)Ao>(jt>-c.^ £c.Jx-esA S. 1102.. ■' if’ . -ii , % ,s K GIORNALE DI MALACOLOGIA compilato per cura DI PEIil^EGBIIVO DTROBl^ X ^ DI MILANO Anno I. PAVIA TIPOGRAFIA DEI FRATELLI FCSI 1853 .1 i Satis lapillis et testis lusum est. O. F. Muller. aixa^iCE Stiidi per la storia degli Auriculacei-, del dott. L. Pfei ffer, Traduzione, pag. i e i7, Sulla non esistenza dell’ Helix hortensis Miill. di qua delle Alpi ; di P. Strobel, p. 6. Gonsiderazioni sulla perforazione delle pietre fatta dai molluschi litofagi e specialmente dalle Folladi j del dott. Teodoro Prada, p. 38, 113 e 129. Dei dardi nelle Elici\ di P. S t r o b e 1 , p. 22 e 33. Differenze anatomiche tra 1’ Helix pomatia L. e la luco- rum Miill.; di Paolo Panceri, p 30. Sui molluschi viventi del lembo orientale del Piemonte , dalla Toce alia Trebbia; di P. S t r o b e 1, p. 49, 63, 81 e 97. ^ Sulle ghiandole del pene nella hiltorina\ del dott. Carlo Gegenbaur. Traduzione, p. 38. Dell’ Ectocotile; di P. Panceri, p. 72 e 138. Aggiunte al catalogo dei molluschi della Lombardia; di A. e G. B. Villa, p. 142. Estratti. Ricerche sullo sviluppo dei Fettinehranchii', di J. Korea e D. G. Danielssen, (Panceri) p. 9. Monografia de’ Brachiopodl britannici ; di Tomaso David¬ son, ult. fasc. ( estratto di Ed. Suess trad. ), p. 36. Paludina thermalis L. var. PFiedenhoferi Frauenfeld, (St.) p. 37. Diraora precisa del Carychium spelceum Rm. ; di A. Schmidt, (St.) p. 46. D’ un mollusco terrestre viviparo ; del m e'd e s i m o, ( St. ) p. 47. Dei cromatofori nella Cymhulia\ di Kolliker ed E. Muller, ( St. ) p. 61. Dei fulcri nelle chiocciole delle Elici\ del dott. Lea, (St) p. 62. Dei fossili del terreno neocomiano nella Nuova-Granata ; di A. d’ Orbigny, ( St. ) p. 63. Parassiti di alcuni molliischi ( St. ) : a) . Doridicola agilis Leydif^, p. 64. b) . Acaro Helix aspersa Miill. , del dott. Pontal- lie, p. WO. c) . Leukochloridium paradoxu77i Cams : di Siebold, p. Osservazioni sopra alcune conchi^lie dei generi Fupa € Pomatias ; di Vincenzo G r e d I e r, [St.) p. 75. Fossili del terreno carhonifero della Nuova-Scozia ; di C. Lyell e J. W. Dawson, [St.) p. 79. Sopra un sistema di vasi capillari nell’ Anodonia \ di Carlo Danger, ( St. ) p. 89. Sui Brachiopodi degli strati di Kossen; di Ed. Suess. ( St. ) p. 92. Studi su la storia naturale del Chili; dideBibra, [St.) p ^24. IVecrologie , notizie. Vecrologia di G. B. Adams e L. F. A. Souleyet; di P e- tit , ( Prada) p. 45 e 44. Dimore delle Helix frigida Jan. e nautili f ormis Porro, p. 94 e 96. Dei dardi delle Elici ; di Giacomo T a s s i n a r i, p. 444. Avvisi, annunci, p. 46, 45, 48, ill e 143. Bibliografia, p. 14, 42 ed 80. Rivista bibliografica del 1853, p. 144 e 161. Elenco delle specie nuove, p. 169. Aggiunle e correzioni, p. 192. Patti d’ associazione al secondo anno del giornale di 'malacologia. Ij abbonamenio al secondo anno di questo giornale avra luogo verso il pagamenso anticipato, per semestre o per intern, di ita- liane lir. 6 in moneta suonante , da effettuarsi franco di spese nelle mani del sottoscrilto compilatore , e coll’ indicazione del nome, cognome e domicilio dell’ associate. Ai soscrittori che di- morano negli stati compresi nella lega postale germanico-austro- italica, e vigente questa, qualora al prezzo dell’ abbonamento ag- giungano centesimi 30 per semestre , il compilatore spedira pel mezzo poslale e franco di porto i singoli nnmeri del giornale, di mauo in mano che si publicherantio : gli allri abbonati dovranno pensare essi slessi a farli ritirare. Pavia, aprile 1854. Pellegrino Strohel , compilatore del giornale. GIORNALE DI MALACOLOGIA 4853. N." 1. Studi per la storia degli Auriculacei (l). ®cl S^ott. LsacSovico Pfeiffer. ( Zeitsclirift fiir Malakozoologio 1853 p. -1 (2) -- ) F ra le famiglie dei mollnschi , sulla composizione delle quali rimangono^ancora dei dubbi, avvi quella assai inte- ressante degli Auriculacei, stabilita pel priuio da Lamarck. Sorpassu qui naturalmente la sua storia piu antica, giae- che se ne possono trovare i dati necessari iiell’ Index ge- nerum Malacozoorum I. di Herrmann sen (2) agli arti- coli : Auriculacea Lam. , Blainville , Auriculacese Menke , Auriculadae Gray, Auriculae Ferussac, Auriculidae Risso ed Auriculidea Beck. La storia letteraria di questa famiglia viene completata sino agli ultimi tempi da alcune rettifi- che ai predetti articoli e dai nuovi: Auriculae'ina Strob.(3), Auriculata Sism. , Auriculiadae De Kay , Auriculidae Gray, Auriculina Agassiz , Auriculoidea De Cristofori et Jan e Conovulidae Clark , che sono contenuti nel supplement© alia delta opera di Hei rman nsen, la stampa del quale e ora terminata (2). (1) Preferirei 1’ aggetlivo Auricolacee, sendo derivato dal soslantivo femwinile Auricola. (2) Yedi 1’ articolo Bibliografia. (3) L’ aiitore di questo nome non e gia Strobel, ma il profes- sore Jan nella : Clavis systenialicae distribulionis generum testa- ceonim in Museo Mediolanensi exstantium. jVIediolani, 1844, p. 7. 1 2' Egli e noto , come da principio ed in parte anche in tempi posteriori venisse compresa in questa famiglia una quantity di generi , che sembravano concordare o per la struttura analoga degli animali , o per la forma con- simile dei gusci; senza avere riguardo se la loro dimora fosse piuttosto nell’ aqua che sulla terra ( circostanza pur troppo non sempre nota ) , e se respirassero piutto¬ sto per branchie che per polmoni. La famiglia , quale la costitui per la prima volta Lamarck nel d809, comprendeva i generi Auricula, Melanopsis, Melania e Limneea; e quindi un ag¬ gregate del tutto inservibile. Meglio la compose Blainville nel dizionario delle scienze natural! XXXII (nongiaXXX, come per errore di stampa trovasi accennato nel sup- plemento di Herrmannsen) pag. 245 (d), ove pe- ro vi unisce ancora il genere ctenobranchio (2) Py- ramidella. — Menke e Deshayes furono i pri- mi , che nell’ anno 4850 la ridussero entro i suoi giusti confini. La famiglia cosi emendata sarebbe dunque da definirsi nel modo seguente : « Gasteropodi che respirano con pol¬ moni; la cui testa termina in un muso alcun poco lobato, con due tentoni quasi cilindrici non retrattili , alia cui base interna trovansi gli occhi. Conchiglia spirale , colla columella fortemente piegata e spesso col labbro esterno dentate ; senza opercolo ?5. — I prossimi suoi affini so- no dair un lato i Limneacei , dall’ altro gli Aciculacei. (1) Dictionnaire des sciences naturelles, Strasbourg 4824, art. Mollusques, (2) petiinebranchio, da ^ersLc;, evoQ pettine, e OV branchie. 5 (Confrontisi la monografia dei Fneiimonoponii (1) di L. Pfeiffer p. 2, 3 ). Vari autori riia specialmente Beck nel suo Indice , 4837 (2), e Gray nel sistema completo de’ molluschi viventi ( Proceedings of the Zoological Society of London 4847 p. 429 — ^206 ) divisero questa famiglia in un gran numero di generi e sottogeneri ; pero iina parte di essi e appena accennata col nome o tuttalpiu coll’ indicazione di una specie tipica ; ed egli riesce quindi difficile di riconoscere , su qiiali caratteri sia in tal caso hasata la separazione di quei gruppi. Rivedro quindi in primo luogo ed in ordine alfabeti- co tutti i nomi qui pertinenti e Liro poscia seguire il mio parere sull’ ammissibilita dei caratteri de" singoli ge¬ neri e gruppi; come pure sul numero e la definizione dei generi , che a mio avviso sarebbero da adottarsi. 4. Alexia Leach mss. 4848, istituito secondo Gray per la Voluta denticulata Montagu ^ accettato da Gray nel 4847 come genere ; ma non si puo riconoscerlo che dal tipo e dai sinonimi Ovatella Gr. 4840, Pythia Gr. 4824 e Jaminia Brown. 2. Auricella Jurine , Hartmann nella nuova Al- pina I. p. 20f^ (3) zz Carychium Muller et Acicula Hart¬ mann. 3. Auricula Lam> Fondato da principio sul tipo della (1) opercolati polmaoacei , da 'Juvevfjbov polmone e opercolo. — Vedi in fine alia rubrica : Bihliografia. (2) Index molluscorum praesenlis aevi principis Christiani Fre- derici , Hafniae. (3) Neue Alpina — 1. p. 194: Erd-und Fluss-Schnecken der Schweiz — Winterthur, 1821. 4 Vol. Ann's midae L. , confuso in segnito con mofteplici componenti estranei. 11 genere Conoviilus da esso stac¬ cato nel ^8^2, gli viene ricongiunto nel d822. — Beck nel d8o7 e Gray nel 4840 e 4847 ricondussero il ge¬ nere alle originarie forme tipiche , dopo che Ferussac nel 4824 le avea gia separate qual sottogenere col norae di Auricula. — Gray ( Synopsis of the Contents of the British Museum 4842, p. 70) da come carattere il peri¬ stoma ( lembo della bocca ) incrassato e 1’ epidermide bruna. 4. Auriculus Monifort , 4840. Limitazione del genere Auricula al primiero tipo =: Auricula Lam. em. 5. Carfchium Mull. Stabilito sulla nota specie tipica ( C. minimum M. ) ed accettato come genere ed in quella significazione dalla massima parte degli autori. Soltanto po- chi scrittori vi unirono generi estranei \ cosi p. e. il ge¬ nere opercolato Acicula , alcune Elicee — e Michaud vi comprende a dirittura tutte le specie d'Auricola viventi io'Francia. 6. Cassidnla Fer. 4824 , Prodr. (4) p. 405; • — Cas- sidultis Berthold nelle famiglie naturali di Latreille ( Cas- sidule Latr. ) (2); sottogenere dell’ Auricula, senza 1’ indi- cazione dei caratteri distintivi. Tipi : A. felis e nucleus. Gray Y adotto nel 4847 e vi uni i generi Sidula Gr. , Lirator Beck, Tralia e Detracia Gray. 7. Conovula F&r. , Scliwe 'iggej\ Berth, ecc. — Cono- vulum Sowerhy 4842 — Conovulus Lam. Eretto nel 4842 per le specie col margine semplice , tagliente ; piu (4) Tableaux syst4matiques des animaux mollnsques , suivis d’ un Prodrome general , Paris.’ (2) Families naturelles du R^gne animal etc. Paris. 4825, 5 tardi ricongiunto coll’ Auricola; accettato pero da altri. — Gray ( Syn. Br, Miis. 4842, p. 70) dice: « La conchi- glia dei Conovoli , i quali vivono sotto le pietre ai lidi del mare e nel fango delle paludi salmastre (i) , ha la forma d’ un cono rovescio e 1’ apertura ristretta , linea- re Piu tardi ( 1. c. p. 91 e nel 4847 ) il genere vie- ne giustamente iudicato come sinonimo di Melampus Montfort. 8. Detracia Gray Man. 4840 , p. 20 (2), istituito come nuovo genere delle Auriculidee per la Yol. bullaeoi- des Mont., e distinto per avere una piega semplice sulla columella ; riunito pero in seguito ( 4847 ) colla Gas- sidula. 9. Ellohium Bollen 4798 ( Mus. p. 405 ), composto di specie dei generi Auricula, Melampus e Bulimus. 40. Geovula Swainson 4840 , fondato come sottoge- nere del suo Melampus per 1’ Aur. Midae zz Auricula Lam. sensu stricto. 41. Leuconia Gray Man. 4840, p. 227 , stabilito come sottogenere del Conovulus ( « Columella con 2 pie- ghe , palato liscio , peristoma semplice « ) ; tipi : Vol. bi- dentata ed alba Mont.; conservato nel 1847 come gene¬ re per le stesse specie. 42. Lirator Beck 4837, addotto come sottogenere del Melampus, ma senza V indicazione dei caratteri distin- tivi , per una specie dell’ isola Opara ( L. multisulcatus ined. ); unito da Gray nel 4847 colla Cassidula. (1) Bracksumpf f palude che si forma la , ove le aque dolci si mescolano con quelle del mare. (2) Turton Will. — - A manual of the land-and fresh-water Shells of the British island ; 2d edit, by I. E. Gray. London. 6 43. Marinnla King ^ creato nel 4834 coi segiienti ca- ratteri: « Testa ovato - producta, subsolida; apertura ova- ta j Integra ; columella bidentata et basin versus uniplica- ta ; dentibus magnis subremotis conniventibus , superiore maximo ; operculum nullum. — Non vi trovo alcuna dilferenza generica da raolti altri Auriculacei a margine tagliente; Gray pero adotto questo genere nel 4842 e nel 4847. 44. Marsyas Oken 4845 e sinonimo di Auricula. 4 5. Melampa Sdmeigg. 4 820 (4) — Melampus 3Ionlf. 4840; genere giustamente separate dietro il tipo della Vol. coffea L. , e da molti accettato. — Beck lo divide in tre sottogeneri : Conovuliis, Melampus e Lirator^ non ne da pero i caratteri distintivi ( Confrontisi Anton (2) nel giornale di malacozoologia 4847 , p. 468 ). Fra i Co- novulus egli coraprende le A. biplicata e coffea^ fra i Me¬ lampus tra le altre le A. lutea, fasciata e monile. lo non vi trovo differenze essenziali. 46. Melampus Sni'ains. 4840 , genere della sottofami- glia delle Turbinas. Sottogeneri: Geovula ^ Pedipes , Sca- rabus , Melampus , Rhodostoma zz; Auriculacei. ( Sara continuato. ) U Helix horlensis Milll. non esiste al di qu^ delle Alpi ! Gi^ Martens, Cantraine, Rossmfessler e Se- ckendorf avevano avvertito che la H. hortensis non (1) Handbuch der Nalurgeschichte der skeletlosen iingeglieder- ten Thiere, Leipzig. (2) Einige Bemerkiiugen zu H. P. Rlisters Ohrschnecken. 7 trovasi in Italia. Ma alcuni altri, come Bruniati^ Porro, Spinelli, Villa opinarono il contrario , ritenenclo ap- partenere a quella specie gli individui , che nel resto si- mili alia H, nemoralh , ne diversificano per avere la bocca bianca. Ed Adolfo Schmidt di Aschersleben nella Prussia ( Zeitsch. fiir Mai. 4855 p. 25 ) assicura , che nel mezzodi della Germania non avvi quasi raccolta di qualche entita , che sotto il nome di H. hortensis non possegga tali individui ^ provenienti specialmente dall’ alta Italia e dalf Elvezia meridionale. Sino dal 4844 ( Gior. dell’Istituto Lombardo e Biblio- teca italiana t. IX p. 508 ) emisi T opinione , che simili Elici non sono che semplici jalinismi deU’Ef. nemoralisy e nel 4847 ( 1. c. nuova serie t. II p. 69 e 264 (4) - ) addnssi i motivi di quell’ asserzione , desunti dal modo loro di formare il guscio e le fascie. L’ anno passato ( Malacologia trentina p. 55 ) riferendomi al gia detto ed accennando alia differenza sensibile , che passa tra il dardo della H, nemoralis e quello della H. hortensis , scoperta dal prelodato signor Schmidt nel 4849 , an- nunciai che attendevo fra breve la soluzione del que- sito dall’ esame appunto dei dardi delle Elici in qui- stione. Nella scorsa state Schmidt trovo queste lumache a Ve¬ rona ed a Riva di Garda, e gli esemplari ivi raccolti posse- (1) Note sullo sviluppo delle fascie nelle B, nemoralis e po~ matia — • lavoro , che polra forse non riuscire affatlo inutile a F. G. Assmann nel comporre la promessa conUnuazione del- r articolo ; Gesetz der Baendervertheiluug an H. nemoralis ( Leg- ge della distribuzrone delle fascie nella H. nemoralis ) , stampato nel succitato giornale di malacozoologia 1852 p. 11. 8 devano il darcio della H. nemoralis (d). Ora Paolo Panceri, studente in medicina , ne seziono di quelli dei contorni di Pavia , e vi rinvenne pure il dardo proprio alle H. nemoralis normali.. Ammessa la differenza dei dardi co¬ me criterio di distinzione tra le due specie in discorso , e cliiaro, che gll individui delle accennate contrade non possono essere riguardali , che come variazioni dell’ U, nemoralis , e stando alle leggi di distribuzione geografi- ca si potra pure con bastanle fondamento concbiudere , che lo siano del pari quelli viventi nelle terre poste Ira 1’ lino e r altro di quei paesi. Incontrai simili jalinismi ( od albinismi, come vogliansi nominare ) a Yerona ; a Pavia , Bergamo e Villa Alme, nelle valli bergamasche Brembilla, Cavallina e Camonica ( giorn. cit, 2.^ seric t. II p. 68 e 257 ), a Sondrio e Mon¬ tagna; a Stenico , Borgo di Valsugana , alia Rocchetta di Valdinon ; a Planizing presso Bolzano. Ne posseggo pure da Tramezzina sul lago di Como ( Trotti ) e da Canzo nella Brianza; da Arco e Pine (Mai. trentina p. 52 e 5A); da Lausanne ( Charpentier ). Come H. horlensis vengono inoltre indicati da Jan nel Parmigiano , da Lanfossi nel Mantovano , da Spinel li sulla Bresciana e da Bru¬ in a ti a Monfalcone. — Fra tanti esemplari del H. nt- moralis raccolti nella Valcavallina, uno solo presentava il peristoma scuro ; a Verona, Canzo, Arco e Stenico gli individui coll’ apertura bianca sembrano essere comuni ; a Pavia , Bergamo, Villa Alme, nella Valcamonica inferio- re, a Sondrio, Borgo questi non sono rari; in Valbrem- (1) Nel prossimo numero si dara il sunto dei lavori sui dardi delle Elici , di A. Schmidt; conteuuli Liella Zeitsch fiir Mai. 1849 p. 49, 1850 p. I , 1852 p. 1 , 1856 p. 17. 9 billa , alia Rocchetta , a Planiziiig invece non ne incon- trai che esemplari isolati. — Non consta ancora quale sia la causa della maggiore o minore frequenza di quest! jalinismi nella nostra grande vallata , giacche , come ve- demmo, si rinvengono su ogni sorta di terreno, si nelle contrade umide che nelle asciutte , tanto nel piano , che pei colli e fra i monti. Sembra pero che vengano gene¬ ral! a preferenza sui colli e nel fondo delle valli , ne m’ incontrai in essi al di sopra dei 600 metri. E questa circostanza cade pure in conferma dell’ opinione , che le Elici in discussione non possano appartenere all’ H. hor- tensis \ giacche in tale caso dovrebbero anzi presentarsi in maggiore copia col crescere delle altezze e colla con- seguente diminuzione della temperatura; mostrandosi 1’^. hortensis appunto copiosa^ e preponderante sopra Y H. ne- moralis al di 1^ delle Alpi , ossia in paesi , che godono un clima meno mite del nostro ; ed in molti luoghi vi ^ anzi esclusiva. •— Notisi inoltre che quasi tutti i no- stri individui in quistione hanno le fascie jaline; soltanto a Bergamo, in Valcamonica ed a Borgo mi riusci di rintrac- ciarne degli esemplari isolati colie fascie score , oppure interrottamente jaline e brune. A Ganzo le mutazioni col- le fascie brune sembrano occorrere meno rare. — Si consider! finalmenle, che il predetto signor Panceri trovo degli individui dell’ H. nemoralis a peristoma oscu- ro accoppiati con individui a peristoma bianco. Ricerche sitllo sviluppo del PeitinebrauckiL Un fatto fisiologico molto strano venne annunciato dai signori J. Roren e D. C. Danielssen in proposito del primitive sviluppo del Bucemnm undatvm\ desso potra iO interessare d' assai come il fisiologo , cosi il cultore della anatomia comparata. I suddetti signori Roren e Danielssen si procura- rono delle capsule ovifere di Buccinum'^ ciascuna capsu- la conteneva un liquido limpido al par dell’ aqua, visco- so , analogo all’ albume dell’ uovo ; in questo umore ed al fondo della capsula si trovava un numero conside- revole d’ uova tenacemente adese insieme. Giascun uo¬ vo , del diametro di 2b7 a 264 millesimi di millime- tro , constava d’ iina membrana assai tenue esterna , il corion , e d’ un’ altra concentrica contenente il vitello ; tra queste due membrane eravi dell’ albume. Il vitello di forma sferica era formato da un muco vischioso , nel quale stavano una quantita di globuli di volume vario e di color giallo -chiaro. Non vi si vedeva traccia ne della vescicola ne della macchia germinative. Le prime osser- vazioni istituite in queste uova non vi lasciarono scor- gere veruna suddivisione, solo che invece di essere spar¬ se come lo erano prima si erano avvicinate molto fra loro. A tal punto il corion cominciava a scomparire , il vitello ad espandersi, sempre perb circondato dall’ umo¬ re albuminoso esteino alia membrana vitulina. Qualche giorno appresso le uova eransi agglomerate in una sol massa, divisa pero alia superficie in tante porzioni , in ciascuna delle quali anche ad occhio inerme si potevano ben distinguere le uova comprese , in numero di sei a sedici. Esaminate ancora molte capsule si scorgevano i gruppi a contorni assai piu decisi aver costituite in cia¬ scuna capsula delle masse ovoidali o reniformi. Una suc- cessiva osservazione rivelo, che nelle diverse capsule sot- toposte alia disamina, nuotavano nel liquido contenutovi, divenuto assai piu fluido e scorrevole, da quattro a se¬ dici embrioni. 11 La fusione di un gran nuniero di nova , onde co- stituire un numero cosi piccolo di esseri novelli , par- ve tanto strana agli osservatori che si decisero a ri- petere le loro indagini sul Buccmn?/i ttndattim , ed a intraprenderle in generi affini. L’esame delle capsule ovi- fere della Purpura lapillus li ebbe ad assicurare del fat- to d’ altronde assai interessante , indipendentemente dalla interpretazione che gli si vorra dare. Gray aveva di gia osservato che una capsula ovifera contenente piu di cen¬ to uova non forniva origine che a quattro o cinque em- brioni ^ ed aveva interpretato questo fatto come prodotto della legge d’ atrofia , cioe che lo sviluppo di qualcuno delle uova distruggesse le altre o ne impedisse totalmente r accrescimento. II sig. Edwards dubita che le credute uova non sieno invece masse vitelline. E sicuramente un fenomeno qiiistionabile e che potra fornire materia di studio a chi si trova nella opportunita di procacciarsene i materiali. Estratto dagli Annahs des sciences naturelles, ser. t. XYIII p.' 257 , pi. V. f. 15 — 50. P . i. Vonsiderazioni siilla perjorazione delle pietre fat- id dai moiliischi litofacji e specialmenle dalle FoUadi. 3>el Te®d©E*® Frada. 11 fenomeno della perforazione delle pietre fatte da al- cuni molluschi marini fii soggetto di ammirazione non che di controversie pei naturalist! di tutti i tempi e di tutti i luoghi: un tale argomento discusso gia da molti chiarissimi autori venne di nuovo richiamato in scena in quest! iiltimi tempi per sottoporlo a nuova disamina , senza pero ottenerne conclusioni e conseguenze affatto positive. Da prima si era ammesso che un tale fenomeno avesse luogo pel solo concorso della conchiglia la quale agendo meccanicamente valesse a traforare le pietre : altri rifuggendo da nna tale idea cercarono di trovare , e de- scrissero organi speciali interni destinati alia secrezione di im umore particolare di natura acida , umore desti- nato a disciogliere o a rammollire almeno la sostanza della pietra per poter essere quindi facilmente scavata : in fine alcuni si appigliarono all’ opinione di attribuire il fatto al concorso di cause chiraico - meccaniche , non sa- pendo diversamente trovare plausibile spiegazione ai fe- nomeni che accompagnano le perforazioni in discorso. Le diverse opinioni pertanto fino ad ora emesse su que- sto argomento si ponno tutte ridurre: I. all’impiego esclu- sivo di niezzi meccanici ; II. al concorso di agenti chi- m>ci j III. al simultaneo concorso di mezzi meccanici e chimici. Scopo delle presenti mie considerazioni pertanto sa- rebbe di passare brevemente in rivista le diverse opinio¬ ni , dando di queste una succinta idea , aggiungendo in fine alcune mie poche osservazioni tendenti a chiarire le cause del fenomeno : tali mie osservazioni per altro sa- ranno assai limitate avendole dovute circoscrivere al sem- plice esame di alcuni pezzi di pietra che trovansi nel museo di Storia Naturale di questa nostra Universita, ma qiiantunque poche e forse imperfette, mi lusingo pero po- tranno , in aggiunta a quelle gia fatte da altri , ed a quelle che potrebbero essere ulleriormente istituite da chi trovasi in posizione piu favorevole della mia, concorrere a rischiarare Y argomento presente , argomento al certo 43 degno di tutto V interesse tanto pel fisiologo quanto pel filosofo naluralista. Fino dal d7d2 ( Memorie dell’Accademia delle scienze ) il celebratissinio Reaumur ed A dan son nel 4757 ( Viag- gio al Senegal p- 260) attribuirono alle folladi la facol- ta di traforare le roccie servendosi soltanto delle valve della loro conchiglia , le quali valve essendo fornite di punte e coste acute ponno cosi abradendo le pietre tra¬ forare in esse la propria abitazione ^ ritennero non esser quindi necessario ricorrere all’ idea della presenza d’ un fluido dissolvente per la spiegazione di tale fenomeno : i sullodati autori pero non ammettono che la perforazio- ne delle roccie calcaree. — Fleurian di Bellevue ( Os- servazioni sulle conchiglie litofaghe delle coste della Ro¬ chelle) confuto tale opinione: egli e d’avviso che il con- tinuato sfregamento della conchiglia sia insufficiente ad intaccare e quindi forare una inassa petrosa, e che in- vece tali pietre vengano perforate col mezzo d' un dis¬ solvente particolare, probabilmente somministrato dal pie- de dell’ animale. Il signor Fleurian si e indotto ad ab- bracciare quest’ opinione principalmente dal considerare essere il guscio di queste conchiglie perforanti assai gra- cile e sottile , e dal vedere che detti guscii anche dopo la perforazione conservano illese le loro parti piu delicate come le punte, le costole, 1* epidermide delle quali molte specie sono fornite alia loro esterna superficie, fatto questo che secondo Lui non potrebbe sussistere considerando queste parti quali esclusivi mezzi meccanici destinati al traforo di materie in confronto di esse assai piu dure. Dietro tali considerazioni il sig. Fleurian ammise posi- livamente 1’ azione di un dissolvente di chimica natura in questa operazione , dichiarando impossibile la perfora- u zione di sostanze che non sieno di natura calcarea, quali i raicaschisti, i gneiss, ecc. II siiddetto autore in fine in- dicherebbe essere V acido fosforico quello cbe tali mollu- scbi impiegano essendone essi copiosamente provveduti , ed una tale deduzione la trae dal vedere cbe questi ani- mali sono inolto fosforescenti osservati nelle tenebre. II sig. Osier ( Transazioni filosoficbe di Londra 4826, parte III. p. 542) indagando i diversi modi ed i diversi mezzi coi quali pareccbi molluscbi marini si traforano una dimora in diverse materie dure , ba creduto di po- ter stabilire cbe alcuni di essi si scavano tali fori solo col concorso di mezzi meccanici quando si tratti di so¬ stanze molli come 1’ arena , il fango, ecc., ma cbe poi sia indispensabile un dissolvente cbimico quando si tratti di materie piii compatte , come lo sono le pietre. II sul- lodato sig. Osier per altro , dopo d’ avere ammesso il concorso d’ un dissolvente cbimico, dicbiara d’altra parte di non aver mai potuto dimostrare ne la presenza ne la natura di tale dissolvente. ( Sai^a contmuato. ) Bibliografia^ necrologia, ammnci, notizie. Herrmannsen D. N. — Indicis generura malaco- zoorum primordia. Nomina subgenerum , generum , fa- miliarum , tribuum , ordinuui , classium-, adjectis auctori- bus , temporibus , locis systematicis atque literariis , ety- mis anonymis. Praetermittuntur Girripedia , Tunicata et Rbizopoda. 4846 ecc. — 8.° gr., 2 vol. Prezzo . 9 Tblr. 5 Sgr. Indicis generum malacozoorum suppleraenta et corri¬ genda 4852. — 8." gr. , leg. Prezzo .... 4 Tblr. 45 Pfeiffer Lud. — Monographia Pneumonopomoriim vi> ventium. Sistens descriptiones systematicas et criticas om¬ nium hnjus ordinis generum et speclerum hodie cogni- tarum , accedente fossilium enumeratione. — 8.° gr. Prezzo . 5 Thlr. 45 Sgr. Menke K. T. und Pfeiffer Lud. — Zeitschrift fiir Ma- lakozoologie , anni III -IX, 4846 - 4852, — 8.° gr. Prezzo . 40 Thr. 45 Sgr. Le suddelte opere sono vendibili presso il librajo e stampa- tore I'eodoro Fischer in Cassel nell’ Assia. G. B. Adams professore di Zoologia al collegio d’ Am¬ herst ( Massaccinsetts), uno dei conchigliologhi piu distinti degli Slati-Uniti, si applico principalmente alio studio della distribuzione ' geografica dei molluschi : esploro gia da al- cuni anni con grande diligenza il territorio della Giamai- ca ( e fanno fede di cio le molte specie nuove da lui scoperte in quei paraggi, massime dei generi Cylindrella e Cfclostoma) , indi nel 4854 si reco sulla costa ovest deir America centrale , a Panama, dove trovo i materiali che gli servirono all’ ultima sua pubblicazione ( Catalo¬ gue of Shells collected at Panama , etc. Un Vol. in 4*^, 4852 ). Nel 4852 per ultimo si trasferi nell’isola San To¬ maso ( Antille ) affrontando quivi tutti i pericoli di un clima inospitale pel solo amore della scienza , pel quale araore dove soccombere colpito dalla febbre gialla. La morte di Adams deve essere certamente pei con¬ chigliologhi una perdita assai grave , essendoche fu prin¬ cipalmente per questo dotto naturalista che si intese la necessita dello studio delle faune locali, e dei costumi e delle abitazioni dei molluschi , studii questi importan- lissimi pei progressi di questo ramo di storia naturale. Estratto dal Journal de Conchy liologie di Petit de la Saussaye, fasc. I. 4853. i6 Questa trista notizia ci era gia stata comunicata per lettera dal prof. Bronn, direttore del Museo zoologico di Heidelberg nel Baden , in data dell’ 8 corrente. Nel suddetto giornale viene pure annunciata la morte di S 0 u 1 e y e t Ne daremo un cenno piu esteso nel prossimo numero. P. . . a. Giovanni Guglielmo Edoardo Millhr delta Ed mlille r, in Berlino , Landsbergerstrasse n. 31 , tiene un magazzi- no ben fornito di conchiglie ( nonch^ di minerali, fossili, scarafaggi e farfalle ). La redazione , per esperienza fat- tane, lo raccomanda ai malacologhi italiani sia per la rao- dicita de’ prezzi , sia per la bellezza e la giusta classifi- cazione dei pezzi. Le lettere per commissioni gli si pos- sono scrivere anche nella nostra lingua e saranno da dirigersi franche di porto all’ indirizzo suesposto. II prof E. A. RossmjBssler di Lipsia dietro avviso da lui avuto il d7 p. s. febbrajo , parti per la Spagna. Lo scopo principale di questo suo viaggio si e quello di ra- dunare dei materiali per 1’ annunciata Fatina mollusco- rum extram arinorum Europm ; egli non tralasciera pe- ro di raccorre oltre ai molluschi , anche altri oggetti di storia naturale, come crostacei, piante, fossili ecc. Ed ap- punto colie raccolte , che fara in quelle contrade , cosi poco conosciute in fatto di storia naturale , egli si ofTre di ricompensare gli ajuti , che gli verranno prestati alia compilazione della suddetta opera. Lettere franche di por¬ to si potranno presentemente dirigergli a il/wrc/a , da do¬ ve gli saranno imraancabihnente ricapitate. ( Dispensato ne! mese di maggio ) Pavia, Tip. Fasi. GIORNALE DI MALACOEOGIA ^853. N.” n. Sttidi per la storia degli Auriculacei. Pel Pott, Ludovico PfcifTer. ( Conljnuazione ) 47. Ophicardelus Beck 4837. Genere degli Auriculi- dei 5 istituito senza I’indicazione dei caratteri proprii siil- la A. australis Quoy et Gaimard^ adottato da Gray, 4847. 48. Olina Gray, sezione di Vehitina, istituita nel 4 847 sulla Helix otis Turton, accennata dubbiosamente da Clark nel 4850 fra i generi delle Gonovolidi. 49. Ovatella Bivona , introdotto nel 4832 per gli Au¬ riculacei marini; accettato da Gray nel 4840 entro li- miti un po' differenti ( « Columella con 5-5 pieghe ; apertura dentata ; peristoma alquanto ricurvcT vivente nelle paludi ) come sezione del Conovulus pel lipo della Vol. denticulata Mont., ma cancellato nel 4847 come si- nonimo di Alexia. 20. Pedipes Adanson 4757 (4). Genere distinto, po- co numeroso , adottato dalla massima parte degli autori recenti , e solo da Blainville circoscritto entro confini un po’ diversi. 24. Phftia Gray 4821, Lond. Med. Rep. XV p. 231, istituito come nuovo genere suH’ A. myosotis , omesso nella Synops. Brit. Mus., soppresso nel 4847 come sino- nimo di Alexia. (!) Histoire oaturelle des coqnilles du Senegal. Paris. 2 18 22. Polydonta Fischer von fJ^aJdheim 4807. Separate prima di Montfort dal genere Helix per I’H. scarabseus L. 5 accettato come genere da Beck, ma siiperfluo per la priorita di : 23. Prthia Bohen 4798 ( Mus. p. 405), genere in- trodotto per lo stesso tipo, e ritornato ne’suoi dirilti di priorita da Link 4807 , da Schumacher 4817, da Mdrch ( Catal. Yold. ) e da Herrmannsen 4852. 24 Pfthia Beck 4837 , correzione di Phytia Gray ( probabilmente usato in senso piu lato, cosicche vi ven- ga compresa anche la Tralia pusilla Gr, , Man. p. 24 ) • riconosciuto in tale guisa come sottogenere , da Anton ( Giorn. di malacoz. 4847 p. 468 ) e da K us ter ( Catal. sistem. degli Auriculacei p. V (1)-). 25. Rhodostoma Swains. 4840. Sottogenere del Melam- pus ( forma generale de' Melampus e delle Tornatelle ; ma r apertura non e scanalata ed il margine interne del labbro e largo , considerabilmente incrassato e distinta- mente intagliato verso la parte superiore. ) zz Cassi- dula F6r. ^Q.Scarabcea Schweigg. — Scarabceus Blainv., PfOrbigny — - Scarabns Monif 4810. Genere distinto , fondato sulla Helix scarabaeus L., ed accettato dalla massima par¬ te de’ moderni , da abbandonarsi pero a motive della priority del Bolten e del Link Pythia Bolten. 27. Sidula Gray 4840 in Turt. Man. p. 24 e 4842 nella Synops. Br. Mus. p. 70 ( jj le Sidulae hanno al la- bro esterno una lamina interna, tagliente ^? ) , usato per r A- felis Lam., ma nel 4847 unito alia Cassidula Fer. come sinonimo. (i) Die Familie der Ohrschnccken ( Auricuiacea ). Niimberg. 19 28. Strigula Perry 1811, Conch, t. 15 (1) =: Pythia Bolten. 29. Tralia Gray 1840, Man. p. 21. Nuovo generc eretto sulla Vol. pusilla ( distinto per un labbro interne semplice , con iina incavatura interna posta alqiianto al- r indictro la appunto , ove trovasi la tacca nella Sidula anris felis « ) , accennato solo per noine nella Synops. Brit. Mus. , e nel 1847 congiunto colla Gassidiila. Questo ^ il materiale a me noto, che deve essere sot- toposto ad accurate esame , onde peter poi decidere sul¬ la ammissibilit^ dei singoli generi. Una gran parte dei nomi addotti , come Auricella , Auriculus , Gonovulus , Geovula , Marsyas , Melampa , Polydonta , Pythia Bcck^ Rhodostoma , Scarabus , Sidula , Strigula cadono da se, perche sinonimi di nomi piu vecchi. Rispetto agli altri si dovr^ farsi la domanda, quai tipi generici principali occorrano nella famiglia e quali caratteri subordinati pos- sano indurre a stabilire dei sottogeneri e dei gruppi. Due serie principali si presentano a prima vista alPoc- chio esaminatore, delle quali 1’ una ofFre il peristoma piu 0 meno incrassato o patulo , Y altra semplice, tagliente. Salve poche eccezioni le specie della prima serie si di- mostrarono quali molluschi di terra e quelle della se- conda come molluschi d’ aqua, e si potrebbe quindi am- mettere le due sottofamiglie : Attricnlea e M-elarupea ( Gonovulidse Clai k ). Alla prima apparterebbero fra i ge- ncri adottati da Gray nel 1847 i seguenti . Auricula, Gassidiila, Scarabus, Garychium — alia scconcla: Melam- pus, Pedipes , Marinula , Ophicardelus , Alexia, Leuconia. (1) Gonchology , or the nalarai iiistory of Shelis. London. ^0 Fra i primi si distinguono come buoni i generi : Pfthia Bolt. ( Scarabus ) , ora sufficientemente ricco in specie , per le varici ai due lati della spira , pel labbro patulo e per ayere dei denti ad ambi i lati delF apertura; il genere Carychium per la forma simile ai Bulimus per la mancanza di epidermide e pel peristoma iin poco ricurvo. Fra gli altri due pero io non veggo che dilfe- renze gradual! , e sarei quindi inclinato ad accettare co¬ me terzo genere V Auricula Lam. coi gruppi: Auricu- lus Blonif.y Cassidula Fer. ed un terzo stabilito sull’ A. myosotis Drap (*) e sulle specie a questa piu affini. Neir altra serie si distingue bastantemente il Pedipes per la conformazione del piede (i), mentre mantiene del resto i caratteri dell’ animale proprii alia famiglia. Forse vi appartengono ancora varie altre specie a margine acu- to e simili nella forma della conchiglia, come p. e. 31a- rinula King. Gli altri generi fondati dietro il numero e la posizione delle pieghe columellari e la striatura o la liscezza del peristoma non dovrebbero a mio avviso for- mare che delle sezioni del genere 3ltlampus. Il genere Otina dubbiosamente qui addotto da Clark mi e ancora totalmente sconosciuto. Gome risultato preliminare delle mie ricerche offrirei quindi il seguente prospetto , che potr.^ pero subire an¬ cora qualche modificazione. (*) Le recenti osservazioni di Moquin - Taiidon (Journal de Conchyliologie , Paris , dSSl p. 348 ) non lasciano piu nessun dubbio , cbe questo mollusco in onta a tutte le asserzioni in coiitrario sia un vero polmonaceo. Nota deir aulore. (1) di forma ellitica , diviso in due talloni da un largo solco trasversale. 2i Alla famiglia dei Limncacci si Icga quclla degli A uric Ilia cea (4) Blainv. emend., della quale indicai diggia piu sopra succiutamente i ca- ratteri, che la distinguono. Essa si divide nelle Subfam. I. Mel am pea. Auriculacei anfibii od abitanti nolle aque salmastre (Brack- wasser) col margine tagliente, rctto. I suoi generi sono: 1. M e 1 a m p u s M o n t f. , pel quale si puo adottare con lievi modificazioni la defiuizione data da Lowe (in Zool. Journ. V. p. 1^80 (2) - ). Assolutaniente sinonimi sono Gono- vulus Lam. e Pedipes Blainv., esclusa pero la Tornatel- la. — Si possono accettare come sezioni : a. Mela?/iptis ( Gonovulus Beck ) , b. Ophicardelus Beck , c. Pfihia Beck , d. Leuconia Gray , e ? Alexia Leach. 2? Pedipes Ad a ns. ) forse pertinenti ai Gteno- 3?Otiria Gray. ( branchi ? 1 Subfam. IL A u r i c u 1 e a. Auriculacei terrestri col margine incrassato o patulo. Ge¬ neri : 1. Pythia Bolt. ( Scarabus Montf. , Polydonta Fisch. ecc. ) 2. Auricula Lam. emend, colle sezioni; a. Atiricu- Ills Montf. , b. Cassidula Fer. , c. Auricula myosotis { Alexia Leach ? ) 5. Garychium Miill. (1) Menke ia letl. opina, che negli aggettivi indicaati le sud- divisioni degli aniraali molli essendo sottioteso il sostantivo plu- rale neutro molliisca, quelli debbano prendere la desioenza plu- rale neutra. (2) On the genera Melampus , Pedipes and Truncatella, with ex¬ periments tending to demonstrate tiie real nature of the respi¬ ratory organs in these Mollusca. 22 Se (jucsta famiglia chiude la serie clei molliischi poU monacei non opercolati, le si collegherebbe in successione naturale Tordine dei Pneumonopomi col primo sottoor- dine- gli Aciculacei opisoftalmi (1), e per tal modo i Garychium lineatum , politum e spectabile diverebbero nel sistema in modo sorprendente i primi vi- cini del C. minimum. Dei dardi nelle Elici. Pin di dugento anni ora sono Y ilaliano Marco Aure- lio Scverino di Tarsia nelle Calabrie (2) scopri nella Cochlea ierrestris delle secrezioni, che descrisse nel modo seguente : « Lapilli oblongi ac perpusilli duo , obelisci figura, / litterulae minoris magnetudinem sequantes^ can- didissimi atque asperi in torulo uno ^ qui est e nonnul- lis^ inventi. Torulus inter cesophagum et omentum alius 5?. Ma da questa descrizione succinta ne accompagnata da tavole non si puo bene deciferare qual Helix ( probabil- mente qualcuna dei gruppi della //. pomatia L. o del- r H. aspersa Mlill. ) egli abbia anatomizzato ^ ne se le secrezioni da lui rinvenute siano realmente due cosi detti dardi o piuttosto i frammenti di uno solo , come fareb- bero'^supporre la ruvidezza e le dimensioni loro, nonche la circostanza che si trovavano in un unico sacco. — Nel 4678 Pinglese Martino Lister (3) annuncio di ave- (1) retrooculati, da OOZLffO di dietro ed 0(p^a?.fJL0q , 2^ occhio ; a motivo che hanno gli occhi di dietro ed alia base dei tentoni. (2) Zootomia democritea. NoribergiT, 1615, p. 331. (3) Hislurice aosmaliiim Angliae tres traetatus, Loudini, p. 114, t. II b 2, 23 re osservato piii volte, come gli individiii dell' H. asptr- sa ( Cochlea vulgaris hortcnsis ) all' atto del coito s’ in- figgano ( 0 tentano d' infiggersi ) a viccnda nel corpo im dardo testaceo , friabile , elegante , del quale diede la figura , il meglio che si pote per quei tempi , e che chiamo spiculum. — Quasi contemporaneamente ( 1679 ) lo svizzero Gian-Giacomo Harder (1) publico la descri- zione e la figura del dardo della H. pomatia ( Cochlea terrestris domiporta ) e del sacco ( corpus' cylindraceum ) che lo contiene , denominando pero il dardo impropria- mente ossiculum, — L’illustre Francesco Red i (2) Tan- no d684 figuro il sacchetto bianco di parieti- grosse , e come cartilaginose delle chiocciole terrestri ( proba- bilmente delT aspersa ), « dentro del qual sacchetto sta collocate un ossetto lungo bianco spugrioso angolare, scanalato fatto quasi a piramide , che posa la sua base ne! fondo del sacchetto sopra un piccol globo cartilagi- noso , il qual globo con una quasi sua papilla entra , e penetra nella base delT osso ( la corona del dardo. — Vedi anche Fer. hist. pi. XXIV A f. 3 ). E dichiaro di non avere mai trovato due dardi, come asseri Severino, ne vedervi luogo da potergli adattare. — Nel d694 il suddetto Lister (3) riconfermando le osservazioni da lui gia latte , descrisse pure la posizione del dardo nel sac¬ co ed il modo per cui vi aderisce , e diede le figure, non troppo felici , dei dardi di varie specie , cioe delle (1) Examen aoatomiciim cochleae terrestris domiportae. Basi- leae , p. 12 , f. 5. (2) Osservazioni intorno agli animali che si trovano negli ani- mali viventi. Firenze, p. 55 , t. XIII , f . 3 , lett. h. (3) Exercitatio anatomica , in qua de cochleis , maxime ter- restribus , et limacibas agitur. Londini , p. 121. 24 H. pomatia* ( Cochlea Pomatia Gesnero dicta ) ; t. I t. 5 , H, aspersa : t. 11 \ , H. nernoralis L. ( Cochlea nigrita ) : t. II f. 7 — NelP opera postuma deU’olandese Giovanni Swamm er damm (1) si descrive egregianiente il dardo dell’^. pomatia (Cochlea opercularis ), distin- guendosi in esso la corona, i qiiattro lenibi longitudinali saglienti , il canaletto nel mezzo , V iimore limpido in questo contenuto e si dii una buona figura della sezione trasversale dell’ asta del dardo , dall’ autore denominato stylus. Egli ne osservo pure la natura chimica, 1’ uso e r epoca della comparsa. Quest’ opera, la quale puo essere considerata come il lavoro miglioi e , che siuo ai tempi di Cuvier fu prodotto su tale argomento, contiene pure una buona descrizione del dardo dell’i?. nemoralis ( Co¬ chlea hortensis ), ma la figura relativa non vi corrispon- de (2). Giorgio Cuvier (o) alia descrizione del dar¬ do della H. pomatia e del sacco che lo custodisce , ag- giunse 1’ indicazione del modo con cui quello si forma , ma non se ne occupo piii parlicolarmente. Dipinse pure, ed in modo meno poetico dello Swammerdamm , i pre- ludii al coito di questa Elice , accenno rovesciarsi in quell’ alto il sacco del dardo intieramente al di fuori e sortirne questo ; ma non riesci a scoprire a che serva (1) Biblia naturas. Leyda^, 1737, p. 128 et 158, t. Y f. 11-14 ct vin f. 5. (2) L’ autore asserisce che il dardo di questa specie uguaglia ill dimeasione quello della //. pornalia. Da cib si deve indurre , che il dardo da lui esamiuato non era ancora completaniente for¬ mate , giacche, al dire di Schmidt, nello stato di compimento egli e miuore che nel periodo di formazioue. (3) Memoires pour servir a I’histoire et a ranatomie des mol- lusques. Paris, 1817 ; Mem. sur la limace et le colima^on p. 3, pl. H f. 3. 25 realmcnte il dardo , sc soltanto conic sti unicnto stimo- lante od a qual altro fine. — J. Daiidebard de Ferus- sac (\) riprodusse la figura di Cuvier e dic^ con ingran- dimento quella del dardo dell’ H. aspersa , raffigurato pure da E. A. Rossinaessler (2), che vi uni 1’ iinnia- gine ingrandita della sezione trasversale ( non e indicate il Canaletto!) e della corona del medesimo. Gio. Federico Brandt e Giulio Teodoro Ratzeburg (3) figurarono del pari il dardo MY H. pomalia, nia malamente; Cams (4), Neumann Giov. Gugl. , Prevost(3), Paasch (6), Scholtz Enrico parlarono pure del dardo di alcune sin- gole specie. Carlo Teodoro Si e bo Id (7) nel classico suo tiattato di anatoniia comparata riferisce , che il sac- co del dardo manca in alcune specie ed in altre e dop- pio, che perduto il dardo, la papilla ne riproduce un altro, che qiiesto in alcune e cilindrico ed'in altre ha quattro lembi longitudinali saglienti; i quali pero non presentano , come egli asserisce , delle dentellatiire , a meno che non siano ancora in processo di formazione 0 guasti. (1) Histoire g^uerale et particuliere des Mollusques terrestres et fliiviatiles. Paris , 1820-51 , pi. XXHl f. 6. (2) Iconographie der Land-und Siisswasser-Mollusken. Dresden und Leipzig, 1835, p. 123, t. V f. 75. (3) Medizinische Zoologie. Berlin, 1827-34. (4) M ii 1 1 e r Job., Archiv fiir Anatomie , Physiologic nod wissenschaftliche Medicin. Berlin, 1835, p. 494, laf. XII. f. 9-10. (5) Des organes generaleurs chez qnelques Gast^ropodes. Estr. dai: Mem. de la soc. d’ hist., nal. de Geneve, Y. p. 121, pi. 1. f. 7. (6) De Gasteropodnm nonnulloruiri hermaphroditicorum syste- inate genitali et uropoetico. Berolini , 1842. (7) Manuels-Roret. Nouveau manucl d’ anatomie comparee , traduit de 1’ allemand ( Berlin, 1848). Paris , 1819 , I , p. 340. 26 Ma il primo cho studio quest! organ! singolari ^ carat- teristic! net genere Helix ^ servendos! delle loro difFeren- ze come criterio d! distinzione delle specie , particolar- mente quando le loro conchiglie sono molto rassomi- glianti, e che su tale e su altr! caratter! anatomic!, com- binati colie differenze ed analogic apparent! dal guscio , tenta di fondare un sistema veramente raalacologico pei molluschi terrestri e d’ aqua dolce j si e il prussiano Ad. Schmidt, arcidiacono in Aschersleben. Egli seziono a tale scopo una ottantina di specie d’ Elici , fece varie belle scoperte sulla struttura delle mascelle superior! e della lingua in divers! generi, e continua indefessamente il suo lavoro , pel compimento del quale sono da augurar- gli maggiori mezzi , maggiori appoggi e maggiore com- partecipazione attiva. La quistione , se si debbano risguardare le H. nemo- rails L. ed hortensis M. come due specie , oppure come varieta di una sola , teneva divisi i vari autori. Gli uni stando alia rassomiglianza dell’ animale e della conchiglia ed alia circostanza di avere , come dicevano , trovato accoppiati individui dell’ H. nemoralis con individui del¬ la hortensis ( probabilmente jalinismi della prima), rifiu- tavano di ammcttere questa come specie. Altri invece valutando la diversa loro distribuzione geografica ed il modo dilFerente , con cui variano nelle fascie , e facen- dosi carico di quell’ insieme di caratteri indefinibili , che costituiscono il cosi detto habitus, non dubitavano punto di asserirle due specie , quantunque deplorassero di non averne ancora trovato il carattere distintivo evidente e fermo. Sebbene paragonando la descrizione del dardo del- VH. nemoralis data da Swammerdamm ( foveolis et con- currentibus apiculis exornabatur ?? ) con quella del dar- 27 do della H, horlensis data da Siebold ( « quatre aretes tranchantes .... dans toutc sa longueur , si potesse notare la differente struttura di quelle secrezioni e di lil desumere il criterio di distinzione tra le due specie ; pure cio non era stato avvertito, ed a Schmidt compete so non il merito della scoperta materiale , almeno quella di avere pel primo rilevate e debitamente valutate quelle dif- ferenze e di averne cavato profitto per la posizione delle specie nel genere. Nel 4849 egli fece le prime esperien- ze sulle dette specie in una localita ( Apothekergraben (1) -) di Aschersleben , ove entrambe convivono in abbondan- za, senza pero presentare forme di transizione ; e con- stato la notabile diversity de’ loro dardi. Allettato da questo bel successo egli estese tosto (4850) le ricerche ad altre specie della sua patria , ne descrisse e paragono i dardi , e stabili a tale uopo la terminolo- gia , distinguendo nel dardo la corona , la testa , il col- lo , r asta , la punta , parti bensi che non si discernono in tutte quelle secrezioni, raa che preseiitandosi, impor- ta che siano precisate. Inch ( 1852 e 4853 ) publico i resultati delle osservazioni fatte di mano in mano su molte specie d’ altre contrade , anche non europee. Tan- to di queste che delle prime daro qui un prospetto rias- suntivo (2). Gome accennai piu sopra , le specie da lui esaminate in proposito ammontano a 77. Di queste 26 sono prive di dardo , fra le quali le H. cellar ia Miill., nitida Drap. , nitens Mich., nilidtila F6r. , ( algira L. , Sieb. ) verlicillus F^r., ruder at Q' Studer, roltmdata Mull., angigyra Ziegler , ohvoluta Miill. , ciliata Venetz , slri- (1) anche interessanle per la circostanza , che vi si trovano di frequente delle H. nemoralis con (I fascie ( 4. 2. 6. 3-4. 5.) (2) Vedi il n. del giornale alia pag. 8. 28 gella Dr., carlhusiana Mlill. ( nec Dr. (1)-), hyalina Fer., pulchella Miill. ? , compacta ^ pauperculal , arenicola e lincia Lowe, conica Drap. , elegans Gmelin, candidlssi- ma Draparnaud. “ Altre , e sono il maggior numero , 59, posseggono u n dardo solo. Questo ora e semplice, e della forma delle Bele?nniti : H. fruticum Miill. ; o retto , liscio , con 4 lembi saglienti verso la punta ; H. bideniata Gmel. ; o ricurvo e soltanto con 2 lembi ver¬ so la punta : H, umbrosa Partsch — ora s’ attortiglia a spira , e cioe a diritta : H. cinclella Drap. , incarnata Miill.: a sinistra; H. sericea Miill. — ora e curvo colla punta a lancetta: H. Ziegleri Schmidt F. , intermedia Fer., Preslii Z. , cingulala Stud, colie var. baldensis . Villa e cohibrina Jan, tigrina Jan, alpina Faure Biguet, Scfimidtii Z., phalerata Z., arbustoricm L., zonal a Stud., Feburiana Fer., hirta Menke , planospira Rossm. ; - banaiica Partsch , lap'icida L. , holoserica Stud. , perso¬ nal a Lam. — ed ora ha quattro lembi saglienti su tutta la lunghezza deli' asta , ed e ricurvo nelie R. { lu- corum Miill., Panceri') cincta auct. , pomatia L. , de- stra e sinistra, aspersa Miill., [punctata , Rossm.) Iiorte?/sis Miill., sdvalica Drap., ausiriaca Megerle ; ret¬ to nell. R. pisana Miill. \ in forma di lancia nelle R. 7iemoralis L. , ( lactea Miill. , Possm. ) spiriplana Oli¬ vier , alonensis Fer. colla var. ca^iipesina Ezquerra , Gualteriana Ferussac. — Anche le R, candidula Stud., capcrata Mont. ( striata Drap. nec Miill. (2)- ), variabilis e marithna Drap. sono fornite di un sol dardo , ma (1) Anche 1’ II. cantiana Mont, [carlhusiana Drap.) nella se- zione fattale da Panceri risnlto priva del sacco del dardo. (2) Schmidt e Schollz si inaravigliarono di trovare V H. stria¬ ta a Verona, lungi dal mare, mcntre che Rossmaessier, T aveva indicata come specie liloraie. Ci6 fa snpporre , civ essi non co- 29 Schmidt non ne dicdc la descrizionc, come non la pote dare sinora di qnello delle H. naticoides Drap. e vermi- culata Mull., perche il sacco del dardo degli individui po¬ st! a sua disposizione era vuoto. Alcune, 42, specie finalmente sono armate di d u e dardi , curvi nelle H. cricetortim Drap., obvia Hartm. (4) , instahilis Ziegl. (2) , apicina Lam.; e quasi retti nelle H. costulata Z. ( slriata Mull. nec. Drap.), hispida Miill. , circinata Stud., villosa Drap., lurida Z., filictna Schmidt ( nec Hartm. ) , leuco- zona Z., Cohresiana Alten ( unidentata Drap. ). ( La fine nel prossimo niimero ) noscevano i lavori posteriori di Porro, Spioelli e Yilla e V opera di Hartmann G. sui Gastcropodi ; giacche i primi adducono quel- la specie come vivente nel comasco , nel bresciano e nella pia- uura lombarda , e quest! 1* accenna ( p. 445 ) come ricevuta da Milano. La raccolsi pure a Mantova e Cremona , 1’ ebbi da Vi¬ cenza, dai contorni del lago Balaton e dalla Sirmia ( Malac. un- garese n. 43 ) ; Jan la trow'd a Parma e Felisi a Ferrara; tutte localita queste lontane dal mare. (4) Hartmann nell’ opera succitata ( tav. 45 ) figurb benissimo r n. ohvia ( IJ. neglecta olim ) , diVersa pero dall’ H. obvia di Jan e di Parr.; e Gharpentier ed altri osservarono ch’ essa ve- niva da molti confusa coll’ ericetorum. A. Schmidt avendola ve- duta sotto tal nome nelle raccolte di Praga, Vienna, Lubiana ecc., crede di poter 'conchiudere , che la vera ericetorum non si trova negli stati austriaci, se non nei contorni di Salisburgo , paese confinante colla Baviera , ove occorrono ambe le specie. Ed in- fatti non incontrai 1’ ericetorum ne nell’ Austria , ne nel Tirolo , ne nel Trentino, ne nel Lombardo- Veneto, ma, nelle prime con- trade V ohvia f neir ultima V H. Candida Porro. field ritenendo r ohvia per la ericetorum , diede a questa , da lui raccolta ad Ingolstadt , il nome di H. Kiisteri ; e gli esemplari ricevuti con questo nome concordano perfettamente nella forma con quelli delP en'cetorwm , mandati dalla Francia e dalla Svizzera francese. ■ — Tuttavia Parreyss persiste ancora a riguardarc 1’ obvia per la vera ericetorum. (2) A. Schmidt trovh nell’ Arena di Verona una lumaca molto af» 50 Differenze anatorniche ira Y H. pomatia L. e la liicorum Miiller. Esaminando in molte specie cli gasteropodi del genere Hel?^ i dardi , i qiiali assumendo forme diveise al va- riare delle specie, furono dallo Schmidt giudicati come uno dei criterii per la rispettiva classificazione , mi ven- ne fatto di scorgere qualche differenza anatomica, finora da altri non avvertita , tra V apparecchio riproduttore deir If. pomatia e qnello dell’ If. hicorum. Fuvvi ed e tuttavia quistione, se quest’ ultima si deb- ba considerare quale specie distinta dalla poinaiia, co¬ me opina Deshayes (i) , oppure semplice di lei va- rieta, dipendente dalle locali influenze , come propende- rebbero a ritenerla vari altri ; d’ onde il nome alia lu- corum di H. mutata , datole da Lamarck (2). I ca- fine alia H. ohvia , nella quale credelte di ravvisare 1’ H. insla- hilis Z. La sua conchiglia , come osservo anche quell’ autore , e piu piccola e meno depressa che nella prima , ed il sacco del dardo negli individui da lui sezionati era vuoto , quantunque fos- sero quasi completi , mentre che nella prima i dardi si formano diggia negli individui giovani. Dessa ^ la H. candidula Z. ( nec Stud. ) , che nel trentino convive coll’ oivia , quantunque meno comune di questa ( Conch, terr. d’ Innsbruck n. 25 — Mai. tren- tina n. 39 ) , e che nel lombardo - vencto ( anchc a Yerona ) assumendo maggiori dimension! ( a. 12.5, d. 49 mill. ) viene a costituire 1’ H. Candida Porro ( Z. in litt. ad D. Porro : 22 giugno 4838 ) et Z. ( Porro in coll.), H. candicans Z. Pfeiff. L.?, della quale la candidula Z. non sarebbe che una variazione di gran- dezza. (1) nella conlinuazione « all* Ilistoire geuer. et partic. des mollusques terr. et fluv. » di Ferussac. (2) Histoire naturellc des auimaux sans vertebrcs. Paris, 1819. o\ ratteri (iifFerenziali esterni della conchiglia si ponno ri- durre , alia diversila (3i colorito si delle f;fscie come del¬ la rinianente superficie, alia forma della spira, al rappor- to tra gli anfratti, alia posizione ed alia figura dell’aper- tiira e dei labbri. ,A prima giunta 1’ esame dell’ apparecchio bisessuale , constando di parti analoghe nelle due Elici, farebbe sup- porre una perfetta somiglianza nel complesso , come la esiste nei dardi ; ma chi attento prosegue nella disamina degii oi’gani , all’ assieme dei quali e affidata la funzione riproduttiva , non puo a meno di scorgere differenze in quelle parti, nelle quali sogliono le diverse specie piu o meno tra loro differire. I rapporti intanto di tutto 1’ ap¬ parecchio colie parti degii altri sistemi sono gli stessi ; solo che la glandola uterina , alia quale incumbe di ri- vestire d" albume le uova provenienti dall’ esterna por- zione della ermafroditica , e qualche poco piu volumino- sa nella lucorvm , mettendosi cosi a contatto. con mag- gior superficie del fegato che in parte la cingc. II con- dotto die fa comunicare colla vagina la vescicola desti- nata a ricettare 1’ elemento maschile proveniente dall’ in- dividuo che funge le veci di fecondatore , e nella po~ matia privo di diverticolo , o se lo possiede , e breve d’ assai , mentre che costanteniente 1’ altra e fornita di un diverticolo piuttosto lungo e posto a cavalcioni del¬ le anse dell’ utero intestiniforme. E duopo notare che questo diverticolo , che talora manca , varia di volume e di relazioni nelle diverse specie; mentre non trovasi nel¬ le H. fruticum , strigella, pisana c qualche volta nella pomaiia , e assai prolungato nella arbiistorum,, lactea e vermictdata'^ algira comunica direttamente colla ve¬ scicola suaccennata. Le tasche mullifide del 7mico , pro- 52 babilmente destinate a versare iina tal secrezione nella cloaca genitale ^ onde possa servire di veicolo si alio sperma come alle nova , ricche di fondi cechi nella po- maiia , nell’ altra all’ incontro sono ridotte a meta volu¬ me ad onta che il modo loro di ramificarsi si manten- ga dicotomo. E qui pure e da osservarsi ^ che queste appendici glandolari variano di numero e di forma nelle singole specie ; cosi sono in numero di due per par¬ te nella lapicida^ arbustorum e personata , di tre nella nejnoralis ed incarnata , di quattro nella striata , stri- gella ed 'nmhrosa\ conglomerate in una sol massa nella fruticum. Riscontrai gli altri organi componenti questo complicato apparecchio precisamente identici, identita pero di poco cento, come quella che si rinviene pure tra animali, che appartenenti alio stesso genere , occupano posti lon- tanissimi nella scala dfelle specie. Avendo ripetuto I’esame in un gran numero di individui , mi convinsi della co¬ stanza delle esposte difFerenze , che in fine spettano alia sola porzione femminile del sistema degli organi sessuali, mentre che la maschile h perfettamente simile nelle due Elici. Queste osservazioni qualora il malacologo le congiunga a quelle degli esterni caratteri puramente zoologici , gli potranno servire di guida alio scioglimento della quistione. P. Panceri. ( Dispensato nel mese di Giugno ) Pavia. Tip. Fusi. GIORNALE DI MALACOLOGIA 1853. N.“ 111. Dei dardi nelle Elici. ( Fine ) Dalle dissezioni sinora publicate dallo Schmidt risiil- terebbe, toccare il dardo della H. asptrsa la massima liin- ghezza assoluta , ii mill. , e quelli della hispida la mi¬ nima , d/3 : 0.8 mill. Se si ha pero riguardo alle dimensioni degli animali e delle conchiglie, i dardi del- \ eric et or um^ liinghi 2 2/3 : 6.7 mill., sarebbero re- lativamente i piu lunghi , essendo di essi piu breve pcr- sino qiiello della spiriplana , lungo soli 6.5 mill. ; e vi- ceversa quello della fruiicu7n , lungo d'" : 2.5 mill. , rimarrebbe in proporzione il piu corto, minore benanco di quello della sericea , lungo d d/3 : 3.5 mill. — In certi gruppi pero, come in quello della H. hispida , si nota una corrispondenza tra la lunghezza dei dardi delle varie specie e la grandezza della loro conchiglia. Da quanto si vide , il dardo diversifica d’ assai in al- ciine specie, quantunque portino una conchiglia consi- mile ( H, hortensis e nemoralis ) , e viceversa si rasso- miglia moltissimo in altre, ad onta che quella sia molto differente cingulata , arhusiormn , planospira, ha^ natica^ lapicida, holoserica , personata), Cosi pure man- ca il dardo in alcune specie ( H, angigyra , obvoluta), mentre si presenta in altre, che sono ad esse affini { H. holoserica ), ed all’ incontro manca in molte, quan¬ tunque il loro guscio sia assai diverse. Egualmente so- novi varie specie (H, incarnatay Rtriceay candidttla) che non secernono contemporaneamente che un sol dardo. laddove altre a conchiglia simile a quella delle predette ( H, hiridciy hispida y cosinlata) ne presentano due; e vice- vei’sa molte specie , le cui conchiglie sono tra loro assai difTerenti , ofTrono un numero eguale di dardi. Percio le difTerenze ed il vario numero di questi servono a distin- guere le specie aflini e ad ordinarle in sezioni, e la so- miglianza ed il numero conforme dei medesirai ajutano a ravvicinare tra loiar quei gruppi e quelle specie , le cui conchiglie presentano forme disparate. Il criterio di distinzione delle specie di questi gruppi sara poi da cer- carsi in altri caratteri anatomici , come nel diverticolo della vescicola peduncolata , nelle tasche multifide del muco , che Schmidt p. e. trovo di forma differente nelle affini H, planospira e Febziriana , nella glandola uteri- na ^ ecc. Pero le diversita di struttura delle mascelle su¬ perior! e della lingua non sembrano sinora poter essere utilizzate , se non a stabilire delle division! in grande nel sistema. Rispetto al numero dei dardi come criterio di distin¬ zione delle specie debbo far osservare^ che Panceri estrasse dagli individui pavesi dell’ H. fruticum due di queste secrezioni, ciascuna , s’ intende , contenuta da un sacco proprio, mentre che Schmidt assegnerebbe a que- sta specie un sol dardo. Ora rassomigliando gli esem- plari dei contorni di Pavia e nella configurazione e nel colorito si delPanimale che della conchiglia perfettamentc a quelli , che con egual nome provengono da oltremon- te , ne segue : o che i primi in onta alle apparenze esterne non formano una sol specie coi second! , o che il numero dei dardi e dei loro ricettacoli varia nella medesima specie col variare clelle contrade o dei climi , c che qiiindi il numero dei dardi non piio formare , almeno per certe specie o per certi griippi , il loro ca- rattere distintivo, Ma e appunto per esso numero , che Schmidt vorreb- be decidere , se una certa Helix da lui raccolta a Ve¬ rona , e che Biasoletto gli mando pure dall’ Istria , la cui conchiglia , mentre presenta 1’ habitus ed i disegni deiriT. ericetorum ^ offre pero il peristoma rossastro del¬ la H. variahilis , appartenga al gruppo della prima che possiede due dardi , od a quello della seconda che non ne ha, che uno solo. Prada nel catalogo dei gastero- podi terrestri dell’ Istria ( Giornale dell’ istituto lomb. , serie II, tomo III, p. 47 ) enumera varie locality, ove di- mora 1’ Helix in quistione , che egli ritiene diibbiosa- mente per 1’ H. neglecia Draparnaud. Nella malacologia trentina (n. 39) diedi ragione di questa denominazione ed accennai pure come Porro, Villa ed altri autori lombardi la confondessero coll’ H. ericetorum. Essa trovasi sparsa pel piano e pei colli della valle del Po, dal mare a Va- lenza e probabilmente sino a Torino e s’ interna anche nel fondo di qualche valle laterale. — Parreyss ne fa tutt’ una colla H. ohvia , ritenendole entrambe per 1’ H. ericetoru7n , mentre che ne separa i’iiZ. Candida Porro. Per quanto spetta alP epoca dello sviluppo dei dardi devesi osservare , che in alcune specie , come nelle H, eri¬ cetorum ^ ohvia ^ essi si presentano, quantunque di di¬ mension! minor! , negli individui ancora giovaoi , laddo- ve in alcune allre , come nelle H. hortensis , nemoralis, non si rinviene il dardo, sino a tanto, che il peristoma della conchiglia non sia perfettamente compito. Se la pre- senza del dardo indicasse la capacita a fecondare, le pri- ' :>() me sarebbero, al pari clelle Snccinee ^ dei Lijnnei e de- gli AcefaU\ abili alia procreazione mollo prima di es- sere adulti. Essendosi il signor Schmidt per le sue osservazioni procurato di preferenza quelle specie, le quali esso pote- va presumibilmente trovare fornite di dardo ; cosi le ci- fre indicate piii sopra delle specie da lui analizzate, non rappresenteranno probabilmente le proporzioni giuste tra le specie prive di dardo e quelle che ne vanno prov- vedute, come egli stesso accenno. St. T. Davidson, Monografia de' Brachiopodi britannici ultimo fascicolo. Estraltd di Ed. Suess. Innanzi tulto sono di decisa importanza le scoperte falte neiresaminarc il genere Argyope. Sinora si credeva di vedere in questo genere in luogo delle braccia sol- tanto una serie di ciglia collocate alia base del mantello. Ma Davidson dimostro ora che queste serie di ciglia sono in soslanza delle vere braccia fermate ad un disco muscoloso , fra il quale c la parte interna del mantello si trova un’ apofisi fragile , calcarea , che corrisponde perfettamente ai fulcri calcarei ( Ralkschleifen ) dei B7'a- chiopodi cosi detti regolari. Con cio cade ogni motive per r erezione d’ una sottoclasse col nome di Brachiopo- des cirrhides , come fu tentato ultimamente dagli scien- ziati francesi. = La quistione sul posto che nel sistema devono occupare i Budisti , gnippo numeroso di mollu- schi e finora collocate accanto a quei Brack, ckrhides^ en- tra per lo scioglimento di questa sezione di Brachiopodi in una niiova fase. o7 Al genere Kincjma , poco fa istltuito dallo stcsso au- tore per forme viventi, si annovera la Terebralula lima Defrance , una delle specie piu conosciute della forma- zioiie cretacea. Le osservazioni sul genere Magas , in parte gia da luii- go tempo note come modello di esattezza , si trovano riunite per esteso in questo fascicolo. Dagli atli della societal zoologlco-bolanica in Vieniia( Verharid- Inngen des zoologisch-bolanischen Vereins in Wien ) 1853, rap- porti delle sednte ( Sitzungsberichte ) p. 15. Pahidina ther7/ialis Linn. var. W i e d e n h o f e r i Fraii- cnfeld. ^ Questa varietii si distingue pei seguenti caratteri : La sutiira e piu profonda , per cui gli anfratti appa- jono pill ventricosi e qiiindi tutta la conchiglia risulta piu scalare. 11 penultimo giro di spira e in proporzione assni piu largo, ed il suo distacco dall’ ultimo riesce per- cio molto meno sensibile. L’ apertura rimane proporzio- nalmente assai piu piccola. La chiocciola e brunastra , meno trasparentc , piu solida, e. generalmente maggiore. "Yive nelle vicinanze delle terme di Abano nel Padova- no , ove Wiedenhofer la raccolse nel fango freddo , ros- sastro , ancora penetrate dal minerale ; mentre che la P. thcr7nalis , la quale prospera nello scolo caldo della sor- gente principale di quelle terme, scompare col raffreddarsi deir aqua. Dagli atli precitati , p. 74. Considerazioni sulla perforazione delle pietre fnlla dai moUuschi Utofagi e speciulmente dalle FoUadi. Del Dotloi* Teodoro Prada. ( Gontiouazione ) 11 sig. Gray ( Associat. Britannique des Sciences New¬ castle 1858 ) avendo veduto le folladi perforare la creta di Brigton si e assiciirato che I’azione ne era meccanica. In fatti sugli esemplari che egli presento fece riraarcare nella creta forata delle scannellature circolari che furono prodotte dalle spine esistenti sulla faccia esterna della conchiglia , ed una impressione centrale dovuta ad im allungamento della conchiglia sii un punto della sua faccia inferiore. Egli di piu si assicuro che Tanimale non occupa tutta Testensione della cavita che egli forma, ma soltanto la sua parte superiore. Egli e evidente cio non di meno che vi sono animali i quali traforano le roccie col mezzo di agenti chimici, e cio avviene nella Patella in cui la conchiglia appianata non ammette un’ azione meccanica, cio pure accade pel piccolo annelide Diplolis che pratica nelle roccie delle caviU allungate mentre e privo di conchiglia. 11 sig. Alder confermando quest! fat¬ ti , e mostrando che la struttura particolare della con¬ chiglia delle folladi dei teredo ecc. d4 loro la possibilita di traforare le roccie meccanicamente , aggiunge aver egli osservato che tutte le roccie intaccate da quest! animali sono molli sott’ acqua , e non s’ indurano che quando vengono esposti all’ aria, circostanza questa mol- to favorevole per render pin facile la perforazione. 59 11 sig. V. Walker ircravigliato dalla prcstezza colla quale le Saxicave traforano le muraglic che formano le (lighe lungo la baja di Plymorilh, propose a qiiesito (i84d) qual mezzo mai tali conchiglle impieghino ad effettuaro slmili perforazioni. II sig. Buk land attribuisce qiiesto ef- fetto ad una secrezione acida che rammollisce la roccia , e permette alia conchiglia il facile traforo. 11 sig. De la Be¬ ebe, attribuisce il fenomeno alia presenza dell’ acido car- bouico espirato dalT animale che converte il calcare in bicarbonate che e solubile nelT acqua. In fine 1’ Owen lo attribuisce alb azione d’ una corrente d’ acqua messa costantemente in movimento intorno alia conchiglia per mezzo delle ciglia vibratili e delle branchie che si muo- vono senza interruzionc ed indipendentemente dalla vo- lonta deir animale. Una secrezione acida non renderebbe ragione della perforazione delle roccie non calcaree , le quali come il trappo a Tor -bay ed i gres sono sovente perforati dalle falladi. Del resto tali molluschi non attac- cano il granito, e questo fatto mostrerebbe il vantaggio che si avrebbe col non impiegare materiali calcarei nelle costruzioni che devono stare sotto il livello delle acque marine venendo questi in breve tempo a guastarsi per le copiose gallerie che i molluschi litofagi vi vanno di solito praticando. In aggiunta alle opinioni su esposte, il sig. Buchland, sostenitore della teoria d’ una secrezione di natura acida, presento ai membri dell’ associazione britannica (4842) degli esemplari di calcare di Plymonth con entro opera- tivi de’ buchi profondi arrotondati , la formazione dei quali egli attribuisce all’ azione lungamente protratta del¬ la mucosita delle lumache dei giardini { Helix aspersa Fer.) Egli si assicuro che questi molluschi arrossano leggier- 40 mente la carta colorata in azzurro per la tinlura cli tornasole sulla quale si facciano strisciare. L’ azione di im acido , quantunque debole , continuata per lung'o tempo sullo stesso punto della medesima pietra calcarea gli sembra rendere abbastanza ragione del fenomeno pre- detto sul pezzo che egli ha presentato, fenomeno che fu pure attribuito ad animali marini. Visitando il sig. Bu- ckland la localita d’ onde proveniva il menzionato pez¬ zo pole osservare delle lumache ancora viventi sulla su- perficie del calcare , come pure dei gusci abbandonati entro le cavita della pietra stessa. In seguito egli ha osservato dei fori consimili contenenti dei gusci d’ una lumaca piu piccola ( Helix nemoralis Linn. ) sulla super- ficie inferiore degli strati calcarei del Cumberland, ed il sig. Baker ha recentemente notato lo stesso fenomeno nel calcareo di Cannington-Park presso Bridgewater. Il sig. Hancock ( Associat. Britannique 4848 ) rigettan- do come insufficienti o false tutte le opinion! su esposle ed emesse dai diversi autori per ispiegare il fenomeno della perforazione delle pielre fatta dai molluschi , ne propone egli una che a suo credere e piu giusta e ra- zionale e tale d’ essere applicabile piu generalmente alia spiegazione del fatto. Egli dice che i molluschi perfo- rano le pietre col mezzo del loro piede che e cosparso d’ una quanlita di piccoli punti neri liicenti e duri I’uso dei qiiaii deve essere eguale a quello delle protuberanze d’ una gratuggia o d’ una lima. Questa spiegazione viene appoggiata dal sig. Philips , il quale asserisce conoscersi gia da molto tempo un gran niimero di molluschi for- niti di queste granulazioni sul loro piede , granulazioni che sembrano essere di natura silicea. Addotta pure tale opinione il sig. Owen ammcltendola come bastevole a spiegare la niaggior parte dei casi , selo egli pensa che si dovrebbc fare una eccezione per la Follade navale , la quale esso ritiene si scavi le proprie gallerie dentro il legno col solo intervento delle propria conchiglia. II sig. E. Forbes , nel suo lavoro siiHa storia, dei niolluschi della Gran-Brettagna , avendo esauiinate le diverse tesi messe fuori sulle perforazioni operate dai inolluschi lito- fagi dice di conoscere gia da tempo questa ora comu- nicata dal sig. Hencock , ma che del resto ei la stima insufficiente come tulte le altre fin qui immaginate, poi- che parecchii molluschi litofagi , come le Saxicave^ non ofirono mai granulazioni di sorta ad onta che si sca- vino al pari degli altri litofagi delle gallerie.. II sig. Hen- fray ed il sig. Henry che esaminarono al miscroscopio molti di questi animali non poterono mai giungere pero a discoprire si fatte granulazioni. Il sig. Forbes non trovando plausibili spiegazioni al fenomeno in discorso non dubito di attribuirlo ad una azione elettrica. ( Sara coniinualo ) Bibliografia . necroloijia , annunci , notizie. Opere vendihili presso Teodoro Fischer in Cassel: Pfeiffer Ltid. — Symbolse ad historian! Heliceonini , Sectio I -111. d84i -46. - 8.° gr , leg. Prezzo: 2 Thlr. o Sgr. Conspectus Cyclostoniaceoi’iim emendatus et auctus. Pneumonopomorum monographia3 prodromus ( estratto dalla Zeitschrift fiir Malacozoologie, 1851, p. 129 ) - 8“ gr., leg. Prezzo . 20 Sgr. Turlon William — Conchylia dithyra insularum bri- tannicarum. The bivalve Shells of the british islands. 1848 - 4.° ord., con 20 tav. color., cart. Prezzo . 46 Thlr. Lavori inediti presentati all’ Academia delle scienze delV istitu- to di Francia e conscgnati ad un apposita commissione per I’esame: Gauthier — Memoire sur les huitres en general et en particulier sur les huitres de Marennes. De Lamarre — Traiteinent et guerison radicale de la phthisic pulmonaire par 1’ einploi de 1’ helicine , ou mu¬ cilage animal concentre provenant des limacons. Marcel de Serres — Des gres coquilliers de differen- tes parties de rAmerique, qui offrent dans leurs masses des coquilles petrifiees. Opece , delle quali si dd un sunto nei vari giornali : Aradas Andrea — Prospetto della storia della Zoolo- gia di Sicilia del secolo XIX , movendo da quello di An¬ drea Bivona. Catania, 1845 - 1851. - 4.’ { Estratto daglt atti della acade7nia Gioenia ). Tratta in particolar modo dci molluschi. II prof. Bianconi nel Repertorio italiano per la storia iialurale ( stampato in Bologna) no porge un sunto alia pag. 10. 45 Baudon A. — - Catalogue des inolIus(|ues du departe- nient de T Oise. Beauvais, 4853. - 8."' , di 20 pagine ( Estr, dal iomo II dei Memoires de la soc. acad. de r Oise , 4852. ). Description des mollusques du departenient de r Oise, 4.® partie ( Estr. dal niedesimi memoires ). Nella Revue de zoologie di Guerin - Meneville, 2.^ serie, tomo V. , pag. 436, se ne da ud estratto. Yengono enumerate in quel catalogo 118 specie terrestri e d’ aqua dolce, fra le quali due specie nuove : Succinea Baudonii Drt. e Limnea microstoma Drt. Bavaine C. — Recherches sur la geriecation des hiii- Ires. Paris , 4855. - 8.% di fogli 3 1/2 con due tavole ( Estr. dai coinpies rendns des seances de la soc. de Biologic, 4852.). Se ne legge ‘un breve sunlo nella Gazette medicate de Pans , 4852 , p. 552 : ed uno piii esteso nel Journal de Conchylioldqie , 4853 , f. I, pag. 30. De Betta Edoardo — Descrizione di due nuove con- chiglie terrestri del Veneto. Verona, 4852. - 8^* , di 8 pagine con una tavola. Secondo Pfeiffer L. , nella Zeitsch. fur Mai. 4853 , P- 46 , Tuna di esse, V Helix Martinatiana , non e allro che V H. cemu- la descrilta da Piossmaessler nel 4851, I’allra, la Clausilia fusca, appartiene alia sezione della Cl. laminata Turton ( Cl. bidens Drap. ). Opere non enlrafe in commercio : Be Betta Edoardo — Malacologia della valle di Non. Verona , 4852. - 8." ( m continuazione ). Duvernor — Memoires sur le systeme nerveux des mollusques acephales lamellibranches ou bivalves. Paris , 4855. - 4.' ( Fard parte del to7no XXiF dei Xltmoires de f academie des sciences de t institvt de France). 44 Crediamo non sara per esseie disaggraclevole ai letlori del presente giornale d’avere un breve cenno necrologieo risgiiardante il valente conchigliologo Souleyet , test^ rapito alia scienza , nella quale tanto si era distinto , la- sciando colla sua morte una prnfonda lacuna che non verra si facilmente ricolma. Luigi Francesco Augusto Souleyet nato a Besse (Va- ro ) , r otto Gennajo 1811 , entro , assai tardi , nel ser- vizio di sanita della marina , ed ottenne nel 4855 d’ im- barcarsi a bordo della corvetta la Bonite , destinata a fare il gii*o del globo. In questo viaggio il detto conchi¬ gliologo ebbe 1’ incomparabile vantaggio d’ avere a com- pagno r illustre natui alista sig. Gaudichaud , ora membro deir Accademia delle scienze , e fu principalmente dal- r amicizia di questo dotto , che il Souleyet ritrasse in- sienie coi principii della scienza malacologica profondis- sime ed esattc cognizioni , che lo resero in seguito di¬ stinto in questo ramo di Zoologia. Tomato a Parigi , diede principio alia publicazione delle proprie osserva- zioni zoologiche , fatte nel corso del lungo e disastroso suo viaggio , publicazione che dovette tosto interrompe*- re, per intraprendere nuovi viaggi di mare nel corso de- gli anni 1846, 47, 48 e 49. In fine tomato di nuovo a Parigi nel mese di Gennajo 1850 ripiglio la publica¬ zione del lavoro incominciato , che termino nel 4854. Ora egli sperava dopo tali viaggi di poter godere di qual- che riposo, e quindi si applico a piu profondi studii nella lusinga di prender parte attiva nella publica istru- zione ; ma dietro un online ricevuto dove recarsi al po'rto di Tolone, onde imbarcarsi per le Antille, mentre in quelle terre la febbre gialla produceva una grande morlalita. Ad onta di quesla circostanza il Souleyet non 45 si lascio sgomentare , ed abbandono coraggiosaniente la sua patria. Giunse alia Martinica il 20 Giugno 4852 , dove piu che in altro luogo infieriva il morbo letale , e quivi con ogni cura presto V opera medica agli infetti , ma dopo qiialche tempo colpito egli stesso dal malore ne rimase la vittima il 7 Ottobre. Fu il Souleyet iiomo distinto e per profondo spirito di osservazione , e per. giustezza di giudizio nelle de- duzioni dei fatti osservati , qualita queste molto apprez- zabili per non trovarsi molto frequentemente associate , per cui pote sempre con chiarezza emeltere le proprie opinion! , e quindi sostenerle. Gome iiomo private poi fu di dolce e schietto carattere , franco e leale. La sua / costituzione fisica sgraziatamente era assai gracile e dili- cata , per cui i suoi amici, che furono molti, lo viddero partire per le Antille con gravissimo dolore, prevedendo- ne r irreparabile perdita , che tutt’ ora giustamente com- piangono. Estratto dal Journal de Conchy- liologie, 4853, fas. I. P. . . a. Richiesta la redazione inserisce di hnon grado nel gior- nale il seguente : I fratelli Ant. e G. B. Villa di Milano vennero fatti accorti, che in varie copie della loro mcmoria geologi- ca sulla Brianza , publicata e dispensata all’ epoca del congresso degli scienziati italiani in Milano nel 4844 , 46 occorse la sostitiizione di un foglietto di materia estranea in luogo delle pagine 29 a 52. Queste cssendo ora state impresse, gli autori lo rendono noto per coloro che possedessero la copia imperfetta , onde le ritirino o fac- ciano ritirare presso i medesinii, servendosi per contra- segno del foglietto sbagliato. Con questa stessa occasione i fratelli Villa avvisano gli amatori della geologia e della paleoniologia , che essen- dosi adoperati anche in questi ultimi anni a raccogliere possibiimente tutte le specie fossili della Lombardia, essi non trasciirarono di provvedersi anche di varii eseraplari delle diverse serie di rocce d’ ogni formazione , per cui sono in grado di offrire delle collezioni pahontologicht e geologiche statistiche tanto special! , di 50 a dOO pez- zi , quanto generali , di 50 a 500 pezzi. In cambio si desiderano dei fossili dei terreni cretacei , giuresi e loro inferior! d’ altri paesi , oppure altri oggetti che riguardano i rami delle loro raccolte, e specialmente delle conchiglie. Milano, luglio, 1855. fsola. Simili ed aitre collezioni di storia naturale si possono avere e per cambio e per denaro anche dal museo civico di sto¬ ria naturale in Milano. Bed. Come e noto, Rossraaessler scopri gli esemplari del suo Caijchium spolcsum sii di una stalattite asportata dalla grotta di Adelsberg nella Carinzia. Vari tentativi in- fruttuosi furono indi fatti per rintracciare quel inollusco nella grotta stessa. Finalmente nella scorsa estate riusci ad A. Schmidt di trovaivelo in abbondanza. Quantun- que nessuno degli iiiclividui raccolti fosse vivente , pure 47 ritiene cgli che non possano appartenere che alia fauna attuale , e perche la chiocciola di una parte di essi e tuttora trasparente e senza traccie di decomposizione , e perche ne trovo in copia sulle pietre d’ una strada for- mata dall’ arte. — Lungi dal seguire I’esempio di taluni, che per vili mire d’ interesse tengono nascosto il luogo di dimora di certe specie rare od interessanti , il signor Schmidt credette di dovere invece per T utile della scien- za indicare circostanziatamente il posto , ove ritrovo il detto Carychium ^ e di lasciarvi sulla roccia un segnale in matita , affinche ognuno possa esplorarlo a piacimen- to. Vi si giunge percorrendo la strada a destra ( entran- do ) dello spazio detto der Tanzplatz, la piazza da ballo^ e precisamente allorquando svoltato il primo suo angolo, si e entrato nella stretta via laterale. Estratto dalla Zeitschrift fur Malacozool. 4853 p. 47. A. Schmidt anatomizzando dclle Ptipa n7nh\Ucala Drap. , da lui raccolte nel Boschetto di Trieste , scorse quasi in tutte da 4 a 5 embrioni. E gli osservo pure nel¬ la P. miconosioma Lowe di Madera , ch’ egli non sa quindi distinguere dalla precedente ^ se non per le mag- giori dimensioni della conchiglia ( 0.5 mill, piu alta ). Dando la notizia , che la P. umhilicata e vivipara , egli era pure lieto di poter annunciare d’ averla trovata nel territorio germanico ( Zeitsch. sudd." p. 48 ). Ma in pro- posito gli si puo rimarcare , che Parreyss spediva gi^ nel 4841 degli esemplari di questa specie provenienti da Trieste , come risulterebbe anco dal catalogo dei Gaste- ropodi terrestri di quel litorale , publicato da T. Prada nel 4854 ; e che le condizioni geografico - fisiche , non 48 mai le divisloni politiche , devono segnare al naturalistu r area d’ un paese , e che cpiindi per liii Trieste appar- ler^ ognora all’ Italia , come d' altra parte alia Francia assegnera egli sempre la Savoja e Nizza, che la politica uni al Piemonte. Sino dalla fine dell’ anno scorso qualche giornale di zoologia aveva anniinciato il progetto del prof. Ross- m 36 s s 1 e r di intraprendere un viaggio nelle Spagne. La redazione del giornale avendo ricevuto da lui mede- simo, pochi giorni prima dell’ epoca fissata per la parten- za, r avviso di quel progetto in termini, che non lascia- rano piu nessun dubbio sulP esecuzione del medesimo , ne di^ cenno alia p. 46 del giornale. — Ma il dottore Menke con lettera del 4® corrente le fece gentilmente sapere , che quel viaggio non ebbe luogo, a quanto pa¬ re, per essere mancati a Rossmsessler i promessi sussidi. E questa notizia riescira tanto piu spiacevole , in quanto che i cultori della malacologia, consapevoli della valentia di quel professore, avevano gi^ calcolato di fare per ope¬ ra sua degli acquisti interessanti. ( Dispensalo nel mese di Luglio ) Pavia. Tip. Fusi. 49 GIORNALE DI MALACOLOGIA 1853, IV. Sui molhischi vivmli del lemho orientate del Piemonte ^ dallu Toce alia Trebbia, 11 suolo del Piemonte propriamenle detto per la sua conformazione e pei suoi componenti puo facilmente di- stingiiersi in tre parti principal! : V irrigua , dduvionale pimiura padana , le arse^ terziarie colUne dell’ Apennino ligiire , le primitive montagne alpine , serbatoi perenni delle nostre ricchezze. II lembo orientale di questo paese tocca tiitte e tre le dette variazioni di terreno e lo stu¬ dio dei suoi prodotti puo quindi offrirci un saggio di quelli di tutta la contrada, Una fauna dei molluschi vi- venti del Piemonte sarebbe di sommo interesse , perche essendo questo posto tra la Francia ed il Lombardo-Ve- neto 5 essa dovrebbe presentarci 1’ anello di congiunzione tra la fauna occidentale dell’Europa e^quella del mezzodi della sua parte centrale. Cio non ostante quella fauna e tuttora un pio desiderio. Gli ostacoli posti in questi ul- timi anni nei rapporti fra la Lombardia ed il Piemonte in’ irapedirono di sodisfarlo e mi costrjnsero ben anco a ricorrere alia gentilezza altrui per ottenere varii dati compresi in questo saggio , che pei motiyi. anzi esposti oso raccomandare alia indulgenza dei malacologhi. f Emiinerazioue delle specie SO Molhischi terrestri, ARION r u f u s L. — Boschi del Ticino ( Prada ). LIMAX agrestis L. , mut. filans Hoy — Monte Pe- nice, valle del Ticino ( Lomellina ). reticulattis Mitll — Bobbio in Yaltrebbia, Yarzi in Yalstaffora , valle del Ticino, variegatus Drap. — Bobbio, valle del Ticino, c i n e r e u s Miill. — Borgopariolo in Yalcoppa , Guasta in Lomellina. var. solea nigroUmbata , mut. drier ea , nigro- maculata — Tra Calasca e Pestarena nella valle Anzasca ( Prada ). mut, rufescens , carina et rugis rubris — Guasta ( Prada ). VITRINA diaphana Drap. var. gladalis Forbes — Presso al ghiacciajo delF alpe di Filar al M. Rosa ( Stabile ). p e 1 1 u c i d a Miill. nec Drap. — Apennini, valle del Ticino. SUCCINEA 0 b 1 0 n g a Drap. — * Yalle del Ticino, amphibia Drap. — Bobbio , Guasta. HELIX glabra Stud. — Rive del Yerbano ( Balsamo ). c e 1 1 a r i a Miill. — Arona al lago Maggiore ( Prada ). var. nitida Drap. — Zavatarello in Yaltidone , Yalstaffora , valle del Ticino , Orta ( Marani ). n i t e n s Mich. — Macugnaga in Yalanzasca {Stab.), var, hiulca Jan — Rive del Yerbano ( Mousson in litt. ). 51 olivetorum Gmel. var. Leopoldiana Gharp. — M. Penice, Valstaffora^ Zavatarello, Torraz- zetta in Valcoppa. lucid a Drap. — Valle del Ticino, f u 1 V a Miill. — Valle del Ticino, p y g m ae a Drap. — - Valle del Ticino (JJel Marno\ rupestris Drap. var. spirula Villa — Domo d’ Ossola ( Prada ). rotundata Miill. — Apennini , valle del Tici¬ no, Orta ( Marani ). a n g i g y r a Ziegl. — Rive dei laghi [Mousson). 0 b V 0 I u t a Miill. — ValstafTora, Valtidone, Tor- razzetta, da Torino al lago Maggiore {Mous^ son ), Arona ( Prada ) , Orta ( Mar. ) , Ga- nobbio al Verbano, Domodossola [Prada), nautiliformis Porro ( Drepanostoma ) — Da Galasca a Macugnaga , Borca al M. Rosa ( Stabile ). hispid a Miill. var. spira minus depressa — Valenza ( Prada ) , Stradella, Mezzana-Gorti. incarnata Miill. — Valle del Ticino. mut. monodon Villa — Rive del Ticino presso il Verbano ( Porro Mai. Gom. ). s e r i c e a Miill. — Rive dei laghi ( Mousson ). var. badiella Z. ( fide Villa ) — Valle del Ticino, a c u I e a t a Miill. — Valle del Ticino. {Del Mayno), c i 1 i a t a Venetz — Zavatarello, Baveno {Mouss.). s t r i g e 1 1 a Drap. — Valle del Ticino , Novara ( Pagano ). mut. hexagyra Meg. — ^ Rive del Ver¬ bano , Galasca {Prada), Macugnaga ( Stabile ). carthusiana Drap. var, minor , globosa (mass. a. id. 5, d. d6. 5; min. a. 8. 5, • d. id. 0 mill.) — Bobbio, M. Penice, valli della Staffora, del Tidone, della Coppa, del- lo Scurpasso, dell’ Aversa, rive del Verbano. carthusianella Drap. — Valstaffora, Zava- tarello , Valcoppa , Voghera , Valaversa , Valenza, Stradella, Sartirana in Lomellina ^ Mezzana-Corti, Novara ( Pagano ). mnt, Olivieri Mich. — "Valenza. p n 1 c h e 1 1 a Miill. — Mezzana-Corti. mut, costata Mull. — Zavatarello. h y d a t i n a Rossra. — Zavatarello. c i n c t e 1 1 a Drap. — Bobbio , Romagnese in Valtidone , Rivanazzano presso Voghera^. Valcoppa e Valaversa. fruticum Miill. — Valle del Ticino, arbiistorum L. var. picea Z. — M. Rosa ( Villa coll. ). z 0 n a t a Stud. var. vitiaia Villa , H. planospira Mich. — Macugnaga { Stab. ) , S. Gottardo {Pfeiff. L. Mon.) zz Alpi piemontesi {Pfeiff.), valle d’ Aosta ( Fer. ), S. Martino^ nella pro- • ' vincia di Pinerolo ? ( Ross?/?. Icon. ). c ae s p i t u m Drap. var. introducia Z. — Bobbin^ ValstafFora, Alessandria [Mar.), Voghera. n e g 1 e c t a Drap. var. — Bobbio, Valstaffora ^ ^Voghera, Valenza, Montebello, Casteggio e . Cicognola, Stradella, valle del Ticino, candidula Rossm. (mass. a. 7, d. dd; min. a. 3, d. 5 mill. ) — Bobbio , valli della Staffora , del Tidone , della Coppa , Valen¬ za , Valaversa , Stradella , Mezzana-Gorti. 55 nem oralis L. — Voghera , Stradella, Sartira- na, Novara ed Arona {^ag.), Orta {Mar,), Calasca {Stab,), Canobbio, priina galleria del Sempione. > var, etrusca aucl. (*), H, genuemis Porro — Bob- bio , M. Peiiice , valli della Staffora, del Ti- done e della Coppa , Casteggio ^ valli dello Scurpasso e dell’ Aversa. 1 u c o r u m Miill. — Valcoppa, Gasteggio ^ valle del Ticino. ' p o m a t i a L. — Valli e colli dell’ Apennino , Sartirana, valle del Ticino^ Arona {Prada) , Orta ( Mar, ), valli d’ Ossola e di Vedro , prima galleria del Sempione. ACHATINA aciculoides Jan — Valle del Ticino. a c i c u 1 a Brug. — Mezzana-Gorti. 1 u b r i c a Menke — Mezzana-Gorti. mut, lubricella Z. — Valle del Ticino. BULIMUS quadridens Brug. — Bobbio, ValstalFora, Zavatarello, A^alcoppa, Voghera, Valaversa zi: Piemonte ( Cantrame ), t r i d e n s Brug. — Bobbio , Torrazzetta , Va- lenza { Prada ) , Mezzana-Gorti , Guasta. mut, spretus Z. — Mezzana-Gorti ( tra- sportato ). obscurus Drap. — Zavatarello ^ Valaversa , Mezzana-Gorti, rive del Verbano ( Mouss, ) , Domodossola ( Prada ). (*) Ziegler nella corrispondenza , che teneva con Porro, di- chiar6 di non avere mai istituito ne 1’ H. etrusca il Planor- his etruscus ) per cui questi non possono venire controsegnati col suo nome. 54 PUPA vertigo Drap. — Rive del Verbano. V e n e t z i i Charp. — Valle del Ticino, p y g m ae a Drap. — Valle del Ticino , rive del Verbano. antivertigo Drap.~ Valle del Ticino (trasportata?). S e m p r 0 n i i Charp. — Rive del Verbano, Sem- pione ( Charp. ). marginata Drap. ' — Zavatarello, Doraodossola ( Prada ). mut. nnidentata PfeifF. C. — » Zavatarello, valle del Ticino. m i n 11 1 i s s i m a^Hartm. — Valle del Ticino. Ferrari Porro — Arona ( Prada ). frumentum Drap. var. triticiim Z. — Valli della Staffora , del Tidone, della Coppa e deH’Aversa, Mezzana-Corti (trasportata?). var. minor. — S. Gottardo ( Rossm. Icon. ). a V e n a Drap. var. major ( alt. mass. 8, min. 6 mill. ), cornea — Monte Penice. g r a n u m Drap. — Valle del Ticino ( traspor¬ tata dal Po e dal Ticino ). BALEA f r a g i 1 i s Drap. — Apennini , Orta ( 3Iar. ) , Domodossola ( Prada ). CLAUSILIA p 1 i c a t a Drap. — Rive del Verbano (^Stah.). d ii b i a Drap. — Monti intorno al Verbano. basileensis Fitz. — Rive del Verbano {Bals.), Galasca ( Stabile ). albopustiilata Jan var. punctata Mich. — Bobbin , Zavatarello. GARYCHIUM mini m u ra Mull. — Valle del Ticino. UYGLOSTOMA e 1 e g a n s Drap. — Bobbin , valli della Stafibra , del Tidone , della Coppa , Ales¬ sandria (Mar.), Valaversa, Stradella. 55 3Iollusclii (ujuatici. G e f a I i. LIMN;EUS s t a g n a 1 i s Drap. — Po , Ticino , Dora Baltea {Mar.), Mezzana-Gorti^ Guasta^ laghi. mut. turgida Menke — Valle del Ticino, p a I u s t r i s Drap. Ticino, Guasta, lago d’ Or¬ ta ( Porro coll. ). mut. corvus Gmel. — Ticino. var. obscurus Parr. — Valle del Ticino, m i n u t u s Drap. — Valle del Ticino, laghi. pereger Drap. — Bobbio, Varzi , Borgopa- riolo, Galasca (Slab.), laghi. mul. IcBvigatus Ziegl. ( fide Stentz ) — Guasta. var. Blauneri Shuttl, L. cariosus Bell. ? • — Ospi- zio del Sempione ( Prada ) zz: M. Gervino ( Porro Mus. Mediol. ). ova t us Drap. — Valle del Ticino, laghi. mut. bulla Hartm. — Ticino, Guasta. Hartmanni Gharp. — Valle del Ticino , Ver- bano ( Porro coll. ) , lago d’ Orta ( Mar. ). auricularius Drap. m7it. subcorneus Z. — Ticino, Guasta, Verbano presso Arona (Prada). PHYSA f 0 n t i n a 1 i s Drap. — Valle del Ticino , lago Verbano ( Charp. ). hypnorum Drap. — Valle del Ticino. PLANORBIS Cornells Drap. — Po, Ticino, Mezzana- Corti, Guasta. var. elruscus auct. — Gava, Guasta. h i s p i d u s Drap. — Guasta , laghi. var, devians Porro — Paludi del Ticino. 56 ni a r g i D a t u s Drap. — Ticino^ Guasta, laghi. mut. suhmarginattis Jan — Ticino, carinatus Drap. — Ticino , laghi. mnt. dubiiis Hartni. — Ticino , Guasta. complanatus Drap. — Paludi del Ticino, vortex Miill. — Po , Ticino , Mezzana-Corti. leucostoma Mich. — Paludi del Ticino. VALVATA s p i r 0 r b i s Drap. — Valle del Ticino. 771711. planorhis Drap. — Valle del Ticino, piscinalis Lam. — “ Ticino. mut. 'uonhilicata Parr. ( fide Porro ) — Valle del Ticino. PALUDINA i m p u r a Lam. — Mezzana-Corti , Guasta , Orta ( Marani ). a c h a t i n a Lam. — Sartirana , Guasta , Orta {Mar. ), Verhano. V i V i p a r a Lam. — Ticino, Guasta, lago d’ Orta ( Porro Mus. Med. ), Verhano. NERITIINA f 1 u V i a t i 1 i s Lam. — Ticino , laghi. mut. trifasciata Menke — Ticino. 7'hodocolpa Jan — Po {Jan Consp.) var. ticmensis Villa — Ticino, s e r r a t i 1 i n e a Z. (^) — Po ( Jan Consp. ). ANGYLUS f 1 u V i a t i 1 i s Miill. — Valle del Ticino, laciistris Miill. — Valle del Ticino. A c e f a 1 i. ANODONTA ponderosa Pfeiff. C. — Ticino e Verba- no ( Porro Mai. Com. ). (*) Jan ( Consp. ) indica pure come vivenii nel Po la Neritina similis e la Melanopsis miriuta. ch’ ebbero da lui il nome , ma che egli non descrisse. 57 c y g n e a Drap. — Laghi. I e p r o s a Parr._, A. variahHis Bell. — Ticino zz Piemonte ( Villa disp. ). a n a t i n a Drap. — Laghi. ALASMODOiNTA B o n e 1 1 i i Per. — Po ( Jan Consp. ) , Dora Baltea (Bals.) zz Piemonte (Villa disp.). var. uniopsis Lam. — Valle del Ticino, Sartirana. UNIO g 1 a u c i n u s Z. ( fide Parr. ) — Ticino , Orta ( Marani ). R e q u i e n i i Mich. var. crassidcns — Ticino ' ( Rossm. Icon. ). * p i c t 0 r u m Nilss. var. DeshayesU Mich. ( fide Charp. ) — Po , Ticino , Guasta. longirostris Z. — Ticino , lago Verbano (Porro Mai. com.), t u m i d u s Retz. {*) — Ticino. GYCLAS calyciilata Drap. — Laghi. cornea Lam. nec Drap. — Valle del Ticino. PISIDIUM p a 1 u s t r e Nilss. — Valle del Ticino, laghi. SOMMA: Gefali terresiri^ generi 12, specie 64, va- rieta 6, mutazioni 9. A acqua dolce , generi 7 , specie 25 , varieta 5, mutazioni 10. in iutto, generi i9 , specie 89; va¬ rieta 11, mutazioni 19. Acefali generi 5, specie 13, varieta 1. Somma to tale generi 24, specie 102, va¬ rieta 12, mutazioni 19. ( Sard continuato ). (*) L’ V. carnea Jan ( I. c. ) fu scoperta nel Po; ma 1’ au- tore non ce ne diede la frase. 58 Sulle ghiandole del pene nella lAtlorina, Del Dott. Carlo Gegenbanr. Nella Littorina (*) la verga sporge sotto e rasente il tentone diritto , e nello stato di riposo trovasi sempre rivolta air indietro sotto il mantello. Essa misura , se- condo le differenti specie e le diverse et^, da 2'^' a 5'", prende anteriormente la forma di lingua , curvandosi de- bolmente a mo' d’ un S , e termina in una punta trian- golare ora piu ora meno prodotta. Liingo la sua parte in¬ terna decorre una stretta piega , la quale ora continua sin nella punta della verga , ora termina obliquamente alia sua base. 11 primo ha luogo nella L. obtusata , il secondo nella L, neritoides. Nell’ accoppiamento questo margine piegato forma verso il piano della verga una doccia, per la quale il seme giunge ai genitali femminili. 11 margine esterno convesso del pene e fornito di una serie di prominenze papilliformi , le quali dietro esame piu minuto risultano d’ una struttura alquanto complicata. Ciascuna di queste papille, che si presentano in numero vario , e cioe una glandula costrutta nel modo seguente. Per meta immersa nella massa della verga, e per meta rilevata sopra di essa , ogni singola papilla forma un apparato di follicoli , il quale consta di un sacchetto centrale , otriforme ellittico , fornito d’ un sottile condot- to deferente. che sbocca alia punta della papilla ; il qual sacchetto a luce viva si distingue specialmente per la (*) Le specie da me esaminate furono le L. littorea Fer. , L. neritoides Fer. , e L. ohtusata Fer, , tutte e tre abitatrici della costa di Helgoland nel mare del Nord. 59 sua colorazione chiara , bianco-giallognola. II contenuto nel follicolo centrale forma una massa tenace, finamente granellosa. Lo stroma, in ciii trovasi immerso questo otricello , si distingue con marcati contorni dalla rima- nente massa del corpo della verga, e consta di uno stra- to di lunghe fibre con nucleo distinto , eguale in gros- sezza al diametro del follicolo. Quantunque queste fibre differiscano assai dagli altri muscoli di questo animate , esse devono cio non ostante essere . riguardate come aventi la natura muscolare , a motivo del loro modo di funzionare. Queste fibre costituiscono soltanto uno strato sottile circolare , serrato attorno air otricello , mentre tutta la rimanente massa carnosa decorre in direzioni longitudinali. Interessante e in cio la presenza di nume- rosi follicoli (10-25), i quali , immersi in serie molte- plici r uno sovra T altro nello stroma risultante dalle preaccennate fibre , si collocano all’ ingiro della cavita centrale. La loro forma e rotonda , ovale. Se si osserva dal disopra una papilla del pene , si scorgera facilmente sotto una compressione moderata i follicoli minori ag- grupparsi in forma 'di rosetta all’ ingiro dell’ otricello centrale. Un breve condotto deferente conduce da cia- scuno di questi follicoli lateral! nella cavita centrale. Essi circondano soltanto la meta inferiore dell’ otricello cen¬ trale , la superiore , che termina nel canale deferente , e per lo piu libera. Solo nella L. ohlusaia trovai spesso i follicoli lateral! ascesi sino in vicinanza alio sbocco. Ed inallora 1’ intiero apparato era sempre piu profondamente immerso nella massa della verga. I follicoli non sono tutti della medesima grandezza e difieriscono in cio spe- cialmente secondo la loro posizione , di modo che i piu vicini alio sbocco della cavita centrale compajono sempre 60 i piu piccoli , e quelli posti intorno al fondo della me- desima si presentano come i piu sviluppati. II contenuto nei follicoli laterali e ora la medesima so- stanza del follicolo centrale^ ora la trovai composta da cellule multinucleate alquanto grandi. Una piccola pres- sione pote sempre cacciare il contenuto nel follicolo mediano. Al primo momento dell’ osservazione io credea , che i follicoli altro non fossero che lacune prodotte nel tessuto circostante per la compressione e rese visibili dal- r uscita del contenuto della cavita centrale ; ma una dili- gente preparazione mi persuase presto del mio errore e delle giuste relazioni, come vennero sopra esposte. La quantita delle papille follicolari al margine della verga e determinata dell’ eta degli animali , e precisa- mente in modo, ch’esse aumentano continuamente sino ad un certo periodo , e si puo quindi dedurre 1’ eta dal nu- mero delle papille del pene , che esistono. Le primitive si presentano nel mezzo del margine della verga , al¬ quanto avvicinate alia radice del medesimo ; accanto si mostrano verso ambe le direzioni i rudimenti di nuove papille. Le prime distano sempre alquanto V una dall’ al- tra ; qnalora pero ne sia formata una quantita maggiore, s’ accostano a vicenda , e guadagnano inallora di piii nelle dimensioni longitudinali. II massimo numero die si trova ^ senza che sia visibile un aumento per mezzo di giovani apparati follicolari in* processo di sviluppo, oscilla tra le 8 e le Una sol volta osservai nella L. neritoi- des 49 papille. Questa specie ne possiede oltraccio la massima quantita, mentre la minima risulta nella L. ob~ iusata. ^ ' La secrezione somministrata da questo apparato di 61 ghiandole pare serva ad agevolare 1’ atto generativo du¬ rante r accoppiamento , nel quale le Littorine perdurano assai a lungo\, ne si lasciano minimamente sconcertare nemeno da forti eccitamenti. Comunque sia , la secrezio- ne viene completamente emessa durante V accoppiamento, come mi consto dietro molteplici osservazioni. La secre- zione si forma nei follicoli ghiandolari della periferia , che sono forniti di cellule secernent! , e viene condotta da quest! nella cavita centrale, la quale non e veramente che un canal deferente per tutti i follicoli periferici, am- pliato a guisa di serbatojo, ove la seciezione rimane rac- colta, sinche giunga T occasione propizia per I’evacuazione. Dalla Zeitschrift filr wissenschaftUche Zoologie di Siebold e Kolliker, tomo IV. p. 233. Notizie. Cromatofori (*) nella Cymhulia, In una CfmbuUa radiata Q. e G. , il qual animale, non pria veduto nel mediterraneo , fu raccolto nel 1832 in tre esemplari intorno a Messina, osservarono i signori Kolliker ed Enr. Muller dei cromatofori, i quali, come e noto, non vennero sinora scoperti che ne’ cefalopo- di. Per un accidente essendo caduta la delicata bestiuola da (*) Ghiamansi cromatofori quelle cellule irregolari, stellate, sparse tra gli intrecci delle fibre cutance , e conlenenti un' pig- mento colorato nelle une giallo , in altre rosso , in altre ancora azzurrognolo o bruno. A norma della varia contrazipne sia delle cellule come delle fibre , quest! colori sono in vario mode ed in varia proporzione distribuiti sulla superficie ; d’ onde la variabi¬ lity di colorito nel tegumento. — De Filippi F. , Regno animale, Milano , 1852 , p. 186. 62 una sufficiente altezza in un bacile piatto ripieno d’aqua, il suo corpo tonde^giante si coperse sul momento di mac- chie grandi d’ un bel color di rosa, le cpiali dopo alciini minuti second! si contrassero di nuovo in piccoli punti pignientarii bruno-nerastri ; ed il medesimo fenoineno si ripete , ogni qual volta I' animaletto veniva toccato bru- scamente, o si scuoteva il recipiente, che lo conteneva; air incontro non si mostrava il cangianiento di colorito ^ appena che T animale veniva abbandonato a se stesso. L’ esistenza di cromatofori fu pure confermata dall’ esa- me microscopicb , istituito dal signor E. Muller ; giac- che si inostrarono grand! cellule di pigmento , le quali , come ne’ cefalopodi , erano circondate a mo’ di raggi da molte fibre muscolari spiral! ( cellule fibrose ). — I si¬ gnori Muller e Gegenbaur trovarono simili cel¬ lule pigmentarie con muscoli esterni disposti a raggi , anche in altri pteropodi ed eziandio negli eteropodi; co¬ me Muller nella Phyllirrhoe, Gegenbaur nella Tiedeman- nia ed in un pteropode probabilmente nuovo , affine alia Cymhulm^ le cui natatoje si distinguono per quat- tro grand! macchie brunastre. — Siebold u. Kol- liker Zeitschrift u. s. w. IV. p. 352. F u 1 c r i nelle chiocciole delle Elici. Nell’ anno scorso il dott. Lea scopri nell’interno della conchiglia di alcune (9) Elici {Carocolla, Helix, Poly gyro) degli stati uniti d’ America una colonna addizionale ^ po- sta a guisa di sostegno ( fulcro ) contro la parete della colonna della spira e distante dall’ aperture d’ un quinto 0 d’ un terzo d’anfratto. Questo fulcro varia di forma, di grandezza e di posizione nelle difierenti specie , e puo ordinariamente essere veduto dal di fuori ad occhio nu* 63 do , quando la conchiglia sia sottile, giovane ; nelia con- chiglia adulta lo si scorge chiaramente col mezzo d" una lente , ma senza poterne ben precisare i contorni. Per ottenere cio , fa d’ uopo rompere la parte della chioc- ciola , che trovasi vicina al fulcro. Questo in alcune spe¬ cie e una semplice colonna saldata alle pareti della co- lonna principale, in altre e una colonna compressa o piatta, che s’ interna nelia cavita della spira. Lea opina, che esso serva a dare maggior forza all’ ultimo giro di spira , il quale allargandosi di molto , sembra avere ^ bi- sogno d’ un sostegno addizionale, specialmente in alcune delle specie le piu fragili. Se il fulcro e veramente desti- nato a questo scopo , si dovra riscontrarlo anche in al¬ cune delle Elici europee , giacche in caso diverse , si potrebbe attribuirne la presenza ad un’ altra causa. — Journal dt conchfliologie , 4853, p. 206. F 0 s s i 1 i del terreno neocomiano nelia nuova Granata ( gia Colombia ). A 1 c i d e d’ 0 r b i g n y in un lavoro sulle pietrifi- cazioni portate da de Boussingault dalla nuova Granata e specialmente dai contorni di Santa Fe de Bogata aveva riconosciuto appartenere esse alia medesima epoca , cui spettano quelle della parte superiore del terreno neoco¬ miano della Francia , sia per 1’ analogia delle lor forme, sia per 1’ esistenza di alcune specie identiche in entrambi i luoghi. Nuove scoperte fatte nelle medesime contrade della nuova Granata dal generale Gioachino Acosta (*) con- (*) La scienza in generale e la geologia dell’ America meri- dionale in particolare fecero una perdila irreparabile per la sua morte prematura. Appena rilornato dalle montagne della provin- cia d’Antioquia, ove sulle rire della Magdalena avea raccolto al- cuni pezzi importanti , una grave malattia lo tolse di vita. u fermarono nel modo il piu complete quelle sue osservazioni. Infatti non sono piu alcune forme zoologiche analoghe isolate , ma bensi un gran numero di specie identiche , che stabiliscono la perfetta contemporaneita della loro esistenza , e dimostrano, che queste specie, in quella remota epoca geologica , abitavano simultaneamente e probabilmente senza discontinuita, i mari dalle regioni equatorial! dell’ America meridionale si no agli oceani, che coprivano allora il terrene , oggidi occiipato dalla catena delle Alpi — Journal de conchyliologle, 4853, p. 2(^8. Parassiti di alcuni molliischi : a) Doridicola agilu Leydig. 11 dottore Fr. Ley dig raccolse a Trieste tre indivi- dui della Doris luguhris , cadaiino de’ quali portava sul suo corpo air incirca set piccoli animaletti giallognoli. Al- lorche si voleva pigliarli, essi sdrucciolavano destramente qua e la sulla superficie della Doris, sinche cacciati final- mente dalla pelle di questa , nuotavano liberamente nel- r aqua a modo de’ Cichpi, La loro grandezza e ad un dipresso d’ una mezza linea; la femmina e sensibilmeute maggiore del maschio. Questi crostacei parassiti, sinora unici sui molluschi sono format! da un eefalotorace , da un addome a quattro anelli, il quarto dei quali, special- mente nel maschio , e molto dilatato , e da una coda composta di quattro segment!. Dal disotto della parte an- teriore del eefalotorace sporgono due antenne setacee , formate da sette pezzi. A sei paja ammontano le loro zampe, 1’ ultimo pajo e atrofico. Leydig ravvisa in questi crostacei dei Ciclopi, i quali avendo .assunto un modo di vita parassito, subirono anche i cambiamenti nella for¬ ma a cio necessarii , e si avvicinano quindi ai Caligi. E gli introduce nel sistema fra quei due generi, sotto il nome di Doridicola agilis. — Siehold u. KolUker, Zeit- schrift, IV. p. 377. ( Sara continuato ). ( Dispensalo nel mese di Oltobre ) Pavia. Tip. Fiisi. GIOUNALE m MALACOLOGIA 1853. N." V. Sui moUuschi del lemho orientale del Piemonte, ( Gonlinuazione ) Alc^ne os!i»er¥azloni geogs^afieo fis^iche. Ecco quanto ebbi campo di conoscere circa la fauna malacologica della frontiera orientale del Piemonte ! ^ e tali notizie le debbo in. gran parte alle altrui sollecitudi- ni , specialmenle quelle che riguardano le valli alpine. E questa regione e percio appunto la meno esplorata, men- tre la pianura e la piu studiata di tutte. Dopo questa premessa^ necessaria per poter ben valutare i fatti^ le de* duzioni ed i confront! passero ad esaminare il raodo , col quale i molluschi viventi si trovano ripartiti nelle varie region! del paese in discorso , ed indi dedurne al- cune leggi di distribuzione geogralica. Ed in questa se- guendo i molluschi terrestri norme diverse da quelle, che regolano la distribuzione degli aquatic! , conviene per maggiore chiarezza trattargli separatamente. MoUuschi terrestri, V esistenza in Piemonte dei generi Arion , Achatina e Carychium non si noth sinora , che in pianura, e la presenza della Succinea e del Cyclostoma si verified 5 66 soltanto nella pianura e negli Apenaini. Sparsi pero come sono quei generi per le valli e le colline limitrofe del cantone ticinese , del comasco e del parmigiano , nonche per la Liguria , il Delfinato ed il vallese ^ non v’ e mo- tivo per credere , ch’ essi manchino a qualcuna delle tre regioni, che si distinsero nel Piemonte : il piano^, I’Apen- nino e 1’ Alpe. Lo stesso non si potrebbe pero asserire con altrettanta certezza dei generi Balea e ClausiLia , sinora riscontrati soltanto negli Apennini e fra le Alpi. E bensi vero ch’ essi trovansi in qualche localita della pia¬ nura lombardo-veneta, come la Balea in Milano e la Clausilia nel miianese , a Cremona , Man tova e Venezia; ma la loro comparsa in questi luoghi e eccezionale , e dovuta a cause puramente accidentali , come sarebbe il trasporto loro dalle colline colle rocce impiegate nelle fabbriche di grotte nei giardini ( Bal. fragilis e CL aU hopustulata, dalla Brianza a Monza e Milano ) , di mura di circonvallazione , ecc. ( Cl papillaris^ dal parmense a Cremona, dagli Euganei a Venezia ); oppure 1’ asporta- zione loro o delle loro uova dai paesi nativi per mezzo dei fiumi, che poi li depositarono alle lor sponde la, ove essi arrestano il corso ( 67. itala Mart., dalle rive del Verbano a Mantova ). Ma per cio appunto non sarebbe poi improbabile , che quei generi possano rinvenirsi an- che in qualche localita della pianura piemontese , massi- me in vicinanza ai colli. Gli altri sette generi terrestri s’ incontrano da per tulto nel paese in discorso. I generi Avion , Balea , Carycliium e Cyclostoma non vi sono rappresentati che da una singola specie ca- dauno , quelle del genere Helix all’ incontro ammontano esse sole alia meta del numero totale delle specie terre- slri (52). Le Bupa sono 4i , le Clausilia 4, i generi or Limax ^ Achaiina c Bulimns vengono costituiti, cia- scuno da 3, c le Fitrma e Succinea , cadauna da 2 specie. Ma iilteriori ricerche in queste contrade varieran- no le proporzipni di quelle cifre, aggiungendo altri due generi_, la Pa pula ed il Pomatias , senza pero miitare la somma delle specie dei generi Succinea , Jchatina , Balea , Carychium e Cyclostoma \ come si vedr^ alia fine di questd paragrafo. Delle sessantaquattro specie terrestri del Piemonte orientaie quattordici si presentarono sinora solo nel p i a- no} avuto pero riguardo alia ..circostanza preaccennata , che cioe il piano e la parte maggiormente esaminata di quel territorio , ed appoggiato ai motivi che verro espo- nendo 5 oso sostenere, non poter essere nessuna di esse esclusiva a quella regione. E quanto all’ Arion rufus , alle Succ. ohlonga , HeL fulva , hispida ed aculeata , Ach. acicula e lubrica , Pupa V enetPii e minutissima ed al Car. minimiim^ vivendo essi e nell’ alta valle del Ticino e lungo gli Apennini di Parma, nonche al di la delle Alpi nella valle del Rodano e per la massima parte anche in quelle dell’ Isera e del versante meridionale de- gli Apennini liguri , bisogna pure ammettere , che abite- ranno anche le interposte valli dell’ Apennino e delle Alpi decorrenti verso la porzione piemontese della pianura pa- dana ; a meno che, contro ogni ossservazione , si voglia negare, che le specie nel distribuirsi sulla superficie della terra siano procedute progi essivamente, e non gia a sbalzi, essendo del resto indilTerente, per la piccola estensione qui contemplata , quale sia il numero dei centri d’ irradiazio- ne dei varii tipi. Fuori del Piemonte le H. lucida q pyg~ mcea furono incontrate su ambi i pendii delle Alpi , e 68 Y Ach. aciculoides dimora in Lombardia non solo nella pianura, ma anche lungo le diramazioni montiiose; quelle specie dovranno quindi riscontrarsi in qualcuna alnieno delle tre valli alpine, della Toce, delbAgogna o della Sesia. Ma nelb Apennino forse non compariranno, giacche non mi consta , che siano state raccolte ne nel territorio di Parma , ne in quello di Genova. L’ M. pfgmcea viene pero indicata sulle Madonie nella Sicilia ( Piraiao ) e V Achatina nel napoletano ( A. Eohenvvarti Rossm. — Pfeiff. L. ). L’ H, fruticum ha bensi stanza nel Delfinato e nel vallese ed anche nei monti lombardi, ma non pote essere rintracciata ne nel cantone Ticino , ne in Valtelli- na , e nella provincia di Como non si presenta che nei piani meridionali ed anche quivi rara. Si puo quindi in- durne , ch’ essa manchera pure alia parte alpina della frontiera orientale del Piemonte, posta in condizioni geo- grafico-fisiche analoghe a quelle degli accennati limitroli territorii. Viene indicata nel parmigiano , ma non veden- dola enumerata fra le specie liguri , dubito che cola non viva, se non nel piano, e che quindi anche nei colli apennini versanti al Po possa verificarsi la defi- cienza eccezionale di questa specie. Nelle valli occidental! del Piemonte forse si rinverra, trovandosi, come si disse, nei vicini paesi d’ oltralpe. — E dal sin qui detto credo di poter conchiudere, che la pianura non pos- siede alcuna specie terrestre propria. — La conchiglia di qualche specie vi riceve pero una im- pronta particolare. Cosi 1’ H. hispida vi innalza alquanto la spira, tenendo percio meno aperto 1’ umbilico, al pari della sorella H. sericea ; questa sviluppa inoltre con maggiore i apidita i suoi anfratti ed olfre quindi 1’ aper- tura trasversalmente ovata, mancante sempre di cercine 69 e quindi anche di qiiaiunque callosita ( // badiella Ziegl. fide Villa), mentrc la varieta , che vive sulle raontagne, presenta il peristoma tondeggiante e la sua bocca, a mo¬ tive del cerchio e del callo, che la rafforza spesso verso la columella , tende nell’ interne alia forma quadrata. Sei specie furono raccolte soltanto sii pei colli del- r A p e n n i n 0. Le H. o/ivetorum^ hydatina e cctspilnm appartengono alia fauna meridionale , ma la poca altezza dei passi dell’ Apennino ligiire permise loro di varcarli e di stendersi lungo le falde settentrionali del medesimo , protendendosi ben anco nella pianura a poca distanza dalle colline , come e provato della M. ccespitum , e co¬ me si puo presumere delle altre due, le quali nella valle orientale del Po ricompajono sulla bresciana , ove appun- to , secondo Gesati , la Oora alpina tocca qiiella del mez- zodi. 11 Bui. quadrldms deve incontrarsi anche nelle Alpi piemontesi , occorrendo nelle lombarde , nelle elvetiche ed anche in quelle del Dellinato. E lo stesso dicasi pure delle Pupa avena e CL alhopustulata \ solo che queste sobiscono nelle Alpi qualche mutazione nella conchiglia , e vi costituiscono quindi delle varieta diverse da quelle, che sviluppansi negli Apennini. Gioe in luogo della variety cornea della P. avena di questi troverai col^ la var. megacheilos Jan , ed in vece della varieta striata { CL punctata Mich. ) della CL albopustulata v’ incontrerai la varieta liscia. E quest’ ultima specie , pei motivi espo- sti la, ove si ragiono dei generi , potrA riscontrarsi qua e la anche nella pianura piemontese, e presentarvi ambe le delte varieta , a seconda che essa si avvicina od agli Apennini od alle Alpi. — Ed ecco che anche V Apenni¬ no piemontese non offre alcuna specie terrestre ad esso esclusiva! — Ma oltre le anzidette varieta delle P, avena 70 e CL alhopustulata , gli e propria quella varieta della IleL nemoralis , che fu chiamata H. etriisca , e che si distingue per le maggiori dimensioni ( mass. a. 28, d. 35 mill; min. a. 17, d. 23 mill. ), la maggiore consi- stenza e la superficie evidentemente martellata della con- chiglia. Quindici specie si presentarono sinora soltanto fra le A 1 p i. La V it. diaphana e 1' M. rupestris pero devono occupare anche gli Apennini piemontesi, giacche la prima ba stanza nclla Liguria e la seconda nell’ Apennino di Parma; ma quella vi .presentera difficilmente la var. gla- cialis, perche gli Apennini di queste contrade rimangono di lunga pin bassi deile altezze , aile quaii comparve si¬ nora quella varieta ( a 2300 m. ). Yi si potra pure rin- Iracciare qualche varieta della H. zonata e della CL du- bia , avendole Berte raccolte negii attigoi Apennini parrni- giani. Le undid spede, che ci rimangono e che sem- brano essere e s c ! u s i v e d s 1 1 e r e g i o n i alpine, sono ; Hel. glabra , nitens, angigyra, nautili for mis, ar- bustorum , Pupa vertigo, antivertigo, Sempronii , Fer¬ rari, CL plicata e hadkensis. V H. angigyra pero, tra- sportata nel piano lombardo ( Monza, Milano) assieme alia roccia , sulla quale dimora nelle colline circostanti, \i si propago. Ma siccome essa, non viveodovi che su quella roccia o su altre consimili , vi si conserva tuttora rupi- cola , e la sua propagazione nel piano non ^ quindi iili- mitata , non si puo asserire, avere essa perduto il carat- tere essenziale di specie f)ropria aile Alpi ( meridionali ). Potra pero essere sorpi esa anche in qualche localita della pianura piemontese in compagnia della Balea e della CL alhopustulata , deile quaii si parlo pin addietro. Dodici specie si moslrarono ed in p i a n u r a e sui colli 7i a p c n n i n i. Ma sette di esse, cioe il Lim, agrestis, le Vitv pdlucida , Sticc. amphibia , Eel. car thus ianella , pulchella e candidula, ed il Bui. tridens, sono ovvie in tutti i versanti delle Alpi e segnataniente poi nel ticinese e nel comasco , non v’ e quindi alciin niotivo plausibile per credere, che possano mancare nelle Alpi piemontesi. E per le medesime cause dovranno pure avervi stanza V H. cinctella e neglecia ed il Cyclostoma elegans ; ma amando quest! un clima mite, si arresteranno ai colli ed air entrata nelle valli, od internandosi in queste, di poco s’ alzeranno dal loro fondo. Quanto al Crclostoma giova poi avvertire, ch’ esso non abita la pianura se non a piccole distanze dai colli e dagli scaglioni de’ monti, per cui a stretto rigore non dovrebbe avere il suo posto fra le specie abitatrici del piano. Che il Lim. variegatus e r H. lucoru7n possano giungere sino alle Alpi piemonte¬ si , e cosa molto dubbia , perche sono specie meridional!, che varcando i bassi Apennini calarono nella nostra pia¬ nura , e dovrebbero quindi seguire ad un dipresso I’an- damento delle loro compagne, le H. olivetorum , hydatina e ccespitum. Quattro specie dimorano e nella pianura e nelle valli alpine. In queste ultime una di esse, Y H. incar- nata , prende qualche volta una forma un po’ conica ed arma d’ un callo il cercioe deli’ apertura della sua chioc- ciola, vicino alia columella, per cui alcuni (Porro, Villa) credettero di riconoscervi 1’ H. monodon Ferussac. Dices! che \ H. incarnata viva negli stati parmensi; esiste pure una var. apciinina Meg. della H. strigella ; sembrerebbe quindi che queste due specie possano campare anche lungo le diramazioni settentrionali degli Apennini liguri. Ed oserei quasi argomentare lo stesso delle altre due , 72 r H. sericea e la Vupa pygmcea , quantunque non mi consti ancora , che siano state rinvenute almeno nei paesi attigui a quei colli, e posti in condizioni orografiche ad essi analoghe. La priraa viene pero indicata come indige- na del napoleiano ( Costa ) e la seconda delle Madonie. ( Sara continuato ) Dell' Ectocotile. ^ . Sembra che fin dalla piu remota antichita si avesse co- noscenza della perdita, alia quale qualche cefidopode an- dava soggetto , di uno tra le sue braccia ; ma alcuni opi- navano che 1’ animate nell’ inverno se lo divorasse per fame , altri che gli ^enisse divelto da qualche grosso pe- sce, A r i s t 0 t i 1 e (i) fu il primo , il quale accennando all’ uso delle braccia dei cefalopodi, attribuisse al braccio ectocotiliforme , che distinse come il piti pontuto, quello di service all’ atto copulative. Nel 4825 il prof. Delle Chiaje (2) descrisse e figure quale elminto, un parassito che rinvenne fissato al corpo deir Argonauia, ed abbenche presen tasse desso la proprieta non comune agli altri vermi , di possedere un doppio range di ventose , rifuggendo dal creare un ge- nere nuovo, lo ascrisse al Tricocephalus di Rudolfi, costi- tuendone la specie acelabularis, ® Qualche tempo dope, Laurillard osservo a Nizza suir Octopus graiiulosus Lam. cinque esemplari del pa¬ ll) Historiee animalium lib, IV. cap. I. 6 , lib. V. cap. V. 4. (2) Memoria sulla storia e notomia degli aoimali senza verte- bre del regno di Napoli. 1825 pag. 223 tav. XV5 fig. 4. 2. 75 rassito , da Cuvier (4) in appresso nominato Ueclocoty- Jus Oclopodis , appcsi all’ imbuto della femmina , ed iino col capo nascosto in una vescica, d’ ondc sporgeva il re- sto del corpo , che di Icggeri si sarebbe confuso colle braccia dell’ Octopus \ mentre al di d’ oggi a noi e facile comprendere , che X Octopus che lo portava , non era che un maschio col braccio ectocotiliforme in atto di sor- tire dalla borsa , nella quale qucsto aveva avuto forma- zione. Cuvier descrivendo si esternamente come anatomi- camente il novello suo elminto , gli assegno una borsa ed uno stomaco , ne descrisse il sistema muscolare , as- segnando al filamento che noi conosciamo sotto il nome di flagello 1’ ufficio della riproduzione. Pill tardi Costa di Napoli (2) publico delle osserva- zioni suir ectocotilo Argonaut a , che credette uno spermatoforo , e descrivendolo e figurandolo assai male , rappresento il sacco del flagello come una porzione di pelle superflua, ed il flagello come diviso in due all’ estre- mita, ritenendone le circonvoluzioni per altrettante mac- chie generate da vasellini ravvolti a spirale. In seguito I) u j a r d i n (3)^ abbenche abbia collocato il geriere ecto- cotile tra i trematodi , pure sospetto che pote^se essere qualche braccio d’ un altro cefalopode della stessa specie e che potesse servire alia fecondazione; e fa egli il pri- mo che abbia parlato di un condotto , scorgibile sola- mente grazie 1’ azione dell’ alcool, che ne coagulava il (1) Annales des sciences naturelles tome XVIII pag. 147. (2) Annales des sciences naturelieS; seconde seric , tome XYl pag. 184. (3) Histoire naturelle des Helminthcs ( Suite a Buffon 1848 ) pag. 481. 74 conteniito. E cfuesto egli disse essere composto di fila- menti bianchi analoghi agli spermatozoi de’ cefalopodi. Nel 4842 Koelliker avendo scoperti nel mare di Sicilia sopra molte femmine ileXV Argonaut a I’ectocoti- le , che Oelle-Ghiaje aveva anteriormente descritto , ed aveniione trovata una nuova specie siil Tremoctopus vio- laceus D. Ch. , fece mutar periodo alia storia di questo corpo. Egli, fondandosi sulle osservazioni da lui fatte sulla struttiira del preteso elminto , asseri che questi non era altro che V individiio mascolino della specie su cui lo rinvenne, lo sviluppo del quale non aveva per anco raggiiinto il suo termine. Trasmise in allora a Si eh old qiialche esemplare degli ectocotili da lui trovati ed il ri- sultato de’ suoi lavori in proposito ; e questi abbenche non si accordasse troppo seco lui rapporto alia struttura deir ectocoliie , pure abbraccio la sua opinione circa il significato fisiologico di questo^ e credette poi opportune di inserirla nell’ eccellente suo trattato di anatomia com- parata degli invertebrati, che in allora stava compilando. In una memoria assai estesa che Koelliker publico nel 4849^ egli appoggia la sua asserzione di ritenere 1’ ecto- cotile per 1’ individuo maschio di alcune specie de’ cefa¬ lopodi , sulle rassomigiianze e le corrispondenze di strut- tiira^ che riscontrava tra gli ectocotili ed il corpo de’ ce¬ falopodi in genere. L’ averli trovati isolati e semoventi , la presenza in essi delle ventose, delle cellule croinatofo- re , di un sistema nervoso provvisto di gangli , di un cuore j di un sistema vascolare, di pretesi filarnenti bran- chiali , infine lo sviluppo a si alto grade dei loro organ! generator!, unitamente alia perfetta identita degli element! istologici , furono argornenti che lo indussero a fondare la sua novella teoria , dichiarando false tutte le ipotesi e le credenze che i suoi antecessori avevano su tale og- getto pronunciate. Ecco quanto rai venne concesso di raccogliere intorno alle discrepanze ed alle asnbagi^ nelle quali versarono i naturalisti ed i fisiologi rispetto alia storia della riprodu- zione di alcuni fra i cefalopodi ; in fino a che le osser- vazioni di Yerany addiniostrarono non essere altro r ectocotile, che la parte csterna dell’ apparecchio maschi- le, la quale, veniva a staccarsi dall’ individuo ai quale apparteneva , per passare alia ricerca della femmina cor- rispondente , onde renderla feconda. ( Sara continualo ) liwista. G r e d I e r Yincenz Maria — Eemerkungen iiber eini- ge Conchylien der Gattungen Pupa und Vomatias ( Os- servazioni sopra alcuoe conchiglie dei generi Fupa e Pomaiias ). Estratte dal terzo programrna del ginoasio superiore di Bol¬ zano , 4853, in 8.®; pagine otto. Nella introduzione a questa niemoria Y autore, non tanto intento ad istituire nuove specie, quanto a ben de- terminare ed emendare specie gia descritte , nia cono- sciute solo incompletamente , si pone come guida nelle sue ricerche la seguente massima. Nel genere Pupa il numero dei denti e dei calli ora e maggiore dell’ordina- rio , come in alcuni individui molto vecchl , e deve ri- tenersi effetto di una anomalia, ora e minore, come ne- gli esemftlari non ancora adulti, e deve appiinto atlri- 76 buirsi alio stato di giovinezza dei medesimi. Ma quando questa giovanile imperfezione in certe condizioni si raan- tiene costante in una determinata specie, mentre la me- desima posta in altre circostanze, negli individui non pe- ranco maturi presenta diggia la completa dentatura, al- meno rudimentale; alia prima forma si compete il valore di semplice varieta ed alia seconda quello di specie nor- male (^). Gio premesso egli passa in rassegna tre specie di Pt^pa, la P. triplicata Stud., la P. Strobell Gredler e la P. Sem~ pronii Gharpentier. Accettando V opinione di Strobel ( ma- lacologia trentina), Gredler non riconosce nella P. higra- naia Kossm., die una varieta della P. triplicata, rimasta al grado di semiperfezione , ossia proveduta di soli due denti. Egli distingue inoltre nella medesima specie altre forme meno complete della P* bigranata , cioe coll’ aper- tura unidentata ed edentiila. La P. triplicata colle diverse sue variazioni fu da lui raccolta a Dolsach nell’ alta valle della Drava , a Klausen ( Ghiusa ) nella valle delL Isarco (*) Ma si rifletta, non esistere in natura di determiDato cbc gli individui j le varieta e le specie, al pari dei generi e delle altre division! adoltate nella classificazione scientifica, non so- no per ora che pure astrazioni , necessarie per facilitare col- r indiizione la conoscenza degli esseri e delle leggi , che li regolano. E come per varieta si deve imagmarsi il complesso di tutti gli individui aventi determinati caratteri di somiglianza ; cosi 1’ idea di specie deve comprendere in se tutte indistintamente le varieta, che rassomigiiandosi tra loro per altri caratteri piu generali, si distinguono da tutti gli altri esseri; e cosi via dei generi j delle famiglie , ecc. Non esistono quindi , come sembre- rebbe ammettere 1’ autore , forme varieta e forme specie , ma quanto egli cbiama specie e la varieta piu perfetta, la quale al pari delle meno perfette concorre cssa pure a costituire la specie. 77 ed a Bolzano, paesi del Tirolo di (jiia del Brennero; ne' primi due luo^hi sullo schisto argilloso ed a Bolzano siil porfido. — La P. Stroheli rappresenta la P. minutissima Hartin. giunta al massimo dello sviluppo , cioe con tre denti , uno sulla parete deir apertura, immerso, iino pic¬ colo alia columella ed uno nel palato in forma di goccia. Coerentemente alia massima professata nell’ introduzione r autore ritiene questa forma per la specie normale , ora soltanto scoperta , le da percid un norae e le subordina come varieta le altre forme sinora conosciute , cioe la P. minutissima e la P. costulata Nilsson {*), Le varieta (*) Dal priocipio esposto nella precedeote nota segue, che il no- me dato alia specie e un nome collcttivo, che abbraccia tulte le variety, e percio ritengo , che a qualunqne forma , perfetta od imperfetta, d’ una specie sia slato impartito per la prima un qua- lunque nome , queslo debba essere rispettato come nome speci- fico , cui tutti quelli , che venissero imposti in seguito a forme anche piu perfette della medesima specie , devono essere subor- dinati come nomi di varieta: giacch^ 1’ idea della specie, comun- que imperfetta, pure non d piu nuova , e non ha bisoguo di es¬ sere creata, ma solo di venire ampliata. Ed il bisogno di proce- dere in tale modo si fa di giorno in giorno maggiormente senti- re, in quantoche il cumulo dei nomi e dei sinonimi va continua- mente ammassandosi , o genera un vero caos, un impaccio quasi insuperabile per chi, non facendo suo scopo il gretto studio delle forme, vuole da esso, come da punto di partenza iodispensabile, passare a quello veramente scientifico delle leggi; cui adunque la stabilita della nomenclatura e un assoluta necessita. Giacche in- iroducendo nella scienza le nuove forme sotto il nome piuttosto di variety, anziche di specie, si rende possibile la conoscenza approssimativa delle medesime anche a chi le vede per la prima volta semplicemeote citate ; venendo il nuovo nome preceduto inallora da uno gi^ noto. E questa cognizione approssimativa del valore di questo nuovo nome forse basta a’ suoi bisogni e lo eso- nera dallo scartabellare piCi oltre e" con perditempo qualche volta 78 meno complete ora portano due denti , uno sulla parete deli’ apertura ed uno nel palato , ora uno solo o sulla prima o nel secondo, ora sono totalmente prive di denti. Nel Tirolo cisalpino la specie si estende per le valli del- r Isarco e dell’ Adige da Klausen sino a Salorno , com- presa la valle laterale di Tiers , dimorando suilo schisto argilloso , sul porfido , sulla dolomia e sul calcare, ed ascendendo verticalmente (pel monte Tschaffon) sino a 5000'. — La P. dihicida 1a. fu scoperta da Stentz jun. sulle rocce vicino al castello di MauUasch nei contorni di Bolzano. Oltre alia forma sdentata di qiiesta specie ^ co- nosciuta da Ziegler , 1’ autore nelle medesime localita ne trovo una col dente rudimentale sulla parete dell’ aper¬ tura. Ora la P. Sempronii Gharp. non differisce dalla P. dilucida che pel dente distinto posto sulla parete del- r apertura e congiunto ai margini di questa mediante un callo , spesso discontinuo ; quindi Gredler riconosce nella P. Sempronii la forma piu perfetta della specie, cui la infruttuoso. Si aggiuoga infine quanto sia disobbligante lo scar- tare il nome imposto ad una specie da chi la scopr'u — Golui che volesse approfondire di piu la quistione , legga la critica dettata da Petit ( Journ. de conchyl. 4853 p. 200 ) a proposito della so- stituzione del nome Ancylus Janii a quello di A. capuloides Jan, eseguita da Bourguignat pel solo motive, che la desinenza in oides e contraria alle leggi di uomenclatura stabilile da Linne. — Men- tre quindi mi professo sommamente tenuto al signor Gredler per la cortesia usatami nel dare il mio nome a quella Pupa, mi permetta pure cbe rifiuti francamente di accettarlo come nome specifico, ma che io subordini a quello gia noto di P. minutissi- ma Hartm. ; cui , non comprendendo la frase di Hartmann la forma scoperta da Gredler, apporro per maggiore precisione la convenuta formula emendata ( a Gredler ). Strobel. 79 P. dilucida fa passaggio mediante la delta variety col dente rudimentale , e propone quindi di unire la P. di¬ lucida come varieta alia P. Sempronii. L' autore la tro- vo nelle fenditure delle rocce pordriche sul versante bo- reale del monte Virgl presso Bolzano , ove vive fra la Barhula crispa in compagnia delle P. pygmcca e Siro- beli e della Balea fragilis. — Le P. umhilicata Drap. , nmhilicus Roth, Sempronii e Netimeyeri Riist. essendo provedute neilo stato di massima perfezione d’ un dente sulla parete dell’ apertura , formano percio un gruppo distinto. Da E. A. Bielz Y autore ebbe varii esemplari d’ un Po- matias raccolti nei dintorni di Rivoli , che nell’ habitus rassomigliano perfettamente al P. scalarinum Villa. Ma la loro costolatura ne differisce in cio, che delle costicine sottili bruno-grige alternano con delle coste rialzate blan¬ che per modo, che queste racchiudono di rado due delle prime. Gredler crede di ravvisare in questo Pomatias il P. macnlatum di Philippi e riportandosi alia frase data da questo , gli impartisce il nome di P. Philippianum ; lasciando per ora indeciso se costituisca una specie di- stinta, oppure se sia il passaggio dal P. scalarinum a! P. maculatum Drap. nec Philippi. Notizie. F 0 s s i 1 i del terreno carbonifero della niiova Scozia. Nel settembre d852 G. L y e 1 1 e J. W. Dawson esaminarono nuovamente gli strati carboniferi di South (*) Tutte e tre le dette forme trovansi anco in Lombardia , e convive con esse in varie locaiita una forma d’ un terzo piu alia , piu consistente e di colore brunastro ( P. Villce Gharp. ) 80 Joggins nella nuova Scozia , a fine di poter scoprire le circostanze, che vi favorirono la conservazione d’lm gran numero d’ alberi fossili a difFerente livello ed in posizione verticale, fatto assai raro specialmente nel terreno carbo- nifero dell’ America settentrionale. Essi desideravano altresi rivedere la Stigmaria , considerata qual radice della Si- gillaria , e verificare le differenze fra i deposit! che in- viliippano gli alberi ancora ritti , e quelli che gli riem- piono. Esaminando questi vi trovarono degli avanzi di felci 5 di Flabellarie , di Sigillarie , di Calamiti e di Stigmarie. 'Nel tronco d’ uno degli alberi . fra un aggre¬ gate composto di piccole ossa , di frammenti di legno carbonizzato e d’ iina materia pietrosa di colore scuro , poterono discernere una piccola conchiglia, pertinente ad iin mollusco terrestre del gruppo delle Pupa e Clausilia, e varii avanzi d’ossa, che A¥ynam ed Owen riconobbero avere appartenuto ad un batracio vicino ai Menobranchus ed ai Menopoma , i quali abitano attualmente i fiumi ed i laghi deir America settentrionale. — Bibliotheque uni- verselle de Geneve. 4853 tome XXIV, bulletin scientifi- que pag. 92. Alla pagina 46 di questo giornale venue preci- sata la dimora del Caryetotm spelaeam nella grot- ta di Adelsberg. Per chi volesse cold recars i in cerca di cpiel mollusco ^ sard caro il sapere ^ che ii dotl. Adolfo Schmid I publico una guida scien- tif ICO- economica alia delta grotta ed alle vicine ca- verne del Carso sotto il titolo : Wegiveiser in die Adelsberger Grolte und die benachbarten Holden des Karst. Wien, Sommer, 1855 ^ in 16.^ con tre tavole litografate rappresentanti la pianta delle grolte di Adelsberg , Planina , Lueg e Magdalena. ( Dispensato nel mese di ottobre ) Pavia. Tip. Fusi. GIORNALE DI MALACOLOGIA 4853. N.“ VI. Sui moUuschi del lembo orientale del Piemonte. ( Gonlinuazione ) La presenza nel Piemonte delle H. ohvolnta , ciliata ^ carlhusiana, Pupa frtmientiim e Bal. fragilis non si manifesto sinora che negli A p e n n i n i e nelle A 1 p i. Rispettb alia Balea pero si richiami alia mente V osserva- zione fatta parlanclo del genere, il quale nell’ alta Italia non e rappresentato che da quell’ unica specie. Lungo le pendici meridionali delle Alpi piemontesi le sole rive in- feriori , tiepide del Verbano sembrano *aver potuto acco- gliere eccezionalmente V H. carthusiana, specie piuttosto meridionale, che tanto lungo quelle rive, quanto negli Apennini liguri rimane molto piccola e da alia conchiglia una forma piu globosa, che non abbiano gli individiii del basso piano lombardo e delle provincie venete, parmensi e toscane. ’ Dalle sponde del Yerbano e dell’ attiguo lago di Yarese !’ H. carthusiana fu trasportata dai fmmi nel territorio di Milano ( Stabile ) , e dal parmigiano s’ estese alia pianura meridionale di Cremona ; si puo quindi de- durre che sia calata anche nel piano del Piemonte. La Pupa granum venue raccolta nelle alluvioni del Ticino, quindi deve abitare le Alpi , d’ onde appunto esso fiume proviene. Ma fu pure trovata ne’ sediraenti del Po , il quale riceve anche i torrenti dell’ Apennino ; e siccome 6 82 questa specie vive eziandio nel Nizzardo ^ cosi riten- go che abbia stanza anche nei nostri Apennini. Questa , la Fu]ia frumeritum e le H. ciliata ed obvoUita sareb- bero percio specie proprie delle localita m 0 n t u 0 s e. La P. fru^iieninm salita ad una notabile elevazione sopra il livello del mare rimane atrofica , cioe non sviluppa che molto imperfettamente le pieghe del- Tapertura della chiocciola , e resta molto piccola^ var. minor Rossraaessler. Le rimanenti sette specie : him. cinereus , Hel. cella- ria 5 rotundata , nemoralis , e pomaiia , Buh ohscurus e Fupa margmaia , popolano promiscuamente il piano , il colle ed il monte. \J H. cellaria pero por- tandosi verso mezzodi mostra una tendenza ad innalzare gli anfratti della conchiglia, restringendone per conse- guenza V umbilico, al pari delle H. hispida e sericea , ed a svilupparne piu rapidamente la spira , come V H. se¬ ricea ; per cui foggiasi nella U. nitida Drap. , accostan- dosi nella forma in modo singolare alia H. glabra delle Alpi. Id H. nemoralis ^ come venne gia avvertito, giunta dal piano ai piedi delL Apennino , variando nelle dimen- sionij nello spessore e nella superficie della chiocciola , vi costituisce la var, etrtisca. Le specie terrestri rinvenute nella pianura sommereb- bero a 37 ; quelle riscontrate sull’ Apennino a 5i , e quelle rintracciate fra le Alpi a 52. Avuto perb riguardo alle rettifiche sin qui eseguite, basate sulle molteplici os- servazioni di oltre dieci anni fatte nella vicina Lombardia, queste cifre verrebbero a subire un notevole cambiamen- to. Alle specie del piano si aggiunsero piu sopra dubita- tamente le seguenti 7: Hel, olivetor^im, angigyra^ car- 83 thusiana , hfdatina , mspitnm , BaL fragi/is c 67. al- hopustulata , e si detrasse il Cyclostoma , e cosi esse ascenderebbero tutt’ al piii a 43, ossia a 0,678 ^due. terzi ) del numero complessivo delle specie raccolte nel Piemonte orientale, che ammoritano a 64. Al piano manca- no quindi 21 specie. La somma ‘di quelle degli Apennini fu portata a 47 mediante 1’ aggiiinta di ^6 specie; e forse si potrebbe aumcntare ancora d’ altre 6 , cioe delle TL lucida, -pygmcca, sericea , friiticum , Jch. acicnloi-' des e Pupa pyg7?icca , fissandola per tal guisa a 53, os¬ sia ad 0, 828 ( piu di ire qiiarti ) del novero totale. Le 44 specie, delle quali T Apennino risiilterebbc deficiente, sarebbero quelle , che si mostraroiio esclusive della re- gione alpina. La somma delle specie di questa contrada venne accresciuta di 27, ossia di quasi altrettanto, e por¬ tata quindi a 59, che eqiiivale a 0,922 del numero com¬ plessivo. Le 5 sole specie, che non sembrano camparvi, sono il Lim. variegatus e ie H. olivetorum , hydatina , ccespHum e Incorum ^ specie del mezzodi, le quali ec- cettuata V H. emspitum , che non si scosta dall’ Apenni- no , nelle nostre Alpi non ricompajono, che sui pendii bresciani, ove 1’ ampiezza della valle padana lascia libero il passo ai venti caldi dell’ Adriatico ed ammette una vege- lazione meridionale. Dalle cose predette seguirebbe, che la p i a n u r a e 1 a parte p i u p o v e r a i n s p e- cie terrestri e TAlpe la piu rice a. L'Apen- nino potrebbe pero contendere con questa e fors’anco superarla, se quella parte di esso, alia quale si limita il presente studio, non fosse tanto riarsa e povera d’ aque, eppercio priva d’ uno degli, elementi indispensabili per la vita della plurality dei molluschi. V H. rupestris e la Pupa avena non dimorano che sul calcare e raramente anche sull’arenaria. De\h P. gra- nu7n non furono scoperte che le spoglie nelle alluvioni del fiiimi ; quindi non si puo con sicurezza determinare quale roccia dei raonti liativi prescelga a sua stanza. Es- sendo pero della famiglia, cui appartiene la P. avena , giova supporre, che avra con questa comuni le abitudini^ cosicche vaghera essa pure per 1^ I'occe calcaree e le miste. Le H. angigyra , na^itiliformis, ciliata e zonata il Bui. quadridens e le Pupa Sempronii e Ferrari abi- tano tanto sulle rocce calcaree , che sulle miste e sulle silicee. L’ H. pygmcea non s’ incontro sinora che sulle rocce silicee e sui lerreni di trasporto , ma dovra mo- strarsi, come altrove , anche sulle rocce calcaree e sulle miste. E su entrambe queste qualita di rocce nonche sui terreni di trasporto si presentarono il Lim. variegatns , le U. olivetorum, hispida , carthusiana ^ hydatina ^ cin~ della, ccespitum, negleda e lucorum , \ Ach. aciculoi- des ed il Cycl. elegans , e queste specie^ meno 1’ FI. hi- spida , amando un clima mite , e qualcuna un clima benanche caldo , non possono internarsi nelle Alpi del lombardo-veneto a segno di toccare le rocce silicee. Ma se cio avvenga o no nel Piemonte , non appare. Le rimanenti 42 specie compajono indistintamente su tut- te le qualita di terreno. — Quanto alle varieta ac- cennero solo . che la var. picea della FI. arhusto- rum non si sviluppa che sulle rocce silicee, mentre che la var. alpicola si forma soltanto sulle calcaree; la fra- gilita e trasparenza della prima, la compattezza ed opa¬ city della seconda devono quindi essere attribuite alle mutate condizioni geognostiche delle loro dimore. 85 Adunque nel Piemonte orientale s n 1 1 e r o c c e c a 1- caree ed anchesulle iiiiste possonovi- V e r e t ii 1 1 e (64) le sue specie terrestri, un numero molto minore (54) puo aver stanza sul ter¬ rene di trasporto ed il minimo (51) campa sulle rocce silicee. Qualora pero non si voglia attenersi soltanto ai risiiltati delle indagini limitatamente istituite nel Piemonte, ove la parte meno esplorata e appunto quella , in cui le rocce silicee occupano le maggiori estensioni , ma si vo- glia tener conto anche delle osservazioni fatte in altri paesi deir Italia superiore ^ risulterebbe, che fra tutti i 1 terreno di trasporto conta il numero minimo d i specie t e r r e s t r i. Ed eccoci giunti per un’ altra via alia conferma di due leggi pin sopra stabilite, che cioe i.” la pianura e la parte pin povera in specie terrestri, e cio appunto perche dessa non e for- mata che da terreni di trasporto, in cui quelle scarseg- giano, e mancano le specie proprie alle varie rocce; 2.° che nessuna specie e esclusiva della pianura, perche tutte quelle che possiede, possono occupare anche le rocce cal- caree e le miste , le quali concorrono a formare i colli e gli scaglioni delle montagne che la cingono. E questi colli e questi scaglioni debbono per cio essere i piu ric- chi in specie terrestri, e se il tratto dell’ Apennino con- templato in questo saggio non si presenta come tale, ne venne piu in addietro indicate il motivo particolare. Se le vette de’ nostri monti primitivi offrono pochissimi mol- luschi , cio non e gia dovuto alia qualita della roccia , raa alia elevazione loro ; anche le alte cime calcaree non ne sono ricche e per la stessa causa. La somma totale delle specie terrestri riscontrate sulla 86 frontiera orientale del Piemonte (64) potra cssere aumen- tata di iin buon terzo median te iilteriori diligenti ricer- che in quelle contrade. E primieramente neil’ A p e n n i n o si troveranno le H. conspnrcala Drap , aspcrsa Miill. e CL papillaris Drap., inccle della Liguria e del parmigiano, d’ onde si estesero nel S, E. della pianura lombarda, facendosi com- pagne alle H. olivelortim , carthnsiana , hfdaiina e lu~ coriim. La Pupa cinerea Drap. , che insieme alia Claus, papillaris venne per crrore di stampa accennata dai Villa come abitatrice delle nostre Alpi, dimora (secondo Berte) negli Apennini di Parma , e nel genovese ; potrebbe qiiindi darsi , che venisse rintracciata anche nelT Apenni- no piemontese. Esisle im Bi^L apenninus Jan; non essen- do precisata la iocalita degli Apennini, scelta per sua di- raora , si puo pure snpporre, che viva di qua della Li¬ guria. Tra le A 1 p i occorreranno la Vitr. tlougala Drap. var. pyrenaica Fer. , le H. nitidosa Fer., ruderata Stud., holoserica Stud, e hyalina Fer., le Pupa umbilicata Drap. , triplicata Stud, e pagodula Des Moul. , le 67. plicatula Drap. e parvula Stud, ed il Po7naiias macula- turn Drap., specie che abitano lungo la frontiera N. 0. della Lombardia o nel cantone Ticino, e di la delle Alpi nel vallese e nel Delfinato ; le prime tre Ridix e la CL parvula lungo le vette dei monli e le altre da posizioni meno elevate sino quasi alia pianura, e la Vitrina e la CL plicalula eccezionalmente benanco in questa (a Mon¬ za, trasportate dalle vicine colline colie puddinghe impie- gate nella costruzione delle grotte nei giardini ). Gli Arion suhfuscus Fer. ed horteiisis , il Lhn. cinctus Miill.?, I’ M. pcrsonata Lam., il BuL monlanus Drap. , 87 la Pupa dolium Drap. e le 67. gracilh Pfeiff. C. e bi- dens Drap. furono trovate tanto nelle Alpi centiali della vallata del Po, quanto oltre I’Alpe per le valli del Pioda- no e deirisera; V H. glacialis Tom. si rinvenne e sul- r Orteglio e sul Cenisio, e nell’ Elvezia. Qiieste specie do- vranno quindi presentarsi in tutle od almeno in qiialcuna delle valli della Toce , deli’Agogna e della Sesia , poste fra quelle contrade. Si raccoglieranno tanto sugli A p e n n/i n i quanto fra le Alpi il hims margin aUis Drap., V H. cingiilata. Stud, le Pupa dolioltim Drap. ed edentula Drap. , la Ch Stro- hel Porro (1847, Cl. Gharp. 4852 ) e la Pupu- la lineaia Drap. , specie abitatrici dell’ Apennino ligiire o del parmense, dei rnonti comaschi e ticinesi e, meno V H. cingulata e la 67. Strobel , anche delle valli di la delle Alpi occidentali. 11 Bnl. radiatus Brug. e la Pupa biplicaia Mich, abitano. gli Apennini di Parma e le dira- mazioni orientali delle Alpi di Lombardia, ma al pari della H. frziticum , non furono mai osservati ne nelle valli deir Adda, ne in quelle del Ticino; percio, mentre si do- vra ammettere, che vivano negli Apennini del Piemonte, si dovra d’ altra parte dubitare fortcmente di poterli in- contrare nelle valli orientali delle Alpi piemontesi. Le H. ' cTfstallina , Miill. , striata Drap. e cincta auct. dovranno presentarsi e fra le A 1 p i e per gli Ape n- n i n i e nella p i a n u r a, perche si rinvengono tanto sui colli del genovesato e del parmigiano , quanto nel piano e sugli ultimi scaglioni dei monti lombardi , e la prima eziandio sulle raontagne ticinesi. II numero totale delle specie terrestri , che presumibil- mente occorreranno lun2:o il lembo orientale del Piemon- te, polra quindi essere portato a 100 specie, ossia a due 88 terze parti circa della somiiia coniplessiva delle specie indigene nell’ intiera valle del Po od alia Italia, che sten- desi tra le Alpi e gli Apennini dal Monviso a Fiume, dal Brenner alia Cattolica. Quelle specie risultano ripartite in 44 generi , come segue: Arion 3, Limax 5, Vitrina 3, Snccinea 2, Helix 44, Acliatina o, Bulimns 6, Pnpa 49, Balea 4, Clatisilia 40, Carychium 1, Pu~ pula 4, Pomatias 1, Cyclostoma H H. Preslii Schm. var. nisoria Rossm. sembra tocca- re il suo limite occidentale nella Valgana presso Varese, r H. tigrina Jan presso Bellagio sul Lario, 1’ H. Candida Z. et Porro nel mezzodi del comasco e la CL dyodon Stud. var. comensis Shuttl. a Tramezzo sul lago di Co¬ mo , e non presentandosi desse nel cantone Ticino , non ardirei supporre, che possano mostrarsi nel Piemonte orientale. Ad occidente pero si potra forse scoprire qual- che forma, che rappresenti le R. tigrina e CL comensis 0 che segni il passaggio da esse alle sorelle H. Fonte- nilli Mich, della valle dell’ Isera e CL dyodon Stud, della valle del Rodano. La var. nilidula Fer. della R. niiens, e la varieta al~ picola Charp. e la comune della H. arbustorum debbono essere indigene nel Piemonte orientale, la prima tanto suir Apennino quanto all’ Alpe , perche vive si nello stato parmense che nella provincia di Como e nel cantone val- lese ; le altre solo sulle Alpi , perche non si raccolsero nei paesi limitroli , che nei contorni di Airolo , Aosta , Bex e Grenoble. ( Sara conlhiuato ) 89 Fiivisln ' L a n g e r Karl — Vorlaufige Mittheilung iiber ein ca- pillares Gefass -System der Teichmuschel ( Comunicazione preliminare sopra un sistema di vasi capillari hqW J no- don t a ). Letta air academia delle scienze in Vienna nel marzo 1853 ed inserita nei rendiconti delle sue sedate lomo X. pag. 432, giugno. Si ammette quasi generalmente (1) , che negli acefali le arterie perdono le loro pareti e che il sangue circola liberamente entro gli organi e fra i medesimi , negando assolutamente la presenza in quegli esseri d’ un sistema di vasi capillari ed in parte anche delle vene; mentre la circolazione vi e completata per semplici lacune ( spazii esistenti nei tessuti e negli organi ). Pero Souleyet e spe- cialmente Robin ( rapport k la societe de Biologie sur le phlebenterisme ) appoggiati ad injezioni di vasi capillari , si sono decisamente pronunciati contro ogni ammissibilit^ di una interruzione nel circolo del sangue. (1) Milne Edwards, zoologia, edizione itatiana, p. 89, Milano 1846. » Onant aux vaisseaux sanguins memes . V opinion admise jusqu’ ici comme certaine , a ete, dans ces deruiers temps, I’ob- jet de graves objections. II parait qu’ il n’ existe chez tous les Acephales qiie des arteres et des veines , et que ces deux sortes de vaisseaux ne sont relies entre eux par un reseau capillaire , que dans les organes de la respiration ». Siebold , nouveau ma- nuel d’ anatomie comparee , trad. p. 268, Paris 1849. » Infine troviamo . il sangue circolante in parte en¬ tro cauali o vasi proprj , in parte ne’ vuoti o nelle lacune del corpo. Le lumache e le ostriche ce ne danno un esempio » Dc Filippi, il regno animale , p. 17, Milano 1852, 90 Longer avea gia nel 4850 dimostrata ia continuita del sistema circolatorio nei cefalopodi (1), oi'a egli estese le sue ricerche agli acefali ; ma nella citata memoria non ci porge per ora che alcuni cie^ risnltati delle medesime. Egii ottenne injezioni capillari del mantello, del piede, dei inuscoli d’ altacco , delle branchie , dei tentoni labiali, deir intiero tiibo intestinale e del corpo di Bojanus. Nel marghie del mantello egli vide sconiporsi le arterie in una rete capillare e nascere da questa le vene (2). Le forme di queste reti sono diverse nei diversi organi a seconda della disposizione dei tessuti ; e nei singoli or* gani il grado ed il modo della loro contrazione esercita nn’ influenza sulla grandezza e sulla forma delle magliej giacche sotto una contrazione maggiore queste si restrin- gono e si stirano in determinate direzioni. I capillari ^ salve poche eccezioni, sono grand! ( sino 0, 0520 M. ra. nel (1) Vedi Sielold 1. c. p. 385 - 387 e Milne Edw. I. c. p. 594. (2) Ge systeme de lacunes forme, surtout dans le manteau, un beau reseau de canaux gre’.es qui s’ apergoit meme a 1’ oeil nu chez les Naiades. On ne doil cependant pas les confondre avec un autre reseau- plus difficile a dislinguer etqui, tres - probable- ment , conslitue un systeme do canaux aqaif^res ( p. 271) . . . il cxiste chez les Lamellihrandies un double systeme de lacunes dans V interpretation duquel on rencontre . . . piusieurs difficul- tes . Il est difficile de croire que deux especes de ca¬ naux sans parois peuvenl traverser le corps sans se confondre. D’ un autre cote si i’ oa regarde les canaux aquiferes comme des veines et les autres comme des arteres , . . . le systeme sanguin s’ouvriraii au dehors. » ( p. 277 et 278 ). Siebold 1. c. «... les nombreux canaux capillaires des divers organes, et surtout du manteau, s’ empliraient difficilement sous 1’ in¬ fluence d’ impulsions peu energiques ». Baudon et Drouet. etudes sur les Anodontes de I’Aube, 5. me article, juin 4853. (Revue de zoologie pag. 252 ). 94 caiiale intestinale ), piu grandi ancora de’ capillari dei ret- tili nudi ( batraci ). Quesle forme di vasi , le estese reti venose e quindi la grande ricchezza di sangue nel corpo dell’ ^'4ji.odonta spiegano la sua facolta di gonfiarsi. . I tentoni labiali e tutto I’intestino vengono nudriti dal- r aorta ; il solo tratto estremo del retto riceve il sangue dair aorta posteriore , tutto i! resto , compresa ia porzio- ne deir intestino retto cbe attraversa il cuore , lo riceve dair aorta anteriore. Quella parte della superficie interna dei Untoni labiali, che confina colla bocca e non e sca- nalata , ha come questa ima rete con maglie piu rotonde e vasi piccoli. Il ventricolo colie sue pieghe possiede, spe- cialmentc in queste, dei capillari raaggiori , che progre- dendo nella direzione delle scanalature , si dispongono in gruppi di maglie stirate in sensi diversi. La superficie interna dell’ intestmo stesso presenta un colorito intense^ che proviene dai capillari grandi e ravvicinati dalla con- trazione, per modo che a mala pena si possono ^corgere delle maglie queste pero divengono fiicilmente visibili , qualora il pezzo dell’ intestino venga disteso con precau- zione o maggiormente schiacciato. La piega sagliente del- r interno del tubo intestinale non lo percorre per intie- ro , ma dal ventricolo giunge soltanto sino al termine del primo giro , e ricompare piu sporgente nell’ ultimo giro, ove si prolunga sino alia fine del canale. In que¬ sta piega non si puo a meno di scorgere le reti capil- lari - le maglie sono tanto piu grandi e distinte quanto piu la piega e sagliente. Le maglie vascolari di questa sono allungate e sinuose per il decorso ondulatorio dei capillari. Si puo facilmente persuadersi, che nell’ estre- ma parte dell’ intestino arabe le forme delle reti , quelle 92 della piega e quelle della siiperficie liscia , sono in so- stanza le medesime , solo che trovansi ora piu ora meno avvicinate. Al principio dell’ intestino , ove la piega e piii bassa ed il suo lembo e tagliente, \ vasi maggiori di essa si convertono in vasi assai miniiti, i quali decorrono obliquamente paralelli lungo la direzione dell’ intestino. Nelle piege del corpo di Bojamis (4) i vasi ( le vene) hanno diametri ancor maggiori , e la loro divisione ed il loro costiluirsi in reti ha luogo con una certa regolarit^; e rispetto alia direzione della corrente del sangue , 1’ au- tore trovo di confermare nell’ essenziale le vedute di Bojanus. S u e s s Eduard — Ueber die Brachiopoden der Kossener Schichten ( Sui Bracbiopodi degli strati di Kossen ). Inserito nei rapporti delle sediue dell’ academia delle scienze di Vienna,, tomo X. p. 283; gingno, 1853. Lo scopo principale di questo lavoro , che verr^ pu- blicato per esteso nelle memorie della preaccennata aca¬ demia , e di riunire mediante il confronto esatto delle specie fossili d’ un gruppo specialmente rappresentato nel¬ le Alpi orientali, una somma di prodotti analoghi , onde per tal guisa stabilire una serie di locality , e direbbesi quasi un orizzonte , che possa service di guida sicura neir esame degli altri strati. — Quantunque si consider! la paleontologia come scienza ausiliare della geologia, es¬ sa deve cio non ostante seguire la direzione propria^ zoo- logica. I fossili non hanno semplicemente da service ai geologhi , come le monete agli storici ; raa essi, debbo- (1) » . . . organe qui sans aucun doute repr^sente un rein » Siehold 1. c. pag. 278. 95 no procurarci una imagine delle relazioni vitali nelle pas- sate epoche geologiche. E percio Suess inlraprese queste ricerche anclie alio scopo cli illustrare i brachiopodi delle formazioni secondarie. — Indlcati i mezzi , de’ quali si giovo, e gli ostacoli, che s'hanno a combattere in simili lavori, V autore passa alia sposizione dei risultati ottenuti dair esame degli strati di Rbssen. Sono qiiesti dei calcarei di colore nero sino al griggio chiaro, appartenenti al gruppo del Lias, che si estendo- no lungo il versante settentrionale delle Alpi oriental! dalla Baviera sino a Vienna. Nel versante raeridionale possono ad essi paragonarsi i deposit! di Col des Encom- bres , di Arzo presso Mendrisio. La localita tipica e Kos- sen nell’estremo Nord-Est del Tirolo transalpine. — Que- gli strati poco potenti di calcare rosso chiaro sino al bianco , spesso zeppi di pietrefatti , delle valli sliriane , conosciuti come strati di Staremberg , non contengono quasi altri brachiopodi che quelli trovati anche negli strati di Kossen. Sinora manca loro la Spirigera oxyocolpos , una delle specie piu singular! e piu caratteristiche degli strati di Kossen. — I calcari neri di Gresten nell’Austria in- feriore non hanno di comune cogli strati di Kossen, che quelle specie, le quali nelle Alpi oriental! occorrono in tutti gli strati liasici , p. e. : Spirifer Munsterl e rostra- tus. Se da una parte in onta alia rassomiglianza dei rap¬ port! geologic! e petrografici non e ancora stabilito , che quei calcarei siano identic! cogli strati di Kossen, dall’al- tra r autore non osa neppure risguardarli ancora come una formazione a se del calcare alpino ; per cio , che la loro deviazione dal carattere normale degli strati di Kos- sen forse non e , che un prodotto delle circostanze lo¬ cal!. — Piu che il gran numero di specie nuove in que- 94 sti strati liasici , fa sense la presenza in essi del genere Spirigera , che per lungo tempo venne risguardato come esclusivamente paleozoico , e solo da poco fu constatato anche nel Trias. Questa scoperta non e meno interessante di quella del genere Leptxna , ritenuto pure per paleo¬ zoico , fatta nel Lias d’ Inghilterra e di Francia. — Delle specie note degli strati del Lias d’ aitri paesi rinvengonsi in quelli di Kdssen : Spirifer rostraHis e Munsteri^ Te~ 7'ebratula cornula ; Hhrnchonella variahilis. Garatteristi- che sono : Spirigera oxfocolpos , Spirifer Emmrichi , Thecidea Haidingeri , Rhfnch. cornigera e fissicostata. Caratteristiche pegli strati di Gresten sono all’ incontro : Spirifer Haueri, Ter. grossulus e la comunissima Rhfnch, austriaca. — Gli strati di Kossen^ sotto il nome di cal- careo a Gervillie, vennero paragonati col calcare conchi- glifero della Germania e coi deposit! di S. Cassiano; 1’ e- same de’ brachiopodi nulla porse all’ autore per poter appoggiare questa opinione. Gli strati di Hallstatt , fra i quali egli comprende’^ qiielli di S. Cassiano , sarebbero in- feriori agli strati di Rossen. fiolizie. , . I Helix frigid a Jan. Verso il 4830 i noti naturalisti aflfratellati Giorgio Jan, ora direttore del museo civico di storia naturale in Mi¬ lano, eel il defunto Giuseppe De Gristoforis raccol- sero pei primi sulle Grigne , monti posti ad oriente della provincia comasca, la Helix, che avuto riguardo alia sua dimora , chiamarono H. frigida , e diedero alia sua va- riazione minore, fasciata, che abita le siesse montagne, il nome di F. inmhrica. Thomas e Boissier ve la rin- 95 vennero in seguito ; ma altri , come i fratelli Villa e Moiisson, indarno ve la cercarono. Nello scorso autunno il caso voile, che 1’ entoraologo ed ornitologo Giuseppe Brambilla di Pavia ed il dottore Amanzio Rezia di Bella- gio sul Lario, die con amore coltiva varii rami di scien- ze naturali ma specialmente la malacologia , trovassero questo interessante mollusco. E dacche essi , trasmetten- done alcuni esemplari alia redazione di questo giornale , si compiacquero pure di fornirle dei dati precisi sulla di- mora de’ medesimi , si crede di agire nelP interesse della scienza e dei raccoglitori , facendoli qiii di publica ra- gione. Il primo incontro 1’ H. frigida a pochi passi dalla cima del Monte Codeno o Moncodine boreale, o Grigna settentrionale, e precisamente sulla rupe che guarda In- trobbio nella Valsassina. Rezia ebbe campo di istituire delle osservazioni piu dettagliate, e che comunico nel modo seguente : ^5 A meta cammino circa dalla grotta del ghiaccio (a i675m. ) verso la cima del Moncodine (a. 241 2m. i^) - ) trovai il primo esemplare dell’ H. frigida Jan. Postomi tosto con qualche cura in traccia d’ altri , ne scoprii qualcuno , ma sporadico , fra i crepacci di quella roccia dolomitica, sulla quale crescono le Digitalis lutea Linn. , Glohularia cordifoUa Linn, e Melissa pf- renaica Jacquin. E fu solo presso la cima del monte, che potei raccoglierne in maggiore quantita , e (|ui 1’ H. fri¬ gida vive sulla roccia pressoche nuda, rivestita solo di quando in quando da qualche Sassifraga e dalla Primzi- la glaucescens Sprengel, in posizione soleggiata, asciutta o per dir meglio, secca j?. — - I fratelli Villa enumerano (*) Giusta i calcoli istituiti neil’ osservaforio astronomico di Brera il Codeno boreale sarebbe elevato 2413m sopra il livello del mare adriatico ed il Codeno australe 21.8 1 m. 96 questa specie ne' loro cataloghi come sinonima della //. Schmidtii Ziegler. Appartengono bensi entrambe al me- desimo gruppo , ma vanno tra loro distinte per caratteri notevolissimi. La conchiglia della H. frigida conta 6 giri di spira , presenta un umbilico larghissimo ed e o total- mente bianca e qualche volta quasi calcinata, quantunque r esemplare sia fresco, o biancastra colle traccie di due fascie ( 003-40 ) sbiadate oppure con una fascia media- na bruna ( H. mstibrica ) ; la sua superficie , special- mente nelle parti inferiori , e segnata da atomi oscuri a modo della CL dalmatina Partsch e consortia e ne- gli individui giovani ed anche in qualcuno dei completi la seconda meta delT ultimo anfratto tingesi leggermente di un colore giallognolo di came. 1/ i7. Schmidtii conta soli 5 anfratti, presenta un umbilico di poco piu largo della met4 di quello della B.. frigida (3:5), non ofFre mai fascie ed e come H. coluhrina e iigrina di Jan macchiata in briino; inline la sua spira si svolge con maggiore rapidita , che non quella della H. frigida. La chiocciola degli individui di questa specie osservati si- nora misura dai 24 ai 26 mill, in diametro e dagli 4 1 ai 44 in altezza. Si daranno a suo tempo e liiogo la descrizione ed i caratteri anatomici del mollusco. Helix ( Drepanostoma ) nautiliformis Porro. Questo singolare mollusco, proprio del versante lom- bardo , non era stato raccolto che in un numero limi- tato di esemplari nella Yalanzasca , nei contorni di Lu¬ gano e per la prima volta in Yalgana. Ora il signor An¬ tonio Yilla lo incontro in abbondanza nella valle d' Olona presso Varese, ove ne raccolse una settantina d’ individui completi. E noto, che preferisce nascondersi sotto le pie- tre argillose o di melafiro decomposto o di puddinga , e che manca totalmente nei seni della ^valle esposti a po- nente, ove il sole domina per la maggior parte della giornata, trovandosi soltanto in quelli volti a levante , ove anticipa il tramonto. ( Dispensalo nei mese di novembre ) Pavia. Tip. Fust. GIORNALE D1 MAL4C0L0GIA i853. N.“ Vil. Sui moUuschi del lemho orienlale del Piemonte. Molluschi aquatici. ( Generi 12, specie r38, varieta 6, nriutazioni 10 ) LCefali o Gasteropodi. Fra i generi aquatici il solo Lhnncpus (*) venne ri- scontrato da per tutto nel paese,^ che forma 1’ oggetto della presente meraoria. La Phfsa , il Planorhis , la Palndma e la heniina non furono raccolti sinora ehe nella pianura e fra le^Alpi, e la presenza degli altri due generi: V alvaia ed Jncflus , non venne coastatata che nel piano. Ma tutti questi generi ^ eccetto la Neritina , trovansi rappresentati in tutte le conlrade limitrofe tanto alpine che apennine ; percio dovranno rinvenirsi anche fra le Alpi e fra gli Apennini della frontiera orientale del Piemonte. La ISeritina raanca secondo ogni probabilita negli Apennini d’ Oltrepo , come in quelli di Parma e di Genova ; ma se degli altri sei generi non s’ incontro per quei colli che il Limnxzis , cio dipendera dalle peculiari condizioni di siccita di essi colli , e dalla circostanza, che le ricerche nei medesimi rimasero alquanto limitate. (*■) Derivato dalla voce grcca c latina limne , lago , palude. Fa quindi senso , come persino ud Morelet scriva tultora il no- me di questo geoere coll’ y ( Lymnoea ). 7 98 I generi Physa , Valvaia , Neritina ed Ancylus non vengono costitiiiti che da due sole specie cadauno , la Palvdina ne conta tre. od i Limncdus e Flanorbis com- pongonsi ciascuno di sette specie. Ulteriori indagini nel territorio in discorso niuteranno le proporzioni di queste cifre , aumentando lo species dei generi Flanorbis e Fa- ludina , come si vedra in seguito. A venticinqiie montano le specie gasteropodi fluviali del Piemonte orientale. Dieci di esse non furono ancora rac- colte che nella pianiira^ ma meno la Ner. serratili- nea^ che mancher^ negli Apennini, le altre tutte dovran- no rinvenirsi in ciascuna delle tre regioni, che si distin- scro nel Piemonte; giacche vivono tanto fra le vicine Alpi comasche, ticinesi , vodesi e savojarde , quanto nel limitrofo Apennino parmense e ligure. — Quindi il piano non sembra possedere alcuna specie ce- fala aquatica propria. — Nei piccoli ruscelli della pianura il Plan, corneiis rimane alquanto piccolo e gli anfratti della sua conchiglia presentansi schiacciati. Questa varieta sarebbe secondo Rossmaessler ( Iconographie IL pag. 15 ) il PL etruscus , e gli esemplari con tale nome spediti da Ziegler e conservati nella raccolta Porro^ vi corrispondono perfettamente. Charpentier e Villa alPin- contro danno quella denominazione alia varieta massima rigonfia, quale abita le aque dei nostri fiumi. Quattordici specie occorsero soltanto nel p i a n o e nelle valli alpestri; ad eccezione pero della Ner. flu- viatilis e forse anco del him Hartmanni, si riscontreranno tutte eziandio nell’ Apennino piemontese , dimorando in quello di Parma e nell’ attiguo del Genovesato. — Il L. pakistris allorquando dimori nelle aque piccole e cor- 09 renti diminuisce in volume al pari del PL corneus , ed allunga la spira del suo nicchio ( L. obscurus ). A ba- stanza noti sono il PL devians , che sviluppasi ne’ laghi e nelle maggiori paludi, e la Ner. ticinensis propria di alcune rive del Ticino. II solo Lim. pereger fu riscontrato tanto nella p i a- n u r a e fra le A 1 p i, quanto nell' Apennino. — A rilevanti altezze ( i400-2000m. ) egli copresi d’ una con- chiglia assai fragile , i di cui primi anfratti sono molto corrosi ( L, Blatineri ). La fragility ed in parte anche la corrosione dipendono probabilmente dalla penuria del carbonato di calce nelT ambiente , in cui vive il Lim- nwns. Ma perche questa variety non scorgesi anco a minori altitudini, in quelle aque ove scarseggia pure il carbonato di calce? (*)••• — Si noto che la pianura non (*) La corrosione parziale della conchiglia, che si osserva in varii molluschi aquatici, fu attribuita a different! cause second© le differenti abitudini delle specie e le differenti aque. — Wei Xerithium , nelle Melania , nelle Nerita , che sono alternativa- mente od immersi nelP aqua od esposti agli immediati raggi so- lari , a seconda che la marea li copre o li abbandona, T erosione della spira del loro nicchio fu ascritta appunto a questa multi- plicata alternanza d’ umiditd e di siccitd , di caldo e di freddo. La spira come la pi6 esposta a queste iotemperie, giacche il re- sto puo venir messo al coperto nella sabbia del lido, si screpola e se ne distaccano dei pezzi. — Nei molluschi che sono alTin- contro costantemente immersi nell’ aqua , come sarebbero gli Ace- fali suhmitilacei , de S a o 1 c y opina , che la carie dipenda da un incessante lavoro di assimilazione del calcare, eseguito da certe specie a spese di certe altre , quando 1’ aqua manchi della quantita sufficiente di calcare. E venne indotto a tale opinione osservando , mentre trovavasi alle Antilie , un buon numero di Ampullaria effusa Lam. , col^ comuni , e che conservava in un vaso di vetro. Oualche tempo prima della loro morte , avvenuta dOO offre fra le sue specie gasteropodi d’ aqua dolce alciina , che le sia propria; ma si osservi pure, che ne T Apen- nino ne V Alpe non ne presentarono di quelle, che’abitano esclusivamente in una di queste regiom , ne tampoco di quelle, die dimorando in entrambe quelle region!, ma non in pianura, sembrerebbero vivere soltanto nelle loca- lita raontuose. Tutte le 25 specie cefale aquaticbe del lembo orientale dopo alcuni mesi , s’ accorse , die si rinnivano in grnppi di tre a quattro per modo, che ognana avea hssata la testa sulla spira della conchiglia della sua vicina , mentre che in istato libero vi- vono isolate ; e quantunque egli avesse avuto la cura di racco- gliere solo degli esemplari colla chiocciola intatta , cionoriostante dopo la morte tutli la presentavano corrosa. Egli ne deduce, che le Ampularia non avendo potato procurarsi ii calcare indispensa- bile per la secrezioue del loro nicchio ne dal vaso, n^ dall’aqua, ne dal cibo , che veniva loro porto, siano stale costrette a stac-' carlo dalla conchiglia delle loro compagne di prigionia. — P. Fischer ripete le esperienze di de Saulcy con qualche centi- najo di Limnceus stagnalis Drap. e L. palustris Drap. , che a tale uopo privb d’ ogni cibo. Alla fine del terzo mese la loro conchiglia era intieramente spogliata dell’ epiderma e la cima del¬ la spira di qualcnna era corrosa per modo , che sembrava tron- cata. Anche Fischer osservb , che durante la prigionia accompa- gnata da digiuno i molluschi si riuoivano contro i! solito in grnppi di cinque o sei. Ridonati loro gli alimenti, essi crebbero bentosto., secernendo degli strati colorati e senza alcuna traccia di erosio- ne , che contrastavano coll’ aspelto pallido dei precedenti giri di spira. Egli ne induce quiodi, cb’e nelle specie viventi nei ruscelli a fondo sabbioso siliceo-ferruginoso la corrosioue della conchiglia dipende dalla maucanza di calcare in quelle aque, per cui i mol¬ luschi sono costrelti a cercarlo altrove, sia anche sui gusci d’ al- tri molluschi. — Kelle aque Iranquille che si prosciugano nell’eslate, sono i germi depoFti sulle conchiglie dalle crittogame dei generi Choetophora , Batrachospermum , ecc., die internandosi nelle piu iOi del Piemonte occorrono nel piano , 15 furono raccolte anche fra 1’ Alpe , e finora i sola di qaeste pote essere trovata eziandio nell’ Apennino. Ma si vide poc' anzi, che nelle Alpi debbono vivere tutte le 25 specie ; alP unica specie dell’ Apennino se ne aggiunsero dubitatamente 2i. — Ne segue quindi che la p i a n u r a e P A I p e s o* no i t e r r i t 0 r i i pin r i c c h i in specie ga- s t e r 0 p 0 d i d’ a q u a e P Apennino ilpiupo- piccoie fenditure dell’ epiderma di quei uiccbi, prodotte dal calore, e faceodole scoppiare, vi dauno luogo a delie jirosioui irregolari^ spesso considerevoli. — Un’ azioiie eguale venue attribuita da G assies ai germi delle Neritina; ma questi lasciaao bensl una traccia sul nicchio degli Unio , deWe Anodonla e d’altre Neritina, ma non producono mai delie corrosioni. — Woodwards nel sno Kudimentary treatise of recent and fossil shells adduce il gas acido carhonico contenuto nelle aque dolci come un’altro agente di erosione delle concbiglie , specialmente di quelle delle 3Ielania, degli Unio , degli Alasmondonta. Nei terreni calcarei I’aqua contiene abbastanza calcare per deporlo sui molluschi; ma ove quello manchi essa , onde neutralizzare 1’ acido , agisce sui nicchi di questi e li scioglierebbe intieramente, se non fos- sero proletti dalF epiderma. La spira nelle univalvi ed i rialti ( umbones ) nelle bivalvi , siccome piu a lungo esposti ad una tale azione e difesi da un epiderma pid sottile^ sono le parti lese a preferenza. E secondo Bland di Novayork nella erosione del rialti delle bivalvi 1’ acido sarebbe non poco coadjuvato dallo sfregamento che vi producono le parti terrose , condottevi ' di cootinuo dalla corrente. — Infine Fischer , rigettata come insus- sistente anche 1’ aitra asserzione di Gassies , che cioe nella sua Lirnncea Noulctiana T erosione proveuga da un Miriapode , con- cbiude che la corrosione delle concbiglie non dipende da un’ unica causa . ma pub bensi anche in una medesima specie essere pro- dotta da agenti differenti, secondo le differenti aque in cui essa vive ( Dal Journ. de Conch, 4851 p. 438;, 4852 p. 303, 1833 p. 306 ). 102 V e r 0. E cio dipende dalF abbondanza d’ aque lente e tranquille nel piano e dalla formazione di laghi alle falde delle Alpi, e viceversa dalla peniiria di aque negli Apeo- nini. E se il piede dell’ Alpe non fosse bagnato da laghi, questa parte non potrebbe stare a pari colla pianura , mancherebbe ad essa, come all’Apennino ( ed al Tirolo), il genere Neritina e qualche altra specie ; giacche una gran parte dei molluschi cefali aquatici non prospera che nelle aque lente o tranquille , le quali si formano a preferenza nel piano, e quivi soltanto crescono alle dovute dimension! di profondita e d’ estensione. Solo qual¬ che piccola Paludina s e m b r a abitare esclusiva- mente le aque correnti e fredde o le termali , quali scorrono giii pei nionti e pei colli , e costituire il carattere distintivo tra la fauna mon- tuosa, e quella della pianura. T u 1 1 e le 25 specie, vivendo nel piano, d i m o r a n o nel terreno di trasporto, ed essendo que- sto composto da avanzi d’ ogni sorta di rocce , esse potranno campare indifferentemente su qualunque roccia. Sinora pero non mi si presen- tarono che 45 sulle rocce silicee (e sono quasi lutte quelle riscontrate nelle Alpi ), 44 sulle calcaree e 5 sulle miste. — La conchiglia loro subisce pero le influenze del terreno, nel quale stagna o decorre I’aqua che le alber- ga , dando luogo a delle varieta , come s’ e veduto , p. e. , pin in addietro , parlando del L. Blauneri. Alle specie gasteropodi fluviali della frontiera Est del Piemonte si potranno aggiungere col continuare delle in- dagini le seguenti ; 403 La ¥al, viridis Drap. , che vivc nella Svizzera , nella bergamasca e fra gli Apennini parmigiani e dovr^ percio trovarsi tanto fra le Alpi che negli Apennini piemontesi ; La PaL fluminensis Lang. , riscontrata nel milanese , sul bergamasco e sulla bresciana, ed il L. me7nhranaceus Porro 5 raccollo nel milanese e nel comasco, le quali due specie vivranno quindi probabilmente anche nelP attigua pianura e fra le Alpi piemontesi ; I Flan, nitidus Miill. , spirorh'is Miill. e contortus Miill,, i quali dimorando tanto nel versante lombardo, quanto oltre r Alpe nelle valli del Rodau ) e delf Iscra, nonche sugli Apennini liguri e parmigiani, non possono mancare nel territorio del Piemonte posto fra quelle contrade , e vi abiteranno per conseguenza si il piano , che V Apen- nino e Y Alpe. Adunque il numero delle specie gasteropodi aquatiche, che presumes! vivano lungo il lembo orientale del Pie¬ monte , ascendera a 31 , che sarebbero tre quinte parti circa della somma delle specie , che nutre Y intiera valle padana. 11 novero delle specie gasteropodi d’ aqua sta quindi a quello delle terrestri come 1 : 3 ( 31 : 100 , 50 : 150 ). — Dal suddetto segue pure che le perlustra- zioni avvenire nella parte del Piemonte in discorso accre- sceranno il genere Lvmnxus d’ una specie ( in tutto sp. 8 ) , il Planorbis di 3 ( 10 ) e la Paludina di 2' ( 5 ). — 11 L, elongattis Drap. accennato dai Villa come vivente nella pianura lombarda , h secondo ogni probability il L. obscurns , giacche non vi ho potuto scoprire nessuri altro Limnwns, che a quello rassomigli; e certamente il L. elongatus enumerato da Stabile nella raalacologia del luganese altro non e , che il predetto L, obscurus, Tanto nella pianura quanto negli Apennini e nelle Alpi 10-4 piemontesi si potranno rinvenire il P/. compressus Mich. , varieta del P/. vortex^ e \ Anc, capuloides Jan, varieta deir J. fiuviatilis , giacche si presentano si nel parmi- giano , che nel niilanese, nel coniasco e ticinese , ed ol- tre le Alpi occidentali. La FaL spirorbis var. atra Berte fu raccolta nel territorio di Parma , donde si sara pro- bahilmente estesa anche alia frontiera S. E. del Piemonte. II. Ace fa I i. Tntti cinque i generi acefali dimorano.e nel piano e fra I’ Alpe , e nessimo pote sinora essere raccolto negli Apennini. Ma meno 1’ Anodonta e V Alasmodonta che amano le aque tranquille mancanti fra quei colli , gli al- tri tre dovranno esservi rappresentati , ancorche da po- che specie, come nelle attigue coHine genovesi. — A cinque montano le specie del genere Unio, a quattro quelle del- V Anodonla , le Cyclas %oi\o due, X Alasynodonla ed il Pisidium non presentarono che una sola specie. Ulte- riori ricerche cambieranno pero le proporzioni di quelle cifre , aumentanJo d alquanto il numero delle specie dei generi Anodonta , Cjclas e Pisidium, Sei specie si presentarono sinora soltanto nelle aque della p i a n u r a, Ma 1’ Alasmodonta , 1’ Unio Recjuienii e pictorum furono raccolti eziandio nella Tresa, che se- condo ogni probability gli avra trasportati anche nel Ver- bano. L’ V, tumidns vive nel lago di Muzano presso Lu¬ gano e nei laghi della Svizzera transalpina j vi e dunque motive sufficiente per credere , che esso dimori pure nel Verbano , tanto piu che il Ticino, il quale sorte da que- sto lago , come si vide , lo nutre del pari. La C. cor¬ nea poi e ovvia tanto negli Apennini genovesi , quanto nelle Alpi comasche, e transalpine del Rodaiio e del Ise- 105 ra ; per cui devesi rinvenire ancSic negli Apennini e fra le valli alpine del Piemonte. La sola J. leprosa sembra sinora propria del piano. — Fra le tredici specie del Piemonte orientale tre sole fnrono trovate esclasivamente ne’ laghi a 1 p i n i; ma forse discenderanno, come altrove, eziandio nella pianura. Sono desse le A, cygnea^ anatina e C. calyculata. Quest’ ultima abitera pure V Apennino piemontese , essendo stata osservata nel parmigiano. — Quattro occorsero e nella p i a n u r a e nelle A I p i. L’ U, glaxicimis pero, riscontrato nel versante ligure delP Apen¬ nino , non puo mancare nel piemontese , ed in questo si mostrera fors’ anche il Pis, palustre.}i\AV A.ponderosa e 1’ U. longiroslris non dovrebbero avervi stanza. — • \J A lasmodonta nelle aque minori essendo limitata nell’ ac- crescimento , vi costituisce la varieta uniopsis , dislinta anche per avere i denti della cerniera ben pronunciati. — ^ Nella pianura si presentarono sinora iO specie acefale, 7 furono raccolte ne’ laghi alpestri, e nemmeno una ven- ne finora osservata nell’ Apennino. Gome s’ e pero vedu- to , sembra probabile , che nel piano vivano tutte le 13 specie, e nei laghi delle Alpi parimente tutte , meno forse V A, leprosa -, nelle aque degli Apennini si trove- ranno le seguenti 4: U. glaucinus, C. calcyciilata, cor¬ nea, P. palus^re. — Adunque gli ace fall, al pari dei gasteropodi aquatici e per le medesime cause , a b b on- d a n o n e 1 1 a pianura ed al piede delle Alpi , e sono scar si negli Apennini, come lo sareb- bero nelle Alpi, se a queste mancassero i laghi — all’ op- posto di quanto avviene nei molhischi terrestri , i quali nel piano sono rappresentati da poche specie e da mol- tissime ne’ luoghi montuosi. Anche le specie acefale, come le cefale d’ aqua dolce , 106 occorrendo tutte nella pianura e quindi nel terreno di trasporto, potranno abitare indistintameii- te nelle aqne di qualunque terreno, su- bendo pero svariate modificazioni nella conchiglia a se- conda delle varie rocce ed aque prese a domicilio, mo¬ dificazioni che invitarono purtroppo a stabilire una infi- nita di specie nuove, le quali infine ad una sana critica non reggono. Sinora presentaronsi ii sul calcare , 7 fra le rocce silicee e 2 fra le miste, Ed ancbe nella distribu- zione delle specie pei varii terreni geognostici i molluschi aquatici sono regolati da una legge inversa di quella, che dirige i terrestri ; mentre sul terreno di trasporto pro- spera il massimo numero di specie dei primi , non cam- pa air incontro che il minimo dei secondi. Alle iZ specie acefide sinora raccolte lungo la frontiera orientale del Piemonte si aggiungeranno probabilmente in seguito ad indagini piu accurate alcune specie dei ge- neri Cfclas e Pisidium , i quali dimorando nelle aque piccole e specialmente nelle correnti , sono per lo piu gli unici acefali delle regioni veramente montuose. E quelle specie sarebbero le C. lacustris Drap. e rtvicola Lam. , i F. fonlinale Drap. ed obtusale Lam,, ovvie nella pia¬ nura, sui c 0 1 1 i e pei ni o n t i d’ altri paesi della vallata del Po e d’ Oltralpe , e delle quali potra quindi difficilmente constatarsi una deficienza eccezionale nel Pie- , monte. Anche il P. inflaium Meg. variazione del P. pa- lustre vi si trovera. Nella Tresa, vivono le cellensis Schrbt. , rostrata Kok. e glabra Ziegler. Nulla di piu probabile , che esse , seguendo la corrente del flu¬ me , siano discese nel lago Maggiore, che rice- vc appunto le aque della Tresa. — E con cio il numero delle specie del genere Jnodonta verrebbe portato a 7 , ^ i07 quello della Cfclas a 4 e quello del Fisidium a 3 ; la somma degli altri due generi , X A las7nodont a e X Unio, rimarrebbe invariato. A 20 monlano adiinque le specie acefale, che secondo i calcoli di probability orora espo- sti, dovrebbero esser incole della frontiera orientale del Piemonte. Epilogo, Adunque la somma to tale delle specie d’animali molli , che supponesi possano essere rinvenute in quelle contrade, ascende a circa d50 specie, mentre le raccolte sinora non ammontano che a 102. Di quelle (150) 130 sa- rebbero cefale e 20 acefale^ 100 terrestri e 50 aquatiche, e 50 di queste sarebbero cefale e 20 acefale. II fatto di- mostrera , fin dove questi calcoli siansi approssimati alia realty. In ogni modo e probabile che siano rimasti al dissotto di questa , e che specialmente il numero delle specie acefale siasi esposto in cifre troppo piccole. Nel Piemonte propriamente detto, meno il suo lembo orientale , non mi consta finora che vivano altri mollu- schi , che i seguenti pochissimi : Helix obvolnta Miill. — Monferrato ( Rezia ). Helix carthusianella Drap. — colla precedente (Rez.) Helix arhustorum L. var. alpicola Gharp. — Aosta. Helix glacialis Th. — Valli piemontesi j ghiacciai di Vallanzo ( Rossm. ) e d’ Ala ( Charp. ) presso il Genisioj M. Pizzo ( Porro ) , ghiacciajo d’ Arnusse ( Arnauds od Arnas ? ! — Charp. ). Helix lapicida L. — Valle d’ Aosta ( Rezia ). Helix apicina Lam. — M. Cenisio ( Charp. ). Bulimus guadridens Brug. — Superga e Gassino. 108 Bulimus tridms Brug. — col precedente ( Villa). Cfclostoma Drap. — Monferrato ( Rezia ). Limncdus pereger Drap. tout, lasvigalus Z. albinus - L. candidus Z. — Piemonte ( Rarrtyss ). Limnw?is pereger var. minor, fragilis, anfr. superiori- bus corrosis - L. 7na.rmoraliis Bell. — Canavese [Belli). IJmnceus pereger var. intermcdius Mich,, variabilis Bellardi. — Canavese (Bellardi). Paludina vivipara Lam, var. minor, fiisca unicolor, anfr. superioribus decollatis et corrosis - P. truncata Bellardi — Canavese ( Bellardi ), Alasmodonta Bonellii Fer. — Torino ( Mousson ). Phid\u7ti Renslov't an um Beck — Piemonte [Pot. et Mieh.). Rossmsessler indica pure X M.yelegans Gmel. come in- digena nei Piemonte, Ma egli deve aver presa e confusa la parte per il tutto, ed aver voluto con quel nome ac- cennare all’ intiero stato sardo , che comprende anche la Liguria , ed in questa alberga difatti quella Helix. Ne! versante meridionale degli Apennini liguri e par- migiani dimorano la Testacella haliotidea Drap.* V Heli- cophanta microgyra Rossm. fide Charp. ( Berte ), le He¬ lix algira L., candidissima, Drap., vermicidaia Miill. (*), naticoides Drap.; il Bui. decollatus Brug. ; V Ach. foU liculus Groo. ; il Pom. striolatum Porro ; il Cycl. sul- cattwi Drap. [Verany)\ la V alv. miriuia Drap. ed il Pis. vitreum Pfeiff. { Risso ). Poco elevati sono i passi di quei monti e potrebbe quindi darsi che varie di que- ste specie , varcandoli , siano discese in qualche propi- (*) Siranarneate aonunciata da Itossmeessler come specie mi- lanese. m zia posizione del versante settentrionale dei medesimi 3 tanto pill che alcune di esse ricompajono nel vicentino , nel goriziano e neir Istria , come il Btdimiis , la V" al^ vata e T J/. vermiculata. Lo stesso aVverra dilficiliiiente dei molluschi che abitaiio i paesi limitrofi transalpini , a meno che appartengano a specie, le quali, come le Helix villosa Drap., alpina Faure Bignet, Fontenilii Mich., fsilvatica Drap. e Pnpa secalc Drap. , ascendono o ten- gonsi costantemcntc a rilevanti altezze , cui quindi nulla si oppone, a che possano varcare gli elevati passi alpini; e nel caso che gli abbiano realmente sorpassati, esse se- gneranno nel Piemonte, come XH. lapicida L., il limite S. E. della loro distribuzione per 1’ Eiiropa centrale, giacche, al pari delle H. ericeiorum Drap. ( non la variety della H. ncglecta presa comunemente per essa ) q Pupa variahilis Drap., non si riscontrarono sinora nclla vallata del P6. Air opposto i Flan, imhricalus e cristatus di Draparnaud e le FaL abbreviata e hulimoidea di Michaud , che di- morano nelle contrade oltre le Alpi , vennero raccolte in varie localita di quella vallata , e per cio, dovranno rin- venirsi anche nel Piemonte. — Atteso lo stato tuttora circoscritto delle cognizioni sulla classificazione e distri¬ buzione dei molluschi midi , non oso pronunciare alcuna opinione in proposito, nemmeno relativa al solo Piemonte. Eccovi quanto potei raccogliere in fatto di geografia malacologica di questo interessante paese ! Possano presto quegli , che hanno la fortuna di abitarlo , accrescere i fatti ed emendare, ove occorra, le opinion! esposte in questo saggio , e sara posta un’ altra pietra al grande edificio d’ una Malacologia Italian a," gia da anni e sotto buoni auspici inaugurate da Carlo Porro , iiO che non ebbe pero la sodisfazione di vederlo portato a termine. Ai superstiti incurabe 1’ obbligo pio di adempiere il patriotico voto d’ iin defunto , e di svolgere una bella idea lasciata loro in retaggio. ^ Pavia, Settembre 4853. P. Strobel. Aggiunta. Mentre qiiesto articolo trovavasi in corso di stampa, giunse una lettera dei fratelli Villa, nella quale accennano d’ave- re rdccolto 1’ Helix spirula anche sui monti del Verbano , e rin- venirsi ad ambe le rive di questo lago , nouche rielle isole Bor- romee, una Helix , che Mortillet chiama H. Villa, distinguendola dalle altre del gruppo delle lucenti ( H. cellaria ) nel mode se- guente : « Le caractere essentiel de 1’ H. Villa est d’ etre comple- tement plane supdrieurement et d’ avoir les tours de spire qui se recouvrent presque enti^rement , on peut presque dire qu’ ils montent les uns sur les aulres, ce qui r^lrecit beaucoup ceux qui ferment la spire et donne un grand developpement propor- tionnel au dernier ». I fratelli Villa m’ avvertono inoltre, che la Claus. Villx Meg. ( var. della Cl. plicatula ) trovasi negli Apennini ed alle sponde del lago Maggiore , e che in questo pe- scasi V Anod. ventricosa Pfeiffer. — Secondo una nota manoscritta di Rezia la Ner. serratilinea sarebbe stata raccolta anche nel Ticino. Parassiti di alcuni molluschi : b) Acaro AeW’ He¬ lix aspersa Muller. Un anno or fa , il dottore P o n t a 1 1 i e di Rennes scopri il modo , col quale T acaro della H. aspersa, che appartiene al genere Gamasus , provede alia propagazip- ne della sua specie. Se deponesse le uova sulla superficie del corpo della lumaca, esse verrebbero a perire in con- seguenza dello sfregamento di quella superficie contro la Hi conchiglia e contro i corpi stranieri , che il mollusco rafFronta siil suo caiiimino. Quindi V acaro , venuta 1’ e- poca di deporre le uova , e colto T istante , in cui V e- lice dilata il suo orificio polinonare e vi lascia pe- netrare V aria esterna , si introduce nel medesimo e vi depone le uova. La miicosita dell’ orificio ve le tratliene e poste per tal guisa in salvo non tardano a schiudersi. Allora i piccoli che ne sortono, onde lasciare il loro co- vo ed andare a vivere parassiti sul corpo del mollusco , impiegano le medesime precauzioni che uso la loro ma- dre per entrarvi. L’ uovo e di forma ellitica , ma piu convesso da un lato che dall’ altro, e misura da 0,48 m. m. a. 0.20 m. m. in lunghezza sopra 0,12 m. m. in larghezza. L’ acaro stesso e lungo 0, 30 m. m. e largo 0,40 m. m. — Dagli Annales des sciences nat. 3.me se- rie, tome XIX. p. 407. ( Sara continuato ) D a r d i d e 1 1 e E 1 i c i. Il signor Giacomo T a s s i- nari d’lmola favori in aggiunta all’ articolo su tale ma¬ teria, inserito in questo giornale alia pag. 22, la descri- zione e le figure dei dardi delle H. naticoides e vermi- culata. La redazione mentre riservasi di parlarne in un articolo che si sta compilando , si limita per ora ad ac- cennare, che Tassinari dopo avere trattato quei dardi sia previa calcinazione che senza , tanto coll’ acido idroclo- rico solo quanto saturato coll’ amoniaca e colF ossalato di questa, conchiuse che essi sono composti di semplice car¬ bonate di calce e di tenue quantita di materia organica. Il signor Luigi Menegazzi presento all’ academia di agricoltura , commercio ed'arti di Verona, della quale e socio, nella tornata del primo settembre scorso una sua opera manoscritta intitolata : Malacologia Veronese, ac- compagnandola dal dono delle conchiglie che ne formano r oggetto. Una commissione academica e incaricata di riferire in proposito ( CoIIeltore deW Adige 1833 n. 70 ). La redazione di qiiesto giornale avendo fatte, molti anni ora sono , delle annotazioni sidle specie spedite dalF au- tore di quelF opera alio sfortunato naturalista Carlo Por- ro , nonche sulle lettere dirette al medesiino , sarebbe in grado di dare sin d’ ora un saggio di quel lavoro ( circa 90 specie gasteropodi ) , ma ritenendone prossima la pu- blicazione , repiiterebbe indiscrezione il prevenirla, men- tre e disposta di darle il piu cordiale benvenuto. I naturalisti e segnatamente^ i cultori della paleontolo- gia accoglieranno con vivo sentiraento di sodisfazione la notizia , che a Parigi si penso finalmente di istituire una cattedra speciale di paleontologia, e che Alcide d’ 0 r b i- g n y venne chiamato a. coprirla — Dal Journ. de Conch d853 p. 343. Jnnuncio. Huet du Pavilion toccherA quanto prima la Francia di ritorno da un viaggio scientifico nelle contra- de poco conosciute della feconda Armenia , durante il quale raccoglieva uccelli e le loro nova per Fatio . pesci d’ aqua dolce , lepidotteri e nevrotteri per de Saussure ^ molluschi terrestri e fluviali per Mortillet, piante per Boissier . . . , G. Mortillet , naturalista in Ginevra , con- trada de la Machine , 223, e il depositario di tutti gli oggetti duplicati di storia naturale raccolti in questo viag¬ gio. Tutte le persone che desiderano approfittarne , pos- sono annunciarsi presso il suddetto signor Mortillet. Gli oggetti pei quali si avr^ soltoscritto, saranno ripartiti fra i soscrittori secondo I’ ordine d’ iscrizione. Quando verrA publicato r avviso del prezzo e questo non convenisse , rimane libero a ciascuno di ritirarsi. — Dalla Revue de zool. 4833. p. 431. ( Dispensato nel mese di dicembre ) Pavia. Tip Fusi. GIORNALE DI MALACOLOGIA 1853. N.” VII 1. Consider azioni stiUa perforazione delle pietre fatla dai molluschi lilofagi e specialmente dalle FoUadi, Del dottore Teodoro Prada. • . ( CoDlinuazione ) . . • ? II sig. Deshayes (Joiirn. de Gonchyliologie 1850 pag. 22-34) in un lungo articolo, che in complesso non e che la riproduxione succinta di quanto egli espose nel- la sua opera : Traite elementaire de Gonchyliologie. Paris, d 843-50, alia pag. 464 dove tratta della quat- tordicesinia famiglia^intitolata dei Lziofagi, si sforza con diversi argomenti e colla enumerazione di molti fatti di dimostrare, doversi la perforazione delle pietre per parte dei molluschi litofagi unicamente attribuire all’ azione d’ un agente chimico , e per nulla all’ azione meccanica esercitata dal guscio di tali animali contro la pietra aucun mollusque ne perfore la pierre a 1’ aide d' un moyen me- canique ; di piu mettendo , per cosi dire, in ridicolo chi fosse propenso ad accogliere una opinione diversa dal- la sua egli aggiunge « presentate al piii abile operajo una di tali conchiglie litofaghe- ' dicendogli di traforare colla medesima la pietra calcarea dove questa si trovava gia, — et cet homme regardera votre proposition comme deri- soire « In tale articolo pertanto il dottissimo ,au- tore passa in rivista diversi generi di> molluschi litofagi, 8 iU e tutti li esamina sotto il rapporto della loro facolta per- forante, e per tutti conchiude doversi sempre questa fa¬ colta attribuire all’ azione d’ uua sostanza acida destinata a disciogliere la sostanza petrosa che viene traforata. Pri- mieramente egli considera come favorevole alia propria opinione il fenomeno che offrono alcuni molluschi , come le Clavagelle e gli Aspergilli (*) di poter cioe dissodare la propria dimora o guscio quando non possono piii per r accresciuto volume del loro corpo esservi con- tenuti, dissodamento che attribuisce all’ azione esclusiva di una sostanza acida che viene , come nei litofagi , se- creta da organi appositi interni. In appoggio a questa sua idea il sig. Deshayes adduce pure 1’ esempio di alcuni al- tri animali perforator!, come le Amelidi ed alcuni Spon- giarii , i quali ad onta che sieno sprovveduti di parti dure, pure non mancano di scavarsi estese gallerie o nelle pietre od in altre sostanze dure di diversa natura. Un’ al- tra prova a proprio favore il sig. Deshayes la deduce dalP osservare essere le sole pietre di natura calcarea quelle che si trovano perforate da questi molluschi, ma¬ teria che con tutta facilita viene intaccata e disciolta da un acido qualunque. In tale ipotesi poi egli previene V ob- biezione che alcuno potrebbe fare, che cioe V acido il quale vale a disciogliere la sostanza calcarea della pietra possa anche valere a disciogliere la conchiglia del mol- lusco perforatore che e pure della medesima natura ; la previene, dico, ammettendo che il continue contatto del- l’ acqua marina che circonda sempre la conchiglia valga (*) Giusta la classificazione di alcuni dei piu recenti nalura- listi le Clavagelle e gli Aspergilli non apparterebbero piu alia classe dei Molluschi propriamente detti. 145 a difender qaesta dall’ azioiie corrodente deir acido, il qua¬ le viene cosi diluito e reso innocuo alia conchiglia stessa. Ma la presenza di tale acqua destinata a diluire T acido a favore del guscio del mollusco come potra lasciar con¬ centrate r acido stesso destinato alia decomposizione ed al successive scioglimento della pietra ? Per appoggiare senipre maggiormente la propria opi- nione il dotto naturalista francese prende in considera- zione altre circostanze particolari. Egli dice, per esempio, che la conchiglia entro il foro che si scava e perfetta- mente immobile e che quindi non puo confricare le pro- prie asperita centre le pareti della pietra che la circonda per poterla cosi abradere. Questo fatto in moltissimi casi per6 non si verifica , ed e facile il persuadersene osser- vando delle roccie traforate dalle Folladi.^ dalle Petricole, dalle Lime, dalle Sassicave, dai Litodomi ecc., dove in ciascun foro si potr^ vedere che la conchiglia rinchiusavi ofFre sempre un diametro minore di quello del foro me- desimo di qualche millimetre almeno , per cui la conchi¬ glia nella propria galleria puo godere d* un libero mo- vimento. Il sig. Deshayes poi ritiene impossibile che il guscio d’ una conchiglia possa giungere colla sua limitata durez- za ad abradere un corpo molto piu duro che essa non lo sia senza logorarsi in brevissimo tempo , e cio tanto piu se si consideri il guscio assai tenero e fragile dei neo- nati , nei quali un tal guscio si riduce ad una esilissima squammetta. Tale osservazione si puo risguardare di po- chissimo momento dietro due principali considerazioni : la prima si e, che la conchiglia dei molluschi litofagi non e poi tanto sottile e tenera da non poter resistere al lun- go e lento sfregamento esercitato su di un corpo di na- ii6 tura petrosa , e che e pur essa dotata d’ iin grade di durezza ragguardevole. Di pin si puo aggiungere che la durezza di tali roccie viene d’ assai dimiuiiita per trovarsi esse costantemente immerse dentro 1’ acqua del mare, che non solo vale a rammollirle per imbibizione , ma anche per r azione chimica che devono esercitare su d’ esse i tanti sali che nell’ acqua marina medesima si trovano in copia discioiti ; ed un tal fatto si puo anche verificare con un facile esperiraento. Secondariamente devesi pure aver " mente a cio, che le parti della conchiglia che sono destinate ad una tale funzione non sono gia parti morte, ma sibbene parti dotate di vita , o per meglio dire parti spettanti ad un essere vivente, il quale puo percio risar- cire e riparare con tutta facilita e prontezza i danni che la propria conchiglia viene a soffrire e mantenerla in tal modo sempre intatta anche nelle parti sue piu sottili. Cosi pure per cio che riguarda la tenerezza grandissima delle conchiglie appena nate , si puo ritenere che anche in questo caso supplisca la forza di riproduzione, che qui e anzi di maggiore efficacia , essendo la virtu riprodut- trice nei giovani individui molto piu pronta e vigorosa di quello lo sia negli individui adulti o vecchii , il che si verifica pure costantemente in tutte le class! di ani- mali qual legge generate degli organismi viventi. Il nostro autore adduce pure quale prova atta a so- stenere il proprio assunto I’osservazione che i molluschi litofagi non intaccano se non le sole pietre# di natura cal- carea, e non mai quelle di natura diversa, essendo que- ste inattaccabili dagli acidi. Con tale asserzione il sig. Deshayes mostra di non avere per nulla tenuto conto di varie osservazioni fatte gia da molti anni , come sono quelle del celebre •naturalista A 1 d r o v a n d i , che diede Ml pure iina figura rappresentante una selce del Sanese tutta traforata da meandri praticati dai molluschi litofagi. Cosi anche il B a I d a s s a r r i trovo nei dintorni di Montalceto, pure nel Sanese, delle pietre focaje anch’ esse traforate dai molluschi, ed in tal guisa pote confermare V osservazione fatta dair Aldrovandi ; oltre a questo il rinomato 0 1 i v i assicura d’ avere esaminati dei pezzi di lava compatta tratti dal fondo dell’ Adriatico, i quali contenevano ancora viventi alcune Folladi. 11 sig. Deshayes in fine termina il propro articolo col dichiarare positivarnente , e senza amettere alcuna ecce- zione , che i molluschi litofagi non potendo scavarsi le proprie abitazioni coll’ impiego di mezzi meccanici, devo- no di necessita ed esclusivamente far uso di mezzi chi- mici; solo egli dice, che bisognerebbe ora studiare la na- tura deir agente che viene segregate dal mollusco , e quale sia 1’ organo secretore , organo che esiste nell’ ani- male senza verun dubbio. Di piu osservando egli che le pietre di natura calcarea sono le sole che vengono in- taccate dai molluschi litob^gi , ne deduce che un tale agente non puo essere d’ altra natura che acida. Circa alia natura poi di tale supposto acido egli dice, che ne sta aspettando la determinazione dalle osservazioni ed espe- rienze istituite da altri naturalisti. Nel medesimo Journal de Conchyliologie ( 1850 p. I7i) il signor Thorent si mostra della medesima opinione del signor Deshayes , di piu egli dice d’ essersi potato convincere della presenza d’ una materia acida negli umori dei molluschi litofagi , fatto che pote constatare mediante 1’ arrossamento indotto nella carta colorata in azzurro dalla tintura di tornasole immersa in detti umori. In quanto poi alia precisa natura di questa sostanza aci- US ■ da il sig. Thorent inclinerebbe a riteneila costituita dal- r acido cloridrico , acido qnesto , che come egli crede potrebbe derivare dalla decomposizione operatasi nell’ or- ganismo di tali animali dei diversi cloruri che in tanta copia si trovano disciolti nelle acque del mare. Secondo questo naturalista la conchiglia del mollusco poi rimar- rebbe garantita dall’ azione corrodente dell’ acido, per es- ser questa ricoperta dalla propria epidermide che ne im- pedisce T immediato contatto, e non gia dalla azione di- luente dell’ acqua circostante come opina il Deshayes. Anche il sig. Lovel 1-Reeve e dell’ opinione del sig. Thorent, ma egli ammette di pin che in tale fenomeno concorre pure un" azione meccanica dipendente da alcune particelle di natura silicea, delle quali sarebbero cosparse certe parti dei molluschi in discorso e che farebbero I’lif- ficio di raschiatojo nell’ atto della escavazione delle roccie. Tali granelli silicei furono trovati pure sul piede e sul mantello di alcuni molluschi dal sig. Hancok, ma il Re- cluz li ritiene piccoli cristalli di natura calcarea e non gia di silice. Il sig. Laurent in una estesa memoria intitolata: « Ri- cerche sui costumi delle Teredini 9^ ( Journal de Conchy- liologie d850 pag. 250 ) venendo a pa.rlare della per- forazione dei legni operata da tali molluschi , ritie¬ ne doversi quest’ atto attribuire alio sfregamento pro- dotto dalla conchiglia del mollusco col legno, il quale friccandovisi contro produce di tal guisa un canale in cui trovasi in seguito rinchiuso Y animale col proprio gu- scio. Ammette quindi il sig. Laurent per le Teredmi (*) Quanlo si e notato circa gli Aspergilli e le Clavagelle vale anche per le Teredini, che esse pure furono smembrate dalla classe dei molluschi propriameote detti. ii9 un azione puraraente meccanica , ma nello stcsso tempo egli non nega la possibility, che in tale fenomeno concor- rer possa anche un’ azione chimica proclotta dalla presenza d’ una sostanza acida. Nel medesimo tempo egli assicura di non aver mai potuto raccogliere una tale materia in sufficiente quantity, per poterne dimostrare la sua natura acida col mezzo della carta esploratoria di tornasole. Par- lando poi delle giovani Teredini dice, che per queste la perforazione dei legni riesce assai piu facile e pronta di quello non sia per le adulte, poiche i neonati, egli prosegue, essendo piccolissimi, trovano facilmente qualche piccolo foro gia formato naturalmente nel legno , e quivi ponno avere un punto d’ appoggio piu comodo pei movimenti che essi eseguiscono di continue da destra a sinistra e viceversa ; ed e appunto per tali movimenti indefinita- mente protratti, che giungono codesti animali a scavarsi le proprie gallerie dentro il legno giy d’ altra parte ram- mollito di molto pel suo lungo soggiorno nelf acqua : nel caso teste considerate delle giovani Teredini^ il sig. Laurent opina doversi ritenere nulla o di lievissimo vantaggio V azione di un acido quale mezzo per agevo- lare la perforazione , poiche datane anche la presenza , e»so acido, attesa la piccolezza dell’ animale, deve essere in iscarsissima quantity, e verrebbe quindi assai di leggieri reso inefficace per 1’ istantaneo mescolamento dell’ a- cqua , che in gran copia mantiene sommerso il pic¬ colo animaletto perforatore. Un fatto interessante osser- vato dal sig. Laurent, atto a dimostrare che non e per r azione corrodente d’ un acido, che le Teredini traforano i legni , si e, che le Teredini stesse, a quanto sembra , si nutrono dei frammenti del legno che staccano, avendo riscontrate le particelle legnose assai distintamente nelle 120 loro intestina ; se (juesto legno venisse corroso per pre¬ via decomposizione operata da iin acido qualunqne^ come si potrebbe esso rinvenire ancora riconoscibile pe’ suoi caratteri proprii nel tiibo digerente deir animale ? Le Te~ redini pertanto , molluschi litofagi, che del resto hanno una conchiglia assai sottile e levigata , si ponno scavare le proprie gallerie , qualche volta assai estese , col con- corso di soli mezzi meccanici e nulla piu. 11 sig. C a i 1 1 i a u d (Journ. de ConA 850 p. 563 ) ammette , che i molluschi litofagi possano impiegare due difFerenti mezzi per scavare le pietre; uno di questi e esclusiva- mente meccanico, mentre Taltro e dovuto alb azione d’un agente chimico , ossia ad un acido. Del primo di questi mezzi secondo questo autore si valgono le Folladi-, a di- mostrare la verita della propria opinione ecco quanto fe- ce il sig. Cailliaud. Egli prese primieramente un pezzo di pietra calcarea gia traforata dalle Folladi, e nello stesso tempo prese pure alcuni gusci di Folladi estratti dalla pietra medesima, ed immerse e pietra e conchiglie neb r acqua per ventiquattro ore. Passato questo tempo, pre- sa la conchiglia di una delle suddette Folladi , si accinse a tentare artificialmente la perforazione della pietra cab carea previaraente imbevuta , operando colla conchiglia sotb acqua come con un succhiello, procurando pure con tale manovra d’ imitare possibilmente i movimenti che il mollusco vivente esercita colla propria conchiglia. In capo a cinquanta rainuti esso pote ottenere un foro del diametro di undici millimetri e della profondita di dieci e mezzo; ed avendo continuato il proprio lavoro per lo spa- zio d’ un’ ora e mezza, ottenne un foro di undici milli¬ metri e mezzo di diametro sopra dieciotto di profondita. Di piu il sig. Cailliaud fa osservare che le conchiglie adoperate, dopo d’ aver eseguita una tale perforazione, era- no in istato di produrre il medesimo effetto , erano cioe perfettamente intatte anche nelle loro parti pin sottili, co-- me sono le asperita e scabrezze che rivestono la loro esterna snperficie ; fa notare eziandio che il mollusco impiegando nella perforazione delle pietre molto maggior tempo di qiiello irnpiegato da esso lui artificialmente , in questo periodo la conchigiia viene continuaraente restau- rata ed anzi accresciuta per la secrezione non interrotta della materia calcarea operata dall’ animale al quale essa appartiene. ( La fine nel prosslmo niimero ) Rivista Von ,Bibra Beitraege zur Naturgeschichte von Chile ( Studi su la storia naturale del Chili ). Inseriti nelle memorie delT academia delle scienze in Vienna tomo Y. parte 11. pag. 73 con 5 lavole. La prima e piu estesa parte di questo lavoro tratta della topografia e geognosia delle contrade percorse dal- r autore ( pag. 73 a 103 ). Segue la parte meteorologica (pag. 105 a 443)^ nella sezione idrometrica. della quale ofFresi T analisi chimica di varie aque potabili e minerali. Limitate sono le notizie botaniche ( pag. 445 a 420 ) e le zoologiche (pag. 420 a 433 ). Cenni etnografici, spe- cialmente sugli Arancani, chiudono il trattato. (pag. 434 a 441 ). — Dei molluschi, come degli altri animali, B i- b r a non raccolse che le specie piu comuni ; giacche egli non si era in cio proposto altro fine , se non quello di porgere un quadro del carattere zoologico del paese, a for- marsi il quale basta appunto la conoscenza delle specie m comuni. Quindi (alia p. 421) enumera i soli molluschi marini ovvii lungo tutta la costiera del Chili, come la -Liiorina peruviana , i Trochus niger e nigerrimus , la Concholepas peruviana , varie specie non determinate di 'Patella^ Chiton , Balanus ^ Mjtilus, Venus ed il Solen guinensis ; ed un’ unica specie terrestre, il Bulimus ro^ sacetts Ring , comune sui colli presso Valparaiso e Sant- jago; come pure una sola conchiglia fluviale, la Janthina communis, frequente nei ruscelli di Valdivia. Egli ritiene poi che al Chili le specie terrestri e d’ aqua dolce siano poco numerose. — Il nostro M o 1 i n a (*) osserva in proposito, (*) Giovanni Ignazio Molina nacque bensi a Talca nel Chill Taono 4740 , ma venuto in Italia nel 4767 vi ebbe stanza per pin di 60 auni , cioe sino alia sua morte , avvenuta nel 4829. Egli scrisse nella favella d’ Italia e T Italia pno quindi dirsi la sua patria d’ amore , e noi lo possiamo perci6 chiamare nostro. Nel 1782 egli public6 a Bologna il suo Saggio sulla storia natu- rale del Chill , che venne in seguito tradotto nelle lingue spa- gnuola , francese e tedesca. Nel libro IV. di quest’ opera si enu- merano varie specie di molluschi ordinate secondo il sistema lin- neano, ma particolarmente le commestibili ; si acceunano le loro dimore, i loro costumi, il modo di raccoglierle e di utilizzarle e si controdistiuguono anche coi nomi dati loro nel paese. Parec- chie sono le specie nuove , ioserite anche da Gmelin nel Systema naturce del Linne; ma le loro diagnosi sono troppo concise, per cui , mancando le figure, riescono insufficient!. Ne saprei se a questo difetto siasi rimediato nella ristampa, che si fece di queslo libro nel 4840, giacche non la conosco. Forse nel museo di storia naturale dell’universita di Bologna, ove il Molina dimorb per undid luslri , esisteranno i pezzi original! delle specie da esso descrilte, ed inallora sarebbe bene confrontarli colle opere degli autori anterior! e posteriori a lui, ed ove occorra rivendicare le sue specie, che sono : Sepia unguiculata, tunicata ed he.vapodia, Pholas chiloensis , Solen macha, Chama thaca, Mytilus albus ed ater e Murex locus. Molina enumera inoltre come molluschi 423 che in quel paese mancano assolutamente le lumache ter- restri ignude , non cosi le chiocciole , le quali si propa- gano in gran copia in tutti quei boschi. Ad una di que- ste egli dicde il nome di Helio) serpentina • nia essa era gia stata anteriormente ( 1774 ) descritta da Muller ( Hist, vermium terr. et fluv. p. 86 n. 284 ) come H, oblong a\ e questo nome merita quindi pel diritto di priorita la preferenza sopra quello del Molina. Posteriormente (4786) Scopoli ( Deliciae florae et faunae insubrica3 p. 67 , t. 25 f. B ) cbiamo la stessa conchiglia Bullmus Immastomus. Le conche d'aqua dolce sono altresi copiosissime ne’ flu- mi e ne’ laghi chilesi; e le spiagge del mare poi, al di¬ re dello stesso Molina , si veggono coperte di nicchi d’ ogni sorta , e molte delle adjacenti colline ne sono interamente composte , malgrado la gran quantita che i maremmani ne raccolgono ogni anno per bruciarli e fame calcina. — Nella parte malacologica del lavoro di B i b r a le analisi chimiche del fegato e dei muscoli di varii ge- neri di molluschi chilesi sembrano porgere il maggiore interesse e perciu credesi di darle qui per esteso, tali e quali le tradusse lo studente in medicina Alfonso Cossa. Concholepas peruviana. Sostanza muscolare. 400. 00 parti essicate diedero: Materie grasse . 4. 73 Ceneri . 7. 08 Sali solubili nell’ aqua 4. 25 . 60. 03 Sali insolubili nell’ aqua 2. 83 . 39. 97 chilesi le officinalis, Ostrea edulis, Perna ephippium , Me- leagrina margaritifera , il Mytilus magellanicus e le Tellina vir- gata ed albida. 424 Fegato. 400. 00 parti essicate dieclero: Materie grasse . 44. 60 Ceneri . 5. 24 Sail solubili nell’ aqua 3. 37 . 64. 69 Sali insolubili nell’ aqua 4. 84 . 35. 34 Le ceneri contenevano sopra 400. 00 parti : Muscoli. Cloruro sodico . 34. 97 — 39. 87 Solfato potassico . 4 8. 49 — 20. 62 Fosfato sodico . . .^ . 9. 57 — 4. 20 Fosfato calcico . . . • . 20. 40 — 20. 20 Fosfato magnesico . . . .' . 49. 87 — 45. 44 400. 00 400. 00 Chiton { muscoli ). 400. 00 parti di sostanza essicata diedero : Materie grasse . ^ . 4. 00 Ceneri . 43. 69 Sali solubili nell’ aqua 7. 06 . 54. 56 Sali insolubili nell’ aqua 6. 63 . 48. 44 In 100. 00 parti di cenere si trovarono : Cloruro sodico . * . 35. 44 Solfato p'otassico . 44. 35 • Fosfato sodico . 2. 07 Fosfato calcico . 43. 25 Fosfato magnesico . 5. 49 400. 00 425 Mytilus ( sostanza muscolare di piu individui ). 400. 00 parti di sostanza essicata diedero : Materie grasse . 4 54 Ceneri . . . 7. 69 Sali solubili nell’ aqua 4. 68 . ! 60. 86 Sali insolubili nell’ aqua 3. 01 . . 39. 44 Le ceneri in lOO. 00 parti contenevano : Cloruro sodico . 34. 77 Solfato potassico . * . 46. 32 Fosfato sodico . 9. 77 Fosfato calcico . 25. 90 Fosfato magnesico . 43. 24 400. 00 Venus ( muscoli delle specie commestibili ). 400. 00 parti di sostanza essicata diedero : Materie grasse . . 3. 75 Ceneri . . 44. 93 Sali solubili nell’ aqua 7. 46 . 62. 53 Sali insolubili nell’ aqua 4. 47 . 37. 47 400. 00 parti di cenere erano composte di ; Cloruro sodico . 40. 54 Solfato potassico . 7. 23 Fosfato sodico . 44. 76 Fosfato calcico . 22. 79 Fosfato magnesico . . . ‘. . 44. 68 400. 00 426 Fissnrella ( della baja d’ Algodon ). 400. 00 parti di sostanza essicata diedero : Materie grasse . 4. 37 Ceneri . 3. 42 Sali soliibili nell’ aqua 5. 93 76. 73 Sali insolubili nell’ aqua 4. 49 23. 27 In 400. 00 parti di cenere si trovarono : Cloruro sodico . 54. 25 Solfato potassico . 44. 49 Fosfato sodico . 8. 29 Fosfato calcico . 48. 20 Fosfato magnesico . . . 5. 07 400. 00 In nessuna di queste ceneri il B i b r a pote trovare del jodio 0 del bromo , neppure mediante la prova col clo- roformio. La massima parte delle materie grasse estratte coir etere contenevano del fosforo o dell’ acido fosforico, ed alcune, come quelle del Chiton , una sensibile quan- tita di solfo. D’ordinario le quantity di materie grasse erano troppo piccole per potere istituire con esse ulteriori analisi. St. Notizie P a r a s s i t i di alcuni molluschi : c) Letikochlorldium paradoxum Cams. G a r u s (4) diede questo nome ad una produzione pa- (l) Nova acta naturae curiosorum , 4837^ vol. XVII pars I, pag. 87 , tab. 7. 427 rassita scoperta da Ahrens (1) nella Snccinea amphi¬ bia. Ha dessa sembianza d’ uti venue biancastro , molle e rugoso , cilindrico , lungo da 9 a 42 m. in. , largo 2 m. m. circa , e prolungato in una specie di coda pin o meno flessuosa, colla quale aderisce all’ aggregate di fondi cechi , che servono di punto d’ attacco a varii Leucoclo- ridii conviventi. Delle fascie verdi e dei tubercoli neri tingono I’estremit^ anteriore. Si muove con molta facility tra i visceri e sino nei tenloni del mollusco , ove si la- scia scorgere attraverso i tegumenti. Fra le luinache af- fette dal Lezicocloridio osservate da G. 0. Piper (2) , alcune contenevano tre , una persino quattro di quei pa- rassiti. 1 molluschi impiccolivano, si seccavano , ed in- giallivano. Morirono dopo alcune settimane di notte tempo , la inassima parte ritirati nell’ interne della con- chiglia , due sporgenti fuori dalla inedesima in atto di strisciare. In questi i LeucodoridU ( due in ogni mollu¬ sco ) avevano trafoi ati i tentqni per mode che distesi e morti essi pure sporgevano da questi colla maggior parte del corpo. Durante il periodo d’ osservazione Piper non pote scorgere nei LeucodoridU alcun aumento ne alcuna diminuzione divolume. — L’ opinione emessa da Carus, che questi parassiti nascano spontaneamente dalla sostanza al- terata del legato della Succinea viene impugnata da Siebold; non si scorge la menoina rassomiglianza tra r aggregate dei Leucocloridii e gli otricelH delle glandule del fegato del mollusco, e Carus stesso non aveva osser- vato alcun passaggio organico graduate dal fegato ai pa¬ rassiti. W i e g in a n n ( 4835 ) e Nordmann ( 1840 ) dubitano, se tali esseri possano essere introdotti nei si- stema con un nome generico, mentre non sono che for¬ me transitorie d’ una determinata specie. Steenstrup (4842 ) e D u j a r d i n ( 4845 ) considerano il Leucoclo- (1) Abhandlung iiber Warmer , welche in eiuer Erdschnecke entdeckt worden sind. Im Magazia der Gesellsch. naturf. Freun- de zu Berlin, 1810, p. 293, taf. IX. f. 49. (2) Wiegmann’ s Archiv fur Naturgeschichte , 1851, Bd. I, pag. 313 : zoologische Miscellen. 428 ridio^ che contiene sempre dei Distomi , come una nu- trice analoga alio sporacisto delle Cercarie. Siebold espor.ta in modo piu completo , che non fece Carus , V organiz- zazione di quel parassito , prova essere egli lin vero sporacisto di Distomi , i quali vi nascono per generazio- ne alternante , e conchiude quindi , che non tutti i Z>2- stomi si sviluppano da Cercarie , come per analogia e soverchiamente generalizzando veniva ammesso per tutto r ordine de’ Tre?natodi , raentre in tali animali inferiori, sottoposti ad un’ alternanza di generazione , 1’ esperienza dimostro, che non si poo dalle fasi di sviluppo cono- sciute d’ una data specie dedurre quelle non conosciute d’ un altra , anche la piu affine. I Distomi del Leuco- cloridio sono senz’ altro destinati ad essere introdotti ne- gli intestini di qualche altro animale , onde raggiungervi il massimo sviluppo e deporvi le uova. Gli embrioni^ che ne’ sortono ^ emigrando si introducono nella Succinea amphibia e vi si trasformano nel Leiicocloridio , lo sporacisto dei Distomi. Dalla rassomiglianza che passa tra questi parassiti ed il Distom-um holostomum^ , che dimora nel retto e nella cloaca dei Jlallidi (1), Siebold e indotto a riguardare quelli per le larve di questo. Che le rane non siano destinate a portare a completo svilup¬ po la prole distoma del Leucocloridinm ^ venne provato da Siebold con esperimenti sulla 'Rana esculenta. Quel anatomico ritiene poi, che il Leucocloridio con quei suoi movimenti ^bruschi e ritmici nei tentoni della Succinea non tenda gia a rompere i tegumenti di questa, onde sprigionarsi; perche se vi riuscisse anche, andrebbe ben presto a perire^ ma opina , che que’ moti abbiano bensi lo scopo di richiamare Y attenzione di qualche Rallide sovra la Succinea che alberga il Leucocloridio , onde possa aver luogo I’accennata emigrazione di questo e la trasformazione sua in Distomi olostomi. — Dalla Zeitsch.iW Siebold u. Kolliker, 4853, Bd. IV, p. 425. (1) Rallus aqualicus , Gallinula Porzana , Ghloropus. ( Uispensato nel mese di febbrajo 1854 ) Pavia. Tip. Fusi. GIORNALE DI MALACOLOGIA 4853. IX. Consider azioni sulht perforazi07ie delle pietre falta dai moUuschi litofagi e specialmente dalle Folladi, Del dottore Teodoro Prada. ( Fine ) Passa in seguito nella siia memoria il Cailliaud all’ e- same dei fori praticati dalle Folladi^ e da questo esarne esso ritrae nuova prova in appoggio alia propria opinione. Per do che rigiiarda poi il modo con cui questi mollu- schi procedono alia ^perforazione delle pietre , egli pensa che si servano dessi del piede , il quale sortendo dalla fessLira delle valve e forniando un vuoto, aderisce alia pie- tra che vogliono ^scavare , ed in tal modo viene ad esercitare contro di essa una determinata pressione colla conchiglia; e adunque in tal raaniera e dirigendo sem- pre nello stesso senso i proprii movimenti, che riescono colle asperita della propria conchiglia ad abradere la pietra che destinano a loro diniora. In fine aggiunge che questo processo nella perforazione e esclusivo alle Folladiy per le quali non ha luogo azione chiraica di sorta desti- ' nata a coadjuvare colla decomposizione il dissodamento della pietra ; mentre che per gli altri molluschi litofagi invece ammette 1’ azione dissolvente d’ una sostanza di Datura acida. 9 i30 II sig. Aucapitaine ( Revue et uiagasin de zoologie ^851. pag. A86 ) non rigetta interamente T opinione del sig. Cailliaiid , ma dice d’ avere certezza che i molluschi spettanti al genere Pholas secernono anch’ essi iin acido, che egli ritiene essere acido fosforico , col mezzo del quale essi molluschi intaccano le pietre. e ritiene pure che il movimento della conchiglia non sia ad altro destinato^ che a staccare ed esportare le porzioni petrose previa- mente disciolte dall’ acido. Questa idea pero non sembra la pill plausibile ; infatti non si saprehbe comprendere la necessita del concorso contemporaneo di due diversi mezzi destinati ad ottenere un solo scopo, la necessita cioe, che in tale fenomeno vi debba concorrere I’azione d’ un aci¬ do destinato a disciogliere la materia calcarea , ed un’ azione raeccanica unicamente destinata ad esportare le porzioni decomposte. II G a i 1 1 i a u d in una memoria letta all’ accademia delle scienze di Parigi il 24 novembre 4851, intitolata : 59 Nuovi fatti relativi alia perforazione delle pietre ope- rata dalle FoUadi 55 crede di sciogliere la quistione in discorso col presentare all’ accademia stessa alcuni pez- zi di Gneis e Micaschisti interamente perforati dalle FoUadi i che ancora trovavansi nei fori delle dette roccie. Con questo fatto alia mano egli non dubita di conchiudere, che tali animali non poterono scavarsi le proprie gallerie, se non impiegando mezzi meccanici, es- sendo per la natura delle roccie in cui trovavansi, ineffi- cace r azione d’ un acido qualunque, a meno che si vo- glia supporre le FoUadi atte a secernere dell’ acido fliio- rico, il solo che valer potrebbe ad intaccare roccie di na¬ tura silicea , quali sono appunto i Gneis ed i Micaschisti, Dietro questi fatti il Gailliaud spiega come i molluschi 434 antidiluviani con qnesto solo mezzo meccanico abbiano potnto traforare alciini Porfidi proto^inici alterati , sco- perti nel Belgio nel 1842. Un tale fatto per altro , del traforamento cioe di materie silicee, non e nuovo nella scienza , e come lo abbiamo gia fatto notare, venne os- servato dall’ Aldrovandi , dal Baldassarri e dall’ Olivi ^ e percio in tempi a noi molto anteriori. II sig. W. V r 0 1 i k ( Comptes rendus de I’academie dc France tome 36, pag. 796 ; a. 1853) in una lettera indi- rizzata al secretario dell’ accademia delle scienze, reclama a favore di iino de’ suoi compatriotti la priority della sco- perta del modo d’^agire delle Folladi nella perforazione delle pielre. Una tale questione di ciii 1’ accademia si e interessata, aveva gia dato luogo per parte di M. Ro¬ bertson ad nn reclamo di priorita, che fa contrastato pin tardi dal Cailliaad. W. Vrolik viene ora a dimostrare che il fatto della perforazione meccanica elfettuata dalle Fol¬ ladi col mezzo delle valve senza il concorso d’ un acido qiialunque, fu gia debitamente descritto or sono piu di 60 anni(1778)da un direttore della compagnia di commercio di Middelburg, chiamato Leendert Bomme; questi scrisse una memoria nella quale trovansi parecchii ragguagli intorno a codesti animali, che nel ^759-60 minacciarono distrug- gere le dighe dell’isola Walcheren: essa memoria fu pub- blicata negli atti della societa scientifica di Flessinga. W. Vrolik rinvia per maggiori ragguagli ad un’altra memoria, che sara pubblicala da G. Vrolik nel primo volume delle memorie dell’ accademia delle scienze dei Paesi Bassi. Per fine nel suddetto giornale la Revue etc. 4853 p. 393 ieggesi una breve memoria di M a r c e I d e S e r r e s , nella quale il dotto autore espone che tra le diverse cau¬ se che furono ammesse per spiegare , come i molluschi ^32 litofagi giungano a traforare le pietre nelle qaali essi si celano, a lui sembra che le due principal! , cioe la chi- mica e la meecanica, possano insieme combinarsi agendo simultaneamente. Egli aggiunge pero che vi sono alcune eccezioni forniteci dalle FoUadi, le quali in qualche caso e evidente che fanno uso di soli mezzi ineccanici come sarebbe nella perforazione di roccie di natiira silicea, ne- gli altri casi poi anche le FoUadi si valgono d" una so- stanza acida , quando cioe trattasi di roccie calcaree. II prelodato aulore aggiunge che nelle Fenerupi, nelle 3Io- diole , e nelle Petricole, come pure nella maggior parte* dei molluschi litofagi, ha luogo senza dubbio il concorso d’ una sostanza acida energica , la presenza della quale viene comprovata dall’ arrossamento della carta di torna- sole. Una tale sostanza verrebbe secreta dallo stomaco e dalle intestina, trovandosi infatti questo umore in detti organic e dessa costituita da un acido che lo stesso Mar¬ cel de Serres ancora non seppe determinare. La conclu- sione per altro dell’ accennato articolo si e, che i mol¬ luschi litofagi traforano le pietre col concorso simultaneo d’ un liquido di natura acida , e del meccanico confric- camento delle valve della loro conchiglia. Lo stesso Marcel de Serres in una lettera indirizzata al sig. Guerin-Meneville ( Revue et mag. de zool. 4855 pag. 584) ) conferma quanto aveva asserito nella preac* cennata memoria, e passa indi a spiegare come V umore acido secreto dal mollusco e destinato ad intaccare la roccia non corroda nello stesso tempo il guscio del mol¬ lusco perforatore. Egli ammette che la conchiglia venga intonacata da un leggier strato calcareo di colore bianco- roseo 5 strato che dilTende il guscio non solo dall’ azione corrodente dell’ acido , ma anche dall’ abrasione che ri- 433 sulterebbe dal continiio sfregamento contro la roccia; ed in questo caso , e^Vi dice , che la conchiglia non offre traccia di epidermide. Oltre a questo strato calcareo la conchiglia riniane poi sempre cosparsa d’ una sostanza miicoso-albiiminosa , che pur essa concorre a difFenderla dair azione corrodente dell’ acido secreto del mollusco. — Egli fa in seguito notare, che quanlunque la niaggior par¬ te dei molluschi litofagi appartengano all’ ordine degli Ace fall 0 dei LawelUbrancM , pure questi non sono i soli che scavano le pietre ed i legni, e che vi sono altri animall , pero spettanti tutti agli invertebrati , che hanno simili abitudini. Tali invertebrali poi non si riducono ai molluschi Acefali dei generi Modiola, Pholas, V emru- pis , Gasirochmna ecc. , ma se ne riscontrano anche tra i Gasteropodi del genere Helix , come si e potuto con- statare nell’ Helix aspersa, che a somiglianza dei Teredo si scava nei legni la propria abitazione. Anche alcuni anellidi errand del genere Nereis , come pure dei ge¬ neri Serpula , Sabellaria , Magihis , e cosi , a quanto sembra, i Sipnnculus^ animali spettanti ai zoofiti Echi- nodermi, si scavano nelle pietre o nei legni gallerie piu o meno estese. Da quanto venne fin qui esposto e facile poter rileva- re , quanto grande sia stata fino a nostri giorni la dispa¬ rity delle opinion! emesse anche da celebri naturalisti in- torno ad un fatto, che a*prima ginnta sembrerebbe della piu facile determinazione , ma che tutti cercarono d’ in- terpretare diversamente secondo il proprio modo partico- lare di vedere con ragionamenti il piu delle volte piut- tosto dettati da un’ idea preconcetta , che non suggeriti da una sana critka dei Mil Pertanto in aggiunta alle i54 opinion*! gia eniesse accenneru, ponendo termine al presente scritto , alcune circostanze relative all’ argoinento in di- scorso , circostanze che forse varranno , se male non mi appongo 5 a difTondere qnalche luce sul fenoineno delle perforazioni di alcuni almeno tra i niolluschi litofagi. Queste mie osservazioni per altio dovetti limitarle alle Folladi , come quelle sole che abbia potuto studiare per 1’ opportunita , che mi si offri, di trovare nel gabinetto di storia naturale di questa nostra universita dei pezzi anche voluminosi di calcare , quasi interamente pertugiati da tali animaii. Dali’ esame pertanto degli accennati massi ecco quanto ho potuto rilevare ! I meandri che rendono la roccia per cosi dire tutta cavernosa sono nuinerosissimi e di svariate dimensioni a seconda della grandezza delle Folladi cui danno ricetto , tutti pero alia loro origine si manifestano con un picco- lissimo foro , e tale da presentare un solo millimetro od anche meno di diametro ; aperte poi alcune di codeste gallerie , tutte offrono nel loro vano la conchiglia della Follade completa, perfettamente intatta anche nelle aspe- rita minutissime delle quali la conchiglia stessa e tut¬ ta irsuta alia propria superlicie, e collocata nella par¬ te della galleria opposta all’ apertura e colla sua estremita anteriore contro il fondo cieco di essa. La superficie in¬ terna di ciascuna galleria si presenta tutta cosparsa di solchi poco profondi , trasversali ed undulati , prodotti probabilmente dall’ azione meccfmiea delle scabrosita della conchiglia , la quale movendosi orizzontalmente sopra se stessa , ed alcun poco dall’ alto al basso e viceversa ^ ha potuto dare origine a tali solchi undulati e trasversali. I fori poi sono tutti perfettamente rotondi, ed il loro dia- inetro massimo interno e sempre superiore di qualche i35 millimetro al diametro niassirao della conchiglia, cosicche questa puo godere d’ un libero movimento di rotazione. L’ esame istituito sopra diverse conchiglie e siille loro rispettive gallerie mi ha costantemente fornite le stesse proporzioni nei corrispondenti loro diametri : ed infatti una conchiglia della lunghezza di 41 millimetri ^ e del diametro massimo di millimetri d2 , aveva scavata una galleria lunga 230 mill, e del diametro massimo di mill. 44 ; ed un altra della lunghezza di mill. 45 e del dia¬ metro di mill. 3 praticossi un foro della lunghezza di 64 mill, col diametro di mill. 5. Da cio si vede chiaramente che il diametro della galleria e sempre maggiore di due millimetri almeno di quello della conchiglia , e tale dif- ferenza 1’ ho notata ripelutamente ed in tutti i casi esa- minati. Dietro ispezione innoltre delle gallerie scavate dalle Folladi ho potuto notare alcune circostanze speciali o particolarita , per quanto e a mia cognizione, non ancora avvertite da alcuno. Queste particolarita consistono in cio, che le gallerie 5 quantunque possano essere molto nurae- rose, e qualche volta tra di loro assai ravvicinate, come nei pezzi da me esaminati , pure non s’ incontrano mai tra di loro , o per dir meglio , ogni FoUade si scava una galleria a pareti esclusivamente proprie senza mai penetrare nella galleria della sua vicina, lasciando non di rado un tramezzo d’ un millimetro appena ed anche me- . no di spessore. Come cio avvenga e certo difficile deter- minarlo : che la FoUade scavando la propria galleria produca un leggiero lumore per effetto di confricamento ed avverta cosi la vicina della sua presenza , e che quindi questa diriga da altra parte la propria escavazio- ne , onde non penetrare nei meandro della compagna ? 436 Ammesso un tale fatto, esso ci porgerebbe un esempio di reciproca osservanza del diritto di proprieta alFatto singolare, e degno d’ essere da molti immitato. — Di piii ho potuto notare, che moltissime di tali gallerie, limitandomi pero sempre ai pezzi da me esaminati, offrono alia meta circa della loro lunghezza ud angolo ottuso di 150 gradi a un dipresso, ed in corrispondenza di tale angolo sono molto piu am¬ ple presentando cosi iin rigonfiamento notevole , il qual dilatamento si rende necessario perche la conchiglia pos- sa colla sua lunghezza seguire una tal curva. A prima giunta ho creduto di poter spiegare tale deviazione rite- nendola destinata a schivare V incontro d’ una galleria vi- cina , ma tosto m’ accorsi non essere V angolo determi- nato da questo accidente , poiche V ho potuto notare in diverse gallerie affatto isolate e lontane da altre. Pertanto a tale particolarita io non saprei dare una plausibile spie- gazione. — Per ultimo m" e anche venuto fatto di rilevare, che le gallerie scavate in uno stesso masso non sono gia praticate arbitrariamente e senza ordine , ma offrono una direzione costante e tale, che tutte sono paralelle tra di loro. Una simile direzione certaniente deve essere deter- minata da qualche causa , ed aver forse qualche partico- lare rapporto esterno ; ma su questo io non saprei ag- giungere nulla al fatto osservato , per aver dovuto limi- tare il mio esarae a pezzi staccati e fuori di luogo. Ora per cio che riguarda la natura dei mezzi coi quali le Folladi si scavano le proprie gallerie, avendo io sempre inclinato a ritenerli meccanici, ho voluto ripetere le esperienze fatte dal sig. Gailliaud, modificandole leg- giermente, onde convincermi della mia opinione. A tale intento presi un grosso frammento di calcare che segai in modo da tagliare trasversalmente due gallerie, avendo 437 pero dapprima levatc le conchij^lie contenutevi. II diame- tro d’ una di dette gallerie era di millimetri 21 e la pro- fondit^ di mill. 20, e la conchiglia ivi stanziante della lunghezza di 55 mill, e del diametro di mill. 49; T al- tro foro era del diametro di mill. 48 e della profondit^ di mill. 44, e la conchiglia estratta misurava 46 mill, di diametro sopra 44 di liinghezza. Ho immerso il fram- mento di roccia insieme colle conchiglie in un recipiente pieno d" acqna , che prociirai coll’aggiunta di parecchi sali di rendere alqnanto somigliante all’ acqua marina , e lasciai il tutto somrnerso per dodici giorni alia tempera- tura di 4 a 7 gradi del termometro centigrade. Trascor- so questo periodo di ^macerazione presi le due valve di ciascnna delle Folladi e ponendovi entro della cera rara- mollita, come a sostitnire in certo qual modo V animale stalo distriitto, le riunii insieme, ed in tal modo immi- tando possibilmente i movimenti e la pressione esercitata dal mollusco vivente, tentai di sfondare i fori esistenti gia nella pietra macerata , operando sempre sott’ acqna. In capo a 50 minuti primi di trivellamento misurata la profondit^ del primo foro, 1’ ho trovata di mill. 25, e qiiella del secondo di mill. 20, cosi che I’anmento fu pel primo di 5, pel secondo di 6 millimetri. Il diametro dei detti fori non venne aumentato di molto, dacche supera- va gia, come di regola, il massimo diametro della conchiglia impiegata. Forse tali risultati potranno semhrare un p6 esagerati ; per con\incere che non lo sono , faro solo osservare che la roccia dopo la sommersione olfriva una du- rezza molto inferiore a quella del Gesso , talche si pote- va con tulta facilita intaccare coll’ unghia e sgrettolare fra le dita, mentre le conchiglie state macerate anch’esse, conservarono perfettaraente la loro durezza , che era di 9^ ^58 certo a quella molto superiore, ed e da cio che si pu6 spiegare la facilita colla quale si ottiene di intaccare an- che rapidameute la roccia stessa senza che la conchiglia venga a soffrire abrasioni. Da questo fatto, congiunto a quelli altri piu sopra iiidicati , e principalmente da qiiello ben constatato del¬ la perforazione dei Micaschisti e dei Gneis , mi sembra che sia lecito e ragionevole il poter concludere, per le Folladi almeno , che tali molluschi litofagi si scavano ' le proprie gallerie col solo ajuto dei mczzi riieccanici loro forniti dalla natiira, e che non vi concorre altro agente di chimica indole , come sarebbero acidi od altri , che d’ altronde sarebbero loro superflui; e ad ogni obbiezione che si potesse fare in coritrario alia meccanica perfora¬ zione, si potrebbe sempre e molto a proposito rispon- dere col vecchio ma giusto detto che gutta eavat lapi- dem non vi , sed sospe cadendo. Deir Ectocotile, ( Fine ) Nella sua opera intorno ai cefalopodi del Mediterra- neo (i) il V e r a n y publico la scoperta di una n-mva specie da lui chiamata Octopus caretia. Il primo individuo che rinvenne, in luogo del braccio destro del terzo pajo, aveva una vescicola fissata al corpo per mezzo di un pe- duncolo. Sopra individui raccolti in appresso egli osservo costantemente che quel braccio dilferiva dagli altri e pel volume, e percbe teneva all’ estremita una piu piccola (1) Mollusques mediterraneens ; 4re partie^ c^phalopodes ; Genes , 4854. i39 vescica , che rammentavagli quella dell’ ectocotile di Cu¬ vier; e questo braccio aderiva al corpo dell’ animale me- diante il peduncolo che nel primo individiio sosteneva la vescicola, matrice del braccio in formazione. D e - F i I i p p i c L e y d i g ric'onobbero in questo braccio il vero ecto¬ cotile , ed osservarono inoltre che a dilFerenza delle al- Ire braccia era suscettibile di distaccarsi non lasciando traccia di avvenuta lacerazione. Aperto il sacchetto ovale posto air estremit^ ^ vi scorsero il filamento bianco col quale ha termine anche V ectocotile dell’ Argonauta e degli altri cefalopodi, come accennammo, osservati. Le osservazioni a tale proposito istituite da E. Muller nel 1850 in Sicilia, il risultato delle quali venne recente- mente publicato (i) , convinsero anche Koelliker, e ci fornirono i niateriali onde darne breve cenno. Lo sviluppo del braccio ectocotiliforme procede di pari passo collo sviluppo totale del cefalopode e col parziale del- r apparecchio genitale; e percio da ritenersi assurda 1’ as- serzione di Madama Power e di Maravigna che assicurarono trarre origine gli ectocotili da singole uova. La vescica suaccennata e appunto quella che protegge questo sviluppo , e che ad animale adulto pende, divise le pareti , in forma di una ripiegatura cutanea dorsale del braccio. Non sempre questo braccio occupa lo stesso posto rispetto agli altri , ma la sua posizione muta al mutare delle specie che ne sono provviste ; i suoi rap- porti col reslo dell’ apparecchio pero sono sempre gli stessi. 11 condotto deferente che lo attraversa e continue a quello che parte dal testicolo. Quest’ ultimo giace nella maggior parte delle specie al fondo della cavita del sacco (1) Zeitschrift fiir wissenscliafUiche Zooiogse , iV. Band, 1. fieft (1852), Sei^e ! u. L22, Taf. I ; 4. Heff (i85§), Seite uo in forma di un corpo sferoidale biancastro , avvolto dal peritoneo ^ e composto da una serie di cilindri ra- mificati , convergenti ad una cavita mediana stretta ed irregolare. E da questa cavita che parte il deferente a pareti spesse e glandolari , flessnoso , e miinito all’ intei- no di una ripiegatura longitudinale , che dopo aver co-, municato con un ceco parimenti flessuoso, probabilmente organo di secrezione, dilatasi in un sacco costriltore, costi- tuendo la cosi delta borsa del ISeedham. — A maggiore chiarezza e d’ uopo dividere il braccio ectocotiliforme in tre parti .* il peduncolo , il corpo ed il flageUo. Il pe^ duncolo attraversato dal deferente e fisso e serve di base al braccio e di comunicazione al corpo di questo coll’ ani- male ; il corpo dell’ ectocotile ne rappresenta 1’ organo di moto e di preensione , nel mentre che il flagello e aggomitolato in un sacchetto ovale, d’ onde all’occasione sfugge in forma di un pene filiforme avente alia siia estre- miU libera 1’ orificio esterno del deferente, di cui abbia- mo seguito il decorso , lasciando cosi al piccolo sacco pendente il nome di capsula pigmentosa. — L’ ectoco¬ tile, non dissimile dalle altre braccia che pel maggior volume, e muscolare , e come le altre possiede un dop- pio rango di ventose, simili a quelle della femmina cor- rispondente , dei cromatofori , una catena di gangli posta lungo il suo asse, una circolazione viva e ritmica , du- revole anche dopo il distacco. E qui e necessario richia- mare T attenzione sovra lo sviluppo che in vicinanza al- I’epoca della caduta subiscono alcune appendici, dai mo- derni ritenute come respiratorie , esclusivamente proprie dell’ ectocotile del Trenioctopus , d’ onde ne segue che questo godr^ di un’ esislenza isolata piu lunga al certo di quella degli altri. i4l La caduta di quest’ organo all’ epoca degli amori non e accidentale , ma il prodotto di una legge costante , ed in allora puo essere paragonato a qiialunque altra parte, che staccata da individuo vivente conserva«per iin certo tempo una deterininata copia di fenomeni vitali , i quali hanno per elFetto in questo caso il ritrovamento della femmina e 1’ accoppiamento. ---- A facilitare il distacco del braccio ectocotiliforme servono i moti d’ avviticchiamento che compie intorno al corpo da cui e per emanciparsi , c le cellule epiteliali del flagello sovrapposte a squamme, delle quali il margine libero e posto in opportuna dire- zione. Allora , lutto solo , avente in se il deferente , che in questo stadio non' si puo piu considerare come tale ma come serbatojo , si afTretta guizzando nell’ aque a compiere la sua missione, e non e improbabile che la femmina contribuisca ad accogliere nel suo grembo 1’ or- gano fecondatore adoperando i mezzi di cui puo disporre, onde promuovere current i nel mezzo in cui vive. E certo d’ altra parte che la femmina si compiaccia della po- Uandria , poiche le dissezioni praticate da Koelliker , da Siebold e da E. Muller ci mostrano come abbiano trovati nell* ovajo contemporaneamente brani di pin flagelli che vi aderirono probabilmente grazie la disposizione delle loro cellule epiteliali. Ecco un modo nuovo col quale natura provvede alia riproduzione di questi esseri interessanti, e noi dobbiamo molta gratitudine a questi ultimi nominati cultori delle fisiologiche ed anatomiche dottrine , che nulla rispar- miarono per far splendere la luce della verita su di un fatto che fu origine di tanti errori e che ad onta se ne ignorino moltissimi particolari, e assai mirabile e strano. P. Paoceri- 142 i\oia clelle specie da aggiungersi o da emendarsi nel cata- logo del mollnschi della Lombardia dei fratelli Ant. e G. B. Villa, inserito nelle: la Lombardia vol. I. ' NB. P signijfica pianura, V i t r i n a glacialis Forb. a Helix j isodoma Jan a ) gemonensis Fer. Leopoldiana Charp. m hiulca Jan I ceHaria var. a hocca tonda catal. p. 6 / non nitens Mich. V cat. 1. c. Vill^e Mortillet c Pupa doliolum Brug. m valsabina Spinelli m Sempronii Charp. m Vertigo cylindrica F er. p T 0 r q 11 i 1 1 a 5-dentata Meg. c ( apennina Charp. m I pachygastra Z. Pf. L. bergoinensisCharp. m hordeum Stud. a Milano, dicembre 1853. J^ota. Vedi inoltre le pagine Notizie natural! e civili su c colli, m monti, a alpi. C 1 a u s i I i a comensis Shuttlew. blanda cat. p. 7 — Porro M. Com. Balsami Strobel m oniista Villa m Braunii Charp. m leucensis Villa c j Strobeli Porro ni I Stabilei Charp.? brembina Strob. m Whatelyana Charp. m gracilis Pfr. C. m Pomatias Porroi Str. m L i m n ae u s solid ulus Villa c P a I u d i n a alpestris Villa ni acuta Drap. . c Anodonta idrina Spin, c Unio Spinelli Villa c Requienii Mich. p Villae Stabile c Ant. e G. B. Villa 6 ed 86 del giornale. La red. Notizie. U3 In onta air avviso contrario avuto dal dottor Menke ; ( vedi la p. 48 ) il prof. Rossmaessler esegui nel- r epoca prefissa ( vedi la p. d6 ) il progettato viaggio nella Spagna meridionale , viaggio che per gli auspicii miitati dovette pure miitare di scopo; da un viaggio di osservazione, quale V avea in mente Rossmsessler, dovette liinitarsi quasi esclusivainente ad iin viaggio di raccolta , onde retrihuire i privati , che concorsero a sostenerne per la maggior parte le spese , dacche i sussidi sperati dai publici stabilimenti inancarono totalmente. Da Parigi^ ove Rossmaessler avea posto 1’ affare nelle mani di perso¬ na influente, che s' era dichiarata disposta a sollecitarlo, egli non ebbe nemmeno una risposta. — Da Marsiglia Rossmaessler si trasferi per mare a Barcellona, ove sosto per due settimane; prosegui indi, pure per mare, ad Alicante, e di qui per terra a Murcia, ove dimoro per 18 giorni nella casa del suo amico, il prof Don Angel Q u i r a o. Da Murcia egli viaggio in una iarlana (carro a due ruote) dal d9 aprile sino al dA giugno nelP interno del peese , cioe per Cartagena , Mazarron , Lorca , Velez el Rubio , Baza , e lungo le fable della Sierra Nevada , per Porulla- na e Guadiz , a Granada; poi valicando la Sierra a Loja, per Colmenar a Malaga ; e costeggiando il mare per Velez Malaga ed Almeria a Vera; indi per Lorca c Totana di ritorno a Murcia. Fece inoltre varie lunghe dimore ad Alicante, Valencia e Burriana. Le provincie da lui per- corse sono quindi le piu meridionali ed oriental! della Spagna , cioe Granada , Murcia , Valencia e Catalogna. 144 C. R e c 1 u z dopo molti anni di fatiche era riuscito a formare una ricca collezione di coiichiglie dei generi Na~ tica 5 Nerita , Neritina , JSavicella e Sigaretus. Poco fa essendo stato costretto a spropriarsene , la cedette a De- iessert , nella di ciii bella raccolta figiira accanto alia preziosa collezione dell’ illustre Lamarck. — Journ. de Conch, 1853 p. 224. Annuncio. 11 periodico di Menke e Pfeiffer, avendo sotto il titolo di : Zeitschrift filr Malakozoologie (giornale di Malacozoologia ) compito il decennio di esistenza, sortira col 1854, mantenendo lo stesso formato, sotto Paltro tito¬ lo di : Malakozoologische Blatter ( fogli malacozoologici ). Le dispense saranno composte da 2 a 5 fogli di stampa e la loro publicazione non saia legata ad epoca fissa. Ogni volume ( annata ) comprendera da 15 a 20 fogli ed il suo prezzo verra regolato appunto dal niiniero di que¬ st! fogli, calcolando per ognuno di essi il prezzo sinora in corso. Quanto alle litografie , che accompagneranno il testo , le colorate equivaleranno a due fogli di stampa e quelle in nero ad uno di essi. RiTieta bibiiografica deir anno 1853. Giornali ed atti acadcmici. I. Zeitschrift filr 3IaUikozoologie. ( Giornale di malacozoologia ) Siudi per la storia degli Auriculacei; di L, Pfeiffer, p. 4-10. ( Vedi p. 1 e 17 del giornale) lib Osservazioni stii IXajadi europei;(H E.J. Rossmaess- ler, p. 10-16. — Tratta della necessity di studiare gli animali di questa fami^lia, onde trovati i rapporti tra i caratteri loro e qnelli delle conchi2:lie, ed appo^i^iati agll uni e a,"li altri, po- ter stabilire le specie con criterio scientifico. L’antore ad¬ duce indi alcuni fatti , dai quali sembra scaturire ^ che varie forme di Anodonta ed Unio , sinora ritenute ge- neralmente per specifiche , non sono che forme d’ una medesima specie , poste sotto influenze esterne diverse. Dei dardi delle Elici \ S c h m i d t , p. 1 7 - 32. ( Vedi p. 22 e 33 del giornale ) Di ttna Fauna moUuscorttm exhamarlnornm Eu~ ropce e d' vn prodromo per nna tale; di Rossrnaess- ler, p. 53-39. — Programma di un’ opera che intende di publicare. Delle lingve delle Inmaehe; di A, Schmidt^ p. 39-47. Brevi notizie co7ichigliologiche ; dello stesso, p. 47-51. ( Vedi p. 46 e 47 del giornale ) — Inoltre cgli vi stabilisce la differenza anatomica tra la Snc- cinea putris L. e la Pfeifferi Rossm, , desumendola dalla strultura della mascella superioie ; — dichiara la Cla^isilia cana Held di Monaco identica colla Cl. tes- selata Parr. , e non gia colla Cl. vetusta Ziegl. , come ritiensi comunemente; — ed accenna al carattere distin- tivo d’ una Cyclas , rinvenuta a Francoforte sul Meno , ch’ egli ritiene essere la C. solida Normand ( non Nord- mann ), che rassomiglia tanto alia Cyrena ptisilla Parr, del Nilo. Diagnosi di nuovi Elicei; di L. Pfe i ffer, ^p. 5 1 -58 e 445- 1 57. ( Vedi I’elenco delle specie nuove nel n. X del gior- nale) — Quanto aW H.7iicaiis Costa (p. 147), si osservi, ch’es- sa fu gia descritta dalP autore nella sua: Fauna del regno di Napoli, Napoli 4859; Animali molli p. 46 n. 5. Diagnoses moll7tscoru7n novoriiTii scripsit G7iil. Hun¬ ker, p. 58-60, 95, 96 e i iO-112. ( Vedi pure I’elen- co delle specie nuove ) S71I Bulimus terebraster La7n.', di L. Pfeiffer, p. 65-67. — II nome di Bttlimtts terebraster sarebbe stato impar- tito a quattro forme diverse: ad una varieta del Acha- 146 lina semiiarum Rang ( Hdix ter ebr aster Fer. prodr. et mus. , Ach. terebrasler Pfr. L. monog. n. 55), — al Bid. haplostylns Pfr. L. mon. n. 594 ( B. lerebraster Fer. Reeve conch, icon. p. 34i , t. 52 ), — ad iina varieta (?) del B. columella Phil. ( A. terebrasler Desh. in Fer. hist. II. p. 166, pi. 442 A. f. 7, 8 ) — e finalmente ad un Bulimus, vicino al B. odo^ vs Lm. ( B. terehraster Lam. hist, nat des anim. s. vert. VI p. 124). E per qnesta forma, proveniente da Portorico , Pfeiffer conserva il nome di B. terehraster. ConchigDe di St. Vincent con annotazioni critiche ; di C. T. M enke, p. 67 - 82. — Contiene 1’ enumerazione ragio- nata di 29 specie, 7 delle quali sono nuove ( vedi I’elen- co delle specie nuove ), e nella loro illustrazione s’ ehbe ispeciale riguardo all’ opera di Adanson sulla storia natu- rale del Senegal. Mitilacei* di G. Dunker, p. 82-92. (Vedi I’elenco delle specie nuove) — Alla fine dell’ articolo I’autore riuni- sce le specie del genere Tichogonia Rossm., e dedotte le spe¬ cie fossili del terreno terziario, le 4 nuove da lui descritte e quelle recentemente comprese nel genere Septifer Recluz, le riduce alle seguenli : T. polymorpha Pallas, cochleala Kickx (Belgio), afncana van Beneden , coernlescens van Beneden ( africana var. Red. ), Sallei Reel. ( Rio dulce in Guatimala ) , dommgensis fdeX. ^ cranea van Beneden. Unio litoialis Lam. ( pescato in un ruscello presso Al¬ ien , tra Kolding ed Hadersleben nello Slesvigh setten- triouale ); di R o ssm se s s ler, p. 92 e 95. Ampullaria eximia ^ di Dunker, p. 95-95. ( Vedi r elenco delle specie nuove ) Lett ere da I la Spagn « ^ di R o s s m se s s I e r , p. 9 7 - 4 0 5. IDelh Helix Bivolii Besh. e d' vna specie con essa confusa ( H. erronea ); di G. C. Albers, p. 105 - 409. ( Vedi r elenco delle specie nuove ) — II fatto che le conchiglie di quelle due Elid sono liscie alia base ed ai lati , mentre il piano superiore e persino 1’ umbelico sono costolati, fa presumere all’ autore , ch’ esse abbiano a mo delle Nanine un mantello che involge la conchi- glia, ed ana ghiandola mucosa al termine del piede, e 147 siano quindi animali diurni , che sfidano i raqgi del sole nei tropici, mentre le vere EUcl sono animali notturni , amanti dell’ iimido. Osservazioni at precedent e articolo \ di L. Pfeiffer, p. 109. — Egli unisce 1’ i7. erronea Alb. come varieta colla Ktvoln Deshayes. Isnovl Aiiriculacei ; di C. T. Menke e L Pfeiffer, p. 124-127. Osservazioni prelimmari sidle Pythia scarabaeiis L. e Petiveriana Fer.^, di L. Pfeiffer, p. J27 e 128. Sidle Vitrine viventi nell’ isola di Madera^ di G. C. Albers, p. 129 - 152. Sill genere Testacellus Cuv.'^ di G. C. Albers, p. 1 55 - i 56. Niiove specie del genere Bulla; di €> T. Menke, p. 156-142. Per negligenza libraria i numeri 8 e 9 della Zeitsclirift del '1853, che contengono i precedenli cinque articoli, non sono an- cora ginnti : se ne rendera adunqne conto in un altro numero del giornale. Breve rtlazione del mio viaggio malacozoologieo per iina parte del Sud-Est della Spagna ; R o s smaess ler, p. 16 1 - 171. Osservazioni al precedent e arlicolo ; di A. Schmidt, p. 171-176. — IXei primi numeri del secondo anno del giornale si parlei’a per esteso di questi due articoli , nonche delle preaccenuate lettere di Rossm®ssler sullo stesso argomento. Delle cinque specie nuove: Helix Ard gonis , hcctica , carthoginensis , Guiraoana e loxana , semplicemente accennate in (piegli ai ticoli , s’ e tenuto conto neir elenco delle specie nuove. Due nuove Melanie; del dott, von dem Busch, p. 177 - 179. ( Vedi 1’ elenco delle specie nuove ) ISotizia intorno ad edeune lurnache serbe e siheriche; di L. Pfeiffer, p. 185- 189. — Le serbe furono rac- colte da Giov. Zelebor, preparatoie nel museo di sto- ria naturale della corte in Vienna , durante il suo viag¬ gio nel Banato e nella Serbia , intrapreso nella scorsa state. Riduconsi a pochissime , tutte terrestri e ad ec- 148 cezione della Helix Zelebori Pfr. , per la quale veggasi I’elenco delle specie nuove , tulte gia conosciiite. Ma da che nulla o quasi rrdla si seppe finora circa la ma- lacologia della Serbia , non conviene tacerle. Esse sono : Helix anstriaca^l^^., planospira Rm., Ziegl. cura var. ( albina ) Franenfeldii Zel , candicans Z. var. de- pressa Pupa frumenlum Di’ap, cum var, irilicum Z. , avenacea Briig. var. hordeum Stud. ; Clansilia dacica Friv. , gihbula Z. , oleata Rossm., pagana Z. cum var. hulgariensi ^ plicata Drap. e Cyclostoma costulatum Z. ■ — Mescolata con (jueste pochissime lumache serbe Pfeif¬ fer enumera iina ventina di conchiglie tra terrestri e flu- viali della Galizia , delP Austria , della Stiria , della Ta- lachia , della Schiavonia e del Ranato, raccolte pure da Zelebor, nessuna delle quali e nuova. Se si eccettui la Claus, varyiensis e \2i var. hulgariensh pagana Z. , le altre specie del Banato sono tutte diggia contemplate negli : Stndi su la malacologia ungherese di P. Strobel , Pavia, i850. — Maggiore interesse ci offi e la lista , egiialmente scarsa , delle conchiglie terrestri ( Helix e Buiinius) raccolte da Kinder m a n n nella Siberia, per- che essa pure ci porge un documento per la rassomi- glianza della fauna siberica con quella dell’ Europa. Dif- fatti fra le specie enumerate in quell’ articolo le Helix sirigella Drap., fruticurn Miill. ed incarnata Mlill sten- donsi per tutta o quasi tutta 1’ Europa; le H. rufescens Penn. , carlhusiana Miill. nec Drap e person ala Lam. suh person ala Middendorff ? ) abitano 1’ Europa media. Dovrassi ascrivere ai calori estiyi , che nella Siberia sono bensi di breve durata , ma altrettanto intensi , se cola rinvengonsi alcune forme , le quali nelT Europa limitansi alle regioni meridionali, come 1’//. suhmarilima Rm. ed il Buhmus guinq tied enl alus Meg. var. approximalns Friv., e se vi si presenta una forma affine alia H. Orsinii Por- ro degli Abruzzi, che Pfeiffer non oso ancora denomina- re , non avendo avuto sotto gli occhi, che esemplari in- completi della medesima. Caratteristiche della Siberia sem- brano le H. sihirica Friv. ( H. Schrenkii Midd. ) e liel- vola Friv. ( vedi P elenco delle specie nuove ) , entrambe affini alia H. frjtiicum , e 1’ i^. bicallosa Frivaldszky. U9 ISuove specie del generc Pythia ( Scarabus ); di L. Pfeiffer, p. 189-492. ( Vedi 1’ elenco delle specie nuove ) AnnuQci letterarii. De Betta — - vedi pag. del giornale. Lea Isaac — A synopsis of the family of Naiades-, third edition; Philadelphia, 4852, in 4.° gr. di 85 pagi- ne. Pag. 64. Observations on the genus Unio, together with de¬ scriptions of new species in the families Naiades , Coli- macea, Ly'mncrana, Melaniana and Peristomiana ; Phi¬ ladelphia , in 4.° gr. ; vol. IV di 75 pagine, 4844 - 45; vol. V di 62 pagine , 4852. — Pag. 62-64. Q uo y et G a i ma r d — Zoologie du voyage autour du monde execute par L. de Freycinet pendant les annees 4817 - 4820. Paris, 4824, in 4.° gr. di 742 pagine con atlante in foglio di 96 tavole. Pag. 413-117. Poey — “ Memorias etc. Pag. 417- 422 e 481 -82. {Ve¬ di la Pevne de zoologie p 539 , e Poey) Petit — Journal de conchyliologie, 4850- 52. Pag. 442- 44, 451 - 60 e 179 - 84. ^ Zelebor Johann — r Systematisches Verzeichniss der im Erzherzogthum Oesterreich bisher entdeckten Land- nnd Siisswasser - Mollusken ( Catalogo sisteniatico dei mol- luschi terr. e d’ acpia dolce sinora scoperti nelT arcidu- cato d’ Austria ). Wien, 1851, in 8.” di 24 pagine. — Pag. 483 - 84. Brevi notizie. Necrologia di C. B. Adams. — Pag. 423. ( Vedi la p. 15 del giornale ) Sulb Helix alpina e Fontenillii nella Conch, icon, di Reeve. — Pag. 476. Le figure di queste due specie ri sono scambiale, 11. Journal de conchyliologie j toiiio IV. Observations sur /’ organe de la glaire des Gastero- podes terrestres et fluviatiles ; par de Saint-Simon^ ^50 pngel. — L’organo chiamato testicolo superiore da Cu¬ vier ed orprauo albuminiparo da Gratiolet e che 1’ autore colla niagsrioranza degli anatomici distingue col nome di ghiandola dell’ albume , e ordinariamente posto a! lato diritto deir animale , nella parte ravvolta nella S[u*ra Gli spennatozoi e gli ovuli si sviluppano ad un tempo nella ghiandola ermafroditica . i primi nell’ interno dei lobuli , i second! alia loro parete interna. Le nova da qiii passa- no nel canale secretore , penetrano nella ghiandola del- r albume , s’ inviluppano d’ una quantita d’ albume, e di- scendono nell’ ut^ro. ^aint - Simon , avendo osservato la ghiandola dell’ albume in un gran numero di specie ^ ne da in questa memoria la descrizione dettagliata. ( Yedi inoltie la p. Wo dello stesso giornale) Recherches anatomo ~ ph'vsiologujjies snr les moUusqnes de r Algerie^ par Louis Raymond, page 44, planche I. ■ — Questo articolo tratta della Jchatwa (Glandina) algira Brug. , della quale 1’ autore presenta la sinonimia , la de¬ scrizione estei'na e I’anatomia, suddivisa in anatomia dei sistemi digerente ed annessi , respiratorio , circolatoiio , nervoso , muscolare e riprodnttoi e. Segue 1’ indicazione dei costumi e delle funzioni fisiologiche di questa specie carnivora, nonche delle i assomiglianze e differenze a con- fronto cogli altri molluschi , per le quali I’ autore viene condotto a considerare il genere Gland'ma come un ge- neie ben determinato e naturale, da po?’si in un sol gruppo colla Tesiacella , la quale non e che una Glan¬ dina colla conchigtia rudimentale. ' L^ote snr /’ anatojnie de la Melania fasciolata Lam. ; par le m e m e, page o3 ( et page 3^5 dti tome HI J. — E im- portante T osservazione , che R utero di questa specie si trova nel collo , e che lo spazio che quell’ organo do- vrebbe occupare sotto il coliare , e occupato invece dalla tasca , nella quale durante la notte riparano i piccoli , nel numero di 25 a 50 La M. fasclolala e (juindi ovovivi- para e [U’obabilmente unisessuale , cio che 1’ autore non pote peranco certificare. Egli raccolse gli individui , che servirono alle sue ricerche , nelle sorgenti termali che scorrono rapidamente al piede della rupe di Costantina 154 e la cui temperatura tocca a + 32° del termometro cen- tigrado. Nel!a primavera , ossia durante il periodo in cui la prole si rifugia nel corpo della madre o sta attac- cata alia sua conchiglia , la Melania adulta si tiene costantemente vicina alle rive delle sorgenli e fuori della corrente , onde non ne venga danno alle chioccioline fragili dei piccoli ; quando (juesti 1’ hanno totalmente ab- handonata-, essa si lascia rotolare dalle acjue, e muore ben tosto. — Qiiesti esseri ra()prescntano nella classe dei mol- luschi i Marsnpiali della classe dei mainmiferi. Description de coqniUes nonveUes ; par B e r n ar d i, pa- ges 3o, 67, 448 et 303. ( Vedi Tclenco delle specie nuove) Description d' une espece du genre Planorbis ( denti- fer)* par Moricand, page 57. ( Yedi I’elenco delle spe¬ cie nuove ) iVo/e sur le genre Mulleria Ferussac ; par Petit de la Saussaye, page 39. — Questo genere fu istitui- to da Ferussac nel 4823 ( Mem. de la soc. d’ hist. nat. ) su di una conchiglia rassomigliante all’ Etheria , ma che al pari dell’ Ostrea non presenta che una sola impressio- ne muscolare , quasi centrale. Nel 4831 (Revue de zoo- logie, p. 483,' pi. YI ) d’ Orbigny descrisse col nome di Jcostcea un nuovo mollusco d’aqua dolce, il quale nel¬ la prima gioventu e provveduto d’ una conchiglia libera a due valve regolari, anodontiformi, mentre che piu tar- di egli ha due valve ineguali , irregolai i , con cui s’ at- tacca come 1’ Ostrea , e nelle quali non e visibile che una sola impressione muscolare. Le valve della minor© eta rimangono entrambe incastrate nel tallone della valva inferiore, costituendone la punta. Lea (Proceedings of the Academy of natural sciences of Philadelphia, 4 831 ), raf- frontate le descrizioni , che della MnUeria diedero Fe¬ russac, Sowerby e Deshayes, e d’ Orbigny della Jcostcea, venne in sospetto , che le conchiglie , per le quali si crearono quei due generi , potessero appartenere ad uno solo ; e venuto a Parigi ed osservato 1’ esemplare origi- nale della MnUeria Mi Ferussac nella raccolta di Deles- sert, vi trovo sulla valva inferiore le due valve anodon¬ tiformi proprie Jcostcea, che, od erano sfuggite sino >152 allora air esame , od erano state ri^iiardate in quell’ unico esemplare come un caso cli ag^lomerazione ; e trovo per tal modo patentemenle conferrnata la sua opinione. Description de co(j7iil/es nonvelles ; par C. Recluz , pages 49, io2 , 245, 251, 257 ct 377. ( Yedi I’ elenco delle specie niiove ) — Nella nota alia Poronia rvgosa r aiitore enumera tiitte le specie finora note di (juesto genere di piccole conchiglie , da esso liii istituito nel 4843 ( Revue de zool., page 166), le cui specie trovan- si sparse pei mari dell’ Europa , dell’ Affrica , dell’ Ameri¬ ca e della Nuova-Olanda. Esse sono : P. Adansoninna e Petitiana Reel. , rvhra ( Cardium ) Mont. , nncleola ( Am- phidesma ) Lam., scalaris ^ Parreyssii e ptirpnrata Phi- lippi. Notice snr le genre Ancylus , snivie d' nn catalogue synonymique des especes de ce genre ; par A. Bour- guignat, pages 55 et 168. — E il prodromo d’ una monografia di questo genere , che 1’ antore diside nelle due sezioni di Ancylnstrum : animate sinistro , conchi- glia a vertice piii o meno inclinato a destra , p. e. A. shnplex ( Lepas ) Buc’ hoz , A, fluviatilis Drap. — e di Velletia\ an. destro, conch, a vertice piu o meno in¬ clinato a sinistra , p. e. A, laenstris L. 11 secondo ar- ticolo ( p. ^69) contiene il catalogo delle specie Tinora conosciute, seguito dalla critica delle sinonimie e dall’in- dicazione della dimora delle specie. Queste ammontano a 58 , comprese 5 dubhie ; quelle del sottogenere A7icy la- strum vengono distinte in cin(]ue gruppi a seconda della loro distribuzione geografica nelle cinque parti del glo¬ be ; le Velletia non sono che 6. L’ autore da la figura di 3 specie ritenute nuove , nonche dell’ A. radiatilis Morlt. ( pi. 6 f. H ). Quanto alle prime ed alle altre 7 inedite veggasi il relative elenco in questo gio? nale ; e rispetto alle leggi di nomenclatura propugnate da Bour- guignat leggasi la nota alia pag. 78. Description de quelques coqwlles proven ant de Sy'rie; par le me me, page 69. ( Yedi P elenco delle specie nuove) Description de coqn'dles nouvelles ; par Petit de la Saussaye, pages 75, 83, 456, 463 et 249. (Yedi P elen¬ co delle specie nuove ) 153 ISotice stir /’Helix nubigena ; par de Saulcy, page 77. ( Vedi V elenco delle specie niiove ) — II professore italiano , die nel d84J. scopri pel primo quella specie, e il signor Orsini , e Porro 1’ ehbe da lui col nome di H. nuhila Gharpenlier. Nel catalogo della raccolta di que¬ st’ ultimo (1852) essa figura come H. nu b? gen a Saulcy non ne sarebbe quindi. 1’ autore. Description de coqniUes notivelles du nord de r ^fri^ (jue ; par L. Raymond, page 80. ( Yedi I’elenco delle specie nuove ) Observations relatives au Mytilus siibdistortus ; par C. Pecluz, page 85. — E il margine postero - inferiore della conchiglia , che presenta la sinuosita caratteristica, ne gi^ il postero - superiore , come per isbaglio avea accennato 1’ autore nello stesso giornale, vol. Ill p. 159 , ove diede la descrizione di questa sua specie , che pare provenga dalla Nuova-Caledonia. J\'ote sur /’ Area Martinii Reel. ; par Petit de la Saussaye, page 86. — Contiene alcune rettifiche ed aggiunte fatte' da Barthelemy Lapomeraye alia descrizione di quella specie data da Recluz nel medesimo giornale, vol. Ill p. 409. Observations stir le talon de T organe de la glaire des Helices et des Zonites ; par d e Si. Simon, page dI3. — ■ Vicino alia ghiandola dell’ albume (vedi la pri- ma memoria alia pagina 7 dello stesso giornale ) ossei vasi nei Zoniti e nelle Elici un organo assai curioso , che da Gratiolet ( Journ. de conchyl., tome I. page 237 ) fu chia- mato organo ejaculatorio accessorio del canale deferente, e tallone da Moipiin-Tandon. Esso aderisce al canale defe¬ rente verso la parte di questo , che penetra nella ghian¬ dola deir albume; varia nelT estensione, nelle dimensioni , nella forma , nella colorazione , come osservo I’ autore in buon numero di specie; non aumenta mai considerevol- menle col crescere dell’ eta , come avviene invece nella ghiandola dell’ albume; e sembra che sia destinato a ren- dere lubrica la parte del canale deferente , che penetra in quella ghiandola. Description 5 Gonchological manual, d 842 ^5 , lo descrive e figura del pari, ma in modo divei'so da Gray. A Adams finalmente , onde fissare meglio le idee dei conchigliologhi , ne da una nuova diagnosi , prendendo per ti()o del genere il Buccimmi lyratum Lamarck. Petit distingue le 15 spe- (1) k queste cinque specie terrestri si possono agginngere le seeuenii pcjche di terca e d’ aqua dolce : Helix algira L. , cario- sula Mich., elegans Gmel, . lactea MiiU. , pisana Mtill. et var. al- boranensis Webb., planata Ciiemn. , pumilio Chemo., turbinata De Crist. ? , turcica Ddlwyn ; Bulimus acutus Mull, et var. litlo- ralis Bruniati , pupa L, : Achatina folliculus Grou,; ■ — Planorbis cannatus Drap. , marginatiis Drap. ; Melnnopsis costata Per. , Dufourd Per., prmosa Ij.; Paludina tessellata Neriti- na (luviatilis L.; Ancylus (Juviatilis Miiller.' St. i56 cie descritte dai detti autori, nonche da Reeve, da Kie- ner e da liii stesso ( Journ. de conch. , 4850 ) in due gruppi: a conchiglia tubercolata o striata ed a conchiglia liscia; ed aggiiinge nna nuova specie: C. senegalensis ^ per la quale veggasi Y elenco delle specie nuove. Description d’ nne variHe dti Pecten histrionicus Gmel.\ par It me me, page 150, pi. 5. f. 2. Notice snr le Genre Pachychilus Lea-^ par le m e m e, page 458. — Questo genere assai diibioso fu create da Lea negli : ?? Annals and mag. of nat. history, 4852 « per una sezione delle Melanie^ la cui conchiglia presenta il labbro incrassato e la columella superiormente callosa ; r animale non venne studiato. Lea colloca il suo nuovo genei e tra la Melania ed il Melanopsis , e ne descrive una nuova specie: il P. Cnmmgii. Aucapitaine nella : n Revue de zool. 4853, p. 529 sostituisce alia voce Pachychilus quella di Soiileyetia , essendo la prima gia stata impiegata da Eschscholtz per un genere di coleot- teri. A1 genere di molluschi in discorso appartengono an- chtXdi Melania loevisshna Sow., (\n2\c:\\ P. Cumin gii Lea non e forse che una varieta, e la 3L Indorum Mo- relet ; e per quest’ ultima veggasi V elenco delle specie nuove. Description d’ une nouvelle esptce de Murex ( Moqui- nianus ); par Duval, page 203. ( Vedi Y elenco delle specie nuove ) Observation sur une coguille decriie par A. Adams sous le no77i d'Eglisia Cumingiij par Petit, page 205. — Questa conchiglia sembra essere la Turritella suturalis Griffith. 11 genere Eglisia poi venne istituito daGraynel: Catalogue of British museum, 4840??, eda lui collocato tra le Eulimidce , alle quali Adams assegna nel sistema il posto tra le Turritella e le Seal aria. La conchiglia di questo genere distinguesi specialmente per le varici lon- gitudinaii, di cui vanno ornati i suoi giri di spira. Observation du Doct. Lea sur une colonne accessoire, ou arc-boutant gue Lon rencontre dans guelgues co- guilles du genre Helix; par le me me, pa>gt 206. ( Vedi la p. 62 del giornale ) i57 Note sur qnelques coquilles fossUes , reeueillies dans les montagnes de la Nouvelle- Grenade par le general Joaqtiin Acosta ; par A 1 c i d e d’ 0 r b i g n y , page 208 , pi. IV. ( Vedi la p. 63 del giornale ) — » Vengono poi descritti e fignrati gli Ammonites Acostce f. 5, 6 — A. Solitos f. 4 5 2 — ed guadtiasensis f. Z, 4. Geseription de coquilles nouvelles fossiles de Saint- Felix ( Oise ) ; par B a ii d o n , page 24 4 , pi. VI , et p. 325, pl.W. — Queste specie nuove sono: Toryiatella Bevaletii pi. VI f. 5 , e Turbo ohtusalis f. 4 ; — Acha- tina acuminata pi. IX f. 4 ; Delphmula crassa f. 2 e D. cristata f. 3; Turbo costellifer f. 4; Ilissoa pulchella f. 5 e H. abbreviata f. 6 ; ^Melania tenuicosta f. 7 ; Fusus truncatus f. 8 ; Cerithium semicristatum f. 9 *, Pleurotoma grata f. 10 , PL fusiformis f. 44 e PL TDanjouxii f. 42 \ Mitra olivula f. 43; Triton Dumor- iieri f. 44; Buccinum dilatatum f. e B. Rottcei f. 46. Observations sur irois Gasteropodes ovovivipares ; par A. Moquin-Tandon, page 225. — Le specie os- servate sarebbero 1’ Helix rupestris e le Pupa margin nata ed umbilicata di Draparnaud. Riguardo a quest’ ulti¬ ma veggasi pure la precedente osservazione di A. Schmidt alia p. 47 di questo giornale. Moquin-Tandon annuncio gi^ altrove , che 1’ Achathia folliculus Lam. e del pari ovovivipara, e L. Raymond accenno lo stesso fatto rispetto alle Glandina procerula e lamellifera Morlt. dell’ Algeria. Observations anaiomiques sur /’ Helix lychnuchus Mull. ; par de Saint-Simon, page 227. — Esposta dettagliatamente I’ anatomia di questa specie 1’ autore viene a conchiudere, che avuto riguardo all’ interna sua orga- nizzazione , essa va esclusa dal genere Helix ed aggre- gata al genere Zonites Month , che Mo(juin-Tandon pro¬ ve (i) essere un genere naturale, caratterizzato : 4.'" da una mascella sprovveduta di coste e di denti marginali e che presenta verso il mezzo del rnargine libero una sporgenza rostriforme piu o meno larga ; 2.'’ dalla mancanza del dardo e del suo sacco, e delle tasche multifide del muco. (4) Memoires de 1’ academie des sciences de Toulouse, 4848, 3me sdrie , t. IV p. 374. ^58 J, C. Albers (4) , conservando quella specie e le affini nei srenere Helico , le colloca nel gruppo Vkiirodoiita Fi¬ scher. Questo gruppo e bensi naturale, ma per le ragioni esposte deve costituire nna sezinne del genere Zon'iies^ distinta [)er la carena siiH’ ultimo anfratto della conchi^lia, pel suo peristoma piu crasso inferiormente che superior- mente , e pel denti al margine deirapertura. Notice sur le genre Phos de Denys de Mont fort (1810); par Petit, page 255. — 11 Mnrex senticosns L. {Can- cellaria sent. Lm. ) servi di tipo a questo genere Ma la masgior parte dei conchigliologhi non Padottarono, e ri- guardano piuttosto le specie , che lo comporrebbero , come Bnceinnm della sezione Nassa. A. Adams (2) pero , avendo esammato I’animale delle tre specie: Phos sent/- cosns . rosealus Hinds t textns Gmel. [ Bncc. Blainvillei Desh. ), e scoperto che il suo piede termina posterior- mente in un unico filamento lungo, mentre quello del- r animale delle Nassa termina in una coda biforcuta , ri- pristino il genere Phos , e diede una lista delle specie che devono entrare a costituirlo. Petit atnmette pure prov- visoriamente questo genere e ne enumera 28 specie ; fra le quali 10 sono di Adams e di queste riproduce le dia¬ gnosis e tre sono nuove , e per queste veggasi I’ elenco delle specie nuove. Notice sur qnelqnes especes interessantes du genre Melania; par le meme, page 255. — - L’ autore dopo avere accennata 1’ infinita variabilita delle conchiglie di questo genere , passa a descriverne tre specie di forma dilFerentissima , cioe la M. g/ans v. d. Busch (pi. YIll f. 6 ) , e due nuove; e per queste veggasi 1’ elenco delle specie nuove. Observations sur /’ Essan d’ Jdanson ( Pecfen orbicu¬ laris , Sow. ); par Char bonnier, page 261. — Dai fatti esposli in questo articolo 1’ autore conchiude; che r Essan e im mollusco bissifero , semipelagico , esclusi- (!) Die Heliceen nach naturlicber Verwandschaft systematisch geordnet, Berlin , 1850, in 8.® (2) Annals and magazine of natural history, 1851, tome VIII;, page 79. 459 vamente fitofago , ovoviviparo , in cui la locomozione si effetlua in tutte le direzioni. Lisle des rnollusijiies terrestres el fluvial iles trouves dans la vallee de Bareges ( Hautes-Pf renees ) ; par F. d e S a u 1 c y 5 page 266. — Lista di 32 specie tutle note , seguita dalla indicazione delle loro dimore e del- r elevazione delle medesime , della freqiienza loro ecc. Rimarchevole gli sembro una varieta della P^ipa secale Drap. 5 ch’ egli da principio avea preso per la P. clatisi- lioides Boube. La chiama var. elongala , e ne da la diagnosi. Observation sur la valeur du Pisidinm siniiatnm Bourg.; par B a u d 0 n , page 277. — L’ aiitore lo riguarda co¬ me una deformity accidentale del P. cinereztm Aid. col margine inferiore anteriormente sinuoso, quale incontrasi non di rado in varii altri Jcefali. Catalogue des mollusques terrestres et fluviatiles de V Algerie ; par A. M o r e I e t , page 280. — E T enu- inerazione di 431 specie divise come segue : Limax sp. 3 5 Parmacella sp. 4 , Testacella sp. 1 , Helix sp. 64, Bulimus sp. 6, Glandina sp. 7, Pupa sp. 6, Succinea sp. 4 5 Carychium sp. 1 , Auricula sp. 2 , Planorhis sp. 40, Limncea sp. 2, Physa sp. 2, Ancylus sp. 4, Cfclostoma sp. 2 , Paludhia sp. 7, Neritina sp. 2 , Melania sp. 4 , Melanopsis sp. 2 , Anodonta sp. 4 , Unto sp. 4 . Pisidhim sp. 2. Le specie sono disposte in ordine alfabetico ed illustrate dalla citazione dell’ opera , in cui sono descritte , e dall’ indicazione delle sinonimie indispensabili , delle principali varieta, e del luogo di di- mora. Varie sono le specie di Morelet , ma desse tro- vansi gia tutte descritte. Da questo catalogo , quantunque non possa dirsi complete , si possono pero dedurre dei fatti interessanti. I generi Vitrina , Balea , Clausilia , Pomatias , Acme e Falvata, che sono piu o meno sparsi per I’Europa, mancano nell’ Algeria. Una terza parte circa (42) delle specie sinora raccoltevi appartiene esclusivamente al paese.‘ Questo carattere di individualita si fa sentire a preferenza, come altrove , nei molluschi terrestri j e specialmente nelle Helix e Glandina , non- 460 che nelle specie uniche dei generi Parmacella ed Jno- donta. Al contrario i Bvlimus , le Pupa, i Planorbis e le Paludina contano appena una o due specie, che non sono state, osservate nel vicino continente. L’ assienie del- le conchiglie presenta una singolare uniforinita; esse sono generalraente scolorite, cretacee, senza lucentezza , il bianco , il bruno ed il giallo ne sono gli unici colori ; le specie cornee , che appartengono piu esclusivamente alle localita umide, sono in piccolissimo numero ; — tutto porta r impronta d’ un paese secco , sassoso, ed ape?*to ; tutto annuncia la vicinanza del continente e^ro- peo; r Affrica non vi si rivela ancora. Delle 89 specie algerine , non esclusive al paese , 56 appartengono alia zona mediterranea, e fra queste 45 particolarmente alia sua regione occidentale e 44 alia orientale ; 53 spettano air Europa media. Una tale divisione e pero troppo as- soluta e segnatamente fra quelle dell’ ultima categoria av- vene alcune , che veggonsi sparse per tutta V Europa , e qualcuna che puo dirsi cosmopolita. ( Sara co7itmuato ) ^ Il numero delle soitoscrizioni al giornale di mala- cologia permettendolo , la redazione del medesimo desi- derava di dare ai sigjiori associati per la fine del pri- mo anno gratis una tavola in litografia , che rappre- sentasse alcune conchiglie italiane non peranco figurate e varie preparazioni a^iatomiche. Ma non essendo oramai piii in tempo di adempiere guest a hra^na , ell a , onde in gualche altro modo compensare i signori ahbonati , aumenib del doppio la somma delle pagine del presen¬ te numero e del susseguente, ritenendo pero fermo per ciascuno di essi , come pei precedenti , il pr'ezzo di centesimi 75; e si riserva di publicare la tavola nel se- condo anno. ( Dispensato oel mese di marzo i854) Pavia. Tip, Fusi. (.lORNALE DI MALACOLOGIA N." X RiTisti) bibl&ografica dell' auiao 1S53. ( Continuazione ) JSoies mr Us causes de I' erosion des coquilUs fluvia- tiles ; par Bland, page 306. ( Vedi la nota alia p. iOl del giornale ) De la perforation des roches par certains mollusgues ; par Petit, page 308. Notice stir la perforation des pierres par le Pholas dactylus ; par Robertson, page 344. ( Per questi due articoli veggasi la relativa memoria del dott. Prada in questo giornale ) Notice sur Us genres Macgillivrayia de Forbes et Lo- rica de Adams; par Petit, page 346 et 347. — Pe¬ tit non conosce la diagnosi del prirao di questi generi; ma per quanto pote rilevare dalla descrizione d’una nuo- va specie , la M. spinigera Adams ( Annals and mag. of nat. hist., 4852 ), affine alia ifcT. pelagica Yovh. , egli ritie- ne che possa awicinarsi al genere Trichotropis Sowerby. L’ altro genere, Lorica^in stabilito da Adams ( I. c. i852, p. 355. ) sul Chiton cimolius Reeve. ISotice sur Us terrains de Saint-Felix ; par Auguste Baud on, page 324. — Questo terreno, compreso fra il cosi detto parigino , offre tre divisioni perfettamente distinte : la glauconia grossolana propriamente detta , il calcare grossolano medio ed uno strato con Foraminiferi, superiore a questo, ma inferiore al calcare grossolano su- periore propriamente detto. La glauconia contiene delle conchiglie per lo piu intiere, come p. e. delle Cfprcca inflatay Ancillaria canalifera , hucclnoidea ed olivula , Voluta cithara e fyra , Rostellaria macroptera , Harpa mutica, Cardium porulosum , Venericardia planicosla, 40 i62 Chaw a calcar at a e Corhis lamellosa ; le Turriiella vi abbondano; all’ incontro i Pileopsis e le Ampullaria^ FP sinlana e Saoricava vi sono poco comiini. E la glaucooia che fornisce gli unici generi cefalopodi Sepia , Belopte- ra e Nanfih/s. I fossili conteruiti nel banco medio sono d’ iina bianchezza lucente; la loro conservazione e am- mirabile. Vi si incontrano la Cyprcea elegans, la Valuta lineolata , lo Stramhus ornatus e V Em arg inula clypeata. Comuni vi sono le piccole Pleurotoma , varii Cerithium ed il Pileopsis cornucopice. II terzo strato presenta dei fossili liberi per lo piu piccoli , fra i quali meritano di essere marcati : Parmophorus august atns ed clang atus; Cerithium echinulatum e semicristatum ; Eelphinula crassa; Buccinum dilalatum e Boftcei; Triton Dumor- tieri ; Cardium avictilare ; Avicula triganata e Corhis subpectuncuhis, Le specie raccolte da Baudon in d 5 anni ammontano a circa 400 , e vengono da lui ripartite in 85 generi , de’ quali 3 Cefalopodi , 51 Gasteropodi , compresovi il Dentalium , 50 Conchiferi ed \ Brachio- pode\ 3 terretri {Achatina^ Auricula ed Hehcma) , 2 d’ aqua dolce ( Melania ed Ampullaria ) ed 80 marini. Questo articolo e seguito dalla descrizione delle specie nuovej di esse si fece gia precedentemente parola. Bulletin bibliographique. D a V a i n e C, — Recherches sur la generation des Huitres , ( Petit ) p. 30. ( Vedi la pag. 43 del giornale ) Ada m s C. B. — Catalogue of Shells collected at Pa¬ nama , 4852, in -4.', {Petit) p. 87. De Konnick^ — Notice sur le genre ( brachiopode, fossile) Datridsonia , Liege, 4852, in- 8.“, 46 pages, avec 2 planches, ( B. ISyst ) p. 89. D’ E i c h w a 1 d Ed. — Lethaea Rossica , ou le mon- de prirnitif de la Russie. Vol. I: Periode moderne. Stiitt- gard , 4852, avec 44 planches, {Petit) p. 92. Eydoux et Souleyet — Zoologie du voyage de la Bonite ; Mollusques et Zoophiles , par Souleyet, ( Pier¬ re Gratiolet ) p. 93. P h i 1 i p p i R. A. — Die Gattung Ampullaria ( il ge- 165 Ampullar ia^ monoE^rafia ), Niirnbcrg, 185i , in 4.“ Fa parte del «Gonchylien-Cabinet^» di Kiister, {Petit) p. 248. Herrmannsen — Indicis generum malacozoo- rum supplementa, i^ Petit) p. 221. ( Vedi la pag. 44) B a u d 0 n — Catalogue des mollusques du dep. de r Oise, ( Petit ) p. 222. ( Vedi la pag. 45 ) Gaskoin I. S. — Observations sur V animal de r Helix lactea et sur quelques autres mollusques. Extrait des: Annals and magazine of natural history, 4852, page 498, ( Traduzione) p. 275. (Vedi pure gli Annales des sciences naturelles , tome XVIII. page 65 ) Notices. Notice sur Souleyet et G. B. Adams • par Petit , page 407 et 414. (Vedi le pag. 45 e 44 del giornale ) Note sur la collection de Recluz \ par le meme, page 224. ( Vedi la pag. 444 ) Les ennemis des Ancyles et du Journal de conchylio- logie; par Petit, page 555. ( Polemica ) . Creation d’une chaire de Paleontologie; par Petit, pa¬ ge 545. ( Vedi la p. 442 del giornale ) 11 fascicolo IV. del 4853 non e ancora arrivato. 111. Revue et magasin de zoologie pure et np- pliquee , par F. E. Guerin « Meneville ; 2e serie ; tome V. Monographie de Ancylus Janii ( An. capuloides For- ro ) ; par J. R, Bourguignat, page 205. — Indi- ca r origine e la bibliografia di questo Aneylus^ e fatta una non breve digrcssione circa T influenza degli agenti esterni sulla conformazione della conchiglia , passa in rassegna e rigetta le diagnosi di questa specie offertedai vari autori, senza pero darne una propria, ma acconten- tandosi solo di dire, che e una buona specie e che il tutto sta nel riconoscerne i veri caratteri , i segni real- mente distintivi. Forse che ce li indichera nel seguito della memoria promesso fra breve, ma finora non com- 164 parso ! Segue la critica dell’ anatomia di questo niollusco eseguita da Gassies j e finalmente la battaglia sulla no- menclatura , per la quale leggasi 1’ articolo di Petit nel Journ. de conch, alia pag. 200. iHide$ sur les Anodontes de I’ Aube ( o.* et 6.® arti¬ cle) ; par Heiiri D r o u e t et Auguste B a u d o n , pa¬ ges et 495, planche 17. — In questi articoli spo- nesi r anatomia dei sistemi digerente , circolatorio e re- spiratorio , e si da la descrizione degli organi secretori e di quelli della generazione. Essi articoli formano parte di una monografia degli Anodonta dell’ Aube , incomin- ciata nella medesima Rivista 2‘^ serie , vol. IV. pag. 51 (d852), ed ora terminata. Dessa e troppo estesa , per- che se ne possa qui offrire un sunto , ne d’ altra parte conviene presentare 1’ estratto dei due soli articoli publi- cati nel 4853, perche non si lasciano staccare senza pregiudizio dell’ intiera memoria. Non si crede pero di dover tacere il seguente rilievo. Baudon parlando del nu- trirnento degli Anodonta , che dice essere quasi esclu- sivamente vegetale , riporta in una nota il seguente passo dell’ introduzione al catalogo dei molluschi della Lombar¬ dia dei fratelli A. e G. B. Villa : Sembra pero , che ( le bivalvi ) prestino gia naturalmente un prezioso servi- gio, col distruggere mold infusorj , che giacendo morti corromperebbero le aque Indi esclama: « Il y a la le theme d’ une dissertation interessante et neuve 1 « Ma si e egli scordato , quanto in proposito ebbe a dire il suo collaboratore Drouet in uno dei precedenti articoli ( Re¬ vue 2® serie, vol. IV. page 367 )?, ove cosi si esprime: Leur nourriture consiste . . . generalement en substan¬ ces vegetales . Je crois raeme avoir apercu dans r estomac quelques animaux microscopiques Observations sur /’ Helix pellis -serpentis Che7nn. et des¬ criptions d' especes nouvelles du genre Helix j par U. Hupe , page 296. — L’ autore separa dalla H, pellis- serpentis quella forma , riguardata finora come semplice sua varieta , che sul penultimo giro della spira dal lato opposto air apertura presenta un doppio incavo diviso da una piega rialzata j ed a questa forma da il nome 465 specifico di H. constrictor. Aggiun^^e inoltre tre specie nuove appartenenti al medesimo gruppo , cioe le U. pel- lis-hoce, anguicula e Feisthamelii e per completarne il qiiadro enumera ancora cinque specie , le H. brasiliana Desh 5 heliaca d’ Orb. , Gihboni Jay, Cast tin eandii Hu- pe e monile Broderip. Infine descrive una quarta nuova specie di un altro gruppo. Per qiiesta e per le altre tre specie di Hupe , di cui sopra , veggasi P elenco delle specie nuove. Amenites malacologiques : du genre Sphaerium Scopoli ; par J. R. B o u r g ui g n at, page 340. — Bour- guignat sostituisce al nome generico di Cyclas Brug., sin ora quasi generalmente in uso , quello di Sphmrium , perche il primo era gia stato impiegato da Klein ( Ten- tamen meth. ostrac. P. II. p. 129, 4755 ) per distinguere quel gruppo di conchiglie bivalvi , che piu tardi Bru- guiere comprese sotto il norae di hucina. 11 genere SphcB- rium fu creato dal nostro Scopoli nel 4777 ( Introd. ad hist. nat. p. 397, n. 88 ), e Gray nel 1847 (1) fu Puni- co, che Pavesse adottato. L’ aulore dolendosi delPobblio, in cui caddero quei due naturalisti , ma specialmente ri- guardo alio Scopoli , riproduce P elogio , che di questi tesse il Deshayes ( Traite de conch., tome I p. 704). Passa indi alia rivista delle 10 specie di questo genere enumerate da Dupuy nella sua opera sui molluschi della Francia , e sopprimendone 3 : le Cyclas nucleus Stud. , rivalis ( pars ) Drap. e scaldiana Norm. , che riguarda come semplici varieta dello Sphxrium corneum Scop. , le riduce a 7 soltanto. Secondo Bourguignat la C. caly- culata Drap. non e che la C. ( Tellina ) lacustris Miill.; ed egli propone quindi per la C. lacustris Drap. , che e una specie ben differente da quella , il nome di Sph. Deshay esianum. L’articolo termina colP enumerazione al- fabetica di 216 appellazioni sotto la denominazione gene- rica di Cyclas , fra le quali pero 409 soltanto apparten- gono al genere Sphoerium , dovendosene riferire 51 al genere Puidium , e 56 a vari altri generi , come alle (4) A list of the genera of recent shells, etc. ... in Procee¬ dings of the zoological society of London , p. 484, 466 Cf rena, Macira, ecc. Aggiungendo a quei 109 nomi al- tri 24 , parte dei sinonimi , s’ avra un elfettivo di 435 denominazioni dilFerenti relative a questo genere , im- piegato a distinguerne Ic 74 specie ammesse dall’ autore. 2° Ancylus Ghittyi Ada7ns et A. Verreauxi Bourg. , page 350 et 554. — II primo ebbe posteriormente da Bourguignat il norae di A. Petitianus ( Journ. de conch. 4855, p. 472 ) , che ora ritira; il secondo e una specie nuova, e per esso vedi V elenco delle specie nuove. 3.° Simple note , page 552. — Critica del sisteraa di nomenclatura adottato da Mortillet nel recente suo cata- logo di conchiglie d^ Europa e dell’ Algeria. ISote sur Its ^nollusgues lithodomes\ Marcel de Serres, pages 595 et 584. ( Yedi le pagine 451 e 452) ■^Isote sur Its depots diiuviens , les sables et Its mar- nes tertiaires d' eau douce mis d decouvert d Mont¬ pellier ; par le m e m e , pages 446 et 557. — Se si esaminano con attenzione i depositi diluvionali della riva sinistra del Lez, e si comparano con quelli della riva op- posta e specialmente con quelli delle fondamenta del pa- lazzo di giustizia a Montpellier, scorgonsi fra essi delle dilferenze notabili, sia nella natura ( silicea o calcarea ), sia nelle dimensioni, sia nella quantita dei ciottoli trasportati; cio che indusse 1’ autore a studiare que’ depositi in tutto il dipartimento dell’ Herault. Dai fatti osservati egli con- chiude , che la ghiaja dei depositi diluvionali non fu sparsa dalle aque marine ma dalle correnti, non offrendo ciottoli piatti , discoidali , ma rotondati , sferoidali ; che la deposizione di ciottoli di natura differente in localita vicine non puo dipendere da un accidente , ma deve es- sere ascritta ad una causa qualunque , come p. e. alle due rive di un fiume; e che i ciottoli quarzosi dei de¬ positi dell’ Herault non possono essere provenuti che dalle alte Cevenne , distant! da 9 a 40 leghe dalle localita esa- minate. Nel mezzo del diluvium calcare della sola riva destra del Lez e nella sua propria massa osservansi dei frammenti irregolari di sabbie terziarie indurite, che non costituiscono pero mai dei veri banchi. Questo fatto, quan- tunque accidentale, non puo essere spiegato se non am- 467 mettendo , che le correnti , le quali trassero seco i cipt- toli ed il fango costituenli il diluvium ^ abbiano traspor- tato anche le sabbie e le inarne dei terreni , sui quali esercitarono la loro azione. Ed infalti quelle rocce are- nacee contengono dei frammenti d' ossa di raamraiferi {Cervus, Rhinoceros), dei quali non scorgesi traccia nel diluvium. Inferiormente a qucsto presentansi delle pu- dinghc calcarce formate per lo piu da frammenti giuras- sici , indi delle sabbie terziarie d" aqua dolce poco po- tenti e poco costanti. Delle marne argillose bianco-grigie succedono alle pudinghe c talora alle sabbie suddette , e contengono come queste dei fossili ( Parmacella , Ursus arc/OS, Hf(ena) , che pero sono meno numerosi di quelli delle marne calcaree giallastre d’aqua dolce, ad esse inferior!. Fra i fossili di queste ultime Marcel de Serres enumera 3 nuove specie d' Helix 5 Auricula , 3 delle quali nuove ; \ Bulimus pure nuovo ; I Carychium ; 6 Pa- ludina , 3 delle quali sono inedite ; i Lnnnccus nuovo ; 2 Planorbis non ancora descritti ; \ Cyclostoma ; \ Succinea', i Testacella nuova ; 2 Cerithium , uno de’ quali pure nuovo ; 2 Unio inediti ; \ Lutraria ed i Mytilus ; in tutto 28 specie. La Testacella , i Cerithium e gli Acefali non furono pei‘6 raccolti nelle marne delle fondamenta del palazzo di giustizia a Montpellier , ma nelle vicine di Cette e Peyrou. Analyses d’ ouvrages nonveaux. Baudon A. — ( Drouet ) p. 136. ( Vedi la p. 4-3 ) Petit de la Saussaye — Journal de conchy- liologie t. lY , 4853, n. i et 2, ( He7tri Aucapiiaine ) p, 279 et 322. Norm and A. S. — Notes sur plusieurs nouvelles especes de Cyclades decouveites dans les environs de Valenciennes. Valenciennes, in-8\ 8 pages, 4 planche, {H. A,) p. 334. Description de six Lhnaces nouvelles observees aux environs de Valenciennes. Valenciennes , in - 8% 8 pages, {H. A.) p. 535. R e z i a Amanzio — Enumerazione sistematica dei ga- 168 steropoili ten*, e fluv. del diiitorni di Pavia. Dissertazione. Pavia 5 in -8", 32 pagine. — Page 479. P 0 e y F. — Memorias sobre la historia natural de la isla de Cuba. Habana, Tomo I. entregas i y 2, d 85 1-52, in -8° de 420 pages, avec 46 planches coloriees; prix de chaque cahier 42 fr. 50 cent. ( G. M. ) p. 539. (Vedi ancbe la Zeitsch. fur Malak. p. 447 , e Poey) Dei molluschi traltano le segueoti memorie : la terza , p. 45- 23: « Introduzione ai molluschi uuivalvi terrestri w; 1’ oUava , p. 77-96: « lutroduzione ai Cyclostomi, colle generality sui molluschi gasteropodi, e particolarmente sui terrestri opercolaliw; la nona, p. 96-107, che contiene la descrizione di 14 specie nuove di Cyclostoma di Cuba ; e la decima , p. 407 - 120 , che porge la descrizione delle 42 nuove specie di Helicina. — La 3.^ dispense ( entrega ) non contiene memorie di materia malacologica. Nouvelles. Voyage scientifique de' Huef du Pavilion dans 1’ Ar- menie* parlL Drouet , page 431. (Vedi la pag. 442 ) iV. Zeitschrift fur wissenschafthche Zoolog ie he- rimsgegeben von Carl Theodor von Siebold und Albert Kblliker ; IV. Band, 3. und 4. Heft ( Giornale di zoologia scientifica ) Crornatofori nella Cymbiilia; di A. K o 1 1 i k e r ed E. Muller, pag. 332. (Vedi la pagina 64 ) Sviluppo del Pneumodermon ; di A. R o 1 1 i k e r c C. Gegenbaur, pag. 353 e 369. — Le ricerche in- traprese in proposito a Messina diedero in complesso i medesimi risultati, che otteneva J. M ii 1 1 e r dalle osser- vazioni istituite contemporaneaniente a Trieste e publicate nel rendiconto del mese di ottobre 4852 dell’ academia di Berlino. Le poche differenze si possono forse spiegare con cio , che le loro osservazioni furono fatte sii specie diverse. La forma del Pneumodermon di Messina rasso- miglia piu che ad altri, al Pn. violaceum d’ Orbigoy. Da quelle osservazioni risulta, che esistono delle larve di molluschi perfettamente vermiforrai ; riraane ora da veri- 469 ficare se qiicste larvc nascano direttamente dall’ uovo, op- pure se passino prima per un altro stadio , in cui pos- sedono il tipo di mollusco. — Colla laiva del Pn&umo- dermon Ge^enbaiir trovo non di rado un’ altra , della quale non pote conoscere con certezza lo stato completo. Ma ne studio e descrisse qualche metamorfosi. ( Sard conlinualo ) IIIoIl8i»c®niisi TiTentiiiBai li;eaBCfi*a nova specie!S4][iie novse. ( ) Achatina lnc?‘da ?o^y , Mem. de Cuba p. 207, t. 12 f. 30, 34. zz Ach. lubriex Miill. affinis , sed subtiliter costulata. Ampullaria exlmia Dkr. Zeitsch. p. 93 — Hab. in provincia Coro ad lacum Maracaybo reipublicae Venezuela. “ Magnitudine ab A. gigante Spix tantunimodo su- peratur. An atom us Montf. — Vedi Scissnrella. Ancylus Beani Journ. p. 476 n. 42 — Hab. les mares de la Guadeloupe. Charpentierianns Bourg. 1. c. p. 473 , pi. 6 f. 42 — - Hab. Valparaiso. costulatus Kiist. Journ p! 491 n. 37 — Hab. les lies de Corse, de Sicile, de Sardaigne et Baleares, V Algeria; la var. B a Port -Mahon. cyclostoma Bourg. 1. c. p. 493 n. 44 — Hab. I’Aube. Deshay esianus Bourg. 1. c. p. 183 n. 30 — Hab... in- connu. zz La plus grande espece de ce genre. glbhosus Bourg. 1. c. ( A. deperditus Dupuy , hist. nat. des moll. terr. et d’ eaii douce qui vivent en France, p. 494, pi. 26 f. 4 ). Haldemanii Bourg. 1. c. ( A. depressus Hald. mon. of the freshw. moll. pi. 4 f. 2. ). Janii Bourg. 1. c. ( A. capuloides Jan ). Moquinianus Bourg. 1. c. p. 497 , pi. 6 f. 9 — Hab. les environs de Dijon et de Toulon. Moreletii Bourg, 1. c. p. 492 n. 44 — Hab. le nord du Portugal , dans la province de Beira. 40^ 470 Orhignyamis Bourg. 1. c. ( A. deptrditus d’ Orb. prod, de paleont. III. p. d65. ) Pethianns Boiirg. 1. c. p. 472 , pb 6 f. 40 ( ^. Chit- iyi Adams contributions to conchology n. 40, p. 204. ) ’Raymondii Bourg. 1. c. p. 482 n. 28 — Hab. Ham- man Berda , sous Boghar, au siid de la province d’ Alger. strigaWs Parr. Journ. p. 193 n 42 — Hab. les ma- rais de la Sicile. Verreanxii Bourg. Revue de zool. p. 354 — Hab. au Cap de Bonne - Esperance. A nostoma carinatum Pfr. L. Zeitsch. p. 57 n. 48 — Hab. in Brasilia. Area setigera Dkr. Ind. Moll. guin. n. 448 — Hab. ad Loandam. zz Ab A. scapha Chemn. urabonibus sub- medianis , epidermidis formatione nec non statura minore diversa. stigmosa Dkr. I. c. n. 420 Hab. ad Loandam zz Ab A. trapezma Lam. et gramilata Phil, area deficiente distinguitur. Auricula Dunkeri Pfr. L. Zeitsch. p. 425 n. 4 — = Hab. prope Madras. faba ( Gassidula ) Mke. Zeitsch. p. 4 24 n. 2 — Hab. in insula Java. Morchi Mke. 1. c. n. 4 — Hab. in insula Java ? zz Ad seclionem A. Midce Lm. pertinet. Sowerbyana ( Cassidula ) Pfr. 1. c. p. 425 n. 5 ^ — ■ Hab. in insulis Sandwich? tornatelliformis Petit, Journ. p. 442, pi. 42 f. 5, 6 — Hab. les iles Philippines ( Proc. of the zool. soc. of London , 4842 , p. 204 ). Balea glauca Bielz, Sieb. Verein H. 7 n. 44 — Hab. in Transilvania. zz Differt a B. livida Mke. testa sinistror- sa , costulata , apertura pyriformi , peristomate dilatato. Habitii ClausilicB Fussianos Bielz ( Cl pruinosm Parr. ) simillima. Buccinum — Vedi Bullia , Columbella ^ Cyllene , Nassa. Bulimus Alcantaras Bernardi, Journ. p. 35, pi. 3 f. 4 — Hab. les lies Salomon. 474 blandns Frivaldszky , Zcit ch. p. 149, n. 10 — Hab. prope Amasia Asise minoris. conjunctus Parreyss , Zeitsch. p. 448 , n. 8 — Hab. in Transilvania. contractus Poey, Mem. cl e Cuba p. 205, t. 26 f. 49-24. — Sectionis Bui. suhulcc Pfeiffer. Fairmaireanus Petit, Journ. p. 456 pi. 5 f. 8 — Hab. pres de Guayaquil, zz Sa forme rappelle un peu celle de F Achatina, columna Muller. Fafssianus Petit, 1. c. p. 250 , pi. 8 f. 7 — Hab. la republique argentine ? granum Pfr. L. Mist. Conch. Cab. n. 400, Taf. 03 f. 47 , 48 — Patria ignota. homalogyrus Shuttl. Kiist. Conch. Cab. n. 408, Taf. 51 f. 9 , 40 — Patria ignota.* Lessoni Petit, I. c. p. 404, pi. 41 f. 6 — Hab. la Nou- velle- Caledonie {B. anris hovina Reeve monog. pi. 30 f. 485 ). Milevianus Raym. Journ. p. 81, pi. 3 f. 4 — Hab. in monte Dscebel - Marsciu prope Milach , vel in Mesid pro¬ pe Cirtam. zz 11 differe du B. montanns Drap. par son ouverture oblique , k hords non reflechis et son tet fra¬ gile, sans granulations; et du B. tener Z. par ses bords tres rapproches et termines par un petit tubercule calleux. mundus Pfr. L. Zeitsch. p. 57, n. 49 — Hab. Sinca- pore, Borneo? nucfformis Petit, 1. c. p. 365 , pi. 44 f. 7 — Hab. les lies Gallopagos. zz II differe du B. nux Brod. par sa coquille plus petite, plus' elancee, moins rugueuse et par les flammules jaunatres dont elle est peinte. sagax Friv. 1. c. p. 448, n. 9 — - Hab. prope Amasia. Saulcri Bourg. Journ. p. 73 pi. 5 f. 6 — Hab. ad Chan- el-Bedauisc prope Nazareth, zz Differt a B. septemdentato Roth testa sinistrorsa. strictus Poey, Mem. de Cuba p. 205, t. 26 f. 46-48. zz Sectionis B. suhulcs Pfeiffer. vcsicalis Pfr. L. I. c. p. 58 , n. 20 — Hab. in Brasilia. ( Vedi inoltre la voce Fartula ) Bulinus ( Physa ) Schmidtii Dker. Ind. Moll. guin. 172 n. 24. — Hab. in lacubus qiiibiisdarn regionis paludosae ad Bengiielani. ~ Bid. sea lari Dker. simillimus ^ distin- giiitur vero testa breviore paullo solidiore , anfr. magis inflatis , superioribus distincte costulatis. Bulla cerma ( Haminea ) Mke. Zeitsch. p. 442 n. 44 — Hab. in oceano atlantico ad Portorico. = Differt a B. hydati L. tesla minore , apertura inferins ampliata , vertice imperforate , labio nullo. cfprcp.ola (Bullea) Mke. 1. c. p. 440 n. 44 — Patria ignota. zn Testa ponderosa, vertice aperte umbilicato di- stincta. daciylis (Bullea) Mke. 1. c. p. 457 n. 4 - — Hab. in mari mediterraneo, ad Gibraltar ; atlantico, ad Bengue- 1am [Niix marina minor Gualt. t. XII f. G.). follicidus (Haminea) Mke. 1. c. p. 444 n. 45 — Hab. in mari mediterraneo , ad‘ Gibraltar, zz: Bullce ( Hamineae ) hydatis var. striis transversis nullis et B. (Aty) Cranchii Leach affinis. Differt ab ilia columella basi oblique trun- cata , a B. Cranchii testa fragili , flavo-virescente. marginata (Bullea) Mke. 1. c. p. 159 n. 8 — Patria ignota. nvx (Bullea) Mke. 1. c. p. 440 n. 42 — > Hab. in oceano atlantico , ad Gubam. omphalodes (Bullea) Mke. 1. c. p. 457 n. 5 — Hab. in mari mediterraneo , ad Sicilian! ( Panormum ) , Sardi- niam ( ISux marina ohlonga Gualt. t. XII f. F. , B. stria¬ ta Brug. Phil. ). perdicina (Bullea) Mke. 1. c. p. 440 n. 40 — Hab. in oceano atlantico guineensi, ad Sierram Leonam, Ben- guelam. perstriata (Bullea) Mke. 1. c. p. 458 n. 6 — Hab. in oceano atlantico , ad Portorico. splendens (Bullea) Mke» 1. c. p. 457 n. 5 — Patria ignota. staminea ( Hydatina ) Mke. 1. c. p. 456 n. 4 — Patria ignota. zzz A B. physi L. et circulata testa strictiore , ovata distinguitur. substriata ( Bullea ) Mke. 1. c. n. 2 — Hab. ad Novani Holland iam ( B. striata Quov et Gaim. Voy. de V Astrol. pi. 26 f. 8, 9 ? ). 173 sulcata ( Bullea ) Mke. 1. c. p. 158 n 7 — Hab. in laciibus 3alsis ad S. Pedro dos Indies, prope Cabo Frio, in Brasiliae litore. zz Testa longitudinaliter subsulcata di- stincta. tenuicula ( Bullea ) Mke. I. c. p. 159 n. 9 — Patria ignota. Bullia (Gray) Tamsiana Dkr. Ind. moll. guin. n. 47 — Statu subfossili ad Loandam lecta. zz Buccino calloso Wood affinis , sed statura minore , graciliore , et spirse formatione diversa. Cavolinia (Hyalaea) Reeveana Dker. Ind. moll. gain, n. 5 — Hab. in sinu guineensi. iz: Caa. trispinoscc Le- sueur simiiis , at satis aliena cuspidibus lateralibus multo minoribus ad axin testse non perpendicularibus , sed obli¬ que inclinatis. Cerithium scabrkosta Dkr. Zeitsch. p. diO, n. 36 ' — Patria ignota. zz Hsec cochleola ab omnibus specie- bus , quae innotuerunt, plane diversa, praesertim insolito costularum ordine , quae sunt aequales , confertae , granu- loso-scabrae , liris profundis et angustis divisae. Clausilia concilians A. Schmidt, Sieb. Verein H. 7 n. 1 8 — Hab. ad Szaszesor prope Mliblbach in Transilva- nia. zz Intermedia, inter CL rugosam Drap. et gracilem G. Pfeiffer (Rossm. ). critica Bielz, 1. c. H. 7 n. 21 — Hab. in montibus Praesbe , Kerzeschoar et Dregusch Transilvaniae meridio- nalis. “ CL fallaci Rossm. affinis. fausta Friv. Zeitsch. p. 150, n. 12 — Hab. prope Amasia. zz Differt a CL hicristata Friv. testa turrita, cri- stis ad basin validis , sutura levi nec albofilosa , limella valida , arcuala , subangulata atque plicis palatalibus nul- lis vel brevissimis. htllenica Kiist. Conch. Cab. n. 82, Taf. 9 f. 41-44 — Hab. in Graecia. zz Differt a CL Draparnaldi Beck cervice tantummodo costulato - plicata, apertura pyriformi, plica columellari emersa , lamella supera valida. laiens Friv. 1. c. p. 149, n. 11 — Hab. prope Buka- rest. zz Fortasse tantummodo var. elatior 67. Fussiance Bielz , cujus varietas et Balea ? glorifica Pair, esse vi- detiir. Uvens Bielz, 1. c. n. 45 — Hab. ad cavernmii la pe- stere prope Tbrzburg in Transilvania. “ A CL plnmbea B.m. testa dextrorsa , minore , cervice costulata distincta ( CL Lischkeana Parr. ? ). Habitu Baleen lividcd Mke. si- milis. magniventris Kiist. I. c. n. 427 , Taf. 44 f. , 24 — Hab. prope Zara Dalmatiae. A CL semirugata Z. testa inflate - cylindracea , apertura obliqua, lamella infera arcuata subemersa , atque plica columellari emersa distin* guitur. plaifstoma Kiist. 1. c. n. 99, Taf. 41 f. 20-25 — Hab. prope Budua Dalmatise. — r CL Cumingianx Pfr. L. ex insiilis Philippinis sculptura et prsesertim forma anfra- ctus ultimi similis. prcsclara Pfr. Zeitsch. p. 4 50, n. 45 — Hab. prope Mirabello insulae Cretae. ' procera Bielz, 1. c. n. 22 — Hab. ad raontem Czi- bles in Transilvania septentrional!, zz: CL elatm Z. affinis. regalis Parr. Kiist. 1. c. n. 404, Taf. 4 4 f. 42-45 — Hab. in Transilvania. Tugulosa Kiist. 1. c. n. 458, Taf. 45 f. 40-45 — Hab. in Dalmatia, zz: A CL gihhula Z. testa sericina, sub- tiliter costulata , sutura vix papillifera plicisque palatalibus tantum 2 distincta. semicostaia Kiist. 1. c. n. 45, Taf. 45, f. 44-47 — Hab. prope Budua Dalmatia. ierehra Pfr. 1. c. p. 454 , n. 44 — Hab. prope Fair- haven insul® Cretae. Golumbella Adansoni"^^. Zeitsch. p. 74 (Le Sigtr Adanson ) — Hab. ad insulam St. Vincent, zz CoL ru-^ stica L. et striatce. affinis , sed minor ; a CoL rustica praeterea discrepat spira breviore , anfr. ad suturam stria impressa marginatis magisque striatis. plicatula ( Buccinum ) Dkr. Zeitsch. p. 58 , n. 29 — ■ Prope Puerto Gabello lecta. rufa Mke. 1. c. p. 75 — Ad St. Vincent lecta. iz: CoL Adansoni Mke. affinis: dilfert vero colore nigricante et la- bri margine infero - antico subincrassato; praeterea minor. Schrammi Petit, Journ. p. 564, pi. 42 f 3, 4 Hab. 175 a r exslremite nord dc la Grande -Bale ( Pointe - ^-Pitres). ‘ Conus Jiecluzianus Bern. Jonrn p. 148, pi. 6 f. 6 — Hab. les mers de Chine. Tainsianus Dkr. Ind* Moll, giiin. n. 74. — Ad insu* lam Annabon lectus. ~ Inter C. medherraneum et gui- naicmji Brug. intermedins, ab hoc striis spirae spiralibiis omnino deficientibus , ab illo spira breviore et liris ba- seos fortioribns differt Crepidula sirigellata Dkr. Zeitsch. p. Ill, n. 38 — Patria ignota. Species lineolis iindulatis fuscis atque sculptura propria insignis; Cr. Uneolaiw Desh. affinis. Cycl^) stoma Beanmnr/i Petit, Journ, p. 363, pi. 11 f 1 1 , 12 — Hab. k la Grande-Terre , an qiiartier dii Moule ( Guadeloupe ). 11 differe des C. pusillum et mticro7iatum Sow. par son epiderme presque lisse et brillant , de couleur olivacee nuancee de rouge , et par un peristome droit. Belarri Petit, 1. c. p. 360, pi. 11 f. 2 — Hab. le Ma¬ dagascar. iz: II se distingue dn C. obsolehim Lm. par son tet sillonne et par la columelle d’ un orange pour- pre , se rebordant sur Y ombilic. Macarex Petit, 1. c. p. 361, pi. 11 f. 1 — Hab. pres de Saint - Augustin dans le Madagascar, zz: II differe du C. Desmouhnsii Grat. par son tet plus petit , plus tur¬ bine , par ses tours plus arrondis et plus lisses , et par V ouverture plus ronde. majusculu7n Morlt. Kiist. Conch. Gab. n. 251, Taf. 36 f. 1 , 2 — Hab. in insula Cuba. Cyllene ( Gray) senegalensis Petit, Journ. p. 144 pi. 5 f. 5 — Hab. la cote ouest de V Afrique. zn Voisine de la C. concinna A. Adams. Cyrena cordiformis Reel Journ. p. 251 , pi. 7 f. 9. Cytherea erubtscensYB^v. Ind. moll guin. n. 157 — Ad Loandam lecta. nz Ad sectionem 6’. tu7nentis Gmel per- tinet; a C. bilunulata Adams differt liris concentricis. Dclph inula cing7dat(iY\\Yi, Kiist. Conch, Cab. n. 35 ‘ — Hab. mare rubrum prope Maksiir et Gumfudde ( Descr. de r Egypte pi. V f. 32 , jeune ). pmilla Phil. 1. c. n. 32 — Hab. mare chinense. 176 Tamsiana Dkr. Kiist. Conch. Gab. n. 20, Taf. V. f. 9 — Hah. acl Puerto - Cabello. zn D. muricatct Reeve et radiatm Kien. affinis. Diplodonta (Bronn) Dkr. Zeitsch. p. i 1 1 n. 39 Hab. ad Puerto - Cabello. Gruneri Dkr. Ind. moll. guin. n. doO A D. circu^ lari Dkr. margine cardinal! interne canaliculato et raa- gnitudine distinguitur. Donax Cumingii Dkr. Ind. moll. guin. n. 140 — Hab. ad Loandam. iz: A D. tmt/culo h. latere antico ma- gis attenuate, forma magis compressa differt. Deshafesii Dkr. 1. c. n. 159 — Hab. in eodem litore. hi: D. ausirali Lm. cognata. Fusiis Couderfi Petit, Journ. p. 76, pi. 2 f. 8 — ■ Hab. les mers de la Chine. Cotiei Petit , 1. c. p. 249 , pi. 8 f. 1 — Hab. les co¬ tes du golfe du Mexique. Globulus (Schumacher) anguUferus Phil. Kiist. Conch. Cab. n. 9 , Taf. 8 f. 3 ■ — Patria ignota. hh Difiert a Gl. { Rotella ) giganteo Lesson angulis duobus in ambitu , basi striata , callo parvo , etc. ariicztlattts Phil. 1. c. n. 7 , Taf. 7 f. 24 , 25 — Pa¬ tria ignota. HU Anfr. rapide crescentibus a Gl. (Trocho) vestiario L. et affinibus distincta. australis Phil. 1. c n. 4, Taf. 7 f. 21 -23 — Hab. ad Novam Hollandiam. zz A Gl. vestiario L. testa minore et coloribus, quibus Gl. ( Rotellas ) eleganti Beck similis , distinguitur. parvulus ( Rotella ) Anton , Kiist. Conch. Cab. n. 5 , Taf. 7 f. 44-42^ — Patria ignota. Gnathodon parvtim Petit, Journ. p. 558 , pi. 45 f. 9, 40 — Hab. Brisbane - River , Morton -Bay { Nou- velle - Hollande ). hz Cette espece est la plus petite du genre. rostraiu7n Petit, 1. c. p. 84 et 464, pi. 6 f. 4 - 3 — Hab. la cote des Florides ( Gn. flexuosa Conrad ? ). trigonum Petit, 1. c. p. 84 et 466 pi. 6 f. 45-45 — Hab. les environs de Mazatlan dans le Mexique. hh II differe du Gn. rostraium par sa coquille trigone , moins in bonibee et plus petite , par ses crochets plus rapproches et courbes vei’s le cote anterieur, et en ce que la partie , qui supporte la dent cardinale et la fossette ligamentaire, ne se projete pas en avant-. Helix (Rtnula Rossm. Kiist. Conch. Cab. n. 745, Taf. 421 f . 4 - 6 — Hab. in Istria. nz Est U. Amhrosi Strob. ( MaK trent. n. 40, 4851 ), B.. Marlinatlana De Betta ( 4852). anguicuJa Hupe, Rev. de zool. p. 300, pi. X Hab. dans la mission de Sarayacu dans le Perou. m Elle se distingue de V H. hrasiliana Dsh. par sa forme moins aplatie , ses tours plus arrondis son ombilic plus ouvert, son peristome moins flexueux et par son epaisseur Arigonis Rssm. Zeitsch. p. 166 — Hab. ad Calamo Hispaniae. zzi H. cespitnm Drap proxima, imprimis ejus varietati : B. introductcB Ziegler. Armida Pfr. L. Zeitsch. p. 53 , n. 9 — Hab. in monte Isarog insulae Luzon. bwtica Rm. 1. c. p. 470 — Hab. prope Almeriam Hi- spaniae. H, candidissimxR Drap. affinis. Baudoni Petit, Journ. p. 364 , pi. 44 f. 4, 5 — Hab. la Guadeloupe, zzz Elle se distingue de \ H. concolor Fer. ( Reeve ) par sa coquille lisse. carthaginiensis Rm. 1. c. p. 168 — Hab. Garthagine no¬ va ( Cartagena ) in Hispania. zz: Inter B. alonensem Fer. et spkndidam Drap. intermedia. ceroides Pfr. L. 1. c. p. 54 n. 40 — Hab. in insula Juan Fernandez, m Forma persimilis B. sabuletorum Benson. cenompkala Pfr. L. 1. c. p. 55 , n. 43 — Hab. in insulis Philippinis. constrictor Hupe ( pellis serpentis Fer. pars — Vedi la pag. 464 ) — Hab. la Guyane ? Dennisonl Pfr. L. 1. c. p. 56, n. 47 — Hab. in insu¬ la Cuba prope Gabo de Santa Cruz. erronea Albers , Zeitsch. p. 407 — Hab. in insula Cey¬ lon, zzz Differt a B. Bivolii Desh. testa supcrne plana, oblongo - discoidea, fusca ; anfr. ultimo solum in latere sinistro angu^tato ; peristomate breviter reflexo ; apertura intus 4 - lamellata. Eugenice ^^vv/l Zeitsch. p. i48, n. 7. — Hab. in Si¬ cilia. Feulhamdii Hupe , 1. c. p. 301 , pi. XI f. i — Hab. la province de Bahia. :z= Elle sc distingue des H. pellis- serptiilis Ghenin. et hrasiUana Dsh. par son test plus mince et sa spire plus aplatie , fortement carenee. fimhriata ( Zonites ) Bourg. Journ. p. 69 , pi 5 f. 9 — Hab. le littoral de la mer Morte. n:! Elle differe de 1’ H, candidissima Drap. par sa carene denticulee et surtout par la contraction de son ouverture ; et de 1’ H. cario- sula Mich, par son ouverture ai rondie et son dernier tour jamais aplati inferieurement. finitimal Fer. [ H. lenticiilaris Morlt. var. ^ minor ^ Journ. p. 441 ) — Hab les roches de Gibraltar. fucata Pfr. L. 1. c. p. 56, n. 45 — Hab. ad Wide Bay in ora oriental! Australise. furcillata Hrpe , 1. c. p. 302 , pi. XL f. 2 — Hab. dans les Gordillieres, aux environs de Huancavelica ( Pe- rou ). Elle dilFere de Y H. furcala Desh. par une taille plus considerable, une forme plus aplatie et par les proportions des dents de Y ouverture. Gniraoana Rm. 1. c. p. 474 — Hab. in monte Sierra de los Dientes de la Vieja inter Granada et Dermia in Hispania baetica. “ Ab affinibus B. niciensi Fer., loxa- na Rm. et hispanica Partsch umbilico aperto, ab H. in- lermedia Fer. , cui habitu simillima , fasciis quinque di- stinguitur. gnllula Pfr. L. 1. c. p. 53 , n. 8 — Hab. in Nova Seelandia. helvola Frivaldszky, Zeitsch. p. 488 — Hab. in Sibi- ria. H. frnticu7n Midi, affmis. huahein€7i sis Pfr. L. 1. c. p. 55 , n. 44 — Hab. in insula Societatis Huaheine. m: Facies fere II. solarim Menke. Lardyi Gliarp. Zeitsch. p. 145, n. i — Hab. in in¬ sula Opara. lenticularis Journ. p. 440, pi 5 f. 43 , 44 — Hab. a Fez et Tanger. Elle differe de //. hns Fer. par son tet plus mince, moins convexe et moins strie a 179 la base , par son ouverture sans callosite et son peristo¬ me non epaissi , ni aussi fortejnent reflechi. Icpida Poey ( nec Reuss ) , Mem. de Cuba p. 209, t. 26 f. 6-10. zz: E. gilvcc Fer. affinis. ioxana Rm. 1. c. p. \17>. — Hab. in Hispania. zz: In¬ ter H. carthaginiensem Rm. et hispanica^n Partsch ( nec Mich. ) intermedia. Mac - Andremiana Pfr. L. 1. c. p. 53 , n. 7 — Hab. Great Salvages Island izz .4n forte H. ustulata Lowe hue referenda ? 3Iof/tnniana Raym. Journ. p. 80 , pi. 3 f. 2 — Hab. prope urbem Cirtam. in File differe de Y H. laanginosa Boissy par son tet constitue par des papilles assez volu- mineuses , imbriqiiees , et en forme de croissant. morosa Mrlt. 1. c. p. 369, pi. H f. 45 • — Hab. ad Moreton bay in Australia orientali. zz: Elle s’ eloigne de \H. semicastanea Pfr. par V obturation de son ombilic , par la courbe moins arqiiee du peristome, et par le de- roulement plus accelere de la spire, dont le dernier tour est nullement anguleux. nitelina ( Zonites ) Bourg. 1. c. p. 72, pi. 3 f. 5 — Hab. I’ lie (le Rhodes , et les environs de Naplouse et de Jerusalem. ^ nubigena (Gharp.) Saulcy, Jour. p. 78, pi. 3 f. 7 — Hab. les sommets des raontagnes de Bareges ; les Abruz- zes et les Apennins (Orsini); les glaciers du Pic du Gers ( Bourg. ). zz: Elle se distingue de V H. carascaUnsis Fer. par son ombilic assez grand, par son ouverture petite, ar- rondie , par son peristome aigu non reflechi sur T ombi¬ lic , par ses tours non carenes et plus globuleux, par son test moins epais et ses stries moins ' marquees. Varreyssii Pfr. L. 1. c. p. 146, n. 5 — Hab. in Apru- liis. m M, strigellcc Drp. et leucozon(R Z. affinis. Differt a E, leucozona urnbilico aperto et superficie granulato-striata. pedis -hocc Hupe, 1. c. p. 299, pi, IX ■ — Hab. la mis¬ sion de Sarayacu dans le Perou. zz Elle se distingue de F H, pedis - serpentis Chemn. par sa forme plus orbicu- laire et plus deprimee , ses tours de spires plus etroits , plus convexes et marques de stries d’ accroissement ru- gueuses, enfin par sa face inferieuie plus convexe. d80 picturata Poey ( nec Adams ) , Mem. de Cuba p. 209, t. 26 f. i-5 zz H. gilvcd Fer. affinis. planella Pfr. L. !. c. n. 4 — Hab. in Sicilia, zz H. complanaKR Desh. affinis. polana Schmidt A. Zeitsch. p. 24. zz H. murali Miill. affinis. prophetarum (Zonites) Bourg. 1. c. p. 70, pi. 5 f. 8 ~ Hab. les environs de Jerusalem et le littoral de la mer Morte. zz Ellc se distingue de 1’ R, candidisslma Drp. par son test ifeprime , par la carene , par son ouverture oblique ; et de V H. jimhriata Bourg. par sa coquille plus deprimee et sa carene obtuse. ropida Pfr. L 1. c. p. 54, n. 12 — Hab. , in IXova Seelandia et in insulis Salomonis. shanghhnsis Pfr. L. 1. c. p 56 , n. 46 — Hab. Shan- ghi Chinae. socia Rossra. 1, c. p. 446, n. 3 — Hab. circa Gonstan- tinopolin. subfusca Poey ( nec Beck ) , Mem. de Cuba p. 210, t. 26 f. 41-45 B. gilvod Fer. affinis. subrogata 1. c. p. 445, n. 2 — Hab. in regno Murciano. Veronica Pfr. L. 1. c. p. 54 , n. 4 1 — Hab. in insulis Salomonis. zz Testa superne R. vilrincc Wagner similli- ma, minus distincte striata, umbilico parum excavato , angustiore prascipue discrepans. Villa Mortillet, Giorn. di Malacologia p. 440, nota. Zelehori Pfr. L. 1. c. p. 486 — Hab. in Serbia, nz Habitu R. inter medicR Fer. 'et cccrtilanli Meg. affinis, sed ob peristoma rectum XerophUis adnumeranda. Heterodonax ( Morch ) parvus Dkr. Ind. moll. guin. n. 441 — Hab. ad Loandam. zz: Ttllince bhnaculaice. L. cognatus. Hyalsea — Vedi la voce CavoUnia. I Lacuna (Turton) arctica Phil. Kiist. Conch. Gab. n. 5, Taf. VI f. 5 — Hab. ad Groenlandiam. zz L. fnscce Bin- ney affinis ; differt autem testa latiore tenuissima , alba , spira breviore , anfr. parum convexis, ultimo ad suturam appresso. 18i horealis Phil. I. c. n. , Taf. VI f. 2 — Hab. ad Islandiam. Thorpeana Phil. 1. c. n. , Taf. VI f. — - Hab. ad Angliain. rz: A X. (Turbine) puteolo Turt. magnitu- dine , columella imperforata et testa unicolore diversa. ' Lucina — Vedi Drplodonla. Lutraria inf ala Dkr. Zeitsch. p. H2, n. 40 — E California, zzz Inter omnes Lulrarias notas tarn fossiles quam viventes maxima ( long. 4 poll. 3 lin. ). Mactra Cumingiana Petit, Journ. p. 359 , pi. 12 f. i, 2 — Hab. la cote d’Afrique pres de I’ embouchure de la Gam¬ ble. “ Elie differe de la M. stthpUcaia Lm. par sa co- quille presque cordiforme , presque lisse; la lunule n’ est pas circonscrite , et la fossette qui supporte le ligament se projete un peu en avant. Margin el I a Beyerleana Bern. Journ. p. 449, pi. 5 f. 45, 46 — Hab. . . Inconnu ( M, varia var. Sow. The¬ saurus pi. 76 f. i39 ? ). . Le/e^;m Bern. 1. c. p. 360, pi. 42 f. 44 , 42 — Hab. . .. Inconnu. Marfmi Petit , Journ. p. 367 , pi. 44 f. 8 — Hab. pres de Rio - Janeiro, zzz Elle differe des M. cxrulescens Lm. , pulchra Gray et sapolilla Hinds par son tet plus etroit, d’ une couleur cornee un peu fauve, par sa spire plus courte et par les plis inferienrs de sa columelle moins obliques et plus forts que les sup^rieurs. V antieri Bern. 1. c. p. 68 , pi. 2 f. 43 , 14 — Hab. . . Inconnu. Elle se rapproche de la M. eattnata , mais celle-ci est moins allongee. M elampu s Pfr. L. Zeitsch. p. 426 n. 5 — Hab. ad Cayo bianco insulae Gubae. zz M. coffex L. af- finis. Poeyi ^iv. 1. c. n. 6 — Hab. in insula Cuba, zn M. cingulato Pfr. affinis. Melania gnayaguilensis Petit, Journ. p. 457, pi. 5 f. 6 — Elle se distingue par sa forme courte, I’ampleur de son ouverture et le petit canal a la base de la colu¬ melle. ^ Uerkloizii Petit , 1. c. p. 254 , pl. 7 f. 40 — Hab. 482 les eaux douces de Java. “ Elle difFere des especes du groupe de la M. ainarula Lm. par ses plis subepineiix. Indorum Mrlt. Journ. p. 462, pi. 5 f. 7 -- Hab. ri- vulos circa ruinas Palenqueanas ( M, Icdvissima Sow. var., Pachfchilus Lea ). mucronata von dem Busch, Zeitsch. p. 477 — Patria ignota. zi: Differt a M. aculeo Lea testa crassiore, basi sulcata, striis longitudinalibus rugulosis lirisque cingulata; anfr. minus planis. pontificalis v. d. Busch, 1. c. p. 478 — Hab. in insula Borneo. Ab affinibus 3L varicosa Troschel et plicata Lea anfr. superioribus tenuiter striatis , nec costatis, pla- natis , basi transverse costulata distincta. Themmckiana Petit, I. c. p. 255, pi. 7 f. 14 — Hab. Java. Se rapproche de la Melafiopsis Helena Phil, et beaucoup plus encore de la Melanopsis represente par Mous- son (Die L. u S. W. Mollusken von Java , Taf. 40 f. 2) comme etant cette espece. M i t r a caledonica Reel. Journ. p. 248 , pi. 7 f. 7 — Hab. la Nouvelle-Caledonie. = Elle difFere de la M, Ti- caonica Reeve par la couleur roux-orangee de son tet et par ses 4 plis coluniellaires , diminuant vers la base et dont le dernier est pi^esque efface. Grelloisi Red. 1. c. p. 24 7 , pi. 7 f. 8 — Hab. une des lies de 1’ ocean pacifique ? zzz Se rapproche un peu de la M. ladea Reeve de la Mediterranee. PioUandi Bern. Journ, p. 67, pi. 2 f. 6, 7 — Hah — Inconnu. zz= Elle se rapproche de la M. carhonaria Swains., dont elle difFere par la disposition de sa spire analogue a celle de la M. virgo. M 0 d ulus ( Souleyet) candidtts Petit, Journ. p. 156, pi. 5 f. 44 — Hah. les mers de 1’ ocean pacifique? zzz II difFere du M. ( Trochus ) tectum Gmel. par son tet imperfore, par sa columelle plus arquee et la suture pro- fonde qui separe le dernier tour , par la dent plus obli¬ que et la blancheur de son ouverture. Monodonta calva ( Trochus ) Mke. Zeitsch. p. 70 — Hab. ad St Vincent. =zz Ad sectionem Osilinum Phil, pertinet. Trocho crasso Pult. ( Mon. lugubri Lm. ) affi- 485 nis; differt autem statura minore^ anf. ultimo porcis duabus subcarinato, perforatione profunda, strigis basi aterrimis. senegalensis ( Trochus ) Mke. 1. c. p. 7i ( he Sari Adans. ) — Cum prjecedente lecta. zz: Item sectioni Osi- lino pertinet. Trocho arl'iculato Lm. [31o7i. Draparnaudi Payr. ) similis , a quo differt statura multo minore et co¬ lumella latiuscula. A T, alveolato Phil. anfr. liratis distin- guitur. Mur ex Moguiniantts Duval, Journ. p. 205, pi. 5 f. 4 — Hab. la cote occidentale d' Afrique. zz; II dif- fere des M. calchrapa Lm., megacerns Sow, et aranta Blv. par le nombre des varices ( 4 ) , le tubercule entre chaque varice , et les cotes transversales rudes et com- me granuleuses. M y t i 1 u s Charpentieri Dkr. Ind. moll. guin. n. 425 — Ad Loandam collectus. ziz. k M. gra7iulato Hanley sculptura subtiliore et testa variegata differt. ^ Gray' anns Dkr. Zeitsch. p. 84, n. 2 — Hab. ad in- sulam Javam. Grunerianus Dkr. 1. c. p. 82, n. 4 — Patria ignota. zz Differt a M. lato Ghemn. ( nec Lam. ) cai dine 3-vel 4-dentato valvisque intus csesiis parum nitentibus. tenuistriatus Dkr. Ind. moll. guin. n. 124 — Gum M, Charpentieri lectus. zz A 31. senegalensi Lm. testa te- nuiore, unicolore et sculptura subtiliore diversus. N a s s a coturnix ( Bucciniim ) Dkr. Zeitsch. p. 59 , n. 34 — Ad Manilam habitare dicitur. izz Affinis Bucc. picto Dkr., a quo tamen differt fasciis duabus articulatis et fascia nigro-castanea in suprema faucis parte plane de- ficientibus , sutura- minus profunda, granulis columellari- bus et fauce subfusca neque alba. Darwini ( Buccinum ) Dkr. 1. c. p. 95, n. 33 — Pa¬ tria ignota. zz: Inter Bucc. corniculum Olivi et Reevea- num Dkr. intermedia. Forbesii (Buccinum) Dkr. 1. c. p. 60, n. 32 — Pa¬ tria ignota. zz Bucc. hirto Kiener baud dissimilis ; differt vero statura minore , plicis confertioribus multo minori- bus , omnino sculptura elegantiore, cauda truncata et breviore. 184 sculpta ( Buccinum ) Dkr. 1. c. p. 96, n. 54 — Patria ignota. zz: Bucc. crenulato Brug. nec non ejusdem va- rietati eximise , B, Hvescenti Phil., simillima, sed spira distincte gradata magisque exserta , sutiira profunde ca- naliciilata , labio hand expanse , anfr. parum convexis , plicis longitudinalibiis striisque Iransversis confertioribus et gracilioribus , omnino sculptura multo magis clathrata et concinna diversa. semiplicala ( Buccinum ) Dkr. 1. c. p. 59 , n. 30 — Patria ignota. ( Vedi anche la voce Phos ) N a t i c a crenata Reel. Journ. p. 520, pi. 7 f. 4, 5 — Hab. les iles Philippines. lemniscata Phil. Kiist. Conch. Cab. n. 145 , Taf. 47 f. 9 — Patria ignota. zz Distingnitur a Ts. canrena L. apertnra basi in angulum producta calloque umbilici sulco modo superficiali extus cincto ( N. canrena var. (j Reel.? Zool. ’ proceed. 4843 p. 207 - ex insula Bohol). Mo(juiniana Reel. 1. c. p. 454 , pi. 5 f. 9 , 40 — Hab. la cote ouest de I’Amerique on les cotes d’une des lies de r ocean pacifique ? Taslei Reel. 1. c. p. 55 pi. 2 f. 44 , 42 — Hab. les environs de Mazatlan ( Mexique ). zz Eile dilFere de la N. cancellata Lm. par V absence de lignes transverses formant reseau. N e r i t a antiquata Reel. Journ. p. 31 7, pi. 8 f . 8 — Hab. les cotes des iles Philippines. =:Elle differe des Nerites polies, dont elle a V opercule, par son tet ride dans la direction de la spire, par la callosite columellaire plus epaisse et fortement ridee , et par son ouverture plus etroite. Neritina adspersa ( Clithon ) Reel. Journ. p. 319, pi. 7 f. 6 — Hab . inconnu. cyanostoma Morlt. Journ. p. 573, pi. 42 f. 9, 40 — Hab. Novas Hebridas. zz Elle se distingue de la N. va- riegata Hinds par sa spire plus obtuse , la cloison colu¬ mellaire convexe , et la dent saillante au bord de cette cloison. Delessertii Reel. 1. c. p. 260, pi. 7 f. 2 — Hab . inconnu. Delestennei Reel. 1. c. p. 259, pi. 7 f. 3 — Hab . 185 incoiuKi. zzr Elle appartient ii la section des iV, Petltii et pulligera Lamarck. Lecontel Red. 1. c. p. 257 , ()1. 8 f. 3 — Hah. les cotes de la Nouvelle - Galedonie. rcltisa Merit. 1. c. p. 372, pi. li f. 9 , 10 — Hab. Novas Hebridas. iz: Elle diflTere de la iV. interrupt a Red. par sa spire courte et obtuse , et couronnee d’ epines dans le jeune age. Ostrea guineensls Dkr. Ind. moll. gain. n. ^4 — Ad Loandam invenitur. zn Yarietates nonrmll® Ost. mul- tiformi Koch et Dkr. e formatione oolithica et O. larva Lin. baud dissi miles. P a 1 u d i n a aclciila Held, Kiist. Conch. Gab. n. 70 , Taf. 1 1 f. 5 , 6 — Hab. in flum. Isar prope Monacum et Tauber prope Mergentheim in Virtenberga. — Differt a P. vitrea Drap. testa dimidio minore, cylindracea, anfr. convexioribus. hadiella Parr. Kiist. 1. c. n. 80, Taf. 41 f. 25-28 — Hab. in Syria ad Beirut. bfzanthina Parr. L c. n. 77, Taf. 44 f. 49, 20 — Hab. Brussae in Natolia. eastanea Moller , Kiist. 1. c. n. 84 , Taf. 1 1 f. 29-32 — Hab. in Groenlandia. ^ P‘ acuta Lm. striis ele- vatis spiralibus densis praesertim diversa. enrta Kiist. 1. c. n. 89, Taf. 42 f. 44, 4 5 — ■ Hab. in fium. Zeta in Montenegro. — P. insubricce Gharp. affinis. elata Parr.. 1. c. n. 73, Taf. 11 f. 14 , 42 — Hab. in fluvio Tigri prope Mossul in Persia. Hohenackeri Gharp. Kiist. 1. c. n. 401, Taf. 43 f. 48, 49 — Hab. in Graecia. X P. gihba Drap. spira apice truncata, apertiira ovata, anfr. ultimo laevi distincta. hyalina Morlt. Kiist. !. c. n. 78, Taf 14 f. 21, 22 — Hab. in Guatemala. insubrica Gharp. 1. c. n. 402, Taf 43 f 20, 21 — Hab. in lacu Muzano prope Lugano ( Stabile ). m Differt a P. curta testa elatiore et apertura superne augulata. Kutschigii Kiist. 1. c. n. 94, Taf 43 f. 3, 4 — Hab. in Dalmatia , in fluviis Salona prope Spalato et Cettina 186 prope Almissa. zn A P. acuta Drap. anfr. convexioribiis, apertura et anfr. ultimo majoribus distincta. 7?i aero Estonia Kiist. 1. c. n. 95^ Taf. \o f. 5-7 — Hab. prope Athenas. P. fluminenst Sadler affinis. uaiolica Gharp. 1 c. n. 73, Taf. ii f. 43, 16 — Hab. prope Brussa Nntoliae. Neumeferl Kiist. 1. c. n. 94 ( P. Kutschigil Kiist. var. A ). saxatilis Pieynier, Kiist. 1. c. n. 76, Taf. 41 f. 47, 48 — Hab. in Gallia occidentali prope Montaiiban. sordida Kiist. 1. c. n. 74, Taf. 44 f. 15, 14 — Hab. in provincia algirensi. iraussUvanica Bielz, Sieb. Verein, H. 9 n. 4 — Hab. in stagnis fluni. Maros inter Dobra et Lapusnyak, atque fliim. Akita in comitatii. Reps. DilFert a P. impura Lm. testa unibilicata , scalari , sutura profunda , apertura exinde rotundata , anf. ultimo 4/5 magnitudinis vix su- perante. virescens Kiist. 1. c. n. 87, Taf. 42 f. 8, 9 — Hab. prope Macarsca Dalmatiae. zzz A P. Salinesii Phil, testa minore, imperforata vel vix riraata, pallide virescente operculoque corneo distinguitur. fj^icdtnlioferi Frauenfeld ( Yedi la pag. 57 ). Par tula Erhelii Morlt. Journ. p. 574, pi. 42 f. 7, 8 — Hab. Morea insularum Societatis. izz Elle differe de la P. CarieneMsis Qiioy par son dernier tour anguleux, son ouverture moins etroite, sa spire plus conique, son ombilic moins ouvert et sa forme moins allongee. si77iplarm Morlt. 1. c. p. 570, pi. 41 f. 45, 44 — Hab. in insula Taiti zn Elle se distingue de la P. varia Brod. par sa forme ventrue, son sommet obtus , son ouverture plus large , moins oblique et plus arrondie , son peristome moins epais et moins dilate. Patella Adansonii Dkr. Ind. moll. guin. n. 444 — In sinu ad Loandam lecta (Lister tab. 557 f. 16?). gumeensis Dkr. 1. c. n. 408 — Habitat ad Loandam. Kraussii Dkr. 1. c. n. 112— Gum prsecedente collecta. spectahilis Dkr. 1. c. p. 407. — Habitat ad Loandam. :zz P. margarhacccc Gmel. et coerulex Lm. affinis ; sed 187 testa majore, crassiore, baud angiilata, costis inajoribus et vertice niagis centrali divcrsa. Pec ten Antillarum Reel. Joiirn. p. 153, pi. 5 f. i — Hab. la rade do la Point-a- Pitre (Guadeloupe). Loveni Dkr. Ind. moll. guin. n. 115. — Ex regione urbis Loandae reportatus. zz: Fossilem P. pygmccum Miinst. e tellure lertiaria Italise inferioris in mentem vocal. PhiUppii Reel. 1. c. p. 52, pi. 2 f. 15, i6. — Hab. les cotes de la Sicile. zz: G’ est peut-etre V espece , que Philippi dans sa Fauna Moll. Siciliae rapporte , a tort, a r Ostrea gihba Gmelin. Phasianella xihioplca Phil. Kiist. Conch. Cab. n. 6 , Taf. Ill f. 3 , 4- — Hab. Africae litora orientalia, ad Zanzibar etc. amoentila Phil. 1. c n. 18, Taf. IV f, 7 — Hab. ad Novam Hollandiam. nz A Ph. mbtnte Lm. anfr. 6, ulti¬ mo spiram superante et coloribus diversa. coturnix Koch, Kiist. Conch. Cab. n. 44, Taf. IV. f. 2 — Patria ignota. zr- A Ph. fammulaia Phil, magnitudinc , coloribus atque columella crassa distinguitur. fulgens Koch , 1. c. n. 23, Taf. IV f. 43 — Hab. li¬ tora occidentalia Novae Hollandiac. zz Testa turrita, nlivea unicolore, anfractibusque perparum convexis satis distincta. giiitaia Phil. 1. c. n. 25, Taf. IV f. 45 — Patria ignota. inconspicua Phil. 1. c. n. 26, Taf. IV f. 46 — Patria ignota. zz; Dilfert a Ph. guttata testa perforata, a Ph. perforata Phil, testa minore ovato- conoidca, anfractibusque rapide ci escentibus, a Ph. r/iinuta Ant. anfr. rapide cre- scentibus , ultimo non angulato. strigata Phil. 1. c. n. 47, Taf IV f. 6 — Patria igno¬ ta. zz Ab affinibus testa perforata sat distincta. Pholas Beauiana Reel. Journ. p. 49, pi. 2 f. 1-3 — Hab. a la Guadeloupe, zz; Elle dilfere de la Ph. crP spata L. par son ecusson dorsal transversalement alonge, irregulier; parses valves anterieurement sculptees de stiies obliques, sinueuses, et treillissees par d’ autres stries plus lines et longitudinales , et posterieurement ornees de sil- lons concentriques ; enlin par sa lenuite. m P h 0 s ( iMontf. ) dntillarum Petit , Journ. p. 242 , pi. 8 f. 9 — Hab. la Giiayra dans V Am6rique meridio- nale, et la Martinique. Billeheusti Petit, 1. c. p. 244, pi. 8 f. o — Hab. les cotes de 1’ ile de Nouka - Hiva. Gratdoupianus Petit, 1. c. p. 243, pi. 8 f 4 — Hab. les cotes du Senegal, n; 11 differe du P. Antillariim Petit par sa forme plus etroite, par ses cotes plus rap- prochees et obtuses, par ses tours plus arrondis, et par son ouverture plus petite. ^ , P h y s a — Vedi Bul/ntis. Plan ax is Alhtrsii Dkr. Ind moll. guin. n. 40 — Ad Loandam lectus. :zi P/. nigro Q. et G. peraffinis. Herrmannseni Dkr. 1, c. n. 59 — Obvenit ad Ben- guelam. = PL lineato d’ Acosta similis, sed statura multo niajore, anf. ultimo valde amplificato , apertura patula, cauda rima umbilicari instructa diversa species. P 1 a n 0 r b i s Brondelii Raym. Journ. p. 82 , pi. 3 f . 3 — Hab. ad Meridj prope Girtam ( An P. Imvis Hai¬ der?, Ancapit. Revue de zool. p. 323 ). defitifer Moricand , Journ. p. 57. — Hab. le lac Baril, pres Bahia, 11 ne se distingue du PL higuhris Wag¬ ner que par la dent blanche , oblongue , situee en de¬ dans de r ouverture sur le milieu de ravant-dernier tour. P 0 m a t i a s Philippi anum Gredler ( Vedi la pag. 79 ). P 0 r 0 n i a rugosa Reel. Journ. p. oO, pi. 2 f. 4-5 — — Hab. la Nouvelle-Hollande. zz: Elle dilFere de la For. nucleola ( Amphidesma ) Lm. par sa coquille trigone, ren- flee, d’ un blanc sale ou jaunatre, sillonnee concentri- quement, a sillons peu reguliers, et toujours plus etroits que les cotes. Peut-etre elle n' est que la P. scalaris Phi¬ lippi, insuffisamment decrite dans la Zeitsch. 1847, p. 72. Pupa Passamaiana Petit, Journ. p. 566, pi. 43 f. 7, 8 — Hab. r lie Socotora. zz: Cette coquille (haul. 44 mill.; larg. 8 mill. ) se rapproche par sa forme du Bullmus Lfonefianus Pallas et par ses stries de la P. sulcata Lm. ; elle presente aussi Y aspect d’ un Tomigerus. Siroheli Gredler ( Vedi alia pag. 77 del giornale ). Purpura denlata Mke. Zeitsch. p. 74 — Hab. ad 489 St. Vincent. :iz: Purp, h(d7nastom(R L. affinis, a qua differt statura minore et labri limbo interno dentibus septem , anterioribus sex binis, munito. Forbesii Dkr. Ind. moll. guin. n. 55 — ■ Hab. ad Loan- dam. k P. bituherculari Lm. diversa. P y r u I a Etigenm Bern. Journ. p. 305 , pi. 7 f. i — Hab. les mers de la Chine ? P y t h i a ( Scarabus ) albovaricosa Pfr. L. Zeitsch. p. 490, n. 2 — Hab. in insula Celebes. Jrgenvillel Pfr. L. I c. p. 494 , n. 5 ( Argenville tab. 9 fig. T ) — Hab. in ora septentrionali Australige. ceylanica Pfr. L. 1 c. p. 192, n. 5 — Hab. in insula Ceylon. z=z A P. plicata Per. testa magis pyramidata, an- fractuum ( 40-44 ) numero, quorum ultimus deorsum sub- dilatatus , spira elongato - conica diversa. inflata Pfr. L. 1. c. p. 492, n. 4 — Hab. in insula Borneo. Reeveana Pfr. L. 1. c. p. 490, n. 4 ( Scarabus im- brium L. , Adams and Reeve Voy. of the Sarnarang, t. 44 f. 43) — Hab. in insulis Philippinis. R e c 1 u z i a Petit, Journ. p. 44 7. Animal pelagkum , magna parte ignotum, Janthmarum sat affine. — Te¬ sta ovalis vel oblong a , buceiniformis , tenuis ^ sub epi^ dermide fusco-albicans \ spira elongaia ; anfr. veniri- cosis , infmo spiram superante ; apertura ovato-obli- q7ia , ad basim parum effiisa f marginibus disjunctis\ labio obliquo j medio subsinuoso ; labro acuto ^ inte- gro ; operculo nullo Jehennei Petit, 1. c. p. 448, pi. 5 f. 3 — Hab. le golfe arabique. Rollandiana Petit, 1. c. p. 449 , pi. 5 f. 42 — Hab. les mers de V ocean atlantiqiie , environs de Mazatlan ( Mexique ). z=: Elle differe de la precedente par sa co- quille plus allongee , avec des stries plus prononcees et des tours plus arrondis et s6pares par une suture plus profonde. Scissurella ( Orbigny ) reticulata Phil. Kiist. Conch. Cab. n. 44, Taf. VI f. 44 — Hab. mare rubrum prope Maksur. ( Sc. decussata Audouhi, nec d' Orb. , Descr. de PEgypte, pL V. f. 29). d90 Septifer ( Red. ) crasstis Dkr. Zeitsch. p. 86 , n. 4 — E litore peruaoo ? Herrmannsenii Dkr. I. c. p. 85 ^ n. 3 — Hab. in China ? Tichogonia virgata Wiegm. ( ^fyt. trifureatns Conrad?) septis integerrimis , Sept, fuscus Recliiz et ex- cisus { Tichogonia ) Wiegm. cardine edentulo ab hac specie distingiiuntur. 5. crassus difFert forma^ Myt. eduli L. siraili, denteque cardinis in valva sinistra ( nec dextra ) extante. Trosehelii Dkr. 1. c. p. 87 , n. 5 — Patria ignota. — Tich, excisce affinis sed statura minore septoque minus inciso distincta. S i g a r e t u s Menkeanus Dkr. Ind. moll. guin. n. 88 — Habitat ad Benguelam. zz: S. depresso Phil, simillimus^ sed fasciis et spira minore difFert. Siphonaria pJaceniula Mke. Zeitsch. p. 69 — Hab. ad St. Vincent. nmhonata Mke. I. c. — Patria ignota. =z Hae duae species a reliquis ^iphonariis vertice medio umbonato, circa umbonem depresso, distinguuntur. S n c c i n e a margarita Pfr. L. Zeitsch. p. 52 , n. 6 — Hab. in insula Haiti. nohilis Poey, Mem. de Cuba p. 2i0, t. 26 f. 25, 26. iz; S. Salleanm Pfr L. affinis. patentissima Mke. Zeitsch. p. 52 , n. 4 — Hab. ad portum Natal Africae meridionalis. Riisei Pfr. L. 1. c. n. 5 — Hab. in insula Portorico. Tellina Hanley i Dkr. Ind. moll. guin. n. 144. — Ad Loandam lecta. Ad Scrohicularias Sebum, pertinel. Schranimi Reel. Journ. p. 452, pi. 6 f. 7 , 8 — Hab. la rade de la Pointe-a-Pitre ( Guadeloupe ). zzz Se rap- proche de la T, crystalHna Hanley. ( Vedi anche Poro?iia) T e r e b r a eburnea Dkr. Zeitschr. p. 96 , n. 35 — Patria ignota. nodoso - plicata Dkr. 1. c. p. i lO, n. 37 — Patria ignota. zz: Buccino aciculato Lm. ( B. clavulce Mke., Ter. Consenthii Phil. ) affinis. Cum praecedente atque dicto Bicccmo propriam Terebrarum sectionem vel sal¬ tern genus proprium Terthrm et Bullias inter haec co- chleola forraare videtur. in Tichogonia carinala Dkr. Zeitsch. p. 90, n. 8 — Patria ignota ( Italia ? ). =; Differt a Dreissena africana van Beneden umbonibiis acutis siibincurvis testaque sequi- valvi. Pfeifferi Dkr. 1. c. p. 88 , n. 6 — Hab. insulam Cu- b®. n; MfiUo cochleato Kickx siinilis. < RYtsei Dkr. If c. p. 91, n. 9 ~ Hab. ad insulam St. Thomas, n: Tich. ( Mytilo ) cochleatw affinis. Rossfnccssleri Dkr. 1. c. p. 89 , n. 7 — Hab. Brasiliarn? zn Dreissencd Sdltei Reel, similis ; differt tamen forma ovato - trigona , basi magis arcuata valvisque intus albis unicoloribus. ( Vedi anche Seplifer ) Triton Jdansonri Dkr. Ind. moil. guin. n. 66 — Ad Loandam lectum ( Mnrex argus fasciains Chemn. X. tab. 160 f. 122 ). Cantrainei Reel. Journ. p. 246 , pi. 8 f. dO — Hab. la rade de la Pointe - a - Pitre ( Guadeloupe ). zz: II est remarquable par ses six variees , dont trois alternative- ment plus grandes que les autres, et par la couleur cha- moise de son tet. Trochus — Vedi Modulus^ Monodonta. Turbinella dtibla Petit, Journ. p. 75, pi. 2 f. 9, iO — Hab. 4 Bahia, zz: Voisine des T. cingnlifera et leu^ cozonias Lm., mais la premiere est plus grande, ses tu- bercules sont plus anguleiix, 1’ ouverture est blanehe. La seconde differe aussi par la eoloration de 1’ ouverture, et en ce qu’ elle est ^ peu pres lisse a 1’ exterieur. Turbo correensis Reel. Jonrn. p. 245 , pi 8 f. 2 — • Hab. la mer de Gorree. ( Vedi anehe Lacitna ) Turrit el I a fvscocincla Petit, Journ. p. 368, pi i i f. 3 — Hab. les cotes de 1’ ile de Java ? Unio lerminalis Bourg. Journ. p. 74, pi 3 f. JO — Hab. le lac de Tiberiade. zz: 11 se distingue de V U. Tigridis Bourg. par son test plus epais et sa coquille plus ventrue, par ses nates plus rapproches de son extremite et surtout par sa dent cardinale plus grande, plus epaisse et moins ailongee. Valvata alpestris Blauner, Riist. Conch. Cab. n. 5, Taf. 44 f. 7 , 8 Hab. in Helvetia in lacubus ad fon- i92 tern torrentis prope Grindehvald. =z Intermedia inter F. piscinalem Miill. et depressam Pfr. C.; ab ilia differt an- fractibus rotundatis, umbilico lato atqiie apertura minorCj circulari ; a V. depressa magnitudine et sutura profan- diore diversa. Bocconi Calcara , Kiist. Conch. Gab. n. 9 , Taf. 14 1. 16-19 — Hab. in Sicilia ad Mondello prope Panormum. Venus nodosa Dkr. Ind. moll, giiin. n. 155 — Ad St. Vincent lecta. ^ La Clonisse Adanson , Fen. verrucosce L. var. Krauss , hue pertinet, V i tr i na Keppellii Pfeiff. L. Zeitsch. p. 51 , n. 1 — Hab. in Nova Caledonia. planospira Pfr. L. 1. c. n. 2 — Hab. in insulis Salo- monis. salomonia Pfr. L. 1. c. n. 3 — Hab. in insulis Salo- monis. Speciebus sectionis Simptilopsis Beck affinis. AggliBEiste e CoE^resioasi. pag. lin. in luogo dl ponga 1 17 Sism. Sismonda 3 5 { Proceedings ( A list of the genera of recent Mollusca , their sy- nonyma and types; from the ' Proceedings 38 8 Briglon Brighton 39 2 Saxicave Sassicave 3 Plymontli Plymouth 5 Buk land Buckland 18 falladi foiladi 23 Buchland Buckland 28 Plymouth Plymouth 4i 9 Hencock Hancock 11 Saxicave Sassicave 18 attribuirlo ad uoa aziooe attenersi ad una opinione eletlrica. ecletica. 63 21 Bogata Bogota 73 11 borsa bocca 118 18 Hancok Hancock 143 ult. Catalogna. Catalogna, Zeitsch. fur Ma- lac. 1853, p. 161 . ( Dispensalo ne! mese di aprde 1834 ) Pavia. Tip. Fmi. .k-.'r !'W - ’A __ . ^Tl ■ ■ ■ V : ' •■ ' . ’■ ■!■ -i ■ V '■ ’' ^ f •> ■ K- ri' '<• . /' ( / £'• ■■ •.^•-