI. It. VI, p. 247), dal
Rigo (in litt.) e da me. La trovai anche presso Teolo (e Mass. e Bizz.!)
e vidi saggi degli Euganei (Zanard. !) e di Galzignano (Ugol. !).
1091. S. glutinosa L. Sp. pl. p. 26 (1753). — Cfr. FI. An. d’ It. II,
Di 50; eni 3172; (Cron: p.\255; Sas pi 70,104, 0201
— 515 —
Frequente e caratteristica dei boschi e luoghi ombrosi di tutta la
provincia. Comune negli Euganei, dove fu segnalata la prima volta dal
Pollini (1817 e 1822) ed in pianura all’ Orto botanico! presso la Certosa
di Vigodarzere! e tra Ponte S. Nicolò e Saonara! nella villa Giovanelli
a Ponte di Brenta, in quella di Cittadella a Saonara ed in quella di
Wollemborg presso Loreggia! a Veggiano (Rom. mn.) ecc.
1092. S. pratensis L. Sp. pl. p. 25 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Hi passatetàsIV;;p..173; UG. h63175; roi ps 255} Bee Sap 70)
92, 100, 119, 163 ed in Bull. Soc. Bot. Ital., 1904, p. 251.
Comune e caratteristica della formazione pratense ed in generale
dei luoghi erbosi, lungo gli argini , i sentieri, le siepi e qua e là nei
luoghi boscosi di tutta la provincia e su qualunque suolo. Cresce anche
nell’Orto botanico di Padova, sui bastioni della città (spesso in una var.
xerophyla Bég. in Bull. Soc. Bot. Ital., 1904, p. 251 - caratteristica pure
delle stazioni più decisamente aride degli Euganei), sulle colline imarnose
di Teolo (Pan.). ecc.
Specie molto variabile, il Romano ha, col tipo, segnalata una var.
praecox, il Camus la forma albiflora ed io quella rosea e molte forme
potrebbero stabilirsi sulla grandezza e forma delle foglie, sul portamento
della pianta, sulla natura dei suoi tricomi ecc. Una forma a fusto forte-
mente peloso-glandoloso, specialmente in corrispondenza degli assi fiorali,
a foglie più larghe del solito in pianta in ogni parte più robusta fu ri-
tenuta dal v. Sternberg corrispondere a S. viscosa Jacq. ed indicata dei
monti Calaone e Serra [Cero] presso Este (1806). Essa fu riportata,
sulla fede di questi, dal Romano, Catullo, Trevisan (1846 - che la tenne
per un endemismo euganeo !), De Visiani e Saccardo e descritta invece
per una varietà nuova (var. Saccardiana) dal Pampanini (in Nuov. Giorn.
Bot. Ital., n. ser. XI [1904], p. 152). La .S. viscosa Jacq. è, dunque, da
radiarsi fra le piante padovane, gli esemplari dello Spranzi nell’ Erb. Pa-
dovano e quelli da me raccolti nelle colline sopra Este e del M. Calaone
(e Ugol.! sub. S. fraz. var. viscosa?) corrispondendo in tutto alla var.
Saccardiana. Cfr. El: It: ‘(exsicc. n. 160:
1093. S. Verbenaca L. Sp. pl. p. 25 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Bip252: Ic.. 173676, Cron. -p. 255, Sass Rpalo:
Rara e localizzata, a quanto pare, in alcuni settori degli Euganei.
Vidi saggi di Monselice (Zanard.! 1829; Bizz.!), di Battaglia (Montini!
e sec. Parlat. FI. It. VI, p. 256), di M. Ricco (Bizz. !) — nel cui versante
— 516 —
merid. e presso la stazione di Monselice anche io la raccolsi — dei din-
torni di Teolo (Bizz.!) e di M. Venda? (Spranzi!). Indicata la prima
volta dal Romano (1828), che ne trasmise saggi, probabilmente euganei,
al Contarini !
1094. S. verticillata L. Sp. pl. p. 26 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Irap lc 53177. «Cron pr255:
Rara, fu raccolta presso gli Euganei dal Visiani (1825), nei bastioni
di Padova presso Porta Savonarola (Ugolini! ed in Malpighia XI [1897]),
e subspontanea nell’ Orto botanico (Sacc.). Segnalata la prima volta dal
Romano (1828).
A pianta coltivata o subspontanea appartiene S. officinalis L. Merita
conferma la S. Horminum L. elencata pel padovano dal Romano, ma
non riportata nemmeno dal Trevisan. Gli esemplari inviati dal primo al-
l’ Erbario Contarini sono senza provenienza.
GEN. 452. Melissa (Tourn.) L.
1095. M. officinalis L. Sp. pl. p. 592 (1753.) — Cfr. FI. An. d’It.
Ip sg; Ic&neg178; Cron dp. 256.
Qua e là lungo le siepi e nei luoghi ombrosi della pianura pado-
vana (Zanard. !) ed anche presso Padova (Fiori!), a Veggiano (Rom. mn.),
negli Euganei tra S. Daniele e Torreglia (Martens), nei dintorni del lago
di Arquà (De Ton. Bull. e Paol.), presso S. Pietro Montagnon! e sulle
colline di Teolo! Indicata la prima volta dal Romano (1823), è forse più
comune di quel che si creda.
GEN. 453. Satureja (Tourn.) L.
1096. S. montana L. Sp. pl. p. 568 (1753). — Cfr. FI. An. d'It.
III, p.356; Ic.n. 3181; Cron. p. 256; FI. It. exsiceaiag an
pio 608,809, L31I, 144.
Rarissima e forse localizzata solo nel distretto Euganeo, donde fu
la prima volta segnalata, senza /abitat circonstanziato, dal Pollini (1817
e 1822) ed in seguito dal Romano, dal Da Rio ecc. La raccolsi una
— 517 —
sola vola nei luoghi rupestri calcarei presso Arquà-Petrarca: è comune
e comportasi quale calcicola esclusiva nel vicino distretto dei Colli Berici.
1097. S. grandiflora (L. sub /IZeZissa; Scop. sub 7%yz0; Moench
sub Calamintha) Scheele in Flora XXVI, p. 577 (1843). — Cfr. FI.
And III; p:359;/Ic. n. 319h7Cron p. 256 Saga prog 611
CUPA:
Comune e caratteristica dei castagneti e dei querceti nei settori si-
licei del distretto Euganeo, donde fu già indicata dal Bauhin (Hist. III,
lib. XXVIII, p. 229), Zannichelli (1730), Pontedera (Comp. p. 97), di
Monteortone e Rua dal Pollini (1817), dei monti Rua e Venda dal Ber-
toloni (Fl. It. VI, p. 227) per esemplari a lui trasmessi dal Mayer. Vidi
saggi dei Colli Euganei (Kellner! e sec. Parl. FI. It. VI, p. 132; Za-
nard.! Bizz.!), dei monti Rua e Venda (Cont. !), del M. Oliveto (Ugol. !)
ed io la raccolsi sui monti Rua, Pendice, Madonna, Grande, Ortone (an-
che Rom. mn.), Sieva e Cero. Indicata pure per l'Orto botanico di Pa-
dova (Sacc.).
1098. S. Calamintha (L. sub JAZelissa; Scop. sub 7%ym0) Scheele
in Flora XXVI, p. 577 (1843) = Calamintha officinalis Mnch. (1794).
=—iCfr_VEL'Ani-d' Ie. IIIyp.60.; de ima 3iga Cron. pi02508aea
p. 68.
Rara o quanto meno scarsamente osservata. Fu segnalata, senza 4a-
bitat determinato, dal Pollini (1817), Romano, Trevisan ecc.
1099. S. Nepeta (L. sub Me/issa; Sm. sub 7%ym0) Scheele in Flora
XXVI, p. 577 (1843) = Calamintha Nepeta Savi (1798). — Cfr. FI.
‘An: d’ It. HI, p. 60; Ic..n. 3193; Cron. pisa ap 0a
e I4I.
Segnalata la prima volta dal Gesner (Hort. Germ. p. 1561) per le
mura di Padova, vi cresce tuttora! (anche Bizz.!) ed è largamente di-
stribuita nel distretto Euganeo lungo le siepi, nei campi e presso le abi-
tazioni su qualunque suolo. Trasmessa dei dintorni di Arquà-Petrarca da
P. Savi al Bertoloni (Fl. It. VI, p. 221).
1100. S. vulgaris (L. sub Cliropodio) Bég. in Fior. Paol. e Bég. FI.
An©d’It IL. 1 paor:(2903);le-ansigno4 ; Crondp. 257: 0an
piizo: e 150:
— 518 —
Comune dovunque e su qualunque suolo. Cresce anche nell’ Orto
botanico, sui .Sa/zx capitozzati come tra Este e Lozzo! sulle mura di
Padova (Zanard. !) e sulle colline marnose di Teolo (Pan.). Fu segnalata la
prima volta dal Romano (1823, sub C7ropodio): ma una varietà, per
me non identificabile e che il Romano chiamò Clinop. variegatum, era
stata già descritta per gli Euganei dal Pontedera (1718), mentre il
Camus (1883) vi ha raccolto una forma albiflora.
1101. S. Acinos (L. sub 7%ymo; Clairv. sub Calamziatha) Scheele
in' Flora XXVI, p. 577 (1843). — Cfr. FL. An. d' It paongio
n 3105 Crop. pi257: Sacg; op. 70; 100.
Comune nei luoghi coltivati ed incolti di tutta la provincia e su qua-
lunque suolo. Segnalata la prima volta pel distretto Euganeo dallo Zan-
nichelli (1730), vi è largamente distribuita nei substrati calcarei e silicei
e vegeta qua e là anche in pianura come a Veggiano (Rom. mn.), nel-
l’ Orto botanico di Padova ecc.
A pianta coltivata, oppure qua e là inselvatichita (sec. Ugolini in
Malpighia XI [1897]) devonsi riferire le indicazioni di S. hortensis L.
Su pianta che il P. Boccone trovò coltivata nell’ Orto bot. di Padova
fu descritto 7%ymus patavinus Jacq., Acinos patavinus Pers., Calamintha
patavina Host., Satureja alpina var. patavina Briq. ed indicata sponta-
nea di varie località italiane; ma, come dissi a pag. 34, questa entità non
fu ancora segnalata, non solo pel territorio padovano, ma in nessun luogo
d’ Italia.
S. juliana L. fu indicata da Visiani e Saccardo (1869) per le mura
di Padova e da altri per gli Euganei; ma mi risultano indicazioni inat-
tendibili.
GEN. 454. Thymus L.
1102. Th. Serpyllum L. Sp. pl. p. 590 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
III, ip. 66.e IV; p.-174; Ic. n. 3203; Cron. p. 257; Bee-Sasana
163 ed in Bull. Soc. Bot. Ital., 1904, p. 86-95.
Comune dovunque e su qualunque suolo nei luoghi erbosi aridi, nei
sassosi e rupestri, fra i cespugli della macchia mediterranea, sui muri,
lungo le siepi ecc. Indicato la prima volta dal Bauhin (Hist. III, lib.
XXVIII, p. 168), è specie straordinariamente polimorfa e le cui forme
sono così raggruppabili :
# al
— 519 —
I. subsp. communis Bég. in Fi. Paol. e Bég. op. c. III, 1°, p. 66.
I. var. angustifolius Pers. (pr. sp.). — Cfr. Fl. It. exsice. ni 1544
Euganei sul M. Rua! sul M. Sengiari! presso Arquà-Petrarca! ecc. Va-
ria per le foglie più strette e più larghe, riattaccandosi nel secondo caso
e con tutti i possibili intermediari alla var. sz/vicola.
2. var. linearifolius Wimm. et Grab. (ut var. 7. angustifolii). —
Ben caratterizzato lo raccolsi presso Arquà-Petrarca, meno tipico tra
questo paese e Monselice.
3. var. silvicola Wimm. et Grab. (var. ut s.). - Cfr. FI. It. exsicc.
n. 1545 — Frequente nei luoghi ombrosi di M. Rua! M. Alto! presso
Teolo ! ecc. spesso con forme assai latifogliari e che ho contraddistinto
col nome di forma umbrosa Bég.
4. var. Trachselianus Opiz (pr. sp.).. — Raro, lo raccolsi a Padova
sulle mura presso S. Massimo.
5. var. euganeus Bég. in Bull. s. c. — Colline aride e calcaree delle
Frassenelle presso Bastia !
II. ‘“subspi ‘ovatus: Mill. ‘Gard: -Dict. ‘ed. 8% n 71708) = 2%
montanus Walldst. et Kit. (1802). - Cfr. FI. It. exsicc. n. 1548 € bister,
— Vidi saggi degli Euganei (Kelln.! 1844 sub 7. origarzifolio-humifuso)
ed io lo raccolsi sulle mura padovane presso S. Massimo.
III. subsp. Chamaedrys Fries Nov. Fl. Suec. II, p. 197 (1814-23)
—=.T.-subcitratus Bég: in op. c. pi p.\-. Cfr. FI IH exsicc!*n. 1548 Shi
— È la forma più comune e forse la più polimorfa, ricollegandosi con tutti
gli intermediari alle subsp. ovazus e communis. Vegeta sulle mura di
Padova (Bizz.! Fiori !), di Cittadella (Vis. !), lungo il Brenta presso Strà!
a Piombino Dese e ad Abbazia Pisani! e qua e là negli Euganei donde
fu pel primo segnalato dall’ Ugolini (in Malpighia XI [1867]).
IV. subsp. subcitratus *Schreb. in Schweigg. et Kéòrte FI. Erlang.
II, p: 17 (1811) - pr. sp. - Cfr. FI. It. exsicc. n. 1552. — Tipicissimo
lo raccolsi lungo le arene dell’ alveo del Brenta presso Fontaniva e cre-
sce qua e là negli Euganei.
V. subsp. polytrichus Kern. ap. Borb. Symb. ad Thymos in Math.
és. term. Kòzlem. XXIV p. 105 (1890) — pr. sp. — Cfr. FI. It. exsicc.
n. 1556 dis — Scarsamente osservato, mi è noto sin qui nella sola var.
glabratus Bég. (FI. It. exsicc. n. 1553) per esemplari da me raccolti lungo
il Brenta presso Vigodarzere.
VI. subsp. lanuginosus Mill. Gard Dict. ed. 8% (1768) - pr. sp. -
Cfr. Fl. It. exsicc. n. 1556 ©Pis — Segnalato la prima volta dal Ro-
mano (1828), ne ebbi saggi degli Euganei presso Battaglia il Bertoloni
(FI. It. VI, p. 210), dal Montini ed io lo raccolsi sul M. Madonna,
— 520 —
tra Arquà e Monselice, sul M. Calaone e. vidi saggi di M. Ricco
(Buzz. !)).
Romano (1823 ecc.) elenca pure Th. vulgaris L. ma certamente in-
tese riferirsi a pianta coltivata.
GEN. 455. Origanum (Tourn.) L.
1103. 0. vulgare L. Sp. pl. p. 590 (1753) — Cfr. FI. An. d° It. III,
p.685 Ie.-n.*3204 ACron'#p. 258 /Sagg- pi 70,028:
Frequente nelle boscaglie e lungo le siepi del distretto Euganeo,
più raro e localizzato in pianura. Cresce negli Euganei (Zanard.!), sul
M. Venda (Bizz. !), a Galzignano (Ugol. !), sui monti Oliveto, Castello e
Lozzo! presso Arquà-Petrarca! nelle colline del bacino di Teolo! sul
colle di Lispida! ed in pianura a Veggiano (Rom. mn.) e sulle mura di
Padova (Bizz. !). Segnalato la prima volta dal Romano (1823).
GEN. 456. Lycopus (Tourn.) L.
1104. L. europagus L. Sp. pl. p. 21 (1753) — (€Cfr. FL An. d'It
INT p.«70% Ien}3207 Cromo pr258*; Sagg. p.70,132,4135-30ì
Comune nei luoghi umidi e paludosi ed in generale nelle stazioni
igrofile di tutta la provincia. Cresce anche nell’ Orto botanico di Padova
(Sacc.), nei dintorni immediati della città, lungo il Bacchiglione ed il
Brenta, nei prati torbosi e nelle risaie, sugli alberi capitozzati (Ugol. !).
Indicato la prima volta dal Romano (1823).
1105. L. exaltatus L. f. Suppl. p. 87 (1781). — Cfr. FI. An. d’It.
Il pr70; Ie; n. 3208; Cron. pi 25845298. p. 70:
Nelle stesse stazioni del precedente, ma più raro e localizzato. Cre-
sce nel distretto Euganeo, donde fu già indicato dall’ Anguillara (1561)
e dallo Zannichelli (1730) e raccolto dal Meneghini! Kellner (sec. Parl.
FI. It. VI, p. 74), Rigo (in litt.) ecc. Vidi saggi della base del monte
delle Basse (Vis. !), di Monteortone (Kellner!), di Montegrotto (Bizz. !),
della pianura padovana (Zanard. !), Arlesega (Cont. !), lungo il Bacchi-
glione presso 1’ Osservatorio astronomico di Padova e lungo il Brenta
presso Ponte di Brenta!
— 521 —
GEN. 457. Mentha L.
1106. M. rotundifolia Huds. FI. Angl. ed. 1°, p. 282 (1762); L.
Sp. pl. II, p. 805 (1763) = 4. spicata var. rotundifolia L. (1753). —
CiriglocAn: ‘ad It. III,;.p. 7156le 203209; Cron. pi 2595194291470)
1360-37) 142.
Comune nelle stazioni igrofile, nei campi, presso le abitazioni e lungo
le siepi di tutta la provincia. Segnalata la prima volta dal Romano (1831)
come varietà della seguente, essa deve essere, come quella, ulteriormente
studiata su abbondante materiale onde stabilire quante siano le forme
che la rappresentano nel Padovano.
1107. M. longifolia Huds. Angl. ed. 1°, p. 281 (1762) = M. sp&-
cata. var. longifolia L. (1753) = M° selvesiris Li (1763). — CKS\EL
An di It-HIp; 74; Ic. n. 3210 Cron p.e259.;, Sagga Pa 70, 30-30
Comune in tutte le stazioni igrofile sia in pianura, che in collina,
lungo i fossati e nei fragmiteti ecc. Indicata la prima volta dal Romano
(1823).
1108. M. viridis L. Sp. pl. p. 804 (1763) = M. sficata var. vi-
zia L: (1753). — (Cit, FI An. d'It. IN'pii77p lo ae 321r Cron
p. 259.
Segnalata come spontanea dal Romano, Trevisan ecc. Sarebbe sol-
tanto inselvatichita sec, l’ Ugolini (in Malpighia XI [1897]) e sta il fatto
che una forma della stessa a fusto e foglie pubescenti, come deduco da
una scheda annotata dal prof. Saccardo (= M. viridis var. pubescens Gren.
et Godr. = 4. belgica Déségl. et Dur. = M. nepetoides Lej.? — in Hb.
Pat.!) sarebbe estesamente coltivata nei dintorni di Padova per estrarne
l’ essenza.
- 1109. M. aquatica L. Sp. pl. p. 576 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
ipazo=ic nor Cron, p. 250.
Comune nei luoghi umidi, lungo i fossati, nei terreni torbosi e nei
fragmiteti di tutta la provincia : dintorni di Padova! Piombino Dese al
Palù! Onara! Camposampiero ! Loreggia! Abbazia Pisani! Veggiano
(Rom. mn.), attorno al lago di Arquà (De Ton. Bull. e Paol.), tra Mon-
34
— 522 —
selice ed Arquà! tra Piove di Sacco e Codevigo ! ecc. Indicata la prima
volta dal Romano (1823), il Trevisan (1842) vi aggiunse le due var.
hirsuta Koch e citrata (Ehrh.) - questa seconda probabile prodotto di
incrocio con //. viridis - ambedue da ulteriormente ricercare nel pa-
dovano.
1110. M. arvensis L. Sp. pl. p. 577 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
IL, pi81,; Icon. 3213; “Cron.p.. 259; Bép. Sage piro
Non comune lungo i fossati attorno a Padova e qua e là nella pia-
nura. Il tipo fu comunicato dal Romano al Bertoloni (FI. It. VI, p. 101)
e da questi e dal De Visiani ebbe pure saggi di una forma diminuita,
a foglie oblungo-lanceolate, ristrette all'apice ed alla base, glabre o gla-
brescenti e che descrisse come var. nudiuscula. Vidi di questa saggi di
Veggiano (Menegh.! sub. /4. exigua), del laghetto di S. Orsola (Vis.!
sub I. nudiuscula ; Fiori! sub 4. arvensi) e dei campi presso Monte-
grotto (Bizz. !). Segnalata pel primo dal Romano (1823): una forma ri-
dotta è pure ricordata dall’ Andrejewskij per le terme di Abano.
Trevisan (1842) elencò, inoltre, le var. sativa e rubra Benth. e saggi
della prima furono raccolti in una palude fuori Porta Codalunga (Bizz.!
sub 4. sativa), ma sono da studiare su materiale più abbondante ed
istruttivo. E dicasi altrettanto di M. gentilis L. segnalata da Visiani e
Saccardo (1869).
1111. M. Pulegium L. Sp. pl. p. 517 (1753) = Zwlegium vulgare
Mill. (1768). — Cfr. FL An. d’It. III p. 82; Ic.\n 3214: /GronapSozpi
Comune nei luoghi umidi, lungo le strade e le siepi in Padova, nei
dintorni ed in tutta la provincia. La forma più comune è l’ a erecta
(Mill. sub /x/egzo), ma nelle stazioni xerofile euganee ho raccolto anche
la var. tomentosa (Sm.). Così segnalata la prima volta dal Camerario
(Hort., p. 133) « nascitur plurimum Patavii tam intra quam extra urbis
moenia ».
È certamente da radiarsi Phlomis fruticosa L. che Zannichelli (1730)
scrive di avere raccolto negli Euganei: (essa cresce in piena aria nel
R. Orto botanico di Padova e nella villa Cittadella a Saonara). Draco-
cephalum Moldavica L. che il Romano elenca forse su pianta coltivata
o sfuggita alla coltura. È coltivato Ocymum Basilicum L.
Sogna
Fam. LXXXIX. VERBENACEAE
GEN. 458. Verbena (Tourn.) L.
1112..V. officinalis. L. Sp. pl pi «1 (1753). | Cir n Sdi
Hi (p.:84; Iexn, 3218; Cron: pyi260\Sagg pi 701090:
Comune dovunque e nelle più diverse stazioni, ma specialmente nei
coltivati, lungo le vie, presso le abitazioni e sui muri, sugli alberi capi-
tozzati ecc. Cresce anche nell’ Orto botanico di Padova, lungo le vie e
sulle mura della città e fu segnalata la prima volta dal Romano (1823).
Avventizia fu trovata nell’ Orto botanico la V. bonariensis L. (Sacc.)
e naturalizzata quivi, come pure presso le Terme di Battaglia, è Lippia
nodiflora (L.) Rich. in Mchx. nella sua var. sarmentosa (Spr.), segnalata
la prima volta da me nel 1904.
Di questa Famiglia il Pollini (1817) trovò naturalizzato presso Este
e Calaone Vitex Agnus-castus L. e di nuovo (1822) nelle siepi presso
Monselice ed è anche ricordato dal Romano, Da Rio, Catullo ecc. e
prima di ogni altro da Valerio Cordo (1751). Nell’ Orto botanico di Pa-
dova un individuo piantato circa il 1550 vive tuttora e fiorisce in piena
aria, rappresentando la pianta più vetusta dell’ Orto stesso.
Fam. XC. LENTIBULARIACEAE
GEN. 459. Utricularia L.
1113. U. minor L. Sp. pl. p. 18 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. II,
pirss de. 3220 Cron pi 201.
Rara od almeno scarsamente osservata. Fu segnalata, senza Habitat
precisato, la prima volta dal Trevisan (1842) e sulla sua fede da altri.
Cresce nei fossi ad Abbazia Pisani (Fiori! 23 V 1898) ed io la raccolsi
in una piccola depressione compresa fra gli affioramenti torbosi di S. Mar-
tino di Lupari nel Maggio I9I0.
— 524 —
1114. U..vulgaris L: Sp. pl. :p.-8.(1753). — Cfr FRA ne
pai8g'salle-nta3228;; Cron: pir261,; Sage (pio70, 034-305
Comune nelle paludi, nei laghi e stagni, lungo i canali e nelle ri-
saie della pianura padovana. Indicata la prima volta per i fossati di Mon-
teortone dal Pollini (1817), cresce anche in quelli dei dintorni di Pa-
dova, come fuori Porta Saracinesca (Fiori! Ugol.!) presso Terrassa
(Bizz. !), nel lago di Arquà! nei fossi presso Abbazia Pisani! ecc.
Romano, Trevisan, Beggiato, Da Rio ed altri segnalarono per la
provincia Pinguicula vulgaris L. e P. alpina L. e la seconda è citata dal
Trevisan (1846) come esempio di pianta alpina negli Euganei: ma incli-
nerei a ritenerle per indicazioni poco attendibili ed in ogni modo meri-
tevoli di ulteriore conferma.
Fam. XCI. GLOBULARIACEAE
GEN. 460. Globularia (Tourn.) L.
1115. .G. vulgaris L. Sp. pl. p. 96 (1753). — Cfr. FL And’It
JIMI: ‘p.r00;Ic.n-:3220;Cron..p.:261;; Sage. p.70; 82) 8005 ia
Comune specialmente nei settori calcarei del distretto Euganeo, dove
dispiega il comportamento delle calcicole prevalenti. Su substrato calca-
reo l’ho raccolta presso Teolo e sulle colline marnose (quivi anche Pan.),
in Valsanzibio, presso Arquà-Petrarca (anche Ugol.!) e tra i monti Cero
e Castello, sulla base calcarea dei monti Piccolo e Ventolon ed in suolo
siliceo sui monti Ricco, Piccolo ed Oliveto: vidi pure saggi di Monte-
grotto (Bizz.!) e di Lozzo (Ugol.!). Segnalata la prima volta dal Romano
(1823).
Fam. XCII. PLANTAGINACEAE
GEN. 461. Plantago (Tourn.) L.
1116. P. major L. Sp. pl. p. 112: (1753). — Cfr. FI. An. d’It. III
p..:903;iIcè n. .3234; Cron. p. 262. Bée. Sagg. pi 71, ih Nuogliioni
Bot. Ital.jintiser; XV, p..i216 ed. in Fly jit-rexsicc, Mbo6raa
— 5290 —
Comune nei luoghi erbosi od ombrosi umidi, lungo le vie ed i sen-
tieri, presso le abitazioni ed i ricoveri degli animali. Cresce anche nel
l Orto botanico di Padova (donde distribuii la var. sinuata nel n. 961°
dell’ Essiccata s. c.), dei dintorni della città sui .Salzx a capitozza, nei
fragmiteti del settore Lagunare ecc. Indicata la prima volta dal Romano
(1823).
1117. P. Cornuti Gouan Illustr. p. 6 (1773) = ?. adriatica Camp.
(812): Poll® (1822) ece. — Ciad IM p.itgaie 2358
Cron ‘pi 262% FI. It. ‘exsicc'in-a062?
Rara e localizzata nel distretto Lagunare lungo i canali salsi e nei
terreni a tipo di barena. Fu scoperta nel Luglio 1898 nelle valli salse
di Piove dal Fiori! ed io la trovai nel 1905 nelle barene delle valli salse
di Lova ai confini tra la Laguna di Venezia e quella di Padova. Segna-
lata la prima volta da me (1905) senza %aditat determinato e coltivata
di varie provenienze nell’ Orto botanico, mantenne i caratteri essenziali che
la distinguono dalla precedente.
1118. P. media L. Sp. pl. p. 113 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.II,
pi 043Ic: n.:3236:; Cron. p. 262 ; «Sage. (pi 71,082, 094-100; Ae
Largamente distribuita nei luoghi erbosi o selvatici del distretto Eu-
ganeo e specialmente nei settori calcarei, esplicando il comportamento
delle calcicole prevalenti, qua e là anche in pianura. L’ho raccolta in
territorio calcareo nel bacino di Teolo, dove cresce anche sulle marne
(Pan.), nelle colline delle Frassenelle, nell’ altipiano di Arquà-Petrarca e
nei vicini ridossi ed in suolo siliceo sui monti Rua, Madonna, Sieva, So-
lone ecc. nella pianura circumeuganea, lungo le vie di Padova ed anche
nell’ Orto botanico (Sacc.), nei prati torbosi di Piombino Dese al Palù,
di Abbazia Pisani, tra la stazione di Villa del Conte ed Abbazia Pisani,
nella villa Wollemborg ed Ascoli a Loreggia, in quella del Cittadella a
Saonara ecc. Cresce, inoltre, a Veggiano (Rom. mn.), ad Arlesega (Cont.!),
sugli alberi capitozzati (Ugol.) e fu segnalata la prima volta dal Romano
(1823).
1119. P. lanceolata L. Sp. pl. p. 113 (1753). — Cfr. FI. An. d’ It.
I; p. f06 ce IN ip.0n7 5; Ic: n. 3242 Croni pp») 262); Bepi Saggi
p. 71, 100, II2-13-14, 145-46, 151, 158-59, in Nuovo Giorn. Bot.
Ital., n. ser. XV, p. 557 ed in FI.:It. exsicc. n. (964 #*.
— 026 —
Comune e caratteristica della formazione pratense ed in generale
dei luoghi erbosi soleggiati, più raramente ombrosi ed umidi, frequentis-
sima nelle stazioni xerofile e sugli alberi capitozzati di tutta la provin-
cia e su qualunque suolo. Specie molto variabile ritrovasi in forme cor-
rispondenti al tipo nordico ed in forme da riferire alla var. maritima Gr.
et Godr. collegate da tutti i possibili intermediari. Attorno alle sorgenti
termali di Abano esistono forme attinte da nanismo associato a grande
precocità di fioritura, che è invernale (= var. sphaerostachya M. et K.
in RéAl. f. hiemalis Bég.) ovvero primaverile (= var. sphaerostachya f.
vernalis Bég.) per le quali rimando alle notizie date in precedenti miei
lavori. P. /anceolata fu segnalata la prima volta dal Romano (1823),
il quale elencò in una «addenda » manoscritta posta in calce alla terza
ediz. della sua opera posseduta dall’ Orto bot. di Padova anche P. al-
tissima L. che non è improbabile esista anche da noi.
1120. P. Coronopus L. Sp. pl. p. 115 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
III p."97;} Ic.'n-.3245; Cron. p. 262; FL. It. exsicclato e
Pra 2-13 EAT
Rara e localizzata, a quanto pare, solo presso le sorgenti termo
minerali di Abano, dove fu raccolta nel Maggio 1889 dall’ Ugolini! nel
Luglio 1895 dal Fiori! (anche sec. Bolzon in Bull. Soc. Bot. Ital., 1896,
p. 133 e Suppl. p. 460) e da me nell'Aprile 1902. Vidi pure saggi
« ex planitie Patavina » (Zanard.! c. 1827). Indicata la prima volta dal
Bolzon (1896).
1121. P. ramosa (Gilib. sub Psyllio) Asch. FI. Brand. p. 547 (1866)
—=P.. arenaria W. et K. (1802). — Cfr..FL An. d'Iggrane
[e:Nn“i3253; «Cron. p.i2635 FlIt: exsiccrtm; (6607
Rara e mai da me raccolta. Fu indicata, senza %abdztat determinato,
dal Trevisan (1842) e sulla sua fede da altri, è da ricercarsi nel settore
Lagunare e lungo le sabbie del Brenta. Vidi saggi di Abano (Spranzi!),
dove però non mi consta che attualmente esista.
Pure per questa località il Pollini (FL. Ver. I, p. 162), ed in se-
gutto il Da Rio, Foscarini, Trevisan (1842) ed altri avrebbero raccolta
P. maritima L. indicazione certamente erronea, data anche la rarità della
pianta in Italia e la sua mancanza nel vicino littorale Veneto. Nell’ Erb.
gen. Padovano esistono, sotto questo nome, saggi dell’ affine P. crassi-
folia Forsk. che sarebbero stati raccolti dallo Spranzi ad Abano ed a tale
— 527 —
provenienza ho fatto cenno nel Bull. Soc. Bot. Ital., 1901, p. 252 e 1906
p. SI. Ma è certo che attualmente la specie non vi esiste ed inclinerei
a credere, date le sue esigenze, che mai vi abbia vegetato.
Escludo pure P. Cynops L. che lo stesso raccoglitore avrebbe tro-
vato in quella località: prove eloquenti della coscienziosità che egli ap-
portava nell’ etichettamento delle piante!
Fam. XCIII. RUBIACEAE
GEN. 462. Rubia (Tourn.) L.
1122. R. peregrina L. Sp. pl. p. 109 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
UE prssogi; Ie. n. 3256 Cron.p.i263 ji 9488, (pî72,, (14; 100,800:
Qua e là nelle siepi e nelle boscaglie del distretto Euganeo, dove
sembra localizzata, vegetando sui terreni calcarei o silicei. Fu comunicata
degli Euganei dal Mayer e di Arquà dal Meneghini al Bertoloni (FI. It.
II, p. 147), vidi saggi dei dintorni di Torreglia (Vis.! Fiori! Montini in
Hb. Kellner!), dei monti Cero e Ricco (Bizz.!), di M. Solone (Ugol.!)
ed io la raccolsi nel gruppo del M. Ventolon (e precisam. sul M. Pic-
colo !) e tra Valsanzibio e Galzignano (anche Sace. !). Indicata la prima
volta dal Romano (1823).
Il Martens (1837) segnalò per la zona merid. calcarea dei colli R.
tinctorum L., ma riterrei per scambio con la precedente: a pianta sfug-
gita alla coltura e solo avventizia (mai da me o da altri raccolta) devesi
con ogni probabilità l'indicazione A. #ncloria f silvestris del Romano
(1823) e la pianta «ex planitie patavina » da me vista, nell’ Hb. Za-
nardini.
GEN. 463. Galium (Tourn.) L.
1123. G. cruciatum (L. sub Va/arzia) Scop. FI. Carn. ed. 2°, I,
p--100; (1772). — CfegEl An, d'It III parosaio.1.)3258; “Crom
Di204. Sa, pr 72°
Comune dovunque lungo le siepi e nei luoghi selvatici, nei prati e
nei campi, lungo i fiumi di tutta la provincia. Trovasi anche sui Sax
— 528 —
capitozzati presso la stazione di Padova. Indicato la prima volta dal Ro-
mano (1823).
1124. G. vernum Scop. FI. Carn. ed. 2° I, p. 99 t. 2 (1772) =
Valantia glabra L. (1763). — Cfr. FI. An. d’ It. III, p. 104; Ic. n. 3259;
Cron. dp: 2604:Sagg. pii72; 04205,
Comune nei boschi e boscaglie e lungo le siepi del distretto Euga-
neo, dove cresce a Monteortone (Sternberg, Pollini), S. Daniele (Zanard.!
Ugol. !), M. Sieva (Fiori!), ed io lo raccolsi sui monti Ventolon, Rua e
presso Torreglia, M. Ricco, M. Rosso, M. Solone e Lonzina, sulle col-
line delle Frassenelle, tra i M. Cero e Castello sopra Este ed in pia-
nura a Veggiano (Rom. mn.). Indicato la prima volta dallo Sternberg
(1806), comportasi come indifferente alla natura fisico-chimica del suolo.
Tutto il materiale da me esaminato deve riferirsi a G. Halleri R. et S.
e questo presentasi, ora con fusto glabro, ed ora più o meno peloso
(= var. hirticaule Beck).
1125. G. pedemontanum (Bell. sub Va/arzia) AIl. Auct. FI. Pedem.
p. 2 (1789) = G. chlorantum Brot. (1804) = G. reflexum Presl (1822)
= G. retrorsum DC. (1830). — Cfr. FI. An. d' It. III, p. 105 et Cron.
p. 264 (sub G. pedem. v. reffexo); FI. It. exsicc. n. 663 e 663 bis; Bég.
SAgg: p. 72, Ir9 ed.in Bull. Soc. Bot. Ital., 1903 pi ars
Qua e là nei luoghi erbosi aridi e subombrosi del distretto Euga-
neo, dove sembra esclusivo dei substrati silicei. Cresce nei monti Alto!
Sieva (Fiori !), Venda! Rua (Rigo in litt.), nelle colline del Cattajo presso
Battaglia (Mayer sec. Bert. Fl. It. II, p. 98). Indicato la prima volta dal
Romano (1823, sub Va/artia), tutto il materiale da me raccolto od esa-
minato deve riferirsi alla forma a fusto munito di piccoli aculei volti in
basso e che, come dimostrai nell’ Essiccata sopra citata, coincide col tipo
quale fu essenzialmente inteso dagli autori della Flora Pedemontana.
1126. G. verum L. Sp. pl. p. 107 (1753) — Cfr. FI. An. d’It.
IHFp: 06 Ic:n.13205» Cron. \p. 2045 Sage. p.iye.
. Comune nei prati e luoghi erbosi, lungo le siepi ed i fiumi, su qua-
lunque natura di suolo. Cresce nei dintorni di Padova (come, ad es., lungo
il Bacchiglione!) e nello stesso Orto botanico e sulle mura! negli Eu-
ganei dovunque e nel distretto Lagunare. Indicato la prima volta dal
Romano (1823). Tutto il materiale da me raccolto od esaminato deve
ds
NI
i)
— 929 —
riferirsi alla forma a pannocchia povera ed interrotta, a rami distanti e
lassi, a fiori grandetti e di un giallo pallido corrispondente alla. var.
praecox Lange [= G. Wirtgeni Schultz]. Mai ho incontrato la forma
a pannocchia allargata e densa ed a rami appressati che da molti autori
ed anche da me nella « Flor. An. d’ Italia » fu ritenuta pel tipo e che
sec. il Wettstein sarebbe una forma a fioritura più tardiva.
1127. G...purpureum:.L./Sp:pl p.107 753) — Cfr BE A ni dale
HE Brip vulgare Avuct..Fli Eno. =. Cirsliele
exsicc. n. 1154. — Indicato la prima volta per le sorgenti termo-mine-
rali degli Euganei dal Vandelli (1761), vi fu in seguito indicato da molti
(Foscarini, Beggiato, Catullo, Da Rio ecc.) e precisamente per quelle di
Abano nel luogo detto il Montiron (Pollini; Parolini ex Bert. FI. It. IX,
p. 254, Andrejewskj, Martens ecc.) e raccoltovi dal Visiani! Montini! P.
A. Saccardo! Bizzozero! Ugolini! Sartori! e da me: per le sorgenti di
Montegrotto presso la stazione ferroviaria, alle Case Nuove e presso lo
stabilimento dei bagni pure da me. Lo trovai anche attorno alle terme
di S. Pietro Montagnone! ed il Montini (ex Bert. op. c.) in quelle di
Monteortone, dove attualmente sembra scomparso. Col precedente lo rac-
colsi pure nei fragmiteti delle valli salse di S. Margherita! mentre il tipo
è indicato (Rom. mn.) delle rive dei fossi presso S. Maria di Veggiano,
ciò che io stento a credere.
1197. A. Linosyris (L. sub ©%rysocoma) Bernh. Syst. Verz. Erf.
p. 151 (1800) = ‘ZLyrosyris vulgaris Cass AC PAS dtt
P-'2393"Ic...1..3522% Cron. p. 285, 0blglr sexi nio aa
Pi74590, I.19;, 142:
Raro e limitato, a quel che pare, nei substrati calearei del distretto
Euganeo e precisamente a Torreglia (Poll. 1822, che fu il primo ad in-
dicarlo), sui monti Cero e Buso (Zanard. !), sui pendii del M. Ventolon
presso Arquà (Bolzon in Bull. Soc. Bot. ital. 1900 p. 91), sul M. Venda ?
(Bizz. !), nei C. Euganei senz’ altro (Spranzi! Ugolini! Romano (1828 e
1831) elencò pure una var. tripollicaris Vill. e una var. minor Wallr. che
sono forme diminuite della specie.
Appartengono a piante coltivate o sfuggite alla coltura le indica-
zioni di A. salicifolius Scholl. [= A. sa/îgnus W.], di A. chinensis L., e
di A. Novi-Belgii L., il primo ed il terzo trovati subspontanei nell’ Orto
botanico (Sacc.), l’ultimo a Cariola? (Ugol. sub A. salicifolio) e da me
lungo i fossati tra Abbazia Pisani e S. Martino di Lupari.
GEN. 489. Solidago L.
1198. S. Virga-aurea L. Sp. pl. p. 880 (1753). — Cfr. FI. An.
d'ift: III, p-'230; Je. m-3525; Cron.p.t285G Blas fexsicc. 17208
173; Sagg. p. 77 € I19.
Frequente nei boschi e boscaglie del distretto Euganeo e conter-
36
— 904 —
mini territori. Accennata la prima volta dall’ Anguillara (Sempl. p. 220),
venne in seguito segnalata per gli Euganei da Zannichelli (1730), pel
Padovano dal Romano (1823) insieme ad una S. minuta e dal Trevisan
(1842) con le var. ericetorum Duby ed alpestris DC. Vidi saggi dei bo-
schi del Venda (Bizz.! = var. ericetorum), del Castelletto di Torreglia
e di Arlesega (Cont. !), di Rua e Lispida (Ugol. !) ed è indicata dei colli
attorno al lago di Arquà (De. Ton. Bull. e Paol.). Cresce in forme più
o meno diminuite (var. erzcetorum), ma vi escluderei la genuina .S. az
pestris W. et K. e .S. minuta L. quali sono intese dalla « Flora An.
d’ Italia ».
1199. S. serotina Ait. Hort. Kew. ed. 1°, III, p. 211 (1789) —
CfrovBltAno ddt H4III p.--230;Ic."n.:3524;.Cron. p.28 ae a
Mei370.
Originaria dell’ America sett. e trovata completamente inselvatichita
in un luogo paludoso al Bassanello presso Padova dal Fiori! (ed in
Malpighia IX [1893]; Bolzon Suppl. p. 461).
GEN. 490. Dichrocephala DC.
1200. D. latifolia (Lam. sub Grazgea) DC. in Guill. Archiv. Bot.
II, p..518 (1799-1801) et. Prodr..V. p. 372 (1836). — Cf Ri Anke
iliap2235Mc-an3532; Cronisp. 286.
Originaria dell’ Asia med. ed Afr. trop. e merid. fu trovata avven-
tizia nell’Orto botanico di Padova dal Saccardo (2 Giugno 1870 ex Hb.!
non De Vis. e Sacc. 1869 come nella Cron. s. c.) e più di recente dal-
l Ugolini a Brentelle di Sotto presso Padova (sec. Fiori in Malpighia IX
[1895], Ugolini in Hb.! ed in Malpighia XI [1897] e Bolzon Suppl.
p. 461). Il materiale da me esaminato corrisponde alla var. sonchifolia
DE. (@ri4spò):
GEN. 491. Erigeron L.
1201. E. canadensis L. Sp. pl. p. 863 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Ip. 2326. 3527; Cron: p. 2854Sase pi 97 ae
Originario dell’ America sett. e comune dovunque nei campi, nei prati,
deb
BASA
lungo le siepi ed i fiumi, sui muri e le strade dell’ intera provincia dal
distretto Lagunare tin sulla sommità dei C. Euganei (es. sulla vetta del
M. Rua!). Cresce anche nell’ Orto botanico di Padova, lungo le vie e
sui bastioni della città e sugli alberi capitozzati (Ugol.) e fu ricordato la
prima volta sec. il Saccardo (Cron. s. c.) da G. B. Scarella (in Galleria
di Minerva di Venezia VIII parte X [1713]) come pianta straordinaria-
mente diffusasi presso e lungi dall’ Orto botanico e diventata già parec-
chi anni avanti una « molesta paesana ».
1202. E. annuus (L. sub Astere) Pers. II, p. 431 (1807) = Sferac-
tis annua Nees == Phalacroloma annuum Dum. = St bellidifora A.
Bro — CirFi,. An. d’It. HI, p.(233 lc. n 35285 Cron: "pi :296-0Sa ga
Pi77 159, 186.
Originaria dell’ America sett. e diffusa in tutta la provincia lungo le
siepi e le vie, nei campi e nei prati, lungo i fiumi ecc. Trasmessa dal
Trevisan al Bertoloni (FI. It. IX, p. 260) dei prati attorno a Padova,
cresce all’ Orto botanico! (Sacc.), sulle mura della città, lungo il Bacchi-
glione al Bassanello ! lungo il Brenta a Strà! Codevigo! ecc., lungo
la via Euganea fuori Porta S. Giovanni, comune negli Euganei e tra
Este e Lozzo sopra i Salix capitozzati! Indicata la prima volta per
l'Orto agrario di Padova dall’ Arduino (1807).
1203. .E..-acer.L. Sp.:ply p. 633 753). AGRA ne dI
p.:233;; Ic.in..3530;, Cron. p. 286; Rom. Piant- Fam. Eus. p.:20/(1831)G
Trew:Prosp:. p:-.28:
A quanto pare molto raro e mai da me raccolto, nè osservato nelle
collezioni da me esaminate. Indicato, ma senza %abitat preciso, la prima
volta dal Romano (1831), fu raccolto negli Euganei da L. Vaccari (in
Bull. Soc. Ven.-Trent. tom. VI, n. 2).
GEN. 492. Matricharia (Tourn.) L.
1204. M. Chamomilla L. Sp. pl. p. 891 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Tiliip:<236:;vIc-.n-03534 Cron: p,.287,; Saona.
Comune dovunque nei luoghi erbosi, nei prati e campi, lungo le
strade ed i fiumi, sui muri e presso le abitazioni in pianura ed in col-
lina e su qualunque suolo. Cresce nell’ Orto botanico di Padova! (Sacc.),
— 596 —
lungo le vie e sulle mura della città e nei dintorni, negli Euganei dove
trovasi anche nei terreni marnosi (Pan.) ecc. Indicata la prima volta dal
Romano (1823).
GEN. 493. Chrysanthemum (Tourn.) L.
1205. Ch. Myconis L. Sp. pl. p. 1254 (1763). — Cfr. FI. An. d’It.
Tlr904 piazze
Frequente fra le messi sopratutto dei terreni calcarei del distretto
Euganeo, dove è forse localizzato. Indicato la prima volta dal Bauhin
(Phytop., p. 213) «in agro Patavino prope Arqua, ubi Petrarcha sepul-
tus...», ma già raccolto degli Euganei dal Michiel (Cod.-Erb. lib. R. II,
n. 36), è comune fra le messi dei dintorni di Arquà-Petrarca! (anche
Sternberg, Pollini, Montini! e sec. Bert. Fl. It. VIII, p. 583), nei Colli
presso Este (Bizz.!), sul M. Ricco e presso Monselice (Bizz. !), negli oli-
veti sopra Galzignano! (anche Fiori!) e sulle pendici del sovrastante
M. Rua! sul M. Buso (Zanard.! 1829). Tutto il materiale da me esa-
minato presenta acheni interni leggermente irto-pubescenti lungo il dorso
e dovrebbe perciò riferirsi, secondo la /7. An. d° It., alla var. hebelae-
nus:19C.
Pollini (1822) sulla fede dello Sternberg indica per i dintorni di
Arquà l’ affine R. edulis Gaertn., ma quegli non parla che di A%. ste/-
latus. Sarebbe stato, inoltre, raccolto nei dintorni di Padova dal Mon-
tini (sec. Bert. FI. It. VIII, p. 583), ma tale stazione merita conferma.
GEN. 528. Hypochaeris L.
1291. H. glabra L. Sp. pl. p. 810 (1753). — Cfr. FL Antdle
II; p.:391; Ice n. 3826; Cron» piisiz; FI, It. exsioc. na
P.. 79, 177.
Rara, fu trasmessa la prima volta dal Mayer al Bertoloni (FI. It.
VIII, p. 572) del Cattajo e raccolta nei luoghi coltivati di M. Castello
presso Battaglia dal Bizzozero! (e sec. Bolzon in Bull. Soc. Bot. Ital.
1903, p. 3). Indicata la prima volta dal Romano (1828).
1292. H. radicata L. Sp. pl. p. 810 (1753). — (Cfr. FI. An. d’It.
HI, p.:392:; Tesn. 3827; Cron p. 317 ;Sagg: pi 78.
Comune nei luoghi erbosi, nei prati e nei campi di pianura e di
collina su qualunque suolo. Vegeta nei dintorni di Padova lungo il Bac-
— 589 —
chiglione (Fiori!), presso le terme di Abano al Montirone! presso Mon-
tegrotto! a Tramonte ed a Schivanoja (Ugol. !), sul colle Lispida! nei
monti Alto! Rua! (anche Cont.!) Madonna! Cero! Lozzo! Calaone
(Bizz. !) e sulle colline marnose di Teolo! (anche Pan.). Indicata la prima
volta dal Romano (1823).
GEN. 529. Leontodon L.
1293. L. hirtus L. Syst. ed. X, p. 1194 (1759) = Afargia Scop.
(1772) = Thrincia Roth: (1797) — CiRSFI Ani dit pa396r
le®n.3835 Cron. .pi:318: :
Qua e là nei luoghi erbosi, ma scarsamente osservato. Indicato la
prima volta dal Romano (1823), fu comunicato delle sorgenti termali di
Abano dal Montini e dallo Zanardini al Bertoloni (FI. It. VIII, p. 446),
ne vidi i corrispondenti saggi negli Erbari Mont. e Zan. ed io lo raccolsi
a Battaglia, Valsanzibio, Arre (Conselve) e tra Stanghella e Boara Pi-
sani. Col tipo, più o meno ben caratterizzata, vi è la var. glabra Fiori.
1294. L. autumnalis L. Sp. pl. p. 798 (1753). — Cfr. FI. An.
cele Iiip. 3077 Ic.-ni3838; Cronip.305:
Raro e poco osservato. Segnalato la prima volta per gli Euganei
dal Beggiato (1833), quindi dal Trevisan (1842) e da altri, crescerebbe
a Veggiano (Rom. mn.).
1295. L. hispidus L. Sp. pl. p. 799 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
IG: p::399;-Ic.*n: 3841 Cron. ‘p.:318;; Beg Sage pi rooedbia
Bull:Soc. “Bot. Ital; %1904,p. 173.
Comune dovunque nei luoghi erbosi, fra i cespugli della macchia
mediterranea, sugli alberi capitozzati, lungo i fiumi, nei prati torbosi ecc.
Grandemente polimorfo si presenta sotto le seguenti forme:
I. typicus. — È la forma più comune nei luoghi umidi e pingui, dove
assume spesso proporzioni elevate (== var. major DC.), mentre nei luoghi
aridi e soleggiati e specialmente nelle stazioni xerofile degli Euganei di-
venta più gracile e ridotta e più fortemente peloso-irsuta (= var. erice-
torum Rchb.) che raccolsi presso Arquà-Petrarca.
2. var. danubialis Jacq. Enum. Hort. Vindob. p. 139, 270 (1762)
- pr. sp. = L. %astilis L. (1763). — Col precedente e nelle stesse sta-
38
— 586 —
zioni, come ad esempio, nell’ Orto botanico, sulle mura di Padova presso
Ponte Corvo, nei dintorni di Padova, ai Pratiarcati, nei terreni torbosi
di Piombino Dese ecc. Varia per essere pianta in ogni parte glabra ed
anche (form. recognitus Monn. pr. sp.) con peli sparsi sopratutto lungo
la nervatura mediana in corrispondenza della pagina inferiore.
3. var. hyoseroides Welw. ex Rchb. Fl germ. excurs. p. 863
(1830) - pr. sp. — Negli Euganei sul M. Madonna! tra i monti Rua
Venda! sulle colline marnose di Teolo! ed in pianura tra Stanghella e
Boara Pisani! e nei prati torbosi di Piombino Dese, di Fontaniva, di
Abbazia Pisani! ecc.
Gli scapi in generale assai più lunghi delle foglie conducono a ri-
ferirla a ZL. /ucidus DC. qui avvertendo che le colture che ne ho. fatto
per parecchi anni di seguito nell’ Orto botanico, mi hanno dimostrato che
da acheni dello stesso capolino derivano piante glabre ed altre peloso-
irsute, le prime convergenti a L. darnubialis Jacq., le seconde a L. hà
spidus L. dimostrando l'assoluta instabilità del carattere e la facile ridu-
cibilità alle due entità nominate. Secondo il Trevisan (1842), L. lucidus
fu raccolto la prima volta negli Euganei dallo Schouw e quindi dal Ro-
mano e lo ritenne « nuovissima e rarissima specie » e (1846) « caratte-
ristica ed esclusiva » del gruppo. I fatti non hanno confermato le asser-
zioni del botanico padovano!
1296. L. Villarsii (W. sub Afargza) Lois. Fl. Gall. p. 514 (1806-
1807)..— Cfr... Fl. An. It- III, p. 400; Ic. n. 4842;; Cronp. 3185 Hi
It.sexsicc-/n1390; Sawg:. pi. 078.
Segnalato la prima volta dal Romano (1831), quindi dal Beggiato
(1833), Trevisan (1842) ecc., trattasi di specie rara e scarsamente osser-
vata ed è ulteriormente da ricercarsi negli Euganei.
1297. L. crispus Vill. Prosp. p. 34 (1779) et Hist. pl. Dauph. III,
p.. 84;t..25: (1780). — «Cfr. FI. «An.d'Jt III, .p.. 400;
Cron.pi313-
Indicato per gli Euganei dal Beggiato (1833), quindi dal Trevisan
(1842) ed altri, non ne vidi saggi nè in natura, nè negli Erbari a mia
disposizione e spetta ad ulteriori ricerche stabilire in quale forma vi è
rappresentato e se non per caso sia stato confuso con forme di L. 4z-
spidus L. Compare anche in una « addenda » manoscritta del Romano
posta in calce alla terza ediz. della sua opera posseduta dall’ Orto bot.
di Padova.
— 587 —
GEN. 530. Picris L.
1298. P. hieracioides L. Sp. pl. p. 792 (1753) — (€Cfr. Fl. An.
dt, II, p.: 403; le.-n. 3846; Cron..p. ‘319; dep: Sa482Epi 79 ed in
Bull®“Soc: Bot. Ital 1904; pir173.
Qua e là nei luoghi erbosi ed ombrosi e nei campi in pianura ed
in collina e su qualunque suolo, ma non frequente. Vidi saggi dei campi
presso Montegrotto (Bizz. !), dei colli Euganei (Spranzi! sub /. Sprer-
geriana), dei campi padovani (Vis.! sub /. Sprergeriana), di M. Rua,
Veggiano e Montegalda (Cont. !), delle sabbie del Brenta presso Corte
(Ugol. !) ed io la raccolsi tra Piove di Sacco e Codevigo, ad Arre, tra
Stanghella e Boara Pisani e tra i monti Rua e Venda, sul colle Lispida,
presso Arquà-Petrarca, sulle colline marnose di Teolo (anche Pan.). In-
dicata anche per l’ Orto botanico (Sacc.).
Tutto il materiale da me raccolto ed esaminato deve riferirsi all’ a
typica, quale è intesa nella « Flor. Anal. ». Romano (1823), Trevisan
(1841) ed altri sulla loro fede indicarono pel padovano P. Sprengeriana
(L.) Poir. che io mai vi raccolsi, ed il materiale visto sotto questo nome
deve riportarsi senza dubbio alla comune /. Aieraczordes. È piuttosto da
ricercarsi la specie o razza meridionale corrispond. a P. spinulosa Guss.
o forme del tipo nordico a questa confluenti, quali si incontrano qua e
là nella parte centrale della Penisola.
GEN. 531. Helminthia Juss.
1299. H. echioides (L. sub /icride) Gaertn. Fruct. II, p. 368 t. 159
Lio (1700) — Cir vAno d*It.JIL pi ionico i
p.g19?
Assai rara, fu trovata a Padova sui muri presso la via Torresino
nell’ Agosto 1908 da P. A. Saccardo! da me nei campi presso Torreglia
nel Novembre di quell’anno e presso Arre nel Giugno 1910. Da riferire
alla var. pratensis (Chev.).
PP NgRE SE
GEN. 532. Tragopogon (Tourn.) L.
1300. T. pratensis L. Sp. pl. p. 789 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
Hp. 4075 Ic-n:*3854; Cron. p. 310; Sagg.|p. 75,00
Comune nei seminati, nei prati e luoghi erbosi di pianura e di col-
lina e su qualunque suolo. Accennato dall’ Anguillara (1565), fu indicato
dei dintorni di Padova dal Bauhin (Hist. II, lib. XXIV, p. 1058) e quivi
lo raccolsero Bizz. e Mass.! lungo il Bacchiglione presso Padova! Fon-
taniva! e tra S. Pietro in Gu e Carmignano di Brenta! a Veggiano il
Romano ecc. Nei C. Euganei cresce nei seminati presso Teolo! e nei
settori marnosi (Pan.), nel M. Ricco (Bizz. !), tra Abano e M. Rosso!
presso Montegrotto!
Nell’ Orto botanico P. A. Saccardo raccolse nel 1904 l’affine T.
orientalis L. ricondotto dalla maggior parte degli Autori a varietà o sot-
tospecie del tipico 7. fratensis L. e sta il fatto che nel materiale esa-
minato esistono non pochi intermediari che rendono malagevole la distin-
zione fra queste due entità.
1301: T..dubius'‘Scop. FI. ‘Carn. II pi 95 (1772) =
Jacqg "(773)" —Cir. FI An. ‘d’It. IT, "p. 408; Teen
Porro Sappi p.i78;CTOO-10I}. 192:
Qua e là nei campi e nei luoghi erbosi del distretto Euganeo e più
raro in pianura, cioè nei dintorni del lago di Arquà (De Ton. Bull. e
Paol.) e presso Arquà (Ugol. !), in Valsanzibio! (anche Fiori!) sulla
Rocca di Monselice! sopra Villa di Teolo, sul M. Grande e sul M. Lozzo
(sec. Bolzon), in pianura tra Stanghella e Boara Pisani! Vidi anche saggi ‘©
dei C. Euganei senza precisa provenienza (Spranzi!): vi fu indicato la
prima volta dal Romano (1831).
1302. T. porrifolius L. Sp. pl. p. 789 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
IL xp. /408%de:Cn.03856%. Croi: pi grofSagg. 738406583
Qua e là nella pianura e negli Euganei. Vidi saggi dei dintorni di
Padova (Montini!), raro lungo la ferrovia presso la. stazione di Abano
(Massalongo ! ed in Atti Soc. It. Sc. Nat. XVIII, fasc. 4 [1875]) Con-
selve (Zanard. !), dei C. Euganei (Mass. e Bizz.!), di M. Alto! (anche
Ugolini in Malpighia XI [1897] che ne lo ritiene solo inselvatichito). In-
dicato la prima volta dallo Zannichelli (1730).
— 089 —
GEN. 533. Scorzonera L.
1303. S. laciniata L. Sp. pl. p. 791 (1753) = Podospfermum DC.
(sms), «Cfr El An, d'ItIlplagog: en 958# Coat p 320;
SASEp: 75} .80.
Rara e scarsamente osservata: cresce nei luoghi erbosi presso Ar-
quà-Petrarca (Rigo in litt.) e nella depressione tra i monti Venda e Pe-
raro, forse esclusivamente nei terreni calcarei! Indicata la prima volta
dal Bauhin (Hist. II, lib. XXIV p. 1060).
Il Trevisan (1842) elenca pel Padovano S. humilis L., ma essa ha
un’area distributiva troppo diversa perchè tale indicazione meriti credito.
GEN. 534. Taraxzacum (L.) Juss.
1304. T. vulgare Schrank Primit. FI. Salisb., p. 193 (1792) = Zeor-
todon Taraxacum L. (1753) = Leontodon vulgaris Lam. (1778) = 7.
officinale Web. in Wigg. (1787) = 7. Dens-Leoniîs Desf. (1798-800).
— «Chi. .FI. An. d'It, III pi 413; lens 867A(Chon: Spia 2000;
Sage. p..: 78, 141<3, .135-6, 145-6,,159. ed ‘in Bull. «Soe@ Botasltalt
19040. 174:
Comune dovunque nei tre distretti (collinare, planiziario e lagunare)
e nelle più diverse stazioni. Vi si presenta sotto le due seguenti sotto-
specie o piccole specie :
I. subsp. typicum — Indicato la prima volta dal Romano (1823),
è comune dovunque, compresa la stessa città di Padova, l’ Orto botanico
e spessissimo arboricola sui Salza o sui Morus capitozzati! Varia con
le foglie spesso profondamente incise ed a lacinie strette (== var. dis-
sectum Tausch). Cfr. FI. It. exsicc. n 1593.
II. subsp. T. levigatum (W. sub Leorzodon) DC. Cat. Hort. Monsp.
p. 149 (1813) - pr. sp. — Col tipo e come esso comune! Presso la
vetta di M. Ventolon e tra Battaglia e Galzignano ho raccolto T. ery-
throspermum Andrz. che nella « Flora Analitica » è ricondotto quale forma
di questa sottospecie. Cfr. Fl. It. exsicc. n. 1178.
1305. T. paludosum (Scop. sub /edyfrade) Schlect. in Crép. Man.
EilbaBele: ed..:2%%p.S23r (1860); KernensiniOestere®Bot-Zeitschf 2
GGI
p. 215 (1872) = Zeontodon palustre Sm. (1800) = Zararacum palu-
se DCI 815) Cir vopdsaa
Qua e là nei prati umidi e paludosi e, nel distretto lagunare, nelle
stazioni subsalse. Trovasi presso Padova nei prati Arcati (Bizz.! ed in
Atti R. Ist. Ven. ser. 5%, VIII, p. 1° [1881-82]), alla Piazza d’ Armi!
(anche Bizz. !), nei prati umidi, presso il colle di S. Daniele! nel limo
attorno al laghetto di Lispida! nelle paludi tra Fontaniva ed il Brenta
e precisamente in quelle presso il ponte ferroviario! ed in Laguna nelle
valli salse di Lova, Codevigo e di S. Margherita! Indicato la prima volta
pei dintorni di Saonara dal Martens (1837), lo raccolsi testè anche nei
prati torbosi presso Piombino Dese al Palù! Abbazia Pisani e S. Martino
dei Lupari? e di Carpane presso Loreggia! Assai variabile per lo svi-
luppo e l'incisione del lembo delle foglie, nel materiale da me visto sono
rappresentate le var. salinum (Dum.), Sturmii G. Beck. e lanceolatum
(Poir.), congiunte tra loro, spesso negli individui di una stessa stazione
ed a seconda dello stadio di sviluppo di uno stesso individuo, da tutti i
possibili passaggi. La coltura che ne feci per parecchi anni di seguito
nell’ Orto botanico di Padova, mi ha rivelato che, partendo da una forma
subintegrifolia e quindi subomoblastica, non si riesce ad avere, nei limiti
della coltura da me eseguita su pianta specialmente della Laguna di
Venezia, la presunta ancestrale eteroblastica, le maggiori convergenze verso
questa veriticandosi negli individui del primo periodo vegetativo. Mi hanno
pure rivelato che la pianta svernando acquisisce foglie assai strette e
quasi intere che abbandona sulla fine dell’ inverno ed avviandosi al pe-
riodo antesico e che resta costante il carattere delle squame della calatide
che sono allargate in basso, ottusette ed appressate alla calatide stessa.
Cir; sEl At-vexsicci in. 1594:
GEN. 535. Chondrylla L.
1306. Ch. juncea L. Sp. pl. p. 796 (1753) — Cfr. FI. An. d’It.
jo. 45: lc:°-n.53868; Cron. p..32t,Sagg: Pi 76:
Rara od almeno scarsamente osservata. Venne accennata già dal-
l'Anguillara (Sempl. p. 108) e cresce negli Euganei al Castelletto di
Torreglia (Cont. !), a Veggiano (Rom. mn.) e sulle mura di Padova!
— 99 -
GEN. 536. Sonchus (Tourn.) L.
1307. S. oleraceus L. Sp. pl. p. 794 (1753). — Cfr. FI. An. d’ It.
lil p4t7;; Ic.Xns,3872, Cron:ipa 321 Sarete pArz0:
Comune nei campi e presso le abitazioni, sui muri, nei prati e luoghi
erbosi e spesso arboricola sui .Sa/ix capitozzati. Accennato la prima volta
dall’ Anguillara (1561), trovasi anche nell’ Orto botanico, comune dovun-
que nella pianura e sui colli, nelle marne di Teolo (Pan.) sulle capi-
tozze presso Padova e tra Este e Lozzo! ecc. Il materiale da me visto
varia per le foglie ora (= var. integrifolius Wallr.) indivise, ora (= var.
triangularis Wallr.) roncinato-lirate.
1308. S. asper Hill. Herb. Brit. I, p. 47 (1760). — Cfr. FI. An.
dt. IM; pir417 5 Io. n. 3872* et" Cron pii3 2: (Uta Sa tolerosen
Sagg. p. 78.
Col precedente qua e là. Vegeta nell’ Orto botanico (Sacc.), nei colli
Euganei (Mass. e Bizz.!) e precisamente presso il lago di Arquà (De
Ton. Bull. e Paol.), nei prati umidi presso le terme di Montegrotto! a
S. Margherita! tra Stanghella e Boara Pisani! Indicato la prima volta
dal Romano (1823), il materiale da me esaminato va in prevalenza rife-
rito alla var. inermis Bischoff, ma alcuni individui fanno passaggio alla
var. runcinatus Fiori.
1309. S. arvensis L. Sp. pl. p. 793 (1753) — Cfr. FI. An. d’It.
1bpst4 18 de: n0,3874% Cron. p. 321 ;; Eli It Messicani
Qua e là nei luoghi erbosi subumidi e nei campi della pianura pa-
dovana e nei luoghi subsalsi del distretto Lagunare. Presentasi nelle due
seguenti sottospecie :
I. subsp. typicus — Tra Stanghella e Boara Pisani e ad Arre.
Degli esemplari citati i primi presentano solo i capolini ispido-glandulosi
ed i secondi solo in parte i peduncoli: nella prima località e sotto la
stessa forma altri se ne trovano tutt’affatto glabri. È citato anche di
Veggiano (Rom. mn., che fu il primo ad indicarlo per la provincia).
II. subsp. S. uliginosus M. B. Fl. Tauro-cauc. II, p. 238 (1808)
- pr. sp. = S. arv. B devipes Koch. — C. Euganei (Mass. e Bizz.! sub
S. palustri), tra Stanghella e Boara Pisani! e nelle valli salse di S. Mar-
gherita !
—-s092i-
1310. S. maritimus L. Syst. ed. X, p. 1192 (1759). — Cfr. FI.
An. d’It. III, p. 418 et Cron. p. 321 (ut var. S. arvensis); Bég. Sagg.
p-(77, 12-13; 135-36; I4I, 146, 159 ed in'Bull-Soc. Bot Malone
puaz5 El itexsicern. 1596.
Frequente nel limo salato attorno alle sorgenti termo-minerali ai
piedi degli Euganei e nei luoghi salsi del distretto Lagunare. Indicato
la prima volta per le terme Euganee del Vandelli (1771), vi fu in se-
guito ritrovato e ricordato da quasi tutti quelli che erborizzarono in quel
settore. Vidi saggi dei prati presso le sorgenti di Montegrotto (Bizz. !)
ed io lo raccolsi presso quelle di Abano (anche Ugol. !), di S. Pietro
Montagnon ed attorno al laghetto termale di Lispida, ed abbondante nei
margini delle valli salse e nei terreni a tipo di barena delle valli salse
di S. Margherita e nei prati umidi presso Arre (Conselve). Vi sono rap-
presentate le var. litoralis (Rchb.) e angustifolius Bisch., la prima caratte-
rizzata da foglie larghe e ad incisioni profonde e marcate, la seconda da
foglie più strette subintere o semplicemente dentate, intercedendo fra le
due varietà tutti i possibili intermediari che la coltura fattane nell’ Orto
botanico mi ha rivelato succedersi sugli stessi individui, la forma latifo-
gliare caratterizzando la pianta giovane proveniente dall’ embrione e 1’ an-
gustifogliare quella dei successivi periodi vegetativi.
Romano (1823) e sulla sua fede altri hanno indicato per la provin-
cia S. palustris L. e S. tenerrimus L. che, data l’area distributiva, sem-
bra certo non vi debbano esistere ed in ogni modo non ne vidi saggi
di provenienza padovana.
GEN. 537. Prenanthes (Vaill.) L.
1311. P. purpurea L. Sp. pl. p. 797 (1753). — Cfr. FI. An. d’It.
II paerro:sIe.n3876% Cron. “p.322545a89 p. 678)
Rara nel distretto Euganeo, donde fu trasmessa dal Bracht al Ber-
toloni (Fl. It. VIII, p. 422) di Monteortone e del M. Venda da Visiani
e Trevisan. Vidi saggi di questa ultima provenienza (Spranzi!), del vicino
M. Rua (Cont. !) e del M. Rosso (Menegh. !). Indicata la prima volta
dal Romano (1823).
— 593 —
GEN. 538. Lactuca (Tourn.) L.
1312. L. perennis L. Sp. pl. p. 796 (1753). — Cfr. FI. An. d’ It. III,
p. 420; Ice. n. 3877; Cron. p. 322; Sagg.'p. 78, 118, 121, 126, 142.
Frequente nei luoghi sassosi e rupestri, generalmente boscosi, dei
settori silicei e calcarei del distretto Euganeo e quivi scoperta dal Bauhin
(Prodr., p. 60). Vegeta sui monti Rua, Sieva ed Alto! Madonna e Grande
(Bolzon in Bull. Soc. Bot. Ital. 1896 p. 34), a Monteortone (Rom. mn.
e Bizz. !), sul M. Rosso! (e Zanard. !), sul Colle Lispida! nelle colline e
monti del bacino di Teolo! presso Galzignano (Bizz. !), Monselice (Me-
negh. !), Arquà-Petrarca! nei monti sopra Luvigliano! nei monti e colli
presso Este (Cero, Castello, ecc.)! sui monti Lozzo, Cinto! ecc.
1313. S. saligna L. Sp. pl. p. 796 (1753). — Cfr. FI. An. d’It. III,
pio4zietle.. n.03879; Cron. p. 322; Sage. 70.
Comune nei tre distretti della provincia, come nei campi attorno a
Padova (Bizz.! Ugol. !), Battaglia (Zanard. !), Valsanzibio! a Veggiano
(Rom. mn.), nelle valli salse di S. Margherita! ecc.
1314. L. Scariola L. Sp. pl. p. 1119 (1763). — Cfr. FI. An. d’It.
Ti; \prrs22;Ic:lm.-3880; Cron. p. 322,5 Sagg® pi70, ES 901955
Comune nei campi e luoghi erbosi, presso le abitazioni nella pianura
padovana (Zanard. !) e nei C. Euganei presso Monselice! Galzignano e
Valsanzibio ! ai piedi del Venda! tra Bastia e Rovolon! e sui Salza ca-
pitozzati tra Este e Lozzo! Indicata la prima volta per l’ Orto agrario
di Padova dall’ Arduino (1807).
È coltivata in molte varietà L. sativa L.
1315..L. ‘virosa» 2. — Barene in Laguna morta con .SaZicorzia fruticosa L.
Tav. XVI. - Fig. 1. — Veduta generale delle sorgenti termali del Montirone
di Abano (eseguita da c/ichè un po’ deteriorato).
» - » 2. -— Laghetto termale presso Battaglia.
Tav. XVII. - Fig. 1. — Laghetto sulle pendici nord-or. del M. Venda.
» - » 2. — Lago di Arquà con un frammento di fragmiteto.
Tav. XVIII. - Fig. 1. — Fosso di scolo nelle paludi presso il Castello del Cattajo
con le sponde coperte da .Scirpus lacuster L., Carex
stricta Good. e .Salix alba L.
» - » 2. — Canale di Battaglia con Sezecio paludosus L. lungo le
sponde.
Tav. XIX. - Fig. 1. — Oliveto sulle pendici orientali delle colline tra Battaglia
e Galzignano.
» - » 2. — Oliveti attorno a Torreglia.
Tav. XX. - Fig. 1. — Prato artificiale a base di 77yz/o/ium incarnatum L. in
un campo tra Teolo e M. Pendice.
» - » 2. — Campo a cereali e vigneto alla base dei Colli Euganei.
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Fig. 1. — Castagneto sulle pendici di M. Madonna sopra Teolo.
(Fot. Beguinot e Migliardi)
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MIE LD ETRE
Fig. 2. — Polypodium vulgare L. ed Asplenium Trichomanes L. pendenti sui pacchetti di muschi
ed epatiche dalla parete a picco di M. Pendice e Lamium Orvala L. rupicolo.
(Fot. c. s.)
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Tav. Ìi
Fig. 1. — Castagneto alla base di M. Pendice con sottobosco di Epimedium alpinum L.
(Fot. Beguinot e Migliardi)
Aruncus L.
e Spiraea
Fig. 2. — Castagneto alla base di M. Pendice con sottobosco costituito in prevalenza
(Fot. c. s.)
di Spiraea Aruncus L.
Tav. Ili.
Fig. 1. — Castagneto alla base di M. Pendice con sottobosco formato in prevalenza
di Allium ursinum L. (Fot. Béguinot e Migliardi)
Fig. 2. — Radura di un castagneto alla base di M. Pendice con Asplenium Filix-foemina
Bernh. fra i blocchi di trachite. (Fot. c. s.)
Tav IV.
Fig. 1. — Veduta panoramica delle colline di Teolo e del M. Madonna. (Fot. E. Viterbi)
Fig. 2. — Vetta del M. Venda con gli ultimi castagni ed il prato sub-montano. (Fot. Agostini)
iS
TavaV.
Fig. 1. — Veduta panoramica del M. Rua visto dal Venda. (Fot. E. Viterbi
Fig. 2. — Strada verso il Venda fra i castagneti e la macchia mediterranea.
(Fot. c. s.)
Tav. VI
Fig. 1. — Querceto sulle basse pendici calcaree del M. Madonna sopra Teolo.
(Fot. Beguinot e Migliardi)
Fig. 2. — Veduta di Arquà-Petrarca con la casa del poeta e le retrostanti colline calcaree coltivate a vigneto.
(Fot. Agostini)
Tav. VII
Fig. 1. Pendici dirupate delle colline calcaree tra Villa di Teolo e Teolo con Cercis Siliquastrum L.
ed in alto con Fraxinus Ornus L. (Fot. Béguinot e Migliardi)
dia i
A I Sie
Fig. 2. — Boscaglia e flora calcicola sulle pendici del calcare scaglioso sopra Teolo.
(Fotxere)
Tav. VIII,
Fig. 1. — Boscaglia e macchia mediterranea alla base di M. Madonna sopra Teolo.
(Fot. Beguinot e Migliardi)
Fig. 2. — Macchia mediterranea con Cistus salvifolius L. sulle pendici meridionali di M. Ricco.
(Fornetti)
Tav.
(Fot. Agostini)
1. — Castagno centenario presso Castelnuovo.
ig.
n
F
Tav. X
Fig. 1. — Brusco passaggio fra la flora stabilita sul calcare e quella sulla trachite rivestita da castagneto
sulle basse pendici del M. Madonna sopra Teolo. (Fot. Beguinot e Migliardi)
Tav. Xi
Fig. 1. — Macchia mediterranea a base di Erica arborea cui si mescolano Juniperus communis L.,
Fraxinus Ornus L., Calluna vulgaris Salisb., Anthericum Liliago L. presso la vetta
del M. Pendice. (Fot. Beguinot e Migliardi)
(CARO)
x. 1. — Calcari marnosi sotto Teolo con Saponaria ocymoides L., Helianthemum Fumana Mill., Linum tenuifolium L,.
Poterium Sanguisorba L., Buphthalmum salicifolium L. ecc. (Fot. Beguinot e Migliardi)
Fig. 2. — Pratelli erbosi aridi con Chrysopogon Gryllus Trin., Trifolium montanum L., Oenanthe
pimpinelloides L.!, Achillea tomentosa L. ecc. sulle colline sopra Battaglia. (ot. c. s.)
Tav. XI
Fig. 1. — Cave di trachite alla base della Rocca di Monselice, stazione della Fibigia clypeata Medic.
(Fot. Agostini)
Fig. 2. — Cave di trachite sulle colline presso S. Pietro Montagnone. (Fot. c. s.)
N TLRTFRAZIN O)
MILANI
Fave
Fig. 1. — Holcus lanatus L. primo abitatore del materiale detritico in una cava di trachite sul M. Ricco.
(Fot. Beguinot e Migliardi)
Fig. 2.
Prati salmastri alla periferia della Laguna morta con colonie
di /ncus acutus L. (Fot. Beguinot)
Tav. XV.
Fig. 1. Paesaggio in Laguna morta con la formazione delle barene.
Fig. 2. — Barene in Laguna morta con Salicornia fruticosa L.
(Fot. Beguinot)
Tav. X\
Fig. 1. — Veduta generale delle sorgenti termali del Montirone di Abano.
(Fot. Fiorentini)
Fig. 2. — Laghetto termale presso Battaglia. (Fot. c. 5.)
N
Tav. XVI
»
Fig. 1. — Laghetto sulle pendici nord-or. del M. Venda.
(Fot. E. Viterbi)
Callie)
» Tu
— Fosso di scolo nelle paludi presso il Castello del Cattajo con le sponde coperte da Scirpus lacuster L.,
Carex stricta Good. e Salix alba L. (Fot. Beguinot e Migliardi)
Fig. 2. — Canale di Battaglia con Senecio paludosus L. lungo le sponde.
(Fot. c. s.)
Tav. XIX
Fig. 1. — Oliveto sulle pendici orientali delle colline tra Battaglia e Galzignano.
(Fot. Beguinot e Migliardi)
Fig. 2. — Oliveti attorno a Torreglia. (Fot. Agostini)
Tav. XX.
Fig. 1. — Prato artificiale a base di 7rifolium incarnatum L. in un campo tra Teolo e M. Pendice.
(Fot. Beguinot e Migliardi)
La ager
MES
Fig. 2. Campo a cereali e vigneto alla base dei Colli Euganei.
(Fot. E. Viterbi)
New York Botanical Garden Library
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10 3660
QK 332 .B38
Beguinot, Augus
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