i » /PiO + Hi' GIORNALE DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI %>& *53, %5i, zS5. É&&L ROMA TIPOGRAFIA DELLE BELLE ARTI 1840 $//?£*- GIORNALE ARG&DIGO D I TOMO LXXXV OTTOBRE, NOVEMBRE E DICEMBRE tSAQ. SOMA TIPOGRAFIA DELLE BELLE AMI 1840 SCIENZE Formazione e dimostrazione della formula che dà i valori delle incognite nelle equazioni di primo grado. M\ geometra Cramer di Ginevra fu primo ad asse- gnare le formule generali per la risoluzione delle e- quazioni di primo grado, ma senza indicarne la com- posizione e la dimostrazione. Bezout dichiarò primo la legge della loro composizione, e Vandremonde e La- place furono primi a dimostrarle. Appresso ne furo- no date nuove dimostrazioni da Gergonne, da Cauchy e da altri. Ho desunto queste notizie dall'algebra del sig. Terquem, autore esso pure di una nuova dimo- strazione delle formule di Cramer. Se ne possono ve- dere due altre, l'una del sig. profess. Giuseppe Bian- chi nel tomo XXII della società italiana , e 1' altra del sig. Molins nel tomo IV del giornale di mate- matiche che si stampa in Parigi dal sig. Liouville. La dimostrazione che qui presento , e di cui fo uso da molti anni nella scuola , mi sembra molto più fa- cile e breve di quante ne ho veduto sin qui : ed è, se non m'inganno, ridotta al massimo grado di sem- plicità. t*\ 4 Scienze. Siano tra n incognite xy jrì z, ec.,.., n equa- zioni di primo grado, av -+- by -h cz -+- du -+- ec. = p a.\X ■+■ bìj -+- cts -h J^ H- ec. = />, (A) «a.r •+• b2j ■+- c2z -4- d2w ■+- ec. = ^2 a3.r -h by •+- C32 •+* tf^w •+- ec. = 03 ec. ec. La formula che dà il valore di ciascuna inco- gnita x, y, z, ec. ... si compone di un denominato- re D costante, e di un numeratore che varia da un'incognita all'altra. I. Il denominatore D si forma col riunire i ter- mini che si derivano dal prodotto (D) abx c2 dz e4/5 ... alternando tra loro in tutti i modi possibili gl'indici o, 1, 2, 3,4 ••••5 senza mutare il posto delle Ietterò a, b, e, d, e, ..., e ad ogni alterazione cangiando il se- gno (z±i) del nuovo termine. Questa deduzione di termini si può eseguire col- l'ordine che segue. Cambiando sempre di segno ad ogni alternazione. i.fl Nel prodotto (D) alterniamo l'indice 1 del- la seconda lettera coll'indice o della prima : per for- mare D si avrà il nuovo termine (D)' —ajw^hc^fr,.... 2.0 In ciascuno de'due termini (D), (D)', alter- niamo successivamente l'indice 2 della terza lettera e Valori det/l'incognite $ Coti l'indice di ciascuna delle due lettere precedenti. Dopo ciò, ciascuno de'due termini (D), (D)', ne ge- nera altri due, e si hanno così 2 famiglie di 3 ter- mini Funa : in tutto si hanno dunque 2. 3 termini. 3.° In ciascuno di questi 2. 3 termini, alternia- mo successivamente l'indice 3 della quarta lettera con l'indice di ciascuna delle tre lettere precedenti. Do- po ciò, ciascuno de' 2. 3 termini ne genera 3 , e si hanno così 2. 3 famiglie di 4 termini l'una: in tutto si hanno dunque ?. 3. 4 termini. Proseguendo questa operazione fino alle alter- nazioni dell'indice n — • 1 cogl'indici delle n — 1 let- tere precedenti, otterremo per D un polinomio, di cui il numero determini sarà evidentemente 2. 3. 4- 5 ... (n — 1) rc, cioè uguale al numero di tutte le alternazioni pos- sibili tra n cose. Supponiamo, per esempio, che le incognite siano tre X) f, Zi Sarà D = ab1c2 — atbc2 — ab2c1 _ ajbxc 4- axb2c -+- aj>ct ■■ a ( bxc2 — b2c, ) -f- a, ( b2c — bc2 )-^a2[bcl— b,c II. Trovato il denominatore D, il numeratore- re^ lativo al valore di un'incognita, per es. di jc, è ciò che diventa D, allorché alla lettera che, mediante gì' indici, rappresenta i diversi coefficienti della incoeni- ta, si sostituisce la lettera p che rappresenta i secon- di membri. Così nella ipotesi che le incognite siano tre x, j, 2, l'esposta regola somministra 6 Scienze (fe,c3-— frscj p-+- (b2c—bc2) p1-{- {bcl—blc) p^ x= — ^ (a2cl-~rlc2)p+- (ac2—azc) p^ (atc—ac1)p2 y = D (a ibz—aibz) p-{- (a2b—abz) /?h- [abx — axh) p2 z=3 D DIMOSTRAZIONE Osserviamo primieramente che il denominatore D deve annullarsi ogni volta, che in esso ad una delle lettere a, b, e, d, 4 cx dì e... Quel termine di D, che non differisce da questo se non per l'alternazione degl'indici delle due lettere a, , .+. A"£a...) j-+ (Ac-f.A/cI_f-A"6-2...) z -h ec.=kp-h\/pl -+- k''p2-i-ec. Ora i coefficienti di j, 3, ec, risultano qui eguali a zero, essendo essi ciò che diventa 1) allorché alla let- tera a si sostituiscono successivamente le lettere b, e, ec. Dunque x = ^^Afo^AVVfrg- Art 4- Art, -+- A"rt2-H-c' conforme alla regola stabilita ; la quale rimane cosi pienamente dimostrata. N. B. Un termine qualunque di D è positivo o negativo, secondochè in esso il numero delle aliena- zioni tra gl'indici o, 1, 2, 3, ec. è pari o dispari. Il numero poi di queste alternazioni si determina, con- tando quanti alla destra di ciascun indice seguono in- dici minori. Consideriamo, per es. gl'indici del ter- mine absd d^ ez. L'indice 3, essendo seguito da due indici minori , ha subito rispetto ad essi due alter- nazioni. L'indice 4, essendo seguito da un solo in- dice minore, ha subito una soia alternazione. Così tra gl'indici del termine proposto hanno avuto luogo 8 Scienze tre alternazioni, e però ad esso si deve premettere il segno ( — ) meno. Caso in cui il numero delle incognite è maggiore del numero delle ecjuazionii Supponiamo dapprima che le incognite entrino in tutti i termini, e che siano n -+- i tra n equazio- ni. Per rappresentar questa ipotesi basterà moltipli- care i secondi membri delle (A) per una nuova in- cognita w, la quale, per semplificare, si può fare =D/x, rappresentando [J. un numero indeterminato. I valo- ri delle incognite saranno (B) ove A,A',A" ec B,B',B" ec. C, C, C" ec. sono i coef- ficienti che nel denominatore D moltiplicano rispet- tivamente le lettere a, at , a% ec, b, &M b2 ec, e, e,, C2.ec. Queste formule sono acconce evidentemen- te a dare in numeri interi i valori di x, y, z> ec. Alla esposta supposizione si può ricondurre la risoluzione in numeri interi di ogni equazione inde- terminata di primo grado. Infatti i.° Abbiasi (1) ax rfc by = e Perchè sia lecito di riguardare le incognite x,y, co- me numeri interi, si richiede manifestamente che il massimo divisore comune ai coefficienti «, fr,siapu- x = ( kp •+■ kp1 -+■ A"p2 ^r ec. ) (i, y = (Bp -+- B'^j -h B"p2 H- ec )?*> z = ( Cp -+• C'^i H- C'p2 -h ec )f*» Valori dell'incognite n ì»e divisore del numero e ; talché, se si considera la (ij come ridotta alla più semplice espressione, i coef- ficienti a, b debbono esser primi tra loro. In questa ipolesi sostituiamo nella (i) ex, ad x, z+zcr1 adj-, e dividiamo il risultato per e. Avremo (2) axì—bjl= 1 , la quale si risolve immediatamente in numeri interi col- la teoria delle frazioni continue. Sottratta la acxx — bcjx —e dalla (1), viene a ( x — exi )±è (jr *£; cyx ) = o. Quindi nelle (B) avremo D=«, p —=fzb,A = 1, w = y ±z cjt = D(J. = a^ x — cxj = A^ = q= ^, donde X = z+z b(i ■+• c.r, , j — a/x =p cj, . 2.0 Abbiasi una sola equazione tra n •+• 1 in- cognite. Si trovi una soluzione di essa, la quale si può ottenere eguagliando a zero tutte le incognite , meno due. Sottraendo siffatta equazione dalla propo- sta, si otterrà una nuova equazione col secondo mem- bro eguale a zero , alla quale aggiungendone n — 1 altre arbitrarie co'secondi membri eguali a zero, ci troveremo ricondotti a un sistema di equazioni riso- lubile colle formule (B). IO S C I E N Z E Caso in cui il numero delle incognite è minore del numero delle equazioni. Siano tra m incognite m -f- n equazioni (A). Ri- cavati i valori delle m incognite da m equazioni, e sostituiti nelle n equazioni rimanenti, si avranno in queste V equazioni generali di condizione, che deb- bono aver luogo tra i coefficienti delle equazioni date per la possibilità della loro coesistenza. Siano , per esempio, tre l'equazioni (A) tra le due incognite x, y. Le prime due daranno x== hjPjzt?x , Y = aPi ~~ a'p , abx — axb abx — axb e la terza darà l'equazion di condizione {bip — bpt) a2-+- (apt — a^) b2 — [abt — aj?) p2=o Rappresentiamo per (a, bt , c2 , ... ) la somma de'termini che sì derivano dal prodotto abt c2 d$ ..., alternando tra loro in tutti i modi possibili gl'indi- ci o, i, 2, 3, ec, e cangiando di segno ad ogni alter- nazione. Mediante questo simbolo si possono rappre- sentare direttamente le nominate equazioni di con- dizione. Così, se l'equazioni (A) sono quattro fra le due incognite x, j, le due equazioni di condizione saranno (a, bt , p2 ) == o , (a, bx , p3 ) = o , le quali poi debbono trar seco necessariamente le se- guenti Valori dell'incognite m (a, b* , p3 ) = o , (al , b2 , />3 ) = o. È facile a vedere che nel caso generale le re e- quazioni di condizione saranno della forma ( a, bt , c2 ... , pm ) ==o ( a, 6, , c2 ... , pm^x ) = o {a, bìt c2 ... , /j„^2) = o ec, ec. N. B. Supponiamo che le equazioni (A) , essen- do n di numero tra n incognite, abbiano nulli i se- condi membri. Divise tutte per una delle incognite, avremo n equazioni tra n — i incognite; e Yequa- zion di condizione sarà D= ( a, bt , c2 , ... ) = o . Ciò posto, se si conviene che le lettere p,plt p2,ec. dinotino numeri affatto arbitrari, le incognite x, jr, z, ec. si potranno rappresentare nel modo il più ge- nerale colle equazioni (B), essendoché la presente ipo- tesi coincide con quella a cui si riferiscono le equa- zioni (B) , allorché si fa fi»=:D|x= o. E si osservi esser lecito di fare *== o tutte le p, meno una. Per esempio fatto o =pl = p2— p2 = ec, verrà oc y z f"x = A= 1 = ^ eC- Questo caso si offre assai frequentemente nella geo- metria analitica. Merita di esser considerato il par- ia Scienze tito che ne ha tratto il sig. Cauchy nell' equazioni che ha dato dVmovimenti piccolissimi di un sistema di molecole ( Exercices d'analyse. Paris i83o, ). D. Chelini delle scuole pie. Biografia di Andrea Conti scritta da don BaU dassare Boncompagni de'' principi di Piombino* Ne el discorrer la vita e le opere de' valentuomini , due fini sommamente utili possono raggiugnersi: l'uno di onorarne la memoria, l'altro d'animar que' che ri- mangono a seguitarne la virtù ed il sapere. Argomen^ to opportuno a ciò ne porge quell'illustre Andrea Con- ti teste rapito alle scienze. Ed in vero all' eminente suo merito hen si conviene un tributo d'ammirazio- ne e di lode: e la sposizione di una vita passata tutta ne'buoni studi, e in far fiorire le matematiche, e mas- simamente l'astronomia, potrà esser forse all'animo de' giovani di alcuno stimolo per coltivare gloriosamente si nobili e sì utili discipline. Abbiamo quindi cagio- ne a sperare che queste notizie di lui e de'suoi scritti non torneranno discare a'nostri lettori. Andrea Conti nacque nel 1777 in Riofreddo , piccola terra della diocesi di Tivoli. Inviato a Roma fi- no da'primi suoi anni, fu affidato alle cure di un prete suo zio, il quale veggendo oltremodo vago di dottrina 1' animo del giovanetto , non mancò d' avviarlo alle Biografia di A. Conti i3 scuole del collegio romano, affinchè ivi desse opera ai consueti studi di grammatica e di belle lettere. Ini- ziato quindi alle matematiche, mostrò un amor cal- dissimo a queste scienze : e l'abate Calandrella che lo ebbe fra i suoi discepoli, conobbe meglio d'ogni al- tro quanto a tal maniera di occupazioni potesse riu- scire atta la mente del Conti. Perciò pose in lui un affetto singolare : e sovente lo avea seco, piacendosi d'introdurlo nelle più sottili ricerche dell'analisi; tal- ché in pochi anni il Conti non pur lasciò dietro a se di lungo intervallo i suoi coetanei, ma fu innan- zi altresì a molti che aveano consumato lunghissima età in siffatti studi. E però quando nel liceo grego- riano vacò la cattedra di fisico-matematica , i supe- riori di quello non videro persona di lui più acconcia al grave incarico. Egli lo tenne per ben quarant'anni: e con sì profonda dottrina, e con sì piacevoli modi, che lasciava ne'giovani allievi il più vivo desiderio di se, allorché si dipartivano dalla sua scuola. Infatti ebbe il Conti nell'insegnare quell'arte ammirabile che so- vente si desidera in uomini di gran fama e di vasto sapere : e per essa si cattivò la stima e l'affetto de'suoi discepoli, molti de'quali or vivono chiarissimi in que- sta città ed altrove. Ma ad altro ufficio, non meno importante che si fosse quello di professore, venne poscia chiamato il Conti, quando l'ab. Calandrelli desiderò nella nuova specola averlo a compagno delle sue fatiche. Cominciò allora tra il Conti ed il Calandrelli quell'amicizia, che fiorì poi tra loro per ben quarant'anni, e per cui il Conti non dubitò di ricusare uffici ed onori ben più lusinghieri, siccome quello di presidente all'osservato- rio di Bologna, e l'altro di educatore d'un giovane iA Scienze principe ereditario del trono in una delle principali corti d'Europa. Se non che ebbe egli a tanto affetto la ricompensa da lui bramata, quella cioè di esser corrisposto dall' amico con soavissima benevolenza. Laonde in questi due uomini chiarissimi trovossi assai ben avverato l'arnmirabil detto di Tullio, che nell'ani- mo dell'amico deesi veder quasi l'immagine di se mede- simo. In sì felice unione poterono essi in pochi anni condurre a termine i più ardui lavori d' astronomia. Appena infatti 1' osservatorio potè avere le princi- pali macchine, il Conti ivi diessi a stabilire gli ele- menti necessari alle operazioni da eseguirsi. E cono- scendo come principal cura di un astronomo dev'es- ser quella di determinare esattamente la latitudine del suo osservatorio , con un circolo moltiplicatore co- struito in Parigi dal Bellet intese il Conti a quest'im- portante lavoro, servendosi delle stelle circumpolari oc e § dell'orsa minore. L'Oriani, che allora dimorava in Roma e che fu sempre legato di dolcissima amicizia col nostro astronomo, si occupò anch'egli di questo elemento, osservando nella medesima specola la polare ed il B dell'orsa minore ad un celebre circolo ripe- titore di dodici pollici di diametro. Potè quindi il Conti paragonare il risultamene delle proprie osser- vazioni tanto con quello ottenuto dall'Oriani, quanto colla ultima cifra trovata dal Calandrella in molte os- servazioni falle ad un settore zenitale del Boscovich: e così la latitudine dell'osservatorio venne fissata di 4-1 -0 53,' 54," 32. Sicché prese il Conti a dedurne una tavola, medianle la quale potesse ottenersi l'altezza e longitudine del nonagesimo: stimando co'più illustri astronomi cosa essenzialissima, chi voglia aver più age- Biografia di A. Conti i5 voli ed esatti risultamenti, l'aggiungere alle tavole ge- nerali calcolate dal Leveque e da molti altri quelle del luogo dell'osservatore. E veramente il lavoro del Con- ti, mandato a slampa nel 1806, nulla lascia a deside- rare per chiarezza e per precisione. Ma già ad impresa più vasta egli ed i suoi com- pagni davano opera: e questa era la costruzione delle tavole di parallassi d'altezza e di longitudine : lavoro utilissimo, di cui gli stranieri calcolatori ben debbono a'nostri saper grado per aver essi tanto agevolato una via e lunga e difficile. Nel line delle tavole aggiunse il Conti il loro uso, qualora si calcolino le occultazioni delle fisse secondo il metodo suggerito dal Carlini nel- le effemeridi di Milano. Di questo metodo in una me- moria pubblicata due anni dopo espose molte impor- tanti applicazioni: mostrando come le occultazioni delle fisse dietro la luna fornissero un mezzo semplice ed esatto di calcolare le eclissi solari, quando non si co- noscono le posizioni del lembo del sole nell'immer- sione e nell'emersione. Appena questo scritto fu condotto a termine , egli dal nuovo strumento de'passaggi ebbe materia di altro lavoro. Allontanate le due cagioni di errore , che con mezzi meccanici voglion correggersi nell'uso di quesl'islromcnto , intese il Conti a costruire al- cune tavole per determinarne la deviazione dal pia- no del meridiano : e mentre negli osservatorii so- gliono collocarsi due mire , che si fanno corrispon- dere al filo di mezzo del micrometro, e da cui coli' aiuto del telescopio si deducono le deviazioni dell' istro mento (1), al Conti piacque piuttosto di deter- (1) Biot, Traile d'aslion. I. I. i6 Scienze minare col calcolo per ciascuna deviazione la corre- zione opportuna. Fermati così tutti gli elementi ne- cessari a ben condurre le astronomiche operazioni, il Conti, se più lungamente avesse avuto la direzione della specola, immaginava di costruire una tavola dì rifrazione media , per la quale i nostri osservatori più non fossero costretti di ricorrere a quella costruì-. ta dal Carlini pel clima di Milano. Essa avrebbe ser- vito altresì a render ragione d'alcune anomalie no- tate dai suoi colleghi in molte osservazioni, le quali essendo fatte co' medesimi stromenti e dai medesimi osservatori, facevano sospettare dell'esistenza di qual- che causa alteratrice, di cui non si fosse ancora tenu- to conto (i). Ne queste, di cui finora abbiamo parlato, furo- no le sole fatiche del nostro astronomo. Egli calco- lò con somma esattezza le eclissi solari del 1804 » 1811, 1816; le opposizioni di Giove e di Urano nel 1809: stabilì co' metodi dell' Oriani e del Legendre gli elementi delle comete apparse nel 1807 e nel 181 1; e dopo aver determinato le correzioni da usa- re nelle tavole d'Urano, costniite nel 1781 dall' Oriani pei cento gradi che il pianeta avea percorso della sua orbila da quell'anno fino al 1806, per mezzo di al- tre osservazioni sulle opposizioni di questo pianeta costruì le nuove tavole pel meridiano di Roma. Volle anche mostrar l'uso di un piccolo teodolite moltipli- catore di Reinchebach nelle geodetiche operazioni: e avvenne allora che si pensasse all'esecuzione di quel- l'utilissimo divisamento immaginato fino dal 1802: che (1) Richebach, Opusc. asti. 1816. Biografia di A. Conti 17 fu di stendere tfn& rete di triangoli sui principali edili- zi di Roma e dei dintorni, per determinarne colla mag- gior esattezza possibile la geografica posizione. L' il- lustre Linotte, ispettore de'lavori idraulici nello stato pontificio, misurò la base, cioè il lato del primo trian- golo: e le tre principali stazioni furono l1 osservato- rio, il casino dell'Aurora nella villa Ludovisi e la cro- ce collocata sulla cupola di S. Pietro. Il Conti espo- se i risultamene, a cui egli ed i suoi colleglli erano pervenuti, in un opuscolo pubblicato nel 1824 col ti- tolo di Posizione geografica de1 principali luoghi di Roma e de'' suoi contorni. Merita finalmente tra gli scritti del nostro astro- nomo peculiar menzione quella dotta memoria, inserita nel tomo XX degli atti della società italiana, in cui prende validamente a difendere una osservazione del celebre padre Audifredi domenicano sul passaggio di Venere, che il Pingrè aveva esaminato con poca giu- stezza, consigliando all'autore di sopprim,erla total- mente (1). Il Conti provò con molta dottrina che quel lavoro, in luogo di manifestare gli essenziali difetti che l'astronomo francese pretendea di avervi scoperto, meritava piuttosto l'attenzione e la stima di tutti gli scienziati. Venuta nel 1824 l'università gregoriana e coit essa la specola astronomica, per ordine del sommo pon- tefice Leone XII, in potere de'padri gesuiti, il Con- ti passò gli ultimi anni di sua vita in onorevol ri- poso. Ne perciò si rimase di cooperare al progres- so delle scienze, massimamente coll'intendere all'edu- (1) Mcmoires de l'acad. de Paris, 1765. G.A.T.LXXXV. 2 i8 Scienze cnzione di que'giovani che vedeva bramosi di colti- varle: non pure a ciò confortandoli con opportune lodi e con parole amorevoli1, ma aiutandoli eziandio con utili ammaestramenti. Nulla quindi a'buoni studi po- teva tornar più utile, che l'essere stato promosso l'uo- mo chiarissimo alla presidenza di quella veneranda riu- nione di dotti che ha nome di collegio filosofico, ed a cui tra molti importanti incarichi quello pur s'appar- tiene di esaminare i giovani destinati a ricevere i gra- di nella romana università. In sì onorevole ufficio , che tenne per circa dieci anni, egli usò una integrità e diligenza maravigliosa: e seppe co'suoi be'modi ren- dersi caro a que'medesimi, le cui brame non poteva far paghe senza venir meno a' propri doveri. Erano già tre anni che il Conti aveva lasciato la specola, quando perdette il suo dolcissimo amico, l'ab- Giuseppe Calandrella Ne qui credo dover andare in. molte parole narrando il dolore acerbissimo che que- sta perdita dovè recare al cuore di lui : perocché a giudicarne basterà quanto si è detto intorno all'unione strettissima, nella quale vissero questi due illustri uo- mini. Rammenterò solamente come l'affetto, che il Con- ti ebbe tenerissimo al suo collega, non fu già spento dalla morte: ma in lui anzi durò sì vivo, che da in- di il più soave suo ricreamento fu quello di narrare le belle azioni dell'amico, ripeterne i detti, lodarne la virtù e la dottrina. Ne il Calandrelli potea lasciargli più piacevole incarico, quando lo elesse depositario di tutti i suoi scritti. Imperocché non è a dire qual di* letto prendesse il Conti nel riveder le fatiche di quell* uomo dottissimo, molte eziandio illustrandone colle proprie meditazioni. Così fu di quel problema mecca- nico che il sommo geometra Riccati avea proposto al Biografia di A. Conti 19 Pessuti ed al Calandrella Consisteva esso nel determi- nare in un circolo, il cui piano è normale all'orizzon- te, un arco, la cui corda possa percorrersi nello stesso tempo che due corde uguali sottendenti ciascuna la metcì di quest'arco. Egli, partendo da nuovi princi- pe, pervenne a stabilire alcune forinole più semplici, applicabili altresì al caso di un numero qualunque di corde: del che niuno prima di lui aveva trattato. Non molti anni il Conti sopravvisse all' amico. Nella state del 1839 fu minacciato da un idrope di petto; e ben presto i sintomi tanto si raggravarono, che tolsero ogni speranza della sua vita. Conservò se- rena la mente e placido il volto fino agli estremi suoi giorni: e tra le braccia di molti amici e discepoli, che ad assisterlo e sollevarlo eran solleciti, la mattina del 12 di febbraio 1840 rendè l'anima al suo creatore. Il suo passaggio fu quello dell'uomo giusto: così i con- forti della religione e la rimembranza d'una vita in- colpabile vengon sempre dolcissime a temperare le an- gosce di morte ! Molti furono che piansero la sua per- dita, perchè a molti fu utile, molesto a nessuno. Il suo vivere fu quello del vero saggio: ed i suoi modi, leali e semplici, sommamente piacevano a quanti avevano occasione di star con lui. Invidia ed ambizione mai non turbaron la pace del suo animo: ed in altro non trovò maggior diletto che in beneficare altrui. Manifesta prova volle anche morendo lasciar di ciò, chiamando il più povero tra'suoi nipoti ad ereditare que'pochi be- ni che le sue fatiche ed il temperato vivere gli aveano procurato. Altre somme poi ed altri oggetti da lui pos- seduti legò alle persone che lo avevano assistito, ed agli amici , de' quali niuno fu a cui non rimanes- se di lui qualche cara memoria. Giace il suo corpo ao Scienze nel cimi feri o al campo verano , ove vedesi decorato di modesto monumento colta seguente iscrizione: HEIC. IN. PACE. ^ COMPOSITVS. EST ANDREAS. CONTI. CIVIS. ROM. VIR- AETATIS. SVAE VIRTVTE. ET. DOCTRlNA. PRINCEPS PRAESES. COLLEG. PHILOSOPHORVM. VRBIS ADU5CTVS. IN. COET\'M. 1TAUCVM. XL. VIR DTSCIPMNIS. ET. ARTIBVS. CONFORMANDO QVI. IN. LICEO. ROM. DOCTOR. PHYSICES INGENIO. ET. SC.RIPTIS. CLARVIT IOSEPHO. CALANDRELLI ÀVCTORI. ASTRONOMIAE. IN. VRBE. COLÉNDAE STVDIORVM. SOCIETATE. PAR. FAMA. PROX1MVS" DEC. PRID. ID. FEBR. A. MDCCCXL. A. N. LXXIII KAROLVS. RIGCHEBACH. HAER. FID. T. P. EX. ASSE Cenni sulle cause delVappoplesia, e sulle pre- cauzioni necessarie ad aversi contro questo malore : del dottor angelo Sor goni membro di molte accademie medico - chirurgiche, e pri- mo medico della città di Ripatransone. u, n morbo, che sopra tutti gli altri mali ha per- cosso sempre ed atterrito fortemente 1' umano spiri- to, e l'appoplcsia. In ogni tempo questo morbo me- desimo, a motivo di sua fierezza, ha eccitato il pen- siero di ogni uomo, ed in modo particolare ha ccci- Cause deli.' appoplesia 21 tato la mente del medico filosofo, che non ha mai cessato di considerarlo in tutti i suoi rapporti per po- terne conoscere la natura, e per istahilirne quindi il più ragionevol metodo curativo. E di fatti coià gli uo- mini più rinomati nell'arte salutare, come i meno di- stinti nella medesima, dettero opera a tale argomen- to, onde averne il desiderato scopo. Ippocrate, Teo- filo Paracelso, Galeno, Avicenna , Areteo , Berenga- rio, Celso, Celio Aureliano, ed altri ne'remoti tem- pi; dipoi Sennerto, Lancisi, Willis, Pechelin, Por- tal, Winslow, Borsieri, Vephel , Lodoig, Morgagni, ed altri, a'quali si aggiunsero tanti altri autori non molto lontani da' tempi nostri, tutti studiarono l'ap- poplesia, e colla scorta di una o di altra opinione, e con mezzi analoghi all'opinione da loro preconizza- ta,dimostrarono fin dove era loro possibile il cono- scimento della natura del morbo appopletico, e dei medici sussidi per combatterlo. Ma in mezzo a tan- te idee emesse da tanti autori relativamente all'ap- poplesia , è rimasta sempre ferma ed inconcussa la gran sentenza, che « qui semel fuit apopleticus, sem- per erit apopleticus. » Il che addimostra che per quante siano state le filosofiche indagini sopra una tanto terribile malattia, e sopra i mezzi curativi per tentarne la guarigione, quest'indagine e questi mezzi non hanno fin qui corrisposto interamente al line, che si propose l'istitutore di siffatte indagini mede- sime. Per il che da tanti sforzi inefficaci sbigottite le umane menti, e più sbigottite alla vista del mor- mo appopletico tanto frequente a'nostri giorni, si pen- sò di fare uno studio più accurato di quel che in ad- dietro si fosse fatto sulle cause produttrici l'appople- sia e sulle necessarie precauzioni, nel riflesso di pò- 22 Scienze ter evitare con siffatto studio un tanto malore, il qua- le sviluppato rende inutili per lo più i nostri prov- vedimenti. Delle quali cause ed analoghe precauzio- ni qui si viene a far cenno. Pertanto tutte le cagioni di detto morbo furo- no distinte in due classi , cioè in predisponente ed in efliciente: considerando nelle prime ciò cbe è pro- prio dell'organizzazione, e nelle seconde quel che agisce in essa. Nella prima classe si comprendono le cause pro- duttrici Tappoplesia, consistenti nell'ereditaria predi- sposizione, nella struttura del corpo, nell'età, e nello sviluppo di alcune malattie. Per ereditaria predisposizione si è inteso di di- re quello stato di organica correlazione tra genito- ri e figli, per cui la lesione de'primi si ripete anche ne'secondi. Questa ereditaria predisposizione noi non possiamo che dedurre da'fatti antecedenti: e così de- dotta può servir di norma, onde far uso di tutte le cautele necessarie per evitare le cause efficienti ed anche perchè con nuove pratiche e con nuove abi- tudini, che tanto modificano l'organismo, si possa in- pedire lo scoppio dell' appoplesia pel rapporto della predisposizione. E tutto ciò può ottenersi colle precau- zioni, che diremo doversi avere intorno a'vari tempe- ramenti. Per is trattura del corpo vuoisi intendere non so- lo quel cosi detto abito di corpo appopletico, ossia quell'esteriore visibile dell'umano organismo, che si annunzia singolarmente con testa voluminosa, collo breve, corpo obeso e tardo , faccia ed occhi turgidi ed iniettati, movimenlo della persona pigro e lento, lacilità di passaggio dal riso al pianto, e per contra- Cause dell' appoplesia 23 rio dal piangere al ridere, facilità anche al sonno, e questo lungo e profondo; ma ancora per istruttura appopletica di corpo voglionsi intendere quelle intrin- seche condizioni dell'organismo, per le quali si può sviluppare l'appoplesia. Sotto questo riguardo devo- no esser al sommo considerati i temperamenti: e que- sti sono essenzialmente il sanguigno, il nervoso, ed il linfatico, col predominio de'quali in modo parti- colare nell'organo encefalico può aver luogo lo scop- pio appopletico. E di fatti predominando sopra tutti gli altri sistemi l'azione dell'irrigatore sanguigno, in che vuoisi far cosistere il sanguigno temperamento, allor- ché quest'azione è più energica al capo che in al- tre parti, non è molto difficile lo svipuppo dell'appo- plesia dietro l'azione di cause efficienti attive sull'ap- parato celebrale, che disequilibrino i rapporti dina- mici della circolazione. Così pure predominando su- gli altri sistemi l'azione del tessuto nervoso, in che si fa consistere il nervoso temperamento, quando una tale azione è più marcata che altrove nel cervello, può avvenire, dietro cause efficienti relative al ner- veo tessuto , o che la funzione di questo rimanga sconcertata nel centro cerebrale in modo da produr- re paralisi, ovvero che per le turbate funzioni dello stesso sistema nervoso resti profondamente alterata la circolazione del sangue nel luogo corrispondente al centro della sconcertata nervea funzione, e si dia per siffatta guisa origine all'appoplesia. Così pure infine predominando sugli altri sistemi l'azione de'vasi linfa- tici, in che vuoisi far consistere il temperamento lin- fatico, se quest'azione nell'apparato cerebrale è più attiva che in altre parti, può prodursi l'appoplesia in seguito all'azione delle cause efficienti relative iùiiu- 24 Scienze dosimi vasi linfatici. Ed in questa maniera può ac- cadere lo sviluppo delle tre specie di appoplesia, cioè dell'appoplesia sanguigna, nervosa, e linfatica. Contro ciascuna delle stesse forme appopletiche conviene adoprare un metodo di precauzione analo- go alla natura de' temperamenti sanguigno, nervoso, e linfatico: ed analogo in conseguenza alle cause in- fluenti al predominio di uno piuttosto che di un al- tro temperamento. Così allorché si ravviserà predo- minante il temperamento sanguigno, converrà non so- lo astenersi da tutto ciò che influisce a siffatto tem- peramento, come dall'abuso delle carni, ed in gene- rale converrà astenersi dal soverchio uso delle cose stimolanti , ma si dovranno praticare sostanze oppo- poste alle calide, come erbaggi, bevande refrigeranti. Quindi con siffatti mezzi convien procurare di riu- scir nell'intento di deprimere il temperamento san- guigno, e di fare abitudine in tutto ciò che apporta una modificazione dei sanguigno temperamento. Così pure predominando il temperamento nervoso , onde evitare gli effetti funesti di questo predominio, con- viene schivare l'impressione di tutte quelle cause fi- siche e morali , che eccitano troppo soverchiamente il sistema ne'nervi. Lo scopo in questo caso, a cui convien pergiungere, si è quello di porsi in tali cir- costanze fisiche e morali, dalle quali l'individuo non viene eccitato a funzioni del suo nervoso sistema trop- po energiche, predominanti in conseguenza sulle fun- zioni di tutti gli altri organici apparali. In mezzo al- la moderazione delle nervee funzioni, e delle cause fisiche e morali poco eccitanti il nervoso tessuto, si può conseguire lo scopo di modificare il temperamen- to nervoso. Modificazione necessaria al fine , che qui Cause dell' appoplesia 25 si propone, vale a dire al conseguimento di evitare l'affetto funesto in discorso come risultato di troppo energica funzione del sistema de'nervi. Predominando infine il temperamento linfatico fa duopo esimersi da quelle cagioni morbose elle sono relative al tes- suto linfatico, e per le quali questo tessuto esercita le propie funzioni con predominio su quelle degli al- tri sistemi. Tali cause sono, per esempio, l'abitare in sito basso ed umido, il far uso di cibi non atti ad una normale ematosi quantunque assimilabili. L' e- simersi da queste cagioni , e 1' adottare quelle abi- tudini relative a qualunque mezzo igienico, che pos- sa portare una modificazione al temperamento linfa- tico, promovendo circostanze che conducono ad al- tro temperamento , sono quelle cose che si devono praticare in caso di linfatico temperamento per evi- tare lo scoppio dell' appoplesia linfatica. Pertanto in ciascuno de' temperamenti sopra con- siderati quando si trova il grado eccessivo de'mede- simi, da cui può essere originata l' appoplesia, convie- ne adottare la massima di ;< mutare hominem: » va- le a dire di stabilire nell'organismo un nuovo tem- peramento con adattato regime dietetico, con nuove abitudini, e coll'avvertenza che questo nuovo tempe- ramento abbia ad essere entro le dimensioni della moderazione. Nelle cause predisponenti dell'appoplesia si disse esser l'età. Dietro molte osservazioni risulta l'influen- za, che l'età può avere nel producimento del colpo appopletico: e quest'età si è notato essere specialmen- te dai quaranta ai sessant'anni. In siffatti tempi sem- brano giungere al loro completo sviluppo quelle or- ganiche condizioni , che sopra furono esaminate di- 26 S C ! E N % K scorrendo de'temperamenti, per le quali vien prodot- ta l'appoplesia. Per il che se in ogni tempo si devo- no porre in pratica quelle precauzioni , che già fu- rono notate relativamente a vari temperamenti, mol- to più nell'intervallo, che decorre dai quaranta ai ses- sant'anni le medesime precauzioni fa duopo mettere in uso, onde evitare in questo stesso intervallo il fune- sto malore in discorso. In fine tra le cause predisponenti all' appoplesia sono state annoverate alcune malattie, che qui ver- ranno distinte secondo il tessuto organico, a cui so- no riferibili, ed in conseguenza secondo l'ordine del- le riflessioni su i vari temperamenti sopra esposte. Ed intanto in rapporto al sistema vascolare sangui- gno gli autori hanno notato, che l'ipertrofia del cuo- re sia un morbo, che dispone all'appoplesia. Di ve- ro non è raro il caso nella pratica medica di osser- vare in quegl'individui, che sono affetti d' aneurisma del cuore, o da vizio organico o da altra alterazione ne'vasi maggiori , lo sviluppo del colpo appopletico. Io tra i vari casi, che mi si sono presentati nel mio medico esercizio relativi alla successione appopletica come conseguenza dello stato morboso de'vasi mag- giori, rammento il fatto accaduto non ha guari nel- la persona del sig. conte Francesco Mannelli di Ar- cevia. Questo soggetto di 65 anni, di temperamen- to sanguigno, per causa di patemi d'animo deprimen- ti soffrì molti e continui dinamici perturbamenti nel- la funzione del sistema irrigatore sanguigno , i qua- li in progresso di tempo produssero la lenta angioi- ne. Come conseguenza di questo malore, dopo lungo tempo si ebbe a notare nello stesso soggetto l'esisten- za d'un vizio organico ne'vasi maggiori, il quale ve- Cause dell' appoplesia 27 niva dimostrato dalla costante irregolarità de' battiti del cuore , e di quelli del polso, da una certa op- pressione di respiro quando più e quando meno for- te, dal suo abito di corpo, nel mentre che i sintomi flogistici sembravano più non esistere. Poche erano le precauzioni usate dal Mannelli: poiché eccettuata qualche emissione di sangue, ch'egli si faceva ne'mo- menti di maggiore oppressione di respiro , non con- sultava la sua condizione di salute, anzi contro al- la medesima si dette negli ultimi anni di sua vita all'impiego di governatore, tanto opposto a quella quie- te di spirito, che si sarebbe richiesta dal suo fisico. In mezzo pertanto a quegli uffici, ch'egli con tanto giusto zelo esercitava, e da' quali veniva talora marto- riato, all'improvviso con un colpo appopletico fulmi- nante finì i suoi giorni. Ma non solo nello stato cronico si realizza la suddetta successione dell'appoplesia all'alterazione del sistema vascolare sanguigno : essa si sviluppa ancora nello stato acuto della vascolare lesione. E veramen- te il sig. avvocato Pacifico Illuminati di Ripatranso* ne, di temperamento sanguigno, di circa 5o anni, di abito pletorico, di quando in quando facevasi salas- sare , specialmente quando si sentia una certa op- pressione al petto, che gli rendeva difficile la respi- razione. In una circostanza, in cui venne da lui tra- scurata la sanguigna, ed in un punto nel quale egli soffriva d'indigestione, fu sorpreso da difficoltà di re- spiro, che si aumentava sotto qualunque movimento fatto dall'infermo, il quale era obbligato a rimanersi seduto col corpo inchinato all'avanti, aveva palpita- zioni irregolari al cuore, battiti visibili delle caroti- di, irregolarità e piccolezza di polso , il color delle a8 Scienze labbra violetto, quello della l'accia pur violaceo, ave- va e Jematose le estremità interiori e superiori in tut- ta la mano, come anche aveva bisogno spesso di bere. Per la manifestazione di tali sintomi fu giudicato , che quella condizione morbosa vascolare, la quale ob- bligava l'infermo a praticare di quando in quando il salasso, fosse stata la causa di un versamento sieroso nel pericardio, siccome di ciò davano dimostrazione i sintomi sopraesposti sviluppati in questo soggetto. Pochi giorni il suddetto Illuminati rimase nello sta- to succitato, dopo de'quali fu colpito dall'appoplesia, che lo condusse alla tomba. Oltredicbè, rapporto alla lesione del sistema va- scolare, esistono molti fatti di appoplesia succeduta al processo flogistico, in ìspecialità cerebrale. Relativamente al tessuto nervoso si danno ma- lattie de'nervi che dispongono al colpo appopletico: e difatti tra le medesime si vogliono in singoiar modo notare la vertigine, l'epilessia, e la mania nervosa. Più volte io ho visto vertiginosi, epiletici, e maniaci, che tali erano per decisa alterazione del nervoso tessuto, finire i loro giorni coll'appoplesia. In fine, riguardo al sistema linfatico, vi sono al- cuni morbi appartenenti a questo tessuto, i quali han- no tutta la disposizione al producimento dell'appople- sia. Qui in proposito vuoisi notare singolarmente tut- to ciò, che dispone al così detto idrocefalo appopleti- co, a cui si è riferita l'appoplesia sierosa de'vecchi e de'bambini risultante dalla cachessia. In conseguenza gl'individui affievoliti dalle scrofole, dall'abito di cor- po leuco flemmatico, e con altri consimili caratteri, so- no quelli che possono rimanere affetti dall'appoplesia relativa al tessuto linfatico. Cause dell' appoplesia 29 I mezzi di precauzione, che potranno impedire nelle suddette malattie lo scoppio appopletico, consi- stono in que'medici sussidi, i quali sono stati ricono- sciuti efficaci a vincere ciascuno de'sopraccennati mor- bi predisponenti all'appoplesia. Ma per evitare l'appoplesia non solo conviene adottare precauzioni relative alle cause predisponen- ti di questo malore, bisogna ancora valutare le cause efficienti del morbo in discorso per potersene pre- servare. Le cause efficienti il colpo appopletico sono com- prese nella seconda classe delle cagioni di quesla ma- lattia. Tali sono la ripienezza del ventricolo, i vapo- ri, come quelli del carbone die portano impedimento alla respirazione, l'aspirazione sostenuta a gran for- za , come avviene col suonare isti'omenti da fiato , col canto, e con altri sforzi, ebe fanno obice al san- gue nel suo ritorno dalle giugulari. Queste cause ef- ficienti consistono pure nell'abuso del vino, nell'in- gestione di alcuni narcotici, come in quella dell'op- pio, nel colpo di sole, negli eccessi repentini di co- lera, nelle stufe troppo riscaldate, nello spirar de'venti siroccali alternali co'seltentrionali, nelle stagioni cal- do-umid*e, in un eccesso di forte febbre. Sono pure cau- se efficienti il colpo appopletico alcune condizioni elet- triebe dell' atmosfera , la stagione di primavera e di autunno, i forti patemi, gli accessi di collera, ed al- tra causa morale, che specialmente agisce nell'appa- rato cerebrale, od in quello cardiaco. Tali presso a poco sono le cause efficienti il colpo appopletico che sono riconosciute come produttrici del morbo in di- scorso. Intorno le medesime, onde esser ravvisate nei loro rapporti colle varie parti dell'umano organismo, 3o Scienze si stima utile il riflettere, che queste cause devono esser considerate secondo il loro rispettivo modo di agire ne'vari tessuti organici , e secondo la loro af- finità piuttosto con una che con altra parte dell'u- mano organismo. Tutto ciò dee riflettersi affine si ren- dano manifeste quelle precauzioni, che sono da ese- guirsi a tenore di una o di altra cagione, ed a te- nore di uno o di altro tessuto dalla stessa cagione impegnato. In quanto al modo di agire delle cause efficien- ti il colpo appopletico, voglionsi distinguere queste ca- gioni in meccanico-organiche, in dinamico-organiche, e chimico-organiche. Per cause meccanico-organiche efficienti l'appoplesia si ritengono quelle, che porgono ostacolo alla libera circolazione del sangue, come gli sforzi fatti o col suonare, o coll'espulsione del par- to, ec. Per cause dinamiche efficienti il morbo appo- pletico voglionsi intendere quelle, che agendo eletti- vamente sul capo, producono ivi tale alterazione nei movimenti del sangue, che da siffatta alterazione re- sta prodotto nel cervello un sanguigno accumulamen- to, come ciò viene cagionato dall'oppio, dal vino, ec: e sono pure cause dinamiche efficienti l'appoplesia quel- le, che agendo in modo elettivo sul centro cerebra- le , producono nella sostanza del cervello tale di- sordine ne'suoi organici rapporti da costituire l'appo- plesia, come di ciò si ha esempio risultante dalle cau- se morali. In fine cause chimico-organiche efficienti l'appoplesia diconsi quelle, che inducono nel tessuto nervoso-vascolare o nel tessuto linfatico quella su- scettività, che è capace di produrre l'appoplesia, sic- come tale effetto può esser cagionato da soverchi o non sani alimenti. Cause dell' appoplesia 3 1 Relativamente all'affinità delle cause morbose in discorso con uno o con altro tessuto, con uno o con altro viscere, fa duopo distinguere tutte le suddette cagioni in tre classi, in quelle cioè che sono in rap- porto colla cute e colle membrane , in quelle cbe sono in relazion col sistema vascolare sanguigno, ed in quelle che hanno rapporto col sistema nervoso. Voglionsi considerare in relazione colla cute e col- le membrane l'atmosfera e le vicende atmosferiche , che possono disequilibrare 1' assorbimento e 1' esala- zione, che sono le funzioni delle citate parti, e pos- sono cagionare dietro organica predisposizione , spe- cialmente col predominio del temperamento linfatico, quel sieroso versamento nella cavità cerebrale, don- de trae origine l'appoplesia linfatica. Quindi ogni pre- cauzione riguardo alle narrate cagioni dee aversi in modo particolare da chi ha linfatico temperamento, sic- come sopra si è esposto intorno alle precauzioni da doversi tenere allorquando si trova predominante sif- fatto temperamento. Le cause, che sono in rapporto col sistema sanguigno, sono gli alimenti: per tali ca- gioni, sieno considerate nella loro quantità o ecces- siva o difettiva , ovvero sieno considerate nella loro qualità, si può ingenerare nell'apparato del sistema vascolare sanguigno quello stato di vascolare turge- scenza, da cui può esser prodotta l'appoplesia. Di più poi questo malore avrà sviluppo se le suddette ca- gioni ritrovano nell'apparato cerebrale la predisposi- zione già sopra notata consistente nel sanguigno tem- peramento. In conseguenza nel rapporto , che esi- ste tra le cause morbose in discorso ed il sistema va- scolare sanguigno, ogni precauzione si dee avere sul- l'uso degli alimenti , mentre una soverchia quantità 32 Scienze de'medesimi, siccome una quantità di essi troppo di- fettosa, e la cattiva loro qualità, può esser causa dello sviluppo del colpo appoplctico. Le quali precauzioni devonsi avere specialmente da quell'individuo, in cui rinviensi il temperameuto sanguigno congiunto all'or- ganica appopletica struttura. In fine le cause, che so- no in relazione col sistema nervoso, si distinguono in fisiche e morali: nelle fisiche vuoisi specialmente rav- visare il fluido elettrico: per il che negli elettrici di- sequilibri dell'atmosfera, ed in condizione di maggiore sviluppo di elettricità, succedono di frequente gli scon- certi anche gravi del sistema nervoso specialmente in chi ha predisposizione a siffatti sconcerti, vale adire in quegl'individui, ne'quali esiste predominante sugli altri sistemi il sistema nervoso. Le cause morali poi si devono considerare o come agenti lentamente sul tesuto dé'nervi, ovvero come agenti con grave impe- to. Quelle che lentamente agiscono , e che durano molto tempo, finiscono per lo più col producamento delle più profonde lesioni del sistema nervoso : le quali lesioni hanno una forma particolare di svilup- po a tenore dell' organica predisposizione. Per il che non di rado si produce in questi casi 1' appoplesia in chi è atteggiato a siffatto malore in forza di ner- voso temperamento predominante nel capo. Le cause morali , che con grave impeto agiscono nel sistema nervoso, non lasciano mai di produrre turbamenti gra- vissimi nel nerveo sistema sin dal momento della lo- ro prima azione. Che se in questo momento avviene, che il paziente risorga dall' azione di tal causa, non è che un' apparenza siffatto risorgimento, mentre que' segreti organici rapporti, che tengono in equilibrio il sistema de' nervi , è ben difficile in questo caso che Cause dell'appoplesia 33 riprendano il loro ordine normale. Ed è questa sin- golarmente la causa principale, per cui nelle vicende politiche, nelle gravi perdite economiche, ed in altro di consimile natura, que'soggetti, che ne rimangono fortemente vessati, non risorgano da'loro fisici disse- sti prodotti da tali cagioni. Le quali politiche vicen- de e perdite economiche in questi nostri tempi in modo singolare sonosi presentate: e per siffatti motivi tanto di frequente oggi si notano i gravi sconcerti del sistema nervoso , siccome frequentissimamente oggi pur si nota lo scoppio appopletico, che vuoisi risguar- dare quale risultato di dette morali cagioni. Ed in que- sti casi di politico-morali vicende quantunque il pa- ziente, che fu il hersaglio delle medesime, semhri ri- sorgere in progresso di tempo dalle sue sciagure, pur nondimeno la sua risorsa non è che apparente: men- tre il sistema nervoso in quest'infelice, che soggiacque a profondissime lesioni ne'suoi organici rapporti, tan- to considerate nel nerveo tessuto quanto nella circo- lazione del sangue, od in qualunque altra funzione dell'organismo, questo sistema nervoso così leso non si libera dai suoi sconcerti , i quali presto o tardi conducono alla tomba il paziente, e per lo più con uno de'più terribili malori, coll'appoplesia. Contro gli effetti delle sunnominate morali ca- gioni non si può mettere in pratica la terapeutica di- retta da' farmachi sussidi; ma vi vuole una medicina psichica, un metodo di cura costituito tutto da'mezzi morali. I farmachi in questo caso non hanno alcuna efficacia, se pur non sono dannosi : e difalti si me- dichi pur quanto si vuole con rimedi farmaceutici un infelice vessato da patemi d' animo , e si vedrà elT essi sono infruttuosi, mentre la salute di quest' iu- G.A.T.LXXXV. 3 34 Scienze dividuo, se non deteriora solto di tal medicatura, van- taggio certamente non ne riceve. I mezzi curativi mo- rali vogliono consistere in questi casi nel porre il paziente in circostanze opposte a quelle morali vi- cende, che furono le cause morbose delle alterazioni di quest'individuo: od almeno nel porlo in circostan- ze tali , che possano distrarre il medesimo soggetto dalla sua triste posizione. Devonsi pure avere in con- siderazione nello stato dell'individuo, che qui si con- templa, gli altri dati, oltre quelli del sistema nervoso, che possano essere relativi alla condizione dinamica, o chimico-organica di qualche viscere o parte: e que- sti dati potranno esigere rimedi farmaceutici. Ma egli sarà sempre vero , che per evitare i funesti morbosi effetti delle cause morali, e tra questi il più formi- dabile, l'appoplesia, in chi è vessato da tali cause, tut- te le precauzioni si riducono a'mezzi morali contra- ri a siffatte cagioni. Continuazione e fine del ragionamento di ago- stino Cappello per la restaurazione dei bagni minerali presso Tivoli, letto alla pontificia ac- cademia dei lincei nel dì 28 settembre 1840. Articolo III. A seconda di quello che fu annunziato nel i°. ar- ticolo di questo ragionamento sembrava, o lincei, che oggi io dovessi rendervi conto del succeduto ripri- stinamento dei Lagni minerali presso Tivoli (1). Ma sì scoraggianti furono i risultati ottenuti per la pro- posta impresa di alcuni di que'cittadini, che abortì finora il desiderato obbietto. Ciò nulla ostante io non trascurai di eccitare indirettamente in questa capita- le taluni personaggi, i quali o per autorità o per ab- bondo voli dovizie concorrer potessero al salubre ri- storamento. Veduto peraltro che da questo lato an- cora riuscivano vane le mie cure, non ho voluto tut- tavia mancare al proseguimento che mi è dato di rag- giungere. Nel secondo lavoro dell'anno decorso, a voi ras- segnato e fatto di pubblica ragione , mi era io pro- posto d'istituire novelle chimiche indagini; ma dopo maturo consiglio ho reputato per ora bastevole l'ana- (1) Ragionamento per la restaurazione Hei bagni minerali, art. I, pag. 5; giorn. arcadico tom. LXXI, pag. 5o. 36 Scienze litico esame chimico in detto articolo pubblicato (i). A scanso poi di risparmiare la lettura di molte mor- bose istorie clie potrebbonsi narrare, si accenneranno i fatti più luminosi da me e da altri praticamente osservati dell'uso medico delle acque albule. Né sa- ranno omesse le varie modificazioni, che nell'adoprar le medesime possano dal medico precipuamente re- putarsi a proposito. Da ultimo, per compiere il me- glio che mi è possibile questo discorso , indicherò i generali regolamenti, mercè de'quali conoscansi i di- versi modi e tempi per la igienica e terapeutica pre- scrizione di queste preziose acque : quantunque se ne sia dato alcun cenno nei precedenti articoli. Mi gode pertanto l'animo il dirvi, che malgra- do di quel ristoramento andato fin qui a vuoto , e malgrado della totale mancanza de' comodi in quel copiosissimo fonte minerale, anche nell'anno corrente alcuni infermi, per eccitamento non meno mio che di valenti medici di questa capitale, si sono moltis- simo giovati delle sue acque. Ne a voi sarà discaro, o lincei , l'udire che un celebratissimo nostro socio onorario, Giuseppe Frank , espresse il desiderio di visitare meco quelle albule cotanto predilette al pri- mo imperatore che fu nel mondo , e da un Galeno poscia le sole stimate utili nell'illuminata ed estesa sua clinica. Nel dì 21 aprile di quest'anno alle ore 8 della mattina il lodato consiglier Frank colla rispettabile 'il Continuazione del ragionamento per la restaurazione elei bagni minerali, art. i, pag. 18-24 e 29; giorn. arcadico toni. LXXX, pug. 275-281-6286. Bagni in Tivoli 3y sua famiglia, e col nostro egregio collega prof. Pao- lo Baroni, ci trovammo sul rinomato lago. Segnava il termometro di lieaumur 12 gradi di temperatura: e tostochè fu immerso nelle acque albule, ascese a i5 gradi. Gustate le medesime da quei signori, risveglios- si l'istessa sorpresa che suscitata erasi nei compagni dell'anno precedente , maravigliando che una tanta ricchezza così prossima ad una Roma si vedesse total- mente negletta (1). Di vero è si preziosa la terapeutica ed igienica loro facoltà, che ogni persona di buon senso ne resta pienamente persuasa non solo per l'autorevo- le antica sapienza, ma ancona per le fisico-chimiche proprietà, e per le odierne sperimentate virtù in onta degli accennati ostacoli. Voi rammenterete, o illustri accademici, che im- pulso non lieve a quest'argomento mi ridestò l'egre- (1) Il Sebastiani nel suo viaggio a Tivoli pag. 199 dice, che il Conti professore di farmacia, poco prima che fatalmente morisse, dovesse con altro professore portarsi al bagno delle acque albu- le per la loro analisi chimica. Il Sebastiani è in equivoco: giac- ché il Conti, di cui ho io dovuto lodarmi in altro mio lavoro (Opuscoli scelti pag. a65 ), fin dal 1810 aveva assicurato di coa- diuvarmi nel chimico esame di esse acque. Chà anzi vedendomi di ciò desideroso l'ottimo professor Morichini, benemerentissimo eziandio in siffatte chimiche ricerche, passando a Tivoli per gli Abruzzi nel 1812, portossi meco ad osservare attentamente le al- bule, e si prese la cura di rinnovare, siccome molte volle rinno- vò, ma indarno, le sue premure perchè il Conti adempisse la promessa. Vuoisi però dire che il Conti era pigrissimo a muo- versi di Roma per la infelice sua fisica costituzione. D' altronde aveva conosciuto il Sebastiani cotesto mio desiderio non solo nella storia del Viola, ma soprattutto nel mio saggio sulla topo- grafia fisica del suolo di Tivoli , di cui esso parla in nota del suddetto suo viaggio a Tivoli fpag. 69 e 70) con parole di so- verchia lode. 38 Scienze gio prof. Monti, quando ora medico in Tivoli. Pas- salo dipoi in Ancona, ove al presente dirige quel ri- nomato manicomio, con una sua lettera da me fat- ta di pubblico diritto nel i°. articolo del mio ra- gionamento , aggiungeva egli ebe mi avrebbe in ap- presso mandate le sue cliniche osservazioni sopra le acque albule: le quali pervenutemi non ha guari, pas- so a narrarle colle stesse sue parole. « Di Ancona 7 aprile 1840. Rispettabile Aulico « Perchè mi manifestate che a compiere l'uti- « le e dotto vostro lavoro sulle acque albule, vi ò « bastevole di sapere da me con brevità di parole « la sostanza delle osservazioni cliniche da me fat- te te sugli effetti curativi delle medesime, cosi colla « presente io mi vi sforzerò nella miglior maniera che « mi permettono di farlo le molte occupazioni a cui « sono ora dedicato. Vi dirò pertanto che nel decorso « di più di cinque anni, nei quali esercitai la medi- li cina in Tivoli, io spessissimo volte mi serviva della «' possente virtù curativa delle dette acque, nelle due « stagioni dell'anno , la primavera e l'estate, per la « curagione di molti e vari morbi cronici : ossia di « quella famiglia di moi'bi, nei quali la composizione « dei fluidi è universalmente o parzialmente innor- « male per la presenza in essi di principii morbiferi « che tendono a dissassimilare le composizioni vitali, « e contro dei quali la forza conservativa dell'organi- ci smo non è sufficiente per neutralizzarli o scom- « porli od eliminarli. Dal che nasce, pare a me, la Bagni in Tivoli 3o « diuturnità de'medesimi. E tra questi io soleva sce- t gliere per uso delle dette acque quelli, ne'quali vi « era ragione da stimare essere costituito lo stato mor- ti boso nel sistema delle elaborazioni ebe appartan- ti gpno all'albero linfare-venoso. In cotal modo le dia- te tesi scrofolose, le gottose, le cmorragiache, con tutti « gl'infiniti aspetti die possono assumere, mi offrivano « l'opportunità di questa medela. Molto più io ritro- ove i progressi divennero utili per la determinata applicazione, tutto il rima- nente dello scibile umano nella sua maggior parte si riduce a congetture o controverse opinioni. La- onde anche ai nostri giorni vediamo riprodotte le dot- trine del vacuo, gli atomi cubici invece dei rotondi e levigati, la natura estesa e pensante per la mate- ria infinita ed immutabile , la gravità de' corpi in- vece della declinazione dei medesimi : e si ebbero invece degli antichi astrologi , negromanti ed alchi- misti, le anime plastiche, il mesmerismo, la craniolo- gia , il magnetismo animale ed altre cose uniformi. È duopo però dichiarare, che in mezzo a tanti oscu- ri e contradillorii insegnamenti vi furono uomini che 80 Scienze conobbero verità incontrastabili , alle quali non si è né tolto , né aggiunto nulla ; perchè né l' uno né 1' altro può farsi al vero. Talete , Socrate , Ci- cerone fin da remoti tempi ebbero a preferenza degli altri una giusta idea sì della divinità , e sì dell' uo- mo e de' suoi doveri : così Pittagora nella scienza de' numeri preparò la geometria dì Euclide : e questi colle regole di proiezione le me ccanica ad Archime- de. Cognizioni e scoperte che i luminosi ingegni a noi prossimi hanno ripetute e portate a quel grado di avanzamento che il tempo suole naturalmente con- cedere , e che insegnarono forse quanto evvi di più evidente nell' estensione dell' umano sapere. Ma an- che le parti, che godono il merito di verità, non sem- pre mostraronsi utili se non sono applicabili : anzi la stessa applicazione conviene che sia determinata, aftinché possa essere a portata di tutti l'esecuzione , e così rendere universale il vantaggio: senza di che anche le più pregevoli cognizioni non divengono che uno studio di vanità e di piacere. Gli uomini sarebbero pervenuti a questo fine e più spesso e a maggior grado, se gli uni principiato avessero ove gli altri hanno finito: e se riunendo in tal guisa la vita di molti, ne avessero formata una con- catenata e successiva, da profittar noi del passato ed i posteri del presente. Ma piacque piuttosto demo- lire i vetusti edifici che migliorarli , erigendone de' nuovi di non maggior valore: per la qual cosa si os- servarono operazioni concepite da molti, da pochi in- traprese, da veruno pienamente eseguite. Impercioc- ché volendosi l'esecuzione nel modo che meglio po- tea concepirsi, non avveniva che fosse più facile ad applicarsi : per cui i secoli scorsi hanno più cono- Progressi delle Scienze 8i sciato che applicato, i due ultimi hanno conosciuto ed in qualche parte applicato : ond' è che potrà ri- putarsi felice il nostro se giungerà a determinare le parziali ed isolale applicazioni per renderle general- mente eseguihili. Sarebbe necessario altresì che il sa- piente nella cognizione de' suoi esperimenti fosse an- che l'artefice dei modi con cui si compiono : come appunto l'illustre nostro restauratore, il quale nelle dotte sue spiegazioni presenta quelle macchine, che colle stesse sue mani con tanto magistero avea pri- ma composte e quindi perfezionate (i). Felice l'Italia nostra se feconda sempre di ele- vati ingegni, e maestra dopo il risorgimento delle let- tere di quasi tutta 1' Europa , sarà la prima a dare questo benefico impulso! E, lasciate da un canto le tante dispute grammaticali, possano vedersi gli animi ornai rivolti allo studio delle cose , più che a quello delle parole , affinchè anche le umane lettere stabi- liscano l'utile loro applicazione col donare alle se- vere discipline il mezzo di meglio esprimersi , ed il modo di più ingentilirle! Felicissima oltremodo potrà poi riputarsi la scientifica società nostra, valorosi accademici, se que- (i) La famosa accademia delle scienze de'lincei deve la sua restaurazione all'illustre signor eav. Scarpellini, segretario per- petuo della medesima, e professore di tisica sacra nella romana università. Oltre il pregio dell' istruzione ha egli il raro merito di essere il peritissimo artefice di quegl'istroruenti, coi quali com- pie le più esatte esperienze. Ognuno potrà ben comprendere tutto il valore di un fisico che riunisce al tempo stesso la teoria della scienza con quella della pratica, e che nel farne l'applica- zione nelle macchine può colle sue mani rimuoverne i difetti, e migliorarne la condizione. G.A.T.LXXXV. G 83 Scienze sti voti vorrete a preferenza voi compiere: giacche il simulacro dell' antico e benemerito istitutore ad al- tro qui non fu posto che a maggior nostro eccita- mento: e l'ombra del gran Galileo, che qui d'attorno forse si aggira (i), sorriderà nello scorgervi animati a questa altissima meta , che esser deve la mira di tutti gli uomini consacrati alle scienze: avvegnaché se le grandi azioni si ammirano , e le ingegnose e le belle si lodano , è vero altresì che soltanto le utili esclusivamente si gustano. (i) Galileo fu accademico linceo, e si pregiava di appartener- vi, perchè egli non sottoscrivevasi che accademico linceo: e Io vediamo nelle sue opere , come nelle sue lettere. Questo som- mo che illustra tanto l'Italia e che forma l'onore del suo secolo e di quelli a lui posteriori, avrebbe goduto sicuramente nell'os- servare la restaurazione della prediletta accademia, della quale egli deve riputarsi il più luminoso ornamento. 83 Nuovo saggio sulV origine delle idee. Roma dal- la tip. Salvinoci i83o in 8. Voi. I pag. LX-344: voi. II pag. 368: voi. Ili pag. 85 1 : voi. IV ed ultimo pag. 627. ( articolo penultimo ) c, lliiunque vorrà ricorrere i fascicoli di questo gior- nale dell' agosto e settembre i83o, e così del luglio i83i singolarmente, troverà l'annunzio di questa opera filosofica degna di tutta 1' attenzione de' savi : dico di coloro, i quali senza studio di parte cerca- no la verità. Dessa è una bella ritrosa, che pare si diletti di fuggire a chi più 1' ama ; e pure desidera ella stessa di esser veduta : cupit ante videri. Co- me che sia , studiare di avvicinarci al vero , è stu- diare alla nostra perfettibilità : pregio singolarissimo dell' uomo sopra l'innumerevole torma di animali, che coprono la terra, o spaziano per l'aria, o nuotano nelle acque, o tengono le interne particelle de'corpi. Il no- stro cuore tende al bene, e cosi l'intelletto tende al ve- ro. Queste tendenze sono da Dio, e non è indegno del- l'uomo il secondarle; anzi è degnissimo, come è dell' aquila volare in alto ed affisarsi nel sole. Che se il toccare la meta non è delle povere forze nostre : sa- rà sempre buono l'avvicinarvisi. Ma per fermo non è agevole la via che guida in alto : e perciò non vuoisi fuggire fatica , che e quel movente di tanto costo e di tanto peso, il quale solo può acquistarci 84 Scienze qualche bene nel mondo , e sollevarci alla cima delle umane intelligenze. Rammentino, sopra gli al- tri i giovani , che rose non sono mai seuza spine , ne premio senza lungo sudore ! E per verità » Non è molle la via, che guida al cielo. Questo ho voluto dire, perchè i meno usi a fi- losofare, appena aperto il libro del Rosmini Serbati ( libro che in Italia e fuori ha molta stima ) noi gettino impazienti di riflessione. Brutta cosa è, pec- cato del secolo, un profluvio di romanzi ( peste al cuore, tenebre alla mente, tazze di Circe : in cui la gioventù sconsigliata si tuffa, e assorbe la morte del- l'intelletto, il veleno della vita morale). Sodo ser- pi che celansi sotto i fiori : latet anguis in erba ; ma che ? sono gli orti di Armida, sono i palagi di Alcina. E noi siamo in progresso ? Una benda ci è innanzi agli occhi, leviamola, vediamo il vero, non più apparenze ed inganni ! Si, sì : e scienze ed arti sono in progresso; ma la vera filosofia, ma l'arte della vita, il segreto della felicità, a che divennero ? Noi ributtando gli antichi, come e quanto le conosciamo noi nuovi sempre nel mondo ? Noi che di noi stessi conosciamo sì poco ! Guardiamoci dentro, e lo stu- dio dell' uomo sopra ogni studio si onori : si onori il savio , che è lutto in dotte contemplazioni. Ita- lia nostra da Pittagora , e specialmente dall' aqui- nate, più e più apprese di che insegnare a tutta la terra, che qui qui tra l'alpi e il mare cercar deve non pure il soggiorno della bellezza , !ma la scuola della mente, e la santità della religione ! Del resto il Rosmini, nel darne la Teoria del- Origine delle Idee 85 Vorigine delle idee, non presume d'infondere la ve- rità: brama solo di avvivare l'altrui mente alla ve- rità. E perchè sia chiaro il suo pensiero, pone quat- tro punti, segno dell' attenzione dello studioso : le sono quattro distinzioni : la prima è la distinzione "ra sensazione e percezione sensitiva: la seconda, a distinzione fra idea e giudizio sulla sussistenza della cosa', la terza, fra percezione sensitiva e per- cezione intellettiva : la quarta, fra atto dello spi- rito ed avvertenza delV atto. Intanto l'illustre autore nel primo volume ti por- ge i principii del metodo, lo stato della quistione, e le osservazioni sui sistemi di Locke, Condillac , Keid e Stewart: nel secondo, le osservazioni sui sistemi di Platone, Aristotile, Leibnizio, e Kant: nel terzo, la sua teoria, di cui darò l'epilogo, riserbandomi a toc- care in un altro articolo qualche cosa del quarto volume, dove sono i corollari della teoria sul cri- terio della certezza, sulla forza del ragionamento a priori , e sulla prima divisione delle scienze ( pro- blema sempre antico e sempre nuovo : le cui infi- nite soluzioni sono una conferma del detto socra- tico Hoc unum scio me nihil scirej onde col poeta filosofo ben si può dire : » Poi dietro a' sensi » Vedi , che la ragione ha corte l'ali. ) Ma ecco 1' epilogo della teoria rosminiana. Quali parole meglio che quelle dell' autore spiegherebbero a chi sa intenderlo il suo concetto ? Udiamo dun- que le sue parole. ( Voi. Ili, a pag. 809 e segg. ) » Le potenze originali dell' anima sono due : 86 Scienze un senso per le cose particolari, ed un senso per le cose universali. Il senso per le cose particolari costituisce la potenza che si chiama più comunemente sensibilità: e il senso per le cose universali costi- tuisce la potenza che si chiama più comunemente intelletto. Ogni potenza è un atto primo partico- lare, e viene costituita da un oggetto inerente a lei essenzialmente, il quale si chiama materia , se rispetto alla potenza è passivo : e si chiama forma, se ri- spetto alla potenza è attivo, sicché tragga il soggetto in quell' atto che costituisce appunto la potenza. L'oggetto essenziale alla sensibilità è sua materia , mentre l'oggetto essenziale dell' intelletto è forma del medesimo. La sensibilità è esterna od interna: Ve- sterna ha per oggetto essenziale il corpo , materia corporea estesa : V interna ha per oggetto la propria coscienza pura, Vio puro. Ciò che costituisce adun- que la potenza della sensibilità esterna è il sen- timento fondamentale del proprio corpo. Ciò che co- stituisce la potenza della sensibilità interna è il sen- timento dell' io semplicemente. Ciò che costituisce la potenza dell' intelletto è il sentimento che per- cepisce l'idea dell' essere universale. Tolta via la ma- teria della sensibilità, non rimane più Vessere sen- sitivo: tolta vìa la forma dell' intelletto, è tolta que- sta potenza ; ma rimane ancora il concetto di un essere sensitivo. Quindi Videa delV essere in uni- versale è vero oggetto percepito e distinto dall' es- sere sensitivo ; ma 1' oggetto della sensibilità è un costitutivo dell' essere sensitivo ; e non potendosi da lui dividere, non riceve propriamente il nome di og- getto. La percezione esige un oggetto percepito, e quindi è essenzialmente oggettiva ; la sensazione non Originf delle Idee 87 esìge che una materia. Quindi l'intelletto è una vera percezione primitiva: ma la sensibilità non è che un primitivo sentimento. « Nella nostra coscienza esistono tutte queste potenze avanti le loro operazioni , cioè il sentimento di me col mio corpo ( sensibilità ) , e l'intelletto. Questa coscienza, perfettamente una, unisce la sen- sibilità e l'intelletto. Ella ha altresì un' attività, quasi direi una vista spirituale, colla quale ne vede il rap- porto : quest' attività è ciò che costituisce la sintesi primitiva. Se noi consideriamo più generalmente que- sta attività nascente dall' unità delia coscienza , in quanto cioè ella è atta a vedere i rapporti in ge- nerale , ella è la ragione : e la sintesi primitiva diventa la prima operazione della ragione. E se la riguardiamo sotto il rispetto dell' unione eh' ella fa d'un predicato con un soggetto, ella prende il nome di facoltà di giudicare. La sintesi primitiva è quel giudizio, col quale la ragione acquista idi percezione intellettiva. « Io ( dice continuando l'autore ) ho lasciato in dubbio la questione : « Se basti che un sentimento » sia nello spirito, perchè la ragione ne vegga il rap- ii porto coli' idea dell' essere: ovvero se la ragione, » perchè venga ai suo atto, abbia bisogno di un qual- » che altro eccitamento. » Nel primo caso noi avrem- mo la percezione intellettiva di noi stessi contem- poraneamente a noi stessi , cioè al sentimento del noi : nel secondo caso 1' idea del noi sarebbe po- steriore anche di tempo al noi. « Messa questa questione da parte, certo è che la sensibilità esterna è la prima potenza che viene trat- ta alle sue operazioni dagli stimoli de'corpi esteriori 88 Scienze sui nostri organi. La sensibilità esterna, eccitata dai detti stimoli, accusa alla nostra coscienza una passi- vità non veniente dal corpo nostro , ma dal corpo staccato da noi. Allora il nuovo sentimento , cioè la modificazione del sentimento fondamentale , fatta termine di un'azione-esterna, diventa percezione sen- sitiva, mentre prima era puramente sensazione, cioè affezione soggettiva. (( Quindi la materia prima delle cognizioni umane somministrata dalla sensibilità consiste; i.°in un sentimento dell'io percettivo del corpo (sentimento fondamentale); 2.0 nelle sensazioni o modificazioni di questo sentimento; 3.° nelle percezioni sensitive de' corpi. Quando la ragione considera queste cose in re- lazione coì^essere in universale, e produce le per- cezioni intellettive, ella aggiunge a quelle partico- lari affezioni del nostro spirito la universalità: e quin- di sotto questo aspetto si denomina la facoltà, di ge- neralizzare, o meglio di universalizzare. Sono pro- pri di questa peculiar potenza tutti gli atti diretti della ragione. Gli atti riflessi appartengono alla ri- flessione, che è un altro ramo della ragione. La ma- teria, o anzi gli oggetti della riflessione, sono tutti gli atti del nostro spirito in quanto è ragionevole : al- quanto impropriamente però si dice talora riflessione alla meditazione diretta dello spirito sulle nostre sen- sazioni. Quindi la materia, o anzi gli oggetti della ri- flessione, consistono: i."inun sentimento dell'/o per- cettivo dell'idea dell'ente in universale, 2.0 negli alti della facoltà di universalizzare , 3.° negli atti della slessa riflessione. « La riflessione La due operazioni, la sintesi e {^analisi; scompone ed unisce. A\V analisi appartiene Origine delle Idee 89 la facoltà di astrarre. Gli stimoli esterni muovono la sensibilità esterna ; i bisogni suscitano la facoltà di universalizzare , se pure non si vuol dare alla medesima una congenita e sempre pronta attività. Le immagini corporee svegliano la potenza di dividere le idee dalle percezioni. Il linguaggio solo ricevuto dalla società può trarre al suo atto la facoltà delle idee astratte, e dar con essa all'uomo il dominio delle proprie potenze, o sia l'uso della propria libertà. La li- bera attività, o sia il dominio delle proprie potenze, acquistata dall'uomo mediante le idee astratte som- mistrate dal linguaggio, vale a dar moto finalmente a tutte le sue potenze, e apre libero il campo all'in- definito sviluppamento delle varie facoltà umane. « Fin qui il Rosmini: pel quale Videa delVente in universale, come semplice e pura possibilità, come idea vaga e determinata, non avvertita, e semplicemen- te formale, sarebbe la prima idea od il primo princi- pio innato psicologico ed ontologico, il criterio del- la verità e della certezza in logica, il supremo prin- cipio del bene e dell'obbligazione in morale, il mez- zo di costruire e congiungere il mondo ideale col reale, la vita teorica o speculativa colla pratica. Ma di ciò meglio nel seguente articolo: prevenendo i me- no facili lettori, che per qualche ombra non si arre- slino dal cercare la luce nel sistema rosminiano : e non si lagnino se, per non so quale destino, ad ogni libro filosofico che si apre siamo nuovi del linguaggio, poiché ogni autore ha il suo: senza prima intendere il quale, ciò che egli dice è come un enigma, quan- do dovrebbe essere tutto lume, tutto chiarezza. Ma così è; finche non ci sia dato trovare una lingua fi- losofica costante, uniforme, universale, noi andremo 90 Scienze sempre barcolando fra le tenebre: la fiaccola della ra- gione ci assista nudrita dall'alimento dell'osservazione e della sperienza, e di uno studio continuo su di noi stessi, e sugli autori che vanno per la maggiore. Nul- la malagevole a chi ben vuole! (i) D. Vaccolini (i) Una esposizione delle idee filosofiche del Rosmini, amico della si antica ed universale dottrina scolastica dell'ente come primo cognito, veggasi nel Supplimento IV '- Filosofi italiani - ag- giunto dal prof. Poli al Manuale della storia di filosofia del Ten- nemann [Milano per Antonio Fontana 1 836 in i6°). Ha inteso l'annotatore di rendere alla madre delle scienze, all'Italia, quelP onore che gli stranieri le negano o invidiano; mala messe è tan- ta, che appena ha potuto egli solo tagliar tanto che basti a po- chi covoni. Il Monti diede esempio del come rivendicare al senno italiano tante invenzioni e scoperte: il Rambelli viene additando di questi furti, che diconsi plagi per onestare, se fosse possibile, col nome almeno una infamia. Ma se togliere ad uno o a pochi è assai: che sarà il togliere ad una nazione ciò che è originale, e tutto suo? Il patrimonio del sapere è troppo sacro, né si conqui- sta colla forza o colla frode, o coll'una e coll'altra spesso com- pagne, pur troppo! Vegga la nuova generazione di non larciarsi inaridire sulla fronte gli allori ereditati dagli avi, degni maestri che furono a tutto il mondo. 91 Sul diboscamento progressivo di alcune vette degli apennini , e sui perniciosi effetti di es- so. Considerazioni di S. C. i.° SPuando l'occhio abituato a ricrearsi sul verde di maestose boscaglie, che coronano monti e colline, e cuoprono pianure e valli, si mira innanzi calve pen- dici e terreni sterili, nudi d'alberi e di vegetazione, accusa quasi involontariamente la natura come ma- drigna di queste regioni: ne d'ordinai'io induce il pen- siero ad indagare se umana ignoranza od impreviden- za possano esser causa di quello squallore e di quella miseria. E frequenti sono tali confronti che la no- stra penisola presenta a chi la percorra , mostrando in pari tempo che la prospera condizione de' boschi visibilmente influisce al ben essei'e delle adiacenti po- polazioni. Io che scrivo, trasferito dal prospetto de' selvosi cimini a quello delle vette apennine che at- torniano la città d'Urbino, ebbi appunto opportunità di rimarcare questo spettacolo, e d'investigare le cau- se del presente stato, come di osservare i presenti, e prognosticarne i futuri effetti. Ne tali circostanze di vegetale nudità sono peculiari al circondario urbina- te, ne indussero me pel primo a siffatte ricerche; che in paesi non pochi della catena apennina si veggo- no vette calvarie, e lande ignude : e non pochi esi- mi scrittori ne fecero soggetto delle loro meditazioni. Or poiché mi fu dato l'osservare, che molte di tali cause agiscono per l'incauta volontà degli uomini, e 92 d G I E R Z B che dagli scritti che in proposito videro la luce non poterono essere abolite o distrutte , unirò anch'io i miei tentativi, affidando alla carta queste considerazio- ni sgombre d'ogni teorico o filologico corredo, acciò possano esser più agevolmente ponderate da coloro cui interessa il ben essere proprio privato e pubblico de' viventi e de'posteri in questi paesi. 2.0 Quando nelle stagioni dì primavera o d'esta- te, nelle quali la forza vitale e l'esistenza delle spe- cie arboree si manifestano col più splendido lusso, al- cun volge lo sguardo dalla città di Viterbo all'oriente, mira la cresta semicircolare de' monti cimini modi- ficata in vertici più elevati o in lunga serie di col- line, ma interamente rivestita del bruno-verde foglia- me di quercie, cerri, elei (quercus robur, cerris, ilex Lin.), di castagni (castanea vesca) e di qualche altra specie raen diffusa, che col rigoglioso sviluppo e con- tinuata moltiplicità de'vegetabili attesta e la feracità del suolo, e le cure dell'uomo per conservare l'esi- stenza e la riproduzione delle specie. 3.° Nò questi boschi sono una mera ed inutile scena destinata ad appagare soltanto l'occhio; che colà le quercie e gli altri alberi di alto fusto somministrano copia di ghiande, castagne e faggiuole pel pascolo di animali suini, ed erbe, ed esito ai maggiori quadru- pedi nelle men calde stagioni, non che una eventual quantità di combustibile con quelle piante e rami ne' quali o cessò la vita, o da vicende meteoriche ed ar- tificiali mutilazioni furono divelti o tagliati. Che se da queste specie vogliasi ottenere perio- dicamente un taglio di legna combustibile, senza im- pedire agli armenti il pascolo delle sottoposte erbe, veggonsi gli alberi ridotti a scamolliy cioè mozzi a Diboscamento degli Apennini 93 tre o più metri da terra, acciò i teneri germogli che succedono al taglio non vengano dal dente degli ani- mali danneggiati. Più cospicuo prodotto combustibile si ottiene dai boschi cedui, detti sterpagli, popolati di ceppale di quercia a fior di terra , le quali pro- ducendo molti pedali, o fusti, presentano un perio- do taglio o per legna, o per fabbricarne carbone for- te, ogni sette od otto anni. I castagni come le quer- cie sono coltivate quasi con gli stessi metodi e sistemi: se non che i boschi sono nella maggior parte cedui, e soffrono un primo taglio o di rado nelle ceppaie fecondissime per pali di circa un pollice di diame- tro, destinati a sostenere le viti; un secondo per ot- tenerne tronchi di quattro a dieci pollici di diame- tro onde formarne filagne e passoni per vigne , e corsispondenti lavori di falegname; ed un terzo allor- quando le piante hanno acquistato il maggior accre- scimento, che somministra travi e tavole e materiali ai vari fabbri legnai. Affinchè poi la superficie boschi- va rimanga costantemente ed interamente al possibile occupata dagli alberi, tanto nei boschi d'alto fusto, quanto ne' cedui , si suole far ricerca di qualche guida , cioè germe , che apparisce negli spiazzi o spazi rimasti vuoti pel deperimento di qualche indi- viduo , ed accuratamente si conserva in rimpiazzo. E pure rimarchevole la. divisione de'boschi cedui di qualche estensione in tanti appezzamenti o pontoni, quanti sono gli anni del periodo del taglio, ed il tur- no che in essi si stabilisce acciò in cadaun anno giun- ga in età uno de'pontoni, e possa eseguirvi il taglio. 4-.° Questa folta e ricca vegetazione poi non dee attribuirsi esclusivamente alla feracità del suolo: poi- ché esso non sarebbe forse il più idoneo allo svilup- g4 Scienze pò e conservazione de'boschi senza il concorso di spe- ciali circostanze. E chiaro infatti che tutto il grup- . pò dei cimini, come i terreni adiacenti, sono di loro natura vulcanici , abbondanti di grandi ammassi di peperini, ampie correnti, e strati di lave e di aridi tufi: le quali sostanze nell'attuale stato sono nude o coperte di una crosta d'ordinario non profonda di hu- mus , o terriccio resultante dalla decomposizione di la- ve e tufi, e dalle particelle organiche degli alberi ivi pur decomposte dagli agenti atmosferici , o disciolte ed attenuate dalla diffusione delle radici di piante vi- venti. Che se alcuno di que'monti, o colli, rimanesse per non breve epoca spogliato di alberi, non manche- rebbero le piogge ad asportare nelle valli e ne'torren- ti il terriccio inaridito dalla sferza solare, e lasciare le rocce ed i tufi discoperti, e non atti ad alimen- tare e sostenere la vegetazione di grandi piante. 5.° Le stesse pianure e valli adiacenti ai monti cimini debbono a questi boschi in gran parte la loro feracità e freschezza, e conseguentemente le erbe o spontanee o coltivate che la tapezzano. E chiaro in- fatti che da quelle alture discendono le acque in mol- tiplici rivi e fiumicelli, i quali inaurano estese orta- glie, e canapeti, e canneti, e mantengono una pro- pizia umidità ne'vigneti, e ne' terreni addetti ad al- tri generi d'industria campestre. Da quelle alture pur discendono quelle acque, che zampillando e cadendo nelle molteplici fonti della città presentano il simbolo del movimento e delle vite perenni, incantano roc- chio e somministrano un'agiatezza speciale a' dome- stici bisogni. Non solo poi le acque si prestano alla germinazione, ed alle esigenze civiche, ma concorro- no altresì ai lavori dell' uomo come vigorosi agenti Diboscamento degli Apeknini g5 meccanici , e, come disse poeticamente uno scrittore oltremontano, sono un de'giganti che indefessamente, energicamente, e gratuitamente adempiono le più la- boriose operazioni dall'uomo loro affidate. Infatti sfa- rinano granaglie, frangono olive, pestano carte, mar- tellano metalli, valcano panni, e moltiplicano mira- bilmente il lavoro e l' industria umana. Or queste acque utili e preziose che dai monti recano al basso suolo il vigore, la bellezza, e la ricchezza naturale ed artificiale, gradatamente diminuirebbero, se allor- quando nuotano nell'atmosfera in istato di vapori ve- scicolari non venissero attratte, rattenute, e ridotte alla liquidità dal fogliame degli alberi che si oppone alla loro evasione, e quindi non fossero le acque stes- se fluenti rattenute sul suolo dalle scabrosità, e da'te- nui argini ed avvallamenti risultanti dagli steli1 e tronchi; onde impedite di scorrere pe'declivi, vanno a filtrare nelle sotterranee cavità. In queste poi con mirabile economia dalla natura sono serbate le acque anche per la più calda stagione, e versate con perpe- tua, ma regolare profusione, nelle più basse superne per mezzo di scatebre e fonti. 6.° Un eloquente ed insigne naturalista disse già, esser malagevole una esatta classificazione degli esseri della natura: perchè essa non presenta una sem- plice catena di rapporti in progressione lineare , ne una rete di più moltiplicati nessi superficiali, ma un cubo, nel quale le singole molecole si aggruppano, ed agiscono e reagiscono mutuamente in un numero in- definibile di rapporti. Or appunto ne'monti in que- stione le acque e la vegetazione mostrano le molti- plici loro connessioni anche col regno animale, tanto considerato sotto il dominio dell'uomo, quanto nello g6 Scienze stato di libertà, ed anche colle circostanze della so- cietà. Infatti le mandre di cavalli, vacche, pecore, ca- pre, porci ec. non debbono forse la loro prosperità od anche esistenza al pascolo de'frutti e delle erbe, al beveraggio ed all'asilo di questi boschi e di que- ste acque? Ed i cinghiali, le lepri, le volpi ed altri quadrupedi più o meno utili potrebbero sussistere, se i monti fossero privi di piante, d'alberi, e d'acque? E gli uccelli, de'quali il maggior numero di specie ni- difica o fra i rami più folti ed elevati, o fra i cespugli, si adatterebbero a deporrà le ova sulle scabre rupi e sulle aride sabbie? E se i monti cimini non fornissero tante risorse, e in vegetali, e in animali, ed in fonti, avrebbero nel lor seno paesi e campagne si popolate? 7.0 Non si creda però, che nel delineare il pro- spetto fisico de'monti cimini, abbia io inteso di pre- sentare il tipo e la norma del più perfetto ordina- mento fox*estale; che anzi io li prescelsi solo perchè una diuturna abitudine mi somministrava maggiori nozioni, ed idee più salienti ed idonee pertanto a for- mare una comparazione opportuna al mio scopo. 8.° Ma si trasferisca coll'imaginazione meco il lettore a contemplare, mentre io le descrivo, le vette molteplici che fan corona alla città d'Urbino : ed ì gentili e discreti abitanti di questa memoranda città faccian tacere la fervida predilezioue pel suolo nativo, mentre mirano tracciarsi le ingenue linee d'una matita, poich'esse tendono unicamente a farne conoscere gì' inconvenienti per migliorarne la prosperità. L'orizzonte adunque si presenta in ogni intorno dalla città este- sissimo, confinato da più o men lontani ed elevati ver- tici degli appennini , e fra questi in qualche breve tratto dal sottoposto Adriatico lungi forse le venti mi- Diboscamento degù Apennini 97 glia. Tutta la superficie poi compresa entro tali li- miti viene costituita da una quantità di colline poste in anfiteatro, alcune delle quali eguagliano, altre su- perano, ed alcune pur sottostanno al livello della cit- tà medesima posta in elevazione di circa 800 metri sopra la superficie del mare. Per quanto la varietà delle forme, delle posizioni e delle tinte rendano gio- condo e talora magnifico questo periorama, pure qua- si in ogni parte mostra l'immagine di una umana cer- vice, cui forbice inesperta, o lunga età, o grave mor- bo abbia deturpato l'onor della chioma. Quivi veg- gonsi biancheggiar nude rocce culminanti qua e là, e scarsamente vestite del verde di umili pianticelle. Qui- vi in qualche declivio di colline e nelle men profon- de valli vedesi il suolo rivestito da tanto strato di terra, quanto permette d'essere dedicato a Cerere od a Bacco. Vedi alcuni campestri e villerecci abituri scoperti d'ordinario da ogni ombra o riparo vegetale. Frequenti vedi qualche albero sparso , qualche pic- colo gruppo, qualche spalliera, qualche cespuglio d'al- beri isolato, quasi rimasuglio di prolungata devasta- zione silvestre. E gli alberi stessi delle più eccelse specie veggonsi di frequente contorti e deformi, per- chè appunto quelle specie amano di vivere in società numerosa onde prosperare, come avviene all'umana specie. E raro un vispo ruscello che annunzi mor- morando il suo cammino, 0 veggasi saltellare snello fra pietra e pietra per la china d'un colle: e delle stesse numerose valli poche volgono in seno rivi pe- renni, alti a serbare nell'estiva arsura qualche refri- gerio agli animali ed alle piante. Vedi però le stra- de serpeggianti in curve ardite e in semicerchi alterna- ti, sulle quali i birocci e i carri trasportano alia cit- G.A.T.LXXXV. 7 98 Scienze tà od all'estero, per materia di commercio, copia di legname combustibile. Questo poi consiste, non di pedagne 0 rami cilindrici di picco} diametro, de'qua- li la riproduzione possa ottenersi in pocbi anni, ed annuncino perciò la conservazione vitale dell'indivi- duo da cui sono tagliate; ma di grossi stipiti, o tron- chi principali di alberi spaccati nel senso della lun- ghezza in più e più breghe, o liste, le quali mostra- no a sufficienza la distruzione integrale del germe, e la morte di adulto individuo. Le stesse strade di recente costrutte con una specie di agiatezza, con molte diramazioni a traverso di questi monti, sono in gran parte fiancheggiate da solidi ripari di grandi travi e tronchi d' alberi, che, attesa la grandissima estensione di tali ripari, fan con- cepire la quantità di vecchie piante boschive e selve che dovettero esser recise , e che ne reclamano al- tre nel sollecito loro infarcimento. y.° Meditando su questo spettacolo, la mente vie- ne naturalmente indotta a rimontare alla primitiva e successiva condizione boschiva di questi monti. Io non mi occuperò col dottor Gaulieri nell' indagine dell' origine delle selve, e nelle vicende storiche di esse; che malgrado delle osservazioni sui rapporti e successioni cosmiche ed oreognostichc, le locali ispezioni, e qual- che cenno tradizionale, io credo che l'archeologia, e le vicende sociali, dirò così, degli alberi e delle sel- ve italiche, saranno ben più incerte di quelle degli autottoni , o della provenienza e condizione degli abitanti primitivi. Ciò però di cui convengo coll'au- tore eh. si è, che quando l'umana specie assai men copiosa calcava la superficie della nostra penisola, e non erasi ancora armata di scure per portar guerra Diboscamento degli Apennini gcj eli esterminio alle annose e benefiche popolazioni ve- getali, queste erano riunite in continuate e vaste fo- reste, e l'ormavano regni ed imperi d'alberi su quasi tutte le montagne apeunine. io." Forse l'epoca dell' italica barbarie seguì i primordi di questa guerra forestale, che malgrado delle vicissitudini politiche fu protratta in varie guise ed intensità fino ai dì nostri. Quando infatti nel quinto e ne'seguenti secoli la ferocia oltramontana distruggeva e popoli e leggi e città, le persone più potenti e do- viziose s'inducevano a cercare sicurezza ed asilo sui monti e sulle alture meno reperibili ed accessibili, ed ivi erigevano e fortezze e paesi e castelli. Così il feu- dalismo nasceva e manteneva una specie di predomi- nio dalle montagne sulle pianure e sulle povere po- polazioni, che ivi non potevano sottrarsi alle frequen- ti devastazioni de'barbari. Le vette urbinati , fel tre- sche e simili erano appunto in questa categoria. Pic- coli despoti e domicelli vi stabilirono in prima le se- di e le acropoli, ed indi progressivamente la coltiva- zione, la civiltà, ed anche il lusso: mentre i popoli delle pianure, men forti, demoralizzati, e non ancora arricchiti dal commercio, recavano i tributi a questi signori de'monti. E quivi pertanto dovettero in pri- ma gli alberi cedere il terreno agli uomini moltipli- cati, fornir loro materiali per le costruzioni domesti- che, per gli utensili, pel fuoco, ed anche per la col- tura de'cereali, viti, foraggi ec, e in tal modo distrug- gevasi in vari spazi ogni germe boschivo. E sebbene abbiamo statuti ed autonomie di quc'signori anche de- gli ultimi e men rozzi secoli dell'esistenza feudale, niuno speciale regolamento troviamo diretto a tuie-* lare l'incolumità delle selve. ioo Scienze n.» Ma in fine dopo molli secoli l'Italia, libe- rata dalle più fiere invasioni , rannodava i rapporti colle popolazioni de'monti e quelle delle pianure, ed i signori vi discendevano o precariamente o stabil- mente, recandovi seco loro qualche civiltà e qualche lusso. Sorgevano frattanto potenti repubbliche, si crea- va la potenza marittima col materiale delle selve, ed il commercio diffondeva i suoi beneficii piuttosto nelle agiate strade dei paesi littorali e piani, che sulle al- pestri vette per dirupati sentieri. Sono pur mirabi- li sempre le disposizioni e le alternative della prov- videnza nell'economia mondiale! I monti, ne'quali la vita politica dell'Italia erasi concentrata , e de'quali i più possenti signori esercitarono il loro predominio e supremazia, come da sublime trono, incominciarono a decadere dalla loro influenza politica, cessarono i tributi che vi recavano i popoli della pianura, e di- vennero gradatamente dipendenti da questi. L'aumen- to generale della popolazione produsse anche colas- sù l'arapliazione di qualche borgo e città, in ispecie fino a che vi ebbero sede i padroni; ma quella fre> quenza, moltiplicità ed imponenza di castelli e paesi diminuì grandemente a profitto delle città più basse, senza però che questa solenne crisi recasse alcun van- taggio alla conservazione o riproduzione delle selve. I2.° Or si esamini il risultamene di questo ec- cidio arboreo, ossia lo stato attuale delle popolazioni circostanti: ed in primo luogo si osservino le condi- zioni atmosferiche per ciò che riguardano l'umana in- columità. E noto die i boschi sacri alle divinità pa- gane influivano sommamente alla salute degli uomi- ni, sia impudendo de'venlì, sia rattemprandone il so- Diboscamento deci.i Apennini ioi verchio e repenlino calore o freddo del quale erano portatori , sia assorbendo o rattenendo le particelle eterogenee ed insalubri che sogliono sovente asporta- re, sia sviluppando al contatto della luce e sotto l'a- zione del calorico del sole tanto il vitale ossigene, quanto quella specie di freschezza emanante dalle fo- glie, cause ebe costituiscono in parte la soavità dell' ombra estiva. Le vicende atmosferiche della città d'Ur- bino presentano una dimostrazione degli effetti sum- menzionati. La topografica posizione di essa è assai propizia perchè l'aria vi si spiri pura ed elastica, e non sog- getta d'ordinario all'influsso di perniciosi vapori; ma è ben vero altronde, che la violenza de'venti è tale da esser descritta con quel distico dell'esule nella re- gione tomitana: Tantaque corninoti vis est aqullonis, ut alias Aequet humo turres, tectaque rapta ferat. Ed infatti in alcune più cospicue fabriebe le coperture de' letti sono imbrigliate con spranghe di ferro. i3.o Quando le correnti rapide dell'atmosfera so- no in qualche modo rattenute da un qualche oppor- tuno ostacolo, come appunto quello delle selve, non producono colla progressiva loro invasione quelP af- fluenza di calorico, o quella sottrazione di esso dai corpi che colpiscono, le quali danno luogo a quei salti di temperatura designati coll'cspressìone d'incostanza d'aria. Or non è raro, che mentre nell'estiva stagio- no l'aria purissima e tranquilla conserva quattordici o sedici gradi del termometro reamuriano, istantanea- mente al cambiare di direzione il vento , o al sof- 102 S C '\ E N Z E Tiare con maggior violenza si elevi o si abbassi la temperatura di otto a dieci o più gradi. Quindi in difetto delle febbri periodicbe, alle quali son soggetti più o meno gli abitanti prossimi al mare , regnano in Urbino reumi, peripnumonie, ed analogbi mòrbi. E nello stato medesimo di atmosferica quiete manca quel tenue vapore, die sviluppano le foglie de'boschi sotto l'azione solare, per rendere anche più grata l'a- ria montana. Per quanto essa perciò sia pura e sa- lubre in genere, pure di gran lunga migliore sareb- be, se le circostanti colline fossero coronate da una barriera continuata di folle selve. i/]..° Uno de'più considerabili danni del dibosca- mento de'rnonti si è il deperimento dello strato o cro- sta di terreno così detto vegetale. Gli alberi in tali luoghi co'loro filtoni e radici profondandosi fin fra le fenditure delle rocce, od intrecciandosi mutuamente, formano quasi una serie non interrotta di palizzate e ritegni, acciò le piogge ed altri agenti meteorici non asportino al basso il terroni), del quale in pari tempo mantenendo coll'ombra l'umidità o la compattezza , impediscono l'inaridimento e la disgregazione. Che se vengono a mancare tali rilegni, le nevi e le piogge incessantemente asportano nelle valli e ne' torrenti il terreno, lasciando nude le ossa dell'antica madre, vo- glio io dire le rocce che costituiscono come 1' ossa- tura de' monti. La geologica costituzione degli apen- nini, risultanti in gran parte di rupi e stratificazioni calcari di varie specie, forme ed inclinazioni, presenta, è vero, in alcune nude rupi una rapida decomposi- zione, e quindi una nuova stratificazione terrosa; ma una tal soslanza polverulenla, arida ed incorente, è di leggieri anche essa trasportata al basso, e le rupi indecomposte ricompaiono nella loro nudità. Diboscamento degli Apennini io3 i5.e Accennai giù ( §• 4 ) cue la feracità de1 terreni boschivi si deve in gran parte al detrito delle sostanze organiche, e specialmente delle decomposizioni delle foglie, de'rami e delle legna morte fra gli alberi. Questi rimescugli imputriditi e corrotti formano una specie di concime opportunissimo ad una buona vegetazione. In- fatti i coltivatori di piante esotiche e delicate sogliono riempire i loro vasi di quella terra di bosco detta dai francesi terra di felce ( terre de bruyere ), nella qua- le quasi esclusivamente vivono molte piante, in ispe- cie provenienti dalla nuova Olanda. Così prosperano mirabilmente molte minori piante coltivate sovra il suolo diboscato, o spogliato di alberi: e così anche i cereali rendono su tali terreni un ubertoso prodotto, fino a che il concime o terriccio non viene esau- rito. A seconda poi ch'esso viene , o assorbito dalle piante, o vaporizzato dal calorico, o dilavato ed as- portato verso il basso, come avviene ne' suoli decli- vi, decresce l'energia vegetale, ed il terreno si volge a maggiore o minore sterilità. 1 6 II combustibile è uno de'più grandi bisogni dell'uomo, in particolare nelle regioni estratropicali. Quindi fa duopo di regolare gli alberi, che in massi- ma copia lo forniscono in guisa, che il consumo del- la legna sia minore della produzione : altrimenti sì depaupereranno d' individui le specie fino alla deficien- za di questo elemento della vita sociale. Ed i carbo- ni fossili, le ligniti, le torbe sono vegetabili che sem- bra aver la natura conservato sotterra per le popola- zioni che sono venute a calcare paesi un giorno spo- polali d'uomini. Ma questo combustibile minerale è n.seibalo a pochi punti dell'Europa: onde all' Italia incombe conservarsi la produzione del combustibile vegetale. 104 Scienze \~j." A prevenire il depauperamento e la deficienza de'bosehi pertanto non avvi miglior sistema, che pre- valersi de'rami, e conservare in vita l'individuo, ac- ciò in una data epoca possa riprodurli. Quindi sono stati regolati saviamente i boschi cedui, che con re- golare non inlerotto periodo forniscono il combusti- bile. E la legna che forniscono tali boschi consisten- do in cilindri o coni a strali Concentrici e compalli, quando sono incendiati si conservano più lungamente nello sialo d' incandescenza , e sviluppano maggior quantità di calorico di quelle breghe o liste di tron- chi longitudinalmente spaccati, dai quali la maggior porosità permette al gas idrogeno di evadere in gran parte indecomposto e senza produrre fiamma , come al carbonio di gassificarsi senza formare il carbone, che come atlivo conduttore serba più lungamente il calorico. Ed il carbone di commercio infatti viene perciò esclusivamente preparato dì pedagne o rami ci- lindrici. i8.° In più guise adunque col taglio d'alberi an- nodi va a diminuire la legna: cioè col maggior con- sumo di materia per ottenere un egual dose di ca- lorico, dovendo i tronchi di gran diametro essere spac- cati per essere apprestati ai focolari e alle fornaci: e coll'annientainento del germe vegetale, che di rado e assai malagevole si riproduce spontaneo col mezzo de' semi. E questo stesso mezzo abbisogna di lunga età per somministrare alberi e combustibile nuovo; ed al- tronde quando il consumo della legna è maggiore del- la quantità che gli alberi possono fornire senza depe- rimento del germe, accade un progressivo diboscamen- to e sterilizzazione di terreno, e denudamento di roc- ce : e ciò appunto osservasi nel territorio urbinate, ed in quelli posti in circostanze analoghe. Diboscamento degli Apennini io5 iq.° Se i boschi furono il pi'imìtivo asilo de- gli uomini, come lo sono tuttora di alcune orde selvag- ge, perchè somministrano e riparo dall'urto e dal fred- do de'venti, ed ombre nell'ardente influsso de'raggi solari, e frutti di vario genere di alberi, e piante er- bacee esculenti, anche oggidì nella incivilita società sommo è il vantaggio che l'uomo ne ritrae col de- stinarli ai suoi armenti. Perciò i boschi lasciati nel loro naturale sviluppo onde divengano d'alto fusto, od anche regolati a scamolli, sono in inspecie nelle men ripide località opportuna sede a vacche, cavalli, pe- core ec, e tali animali vi rinvengono idoneo pascolo o nelle ghiande, castagne, fagiuole ec, o nelle erbe e ne'vegetabili minori, che crescono rigogliosi nel pin- gue e fresco suolo boschivo, o nelle foglie di alcuni alberi che i pastori carpiscono per apprestarle agli animali stessi. E questi in fine vi trovano un refri- gerio all' estivo dardeggiare del sole , ed un riparo al freddo soffiare degli aquiloni, od agl'impetuosi venti del mezzo giorno. 20.° Ne potrebbe sperarsi, che estirpati i boschi, potesse il suolo essere ridotto in ubertose praterie: poiché nei monti e luoghi declivi dissi già (§. i4> *5) che il difetto d'alberi dà luogo alla più o men pron- ta esportazione di terreno , od almeno a tale suo isterilimento e prosciugamento, che appena può dar vita a piante esilissime ne' tempi men lontani dalla caduta delle piogge. Indipendentemente p*>i da tali vicende è ben certo, che verrebbe a mancare il frut- to degli alberi , che sì solido nutrimento recano ai porci ed altri armenti; e quindi sotto tale rapporto almeno è certo che ben dannoso riesce l'abbattimento degli alberi. io6 Scienze 21.0 Osservai già (§. 5) quanto grandi ed estesi sono i vantaggi delle acque correnti, e quanto a pro- durle e mantenerle concorrano i boschi continui. Or le campagne circostanti d'Urbino, povere di boscaglie, e la città medesima confermano la stessa verità. Esi- stono, è vero, nei possedimenti rurali alberi di frutta esculenti: ma d'ordinario il suolo arido non ne pro- duce se non di minor volume, di sostanza men suc- cosa , men fondentesi , men rapida , e sovente non pervengono a perfetta maturità. Esistono alcuni pic- coli spazi destinati ad ortaglie: ma gli erbaggi non sogliono esser ne molto sviluppati, ne carnosi, e so- pra tutto sono in sì tenue quantità che chiamano in soccorso gli erbaggi de' prossimi paesi , ai quali perciò pagasi non lieve tributo. Esiste una popola- zione, la quale conta non pochi oziosi miserabili ; un territorio, nel quale l'industria opificiera è qual- che molino e qualche cartiera : mentre se vi fos- sero acque irrigatrici e motrici, darebbero campo a più e più speculazioni , e coadiuverebbero ed invi- terebbero nel lavoro tante braccia inoperose che si stendono solo a supplicar l'obolo umiliante dell'ele- mosina. E ben lucro ne avrebbe un intraprendente, che a buon prezzo potrìa quivi impiegar quelle brac- cia: e ben vantaggio la città, che si troverebbe eso- nerata della mortificazione e dell'importunità del pau- perismo. 22.0 Ma l'interno stesso della città non presenta l'inopia del liquido vivificante nella scarsezza delle fontane? E que' pozzi, che suppliscono a quelle, non presentano un' acqua pesante, mineralizzata, grossa d ben rimarchevole da chi è abitualo al gusto delle lim- pid'acque di vena? Non nego che dal culmine di due Diboscamento degù àpennini 107 vette, ove sta collocata la città, non potrebbero ragio- nevolmente pretendersi ruscelli e fonti: ma da qualcbe prossima eminenza potrebbe ottenersi acqua di vena mediante acquedotti , se qualcbe folta boscaglia riu- nisse e rattenesse i vapori e le acque atmosferiche. 23.° Il velvaggiume, le lepri, i daini, i cinghiali, le volpi, i lupi ec. sono essi di utilità o di danno ad un paese? Non v'ha dubbio che la diversità delle circostanze può dar luogo a risposte diverse: poiché se i lupi e le volpi son l'eccidio degli armenti e de' polli, ed i cinghiali consumano parte de'prodotti de- stinati agli animali posseduti dall' uomo , dall' altro lato è pur manifesto , che le carni ed i pellami di tali bestie selvagge presentano ampio compenso a qual- che danno che recano: ed il prodotto della caccia, unito al passatempo che somministra pel ginnastico esercizio, sono vantaggi di non tenue rimarco. Ma il selvaggiume non alberga che nei boschi più folti , e perciò manca nei luoghi adiacenti ad Urbino. Le lepri sono ben rare: ma i cinghiali appena si rinven- gono oltre la distanza di un raggio da 5o a 60 miglia. 24. ° Lo stesso può dirsi degli uccelli. Il mag- gior numero delle specie nidificano, vivono, e si ap- piattano sugli alberi e fra i cespugli , e si tengono lontane dai terreni nudi. Quindi non è frequente l'udire i gorgheggi delPusignuolo, lo squittire del tor- do e della capinera, ed il canto de'fringuellì: od al- meno è assai men frequente de'luoghi ove gli alberi più spessi si presentano opportuni alla nidificazione, ed il fogliame all'ombra. Quindi le varie cacce an- che autunnali sono assai men feraci e meno usate che altrove. 25.° In complesso può dirsi, che ove i monti non io8 Scienze sono coronati di boscaglie, la natura è men viva e men si presta ai vantaggi dell'uomo. E la città d'Ur- bino presenta un esempio spiacevole di questa veri- tà; verità che null'ostante non è appresa che da po- chi, e perciò non eccita alcuno a porre un termine alla distruzione de'boschi, od a promoverne la riprodu- zione. Che s'è permesso di esternar prognostici sulla base di matematiche e fisiche osservazioni: se è quasi un debito il ferii palesi a costo anche di spaventare le popolazioni per iscuoterle, ed indurle a meditare sulle proprie circostanze e recar loro reali vantaggi; converrà pur dire che la condizione economica di Urbino corre alla rovina : e senza qualche estraneo sussidio, la miseria un giorno premerà queste un dì famose vette. 26. ° E sì che avvi ben fondamento a formare questo luttuoso prognostico! Quali sono infatti i mez- zi naturali di sussistenza di questa città ? Forse l'a- gricoltura ? Può convenirsi che il sistema agrario di questo paese sia fondamentalmente buono: poiché ogni proprietario di un fondo può conservarne il possesso completo e non interrotto, e conseguentemente rac- chiuderlo, ed esercitarvi quella specie di cultura, ri- tenervi quella qualità e quantità di animali che cre- de opportuna , e così percepirne quel maggior pro- fitto che il proprio genio, l'esperienza e bisogni possono reclamare: a differenza del sistema viterbese e d' al- tri paesi, ne'quali il possesso de'propri terreni è cir- coscritto all'epoca della coltura del grano, essendo in altri tempi gravalo della servitù de'pascoli, cosicché due proprietari alternativamente hanno il possesso di uno stesso terreno. Anche in ispecie è plausibile il turno urbinate nella coltura de'terreni, e lo zelo de' Diboscamento degù Apennini 109 lavoratori che risiedono pure in campagna: il che d'or- dinario non avviene nel territorio di Viterbo e in al- tri. Ad onta di tutto questo però i prodotti delle gra- naglie nel territorio d'Urbino e di simili paesi montuosi appena può calcolarsi col triplo del seme impiegato: mentre nelle pianure e ne'luogbi bassi si ottiene il se- stuplo e più, lino ad eccedere il decuplo. Sebbene per- tanto siano quivi minori le spese della cultura de' cereali , è certo che il prodotto netto dei terreni è ben inferiore a quello delle terre basse. 27.° Ma su tal proposito appunto conviene ri- marcare un errore quasi univerale nell'agricoltura ur- binate. Si calcola, che tagliando quercie ed alberi an- nosi si ricavano due vantaggi; cioè il prodotto della legna e la feracità del terreno diboscato specialmen- te nella coltura de'grani. Dissi errore: perchè il lu- cro della legna è tenue e perentorio, ne dopo quella vendita può sperarsene alcun' altra simile; e perchè la feracità del suolo diboscato è meramente tempora- nea, e cessa dopo tre o quattro anni, cioè quando i rccrementi vegetali e 1' humus siano stati consunti. Allora il terreno procede a gran passi alla sterilità universale , e talvolta in parte è anche asportato al basso dalle acque e vicende meteoriche. Allora, men- tre il bosco e gli alberi più non esistono, il terreno rendendosi progressivamente ingrato, rimprovera a chi lo spogliò d'alberi un errore fatale , e dimostra che in agricoltura sovente un momentaneo vantaggio pro- duce danni gravi, diuturni, irreparabili. 28. ° Avvi altri che ama piuttosto accrescere la coltura delle viti: e questi incorre in errore non dissi- mile. E ben noto infalli che il vino urbinate eccede la quantità bisognevole agli abitanti del paese, ed e certo no Scienze che l'esportazione di esso vino non ha luogo: onde tut- to consumasi in Urhino. Ora è chiaro come una verità matematica , che accrescendosi la quantità del vino dee naturalmente e proporzionalmente diminuire il prezzo di esso, e conseguentemente accrescersi l'in- temperanza, lo stravizzo e V ubriachezza. 29.0 Potrebbe forse credersi utile la coltivazione degli olivi, de'morigelsi, delle frutta esculenti, delle piante oleracee. Ma i primi dimostrano di poter poco prosperare in questo suolo: i secondi non potrebbero occupare una grande estensione , nò forse presente- rebbero un prodotto in proporzione molto cospicuo; le terze non potrebbero essere oggetto di esportazio- ne, specialmente nei paesi bassi che ne ridondano an- che di miglior qualità; le quarte non potrebbero sus- sistere nell'attuale stato di penuria d'acque. Quindi le frutta e gli erbaggi sono nella massima parte re- cati dai paesi più bassi. Il formentone o granturco (zea maiz) si coltiva, è vero, ne'seni de'monti: ma d'or- dinario rende un modico prodotto, e sovente la man- canza di piogge opportune ne fa abortire il raccolto. Così tutti i suddetti prodotti vegetali di questi paesi o sono minori in quantità, o inferiori in qualità, o tenui per il valore, e perciò incapaci ad essere real- mente utili (sebbene volesse accrescersene la coltura) e formarne oggetto di esportazione e di commercio. 3o.° Or quale sarebbe la specie d'industria agra- ria che recasse un vantaggio reale alla città d'Urbi- no, e ad analoghi paesi appennini ? Dalle premesse co- se è agevole il rispondere , che i boschi sarebbero l'industria che sotto moltissimi rapporti potrebbero mi- gliorare la condizione delle fortune civiche. Quindi farebbe duopo , i.° inibire il taglio di piante boschive Diboscamento degù Apennini hi sane, a meno che nei rami e tronchi deperienti; 2.0 ripopolare col mezzo di semine e di accurata coltura gli spazi nudi per formarne boschi continui; 3.o sta- bilire un sistema provvido nei tagli, e nell'ammini- strazione forestale. Queste misure, sebbene per qual- che anno potessero esigere dispendi e sacrifici, pro- durrebbero in seguilo una salutare rivoluzione negi' interessi privati e pubblici. E tali dispendi e sacrifici sono indispensabili in ogni cambiamento di tal natu- ra, come gl'incomodi di una medicina e di un'ope- razione chirurgica per rendere ad un infermo la salute. 3i.° Per quanto, qualora le autorità municipa- li di consenso co'principali possidenti potessero san- cire l'inibizione, almeno con alcune restrizioni ed ec- cezioni, del taglio di piante che possono emettere ger- mi, pur non così agevole sarebbe il determinare i con- venienti melodi di riproduzione, specialmente ne'ter- reni inariditi, nei vertici de'colli e de'monti, negli sco- scendimenti poveri di terreno. A. tale oggetto fareb- be duopo determinare le specie più acconce ad una data ubicazione, non escluse le piante esotiche, non solo in riguardo alla natura del terreno , ma anche alla esposizione corografica, ed all'elevazione del suo- lo, e ad altre locali circostanze: formare de'semenzai e piantonaie colla debita accuratezza a spese o del co- mune o di speciali intraprendenti, e rilasciarne i pic- coli individui ai richiedenti a tenue prezzo : costrui- re qualche colmata nei dirupi e scoscendimenti, ac- ciò le radici degli alberi potessero abbarbicarsi e for- mare in seguilo argine ai torrentelli , e rattenere il limo e terriccio che asportano nella circostanza di piogge e nevi : fissare il regolamento e turno di ca- dami bosco, acciò il taglio venga effettualo nel ino- ria Scienze do e periodo stabilito, senza distruzione dei germi o ceppaie. 32.° Omettendo poi altre più speciali osser- vazioni, gioverà ripetere qui quasi ad epilogo i van- taggi diretti ed indiretti che si otterrebbero dal por termine al diboscamento, e dal reintegrare il suolo di quello, avvenuto improvvidamente. In prima si otter- rebbe una quantità di legna proporzionata alla produ- zione annua de'boschi, senza lederne i germi e le pian- te produttive. Quindi, prelevata la qualità e quantità occorrente pel combustibile del paese, potrebbe senza detrimento farsi commercio di esportazione del super- fluo. Potrebbe in secondo luogo ottenersi il legno di castagno per lavori di arnesi domestici, travi, pali, e filagne per vigne , ed altri usi agrari : e cosi anche sarebbe fornito il materiale indigeno all'industria mec- canica del paese, invece del legname di abeto impor- tatoci da fuor d'Italia. In terzo luogo si otterrebbe dai boschi di alto fusto, o da frutti, copia di ghian- de ed altri prodotti pel nutrimento del bestiame. E questo forse è il prodotto più naturale e conveniente de'monti. Porci, vacche, buoi, pecore, cavalli, potreb- bero essere formati in numerosi armenti, ed in parte essere asportati viventi, in parte fornire copioso ma- teriale alla salute per uso anche di commercio. In quarto luogo gli armenti troverebbero in tali boschi continui un asilo nel verno dai venti freddi, e nell' estate dall'ardore solare: e vi troverebbero altresì le erbe ed i pascoli verdi, che sorgerebbero rigogliosi e nutrienti al rezzo degli alberi, e sul fresco suolo de' boschi. In quinto luogo si conserverebbe 1' umidità nelle parti superiori de'monti, e quindi si produrreb- bero serbatoi e vene e fonti opportune e pel be- Diboscamento degli Apennini ii3 veraggio degli animali e per la irrigazione e fertiliz- zazione de'terreni inferiori. In sesto luogo si accre- scerebbe la superficie di suolo vegetale o per la coe- sione prodotta dall'umidità fra le parti di terra , o pel ritegno che presenterebbero le radici degli alberi alla dispersione del terreno, o per la crosta à1 humus o terriccio che si formerebbe colla decomposizione di fogliami e renzi rimasti sul suolo. In settimo luogo potrebbero ottenersi spazi idonei all'irrigazione, orta- glie, canapeti, ed altre coltivazioni che nell' attuale aridità del suolo sono impraticabili. In ottavo luo- go sarebbe opposto un argine ai repentini salti di tem- peratura atmosferica, causa di tante malattie, ed all' impeto de'venti sovente tanto dannevole. In decimo luogo sarebbe ridonato a questi monti il verde onor della chioma; e l'occhio si appagherebbe in un serto che coronerebbe di gradevole verdura l'orizzonte. 33.° Ben conosco che a dare un' apparenza di matematica dimostrazione a verità di tal natura, è uso odierno attingere dalla statistica cifre numeriche, e formare con esse calcoli , senza però investigare quanta sia la veracità delle cifre stesse. Io rinuncio a questo prestigio: in lungo del quale invoco il buon senso ed il criterio del leggitore. Che se questo cri- terio non trovasse plausibili alcune o tutte queste mie asserzioni, non perciò mi persuaderò di aver ten- tato cosa inutile o dannosa, ma di avere almeno ri- chiamato l'attenzione di qualcuno ad un interessantis- simo argomento. G.A.T.LXXXV. n4 Analisi comparativa dell'ostetricia degli antichi con quella dei moderni. Letta alla pontificia accademia de'' lincei da Baldassarre Chimenz dottore in filosofia ed in chirurgia, decorato di una gran medaglia d'oro d'onore da S. M. Luigi Filippo J re dei francesi. V, oi ben sapete, illustri accademici, che la verità, primo e sacro carattere della divinità nella ragione dell' uomo , congiunta colla storia non ha potuto mai sempre farsi strada sicura ed intemerata nell'on- dine dei secoli. L'ambizione dagli scrittori ha tradito sovente la verità nella repubblica delle lettere: ed i secoli, sen- za onor di conquista, l'un 1' altro si sono depredati il murilo e la gloria del commercio libero delle uma- ne cognizioni per l'artificioso dominio della storia dei tempi. Quindi sorse avventurosamente nel i6Q seco- lo il vostro impegno e la vostra utilità nell' acca- demico studio che vi distingue. Io a voi parlando in quest'oggi, ed in questo luogo, voglio tentare di ren- dermi degno del vostro spirito e del vostro istituto, rintracciando coll'occhio linceo nell'ostetricia che io professo alcune verità, le quali finora sono comparse sempre nuove ed originali di noi, ma che nostre non sono: perchè i moltìplici scrittori, che si sono succeduti ed imitati, le hanno usurpate vilmente alla rispetta- bile antichità: e voglio perciò dimostrarvi che a tra- verso i sistemi, le scuole, e le nazioni che a vicen- Ostetricia degli antichi ec. ii5 da si sono spogliate, oscurate, vinte e disperse, al- cuni precetti, che vantano il nome di scoperte della medicina e chirurgia de' giorni nostri , non sono che vergognose superfetazioni dello spirito umano, e delle teorie. Di già V illustre Dutins , dotto ed infaticabile scrittore, avea fatto conoscere nella sua opera dell' origine delle scoperte attribuite ai moderni quanto questi fossero ingiusti, privandoli della gloria delle in- venzioni più importanti dell' arte salutare, forse più perfetta nella pratica e nello spirito della vera os- servazione ai tempi di Ippocrate, che a'nostri giorni in cui tanto si vanta in ogni scienza la perfezione dei lumi. Ed infatti sono oramai 25 secoli scorsi da Ippocrate fino a noi , e non si è aggiunto neppure un aforismo a quelli che ci lasciò scritti quell'uomo divino, malgrado di tutte le cure e di tutte le osserva- zioni di tanti uomini di genio che si applicarono al- lo studio della medicina. In quest'opera però è sol- tanto rivendicata agli antichi la conoscenza della circolazione del sangue, della traspirazione insensi- bile, del polso, e di molti metodi chirurgici creduti opera dei moderni. In ostetricia però non è sta- to finora alcuno che li abbia giustificati. Il signor Schvavicard ,dopo De Vigilis e Ploucquet,ne\ 1804 ha presentato in Alemagna una biblioteca ostetricia in cui,tra tante dotte e curiose opere stampate in questo genere, nessuna avvene che abbia fatto cono- scere il pregio grande degli antichi in ostetricia. Io dunque in questa memoria vi presento una nuova ve- duta letteraria: e mi studierò di portare un giudizio sano e severo sulle più considerabili produzioni con- parse in ostetricia da Ippocrate fino a noi, astenendomi ili) Scienze da ogni spirito Ji partito, da ogni censura, e da ogni elogio indebitamente prodigato agli autori di qualun- que nome. Giudice imparziale, vi presenterò lo stato compai-ativo dei tempi andati e de' moderni; vedre- mo ciò che l'antichità ha fatto in circostanze cotanto interessanti per sollevare quel sesso, cui le infermità e le grazie rendono degno di tutte le nostre premu- re. Noi la giustificheremo dalle false imputazioni che Tignoranza , la passione, e la negligenza della loro lettura hanno osato di farle, di avere assolutamente negligentata una parte della facoltà medico-chirurgica che è sacra ai giorni dell'uomo che nasce, e alla più bella metà dell'uman genere; parleremo quindi de'mo- derni : e facendo un'analisi comparativa fra loro, ci sarà facile di bilanciare questo flusso e riflusso di opinioni, d'idee, e di sistemi che si sono vicendevol- mente succeduti, e reciprocamente distrutti senza es- sersene fissati che pochi nel centro della verità. Esa- miniamo da vicino l'argomento che ci siamo proposti. La Grecia, madre delle scienze tutte, non ci pre- senta che oscurila e mitologici personaggi nella storia della medicina prima d'Ippocrate, proclamato da tutte le nazioni ed in tutte l'età qual padre e fondatore dell'arte salutar-e. Questo genio superiore, il quale a sì giusti titoli ha meritato il nome d'uno de'più glan- di benefattori dell'umanità, fisserà i primi nostri sguar- di rapporto all'ostetricia soltanto, in cui la posteri- tà tutta gli ha tributato elogi minori alla realtà del suo merito. Egli perfezionò anche in questa parte le scoperte che l'empirismo abbozzato avea de'suoi pre- cedessori. Nato per conoscere la verità, tutto esami- nò con quella libertà propria del vero genio, che di- scute, rigetta, e non ammette se non ciò che è pro- valo dall'esperienza. Ostetricia degli antichi ec. 117 Sulle malattie delle donne ci ha lasciato que- sto fondatore della dommatica medicina un trattato ammirabile, che ci fa ragionevolmente sospettare che in ostetricia composto avesse qualche opera partico- lare che il tempo ci ha rapito. Gli eccellenti precetti però che trovansi negli avanzi preziosi delle opere che ci sono state conser- vate, bastano per darci un' idea dello stato dell'oste- tricia a'suoi tempi. E vero che, sparsi qua e là nei di- versi trattati , non offrono che massime isolate : ma riunendole ne risulta un corpo di dottrina così lu- minoso, ma infelicemente sì poco meditato e sì poco conosciuto a' giorni nostri, che un tale oblìo ha pro- dotto l'avvilimento e la non curanza per gli antichi, e l'ammirazione pe'moderni : ignara essendo la mag- gior parte de'lettori de' primi fonti , ove erano stati attinti i precetti loro e le loro cognizioni. Di qualunque natura sia il parto, prescrive Ip- pocrate di portare verso le parti esterne, e verso l'ori- ficio delle matrice, sostanze pingui ed oleose, fomen- ti, vapori di erbe emollienti, particolarmente nei ca- si in cui calore soverchio, prosciugamento, contrazio- ni irregolari siano o nell' orifìcio, o in tutta la ma- trice. Questo precetto importante , ripetuto le mille volte e raccomandato in tutte le opere, è dalla mag- gior parte dei moderni affatto trascurato. Egli riguar- da il freddo come uno dei grandi ostacoli al parto: per cui prescrive di garantire con panni tutto il corpo della donna, e particolarmente gli organi che devono dare passaggio al feto. Nei casi di universale debolez- za, d'affievolimento, o mancanza totale di contrazioni uterine, prescrive degli aromi e degli alimenti di fa- cilissima digestione. ii8 Scienze Nel libro De genitura pueri parla della forma- zione del feto e suo progressivo accrescimento, della sua vita nell'utero, ed annunzia idee che maraviglio- samente combinano con quelle proposte ultimamente dal Bichat; descrive il modo con cui è situato nella matrice con tale esattezza e verità, che Moriceau e Stein, che quindi il descrissero, non l'hanno punto superato: parla del tempo in cui la madre incomin- cia a sentire il movimento del suo germe, e co'mo- derni lo stabilisce circa il quarto mese, colla diffe- renza che più sollecito e più violento è il movi- mento di un maschio, che di una femmina: opinio- ne comprovata dall'esperienza di tutte le madri che hanno concepito di maschio e di femmina : benché contraddetta in pura teoria dagli antichi e da'moderni. Non potendo spiegare come dai cotiledoni uterini pas- sa il sangue alla placenta, si limita al paragone dei feto colla semenza che prende il nutrimento dalla ter- ra: e concludendo che non dissomiglia la natura umana da quella dei germinanti, decide che la nutrizione dee farsi assolutamente dall' ombelico, senza mettere in campo tante ridicole opinioni, come si è fatto da due secoli indietro, in cui la prima ha sempre distrutto l'altre posteriormente inventate. Descrive con chia- rezza le membrane che contengono con le acque il feto, e fa conoscere che la membrana decidua, sup- posta invenzione di Hunter , non gli era incognita; poiché nel fine del libro De natura pueri così si esprime: Cohaerent enim pelliculae etiam uteris ubi circum puerum obvolvuntur non adeovi valida ac multa . Nel fine di questo trattato dice, che le primi- pare vanno più soggette all'intensità dei dolori di quel- Ostetricia degli antichi ec. ug \e che sono state più volle madri. Questo fatto è con- traddetto dal celebre Stein contro la pratica univer- sale, e l'autorità di tutti gli ostetricanti. Egli osser- vò che nei primi parti specialmente le ossa della pel- vi si scostano alquanto fra loro pel rammollimento dei ligamenti. Quest'osservazione, annunciata colla mas- sima chiarezza da questo grand'uomo, è slata attribuita a Severino Pineau francese del secolo i6°, come se prima di lui nessuno ne avesse parlato. In questo me- desimo trattato ci dà un' idea chiarissima del parto naturale, e dice che la testa dev'essere alquanto in- clinata quando il parto è felice. Se la testa devia da questa posizione , o venga il feto pei piedi , mal si partorisce, e talvolta può succedere che muoia o il feto o la madre, od entrambi ancora : Porro disruptio pcllicalis, si pueri momentum in caput inclinatimi praedominabitur, mulier facile pallet : si autem obliquus, aut in pedes procedete mulier difficul- ter pariet. Da questo passo apparisce, che Ippocrate cono- sceva la difficoltà del parto pei piedi , ma non lo credeva impossibile; lo ripete con maggior chiarezza nel libro De octimestri partir. Pariuntur autem mul- ti in caput, et securius discedunt, ac liberantur his qui in pedes pariuntur. Nel trattato De morbis muliebribus ripete que- sto medesimo sentimento, e porta la celebre compa- razione di un nociuolo di olivo che deve passare a traverso di una bottiglia di collo stretto: denotando con questa che il parto pei piedi lo credeva diffi- cile, ma non impossibile, per cui anche in questo luo- go ripete, che allorquando il feto presentasi co' pie- di, è util cosa di richiamarlo per la testa: Utile est 120 Scienze autem in caput procedere. A ragione da questo grand'uomo fu riguardato il parto pei piedi funesto al feto ed alla madre, preferendo sempre ai piedi la te- sta. I moderni, ad eccezione di Smelile, che hanno disapprovato il precetto di questo gran maestro, han- no veduto quali funeste ■ conseguenze derivino dal- la loro opposta condotta: e con ciò giustificano am- piamente la maniera d' operare d'Ippocrate, il quale conservava la vita ad una quantità di feti, che si fan- no perire colla versione adottata ornai per legge ge- nerale in ostetricia. Stein ha provato colla sua pra- tica di anni dieci, che sagrificasi per lo meno colla versione, nelle mani di esperti ostetricanti, più della metà dei feti che tentansi di estrarre. Ippocrate, in luogo di quest'operazione, faceva uso piuttosto de'leg- gieri scuotimenti alla donna sul suo letto, in cui im- piegava tutta l'arte possibile. Ed esigeva che fossero molto regolari, acciò non cagionassero convulsioni, ma producessero il bramato effetto di riordinare il feto nella sua naturale posizione. Ed in fatti quanti in- signi pratici non ci riferiscono cambiamenti istantanei di parti difficili e contro natura, divenuti facili e na- turali con qualche irritazione prodotta all'utero , o con qualche accidentale movimento della donna? Ippocrate dalla pratica ammaestrato conobbe quanto efficaci fossero questi scuotimenti, per cui in molti luoghi caldamente li raccomanda. Fino ai tempi di Paolo d'Egina si continuò questa pratica salutare : ma dai moderni è stata posta affatto in oblio per sosti- tuirvi manovre meno semplici e più pericolose. In que- sto medesimo trattato ci fa conoscere la vera causa che determinava il parto, ricercando nell'anatomia svilup- po, e circolazione del sangue della matrice al feto. Ras- Ostetricia degli antichi ec. 121 somiglia il parto maturo ai frutti che, per mancanza di umore circolante, col resto della pianta sono ob- bligati a cadere. I moderni, per dare la spiegazione di questo fenomeno, hanno inventato una quantità d'i- potesi, la maggior parte delle quali non escluse quella patrocinata da Stein. Sono esse insussistenti, ed alcune ridicole. Le Roy ha riprodotta l'opinione d'Ippoc rate annunziandola per sua invenzione, e prendendo ad im- prestito dal pensiero di lui la comparazione del frutto, che nella sua maturità staccasi dal resto della pianta. Nel libro De superfoetatione descrive la placenta previa ed attaccata all'orificio dell'utero , e propone le medesime manualità progettate da Delamotte e da Smellie; e aggiungendovi le fomentazioni per ammol- lire l'orificio dell'utero, descrive pure alcune manualità dafai'si colle dita intorno all'orificio della matrice, che il sig. Stein {parte 625, tomo i°) chiama , facen- dosene autore , non men nuove che interessanti. Allorquando la placenta è rimasta nell'utero, vuole che si attenda, purché non vi siano sìntomi urgenti: e propone un certo metodo, col quale dimostra con quanta piacevolezza e prudenza si debba agire, acciò non accada emorragia, procidenza d'utero, ed altro fu- nesto accidente. In questo medesimo luogo con preci- sione descrive i sintomi che sogliono sopravvenire al- le gravide, allorquando sia morto loro il feto nell'utero: descrizione di gran lunga più esatta di quante ce ne hanno fatte i moderni; propone un letto-seggiola per situare la donna nel parto, e vuole che la parte po- steriore sia mobile ad arbitrio del professore, e la par- te anteriore incavata come la balneare degli antichi; e da ciò comprendesi che Ippocrate conosceva per sola pratica, ch'era necessario che l'angolo della ma- 122 Scienze trice colla vagina negli ultimi momenti del parto si unissero fra loro ad un piano orizzontale acciò il parto fosse felice. Nel libro delle malattie delle don- ne descrive tutti i mali acuti e cronici, a cui può F utero andar soggetto in tutti i diversi periodi e stati della donna : e vi sono raccolte tante diverse specie di malattie, tanti metodi curativi, che assoluta- mente non rinvengonsi nelle opere recenti. Della pro- cedenza dell'utero, tanto completa quanta incompleta, delle cagioni tanto interne quanto accidentali, e degli aiuti tanto chirurgici quanto medici, tratta egli con tale esattezza e con tanto spirito di pratica, che Ruy- sch, Moriceau , Goulard , che ne hanno in seguito parlato, niente ci hanno dato di meglio. In Germania Boeltern , in Francia Gregoire si contrastano la gloria di avere osservato pei primi la retroversione dell'utero: mentre nelle opere d'Ip- pocrate non vi è deviazione, a cui vada seggetto que- sto viscere , del quale non si parli ampiamente e ri- petute volte ; anzi sonovi alcune malattie di questo genere , di cui con vergogna tacciono affatto i mo- derni scrittori. Propone pure Ippocrate certi piccioli istromenti fatti di stagno per ripone l'utero nella sua naturale posizione, allorché è deviato a qualcuno de' suoi lati o chiuso per qualch'altra malattia: e neppur essi nelle recenti opere sono affatto menzionati. Nei casi d'emorragia uterina parla dei pessarii imbevuti nel- l'aceto, e legati ad un filo, che Le Roux propone co- me una delle sue migliori invenzioni nei flussi san- guigni della matrice. Dell' obliquità dell' utero , di cui Boeltern si fece inventore , e da cui Deventer tirò tante giuste conseguenze per la direzione delle forze durante il Ostetricia degli antichi ec. 12$ travaglio del parto (cognizione che rese la sua pra- tica tanto semplice e felice ), ad Ippocrate si deve la prima veduta, che ne parla alla pag. 81 De na- tura muliebri. Della febbre puerperale , della sop- pressione dei lochi, delle metastasi al petto, alla te- sta, articoli tutti al sommo difficili per le complica- zioni che involvono nella pratica, egli tratta con ta- le finezza di criterio e sagacità, che fa maraviglia co- me i moderni non 1' abbiano preso per guida nella compilazione delle loro opere. L'esplorazione, che ha tanti vantaggi in ostetricia nel corso della gravidan- za, nel parto, ed in tutte le malattie che attaccano le parti più gentili, riguardata da Nhiell per la co- gnizione più interessante che possa aversi in ostetri- cia, fu conosciuta da Ippocrate in modo, che in tutte le malattie dell'utero propone di farne uso frequente per non errare nella diagnosi de' mali acuti o croni- ci, che attaccano questo viscere. Deventer crede di essere siato il primo a riconoscere i vantaggi dell'e- splorazioDe, alla dilucidazione della quale ha impie- gato dieci interi capitoli, senza mai far motto di al- tri che ne avessero parlato prima di lui. L'utero va soggetto, come qualunque altra parte dell'uman cor- po, a concrezioni calcolose. I trattati moderni di o- stetricia hanno affatto trascurato questa malattia: quan- do Ippocrate ne avea parlato di già diffusamente nel suo trattato delle malattie delle donne, riportandone anche una bella osservazione nel libro quinto De mor- bis popularibus, in cui dice che molte fiate i sin- tomi provenienti da questa malattia vengono falsamen- te ad altra cagione attribuiti. Dei suffumigi tonici, emollienti, ne descrive tan- te diverse qualità, che v' impiega per l'intiero molte 124 Scienze pagine nel trattato sulle malattie delle donne: descri- vendo più volte come deve situarsi la donna sopra di una seggiola, di sua particolare invenzione, per po- ter più comodamente mettere in uso i suoi metodi di cura. Non vi è autore moderno che attribuisca al- tri istromenti ad Ippocrate che uncini, di quelli in fuori acuti e taglienti, che sono necessari per l'em- briotomia. Dì questo sentimento è ancora Crantz, che ha presentato nel secolo passato una dissertazione con quest'argomento; ma io leggo nel capitolo 5 De su- perfoetatione , che egli parla dì un istromento inno- cuo per tirare fuori la testa del feto, che avrà fatto le veci forse dell'attuale forcipe, della cui invenzio- ne vanno tanto superbi i francesi. Nella terza sezione degli aforismi, in cui con ge- nerali vedute ci descrive quali generi di malattie so- gliono dominare nelle stagioni dell'anno, e sotto le varie temperature, e nei vari periodi della nostra vi- ta , annunzia all' aforismo 1 2 quale sia il tempo in cui vadano più soggette le donne all' aborto : e ciò è verificato tutto dì dall'esperienza. In questa mede- sima sezione ci dà un quadro generale di tutte le malattie che sogliono assalirci dai primi periodi della nostra esistenza fino al tempo della dentizione: e ciò con tanta precisione e giudizio, che lo fanno ammi- rare anche dopo la lettura dei Girtanner e dei Ron- senitein. Nella sezione 5, dall' aforismo 28 fino al 62, ci dà una quantità di ragioni sulla sterilità delle don- ne: fa delle osservazioni veramente originali sulle cau- se degli aborti, sulle malattie che sogliono sopravvenire nel corso tutto della gravidanza, sullo stato dell'u- tero più o meno atto al concepimento : parla del- Ostetricia degli antichi ec. 125 V esplorazione , e della sua necessità per assicurarsi senza contrasto dello stato dell'utero sano o morbo- so : raccomanda i suffumigi di erbe aromatiche ed emollienti per ripristinare la sconcertata economia di questo viscere : aiuto troppo trascurato nella pratica del giorno , e superiore sicuramente a tanti vantati farmachi dell'odierna ostetricia. Nel libro quasi divino dei prognostici, in cui la più tarda posterità dovrà ammirarlo per la vastità e profondità delle sue vedute sull' esito felice o infe- lice dei morbi , libro che fa conoscere agli uomini quanto possa essere di vantaggio all' umanità l'ana- lisi induttiva allorché è animala da un genio ve- ramente osservatore : nella fine di quest' opera dice che i suoi prognostici estendonsi nelle malattie tut- te delle gravide , delle partorienti , e delle puerpe- re. Ecco dunque la dottrina d'Ippocrate sull'ostetri- cia. Dopo questa male abbozzata analisi, si giudichi quanto a torto siasi pubblicato che avea questo ge- nio scarse cognizioni sulla facoltà di cui parliamo! Questi o non hanno letto le sue opere, o per l'igno- ranza e per le prevenzione sono stati impediti di rico- noscere la giustezza de'suoi ammirabili principii an- nunciati al grado di evidenza e di perfezione. Ora ve- diamo quali progressi siansi fatti dopo di lui. Celso, dopo molti secoli, scrive un trattato au- reo sulla medicina, ed un solo capitolo impiega per 1' ostetricia, in cui siegue religiosamente le massime d'Ippocrate: se si accettui una maggior felicità d'ese- guire il parto pei piedi, quando il feto non si pre- senti per la testa. Galeno nei suoi immensi volumi nulla ci dice sulla parte operativa dell'ostetricia. Aezio in tre capitoli racchiude tutte le sue idee 126 Scienze sopra i parti, che non sono altro che l'estratto del- le opere di Aspasia e di Filumeno ; autori che de- viando dalle vie semplici d'Ippocrate, riempirono l'arte di manovre terribili e pericolose, per cui invece di ac- crescerla, la deteriorarono. Paolo di Egina, benché nato in un secolo di barberie e d' ignoranza, conosce nella forza del suo genio quanto siano ammirabili i precetti d'Ippocrate: e proponendosi di farli rivivere, declama contro l'a- buso invalso degli stromenti, e rettifica le idee e la manualità del parto pei piedi oscuramente annuncia- te da Ippocrate. Eccoci al tempo in cui tutto, non escluse le scienze, cade sotto il dominio degli arabi. Il loro carattere, vano, ignorante e superstizioso, si manifesta anche in quelle arti che sono le più sa- cre all' umanità. Avicenna ed Albucasis lasciano le orme sacre d'Ippocrate e di Paolo d'Egina, e riem- piono la pratica de'parti di metodi sanguinari e fe- roci. Senza inoltrarci, tiriamo un velo su quest'età ve- ramente di ferro che fa tanto disonore aìlo spirito umano ! La caduta dell'impero d'oriente trasportò in occi- dente una quantità di libri greci, che risvegliarono il fuoco saero della vera scienza. Rhodion, celebre medi- co tedesco, si applicò all'ostetricia, e vi fece rapidi pro- gressi dietro le tracce d' Ippocrate e di Paolo d' E- gina: e ad esempio di essi proscrisse ogni teoria, ban- dì gl'istromenti, e adottò soltanto la semplicità de' metodi. A lui dobbiamo il disimpegno delle brac- cia nel parto pei piedi, appena l'estrazione del feto giunge alle natiche: nozione essenziale, e che avanza di un passo la scienza sopra d'Ippocrate. L'ordine del suo piccolo libro è molto regolare, le idee sono espo- Ostetricia degli antichi ec. 127 ste con chiarezza e precisione: ma per disgrazia uni- versale poco conosciute e niente meditate. In questo medesimo tempo lo spirito di ricerca scuopre in Germania l'opera di Moschione, la quale contiene sublimi precetti in ostetricia, seguendo sem- pre le orme ippocratiche. Quivi trovansi le vere idee del parto naturale, il vero meccanismo da osservarsi in quello dei piedi: articoli che lo rendono inferio- re a quelli che avea presi per guida. Ed ecco già quat- tro grandi uomini in ostetricia, i cui precetti giu- diziosi sono tutti conformi, perchè copiati dalle sem- plici e sempre costanti leggi della natura. Nell'an- no 15^3 Pareo pubblica un opera sulla generazione dell'uomo, e sul metodo di estrarre i feti dall'utero materno. Quest'opera lo fece proclamare in Francia e in Europa tutta pel fondatore dell' ostetricia. Io non so se le sue vaste cognizioni in questa facol- tà ed una realtà di merito gli procurassero una sti- ma sì universale : o se piuttosto un felice destino , che lo ravvicinò al trono, lo facesse divenire l'oracolo della scienza che professava. Per convincerci di que- sta problematica verità fa d'uopo analizzarlo. Nell'o- pera indicata impiega egli peri 'intiero quasi 12 capito- li in discussioni metafisiche e filosofiche, che risentono troppo dell'ignoranza degli arabi licei; parla quindi delle varie posizioni che può prendere il feto nell'u- tero; descrive una seggiola ostetrica, e ne riporta la figura copiala dall'opera di Rhodion, senza aver avu- to la generosi là di nominarlo. Nei cap. 32 e 33 rac- chiude quasi tutta 1' ostetricia operativa , assegna il modo di ben situare la donna per estrarle il feto , e prescrive che si leghi presso a poco nel modo che si pratica con quelli che debbono sottoporsi al ta- 128 Scienze glio della pietra: e propone l'estrazione del feto pei piedi, senza fare alcun motto degli antichi che l'a- veano prevenuto in questa cognizione. Se il feto fos- se morto , e presentasse le braccia mortificate e li- vide per la cangrena, egli, falsamente persuaso della sicura morte del feto, propone di tagliarle con un ra- soio più vicino che sia possibile alla spalla, e ten- tar quindi l'estrazione pei piedi : la quale non riu- scendo , vuole che tirisi fuori cogli uncini , di cui riporta la figura di varie forme e grandezze , niente o poco dissimili da quelli dell' arabo Albucasis. Ed ecco ciò che di essenziale dice questo preteso genio dell'ostetricia. Queste poche cose, che non sono che compilazioni delle opere di Aezio, di Filumeno, e di Avicenna, sono unite con tante favole, e con sì ridicole idee di medicina araba e peripatetica, che bisogna aver somma pazienza a percorrerle. Ad onta di ciò la fol- la dei chirurghi francesi, abbagliata dall' opinione di quest'aulico professore, lo seguì ciecamente: si adot- tarono tutti i suoi metodi, le sue manualità, gl'istro- menti : e così, senza rimontare ai veri e primigeni fonti della scienza ostetrica, lo spirito umano restò tradito nell'ordine cronologico delle sue idee e del- le sue invenzioni. Questo nuovo prospetto, che sta- bilì la pubblica stima a Pareo, pose una barriera tra gli antichi ed i moderni. Stein non propone ai suoi allievi libri da leggersi anteriori al secolo decimoset- timo, persuaso che gli antichi ne avessero parlato in modo tanto umiliante da non doversene nemmeno far menzione: e così alle vie di prudenza e di dol- cezza, ai metodi semplici e sicuri d'Ippocrate, se ne sostituirono altri incerti, complicati , ed impratica- bili, senza esame', appoggiati solo alla versatile au- Ostetricia degli antichi ec. 129 torità di professori, che coi loro grandi esempi piut- tosto che buoni ebbero la sorte di fare al pubblico illusione. Comparisce sulla Senna Moriceau, e met- te a fanatismo la chirurgia colla sua opera pubbli- cata nel 1668. Quantunque superiore di molto a Pa- reo, lo spirito vi è tratto dalla sua opera. Ad esem- pio di lui non rese alcun omaggio agli autori, di cui mise a profitto le fatiche: li copiò sovente, senza no- minarli: negligente) lutti i preparativi al parto, anzi talvolta li biasimò : perde di vista gli spasimi, a cui nel parto va spesso soggetta la matrice: ed in vece di metodi blandi, semplici, e sicuri raccomandati da Ippocrate, sostituì manovre mal conosciute. Sopra ogni credere prodigò egli stesso elogi al suo mortifero ti- rateste, altamente disapprovato da Haller , e di cui dice CvaniziFelicitcr cum alidore extinctum credo'. anzi per accreditarlo declamò con tale furore contro il forcipe di Chamberleyne, che lo screditò senza risor- sa per tutta la Francia , e costrinse Fautore di ab- bandonare Parigi, e ritirarsi in Olanda ove appres- so Ruyschio e Rohonaysen ebbe sorte migliore. Ad onta di tutto ciò Moriceau avea genio per l'ostetri- cia: e le sue opere, quantunque piene di falsi prin- cipii, non lasciano di essere utili per le buone vedu- te di pratica, atteso il lungo esercizio di questa pro- fessione. Deventer in Olanda e Delamotte in Francia co- nobbero quanto Pareo e Moriceau si fossero allon- tanati dalle vere tracce d'Ippocrate e di tutti quelli che felicemente l'aveano seguito: sicché, sensibili alle disgrazie dell'umanità, ne fecero rivivere i salutevoli precetti, presentando il primo un trattato, ed il se- condo un corpo di osservazioni con tanta precisione G.A.T.LXXXV. q i3o Scienze e chiarezza, che fino a quel tempo opere migliori dopo gli antichi non erano comparse. A Deventer princi- palmente si deve la conoscenza dei rapporti della lesta del feto coi diametri della pelvi: cognizione che fece quindi marciare con piede più sicuro l'ostetri- cia, e riuscì di tanto vantaggio a tutti quei profes- sori che seppero fare un giusto calcolo di questi principii, e metterli a profitto nella pratica. Nella metà del secolo passato rappresenta la grande scena in ostetricia Levret in Francia, Roede- rer in Germania, Smellie in Inghilterra; ma questa facoltà viene da loro considerata sotto vari rapporti, che danno diversi» risultati ed opposti nella pratica. Tre opere principali produsse Levret; la prima sul- le cause e sugli accidenti di molti parti lahoriosi. Egli compose quest'opera per far conoscere al pub- hlico il suo tiratesta, che non ehhe fortuna migliore di quella di Moriceau che si era proposto per gui- da, quantunque quest'istromento lo faccia conoscere per ahile meccanico. Dopo pochi anni produsse un' altra opera, in cui altro fine non ehhe che criti- care , stabilire dei sistemi , descrivere , far gli elo- gi, il biasimo, e l'istoria di molti istromenti inven- tati prima di lui: e ciò per sempre più innalzare il suo nuovo islromento, col quale parea che dovesse- ro eseguirsi felicemente tutti i parti difficili e con- tro natura. Per isviluppare più completamente la sua dottrina, pubblicò una terza opera col titolo: L'oste- tricia dimostrata coi principii della fisica e della meccanica per servire d? introduzione e di base alle particolari lezioni. Lo stile aforistico adottato dall'autore lo .rende alquanto oscuro anche ai profes- sori Consumati. Egli si occupa seriamente delle di- Ostetricia degli antichi ec. i3i mensìoni del bacchio, e prende un abbaglio che al- lora era universale presso gli ostetrici tutti della sua nazione, cioè che il più grande diametro della pel- vi è dalla simfisi del pube al sacro. Quest'errore, co- piato dall'opera di Moriceau, influì molto sulla sua pratica: quantunque dopo molti anni, avvedutosi di questo errore, in qualche modo lo correggesse. Egli riguardò il maggior diametro della testa del feto quel- lo che dal mento sale alla fontanella anteriore: prin- cipio falso, che i soli occhi bastano per ismentire : combattè contro l'opinione d'Ippocrate e di Deven- ter, e contro il fatto dell'obliquità della matrice nella gravidanza; sostenne che le contrazioni uterine si pro- pagano dal davanti al di dietro, dall'ombelico al coc- cige, mentre dai tempi più antichi si era riconosciu- to che dal fondo all'orificio dell'utero propagansi di- rettamente. Questi principii di Levret opposti alla pri- migenia verità dell'ostetricia, dimostrata in seguito dal- l'esperienza degli antichi, non gli fecero avere idee chiare del parto naturale: per cui fu costretto ammet- tere un'infinità di parti laboriosi, e di fare uso degli istromenti sempre fatali al feto. Dobbiamo però esser- gli grati per aver egli usato un linguaggio in ostetricia più preciso, e quasi matematico, con molte geometri- che dimostrazioni de'parti : laonde mi sia lecito il dir- lo, non saprei meglio denominarlo che il Cartesio di questa facoltà : poiché, genio, meccanismo profondo nell'invenzione degl'istromenti, e cognizioni profon- de non gli mancarono: e se fosse stato dotato della paziente riflessione di Delamotte nell'osservare, si sa- rebbe garantito da tanti abbagli, ed avrebbe portato l'ostetricia al grado di perfezione, senza riempirla di verità astratte, seducenti nella teoria, ma poco utili per la pratica. i3a Scienze Roeiìerer, dopo aver percorso le più eulte con- trade di Europa, pubblica nel 1776 la sua opera, e la dedica a Levret. Si potrebbe dire che questo era un ruscello che ritornava alila sua sorgente: poiché, sebbene sotto diverso aspetto, non vi sono in essen- za che le teorie, il sistema, e la pratica di Levret che ciecamente seguì. Questo basti per farne l'elogio ad un tempo e la critica. Ecco già percorse le epoche più brillanti di que- sta facoltà, senza vederne i vantati progressi: anzi con rincrescimento e danno della scienza abbiamo ve- duto molti de' moderni mirare con occhio compassio- nevole le sode dottrine degli antichi: assidersi con or- gogoliosa presunzione sul trono del sapere : rovescia- re le leggi salutari della natura, di cui non hanno essi conosciuta l'ammirabile semplicità, e dettare col ferro alla mano leggi distruggitrici all'umanità per pro- cacciarsi nome con metodi nuovi e con operazioni in- opportune, che sovente non sono che la sanzione del turpe interesse e dell' ignoranza, che infelicemente tutto snaturano in società. L'Inghilterra ha dato un gran medico illuminalo, il quale si è posto interamente allo studio dell'oste- tricia. Egli, credendo che la sua patria non lo potesse fornire di quelle cognizioni alle quali aspirava, viag- gia in Francia , e riporta dopo molto studio e fati- che nel seno della sua nazione, come oracoli, le dot- trine di Gregoire e di altx-i celebri ostetricanti, sen- za aver nemmeno il coraggio di discuterle, creden- dole incapaci di errore. L'infelice esito di molti par- ti lo convinsero della loro fallacia, e pubblicamente lo confessò. Nel tomo 2, pagina 263, così si esprime: « Accortomi del mio falso sapere, incominciai a con- Ostetricia degli antichi ec. i33 sìderare sotto un punto di vista meccanica tutto ciò che ba rapporto all'ostetricia: ridussi l'estrazione del fe- to alle regole del movimento del corpo in differenti direzioni, esaminai più seriamente la forma e le di- mensioni del bacino, i rapporti della testa del feto, i suoi ,differenti movimenti nel parto naturale at- traverso la pelvi ; e così la mia pratica ebbe in se- guito felici risultati.» Dopo una ragionata esperienza di molti anni si avvide ancora quanto irragionevole fosse il fanatismo dei moderni pel parto de'piedi, an- nunciato nelle opere del padre della medicina per difficile, e pericoloso ai feti ed alle madri. Con mol- ta verità egli dice alla pag. 3y4: « 1° temo che gli oste- tricanti non guardino il più alto silenzio sugli effet- ti dell'estrazione del feto pei piedi, e che non ripor- tino che i soli casi favorevoli. Nel disimpegno della testa si uccide ordinariamente il feto , e sovente fa d'uopo d'istromenti per disimpegnarla. » In seguito del- le sue osservazioni e di una lunga pratica si convinse quanta ragione avesse Ippocrate di lasciar sempre la natura nella pienezza dei suoi diritti, aiutandola con rimedi blandi e sicuri, senza violentarla con mano- vre e stromenti micidiali : riserva ordinaria di quei professori che trovano partito più comodo di sosti- tuirli alla lettura ed alla penosa meditazione de'buo- ni libri, in cui delineate rinvengonsi le leggi costanti della natura , ed i mezzi semplici per riordinarla sconcertata. I principii di questo autore sono adot- tati da Leake, Denmann, Pearson , Kentich , e dai più dotti medici inglesi, che dopo di lui dati si sono allo studio dell'ostetricia. Questa è l'opera più per- fetta che sia comparsa dopo Ippocrate: poiché ha il gran pregio di riunire tutte le sode dottrine degli antichi, e le poche dei moderni. i34 Scienze Stein, a sentimento di Monteggia, è stato il più dotto ostetrìcante della Germania de' tempi ultimi. Questi seguendo lo stile aforistico di Levret, e le trac- ce di Roederer suoi maestri, ne segue ciecamente an- che le teorie che sovente discordono dalla pratica: e le sue tavole per la spiegazione del meccanismo del parto naturale , degli assi della pelvi , dell' ute- ro , e del feto , sono copiate fedelmente da quelle di Levret e di Roederer. Tanta è la deferenza pe' suoi precettori ! Non bisogna dissimulare però che le sue idee sono più chiare e più precise, l'or- dine più regolare e più sistematico, il fanatismo per gì' istrumenti molto minore di quello de' suoi mae- stri. La spiegazione del parto naturale è stato più felicemente descritto, e portato ad un grado di evi- denza e di rigore matematico che non lascia al- cuna cosa da aggiungere. Ad onta di tutto ciò le sue opere non sono al caso di formare un pratico ostetricante, assumendo spesso la dimostrazione di ve- rità astratte, e lasciando la via de' fatti e delle osser- vazioni che d'immediato vantaggio all'umanità (come sono le opere d'Ippocrate, di Deventer, e di Smellie) debbonsi stimare ove tutto è fatto, niente teoria: per cui lo studio dei Levret e degli Stein non può es- ser utile che a' consumati professori. L'opera di Baudelocque, benché non vi sia nulla d'originale , non ostante contiene una quantità di precetti raccolti dalle opere più classiche degli antichi e de' moderni. Egli , secondo Ippocrate , non tra- scura i preparativi al parto, ed inculca tutte le vie di dolcezza prima d'appigliarsi a manualità od istro- menti. La divisione dei parti naturali però è stata fuori di proposilo troppo moltiplicata. Gli articoli sul Ostetricia degli antichi ec. i35 forcipe e sulla leva di Rollo nnuysen sono esposti con tanto dettaglio, e frammischiati con tante estranee que- stioni, che non possono fare a meno di non produr- re la noia : talché tante cose inutili , superflue , e sovente ripetute, fanno perdere di vista i principii es- senziali, lasciando nella mente dei lettori dubbiezze ed oscurità. La nostra Italia può gloriarsi di aver avuto nel fine del secolo passato un' opera , in cui si ammi- rano ordine, chiarezza , semplicità e solidità di prin- cipii, e vedute pratiche che non lasciano nulla a de- siderare. La meccanica del parto naturale, e le di- verse posizioni che prende il feto nel nascere , sono ristrette in un piccol numero ; la divisione de' parti laboriosi, colla descrizione delle manovra necessaria, è ridotta ad un calcolo limitato e generico. Gli ai*- ticoli sull' uso del forcipe e della leva sono esposti con quelle riflessioni e giudiziose riserve , troppo necessarie allorquando parlasi d'islromenti. Il trat- tatista è stato il dottissimo ostetricante clinico ro- mano Asdrubali, che produsse colle stampe nel 179^ questa bella ostetricia: e quindi come ape industriosa pubblicò la seconda opera nel i8i3, raccogliendo dalle opere classiche degli antichi e de' moderni tutto quello che può essere utile alle gravide ed ai bambini, sen- za pompa di teorie, di opinioni, e di sistemi sem- pre di ritardo alla perfezione dell' ostetricia e delle scienze tutte. L'opera fu tradotta in idioma tedesco a Vienna, e l'illustre Miglietta l'arricchì di preziose note. Il dotto ed infaticabile scrittore, dopo un tra- vaglio di molti anni, nel 182G per la terza volla pre- sentò al pubblico , e per comodo dei suoi allievi dell'archiginnasio romano, un manuale in due grossi l 36 Scienze volumi, nel quale ha egli aggiunto tutto quello che è stato di nuovo detto, meditato, ed osservato dopo le prime sue opere, che certamente si devono chiamare i più classici trattati di ostetricia che vanti l'Italia. Eccovi dunque il quadro genuino e compara- tivo degli antichi e dei moderni in ostetricia. Dissi che nelle opere d'Ippocrate rinvengonsi tutte le so- de dottrine, tutti gì' inconcussi principii, la sempli- cità tutta e la sicurezza de' metodi neh" operare , ove Paolo d'Egina, Moschione, Rhodion, Deventer , Delamotte, Smellie, Asdrubali, che sono ì soli autori senza difetti, hanno attinto tutto quello che v'ha di classico nelle loro opere tanto rapporto alla mecca- nica dei parti , quanto alle malattie delle donne , in cui Ippocrate non ha verun superiore. Le aggiunte essenziali fatte ai principii d'Ippocra- te in ostetricia fino al dì d'oggi sono il disimpegno delle braccia del feto nel parto pei piedi: e ciò si deve a Moschione. La cognizione esatta della pelvi, delle loro dimensioni, del suo asse, dei suoi diame- tri, tanto per rapporto all' utero, quanto alla testa del feto ( cognizione, sebbene in via di fatto, conosciuta da Ippocrate ), è parto del genio dell'olandese Deventer, a cui l'umanità tanto deve per queste interessanti scoperte perfezionate in Inghilterra, e confermate dal celebre Smellie. L'invenzione del forcipe potrà esse- re un' altra addizione all' ostetricia dei moderni, del- la cui prima forma siamo tenuti al tedesco Rueff: sebbene abbiamo de' cenni di un istromento a que- sto simile nelle opere d' Ippocrate. Fuori di que- ste verità , e di un ordine e precisione maggiore nelle opere dei moderni, tutto trovasi sparso nelle opere del padre della medicina: poiché teorie , si- Ostetricia degli antichi ec. 137 stemi, opinioni, critiche, questioni, storie, ed usi di sempre nuove forme d'istromenti, che trovansi presso la maggior parte delle opere dei moderni ( special- mente degli scrittori francesi), non hanno che ritardato la perfezione di questa scienza. Sicché mi pare che in ostetricia non si potesse produrre opera più interes- sante, che quella riunire con criterio tutti i preziosi materiali che esistono nei libri ippocratici, corredarli di riflessioni pratiche e di osservazioni, ed aggiunger- vi le poche essenziali dottrine dei moderni: senza ri- petere inutilmente tanti trattati che sopraccaricano soltanto di libri la repubblica delle lettere, senza al- cun vantaggio. Allora a colpo d' occhio si vedreb- be con quanto poco diritto fossero proclamati Pareo e Moriceau per fondatori dell' ostetricia : e quanto ingiusti siano i moderni fino al giorno d'oggi nel giudicare poveri gli antichi in mezzo alle loro reali ricchezze: e si vedrebbe in fine lo spettacolo assai umi- liante per l'amor proprio di molli scrittori moderni preconizzati per classici, per originali, per inventori, i quali non potrebbero che divenire infelicemente i letterari corvi di Esopo. i38 LETTERATURA Di uno specchio vulcente. Dissertazione del march. Secondiano Campanari. (o specchio vulcente , di cui qui fo parola , è uno de'più singolari monumenti delFa grande e pre- ziosa raccolta di etnische anticaglie, che la munifi- cenza del regnante sommo pontefice Gregorio XVI aggiunse ai musei del vaticano. Semplicità ed ele- ganza di stile, varietà di disegno, simmetria, grazia, armonia: sono tali i pregi di questa pittura lineare del nostro specchio, che non dubito di riferire alla più bella e eulta epoca delle arti in Etruria. Voglio dire a quel tempo, in cui i toscani, stancate già da lungo le mani sulle nuove opere de1 greci artefici , abban- donata la rigida e dura maniera della scuola natia, divennero perfetti imitatori loro ed emuli e rivali dei loro stessi maestri. Che se bambine nacquero in Gre- cia le arti, siccome eran nate in Egitto ed altrove: e quello stile meschino, quella rozzezza ed infantile semplicità, che proprie furono de'più antichi lavori di arte toscanica, furono proprie altresì de'lavori più an- tichi sì greci e sì egizi (i) ( imperciocché una fu do- ti) Strab. XVII, Cf. Diod. Sicul. I, 97. Specchio vulcente i3g vunque la origine dell'arte, ed in ogni nazione tenne ciascun artefice una stessa via, chi prima e chi poi nei primi esercizi di essa ); vero è che la Grecia, guidata dal suo hel genio, ecclissò poscia colla sua gloria ogni altro illuminato paese: e dove prima i greci viaggian- do in Etruria, in cui le arti assai tempo innanzi fio- rirono, molte cose appararono che trasportate in casa loro ehbero poi tutto l'agio di migliorare, coll'andar del tempo s' innalzarono gradatamente sino al segno di lasciar buona pezza addietro quegli stessi che loro erano stati maestri. Assai per tempo ebbe cultori il greco stile in Etruria: e come prima l'arte salì a maggior perfezione per le opere de'soinmi maestri, gli etrusci, rimmosso del tutto quell'antico far nazionale, e data opera all'esercizio di quest'arte novella, in tanta nobiltà e maraviglia de' gre ci stessi salirono,, ch'e'parve che, non contenti d'imitarli, con quelli alcuna volta abbiano voluto gareggiare. Fiori questa nuova scuola in Etruria tra il V e il VII secolo di Roma : ed a questo secondo periodo dell'arte etnisca debbonsi ascri- vere le più belle opere de' toscani artefici: siccome a questo riferiremo ancor noi il monumento che qui prendiamo a descrivere, essendo che in cotal genere di etrusche antichità sia uno de'più perfetti lavori che escisse mai di mano a nazionale artista. Quattro sono i personaggi rappresentati nel qua- dro principale del nostro specchio , che dirò essere Venere, Adone, Diana o la Luna, e il genio della forza. Nudo è questo genio (se non che una clamide gli fa velo alle spalle ) alato e gagliardo. Colla sini- stra mano sostiene una lunga e poderosa lancia: di- stende la destra, e l'appoggia fortemente al ginocchio. 140 Letteratura Grave ed altero è il suo portamento, severo il volto, e premendo col destro piede un aspro e grosso maci- gno, piega alquanto la persona in avanti, come per osservare più da vicino il vago amante di Venere , che le fa al collo catena delle braccia; mentre ella, posato il destro braccio sulla spalla di lui, lo guar- da amorosamente tutta in sé raccolta e pudica (i). 214A"! , MARIS è scritto su la testa del ge- nio , che prendo io qui pel nome stesso di lui in caso retto, declinandolo all' antica maris maris per mas maris, il maschio, il forte, il genio della for- za. Io non istarò qui a dire se ancor questa voce avesse, come talun'altra presso gli antichi, una doppia terminazione : e che si dicesse mas ugualmente che maris nel primo caso, nel modo stesso che dagli etru- sci si disse Laris (2) e Lar (3), S amili s e Samni- tis (4)» Capenas e Capenatis dai latini (5): solo di (1) In una antica pasta di vetro della collezione Stosch Ve~ nere tiene il sinistro braccio appoggiato sulla spalla di Adone. Winckelm. Descriz. delle pietre ine. del gabin.del bar. di Stosch ci. II, num. 5g. (2) *viwvi *i. Mamers; Cf.Dìonys. Hai. 1, 16; Geli. N. A.X1II, 22. Varrone ( De L. L. ) pensò che Mamers fosse voce sabina ; ina egli stesso ne insegnò (lib. V) che la lingua sabina deriva dall'osca, e noi stessi abbiamo avvertito che la lingua degli osci era in gran parte somigliante alla etrusca. (2) De causs. L. L. cap. LXXIX.. (3) Anche il dottissimo Gori ( mus. etr. tab. XL) pensò che i romani da nessuna altra nazione fuorché dalla etrusca avessero avuto questo nome di Marte. 142 Letteratura Mamers enim et Mavors et Mars fortem apud ìl- los significarunt : non quod magna vorteret , ut aiunt (i), neque enim latinae voces fuerunt. Perchè poi dai latini stessi si ebbe questa voce ne'vari suoi casi a sinonimo di fortis, virilis, impavidus ec, sic- come in quel verso di Orazio Et mari bus Curiis, et decantata Camillis (a) per tacere di altri noti e simili esempi. E poi altrettanto certo, che presso le antiche na- zioni i nomi de1 geni, e dicasi altrettanto di tutti gli altri iddii secondari , alludevano sempre ad alcune delle qualità loro caratteristiche. Così la dea declori altro nome non si ebbe da'romani che quello di Flora: "Eptg, fu detta la discordia da' greci, da spi?» la con~ tesa: e così pure fu detta dagli etrusci \f~) 3U fl2fU> LASA VECV, ossia Vida, Victoria, la dea di que- sto nome (3). Ognuno poi vede che al genio della forza altro non poteva darsene più adatto e con- veniente di quello che nasceva dal nome stesso di Marte, il più forte di tutti gli dei; ond'è che l'etru- sco artefice robusto lo fe'e gagliardo della persona: e cacciatogli sotto il piede uno scoglio, e messagli in mano un'asta lunga e pesante, tali simboli ed attri- buti gli diede, che quando anche scritto non gli aves- se quel nome in sul capo, niuno che abbia occhi che veggano potrìa dubitare che quello non fosse vera- mente il genio della forza. (i) Cf. Cic. Ve N. V. II, 26. (2) Ep. /, 1, 64; Cf. Ep. ad Pison. v. 4<>2. (3) Passeri, Lett. roncagl. VII; Lanzi, Sagg. ec. tom. II, pag. 2o3. Specchio vulcente i43 Alla voce ^I^lrl14! , MARIS , segue immediata- mente ... fKIVt (JAfKVì) TVRAN, ch'è l'usato nome di Venere in tali monumenti. Poscia £1 .... finale, come io mi penso, del nome 21 (i^Vi"/!)» ATVNis, Adone , e che leggo così e supplisco sen- za tema d'errare sull' esempio che di quel nome mi somministrano altri specchi vulcenti (i). Dissi che Venere si abbraccia con lui (2). Ag- giungerò qui che nuda è la dea, solo che un peplo le ricopre in parte la sinistra spalla: e nudo è pure l'amante di lei, se anch'egli non vestiva una clami- de , di cui panni scoprire alcun segno nella logora e guasta grafitura dello specchio (3). E qui bello è il vedere , come una colomba , uccello sacro alla dea degli amori , posatasi su d' un tronco d' albero stia beccando a Venere le dita della sinistra mano , che tiene giù abbandonata e distesa; della quale idea assai vaga e gentile si giovò, a mio credere, l'etrusco artefice per indicare che il luogo di quella scena era per avventura la foresta del monte Libano, nota ab- bastanza per gli amori di Adone e di Venere (4), o come altri vogliono ùeWidalio in Cipro (5); ciò che (1) De Witte, Catalogue d' antiquit. num. ig/p, Paris 1806. Cf. Gerhard, Uber die metallspiegel der Etrusker, Berlin. i835, tav. II. (•>.) Cf. Winckelmann, De Witte, Gerhard l. e. C>) Cf. De Witte l. e. Lejìls de Myrrha est mi jusqu' à la Pelature: un manteau coiwre ses jambes, et une couronne de myr- te ome sa tele. Il semble lenir dans la main droite une baie de myrle; sa main gauche est posée sur l'epaule de Venus. Près ti' Adonis est la colombe. (4) Lucian. De syr. dea; Macrob. Salimi. I, 21. (5) Properl. II, ij, 55 ; Cf. Valcken ad Theocr. idyl. XV, 100. i44 Letteratur a resterebbe ancor meglio dichiarato da quella colom- ba, che da Stazio fu detta volucris idalia (i). La quarta figura del nostro specchio dissi essere Diana. Ella è nuda, se non che un lungo manto , clic dall'omero sinistro le cade disteso sul destro pie- de, le copre in parte la spalla e il sinistro ginocchio, che tutto però traspare come di sotto a sottilissimo velo. Slrignendo ella colla sinistra mano un giavel- lotto , tiene la destra appoggiata sul fianco e l' un piede all'altro sovrapposto, come «e stanca dal lungo correre ed inseguire le fiere ne'boschi cerchi di ripo- sarsi. Ella è rivolta col viso a Venere e all'amante di lei: e sì diresti che pigli il più grande interesse e piacere nel vederli insieme e sì strettamente ab- bracciati. So che alcuni pensarono che questa dea met- tesse a morte il figliuolo di Ciniro suscitandogli con- tro un feroce cinghiale (2): ma so pure che altri ne die colpa alle Muse (3), altri a Marte per gelosìa che s'ebbe del nuovo rivale (4): ne mancò chi ne dicesse autore Apollo per odio che avea contro Venere, che privò della vista il figlio di lui Erimanto (5). Comun- que sia, gli è certo che qui la dea, lontana dal mo- strarsi con Venere irata, le fa buon viso, e par che goda di vederla sì lieta fra le braccia del vago suo amante. Porta Diana acconciati i capelli sulla sommità (1) Achil. 072. (2) Apollod. Ili, i4; Eurip. Hippolytus. (3) Meurs. Commetti, in Ljeophr. Cassandr. 833. (4) Nomi. Dionys. XL1; Aphton. ììsunoi/nm XI. (5) Mythol. v. Erymanlhus. Specchio vulcente i^b del capo a foggia di tutulo, ed un'arrailla o braccia- letto nella parte superiore del braccio destro, di quelli che da'greci dicevansi gxiktgi (i), consistenti in una semplice fascia. Il suo nome è Mfl'Ur! (HrtlJ.4), ALPAN, cb'è quanto dire la banca, da alpus, alpa, per alba, Yoce sabina (2) o osca : che razza degli osci furono anche i sabini, e da costoro s'ebbero la religione e la lingua (3). Che se piacesse ad alcuno derivar quel- la voce dal greco cèkipòg o ^knioq (4), bianco, torne- rà lo stesso : poiché , come tutti sanno , la doppia PH e la semplice P ebbero presso gli etrusci lo stesso valore (5). Infine se alcuno amasse di vedere in quell' ALPAN il noto cognome di Diana Alphea o Alphio- nia (6), non si allontanerebbe a mio giudizio dal ve- ro; e forse lo stesso Alpini (VH'lJ/ì) dello spec- chio di Bomarzo, cb'è pur del museo gregoriano, pub- blicato ne'monumenti inediti dell'instituto (7), e che altri credè nome di una musa, è quello della Diana Alfana o Alfe a, come un'altra volta mi studierò di dimostrare (8). (1) Poli. Oriom. V, 16, segm. 98; Cf. Thom. Bartholini, De armili ; Caylus, Recueil d' antiquit. tom. V, pi. q3, num. 5, 7. (2^ Fest. v. Album. — Album, quod nos dicimus a graeco, quod est àX Hercle, trovo che in altro specchio vuJcente si disss anche Cai anice (CflJi4'/1ICE)' cloe a &re Callìnicq, gre- co soprannome di lui assai noto, e che il eh. Micali, per uno di quegli abbagli in che sogliono talvolta cadere anche i più illuminati , dichiarò per Pollu- ce (4) ì solo perchè lo vide a Castore vicino rivati Alphna ed Altphna , Alfano, o Alpana tolta 1' aspirazione ( Sagg. di L. E. toni. II, pag. 368, 421, 4 55 ). La gente Alpia- nia è nota in Gl'utero (Inscript. 5jg, 1), né io dubito che così si dicesse dalla Diana Alfea o A!jìonia,j)ev quel costume che sem- pre fu proprio degli antichi di assumere i nomi dalle stesse loro divinità. Cosi tra gli etrusci , per non dire degli antichi greci e latini , de' quali sono ovvi gli esempi, troverai a modo di dire una Hintia Turmucas, ed un Thiirinenas, nomi che hanno ambe- due la loro radice in TVRMS : un Vello Tinio, ed una Velia Tinia che l'hanno in TINA o in TINI A: una Turania che l'ha in TVPiAN.- un'Apluna in APLV, e cosi va dicendo. (1) Spanheim, in Callim. Dian. (2) Monum. ined. dell'instit. tav. LVI, A, tom. I. (3) Strab. V, ap. Lanzi tom. II, pag- 199, 627. (4) Antichi monum. tav. L, 1; Stor. degli ani. pop- ital. toni. Ili, pag. 86, I. Specchio vulcente 147 (^ y/\Zf\*) )•' comunqne il nostro Ercole portasse Varco e la clava , armi che non furono mai pro- prie del figliuolo di Tindaro (1). E per dire an- cora una parola di quel costume proprio degli etra* sci, non men che de"greci, di chiamare con nomi di- versi una sola e medesima divinità, noi sappiamo che Diana stessa, detta ancor (\ V[ /Ì0, THANA, chiama- vasi dagli etrusci egualmente che da'greci /IHW'f'^rt» ARTAMA, ed H430 ARIL, che sostiene sulle spalle il cielo in l'orma di globo seminato di stelle. La qual voce J|, pag. ti; Second. Campa- nari, l. e. (6) L'etrusco ®*|0>J V1, P\LTHISPH, riducesi a roara- i43 Letteratura E per amore di brevità tralascio altri esempi che po- trei addurre in buon numero. Ma un'altra ragione v'ha ancora a favor di Dia- na, ed è che secondo Callimaco chiese ella a Giove la moltiplicità de1 nomi (i),che accordolle il padre de'numi, e dea di molti nomi, nokv'J>vop£ àoùp-tov, ven- ne infatti invocata da Orfeo (2). Perchè dai lacede- moni fu detta Eletta, dai più "Apr^jg, Bsv§^ dai tra- ci , "Ayyùog dai siracusani, per tacere altri innume- rabili soprannomi di lei, e dai latini Diana, Vivia- na, Luna, Lucina, Phoebe, Dictynna , Proserpi- na ec. (3). Ma la ragion vera e principalissima, a creder mio , perchè questa iddia sia qui chiamata con nome diver- so da quello di THANA, che solevano dare gli etru- sci alla sorella di Apollo, si è che ella figura nel no- stro specchio la Luna e non Diana propriamente det- ta : perciocché, comunque gli antichi abbiano talvolta confuse insieme queste due divinità, sono elleno ben diverse l'una dall'altra; sendochè quella sia figlia d'I- perione e di Thca, questa di Latona e di Giove (4): quella amante d'Endimione, questa nemica de' mari- taggi. Che se poi paresse strano, che quell'epiteto di Urligli » Al pan , bianca ( poiché a me piace di scegliere questa delle diverse interpretazioni che ho dato di questa voce ) similissimo all'altro di nivea e viglia al greco IIOAT0E2niS, e ciascuno converrà meco che non poteva darsi al dio de'vaticini nome più conveniente di questo. (1) Hymn. in Diati, v. 7. (2) Dianae suffim. v. 1, Cf. Cattili. Carni. XXXIV, li, s. (3) Màcrob. Satur. I, i5, 7; ibid. 16; Varr. De L.L, IV, 19. (4) Hesiod. Theogon. Specchio vulcente i4g di candida dato alla Luna da Virgilio, da Ovidio e da altri (i), si convertisse in nome proprio di que- sta divinità, simile esempio abbiamo pur nell' etru* sco nome di Melinone 2flI33 ) EFAS , che felice- mente il Lanzi dedusse da Hw?, Aurora, quasi Eoas, cioè il figlio dell'Aurora, o sia venuto dJ oriente (2). Oltre alle quattro anzidette figure di Venere, di Adone, della Luna e del genio della forza, vedi a capo dello specchio la testa di un giovane intonso, il quale colla sinistra mano strìgne una verga, e non so che strignea coli' altra : perciocché sendone peri- ta la grafitura, è impossibile il determinarlo. Questo giovane , di cui vedi soltanto la testa e parte delle mani, ha d'ogni intorno un gran mare, e diresti che da quello esca fuori. Credo ch'e'sia Febo (3) , che con la scutica in mano vada incitando le ore al cor- so (4) : o Giove stesso, autore del moto della natu- ra (5) , e quale rappresentavasi dagli assiri e dagli egizi ( presso i quali ebbe origine questa favola di Adone e di Venere ) giovane così ed imberbe, colla sferza nella destra, le spighe e il fulmine nell'altra (6); (1) Aen. VII, 8; Metani. XIV, 067. — Anche Omero chia- mò la Luna la dea delle bianche braccia Kcfip; àvaercra Ssà st/xa'Xsvs Sìa. SsXtjvjj Hymn. in Dian. v, 7; Cf. Catpurn. ed. VI- (2) V. le dotte osservazioni sopra l'etrusco nome £fl33 del eh. C^vedoni, Bollelt. dell' Insti t. 1807, pag» 176. (3) 'fìjcaavo'y irpo\mùv ovpuvov daava^-n, Mimnerm. a//. Athen- XI, 5. (£) Cf Patin. Num. imper. p. ^in; Mus- fiorentlli- toni. I, lab. LIV, n im. io. (5) Macrob. Satnrn. I, s3; Plat. in Phedr, (6) Slmulacrum [Iovis) aureum specie imberbi instai: dextra elevata cimi flagro in aurigae moduin : laeva tenct fuhnen , et i5o Letteratura simboli che forse recava egli qui in mano e che per- deronsi colla grafi tura stessa dello specchio, come dissi qui sopra. Al quale danno grandissimo 1' altro assai maggiore aggiungere si deve della perdita del nome di lui, a cui forse appartenevano quelle poche e tron- che lettere rimaste ( ... f{l/{~d'f ) fra l'ultima voce HfliJ/ì, e 1?I ... finale del nome di ?\ (VlVt/4), che per quanto siami ingegnato di poter supplire , non mi è fino ad ora riuscito mai con profitto. Dissi che a capo del disco vedesi Febo sor- ger dal mare. Ora dirò che questo mare girava at- torno allo specchio , e tutto era popolato di pesci. E come il mare, che la terra circonda e divide, an- che la terra trovi qui rappresentata in una striscia, orizzontale, sulla cui superficie veggonsi un gallo, una civetta ed un serpe. Infine una musa alata , 3V14], MVS (MbacraJ) tenendo nella destra il plettro , suona colla sinistra la cetra. Ella è seduta, col viso inclinato e tu Ila in se raccolta e pensosa, come persona che mediii grave soggetto, Narrano i mitologi che, morto Adone , Venere ottenne in grazia da Giove di ritornarlo alla vita (i); ma negando restituirlo Proserpina, venne essa con la diva a contrasto a chi di loro toccar dovesse il fi- gliuolo di Mirra. Giove le rimandò alla musa Callio- pe, la quale portò sentenza che avesse a goderselo sei mesi dell'anno ciascuna (2); se non che standosi Ve- spicas. Quae cuncta lovis Solisque consociatemi potentiam de- monstrat. Macrob. I. e. (1) Hyg.fab. ?5i, 271, ec. (2) Gyrald. De deis gent. syntag. Ili; Tzetzes ad Lycophr. Cassandr. p. i53; Valken ad Theocr. idyl, XV, ioo, Specchio vuixente s5ji nere poco contenta al giudizio di lei, prese Giove il partito, a terminare per sempre siffatta gara, di divide- re l'anno in tre parti, e ordinò che l'una ne vivesse Adone con Proserpina negli inferni, l'altra con Ve- nere , la terza dove meglio a lui fosse tornato (il. Da questa favola, che, come dissi , ebbe origine tra gli assiri o i fenici , i primi che prestassero culto alla "Venere Architide ed ai risorto Adone (2), e che presto dovè propagarsi anche in Etruria , in Gre- cia ed altrove, si disse che Adone era il Sole , il quale, scorrendo nel suo apparente viaggio per l'emi- sfero inferiore o scuro della terra , era ritenuto da Proserpina nella casa di Dite; imperciocché inferius hemisphaerium. terrae Proserpinam i>ocaverunt(3). Ed eccoti Venere piangere la lontananza di Ado- ne (4) , cioè del Sole : eccoti Venere stessa, imma- gine della terra in tempo d' inverno , quae obnu- pta nubibus vìduata stupet : fante s bue veluti ter- rae oculi uberius manant : agrique iterum suo cultu vidui mo e stani faciem sui monstrant (5). Ed a questo voglionsi riferire le note feste, che dal no- (1) Apollod- III, 4- (a) Macrob. Satura. I, ai; Cf. Burmann. ad Ovid. metani. X, v. 738. (5) Macrob. I. e. (4) Quod sol annuo gressu per duodecìm signorum ordinem pergens, partem quoque hemisphaerii inferioris ingreditur , quia de duodecìm signis zodiaci sex superiora sex inferiora censentur. Et quum est in inferioribus, et ideo breviores dies facit , lugera ereditili' dea, tamquam sole raptu mortis temporalis amisso , et a Proserpina retento, quam numen terrae inforioris circuii, et antipodum diximus. Macrob. I. e. (5) Ibid. i5a Letteratura me di Adone furono chiamate, e che nella Fenicia, nell'Egitto, nell'Assiria, nella Giudea, in Persia, in Cipro ed altrove si celebravano con tanto lutto e pianto e miserabili grida femminee (i). Più giorni queste lugubri feste duravano in memoria del morto Adone (2), che ucciso dicevano da un cinghiale: nel quale animale figuravano l'immagine dell'inverno (3): Veluti vulnus solis, quae et lucem eius minuti et càlorem. Ma nell'ultimo di di quelle feste la tristez- za mutavasi in tutta gioia , e ciascuno celebrava la risurrezione di Adone , ed il suo ricongiungimento con Venere, ch'è quanto dire il ritorno della pri- mavera dopo V inverno. Ed eccoti J.done-Sole > co- me a noi par di vedere nel nostro specchio, che il- lumina l'emisfero superiore della terra, cioè tenere BtessaiNam physici terrae superius hemisphaerium, cuius partem incolimus , Generis appellatione co- luerunt (4). Ed ecco le piante tornare a svilupparsi (r) Ammian. XXII, 9; Sales. ad d- Hieronym- in Ezechiel. 8; (">.) Narra Plutarco nella vita di Nicia, che allorché questo prode capitano partì colla flotta per Siracusa, non pochi atenie- si ne restarono afflitti e turbati, per ciò che le donne celebrava- no di que'giorni le feste di Adone, ed in molte parti della città erano esposti ì simulacri, che rappresentavano corpi morti , in- torno a' quali facevansi esequie, ed altamente piangevasi dalle donne stesse: cosicché quelli, che tenevano in qualche conside- razione queste cose, afflitti mostravansi e pieni erano di timore sopra l'armata, dubitando che quell'apparato, che uno splendo- re aveva ed un brio sì florido, non fosse ben tosto per venir me- no. Imperciocché gli ateniesi tenevano per giorni funesti quelli, in cui ctdebravansi le feste di Adone. (3) Quod aper hispidus et asper gaudet locis humidis et luto- sis, pruinaque contectis, proprieque hyemali fructupascilur glan- de- Macrob. I. e. (4) Macrob. ibid. Sed quum sol emerserit ab inferioribus par- Specchio vulcente i53 dal riscaldamento de'raggi solari : la terra.) che riceve il tepore della nuova stagione, mettere in moto tutti gli animali: la serpe stessa, uscita dall'annuo sonno, rivestirsi di nuove spoglie, ringiovanire ed acquistar forze novelle (i). Così il mare si agita : e come il sole di primavera comincia a spargere il vivifico suo calore, e la sua influenza rinnovatrice ed irresistibile penetra fino alle profondità delle acque, i pesci di- spiegano tutte le loro forze, animano i propri colori, ed obbediscono anch' essi agli impulsi della natura. Quindi il Sole ricongiunto a tenere promuove ed eccita la facoltà generativa (2). Vi assiste il genio della forza, perchè ella stessa da quel riscaldamento solare si sviluppa e si accresce , e promuove gli ef- fetti della riproduzione delle cose: vi assiste la Luna) che co'suoi influssi vi contribuisce. Essa è pure che tibus terme, vernalisque aequinotii transgreditur Jlnes augendo diem, tunc et Venus laeta, et pulchra virent arva segetìbus, pret- ta herbis, arbores foliis. Ideo maiores nostri aprilem mensem Veneri dicaverunt. (1) Gli antichi pensarono che le serpi col vestire annual- mente la nuova pelle ringiovanissero, e che la loro giovinezza si estendesse a tutta la vita: per ciò le fecero simbolo della eterni- tà, e simbolo altresì della fecondità, attesa la natura ignea di sì fatti animali. Cf. Euseb. I, 7; III, 3; Kircher. Obelisc. Pamphyl. lib. v. (2) Quae mare navigerum, quae terras frugiferenteis Concelebras, per te quoniam genus omne aiiimantiam Concipilur, visitque exorlum lumine solis; Denique per maria, ac monteis, fluviosque rapaceis, Frondiferasque domos avium, camposque virenteis, Omnibus incutiens blandum per pectora amoretti, Efficis, ut cupida generatim saecla propagent. Lucret. De ver. natura lib. I, in princ. i54 Letteratura empie le terre di succo (i), che col suo crescere in- grandisce i corpi delle conchiglie, delle ostriche, delle conche marine (2), che governa i moti del flusso e riflusso del mare (3), che dà vita e vigoi'e alle pian- te (4), che il sangue stesso dell' uomo col suo cre- scere accresce (5), ed aumentando le midolle del cor- po umano (6) lo rende insieme più vigoroso e ga- gliardo. Perciò la Luna ed il Sole furono detti dagli antichi moderatori ed autori della vita dell'uomo, e la vita stessa un beneficio della luna di questi due astri (7): e chiamarono l'una tenere, l'altro Amore, perchè come deserta per sé stessa ed ombrosa è la Luna senza la presenza del Sole, così tale può dirsi che sia Venere senza la luce d'Amore (8). (1) Quo vera coniectatio existitit, haud frustra, spiritus si- dus Lunarn existimari. Hoc esse quod terras saturet , accedens- que corpora impleat, abscedens inaniat. Plin. H. N. Il, 99. (2) Lunari potestate ostrèarum, conchyliorumque, et concha- rum omnium corpora augeri et miniti ... exquisivere diligentiores. Plin. I. e. 4i; Cf. Lucil. ap. Geli. XX, 80; HoraL Sat. II, IVy 3o; D. Aug. C. D. tib. V; Cic. De divin. II, 14. (3) Cic. I. e. (4) Plin. I. e. (5) Ibid. Sed et sanguinem hominum etiam cum lumine eius augeri et miniti. (6) Nam et crescentis Lunae augmenta in corporibus nostris, et deficientis luminis damna sentimus. Medullae enim fiumani cor- poris cum Luna crescimi ; quum vero inanis coeperit luminibus destituii lenitati corporis fatigatione languescunt. lui. Fimi. IV, Matlies in praefat. pag. 84- (7) Macrob. In somn. Scipion. I, tg. Nam quum sit caduco- rum corporum haec duo propria, sentire, vel crescere, afVS^Tixdv, id est sentiendi natura, de Sole, qiuTixòv autem , id est crescendi natura, de lunari adnos globositate pcrveniunt. Sic utriustfue lu- minis beneficio haec nobis constat vita, qua fruimur. (8) Plut. Amator. XVI. Specchio vulcente i55 E quella grande e maravigliosa opera di lei, vo- glio dire la generazione , non viene forse ad essere accessoria ad Amore, a cui sola ebbe in sorte di do- ver servire, e lei sola riverire , come dice Plutarco, poiché esso non partecipa d'altra onoranza o poten- za, se non di quella ch'ella gli comparte ? Quid genus omne creat volucrum, nisi blanda voluptas ? Nec coèant pecudes, si levis absit amor. Vis eadem, lato quodcumque sub aequore vivit Servat, et innumeris piscibus implet aquas ( i ). E quando dico di Venere, dico della Venere dai mitologi chiamata celeste (Hflj- xu^cg, o vaso da unguenti, ed appesi ad un chiodo tre stingili chiusi in un anello di metallo , e al di sotto della nicchia posati sul suolo due lebeti, due bracieri, dov' erano ancora gli antichi carboni ; un tirabrace, una paletta (2), e certo vasellame di bron- zo consistente in conche , gutturni ed altro , quale appeso alla parete ad un chiodo , quale rovesciato , quale ritto in terra , quale guasto e lacerato. I più nobili oggetti che quivi furono ritrovati sono già nel museo gregoriano, grazie alla munificenza del regnante sommo pontefice, Dissi che queste ciste altro non erar.o che pic- cole arche, dove le antiche donne tenevano custodito il loro mondo muliebre (3). Ora Ulpiano ci dice (1) Plaut. Most. I, 5, io4- — Cedo purpurissum. Sen. Non do: scita es tu quidem: nova pictura interpolare vis opus lepidis- simurn. Cf. Apul. Apolog. et Plaut. Trac. Il, 1, 55. (2) Secondiano Campanari, Monum. ined. dell'Instit. 18J7, tav. XLll. (3) Non vuoisi già stabilire con questo che nessuna delle an- tiche ciste di metallo sia di quelle così dette mistiche, dove ii- ponevansi cose sacre ed arcane per uso delU iniziazioni e delle 164 Letteratura che in mundo muliebri continentur specula unguenta^ vasa unguentaria, et si qua similia dici possunt, voluti lavatio, riscus, argenteum balnea- religiose cerimonie bacchiche, solo diciamo che le mistiche, sia per la esterna struttura loro, sia per gli oggetti che conteneva- no, furono sempre bea diverse da quelle che noi chiamiamo toe- lette: della quale specie é questa altresì da noi trovata in Vulci, e le altre che di sopra abbiam nominato. E per ciò che riguar- da la struttura esterna delle ciste mistiche, siano esse quadrango- lari o rotonde; che bene spesso viste ne alibiamo di quella forma e di questa: dovranno sempre portare, a creder nostro, una ma- nifesta indicazione Ae vimini o giunchi, di che le vere ciste misti- che erano fatte e intessute ( Ovid. Metani. II, 554 )•' e tanto più che in nessuna di quelle, che troviamo in antichi monumenti rappresentate, si vide mai trascurata quella sì fatta indicazione de'vimini, che noi ricerchiamo espressamente nelle ciste misti- che di metallo. Al che aggiungi che il coperchio di queste deb- be essere fermo al corpo della cista per modo che aprendosi non se ne stacchi , ma vi rimanga sempre appiccato e pendente. Al contrario nelle ciste o toelette da donna, vedrai che il coperchio non lu min infisso alla cista, ma tale che potesse levarsi e met- tersi al bisogno per mezzo di un manubrio che è inchiodato a\ coperchio medesimo. Nulla dirò qui degli arcani oggetti che in quelle ciste ascondevansi, potendo chi ha voglia di saperne con- sultare Clemente Alessandrino da noi ricordato qui sopra. Solo dirò che né gli aghi, né i balsamari, né gli strigili, né altro og- getto qualunque, a riserva del pettine e dello specchio, che fan di bisogno a lina donna , sono fra quelli compresi, che nomina il citato autore per uso delle sacre orgie di Bacco. Porrò fine a questa nota col far due parole della cista bor- giana, trovata anch'essa nell'agro prcnestino , che il Gualtaui dichiarò per mistica, siccome 1' altra di cui abbiamo di sopra parlato. Fu ritrovala questa (cista), dic'egli , /lenirò una spelonca in tre arche di peperino con due patere (di meglio due specchi) uno stilo ed uno striglie E siegue: Dentro vi era un cavriolo, ed una pantera, una cista minore ed un />ezzetto di metallo a guisa di prisma ecc. (Guattani, Notizie sulle antichità e belle arti di Ro- ma per •l'anno 1787, pag XXIX). Specchio vulcente i65 re, sella balnearis ec. (i). E Paolo da lui non di- scorde ripete, che inunclo muliebri e a cedimi per quae mundior mulier lautiorque efficitur , velati speculimi.) concime, sitali, iteni pyxid.es, unguen- ta) et vasa in quibus e a sunt. Item sella balnea- ris , et caetera huiusmodi (2). Così insieme allo specchio, che fa parte del mondo muliebre, era nella no- stra cista il pettine per ripulire e ravvivare la chio- ma (3): Yauriscalpiwn da purgare le orecchie: Vacus comatoria (4) o drizzacene ( discerniculum ) per ispartire i capelli o per istrehbiare la cotenna del ca- po (5). Che se ad altri piacesse, che uno di tali aghi Per chi dovesse starsi alle parole del dotto archeologo, non potrìa al certo dubitarsi, che arcani oggetti non fossero questi ch'egli così ci descrive; imperciocché né le pantere, né i cavrio- li, né i prismi , né gli stili furono mai bestie o strumenti, dei quali avesse duopo una donna nel suo gineceo. Se non che, pe- sando bene le parole del Guattani, non sarà difficile che tanto in quel cavinolo quanto nella pantera troviamo noi due vasetti o unguentari fatti in figura di pantera o di cavriolo , perchè a centinaia n'ebbi io di siffatti da'miei scavi di Vulci. Ed eccoti tolto qualunque arcano che ti sembrava nascondessero quelle misteriose parole dell'illustre archeologo. E così dirò dello stilo, che altro non poteva essere che un ago da testa, siccome quel- lo che ritrovammo nella cista vulcente. Che cosasi fosse r\\\z\ pez- zetto di metallo a guisa di prisma, non so dire; ma essendosi rin- venuto co' due specchi , lo striglie , i due vasetti da unguenti, un ago ed una cista minore da contenere altre bazzecole don- nesche, doveva necessariamente essere anch'esso oggetto appar- tenente alla toeletta d'una donna. (1) Digest. XXXI F, num. 261. (1) Recepì Senten. II, §. 83. (5) Poli. Onom. V, e, 28. (4l Acus ad crines distinguendos in mando muliebri. Colv. ad Apul. 8, Metani; Cuiac. Observat. XI, 16. (5) Cnasonas acus, quibus scalpimi caput- Fest. v- Cnasonas. i66 Letteratura fosse pur di quelli quibus in feminis omandorutti crinium compago retinetur, ne laxius fluant (i), sappiamo che aghi siffatti erano appunto lunghi circa un palmo, siccome quello di metallo che ritrovam- mo entro la nostra cista, e come erano altresì i driz- zatoi , o acus discriminale s degli antichi. Gli un- guenti ancora ed i vasi che li contenevano, i lebeti, gli Strigilì ed altro che di sopra nominai, appartene- vano anch'essi al mondo muliebre della defunta cit- tadina di Vulci (2). Alle quali cose debbonsi aggiun- gere principalmente i due piccoli vasi di vetro (pj- jcides ) (3) , contenenti il belletto o altro medica- mento di ugual natura, siccome quello che ebbe sem- pre il primo luogo fra gli oggetti di necessità di una donna. E sa ognuno quanto le antiche matrone si piacessero di cotesti unguenti per dipingersi e medi- carsi la faccia e i capelli. Onde i belletti, le sapo- (0 lsid. lib. XIX. (a) Notabile è il piede di una cista di metallo ritrovato pres- so Falerone nel Piceno, che conservasi nel museo kircheriano. Un genio alato è quivi scolpito che, standosi con Un ginocchio posato a terra, con un pettine si liscia la lunga e folta chioma che solleva colla sinistra mano. Da presso a questo genio è un i>aso da unguenti, a cui è raccomandata una benda, uno slrigile ed una testa di lione a bocca spalancata, con che l'etrusco arte- fice intese di rappresentare una. fontana. E qui ricorderò anco- ra due altri piedi di ciste minori che sono pure in quel museo, dov'è rappresentato altro genio, che standosi anch' esso ginoc- chioni reca uno strigile in mano. Or non vedi come questi tre monumenti l'uso ne dicano che gli antichi facevano di tali ciste? (3) Plaut. I. e; Mart. ep. IX, 38. Quum sis ipsa domi, medi aq uè ornerà Suburra, Fiant absentes et tibi, Galla, comae; Nec dentes aliter, quam Serica, nocle reponas, Et iaceas eentum condita pyxidibus. Cf. Poli. Onom. X, segm. 121,- Ovid. llerned. amor. 352. Specchio vulcente 1G7 nate, le unzioni che usarono poscia le più tarde (1), furono di molte il solo avere che da quelle si ere- ditarono; della qual pece non tardò a macchiarsi an- che il sesso virile, perchè Seneca (2), acerrimo ripren- stre de' vizi del suo tempo, ebhe a dire : Omnia in- discreta sunt pervei'sissimis artibus, ut quidquid mundus muliebris vocabatur, sercinae viriles sint, minus dico, edam militar es. (1) Plaut. Mastelli Ovid. Metam. Fac. et Amat; Tertull.de cult, f eminar. ( 1) Natur. quaest. I, in fin; Cf. Iuven. Sat. II, 99, ss. — "P-X3^Q€g^-<=- i68 Di alcuni specchi etruschi graffili. Discorso di achille Gennarel'i socio deW instituto di corri' spondenza archeologica. Mi bellissimo specchio, pubblicato dall' instituto di corrispondenza archeologica nel voi. II, tav. 27 de' suoi monumenti inediti, offre innanzi ad un tempio esastilo d' ordine ionico cinque figure. Sta ritto nel mezzo un giovane imberbe, nudo della persona fino a mezzo dove fa capo 1' ampio manto che discende dagli omeri ; piegasi leggermente alla sua destra e porta scritto al di sopra il nome VHA(D- A quella banda stessa sono due leggiadre giovani ; la più vi- cina £I<13 è vestita di tunica talare, e recasi una corona nella sinistra ; 1' altra apparisce di fronte in tutta la nudità, cadendo naturalmente l'ampio suo pe- plo al di dietro; nomasi costei f11[juv xuIIigzcv ìòzoSui "Ov ò*vj yuy Koùdovai $avvjTic' x«ì Aiówaov, Evflov\r,c<. t aveexta, y.ou 'Avzocvyw àrj cne ' longobardi ne'primi sette anni del loro dominio in Italia, mentre la percorrevano , vi manomettevano tutto e uccidevano e desolavano: né questi erano certamente ar- gomenti di vita beata. Lo stesso Paolo diacono ci narra di C/e» fi, che passava a fil di spada gli antichi abitatori d'Italia devoti all' orientale impero. De' tempi de' duchi non v'ha storico che non deplori le grandi sciagure. Del resto poi si conosce che pure al tempo di datari, ad ecce- zione delle parti d'Italia ch'erano soggette a' vincitori e che per viltà o per estrema necessità si erano accostumati ad essi, le altre che favorivano gli antichi signori soffrivano spesso sanguinose scor- rerie e atrocissime guerre. I longobardi possedevano la massima parte della Liguria, le provincie del Friuli e della Venezia, la To- scana, l'Umbria superiore e inferiore, e finalmente la Puglia e la Campania. All'incontro erano obbedienti al dominio romano od o- rientale varie città sparse sulle alpi cozie, Genova ed altri luoghi marittimi, Cremona, Padova, Monselice, Ravenna con altre città finitime, Koma e il suo ducato, e forse fino al tempo di Clefi anche Napoli e Benevento, l'instituzione del cui ducato, quan- tunque tanto controversa fra gli storici, sembra nondimeno po- tersi (issare a quell'epoca. Vedi su di questo proposito il Mura- tori all'an. 571 ; il Giannone IV 2; il Denina VII 3, i quali fon- darono la loro opinione su quella di Paolo diacono, di Scipione Ammirato e del padre Antonio Caracciolo. E ritornando il nostro parlare ad Autari, egli è verissimo, e tutti gli storici convengono in questa sentenza, che al tempo del suo regno cominciarono a cessare le grandi sventure d'Italia. Egli e il suo successore Agilulfo , per conseguire la pace degli italiani soggetti, e farli più aderenti al loro impero, presero a togliere le cagioni delle continue discordie civili. Moderarono sagacemente l'insolente potenza de' duchi , con solenni fatti punirono i ribelli, e costrinsero a chinevole obbedienza gli altri che accennavano di rendersi indipendenti dall'autorità regia- Agricoltura e Feudalismo igg vili. E chi avea serbato germe di generosa virtù, sei sentia, suo malgrado, sopito nell' animo e reso inerte pe' mali pubblici e privati ; perocché le grandi sven- ture di una nazione offendono eziandio l'intelletto ed il cuore de' più prudenti e de' più forti. Così avvenne poscia che i duchi, offesi nell'orgoglio dai re, e odiati dai popoli per la prepotenza che esercitavano, pensa- rono meglio a' loro interessi e furono solleciti a cangiar maniera di diportarsi. Simularono intanto obbedienza coi primi, e si mo- strarono umani e benevoli cogli altri : e quindi fu, come si è ac- cennato nel contesto del discorso , che col favore di questi si re- sero, nel tempo successivo, temuti ai re medesimi. I sei anni pertanto del regno di datari furono per lui sei anni di gloria , specialmente per le vittorie riportate contro i franchi, i quali, a sollecitazione dell' imperator Maurizio, gli davano spesso grave molestia. Il regno di Agilulfo poi, che fu di ventiquattro o venticinque anni , 6egnò le sue glorie, per le guerre ch'ebbe coi franchi, per la pace fermata cogli avari, per l'accrascimento di Padova e d'altre terre al suo domìnio: ed anche perla sincera pietà sua e della sua consorte Teodolinda, e per la devozione eh' ebbero entrambi a quell' ampio lume di santità e di dottrina Gregorio magno che sedeva a que' tempi romano pontefice. E da questa età in poi, se si eccettuano pochi fatti provocati da reazioni, non possono essere i longobardi più accusati di Ile- rezza e di crudeltà : che anzi palesavano sensi di virtù , com- ponendosi all' esempio dei re loro, i quali se non aveano an- cora spogliato l'animo dell'antica barbarie, e ingentilito a virtù, nulladimeno davano segni continui di rettitudine: e ciò apertamente addimostravano le insliluzioni o le leggi che andava qualcun di loro promulgando , le quali accennavano bontà e giustizia, ed erano sommamente adatte ai tempi d'allora e alla ragion delle cose. Il che per verità prevale sopra tutto in lode dell' umana specie, che nella rozzezza e barbarie, coni' era in allora la condizione morale de' longobardi, seguendo soltanto 1 inclinazion naturale, col soccorso di pochissime procacciate co- gnizioni può giungere a concepire e ad esercitare la convenien- za e la rettitudine anche nell' ordinamento delle cose civili. 200 Letteratura Gli ammassati tesori italici frattanto appagavano per poco le brame dei conquistatori. Privi costoro di qualunque siasi idea di agricole industrie, e de'van- taggi di queste, s'avvisarono falsamente che la verace ricchezza consistesse ne'preziosi metalli, di che a do- vizia trovarmi piena 1' Italia : e scambiarono così il segno per la cosa. Si stettero contenti finché rinven- nero da predare , comprando ad altissimo prezzo le derrate straniere. A mano a mano che siffatte ric- chezze venivan mancando, V interesse personale sug- geriva a ciascuno la conservazione, se non 1' accre- scimento, delle proprietà individuali , qualunque si fosse la provenienza loro, o acquistate per diritto di guerra, o rapite per violenza di rappresaglia. Quest' interesse, personale, divenuto, per così dire, gigante, era fonte d'intestine discordie; perocché a cui venian meno le dovizie, in altri colla forza per se medesimo le cercava; e così novelle paure, novelli eccidi por- tavano la miseria negli avanzi delle campestri colture. Le politiche vicende frattanto facean sorgere in Italia il feudalismo. Parve questo ne'suoi esordi non favorevole all'industria delle terre: e non lo era di fatto, se la crescente miseria de 'feudatari suggerito non avesse de'mazzi, che pur dovettero ritornare la coltura de'campi, o mantenere almeno della medesi- ma e rinfrancare quel poco che vi si era qua e là conservato. Ma erano scadute le menti dalle prima- rie cognizioni come in ogni fatto di scienza così di arte qualunque, e molto più dalla volontà di atten- dere ad un'arle di pace ; e perciò pochi i progressi che vi si facevano, e pochi quindi i vantaggi che se ne ritraevano: finche mutati i tempi, mutate le con- dizioni degli uomini, si venne poscia in meglio. Agricoltura e Feudalismo 201 E qui credo opportuno, a schiarimento e prova di questa enunciata proposizione, il favellare di pas- saggio sull'istituzione dei feudalismo in Italia, sui pro- gressi e su la decadenza del medesimo (1). Peroc- ché è nel nascere e progredire di questo, che X agri- coltura sempre più volgevasi in peggio: ed è nel de- cadere di esso, che questa risorgeva. Alboino si fu il primo che diede in qualche ma- niera inizio allo stato feudale in Italia (a) , allor- ché disceso dalle alpi canile, già P armonia prima, e gettatosi nella provincia veneta, diede il governo di (1) L innegabile che 'A feudalismo in genere sia d'origine germanica (lasciando stare le strane opinioni che vorrebbero ri- conoscerlo d'istituzione romana ) ; ma egli è vero eziandio, che certe sostanziali differenze passano tra il feudalismo italico, \\ ger- manico, il franco e via dicendo : differenze che derivano dall'in- dole originaria delle respettive nazioni. S'io non erro, panni che la filosofia della storia non le abbia per anche ben distintele pen- so che allorquando giungerassi a farlo pienamente , si riforme- ranno molti giudizi precocemente pronunciati intorno ai tempi, in cui il feudalismo sorgeva e diffoudevasi in Europa ; e verran- no in aperto le veraci cagioni di tante pubbliche sventure, che nello svolgersi di que' tempi s'incalzavano l'un.i presso l'altra in- cessantemente: cagioni che stanno riposte appunto e debbono ri- cercarsi uelle accennate differenze- Quegli che fosse dotato di profondo criterio, e accostumato allo studio analitico della storia, e che si sentisse di animo ga- gliardo alla fatiia, e scevro dall'amore de'sistemi, e principal- mente dal sincretismo, potrebbe toglier questo ad argomento di un'opera, che aggiungerebbe lume novello alla storia europea e alla filosofia: e molto sussidio avrebb'egli dagli studi delle pas- sate età. Io mi fo ardito di proporla a'miei nazionali. (2, Intendo qui parlare del governo feudale e non del suo ius, il quale non ebbe principio se non nel loali, da una legge «he diede in Roncaglia Corrado il salico. V. Sigou. ad an. io2'J; Deniua lib. 7 e- 6. so* Letteratura questa, tranne Padova e Monselice, al suo nipote Gi- solfo (i) con autorità di duca, per guardarla dalle armi de' greci: e con esso Gisolfo vi si stabilirono , d' ordine pure o condiscendenza di Alboino, quanti formarono il seguito particolare di Gisolfo stesso: es- sendo che ogni capo di quell'esercito (ed erane uno Gisolfo ) avesse gente a se medesimo data, e che da lui immediatamente dipendeva (2). (1) Paul, diac- Iib. VI, cap. i; e dopo lui molti altri storici. (2) L'epoca precisa della discesa di Alboino in Italia, quella della sua morte, non che l'altra della morte di Clefì, sono troppo confuse anche ne'più accurati storici , i quali ne formano sub- bietto di controversie. Paolo diacono , copiando il Turonense t scrive che nel dì primo di aprile uscì dalla Pannonia Alboino. L'autore della Miscella, di cui tanto si giovò il Muratori pe' suoi annali, nella fine del lib. XVI iegue l'opinione di Paolo diaco- no. Il Sigonio nel lib. I De regno ital., sagacemente seguendo l'autore della Miscella, distinse l'epoca dell'entrata di Alboino in Italia da quella in cui principiò il suo reguo. Venne intorno a ciò contraddetto dal Pellegrino e dal Pagi, ma fu sostenuto vitto- riosamente dal Bacchini nelle note ad Agnello, tom. II Rer. ital.; e dal Sassi nelle note al Sigonio; e fu seguita la sua sentenza dal Muratori. Mi permetta qui intanto il lettore che, seguendo le tracce de'prenotati scrittori, fissi in compendio l'epoche distinte che si riferiscono a quel tratto di tempo, mettendole per così dire in breve rilievo. Nel primo o secondo giorno di aprile del 568 può fissarsi l'entrata di Alboino in Italia. Nei primi del settembre dell'anno successivo 56g viene stabilita la presa di Milano , e quindi il principio del regno italico. Avendo esso Alboino regnato tre anni e sei mesi (e in ciò convengono presso che tutti gli storici che di lui parlano ), la sua morte ebbe ad accadere nel febbraio, o tutt'al più nel marzo del 5j3. Salito poi soltanto nell' agosto di quell'anno sul trono Clefi, e avendo costui governato mesi di- ciotto, come vogliono i più, sarebbe egli morto nel gennaio o febbraio del 5y5. Agricoltura e Feudalismo 2o3 I più distinti comandanti dell'esercito di Alboi- no, seguendo i loro costumi e i concepiti pensieri, si divisero le terre conquistate. Dopo la morte di Clefì, il quale successe ad Alboino e regnò diciotto mesi o, com'altri vogliono, otto mesi soltanto, la nazione longobarda^ diffusa già per quasi tutta l'Italia, nello spazio di circa anni dieci non gli diede un succes- sore (i). Trentasei duchi governarono al modo feu- dale con pratiche e consuetudini che, poscia assai tem- po, furono ordinate in leggi scritte. Secondo la mia opinione, è nel tempo di questo interregno o di quest' oligarchia che gettò le sue fondamenta con qualche solidità, benché senza nome, lo stato feudale. Quando poi la nazion longobarda per le guerre straniere , e per lo continuo turbarla che faceano i greci, ed anche le città marittime italiane (2) mante- nutesi obbedienti ad essi, e che si andavano a poco a poco, e pressoché insensibilmente ordinando a re- (1) Non so come il sig. Sismondi, al cap. XI della sua Storia della caduta del romano impero, abbia asserito che trenta erano i duchi e non trentasei, come con Tengono da Paolo diacono in qua tutti i migliori storici delle cose d' Italia. Trenta erano de- stinali ai governi di alcune città , e gli altri sei alle regioni di Pavia, Milano, Bergamo, Brescia, Trento e del Friuli ; ond' è che furono questi denominati duchi maggiori, e gli altri duchi minori. Forse il sig. Sismondi non intese di annoverare i duchi maggiori: il che sembra aver fatto pure il Muratori nella sua V dissertazione sulle antichità italiane; dacché ivi dice che ,, dopo la morte di Alboino e di Clefi, la nazion longobarda instituì tren- ta duchi che governassero il regno; e per dieci anni durò un tale governo.- „ nel mentre che ne' suoi annali, seguendo l'autorità di Paolo diacono e del Sigonio, narrava : „ In questo decennio la nazion longobarda fu governata da trentasei duchi „. (2) Vedi principalmente il Sismondi nella sua storia della de- cadenza dell'impero romano, voi. II, cap. 1. ao4 Letteratura pubblica, credette sentir la necessità ili creare un ca- po a se stessa, e mise nell'anno 585 sul trono Ali- tavi (i), eransi i duchi fissati nelle città da loro go- vernate, col pretendere che 1' autorità loro passasse liberamente ne'fìgli : ciò che era contrario ai fonda- mentali principii del governo , e all' atto di conces- sione di quegli stati. Non piacque la cosa ai re lon- gobardi che successero : e presero questi da prima in varie guise , e specialmente in Lombardia luogo più prossimo al centro del regno, a contrastare a co- loro la usurpata potenza. Ma quantunque i duchi , adoperando a quel modo, avessero contrariato al si- stema delle leggi nazionali e ai patti impliciti od espressi, interceduti allorquando vennero essi al go- verno di quelle provincie che per sé contendeano, e ne sentissero perciò altamente pubblico biasimo non scevro da minacce d'insurrezione , nulladimeno per una di quelle solenni contraddizioni che pur troppo veggonsi di sovente, e qualche volta ancora fra le genti le più incivilite, negli ordinamenti delle cose civili, crebbero coloro tutto ad un tratto siffattamente nel favore de'popoli, che si resero temuti ai re medesimi. Per la qual cosa tralasciarono costoro alla lor volta le ostilità, e simularono concessione spontanea e li- berale ciò che era effetto di potente necessità. Po- scia i re parimente , indi a quasi un secolo , senza che i longobardi rinunciassero al diritto di eleggerli, (i) Il Sigonio, il card. Baronio e il Deiiina fissano ^eleva- zione di Aulari al trono nell' anno 585- Il Pagi per altro e il Muratori, ritenendo l'opinione di Sigeberlo e eli Ermanno Con- tratto, l'assegnano all'anno 586: allorquando appunto Ckildeber- to re de'fraachi si mosse con formidabile esercito contro l'Italia. Agricoltura e Feudalismo ao5 si furono accostumati ad aver successori sul trono i propri figli. E riguardo ai duchi, costoro al primo stabilirsi nelle città e provincie, sortite o commesse al loro go- verno, ad esempio di Gisolfo vi trassero il loro se- guito di compagni d'arme, co'quali francheggiavano la propria sicurezza. Questi com'erano dipendenti da coloro, così doveano essere dai medesimi provveduti all'in tutto d'armi e di quanto abbisognava alla vi- ta; e a ciò bastavano da prima per que'piccoli dina- sti le trovate dovizie. A mano a mano però che que- ste decrescevano, mancavano ad essi i mezzi di man- tenere la loro gente. Necessità voleva pertanto che avesser trovato al- tro modo di mantenimento. Per la qual cosa pen- sarono di concedere in usufrutto a' lor compagni o soldati per un dato tempo, che non passava oltre la vita del concessionario , certa quantità delle terre conquistate dalla nazione, e eh' eglino possedevano. Ed era a questa condizione medesima che Gisolfo e i trentasei duchi stessi avrebbero dovuto fruire delle terre, di cui si fecero poscia violentemente padroni. Coli' accennato modo provvidero i dinasti sagace- mente a due importantissime cose: i.» all'impossibi* lità, in cui si trovavano essi di mantenere più olire il loro seguito con doni mobili o danaro, di che aveano già sfruttata 1' Italia , e che mancando agricoltura e commercio non potevano trar d'altronde: 2.0 alla du- revolezza dell'affezione di que'loro dipendenti. I doni mobili sono cose sfuggevoli: al cessare per poco de' medesimi era facile lo scemarsi i dovuti riguardi del dipendente al capo; quanto era facile in gente di po- ca o niuna civiltà, in mezzo ad un popolo corrotto, fra dissidie di ogni genere, obliare la data fede. aoG Letteratura Fermaron quindi e resero solenne quest'atto di dazione o concessione, mediante un giuramento di fedeltà per parte del datario o concessionario: e fu chiamalo homagium. Colui che a questo veniva me- no, si rendeva colpevole di fellonìa; e decadendo dal diritto del concessogli dono, gli era tolto questo im- mediatamente. Gli obblighi, che si contraevano colla prestazio- ne àeAY omaggio ) erano generalmente i seguenti: As- sistere il proprio signore in curie et in campo, cioè e quando pronunciava giustizia in corte , e quando guerreggiava in campo : esporre , senza eccezioni la propria vita per salvare o vendicare la vita e l'onore di lui : rispettare, com'altro lui medesimo, ogn'indi- viduo della famiglia sua: redimerlo ciascuno co'pro- pri averi , ed eziandio colla iattura del proprio san- gue , se fosse caduto prigione di qualche nemico. Quegli che prestava l'omaggio fu chiamato con vari nomi indicanti fedeltà, de'quali era il più frequente quello di vasso o vassallo. Le guerre intestine frattanto, che si moveano fra que'piccoli dinasti per io più da basse invidie o da reali bisogni di usurpare 1' altrui per mantenere se stessi, non che il desiderio e l'ambizione di compa- rire talvolta ai comandi dell'unsero sotto le pretese insegne della nazione con maggiore quantità d' uo- mini, fece sentire ad essi il bisogno , e sempre più crescente all' aumentarsi delle accennate cagioni, di procacciarsi maggior numero di fedeli. Erano le popolazioni diminuite oltremodo per le guerre, per le pestilenze e per le emigrazioni conti- nue. Fra vassalli e schiavi restavano pur ora pochi uomini liberi, a cui fu dato il nome di haremanni Agricoltura e Feudalismo 207 ( voce che, lasciando stare le altre interpretazioni da- tele e attenendoci a quella dei Muratori, significhe- rebbe uomo di onore ), i quali avean potuto nel sov- vertimento delle sorti rimanere, sebbene impoveriti , possessori indipendenti di pochi beni. E questo av- venturatamente era accaduto loro, sia perchè poten- te istrumento fossero da principio agi' invasori : sia perchè circostanze, diremo felici, rispetto a qu e' tem- pi di alte universali sciagure, li facessero venire con coloro a patti, cedendo il molto per tenersi franca- mente a mano il poco ; sia perchè finalmente con- seguissero da'medesimi, per avere spontaneamente ne- gli eserciti loro militato , la propria libertà e una qualche parte de' conquistati terreni in dono. Volsero dunque i dinasti il pensiero a questi avanzi estremi dell'antica società, e si avvisarono di prostrarli, cioè di assoggettare quegli uomini alla ser- vitù del vassallaggio ; spronandoli a ciò la conside- razione pur' anco di poter trarre soccorso a se stessi, quando che fosse, col venire in possesso de'beni di coloro. A conseguire un tal effetto furono varie le vie ch'essi tennero. Lusingarono costoro da prima que' liberi proprietari colle promesse , e per fino colla donazione di alcuni beni di essi dinasti medesimi e della corona. Donazione infame che accennava non solo a prossime rapine, per opera loro, di quanto con atroce inganno donavano , ma di quant' altro quegl* infelici possedevano del proprio ! E allorché la simu- lata affezione non valse, si appresero alle vessazioni. Gli astrinsero a varie servitù, sotto stabilite pene per lo più pecuniarie. Colmavano in oltre di privilegi i vassalli, e opprimevano in tutto gli uomini liberi, statuendo eziandio leggi criminali più miti per quelli, 2o8 Letteratura e rigide per questi: e li rendevano con ogni specie di avanie il disprezzo è lo scherno de'vassalli. Con- seguiva da ciò, che la miseria ed altre sventure vin- cevano que gì' in felici, e, benché di mal animo, si sotto- ponevano essi alla servitù del vassallaggio. Furon visti di fatto uomini liberi da per tutto andare in cerca di un signorotto, a cui farsi vassal- li, per aver pace e quiete miserabile fra i miseri. Ed ecco il modo con cui rinunciavano alla propria li- bertà. Presentavano le larghe loro tenute a colui , che aveansi eletto a signore', e mediante alcuni atti solenni ne chiamavano lui padrone diretto. Poscia, me- diante pure altri atti solenni, li riprendevano facendo sé medesimi e que'beni loro dipendenti : e su questi patti giuravan ['omaggio. Quindi questi vassalli me- desimi crearono in siffatto modo nuovi vassalli a se stessi, e furono in seguito i suffeudi', talché in poco tempo l'Italia, come già pressoché tutto il restante d'Europa, fu piena di feudatari^ e invalse il detto: Ninna terra senza signore. E questo breve tratto di storia , perchè non è alieno certamente al nostro proposito, ci riconduce là donde siam dipartiti. Allorché di feudi fu piena l'Ita- lia, comechè i suoi dominatori adoperassero ogni mo- do per iscemarsi i dispendi e procacciar novelle ma- niere da sopperire ai bisogni , nulladimeno perchè questi mai non diminuivano , vedeasi crescere alta- mente la miseria tra loro. Erano spariti i tesori da ogni lato: non esistevano più, od erano pressoché esi- nanite, le cagioni produttrici della ricchezza: era dun- que necessario che gli uomini sentissero pur natu- ralmente una verità, presupposto che le memorie del passato, e il poco ancora esistente, non favellasse all' Agricoltura e Feudalismo 209 animo loro dato tutto al mestier della guerra. Quan- do una nazione non trova più da rapire, prende a cercare i mezzi di produrre. Si fu pertanto all'agricoltura, a cui si ebbe ri- fugio in tale miseria. Era estremamente decaduta: di- strutta affatto, noi fu giammai. Gli schiavi, e poe'al- tra gente riputata abbietta e non degna di essere an- noverata alla milizia, qua e colà la esercitavano; ma con poco amore, con niuna cognizione, e senza pa- ce, e quindi per necessaria conseguenza, con pochi vantaggi , o quasi niuno : dacché a rendere verace- mente produttiva la coltivazion delle terre, fa d'uo- po che sia essa soccorsa da potenti analoghe institu- zioni , da operosità sagace e solerte, da una quiete durabile e da molti capitali. Si cercò frattanto d'incuorare l'amore dell'agri- coltura agli schiavi. Immaginarono i signorotti un semi-riscatto pe'medesimi : e questo si fu 1' accor- dare ad essi di poter coltivare a proprio conto e van- taggio una certa estension di terreno: imponendo lo- ro, per correspettività di concessione e largizione, l'ob- bligo di lavorare le altre terre, il cui frutto s'avean del tutto a sé medesimi riserbato. Erano per lo più Je terre concesse le peggiori di postura , le più ma- lagevoli a coltivarsi e le più sterili. Lo schiavo per altro, nel sentimento di procacciare per esse libero frutto a sé medesimo, adoprava mano e senno a ren- derle facili, ridenti e feracissime. Ecco il primo pas- so che si fece da quello stato di barbarie alla civil- tà. Divenne poscia in processo di tempo tal conces- sione precaria una proprietà', cioè a dire passarono que'terreni, largiti da prima soltanto ad usufrutto , in proprietà de^li schiavi medesimi : senza il diritto G.A.T.LXXXV. 14 210 Letteratura per altro di poterli alienare, e senza la facoltà di sta- bilirsi^ altrove , non che senza la speranza di poter redimersi dall'obbligo imposto, e rispettivamente da- gli schiavi assunto di coltivare al lor signore le ter- re che erasi per se medesimo riserbate. E questa pro- priamente si fu la servita della gleba (i). Ne qui intendo già dire, che l'Italia fosse piena di servi di gleba: ma dirò bene che pochi erano i feudatari, che non ne avessero un gran numero a sé medesimi soggetto. E parve a que'miseri assai mino- re sventura il vivere in pace a quel modo consolati delle campestri loro fatiche, che l'essere strascinati al- le guerre o spogliati d'ogni cosa necessaria al vivere. Ed era così frattanto per opera loro che andava procacciando del pristino stato 1' agricoltura , e che insensibilmente si ridestava l'amore delle arti, dell'in- dustria e del commercio, e incominciava a fervere la grand'opera della novella civiltà italiana; civiltà che comparata colie altre de'secoli antecedenti palesa nel- la sua essenza quali e quanti furono gli elementi che concorsero a formarla e ristabilirla, fra' quali tiene primario luogo il cristianesimo. E qui da ultimo accennerò, lasciando stare i va- ri tributi e balzelli che la necessità de' signori im- (i) Al tempo del romano impero alcuni servi dedicati dai loro padroni, iti concorrenza pure d'uomini liberi, al lavoro del- le terre, erano chiamati servi glebae. La loro servitù per altro era ben diversa da quella di cui parliamo. Di questa trovavasi ancora qualche vestigio in Francia sotto il regno di Luigi XVI. Sappiamo che Targo t aveva in tempo del suo ministero eman- cipati da tale servitù alcuni poveri contadini. V- Say, Cours. compiei d'econom. polii- toni. I, eh. III. AGRICOLTURA E FEUDALISMO 211 pose agli schiavi, donde surse altra necessità in co- storo di porre amore alla coltivazione delle terre per corrispondere agli obblighi loro addossati, e al man- tenimento della lor vita: accennerò, dissi, che il mo- nachismo, cresciuto a que' tempi, die molti e potenti soccorsi al risorgimento delle umane cognizioni e prin- cipalmente all'agricoltura. In quelle età calamitose, unico rifugio dalle mon- dane tempeste era la solitudine. Uomini chiamati dal cielo alla contemplazione della Divinità, erano pur dal cielo riserbati a conservare fra loro il sacro de- posito delle arti e delle scienze per poscia diffonder- lo in tempo, cui la provvidenza andava maturando a beneficio dell'umanità. Questo era il monachismo: e compi esso felicemente i suoi destini. Qualcuno avverso al medesimo pretese di scam- biare questa verità e di ritorcere l'argomento. Volle accagionarlo del ritardo ne'progressi delle arti prin- cipalmente: e ciò perchè, in Germania soprattutto, fu concesso ai monaci un privilegio di alcune di esse, donde poi trassero eglino per se medesimi opulenza e agiatezza. Questo è un non conoscere la storia, o un volerla ingratamente mentire. Pochi esempi non possono e non debbono giammai formare una mas- sima e un giudizio da dettarsi agli uomini a fronte di tanti altri esempi in contrario. 212 Saggio di lettere famigliari del marchese Litigi Biondi romano. le lettere che qui si pubblicano, scritte dal mar- chese Biondi a diversi, e al suo Betti e all'Odescal- chi massimamente, sono come una conferma di quan- to nell' orazione si è detto intorno alla bontà dell' animo, alla dottrina, alla gentilezza, che in lui fu- rono mirabili. Sta in essa una vera idea della sua mente e del suo cuore. Ne questo solamente; ma al tempo medesimo un'ottimo esemplare di cosiffatta ma- niera di familiari scritture : essendo il suo stile, oltre alla proprietà somma della favella, facile, affettuoso , leggiadro; e, dove si richiegga, grave ancora e d'eru- dizione condito. Laonde, se io debbo riputare felice la mia in- dustria coll'aver procurato, che queste lettere non si rimanessero occulte; debbono pure coloro che le avran- no alle mani saper buon grado alla cortesia di que' non meno celebri, che dotti uomini, i quali si com- piacquero di concedere alla mia preghiera che poste fossero in luce, sacrificando ogni particolar loro con- siderazione all'amore dei buoni studi; onde fecero pa- lese, come si unisce sempre alla vera sapienza : QuelV un'ima gentil che non fa scusa', Ma fa sua voglia della voglia altrui P. E. Visconti. Lettere dei- Biondi ai3 I. Ài sig. conte Giuseppe Alborghetti. - Ravenna. Non vogliate prendere in cattiva parte, se non vi diedi notizia di quella onorificenza che, da me non cercata, mi renderebbe ridicolo se ne volessi far pom- pa. Io non ne ho parlato a veruno, non ne ho fat- to alcun uso, e mal mio grado si è divulgata. Non ostante accetto le vostre congratulazioni, perchè mi fanno fede del vostro buon animo verso di me. Si è scavato in varie parti della tenuta di Tor Marancio. Si sono trovati alcuni be' pavimenti di musaico, fra i quali il più degno di osservazione sì è quello che rappresenta, se non isbaglio, il duode- cimo libro dell' Odissea, vedendovisi la nave di Ulis- se allorché passa innanzi agli scogli delle sirene , con Ulisse legato all' albero, che volge gli occhi ver- so quei mostri , donne fino alla cintura , ed uccelli nel rimanente del corpo. Vedesi poi Scilla colle sot- toposte teste canine , che lacerano i compagni del greco eroe. Ne sono degne di disprezzo alcune figu- rine dipinte sul muro di una camera, le quali han- no la iscrizione del nome di chi rappresentano; cioè Canace, Pasifae, Mirra, Fedra, e Scilla, quella che svelse al padre l'aureo capello. Vi è poi un portico di 400 palmi , tutto coperto di musaico , ma assai guasto dal tempo. Apparteneva questa delizia ad una tal Munazia Procula, figlia di Marco, come abbiamo conosciuto dal marchio dei piombi. Saprete il di più da una dissertazione, che sto scrivendo. ai 4 Letteratura Sarà per me un onor sommo Tessere ascritto a codesta nascente accademia; e ne rendo grazie al fon- datore ed a voi. L'arcadia ultimamente ha avuto l'onore, che la principessa di Galles ha voluto esservi ascritta col nome di Alcimadura Licèa. Peraltro il povero cu- stode, che sperava assai, non ha avuto che una sca- tola di porporino con entravi cinque napoleoni dop- pi. Egli dice di non aver ricevute vostre lettere. Chigi sta bene. Cusani si fa onore nelle ragunanze arcadiche: ma io non ho stretto con esso lui veru- na correlazione. L'affare Mauri fu passeggiero e piccolo. Sapete bene che come nelle fisiche diminuisce , così nelle morali cose la lontananza ingrandisce gli oggetti. Egli vi ama : e spero , che potrà trovare il momento di ridonarvi alla patria ed a noi. Io vi terrò fresco nel- la sua memoria. Molaioni prende in moglie una tal Belli figlia dell' architetto. Cecilia è partito per Bo- logna insieme col colonnello Galassi : Boatti e Bom- piani vi salutano. Salutatemi Zacchia, e ringraziatelo della lettera che mi ha scritto , la quale in fine è molto ingegnosa. Serva questa risposta per lui. Ad- dio: un saluto alla consorte. Non ho più carta. Bo- ma 26 luglio 1817. II. Al medesimo - Bavenna. Vostro fratello mi ha fatto leggere le vostre quar- tine per nozze, e mi sono assai piaciute , siccome quelle che sono spontanee, vivaci, e non frivoli, ma Lettere del Biondi 21S sparse di belle etl utili considerazioni. Me ne con- gratulo con voi di cuore. Mi è grato assai che mi teniate vivo nella me- moria , come io tengo voi , cui ho sempre amato e stimato fin dalla prima giovinezza. Vi raccomando il nostro giornale arcadico. Una legge austriaca ci ha tolti sopra trenta associati che avevamo in Lombardia, perchè un solo fascicolo dee pagare di gabella paoli dodici. A voi sarà facile trovar- ci qualche associato in codesta legazione. Mille e mil- le saluti alla vostra consorte. Vi prego anche de' ri- spetti a codesto eminentissimo, e colla solita amicizia mi confermo. - Roma 14 agosto 1819. III. Al medesimo - Roma. Mando tre copie della elegia di Tibullo. Due sono pc' nipoti di Sua Santità. Della terza fo cam- bio con quella che aveste, e che rimanderete, perchè possa farla correggere. Favorite di dire al Visconti , che mandi gì' inviti per giovedì. Mi raccomando che altre due medaglie siano pronte per posdimani a mattina. Eccovi parimenti un progetto d'iscrizione pel po- vero vostro fratello. Se non va bene così, si farà in altro modo. Addio. - Dalla Rufinella 25 aprile i836. A. £ Q. E qui l'ultimo riposo Alle spoglie mortali 2t6 Letteratura Del conte Luigi Alberghetti Cavalier gerosolimitano e costantiniano Di S. Giorgio di Napoli, Che disceso da famiglia patrizia di Bergamo Nacque in Roma addì 2-5 di agosto 1 773: Uomo religioso, di pronto e sagace ingegno, Affabile di maniere, parlatore leggiadro; Fu console generale pontificio Nel regno lombardo veneto, E per la saggezza, la rettitudine e la nobiltà Con che non solo quelP ufficio sostenne Ma sì pure altri gravi e splendidi incarichi Piacque ai sommi pontefici Pio VII, Leone XII, Pio Vili E Gregorio XVI, 11 quale di solenni lodi E della dignità di commendatore dell' ordine gregoriano Lo volle rimeritato con breve apostolico Degli 8 di aprile i834- La morte di lui avvenuta il dì 22 di aprile i835 Fu dolorosa a tutti che lo conobbero E massime agli amici cui tenne fede costante, Alla consorte Lucia de' Galletti Arnold i Che lo ebbe compagno amoroso, Ai fratelli conte Giuseppe cavaliere mauriziano E conte Alberto Ai quali nella sua lontananza fu presente coi consigli E coli' animo. Essi per testamento eredi di lui gli posero questa pietra Scarso testimonio di amore e di gratitudine. Ave, o fratello dolcissimo ! Tu vivi tuttora nelle tue buone opere E nel ricordevole nostro dolore ! Lettere dei. Biondi 217 IV. Al medesimo. - Roma. Vi sono assai grato delle notizie che mi date intorno la spedizione delle note casse. Terrò modo che lo sappia l'ottimo cavaliere Cesare di Saluzzo, il quale non è qui, ma a Moncaglieri coi reali prin- cipi. Io lo vidi appena che fui qui giunto , e gli feci consegna di tutte le cose da voi ricevute. Si parlò di voi lungamente. Egli vi stima e vi ama. Il mio viaggio fu felicissimo, e questo cielo mi giova. Gradisco gli attestati di benevolenza che mi danno i miei amici: e specialmente i vostri. Non ho veduta la contessa Masino: la Diodata vi saluta, e le son cari i vostri elogi. Quando le casse saranno giunte tornerò a scri- vervi più lungamente. Oggi ho l'udienza di S. M. e perciò sono ristretto fra le angustie del tempo. Salutatemi tutti i vostri , ed i comuni amici. Tenetemi sempre per tutto vostro. - Torino 14 giu- gno 1837. V. Al medesimo. - Roma. Rimando il mandato sottoscritto. Vi sarò temi- tissimo, se terrete in pronto i conti accademici. Io quanto prima sarò di ritorno a Roma. Ho passato qui bellissimi giorni, in buona sanità, e fra mille al- lettamenti e favori. Nondimeno la mia Roma , e i ai8 Letteratura miei cari studi, sì lungamente intralasciati, mi ri- chiamano: e saprò rimettere il tempo perduto. Ebbi pure , sono ora due giorni , altra vostra carissima coli' invito ad una sessione pel monumento Giraud. Non potendo intervenirvi , vi dico che ho presso di me altra somma, benché piccola, a dispo- sizione del cassiere. Al momento non posso preci- samente indicarne la quantità, perchè le piccole ri- cevute sono in Roma. Ho piacere che non vada in dimenticanza la bella impresa, che deve onorare il nome del nostro amico. Salutate in mio nome la signora contessa e il sig. conte Alberto , e siate certo che io vi amo e vi stimo di quell' amore, che rende a noi carissime le prime amicizie, le quali ci ricordano i dolci anni della giovinezza. Almeno consoliamoci nel pensare, che non siamo stati del numero di quegli sciagurati che abusano il tempo , e lo consumano ne' bagordi e nelle scioperatezze. Amatemi quanto vi amo. - Dalla Rufinella i3 novembre 1 838. VI. Al sig. marchese Giuseppe Antinori. - Perugia. Dopo due mesi di dimora in Roma, e due altri in Genova, sono alfine tornato a Torino, dove mi aspettava una vostra lettera, la quale aveva già fatto il viaggio di Roma; e convien dire che giungesse colà dopo che io ne era partito. Il perchè non ho potuto eseguire quelle commissioni che mi avevate date pel Santucci, né leg- gere la vostra canzone per l'avvenimento al trono del nuovo pontefice. Al qual male potrete voi ap- Lettere del Biondi 2iy prestar rimedio indirizzandomela qui , d' onde non sono per partire finche non sieno trascorsi più mesi. La sollecitudine che ho dovuto mettere nel correre da Genova a Roma, e da Roma a Genova, ha reso vano il vivissimo desiderio, in che io ardeva di riab- bracciarvi, e di rivedere codesti luoghi già tanto cari al cuor mio. Ma fo promessa che non andrò altra volta in patria, se prima non mi sia recato costà. Onde potrete da ciò conoscere, che l'amore di rivedere la patria va in me di pari passo coli' amore di esser con voi : perchè l'amicizia nostra conta una quarta parte di secolo, ed ella si è invecchiata con esso noi, e con noi deve morire. Pubblicherò fra breve tempo un bel testo di lingua italiana : e contiene alcune di- cerie, o vogliam dire parlamenti , composte per ser Filippo Ceffi nel principio del 3oo ad uso de' gio- vani rettorici. Dove la purità del dire si accompa- gna a maravigliosa semplicità : né vi ha modi vieti, né dure trasposizioni. Sarete tra' primi ad averne un esemplare , come siete tra' primi nella mia mente. Salutate que' di vostra famiglia, e gli amici comuni, ed amatemi come solete. - Torino 3o giugno 1824. VII. Al medesimo. - Perugia. Ho letta la storia d'Italia del Botta, ed è ve- ramente assai bella : perchè in essa non è a desi- derare né ordine lucidissimo, né esattezza geografica, né evidenza nelle descrizioni. Io la direi bellissima, se non trovassi che pecca in tre cose ; delle quali le due sarebbero emendabili : la terza no. Di quelle 220 Letteratura due prime l'una è questa, che se bene l'autore mo- stri grande maestria in fatto di lingua , pure cade non rade volle in vili idiotismi, dicendo per esempio crebbimo, ebbimo, dissimo, ed altri simili. L'altra è questa, che molte volte la fa più da filosofo che da storico, e si diparte dal principe degli storici Sal- lustio e da Livio per seguir Tacito. Il che non è bene: perchè il narratore, che comenta in certo modo la propria narrazione , fa quello che debbono fare i lettori ; pone alla lettura un inceppamento, e non può essere a meno che non parteggi : cosa disdicevole ad uno storico. Pur l'uno e l'altro di questi nei po- trebbero via togliersi , come ho detto. Non cosi il terzo, che è diffuso per tutta l'opera, come il san- gue per tutto il corpo. Ciò è, che travagliasi a tutta possa di scemare, e quasi di annientare la gloria di Napoleone, e perfino la militare. Di un sì grande italia- no ! Le vittorie di lui debbonsi al caso: e le più deb- bousi a qualche altro capitano , che non ha mai fatto lamento di questa usurpazione, né pure allora quando Napoleone era di altissimo stato caduto in miseria. Ogni azione di lui è presso che viziosa, e ve ne ha poche di laudevoli. Nel che io trovo parteggiamento, e direi anche viltà. Questo è il mio giudizio sul merito istorico e letterario del Botta : giudizio che svelo a voi solo, ne piacemi che ad altri lo palesiate. Non ho la raccolta arcadica per l'avvenimento al trono del nuovo pontefice, né niuno mi ha fatto invito a scrivere su questo argomento. Se qui ne giungerà copia, leggerò con piacere la vostra canzo- ne, che non può non piacermi essendo cosa vostra. Ne pure ho veduti i vostri versi sulla rosa, ma ter- rò modo di avere il giornale di Pisa per farne lettura. Lettere del BroMDi 221 Parlerò adunque del sonetto che mi avete trascritto, e lo loderò perchè merita lode : tanto è ben ragio- nato , e scritto con gentilezza di stile. E perchè la lode acquisti maggior fede vi dirò, che il verso Que- sti di lode son veri trofei non mi par buono , e che più mi piace l'emendazione. E così pure vorrei che fosse emendato l'altro verso: Caro a lor visse e la gr inietto è morto', che non bene mi suona all' o- recchio. Non avrei mai creduto che il Paradisi stesse co- stì. Salutatelo in mio nome caramente : perchè egli è uno de' più antichi amici eh' io mi abbia avuti. Salutate anche Mezzanotte, Vcrmiglioli, e tutti co- desti dotti. Fate che la vostra consorte e i vostri fi- gliuoli v'odano qualche volta parlare di me, ed ama- temi quanto vi amo. - Torino 28 agosto 1824. Vili. Al medesimo. - Perugia. Colle vostre lettere del 29 dicembre avete rotto un lungo silenzio che mi era grave: né sapea più che cosa pensarmi di voi : perchè se 1' uno di noi due pecca qualche volta in negligenza , quell' uno soglio essere io ; e perciò il vostro tacere mi teneva col- l'animo sospeso. Vi ringrazio di ciò che mi dite in- torno alle vicende della Perotta : le quali , essendo in gran parte favolose, sono state da me descritte a quella guisa che soglionsi descrivere le novelle: di che volli dare avviso ai lettori colla epigrafe di Orazio : Jocum tentavimus. Né niuna cosa è stata tanto qui lodala, quanto quel sogno appiè della piramide, do- 222 Letteratura ve mi sono aperla la via a parlare delle anticaglie egiziane , che ora qui occupano la mente dei dotti e degli indotti ; ma non però la mia. Perchè io ho l'occhio accostumato alle cose greche: e quesli lavo- ri egiziani, checche ne dicano molti, sono poco utili alle scienze, e niente alle arti. La mia mente è ora tutta al poema di Dante ; e a quel mio comento , che voi gentilmente lodate , ne verran dietro altri molli. Ma non so se potranno aver luogo nel gior- nale arcadico : perchè ho lettere di Roma, le quali mi dicono che quella lodevole opera è sul finire: e ciò sarà vergogna di noi e della nostra Italia , che di bellissimo giardino eh' eli' era , va cangiandosi in luogo aspro e selvaggio, dove non possono fiorire le buone piante. Intanto prego voi che vi piaccia di scrivere ai comuni amici ; e confortateli a non la- sciare la bella impresa: e dite loro che in superan- do le difficoltà, cresce lode: né sono così da lodare i nocchieri che da buon vento sono guidati al por- to , come quelli che vi giungono lottando col vento e colla fortuna. Ma le opere assai più giovano che le parole. Dunque date opera voi stesso a sostenere questo cadente edifizio: voi che il potete e coli' au- torità del nome e colla penna. E fatene preghiera anche a' vostri concittadini. Fra' quali direte al Mez- zanotte, che riceverò io stesso dalle sue mani il do- no della sua cantica , quando in marzo o in aprile passerò per costà. Allora leggerò eziandio le raccolte de' versi arcadici , che qui non ho mai vedute. Voi potreste cangiare il verso del vostro bel sonetto in questo o in altro sitnil modo : L'amaron vivo, ed or lo piangoli morto. Lettere pel Biondi 223 Intorno al testo di lingua aspetto da Roma al- cune dichiarazioni. Sarete tra' primi ad averlo, come siete, tra' primi nell' animo del vostro Biondi. - To- rino 12 gennaio 1825. IX. Al medesimo. - Perugia. Ho il vostro sermone - cloctum, Juppiter, et lab orio s uni. - In esso tante sono le belle immagini , quante sono le persone che voi ponete in iscena : talché ho dovuto maravigliare la vostra vena sempre feconda : ed aggiugnerò ancora, sempre candida e pu- ra. Abbiatevi dunque le mie sincere gratulazioni , come vi avrete quelle di ogn' uomo, che assapori le vere e semplici bellezze delle immagini e dello stile. Io mi sto intorno le cose del Tuscolo , ed ho scritti ancora due libri di anacreontiche. Questi la- . vori non mi allontanano mai dallo studiare in Dan- te , sul quale ho un comento più lungo che quello del Lombardi : ma non ancora ordinato. Ora ho mol- to di ozio , e lo consumo fra le carte e fra i libri. Salutate la consorte, e i figli, e gli amici: ed amate il vostro Biondi. - Roma il 1 di dicembre 1825. X. Al medesimo. - Perugia, Jeri venne alla mia casa il Santucci, e mi portò l'elogio vostro pel Bini. Né vi saprei dire quanto mi sia dilettato di quella lettura: e il diletto si è in me 224 Letteratura derivato non meno dalle cose che voi avete dette , che dallo stile che avete adoperato per dirle. Oh così a Dio piacesse che tutù, e massime que' che seggo- no in alto, fossero di un pensiero con voi ! Non si vedrebbero allora gì' ingegni giovanili così da vana fatica impediti , come erba che per lungo gelo non può uscir dalla terra. Non sarebbe ozio, là dove do- vrebbe essere utile operosità; non buia notte, là do- ve avrebbe a risplendere candidissimo giorno. Ma di siffatte cose è più bello tacer che dire : od io voglio che sieno state dette a voi solo. Ora vi parlerò dello siile, e vi dirò che mi è paruto leggiadro e nuovo. Il che mi porge occasione di rispondere alle ultime vostre lettere con brevissimi detti : e sono : che voi stesso coli' opera vostra siete disapprovatore delle vo- stre parole : perchè lo stile deli' elogio scritto da voi tiene dell' oro del buon secolo antico, e non già del fango che quasi due secoli ha lordato gli scritti di molti nostri. Né crediate che io neghi , essere stati molti di loro grandissimi e degni di lode. Ma la lode verrà ad essi dai pensieri, non dallo stile. E se taluno avrà usato stile non al tutto vizioso, sempre sarà vero aver tenuto l'ultimo confine, dentro il qua- le fiorisce la vera bellezza, e fuori del quale prende altra forma e vien meno. Ora dovendo noi imitare i buoni, perchè non andremo in ischiera con quelli che camminano la via larga, dove non è niun peri- colo , in vece di seguitare coloro che stanno sulla sponda di un precipizio, e sono cagione, non ceden- doci essi, che altrui vi cadano ? Virgilio ha tenuto sempre il campo nella poesia latina. Stazio credè for- se di averlo vinto : e più che Stazio lo credevano que' pessimi che ne imitarono lo stile. Cessò quella Lettere del Biondi 22 5 frenesia , e Virgilio restò quello che era. Lo stesso dicasi di Dante e del Petrarca. Dante disse , per esempio : Coni' anima gentil che non fa scusa , E fa sua voglia della voglia altrui. Il Frugoni e il Perini avrebbero detto : Come non fa gentil anima scusa E del voler altrui voler fa suo. a I versi di Dante son tutta natura : gli altri sono fabbricati dall' arte, e sembra che ad ogni parola del verso una mano gigantesca venga a dare un urto , perchè quell' edifizio di parole stia in piedi. Quel primo modo di comporre è diffìcile, perchè ogni neo deturperebbe. Questo secondo è facilissimo, sendochè ogni parola gli è , in certo modo , puntello. Ecco la ragione per la quale la gioventù abbandona la vera via per la falsa. Ma lasciando questa digressione e tornando a voi , mi piace di dirvi , che il vostro ultimo scritto in prosa supera tanto tutte le pre- cedenti vostre scritture, quanto un bel tempio che copra una bella capanna. Né altro vi manca alla perfezione, che togliere via qualche trasposizione di parole, e qualche giacitura di verbo nelle desinenze, come p. e. nel § ma poiché , che è alla pag. g. Che se mi taccerete di arditezza, io mi farò più ar- dito, e citerò que' miei versi intorno l'amicizia: E se non che lievissimo un ammanto Le parti ricopria che onestà cela, ' Era nudo il bel corpo tutto quanto: G.A.T.LXXXV. i5 226 Letteratura co' quali ho voluto significare, che agli amici deb- bonsi dire tutte cose, tranne quelle che onestà niega che sieno dette. Ne ad uomo men dotto e men cortese che voi mi ardirei di parlar così ; nò fra gli spini porrei mente ad una festuca. Io l'ho ve- duta, o almeno ho creduto vederla, in un cristallo limpidissimo, quale è l'elogio del Bini. Termino co- gli augurii di felicità nel nuovo anno sì a voi e sì alla vostra famiglia. - Roma 24 dicembre 1825. . XI. Al medesimo. - Perugia. Tomo a scrivere lagnandomi con voi del non avermi mandata quella vostra canzonetta marinare- sca : la quale se non è ora conveniente al giornale, potrà esservi inserita nel dicembre a venire ; ed in- tanto sarà convcnientissima alle mie orecchie. Quan- to alla vostra versione dell' egloga di Virgilio , vi dirò che piacquemi e piacemi più che molto : né teme paragone in quella raccolta, dove, a voler dire il vero, tutto inchina più alla mediocrità che alla bellezza : nò voglio eccettuarne le due egloghe tra- dotte nel volgar nostro dallo St'rocchi e dal Pin- demonte, nomi gravissimi : che la prima è bella para- frasi non versione, la seconda manca di nervo poe- tico. Laonde io ho credulo potersi cogliere una fron- dicella di lauro volgarizzando que' canti buccolici; e tutti gli ho volgarizzali, fuorché l'egloga fatta italiana da voi : sembrandomi diffidi cosa, non dirò il superar- la, ma l'uguagliarla. Voi, tenendovi al testo, avete Lettere del Biondi 227 usato una proprietà di modi, ed una dolcezza di paio- le, che veramente innamora. Ho ricevuto il libriccino del Chersa , e se ne farà menzione nel giornale nostro: dove sarà riferito eziandio quell' epigramma del Cunich colla versione del Lampredi, che io ebbi da voi quando passai per costà. La mia lunga assenza da Roma ha cagionato questo lungo ritardo. Ho salutati in vostro nome i comuni amici, ed ho detto al Santucci ciò che volevate eh' io gli di- cessi. Ma il povero uomo è stretto dalle cure dell' ac- cademia capitolina in onore del sommo pontefice. Perciò non isperate risposta per ora. Volesse il cielo che mi potesse venire il destro di essere in qualche modo utile ai vostri figliuoli e figliuole ! Né avrei tanta consolazione, quanta potreste averne voi stesso. Ricordatemi a tutti, ed in ispecie alla vostra amabile consorte. Salutate il Vermiglioli, il Mezzanotte, e tutti gli amici: ed amate il vostro affezionatissimo Biondi. - Roma 12 aprile 1826. XII. Al medesimo. - Perugia. La vostra lettera mi è stata di tanta consola- zione che nulla più : perchè, a dirvi il vero, io slava coli' animo sospeso , non per voi, ma pe' figli vostri, conoscendo bene per esperienza quanto alcune false immagini possano sugli animi giovanili. Decipimur specie recti : o, per dir meglio , decipiuntur : che noi, fatti saggi dal passato, non ci lasceremmo al certo ingannare. Mi congratulo dunque a voi , e vi rin- 228 Letteratura grazio dell' avermi scritto su ciò. E sappiate che il vostro pensiero si è fatto incontro al mio ; perchè io era in sul rompere il silenzio; benché me ne ri- tenesse alquanto una certa ombra d'incertezza', che per la vostra lettera si è dileguata. Io sono stato sem- pre bene, e in città ; dacché non sarebbe stato con- siglio di prudenza il dimorare in mezzo a una cam- pagna in tempi difficili e pericolosi. Neil' ozio, in che sono, ho posto mano alla traduzione di Tibullo in terza rima. Molti amici mi avevano detto che quello era l'autore che più si confaceva al mio stile; ed io, quantunque non crecìulus illis, ho voluto provarmi anche in ciò. Sono nel mezzo del cammino , che è veramente selvaggio: ne so se mi verrà fatto di trar- ne il piede. Le georgiche e le buccoliche di Virgi- lio non aspettano che il torchio. Ma chi è in que- sti tempi che s' invogli a leggere ? Io le tengo là , aspettando tempi migliori. Ho pure la versione di Calpurnio e di Nemesiano : ho molte cose su Dan- te : ho le dichiarazioni archeologiche delle cave fatte in Tor-Maranci e nell' antica città di Tuscolo : e sono grossi volumi. Tutte queste mie fatiche dormo- no: e Dio voglia che non abbiano a dormire il son- no eterno! Il Santucci venne in Roma non appena fu scoppiata la rivoluzione. Non ha voluto dirmi il luogo della sua abitazione, e lo vedo rarissime vol- te. So che ha nuovamente l' animo alla partenza. L'Odescalchi , il Betti, il Rossani stanno bene : e i primi due , da me salutati in vostro nome, vi risa- lutano. Piaccia a Dio concederci tempi migliori! Sa- lutatemi lutti i vostri ed amatemi. - Roma 28 apri- le i83i. Lettere del BiONDr 22g XIII. ÀI medesimo. - Perugia. Ho la bella vostra canzone in lode del Cesa- ti : e già avevala letta ed ammirata nelP Antologia; e voleva scrivetene parole di gratulazione, ma cad- di malato con febbre ; piccola sì, ma che pur ebbe corso di sette giorni. Ora che sono tornato sano vi scrivo, e dico che la vostra canzone è bella per l'ob- bietto al quale intende di raccomandare alle divise menti concordia e pace ; bella per lo stile ; bella per quell' onda maestosamente sonante , che conduce ed unisce insieme i pensieri; bella in fine per quel de- licatissimo accorgimento con che avete toccato delle inimicizie del Monti. Ne vi so dire quanto piacer* mi abbia recato l'ultima strofe, che precede la licen- za, dove mi avete dipinti que' due eccelsi spiriti del Monti e del Cesari in atto di porgersi amicamente la destra. Evviva il mio Antinori ! Non vi stancate di pubblicare qualche vostra cosa, e procacciate coli' autorità e coli' esempio di far argine alla mina delle nostre lettere. Voi vedete a quale misero stato elle sono condotte ! La gioventù italiana, che ha pur sem- pre in bocca parole di amor di patria, e di odio per gli stranieri, calpesta le ricchezze lasciateci in patri- monio dai nostri avoli , che furono i greci e i ro- mani : e quelle pure lasciateci dai nostri padri, che mrono i trecentisti e i cinquecentisti; per correr die- tro a tutto ciò che vi ha di più strano fra gli stra- nieri ; e si fa vile discepolo di quelli che sempre ci tennero per maestri. Ecco beli' amor di patria che re- o3o Letteratura gna in quelle teste bizzarre ! Ma tutto nasce da igno- ranza, e da veder torto. Ne per altro io mi diedi a volgarizzare la georgica, ne per altro ho condotto a fine il volgarizzamento di Tibullo, che per isforzar- mi di mostrar loro nel volgar nostro almeno l'ombra delle tante bellezze de' nostri classici antichi. Peroc- ché siamo ormai condotti a tale, che rari sono colo- ro tra1 giovani che profondamente sentano in latini- tà ; essendo questa la condizione de' tempi, che chi cinguetta o il francese, o l'alemanno, o l'inglese, sia tenuto da più che non sono coloro che fecero a se pascolo della sapienza greca e latina. Ma questo ra- gionamento è fuori di luogo : e non è questa mate- ria da lettera. Parliamo dell' amicizia nostra. Ella è antichissima , ma pur verdeggia siccome pianta no- vella. Così io sento in me, e così voi dovete al certo sentire in voi. Che amicizia nasce da concordanza di pensieri e da similitudine di costumi. L'Odescal-- chi vi saluta: il Betti o vi ha scritto pure della vo- stra canzone, o ve ne scriverà. Salutate tutti ì vo- stri e il prof. Mezzanotte: ed amatemi sempre. - Ro- ma 16 marzo i833. XIV. Al medesimo. - Perugia. Vi debbo i miei ringraziamenti per la bella operetta che avete voluto intitolarmi : e me ne tengo onora- to. Nello stesso tempo mi congratulo a voi , perchè per parte di madre vi conosco discendenle dell'ospite di Dante, e perchè vengo a sapere come voi siete in possesso di una parte de' beni da quel munifico ospite Lettere del Biondi 23 i già posseduli. La descrizione, che voi fate del castel- lo di Colmollaro, non può essere ne più bella né più evidente. Era cosa ben naturale che alla vista di quo' ruderi e di quella selva , ove si dimorò il ghibelli- no, dovesse la vostra musa ricevere esaltamento. Ed avete fatto un bel sonetto, con una chiusa nella qua- le 1' affetto si congiunge alla nobiltà. Ciò che dite sul nome Cotogna,) può ammettersi per non ispre- gievole conghiettura. Io penso che Dante a quel luo- go non abbia voluto parlare di cappe grandi e mal- fatte, ma sì di cappe con cappucci bassi dinanzi agli occhi , per ben dipingere così gì' ippocriti, che so- gliono mostrarsi cogli occhi bassi e raccolti. E per- chè mi rammento di aver veduti in Torino alcuni monaci francesi, che portavano i cappucci bassissimi, e sembravano non altrimenti poter vedere che soglia talpa per pelle ; così m1 inchinerei a credere che il poeta abbia ivi voluto parlare dei monaci di Clugnì, o Colognì , che è , se non isbaglio , il Coloniacum de' latini. Ma ciò pure sia detto a modo di con- ghiettura. Salutate il Mezzanotte , ricevete nuova- mente i miei ringraziamenti, ed amatemi. - Roma 7 maggio i833. XV. Al medesimo. Perugia. Mi è giunto, accompagnato da poche ma gradi- tissime parole , il vostro articolo sulla memoria del Lambruschini intorno alle scuole infantili. Àvidamen- te l'ho letto: perocché leggiadro ed utile n'ò l'argo- mento, e voi ne avete dato un sunto pieno di evi- 232 Letteratura denza, e tutto vestito di gentilezza. Ebbi pure il so- netto per la Pelzet, e mi piacque; ne volli allora af- faticare i vostri ocelli con una mia lettera. Mi spiace il sentire che non siate ancora giunto a guarigione: e mi spiace altresì il dovervi dire, che pur io mi vi son fatto compagno: perchè la vista mi si è debili- tata oltremodo, e provo il male, e mi spavento del peggio. Per lo contrario io morrei, se non continuassi a logorarmi gli occhi sulle carte e sui libri : e così veggo il meglio, che sarebbe di rimanermene; e mi appiglio al peggiore, fatto in ciò nemico di ogni ri- poso. Gli amici nostri fioriscono , e su tutti il San- tucci che tornò in Roma pallido e gramo, ed ora è rubicondo e rifatto. Io , dopo aver terminato il Ti- bullo, mi sono tutto dato a cose di archeologia. Ho terminata e letta all' accademia in due volte la illu- strazione di un frammento di fasti consolari: ed in- calzo con calore verso il fine l'opera voluminosa sui monumenti amaranziani. Poi darò l'ultima mano ad alcuni lavori incominciati sulla lingua romanza o pro- venzale. Ho anche una tragedia, ho un dramma, ho quattro commediole. In somma non perdo mai tem- po, o dico a me stesso: Affrettati: che tu sei già avan- ti cogli anni ; e morte viene ad interrompere ogni opera ! Dunque la mia vita non è altro che studio. Ho abbandonato il mondo innanzi che avessi ad es- serne abbandonato. Salutate in mio nome la consorte, i figli, le fi- glie, e dopo loro gli amici. Amatemi e tenetemi per tutto vostro. - Roma 7 maizo i835. Lettere del Biondi 233 XVI. Al medesimo. - Perugia. Entro a parte del contento vostro nell'avere ri- abbracciato dopo tanti anni il caro Santucci. A me la partenza di lui è stata dolorosissima. Era l'unico degli amici antichissimi cbe mi fosse rimaso in Roma: ne passava mai settimana cbe non venisse a ralle- grarmi delle sue visite, intrattenendosi meco per mol- te ore. Ponete almeno voi ad effetto il desiderio che spesso mi avete dimostrato di voler tornare per qual- che tempo a questa Roma che vi ha educato, e a que- sti amici che vi sospirano. Non bisogna pensar tanto: chi troppo pensa, nulla eseguisce. Volete voi sapere perchè abbia dati alle stampe quegli scherzi anacreontici, che di per se stessi sono cosa poverissima ? Due sono stati i motivi: l'uno per fare cosa grata alla coltissima contessa Sclopis, a cui io solevo, quasi improvvisando, mandarne tre o quat- tro in un solo giorno: l'altro per procacciare che il bel sesso , per quella facile lettura , si togliesse dal leggere que' tanti romanzacci, ne storie né favole, che pieni di scandalo e di crudeltà hanno ammorbato non che l'Inghilterra, la Germania e la Francia; ma sì pure la nostra Italia. Se dunque per entro agli scherzi anacreontici ne troverete per avventura alcu- no che tenga un poco del comico, e forse anche del semplice soverchiamente semplice, sappiate che io ve gli ho lasciati perchè, letti ad alcune giovani donne, erano loro piaciuti più che non gli altri, e gli ave- vano tenuti a mente : onde il toglierli via sarebbe 234 Letteratura tornato ad esse, non che in dispiacere, ma quasi qua- si in ingiuria. Forse alcuni saranno per dire che all' età mia mal si conviene quella maniera di versi: ma, oltre a che furono essi scritti dodici anni indietro , dirò che Anacreonte, di cui ho voluto farmi imita- tore, era, mentre scriveva, più vecchio che non sono io. E per emendare questo peccato ( se tale fosse ) ne'versi, che darò alle stampe fra poco, ragionerò di amore , ma per hocca altrui : e darò in terza rima tutte le opere di Tibullo, poeta che ho sempre ama- to per quella sua soave tristezza, alla quale io pure sono inchinevole per natura. Salutatemi il prof. Mezzanotte, ringraziatelo del- la lettera e delle stampe , e ditegli che cercherò di trovargli associati alla vita del \ annucci: ma siamo in tempi per le lettere meschinissimi. Ed ora vi si aggiunge e lo spavento e il danno del cholèra. Per certo fu propizio l'avvenimento che fece mutai'e città al vostro figliuolo ! Povera Ancona; nel momento pre- sente il morbo infierisce più che mai ! Spero che la vostra Perugia, collocata com'è in luogo alto e sa- lubre, ne andrà illesa. Io, se si avanza, fuggirò alla Rufinella. Poi sarà quello che Dio vorrà. State sano, o mio carissimo, ed amatemi. - Roma io settembre i836. XVII. Al sig. prof. ab. Giambattista Baizini. - A Bergamo. Altra volta già questa pontificia accademia di ar- cheologia ebbe in dono la dichiarazione del grande musaico di Pompei fatta V. S. pregiatissima, ed in- caricò il segretario cav. P. E. Visconti non solo di Lettere del Biondi 2 3!) rendertene grazie, ma di manifestarle altresì, che di quante illustrazioni erano finora venute in luce, co- desta sua riuniva maggiori e più chiari indizi di ve- rosimiglianza; perciocché le parole di Q. Curzio ben si affanno alla rappresentazione di quella battaglia. Ora il cortesissimo sig. conte Vimercati me ne ha consegnato un altro esemplare; onde io, temendo che non le sia pervenuta la lettera del segretario, mi fo direttamente a ringraziarla , e congratularmi con lei dell'aver dato, come a me sembra, nel segno, dichia- rando un argomento, sul quale tanti nobili ingegni si erano invano affaticati. Colgo questa occasione per dichiararmi con os- sequiosa stima ec. - Roma 25 gennaio i838. XVIII. Al sig. prof. Salvatore Betti - Roma. Mando questa lettera perchè ti rechi novelle di me, e ti dica come io lietamente mi dimoro in Ge- nova. Se non che il pensiero d'aver lasciata la pa- tria, la madre, le sorelle, e voi tutti, miei dolcissimi amici, mi è cagione a quando a quando di qualche mo- mento di tristezza. Rividi Pesaro, e i luoghi frequen- tati dal nostro Giulio, e i suoi amici. E oh quante memorie mi contristarono l'anima! Elle mi conturbaro- no sì fattamente, che io non me ne poteva riscuotere! Ma venne al mio soccorso l'amicizia del mio Di-Negro, del quale molte volte ti ho favellato. Egli possiede dentro le mura della città una villetta: e credimi che non può ne vedersi nò immaginarsi cosa più bella ; perchè la natura e l'arte hanno gareggiato in renderla a36 Letteratura deliziosa : e dall'una parte vedi la sottoposta città e il mar ligustico che la bagna : dall' altra amene collinet- te sparse di begli edifici. E andando per la villetta a diporto, e monlando e scendendo per terreno inegua-» le, qua è a vedere una grotta, là una peschiera: diritti viali, vie tortuose, be'pergolati, e in ogni luogo mille generazioni di fiori. Or ti sarà grato l'udire che il buon Di-Negro ha divisato di consecrare al nostro Giulio un bel tempietto di verzura, dove il nostro po- vero amico, quando egli fu qui, soleva sedere e leggere e meditare alte cose. E vi avrà l'effigie di lui in mar- mo con iscrizione. Quivi ci riducemmo ier l'altro do- po desinare. Eravi il Gagliuffi, e la marchesa di Ole- vano milanese, e il Moion, e il marchese Morando, e le due figliuole del Di-Negro, fanciullette di molta amabilità, con alcuni sacerdoti e con altri che lungo sarebbe a dire. Ed essendo caduti i nostri ragionamen- ti intorno Giulio, e intorno la cantica che io ho scrit- ta dopo la morte di lui, vollero che io la recitassi; e il feci non senza pianto di ognuno di noi. Ma il mio dire fu interrotto dal Gagliuffi, il quale tratto fuori di se declamò all'improvviso questi versi che ti trascrivo: « Biondi, dulce caput, qualis quantusque canebas « Carmina, lacte novo et puro mage dulcia melle ! « O quoties subito tentatus frigore caris « Indulsi lacrimis, toto te corde secutus « Quo te cumque deus rapuit tuus alta petentem ! « Nunc vellem, iuro, latiis tua reddere dieta « Versibus, ut Nigro parerem rite iubenti; « Sed tantum fateor me ferre haud posse periclum. « Nani, nec vana loquor, caelo revocatus ab alto, « Aspice, pulcher adest tibi Perticarius ipse, Lettere del Biondi 23 7 « Teque suo petit amplexu, teque asserit unum « Praeconem laudum sibi salque superque suarum. « Eia igitur cuncti sileant; iterumque beatos » Solve modos, et mulce animum praesentis amici : a Vel decies repetita placent tua carmina, Biondi. « Annuit ecce Niger: mihi plaudit Olevana: plaudit « Turba sacerdotum, dein cura Moione Morandus, « Dein qui circumstant alii, geminaeque puellae, « Quae te unum inspiciunt, ceu summo Helicone feruntur « Cantantem Pboebum sanctae inspexisse camoenae. « Biondi, agedum: resonet tua vox, quam poscimus omnes: « Maiorem haec posthac iactabit villula famam. Con dolore ho ricevuta la novella della morte della Tambroni. Scriverò al Tambroni fra pochi gior- ni : ora il dolore vuole il suo sfogo, e vana sarebbe ogni parola di consolazione. Saluta in mio nome D. Pietro, Tambroni, Ama- ti, Cecilia, Agricola, tutti i compilatori del giornale e tutti i nostri amici. Ama il tuo Biondi. - Genova 5 maggio 1823. XIX. Al medesimo. - Roma. Se io avessi creduto che la mia lettera dovesse divenir pubblica, non l'avrei scritta così come la mi venne giù dalla penna, e ne avrei ben pesato ogni articolo. Ma tu mi dici che il pubblicarla sarà di pia- cere agli amici di Giulio per le cose che vi si ra- 238 Letteratura gionano di lui. Al che io non rispondo altro, se non che hai ragione ; e solo ti prego , che se per l' una parte ami, come è giusto, Giulio e gli amici suoi , per l'altra vogli amare un pocolino ancor me; e per- ciò ti piaccia emendare la mia lettera in que'luoghi, ove la celerità, con che scrissi, mi abbia fatto scri- vere in modo eh' io abbiamene a vergognare. Ho letta la tua lettera al Gagliuffi, il quale ti rende grazie, e ti saluta. Anche il Di-Negro t'invia salute, e ti fa sapere che ti ama assai: perchè tu, co- me amico di Giulio e mio, lo sei ancora di lui. Ti prega oltre a ciò che ti sia in grado d'indicargli pron- tamente ove sia 1' immagine di Giulio in marmo , perchè vuol subito procacciarsene una copia per col- locarla, come ti scrissi, nella sua villetta. Or che di- rò mai di quei pensiere tutto gentile, che voi, miei carissimi amici, avete formato: cioè di accompagnare il mio viaggio con un' ode alla Fortuna , e coi vo- ti vostri ? Tanta gentilezza mi ha preso l'anima: ed il mio Di-Negro, che era presente allorché io lessi la lettera, può testimoniare, che mi usci dagli occhi qualche lagrima di tenerezza: non già per la vana- gloria di essere il subbietto dei versi di un Ceci-» lia, e dei voti del fiore dei letterati romani , ma si per la dolcezza che mi viene dall'amicizia vostra: per- chè ancor quelli, che hanno minor merito che non ho io, potranno per avventura trovar lodatori; ma niu- no potrà mai trovare amici quali voi siete. E la fa- ma vostra va in ciò di pari passo col grido che avete di uomini letterati: perchè e qui e in tutte le altre città ho udito ragionare, direi quasi con invidia, del- l' amorevole unione che sì strettamente vi lega in- sieme: ed ho udito levare a cielo quel tributo di lo- Lettere del Biondi 23f) di e di dolore , che gli amici di j Roma hanno per tanti mesi sparso, e vanno tuttora spargendo sul sepol- cro di Giulio. Ma tornando al mio proposito, allro io non posso fare che ringraziarvi tulli, e dirvi che vi amo. Aveva già udita, e con piacere, la novella dell' avvenimento del P. Zurla al cardinalato. Questa ele- zione onora grandemente il sommo pontefice. Se egli avesse nel Zurla eletto il suo successore, potremmo sperare di veder nascere in Roma il terzo secolo d'oro. Ti prometto nella settimana entrante il mio ter- zo articolo sulle poesie pubblicate dal P. Petrucci ; ed avrai ancora qualche articolo di questi bravi ge- novesi, che tengono il nostro giornale in grande ono- re: né passerà guari tempo che avrai pur la mia can- tica, che fo stampar qui per secondare le brame di questi miei amici. Ma mi avveggo che la carta mi va a mancare: perciò ti lascio , non prima però che ti abbia pregato di baciare per me tutta la schiera de- gli amici miei a seniore (Amato) usque ad iuniorem ( Agricolam ) Vale. - Di Genova 28 maggio 1823. XX. Al medesimo. - Roma. Ho ricevuto il giornale: e ti giuro per gli dei di Varrò che ho inarcate le ciglia da prima sul ma- gno volume, da poi sulle materie in esso trattate. Gli è per certo un gran vaso, il quale, conlra l'uso, è pieno sino agii orli di soavissima essenza di rose. Qui ne dicono mirabilia. Ecco l'armi con che noi uscia- mo vincitori d'ogni battaglia. Come sono belli i versi del Guadagni , massime là dove narra la novelletta 240 Letteratura della cornacchia e del bubbo ! Di quanta venustà e filosofia abbonda quel tuo articolo! Di che i bolognesi avranno appo te grazie grandi, anzi maravigliose. E quelle brevi annotazioni poste in calce dell'articolo corcirese non sono elleno degne della sapienza del nostro Amati? Quanto all'articolo, o vogliam dire opu- scolo del direttore, dirò ciò che Catullo disse di Cor- nelio: cioè che D. Pietro ha saputo tribus explicare chartis tutto ciò che pertiene alle commedie: narran- done l'origine: dettandone i precetti : correggendone i vizi. Nò contendo di ciò , ha dimostrato come le commedie possano condurre gli uomini per la via del- la virtù, e come i saggi principi debbano giovarsene: e non reputar vili, ma avere in onore e premiare i professori dell'arte comica. Nel quale lavoro ho am- mirato la chiarezza e 1' ordine lucidissimo. Ma che dirò del Tambroni e del Poletti trionfatori d' ogni loro avversario ? Io ho lette e rilette quelle due let- tere dottissime, e tornerò a leggerle un' altra volta. Ho riveduti gli stamponi della mia cantica , ed ho corretto un verso, ed ho aggiunte poche parole nella lettera proemiale. Il verso è nel canto secondo, ter- zina terza. Prima leggevasi: Stava nel giorno che il tuo viver chiuse; ed ora si deve leggere: Ei stava il giorno che il tuo viver chiuse. Le parole aggiunte sono là dove parlo del Di- Negro. Ivi dopo le parole immutabile nelle amici- zie : sono da inserir queste: La pubblicazione de* suoi sermoni sacri ( nuova maniera di poesia ) e tarda verso il desiderio comune. Dimorava il Di- Negro in Roma nel 1804. Poni cura che tutte que- Lettene del Biondi 2/t ste varianti sieno coi locate ai loro luoghi, perchè non nasca difformità fra l'una e l'altra edizione, lo darò opera che l'edizione genovese non esca in luce fin- che non sia in pronto codesta romana. Mio caro Betti, ama questo tuo tenero amico, e parla spesso di lui cogli amici comuni: perchè do- vete tener certo, che io ho sempre l'animo a voi, e sarei pienamente felice se il pensiero dell' assenza mia da voi non mi rattristasse. Non prima avrei ter- minato che il foglio mi fosse venuto meno: tanto è il piacere che io provo in trattenendomi teco. Addio: ti abbraccio. - Torino i3 agosto 1823. XXI. Al medesimo. - Roma. Oh le care novelle che mi hai tu date ! Io le ho trascritte in un bel foglio dorato, il quale ora va m giro per le sale regie, e vi è ricevuto cortesemen- te. Saluta caramente quel nostro amico che ti narrò la bella novelletta, e fa che altre ancor te ne narri- e semine d'ogni maniera : che mun' altra cosa può venirmi più grata che questa. II primo dei due epi- grammi ha fatto molto ridere la mia duchessa, la qua- le ha voluto sapere chi fosse quegli che mi scriva: onde 10 le ho parlato di te : ed aveva ben presente quel giorno in che ella ti vide. ... Ti rendo §razie Per la esattissima correzione delia nria cantica. Che cosa ne hanno detto codesti critici : Qui ha piaciuto più che io non credeva: ed anche fuori di qui; perchè il Giordani me ne ha s.rit- 242 Letteratura ra ch'io ho avuta di lui: onde se questo mio lavoro non mi avesse altro fruttato che l'amicizia di tant' uomo, io mi starei contento a questo solo acquisto, clie per me è grandissimo. Ma, dimmi, hai tu nota- ta la bestialità del tipografo genovese ? Spinto forse dall'amor patrio o dalla sua amicizia verso il Gagliuf- fì, ha voluto pubblicar di nuovo quella lettera che io ti scrissi, e che fu inserita nelle varietà del nostro giornale. Ma come ha ciò fatto ? Ponendo in lettere maiuscole varietà': riferendo quelle cortesi parole che tu ne ragionasti, e terminando colla mia lettera. Ri- simi teneatis, amici ? Io giurerei che tu in leggendo questa lettera ti aspetti dall'una linea all'altra qualche rimprovero: e temi non forse io sia per chiamarti lodator di roman- zi e difenditore degl'italiani, che abbandonando la lor gentile favella si danno a scrivere in una lingua stra- niera. Niente di lutto ciò. Panni, secondo quello che n'hai tu detto, che l'opera della egregia Martinetti sia più morale che romanzesca : e che perciò giovi a restaurar l'arte dello scrivere romanzi: arte che fu co- nosciuta, e maestrevolmente usata dai greci: che può ammaestrare i più schivi, allettandoli : e che uscen- do da dotta penna può esser tu lt' altro, che quell'am- masso d'inverisimiglianze e di sciocchezze, di che ab- bondano i romanzi moderni, i quali non ornano la mente, e corrompono il cuore. Avrei, non lo niego, amato meglio che l'opera fosse stata scritta nella lin- gua nostra : ma la colpa potrà essere emendata con una versione o con altra opera italiana. Saluta tutti gli amici miei e tuoi, ed amami co- me ti amo. - Torino a/j. agosto 1823. Lettere del Biondi 243 XXII. Al medesimo. - Roma. Oh qual mai ferita mi hai tu aperta nel seno ! La quale se non fosse stata medicata da altra lettera, che venne dopo la tua, io non so a che mi avreb- be condotto il dolore. La lettera, di che io ti parlo, fu scritta dalla mia sorella il i5: e tu scrivesti il iA. Vi si narra il grande pericolo che il nostro povero amico corse il mercoledì, e le speranze che erano ri- nate nella notte seguente. Ed io so che sì fatti mali sono accompagnati da vicende ora terribili ed ora con- solatrici. Or io voglio avere questa consolazione e questa speranza; e voglio fin bandire dalla mia men- te il timore che quell'uomo adorabile, e da me dilet- tissimo, abbia a mancare. Io sento una voce che mi parla all'anima, e mi dice ch'egli è fuo r di pericolo: onde tu salutalo, e abbraccialo e bacialo in mio no- me, e digli che io non avrò mai vera pace finche non mi abbia egli scritto di sua mano. Tu frattanto dam- mene esalte e frequenti novelle: e se l'amicizia mia potesse essergli giovevole in qualche cosa, sarei ben felice di potergliene dare testimonianza. Oggi ho la mente così piena del mio Tambroni , che mi grava di discorrere sovra altre cose! Saluta gli amici e con- solami di tue lettere. - Torino 21 gennaio 1824. XXIII. Al medesimo. - Roma. Non ti ho risposto subito, perchè ho dovuto pri- 244 Letteratura ma riavermi dal colpo , che mi avea tratto fuori di me medesimo. Oli mio Tambroni! Quante lagrime io ho sparse allorché mi venne la trista novella della tua morte ! Nò me ne posso ancora dar pace, e mi vivo fra le amarezze. Né fra queste ha il minor luo- go la compassione che mi prendo di te, mio carissi- mo Salvatore: perchè misuro il tuo dolore dal mio, e penso che tu eri con quell'amico nostro famigliar- mente ogni giorno; e che egli non ti aveva mai ab- bandonalo nelle tue infermità: onde al senso dell'a- micizia si eia aggiunto pur quello della gratitudine, 'fortissimo nelle anime gentili, com'è la tua. E pen- so oltre a ciò che tu lo hai veduto ne'paiimenti, ed hai udite le ultime sue parole, ed hai baciato quel ca- ro corpo già irrigidito per morte. E mentre mi ven- gono nella mente questi pensieri, mi prende pietà di te più che di me medesimo: e vorrei essere costì per pianger teco : che forse il piangere insieme ci sareb- be di qualche consolazione. Ma poi che il cielo ha voluto così, e che non è in poter nostro il mutare quel eh' è immutabile , che altro possiamo noi se non serhare sempre viva la memoria del nostro ami- co, e far note ai posteri le sue virtù ? Nel che ado- pererò ogni mia forza. E scriverei di buon grado la vita del defunto, se altri mi somministrassero le no- tizie a ciò necessarie : perchè tu non ti sei ancora sde- bitalo dell'obbligo di scrivere la vita di Giulio: on- de tu potresti scrivere questa, ed io quella. Stringia- mo intanto sempre più la nostra amicizia, e facciamo argine, per quanto è in noi, alla malvagità della for- tuna: la quale pare che abbia in odio quel proposito che noi avevamo fatto di ricondurre le lettere alla semplicità, alla gentilezza, alla filosofia : e da prima Lettere del Biondi afò percosse quel divino Giulio : ora ne ha tolto questo clic era tanto umano e cortese. Io per ora non ho la mente atta a far nulla. Ma questi bravi torinesi mi daranno aiuto. Il conte Federico Sclopis, giovine eruditissimo, mi darà fra poco un lungo estratto del- l'opera del Peyron intorno i nuovi frammenti del co- dice teodosiano: avrò alcune iscrizioni inedite dell'ai». di Calumo, e così altre molte. Intanto ti mando una lettera del celebre Petit Radei: e la mando in fran- cese e in italiano, temendo che non sia stata ben Ira- dotta. Vedi se il principio si abbia a mettere o no, es- sendo ciò in tuo arbitrio. Ti mando anche un'ottava del Di-Negro con traduzione del Gaglioffi. Amami , caro Betti, e consolami di tue lettere. Saluta lutti i nostri. - Torino 4 febbraio 1&24. XXIV. Al medesimo. - Mondavio. Vedi bel caso che mi è intervenuto su que'be- nedetti pennelli di Dante ! E ben mi sta: ch'io non doveva indugiarmi tanto a pubblicare quel mio ce- mento , intorno al quale aveva con molti e con te stesso ragionato da vari anni. Ed io fui quello che ne parlai dapprima al Perticari : ne egli voleva certo far suo del mio : ne avevane bisogno : perchè , dot- to e lodato a cielo come era, non aveva mestieri di por cura in queste quisquilie- Tuttavia io non vo- leva dare più in luce il mio articolo : e ne scrissi al Monti. Ma .egli rispondendomi con somma gentilez- za, mi ha persuaso del contrario: ed ha scritto egli stesso a D. Pietro nostro, perchè l'articolo sia pub- 246 Letteratura blicato con in fronte una sua prefazioncella. E così fossi slato tu in Roma, come mi sarei piaciuto di pre- garti che la venisse scritta da te ! Ma venendo alla Proposta, io ne ho letto avidamente l'ultimo volume, e molle volte non poteva raccorre l'alito : sì rideva di voglia. Il corpo del Monti invecchia, e sembra che lo spirito ringiovanisca. Trovandoti fin costà, ti piaccia di fare altri quat- tro passi, e venirtene fino a Milano, dove io ti ver- rei incontro e ti condurrei qui in Torino. E sappi che niuna cosa sarebbe al mondo che potesse esser- mi tanto graziosa quanto questa: come poche cose mi sono tanto amare, quanto l'essere così lontano da te. Dunque fa opera di venire, e dammi questa consola- zione : che staresti qui meco in mia casa come un mio fratello, ed io mi godrei la tua dolcissima com- pagnia. Mi piace assai 1' argomento che hai tolto a trattare circa le tragedie; e i tempi il richieggono, e ne avrai lode. Addio, mio dolcissimo Betti. Ama il tuo Biondi: e se lo ami, vieni qui dove egli ti aspetta. - Torino 28 agosto 1824. XXV. Al medesimo. - Roma. Eccoti un articolo del conte Federigo Sclopis pel nostro giornale. Ti sia a cuore la correzione delle slampe, e fa che sia pubblicalo nel prossimo quader- no. Avrai fra un mese altri articoli del Boucheron, del Peyron e del S. Quintino. Quanto a me, io mi ti lego per fede, che non vi avrà quaderno del nuo- vo anno che non contenga un mio comento su qual - Lettere del Biondi 247 che luogo di Dante. E già ne ho in pronto quattro; e di altri molti ho già la materia , ne mi resta che l'ordinarla : perchè in questi mesi ho studiato mol- to nel suo poema, ed .ho fatto confronto di alcu- ni codici assai preziosi. Da ciò vedrai quanto mi sia caro che il giornale abbia proseguimeli lo. Che se perisse, nostra sarehbe la colpa, e comune il danno. E dei considerare, da quel buon figliuolo che tu sei, come questa povera Italia cadrebbe in tutto disprez- zo, se fosse abbandonata dai pochi die possono farle onore. E tu e gli altri darebbero indizio di viltà d'a- nimo se l'abbandonassero nel maggior uopo. Là gio- ventù ha brama di dottrina: ma quei che possono sa- ziarla sono ben pochi; e se questi tacciono, chi par- lerà ? Il nostro giornale dee piacei'e al nostro principe: perchè tutti i compilatori sono buoni sudditi, né al- tro amano che l'onore della patria loro, e fuggimento d'ozio, e accrescimento di scienza, e per conseguente miglioramento di costumi; essendoché gli oziosi e gl'i- gnoranti sieno vergogna e peste d'ogni città. Non avete forse voi colla gentilezza dello stile ingentiliti i co- slumi degli scienziati, i quali per malvagio uso canuta- mente latravano lacerandosi ? Che cuore sarà il vostro, quando a questi fiori di gentilezza vedrete succedere pungenti cardi di villane satire e di aspre parole ? Fa dunque, ti prego, che tu sia sostenitore del giornale nostro : e se in parte è caduto, si rilevi: se è divenuto languido, si rianimi. Tutti questi huoni piemontesi sa- ranno fra le schiere dei letterati romani. Ed io, se be- ne ultimo fra gli ultimi per la forza, sarò primo tra' primi pel buon volere. Morte ha sciolta la dolce cate- na che mi teneva fuori della patria. Fra due mesi sarò in Roma libero d'ogni cura, e tutto mi darò ai buoni 2/J.8 Letteratura studi. Il giornale è figlio mio e degli amici mici. Deh che io lo ritrovi in vita, e possa alimentarlo, secondo che sarà il mio potere ! Il Mustoxidi, che ha promesso un articolo fra un mese, ha desiderio di alcune notizie, che sono nel loglio qui unito. In altro loglio legge- rai un epigramma e un sonetto del marchese Di-Negro. Il primo può aver luogo nel giornale : il secondo forse no. Il Mai, l'Odescalchi e tu sarete da me nominati nella prefazione al Ceffi, secondo il grande merito vo- stro. Or dimmi come leggi in quelle lettere, Figliuolo di C. K ? Forse leggi figliuolo di Ceffi karolo ? ovve- ro figliuolo di Ceffo cavaliere per adrieto del po- polo di s. Simone ? Rispondimi, e cosi avrò grazie doppie appo te. Saluta tutti codesti carissimi nostri. Primo sia l'Odescalchi, e pregaio colle ginocchio in- chine, che scacci dalla mente il brutto pensiero di dar morte al giornale. A lui come a capo succedano in bella schiera il Cecilia, l'Agricola, il Santucci, lo Stac- coli, e sia fra loro l'Amati. Dirai in fine le mille cose alla Teta, al Bernini, al p. abate Montani, al Serpieri ec. Addio, mio dolcissimo. Ama il tuo Biondi. - Torino i5 gennaio i8a5. XXVI. Al medesimo. - Roma. Sono giunto in Genova, lasciando la via di Bolo- gna, e prendendo quella della riviera. E già mi sembra udirti gridare: Che pazzia è stata codesta tua ? Non vo- levi tu saziare gli occhi e dilettare la mente della vi- sta e delle parole di que' dottissimi che sono là alle falde dell' apennino ? Non ti ritornò alla mente l'a- vermi detto, che ti godeva l'anima solo in pensando Lettere del Biondi 24.9 che ti saresti conversato alcun poco colla Sampieri, colla Malvezzi , colla Martinetti , col Costa , collo Schiassi, col Mezzotanti, coll'Angelelli, col Marchet- ti, col Pepoli ? Tutto è vero e mi sovviene di tutto. Ma tu non precipitare il giudizio tuo; anzi ascollami, e non siati a noia che cominci la mia difesa retro- cedendo fino a tre anni. Sappi adunque che l'acca- demia pistoiese deliberò di celebrare in ogni anno la memoria di qualche grande italiano, festeggiando so- lennemente il giorno della morte di lui; anzi il gior- no della gloria : perchè tace allora l'invidia; e a cia- scuno, secondo il merito, è conceduta la giusta lode. Nel 1825 ebbe gli onori parentali quel sommo epico che fu il Tasso. E fu sano consiglio che nelle terre di Toscana gli si donassero i primi onori, quasi do- vessero esser compenso alla ingiusta guerra, eli' egli sostenne per colpa di quei toscani che vissero in quell' età. Nel i[)a6 furono renduti gli onori al divino Dan- te: e in quest'anno 1 83^ ei'ano in sul rendersi (al- lorché io vidi Firenze ) al discopritore del nuovo mon- do. Molti convenivano in Pistoia da varie parli ; e da Firenze i migliori. Fra questi il Giordani, il Niccolini, il Montani, il Vieusseux. N'ebbi pur io graziosamen- te 1' invilo ; e rimasi da principio sospeso alquan- to sopra me stesso. Che dall'una parte mi traeva a se il pensiero dc'bolognesi, e la fede già data, e il cam- mino già stabilito; dall'altra me ne ritraeva la san- tità della cerimonia, la bella ed onorevole compagnia, l'amore delle lettere e della patria, e quel poter di- re a' genovesi, e massime al mio Di-Negro : Io ro- mano fui insieme con molli, e di Toscana, e di Lom- bardia, e di altre parli d'Italia, ascoltatore delle lodi del vostro concittadino! Queste considerazioni mi vin- 25o Letteratura sero : sicché la sera del dì 21 giunsi a Pistoia. Il descriverti la bella festa, alla quale intervenni , sa- rebbe materia più da opuscolo che da lettera: ed ho molto già scritto; ed alcuna cosa mi rimane, che non può essere taciuta. Ti bastino questi brevi tratti, con che non ti dipingo, ma ti adombro un bel quadro. Ca- mere e sale così risplendenti per lumi, che non in- vidiavano il giorno : tanta quantità di gentili donne e di cortesi uomini pistoiesi, quanta non avrei mai creduto che potesse in se tenerne quella città; e cia- scheduno così inteso alla cerimonia, e così lieto di essa, che tutti i labbri tacevano e tutti gli occhi par- lavano. Proluse il nobile ed erudito signore Stefano Puccini; ed ebbe di molte lodi : tanto fu il merito di quel suo italiano ragionamento. Lo seguirono molti con belle poesie in vario metro: fra' quali farò men- zione di un giovinetto Leoni vestito in abito di che- rico, il quale disse con tanto affetto cose tutte piene di amore per la gloria italiana, che molti n' ebbero commossa l'anima; e tra' primi il Giordani, che quasi piangevane per dolcezza. Fece pieno il diletto degli uditori una scena drammatica assai bella, e maestre- volmente cantata. Il seguente giorno noi fummo con- vitati alla vii la suburbana del Puccini. Oh i bei pun- ti di vista ! oh i deliziosi boschetti ! Ivi imitazione di ruine di templi greci e romani, di chiese gotiche, di castelli. Qua un fiumicello , che corre fra limiti verdi e fioriti : là un lago con più barchette , una delle quali ci accolse: altrove acque cadenti, che ro- moreggiano; e su di esse tale un bel ponte, che ti parrebbe opera meglio pubblica che privata. Nel pa- lazzo corridoi lunghissimi per andare a diporto ai giorni caldi e alle piogge. Ivi stesso grandi sale con Lettere del Biondi 25 i ornamenti di sculture. In una di queste sale era la mensa con assai ricchezza di cibi ; e più ancora di vini, che sopra piccolo carro di argento facevano lor giro e lor mostra innanzi ai convitati, ed erano in- vito al bere. Mescemmo e libammo ad onore degli autori del Foscarini e della Psiche ivi presenti : e tutto era giocondità. Or via rampognami se tu puoi ! Io credo essere stato questo uno di que'casi, ne'quali è sapienza mutar pensiero. Tu avresti pur fatto quel- lo che io. E ti sarebbe stato assai grazioso il vedere, come in una città toscana, e vicinissima di Firenze, si onorano i grandi italiani di qualunque luogo essi siano, purché siano italiani: e vi si hanno in ispre- gio quelle gare municipali, che nelle piccole borgate muovono a riso, nelle grandi città a compassione. Intorno il volgarizzamento delle egloghe di Vir- gilio, nulla posso dirti del Costa, come tu ben ve- di; ma ti dirò dell' Antinori, il quale, quando io fui seco, era già più che al mezzo del suo lavoro. Dan- ne contezza al Santucci e al Molaioni; e salutali, e baciali, e ribaciali per conto mio. Oh come sono lieto della novella che mi dai dell' ottimo padre tuo ! Me ne congioisco a te ed a lui: e più alla città di Segni, che avrà tale un governa- tore, quale forse non ha mai avuto finora. Salutami tutti quelli che tu sai essermi più di- letti : fra'quali monsignor Mai, l'Odescalchi, l'Amati, il Cecilia, l'Agricola, il Salvagnoli, il Tambroni. L'au- reo marchese Di-Negro, parte e più che metà dell' anima mia, ti ama e ti risaluta. Addio, Betti mio dol- cissimo : ti sia sempre nella memoria il tuo Biondi. - Genova 3o maggio 1827. 252 Letteratura XXVII. Al medesimo. - Roma. Quella mia lettera, che tu lodi, fu da me scrit- ta senza veruno studio, e così come caddemi dalla penna. Tuttavia, se ti piace di pubblicarla, sia fatta la voglia tua. Ma prima emendala, e fanne ciò che faresti di cosa uscita dalla tua penna : che nel tuo giudizio si acqueta il mio. Se credi di aggiungervi il nome del Papadopoli , egli fu uno di quelli che vennero di Firenze. Mi piace che la tua lettera intorno al volga- rizzamento di Pindaro non piacesse a coloro, i quali pascendosi di lazze sorbe non possono gustare il sa- pore dei dolci fichi. L'essere lodato da chi è degno di biasimo sarebbe così da temere , come è da de- siderare Tessere lodato da chi è degno di lode. Noi abbiamo già più volte ragionato delle viziose inver- sioni della sintassi : e tu sai il pensar mio , che si consuona col tuo. Pubblica con sicurezza il tuo scrit- to: e lascia pure che le cornacchie gracchino fin che hanno filo di voce. Le novelle del Monti sono all'anima mia di gra- vissimo peso. A.mo lui , ed amo le lettere italiane , che volgono al basso: e più volgeranno, quando, spen- to quel sovrano splendore, si faranno maggiori le te- nebre, che dalle nebbiose balze della Scozia e della Germania vengono ad offuscare questo puro cielo d'I- talia. E sappi che questa peste è orribilmente diffusa per la Toscana, per la Lombardia, e fino alle radici delle alpi. Tornano i secoli del ferro ! E la ruota si Lettere del Biondi 253 volge con tanta rapidità , che ornai è soverchio che altri armi le braccia a volerne arrestare il corso. Quanto a me, leggendo io cose che abbiano fac- cia di novità e di arditezza, ne ricerco per così dire le viscere ; e dimando a me stesso : Avrebbe così scritto Virgilio ? E conchiudendo che no, tengo per non lodevoli quelle apparenti bellezze; ristringendo la lode a quelle cose che hanno sapor classico così greco come romano. Salutami il Santucci, l'Amati, il Cecilia, e chi- unque ti chiede di me. Addio, dolcissimo degli amici. Torino i6 giugno 1827. XXVIII. Al medesimo. - Roma. Non ho mai ricevuta la tua lettera scrittami mentre io era in Albano ; ma sì mi sono pervenute quelle poche, ma dolcissime righe, che mi hai qui dirette. Non ho prima risposto, e non rispondo ora di mia mano, perchè il piegarmi per iscrivere mi è accrescimento di male. In Albano caddi di male in peggio: qui vado migliorando ; ma tu sai che le in- fermità vengono col passo del cervo , e tornano in dietro con quello della testuggine. Perchè non vieni a ritrovarmi ? Ciò mi sarebbe di gran piacere. Mi con- gratulo teco , e meco stesso dell' essere tuo collega nell'accademia di s. Luca. Che cosa è del giornale no- stro? Che cosa degli amici? Salutali tutti, e sopra tutti l'aureo Don Pietro, il cui amore cresce in me, dirò con Virgilio : a54 Letteratura Some l'alno al tornar di primavera. Sta san©, ed ama il tuo Biondi. - Dalla Rufinella a3 agosto 1828. XXIX. Al medesimo. - Roma. Ornai scrivendoti posso dir: Valeo'. et hoc be- ne est : ma io sono corrucciato teco, dacché mi ti eri legato per fede , che saresti venuto a ritrovarmi ; e non hai attenuta la tua promessa. Fatta questa giusta querela, vengo sfiorando tutte le parti della tua lette- ra. Ho ricevuto il dono del Zannoni unito ai saluti del Gerhard, e lo riu grazio e lo risaluto. Aveva già ri- cevuto le Odi liriche. Che cosa vuoi eh' io ne dica? Qui sì che è pia bello tacer che dire. Ma non tacerò che mi ha preso l'anima la cortesia che tu hai voluto usare inverso di me, intitolandomi l'una delle tre lettere da te composte novellamente, e ponendomi in ischiera coll'Odescalchi e col Mai. Così avessi tu po- tuto scrivere una quarta lertera intitolandola al nostro Monti ! Ma quel grande ci ha lasciati nel dolore, e nel desiderio di se ; quantunque la grandezza della sua fama dehha riconfortarci. Io non mi sento forte a lodare quel sommo : e lo sono ora assai meno: pe- rocché ho bisogno sempre di riposo, ne posso ancora darmi ad un lavoro che mi riesca faticoso, come que- sto mi riuscirebbe. Fa dunque che altra persona possa sottentrare alla vece mia ; e te ne prego in nome dell' amicizia. Potresti tu scrivere per l'arcadia ; e la Lettere del Biondi 255 tiberina si abbia cbi più le piace. Saluta gli amici tutti, particolarmente l'Odescalclii e il Santucci : se- guano il Cecilia e l'Amati : poi il Bragaglia e il Gi- rami : infine tutti che mi amano, o almeno che non mi odiano. - Dalla Rufìnella 3i ottobre 1828. XXX. Al medesimo. - Roma. Mi aveva già detto il marchese Santacroce, che tu eri tristo: ed io aveva indovinata la cagione della tristezza. Caro Betti, l'uno dopo l'altro dobbiamo fare lo stesso viaggio ! E per ordine di natura i figli debbo- no piangere la morte de' genitori. Tuo padre era vec- chio e mal sano. So che il dolore non ode ragioni ne' primi momenti, e lo so per prova ; ma poi a poco a poco cede alla loro forza, e all' impero durissimo del- la necessità. Io sto qui fin dopo la madonna. Perchè non vieni a consolarti nelle braccia dell' amicizia ? Rufìnella 28 agosto i83i. XXXI. Al medesimo. - Roma. La Dio mercè non sono morto: assiderato sì, e qua- si morto come un serpente. Se il freddo, che è già ol- tre al gelo, tira innanzi di questo passo, io mi ficco in letto e non mi levo più finché non faccia ritorno la primavera. Intanto ho cominciato la stampa della georgi- ca. Un grammatico pescavirgole, di quelli del non plus ultra, cura la revisione delle stampe, e alle volte ve- 256 Letteratura niamo a capelli per una lettera maiuscola , o per un apostrofo. Seguirà la buccolica. La contessa Sclopis ha letto la tua lettera, e ne va superba, e te ne ringrazia. Il Boucheron e il Caz- zerà ti vogliono bene e ti salutano. Tu bacia per me il caro nostro D. Pietro : scrivi al Santucci che io lo amo assai e che lo prego di aver cura dell' Amati. Ad- dio. - Torino 19 novembre i83i. XXXII. Al medesimo. - Roma. Gli esemplari della mia versione, che sono già in Napoli, fecero non la via di terra, ma sì bene quella di mare. Spero che di tre spedizioni fatte per Roma , almeno una abbia avuto corso ! Ho letto il giudizio del Lampredi intorno l'oracolo di Proteo. Che vuoi che io dica? Tu sai che io usai in quel capitolo le ri- me sdrucciole quasi per ischerzo, e con animo di rin- novarlo in rime piane. Ma tu, il Santucci, l'Odescal- chi, mostrandovene contenti, mi deste animo a lasciar- lo così com' è. Alla vostra approvazione si aggiunse quella del Costa, che me ne disse mirabilia. Ed ora ho lettere della Bandettini, del Labus, del Giordani, che di niuna cosa tanto mi danno lode quanto della versione di quel capitolo. E tale pure era stata l'opi- nione del Galliuffi, che tutta l'opera ebbe sotto gli oc- chi ; e tale era stato il giudizio de' genovesi e de' to- rinesi. Chi dunque si avrà la ragione ? Chi il torto ? A me costerebbe poca fatica il porre in rime piane quell'oracolo, che posi in isdrucciole appunto perchè era un oracolo , e seguendo in ciò tanti grandi mae- Lettere del Biondi 257 stri, fra' quali Annibal Caro, che in pari occorrenza adoperarono in simil guisa. Leggi quel capitolo di nuo- vo, e dammi consiglio: che io sono disposto a seguirlo. Il Gazzera ringrazia te e l'Amati per la dichia- razione della leggenda eh' è sulla moneta di Cur timi- glia. Egli e il Boucheron e lo Sclopis ti salutano ca- ramente. Il mio ritorno, come spero, sarà in settembre. Ab- braccia per me l'amabilissimo D. Pietro, la cui lettera, da te annunziatami, non mi è mai pervenuta. Ricor- dami a tutti gli amici, ed in ispecie al Santucci, al Santacroce, all' Amati, al Cecilia. Ti prego che non vogli far morire il giornale ar- cadico. Ora che il governo dà annui scudi 3 00, sa- rebbe gran peccato render vana per nostra colpa que- sta benefica provvidenza, che tanto onora chi dà e chi riceve il beneficio. Sta sano ed ama il tuo Biondi. - Torino 28 mag- gio i832. P. S. In questo momento ho lettere da Firenze e da Parigi. Tutti, sopra ogni altro capitolo, lodano quello che non piace al Lampredi ; e specialmente il Botta. Io non m'inorgoglisco per lodi che possono es- sere effetto di urbanità ; ma devo credere che ciò che è più iodato sia almeno da reputare meno vizioso. XXXIII. Al medesimo. - Roma. Ti ringrazio di ciò che hai operato a prò del Canina: non che dell' avermi mandato l'articolo inse- G.A.T.LXXXV. 17 258 Letteratura rito nel Temps^ là dove si parla degli scavamenti fatti nel Tuscolo. Si vede bene che l'articolo è fatto in To- rino, e non male : ma vi ha un gran mancamento ; ed è il non farvisi menzione di una statua sedente e seminuda, rappresentante Tiberio, che è la bellissima fra quante ne furono trovate ; ne cede, massime nelle parti del nudo, alle altre due statue pur sedenti di Tiberio, l'una delle quali fu trovata presso Velletri, e l'altra in Veio : ed ambedue sono nel museo va-, ticano, Anch' io ho avuto gentilissima risposta dall'emi- nentissimo camerlingo intorno la unione delle due accademie. Al mio ritorno, che sarà poco dopo il dì 20, me la intenderò col cav. Salvi. Io ho qui fatta la vita del michelaccio : e tornerò in Roma nudo e crudo come ne fui partito. Ma costì metterò la testa a partito. Sta sano insieme coli' Odes calchi. - Dalla Ru-, lineila i5 novembre i833. XXXIV. Al medesimo. - Roma. La tua amicizia e le tue lettere mi sono di gran-, de conforto. Fa di non rimanerti mai di scrivere e di darmi notizie de' parenti, degli amici, e di te stes- so che mi sei primo fra tutti. Tu conosci l'anima mia, e senza che io mi stenda in particolari , puoi bene immaginare quale sia il mìo stato presente. A- spetto le lettere senza dormire, e nel dissigillarle la mano mi trema. Ora non si tratta di udire notizie d'infermità, ma di morte. Finora tutti i miei cari so- Lettere del Biondi 289 pò salvi ; e tali siano ! Tu abbi grande cura di te stesso. Noi pure non siamo qui fuori di ogni peri- colo. Il morbo è ricompar-so in Genova e ne' paesi delle due riviere. Anche in Torino corse voce di due casi nell' ospedale: ma fu voce falsa. Oltre a ciò ab- biamo l'esperienza del passato, e sappiamo che To- rino è città dove per la salubrità dell' aria , per la nettezza delle contrade e per gli ottimi provvedimenti, il morbo non si alligna. Ma il pensare a Roma è cosa tutta piena di spavento. Il Tibullo è già stampato : del Dante in Ra- venna è composto il primo atto. Lo Sclopis e il Bou- cheron hanno assai gradito i tuoi saluti, e te li ren- dono, e desiderano sempre di sapere che tu stii sa- no. Tu saluta per me i carissimi miei, l'Odescalchi, il Salvi, il Vescovali ; ne dimenticare il Muzzarelli, il Podesti, il Fioroni, il Pellegrini, il Melchiorri, il Ranalli, e tutti quei molti, dell' amore dei quali io vo lietissimo, e li riamo. Tu scrivimi spesso lunghe lettere , ed abbimi sempre per tuo. - Torino 3o marzo 1837. XXXV. Al medesimo. - Roma. Il Bernini deve essere stato mio ambasciatore presso te. Ora vengo a parlamento io stesso : e di- coti che ho grazie grandi, anzi maravigliose, a riferirti per la vera amicizia tua, che considerando come io doveva vivermi in pena, non mi ha mai lasciato pri- vo delle notizie di Roma. Le quali, se non ottime, sono ora, a rispetto delle antecedenti , buonissime ; 260 Letteratura e senio riaprirmi il cuore che era affatto chiuso di- nanzi a tante morti e a tante sciagure. Ringrazio Iddio del non esserne stato testimonio ; e più lo rin- grazio del non aver dovuto piangere la perdita di ve- ni n congiunto , né di verun amico del cuore. Più che altra mi è stata grave la morte del D'Este : ma vi era preparato da lungo tempo: che era già qua- si corso un mezzo secolo, da che l'arco degli anni di lui aveva cominciato a discendere. Non avrò appena veduta sul diario la notizia dell' avvenimento del cardinale Giustiniani al camer- liugato , che ne toglierò occasione di scrivergli una lettera gratulandomi a lui del hen locato uffizio , e alle accademie di antichità e di arti per ciò che deb- hono sperare da un loro benemerito proteggitore. Vi- di nella scorsa settimana il Grifi, che passò per qua reduce da Londra e da Parigi. Potrà al Rossini no- stro essere convenevole il posto lasciato vacante dal Fontana ? O dovrà aspettare che un architetto passi per dar luogo a lui ? Io posso dirti che egli era no- tissimo in queste parli, e che l'ultima opera sua su- gli archi lo ha reso anche più celebre. Saluta il Podesti, e digli che non per altro io voleva esser fatto certo della suppostami sua venuta in Milano, che per invitarlo a venir qua in Torino, ed offrirgli due camere nella mia abitazione. Spero che non mi partirò da Torino senza avergli procu- rala la commessione di un quadro per sua maestà. Ho da Pesaro e da Firenze lettere amorevolis- sime del Cassi, e del Santucci che da me riceve ed a me rimanda affettuosissimi saluti per te. Quanto mi avevano addoloralo le male notizie intorno la sa- nità del Canina , altrettanto mi hanno racconsolato Lettere del Biondi 261 le ultime tue lettere che dal timore mi richiamano alla speranza. Hai tu memoria di aver veduto Amore effigiato o descritto con ali di farfalla ? L'Odescalchi potrà ora, come spero, mandare le notizie sul carcere penitenziario che sole mancano a poter pubblicare l'opera. Post haec scripta mi viene la tua del 23 col- l'articoletto sulle favole tradotte in prosa italiana dal- l'Azzocchi. Mi piace il suo nuovo modo di scrivere senza uso di parole viete e frasi contorte. Hai fatto bene a lodamelo, e più a dire tante belle e giuste cose intorno alla lingua. Mi hanno toccato l'ugula: e a te me ne con gioisco. Il Tibullo non è pubbli- calo. Il Dante in Ravenna è tuttora sotto il torchio. Addio, carissimo. - Torino 29 settembre 1837. XXXVI. Al medesimo. - Roma. Sono afflitto per le tue afflizioni ; e vorrei es- serti vicino : che la voce dell' amico potrebbe essere, se non rimedio al tuo dolore, almeno alleggerimento. Ora che potrò dirti per lettera ? Dirò che l'un male non ha riparo , e ti pregherò a far buon uso della tua filosofia. Quanto all' altro, è in te il provvedere alla tua sanità. Lascia i libri, non affaticare la men- te, e soprattutto rasserenala. Conservati all' onore d'I- talia, e all' amore de' tuoi amici, fra i quali tieni me per primissimo. Ti ringrazio di ciò che hai fatto per- chè il mio Dante non sia posto sulle scene di Argen- tina: dove , come mi dicono, il popolo chiede sire- a6s Letteratura. pito d' arme, di trombe e femminili ululati. Se tu sapessi dove possa trovarsi un ritratto del celebre La-Grangia, mi faresti cosa gratissima a darmene in- dizio. Forse D. Pietro nostro lo avrà in qualche col- lezione litografica d'uomini illustri italiani. Fiorisce o è disfiorata la nostra nicchia ? Vidi qui l'egregio Sola: degli altri non so più nulla. In no- vembre sarò in Roma a riabbracciare tutti, e a dedica- re tutto me stesso all' accademia, agli studi, all' ami- cizia : che questa presente vita di nobile ozio comin- cia ad essermi dura. Allontana la malinconia , ria- cquista il vigore, e fa che non abbia a trovarti punto mutato da quello che eri. Addio. - Rufinella 27 ot^ tobre i838. XXXVII. A. S. E. il sig. principe D. Pietro Odescatchì. Roma. Si reca a Roma il sig. dottor Wilson, il quale viene ora dalle Indie, ed è stato nella Mesopoiamia, ed ha consumati due anni nella Grecia. Egli ha con se iscrizioni greche, persiane e babilonesi, con molte medaglie ed altre erudite curiosità. Ed è cosa pia- cevole il conversare con lui : perchè è uomo di molta dottrina e cortesia. Il perchè l'ho pregato di accet- tare una lettera per voi, affinchè il conosciate, e lo facciate conoscere all' Amati, al Tambroni, al Retti, e agli altri nostri compagni. Ed ho ferma speranza, che i colloqui che voi , miei carissimi , terrete con lui frutteranno al nostro giornale buon numero di articoli : perchè l'Amati pubblicherà le iscrizioni e le Lettere del Biondi 263 medaglie ; il Tambroni parlerà intorno quelle anti- chità di Babilonia, come ha già fatto altra volta ; e il Betti e voi descriverete i costumi e la civiltà di alcuni lontanissimi abitatori del globo , i quali da noi sono tenuti barbari, e quasi di altra natura che non sia la nostra. Vi prego d'inchinarvi in mio no- me a quella candidissima anima del vostro eminen- tissimo germano, e a salutare D. Girolamo, e code- sti miei compagni, che mi stanno tutti scritti nella memoria, anzi nel cuore. State sano, e amatemi co- me solete. Di Genova ai 24 di maggio i8a3. XXXVIII. Al medesimo. - Roma. Vi mando il mio terzo articolo intorno le poe- sie pubblicate dal Petrucci. Forse lo troverete trop- po breve ; ma la scarsa materia non permetteva che mi allargassi di più. Fra pochi giorni avrete la can- tica in morte del Perticari: appresso alcuni miei pen- sieri intorno le origini della lingua italiana : poi la illustrazione del noto frammento de' fasti consolari: e all' ultimo un esh'atto del poema del Falamonica ge- novese : il qual lavoro occuperà almeno tre lunghi articoli. Ora ho cominciato a dar ordine alle cose mie, e posso rivolgere il mio pensiero ai miei cari studi e al giornale. Ne vi sarà discaro il sapere , che questi uomini letterati di Piemonte avevano in tanta venerazione il giornale nostro, che si avevano fitto in capo di volere stampare qui in Torino un fo- glio letterario, il quale avesse nome di giornale ar- cadico , e avesse comune col nostro lo stemma e i 264 Letteratura compilatovi, in guisa peraltro che questo secondo fos- se dipendente dal primo, come figliuolo da genitore. Al quale divisamento io mi sono opposto : non per- chè non lo reputassi bello ed onorevole per noi; ma perchè mi è sembrato il meglio avere un solo fiume ricco di molte acque riunite insieme , che due ru- scelli facili a disseccare. Adunque ora questi letterati scrivono per noi, ed avrete tra poco tempo tre buo- ni articoli del Boucheron, del Gazzera e del cav. di s. Quintino. Perciò io vorrei che rispondendo a que- sta mia, diceste intorno a loro qualche cosa che io potessi far leggere; e vi dimostraste grato alla genti- lezza di questi dotti, e all' onore in che tengono le cose nostre. E dirò a comune consolazione , che il giornale arcadico viene raccomandato dai professori d'ogni scienza ai discepoli , sia per le cose di che tratta, sia per lo stile in che è scritto: il quale stile è lodato come semplice e puro, senza affettazioni, né arcaismi , né oscurità. Ed io nelle pubbliche scuole e nelle private ragunanze di letterati ho udito citare lo stile romano, lo stile de"1 compilatori del giorna- le arcadico, a quella guisa che altri sogliono ciiare lo stile del Boccacci o del Segneri. Nulla dirò delle lodi, le quali si danno all'urbanità nostra; perchè esse sono infinite. E perciò prego voi, e tutti codesti caris- simi compagni miei, perchè non vogliate mai lascia- re l'intrapresa via, la quale ci ha condotti a lode al- tissima e universale. Tenetemi vivo nella memoria di ciascuno di loro e nella vostra. Dite all'eminentissi- mo vostro fratello ch'io sono sempre buon servitore e ammiratore delle sue virtù. Addio , mio caro don Pietro. Amate come solete il vostro Biondi. - Di To- rino a'5 di luglio 1823. Lettere del Biondi a65 P. S. Voleva scrivere al mio Betti, ma il tem- po mi è venuto meno. Pacificatelo, e ditegli che avrà mie lettere fra due giorni. XXXIX. Al medesimo. - Roma. L'eminentissimo Solaro, che si reca al concla- ve, sarà per sua gentilezza portatore di un' opera ma- noscritta del conte Gianfrancesco Napione, la quale stimo dover esser ottima pel giornale nostro ; perchè il nome dell'autore è assai chiaro : perchè l'opera è di bella erudizione, come quella che aggirasi intor- no un sacrario gentilesco; perchè in fine è distinta in dodici lettere : onde la materia è già di per se stessa divisa all' uopo del nostro foglio letterario. E dirò ancor più : cioè che l'autore aveala indiritta al celeberrimo Ennio Quirino Visconti, il quale l'avea lodata , non però si era interamente accostato colla opinione dell'autore stesso; ma a potersi ben decide- re avea chiesto che gli mandasse il calco delle pie- tre , sulle quali cade la illustrazione. E questo cal- co fu fatto : ma intanto avvennero in Europa quelle grandi cose, delle quali anche il Visconti fu parte : e perciò né egli né il Napione ebbero più la mente a quell'opera. Adunque mi pare che il nostro Amati ( e, mercè di lui, noi tutti ) potrà coglier gran lode, se, dopo di aver esaminata attentamente quella scrit- tura, gli verrà fatto di giungere al conoscimento delle ragioni, per le quali il Visconti era in quella parte discordante dallo scrittore torinese : e con parole ur- bane qual si convengono alla gentilezza nostra, e a 266 Letteratu ra quella dell'autore settuagenario, verrà annotando que* luoghi meritevoli o di maggiore dichiaramento o di correzione. E ciò facendo potrà eziandio collocare ai loro luoghi que'fogli volanti, che l'autore ha aggiun- ti dopo la compilazione dell'opera. Io credo che sarà ben fatto il preporre all'opera la lettera del Viscon- ti, preceduta anch'essa da breve esordio. Intanto de- sidero che l'Amati ne dia il suo giudizio : perchè io non ne ho letto nulla, essendomi venuto il destro di potervi inviare il libro poco dopo che lo avea ricevu- to. Ma il Gazzera mi dice, che se le prime lettere sono troppo lunghe e verbose, le ultime sono piène di sapere. Udito l'avviso dell'Amati, farò formare di nuovo il calco della seconda patera, che è andato smar- rito. La vostra lettera ha avuta molta grazia presso questi letterati , e tutti vi 6alutano rispettosamente , come fanno al padre i figliuoli : perchè tutti voglio- no esser membra del giornale di cui voi siete capo. Direte al Betti che ho adottata la sua lezione del secondo verso della mia cantica. Vorrei che il nostro giornale desse un articolo necrologico intorno Pio VII , perchè egli era nostro sovrano e nostro associato, e guardava l'opera nostra con occhio benigno : onde gli dobbiamo esser grati. Aggiungete che se è stato grande ne' grandi fatti , è stato pur grande nella protezione che ha accordata spesso alle lettere, e sempre alle belle arti : di che fanno testimonianza lo sperone del colosseo, il nuo- vo corridoio del museo, quello delle iscrizioni ec. E vorrei che almeno poche cose se ne dicessero subito, promettendo le maggiori. Ciò gioverà a due fini : il primo è che ci mostreremo riconoscenti : ed il se- Lettere del Biondi 267 òondo, eh? daremo animo al nuovo sommo pontefice, perchè ne imiti e ne superi l'esempio. E voglia Id- dio che la scelta cada su tal uomo, che sia amante e proteggitore de' buoni studi ! Perchè ornai siamo ve- nuti a tempi malvagi : e vi ha molti che muovono aperta guerra ad ogni maniera di arti, dì lettere, di scienze : mascherando il mal animo e l'ignoranza loro col velo del pubblico bene. Gente non saprei dire se sciocca o perfida, la quale vorrebbe che noi stessimo a lato ai turchi : né sa, o s'infinge di non sapere, che l'ignoranza va insieme coll'ozio, e con questo vanno tutti i vizi che corrompono e disertano i regni: che la dottrina somma de's anti padri valse tanto a propaga- re la religione : e che in un secolo, come essi dico- no, fertile d' uo mini che fanno malvagio uso del lo- ro ingegno, egli è necessario aver persone sapienti , per le quali sieno Combattuti coloro, che per usare le parole del Petrarca : Fanno arme il sofismo in- contro al ver. Ma ora mi avveggo che sono troppo trascorso colle parole , e che per difetto di maggiore spazio mi conviene far fine. Adunque vi abbraccio, e con voi abbraccio tutti codes ti miei colleghi ed ami- ci. State sano. - Di Torino a'3o di agosto 1823. XL. Al medesimo. - Roma. Il sig. marchese di Argentau vi avrà consegnato, o vi consegnerà, un mio lungo articolo che farete in- serire nel nostro giornale, raccomandando al tipogra- fo che attenda bene alla correzione, e pregando in- torno a ciò anche lo Staccoli o chiunque altro fa le 268 Letteratura veci del Betti. E vorrei che rispondendomi mi dice- ste qualche cosa di questo nostro povero amico, che io lo lasciai gravemente infermo, e che so essersi tra- sferito in Mondavio , dove spero che il mutamento dell'aria gli sarà stato giovevole, come gli fu dopo altra non meno grave infermità. Anzi vorrei che gli scrive- ste di me, mandandogli salute da parte mia; e dicen- dogli che io lasciai in sue mani una scrittura del Mazois intorno la casa di Numisia Procula: scrittura originale, e a me carissima, della quale mi promise il volgarizzamento. E lo esorterete a tenermi la pro- messa; e sopra tutto ad aver cura di que'fogli, che se andassero smarriti io sarei diserto. Vorrei altresì che vedeste monsig. Mai: e dopo mille rispettose sa- lutazioni gli diceste, che mi farebbe cosa grata se m' indicasse quelle notizie ch'egli aveva intorno la vita e gli scritti di ser Filippo Ceffi: perchè ora sono in sul pubblicare il manoscritto che mi fu da voi con- segnato. E farebbe mestieri che in ciò poneste solle- citudine, affinchè la pubblicazione dell'opera non sia ritardata più oltre. Vi chieggo scusa di queste noie che vi reco : ma ornai in Roma non altri mi è ri- maso che voi. Né credo che l'amicizia vostra siasi me- nomata per lontananza. Datemi novelle di tutti i com- pilatori del giornale , e salutateli caramente in mio nome. Fate eziandio che sappia qualche cosa del Ce- cilia, dell'Agricola, del Santucci e delle cose lettera- rie di Roma. State sano, ed amate il vostro Biondi. -Torino 26 luglio 1824. P. S. Mi è noto ciò che ha scritto del Ceffi il Mehus. Lettere dei. Biondi 209 XLI. Al medesimo. - Roma. Voi avete satisfatto a tutte le mie domande con tanta diligenza , quanta ne doveva aspettare da tale amico , quale voi siete. Dapoichè il mio articolo è stampato, e dappoiché vi piace di pubblicare la let- tera del Monti e la mia, sia per non iscritto ciò che v'indicai ultimamente intorno un taglio da farsi nel mio originale. Riceverete per parte del marchese Cro- sa un lungo articolo del cav. di S. Quintino. Egli desidera che sia inserito nel prossimo quaderno : e perciò converrà che vi affrettiate a far incidere il pic- colo rame che vi è annesso. Altro ne manderà fra venti giorni, ed altro ne darà il conte Sclopis fra un mese: e tutti toccano di cose importanti alla moder- na letteratura. State sano e sono in fretta. - Torino 4 settembre 1824. XLII. Al sig. ab. D. Loreto Santucci. - Sinigaglia. La tua lettera mi ha trovato nel Tusculano fra le nevi e il non concorde soffio de' venti. Certo io mi penso che taluni, a noi volgendo il pensiero, di- ranno fra se stessi : E che fa 1' uno in istagione sì rigida su quelle balze ? E che fu V altro in quella eittà umida e spopolata ? E noi, se venissimo inter- rogati, potremmo rispondere: Troviamo in questi luo- ghi quel tesoro, che non ha mai pari al mondo , e 270 Letteratura"1 che non possedevamo ne fra le delizie urbane , né fra i tumulti cortigianeschi : la sanità. A me gode l'anima udendo come la tua è migliorata: e tu sarai contento in udire come la mia si mantiene in istato di floridezza. Non ho difett o di altro, che della com- pagnia di un amico. Ma chi lascerebbe ne'mesi in- vernali la città pel bosco, le liete brigate per la so- litudine , le piogge per le nevi ? Tu solo abbando- nando, come hai fatto, i piaceri cittadineschi, tu solo avresti potuto esser meco, e non hai voluto: che il cielo te lo perdoni ! E dovrò vivere nel desiderio di te fino al venturo aprile ? Oh sì che la primavera non sarà da niuno tanto bramosamente aspellala, quanto da me ! Non già perchè e^la renda le frondi agli al-, beri, e i fiori al prato, e cacci nevi e tempeste , e rintegri nelle ossa il fuoco d'amore; ma perchè riu- nirà all'anima mia la parte che ora le manca, quella che tu ti ritieni, amico dolcissimo del cuor mio. Tut- te cose languono per vecchiezza e per uso , tranne la sola amicizia. Questa cresce cogli anni: e più. usa- ta, più si fortifica. Quale amici zia dunque potrà so- prastare alla nostra ? Noi fummo amici, ch'eravamo fanciulli : la gioventù ci rese più amici : amicissimi l'età virile: ed ora che c'incamminiamo alla vecchiez- za, qual nome superlativo potrà trovarsi che basti ad esprimere la crescente forza dell'amor nostro? Tro- va tu questa frase: perocché a trovarla non ci vuol meno che la licenza ardita di Orazio : di quel gran lirico, il quale ottiene, per tua virtù, bella ed one- sta veste italiana: e lascia pur che gracchino i filo— gargallici. Addio, mio carissimo. - Dalla Rufinella 28 dicembre 1829. Jjettere del Biondi 271 XLIII. Al sig. cav. Pietro Ercole Visconti. - Roma, La ringrazio delle gentili premure che si è dato pel ragguagliarmi di tutto ciò che ha riguardo al de- siderato ritrovamento delle ceneri di Raffaello. Io de- sidererei assaissimo di averla in mia compagnia; ma l'invito che ho avuto dali'eminentissimo card, camer- lingo è ristretto unicamente alla mia persona, ne mi lascia aperta la via a poter proporre veruno. Non- dimeno se ella, in suo proprio nome, potrà riuscire nell'intento d'intervenire a quella unione, io ne sarò contentissimo. Io credo che il tentativo non avrà luo- go così presto, come ella suppone: perchè l'eminen- tissimo protettore nel suo dispaccio mi assicura, che a tempo mi farà avvertito del giorno. Nondimeno prego pur lei a volere colla sua diligenza venire in chiaro del giorno e dell'ora che saranno stati desti- nati ; né mancherò di volare suhito a Roma. Stan- techè sua eminenza desidera che io non manchi, ed io stesso ne ho gran desiderio. Se non sarò chiama- to in questa settimana , verrò di per me al princi- pio della ventura. Se vede l'eminentissimo sig. card. Zurla gli renda grazie della gentile memoria che si degna avere di me. Sono con affettuosa e sincera stima. - Dalla Ru- finella 2 settembre 1833. 272 Letteratura XLIV. Al medesimo. - Roma. Sperava ieri, nella mia breve dimora in Roma, di poter venire in sua casa, e ringraziarla della tras- missione del diploma, e dimandarle di quali somme ella debba essere reintegrata, e chiederle in fine quali obblighi mi corrono di convenienza e verso chi. Alla prima cosa supplisco col presente , profes- sandomele tenutissimo per si alto favore ch'ella ha pro- mosso senza che la mia mente avesse osato, nou dirò di averne desiderio, ma neppure d'immaginarlo. In- torno alle due cose rimanenti attenderà da lei ri- sposta ed istruzione. Mi è stata dolorosa la perdita del marchese Ma- rini. Come si va impoverendo d' uomini la nostra accademia ! Procuriamo che i vivi subentrino ai mor- ti, i giovani ai vecchi. Non approvo quella idea che ella mi ha fatto conoscere; voglio dire che abbia a formarsi un acca- demia di antichità cristiane. Che forse noi non ci occupiamo in antichità sacre ? Non abbiamo forse tal- volta assegnata una parte degli atti alle sole antichi- tà di genere sacro ? A che dunque un'altra accade- mia? Perchè farci spogliare di una metà del nostro patrimonio ? Siamo forse soverchiamente ricchi da la- sciarci spogliare di ciò che è nostro ? Sia dunque lun- gi cosa tanto pregiudizievole all'accademia. Saluti l'ottima sig. Carolina, e mi abbia sem- pre e con tutto l'affetto per suo amie o. - Dalla F« finella 16 agosto i838. 73 Del ben tradurre Orazio. Articolo II. D 'el ben tradurre i poemi didascalici di Orazio ho detto quanto basta a'savi e discreti leggitori nel pas- sato articolo. Ora alcuna cosa toccherò del ben tra- durre le odi: e sarò breve: tanto più che questo tasto mosse già da maestro il mio onorevole amico e con- cittadino professore G. I. Montanari, come è a ve- dere a pag. 3 io e segg. del tomo LXVII di questo giornale. Ora mi è bello tornare col pensiero alla mia tenera età, quando ( non tocco ancora il 1 3 anno ) il mio amorevolissimo maestro e più che padre, po- stomi in mano Orazio, me ne mostrava quasi a dito le bellezze: ed io sentivaini rapire non so come in un'estasi poco meno che beata. Dove più affetto spie- gava il poeta, io più m'innamorava: e quando favilla di patria carità lo accendeva, quel suo fuoco mi scal- dava tanto che io sentivami assai maggiore di me. Qualcuna delle odi, che più allora mi ferirono, ri- leggerò: oh quanto è dolce ogni memoria della bea- ta puei'izia ! quanto è più dolce a me, che mi ebbi da'miei tostamente di ricrearmi nella pace soavissima e non oziosa delle lettere ! Un capo d' opera nel genere patetico , che fra tutti è il primo ( a giudizio di un critico famoso ), si è 1' ode 3 del libro I. L' amico di lui, la metà G.A.T.LXXXV. i» 2^4 Letteratura dell'anima sua, l'altissimo poeta Virgilio, commette- vasi al mare per gire in Atene. Comincia bene au- gurando ; ma che ? trema il cuore d' Orazio per la vita di tale, e maledice a colui che primo fidò a fra- gile barca umano capo. E così viene apostrofando la nave portatrice del caro peso. Sic te diva potens Cypri, Sic fratres Ilelenae, lucida sidera, Ventorumque regat pater, Obstrictis aliis praeter Iapyga, Navis, quae tibi creditum Debes Virgilium finibus alticis , Reddas incolumem, precor, Et serves animae dimidium meae. Qui batte il cuore, come al tenero suono della mu- sica di Bellini ! Ma udiamo la traduzione del Gar- gallo ! L'edizione di Venezia del 1829 non è varia- ta da quella di Milano del 1820: dal che si può con- getturare, che così piaccia in tutto al chiaro volga- rizzatore la versione di quest' ode. Eccone le parole rispondenti al principio : Così colei cui venera Cipri sua donna e nume; De'duo fratelli d'Elena Così '1 sidereo lume ; Così ti sia propizio De' venti '1 padre al corso Gli altri frenando, a Iapiga Sol allentando il morso, DEL TRADURRE ORAZIO 2^5 O nave, che Virgilio A te commesso ardita Trasporti, e che rispondere Dei di sì nohil vita. Ben fortunata è la lingua latina , che può far uso della trasposizione e colle desinenze segnare icasi de' nomi. Questi pregi la fanno più evidente ancora dell'italiana, e nella lirica di volo ancora più felice. Qui, a cagion d'esempio, col te diva in principio ti dà a conoscere che l'azione cade sul te, e diva è il subbietto che la esercita. Tardi pure il regat; la so- spensione o l'indugio non fa minore, anzi impegna 1' attenzione di chi legge. Dovendo il volgarizzatore tenersi all'indole della lingua italiana, non ha potuto conservare in tutto queste prerogative della latina: e non è da fargliene colpa. Bensì potrebbe chiedersi perchè quel te non renda piuttosto nella prima strofa: e le tre parole diva poteìis Cypri renda invece con otto, parafrasando più largamente : ed i gemelli di Leda non tenga al caso retto ( e 1' azione sarebbe espressa più al vivo ) ; ma sostituisca il lume side- reo de\lao fratelli d 'Elena ? Con più ragione gli si chiederà: Dov'è queìV animae dimidium meae ? tanto tenero e tanto caro, verso di cui è nulla e men di nulla quel sì nobil vita ! Qui è trionfo d'affetto, non di nobiltà ! E la versione doveva anche esser bre- ve; cbè breve è il linguaggio di un cuore, che ama sì forte e teme altrettanto per una sì cara vita. Se non che io m'accorgo di avergli mosso in parte in- giusto rimprovero: e si vedrà leggendo la strofa che segue , e che male io tralasciava : confesso il mio pccealo ! a^5 Letteratura Salvo da te se l'abbia Atene a' lidi sui : ' Deh ! la metà dell'anima A me conserva in lui. Le idee sono rese, benché con una certa larghezza, che toglie alla forza dell' affetto. Il volgersi che fa dopo il poeta a maledire il primo navigatore, quanto è degno di chi immagina e teme i pericoli tutti del mare sovrastanti ad un sì caro capo 1 Illi robur et aes triple* Circa pectus erat, qui fragilem truci Commisit pelago ratem Primus, nec timuit praecipitem Africum Decertantem aquilonibus , Nec tristes hyadas , nec rabiem Noti, Quo non arbiter Hadriae Maior, tollere seu ponere vult freta. Triplice bronzo e rovere Quel fero cor cigneano, Che fidò il primo un fragile Pino a l'immane oceano ; Ne il furiar con Borea D'Africo ruinoso, Ne il fé' tremar de l'iadi Il raggio procelloso : Non Austro, di cui l'Adria Non ha chi lo governi Più fiero, e che volubile Ce\me e tempeste alterni. DEL TRADURRE ORAZIO 277 Il timitit vien presto ( come è degno ) nel latino , tardo viene nella versione: e dal rabiem Noti sino a freta quanta l'orza, quanta evidenza! Non così nel volgare. Quera mortis timuit gradum, Qui rectis oculis monstra natantia, Qui vidit mare turgidum et Infames scopulos alta Geraunia ? Le lezioni comuni hanno siccis oculis , ed Acroce- raunia seguite dal traduttore; ma qui io riporto la torinese del i83o , come ho detto nel passato arti- colo. Del resto non intendo già farmi giudice di que- ste cose. Ma ecco la versione : Qual mai di morte rischio Temè chi ad occhi asciutti Vide primier d'ondivaghi Mostri coperti i flutti ? Chi del muggente pelago Fra1 gorghi ondosi e cupi Vide le infami sorgere Acroceraunie rupi ? Bello il natantia , men bello V ondivaghi ; quando poteva dirsi nuotanti; ma ci voleva una parola sdruc- ciola. E perchè legarsi tanto ( traducendo Orazio ) a vincoli; quando chi vola come Pindaro non vuol pa- stoie ? Vidit regge il monstra , il mare , e inoltre scopulos: li regge e va bene siccis ( o rectis ) ocu- .lis. Invece il traduttore il turgidum ( che tale si por- ge appunto alla vista) cambia nel muggente ( che la 278 Letteratura senso agli orecchi ) e ti dà lo strascico di gorghi ondosi e cupi. Quanto è più efficace una parola e un'altra in Orazio mare turgidum ! Ci voleva tanto a dire il gonfio maro ? Ma il metro comanda, e lo scrittore ubbidisce: non bene; male anzi: ed a chi sa e vuole esser poeta « Sian padroni i pensier, serve le rime : » serve parole e frasi ! Nequidquam Deus abscidit Prudens oceano dissociabili Terras, si tamen impiae Non tangenda rates transiliunt rada. Audax omnia perpeti Gens humana ruit per vetitum nefas. Audax lapeti genus Ignem fraude mala gentibus intulit. Terre da terre provvido Divelse il nume invano, E divisor frapposevi L'indomito oceano, Se nave temerari^ Del gran divieto ad onta Per guadi inaccessibili Gli opposti lidi affronta. Ov'è maggior l'ostacolo Più impetuosa ed avida L'umana razza avventasi Ad ogni rischio impavida. Far non ardì Prometeo Astutamente audace Funesto dono agli uomini Della rapita face ? DEL TRADURRE ORAZIO 279 Qui senti il Savioli, e quelle sue canzoncine d'amo- re : senti la musa di Ovidio, non quella di Orazio. Al molle e prolisso poeta si addice ciò , che al su- blime poeta si disconviene. Non iseenderò a'partico- lari ; ma quell'oceano che fa da divisore mi richia- ma al conteggiare : e nella poesia si vola, non si con- teggia ! Il più che qui potrei dire mi taccio; che par- lo a'savi ed accorti ! Post ignem aetheria domo Subductum, macies et nova iebrium Terris incubuit cohors : Semotique prius tarda necessitas Lethi corripuit gradum. Poiché la fiamma eterea Egli sottrasse al polo, Piombò di febbri squallide Sul mondo ignoto stuolo ; Allor l'inevitabile Mortai destin, che lenti Fea prima i giorni scorrere, Precipitò i momenti. Non era la morte, che facea scorrere lenti i momen- ti avanti al furto di Prometeo; era la natura non am- biziosa, non superba, che tenendo quiete tutte le vo- glie Iacea più lunga la vita, e tardi giugnevasi all'ul- tima linea delle cose. Ma si prosegua. Dove i testi leggono : Subductum, macies et nova iebrium Terris incubit cohors: 2fto Letteratura il traduttore in una nota si arrabatta a volerci per- suadere, che Macie s e cohors febrium siano una co- sa sola. Se così fosse, perchè Orazio ( che nulla mai pone indarno, poeta veramente filosofo de'poeti ) usa- re due parole anzi che una; perchè pone la congiun- tiva et? Se ho da dirla schietta, quanto a me, due sorta di malanni uscirono dal vaso di Pandora a fu- nestare la terra : mali senza febbre, e mali con feb- bre. E forse i mali senza febbre sono meno gravi , meno terribili ? Io mei so per propria esperienza, pur troppo ! che quasi due anni patii di nervi dolorosa- mente: e febbre non ebbi mai, o poco meno che mai; eppure non potevo dormire, cibarmi, dormire, né fper colmo di sciagura ) studiale ; onde ogni bene della vita mi era tolto ! Intanto intisichiva ed era men che io, « Pallido, magro, allampanato, e strutto ! Ecco la macies d' Orazio che usò di questo nome anche neil' ode 27 del lib. Ili: « .... tuvpis macies decente s « Occupat malas. E noto è quello di Ovidio ne'tristi : (( Ossa tegit macies , nec iuvat ora cibus. Quanto alla coorte delle febbri, ho veduto nell'ospi- tale ( che frequento per ragione di uffizio ammini- strando ) tante diverse generazioni di febbri', che la mia m°nte è corsa più volte alla cohors di Orazio. Macies e cohors sono adunque due cose distinte , DEL TRADURRE OrAZTO 28 1 non una sola : così almeno sembra al mìo corto giu- dizio ! Expertus vacuum Daedalus aera Pennis non homini datis* Perrupit Acheronta herculeus labor. Nil mortalibus arduum est : Caelum ipsum petimus stultitia: neque Per nostrum patimur scelus Iracunda Iovi ponere fulmina. L'etra con ale Dedalo Non date ad uom si schiude : Sforza fatica erculea L'acherontea palude. Già nulla è ornai difficile r A'figli della terra : Osiam ebbri d'insania Al cielo ancor far guerra. Ne i nostri insulti cessano, Ne cessano ognor nuove Vendicatrici folgori Armar la destra a Giove. Qui non potrei che lodare il traduttore , il cui no- me d'altronde va lodato dall'alpe a Lilibeo : e me- ritamente ! L'amicizia più tenera che fosse mai dettò l'ode, che ho di volo esaminata : l'amore della patria dettò quella che prendo a considerare brevemente. La pri- ma ha il patetico ed il sublime al sommo grado : e ne avrebbe più assai, se Orazio avesse potuto imma- ginare, che da quella navigazione Virgilio ahi più non 282 Letteratura saria ritornato! L'altra ha quell'affetto e quella forza, che all'emulo di Pindaro ben dovevano inspirare do- mestica gloria e religione. È la 2 del lib. III. Que' romani, che forti di braccio e di cuore conquistalo avevano tutto il mondo, dalla severità dell'antica di- sciplina erano caduti nella mollezza e nel lusso, de- generi nipoti di tanti eroi ! Il poeta, ben altro da quel- lo che erasi mostrato a Filippi, pieno di spiriti ge- nerosi consiglia gli amici di provvedere all'educazio- ne de'figli colla primiera severità, e di nutrirli a for- tezza, a sapienza ed a religione. Ma ecco l'ode : che io leggo giusta l'edizione di Padova del 1780, tipo- grafia del seminario, donata all'Italia per cura di quel diligentissimo e giudiziosissimo Francesco Dorighelli: e mi pare assai meglio qui della stessa edizione to- rinese del i83o, che ho seguita finora, e che altrove mi parve pregevolissima. Nelle cose delle lettere io non curo che il bello ed il vero al lume della ra- gione; riposandomi in un prudente ecclettismo ! Angustam, amici, pauperiem pati Kobustus acri militia puer Condiscat, et parthos feroces Vexet eques metuendus basta : Vitamque sub dio, et trepidis agat In rebus, illum ex maenibus hosticis Matrona bellantis ty ranni Prospiciens, et adatta virgo Suspirel: Eheu, ne ruclis agminum Sponsus lacessat regius asperum Tactu leonem, quem cruenta Per medias rapii ira caedes. DEL TRADURRE ORAZIO 283 Impari stato a tollerar angusto. Amici, ne la scuola aspra di Marte Fin da'prim'anni garzonel robusto; Il cielo impari aver per tetto e Parte Di durar tra perigli, e a sciolta briglia Prema con l'asta le fier'armi parte. Nell'ardor del pugnar l'adulta figlia Del tiranno e la sposa, da lo spaldo Nemico, in lui fissando alte le ciglia : Ahi ! che il regal consorte, con un caldo Sospiro esclami, non osi lanciarsi Col ferro, che gli regge in man non saldo, Incontro a quel lion aspro al toccarsi, Cui famelica rabbia avvien che scorte Rapido fra le stragi a insanguinarsi. Vexet è parola di gran forza: meno vale il pre" ma usato dal traduttore, il qual non so perchè Ye- ques metuendus non rende ! Qual viva immagine si è quella della sposa e della figlia del tiranno, non uso alle pugne ! Male il mutar l'ordine; Orazio nomina spettatrici prima la matrona bellantis tyranni, poi V adulta virgo : e memore di quest'ordine, fa ch'escla- misi in bocca dell' attrice principale in questa tra- gica scena ... Ne rudis agminum-sponsus lacessat regius - Tactu leonem .... E va bene. Il tradutto- re, condiscendendo alla rima, ha ricordato prima la fi- glia, poi la madre ( moglie al tiranno ): e come va poi il dire : Che il regal consorte - Non osi lan- ciarsi ? E non esprime abbastanza quel rapi- do, e forse inimitabile modo di vera dipintura Leo- nem, quem cruenta - Per mediai rapii ira caedes. 284 Letteratura Quello di Orazio è nettare, quello del traduttore ap- pena è vino di Chianti : che Dio mei perdoni ! Dulce, et decorum est prò patria mori. Mors et fugacem persequitur virura : Nec parcit imbellis iuventae Poplitibus, timidoque tergo. Virtus repulsae nescia sordidae in- contaminatis fulget honoribus : Nec sumit, aut ponit secures Arbitrio popularis aurae. Virtus, recludens immeritis mori Caelum, negata tentat iter via Coetusque vulgares, et udam Spernit humum fugiente penna. Egli è pur dolce ed onorata sorte Per la pallia morir ! Il corso affretti Stolto fuggente ; lo raggiugne morte ; Ne la perdona a imbelli giovinetti Si che non colga di fatai puntura Le volte spalle, e'treinoli garetti. A splendida virtù non macchia impura Di sordido rifiuto il folgorante Inviolalo scintillar oscura ; Ne la bipenne da la man tremante O si lascia cader, o in pugno chiude Al soffio popolar d'aura incostante. Ad uom, non degno di morir, virlude Il ricusato altrui sentier del polo Ardimentosa nel cimento schiude : E le vulgari turbe, e l'imo suolo, Palustre gora, a lei di nausea obbietto Fugge sdegnosa con rapido volo. DEL TRADURRE ORAZIO 285 Non senza perchè al mori siegue subito mors nel te» sto : Bello per la patria morire; morte già inse- gue il fuggitivo ! Ogni altro costrutto toglie a bel- lezza, ad efficacia. Parcit unico verbo ha forza sul poplitibus timidoque tergo : ogni parafrasi di vino puro fa 1' inacquato : e ciò sia detto anche per tut- to che segue nella versione sino al rapido volo. L' impeto ne'voli lirici non ammette smancerie ! Est et fideli tuta silentio Merces. Vetabo, qui Cereris sacrum Vulgarit arcanae, sub isdem Sit trabibus, fragilemque mecum Solvat phaselum. Saepe Diespiter Neglectus incesto addidit integrum. Raro antecedentem scelestum Deseruit pede paena claudo. Ne ad un fido tacere è pur disdetto Securo il premio; io schiverò che ardito Meco ripari nel medesmo tetto Chi svelato abbia mai l'arcano rito Eleusino tra profana gente, Ne meco agii battei sciorrà dal lito. Giove negletto spesso l'innocente Unì al malvagio; se pur si dilunga L'empio a gran passi, ad orme incerte e lente Pena di rado avvien che noi raggiunga. Altro è* che una cosa non sia disdetta, altro è l'averla immancabilmente : e Orazio dice est et : è donato di premio certo il fido tacere, come a certa gloria sale virtù : ciò che disse innanzi: e 1' et, che 286 Letteratura qui vale ancora, lega il concetto antecedente al sus- seguente. Confuse 1' innocente col reo : così pareva dicevole rendere Yaddidit intcgrum incesto. Ma nulla più voglio aggiungere se non questo, che se mai è vero che il bello sta nell' ordine , ciò si verifica nella poesia oraziana mirabilmente. Quan- to al resto mi tacerò volentieri; affinchè altri per av- ventura, male interpretando le mie parole, non cre- da volersi da me scemar pregio alla versione del Gargallo riputatissima. Io non so che aprire i miei dubbi : e non so dire altrimenti da quello che sen- to \ ne lo debbo per ragione ancora di ministero, che si è di dare ai giovani alcun barlume da tutta rico- noscere la chiarezza, anzi il sole, d'Orazio che em- pie del suo lume l'uno e l'altro emisfero: che in un perpetuo giorno risplende a tutti gli occhi, non in- degni della romana magnificenza ! Non lascerò per altro di dire ( ed al proposito mio troppo ben si conviene ) che la versione delle odi fatta dal Gargallo era già preparata dal 1 7g4: e> comunque fosse poi ritaccata, quanto all'origine ap- partiene al passato secolo assai più che al presente. 11 nostro non dee rimanere senza una degna versione del maggior lirico de'latini: e de'bei saggi pel eh. sig. don Loreto Santucci ne ha offerti pure l'arcadico:saggi, che uscirono cresciuti in islampa con altre rime ben degne di tale, che fu custode generale d'arcadia , e delle lettere nostre è chiaro ornamento. D. V'ACCOLINI. a87 Volgarizzamento d'epigrammi greci. I. LE VERGINI MI LESTE. .ileto ! o nostra dolce patria, addio ! Te lasciammo e la vita, ma il bel fiore Verginal non lasciammo al popol rio De' gala ti e al barbarico furore : Già preda eri di Marte ed in tumulto Qual'è cittade in man del vincitore, Quando a so tirarne al militare insulto L'orco ne fu pietoso e ci raccolse Vergini intatte nel suo seno occulto. II. VACCHERELLA DI MIRONE. I buoi, pastor, lunge di qui: poria La vacca di Miron, che spira e mugge, farsi della lor torma e fuggir via. III. SEPOLCRO DI DOTTA FANCIULLA. Guance di rose sparte, "Valor sommo nell'arte 2gg Letteratura De'carmi, e chiaro lume D'ogni legge e costume, Di sotto a questa terra Eugenia si rinserra, A cui s'appressar meste Con dischiomate teste A far gli onori estremi Vener, le muse e Temi. IV. OMERO. Potran le stelle fulgide Dal ciel prima fuggir, Potrà in notturne tenebre Chiaro il sole apparir: E prima il mar velivolo Perdere il salso umor, E su pel sentier liquido Spuntar le messi fuor: E dentro all'urne gelide Potransi risvegliar Gli estinti, e in mezzo al popolo Novellamente andar; Pria che il cantor meonide Dispregi alcuna età, O ch'esca mai dell'animo Alla posterità. Epigrammi greci 289 V. AL VIAGGIATORE. Qui verdi lauri, Qui un fonte schietto, Qui un vento placido Entro il boschetto : Dunque soffermati, 0 pellegrino, E un po'riposati Dal tuo cammino. Qui al sole fervido, All'arse vene, Al corpo languido Ristor s'ottiene. VI. LISIMACO SIMILISSIMO AD ERCOLE. Nel rimirar della gran chioma il folto, L'enorme peso della clava, e quanto Cotesta effigie abbia terror nel volto. Cerca se appeso tien l'ispido manto Tolto al l'ion della nemea foresta : Ove il trovi, dirai: Del chiaro tanto Fìgliuol d'Anfitrìon l'immago è questa. Ma se manca; in quell'orrida sembianza Di' : Lisimaco ben si manifesta, Ch'ebbe d'Ercol le forme e la possanza. G.A.T.LXXXV. io 290 Letteratura VII. RICCHEZZE TARDI. O miei verd'anni, Come nudriti Foste d'affanni, Di povertà. Doni a man piene Ne son largiti Ora che viene L'ultima età. Quand'era dato De'ben godere L'avverso fato Me li negò. Ora che abbondo Di ricco avere, Son vecchio al mondo, Vigor non ho. Vili. VECCHIA CALVA. Corre voce di te, Nicilla, come Vai tingendo i capei : ma falsamente; Che nere son le tue già compre chiome. Epigrammi greci 201 IX. AVARO. Ad ammassar denaro Fatica Artemidoro; Ma non osando avaro Fruir del suo tesoro, Fa quel c'ie i muli, i quai spesso gran carico Portan d'oro e d'argento E dalle paglie sole han nutrimento. X. SASSO D1 AIACE. Guarda di non mi urtare, o viandante : I'son quel sasso informe e nereggiante, Onde Aiace colpì l'ettoreo petto. Se le omeriche carte abbi tu letto, Saprai con quanta furia io trassi in volta Il teucro duce. Or con fatica molta Appena appena un poco Smover mi ponno da cotesto loco Quest'uomini non già, quest'ombre umane, Vitupero d'età, cui non rimane Fior di virtù. Deh ! prego, alcun m'asconda Dove la terra meglio si profonda; Ch'esser ludibrio a questa Gente da nulla troppo mi molesta. 29: Letteratura XI. jNO possiede veramente. Pria da Achemenide Fui posseduto, Ed a Menippo M'hanno or ceduto : Passerò in mano Poi d'altro sere , E or l'uno or l'altro M'avrà in potere. Diceva il primo Come il secondo: Son io il signore : Questo è mio fondo. Ma alla per tiene Poi nessun ha Quel che fortuna Per se riserbasi In proprietà, XII. PATRIA D'OMERO. Non ebbe in Smirne nascita Il divo Omero, o nella Colofon tra le ioniche Città fulgida stella; Ne Cirio, nò la frugifera Egitto a lui la diede, Epigrammi greci 2g3 Ne l'alma Cipro, od Itaca Che sopra i monti siede. Non la città di Danao La bella Argo, o Micene Dalle mura ciclopiche, Ne la vetusta Atene. Non se la terra girisi Per tutte le sue bande Verrà che mai ritrovisi La cuna d'uom sì grande; Che il trasse giù Calliope Dalle celesti sfere Per far copia a'terrigeni D'ogni più bel sapere. XIII. BACCANTE. Raffrenate, o robusti, la baccante: Ella ha tal furia, che, sebben di sasso, Par già che muova fuor del tempio il passo. XIV. TUMULO />' ETTORE. datore e Tumulo. Vìat. Il nome, il genitore, Qual fu la natal terra, Ed il fato disvelami Di lui che qui si serra. ag<$ Letteratura Tura. Il priamide Ettorre, L'altissimo troiano, Che cadde per la patria Insanguinando il piano. XV. SEPOLCRO D'UN NAUFRAGO. Chi giaccia in questo tumulo Lascia di ricercar : Sappi sol ch'ei desidera, 0 nocchier, che ti sia men crudo il mar. XVI. TUMULO DI VIRTUOSA REINA. Figlia e madre di re : ad un re sposa : Di re sorella Artemide qui giace. Nò di tanto pur mai s'erse orgogliosa. XVII. OFFERTA AL DIO PANE. Il candido Dafni, - già bel sonatore D'agreste siringa, - a renderti onore Cotesti presenti - or, Pane, li dà. 1 calami, l'asta, - la verga, la pelle Di vago cerbiatto, - e il zaino, onde belle Offriati le poma - in tenera età. Epigrammi greci 295 XVIII. cadavere d'Ettore. Greci, insultate pur Ettore spento : Anco uno stuolo di lepratti timidi Coll'estinto léon prende ardimento. XIX. AL M E /? L O. Lascia cotesta quercia, O merlo, e co'tuoi canti Su' rami verdeggianti Non trattenere il pie. Ahi ! troppo infido albergo E l'arbore in che stai, O ! meschinel non sai Il traditor ch'egli è. Vieni piuttosto dove Tra '1 verde delle foglie La vite ti raccoglie In più fidato ostel ; Potrai qui dolcemente Trar dell'arguto petto Un canto a tuo diletto Il più variato e bel. Là si nutrica il visco, Onde gli augei son presi, Qui d'ogni parte appesi Bei grappi io t'offro in don. 2o6 Letteratura Anzi cotesta pianta E consecrata al nume Di Bacco, ch'ha in costume Piacersi al dolce suon. XX. CONTRO UN PUGILATORE. Son io son io il lottatore Androleo, Che lei gran prove in tutti i ludi argolici Sfidando tutti i più valenti pugili. L'orecchia a Pisa, e l'un degli occhi caddeiri Sopra l'arena nell'agon beotico : Semivivo rimasi a' giuochi pitici ; Tanto che il dolce mio padre Damotecle Ognora aspetta di vedermi reduce Dalla battaglia freddo corpo esanime, O assai malconcio, se sarò superstite. XXL SIMULACRO D'ERCOLE ATTERRATO Ben io ben io vidi Ercole, Poch'è, sul suol rimasto Di mani e piedi e capo Orribilmente guasto. Il vidi; e pien di fremito, Gran figlio, alto sclamai, Del sommo Giove, adunque Cosi nel fango stai ? Ciò detto; nella tacita Epigrammi greci Notte tra varie larve Presente a me l'inimago Del grand' Alcide apparve. Ed oh ! inesperto, dissemi, Tu dunque ignaro sei Come acconciarsi ai tempi Debbono ancor gli dei ? XXII. PERNICE MORTA DAL GATTO. Spera il gatto crudel, che infisse il dente Nella pernice e ne fe'rio macello, Di girarsi fra noi liberamente. O pernice, rapita al nostro ostello ! Spada ultrice farà che quivi spento Gaggia l'empio uccisor anzi il tuo avello. Udrò mai sempre il llebil tuo lamento Finche tal non si compia un sacrificio Qual fe'Pirro d'Achille al monumento. XXIII. TEMPIETTO A ZEFFIRO. Innalza Eudemo sull'erboso fondo D'una convalle un tempio de'più belli A zeffiretto il più paffuto e tondo De'venticelli. Egli invocato vien sull'aia ad ergere Rapidamente le agitate biade: Per lui la pula si va tutta a spergere^ E il farro cade. 297 298 Letteratura XXIV. OM1CC1ATTO. Micron di sopra a una formica stassi Come chi d'elefante aggrava il dorso; E intanto ch'ella va mutando i passi, Cade miseramente egli a retrorso, E di calci malconcio: Oh ! fati, disse, M'invidiaste il glorioso corso ! Voce è pur che Feton così perisse. XXV. TUMULO DI VIRTUOSO GIOVINETTO. Forniti non avea ISicotelene Tre lustri ancor : Filippo in questa tomba Rinchiuse il figlio; e seco ahi ! quanta spene. dell' ab. Domenico Santucci. —^fiBgegBB— ■ 299 Lettera al eh. signor cavaliere Gio. Battista Vermi glioli, professore nell'università di Pe- rugia (i), intorno la maggiore iscrizione della fontana di quella città. la prego a volermi tenere per iscusato se prima d' ora non le ho reso le più vive grazie pel favore che si compiacque farmi, mandandomi cioè un brano dell'importantissima iscrizione della fontana di Peru- gia , il quale si riferiva all'età di Niccola pisano. Ma per dirle il vero, quel brano riuscivami assai oscuro; e desiderando non solo di ringraziarla , ma di manifestarle eziandio, com'ella mi chiedeva, il mio avviso su di esso, mi diedi a cercare il ragionamen- to di lei sulla mentovata fontana a fine di leggere per intero quell'iscrizione, che nel ragionamento me- desimo pubblicò per la prima volta. Stavami troppo a cuore di verificare l'anno, in cui dicevasi nato Nic- cola pisano, perchè non cercassi di vedere ogni mo- do per raggiungere lo scopo che mi era prefisso. Non le so nascondere, che l'iscrizione or men- tovata (2) mi parve a prima giunta un enigma; on- de non poco tempo dovetti perdere per venir in chia- ro di quanto forse essa doveva dire. E qui debbo con- fessare, che di grande aiuto mi furono alcuni consi- gli, i quali ricevetti da due miei amici di prestante ingegno, da' signori Amadio Ronchini professore d'epi- grafia, e Tommaso Gasparotti archivista dello stato. Non dubito che l'iscrizione avanti discorsa non 3oo Letteratura sia stata da lei pubblicata fedelmente ; perciocché troppo è noto il suo molto sapere , e la sua mol- ta esattezza nel copiare somiglianti monumenti. Ma non posso rimanermi dal congetturare, che 1' autore di quella epigrafe non fosse tanto rozzo, quanto ap- parisce dalla menzionata scrittura. Dappoiché quan- tunque la seconda metà del secolo XIII fosse anco- ra ravvolta in molta ignoranza, pure le epigrafi, che di quel tempo ci rimangono , non sono così barba- ramente scritte come questa di cui discorriamo. Ed i perugini, i quali scelsero valenti ingegneri ed il fio- re degli scultori per innalzare la loro mirabile fonte, dovettero affidare tale letterario lavoro a chi era già tenuto almeno per esperto verseggiatore. Laonde gli errori, che per entro siffatta epigrafe ci parve incon- trare, li abbiamo attribuiti all' imperizia dell' artefice che la scrisse, fatta maggiore dalle molte abbreviatu- re, le quali in essa epigrafe, forse per ristrettezza di spazio, si dovettero introdurre , e eh' egli medesimo per avventura non intendeva. Ora io trovo, se non m'inganno, in tale iscri- zione non solo sbagliata la prosodia di parecchi versi ed alterata la grammatica, a cui per altro non molto si poneva mente a que'dì, ma sconvolto il senso in alcuni punti : e, quel che è più, tramutato il posto a due versi. Sambrami che siffatta epigrafe incominci con un verso esametro ed un pentametro, ai quali altri due ad essi simili succedano; che poscia tengan dietro se- dici leonini; e che termini con quattro versi eguali ai primi. Panni che l'autore, fatta una breve apostrofe al passe ggiero, invochi sopra Perugia le orazioni di s. Er- Iscrizione perugina 3oi colano e di s. Lorenzo, patroni di lei; e che volgen- dosi ad essa città, la conforti a rallegrarsi perchè le sia nato il padre fra Benedetto Benvegnate ( pater frater Benedictus Benvegnate ), sacerdote [ordine dotatus ), sapiente architettore della fonte; che quin- di passi a nominare gli scultori di essa fonte , Nic- cola pisano padre ed il carissimo figlio, Cui si non dampnes nomen die esse Johannes ; che poscia lo- di l'ingegno di Boninsegna, nato a Venezia ed a Pe- rugia sepolto ( Perusinis hic perhumatus ), il qua- le compì i condotti o i tuhi ( due t ile quodque pe- regit ); e che finalmente avvisi essersi terminata la fonte : Super anids mille ducentis - Septuaginta bis quatuor atque dabis ; vale a dire nel 1270, e precisamente durante il pontificato di Nicolò III e l'impero di Bodolfo d'Habsbourg. 11 quale anno poi ben corrisponde a quello, in cui erano podestà di Pe- rugia Matteo da Correggio, e capitano del popolo Er- manno da Sassoferrato: come traesi dall'epigrafe che sta nel capitello della colonna metallica collocata nel centro del minor bacino della fonte medesima. Laonde apparirà chiaro, se non traveggo, che il verso il quale sembrava indicare , in insolito modo, l'età di Niccola, fu collocato fuori di posto; come fuo- ri di posto fu scritto quello che annunciava il nome di Giovanni. Infatti qual senso plausibile si ricavava leggendo: « Lst flos sculptorum gratissimus is qui proborum « Septuaginta annis quatuor atque dabis ? Come pure: « Fontes complentur super annìs mille ducentis « Cui si non dampnes nomen die esse Johannes ? 3oo Letteratura Inoltre trovavasi un verso pentametro fra'leonini, ed un leonino dopo un esametro: imperizia non com- portabile da tutto il tessuto dell'epigrafe. Tale tramu- tamento di versi forse accadde nel dare svariati giri a quell'epigrafe, la quale, com'ella dice, si legge nel secondo bacino della fontana , e nelVorlo inferiore ai piedi delle statuette per tutta la circonferenza dello stesso bacino (3). Dalla lezione della mentovata epigrafe , che or qui le proponiamo emendata, supplita nelle parti man- canti, e scritta tutta per disteso, potrà scorgere se ab- bia traveduto nell' avanti discorsa interpretazione. Duolmi di uon aver potuto vedere la ristampa ch'ella fece del prelodato suo ragionamento, corredata di mol- te tavole; perchè son certo che queste mi avrebbero assai giovato , trattenendomi forse dal cadere in in- ganno. Iscrizione perugina 3o3 •J- Aspice qv1 trAnsis jocvndvm visere fontes: SI BENE PERSPICUS MIRA VIDERE POTES. HERCVLANE pie, lavrenti state ROGANTE3 CONSERVE1 LATICES QVI STPER ASTRA SEDET, ET LACVS ET IVRA CLVSINORVM SINT TIEI CVRA. •J» VRBS PERVSINA PATER GAVDE NÀTVS S1T TIBI ERATER BENVEGNATE BONVS 8APIENTIS AD OMNIA PRONVS HIC OPBRIS STRVCTOR FVIT ISTE PER OMNIA DVCTOR HIC EST LAVDANDVS BENEDICTVS NOMINE BLAHDVS ORDINE DOTATVS DEDIT HIC ET FINE BEATVS. -|- NOMINA SCVLPTORVM FONTIS SVNT ISTA BONORVM ARIE PROBATVS NICOLAVS AD OFICIA GRATVS EST FLOS SCVLPTORVM GRATISSIMVS 13 QVE PROBORVM ESI GENITOR PRIMVS GENITVS CARISSIMVS IMVS CVI SI NON DiMPNES NOMEN DIC ESSE JOHANNES NATVS PISANI . SINT MVLTO TEMPORE SANI. 'j- INGENIO CLARVM DVCTORBM SCIMVS AQVARVM QVEM BONENSINGNA VVLGANT CVM MENTE BENIGNA HIC OPVS EXEGIT SEV DVCTILE QVODQVE FEREGIT VENETHS NATVS PERVSINIS HIC PERHVMATVS. -|- FONTES COMPLENTVR SVPER ANNIS MILLE DVCENTIS SEPIVAGINTA BIS QVATVOR ATQVE DABIS TERTIVS PAPA FVIT NICOLA TEMPORE DICTO RODVLPHVS MAGNVS INDVPERATOR ERAT, Quantunque questa epigrafe, se adottata ne fosse la proposta lezione, sia di molta importanza, e per le svariate cognizioni che c'insegna, e pel lungo dettato, e pel pregio in cui debbe tenersi tutto ciò che si ri- ferisce alla letteratura italiana prima di Dante, pure sarebbe assai preziosa se realmente indicasse l'età an- cora incerta di Niccola; di quel sommo genio che ri- chiamò a novella vita le arti del disegno. Nondimeno mi parrebbe ch'esso Niccola fosse in età piuttosto avan- zata nel 1278, e che non più nel fior degli anni si 3o4 Letteratura trovasse Giovanni, se per essi si facevano voti che sint multo tempore sani (4). Laonde seguirei l'opinione del Cicognara , il quale avvisando nato Niccola in-* torno al 1200, tenne, appoggiato ad altri non disprez- zabili argomenti, ch'esso Niccola non potè nonagenario eseguire i bassorilievi del duomo di Orvieto, che, come è noto, fu fabbricato intorno al iago. Ma è ormai tempo ch'io ponga fine a questa lun- ga e stucchevole mia lettera. Pur tuttavia la prego , se non le fosse per riuscir grave, di prenderla ad esa- me, e di degnarsi di comunicarmi liberamente il suo dotto ed autorevol parere. Intanto me le offero e raccomando. Parma 7 luglio 1840. Deditissimo servitore cav. Michele Lopez direttore del. ducale museo di parma ec. NOTE (1) Non mi sarei fatto coraggio di pubblicare questa mia let- terale non ne avessi ottenuta la permissione dal dottissimo per- sonaggio, a cui è indiretta, il quale si degnava accordarmela con gentilissimo loglio in data del 20 luglio i84o. (•2) Crediamo di far cosa grata a chi vorrà leggere queste no- stre parole il riportare qui 1' iscrizione medesima tal quale fu pubblicata dal prelodato chiarissimo signor cavaliere Vermiglioli nel detto Ragionamento a carte 52, omettendo per brevità le note ch'egli vi pose. Iscrizione perugina 3o5 •{■ ASPICE QVI TRANSIS JOCVNDVM VIVE FONTES 81 BENE PER- SPICIAS MIRA VIDERE POTES 1RCVLANE PIE LAVRENTI STATE RO- GANTES CONSVET LATICES QVI SVPER ASTRA SEDT (sic) £1 LACVS ET JVRA CLVSINA QV0RVM SINT UBI CVRA. -J- VRES PERVSINA PATRIA GAVDE NATVS SIT TIBI FRATER BENTEGNATB BONVS SAP1ENTIS AD OMNIA PRONYS HI . . . OPERIS 8THVCTOR FVIT ISTE PER OMNIA DVCTOR HI . . . EST LAVDANDVS BENEDICTVS NOMINE BLANDVS ORDINE DOTATVS DEDIT HIC ET FINE BEATVS ■j- NOMINA SCVLPTORTM FONTIS SVNT ISTA BONORVM .... BATH NICOLA VS AD OFICIA GRATTS EST FLOS SCVLPTORVM GRATISSIMTS IS QVI PROBORVM septvaginta (fori, annis) QVATVOR ATQVE DAB1S .EST GENITOB PRIMVS GENIIVS CARISSIMV3 IMTS KATYS PISANI . SINT MVLTO TEMPORE SANI •f INGENIO CLARARVM DVCTORE SCIMVS AQVARVM Q . • . BONENSINGNA VVLGANT MENTE BENNINGNA HI . . . OPYS EXBGIT SC . . . DVCTILIE QVOTIDIAN . . . PEREGIT .... ENETIIS NATVS PERTSINIS HI . . . PRIMATV3 -J* FONTES COMPLENTVR SVPER ANNIS MILLE DVCENTIS CTI 31 NON DAMPNES NOMEN DIG ESSE IOHANNES TERTIVS PAPA FVIT NICOLA TEMPORE DICTO RODVLFVS MAGNV3 INDVPERATOR ERAT. (3) Ma qui mi sono ingannato, dappoiché il prestantissimo sig. cav. Vermiglioli nel citato suo foglio mi ammoniva, che l'a- scrizione nel marmo non è incisa che in una sola riga, che oc cupa tutta la circonferenza del secondo catino. (4) Se Niccola pisano nacque intorno al 1200, sarebbe entrato nel 78 anno; e Giovanni, essendo morto nel 1020 assai vecchio, probabilmente di 80 e più anni, avrebbe nel 1278 oltrepassati gli anni 4o. ^=*-5gg9GOS^<»~ G.A.T.LXXXV. 20 3o6 gjEinwnignaMMKjwm Opuscoli vari del sig. marchese Filippo Bruti Liberati. Ripatransone tipografia Jaffei dal i837 al 1840. 1 marchese Filippo Bruti Liberati patrizio ripano è uno di que'gentiluomini, i quali caldi di amor pa- trio, ed amanti di ogni maniera di bella erudizione, saggiamente impiegansi in illustrare i fasti della lor terra natale ricavandoli dagli archivi e dalle più rare memorie: imperocché non vi è angolo della nostra Ita- lia, che a dovizia non ce ne fornisca. Ritiratosi dalla romana curia, ove in pria con bella fama di aiutante di studio nella sacra rota e poscia di avvocato si eser- citava, e menata in consorte nobilissima e gentilissi- ma donna della famiglia Compagnoni Marefoschi, di- vide il suo tempo nelle domestiche bisogne e negli studi, non ristandosi dal continuamente darcene saggi colla pubblicazione di brevi utili ed eruditi scritti, in cui solo per necessità di connessione ha talvolta parlato di cose note. Noi di alcuni di essi daremo una succinta relazione: e degli altri, per non prolun- gar di soverchio quest'articolo, indicheremo solo il ti- tolo. E, quanto ai primi, sono essi: Cenni biografici intorno ad Ascanio Condivi di Ripatransone. Sono questi più copiosi degli altri pubblicati dal medesimo signor marchese nel 1837. Oltre le notizie intorno alla famiglia Condivi e agli uomini illustri che da essa uscirono, assai sensata- mente parla di quell: Ascanio, amico, discepolo e scrit- Opuscoli del Bruti 307 tore della vita del gran Michelangelo. Questi ricon- dottosi in patria , e sposatosi a Porzia Caro nipote del celebre commendatore Annibale, ivi con grande onoranza trasse il resto de'suoi giorni. Il N. A. in- tento sempre a ricercar negli archivi peregrine me- morie, tra le altre cose ci discuopre un dipinto di Ascanio ignoto a tutti i biografi del Condivi, e del quale gli dovranno esser grati tutti gli amatori del- l' arte. Tale notizia ha egli ricavato da un istromento de' 9 febbraio i5y3 per gli atti del notaio Gabriel- le Ser Marini : col quale istromento obbligavasi il Condivi di eseguire una pittura ad olio pe'suoi con- cittadini fratelli Quattrini , e di consegnarla ad essi entro lo spazio di tre mesi. Suppone non senza fon- damento che vi fosse effigiato l'ingresso della santissima Vergine in Egitto, giusta un disegno presentato in al- lora al vescovo. Dalla quitanza poi dell' istromento addì 20 settembre dello stesso anno argomenta, che il quadro venisse interamente compiuto. ' Vita di Sante Tanursi detto Santino da Ripa. Militò quale capitano de'fanti, ed apparò l'arte della guerra dal suo concittadino, il famoso Santoro Pucci. L'A. appoggiato allo storico Garzoni, e ad altri mo- numenti industriosamente da lui raccolti, ci dà co- piose notizie di questo soldato, che nelle desolatrici guerre del secolo XV non fu in Italia ultimo tra i più prodi campioni ; e del quale siccome della na- scita, così ancora della morte è l'epoca oscura. Stu- diasi poi in quest'opuscolo il sig. Liberati di riven- dicare all'Italia la scoperta de'ponti di ferro, de'quali vuole essere state date le prime idee dal celebre Sfor- za. Lo desume egli dal Corio, che nella storia di Mi- lano ci riferisce aver lo Sforza nell'anno i434 ^all° 3o3 Letteratura un ponte sul Tevere di grossissimi canapi chiamati canieli, quale, perchè inusitato, dette gran stupore. Come poi fosse tal ponte formato rilevasi dal Simo- netta, che così lo descrive lib. 3 pag. 49 e 5o: « Tro- « vò adunque (lo Sforza) nuova et inusitata forma « di ponte. Fece fare otto canapi grossissimi, lunghi « quanto era la larghezza del fiume , . , poi vi distese « sei alberi legandoli a le pile del rovinato ponte , « et da l'uno et 1' altro lato ne tirò due più alti , « quali facessero sponda, et ogni cosa coperse di assi: » et in colonne di legno, le quali ficcò nel fiume , « formò il ponte, acciochè per la sua lunghezza non « vacillasse. » Ciò posto, verrebbe escluso che le pri- me idee de'ponti di ferro debbansi ai cinesi e ai pe- ruviani, che li formavano con corde tessute di cor- tecce dì albero: che Fausto Verunzio veneziano per uso di guerra proponesse i ponti sospesi a corde: che gl'ingegneri degli stati uniti dell'America nel 1811 ivi l'introducessero, togliendoli dai selvaggi del Perù, sostituendo alle funi le catene a filo di ferro: e che finalmente gl'inglesi nel 1816 li portassero in Euro- pa. Anzi sarebbe pur questa una di quelle tante inven- zioni italiane, di cui va superba la nostra penisola. Infatti il eh. sig. prof. Gio. Francesco llambelli l'ha eziandio approvata, riferendola nelle sue eruditissime lettere sopra le scoperte ed invenzioni italiane: della quale lodevolissima opera si fa ora la quinta ristampa. Biografie di tre illustri canonici della cat- tedrale di Ripatransone. Sono Luigi Antonio Vi- cione teologo , filosofo , oratore e poeta, autore di due erudite dissertazioni sull'origine della sua patria stampate dal Bartolini in Fermo nel 1827 e 1828, e di altre opere inedite, tra le quali una sulla nobiltà Opuscoli del Bruti 309 della detta sua patria, ricordata con onore dal cav. marchese Amico Ricci (1). Nel 1819 abbandonato il mondo vestì l'abito de'minori conventuali di s. Fran- cesco, ed immaturamente morì in Roma in età di 5G anni il 20 settembre 1820. Venne sepolto nella chiesa dei santi apostoli, ove il medesimo sig. marchese Bruti con bel tratto di amicizia, e non mai abbastanza lo- dato amore, fecegli porre una latina epigrafe, dettata dall'egregio professore sig. Michele Ferrucci. L'altro è monsignor Giovanni Capponi vicario generale e capitolare di quella diocesi , che in età avanzata nel 18 17 fu fatto referendario dell' una e dell'altra segnatura, e membro di varie sacre congre- gazioni. Uomo di molto sapere e tenuto perciò in grande stima: se non che, colto poco dopo dalla morte, non potè salire a quelle cariche, cui aveva tutto il diritto di aspirare. Il terzo finalmente è monsignor Francesco Sa- verio Corsi prelato domestico di Pio VII e di Leo- ne XII, delegato apostolico di Camerino e di Fermo, quindi ponente di consulta ed abbreviatore del par- co maggiore, rapito in Roma nel fiore delle sue spe- ranze in età di 55 anni. Le sue ceneri furono se- polle nella parrocchiale chiesa di santa Maria in Via lata; ma nella cattedrale di Ripatransone gli verrà dai suoi congiunti innalzata una memoria con iscrizione dell'eli, prof, don Filippo Schiassi: la quale iscrizio- ne è per intero dal N. A. riferita. Notizie intorno a Serra San Quirico. Ri- fi) Biografili degli italiani illustri ec, compilata dal prof. Emilio De Tipaldo. Venezia 18J7, voi. IV- 3io Letteratura guardano il tempo, in cui questo luogo sì cospicuo della Marca fu fabbricato, ed i più memorabili fatti ivi avvenuti. Vi si narra fra gli altri la resistenza che nel i44^ fece allo Sforza di già conquistatore di tutta la Marca picena, e vi si parla con bella erudizione delle bombarde in questa occasione adoperate da Mu- zio, non che di altre armi da fuoco usate nella guerra. Tre lettere sopra Monte Santo. Sulla fede del Pannelli l'A. ci dice che anticamente chiamavasi castel san Giovanni; che nel 11 16 o 1 r 1 7 fu rovinato per aver negato ricetto ad Eurico V; e che restaurato con molti privilegi concessigli da Liberto vescovo di Fer- mo nel 1128, o come vuole il canonico Porti nelle sue tavole sinottiche di Fermo del secolo XII , nel 1128 prese il nome di Monte Santo : sebbene tale permesso, giusta le riflessioni del Catalani De eccle- sia firmami, debbasi intendere d'ingrandimento e non di prima costruzione. Dalla gran parte delle alte e salde mura in oggi rimaste, argomenta dover essere stato un castello assai fortificato. Imperocché nel 1407 poterono i cittadini impedire, che non vi entrasse Lo- dovico Migliorati. Discorre della fortezza di poi edi- ficata sul liltorale per tenere in dietro lo sbarco dei turchi, ed avvertire i cittadini dell'arrivo di essi: né trascura di riferire le altre cose degne di particola!- menzione. Nella seconda lettera discorre specialmente degli uomini insigni che ivi hanno avuto la luce: e nella terza fra le altre cose parla delle pitture e di altri oggetti di belle arti esistenti in quel luogo. Né qui sarà fuor di tempo l' accennare , che riterendo una pittura in legno, nella seconda cappella sinistra de'padri riformati, suppone non senza qualche fonda- mento, che possa essere del celebre Benvenuto Tisi. Opuscoli del Bruti 3ii Una quarta lettera ci promette sulla magnifica villa de'Bonaccorsi, e speriamo che sarà anch'essa ricca di bella e nuova erudizione. ■ Venendo ora ad accennare i titoli degli altri u- gualmente importanti opuscoli, sono essi : I. Biografia del p. Vagnozzo Pico, colle notizie della congregazione dell'oratorio di Ripatransone da lui fondata nel principio del secolo XVI. IL Lettera del i febbraio 1837 sopra alcuni an- tichi uomini di merito di Ripatransone. III. Altra de'24 settembre sopra altri illustri per- sonaggi delle stessa città. IV. Di due matemàtici di Ripatransone monsi- gnor Laurenzi e Bartolommeo De Santis. Discorrendo di quest'ultimo egli il riteneva per defunto : ma due anni indietro è certo che viveva in Inghilterra abi- tualmente e moralmente malato. V. Rettificazione di un documento dell'anno i3/^6 contenente un'alleanza tra Ascoli e Ripatransone. VI. Di altri uomini illustri ripani, e di un qua- dro esistente in Ripatransone di Vincenzo Pagani sco- lare di Raffaele. VII. Degli uomini insigni di casa Tomassini. Vili. Di alcuni dotti giureconsulti ripani del se- colo xviii. Varie biografiche notizie sono state pur da lui somministrate al eh. monsig. Muzzarelli per fornirne la biografia degl'italiani illustri compilata dal Tipaldo in Venezia. Perchè fosse dato interamente conto de'letterari lavori del sig. marchese Bruti Liberati, dovremmo ora eziandio parlare di quegli archeologici , ossia: I. Degli anelloni e delle armille degli antichi cuprensi. 3i2 Letteratura II. Di alcune figuline, e di alcuni bolli rinve- nuti nel territorio ripano. III. Di alcune antichità ritrovate nel rinnovare la strada da Ripatransone a Grottamare. Ma di tali scritti promette di discorrere, con quel- la erudizione e dottrina eli' è di lui propria, il eli. p. Giampietro Secchi della compagnia di Gesù, pro- fessore di greca filologia nel collegio romano: e però a noi basta solo di averli annunciati. Intanto siamo grati al sig. marchese Bruti Libe- rati, perchè pieno, come già dicevamo, d'amor patrio, in occasione o di sponsalizie, o di messe novelle, o di professioni religiose, invece d'insipidi versi , dan- nosissima peste delle sensale orecchie, venga di tratto in tratto co'tipi del Iaffei di Ripatransone pubblican- do queste erudite dissertazioncelle, alle quali ci piace- rebbe che non già entro la lettera dedicatoria, ma ben- sì nel principio del libro (non volendosi nel fronti- spizio) apponesse precisamente il suo titolo, siccome ha fatto ne' conni e nella terza lettera sopra Monte Santo. Che se il sig. marchese vorrà proseguire le sue accurate indagini , specialmenle in questi tempi, in cui lo studio delle patrie antichità è tanto in fama, mettendosi in luce in ogni parte d'Europa importan- tissimi documenti o del tutto ignoti, o appena in ad- dietro conosciuti, o con importantissime correzioni , non dubitiamo che non piccolo vantaggio saranno per ricavarne coloro, che tesseranno un giorno l'istoria della Marca picena: la quale per l'antichità delle cit- tà, pe'monumenti che in se racchiude, per gli uomini illustri che in ogni genere di virtù e di sapere ha dati mai sempre, non è meno famosa delle altre provin- cie della bellissima nostra penisola. F. Fabi Montasi. 3i3 Sul poemetto inedito del conte Alessandro Bian- coli intitolato Le maioliche. Lettera del prof» Domenico T^accolini di Bagnacavallo al prof Salvatore Betti a Roma. r xm.vrete a mente ciò che nel giugno 1826 io scriveva nell'arcadico intorno al poemetto intitolato le maioli- che del nostro Biancoli: avrete letto ciò che nel giu- gno di quest'anno io ho scritto nell' Imparziale , an- nunziando la scoperta di questo prezioso poemetto, che credevamo perduto. Non riporterò le cose dette; bensì a voi, mìo carissimo, farò gustare qualche bra- no di una poesia, che se si spande talvolta in frasche al modo del Frugoni, non lascia di avere de'molti e buoni frutti. Egli è di frutti che io intendo far do- no a voi, nemico naturalmente di ogni ridondanza , di ogni superfluità nelle lettere. Io seguo il mano- scritto esistente in mano al pronipote dell'autore: un altro è in mano del prof. Montanari nostro, secondo me ne avvisò colla cortese sua del 1 di luglio ora scor- so; aggiungendomi di avei'ne rimandato notizia al gior- nale perugino, che non ho veduto per anche occu- parsi del poema del Biancoli. Il Montanari sta pure dettando, secondo che mi scrive, la vita del poela con più larghezza di ciò che ne dava innanzi alla geolo- gica del Biancoli stesso, ristampata per cura di lui in Faenza nel 1825. Merita bene quel chiaro concittadino, che fu il conte Alessandro Biancoli nato in Bagnacavallo a' 6 3i4 Letteratura di ottobre 1730, che io ed il Montanari (consanguineo di lui ) ci occupiano con amore di farne conoscere la gloria e le fatiche : tra le quali appunto è il poe- metto delle maioliche , che in quattro libri dettava (secondo il manoscritto che io seguo) in versi sciolti: de' quali eccovi il saggio promesso. DAL LIBRO I. Chi nobil brama di forbiti vasi, Di ciottolo e bacin, di tazze e coppe, Per cui d'indiano o d'arabo liquore Con bel servito regalar gli amici, Assortimento aver, ogni sua cura Primieramente tra le varie e tante Qualità de' terreni a scerre impieghi Quella, che al suo lavor abile e al cenno Dell'artefice man docil si renda. Non tanti sono i volatori insetti D'acuto pungilione il rostro armati, Che dall'erbe e dai fior predando vanno, ne tante il suolo asconde Entro i ciechi covil formiche industri, Che per gli estivi ardor sull'aie a ruba, In più liste negrissime disperse, Mettono il grano, che spagliando al vento Il trafelato agricoltore ammonta : Quante le terre sono e gl'infiniti Strati, quanti i filon, quante le vene, Onde il globo terrestre ha corpo e forma. Ma tutte sceverar, sì che al pensiero Paratamente assembrinsi, non fora Insuperabil penetrar con vana Le Maioliche del Biakcolj 3i5 Presunzione labirinto immenso Senza la scorta di maestro filo, Che delle astruse vie, degl'intricati Avvolgimenti poi lo sfogo additi ? Quindi sol quattro senno fia eh' io mostri Ragion di terre, a cui quai rivi a' mari Traggono l'altre, e tra cui quella dissi Attento investigar, ch'è all'uopo acconcia. Calcarla è l'una, e di gessosa il nome Dato all'altra ne vien : la terza è detta Argillosa dal chimico, da cui Vetrificabil l'ultima s'appella. Che non rompete alfin, pietose dive Arbitre de'poeti, il fosco velo Che le luci mi cinge, ond'io discerna Nella sostanza interior, ne' molti Esperimenti suoi, la più benigna, La più facil di lor, che il lavoreccio Ch'or io propongo al vasellier secondi ? Sebben che giova con astrusi arcani Al plebeo mastro analizzar le terre, S'ei delle cose collo sguardo, a pena Quant'è mestieri, alla corteccia arriva ? Dunque tu ch'abbellir di raro e scelto Vasellamento, di doppier, di vaghi Scrigni e forzier, di statue spiranti E di mill'altri preziosi arredi In molta copia la capace intendi Stanza a ciò eletta . , . . . Senz'anatomizzar per foggia ignota Ad inesperta mano, a rozzo ingegno : La prima ad ischivar abbi ben l'occhio 3i6 Letteratura Intento ognor: che sottoporsi audace Al tuo cenno ella sdegna. Al foco invano Tenterai d'indurirla: essa superba, Più tosto che appagar tue brame, in polve Se slessa volgerà. Che se di lei Mai pur ti fidi, consistenza e forza Non isperare a"vasi tuoi .... Perchè però per ben guardarsi è poco Saper ch'hai chi t'insidia, ove il maligno Poi non conosca insidiator, ti posso Un qualche indizio ora accennar, che vaglia A trarti di sospetto ; anzi si uno Fra'dubbi tuoi la verità dimostri. Dal campo ameno, che adocchiasti, un pane Stacca di terra : un alberel dipoi Pel fattorino a speziai consegna, Che un pò vi versi d'acqua forte : e tale Ch'abbia polso e vigor. D'alquante gocce Poscia lo spargi : s'ei fermenta e bolle, Sicché superficiale indi destai'si Di bollicine brulichìo tu vegga, Che poi scoppiando elastico vapore Sprigionino improvviso, in lor prodotto Dal genio ostil, dal naturai contrasto Delle unite sostanze, altrui la dona : Non t'impacciar di lei : l'esperimento Mostra ch'ella è nemica al tuo lavoro , E che calcarla ell'è : fanne quel conto In che terresti un ciottolo, una scheggia Di marmo o d'altro, ch'indole o natura Abbia al marmo simil : anzi de' gusci Dell'uovo pur, che la tua fante in preda Getta del fòco che ne scoppia e stride. Le Maioliche del Biancoli 317 Ogn'altra terra al sovrapposto umore Tanto non ferve : essa l'assorbe e tace Insensibil così, che alcun non porge Segno d'impress'ion, di cangiamento ; Onde ingannar ti può Ma ogni altra terra Non è per questo al tuo bisogno acconcia: Che la gessosa ancor servir ricusa Indocile al lavoro, a cui t'accingi : Benché uopo non fia che tu guardingo Vegli ad ognor per evitarla. Ardita Essa non fassi ad infettar maligna D'eterogenea mescolanza il suolo Ov'altri ha dritto : e qual donzella intatta Guarda il patrio suo chiostro, e fuor non esce De'propri strati e de'fdon, tra cui Natura la celò, se viva forza Quindi non la divelle e a confacente Al natio genio suo deslin la tragge. T^etrijìcabil poi quella s'addita Per se medesma, che a cocente esposta Violento calor più facilmente Si disfaccia d'ogni altra, e in duro vetro, Dond'ella ha il nome, si trasformi e muti A moltissime selci, alle focaie : Per cui tu nel rigor di fitto verno Col buon focil, coll'esca tua scintille Comunicando agli aridi sermenti Desti la scoppiettante e cara vampa, Clie le tue membra abbrividhe alleggia Più che sorella e madre; e a mille e millw Vaghi prodotti, donde un giorno poi Aver potrai nobil materia e ricca, 3i8 Letteratura Con cui sparso di lucido candore Il vasellame splenderà più bello. Anzi l'agate, l'onici, i diaspri, Le calcidonie, gli opali, e di monte I cristalli chiarissimi da lei Nascono, e cento preziose e cento Pietre simili: e l'adamante istesso, Re delle gemme, è pur suo figlio, e può te De'sassi ella più vii formar tesoro. Qui il manoscritto ha pentimenti e correzioni più d'una; ed a me la pazienza ed il tempo manca- no. Un'altra volta, mio carissimo, vi darò di queste gemme del Biancoli tanto da farne monile. Amatemi come vi amo : fatemi risovvenire al principe Odescal- chi nostro, e state sano. Di Bagnacavallo il 3o agosto 1840. Il quarto capitolo del libro di Tobia, tradotto dal prof. Giuseppe Ignazio Montanari. s aldo nel suo pensiero il buon vegliardo Credea che la sua prece innanzi a Dio Salirebbe sicura, e già sentìa La morte ai fianchi. Onde a se volle il figlio; E poi che l'ebbe, gli fe'tai parole : Libro di Tobia 3 19 « Alle parole mie, figlio diletto. Apri il tuo cuore, e come a fondamento Le scrivi tutte dentro l'intelletto. Poiché il mio spirto senza alcun rattento Volerà desioso in grembo a Dio, Rendi alla madre antica il corpo spento. Quella, che tiene in terra il loco mio. La tua soave genitrice, onora Pensando quanto un dì per te patio. E quando a lei pur sovraggiunga l'ora Dell'estrema partita, a me d'allato La terra istessa lei ricopra ancora. Per tutte l'ore, in che a te viver dato Sarà la vita, a Dio leva i pensieri, E non piegar la tua mente a peccato. Sempre la tuo voler de'suoi voleri : Chi rompe del Signor la santa legge, Salvezza o pace ritrovar non speri. Se poverello aita a te richiegge, Non volgere da lui bieco la faccia : Ma ogni aver tuo la destra a lui larghegge. Così avverrà che a te il Signor tuo faccia Le sue misericordie. Cantate In fra la terra e il cielo apre la traccia. Però, secondo che l'aver tuo paté, Pronte al soccorso ambo le man distendi, Ne sian da voglia avara unqua tardate. Dal cor, non dall'aver, misura prendi : Se molto avrai, e tu pur molto dona ; Se poco, il poco con desio tu rendi. Che a te colui che volontier perdona Darà mercè nel dì della vendetta, E del tuo bene oprar ti avrai corona. 3ao Letteratura Carità serba dalle colpe netta ' L'alma e la campa da seconda morte, Ne Averno sopra lei tenebre getta : Disserra a speme carità le porte, Sì che d'innanzi a Dio ti fa sicuro, Sì come a buon signor è servo forte. Non ti si apprenda al petto ardore impuro; Sol della donna tua contento vivi, E d'ogni fiamma rea serbati puro. Sìan gli atti e i detti d'alterezza privi : Superbia trasse a pena eterna in pria La ribellante setta dei cattivi. Se alcun dell'arte o di sua man ti dia Copia, tu pronto a lui ne sciogli il merto; L'altrui mercede presso te non stia. Non sia per te mai l'altrui petto aperto Da strai, che se ritorto è nel tuo fianco, Da te non fora senza duol sofferto. Col tuo fratello, che per fame è manco, Ti assidi a mensa, ed il digiun ne cessa : Lavacri appresta a peregrin già stanco. Se poverello a te per via si appressa Perchè le ignude sue membra tu copra, Manto gli faccia la tua veste istessa. Il tuo pane e il tuo vin dispensa sopra L'avel del giusto, e dal tuo desco tieni Lungi chi è tinto d'ogni laid'opra. Al sapiente per consiglio vieni : Per sapienza piace l'uomo a Dio : Ai molti ciechi fa di dar le reni. In ogni tempo benedici a Dio : Sì che indirizzi le tue strade ei solo ; E tutti i tuoi pensier sian fissi in Dio. Libro di Tobia 3ai Vo'ancor che sappi , o mio dolce figliuolo, Che fin da quando con incerti piedi Stampavi tu delle prime orme il suolo, Cinque e cinque d'argento a Gabel diedi Talenti, allor che m'ebbe la possente Rages, città de'faretrati medi. Io ne serbo la scritta; e se presente Tu gliela fai, non fia ch'abbia le mani A ristorarti dell'aver tuo- lente. Né ti prenda timor perchè d'umani Conforti spoglia noi meniam la vita ; Ma sempre fido al tuo Signor rimani. Che piena copia d'ogni ben largita Ci fia, se il santo suo timor n'è duce, E lungi dalle colpe avrem seguita La via che per bell'opre al ciel conduce. » — mSBBBQG&** G.A.T.LXXXV. 21 .322 Lettere dì Angelo Poliziano e di Paolo Cortesi, tradotte. Giuseppe Ignazio Montanari Al suo professor Pietro Dal Rio* Pirenze.. T u mi desti consiglio e comando, se ben ti ricor- da, che io dovessi volgarizzare alcune cose, le quali trattano dell'imitazione: cioè la lettera del famoso Pi- co dalla Mirandola al Bembo, e quella del Bembo a lui in risposta ; quella di Cintio Giraldi a Celia Calcagnici, e quella del Calcagnali una col fratello suo intorno la stessa materia. Hotti compiaciuto : be- ne o male, non so: certo quel meglio che ho saputo. Anzi ho aggiunto una bella lettera del Poliziano ed una di Paolo Cortesi: e queste due ti mando, pic- colo saggio di questa mia non piccola fatica. Le al- tre tengo ancora in serbo: perocché mi putono anco- ra di rude , e mi è duopo porre loro intorno la li- ma, e darvi le seconde e le terze cure. Ora leggiti queste, e dimmi schietto se ti vanno : perchè ove a te, buono e sottile giudice che sei, non disgradino, prenderò animo a dare l'ultima stretta alle altre. Con- ciossiacchè mi pare che ora veramente sia tempo di poatare innanzi di tali cose: scndo nata tanta avver- sione agli antichi, che pare non potersi fare cosa h> Lettere del Poliziano 323 devole se non si esca affatto dall' imitazione. Mattia solenne, e tale che a guarirla ci vorranno più che tre Anticire! Tuttavia se per esempio e per norme salu- tari si possono tornare a sanità codesti cervellini mal- sani, i quali non sanno che altro è imitare a modo di scimmia, altro è seguire imitando l'arte de'sommi: e non conoscono che l'imitazione non nuoce , anzi giova a quella cui essi chiamano originalità', e non è cosa che distrugga il vigore dell'ingegno, ma sì che lo ravvivi o rafforzi; confido che non mi verrà mal fatto l'avere seguito il tuo consiglio , anzi obhedito a' tuoi amichevoli comandi. Leggi adunque e dimme- ne schietto, o a parlar più propriamente, spiattella- mene alla romagnola 1' avviso tuo. Addio, e stammi sano. Di Pesaro 20 settembre 1840. I. Angelo Poliziano al suo Paolo Cortesi salute. Ti ritorno le lettere dalla tua diligenza raccol- te: nel leggere le quali, dirò liberamente , mi dolsi dell'avere io spese malamente molte buone ore: im- perocché, tranne assai poche, non meritano né di es- sere lette da alcun dotto, ne da te raccolte. Non istò a dirti quali io approvi e quali no: perchè non vo- glio che alcuno si compiaccia per mia cagione , o si dolga di quella lettura. Vi ha però cosa, nella quale io alquanto dissento da te riguardo allo stile. Che tu non suoli lodare, come ho inteso, se non chi ritrag- ga al tutto da Cicerone. A me pare però assai più bella la faccia del toro o del leone, che non quella della scimmia, sebbene più somigliante all'umana. Ne 324 Letteratura coloro, i quali si crede che abbiano tenuto il prin- cipato dell'eloquenza, sono, come Seneca dice, somi- glianti fra loro. Vengono derisi da Quintiliano quelli che avvisavano, essere anima e corpo di Cicerone, so- lo perchè chiudevano il periodo con queste parole : esse sfide atur. Orazio grida: Imitatori e non altro che imitatori ! A me invero coloro, i quali in tal ma- niera imitando compongono, paiono simili a'pappagalli e alle piche, perchè parlano ciò che non intendono. Infatti questi che così scrivono sono senza forza, sen- za vita, senza azione, senza affetto, senza fisonomia alcuna. Giacciono , dormono , ronfano : nulla è di vero in essi, nulla di solido, nulla di efficace. Non ti esprimi, dice alcuno, come Cicerone. E che per- ciò ? Io non sono Cicerone: ma pure, secondo che io sento, mi esprimo. Vi sono inoltre alcuni, o mio Pao- lo, che vanno accattando lo stile a frusto a frusto co- me il pane: e non solo non ne hanno da vivere per poco, ma vivono alla giornata: e se non dà loro fra le mani quel libro, dal quale possano raccogliere qual- che cosa, non sanno mettere insieme tre parole : e messe che le abbiano insieme, o malamente le ran- nodano, o le bruttano di vergognosa barbarie. Il di- scorso adunque di costoro è sempre incerto , vacil- lante, ondeggiante , male atteggiato, mal nudrito, e tale che io noi posso per alcun modo patire. E co- storo ancora ardiscono sfrontatamente giudicare dei dotti, di quegli uomini cioè, lo stile de'quali una re- condita erudizione, una moltiplice lettura, una lun- ghissima pratica hanno reso pieno e grave. Ma per tornare a te, o Paolo mio, al quale porto grandissimo amore e molto debbo, e dell' ingegno di cui fo gran- dissimo conto, guarda, te ne prego, di non lasciarti Lettere del Poliziano 325 prendere a cotesta inatta superstizione, che nulla ti piaccia quando è cosa tua, e che non distacchi mai gli occhi da Cicerone. Ma quando Cicerone e gli al- tri classici attentamente avrai letto e svolto più vol- te, e imparato e maturato ciò che da essi traesti ; e avrai pieno il petto della conoscenza di molte cose, e già ti preparerai a comporre da te alcuna cosa: al- lora vorrei che tu ti abbandonassi a nuoto, come di- cono, senza corteccia: che tu fossi una volta consi- gliere a te stesso : e lasciando andare quella troppo servile e molesta briga di rendere a puntino Cice- rone, mettessi a prova tutte le tue forze. Impercioc- ché quelli, i quali a bocca aperta contemplano que- ste ridicolezze, che voi dite abbellimenti ( credimi ) non porgono mai sotto gli occhi perfettamente quello stesso che vogliono esprimere, ritardano in certa ma- niera l'impeto del proprio ingegno, tagliano la strada a chi corre, e, per dirla con Plauto, fanno remora e intoppo. Ma come non può speditamente -correre tale che si studia di porre il piede soltanto sulle poste delle piante altrui : così non può scrivere bene chi non si ardisca uscire de'prescritti confini. Sappi da ultimo, che ella è vera miseria d'ingegno ricopiar sem- pre l'altrui, e non saper fare del proprio. A Dio. II. Paolo Cortesi al suo angelo Poliziano salute. Non mi avvenne cosa tanto mai fuori del mio pensiero, quanto il vedermi ritornare da te il libro delle nostre lettere. Pensava che in mezzo a tante 3a6 Letteratura occupazioni ti fosse uscito di mente. Ora io, poiché ho letto la tua lettera, vedo che non solo lo hai gu- stato, ma divorato al tutto. Conciosiacchè tu m'ab- bia scritto, dolerti di avere malamente speso nel leg- gerlo di buone ore : e che non ti paiono degne né di essere lette da alcuna persona dotta, ne di essere state raccolte da me, tranne alcune poche, ne so ben quali. Io poi tutto questo lascio sulla tua coscienza: nò interporrò punto il mio giudizio, essendo per così dire disdicevole dissentire da te, ed essendomi io un tale che far giudizio degli altri , come disse Marco Tullio, né vorrei se potessi, né se volessi potrei. Ma verrò a quello in che tu dici dissentire da me. Scri- vi infatto di avere inteso che io non mi lodo di al« cuno, se non dimostri ritrarre da Cicerone. Per quan- to io posso ricordarmi, non rammento di avere mai detto questo : né vo' che sia detto. Che pazzia sa- rebbe invero , mentre sì svariati sono gì' ingegni , sì moltiplici le indoli, sì diverse infra loro le volon- tà , volere tutti gli ingegni stringere e quasi circo- scrivere ne'confìni di un solo ingegno. Ma poiché tu mi chiami a questa disputa, non sarà, credo, inoppor- tuno che io scusi il mio giudizio, e mi difenda: poi- ché conosco il tuo parlare essere di amico che con- siglia , non di avversario che provoca. E quanto al giudizio mio, schiettamente ti confesserò in sulle pri- me, che vedendo gli studi dell' eloquenza per tanto tempo giacere deserti, e tolta ogni pratica del foro, e quasi venir meno la nativa favella agli Uomini no- strali , ho più volte pubblicamente affermato che a questi tempi nulla si può ornatamente e con vaghez- za dire, se non da quelli i quali si compongono allo specchio di qualche eccellente scrittore: in quella stes- Lettere del Poliziano 327 sa guisa che i viaggiatori, i quali non sanno la lin- gua de'paesi stranieri, non possono quivi senza scorta condursi: e i bambini d'un anno non valgono a cam- minare, se non tirati in carretto o a mano dalla nu- trice. Veggendo poi che vi ha di molti scrittori fio- riti in ogni genere di eloquenza, ben mi ricorda di avere scelto fra quella schiera di dotti il solo M. Tul- lio , al quale io giudicava doversi porre studio da quanti hanno fiore d' ingegno. Non perchè ignorassi che molti ebbero grido di buoni oratori, i quali pos- sono e rendere più dilìgente l'industria, e di molte oratorie bontà nutricare gli ingegni; ma e perchè ve- deva a costui solo da tutti i secoli essere consentito il principato sugli altri, e perchè fin da fanciullo ave- va appreso in ogni numero sempre doversi trascegliere l'ottimo , giudicava malsanìa di stomaco e intempe- ranza d'infermo l'appetire cibi non buoni, dispettare i buoni ed i salutari. E anche ora ardirei affermare lo stesso che altre volte affermai , niun altro dopo Marco Tullio avere nello scrivere conseguito lode ( tranne uno o due ) se non sia stato ammaestrato a quella scuola e direi quasi nutrito di quel latte. Ben vi era allora una determinata maniera d'imitare , la quale sapeva fuggire il fastidio della somiglianza, e, spargendo a tempo alcun fiore, nutrire quell'elegan- te maniera di stile; ma ora dagli uomini dell'oggidì è posta in non cale e disconosciuta. Io vorrei che la somiglianza fosse non come della scimmia all' uomo, ma come del figliuolo al padre. Imperciocché quel- la ridicola imitatrice ritrae soltanto negli atti le de- formità e i difetti del corpo : ma questi al volto , all'andare, al portamento, agli atti, all'aspetto, in fine alla voce e alla persona mostra il padre : però che 328 Letteratura in mezzo la somiglianza vi è alcuna cosa di suo pro- prio, e di diverso dal padre per forma, che messi a confronto appaiono fra loro dissomiglianti. Dirò più: che Cicerone ha vena si facile di favella veramente divina, che a chi la considera pare che ben si presti all'imitazione; ma ne toglie poi ogni speranza a chi si metta alla prova. Da ogni parte si corre a lui, e cia- scuno pensa poter riuscire a tenere modo eguale in favellando. Imperciocché gli uomini, essendo per na- tura ghiotti di tutto che abbia in se soavità , misu- rano le cose più difficili col desiderio, non colle for- ze che hanno. E però mentre vanno imitando quell' abbondanza e quella facondia e, come essi dicono, fa- cilità, riescono senza sangue e senza vita, e quanto più cercano appressarsi, più e più dal loro esemplare si allontanano. Non giova poi infrascare degli orna- menti altrui le nostre scritture, e riempierle di certi lumi e di certi colori tolti a prestanza, se a questo da noi medesimi acconciamente non bastiamo. Che nasce un non so che di mostruoso qualora tali membra, che stanno bene insieme, qua e là dissipiamo. Laonde, per parlare di me, non occorre, o Poliziano, che tu mi distolga dall'imitare Cicerone: sì bene sta che tu ripren- da l'ignoranza mia, la quale mi toglie di ben imitar- lo. Quantunque più mi piace essere seguilatore e scim- mia di Cicerone, che alunno e figliuolo d'altri. Che moltissimo importa vedere se alcuno mostri volere com- porsi all'imitazione di un determinato scrittore, o voglia al tutto farla da se. Quanto a me, stabilisco che non so- lo all'eloquenza, ma a tutte le altre arti è necessaria l'imitazione: imperciocché ogni dottrina è frutto delle cognizioni acquistate, ne cosa alcuna entra nella men- te se prima non fu ricevuta dai sensi. Dal che si co- Lettere del Poliziano 329 nosce, Parte essere imitazione della natura ; e la stes- sa natura poi fa che dal medesimo genere nasca dis- somiglianza. Infatti mentre gli uomini sono fra loro dissomiglianti, vengono insieme congiunti dalla somi- glianza: e quantunque altri più coloriti, altri più pal- lidi, altri più belli, altri della persona maggiori , nul- ladimeno tutti hanno una sola figura e forma. Quelli poi cui manca una gamba , una mano, un braccio, non si debbono escludere dal genere umano: ma, se- condo che io avviso, si devono chiamare o monchi o sciancati. Così una sola arte, una forma, un'immagi- ne sola ha l'eloquenza: e coloro, i quali torcono il passo da quella, spesso bistorti, spesso si trovano zop- pi. Guarda ora coloro che si fecero ad imitare M. Tullio, ed osserva quanto siano distanti l'uno dall'al- tro, e quanto anche fra se dissomiglianti. Livio pre- se quella larga e ricca vena che non conosce freno, Quintiliano 1' acume, Lattanzio l'armonia, Curzio la dolcezza, Columella l'eleganza : e mentre questi ave- vano tutti un solo proposito, cioè di comporsi allo specchio di Cicerone, pure se si paragonino non vi è cosa tanto dissomigliante, quanto sono essi fra lo- ro : nulla tanto distante , quanto essi da Cicerone. Dal che principalmente s'intende, doversi con buon giudizio ponderare l'imitazione; ed essere stato vera- mente miracolo quell'uomo, da cui tanti diversi in- gegni, come da perenne sorgente, si derivarono. Cer- tamente, o Poliziano, si deve formare la mente a que- gli autori, i quali abbiano in se di che formare, e, poco è che non dica, alimentare gl'ingegni. Impercioc- ché questi lasciano negli animi buon seme , che poi alligna a frutto da se. Ma coloro i quali non voglio- no imitare persona , e senza somiglianza di alcuno 33o Letteratura cercano conseguir lode , non presentano nello seri-» vere ne vigore, ne forza; anzi quegli stessi, i quali di- cono di far tutto di propria testa, non può essere che alfine non traggano a se dalla scrittura degli altri qualche concetto: onde poi ne deriva una viziosissi- ma guisa di scrivere. Conciossiachè tu vedi costoro ora trasandanti, ora sordidi, ora splendidi e fioriti: e così in ogni genere, non altrimenti che se in un cam- po solo tu sparga più qualità di semenza l'una ne^ mica dell'altra. Né può avvenire che svariate manie- re di cibi non si digeriscano a disagio, e che da un ammasso sì grande di parole dissomigliantissime di specie non nasca collisione. Ne il suono aspro di favella tanto corrotta ferisce meno le orecchie , che non il fracasso di pietre che cadono a ruina , e di quadriga che trapassa correndo. Infatti come possono arrecare diletto ambigue significanze di vocaboli, pa- role attraversate, sentenze interrotte, oscure colloca- zioni, ardite metafore, e non felici armonie, mal mi- surate infine e senz'arte? E questo è giuoco forza che avvenga a tutti quelli, che da ciascuno prendono pa- role e concetti senza proporsi alcuno ad imitare. E a dir vero, il favellare di costoro ti pare una casa di ebrei, nella quale sono tenute in pegno a certi tem- pi le robe di diverse persone. Qui vedi mantelli, qua sopravvesti, là tabarri: e raffiguri sovente l'abito di que- sto e di quello. Io poi, quanto a me, penso esservi tra colui il quale non imita alcuno, e quello il quale va sulle pedate di alcuna scorta , la stessa differenza che passa tra uno che va vagando senza direzione, e chi si avvia difilato ad alcun luogo. Questi travia e dà negli spini: quegli all'incontro non esce d'un pelo dalla sua strada, e va per diritto cammino là dove mi- Lettere del Poliziano 33 i ra, senza intoppo o molestia altra di sorte. Arroge, o Poliziano, che niuno ha conseguito lode di eloquente se non siasi versato in qualche genere d'imitazione. Presso i greci non solo Demostene, Iperide, Licur- go, Eschine e Demostene oratori, ma bene ancora que' filosofi, che furono insegnatori di tutte virtù, vollero essere imitatori di qualcuno. Mi taccio qui dei nostri, perchè non si paia che io voglia farla da maestro a te che sei fiore d'ogni dottrina. Né altro reputo do- ver dire di M. Tullio: giacche è chiaro a tutti che colui, il quale si studia di ritrarre da Tullio, quan- do anche altra gloria non consegua, avrà sempre lo- de dell'avere lui scelto ad esempio; per modo che pos- sa sembrare avergli fallito natura ed ingegno , non rettitudine di giudizio. Stanimi sano. -^g-£§^Qgggr«~- 33i BELLE ARTI Intorno due pittori parmensi sinora sconosciuti, del secolo XI Vuno, del XIV V altro. Ragio- namento del cav. Michele Lopez direttore del ducale museo di Parma, professore consiglie- re con voto della ducale accademia parmense delle belle arti ec. D 'arsi piccola o niuna cura di un artefice, del qua- le restino ignote le opere, ne par cosa da adottarsi solo da chi intende scrivere una storia generale delle belle arti, specialmente italiane. Dappoiché non do- vendosi in questa avere di mira se non se la strada che le arti medesime ebbero a percorrere nelle varie loro vicissitudini , le opere e non i soli nomi degli artisti possono servire di guida in somigliante cam- mino. E l'Italia non ha bisogno di siffatti nomi per mostrare quanto in essa le arti fiorirono: i monumenti infiniti di ogni età che produsse, e che ancora riman- gono, ne sono il più eloquente linguaggio. Ma quegli che volesse tentare di mettere insie- me alcune memorie risguardanti la storia delle arti due Pittori parmensi 333 di una città, specialmente se fosse la sua natale, non potrebbe senza meritare la taccia di trascurato e di sconoscente non far tesoro anche de'soli nomi degli artefici, che in quella ebbero vita. Ond'è che noi ora occupandoci in alcuni momenti , tra mille distrazio- ni , a raccogliere notizie concernenti le arti par- mensi, non possiamo rimanerci più a lungo dal far noto i nomi di due pittori parmigiani; l'uno de" quali viveva in un secolo, in cui comunemente si è cre- duto che quasi ogni traccia di arti italiane si fosse, se non perduta, almeno smarrita ; l'altro camminava sulle vie del progresso nell' età del risorgimento. E quantunque l'Italia sia ricca più di qualunque altra regione di opere d'arti nazionali, anche di que'tempi che si chiamarono barbari, pure, siccome or ci viene ripetuto che nel secolo XI non s'impiegavano che pit- tori greci, siamo d'avviso che la nostra patria comune vorrà accogliere con qualche compiacenza anche il nome solo de'menzionati pittori, ma specialmente del primo, perchè appunto nel detto secolo viveva. Del resto essi forse ci serviranno a gettare un pò 'di luce sull'antica scuola pittorica parmense, la quale ne pare die finora sia rimasa in qualche oscurità. Per vero dire non potevamo credere, che dopo quello ch'ebbe a dimostrare il celebre d'Agincourt, si avesse a muovere un qualche dubbio sulla continuità delle belle arti in Italia. Se in Roma, spogliata che fu della sede dell'impero, le arti vie più decaddero, e per converso s'inorgoglirono a Bizanzio , non per questo l'Italia cessò mai dal coltivarle. E mute cer- tamente non erano le arti italiane quando intorno all'ottavo secolo la penisola fu quasi invasa da uno sciame di scultori e pittori greco-bizantini espulsi dalla 334 Belle Arti loro patria per le persecuzioni degl'iconoclasti. Fio-^ riva l'architettura lombarda (finora detta più impro- priamente gotica); e se la scultura e la pittura si tro- vavano in uno stato di grande decadenza, non ne era però spento 1' esercizio. Lucca conserva il nome del suo Arip erto pittore nazionale, il quale viveva ap« punto nella metà, del ricordato secolo. Vili. Si formarono allora, come è noto, due scuole: l'una puramente greco-bizantina, l'altra greco-italiana; ma è dimostrato che la scuola puramente italiana con- tinuò sue opere. Verona vanta nel IX, secolo il pit- tore Eribevto\ e Milano mostra il ■celdu-e altare di s. Ambrogio opera del lombardo Volvinio> dalla quale si può scorgere quanto egli valoroso fosse per que' tempi nell'arte dello scolpire e del cesellare. Pur tuttavia se par vero, che la pittura greca fu superiore all'italiana, non è provato che i pittori ita- liani , seguendo ed imitando i greci , non fossero a questi maggiori. E però noi non possiamo abbracciare l'opinione di coloro, i quali dalla storia della pittura italica vogliono espulse quelle opere, che eseguite da artisti italiani sentono delle maniere grechesche. Dap- poiché niuno toglierà alla storia della pittura spagnuo- la, olandese, e va dicendo, que'dipintori nazionali, che nei secoli XVI e XVII le. varie scuole italiane imi- tarono. Vero è che non possiamo per anco giudicare con sicurezza intorno il valore de'pittori italiani seguaci de' greci bizantini: perciocché le opere degli uni e de- gli altri, insieme confondendosi , agli ultimi sempre vengono attribuite. Lodevole impresa sarebbe per un generoso italiano il mostrarci tutte le vicissitudini, che provarono le arti del disegno in Italia dal III al DUE PlTTOlU PARMENSI 335 XIII secolo, ossia da Costantino a Giunta pisano. Si dovrebbe diradare un gran buio; ma non per questo è un'età da passarsi sotto silenzio. Forse potrebbe av- venire che quella frase, le arti iti Italia grecheg- giarono (la quale debbe suonar male ad un orecchio italiano), venisse meno ripetuta. Ma forse potrebbe an- che avvenire che, quantunque sia da accarezzarsi tut- tociò che risguarda la storia del progresso umano , fosse somigliante argomento giudicato di poca utilità; giacche in oggi non si considera utile, se non se quel- lo che accresce il ben essere senza aumento di spesa. Niente di meno se ci facciamo ad esaminare le medaglie o le monete, le quali per la Grecia-bizan- tina e per l'Italia si andavano coniando ne'mentovati tempi, ne par di vedere essere le medaglie italiane alle greche superiori; e se pur si volesse, che da ar- tefici greci quelle fossero eseguite, diremo che il suolo italiano più del greco faceva prosperare tal sorta di lavori. Del resto l'Italia sopravvanzò sempre la Grecia nel magistero delle medaglie. Valga d'esempio Sira- cusa, Fu, il dicemmo, dimostrato da altri, che questa classica terra mai non mancò di artefici nazionali che le belle arti coltivarono. Non di meno è pur vero, che il tempo ben pochi nomi di siffatti artefici ci ebbe a conservare. Lucca e Verona erano sin qui le sole città , per quanto ci è noto e come sopra toc- cammo, che potessero compiacersi di aver dato i na- tali a pittori precedenti il secolo XII. Ora anche Par- ma può provare somigliante compiacimento.. In una pergamena originale, che si conserva nell' archivio di questo stato, fu dagli egregi signori Ga- sparo tti archivista e professore Ronchini segretario 336 Belle Arti scoperto che nel 1068 ai 17 di aprile fu donato ad Everardo prete e pittore della città di Parma un pezzo di terra lavorativa da Gisla moglie di Bonizone di legge lombarda. Crediamo di dar pregio a queste nostre parole pubblicando tale per noi importante do- cumento: « In noe sce et individue trinitatis anno ab in- « carnac. dmi nri Ihu Xpi millesimo sexagesimo oeta- « vo quinto decimo klds madii indie, sexta. Tibi « everardo pbro et pictore de civitate panna. Ego qde « in dei noe gisla coiux bonizonis filiu. q. Albli « de ssta civitate parma que pfessa su iege vivere « lagobardor. i psenaq. bonino jugt. meo m. cosen- « ciente et hoc subtcofirmate p. pb ( praesens prae- « sentibus (*) ) dixi : pmitto et spodeo seu obligo me « ego qs ( quae supra ) gisla una e. meis hrdb tibi « e. s. ( cui supra ) everardi ptro tuisq. hrdb. aut « cui vos dederitis ide pecia una de tra laboratoria « que e posila in loco q dr maceria iuris tui et e « p msura iuxta ad ptica legitima de pedib. duodeoi (( msurata ses. sebte ( sexlaria septem ) coheret ei fi- fe nis a mane canale a meridie et desubt. morio ('rao- « nasterio ) sci pauli a sera via. sibiq. alie st ab orna « coherentes in. in ( in integrum ); unde m. (modo) « pmitto et spodeo seu obligo me ego q. a. gisla una « e. meis hrdb. tibi q. s. everardi pbro tuisq; hrdb « aut cui vos dederitis ssta pecia de tra ut si uquam « in tepr. agere aut causare psuserim p. nos vi nras « sumissas psonas vi si aparuerit ullu datu aut factu (*) Le parole tra parentesi non sono che interpretazioni delle abbreviature più diffìcili. dce Pittori parmensi 337 « seu qlibet scribtu q. nos exinde in alia parte fe- « cissem et clare factu fuerit et orni tepr exinde ta- ci citi et cotenpti no pmaserim obligam vobis copo- 0 nere duplas ipsas res sicut p tepr fuerit meliaura- « ta aut valuerit sub etimac. in consimili loco et in « eo tenore ut sup. legitur et ad bac mea cofirraada « pmissionis car accepi ego q. s. gisla a te pdicto e- « verardo p misso tuo cristofalo ptro exinde laune- « cbilt corsera una a pfinito manente hac car pmi- « sionis orni tepr firma et stabilis pmaneat. Actu par- tì ma feliciter. « Signum manus sste gisle que hac car pmis- « sionis ad orna ut sup. fieri rogavit. et ssto bonino « eide coiuge sue cosensit et licecia dedit ut sup. « Sigila mani bus albti et ragimarii seu item « albti lege lagobardor vivencium rogati testes. « ( Luogo del tabellionato ) Scripsi ego nu- li bertu not sacri palacii post tradita coplevi et dedi. » Everardo parmense era dunque prete e pittore; però è lecito supporre che non fosse dell'ultima clas- j se degli artefici, non potendosi credere un semplice miniatore ( minio pictor , colorator ) di libri cora- li. Il clero camminava allora alla testa dell'incivili- mento, e quasi era il solo possessore di quanto an- cor rimaneva delle lettere e delle arti; ond' esso ne dettava x precetti, ed il più delle volte le impiegava : in opere di culto : le altre classi della società non * si occupavano per lo più se non se in cure di guer- : ra. E sarem poi dì credere, se non andiamo ravvol- gendoci in istrane congetture, che il nostro Everar- do appartenesse alla scuola greco-italica menzionata più sopra. In Lombardia, più che altrove, sembra che siffat- G.A.T.LXXXV. 22 33P> Belle Arti ta scuola fosse seguita. In fatti le pitture che anco- ra n' avanzano della basilica di s. Vincenzo di Gal- liano, le quali vengono reputate dal eh. proposto An- noni del sec. XI, e quelle dell' antico battistero di Gravedona, si dicono appartenere ad essa scuola. Pe- rò non possiamo rimanerci dal mostrare la nostra ma- raviglia considerando che queste pitture , per la sto- ria assai pregevoli, non furono nemmeno citate dal d'Agincourt, il quale per altro fu il più diligente rac- coglitore di pitture italiane dei secoli di mezzo. In Parma poi niun antico dipinto ci rimane che non ci faccia ricordare la mentovata scuola greco-italica. E se all'età, in cui viveva Everardo , si potessero con bastevoli argomenti attribuire due antichi avanzi di pitture, che non è molto furono scoperti nella con- fessione della nostra cattedrale ( la quale, giusta l'opi- nione d' alcuni , sarebbe stata interamente compiuta nel secolo XI ) , la nostra congettura acquisterebbe qualche apparenza di vero. Essi avanzi rappresenta- no due apostoli: e la maniera, con cui sono dipinti, mostrerebbe appunto un misto di greco e d' italico. Che se egli è vero , che la scultura fu sempre la maestra della pittura , esser pur vero potrebbe che la pittura in Parma fosse più presto volta alle ma- niere italiane, che non alle greco-bizantine, dappoi- ché fra quante sculture ci restano niuna grecheggia. Ma discendendo al secolo XIII, siamo certi che in Parma la pittura seguiva la mentovata scuola gre- co-italica. Ci avanza di essa specialmente nella volta di questo battisterio un assai pregevole monumento, il quale dal Lanzi venne considerato uno de'più bel- li che abbia l'Italia superiore in genere di antica pit- tura. Onde non possiamo rimanerci dal dirne qui due Pittori parmensi 33g brevi parole, die per avventura avremo poi a ripete- re in altro luogo. L' Affò e tutti quelli , che delle cose parmensi discorsero dopo di lui, tennero per fermo essere stata dipinta quella volta non prima del 1260; ma noi, per le ragioni che altrove esporremo, siamo d'avvi- so che si dipingesse innanzi il 1222. Il citato Lan- zi, seguitando a discorrere di tali pitture, disse che : « I soggetti sono i consueti di que'tempi : lo stile è « meno angoloso e rettilineo, che quel de'greci mu- ti saicisti, e tiene qualcosa di originalità ne'vestiti, « negli ornati, nella composizione : soprattutto mo- li stra un raro meccanismo nelle dorature e ne'colo- « ri mantenutisi, ad onta di cinque secoli, in mol- « to buon grado. » Dalle quali parole chiaramente appai'isce, che questo riputato scrittore vedeva nelle mentovate pitture trapelar maniere originali , senza dubbio italiane, fra lo stile grechesco. E però noi con maggiore coraggio le consideriamo eseguite dalla scuo- la greco-italica sopramenzionata. Infatti se questi dipinti, i quali schiariti da car- telli e leggende rappresentano Cristo fra' profeti e gli apostoli, istoi'ie di Abramo e di s. Giovanni Battista, lasciano intravedere ne' volti e nelle estremità delle figure maniere greche o convenzionali, cioè un'imi- tazione piuttosto di altre opere sanzionate dal tem- po e dalla religione che non della natura; mostrano poi una certa verità nelle mosse delle figure mede- sime non rettilinee ne secche, una maniera piutlosto larga nel gettar de'panni arricchiti e tratteggiati d'oro, un colorire vivace non al tutto falso , un qualche progresso di miglioramento non tentato dalla scuola puramente greco-bizantina. Niente di manco non ci 340 Bsllk Arti faremo a sostenere, che gli esecutori di siffatte dipin- ture fossero parmensi. Diremo solo che se Parma ave- va fin dal 1068 un pittore nazionale nel suo Eve- rardo, è assai probabile che altri ne educasse in se- guito, e che vantasse nel secolo XIII una scuola di pittura, la quale se dall'una parte imitava ancora gre- ci modelli, sapeva dall'altra adoperare uno stile più grandioso e di maggiore espressione. Che se le men- tovate pitture furono eseguite, come crediamo, prima del 1222, oserem dire che Parma contemporaneamen- te a Giunta pisano ed a Guido da Siena tentasse di scostarsi dai greci maestri, incamminandosi a migliori principii. Niuno pensi che per questo vogliamo riva- leggiare colla Toscana, la quale riputeremo sempre la culla , da cui le arti italiane rinascendo mandarono il loro primo sorriso : le dispute municipali non so- no più pe' giorni nostri ; ma pensiamo col celebre Giordani, che non si possa scrivere una storia pitto- rica d'Italia senza fare onorevole cenno di queste di- pinture , che oi'nano la volta del battistero parmen- se, e senza bene distinguerle dalle altre, che ne co- prono i sedici nicchioni. Ma per vero dire niuno de'nostrali si fece fino- ra a dimostrare bastevolmente la differenza che passa fra le varie maniere delle menzionate dipinture. On- de avendo l'Affò ( il quale fu il più solerte e dotto scrittore delle cose parmensi ) preteso che questo battistero fosse stato dipinto, come ora si vede, do- po la metà del secolo XIII, accade che tutti quelli, i quali hanno a trattare delle arti nostre, mirano in esso Affò e s'ingannano. Ora siccome in uno degli anzidetti nicchioni ebbe per avventura ad operare l'al- tro pittore parmigiano del secolo XIV , che da pri- due Pittori parmensi 34 1 ma accennammo, così ci tratterremo alcun poco in- torno a'dipinti dei nicchioni medesimi. Chi è abituato ad osservare pitture de'secoli di mezzo facilmente s'avvede, che la nostra aula batte- simale fu dipinta in due tempi assai distinti. La volta, le tazze de'nicchioni, e tutto il nicchione ove trovasi l'aitar maggiore, mostrano le maniere del secolo XIII; gli altri nicchioni poi quelle del conseguitante. Que- sti per altro non furono tutti dipinti nello stesso tem- po , né da una sola mano. Le più antiche pitture sono quelle de'nicchioni vicini alla porta verso il mez- zodì; ma , di mano in mano che si avanza a destra di chi guarda, veggonsi migliorare in guisa, che men- tre le prime ancor sentono di quella timidezza, che aveva la pittura appena uscita dall' infanzia del se- colo XIII , le ultime fanno scorgere i marcati pro- gressi del risorgimento nell'aurora del secolo che a quello successe. Duopo è per altro notare , che sif- fatte pitture furono barbaramente ristaurate poco do- po il iSytt per ordine di Gio. Battista Castelli vesco- vo di Rimini e visitatore apostolico di questa diocesi; onde appariscono a prima giunta rozze più di quello che realmente non sono. Evidente è dunque la differenza che passa fra i dipinti della volta e quelli dei nicchioni. E a noi pare che ne' primi si osservi, oltre quello che toccam- mo dianzi, un fare franco, abituale, piuttosto gran- dioso, ed in alcune parti originale. I secondi mostra- no minor magistero, timidezza e semplicità di stile; figure accarezzate con amore; un tentativo d'imitare il vero. La volta apparirebbe dipinta da una vecchia scuola, che, come dicemmo, era impressionata da ma- niere grechesche; i nicchioni da una nuova somiglian- 342 Belle Arti te in molte parti a quella, di cui Cimabue e Giotto avevano gettate le fondamenta. E sebbene ne sembri, che gli esecutori delle accennate dipinture fossero tutti animati da un sentimento religioso , pure ci par di scorgere essere quello de'primi mosso da idee fiere, te- tre, teocratiche; quello de'secondi da pensieri dolci, pacifici, pietosi. Ma forse questi son sogni della po- vera nostra mente, i quali per altro non accarezziamo. Ben conoscendo come fu in Parma coltivata la pittura ne'secoli che il XIV precedettero, vi era luogo a credere, che almeno una buona parte de'dipinti de' mentovati nicchioni fosse di pennelli nostrali. Pure niun nome di pittore parmense conoscevasi del detto secolo, a cui qualcuno di essi dipinti si potesse at- tribuire. Si scoprirono invece, non ha molto, sopra alcune pitture del quarto e dell'ottavo nicchione, in- cominciando da quello ov'è fallar maggiore, i nomi di un Niccola da Reggio (NICOLAVS DE REIO), e di un Bertolino da Piacenza ( BERTOLIN DE PLACENCIA),i quali dalle opere loro si mostrano di età e di maniere diverse; dappoiché l'uno per la roz- zezza sua parrebbe della prima metà del detto secolo; l'altro, per un fare che al giottesco si avvicina , si giudicherebbe del principio del secolo XV. Or solamente ci è dato di far conoscere il no- me di un pittore parmense, il quale, vivendo appunto intorno la metà del XIV secolo, probabilmente operò in questo nostro battisterio. I prelocìati signori Ga- sparotti e Rondimi scoprirono, non ha guari, nell'ar- chivio dello stato un rogito in pergamena di Gio- vanni da Como, pel quale veniamo a sapere, che in Parma addi 3i di marzo 1873 Luca Ganzi pittore vendette a Giovanni di Ugoleto , fornaio della vici- due Pittori parmensi 343 nanza di s. Paolo, una casa in Panna nel borgo della piazzuola pel prezzo di ventiquattro lire imperiali (circa lir. ital. ifóo; valendo in Parma la lira impe- riale dal lobo al i3y6 lir. il al. 7, 5o). Non è poi da dubitarsi , che il Ganzi non fosse parmigiano; giac- che altrimenti avrebbe fatto porre il nome della sua patria, come costumavasi a que'dì. Essendo dunque ormai certo , che i detti nic- chioni furono dipinti nel corso del secolo XIV ; ed avendo noi trovato, che uno degli scompartimenti, i quali ornano il decimoquarto nicchione , fu dipinto nel i36i; non sarà certamente un andar molto lungi dal vero congetturando, che ne fosse autore il men- tovato Ganzi. In esso scompartimento sono rappre- sentati s. Jacopo e s. Agnese stanti , a cui dinanzi è genuflessa una figura giovanile, la quale si palese- rebbe per un ritratto, e forse di colui che fece ese- guire tale dipintura. Non avrebbesi per altro molto da compiacer Par- ma di questo suo nuovo artefice , se accettata fosse la nostra congettura. Dappoiché i dipinti che ad esso sarebbero attribuiti , quantunque accennino qualche progresso sulla via del risorgimento, soprattutto nella vivacità e nell'accordo de'colori, pure si mostrano ese- guiti da una mano timida, stentata, scorretta. Temiamo forte che queste nostre parole siano per essere giudicate o inutili o di poco momento, non presentando esse se non un semplice interesse di mu- nicipio. Pur tuttavia siamo di credere che , quando questo si possa in qualche modo concatenare coli' interesse nazionale, non sia da spregiarsi. Onde sa- remo confortati se avessimo raggiunto lo scopo che ci avemmo a prefiggere: quello cioè di accennare rapi- 344 Belle Arti damente, ma con nuovi fatti, il principio, le tendenze e le maniere dell'antica pittura parmense , la quale forma certamente uno degli anelli non ultimi della storia pittorica italiana. Reputammo somiglianti fatti da non passarsi sotto silenzio, essendoché possano dare qualche lume, ed inspirare nuove considerazioni. Il giovine sig. Hiram Powers, scultore americano. non dire, e ritenere Quanto desia e vuole vostra mente. Finché vi piace ch'io debba tacere; E rinnovarmi a voi, donna, servente .- Che mai non credo per altra valere, Se non, madonna, per voi solamente. Nelle esequie rinnovate a Giulia Maioli Atniàni il giorno 8 lu- glio 1839 nella cattedrale di Fano, orazione del conte An- drea Gabrielli. 4° Fano per Giovanni Lana *84o. (Sono pag. 24.) IjTiulia Maioli di Ravenna, sposata irt Fano al patrizio Stefano Tomani Amiani,di fu una delle più pie, caritatevoli, eulte e gen- tili dame che onorato abbiano a' nostri giorni non pure quel- le due città , ma si quelle provincie. Or mentre ognuno spe- rava doversi una vita si bella per consolazione de' buoni pro- lungarsi fino all'età più tarda, ecco una terrìbile infermità rito- Varietà1 359 £lierla alla terra nel maggio del i83(), giovane d'appena sei lu- stri. Incredibile a dirsi quanto ne piangesse lo sposo , e quanto se ne addolorasse la città tutta! E noi pure non abbiamo potuto senza un vivo rammarico di tanta perdita leggere questa orazio- ne, che iniorno alle lodi dell' egregia signora disse Uno spirito de'più cortesi fra la nobiltà italiana. Che veramente non sappia- mo qual cosa possa desiderarsi nello scritto del conte Gabrielli , se più care sentenze di religione e di civile sapienza , o più di- gnità ed affetto. Memoria sulla fondazione e sullo slato attuale dell'accademia ti~ berina, letta da A. Coppi nell'adunanza dei 17 giugno i83g. 8.0 Roma, tipografia Salviucci 1840. ( Sono car. 19. ) U, n bel tributo il chiarissimo abate Coppi ha reso cou que- sto libretto all'accademia tiberina, dì cui fu uno de' fondatori e de'presidenti, ed ora è istoriografo perpetuo. Qui certo non ha cosa che in alcun modo appartenga all'istoria, o risulti iu ono- re di quel corpo accademico, la quale non sia dall' illustre au- tore narrata con una brevità che niente toglie alla precisione .- e ciò incominciando dall'origine sua, che fu nell'aprile del 18 15 , fino al passato anno 1839. Così la tiberina possa esser sempre benemerita de* buoni studi, e farsi possente scudo al mal gusto, che per la straniera imitazione (eterna mina d' Italia! ) d'ogni parte minaccia la nostra letteratura. Del soperchio rigore de1 grammatici , discorso secondo dell' avv- Luigi Fornaciari, letto alla reale accademia lucchese nella tornata dei io gennaio 1839. 8° Lucca , tipografia Berlini 1840. ( Sono carte 20. ) Oegue in questo discorso il senno gravissimo del sig. Fomacia- ri a toccare di molte cose, che nella lingua italiana si stimano errori, e veramente, secondo esso, noi sono. Niuno in fatti il pò- 36o Varietà' teva meglio di lui: che scrittore elegantissimo, quanti mai né siano in Italia, ha studiato nella classica favella con grande amore insieme e filosofia: e può hene delle sue sentenze render bella ra- gione a coloro, che per avventura in una lingua civile, illustre, e ridotta alla perfezione grammaticale, non sapessero in tutto con- correre nel suo parere* Le vite di Lodovico, Agostino, Annibale ed altri dei Carracci , scritte dal marchese Antonio Bolognini Amorini. 8.° Bolo- gna 1840. (Un voi. di pag. 88.) Jljcco un nuovo bel dono che l'illustre pro-presidente della bo- lognese accademia fa alle belle arti italiane, nonché alla nobilis- sima patria sua. Queste vite son cosa diligentissima, e degne com- pagne delle altre che pur ci diede di Guido, di Domenichino , dell'Albani, del Guercino, del Serbo: e ben dimostrano qual sia nelle arti del bello lo squisito giudizio del sig. marchese Bolo- gnini Amorini. Cenni sopra diverse pitture staccate dal muro e trasportate su. tela, e specialmente di una grandiosa con maestria eseguita da Guido Reni, ed ammirata entro nobile palazzo in BolO' gna, 8.0 Bologna 1840, tipi della Volpe. (Sono pag. 52). Vita del conte e senatore Andrea Èentivoglio, scritta da Giovan- ni Sabadino degli Arienti , e pubblicata con note di Gaeta- no Giordani custode della pinacoteca, socio onorario di que- sta pontificia accademia di belle arti, di quella I. e E. di Fi- renze, e di altre accademie letterarie ec. 8.° Bologna i84of tipi della Volpe. (Sono pag. 56 coli' effigie del Bentivoglio in una medaglia. ) I~à voi pure loderemo sinceramente, sì accurato e si benemerita signor Gaetano Giordani, che spesso ci date di questi regali; Varietà' 36 1 o dichiarando cioè cose di arte spettanti alla vostra patria , che nella gentilezza e nella sapienza è si principale in Italia : o do- nando vita a tante illustri scritture che giacevansi inedite, e che voi illustrar solete con ogni maniera di erudite e peregrine no- tizie. A Catone maggiore , ovvero della vecchiezza a T. Pomponio Attico di M. T. Cicerone, nuovo volgarizzamento. 8.° Pavia, da Fusi e compagno 1840. (Un voi. di pag. XX e 33.) Mi questo il terzo saggio che il sig. prof. Giuseppe del Chiap- pa, lume chiarissimo dell'università di Pavia, ci porge del suo volgarizzamento delle opere di Cicerone : perciocché avemmo già da lui ne'passati anni le traduzioni del libro de'Paradossi e del trattato dell'Amicizia. Noi l'invitiamo a non rimanersi dalla nobile impresa, che dee cèrtamente fruttargli onore: comechè in alcune interpretazioni e frasi ( né perciò vorremo ostinarci ad aver ragione) non possiamo interamente concordarci coll'illustre letterato. 36a Varietà' Elogio di Ferdinando Pandol/ìni, scritto da Oreste Raggi, 8\° Roma i84o, tipografia (li Crispino Puccinelli. (Sono pag. ig.) Elogio storico della contessa Angela Scacerni Prosperi , scritto dal cav. Francesco Fabi Montani. Edizione seconda. 8-° Ro- ma i84o, Alessandro Monaldi tipografo. (Sono pag- io.) La vita del conte Giulio Perticari, scritta da Filippo Mordani ravennate. Quarta edizione. 8.° Bologna i84o pei tipi delle muse alla capra ( Sono pag. ao .) Elogio storico di Salomone Gesner, scritto da Filippo Mordani ravennate. 8.° Bologna pei tipi delle muse alla capra 1840. ( Sono pag. 18.) IN oli per dottrina e per bontà di scrivere sono gli autori di que- sti elogi: • quindi può credersi con qual piacere si leggeranno. Nella solenne commemorazione dè'defonti, i cui resti mortali ri- posano nel cimitero comunale di Ferrara, discorso di Ago- stino Peruzzi arciprete della metropolitana della stessa cit- tà. 8.0 Ferrara, tipi Negri alla Pace i8i[o. (Sono pag. i5.) ìli degno lavoro di uno de'veterani della italiana sapienza , il quale ha dato illustre saggio di se cosi nelle sacre lettere, come nelle profane. SuW angina del petto e sulle morti repentine. Considerazioni di Gio. Maria Zecchinelli. Voi. 2.° in 8.0 Padova, tip. Cartal- lier e Sicca i83c;. Sino dall' anno 18 13 dalla stamperia del seminario di Padova era venuto a luce il primo volume dell' opera interessante dell* V A TI I E T A' 3()3 illustre prof, di medicina dottore Giovanni Maria Zecchinelli: Sull'angina del petto e sulle morti repentine. Era quindi passato lungo tratto di tempo fino all' anno scorso i83p, prima che pei tipi di Cartallier e Sicca comparisse il secondo volume di que- sta utilissima opera. Ciascuno però di questi due volumi, benché sotto divèrso aspetto, può star da se, presentando l'uno e l'altro un compiuto trattato sul medesimo argomento. Imperocché tro- vasi nel primo volume esposto con bell'ordine, ma forse troppo diffusamente, tutto ciò che dall'anno 1768 fino al i8i3 erasi pub- blicato in Inghilterra, Francia, Germania e Italia siili' Angina del petto: dopo cioè l'epoca del dottor Heberden , che il primo usò di questa denominazione in medicina per significare una ma- lattia, da esso creduta ignota o non descritta da altri. E leggesì nel 2.° volume, pubblicato tanti anni dopo, ciò che prima del suddetto medico inglese avevano scritto i medici anteriori , an- che greci e latini, sulla medesima malattia, conosciuta da èssi più che denominata; ed inoltre un appendice contenente le osserva- zioni dei medici viventi sullo stesso argomento. Il fatai morbo di fatti è senza dubbio molto più antico dell' Heberden , e po- trebbe anche dirsi che siavi sempre stato, come tanti altri, cui miseramente soggiace la razza umana; ma veduto sotto diverso aspetto, e senza cognizione di causa, benché con sufficiente co- gnizione di sintomi e di effetti, che certamente è la più interes- sante cognizione per il medico pratico. Il benemerito prof. Zec- chinelli con profusa erudizione medica e con sano criterio si è sforzato di esaurire l'argomento sotto tutti i rapporti , non «*■ sciando quasi nulla a desiderare alla curiosità de' lettori. Egli divide il suo libro in varie parti, e ciascuna parte in più casi, tutti bene ordinati , e ricebi di opportune notizie desunte dai molti autori, che da Ippocrate e da Areteo sino a' giorni nostri , numerosi in Italia e oltremonte, si occuparono di siffatta mici- diale affezione, e procurarono di rintracciarne la causa e la se- de ne'cadaveri. Intanto una grande differenza di opinione esi- ste, secondo il solito, tra i medici di Europa intorno alla causa prossima di morbo sì ferale e frequente , malgrado delle tante aperture de' cadaveri così moltiplicate oggidì- Chi lo considera come morbo organico; chi dinamico o al più nervoso ; e chi so- lamente come sintonia, e non malattia. In Inghilterra per esem- pio e in Germania predomina l'opinione di affezione organica; in Francia di nervosa, 0 nevralgìa dei plessi cardiaci e polmo- 364 Varietà' ilici; in Italia sembra al nostro autore oscillante tuttora, e forse" per lo strano pensamento del testé defunto prof. Brera, intorno alla sua Stenocardia.. Ma in verità può asserirsi che anr.hc tra noi prevale la più ragionevole delle opinioni , vale a dire che il morbo in questione sia organico dei precordi: benché non vi sia eguale concordia nella indicazione precisa della parte precordia- le, e del modo di questa organica lesione di precordi. Secondo ilZecchinelli la causa prossima dell'angina di petto consiste nel- lo stato patologico organico dell'aorta, specialmente toracica, af- fetta da ossificazione. Preziosissime a noi sembrano per la diagnosi, e per la pro- gnosi medica, le conclusioni che sotto forma di corollari e di afo- rismi il nostro autore ha dedotte giudiziosamente dalle copiose osservazioni d'infermi e di cadaveri per tal malattia, tanto ante- riori quanto posteriori all' epoca del dott. Heberden, che non fu certamente il primo a conoscerla, ma che vi ha sparso sopra mol- ta luce. Egli è per tutto ciò dimostrato, esser questo un molesto, spaventevole, insidioso mostro fatale , benché non frequentissi- mo, il quale assale ordinariamente gli uomini adulti sopra i 4" anni di età, spesso floridi e robusti, a intervalli, con dolori acuti allo sterno, alla scapola ed al braccio specialmente sinistro, in mezzo al moto e dopo il cibo, che minaccia soffocazione con istringimento al petto, che calmasi colla quiete, e che dopo lun- ga persecuzione , alla quale sogliono pure accompagnarsi altri sintomi analoghi, uccide il più delle volte repentinamente, in- tercettando circolazione e respirazione. Saggio di ricerche intorno al nascere de'semi. Di Francesco Sa- verio Sorda. Benevento dalla tipografia Paterno i84o. ( Un voi. in 8° di carte 83.) Il eh. autore nel tomo XXXIX di questo nostro giornale arca- dico pubblicò la notomia del formentone. Fattosi in appresso ad Varietà' 3G5 osservare ciò che succede quando nascono i semi, e riscontran- do colle proprie le altrui osservazioni, ne ha formato per altrui giovamento questo breve saggio diviso in quattro parti. Nella I si esamina quale condizione di terra, di acqua, di aria e di ca- lore sia d'uopo, acciocché nascano le sementi : nella II si osser- va quale specie di gas generino i semi posti in differenti modi coll'acqua: nella III si dichiarano i mutamenti, i quali succedo- no ne'semi posti in diverse maniere coll'acqua: nella IV ed ulti- ma si espone la teorica de'fenomeni dichiarati: concludendosi, I 1' acqua (a cart. 82) in qualsivoglia modo penetrata ne'semi esservi scomposta, e scomporla l'ossigeno dell'aria e l'idrogeno del pa- renchima, quando i semi sono solamente bagnati ed esposti ad aria sufficiente: e negli altri casi il carbonio delle membrane de' temi ed il calorico, che per lo più sviluppasi quando l'acqua 6 scomposta: li cogli elementi dell' acqua scomposta essere gene- rato acqua e gas carbonico nel parenchima de'semi che nascono, gas carbonico ed idrogeno alcune volte carbonato nelle mem- brane de'semi che non nascono: III il parenchima de'semi che nascono, disfatto e convertito tutto in acqua o gas carbonico , alimentare con quest'acqua leggermente carbonata 1' embrione, ed operare così il nascimento del seme." notandosi in ultimo es- sere l'economia della natura cosi semplice , che per le piante grandi e pei picciolissimi germi adopera il medesimo alimento l'acqua con un po' di gas carbonico ,,. Tali ricerche per altro, come nel proemio ci fa sapere il si- gnor Sorda, non le ha potute estendere a tutte le sorte di se- mi, sendo questa opera di molti uomini e di moltissimo tempo. Egli ha solo scelto i semi di formentone, pisello e lino, i quali avendo chi uno e chi due cotiledoni, e la sostanza abbondante o di amido o di olio odi mucillagine, possono presentare un com- piuto saggio sulle speiienze principali. Siccome poi esiste varietà sui nomi delle piante, sui voca-r boli chiimci, e sulle misure ed i pesi, così l'autore al nome delle piante, dato in alcuni luoghi anche a specie diversa, ha aggiun- to quello dì Linneo: ne'pesi e nelle misure ha adoperato il si- stema metrico: e per la chimica, usando le voci ed i modi della prima nomenclatura, ha indicato in nota a quale della seconda corrispondano- L'ordine, la chiarezza e le osservazioni, col più grande scru- polo ripetute dal dotto autore per essere sicurissimo de' risulta- 3.66 V a n i e t a' pienti» rendono assai pregevole questo libro, che sarà per essere di grandissimo vantaggio agli amanti dell'agricoltura, primo, e sicuro mezzo della ricchezza de'popoli. F. Fabi Montani.. Sulla, litalri/)sia, dissertazione di Sante Sillani dottore in esterna? medicina, e chirurgo operatore condotto netta, città di jFer- mo. Fermo, tipografia dei fratelli Paccasassi i84o> in 8.° di fac. 164 con tavola litografica. \. arlato della litiasi e presentata un cenno storico della litoto- mia, passa l'autore a trattare della litotripsia: e col eh. letterato, prof. Gianfrancesco Rambelli (1) ridonando all'Italia tale scoper- ta, pel primo addita che Le Roy ed il siciliano Civiale , i quali si disputarono la preminenza del ritrovato, conoscevan già l'espe- rienze ed i pensamenti degl'italiani: e da questo lato ha egli po-- sto ia maggior chiarezza questa italica gloria (2J. (t) Trasse egli queita notizia dal fase, primo (1837) dell'ar- chivio delle scienze medico — fisiche toscane pubblicato dal prof. Luigi Cittadini. (2) Nel to.m. 96, p. 238 (Milano, ottobre 1840) dagli annali universali di medicina compilati già da A. Omodei, e continuati da C. A. Calderini, si legge che Alluicasis ha fatto menzione della litotripsia. Questo medico nacque in Cordova l'anno 912 e scris- se un trattato di medicina teorica ed un trattato di chirurgia, dai quali pare che risulti essere stato questo metodo noto in quel paese nella seconda metà del X secolo dell'era volgare. Di fatti nel trattato della medicina pratica, del quale si ha una traduzio- ne latina del i5i9 in 4-° intitolata Albucasis liber theoriae nec non practicae, alla pag. 94 si legge: " Accipiatur instrumentum Varietà' 36; Fin dal principio, in cui s'incominciò ad eseguire la litotri- psia, apparvero degl'inconvenienti, i quali col perfezionarsi dei metodi furono allontanati. Il nostro A. li espone ed esamina, e la vedere come alcuni di questi sian comuni colla litotomia, al- la quale ne attribuisce anche maggiori , e singolarmente le in- fiammazioni che conducono alla tomba il maggior numero dei pietrami. Mostrasi egli partigiano della litotripsia, la quale cre- de potersi eseguire nei casi di catarro vessicale cronico e leggie- ro: stabilendo in pari tempo che debba evitarsi negl' individui affetti da reumi, da erpeti e da gotta , dappoiché questi morbi predispongono alla cistite cronica- In tali casi adunque, come al- lorché la pietra è molto dura (cap. 8.°), saccata, o contenente Corpi estranei (cap. io.»), crede chq debba preferirsi la cistotomia. Kell'undecimo capitolo si presenta un elenco di operazioni di li- tomia, e di litotripsia fatte per la maggior parte in Italia. Po- ste a parallelo ambedue queste maniere di estrarre la pietra, si ha per risultamene, che di no operati colla litotripsìa ne perirono 6; cioè i sopra 18 (numero che può esser diminuito), e di i so- pra 607 colla cistotomia, non essendosi calcolate le statistiche molto infauste, come le più felici. Descrive quindi un'operazio- ne di litotripsia, che egli felicemente instituì in Fermo, Il metodo operativo viene esposto con chiarezza al cap- n.° Nel j3.° si riportano varie osservazioni teorico — pratiche , che 1' autore desume da quelle del cav. Riberi. L'operetta è fornita di una tavola litografica rappresentante il litotritore del barone. Heurteloup. ,, quod nominat moshabarebilia; et suaviter introducatur in vi- ,, grani ( virgam ), et volve lapidem in medio vesicae, et si fue- „ rit mollis frangitur et exit. Si vero non exiverit cum eis qui ,, diximus, oportet incidi uti in chirurgia determinatur „. Nel trattato di chirurgia si spiega egli con più esattezza ancora. L'istromento per franger la pietra si trova disegnato nel mano- scritto arabo, che Romey ha tradotto in francese. Il dott. Cha- ning stampò una traduzione del suddetto trattato col testo ara- bo a fronte ad Oxford nel 1778 in due volumi in 4 ° con tavole incise in legno. Questa notizia, che cosi eruditamente ci si dà come nuova, fu già accenata nel dizionario compendiato delle scienze medi- che , facendosi in pari tempo menzione di Pareo e di Franco. (Tom. XI, parte I, pag. 196. Venezia 1829 in 8.°) 368 Varietà* Questo libro pregevole sotto vari rapporti, e scritto con chia- rezza e giudizio, sarebbe stato eccellente se varie cose non fosse- ro ripetute, se vi spiccasse più ordine, e se meno ardente parti- giano si mostrasse della litotripsia, desumendo la prova più con- cludente della sua preminenza dal confronto d'incompleti risulta- menti. Senza decidere la grandissima contesa che parte i chirurgi sulla maggiore o minore estensione della cistotomia e litotripsia, fa duopo avvertire che questi metodi non possono esser posti tra loro a parallelo; che corrono due linee equidistanti tra loro, co- me già disse un campione della litrotripsia, il 'Caviale: cosicché richiesti se avvi un metodo generale per sanare i calcolosi , si dovrà rispondere che la ragione non ne ammette che un solo in ciascun caso speciale , quello cioè che offre più guarentigia al successo, con minori probabilità di esito cattivo. E particolariz- zando, credo potermi servire de'pensamenti del eh, prof. Fran- cesco Bucci, il quale nei casi di uretra e vescica s;ma, e quando il calcolo non sia molto grosso e duro, riguarda la litotripsia co- me metodo primario ( pag. in). Rimane sempre vero perì, che la litotomia è suscettiva di essere adoperata in tutti i casi; men- tre molto angusti sono i limiti della litotripsia, qualora per se-* guire la moda non vogliansi sagrificare i malati. Enrico Castreca Bruneto,. Statistica medica di Milano dal secolo XV fino ai nostri giorni,, escluso il militare, di Giuseppe Ferrano. Milano, coi tipi di G. Bernardoni i838 al 1840. Voi. I di/oc. 658 in 8.° Al solo primo volume è venuto in luce diviso in 12 fascicoli .• l'autore ne promette altri due che conterranno la statistica me- dica degli anni i836 e 1837, e quindi si continuerà la pubblica- Varietà' 369 none in maniera da formare un giornale , in cui si terrà stretto calcolo di ciò che i»V, o scopr trassi di positivo , nelle scienze me- diche ausiliarie. In questo volume facendo precedere i concetti filosofici sul- l'ordinamento della statistica di Romagnosi, di Gioia, di Tom- masini ec, passa ad esporre uà sunto storico della statistica ci- vile-politico-medica, che divide nelle cinque seguenti epoche. Epoca I- — Nozioni statistiche degli antichi popoli fino al- l'era volgare. Epoca II. — Dal principio dell'era volgare fino al iooo. Epoca III. — Dall'anno iooo dell'era volgare fino al it5o. Epoca IV. — Dal ij5o fino al 1800 dell'era volgare. Epoca V- — Dal 1800 al 1840 dell'era volgare. In quest'ultima epoca espone i principali lavori statistico- medici d'Italia. Le quali cose sembrandomi di grandissima utili. tà, mi propongo distesamente parlarne nei venturi fascicoli di questo giornale: come ancora sarò per dar conto del seguito del- la presente opera, la quale reca sommo vantaggio e decoro all' Italia. Se l'autore ha meritamente riscossi encomi dagli scienziati per le sue opere statistico-mediche, essendone stato anche pr<- miato con medaglia d'incoraggiamento dalla società medico-chi- rurgica di Bologna, moltissima lode dehbesi tributare all'illustre suo mecenate barone Carlo Castelli , per la cui munificenza venne pubblicata questa statistica medica di Milano. Enrico Castreca Brunetti. Vita del conte Stefano Sancitale scritta da Giovanni Adorni. Parma presso Filippo Carmignani 1840 in 8.° di pag. 3i5, con ritratto. U na bella incisione, condotta nello studio Toschi, va inuanzi al libro, che con eleganza e buon giudizio ci ha dato l'Adorni col- la vita del Sanvitale : che nato a'iy marzo 1765 dal conte Ales- sandro e dalla marchesa Costanza Scotti in Parma, non invanì G.A.T.LXXXV. 24 3-o Varietà' degli onori ereditati dagli avi; ma intese presto ad arricchire sé «tesso di pregi più durevoli, la virtù e la dottrina, che in lui si accoppiarono a bene della patria e della umanità. Ricco di una ricchezza propria, e che non può morire; perchè assicurata nei monumenti che ha lasciato e nel cuore de'beneficati da lui, i quali ben ridiranno ai tigli e nipoti senza cessa il suo nome e le sue lodi: mancò ai vivi il io agosto i838, facendosi anche nell' ultirn'ora benemerito di pii istituti. Piacemi di dare qui la iscri- zione, che deve essere scolpita in marmo nell'oratorio della roc- ca di Fontanellato: n'è autore il signor Amadeo Ronchini. Stephano. Alexandre Com. F. Sanvitalìo Mariae. Ludovicae. Aug. Summo Cubiculario Et. A. Sanctiore- Consilio Magno. Cancellano. Et, Senatori. Ord. Constantin. Publice. Egregie Gestis- Muneribus Et. Multa. Apud. Principe». Gratia. Claro Viro. Modestiae. Perrarae. Immobilis. Pietalis Singulari Beneficentia Posleris. Memorando. Qui Hoc- In. Oppido. Avitae. Ditionis Domimi. Orphanis. Excipiendis. Edocendisque Priva. Impensa. Constituit Idem. Studia- Naturalis- Historia© Summa. Doctorum. Hominum. Laude Excoluit Et. Pluru. Io- Conlegia. Scientiarum. Bonarumq. Artium. Adscitus. Est Vixit. Ann. LXXIIJI Morbo. Nccopinato. Correptus Obiit. UH. Id. Aug. A. MDCCCXXXVHI Filii- Sex Parenti- Dcsideratissimo Heic- Ad. Votum. Eius- Composito. Fecerunt- Cuiu. Lacrimis Varietà' 371 Scelte massime di civile prudenza e di carità lasciò mano- scritte: e un saggio ne porge l'Adorni diligentìssimo , il quale ha raccolto le glorie si della illustre famiglia Sanvitale, e sì della benemerita sovrana che degnò di assai le virtù del conte Stefano. Bello è che le lettere siano tutte in onorare un tal uomo , che vivo le onorò sommamente ! Puoi-. D. Vaccomm. Alcune parole sulla cassa di risparmio. Faenza, pei tipi di Pie- tro Conti all'Apollo 1840, ira 8.» di pag. 1^. jLì esempio della capitale, che fu segnalato da noi con onorevo- li parole, e tenuto vivo alla considerazione de' generosi uomini d'Italia, si riproduce nella eulta Faenza. Sempre le stesse racco- mandazioni, sempre le stesse obbiezioni e risposte. E queste ul- time sono trionfanti; perchè la natura della istituzione, che è tutta di carità, la qualità de'soci che sono de'primi e più note- voli della città, la facilità di far girare il danaro nella Romagna, la utilità che ai piccoli proprietari viene speciale di avere a un mite frutto danaro dalla cassa di risparmio ( utilità non ancora avvertita e che è assai riflessibile ); per tacere de'vantaggi mate- riali e morali, che sì spesso ed i più ciliari spiriti fra noi posero in mostra: tutto rende la isliluzione commendevole tanto sopra altre opere di carità , che pure si lodano perchè antiche. Ma questa novità piace e dee piacere ai veri amici de'poveri: e chi altro pensa e dice, non li ama davvero: ama sé stesso, e non se ne accorge o non tuoIo accorgersene. Ma io non vorrei che al- cuno si offendesse a queste franche parole; io parlo per ver dire, e parlo a' savi e cortesi sempre disposti ad accogliere il sauto vero. Se non fosse superbia citare me stesso, inviterei tutti a leg- gere quel mio libercolo, che dettato parte nel i836 all'uscire del regolamento per la cassa di Roma, parte nel 1 85^ ali" uscire del regolamento per quella di Bologna, venne ristampato la seconda 372 Varietà' volta in Lugo pel Melandri (1). E quanto alla istituzione in Faen- za, città piena di arti e di commercio , dove 1* industria è viva più che altrove, io posso ragionevolmente presagire, che fiorirà felicemente; molto più che ha il favore dell'eminentissimo legato sig. cardinale Amat , di monsignor vescovo Folicaldi e de' prin- cipali per senno, per cuore, per sostanze. Rimarrà presto alcun fondo da erogare in opere di beneficenza: e qui è dove sareb- be desiderabile, per la pratica della carità ordinata, ciò che os- serva nella grande opera Sulla beneficenza pubblica (Parigi i83g) il degnissimo sig. Degerando , che le casse di risparmio si coor- dinassero, per quanto si può , col sistema generale de* pubblici Stabilimenti di ciascun paese. Per sei lustri segretario della con- gregazione di carità del mio comune, alla quale amministrazio- ne sono commessi il monte, l'ospedale degl'infermi, il conserva- torio delle orfane, ho veduto tutti i beni della cosi delta centra- lizzazione de'pii istituti. Fra questi beni pongo V erezione del grande ospedale aperto per 24 infermi e più sino dal 26 settem- bre 1840. Senza il concorso momentaneo degli altri stabilimenti quello dell'ospedale colle sole sue forze non avrebbe mai potuto dare un locale così ampio, così ben fornito, come sanno anche eminentissimi personaggi, che sonosi degnati di encomiarlo dopo averlo veduto: oltre i molti delle vicine città, che hanno visitato i poveri infermi. D'altronde sento i lagni de'vigini per la divisio- ne degli stabilimenti! Prof. D. Vaccolini. Notizia della vita e delle opere di Ovidio Nasone, scritte da At- to Vannucci. Prato, tipografia aldina di F. Alborghetli e. compagno 18^0. infinite sono le biografie in Italia : pochissime quelle che sieno degne del nome e della sapienza italiana. La fortuna e la vita (ì) Alcune cose in raccomandazione della cassa di risparmio ec. Seconda edizione. Lugo per Melandri i84o in 8.° di pag. 63. Varietà1 3j3 'ostinatamente ci combattono : onde se pochi gl'ingegni, pochis- simi son quelli che sappiano e vogliano trionfare dei favori del tempo. E questi pochi non amano gran fatto di scrivere bio- grafìe , riputandole forse leggiera impresa alla loro potenza. Quindi il gittarsi della minuta schiera letteraria a questo genere di comporre : intendervi come a cosa di facile lavoro e di larga gloria: sospirando quasi l'ultima ora d'un sapiente perchè ab- biano il destro a spacciare di codesta merce. Io giudico che da tal fonte si derivi la povertà delle biografie in Italia. La quale tanto più è a deplorare, quanto che esse sono opera di forte polso e di grave importanza, come di polso e d'importanza è la storia. Io ho letto la biografia che di Ovidio Nasone dettava At- to Vannucci: e l'averla trovata vicina alla perfezione, che da queste minori e personali storie si domanda , ha mosso le mie parole intorno a questo subietto- Gl'italiani deggiono esser grati al Yannucci. Imperciocché egli non discorse a modo di cronaca gonfia di pedantesco sentenziare i fatti del poeta latino: ma sep- pe con acuto ingegno entrare nelle ragioni della storia : esporre l'influenza che dalla civiltà religiosa, politica e letteraria dei ro- mani si derivò nel romano poeta; e la influenza che i cittadini ritrassero dalle sue poesie. Tutto vi è rintracciato filosoficamen- te, e con brevità accennato. Tutto è slorica ordinanza; e vestito di parola e di maniere italiane Ogni cosa è gravemente tempe- rata : ed è calda di un affetto sincero e libero, non poetico, ma intellettuale : quello che si vorrebbe nelle biografie, e che non sarà da sperare finché gì' indotti ed i servili vorranno farla da storici. L'esempio di Atto Vannucci valga a percuotere d'imita- zione il petto degli italiani non servili e non indotti. A. Stefanccci Al*. 3y4 V A R 1 E T A' Poesie scelte di Michelangelo Monti chierico delle scuole pie- Palermo , tipografia di Francesco Leo i83c). Poesie del conte Filippo Linati. Parma iSig. Zuffi e Gnoli. Discorsi. Parma, tipografia delle scienze i84o. Per auguste nozze in Parigi l'aprile deiranno i84o. Pisa i84<>- Amore è V egida della natura contra il vizio e il dolore. Di- scorso di Cecilia De Luna Folliero. Trieste i85g. l. JLn un volume bello di eleganza tipografica vanno raccolte le migliori poesie del Monti. E cerio era indegno fato eh' esse non si riproducessero per onore degl'italiani, e per profitto degli stu- diosi- Imperciocché questi, oltre che vi troveranno una tempera- ta splendidezza di fantasia , saranno paghi specialmente d' uà verseggiare grave, studiato e tornito alla maniera dei classici. Dei quali vi è acconciamente trasfuso il fiore delle voci e dei mo- di del dire poetico. Cosa che tanto rileva a questa nostra età in- docile d'ogni buono, e frenetica di desiderio per lo strano: schi- fa del proprio, e dell'altrui voluttuosa: senza senno, sapiente: e con viltà, orgogliosa. Lusinghiamoci che la voce dei pochi gene- rosi italiani punga di un qualche stimolo gli animi tralignati. a. Un picciolo libretto ci offre una vaga ghirlanda poetica in- tessuta dal conte Francesco Liliali. Nulla v* ha che appuntare intorno alla frase ed al linguaggio, che derivano dai tesori dei classici nostri. Vi è molta lode di fantasia e di cuore , che sono lo spirito delle muse, ed il balsamo dei carmi. Per tutto traspira quella malinconica impronta, che sembra oggidì essere il patrimo- nio delle poesie. Ben io che molti grideranno essere oramai stan- che le orecchie umane di raccogliere lamentazioni poetiche. Io non saprei che rispondere a costoro; se non che congratularmi lo- ro, ma poco invidiarli, che in mezzo agl'in finiti e pur troppo ve- raci dolori di una vita ognora più in angustie , sappiano nutrire in seno uno spirito di sì gelato epicureismo, che sieno desidero- si di un ridicolo riso, della volubilità di piaceri brevissimi e la- grimosi. 3. Sono degni di commendazione i due discorsi, l'uno dell* avv. Gio- Zuffi per l'apertura de'tnbunali nel ricostruite palaz- zo della ragione di Ferrar» nell'anno »84o ; e l'altro del conte trr. Tommaso Gnoli, della origine, utilità ed uffici dei confra- telli della morte. Tutti e due questi scritti sono di pulito dettato, Varietà' 3y5 e belli di utilità; discorrendo di materia proficua al vivere so- ciabile; e acconcia, specialmente quella del secondo , a stabilire quegli ordini di carità filantropica e cristiana , ebe ristorano di pietose cure e suffragi la miserabile condizione dei mortali. 4- Diremo parole di un canto per nozze del celebrttissimo Gio. Rosini. A me sembra che esso sia una gemma che splenda vivissima sopra le altre belle e molte sue poesie. Il Parini in ta- le subietto seppe trovare modi nuovi ed originali. Il Rosini fé' lo stesso, rivolgendo al Petrarca il sUo canto. E per fermo sem- bra che il cantore di Laura si fosse tragittato nel suo petto: tan- to è il lume che rifulge da quelle terzine venuste di forme e di pensieri peregrini e nuovi. Noi ci appelliamo a coloro che le hanno lette; e stimoliamo quelli che ne fossero digiuni perchè le leggano.- ed io affermo che fatto ciò non si terranno di rilegger- le più fiate, lodando il pisano poeta, che di frutti così belli ador- na il giardino dell'italiana letteratura. 5> Per ultimo ci Conduciamo ad accennare lo scritto di una donna napolitana: Amore è l'egida della natura contra il vizio e il dolore. E per verità vi si ravvisa tosto l'ardente immaginativa di una donna e di una napolitana: perchè vi troverai concetti fiorenti e fantastici. Ciò perdoniamo all' indole del sesso e del paese. Dobbiamo però encomiare l'intelletto dell'autrice, il qua- le sembra dilungarsi assai dalla condizione femminea , e con forza virile entrare nei segreti e nelle ragioni della natura e della filosofìa, e francamente camminare per gl'immensi paesi del mondo fisico e del morale. Seguiti codesta signora ad allegrare le lettere di cosi felici lavori, e ad onorare il suo sesso: che, tra- vagliandosi ancora più nello stilo e nel linguaggio dell'Alighieri e degli altri padri nostri, si leverà a più alta regione, e a con- seguire un alloro che ancora è vergine in Italia. A. S. A. NIHIL OBSTAT Fr. Io. Baptista Marrocu Min* Conv. Censor Theol. Dep. IMPRIMA TUR Fr. Doni. Buttaoni O. P. S. P. A. Mag» IMPRIMATUR A. Piatti Patriar» Antioch. Vicesg» 377 INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL TOMO LXXXV, VOLUMI 285, 2u4, 2o5 DEL GIORNALE ARCADICO. SCIÈNZE Chelini, Calori delle incognite nelle equa- zioni di primo grado ... . pag. 3 Buoncompagni, Biografia di Andrea Conti.» 12 Sorgoni, Cenni sulle cause delVappoplesia.» 20 Cappello, Bagni in Tivoli (art. III.) . » 35 Valori, Progressi delle scienze rapporto al- l'utilità ...... . ... » 60 Rosmini, Nuovo saggio sulV origine delle idee ( artic. penultimo ) . , . ■. » 83 Camilli, Diboscamento progressivo di alcu- ne vette delV apennino ec » ni Chimenz, Analisi comparativa delV ostetri- cia degli antichi con quella de' moderni. ii4 LETTERATURA Campanari, Specchio vulcente . , . » i38 Gennarelli, Alcuni specchi etrusci graffiti. » 168 Emiliani, Decadenza dell'agricoltura e del feudalismo in Italia » 190 378 Biondi , Saggio di lettere famigliari. . » 212 Vaccolini, Del ben tradurre Orazio (art.2.)» 273 Santucci , Volgarizzamento di alcuni epi- grammi greci. . » 287 Lopez , Sulla maggiore iscrizione della fon- tana di Perugia » 299 Bruti Liberati, Opuscoli » 3o6 Biancoli, Le maioliche , poemetto . . . « 3i3 Montanari, Traduzione del cap. IV del li- bro di Tobia . . ... .. . . . » 3 18 Poliziano e Cortesi , Lettere volgarizzate dal Montanari » 322 BELLE ARTI Lopez, Intorno due pittori parmensi, Vuno del secolo XI, V altro del secolo XI V.» 332 Migliarini , Sul giovane scultore Hiram Powers » 344 Varietà. Tavole meteorologiche. Hwwi \wm.imuitvem&jujaesruaBE5Pszm3B2 SeSKBBEOS^Zt ^j"^aiG3K3g?qry,^EzacgiBfciuv^^ajaf^rg7viy % Osservazioni Meteorologiche )[ Collegio Romano )( Ottobre 1840 Osservazioni Meteorologiche ){ Collegio Romano )( Novembre 1840. ... e o -J ■6 •7 .3 '9 20 2 1 u h Ore 1 Baromet. 1 Term. i5 8 10 2 T7- 5 .4 8 11 6 Terra max. oinelro min. J Igrom. Vento Pioggia Evapor. Stalo del Cieli mal. gì- ser. mal. ai- ti er. ;2SP°0 »» » i " * li 0 8 5 .5 7 7°* 9 5 7 4 9 9 t 11 8 4 9 4 4 8 3 ~3 4 3 6 5 1 Calma isso d ! Calma Calma SE d Calma 0 42 a 0 sereno uuv. spara, nuvoloso 1 0 j »> )» I i) 2 7 0 7 16 5 16 8 16 7 »» sereno mal. SÌ- ser. mal. Si- ser. 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Stato del Ci i 5S 0 5 nuvoloso coperto O 22 2 3 nuv. sp. coperto nuvoloso O 22 1 57 a a5 2 0 1 5 » M » It coperto o 45 0 67 a 0 nuvoloso i) „ piove 0 7 nuv. 6p. »» »» nuvoloso 1 0 sereno vap. neboios mi voi. sp. 1 9 coperto vaporoso coperto 2 92 0 23 1 0 1 0 5 nnv. sp, nuvoloso coperto nuv. sp. •«rena chiarissimo 1 « 1 0 ;; " 0 9 !> »» tt » ter. nuv. sp • »» »» n vsporol chiarissimo •i »> nuv. sp. nuvoloso 1 0 0 0 nuvoloso 3 61 I 1 o | „ pio^ o 45 I nuvoloso HBBM ■^ AVVISO Essendo frequentissime le ricliieste che si fanno al giornale arcadico, perchè diasi un indice generale alfabetico di tutte le materie fin qui trattate in esso , il Direttore ed i compilatori non hanno voluto rifiutarsi più ol- tre al comun desiderio : e quindi ci è grato di annunziare, che nel to- mo venturo si darà il detto indice dal gennaio 1819, in cui il giorna- le ebbe principio , fino al dicembre 1840. ,pn 1 fC^fW w© mz MS I 1 i| aagT&i 4.^35» +<3n»-fr-frf> GIORNALE DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI %}ot 2,56, %5t, a.58. INDICE GENERALE ROMA TIPOGRAFIA DELLE BELLE ARTI l84l 11 •*&■ GIORNALE A&G&BIGO D I TOMO LXXXVI GENNAIO, FEBBRAIO E MARZO UHI. INDICE GENERALE ROMA TIPOGRAFIA DELLE BELLE ARTI 1841 A SUA ECCELLENZA. il óìanot PRINCIPE D.PIETRO ODESCALCHI SEI DUCHI DEI» SIKMIO GRAN -CROCE DELL'ORDINE PONTIFICIO DI S. GREGORIO MAGNO COMMENDATORE DI QUELLO DI S. LEOPOLDO EC. BC. DIRETTORE DEL GIORNALE ARCADICO ECCELLENZA •ci. mostrare in qualche modo la gratitudine che da me si dove a alV E. V, per V onore che mi compartiva, sebben giovane e sconosciuto , nel por ~ mi fra il numero dei collaboratori del giornale arcadico , pensai fare pel medesimo alcun che di utile,. Quindi è che essendone a stampa 85 to- mi, ne ho compilato Vindice generale diviso in due parti. Nella prima si trovano i nomi di coloro che scrissero nel giornale, degli autori di opere intorno alle quali si dà giudizio , e di quelli di cui nelle varietà si fa brevemente parola. Espon- go nella seconda parte le materie , senza però sminuzzarle: pochissimo occupandomi delle varietà, e non toccando che i vocaboli ricchi di notizie, ovvero tratti da articoli sottoscritti colle lettere iniziali, oppure anonimi, e quindi non contempla- ti nella prima parte. Volendo estendere questa parte ad ogni minuzia, come taluno ha fatto (e IV valga per tutti il Foesio per Ippocrate) ne avrei formati parecchi volumi: ma tante minuterie avreb- bero resa a me la fatica gravosissima, e Vietile de- rivatone sarebbe stato ben piccolo. Quest'indice è principalmente diretto a for- nire il mezzo per ritrovare il molto buono che il giornale contiene, mancando una guida che la celebrità dei nomi e la ricchezza delle cose ne ad- diti. Ognuno, pei' poco che abbia adoperato ney suoi studi opere voluminose, ben conosce quanto di utilità arrechino gV indici generali, che i no- stri buoni antichi spesso ponevano nelle loro ope- re', come d'altronde, in quelle che ne mancano, quante diligenze siano necessarie per trarne le ri- cercate notizie, le quali spesso si raccolgono in- complete. In un giornale poi ove scrittori diversi di opiuaixienti , di nazione e di tempi ragionano intorno ad ogni luaidcva di scienze, lettere ed arti, parmi onesto, più che utile, doversi riputar ne- cessario. Così, dottissimo principe, se questa laboriosa impresa non addimostra Viugegno nùo d'altronde tenuissiiuo, sarà una prova della mia buona vo- lontà, dell'affetta a questo esimio giornale, e della devozione verso V Eccellenza Vostra, che a nobU lissimi natali unisce tanta dottrina e cortesia da esserne modella in questa classica terra. Dell'Eccellenza Vostra L umilissimo servo dott. Enrico Castreca Brunetti DEI COMPILATORI E COLLABORATORI DEL GIORNALE ARCADICO. D I IV E T T O II E S. E. il sig. principe D. PIETRO ODESCALCHI, presidente della pontificia acca lemia di archeo- logia, membro del collegio filologico dell'uni- versità romana. ^- diventi monsig. Giuseppe. \ Amati ab. Girolamo comp. (i^ ■J- Angeli cav. Luigi. Antaldi marcii. Antaldo. -|- Alitinovi march. Giuseppe. Armaroli conte Leopoldo. A squini conte Girolamo. Astolfi avvocato Angelo. B -J. Balbo conte Prospero Barlocci prof. Saverio. Bartolini monsig. Domenico. (i) Corap. significa compilatore. VI J. Bellenghi monsig. Albertino. A Berni degli intoni cav. Vincenzo. Betti prof. Salvatore corap. -}■ Betti avv. Teofilo. Bianchi Giordano march, di Montrone. Bianchini Antonio. J. Biondi march, cav. Luigi comp. Bonaparte principe d. Carlo. Sorelli dott. Ippolito. Borghesi Bartolomeo comp. J. Bo sellini avvocato Carlo. Brignoli di Brunhoff prof. Giovanni. Brighenti prof. Maurizio. J. Brocchi Giovanni. Brunati ab. Giuseppe. Buoncompagni Ludovisi d. Baldassare. •f Calandrelli ab. Giuseppe. Camilli avv. Stefano. Campanari marchese Secondiano. A Campanari Vincenzo. Canali prof. Luigi. A Cancellieri ab. Francesco. Canonici Fachini contessa Ginevra. Cantalamessa-Carboni Giacinto. Cappello prof. Agostino comp. X Cardinali Clemente. Cardinali cav. Luigi. Carnevali conte Eutimie Carpi dott. Pietro comp. Cassi conte Francesco. VII Castreca Brunetti dott. Enrico. Cecconi avvocato Luigi. .{- Cecilia Gianfrancesco. •J- Cesari p. ab. Antonio. Chelini p. Domenico. Ciampi cav. Sebastiano. ■J- Cicognara conte Leopoldo. Colonna cav. Vincenzo comp. •J- Conta' ab. Andrea. Co/ita* dott. Filippo. Coppi ab. Antonio. Corderò di s. Quintino cav. Giulio. .J. Costa prof. Paolo. D -|- J9e Angelis ab. Luigi. De-Crollis dott. Domenico comp. -j- De-Lama Pietro. Delia-Valle Cesare duca di Ventignano. \ Del Medico prof. Giuseppe comp. -f- Del Rosso prof. Giuseppe. /?e Luca ab. Antonino. Zte Minicis avv. Gaetano. Dìonigi-Orfei contessa Enricbetta. De Romanis cav. Filippo comp. \ De Rossi cav. Giangherardo. •J- Dumouchel prof. Stefano. E Emiliani Vincenzo Ercole. Vili Fabi-Montani cav. Francesco. Farini raonsig. Pellegrino. -J- Ferri di s. Constant conte Giovanni. Ferrucci avv. Luigi Crisostomo. Ferrucci prof. Michele. Fiorini Mazzanti Elisabetta. Folchi cav. Clemente. Folcili prof. Giacomo comp. Fontana Pietro comp. Franceschi-Ferrucci Caterina. •f Galeoni Napione conte cav. Gianfrancesco. Gennarelli Achille. Grifi cav. Luigi. •J. Guadagni avv. Francesco. Guzzoni degli Ancarani Carlo. I \ lordi av. Lodovico. L Labus cav. Giovanni. •f Lampredi ab. Urbano. •}- Leopardi conte Giacomo. •f Linotte cav. Lodovico. Lopez cav. Michele. ■ M Maggiorani prof. Carlo. Mai monsig. Angelo, poi eminetiss. cardinale. Malvica barone Ferdinando. Mamiani conte Giuseppe. Marchetti conte Giovanni. Marchi p. Giuseppe. Marcotulli dott. Luigi. \ Martorelli monsig. Luigi comp. Martucci Onorato. Musetti canonico Celestino. Massahò avv. ab. Antonio. \ Mecenate avv. Raffaele. Metaxà prof. Luigi. Montanari prof. Giuseppe Ignazio. •f Monti cav.. "Vincenzo. Mordani Filippo. -J- Morichini cav. Domenico. Morie! lini monsig. Carlo Luigi. 4- Mo schini ab. Gianantonio. Mustoxidi cav. Andrea. Muzzarelli monsig. Carlo Emmanuele. :in -j- Nardi ab. Luigi. \ Nibby prof. Antonio comp. O \ Oddi prof. Giuseppe. Orioli prof. Francesco. Paoli conte Domenico. \ Paradisi conte Giovanni. Peretti prof. Pietro. X Perticari conte Giulio comp. Peruzzi prof. Agostino. Petrucci march. Pietro. Pianciani p. Giambattista. Potetti cav. Luigi. Puccinotti prof. Francesco. Pungileoni p. Luigi. R Raggi aw. Oreste. Rambelli prof. Gianfrancesco. Ranalli Ferdinando. Riccardi dott. Gregorio. Ricci march. Amico. Roverella conte Gianantonio. ^.i?a^a avv. Pietro comp. •|. Salvagnoli Marchetti Giuseppe. iSaZei cav. Gaspare. Santarelli prof. Michele. Santucci ab. Domenico. Santucci ab. Loreto. Sclopis conte Federico. Secchi p. Gio. Pietro. Sorgoni dott. Angelo. XI -|- Staccoli Leopoldo. Strocchi cav. Dionigi. T •f Tambroni cav. Giuseppe comp. Tessieri p. Pietro. Thiersch cav. Federico. Tortelli dott. Giuseppe comp. Tortolini prof. Barnaba. Trompeo dott. cav. Benedetto. Vaccolini prof. Domenico. Valdrighi conte Mario. \ Valeriani ab. Orazio. Valori dott. Francesco. Venturoli prof. Giacomo. Vermiglioli cav. Giambatista. Vescovati Luigi. •f Viola Sante. Volpicela prof. Paolo. + Zwrfa p. abate d. Placido, poi eminent. card. XII AVVERTIMENTO Ogni tomo è composto di tre volumi ( corrispon- denti ai fascicoli ) e non debbonsi in modo al- cuno confondere tra loro. I tomi sono 85, i vo- lumi 255. Il tomo 53 è stato omesso per equivoco. Gli anni i834 e i835 sono stati pubblicati con- temporaneamente : sicché formano quattro to- mi, o sia un solo anno. PARTE PRIMA Ai brente Cirillo , Capolavori del teatro francese tradotti in lingua italiana, tora. 5i, pag. lift. Acerbi Enrico, Annotazioni di medicina pratica , toni. 5, n. 1G1. -Dottrina teorico-pratica del mor- bo petecchiale, tom. i5, p. 267. Acquisti Luigi, Slatua di una giovane baccante, tom. 1, pag. 3 io. Addison Guglielmo, Osservazioni sopra l'influenza del- la radiazione terrestre nel costituire i luoghi di inal'aria, tom. ^6. p. 47- Adelmi g Francesco, Notizia di tutte le lingue cono- sciute e de'loro diale Iti, tom. 7, p. 40 8. Adorni Giuseppe , Traduzione in terza rima della chioma di Berenice di Callimaco, e dell'epistola IX dilli' eroidi di Ovidio, tom. 35, p. 289. - Di un epitalamio di Catullo, ivi p. 241. - Intorno ad un discorso di Cesare Cantù sopra i vocabolari della lingua italiana, tom. 60, pi 35 1. Adorni Giovanni, Cenno necrologico intorno all'ai». Michele Colombo, tora. 76, p. 237. - Agli alun- ni della scuola militare, discorso, tom. 81, p. 366.- Vita del conte Stefano Sanvitalc, tom. 85, p. 369- a Adriani Gio. Battista, Sonetto, tona. i5, p. 244- * Endecasillabi toni. 19, p. n5. - Sua necrologia, tom. 32, p. 38g. Aghich Antonio, Endecasillabi, tom. 44> P- 229j e tom. 4°\ P- 369. Airenti Giuseppe, Lettera intorno la lavagna, tom. 5, pag. 26. - Lettera a Girolamo Amati, tom. 7, p. 4°9- - Iscrizioni inedite di Tommaso Belloro, tom. i5, p. 108. Agnello^ Vita di ... . tom. 60, p. 214» Agricola Filippo, Pitture tom. 1, pag. 4495 tom* 8, p. 419; tom- i3, p. i47> 42^j tom« 4r>' P- 9^. - Ritratti di Lodovico Ariosto e della donna di lui, tom. 33, p. 190. - Tavola rappresentante la sacra famiglia, tom. ^.o, p. 3o8; tom. 671 p. 333. -La Maddalena nel deserto, pittura, tom. 41» P- 275. - Quadro ad olio in tavola rappresentante Petrarca e Laura, tom. 49* P« 335. - Idem di Tasso ed Eleonora , tom. 55, p. 206. - Discorso recitato al- l' insigne e pontificia accademia di s. Luca nel giorno della premiazione scolastica l'anno i838, tom, 77, p. 292. Agretti Giovanni Battista, Testimonianze e confron- ti sul tempio di Marte in Todi, tom. 3,p. 3. A grippa M. Vipsanio. Vedi Mecenate Raffaele. Albani Francesco ( Vedi Astolfi av. Angelo ), 4 Fa- miglia Albani, tom. 6, p. 252. Albarelli Vordoni Teresa, Canto, tom. 42, p. 35 1. - Nuovi versi, tom. 54> p. 189. Alberghini Giuseppe, De alluvionibus et paludibus et pascuis ad alium statum translatis, tom. 1 , p. 4o8; tom. 4» P- 245* Alberti Leon Battista, Apologhi, tom. 3, p. 177. 3 Albertolli Giocondo, Biografia scritta da se medesi- mo, tom. 81, p. 353. Albites Gaetano, Prelezione recitata nel teatro ana- tomico di s. Giacomo in Augusta, tom. i, p. 388. Aldini Giovanni, Saggio di macchine per agevolare il legaménto del marmo e delle pietre dure, tom. 25, p. i33, Aldini Pier Vittorio, Gli antichi marmi comensi fi- gurati e letterati raccolti e dati in luce, tom. 66 p. 3i5. - Sopra un'antica moneta ili Lodi, tom 69, p. 126. - Breve compendio d'archeologia; idem di numismatica; idem di diplomatica, tom. 81 p. 134. Alessi Giuseppe, Elogio del cav. Giuseppe Gioeni de duchi di Angiò, tom. 24, p. 287, -Discorso su Caronda da Catania e le sue leggi, tom. 3g, p 364«- De siculo nummo urhis Galariae, tom. 74 p. 35o. Attemps Margherita, Lettere per nozze , tom. 38, p 349. - Volgarizzamento di alcune lettere di C Plinio Gecilio, tom. 60, p. 332. Altemps Serafino, Trattato dell'educazione de'figli di Plutarco volgarizzato, tom. 23, p. 249. - Canzo- ne per la solenne coronazione di Carlo X re d Francia, tom. 27, p. 36g. -Pittura di Alessan- dro Teerlink olandese, tom. 48, p. 36i.-Id. d Francesco Podesti, tom. 52, pag. 364- - Il genio della caccia e della pesca, scultura di Pietro Te uerani, t. 55, p. 21 t. _ Tavole sinottiche delle cose più notabili della città di Fermo di Giusep- pe Porti, tom. 67, p. 366. - Intorno 1' esilio di Dante, canto di Francesco Papalini, tom. 69, p. 128. -Intorno ad alcuni poeti della famiglia Pic- colomini di Siena, tom. 79, p. 366. 4 Alvarez Giuseppe, Gruppo di scultura, t. 29, p. 258» Amati Basilio, La battaglia delle vecchie e delle giova- ni, canti due di Francò Sacchetti pubblicati ed illuslrati, tom. 6., p. 45.- Esame di un manoscrit- to dei fioretti di s. Francesco esistente in Rimi- ni presso il Paolucci, tom. 43, p. n5.- Il li- bro dei costumi attribuito a Dionisio Catone, vol- garizzato nel buon secolo della lingua italiana , ed il manuale di Epitetto tradotto dal greco da Anton Maria Salvini, tom. 44» P- 191. -Vita di Cola di Rienzo pubblicala da Zeffirino Re, ivi pag. 221 . - Lettera sopra un antico codice di Alessandro di Hales, tom. 45, p. 86. -Emendazioni di alquan- ti testi volgari proposte per una ristampa, ivi p. 282. - Vite degl'illustri romani di Giuseppe Igna- zio Montanari, tom. 46, p. 107. - Suo elogio, tom. 47, p- i4?- — Delle origini romagnuole, tom. 49, p. 344. Amati Giacinto, Peregrinazione al gran san Bernardo, Losanna, Friburgo, Ginevra con una corsa a Lio- ne, a Parigi ed a Londra, tom. 79, p. 195. Amati Girolamo, Lapidi recentemente scoperte, tom. 5, pag. i45. - Scavo di villa Panfili, ivi p. 273. - Illustrazione di un'iscrizione greca, tom. 6, p. 25 1 ( con tav. ) - Dissertazione sopra un antico elmo campano di G. A. Guattani, tom. 7, p. 69. - Sul- l'iscrizione di un amuleto greco, ivi p. 168 ( con tav. ) - Sopra un' iscrizione greca scolpita in un antico elmo di bronzo, lettera del cav. D. Brond- sted, tom. 8, p. 273. - Iscrizione trovata a Tor Marancio, tom. 12, p. 121. - Osservazioni sopra una statuetta di bronzo rappresentante Apolline, ivi p. 329 (con tav. ) -Iscrizione greca metrica 5 spiegata, torti. i3, p. io3. - IJ. recentemente sco- perta nei contorni di Roma e nello stato, ivi p. 379. -Monumento de'Tolomei, tom. 14, p. 254.- Di un antico epitaffio greco spiegato da Filippo Mercuri, tom. i5, p. 171. -M. T. Ciceronis de republica edente Angelo Maio, tom. i7,p. 107.- Iscrizioni pregevoli scoperte recentemente , tom. 18, p. 97. - Frontonis fragmenta edente Angelo Maio, tom. 19, p. 2i3. - Syiloge inscriptionum antiquarum graecarum et latinarum editore Fride- nco Osann, tom. 22, p. 180. - Iscrizione, ivi p. 378; e tom. 41, p. 404. - Adunanza degli arcadi per l'esaltazione di Leone XII, tom. 23, p. 38.- Memorie raccolte da Francesco Cancellieri intor- no alla vita ed alle opere del cav. Giuseppe Er- rante, ivi p. 78. - Dei comizi centuriati presso i romani di Niebuhr, ivi p. no. -Dell'educazione dei figli di Plutarco tradotto da Serafino Altemps, ivi p. 249. - Egloghe di Sanazzarro tradotte dal cav. Luigi Biondi, ivi p. 376. - Marmi eruditi ed altri monumenti principali scoperti a Lorio sulla via Aurelia, tom. 24, p. 78. - Dei pregi dello stu- dio delle religioni cristiane in confronto dello stu- dio delle religioni false, ragionamento di monsig. Alessandro Lazzarini, tom. 25, p. 112. - Intorno alcuni monumenti epigrafici italiani, dissertazio- ne del dott. Giovanni Labus, ivi p. 348. - Degli emblemi o simboli dell'antichissimo sarcofago esi- stente nella cattedrale di Tortona, tom. 26 , p. 190. -Saggio di emendazioni al testo dell'amo- roso convivio di Dante Alighieri di Carlo Witte, tom. 27, pag. 204. -Delle opere di Lorenzo de Medici detto il magnifico, ivi p. 246. . Inscrintio- G.A.T.LXXXVI. \ l nes prò exequiis publicis Iosephi Franchi comi- tis a Pont auctore Carolo Boucherono; e notizie intorno alla vita ed agli studi del medesimo del conte Federico Sclopis, ivi p. 33g. - Dissertazio- ne del canonico Francesco Morelli in cui si sta- bilisce per ipotesi che Civita Castellana è l'anti- co Veio, tom. 28, pag. 267. - Iscrizioni antiche scoperte da non molto tempo, e meritevoli di es- ser poste a notizia dei dotti, ivi p. 345 e tom. 32. p. q/}.. - Canzone del trovatore Raimondo De Tors in lode della Toscana, tom. 3o, pag. 46. - Sopra un'iscrizione del teatro siracusano, lettera del dott. Federico Panofka, tom, 3i,p. 16. -Di un'epigrafe Ialina scoperta in Egitto, e dei pre- fetti di quella provincia dissertazione del dottor Giovanni Labus, ivi p. 187. - Opuscoli diversi di Francesco Maria Avellino, ivi p. 21 4- - L'antico marmo scritto appartenente alla colonia di Poz- zuoli illustrato dall'ab. Giovanni Battista Zanno- ni, Ioni. 33, p. 3^3. - Lettera del conte Girola- mo Asmi ini sopra un vecchio sigillo, e sugli an- tichi confini del territorio della provincia vero- nese col trentino, toni, 34, p. 236. - Intorno ad un antico monumento in marmo, discorso di Fran- cesco Antonio Pellicano, ivi p. 242. - Epigrammi antichi de' mezzi tempi e moderni pertinenti al- la città di Chieti di Gennaro Ravizza, tom. 35, p. 67, - Tavole greche di magistrali annuali sco- perte fra le rovine di Acre in Sicilia, ivi p. 33o,.- Scelta d'iscrizioni antiche recentemente scoperte, tom. 39, p. 2 i5. - Sulle origini gallo-celtiche del- l'Italia superiore, ivi p. 277. -Lettere di etrusca erudizione pubblicate dal cav. Francesco Inghi- rami, toni. 4<>, pag. 2i5.-Su la memoria sopra ■ 7 l'antico Casuentino tom. 4*> P- 33g. - Di alcuni vasi etruschi o italo -greci, tom. 42, p. 5G; tom. 43, p. 209; toni. 45, p- i3; tom. 48, p. 4^; tom. 49, p. 200; e tom. 54, p. 339, - L'areheografo trie- stino, tom. 44' P* 181. -De antiquilate, et varia Capiciorum fortuna Iosephi Capqce Latro, tom. 46» p. no. -Di un'antica iscrizione recentemente sco- perta, ivi p. 232. - Intorno un vaso creduto are- tino del museo di Volterra, ed intorno le terre cotte con bolli de'tempi romani, lettera del cav. Gio. Battista Zannoni, ivi p. 3 1 1. - Inno a Delo di Callimaco tradotto, tom. 48, p. 3o5. - Scelta d'i- scrizioni rinvenute nel sepolcro de'servi e de'li- berti della genie Volusia, tom. 5o, p. 25o. -Iscri- zione nomentana di molto pregio recentemente scoperta ; un'altra della campagna romana, ed al- cune non ben conosciute di Francia raccolte ne' suoi viaggi da Luigi Vescovali, tom. 56, p. 323.- Antiche iscrizioni perugine raccolte, dichiarate e pubblicate da Gio. Battista Vermiglioli, tom. 58, p. 293. - Suo elogio, tom. 61, p. 182. Amali Pascmale, Saggio di alcune incisioni in mar- mo, toni. 41» P- 399. - Sua vita, tomo 52, pag. 3 10. -Suo elogio, tom. 5y, p. 211. Ambrosoli Francesco, Antica versione dei commen- tari di Giulio Cesare riveduta, tom. 4*i P- 81.- Le storie di Ammiano Marcellino tradotte, tom. 45> P- 5g. Ammarinati Bartolomeo, Lettere inedite, t. /t, p. 387. Ammiano Marcellino. Vedi Ambrosoli Francesco , Cainilli Stefano. Ammirato Scipione, Congiura de'pazzi e guerra del- la repubblica fiorentina ec, toni. 3y, p. 3 80. 8 Ammonio monaco, Martirio de'santi padri volgariz- zamento fatto nel buon secolo della lingua, tom. 3o, p. 245. Anacreonte, Odi volgarizzate, tom. 21, p. 11 3. Andreozzi F Su di un dipinto del cav. Giovan- ni Silvagni, tom. 74, p. 288. Angeli Luigi, Sale marino uscito dalla piaga di un piede e reso per vomito, tom. 3 , pag. 3 89. - Il medico giovane al letto dell'ammalalo, tom. 32, p. i32. - Brevi cenni intorno alla sua vita, tomo 56, p. 62. Angelelli Massimiliano , Dell' educazione dei figli trattato di Plutarco tradotto, tom. ig, pag. 38i; e tom. 3i, p. 1 1 7. - Tragedie di Sofocle recate in versi italiani, tom. 21, p. 73; e tom. 29, p. i38. -Delle opere di Sinesio tradotte dal greco, tomo 36 , pag. 343. - Meli' ultimo giorno delle sue lezioni di greca letteratura dell'anno i835, gli scolari ed uditori, tom. 64. p. 208. Angelico R: P. da Filotlrano, Elogio funebre in mor- te di Serafina Gioachini Doni, tom. 47> P- 241. Angolucci Dario, Suo elogio tom. 3o, p. 29. Anguille si Giovanni, Sua necrologia, tom. 57, p. 36 1. Amilo da Viterbo, Vedi Carni Ili Stefano. Ansidci Francesco, La villa del colle, versi sciolti, tom. 65, p. 317. Antaldi Antaldo, Lettera tom. 4^, p. 252. Antinori Giuseppe, Prolusione per la solenne distri- buzione de'gradi e premi ai giovani studenti del- l'università di Perugia, tomo 5, pag. 124. -Poe- sie, tomo 11, pag. 326.- Canto funebre di Gio- vanni Rosini, tom. 12, p. 4I0--A.l mio bosco, canzone, tom. 16, p. 117. -In morte del conte 0 Giulio Perticari canto, ivi p. 406. - Sonetto, tom. 20, p. 275. -Elogio funebre del p. Ranieri Bini, tom. 28 , p. i43. - Dell' unione delle scienze e delle lettere colla religione discorso, tom. 33, p. 3oo. - Canzone, tom. 3g, p. 385. - Per la solen- ne apertura della perugina accademia di recita- zione, tom. 47) P- 2 23. Antolini Francesco, Lettere famigliari di celebri ita- liani antichi e moderni, tom. 3i, p. 238. - Tito Livio vendicato, tom. 41* P« 71- Apollonio Rodio, Vedi Bianchini Antonio, Dal Bor- go Baccio. Aponte Emmanuele, Suo elogio, tom. 5, pag. 3yo. Appedini Francesco Maria , De vita et scriptis B. Zamagnae, tom. 49> P- 346. Arago , Elogio storico di Alessandro Volta , tomo 63, p. 277. - Elogio di Poisson, tom. 84, p- 29. Aretino Pietro, Lettera inedita, tom. 3, p. 35 1. Arici Cesare, Buccolica di Virgilio tradotta, tom. 32, p. 223. - Versi sacri, tom. 47> P- 245. - Sua ne- crologia, tom. 68, p. 36o. Ariosto Lodovico, Epitalamio, tom. 62, p. 239, 35o; e toni. 63, p. igo. Arditi Michele , La legge petronia illustrata , tomo 4, p. 19. -Le tessere gladiatorie, memoria, tom. 65, p. 196. Armannino, La fiorita, tom. 8, p. 94. Armaroli Leopoldo, Dissertazione storico-critico-le- gale, tomo 9, pag. 1. - Sulla vera patria di Bar- tolomeo Eustachi, tomo io, pag. 7. - Sopra un metodo particolare di fare il vino, tom. 20, p. 80.- Lettera, tom. 22, p. 249. - Ricerche storiche sulla esposizione degl'infanti presso gli antichi popoli, e specialmente presso i romani, tom. 79, p. 237. 10 Arri Giovanni Antonio, Observationcs in quibusdam Abassidarum nurtimos, atque alia monumenta ara- bico-cufica, tom. 77, p. 211. Asdrubaìi Antonio, Caso di flebite, tom. 43 , pag. 20,7. - Caso di un vomito cronico, ivi p. 33 1. *• Progetto sopra un nuovo giornale di medicina , tom. 33, p. 280. - Sul sale amarissimo del sig. Ri- gatelli, osservazioni, tom. 35, p. 19. Aspasìo, Sua vita, tom. 69, p. 192. Asquini Girolamo, Sopra un vecchio sigillo, e su- gli antichi confini del territorio della provincia ve- ronese col trentino, tom. 34> p. 236. - Iscrizioni, tom. 57, pag. 395. - Sulle origini gallo-celtiche dell'Italia superiore, tom. 3g, p. 277. - Intorno al vero significato della parola carnario dato ad una contrada, e da questa alla chiesa di s. Pie- tro e suo piazzale dinanzi di Verona, colla in- terpretazione di due luoghi della divina comme- dia , tomo 59 , pag. 289. - Intorno al vero significato della parola cola usata da Dante nel- la divina commedia, torti. 61, p. i52.- Sopra un' antica lapida' inedita scoperta in Giulio Gamico, tom. 69, p. 125. Asti Magno Pietro, Poesie, tom. 65, p. 334- Astolfo Angelo, Del supremo dei beni e dei mali li- bri cinque di M. T. Cicerone volgarizzati da Te- resa Carniani Malvezzi, tom. 65, p. 253. -Intor- no a due operette di genere morale di Antonietta Tommasini , tom. 66, p. 34i.- Cenno storico e critico sulla vita e sulle opere di Francesco Al- bani pittore, tom. 69, p. 354 • ~ Sui vocabolari di patrio dialetto ( bolognese ) colle corrispondenze delle voci italiane, tom. 78, p. 49» - Degli studi i r e delle cittadine virtù dell'avv. Raffaello Tagliet- ti, lom. 82, p. 248. Aucher Gio. Battista, Chronicon Eusebii Pamphili in latinum conversum, notis auctum ec, toni. 5, p. 79, 207 e 352. - Severiani, sive Seberiani gaba- lorum episcopi, emese nsis, homeliae nunc primum «ditae, toni. 38, p. 366. Augustini s., Sermones nunc primum editi, tom. 6. p. 161. Aureli Filippo, Scultura, tom. 12, p. 263 (con tav.) Avellino Francesco Maria, Opuscoli diversi, tom. 3 1 , p. 2i4; tom. 74> P' 33i; e tom. 75, p. 34i. - Os- servazioni sopra un'epigrafe del museo borbonico nella quale si la menzione di Eprio Marcello con- sole ed oratore, tom. 5o, p. 3o5. - Descrizione di una casa pompeiana, tom. 80, p. 356. Ave traili Felice, Della macchina dell'IIunter per gli annegati, tom. 58, p. 371. Avetrani Filippo, Ragionamento di Favorino filoso- fo, e dialogo di Benedetto Menzini sul vano stu- dio della gloria, volgarizzati, tom. 45, p. 108. Avogadro Amadeo, Fisica de'corpi ponderabili, tom. 79, p. 104. Azuni Domenico Alberto, Della pubblica amministra- zione sanitaria in tempo di peste, toni. 7, p. 4*3. Azzarelli Michele, Teorica dei ponti militari, tom. 83, p. 171; e tomo 84, p. 58. ( con tav. ) Azzocchi Tommaso, Le favole dì Fedro recate in to- scana favella, tom. 19, p. 25 P« J^7' Baldi Bernardino, Lettere, tom. 4? P* 3 17; e tom. 6, p. 256. - Opuscolo inedito, tom. 43, p. 371. Baldini Gianfrancesco, Sui sepolcri degli antichi ro- mani, tom. 45, p. 229. Ballanti detto Graziarti Gio. Battista , Necrologia , tom. 65, p. 343. Ballanti Vincenzo, Vitruvio emendato ed illustrato dal march. Luigi Marini, tom. 73, p. 323; e tom. 74, p. i5o. Baluffi Gaetano, Dei siculi e della fondazione d'An- cona, tom. 14, p. 148. Bandettini Teresa, Poesie estemporanee, tom. 69, p. 79. - Suo elogio, tom. 70, p. 233. - Atti dell'ac- cademia reale lucchese in morte di lei, tom. 71, p. 34o. Baraldi Giuseppe, Cenni biografici e discorso intor- no la vita e le opere di lui, tom. 54, p. 186. Baratta Francesco, Pitture, tom. 22, p. 112. ■4 Barba Giuseppe, Erma del p. Daniello Bartoli scol- pita, tom. 4^i p- n5. Barbantini , Di un voluminoso calcolo della vesci- ca orinarla operato col taglio retto vescicale , tom. 5, p. 193. Barbaro Francesco, Sua biografia, tom. 70, p. 177; e tom. 76, p. 173. Barbieri Agostino , Sua necrologia, tom. 45, p. 298; e tom. 46, p. 248. Barbieri Gaetano, Romanzi storici di Walter Scott, tom. i5, p. 2 56. Barci G., Dell'utilità dell'equitazione nell'economia animale, tom. 34, p. 9. Bardi Luigi, Imperiale e reale galleria Pitti illustra- ta, tom. 79, p. 335. Baretti Giuseppe, La frusta letteraria, tom. 46, p. 207. Barlocci Saverio, Esame comparativo di alcune ipo- tesi relative all'elettricità atmosferica, tom. 2, p. 422. - Sul moto intestino de'solidi di Domenico Paoli, tom. 7, pag. 269. - Esperienze elettriche, tom. 9, p. 35o; tom. io, p. ^26; e tom. i3, p. 37. - Sul confronto dei circuiti elettrici coi cir- cuiti magnetici, e sul calore intestino della ter- ra del cav. Leopoldo Nobili, tom. 18, pag. 3o. - Considerazioni sopra i due sistemi ottici delle e- missioni e delle ondulazioni, tom. 18, p. i5o.- Rapporto degli esperimenti istituiti dai sig. Per- kins ed Oersted sulla compressibilità dell'acqua, tom. 21, p. 338. - Estratto della memoria dei sig. Colladon e Sturm sulla compressibilità dell'acqua, tom. 36, p. 3o8. - Sulla influenza della luce so- lare nella produzione dei fenomeni elettrici e ma- gnetici, toni. 41» P- x45- - Esposizione di alcune i5 nuove esperienze sul magnetismo della luce toni. /j.3, p. 12. - Ricerche per determinare la forza e- lastica del vapore dell'acqua ed alte temperatu- re, tom. 4^5 p» * •*" Ricerche fisi cocchi mi che sul lago Sabatino, tom. 46, p. 18. - Congetture sull' origine dell'elettricità atmosferica, ivi, p. 253.- Relazione Sui terremoti di Foligno e dell'Umbria accaduti nel gennaio del i83i, tom. 5i, pj 200.- Sulla scintillazione elettrica prodotta dall'azione della calamita, tom. 52, p. 279. - Lezioni di fi- sica sperimentale, tom. 69. p. 286; e tom. 71, p. 36. - Ricerche sul termo-elettricismo dinami- co , e luci-magnetico ed elettrico di Francesco Zantedeschi, tom. 78, p. 4_r* *■ Istruzione sui pa- rafulmini, lettera del prof. Elice, tom. 79, p. 24. Barocci Federico, tom. 6, p. 354- Barola Paolo, Luciani samosatensis dialogi ab Aloisio De Angelis nunc primum detecti, t. 18, p. 102. Barone Beniamino, Lettera di L. Anneo Seneca a Lucilio volgarizzata da Prospero Viani, tom. 73, p. ìo8. - Discorso sull'agricoltura dell'agro roma- no di Antonio Coppi, tom. 73, p. 109. Barotti Giovanni Andrea, La poetica di Marco Ge- ronimo Vida tradotta, tom. 75, p. 173. Barry Cornwal, Marziano Colonna novella italia- na, tom. 8, p. 274. Barlhèlemy, Lettere, tom. 74, p. 214. Bartoccinì D., Ritratti, tom. 81, p. 363. Bartoli Daniello, Sua erma, tomo /+6, pag. u5. - Esame della risposta di una scrittura il cui titolo è: Che orazione sia quella che chiamano di quiete, tom. 55, pag. 237. - Lettere inedite, tom. 62, p- 362; e tom. 75, p. 373. - Pi-ose scelte, tom. 71, p. 237; e tom. 73, p. 352. i6 Bartolini Domenico, Il cimitero di Aproniano detto anche di s. Eugenia sulla via latina, tom. 82, p. 161 ( con tav. ) Barzellotti Giacomo, Epitome delle istituzioni teo- rico-pratiche di materia medico-farmaceutica, tom. 3g, p. 373. - Questioni di medicina legale, tom. 70, p, 1; e tom. 75, p. 3. - Sua biografia scrit- ta da se medesimo, tom. 81, p. 5g. Barucchi Francesco , Sopra una moneta greco-egi- zia inedita del reale museo di Torino, tom. 77, p. 209. Baruffaldi Girolamo, Il canepaio, tom. 5o, p. 234. Baruzzi Cincinnato, Scultura, tom. i5, p. 391. - La Silvia ( statua ), tom. 35, p. 97. Basiletti Luigi, Pittura, tom. 4» P* I02 e 24°- Basilio s. Vedi Puoti Basilio. Bassanelli Luigi, Di un feto privo dello sterno, tom. i5, p. ii\ e tom* 'Gj P- 5o ( con tav. ) - Sopra il tremuoto che ha sofferto la città di Albano colle sue vicinanze dal giorno 2 1 maggio a tutto il dì 6 di dicembre 1829, tom. 44» P* ^7. Bassi Gio. Battista. - Pitture di paesi, tom. 2, pag. 277; e tom. 8, p. 25i. Battiferri Laura, tom. 6, p. 352. Battini Costantino, Apologia dei secoli barbari, tom. 21, p. 121. Battirelli TeoGlo, Sonetto sopra il gladiatore, tom. 3, p. i34- Battistini Francesco, Epigramma, tom. i3, p. 157.- Saggio di legislazione penale deli'av. Giacomo Pa- gnoncelli, tom. 24, p- 177- Baudana Vaccolini Gio. Battista, Iscrizioni , tom. 32, p. 23l. J7 Baumgartner Andrea, La fisica congiunta ©olle ma- tematiche, toni. 46, p. ijt. Bausset , Discours prononcè a l'occasion de la mort de M. le due di Richelieu, tom. i5, p. 242. Bazzarini Antonio, Discorso enciclopedico delle scien- ze, lettere ed arti, tom. 46, p. 120. Becchi Fruttuoso , Elogio del conte Leopoldo Ci- cognara, tom. 70, p. 336.- Rapporto letto all'a- dunanza tenuta dall'accademia della Crusca, tom. 75 , p. 375. - Elogio del cav. Giovanni Battista Zannoni, tom. 78, p. n3. Becci Gentile, tom. 6, p. 257. Berìlli Cesare, tom. 6, p. 255. Sedetti Mariano, Dissertazione sui vantaggi recati al- la civile società dai romani pontefici, tomo 55 , p. 3o6. Bellari Feo, Vita del B. Giovanni Colombini da Sie- na, tomo 52, p. 121. Bellani Angelo, La corona di ferro del regno d' Ita- lia, tomo 9, 61. - Sulle cause della rugiada, tomo 55, p. 298. Bellatreccia Bernardino, Saggio sulle grazie di stile, tomo 67, p. 284. Bellenghi Albertino, Lettera Ia sui programmi pro- posti con premio dall'accademia perugina d'inco- raggimento pel 1820 e 1821, tomo 5, p. 182.- Invenzione di una carta resistente all' umido ed al tarlo, tomo io, p. 208. - Oggetti mineralogici rinvenuti al Catria, tomo 12, p. 265. - Tentativi di Carlo Campioni per estrarre da vari vegetabili indigeni nuove qualità di carta, tomo i4? p« 3o5.~ Lettera inedita di Gio. Battista Passeri sulle mi- niere di rame del ducato d'Urbino, tom. 18, p. i8 361. -Sul pregio della basilica classense , e del suo monastero annesso in Ravenna, toni. 34, p. 3io. -Dello studio delle pitture delineate ne'vasi antichi detti etruschi, tomo 38, p. 207. - Osser- vazioni sulle gessaie del territorio senigagliese di Vito Procaccini Ricci, ivi, p. 872. - Notizie sulla storia naturale dell'isola di Sardegna, tomo 5j , p. 5o. - Sua necrologia, tomo 80, p. 83. Belli Andrea, Monumenti lapidari delle chiese e del- l'arch. di s. Maria in portico, delle grazie e della consolazione, tomo 47, P- 225. Belli Bartolomeo, Galateo dei causidici , tomo 81 , pag. 367. Belli Pasquale, Notizia intorno alla vita e alle ope- re sue, tomo 58, p. 35 7. Belli Tommaso, Lettera sulla scoperta dell'alabastro melleo, tomo 56, p. 7$. Bellini Gio. Battista, Sulla struttura dell'utero e sulle sue appartenenze, tomo 27, p. 2/j.. Belloc Pier Vincenzo, La Vierge au poisson de Ra- phael, nouvelle de ce tableau avec plusieurs des- sins, tomo 63, p. 229. Belloni Giuseppe, L'antica mitologia, tomo 3o, p. 240. Belloni Gio. Battista, Descrizione delle immagini di- pinte da Raffaello, tomo 12, p. 427. Belloro Tommaso, Iscrizioni inedite, tom. i5, p. 108. Bellotti Felice , Traduzione di Eschilo , tomo 1 1 , pag. 39i. Belzoppi Ignazio, Sonetto , tomo 9, pag. 3o8. -In morte di Antonio Onofri canzone, tomo 26, p. 327. Bembo Pietro, Lettere, tomo 4, p- 317. - Sonetto at- tribuito a lui, tomo 34, p. 70. - Sua vita descrit- 19 la in latino, da monsig. Giovanni Della Casa, tra- dotta, tomo 54, p. 240. Belici Antonio, Storia della guerra de'trent'anni, to- mo 14, p. 289. Benedetti Forestieri Francesco, Due elegie di Ti- bullo recate in terza rima italiana, tomo 18, p. 2o4- - Elegia terza del medesimo, t. 28, p. iLs.- Un sollievo nell'infermità, tomo 3o, p. 240. Benedetti Montevecchio Pompeo, Intorno ad alcuni oggetti di belle arti che sono in Mandavio, tomo 26, p. 241. - Sculture in avorio che si reputano del secolo XIII, tomo 27, p. 347. - Lettera pit- torica sopra un interressante quadro di Giorgio Barbarelli da Castelfranco, tomo 3o, pag. 385. - Saggio intorno le pitture di fra Filippo Lippi e di maestro Giovanni Ispano esistenti in Spoleto, tomo 37, p. 378. - Di maestro Gentile da Fabria- no, memorie pittoriche, tomo 48, p. in. Della diruta chiesa di s. Cipriano situata nel territorio di Campello presso Spoleto, tomo 59, p. 327. Benetti Giovanni, Poesie, tom. 34, p. 261. Beni Raffaele, tomo 6, p. 253. Benigni Fortunato, Sulla vera epoca della prima edi- zione della grammatica di Sulpizio Vendano, to- mo n, p. 243. Benincampi Teresa, Busto di Federico Cesi, scultu- ra, tomo 2, p. 274. ( con tav. ) Berard, Memoria sulla maturazione delle frutta , tomo 11, p. i58; e tomo 12, p. 25. Ber ardi Matteo, Sua necrologia, tomo 4$, p. 119. Ber gonzi Giuseppe, Storia della malattia epidemica che dominò nel territorio reggiano nel 1827, tomo 42, p. 290. 20 Bevlingevi Daniello, Elegia, tomo 25, p. 252. Bej'iiabò Silorata Pietro, I bachi da seta poema di Girolamo Vida recato in altrettanti versi italiani, tomo 43, p. 4°^- ~ Le eroine greche , componi- mento in terza rima, tomo 5 1, p. 362. - Medita- zioni poetiche, tomo 54, pag. 368. - Il libro dei salmi voltato in versi italiani, tomo 66, p. 3^0; tomo 67, p. 357; tomo 72, p. 371; e tomo 81, p. 362. - Carme a Maria Vergine liberatrice, to- mo 73, p. 354. Bernardo s. , Trattato della coscienza , volgarizza- mento dell'aureo secolo, tomo 4^, p. 34». Bermi Francesco, Poesie varie, tomo 83, p. 366. Bevili degli intoni Vincenzo, Versi latini, tomo 4> p. 335. - Canto bernesco, tomo 6, p. 416'--Pro~ spetto de' risultamene ottenuti nella clinica me- dica di Bologna dal prof, Giacomo Tommasini , tomo 7, p. i56. - Edizione bolognese di Dante con tavole, tomo 5, p. io4; e tomo 7, p. 36().- Discorso intorno alla prima e seconda parte del II tomo della zoologia di Camillo Ranzani, tomo 8, p. 122; e tomo 9, pag. 433. - Estratto degli opuscoli letterari di Bologna , tomo 2, p. 41 e ig5; tomo 3, pag. 21 e 328; tomo 4* p- 234? e tomo 5, p. 36o. - Divina commedia di Dante, tomo 5, p. io4; tomo 7 , p. 369 ; e tomo io, p. 123.- Della forza dell'eloquenza nella poesia, tomo 9, p. 80 e 253. - Discorso intorno alle poe- sie di Eustachio Manfredi, tomo 12, p. 58. -Poe- sia, tom. 12, p. 268. - Ricerche sulla cronologia dei re di Lidia del cav. Nicolò Fava Ghisilieri , tomo i3, p. 247. - Confronto fra l'adulatore di Carlo Goldoni e di Gio. -Battista Rousseau, tomo 21 i5, p. 89. - Francisci Orioli epistola in C. Vale- rium Catullum, tomo 16, p. 328. - Sulla storia della malattia per la quale morì il conte Giulio Perticari, di Giacomo Tommasini, tomo 17, pag. 354. - Osservazioni critiche sopra l'intendimento del cane, di Francesco Orioli, tomo 21, p. 148.- L'autore del giornale che ha per titolo il Novel- latore o le Fanfaluche non è il eh. sig. Fran- cesco Orioli, tomo 22, p. 343. - Della mitologia scandinava e degli scaldi , dissertazione dell' ab. Gio. Battista Bruni, tomo 27, p. 177. - Raccol- ta di molte storie riguardanti le malattie artitri- che, reumatiche, celtiche ec. di Tomasso Palazzi, tomo 28, p. 33. - Commedia, toni. 28, p. 370.» Lettera, tomo 29, p. 354- - Considerazioni sulle diverse censure fatte alle sue commedie dalla bi- blioteca italiana, tomo 32, p. 120. - Epigrammi di Zeffirino Re, tomo 35, p. 81. - Odi XXXIV ài Q. Orazio Fiacco, versione di Iacopo Landoni , tom. 35, p. 160. - Sua necrologia, t. 38, p. 292. Berruti S., Thaeses physiologichae, tomo 81, p. 29. Bertazzoli Francesco, Il mattino della donna cristia- na, canto, tomo 84, p- 359- Berti Giorgio, Pittura, tomo 9. p. 129. Berthier , Analisi del nikel arsenicale , e del nikel arsenicato di Allemont ( nel dipartimento del- l'Isere ), tomo 5, p. 198. -Analisi di due mine- rali zinciferi degli stati uniti di America, ivi, p. 345. Bertelli Francesco, Saggio di una teoria sull' equi- librio delle volte, tomo 68, p. 3o ( con !av. ) - Discorso sull'attuale occorrenza di osservazioni di- G.A.T.LXXXVI. 3 22 rette a perfezionare le forinole e le tavole del mo- vimento de'corpi celesti ec., tomo 68, p. 179. Bertoloni Antonio, Amoenitates italicae, tomo 3, p. 73. - Descrizione dei zafferani, tomo 3i, p. 276.- Descrizione di una nuova specie di lino , tomo 37, p. 58. -Elogio di Marcello Malpiglìi , tomo 5o, p. 74- - Flora italica, tomo 54, p. 376. -Bio- grafia di Ernesto Mauri, tomo 67, p. 20. Bertuccioli Luigi, Memoria intorno la vita del con- te Giulio Perticari, tomo 16, p. 370. Berzelius .... Analisi di alcuni minerali , tomo 4 » p. 36g. Besenghi degli Ugi .... Alcuni apologi , tomo 38, p. 350. Betti Cosmo, Iscrizione, tomo 6, p. 118. Betti Filippo, Intorno ad un passo di Dante nel can- to XI del purgatorio, tomo 81, p. i45. Betti Salvatore, Lettere del card. Pietro Bembo e di Bernardino Baldi ora per la prima volta date in luce, tomo 4- ?• 317. -Sonetto inedito di Tor- quato Tasso, tomo 5, pag. 101. -Ulphilae partes ineditae, ivi, pag. n3. - Versi inediti di Andrea da Vagliarana, ivi, p. 232. - Di uno scritto au- tografo di Pietro Perugino, ivi, p. 241. - Osser- vazioni sopra un frammento antico di bronzo rap- presentante Venere, ivi, p. 279.- Navis ragusea M. F. Gagliuffì eidillium, ivi, p. 4ot. - Sulla tra- duzione di Lucano del conte Cassi, tomo 6, p. 86. - Lettera a Girolamo Amati, ivi, p. 21 5. - Let- tere inedite del beato Giovanni Colombini di Sie- na , ivi, p. 332 e 412- -Due scritti inediti in- torno il sepolcro di papa Giulio II, ivi, p. 390.- DelP amor patrio di Dante di Giulio Perticari , 23 tomo 7, p. 91 e i84- - Intorno una iscrizione in onore del card. Litta, lettera, tomo 8, p. 67/- Osservazioni sull'opera di Armannino intitolata la Fiorita, ivi, p. 94. - Phylotea pronuba edyllium M. F. Gagliuffì, ivi, p. 207. - Istoria della conquista di Messico di Pietro Manzi, ivi, p. 219.- Let- tera al conte Francesco Cassi sulle iscrizioni di Gio. Battista Zannoni, tomo g. p. i/j-i» - Sull'e- dizione romana della divina commedia , tomo io, p. 392; e tomo i3, p. 287. - Dell' Erodiano tra- dotto da Pietro Manzi, tomo 11, p. 102. -Iscri- zioni, ivi, p. 253. - Cinque iscrizioni nuovamen- te trovate, ed un'elegia latina di Angelo Mai, to- mo 12, p. 92. -Alcune lettere sugli scultori Ti- ziano Aspetti e Girolamo Campagna, ivi, p. 108.- Notizie intorno Giacomo Pederzoli scritte da Fran- cesco Gambara, ivi, p. n5.- Nuovo colombario scoperto in Roma, tomo i3, p. 116. -Del cini- smo, discorso del march, di Montrone, ivi, p. i3o.- Busto di monsig. Angelo Mai scolpito dal Rinal- di, ivi, p. i53. - Cenno sulla lettera di Costanzo Gazzera intorno le opere di pittura e scultura e- sposte in Torino nel 1820, ivi, p. 284. - Pittu- re di Filippo Agricola, ivi, p. 420>- - Avvertimen- to, ivi, pag. 434- - Il riccio rapilo di Alessandro Pope tradotto, tomo 14, p. 272.- Fmendaziome di una ballata di Dante, e stampa di un sonetto attribuito al medesimo, tomo i5, p. 86. - Sulle rime di Michel' Angelo Buonarroti il vecchio, col comento di Gio. Biagioli , ivi, p. 21 5.- Sonetto di Dante emendato, torno 16, p. io5. - Dell'elo- gio di Ennio Quirino Visconti scritto dall'ab. Gio. Battista Zannoni , ivi, p. 269. - Sulle opere del *4 conte Giulio Perticavi , ivi, p. 284. - Lettera al Bay, Luigi Biondi , ivi, p. 4o5. - Sul canto del march. Giuseppe Antinori in morte del conte Giu- lio Perticati, ivi, p. 406. - Intorno la morte del conte Giulio Perticali, tomo 17, p. 4* --La ba- tracomiomachia tradotta da Paolo Costa , ivi , p. i34- -Della vita di monsig. Alessandro Maria Tassoni descritta da Luigi Biondi, ivi, p. t^.5.- Correzione di due versi di Ser Matteo del Ricco da Messina, ivi, p. 202.- Sulla voce strupo, ivi, pag. 4^4- _ Due elegie di Tibullo recale in terza rima da Francesco Benedetti Forestieri, tomo 18, p. 2o4- - Sigle greche spiegate dall'ab. Gio. Bat- tista Zannoni, ivi, pag. 252. - Intorno alcune ri- me del conte Carlo Pepoli, ivi, p. 252. - Intorno alcune stampe del conte Carlo Pepoli, ivi, pag. 327. - Amelie ou le manuserit de Thérése de L. par M. Martinetti, tom. ir), p. 74. - Dell'educa- zione dei figli, trattato di Plutarco tradotto dal marchese Massimiliano Angelelli, ivi, p. 38 1. - Elogio del conte Giulio Perticari composto da Pao- lo Costa, tomo 20, p. 257. - Tragedie di Sofo- cle recate in versi italiani dal marchese Massimi- liano Angelelli, tomo 21, p. 73. - Le egloghe pe- scatone di Azzio Sincero Sanazzarro recate in ver- si italiani dal cav. Luigi Biondi, ivi, pag. 56 1.- Yersi di Paolo Costa, tomo 22, p. 333. - Intor- no al ragionamento del marchese Cesare Lucche- sini sull'istituzione della vera tragedia greca per opera di Eschilo, dialogo, tomo 24, p. 180. - Ode del cav. Vincenzo Monti, tomo a5, p. 21/^. -E- dipo nel bosco delle Eumenidi, tragedia di Gio. Battista Niccolini, tomo 27, p. 32. - Sui versi di 25 Caterina Franceschi Ferrucci, ivi, pag. 826. - Le cento novelle antiche secondo l'edizione del i525 corrette ed illustrate con note dall'afe; Michele Co- lombo , ivi, p. 358. - Medea dramma tragico di Giovanni Battista Niccolini, tomo 28, pag. 0,0,. - Delle poesie italiane di Angelo Poliziano , tomo 29, p. 2o5. - Matilde episodio tratto dal poema eroico la Tunisiade, ivi, p. 263. - La prigione di Torquato Tasso, versi del conte Carlo Pepoli, ivi, pag. 275. -Sui manoscritti commenti alla divina commedia di Dante del prof. Luigi Maria Rezzi, tomo 3o, p. 123. - Alcuni iscrizioni di Giuseppe Manuzzi non più stampate, ivi, p. 25o. - Senten- ze e detti memorabili d'antichi e di moderni au- tori raccolte dalla contessa Anna Pepoli, tomo 3 1, p. 23. - Il Tambruni, ossia de'classici e de'roman- tici dialogo , ivi, p. 281. - Sulle memorie e do- cumenti per servire all'istoria del ducato di Luc- ca, ivi, pag. 387. - Pittura del cav. Gio. Battista Wicar, tomo 32 , p. 244* - Canto per nozze, di Giuseppe Borghi, ivi, p. 376. - Manfredi re, stan- ze inedite, tomo 33, p. 107. - Del convito di Dan- te Alighieri ridotto a lezione migliore, ivi, p. 36 1 .- Sulla traduzione di Pindaro del Lucchesini, tomo 34, p. 188. - Memorie intorno alla vita ed agli scritti di Veronica Gainbara, scritte dal p. Luigi Pungileoni, ivi, p. 38i. - Il Messia egloga di A- lessandro Pope, traduzione della contessa Teresa Carniani Malvezzi, tomo 35, p. 33 1. - Due poe- sie di Torquato Tasso intorno all'amor suo colla principessa Eleonora d'Este pubblicate ora per la prima volta, tomo 36, p. ii4~ Delle opere di Sinesio tradotte dal greco da Massimiliano Au- 26 gelelli, ivi, p. 343. - Versi di Torquato Tasso pub- blicati dal conte Mario Valdrighi, ivi, p. 358. - Prose, tomo 37 , p. 191. -Lettera per nozze di donna Margherita d'Altemps, tomo 33, p. 34g.- Severiani, sive Siberiani gabalorum episcopi etne- sensis, homeliae nunc primum editae per Iohan. Bapt. Aucher, ivi, p. 366. - L'ode VI del libro III di Orazio volgarizzata dall'ab. Loreto Santucci , tomo 39, p. 25o. - Intorno all'interpretazione di alcuni passi della divina commedia, ivi, p. 264.- Collezione delle migliori omelie de'santi padri gre- ci volgarizzate da Antonio Bianchini, ivi, p. 352.- Necrologia del cav. Vincenzo Monti, ivi, p. 4°3-- Properzia De Rossi rappresentazione tragica di Paolo Costa, tomo 4° » P- 2^9* " Cenni intorno alla vita ed alle opere del cav. Vincenzo Monti scritti da Giovanni Antonio Maggi, ivi, p. 339.- Interpretazione della parola fulvido nel canto XXX, verso 62 del paradiso, tomo 3i, p. 25 1.- Lettera di Domenico Vaccolini sopra un luogo di Dante nel canto I del purgatorio, ivi, p. 283. - Nuova interpretazione di un verso di Dante, di- scorso delPav. Carlo Fea, tomo 42j P- i3o. -De laudibus Leonis XJJ, oratio habita a Paulo Del Signore, ivi, p. i32. - Delle pitture a fresco ope- rate dal cav. Pietro Benvenuti nel reale palazzo dei Pitti, dichiarazione di Melchior Missirini, ivi, p. 396. - Sopra il famoso fanciullo Vincenzo Zuc- caro epistola di Ferdinai.du Malvica, ivi, p. 3g8-. Del monumento sepolcrale di Torquato Tasso, let- tera del cav. Luigi Cardinali, tomo 43, p. 118.- Vita nuova di Dante Alighieri, ivi, p. 119. -E- sempi morali scelti dallo specchio -di vera peni- 27 tenza di fra Iacopo Passayanti dal marchese Ales- sandro Baldassini, ivi, p. 254- - Opuscolo inedi- to di Bernardino Baldi, e versi del conte Teren- zio Mamiani della Rovere, ivi, p. 3yi. -Manuale di Epitetto, traduzione di Lazzaro Papi, colla ta- vola di Cebete tradotta dal marchese Cesare Luc- chesini, tomo 44» P- 35 7. - Vie d'Agricola par Ta- cite traduite par Napoleon Louis Bonaparte, ivi.- Michaelis Ferrucci, De vita et scriplis Lucae Stul- li commentarius a Catharina Franceschia Ferrac- cia italice redditus, ivi, p. 359. - Elogio del cav. Gaspare Landi, tomo 45, p^ 287. - Intorno ad al- cuni versi del paradiso di Dante, tomo 46, p. 32q.- Vita e avventure di Marco Pacini pisano, poe- ma romantico in sestine di Giovanni Rosini, to- mo 47 1 P- T94« ~ Scultura del cav. Antonio So- la, ivi, p. 204 ( con tav. ) - Per la solenne aper- tura della perugina accademia di recitazione, di- scorso del marchese Giuseppe Antinori , ivi , p. 223. -Elogio funebre nella morte di Serafino Gioac- chini Doni recitato dal p. Angelo di Filottrano, ivi, p. 241. -Elogio di Giambattista Martinetti, tomo 48, p. io5.-Sul verso di Dante: « Poscia più che il dolor potè il digiuno »: lettera di Lui- gi Muzzi, ivi, p. 291. -Elogio del cav. Ippolito Pindemonte scritto dal prof. Giovanni Rosini, to- mo 49 > P« 3oi. - Notizie dei professori Giuseppe Antonio Gualtani , cav. Francesco Massimiliano Laboureur, cav. Girolamo Scaccia e cav. France- sco Manno, tomo 5i, pag. 91. - Memorie della nunziatura del card. Bartolomeo Pacca al tratto del Reno, tomo 52, p. 94. - La georgica di Vir- gilio tradotta dal marchese Luigi Biondi, tomo 5/h 2» p. i56. - Nuovi versi di Teresa Albarelli-Vordoni veronese, ivi, p. 189. - Discorso detto agli alunni dell'insigne e pontificia accademia romana di s. Luca nella distribuzione dei premi scolastici, ivi, p. 355. - Alcune emendazioni all'edizione zanno- niana del tesoretto di Brunetto Latini, tomo 55, p. 126.- La statua di Mosè scolpita da Miche- langelo Buonarroti, ed ultimamente condotta in melallo dorato nell'officina di Filippo Borgognoni, ivi, pag. 200. - Lettera sull' interpretazione di un passo delle georgiche di Virgilio, ivi, pag. 334- - Per la premiazione dell'anno i833, discorso re- citato agli alunni dell'insigne e pontificia accade- mia di s. Luca, tomo 58, p. 347. -Notizie in- torno alla vita ed alle opere di Pasquale Belli , ivi, p. 357. -Della utilità dello studio delle let- tere umane, orazione di s. Basilio Magno dal gre- co idioma voltata in toscano da Basilio Puoti : Dello studio delle scienze e delle lettere, e del loro vero scopo, discorso del medesimo, ivi, pag. 56q. - Notizia intorno alla vita ed alle opere del cav. Gio. Battista Wicar, tomo 60, p. 292. - Sag- gio filosofico sopra un mezzo di migliorare i gio- vani, ragionalo sugl'intimi rapporti ira la sapien- za, la religione, la morale e la felicità, di Ceci- lia De Luna Folliero, tomo 61, p. 242. - Perla premiazione dell'anno 1 834, discorso recitalo agli alunni dell'insigne e poni iiieia accademia romana di s. Luca, tomo 62, p. 204. - Discorso nell'an- nunciare air accademia stessa la morie di s. in. l'imperadore Francesco I d'Austria socio d'onore» ivi, p. 33/|. - lupiter, recherches sur ce dieu, sur son culle , ci sur les monumens qui le repre- 29 gentent , ovrage de le Emeric David , tomo 63, pag. 201. - Inscriptiones Caroli Boucheronii, ivi, p. 233. - Canto epico di Giovanni Rosini, tomo 64, p. i43« - Lettere, ivi, p. 332; e tomo 69, p. 347- - Sagra famiglia, pitlura del cavaliere Filip- po Agricola, tomo 67, pag. 333. - Elogio di An- tonio Cesari di Tommaso Azzocchi, ivi, p. 35o. - Del soverchio rigore dei grammatici, discorso pri- mo dell'av. Luigi Fornaciari, ivi, p. 35 1 .-Biografia di Ernesto Mauri scritta da Filippo Gerardi, ivi, p. 354« - Sugli scherzi anacreontici del marchese Luigi Biondi, tomo 68, p. 294. - Caroli Bouche- ronii oratio hahita in regio taurinensi atheneo an- no i835, ivi, p. 370. - Bartoli, prose scelte, tomo 71, p, 237. - Le favole di Fedro tradotte da mon- sig, Tommaso Azzocchi, ivi, p. 3oi. - La divina commedia ridotta a miglior lezione coll'aiulo di vari testi a penna da Gio. Ballista Niccolini, Gi- no Capponi, Giuseppe Borghi e Fruttuoso Bec- chi, ivi, p. 349. - Sulla vita e sulle opere dell' ab. Domenico Scinà, discorso del barone Vincen- zo Morlillaro, ivi, p. 352.- Degli antichissimi ge- ni e soprattutto di quello della vittoria, tomo 72, p. 23o. - Lettera sulla statua tudertina del museo gregoriano, ivi, p. 258. - In morte di Paolo Co- sta, terza rima del marchese Antonio Tanari, ivi, p. 3 60. - Lettera di Giuseppe Ignazio Montanari in morte della con lessa Elena Cassi Schiavini , ivi, p. 365. - Notizie sloriche intorno alla vita ed agli scritti di monsig. Francesco Pacca pubblicate dal card. Bartolomeo Pacca, tomo 73, p. 343.- Volgarizzamento di maestro Donato da Casentino dell' opera di Gio. Boccaccio De claris mulie-. 3q ribus, ivi, p. 344* - In funere serenissimi Anto-, nii Saxoniae regis, oratio habita ab Angelo Mai, tomo 74> p. 173. -Opere di pittura e di scultu- ra condotte da alcuni accademici di s. Luca de- scritte, tomo 74, p. 3o3; e tomo 77, p. 307. - Lettere inedite e rare di Daniello Bartoli, tomo yS, p. 373. - Sopra uno specchio etrusco di bron->. zo congetture dell'av. Gaetano De Minicis; Sopra alcune antiche iscrizioni trovate recentemente in Fermo, discorso del medesimo, ivi, p. 38 1.-. Del- la maniera di studiare l'eloquenza e la lingua ita- liana libri due di Basilio Puoti, tomo 79, p. 35y — Sulla moneta grave del museo kircherian.o, tomo 81, p. 275. -Intorno alle antiche pitture dell'O- mero ambrosiano, e de'Virgili vaticani , osserva-, zioni, tomo 82, p. 208. - Necrologia di Clemen- te Cardinali, ivi, pag. 229. - Intorno la moneta gallica di Tatino, tomo 84, p. i/+j. -Delia vita, e dei costumi di Luigi Manfredi Maderni scritta, dal p. Carlo Grossi, tomo 85, p. 354- Betti Teofilo, Sopra un quadro del cav. Gio. Batti- sta Wicar, tomo 5, p. ^26. - Principii della stam- pa in Perugia e suoi progressi fino al secolo XV, di Giovanni Battista Vermiglioli, tomo 7, p. 395.- Dissertazione storico-acritica di Michelangelo Lan- ci sugli Omireni e loro x forma di scrivere , tomo 8, p. 385; e tomo 9, p. 108. - Riflessioni sull' opera intitolata degli uomini illustri di Urbino , ivi, p. 392; tomo io, p. 148; tomo 11, p. 5a e 339. - Iliadis antiquissima fragmenta cum pictu- ris, tomo io, p. 72 e 242; e tomo 11. p. 181.- Assisi città serafica ec, del p. Domenico Bru- schelli, tomo 12, p. 76. - Risposta alla lettera di 3i un'anonimo, tomo 14, p. 3g5. - Dell' istoria di Milano del cav. Carlo de Rosmini, t. 16, p. 343.- Brevi memorie del march, don Francesco Mon- tino Borbon del Monte, tomo 19, p. 265. Beudani , Ricerche sopra le cause che possono far Variare le forme cristalline, tomo 1, p. 137, 1S7 e 290. Beverini Bartolomeo, Annales ab origine lucensis ur- bis, tomo 5i, p. 112. Bevilacqua Aldobrandini Gherardo , Le belle arti applicate ai bisogni ed agli usi della vita umana, tomo 42> P* 384. Bevilacqua Lanzise Ignazio, Saggio di statistica del- la città di Verona, tomo 23, p. 107. Biagioli G., Vedi Buonarroti Michelangelo. Biagioli Niccola, Sua necrologia, tomo 5q , p. 3 16. Bianchi Giordano marchese di Moiilrone, Del cini- smo, tomo 8, p. 279; e tomo i3, p. i3i.- Poe- sie saere, tomo 37, p. 261. -La passione di Cri- sto N. S. poema in ottava rima ridotto a miglior lezione, tomo 38, p. 364- Bianchini Antonio, Traduzione in. versi latini di un passo di Apollonio Rodio, tomo 34, p. 344- - Col- lezione delle migliori omelìe de'santi padri greci volgarizzate, tomo 35, p. 241; tomo 39, p. 352; e tom. 46, p. 366.- Necrologia di Niccola Poggioli, tomo 38, p. 395. - Nel dì natalizio di Maddalena Pelzet, allegoria, tomo ^5., p. 78. -Erma del p. Daniello Bartoli collocata nella protomoteca del campidoglio scolpita da Giuseppe Barba, tomo 46, p. n 5. - Tucidide, della guerra del Peloponneso libri Vili, tradotti dal cav. Pietro Manzi, ivi, p. 226.- Epigramma di Faustino Gagliuffi, ivi,'p. 23 1.- 32 Un miracolo di s. Francesco di Paola, e s. Gre- gorio inviante i missionari in Inghilterra, dipinti dal barone Vincenzo Camuccini, ivi, pag. 36o.- F rammenti di C. Rabirio poeta, da Giuseppe Igna- zio Montanari tradotti ed illustrati, tomo 4?> p« 333. - Favole nuove del prof. Cosimo Calvelli , tomo 54, p. 2o5. - Lezioni di prospettiva pratica d'Ippolito Caffi esposte, tomo 63, p. 227. Bianchini Francesco , La storia universale provata con monumenti e figurata con simboli degli an- tichi, tomo 34, p. 363. Biancoli Alessandro, Georgica di Virgilio volgarizza- ta, tomo 3o, p. 36i. Bienaimè, Lavori di scultura, tomo 72, p. 349- Biolchini Pietro, Praecipuorum plnlosophiae systema- tum disquisitio historica Aloisii Bonelli, tomo y3, p. 89. - Necrologia del prof. Alessandro Pieri, to- mo 77, p. 84- - Imperatori et regi Ferdinando I ad coronanti ferream suscipiendam ec, gratulalio Antonii Mazzetti, tomo 84, p. 327. Biondi Luigi, Dialogo inedito di Gian Vincenzo Gra- vina intorno alla lingua toscana, tomo 1, p. 33.- Cava di antichità, ivi, p. 66 ( con tav. ) - Iscri- zioni nomenlane, tomo 2, p. 202 e 33 1; tomo 3, p. 184.- Cantica in morte di una fanciulla, ivi, p. 320. - Sulla felicità dell'uomo e della don- na, tomo 5, p. 243. - Illustrazione di un'antica iscrizione trovata nelle maremme senesi , tomo 6, p. 363. - Illustrazione di un verso di Torqua- to Tasso, tomo 8, p. /fi. - Notizie intorno il co- dice vaticano ottoboniano num. 2229 contenente poesie di Torquato Tasso, ivi, p. 41 1- - Della can- zone inedita di Ricciardo degli Albizi, tomo io, 33 pk 38 1. - Delle poesie del marchese Giuseppe An- tinori, tomo i j, p. 3a6. - Onori parentali a Dan- te, lettera, ivi, p. 36g ( con tav. ) - Intorno una satira di Cino da Pistoia, tomo i3, p. 388. - Ne- crologia di Giulio Perticari, tomo i/h p. I. - Io- seplii Petrucci et Vincentii Fugae selecta carmi- na, tomo 16, p. 255; tomo 17, p. 234; e tomo 19, p. 208. -Inno a Cerere, tomo 16. p. 287.- Vita di monsig. Alessandro Maria Tassoni, tomo 17, p. i45. - Lei (era a Salvatore Betti, ivi, pag. 289; e tomo 18, pag. 243. - In morte del conte Giulio Perticari, cantica, tomo 19, pag. 5i.-In morte di Vittorio Emmanuele I re di Sardegna, capitolo, tomo 21, p. 262. -Le egloghe pescato- rie di Azzio Sincero Sanazzarro recate in versi italiani, ivi, p. 36 1 ; e tomo 23 , p. 376. - Di- chiarazione di Dante, ragionamento, ivi, p. 52; tomo 27, p. 3o2; tomo 29, p. 1 13 ; tomo 3i, p. 3 16; tomo 32, p. i93; tomo 33, p. 344, t. 36, p. 95, 3i3 e 389; t. 37, p. 274; t. 42, p. 341; tomo 44, p. 317; e tomo 49, p. 260. -Lettera, tomo 24, p. io4; e t. 34, p. 256. - Sulle imprese di Anna Perotta, leggenda, ivi, p. 244. - Versio- ne latina di un'epigramma di Gian Carlo di Ne- gro, ivi, p. 377. - Le dicerie di ser Filippo Ceffi, tomo 27, p. 65 e 223. - Lettera nella quale si dimostra che alcune favole di Esopo volgarizzate nel buon secolo della lingua erano scritte in ver- so, tomo 28, p. 88. - Amore incatenato, anacreon- tica di donna Erminia Caefani, tomo 33, p. i52.- Ragionamento intorno i ritratti di Lodovico Ario- sto e della donna di lui, dipinti dal cav. Filippo Agricola, tomo 33, p. 190. - Epigrammi del Ga- 34 gliuffi, ivi, pag. 224. - La riedificazione della ba- silica di s. Paolo, terzine, tomo 37, pag. 164.- La Maddalena nel deserto, pittura del cavaliere Filippo Agricola , tomo 41 s Pag- 275. - Sulla presidenza delle acque e strade , e sua giurisdi- zione economica , opera di Niccola Maria Nico- lai, tomo 43, pag. 238. - Intorno ad alcune ar- guzie e piccole composizioni degne di memoria, tomo 47 > pag- 3i5. - La georgica di Virgilio tradotta in terza rima, tomo 54, pag. i56. - Di- scorso letto nella reale accademia delle belle arti di Torino in occasione dell'apertura dell'anno ac- cademico i83i-i832, ivi, p. 207. - Intorno al ri- tratto della marchesa Maria Maddalena Crosa di Vergagni, dipinto del cav. Ferdinando Cavalieri, ivi, p. 365. - Pittura di Anna de' Fratnicli Sal- votti, tomo 55, p. 190. - Intorno le opere artisti- che dei sudditi di sua maestà sarda , esposte in Roma alla pubblica vista nell'aprile del i833, to- mo 56, p. 161. - Canzone sullo scoprimento del- le ossa di Raffaello, tomo 58, p. 123.* Il natale di Roma celebrato dalla pontificia accademia ro- mana di archeologia, l'anno dell'E. V. i834, del- la fondazione della città 2583, tomo 60, p. 119.- Inno ad Urania dell'ab. Domenico Santucci, to- mo 61, pag. 220. - Del troppo e del poco nella educazione di Pellegrino Farini, ivi, p. 221. -Di una novella antica scritta nel buon secolo della lingua, ivi. - Intorno al restauramento del palaz- zo pontificio lateranense, torno 63, p. 32i.-La battaglia di Costantino disegnata da Raffaello, di- pinta da Giulio Romano, incisa da Luigi Fabri, tomo 66, p. 246. - L'elegia V del libro II di Al- 35 bio Tibullo volgarizzata, ivi, pag. 3o5. - Scherzi anacreontici, tomo 68, p. 294- - Dell'arte poetica, sermoni quattro di Paolo Costa, tomo 69, p. 65.- Inno alla provvidenza di Caterina Franceschi Fer- rucci, ivi, pag. i32.-Le opere di Àlbio Tibullo tradotte in terza rima, tomo 76, pag. 1 1 1 . - Sua necrologia, tomo 80, p. ^Sj. - Orazione funebre ne'suoi funerali tomo 83, p. 263. - Saggio di let- tere famigliari, tomo 85, p. 212. Bio?ieì Vedi Missiroli Domenico. Blsazza Felice, L'apocalisse ridotta in versi italiani, tomo 53, p. 353. - Della dignità poetica coll'o- razione di Cicerone prò Archia poeta, messa in volgare, tomo 77, p. 3/|.2. Biscarra, Pittura, tomo 2, p. 45/}.. Bivona Andrea, Della deglutizione de' fluidi , tomo 82, p. 141. Boccaccio Giovanni, Intorno un antico poema attri- buito a lui, tomo 1, p. 1. - Volgarizzamento di Tito Livio attribuito a lui, tomo 54» p« a3i. - Vedi Donato da Casentino. Boissonade Giovanni Francesco, Lucae Holstenii epi- stolae ad diversosv tomo 4i P- 58. Boiti Antonio , Osservazioni intorno ad un nuovo metodo di amministrare il decotto della corteccia delle radici di melograno contro il verme tenia, tomo 3i, p. 3. Bolaffi Raffaele, Volgarizzamento della XII eroide di Ovidio, tomo 34, p. 382. Bolognini Amorini Antonio, Traduzione della dis- sertazione sulle alluvioni ec, dell' av. Giuseppe Alberghini, tomo 4t P> 245. - Vita di Pio Pan- fili, tomo 65, p. 3 ii. -Le vite di Lodovico, Ago- 36 stino, Annibale ed altri dei Caracci , tomo 85, pag. 359. Bomba Gio. Battista, De pontificibus medicis, tomo 11, p. 352. - Orario Inibita in academia lynceo- rum, tomo 14, p. 34g. - Socrate chimico, disser- tazione, tomo Sg, p. 211. Bombelli Filippo, Pittura, tomo 5, p. 280; e tomo 8, p. 257. Bonnani Cesidio, Elementa iuris criminalis, tomo 80, p. 176. Bonapavte Carlo Luciano, Saggio di una distribu- zione metodica degli animali vertebrati, tomo 49, p. 3; e tomo 52, p. 129. -Tavola analitica dei cbelonii o testuggini, tomo 69, p. 54» -Di una nuova lucertola che è in Francia , tomo 79, p. 3 ( con tav. ) Bonaparte Luigi Napoleone, Vie d'Agricola par Ta- cite traduite, tomo 44-» P- ^57. - Suite des essais de versification d'apres le methode propose en 18 19, tomo 14» p- 125; e tomo 21, p. 87 e 25 1. BonarelU Guidobaldo, tomo 6, p. 258; e tomo 7, pag. 101. Boriati Teodoro, Suo elogio, tomo 52, p. 252. Bonaventura Federico, tomo 6, p. 254- Boncompagni Ludovisi Baldassare, Biografia di Giu- seppe Calandrelli, tomo 82, p. 149. - Biografia di Andrea Conti, tomo 85, p. 12. Bondi Clemente, Vedi Pezzana Angelo. Bonelli Luigi, Praecipuorum phylosophiae systematum disquisitio historica, tomo 73, p. 89. Bolliteci Anicio, Alcuni versi, tomo 47» P- 366. Borda Andrea, Iscrizioni, tomo 7, p. 4T0- - Fasci- culum inscriptionum, tomo 22, p. 376. '7 Sorelli Ippolito, Analisi dei forni amenti della mate- ria medica, tomo 17, p. i85 e 3o5; tomo 19 , p. 129; e tomo 21, p. 1. - Intorno alla memoria del dott. Maurizio Bufalini la quale ottene Vac- cessit della società italiana delle scienze residente in Modena, tomo 27, p. 129. - Prospetto delle principali malattie curate nell'anno scolastico i833 e i834 nella clinica chirurgica lucchese , tomo 66, p. 2^5; e tomo 67, p. 1.- Della necessità di sottoporre in medicina le proprie osservazioni ed i propri giudizi alle osservazioni ed ai giudizi dei periti dell'arte, tomo 73, p. 232. Sorelli Pasquale, Elogio dedicato alla memoria del cav. Paolo Niccola Giampaolo, tomo 58, p. 323. Sorgia Camillo, Viaggio da Napoli a Tunisi, tomo 12, p. 323. Borghesi Bartolomeo, Museo lapidario vaticano, to- mo 1, p. 55, 178 e 335; e tomo 3, p. 55. - Fi- gulina di Domizia Lucilla madre deirimperadore Marco Aurelio, tomo 1, p. 35q ( con tav. ) - Eu- sebii Pamphylii chronicon, tomo 5, p. 79, 207 e 352. - Di un'ara antica scoperta in Hainburgo pub- blicata da Giovanni Labus, tomo 7, p. 376 ; e tomo 8, p. 53. - Nuovi frammenti dei fasti capi- tolini illustrati, tomo 9, p. 435. - Lettera sul cip- po migliare di Verona, tomo io, p. 211. -Os- servazioni numismatiche, tomo 12, p. 1 83 e 373; tomo i3, p. 65 e 342; tomo i/h p. 355; tomo i5, p. 41 e 3o3; tomo 16, p. 2o3 ; tomo 17, p. 56 e 365; tomo 18, p. 36; tomo 24, p. 290; tomo 25, p. 67 e 359; tomo 26, p. 53; tomo 28, p. 64 e 208; tomo 36, p. 65 e 32o; tomo 4o, p. 180; tomo 65, p. 102; e tomo 84, p. 168.- G.A.T.LXXXVI. 4 38 Nuovo digesto pubblicato da Angelo Mai, t. 22, p. 48. - Iscrizione, t. 26, p. 249; e t. /hi, p. 402.- Intorno a due antiche iscrizioni di Urbisaglia, to- mo 32, p. i63. - Scriptorum veterum nova col- lectio e valicanis codicibus edita ab Angelo Mai, tomo 4r> P- 965 tomo 42> P- J77 e 332. -Illu- strazione di un marmo interessante scoperto nel- la basilica di s. Paolo, tomo 46» p. 174* -Intor- no a due iscrizioni di Ottavia figliuola di Augu- sto recentemente scoperte in Roma, tomo 49» P» 23o. - Osservazioni intorno un'iscrizione veneta, ivi, p. 280. - Sopra due tessere gladiatorie conso- lari scoperte ultimamente in Roma, tomo 54j P« 66. - Frammento di l'asti sacerdotali illustrato, to- rno 66, p. 167. -Sopra un'iscrizione del console L. Rurbuleio Optato Ligariano serbata nel reale museo di Napoli, tomo 77, p. 190. - Sopra il se- polcro di Marco \ergilio Eurisace, t. 80, p. 358. Borghesi Pietro, Suo elogio, tomo 44» P- 323. Borghi Giuseppe, Canio per nozze, tomo 32, p. 376.- Le odi di Pindaro tradotte, tomo 36, p. 3oi. Bor sieri Gio. Battista, Istituzioni di medicina prati- ca, tomo 4) P- II9> tomo 6, p. 121; tomo 16, p, no; tomo 18, p. 25o; tomo 21, p. 22; tomo 24, p. 257. Bor son Stefano, Sua necrologia, tomo 6i, p. 3-5. Borzaghi Ignazio, Versi per nozze, tomo 37, p. 3y5.- Stanze, tomo 40. p. 343. - Epistola, t, 64, p- 368. Boseìlini Carlo, Osservazioni critiche sopra alcuni principii riguardo alle scienze economiche propo- sti da Melchior Gioia, tomo i5, p. 2 85; tomo 16, p. 16 e 2^7; tomo 17, p. 23, 170 e 344-" Os- servazioni sopra alcune massime riguardanti le un- 39 posizioni proposte dal Sismondi, tomo 20, p. 9.- Osservazioni sul sistema di successione delle leg- gi inglesi, tomo 24, p- 87. -Pensieri sui mezzi di sostenere l'agricoltura italiana, tomo 22, p. 32.- Progressi delle scienze economiche sino al termi- nare del secolo passato, tomo 25, p. a3o; e to- mo 26, p. 5. - Progressi delle scienze economi- che dal principio del secolo fino al presente, to- mo 27, p. 267; tomo 28, p. 5o e 194? e tomo 29, p. 54 e 175. - Sua necrologia, t. 38, p. 387. Botta Carlo, Perchè possano gl'italiani far versi non rimati, tomo 16, p. 1 iG. - Lettera, tomo 87, p. 366. -Vedi Lanza Pietro. Bottazzi Giuseppe Antonio, Degli emblemi e simboli dell' antichissimo sarcofago esistente nella catte- drale di Tortona, tomo 26, p. 190. Bottini Girolamo, Saggio sul moto rotatorio del me- diterraneo, tomo 64» P- 57. Botto G. D., Notizie intorno all'azione chimica del- le calamite elettriche, tomo 55, p. 352. - Sull'a- zione chimica delle correnti termo-elettriche, ivi, pag. 354. Boucheron Carlo, De Iosepho Vernazza, tomo i5, p. 124. - Inscriptiones prò execpjiis publicis Vi- ctorii Emanuelis regis, tomo 21, p. 385.- Iscri- zioni, tomo 25, p. 241; e tomo 35, pag. 38o.- Inscriptiones prò exequiis publicis Iosephi Fran- chi comitis a Pont, tomo 27, p. 339. - Orationes habitae in regio taurinensi athenaeo , tomo 29 , p. i36. - De Thoma Valperga Calusio, tomo 5g, p. 236. - Inscriptiones, tomo 63, p. 233. - Oratio habita in regio taurinensi athenaeo an. i835, to- mo 69, p. 370. - Idem i838, tomo 70, p. 348.- 4o Specimen inscriptionum latinarum, tomo 74, P* 141. -Sua necrologia, tomo 80, p. 64. Braconnot Enrico, Effetti dell'acido solforico sopra alcune sostanze vegetabili ed animali, t. 6, p. 277. Bragaglia Antonmaria, Dissertazione politico-medi- ca sull'idrofobia, tomo 38, p. 269. Bru guidi Gio. Damasceno, Sua necrologia, tomo 42, p. 269. - Sua vita, tomo 5o, p. 212. Bragazzi Giuseppe, Elementi dell'arte logica, tomo 62, p. 353. Bramante, tomo 6, p. 355. Brambilla Giuseppe, Il libro di Lucio Anneo Sene- ca intorno alla provvidenza, recato in italiano , tomo 69, p. ^75. Br andarti Federico, tomo 6, pag. 357. - Sue notizie istoriche, tomo 3i, p. 36 1. Brande, Elementi di geologia, tomo 79, p. 356; e tomo 82, p. 57. Brandi Francesco Uguccione, tomo 6, p. 253. Brandimarte Antonio, Sull'emendazione di un luogo di Plinio seniore nella descrizione del Piceno, to- mo 20, p. 41^- Breislak Scipione, Istituzioni geologiche, t. 1, p. 3o6. Bremser , Dei vermi viventi negli uomini viventi , tomo 6, p. 287; e tomo io, p. 16. Brera Luigi Valeriano, Circolare, tomo 4? P- 120.- Nuovi commentari di medicina e di chirurgia, to- mo 5, p. 287. - Prospetto dei risultamenti otte- nuti nella clinica medica di Padova nel 1817-18, v tomo 6, p. 3o3; t. 7, p. ho. -Idem del 1823-24, tomo 3^., p. 32; e tomo 36, p. 287. - Commen- tario clinico per la cura dell'idrofobia, tomo io, p. 3o. - Sull'uso dell'aconito napello, tomo ai, p. 4' 279. -Intorno alla nuova china Scolorata, tomo 25, p. 275; e tomo 2G, p. 266. - Nuovo deside- ratum di chine vere e di specie affini, torno 44, p. 252. - Quadro nosografico clinico di generale risultamene delle malattie trattate nella clinica medica di Padova dal 1809 al l8s5, tomo 45, pag. 320. Bresciani Antonio, Saggio di alcune voci toscane di arti e mestieri e cose domestiche, t. 83, p. 332. Bignardelli Clemente, Orazioni sacre, t. 79. p. 356. Brighenti Maurizio, Lettera a S. E. don Pietro O- descalchi, tomo 16, p. 214. - Istituzioni di archi- tettura statica ed idraulica di Niccola Cavalieri, tomo 33, p. 35o. -Lettere intorno al belvedere di s. Benedetto in Pesaro, tomo /to, p. 357. Brignoli di Brunnhoff Giovanni, Florae italicae de- scriptiones et icones, tomo 6, p. 269. - Intorno il monumento di Ercole Rinaldo III duca di Mo- dena, opera del Pisani, tomo 7, p. 248.- Confet- ture intorno ad un' umetta sepolcrale del secolo XIV, tomo 14, p. 4j5.- Notizie intorno le sca- vazioni dell'antica città di Foro-Giulio, tomo 17, p. 4oo. - Intorno le belle arti che si coltivano in Modena, tomo 24, p. 23o. Brocchi Giovanni , Dello stato fisico del suolo di Roma, t. io, p. 342; t. n, p. 3; e t. 17, p. r. Brognoli Antonio, Vedi Gambara Francesco. Brognolo Benedetto, Sue notizie, tomo 39, p. 3i9. Brondsted D., Sopra un'iscrizione greca scolpita in un antico elmo di bronzo ec, tomo 8, p. 373. Bruccdassi Niccola, Poesie, tomo 9, p. 433. Brumai Giuseppe , Musei kircheriani inscriptiones etnicae et christianae, tomo 75, p. 3i8. -Di un' 42 antica stauroteca istoriata che si conserva nella vecchia cattedrale di Brescia, tomo 78,pag. 228 ( con tav. ) - De christianorum veterum monumen- torum in rem hiblicam utilitate dissertatio, tomo 70, p. 216. -Due ragionamenti letti l'anno 1837 ai chierici del seminario di Brescia, t. 80, p. 40. Bruned Luigi, Sopra i circoli osculatori delle curve, memoria, tomo 84, p- 35g. Brunetti Giulio, Lettere, tomo 12, p. m. Bruni Bartolomeo, Versione dell'ode di Saffo a Ve- nere, tomo 34» p. 260. Bruni Giacomo , Memorie sulla vita e sugli scritti di Albio Tibullo, tomo 76, pag. 120. -Vita Ser. Sulpicii Rufi, tomo 79, p. 245. Bruni Gio. Battista, Della magna Grecia e della scuo- la italica, tomo 3, p. 21. - Della mitologia scan- dinava e degli scaldi, tomo 27, p, 177. Brunfault, Intorno all'estrazione dello zucchero dal- le barbabietole, tomo 3o, p. i36 e 282. Brusaferri Antonio, Iscrizioni, tomo 60, p. 344- Bruschelli Domenico, Assisi città serafica e santuari che la decorano, tomo 12, p. 76. - Origine e pro- gressi della filosofia, tomo 47 » P- I22« - Praele- ctiones elementares logico-metaphysicae, tomo 54, p. 242; e tomo 64» p. 219. - Sulla logica o pri- mo trattato del corso di filosofia di Antonio Giu- sti, tomo 73, p. 34. Bruschi Domenico, Corso di materia medica, tomo 35, p. 379. Bruschi Secondiano, Orazione funebre di Francesco I imperadore di Austria, tomo (>4> P- 214. Bruti Liberali Filippo, Opuscoli vari, t. 85. p. 3o6. Bucci Francesco, Osservazioni pratiche di chirurgia, t. 09, p. 73; tomo 41» P- 2i5; et. 62^.257. 43 Bufalini Maurizio, Sull'eccitabilità ed eccitamento, tomo 25, p. i3t) ; e tomo 2G , p. 129 e 257.- De mcdicamentorum virtutibus recle diiudicandis, tomo 2j, p. 287. - Fondamenti di patologia ana- litica, tomo 4i, p. 17; e tomo 48, p. 197. Buffa Francesco, Sulla febbre peteccbiale, tomo 5, p. 173. -Caso di cistitide con raccolta straordi- naria di calcoli, tomo 12, p. /j.3. Buonfìglio Antonio, La bellezza della natura, inni; Alla terra inno del medesimo, tomo 77, p. 3/(.6; e tomo 80, p. 246. Buonvisi Francesco , Memorie per servire alla sua storia politica, tomo 6, p. 337. Burrow F. P., Vedi Baldassini Francesco. Bussato Marco, Sua vita, tomo 58, p. 282. Buzoni Luigi, Intorno la necessità di un linguaggio uniforme e comune ai medici legali , ed ai giu- dici criminali nella denunzia delle ferite , tomo 46, p. 298; e tomo 4g, p. 129. Bjrron, L'Italia, tomo 3, p. 141. Cacavax A., Disceptatio clinica de arachnoitc, tomo 38, p. 33. Cacciatore Nicolò , Esercizio di geometria e trigo- nometria sferica, tomo 74, p. 35 1. Cadmo, Vedi Bagnoli Pietro. Cadet Socrate, Cenni per la storia medica del cho- lera contagioso in Roma nell'anno 1837 » tomo 73, p, 190 ( con tav. ). Cadoliìii Ignazio Giovanni , Discorsi sacri ed acca- demici ce, tomo 67, p. 358. 44 Caetani Erminia, Amore incatenato anacreontica, to- mo 33, p. i5a. Gagnola Luigi, Sua necrologia, tomo 60, p. 357. Cagnoli Agostino, Versi, tomo 64, p. 21 3; e tomo 71, p. 332. Caii, Institutionum commentarli IV, tomo i3,p. 1. Calandrelli Antonio, Dei delitti di religione, trattato di -giurisprudenza criminale, tomo 36, p. 400- Calandrelli Domenico, Dimostrazione geometrica del- la distanza del sole dalla terra, tomo 40, p. 373 ( con tav. ) - Relazione dello sperimento della sca- la , ossia del nuovo metodo per misurare la di- stanza del sole dalla terra, tomo 44' P* 3. Calandrelli Giuseppe, Opuscoli astronomici, tomo 1, p. 95 a 227; tomo 14, p- 297; tomo i5, p. 14 e 148; e tomo 24, p. 63. - Del calendario grego- riano e dell'astronomia romana, notizie storiche, tomo 2, p. 4°4; tomo 3, p. 235, 278 e 356.- Formole pel conteggio aritmetico dell'aureo nu- mero, dell'epatta gregoriana ec, tomo 4? P- 83. - Forinole analitiche della pasqua, tomo 16, p, 172.- Sua necrologia, tomo 38, p. 39 1. - Sua biografia, tomo 82, p. 149. Calbi Ruggero, Sua vita, tomo 66, p. 140. Calcagnini Tommaso Guido, Della vita e degli scrit- ti di monsig. Celio Calcagnini, tomo 1, p. 80. Caldani Floriano, Nuovi comentari di medicina e di chirurgia, tomo 5, p. 287. - Discorso funebre nelle solenni esequie del dott. Girolamo Melandri-Con- tessi, tomo 57, p. 344- Calderon della Barca Pietro, Teatro, t. 23, p. 1 17. Cale f fi Giuseppe , Sulle vicende della filosofia ce. , tomo 83, p. 364- 45 Calindri Gabriele, Saggio geografico-statistico-storico dello stato pontificio, tomo 49» P« 303. Callimachi, Hymni in latina carmina conversi, tomo 4, p. 2^4- - Vedi Adorni Giuseppe, Amati Giro- lamo. Calvelli Cosimo, Favole nuove, tomo 54» p- 2o5. Calvi Marco Fabio, Sua vita, tomo 56, p. 120. Calvino Giuseppe Marco, Sua necrologia, tomo 60, pag. 36 1. Camilli Stefano, Notizie sulla famiglia Paleologa, to- mo 14, p. 96. - Sul geofagismo, ossia sull'uso di alcuni individui e popoli di mangiare la terra, to- mo 23, p. 3. - Lettera sopra due esperimenti fi- sici, tomo 37, p. i5g. - Sulla macchina e mole trionfale che annualmente si costruisce e traspor- ta per la città di Viterbo, tomo 39, pag. 339.- Sull'applicabilità del vapore delle acque termali al movimento di macchine opificiarie, tomo 4°» p. 149. - Sistema di compensazione e di assicu- razione mutua dai danni meteorici nei principali prodotti rurali, tomo 42, p. 273. - Cenni sopra il celebre Annio da Viterbo, e su d' un preteso geroglifico egiziano esprimente la venuta di Osi- ride in Italia, tomo 45, pag. 5 1. - Sulla capitale dell' antica Etruria , e sulla relativa archeologia dell'odierno Viterbo, ivi, pag. i3o.- Sulla in- nocuità ed utilità delle macchine opificiarie spe- cialmente nello stato pontificio; tomo 49» P- 83.- Proposta di sperienze per la coltivazione del riso in orti galleggianti, tomo 49» P- 166. -Esposi- zione di un passo di Ammiano Marcellino (Jib. 17, cap. 7 ) sulle vicende geologiche, e sul ca- stello Succumio repentinamente ingoiato nella re- 46 gione cimina, tomo 6 1, p. 46. - Risultamene del- la coltura di alcune piante esotiche in Viterbo , tomo 70, p. io5. -Sul diboscamento degli apen- nini, tomo 85, p. 91. Campana Antonio, Causa delle febbri intermittenti che si attribuiscono all'aria cattiva, tomo io, p. 297. - Sua necrologia, tomo 55, p. 363. Campanari Secondiano, Degli antichi tuscaniensi, e dei vari modi di seppellire in Tuscania, tomo 73, p. 49- - Antichi vasi dipinti della collezione Feoli descritti, ivi, p. 35i; e tomo 75, p. 358. - In- torno alla statua tudertina del museo gregoriano, tomo 75, p. i85. -Pitture delle grotte tarquinie- si, tomo 77, p. 252. - Intorno ad un vaso fittile trovato a Norcia, tomo 82, p. 289 ( con tav. ) - Dei primi popoli abitatori d'Italia, tomo 84 » p» 241.- Di uno specchio vulcente, tomo 85, p. i38. Campanari Vincenzo, La caduta della Marta presso Toscanella poemetto, tomo 6, pag. 421.- Lettera sopra un'urna etnisca, tomo 28, p. 25o. - Sopra la grande lapida etrusca rinvenuta in Perugia, to- mo 34, p. 47 e 2°6j e tomo 35, p. 170. Campagna Giuseppe, Buondelmonte poemetto, tomo 36, p. 400- Campagna Luigi, L'abate Gioacchino leggenda, tomo 43, p. 4°6. Campioni Carlo, Tentativi per estrarre da vari vege- tabili indigeni nuove qualità di carta, t. i4»P« 3o5. Camporese Pietro, Raccolta di monumenti e fabbri- che del XV e XVI secolo, tomo 3i, p. 102. Camuccini Vincenzo, Pitture, tomo i,p. 447-"Un miracolo di s. Francesco di Paola, e s. Gregorio inviante i missionari nell'Inghilterra, dipinti, to- mo 46$ p. 30o. 47 Canali Luigi , Sulla classe dei corpi ai quali si è creduto appartenere il dorino, il iodio , e sugli acidi che ne risultano ec, tomo 12, p. 129 e 273.- Delle lodi del dott. Felice Santi, t. i5, p. 127.- Sopra i paragrandini di Fholard, tomo 19, p. 273. Cancelliere Michele, Sul nuovo corso di studi pro- posto dallo stahilimento letterario tipografico dell' Ateneo, e sulla privativa da esso domandata, con- siderazioni, tomo 55, p. 16. Cancellieri Francesco, Lettera a monsig. Tommaso Guido Calcagnini iti lode del suo comentario, to- mo 1, p. 80. - Dissertazione epistolare sopra due iscrizioni delle martiri Simplicia ed Orsa, tomo 5, p. 376. -Notizie della venuta in Roma di Ca- nuto II e di Cristiano I re di Danimarca, negli anni 2027 e i474 j e di Federico IV giunto a Firenze con animo di venirvi nel 1708, tomo 6, pag. 235. -Lettera al p. don Ottavio Fraia-Fran- gipane, ivi, p. 4^17. -Iscrizioni, tomo 7, p. 261; e tomo 23, p. 119. -Lettera sopra la permanen- za di Federico IV re di Danimarca in Firenze, tomo 9, p. 100 e 289. - Lettera sopra la visita dei sacri limini della basilica vaticana ed ostien- se, e sul denaro di s. Pietro, tomo io, p. 264.- Sopra la statua di Mosè del Buonarroti, tomo 18, p. 197. -Prospetto della storia dell'accademia dei lincei, tomo 19, p. 118. -Notizie sopra l'origine e l'uso dell'anello pescatorio , e notizie istoriche delle stagioni e siti diversi in cui sono stati te- nuti i conclavi in Roma, tomo 21, p. 272.- No- tizie istoriche della chiesa di s. Maria in Iulia , di s. Giovanni Calihita ec. , tomo 22, p. 245.- Memoria intorno alla vita ed alle opere di Giù- 48 seppe Errante, tomo 23, p. 78. - Epigramma, to- mo 23, p. 252; e tomo 25, p. 127. - Epigrammi di Raimondo Cunicli pubblicati, tomo 25, p. 49 e 206; tomo 26, p. 83 e 214; tomo 27, p. 56 e ig5. -Elegia, tomo 3i, p. 246. - Lettera all' e- minentissimo Pallotta, ivi, p. 386. -Suo elogio, tomo 56, p. 347- - Vedi Di Velo Gio. Egidio. Canina Luigi, L'architettura dei principali popoli con- siderata nei monumenti, tomo 3g, p. 335. - Ope- re diverse, tomo 78, p. 106. - Descrizione di Ce- re antica ed in particolare del monumento sepol- crale scoperto l'anno i836, tomo 79, p. 184. - Descrizione del luogo denominato anticamente la Speranza vecchia, del monumento delle acque Clau- dia ed Aniene nuova, e del sepolcro di M. Ver- gaio Eurisace, tomo 80, p. 358. Canonici Facilini Ginevra, sull' educazione e dire- zione dei grandi conservatori, tomo 22, p. i58.- Prospetto biografico delle donne italiane rinoma- te in letteratura, tomo 25, p. 125; e tomo 29, p. 74. - Della prigione di Torquato Tasso, tomo 36, p. 349. - Dell'educazione delle fanciulle del volgo, tomo 38, p. i32. Canova Antonio, Lettres ecrites de Londres à Rome sur les marbres d'Elgin, tomo 1, pag. i49> 287 e 433; tomo 8, pag. 260; e tomo io, pag. 283.- Sepolcro degli Stuardi in Vaticano, tomo 3 , p. 4o5.- Teseo che abbatte un centauro, scultura colossale, tomo 7, pag. 401. - Scultura, tomo i3, pag. j4i- - Sua necrologia, tomo 16, p. I. - Sag- gio sulla sua vita e opere, tomo 28, p. 270. Cantalamessa Carboni Giacinto, Letterati ed artisti di Ascoli nel Piceno, tomo 47» Pi 240. - Delle 49 lodi di Gregorio XVI, orazione, t. D2, p. no. - Sulla vita e sugli scritti di Melchiorre Delfico , tomo 65, p. i56. -Intorno a inonsig. Angelo Co- locci di Iesi, tomo 69, p. 368. - Intorno un so- netto di Paolo Costa, tomo 70, p. 169. - Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrio- nale del regno di Napoli , del canonico Niccola Palma, tomo 7 3, p. g5. Cantoni Andrea, Sua necrologia, tomo 55, p. 373. Canta Cesare, Storia della città e diocesi di Como, tomo 45, p. 246. - La madonna d'Imbevefa, rac- conto, tomo 65, p. 25o. Canuti Filippo, Vita di Stanislao Mattei, tomo 44» pag. 359. Capece Scipione, Carmen de nativilate Domini, to- mo 5i, p. 376. Capece Latro Giuseppe, De antiquitate et varia Ca- pyciorum fortuna, tomo 46 , p. no. - Scipionis Capycii, Carmen de nativitate Domini nuper in- ventum, tomo 5i, p. 376. Capelli Emidio , Memoriae desideratissimae Nicolai Ciampitti elegia, tomo 61, p. 343. Capialbi Vito, Memorie delle tipografie calabresi, con un appendice sopra alcune biblioteche della Ca- labria, ed un discorso sulla tipografia montalio- nese, tomo 74, p. 34q. Caponegri Giuseppe, Sua necrologia, t. i5, p. 3gy. Caporali I., De diabete, tomo 34, p- 17. Capozzi Francesco. Poesie, tomo 5o, p. 299.- Can- zone, tomo 5i, p. 363. -Idilli, tomo 54, p. 372; e tomo 56, p. i32. - Nuovi carmi, ivi. - Versi di Francesco Valdem, tomo 57, p. 334- - Brevi cen- ni intorno Teresa Salvatori di Giovanni Strozzi, 5o ivi, p. 3 2 5. - Sulla educazione dei figliuoli dia- logo del card. Giacomo Sadoleto, tradotto con no- te da Giuseppe Ignazio Montanari, tomo 5g, p. 357. -Lettere di vari d'instituzione morale e ci- vile, tomo 6o, p. 345. -Inno, ivi, p. 34B. -Della vocazione, lettera morale di Giuseppe Maria Emi- liani, tomo 61, p. 236. - Philippi Schiassi de obitu suorum epigrammata, tomo 62, p. 242. - Lettera di Giuseppe Maria Emiliani per nozze, tomo 64, p. 221. -Storia di Ancona di Agostino Peruzzi, tomo 66, p. 363. - SulP immagine di Maria del Piratello, orazione di Giovanni Gardenghi, tomo 68, p. 347. - Sulla luna sestine del dott. Anto- nio Guadagnoli, ivi, p. 349. - Le colombe, idillio, ivi, p. 35g.- Elogio di monsig. Massarelli scritto dal canonico Gio. Carlo Gentili. - De ecclesia se- ptempedana eiusdem, tomo 70, p. 352. - Alcune osservazioni sopra una memoria di Adriano Bal- bi , colla quale si stabiliscono incontrovertibil- mente i tempi di due prese di Troia , avvenute in due guerre mosse contro di essi dai greci, to- mo 73, p. no. -Il nuovo salvadenaio, racconti popolari di Domenico Vaccolini, tomo 74» p. 83.- Liriche di Giuseppe Montanelli, ivi, p. 356.- Bel Poggio, villa del principe Baciocchi, versi di Vin- cenzo Valorani, ivi, p. 258. - Rimembranze iste- riche di amore. - Nuovi canti erotici, tomo 75, p. 242. - Versi tomo 76, p. 190. - Compendio della storia romana scritto da Pellegrino Farini , ivi ., p. 233. - La Sifilide poema di Girolamo Fraca- storo esposto in ottava rima dal conte Antonio Zampieri, ivi, p. 234. - Sopra alcuni uomini il- lustri delle famiglie picene Grimaldi, Gentilucci, 5i Servanzi; cenni storici del canonico Gio. Carlo Gentili, tomo 76, p. 377. -Per la ricuperata sa- lute del card. Ugolini versi del dott. Caroli, ivi, p. 378. - Un fior sul sepolcro, lettera e canzone, tomo 77, p. 36 1. - Notizie istoriche di monsig. Francesco Pacca, pubblicate dai card. Bartolomeo Pacca, tomo 79, pag. 349- - Necrologia di Carlo Boucberon, tomo 80 , p. 64- - Solenne dislribu- zione de'premi ed esposizione negli aimi i836 e 1837 nell'accademia provinciale delle belle arti in Ravenna, discorsi del conte Alessandro Cappi, ivi, p. 376. - Il castello di Ferrara, reminiscenza di Giuseppe Petrucci , ivi, p. 377. - Ritratti di Elpino Grineio ( canonico D. Bartoccini ) , to- mo 81, p. 363. -Sonetti morali per ciascun mese dell'anno, di Domenico Vaccolini, t. 82, p. 3/Jg.- Argomenti all'istoria di Francesca da Rimini espo- sta in versi italiani, tomo 83, p. 124. Cappellari Mauro ( Gregorio XVI ),Il tronfo della santa sede, tomo 55, p. 22; e tomo 56, p. 3. Cappelli Orazio Antonio , Componimenti in morie di lui, tomo 48, p. 364- Cappello Agostino, Riflessioni intorno le notizie scien- tifiche e letterarie di Abruzzo ec. di G. Del Re, tomo 5, p. 3o. - Memoria sull'idrofobia, tomo 20, p. 162 e 289. - Saggio sulla topografia fisica del suolo di Tivoli , tomo 23, p. 137 e 257. - Os- servazioni geologiche onde riparare gli avvallamen- ti del terri Iorio di Accumoli , tomo 28, p. 289 ( con tav. ) - Memorie storiche di Accumoli, tomo 29, p. 88 e 243; tomo 3o, p. 192; tomo 3i,p. 5o; tomo 41» P- 36 1 ; tomo 42, p. 68 e 2i5; tomo 43, p. 86 e 38i; e tomo 44, p. i54- - Ri- 5a flessioni geologiche sugli avvenimenti recentemen- te accaduti nel corso dell' Aniene, tomo 35, pag. 261. -Sopra un fenomeno geologico al gran sas- so d'Italia, tomo 4°» p. 92. - Ragionamenti sulla necessità d'istituire una scuola di censura medi- ca, tomo 43» P- 160. - Opuscoli scelti scientifici, tomo 47* P* I25- -Intorno i letterati e gli arti- sti della città di Ascoli nel Piceno, di Giacinto Cantalamessa Carboni, tomo 47» Pab* 24°- -Del cholera morbus, tomo 49» P» J74 •> e tomo 5 o, p. 5. - Traduzione dell'opera de causis et sedibus morborum I. B. Morgagni da Carlo Speranza, t. 49, p. 362. -Ulteriori schiarimenti intorno il fiu- me Aniene presso Tivoli, t. 55, p. 89 e 257. - Viaggio medico a Charenton , ai Trenta del eh. Esquirol e ad Alfort, tomo 59, p. 1.- Storia me- dica del cholera indiano osservato a Parigi, ivi, p. iy4- " faggio di analisi di alcune dottrine fon- damentali risguardanti la vita, di Michele Medi- ci, tomo 61, p. 4°* - Schiarimenti economici so- pra una nota da esso pubblicata nel 1828, tomo 6r, p. 81. - Topografia e statistica medica di Na- poli di Salvatore De Renzi , tomo 62, p. 17. - Esame critico sopra la officiale relazione del cor- so e degli effetti del cholera morbus a Parigi, to- mo 64, p» 3. - Lettera sul cholera, tomo 66, p. 25^. -Lettera sull'idrofobia, tomo 68, p. i45; e tomo 69, p. 374» -Ragionamento per la restau- razione dei bagni minerali presso Tivoli, tomo 71, p. 48; tomo 80, p. 260; e tomo 85, pag. 35.- Esperimenti da praticarsi negli animali domestici con diversi materiali tolti dagli ammorbati di cho- lera indiano, tomo 74» p. 34- - Cenno critico so- 53 pra le relazioni di una cagna partorita da una donna, tomo 75, p. 383. - Sur les maladies qui peuvent etre l'ovre des insectes ec. par Baspail, tomo 75, p. 384- - Memoria sul porto franco e sul campo di Messina, tomo 76, p. 229. -Nuovo modo per l'estirpazione della lingua, ivi, p. 2^0.- Discorso sopra un parziale avvallamento presso la valle superiore del fiume Tronto colla comparsa di acque sulfuree ec, tomo 78, p. 189. -Memo- ria sulla rabbia canina di Luigi Toffoli, tomo 79, p. i84; e tomo 80, p. 129. - Isterica narrazione di rabbia canina osservata in Albano, tomo 81, pag. 33. Cappi Alessandro, Versi, tomo 20, p. 277. - L'amor fraterno, capitolo, tomo 3o, p. 1 17. - Solenne di- stribuzione de'premi ed esposizione dell'anno i83o nell' accademia provinciale di belle arti in Ra- venna, tomo 46? p. 245. -Idem del i83i, tomo 52, p. 1x4- -Idem del i832, tomo 55, p. 233. - Idem del i836 e 1837, tomo 80, p. 376. -So- pra il disegno di un monumento da innalzarsi in marmo nel duomo di Ravenna, tomo 59, p. 346. - Osservazioni sopra un artìcolo pubblicato a Venezia intorno a Ravenna sua patria, tomo 68, p. 333. -Alcune poesie di Alfonso Lamartine re- cate in versi italiani, tomo 71, p. 35 1. Capponi Gaetano, Saggio sulla causa finora ignota delle sventure di Torquato Tasso, t. 85, p. 356. Capretta I. F., De contagiorum actione irritativa ec. tomo 38, p. 36. Caraffa Andrea , Elementa matheseos , tomo 73 , pag. 3. Curanti G. , Breve relazione sulla peste divampala G-A.T.LXXXVL 5 54 nell'isola di Werak presso il Gran Cairo, tomo 68, p. 182. Carbone Giunio, Storia fiorentina de'tempi etruschi fino all'epoca pi-esente, tomo 83, p. 353. Carbone Lodovico, Sonetti inediti, tomo 40, p. 224. Cardinali Andrea, Ero e Leandro, tomo i5, p. 3q5. Cardinali Clemente, Intorno un'antica lapida veli- terna, tomo 8, p. 72. - Dei frammenti dei fasti con- solari e trionfali di C. Fea , tomo 9, p. 263. - Intorno alcune iscrizioni antiche inedite, tom. il, p. 74 e 229. - Di alcune opere epigrafiche, anno- tazioni, tomo 66, p. 166. -Intorno alcuni cele- bri musei di antichità figurata, ivi, p. 196. - Del calcino malattia che assale i bachi da seta, tomo 68, p. 162. - Cenni intorno alcune recenti ope- re biografiche, ivi, p. 307; e tomo 78, p. 64- - Nuovo gelso delle isole Filippine, tomo 69, p. 3.- Rivista di alcune opere italiane di archeologia, ivi, p. io5; tomo 74, p. n4; tomo 75/p. 3i8; to- mo 77, p. 181; tomo 79, p. i85; tomo 80, p. 349; e tomo 81, p. 114. -Diplomi imperiali di privilegi accordati ai militari, raccolti e commen- tati, ivi, p. i5i. - Cenni intorno a tre operette numismatiche; tomo 70, p. 126. -Prospetto di la- vori epigrafici italiani posteriori all' anno i83o , tomo 71, p. u5. -Una scrittura medila di Ro- dolfino Venuti, tomo 73 , p. 3i4- -Due lettere del Barlhelemy, tomo 74, p. 2 1 4- - Alcune paro- le sulle strade a rotaie di ferro, tomo 77, p. 95 (con tav. ) - Sua necrologia, tomo 82, p. 229. Cardinali Francesco, Dizionario della lingua italia- na, tomo 4? P- 3; tomo 8, p. 42^j tomo io, p. 436; e tomo 4T> P- 4*7- ~ F.lenco dei lavori di 55 matematica e di letteratura da lui pubblicati, to- mo 72, p, 372. Cardinali Luigi , In morte di Antonio Canova di- scorso, Ionio 18, p. 120. - I. Baplistae Pianciani tbeoriae electro-dinamicae synopsis, tomo 29, p. 5o. - Delle pietre antiche libri quattro di Fausti- no Corsi, tomo 42, P- 44- ~ Del monumento se- polcrale di Torquato Tasso, tomo 43, p. n8. Cardona Gaetano, Sopra i versi di Dante attenenti a Plulo, tomo 47? P- 1 9^; e tomo 4-3, p. 9^1. Carne Giovanni, Vite de'più celebri missionari cat- tolici, tomo 68, p. 323. Carnevali Eutimio, Ragionamento sul quesito: se il commercio arricchisca alcune nazioni a danno del- le altre, o se tutte ad un tempo, tomo 38, p. 1.- Sul ristagno dell'industria e del traffico, e sull1 aumento dei poveri, tomo 4* , P- 1. - Se e come si debba proteggere 1' industria nazionale , tomo 47, p. 286; e tomo 43, p. 3. Carniani Malvezzi Teresa, Frammenti della repub- blica di M. Tullio Cicerone volgarizzati , tomo 35, p. 38. - Il riccio rapito di Pope tradotto, to- mo 14, p. 272. - Il Messia, egloga di Alessandro Pope tradotta, tomo 35 , p. 33 1. - Della natura degli dei, libri tre di M. T. Cicerone volgariz- zati, tomo 40? P» 332. - Del supremo dei beni e dei mali, libri V di M. T. Cicerone volgarizzati, tomo 65, p. 253. Caro Annibale, Eneide tradotta, tomo 4» P- 378. - Apologia contro Lodovico Castelvetro , tomo 7 , p. 4°4- ~ Lettere inedite, tomo 35, p. 377. - Sua biografia, tomo 77, p. 167. Caroli, Per la ricuperala salute del card. Ugolini , versi, tomo 76, p. 378. 56 Carpanelli Pietro , Orazione panegirica ad Epami- nonda, tomo 7, p. 262. Carpi Pietro, Osservazioni chimico mineralogiche so- pra alcune sostanze che si trovano nella lava di Capodibove, tomo io, p. 35. - Sopra un'acqua mi- nerale acidula ferruginosa scoperta nelle vicinan- ze della Tolfa, tomo 39, p. 2o5. - Sopra un'an- tica corrente di lava scoperta nelle vicinanze di Roma, e sopra un'acqua minerale che sorge pres- so la medesima, tomo 41» P- 1 5 8. - Esame fisico- chimico delle acque potabili di Roma, tomo 5o, pag. io5.- Lezioni di fisica sperimentale di Save- rio Barlocci, tomo 69, p. 286; e tomo 71, p. 36. Carrara Spinelli Gio. Battista, Versi e prose, tomo 38, p. 375. Carrari Vincenzo, Sua vita, tomo 56, p. 124. Carrone Felice, Tavole genealogiche della real casa di Savoia, tomo 78, p. 78. Carusi Bartolomeo vescovo di Urbino, t. 6, p. 253. Cassi Francesco , Saggio di una traduzione di Lu- cano, tomo 5, p. 489? tomo 6, p. 86; tomo 33, p. 116; tomo 34, p. 80; tomo 37, p. 397; e to- mo 39, p. 387. -Intorno la vita di Antonio Ca- nova commentario del cav. Giuseppe Tambroni, tomo 19, p. 86.- Lettera intorno il belvedere di s. Benedetto di Pesaro, tomo 57, pag. 333. - Li- cenza al suo volgarizzamento della Farsaglia di Lu- cano, tomo 59, p. 226; e tomo 67, pag. 3o5. - Inno, tomo 74, p. 33 1. Cas sitti Antonio , Fabulae XVII ex CLXXII anti- quis fortasse Phaedri deperditis methodo giuliana connexae, accedunt aliae XIII eiusdem auctoris, tomo 3, p. 29. - Saggio di sacra poesia latina, to- mo 5, p. 41 5. - Poesie, tomo 6, p. 266. Cassoli Francesco , Sulle traduzioni poetiche ragio- namento, tomo 3i, p. 222. Castagnoli Achille, I borghigiani di Faenza, poemet- to, tomo 75, p. 245. Castellani Felice, Breve corso di lingua francese, to- mo 66, p. 367. Castellani F. P., Ricerche chimico tecnologiche sul colorimento detto giallone delle manifatture di oro, con alcun cenno sulla doratura de' bronzi tomo 32, p. 62. Castellano Pietro, Antologia epistolare di autografi inediti de'più illustri letterati italiani, tomo 45, pag. 3o4- Castiglioni Baldassare , Cleopatra carme latino vol- garizzato, tomo 54, p. 238. - Suo elogio , tomo 60, p. 241. Castiglioni Carlo Ottavio, Ulphilae partes ineditae, tomo 5, pag. 11 3.- Nuove osservazioni sopra un plagio letterario, tomo 16, p. 107. Castreca Brunetti Enrico, Dissertazione sulla lito- tripsia di Sante Sillani, tomo 85, p. 366. - Sta- tistica medica di Milano dal secolo XV fino a1 nostri giorni, escluso il militare, del dott. Giusep- pe Ferrano, ivi, 368. Cattania Carlo, Intorno ad alcuni passi della divi- na commedia, tomo 61, p. 3o4; e tomo 64, p. i34- - Flogi di 60 uomini illustri descritti da Mel- chiorre Missirini, tomo 76, p. 346. Cattel, Pittura di paesi, tomo 3, p. 126 ; tomo 4, p. io3; tomo 7, p. 118; e tomo 14, p. i42- Catti Bernardino, Sua vita, tomo 58, p. 277. Catullo, Vedi Adorni Giuseppe, Orlalli Gaspare, Ca- sperotti Tommaso, Peruzzi Agostino. sa Cavalieri Prospero, Analisi di quanto nella vita di Torquato Tasso lasciò scritto l'ab. Serassi, tomo 1 1, p. 125. Cavalieri s. Bortolo Niccola , Istituzioni di archi- tettura statica ed idraulica, tomo 33, p. 35o; e tomo 42» P- I2o>. Cavalieri Ferdinando , Ritratto della march. Maria Maddalena Crosa di Vergagni dipinto da lui , tomo 54, p. 365. Cavalli Antonio, Elegie di Tibullo tradotte, tomo 32, p. 3(35; e tomo 35, p. 106. - Idem con alcune di Properzio, tomo 67, p. 271. Cavara Cesare, Rime, tomo 79, p. 353. Cavazzi Pietro, Coltivazione della canna a zucchero nell'Egitto, tomo 11, p. 3o5. - Storia della dis- senteria di Egitto, tomo 14» p. i3 e 211. -Sul- la febbre remittente che domina in Egitto, e sul- la cura della medesima, tomo 38, p. 5o. Cavazzoni Pederzini Fortunato, Il convito di Dante Alighieri con note critiche e dichiarative , tomo 52, p. 86. - Discorso intorno al tradurre in ge- nere, e specialmente dal greco in italiano colla maggiore possibile rispondenza, tomo 82, p. 3o5. Cavazzoni Zanotti Giampietro , Lettera da premet- tersi alle vite inedite di pittori e scultori ferraresi di Girolamo Ruruffaldi seniore, tomo 61, p. 354; e tomo 64, p- 378. Cavedoni Celestino, Biografia del cav. Giambattista Zannoni, tomo 63, p. 23 1. - Osservazioni sopra le antiche monete di Atene, tomo 70, p. 126.- Lettera numismàtica intorno alcune monete anti- che dell'isola di Creta, ivi, p. i3i. - Spicilegio nu- mismatico, ossia osservazioni sopra le monete an- % tìche di città, popoli e re, t. 77, p. 202. - Conget- ture intorno le monete antiche impresse al tem- po della guerra italica da alcune città fedeli a Roma , tomo 79, p. 218. -Diversi scritti numi- smatici, tomo 80, p. 126. Conventou, Vedi Pelletier. Cecconi Luigi, Ricerche sloriche sull'esposizione de- gl'infanti presso gli antichi popoli, e specialmente presso i romani, dell'av. conte Leopoldo Armaro- li, tomo 79, p. 287. - Cenni sulle antiche leggi etnische, ivi, p. 368. - Dichiarazione sulle sue let- tere forensi, tomo 83, p. 21 5. Cecconi Tito, Trattato della dignità ed altri inediti scritti di Torquato Tasso , premessa una notizia intorno ai codici manoscritti di cose italiane con- servati nelle bihlio teche del mezzodì della Fran- cia, tomo 78, p. 349- Cecilia Gianfrancesco, Epigramma, tomo 16, p. 106.- Commentario di Giulio Cesare volgarizzato , to- mo 64, p. 212. Ceffi Filippo, Dicerie, tomo 27, p. 65 e 223; e to- mo 3o, p. 61. Celesti Michele , Memoria sul porto franco e sul campo, ossia debito pubblico, della città di Mes- sina, tomo 76, p. 229. Cenninl Cennino, Trattato della pittura, tomo 9, p. 3 10; e tomo 11, p. lib. Cerchiarci Giacinto, Trattato geografico analitico di gnomonica, tomo 64, p. 214. Ceruti Paolo, Biografia soncinate, tomo 68, p. 3i3. Cervetto Giuseppe, Di Giambattista Da Monte e del- la medicina italiana del secolo XVI , tomo 84 , p. 93. Go Cesare, I commentari tradotti, tomo 4'» Pag- 81.- Vedi Cecilia Gianfrancesco. Cesari Antonio, Elogium Dominici Bellavitis, tomo i4, P- i44- " Orazione in lode di Alessandro Sau- li, tomo i5, p. 122. - Per la morte del p. An- tonio Grandi epistola, tomo 16, pag. 409. - Agli amatori di Dante, tomo 17, p. 227. - Elogio la- tino ed italiano del p. Antonio Grandi, tomo 18, p. 245. - Breve vita di s. Luigi Gonzaga , tomo 22, p. 237. - Traduzione delle lettere di Cicero* ne, tomo 345 P- i35. - Sonetto, tomo 36, p. 127. De vita Thomae Chersae commentarium, italice ab eodem conversum, tomo 37, p. 3o,4; e tomo 3g, p. 255. - Sua necrologia, ivi, p. 389. -An- tidoto pe'giovani studiosi contro le novità in ope- ra di lingua italiana, tomo 54, p. 370. - Galleria di sacra eloquenza, tomo 56, p. 223. - Suo elo. gio, tomo 65, p. 226. Cesarmi Emidio, Principi» di diritto commerciale se- condo lo spirito delle leggi pontificie, tomo 54> p. 228; e tomo 58, p. 167. Cesi Federico, Suo busto, t. 2, p. 274 (con tav.)- IUustrazione delle sue tavole filosofiche, tomo 6, p. 18; e tomo i5, p. 126. -Vedi Scarpellini Fe- liciano. Chauvin Pietro, Pitture, tomo 1, p. 453; e tomo 3, p. 4u. Chateaubriand, Memorie e documenti autentici ri- guardanti la vita e la morte del duca di Berry, tomo 7, p. i2i. Qielini Domenico , Teorica delle quantità propor- zionali, tomo 73, pag. 166. -Teorica dei valori delle proiezioni, tomo 74, p. 47 ( con tav* ) " ^aS"" Gì gio di geometrìa analitica trattata con un nuovo metodo, tomo 75, p. 80 e 279; tomo 76, p. 3 e 237. - Formazione e dimostrazione della formu- la che dà i valori dell'incognite di primo grado, tomo 85, p. 3. Chersa Antonio, Versi latini, tomo 20, pag. 409. - Elegia, tomo 35, p. o,3. - Poesie latine, tomo 4*> p. 265; tomo 43, p. 257; e tomo 44' P* I22« Chersa Tommaso, Della vita e degli scritti di Di- daco Pirro, tomo 32, p. 210. - Versi in sua mor- te, ivi, p. 260. - Degli uomini illustri toscani sta- ti in diversi tempi a Ragusa, tomo 4o> P> 36o. Cherubini Francesco , Guida per insegnare ai fan- ciulli italiani i primi rudimenti grammaticali, to- mo 32, p. 382. Chevaìley De Rivaz Stefano , Description des eaux. minero-lhermales, et des etuves de l'ile d'Ischia, tomo 84, p. 354. Chiabrera Gabriele, Canzone, tomo 4°, p. 325. Chiappa Giuseppe Antonio, Sui consulti e sulle let- tere di Antonio Cocchi, tomo 5i, p. 227. -Me- moria intorno alla vita del cav. Siro Borda, to- mo 62, p. 86. - 1 paradossi opuscolo di M. T. Cicerone volgarizzato, tomo 65, p. 3n.- Della vita di Gio. Rasori, libri sei, tomo 79, pag. 72.- Lelio ovvero dell' amicizia dialogo di M. Tullio Cicerone volgarizzato, tomo 80, p. 245. - Il Ca- tone maggiore, ovvero della vecchiezza di M. T. Cicerone volgarizzato, tomo 85, p. 36 1. Chiaverini Luigi, Elogio storico di Antonio Semen- tini, tomo 38, p. 355. Chimenti Antonio, Lezione di Onofrio Davy inlor- 62 no le relazioni dei cambiamenti elettrici e chi- mici, t. 45, p. 187. - Osservazioni di Guglielmo Addison sopra l'influenza della radiazione terre- stre nei luoghi di mal'aria, tradotte, t. 46, p. 47* Chimenz Baldassarre , Proposta di un nuovo pelvi- metro per misurare il bacino muliebre, tomo 52, p. 3. -Analisi comparativa dell'ostetricia degli an- tichi con quella dei moderni, tomo 85, p. 112. Ciampi Sebastiano , Novum examen loci liviani de legatis romanorum Athenas missis ut excriberent leges Solonis, tomo i3, p. 4^8. - Alcune notizie di Stanislao Rescio polacco, tomo 38, p. 169.- Notizie di Benedetto Brognolo, tomo 39, p. 3ig.~ Tempora subseciva, tomo 56, p. 3y8. Ciampitti Niccola, Sua necrologia, tomo 60, p. 371.- Vedi Dalbono Cesare, Capelli Emidio. Ciampolini Luigi, Poesie e prose, tomo 78, p. 5g. datti Giuseppe, Dell'antrace o carboncello sporadi- co, tomo 65, p. 33. Cibrario Luigi, Delle istorie di Chieri, t. 38, p. 177. Cicerone M. T., Della vecchiezza, dell'amicizia, il sogno di Scipione, epistola a Quinto Fratello, vol- garizzati nel buon secolo della lingua italiana , tomo 3, p. 336. - De re publica edente Angelo Maio, tomo 17, p. 107. - Fragmenta inedita, to- mo 25, p. 1 5 1. - Trattato della vecchiezza volga- rizzato, tomo 37, p. 234. - Orazioni volgarizzate nel buon secolo della lingua italiana, tomo 54, p. 23o. - Lelio ovvero dell'amicizia volgarizzato, tomo 80, p. 245. - Il Catone maggiore ovvero del- la vecchiezza a T. Pomponio Attico volgarizza- to, tomo 85, p. 36i.-Vedi Spiridione Sicuro, Chiappa Giovanni, Scifoni Felice. 63 Cicognara Leopoldo, Sul vero ritratto di madonna Laura, tomo 12, p. 236. - Sulle descrizioni delle immagini di Raffaello, ivi, p. 427- ~ Lettera in- torno ai dipinti del Paoletti, tomo 47> P- 207.- Elogi funebri di lui, tomo 60, p. 342. - Sua ne- crologia, tomo 64» p. 223. Cicognara Vincenzo, Per l'esaltazione di Leone XII orazione, tomo 21, p. 3yy. -Della pubblica bi- blioteca dì Ferrara ragionamento, tomo 5i,pag. 274-- Sua necrologia, tomo 80, p. 81. Ciconii G. D., Intorno ad alcune malattie derivate agli uomini dal viver sociale, tomo 34, p. i3. Cicconi Luigi, Versi, tomo 42, P- 262. Càio da Pistoia, Satira, tomo i3, p. 388. Cinquemani Luigi, Discorso sulla teoria del freddo, tomo 64, p. 209. Cipriani Gio. Battista, Itinerario figurato degli edi- fici più rimarchevoli di Roma, tomo 65, p. 270. Cirino Niccola, Poesie, tomo 52, p. 120. 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DalV Oste Pietro, Nuovi commentari di medicina e di chirurgia, tomo 5, p. 287. - Prospetto dei ri- sultamene ottenuti dalla clinica medica di Pa- dova nel 181 7-18 dal prof. Brera, tomo 6, pag. 3o3; e tomo 7, p. 40. Daltri Bonaventura, Sonetto, tomo 22, p. 244- 68 Da M diano Dante, Esposizione di un suo sonetto, tomo 23, p. n5. Damiano S. Pietro, Sua vita, tomo 6g, p. 167. Da Monte Giambattista. Vedi Cervetto Giuseppe. Danesi Luca, Sua vita, tomo 58, p. 284. Dante Alighieri, Suo monumento, tomo 2, p. 446-- Emendazione di una ballata e sonetto attribuito al medesimo, tomo i5, p. 86. - Sonetto emenda- to, tomo 16, p. io5. -Due sonetti, tomo 23, p. 106. - Commento di Giuseppe Salvagnoli Mar- chetti, tomo 24, p. 109. - Rivendicato, lettera al cav. 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De Angelis Niccola , Riflessioni intorno il cholera negli animali bruti, tomo 52, p. 19. De Contreras Ignazio, Discorsi sopra vari oggetti di pubblica utilità, tomo 5o, p. 3 io. De Crolìis Domenico, Trattato della politica liber- tà, tomo 1, p. 271. -Il purismo nemico del gu- sto, o considerazioni sulla prosa italiana, tomo 2, p. 56. - Estratto degli elementi di meccanica di G. Venturoli, tomo 5, p. 1. -De blenna-pyoder- rhagia syphilitica dissertatio I. C. Fenolii. - Alcu- ne mediche considerazioni, tomo n,p. 129; to- mo 20, p. x45; e tomo 36, p. i37. - De pónli- ficibus medicis Io. 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De Iorio Filippo, Delizie tarentine libri quattro di Tommaso Niccolò d'Aquino tradotte , tomo 5o , p. 3oo. 72 Della Marmorei Alberto , Sulle cave di granito di s. Reparata in Sardegna, tomo 21, p. 356. - Sag- gio sopra alcune monete fenicie delle isole balea- ri, tomo 74, p. i3o. Del Medico Giuseppe, Anatomia ad uso dei pittori e scultori, tomo 2, p. 4^7* Del Monte Guido Ubaldo, Sua vita e scritti, tomo 9, p. 338, tomo io, p. 47 e *97- Della Torre Nicolò, Sopra i Rumford popolari pro- posti ad uso domestico, tomo 58, p. 209. Della Traile Cesare, Tragedie, tomo 2, p. 82. - Di- fesa delle sue tragedie, ivi, p. /±66. Del Pace Filippo Stanislao, Comentario delle virtù cristiane e religiose di Paolo Linari, t. 65, p. 34o. Del Re Giuseppe, Notizie scientifiche e letterarie di Abruzzo ec, tomo 5, p. 3o. Del Rosso Giuseppe, Singolare scoperta di un mo- numento etrusco in Fiesole, t. 3, p. n3 ( con lav.) - Di alcune singolarità architettoniche di una camera sepolcrale etrusca, ivi, p. 4X6 (con tav.) Rilievi architettonici sopra i disegni di due mo- numenti sepolcrali di Orda, tomo 5, p. 410^ ~ Della vera denominazione derivata dagli etruschi di Monsummano in Toscana, tomo 7. pag. 82.- Lettere antellane sopra gli scritti e le opere di Francesco di Giorgio Martini, tomo 16, p. 385; tomo 17, p. 410^ tomo 18, p. 106 e 23o; e to- mo 19, p. 92. Del Signore Paolo, De laudibus Leonis XII, tomo 42, p. l32. De Luca Antonino, Sulla pretesa attitudine del po- liteismo a preferenza del culto ebreo e cristiano ad incivilire i popoli, ed a rendere le belle arti ?3 fiorenti, tomo 4°\ P* m.-Del tremuoto avve- nuto nella città e provincia di s. Remo 1' anno i83i, relazione di Alberto Nota, t. 54, p* 33.- Studio bibliografico di Vincenzo Mortillaro , to- mo 54 , P' J99- - Se in fatto di gusto esistano canoni assoluti, invariabili e generali per tutti i tempi, per tutte le nazioni e per tutti i differenti periodi dell'umana civiltà, tomo 56, p. i/|.0. - Di- scorso per l'inaugurazione della società economi- ca della valle di Catania del dott. Salvatore Scu- deri, tomo 57, p. 278. -Nuovi principii di filo- sofia naturale del dott. Agatino Longo, tomo 58, p. 1 5 1. - Elementi di filosofia di Vincenzo Tede- schi Paterno Castello , ivi, p. i85.-Homere et ses ecrits par M. le marquis de Fortia d'Urban, tomo 59, pag. 246. -Degli arabi e del loro sog- giorno in Sicilia, memoria di Pietro Lanza. - Sul- la dominazione degli svevi in Sicilia, cenni sto- rici e letterari del medesimo, ivi, p. 249. De Luca Gian Antonio , Due orazioni di tre elo- quentissimi padri greci volgarizzate, t. 55, p. 219. De Luna Folliero Cecilia , Saggio filosofico sopra un mezzo di migliorare i giovani ragionato sugli intimi rapporti fra la sapienza , la religione , la morale e la felicità, tomo 61, p. 242. - Discorso, tomo 85, p. 374. De Macedo Giuseppe Agostino, Iournal enciclope- dico de Lisboa, tomo 5, p. 4^9* De Marchi Francesco, Edizione della sua opera di architettura militare, tomo 6, p. 399 (con tav.) De Matt.haeis Giuseppe, Di alcuni sperimenti fatti con una nuova china nelle sale di medicina cli- nica in Roma, tomo 62, pag. 244' - Elementi di geologia di T. G. Brande, tomo 79, p. 35(>. 74 De Medici Giuseppe, Solenni esequie di Luigi De Medici, tomo 4^5 p. 284. > P« 346. De Tommasi Giambattista, Per 1' accademia di pas- sione tenuta in Brindisi, capricci poetici , tomo 48, p. 11 5. De Tors Raimondo, Canzone in lode della Tosca- na, tòmo 3o, p. 46- Devoti Giovanni, Istituzioni canoniche tradotte, to- mo 84, p. 362. Didaco Pirro, Sua vita e scritti, tomo 32, p. 210. Diedo Antonio, Discorso funebre in memoria del con- te Leopoldo Cicognara, torno 60, p. 342. Di Negro Gian Carlo, Stanza, tomo 21, p. 4*6. - Epigramma, tomo 24» p. ^77. - Sermoni sacri in terza rima, tomo 26, p. 35 1; e tomo 37, p. 3o,2.- Pensieri morali, tomo 20,, p. 4°3. - Alla memo- ria di Francesco Gianni, visione, t. 465 P- 355.- Canzone in morte del conte Leopoldo Cicogna- ra, tomo 60, p. 342. - La storia di Genova del march. Girolamo Serra compendiata in tre canzo- ni, tomo 63, p. 227; e tomo 73, p. 347- - Al- cuni sonetti, tomo 69 , p. 371. - Cantica, tomo 74> p. 34o. - 11 trionfo della religione in Algeri, tomo 78, p. io5. Dionigi d' Alicarnasso , Dello stile e di altri modi propri di Tucidide, tomo 5, p. 257; tomo 9, p. 219 e 364; l°mo io, p. 23o; e tomo 11, p. 206. Dionigi Orfei Enrichetta, Del campo santo di Bo- logna, epistola , tomo 3o, pag. 83. - Del poema d'Ipazia , ossia della fdosofia, mandato alla luce dalla contessa Diodata Saluzzo Roero, tomo 36, p. 286. - Epistola, tomo 46, p. 70. -Alcune rime tomo 47» Pag- 367. - Saggio di commedie pe'fan- ?3 . . . ciulli di Massimina Rosellini nata Fantastici, to- mo 4&\ P- 365. - Operette spirituali del cardinal Luigi Lambruschini, tomo 57, p. 274. - 1 cinque salmi componenti il nome di Maria recati nell' italiano idioma, tomo 65 , p. 3o6. - Raccolta di rime sacre, tomo 68, p. 325. Dionisio Catone , Il libro dei costumi volgarizzato nel buon secolo della lingua italiana, tomo 35 , pag. no. Di Pietro Pio, De Christi domini resurgentis glo-, ria, tomo 26, p. in. 1 Di Velo Girolamo Egidio, Catalogo di tutte le pro- duzioni letterarie edite ed inedite dell' (ab. 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P- 4°7* Durini, Dei prezzi dei generi di grascia, tomo 68, pag. 12. E Efrem s., Sermone sulla virtù e sui vizi tradotto , tomo 5y, p. 323. Einsle, Nuova maniera per render la carta simile all' avorio, tomo 7, p. 164. Elice Ferdinando, Lettera, tomo 41» P« i38; e to- mo 5i, p. 122. - Istruzione sui parafulmini, let- tera, tomo 4o? P» 245 e tomo 81, p. 3. Emiliani Giuseppe Maria , Della vocazione, lettera morale, tomo 61 , p. 236. - Lettera per nozze , tomo 64, p. 221. Emiliani Luigi , Della eccitabilità ed eccitamento , tomo 23, p. 32i; e tomo 24, p. 129. -E egli il cholera di oggi giorno veramente contagioso ? ri- sposta di lui, tomo 66, p. 299. Emiliani Vincenzo Ercole, Iscrizioni italiane dell' ab. Giuseppe Manuzzi, tomo 3 7, pag. 199. - Inno a Venere Urania, tomo 42r P- 126. -Le belle arti applicate ai bisogni ed agli usi della vita umana, opera filosofica iconografica del marchese Gherar- do Bevilacqua Aldobrandini, tomo 42? P- 38/J.- — Viaggio a Tivoli, lettei'e di Filippo Alessandro Se- bastiani, tomo 43, p. io5.- Riflessioni storico-po- litiche sui popoli etruschi, tomo 83, p. 63. - Sul- la decadenza dell'agricoltura, e sul feudalismo in Italia, tomo 85, p. 190. Emilio Probo , Saggio di un esame critico per resti- tuire ad esso il libro, De vita excellentium im- peratorum, creduto di Cornelio Nepote, tomo i, pag. 338. Epitetto. Vedi Salvini Anton Maria, Papi Lazzaro. Er colarli Cesare, tomo 63, p. 211. Erizzo Sebastiano, Lettere inedite, tomo 27, p. 35j. Erodiano. Vedi Manzi Pietro. Errante Celidonio, Della vita e delle opere di Fi- listo siracusano , tomo 74, p. 33 7. Errante Giuseppe, Memorie intorno la sua vita ed opere, tomo 28, p. 78. Eschilo. Vedi Bellotti Felice. Esopo. Vedi Vaccolini Domenico, favole. Estense Salvatico Pietro, Della cappellina degli Scro- vigni nell'arena di Padova, tomo 73, p. 353. Eutropio^ Antico manoscritto, tomo 8, p. 120. Eusebii Pamphyli, Chronicon, tomo 5, p. 79, 207 e 352. Eustachio Bartolomeo, Sua vera patria, t, io, p. 7. Evangelista Alessandro, Memoria sulla vita e sugli scritti del can. Michele Catalani, t. 65, p. 3i5. F Fabi Montani Francesco, Praelectiones theologicae, Io. Perrone, tomo 65, p, 333, tomo 68, p. i5g; tomo 73, p. 6; tomo 77, p. 4°; tomo o*1» P- 67; tomo 84, p. 39. - Poesie di Pietro Asti Magno, tomo 65 , pag. 334- - Comeulario delle virtù cristiane e religiose di Paolo Linari scritto dal p. Filippo Stanislao del Pace, ivi, p. 34o. - Elogio storico di Domenico Antonio Marsella, tomo 66^ p. 333. - Lexicon epigraphicum morcellianum, to- 8i mo 67, p. 278. -Sul miglioramento del sistema ipotecario, progetto del dott. Andrea Russo. - Sull' applicazione di nuove vele alla navigazione, pen- sieri del medesimo, tomo 68, p. 356; e tomo 70, p. 362. - L'arte di goder sempre, opera del p. Al- fonzo de Serasa, tomo 69, p. 186. -In morte di Adelaide e di Antonietta Trevisari, versi di vari, tomo 70, p. 358. - Atti dell'accademia reale luc- chese in morte di Teresa Bandettini , tomo 71, p. 34o. - Saggi d'iscrizioni italiane di Luigi Se- rafini, ivi, p. 356. - In morte di Fulvia Olivari Pulcini, versi e prose di vari, tomo 73, p. ii3.- Opuscoli vari di Pier-Alessandro Paravia. - Ora- zione pel riaprimento degli studi in Torino nel 1837, tomo 745 p. 243. - Elogio storico d'Isabel- la Pellegrini romana, ivi, pag. 334- - Cenno del cav. Giuseppe Neroni sull' origine di Ripatranso- ne, ivi, p. 354. - Rimembranze storiche di amo- re di Francesco Capozzi. - Nuovi canti erotici del medesimo, tomo 75, p. 242. - Instilutiones iuris civilis a I. Pascalio Marinellio versibus expositae, ivi, p. 243. -Lelio o dell'amicizia dialogo di M. T. Cicerone, volgarizzamento con note di Felice Scifoni , ivi, pag. 245. - I borghigiani di Faenza poemetto di Achille Castagnoli , ivi. - Versi ita- liani e latini di vari, per la promozione alla sacra romana porpora di Luigi Ciacchi, tomo 7 6, pag. 349. - Necrologia del conte Gaetano Muzzarelli Brusantini, tomo 80, p. 68. - Elementi iuris cri- minalis a Caesidio Bonanni concinnata, ivi, pag. 176. -Le epistule e l'arie poetica di Q. Orazio Fiacco spiegate e recate in rime italiane da Ca- millo Toriglioni, ivi, p. 233. - Opuscoli vari del 82 marchese Filippo Bruti-Liberati, tomo 85, p. 3o6.- Eiogio storico della contessa Angela Scacerni Pro- speri, ivi, p. 36a. - Saggio di ricerche intorno al nascere dei semi, di Saverio Sorda, ivi, p. 364- Fabbretti Raffaello, tomo 6, p. 25y. Fabbri Eduardo, Marianne, tragedia, t, i5, p. 128. Fabbri Giambattista, Istituzioni di osologia, tomo 49 > pag. 188. Fabbri Lodovico, Istoria di alcune cure mediche, to- mo 29, p. 198. Fabri Girolamo, Sua vita, tomo 66, p. 137. Fabri Luigi, Incisione, tomo 66, p. 246. Fabris Giuseppe, Sculture, t. 1, p. 456 (con tav.) Faetani Giovanni Matteo, Canzone inedita, tomo g. pag. 243. Fagnani Federico , Epigrammi di M. V. Marziale volgarizzati, tomo 35, p. 107. Falconi Giuseppe , Institutionum medicinae foren- sis et politiae medicae prospectus, tomo 42, pag- 286. - Instituliones medicinae forensis et politiae medicae, tomo 47» P» 225. Falcioni Giambatista, Trattato di sana politica so- ciale, tomo 27, p. 1 19. - Riflessioni critico-mo- rali sopra alcuni fatti più rimarchevoli delle vite degli uomini illustri di Plutarco, t. 49» P- I9I« Fantoni Giovanni , Ragionamento intorno alle sue poesie, tomo 28, p. 38o. Fantuzzi Marco, Sua vita, tomo 60, p. 232. Fanzago Francesco Luigi , Memorie sopra alcuni pezzi morbosi conservali nel gabinetto patologico di Padova, tomo 7, p. 3 e 278. Faraday, Nuovi composti di cloro e carbonio, tomo io, p. 3i8. 83 Favini Domenico Antonio, Prose, tomo 35, p. 358; e tomo 38, p. i5o. - Sull' istruzione elementare osservazioni, tomo 47» P- 173. - Lettera, ivi, p. 368. - Sui patti che si stabiliscono coi coloni del- la Romagna, memoria, tomo 64> p. 3y3. Farini Pellegrino, Discorso intorno s. Luigi Ganza- ga, tomo 28, p. 377. - Dell'istoria del vecchio e nuovo testamento, tomo 3y, p. 38 1; e tomo 46, p. 247. - Quadro a olio in tavola del cav. Filip- po Agricola rappresentante Petrarca e Laura, to- mo 49i P» 335. - Vite di giovani studenti edu- cati ne'piccoli seminari di Francia , tradotte dal francese, tomo 60, p. 347. - Del troppo e del po- co nella educazione, tomo 61, pag. 221. - Com- pendio dell'istoria romana, tomo 76, p. 233, to- mo 78, p. 94; e tomo 80, p. 246. Farricelli Alessandro, Rapidi cenni sull'incaglio dei Commercio delle nostre granaglie, e sui mezzi di riparare ai danni che ce ne vengono, tomo 32, pag. 27. Fattorini Gio. Gherardo, Brevi cenni sulla topogra- fia medica del Lazio, tomo 5g, p. 101. Fava Ghislieri Nicolò , Ricerche sullo stato delle belle arti ai tempi di Omero, tomo 4» P- a34»- Cronologia dei re di Lidia, tomo i3, p. 247. Favorino, Sul debito che hanno le madri di allat- tare i propri figliuoli , volgarizzato da Giuseppe Ignazio Montanari, tomo 55, p. 35g. - Vedi Ave- trani Filippo. Fazio degli Uberti, Il dittamondo, tomo io, pag. 59; e tomo 33, p. i65. Fea Carlo, Nuova descrizione dei monumenti anti- chi ed oggetti di arte, contenuti nel vaticano e 84 nel campidoglio, colle nuove scoperte fatte al fo- ro romano e sue adiacenze, tomo 2, p. 47» 172 e 364 ( con tav- ) * frammenti di fasti consolari e trionfali, tomo 9, p. 263. - Nuova interpreta- zione di un verso di Dante, tomo 42» P- i3o.- Intorno ad alcune iscrizioni consolari nuovamen- te trovate, tomo 44» P- 337» - Nuove osservazio- ni sopra la divina commedia di Dante Alighieri, tomo 46? P- 365. -Della casa aurea di Nerone, e della torre cartolarla, tomo 52, p. 65. -Storia de'vasi fittili dipinti, ivi, p. 373. - Iscrizione an- tica corretta, tomo 54» p. 2o3- - Compendio sto- rico delle poste specialmente romane antiche e moderne, tomo 63, p. 23g. Fedeli F., De lymphangioitide, tomo 34» p. 17- Federici Fortunato, Degli scrittori greci e delle ita- liane versioni delle loro opere, tomo 44' P« 346. Federigo Gaspare, Il contagio fisico combattuto, to- mo 26, p. 296. - Animadversionum specimen in doctrina controstimuli, tomo 38, p. 369. Fedro. Vedi Cassini Antonio, Vaccolini Domenico, Azzocchi Tommaso. Feltrio Federico, Sua vita scritta in versi da Gio. Sanzio, tomo io, p. 107 e 291. Feneulle, Nuovo alcali vegetale, tomo 4» Pag« 7^. - Analisi della stafisagria, tomo 5, p. 342. Fenolio I. Cesare, De blenna pyoderrhagia syphili- tica, tomo 9, p. 33. Ferminelli Giambatista, Sulla natura e rimedio dei carcinomi, tomo 7, p. i45; tomo 9, p. 3 io. Ferranti Marco, Memoria dei beneficii che alla pa- tria arrecò il conte Ippolito Lovatelli, tomo 65, pag. 328. 85\ Ferrari Pietro, Memorie sulla sua vita, tomo 29 , ' p. 42« " Trattato delle ville e delle case di de- lizia, tomo 34i P- 1^J- Ferrarese Luigi, Delle malattìe della mente, ovve- ro delle diverse specie di follie, tomo /j<), p. i5^; e tomo 55, p. 1. - Opere, tomo 67, p. 122.- Cri- tiche riflessioni alle memorie riguardanti la dot- trina frenologica, tomo 71, p. 249. - Memoria ri- guardante la dottrina frenologiea, ed altre scien- ze che con essa hanno rapporto, tomo 78, p. 194. Ferrarlo Giulio, Aggiunte all'opera del costume an- tico e moderno di tutti i popoli, t. 72, p. 32 2. Ferrarlo Giuseppe, Statistica medica dì Milano dal secolo XV fino a'nostri giorni, escluso il milita- re, tomo 85, p. 368. Ferretti Giulio, Sua vita, tomo 58, p. 279. Ferretti Nicolò, Sua vita, tomo 56, p. 118. Ferretti Pietro Gio., Sua vita, tomo 62, p. 175. Ferretti I., Dissertalo febris flavae americanae cau- sas, naturam conditionem pathologicam, ac cuna biliaribus febribus affinitatem sistens, t. 38, p. 44- Ferri Cristoforo, Sonetti, tomo 5, p. 284. - Intor- no lo stile e le opere di lui, tomo 67, p. 247. Ferri Giovanni, Lo spettatore italiano, t. 14, p. 284. Ferri Girolamo , Elogio di Baldassare Castiglione , tomo 60, p. 241* Ferroni Leopoldo, La perdita dell' Anio di De La- martine, versione, tomo 37, p. 383. Ferrucci Luigi Grisostomo, Carmen in obitum St. Antonii Morcelli, tomo 12, p. 119. -Di un an- tico sigillo romano, tomo 16, p. 334- - In obitum Iulii Perticari Carmen, tomo 18, p. 122. -Intor- no una recente interpretazione di due luoghi del G.A.T.LXXXVI. 7 86 canto primo dell'inferno di Dante, tomo ig, p. 68. - Lettera, tomo 19, p- n3.-Su due luoghi della divina commedia, tomo 20, p. 238; tomo ai, p. 236; tomo 22, p. 100 e 355; tomo 23, p. 70 e 207. - Carmen de Antonio Canova, to- mo ai, p. 117. -Versi latini, tomo 3o, p. 23g; tomo 33, p. 119; tomo 34» p- i36; e tomo 71, p. 235. - Sonetto di Nicolò Tiepolo attribuito fin qui al Bembo, tomo 34> p- 70. - Della biografia universale (tomo XXIV), ivi, p. 25i. -Intorno le opere di fra Vincenzo Giaccari da Lugo , e principalmente sul suo specchio della vita cristia- na, tomo 35, p. 1 83. - Iscrizione poetica inedi- ta di Bartolomeo Ricci, tomo 37, p. 224. - Iscri- zioni, tomo 39, p. 384; tomo 49? P- 366; tomo 77, p. 36o; e tomo 84, p. 3 1 5. - Metodo d'inse- gnare a leggere, tomo 43, p. 4°3- - Probabilità di un nuovo piano e senso della visione descritta nel canto primo dell'inferno di Dante, tomo 4^» p. 1 1 5. - Epigramma, tomo 46, P' 348; e tomo 5g, p. 365. - Inscriptionum fasciculus, tomo 5i, p. 369. - Apodixis epistolaris etc, tomo 76, p. 33i. Ferrucci Michele, Iscrizioni, tomo 6, p, 4*7 '•> to" mo 8, p. 43o; e tomo 23, p. 1 13. - Inscriptio- nes in obitu Steph. Antonii Morcelli, tomo 12, p. 119 e 4^5. - Inscriptiones prò sepulcro et fu- neribus P. Domenichini, tomo 14, p. 288, - Poe- sie latine, tomo i5, p. 128; e tomo 23, p. 378.- Inscriptiones prò funeribus instauratis et ellogium Pii VII, tomo 20, pag. 42i-~De vita Vincentii Mariae Strambi, tomo ai, p. 268. - Epigrafe se- polcrale, ivi, p. 397. -Endecasillabi, tomo 27, p. 356. - Specimen inscriptionum, tomo 29, p. 274.- 87 Epigramma latino, tomo 3i, p. 384- - Verst latini, tomo 33, p. 120; tomo 74, p- 345; e tomo 83, p. 119. - Volgarizzamento antico di Tito Livio ri- dotto a miglior lezione, tomo 38, pag. 379. -De vita et scriplis Lueae Stilili, tomo 44» P* 35g.- Inscriptiones prò funere instaurato Dominici Con- toli, tomo 4°\ p- 370. - Volgarizzamento di Tito Livio attribuito a Giovanni Boccaccio, tomo 54, p. 23 1. - Pro funere cardinalis Placidi Zurlae, in- scriptiones, tomo 62, p. 34i» Festler F. Xav. , Ratio quae in vivis animanlibus extat inter sensuum atque motuum fibras, tomo 38, p. 45. Fiaccadori) Opuscoli sull'elocuzione e sullo stile , tomo 3i, p. 243. Fieschi Giovanni Battista, Elementi di lingua fran- cese, tomo 54, p. 235. Finelli Cai-lo, Scultura, tomo 27, p. 84. - Il disco- bolo statua, tomo 4^> P* II0, Finetti Francesco, Panegirici ed orazioni, tomo 55, p. 236. Fiorenzi Girolamo, L' economico di Senofonte tra- dotto, tomo 28, p. 281. Fiorini Mazzanti Elisabetta , Notizia sopra poche piante da aggiungersi al prodromo della flora ro- mana, tomo 18, pag. 161. - Specimen bryologiae romanae, tomo 5i, p. 3 (con tav. ) Firenzuola Angiolo, Canzone inedita, t. 9, p. 240. Flaiani Gaetano, Osservazioni storico-anatomiche in- torno la pretesa scoperta di un muscolo e di due nervi nell'occhio umano, tomo 19, p. 3 18. Floro Lucio Anneo. Vedi Massucco Celestino. Flaminii Marco Antonio, Giovanni Antonio e Ga- briele, Carmina, tomo 54? P' 3oo. 88 Flauti G. , Gli uomini illustri greci e Ialini ante- riori all'È. V. di quella parte d'Italia che ora for- ma il regno di Napoli, tomo 5i, p. 3 74. Folcari Vincenzo, Elegia, tomo 3, p. 4°- Folchi Clemente, Breve ragguaglio sulla direzione dei lavori eseguiti in Tivoli per la diversione dell'A- nione, tomo 70, p. 254. Folcki Fausto, Della totale recisione di ambedue le arterie brachiali e nervi medi, tomo 62, p. 5i. Folchi Giacomo, Schiarimenti siili' idrocefalo acuto degli adulti, tomo i5, p. 1 3 7. - Ricerche fisiolo- giche intorno all'assorbimento fatte dal dott. Leo- nardo Franchini, tomo 22, p. 3. - Alcune ricer- che chimiche sulla radice di salsapariglia , tomo 24, p. 5o. - Relazione fisica sopra le risaie della Marca, tomo 3i, p. 7. - Sopra uno strumento me* tereologico destinato ad indicare anticipatamente le variazioni dell'atmosfera, torno 32, p. 160.- Sull'origine delle febbri periodiche in Roma e sua campagna, tomo 3g, p. i3. -Ricerche chimico- terapeutiche sulla radice di poligala virginiana , tomo 41» P« 172. - Hygienes et therapiae genera- lis compendium, tomo ^6, P- 3o8. - Descrizione degli esemplari di chine-chine conservate nel ga- binetto dell'università di Roma, tomo 47* P- 4^- ~ Relazione della malattia reumatico-catarrale che ha dominato in Roma sul finire dell'anno i83i, tomo 5i, p. i44* " Sopra una nuova specie di chi- na-china denominata Pitaja, tomo 58, p. 147; e tomo 64> p- 72. -Lettera, tomo 62, p. 33(1. Folicaldi Gio. Benedetto, Comentario della vita di Pio Vili, tomo 52, pag. 52. - Elogio funebre di monsig. Giuseppe Caltani, tomo 75, p. 368. «9 Folicaldi Paolo, Inno a a. Michele Arcangelo, to- mo 44 s P- 227- " Elogio funebre della contessa Rosa Folicaldi nata Foschini, tomo 60, p. 352.- In occasione di premi distribuiti agli alunni del ginnasio di Bagnacavallo , discorso, t. 61, p. 23o. Fontana Pietro, Memorie sulla vita di Pietro Fer- rari architetto ed ingegnere, tomo 29, p. t^i. - Ri- cerche istoriche e fisiche sulla caduta delle Mar- more di Giuseppe Riccardi, tomo 29, p. 3 io; e tomo 3o, p. 5. - Della diruta chiesa di s. Cipria- no situata nel territorio di Campello presso Spo- leto, tomo 5g, p. 34o. Fontanini Giusto, Philologica disquisitio, t. 80, p. 3i. Foramiti F., Corpus iuris civilis, tomo 71, p. 238. Fornaciaio Luigi, Versi, tomo 23, pag. 220. - Let- tere sulla scuola del march. Basilio Puoti napo- litano, tomo 64, p. 211. -Del soverchio rigore dei grammatici, discorso primo, t. 67, p. 35 1. - Poesie estemporanee di Teresa Bandettini, tomo 69, p. 79. - Maria Stuarda in Hamilton, dipinto del prof. Raffaello Giovannetti, tomo 73, p. 349. - Del so- verchio rigore dei grammatici, discorso secondo, tomo 85, p. 359. Forni Luigi , Elementi della filosofia della natura , tomo 11, p. 249. -Lettera a sua eccellenza D. Pietro Odescalchi, tomo 14, p. 223. Foschi M., Nuovi elementi di geografia, tomo 62, p. 365. Foscolo Ugo, Ricciarda, tragedia, tomo 7, p. 227.- Aiace, tragedia, tomo 40, P- 371. Forster Tommaso , Osservazioni sopra la casuale e periodica influenza de'particolari stati dell'atmo- sfera sull'umana salute, e segnatamente sulla paz- zia, tomo 6, p. 3 e 129. 9* Fracastoro Girolamo, vedi Zampieri Antonio, ftó* mano Baldassare. Fracassetti Giuseppe , Iscrizioni del celebre Mor- celli, tomo 17, p. 41 1- - Necrologia dell'av. Gio. Battista Adriani, tomo 32, p. 3 89. - Le nozze di Colliano e di Euridice, tomo 38, p. 3y4- - Elo- gio di Ostilio Ricci, tomo 47» P- 3y3. - Illustra- zione delle pitture operate nel teatro di Fermo da Luigi Cochetti, tomo 5 1, p. 3 1 1. - Iscrizione, ivi, p. 3y3. - Intorno un'opera manoscritta di Ste- fano Morcelli intitolata, Inscriptionum latinaruin comentarium , tomo 63, p. 2o5. - Ellogium Fa- britii Guzzoni de Ancaranis , tomo 80 , p. 90. Fracassi Poggi Tommaso, Elogio del conte Giulio Perticari, tomo 33, p. 23 1. Fraia Frangipane Octavius, S. Aurelii Augustini sermones nunc primum editi, tomo 6, p. 161. Franceschi Giacomo , Annali di medicina pratica , tomo 16, p. 3. Franceschi Giovanni, Teoria induttiva del periodo algido colerico, tomo 70 p. 34i. Franceschi Ferrucci Gaterina, Ode all' amicìzia , tomo 21, p. 120. - All'Italia, terza rima, tomo 22, p. 96. - Ode alla tomba del Tasso, tomo 24, pag. 225.- Inno al sole, tomo 27, p. 328. - Volgariz- zamento antico di Tito Livio ridotto a miglior le- zione, tomo 38, p. 379. - Inni, tomo 41 » p. 41^-" Micbaelis Ferrucci, de vita et scriptis Lucae Stul- li commentarius italice redditus, t. 44' P* ^^9-_ Alla provvidenza, inno, tomo 45, p. 255; tomo 46, p. 367; e tomo 69, p. 1 32. - Ganti due, to- mo 52, p. 307. -Volgarizzamento di Tito Livio attribuito a Giovanni Boccaccio, tomo 54> p. a3i.- O1 Vite e ritratti di trenta illustri bolognesi , tomo 65, p. 3io; tomo 67, p, 347; e tomo 68, pag. 3i5. -Lettera, tomo 66,, p. 186. Franceschini Niccola, Arti e mestieri, t. 55. p. 340. Franchini Enrico, Commentarius in edictum volsco- rum, tomo 83, p. 3o2. Franchini Leonardo , Ricerche fisiologiche intorno all'assorbimento, tomo 22, p. 3; tomo 3o, p. 129; e tomo 33, p. 7. Franchini Pietro, Biografia, tomo 75, p. 3og. Francioni Andrea, Elogio di Donatello scultore, to- mo 72, p. 365. Franciosi Giulio, Le sette virtù, poemetto, tomo 54, p. 373. Francois, Recherches sur les propriètès chymiques et medicales de la racine de kainca, tomo 57, p. 3. Vedi Pelletier. Francucci Innocenzo da Imola. Vedi Giordani Pietro. Frank Francesco, Dell'origine dell'idioma inglese di oggidì, tomo 68, p. 340. Frank Gio. Pietro, Opuscula posthuma, t. 26, p. 122. Frediani Carlo, Ragionamento istorico su le diverse gite fatte a Carrara di Michelangelo Buonarroti, tomo 74, p. 343. Frescobaldi Matteo di Dino, Sonetti inediti, tomo 2, p. 45. Frioli Luca, Dell'epidemia che ha dominato in Ri- mini dall'estate del 1827 all'autunno del 1828, tomo 44» P- x7- Fronto , Fragmenta curante Angelo Maio , tomo 19, p. 2l3. Fuga Vincenzo, Selecta carmina, tomo 16, p. 255; tomo 17, p. 234; e tomo x9> P* 2°8- 92 Fumasoni Giovanni, Sul eholera indiano in Róma, nel i83y, tomo 76, p. 66. Fuoco Francesco, Saggi economici, tomo 28, p. 279. Furlanetto Giuseppe , Le antiche lapidi del museo d'Este illustrate, tomo 74, p. 1 23. - Alcuni scritti intorno ad un monumento sepolcrale scoperto pres- so la città di Padova, tomo 79, p. 207. Fusconi Lorenzo, Sua vita, tomo 56, p. i3o. Fresconi Teodoro, De monoinachia, tomo 16, p. 187. Gabrielli Andrea, Orazione per l'esequie rinnovale a Giulia Maioli Amiani, tomo 85, p. 358. Gagliardo Gio. Battista, Annali di agricoltura ita- liana, tomo 1, p. 3i5. Gagliuffi M. Faustino, Edyllium, tomo 3, p. 56. - Navis ragusea eidillium, tomo 5 , p. 401 - Phy lotea pronuba eidillium, torno 8, p. 207. -Im- provviso, tomo 12, p. 267 e 436. - Poesia lati- na, tomo 20, p. 411? tomo 21, pag. 117. - Ode alcaica, tomo 26, p. 25 1. - Epigrammi, tomo 33, p. 224; tomo 46» P- 23 1; tomo 47» P« 366; e tomo 5i, p. 107. - Versi latini improvvisati, to- mo 55, p. 874^ tomo 38, p. 35 1; tomo 4°> P- 338. -Versi latini, tomo 36, p. 128; e tomo 55, p. 358. - Ode latina, tomo 42» p» 247. - Iscrizio- ni, tomo 44» P* 253- - Specimen de fortuna la- tinitatis, accedunt poemata varia meditala et ex- temporalia, tomo 56, p. 36o. Gaiassi Vincenzo, Incisione, tomo 38, p. 320. Galeani Napione di Cocconato Gianfrancesco, Sa- crario gentilesco ed altri vasi effigiati d' argento 93 illustrati, tomo 20, p. 106 e 36o; tomo ai, p. 19/J.; tomo 23, p. i5g; tomo 25, p. 3o6; tomo 26, p. i5y e 3oi. - Lettera, tomo 26, pag. y3.- Sua necrologia, tomo 5o, p. 317. Galle sio Giorgio, Pomona italiana, tomo 9, p. i85. Galli Angelo, tomo 6, p. 2^9. Galli Antonio, tomo 6, p. 35 1. Gallini Stefano , Se e quanto il fluido elettrico o galvanico influisca nella produzione dei fenomeni della vita soprattutto nei corpi animali, tomo li, p. 24. Gallo Agostino, Elogio storico di Pietro Novelli da Monreale, tomo 44» P- 2I4* Galluppiy Elementi di fdosofia; lettere filosofiche, to- mo 84, p. 365. Galvani Cesare , Lettera sull' Aminta di Torquato Tasso, tomo 3o, p. 38o. Galvani Francesco, Sonetti XXVIII per varie occa- sioni, tomo 5i, p. xo6. - Poesie giovanili, tomo 62, p. 116. - L'amico della gioventù , tomo 69, pag. 365. Galvani Giovanni, Sulla voce fuia usata da Dante, tomo 32, p. 1 84; e tomo 34» p. 228. -Di alcu- ni studi sul carme che si legge al basso della ta- vola XLI degli atti e monumenti dei fratelli ar- vali di monsig. Gaetano Marini, tomo 3o, p. 869. Ai cenni storici delle lingue volgari d'Italia pre- luda due, tomo 83, p. 355. Gamba Bartolomeo, Il fiore di rettorica di frate Gui- dotto da Bologna, tomo n, p. 3g5. Gamba Ghiselli Ippolito, Sua vita, tomo 66, p. i5i. Gambara Francesco , Notizia intorno Giacomo Pe- derzoli, tomo 12, p. 1 1 5. - Vita di Antonio Bro- 94 gnoli, ivi, p. ^34--- Gesta dei bresciani «lurante la lega di Cambrai, canti, tomo i3,yj). i58. - Elo- gio storico della contessa Bianca Uggeri Capece della Somaglia, tomo i5, p. 238. - Brevi cenni intorno la vita del conte Giovanni Bettoni, tomo 42, p. 402- Gambara Veronica, Sei lettere di lei, t, 43, p. 120. Gandini Francesco, Viaggi in Italia, tomo 60, p. 35 1. Gando Giuseppe , Alcune poesie di viventi italiani colla versione latina di lui, tomo 83, pi 355. Gandoìfi Bartolomeo, Sua necrologia, t. 22, p. 23r. Garatoni- Gasparo, Sua vita, tomo 58, p. 290. Gar Atoni Giacomo, Alcune lettere inedite, tomo 54> p. 332. Garbarrini Agostino, Orazione in morte del cardinale Remigio Crescini, tomo 5i, p. 104. Gar gallo Tommaso, Opere di Orazio tradotte, tomo q, p. 53 e 247- -Il palatino di Ungheria, tomo 21, p. 267. -Poesie, tomo 22, p. i52. -Epigram- mi, tomo Zj.7, p. 232. - Sdruccioli, ivi, p. 236.- Di sua maestà Lodovico re di Baviera, elegie di siciliano argomento recate dal tedesco in Italiano, tomo 5o, p. 3o2. - Le melanconiche, t. 67, p. 363. Gardenghi Giovanni , Sulla pittura d' Ignazio Lotti aringa, tomo 66, p. 36o,. - Sull'immagine di Ma- ria del Piratello , tomo 68 , p. 347. - Pittura e debiti, sestine, tomo 72, p. 368. Garzetti Gio. Battista, Sue notizie, tomo 81, p. i52. Garzoni Tommaso, Suo elogio, tomo 38, p. no. Gasparoni Francesco, Nell'occasione che lo sculto- re Carlo Aureli offre alla vista del pubblico nel suo studio un gruppo semicolossale rappresentan- te Teseo vincitore del Minotauro, t. 5q, p. 362.- 95 Dell'ospizio apostolico di s. Michele, tomo 79, p. 35g. - Risposta ad un libello di Serafino Lau- renti sul disegno del nuovo teatro da erigersi in Terni, tomo 80, p. 122. -Il bosco Parrasio alle falde del Gianicolo, ivi, p. 374- Gasparotti Tommaso, Traduzione di un epitalamio di Catullo, tomo 35, p. 241. Gattei Francesco, Litotomo e processo di litotomia, tomo 56, p. 273 ( con tav. ) - Cenni su di una malattia della faccia, tomo 83, p. 162. Gatteschi Stanisla o, Raccolta di prose e poesie gre- che con note e vocabolario, tomo 4q> P« 354« - Ero e Leandro carme di Museo il grammatico tra- dotto, tomo 52, pag. 121.- Orazione, tomo 68, p. 358. Gatti Alberto, Rapporto intorno ai suoi lavori otti- ci, tomo 45, p. 180. Gatti Serafino, Sermoni, tomo 47> P« 370. -Elogio funebre di Francesco I re del regno delle due Si- cilie , tomo 49 > P- 349- - Scuola della civiltà. - Lezioni di eloquenza forense, tomo 54, p. 227.- Sua necrologia, tomo 60, p. 363. Gazzera Costanzo, Lettera intorno alle opere di pit- tura e scultura esposte a Torino nel 1820, tomo i3, p. 284. - Osservazioni bibliografiche lettera- rie intorno ad un'opera falsamente ascritta al Pe- trarca, tomo 22, p. 377. -Lettere bibliografiche, tomo 35, pag. 243. - Dichiarazione di un dittico consolare della chiesa cattedrale di Aosta, t. y^, pag. 126.- Congetture intorno ad una statuina di bronzo del gabinetto particolare di sua maestà il re Carlo Alberto, tomo 79, p. 2o3. 96 Gazzeri G., Compendio di un trattato elementare di chimica, tomo 45, p. 107. Gavi Domenico, Della vita di Carlo Goldoni e delle sue commedie, lezioni quattro, tomo 32, p. i36. Gemellavo Carlo, Sopra alcuni pezzi di granito e di lave antiche trovate pi'esso alla cima dell' Etna , tomo 24, p. 284. Gengu Bartolomeo, tomo 6, p. 356. Genga Girolamo, tomo 6, p. 356. Gennarelli Achille, Marmi ottovirali editi ed inedi- ti , e sopra alcuni monumenti ed iscrizioni fer- mane, tomo 81, p. 120.- Sopra il teatro ed al- tri monumenti dell'antica Faleria nel Piceno; me- moria dell'av. Gaetano De Minicis, tomo 82, p. 279.- Di alcuni specchi etruschi grattiti, tomo 85, p. 168. Gentili Carlo Giovanni, Elogio storico di monsignor Angelo Massarelli. « De ecclesia septempedana, to» mo 70, p. 352; e tomo 72, p. 366. - Elogio di Bartolomeo Eustachio, e memorie istoriche di Eu- stachio Divini, ivi, p. 366. - Sopra alcuni uomi- ni illustri delle famiglie picene Grimaldi, Gentiluc- ci Servansi, cenni storici, t. 76, p. 377. - Sopra P ordine serafico in Sanseverino, e sopra la vita di s. Pacifico Divini , tomo 80, p. 122. Gentiluomo Filippo, Produzioni drammatiche, tomo 80, p. 248. Gerardi Filippo, Degli scrittori greci e delle italia- ne versioni delle opere loro, notizie raccolte dal - Pab. Fortunato Federici, tomo 44* P- 346. - So- pra quattro statue rappresentanti le stagioni col- locate sopra le quattro estremità dei due semicer- chi, che sono nella piazza del popolo, ivi, p. 349«~ 97 Poesie scelte di Antonio Tamburini, tomo 45, p. ii 3. -Breve elogio di Carolina Ungher , ivi, p. a65. - Vocabolario universale italiano compilato a cura della società tipografica Tramater e compa- gni, ivi, p. 3i4« - Roma compiutamente descritta in sei giornate, ivi, pag. 3 1 5. - Alla memoria di Francesco Gianni visione di Gian Carlo di Ne- gro, tomo 4^» p- 355. - Riflessioni critico-morali sopra alcuni fatti più rimarchevoli delle vite de- gli uomini illustri di Plutarco, dell'av. Gio. Bat- tista Falconi, tomo 49> P- '&*• -Della fortuna delle parole libri due del cav. Giuseppe Manno, tomo 5g, p. a33. - Discorso politico sulla proprie- tà, a fine di conoscere quella delle isole che na- scono nel mare, di Tito Ondes Reggio, tomo 60, pag. 25. - Saggio di epigrammi greco-italiani del dott. Giacomo De-Dominicis, tomo 62, p. 297.- Ragionamento detto alle pontificie accademie ro- mane di archeologia e di s. Luca dal prof. Tom- maso Minardi, ivi, p. 33j. - Biografia di Barto- lomeo Pinelli, tomo 63, p. 229. - L'indole dell' architettura del secolo XIX, dissertazione di Ga- spare Servi. - La erudizione necessaria ai cultori delle arti belle, lettera del medesimo, ivi, p. 236.- Biografia di Giandomenico Romagnosi, ivi, p. 240.- La flagellazione di s. Andrea, affresco di Dome- nichino ricopiato a olio dal cav. Silvagni, ivi, p. 239. - Biografia di Ernesto Mauri, t. 67, p. 354-- Vita di Matteo Kessels, tomo 69, p. 220. Gerardi Gio. Battista, Iscrizione, tomo 66, p. 358. Gerdil, Esposizione dei caratteri della vera religione, tomo 1, p. 3 14. - Ragionamenti filosofici sull'uo- mo, tomo 37, p. 365. - Sua vita e scritti, tomo 5i, p. 278. 98 Gerhard Odoardo, Del dio Fauno e de'suoi seguaci, tomo 28, p. i44- Gervasio Agostino, Sopra un'iscrizione sipontina os- servazioni, tomo 74» p. 139. Ghinassi Domenico, Sulle delizie della vita campe- stre, versi giocosi, tomo 5o, p. 296. - Alcuni epi- grammi, tomo 60, p. 349- - Breve compendio del- la gramatica italiana, tomo 63, p. 23 7. -Il luna- rio, componimento scherzevole, tomo 66, p. 3 60, Ghirelll Luigi, Lettera, tomo 38, p, 35 7. Giaccari Vincenzo, Esposizione del Pater noster , tomo 34? P« 387. -Intorno le sue opere e prin- cipalmente sul suo specchio della vita cristiana , tomo 35, p. 183. Giamboni Enrico, Corso elementare di algebra, to- mo 3o, p. 236 ; e tomo 44' P- 358. - Sua ne-, crologia, tomo 57, p. 358. Giambullari Pier Francesco, Istoria dell'Europa, to- mo 38, p. 376. Giampaolo Paolo Niccola, Sua necrologia, tomo 6q, pag. 368. Giannotti Rangoni Tommaso , Sua vita , tomo 60, pag. 222. Gigli Michele, Sua vita, tomo 76, p. 182. Gigli Ottavio, Cenni biografici di Raimondo Desèze stesi dall'av. Fabbrizio Guzzoni degli Ancarani , tomo 63, p. 174. -Lettera, tomo 65, p. 272; e tomo 66, pag. 1 5 8. - Memoria della vita e delle opere del giovane maestro di musica Gustavo Ter- ziani, tomo 74» p« 2g3. Gilbert Davies, Indrizzo alla reale società di Lon- dra, tomo 45, p. 125. Ginanni Francesco, Sua vita, tomo 66, p. i47- 99 Ginanni Giuseppe, Sua vita, tomo 58, p. 286. Ginanni Pier Paolo, Sua vita, tomo 66, p. i43. Girigliene P. L., Histoire litteraire d'Italie, tomo 20, pag. 4n. Gioeni Giuseppe, Suo elogio, tomo 24, p. 287. Gioia Gaetano, Pitture, tomo 23, p. 96. Gionantoni Domenico, Regola del desiderio dimostra- ta colla versione della satira X di Giovenale, to- mo 64» p. *3o. Giordani Camillo, Orazione al doge di Venezia, to- mo 75, p. 240. Giordani Gaetano, La pinacoteca di Bologna, tomo 4-3, p. 4°6. - Notizie intorno al foro dei mercan- ti di Bologna, tomo y3, p. 107.- Cenni sopra di- verse pitture staccate dal muro e trasportate in tela, e specialmente di una grandiosa con maestria eseguita da Guido Reni. - Vita del conte e sena- tore Andrea Bentivoglio scritta da Giovanni Sa- badino degli Airenti, e pubblicata con note di lui, tomo 85, p. 36o, Giordani Giulio, Alcune parole al doge di Venezia, tomo y5, pag. 240. Giordani Pietro, Sulle pitture d'Innocenzo Franucci da Imola, tomo 2, p. 161. -Opere, tomo io, p. ^44-- ~ Iscrizioni italiane, tomo 62, p. 238. Giorgi Filippo, Nota intorno i sintomi febbrili ma- nifestatisi in seguito di grave perdita di sangue, tomo 25, p. 1. Giorgini Gaetano, Teoria analitica delle proiezioni, tomo 14, p. 3o8. Giovanni Giuseppe Felice, Quinto Curzio tradotto, tomo 44» P« 34o. Giovannicio, Sua vita, tomo 56, p. iai. Giovenale. Vedi Gionantoni Domenico. 100 Giovene Giuseppe Maria , Della formazione del ni- tro e degli altri sali che V accompagnano, tomo 12, p. l3. Gipson, Scultura, tomo i5, p. 388. Giraldi Tommaso , Il ratto di Proserpina di Clau- diano tradotto in versi sciolti, tomo 6i, p. 17 r. Gismondi Carlo Giuseppe, Sua necrologia, tomo 27, pag. 293. Giusti Antonio, Corso di filosofia, tomo 70, p. 240; e tomo 73, p. 34. Giusti Gio. Battista, Sermoni, tomo 41? P« 62. Giustiniani Giacomo, Sulla costituzione del governo di Roma in tempo dei re, e sulle sue variazioni, pregi e difetti, tomo 68, p. 255. -Elogio storico- letterario di don Baldassare Odescalchi, tomo 7 1 , pag. 285. Giustiniani Giovanni, Il baule rapito e riacquistato, poema estemporaneo , tomo 56, p. 235. - Poesie estemporanee, ivi. Giustolo Pier Francesco, Versi latini, tomo 25, pag. 164 e 34o. Gnoli Tommaso, Discorso, tomo 85, p. 3y4- Gobbani Giuseppe, Quadro delle malattie contagiose che si propagano da un genere all' altro di ani- mali, e da questi all'uomo, tomo 77, p. 81. Gobbi A. F., De medorrhaea, tomo 34» P' i5. Godi Gaetano, Sonetti, tomo 68, p. 342. Goldoni Antonio, Sull'infiammazione, t. 4°> P* 26.- Discorso in risposta alle cose a suo riguardo stam- pate dal prof. Giacomo Tommasini, t. 43, p. 32 1. Goldoni Giulio ( padre di Carlo ) - Memoria necro- logica di lui, tomo 55, p. 356. Gorgone Tommaso, Corso completo di anatomia do- 101 scrittiva colle differenze nell'età, sessi, razze ed anomalia, tomo 74, P- 33g. Gozzi Gaspare, Scelta di lettere, tomo 34, p. i35. Gozzi Fulvio, Delle azioni generali dei rimedi, tomo i8, p. 1 36. - Fondamenti di terapeutica generale e di materia medica, tomo 5i, p. 1 64- -Lettere fisiologico-patologiche, dalle quali desumer si dee principalmente la scelta e l'uso appropriato degli eccitanti ec, tomo 68, p. 23. Granet, Pittura, tomo i3, p. i5i. Grandi Antonio Maria, Canzone, tomo i5, p. 180. Grandi Gio. Battista , Il nomotelasmo opuscolo di Girolamo Mercuriale volgarizzato ed accresciuto, tomo 55, p. 35q. Granwille A. B., Saggio sulle mummie egiziane con osservazioni sull'arte d'imbalsamare presso gli egi- zi, tomo 3i, p- 129. Grassi Giuseppe, Notizia intorno ad un'opera inedi- ta di R. Montecuccoli, tomo 7, pag. 206. - Sua necrologia, tomo 5o, p. 3icj. -Elogio storico del conte Giuseppe Angelo Sai uzzo di Menusiglio , tomo 52, p. 1 18. -Lettera, tomo 55, p. 36o. Gravina Gian Vincenzo, Dialogo inedito intorno la lingua toscana, tomo 1, p. 33. - Prologhi inedi- ti, tomo i5, p. 129. Grimelli Geminiano, Lettera sulla nuova dottrina me- dica italiana, tomo 36, p. 3. Grifi Luigi , Specchio mistico di bronzo rappresen- tante Ulisse e Tiresia, tomo 73, pag. 108. -Bre- vi cenni di un monumento scoperto a porta mag- giore, tomo 80, p. 358. - Intorno una iscrizione scoperta ultimamente a Todi, tomo 81, p. 86. Grones Giuseppe, Saggio di filosofia teoretica, tomo G.A.T.LXXXVI. 8 102 Z.3 pag. 3 12. -Sopra una lettera riguardante le quantità immaginarie, tomo 52, p. 221. Grossi Carlo, Della vita e dei costumi di Luigi Man- fredi Maderni, tomo 85, p. 354- Grottanelli Stanislao, Storia ragionata di una gravi- danza della tuba falloppiana destra, tomo 1, p. 120. - Splenitidis historia, tomo i3, p. 328. -Ri- cerche medico-forensi sopra uno straordinario ge- nere di morte violenta, tomo 17, p. i%» - Sopra il giuramento d'Ippocrate, tomo 18, p. 3i3. -Tra- duzione della sinossi delle varie difficoltà del par- to di Samuele Merrimen, tomo 33, p. 3o3; e to- mo 4o, p. 139.- Orationes accademicae, tomoSi, pag. 21 3. Guacci Giuseppa Maria, Rime, tomo 52, p. 3 17. Guadagni Francesco, Elegia, tomo 6, p. 260; tomo 63, p. 23o. - Endecasillabi, tomo 8, p. 277. - Poe- sie malinconiche di Saadi tradotte, tomo 11, p. 78; e tomo 12, p. 87. -Versi latini, tomo 16, p. 279; e tomo 18, pag. 324. - De comite lulio Perticano vita functo hexametri, t. 17, p. 269.- Ode, tomo ai, p. 56. - Epigramma, tomo 24, p. 375. - De significatione honoris erga divam Catha- rinam, tomo 35, p. 62. - De optima latinos scri- ptores explanandi ratione, tomo 37, p. 371..- Car- men, tomo 42, p. 392. - In obitu Aloisii De An- drea, tomo 70, p. 2 15: e tomo 71, p. 148. -Opu- scoli postumi, tomo 77, p. 344- Gualandi Domenico, Osservazioni sopra il celebre sta- bilimento d'Aversa, tomo 22, p. 17. Gualandi Michelangelo, Sull'esposizione di belle arti in Rologna nel i837, tomo 74, p. 343. - Memo-. rie intorno alla vita di Gio. Francesco Barbieri, tomo 79, p. 3G3. I.0& Qualteruzzi Carlo, Lettere inedite, torno 62, p. 369. Guani Gio, Battista, Dell'eccitabilità ed eccitamento, tomo i3, p. 3oi. Guarini Battista, Trattato della politica libertà, to- mo i, p. 271. -Lettere inedite, tomo 6, p. 101. Guarini Raimondo, Excursus tertius epigraphicus.-Idem quartus. - Satura non satura, tomo 66, p. 187.- Opere di archeologia, tomo 69, pag. io5.- Fasti duumvirati di Pompei, tomo y4> P* **&• -De' con- soli voluti municipali, tomo 75, p. 333- - Rispo- sta alle osservazioni di Vincenzo De Ritis sopra il libro intitolato: Ancora della tavola di bronzo rinvenuta in Pesto, ivi, p. 335. - Di alcuni te- goli scritti del reale museo borbonico, tomo 77, p. 201. t Ti tuli nonnulli allifani, calatini, saepi- nates, tomo 79, p. 210. -In cippum osco-abel- lanum divinatio, tomo 80, p. 363. Quattoni Giuseppe Antonio, Dissertazione sopra un antico elmo campano, tomo 7, p. 69. -Sua bio- grafia. V. Betti Salvatore. Gucci Giovanni , In morte di Anna Bontadosi Sil- vestri, versi, tomo 20, p. 427--Sua necrologia, tomo 43» P- 266. Guicciardini Francesco, Tre lettere in cifra ed ine- dite, tomo 3, p. 206 (con fac-simile) -Vedi San- sovino Francesco. Guidalotti Livio, tomo 6, p. 259. Guidone , Sua vita, tomo 69, p. 194* Guidotto da Bologna. Vedi Gamba Bartolomeo. Guteson I. G., Monumenti della religione cristiana, tomo 16, p. 402. Guzzoni degli Ancarani Carlo , Diceria sopra un luogo di Dante, tomo 61, p. 324- - Elogio di An- tonio Cesari, tomo 65, p. 226. - Epistola latina, io4 tomo 69, p. 247. - Sul mausoleo temporaneo idea- to dal cav. Pietro Camporese in onore di Raf- faello, tomo 70, p. 324 ( con tav. ) Sopra le poe- sie inedite di Carlo Porta, tomo 71, p. 307. - In- torno a un poema di Lamothe-Langon, discorso di Mouttinho, tomo 74, p. 287, Guzzoni degli Ancarani Fabrizio, Cenni biografici di Raimondo Desèze, tomo 63 , p. 1 74» - Cause celeberrime inglesi, spagnuule, tedesche e france- si, tomo 6,8, p. 195; e tomo 69, pag. 28. - Sua necrologia, tomo 80, p. 90. Guzzoni degli Ancarani Ottavio, Sopra alcune pa- role di Carlo Botta, intorno al metodo musicale di Bonifazio Asioli da Carreggio, tomo 6S, p. 279.. H Haucìt I. C, Degli organi imperfetti che si osserva-, no in alcuni animali, tomo 38, p. 76. Hans G. G., Sul terrore nella tragedia , tomo, 32, p. 233. Hercolani Antonio, Biografia a ritratti di XXIV uo- mini illustri romagnoli, tomo 62, p. 236; e to- mo 68, p. 3i5. Hercolani Luigi, Storia di una mielite , tomo 44 * pag. 74. Hodgkin Tommaso, Lettera sopra un argomento pa- tologico, tomo 37, pag. 106. - Notizie di alcune osservazioni microscopiche sul sangue ed animali tessuti, tomo 38, pag. 20. Holstenii Lucae, Epistolae ad diversos, t. 4» P- 58. Hunter, Macchina per gli annegati, tomo 58, p, 371, TO.) I Igino, Teano, tragedia tratta dal medesimo, t.ì4,p. 3^1. Ilari Francesco, Operette, tomo 54, p» 3 70. Inghirami Francesco, Monumenti etruschi, tomo 8, p. 1 1 1. - Ragionamento accademico sopra un ido- doletto di Minerva in bronzo, tomo 34, p. 338 (con tav.) - Lettere di etrusca erudizione , tomo 4°) P- 2I5. Ingres, Pitture, tomo 1, p* 44^* Ippocrate , Opere complete tradotte, t. 83, p. 3. Isaias Archangelus, Otia reatina^ tomo il, p. 236; e tomo i3, p. 438. Isocrate, Avvertimenti morali ad un giovane di spi- rito, tomo 44' P* 223. Jacoboni Vincenzo, Trattato delle ipoteche nello sta- to pontificio, tomo 29, p. 336; e t. 36, p. 128. Jacopini Emidio, Il tronfo della santa sede ec, ope- ra di don Mauro Cappellari ( Gregorio XVI ) , tomo 55, p. 22; e tomo 56, p. 3. Jacopone, Rime, tomo 2, p. 182. Jandelli Vittorio, Biografia del prof. Domenico Mo- nchini, tomo 7 3, p. 348 ( con ritratto ). Janh Ottone, I bassorilievi e le iscrizioni al sepol- cro di M. Vergilio Eurisace spiegati , tomo 80, pag. 358. Javal, Sopra alcune combinazioni dell'oro, tomo 12, pag. 160. Jonii Lodovico, Sui letti degli antichi, tomo 54, p- 3o3. - Intorno al pittore Gio. Battista Salvi da io6 Sassoferrato, tomo 61, pag. 21 3. - Ricérche sulla ospitalità, tomo 62, p. 125. - Intorno ad un an- tico dipinto che è nella chiesa de'frati minori à Norcia, tomo 71, p. 218. K Kessels Matteo, Sua vita, tomo 69, p. 220. Kleine Ottemeras Federico, Stesichori himerensis fra- gmenta, tomo 44» P* 358. Knapp I. M. Vedi Guterson I. G. Kriloff, Favole russe, tomo 26, p. 90 e i8j-. Labus Giovanni, Iscrizioni, tomo 1, p. 3o4 ; tomo 2, p. 284; tomo 7, p. 126; tomo 8, p. 285 e 365; tomo io, p. i45, 295 e -438; tomo 14, p. i5o; tomo i5, p. i3i e 248. - Notizie biografi- che di Ennio Quirino Visconti, tomo 2, p. ì.- Epitaffio antico pubblicato e spiegato, tomo 4» P« 245 e 257. -Di un'ara antica scoperta 111 Hain- burgo, tomo 7, p. 376; e tomo 8, p. 53. -Iscri- zioni di S. A. Morcelli, ivi, p. 228. - Necrolo- gia di S» A. Morcelli, tomo 9 , p. i35. - Della maniera di cuoprirsi il capo degli antichi roma- ni, tomo io, p. 96. - Notizie del Racagni* tomo i4» p- 90. * Intorno alcuni monumenti epigrafici italiani, tomo 25, p. 248.- Se le città aggregate a Roma potessero conferire a'forastieri la loro cit- tadinanza, dissertazione inedita del Morcelli con note di lui, tomo 18, p. 169. - De la certitude de la science de l'antiquitè, ivi, p. 3 18. -Di un ioy epigrafe latina scoperta in Egitto , e dei prefetti di quella provincia, tomo 3i, pag. 187. -Museo della reale accademia di Mantova. - Il museo bre- sciano descritto ed illustrato, tomo 61, p. 352.- Museo della reale accademia di Mantova , tomo 75, p. 335. -Notizie di Giambatista Garzetti, to- mo 81, p. l52. Laennec, Sopra l'attività del tartaro stibiato a larga dose nelle malattie flogistiche, tomo 55, p. 55. La Farina Carmelo, Intorno le belle arti e gli ar- tisti fioriti in varie epoche in Messina, tomo 64> p. 364. La Farina Giuseppe, Una gita nella Toscana e in Roma, tomo 79, p. 364- Laghi Antonio, Della vita e degli scritti di lui, to- mo 62, p. 89. La Martine Alfonso, Sur l'interpretation d'un pas- sage du cinquieme cant de Child Harold , tomo 29, p. 4°7--Vedi Cappi Alessandro. Lambruschini Luigi, Operette spirituali , tomo 57, pag. 274. Lampadius, Vodanium nuovo metallo, t. 3, p. 355. Lampredi Urbano, Otia reatina Archangeli Isaiae , tomo 11, pag. 236.- Lettera intorno varie cose spettanti alle opere di Tommaso Chersa, tomo 33, p. i55. - Lettera, tomo 35, p. 118; e tomo 60, p. 281. - Sonetto, tomo 37, p. 390: e tomo 4°> p. 34i.- Sulle traduzioni dell'iliade del Monti , e dell'odissea del Pindemonte, tomo 38, p. 160.- Intorno la voluta ionica vitruviana, ivi, p. 3o6 (con tav. ) - De vita Thomae Chersae commenta- rium Antonii Caesari, tomo 39, p. 255. - Intor- no ad un passo di Euclide sulla teorica delle pa- to8 rallele, tomo /to, p. 19. -Le georgiche di Virgi- lio in ottava rima tradotte dall'autore dell'iliade italiana, ivi, pag. 209. -Parafrasi del salmo Coeli enarrant gloriam Dei, e dei sette salmi peniten- ziali del cav. Giuseppe De Thomasis, ivi, p. 346.- Aiace tragedia di Ugo Foscolo con osservazioni critiche, ivi, pag. 371. -Sopra le due traduzioni dell'iliade fatte dal Monti e dal Mancini, tomo 4* , p. 236. -Lettera a Salvatore Betti, tomo 43, pag. y4- - Sulla versione del teatro tragico greco intrapresa dal sig. D. S. Oliva, ivi, p. 363. - In- torno a tre elogi funebri pubblicati recentemente in Napoli, tomo 46, p. 323. - Saggio di tradu- zione dell'odissea di Omero, tomo 4°\ P- 112.- I fenomeni di Arato volti in endecasillabi italia- ni; e lettera apologetica in risposta ad un gior- nale, tomo 5i, p. 70. - La caccia e la pesca poe- mi di Oppiano Cilice volti dagli esametri greci in endecasillabi italiani, tomo 58, p. 3i5.-Sua biografia scritta da se medesimo, tomo 82, p. 338. Lamoihe Langon, Poema, tomo 74, p. 237. Lancellotti Francesco, Processo per portar via dalle antiche monete d'argento la crosta che le ricopre, tomo 8, p. 119. Lanci Cornelio, tomo 6, p. 252. Lanci Michelangelo, Dissertazione sui versi di Nem- brotte e di Pluto nella divina commedia di Dante, tomo 2, p. 211; e tomo 3, p. 61. - Lettera sul cufico sepolcrale monumento portato d'Egitto in Roma, tomo 4> P- 65. - D'una gemma arabica rap- presentante Maometto sul borac e la testa di Ali, ivi, p. 199 ( con tav. ) - Dissertazione sugli omi- reni e sulle loro forme di scrivere, tomo 8, pag. 109 385; o tomo 9, p. 108. - Intorno alla statua tu- dertina del museo gregoriano, tomo 75, p. 367. Lanciarli Pietro , Puntone ad aratro per lo spurgo dei porti, tomo 72, p. 364- Landi Gaspare, La madre di Coriolano, quadro, to- mo 1, p. 44^- - Suo elogio, tomo 45, p. 287. Landoni Iacopo, Odi trentaquattro di Q. Orazio Fiac- co tradotte, tomo 35, p. 160. Lanza Pietro, Degli arabi e del loi'o soggiorno in Si- cilia. - Sulla dominazione degli svevi in Sicilia, tomo 59, p. 249. - Considerazioni sulla storia di Sicilia dal i532 al 1789 da servire di aggiunte e di chiose al Botta, tomo 71, p. 35q. Lassaigne, Nuovo alcali vegetale , tomo 4> P- 75.- Ànalisi della stafisagria, tomo 5, p. 342. Latini Brunetto, Il tesoretto e il favoletto, tomo 2^, p. 371. -Alcune emendazioni all'edizione zanno- niana del tesoretto di lui, tomo 55, p. 126. Latini Vincenzo, Osservazioni sulla preparazione del- la pomata d'idroiodato di potassa, tomo 43, pag. i52. - Analisi di una polvere reputata valevole per la morsicatura delle vipere e tenuta come segre- to, tomo 57, p. 37. Lattami Bernardino, Institutionum anatomiae et phy- siologiae, tomo 55, p. 226. Lattami Luigi, Influenza delle posizioni topografiche nello sviluppo delle malattie , e confronto delle malattie de' luoghi elevati con quelle che domi- nano nelle paludi e nelle maremme , tomo 57 , pag. 42. Laugier, Fatti per servire all' istoria della chimica delle pietre meteoriche, tomo 7, p. 142. Laureala Gabriele, Dei versi latini di Cristoforo Vea- i.-j.i, tomo 3o, p. 189. ÌIO La Via Gregorio Barnaba , Osservazioni geologiche fatte nella contea di Sommantino in Sicilia, to- mo 27, p. 17. -Idem fatte nei contorni di Ni- cosia, ivi p. 166. - Sopra un'eruzione fangosa di un vulcano idro-argilloso della Sicilia, ivi, p. 174. Lazzarini Alessandro , Dei pregi dello studio della religione cristiana in confronto dello studio delle religioni false, tomo 25, p. 112. Lemoyne Paolo, Discorso recitato all'insigne e pon- tificia accademia romana di s. Luca nel giorno della premiazione scolastica dell'anno i83g, tomo 81, p. 326. Lenzi Gaetano, Intorno agli uomini illustri che più fioriscono in Bologna nelle lettere e nelle scien- ze, tomo 77, p. 35i. Leonardi Filippo, Sua necrologia, t. 80, p. 3oi. Leonardi Mauro, Storia di alcuni morbi gravissimi, tomo 66, p. 297. Leonarducci Gaspero, La provvidenza, cantica, tomo 83, p. 349. Leondarakys Dionigi, Serie di articoli sopra scritto- ri coetanei, Vincenzo Monti, tomo 61, p. 177.- Caratteri di Teofrasto volgarizzati, t. 65, p. 188. Leoni Michele, L'Italia canto quarto del pellegrinag- gio di Childe Harold scritto da Lord Byron, to- mo 3, p. 141. -Eneide volgarizzata, tomo i3, p. 2,91. -Le guerre catilinarie di C. Crispo Sallu- stio volgarizzate, tomo 5i, p. 376. Leopardi Giacomo, Canzone ad Angelo Mai, tomo 8, p. 282. - Canti, tomo 5i, p. 77. Leopardi Monaldo, Memoriale di frate Giovanni di Nicolò da Camerino pubblicato, tomo 4ii P- 4°6* Letarouillj P. , Edifici di Roma moderna disegnati e pubblicati, tomo 38, p. 317. ìli Levrini Luigi, Lettera, tomo /ty, p. 369. Levi M. G., Opere compiute d'Ippocrate, prima tra- duzione italiana, tomo 83 p. 3. Ligi Giuseppe, Ammaestramenti matrimoniali di Plu- tarco volgarizzati, tomo 5, p. 4^9* Linari Santi, Vera scintilla elettrica ec., t. 70, p. 5o. Lincili Filippo, Poesie, tomo 85, p. 374- Lìnoìi Odoardo, Osservazioni anatomiche patologiche, tomo 83, p. i4- Linolte Lodovico, Sulla fissazione dell'idrometro si- tuato in Roma al porto di Ripetta, tomo i3, p. 1 8 3 . - Notizie sul Tevere, tomo 14, p. 161 (con tav. ) - Sul fanale marittimo, tomo 23, p. 32.- Sull'esistenza delle due foci del Tevere, prima del- la costruzione del porto Claudio, ivi, p. 46. - Sul porto d'Anzio antico e sul moderno innocenzia- no, ivi, p. 225 ( con tav. ) e 293; e tomo 24, p. 3. - Della tossa traiana, tomo 25, pag. 217.- Sua necrologia, tomo 38, p. 390. Litta Pompeo, Famiglie celebri italiane , tomo 68 , p. 317; e tomo 78, p. 75. Liverziàni Giuseppe, L'editto universale, tomo ig, p. 396; tomo 20, p. 320; e tomo 25, p. 137. Locatelli Antonio, Iconologia italiana degli uomini e delle donne celebri dall'epoca del risorgimento delle scienze e delle arti fino a' giorni nostri, to- mo 78, p. 64. Lockmann Antonio, Elogio funebre di Pacifico Gior- gi Pierfranceschi, tomo 72, p. 362. Lodoli Giuseppe, Suo elogio, tomo 25, p. 3- Lo Faso Pietrasanta Domenico, Cenni sugli avan- zi dell'antica Solunto, tomo 5o, p. 225. -Le an- tichità di Sicilia esposte ed illustrate, tomo 74, p. 352; e tomo 77, p. i85. 112 Longanesi Stefano, Notizie di lui, tomo 57, p. 296. Longhi Giuseppe, Intaglio in rame, tomo 7, p. 243, Longhi Luca, Sua vita, tomo 62, p. 181^ Longo Agatino, Nuovi principii di filosofia naturale, tomo 58, p. i.5i. Lopez Michele, Lettera sulla cronologia delle deco- razioni architettoniche de'sarcofagi cristiani, tomo 81, pag. 339. - Lettera intorno la maggiore iscri- zione della fontana di Perugia, tomo 85, p. 299. - Intorno due pittori parmensi sinora sconosciuti del secolo XI l'uno, del XIV l'altro, ivi, pag. 332. Lorenzi Bartolomeo, Sua necrologia, t. i3, p. 2g5. Lucano, Saggio di traduzione del medesimo, tomo 5, p. 4^9; e tomo 6, p. 86. - Vedi Cassi Francesco. Lucas figlio , Sugl'incrostamenti salini dei vulcani , tomo 4? P« 233. Lucchesini Cesare, Il rapimento di Elena, poema di Coluto recato in versi italiani con annotazioni del prof. Antonio Mezzanotte, tomo 32, p. 296. - Tra- duzione di Pindaro, tomo 34» P- 188. -Se ila- tini avessero veri improvvisatori, t. 4°, p. 33 1.- La tavola di Cebete tradotta, tomo 44? P* 35 7.- Pel tempietto ad onore degli uomini illustri luc- chesi del marchese Antonio Mazzarosa innalzato nella sua villa di Segromigno, tomo 5i, p. 111.- Sopra il verso di Dante « Poscia più che '1 do- lor potè il digiuno » tomo 5i, pag. 258. - Suo elogio, tomo 54, p. 177. Luciano, Dialoghi tradotti, tomo 1, p. 3ir; tomo 6, p. 271; e tomo 7, p. 4o5. -Vedi Barola Pao- lo, Delbono Cesare. Ludovisi Leone, Suo Elogio, tomo 7, p. /yoS. Lupi Achille, Encephali anatomica descriptio, tomo ir3 3o, p. 157. - Storia medici del cholera indiano osservato a Parigi, tomo 59, p. 174. M Maccabelli Francesco, Comentario intorno la vita di Giacomo Sacchi, tomo 64, p. 3o4. Maceroni Orazio, Sulla polisarcia, tomo i5, p. 37<- Sopra i mezzi per riparare la mortalità dei bam- bini esposti nell'orfanotrofio di Roma, ivi, p. 2^5.- Intorno ad una guarigione ottenuta per mezzo del- l'olio di croton tilium, tomo 3o, p. 257. - Osser- vazioni medico legali sopra una mania ed una epilessia riconosciute simulate, tomo 43, p. 174.- Sopra il vaiuolo vaccino rinvenuto in alcune vac- che svizzere esistenti nel nostro territorio, e so- pra l'uso della crosta presa dalle medesime ed in- nestata con profitto nella specie umana, tomo 60, pag. 3. Mac-Hale Giovanni, Sermoni, t. 54, p. 23o. Machenzie Francesca, Lettera, tomo 16, p. 411. Machirelli Odoardo, Lettera, tomo 3q, p. 383. Maestri Ferdinando, Elogio del cav. avv. Giuseppe Bertani, tomo 37, p. 376. Maffei Andrea, Studi poetici, tomo 5i, p. 107. Maffei Giacomo, Riflessioni aulla convenienza d'im- piegare maggior copia di capitale ai rami d'indu- stria manifatturiera più propri della città e pro- vincia di Bologna, tomo 82, p. 357. Maffei Giampietro, Vite di 1 7 confessori di Cristo, tomo I7, p. 435. Maffei Giuseppe Eustachio, Storia dell'antica cristia- nità novellamente raccontata pe'cristiani de'nostri u4 tempi dal can. Schmiil, tomo 60, p. 828. -. Storia, della letteratura italiana, ivi, p. 357. Maggi Gio. Antonio, Cenni intorno alla vita ed alle opere del cav. Vincenzo Monti, tomo Lat p. 33(j, Maggiorarli Carlo, Sopra alcuni giudizi medici, to- mo 28, p. 3. - Sopra alcune modificazioni dell'al- bumina per opera del ferro ec, tomo 82, p. 36. Magistretti Angelo, E egli il colera d'oggigiorno ve- ramente contagioso ? Risposta del prof. Luigi Emi- liani, tomo 66, p. 299. Magni Cosimo, Sua vita, tomo 69, p. 2o5. Mai Angelo, Cbronicon Eusebii Pampbyli ( vedi Zo-, rliab ) - Ulphilae partes ineditae , tomo 5 , pag. 1 13. - Annunzi letterari della biblioteca vaticana, tomo 7, p. 339. -Nuove notizie del codice vati- cano palatino XXIV, tomo 8, p. 86. - Nota, ivi, p. 117. -Intorno ai frammenti di Seneca nel co- dice vaticano palatino XXIV, ivi, p. 233. - Av-. yertimento, ivi, p. 428, - Iliadis fragmenta anti- quissima cum picturis, tomo 16, p. 72 e 242; e tomo 11, p. 181. - Pezzi di diritto romano in un codice rescritto della biblioteca vaticana, ivi, p. 36 1. -Elegia latina, tomo 12, p. 95.- M. T. Ci- ceronis de re publica, tomo 17, p. 107. - Fron- tonis fragmenta, tomo 19, p. 2i3.- Nuovo dige- sto, tomo 22, p. 48. - I vicendevoli uffici della religione e delle arti, tomo 24, p. 371. - Scripto- rum veterum nova collectio vaticana , tomo 29, p. 373; tomo 34, p. 217; tomo /ti , p. 96; to- mo 42» P« *77 e 332; tomo 43, p. 202 e 338; tomo 44> P- 9^5 tomo 43, p. 258; tomo 77, p. 125. - Laudatio funebris in lohannem VI Lusita- niae regem, tomo 37, p. 363. - SS. Episcoporun\ u5 Nicetae et Paulini scripta ex vaticanis codicibus edita, tomo 4<>, p- 2o4- - Dell'eleggere il ponte- fice massimo, orazione, tomo 49» P« 2^9' ~ Alcu- ni discorsi di argomento religioso, tomo 63, pag. 161. - In funere serenissimi Antonii Saxoniae re- gis oratio, tomo 64, P- 173. Mainardi Antonio , Dissertazione storico-critica so- pra il busto di Virgilio della reale accademia di Mantova, tomo 68, p. 33y. Malocchi Giovanni Alessandro, Manuale di geome- tria per le arti e mestieri, tomo 56, p. 377. Maisaiw Lorenzo, Sulla filosofìa della medicina, to- mo 745 p. 337. - Su le scrofole e di un recente efficacissimo rimedio per guarirle, tomo 81, p. 369. Malacari Andrea, Epistola, tomo 24, p- 376. Malacarne Vincenzo Gaetano , Circa le deviazioni della milza dalla sua naturai sede, tomo 4? P- 91* Malachislo Giuseppe, Inni, odi ec, t. 38, p. 367. Malaga Pietro Paolo, Considerazioni intorno le fe- rite di prima e seconda intenzione, e sulla for- mazione del «allo osseo, tomo 58, p. i3g. Mal p agnini Giovanni, Sua vita, tomo 66, p. 126. Malpighi Marcello, Suo elegio, tomo 5o, p. 74* Malthus, Saggio sul principio della popolazione. Ag- giunte al medesimo, tomo 1, p. 2 63 e 400> '■> to" mo 2, p. i3o e 261; e tomo 3, p. 25g. - Saggio sopra la rendita dei proprietari delle terre, aggiun- te, tomo 7, p. 196. Malvezzi Campeggi Floriano, Dei riti nuziali degli antichi romani, tomo 18, p. 248. Malvica Ferdinando, Sopra il famoso Vincenzo Zuc- caro, tomo 42, p. 398. - Il Discobolo statua di Carlo Finelli, tomo 4$, pag. no. - Esercitazioni n6 dell'accademia agraria di Pesaro, ivi, pag. 129.- Lettera, tomo 44> P- 196. - Elogio storico di Pie- tro Novelli scritto da Agostino Gallo, ivi, p. 214.- Sopra una versione della poetica di Geronimo Vi- da fatta da Baldassare Romano, lettera filologica, tomo 5o, p. 147. - Cenni sugli avanzi dell'anti- ca Solunto per Domenico Lo Paso Pietrasanta duca di Serradifalco, ivi, pag. 225. - Discorsi so- pra vari oggetti di pubblica utilità composti da Ignazio de Contreras, ivi, pag. 3 io. - Elogio del conte Leopoldo Cicognara, tomo 60, pag. 342. - Elogio di Domenico Scinà, tomo y5, p. i4o„ Mamlani Giuseppe, Sulla vita e sugli scrini di Gui- do Ubaldo del Monte, tomo 9, p. 338; ìomo io, p. 47 e 197. - Notizia di longevità, tomo 21, p. 122. - Commentario sul marchese Giulio Cesare Faguani, tomo 26, p. 249. - Manuale di fisica di C. Bailly volgarizzato, tomo 27, p. 355. - Ricer- che sul moto molecolare dei solidi di Domenica Paoli, tomo 29, p. 3 e i45. - Elogio di Federico Commandin» , tomo 34, p. i45.- Elogi storici, tomo 38, p. 365. - Sulla necessità di far vivere l'esportazione dei vini, tomo 60, p. 34i.- Elo- gio storico di Alessandro Volta scritto da Arago, voltato in lingua italiana, tomo 63, p. 277. -Un tributo di onore e di gratulazione dell'accademia agraria di Pesaro alla memoria del dott. Ignazio Lomeni, tomo 80, p. 121. Mamiani della Rovere Terenzio, Lettera, tomo 36, p. 129. -Poesie, tomo 43, p- 371. Mancini Celso, Sua vita, tomo 69, p. 212. Mancini Giacomo, Lettere sopra una tavola di Luca Signorclli da Cortona, ed alcuni oggetti pittorici II7 velativi alla suddetta città, tomo 3o, p. ai6 ; e tomo 32, p. a55. -Lettere sulle pitture del duo- mo di città di Castello, tomo 37, p. 298. -Istru- zione storico-pittorica per visitare le chiese e pa- lazzi di Città di Castello, colle memorie di al- cuni artefici del disegno, che in detta città fio- rirono, tomo 61, p. 220. - Intorno la patria, ope- re ed allievi di Raffaellino Dal Colle, tomo 70, pag. 269. Mancini Giulio, Lettera, tomo 22, p. 121. - Memo- ria su di due monete di Lucca, tomo 32, p. 329 ( con tav. ) - Sul Pitino umbro di Tolomeo, tomo 44i P- 276. - Sui miracoli che sono slati attri- buiti a papa Clemente II, e sull'importanza del documento che li narra, tomo 46, p. 80. - 11 ca- strum ielicitatis, tomo 60, p. i3i. Mancini Lodovico, Elogio del dott. Leone Ludovisi, tomo 7, p. 4°5« - Sonetti, tomo io, p. i/;.6\ Mancini Vincenzo, De aquaeductu Fucini elegia, to- mo 4) P- 242 e ^99 • Mancini Cortesi Giuseppe, Pittura, t. 14, p. i40# Manfredi, Stanze inedite, tomo 33, p. 107. Manfredi Eustachio, Poesie, tomo 12, p. 58. M augelli Francesco, Della madre defunta alla figlia pargoletta, discorso, tomo 77, p. 354- - Dei prin- cipii delle belle lettere. - Il tempio di Gnido, poe- metto di Montesquieu tradotto, t. 84' P* 355. Mannelli Pasquale, Institutiones iuris civilis versibus expositae, tomo 75, p. 243, Marmi Pietro, Del trattamento degli annegati, tomo 3o, p. 52. - Delle malattie periodiche, tomo 47» p. 280. - Intorno alla Sicilia, lettere, tomo 65, pag. 5 7. G.A.T.LXXXVI. 9 II» Manno Giuseppe, Della fortuna delle parole , tomo 5q, p. 233. - Quesiti sopra i pubblici ufficiali , tomo 6ò, p. 352. Manuzio Aldo, Lettera inedita, tomo 17, p. 429» Manuzzi Giuseppe, Alcune iscrizioni non più stam- pate, tomo 3o, p. 25o. - Iscrizioni, tomo 36, p. i3o; tomo 37, p. 199; tomo 38, p. 36o; e to- mo 4°5 P- 366. - Saggio d' iscrizioni italiane pub- blicate ora per la prima volta, tomo 47i P- i83.- Meditazione sopra l'arbore della croce, testo dì lingua citato a penna, ora nuovrunente recato in pubblico, tomo 68, p. 191. Manzi Guglielmo, Dialoghi di Luciano, tomo 1, p. 3 12. - Le leggi di Cicerone tradotte , tomo 27 , pag. 357. Manzi Pietro, Dionigi d'Alicarnasso dello stile e dei modi propri di Tucidide, tomo 5, p. 287, tomo 9, p. 219 e 36/|.; tomo io, p. 23o; e tomo 11, pag. 206. - Escavazione alle terme di Traiano in Ccntocelle, tomo 6, p. 33^. - Istoria della con- quista di Messico, tomo 8, pag. 219. - Erodiano tradotto, tomo 11, p. 102. - Ambasceria di Teo- dosio il giovane ad Attila descritta da Prisco, vol- garizzata, tomo 37, pag. 372. - Orazione funebre detta da Pericle in lode di coloro che erano mor- ti in battaglia, tradotta, tomo 4°? p. 265. - Tu- cidide, delle guerre del Peloponneso, tradotto, to- mo 45, P- ^09; e tomo 46, p. 226. - Lettera so- pra le ultime scoperte fatte lungo il littorale del- l'antica Etruria nello stato pontificio , tomo 58, p. 241. - Stato antico ed attuale del porto, della città e provincia di Civitavecchia, tomo 73, pag. 347: e tomo 75, p. 33o. ii9 Manzoni Alessandro, Le pentecoste, inno, tomo 17, pag. 143. Manzoni Antonio, Considerazioni sugli aneurismi tomo 3, p. 379. Marabini, Poesie italiane scelte ad uso delle scuole, tomo 35, p. 216. Marchetti Giovanni , Canzone in onore di Ennio Quirino Visconti, tomo 2, p. 19. - La tomba del Petrarca in Arquà, canzone, tomo 6, pag. 193.- Sonetto, tomo i5, p. i3o; tomo 41, p. 408; e tomo 43 , p. 4<>3.-Odi di Anacreonte volgariz- zate, tomo 21, p. 11 3. - Sposizione di una sua canzone latta da Paolo Costa, tomo 37, p. 168.- Alcune rime, tomo 45, p. 3io. -Ode, tomo 62, p. 168; tomo 64, p. 366; tomo 77, pag. 340.- Una notte di Dante, cantica, tomo 78, p. 369.- Rime e prose, tomo 80, p. 372. Marchetti Giovanni, Dei frutti della polemica con- tro la religione, tomo 7, p. 121. Marchetti Vincenzo, Saggio geografico-statistico-sfo- rico dello stato pontificio di Gabriele Calindri , tomo 49> pag. 363. Marcheselli C, In phthiseos tubercularis pulmonum conditionem patologicam, tomo 28, p. 197. Marchi Gian Pietro, L'aes grave del museo kirehe- riano, tomo 79, pag. 3 18. Marcotulli Luigi, Sull'atmosfera di Sezze, tomo 29, p. 164 e 281. -Storia patologica di una febbre intermittente, tomo 42, p.. 8. Marcucci Gio. Battista, Lettere sulla scuola del mar- chese Basilio Puoti napolitano, tomo 64, p. 211. Marcucci Lorenzo, Osservazioni chimiche sull' alte- razione de'colori ne'quadri dipinti a olio , tomo 27, p. i58. 120 Marenco Carlo, Buoldernonte e gli Amidei tragedia, tomo 39, p. 36 1. Mariani Camillo, Memoria intorno la sua vita, to- mo 72, p. 106. Marin Francesco, L'italiano istruito nella cognizio- ne della lingua spagnuola, tomo 56, p. 23o. Marini Luigi, Vitruvio emendato ed illustrato , to- mo 73, p- 323; tomo 74, P- *5o. Marini Marino, Degli annedoti di Gaetano Marini, tomo 19, p. 355. Mariani Agostino Antonio, Delle sue opere e vita, tomo 47» P- 1^9- Marioni da Ponte Giovanni, Sua necrologia, tomo G/h p. 225. Mannaia Giuseppe, Sopra un tumore fibroso, tomo 3i, p. 235. Marocco Pietro, Sopra Roma, sciolti, t. 4^, p- 3o8. Marperger-Asters [de) Paolo, Sulla guarigione di un ianciullo rachideo, tomo 5, p. 348 (con lav.)- Lapide illustrala, tomo 6, p. 118. Marsand Antonio, Il fiore dell'arte dell'intaglio nel- le slampe con singolare studio raccolte da Lui- gi Gaudio, tomo 22, p. 187. Marsella Domenico Antonio, Suo elogio storico, to- mo 66, p. 333. Marsuzi Gio. Battista, Traduzione di un elegia, to- mo 3, p. 4°- Martinelli Tommaso Angelico, De Antonio Onuplirio Roma ad urbem Marini reduce, tomo 24, p- 238. Martinetti Cornelia, Amelie ou le manuscrit de Thè- rèse de L., tomo 19, p. 74. Martinetti Giambattista, Architettura , tomo io, p. i33. - Suo elogio, tomo 4°\ P- IQ5. I2T Martinetti Giuseppe Gaetano , Memoria per servire alla storia dei laghi, tomo 5i, p. 224. Martini Francesco di Giorgio. Vedi De Rossi Giu- seppe. Martini Gian Vincenzo, Delle opere di Antonmaria Robiola, tomo 26, p. 365. Martini Lorenzo, Necrologia di Tommaso Tosi, to- mo 4o\ p. 36g. 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Battista Spina, ivi, p. 334-— Delle biografie e ritratti d'illustri siciliani morti di cholera nel I837, tomo 78, p. 86. - Sullo sti- le epistolare del secolo XVI, discorso, tomo 82, p. I79. -La bellezza poetica carme di Francesco Valdem, ivi, p. 353. \ 122 Masi Francesco, Saggio di rime illustri inedite elei secolo XIII scelte da un codice della biblioteca vaticana, tomo 85, p. 356. Massabò Antonio, Saggio sul moto rotatorio del Me- diterraneo dimostrato da Girolamo Bottini, tomo 64? P- 57. - La storia dell'antica Liguria e di Ge- nova scritta dal march. Girolamo Serra, tomo 65, pag. 199. Massari Cesare, Saggio storico sulle pestilenze di Perugia e sul governo sanitario di esse dal se- colo XIV fino ai giorni nostri, tomo 78, p. 75. Massari Giovanni, Parga novella istorica, tomo 3o, pag. 237. Massari Silvestro, Pittura, tomo 22, p. 223. Massaroli Paolo Antonio, Norme fondamentali per servire di guida ai giovani studiosi della sapien- za, tomo 81, p. 23. 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Mastro/ini Marco, Le usure libri tre, tomo 4-9» P- 143. -Della maniera di misurare la lesione enor- me ne'contratti, tomo 57, pag. 34- - Amplissimi frutti da raccogliersi ancora sui calendario grego- riano, tomo 59, p. 204. Mattei Mario, In funere Mariae Lusitaniae Brasiliae Algarbiae reginae, tomo 7, p. I22. Matteucci Lorenzo, Sulla lettera del dott. Camillo Versari intorno lo scorbuto, trattato dal dott. An- gelo Sorgoni, tomo 76, p. 90. Matthey Giuseppe, Dell' abuso dei purganti e della medicina curativa , ossia purgazione di Le Róy, tomo 27, p. 3; tomo 28, p. 149; e t. 37, p. 61. Mauri Carlo, Sonetti, tomo 11, p. 388. Mauri Ernesto, Florae romanae prodromus, tomo 1, p. I26. - Romanarum plantarum centuria XIII, tomo 8, p. 1 2. - Prospetto di un metodo natura- le in botanica di Schweigger , ivi, p. 339. - Di due funghi mangerecci dei contorni di Roma, to- mo 54, p- 63 ( con tav. ) - Sua biografia , tomo 67, p. 20. Mauri Francesco, Francisciados, tomo 57, p. 348. Mazio INiccola, Osservazioni sui coefficienti del bi- nomio di Newton, tomo 22, p. 27. Mazzarella Andrea, Poesie, tomo 58, p. 329. Mazzetti Angelo, Raccolta de'monumenti e fabbriche del XV e XVI secolo, tomo 3i, p. I02. Mazzetti Antonio, Imperatori et regi Ferdinando I, ad coronam ferream suscipiendam etc, gratulatio, tomo 83, p. 122; e tomo 84, p- 327. Mazzetti Giuseppe Maria, Elementi di prospettiva li- 124 neare, tomo 46, p. 272 ( con tav. ) ; tomo $js p. 32 e 3oo; tomo 4°\ P- I2^l e tomo 5o, p. 1. Mazzi degli Amaclei Gio. Battista, Sonetto , tomo 17, p. 141. Mazzoli Terenzio, Scelta di racconti storici e favo- losi, tomo 25, p. 247. Mazzoni Toselli Ottavio, Foro criminale bolognese, tomo 66, p. 34. Mecenate Raffaele, Sexti Rufi breviarium rerum ge- starum populi romani edilum, tomo 6, p. 87. - Valerti Messalae Corvini ad O. Angustimi de pro- geniae sua libellus, tomo 8, p. 2 1 2. - Epistola in Messalam Corvinum, tomo 9, p. 4 '7- -Vita Va- lerii Messalae Corvini, tomo 11, p. 91. - De vita rebusque gestis M. Vipsanii Agrippae, tomo 12, p. 4T5. - Francisci Norcia Egyptii iuris sperimeli. tomo 14» p- 33q.-De casibus C. Caesaris Ger- manici coniugisque Agrippinae commentarius, to- mo 17, p. 248. -Degli annedoti di Gaetano Ma- rini, commentario di Marino Marini , tomo 19, p. 355. -De Publio Thrasea Paeto commentarius etc, tomo 20, p. 87. - C. Crispi Sallustii excer- pta politica et moralia, tomo 36, p. 296. Medici Michele , Discorsi, tomo 26, p. i36. - Vita di Carlo Mondini , tomo 4°\ P- 22. -Saggio di un'analisi di alcune dottrine fondamentali risguar- danti la vita, tomo 61, p. 4° •- Manuale di fi- siologia, tomo 63, p. 1. - Cenni fisiologici, pato- logici e terapeutici intorno la malattia conosciuta in Comacchio sotto il nome di male del fegato, tomo 66, p. i5. - Dissertationes nonnullae, tomo 71, p. 3. -Lettere fisiologiche, tomo 82, p. 70. Melandri Contessi Girolamo, Sopra un lambicca di is5 nuova eostruttura, tomo 3o, pag. i55.- Sopra la temperatura dell'aria, ivi, p. 263. - Osservazioni chimiche ed analisi dell'acqua minerale di Civilli- na, tomo 3i, p. 12. -Trattato elementare di chi- mica, tomo 32, p. 38i.-Sua necrologia, tomo 56, p. 245. - Vedi Caldani Floriano. Melchiorri Giuseppe, Diplomi imperiali di privilegi accordati ai militari, raccolti e contentati da Cle- menle Cardinali, tomo Gg, p. 1 5 1. - Intorno un' aulica slatua etnisca, tomo 79, p. 202. - Intorno al monumento sepolcrale di M. Vergilio Eurisa- ce recentemente discoperto presso la porta mag- giore, ivi, p. 2 0/(.. Meli Domenico, Sulle febbri biliose, tomo 18, pag. 268. - Nuove esperienze ed osservazioni sul mo- do d' ottenere dal pepe nei\) il peperino e l'olio acre, e sulla virtù febbrifuga di queste sostanze, t. 22, p. i36. - Sulla condizione patologica del- le febbri biliose, tomo 2/j., p. i3y.- Lettera sul presente abuso del salasso, ivi, p. 24.8; tomo 34» p. 178; e tomo 36, p. 3o. - Della condizione pa- tologica delle febbri biliose, tomo 28, pag. 21.- Sulle principali cagioni che portano all'abuso del salasso, ivi, p. 332. - Lettera, tomo 3o, p. i5.- Dei parti naturali anticipati, dell'attitudine a vi- vere dei prematuri nascenti e dei loro diritti ci- vili, tomo 32, p. 4^; e tomo 35, p. i38. -Apo- logia di alcune postille scritte in margine di una dissertazione fisico-legale, tomo 32, p. i45. -Del sangue, sopra il modo di riconoscere le sue mac- chie, e sulla maniera di distinguere il sangue u- mano da quello di ogni sorta di animali , tomo 45, p. 325; e tomo 47, p. 1 1 1 .- Opuscoli scien- iaG tifico-letterari, tomo 5i, p. 26. - Il cliolera asia- tico in Italia, tomo 67, p. 174. Melloni Macedonio, Relazione intorno al daguerro- tipo, tomo 82, p. 1. - Esperienze sull'azione chi- mica dello spettro solare e loro conseguenze re- lativamente alla dagherrotipia, tomo 83, p. 129 ( con tav. ) Meloni Antonio, Sue notizie, tomo 67, p. 336. Meloni Pietro Antonio, Epigrammi morali sei'i e fa- ceti, tomo 60, p. 35o. Menegìielli Antonio, Cenni biografici degli accade- mici di Padova mancati ai vivi dopo la pubbli- cazione del terzo volume de'nuovi saggi del i83i, tomo 78, p. 71. Menzini Benedetto, Sul vano studio della gloria, to- mo 45, p. 108. Mercuri Filippo, Antico epitaffio greco spiegato, to- mo i5, p. 171. -Le pitture dei Filostrati, tomo 3g, p. 337. -La vera località di Curi in Sabina, tomo 79, p. 192. Mercuriale Girolamo, Il monotelasmo, volgarizzato ed accresciuto, tomo 55, p. 35g. Merighi Romano , Della vita e degli studi di lui , tomo 57, p. 288. Merigi Giulio, Sua vita, tomo 60, p. 225. Merriman Samuele, Sinossi delle varie difficoltà del parto, tomo 34, p. 3o3; e tomo 4°» P- J^9' Metaxh Luigi, Ode, tomo 38, p. 362. - Versi latini, tomo 43, p. a58. Metaxà Telemaco, Descrizione di una meteora elet- trica avvenuta in Roccagorga li 4 giugno 1828, tomo 5i, p. 175. Messala Corvinus, Ad 0. Augustum de progenie sua 127 libellus, tomo 8, p. 212; e tomo 9, pag. 417.- Vita ex veterum testimoniis, tomo 11, p. 91. Mezzanotte Antonio, Le odi di Pindaro tradotte ed illustrate, tomo 3, p. 129; t. 6, p. 7%; t. 7, p. 107; tomo 11, p. 81; e tomo i3 , p. 125. - Il cenacolo di Leonardo da Vinci descritto in otta- va rima, tomo 6, p. 4*9- - Poesie, tomo 9, pag. 434. - Ode, tomo 22, p. 228. - Cantica sopra il finale giudizio dipinto nella cappella sistina del Vaticano da Michelangelo, tomo 25, p. 33 1. - La inondazione di Pietroburgo dei 19 novembre i834 canti quattro, tomo 27, p. 365. -Il rapimento di Elena, poema di Coluto recato in versi italiani, con annotazioni, tomo 32, p. 296. Mezzofanti Giuseppe, Discorso in lode elei p. Ema- nuele Aponte, tomo 5, p. 370. Micalori Giacomo, tomo 6, p. 255. Micara Clemente , Sopra una nuova dichiarazione della prima e principale allegoria del poema di Dante, tomo 20, p. 1 23. - Floronia, tragedia, to- mo 21, p. 322. - Comento a Dante, tomo 22, p. 172. - Dichiarazione sopra alcuni versi del Petrar- ca, tomo 3o , p. 35o. - Della campagna romana e del suo ristoramento, tomo 35, p. 106. Michalon, Pittura di paesi, tomo io, p. i4o. Migliarini A. M., Il giovane sig. Hiram Powers scul- tore americano, tomo 85, p. 344* Miglietta, Acque termali del tempio di Serapide in Pozzuoli, tomo 7, p. i5o. Millin A. L. Vedi Visconti Ennio Quirino. Minardi Tommaso, Ragionamento detto alle pontifi- cie accademie romane di archeologia e di *. Lu- ca, tomo 62, p. 337. 128 Minar elli Camillo, Corso di aritmetica pura ed ap- plicata, tomo 3a, p. i54- Minarelli F., Sillabario italiano, tomo 68, p. 354- Minzi G., Sopra l'attività del tartaro stibiato a lar- ga dose nelle malattie flogistiche, osservazioni del prof. Laennec tradotte e comentate, t. 55, p. 55. Mirri P., Lettera, tomo 21, p. 127. Missirini Melchior, La maniera de'romantici, sermo- ne, tomo 32, p. i38. - Del giudicare nelle lette- re, sermone, ivi, p. 3 79. - Elogio di Giuseppe Ca- landrella tomo 4o? P- 332. - Delle pitture a fre- sco operate dal cav. Pietro Benvenuti nel reale palazzo dei Pitti, tomo 42? P- 3g6. - Dell'amore di Dante Alighieri e del ritratto di Beatrice Por- tinaia, contentano primo, tomo 55, p. 234- - Elo- gi di sessanta illustri italiani, tomo 70, p. 346; e tomo 78, p. 74- - Dei lavori in iscultura del sig. Bienaimè, tomo 72, p. 349« Missiroli Domenico, Alla pace , inno saffico , tomo 29, p. 4o5. - La primavera, ode, tomo 3o, p. i43.- Alcuni scherzi anacreontici , tomo 3i, p. 234- - Il capraio o Amarille, idillio terzo di Teocrito.- Alcuni idilli di Mosco e Bione volgarizzati, to- mo 32, p. 255. -Il conforto, carme, tomo 37, p. 388. -Poesie galanti, tomo 44» P* 2^i. Molina Gian Ignazio, Notizie sulle balene, tomo 14, p. i44- - Sua necrologia, tomo 4°\ P- JI7- Monaldi Francesco, Notizie biografiche di lui, tomo 57, p. 264. Monaldi Tullio, Sopra alcune medaglie antiche ine- dite, tomo 16, p. 56 ( con tav. ) Mondini Carlo, Sua vita, tomo 4^» p. 22. Montanari Giuseppe Ignazio, Rime sacre, tomo 27, I29 p. 36o. - Dafne in alloro, stanze, tomo 28, pag. 4o3. - Poesie italiane scelte ad uso delle scuole, tomo 35, p. 216. -Due prose, e vita di Tomma- so Torrigiani, tomo 35, p. 244* - Caesaris Mon- taltii latinorum carminum specimen, tomo 36, p. 122. - Feliciani Guerrinii elogium, tomo 3q, pag. 356. -Atlante letterario e cronologico di G. T., ivi, p. 36g. - Esame critico di alcune recenti poe- sie italiane, tomo 38, p. 233; tomo 40, p. 234; e tomo 42> P« 208. ~ Agli amatori delle lettere, tomo 40, p. 369. - Tito Livio vendicato da Fran- cesco Antolini, tomo 41) P« 71. -Le vite di Gi- rolamo Rossi e di monsig. Crispino Mazzo tti ra- vignati , scritte da Filippo Mordani , ivi , pag. i35. - Saggio di alcune incisioni in marmo di Pa- squale Amati , ivi , pag. 399. - Memoriale di frate Giovanni di Nicolò da Camerino pubblica- to dal conte Monaldo Leopardi, ivi, pag. 406.- Necrologia di Giovanni Damasceno Bragaldi, to- mo 42 » P- 269. - Sonetti del conte Ferdinando Pasolini per nozze, tomo 43, p. 122. - Sonetti del Costa ec. in lode di Maddalena Pelzet , ivi.— Inno a s. Michele Arcangelo del conte Paolo Fo- licaldi, tomo 44? 1}- 227. - Missiroli, poesie galan- ti, ivi, p. 23 1. - Elogio di Pietro Borghesi, ivi, p. 323. - Alla provvidenza inno di Caterina Fran- ceschi Ferrucci, tomo 45, p. 255. - Elegie di Pro- perzio e di Tibullo recate in versi italiani, ivi, p. 274. - Vite degli illustri romani, t. 46, p. 107.- Lettera, ivi, p. 117; t. 5o, p. 245; t. 54, p. 245 e 332; tomo 58, p. 373; tomo 72, p. 365; e to- mo 81, p. 370. -Elogio di Onofrio Minzoni scrit- to da Tiberio Papotti, tomo 46, p. 119.- Versi i3o del "V'accollili e di A. Peruzzi, in morte di An- tonia Peruzzi, ivi. - Versi per nozze di Gio. An- tonio Roverella e Cesare Montalti , ivi. - Poesie minori del Petrarca sul testo latino ora corretto, volgarizzate da poeli viventi, o da poco defunti, con un discorso preliminare e annotazioni del dott. Domenico Rossetti, ivi, p. 195. -Solenne distri- buzione de'premi ed esposizione dell'anno i83o dell'accademia provinciale di belle arti di Raven- na, ivi, p. 245. - Correzione all'articolo necrolo- gico del dott. Agostino Barbieri, ivi, pag. 248.- Sulle iscrizioni italiane, ivi, p. 344? tomo 47» P- 323, tomo 4°\ P« 276; e tomo 5o, p. 289. • In- scriptiones Michaelis Ferrucci prò funere instau- rato Dominici Contoli, tomo 46, p. 370. -Delle lodi della scuola bolognese di belle arti, di Filip- po Schiassi, ivi, p. 372. - Discorsi di Domenico Vaccolini, ivi. -Elogio di Basilio Amati, tomo 47, p. 147. -Versi per nozze, ivi, pag. 234- - Fram- menti di Rabirio tradotti ed illustrati, ivi, p. 333.- Sopra i versi di Dante attenenti a Pluto, discor- so di Gaetano Cardona, tomo 4°\ P- 241. -In- torno al trattato della perseveranza intitolato Co- rona de'servi di Dio, ed un volgarizzamento an- tico del libro De imitatione Cbristi, di Giovanni Gerson, lettera, ivi, p. 294. - Lettere sopra alcu- ne opericciuole di recente stampate, tomo ^g, p. 222. - Iohannis Damasceni Bragaldii commentario- lus, tomo 5o, p. 212; e tomo 54, p. 226. - Per la faustissima esaltazione di Gregorio XVI, idil- lio, tomo 5o , p. 2g5. - Sopra alquanti opuscoli di recente stampati, lettera, tomo 5i, pag. 80.- Commentario intorno la vita e gli scritti di Ga- i3i spare Garatoni, scritto dal cav. Dionigi Stroccbi, volgarizzato, ivi, p. 238.- Coraentario della vita di Pio "Vili, scritto in latino da monsig. Giovan- ni Benedetto Folicaldi, tomo 52, pag. 52. -Due canti di Gaterina Franceschi Ferrucci, ivi, p. 307.- Intorno ad alcune operette italiane nuovamente pubblicate, ivi, p. 323. -Alla memoria del cano- nico Emanuele de Lubelza, canzone, ivi, p. 369. Gleopatra, carme latino di Baldassare Castiglioni volgarizzato, tomo 54, p. 238. - Vita del cardinal Pietro Bembo, descritta in latino da monsig. Gio- vanni della Casa, ivi, p. 240. - Sulla resurrezio- ne dei corpi provata dallo studio che gli antichi avevano di conservarli, ivi, p. 283. - Operette di Francesco Ilari, ivi, p. 370. - Discorso pronun- ciato dal vescovo di Foligno li 19 novembre i832 pel riaprimento delle scuole del suo venerabile se- minario, tomo 55, p. 179. - Le georgiche di Vir- gilio volgarizzate da Dionigi Slrocchi, ivi, p. 217.- Sulla poesia delle sante scritture. - Elogio di Te- resa Mainardi nata Tosi, ivi, p. 348. - Discorso di Favolino filosofo sul debito che hanno le madri di allattare i propri figliuoli, volgarizzato, ivi, p. 35g. -Due prose, tomo 56, p. 23 1. - Per l'esal- tazione di Pio Vili orazione accademica, ivi, p. 232. - Della vita di Giovanni Battista da s. Ber- nardo volgarizzata, ivi, pag. 375. -Elogio di Pa- squale Amati, tomo 57, p. 21 1. - Dell'educazio- ne de'fìgliuoli, dialogo del card. Giacomo Sado- leto recalo in italiano con annotazioni, ivi, pag. 282; e tomo 59, pag. 357. - Licenza del conte Francesco Gassi al suo volgarizzamento della Far- saglia di Lucano, tomo 59, p. 226. - Discorso re- citato nel palazzo comunale di Pesaro in occasìo* ne de'premi distribuiti alla gioventù studiosa nel novembre del i833, ivi, p. 275. - Traduzione e parafrasi del primo capitolo di Abacuc, ivi, p. 363; tomo 65, p. 320 ; e tomo 66, p. 35o,. - Elogio di Baldassare Castiglione scritto in latino da Gi- rolamo Ferri, tradotto in italiano, tomo 60, pag. 241. -Elogio funebre della contessa Rosa Folical- di nata Eoschini, ivi, p. 352. - Versi sacri e mo- rali. - Sacrorum earminum delectus, tomo 61, p. 235 e 34i. -Della vita e degli scritti di Anto- nio Laghi faentino, tomo 62, p. b<>. - Ellogium Iosephi Albani cardinalis, ivi, p. 172. - Emenda- zione del testo italiano dell'epistola del Petrarca a Nicolò Acciaiuoli, ivi, p. 307. - Iscrizioni lati- ne, ivi, p. 346. -Epitalamio dell'Ariosto, tomo 63, p. 190. -Inno, ivi, p. 348. -Sonetti, tomo 64, p. 126. - Risposta a due solenni furfanti, ivi, p. 157. - Comentario intorno la vita di Giacomo Sacchi, scritto da Francesco Maccabelli , ivi, p. 3o4- - Orazione in morte del card. Giuseppe Al- bani, ivi, p. 348. - Discorso in occasione de'pre- mi distribuiti dal magistrato pesarese nel i834> tomo 65, p. 258. -Esequie di Annesio Nobili, ivi, pag. 3i3. - Intorno lo stile e le opere del conte Cristoforo Ferri , tomo 67, p. 247. - Sul volga- rizzamento della F'arsaglia di Lucano del conte Francesco Cassi, ivi, p. 3o5. - Poche rime dell' ab. Loreto Santucci, ivi, p. 3 io. - Cause celeber- rime inglesi, spagnuole, tedesche e francesi rac- colte dall'av. Fabrizio Guzzoni degli Ancarani, t. 68, p. io,5. - Fdogio di monsig. Filippo Maria Re- nazzi, ivi, p. 276. - Solenne distribuzione de'pre- i33. mi ed esposizione ec, dell'anno i834 e i835,ivi, p. 333; e tomo 69, p. 1 38. - Epistola in morie del p. Antonio Cesari, tomo 70, p. 166. -Bio- grafia di Francesco Barbaro, ivi, p. 177. -Epigra- fi latine ed elogio italiano di Serafino Merloni , tomo 71, p. 36 r. - Imitazione del pigino capito- lo del libro di Tobia, tomo 73, p. 3 11. -Dell' educazione usata dagli antichi in allevare i figliuo- li, discorso di Pandolfo Collenuccio , tomo 76 , p. 209. -Elegia di Cesare Montalti, tomo 76, p. 169. -Biografia di Gioseffo Antonio Barbari, ivi, p. 173. - In occasione de'premi distribuiti in Pe- saro, discorso, ivi, pag. 1217. - Aloisii Cbrisostomi Ferrucci apodixis epistolaris, ivi, p. 33 1. - Imita- zione di due elegie di Sesto Aurelio Properzio, tomo 78, p. 108.- Iscrizioni, ivi, p. 114. -Elo- gio di Paolo Costa, ivi, p. 3 14. - Traduzione del capitolo secondo del libro di Tobia, tomo 79, p. 233. -Elegia, ivi, p. 36o. - Dichiarazione di al- cuni luoghi della divina commedia, tomo 80, p. 223. -Il collegio di Urbino, ivi, pag. 33 1.- Imi- tazione del terzo capitolo del libro di Tobia, to- mo 81, p. 288. - Biografia di Michele Colombo, tomo 82, p. 320. - Istorie di Castruccio Bonami- ci lucchese, recate in lingua italiana, ivi, p. 363.- Versi latini di Cesare Montalti, ed iscrizioni la- tine di L. Grisostomo Ferrucci, tomo 84, p. 3i5.- Lettere tradotte di Angelo Poliziano e di Paolo Cortesi, tomo 85, p. 322. Montanari Bessanù , Della vita e delle opere d'Ip- polito Pindemonte, tomo 62, p. 327. Montalti Cesare, Sonetto Ialino , tomo 9, p. 309.- Latinorum carminum specimen, tomo 36, p. 122.- G.AT.LXXXV. io i34 Versi latini, tomo 5o, p. 298; tomo 57, p. 3ig; tomo 77, p. 366; e tomo 84, p- 3i5. - De ve- terum Rubicone, tomo 52, p. 34o. -Elegia, tomo 76, p. 170. -Alcuni sonetti di Vincenzo Monti tradotti in esametri latini, tomo 80, pag. 223. - Monsagrati Michelangelo , Sua vita e studi , tomo 5o, p. 280. Montanelli Giuseppe, Liriche, tomo 74, p. 356. Montano Marco, tomo 6, p. 35 1. Montecuccoli Raimondo, Opera inedita, tomo 7, p. 206. - Opere, tomo i3, p. 2g4- Montefeltro Antonio, Rime, tomo 2, p. 358. Montcrossi Giuseppe, Antologia italiana, t. 47 »P- 247* Montesquieu. Vedi Mangelli Francesco. Monti Benedetto, Del metodo intellettuale della scien- za d tdla vita e del procedimento logico dell'arte medica, tomo 60, p. Si. Monti Carlo, Storia di s. Giovanni in Persiceto, to- mo 77, p. 342. Monti Francesco Antonio, Suo elogio, t. 46, p. 98. Monti Gioacchino, Notizie istoriche sull'origine del- le fiere dello stato ecclesiastico , t. 38, p. IÌ78.- Manuale di legge organica, ossia istruzione ele- mentare ad uso degl'impiegati delle dogane pon- tificie, tomo 52, p. 362. Monti Giovanni da Ferrara, Pittura di paesi, tomo 2, p. 455; e tomo 3i, p. 108. Monti Michelangelo, Poesie scelte, t. 85, p. 374. Monti Maurizio, Storia di Como, t„ 45, p. 246. Monti Vincenzo, Rime, tomo 4, P« I0,0' - Due er~ rata corrige sopra un testo del buon secolo del- la lingua, tomo 6, p. 420« - Lettera al marchese Gian Giacomo Trivulzio, tomo g, p. 206.- Let- i35 tera al principe tlon Pielro Odescalchi, ivi, pag. 42S. - Sulle considerazioni sopra alcuni versi del Dittamondo di Fazio degli Uberti, tomo io, p. 5g. - Lettera al cav. Giuseppe Tamponi , tomo i4, p. 23o. - Versi, tomo 17, p. 5o ; tomo 20, p. 235; e tomo 32 , p. 119 e 25o. - Saggio di molti e gravi errori trascorsi in tutte le edizioni del convito di Dante, tomo 18, p. 2^9. - Lettera, tomo 24, p. 207. - Ode, tomo 25, p. 214. -So- netto estemporaneo, tomo 27, p. 35o. -Epigram- ma improvviso, tomo 28, p. 270. - Soteria, tomo 3o, p. 44* ~ Sua necrologia, tomo 39, p. 4°3- - Georgiche di Virgilio tradotte, tomo 40, p. 209.- Traduzione dell'iliade, tomo 41, P- 236. - Poesie, tomo 46? P- 374. - Opere, tomo 65, p. 238. - Al- cuni sonetti, tomo 14? p. 120; e tomo 80, pag. 223. -Vedi Leondarakis Dionigi. Monticelli Teodoro, Osservazioni e sperienze fatte al Vesuvio , tomo 16, p. 293. - Storia dei fenomeni del Vesuvio avvenuti nel 1821, 1822 e parte del 1823, tomo 20, p. 327. - Memoria sull'origine delle acque del Sebeto di Napoli, t. 60, p. 33g. Montrone march, di .... Vedi Bianchi Giordano. Movcelli Stefano Antonio, Electorum lib. II, tomo 1 , p. 3 12. - Notizie biografiche di Ennio Quirino Vi- sconti, tomo 2, p. 1. - Epigrafe, tomo 1, p. 4^2? tomo 2, p. 283; e tomo 5, p. 4^7- -Iscrizioni » tomo 4» p* 117S tomo 7, p. 256; tomo 8, p. 228 e 365; tomo 9, p. 4^6; tomo 16, p. 4*4? torao 17, p. 41 ^5 e tomo 3o, p. 385. - Sua necrologia, tomo 9, p. 1 35. -Elegia latina, tomo i4>P- S|5i.- Se le città aggregate a Roma potessero conferire a' forestieri la loro cittadinanza, tomo |8, p. 169.- i36 Opere, tomo 21, p. ia3. - Lexicon epigraphicum, tomo 67, p. 278. -Vedi Fracassetti Giuseppe. Mordani Filippo, Le vite di Cristoforo Rossi e di monsig. Giuseppe Mazzotti ravignani, tomo 4', p* i35. - Vite degl'illustri ravignani raccolte e bre- vemente descritte, tomo 56, pag. ni; tomo 58, p. 270; tomo 60, p. 214; tomo 62, p. 175; to- mo 65, p. 126; tomo 69, p. 192 ; e tomo 72, p. 371. - Traduzione e parafrasi del primo capi- tolo di Abacuc di Giuseppe Ignazio Montanari, tomo 5q, p. 363; e tomo 66, p. 35g. Inno di Giuseppe Ignazio Montanari, tomo 63, p. 348.- Vita del conte Giulio Perticari, tomo 65, p. 332; e tomo 85, p. 362. - Vita di Paolo Costa, tomo 71, p. 354. - Elogio storico di Salomone Gesner, tomo 85, p. 362. Morei Michele Giuseppe, Epistola sugli sludi e co- slumi convenienti a nobil giovane, tomo 64» P« 118. - Carme, tomo 84, p. 363. Morelli Cesare, Memorie sulle macchine a vapore , tomo 3i, p. 38o. Morelli Claudio, Intorno ad un ode di Orazio, to- mo 69, p. i64- Morelli Francesco, Dissertazione in cui si stabilisce per ipotesi, che Civita Castellana è l'antico Veio, tomo 28, p. 267. Morelli Iacopo, Lettere familiari, tomo n, p. 389. Morelli P., Versi latini, tomo 55, p. 358. Moreschi Luigi, Osservazioni sulla sedia pontificale che era nell'abside della basilica di s. Paolo sul- la via ostiense, tomo 77, p. 345. - Descrizione del tabernacolo che orna la confessione della ba- silica di s. Paolo sulla via oslicnsc, t. 85, p. 3j3. i37 Morghen Ratfaello, Sua necrologia, t. 5j, p. 355. Morichini Carlo Luigi, De Christi domini resurgen- tis gloria, oratio habita a Pio de Petro, tomo 26, p. in. -Del comporre in generale, trattato di Anton Maria Robiola , tomo 33, p. 104. - Alla memoria dell'ottimo giovane Filippo Giacomo Mar- tinelli, tomo 34, pag. 129. -La storia universale provata con monumenti ec. di Francesco Bian- chini, ivi, p. 363. - Notizie storiche del cav. G. B. Lodovico Giorgio Seroux d'Agincourt, scritte dal cav. Gian Gherardo De Rossi, tomo 35. pag. 223. - Specimina electrica et metereologica Io- hannis Baplistae Pianciani, tomo 36, p. 278. - Let- tera intorno alle iscrizioni italiane, tomo 37, p. 217. - De Christi domini resurgentis gloria, oratio habita a Io. Luca Durazzo , tomo 41? P- 4°7* " Solenni esequie di Luigi De Medici fatte da Giu- seppe De Medici, tomo ^.6, p. 234. - Le conchi- glie, poema di Angelo Maria Ricci, ivi, p. 235.- Memorie di Giovanni Borghi detto Tatagiovanni, tomo 4°\ P- 66. - Studi statistici su Roma e la parte occidentale degli stati romani del conte di Tournon, tomo 52, p. 35 e 23 1; e tomo 54, P- 253. - Rendiconto del danaro raccolto per l'ospi- zio di Tatagiovanni , tomo 52, pag. 265. - Dei principii secondo i quali stabilire e dirigere pie case di lavoro e di ricovero per l'estinzione della mendicità nello stato pontificio, tomo 59, p. 26.- Degl'istituti di pubblica carità e d'istruzione pri- maria in Roma, tomo 64, p- 275. -Intorno l'o- spizio degli alienati di s. Benedetto in Pesaro , lettera, tomo 66, p. 5o. - Notizie della vita di Michele Gigli, tomo 76, p. 182. t38 Morichini Domenico, Notizia sopra le due acìdule adoperate in Roma, tomo i, p. 379. - Notizie so- pra vari argomenti di fisica, chimica e storia na- turale, tomo 6, p. i56 e 819. -Sopra il gas in- fiammabile del Tevere, tomo 8, p. 178. - Sopra le acque termali di Civitavecchia, tomo q, p. ilfi.- SulPosmazoma, tomo 22, p. i5o. - Necrologia del prof. Bartolomeo Gandolfi, ivi, pag. 23 1. - Sopra l'uso medico dell'olio di croton tilli , tomo 23 , p. 129. - Necrologia del prof. Carlo Giuseppe Gi- smondi , tomo 27, p> 293. - Relazione fisica so- pra le risaie delle Marche, tomo 3i, p. 7.- Sul. l'acido dell'osmazoma, ivi, p. 383. - Proprietà ma- gnetizzante del raggio violetto, tomo 45, p. 3 18.- Sua biografia, tomo 73, p. 248 (con ritratto). Morigia Camillo, Sua vita, tomo 60, p. 287. Movj'l Antonio, Vocabolario romagnolo italiano, to- mo 83, p. 294. Moscati Pietro, Della morbosa chiusura dell'orificio dell'utero nell' occasione di parto imminente, e di un metodo assai facile e sicuro per rimediarvi , tomo 4» P- 72. Moschetti Costanza, Sua necrologia, t. 55, p. 367. Moschettini Cosimo, Mezzi per ottener le civaie (le- gumi ) di facile cottura, tomo 2, p. 290. Mo schini Gio. Antonio, Sulle incisioni di Felice Zu- liani, tomo 11, p. 246. - Monumento antico col- legiale scoperto a Civita Lavinia, t. 81, p. n4« Mosco. Vedi Missiroli Domenico. Mortillaro Francesco Paolo, Pensieri del commercio coll'estero, tomo 61, p. 355. Mortillaro Vincenzo, Studio bibliografico, tomo 54, p. 199. - Osservazioni su d'una memoria in istam- i39 pa sopra l'attuale mercatura degli zolfi in Sicilia, tomo 62, p. 3y5. -Sulla vita e sulle opere dell' ab. Domenico Scinà, tomo 71, p. 352. Mouttinho , Discorso intorno ad un poema di La- motlie Langon, tomo 74, p. 237. Mojon Benedetto, Osservazioni notomico-fisiologiche sull'epidermide, tomo g, pag. 24. - Sulla dottrina teorico-pratica del morbo petecchiale del dottore Enrico Acerbi, tomo i5, p. 267. - Elogio di An- delò di Negro, tomo 19, p. 3y4- - Lettera, tomo 27, p. 35o. Munoir Carlo Teofilo , Nuovo metodo di curare il sarcocele senza l'estirpazione del testicolo, tomo 16, p. 1G7. Murari della Corte Girolamo, Sua necrologia, to- mo 60, p. 365. Muschi Patrizio, Le stagioni di Giacomo Thomson tradotte, tomo 37, p. 221. Museo il grammatico. Vedi Gattes chi Stanislao. Muzzarelli Carlo Emmanuele, Canzone , tomo 3o, p. 23 1. - Ode , tomo 34, p. 384- - Sonetti due, tomo 37, p. 396. - Iscrizione, tomo 39, p. 408.- Epigramma, tomo 41 » P- 4°9* * Ode sul monu- mento di Dante, tomo 45, p. 90. - Della vita e degli scritti del sacerdote Antonio Corradini bre- ve comentario latinamente scritto dal p. Luigi Pungileoni, nel volgar nostro recato, tomo 47, p. 187. - Poesie e prose italiane e latine del cav. Dionigi Strocchi , tomo 48, p. 271. - La bibbia di Raffaele Sanzio di Urbino nelle logge vatica- ne, descritta dal cav. Angelo Maria Ricci, ivi, p. 366. -Elogio d'Ippolito Pindemonte, tomo 49, P- 3oi; e tomo 56, pag. 233. - De vita et scriptis i4o Bernardi Zamagnae commenlarioluin FrancisciMà- riae Appendali, tomo 49» P- 346. - Elogio fune- bre di Francesco I re del regno delle due Sici- lie , ivi , pag. 349- - Delle delizie tarentiue libri quattro di Tommaso. Nicolò d'Aquino , dal testo latino recati in versi sciolti italiani da Filippo De Iorio, tomo 5o, p. 3oo. - Di sua maestà Lodovi- co re di Baviera elegie di siciliano argomento re- cale di tedesco in italiano da Tommaso Gai'gal- lo, ivi, p. 3o2. - Necrologia di Giuseppe Grassi, ivi, p. 319. -Sludi poetici del cav. Andrea Maf- fei , tomo 5i, p. 107. -Pel tempietto ad onore degli uomini illustri lucchesi del march. Antonio Mazzarosa innalzato nella villa di Segromigno , lettera di Cesare Lucchesini , ivi, p. 111.- Bar- tholomaei Beverinii annalium ab origine lucensis urbis, ivi, p. 112. -Intorno il nuovo volgarizza- mento della georgica di Virgilio fatta dal cavalier Dionigi Strocchi, lettera, ivi, p. 23o. - Sopra il verso di Dante « Poscia più che '1 dolor potè il digiuno » lezione del marchese Cesare Lucchesi- ni, ivi, p. 258. - Della vita e degli scritti di Gia- cinto card. Gerdil, ivi, p. 278. - Due opuscoli di Michele Colombo , ivi, p. 298. - Opere varie di Ennio Quirino Visconti, raccolte e pubblicate per cura di Giovanni Labus, ivi, p. 3o5. -Elogio di Teodoro Bonati ferrarese, tomo 52, p. 252. - Il catorcio di Anghiari, poema eroicomico di Fede- rigo Nomi, ivi, p. 375. - Elogio del march. Ce- sare Lucchesini, tomo 54, p. 177. - Rime postu- me del cav. Giuseppe Tambroni , ivi, p. 242. - Necrologia di Antonio Scarpa, tomo 55, p. n.- Sul nuovo corso di studi proposto dallo stabili- 1*1 mento letterario tipografico dell'ateneo, e sulle pri- vative da esso domandale, considerazioni dell'av. Michele Cancelliere, tomo 54, p. 16. - Tasso ed Eleonora tavola dipinta dal cav. Filippo Agricola, tomo 55, p. 206. - Necrologia di Antonio Cam- pana, ivi, p. 363. -Idem di Costanza Moscheni, ivi, p. 367. -Elogio di Francesco Cancellieri, to- mo 56, p. 347-- Gregorio XVI che riceve la de- putazione di Belluno, quadro in tela dipinto dai cav. Pietro Paoletti, tomo 60, p. 3io. - Descri- zione della vita e delle opere di Serafino Gatti, tomo 62, p. 364- - Inno, tomo 63, p. 23i. Muzzarelli Brusantini Gaetano, Sua necrologia, to- mo 80, p.. 68. Muzzi Luigi, Iscrizioni trecento, tomo 35, p. 376; e tomo 38, p. 120. - Sul verso di Dante « Po- scia più che '1 dolor potè il digiuno » tomo 48, p. 291. - Iscrizione, tomo 55, p. 231. N Nardi Luigi, Intorno alcune lapidi riminesi , tomo 8, pag. 368. - Sui vichi entro le città e segnata- mente in Rimini a tempo dei romani, tomo 23, p. 348. - Sopra alcune parole italiane, e sopra una terzina di Dante, tomo 34, p. 343. - Lettera sul triumvirato, tomo 26, p. 337. - Epistola per noz- ze, tomo 27, p. 366. - Notizie della sua vita ed opere, tomo 74, p. 177. Nebbia Placido, Osservazioni storiche intorno l'epi- zoozia del glossantrace o cancro volante de'buoi, tomo 35, p. i5o. Negri Francesco, Sua vita, tomo 60, p. 228. Nelli Vincenzo, Sulla coltivazione de'ranuncoli, tomo 3, p. 427- ~ Intorno all'estrazione dello zucchero dalle barbabietole, opera del sig. Brunfault, tomo 3o, p. i36 e 282. Nerini Giuseppe, Lettera, tomo 65, p. 3og. Neroni Giuseppe, Genni sull'origine di Ripatranso- ne, tomo 74, p. 354- Nesti Filippo, Descrizione osteologica dell'ippopota- mo maggiore fossile, tomo 12, p. 21. Nibby Antonio, Descrizione della Grecia di Pausa- nia nuovamente dal testo greco tradotta, tomo 1 , p. 146- - Dichiarazione di una iscrizione greca del museo vaticano, ivi, p. 161. - Traduzione della dissertazione di Tommaso Taylor sui misteri eleu- sini e bacchici, tomo 2, p. 27. - Analisi storico- topografica-antiquaria della carta dei dintorni di Roma, tomo 73, p. 346; e tomo 75, p. 355. Niccolai Niccola Maria, Sulla presidenza delle stra- de e acque e sua giurisdizione economica, tomo 43, p. 238. - Sulla costruzione della nuova chiu- sa dell'Amene, tomo 5o, p. 96. - Suo elogio, to- mo 67, p. 199. Niccolini Gio. Battista, Edipo nel bosco delle Eu- menidi, tragedia, tomo 27, p. 32 e 3io. - Medea dramma tragico, tomo 28, p. 99. - Iscrizione ed elogio di Maria Francesca d'Elei, tomo 41? Pag- 4i3. -Opere in verso ed in prosa, t. 5i,p. 373. Niceta. Vedi Mai Angelo. Niebuhr, Fragmenta Ciceronis, Livii et Senecae, to- mo 7, p. 60 e 35o. - Dei comizi centuriati pres- so i romani, tomo 23, p. no. Nobili Francesco, L' osservatore medico maceratese , ossia giornale di medicina, di chirurgia ec, tomo 5i, p. 367. ?43 Nobili Leopoldo, La meccanica della materia, tomo i/, p. iZj.6. - Sul confronto dei circuiti elettrici coi circuiti magnetici, e sul calore intestino del- la terra, tomo 18, p. 3o. - Le leggi del moto ri- chiamate ai loro principii, tomo 21, p. 189. Noccioli Nicolò, Esercizi storico-grammaticali, tomo 84, p. 36g. Nodari Antonio, Intorno a G. Valerio Fiacco pado- vano, memoria, tomo 69, p. 368. Nomi P'ederigo, Il catorcio d'Anghiari , poema eroi- comico, tomo 52, p. 375. Norcia Francesco, Aegyptii iuris specimen, tomo i4> pag. 339. Northcote Iacopo, Vita di Tiziano con vari anne- doti sui personaggi più celebri del suo tempo, to- mo 49» P* 371. Nota Alberto, Del tremuoto avvenuto nella provin- cia e città di s. Remo l'anno 1 83 1, tomo 54, p. 53. -Del senato di Casale, tomo 80, p. 121. Novelli Pietro, Suo elogio storico, tomo 44» P* 2I4* Nuvoli Giovanni, Epitapbium prò obitu Aloisii Con- tri, tomo 21, p. 118. O Oddi Giuseppe, Rapporto sui lavori ottici di Alber- to Gatti, tomo 45 » pag. 180. -Esame alle os- servazioni fatte dal dott. Paolo Volpicela" sopra un articolo della meccanica di E. G. Fischer co- mentato da Biot, tomo 5o, p. 62. Oddi Matteo, tomo 6, p. 357. Odescalchi Baldassare, Elogio storico letterario di lui, tomo 71, p. 285. i44 Ode scalchi Pietro , Estratto delle poesìe inedite di Pacifico Massimi ascolano in lode di Braccio II Baglioni , e della narrazione delle sue geste, di- stese da Gio. Battista Vermiglioli, tomo 2, pag. 347- - Rime del cav. Vincenzo Monti , tomo 4> p. 190. - Della vera definizione del romanticismo del sig. S. S., ivi, p. 324. - Ai discreti lettori , tomi 5 e 9, p. IH; tomo io, p. 3; tomo i3, p. V; tomi 17 e 37, pag. III. - Lettere inedite di Bat- tista Guarini, tomo 6, p. 101. - Lettera al cav. Luigi Biondi, ivi, p. 362. - Ricciarda, tragedia di Ugo Foscolo, giudizio, tomo 7, p. 227. - Intorno la traduzione dell'iliade fatta dal card. L. Litta, tomo 3, p. I99. - Pittura di Filippo Agricola, ivi, p. 4X9? e tomo 4^> P« 9^« - Sulla passione del Redentore, orazione accademica, tomo 10, p. i44-~ Della commedia, trattato, t. 18, p. 210 e 347.- Sopra una biblioteca amena ed istruttiva per le donne, tomo 14, p. 61.- Raccolta di sentenze e di massime della marchesa Anna Pepoli Sampie- ri, tomo 23, p. 186. - Prefazione, tomo 25, pag. III. -Elogio del prof. Pietro Ruga, ivi, p. 267.- Invito d' associazione alle stampe dei dieci libri della Farsaglia di M. A. Lucano voltati in versi sciolti italiani dal conte Francesco Cassi , tomo 29, p. 368. - 1 frammenti dei sei libri della re- pubblica di M. T. Cicerone , volgarizzati dalla contessa Teresa Carniani Malvezzi, tomo 35, p. 38. - Necrologia del p. Antonio Cesari, tomo 3g, pag. 389. - Descrizione di un piccolo viaggio a Frascati, tomo 4<>> P- 274. -Prose scelte, tomo 42 , p. gS. -Elogio del cav. Vincenzo Monti e del prof. Giuseppe Calandrella ivi, p. 399. - No- i45 tizie sul ministero del card. Bartolomeo Pacca , e relazione de'due viaggi fatti in Francia dal me- desimo, tomo 46, pag. 67. -Dell'eleggere il pon- tefice massimo, orazione di monsig. Angelo Mai volgarizzata, tomo 49, p. 289. - Notizie dello sco- primento delle spoglie mortali di Raffaello da Ur- bino, tomo 58, p. 1 ( con tav. ) - Orazione detta nella grande premiazione capitolina del concorso Balestra di belle arti all'insigne e pontificia acca- demia di s. Luca il dì 7 febbraro i834, tomo Co, p. 3 r 3. -Elogio di monsig. Niccola Maria Nicolai, tomo 67, p. 199. - Dei nuovi lavori eseguiti nel- la diaconia dei ss. Vito e Modesto, descrizione, to- mo 6q, p. 339; e tomo 73, p. 271. - Elogio del principe don Francesco Borgbese Aldobrandini , tomo 81, p. 298. Oersted, Esperienze sull' effetto dell'elettricità sopra l'ago magnetico, tomo 8, p. 174 e 343. Olivieri Agostino, Filosofia morale, tomo 29, p. 345. Omero, Iliadis antiquissima fragmenta cum picturis, tomo io, p. 72 e 242; e tomo ri, p. 181.- Ve- di Lampredi Urbano, De Fortia d'Urban. Ondes Reggio Tito, Discorso politico sulla proprie- tà, affine di conoscere quella delle isole che na- scono nel mare, tomo 60, p. 25. Oppiano , La caccia e la pesca poemi tradotti, tomo 58, p. 3i5. Orazio Fiacco, Tradotto dal Gargallo, tomo 9, p. 54 e 247. - Vedi Landoni Iacopo, Santucci Lo- reto, Toriglioni Camillo, Paradisi Giovanni e Vac- colini Domenico. Origo Giuseppe, Descrizione di un nuovo barometro portatile, tomo 7, p. 54 (con tav. ); e tomo 1 1, p. 394. - Ricerche sopra i mezzi più economici i46 diretti a preservare dall'azione del fuoco gii abiti di uniforme che usano gl'individui addetti al cor- po de'vigili per gl'incendi, tomo 46, p. 285. Orioli Francesco, Sull'origine dei numeri etruschi e romani, e suH'infissione del chiodo annale in Ro-~ ma ed in Etruria, tomo 2, p. ig5. - Sull'origine del cognome Cicero, ivi, p. 3ii. -Delle iscrizio- ni sepolcrali etnische e dei tentativi che possono farsi per ispiegarle, tomo 3, p. 328. - Monumen- ti sepolcrali dell'antica Orda, tomo 5, p. 4I9-~ Epistolae in C. Valerium Catullum, tomo i5, p. 243; e tomo 16, p. 328. - Osservazioni critiche sull'intendimento del cane, tomo 2i,pag. I48* - Della formazione della gragnuola ne' temporali, to- mo 33, p. 3. -Iscrizioni di autori diversi con un discorso sull'epigrafìa italiana, tomo 34» p» 389.. Corrispondenza, tomo 3f), p. 3y5. Orlandi Ubaldo, Dialoghi di Luciano, libera tradu- zione, tomo 6, p. 271; e tomo 7, p. 4°5- Qrtalli Gaspero, Traduzione di un'epitalamio di Ca-< tulio, tomo 35, p. 241. Orti Giovanni Girolamo, Intorno ai confini del ter- ritorio veronese e trentino, tomo 55, pag. 239.-- Sopra un inedito manoscritto contenente alcune osservazioni dantesche di Filippo Rosa Morando, tomo 56, p. 225. - Gli antichi marmi alla gente Sertoria veronese spettanti, tomo 61, p. 35o. - In- torno alcuni inediti antichi volgarizzamenti di C. Crispo Sallustio, tomo 65, p. 3 1 3. - Operette di archeologia, tomo 69, p. 1 65. -Antico marmo di Valerio Nasone illustrato, tomo 77, p. 197. -An- tica lapida istriana inedita illustrata, ivi, p. 198.- Sopra una lapida rinvenuta in Pola, tomo 81 , pag. 122. i47 Osami Federico , Sylloge inscriptionura antiquarum graecarum et latinarum, tomo 22, p. 180. -De co- llimila alexandrina Pompei nomine vulgo appel- lata, commentario, tomo 66, p. 173. Ottaviani Vincenzo, Osserrazioni sulla febbre lenta nervosa di Huxam, tomo 1, p. 104. -Alcune os- servazioni sulla natura delle intermittenti, e sul- le qualità medicinali della china, tomo 3, p. 86.- Vedi Riccardi Gregorio. - Sulle cagioni e sulla na- tura delle febbri periodiche, tomo 24, p. i5y. Ottonelli Giulio, Il doroteo, dialogo, t. 3o, p. 248. Ovidio Nasone. Vedi Adorni Giuseppe. Pacca Bartolomeo, Memoria della sua nunziatura al tratto del Reno, tomo 52, p. 94. - Notizie sto- riche intorno alla vita ed agli scritti di monsig. Francesco Pacca, tomo y3, p. 343; e tomo 79, pag. 349. Pace Sante, Intorno la economia della vita umana, operetta inglese tradotta in idioma francese e re- cata in italiano, tomo 61, p. 225. Pachò I. R., Voyage dans la Cyrenaique et la Mar- marique, tomo 35, p. 38i. Pacciolo Luca. Vedi Pungileoni Luigi. Pacifici Luca, Ellogium card. Aloisii Frezza , tomo 75, p. 364. P acini Luigi, De keratonixide, dissertatio, tomo io, p. 3 14. -Lettere sulla lacerazione della cristalloi- de anteriore; intorno ad un'aneurisma dell'aorta toracica, e sopra una doppia pupilla , tomo 35 , p. 129. - Di una paraplegia curata col fuoco, to- »4§ mo 25, p. 2. - Deli-efficacia dell'unguento di atro- pa belladonna nell'ernie incarcerate, t. 70, p. n5. Paciotti Francesco, tomo 6, p. 356. Padovani Antonio, Delle finanze di Atene e de'vari mezzi di accrescerle , discorso di Senofonte tra-, dotto, tomo 12, p. 118. Pagani Gio. Battista, Sopra il teatro tragico italia- no, considerazioni, tomo 28, p. 278. - Intorno ai principii del diritto commerciale di Emidio Ce- sarmi, tomo 58, p. 167. Paggetti Guido, Vita del servo di Dio p. France- sco da Torricella, tomo 70, p. 35o. Pagnoncelli Giacomo, Saggio di legislazione penale, tomo 24, p. 177. Pagnozzi G. R., Geografia, tomo 11, p. 125. Palazzi Francesco, Raccolta di molte storie riguar- danti le malattie artritiche, reumatiche , celtiche ec, tomo 28, p. 33. Palazzini , Intorno il vaiuolo umano regnato nel 18 16 in Viadana in confronto del vaccino, tomo 2, p. 229. Palletta Gio. Battista , Exercitationes pathologicae , tomo 8, p. 289; tomo 9, p. 32 1 ; e tomo io , p. i53. Palloni G. , Comentario sul morbo petecchiale del 18 17, e cenni sui contagi in genere, tomo 8, p. 147. ■■ Sullo stato attuale della medicina , tomo 3o, p. 122. Palma Niccola, Storia ecclesiastica e civile della re- gione più settentrionale del regno di Napoli, to- mo 73, p. 95. Palmaroli Pietro , Restaurazione di un quadro di Giulio Romano, tomo 3, p. 4*3. J49 Palmieri Matteo, Della vita civile , trattato , tomo 3o, p. 161. Pancaldi Carlo, L'Isi etnisca, idoletto illustrato, to- mo 69, p. ti/j.. -La statua ed altri monumenti antichi scavati a Macaretolo tra Ferrara e Bolo- gna, tomo 81, p. i3o. Pandoljini Agnolo, Il governo della famiglia, t. 27, pag. 332. Panieri Ferdinando, Lezione morale e lettera, tomo 6, p. 11 3. Panofka Teodoro, Sopra un'iscrizione del teatro si- racusano, tomo 3i, p. 16. Panvini Pasquale , Sedia letteraria per prevenire le malattie degli uomini studiosi, tomo 4^, p. 317. Panzieri Tommaso, Salmodia volgare, t. 68, p. 326. Paoletti Pietro, Pittura a fresco, t. 38, p. 327; t. 4-0, p. 317; e t. 47» P« 207. - Gregorio XVI che ri- ceve la deputazione di Belluno, quadro ad olio, tomo 60, pag. 3 io. Paoli Domenico, Memoria sul moto intestino delle parti dei solidi, t. 2, p. n3 e 4^3; t. 4» p. 106; t. 6, p. ^16; t. 7, p. 269; e tomo 29, p. 3 e 1 45.— Sulla traspirazione polmonare, tomo 23, p. 27.- Elogio di Domenico Scinà, tomo 75, p. i4o« Paoli Pietro, Sua necrologia, tomo 80, p. 63. Paolini Angelo, Idea dell'eloquenza sacra del prof. Giuseppe Barbieri, tomo ^S, p. in. Paolini Marco, Osservazioni di tisi polmonare, to- mo 73, p. 21. - Intorno la scoperta de' vibrioni, e di un infusorio di una specie particolare fatta dal Donne , ricerche microscopiche e considerazioni critiche, tomo 81, p. 39. - Degli esperimenti isti- tuiti dalla società medico-chirurgica di Bologna G.A.T.LXXXVI. si i5o colla china Pitaya, ivi, p. 5o. - Ricerche fisiolo- giche sul fegato, ivi, p. 58. Paolino s. Vedi Mai Angelo. Papalini Francesco, Canto intorno l'esilio di Dante, tomo 69, p. 128. Papi Lazzaro, Traduzione del manuale di Epitetto, tomo 44» ?• 35 7. - Alcune traduzioni e rime, to- mo 57, p. 352. - Suo elogio, tomo 62, p. 3o2.- Atti della reale accademia lucchese in morte di lui, ivi, p. 35j. Papini Leonardo, Sue notizie, tomo 57, p, 293. Papotti Tiberio, Elogio di Onofrio Minzoni, tomo 46, p. 119 e 240. - Elogi d'illustri imolesi, tomo 47, p. 23o; e tomo 55, p. 23o. -Alcune iscri- zioni italiane, ivi. - Pianto in morte della diletta figlia Giulia, tomo 60, p. 332. Paradisi Giovanni, Ode per nozze, tomo 6, p. 346; e tomo i3, p. i53. - Epistola per nozze , tomo 11, p. 35i. - Saggio d'una versione di Orazio, to- mo 14, p. 82. - Sermone, tomo i5, p. 240, Paravia Pier Alessandro, Della cappella Grimana in s. Francesco della vigna, e della nuova tavola di altare che vi fu collocata, tomo 5g, pag. 362.- Versione delle lettere di Plinio il giovane, tomo 62, p. 359, - Orazione pel giorno onomastico di sua maestà il re Carlo Alberto, tomo 71, p. 234-- Opuscoli vari. - Orazione pel riaprimento degli sludi a Torino nel 1837, tomo 74, p. 243. Parenti Marcantonio, Lezioni varianti di una cele- bre canzone provenzale di Rigaut de Berberill , tomo 20, pag. 35i e 397. - Sull'interpretazione della voce fuia, tomo 34, pag. 328. - Scelta di prose e di poesie del buon secolo della nostra lin- gua, turno 44» P* 355. i5i Pascoli Gabriello, Sua vita, tomo 69, p. 209. Pasolini Ferdinando, Sonetti funebri, tomo 3y, p. 3g3. - Sonetti per nozze, tomo 42? P« 265; e to- mo 45, p. 122. Pasolini Serafino, Sua vita, tomo 69, p. 217. Pasquali Luigi, Le geste e le glorie del taumatur- go di Padova esposte in 36 discorsi , tomo 61, pag. 348. Pasqualini Andrea, Sulla frequente apertura del fo- rame ovale rinvenuta nei cadaveri dei tisiei, to- mo 35, p. 296. Passeri Gio. Battista, Istoria delle pitture in maio- lica fatte in Pesaro, tomo y5, p. 3y4- -Vedi Bel- lenglii Albertino. Passi Giuseppe, Sua vita, tomo 62, p. 193. Passini Francesco, Conno istorico su di un aneuri- sma spurio dell'arteria brachiale, tomo 66, p. 5. Pastore Raffaele, Elogio funebre estemporaneo di Do- menico Cimarosa, tomo 5 7, p. 326; e tomo 58, p. 324. Pausania, Descrizione della Grecia, tomo i,p. 146. Pavirani Paolo, Breve comentario della vita del cav. Francesco Della Torre, tomo 62, p. 36g. Pecchio Giuseppe, Vita di Ugo Foscolo, tomo 5i, p. 365. - Storia dell'economia pubblica in Italia, tomo 68, p. 19. Pederzoli Giacomo. Vedi Gambara Francesco. Pelagatti Luigi, Versi e traduzione di 125 epigram- mi latini inediti, tomo 77, p. 364- Pellegrini Giuseppe, Tragedie, tomo 73, pag. 67.- Poesie. - Adalberto, cantica, tomo 74, p. 208. Pelletier, Esame chimico della cocciniglia e del suo principio colorante, tomo 1, p. 241- -Della sa- l52 baciglia, del colchico comune e dell'elleboro bian- co, tomo 8, p. 3y. -Fatti per servire alla storia dell'oro, tomo 9, p. 1 7 3. - Ricerche chimiche so- pra le chine-chine, ivi, p. 335; e tomo io,pag. 181. - Recherches sur les proprietès chymiques et medicales de la racine de kahinca, tomo 57, p. 3. Pellicano Francescantonio, Intorno ad un antico mo- numento in marmo, tomo 34, p. 242. Prllico Silvio, Opere, tomo 5i, p. 372. Pellisieri Pielro, De Frusinonis antiquitate, tomo ig, pag. 117. Pepali Carlo, Stanze, tomo 18, p. 327 - Versi per nozze, tomo 27, p. 353. - La prigionìa del Tas- so, versi, tomo 29, p. 275. - In morte di Livia Si rocchi, versi, tomo 35, p. 1 1 5. - Sonetto, tomo 46, pag. 349. Pppoli Sampieri Anna , Raccolta di sentenze e di massime, tomo s3, p. 186; e tomo 3i, p. 23.- La donna saggia ed amabile, libri tre, tomo 78, pag. 107. Per etti Pietro, Osservazioni sulla preparazione della chinina, della cinconina e dei loro solfali, tomo 18, p. 272. - Osservazioni sull'osmazoma , tomo 22, p. 147. -Sopra un nuovo metodo di prepa- rare la barite pura, tomo 3o, p. 24 (con tav.)- Sopra uno stromento meteorologico, tomo 32, p. 16o. - Sopra alcune preparazioni medicinali, to- mo 34» p- 273; e tomo 38, p. 85.- Sulla ma- niera di esistere della chinina e cinconina nelle chine, tomo 36, p. 60. - Ricerche analitiche so- pra le viole , il tornasole ed il zafferano , tomo 38, p. 56. - Sopra un nuovo metodo di separare la sostanza amara dai vegetali ed alcuni ali ri prin- i53 cipii contenuti nei medesimi, e sulla maniera di estrarre dalla china la così detta polvere antipi- retica, tomo 41» P« 324. - Sopra la necessità di purgare le lane prima di sottoporle alla fabbrica- zione dei drappi, ivi, p. 335. - Lettera, tomo 42, p. 5. - Esame chimico del tasso baccato, tomo 43, p. 3. - Idem del rabarbaro, ivi, pag. 25. - Lettera intorno al modo d'istituire l'esperienze sopra la chinoidina, tomo 45, pag. 8. - Lettera sopra un nuovo acido, tomo 46» P- 9.- Nuove ricerche so- pra la china, tomo 47> p. 3. - Ragionamento chi- mico, ivi, p. 271. -Di una nuova sostanza rin- venuta neirornus europea Person, e nel fraxinus ornus Lin., esame chimico, tomo 48, p. 192.- Del rame nei vini, ragionamento, tomo 49 > p. 78. - Del tannino, ivi, p. 1 17. - Analisi del grano car- bone, tomo 52, pag. 210. - SuU' atropina, tomo 57, p. 157. -Della bile di bue, t. 5g, p. 2i5.- Sulla rubbia dei tintori, e sul principio coloran- te della cocciniglia, tomo 63, p. 34. -Del modo di separare la parte amara e purgativa del rabar- baro, tomo 64, p. 54. - Della ceratria islandica : lichene islandico, tomo 73, p. 40. - Nuovo esame chimico della china Pitaya, tomo 76, p. 3o5. Pergolese Giambatista , Intorno alla patria ed alla vita di lui, tomo 5i, p. 387. Pergoli Campanelli Francesco , Prosa accademica, tomo 8, p. 117. Perllli Scipione, Relazione istorica sul risorgimento della basilica degli Angeli presso Assisi, tomo 85, pag. 354. Pernossi Domenico, Elogio dell'av. Antonio Brizi , tomo 35, p. 109. i54 Perrone Giovanni , Praelectiones tbeologicae, tomo 65, p. 333 ; tomo 68, p. l5g; tomo j'ò, p. 6; tomo 77, p. 4o; tomo 81, p. 67; e t. 84., p. 3g. Perticari Giulio, Intorno un antico poema Iribuito a Giovanni Boccacci, tomo 1, p. 1.- Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al vocabolario della crusca ( voi. II, p. Il ), tomo 6, p. 420- - Dell' amor patrio di Dante, e del suo libro intorno il volgare eloquio, tomo 7, p. 91 e 184. -Notizia intorno ad un'opera inedita di Raimondo Mon- tecuccoli, ivi, p. 206. - Dionigi d'Alicarnasso, in- torno lo stile ed altri modi di Tucidide, volga- rizzamento di Pietro Manzi, tomo 5, p. 267; to- mo 9, p. 219 e 364; tomo io, p. 23o; e tomo 11, p. 206. - Sua necrologia, tomo 14, pag. I. - Della necessità d'instituire in Roma una cattedra di letteratura classica italiana, tomo i5, pi 184.- Lettere inedite, ivi, p. 35o; tomo 16, p. 8$; to- mo 21, p. 398; e tomo 4°\ P- 28. - Opere, to- mo 16, p. 284; tomo 17, p. 43o; e tomo 19, p. 1 io. - Iscrizione, tomo 16, pag. 410. - Opuscoli, tomo 18, p. 127.- Suo elogio, tomo 20, p» 2.57.- Vedi Bertuccioli Luigi. Peruzzi Agostino, Dissertazioni anconitane, tomo 3, p. 172. -Della libertà e indipendenza d'Ancona nel medio evo, tomo 6, p. 343. - Lettera e can- zone, ivi, p. 4I2« ~ Sulla patria del conte Gui- dobaldo Bonarelli della Rovere, tomo 7, p. 101. - Sulla prima edizione della grammatica di Sulpizio Verulano, lettera del dolt. Fortunato Benigni, to- mo 11, p. 242. - Sull'anfiteatro di Ancona, tomo 13, p. 109 ( con tav. ) -Lettera ad Angelo Pez- zana, ivi, p. 375. - Sopra un luogo di Dante, to- mo 25, p. 61. - De'siculi italici fondatori di An- cona, tomo 36, pag. 3^0. - Iscrizioni trecento di Luigi Muzzi, tomo 38, p. 120. - Elegie di Pro- perzio tradotte, tomo 44» P* 1^>- Delle lodi di s. Petronio, tomo 4^, p- 252. - Versi latini, to- mo 46, p- 345. - Delle origini romagnuole, opera postuma di Basilio Amati, tomo 49, P- 344- ~ Car- me nuziale di Catullo, tradotto, ivi, pag. 35g.- Elogio funebre di Leopoldo Cicognara, tomo 60, p. 342. - Panegirico di s. Vincenzo de Paoli, to- mo 6i, p. 222. - Panegirico di s. Filomena, to- mo 64, p- 376.* Storia di- Ancona, tomo 66, p. 363. -L'apocalisse recata in versi italiani, tomo 70, p. 347-- Le nozze di Peleo e di Tetide epi- talamio di C. Valerio Catullo volgarizzato, tomo 72, p. 357. - Discorso nella solenne commemo- l'azione dei defonti, tomo 85, p. 362. Peruzzi Andrea, Elogio del dott. Giuseppe Lodoli , tomo 25. p. 3. Pescantini Luigi, Lettera intorno all'arte comica, to- mo 33, p. 236. Pescatore Gio. Battista, Sua vita, tomo 62, p. 178. Petit Radei, Lettera, tomo 21, p. 3gi. Petrarca Francesco, Lettera a Roberto conte di Bat- tifolle, tomo 1, pag. 378. - Nuova edizione delle sue rime, tomo 4» P- 248; e tomo 6, p. 4*9- ~ La sua tomba in Aquà, canzone di Giovanni Mar- cbetti, tomo 6, p. ig3. - Illustrazione di un suo codice autografo, tomo 28, p. 277. -Poesie, to- mo 61, p. 335. - Epistola, tomo 62, p. 3 io. Petruccl Giuseppe, Callimachi hymni in latina car- mina conversi, tomo 4> P- 274. - Selecta carmi- na, t. 16, p. 255; t. 17, p. 234; e '» T9' P- 21^* i56 Petrucci Giuseppe, Il castello di Ferrara , remini- scenze istoriche, tomo 80, p. 377. Pezzana Angelo, Intorno a Clemente Bendi, episto- la, tomo i3, pag. 3y5. - Elogio storico dì Pietro Rubini , tomo i5, p. 236. - Alquanti cenni in- torno alla vita di Michele Colombo , tomo 80 , p. 375. Pezzi Carlo , Principii pratici di agricoltura , tomo 3o, p. 1 19. Pezzi Carlo Antonio, L'arte di leggere necessaria ai discepoli ed ai maestri, tomo 32, p. 282. Peyron Amadeo, Codicis theodosiani fragmenta ine- dita, tomo 21, p. 33y. - M. T. Ciceronis fragmen- ta inedita, tomo 25, p. i5i. Piarle iani Gio. Battista, Theoriae electro-dynamicae synopsis, tomo 20, p. 5o. - Specimina electrica et metereologica, tomo 36, p. 278. - Osservazio- ni a due memorie del signor Pouillet sull' elet- tricità nelle operazioni chimiche, e sulla origine delia elettricità nell'atmosfera, tomo 36, p. 265.- Osservazioni sul trasporto delle materie pondera- bili col mezzo delle scariche elettriche, tomo 37, p. 1 . - Edifici di Roma moderna disegnati e pub- blicati da Letarouilly, tomo 38, p. 31 7. - Della elettricità eccitata dal contatto, tomo 4°> P* 3.- Delle scoperte e delle opere di Alessandro Vol- ta, tomo 41» Pag« 28, I87 e 289. - Osservazioni sulla teorica della elettricità voltaica, tomo 43 , p. 273. - Istituzioni fisico-chimiche, tomo 55, p. 282; tomo 56, p. 257; tomo 61, p. 257; e to- mo 57, p. 26. - Alcune esperienze ed osservazio- ni sul magnetismo, tomo 61, pag. 107. -Intorno alla grandine, tomo 63, p. 189 e 249. - Del va- .,5? pore vescicolare, tomo 64» P- 1 06. - Osservazioni intorno i cristalli termelettrici, tomo 66, p. 33.- Di alcune ossa fossili rinvenute in Roma e nei dintorni, e conservate nel museo kirclieriano, to- mo 67, p. i58. - Saggio dei fenomeni d'induzio- ne magnetelettrica, tomo 69, p. 25y (con lav.) Piazzi Giuseppe, Notizie intorno a lui, t, 32, p. 364- Piccirilli Giuseppe , Della medicina pratica in ge- nerale, tomo 28, p. 338. Piccoli Luigi, Delle servitù prediali, t. 5; p. 204. Pieri Alessandro, Sua necrologia, tomo 77, p. 84. Pieri Mario, Poesie con un estratto dell'arte poeti- ca di Francesco Maria Zanotti, tomo 4*9 P- 41 1,_ Elegie di Properzio recate in terza rima , tomo 44, p. i45. Pietro Perugino, Scritto autografo di lui, t. 5, p. 24 1. Pifferi Paolo, Breve corso elementare di aritmetica ragionata, tomo 34, p. 386. Pignatelli Strongoli Francesco , Memorie intorno la storia del regno di Napoli dal 1806 al i8l5, tomo i3, p. i56. Pindaro, Le odi tradotte ed illustrate, tomo 3, p. 129; tomo 6, p. 73; tomo 7, p. I07; tomo 11, p. 81 ; e tomo 13, p. 1 20. - Tradotto da Cesare Lucchesini, tomo 34, p. 188. - Tradotto da Giu- seppe Borghi, tomo 36, p. 3oi. Pindemonte Ippolito, Egloga X di Virgilio tradotta in ottava rima, tomo 32, p. 223. - Suo elogio , tomo 49» P- 3oi; tomo 56, p. 233; e tomo 64, p. 209. - Della vita e delle opere di lui , tomo 62, p. 327. - Lettere inedite, tomo 82, p. 35o. Pini Matteo, tomo 6, p. 255. Pinzger Gustavo, De dramatis graecorum satirici 0- rigine, tomo 17, p. 291. 158 Pinzi Giuseppe Antonio, Sua vita, tomo 62, p. 201. Pisani Federico, Aboul Cassan al Hariri, ovvero Sas- saniè, tomo 1, p. 35 1. Pisani Giuseppe, Monumenti di Ercole Rinaldo III duca di Modena, tomo 7, p. 248. Pistelli Ermenegildo Maria, Sulla natura dell'infiam- mazione, tomo 4> P- 217 e 355. - Risposta alle annotazioni critiche di Giuseppe Tonelli , tomo 11, p. 126. Pistoiesi Erasmo, Reale museo borbonico descritto ed illustrato, tomo 74, p. 134; e tomo 79, p. 195. Plutarco, Ammaestramenti matrimoniali volgarizzati, tomo 5, p. 4^9. - Trattato della educazione dei figli volgarizzato, tomo 19, p. 38 1; tomo 28, p. 249; e tomo 79, p. 358. - Dell'amore della pro- le volgarizzato, tomo 24, p. 875. Placucci Michele, Usi e pregiudizi de'contadini nel- la Romagna, tomo 55, p. 1 86. Plinio Cecilio. Vedi Altemps Margherita , Paravia Pier Alessandro, Prelà Tommaso. Podesti Francesco, Pittura, tomo 52, pag. 364- - A Raffaele Sanzio, versi, tomo 61, p. 240. -Discor- so agli alunni dell'insigne e pontificia accademia romana di s. Luca nel giorno della premiazione scolastica dell'anno i836, tomo 69, pag. 236. - I fatti di Racco e di Diana dipinti a fresco, tomo 75, p. 241. Poggi Andrea, Pittura, tomo 6, p. no. Poggio Giovanni Antonio, L' oropea pel centenario del 1820, canti quattro, tomo 8, p. 121. Poggioli Domenico, Descrizione delle acque mine- rali d'Ischia del cav. Chevalley de Rivaz , tomo 84, p. 354. i5g Poggioli Michelangelo, Illustrazione delle tavole fi- losofiche di Federico Cesi, tomo 6, p. 18. - Sui consulti e sulle lettere di Antonio Cocchi, lette- ra del prof. Chiappa, tomo 5i, p. 277. -Epigram- ma, ivi, p&g. 369. - Sulla vita de'iluidi animali, tomo 5q, p. i38. Poggioli Niccola, Sua necrologia, tomo 38, p. 3c)5. Poissoti) Suo elogio, tomo 84, p. 29. Polctti Geminiano, Sulla risoluzione dell' equazione generale completa di secondo grado, t. i5, p. 3. Polctti Lionello, Lettera intorno ad un opera me- dica del secolo XVI, tomo 45, pag. 321.- Sulla dui trina delle correnti nerveo-elettriche, tomo 47> p. 2G7. - Intorno il magnetizzarsi degli aghi nel sistema nervoso degli animali vivi, t. 51, p. 114. Polctti Luigi. Vedi Teatro. - Intorno la costruzione dei ponti sospesi sulle. fila di ferro, tomo 22, p. 195 ( con tav. ) - Intorno la vita e le opere di Sebastiano Serlio, tomo 26, p. io4« - Intorno ad una nuova maniera grafica di disegnare i casset- toni nell'architettura, tomo 26, p. 226; tomo 27, p. 102 ( con tav. ) - Scultura di Carlo Fiuelli , ivi, p. 84. - Descrizione del pubblico macello di Roma , tomo 29 , p. 127 ( con tav. ) -Osserva- zione sopra un gruppo del cav. Alvarez scultore spagnuolo, tomo 29, p. 258. - Osservazioni intor- no ad alcune opere che trattano delle tombe e dei monumenti d'Italia, tomo 3i, p. 102. -Me- moria delle macchine a vapore del conte Cesare Morelli, ivi, p. 3 80. - Lettera, tomo 33, p. 118.- Intorno all'arco di Augusto in Fano, tomo 34 , p. 101 ( con tav. ) - La Silvia statua di Cincin- nato Baruzzi, tomo 35, p. 97. -Nuovo corso di i6o matematiche pure e miste, tomo 36, p. 53. - No- tizia di una macchina per istampare e scrivere ra- pidamente, tomo 38, p. 32/(.. - Due fabbriche con- dotte coi disegni di Raffaele Folo e Giovanni Az- zurri, tomo 42» P- 120. -Intorno ad un dipinto del cav. Giamba lista Wicar, tomo 4°\ P- 323. Polidorl Luigi, La biblioteca ambrosiana, tomo 5ot p. 219. - Il Gernetto, amenissima villa nella Brian- za, poemetto, tomo 61, p. 346. Politi Raffaele, Descrizione di una deinos o vaso in terra cotta greco-siculo-agi'igentino, t. 8i,p. i32. Poliziano Angelo, Poesie italiane, tomo 29, p. 2o5.- Stanze, tomo 31, p. 122. - Lettere tradotte, tomo 85, p. 322. Pollini Ciro, Sua necrologia, tomo 5y, p. 359. Polo Marco, Difesa intorno ai suoi racconti del vec- chio della montagna principe degli assassini, to- mo 2, p. 375. - Vedi Baldelli Boni Gio. Battista e Zurla Placido. Pomardi Simone , Viaggio nella Grecia negli anni 1804, i8o5 e 1806, tomo 6, p. 224; tomo 7, p. 219; e tomo lo, p. 4°4* Pompei P., Etat actual de la Corse, t. 1 2, p. 121. Pope Alessandro, Il riccio rapito, tomo 14, p. 372.- Vedi Carniani Malvezzi Teresa. Porta Carlo, Traduzione delle osservazioni sulla paz- zia di G. Spurzheim, tomo 3, p. 247. Porta Carlo, Poesie inedite, tomo 71, p. 307. Porti Giuseppe, Tavole sinottiche delle cose più no- tabili della città di Fermo, tomo 67, p, 366. Pottier G. F., Hermes classique, journal philologi- que ec, tomo 5, p. 287. Pozzetti Pompilio, Lettera, tomo 5o, p. 309. i6i Pozzi Francesco, Scultura, tomo 27, p. 343. Prandi Pietro, Sua necrologia, tomo 6i, p. 371. - Sopra un nuovo apparato per isperimentare il ma- gnetismo della luce, tomo 18, p. i33. Preclari Francesco, Le Amazzoni alla verità della sto- ria ec, tomo 80, p. 353. Predieri Paolo, Storia ragionata di un'ascite cistica felicemente curata, tomo 84, p. 122. Prelà Tommaso, Il boa di Plinio, tomo 26, p. n3; e tomo 3i, p. 119. Presenziai Olimpiade, Sua necrologia, t. 68, p. 372. Prevost Benedetto, Effetto delle gocciole di pioggia sulle piante, allora quando si trovano disposte in modo da concentrare i raggi del sole, t. 4» p. 21 3. Prisco. Vedi Manzi Pietro. Procaccini Ricci, Osservazioni sulle gessaie del ter- ritorio senigagliese, tomo 38, p. 372. Proia Salvatore, Ricerche storico-fisiche sul lago fu- cino, tomo 62, p. 274. - Cenni intorno la cat- tedra di fisica sacra nell'archiginnasio romano, to- mo 74, p. 106. Promis Carlo, Le antichità di Alba fucense ec, to- mo 75, p. 326. -Dell'antica città di Luni e del suo stato presente, tomo 80, p. 349- Properzio. Vedi Pieri Mario, Peruzzi Agostino, Mon- tanari Giuseppe Ignazio. Puccinotti Francesco, Lettera inedita del Redi, tomo 4? P- 204. - Sopra l'azione dinamica dei veleni, ivi, p. 33o,. - Dei contagi spontanei, tomo 7, p. 26 e 298. - Dell'infiammazione e della febbre con- tinua di Giacomo Tommasini, tomo 8, p. 27, 129 e 307. - Comentario sul morbo petecchiale del 1817 di G. Palloni, ivi, pag. 147. -Intorno la 162 vita di Federico Feltrio scritta da Giovanni San- zio, tomo io, p. 107 e 291. -Del processo flo- gistico e di alcune proprietà della flogosi , tomo 1o, p. 322; tomo 11, p. 31 e 257. -Della sa- pienza d'Ippocrate, tomo I9, p. 20 e 29I: e to- mo 20, p. 25. - Della flogosi nelle febbri inter- millcnìi perniciose, tomo 2I, p. 282. - Storia debi- le febbri iiUcrmitlenti perniciose di Roma negli anni I8I9, I820 e I82I, tomo 24, p. 14-3 ; e tomo 29, p. 24. -Di un'epizoozia contagiosa e dei contagi in generale, tomo 33, p. 129. - Patologia induttiva, tomo 4.2, p. 151. -Lezioni di medicina legale, tomo 47? p. 226. - Sul metodo in'ellettua- le della scienza della vita, e sul procedimento lo- gici; dell'arte medica del dottor Benedetto Monti, tomo 60, p. 31.- Lezioni sulle malattie nervose, ivi, p. 72. Pungileoiìi Luigi , Elogio storico di Giovanni Santi, tomo 18, p. 1 90. - Sonetto, tomo 31, p. 240.- TSotizie storielle di Federico Brandani celebre pla- sticatore del secolo XVI, ivi, p. 361.- Dubbi e riflessioni sulle operazioni di un cane die dicono benissimo ammaestrato, tomo 34) P- 21.- Memo- rie intorno alla vita ed agli scritti di Veronica Gambara, ivi, p. 381. - Lettera al cardinal Ber- tazzoli sull'organismo umano, tomo 35, pag. 253. Notizie delle pitture in maiolica fatte in Urbino, tomo 37 , p. 333. - Dell'origine e accrescimento delle umane cognizioni, tomo 39, pag. 1o6. -In- torno ad una tavola rappresentante la sacra fami- glia dipinta dal cav. Filippo Agricola, tomo 4°» p. 3o8. - Dell'udito e della vista, considerazioni inetafisicbe, tomo 42> P- 1 37. -Intorno ad alcu- i63 ne notizie appartenenti a Raffaello d'Urbino, to- mo 43» p» 4o1. - Elogio storico di Raffaello San- ti da Urbino, ivi, p. 11 7. -Saggi di filosofia teo- rica del Grones , ivi, pag. 31 2. - Disamina sul senso del tatto, tomo 44? Pa§- 202, " Della vi- ta e degli scritti del sacerdote Antonio Corradi- ni , breve comentario latino tradotto da monsig. Carlo Emmanuele Muzzarelli, tomo 47, P« I87.- Alcune notizie spettanti a Giulio Romano , ivi, p. 35o, - Sermoni dell' ab. Serafino Gatti , tomo 47, p. 370. -Alcuni cenni sul pittore Girolamo Donnini, tomo 48, p. 35o. • Alcune notizie di Andrea Mantegna, ivi, p. 328. - Alcune notizie intorno a Gentile e Giovanni Bellini, tomo 5o, p. 287. - Lettera biografica intorno alla patria ed alla vita di Gio, Battista Pergolese, del marchese di Villarosa, tomo 5 1, p. 287. - Notizie spettanti a Tiziano Vecelli di Cadore, ivi, p. 335. - Me- moria sopra Prospero Clementi scultore reggiano, tomo 52, p. 344- - Congetture sui sogni , tomo 54> p- $7. - Notizie di Federico Zuccaro, tomo 56, p. ig5. - Intorno un luogo della divina commedia in cui si parla di Guido di Montefeltro , tomo 5g, pag. 253. - Lo stato naturale dell'uomo è di mutua pace, tomo 61, p. 20,5. - Comentario so- pra la vita e le opere di fra Luca Pacciolo, co- nosciuto ancora sotto il. nome di Luca dal Bor- go, tomo 62, p. 214; e tomo 64, P- 186. -Co- mentario intorno Antonio Urceo soprannomalo Codro, tomo 63, p. 1 8 1. - Intorno al ritrovamen- to delle ossa di Raffaello d'Urbino, tomo 65, p. 299. - Memoria intorno alla vita ed alle opere di Donato 0 Donnino Bramante, tomo 69, p. 373.- 164 L'armonia delle forze sì fisiche e sì morali dell' uomo che lo porta a vivere in società, tomo 72, p. 92. - Epistola de vita et scriptis Antonii Belli, tomo 73, p. 35S. - L'assunta del duomo di Par- ma, opera del Correggio, tomo 80, p. 240. Puoti Basilio, Regole elementari della lingua italia- na, tomo 58, p. 328. - Dell' utilità dello studio delle lettere umane, orazione di s. Basilio volga- rizzata. - Dello studio delle scienze e delle lettere e del loro vero scopo, ivi, p. 369. - Della manie- ra di studiare la lingua e l'eloquenza italiana, to- mo 79, p. 357; tomo 80, p. 12.3; e tomo 82, p. 3 i/j.- - Della educazione de'fanciulli, trattato di Plutarco voltato dal greco in toscano, tomo 79, pag. 358. Purgotti Sebastiano, Sulle teorie della combustione, e sulla loro influenza nelle chimiche classifica- zioni, tomo 37, p. n5. Q Quadri Gio. Battista, Annotazioni pratiche sulle ma- lattie degli occhi, tomo 2, p. i43. Quatremere de Quincy, Lettres ecrites de Londres a Rome et andressées a m. Canova sur les mar- bres d'Elgin, tomo 1, p. 149 e 2^7* Quellier Federico, Le arti italiane in Spagna, tomo 3o, p. no; e tomo 4°> P* 33°* Quetelet A., Dell'astronomia popolare, t. 42» P- 263. Quinto Curzio Rufo. Vedi Giovanni Giuseppe Felice. i65 R Rabirio Caio. Vedi Montanari Giuseppe Ignazio. Racagni Giuseppe Maria, Sue notizie, t. 14, p. qo. Radili Giuseppe, Di alcune specie di rettili e di pian- te brasiliane-, tomo 12, p. 16. Rafjaelli Vincenzo , Descrizione ed uso della mac- china ad asse rotante-mobile, tomo 74, p. 42« Ragazzini F., Analisi dell'astro montano, e partico- larmente del sugo espresso da questa pianta, to- mo 34, p- 5. Raggi Oreste, Biografia di Bartolomeo Pinelli, tomo 63, p. 229. - Breve corso di lingua francese di Felice Castelain, tomo 66, p. 367. - Prose e poe- sie di Luigi Ciampolini, tomo 78, p. 5g. - Gala- teo dei causidici di Bartolomeo Belli, tomo 81, p. 367. -Elogio di Ferdinando Pandolfini, tomo 85, P. 36a. Raimond I., Vedi Riche. Rambelli Gianfrancesco, Iscrizioni, tomo 43, p. 260.- Elogio di Francesco Antonio Monti, tomo 46 , pag. 98. -Versi volgari e latini in morte di una gentilissima scritti da vari autori, ivi, p. 241 • - Versi per nozze, dei professori Domenico Vacco- lini e Giuseppe Ignazio Montanari, tomo 47 > P« 234. -Intorno i discorsi del prof. Domenico Vac- colini, ivi, p. 336. - Centuria epigrafica del can. Giuseppe Silvestri, tomo 5i , p. 117. -Vita del beato Giovanni Colombini da Siena, composta per Feo Belcari, tomo 52, p. 121.- Vita di Giovanni Damasceno Bragaldi comentarietto latino ed ita- liano, tomo 54, p. 226. - Necrologia di Andrea Cantoni, tomo 55, p. 373. - Nel solenne ingresso G.A.T.LXXXVI. 12 i66 del vescovo in Faenza poesie di vari, tomo 56, p. 222. - Artis rhetoricae dementa, ivi, p. 227.- Istruzione elementare pei giovanetti, ivi, p. 238.- Sulla educazione de'figliuolì, dialogo del cardinal Giacomo Sadoleto, recato in italiano con anno- tazioni da Giuseppe Ignazio Montanari, tomo 57, p. 282. - Poesie per nozze di vari, ivi, p. 342- Descrizione del monumento eretto per la vittoria di tredici italiani, tomo 59, p. 35 0. - Epitome di storia sacra di C. F. Lomond volgarizzato da Pie- tro Morara, ivi, pag. 352. -Iscrizioni di Antonio Brusaferri, tomo 60, p. 344- - -Intorno all'econo-. mia della vita umana, operetta inglese tradotta in idioma francese e recata in italiano da Sante Pa- ce, tomo 61, p. 225. - Sacrorum carminum de- leclus curante Iosepho Egnatio Montanari , ivi , pag. 341» - Memoriae desideratissimae Nicolai Ciampitti, elegia Emidi i Capellii; libera versione di Cesare Dalbono. -Nicolai Ciampitti, vita, eiu-r sdem, ivi, pag. 343. - Necrologia di Pietro Com- pagnoni, ivi, pag. 363. - Biografia degli italiani illustri del secolo XVIII e dei contemporanei, com- pilata da letterati italiani di ogni provincia , e pubblicala per cura del prof. Emilio De Tipal- do, tomo 63, p. 118. - Comentario della vita e degli scritti del canonico Francesco Leopoldo Ber- toldi argentano , tomo 64* P» 2 18. - Notizie di Pietro Antonio Meloni pittore imolese, tomo 67, p. 236. - Necrologia di monsig. Carlo Maria Ro- sini, tomo 73, p. 118. - Biografia di Pietro Fran- chini, tomo 75, pag, 309. - Biografia di Annibal Caro, tomo 77, p. 167. -Elogio di monsig. Lo- dovico Bencivenni, ivi, p. 343. - Notizie della vi- 167 ta e delle opere del prof. Giuseppe Zama Melli- ti, tomo 79, p. 370. - Necrologia di Pietro Sche-. doni, tomo 80, pag. 74. - Discorso, del capitano Fortunato Cavazzoni Pederzini intorno al tra- durre in genere e specialmente dal greco nell'i- taliano colla maggiore possibile rispondenza, to- mo 82, p. 3o5. _ Cenno storico del moto e sac- cheggiamento di Lugo, tomo SS, p« 120. - Saggio di alcune voci toscane d' arti e mestieri e cose domestiche del p. Antonio Bresciani, ivi, p. 332. Rametti Camillo, Sugli avori del conte Possenti, \or mo 83, p. 33g. Ramenghi Bartolomeo pittore detto il Bagnacavallo% Sua biografia, tomo 64, p- 352; e t. (55, p. 3j2. Jìanalli Ferdinando, La caccia e la pesca poemi di Oppiano cilice, volti dagli esametri greci in en- decasillabi italiani per Urbano Lampredi , tomo 58, p. 3i5- - Lettera ad Urbano Lampredi intor- no alla sua versione del primo canto dell'iliade, tomo 5g, p. 31 7.- Prose e versi di vari in mor- te della contessa di Carnaiuoli, tomo 60, p. 36?,- Eustachio , storia dell' antica cristianità novella- mente raccontata pe'cristiani de'nostri tempi dal can. Schmid, e tradotta dal tedesco da Giuseppe Maffei, tomo 60, p. 356. - Il ratto di Pror:erpina di Claudiano , tradotto in versi sciolti da Tom- maso Giraldi, tomo 61, p. 171. - Biografia degli scrittori padovani di Giuseppe Vedova, ivi, p. 345.- Iscrizioni italiane di Pietro Giordani , tomo 62, p. 238. -r Elogio di Lazzaro Papi, ivi, p. 3oa. - Intorno la versione delle lettere di Plinio il gio- vane fatta da] dott. Pier Alessandro Paravia, ivi, p. 359. - Lettere inedite del p. Daniello Bartoli, i68 ivi, p. 362. - Descrizione della vita e delle ope- re di Serafino Gatti, di monsig. Carlo Emmanue- le Muzzarelli , ivi, p. 364- - Intorno alcuni di- scorsi di argomento religioso di monsig. Angelo Mai, tomo 63, p. 161. - Poesie e prose inedite e rare d'italiani viventi, tomo 64» p- 1^6. - Sui ro- mantici, ivi, p. 2 1 2. -Dei caratteri di Teofrasto volgarizzati da Dionigi Leondarakys dal Zante , tomo 65, pag. '1 88. - Vite di uomini illustri di Roma e suoi dintorni, tomo 7 1 , p. 233. Ranzani Camillo, Elementi di zoologia, tomo 5, p. 53 e 3oi; e tomo 8, p. 122. Ranzi Andrea, Nuovo metodo per l'estirpazione della lingua immaginato ed eseguito dal prof. Giorgio Rcgnoli, tomo 76, p. 240. Rasi Gio. Battista, Sul porto e territorio di Anzio, tomo 57, p. 3o8. Rasori Giovanni, Sua vita, tomo 79, p. 72. Rasori Vincenzo, Pittura, tomo 28, p. 1 3y; e tomo 31, p. I06. 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Regnoli Giorgio, Sull'estirpazione di un epulide can- cerosa accompagnata da osteo-sarcoma della ma- scella inferiore, tomo i5, p. 261; e tomo 18, p. 127. -Estrazione della pietra col metodo retto ve- scicale, tomo 17, p. 293. - Sulla traspirazione pol- monare, tomo 23, p. 27. - Sopra un'abbondante emorragia cui sopraggiunsero singolari sconcerti, tomo 25, p. 6. - Sulla estrazione di un feto mo- struoso, tomo 34» P- 265. Renazzi Filippo Maria, Suo elogio, tomo 68, p. 276. Repetti, Sopra l'alpe apuana ed i marmi di Carrara, tomo 14, p. a5. Rescio Stanislao, Sue notizie, tomo 38, p. 169. Rezzi Luigi Maria, Lettera, tomo 14» p. 4^9- -Let- tere inedite di monsig. Giovanni della Casa, to- mo 26, p. 118. - Sui manoscritti coment! alla di- vina commedia di Dante Alighieri, tomo 3o , p. i 23. - Canzone di Gabrielle Chiabrera, per la pri- ma tolta pubblicata per le stampe con brevi an- notazioni, tomo 4© , p. 325, - Notizia sopra un manoscritto barberiniano delle questioni tuscula- ne di M. T. Cicerone, fatte volgari nel 3oo, te- sto di lingua citato a penna nel vocabolario, to- mo 47» P- 178. Riberi Alessandro , Ragguaglio di tredici cistotomie ec, tomo 19, p. 49. 170 Riccardi Giuseppe, Ricerche istori che e fisiche sulla caduta delle Marmore, tomo 29, p. 3 io; e tomo 3o, pag. 5. Riccardi Gregorio, Sull'annotazione di Vincenzo Ot- taviani alla lettera di Francesco Puccinotti, tomo 21, p. 3ó2. - Lettera, tomo 25, p. 9. - Sulla strut- tura dell'Utero e sulle di lui appartetìenze , dis- sertazione di Gio. Battista Bellini, tomo 27, pag» 24. -Riflessioni critiche sulle osservazioni del dott. Carlo Tourner Cooke intorno all'efficacia della senapa bianca, tomo 35 , pag. 31 7. - La filosofia dell'arte medica, tomo 42» P- 397. - Risposta ai compilatori della biblioteca i taliana a Milano, to- mo 45 ? p- J49* ~ Intorno alle notizie istoriche e terapeutiche , ed istruzioni sanitarie del cholera morbus del dott. Giacomo Tommasini, tomo 52, p. 246; e tomo 60, p. 7Ì. - Sulla morbosa es-^ senzial condizione delle febbri intermittenti tratta dalla storia di una nuova febbre perniciosa , to- mo 57, pag. i34- * Memorie intorno la vita del cav. Siro Borda di G. Del Chiappa, tomo 62, p. 86.- Intorno ad alcuni straordinari morbosi feno- meni del verme tenia sviluppatisi sotto la forma del cholera morbus, ed in tempo di sua temuta pestilenza, tomo 64» p* 289. Riccardo, Rime inedite, tomo i, p. 376. Riccati Giordano, Due lettere inedite, t. 48, p» *6. Riche I. C. Voyagé aux mines de Babylone <, tomo 2, p. 92 ( con tav. ) Ricchebach Giacomo, Opuscoli astronomici, tomo 1, p. g5 e 227; tomo 14, p. 297; tomo i5, p. 14 e 148; e tomo 24» p. 63. Ricci A., De verminibus lombricoidibus per ventri- culi intestinorumque tunicas effractoribus , tomo 28, p. 204. Ricci Amico, Sulle antiche pitture di Gubbio, tomo 36, p. 35o. -Bassorilievo di Fedele Bianchini, to- mo 41? P- 3g3. - Memorie di diverse pitture di Gaspare Gasperini di Macerata, tomo 42, p. 25o.- Intorno un dipinto di Lodovico Lipparini bolo- gnese, tomo 47» P- 212. - Sull'antichissima abba- zia di Bambona, tomo 4°\ pag. 283. - Memorie della vita di Girolamo Pennacchi pittore , tomo 64, p. 363. - Dello stato geografico e politico del Piceno dalla sua origine fino alla guerra sociale, tomo 65, p. 128; tomo 67, p. 252; e tomo 72, p. 114. - Necrologia di Gaetano Della Casa, tomo 68, p. 363. - Dell'anello nuziale, epistola, tomo 70, p. 337. Ricci Angelo Maria, Della volgare eloquenza, tomo 4, pag. 3o5 ; e tomo 37, pag. 387. - L'italiade, tomo 7, pag. 75 e 176. - S. Benedetto, poema, tomo 26, pag. 117.- Orologio di Flora, scherzi botanici , tomo 34 , pag. 266. - La villa di Ca- maldoli al Vomero, tomo 37, pag. 386. -L'Ana- creonte di Thorwaldsen in ventiquattro bassori- lievi descritti, tomo 41» Pag. 4I1*~Milone cro- toniate colosso modellato dal cav. Giuseppe Fa- bris, tomo 41, p. l^\i. - Sul poema de'bruchi dell' ab. Lorenzo Rondinetti, tomo 43, p- 190. - Le conchiglie, poema, tomo 465 p. 235. -Versi sacri di Cesare Arici, tomo 47» P- 245. - Poesie va- rie, tomo 485 pag. 100. - La bibbia di Raffaello Sanzio da Urbino nelle logge vaticane descritta, tomo 48, p. 366. -Flegie, tomo 49, Pag- 354-- Per la faustissima esaltazione di Gregorio XVI, 172 idillio, tomo 5o, p. 2g5. - I fenomeni di Arato recati in endecasillabi italiani da Urbano Lam- predi, e lettera apologetica del medesimo , tomo 5i, p. 170. - Della pubblica biblioteca di Ferra- ra, ragionamento dell'ab. Vincenzo Cicognara, ivi, p. 3oi. - Iosepbus Capycius-Latro Carmen Scipio- nis Capycii nuper inventum, ivi, p. 376. -Visita al s. sepolcro di N. S. in Geruralemme nella ba- silica riedificata nuovamente Tanno i3ii , tomo 61, p. 355. -Elegia, tomo 63, p. 224. Ricci Bartolomeo, Iscrizione poetica inedita, tomo 3-7» pag. 224. Ricci Francesco, Sua vita e studi, tomo 5o, p. 277. Ricci Giuseppe, Analisi elamica dell'acqua ferrata e sulfurea di Napoli, tomo 12, pag. 3i3. - Analisi dell'acqua termo-minerale della torre dell'Annun- ziata, tomo 5i, p. 109. Ricci Matteo, Dell'amicizia, breve trattato, tomo 28, pag. 366. Ridoìfi Michele, Dell'insegnamento nella pittura, ra- gionamento, tomo 70, p. 337. Rigaccini Giuseppe, Ragionamento sulle forze effet- trici della circolazione, tomo 29, p. 328. Rigaut de Berberill, Canzone provenzale, tomo 20, pag. 35 1. Rima, Sul perfezionamento del processo operativo per l'estirpazione dei testicoli scirrosi, t. 14, p. 44°* Rinaldi Carlo, Dissertazione sui vantaggi recati alla civile società dai romani pontefici, del prof. Ma- riano Bedetli, tomo 55, p. 3o6. - Idilli di Dome- nico Vaccolini e di Francesco Capozzi ec, tomo 56, p. i32. Rinaldi Rinaldo, Scultura, tomo i5, p. 390. 173 Rinch Guglielmo Federico, Esame critico per resti- tuire ad Emilio Probo il libro de vita excellen- tium imperatorum, creduto di Cornelio Nepote, tomo 1, p. 338. Ripenhausen Francesco e Giovanni, Pittura di sto- ria, tomo 4> P* 98; tomo 7, p. 114; tomo i3 , p. 149 e 282; e tomo 14, p^ 42^« Ripamonti Tiberio , Ad praeclarum italici parnassi prospectus auctorem, epistolae, tomo 37, p. 382. Riva Giuseppe, Sito di Roma, tomo 77, p. 181. Riviera Domenico, tomo 6, p. 287. Roberti^ Pitture, tomo 1, p. 434? e tomo 8, p. 255. Robiola Anton Maria, Opere, tomo 26, pag. 265.- Del comporre in generale, trattato, t. 33, p. 104. Rocchi I. , De hydrometra cum graviditate coniun- cto, tomo 28, p. 2o3. Roffi Francesco, Giudizio veterinario-legale, tomo 33, pag. i5. Rolando , Scoperta della Bonellia, tomo 17, p. 432. Rolli Anna, Sopra un suo dipinto, t. 4°\ P* 34-7* Romagnosi Giandomenico, Sua biografia, tomo 63, pag. 240. Romano Baldassare , Versione della poetica di Gi- rolamo Vida, tomo 5o, p. 147; e tomo 52, p. 298.- L'alcone, ossia della cura dei cani da caccia, ver- si di Geronimo Fracastoro tradotti, t. 60, p. 288. Rondinelli Nicolò, Sua vita, tomo 60, p. 220. Rondinetti Lorenzo, I bruchi, poema, t. 43, p. 190. Rosa Antonio, Sua necrologia, tomo 18, p. 254- Rosa Deodato, Riflessioni politico-morali, tomo 20, pag. 414. Rosani Gio. Battista, De Cbristi domini resurgentis gloria, oratio, tomo 29, p. 4°45 e tomo 34, p. 174 l33. - Lettera, tomo 35, p. 91. - Poesie latine eli Antonio Chersa, tomo ^1, p. 265.- Museum gre- gorianum, Carmen, tomo 74, p. 329. - Le opere di Albio Tibullo tradotte in terza rima dal mar- chese Luigi Biondi, tomo 76, p. 111. Rosellini Ippolito, Tributo di riconoscenza e di amo- re reso all' onorata memoria di G. F. Champol- lion, tomo 54> p- 229. RoselUni-Fantastici Anna, Saggio di commedie pe' fanciulli, tomo 485 P« 365. Rosetti Gaetano, Degl'improvvisatori, discorso, tomo 64> p. 2 11. -Della bontà richiesta all'oratore, di- scorso, ivi, p. 867. Rosi Vitale, Manuale di scuola preparatoria , tomo 56, p. 240. Rosini Giuseppe, Canto funebre, tomo 12, p. 4I0« Rosini Carlo Maria, Sua necrologia, t. 73, p. 118. Rosini Giovanni , Tributo di dolore e di lode alla memoria del prof. Andrea Vacca Berlinghieri, to- mo 33, p. 227. - Rime e prose, tomo ^6, pag. 365. - Vita e avventure di Marco Pacini pisano, poema romantico in sestine, tomo 47> P« r94- " Elogio d'Ippolito Pindemonte, tomo 49> P- 3oi.- Ode, tomo 63, p. 365. - Canto epico, tomo 64, p. i43. -Opere, tomo 71, p. 23 1 .- Sonetto, to- mo 78, p. 369. - L'avvocato e la vedova, tomo 80, p. 373. - Rapporto dell'istituto di Francia, ac- cademia reale delle belle arti, sulla storia della pittura italiana esposta con monumenti dal me- desimo, tomo 83, p. 94. - Discorso, ivi, p. 353. Rosmini Carlo, Istoria di Milano, tomo 11, p. 3g3; e tomo 16, p. 343. Rosmini Serbati Antonio, Nuovo Saggio sull'origi- i75 ne delle idee, tomo 47? P« 2^ e 257; tomo 5i, p. 4i; e tomo 85, p. 83. Rossetti Domenico , Monumento a Winc'kelmann . tomo 3, p. 274* - Perchè divina commedia si ap- pelli il poema di Dante, tomo 4» p« 35» - Poesie minori del Petrarca sul testo latino ora corretto, volgarizzato da poeti viventi , o da poco defonti, con un discorso preliminare ed annotazioni , to- mo 465 P- 195. Rossi Francesco, Sperienze sull'azione del subblima- to ec. - Analisi della materia purulenta provenien- te dalle cavità nasali di cavalli affetti da morva, tomo 75, p. i35. Rossi Giovanni , Notizie storico-critiche spettanti a Gualtieri da Ocre, tomo 48, p. 265. Rossi Girolamo, Sua vita, tomo 62, p. ì8(). Rossi Luigi^ Della volgare epigrafia, discorso, tomo 75, p. 1 5 1. -Elogio di Teresa Bandettini, tomo 70» p. 233. Rossi Stefano, Della vita di Francesco Angiolini, to- mo 61, p. 23g. Rossi-Martinetti Cornelia , Alla memoria del suo consorte, tomo 5i, p. 117. Rossini Giovanni, Prospettive delle più belle fabbri- che di Roma dei secoli XIV, XV, XVI e XVII incìse, tomo 1, p. 3o2; e tomo 3, p. 73. Rossini Luigi, Incisioni, tomo 3, p. 425. Roverella Gianantonio, Epitalamio di Elena, idillio XVIII di Teocrito volgarizzato, tomo 5, p. 285.- Idilli due di Teocrito volgarizzati, tomo 27, pag. 365. - Sonetti, tomo 14» pag. 120; e tomo 5o, pag. 297. Rozzi, Discorso sopra un parziale avvallamento pres-f 176 so la valle superiore del fiume Tronto, colla com- parsa di acque sulfuree, tomo 78, p. 189. Ruga Pietro , De alluvionibus et paludibus et pa- scuis ad alium statum translatis dissertatio Iose- phi Alberghini, tomo 1, p. /^od. - Storia di Ti- voli di Sante Violi, tomo 3, p. i53 e 3o4; to- mo 4> P* x^3 e a8i. - Estratto dell'illustrazione della legge petronia, ivi, p. 19. - Idem delle ser- vitù prediali, tomo 5* p. 204. - Sulla eloquenza forense, lezione di L. Collini, tomo 6, p. 66. - Notizie della venuta in Roma di Canuto II, Cri- stiano I e Federico IV re di Danimarca, raccolte da Francesco Cancellieri, tomo 6, p. 235. - Frag- menta Niebuhr , tomo 7, p. 60 e 35o. - Valerii Massimi Corvini a Raphaele Mecenate editus, to- mo 8, p. ara. - Sulla dissertazione storico-critico- legale del conte Leopoldo Armaroli, tomo 9. p. 1 . - Raphaelis Mecenate, vita V. Messalae Corvi- ni, tomo 11, p. 91. - Sull'anfiteatro sutrino, to- mo 11, pag. 3n (con tav. ) - De vita rebusque gestis M. Vipsanii Agrippae, Rapbaelis Mecenate, tomo 12, p. 4I5- - Caii institutionum commen- tarli IV, tomo i3, p. i.-Theodori Fusconi, dis- sertatio de monomachia, tomo 16, p. 187. -Ra- pbaelis Mecenate de casibus Germanici, tomo 17, pag. 348. - Philippi Timothei Salvetti de patria Clementis XIV, tomo 18, pag. a 86. - Raphaelis Mecenate de Pub. Thrasea Paeto, commentarius, tomo 20, p. 87. -Suo elogio, tomo 25, p. 267. Ruggieri Cesare , Nuovi commentari di medicina e di chirurgia, tomo 5, p. 287. Rudolphi, Entozoorum synopsis, tomo 6, p. 287; e tomo io, p. 16. , . *77 Ruelle Lorenzo, La strage degl'innocenti, ottave, to- mo 17, p. 43i. Raffini Paolo, Del tifo contagioso, tomo io, p. 41» Russo Andrea , Sul miglioramento del sistema ipo- tecario, - Sull'applicazione di nuove vele alla na- vigazione, tomo 68, p. 356; e tomo 70, p. 358. Rutili Gentili Antonio, Nuove riflessioni sulle cause naturali dei terremoti di Foligno, torno 52, pag. 271. -Saggio storico artistico sulla chiesa catte- drale di s. Feliciano di Foligno, tomo 79, p. 358. Saadi, Poesie malinconiche tradotte da Francesco Gua- dagni, tomo 11, p. 78; e tomo 12, p. 87. Sabadino degli Virenti Giovanni, Vita del conte e senatore Andrea Bentivoglio, tomo 85, p. 36o. Sabatelli Luigi, Dipinti a fresco eseguiti in uno dei saloni del palazzo Pitti a Firenze, t. 27, p. 89. Sacchetti Franco, Rime non ancora pubblicate, to- mo 1, p. 204. - Ballate inedite, tomo 4> p. 63.. La battaglia delle vecchie colle giovani, canti due, tomo 6, p. 45. Sacchi Defendente, Oriele» tomo 17, p. 139. -Del- la condizione economica morale e politica degl'i- taliani ne'bassi tempi, tomo 49. P« 365 e 368. Sacchi Giangiacomo, Antica cronica viterbese, tomo 54, p. i35. Sacchi Giulio, Poesìe inglesi di classici autori reca- te in versi italiani, tomo 72, p. 370. Sacchi Giuseppe, Della condizione economica, mo- rale e politica degl'italiani ne'bassi tempi , tomo 49, p. 365. 17® Sacrati Orintia, Novelle morali, tomo 8, p. 276* Sadoleto Giacomo, Sull'educazione de'figliuoli dialo-t go, tomo 57, p. 282; e tomo §9, p. 357. Saffi Antonio, Le vile di Cornelio Nepote volgariz- zate, tomo 21, p. 390. Sala Niccolò, Vita di Giambattista Vico , tomo 4°* , pag. 76. 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Mezzanotte sul giudizio finale di Michelangelo, ivi, p. 33 1. -Dei sermoni in terza rima di Gian Carlo Di Negro, tomo 26, p. 35i.-La donna ingegnosa, commci *79 dia di Paolo Costa, tomo 27, p. 43- - Scultura, ivi, p. 343. L' economico di Senofonte tradotto da Girolamo Fiorenzi, tomo 28, p. 2 8 1 . - Intor- no le dicerie di ser Filippo Ceffi, tomo 3o, pag. 61. -Lettera, ivi, p. 244- - Lettera di Francesco Cancellieri al card. Pali otta, tomo 3i, p. 386.- Della vita e degli scritti di Didaco Pirro, comen- tario di Tommaso Chersa, tomo 32, p. 210.- I frammenti dei sei libri della repubblica di M. T. Cicerone volgarizzati dal principe don Pietro O- descalcbi, tomo 33, p. 8. i. - La Farsaglia di M. A. Lucano volgarizzata dal conte Francesco Cassi , tomo 34, p- i33. - Orazione funebre di Emma- nuele Taddei, ivi, p. i34- - Lettera di Giovanni Gherardo De-Rossi, ivi, p. 261. - Orologio di Flo- ra , scherzi botanici del cav. Angelo Maria Ric- ci, ivi, p. 266. -Lettere di alcuni illustri italia- ni, ivi, p. 876. - Scritto del duca Federico Cesi letto e commentato dal cav*. Feliciano Scarpelli- ni. - Francisci Guadagni de significatone honoris erga divam Catharinam, oratio, tomo 35, p. 62.- Elogio di Francesco Cancellieri del cav. Pietro Ercole Visconti, ivi, p. 112. -Le odi di Pindaro traduzione di Giuseppe Borghi, tomo 36, p. 3oi.- Buondelmonte, poemetto di Giuseppe Campagna, ivi, p. 400--Dei delitti di religione, trattato di Antonio Calandrelli, ivi. - Cornelio JNepote tradot- to da Tommaso Azzocchi, ivi, p. 401- _ Dell'isto- ria del vecchio e nuovo testamento libri dieci di Pellegrino Farini, tomo 37, p. 3 81. - La perdita dell'Anio di De Lamartine, versione di Leopoldo Ferroni, ivi, pag. 383. - Ballata d'incerto autore, tomo 38, p. i83. -Incisione, ivi, p. 320. -Ver- i8o sione delle orazioni di M. T. Cicerone all' avv. Spiridione Sicuro, ivi, pag. 35/F. - Necrologia di Giovanni Gherardo De-Rossi, di Carlo Bosellini, di Lodovico Linotte, di Giuseppe Calandrellf, di Vincenzo Berni Degli Antoni, ivi, p. 383. - Pit- tura, tomo 3g, p. 347. - Prose scelte del prin- cipe don Pietro Odescalchi, tomo 42, pag. q5. - Intorno agl'inni sacri di Alessandro Manzoni, dub- bi, ivi, p. i3i. - Lettera all'autore di un articolo della biblioteca italiana intorno la novella di Gio- vanni Torti, ivi, p. 355. - Sua necrologia, tomo 57, p. 365. Salvatori Anton Maria, Nuova cura dell'idrofobia , tomo 2, p. 271. Solvetti Filippo Timoteo, De patria Clementis XIV, tomo 18, p. 186. Salvi Donato, Epitalamio di Claudio Claudiano tra- sportato in ottava rima, tomo 35, p. 114. Salvini Anton Maria, 11 manuale di Epitetto, tomo 35, p. no; e tomo 44' P- I9I« Salvioni Agostino, Di Ambrogio Calepino e del suo dizionario, tomo 83, p. 3 60. Salviucci Paolo, Sua necrologia, tomo i3, p. 44°* Sampaolesi Giuseppe , De laudibus et rebus gestis divi Pacifici a Sanctoseverino, tomo 80, p. 247. Sanazzaro Azzio Sincero , Canzone corretta, tomo 19, pag. 397. -Egloghe piscatorie recale in versi italiani da Luigi Biondi, tomo 21, p. 36 1; e to- mo a3, p. 376. Sanchez Giuseppe, Il gran musaico pompeiano spie- gato, tomo 71, p. 3i3. Sanguinetti Giovanni, Pittura di storia, tomo io, pag. 425. »8i Sanguinetti Pietro , Centuriae tres prodromo florae romanae addendae, tomo 69, p. 296. Sanseverino Giuseppe, La vita di G. Agricola tra- dotta, tomo 35, p. io5. - La grammatica latina, to- mo 58, p. 327. Sansovino Francesco, La storia d'Italia del Guicciar- dini compendiata, tomo 49, p. 3^4' Santarelli Michele, Congetture intorno le leve or- ganiche della vita, tomo 54, p. 1. - Congetture intorno all'origine della cotenna del sangue, to- mo 56, p. 291. - Congetture intorno l'infiamma- zione, tomo 66, p. 54. - Dell'inclinazione dell'as- se della terra, tomo 79, p. 9; e t. 83, p. 206. Santini Angelo, Dell'azione fisiologica dei controsti- molanti, tomo 3i, p« i45. -Dell'azione contro- stimolante dell'ossigeno, tomo 34» p- 27°/' - Con- siderazioni generali sullo stato irritativo preceden- te le febbri, tomo 43» P* 3o5. - Conferma degli utili effetti della oreosota nel trattamento dell' e- moftisi con tisichezza incipiente, tomo 62, p. 76; e tomo 65, p. 2 1 .- Osservazioni medico-pratiche ed anatomico-patologiche intorno il melena , to- mo 73, p. 129. Santoni, Scelta di poesie italiane e romagnuole, to- mo 84, p. 322. Santucci Domenico, Inno ad Urania, tomo6i,pag. 220. - Versione di epigrammi greci, tomo 69, p. 369; tomo 82, p. 268; e tomo 85, p. 287. Santucci Loreto, Sonetto, tomo 37, p. 373; e t. 43, p. 262. - L'ode VI del libro III di Orazio volga- rizzata, tomo 39, p. 25o. - Le prime IV odi di Orazio volgarizzate, tomo 4°i P* 294. - Versione dell'epodo II di Orazio, tomo 42> P- «*o. -He- G.A.T.LXXXVI. i3 lS2 xametri, tomo 44, P« 224.- Odi di Orazio vol- garizzate, tomo 45, p. 268; tomo 5i,p. 290; to- mo 52, p. 368; tomo 57, p. 253 ; e tomo 62, p. 122. -Poche rime, tomo 63, p. 23o; e tomo 67, p. 3io. Santucci Sebastiano , Dissertazione sulla lapide d^ s. Filomena, tomo 72, p. i45 ( con tav. ) Sanzi Raffaello, tomo 6, p. 353. Sanzio o Santi Giovanni, Vita di Federico Feltrio duca di Urbino scritta in versi, tomo io, p. 107 29T.-SUO elogio, tomo 18, a, igo. Sarti Giuseppe, Cenotafio, tomo 52, p. 106. 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Scarpellini Feliciano, Scritto del duca Federico Ce- si letto e coraentato, tomo 35, p. 62. - Rapporto sui lavori ottici ni Alberto Gatti , tomo 4^ » p. 180. - Sopra alcuni nuovi riflettori lavorati in Roma per uso di grandi telescopi, tomo 65, pag. 341; e tomo 74, pi. 1 ( con lav. ) i83r $chedoni Pietro, Assegnare quali siano i pregi o i difetti del panegirico di Plinio a Traiano, tomo 35, p. n6.-Sua necrologia, tomo 80, p. 74. Scifoni Felice, Lelio o dell'amicizia, dialogo di M. T. Cicerone volgarizzalo con note, t. yS, p. 245. Scinà Domenico, Suo elogio, tomo yS, p. 140. Schadow Rodolfo, Sua necrologia, tomo i3, p. 1G0. Schaller Giovanni, Scultura, tomo i3, p. io,5 (con tav. ); e tomo i5, p. 191. 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Scrofani Saverio, La dominazione degli stranieri in Sicilia, tomo 2, pag. i38. - Sua necrologia, to- mo 64, p. 240. Scuderi Salvatore, Poesie, tomo 21, pag. 387. - Di- scorso per la inaugurazione della società econo- mica della valle di Catania, tomo 57, p. 278. Sebastiani Antonio, Florae romanae prodromus, to- mo 1 , p. 126. Sebastiani Filippo Alessandro, Viaggio a Tivoli, to- mo 43» p^ io5. Sebastiani Leopoldo, Novum systema ethices, tomo 5, p. 72. - I Faraoni di Abramo, Giuseppe e Mo- sè colla scorta della sacra scrittura e dei monu- menti egiziani autenticamente dimostrati , tomo 65, pag. 3i4- Secchi Giampietro, La battaglia dei nomi e dei ver- i85 bt, poemetto eroicomico, tomo 64, p. 216. -Epi- gramma greco-cristiano de'primi secoli trovato non ha guari presso l'antica Augustoduno, oggi Autun in Francia, supplito ov'era duopo e commentato, tomo 83, p. 233 ( con tav. ) Secco-Suardo Grismondi Paolina, Poesie, tomo 8, pag. 81. Segneri Paolo, La manna dell'anima, tomo 26, pag. 422. - Prose scelte, tomo 61, p. 232. Seletti Pietro, Sopra due frammenti di un'antica la- tina iscrizione bresciana, tomo 32, p. 3o3. Seneca, Frammenti di lui, tomo 8, p. 233. - Vedi Brambilla Giuseppe, Viani Prospero. Senofonte. Vedi Padovani Antonio, Fiorenzi Giro- lamo. Serafini Luigi, Saggi d'iscrizioni italiane, tomo 71, pag. 356 . Sereni Carlo, Idrometria, trattato teorico-pratico con nuove applicazioni, tomo «79, p. 176. Serlio Sebastiano. Vedi Poletti Luigi. Serra Girolamo, Storia dell'antica Liguria e di Ge- nova, tomo 65, p. 201; e tomo y3, p. 347« Serrìstori L., Bibliografia statistica degli stati ponti- fici ed estensi, tomo 78, p. i5o. SerrulaSy Sopra le leghe del potassium, e sull' esi- stenza dell'arsenico nelle preparazioni antimonia- li, tomo i3, p. 202 e 3i3. Servi Gaspare, L'indole dell' architettura del secolo XIX, dissertazione. - La erudizione necessaria ai cultori delle arti belle, lettera, tomo 63, p. 236. Sestini Domenico, Sue notizie, tomo 55, p. 34o. Settele Giuseppe, Elementi di ottica e di astronomia, tomo 3, p. 216; e tomo 16, pag. 36. - Rapporto i3G sopra i lavori ottici di Alberto Gatti, tomo 4^, pag. 180. Setti Francesco, Cenno storico sulla sua vita, tomo 58, p. 325. Severi Niccola, Elogio di Marcello Malpjgln scritto da Antonio Berloloni, tradotto, tomo 5o, p. 74. Sevetoli Filippo, Suo elogio, tomo 18, p. 89. Sexti lìttfì, Breviarium rerum gestarum populi ro- mani, tomo 6, p. 37. Sjbi'ziT-Piilìavicino, Descrizione del contagio che da Napoli si comunicò a Roma nell'anno i656, to- mo 72, p. 3 G 3 . - Descrizione del primo viaggio l'alto a lloma dalla regina di Svezia Maria Cri- slina, tomo y5, p. 3y5. Sgricci Tommaso, Canzone, tomo 26, p. n3; e to- mo 4.0, p. 3G3. - Ode, tomo 27, p. 247. -Tra- gedie, tomo 3i, p. 170. Shelly, Valperga, ossia la vita e le avventure di Ca- struccio principe di Lucca, tomo 20, p. 420- Sicuro Spiridione, Versione delle orazioni di M. T. Cicerone, tomo 38* p. 354; e tomo 4°' P* ^64« Signorelli Luca. Vedi Mancini Giacomo. Sillani Sante, Dissertazione sulla litotripsia, tomo 85, pag. 366. Silvagni Giovanni, Su di un dipinto di lui , tomo 74, p- 288. -Lettera sulle proporzioni del corpo umano, tomo 83, p. 349. Silvestri Giuseppe , Centuria epigrafica , tomo 5 i j pag. 117. Sinesio. Vedi Angelelli Massimiliano. Sinibaldi Luigi, Saggio sopra l'azione sì esterna e sì interna dei corpi sull'organismo umano, tomo 22, p. 25g. - Corrispondenza medica, t. 24* p. i4^- i87 Sisca Giuseppe, Saggio dell'istituto clinico romano, tomo 12, p. 3i6 ; tomo i7, p, 358; tomo 33,' p. 142; e tomo 43, p. 154. Sismondi. Vedi Bosellini Carlo. Skene Ph., Notice sur un systeme d'enseignement , tomo 29, p. 4o5. Sofocle, Tragedie recate in versi italiani dal march. Massimiliano Angelelli, tomo 21, p. 73. Soglia Giovanni, Della vita di Gio. Battista da san Bernardo, tomo 56, p. 3 75. Sola Antonio, Scultura, tomo 4, p. 97 ; tomo 14, p. i37; e tomo 47, p. 204.. Intorno al metodo che usarono gli antichi greci nel servirsi dei mo- delli vivi, discorso, tomo 65, p. 289. - Sull'espres- sione nelle opere di belle arti, discorso, tomo 7/, pag. 254. 7^ Solari Giuseppe, Versione di un sonetto , tomo 3 , pag. ì34. Sorda Francesco Saverio, Notomia della pianta del grano d'India, tomo 39, p. 118.- Saggio di ri- cerche Intorno al nascere dei semi, t, 85, p. 364. Sorgoni Angelo, Caso di crurite, tomo 38, p. 3i.- Osservazioni medico-pratiche sulle febbri inter- mittenti, tomo 40, p. 74. . Sulla recidività delle febbri periodiche, tomo 42, p. 164. - Storia di una lenta pneumonite, tomo 43, p. 16. - Osservazioni medico-pratiche sull'angina, tomo 44, p. 8. - Ca- so di lenta angioite prodotta da'patemi, e termi- nata con esito di effusione sieroso-sanguigna nel- le cavità addominale e toracica, tomo 56, p. 3i7.- Riflessioni sulla maggior forza con cui si svilup- pano le febbri intermittenti ne' marchegiani abi- tanti nel territorio di Narni, a confronto di quel- M la minor forza colla quale si producono negl'in- digeni narniesi, tomo 57, p. 12. - Sugli effetti del morso della vipera, tomo 59, p. 3g. - Sulla ne- frite ec, tomo 65, p. 77. - Riflessioni sopra al- cuni principii stabiliti nelle febbri intermittenti, e sul metodo curativo delle medesime, tomo 67, p. i38. - Osservazioni e riflessioni sullo scorbuto, tomo 63, p. 35. - Sul fenomeno vitale della rea- zione organica, tomo 72, p. 3 ( vedi Versari Ca- millo ). - Annotazioni critiche sul grippe, tomo 76, p. 287; e tomo 77, p. 3. -Sulla lenta angioite predominante nelle vene cerebrali prodotta da pa- temi di animo deprimenti, e risoluta con fausto esito dopo gravissima epistassi, tomo 78, p. 121.- Cenni sulle cause dell'appoplesia e sulle precau- zioni necessarie ad aversi, tomo 85, p. 20. Spada Girolamo, Ristretto del governo dei bachi da seta, tomo 5, p. 4^8. Spallanzani Gio. Battista, Sulla nuova dottrina me- dica italiana, tomo io, p. 169; tomo 11, p. 289; e tomo i3, p. i5. Speranza Carlo , Analisi delle memorie pubblicate dal signor Bailly sulle febbri periodiche di Roma, tomo 3i, p. 253; e tomo 32, p. 3. - Cenni bio- grafici del cav. Luigi Frank, ivi, p. 135. -Anno clinico 1823-1824, ivi. p. 277; e tomo 38, pag. 92. - Caso singolare di un cadavere sudante, e ri- flessioni sui medesimo , tomo 39, p. 92. - Anno clinico 1824-I825, tomo 42» P- 24, - Della clo- rosi, tomo 43, p. 142. -Sul melena, lettera cri- tica, tomo 79, p. 146. Spina Gio. Battista, Traduzione di alcuni salmi di David, tomo 16, p. 414* -In morte ^i Antonio Canova, terze rime, tomo 23, p. I09. . Saggio di versione di alcuni salmi, tomo 28, p. 4°°? e to- mo y5, p. 234. -Discorsi, tomo 84» p. 2^3. Spiro Eduardo, Pittura, tomo 22, p. 109 ; e tomo 39, p. 347. Spongia I. 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Steuco Agostino, Compendio della sua vita ed ope- re, tomo 43, p. 41* Strambio Giovanni, Lettera seconda intorno il ten- tativo di conciliazione fra l'illustre propugnatore della nuova dottrina medica italiana, ed i segua- ÌQO ci dell'empirismo analitico, tomo 3i, pag. n^.- Giornale critico di medicina analitica, tomo 35, pag. 246. Stracchi Andrea , Memorie storiche del duomo di Faenza, e de'personaggi illustri di quel capitolo, tomo 78, p. 98. Strocchi Dionigi, Discorso in onore di Ennio Qui- rino Visconti, tomo 2, p. 1. -De vita et scriptis G. 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Stilili Luca, Sulle detonazioni dell'isola di M eleda, t. 22, pag. 1 3 1. -Le tre descrizioni del terremuo- to di Bagusa, versione, tomo 4°) p. 358. -Opu- scula duo medica, tomo 43, p. 1 23. - A sua per- petua onoranza, versi e prose, tomo 46, V' 368. T '9« Tabacchi Luigi , C. Crispi Sallustii excerpta poli- tica et moralia,R. Mecenate, tomo 36, p 2q6 Tadolini Adamo, Gruppo di Venere e Amore, tomo' i, p. 299 ( con tav. ) - Scultura, tomo 14, pag. 438; tomo 46, p. 282; e tomo 21, p. 265. ra^rfei Emmanuele, Orazione funebre, tomo 26, p 36 1; e tomo 34, p. 134. Taddei Rosa, Poesia estemporanea, tomo 26, p. 36o. Nuovi estemporanei, tomo 60, p. 116. Tagliavini Luigi, Sua biografia, tomo 84, p. 3J2 Tambroni Clotilde, Lettera che può servire alla bio- grafia di lei, tomo 56, p. 23 6. Tambroni Giuseppe, Pitture di paesi, tomo 5, pag. i5o; e tomo 7, p. 114. -Intorno il reame degli asantei, tomo 5, p. 404; e tomo 6, pag. »„... Sull'ode per nozze del conte Giovanni Paradisi, ivi, p. 346. -Quadro storico del cav. De Grassi, ivi, p. 383. - Intaglio in rame del cav. G. Lon- gln, tomo 7, p. 243. . Sui monumenti etruschi del cav. Inghirami, tomo 8, p. »„. , Delle ca- pre.a pelo di Kachemire, ivi, p. 141. - Pitture, ivi, p. i5o; tomo 9, p. I2g; tomo I0) p ^ tomo i3, p. 282; tomo 14, p. l4o e 280; e to- mo 17, p. 285. -Lettre du eh. A. Canova, et deux mèmoires lus a 1' insti tu t rovai de Fraiice sur les ovrages de sculpturé dans la còllection de M. d'Elgin par le eh. E. Q. Visconti, tomo 8 , p. 260; e tomo io, p. 283.- Delle fabbriche più cospicue di Venezia, tomo 9, p. 299. -Di Cen- nino Cennini, trattato di pittura, ivi, p. 3i0; e tomo 11, p. 1,4.. PiUura di storia , tomo io, r93 p. 425. - Di una canzone di Sennuccio Del Be- ne restituita a migliore ed intera lezione, tomo i3, p. 99.- Scultura e pittura, ivi, p. i4-i;e to- mo 14, p. 4à^' «Necrologia di Rodolfo Schadow, tomo 13, p. 160. - Ottava memoria di storia na- turale dell' ab. Gian' Ignazio Molina, le balene , tomo i4» p. 44* - Scultura, ivi, p. i3y; tomo i5, p. 119 e 388; tomo 16, p. 282; e tomo 17, p. 4l5. - Necrologia di Antonio Canova, tomo 16, p. I. - Architettura, ivi, p. 3g8. - Dell'elogio sto- rico di Giovanni Santi del p. Luigi Pungileoni, tomo 18, p. 190. -Intorno alcuni edifici ora ri- conosciuti dell'antica città di Boville, ivi, p. 3yi; e tomo 19, p. 25 1 (con tav. ) -Intorno la vita di Antonio Canova, ivi, pag. 86. - Necrologia di Orazio Carnevalini, tomo 20, p. /fio. - Sua ne- crologia, tomo ai, p. 129. -Rime postume ine- dite, tomo 54» p. 242. Tamburini Antonio, Ode, tomo 34, p. 126. - Poesie scelte, tomo 45, p. n3. Tansillo Luigi, In lode del tingere i capelli , capi- tolo inedito, tomo 7, p. 122. Tanari Antonio, Lode delle donne, stanze, tomo a3, p. no. -In morte di Paolo Costa, terza rima, t. 72, p. 36o. - Inno e poesie, tomo 79, p. 365. Tantini Francesco, Opuscoli scientifici, tomo 17, p. 434; e tomo 47» P« ^7». - Osservazioni sull'uso interno dell' olio di croton tiglium , tomo 1 8 , pag. 5. Tardiani Scipione, Esame analitico del contratto so- ciale di Gian Giacomo Rousseau, t. 1, p. 3 12. 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Tommasini Giacomo, Risul lamenti ottenuti nella cli- nica medica di Bologna, tomo 7, p. i56. -Dell' infiammazione e della febbre continua , tomo 8, pi 27, 129 e 307.- Storia della malattia per la quale morì il conte Giulio Perticari , tomo 17, p. 354- - Sul cholera morbus, nozioni storielle e terapeutiche ed istruzioni sanitarie, t. 5i,p. 2I9. Tommasini Niccola, Poetici tentativi, t. 68, p. 329. Tonani Ramiro, Inscriptiones et carmina nonnulla, et quaedam prosa oratione conscripta, tomo 48, pi 373. - Sua necrologia, tomo 61, p. 245. ToneUi Giuseppe , Riflessioni sul ragionamento del dott. Palazzini intorno il vaiuolo umano, tomo 2, p. 229. - Rapporto di osservazioni dirette a con- fermare i vantaggi della vaccinazione contro il vaiuolo arabo, ivi, p. 398; e tomo 3, pag. I02.- Saggio di osservazioni sull'uso del caffè nelle feb- ig6 bri intermittenti, ivi, p. 226. - Sulla natura dell* infiammazione, tomo 4» P* 2I7 e 355.- Annota- zioni di medicina pratica del dott. Enrico Acer- bi, tomo 5, p. 161. - Riflessioni sulla digitale pur- purea, ivi, pag. 32 I. - Prospetto dei risultamenti della clinica medica di Padova nel 1817-1818 y tomo 6, p. 3o3; e tomo 7, p. 4°" - Vedi Brera Luigi Valeriane - Uso del rhus radicans in alcu- ne forme morbose, ivi, p. 332; e tomo 8, p. 3.- Annotazioni alla storia del feto mostruoso, riguar- danti principalmente il rapporto della immagina- zione materna, ivi, p. 331; e tomo 9, p. 43»- Analisi dell'opera di Bremser dei vermi viventi ec, e di quella di Rudolphi Entozoorum sinopsis ec, tomo 6, p. 287; e tomo io, p. 16. - Delle let- tere medico-critiche di Gio. Battista Spallanzani, ivi, p. 169; tomo 11, p. 289; e tomo i3, pag. 1 5. -Estratto degli annali di medicina pratica di Giacomo Franceschi, tomo 16, p. 3. -Intorno al solfato di chinina, ivi, p. i55. - Saggio clinico sul iodio e sulle differenti combinazioni e pre- parazioni farmaceutiche, ivi, p. 31 8. -Intorno le ricerche medico-forensi , sopra uno straordinario genere di morte violenta, del dott. Stanislao GroÉ- tanelli, tomo 17, p. 157. - Compendio delle sin- golari vicende risguardanti le vaccinazioni ese- guite per un decennio in Paliano, tomo 18, p. 9. - Delle azioni generali dei rimedi, di Fulvio Gozzi, ivi, p. 1 36. -Sopra il giuramento d'Ippo- crate, discorso del dott. Stanislao Grottanelli, ivi, p. 3i3. - Riflessioni sulla storia di alcune rachial- gia, tomo 20, p. 58. - Annotazioni medico-pra- tiche sui risultamenti conseguiti dall'uso della pò- *97 mata stibiata, ivi, p. i83. - Intorno al solfato di chinina, ivi, p. 344- - Io. Baptistae Burserii in- stitutiones medicinae, tomo 21, pag. 22; e tomo 24, pag. 257. - Saggio di osservazioni sulle ma- lattie epidemiche che regnarono in Sanseverino dall'aprile all'ottobre del 18 17 del dott. L. Ven- turi, ivi, pag. i35. - Sull' uso dell'aconito na- pello , considerazioni di Valeriano Luigi Brera , ivi , pag. 279. - Della flogosi nelle febbri inter- mittenti perniciose , lettera di Francesco Pucci- notti, ivi, pag. 282. - Osservazioni sopra il cele- bre stabilimento di Aversa, del dott. Domenico Gualandi, tomo 22, p. 17. -Saggio sopra l'azio- ne sì esterna e sì interna dei corpi sull' organi- smo umano, del dott. Luigi Sinibaldi , ivi , pag. 259. - Sulla traspirazione polmonale , memoria di Domenico Paoli e di Giorgio Regnoli, tomo 23, p. 27. - Sull'eccitabilità ed eccitamento , memo- ria del dott. Luigi Emiliani, ivi, p. 32i;e tomo 24, pag. 129. -Sulla condizione patologica delle febbri biliose, del dott. Domenico Meli, ivi, pag. 137. -Storia delle febbri intermittenti perniciose di Roma negli anni 1819 , 1820, 1821, scritta dal prof. Pucoinotti, ivi, p. 148; e tomo 29, p. 24. - Corrispondenza medica, tomo 24, p. i4^> e tomo 39, pag. 375. -Intorno i risultamenti otte- nuti nella clinica medica di Padova dall'ammini- strazione di una china hicolorata, ivi, p. 276.- Sulla eccitabilità ed eccitamento, memoria del dott. Maurizio Bufalini, tomo 25, p. 139 ; tomo 26, p. 129; e tomo 27, p. 257. -Discorsi del dott. Michele Medici, tomo 26, pag. 1 36. - Sul taglio retto-vescicale, memoria del prof. Vacca Berlin- G.A.T.LXXXVI. 14 ig8 ghieri, ed esame ci ella medesima di Antonio Scar- pa, ivi, p. i44- ~ Intorno gli effetti di alcuni an- .tiperiodici, ivi, p. 291. - Sull'abuso dell'elixir di Le Roy, memoria del dott. Giuseppe Mattey, to- mo 27, p. 3. - De medicamentorum virtutibus re- cte diiudicandis, dissertatio Mauritii Bufalini, ivi, p. 257. - Articolo di sua lettera, ivi, pag. 263.- Della condizione patologica delle febbri biliose , discorso apologetico del dott. Domenico Meli, to- mo 28, p. 2i. - Di un nuovo metodo di curare la trichiasis, memoria del prof. Andrea Vaccà-Ber- lingbieri, ivi, p. 3o. - Dissertazioni inaugurali in occasione di laurea di medicina e cbirurgia pub- blicate da'vari distinti allievi dell'imperiale e rea- le università di Padova, ivi, p. 197 ; tomo 32, ]>. 383; tomo 34, p. 5; e tomo 38, p. 33. -Del tempo di mietere ii grano, memoria del profess. Antonmaria Vassalli-Eandi, tomo 28, p. 280. Sul- le principali cagioni che portano all'abuso del sa- lasso, del dott. Domenico Meli, ivi, p. 332; tomo 34, p. 178; e tomo 36, p. 3o. - Della medicina pratica in generale del dott. Giuseppe Piccirelli, tomo 28, p. 338. -Ragionamento sulle forze ef- fettrici della circolazione del sangue, del dott. Giu- seppe Rigaccini , tomo 29, p. 328. - Del tratta- mento degli annegati, del dott. Pietro Manni, to- mo 3o, p. ^2. - Compendio di anatomia fisiolo- gico-comparata del dott. Filippo Uccelli, ivi, p. 147. - Encephali anatomica doscriptio a doctore Lupi lilio peracta, ivi, p. 157. -Intorno all'uso di alcune sostanze nuove in medicina, intorno ad una teoria delle malattie sifilitiche , ed intorno all'ascoltazione mediata, osservazioni, ivi, p. 269.- J99 Dei parti naturali anticipali, dell'attitudine a vi- vere dei prematuri nascenti e dei loro diritti ci- vili, dissertazione del dolt. Domenico Meli, tomo 32, p. 4^; e tomo 35, p. i38. - Apologia di al- cune postille scritte da Domenico Meli in. mar- gine di una dissertazione fisico-legale, tomo 32, p, \lfi. - Anno clinico-medico ( 1823-1824 ) com- pilato dal prof. Carlo Speranza, ivi, p. 277; e Io- nio 38, p. 92. 1 Di un epizoozia contagiosa e dei contagi in generale , lettera del dott. Francesco Puccinotti, tomo 33 5 P- 129. - Sull'estrazione di un feto mostmoso, memoria di Giorgio Jlegnoli, tomo 34 > p. 265. - Sinossi delle varie difficoltà del parto, di Samuele Meniman, ivi, p. 3o3; e tomo 4°» P' i^ty- - Consulti inedili di Giovanni Battista Morgagni, tomo 34, p. 38o. - Voyage en Italie par Louis Valentin , tomo 35 , pag. 3 ; e tomo 36, pag. 259. - Annotazioni cliniche sull' ottalmia contagiosa dei soldati, tomo 3 7, p. 9.- Iscrizione, tomo 38, p. 367. - Animadversionum specimen in doclrina medica contrastimuli aucto- re doct. Gaspare Federigo, ivi, p. 369. - Caso sin- golare di un cadavere sudante, riflessioni sul me- desimo di Carlo Speranza, tomo 39, p. 92. - Sul- l'infiammazione, trattato del dott. Antonio Goldo- ni, t. 40, P« 26. - Lettera, ivi, p. 35o; t. 43, p. 25 1; e t. 70, p. 120. - Fondamenti di patologia analitica di Maurizio Bufalini , t. 4r> P- l7ì e tomo 48» p. 197. - Sulla polvere antipiretica, me- moria del prof. Pietro Peretti, ivi, p. 324. -An- no clinico 1 824-1 825 di Carlo Speranza, tomo 42, p. 24. - Patologia induttiva di Francesco Puc- 200 cinolti, ivi, p. i5i. - Institutionura meclicinae fo- rensis, et politiae medicae prospectus Iosephi Fal- cioni, ivi, p. 286. - Storia di una malattia epi- demica che dominò nel territorio reggiano l'anno 1827 scritta dal dott. Giuseppe Bergonzi, ivi, p. 290. - Della clorosi, commentario di Carlo Spe- ranza, tomo 43» P* i42« " Saggio dell'istituto cli- nico romano di medicina esterna esposto da Giu- seppe Sisco, ivi, pag. 1 54. - Notizia intorno una donna erbivora, ivi, p. i58. - Discorso del prof. Antonio Goldoni in risposta alle cose a suo ri- guardo stampate dal prof. Giacomo Tommasini , ivi, p. 821. -Dell' epidemia che ha dominato in Rimini dall'estate del I827 all'autunno del 1828, storia ragionata del dott. Luca Frioli, tomo 44» pag. 17. - Confronto critico fra le opinioni sullo stato irritativo precedente le febbri, dei dott. San- tini e Lanza, ivi, pag. 80. - Viaggio per diverse parti d'Italia, Svizzera, Francia, Inghilterra e Ger- mania del prof. Michele Tenore, ivi, p. 241; e tomo 45» p- i54- -Intorno al profitto del meto- do endermico, ivi, p. i63. - Quadro nosografico clinico di generale risultamento delle malattie trat- tate nella clinica medica di Padova dal 1809 al i825, del cav. Valeriano Luigi Brera, ivi, p. 320.- Lettera di Lionello Poletti intorno un'opera me- dica del sec. XVI, ivi, p. 32i. - Institutiones me- dicinae practicae P. Alopii Valentini, ivi, p. 322, tomo 5i, pag. 129; e tomo 83, p. 7. - Hygienes et therapiae generalis compendium auctore Iaco- bo Folchi, tomo 46» P- 3o8. - Sul sangue, sopra il modo di riconoscere le sue macchie , e su la maniera dì distinguere il sangue umano da quel- 201 lo di ogni sorta di animali, di Domenico Meli, tomo 47» P* in-- Opuscoli scelti scientifici di Agostino Cappello, ivi, pag. 125.- Institutiones medicinae forensis et politiae raedicae Iosephi Fal- cioni, ivi, pag. 225. - Lezioni di medicina legale del prof. Francesco Puccinotti, ivi, p. 226. - Sul- la dottrina delle correnti nerveo-elettriche di Lio- nello Poletti, ivi, p. 267. -Delle malattie perio- diche, saggio di Pietro Manni, ivi, p. 280. - Vi- ta di Carlo Mondini scritta da Michele Medici, tomo 28, p. 22. - Delle malattie della mente ov- vero delle diverse specie di follia, opera di Lui- gi Ferrarese, tomo 49» P- l$7> e tomo 55, p. 1.- Opuscoli scientifico-letterari di Domenico Meli, tomo 5i, p. 26. - Intorno il magnetizzarsi degli aghi nel sistema nervoso degli animali vivi , di Lionello Poletti, ivi, pag. 114. - Fondamenti di terapeutica generale e di materia medica del dott. Fulvio Gozzi, ivi, p. 164. - Orationes academi- cae quas habuit Stanislaus Grottanelli in regia senarum universitate, ivi, p. 2 1 3. - L'osservatore medico maceratese , ossia giornale di medicina , chirurgia ec, compilato dal dott. Francesco No- bili, ivi, p. 367. - Recherches sur les proprietès chymiques et medicales de la racine de kahinca par M. Francois , Pelletier et Caventou , tomo 57, p. 3. -Alcuni morbi osservati a Paliano, ivi, p. 21. - Considerazioni intorno alle ferite di pri- ma e seconda intenzione, e sulla formazione del callo osseo, di Pietro Paolo Malagò, tomo 58, p. 139. - Materiae medicae compendium auctore la- cobo Folchi, ivi, p. 157; e tomo 64, pag. 72.- Manuale di fisiologia di Michele Medici , tomo 202 63, p. r. - Considerazioni sull' organizzazione e sulla vita nelle condizioni di sanila e di malat- tia, lettera del prof. Salvatore De Renzi , tomo 64, p- 264- - Esame di alcuni punti di anatomia patologica del medesimo, tomo 65, p. 9. - Cenni fisiologici, patologici e terepeutici intorno la ma- lattia conosciuta nella città di Comacchio sotto il nome di male del fegato, di Michele Medici, tomo 66, p. i5. - Prospetto delle principali ma- lattie curate nel 1 833-1 834 ne^a clinica chirur- gica lucchese dal dott. Ippolito Borelli, ivi, pag. 2^5; e tomo 67, p. 1. - Opere di Luigi Ferra- rese, ivi, p. 122. -Rivista di alcune opere italia- ne di medicina, tomo 68, p. 23. - Questioni di medicina legale del dott. Giacomo Barzellotti, to- mo 70, p. 1; e tomo ^5, pag. 3. - Lezioni sulle malattie nervose di Francesco Puccinotti , tomo 70, p. 72. -Rivista di alcuni lavori di medico ar- gomento pubblicati dai prof. Medici , Ferrarese, Paolini, Borelli, tomo 71, p. 3 e 249; tomo 73, p. 21 e 232; tomo 79, p. 72; tomo 81, p. 3g; e tomo 82, p. 70. - Dizionario classico di medi- cina, di chirurgia ec, tomo 74» p. 77- - Storia anamnestica e necroscopica di un enorme tumo- re fibroso peritoneale distesa del dott. Camillo Versari, tomo 77, p. 58. - Nota alle memorie ri- guardanti la dottrina frenologica ed altre scienze che con essa hanno stretto rapporto, di Luigi Fer- rarese, tomo 78, p. I94. - Effetti delle passioni secondo la diversa costituzione fisica dell'uomo , dissertazione del dott. Francesco Valori, tomo 80, p. 6. - Opere compiute d'Ippocrate, prima versio- ne italiana di M. G. Levi, tomo 83, p. 3. - Os- 2o3 servazioni anatomiche patologiche del prof. Odoar- do Linoli, ivi, p. i4- Toriglioni Camillo, Le epistole e l'arte poetica di Q. Orazio Fiacco , spiegate e recate in rime italia- ne, tomo 80, p. 233. Torri Alessandro, Lettera sull'edizione della divina commedia col celebrato comento dell'ottimo, to- mo 43, p- 263. -Le prose di Dante Alighieri con note ed illustrazioni varie, tomo 60, p. 329. Torricelli Francesco Maria, Della morte del conte Giulio Perticari, tomo 23, p. 118. -Alcune ri- me, tomo 3(j, p. 367; e tomo 45, p. 280. -Vi- ta di Iacopo Pergamiuo, tomo 65, p. 3og. - L'a- more agli estinti, carme, tomo 74» P- 336. Tor rigiani Tommaso, Elogio del conte Filippo Se- veroli, tomo 18, p. 8g. Tortolini Barnaba, Determinazione degl' integrali di alcune furinole differenziali 6i algebriche e sì tra- scendenti, tomo 56, p. 81. -Teoria analitica del- le superficie generate dal moto di una linea, l'e- quazioni della quale contengano una funzione ar- bitraria, supponendo di più che tali superfici deb- bano esser circoscritte ad un'altra data superficie qualunque, tomo 57, p. no. - Ricerche sopra al- cuni punti di geometria analitica, tomo 5 9, pag. 52; e tomo 62, p. 1. - Trattato del calcolo dei residui, tomo 63, p. 86; e tomo 67 , p. 1 79. - Elementorum matheseos auctore Andrea Caraffa, e volgarizzamento con note di Paolo Volpicelli, tomo 73, p. 3. - Memoria sulla quadratura dell' ellissoide, tomo 78, p. 1. - Sopra alcune applica- zioni del metodo inverso delle tangenti, tomo 79, p. 32; e tomo 80, p. 1 24, -Soprale trasforma- 204 zioni e i valori di alcuni integrali definiti che si riferiscono alle superficie e solidità dei volumi, ivi, p. i3; e tomo 82, p. 13. Tosi Gioacchino, De vita Dominici Coppolae, tomo 20, p. 279. Tosti Antonio, Relazione dell'origine e dei progres- si dell'ospizio apostolico di s. Michele, tomo 57, p. 227 ( con tav. ) Tournon, Studi statistici su Roma e sulla parte oc- cidentale degli stati romani, tomo 5i, pag. 35 e 23i; e tomo 54, p. 253. Tozzoli C, Notizia sulla vita e sugli studi di Nic- cola Gommi Flamini, tomo 57, p. 327. Tranquilli Vincenzo, Il parnasso mariano compilato, tomo 52, p. 89. Trasmondi Antonio, Memoria su di un' operazione di litotomia, tomo 16, p. 47 ( con tav- ) Trasmoncli Giuseppe, Intorno la sua scoperta di due nervi dell'occhio umano, tomo 19, p. 3 e 3i8 ( con tav. ) Traversata Pietro, Sua vita, tomo 58, p. 274. Trenta Tommaso, Memorie per servire alla storia po- litica del card. Francesco Buonvisi, t. 6, p. 337. Trentanove Raimondo, Scultura, tomo 17, p. 4*6. Trissino Giangiorgio, Lettera, tomo 22, p. 122. Trivulzio Giangiacomo, Sua necrologia , tomo 5o , pag. 3ai. Trogo Pompeo, Le istorie compendiate da Giusti- no, tomo 42» P» 377. Trompeo Benedetto, Saggio sul regio manicomio di Torino, tomo 42> P* I20>. -Fisica de'corpi pon- derabili del cav. Amadeo Avogadro, tomo 79, p. 104. -Notizie sugli scrittori astigiani di Giuseppe 2o5 Maria De-Rolandis, tomo 81, p. 294.- Caso di rabbia canina in Frascati, tomo 82, p. i5g. Troya Carlo, Del veltro allegorico di Dante, tomo 29, p. 349. Tucidide. Vedi Dionigi d'Alìcarnasso. Turchi Giacomo, Versi inediti, tomo 54, p. 332; e tomo 64» p. i5i. U Ubaldini Bernardino, tomo 6, p. 358. Ubaldini Ottaviano, tomo 6, p. 358. Uccelli Filippo , Compendio di anatomia fisiologica comparata, tomo 3o, p. i/^y. Uggeri, Architettura del tempio di Roma, tomo 8, pag. 236 ( con tav. ) Ugoni Camillo, Commentari di Giulio Cesare recati in italiano, tomo 4'» V- ®1, Ulphilae, Partes ineditae, tomo 5, p. n3. Urceo Antonio detto Codro, Comentario intorno a lui tomo 63, p. 181. Placca JBerlinghieri Andrea, Sopra l'allacciatura del- le arterie, tomo 4» P« 77» - Vedi Scarpa Antonio.- Della esofagotomia, e nuovo metodo di eseguirla, tomo 11, p. 69. - Memorie sopra il metodo di e- strarre la pietra della vescica orinaria per la via dell'intestino retto, tomo 12, p. 3; e tomo 16 , p. 29. - Memoria terza sul taglio retto vescicale, tomo 26, p. i44«-Di un nuovo metodo di cu- rare la trichiasis, tomo 28, p. 3o.- Vedi Rosini Giovanni. ao6 Vaccaro Emraanuele, Elogio di Antonio Furitano, tomo 74, p. 338. Vaccolini Domenico, Sonetto, tomo 19, p. 25q. - tomo 46, p« 244*3 e tomo 60, p. 355. -Necrologia dell'av. Onofrio Taglioni, tomo 20, pag. 429. - Lettera, tomo 27, p. 122; e t. 60, p. 35/j.. - Trat- tato del governo di famiglia di Agnolo Pandol- fini, tomo 27, p. 332. -Rime sacre di Giuseppe Ignazio Montanari, ivi, p. 36o. - Di alcune cose toccanti la fisica di Dante, tomo 28, p. 120; e tomo 56, pag. 233. «, Discorso intorno a s. Luigi Gonzaga dell'ab. Pellegrino Farini, tomo 28, pag. 377. - Lettere sull'antico volgarizzamento dell'a- micizia di Cicerone, tomo 29, p. 317; tomo 3o, pag. 95 e 356. - Sulle orazioni ed iscrizioni pei funerali di monsig. Antonio Codronchi, tomo 29, p. 272. - Principii pratici di agrigoltura di Carlo Pezzi, tomo 3o, p. 1 1 9. - Lambicco di nuova co- struttura del dott. Gaetano Melandri-Contessi, ivi, p. 155. - Sopra la temperatura dell'aria, memoria del medesimo, ivi, p. 263. * Georgica di P. Vir- gilio Marone recata in versi italiani dal con le A- lessandro Biancoli, ivi, p. 361. - Osservazioni chi- miche ed analisi dell'acqua minerale di Civillina del dottor Girolamo Melandri-Contessi, tomo 31, p. 1fl. -Volgarizzamento inedito di alcuni scritti di Cicerone e di Seneca, fatto per D. Giovanni Dalle Celle, ed alcune lettere dello stesso, ivi, p. 27 e 331; e tomo 33, pag. 1 75. -Stanze di Agnolo Poliziano, tomo 31, p. I22. -Tragedie di Tommaso Sgricci , ivi, p. 1 70. - Sulle traduzioni poetiche, ragionamento del conte Francesco Cas- soli, ivi, p. 222. - Nozioni elementari di geome- 207 tria piana del dott. Matteo Martini, ivi, p. 241. - Opuscoli sull'elocuzione e sullo stile, del Fiacca- dori, ivi, p. 243. - Degli uffici della famiglia, dia- loghi otto, ivi, p. 244- -Della vita di Carlo Gol- doni e delle sue commedie, lezioni quattro di Do- menico Gavi, tomo 32, p. 136. - Corso di arit- metica pura ed applicata di Camillo Minarelli , ivi, p. 154. - Viviani Quirico, Arici Cesare, buc- colica volgarizzata, e Pindemonte Ippolito, egloga X di Virgilio tradotta in ottava rima, ivi, p. 223.- Osservazioni sopra un luogo di Dante , dove si nomina Bagnacavallo, ivi , pag. 316. - Trattato elementare di chimica del dott. Gaetano Melan- dri-Contessi, ivi, p. 381. - Cherubini Francesco, guida per insegnare ai fanciulli i primi elementi grammaticali - Fezzi Carlo Antonio, l'arte di leg- gere necessaria ai discepoli ed ai maestri, ivi, p. 382. - Il dittamondo di Fazio degli Uberti, tomo 33, p. 165. -Le vite degl'uomini illustri fiorenti- ni scritte da Filippo Villani, tomo 34, p. 96. - Poesie di Giovanni Benetti, ivi, p. 26L -Perla concordia tra i classici e i romantici, dialoghi, ivi, p. 366; tomo 35, p. 200; e tomo 38, p. 189. - Iscrizioni di autori diversi con un discorso sull' epigrafia italiana del dott. Francesco Orioli, to- mo 34, p. 389. - Prose di Domenico Antonio Fa- rini, tomo 35, p. 358; e tomo 38, p. 45o. - Dei siculi italici fondatori di Ancona, lettera di Ago- stino Peruzzi, tomo 36, p. 34o. - Prose di Sal- vatore Betti, tomo 3y, p. I9L- Sonetti funebri del conte Ferdinando Pasolini, ivi, p. 393. - Elo- gio di Tommaso Garzoni, tomo 38, p. Ho. - Iscri- zioni quarantotto di Giuseppe Manuzzi non più 2()8 stampate, ivi, pag. 3 60. - Istoria dell' Europa di Pier Francesco Giambullari, ivi, pag. 376. - Sul convito di Dante ridotto a miglior lezione, tomo 39, p. 3o5. - In lode di Domenico Feliciano Guer- rini, orazione, ivi, p- 356. - Delle lodi di Giu- seppe Doma, discorso, tomo 4°» P* 255. - Di al- cune voci replicate in rima, ivi, 354- - Necrolo- gia di Luigi Valeriani Molinari, ivi, pag. 38o. - Commentari di C. Giulio Cesare recati in italia- no da Camillo Ugoni, e antica versione riveduta da Francesco Ambrosoli, tomo 41 j p. 81. - Sopra un luogo di Dante nel canto primo del purgatorio, ivi, p. 283. - Di alcune versioni di Catullo usci- te in Ferrara, tomo 42> Pag« 113. -Antidoto pe' giovani studiosi contro la novità in opera di lin- gua italiana, di Antonio Cesari, ivi, pag. 266.- Le istorie di Trogo Pompeo compendiate da Giu- stino, ivi, p. 377. - Delle geste dei romani di L. Anneo Floro, traduzione di Celestino Massucco, tomo 43, pag. 67. - Sei lettere di Veronica Gam- bara e tre sonetti di Torquato Tasso, ivi, p. 1 20.- Biblioteca scelta di orazioni sacre, tomo 33, p. 72 e 189; tomo 37, p. 288; tomo 43, p. ig3; e tomo 45, p. 258. - Elogio di Luigi Valeriani Molinari, tomo 43> p. 253. - Necrologia di Gio- vanni Gucci, ivi, p. 266. - Metodo d'insegnare a leggere secondo alcune osservazioni dell'av. Luigi Grisostomo Ferrucci, ivi, p. 4°3« - 1 bachi da se- ta, poema di Geronimo Vida, recato in altret- tanti versi italiani da Pietro Bernabò Silorata, ivi, p. 408. - Canzone di Giulio Cesare Bagnoli , e notizie relative, tomo 44» P- I27' " Elegie 4* Pro- perzio tradotte dal Pieri e dal Peruzzi, ivi, pag. 209 i45.- Versi di Iacopo Scipione Zanelli, ivi, pag. 22 1. - Avvertimenti morali ad un giovane di spi- rito, dal greco d'Isocrate, ivi, p. 223. - Memoriale di frate Giovanni di Nicolò da Camerino , ivi , p. 232. - Dei fatti di Alessandro il grande, opera di Quinto Curzio Rufo tradotta da Giuseppe Fe- lice Giovanni, ivi, pag. 34-0. * Scelta di prose e poesie del buon secolo di nostra lingua di Mar- cantonio Parenti, ivi, p. 355. - Geometria e mec- canica delle arti e mestieri e delle belle arti, del barone Carlo Dupin, tomo 45, p. 5. -Della vita del conte Alessandro Volta, ivi, p. 84. - Versi di vari, ivi, p. 106. - Compendio d'un trattato ele- mentare di chimica del prof. Gazzeri, ivi, p. 107.- Probabilità di un nuovo piano e senso della vi- sione del canto primo dell'inferno di Dante, di L. Crisostomo Ferrucci, ivi, p. 11 5. - Necrologia di Matteo Berardi, ivi, p. 119. -Elegie di Proper- zio e di Tibullo, recate in versi italiani da Giu- seppe Ignazio Montanari, ivi, p. 2y4« -Alcune ri- me di Francesco Maria Torricelli, ivi, p. 280.- Dizionario enciclopedico delle scienze, lettere ed arti, compilato da Antonio Bazzarini, tomo ^6 , p. 120. -Il visitatore del povero, del barone De- gerando, ivi, pag. i23.-La fisica congiunta alle matematiche del doti. Andrea Baumgartner, ivi, pag. 171. -Lettere dove si toccano alcuni errori de'moderni dizionari, ivi, p. 212 e 338. -Novel- le scelte di ser Giovanni Fiorentino, ivi, p. 236.- Pegno e memoria di riverente amicizia, poesie di vari, ivi, p. 236. - Per le esequie fatte a Vincen- zo Troncossi, poesie di vari. - Cenni necrologiei di Giovanna Maccabelli, ivi, p. 239. - Elogio di 210 Onofrio Minzoni scritto da Tiberio Papotti, iti, p. 24.0. - Dell'istoria del vecchio e nuovo testa- mento, libri dieci di Pellegrino Farini, ivi, pag. 247. -Discorsi, ivi, p. 372. - Delle opere e della vita dei prof. Antonio Agostino Marioni, t. 47» p. 159. -Sopra alcune cose del prof. Luigi Va- leriani Molinari, toccanti la città di Bagnaeaval- lo, ivi, p. 169. -Sopra i versi di Dante attenen- ti a Pluto, discorso di Gaetano Cardona, ivi, p. 198. - Per nozze versi e prose di vari, ivi, pag. 226. - Versi per nozze, ivi, p. a34- - Al nuovo vescovo di Modena, serto poetico, ivi, p. 287. - Lettera su varie poesie, ivi, p. 242. - Antologia italiana compilata dal prof. Giuseppe Monterossi, ivi, p. 247. - Carme nuziale di Catullo tradotto da Agostino Peruzzi, tomo 49» P* 35g. - Elegia di Angelo Maria Ricci, ivi, p. 354. - Sull'utilità e necessità dell'aritmetfca, ivi, p. 372. - La sto- ria d'Italia compendiata da Francesco Sansovino, ivi, p. 374. - Osservazioni sul bello, tomo 5o, p. 190; tomo 51, p. 26I; tomo 52, p. 283; tomo 54, p. 99; tomo 63, p. 35 1; tomo 65, p. i43; tomo 69, p. 1 7-4 5 tomo 70, p. 208; tomo 7I, p. 190 e 323; tomo 72, p. 3o4; tomo 73, pag. 76; tomo 81, p. 3i4; tomo 82, p. 3oo; e tomo 84, p. 368. - Il canepaio di Girolamo Baruffaldi, tomo 5o, pag. 234- - Della vita e degli studi di Francesco Maria Ricci, volgarizzatore dell'ÀMilu- crezio , ivi, p. 277. -Della vita e degli studi di Michel Angelo Monsagrati e di Giacomo Anto- nio Bacci, ivi, p. 280. - Versi di vari autori, ivi, p. 307. -Necrologia di Niccola Biagioli, ivi, pag. 3 16. -Canti del conte Giacomo Leopardi, tomo 211 io- Si» p. 77. - Aloisii Crisostomi Ferrucci inscript num fasciculus, ivi, p. 36g. - Il convito di Dante con note critiche e dichiarative di Fortunato Ca- vazzoni Pederzini, tomo 52 , p. 86. - Della mise- ria umana , sermone di s. Bernardo volgarizzato nel buon secolo della lingua, tomo 54, p. 233.- Poesie, ivi, p. 235. - Vita del card. Pietro Bembo descritta in latino da mons. Giovanni Della Casa, volgarizzata da Giuseppe Ignazio Montanari, ivi, p. 2/ho. -Marci Antonii Flaminii, Io. Antonii et Gabrielis Flaminiorum carmina, tomo 54, p. 3oo.- Idilli, ivi, p. 37a; e tomo 56, p. 182. - Solenne distribuzione de' premi ed esposizione dell' anno i832 nell'accademia provinciale di Ravenna di Alessandro Cappi, tomo 55, p. 232. - Intorno ai confini del territorio veronese e trentino, disser- tazione di Girolamo Orti, ivi, p. 239. - Sulle poe- sia delle sante scritture. - Elogio di Teresa Mai- nardi nata Tosi, di Giuseppe Ignazio Montanari, ivi, p. 248. - Di Giulio Goldoni padre di Carlo, memoria necrologica, ivi, p. 356. - Sopra un ine- dito manoscritto contenente alcune osservazioni dantesche di Filippo Rosa Morando , lettera di Gio. Girolamo Ortis, tomo 56, p. 225. - Manuale di scuola preparatoria di Vitale Rosi, ivi, p. 240.- Necrologia del cav. Gio. Battista Zannoni , ivi , p. 243. -Idem del prof. Melandri Contessi, ivi, p. 245. - Versione dell'egloga IX di Virgilio, ivi, p. 356. -Della vita di Gio. Battista da s. Bernar- do volgarizzata da Giuseppe Ignazio Montanari, ivi, p. 375. -Delle costumanze, varie osservanze e superstizioni de'contadini romagnuoli, tomo 5 7, p. 3i.- Della vita e degli studi del p. Romano 212 Merighi, ivi, p. 288. - Notizie di Leonardo Pa- pini e Stefano Longanesi filosofi bagnacavallesi , ivi, p. 292.- Ultimi uffici alla memoria del ca- nonico Ciampitti, versi e prose di vari, ivi, pag. 32i. -Notizie sulla vita e sugli studi di Niccola Gommi Flamini, scritto dal dott. C. Tozzoli, ivi, pag. 827.-. Delle lodi letterarie di monsig. Luigi Martorelli , ragionamento del cav. Pietro Ercole Visconti, ivi, p. 33i. -Egloga quarta di Virgilio volgarizzata, ivi, p. 33g. - Discorso funebre di Flo- riano Caldani nelle esequie del dott. Girolamo Melandri Contessi, ivi, p. 354; e tomo 58, pag. 265. - Francisci Mauri Francisciados, tomo 57 , p. 348. - Orazioni de'santi padri volgarizzate da classici scrittori italiani, ivi, p. 35o. - Necrologia di Raffaele Morghen, ivi, p. 355. - Idem di En- rico Giamboni, ivi, p. 358. -Idem di Ciro Pol- lini, ivi, p. 359. -Idem di Giovanni Anguillesi, ivi, p. 36i. - Ricordo di prose varie, tomo 58 , p. 320. -Poesie di Andrea Mazzarella, ivi, pag. 329. -Versione dell'egloga prima di Virgilio, ivi, p. 268. - Elogio del prof. Girolamo Melandri Con- tessi, ivi, p. 352. - Del nuovo dizionario dei sino- nimi della lingua italiana. - Indice alfabetico di voci e frasi, ivi, p. 35q. - Della cappella grimana in s. Francesco della vigna, e della nuova tavo- la d'altare che vi fu collocata, lettera di Pier A- lessandro Paravia. - Nella occasione che lo sculto- re Carlo Aureli offre alla vista del pubblico nel suo studio un gruppo semi-colossale rappresentan- te Teseo vincitore del Minotauro, lettera di Gian- francesco Gasparoni, ivi, p. 362. - L'Alcone ossia della cura dei cani da caccia, versi di Geronimo 2l3 Fracastoro tradotti da Baldassare Romano, t. 60, p. 288. - Volgarizzamento di alcune lettere di C. Plinio Cecilio, di Margherita Altemps. - Pianto di Tiberio Papotti in morte della diletta figlia Giulia, ivi, p. 33a.- Inscriptiones Philippi Schiassi prò sepulcris et funeribus instauratis, ivi, pag. 335. _ Funebri elogi alla contessa Rosa Folicaldi nata Foschini, di Giuseppe Ignazio Montanari e di Pao- lo Folicaldi, ivi, p. 352. - Necrologia di Giusep- pe Cagnola, ivi, p. 357. - Idem di Giuseppe Mar- co Calvino, ivi, p. 361. -Idem di Serafino Gatti, ivi, p. 363. - Idem di Girolamo Murari della Cor- te, ivi, p. 365. - Idem di Paolo Niccola Giampao- lo, ivi, p. 368. -Egloghe di Virgilio tradotte, to- mo 61, pag. i63.- Serie di articoli sopra autori coetanei (Vincenzo Monti) di Dionigi Leonda- rakis, ivi, p. 1 77. -In occasione de' premi distri- buiti agli alunni del ginnasio di Bagnacavallo, di- scorso di Paolo Folicaldi, ivi, pag. 23o. - Prose scelte di Paolo Segneri, ivi, pag. 232. - Caietani Vitalii latinorum carminum specimen, ivi, p. 233.- Versi sacri e morali raccolti da Giuseppe Ignazio Montanari. - Sacrorum carminum delectus eius- dem, ivi, p. 235. - Necrologia di Ramiro Tonani, ivi, p. 245. - Poesie di Francesco Petrarca, ivi, p. 335. - Visita al santo sepolcro, carme del cav. Angelo Maria Ricci, ivi, p. 355. - Plastica. - Mo- numento alla contessa Rosa Folicaldi in Bagna- cavallo, ivi, p. 358. - Intorno al cav. Cesare Er- colani, tomo 63, p. 211. - Elegia di Angelo Ma- ria Ricci, ivi, p. 224. - Iscrizione, ivi, p. 226.- Poesie e prose di vari per predicatore, ivi, pag. 363. - Epistola di Michele Giuseppe Morei vol- G.A.T.LXXXVI. ,5 2l4 garizzata, tomo 64? P- no*. - Satira X di Giove-, naie tradotta dall'av. Domenico Gionantoni, ivi, p. i3o. - Alcuni versi latini di Giacomo Turchi, e varie lettere scritte da celebri letterati al prof. Luigi Valeriani Molinari, ivi, p. i5i. - La Bat- taglia dei nomi e dei verbi, poemetto eroicomico del p. Giampietro Secchi, ivi, p. 2 16. - Confuta- zione dell'ideologia di Tracy, ivi, p. 25 7, - Degl' istituti di pubblica carità e d'istruzione primaria in Roma, di monsig. Carlo Luigi Monchini, ivi, p. 175. - Biografia di Bartolomeo Ramenghi pitto- re, detto il Bagnacavallo, ivi, p. 252; e tomo 65, p. 3 12. -Vita del p. Agostino Scandellari scrit- ta da Paolo Venturini, tomo 64, p. 374. - Pane- girico di santa Filomena, di Agostino Peruzzi , ivi, pag. 376. - Lettera di Giampietro Gavazzo-, ni Zauotti da premettersi alle vite inedite delit- tori e scultori ferraresi di Girolamo Baruffaldi seniore, ivi, pag. 378. -r Ritratti poetici del mar- chese di Villarosa , di Domenico Cotugno e di Francesco Serao, tomo 65, p. 66. - Memoria sul- la vita e sugli scritti del canonico Michele Cata- lani scritta da Alessandro Evangelista, ivi, p. 3i5.- N corologìa di Gio. Battista Ballanti detto Grazia- ni, ivi, p. 343. - Dell'ordine, ossia del secreto del- la bellezza, tomo 66, p. 322. - IL lunario, com- ponimento scherzevole di Domenico Ghinassi, ivi, p. 36o. - Galleria di eloquenza sacra, ivi, p. 364*- Sulla pittura d'Ignazio Zolli, aringa di Giovan- ni Gardenghi, ivi, p. 36a. - Il libro dei salmi vol- tato in versi italiani dal prof. Pietro Bernabò Si- lorata, ivi, p. 370. -Cenni sopra un nuovo corso di filosofia elementare, ivi, p. 375. - Elegie di Ti- 2l5 Lullo con alcune di Properzio volgarizzate dal march. Antonio Cavalli, tomo 67, p. 271. -Dei prezzi dei generi di grascia del barone Burini , tomo 68, p. 12. - Saggio di una teoria sull'equi- librio delle volte di Francesco Bertelli, ivi, pag. 3o ( con tav. ) - Meditazione sopra l'arbore della croce, testo di lingua citato a penna, pubblicato dall'ab. Giuseppe Manuzzi, ivi, p. tgi. -Discor- so sull' attuale occorrenza di osservazioni dirette a perfezionare le formole e le tavole del movi- mento dei corpi celesti di Francesco Bertelli, ivi, pag. I79.- Discorsi accademici del cav. Dionigi Strocclii, ivi, p. 33o. - Poesie e prose di vari per nozze, ivi, p. 345. - Necrologia di Cesare Arici, ivi, pag. 36o. -Elogio funebre a Ridolfo Vacchi, tomo 69, p. 372. -Il libro di Lucio Anneo Se- neca intorno alla provvidenza recato in italiano dall'ab. Giuseppe Brambilla, ivi, p. 375. - Volga- rizzamento delle favole di Fedro, tomo 70, pag. 142. - Apocalisse recata in versi italiani da Ago- stino Peruzzi, ivi, p. 354- - Favole esopiane tren- taquattro, tomo 71, p. 168. -Atti della pontifi- cia accademia di belle arti di Bologna, ivi, pag. 212. - Memorie intorno la vita di Camillo Ma- riani, tomo 72, p. 106. - Degli studi e delle ope- re di Paolo Costa, ivi, p. 263. - I maccabei, tra- gedia del conte Coriolano Bagnolo, ivi, p. 31 5.- Epitalamio di Catullo tradotto da Agostino Pe- ruzzi, ivi, pag. 357. - Tragedie dell'av. Giuseppe Pellegrini , tomo 73, p. 67- - Il nuovo salvada- naio, racconti popolari, tomo 74, p. 83. - Poesie, Adalberto, cantica dell' av. Giuseppe Pellegrini , ivi, p. 208. - Compendio dell' istoria romana di 2l6 monsig. Pellegrino Farini, tomo 78, p. 94. - Me^ morie storiche del duomo di Faenza e de'perso- naggi illustri di quel capitolo, esposte dal cano- nico Andrea Strocchi, ivi, p. 98. - Il buon pa- drone dialogo morale, tomo 79, p. 352. -Elogio funebre di monsig. Giuseppe Cattani scritto da monsig. Gio. Benedetto Folicaldi, ivi, p. 368. - Norme fondamentali per servire di guida ai gio- vani studiosi, proposte da Paolo Alessandro Mas- saroli, tomo 81, p. 23. -Biografie degl'italiani il- lustri nelle scienze lettere ed arti nel secolo XVIII e contemporanei, del prof. Emilio De Tipaldo, ivi, p. 291. - Agli alunni della scuola militare, discor- so quarto di Giuseppe Adorni, ivi, p. 366. - No- tizie di Bartolomeo De Sanctis, tomo 82, p. 66.- Della maniera di studiare la lingua e l'eloquen-, za italiana libri tre del march. Basilio Puoti con aggiunte, ivi, pag. 3i4-- Della divina commedia, opera patria, sacro-morale, storico-politica, ivi, p, 332. - Sonetti morali per ciascun mese dell'anno, ivi, pag. 349. - Riflessioni dell'ingegnere Giacomo Maffei sulla convenienza d'impiegare maggior co- pia di capitali ai rami d'industria manifatturiera più propri della città e provincia di Bologna, ivi, p. 357. - Sulla tragedia urbana , ossia commedia lacrimosa, discorso del cav. Dionigi Strocchi, ivi, p. 364» - Versi recenti di Giovanni Marzetti, ivi, p. 366. - Cassa di risparmio in Bologna, tomo 83, p. 1 54 - Vocabolario romagnolo italiano di Anto- nio Moiri, ivi, p. 294. - Versi e prose per noz- ze di vari, ivi, pag. 343. - Sonetti cento di vari autori, ivi, p. 36o. - Sulle vicende della filosofia, discorso del prof. Giuseppe Caleffi, ivi, p. 364' - 217 Poesie vane del dott. Francesco Bemi , ivi , pag. 366. - Elogio di Poisson scritto da Arago , tra- dotto, tomo 84, p. 29. -Della necessità di richia- mare oggidì la poesia e massime la drammatica allo specchio dell'ordine, ivi, p. 3o2. - Scelta di poesie italiane e romagnole di Pietro Santoni, ivi, p. 322. -Del ben tradurre Orazio* ivi, p. 335; e tomo 85, p. 273. - 11 mattino della donna cri- stiana, canto del canonico Francesco Bertazzoli, ivi, p. 35g. -Carme di Michele Giuseppe Morei tradotto, ivi, p. 363. -Biografia di Luigi Taglia- vini, ivi, p. 372. -Rosmini Carlo, sull'origine delle idee, t. 85, p. 83. - Vita del conte Stefano Sanvi- tah scritta da Giovanni Adorni, ivi, pag. 36g. - Sulla cassa di risparmio di Faenza, ivi, p. 3yi. Vagliar ano. (da) Andrea, Versi inediti, t. 5, p. 23 2. Valdem Francesco, Versi, tomo 57, pag. 324. -La ^ bellezza poetica, carme, tomo 82, p. 353. Valdrighi Mario, Versi di Torquato Tasso pubbli- blicali, tomo 36, pag. 358. - Sull'esposizione di belle arti nella reale accademia di Modena, to- mo 38, p. 332. Valentin Luigi, Voyage en Italie, tomo 35, p. 3; e tomo 36, p. 259. Valentinl Pier Luigi, Costituzione epidemica di giu- gno, luglio ec. del 18 18, tomo 2, p. 244. - In- stitutiones medicinae practicae, tomo 45, p. 322; tomo 5i, p. 129; tomo 73, p. 240; e tomo 83, Valeriani Domenico, Descrizione dei freschi esegui- ti del prof. Luigi Sabatelli in uno dei saloni del palazzo Pitti a Firenze, tomo 27, p. 89. - Acca- demia della crusca, tomo 58, p. 369. -Invenzio- ni e scoperte, tomo 65, p. 33i. 2l8 Valeriani Orazio, Discorso per eccitare i civitavec- chiesi alla coltivazione delle campagne, tomo 1 1 , p. 1C9 e 281. - Dell'accelerare di dodici giorni almeno la mietitura del grano, tomo 12, p. 157.- Discorso sull'economia campestre di Civitavecchia, tomo i3, p. 165. - Alcune osservazioni d'agricol- tura, tomo 18, p. 27. Valeriani Molinari Luigi, Sua necrologia, tomo 4°, pag. 38o. Vallicela Lorenzo, Suo elogio funebre , tomo 25 , pag. 243. Valor ani Vincenzo, Bel Poggio , villa del principe Baciocchi, versi, tomo 74, p. 358. - Sermone, to- mo 75, p. 237. Valori Francesco, De Aurelio Cornelio Celso, dis- sertatio, tomo 65, p. 3i4-- Effetti delle passioni secondo la diversa costituzione fisica dell'uomo , tomo 67, p. 35i; e tomo 80, p. 6.- Collezione di voti medico-legali, tomo 78, p. i55; e tomo 79, p. 108. - Necrologia del prof. Filippo Leo- nardi, tomo 80, p. 3oi. - Riflessioni critiche sui progressi delle scienze rapporto alla loro utilità, tomo 85, p. 63. Vannetti dementino, Lettere inedite, t. 82, p. 35o. Vanni Giovanni, Belle arti di Siena, tomo 1, p. 123. Vannini G., Reclamo, tomo 54, p. 874* Vannozzo Francesco, Rime, tomo 28, p. i43. Vannucci Atto, Notizia della vita e delle opere di Ovidio Nasone, tomo 85, p. 372. Vassalli-E aneli Anton Maria, Del tempo di mietere il grano, tomo 28, p. 280. Vauquelin, Sul cianogeno e sull'acido idrocianico , tomo 2, p. 107. 2I9 Vedova Giuseppe, Biografia degli scrittori padovani, tomo 61, p. 4^35; e tomo G8, p. 3 14. Vegezzi Giovenale, Note filologiche sopra sette vo- caboli dinotanti ufficio o dignità di persona nell' Asia, che leggonsi nell'Orlando furioso, tomo 54, p. 3y3. - Cenni intorno alla correzione delle pro- stituite, ed all'ospizio celtico eretto in Torino, tomo 3o, p. 3. Vendramini Leone, Precis historique et raisonné sur l'origine, les progrès, la decadence de l'archite- cture, tomo 77, p. 349- dentimi glia Domenico, Di un antico testo a penna di Virgilio, tomo 45, p. 112.- Storia documen- tata dell'antica università degli studi di Messina, tomo 79, p. 359. Venturi L., Saggio di osservazioni sulle malattie epi- demiche che regnarono in Sanseverino dall'aprile all'ottobre del 181 7, tomo ai, p. 133. Venturini Paolo , Vita del p. Ignazio Scandellari , tomo 64, p. 374. Venturoli Cristoforo, Versi latini, tomo 3o, p. 189. Venturo! i Giuseppe , Elementi di meccanica , tomo 5, p. 1.- Elementi d'idraulica, tomo 6, p. 152.- Idrometria, trattato teorico-pratico con nuove ap- plicazioni di Carlo Sereni, tomo 79, p. I76. Venuti Ridolfino, Scrittura inedita, tomo 73, p. 3 14- Vermi glioli Gio. Battista, Narrazione delle geste di Braccio II Baglioni, tomo 2, p. 347- - Sul tem- pio di Marte in Todi, tomo 3, p. 3. -Del mu- nicipio amate nuovamente scoperto in lapida ine- dita, ivi, p. 283. - Di uno scritto autografo del pittore Pietro perugino, tomo 5, p. 241. - Prin- cipe della stampa in Perugia e suoi progressi fi- 220 no al secolo XVI, tomo 7, p. 124 e 3g5. - Le- zioni elementari di archeologia, ivi, p. 12,^; e to- mo i5, p. 1g3. -Di alcuni libri di rime italiane rari e rarissimi pubblicati in Perugia nella metà del secolo XVI, tomo 9, p. 432. - Medaglia ine- dita di Malatesta IV Baglioni , illustrata , tomo 12, p. 47 ( con tav* ) ~ka rosa e sua istoria, ivi, p. 120. -Bibliografia storico-perugina, tomo ig, p. 3q5. - Saggio di congetture sulla grande iscri- zione etrusca di Perugia, tomo 21, p. 396.- Sul- la pittura di Silvestro Massari, tomo 22, p. 223.- Opuscoli , tomo 28, p. 402J tomo 29> P* 370; e tomo 32, p. 256. - Biografia degli scrittori pe- rugini, tomo 3g, p. 363. -Di alcuni scritti ine- diti di Lodovico Carbone ferrarese, tomo 4°> P« 224. - Dell'acquedotto e della fontana maggiore in Perugia, tomo 4o, p. 342. - Indicazione antiqua- ria pel gabinetto archeologico di Perugia , tomo 45, p. 112. -Delle lodi di s. Petronio, orazione di Agostino Peruzzi, ivi, p. 252. - Le erogamie di Admeto e di Alceste nella pittura di vaso pla- stico del pubblico gabinetto archeologico di Pe- rugia, tomo 49? Pag- 352. - Le antiche iscrizioni perugine raccolte, comentate e pubblicate, tomo 52, p. 123: e tomo 58, p. 2g3. - Di alcuni mo- numenti inediti del gabinetto archeologico di Pe- rugia, tomo 68, p. 336. - Di Benedetto Pintu- ricchio, memorie raccolte e pubblicate, tomo 72, p. 336. - Sulla iscrizione della statua militare in bronzo, collocata nel nuovo museo etrusco isti- tuito da Gregorio XVI, tomo 74» p. 121.- Elo- gio accademico di Galeazzo Alessi architetto pe- rugino, tomo 83, p. 357. 221 Vernaccia Pier Girolamo, tomo 6, p. 258. Vernazza, Epitaffio di una cagnoletta, t..22, p. 119. Versari Camillo, Intorno allo scorbuto osservato nel forte di Narni dal dotti Angelo Sorgoni , torno 74» P- 87. - Vedi MatteUcei Lorenzo. - Storia ana- mnestica e necroscopica di un enorme tumore fi- broso peritoneale, tomo 7 7, p, 58. Vescovati Luigi , Patera etnisca inedita descritta e spiegata, tomo 9, p. 91 ( con tav. )- Sulla gran- de iscrizione di Stratonicea, tomo 33, p. l^\. Veterani Federico, tomo 6, p. 35q. Viale Salvatore, Edipo nel bosco delle eumenidi, tra- gedia del INiccolini, tomo 27, p. 3 io. Viani Prospero * Lettera di Lucio Anneo Seneca a Lucilio, tomo 73, p. 108. Vico Gio. Battista, Traduzione della sua scienza nuo- va in francese, tomo 33, p. 366. - Sua vita, to- mo 48, P- 76. Vida Girolamo», Vedi Bernabò Silorata Pietro , Bo- mano Baldàssare, Barotti Gio. Andrea. Viglioli Antonio, Iscrizioni, tomo 84, p- 370. Viganoni Carlo, Pitture, tomo 14> P* 280. Villani Filippo, Le vite degli uomini illustri fioren- tini, tomo 34, p. 96. Villardi Francesco, Nuova traduzione del compendio di storia romana del Goldsmith, tomo 3o, p. 233.- Carmina, ivi, p. 384- Villarosay Iscrizione, tomo 11, p. 127. - Lettera bio- grafica intorno alla patria ed alla vita di Giovan- ni Battista Pergolese , tomo 5i, p. 287. - Della guerra sociale, e degli effetti che derivarono all'es- sersi conceduta la cittadinanza romana a tutta l'Italia, tomo 58, p. 320. - Ritratti poetici, tomo 65, p. 66. 222 Vincenzi Vincenzo, tomo 6, p. 255. Viola Sante, Storia di Tivoli dalla sua origine fino al secolo XVII, tomo 3, p. i53 e 3o4; tomo 4» p. i33 e 281. -Sul tempio volgarmente chiama* to della tosse presso Tivoli , tomo 6, p. 197. - Memorie istorico-critiche sull'origine, progressi e decadenza del foro traiano in Roma , tomo 12 , p. 207; tomo i3, p. 260; tomo i5,p. 20I e 370; e tomo 16 , p. 76. - Ricerche sulla villa di Ca- tullo in Tivoli ; tomo 19, pag. 364- - Memorie istoriche di Cori, tomo 20, p. 245 e 390; tomo 21, p. 2I2; tomo 22, p. 277 e 33i; tomo 24» p. 212 e 33o; e tomo 25, p. 182. - Traforo del monte Catillo in Tivoli, tomo 55, p. 309; e to- mo 58, p. 333. Virgili Polidoro, tomo 6, p. 257* Virgilio, Eneide tradotta dal Caro, tomo 4, p- 378.- Volgarizzata da Michele Leoni, tomo i3, p. 291.- Georgica recata in versi italiani del conte Ales»- sandro Riancoli, tomo 3o, pag. 36 1. - Ruccolica tradotta da Quirico Viviani e Cesare Arici. - E- gloga X tradotta in ottava rima da Ippolito Piri- demonte, tomo 32, p. 233. - Le dieci egloghe con versione di altrettanti autori viventi, tomo 34, p. i3g. - Georgiche tradotte dal cav. Vincenzo Mon- ti, tomo 4^, p. 209 e 356. - Eneide tradotta da Eufrosina Massoni, tomo 4$, p. no. Visconti Ennio Quirino, Notizie biografiche di lui, tomo 2, p. 1 ( con ritratto ) -Opere, ivi, p. 294."- Deux memoires sur les ouvrages des sculptures dans la collection de m. d'Elgin, tomo 8, p. 260; e tomo lo, p. 283. - Suo elogio, tomo 16, pag. 269. - Lettera, tomo 20, pag. 107. - Opere varie 223 raccolte e pubblicate, tomo 42» P« 364; e lomo 5i, p. 3o5. -Lettere quattro inedite, ivi. - Mo- numenti borghesiani, tomo 74» P- 1 ^4- Risconti Pietro Ercole, Elogio di Francesco Cancel- lieri, tomo 35, p. 112. - Associazione per un mo- numento in Roma a Torquato Tasso , ivi , pag. 372. -Lettere pittoriche da unirsi alle pubblica- te da raonsig. Bottari tratte da libri stampati e da manoscritti, tomo 5y, p. 3oa; e tomo 80, p. g3. - Delle lodi letterarie di monsig. Luigi Mar- torelli, tomo 57, p. 33i.- Notizie riguardanti il testamento di Raffaello e Maria Bibiena, tomo 58, pag. 68. - Caroli Boucheronii de Tboma Val- perga Calusio, tomo 59, p. 236. - Storia dell'an- tica legislazione del Piemonte del conte Federi- go Sclopis, tomo 60, p. 1 3. - Elogio di Girolamo Amati, tomo 61, p. 182. - Lettera di Giampietro Cavazzoni Zanotti da premettersi alle vite inedi- te de'pittori e scultori ferraresi di Girolamo Ba- ruffaldi, ivi, pag. 354- - Pensieri del commercio coll'estero del cav. Francesco Paolo Mortillaro , ivi, p. 355. - Della vita e delle opere d'Ippolito Pindemonte libri sei compilati da Bennassù Mon- tanari, tomo 62, p. 327. - Del manuale filosofico- pratico della lingua italiana, ivi, p. 367. - Lette- re inedite di Carlo Gualteruzzi. - Breve comen- tario della vita del cav. Francesco della Torre, di Paolo Pavirani. - Rime di autori diversi, ivi, p. 369. - Osservazioni su d'una memoria in istampa sopra l'attuale mercatura degli zolfi in Sicilia, di Vincenzo Mortillaro, ivi, pag. 3y5- - Due scritti autografi del pittore Pietro Vannucci, tomo 63, p. 359. - Leggende del beato Iacopo maggiore, e 224 di s. Stefano primo martire, del beato Iacopo dà Varagine volgarizzate nell'aureo secolo XIV, to- mo 64> p. ii 4* -Nota intorno un antico globo celeste scolpito in marmo porino* ivi, p. 2I0. - Orazione funebre di Francesco I imperadore di Austria detta in Vienna dal canonico Secondiano Bruschi, ivi, p. 214^ - Trattato geografìco-analiti- co di gnomonica di Giacinto Cerchiari, ivi - Ora- zione in morte del card. Giuseppe Albani, di Giu- seppe Ignazio Montanari con un breve elogio la- tino ed alcune iscrizioni, ivi, p. 348. - Intorno all'ospizio degli alienati di s. Benedetto in Pesa- ro, lettera di monsìg. Carlo Luigi Monchini, to- mo 66, p. 5o. - Relazióne e lettera inedita rela- tiva agli scavi tentati iù Vulci nel 1787, pubbli- cate, ivi, p. 192. -Antichi monumenti sepolcrali scoperti nel ducato di Ceri* -> Gemme incise dal cav. Giuseppe Girometti, pubblicate , tomo 67 , p. 349. -Lettere di Raffaello d'Urbino a Leone X di nuovo posta in luce, tomo 68, p. 325.- Di Bernardino Pinturicchio, memorie raccolte e pub- blicate da Gio. Battista Vermiglìoli, tomo 72, p. 336. - Tributo di lodi a Giuseppe Mezzofanti car- dinale, poesie e prose di vari, tomo 76, p. 160.- Relazione storica del traforo del monte Catillo in Tivoli per l'inalveazione del fiume Aniene, com- pilata da monsig. don France sco Massimo, ivi, p. 311. - L'aes grave del museo kircheriano, ragiona- mento de'pp. Marchi e Tessieri, tomo 79, p. 3 18.- Relazione del viaggio di Gregorio XVI da Roma a s. Felice, scritta da D. Vittorio Massimo. - Iu- sti Fontanini philologica disquisitio, tomo 80, p. 31. - Osservazioni intorno alla notizia bibliogra- 22$ fica posta da Celestino Cavedoni nelle memorie di Modena sull'aes grave del museo kircheriano illustrato dai pp. Marchi e Tessieri, ivi, p. 3o7.- Orazione funebre del marchese Luigi Biondi, to- mo 83, p. 263. Vitali Gaetano, Latinorum carminum specimen, Un mo 61, p. 233. Viti Amalia, Ottave, tomo 60, p. 336. Vitruvio. Vedi Marini Luigi. Viviani Gaspare, tomo 6, p. 253, Viviani Quirico , Buccolica di Virgilio tradotta ed illustrata, tomo 32, p. 223, Volpicela Paolo, Osservazioni sopra un articolo del- la fisico-meccanica di Fischer comentato da Biot, tomo 49» P« io3. - Vedi Oddi Giuseppe. -Del ca- lorimetro a ghiaccio e suoi usi, tomo 60, p. 5o.- Sulle istituzioni fisico-chimiche di Gio. Battista Pianciani, t. 55, p. 282 ; t. 56, p. 257; t. 61, p. 257; e tomo 67, p. 26. - Elementorum ma- theseos auctore Andrea Caraffa, volgarizzato con note, tomo 73, p. 3. - Descrizione ed uso della macchina ad asse rotante mobile di Vincenzo Raf- faela, tomo 74, p. 42« Volta Alessandro , Scoperte ed opere di lui , tomo 41» P- 28, 187 e 289. - Sua vita, tomo 45, pag. 84- - Suo elogio storico, tomo 63, p. 277. - Let- tere inedite, tomo 65, p. 323. Vulpes Benedetto, Discorso per l'inaugurazione del busto di Domenico Cotugno, tomo 22, p. 279.- Elogio del cav. Luigi Petagna, tomo 58, p. 326. 226 w Washington Giorgio, Opere, tomo 4°, p. 34q- IVélz Giuseppe, La magia del credito svelata, o isti- tuzione fondamentale di pubblica utilità , tomo 23, p. 277. Werstappen, Pittura, tomo 1, p. 452. Wicar, Sopra un suo quadro, tomo 5, pag. 426. - Pittura, tomo 26, p. 235; tomo 32, p. 244 5 e tomo 48, p. 323.- Alcune riflessioni sopra la pro- posizione fatta per lo stabilimento di una catte- dra di paesaggio, tomo 33, p. 220. - Della catte- dra dell'ornato, tomo 37, p. 358. - Notizie in- torno alla vita ed alle opere di lui , tomo 60 , pag. 292. FFiebeking , Memoria sui ponti sospesi a catene di ferro, tomo 68, p. 3. Winckelmann, Suo monumento, tomo 3, p. 274. - Edizione dei monumenti antichi, tomo 4> p» 252. JViseman Niccola , Sul ragguaglio di lady Morgan rispetto alla cattedra di s. Pietro in Roma, sag- gio critico, tomo 54, p. 112 (con tav. ) ÌVitte Carlo, Saggio di emendazioni al testo dell'amo- roso convivio di Dante Alighieri, t. 27, p. 20-4- Z Zacht Nouvelle observatoire de Marlia, tomo 5, p. 320,. - Mutuo insegnamento, sua antichità, tomo 7, p. 408. Zamboni F., De conditionibus pathologicis quae di- cuntur inflammationes hypostenicae , tomo 28 , pag. 200. 227 Zampieri Antonio, La sifilide , poema di Girolamo Fracastoro esposto in ottava rima, t. 76, p. 234. Zanelli Iacopo Scipione, Versi, tomo 44' P* 22I« Zannoni Gio. Battista, Iscrizioni, tomo 8, p. n4; to- mo 9, p. i425 tomo 11, p. 397; tomo 14, pag. 148; tomo 17, p. 139; e tomo 18, p. 124 e 25o.- Iscrizione greca illustrata, tomo io, p. 357. - Elo- gio di Ennio Quirino Visconti, tomo 46, p. 269.- Sigle greche spiegate, ivi, p. 252. - Elogio dell' ab. Luigi Lanzi, tomo 24, p. 267. - Il tesoretto e il favoletto di ser Brunetto Latini ridotto a mi- glior lezione, tomo 24> p. 371. - L'antico mar- mo scritto appartenente alla colonia di Pozzuoli, illustrato, tomo 33, pag. 323. - Intorno un vaso creduto aretino del museo di Volterra, ed intor- no le terre cotte con bolli de'tempi romani, to- mo 46, p. 3n.-Sua necrologia, t. 56, p. 243. Zanotto Francesco, Pinacoteca imperiale regia vene- ta delle belle arti illustrata, tomo 66, pag. 35o; e tomo 76, p. 363. Pantedeschi, Sulla polarizzazione dei conduttori di- retti a determinati punti del globo, tomo 70, p. 335. - Dell'induzione e polarizzazione del termo- elettricismo, tomo 74, p. no. - Schiarimento ad una nota inserita nella biblioteca italiana da An- tonio de Cramer, tomo 75, p. 23 1. - Ricerche sul termo-elettricismo dinamico, e luci-magnetico ed elettrico, tomo 78, p. 41* - Elettricismo, ivi, p. io3. - Lettera, tomo 79, p. 354- Zappelli Pancrazio , Discorso ed orazione letti per riapertura degli studi, tomo 5, p. 284. Zappi Girolamo, Poesie per nozze, tomo 24, p. 245.- II corso del piccol Reno, stanze, t. 3o, p. 117. 228 Zavagli, Delle unzioni oleose come rimedio nell'i* drope ascite, tomo 21, p. i/|.3. Zecchinelli G. Maria, Sull'angina del petto e sulle morti repentine, tomo 85, p. 362. Zeise Will. C, Sopra l'acido idroxantico, t. 17, p. 16^ Zelli Raffaele, Elementi di filosofia metafisica, tomo 5i, p. i35. Zirar dirti Antonio, Sua vita, tomo 56, p. 126. Zohrab Giovanni, Chronicon Eusebii Pamphyli la- tinitate donatum et illustratum, tomo 5, p. 79, 207 e 352. Zondadari A. , Lettera a sua eccellenza d. Pietro. Odescalchi, tomo 6, p. 362. Zuccaro Eederico. Vedi Pungileoni Luigi. Zuffi, Discorso, tomo 85, p. 374. Zidiani Felice, Incisioni, tomo 11, p. 246. Zurla Placido, Di Marco Polo e degli altri viaggia^ tori veneziani più illustri, torno 8, p. 354* - Dei vantaggi dalla cattolica religione derivati alla geo- grafia e scienze annesse, tomo i5, p. 219. -Del gruppo della pietà, e di alcune altre opere di re- ligioso argomento, di Antonio Canova, tomo 61, p. 244- - Dissertazioni, tomo 62, p. 356. FINE DELLA PRIMA PARTE 229 aa©a®a binili aiàsaaaa PARTE SECONDA Ai busi, Considerazioni sugli abusi del seppellire , tomo i, p. 309. Accademia, Della crusca, concorso straordinario pel 1823, tomo 7, p. 257. - Lucchese e suoi atti, t. io, p. 294. - Dei lincei, prospetto della sua sto- ria, tomo 19, p. 118. - Gioenia di Catania, tomo 27, p. 161; e tomo 75, p. 376. -Reale di scien- ze, lettere ed arti di Lucca, tomo 3o, p. 118.- Agraria in Pesaro, tomo 44> P« 352; e tomo 61, p. 36o. - Delle scienze di Torino , tomo 45 > P- 3i2; tomo 49» P- ^67; tomo 67, p. 36i; e to- mo 77, p. 356. -Della Crusca, tomo 58, p. 369.- Romana di archeologia, tomo 62, p. 355; tomo 67, p. 355; tomo 74, p. 346; tomo 77, p. 35o; tomo 78, p. 263; tomo 82, p. 358; e tomo 83, pag. 35 1. Acido, Nuovo ottenuto trattando l'acido urico con l'acido nitrico, tomo 1, p. 406. - ldrocianico, to- mo 2, p. 107; e tomo i3, p. 209. - Coll'ossige- no, tomo 2, p. 25o. - Influenza dell'acqua sulla formazione degli acidi ossigenati, ivi, p. 4I5. - G.A.TLXXXVI. 16 2o0 Nuovo dello zolfo, tomo 6, p. i/fi. - Effetti dell' acido solforico sopra alcune sostanze vegetali ed animali, ivi, p. 277. - Che risultano dal cloro e dal iodio, tomo 12, p. 129. - Idroxantico , tomo 17, p. 16. - Dell' osmazoma, tomo 3i, p. 383.- Nuovo, tomo 46» p. 9. acetato, Di morfina, tomo 34, p. 275. Acque , Notizia sopra le due acidule adoperate in Roma, tomo 1, p. 879. - Minerali del tempio di Serapide in Pozzuoli, tomo 7, p. i5o. -Termali di Civitavecchia, tomo 9, p. 1 45. - Ferrata e sul- furea di Napoli, tomo 12, p. 3i3. -Minerale aci- dulo-ferruginosa scoperta nelle vicinanze della Tol- fa, tomo 39, p. 2o5. - Minerale che sorge presso una corrente di lava scoperta nelle vicinanze di Roma, tomo ^1, P- 158. - Potabili di Roma ', to- mo 5o, p. io5. - Minerale della città di Penna, ivi, p. 3 1 2. - Termo-minerale della torre dell'An- nunziata, tomo 5i, p. 109. - Àlbule presso Ti- voli, tomo 71, p. 40"; tomo 80, p. 260; e tomo 85, p. 35. - Minero-tennali e stufe dell'isola d' Ischia, tomo 84, p. 354- Aconito napello, Suo uso, tomo 21, p. 279. Aeroliti, tomo 6, p. 156. Agave fetida, Sua fioritura nell'orto botanico dell' università di Ferrara, tomo 62, p. 348. Agostaro, Di Federico II, tomo 4? P* I29« Agricoltura, Tomo 1, p. 3i3 e 3i5; e tomo 48, p. i49'- Osservazioni, tomo 18, pag. 27. - Italiana, mezzi di sostenerla, tomo 22, p. 37. -Vedi Va- leriani Orazio. - Principii pratici, tomo 3o, pag. 1 19. - Dell'agro romano, tomo 73, p. 109. Alabastro, Melico, tomo 56, p. 75. 23 I Albo felsineo, tomo 70, p. 354- Alcali, Vegetale nuovo, tomo 4» P- 7^. Allacciatura, Dell'arteria, tomo 4? P* 77* Alluvioni. Vedi Alberghini Giuseppe. Almanacco, Istorico universale, tomo I9, p.. 408. - Biografico per l'anno 1829, tomo 41? P- 87. Amido, Sua decomposizione, tomo 4» P- 227. Ammaestramenti, Matrimoniali di Plutarco volgariz- zati, tomo 5, p. 4^9- Amore, Patrio di Dante, tomo 7, p. 91 e 1 84- Amuleto, Greco, tomo 7, p. 168 ( con tav. ) Analisi, Della cocciniglia e del suo principio colo- rante, tomo 1, p. 241. -Di alcuni minerali, to- mo 4> P- 369. - Del nikel arsenicale, e del nikel arseniato di Allemont ( dipartimento dell'Isere) f tomo 5, p. 198. -Della stafisagria, ivi, p. 342.- Di due minerali zinciieri degli stati uniti di Ame- rica, ivi, p. 345. - Di alcuni vegetabili della fa- miglia delle colchicee, tomo 8, p. 37. - Della Sen- na, tomo 12, p. 39. - Dell'acqua ferrata e sulfu- rea di Napoli, ivi, p. 313. - Dell'acqua minerale di Civillina, tomo 3*, p. 12. - Dell'astro monta- no, e particolarmente del sugo espresso da questa pianta, tomo 34» p. 5. -Di una polvere reputata valevole per le morsicature delle vipere e tenuta come segreto, tomo 57, p. 37. - Della materia pu- rulenta proveniente dalle cavità nasali di cavalli affetti da morva, tomo 75, p. i35. Anatomia, Ad uso de'pittori e scultori, tomo 2, p. 457. -Di Paolo Mascagni, tomo 20, p. 276; e tomo 21, p. 273. - Fisiologico-comparata del dolt. Filippo Uccelli, tomo 3o, p. 147. - Della pianta del grano d'India, tomo 39, p. 118. 23a Androgino, Di Platone, tomo 5, p. 283. Annedoti, Di Gaetano Marini, tomo 19, p. 355. Anello, Scirroso nel colon, tomo i, p. 238. Aneurismi, Considerazioni sui medesimi , tomo 3 , p. 379. -Della arteria toracica, tomo 35, p. 129.- Spurio dell'arteria brachiale, tomo 66, p. 5. Anfiteatro, Sutrino, tomo 11, p. 311 (con tav. ) - Di Ancona, tomo i3, p. 109 ( con tav. )- Altri monumenti spettanti all'antica Faleria nel Piceno, tomo 55, p. 160 ( con tav. ) Annali, Di agricoltura italiana, tomo 1, pag. 3i5. - D'Italia, tomo 5, p. 236; e tomo 22, p. 25 1. - Di medicina pratica del dott. Giacomo Franceschi, tomo 16, pag. 3. - Farmaceutico-fisici del regno delle due Sicilie, tomo 22, p. 247. Annegati, Macchina dell'Hunter per gli annegati, to- mo 53, p. 37L Annunzi, Letterari della biblioteca vaticana, tomo 7, pag. 339. Antichità^ Sua cava, tomo 1, pag. 66 (con tav. )- Egiziane, tomo 19, p. 180 ( con tav. ) Antidoti, Per l'aria cattiva, tomo 7, pag. 292. - Pe' veleni vegetabili, tomo i3, p. 214. Antologia, Tradotta in italiano, tomo 8, p. 118. - Di prose italiane di scrittori viventi, tomo 55, p. 362; e tomo 56, p. 23 1. Antrace, O carboncello sporadico, tomo 65, p. 33. Apertura , Frequente del forame ovale rinvenuta nei cadaveri dei tisici, tomo 35, p. 296. Api, Loro coltura, tomo 61, p. 59.- Italiana delle belle arti, giornale, tomo 79, p. 268. Apologhi, Leonis Baptistae Alberti, tomo 3, p. 1 77. Ara, Antica scoperta in Haimburgo , tomo 7, pag. 376; e tomo 8, p. 53. 233 Aracnoite, tomo 87, p. 33. Arcadia, tomo 2, p. 157; e tomo 23, p. 38. Architettura, Del tempio di Roma, tomo 8, p. 239 ( con tav. ); e tomo io, p. 133. - Vedi Sterri Raf- faello. - Dei principali popoli considerata nei mo- numenti, tomo 89, p. 335. - Statica ed idraulica di Niccola Cavalieri s. Bertolo, tomo 33, p. 35o; e tomo 42» P- 123. - Del secolo XIX, sua indole, tomo 63, p. 236. Archeologia, Lezioni elementari di Gio. Battista Ver- miglioli, tomo 7, p. 124; e tomo i5, p. 393.-DÌS- sertazioni della pontificia accademia romana, tomo 65, p. 307; tomo 66, p. in; tomo 67, p. 225; e tomo 69, p. 3 11. Archeografo, Triestino, tomo 44» P* I^1- Arco, Di Augusto in Fano, t. 34, p. 101 (con tav.) Aria, Cattiva, antidoti, tomo 7, p. 292. Aritmetica , Pura ed applicata, tomo 32, p. i54- Arte, Pittorica, tomo 1, p. 1 35. - Poetica ad uso dei giovanetti, tomo 4» P« i83. Arterite, tomo 47, P- i5. 7 Arsenico, Nelle preparazioni antimoniali, tomo 13, p. 202 e 3i8. Asantei, Notizie del loro reame, tomo 5, p. 4°4> e tomo 6, p. 177. Ascesso, Ai lombi, tomo 1, p. 233. Ascite, Cistica felicemente curata, tomo 84, p. 122. Ascoltazione, Mediata, tomo 3o, p. 269. Asfissia, tomo 16, p. I22. Assorbimento, Ricerche fisiologiche, [omo 22, p. 3; tomo 3o, p. 129; e tomo 33, p. 7. Astro, Montano, sua analisi, tomo 34, p. 5- Astronomia, Romana, tomo 2, p. 4°4: ,omo 3, p. 234 23 7 1 278 e 356. -Vedi Settele Giuseppe, Opu- scoli astronomici. - Popolare, tomo 42i P* 263. Atlante, Letterario e cronologico, tomo 09, p. 36g.- Etnografico del globo, tomo 41» P« 260. Atmosfera, Sua influenza sull' umana salute e ma- lattie, segnatamente sulla pazzia, tomo 6, p. 3 e 129. - Di Sezze, tomo 29, p. 164 e 281. Atti, Dell'accademia lucchese, tomo io, pag. 294.- Dell'accademia romana di archeologia, tomo 11, pag. 89 1. - Dell'accademia lucchese in morte del march. Cesare Lucchesini, tomo 55, pag. 227. - Idem di Lazzaro Papi, tomo 62, p. 357. -Idem di Teresa Bandettini, tomo 71, pag. 340. - Della pontificia accademia di belle arti in Bologna, ivi, p. 212. - Dell'accademia volsca veliterna, ivi, p. 35o; e tomo 83, p. 26. Atropina, tomo 57, p. 157. B Bachi, Da seta, loro governo, tomo 5, p. 438. - Ve- di Bigattiere. Balene, tomo 14, p. 44* Ballate, Inedite di Franco Sacchetti, tomo 4» p« 63.- Di Dante emendata, tomo i5, p. 87. - D'incerto autore, tomo 38, p. i83. Barite, Cristallizzata, t. 28, p. 206. - Pura, modo di prepararla, tomo 3o, p. 24 ( con tav. ) Barometro, Portatile del march. Giuseppe Origo, to- mo 7, p. 54 (con tav.); e tomo 11, p. 394. Basilica, Classense, tomo 34, p. 3 io. Bassorilievo, tomo 41» P» 393. Belladonna, tomo 70, p. n5. 235 Belle arti, tomo l, p. i44 e 3 io. - Di Siena, to- mo 4» P- 122. -Ai tempi di Omero, ivi, p. 23/h. Bibliografia, tomo 22, p. 347; e tomo 35, p. 243.- Del museo borgiano , tomo 74, P* 225. - Studio bibliografico del barone Vincenzo Mortillaro, to- mo 54, p. r99«- Statistica degli stati pontifici ed estensi, tomo 78, p. i5o. Biblioteca, Amena ed istruttiva per le donne, tomo i4i p- 61. -Italiana di Milano, indice del 1822, tomo i5, p. 25 1.- Scelta di orazioni sacre, tomo 33, p. 72 e 189; tomo 37, p. 288 ; tomo 43, p. 193; e tomo 4^5 p» 258. - Drammatica, tomo 35, p. 242; tomo 37, p. 384; e tomo 40, pag. 362. - Scelta di storici italiani, tomo 47» P- 36q.- Scelta di santi padri volgarizzata da classici scrit- tori italiani, tomo 57, p. 35o; e tomo 58, p. 2G5. Biblioteche, Dell'impero austriaco, tomo i,p. 3o4-- Ambrosiana, tomo 5o, p. 219. - Pubblica di Fer- rara, tomo 5i, p. 274. Bicarbonato, Di potassa, nuovo metodo di preparar- lo, tomo 28, p. 141. Bigattiere, Pei bachi da seta, tomo 1, p. 3o8. Binomio, Di Newton, tomo 22, p. 27. Biografia, Universale, tomo 34, p. 25 1; tomo 68, p. 3o8. - Degl'italiani illustri nelle scienze, nelle lettere e nelle arti del secolo XVIII, con appen- dice che comprende i viventi, turno 53, p. 227; e tomo 63, p. 2 18. -Di Raimondo Deseze , ivi, p. 174. -Di Giandomenico Romagnosi, ivi, pag. 240. - Di Rartolomeo Ramenghi pittore , detto il Bagnacavallo, tomo 64, p. 352. - Di Ernesto Mau- ri, tomo 67, p. 20. - Soncinate, tomo 68, pag. 313. -Degli scrittori dello slato estense, ivi, pag. 236 3i4« - Degli scrittori padovani, tomo 6i,p. 435; e tomo 68, p. 3i4--E ritratti di 24 illustri ro- magnuoli, tomo 62, p. 236; e tomo 68, p. 3i5.- Degl'italiani illustri del sec. XVIII e dei contem- poranei, ivi, p. 320; tomo 78, p. 67; e tomo 81, p. 291. -Di Francesco Barbaro, tomo 70, p. 177; e t. 76, p. 73. -Del cav. Domenico Monchini, t. 73, p. 248 (con ritr.) - Di Pietro Franchini, tomo ?5, p. 309. - Di Annibal Caro, tomo 77, p. 167.- Di donne illustri alessandrine, tomo 78, p. 67.- Degli accademici di Padova mancati ai vivi dopo la pubblicazione del terzo volume dei nuovi saggi del i83i, ivi, p. 7I. - E ritratti d'illustri siciliani morti di cholera l'anno 1837, ivi, pag. 86. -Di Giacomo Barzellotti, tomo 81, p. 59. -Del cav. Giocondo Albertolli, ivi, p. 353. - Dell'ab. Giu- seppe Calandrella tomo 82, p. 149. - Di Miche- le Colombo, ivi, p. 320. - Di Urbano Lampredi, ivi , p. 338. - Di Diodata Saluzzo Roero , tomo 83, p. 328. -Di Luigi Tagliavini, tomo 84, pag. 372. - Di Andrea Conti, tomo 85, p. 12. Bollicarne , Di Viterbo, tomo 54, p« i35. Botanica, tomo 1, p. 3o5 e 3 1 3. - Prospetto di un metodo naturale, tomo 8, p. 339. Boville, Suoi antichi edifici, tomo 18, p. 37 1 (con tav. ); e tomo 19, p. 25 1. Brunire , Il ferro e tenerlo lontano dalla ruggine , tomo 3i, p. 23 1. C Cadavere, Sudante, tomo 39, p. 92. Caffè, Nelle febbri intermittenti, tomo 3, p. 226. »37 Cagna, Partorita da una donna, tomo 75, p. 383. Calcino, Malattia che attacca i bachi da seta, tomo 68, p. 162. Calcolo, Voluminoso della vescica orinaria, tomo 5, pag. i93. Calendario, Gregoriano, tomo 2, p. 4°4j tomo 3 , p. 237, 278 e 356; e tomo 59, p. 204. - Gene- rale pe'regi stati sardi, tomo 25, p. 245; e tomo 27, p. 362. Calorico, Del vuoto, tomo 6, pag. 320. - Intestino della terra, tomo 18, p. 3o. Calorimetro, A ghiaccio, e suoi usi, tomo 60, p. 5o. Campana, De'palombari, tomo 6, p. 322. Cancro, tomo i5, p. 22. Cane, Ammaestrato, tomo 34» p« 21. Canfora, Suo moto nell'acqua, tomo 2, p. 226. Cantica, In morte di una fanciulla, di Luigi Biondi, tomo 3, p. 320. - In morte del conte Giulio Per- ticari, del medesimo, tomo 19, p. 5i. - Di An- tonio Mezzanotte sopra il finale giudizio dipinlo nella cappella sistina del vaticano da Michelan- gelo, tomo 25, p. 33 1. Canto, Bernesco, tomo 6, p. ^\6. -Del march. Giu- seppe Antinori, tomo 16, p. 406. - In morte di Antonio Canova, tomo 17, p. 126. -Di Teresa Albarelli Vordoni, tomo 42> P- 35 1. Canzone, Di Agostino Peruzzi, tomo 6 , p. ^i3. - Di Giacomo Leopardi, tomo 8, p. 282. - Inedite di A. Firenzuola e di G. M. Faetani, tomo 9, p. 236. - Inedite di Ricciardo degli Albizi, tomo io, p. 38i.-Di Sennuccio Dei Bene, tomo i3, p. 99. - Di don Antonio Maria Grandi, tomo 15, p. 82. -Del march. Giuseppe Antinori, tomo 16, a38 p. 117; e tomo 39, p. 385. - Di Sanazzaro cor. retta, tomo 19, p. 397. - Provenzale, tomo 20, p. 35 1. - D'incerto, tomo 21, p. 83. - Di Sgric- ci, tomo 26, p. n3.-Di Ignazio Belzoppi , to- mo 26, p. 367. - Di monsig. Carlo Emmanuele Muzzarelli, tomo 3o, p. i3i. - Attribuita a Sen- nuceio Del Bene ed a Dante Alighieri, tomo 33, p. 289. - Di Gabriele Chiabrera, tomo 40, p. 325.- Di Francesco Capozzi, tomo 5r, p. 363 ; e to- mo 77, p. 362. - Di Luigi Biondi, tomo 58, p. 123. Capitoli, De'disciplinati della ven. compagnia di Sie- na, tomo 3, p. 167. -Di Luigi Biondi, tomo 21, p. 262. - Di Giuseppe Salvagnoli Marchetti, tomo 23, p. 203. Capre, A pelo di Kaschemire, tomo 8, p. 141. Carcinomi, Natura e rimedio de1 medesimi, tomo 7, p. i45; e tomo 9, p. 3 io. Carme, tomo 84, p. 363. Carroccio, tomo 72, p. 274. Carta, Nuova maniera per renderla simile all'avorio, tomo 7, p. 164- -Resistente all'umido ed aitar- lo, tomo io, p. 208. - Vedi Campioni Carlo. Casa, Pompeiana, tomo 80, p. 356. Cassa, Di risparmio romana, tomo 69, p. 17; tomo 71, p. 85; tomo 75, p. 255; e tomo 84, p. 3.- Di Bologna, tomo 83, p. i54» - Di Faenza, to- mo 85, p. 371. Catalessi, Maravigliosa, tomo 57, p. i65. Catalogo, Di tutte le produzioni letterarie edite ed inedite dell'ab. Francesco Cancellieri, tomo 33, pag. 364. Cementi, Maniere diverse di farli durevolissimi, to- mo 3i, p. 228. 239 Certezza, Dell'antiquaria, tomo 18, p. 3i8. Chiese, Principali di Europa incise e descritte, to- mo 22, p. 374. Chimica, Degli antichi rediviva, giornale, tomo 8, p. 123. - Vegetale, tomo i3, p. 28. China, Qualità medicinali della medesima, tomo 3, p. 86. - Ricerche chimiche, tomo 9, p. 355; e to- mo 1o, p. 1 8 1. -Bicolorata, risultamene ottenu- ti dalla sua amministrazione nella clinica di Pa- dova, tomo 24.5 p. 276; tomo 25, p. 275, e tomo 26, p. 26G. -Vera e specie affini, tomo 44» Pag' 252.- Nuove ricerche sulla medesima, tomo 47> p. 3. - Descrizione degli esemplari di chine con- servati nel gabinetto dell'università di Roma, ivi, p. 46. - Denominata Pitaya , tomo 58, p. 129; tomo 64» P« 73j tomo 76, p. 3o5; e tomo 81, pag. 5o. Chinina, E cinconina, loro preparazione , tomo 18, p. 272. - Maniera di esistere nelle chine , tomo 35, pag.^60. Chiodo ninnale. Vedi Orioli Francesco. Chiusura, Morbosa dell'orificio dell'utero nell'occa- sione di parto imminente, tomo 4» P- 72. Cholera, Nozioni istoriche e terapeutiche, ed istru- zioni sanitarie, tomo 5i, p. 219. -Memorie di- verse del dott. Agostino Cappello, tomo 49> Pag« 174; tomo 5o, p. 5; tomo 5g, p. 174; tomo 64, p. 3; tomo 66, p. 257; e tomo 74, p. 34- - In- diano in Roma nel 1837 , tomo 76, p. 66. -E egli il cholera d'oggigiorno contagioso ? Risposta del prof. Luigi Emiliani, t. 66, p. 299. -Asiatico in Italia, t. 67, p. 174. - Morbus di Montefano e di Montefiore nel i836, t. 71, p. 358. - Conta- gioso in Roma nel 1837, t. 73, p. 190 (con tav.) 24-0 Cianogeno^ tomo 2, p. 107. -Sue combinazioni, to- mo 62, p. 5o. Cimitero , Di Aproniano, detto anche di s. Eugenia sulla via latina, tomo 82, p. 161 ( con tav. ) Cippo, Migliare di Verona, tomo io, p. 211. Circolare, Di L. Valeriano Brera, tomo 4» P* I2°* Cistitide. Vedi Buffa Francesco. Cittadinanza, Romana, tomo 18, p. 169. Civaie, Di facile coltura, tomo 2, p. 290. Classici, Latini, raccolta del Pomba di Torino, tomo 2, p. 140; tomo 3, p. 276; e tomo 16, p. 121.- E romantici, dialogo di Salvatore Betti, tomo 3i, p. 281. - Dialoghi per la concordia de'medesimi, e dei romantici, tomo 34? P- 366 ; e tomo 35 , pag. 200. Clinica, Medica di Padova, tomo 6, p. 3o3; e tomo 7, p. 40 • - Di Bologna, ivi, p. i56. Cloro. Vedi Canali Luigi. Clorosi, tomo 43, p- i42- Cocciniglia, Suo principio colorante, t. 63, p. 34* Codice, Cartaceo del secolo XV, tomo 7, p. 4°4*~ Vaticano palatino XXIV, tomo 8, p. 86 e 233.- Ottoboniano vaticano num. 2229, ivi, p. 411*" Rescritto della biblioteca vaticana, tomo 11, pag. 36 1. -Autografo di Petrarca, tomo 28, p. 277.- Di Alessandro de Hales, tomo 45» P- 86. Cognome, Origine del cognome Cicero, t. 2, p. 3i 1. Colchico, Comune, esame chimico, t. 8, p. 37. Collana, Di greci storici volgarizzali, t. 8. p. 116. Collezione , Di opere scelle di scrittori italiani vi- venti, tomo 25, p. 244- - Di opere ad uso degli artigiani e dei lavoratori, tomo 38, p. 325. -Del- le migliori omelìe de'sanli padri greci volgarizza- te, tomo 35, p. 241; e tomo 89, p. 352. - Di poesie sacre per la maggior parte inedite , tomo 4o, pag. 345. Colombario, Scoperto in Roma, tomo i3, p. 116. Coltivazione, De'ranuncoli, tomo 3, p. 427> - Delle campagne di Civitavecchia, tomo 1 1 , p. 269 e 281. - Della canna di zucchero, ivi, p. 3o5. -Del riso in orti galleggianti, tomo 49 > P- *66. - Di alcune piante esotiche in Viterbo, t. 70, p. io5. Combustibile, Mezzo per ridurre a metà il suo con- sumo, tomo 4» Pag- 33y. - Combinazione dei me- desimi fra loro, tomo 12, p. 2y3. Combustione, Sua teoria, tomo 27, p. 1 15. Contentar i, Di medicina e di chirurgia, t. 5, p. 285. Comento, Della divina commedia, testo inedito di un contemporaneo di Dante, tomo 3o, p. 242. Comete, Due del 18 19, tomo 3, p. 244? e tomo 4> pag. 70. Comizi centuriati, Presso i romani, t. 23, p. 110. Commedia , Trattato del principe don Pietro Ode- scalchi, tomo 18, p. 2I0 e 347. - Di Paolo Co- sta, tomo 27, pag. 43. - Dell'avvocato Vincenzo Berni degli Antoni, tomo 28, p. 3^0. - Censure fatte alle medesime dalla biblioteca italiana, to- mo 32, p. 120. -Di Carlo Goldoni, ivi, p. 136.- Pe' fanciulli , di Anna Rosellini-Fantasliei, to- mo 48, p. 365. Componimenti, Vari, tomo 60, p. 25y. Compressibilità, Dell'acqua, tomo 20, p. 338; e to- mo 34, P- 3o8. Concorso, Straordinario pel i833 nell'accademia del- la Ci'usca, tomo 7, p. 257. Condizione, Patologica, tomo io, p. 142. 242 Conservare, L'acqua dolce in mare, tomo 3, p. 268. Contagi, Spontanei, tomo 7, p. 26 e 298. - Tisico combattuto, tomo 26, p. 296. - Loro azione irri- tativa, tomo 38, p. 36. Conti, Di Urbino, tomo 6, p. 249. Contro stimolanti, Loro azione fisiologica, tomo 31, pag. 145. Corona ferrea, Del regno d'Italia, tomo 9, p. 61. Costumi, Cinesi, t. 4» p- 44-_Vedi Martucci Onorato. Creosota, tomo 62, p. 76; tomo 64, p. 204; e to- mo 65, p. 21. Cretonite, Sua analisi, tomo 4» P* ^71. Cristalli, Termelettrici, tomo 66, p. 38. Cristalloide, Sulla sua lacerazione anteriore , tomo 35, p. 129. Cronaca, Viterbese di Giangiacomo Sacchi, tomo 54» pag. 135. Cronologia, Dei re di Lidia, tomo i3, p. 247. Curiosità, Subacquee, tomo 4°i P* I47* D Dagherrotipo. Vedi Melloni Macedonio. Decomposizione, Dell'amido, tomo 4? P» 227. Decreto, Latino dell'accademia pesarese, osservazioni, tomo 4» P- J53. Delitti, Di religione, trattato di giurisprudenza cri- minale, tomo 36, p. 400< Descrizione, Della Grecia di Pausania, tomo 1, p. 4o6. - Geografiche e storiche tratte dalle opere di Daniello Bartoli, tomo 33, p. 121. Detonazioni, Dell'isola di Meleda, tomo 22, p. i3i. Deviazione, Della milza dalla sua naturai sede, to- mo 4» p. 91» 243 Diabete, tomo 34» p. *7« Dialetto, De'fiorentini, tomo i5, p. 253. Dialoghi, Di Luciano tradotti, tomo i, p. 3 n; to- mo 6, p. 271; tomo 7, p. 4°5 ; e tomo 32, p. 261. - Per la concordia declassici e de'romantici, tomo 34, p 366; e tomo 35, p. 200.- Negli eli- si su quel verso della divina commedia nell'epi- sodio del conte Ugolino « Poscia più che il do- lor potè il digiuno » tomo 60, p. 175. -Fra la poesia e la ragione, tomo 63, p. I98. Diboscamento, Progressivo di alcune vette degli ap- pennini, e sui perniciosi effetti di esso, tomo 85, pag. 91. Dicerie, Di ser Filippo Ceffi, tomo 27, pag. 65 e 223. - Sopra un luogo di Dante, di Carlo Guz- zoni degli Ancarani, tomo 61, p. 324. Digitale purpurea, Riflessioni intorno ad essa, to- mo 5, p. 32i. -Sua azione, tomo 14, p. 317. Diplomi, Accademici a buon mercato, tomo 65, p. 326.- Imperiali di privilegi accordati ai militari, tomo 69, p. i5i. Diritto, Romano, tomo 11, p. 361. Dissenteria , Di Egitto, tomo 14, p. 13 e 211. Dissertazioni, Anconitane, tomo 3, p. 172.- Inau- gurali in occasione di laurea in medicina e chi- rurgia pubblicate da vari allievi dell'imperiale e reale università di Padova, tomo 28, p. 197; to- mo 32, p. 383; tomo 34, p- 5; e t. 38, p. 33. Distanza, Del sole dalla terra, tomo 4°» pag« 373 ( con tav. ); e tomo 44? P* 3. Dittamondo, Di Fazio degli Uberti emendato da F. Del Furia, tomo io, p. 59; tomo 33, p. i65. Dittico, Consolare della chiesa cattedrale di Aosta, tomo 74» p. 126. Divina commedia , Perchè si appelli il poema di Dan- te, tomo 4> P* 35.- Ristampa in Roma, ivi, pag. 246. - Edizione di Bologna con tavole in ra- me, tomo 5, p. io4; tomo 7, p. 36g; e tomo io, p. 123. - Edizione romana, ivi. p. 392; tomo 13, pag. i56 e 23y.- Spiegazione di un passo posto nel canto ottavo del Purgatorio, di Antonio Ce- sari, tomo 17, p. 227. - Opera patria sacro-mo- rale, storico-politica, tomo 82, p. 332. Dizionario, Della lingua italiana, tomo 4» P- 3; to- mo 8, p. 420>? e tomo io, p. 436. -Romantique, tomo 19, p. 393. -Dei sinonimi della lingua ita- liana, tomo 59, p. 359. - Degli architetti, sculto- ri, pittori, intagliatori ec, t. 68, p. 319. -Clas- sico di medicina, di chirurgia ec, t. 74» P* 77* Dominazione, Degli stranieri in Sicilia, t. 2, p. i38. Donne, Italiane rinomate in letteratura , tomo 25 , pag. 125. Dramma, Tragico di Giambattista Niccolini , tomo 28, p. 99. Ducato, Detto del senato e romano, tomo 4» P- I29- Duchi) Di Urbino, tomo 6, p. 25o. E Ecclisse, Solare , accaduta il 29 novembre 1826.- tomo 32, p. 27 1. Eccitabilità ed eccitamento, tomo 23, p. 32 1; tomo 24, p. I29; tomo 25, p. 139; tomo 26, p. 129; e tomo 27, p. 257. - Vedi Guani Gio. Battista. Economia, Campestre di Civitavecchia, tomo i3,p. i65. - Politica, tomo i5, p. 285 ; tomo 16, p. 16 e 297; tomo 17, p. a3, 170 e 344* - D^ SU 245 smondi, tomo 20, p. g. -Pubblica, tomo 23, p. 277. - Suoi progressi fino al termine del secolo passato, tomo 25, p. 280; e tomo 26, pag. 5. - Idem dal principio del secolo fino al presente, t. 27, p. 267; tomo 28, p. 5o e ic)4; e tomo 29, p. 54 e 1 75. - Pubblica in Italia, sua storia di Giuseppe Pecchio, tomo 68, p. 19. Edifici , Di Roma moderna disegnati e pubblicati , tomo 38, p. 317. Editto, Universale, tomo 19, p. 396; tomo 20, p. 32o; e tomo 25, p. 137. Educazione, Dei figli, trattato di Plutarco, tomo I9, p. 38 1; tomo 23, p. 249; e tomo 3|, p. 117.- E direzione dei grandi conservatorii, tomo 22, p. i58. -Delle fanciulle del volgo, tomo 38 , pag. i32. - Dei figliuoli, dialogo del card. Giacomo Sa doleto, tomo 57, p. 282. - Usata dagli antichi in allevare i loro figliuoli, tomo 74, p. 348; e to- mo 75, pag. 209. - Del troppo e del poco nella educazione, tomo 61, p. 22 1. Egiziani, Antichi loro segni numerici, tomo 4> Pag 276 ( con tav. ) Egloghe, Di Sanazzaro tradotte, tomo 23, p. 376. Elegia, De aquaeductu Fucini , tomo 4 » P- 242 e 399. - Francisci Guadagni, tomo 6, p. 260. -Di Angelo Mai, tomo 12, p. g5. - Del Morcelli, to- mo 14 , p. 25 1. - Di Daniello Berlingeri , tomo 25, p. 252. -Di Francesco Cancellieri, tomo 3i, p. 246. - Di Antonio Chersa, tomo 35, p. 93. - Di Cesare Montalti, tomo 76, p. 170. Elettricità, Atmosferica, tomo 2, p. 422; e tomo 40, p. 253. - Effetto della medesima sopra l'ago ma- gnetico, tomo 8, p. 174 e 343. - Fenomeno elet- G.A.T.LXXXVI. 17 46 trico, ivi, pag. 281. -Sua influenza nella produ- zione dei fenomeni della vita, soprattutto nei cor- pi animali, tomo 11, p. 24. - Vedi Gallini Stefa- no, Pianciani Gio. Battista; tomo 46 > P« 7; to- mo 51, p. 59; e tomo 78, p. io3. - Confronto dei circuiti elettrici coi circuiti magnetici, tomo 18, p. 3o. -Influenza della luce solare nella pro- duzione de'fenomeni elettrici e magnetici , tomo 45, p. 145- - Scintillazione elettrica prodotta dall' azione della calamita, tomo 52, p. 279. -Intor- no all'azione delle calamite elettriche, tomo 55, pag. 352. - Azione chimica delle correnti termo- elettriche, ivi, p. 354. - Intorno le relazioni dei cambiamenti elettrici e chimici di Onofrio Davy, tomo 4^» P« 187. -Vera scintilla elettrica, tomo 70, pag. 5o. Elia. Vedi leggi elia e fusia. Elleboro, Bianco, esame chimico, tomo 8, p. 37. Elmo, Campano illustrato da G. A. Guattani, tomo 7, p. 69. - Di bronzo con iscrizione greca, tomo 8, p. 373; e tomo 9, p. 309. Elogio, Del dott. Leone Ludovisi, tomo 7, p. 4<>5.- Storico di Pietro Rubini, tomo i5,p. 236. - Sto- rico cibila contessa Bianca Uggeri Capece della Somaglia , ivi, p. 238.- Di Ennio Quirino Vi- sconti, tomo 16, p. 269. -Del conte Filippo Se- veroli, tomo 18, p. 89. - Del cav. Domenico Co- togno, ivi, p. 126. -Di Giovanni Santi, ivi, pag. 190. - Del p. Anton Maria Grandi, ivi, p. 245.- Storico del p. Guglielmo della Valle, tomo 19, p. in. -Del conte Giulio Perticali, tomo 20, p. 257; e tomo 33, p. 231.-Dell'ab. Luigi Lanzi, tomo 21, p. 2G7. -Del cav. Giuseppe Gioeni, to- a47 mo 24, p. 287. -Del dott. Giuseppe Lodoli, to- mo 25, p. 243. - Del prof. Pielro Ruga, ivi, pag. 267. - Del dott. Dario Angelucci, t. 3o, p. 29.- Di Giuseppe Antonio Testa, t. 31, p. 164. - Di Federico Commandino , tomo 34 , pag. i45. - Di Tommaso Garzoni, tomo 38, pag. no. - Di Casilde Albini, tomo 42» Pag- 125. - Storico di Pietro Novelli, tomo 44» Pag- 2I4- ~ Di Pietro Borghesi, ivi, p. 323. - Di Carolina Ungher, to- mo 45, p. 265. - Del cav. Gaspare Landi, ivi, p. 287. - Di Francesco Antonio Mona , tomo 46 , p. 98. -Di Basilio Amati, tomo 47» P« i47- ~ Di Giambattista Martinetti, tomo 48, p. 1o5. -D'Ip- polito Pindemonte, tomo 49» P- 3o1. - Di Mar- cello Malpighi, tomo, 5o, pag. 74. - Di Teodoro Bonati ferrarese, tomo 52, pag. 252. - Di Cesare Lucchesi ni , tomo 54, pag. 177. -Di Francesco Cancellieri, tomo 56, p. 347- - Di Pasquale Ama- ti, tomo 57, p. 211. -Di Baldassar Castiglione, tomo 60, p. 241. - Di Girolamo Amati, tomo 61, p. 182. -Di Lazzaro Papi, tomo 62, pag. 3o2.- Istorico di Alessandro Volta, tomo 63, p. 277.- Di Domenico Antonio Marsella , tomo 66 , pag. 333. Di monsig. Niccola Maria Nicolai, tomo 67, p. 199. - Di monsig. Filippo Maria Renazzi, to- mo 68, p. 276. - Di Teresa Bandettini, tomo 70, p. 233. - Storico di don Baldassare Odescalchi , tomo 71, p. 285. - Di Serafino Merloni, ivi, p. 362. -Di Domenico Scinà, tomo 75, p. 140. -Di sessanta illustri italiani dettati da Melchior Mis- sirini, tomo 70, p. 346; e tomo 78, pag. 74^- Storici inseriti negli alti dell'accademia volsca ve- literna, ivi, p. 79. - E vite diverse, ivi, p. 81.- 248 Di Paolo Cosla, ivi, p. 3i4- -Del principe don Francesco Borghese Aldobrandino tomo 81, pag. 298. - Di Poisson, tomo 84, p. 29. Emblemi, Cristiani, tomo 26, p. I90. Emendazioni, tomo 35, p. 382. Emetina, tomo 38, p. 89. Emorragia, tomo 25, p. 6. Encefalitide, Gravissima, deduzioni patologiche, tomo 64, p. 63. Endecasillabi, Dell'av. Giambattista Adriani , tomo 19, p. n5.-Di Michele Ferruzzi, tomo 27, p. 356. - Di Antonio Aghich, tomo 44» P* a29 j e tomo 48, p« 369. Entozoorum, Synopsis D. Rudolphi, tomo 6, p. 287; e tomo 10, p. 16. Epatta, Gregoriana, tomo 4» P« 83. Epicedio, Per la morte di Alessandro I imperatore di Russia, tomo 28, p. 4°7« Epidemia , Che ha dominato in Rimini nell' estate del 1827, tomo 44» P- 1 7. - Di Roma del 1831, tomo 75, p. i3i. Epidermide, Osservazioni notomico-fisiologiche , to- mo 9, p. 24. Epìgrafe, Del Morcelli, tomo 1, p. 462 ; tomo 2, pag. 283; tomo 5, pag. 437. - Latina scoperta in Egitto, tomo 3i, p. 187; e tomo 4°, p. 334. - Del museo borbonico, tomo 5o, p. 3o5. - Di Giu- seppe Ignazio Montanari, tomo 71, p. 36i.-Di Carasalta, volgarmente detta eliana, spiegata, to- mo 81, p. 136. -Di vari, tomo 83, p. 362. Epigrafia, Volgare, tomo 75, p. i5i. Epigramma, Del Battistini, tomo i3, p. 1 57. - Di Gianfrancesco Cecilia, l. 16, p. 106. - Di Zeffiri- 2/+9 no Re, tomo 20, p. 282; tomo 25, p. 121 ; e tomo 35, p. 81. -Di Francesco Cancellieri, to- mo 23, p. 252; e tomo 25, p. 1 27. - Di France- sco Guadagni, tomo 24, p. 3y5. - Di Giancarlo Di Negro, colla versione latina di Luigi Biondi, ivi, p. 377. -Di Raimondo Cunich, tomo 25, p. 49 e 206; tomo 26, p. 83 e 214; tomo 27, p. 56 e 1 g5. - Improvviso del cav. Vincenzo Monti, tom. 28, p. 270. - Di Michele Ferrucci , tomo 3i, p. 384- " Del Gagliuffi, tomo 33, pag. 224; tomo 46, p. 23 1; tomo 47» P- 366; e tomo 5i, p. 107. - Antichi, de'mezzi tempi, e moderni per- tinenti alla città di Chieti, tomo 35, p. 67. -Di raonsig. Carlo Emmanuele Muzzarelli, tomo 41» p. 4°9* ~ Di Luigi Crisostomo Ferrucci, tomo 46, p. 348; e tomo 59, pag. 365. - Di Michelangelo Poggioli, tomo 5i, p. 369. - Di Luigi Salina, to- mo 55, p. 222. - Greci tradotti, tomo 82, p. 268.- Greco cristiano de' primi secoli supplito ov' era duopo e comentato, tomo 83, p. 223 (con tav.) Epistola, A. Quinto Fratello (Vedi Cicerone)- Ad diversos Lucae Holstenii, tomo 4> P- 58. -DiF. Testa al conte L. Trissino, tomo 8, p. 271. - Per nozze, del conte Giovanni Paradisi, tomo 11, p. 25 1. - Di Antonio Cesari, tomo 16, p. 409. - Di Enrichetta Dionigi Orfei, tomo 46» P* 7°« -Di Francesco Petrarca, tomo 62, p. 3 io. -Di Giu- seppe Ignazio Montanari, tomo 70, p. 1 66. Epitaffio, Antico, pubblicato e spiegato, tomo 4> P* 245 e 257. -Greco antico spiegato, tomo 15, p. 171. - Di una cagnoletta, tomo 22, p. 119. Epitalamio, Di Elena, idillio XVIII di Teocrito vol- garizzato, tomo 5, p. 285. - Di Ariosto, tomo 62, p. 239 e 35o; e tomo 63, p. 190. 25o Epizoozia.) Contagiosa, tomo 33, p. 429. - Del glos- santrace, o cancro volante de'buoi, t. 35, p. i5o. Epodo, Secondo di Orazio tradotto, tomo 42, Pag« 11o. Epulide, Cancerosa accompagnata da osteo-sarcoma della mascella inferiore, tomo i5, p. 261 ; e to- mo 18, p. I27. Equazione , Generale completa di secondo grado a tre indeterminate, tomo 15, p. 3. Equilibrio , Delle volte, tomo 68, p. 3o (con tav.) Equitazione, Sua utilità nell'economia animale, to- mo 34» p- 9- Ernia, Del perineo, tomo 14, p« 327. Esame, Critico di alcune recenti poesie italiane, to- mo 38, p. 233; tomo 4o> p. 234 ; e tomo 42, pag. 208. Esercitazioni, Dell'accademia agraria di Pesaro, to- mo 43, p. 129; tomo 45» p. 3n; tomo 49» P* 370; tomo 5i, p. 116; tomo 55, p. 3x6; tomo 60, p. 34o; tomo 62, p. 358; tomo 65, p. 3i3; tomo 69, p. 373; tomo 77, p. 342; e tomo 85, pag. 355. Esperienze, Elettriche di Saverio Barlocci, tomo 9, p. 35o; tomo io, p. 42^5 e tomo i3, p. 37. Esposizione, Fatta in Bologna di alcune gallerie par- ticolari, tomo i5, pag. 129. - Di belle arti della reale accademia di Modena, tomo 38, p. 332. - Degl'infanti presso gli antichi popoli , e special- mente presso i romani, tomo 79, p. 237. Esofagotomia, tomo 41, p. G9. Eulasia, Sua analisi, tomo 4» P« 3y3. 2bl Fabbriche, Più cospicue di Venezia, tomo p, p. 299. Famiglie, Celebri italiane, tomo 4» P* 171.- Paleo- Ioga, tomo 14» p. 96. Fanale, Marittimo, tomo 23, p. 32. Fasti, Consolari e trionfali, tomo 9, p. 263 e 435.- Sacerdotali, tomo 66, p. 167. Favole, Russe, tomo 26, p. 90 e 181. - Di Esopo volgarizzate, nel buon secolo della lingua erano scritte in verso, tomo 28, p. 88. - Nuove di Co- simo Calvelli, tomo 54, p. 2o5. - Di Fedro vol- garizzate, tomo 70, p. 142. - Esopiane trentaquat- tro volgarizzate, tomo 7I, p. 168. Febbre - Lenta nervosa di Huxam, osservazioni, to- mo 1, p. 104. - Petecchiale, tomo 5, p. 178; e tomo 8, p. 147. -Intermittenti, tomo io, p. 297.- Biliose, tomo 18, p. 286. - Loro condizione pa- tologica, tomo 24, p. 137; e tomo 28, p. i\.- Intermittenti perniciose di Roma negli anni I8I9, 1820 e 1821; tomo 24, p. i43; e tomo 29, p. 24. - Periodiche, loro cagioni e natura, tomo 24, p. 157. - Biliose, loro condizione patologica, tomo 28, p. 2 1. - Periodiche di Roma, tomo 3i, pag. 253; e tomo 32, p. 3. - Gialla d'America, tomo 38, p. 44* • Remittente che domina in Egitto, ivi, p. 5o. - Periodiche di Roma, loro origine , tomo 3g, p. 13. - Periodiche, osservazioni medico-pra- tiche, tomo 40, p. 74. - Intermittente, storia pa- tologica, tomo 42, p. 8. - Periodiche loro recidi- vità, ivi, p. 154. - Intermittenti, tomo $7, p. i2 e 134. - Epato-gastriche acute con diffusione di 252 flogosi alla pleura, tomo 62, p, 4^- - Puerperale, tomo 69, p. 36. Felicità, Dell'uomo e della donna, t. 5, p. 243. Ferro, Di Luckcoch, perfezionamento utilissimo del- la sua fabbricazione, tomo 3i, p. 233. Feto, Umano mostruoso, tomo 8, p. i63 e 33i; to- mo 9, p. 4.3. - Privo dello sterno, tomo i5,p. n ( con tav. ); tomo 16, p. 5o. - Mostruoso, tomo 34, p. 265. Figulina, Di Domizia Lucilla madre dell'imperatore Marco Aurelio, tomo 1, p. 359 ( con tav. ) Fiorino, D'oro di Firenze, tomo 4» P« 12g. Fisica, Di Dante, tomo 28, p. 12o. - Sperimentale, lezioni, tomo 69, p. 286; e tomo 71, pag. 36. - Dei corpi ponderabili, tomo 79, p. I04. Fistola, Lacrimale, cura della medesima, tomo 5i, pag. 110. Flebite, tomo 43, p. 297. Flora, Romanae prodromus, tomo 1, p. 126. - Itali- cae descriptiones et icones auctore Io. De Brigno- li a Brunnboff, tomo 6, p. 269. Forme cristalline, Ricerche sopra le cause che pos- sano farle variare, tomo 1, p. 137. Foro, Traiano, tomo 12, p. 207; tomo i3, p. 26o; tomo i5, p. 2oi e 370; e tomo 16, pag. 76.- Notizie intorno le scavazioni dell'antica città di Foro Giulio, tomo 17, p. 4°°- Fosforo, Di manganese di Limoges, sua analisi, to- mo 4, p- 376. Frammento, Antico di bronzo di greco lavoro rap- presentante Venere, osservazioni, tomo 5, p. 279.- Di Seneca, tomo 8, p. 233. - Ciceronis, Titi Li- vii et Senecae, tomo 7, p. 60 e 35o. - Di fasti 253 consolari e trionfali, tomo 9, p. 263 e 435. - An- tiquissimum iliadis cura picturis, tomo io, p. 72 e 242; e tomo 11, p. 181. -D'antico militar pri- vilegio di semplice connubio, tomo 17, p. 2y4*~ Frontonis edente Angelo Maio, tomo 1 9, p. 2i3.- Codicis theodosiani, tomo 21, p. 337.-M. Tul- lii Ciceronis, tomo 25, p. 1 5 1. - Di Rabirio poe- ta tradotti ed illustrati da Giuseppe Ignazio Mon- tanari, tomo 47» P« 333. - Stesicori himerensis , tomo 44? P* 858. Frasologia, italiana, tomo 33, p. 121. Freddo, Sua teoria, tomo 64, p. 2og. Fusia, Vedi leggi elia e fusia. Galleria, Storica degli uomini celebri d'Italia, scrit- ta da alcuni francesi, tomo 68, p. 323. Gas, Infiammabile del Tevere, tomo 8, p. 178. Gazzetta, Del monte Libano, tomo n, p. 224- - Ci- nesi, tomo 33, p. i62. Gemma, Arabica rappresentante Maometto sul Borac, e la testa di Aly, tomo 4» P* *99 (con tav.) Geni, Degli antichi, tomo 72, p. 23o. Geofagismo, O sia uso di alcuni individui e popoli di mangiare la terra, tomo 23, p. 3. Geometria, Analitica trattata con un nuovo metodo dal p. Domenico Chelini, tomo 75, p. 80 e 279; tomo 76, p. 3 e 237. Gessaie, Del territorio senigagliese, tomo 38, p. 372. Giallamina, Sua analisi, tomo 4» P- ^73. Giornale, Della nuova dottrina medica italiana, to- mo 1, p. 3i5.- Della chimica rediviva degli an- a54 tichi, tomo 8, p. 123. - De'letterati di Pisa, to- mo 12, p. 123. - Del regno delle due Sicilie, to- mo i3, p. 294. -Di medicina, tomo 33, p. 280.- Critico di medicina analitica del dottor Giovanni Strambio, tomo 35, p. 246. - Vedi Hermes, jour- nal. - Di medicina di chirurgia, o sia l'osservato- re medico maceratese, tomo 5i, p. 367. Giuramento, D'Ippocrate, tomo 18, p. 31 3. Giurisprudenza, Romana, o sia corpo del dritto ci- vile volgarizzato, tomo 2, p. 3 16. - Criminale, to- mo 70, p. 357. Grandine, tomo 41» P« 5o; tomo 63, p. 139 e 249. Granito, Di s. Reparata in Sardegna, tomo 21 , p. 356. - Trovato presso alla cima dell'Etna, tomo 24» P« 284* Gravidanza, Nella tuba falloppiana destra, storia ra- gionata, tomo 1, p. I20. Guazzabuglio, Lunario forlivese, tomo 55, p. 221. H Hermes, Classique journal plrilologique, t. 5, p. 287. Hidrometra , Cum graviditate coniuncta, tomo 28, pag. 2o3. I Idraulica, Elementi del Venturoli, tomo 6, p. i52. Idrocardia, tomo 56, p. 3o8. Idrocefalo, Acuto negli adulti, tomo i5, p. 1 37. Idrofobia, Nuova cura della medesima, tomo 2, p. 271. - Comentario clinico di Luigi Valeriano Bre- ra, tomo io, p. 3 0. - Memoria di Agostino Cap- a55 pello, tomo 20, p. 162 e 289; e tomo 33, p. 245.- Dissertazione politico-medica sulla medesima, to- mo 38, p. 269. - Tomo 68, p. i45; tomo 79, p. 484; tomo 80, p. 129; e tomo 82, p. 159. Idrometro , Situato in Roma al porto di ripetta, to- mo i3, p. 183. Imbalsamazione, Presso gli egizi, tomo 3i, p. l2g. Incisione, tomo \, p. 3o2; tomo 3, p. 425 ; tomo 7, p. 243; tomo 4 1, p. 246; tomo 20, p. 275; e tomo 38, p. 320. - In marmo, tomo 41» p« 3gg. Incrostamenti, Salini nei vulcani, tomo 4» P« 233. Indice, Delle materie contenute nel tomo I degli at- ti dell'accademia della crusca, tomo 2, p. i47-- Alfabetico delle voci e frasi, tomo 59, p. 359. Infiammazione, Natura della medesima, tomo 4> P* 217 e 355. - Trattato della medesima, tomo 4°» p. 26. - Adesiva, tomo 64, p. 75. Ingegneri , Pontificii, loro ricerche geometriche ed idrometriche, tomo 8, p. i5. Inno, Di Alessandro Manzoni, la pentecoste , tomo 17, pag. 143. -Al sole, di Caterina Franceschi, tomo 27, p. 328. - A Delo di Callimaco , tra- dotto da Girolamo Amati, tomo 48, p. 3o5. - Sa- cri ed odi di vari autori, tomo 49» P- 355. Innocuità ed utilità delle macchine opificiarie spe- cialmente nello stato pontificio, tomo 49» P» 83. Insegnamento, Pubblico nella Cina, tomo 16, p. 71. Intendimento, Del cane, tomo 21, p. 148. Intermittenti, Sulla loro natura, tomo 3, p. 86. - Lo- ro cura pel caffè, ivi, p. 227. Invenzioni, tomo 5, p. 66; e tomo 65, p. 33 1. Ippopotamo, Maggiore fossile, sua descrizione osteo- logica, tomo 12, p. 21. a56 Iscrizione, Greca del museo vaticano, tomo i , pag. 161. - Di Giuseppe Giannini, ivi, pag. 3o4»- La- pidarie , ivi, pag. 4^9; tomo 3 , p. i35 e i36; e tomo 6, p. 270. - Nomentane, tomo 2, p. 202 e 33 1 ; e tomo 3, p. 184. - Sepolcrali etnische, tentativi per spiegarle, ivi, pag. 328. - Del Mor- celli, tomo 4? P- JI7? tomo 7» P- I25 e 256 ; tomo 8, p. 228 e 365; tomo 9 , p. 436 ; tomo 16, p. 4J4; tomo x7> P- 4ixj e tomo 3o, pag. 385. - Pel funerale di Vincenzo Mazza, tomo 5, p. 285. - Delle martiri Simplicia ed Orsa, disser- tazione epistolare, ivi, p. 376. -Di Cosimo Betti, tomo 6, p. 118. - Greca illustrata da Girolamo Amati, ivi, p. 2i5 ( con tav. ) - Sanese, ivi, pag. 362. -Di Michele Ferrucci, ivi, p. 41 7 j tomo 8, p. 43o; tomo I2, p. 435; tomo 14, p. 288; to- mo 20, p. 42i; tomo 2I, p. 397; tomo 23, p. n3; e tomo 62, pag. 34l.-Del dott. Giovanni Labus, tomo 7, p. 126; tomo 8, p. 285 e 365; tomo io, p. i45, 295 e 438; e tomo 15, pag. 131 e 248. -Di un amuleto greco , tomo 7, p. 168 (con tav. )-Di Francesco Cancellieri, ivi, p. 261; e tomo 23, p. 11 9. -Di A. Borda, t. 7, p. 4*1 o* - In onore del card. Litta, tomo 8, p. 67.- Dell'ab. Gio. Battista Zannoni, ivi, p. 114; to- mo 9, p. 142; tomo 11, p. 397; tomo 12, pag. 123; e tomo 18, p. 25o. - Efesisa , tomo 8, p. 275. -Greca scolpita in un antico elmo di bron- zo, ivi, p. 373. - Di Filippo Schiassi, tomo 9, p. 3o8; tomo 13, p. 159; tomo 22, p. 114; tomo 24, p. 378; tomo 31, p. 384; e tomo 41» Pag« 4o5. - Greca della reale galleria di Firenze , to- mo 1o, pag. 357. -Antiche inedite di Clemente 257 Cardinali, tomo 11, p. 74 e 229. -Del march, di Villarosa, ivi, p. 1 2 7. - Di Salvatore Betti, ivi, p. 253. - Nuovamente trovate, tomo 12, p. 92.- Trovata a Tor Marancio, ivi, p. I2L- A Cosmo Betti, ivi, pag. 269. - Greca metrica spiegata da Girolamo Amati, tomo 13, p. 1o3. - Recentemen- te scoperte nei contorni di Roma e nello stato, ivi, p. 379. - Inedita di Tommaso Belloro, tomo 15, p. 108. - Dissotterrata a Saintes ( Mediola- num santonum ), ivi, p. 246. - Di Giulio Perti- car^ tomo 16, p. 4^ °- ~ Trovata a Idelberga, ivi, p. 413. -Tomo 17, p. 148 ; tomo 23, p. 378; tomo 38, p. 368; tomo 74, p. 341 e 345; e to- mo 83, p. 359. - Scoperte recentemente, tomo 18, p. I97. - Di Luigi Crisostomo Ferrucci, tomo f 9, p. 390; tomo 39, p. 384; e tomo 77, p. 36o.- Due provenienti dalla Germania, t. 2I, p. 5g.- Dell'ab. Giuseppe Manuzzi , tomo I7, p. I3g ; tomo I8, p I24; tomo 36, p. 13o ; tomo 37, p. I99; tomo 38, p. 36o; e tomo 47» P« i83.- Del Boucheron, tomo 2I, p. 285; tomo 25, pag. 241 ; tomo 35, p. 38o; e tomo 63, p. 234. -Di Egitto, tomo 2I, p. 398. - Veliterna, tomo 22 , p. 11 5. - Greche e latine, ivi, p. 18o. - Di Gi- rolamo Amati, tomo 22, p. 378; e tomo 41» P* 4o4- -Di Bartolomeo Borghesi, tomo 26, p. 249; e tomo 41» P- 402- ~ Auliche, tomo 28, p. 345; e tomo 82, p. 94. - Di Giuseppe Manuzzi non più stampate, tomo 3o, p. 25o. - Del teatro si- racusano, tomo 3i, p. 16. -Due antiche di Ur- bisaglia, tomo 32, pag. i63. - Di Gio. Battista Baudana-Vaccoliui, ivi, p. 23 1. - Bresciane, ivi, p. 3o3. - Di Stratonicea, tomo 33, pag. 4*« " Di i58 Biagio Stulli, tomo 35, p. g5. - Poetica inedita di Bartolomeo Ricci, tomo 37, p. 224. -A Ca- nova, ivi, p. 36 1. - Del conte Girolamo Àsquini, ivi, p. 395. -Di Luigi Muzzi, tomo 35, p. 376; tomo 38, p. 120; tomo 40, p. 366; e tomo 55, p. 23 1. - Antiche recentemente scoperte , tomo 3g, p. 2i 5. - Di monsig. Carlo Emmanuele Muz- zarelli, ivi, p. 400>. - Di Gio. Battista Niccolini, tomo 41» P- 4r4' ~ -Di Gianfrancesco Rambelli , tomo 43» p» 260. - Consolari nuovamente trova- te, tomo 44» P- 337. - Del prof. Gagliuffi , ivi , p. 353. - Antica recentemente scoperta, tomo 46, p. 232. - Italiane, ivi, p. 344? e tomo 47» P- 323.- Di Ottavia figliuola di Cesare Augusto recente- mente scoperta in Roma, tomo 49 > p- 23o. - Ve- neta, ivi, p. 280. - Rinvenute nel sepolcreto dei servi e liberti della gente volusia, tomo 5o, pag. 25o. - Dell'av. Giuseppe Fracassetti, tomo 5i,p. 378. - Antica corretta, tomo 54, p. 2o3. - Illu- strata, tomo 56, p. 323. - Etrusche, tomo 58, p. 293. - Latine di Giuseppe Ignazio Montanari, to- mo 62, p. 346; e tomo 78, p. 114. -Di Dome- nico Vaccolini, tomo 63, pag. 226. - Italiana di Gio. Battista Gerardi, tomo 66, p. 353. -Latina composta in Francia l'anno 1840, t. 83, p. 348. Istituto, Clinico romano, tomo 12, p. 3 16; tomo 17, p. 358; tomo 33, p. 142; e tomo 43, p. 1 54-— De'sordi muti di Siena, tomo 52, p. 3i; e to- mo 57, p. i64« Istruzione, A chi volesse scrivere una tragedia ro- mantica, tomo 28, p. 4o4* -Elementare, tomo 46, p. 164; e tomo 47» P« lj3. a5g K iiainca , Proprietà chimiche e medicinali della sua radice, tomo Sjt p. 3. Kaschemire, Capre a pelo, tomo 8, p. i4l • Keratonixis, tomo io, p. 3i4« Lago, Di Fucino, elegia, tomo 4» P* 242 e ^99* ~ Sabatino, ricerche fisico-chimiche, tomo 4^, pag. 18. - Storia dei medesimi, tomo 5i, p. 224. - Ri- cerche storico-fisiche sul lago di Fucino, tomo 62, pag. 274. Lapidaria, Italiana, tomo 3, p. 269. Lapidi, Recentemente scoperte, tomo 5, pag. i/+5. - Illustrata, tomo 6, p. 118. -Dissotterrate a Civi- tavecchia, tomo 7, p. 257.- Veliterna con note di Clemente Cardinali, tomo 8, p. 72. -Rimine- si, ivi, p. 368. - Etnisca rinvenuta in Perugia, tomo 3o, p. 293 ( con tav. ); tomo 34> p- 47 e 206; e tomo 35, p. 170. -Di s. Filomena, tomo 72, p. i45 ( con tav. ) Lava, Di Capodihove, osservazioni chimico-mineralo- giche, tomo -Io, p. 35. - Antiche trovate presso la cima dell'Etna, tomo 24, p. 284. - Scoperta nelle vicinanze di Roma, tomo 41» P- *58. Lavagna, Memoria sulla detta pietra, t. 5, p. I9. Legatura, Delle grosse arterie degli arti , tomo 6, p. 3 12. Legge, Petronia illustrata, tomo 4» P« >9« - Elia e Fusia, intorno al diritto ed al tempo di propor- re le leggi, tomo 1, p. 73 e ig5. - Del moto, ri- a6o chiamate ai loro principii, tomo 21, p. 189. - Pu- tuleana illustrata, tomo 33, p. 323. Leghe, Del potassium, tomo i3, p. 202 e 318. Lettere, Tre in cifra ed inedite di Francesco Guic- ciardini, tomo 3, p. 206 ( con fac-simile ) - Ine- dita di Pietro Aretino, tomo 3, p. 35i. -Inedi- ta di Francesco Redi, tomo 4? p« 2o4- - Del card. Pietro Bembo e di Bernardino Baldi, ivi, p. 3 17.- Inedita di Bartolomeo Ammanati, ivi, pag. 387.- Inedite di Battista Guarini, tomo 6, p. ioi.-Di Ferdinando Panieri, ivi, p. 1 1 3. - Inedite del bea- to Giovanni Colombini da Siena, ivi, p. 332 e 412. -Di Peruzzi, ivi, p. /±\2. -Nella quale si fa il confronto tra la pittura e l'incisione, tomo 8, pag. 274. - Di Francesco Cancellieri sopra la permanenza di Federico IV in Italia, tomo g, p. 100 e 289.- Del cav. Vincenzo Monti, ivi, p. 2o6; e tomo i4> pag. 23o. - Del dott. Giovanni Labus sulla maniera di cuoprirsi il capo degli an- tichi romani, tomo io, p. 96. - Di Bartolomeo Borghesi, sul cippo migliare di Verona, ivi, pag. 2 il- Sugli scrittori Tiziano Aspetti e Girolamo Campagna, tomo i2, p. 108. - Di Agostino Pe- ruzzi, tomo i3, p. 375. - Del dott. Luigi Forni, tomo 14, p. 223. -Del prof. Luigi Maria Rezzi, tomo 14» P- 4^9- - Inedite di Giulio Perticavi, to- mo 15, p. 35o; tomo 16, p. 88; e tomo 48, p. 28. - Antellane sopra le opere e gli scritti di Fran- cesco di Giorgio Martini, tomo 16, p. 385; to- mo I7, p. 418; tomo 18, p. 1o6 e 23o; e to- mo I9, p. 92. - Del prof. Salvatore Betti, tomo 16, p. 411.- Inedita di Aldo Manuzio, tomo 1 7, p. 429. - Di Ennio Quirino Visconti, tomo 2o, 26l p. 107. - Di P. Mini, tomo 21, p. 127. -Dell' ab. Petit-Radel, ivi, p. 391. -Del canonico Giu- lio Mancini, tomo 22, p. 121. -Di Giovangior- gio Trissino, ivi, p. 122. - Sull'India, ivi, p. 325.- Di Giuseppe Salvagnoli Marchetti, tomo 23, p. 201; e tomo 3o, p. a^.-Di Leopoldo Staccoli, tomo 25, p. 118. -Del conte Gio. Francesco Ga- leani Napione, tomo 26, p. 73. -Di monsig. Gio- vanni Della Gasa, ivi, p. 118. - Di Domenico Vac- colini, tomo 27, p. 122. -Di Benedetto Moyon, ivi, p. 35o. - Di Urbano Lampredi, tomo 35, p. 118. -Del p. Luigi Pungileoni, ivi, p. 253. Di Michele Colombo, tomo 36, p. i3i. - Del dott. Giuseppe Tonelli, tomo 4°? P« 35o. - Di un as- sociato al giornale, tomo 45, p. 3o3. - Due ine- dite del conte Giordano Riccati, tomo 48, p. 16.- Inedite di celebri italiani, tomo 49» Pag- 3 13. - Quattro inedite di Ennio Quirino Visconti , to- mo 5l, p. 3o6. -Inedite di Giacomo Garatoni , tomo 54, p. 332. - Pittoriche da unirsi alle pub- blicate da monsig. Bottari, tratte da'libri stampa- ti e da'manoscritti, tomo 57, p. 3o2; e tomo 80, p. 93. -Due del Barthèlemy, tomo 74, p. 214. - T. 78, p. 366. -Di Luigi Biondi, t. 85, p. 212. Letti, Degli antichi, tomo 54» P- 3o3. Libertà, Trattato della politica libertà di Battista Gua- rnii, tomo 1, p. 271. -Ed indipendenza di An- cona nel medio evo, tomo 6, p. 343. iÀbrii Nuovi italiani, tomo 1, p. 3 16; tomo 16, p. 417; tomo 17, p. i5o e 293. - Nuovi francesi, tomo 1, p. 463. - Nuovi inglesi, ivi, pag. 4^7* - Nuovi, tomo 5, p. 288; e tomo 14, p. 290. G.A.TLXXXVI. ,8 2Ò2 Limbicco , Di nuova costruttura del dott. Gaetano Melandri-Contessi, tomo 3o, p. i55. Lingua, Toscana, dialogo medito di Gian Vincenzo Gravina, tomo i, p. 33. - Italiana, ivi, p. 3n.- Conosciute e loro dialetti, tomo 7, p. 4^8. - Vol- gari d'Italia, preludi due , tomo 83, p. 355. Lino, Specie nuova, tomo 37, p. 58. Litotomia. Vedi Vaccà-Berlinghieri Andrea, Trasmon- di Antonio, Gattei Francesco. - Tomo 65, p. 3; e tomo 67, p. io3. Litotripsia, tomo 65, p. 3; e tomo 85, p. 366. Longevità, tomo 21, p. 122. Lucertola, Nuova che è in Francia, tomo 79, p. 3 ( con tav. ) M Macchina, Proposta da Cristian per preparare la ca- napa senza macerazione, tomo 7, p. 309. - Per agevolare il segamento del marmo e delle pietre dure, tomo 25, p. i33. -A vapore, tomo 3i, p. 3 80. - Per istampare e scrivere rapidamente, to- mo 38, p. 324. - Che annualmente si costruisce e trasporta per la città di Viterbo, tomo 3g, p. 33g. - Applicabilità del vapore delle acque termali al movimento di macchine opificiarie , t. ^.o, p. i49--Opifìciarie, loro innocuità ed utilità special- mente nello stato pontificio, t. 49» p- 83. - Ad asse rotante mobile, tomo 74, p. 42- - Di Hunter per gli annegati, tomo 58, p. 371. Magnetismo. Vedi elettricità. - Tomo 6, p. 327. -Del- la luce, tomo 43» p. 12. Malattie, Degli occhi, tomo 2, p. 1 43. - Per la qua- a63 le morì il conte Giulio Perticati, tomo 1y,pag. 354* - Epidemiche regnate in Sanseverino dall'a- prile all'ottobre del 18 17, tomo 21, pag. i35.- Artritiche, reumatiche, celtiche, erpetiche ed altre della cute, tomo 28, p. 33. -Derivate agli uo- mini dal viver sociale, tomo 34, p. i3. - Della faccia, tomo 83, p. 162. - Della mente, tomo 49> pag. i5y; e tomo 55, p. 1. - Contagiose che si propagano dall'un genere all'altro di animali, e da questi all'uomo, tomo 77, p. 81. Manoscritto, Antico di Eutropio, tomo 8, p. 120.- Comenti alla divina commedia di Dante Alighie- ri, tomo 3o, p. 123. - Barberiniano delle questio- ni tusculane di Marco Tullio Cicerone, fatte vol- gari nel trecento, tomo 47» P- '70*. -Dei fioretti di s. Francesco esistente in Rimini presso il Pao- lucci, tomo 43, p. n5.- Inedito contenente al- cune osservazioni dantesche di Filippo Rosa Mo- rando, tomo 56, p. 225. - Di cose italiane con- servati nelle biblioteche del mezzodì della Fran- cia, tomo 73, p. 349. Marmi) D'Elgin, tomo 1, p. 149, 207 e 433. - Di Carrara, tomo i4> p. 25. - Loriesi, tomo 24, p. 78. - Antichi comensi letterati e figurati, tomo 66, pag. 3i5. Materia medica , Analisi dei fondamenti della me- desima, tomo 17, p. i85 e 3o5; tomo ig, pag. 129; e tomo 21, p. 1. Maturazione, Delle frutta, tomo 11, p. i58; e to- mo 12, p. 25. Mausoleo, Temporaneo ideato dal cav. Pietro Cam- porese in onore di Raffaello , tomo 70 , p. 324 ( con tav. ) 264 Meccanica, Elementi, tomo 5, p. i. Medaglia, Pel capitano Francesco De Marchi , to- mo 6, p. 3g9 ( con tav. ) - Inedita di Malatesta IV Baglioni, tomo 12, p. 47- ~ Antiche inedite di Tullio Monaldi, tomo 16, p. 56 ( con tav. ) Medicina, Pratica, istituzioni di Gio. Battista Borsie- ri, tomo 4> P« l\ 9; e tomo 6, p. 121. - Anno- tazioni di medicina pratica del dott. Enrico Acer- bi, tomo 5, p. 161. - Annali della medesima, to- mo 16, p. 3. - Pratica in generale, tomo 28, p. 338. - Italiana del secolo XVI, tomo 84» p. g3. Medorrhea, tomo 34, p- 15. Meteorologia, tomo 41» P- 5o. Mielite, tomo 44» P* 74» Mietitura , Vedi Valeriani Orazio. Milza, Deviazione dalla sua sede naturale, tomo 4» pag. 91. Minerali, Analisi di alcuni, tomo 4» P» 36g. -Zin- ciferi degli stati uniti di America , loro analisi, tomo 5, p. 345. Miniere, Di rame del ducato di Urbino, tomo, 18, pag. 261. Misteri, Eleusini e bacchici, tomo 2, p. 27 e 3oi. Misura, Dello svaporamento dei fluidi , tomo 1, p. 307. - Antica egiziaca, tomo 20, p. 3. Mitologia, Scandinava e degli scaldi, t. 27, p. 177. Monete, Processo per portar via dalle antiche mone- te di argento la crosta che le ricopre , tomo 8 , p. 119. - Due di Lucca, tomo 32, p. 329 ( con lav. )- Antica di Lodi, tomo 69, p. 126. -Anti- che di Atene, tomo 70, p. 126. - Antiche dell'i- sola di Creta, ivi, p, 1 3 1. - Greco-egizia inedita del reale museo di Torino, tomo 77 , p. 209. - a65 Fenìcie delle isole baleari, tomo 74? pag. 13o e i32. - Urbis Galariae, ivi, p. 35o. - Abassidarum, tomo 77, p. 2ii. - Antiche di città, popoli e re, ivi, pag. 202. - Antiche impresse al tempo della guerra italica da alcune città fedeli a Roma, to- mo 79, p. 218. -Di Fermo, tomo 81, pag. i63 ( con tav. ) - Grave del museo kircheriano, tomo 81, p. 275. -Gallica di Tarino, tomo 84j p. i47« Monomachia , tomo 16, p. 187. Monumenti, Antichi. Vedi Fea Carlo. - A Dante Ali- ghieri, tomo 2, p. 446- - Etrusco nella città di Fiesole, tomo 3, p. io3 ( con tav. ) - A Winckel- mann, ivi, p. 274. - Sepolcrale cufico portato d' Egitto in Roma, tomo 4> P- 65. - Sepolcrali del- l'antica Orda, tomo 5, p. 4*8- -Di Ercole Ri- naldo III duca di Modena, tomo 7, pag. 248.- Etruschi disegnati, incisi , illustrati e pubblicati dal cav. Inghirami, tomo 8, p. 111. - Dei Tolo- mei, tomo i4i p. 254- - Della religione cristiana, tomo 16, p. 4° 2 •■ Epigrafici cristiani, tomo 25, p. 348. - D' Italia, tomo 3i, p. 102. - Antico in marmo, tomo 34, P- 242. - In Roma a Torquato Tasso, tomo 35, p. 372; e tomo fò , p. 118. - Lapidari delle chiese e dell' arciconfraternita di s. Maria in portico, delle grazie e della consola- zione, tomo 47? P- 225. - Da innalzarsi nel duo- mo di Ravenna, tomo 5g, p. 346. -Eretto perla vittoria di XIII italiani, ivi, p. 35o. - Sepolcrale scoperto l'anno i836 a Cere, tomo 79, p. 184.- Delle acque claudie e dell'amene nuova , tomo 80, p. 358. - Sepolcrale scoperto presso la città di Padova, tomo 79, p. 207. - Antico collegiale scoperto a Civita Lavinia, tomo 81, p. 11 4- 266 Morfina, tomo 34, p- 273; e tomo 38, p. 87. Mortalità) De'bambini esposti nell'orfanotrofio di Ro- ma, tomo i5, p. 275. Moto, Intestino delle parti dei solidi, tomo 2, pag. n3 e 433; tomo 4» P- I06j tomo 6» P- 4*6» tomo 7, p. 269; e tomo 29, p. 3. Mummie, Egiziane, osservazioni sul metodo d' imbal- samarle presso gli egizi, tomo 3i, p. 129. Municipio, Amate, tomo 3, p. 273. Musaico, Di Pompei, tomo 71, p. 3i3. Museo, Lapidario vaticano, tomo 1 , p. 55 , 178 e 335; e tomo 3, p. 55. - Chiaramonti descritto ed illustrato, tomo 8, p. 278. Mutuo insegnamento^ tomo 7, p. /^oft. N Narcotina, tomo 34, p. 276. Naso, Sua restituzione, tomo 6, p. 3o. Nebbie, Loro formazione, tomo 5, p. 44- Necrologia, Di S. A. Morcelli, tomo 9, p. i35. - Di Ridolfo Schadow, tomo i3, p. 160. - Di Rar- tolomeo Lorenzi, ivi, p. 1 g5. - Di Paolo Salviuc- ci, ivi, p. 44°- " ^ Giulio Perticari , tomo 14, p. I. - Di Giuseppe Caponegri, tomo i5, p. 397.- Di Antonio Canova, tomo 16, p. I. - Dell'anno 1822, tomo I7, p. 149. - Di Ienner, ivi, p. 435.- Del dott. Antonio Rosa, tomo 18, p. 254- - Del- l'av. Onofrio Taglioni, tomo 20, pag. 429- - Di Orazio Carnevalali, ivi, p. 480. - Del cav. Giu- seppe Tambroni, tomo 21, pag. 129. - Dell'anno 1823, ivi, p. 271 e 399. -Di Bartolomeo Gan- dolli, tomo 22, p. 23i. -Di Tommaso Torrigia- 267 ni, tomo 24, p. 120. - Di Antonio Corradini, ivi, p. 249. - Di Carlo Giuseppe Gismondi, tomo 27, p. 293. - Dell'av. Gio. Battista Adriani, tomo 32, p. 389. -Di Alessandro d'Este, ivi, p. 3g].-Del cav. Gian Gherardo De Rossi, tomo 38, p. 385.- Dell'av. Carlo Bosellini, ivi, p. 387. - Del cav. Lodovico Linotte, ivi, p. 390. - Del canonico Giu- seppe Calandrelli, ivi, p. 391. - Del cav. Vincen- zo Berni degli Antoni, ivi, p. 392. - Di Niccola Poggioli, ivi, p. 395. -Di Antonio Cesari, tomo 39, p. 389. -Del cav. Vincenzo Monti , ivi, p. 4o3.-Di Luigi Valeriani Molinari, tomo 40, p. 38o. -Di Giovanni Damasceno Bragaldi, tomo 42, p. 269. - Del conte Giovanni Gucci , tomo 43, p. 266. -Di Matteo Berardi, tomo 45, p. 11 9.- Di Agostino Barbieri, ivi, p. 298. - Di Giovanni Molina, tomo 48, p. 117. -Di Niccola Biagioli, tomo 5o, p. 3i6.-Di Gianfrancesco Galeani Na- pione di Cocconato, ivi, p. 317. - Di Giuseppe Grassi, ivi, p. 319. - Di Giangiacomo Trivulzio, ivi, p. 32i. -Di Antonio Scarpa, tomo 55, pag. 11. -Di Giulio Goldoni padre di Carlo, tomo 55, p. 356. - Di Antonio Campana, ivi, p. 363. - Di Costanza Moscheni, ivi, p. 367. - Di Andrea Can- toni, ivi, p. 373.-Del cav. Gio. Battista Zanno- ni, tomo 56, p. 243. - Del prof. Girolamo Me- landri Contessi, ivi, p. 245. - Di Raffaello Mor- ghen, tomo 57, p. 355. - Di Enrico Giamboni, ivi, p. 358. - Di Ciro Pollini , ivi, p. 359. - Di Giovanni Anguillesi, ivi, pag. 36 1. - Di Giuseppe Salvagnoli Marchetti, ivi, p. 365. . Di Giuseppe Cagnola, tomo 60, p. 357. - Di Giuseppe Marco Calvino, ivi, p. 361. -Di Serafino Gatti, ivi, p. 268 363. -Di Girolamo Murari della Corte, ivi, pag. 365. -Di Paolo Niccola Giampaolo, ivi, p. 368.- Di Niccola Ciampitti, ivi, pag. 3 71. - Di Ramiro Tonani, tomo 61, p. 245. -Di Pietro Compagno- ni, ivi, p. 363. -Di Pietro Prandi, ivi, p. 37I. Di Stefano Borson, ivi, pag. 375. -Di Giovanni Marioni da Ponte, tomo 64, p. 225. - Di Leo- poldo Cicognara, ivi, p. 233. - Di Saverio Scro- fani, ivi, p. 240. - Di Gio. Battista Graziani det- to Ballanti, tomo 65, p. 343. - Di Cesare Arici, tomo 68, p. 36o. - Di Gaetano Della Casa, ivi, p. 363. -Di Olimpiade Presenzini, ivi. p. 372.- Di monsig. Carlo Maria Rosini, tomo 73, p. 118.- Del prof. Alessandro Pieri, tomo 77, p. 84- - Di Pietro Paoli, tomo 80, p. 63. -Di Carlo Bouche- ron, ivi, p. 64. - Del conte Gaetano Mnzzarelli Brusantini, ivi, p. 68. - Di Pietro Schedoni, ivi, p. 74. - Di Vincenzo Cicognara, ivi, p. 7L - Di monsig. Albertino Bellenghi, ivi, p. 83. - Dell'av. Fabrizio Guzzoni degli Ancarani, ivi, p. 90. - Del march. Luigi Biondi, ivi, p. 257. -Del prof. Fi- lippo Leonardi, ivi, p. 3oi.- Di Clemente Car- dinali, ivi, p. 229. Nervi, Dell'occhio umano scoperti da Giuseppe Tra- smondi, tomo 19, p. 3 (con tav. ) e 3i8. Nikel, Arsenicale, e nikel arseniato di Allemont (di- partimento dell'lsere), sua analisi, tomo 5,p. 198. Nitro, Formazione del medesimo e degli altri sali che l'accompagnano, tomo 12, p. i3. Novella, tomo 7, p. 2 1 7. - Italiana di Barry Corn- wal, tomo 8, p. 274. -Inedite d'incerto autore, tomo 15, p. 385; e tomo 17, p. 397. Numeri, Etruschi e romani. Vedi Orioli Francesco.- 269 Aureo, tomo 4> P- 83. - Degli antichi egiziani, ivi, p. 276 ( con tav. ) O Odi , Di Pindaro tradotte ed illustrate da Antonio Mezzanotte, tomo 3, p. 129; tomo 6, p. j3; to- mo 7, p. 107; tomo 11, p. 81 ; e tomo i3, p. 125. - Per nozze, del conte Giovanni Paradisi, tomo 6, p. 347; e tomo 13, pag. i53. - Ob di- scessum Aloisii Biondi ab Roma in Augustam Tau- rinorum, tomo 18, p. 95. - Francisci Guadagni, tomo 21, p. 56. -Di Anacreonte volgarizzate, ivi, p. 113. -Di Caterina Franceschi, ivi, p. 120; e tomo 24, p. 225. - Di Antonio Mezzanotte, to- mo 22, p. 228. -Del cav. Vincenzo Monti, to- mo 25, p. 2I4. - Alcaica di Faustino Gagliuffi , tomo 26, p. 252. - Di Tommaso Sgricci , tomo 27, p. 247. -Di Antonio Tamburini, tomo 34» p. I26. -Si Saffo a Venere, versione di Bartolo- meo Bruni, ivi, p. 260. - Di monsig. Carlo Em- manuele Muzzarelli, ivi, p 384; e tomo 45, p. 90. - Del prof. Luigi Metaxà, tomo 38, p. 362.- Di Orazio tradotte da Loreto Santucci, tomo 3g, p. 25o; tomo 40, p. 2g4; tomo 51, p. 290; to- mo 52, p. 358; tomo 57, p. 253; e tomo 62, p. 122. -Dell'av. Faustino Gagliuffi, tomo 42, p. 247. - Di Giovanni Marchetti, tomo 62, p. 168.- Di Giovanni Rosini, tomo 63, p. 365. Olio, Di croton tilium, osservazioni sul suo uso in- terno, tomo 18, p. 5; e tomo 23, p. I29. -Gua- rigione ottenuta per mezzo del medesimo, tomo 3o, p. 257. 370 Omireni, Loro forme di scrivere, tomo 8, p. 385; e tomo 9, p. 1o8. Opera, Inedita del Montecuccoli, tomo 7, p. 206.- Del conte Giulio Perticari , tomo 16, p. 284. - Di Lorenzo de' Medici detto il magnifico , tomo 27, p. 246. Operazione, Chirurgica straordinaria in Bagnacaval- lo, tomo 70, p. 353. Opuscoli, Astronomici, tomo 1,p. g5 e 227; tomo 14, 283 e 297; tomo 15, p. 14 e 148; e tomo 24, p- 63. - Letterari, tomo 2, p. l+\ e 195 ; e tomo 3, p. 21. - Diversi di Francesco Maria Avel- lino, tomo 3i, p. 2i4' Orazione, Per riapertura di studi, tomo 5, p. 284.- Accademica per distribuzione di premi, ivi, pag. 439. - Panegirica di Epaminonda , tomo 7 , pag. 262. - Funebre pel march. Luigi Biondi , tomo 84, p. 263. Oro, Fatti per servire alla storia del medesimo, to- mo 9, p. 173. -Alcune sue combinazioni, tomo 12, p. 160. Ospitalità, Ricerche del dottor Lodovico Ionii, tomo 62, p. 125. Ossa, Fossili di Magognano, tomo 1, p. 3 io. -Fos- sili rinvenute in Roma e conservate nel museo kircheriano, tomo 67, p. 1 58. Osservatorio, Di Marlia nel ducato di Lucca, tomo 5, p. 829. - Astronomici nuovi, tomo 7, p. i33. Osservazioni, Di medicina, tomo 1, p. 233.- Nu- mismatiche di Bartolomeo Borghesi, tomo i2, p. i83 e 373; tomo i3, p. 65 e 342; tomo i4> P- 355; tomo i5, p. 41 e 3o3; tomo 16, p. 2o3; tomo 17, p. 56 e 365; tomo 18, p. 36 ; tomo -*7* 24» P- 2go; tomo 25, p. 67 e 35g ; tomo 26 , p. 53; tomo 27, p. 64 e 208; tomo 36, p. 65 e 320; tomo 4o> P- IO>o; tomo 65, p. 102; e to- mo 84? P- 168. -Fatte al Vesuvio, tomo 16, p. 2g3. - Metereologiche dall'anno 1811 fino al i82o, tomo 17, p. 2g5. - Geologiche fatte nella contea di Sommantino in Sicilia, tomo 27, p. 17.. Chi- miche sull'alterazione de'colori ne'quadri dipinti a olio, ivi, p. 158. - Geologiche fatte nei contorni di Nicosia, ivi, p. 166.- Sopra alcune fabbriche romane recentemente innalzate, tomo 47» P- 2xq.- Pratiche di chirurgia, tomo 3g, p. 73; tomo 4*» p. 2i5; e tomo 62, p. 257. Ossigeno, Cogli acidi, tomo 1, p. 399; e tomo 2, p. 25o. - Coll'acqua, ivi, pag. 4*5. - Sua azione controstimolante, tomo 34, p. 279. Ostetrìcia, Trattato elementare , tomo 5, p. 288. - Degli antichi, comparativamente a quella de' mo- derni, tomo 85, p. ii2. Oftalmia, De'soldati, tomo 37, p. 9. Ottica. Vedi Settele Giuseppe. Palombari, Campana dei medesimi, tomo 6, p. 322. Pancreas, Infiammazione del medesimo osservata du- rante una costituzione epidemica di parotiti, to- mo 7I, p. 273. Pane, Coi pomi di terra, tomo 2, p. 288. Parafulmini, tomo 79, p. 24; e tomo 81, p. 3. Par agrandini, Di Tholard, tomo I9, p. 273. - Tomo 37, p. 151. Paraplegia, Curata col fuoco, tomo 25, p. 2. 272 Parentali, A Dante, tomo n, p. 369 (con tav.) Parnaso, Italiano nuovissimo, tomo 3i, p. 236. Parto, Morbosa chiusura dell'orificio dell'utero nella sua imminente occasione, tomo f+, P- 72. - Sinos- si delle varie difficoltà del medesimo , tomo 34» p. 3o3; e tomo 4°> P- i3g. - Naturali anticipa- ti, tomo 32, p. 45; e tomo 35, p. i38. Patera, Etrusca inedita descritta e spiegata da L. Ve- scovali, tomo 9, p. 9I ( con tav. ) Patologia, Induttiva, tomo 42, P- 1 5 1 .- Analitica , tomo 4!5 P* '75 e tomo 4°\ p. 197- Patria, Di Clemente XIV, tomo 18, p. 186. -Di Bartolomeo Eustachi, tomo io, p. 7. - Dell'archi- tetto Bramante, tomo 19, p. 1o4; tomo 2i,pag. 368; e tomo 22, p. 363. Pazzia. Vedi Spurzheim e Forster. Pelvimetro, Per misurare il bacino muliebre di Bal- dassare Chimenz, tomo 52, p. 3. Pesci, Elettrici, tomo 78, p. 25. Peso specifico, Dei gas, tomo 8, p. 35. Peste, D'Egitto, tomo 68, p. 182. Piante, Brasiliane, tomo 12, p. 16. - Da aggiungersi al prodromo della flora romana , tomo 1 8 , pag. 161. - Dell'orto botanico di Bologna, tomo 21, p. 189; e tomo 29, p. 341- -Esotiche coltivate a Viterbo, tomo 70, p. io5. Pietre, Meteoriche, fatti per servire alla loro istoria chimica, tomo 7, pag. 142. - Antiche, tomo 41» pag. 44. Pinacoteca, Di Bologna, tomo 4^, p. 4o6. -Imperia- le reale veneta, tomo 66, p. 36o ; e tomo 76, pag. 363. Pioggia, Effetto della medesima sulle piante, tomo 4, pag. 2i3. Piombo, Gomma, sua analisi, tomo 4, p. 370. ? Pirite, Bianca, sua analisi, tomo 4, p. 3y3. Pittura, tomo 1, p. ,56 e 433 ; tòmo 4, p. a/0 . lomo 5, p. 280 e 4a6; tomo 6, p. , ,o; tomo 8! P- 25o e 419; tomo 9, p. j28; tomo i3 . pag 428; tomo ,4, p. 28o; tomo 26, p. 235; tomo 28, p. 237; tomo 3i, p. 1o6; tomo 32, p. 244- tomo 39, p. 347; tomo 41 , p. 2?5 ; tomo 45' p. 93; e tomo 55, p. i9o.-Di paesi, tomo 1 p. 45o; tomo 2, p. 277 e 455; tomo 3, p. ,26 e 4,,; tomo 4, p. l03; tomo 5, p. ,5o; tomo 7, p. n6; tomo 8, p. 25i; tomo 9, p. ,3o; to- mo 1o' P- Ho; e tomo 3i, p. 108. - Di pro- spettiva, tomo 1, p. 454; e tomo 8, pag. 255. - D'Innocenzo da Imola, tomo 2, p. |6j.- Di sto- ria, tomo 4, p. 98; tomo 6, p. 383; tòmo 7, p. 114; tomo lo, p. 425; tomo ,4, p. 428; tomo 17, p. 285; e tomo 22, p. 223. ,A fresco, to- mo 38, p. 327; e tomo 40, 'p. 3I7. Poema, Tribuito a Giovanni Boccacci, tomo 1, p. j. Poesie, Inedite di Pacifico Massimi ascolano ,' tornò 2, p. 347; e tomo 3, p. 297. - Antiche spagnuole isteriche, cavalleresche e moresche, ivi, p. 45. Castigliane del secolo XVI tradotte, tomo 5, p. 36o. - Sacra latina, saggio di G. A. Cassitti, 'ivi,' p. 4*5. -Altre del medesimo, tomo 6, p. 266.- Di un poeta romagnuolo, tomo 5, p. ^40. - Di Paolina Secco Suardo Grismondi, tomo 8, p. 81.- Melanconiche di Saadi tradotte da Francesco Gua- dagni, tomo 11, p. 78; e tomo 12, p. 87.- La- tina di Benedetto del Bene, tomo 11, p. 122. - Dal march. Giuseppe Antinori, ivi, p. 326. -Di Eustachio Manfredi, tomo 12, p. 58. - Francesi, a74 tomo i3, p. 273 e 419; tomo 14, p. 125; to- mo i5, p. m e 224. - Inedite di Torquato Tas- so, tomo 13, p. 435. - Di Salvatore Scuderi, to- mo 21 , p. 387. - Di Tommaso Gargallo , tomo 22, p. 152. -Latine di Michele Ferrucci, tomo 28, p. 378. -Estemporanea, tomo 26, p. 36o. - Di Giovanni Fantoni detto Labindo, tomo 28, p. 280. -Di Angelo Poliziano, tomo 29, p. 2o5.- Di alcuni moderni autori corsi, tomo 38, p. 261.- Latine di Antonio Chersa, tomo 41» Pag« 265.- Italiane di vari autori, tomo 52, p. 112 e 223.- Di Domenico Vaccolini, tomo 54» p- 235. - Pen- sieri intorno all'indole e alle vicende della poe- sia, tomo 77, pag. 227. -Liriche di autori geno- vesi viventi, tomo 79, p. 364^ Poeti, Della famiglia Piccolomini di Siena, tomo 79, pag. 366. Poetlnl, O l'accademia, farsa da ridere e piangere, tomo 47» P* 20°* Pollalite, Nuovo minerale, tomo 1, p. 400*. Politala, Virginiana, ricerche chimiche terapeutiche sulla sua radice, tomo 41» P» 172. Polisarcia, tomo 15, p. 37. Politica, Trattato della politica libertà del cav. Bat- tista Guarini, tomo 1, p. 27L- Storia del card. Francesco Buonvisi, tomo 6, p. 337. - Militare, tomo 24, p. 366. Polvere, Mezzo per accrescer la forza della mede- sima da cannone, tomo 2, p. 259. - Sua scoper- ta, tomo 3, p. 243. -Atmosferica, tomo 6, p. 1 57. Pomata, Di Autenrieth, tomo 14, p. 31 7. - Slibiata, tomo 20, p. 183. - D'idroiodato di potassa, tomo 43, pag. 152. ay5 Pomona, Italiana, tomo 9, p. 185. Ponti, Sospesi sulle fila di ferro, tomo 22, p. IqS ( con tav. ); e tomo 68, pag. 3. - Militari, tomo 83, p. 171; e tomo 84, p. 58 ( con tav. ) Popolazione, Saggio sul principio della medesima, di T. R. Malthus, ed aggiunte, tomo 1, p. 263 e 4o8; tomo 2, p. i3o e 261; e tomo 3, p. 25o,.- Della Cina, tomo 34, p. 246. Porta, Di s. Sabina in Roma, tomo 69, p. 363. Porto, D'Anzio antico, e moderno innocenziano, to- mo 23, p. 225 e 293 ; e tomo 24, p. 3 ( con tav. ) - E territorio Di Anzio, tomo 57, p. 3o8.- Vedi puntone. Potassium, Sue leghe, tomo i3, p. 2o2 e 3 18. Pozzi, Artesiani o modenesi, tomo 47, P« 97- Prefetti, Di Egitto, tomo 31, p. 187. Processi, Calorifici e frigorifici , tomo 6, p. 3ig. - Per portar via dalle monete di argento la crosta che le ricopre, tomo 8, p. 1 ! 9. - Flogistico, to- mo lo, p. 322; e tomo 11, p. 3i e a5j. Progetto, Di passaggio sotterraneo a Liverpool, to- mo 38, p. 326. Programma, Della reale accademia delle scienze di Napoli, premio per l'anno I820, tomo 2, p. i49-- Della società italiana delle scienze residente in Modena, tomo 3, p. i36; tomo 23, p. 247 ; e tomo 29, p. 71. - D'incoraggiamento, tomo 5, p. I82. -Per un monumento al cav. Giuseppe Tam- broni, tomo 22, p. 252. - Dell' I. R. istituto di scienze, lettere ed arti del regno lombardo vene- to, tomo 57, p. 336. - Du prix propose par la classe des sciences matematiques, et physiques de 1' academie imperiale des sciences de St. Peter- 276 sbourg a la seance pubblique du 29 dicembre i832, io janvier 1833, ivi, p. 338. - Di concor- so pel premio Sgarzi della società medico-chirur- gica di Bologna, tomo 62, p. 372; e tomo 83, p. 367. - Del concorso Balestra che si celebrerà nell'anno 1838 dall'insigne e pontificia accademia romana di belle arti denominata di s. Luca, to- mo 71, p. 364- - Idem pel i83g; tomo 76, pag. 242. - Idem pel 1841, tomo 82, p. 35g. Proiezioni, Teoria analitica, tomo 14, p- 3o8. Prologhi, Inediti di Gian "Vincenzo Gravina, tomo 5, p. 129. Puntone, Ad aratro per lo spurgo de'porti, tomo 72, pag. 364. Pupilla, Doppia, tomo 35, p. 12g. Purificare, Gli oli vegetabili, tomo 2, p. 290. Purismo, Nemico del gusto, tomo 2, p. 56. Quadrante, Di Fermo nel Piceno, osservaz.'oni del- l'av. Gaetano Deminicis, tomo 77, p. 2n. R Rabarbaro, Esame chimico del medesimo, tomo 43, p. 25. - Modo di separare la parte amara e pur- gativa del medesimo, tomo 64» p. 54- Raccolta, Di sonetti ed epigrafi, tomo 65, p. 322. Rachialgia, Riflessioni sulla storia di alcune, tomo 20, p. 58. Ranuncoli, Loro coltivazione, tomo 3, p. 4^7* Rendita, Dei proprietari delle terre di T. R. Mal- thus, tomo 7, p. 196. 277 Restaurazione , Di dipinture a fresco, tomo i, pag. 457. -Di un quadro di Giulio Romano, tomo 3, pag. 4o3. Rettili, Brasiliani, tomo 12, p. 16. Rhus, Radieans, suo uso in alcune forme morbose, tomo 7, p. 332; e tomo 8, p. 3. Ricerche , Geometriche ed idrometriche fatte nella scuola degl'ingegneri pontificii, tomo 8, p. 15. Rime, Non ancora pubblicate di Franco Sacchetti , tomo 1, p. 2o4- - Del conte Ricciardo, ivi, pag. 376. - Di Ira Iacopone , tomo 2, p. 182. - Del conte Antonio di Monte feltro, ivi, p. 358. - Del cav. Vincenzo Monti, tomo 4» P- 190. -Di Mi- chelangelo Buonarroti, tomo i5, p. 21 5. Risaie, Della Marca, tomo 3i, p. 7. Riti, Nuziali degli antichi romani, tomo ]8, p. 248. Ritmo, Musicale e poetico, tomo 8, p. 276. Ritratto, Di madonna Laura, tomo 12, p. 236. - Di Lodovico Ariosto e della donna di lui, tomo 33, p. 190. -Della march. Maddalena Crosa di Ver- gagni, dipinto da Ferdinando Cavalieri, tomo 54, p. 365. -Del Tasso e di Eleonora, tomo 55, pag- 206. - Di trenta illustri bolognesi, tomo 67 , p. 347: -E storia di uomini utili e benefattori dell' umanità, tomo 68, p. 3n; e tomo 76, p. 199.- E vite delle donne celebri di ogni paese, ivi, p. 3 12. -Di D. Bartoccini, tomo 81, p. 363. Romanticismo, Sua vera definizione, t. 4» P« 324- Rabbia, Dei tintori, tomo 63, p. 34. Rugiada, Sue cause, tomo 55, p. 298. G.A.T.LXXXVI. a73 Sabadiglia, Esame chimico della medesima, tomo 8, pag. 37. Sacrario, Gentilesco, ed altri vasi effigiati d'argento, illustrati, tomo 20, p. 106 e 36o; tomo 2I, p. 194; tomo 23, p, 159; tomo 25, p. 3o6; e to- mo 26, p. 157 e 3oi. Sale, Marino uscito dalla piaga di un piede, e resa per bocca, tomo 3, p. 389. - Amarissimo del Ri- gateli^ tomo 35, p. 19. Salsapariglia, Ricerche chimiche sulla sua radice , tomo 24, p. 5o. Sarcocele, Nuovo metodo di curarlo senza l'estirpa- zione del testicolo, tomo 16, p. I67. Satira, Di Gino da Pistoia, tomo i3, p. 388. -Deci- ma di Giovenale tradotta dall'av. Domenico Gio- nantoni, tomo 64, p. i3o. Scavo, Di villa Panfìli, tomo 5, p. 273. - Tentati in Vulci l'anno 1787, tomo 66, p. 192. Scena, Nuova di Terenzio, tomo 2, p. I99. Schedami, De lamina veliterna, tomo 8, p. 424- Scheletro, Naturale, tomo 48, p. 233. Scherzo, tomo 28, p. 279. Scirro, tomo 15, p, 22. Scoperta, Singolare rivendicata ali1 Italia sulla pol- vere da cannone, tomo 3, p. 243; e tomo 5, p. 66.- Rivendicala all'Italia sulle sperienze elettriche, to- mo 8, p. 423. - Scientifiche, tomo i5, p. 1 58.- Tomo 65, p. 33 1. Scorbuto, tomo 63, p. 35; tomo 74, p. 87; e to- mo 76, p. 90. - Vedi Sorgoni Angelo. Scritti, Inedili intorno il sepolcro di papa Giulio II, 3 79 tomo 6, p. 3go. - Di Guido Ubaldo del Monte, tomo 9, p. 338; tomo io, p. 47 e 197. -Inedi- ti di Lodovico Carbone ferrarese, t. 40, P- 224. Scrittori, Ragusini, tomo 3o, p. 181. Scrofole, Recente efficacissimo rimedio per guarirle, tomo 81, p. 369. Scultura, tomo 1, p. 299 e 456; tomo 2, p. 274? tomo 4» P« 97; tomo 7, p. 4015 tomo 12, pag. 263; tomo 13, p. 141; tomo 14, p. 4^8; tomo 15, p. 388; tomo 16, p. 282; tomo 1 7, p. 4i5; tomo 21, p. 265; tomo 27, p. 84 e 343; e to- mo 47» P- 204. - lu avorio, tomo 27, p. 347- Senapa, Bianca, riflessioni sulla sua efficacia , tomo 35, pag. 317. Senato, Di Casale, tomo 80, p. 121. Senna, Sua analisi, tomo 12, p. 39. Sepolcro, Degli Stuardi al vaticano, tomo 3 , pag. 4o5. - Di papa Giulio II, tomo 6, p. 390. -De- gli antichi romani, tomo 45, p. 229. Sej^mone, tomo i5, p. 240. - Consagrato ai cultori degli ameni studi, tomo 16, pag. 109. - Sacri di Gian Carlo di Negro, tomo 26, p. 35 1. - Di Mel- chiorre Missirini, tomo 32, p. i38 e 379. Servitù, Prediali ridotte in casi pratici ed incise in rame, tomo 5, p. 204. Sigillo, Antico romano, tomo 16, p. 334- - Vecchio, tomo 34, p. 236. Singolarità, Architettoniche di una camera sepolcra- le etrusca, tomo 3, p. 4*6 ( con tav. ) Specchio, Mistico di bronzo rappresentante Ulisse e Tiresia, tomo 73, p. 108. - Etrusco di bronzo , congetture, tomo 75, p. 381; e tomo 77, p. i83 e 199. - Etruschi graffili, tomo 85, p. 168. 28o Spezzamento, Meccanico delle pietre per la costru- zione delle strade, tomo 3i, p. 23o. Splenitide, tomo i3, p. 328. Solfati^ Di chinina, tomo 12, p. 38 ; tomo 18, p. 272; e tomo 20, pag. 344. - Sopra il solfato di chinina, sperienze chimiche, tomo 16, p. 129 e i55. - Sue proprietà caratteristiche; tomo 17, p. 2I8. -Di morfina, tomo 34, p- 273; e tomo 38, pag. 87. Sonetti, Inediti, tomo 2, p. 45. -Sul gladiatore, to, mo 3, p. i34--Di Torquato Tasso, tomo 5, p. io3. -Di Cristoforo Ferri, tomo 5, p. 284. - Del cav. Dionigi Strocchi, tomo 6, p. 117.- Di ano- nimo romagnolo, ivi, p. 119; e tomo 7, p. 260.-. Di Ignazio Belzoppi, tomo 9, p. 3o8. - Latino di Cesare Montalti, ivi, p. 309. - Di Lodovico Man- cini, tomo io, p. 146. -Di Carlo Mauri, tomo 11, p. 388. - Attribuito a Dante, tomo i5, pag. 88. - In morte di Giulio Perticari, ivi, p. 122.-* Del conte Giovanni Marchetti, ivi, p. i3o; e to- mo 4^» P- 4°^' " Dell' av. Gio. Battista Adriani, ivi, p. 244- - Di Dante emendato, tomo 16, pag. io5. - Di Gio. Battista Mazzi degli Amadei, tomo 17, p. 141.-DÌ Domenico Vaccolini , tomo 19, p. 25g; tomo 60, p. 355; e tomo 64, p- I27.- Del march. Giuseppe Antinori, tomo 20, p. 275.- Di Bonaventura Daltri, tomo 22, p. 244- -Due di Dante, tomo 23, p. 1 06. - Anonimo, tomo 24, p. 245; e tomo 45, p. 339. - Estemporaneo del cav. Vincenzo Monti, tomo 27, p. 35o. - Di fr. Luigi Pungileoni, tomo, 31, p. 240. -Di Nico- lò Tiepolo, sin qui attribuito al Bembo, tomo 34, p. 70. - Di Antonio Cesari, tomo 36, p. l27;e 28l tomo 43? p- 256. - Di Loreto Santucci, tomo 37, p. 3y3; e tomo 43, p. 2G2. - Di Urbano Lam- preda, tomo 37, p. 390; e tomo 40, p. 34i. - Di monsig. Carlo Emmanuele Muzzarclli, tomo 37, p. 896. - Di Alessandro Sclopis , tomo 45 , pag. 179. -Di Carlo Pepoli, tomo 465 Pag- 34q--Dì Giovanni Roverella, tomo 5o, p. 297. - Di Gio- vanni Rosini, tomo 78, p. 369. - Cento di vari autori, tomo 83, p. 36o.-Duc di Chiaro Davan- zati, tomo 85, p. 357. Stabilimento, Ostetrico regionario in Roma, tomo 5, p. 177. -Rurali in America, tomo 71, p. 26. Stafisagria, Sua analisi, tomo 5, p. 342. Stampa, Principi! della medesima in Perugia, e suoi progressi fino al secolo XV, tomo 7, p. I24 e 3g5. Statistica, Della città di Verona, tomo 23, p. 107.- E topografia medica di Napoli di Salvatore De Renzi, tomo 62, p. \ 7. -Della litotomia esegui- ta col taglio laterale per due anni nell'ospedale di s. Maria di Loreto, tomo 67, p. io3. - Me- dica di Milano dal secolo XV fino a' giorni no- stri, tomo 85, p. 368. Statua, Di una giovane baccante, tomo 1, p. 3 10.- Due del museo vaticano, tomo 18, pag. 63. - Di Cincinnato Raruzzi, la Silvia, tomo 35, p. 97.- Rappresentanti le quattro stagioni collocate sopra le quattro estremità dei due semicerchi che sono nella piazza del popolo, tomo 44> PaS-^49-"Tu- dertina del museo gregoriano, tomo 72, p. 258; e tomo 75, pag. 367. - Di bronzo del gabinetto particolare di S. M. il re Carlo Alberto, tomo 79, p. 2o3. - Ed altri monumenti antichi scavati a Macaretolo, tomo 8f, p. i3o. 282 Stauroteca , Istoriata che si conserva nella vecchia cattedrale di Brescia, tomo 78, p. 228 (con tav. ) Strada^ Sotterranea del Tunnel che si eseguisce sot- to il Tamigi a Londra, tomo 35, p. 232. - A ro- taie di ferro, tomo 77, p. 95 ( con tav. ) Stricnina^ tomo 3/j, p. 277; e tomo 38, p. 88. Stromento, Meteorologico, tomo 32, pag. 160. -Per perforare la membrana del timpano , tomo 4-1 , pag. 3 17. Stronfiano.^ Solfata rinvenuta nei contorni di Seni- gallia, tomo i3, p. 4^8. Successione, Sistema delle leggi inglesi, t. ai, p. 87- Tannino, tomo 49> P« llji e tomo ^7, p. i53. Tartaro, Stibiato a larga dose nelle malattie flogi- stiche, tomo 55, p. 55. Tasso, Baccato, esame chimico, tomo fò, p< 3. Tavole, Filosofiche di Federico Cesi, illustrate, tomo 6, p. 18. - Greche di magistrati annuali scoperte fra le rovine di Acre in Sicilia, tomo 35, p. 33g.- Genealogiche della real casa di Savoia, tomo 78, p. 78. - Meteorologiche di Roma; si trovano in fine di ciascun volume o tomo. Teatro, Adattato al locale detto delle convertite in Roma, tomo 9, p. 420"; tomo 1o, p. i38 e 438.- Di Pietro Calderon della Barca, tomo 23, p. 117.- Tragico greco, traduzione di D. S. Oliva, tomo 43, p. 363. - Indiano, tomo 4<>, P- 333. - France- se, tomo 5i, p. 248. -Ed altri antichi monumen- ti dell'antica Faleria nel Piceno, t. 82, p. 279. Temperatura, Dell'interno del globo, t. 8, p. /^5- Dell'aria, tomo 3o, p. 2G3. a83 Tempio, Di Marte in Todi, tomo 3, p. 3. - Detto della tosse in Tivoli, tomo 6, p. 197. - Di Ro- ma, sua architettura, tomo 8, p. 23g (con tav.)- Anlico scoperto nell'isola di Gorfù, t. 18, p. 336. Tenia, tomo 64, p. 289. Terme, Di Traiano in Centocelle, tomo 6, p. 339. Tessere, Due gladiatorie consolari scoperte ultima- mente in Roma, tomo 53, p. 66. - Gladiatorie , tomo 65, p. 196. Tetto, Piano ed economico, tomo 3i, p. 229. Tevere, Sue notizie, tomo 14, p. 161 ( con tav. )- Foci del medesimo, tomo 23, p. 46» Tombe, D'Italia, tomo 3i, p. I02. Tornasole, Ricerche analitiche, tomo 33, p. 56. Tosse, Suo tempio presso Tivoli, tomo 6, p. I97. Tragedia, Di Ugo Foscolo, la Ricciarda, tomo 7 , p. 2 2 7. -Del medesimo, l' Aiace, tomo 40, p. 371.- Considerazioni sulla Teano, tomo 14, pag. 117.- Di Sofocle recate in versi italiani dal march. An- gelelli, tomo 21, p. 73; e tomo 29, pag. i38. - Di Clemente Micara, Floronia, tomo al, p. 322.- Greca, tomo 24, p. 180. -Di Gio. Battista Nic- colini, Edipo nel hosco delle Eumenidi, tomo 27, p. 32 e 3lo. -Del medesimo, Medea, tomo 28, p. 99. - Di Tommaso Sgricci, tomo3i,p. 170.- Vedi Della Valle Cesare, Haus G. G. - Di Paolo Costa, tomo 4°? P- 28g. « Di Bagnolo, i Macca- bei, tomo 72, p. 3l5.-Di Giuseppe Pellegrini, tomo 74, p. 2o8. - Urbana, 0 commedia lagrimo- sa, discorso del cav. Dionigi Strocchi, tomo 82, pag. 364. Traspirazione, Polmonare, tomo 23, p. 27. Tremuoto, Di Albano, tomo 44' P- 3 7. - Di Foli- a84 gno, tomo 52, p. 271. - Avvenuto nella provin- cia e città di s. Remo Fanno i83i, t. 54, p. 53. Trichiasis, Nuovo metodo per curarla , tomo 28 , pag. 3o. Triumvirato, Lettera sul medesimo, tomo 26, p. 337. Tumore, Enorme fibroso peritoneale, ti 77, p. 58. U Udito, Considerazioni metafisiche sul medesimo, to- mo 42» Pag- l^l' Unzioni^ Oleose, tomo 21, p. i43. Uranite, Di Autun, sua analisi, tomo 4> P« 3^4* Umetta, Sepolcrale del secolo XIV, tomo 14, pag. 4i5. - Etrusca, tomo 28, p. 25o. Utero, Metodo facile e sicuro di P. Moscati per ri- mediare alla morbosa chiusura del medesimo nel- l'occasione di parto imminente, tomo 4> P- 72-- E sue appartenenze, tomo 27, p. 24. Utilità, Politica degli studi, tomo 3i, p. 38g. Vaccinazione, Suoi vantaggi, tomo 2, p. 3g3; e to- mo 3, p. 102. -Tomo 12, p. 247 e 266. - Di un decennio in Paliano, tomo 18, p. 9. Vaiolo, Umano, tomo 2, p. 229. - Vaccino, inocu- lazione, tomo 14, p^ 4^5; e tomo 60, p. 3. Vapore, Delle acque termali applicabile al movimen- to di macchine opificiarie, tomo 40, pag. i49- - Vedi Schmitz I. W. - Vescicolare, t. 64, p- 106. Varietà, tomo 1, p. 3o3; tomo 7, p. 263; tomo 9, p. 307; tomo \\, p. 121 e 393; tomo i3,pag. *85 434; tomo *4> F> 288 e 438; tomo 17, p. 292 e 4o3 ; tomo 18 , p. 253; tomo 33, pag. 36o; tomo 35, p. 10G; tomo 46, p. 364 > tomo 58 , p. 367; tomo 64» p- 363; tomo 70, pag. 347; e tomo 71, p. 233. Fasif Di premio, tomo 3o, p. 247. -Etruschi, tomo 38, p. 207; tomo 42» p. 56; tomo 43. P- 209; tomo 45, p. 13; tomo 48» p. 4^j tomo 49 > P- 2oo; e tomo 54, p- 33g. - Creduto aretino del museo di Volterra, tomo 46, pag. 3 11. - Antichi dipinti della collezione Feoli, tomo 73, p. 35 1; e tomo 75, p. 358. -Fittile trovato a Norcia, to- mo 82, p. 289 (con tav. ) - Vedi sacrario. Veleni^ Loro azione dinamica, tomo 4» pag. 33g. - Della vipera, tomo 13, p. 2i3. Vermi, Viventi negli uomini viventi, tomo 6, pag. 287; e tomo io, p. 16. Versi, Latini, tomo 4» P» 335. - Inediti di A. da Va» gliarana, tomo 5, p. 232.- Latini dell'av. France- sco Guadagni, tomo 16, p. 279; e tomo 18, p. 324. - Del cav. Vincenzo Monti, tomo 17, p. 5o, tomo 20, p. 235; e tomo 32 , p. 129 e 25o. - Latini di Antonio Chersa, tomo 20, p. 4°9? e to- mo 44> P* 122. -In morte del conte Giulio Per- ticari, ivi, p. 4J4« ~ Per nozze, tomo 21, p. 378; tomo 22, p. 240; e tomo 32, p. 252. -Di Pao- lo Costa, ivi, p. 233. - Di Luigi Fornaciari , to- mo 23, p. 220. - Latini di Pier Francesco Giu- stolo con la traduzione italiana, tomo 25, p. 164 e 34o. - Latini di Cristoforo Venturoli, tomo 3o, p. 189. - Latini di Luigi Crisostomo Ferrucci , tomo 3o, p. 239; tomo 33, p. 119; e tomo 71, p. 235. -Latini di Michele Ferrucci, tomo 33, 286 p. 120; tomo 74» P» 345; e tomo 33, p. 119.- Latini improvvisati dal Gagliuffi, tomo 35, p. 3 7-4-5 tomo 36, p. i38; tomo 38, p. 35 1 ; tomo 40 ? p. 333; e tomo 55, p. 25g. - Di Alessandro Sclo- pis, tomo 4°5 P« 338. -Del prof. Luigi Metaxà, tomo 43) p. 258. - Latini di Filippo Schiassi e di Agostino Peruzzi, tomo 46, p. 344- - Di Ce- sare Montalti, tomo 5o, p. 298; tomo 5y, pag. 3ig; e tomo 77, pag. 366. -Inediti di Giacomo Turchi, tomo 54, p- 322. - Latini del prof. Mo- relli, tomo 55, p. 358. - Di Francesco Capozzi, tomo 76, p. I90. Vesuvio. Vedi Monticelli Teodoro. Piaggio, Nella Grecia fatto da Simone Pomardi ne- gli anni 1804, i8o5 e 1806, tomo 6, p. 224; tomo 7, p. 219; e tomo io, p. 4°4- - Da Napo- li a Tunisi, tomo 12, p. 432. - Nelle contrade asiatiche, tomo 14, p. 4°4- - Di Marco Polo, t. 4o, p. 167.- A Frascati, ivi, p. 274. -Per di- verse parti d'Italia, Svizzera, Francia, Inghilter- ra e Germania, tomo 44' P- 24J5 tomo 45, pag. l54; e tomo 54) p. 352. - Medico, tomo 59, p. i.-In Italia , tomo 60, p. 35 1. - Pittoresco da Roma a Napoli, tomo 79, p. 367. Vici, Antichi, tomo 23, p. 348. Villa, Di papa Giulio III, sua descrizione, tomo 4> p. 387. - Di Catullo in Tivoli, tomo 19, p. 364« Vino, Metodo particolare per fare il medesimo, to- mo 20, p. 80. Viole, Ricerche analitiche sulle medesime, tomo 38, pag. 56. Vista, Considerazioni metafisiche sulla medesima, to- mo 42, p. 137. 287 Vita, E scritti di monsig. Celio Calcagnini, tomo 1, p. 80. - Di Guido Ubaldo Del Monte, tomo 9, p. 338, e tomo io, p. 47 e 197. - Di Federico Feltrio scritta da Giovanni Sanzio, tomo io, p. I07 e agi.-Valerii Messalae Corvini, tomo 11, p. 91. -M. Vipsanii Agrippae, tomo 12, p. 4*5.- Di Antonio Brognoli, ivi, p. 434» - Di monsig. Alessandro Maria Tassoni, tomo 17, p. 145. -Di Antonio Canova, tomo I9, p. 36. -Dominici Cop- polae, tomo 20, p. 279. - Vincentii Mariae Stram- bi, tomo 21, p. 268. - Di Pietro Ferrari , tomo 29, p. 42»-Nova di Dante Alighieri, tomo 4^, p. II9.-D1 Giambatista Vico, tomo 4°\ p. 76.- Del dott. Pasquale Amati, tomo 52, p. 3 io. - Del cav. Luigi Angeli, tomo 56, p. 62. - D'illustri ra- vegnani, tomo 56, p. ni. -Di Giacomo Sacelli, tomo 64, p. 3o4> - Di Matteo Kessels, tomo 69, p. 220. - Di Michele Gigli, tomo 76, p. 182.- Serv. Sulpicii Rufi, tomo 79, p. 245. - Di Lo- dovico, Agostino, Annibale ed altri dei Caracci, tomo 85, pag. 359. Vocabolario, Della crusca, proposta di alcune cor- rezioni ed aggiunte, tomo il, p. 248. -Univer- sale italiano compilato dalla società tipografica Tramater e compagni, tomo 45 > p. 3i4-~ Della lingua italiana, tomo 68, p. 351. -Bolognese, t. 78, p. 49* - Domestico della lingua italiana, to- mo 79, p. 365. - Romagnolo italiano, tomo 83, r Pag- 294- Vodanium, Nuovo metallo, tomo 3, p. 355. Vomito, Cronico, tomo 43, p. 33 1. Voti, Degli antichi, tomo 68, p. 73. 288 Vulcani, Formazione di alcuni nuovi vulcani, tomo 6, p. i58. - Idro-argilloso della Sicilia, tomo 27, pag. 174. w Wavéllite, Sua analisi, tomo 4> P« 36g. Z Zafferani, Italiani, loro descrizione, tomo 3i, pag. 276. - Ricerche analitiche sui medesimi, tomo 38, pag. 56. Zolfo, Nuovo acido del medesimo, tomo 6, p. i45.- Sua attuale mercatura in Sicilia, tomo 62, p. 375. Zoologia, Elementi della medesima di Camillo Ran- zani, tomo 5, p. 53 e 3oi; e tomo 8, p. 122. Zucchero, Sua coltivazione , tomo 11 , pag. 3o5.- Estrazione del medesimo dalle barbabietole, tomo 3o, p. i36 e 282. PINE DELLA PARTE SECONDA ED ULTIMA. ERRORI EMENDAZIONI pAg. UN. •> 6 legamento segamento 7 1 Casuentino Casventino 17 17 Bellari Beleari 19 10 Mandavio Mondavio 21 21 physiologichae physiologicae 24 16 stampe stanze 31 5 Beaudanl Beaudant ivi 13 Lanzise Lazise 47 5 Fholard Tholard ivi 16 2027 1027 58 4 Bertolo Bartolo 59 6 Conventou Caventou 66 2 Gossase Cossese 76 24 De Seresa De Serasa 79 11 tomo 40 tomo 79 82 18 Falconi Falcioni ivi 22 Falcioni Falconi 83 6 Ganzaga Gonzaga 84 18 fisico tisico 102 12 Merrimen Merriman 107 pen. Caesari Cesari 133 30 Bessanù Bennassù 148 21 Pallavicino Sforza (V.p.186) 152 12 pag. 327 pag. 257 e 327 155 2 Petit Radei Petit Rvdel 169 16 vedi Ranzi Andrea 199 14 Meniman Merriman 207 16 Fezzi Pezzi 208 18 geste gesta 224 31 Massimo Massimo, t. 79, p. 347. 226 5 Werstappen Wenstappen 233 1 tomo 37 tomo 38 250 ult. eulasia euclasia 254 20 coniuncta coniùncto 261 2 Petit Radei Petit Rvdel IMPRIMATUR Fr. Dom. Buttaoni O. P. S. P. A. Mag. IMPRIMATUR A. Piatti Patriarc. Antiochen. Vicesgerens.