ITOdYN IT 03109. 130 VWDISOUNITA IT VAONN I VIILIMI WUIHOJ— 20092014909 ——_ nnnn@u = — vel dev ) FORMA @RITICA E NUOVA DI PLEUROSIGMA DEL GOLFO DI NAPOLI NOTA DEL CONTE AB. FRANCESCO CASTRAGANE DEGLI ANTELMINELLI Kosiafee abbia l'opportunità di contemplare per mezzo del microscopio il maraviglioso dettaglio di una minima Diatomea e nel considerarne l’estre- ma piccolezza dell’ organismo siliceo, che talvolta ad onta della vista più acuta a gran pena arriva a scorgerlo isolato nel mezzo di una preparazione, suole indirizzare la domanda come quel maraviglioso organismo possa essere riconosciuto e preso dal preparatore. Quando poi si apprende come le più belle forme e i più singolari tipi delle Diatomee siano proprie del mare , viene più vivamente sentita la difficoltà e si direbbe l'impossibilità di sciegliere e impadronirsi di così minimo corpicciuolo nella immensità del- l'Oceano. E realmente non sarebbe mai possibile il superare così grande difficoltà, ed unicamente si può arrivare all'intento per mezzo delle cogni- zioni acquistate con l’esperienza. Questa ci fa conoscere come questi minimi organismi spesso sì presentino radunati in numero così sterminato da rive- stiré le piante sommerse specialmente nelle acque dolci delle paludi e dei rivi di uno strato di colore verde olivastro, che nel mentre che il sole ri- splende richiama l’attenzione allo svolgersi incessante di bollicine gazzose per la decomposizione del gas acido carbonico effettuato dalle Diatomee. Anche nel mare l'aspetto di alghe con apparenza fioccosa e coronate di nu- merosissime bolliccine saranno indizio certo della presenza di Diatomee, e un ciuffetto di quelle alghe messo in piccolo vasetto con alquanta acqua e quindi scosso violentemente rendera torbida l’acqua, così che gettato via il ciuffetto di alghe si sarà certi di avere nell'acqua del vasetto una ric- chissima raccolta delle Diatomee , che vegetavano su quell’ alga. Ma in questo modo non si potranno avere altro che quelle specie di Dia- tomee, che sogliono aderire alle alghe, e che per la quasi totalità appar- terranno a generi epifiti o formanti catene, e non mai si avranno generì a forme libere. Ma precisamente le specie più interessanti e più belle appar- tengono alle specie non solamente libere , ma che sogliono vivere lontane dai lidi o talvolta anche nelle profondità del mare. È fuor di dubbio, che xK96017 sal .DSH4C29 PE I a il potersi impadronire di questi tipi più rari non è dato che con ripor- tarsene a fortunate combinazioni; però l’esperienza ci insegna che il sapersi come alcuni animali, che vivono nel mare, sogliono fare loro pasto di minime alghe unicellulari e specialmente fra queste delle Diatomee, si avrà molta | probabilità di impadronirsi di forme interessanti e rare quando si prenda ad analizzare il contenuto del tubo alimentare di pesci, di molluschi, di echini e di echinodermi. La ricerca sugli echini e gli echinodermi in par- ticolar modo ci farà conoscere quelle Diatomee, che appartengono alla flora. di mare profondo, dove difficilmente potrà mai arrivare l’uomo ,. e quindi possiamo attenderci d’incontrare tipi finora sconosciuti. Una tale persuasione mi ha fatto sempre ricercare di potere avere gli intestini di Oloturie come quelle che fornite unicamente di movimento di reptazione ad uso di vermi hanno dovuto procacciarsi l'alimento sul fondo, ; nel quale vissero. Sono scorsi due anni dacchè ottenni dalla gentilezza del ch. Prof. Dhorn il tubo alimentare di un’ Oloturia pescata nel golfo di Napoli alla profondità di ottanta metri. L’ esame del contenuto di quello mi presentò numerosissime e interessanti Diatomee fra le quali però la più interessante scoperta fu quella di un Au/acodiscus Petersiî, Eh. , e una Surirella reniformis = Plagiodiscus nervatus, Grun. Il primo di questi tipi per quanto io conosca mai fu incontrato vivente nei mari di Europa, se non che la presenza di un tale tipo nel golfo di Napoli è stata recen- temente confermata da una pesca copiosissima di Diatomee fatta recente- mente dall’ illustre Diatomologo Milanese Conte Gaetano Barbò. Questo Si- gnore che mi onora di Sua amicizia e mi presta validissimo aiuto nelle mie ricerche, recentemente mi ha mandato due stomachi di Oloturie del golfo di Napoli, le quali però non contenevano generalmente altro che pic- cole forme di Diatomee, così che a primo sguardo non mi si presentarono come molto interessanti. Però a più diligente esame potei riconoscere che fra le molte naviculacee ve n° era una dominante, la quale attirò la mia attenzione per la estrema esilità del suo profilo. Le sue valve sono lunghe il decuplo dell’asse trasverso e da questo punto va lentamente degradando sino all’ estremità assolutamente acuta. I noduli centrale e terminali sono puntiformi, ma attirano lo sguardo in particolar modo per essere molto salienti. Su le prime non fu facile il riconoscere la sua striazione , però quantunque la preparazione fosse montata allo storace, con l’uso di ottimo obbiettivo apocromatico riconobbi che questa striazione era minutissima e in disposizione a quinconce, come è proprio di tutti i Pleurosigma. Per gi quanto io abbia ricercato fra le forme diverse di Diatomee registrate dalla scienza nessuno ho potuto incontrare che combinasse con il tipo in discorso. Per ciò che riguarda la determinazione generica, mentre il profilo lo farebbe senza alcun dubbio ascrivere al genere /Vavicula, mi sento molto titubante a riguardare questo tipo per tale. E positivo che la definizione che vien data del genere P/eurosigma pone come precipuo carattere distintivo di questo dal genere /Vavicula la forma sigmoide della valva. Però ad onta di questo l’illustre Brebisson determinò il P/eurosigma naviculaceum quan- tunque il suo profilo non sia menomamente sigmoide. Vero è però che nel Pleurosigma naviculaceum, Breb. si ha il rafe le di cui estremità sono piegate in senso opposto da ritrarre la forma di un $, il che non si avvera nella forma che andiamo esaminando. Con tutto questo il carattere della striazione delle valve risultante dalla disposizione a quinconce di granuli perfettamente eguali e di squisita minutezza, persuadono a riconoscere questa delicatissima Diatomea come appartenente al genere P/ewrosigma , così che se il tipo determinato da Brebisson ha dovuto allargare i confini del genere, questi debbano forse ulteriormente modificarsi, così che non sia di assoluta necessità a riconoscere per P/ewrosigma una forma naviculacea perfettamente dritta nel profilo e nel rafe, purchè la striazione sia sempre costituita da piccolissimi granuli eguali disposti in serie o quadrata o decussata. A meglio rendermi conto di questa curiosa Diatomea, che come si è detto è forse la forma dominante fra le Diatomee ritrovate nell’interno delle due Oloturie di Napoli, ne ho fatto una immagine fotomicrografica per mezzo di uno squisito obbiettivo apocromatico ad immersione omogenea di Zeiss e di oculare di proiezione dello stesso con ingrandimento di cinquecento diametri. Proiettata la piccola immaginetta negativa in modo da vederla sotto for- tissimo ingrandimento, i punti mi si presentarono con la maggiore evidenza, e quindi applicandovi sopra la misura di un centesimo di millimetro ri- tratto sotto il medesimo ingrandimento, numerai con tutta certezza e faci- lità ventitre granuli nel suddetto intervallo e quindi riconobbi che le strie di quella Diatomea sono tali che in un millimetro se ne avrebbero due mila e trecento, Questa forma critica e interamente nuova e rappresentata da numerosi esemplari intendo dedicarla all’abilissimo preparatore di Lipsia Sig. Thum, il quale contribuisce con le sue cognizioni e con i suoi magnifici preparati a divulgare lo studio delle Diatomee. Pleurosigma Thumii, n. s. forma tenuissime lanceolata , decies lon- gior quam lata, a centro tumidulo ad apices acutos sensim sensimque attenuata nodulis centralis et terminalibus punctiformibus prominulis , valvis ordine decussato punctulatis; ordines numerantur 2300 in millemetro. alt ti ate x COCATI Th DI i DEI è LOAMROT) BEI DA i sii ‘all demi D'O#N10A 1) MIEI! ‘elia : ui art il : i ! LB ul: PRCROS nrtio i Pod «de "1 è 1 i Li letali 4 n 4 if gif Ii ESTRATTO DAGLI 477I DELL’ ACCADEMIA PONTIFICIA DE N ANNO XLII — TOMO XLII, SESSIONE 1V.® DEL 17 MARZO dl Ù i Gino imola i 10) : 93 ( unum DIL o AM RA Ihapj } ’ - Da siga LT : hè 90) «& a I) 2°. f LI : ipocdt a UNA AE nu Tano iTODIA giUilì hg e vata 4 pt E RRITÙ ì MELIA dii poli | MI ROMA 1889. — TIPOGRAFIA DELLE SCIENZE MATEMATICHE Via Lata, ne 3. ni uan N | i Î I]