o Ù + DI 9 Gaga a Ù A Giù sii (RN) Library of the Museum COMPARATIVE ZOOLOGY, AT HARVARD COLLEGE, CAMBRIDGE, MASS, | Founded bp pribate subscription, in 1861. No. VA TA i Pi tati ie N°, "pal A i OE AA GIORNALE È SCIENZE NATURALI ED RCONOMICHE I PER CURA DEL CONSIGLIO DI PERFEZIONAMENTO E ; sso b AL R. ISTITUTO TECNICO DI PALERMO a) VOLUME III. — ANNO III. X ELISIR Ve Ax RI i E NI Rita) a N Piga: bat GIORNALE SCIENZE NATURALI ED ECONOMICHE È a a li . | pun CA LAI e Re e. i Ae a GIORNALE SCIENZE NATURALI ED ECONOMICHE PUBBLICATO PER CURA DEL CONSIGLIO DI PERFEZIONAMENTO AL R, ISTITUTO TECNICO DI PALERMO VOLUME HI. — ANNO III. O PALERMO STABILIMENTO TIPOGRAFICO DI FRANCESCO LAO INDICE GENERALE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME IH Parte I. Nuove specie di funghi ed altre conosciute per la prima volta illustrate in Sicilia dal professore CIUSCIPERINZONRI (COUPON IERI Pag. 8 Sull’ecclisse solare del 6 marzo 1867, relazione del professore G. Cacciatore direttore del Real OSSCLVALOLIO NIN ASINI NT IN RT nn » 2 Sulla stabilità dei ponti di fabbrica, memoria del professore Francesco Caldarera ....... » 35 Un'esperienza sul principio della forza viva, nota del professore Roberto Gill... ........ » Ai 1 muscoli perdono di volume nell’ atto che si contraggono, sperimenti del professore Luigi BOSCO RAISI AIN NEO » 144 Bullettino generale — Conferenze pubbliche date per cura del Consiglio di Perfezionamento.» {49 Conferenza dei 24 febbraro. Istituzione del credito fondiario ed agricolo in Italia, BIoessore ISEMONLICORCONSINTE E ST NM OTO NANI ivi Conferenza del 3 marzo. Sugli ecclissi e in particolare di quello di sole visibile in Palermo il 6 marzo 41867, professore POTASSIO O n » d5i Conferenza del 7 aprile. La città operaia e il familistero di Guisa, professore Giovanni Bruno. » 153 Conferenza del 14 aprile. Sui telesrafi marini, professore Pietro ‘Blaserna: 0, sca o) » 155 Conferenza del 28 aprile. Sull’Avifauna della Sicilia, professore Pietro Doderlein . ..:...1) » 156 Ricerche sperimentali sui nervi del cuore nelle tartarughe marine (Chelonia caouanna) per i INC OLTORMPZASCENZUzI NCAA DI ALE VANCENZONRRE AARON OOO » 161 L’atrofia delle ossa da paralisi, studi fisiopatologici del professore Fasce Luigi e determinazioni chimiche di Domenico Amato, preparatore nel Gabinetto di Chimica dell’Università di Pa- MORO ROIO INT » 174 Nuovo parassita vegetale osservato sul favo dai dottori Fasce Luigi e Cardile Giuseppe. ...» 186 Nuove specie di funghi ed altre conosciute per la prima volta illustrate in Sicilia dal pro- LESSOLERGZUSEP PEMNZENGIA (COMMUTATORE » 190 Parte II. 1866. N. 410. Ottobre. Macchie solari osservate in marzo e luglio 1866 dal professore P. Tacchini. Dar: 84 Idem. Rivista meteorologica e osservazioni meteorologiche dell'ottobre 1866 ........ 83 N. 11. Novembre. Sull’apparizione delle stelle cadenti del 14 novembre 1866, rapporto del ni TEWOLCEMPLONESSORCRUGECIAIO NORRENA » 89 Idem. Rivista ed osservazioni meteorologiche del novembre 1866. .:/1/0I/0//) » 9 N. 12. Dicembre sull’apparizione delle stelle cadenti del 14 novembre 1866, rapporto del di- HEHOTCRPLOSESSOLCROICCUONLRTIRIMAA AIA AAT » 97 Idem. Rivista ed osservazioni meteorologiche del dicembre 1866. PRO Eco gio DAS On » 98 1867. N. 1. Gennaro. Sulla evaporazione osservata in Palermo nel 1865 e 1866, nota del DEOfessore PEARCE ROERO OICR E9E: LI Idem. Rivista ed osservazioni meteorologiche ‘del SCCNDAFONA SONA Seeententetete NEO ORTI 10 N. 2. Febbraro. Sulla evaporazione osservata in Palermo nel 1865 e 1866, continuazione della SE a pagina 4A del professore Tacchi . LL. ee Pag. 17 N. 3. Marzo. Ecclisse di sole del 6 marzo 1867 osservato in Palermo, nota del direttore pro- fessore G. Cacciatore . . . . . . RS ERA O ooo Sa ocio sind » 25 Idem. Bolide osservato in Palermo e in ‘Licata, lettera del viceconsole francese cav. Alby al GINCUOLEMPLOSESSO LEICA TENOR DIN277 Idem. Occultazioni di stelle osservate nella sera del 12 marzo 1860 dal professore Tacchini. » ivi Idem. Rivista ed osservazioni meteorologiche del marzo 1867. .......... 0... ivi N. 4. Aprile. Macchie solari osservate in aprile dal professore Tacchini, con favola dei rola- Ml ISEE dd o a a ove ero roi0 cin ad diodo do do dda 33 Idem. Posizioni apparenti di 160 stelle australi osservate al cerchio Meridiano dal alga VACCINI IERI RARI nu leico Tese a IN Idem. Rivista ed osservazioni meteorologiche dell’ aprile. USO RE Bo e) N. 5. Maggio. Fotosfera e macchie solari osservate dal professore Tacchini . erano) Li) Idem. Rivista ed osservazioni meteorologiche del maggio 41867. RARO Gigio dala .» 146 N. 6. Giugno. Esperienze sui vasi evaporatori eseguite dal professore Tacchini . Robson) eb) Idem. Studi sul elima di Palermo del signor .V. V. MSF NUM 5 6 vado o000009) 8 Idem. Rivista ed osservazioni meteorologiche Alanano USO/ coordina cond) 50) N. 7. Luglio. Sul diametro o larghezza dei vasi evaporatori e della differenza fra l’evapora- zione di giorno e di notte; nota del professore Tacchini. . . ... .» 65 Idem. Posizioni apparenti di 455 stelle australi, osservate al cerchio Meridiano ‘dal professore TOCE RE TRA OO O IA Rea (0) Idem. Cronaca giornalieri ra di macchie solari osservate dal professore. VACCINI NERO PIRGIOONI CT) N. 8. Agosto. Cenno necrologico del professore Onofrio Cacciatore. . ........... ID SA TA cui Meer O Stato RAI SE e E SA O E » 83 Idem. Posizioni apparenti di 58 stelle osservate al Cerchio Meridiano di Palermo del profes- SOLAR NICO EI GARE E ARIETE NE » 85 Idem. Osservazioni ozonometriche eseguite in città dal signor Delisa nei mesi di luglio ed 2- COSIO SIERO CROATO » 87 Idem. Cronaca giornaliera di Macchie solari osservate all’Equatoriale di Merz nel mese di ago- so 1867 dal SIODORVE RACCOLTO IOANNIS IE, » 88 . Agosto. Giove. nella sera del 24 agosto 1867 con tavola litografata. ............. » 89 Don Rivista, note ed osservazioni meteorologiche dell'agosto Ae uo 91 N. 9. Settembre. Primi studi sul Cerchio meridiano di Palermo, nota del professor P. Tacchini » 97 Idem. Posizioni apparenti di 97 stelle osservate al Cerchio Meridiano di Palermo dal signor PATACCHIME SEI IR RIE LO I ONE EMO RE ESE ENI NOR steel SPA Idem. Ozono osservato in città nel settembre 1867 del signor G. Delisa. . OA: Idem. Cronaca giornaliera di macchie solari osservate all Equatoriale di Merz nel ‘seltem- bre 1867 dal SIPNOLRPE TOCUMIESSIA ZA AIR IVO » 104 Idem. Rivista, note ed osservazioni meteorologiche del settembre 1867. .......... » 105 N. 10 ottobre. Primi studi sul Cerchio Meridiano di Palermo, continuazione della nota del si- CNOVRPAELACCIMEA TICINO ISIMMO AE 113 Idem. Posizioni apparenti di 54 stelle osservate al Cerchio Meridiano dal signor P. Tacchini a » 1417 Idem. Un punto probabile di radiazione di stelle filanti osservate nella notte del 21 ottobre 1867 dal signor P. TOO SERIE 2...) 119 Idem. Terremoto del 5 ottobre 1867 in Mistretta, relazione di quel Sindaco al Diretiore pro- f{essor: CACCIMOnes: SRO RA IONE .» 120 Idem. Rivista, note, ed osservazioni meteorologiche dell'ottobre 1867......... .» 122 NSA: Novembre. Sulle stelle cadenti osservate a Palermo nel novembre 1867 relazione. del FILEHOLCNPLOSESSOLCRGA CCA OT NINE PIRRO CE Biologo) Se) Idem. Sulle stesse meteore e nota del professore P. Tacchini con tavola litogratata sil'age e + DIAGO Idem. Coefficiente di Kamtz per gli anni 1864-05-66... ......... 0.0.0 Suo ie (etella PORALTO Idem. Rivista, note ed osservazioni meteorologiche del novembre 1867. Hal a » 146 N42: Dicembre. Sulla apparizione delle stelle cadenti del novembre 1867. Relazione secon da deliirettoregprofessoreaCaccA0nREE RASOI lo) Idem. Primi studi sul cerchio meridiano di Palermo, ‘continuazione e fine, nota del ‘signor PS PACChiNi. ata n LAO II ate NI IR SESTA PI » 157 Idem. Cronaca giornaliera di macchie solari osservate all’ Equatoriale di Merz nei mesi di ot- tobre, novembre Ca dicembresA 0/02 ENO RNPRTA CCM RO n .» 164 Idem. Rivista, nole ed osservazioni meteorologiche del mese di dicembre 1867 . Hoover PUBBLICAZIONI PERIODICHE ED ALTRE RICEVUTE IN DONO DAL CONSIGLIO DI PERFEZIONAMENTO (dal 4° maggio al 31 dicembre 1867) Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.— Tomo 42, serie 3, dispensa 4, 5, 6, 7,8,9, 10. Atti della Società Lombarda di Economia Politica in Milano. — Anno II — 4 Adunanza, 42 mar- zo 1865. Annuaire des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique. 1866, XXXII année — Bruxelles. Annalen der Chemie und Pharmacie — GXLI Band 3 Heft 1857 — 3 Maerz — Mit Einer Figurenta- fel — Leipzig und Heidelberg. Band CXLII Heft 4° April 1867 — Band CXLII. Heft. 2 Mai 1867 Juni, Juli, August, September 1867, V. Supplementband, 41° Heft. Atti della Società Italiana di Scienze Naturali, vol. X, fasc. 4, fogli 1 a 9, fasc. II, fogli 10 a 17, Milano 1867. i Annali di Agricoltura Siciliana redatti per istituzione del principe Castelnuovo, del professor Giu- seppe Inzenga, anno XI, 2 serie, Palermo, n. 38, 39 e 40. Aradas prof. Andrea —Sull’elogio di Carlo Gemmellaro — Catania, 1867. Bulletin de la Societé Impérial d’Acclimatation, 2 série, tome IV, Paris, 2 février; n. 3 mars; n. 4 avril; n. 5 mai; n. 6 juin; n. 7 juillet; n. 8 aoùt; n. 9 sept.; n. 10 octobre 1867. Bulletin de l’Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux arts de Belgique — 35 an- née, 2 serie, t. XXI, Bruxelles 1866. i Bollettino Bacologico in appendice al Raccoglitore — N. 2, serie II anno IV, 1° aprile 1867 — N. 3, 9 aprile — N. 4, 17 aprile — N. 6, 4 maggio — N. 7, 17 maggio. î Bollettino del Comizio agrario di Siena, anno V, marzo 4867, n. 3, 4 aprile, n. 5, 6 maggio e giu- gno n. 7, 8 luglio e agosto; n. 9, 10 settembre e ottobre. Bulletin de la Société Royale de Botanique de Belgique, tom. VI, 6 année, n.1 et 2, Bruxell. 1867. Commentario della Fauna, Flora, e Gea del Veneto e del Trentino — Periodico trimestrale. Vene- zia, 1° luglio 1867, n. 4. Desideraten-Verzeichniss des naturforschenden Vereines in Brùnn. Flora — Regensburg, 1866; n. 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29. Giornale di Agricoltura, Industria e Commercio diretto dal prof. Botter, anno IV, vol. VII, n. 6. 341 marzo 1867; n. 7, 45 aprile; n. 8, 3 aprile; n. 9, 15 maggio; n. 414, 415 giugno; n. 42, 30 giugno. Vol. VIIL n. i3. 415 luglio; n. 44, 34 luglio; n. 15, 15 agosto: n. 16, 31 agosto; n. 17, 15 settembre; n. 18, 30 settembre; n. 19, 15 ottobre, n. 20, 341 ottobre; n. 21, 15 novembre, n. 22, 30 novembre 1867; n. 23, 15 dicembre 1867. Journal de la Société Imperiale et centrale d’ Horticullure de France 2 serie, tome I, février 1867, mars, avril, mai, juin, juillet, aoùt, septembre, octobre 1867. Iahrbuch der kaiserlich-koeniglichen Geologischen Reichsanstalt, Iahrgang 1866, XVI. Band N. 4, October, November, December, Wien, (1867, XVII Band N. 4, Jaenner, Februar, Macrz, N. 2, April, Mai, Juni, N. 3, Juli, August, September 1867. Kongliga Svenska Vetenskaps-Akademiens Handlingar. 1863. Kongl. Svenska Vetenskaps-Akademien 1863. Memorie dell'accademia delle Scienze dell’ Istituto di Bologna, Serie II. Tom, VI. Fas. 2. 3. 4. Memorie dell’ Accademia d' Agricoltura, Commercio ed Arti di Verona, vol. 44. 1866. vol. 45. 1867. Neunzehnter Bericht des Naturhistorischen Vereins in Augsburg, Veroeffentlicht im Iahre 1867. Ofversigt af Kongl. Vetenskaps-Akademiens Foòrhandlingar, Stockholm 1865. Om — Ostersjon af S. Lovén, Fòredrag i Skandinaviska Naturforskare, Iuli 1863. Presse Scientifique et Industrielle des deux Mondes publiée par F. A. Barral 1867. Tom. I. 16 Juin N. 24. Tom I. 23. Juin N. 25. Il Raccoglitore Serie II, Anno IV, N. 43, 4° aprile 1867, N. 44 1° maggio, N. 16 4° luglio, N. 17 16 luglio, N. 18 1° agosto, N. 19 16 agosto, N. 20 1° settembre, N. 24 16 settembre. Serie II, anno V, N. 1 ottobre 1867, N. 2 46 oltobre, N. 3 1° novembre, N. 4 16 novembre, N. 5 1° di- cembre 41857. Rendiconto delle sessioni dell’ Accademia delle Scienze dell’ Istituto di Bologna anno accademi- co 1856-67. Relazione intorno l’esposizione dell'industria compartimentale Aretina (1858) di O. Brigi. Riordinamento dello Stato— Cenni di Paolo Novi. Rapporto al Ministero di agricoltura e commercio della commissione per l’ esperimento del me- todo Dian. Real comitato dell Esposizione Internazionale di Londra — Relazione dei commissari speciali, vol. 4 e 5 — Firenze 1867. Reale Istituto Lombardo di Scienze e Lettere — Classe di Scienze Matematiche e Naturali, vol. 2, fasc. 9, 10, vol. 3, vol. 4. Sitzungsberichte der naturwissenschaftlichen Gesellschaft Isis in Dresden — Iahrgang 1866, n. 7 9 Juli, August. Sep!iem. n. 10, 12 October, November, December. Siizungsberichte der kaiserlichen Akademie der Wissenschaften, matematisch — naturwissenschaft- liche Classe LIV. Band, IV, und V, Hefi— Iahrgang 1866 — November u. December Wien 1867 mit 3 Tafeln— LIV Band V, Heft. Jahrgang 1866, December mit 41 Tafel und 2 Karten, Wien 1867. LV Band 1 Heft — Iahrgang 41867. Jaenner Wien LV Band lI, Heft Februar — LV Band II, Heft—Maerz, April, Mai — LVI Band I und II, Heft — Iahrgang Juni u. Juli 1867 Wien— LVI Band, I. Heft — Jahrgang — Juni 1867, Wien. È Società Reale di Napoli — Rendiconto dell’Accademia delle Scienze fisiche e matematiche, anno V, fase. 12, dicembre 1866, anno VI, fasc. I, gennaro — fase. 3, marzo 1867. Schriften der kòniglichen physikalisch — oekonomischen Gesellschaft zu Koenigsberg — Sechster Jahrgang 1865. Erste Abtheilung — Sechster Jahrgang 1885—Zweite Abtheilung. Sechster Jahr- gang Juli 1866, Siebenter Jahrgang. The american Journal of scienee and aris. Vol. XLIII, march 1867. Vol. XLIV. Verhandlungen des naturforschenden Vereines in Briinn IV Band 41865. Verhandlungen der naturforschenden Gesellschaft in Basel. IV. Theil —3 Heft Basel 1866. Verhandlungen des naturhistoriseh-medizinischen Vereins zu Heidelberg — Band IV, 26 Oktober. und 21 Dezember 1866. Verhandlungen der K. K, Geologischen Reichsanstalt 1867, n. 4. NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE CONOSCIUTE PER LA PRIMA VOLTA ILLUSTRATE IN SICILIA DAL PROFESSORE GIUSEPPE INZENGA. (Continuazione vedi vol. II, pag. 92) 49, HELVELLA PANORMITANA, Nob. Trip. II. PEZIZOIDEAE, Fries. H. pileo libero bilobo defiexo fuligineo-castaneo, subtus albo-tomentoso, lobis cordatis perpendicularibus stipitem oblongum fistulosum album subtangentibus. DESCRIZIONE L'Elvella palermitana perfettamente sviluppata presenta il cappello piegato nel mezzo, ove s'inserisce allo stipite, diviso in due lobi cordati e qualche volta reniformi, piani o poco rigonfiati, leggermente undulati nel loro margine, liberi o accidental- mente aderenti allo stesso stipite, in direzione sempre perpendicolare; la sua consi- stenza è fragile come la cera, di colorito fuliginoso-marronato nella sua superficie esteriore, bianco polverulento nella sua superficie inferiore, Gl’individui giovani tro- vansi tutti coverti, compreso il cappelletto, di polvere bianca fioccoso-farinosa. Lo stipite è cilindrico, rigido, liscio, bianco, un poco flessuoso , vuoto dentro, che ter- mina acuminato nella sua inserzione col cappello, ed un poco rigonfiato nella base, spesso interrotta da qualche lacuna. FIGURE E SPIEGAZIONI Tav. I. Fig. I. Fungo nel suo completo sviluppo osservato in prospetto. — Fig. I.. Lo stesso osservato di fianco. — Fig. I. Sezione nel mezzo del cappello per osservare la sua superficie inferiore, e dello stipite la struttura. — Fig. I. Fungo giovane tutto coverto di polvere fioccoso-farinosa. ne Giornale di Scienze Nat. cd Econom. Vol. II. 10 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE Stazione. — Nasce nell'autunno inoltrato nei terreni boscosi e nel terriccio coverto di musco, e trovasi comune in tutto l’agro palermitano, associata qualche volta alla Helvella lacunosa, Atzel. 50. PEZIZA VIOLACEA, Pers. Serie I. ALEURIA.—Tri8. II. GEOPYNXIS, Fr. Peziza violacea, Pers. Syn. p. 639.—Myc. Eur. p. 242.—A. S. p.312.—Fr. Obs. Myc. 2, p. 303.—Syst. Myc., vol. 2, p. 65. Stazione: — In mezzo al musco ed in terreni sabbiosi carichi di terriccio trovasi ovunque nel volgere dell'autunno e per tutto l’inverno nell’agro palermitano. 51, CLAVARIA CRISTATA, Pers. Tri. II. RAMARIZAE, Fries. Clavaria cristata, P., Syn., pag. 591.— Swartz, V. A. H. p. 151.— Fr. Syst. Myc., vol. 1, pag. 473.—Buxb, Cent. IV, tav. 66, f. I.—Hall. helv. 2200. Clavaria albida, Schaeff. tav. 170. Clavaria fallax, Pers. Comm. pag. 48, Fl.-Dan. tav. 1304, f. 2. Ramaria cristata, Holmsk. Ot. 1, pag. 92. Srazione:—Dall’autunno sino alla primavera trovasi nel terriccio dei terreni hoscosi in luoghi sempre ombreggiati, e spesso associata coll’ altra specie comunissima C%. amethystina, Bull. Uso.—Associata qualche volta la presente specie a quest’altra affine Amethystina, 0 Ditola celeste detta in volgare toscano, in confuso con essa raccogliesi e mangiasi senza il menomo pericolo di veneficio, non trovandosi specie venefiche e sospette in questo genere di Clavarza, NUOVE SPECIE DI FUNGIII ED ALTRE Il 52, CLAVARIA PRATENSIS, Pers. Tri. Il. RAMARIAE, Frics. Clavaria pratensis, Pers., Comm. p. 51, tav. 4, fig. 5.—Syn. p. 590.—Swartz in V. A. H. p. 150.—Fr. Syst. Myc. vol. I. p. 471. Clavaria fastigiata, Linn. ad part. Holmsk, Ot. I, p. 90.—Bull. t. 358, fig. D. E. Clavaria muscoides, Fl. Dan. t. 836, f. 2.—Bolt. t. 114. Suazione—Dall’autunno per tutto l'inverno trovasi in terreni saldi boscosi in mezzo al musco, e nel R. Sito della Favorita ove ne abbiamo raccolto gli esemplari per l’erbario. Non è frequente come le altre due specie Amethystina, e Cristata. 53. LYCOPERDON GEMMATUM, Batsch. Tri. II. PROTEOIDES, Eries. Lycoperdon semmatunm, Batsch. El. f. 228.—Fr. Syst. Myc. vol. 3, pag. 35. Lycoperdon Bovista, Bolt. tav. 117, fig. a, c. Lycoperdon Proteus, Bull. Champ. p. 143. Lycoperdon capitatum, asperum, Hall. Helv. p. 12. Bovista officinalis, var. 2, Dill. Giss. p. 196. Lycoperdon verrucosum, Rupp. Jen. 2, p. 304. Fungus lupinus ete., Bocc. Mus. p. 301, 305. Stazione — Trovasi nell'autunno in terreni sciolti, incolti, e carichi di terriccio, in mezzo ai boschetti e fruticeti nel R. Sito della Favorita. Nour voreari—Chiamasi volgarmente dai contadini piditu di lupu. Uso. —Raccogliesi come l’altra specie Lycoperdon pyriforme, nello stato nascente, e mangiasi dell’ugual maniera, 12 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE 54. TULOSTOMA MAMMOSUM, Fr. Tulostoma mammosum, Fr. Syst. Myc. vol. 3, pag. 42. Tulostoma brumale, DC. fr. 2, pag. 269.—Nees Syn. f. 130.--FI. Dan., t. 1740; f. 1,— (Cheva par IPC LO Lycoperdon pedunculatum, Lin. Suec. n. 1276.-— Bull. Champ. p. 164, tav. 294, 471, 1.2, —Sowerb. t. 406. Lycoperdon mammosum, Mich. Gen. p. 217, n. 10.—Zycoperdon parisiense minimum ete. Tourn. J. R. H., tav. 331, f. E, F.— Fung..... pediculo longo insidiens, Raji, Syn. pag. 27. Srazione—Dal volgere dell'autunno per tutto l’inverno trovasi questo piccolo fungo nei boschetti del R. Sito della Favorita in terreno sciolto e sabbioso. 55. GEOGLOSSUM HIRSUTUM, Pers. Gceoglossum hirsutum, Pers. Comm., pag. 37.—Syn. p. 608.—Swartz in V. A. H. 1811, p. 163.—Nees Syst. f. 157.—Fr. Syst. Myc. p. 488. Clavaria atra, Schrad. Clavaria ophioglossoides, L., Schmid. ic. t. 25.—Holmsk. Ot. I, p. 18.—Sow. t. 83.— Schaeff. tav. 3271 Stazione, — Dall’autunno per tutto l'inverno trovasi ovunque nell’agro palermitano in terreni incolti boscosi, ed in mezzo al musco. 50. NIDULARIA CRUCIBULUM, Fr. Trip. I. CYATHIA, Brow. Nidularia Crucibulum, Fr., Syst. Myc. vol. 2, pag. 299. Cyathus crucibulum, Hoffm. Veg. Cr. 2, p. 29, t. 8, f. 1. — Pers. Syn. p. 238. — Nees Syst. f. 133. Cyathus cylindricus, Wild. Ber. n. 1161. Nidularia laevis, Bull. Ch. p. 165, t. 4, f. 3. Nidularia glabra, Bull. Ch. p. 488, f. 2.—Sowerb. t. 30.— Holmsh. Ot. II, p. 3, t. 1. Cyathus laevis, Web. Peziza laevis, Huds. Peziza crucibuliformi, Schaeff. t. 179.—Scop. Carn. p. 486. Peziza lentifera, Poll. pal. III, p. 305.—Schrank n. 1759.—F1. Dan. t. 105, 1490, f. 1. Cyatoides luteum crucibuliforme, Mich. Gen. p. 222, tav. 102, f. 3. Stazione:-—Sopra rami secchi che stanno ad infracidire nel terriccio di terreni bo- NUOVE SPECIE DI FUNGII ED ALTRE 13 scosì, più comune della seguente specie trovasi ovunque nell’ agro palermitano per tutto l'autunno, 57, NIDULARIA CAMPANULATA, Fr. Tri. I. CYATZHIA, Brow. Nidularia campamulata, Fr. Syst. Myc., vol. 2, sect. 1, pag. 298. — Sow. t. 28. — Holmsk. Ot. II, p. 8. Cyathus Olla, Pers. Syn. p. 237.—Nees Syst. fig. 133, b. Cyathus nitidus, Roth, Cat. 1, p. 236. Cyathus lacvis, Hoffm. Veg. p. 31, tav. 8, fig. 2. Nidularia vernicosa, Bull. Ch. p. 164, tav. 488, fig. 1, tav. 40, f. 2. Peziza lentifera, Lin. Suec. 1271.—Leers ete.—Hall. helv. n. 2215.—FI1. Dan. tav. 780, o fig. 1 Peziza sericea, Schaeff. tav. 180. Peziza cyathiformis, Scop. Carn. p. 486. Cyathoides cyathiforme, cinereum et veluti sericeum, Mich. Gen. Plant. pag. 222, tav. 102. fig. 1. Stazione—Nel terriccio ed in mezzo al musco nel R. Sito della Favorita, per tutto l'autunno, 58, MARASMIUS ANDROSACEUS, Linn. Tris. II. ROTULA, Fr. Ep. tiarasmius Androsageeus, L., Fries Epicr. p. 385.—Myc. p. 137. Agaricus androsaceus, L., Suec. 1193.—It. Wgoth. pag. 215.—Scop. 451.—Bolt. tav. 32. —FI. Dan. tav. 1551, fig. 1.—Willd. Ber. p. 389.— Syst. Myc, p. 137.— Briganti. His. Fung. etc. p. 87, tav. 12, fig. 4-7. Agaricus epiphyllus, Bull. tav. 569, f. 3.—DC. fr. 2, p. 164. Fungus caule capillari, nigro, Androsaces capitulo, Bocce. Mus. pag. 143, tav. 104. Stazione, — Comune nelle foglie caduche degli alberi in luoghi boscosi, e nelle foglie d’ulivo nei culti; raccolto da noi in autunno sulle foglie del mirto nei boschetti del R. Sito della Favorita. 14 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE 59, CANTARELLUS MUSCIGENUS, Fr. Tri. II. PLEUROPUS, Fr. Cantharellus muscigemus, Fr., Syst. Myc. vol. 1, pag. 323.—Epic. pag. 368. Agaricus foliolum, Afzel. Obs. p. 17. — Agaricus muscigenus, Bull. tav. 288, 498, f. 1. Helvella dimidiata, Bull. tav. 498, f. 2. Merulius muscigenus, Pers. Syn. p. 493.—Nees Syst. f. 236.—DC. fr. 2, p. 131. Merulius serotinus, Pers. Myc. Europ. p. 22. Merulius candicans, Pers. loc. cit. pag. 21. Srazione—Nel declinare dell'autunno e nel principio dell’ inverno trovasi in mezzo al musco dei terreni boscosi e carichi di terriccio ovunque in questo agro palermi- tano. 60. COPRINUS COMATUS, Mill. Tri. I. PELLICULOSI, Fr. Ep. Coprinus Comatus, Mull., Fr. Epic. pag. 242.—Syst. Myc. pag. 307.—FI. Dan. tav. 834. —Schmid., Ic. t. 10.—Pers. Syn. pag. 395. Agaricus cylindricus, With. — Sowerb. t. 189. Agaricus fimetarius, Auct. Bolt. t. 44.—Curt. Lond. 1, tav. 93. Agaricus typhoideus, Bull., tav. 582, f. 2. Agaricus masse, Bull., tav. 16. Agaricus porcellaneus, Schaeff. t. 46, 47. Hypophyllum oviforme, Paulet, pag. 71, tav. 127, fig. 1, 2. Hydrophorus comatus, Batt. tav. 26. Stazione: — Nei giorni sereni e freddi del volgere dell'autunno, e lungo l’inverno, sviluppasi questo fango nei terreni pingui degli orti, e particolarmente nei carciofoleti, Nom vorsari — Chiamasi in siciliano calamaru, calamajo, forse per la sua forma e per la proprietà di sciogliersi nella maturità in liquido nero, somigliante all’ in- chiostro, e d’onde forse per la stessa ragione douteille a l’éncre dai francesi secondo il Poulet op. cit. Ignoriamo sinora come volgarmente chiamasi nelle altre provincie italiane, Uso, — Dagli ortolani e contadini di Palermo mangiasi nello stato giovane, e col NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE 15 cappello non ancora sviluppato. Lo stesso asserisce I’ accuratissimo Paulet nell’op, cit. On le mange quand il est jeune. Quelques personnes le trouve tres-delicat. — Av- vertiamo che oltre che giovane, debba mangiarsi nello stato freschissimo, essendo di corta durata, sollecito a decomporsi, e niente diflicile che in questo ultimo periodo possa riuscire, se non pernicioso, positivamente dannoso alla digestione, 61, COPRINUS CONGREGATUS, Bull. * Tris. I. PELZLICULOSI, Fr. Ep. Coprinus congregatus, Bull., Fries Epic. pag. 249.— Bull. Hist. Champ. tav. 94. — DC. FI. Fr. 2, pag. 151.—Paulet pag. 69, tav. 123, fig. 7, 8. Hypophyllum digitatum, Paul. loc. cit. Srazioxe:— Dopo la caduta delle piogge autunnali e per tutto I autunno sviluppasi questo fungo lungo i margini dei viali dei giardini, e nelle stesse località, ove suol rinvenirsi, ma più comunemente di questa specie, l’Agaricus disseminatus. 62, LACTARIUS INSULSUS, Fr. Tris. I. PIPERITES, Fr. Epic. Lactarius insulsus, Fr. Ep. pag. 336. — Syst. Myc., pag. 75. — Krombh. tav. 58, fig. 11-14. ; Agaricus flexuosus, Secr. n. 451. I Amanita pallide lutea etc. Dill. Giess. pag. 179. Fungus umbilicatus, e candido badia rugusa stupacea superficie, Capsicum sapiens, prone lactescens?.... Cup. Hort. Cath. pag. 30. te) Stazione —Comunissimo dall'autunno sino alla primavera nei luoghi ombrati, o spe- cialmente nel terriccio degli elci in tutto l’agro palermitano, Nomi vorcari — Funcia lattara» Uso. — Di nessuno uso, anzi riguardato come venefico dai contadini. Del resto non avrebbe tale specie pei suoi caratteri apparenti nessuna attrattiva per essere rac- colto come fungo mangiativo, essendo molto verminoso anche negli individui freschi e giovani, di odore nauseoso, di sapore piccante piperato e dissustevole, e sgoccio- lante dalle sue lamelle un umore bianco acquoso. 16 NUOVE SPECIS DI FUNGHI ED ALTRE 63. AGARICUS OSTREATUS, Jacqu Ser. I. LEUCOSPORUS.—TrRI8. XII. PLEUROTUS, Prices. Agaricus Ostreatus, Jacq., Flor. Austr. tav. 104. — Curtis, FI. Lond. tav. 216. — Trattin., Essb. Schw., pag. 92, t. O.—Fries, Syst. Myc. p. 182.—Brig. Hist. fung. regni neapolitani p. 116, tav. 43.—Fr. Ep. tav. 182.—Pers., Syn., p. 477, et Myc. eur. sect. III, p. 35 —Vitt. Fung. mang. pag. 25, tav. IV. Agaricus migricans, FI. Dan., tav. 892. Agaricus fimbriatus, FI. Dan., tav. 89I. Agaricus dimidiatus, Bull., Champ., 385. Agaricum esculentum, squammosum, glabrum, superne obscurum, inferne subalbidum et la- mellatum, Mich. Gen., p. 122. Osservazioni —Gl’individui da noi raccolti l'abbiamo trovato sempre a fior di terra, stretti ed affollati fra di loro, sempre dimezzati, di piccola anzichè di grande pro- porzione, parassiti al fittone della radice della Calamintha Nepeta Fummo dubbiosi, avendo riguardo al luogo della loro nascita, ed alla loro discreta grandezza, se tali funghi, così comuni in Sicilia, fossero stati una specie diversa dell’Ostreatus, ma ri- - petute osservazioni non ci hanno manifestato sin’oggi differenza tale di caratteri per distinguerli dalla citata specie. Per tutte le considerazioni abbiamo creduto opportuno di riportare in questo lavoro le figure da noi ricavate dal vero, FIGURE E SPIEGAZIONI Tav. I. Fig. IL. Individuo adulto di massima grandezza. — Fig. II.. Lo stesso verticalmente tagliato. — Fig. Il. Individuo giovane osservato di fronte. — Fig. II. Lo stesso osservato di fianco. Stazione — Dall’autunno sino alla primavera trovasi comunissimo questo fungo nel- l’agro palermitano ed ovunque nell’Isola, parassito sopra le radici fracide legnose della Calamintha Nepeta, detta volgarmente in Sicilia Nipitedda—Probahilmente dovrebbe trovarsi anche fra noi sui tronchi fracidi del pioppo, del salice, del noce ecc., che secondo l’ asserto degli antori ne stabiliscono la stazione più favorita e comune; lo che sin’oggi non è stato da noi osservato. Now vorsarn—In siciliano chiamasi funcia di nipitedda; dai toscani Gelone, Car- Y dela, Cerrena; nel napolitano £Ricchione, fungio 0 frenga de noce, e corrottamente in altre provincie Orgel, Bertolan, Ciaccer, Carnetta. NUOVE SPECIE DI PUNGII ED ALTRE 17 Uso. —È uno dei migliori funghi mavgiativi del quale se ne conosce l’uso sin dai tempi antichi, ed in tutti i paesi d’ Buropa , essendo specie quasi cosmopolitas ven- desi nel mercato di Palermo spesso di unita all’ altra comune specie Ag. Lringt, funcia di panicaudu. Non si può confondere per somiglianza di caratteri con nessuna specie sospetta e velenosa, 64, AGARICUS OSTREATUS, Jacq. Var. Nigripes, Nob. Ser. I. LEUCOSPORUS.—Tuig, XII. PLEUROTUS, EFries. Agaricus Ostreatus, pileo pallescente-rufo, subdimidiato lobato; lamellis albido-rufis postice citrinis; stipite nigrescente-cinereo. DESCRIZIONE Distinsuesi questa varietà pel colorito pallido di nocciuola del cappello, e delle lamelle molto più sbiadate, terminanti nella loro base posteriore (verso lo stipite) di color citrino, e per lo stipite nericcio cinereo. Cresce cespitoso cogli individui spesso saldati insieme che gli danno un aspetto ramoso. Il cappello quando gl’individui si comprimono a vicenda, è dimezzato; quando isolati o fra di loro distanti intiero, per lo più eccentrico allo stipite, e qualche volta perfettamente centrale; nella maturità completa colla superficie irregolarmente rimosa o screpolata, col margine sinuoso, ed anche lobato, piano-convesso, e più comunemente concavo nel mezzo, pel quale ultimo carattere di unita al colorito speciale del cappello siamo stati dubbiosi di riferire la presente varietà alla specie affine del Bulliard denominata Agaricus glandulosus, ma che per mancanza di glandule nelle lamelle non ci è stato permesso di fare. La carne di questa varietà è elastica, pastosa, fibrosetta, debolmente esalante odor di farina, distinta da quella della precedente per divenire giallognola dopo tagliata, e specialmente verso la base dello stipite, come pure di essere sollecita a farsi ver- minosa: Osservazioni —Niente di più probabile per la riferita descrizione, che il detto Aga- ricus glandulosus del Bulliard sia pure un’altra distinta varietà dell’Ostreatus, e che i caratteri delle lamelle glandulose e del colorito del cappello siano caratteri va- riabili della stessa specie. Giornale di Scienze Natur. ed Econ. Vol. Il (S) 15 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE FIGURE E SPIEGAZIONI Tav. I. Fig. IMI. Funghi riuniti in cespite. — Fig. III. Sezione verticale di un individuo con cappello laterale allo stipite giunto a completa maturità. — Fig. II. Individuo nato isolato col cappello centrale allo stipite. Stazione: — Nasce in autunno nei fusti vecchi e fracidi del Ligustrum vulgare Ly nei luoghi boscosi del R. Sito della Favorita di questo agro palermitano. Nou vorcari — Funcia di Olivella; nome derivato dai contadini dal Ligustrwm vulgare, che chiamasi volgarmente Otivella. È da avvertire che collo stesso nome di funcia di Olivella chiamasi qualche altra specie pure mangiativa che nasce in vi- cinanza del citato arbusto ma non mai sul suo legno fracido, e del quale ci occu- peremo in appresso nel presente lavoro. Uso. — Possiede questa varietà tutte le belle qualità mangiareece della specie alla quale appartiene, e come nella precedente specie è stato detto. Solamente bisogna avvertire di farne uso nello stato fresco, perchè rapidamente passa a guastarsi ed a divenire verminosa. 65. AGARICUS STROBILIFORMIS, Vitt, Ser. I. LEUCOSPORUS.—TrRIB. I. AMANITA, Fries. Agaricus strobiliformis, Vitt., Fungi mang. e vel. d’Italia, pag. 59, tav. 10, fig. 4. —Fr. Epic. p. ò. Agaricus eacelsus? Bull., secondo il Vitt. op. cit. Amanita ampla, Pers. Syn. pag. 255. Amanita procera, Ners., Champ. com., pag. 186. Hypophyllum strobiliforme, Paul., Traité des Champ., tav. 162. Fungus buibosus, pileclo strobiliformi, Paul., Mem. de Ja Soc. de Médie., ann. 1776, pag. 458, n. VII, tay. 16, fig. 2.—Fungus magnus, lotus albus, esculenthus, e volva erumpens, pediculo pracalto, anulato, radice bulbosa. Mich., pag. 187. Osservazioni—La figura del Paulet, op. cit., rappresentante un individuo non ancora bene sviluppato è inesatta e molto lontana dal vero; quella del Vittadini, il primo che abbia descritto con precisione botanica questa distinta specie di Agarico, esatta nelle sue proporzioni è pure tradita cd alterata dall'artista che l’esegui per soverchia eleganza data ai suoi dettagli. Così il margine del cappello che dovrebbe esser liscio trovasi nella figura sparso di verruche; e queste stesse verruche che per lo più sono NUOVE SPECIE DI FUNGII ED ALTRE 19 amorfe, e quasi fra tante nessuna all’ altra somigliante per la grandezza, forma, € protuberanza, sono eseguite quasi geometricamente tutti a piramidi tronche, lo ché mentre dà al fungo un aspetto elegantissimo lo allontana molto dal suo vero e na- turale abito, Stazione — Nel boschetto di elei del R. Sito della Favorita l'abbiamo raccolto per la prima volta nell'ottobre 1866, lo che ci dimostra di essere specie rarissima, almeno per questo agro palermitano, Nomi vorsari — Come specie rara fra noi e di nessun uso manca di nome volgare siciliano, Secondo il Vittadini op. cit. chiamasi in Toscana ove è più comune Zignosa bianca maggiore dei campi di radice grossa, e volgarmente dai Lodigiani Ma- scherpon, e nei dintorni di Caravaggio Coccow bianch. Uso,—È fungo mangiativo, ed anche delizioso al gusto, secondo ci fa osservare il cit. Vittadini, nei paesi ove nasce e raccogliesi in abbondanza. Però confondendosi per somiglianti caratteri con altre specie sospette e velenose, come coll’Ay. aculeatus dello stesso Vittadini, e coll’ Ag. solitarius del Bulliard, specie non ancora da noi rinvenute in Sicilia, non conviene per tutti i riguardi di raccomandarne l’uso nel nostro paese. 60. AGARICUS ARVENSIS, Schaeff. Serie V. PRATELLA.—TrIB. XXXII. PSALLIOTA, RFrics. Agaricus arvensis, Schaeff., tav. 310, 311.—Paul. tav. 134, fig. 1, 2.— Fries Epicr. pag. 213. Agaricus exquisitus, Vitt. Fung. mang. pag. 146, tav. 20. Agaricus pratensis, Scop. Agaricus Georgii, Sow. tav. 304. Agaricus edulis, Krombh. tav. 23. Hypophyllum exquisitum, Paul. loc. cit. Fungus esculentus, magnus, albus, pileolo fornicato, lamellis subrubentis, pediculo longiore, et crassiore, ample anulato, Mich. Gen. pag. 174. Fungus totus albus edulis, Vaillant, Bot. pag. 75. Fungus esculentus pileolo et lamellis albis, Raji, Syn. 2, p. 334. Stazione — Nasce in autunno e nel volgere mite degli inverni nei luoghi aprici e lungo i margini delle vie campestri. Nom vorsari—Molto affine all’Ag. campestris con esso vien confuso dai villici ri- 20 NUOVE SPEC DI LUNGHI ED ALTRE coglitori, e perciò chiamato Zuncia campagnola; secondo il Vittadini op. cit, chia- masi dai toscani pratajuolo maggiore. Uso, — Se ne fa uso mangiativo come del campestris, ed è di questo più delicato e più facile a digerirsi, 67. AGARICUS VARIABILIS, Pers, Ser. IV. DERMINUS.—Tris. XXX. CREPIDOTUS, Erics. Agaricus variabilis, Pers., Obs. Myc. 2. p. 46, t. 5, f. 1 in Vet. Ac. 1808, p. 257.—DC. fr. pag. 135.—Fr. S Epic. p. 211. : Agaricus pubescens, Fl. Dan. t. 1073, f. Agaricus sessilis, Bull. t. 152, 581, fig. 3.—Schum. p. 366.—FI. Dan. t. 1556. Agaricus niveus, Jacq. Fl. Austr. t. 288.—Sowerb. t. 97. 2.—Syn. p. 433. Swartz. yst. Myc. ‘vol. 1, pag. 275, 1° ke 2. Sraziowx&—Dall’autunno per tutto l'inverno trovasi in luoghi boscosi parassito a ra- micelli e virgulti fracidi di alberi ed arbusti, SULL'ECLISSE SOLARE DEL 6 MARZO A867, RELAZIONE DEL PROF. &. CACCIATORE DIRETTORE DEL R. OSSERVATORIO. Gli astronomi riguardano 1’ eclisse solare come un fenomeno di non lieve impor- tanza, e negli osservatori si attende e si osserva con ansietà, potendosi a mezzo delle osservazioni portar delle correzioni e perfezionare le tavole astronomiche, e in ispe- cialità le lunari, L’ eclisse del 6 marzo destava quindi tutta la nostra curiosità e la nostra atten- zione : annulare in siti a noi molto prossimi, qui non era che un eclisse parziale, ma di tale grandezza che soli quattro decimi circa sarebbero mancati alla totale oscu- rità. In tali congiunture nelle quali l’irradiazione solare resta modificata e alterata nella sfera della sua azione in rapporto alla terra, i fisici e gli astronomi non tra- scurano di dedicarsi a talune sperienze atte a portar nuova luce nel campo della fisicr terrestre, e delle scienze in generale. Noi quindi ci avvisammo alle osservazioni puramente astronomiche, i di cui risul- tati eran sommessi alle condizioni atmosferiche, di congiungere talune ricerche e sperienze, per le quali non ci fossero mancati gli opportuni apparecchi, e che di qualche interesse fossero riuscite per la scienza. A tale scopo chiedemmo la cooperazione dei chiarissimi professori della R. Uni- versità, signori Cannizzaro, Blaserna e Lieben, i quali volenterosamente accogliendo l'invito, consacraronsi durante il tempo dell’eclisse alle osservazioni dello sviluppo dell’ozono nell’ atmosfera, alle varie sembianze dello spettro solare, e tener fissi gli sguardi durante il massimo del fenomeno alla corona luminosa , sforzandosi a non lasciare inosservato qualunque fenomeno accidentale si fosse presentato. Inoltre essendosi nell’osservatorio sin dallo scorso anno tentata qualche sperienza di fotografia del disco solare, vagheggiavasi da noi l’idea di applicare, in occasione dell’eclisse, un apparecchio fotografico al refrattore. — L'intelligenza del distinto fo- tografo signor P. Tagliarini che per caso e per estranei lavori trovossi nei prece- denti giorni all’Osservatorio, ci animò a mettere in pratica i nostri progetti, nè tra- scurammo prima di far delle prove sul disco solare, onde poterle poi ripetere con Do 2 SULL'ECLISSE SOLARE DEL 6 xarzo 1867 sicurezza di successo durante 1’ eclisse, e trarne le varie sembianze solari nelle varie circostanze del fenomeno, Questi sperimenti fotografici sotto la direzione del professore Tacchini, al quale non vien mai meno l’ intento ove trattisi di opera che richiegga ingegno e sapere, essendo discretamente riusciti, non più dubitammo di poter anche per fotografia ritrarre le varie fasi del fenomeno. Il giorno 6 adunque noi di buon mattino ci preparammo alle osservazioni, Bello era il cielo, e luminoso splendea il sole nell’azzurra volta del firmamento : però dei vapori e delle nuvole a forma di cumuli presso l’orizzonte rendevan molto dubbioso l’incedere del giorno, tanto più che nei precedenti l’ atmosfera era stata costante- mente turbata, e qualche volta piovosa a La disposizione degli osservatori era la seguente: Vacciatore al cannocchiale del cerchio di Ramsden con 60 d’ingrandimento, assi- stito dal custode signor Palazzotto. Tacchini al Refrattore e alla direzione delle prove fotografiche coll’assistenza dello alunno signor Delisa, Di Stefano al cannocchiale del piccolo Equatoriale con 40 d’ingrandimento. Blaserna a un piccolo cannocchiale di Berge con 30 d'ingrandimento. Cannizzaro a un cannocchiale portatile di Frauhnofer con 30 d’ingrandimento. Il signor Di Stefano inoltre assunse l’incarico delle osservazioni meteorologiche col- l'assistenza del signor Porcasi. Il professore Lieben dedicossi alle osservazioni ozonometriche, e il professore Bla- serna a quelle dello spettro solare a mezzo d’un buono spettroscopio a quattro prismi, In tal guisa disposte e preparate le cose la mattina del 6 stavamo ansiosamente ad attendere l’istante del fenomeno, facendo voti che le nubi importune, che già mi- nacciavano invadere l’atmosfera, si fossero per quell’istante dileguate, e non avessero frustrate le nostre speranze. Se non che la nostra ansiosa aspettazione venne intanto gradevolmente sorpresa da un’altra specie di fenomeno quanto sorprendente altrettanto bizzarro. Erano le ore 7"15" : il sole bene innalzato sull’ orizzonte, all’ oriente il cielo era lievemente offuscato da leggerissimi strati, e questi strati facevansi più fitti verso il sud, e fi- nivano in basso a specie di denso nembo,—Allora fu veduto un fenomeno composto, un alone, cioè ed un parelio — Intorno al grande astro spiegavasi un bel cerchio di 40° di diametro, era a guisa d’un iride, in cui il color rosso, era quello che mag- giormente spiccava; strati più densi interrompeano il cerchio dalla parte del sud, che perdevasi fra i monti, restandone sotto poco meno della terza parte, ovvero circa cento gradi, Nelle intersezioni dell’ orizzontale che passava pel centro del sole col- l'alone vedevansi due soli avvolti come in una luce vivissima bianca che allungavasi nel senso dell’alone, di guisa che nel parelio non scorgevasi chiaramente una imma- gine di sole, ma piuttosto un forte concentramento di luce.— Nelle intersezioni poi del verticale del sole coll’alone ripetevasi il parelio, e anche la luce bianca esten- devasi nel senso dell’arco, e in tutti tre punti questa luce bianca, quale immagine ) confusa di sole, prolungavasi per una estensione di 3 ‘» volte il diametro del sole, SULL’ ECLISSE SOLARE DEL 6 marzo 1807 23 Alle ore 7 * dileguossi l’arco dalla parte del sud, ma il parelio vedevasi ancora : alle 7 5 ingrossate le nubi, cambiate le condizioni di formazione di quelle nebbie, tutto disparve, Nella tavola annessa il grazioso fenomeno è stato accuratamente disegnato dal pro- fessore Tacchini, Osservazioni astronomiche, Se fummo lieti per essere stati spettatori d’un fenomeno assai raro nel nostro clima, non lo fummo del pari per le condizioni atmosferiche, che sempre più tendevano 4 turbarsi a misura che più prossimo facevasi il momento dell’ecelisse, Il cielo bello sulle prime ore del mattino erasi gradatamente coperto di nubi, si-che l'istante del primo contatto andò perduto, ed a stento riuscimmo ad osservare la fine, in cui seh- bene il sole si fosse rischiarato, restò sempre in qualche modo offuscato da leggiere nebbiette. I tempi della fine ottenuti dai vari osservatori sono i seguenti ; Cacciatore = 23h 57% 545 03 Macchie A 258911: t. m. di Palermo del 5 marzo 1867. Di Stefano = 23% 57% 495 10 Blaserna = 230 572 395 41 Tutte le volte che il diradarsi delle nubi davaci il destro di osservare nel disco dlel sole, i nostri occhi non abbandonarono il campo del cannocchiale, onde qualsiasi fenomeno non fosse passato inavvertito. Fu attentamente osservato se l'orlo lunare fos- sesi veduto al di là delle estremità delle corna, ma inutilmente : solo osservando al cannocchiale del cerchio di Ramsden notammo presso al corno orientale alla distanza di 125 circa dall’ estremità alle ore 21, 18. 27 una specie di spezzatura, che dopo tre secondi circa disparve, e lo stesso fenomeno si riprodusse a 21". 21. 23 a 15° cirea dalln punta del corno occidentale, Facendo le correzioni a questi tempi ottenuti al pendolo di Ianvier e riducendoli al tempo medio si ha Tempo della prima spezzatura = 22%, 24, 285 ì t. m. del 5 marzo. Tempo della seconda — 291, 27m, 23° | Questi accidenti coincidendo coi tempi prossimi all’istante della massima fase po- trebbero attribuirsi alla presenza di montagne lunari, e questo fenomeno può riat- taccarsi all’altro osservato dal profossore Cannizzaro, e costatato dal signor Di Stefano 24 SULL'ECLISSE SOLARE DeL 6 mazzo 1867 e da altri osservatori, i quali attentamente mirando sul disco solare giusto poco oltre il tempo della massima fase marcarono presso ai lembi delle tortuose prominenze, e pressochè acuminate, che mano mano disparivano a misura che il fine si approssi- mava, e qualche traccia di questo fenomeno, se attentamente si osservano, si vede nelle fotogratie 10% 11° 129, Volendo dar qualche cenno sulle apparenze che mostrarono gli oggetti terrestri durante l’ eclisse, notammo un particolar carattere che prendea la luce a misura che la fase s’inoltrava, e quando pervenne al suo massimo gli oggetti tutti si colo- rirono d’una tinta giallognola verdastra quasi color d’ulivo, e debolissime apparivano le ombre degli oggetti medesimi. La temperatura sensibilmente diminuì all’ appres- sarsi dell’estrema fase, sì che fu da tutti marcata una sensazione di freddo che unita al movimento dell’aria, potea assimilarsi alle impressioni della brezza matutina. Però i molti vapori addensati nell’aria, e che rendeano l’atmosfera nuvolosa, mascherarono in gran parte questi fenomeni, Fotografie Le condizioni dell’aria sventuratamente non furono quelle che avremmo sperato, e sulle quali avevamo fondato i nostri piani di esecuzione. — Non fu quindi possibile trarre le immagini solari a tempi determinati ed equidistanti dalla massima fase, per come avevamo stabilito, ma dovettimo adattarci alle circostanze del tempo, fa- cendo succedere l'impressione quando diradate le nubi, mostravasi il sole colla pro- babilità di qualche permanenza nella sua chiara apparizione — A tale bisogna con- saerossi l’egregio professore Tacchini, il quale per altro procurò di distribuire le prove in modo che fossero riuscite, per quanto fosse stato possibile, simmetriche. Per avere nella prova fotografica la direzione del moto diurno erasi collocata nella camera oscura una striscia di carta ben rifilata, che a mezzo di piccoli movimenti potea condursi nella vera direzione dei paralleli. Verificata varie volte durante le operazioni la posizione della carta, fu trovata sempre esatta. —Siff'atto metodo riusci a meraviglia nelle prove fotografiche prima e dopo l’epoca della massima fase : allora come si vede, dauno una linea retta nera al posto del cartoncino, però questa dif- ferenza di tinta non fu più sensibile nelle prove che si fecero vicino alla massima fase, avendo sparito la striscia nera dovuta alla presenza del cartoncino. Praticando in tal guisa si ebbero venti fotografie, delle quali la 5* solamente venne trascurata, riuscita imperfetta per effetto di nebbie. — Il gran cannocchiale del Re- frattore nell’ eseguirsi le fotografie veniva messo in moto dall’ orologio rettificato in modo che l’immagine del sole rimanesse quasi immobile nel vetro smerigliato della camera oscura, La posa fu sempre piccola, e quasi istantanea, e ad ogni prova fo- tografica veniva notato il tempo. Debbesi infine avvertire che le fotografie non furono prese a campo libero, ma tennesi sempre coperto 1’ obbiettivo d’ un doppio foglio giallo-oscuro con un piccolo foro al centro del diametro di 20 millimetri, Nella tavola annessa veggonsi le fotografie ottenute tratte in litografia. Do sunL'rcuisse soLare DEL 6 Marzo 1807 Diamo in tempo medio le ore in cui furono esegnite le copie fotografiche : N. d'ordine Tempo medio del 8 marzo 1. Do 0 o QI AT 7 o 2a Do ooo 0 22, So 24 da du o 00 00 0 2: MED 9 49) 4 più 0 © 0a DIO EZIO NIRZIA, Dì bic ù 0 00 0 58, 43 27 6, DL Rn 22 2 3 0310 7. 5 loro o di 0 bio AO 90 S. URTO SOLAIO Iizo IZ bl 9. ADAGIO n) 10. COMICA O ARDSEDO 24, 48, 04 11. DEE DAD O 29 MA 291 12. spet elio ZO LO 13 13. Doo du 43. 24, 41 14, Ri OL OO TRIO i o) 15. Dod 0 È 2310, pi 16. sl o cente Nb a 0 17. GO Deo Do 26, 12 ON 18, IO 0 ASA, 0043 19, OI DEL ZO) Le distanze delle corna in arco dedotte dalle fotografie sarebbero le seguenti : 1 e e) 2 22. 25, 94 3: 25 10, 67 4 27, 24, 39 Da 30. 27, 53 6. 31. 0, 48 Ta 7 8. Slo 53, 77 9. 31 6, 30 10. 29, 99, 65 11. 31 28, 58 12. 31 39, 24 13. Mod: 55 32 14, 30, 27, 53 15» 27. 45, 71 } 16, 26. 03 17. 24, d, dI 18. 14, DI 16 19, 9, 45, 86 Giornale di Scienze Natur. ed Econom. Vol. HI. 26 SULL'ECLISSE SOLARE DEL 6 Marzo 1867 "utte le prove fotografiche sono abbastanza distinte e precise: ma quella che mag- giormente presenta nitidezza nelle cuspidi è l’ottava, nella quale terminano in punte acutissime, come deve accadere per la proiezione d’un cerchio su d’un altro, Ebbimo la ventura di potere eseguire una prova giusto agli istanti della massima fase : l’im- magine sebbene ritratta netta e spiccata, presentò le cuspidi bipartite, come chia- ramente si osservano nella fotografia, accidente che attirò tutta la nostra attenzione. —lome si scorge i due corni sono molto ben definiti, ciò nondimeno terminano hi- partiti, e questa divisione per un certo tratto e per poco prolungasi con una specie di penombra sul corno stesso, secondandone la curvatura, Abbiamo invero stentato a spiegarci la causa di questo fenomeno, che non potendo attribuirlo a modificazioni della luce, dà a sospettare che piuttosto sian derivato da una menda fotografica, e che la macchina al momento dell’impressione siasi leggermente mossa in senso late- rale. Supponendo quindi che questa divisione provenga da una doppia immagine pro- dotta da un urto sulla macchina, si è cercato di determinare le posizioni dei due centri corrispondenti alle due differenti immagini, e li trovammo vicinissimi e eol- locati in modo, che l'ampiezza della massima fase corrisponde la medesima tanto per l'una che per l’altra, E ciò sta in accordo anche col modo con cui operavamo, per cui l’urto se anche avvenne, non potè essere che laterale, e quindi non poteva al- terare l'ampiezza della fase. Fatta la scala dei centesimi del diametro solare sulla fotografia ingrandita, tro- vammo la massima fase = 0,95602 del diametro solare: per una combinazione forse accidentale questo valore è quasi identico a quello che l’astronomo signor Tacchini avea calcolato di 0,956 a 10" 255 9. Dalla stessa fotografia ingrandita per l’ epoca della massima fase, trovammo il diametro apparente della luna =0,962922 del dia- metro solare, cioè = 31", 6”, 14. Osservazioni meteorologiche. Le seguenti osservazioni meteorologiche durante il tempo del fenomeno furono ese- guite dal primo assistente signor Di Stefano, e dal secondo signor Porcasi, Il signor Di Stefano accompagnò le osservazioni delle corrispondenti curve, come vedesi nella tavola unita, e della rivista che segue. iN (95) OSSERVAZIONI ESEGUITE IN OCCASIONE DELLO A e -—- — { TERMOMETRI A SOLE | ORE BAROMETRO TERMOMETRO TENSIONE RIDOTTO A 0° ALL'OMBRA ET Ere e e | BULBO SCOPERTO | BULBO ANNERITO la] VISI 743,37 10,2 » » 7,83 20 43,37 10,5 13,5 15,2 7,65 40 43,37 10,8 14,4 15,6 8,07 gh n 43,37 Ito 14,7 15,7 8,01 20 43,31 11,5 15,4 15,9 8,12 40 AIA 12,0 15,6 | 16,2 7,70 gh gm 43,12 12,4 16,0 16,5 7,70 10 43,21 12,6 16,0 16,5 8,21 20 43,17 12,6 16,5 17,1 8,21 30 43,04 dI2A7 | 16,1 16,9 8,27 40 43.05 12,9 16,7 16,8 8,00 50 42,99 12,9 16,0 16,5 8,15 TOR 01 42,93 12,7 | 15,9 16,2 8,00 10 43,08 12,6 15,5 1935 7,70 20 43,09 12,3 14,6 14,4 7,64 30 42,99 12,1 14,7 15,0 7,59 40 43,12 12,0 15,0 15,1 7,94 50 43,07 12,1 15,1 16,1 7,76 JrS0n 43,07 12,6 15,7 16,6 7,70 10 43,07 12,9 17,0 18,1 | 8,00 20 43,12 13,9 18,5 19,4 7,77 30 43,05 13,6 18,5 19,4 7,83 40 43,04 13,9 | 19,1 19,5 1:52 50 43,02 14,1 18,6 19,1 7,52 NZ 43,07 14,5 18,2 19,6 | 7,68 20 43,05 14,7 19,1 19,9 7,08 40 42,89 - 15,0 20,7 21,2 7,50 TORO 42,99 15,1 20,0 20,0 7,44 20 42,99 15,4 | 21,6 21,6 7,26 40 | 42,85 15,3 | 20,6 20,4 | 7,32 gu rn 42,80 15,2 20,0 19,3 | 7,15 | I| METEOROLOGICHE EUULISSE SOLARE DEL 6 MARZO 1867. Î | VENTO NUVOLE STATO | UMIDITÀ | ve EVAPORAZIONE SS _—-rrrr TY —_-|l|TÈ|orge_-vyY_-_-}-; r | | CIELO VIVENOT DIREZIONE FORZA VOLUME DENS: MASSA | Ì Î 85 SO » i 80 0,9 40 Coperto v. 0,0 648 85 SO 0,08 80 5 40 Coperto v. 88 S0 08 80 5 40 Coperto ve | 0,0332 85 S0 11 80 5 40 Coperto v. 85 SO 12 80 5 40 Coperto v. | 0,0216 79 RIO) 32 80 5 40 Coperto v. 76 SO 60 90 5) 45 Coperto v. 0,0375 78 S0 37 90 9 45 Coperto v. 75 S0 40 80 5 40 Coperto v. 0,0216 04) S0 34 80 5) 40 Coperto v, 74 SO 27 80 5 40 Coperto v. 0,0324 74 S0 36 | 90 h) 45 Coperto v. 72 S0 29 | 90 d 45 Coperto v. 0,0324 70 S0 26 | 30 5 40 Coperto v. 70 SU) 12 | 80 5) 40 Coperto v. 0,0432 71 SO 1,00 NZ 5) DIO Coperto v. 70 50 43 i 70 5) 35 Coperto v. 0,0432 76 SO 21 190 5 45 Coperto v. 74 SO) 26 i 70 5 35 Coperto v. 0,0324 71 SO 36 NESZAD 5 5) Coperto v. 72 0S0 21 | 70 5 35 Coperto v. 0,0324 65 OSSO) 42 | 70 5 35 Coperto v. 68 SO 41 | 70 5 35 Coperto v. 0,037$ 64 SO | 37 | 70 5 35 Coperto v. 63 SO 81 | 70 5 35 Coperto v. 0,0971 63 SO | 48 | 60 4 24 Coperto v. 63 SO 52 | 50 4 20 Misto 0,1295 62 SS0 57 | 90 4 36 Coperto v. 59 SIU | 47 70 4 28 Coperto v. 0,1511 58 S0 | 53 50 4 20 Misto 56 SIO) | 55 50 4 20 Misto 0,1619 30 SULL'ECLISSE SOLARE DEL 6 marzo 1867 Il cielo nei giorni precedenti a quello dell’ eclisse si mantenne generalmente co- perto : il vento del 1° quadrante piega nel giorno 5 al 3° quadrante aumentando gra- datamente di forza. — Nel mattino del 6 il cielo è ancora coperto, ed il vento spira piuttosto forte e freddo. Il barometro dalle 9" s. del giorno 6 cominciò ad abbassare. Nel mattino del 6 si dispongono al sole due termometri, uno a bulbo annerito l’altro a bulbo scoperto legati nella inferriata del piccolo terrazzo che guarda mezzogiorno. Alle ore 7 dello stesso giorno cominciossi ad osservare il barometro, il termometro campione esposto all'ombra, i due termometri sopradetti, lo psicometro, l’atmometro Vivenot, la forza e la direzione del vento, non che lo stato del cielo. Le osservazioni furono eseguite ad ogni 20" sino alle 9°, indi di 10" in 10" sino a mezzodi, ed indi sino alle 2% di nuovo di 20" in 20" Barometro. — La pressione tende generalmente ad abbassare : si notano nell’ in- tervallo delle osservazioni tre minimi particolari alle 10% di 742,93 — alle 10h, 307 di 742,99 ed a 0% 40" di 742,89.—Dalla ispezione della curva barometrica scorgesi che una leggiera marea atmosferica precedette il maximum della fase di pochi mi- nuti, notandosi un abbassamento nella pressione più rapido dell’ordinaria marcia ba- rometrica; infatti dopo le 10” il barometro tende ad innalzarsi, il minimum osservato alle 10 30" essendo dovuto come può rilevarsi dalle curve delle forze del vento, ad un accidentale colpo di vento avvenuto in quell’ora. L'effetto di questa marea pre- cedente la massima fase rendesi più manifesta ancora nella curva della pressione dell’aria asciutta, in cui la pressione cala rapidamente dalle 9", 10" alle 9", 305, di 0"%%,23, per risalire in seguito sino alle 11". 40" : d’onde si vede che in questo caso l’abbassamento manifestossi al principio dell’ecclisse. Temperatura. — Le variazioni di temperatura, sebbene mascherate in parte dallo stato del cielo nuvoloso vario e dal vento, che quantunque del 3° quadrante è piut- tosto freddo, nondimeno nei due termometri esposti al sole presentano un marcato abbassamento, che si rese sensibile ancora nel paese alle 10" 20" ora del massimo oscuramento. Infatti dalle 9", 40%, cioé poco dopo il principio dell’ eclisse sino alle 10%, 20% l’abbassamento nel termometro scoperto fu di 2°,1, e di 2°,4 in quello an- nerito, È notabile che nel sudetto abbassamento le temperature dei due termometri pre- sentano differenze minime dalle 10 sino a circa le 10,30: quindi Je due curve cammi- nano quasi insieme, Nel termometro all’ ombra l’ andamento è più regolare, però l'abbassamento inco- mincia alle 9.40 come in quello scoperto esposto al Sole, e si prolunga sino alle 10,40 circa con una differenza di 0,9, Le massime differenze tra il termometro al sole e quello all’ ombra sono di 69,2 : le minime sono di 29,1 per quello annerito , e di 2°,3 per quello scoperto: queste differenze successero nell’ora del massimo abbassamento termometrico.— In generale le differenze vanno diminuendo sino alle 10,20, e crescono da quell’ ora in seguito» Umidità. L'umidità va generalmente diminuendo coll’inoltrarsi del giorno: se con- SULL'ECLISSE SOLARE DeL 0 marzo 1867 31 giungiamo con un sol tratto l'osservazione delle 9 con quella delle 11,50 si vede, che non ostante la varia forza del vento, minore a quella delle ore precedenti e seguenti quest’intervallo, l’umidità fu più forte durante V’ecelisse di quello che ordinariamente avrebbe dovuto essere, se l’azione calorifiea del sole sull’atmosfera non fosse stata in parte diminuita dall’interposizione della luna dinanzi al disco solare. — Del resto la curva dell'umidità è quasi simmetrica a quella rappresentante la forza del vento. Forza del vento — Per la forza del vento è stato notato il rapporto tra la velo- cità osservata, e la massima velocità osservata corrispondente a 5 chilometri nell’in- tervallo di 10 minuti. Debole dapprima aumenta un poco più del principio dell’ ec- clisse per diminuire in seguito sino al momento della massima oseurazione , in cui succede un forte buffo di vento indi si ristabilisce di nuovo l’equilibrio sino al ter- mine dell’ecclisse, in cui il vento comincia gradatamente ad aumentare di forza. La sua direzione fu quasi costante piegando un poco più all’Ovest alle 11.20, e girando in seguito sino a SS0 all’1" per ritornare alla prima direzione dopo circa 20", Stato del cielo— Lo stato del cielo variamente coperto ha avuto ‘un’influenza non indifferente sull'andamento dei due termometri esposti al sole, e le piccole anoma- lie che si osservano nelle due curve rappresentanti le loro marcie, si devono in gran parte attribuire alle diverse posizioni delle nubi relativamente al sole, e alla loro varia densità. Le nubi più dense a forma di cumulo erano all’Ovest, all’Est predomi- navano strati e cirro-strati alti e di densità varia tra 0,8 0,4. Terminato 1° ecclisse lo stato del cielo varia colla densità delle nuvole. Evaporazione. — L’ evaporazione è stata osservata all’ atmometro Vivenot esposto come il termometro campione. — Un poco varia sul principio, si mantenne costante nella durata dell’ ecclisse, aumentando un poco nella massima fare piuttosto per la forza del vento che in quell'ora si fece alquanto più forte che per le cause normali che la producono, — Terminato l’ecclisse aumentò colla temperatura e colla forza del vento, molto rapidamente passando alle 11,40 da 0%,0378 a 0,0971 in 20" d’intervallo indi dopo 20" a 0%,1295, e così di seguito sempre aumentando. Osservazioni ozonometriche. Mancando tanto l'Osservatorio che l’Università degli opportuni apparecchi onde otte- nere risultati sicuri sulle elettricità e magnetismo, sperienze che avremmo desiderato riunire alle altre, pregammo il chiarissimo Professore Lieben di voler eseguire qualche osservazione sulle condizioni dell’ozono nell'aria durante il tempo del fenomeno. L’e- gregio Professore avendo esposto all’azione dell’aria le carte preparate in luogo ri- parato e difeso dai raggi del sole, nei seguenti termini ci trascrivea i risultamenti delle sue ricerche, Le 21 striscie di carte preparate con joduro potassico, e salda d’amido furono e- sposte successivamente per 10% cadauna all’azione dell’aria all'ombra. — Durante il fempo dell’ecclisse non si costatò in queste condizioni la presenza dell’ozono nell’aria: due altre striscie preparate nello stesso modo ed esposte all’azione dell’aria all'ombra 32 SULL'ECLISSE SOLARE DEL 6 marzo 1867 per 1" e 15% durante l'eclisse mostrarono un debole azzurramento, che potrebbe es- ser ritenuto come indizio della presenza di traccie d’ozono. I tempi delle esposizioni furono i seguenti : Dalle Shi A alle gn 55m SONO ONUNNO ON ndo ON 9. 25 9. 25 9. 35 9. 35 9, 45 9. 45 9, 55 9. 55 L'OSNINI5 LORD 10, 15 10. 15 10. 28 1010028 10. 40 10. 40 10, 50 10. 50 Lr aSro LUANNO DISISIO mo 210 N20 WU 20 11.30 ll. 30 ll. 40 DISNNZIO DISSN50 o 0 120000 12 O DO AO Yor 0 N05 020 Osservazioni spetroscopiche. Il chiarissimo professore Blaserna volle gentilmente occuparsi delle osservazioni dello spettro solare, onde notarne quelle differenze che per avventura si fossero presentate, specialmente verso l’istante della massima fase, com’ebbe campo di osservare il pro- fessore Baneda in Ispagna , il quale notò un grande indebolimento del giallo poco prima della totalità, e varie piccole alterazioni nelle righe di Fraunhofer. Il professore Blaserna verso le 8! cominciò a misurare le linee principali. Il tempo non era favorevole, non ostante gli fu possibile di determinare con discreta esattezza la posizione di circa 80 linee fra le più visibili comprese nello spazio tra la linea tripla B nel verde, e la linea € nel rosso — Nel tempo della massima osservazione furono ripassate di nuovo, ma nulla si trovò di anormale nella loro distribuzione. — Dopo l’ecclisse le linee misurate furono riscontrate nelle tavole dello spettro solare pubblicato da Hirchoft , e furono trovate concordanti con questo, — In conseguenza, se è lecito giudicare da osservazioni fatte in condizioni non del tutto favorevoli, po- tremo conchiudere che durante quest’ eclisse non si potè riscontrare alcun cambia- mento nello spettro solare. SULL'ECLISSE SOLARE DEL 6 marzo 1867 33 Osservazioni sulle piante, L'azione calorifica del sole alterata nelle sue normali condizioni durante il tempo degli eclissi dee certamente avere un’ influenza sulle piante e sulla vegetazione in generale — Per tal riguardo non mancano interessanti ricerche eseguite da distinti botanici. Crediamo qui utile trascrivere una comunicazione fatta al professore Agnello dagli onorevoli signori Crisafulli e Sturiola da Messina. Messina 6 marzo 1867. Piano dei Cappuccini, sito elevato metri 59,44 sul livello del mare. Termometro cen- tigrado sopra scala in ottone, collocato al Nord dei fabbricati, e all'ombra: nessun altro fabbricato vicino potea riflettergli calorico. Benchè il cielo fosse sparso di nubi, pure il fenomeno fu osservato maestoso. L’ andamento del termometro collocato con tutte le possibili precauzioni fu il se- guente : Alle AG IMA 10. 0 10, $ 10, 5 10, 5 10. 10 10, 2 10. 16 10, 0 10, 20 9, $ 10. 30 IT0O 10, 39 Oz 10. 55 9, 2 11. 0 9, 4 11. 5 IO ll 10 10, 0 1l 15 10, 5 11 20 10, 7 1l, 30 11, 3 11 9d 11, 7 Il sito era cosparso di fiorellini detti Bellis-annua, i quali mano mano che l’occul- tazione progrediva si andaron chiudendo finchè arrivò la massima fase, ed indi colla stessa uniformità ritornarono alla primiera forma. Questo fenomeno sulla Bellis-annua, marcato degli onorevoli signori Crisafulli e Stu- riola, è stato altre volte anche osservato in altre piante e con molta diligenza dal signor dottor D. Josè Pizcueta professor di botanica dell’Università di Valenza, durante l’eclisse solare del 18 luglio 1860, In quell’ occasione il chiarissimo professore praticò delle preziose sperienze sulle Giornale di Scienze Natur. ed Econom. Vol. III ò 34 SULL'ECLÌSSE SOLARE DEL 6 marzo 1867 piante in generale, notandone talune che aprirono le loro foglie durante Il fenomeno per rinchiuderle al fine dell’eclisse come la Zpomea Leari, lau Nyctaginee, la Mirabilia Jalappa, il prezioso Cereus rostratus, la corolla della Eschscholtzia; tali altre che ser- rarono per un’ottava parte le loro foglie, come la Mimosa sensitiva, la Gleditschsi caspica; notò parimenti quelle che serrarono le loro foglie per una quarta parte, come l’Acacia Julibrizin, V Acacia grandiflora, la Callyandra tetragona, la Coulteria tinctoria, la Indigofera Dosua, la Cassia Barklajana, V Amorpha fruticosa, la Ba- ruhinia latifolia, la Coronilla glauca, la Desmhantus angustifolius—e quelle altre che le serrarono per metà, come l’ Acacia lophanta, l’Acacia leucocephala, V Acacia Valli- chiana,l Acacia vestiana, la Mimosa pudica, la Inga anomala, la Calliandra Brevipes, la Parckinsonia aculeata, la Scottia speciosa, Vl Amicia affinis, la Tamarindus indica, la Ozalis deppei, la Cassia grandiflora e la Wiborgia polistachia. — Non lasciò di no- tare i nomi delle piante che serrarono le foglie per tre quarti, come 1’ Acacia strom- bulifera e Acacia Lebbeck; ed infine quelle che serrarono le foglie anticipatamente come le Nelumbtum caspicom e la Nymphea caerulea, Le piante in ultimo, le foglie delle quali rimasero insensibili durante il tempo dell’eclisse furono l’ Acacia distachya, Acacia capensis, l’Acacia pulchella, l Acacia vera, l Acacia lanuginosa, V Acacia impressa, lAcacia glandulosa e Acacia Farnesiana. SULLA STABILITÀ DEL PONTI DI FABBRICA MEMORIA DEL PROF. FRANCESCO CALDARERA. INTRODUZIONE 1, L'incarico conferitomi (*) di progettare un ponte di fabbrica sul torrente Rosmarino, provincia di Messina, mi ha condotto a considerare seriamente la stabilità delle volte cilindriche rette di grande corda a sesto ribassato, che le circostanze di quel corso d’acqua mi obbligavano adottare. Era mestieri considerare una volta avente per direttrice dell’ intradosso un arco completo, o ad anse de panier, secondo la nomenclatura del signor Yvon Villarceau, l’estradosso parallelo all’intradosso, impostata su pierretti, e rinfiancata con muratura sino al piano orizzontale tangente alla sommità dell’ estradosso,, gravata inoltre da una sopraccarica , la quale fosse limitata in altezza pure da un piano orizzontale. Per determinare le dimensioni delle parti dell’ edifizio avrei potuto ricorrere alla teoria del citato signor Yvon Villarceau (Memoria pubblicata nel 1854, Parigi ecc.); ma questa teoria non essendo ancora rifinita sotto il riguardo delle applicazioni, mi avrebbe condotto in un campo impraticabile, oltre delle difficoltà di esecuzione, per la lunghezza dei calcoli ad effettuare, se avessi tenuto in conto le diverse densità rispettive dell’arco della volta, del rinfianco e della sopraccarica. A rendere acces- sibile il cammino era d’uopo riguardare come omogenee le masse del sistema, e per- tanto poter adoperare le formole dallo stesso signor Yvon Villanceau ottenute con la considerazione della cennata omogeneità, e le tavole poste in fine della citata me- moria. Procedendo a tale modo mi sarei imbattuto nell’altra difficoltà di non potere introdurre nelle formole come determinate a priori la spessessa al serraglio compa- (*) Per disposizione governativa in data del 28 agosto 1858. Questa Memoria fu composta nel 1859, ed i primi fogli della stessa apparvero già nel 1860, com- presi nei fascicoli 4 e 2 di un periodico, col titolo di Annali dei lavori pubblici vin Sicilia, che io impresi di pubblicare in quell’ epoca; interrotta però la stampa di detti Annal?, non fu ultimata quella della presente Memoria; ora ciò vado a compiere, pubblicandola per intero. Conserverò la esposizione, quale fu allora sceriita, onde non isconvolgere l’ ordine seguito, e precipuamente per mostrare il primo pensiero, che me l’ha dettato. 30 SULLA STABILITA DEI PONTI DI FABBRICA tibile con gli usi in pratica, e l'altezza della sopraccarica, che dovea ammettere, onde mercè questi dati, ed il rapporto fra la saetta e la corda prestabilito, potere determinare gli elementi della curva intradosso da offrire la inassima stabilità, e quindi tutte le altre incognite; perocchè secondo la teoria in parola la somma della spessezza al serraglio, e dell’altezza della sopraccarica andando dipendente dal rap- porto fra la saetta e la corda, colla frazione da me adottata a rappresentare questo rapporto conseguiva per l’indicata somma un numero tale, sicchè bisognava non am- mettersi alcuna sopraccarica per ritenere la spessezza al serraglio conforme ai det- tami della pratica, ovvero ammettendosi per la prima l’altezza probabile da porre a calcolo pel ponte in progetto, dover essere molto piccola la spessezza alla chiave (i.due terzi circa di quella, che ho determinato mercè le considerazioni pratiche), Poichè della sopraccarica non potea disporre a mia volontà, io sarei stato ridotto al secondo dei due casi or cennati, quindi nel bisogno di cercare materiali eminen- temente resistenti allo schiacciamento, e procedere in tale guisa con arditezza in modo diverso dagli usi ordinarî; mi sarei pertanto imbattuto forse nello scoglio del- l'opposizione. Per queste ragioni, che io cenno qui di volo, e largamente dichiarate nel progetto summentovato, mi sono determinato camminare in altro modo, 2, Adoperando le formole ottenute dal precitato signor Yvon Villarceau con la con- siderazione dell’omogeneità delle masse, e le tavole suindicate, introducendo nel cal- colo il rapporto da me adottato fra la saetta e la corda, ho formato una tavola con- tenente gli elementi per tracciare la curva, che sarebbe stata la direttrice dell’in- tradosso delle arcate, qualora avessi ritenuto una piccola spessezza in chiave. Tracciai questa curva con molta precisione a grande scala, e con lo stesso rap- porto fra la saetta e la corda, alla medesima scala, tracciai altresi un grande numero delle svariate policentriche immaginate da diversi Geometri, Fra questi tenni in primo riguardo la curva adoperata da Perronet pel ponte di Neuilly; quella a cinque centri presa per caso di applicazione da Audoy nell’egregia Memoria sulla teoria delle volte inserta nel Memoriale dell’Uffiziale del Genio (pag. 9 e seguenti, tomo primo pubbli- cato in Liege, anno 1844, ece.); varie tra le policentriche delle quali si è occupato l insegnere Michal nella Memoria formante parte degli annali di Ponti e Strade di Francia (anno 1831, secondo semestre); talune pure di quelle, che formano il sog- getto della Memoria di Leronge inserta nel secondo semestre dell’anno 1839 dei ci- tati Annali; altre ovali altresi, e finalmente una semiellisse, che non trascurai di porre in esame per molti riguardi, e tra questi onde conoscere quali delle policentriche tracciate conservano meglio la continuità, Dal confronto delle traccie di tutte le mentovate curve con quella conseguita nel modo sopraccennato dagl’insesnamenti dell’illustre Yvon Villarceau, non escluso il ri- guardo della facilità della esecuzione nell’ effettnare la costruzione, e di quanto av- verrebbe dietro il disfacimento delle centine, ho inferito essere preferibile fra tutte la curva a sette centri delle indicate dal signor Michal, delle quali cioè i raggi estremi agli archi di cerchio, che le compongono, comprendono angoli eguali, ed i primi di tali raggi sino al penultimo eselusivamente , contati dall’ imposta verso la sommità SULLA STABILITA” DEI PONTI DI PABBRICA 37 crescono come quei di curvatura della semiellisse tracciata sulla stessa corda e saetta, che sono diretti in modo da dividere in due parti eguali gli angoli compresi fra i predetti raggi estremi agli archi della policentrica. 3. Dipendente dalle circostanze del Torrente, dal sito ove dovrà costruirsi il ponte, e dalla strada, che al medesimo dovrà legarsi, dalla scelta ancora della curva per la direttrice dell’intradosso delle arcate, io determinai le ampiezze di queste, la lor spessezza al serraglio secondo i dettami della pratica, le spessezze delle pile e delle spalle, la loro altezza al di sopra del piano superiore delle fondazioni, e tutte le dimensioni delle altre parti dell’edifizio, Per questo cammino fui condotto indi ad as- sicurarmi se cotali dimensioni fossero compatibili con quelle, che derivano dai prin- cipì di Statica ammessi in Arte, epperò fui ridotto allo esame a posteriori della sta- bilità di una volta cilindrica retta, impostata su pierretti, rinfiancata con muratura sino al piano orizzontale tangente allr sommità dell’estradosso, e sostenente una so- praccarica limitata pure in altezza da un piano orizzontale; la curva dell’intradosso essendo una semi-ovale a sette centri geometricamente definita come sopra. Per effettuare questo esame io dovetti ricorrere alla teoria di Conlomb, che sì am- plamente ha svolto Audoy nella sopraccitata Memoria, però questi non avendo con- templato il caso in cui le volte hanno per direttrice dell’intradosso una semi-ovale a sette centri, io fui astretto a trovare le formole, che a questo caso si addicono, Il bisogno di tale ricerca, ec quello di considerare la diversità delle masse dell’arco della volta, dei pierretti, del rinfianco e della sopraccarica, mi ha spinto a conside- rare un sistema di volte più generale, il quale come caso particalare comprende quello, che dovea esaminare, sistema che vado a definire, 4, Immaginiamo una volta cilindrica retta, della quale in consegnenza i piani di fronte sono paralleli tra loro, e normali all'asse; sia la direttrice dell’intradosso una policentrica qualunque, però geometricamente definita con anticipazione, e della quale siano dati la corda, la saetta, i raggi degli archi di cerchio, che la compongono, e gli angoli d’inclinazione sulla corda di quei raggi condotti per l'estremità dei cen- nati archi; la direttrice dell’ estradosso sia una policentrica parallela alla prima, e conosciuta la distanza costante, detta spessezza al serraglio, fra i punti corrispon- denti delle predette due curve, 2 Immaginiamo l'arco della volta così definito impostato su pierretti eguali tra loro, e coi quali forma unico corpo; il medesimo abbia inoltre un rinfianco di muratura, e sostenga una sopraccarica; quest'ultime masse siano disposte simmetricamente per rapporto al piano verticale condotto per l’asse della volta, il quale divide in conse- guenza tutto il sistema in due parti eguali, ciascuna delle quali sarà chiamata metà del sistema. Supponghiamo bensì per ciascuna metà del sistema che il rinfianco abbia per limite nel verso dell’altezza un piano inclinato all’orizzonte, il quale può tal fiata incontrare l’ estradosso della volta secondo una generatrice alquanto distante dalla cuiminante, e nel verso della lunghezza del sistema abbia per limite il piano ver- ticale, che è il prolungamento della faccia del pierretto opposta a quella in conti- nuità dell’intradosso, Immaginiamo ancora che la sopraccarica, considerando sempre 38 SULLA STABILITA DEL PONTI DI FABBRICA una metà del sistema, sia limitata nel verso della lunghezza dal medesimo piano verticale, che limita il rinfianco, ed in altezza talora da un piano inclinato all’oriz- zonte, non parallelo nella generalità a quello di limite rispettivo del rinfianco; altra finta per una porzione, a contare dalla sommità, vada limitata da una superficie pa- rallela all’estradosso della volta, e nella rimanente estensione da un piano inclinato all'orizzonte, altresi non parallelo in generale al limite del rinfianco; altra volta fi- nalmente al primo limite or cennato determinato da una porzione di superficie pa- rallela all’estradosso succeda un piano parallelo a quello di limite del rinfianco, indi altro piano diversamente inclinato di quest’ultimo in rapporto all’orizzonte, e che lo incontra secondo una retta parallela all'asse della volta. È conseguenza immediata della simmetria intorno la disposizione del rinfianco, e della sopraccarica nelle due metà del sistema, che i piani anzidetti, i quali sono li- miti in altezza dall’uno e dall'altro fianco, debbono rispettivamente incontrarsi essi medesimi, od i loro prolungamenti, secondo’ altrettante rette giacenti nel piano ver- ticale condotto per l’asse della volta, e tutte parallele a quest’asse. Supponghiamo la muratura del rinfianco poco aderente all’arco della volta, e non formante corpo con questa, e composta in modo che in nn movimento iniziale, e pic- colissimo del sistema il rinfianco si fenda secondo piani verticali paralleli a quello condotto per l’asse della volta. Supponghiamo ancora la massa della sopraccarica of- frente analoghe circostanze e per sé stessa, ed in riguardo alle masse soggiacenti. Supponghiamo in fine diverse le densità rispettive dell’arco della volta, del rinfianco, della sopraccarica, e dei pierretti. Il sistema così concepito abbraccia con generalità tutti i casi, che possonsi presentare nella pratica in riguardo alla costruzione dei ponti commisti alle strade. 5. Secondochè il piano limite del rinfianco nel verso dell’ altezza incontra, o pur no l’estradosso della volta, e secondo la diversa figura, che può assegnarsi al limite in altezza della sovraccarica in rapporto all’estradosso, ed al rinfianeo, il sistema con- cepito si partisce in tre altri, che distingueremo con l’ ordine suindicato in primo, secondo e terzo. Le figure 1° 22 e 3° (*), rispettivamente a ciascuno di questi tre casi, rappresentano la sezione di metà del sistema secondo un piano normale all’asse della volta, o paral- lelo ai piani di fronte; Ao Ass. A, è metà della policentrica direttrice dell’intradosso, A, il punto culminante, 0A, la semicorda, 0A, la saetta; Ro Ago Ri Ayy Ra Ass Ru A i raggi degli archi di cerchio, che la compongono, condotti per l'estremità degli stessi, ad eccezione del primo che passa per Ao alla metà dell’arco culminante; Bo Biy.y By È la curva direttrice dell’ estradosso; parallela in conseguenza alla policentrica dianzi cennata, in modochè A, Bo Ax Bye A, Bu sono le spessezze costanti della volta ; A, L M N rappresenta la sezione del pierretto, Secondo i tre casi testè distinti i limiti del rinfianco e della sopraccarica iu al- tezza, e nel verso della lunghezza del sistema, sono definiti nella predetta sezione (*) Le figure citate in questa Memoria sono racchiuse nella Tavola V. SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 39 dalle linee qui appresso indicate. Pel primo caso (fig. 1) in riguardo al rinfianco la retta © E inclinata all’ orizzonte, cd E L prolungamento della verticale L N (*), e per la sopraccarica le due rette Do F, E F, la prima di quest'ultime essendo diver- samente inclinata all’ orizzonte in rapporto a C E, e la seconda sul prolungamento della verticale L N. Nel secondo caso (fig. 2) i limiti mentovati pel rinfianco sono la vetta B, E inclinata all'orizzonte, EL sul prolungamento della verticale LN; per la so- praccarica poi si ha una porzione di curva K,K,,wKm parallela alla direttrice dell’estra- dosso, e le due rette K, F, E PF, la prima non parallela a B, E, e la seconda sulla verticale medesima coincidente con L N, Nel terzo finalmente (fig. 3) si ha pei limiti in rapporto al rinfianeo le due rette DA E, E L giacenti analogamente a quelle del secondo caso; in riguardo alla sopraccarica poi questi limiti sono una porzione di curva Ko Kx. Km parallela alla direttrice dell’estradosso, e terminata alla verticale medesima condotta per B, la retti Km D, parallela a B, E, la retta D, F con diversa inclinazione di B,E in rapporto all’orizzonte, per ultimo la retta FE sul prolunga- mento della verticale L N. 6. Questa Memoria è divisa in articoli; per brevità ci asteniamo di annunziare qui con particolarità il contenuto di ciascuno degli stessi; il loro titolo ne offre un'idea, e l’indice delle materie posto in fine della Memoria supplirà completamente all'uopo. Quando dovremo citare qualche paragrafo, per brevità noi preporremo al numero che lo designa il consueto segno $, il quale pertanto terrà luogo del vocabolo paragrafo. AVVERTIMENTO 7. Per discutere il soggetto propostoci basta avere in considerazione metà del siste- ma ($ 4), e diamo avvertimento che noi riferiremo sempre le indicazioni con sueces= sione dalla sommità della volta verso la imposta, come altresì che tutti gli angoli saranno rapportati al sistema sessagesimale. Chiameremo archi interi gli archi di cer- chio, i quali compongono le policentriche a doversi contemplare, e poichè noi avremo riguardo a sola metà del sistema, per analogia diremo pure arco intero la metà del- l'arco culminante; chiameremo poi arco parziale una parte d’ arco intero, ovunque sia presa nella estensione dello stesso; denoteremo con la caratteristica di archi corri- spondenti quei compresi sulle policentriche parallele fra due raggi, i quali partono da un medesimo centro; distingueremo ancora le due estremità di un arco coll’indica- zione di prima e seconda estremità in corrispondenza della loro successione, seguendo il verso dalla sommità della volta alla imposta. (*) Saranno spesso contraddistinte talune rette colla indicazione di orizzontali o di verticali, se- condochè s’intenderà essere parallele alla corda, od alla saetta della volta, avuto riguardo all’ana- logia, che passa tra le posizioni delle linee costituenti le figure, e di quelle che rispettivamente le rappresentano negli edifizi in esame. 40 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA Per laconismo altresì denomineremo le due policentriche direttrici dell’intradosso, e dell’estradosso semplicemente curva intradosso, e curva estradosso, e per analogia diremo curva della sopraccariea la porzione di policentrica direttrice della superficie, che nel secondo, e terzo caso ($ 4, 5) limita in altezza una parte della sopraccarica, Chiameremo centri e degli archi interi, e dei parziali, o della curva a considerarsi, i punti d’intersezione rispettiva dei raggi condotti per le due estremità di ciascun arco, ovvero i centri dei diversi cerchi dei quali fanno parte gli archi della policen- trica, che si ha in esame. Finalmente avvertiamo che d'ora in poi per distanza del centro di gravità di un’aja, la quale dipende da un arco intero, o parziale, ovvero da archi corrispondenti, intenderemo la distanza di quel centro dalla verticale, che passa pel centro dell’arco da cui l’aja dipende, ovvero pel centro comune degli archi cor- rispondenti, quando da simili archi l’aja in parola è dipendente; per momento della stessa aja intenderemo il prodotto della medesima per l’indicata distanza del centro di gravità. Questo momento sarà designato dalla lettera, che si userà onde rappre- sentare l’aja, apponendovi in alto un asterisco; qualora poi si avrà da considerare altra specie di momenti se ne farà particolare specificazione. Prenderemo per assi delle coordinate le retto, delle quali fanno parte la corda, e la saetta della volta, la prima per le ascisse, e la seconda per le ordinate; all’oppor- tunità sarà indicato il verso nel quale deggionsi riguardare positive. L’estremità degli archi interi delle curve intradosso, estradosso, e della sopraccarica saranno distinte da un indice in numero intero, a cominciare da zero per la prima estremità dell’arco culminanante; le estremità poi degli archi parziali saranno designate con indici in nu- meri fratti compresi fra quei, che si riferiscono all’arco intero del quale fanno parte; quest’indici interi, o frazionarî, seguiranno in piede, od in alto, in conformità alla specificazione che si farà in ciascun caso, le lettere rappresentanti quantità, che di- pendono dalle estremità, alle quali si rapportano quegl’indici; i medesimi saranno spesso designati anche con lettere onde appropriarli alle formole generali, però sarà sempre sottintesa la convenzione dianzi stabilita, e dichiarato con un avvertimento esplicito, o compreso mercè la forza del discorso medesimo, se s’intenderà di un indice intero o fratto. ARTICOLO PRIMO Dati e formole preliminari Curva intradosso 8. Siano dati per la stessa la semicorda a, la saetta 6, i raggi Ro, Ris, R,, COÎ quali va descritta, e gli angoli 0, 0,,wy 0, d’inclinazione sulla corda dei raggi con- dotti per l’ estremità degli archi interi, seguendo l’ ordine testè cennato, in modo- chè 0, è relativo al raggio Ro, che passa pel punto culminante Ap (fig. 1), u rappre- SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA 41 senta l'indice intero, che designa l'estremità all'imposta della curva in esame, Mmdi- chiamo con 2°, 2,6. (0) Ie ascisse, e con y%, y',., y0 le ordinate delle estremità degli archi interi; con xo, Lie 2, le ascisse, ed %o, Yi» yu le ordinate dei centri di tali archi; è inutile stabilire il verso nel quale queste coordinate sono positive, perocchè delle stesse si avrà solo bisogno conoscere il valore assoluto, in ogni altra occorrenza se ne farà particolare specificazione. Da queste indicazioni derivano l’eguaglianze 0=90%, x9=0, y9=b, vo=0 did d=0 Ru qm= Ru & Ca R=4— Rus Yu =0 È facile riconoscere altresì che ogni sistema di coordinate prese collo stesso indice in alto, ed in piede delle lettere, che le rappresentano, appartiene alle due estremità di quel raggio della curva, il quale va contrassegnato collo stesso indice, così per esempio <0, y0), x.y, Sono rispettivamente le coordinate delle due estremità del raggio Rn. 9. Volgendo l’occhio alla fig, 48 si scorgerà facilmente che dalle relazioni esistenti fra gli elementi dei triangoli rettangoli R, SR,,45 Rn TA», Ra UA, usando le indi- cazioni soprastabilite, conseguitano l’espressioni : Cna Xn=(Rn—Rn,1) COS 0449 Yn—Ynsa=Rn—Rn.41) sen On,1 sile (2), ca —R, G0S60 VO Ly SN Gea (3), 2 A) e RONCOSTO Ty RSM (A) Dalle ultime quattro di queste formole, rispettivamente combinate per sottrazione, si ricavano le seguenti Qt) —gM=Rn (608 0,,,—-C058 On); yY0 —yM+)=R, (sen 0,—Sen 0, )ss (5), delle quali i secondi membri possono ridursi alla forma qui appresso più comoda al calcolo per logaritmi : 1 1 xM+1) —x®=2R, sen do n— 0n,4) SN 3 nt Onu) San (O). i y®) —yM+)=2R, sen — ic Onsa) €08 (0n + 0n414) \ 10. In queste espressioni, e nelle (2) si sostituisca in luogo di rn successivamente 0, 1, 2, n — dp indi si agginngano tra loro tutte le equazioni derivanti da nna Giornale di Scienze Nat. ed Econom. Vol. HI, 6 42 SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA medesima relazione mercè tali sostituzioni, e si abbia riguardo alle relazioni (1), fa- cilmente si ricaverà : à 1 1 1 1 \ oM=2Rosen a (O—4) sen Di (0,+0,)+2R, sen = (4—03) sen 5 (01495) 1 \ ve (7); SI OTO Nr 2 RIS CI (On-1—-0n) Sen + (On + 0%) DI 1 1 1 3 1 yM=Db—2R, sen a (0,0) COS Toi (0,+0)—2R, sen molto) C08 > (0,4-0,) a ; (8), iaia, io oa Za a (0n-4— 0n) COS Si (0n-4-4+-0n) \ 1 dA my=R, 008 0,—Rn c08 0,+2R, sen — (0,—0,) sen —- (0, +03) I di E \ o . » Ù . (9), i 1 ton +2Rn4 sen 9 (021 Wa) sen Ton (0n-44+-0,) 1 1 y=—b+Ro(1—sen0,)+R,sen0,+2R,sen — (0,—0s) cos + (0,49) I | su LO); 1 1 +. i + +2Rna Sen (0n-1—0,) 008 5 (0n-1+0n) Per mezzo di queste formole si può calcolare direttamente le coordinate delle due estremità di un raggio qualunque R, ($ $). È ad osservare frattanto, comparandole fra loro, che al calcolo delle x), y® non concorre il raggio R, come per le coor- dinate %n, Y,5 ciò conseguita da che il punto A, si riguarda giacente sull’ arco di cerchio descritto col raggio R,_1,, e formante la seconda estremità di quest’ arco, quindi essendo conosciuto il raggio R,_,, e la posizione del centro del cerchio del quale larco An_i A, fa parte, basta essere dato l’angolo 0, affinchè l’estremità A, fosse completamente determinata; non è così trattandosi della posizione del punto R,, perocchè essendo questo il centro del cerchio al quale appartiene | arco An Ans» oltre la posizione data del raggio R,_1 A, uopo è conoscere la lunghezza del raggio seguente R, A, acciocchè resti determinato il punto Rn 11. Si ponga attenzione alla fig. 4, e si faccia variare l'angolo 0,,4 per tutta la estensione dell’arco A, A, a, ferma restando la posizione del centro R,, si scorgerà facilmente che le relazioni (2), e (4) hanno luogo egualmente, colla distinzione però che le ultime appartengono ad altrettanti punti A', 13 A”n1 ss della curva com- presi nell’ arco intero An Ana, quanti sono i valori dati per l’angolo 0n,1, e che le (2) si riferiscono a punti 7°, 7", di posizione analoga ad Rn, 4, cioè a punti sul cerchio descritto col raggio R,.1 Rn, ed il centro R,, però che i medesimi non appartengono ai centri Ry Risi R, degli archi interi, ovvero ni centri della curva intradosso Ao Arsey Au (fi. 1) SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 43 Da questa osservazione, e dall'indicazione data come dalle relazioni (2), (3) e (4) sono dedotte le (7), (8), (9) e (10), si conchiude che le prime due (7) cd (8) pos- sono servire a calcolare le coordinate di uno qualunque dei punti della curva in- tradosso giacente sull’ arco intero A,_a An, essendo conosciuto 1 angolo compreso fra 0n_,3 00, che misura l’ inclinazione sulla corda del raggio condotto per tale punto; che il contrario ha luogo in riguardo alle (9) e (10), perocchè col mezzo delle stesse adoperando l indicato angolo compreso fra 0,_1, € 0, si avrà le coordinate di un punto, che non è uno dei centri della curva in considerazione ; in altri ter- mini l’uso delle (7), ed (8) può estendersi a tutti i punti della cennata curva, e quello delle (9), e (10) debbe limitarsi unicamente ai centri degli archi di cerchio, che la compongono. 12. Qualora si dee determinare le coordinate delle estremità di tutti i raggi suc- cessivi da R, ad R,, rendesi più speditivo il calcolo adoperando prima unicamente le equazioni, che risultano dalle (2) con le sostituzioni successive di 0, 1, 2,,.,7,— 1 in luogo di n, e dappoi usando le altre equazioni che con le medesime sostituzioni per n derivano dalle (3), e queste comprese eziandio; le applicazioni renderanno più chiara questa osservazione. Se nelle surriferite espressioni (2), e (4) si ponga n= —1(w essendo come al $ 8), e si abbia riguardo alle (1), si otterrà Lu Cu = 0 Yuna — Yu= di QU) — ya = Russ YO+ Yna= 0, da cui derivano le relazioni Tu = Lu Yu Yu LOZA, JO (1) che completano il sistema (1). Si avrebbe potuto dedurre le medesime dalla ispezione della fig. 1, però mercè le prime due a questo modo si dimostra direttamente che il punto Rx _, è la seconda estremità comune dei due raggi eguali R,_,, R, inten- dendosi a contempo che le prime estremità di essi raggi sono rispettivamente i punti Aus ed A,, ovvero in termini equivalenti che i centri R,_,s Rx coincidono, e si confondono in un solo; le ultime due relazioni poi rendono esplicita la condizione che la curva intradosso termina alle estremità della corda. 15. Sia Anla lunghezza dell'arco An An 4 (figs 5) descritto col raggio Rn, Sn laja del settore Rn An An 1, în la distanza del centro di gravità gn di quest’ aja, e quindi s', il momento della medesima ($ 7), cerchiamo l’espressione di queste quantità dipendentemente dai dati suindicati. d4 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA Da due teoremi dimostrati in Geometria sulla misura di un arco di cerchio, e del settore eorrispondente, deriva immediatamente : ld An= Rn (On —m4 1) fgo0 (DI I 1 2 2 dl R, (0n = On to) Da< 180° DORIA CORRFORIMTOR AND TO (12). Sn = Dal teorema conosciuto in Meccanica in riguardo alla posizione del centro di gravità di un settore circolare risulta eziandio, tenuta presente la fig. 5, 1 sen 3 (On — 0n +1) 1 4 180° 1 n= cm (6) 0, n= En x eri x x 085 (On + n4+4) A IU 3 On 0n 41 RIE Mercè questa espressione, e la (12) si ha tosto Sn= Sn XxX in= + . Ri (sen 0n — Sen 0n__ 3) + è + + + (13) Si scorge facilmente che l ampiezza dell’ arco An Ana non ha introdotto limi- tazione alcuna in queste formole, onde le medesime hanno luogo non solo per un arco intero, ma bensi per un arco parziale, intendendosi frattanto che si sostituisca per 0n, € 0n a gli angoli d’ inclinazione sulla corda corrispondenti ai raggi condotti per le due estremità dell’arco parziale, che si contempla Curva estradosso 14, Poichè la medesima è una policentrica parallela alla curva intradosso; conse- guita che, designando con e la spessezza costante della volta, basta aumentare i raggi dell’ultima curva mentovata della quantità e per appropriare alla prima tutte le re- lazioni precedenti, avvertendo altresi di applicare alle nuove relazioni tutte le osser- vazioni prodotte in risuardo a quelle già trovate. Noi segneremo con X®,Y@ le coordinate del punto della curva estradosso gia- cente sul prolungato del raggio, che passa pel punto della curva intradosso corri- spondente alle coordinate 0), y®, cioè sostituiremo alle lettere minuscole @, y le maiuscole X, Y per passare dall’ indicazione delle coordinate dei punti della curva intradosso a quelle dei punti corrispondenti della curva estradosso; per le coordinate (*) x designa secondo è di consuetudine il rapporto della circonferenza al diametro, ovvero la lunghezza della semicirconferenza descritta col raggio 4. SULLA STABILITÀ' DEI PONTI DI PABBRICA 45 poi dei punti Roy Rx, Ru, poichè sono questi i centri comuni degli archi di cerchio componenti rispettivamente le due mentovate curve, si dee adottare le medesime se- gnature, sia che s'intenda dell'una o dell’altra, epperò si conserverà per le stesse le indicazioni usate @n, n; designeremo finalmente con dn, Sns Sn Ie quantità dipen- denti dalla curva estradosso analoghe alle contrassegnate dalle lettere Any Sn, Sn. In conseguenza di questa osservazione per le relazioni (3), (4), (5) primieramente si ha Ì Xe dp (Rn + e) COS On 4 YM) + Yn = (Ra SP e) SCHIO I (14), X@MAH1) — Xn = (Rn sta e) COS Oy + 1 YMmH1) + YUn = (Rn +e) sen On 4 quesso (15), X@-+1) — XM) = (Ran + e) (cos In. 1 — 608 0n) tina Ca o aio (UO YM) — YM+1) = (Rn + 6) (sen 0n — sen 0n 1) | e per le relazioni (11), (12), (13) si ha in secondo luogo bra n= (Rn + e) (0n — On 41) X 130° \ ORARI s 0 Va 3 Sn = DE (Ra = e) x (0n sin +1) = 180° di SOLO (17) 1 Se =“ (Rn + e)} >< (sen 0n — sen dn 4 1) 15. Sia Bn l’aja della zona circolare An Bn Bn 4 An, (fig. 5) compresa fra due archi corrispondenti delle due curve intradosso ed estradosso, epperò B', il momento della stessa aja (S 7). Primieramente, poichè Sn = sn + Bn, si deduce l’espressione 1 SI I= | + or | 00-00-75; » + + (18) In secondo luogo per un teorema conosciuto in Meccanica intorno la composizio- ne dei momenti avendosi Sn = Sn + Bn, risulta 1 i Bn gr [ora 3 e) — Rin | (sen On — Sen On DE 1) (SEDE OR (19). La generalità di queste espressioni è conseguenza di quanto fu detto nei due pa- ragrafi precedenti per le formole dalle quali derivano, cioè a dire che le medesime sussistono per le zone dipendenti da- archi corrispondenti sì interi, che parziali. 46 SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA Dati ec formole riferibili al rinfianeo 16. Si richiami alla memoria quanto è stato detto nei $ 4, e 5 su i limiti dello stesso, e la distinzione fatta in tre casi. I° Caso—I dati per questo caso sono : l'altezza 0, B, (fig. 1), che indicheremo con cy e l’angolo d’inclinazione 9 della retta ©, E con l’orizzontale condotta per 0,5 quest’angolo g sarà riguardato con segno positivo supponendo la retta €, E giacente al di sotto della cennata orizzontale, e vi si apporrà il segno negativo qualora si trovasse ele- vata sulla predetta orizzontale. Ciò posto, dall’estremità B,, Byii., By degli archi interi della curva estradosso si conducano altrettante verticali B, Co Bi Cie, Bu Cu , terminate tutte alla retta 0, E; segniamo queste porzioni di verticali con Cy Cise::ss €, € Cerchiamo le formole onde poterle determinare indipendentemente dai dati soprastabiliti. 17, Si consideri un arco qualunque Br Bn, (fig. 5), e si conduca la orizzontale CI, il triangolo rettangolo On I Un 4 offre la relazione Un .al= Cnl>< sen — (0,—0n) COS È + —— cos © ZZAS 2 On +.0n 4 (On —- On. 3) COS (+ n 3 i). SICA), 2 + —x 2° R,sen cos po 7a no|- SULLA STABILITA” DEI PONTI DI PABBRICA 47 per mezzo della quale puossi caleolare una qualunque delle suindicate porzioni di verti- cali, Avvertiamo frattanto che d’ora in poi per indicare Ia somma di più quantità, che derivano da una medesima espressione colla sostituzione dei numeri interi successivi fra certi limiti in luogo di una quantità, da cui dipende l’espressione, preporremo a questa il consueto segno 2 con un indice in alto, ed un altro in piede, i quali indici designano rispettivamente il primo numero, e l’ultimo a doversi sostituire. 19, Se si riflette che nella figura 1’ ampiezza dell’arco Bn Bn a non ha introdotto condizione di alcuna limitazione, c che l’espressioni di X(M+1)—XM, Y@) —YM-+1) sus- sistono qualunque fosse l'ampiezza di cotale arco ($ 14), si conchiude senza pena che la surriferita (20), e quindi la (21) hanno luogo entrambe per le mentovate porzioni di verticali innalzate dall’ estremità degli archi della curva estradosso tanto interi, che parziali. È ad osservare altresì, analogamente al $ 12, che se deggionsi calcolare successivamente tutte le porzioni di verticali precedenti a cn, si renderà il calcolo più speditivo adoperando luna in seguito all'altra tutte le relazioni nascenti dalla (20) col mezzo delle indicate sostituzioni 0, 1, 2, n —1in vece 7 20, Prendiamo ora in considerazione i trapezì mistilinei limitati ognuno da un arco della curva estradosso, dalle due verticali condotte per l'estremità dello stesso, e dalla porzione della retta Co E compresa fra queste verticali, Sia O, l’aja di uno qualun- que Bn On Un, Bn, 4 (fig. 5) degli indicati trapezi, in conseguenza ("il momento della medesima ($ 7), accingiamoci alla ricerca delle espressioni rappresentanti que- ste quantità. Si prolunghi la orizzontale condotta per 0, sino ad incontrare in N la verticale, che passa per Rn ,.ed in I l’altra verticale condotta per l'estremità Bn 4, Si scorge immediatamente che l’aja del trapezio Rn Bn _4IN è la somma delle aje rispettive del trapezio Rn Bn Cn N, del triangolo Cn I Cn 1, del settore circolare Rn Bn Ba_w e dell’aja €, Ciò posto adoperiamo i segni T,, Un, Vr per indicare le aje del trian- golo UnI n.1, del trapezio Rn Ba Ca N, e del trapezio Rn Bn + 1IN; segniamo poi con éns ns n le distanze rispettive dei centri di gravità di queste tre aje dalla medesima verticale condotta per Rn; e siano ln, Un, Wn i momenti delle mede- sime aje per rapporto alla cennata verticale ($ 7); pel settore circolare Rn Bn Br 4: poi si ritengano le espressioni (17) contenute nel $ 14, Dalla csservazione testè fatta intorno l’aja del trapezio Rn Bn + 1IN conseguita la eguaglianza Yy= Un + T+Sn+0, e quindi Un = Va = Un o Ta —_i Da ° Ù Ù è Ù Ù Ù î) (2). Pel teorema di Meccanica sopraccitato intorno la composizione dei momenti si ha pure l'eguaglianza VW, = Un+ Tn +Sn+0n, epperciò Cn reni Via Per Wa Fani Ta Con Sn . . . C) Ù . C) (8) .» Avyuto in riguardo le relazioni Hi = Tn . tn 9 Un = Un e Un 9 VIa = Va o» Un è dhesto ‘ ° (2); 4S SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA s'inferisce che resta a determinare le quantità componenti i secondi membri di que- st’ultime eguaglianze, aftinchè si abbia mercè la loro sostituzione nelle (@),.e (2) le espressioni cercate di On, ln. ichiamando alla mente i noti teoremi di Geometria, e di Meccanica intorno la misura delle aje, e la posizione dei centri di gravità del triangolo, e del trapezio, tenute presenti la fie. 5, e le indicazioni soprastabilite, si troverà facilmente le se- guenti espressioni : 2 1 2 T,= Dl int =. nl x<(sen0n —Sen 0n 4) 23). (Bn +e)? È 3 CO) ><] 008° 0n 1800 (P+0n 1) 005° 0n Sen (P+0n ) 0 COS © 21, Per ottonere l’aja dell'intero poligono mistilineo An Bn On Cn_4 Bra Ans che segneremo con En, ed il momento E', della stessa aja ($ 7), debbesi aggiungere alle due relazioni (22), (23) rispettivamente le (18), (19), epperciò si ha Rn +e)? \ En=(Rn +0)(Cn .10050n _4-—-Cn C0SON ts] sente+2 0n)—sen(p+2 0.5) | Î (24), Liga £ TTI X(0n —0n O SSTIHI, \ Ù Rn = (sen On — sen On 9) 1 n E'n= 3 An +0)°><(Cn 108° On ,1—Cn 608° 0n) — ; (Rn +6)? 6 coso (25). x [cos On 4 SEU (0+-9n 1) — 008° 0, Sen (p+-0n I 22. Basta applicare alle formole ora trovate (22), (23), (24), (25) le considerazioni fatte nei $ 13, 14, 15, 19, per inferirne le medesime conchiusioni, cioè a dire che le stesse relazioni sussistono sempre, sia che si tratti di un poligono mistilineo (l’i- stesso intendendosi del trapezio mistilineo) dipendente da un arco intero Bn Bn ., della curva estradosso, ovvero da un arco parziale, sottinteso però che 0n, € 0n_, Sono gli angoli d’ inclinazione sulla corda dei raggi condotti per le due estremità dell’ arco medesimo, che si considera, 2° e 3° Caso. —Si possono riunire questi due casi in un solo, poichè tenute in ri- guardo le fig. 2 e 3, si scorge senza stento che scambiansi l uno nell’ altro permu- tando l’indice » nell’indice #3; ragioneremo pertanto su di un solo, quello per caso rappresentato dalla fig. 2. 23. Relativamente al limite in altezza del rinfianco i dati, che supponiamo cono- sciuti sono : la distanza di B, dal punto culminante B, contata sulla curva estradosso, distanza che segneremo con , se l’angolo 9 d’inclinazione con l’orizzontale condotta Giorn. di Scienze Nat. ed Econom. Vol. Ill. 7 50 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA per B, della retta B, E, contato quest’ angolo colla medesima convenzione stabilita nel $ 16. Questi dati basiano, però in seguito farà mestieri della lunghezza del raggio, che passa pel punto B, e dell’angolo d’inclinazione dello stesso sulla corda, angolo che indicheremo con 0,5 ecco come puossi determinare questi elementi, Applicando la prima formola delle (17) successivamente agli archi interi Bo B,, B, Ba, si otterrà le lunghezze degli stessi, che si aggiungerà successivamente tra loro; indi si confronterà siffatte somme colla lunghezza data /,, e questo confronto farà scoprire su quale degli archi interi giace il punto B,; supponghiamo adunque che si conoscerà trovarsi sull’ arco B, Bo 1, SÌ saprà immediatamente la lunghez- za R, +e del raggio corrispondente R,, B, s poichè noi abbiamo per dati tutti i raggi eoi quali sono descritte le due curve intradasso ed estradosso. Con siffatto paragone sì conoscerà al tempo medesimo la lunghezza dell’arco parziale B,, B, ; sia do, y questa 4 » lunghezza, dalla prima formola (17) succitata, e stante la sua generalità, conseguita 0 Dida, On Rot 0) (o i) 1800” quindi, poichè 0,, è dato, l'angolo cercato 0, resta determinato per mezzo della re- lazione Ù» 180° 0 = 0 > 2a) Ù Ù Ù Ù Ù U U . 26). an 0) 24, Se pei diversi punti della curva estradosso, da B, verso B,, sì conducano al- trettante verticali sino ad incontrare la retta B, E, le porzioni di quelle verticali possonsi calcolare col mezzo delle formole (20), o (21), assunta per cognita la pri- ma c, =0 corrispondente all’angolo 9, precedentemente determinato, e che dichiara trovarsi il punto B, sulla mentovata curva estradosso. Parimente è facile conoscere che l’aja di uno qualunque dei trapezi mistilinei definiti come al $ 20 puossi calcolare per mezzo della formola (22), e per mezzo della (23) il momento altresi della stessa aja; le (24), (25) poi serviranno al calcolo dell’aja del poligono mistilineo composto dal detto trapezio, e dalla zona circolare corrispondente, e del momento della mede- sima aja ($ 7). In altri termini le cennate formole, le quali hanno Inogo pel caso primo sussistono altresi pel secondo, e quindi pel terzo, colla distinzione che nel 1° caso si e- stendono da 9,2 0,, e nel secondo da 0, sino 9,5 le osservazioni dunque prodotte intorno a quelle formole pel caso 1° si debbono applicare analogamente agli altri due casì, 25. Talvolta onde fissare la posizione della retta B, E può essere data, oltre l’an- golo p ($ 23), invece di l, la distanza dell’origine delle coordinate 0 al punto, dove il prolungamento della mentovata retta B, E incontra l’asse delle ordinate, la quale distanza, come è di consuetudine, si chiama ordinata all'origine, e noi la segneremo SULLA STABILITA” DEI PONTI DI PABBRICA 51 con d'. Indichiamo con @, y le coordinate correnti della predetta retta B, E consi- derata in tutta la sua estensione indefinitamente prolungata, e riferita agli assi suin- dicati ($ 7), contandole positive nel verso da 0 ad A, per le ascisse, e da 0 ad A, per le ordinate; supponghiamo in d' implicito il segno corrispondente a queste conven- zioni. Ciò posto l'equazione della retta in discorso è y=b'—x tan Pi Ù Ù Ù . Ù Ù Ù Ù Ù (27), Si rende necessario, come sarà avvertito in seguito, che siano calcolate con anti- cipazione le coordinate X, Y delle estremità di tutti gli archi interi della curva estra- dosso; ora sostituendo nell'equazione precedente in luogo di @ seccessivamente le X testè cennate, si deducano i valori di y, e si confrontino questi con quei delle Y corrispondenti alle ascisse medesime, si scoprirà con tale paragone in quale arco intero della curva estradosso giace il punto B, ; difatti se questo punto trovasi sull’arco B., By ,° il valore di y conseguito con x‘) aebb’essere minore di Yl®), ed inver- samente quello corrispondente ad Xl +) qee risultare maggiore di Y@ +4), Poiché frattanto la retta B, E col suo prolungamento in alcuni casi particolari potrà in- contrare la curva estradosso in due punti, non bisognando conoscere altro che il solo B, dove avviene il primo incontro, seguendo il verso dall’imposta alla sommità della volta, così fa mestieri che si adoperi i valori delle X a cominciare dal più grande, cioè a dire dal valore a + e (*). x s “A na a a si dA 7 pù Conosciuto mercè questo processo che B, trovasi sull'arco B,, Bu 44 Si saprà al tempo medesimo la lunghezza R, +e del raggio, che passa per tale punto; inoltre essendo già calcolata la differenza tra il valore di y corrispondente ad X+4), e quello di VIGO la quale differenza equivale a Co 4-1 Secondo le indicazioni del (*) Se la retta limite in altezza del rinfianco fosse secante, ovvero tangente di uno degli archi interi della curva estradosso, i valori di y conseguiti colla sostituzione nell'equazione (27) delle ascisse X suaccennate risulteranno tutti maggiori dei corrispettivi delle ordinate Y, ed il paragone suindicato pertanto non avrebbe più luogo; pure in tale caso, che raramente potrà accadere nella pratica, esaminando la successione dei valori assoluti delle differenze mentovate tra le y, e le Y, che corrispondono agli stessi valori delle X, si riconoscerà facilmente l'arco intero sul quale giace il punto B, perocchè se questo trovasi sull’arco BB le differenze dianzi cennate diminui- GW) (0) 5 : ) AA ranno di valore sino gr ) ; e poscia da y— xl andranno crescendo. Una traccia grafica potrebbe risparmiare molti calcoli, poichè metterebbe immediatamente sot- t'occhio la posizione del punto B, o meglio dell'arco intero sul quale si trova. y 52 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA $ 16, e poichè pel punto B, si ha ce, =0, la relazione (20) applicata a questo caso ci dà Ro, + COMe cet ls (p+0,)—sSen (+0, 5] , quindi l'equazione W+a R (0) sen(p +0 )= SCOPARE, Mo (0) +1 per cui mezzo puossi calcolare l’ angolo 0,. Determinato quest’angolo, per ogni altra ricerca si procederà come è prescritto nel paragrafo precedente, avvertendo che le quantità segnate con c, in rapporto alle estremità degli archi interi compresi sulla curva estradosso da B, all'imposta, si trovano già determinate coi calcoli medesimi praticati per la determinazione del punto B, + Conchiudiamo questo paragrafo con la seguente osservazione in riguardo all’ango- lo 9. La retta B, E non dee intersecare la curva estradosso nell’estensione da B, 2 By quindi fa d’uopo che ©, allorchè è positivo, non fosse maggiore dell’ angolo, che la tangente alla cennata curva condotta per B, determina con l'orizzontale, la quale passa per lo stesso punto B, ; ora quest’ultimo angolo è uguale a 90°—0, , dunque quando l’angolo dato © è positivo, debb’essere minore, o tutto al più eguale al complemento aritmetico di 0, . Dati e formole riguardanti la sopraccarica 26, Al pari del rinfianco si rammenti che al $ 5 sono stati distinti per la soprac- carica tre casi, dei quali ci occuperemo successivamente. 1° Caso. — Noi supponiamo che per dati relativamente a questo caso siano cono- sciuti (fig. 1) l’altezza €, Do» la quale segneremo con do, e l’ angolo d’inclinazione, che la retta Do F fa con l’orizzontale condotta per Do, il quale angolo indicheremo con 2, da riguardarsi positivo, o negativo colle medesime convenzioni stabilite per l'angolo g ($ 16, 23). Queste quantità d,, e % riunite alle altre parimente conosciute in rapporto al rinfianco, ed alle due curve intradosso, ed estradosso, sono sufficienti per le quistioni a trattare, come si riconoscerà appresso. 27, Si prolunghino le verticali indicate nel $ 16 sino ad incontrare la retta D, F si segnino con do, diyesy d, le porzioni di quelle verticali frapposte tra le due rette CE, Do F, e con go 91 Ju le intere porzioni, ch’elevandosi dai punti della curva estra- dosso terminano alla retta DyF, talchè si ha go=co +4, g9= 0 +dmen gn Cu + dw Per SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 53 ottenere l’espressioni di quest'ultime quantità g basta sostituire nelle (20), (21) 4 al- l’angolo 9, onde si ha : Rn + e On +0 < In Tar, — In= n 7 x senz-(%» —0n Po) COS eni Ù 0 ‘ . Ù (29), 1 0o+0n Saida sk >< 8 + mae (4 St) On +t Sue 2 1 I 2% R, sen ASI —0n +1) COS (+ 3 + — cos 7 ab Se da queste relazioni si sottraggono rispettivamente le citate (20), e (21), fatte le convenienti riduzioni dettate dalla espressione cos (XV+% cos (Y+% sen (y_-% CO PE cos x COS Y COS COS Y sì otterrà 1 1 sen (o —X) dn e An —=2 (Rn + e) sen 2 (0n — 0 n 4 1) sen 3 n +0n n) Da eil IDE 2esen(p — 2 1 et serena mp e ) e (30) 2 sen(p—A.) COS 9 COS À SI 1 1 2201, Rn Seo (On —0n41) Sen 7 n + 0n41) Per mezzo di quest’ ultime formole puossi calcolare le incognite desisnate con d; cotali formole al pari delle (29), (30) sussistono con tutta la generalità delle (20), (21), dalle quali sono state ricavate. 28. Se nelle (22), e (23) alle quantità segnate con c si sostituisca le suindicate con 9, ed a 9 l’angolo A, si avrà l’espressioni corrispondenti all’aja di uno dei tra- pezì mistilinei definito da un arco della curva estradosso, dalle verticali condotte per le estremità dello stesso, e dalla retta D, F, ed al momento altresi della stessa aja; epperò segnando quest’aja con Gn, quindi con G', il suo momento ($ 7), si ottterrà: (Rn +0)? Gn=(R, +0) (Inv COS Onaa —YnC08 Sa 40084 2; )— sen(A+20n ci i (33), 54 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 1 Gn= TE (Rn + e) >< (Ina COS° On La — In cos? 0n ) 1 n (Rn + e) >< (sen On — Sen On... 1) RIA IMAO TEC). (Rn +0)? Cagna COS"0n+, sen(A+-0n 44) —C08° On Sen (A+0n ) Parimente operando in riguardo alle (24), (25) si conseguirà le espressioni dell’aja di uno dei poligoni mistilinei, composto rispettivamente da uno dei trapezî anzicen- nati, e dalla zona circolare, che gli corrisponde, la quale aja designeremo con Hn, ed altresi del momento H', della stessa aja ($ 7), onde si avrà: R,+-0) H,=(Rn+-0)(9n410050n44—9,0080,)— 4 c0S À x sen(4+20n)— sen (4-20n4,) sure (35); 1,2 Ud enna (On — On 4-1) x 180° H'n= 3 Ra +e)°><(Yn +1008°0n 41-9n 608°0n ) 7 RÎ x(sen0n —Sen0n 41) 11:(36)» dae? On Sen (A+0n 44) —C05°0n sen(X+4+-0n) Sottraendo dalle (33), (34) rispettivamente le (22), (23), ovvero dalle (35), (36) le (24), (25), si otterrà l’espressioni dell’aja di uno dei quadrilateri definiti dalle due rette (, E, Do F, e da due delle suindicate verticali condotte per l'estremità di un arco della curva estradosso, e del momento altresì della stessa aja per rapporto alla verticale, che passa pel centro del predetto arco; segnando la prima di queste due quantita con D,, quindi con D'n ($ 7) la seconda, effettuando le indicate sottrazioni, dietro facili riduzioni si avrà: D, = (Rn + e) (An 44 008 On 4a — dn 608 On) \2 9 . Ù . . . o 5 ò 37) Rn +e0)2xx< (sen On — sen 0n st ) Le (39) servono al calcolo delle &, v, poichè le %n, yYn, Sono già conosciute. Parimente se vuolsi l’espressione dell’aja, e del momento della zona circolare de- finita da due archi corrispondenti delle curve intradosso, e della sopraccarica, basta nelle (18), (19) contenute nel $ 15 sostituire e +” in luogo di e; epperò segnando con 2, l’aja in parola, quindi con £', il momento della stessa ($ 7), si ricava 56 SULLA STABILITA” DEI PONDI DI FABBRICA 1 =] (Rn +e+ h)> — Rn i] (On — On 44) TR QU | +e+h3—Rn5 | 0n — sen 0n-+1) Sottraendo poi da queste relazioni rispettivamente le predette (18), (19), sì avrà I espressioni dell’ aja della zona circolare limitata dagli archi corrispondenti delle due curve estradosso, e della sopraccarica, che indicheremo con Kn, e del momen- to K'n della stessa aja ($ 7); praticate adunque queste sottrazioni si otterrà rd 1 DI 9 Kn ii | | e + h)? n (Rn + or | (0n — On o) DK Da . . . . (42). 1 {n= | +e+h>— Rn+ © | (sen 0n — sen 0n 4) Tutte quest’espressioni sussistono con la generalità medesima delle relazioni, dalle quali sono state dedotte. 30. Nel progresso delle nostre ricerche abbisognerà conoscere la lunghezza del raggio, che passa per K,,, e l’angolo d’inelinazione 9,, di questo raggio sulla corda; per tale calcolo si procederà pari passo come fu indicato nel $ 23, cioè a dire colla prima delle formole (40) sì calcoleranno successivamente le lunghezze degli archi interi K, Ky K, Kasia, e dal confronto della lunghezza data Lm colle somme successive dei pre- detti archi s'inferirà su quale di essi trovasi il punto K_+ Supponghiamo che fosse sopra l’arco K, K, 4 jv la lunghezza del raggio richiesto R, + e +’ si troverà già determinata; inoltre sarà conosciuta nel cennato modo la lunghezza dell’arco K, Km che indicheremo con A, ,,s € per conseguenza si avrà da, me (R, +e+h) (0, — On) x 180°? quindi n) m 180° EZZEÀ A; 0 oa (5) A TR esso a (43) OPI0 Conosciuto quest’angolo, si può determinare direttamente col mezzo delle (39) le coor- dinate 5), v) del punto K, 31. Parimente in avvenire farà d’uopo conoscere le coordinate del punto B, , dove la verticale condotta per Km incontra la curva estradosso, il raggio altresì che passa per cotale punto B,, » e l'angolo 0,, d’inclinazione dello stesso sulla corda; ecco come SULLA STABILITÀ DEI PONTI DI FABBRICA dd si dee procedere a questa determinazione. Un calcolo anticipato avendo fatto cono- scere le coordinate X, Y delle estremità degli archi interi della curva estradosso, ed altresi le &), 002) come poc’ anzi è stato indicato, an semplice confronto farà sco- E 7 ; (e) prire fra quali valori delle X conosciuti cade $, supponghiamo che fosse tra X, el ; ° 2 sot dica ed xi D si saprà pertanto che B,, trovasi sull’ arco intero B, B,_,, della curva estradosso, e quindi sarà conosciuta al tempo medesimo la lunghezza R, +e del raggio cercato. Inoltre poichè i due punti K,, e B,, giacciono sulla medesima verticale, hanno ; a l È (1) AR per ascissa comune la quantità data &), ovvero si ha X° = 8, e poichè fu sco- perto essere R. il centro dell’arco sul quale si trova DER saranno date altresi le coor- dinate 2. , y, di tale centro, stantechè si suppone che simili coordinate sono state anteriormente determinate per tutti i centri degli archi interi della curva intra» dosso ai quali corrispondono. Conosciute queste quantità, ed avendosi dalla prima re- lazione (14) del $ 14 xl ga 340) —x. = R, + e) cos DE n conseguita O i (08/0 piro E (0) per mezzo di questa equazione si potrà determinare l’angolo 9,» dietro di che la re- lazione gl = (R_ Cla €) sen di a Y. Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù (45), AL È 2 dg 1 î i A (tu) inferita dalla seconda relazione (14) ci somministrerà l’ordinata incognita Y 32. Inversamente si dovrebbe procedere se date le coordinate HR pl ,s di un punto B,, della curva estradosso , si volesse ottenere quelle del punto Kn, dove la : ; ; A) verticale condotta per Bu incontra la curva della sopraccarica. Il confronto di X° ‘ con le & precedentemente calcolate per le estremità degli archi interi della curva della sopraccarica farà dapprima scoprire su quale di questi archi sta il punto K,,; in con- seguenza saranno conosciuti il raggio R, +e+’, e le coordinate x, , y, del centro Y } dell'arco K, K, xy Sul quale si trova K; con questi dati, e poichè si ha Sa = xii dalle relazioni (39) si ricavano le seguenti : Giornale di Scienze Nat. ed Econom, Vol. 1H 8 DÒ SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA m s A ia, (Snia ran Riteth Rtee+ EM (CO), (m) v =(R +e+4sen0n—-%, la prima delle quali somministra l’angolo 9,, e la seconda Pordinata incognita v@), 33. Per questo cammino pergiunti a riconoscere gl’indici interi @ ed e, il confronto degli stessi farà scoprire al tempo medesimo se fra gli angoli 0m. € 0,, sono com- presi altri angoli conosciuti, quali dati in rapporto alle estremità degli archi interi della curva estradosso, od in altri termini essendo B,il punto dove il raggio condotto per K,, incontra la cennata curva estradosso, si riconoscerà se da Bn a By vi si frap- : pone uno, 0 più archi interi. Supponiamo che vi si frappongano più archi interi (come scorgesi nella figu- ra 6), ed immaginiamo continuata la curva della sopraccarica da K, sino ad incon- trare in K, il prolungamento del raggio condotto per B,, 3 fra Ki eK, vi si frappor- ranno altrettanti archi corrispondenti a quei compresi fra B,, e Bs contempliamo i raggi condotti per le estremità di tutti questi archi interi, e cerchiamo un’espressione per cui mezzo possono calcolarsi le porzioni dei raggi in parola, comprese fra la ver- ticale, che passa pei punti Km; Bu ,s edi punti della curva della sopraccarica alla quale terminano. Designiamo ciascuna di queste quantità colla lettera r seguita dall’indice in piede, che distingue il punto della cennata curva al quale si riferisce; ciò posto, ‘ tenuto in riguardo un arco intero qualunque KnKn_.4 (fig. 6) della predetta curva, ed il triangolo Rn HnHn+s si ricava la relazione Rn Hn. sen Rn Hn B, = Hn + a. Sen Ran Sr DE , la quale mercè le indicazioni sopradesignate si presenta sotto la forma (Rn+e+ h— Yn) cos On= (Rn+e+h— Tn+1) cos Onsa ORIO O (d). Da questa si ricava, scritto & in luogo di r cos 0, 5 1 Lo lin x — kn="2 (Rn+e+ h) sen 3 (n — 0n +4) Sen (On + On 4g) è» (47). Nello stabilire le precedenti relazioni l’ ampiezza dell'arco Kn Kn 4, non ha intro- dotto aleuna limitazione, onde sussistono qualunque fosse l’ ampiezza di tale arco, e è © SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 5} quindi hanno luogo non solo relativamente agli archi interi del prolungamento della curva della sopraccarica compresi fra Km, e Ki,» ma sibbene per gli archi parziali Km Ky41 o K K,o cho dai due punti ultimi cennati si estendono alle estremità degli E RA archi interi contigui, Nella relazione (47) si sostituisca ad 7» successivamente a1+1, x+ 2,wa, a +%, indi si aggiungano tutte le relazioni derivanti da siffatte sostituzioni, e con V equazione ke 1 1 Has —lim=2 R+te+hM)sen + (0m — 0,3) Sen DE Om +0, 44) che si rapporta all'arco parziale Km K,4 » Si otterrà dietro avere ridotto a più sem- plice espressione la somma delle quantità aventi per fattore comune e +4, ed os- servando che &,=7m 608 0,==0; \ 1 1 ki, 4g44a = 2 (c+h) sen aetan) sen mt pata) \ È se, 1 = 2Ra sen (n-9, 4.4) sen malCazl Cn) | È i j i (48). n=a+1 +2. DI Rn sen E REV ) sen Dro (On + On 4 ) (RA ui 2 ve n=ZA+ Y Se nella medesima relazione (47) poi si sostituisca in luogo di n successivamen- te s—- e—y+1un5—2, e—1, poscia si aggiungano tutte le equazioni a questo modo conseguite, e con la relazione È 1 ki k.=2(R.+e+ h) sen 3 (a STD) sen 3 (9 0, ) che si riferisce all'arco parziale K_ K,, indi si riduca a più semplice espressione, come pocanzi è stato cennato, la somma di tutte le quantità aventi e+% per fattore comune, e si faccia attenzione che kh, aes to =} cos 9,» si troverà 1 \ atea 1 GET, = hl cos SE, — 2(e+ h) sen vini) sen 1] Ci] (49). n= e —- 9A 1 1 al LAT (On — 0n +1) SON 5 Cut 0a) n=EE 1 i I 222, i: — = i 2 R. sen 9 (0, DO sen 3 (ih) | | Per mezzo di queste due espressioni (48), (49) puossi calcolare le quantità % cor- 60 SULLA STABILITÀ? DEI PONTI DI FABBRICA rispondenti ad indici distanti del numero 4 dagli estremi «+1, ed e; onde per loro mezzo si può effettuare il calcolo di tutte le quantità % cominciando da Fia4® ovvero da k_; vale meglio però, come in simile occasione fu osservato nei $ 12, 19, porre in uso le relazioni nascenti dalla (47) sostituendo per 2 tutti i valori successivi da a+1 ad e— 1. 34. Mercè la relazione (ò) in rapporto agli archi parziali K, K, xp K, Ku sì ot- tiene, osservando a contempo che 7,=°0, ed ru=h; (R, +0+4) cos0n = (RR, +e+%— 44) 00890,44 (Rode Ph _7 )icos—(R + e) c08 0, inoltre se nella mentovata relazione (9) si sostituisca ad » tutti i valori successivi da a +1 ad e— 1, e si aggiungano tra loro tutte le equazioni a questo modo ot- tenute, ed altresi le (e), si ricaverà dietro talune riduzioni : (R, +e+A)cos0n=(R., +e) cos Or MR, Ra4) 008 0,44 + (Rapa — Ru-49) €05 0,9 +oteni + (R._3—B._2)0050, _9+(R,_9—R:_1)0050,_1 + (R._j—R, ) coso, Questa formola può servire al calcolo di 0 ci quando è conosciuto 0, ed inversamente, purchè fossero noti gl’indici a, ed e, La medesima si può ricavare da una considera- zione molto semplice, cioè che la quantità % cos 0m eguaglia la somma delle differenze successive tra le ascisse dell’estremità di tutti gli archi, tanto interi che parziali, della curva estradosso in tutta l’estensione da B,, a Bus ciò che si rende manifesto abbas- sando da B,, (fig. 6) Ia perpendicolare Bm S sulla verticale Km Bui sulle basi per- tanto di queste considerazioni, avuto in riguardo le indicazioni sopraddesignate, e la prima relazione (16), si può stabilire l’eguaglianza COR (CDA CR Cagli (4) (6) hcosì,=X X —X m - X X asssn dd +(R.9+ €) (c080,_, — c0909,_9) + (R,_1 +0) (c030, — 005 0,4) +(R. +e) (cos E, — così, ), la quale con facili riduzioni si trasforma nella (50) soprariferita. SULLA STABELIVA' DEI PONTI DI FABBRICA 6) 35. Si abbia ora riguardo ai quadrilateri mistilinoi }imitati dalla verticale K,, B,s dagli archi Km Ky4p Kati K4go della curva della sopraccarica, prolungata come fn sopra cennato, e dalle rette segrate con 75 consideriamone uno qualunque Kn H, Un 1 Knua (fig. 6), designiamo con @» l’aja dello stesso, quindi con (Y,, il momento di tale aja ($ 7) per rapporto alla verticale condotta pel centro Rn dell'arco Kn Kn 4s @ cerchiamo lo espressioni che rappresentano queste quantità» Osservando la fisura citata si scorge facilmente che l’aja Qn è la differenza delle aje del settore Rn Kn Kn e del triangolo Rn Un Hn+, quindi, poichè mercé le (40) si ha le espressoni dell’aja, e del momento dell’indicato settore, basta trovare le espres- sioni delle analoghe quantità riferibili al triangolo Rn Hn Hn +, per inferirne le ri- chieste; di fatti segnando con T,, Tr l’aja di questo triangolo, ed il suo momento per rapporto alla cennata verticale, si ha da un canto Th=0Qn+Tn, e dall’altro, mercé il principio più volte citato intorno la composizione dei momenti, L'n=0'n +Tn; da queste relazioni si ricava Qn, Qn quando sono conosciute le espressioni di Tn, Tn, poichè si hanno già quelle di Pn, Ln ($ 29). Condotta intanto la orizzontale Rn V sino ad incontrare in V la verticale, che passa pei punti Hn , Hn_y Si riconosce che l’aja T, è la differenza delle aje dei due trian- goli Rn VHn, Ra VHn» epperò segnando con Un, V, queste aje, c con uns ©» le distanze dei centri di gravità delle stesse dalla verticale condotta per R,, talchè Une ns VnoUnsono i momenti-di tale aje per rapporto alla cennata verticale, si ha TIn=Un Va, Ta=Un0Un—Vns%n3 sostituendo queste nelle relazioni dianzi rife- rite si ricava Q=Tn+Vn— Un Qn=L'n+ Vane dn—Un e Un tutto dunque è ridotto a trovare le espressioni di Uns Vu, Un, Un» Ora dai teoremi conosciuti in Geometria, ed in Meccanica sulla misura dell’aja, e la posizione del centro di gravità di un triangolo, tenute presenti le indicazioni so- prastabilite, è facile dedurre le espressioni + Sl Ù, = x (Rn +e+%h— rn) = sen 20, È 1 ; i Can (BR, +e+h—-rn41"Xx 5012044 2 Un = 3 (R+e+tAhT_ 7) COS 09 2 tu, = + (Bn+e+%—Fn_q) 008015 3 sostituendo queste, e le suindicate di Tn, !', prese dalle (40), nelle relazioni (9), con 62 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA facili riduzioni, e scrivendo ny n +, in luogo dei prodotti rn 608 0ny #n_4 COS 04 si ottiene 1 \ Q, = VI (Rn t+-e4+h)? x |? (0n,— 8,4) zS a + sen20,, a — Sen2 o, | Î i (51), — (R, +-+) (fn Sen n 1a SCO) + (7 4a tan 0,1 — ti tan 0,) \ ' l > ò QRi= n (R, +e+-h)} x (sen? 0, — sen? 0,4) 1 D) b, f € 6 D) — 5 R+e+h? >< (lin 4 Sen 20,,, — *, sen 20) i (52). 2 2 1 È + (Rate +1) (hi, SOM Ora — 7 800 On) — e (hg LR One — HE 0 0) Si riconoscerà facilmente che queste ultime formole sussistono qualunque fosse l'ampiezza dell’arco Kn Kn, da cui dipendono, analogamente a ciò, che fu osservato nei $ 15, 22, 28, 29 per le formole riferite negli stessi. 36. Se dai vari punti della curva estradosso in tutta la estensione da A a B, (fi- sura 2) si elevano altrettante verticali sino ad incontrare la retta K, F, ciascuna delle quali sarà indicata colla lettera g seguita in piede dall’indice, che distingue l'estremità dell'arco dal quale si eleva, a coerenza di ciò che fu espresso nel $ 27 possono le medesime calcolarsi col mezzo delle relazioni (29), (30), estese a tutti gli archi compresi fra i punti Bu e B, s osservando bensi che all’angolo 0, corrisponde per g,, la differenza delle ordinate dei punti Km e B,, ; cioè a dire KB, = gua oi le quali due ordinate si determinano coi processi indicati nei $ 30, 31, 32. Conformemente a ciò si dee pure osservare, che col mezzo delle formole (33), (34), (35), (36) si possono calcolare : l’aja di uno dei quadrilateri mistilinei limitati dalle verticali anzicennate, dagli archi della curva estradosso, e dalla retta Km F; l’aja del poligono mistilineo composto da uno dei mentovati quadrilateri, e dalla zona circolare corrispondente; i momenti altresi delle stesse aje ($ 7). La generalità di cotali for- mole, sicchè possono usarsi tanto se l'arco della curva estradosso che si considera fosse intero, ovvero parziale, è conseguenza di ciò, che fu detto in proposito di esse nei corrispettivi $ 27, 28, 37. Considerando in ultimo luogo la parte della curva estradosso estesa da B, sino l’im- posta ci troviamo condotti al 1° caso già discusso ($ 26, e seg.) ; in fatti elevando dai punti della predetta curva altrettante verticali, che incontreranno le due rette B, E, K,F,si potranno calcolare le porzioni di quelle verticali comprese fra le in- dicate rette col mezzo delle formole (31), (32); l’aja poi di uno qualunque dei trapezi SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA (05) limitati dalle cennate verticali e dalle due rette medesime testè indicate, ed il mo- mento altresi di cotale aja ($ 7), si calcoleranno mercè le relazioni (37), (38), Parimente si può adoperare le formole (29), (30) al calcolo delle intere porzioni delle verticali estese dai punti della curva estradosso sino alla retta K,, PF, e le (33), (34) alla determinazione dell’aja di uno dei trapezi mistilinei limitati dalle verticali or cennate, dagli archi della curva estradosso, e dalla predetta retta K,, F, ed al calcolo altresi del momento di tale aja; finalmente mercé le (35), (36) si calcoleranno l’aja di uno dei poligoni mistilinei, ciascuno composto da un trapezio mistilineo di quei or ora mentovati, e dalla zona circolare corrispondente allo stesso, ed il momento della medesima aja Tutte le formole citate in questo paragrafo si adopereranno a cominciare dal punto B,; pel quale la porzione della verticale B, D, si trova già determinata col processo cennato nel paragrafo precedente, e potranno usarsi con la stessa generalità osservata nei $ 27, 28, cioè tanto se sono dipendenti da un arco intero della curva estradosso, che da un arco parziale. 38. Qualora pel 2° caso che ci occupa, oltre i dati X e % suindicati ($ 29), fosse conosciuta, in luogo della lunghezza Lm della porzione Kp Ki. K, della curva della sopraccarica, l’ ordinata d" all'origine della retta K,, F, come fu osservato nel $ 25 in rapporto alla retta B, E, debbesi procedere pari passo come fu indicato in quel paragrafo per determinare la posizione del punto K,,, e delle incognite che ne di- pendono, sostituendo in tutti i calcoli 2 all’angolo 9, d" in luogo di d', l'indice 7 in iscambio di », ed alle X, Y le &, v. A coerenza di queste osservazioni dalla (27) del citato $ 25 si deduce y=b"'—x tan d Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù (53) per l'equazione della retta K,, F considerata in tutta la sua estensione; da questa equa- zione si ricaveranno i valori di y, i quali mostreranno trovarsi il punto K,, sull'arco inte- roRke kg i della curva della sopraccarica, e la lunghezza del raggio condotto per K,, essere eguale alla quantità conosciuta R, +e +; mercè la (28) poi si ot- tiene la relazione l a4A sen (+ 0,)= Reise) È x c0s4 + sen (+0, 14) e (04) CA che servire dee alla determinazione di 0, La quantità c, dA che abbiamo segnato a questo modo per distinguerla dalla c,,,j del citato $ 25, è uguale alla differenza 7 He : 1 1 tra il valore di y corrispondente ad sett ì ed il valore di 0a i Il calcolo intanto delle coordinate £, v, che fa d’uopo conoscere con anticipazione per gli archi 64 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA interi della curva della sopraccarica, si effettuirà col mezzo delle relazioni (39) del $ 29, o di altre che saranno designate come più speditive (#). E° Caso (fig. 3). 39. I dati che si riferiscono a questo caso sono: l’ altezza Bo Ko indicata con # come al $ 29, la lunghezza della retta K, D, » che segneremo con L, , e l’angolo d’in- clinazione della retta D, F con l’orizzontale condotta per D,, il quale angolo sarà rappresentato con è; l'angolo d’inclinazione della retta K,, D, con l’orizzontale che passa per K,, poi è eguale all’angolo dato 9 in riguardo alla retta B, E di limite del rin- fianco ($ 23), alla quale Km D, è parallela, Questi dati riuniti agli altri succennati in rapporto alle due curve intradosso, ed estradosso, ed al limite in altezza del rin- fianco, sono sufticienti allo scopo come svilupperemo qui appresso, Primieramente poichè coi processi indicati nei $ 23, 25 sostituendo a > l’indice w, ed e ad , va determinata la posizione del punto B,, , sono perciò conosciute le coor- (4) u (rd . . . dinate xl x Y° , il raggio R. +e che passa per questo punto, e l’angolo e, d’ in- clinazione dello stesso raggio sulla corda; operando poscia come è stato cennato nel $ 32 si giungerà a determinare la posizione del punto K,, sulla verticale condotta per Bu» al quale termina la curva della sopraccarica, e nel tempo medesimo la lun- chezza della parte Km By di questa verticale, che segneremo con di conseguente- mente puossi applicare a questo terzo caso tutto ciò, che è stato svolto nei $ 33, 34, 35 in rapporto al secondo caso per tutta l’ estensione del profilo raffigurata da RG B,, (fio. 2, 3). In secondo luogo il triangolo rettangolo K,, ID, avente per ipotenusa L,. e per ca- teti le porzioni dell’orizzontale KmI, e della verticale D, I, le quali partendo rispet- tivamente dai punti Km, D, vanno ad incontrarsi in I, ci offre le relazioni : KaI=L, coop, DJI=L, senp. (22) (22) Ul Aggiunta alla & la quantità L, cos 9, e sottratta L, sen p da v , si otterrà le : Na (m) (Mm) a c coordinate del punto D,, poichè le & ,v sonogià precedentemente determinate. i ion), : _(v) Presa poscia la quantità $ +L, cos 9 per l’ascissa X del punto B,, dove la verticale condotta per D, incontra la curva estradosso, col processo medesimo indi» cato nel $ 31 si giungerà a determinare la lunghezza del raggio che passa per B, % (*) Una traccia grafica risparmia molti calcoli, come fu cennato nella nota corrispettiva al succi- tato $ 25. SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA 65 VERTIZIIONIT , RFI (0) l'angolo 0, d’inclinazione di questo raggio sulla corda, e l'ordinata Y_ appartenente ° 7 7 s 0 9 : (mm) lv) al punto B, in considerazione; finalmente si avrà nell'espressione v —L, seng —Y la lunghezza della porzione di verticale D, B, » frapposta tra il punto B, della curva estradosso, e D, punto comune delle due rette di limite in altezza della sopracca- rica, la quale lunghezza per uniformità del sistema di segni sopra adottato sarà de- signata con g, + 40. Ciò posto avuto riguardo a tutta l'estensione della curva estradosso da B, @ B, ci troviamo condotti al 1° caso contemplato nei $ 27, 28, colla condizione par- ticolare di essere eguali fra loro i due angoli 2 e 9g, che gli hanno rapporto; epperciò tutte Ie formule riferite nei citati paragrafi possono applicarsi con la condizione or ora dichiarata, estendendole da O a 0,5 si scorge facilmente intanto che tutte le quantità segnate con d sono eguali a d, precedentemente determinata Considerando indi tutta la parte della predetta curva estesa da B, a !, ci tro- veremo nelle medesime condizioni del caso 1°, osservando bensì che i valori iniziali delle quantità segnate con d, e g corrispondenti all’angolo 0, sono : d, =dy; €95 determinate quest'ultime nel modo indicato nel paragrafo precedente. 41,—@©Osservazioni generali. 1a Trattandosi di una delle aje sopraccennate con le lettere B, C, ecc. dipendenti da un arco intero della curva estradosso, ovvero dei momenti delle stesse aje indicati con B', C', ecc., a tali lettere abbiamo fatto seguire in piede l’ indice intero, che distingue la prima estremità del predetto arco intero; però qualora si tratterà di aje analoghe, o dei momenti delle medesime, dipendenti da un arco parziale della predetta curva, alle precedenti lettere B, B', €, C' ecc. dovranno seguire in piede i due indici, che distinguono le estremità dell’arco parziale, scritti con lo stesso ordine di successione delle estremità dell’arco, e separati da una virgola; così un’aja H, che dipende da un arco parziale, le cui estremità sono designate dagl’indici v, w (sia che uno di questi fosse intero, ovvero entrambi fratti) sarà designata con H, y ed il mo- mento della stessa aja con IH, c 2 Nel $ 12 fu indicato il sistema di formole più appropriato alla speditezza dei calcoli per determinare le coordinate delle estremità degli archi interi delia curva in- tradosso, e dei centri degli stessi archis nei $ 14, 17, 27, 29 poi furono trovate le formole (14), (39), (20), (31), (29) per. cui mezzo possono calcolarsi le coordinate delle estremità degli archi interi delle due curve estradosso, e della sopraccarica, e le porzioni delle verticali innalzate dalle mentovate estremità della curva estradosso, che sono state designate con cn, An, 9n, essendo 7 l'indice dell’estremità dell’arco da cui è elevata la verticale, e sulla quale si contano le porzioni or cennate; fu dichiarato al tempo medesimo la generalità delle stesse formole, sicchè possono adoperarsi al Giorn. di Scienze Nat. cd Econom. Vol. HI, ; 9 66 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA calcolo delle coordinate dell’estremità degli archi parziali delle predette curve, e delle porzioni di verticali elevate da quest'ultime estremità, terminate nel modo ivi defi- nito, Conviene frattanto osservare che qualora deggiono calcolarsi progressivamente gli elementi in discorso, onde rendere più spedito il calcolo torna utile il seguente andamento. Dopo avere determinato le wn, Yn, ©, y6 nel modo prescritto nel $ 12, si cal- coleranno le X@), Y@) con le formole Xm — g—excoso,, Y@_y@_eseno, + RO S5) che si deducono dalle relazioni (3), (14) dei $ 9, 14; si passerà indi al calcolo delle $@), v@ mercé le formole SM_XM=}c080, vM—Y@=hsen0, . +... + (56), risultanti dalle succennate relazioni (14), (39); la determinazione poi delle quantità segnate con Cn Ans Yn Si effettuirà col mezzo delle seguenti G i VOI i lis tO | tan © Tra — In 0) LR Veglia [ata den xl | tan z i ] t d : f (57); n sen (o — 7 FARI [as x | sen (p — è) COS © COS À la prima delle quali formole è stata già trovata nel $ 17, la seconda risulta dalla precedente per conseguenza immediata del ragionamento tenuto nel $ 27, e la terza si ottiene sottraendo la prima dalla seconda; però quando due delle mentovate tre quantità si trovano già determinate, conviene dedurre la terza dalla relazione In= On t: Ano ARTICOLO SECONDO Condizioni di equilibrio, ricerca delle giunte di rottura, e delle incognite che ne dipendono. 42, Noi supponiamo conosciuti dal lettore gli sviluppi, che Audoy ha dato nella sopraccitata Memoria ($ 2) in riguardo alle condizioni di equilibrio delle volte cilin- driche rette dipendentemente dalla teoria di Coulomb , e crediamo quindi inoppor- tuno di ripeterli quis però reputiamo necessario a mettere in chiaro l’obbietto da di- sentere, seguendo le traccie del mentovato Andoy, premettere le seguenti considera- 51001» SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 07 Si dee supporre: 1° che le volte siano composte di cunei posti a contatto senza interposizione di malta; 2° che si trovi alla metà della chiave una giunta verticale, la quale divide In volta in due parti eguali; 3° che vi si trovi pure delle giunte nei punti dove la volta è più disposta a rompersi. La prima di queste condizioni attri- buisce alle volte minore stabilità di quella, che realmente hanno; perocchè tra i cunci vi si frammette sempre un piccolo strato di malta, la quale al momento in cui è posta in opera rendendo più scorrevoli le giunte dei cunei favorisce lo spostamento dei me- desimi, ma il disfacimento delle centinè si compie quando le ‘malte avranno acqui- stato un grado di consistenza sufficiente, onde opporsi alla scorrevolezza delle giunte: può dunque ammettersi la prima ipotesi anzidetta come conducente a risultati di mag- giore sicurezza. 43. Nello stato infinitamente vicino all’equilibrio le volte dianzi cennate sì rompono in generale in cinque punti diversi cioè : nella giunta della chiave; in due punti in- termedi tra la chiave e le imposte; e nelle due giunte delle imposte, se non vi sono pierretti, ovvero alle basi dei pierretti, se questi esistono. Tali circostanze accadono costantemente, sia che la rottura provenga dalla parte superiore della volta, la quale prevalendo sulle parti inferiori tende a discendere allontanandole; sia che abbia luogo per causa predominante delle parti inferiori, che tendono a sollevare la parte supe- riore. Nel primo caso la giunta della chiave, e quelle delle imposte si aprono all’in- tradosso, mentrechè le giunte intermedie si aprono all’estradosso; nel secondo caso l’a- pertura delle giunte si fa in senso contrario; conseguita pertanto che in entrambi i casì si può considerare le quattro parti in cui la volta si rompe come altrettante leve, riunite estremità ad estremità, attorno le quali tendono girare. Noi chiameremo le due parti contigue alla giunta della chiave cunei superiori, e cunei inferiori le altre due, comprendendovi in queste i pierretti qualora esistono, 44, A causa della perfetta egualtà delle due metà della volta, e del fatto ora ri- ferito, risulta che le forze di pressione con le quali i due cunei superiori agiscono l’uno contro l’altro sono eguali, orizzontali, direttamente opposte, ed applicate nel primo caso suindicato contro io spigolo superiore della giunta verticale, e nel secondo caso contro lo spigolo inferiore (intendendosi per gli spigoli di una giunta le linee, che la terminano all’estradosso, ed all’intradosso). Ciascuna metà della volta potrebbe dunque essere tenuta in equilibrio col mezzo di una forza eguale all'una delle cen- nate pressioni, che si applicherebbe orizzontalmente contro l’uno, o l’altro spigolo della sua giunta verticale; da ciò conseguita altresi che per determinare le condizioni di equilibrio di ciascuna metà della volta non bisogna altro se non trovare il valore della pressione, 0 forza orizzontale alla chiave; perocchè come nello stato di equilibrio cia- scuna metà della volta dee fare un tutto continuo, e mantenersi rigida contro lo spi- golo esteriore, o lo spigolo interiore della giunta all’ imposta, ovvero della base del pierretto, sarà sufficiente eguagliare il momento della forza orizzontale, preso per rap- porto a questo spigolo, al momento di tutta la semivolta preso per rapporto al me- desimo spigolo; così si avrà un'equazione nella quale entrerà la spessezza incognita del pierretto, o la spessezza della parte inferiore della volta, che si determinerà per tale mezzo. 05 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA Stante la figura supposta al sistema delle volte che ci occupa, e le condizioni sta- bilite nel $ 4, risulta che l’azione delle forze resta la stessa in due zone di eguale spessezza, determinate da piani verticali normali all’asse, o paralleli ai piani di fronte; possiamo pertanto considerare l’equilibrio di una zona di spessezza infinitamente pic- cola, o semplicemente applicarle il principio dell'equilibrio di un sistema di forze agenti in un piano; ciò vale l’istesso che sostituire al sistema di volte in esame il loro pro- filo sul piano verticale di fronte, e poichè si può avere riguardo a sola metà della volta, noi ragioneremo tenendo conto del profilo di questa metà, sostituendo all’altra la forza orizzontale equivalente di cui sopra fu cenno, applicata contro l’uno dei due spigoli della giunta alla chiave. 45. Ciò posto contempliamo il primo caso in cui il cuneo superiore prevale sull’in- feriore. Poichè nello stato di equilibrio il cuneo inferiore non dee prendere alcun mo- vimento, si può considerarlo per un istante come interamente fisso, o capace di una resistenza infinita; allora è evidente che la forza orizzontale alla chiave debb’essere tale da mantenere in equilibrio il cuneo superiore, il quale pel proprio peso tenderà a discendere girando attorno lo spigolo interno della giunta di rettura , che separa i due cunei in discorso; bisocna dunque che il momento della cennata forza per rap- porto a quest’ultimo spigolo fosse eguale al momento del peso del cuneo superiore per rapporto allo stesso spigolo. Si rappresenti con F la mentovata forza orizzontale, e con P il peso del cuneo su- periore; preso per origine delle coordinate il punto, che nel profilo della semivolta rappresenta il predetto spigolo, contando nel verso orizzontale le ascisse, e nel ver- ticale le ordinate, sia f l’ordinata del punto di applicazione di F, e sia p l' ascissa del centro di gravità del predetto cuneo superiore; in conseguenza della eguaglianza dei due momenti anzicennati si ha F=Pp:f. Questa espressione assume diversi valori assegnando differenti posizioni alla giunta di rottura, ma come la forza orizzontale, che non varia per una medesima volta, debb’ essere tale da tenere una porzione qualunque superiore della semivolta contro la parte inferiore corrispondente, è chiaro dover essere eguale al massimo valore, che prenderà l’espressione P p : f facendo variare di posizione la giunta anzidetta; di fatti chiamando A questo massimo, se si avesse F < A, il cuneo superiore corrispondente alla giunta, che dà questo massimo, girerebbe attorno lo spigolo inferiore di tale giunta, giacchè il momento del sno peso sorpassa quello della forza orizzontale, Reciproca- mente la giunta, per la quale Pp:fè un massimo, corrisponde necessariamente alla giunta di rottura nel caso di un movimento della volta; poichè per ogni altra giunta il momento della forza orizzontale prevale su quello del euneo superiore, che in con- seguenza è consolidato altrettanto sul cuneo inferiore, e non disposto a separarsene. È dunque chiaro che per una volta data, nella quale la parte superiore prevale sulle inferiori, il massimo dell’espressione P p:f sarà il valore della forza orizzontale alla chiave, e che le condizioni medesime di ‘questo massimo faranno conoscere la giunta di rottura. 16, Contempliamo in secondo luogo l’altro caso, cioè quando i reni dell’areo della SULLA STABILIT V DEI PONTI DI FABBRICA 64 volta sono talmente caricati, sicchè lo parti inferiori prevalendo sulle superiori ten- dono a sollevarle. In questo caso, al pari del primo, supposto fisso per un istante il cuneo inferiore, la forza 0 pressione orizzontale alla chiave debb'essere tale da te- nere in equilibrio il cuneo superiore, il quale pel proprio peso tenderà a discendere girando attorno lo spigolo superiore della giunta di rottura; epperciò fa d’uopo che i momenti della predetta forza, e del peso del cuneo superiore, presi per rapporto al cennato spigolo, fossero eguali tra loro. Sia preso il punto del profilo della semivolta rappresentante quest’ultimo spigolo per l'origine delle coordinate, da contarsi queste al modo medesimo cennato pel primo caso, ed alle indicazioni ivi date si apponga un asterisco in alto delle lettere, onde appropriarle al caso che ci occupa; per l’e- guaglianza dei due momenti testè indicati si ha IF=P'p':f" Questa espressione acquista diversi valori cambiando di posizione la giunta di rot- tura, ma la mentovata forza orizzontale alla chiave dovendo essere costante per una medesima volta, dee necessariamente avere per valore il minimo di tutti quelli, che assumerà l’espressione in esame col cambiare di posizione la predetta giunta di rot- tura; in fatti chiamando A' questo minimo, se si avesse F'> A’, il cuneo superiore corrispondente alla giunta che dà questo minimo girerebbe attorno lo spigolo supe- riore della stessa sollevandosi, giacchè il momento del suo peso è minore di quello della forza orizzontale suindicata. Inversamente la giunta, che da P'p':/' un minimo, corrispondente alla giunta di rottura nel caso di un movimento della volta, poiché per ogni altra giunta il momento del cuneo superiore prevale su quello della forza orizzontale alla chiave, la quale tende a sollevarlo; il medesimo cuneo in conseguenza è consolidato altrettanto sull’inferiore, e non disposto a separarsene. Conseguita dunque che per una volta data, nella quale le parti inferiori tendono a prevalere sulle su- periori, il minimo dell’espressione P'p' : f' sarà il valore della forza, o pressione oriz- zontale alla chiave; che la giunta corrispondente a questo minimo è laddove la volta tende a rompersi, e che le condizioni medesime di questo minimo faranno scoprire tale giunta di rottura. 47, Si può conchiudere dietro il precedente che per una volta data: 1° il mas- simo valore di Pp:.f, ed il minimo di P'p': f' stabiliscono due limiti, inferiore il primo, e superiore il secondo, che la forza di pressione orizzontale alla chiave, se- condo l’uno o l’altro dei due casi contemplati, non può oltrepassare; 2° che la forza orizzontale anzicennata, propria ai due stati di equilibrio stretto della volta, non di- pende nè dai pierretti, né dalle parti inferiori della stessa, ma solamente dalla se- miparte superiore, in modochè la posizione delle giunte di rottura è pure indipen- dente da’ pierretti, e può trovarsi senzachè questi pierretti fossero conosciuti, circo- stanza che servirà a rendeve più semplici i calcoli (*). (*) Quest'ultima proposizione, che si trova nella sopraccitata Memoria di Audoy, implica la con- dizione che la rottura intermedia tra la chiave e la base del pierretto non avvenga mai su questo, poi- chè altrimenti Ja ricerca del massimo, e minimo summentovati richiedendo che si consideri la giunta di rottura potersi trovare anche al disotto di quella dell’imposta, la conoscenza del pierretto sarebbe una necessità immediata. 70 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 48. Siano M, M' i momenti della semivolta, comprendendovi il pierretto se esiste, per rapporto ai due spigoli esterno ed interno della giunta all'imposta, o della base del pierretto ; siano F, F' le forze orizzontali alla chiave corrispondenti all’ uno, ed all’altro dei due casi summentovati; siano N, N' i bracci di leva per rapporto alla giunta o base anzicennata; dietro le considerazioni dichiarate nel $ 44 s’inferisce per l'equazione di equilibrio, secondo l’uno o l’altro dei due casi sopraddistinti, M_—FN=0, M_—-FN'=0. 49, Ecco dunque a che si riduce la discussione della stabilità di una volta data: Facendo diverse supposizioni intorno al sito delle giunte di rottura, si determineranno i valori delle espressioni Pp : f, P'p':/, e le corrispondenti al valore massimo della prima, e minimo della seconda, sono rispettivamente le giunte di rottura, Si assu- merà il massimo, e minimo or cennati pei valori delle forze o pressioni orizzontali alla chiave F, F5 indi si prenderà i momenti del peso dell’intera semivolta per rap- porto allo spigolo esterno, ed allo interno della base del pierretto, sostituendo a questa la giunta dell'imposta qualora non esistono pierretti, si prenderà al tempo medesimo il momento di F per rapporto al primo spigolo ora mentovato, e quello di E" per rap- porto al secondo spigolo; se i primi due momenti sono compresi fra questi ultimi, ciò è una prova che la volta non ha stabilità, e che tutto il contrario ha luogo nel caso inverso, cioè quando gli ultimi momenti sono compresi fra i primi, Nello stato stretto di equilibrio si verificherà l'equazione M—FN=0, ovvero M'—F'N'=0, e poichè nelle espressioni di M ed M' entra in combinazione la spessezza del pierretto, queste ultime equazioni serviranno a determinarla, allorchè è incognita, in modochè vi abbia equilibrio. Se l’una, o l’altra delle espressioni P p : f, P'p':f', non ammet- terà valore massimo per la prima, o minimo per la seconda, conseguita che la volta può essere capace di rompersi in una sola delle due maniere sopraindicate. 50. Per le forme di volte usitate ordinariamente nella pratica, e con ispecialità per quelle, che formano il nostro obbietto, giammai avverrà che le parti inferiori prevalgano sulle superiori, epperciò basterà assicurarsi che l’azione di quest'ultime non può vincere l’azione delle prime. Quando poi la volta fosse destinata a portare grandi sopraccariche su i reni, od a provare urti come quei prodotti dalla caduta delle bombe sui magazzini militari, bisognerebbe tenere in riguardo cotali circostanze, cioè assi- curarsi nel primo caso che le sopraccariche non potrebbero fare predominare le parti inferiori della volta, e nel secondo caso che la stabilità della volta è sufficiente a resistere all’urto, in qualunque punto quest’urto accadrebbe. Se fosse proposto di determinare la spessezza minima da darsi alla chiave di una volta, della quale le forme e le dimensioni delle altre parti sono conosciute, onde tenersi in equilibrio su i piani delle imposte, ovvero sulle basi dei suoi pierretti, tale quistione si risolverebbe direttamente se si avesse per l’equazione di equilibrio una espressione finita della spessezza suindicata, perocchè questa equazione risoluta per rapporto all’incognita fornirebbe già la spessezza richiesta; ma poichè questo metodo riuscirebbe molto complicato nella generalità dei casi, è d’uopo ricorrere ai SULLA STABILITA DEI PONTI DI FABBRICA 71 tentativi successi, cioè a dire si assegnerà dapprima alla volta una picciola spessezza, poco al di sopra di zero, e si esaminerà col processo sopraccennato se soddisfa alle condizioni di stabilità; nel caso negativo si saggerà un’altra spessezza maggiore della prima, e così di seguito sinochè se ne troverà una, alla quale rispondono le indicate condizioni di stabilità, e quest'ultima sarà la spessezza cercata. Tenute presenti tutte le considerazioni precedenti si vede chiaramente che la prima ricorea da farsi, onde risolvere le varie quistioni che si possono proporre, consiste a trovare per ogni volta le espressioni P p :f, P'p':f', e determinare indi il valore massimo della prima, ed il minimo della seconda, supponendo variabili gli elementi che determinano la posizione della giunta di rottura, dai quali le indicate espressioni dipendono, i 51. Noi pertanto ci accingiamo a queste ricerche, però facciamo pria le seguenti osservazioni : 1a A coerenza delle ipotesi stabilite nel $ 4 dee ammettersi che la muratura del rinfianco, e la massa della sopraccarica, in un movimento iniziale, e piccolissimo della volta, si rompono secondo due piani verticali, l’uno prolungamento della giunta alla chiave, e l’altro condotto per lo spigolo superiore della giunta di rottura; per brevità noi chiameremo verticale alla chiave, e verticale alla giunta di rottura le due rette, che nel profilo ($ 44) rappresentano i due piani verticali ora indicati. 22 Avuto riguardo alla diversa densità delle parti del sistema ($ 4) nelle espressioni di Pp:f P'p':7' entrerà in combinazione l’aja del profilo dell’arco della volta li- mitato dalle due curve intradosso ed estradosso, dalla giunta alla chiave, e da quella di rottura; l’aja del profilo del rinfianeo limitato dalla curva estradosso, dalla retta che lo termina in altezza, e dalla verticale alla giunta di rottura, e nel primo dei tre casi stabiliti al $ 5 sarà limite altresi la verticale alla chiave; finalmente entrerà in combinazione l’aja del profilo della sopraccarica limitata dalle due verticali testé cennate, dalle linee che la terminano in altezza, e da quelle che la separano dal rinfianco, ed in parte dall’arco della volta secondo i casi che si esamineranno. Qua- lora due, o tutte e tre le parti mentovate si riguarderanno come omogenee tra loro, le aje dei rispettivi profili si aggiungeranno a formare una sola, ed in corrispondenza si renderanno più semplici le espressioni di ——, — 32 Segnando con 8 1’ angolo d’ inclinazione sulla corda della giunta di rottura, le aje dianzi cennate dipendono da quest’angolo, e quindi Pp : f, P'p':/' sono funzioni di 8; se si potessero trovare dunque queste funzioni subordinate al principio della continuità, basterebbe risolvere per rapporto a 6 le equazioni Pp P'p' —— d —_- DERE — 0, Asi —i0 (a) dp d 6 . C) U] . è LI) CI) I onde determinare la posizione delle giunte di rottura, e quindi tutte le altre quan- tità che dalle medesime dipendono. 72 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 4* 1 sistemi di volte, che noi abbiamo in esame ($ 4, 5) presentano soluzioni di continuità sì ai punti d'incontro degli archi di cerchio, che rispettivamente compon- gono le curve del’intradosso, dell’estradosso e della sopraccarica, come pure ai punti d’intersezione rispettiva di quest'ultime due curve con le rette, che limitano in al- tezza il rinfianco e parte della sopraccarica, Per soddisfare in conseguenza al principio della continuità bisognerebbe separare le parti del sistema secondo i limiti, fra i quali sussiste quel principio, si avrebbe così a risolvere altrettante equazioni ana- loghe alle (@) per quante sono le parti distinte in discorso; i valori di f forniti da tali equazioni servirebbero a determinare quei di Pp : f, P'p' : 7’, e si esaminerebbe quale fra questi è massimo per la prima, e minimo per la seconda; i valori di £, che danno questo massimo, ec minimo corrispondono alle giunte di rottura. 5® Le espressioni di Pp : f, P'p':7', comunque si abbia riguardo all’ indole della muratura dell’arco della volta e del rinfianco, ed alla massa della sopraccarica (sia considerandole eterogenee, od omogenee tra loro) saranno funzioni di 2, nelle quali questa quantità entrerà in modo alquanto complicato, e sotto la segnatura delle linee trigonometriche seno, coseno, tangente; quindi le equazioni (a) risulteranno trascen- denti, epperciò impossibili in generale a risolversi direttamente per rapporto a 6; a rendere dunque più semplice il processo, e risparmiare considerevolmente la laho- riosità dei calcoli, vale meglio attenersi al metodo seguente. 6° Si cercherà, tenuti sempre in riguardo i limiti stabiliti dalle soluzioni di con- tinuità del sistema, le espressioni di Pp : f, P'p' : f' in funzione di 6; indi supponendo che la giunta di rottura varî di posizione dalla chiave all’ imposta, si sceglieranno fra 90°, e 0° quei valori di 6, che si reputeranno più convenienti allo scopo; si cal- coleranno con questi i valori delle precitate funzioni, e si esaminerà qual'è il mas- simo di Pp:/, ed il minimo di P'p':7', a questi ultimi corrispondono i valori ri- chiesti di 4, che danno la posizione delle giunte di rottura. 7a Nella pratica conviene prendere con preferenza per € alcuni degli angoli 03 0,3 02ven indicati nel $ 8, corrispondenti ai punti delle summentovate curve, dove avvengono le soluzioni di continuità; fra questi angoli si fara variare 6 per gradi interi, e quando per diversi valori delle succennate funzioni se ne conoscerà l'andamento fra taluni limiti, puwossi trascurare la ricerca di tutti gli altri compresi fra quei limiti; con- viene poi restringere sempre più le differenze degli angoli assunti per / fra i limiti, dove il calcolo fa presentire trovarsi il massimo, ed il minimo suindicati: questo pro- cesso sarà chiarito dalle applicazioni. 8a Onde procedere con semplicità noi supporremo il profilo di metà del sistema ($ 4) in tutta l'estensione dalla sommità all'imposta diviso in parti, ognuna composta dalla zona circolare sul profilo dell'arco della volta dipendente da un arco intero, 0 par- ziale della curva estradosso, e dal trapezio mistilineo corrispondente , definito que- st'ultimo dal mentovato arco, dalle verticali condotte per le estremità dello stesso, e dal limite in altezza della sopraccarica; questo trapezio abbracci, o pur no una parte del profilo del rinfianco. Noi chiameremo elemento integrante del profilo }’ aja così somposta dalla zona circolare, e dal trapezio mistilineo dianzi cennato, e lo diremo SULLA STABILITA DEI PONTI DI FABBRICA 75) elemento integrante intero, ovvero elemento integrante parziale, secondochè dipende da un arco intero, 0 da un arco parziale della predetta curva 9a Per designare il peso corrispondente ad un elemento integrante adotteremo la lettera P seguita dagl’indici in piede, che distinguono le estremità dell'arco della curva estradosso, da cui dipende, sia che tale arco fosse intero, ovvero parziale; così se- gneremo con Pn,ni il peso di quell’elemento integrante, che sarà dipendente dall’arco della mentovata curva, le estremità del quale sono distinte dagl’ indici n, n+-1; fa- remo seguire altresi alla lettera P un numero tra parentesi in corrispondenza del caso che si esaminerà , secondo la distinzione stabilita nel $ 5, cioè a dire seriveremo P (2) quando l’elemento anzidetto si riferirà al 2° caso, e così degli altri. Per ana- 1m+1 logia designeremo nel medesimo modo il peso di una parte qualunque del profilo di metà del sistema composta da più elementi integranti interi, 0 parziali, apponendo solamente per indici quei, che distinguono le due estremità della curva estradosso abbracciata in tutta la estensione del profilo che si considera; così per esempio onde designare il peso corrispondente alla parte del profilo rappresentato dalla fig. 2, com- posta dagli elementi integranti in tutta la estensione della curva estradosso dal punto B,, al punto B, , noi seriveremo P (2), e così analogamente per altri casi, Conformemente ; Hay a queste convenzioni, per indicare il momento attorno l’origine delle coordinate dei pesi designati nel modo predetto, noi surrogheremo alla lettera P la 0, conservando in tutto il resto le medesime indicazioni, epperciò 0 (2) rappresenterà il momento at- [h,V torno il cennato punto del peso P (2). mv 108 Avvertiamo finalmente che prenderemo per termine di comparazione delle den- sità delle varie parti del sistema quella della muratura dell’arco della volta, la quale in conseguenza sarà esuale all'unità, e designeremo con 7, s, t le densità relative a quest’ultima della muratura del rinfianco, della massa della sopraccarica, e della mu- ratura de’ pierretti, Premesse le precedenti considerazioni procediamo alla ricerca delle espressioni Pp : f, P'p':f',e delle equazioni M-—FN=0,M—F' N'=0, a coerenza della distinzione fatta in tre casi ($ 5) delie volte di cui ci occupiamo; ma è d’uopo premettere pria un teorema, e stabilire talune formole che avremo frequente occasione di richiamare, 52, Consideriamo in un piano verticale un sistema di assi ortogonali, e sia oriz- zontale l’asse delle ascisse, verticale quello delle ordinate; immaginiamo nello stesso piano una certa aja Z, della quale sia Z' il momento per rapporto alla verticale con- dotta per un punto, la cui ascissa vada designata con «; sia Z, il momento della medesima aja per rapporto ad altra verticale, la quale passa per un punto la di cui ascissa è segnata con 2’, tra i due momenti Z', e Z, dee sussistere la relazione VAR = (x “a a') Z ZE VA DAME ai SO BRO DCO ORGANO] (0). In fatti segnando con #' il braccio di leva del momento 2’, l’ascissa del centro di te) Giorn. di Scienze Nat, ed Econom, Vol. III, 10 74 SULLA STABILIVA” DEI PONTI DI FABBRICA gravità dell’aja Z è @ 4- 2, ed il braccio di leva 2, del momento Z, è ,,==" 2" — (a+), ovvero z:=z'+— 2', quindi dee sussistere una delle due relazioni h=(0—-a)54_-M h=(0—-&)Z+48 ma quando si ha ,a4== 2 —(x+ 2’ i bracci di leva 2 e 2, sono in direzione op- posta, epperciò i momenti Z', e Z, debbono prendersi con segno contrario, così dunque supposto in queste lettere, come nelle x, 2' implicito il segno dal quale deggiono es- sere precedute, le due ultime relazioni si fondono in una sola, che è la (0). Ritenute le ipotesi precedenti, sia Z l’aja in un piano verticale della base di un solido cilindrico retto; di cui la densità vada designata con d; consideriamo di questo solido una zona di spessezza infinitamente piccola, determinata dalla base Z, e da un altro piano verticale infinitamente ravvicinato a quello della base Z, talchè alla zona così immaginata puossi sostituire il profilo sul primo piano verticale anzicennato; il peso di tale zona è dè Z, i momenti di questo peso per rapporto alle due verticali sopraddesignate sono d Z', d Z,, e sussisterà fra queste quantità la medesima relazio- ne (0) moltiplicata rispettivamente per d; ciò è evidente, e vale lo stesso dire che debba moltiplicarsi l'equazione (0) per è, onde riferirla dall’aja Z della base del sup- posto solido alla zona pesante sopraccennata. Se poi con Z, s'intenderà il momento del peso è Z per rapporto alla mentovata verticale, ovvero il momento di rotazione di questo peso attorno il punto, che ha per ascissa 2’, allora nella relezione (0) dovrà sostituirsi unicamente d Z, dò Z' in luogo di Z, 7, Generalizziamo questo teorema. Si abbiano più solidi nel modo sopraindicato , dei quali siano d, d, d", le densità; Z, V, U,.. le aje delle basi, giacenti tutte nel me- desimo piano verticale summentovato; Z', V', U',... siano i momenti delle predette aje per rapporto alla verticale, che passa pel punto avente per ascissa x; Z,, Viy Ugo finalmente siano i momenti di rotazione attorno il punto, la di cui ascissa è 2, dei pesi delle zone di spessezza infinitamente piccola, determinate cotali zone nei solidi in esame dal piano delle basi, e da un altro piano verticale infinitamente ravvici- nato al primo, cioè a dire i momenti attorno l’indicato punto dei pesi d Z, d' V, d" Una Fra le quantità riferibili a ciascuna delle zone in discorso sussisterà una relazione analoga alla (0), generalizzata nel modo suindicato, cioè a dire si avrà: I=(a —2)0Z4+037, V=(a—a')"V+d V, U=((e—-2)3"U+ d"U", ecc, ecc, Sia 0 il momento di tutti i pesi dianzi cennati attorno l’ indicato punto avente per ascissa 2', dal principio più volte citato sulla composizione dei momenti risulta O0=Z+V+U +. quindi 0 =(a—- da) ©) L+09'V + 3d"UH-.1010,) I) . . LI . ‘ (c). LE (d VA ne BU V' 242 gl U! n) \ SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 75 In quest’equazione si suppone implicito nelle lettere x, ', Z', V', U',», 0 il segno con cui debbono prendersi secondo la convenzione stabilita intorno al verso positivo e ne- gativo per le ascisse, e pei bracci di leva dei momenti; se per d, d' d",. poi S'in- tende le densità relative di tutti gli altri solidi in rapporto a quella del primo presa per unità, è d’uopo sostituire 1 in vece di è Con le convenzioni soprastabilite noi chiameremo profilo del sistema la somma delle aje 44+V+U+» peso corrispondente a questo profilo la quantità d Z 4 d' V + d"U +, e momento dello stesso peso la somma d Z' + d' V+ d" U' +... dei momenti parziali, epperò il teorema a doversi premettere puossi enunciare a questo modo : Lemma— Se al momento del peso di un profilo (intendendosi con Ie condizioni so- praccennate) attorno un punto si aggiunge il prodotto dello stesso peso per la difte- renza delle ascisse tra quella del primo punto, e l’altra di un secondo punto, si ot- terrà nella somma il momento dello stesso peso attorno quest'ultimo punto, qualora però il braccio di leva del secondo momento è in direzione opposta a quello del primo momento, la somma ora cennata dee prendersi con segno negativo. 53. Noi designeremo sempre con # l’angolo d’inclinazione sulla corda della giunta di rottura, e segneremo con v,0+1 le due estremità degli archi interi corrispon- denti delle curve intradosso ed estradosso, i quali limitano la zona circolare in cui si suppone giacente la giunta di rottura; la lunghezza di questa giunta è sempre e- guale alla spessezza costante dell’arco della volta, cioè a dire eguale ad e, quindi i raggi delle mentovate due curve giacenti sul prolungamento della giunta di rottura sono R,, ed Rj+@ Le estremità della predetta giunta saranno sempre designate con l’indice 2, pertanto le coordinate di quest’estremità si potranno determinare mercè due sistemi delle se- guenti equazioni ($ 9, 11, 12, 14, 41) dA —a=R, 0080, yA+y%=R, sen g XE) Scar Ly = (R, + e) COS (CA Y(2) t Yy i (Ry + e) sen rc) \ Ù . Ù Ù (1). XG) — g@) =e coso, YA — y@) = esen A ] considerati nell’ordine in cui cotali sistemi si succedono, 1’ ultimo dei quali si ado- pererà a coerenza della osservazione 22 del $ 41 testè citato, Nelle medesime formole intanto le w,, y si riguardano come quantità conosciute, perchè debbono essere cal- colate anteriormente. È facile riconoscere altresi che i bracci di leva f,f' sono rispettivamente eguali alle differenze tra le ordinate delle estremità della giunta alla chiave, e quelle del- l'estremità della giunta di rottura, prese queste in ordine inverso delle prime ; os- servando adunque che le ordinate dell’estremità della giunta alla chiave sono db, b+ e, si ricava PEER TAO (2) 76 SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA Sia inoltre A l'altezza dei pierretti, i bracci di leva N, N’ delle forze orizzontali PF, F' ($ 48) hanno per espressione NT=A+DbD+e,N=A+D DSRROAA LOR SEOSEIE ONORE ORTO (3). Le surriferite formole (1), (2), (3) conservano una forma costante qualunque si fosse l’ uno dei tre sistemi di volte, che si avrà in riguardo ; epperò ci resta solo cercare le espressioni rappresentanti i momenti P p, P'p', M, M' secondo ciascuno dei mentovati sistemi. Noi faremo seguire a queste lettere un numero tra parentesi in- dicante il caso al quale si riferisce, cioè a dire scriveremo M (2) se trattasi del mo- mento M riferibile al secondo sistema, e così degli altri. Primo sistema (fig. 1). 54. Si consideri un elemento integrante intero ($ 51, osserv. 82 ) dipendente da un arco iutero della curva estradosso, l’ estremità del quale sono designate dagl’ indici n n+1; l’aja di questo elemento è eguale a B,+0,+D, ($ 15, 20, 28), e poiché ©, è sul profilo del rinfianco, D, su quello della sopraccarica, il peso P (1) corri- n,m+1 spondente all'elemento in parola è eguale a B,+7U,+5D,($ 51, osserv. 92 e 10°), I momenti ($ 7) delle aje, che compongono il predetto elemento integrante essendo Bn Cn, D'a ($ 15, 20, 28), ed i bracci di leva di questi momenti avendo la mede- sima direzione, dietro il principio più volte citato sulla composizione dei momenti conseguita che il momento del peso dell’elemento integrante in considerazione ha per espressione B',+70"4+sD' Essendo poi x, l’ascissa conosciuta del punto, al quale si riferisce quest’ultimo momento mercè il lemma del $ 52 s’inferisce che 0 (1) - nn+1 ($ 51, osserv. 9°), il eui braccio di leva ha la medesima direzione del momento testé cennato, è offerto dalla relazione 0(1) = 2 (Bn +7 + SD) + Bn +74 8D 0 000 00 (4) nnHL1 Sostituendo in questa successivamente 0, 1, 2,aw, 0 — 1 in luogo di n si otterrà l’espressione dei momenti analoghi dei pesi di tutti gli elementi integranti interi, che si succedono dalla sommità di metà del sistema ($ 4) sino quello in cui si trova la giunta di rottura ($ precedente). Pel momento poi del peso dell'elemento integrante parziale, che insieme ai precedenti interi completa il caneo superiore, e che in con- seguenza dipende dall’arco parziale della curva estradosso, le cui estremità sono de- signate dagl’indici v, 2, tenute presenti le osservazioni fatte nei $ 15, 22, 28, in- torno la generalità delle formole alle quali si riferiscono, la osservazione 1% del $ 41 e la 9° del $ 51, si deduce dover essere espresso dalla medesima relazione (4) seritta nel modo seguente, 1)=% Bo: +0, +8Dy, 2) +Bo,- +7, +8 D'i, x SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA VAL Posta attenzione frattanto che i bracci di leva di tutti gli indicati momenti som nello stesso verso, si può aggiungere tra loro le espressioni che Ii rappresentano, onde ottenere con siffatta somma il momento attorno l'origine delle coordinate del peso to- tale dell’anzidetto cuneo superiore; epperò usando il consueto segno ® per designare la somma di più quantità, che derivano dalla medesima espressione, come fu indi- cato nel $ 18, si ha n=0) n=0 2\ 01)= N 0 E = SI |a Ba +70, + SD) + Bi + Un + SD, | 0, 5 n,M- Vv, Z x n=v—-1 n=v—1 \ (9). tie By at O DBA Doo | È facile riconoscere a contempo che il peso del predetto cuneo mercé le suecen- nate indicazioni va espresso dalla relazione Rie Je((1Ì +P (1 n di n. DA I sd ovvero dietro le sostituzioni preindicate To) RO EI DE IO ROERO O) 0.2 n=v— 1 55. Intanto poichè le ascisse dell’estremità della giunta di rottura sono ©, X) conseguitano dal lemma dal $ 52 pei momenti P p (1), P'p' (1), osservando al tempo medesimo che i bracci di leva p, p' sono in verso opposto a quello di 0(1), le se- g° guenti espressioni (2) Pp (=. PMLI par 01), 0, 0,z 0,7 0,3 ovvero dietro avere effettuato le sostituzioni delle (5), (6), e praticate le riduzioni dettate dalla prima e terza relazione (1) del $ 53, n= 0 pp(h=ax, SS Gntr0n+5D) n=v—-l an=0 (7) CS È Bat rin D+ Bar sD | \ n=v— 1 +R, c080 (Bs, +7 Co, : + 8 Do, a) — Bo, +90, +8Dh a) 78 SULLA STABILITA’ DEI PONTI DI FABBRICA n=0 P'p' (1) = x9 . » (Ba +r0n+s8 D7) n=v— 1 n=0 (8). — » [ra (B, ainsi Cn + S D,) 3E B'n ili Cn -|.s D, | n=v— l nia (R, SUE e) cos # (By, 2 di O, +8 D, 2) ia (Bh, 2 +Y l'i, ASuO De 2) 56. Procediamo alla ricerca dei momenti M (1), M'(1); per tale obbietto osserviamo pria di tutto che se nella relazione (4) del $ 54 si sostituisca ad » successivamente tutti i valori interi da 0 ad w— 1, e si aggiungano tra loro tutte 1’ espressioni a questo modo conseguite, si avrà per somma il momento attorno l'origine delle coor- dinate del peso totale corrispondente alla parte Ao Do Du By Ay (fig. 1) del profilo, cioè a dire si otterrà 0(1) = x [ra (Ba +7 Un +8 Da) + Bn +70 +5 »' | SA) n=u—1 Senza stento si riconoscerà ancora che l’espressione del peso testè cennato è n=0 Pi)= S (Bn +7 n+5Dn) SO e e AO TE (O) 0, u 1 n=U Per giungere alla meta propostaci fa d’uopo trovare l’espressione del momento at- torno la cennata origine delle coordinate del peso corrispondente alla parte residuale del profilo di metà del sistema ($ 4), dedottavi quella or ora considerata, cioè a dire della parte D,ByA,MNF (fig. 1), e l’espressione del peso medesimo; noi designeremo con Q e II il momento ed il peso in discorso. Ciò posto essendo A ($ 53) l’altezza AM del rettangolo A, MNL, o del pierretto, designando con © la spessezza dello stesso, ovvero la base MN dell’indicato rettan- golo, l’aja di questo è uguale al prodotto A>0, e l’ascissa del suo centro di gra- vità è espressa da a + DI talchè il momento attorno l’ origine delle coordinate del peso corrispondente al profilo del pierretto è offerto dall’ espressione ($ 51, 0s- serv. 102 ), (c+4 (0) )>ctac Ù Ù Ù . Ù Ù Ù Ù . Ù (f). i il trapezio CyB,L E. appartenendo al profilo del rinfianco, il suo lato 0, B, è de- signato da e, secondo l’indicazioni date nel $ 16, la distanza B,L fra i suoi lati pa- SULLA STABILITÀ! DEI PONTI DI FABBRICA 79 ralleli è eguale a C—e, e poichè Vinclinazione della retta 0, con l’orizzontale con- dotta per €, è misurata dall'angolo ©, il Jato EL del predetto trapezio ha per espres- sione ec, (C— e) tan 9; quindi per l’aja dello stesso si ottiene BS (C— e) È con (0— e) tan el Per l’ascissa poi del centro di gravità del trapezio in esame, tenuto presente il teo- rema conosciuto intorno alla posizione di tale centro, dietro le precedenti indicazioni si ricava dcu—- 2(6—e) tan g 2c,—(T—e)tano 1 nata (_- 0) Conseguita dunque che il momento attorno l'origine delle coordinate del peso corri- spondente a questa parte del profilo ha per espressione: ine 1 i 7 @2a+l0+0) (ere 7Ba+20+e)(C_e)>=rtano. ti(0), Il trapezio D, (€, E F finalmente corrisponde sul profilo della sopraccarica; il lato D,, 0, dello stesso è designato con d, secondo le indicazioni stabilite nel $ 27, ed es- sendo 7 l’angolo d’inclinazione della retta D, F con l’orizzontale condotta per D,, dietro le indicazioni precedentemente date il lato F E del trapezio in esame va espresso da sen (p — è) d C— e) x a + ( ) COS 9 COSA È ora facile riconoscere che l’aja dell’indicato trapezio ha per espressione a ; sen (p — 2) 76-09 È d, + (€ age]! e l’ascissa del centro di gravità della stessa —_ x i) ira) 1 COS © COSÀ (Eee (Meo : ; ia) E COS gp COSA talehè pel momento attorno l’origine delle coordinate del peso corrispondente al pre- detto trapezio si ottiene sen (p — 3) : 1 È o Ka 2 e F (2a+0+0) (C—e) 5 du ++-(3a+20+e) (6-0)? xs c0s © COS À SM (12) SO SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA Osservando frattanto che i bracci di leva dei momenti offerti dalle espressioni (f), (9), (2) hanno la medesima direzione, dietro il principio richiamato intorno la com- posizione dei momenti la somma delle espressioni in discorso rappresenta il momen- to S cioè a dire si ha Ì 0 1 \i = (+3) c40+ > (@a+tl0+e) (C— e) (rca +5 Ad) Î 1 s.sen (p — N) ai È = 3 Ù n PET \ rfera 9 (C— e)? - te PA A PIA PERI G (a+20+e) (C— e) x È tan © TINARÀ | È facile ancora inferirne che il peso IT ha per espressione aa 1 SING — 2 TEfAC+(C—e) (rca +s5d,) — por tan p— Sie + + (10). 57. I bracci di leva dei momenti 0 (1), ed 2 sono nello stesso verso, epperò il mo- 0,% mento attorno l'origine delle coordinate del peso corrispondente a tutto il profilo di metà del sistema ($ 4) è uguale ad 0 (1) +, ed il peso medesimo eguale a P (1) + TI; O,u O, essendo poi a+ 0, ed « le ascisse dello spigolo esterno, ed interno della base del pierretto, si deduce dal lemma del $ 52 che i momenti M (1), M'(1), tenuto in ri- guardo a contempo che i bracci di leva di questi trovansi in direzione opposta a quello del momento testè cennato, sono gli stessi offerti dalle relazioni M(1)=(0+0) P(D+1—-0(1)—Q, M(1)=a(P(1)+01)—0(1)—9Q, 0,% 0,u 0, 0, dalle quali con la sostituzione delle (d), (e), (9), (10) si ricava, dietro talune facili riduzioni, n=30 MO)=(a+0) x > (Ban +7 0n+5SDn) | n= — 1 Î 240) = > [ra (Ba +7 (n +SDn)+Bn +7 n +8 Dn | n=u—1 (11), 1 1 PES OLA Î tg DAVE A FIS rtano BE) 2 2 6 0 cos 9 così. | SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA 81 n= 0 M'(I)=ax > (Ba +7 Un +5Dn) n=u— 1 n= 0 = » Cn (Bn + On +58 Da) + Bn +r0n +8 D' | (12). n= — 1 _ 3 LAO — + (0° — e2) (rc, +8 dn) +4 0-o=@0+ 0 [rianp— 20? | Ù COS p COS À 55. Fra le densità 7, s, #, e quella dell’ arco della volta presa per unità ($ 51, osserv. 102 ), possono esservi diversi rapporti, giacchè si può supporre 7==1, s=1, r=s, r=s=1, t=1, t=r, t=s, Le ipotesi particolari intorno ai valori di # niuna sem- plicità introducono nei calcoli, e l’istesso vale per la condizione isolata di s=1; ben diversamente ha luogo con le altre supposizioni, perocchè riandando le indicazioni sopraddefinite ($ 21, 27, 28) si hanno le relazioni seguenti, omettendo per brevità di scrivere l'indice n in piede delle lettere, B+C0=E, B'+C0=F, C+D=G, C+D'=@ è Ù Ù (0); c+d=4% B+0+D=H, B+l0+D=H' i in conseguenza delle quali nelle surriferite formole (7), ($), (11), (12) i trinomi B+r 0+s D, B'+r l+-s D' diverranno rispettivamente E + S D, E'+ S D' con l’ipotesi di x = i; B+r G, B'+r G supposto s=r; finalmente H, H' allorchè si ha r=s=1, Queste riduzioni, e le altre risultanti dalla relazione c+d==yg, che è compagna alle due ultime supposizioni, concorrono molto alla brevità dei calcoli; impertanto dietro avere operato tali riduzioni sulle anzicitate formole (7), (8), (11), (12) nella ipotesi uu —<—fsimottiener friornale di Scienze Natur. cd Econ. Vol. IM. di $2 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA n=0 n= 0 Pp(=r®. SI E N° (Gain + A+ Ro 00848. E, | n=v-1 n=v—-1 n=0 n=0) pp)=X®, YO In Y (nin + HW) + +0) 0082.1h,, — By, E] n=v—1 n= 0 n= 0 i M()=(0+0) x< » Hn — Ò (Cn «Hn+Hhn) n=u—-1l n=u—- 1 (13). 1 + FUAC+3 (C— e)? XJ (0— 0? x tan) n= 0) n= 0 Wi)=ax NS Hh_- SO (n in+H) n=u-1 n=u—1 4 1 1 i Ai Cee CO O an Secondo Sistema (fig. 2). Per questo sistema è a distinguere : 1° se la giunta di rottura si trova nell’estensione da B, a Bi quest’ultimo punto essendo determinato come fu indicato nel $ 31, cioè se l'angolo dato 8 è compreso fra 0y 0,5 2° se la giunta di rottura in esame si tro- va nell’estensione da Bu a B, questo punto è deve ha cominciamento il profilo del rinfianco ($ 23, 25), cioé a dire se il valore di £ cade tra do e 0,3 3° finalmente se l’anzidetta giunta è nell’estensione da B, all'imposta, nel quale caso # va com- preso fra 0, e 0, esamineremo queste tre circostanze l'una dietro l’altra, Ia Condizione — 2 compreso 0 € do 59, Mercè le relazioni (1) del $ 53 avendo pria calcolato le coordinate X©), Y® del- l'estremità superiore della giunta di rottura, seguendo il processo spiegato nel $ 32 con sostituire 2 all'indice , v ad e, si determinerà la posizione del punto dove la verticale alla giunta di rottura ($ 51, osserv. 12) incontra la curva della sopracca- rica; indicheremo quest’ultimo punto con l’ indice 2 per distinguerlo dal punto nel citato paragrafo designato con l’indice 72; indicheremo parimente con w l'indice ana- logo a quello ivi segnato con @, Il confronto intanto degl’indici interi w, v farà co- noscere se uno, 0 più archi interi della curva estradosso sono compresi fra i punti della stessa, che corrispondono agl’indici 2, 2 ($ 33). SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA bi 60. Vadano compresi più archi interi fra i mentovati punti, ed immaginiamo se occorre come al $ 33 continuata la curva della sopraccarica dal punto K, sino ad in- > contrare il prolungamento della giunta di rottura in esame, Avuto riguardo alla parte del profilo compresa fra la verticale alla giunta di rottura, il prolungamento di quest’ul- tima, e la curva della sopraccarica nel cennato modo continuata, si potrà conside- rarla scomposta in quadrilateri mistilinei, come fu indicato nel $ 35; consideriamone uno di questi quadrilateri dipendente da un arco intero della curva estradosso, le cui estremità sono designate dagl’indici 2, +1; seguendo le indicazioni date nel citato $ 35, poichè la parte del profilo in discorso appartiene alla sopraccarica, si ha pel peso corrispondente a questo quadrilatero s (, e pel momento dello stesso peso attorno il centro del predetto arco intero s Q'n. Essendo poi x, l’ascissa di cotale centro, dal lemma del $ 52 conseguita che il momento attorno l’ origine delle coor- dinate del peso dianzi cennato, il cui braccio di leva è nello stesso verso di quello del momento s (n, ha per espressione. Sn: Qn+0n) DE 0 OUR) OI STESA » (k) Stante la generalità osservata per le espressioni riferite nel $ 35 s’inferisce che si- mili espressioni sussistono parimente pei momenti analoghi dei pesi corrispondenti alle aje mistilinee testè cennate, che dipendono dagli archi parziali della curva estra- dosso, dei quali le estremità dell’uno sono distinte dagl’indici 2, w + 1, e dell’altro dagl’indici v, 2; epperò tenuta presente la osservazione 1° del $ 41, questi ultimi mo- menti sono espressi rispettivamente dalle formole S(Qy Ur, w+4a Ù, w+ 1) $ (Moe Qe +0) Se nella (4) si sostituisce successivamente w% + 1,40 + 2,, v — 1 in luogo di # si otterranno i momenti analoghi dei pesi corrispondenti a tutte le aje frapposte fra le ultime contemplate ; osservando a contempo che i bracci di leva di tutti questi momenti sono nella medesima direzione, si può aggiungere tra loro le espressioni nel cennato modo conseguite, e le (2), per ottenere nella somma 1’ espressione del mo- mento attorno l’orisine delle coordinate del peso totale corrispondente alla suindicata parte del profilo; epperò designando con £ (2) cotale momento, si ha 48 sa = pt Ue: n) n= WIE=Ml ani (MO +5. SD Gn@+0%) \ n=v—- 1 Dalle precedenti indicazioni facilmente si deduce che il peso mentovato, e che noi designiamo con II (2), va espresso dalla relazione 6,3 $4 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA n=wW+1 MO Rc eo Miio to soluibilola (0 i n=v—1 61. Consideriamo una zona circolare del profilo dell’ arco della volta, e la corri- spondente sul profilo della sopraccarica, entrambe dipendenti da un arco intero della curva estradosso, le cui estremità hanno per indici x, 2 + 1; ritenute le indicazioni date nei $$ 25, 29, ed il principio citato sulla composizione dei momenti, si deduce facilmente che il peso corrispondente alla parte del profilo definita dalle predette due zone va designato da Bn +5Kn, e che il momento ($ 7) del peso medesimo ha per espressione B'n +5 Kn; epperò dietro il lemma del $ 52 pel momento dell’ istesso peso attorno l’origine delle coordinate, osservando che il suo braccio di leva è nella stessa direzione di quello del momento B'n + s Kn, inoltre che «n è l’ascissa del centro del suindicato arco intero, sì deduce dover essere espresso dalla formola Xn (Bn + s Kn) + Bia PF s Ki O Ù o 0) Ù Ù Ù Ù Ù Ù (0). Stante la generalità poi osservata intorno le formole riferite nei citati $$ 15, 29, questa espressione (0) sussiste ancora pel momento del peso corrispondente alla parte del profilo definita da due zone, le quali dipendono dall’ arco parziale della curva estradosso, le cui estremità sono designate dagl’indici v, 2; epperò a coerenza della osservazione 12 del $ 41 si ha per cotale momento Ly (Ba, B + Ss K,, 5) + BS Zz Ss ea Z° Ul U] U . Ù Ul . (p). Sostituendo nella (0) in luogo di n successivamente 0, 1, 2,11, 0 — 1, si ottiene l’espressione dei momenti analoghi dei pesi corrispondenti a tutte Ie parti del pro- filo, ognuna dipendente da un arco intero della curva estradosso e che si succedono in continuità dalla sommità di metà del sistema sino l’ultima parte testè indicata ; osservando ancora che i bracci di leva di tutti i momenti in discorso sono nello stesso verso, si può aggiungere tra loro l’espressioni ottenute colle cennate sostituzioni, e con la (p), onde avere nella somma il momento attorno l'origine delle coordinate del peso totale della parte del profilo estesa dalla sommità sino la giunta di rottura, pro- lungata questa giunta nel modo precedentemente indicato ($ 59); in conseguenza de- signato questo momento con “'(2) si ha Pr n= 0 \ Q (2) = S È (Ba + $ Kn) + Bi TS x, | I 0,z Eaton 1 \ . n . (g)» + % (Bo, +5K,) +Bo:+50: r SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA te19) Segnato con I' (2) il predetto peso s’inferisce altresi che debba per lo stesso sus- 0,z sistere la relazione n= 0) I (2) = S (Bn + SK) +B,:+S5Kzt 0 0 00000 (Ma 0,z n=v— l 62, Or essendo P (2), 0 (2) il peso corrispondente al profilo del cuneo superiore, ed 0, 0,z 95 il momento dello stesso peso attorno l’origine delle coordinate, si dedurrà facilmente dietro ciò che sopra è stato svolto dovere sussistere le relazioni m(2)=P(2)+ 12), 2'(2)=0(2)+2(2), 0,z 0.2 4,2 0,z 0,z (CVA dalle quali si ricaverà con la sostituzione delle (m), (n) (9) ©, n=0) n=wW+1 o) — x (Br +SKn)+By,: +SKn,2—8(0 p44a +0) 8. Si On DIECI (14). n=v—-1 n=v—-1 n= \ 0 IO) = S È (Ba + SK) +B'n +] + % (By: + SK, — Sa) " n=v—1 [Sg n=W+1 (15). +B TSE VE Opa 04 S ° >I (Cn e dn +0) n=v—-1 ) Dal processo seguito per inferire queste due ultime formole si avverte senza stento che abbiamo apportato una modificazione al modo di dividere il profilo in elementi integranti, già stabilito nel $ 51, osserv. 82; questa modificazione si rende necessaria finchè si tratta di considerare la parte del profilo di metà del sistema estesa dalla sommità sino i limiti dipendenti dall’angolo dr 63. Ora poichè x@, ed X©) sono le ascisse conosciute dell’ estremità della giunta di rottura, mercè il lemma del $ 52 pei momenti P p(2), P'p'(2), avendo in riguardo che i bracci di leva p, p' sono in direzione opposta a quello di 0 (2), si deducono 0,z le relazioni Pp(2)=x° .P(2) — 0(2), P'p'(@)=X°.P(2)—0(2), 0,z 0,z 0,z 0,z ovvero, dopo avere sostituito le (14), (15), e praticate talune facili riduzioni dettate dalla prima e terza relazione (1) del $ 53, 80 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA € n= 0 n=W%40+1 i \ Pp (2) = TA x N (Bn + 8Kn) 90 S On n=v— ll m=v— 1 n=0 RS, S È (Ba +. $S Kn ) + B'n 1205, Tila | m=v—- 1 n=2W7%t+ 1 ario Ò (Cn + On +0) el) +80 O +4 n=v— 1 +R, cos 0 (B,- +5K,:— SM) — Br +80: 83) n=0 n=WwWH+ 1 ao: == | S (Bn +5Kn) —sS. x n n=v— 1 PES9OSA n= 0 I a È (Bn d- 8 Kn ) + Ba +. S Kn | n=v— 1 (17). n=WwW+ 1 HS x (Cnr On + Un) — Qst ma V,,) s Ù, peiaO U, wH1 n=v— 1 | + (R +0) c0868B,;+SK— 50) (B-+5K,— 80) | Queste formole si rendono più semplici supposto s=1, poichè per le indicazioni date nei $ 15, 29 si ha omesso per brevità l’ indice » in piede delle lettere, BERKRETRREBEESRE TIE Ae) ed in conseguenza di tali relazioni per le predette formole (16), (17) si ottiene SULLA STABILIVA DEI PONTI DI FABBRICA 87 Mi) n=W+1 p p (2) = a Pa N Ln — SI On pres mn=v— 1 n=v— 1 n=0 n=w+ 1 => S (Zn » Ln + L'n ) AF » (n «On + Un ) n=v— 1 n=v— 1 zeoni (CA HI, sp) Mo pate pat cos è (ee) \(18). n=) n=wW+ 1 { P'p'(2)= uc x In — S On n=v— 1 n=v— 1 n=0 n=W+1 — S (Cn + Un + L'n) + DS (cn On +0Qn) n=v — 1 n=v— 1 a a ao) dr wprtlia tto) 608 0 (Lea Ue) | 21 Condizione = L'angolo 8 va conpreso fra 0,3 € 0, 64, Relativamente alla parte del profilo estesa dalla sommità sino i limiti dipen- denti dall’angolo 0, sostituito nelle relazioni (14), (15) del $ 62 e, w, a, m rispetti- vamente in luogo di v, 2, w%, e ($ 32, 59), si ricava lespressione del peso corrispon- dente a tale parte del profilo, e del momento dello stesso peso attorno l’origine delle coordinate, cioè a dire si ottiene n=0 n=2+1 Le > (Bn +SK,)+B lia al REI met) — Si Si no | Di n=:—1 N n= 0 UO, — DS Ln (Bn + $S Kn ) ar B'n US Ki rai \19). +e. Bou +5 Ko — s 0, 1) + Bo, +5 LEE — s Vor n=2+1 a (cn On +0) I =e—l | Contempliamo in secondo luogo la parte del profilo estesa dai cennati limiti di- SS SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA pendenti dall’angolo 0, sino quelli che dipendono da #: noi la risuarderemo divisa in elementi integranti come fu cennato nel $ 51, osserv. 84 ; quindi per uno di questi elementi dipendente da un arco intero della curva estradosso, le cui estremità sono designate dagl’indici 7, 2+1. tenuto presente ciò che fu espresso nel $ 36, inoltre che il medesimo non abbraccia alcuna parte del profilo del rinfianco, si deduce che il peso P(2) , ed il momento dello stesso peso attorno il centro dell’indicato arco n, n+1 della curva estradosso vanno rispettivamente espressi da Bn + s Gn, Bn +sWn. Intanto poichè l’ascissa del predetto centro è x,, dal lemma del $ 52 conseguita che il momento 0 (2) dell’ anzidetto peso, osservando bensi che il braccio di leva di nn+1 questo è nello stesso verso di quello del momento B'n +sG', ha per espressione 0 (2) =%n(Bn+S5Gn)+Bn+5Gn è 6.0. 6 0 + (da nn+1 Ciò posto avuto riguardo agli elementi integranti parziali, che dipendono, l’uno dall'arco parziale della curva estradosso le cui estremità hanno per indici w, e+ 1 e l’altro dall’arco parziale della stessa curva, le cui estremità vanno designate da- gl’indici v, 2, tenute presenti la osservazione 12 del $ 41, e la 9a del $ 51, si rico- nosce facilmente che i momenti attorno l’origine delle coordinate dei pesi corrispon- denti ai due elementi in discorso debbano esprimersi nel modo seguente 0) =%, Ce e e (U) 0 (2) = 2 Ba +8 Ga, + Baz +95: 0,z Nella surriferita espressione (1) sì sostituisca ad 7 successivamente :+1, :+2n.n8—1, si otterranno i momenti attorno l’origine delle coordinate dei pesi corrispondenti a tutti gli clementi integranti interi compresi fra gli ultimi contemplati, e poichè i bracci di leva di tutti questi momenti, e di quelli rappresentati dalle (w) sono nella medesima direzione, e si aggiunge tra loro l’espressione dedotta dalla (0) mercè le indicate sostituzioni per n, e con le (w) or citate, si ottiene nella somma il momento 0 (2) del peso corrispondente a tutta la parte del profilo estesa dai limiti dipendenti, È us dall’angolo 0, sino gli altri, che dipendono dall’angolo dato 6; pertanto si ha 6 x 0(2)= 2%, enel eun) Real go 4.,3 m=e+ 1 si + S È (Br +85Gn) + Bin +50 | | ) n=v— 1 +, (B,: +80.) + Bi: +86: SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA S9 Si riconoscerà senza stento che il peso medesimo corrispondente alla cennata parte del profilo debb'essere rappresentato dalla formola m=t+1 P)=B, 41 +81 + x (Ba +5Gn) +B,-+5G,0 0 + +21) us het) 6) n=v—-1 65. I bracci di leva dei momenti offerti dalla seconda relazione (19), e dalla (20) sono nello stesso verso, quindi il momento 0 (2) del cuneo superiore ($ 51, osserv, 98 ) A è eguale ad 0(2) +0(2); il peso poi dello stesso cuneo è eguale a P (2) +P (2); O,p us O,u 4,2 poichè intanto «@), X@ sono le ascisse delle estremità della giunta di rottura pei momenti P p (2), P'p'(2), posta attenzione nel medesimo tempo che il braccio di leva di 0(2) è in direzione opposta a p, e p', dal lemma del $ 52 s’inferiscono le rela- 0,z zioni seguenti: Pp2)=20x GO SPANO (2) 02) {4,3 O, 4,3 P'p' (2) Xx (i (2) +P 0) —0(2)— 02), al 4,5 a hg dalle quali mercè la sostituzione delle (19), (20), (21) si ricava, avuto riguardo bensi alla prima e terza relazione (1) del $ 53, n=0 n=a4+1 mn=+1 Pp(2)=2) x Sy Bn +s5K)—s. N QU+S Bn+56,) n=eT—1 n=e—1 n=v+1 n=0 pae S [can +6) ++ sx% | n=e— 1 n=2a+1 M=t BS + si S (Cn On +0n) — E È (Bn +5 6Gn )+Bn+36% [l0n) n=s-1 n=v—- 1 (£) I (1 ST n (2) + (@ REDS e 0) 25 TRA I Ù I Bru SE SQ Bi ie) + È, cos 6 (Boi PG G,, 2) — (Bi, 2t$ Gt 5) Giorn, di Scienze Nat. ed Econom. Vol. 1I, 90 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA n=0 n=2+1 =e+1 , r(2) Pimi (N Bh +sK)s. n + +sG | p (4, SI (Bu n) S On S (Ba tn) | mn=e— l n=:—1 n=v—- 1 n=0 == » [cat +sk) + Bn + st | mn=e— 1 n=2+1 n—+1 | +s. S (eno On +0) — x È (Bn + sGa) + B'u +5 Gn ]e» m=e 1 n=v—-1 { allen er pel +MO a )(B, 5 I Sgr Bi, gh SG, RE, i) Aree Serale gn | + (By + e) 0050 Bo: +86, — Bi +80) Allorchè si suppone s=1 queste espressioni si rendono più semplici col mezzo delle relazioni (s) riferite nel $ 63, e delle seguenti B+G=H, BH SERI Ù Ù Ù DINO Ù (0), che risultano dalle indicazioni date nel $ 28, omettendo per brevità l’ indice » in piede delle lettere, e pertanto si deduce: n=0 n=2+1. n=+1 | \ ron] d Ln — S Qh+ S Hn n=e— l n=e—1 n=v—-1 n=0 n=2+1 — x (cn iLa +Lan) + S (cn 00n+0"n) n=e— 1 n=e — 1 \(24). n—=e+ 1 Î dS D (&n + Hn +Hn)_- 0-2) mata +Uma+i n=v— 1 + (0-2) ut 41) MICI Hi, e +4) +R, 008 R.Hy:— He: Fred Ei SULLA STABILITÀ DEI PONTI DI FABBRICA on=0 n=a--1 n=s+1 P'p'(2)= XE) > dI re xD OE >» H, deal mn=e— l n=e— 1 mn=v—1 n= () n=a+41 —_ Si (Cn «Ln + L'n) -|- x (n Ù On SF On) n=e— 1 n=e— 1 \(25). a=e+1 Lo -— YO (nin +Ha)-GO-2,)0ma 41 + mett n=v— 1 +G0-%) 0, — 0%, +0 ce — Seu PH e4 AM Un + Ho 4) + Re + 6) 6088. H,, — Hp: i 3° Condizione—£ compreso fra 0, , e du 66. Le relazioni ((19) del $ 64 ci esibiscono le espressioni del peso corrispondente alla parte del profilo estesa dalla sommità sino i limiti dipendenti dall’angolo 00 e del momento dello stesso peso attorno l’origine delle coordinate; le analoghe espres- sioni da riferirsi alla parte del profilo compresa fra i limiti dipendenti dagli an- goli Cho 9, si deducono dalle relazioni (20), (21) col sostituire all'indice v, e » in luogo di z, talché si ottiene : n=e+ti BOT Ù (Bn + 5Gn) +B,y +50 BH, V pero cu FR A È; i \(20) mn=£+1 GE x [caGn +50) +0n+5 0% | n=w—-1 i da To Boa 00) o) Far Bos tas LEA | Ciò posto volgendoci alla parte del profilo estesa dai limiti anzi .cennati dipendenti dall'angolo 06, sino quelli che dipendono dalla giunta di rottura, o dall’angolo dato £, siamo ricondotti alle circostanze medesime del primo sistema esaminato nei $ 54 e seguenti; in conseguenza il peso corrispondente ad un elemento integrante intero qua- lunque di essa parte del profilo va espresso, come fu osservato nel citato $ 54, da Bn+rCn+s$8Dn, ed il momento dello stesso peso attorno l'origine delle coordinate 92 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA è rappresentato dalla medesima relazione (4) del predetto paragrafo. Mercè questa relazione, e con gli stessi riguardi ivi cennati s’inferirà senza stento che i momenti intorno la predetta origine delle coordinate dei pesi corrispondenti ai due elementi integranti parziali, i quali dipendono dagli archi parziali della curva estradosso, le cui estremità sono designate dagl’indici 2, w+1 pel primo di tali archi, e dagl’in- dici v, 2 pel secondo, sono espressi dalle relazioni 0 (2) ih Cee e) ywH+1 ' _ Ù loan eunan9!o nes (2), 0)=7, GB, +70 +8Dd + Br +8 v,z l’ultima delle quali trovasi già riferita nel mentovato $ 54. Nell’anzicitata relazione (4), da rapportarsi al caso che ci occupa, sostituendo ad n successivamente w + 1, 0 + 2,.,, v— 1, si ricaveranno i momenti attorno il cennato punto dei pesi corrispondenti a tutti gli elementi integranti interi, che si frappongono in successione tra i due elementi parziali testè contemplati ai quali si riferiscono le (2); quindi aggiungendo tra loro queste ultime relazioni, e tutte quelle dedotte dalla (4) con le indicate sostituzioni, si otterrà per somma l’espressione 0 (2) DA del momento corrispondente alla parte del profilo in esame, cioè a dire si avrà 0@)=%, G VE xy (* Ù DAI nio Rae ani i LEO +sD', o+ 1 (Bree SD) BERE 27). n=wH 1 ap s Des + S | Xn (Bn +r0n+6S Dn ) +Bn+r0n+sDn | mn=v— 1 Analogamenle ragionando intorno al peso P (2) corrispondente alla predetta parte v,5 del profilo, s’inferirà che debb’essere rappresentato dalla formola OECD | n=w+1 (28). +sD,; + S (Ba +7 n +SD7) n=v— 1 67. È facile era riconoscere che il peso P (2) del cuneo superiore è eguale a 0,Z P_(2) + P (2) + P (2), e che il momento 0 (2) dello stesso peso va designato da O, 11% v;3 0,2 SULLA STABILITA’ DEI PONTI DI FABBRICA 93 0 (2) +0 (2) +0(2), giacchè i bracci di leva di quest'ultimi tre momenti hanno la O, tt ug v;3 medesima direzione; essendo v@, X() poi le ascisse delle estremità della giunta di rottura, conseguitano dal e 3 $ 52 pei momenti P p (2), P'p' (2) le seguenti relazioni, posta attenzione a contempo che i bracci di leva p, p' sono in verso op- posto a quello del momento 0 (2), nA Pp(2)=x@x (Ea ORLO) tO 0A) _0 0) uv v,2 P'p'(2)=XAx (n +P (2) +P 2) —0(2)—0()—0(2), 0 Hb, v;3 a Hay Vv, dalle auali relazioni, dietro la sostituzione delle (19), (26), (27), (28) sopra riferite , e dietro avere praticato alcune facili riduzioni in conseguenza della prima e terza relazione (1) del $ 53, si ricavano le espressioni n=0 n=+1 n=e+1 | Pp)=rAx x B+sEK)-s. N + N Bat 80) n=e— 1 mn=e—1 n=wt1l n=w+1 + x (Bn +7 (n + s Dn) n=v—-1 14) = = x È On + 5 Ka) + Ba + 5% | n=e— 1 n=a+1 n=e+1 8 (Cn On +0) — DI [20m +56)+Bn +56 | n==e—-1l n=w— 1 TI (29), a S [za On +r 0 +50) + 80 +7 00450" ] 3 n=v— 1 zi + (10 — 2.) Pola Benni TEO 1 f Î Ural Sea) (10 —2,)50m. a+ 1 SO, a+ 1 (OMESSA o o, == Ù Ù Ù Ù Cee ae LE) + R, c08 6 (By, +7 0, +5D,:) — (Br: +7 +80.) 91 SULLA STABILITA’ DEI PONTI DI FABBRICA n=0 n==0+-1 n=e+1 bip! (2) = XAx d Bu+sK,) Ts. Di È, + S (Bn + 5 Gn mn=e—l n=—1 n=w—-1 n=w+ 1 DIE x (Bn +7 0n+5Dn) n=0v — l n= 0) n=2+1 — S [ra ns in) +Bn4o n |+ » (n.0 Qn+ 0) n=e— 1 n=e— 1 n=e+ 1 — x [200 4+-500) +00 +50" | n=? 1 n=w+ 1 (30). ES Ò [eaGu+r0n+sD) +En+r02+5D" | n=v— l + (X©— 2, BETTER Se) Teri Ae gu RI O ph 25 (>_ a (x TSO SO n ARTO) — (BE +s GSS +B' pitti l' a +sD' vot vot zoo) +(R,+e)cos8B,,+7C+5Dd Bot +8Do) Queste formole diventano più semplici con l’ipotesi di y= 1, e molto più allorchè si suppone yr=s= 1, a causa delle relazioni (è), (5), (0), riferite nei $ 58, 63, 65, e delle seguenti 20 7 7 _ n ero sane nl Arena + 00% che derivano dai dati medesimi riguardanti il secondo sistema di volte in esame, e pertanto con Ja ipotesi ultima dalle predette espressioni (29), (30) si ricava: SULLA STABILITÀ DEI PONTI DI FABBRICA 95 n= 0) n=@a+ 1 m= +41 \ Pp (2) — gl) >< > Un — Si On + > Un | n=e— 1 m=eT— 1 mn=v—1 n= 0) m—=4+1 n=e+1 ue: x (enhn + Un) + » (Un On + 0a » (Cn Hn + Hn) (31), n=e— 1 n=e—1 n=v—-1 + (CA YU E Vela — CO 2) Gm api + Im a 1 + Ro 0090 Ha | n=0 mn=a +1 n=£+1 Rw) XE) >< S Un — x On + SD Hn n=ze— 1 n=e— 1 n=v—- 1 n=0 n=2+1 — oi Di S (Cn Un +L'n) ci S (Un On +0" )- » (cn Un + H"n) (32). n==—1 n=:—1 n=v—-1 + (XG) — x, ) (L an do Sla H, na (URI _ du + Hi Bro) (A, map Om RT e) cos fH,: —Hy,: Si scorge chiaramente dietro queste ultime espressioni che con la condizione suindicata r=s8=1 non è necessario conoscere gli elementi, i quali determinano la posizione del punto B, ; ciò vale l’istesso che se questo punto, e la retta B, E (fig. 2) non e- sistessero. 68. Accingiamoci ora alla ricerca dei momenti M (2), M'(2) riferibili al sistema di volte, che ci occupa: contemplando il profilo di metà del sistema ($ 4) si può riguar- darlo diviso nelle quattro parti seguenti; la prima dalla sommità sino i limiti dipendenti dall’angolo 0,,5 la seconda da questi limiti sino a quelli, che dipendono dall’ ango- lo 0,5 la terza compresa fra i limiti ultimi cennati, e la verticale che passa per l'estremità all'imposta della curva estradosso; la quarta finalmente limitata dal con- torno D, B, A, M N F (fig. 2), che presenta le medesime circostanze della parte corrispondente sulla fig. 1. Per la prima, e seconda parte le relazioni (19), (26) dei $ 64, 66 ci offrono le espressioni dei pesi, che a quelle parti del profilo corrispondono, e dei momenti degli stessi pesi attorno l’origine delle coordinate; se poi nelle (27), (28) del citato $ 66 si ponev=u—1,z=%Sì ricavano le espressioni analoghe alle anzidette, da riferirsi alla terza parte del profilo succennata, cioè a dire si ha: ; 96 SULLA STABILITÀ’ DEI PONTI DI FABBRICA n=dw4+ 1 \ /6 un ee. = AR O nate Da S (Ba +7 0n+5Dn) : n=u— 1 ON ea «fl 3 Ù v ' 0 (2) =%, B,, RAIONSE LA +9D,, DIE p)+B SOLE ntAV, Er 1+3D',, wo + 1\(33). vu n=w+ 1 + S È (Ban +7 0n +SDn)+Bn+7 n +5" | n=u— 1 per l’indicata quarta parte del profilo finalmente hanno luogo le medesime espres- sioni (9), (10) del $ 56, le quali sussistono pel secondo sistema di volte come pel primo sopra discusso, incontrandosi pari circostanze, e conservando a contempo le in- dicazioni ivi date. Osservando frattanto che i bracci di leva dei momenti testè cennati, riferibili alle quattro parti del profilo in discorso, sono tutti nella medesima direzione, si deduce che il momento attorno l'origine delle coordinate del peso corrispondente al profilo di metà del sistema ($ 4) è eguale ad 0 eno (2)+0(2)+®; è facile inferire al RI) H,y vu tempo medesimo che quel peso ha per espressione P (2) +P(2)+P (2)+I. Essendo NT) Hoy vu poi 4+0, a le ascisse dello spigolo esterno, ed interno del pierretto, se si osserva che il braccio di leva del momento or cennato è in verso opposto a quelli dei mo- menti M (2), M' (2), dal lemma del $ 52 si dedurranno senza stento le seguenti re- lazioni M@)=@+0 (2) +P@)+P@)+M1)—0)—0)—0@)—9 O,p pv vm O, yy VU M'(2)=a(P (2) +P(2)+P(@2)+I1)—0(2)—0)—0@)—9, O. Usy yu O, pv yu dalle quali con la sostituzione delle surriferite (9), (10), (19), (26), (33) si ricava: SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 97 n=0) n=0+1 n=e+1 M(2)= (a+0) SD Gntskn)-s, DN Oh+ DO Bu+shn) n=e— 1 m=e-—-1 n=w—-1 n=w+1 | AR a Bh + r Un +sDa) | = | n=u—1 RA=10 n=a+1 — I [ca (Bn + s Kn)+B'n + sta | +5. S (en On +0 n) n=e—1 ia n=e€+1 o x È (Bn E Ss Gn ) SF B'n Hd S Gn | n=w— 1 n=w+ 1 | == S [2004 r 0045) + +7 0 +5 Da | n=u—1 (84), an (Wan0a ) Cee e 0a) Ù U U Ù ee) ARIE ala SPORE) (B na ed) Wy Ù ÙU r a (VV 1) TOR a a Ce SDA) i 1 +F1A&+T(U—-exr (4454) — - (C— ‘ —_ A "|: tanp— EER] COS © COSÌ. Giornale di Scienze Natur. ed Eeon. Vol. IN. 13 9S SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA n=0 n=a+1 n=e+1 Mi) =@ S (Ba + SKn)— S. x Ont d (Bn + s (n ) n=e—1 n=e—1 n=w—-1 n=*w+ 1 SR S (Bn +7 0n+5Dn) n=u— 1 RI=0. n=a+1 ve » È (Bn +SKn)+Bn+5 x | +S. Ù (en On +) n=e—1 n=:—1 Î n=e +1 To SD i Xn (Bn PW Gn ) == Bn seg 6 | n=w—-1 n=wH4+ 1 = S È (Ba +7 Un +5Dn)+B'n+7ln+s5SDa | (35). n=u— 1 (42 ) Cee e RS) 2.(19) ON Cee e) - Sa] tI (@ C)5Omat1t5Oma 4A POR) (B Be a) W,v dr: Ù AU UÙ RAI ' (SCA AOL nani ii + i tsD, DEI), 1 1 ig A 5 (0) rent sd) 1 s.senlop — 2) +—(C—e2x(20+e [rta = = 6 ( ) ( ano COS 9 COS 7 | Queste espressioni a causa delle relazioni (2), (5), (0), (y) riferite nei $ 58, 63, 65, 67 si rendono molto semplici con la ipotesi += s= 1, in conseguenza della quale si ha: SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI NABBRICA 99 n=0 m=a + 1 m=e +1 | M(2)=(a1+0) S Un — DI On + x In n= — 1 m=zc— 1 m=u— 1 ni=\0) n=‘ 1 = » (n » Un + Lia ) + o» (En . n + 0)'n ) mn=e— l mn=ce— 1 n=e +1 Ta DI (@n «Hn+Hn)+(a+C0- %, ) (Lu N47 deu LIE H, e+ 1) n=u—1 ‘ PA Ù Fani (UT ion dor ila IH, e+ 1) mali Va ) Un, a+1 gta lm, a+ 1 +7 10+3 (O Oni Ce tan (36), n=0 n=a+ 1 n=e&+1 M'(2)=a S Lio Qh+ SM Hn n=e—1 n=e— 1 n= — 1 n= 0 n=2+4+1 SE S (Cn in + La) + S (Cn On +0) n=e— 1 n=e 1 mn=ce+1 —_ S (Cn Hn+Hn)+(a—2,) Ears) n=u—- 1 I Ù I / Da I Tue ene ei 1 1 viag Al @-Agut (C—- e x(20+e)tanx | e si scorge facilmente, come fu osservato nel $ 67, che in questo caso la conoscenza degli elementi riguardanti la posizione del punto B, , e della retta B, E non è ne- cessaria La ipotesi isolata di 7= 1 apporta poca semplicità alle predette espressioni (34), (35); quella di s=1 le rende alquanto più semplici, e parimente supposto »v=s; noi lasciamo di riferirle ridotte in conseguenza di ciascuna di tali ipotesi, che per altro sì possono ottenere facilmente mercè le suindicate relazioni (2), (5), (0). 100 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA Terzo Sistema (fig. 3). Per questo sistema al pari del secondo dee farsi una triplice distinzione , se- condochè l'angelo dato 8 va compreso: 1° tra 0, e 0,5 2° fra quest’ultimo ango- lo e 0,5 3° finalmente tra 0, e 0,5 0, + 6, sono gli angoli designati nel $ 39; esami- niamo successivamente queste tre circostanze. 1° Condizione— L'angolo dato 8 compreso fra 9, e 0,» 69, Con questa condizione ci troviamo nelle medesime circostanze relative alla 1a condizione del secondo sistema, già discussa nei $ 59, 60, 61, 62, 63; epperò sus- sisteranno pel caso in esame le formole ivi riferite, che si applicheranno alla let- tera con avere riguardo altresi alla osservazione 92 del $ 51, 22 Condizione— 6 compreso fra 0,, e 9, . 70. In riguardo alla parte del profilo, che si estende dalla sommità sino i limiti dipendenti dall’angolo 0,, per le considerazioni cennate nel paragrafo precedente le relazioni (19) del $ 64 ci offriranno le espressioni del peso corrispondente a questa parte del profilo, e del suo momento attorno l'origine delle coordinate. Contemplando poi la parte estesa dagli ultimi limiti testè indicati sino quelli, che dipendono dal- l’ angolo 6, , siamo ricondotti alle circostanze medesime del primo sistema di volte già esaminato , colla condizione speciale che nel calcolo delle quantità segnate con D, D' si debba supporre X=%, come fu indicato nel $ 40, e pertanto noi le distin- gueremo coi segni D (2.9) D' (29), i quali metteranno così in evidenza l'eguaglianza fra i due angoli 2, e 9, Ciò posto tenuto in riguardo le formole riferite nel $ 54, è facile ricavarne che il peso P(3) ed il momento 0 (3) dello stesso peso hanno per 4,2 pf. B espressione OA se4a SDA p) pre trla: | 4,3 È b,cet | nie 2241 PIV (Ba +7 Cn +5Dn (2.9) v, Z n=v— 1 0 = ZA Pz ZISISIDI(X + B' n, E [ ear be 41 si 0), ue +1 )(37). Fei ly, e+1 8 Dee) nh Ty LE +9 Una +8 HG »| | + Dà È (By + On +S8Dn (2 9) + Bn +rUn+sSDn(2 9) | SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 101 71. Poichè i bracci di leva dei momenti 0 (3), 0 (3) sono nello stesso verso, il mo- Ol viiz mento 0) (3) del peso corrispondente al cuneo superiore è uguale ad 0 (3) +0 (3); 33 O, PZ il peso P (3) in discorso è poi eguale a P (3) +P (3); pertanto essendo #@), X@) le a O,y. 4,3 he) ascisse dell’estremità della giunta di rottura, pei momenti P p (3), P'p'(3), i bracci di leva dei quali sono in direzione opposta a quello di 0 (3), dal lemma del $ 52 si ” 36 deducono le seguenti relazioni : Pp)= ax po+r0] — 068)- 06) 2) 3 Ha {4,5 (2) Pp'(3)=X = [ea ® +P ®] 0) u,z 0, p. 4,5 Sostituendo in queste relazioni le espressioni (19) del $ 64, che rapppresenta- no P (3), 0(3) mercè la osservazione premessa nel $ precedente, e le surriferite (37), (0) a Had con talune facili riduzioni dettate dalla prima e terza relazione (1) del $ 53, si ri- cava n=0 n=2%+1. n=z+1 Pp(3) a) >< D (B.+-SK,) — Ss. x O + S (B, SP On + S D, (A 9) ) | n=e—1 n=s—1. n=v—-1 n=0 | — Ò [con + sha) + Bn + sE | n=eT 1 n=4+1 n=5+1 +5. S (Cad +8) — S [P.B+r00+30,00) +81 r0,+3005)| n=°—1 n=v—-1 (38), —x0—-2,) (Bout Meg yt ig ed nin +sD( à. Cal n) aeree 30 pi seen 00a putsag i) TRA) matt + R, cos 6 (Bo: Lr, +SD(A ?)) _ (Bo: +r O: +50 (9) | Vv, 2 Vizi) 102 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA n=0 n=2+1 n=e-1 - \ P'p'B)=XAx S B+sE,)—s. DI Qnt S (8, + r0, + sD,(2.9)) | noel n=:—1 n=v—-1 | n=0 =. S | Xn (Bn TS Kn ) + Bia ts Kn | nel n=a+1 n=s+1 + S. D'@alat+ 0) DS [txt | n=e—=1 n=v—-1 (39). AO) (Bau + SK. ui _ SQ. 1 + Bi. gas PO, 41 + SD (19) ) pe +1 a (Bau + s IO — s Un + Da Drag alati Cu, seunan$ RE) a) — (X0) —®,) 50m, GUSIA SOTA ii O I i) a) 0,3 DIA Supposto vx=s=1, in conseguenza delle relazioni (s) del $ 63, e delle due ul- time (7) richiamate nel $ 58, le quali dietro la osservazione contenuta nel $ prece- dente si deggiono segnare nel modo seguente B+C+D(19)=H(x9), B+l0+D'(19)=HN (9) . . + (2) H(A.0), H'(X9) sono le quantità H, H' calcolate con la condizione 2=9, le due espres- sioni surriferite (38), (39) assumono la forma più semplice seguente : SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 103 n="0 n=a+1 n=6€+41 Pp)=%0x] I, S° G+S Hp) mnm=e—-l n=e-1 n=v—-1 ni=)0 n=a+1 can Si (€27 Ln SP L'n) Ala N (Un Qu + Un) n=e—1 mn=e— l n=e+1 AI 40). -— YO (cy la@+M A) — (0-2) Ce +ISTA) n=v—-1l I ì (A (Li Gg ESSI A) | | /, 2 Lu: ' 2. Î — (CAO) Omoa +1 + Ùma+1 + 890082. ROS) poi LO | n=0 n=a+1 n=s5+1 P'p'()=XAx x Ln — SD On + Si Hn (2.9) m=e— 1 Mese i me=0U=il n=0 nesdassd = > (Cn Un+ La) + S (cn On +0") nile n=e— 1 n= +1 o) — Yo (cn: 09+Hn09))_(10-z.)L,-4; a on) n=v—- 1 È: 7 (A Ua ® it, ) — (KO 2) o) cos £. H(29) dica) V,5 32 Condizione— L'angolo € è compreso fra 0, , C 0 72. Con le considerazioni premesse nel $ 70 le relazioni (19) ivi citate ci offrono da un canto le espressioni del peso corrispondente alla parte del profilo estesa dalla sommità sino i limiti dipendenti dall’ angolo 0, e del momento dello stesso peso at- torno l’origine delle coordinate; le (37) del citato $ 70, sostituendovi w, > rispettiva- mente agl’indici v, 2, ci forniscono le espressioni analoghe alle testè mentovate da ri- ferirsi alla parte del profilo che va compresa fra i limiti dipendenti, l'uno dall’an- golo 9, e l’altro dall'angolo 0, ; ci resta dunque volgere l’attenzione alla parte del 104 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA profilo estesa dagli ultimi limiti or cennati sino quelli, che dipendono dall’ an- colo 3 Senza stento sì scorge che per quest’ ultima parte del profilo ci troviamo ricon- dotti alle circostanze medesime del Caso 1° ($ 54), e che sono applicabili alla stessa le relazioni trovate in rapporto a quel caso; epperò il peso P (3), ed il momento 0 (3) vzZ v;Z vanno espressi nello stesso modo designato dalle relazioni (28), (27) del $ 66. Se si fa attenzione intanto che i bracci di leva dei momenti 0 (3), 0 (3), 0(3) sono tutti Pi sad av v,3 nello stesso verso, si deduce che il momento 0 (3) del peso corrispondente al cu- 0,2 neo superiore è uguale alla somma dei cennati tre momenti ; il peso P (8) poi è Va 9 eguale a P (3) +P (3) +P (3); impertanto essendo x), X@) le ascisse delle estremità vi INCA V,& della giunta di rottura, dal lemma del $ 52 risultano pei momenti P p (3), P' p' (3) le relazioni seguenti, avuto riguardo a contempo che il braccio di leva del momen- to 0 (3) è in direzione opposta a p, e p': 34 Ppa)=a0 x LO TEO) OOO) {,y v,Z uv P'p'(3) = X® = o, (3) +P (3) +-È (8) —0(3) —0(B) —0 (3). 0,14, {4,V Vv. a V Vv.4 Da queste relazioni, sostituendovi l’espressioni (19), (27), (28), (37) dei $ 64, 66, 70, ridotte come sopra fu cennato al caso in esame, dietro avere praticato talune facili riduzioni in conseguenza della prima, e terza relazione (1) del $ 53, si ricava: SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 105 n= 0) n=4+1 n=s5+1 Pp(3)}=rAx x (Bats Kn) — 8h I On + » (I +7 0n+S5Dn (19) | mn=e—1l n=—1 n=w—-1 n=%w+ 1 + > (n + On ts Da ) | n=v—- 1 Ni=0 n=za+ 1 a » [0,(0,+%) +54 | + Sa S (Cn. Qn + 0a) _n=e—-l n=e— 1 n=e +1 = S È (RA +7 n +5Dn (£ o) +Bn+r0n+SDn( | m=èw—- 1 n=w+1 | — S Xn Bn +7 Un +SDa)+Bn +7 n+8Dn | MA), n=v—1 + (20 — 2.) LO RS) ] ue + A LS ana Lion, qui Un Ur Bi, A li 0, ceeiginiaO D'OA LI "| {€ (7A) Omap1 80mat1 Pa(() v "(1 + (20-2,) [Pastr0, +5) OO apt Dt | — Boy ly SD 09) —B Ww,v Ù ear (NI; ss , | vo+t+1 AC SDAI | Sia RS c0s.8 (BIO + 7 Cote + s DIS) - (B,.: tr (LE + s Deo). Giorn, di Scienze Nat. ed Econom. Vol. I. 10 (O) SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA n=0 n=2+1 n=5+1 P'p'(3)=XAx< DI (Bn +t-5Kn)— Sa » (7A = x (B+ Va Un 32. DA) pge=e=]] n=e—1 n=] n=w+ 1 ste S (Ba +7 Un+58Dn) == 1 M=0) mn=x+1 == DI [cats +sK"n | Sì S (cn. On +90) n= —1 n=e—1 n=e+1 == D È (Bn +7 Un +58Dn (A o) + Bn +7 0n+ SD (A | n=w— 1 n=w+1 = DI È (Bn +rn+SDn ) +B'n+r0n+s6 Da | n=v—-1 mai 4) LA + SKo n Su ale, SLI ico Ea a) ] dr ea e +ATO a e + RO J — 9-2, )5Om 41 FO 4A +00 —2, [Bay tr0,,+9 (A 9)4B, DI g+r6,, mat 1t+-3D,, a | UV Ù SITA n ! ESA = È lira CES DI) ER RU +4 SD +4 w,v + (R, +e) cos6(B,-+7 0, +5 Dia) — Bhe + +SD,a) ) : i Supposto += s= 1, in conseguenza delle due ultime relazioni (2), delle (s), e delle (2) riferite nei $$ 58, 63, 71, le medesime espressioni (42), (43) si presentano sotto forma più semplice come qui appresso : SULLA STABILITA' DEL PONTI DI RABBRICA 107 n= () m=a4+1 n=e+1 n=w+-1 Pp(3)=2rA>x x Un — » (In + Di In (1g) ar SI Hn n=e—1l n==—1 n=w—1 n=v—-1 n= 0) N=ia- ll — S (Cn Un + Un) + x (Cn è Q+ n) n=e— 1 n= — ll n=e+1 n=w+1 DO = (on Ha 0.9) +Hn 0.9) — S (Cn «Mn + Ha ) (44); n= — 1 n=v— 1 SO La, R%utH0A9) \-(L_,TQ®.,+H A ( È ) ( E oa so e+ 1) ( vir Si DA La D) TR (dA) =. ) Om, a+1 pr dm, a+ 1 nai era L,) (Lo DEI H, ‘w+ 1) n V — (fi: (9) + H, oh 1) + R,cos8H,-—H,: W,y n=0 n=x+1 n=:+1 n=%w+1 P'p'(3)=XAx SD Ln — x Qn+ S Hn(X 9) + x Hn n=s—1l. n=e—1 n=0—-1 n=v —1 n = mn=a+1 — DS (ann +Un)+ où (cn eQOn +0) n=eE— 1 n= — 1 n=e+1 VET | Ta S (CS +Hn 9) +H"n (A plE (Cn Hn + Hn ) ((45). n=è%w—-1 n=v—- 1 OTIS Hr) Tenia sa ;) — KO — 2, ( ge e- O, i; IRC) (È (9) + HS Ri +1) W,y ; I _(E0a+H v (DR, SO 1) + (RR +e)cos8.H,.—-H,.. | 108 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 73. Ricerchiamo ora le espressioni dei momenti M (3), M' (3); un’applicazione imme- diata del ragionamento tenuto nel $ 68, con le condizioni riferibili al caso che ci oc- cupa, condurrà ben tosto a trovare le relazioni : N@=@+0 (P@)+PG)+P +01) —0)—06)—09)—9, ) DI » a {av » l'@)=@ (PB) +P (8) +PG)+1)—0()—06)—03)—9, O,y vu O, p (2287) uv vu nelle quali Ie quantità P (3), P (3), 0(3), 0 (3) sono date dalle espressioni inferite O, H3V O,p Hay nel modo indicato nel $ precedente; le P (3), 0 (3) si deducono dalle stesse relazioni vu vu ivi cennate, che forniscono P (3), 0(3) sostituendovi w— 1 in luogo di v, ed v in vece di 2; le quantità II, 2 poi sono quelle stesse espresse dalle formole (9), (10) riferite nel $ 56, perocchè queste formole riguardando la parte del profilo D, B, Av MNF (fig. 1), che ha identiche circostanze colla parte analoga del profilo disegnato nella fis. 3 relativa al 3° caso in esame, sussistono egualmente per l’ uno, e per l’altro, In conseguenza delle precedenti osservazioni dietro la sostituzione delle pre- dette espressioni nelle surriferite relazioni rappresentanti M (3), M'(3), con talune facili riduzioni si ottiene : SULLA STABILIDA” DEI PONTI DI FABBRICA 109 n= 0 M(3)=(a+0) > (Ba +8En) | mn=e— l | m=a4+41 n=e+1 n=w+1 | — Sè x n + x (Bn +7Un + SDn Q+ S (Bn +70n +s Da | | n=—1. n=w—_-1 n=u—-1 n= 0) n=a+1 —_ x [en (Bn + SKn ) + Bn + SK'n | + Sè S (Xn n + Vn ) n=e— 1 MEA mn=+1 _ S È (Bn + YÙn GP SDan (A o) + B'a + YÙ n + SD'n (2 »| n=zw—- 1 n=w+1 _ S tn +7 0-4 5Da) + Ba + 100 + Da | | n=u—1 \(46), +(a+0—a, ) Pa + Quit Bue ta tO e+ ico. ) pa Ù ' e , \ ; [Pu tota Qt get O 4100] (TC, pa Ome ti de tt Y (+02) [Pag rOa ADOPT tp HO 04 14D 0 + i] — By loy TSI 09) —B W,v DAI , vw ola aa IR 1 + {A+ (0-x (ron +s di) — -(— 08 s.Ssen (o —3) >< [tane COS 9 COS À 110 SULLA STABILITÀ’ DEI PONTI DI FABBRICA n=0 Ma)=a x (Ba +5Kn) n=e— 1 mn=a+1 n=:+1 n=w+1 ==: .80 S On + S (B,+70n t SD,(A9) + x (Bn + YÙn + SDa ) gessi. ==] n=u—1 n=0 n=2a+ 1 — x [ca (Ba + s Kn ) = B'n +sKE, |+s. DS (Xn «On + 0) mn=e—-l1 M=36= Îl n=e+1 et d È (B, TY On +5sDn (A o) + DI +rln+6$ Dia (A ) | n=èw—- 1 n=%w+ 1 _ S [on (Bn +7 On +SDn)+Bn+70n+5Dn | == (47). +(a_—%, ) La pur SK. n a) Su do e+at” Ha e FUIO on J Fi) | Bosi vee Eu vi Va Fr; Bia, apo ar. lu, € sla 1 EA DI i 7 Ù (ot, parla pa +(a—- do) |Bartrlayt SD (A. 0) + Bi er 70, NLIAT SD, as | W,y a [Pao sal UO un DIC ?) Gia Bi, w+ 1 male O, +1 +8 D',, w+ ] C] I 1 — GIA T(C_-@)(re+sd,) | NE s.sen(o— i + (C—-e?x(20+6) pianto e a) | 6 COSP COS. Supposto in queste espressioni "= s= 1 si ottengono le seguenti molto più sem- plici in conseguenza delle relazioni (4), (5), (2) sopra citate : SULLA STABILITA” PRI PONTI DI FABBRICA li pe=0) n—=a+1 n=e+1 n=W+] MB=(+0)f Y In Y + Y H00)+ Y In n=e—1 pel n=w_-1 n=u—1 | n=" 0 n=a+ 1 | = Da (Cn «Lan +Un)+ SÒ (Cn + 0n+0m) n= e 1 n=e — 1 n=e+1 n=w+ 1 7” S (CS «Hn 9) +Hn (A Da x (Cn + Hn + Hn ) PESOS m=u—=l1 ur. de ) LE ci do » CAR i w | Vas ha Tra “n Doo 4 , X n () (Cee en + (@+0—2,)|100+4, o41]-[Ron+, 04] Wv W,y + QiAm+ OLII CENTO) o — X —pUgx [rianp— OT] COS © COS À 112 SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA n=0 m=3+1 n—=e+1 NW+1 M'8)=@ x In » On + S Hn (9) + x Hn m=e—1 n=e—l n=w—-] n=u—1 n= 0 n=zA+ 1 — x (Cnn +Un) + x (Cn On +0") mn—=e— 1 mn=e— 1 n=e +1 n=w+ 1 _ S ( + Hn (49) + H'n (A a N (Cn eHn+Hn) n=w— 1 n=u— 1 SG OH LV +Hp | 1» (} ni ia %,) On, a+ 1 ulÙ ut 4 + (4 MI) |! (0) + H, OL | i 0: 9g) + Hi, w+ | (DAI 1 — —tA&— DI (C° — e2) (rc, +54) TR i s.Ssen(p—%) + 7 (0-0 @0+ e) [piano cos 9 608 7. | ‘ Le ipotesi isolate di x=1, s=1,y=s rendono alquanto semplici altresi le sur- riferite formole (38), (39), (42), (43), (46), (47); per brevità pure noi lasciamo di presentarle ridotte in conseguenza di ciascuna delle predette ipotesi; per altro è bene facile effettuare cotali riduzioni mercè le (4), (5) sopra indicate. Osservazioni generali. 74, Confrontando per ciascuno sistema l’espressioni di P p rispettivamente con quelle di P'p', tenuta in riguardo la quinta relazione (1) del $ 53, si scorge facilmente che effettuato prima il calcolo del momento P p, puossi abbreviare molto l’altro di P' p' fa- cendolo dipendere dal primo, ed inversamente; l’istessa osservazione dee farsi in rap- porto ai due momenti M, M', cioè a dire che si rende più breve il calcolo per uno facendolo dipendere dall’altro. Intorno a Pp, P'p' poi è da riflettere che la giunta di rottura nel primo dei due casi specificati nel $ 43 non coincide con la giunta di SULLA SDABILITÀ' DEL PONTI DI FABBRICA 113 rottura corrispondente al secondo censo, epperò che i valori di 2, i quali entrano in combinazione nel calcolo dei due momenti in esame, sono bene diversi in rapporto all’uno, ed all’altro; conviene dunque fare il calcolo simultaneo dei predetti due mo- menti col medesimo valore dell'angolo # solamente allorchè si voglia comporre una tavola assai estesa dei valori successivi delle funzioni P_p :f, P' p':/', onde in- ferirne per queste funzioni il massimo valore della prima, ed il minimo della se- conda, che hanno luogo per la volta in esame; in questo caso solo è importante per la brevità dei calcoli che i valori di P'p' si faccino dipendere dai corrispondenti P p, od inversamente, 75, Riguardando la quantità 0 quale incognita nell’una delle due equazioni di equi- librio ($ 48), si potrà determinare la spessezza d’ assegnarsi ai pierretti. Onde ri- durre le citate equazioni al caso delle volte senza pierretti è d’uopo supporre A=0 nell’espressioni (3) del $ 53, e nelle corrispondenti di M, M'; in questo caso © rap- presenterà la spessezza all’imposta di metà del sistema, composta dalla somma della spessezza dell'arco della volta, e della muratura del rinfianco, Questa massa riguardata come suscettibile di rompersi in un movimento iniziale. e piccolissimo della volta nel modo indicato nella osservazione 12 del $ 51, senza te- nere in considerazione il legame reciproco fra le parti che la compongono, nè le forze di attrito, nè la coesione delle malte, non differisce propriamente da quella designata da noi particolarmente col titolo di sopraccarica se non per la sola densità; sicché supposte le due masse di eguale densità la distinzione tra il rinfianco e la soprac- carica non ha più fondamento, od a meglio dire la volta in esame in questo caso è un sistema composto da un arco cilindrico retto sopracearicato da unica massa, la quale però ha la proprietà di rompersi nel movimento succennato secondo gl’indicati piani verticali, In conseguenza se la volta non avesse pierretti la massa sovrastante al cuneo inferiore nel cennato movimento dovrebbe disgiungersi secondo il piano ver- ticale tangente allo spigolo esterno della giunta all'imposta, e così la parte contigua non entrerebbe in considerazione; ciò vale l’ istesso dire che per metà del sistema sì dovrebbe considerare solamente la parte figurata dal profilo Ag Do Dy By A, (fig. 1) Ao Ko Da By Au (fig. 2, 3); la spessezza della base all’ imposta, da entrare in calcolo nell’equazioni di equilibrio sarebbe pertanto quella sola dell’arco, cioè a dire si do- vrebbe supporreC=e nell’espressioni di M, M', e le predette equazioni servirebbero unicamente a mostrare se la spessezza conosciuta dell’arco della volta fosse suscet- tibile di assicurare la stabilità del sistema, Ben diverso però è il modo di riguardare le parti inferiori del sistema secondo la generalità dei casi; si suppone le murature dell’arco, e «del rinfianco formare unico corpo talmente aderenti luna l’altra, sicchè il cuneo inferiore nel suo movimento giri attorno lo spigolo esterno L del rinfianco, ovvero attorno lo spigolo interno A, del- l’arco, trascinando congiunta tutta la massa Du Bu LF del rinfianco, e la parte cor- rispondente della sopraccarica, È mercé questa considerazione quindi che col mezzo di una delle due equazioni di equilibrio si determina la quantità 0, allorchè cotale quautità è incognita; non dee negarsi frattanto che questo modo di divisare le parti Giornale di Scienze Natur. ed Econ. Vol. HI. 15 114 | SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA inferiori del sistema non è interamente conforme all’altro seguito in rapporto ai cunci superiori, come trovasi indicato nella sopra citata osservazione 12 del $ 51, Considerata la quantità € quale incognita, }’ equazioni di equilibrio risultano dal terzo grado (ved. l’espressioni «di M M'); per non deviare dal nostro assunto lasciamo da canto le discussioni intorno alla risoluzione di quell’equazioni, osserviamo solo di passaggio che si abbassano le medesime dal terzo grado con la condizione : s.sen(p— 2) _ r tan 9 — P 039 COSÌ , la quale resta soddisfatta posto A=9=0, ovvero esistendo tra questi angoli il rap- i A tan) s—r : ct . porto offerto dall’ eguaglianza fallo “mn In conseguenza si può stabilire il prin- cipio che nel caso delle volte estradossate e sopraccaricate di livello, caso molto frequente nella pratica, le equazioni di equilibrio suindicate non possono essere del terzo grado, e parimente allorchè y=s se si abbia = % ARTICOLO TERZO Confronto fra i tre sistemi di volte esaminati; riduzione delle formole generali a forma più comoda al calcolo; particolarizzazione delle stesse formole dipenden- temente dal numero dei centri della curva iniradosso e dalia posizione delle giunte di rottura, 76. Volgendoci a contemplare i rapporti reciproci fra i tre sistemi di volte esa- minati, tenendo sott'occhio le figure 1a, 22, 38 osserviamo primieramente che i me- desimi nell’ordine della enumerazione progressiva stabilita non possono essere com- presi l’uno nell’altro, cioè a dire il primo non può abbracciare il secondo, nè il terzo, e quest’ultimo non può essere compreso nel secondo. Ben diversamente accade quando si riguardano nell'ordine inverso; si scorgerà a questo modo che con talune condi- zioni il secondo abbraccia il primo, che il terzo comprende il primo ed il secondo; non si tarderà pure a riconoscere che anche nell’ordine ultimo enunciato havvi qual- che particolarità, che distingue ciascuno sistema dagli altri, conservandogli la gene- ralità primitivamente assegnata. E per vero supposto nel secondo sistema (fig. 2)Z,=/, =0,quindi 0,=0, =0%= 90° ciò che vale L’istesso sulla figura riguardare il punto K,, coincidente con Ko B, con By si ritornerà al primo sistema (fig. 1), segnando solamente con A=B, K, la quantità indieata con d, nel $ 26, Da questi dati deriva l'eguaglianza co = 0; inoltre poichè qualora 9 è positivo, debb'essere minore, o tutto al più eguale al complemento arit- metico di 0, ($ 25), nel caso in esame essendo quest’ultimo angolo eguale a 90° si SULLA STABILITÀ DEL PONTI DI FABBRICA 115 hag=0% conseguita dunque che il primo sistema rientra nel secondo con le con- dizioni 2,,= 0, 4, =0, però va ristretto al caso particolare in cui il limite in altezza del rinfianco per metà del sistema passa pel punto culminante dell’estradosso, e dec trovarsi elevato sull’orizzontale condotta pel cennato punto, 0 tutto al più coincidente con questa orizzontale; con queste condizioni però il primo sistema non ha la gene- ralità con la quale fu primitivamente concecpito, Il terzo sistema può abbracciare altresì il primo con la condizione (figura 3) il —= 0, ovvero dA =0, =0,= 90°, ma la generalità del primo sistema in di- scorso va ristretta, perocchè il medesimo sì trova legato alle condizioni stesse poco anzi cennate» Acciocchè il secondo sistema fosse compreso nel terzo è d’uopo supporre /, =l,, th =0, epperò 0, =0y, cioè a dire il punto B, (fig. 3) coincidente con B,, e Dy con K,,; però si vede che il secondo sistema così è legato alla condizione speciale di doversi trovare il punto B, (fig. 2) coincidente con B,,, ed il limite in altezza del rinfianco giammai potere incontrare la curva estradosso nell’estensione da B, a By ciò è contrario alla generalità del secondo sistema , in conseguenza della quale B, può trovarsi in tutta la estensione or cennati 77, Ognuno dei tre sistemi isolatamente considerato, stante la sua generalità, com- prende una moltitudine di casi particolari; difatti il primo sistema con la condizio- ne\X=g ci offre il caso dei ponti rinfiancati a cappa con muratura, e sostenente una sopraccarica di spessezza costante do come sarebbe ad esempio una strada, e se inoltre si suppone dd== 0 si ha il caso delle volte solamente rinfiancate a cappa senza al- cuna sopraccarica, come potrebb’essere la copertura di un magazzino ; se si suppo- nego = 0 si è al caso delle volte estradossate di livello , alla quale condizione ag- giunte le seguenti A= 0, co=0, si trova il caso presentato dai ponti ordinari; in conchiusione disponendo a piacere delle quattro arbitrarie cy do 9,2, che si rife- riscono al primo sistema, si avrà un caso particolare secondo ciascuna combinazione di cotali quantità. Relativamente al secondo sistema supposto /, =, =, cioè a dire B, (fig. 2) coincidente con B,, e Km sul prolungamento della giunta all'imposta, ci troviamo ridotti al caso delle volte senza rinfianco , e sormontate da una massa conformata all’esterno parallelamente all’estradosso dell’arco della volta; aggiunta alle precedenti condizioni l’altra di essere A= 0, si ha esattamente il sistema delle volte, che si dicono estradossate parallelamente. Per brevità lasciamo di specificare qui tutti i casi particolari, che sono compresi nei tre sistemi di volte contemplati , casi particolari che debbono ripartirsi in tre categorie distinte, una per ciascuno sistema, per la ragione di non potersi confondere tali sistemi l’uno coll’altro, se non con talune condizioni speciali; si sapranno trovare facilmente le condizioni, mercé le quali ogni caso particolare offerto dalla pratica rien- tra in alcuno dei tre sistemi suindicati, epperò senza più restarci su questo argo- 116 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA mento passiamo alla considerazione delle formole generali trovate negli articoli pre- cedenti per iscoprire il modo come possono rendersi più comode al calcolo nelle ap- plicazioni. 78. Se ricordiamo le formole date nell’articolo secondo riconosceremo senza stento che le più distinte quantità di cui vanno composte sono le qui appresso designate, omettendo per brevità l’indice » in piede delle lettere, B+r0+sD, B'+rl'+sD, B+sK, B'+sK' olo b@0 B+5s6, B'+s@, B+rC+sD(Ap), B+r0+sD'(1) | le quali con la condizione r=s=1 si riducono alle seguenti : H, H, Ly IN H (9), H' (2.9) ORSO GRECA IRE TOR 0 (0'); e siccome quest'ultime e Ie altre che si possono dedurre con le ipotesi isolate di y= 1, s=1,r=s, si ricavano facilmente dalle succennate (a'), inoltre poiché le due ul- time di queste stesse (a’) derivano dalle due prime supposto X=9, così noi ci li- miteremo a considerare unicamente le sole prime sei del sistema di quantità in di- SCOrso. 79. Ciò posto mercé le formole (18), (19), (22), (23), (37), (38), dei $ 15, 20, 28 in primo luogo si ottiene la espressione 1 i : 2 B+r0+sD=|1-» Qin + 0? — x | (On — 0n+3) 7500 + (Rn +0) [co + SdAn 44) COS osi — (ren +5 dn ) 005% | - .r (Rn +e) > (sen 20, — sen 20, +1) — | Mato 9tanp+ stand | (cos2 0 — c0820,.) ed in secondo luogo 1 p+rt+sb=3|(1-n@+ e) — Ra | en Or=isenioaem) 1 2 e 2 2 eno 3 Rn +0) (1 Cn ya +84, 44) 008° On 4 — (1 Cn + SAn) 05° 0n 1 = fanne [o_o tang+stan .| (cOS" On, a — C0S5 On) 1 3 ‘ “RETRO (Rn + e)*>< (cos 0, , Sen dn, a — 08° 0n sen0n). SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA 117 Le duo precedenti espressioni si possono presentare nel modo seguente, restituendo altresi l'indice 2 omesso in piede delle quantità (a) in considerazione, R2 n a È B,trC,+-sD,=——(#—1)(Rn4-e aisi 0,0 D 2 CDR +gi] UT +(Rn +0) (Fr Cn+14 5 An + 2) COS 0n+41 |i- Nn O YCn 41 +Sdn +1 008 0 +1}; 1 IRR Fa or iP. (Rn + e)? x COS (0n == Oni 1) Sen (0n = On + 1) Di: 3 i s_tanQ]. +7 _AItex ta a o (0n + 0,44) SCH (0n — 044)? Be +. Y Cn +.s Dn = n 1 1 COS 0 0 Di IE Y FG=1Bn sl 0 2 (0n+ 0n 4 1) Sen 2 (On — On 4 1) Qi SONIC ali — 1)(B,4-e) =|! 1 rC,+-sd cos? 0 tg (Rt0) (Cat SC 1) 0080 | Dia "| Tnt Sdi cos? 0,01 De k stanza] COSì 0 +—(R,+e0)9><(r—s)tammocos®9 l+- (i È 6 (i, ) ( ) FTOCOS'Un44 | iva; tan ‘| coss 0 TRZI 1 hi cos? 0, sen è + qlk) LIS Inf 1 - È | cos? 0,,,2Sen Oni e poichè in molti casi i secondi membri dei hinoini R? RS n n le 3o 14 RE e A (r— 1) Rn + 0) (e — 1) (Rn +0)? (c} Y CnA- S An COS On TCHn4+4 + S dn 41 C0S Onpin! I SI (CIO) T Cn +4 S dn COS? 0, così 0, \ rOn4 + SAn4 1 008° In 41° COSÌ On 4A | conservano il segno che vi si scorge esplicito, inoltre quelli dei (d’) hanno un valore 115 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA minore dell'unità, così introdotti gli angoli ausiliari pn P'ny Oni n, 7'n determinati dalle relazioni : R2 : 2 n \ tan = nto e fa =D +0? I 3 f tan° pa = » — —_ tan p \ Se Za) io n ci Y Cn + 8 dn COS 0n cos ene —————ne—_—_— -— tCnp1+SAn+1 005041 è r Cn + S An cOS° 0n ; cos 0n così o! = C03% 0, fesi=-p=reme stia eo Once TOn+I1 +8 dn+1 008 0 +1 cos On +1 così 0n cost n= —___ così On +4 1 predetti binomi sì trasformano in un solo termine, e le surriferite espressioni sì riducono a forma più semplice come qui appresso : R2 1 n Ba = 7005 = SD = 2 0 rd — 0 _— y (0n n+1) 180° sen? pn + (Rn + e) (ren +41 + SAn +1) 608 0n +1 SON? on 1 À A mir Ti (Rn + e)? sen (0n — 0n +1) COS (0n + 0n +1) vs s_tanà —(R+e)>= [ | tan 9 COSÌ On +1 SEN? Fu cos? 0, sen 0, r(Rn+ex|lt ——- - così On 41 SC On 4-4 \n ) | 605° On.pi SCO Onpi n+ nA SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 119 80. La prima proposizione testè enunciata intorno ai segni dei secondi termini dei binomi (c’), (d') si rende evidente osservando che, se il valore di 7 è diverso del- l’unità, nei casi più frequenti si ha y>1, inoltre che tutte le altre quantità com- ponenti i secondi termini dei suindicati binomi sono ognora positive. La seconda pro- posizione poi, che si riferisce al valore assoluto dei termini dei (d'), pel terzo binomio è conseguenza immediata dell’ineguaglianza COSÙOnE REM COSO pieno a e eee (40) la quale sussiste sempre stante i rapporti di grandezza esistente tra gli angoli suc- cessivi 0, 0,2» A causa pure di quest’ ultima ineguaglianza conseguita che se pel primo binomio (d') ha luogo la proprietà succennata, cioè l’ineguaglianza (r Cn+1 + S An + 1) cos 0n IENA > (7 COn+S dn) COS On Di ON 00 (AM), viemaggiormente si avvererà pel secondo binomio. La (#') è soddisfatta quante volte sussistono contemporaneamente le due seguenti : Cn 4 1 COS On +1 Cn 60S On SO An +41 005 0n +1 — da COS On > 0. OO (0); è d’uopo pertanto esaminare con quali condizioni si avverano quest’ ultime inegua- glianze. Per tale obbietto osserviamo che in conseguenza delle relazioni (20), (31), dei $ 17, 27 le predette ineguaglianze equivalgono alle seguenti : Rn+ € C0S p 1 On+0 2661 (0n—9n+ 1) cos n) cos On +1 + Cn (c0S0n +1— c080n) > 0, sen (p—2.) 1 IL 2(Rn+e)sen— (0, —0 sen — (0 1) Os —___- (Dn ) 9 n n +1) green + dn (cos 0n 4+1— c089n) > 0, ovvero sotto altra forma: 1 1 1 2(R+-0)Sen--(0n—0n+1)Sen 3 (0,-+-0n-+1)C0S0RH1 [cor 70) | 1 1 +2 Cn Seloa (0—- 0n+41) sen 7 (On + 0n +1) > 0, i 1 1 2(Rn+e)sen mi (On — On + 1) Sen D (On + 0n +1) cos0n + 1(tanp — tan?) 1 1 120 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA (Queste possono essere divise pel fattore 1 1 2 (Rn + e) sen DI (On — 0n + 1) sen DE (On +07 +1) C0S0n + 1 che è sempre positivo, poichè si ha 0n > 0n +1, On +1 < 90%, 0n + 0n Pm i<0118.00; epperò si ottengono le ineguaglianze : Cn i cot — (0h +0 — tango + 0 Do) (0n n-+1) P Rn + ©) Cn Ù tang— tanX + dn > 0; i (Rn +e)cos0n +17 che si possono presentare altresi nel modo seguente: On+0n+1 FINNRO, tano < tan (so — Siae ) 2 Be) P 2 (Rn + €) cos 0h +41 (#), tan) < tanp + ea n A DMS RO o; n (U). (Rn + e) cos 0n + Ni Da queste ultime, le quali deggiono coesistere nel medesimo tempo, e dalla rela- zione gn = C, + dy Si ricava la ineguaglianza On + 0n + i) In (° À e US Ù . Ù Ù 4 tanà < tan (90 9 Ra Focosi (1), che si può sostituire alla {(!"). Sono (#'), (0), (72) l’espressioni delle condizioni, cui debbono soddisfare gli ango- li o, e > aeciocchè avessero luogo le (#), e quindi la (2). Ora la (#') resta soddi- sfatta allorchè l’angolo p è negativo, perocchè il secondo membro è composto di due termini sempre positivi; ciò va bensi comprovato osservando che in questo caso le quantità segnate con c, sono crescenti di valore da c, a €,, e quindi stante l’inegua- glianza (g') dee per conseguenza necessaria sussistere la prima delle (2), cui equivale la (#) dianzi cennata; quando 9 poi è positivo la medesima (/#') sarà verificata vie- maggiormente se si abbia = 0 0 «i 0 0 tang _ tan (90 Pe cioè 9 L gg — PERI, Si può conchiudere adunque che la prima condizione (%') resterà soddisfatta , 0 con @ negativo ovvero con 9 positivo, e minore del complemento aritmetico dell’ an- golo d’inelinazione sulla corda del raggio condotto pel punto medio dell’ arco della curva intradosso, da cui dipende l’elemento integrante, che si ha in considerazione. La (m') è verificata con > negativo, perocchè il secondo membro è composto di SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 121 termini ognora positivi, e se a contempo 9 è positivo conseguita che la (/) resta ve- rificata con qualunque valore negativo di 7; allorchè però 9 è negativo al pari di >, rendendo espliciti i segni dei termini della citata (/), si ottiene ) ineguaglianza An tanx > tango — ——_______ " (Rn ciù e) COS On + 1 la quale sarà verificata viemmaggiormente se si abbia tan 2 tan g, cioè A _ g $ fi- tele, > > nalmente se % è positivo, poichè per le volte della categoria, cui si riferisce la no- stra discussione, anche 9 dev'essere positivo, si scorge facilmente che la (/) sarà sod- disfatta altresì allorchè tan >. - tan o, cioè 7 Zw Si può conchiudere adunque che (2) può essere verificata con qualunque valore negativo di X se a contempo g è positivo, ‘ovvero essendo quest’ ùltimo angolo negativo se si abbia 2. os finalmente qualora 7. è positivo, nel quale caso anche positivo debb’essere 9, la medesima ineguaglianza (0) è pure soddisfatta con 7 Z® Queste conchiusioni sono evidenti, perocchè con le condizio- nì or ora dichiarate le quantità segnate con dn, sono o tutte eguali a d,, ovvero cre- scenti di valore da do sino d,, epperò con l’ineguaglianza (9’) dee sussistere la seconda delle (2), cui tiene luogo la (1). Verificandosi Ie condizioni sopra specificate il calcolo delle (1) si rende più sem- plice e speditivo con l’introduzione dei suindicati angoli ausiliarî; per operare al- trettanto in riguardo agli altri fattori binomî, che entrano in composizione delle stesse (1), poichè non si può stabilire regola generale intorno al segno, ed al va- lore assoluto, che i secondi termini dei cennati binomî potranno assumere secondo le diverse applicazioni, si terranno a norma le seguenti indicazioni, delle quali si farà uso pure pel calcolo dei binomî (c') qualora si avesse 7 < 1. Si abbia il binomio 1 + A, in cui A è una quantità positiva di valore assoluto qualunque; scelto un angolo ausiliario 72 determinato dalla relazione tan? m = A, quel binomio si ridurrà alla semplice espressione » Si abbia in secondo luogo il bi- 0S° 777 nomio 1 — A, A essendo quantità positiva minore dell’unità; con un angolo ausilia- rio 7 determinato dalla relazione cos? n= A, si otterrà i — A = sen? n. Finalmente se nel binomio 1 —— A la quantità A è positiva, e maggiore dell’ unità, si adopererà un angolo ausiliario m, determinato pure dalla relazione suindicata tan? = A, per cos2m cos m | 81. Supposto 2 = © dalle surriferite (1) si deducono le espressioni delle due ultime quantità (a'), e tale ipotesi non apporta altro cambiamento alle citate (1) che nel solo quarto termine della prima, e nel terzo della seconda, nei quali termini il prodot- san to (fs) [+ Sis lan r— s tan © Giornale di Scienze Natur. ed: Econom. Vol. HI. 16 cui mezzo il cennato binomio si trasformerà in 1—A= | si ridurrà solamente ad 7. 122 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA Consideriamo ora le altre quantità del sistema (d'); a tale obbietto si ritorni alle espressioni (18), (19), (33), (34), (42), dei $ 15, 28, 29, dalle quali è facile de- durre : 2 2 | 1 i S(Rn+e+h)°_R, DI Bn + S Kn=3(1-9) (Rn +e)? | (1-5) (R7CE DE |. —-0n #1D><7gpe Bd s Kn= s(Ra-+e+M)®R} (1-5) Rn +0) 9 1 1 (1-9 An +o=|u |co97-(00+0, 4 0013 un 2 } VS = 2 e n a rd Bn api (m= D (1 O) (Rn +e) =|i (1 ONE, s) (625 e) (IC On + 1)><7g70 In COS On | sp'$ (Rn SP e) 9, I cos 0 È = NH nH41 In t1 COS GA | s(Rn+ e) e IE X PA ato Xx C0S (A + 0n+ 0,41) sen (0n On-41) Bn + s Gn= n — (1=s)(Ra-tFo? 2 1 1 i 1-99] 1 |eosg0to, sn 1)5en= (0707, Bi i) In 6082 In | 1 + SR +0 >< 944 008° 0 {1- = 9 nH NA In 41 008 CoA | cos? 0, sen (A+ 0n) | cos?0,, 4 1500 (Ere 1) IUS (Rn + e)° Tan FS COS? O sen (XA + DoD) fi Dietro le idee svolte precedentemente è facile osservare che con le inegnaglian- ze (9'), (?) sussistono ancora le seguenti In +1 C0S 0n4+1> Yn C0S On, In+1008 0n+1> In COSTO A (7001 epperò che nei casi ordinari, nei quali hanno luogo le precitate ineguaglianze , si può scegliere due angoli ausiliari en, n, dipendenti dalle relazioni: SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI PABBRICA 123 In 608 0n In 608° 0n senten=———__, sen? n =— 5A n (0), In 4-1 008 On 44 Ina €98 dn +1 mercè i quali i binomi 1 In COS On 1 In COS? On In4A cos On 4A Int 1 cos EST sì riducono rispettivamente ai monomi cos? eny 608° En. Si procurerà rendere alquanto breve il calcolo degli altri binomî, che entrano a fattori nelle espressioni (2), adoperando uno dei mezzi indicati in fine del $ prece- dente, che si saprà scegliere secondo le applicazioni da farsi, Se nelle surriferite espressioni (1), (2) si pone r==s=1, ed a contempo nelle (1) va supposto 2 = ©, si dedurrà facilmente le corrispondenti espressioni delle quantità (0), delle quali le prime quattro sono le stesse (35), (36) (41) dei $ 28, 29 presentate alquanto trasformate, e le ultime due coincidenti con le (35), (36) or citate a con- dizione di aversi = o. 82. Veniamo all’ ultimo argomento propostoci in questo articolo, cioè a particola- rizzare le formole generali dipendentemente dal numero dei centri della curva in- iradosso, e dalle posizioni delle giuvte di rottura. Fu cennato nel $ 2 avere prescelto pel ponte da costruirsi sul torrente Rosmarino una ovale a sette centri per la di- rettrice dell’intradosso delle arcate. la quale soddisfa alle condizioni di stabilità di- chiarate nei $ 1, 2, 3, ed offre pure un eccellente accordo colla figura geometrica delle diverse parti dell’ edifizio. Io opino che anche per le arcate dei ponti di fab- brica le più grandi possibili si può sempre prescegliere quella specie di curve, e l’adottare un maggiore numero di centri non avrebbe effetto utile, pure ad estendere le nostre ricerche sino ai casi più rari, noi avremo riguardo altresi alle curve a nove, e ad undici centri, stabilendo quest'ultimo numero come limite superiore. I ponti a grandi arcate, dei quali intendiamo occuparci primariamente, nei casì ordinarî sono depressi alquanto considerevoimente, talchè male si adatterebbe una curva a tre centri, così dovremo cominciare il nostro. esame dalle curve almeno a cinque centri; pure siccome il modo di particolarizzare le formole generali al caso dipendente dalle curve ad undeci centri abbraccia a contempo gli altri, che dipendono da curve a minore numero di centri, così non abbiamo bisogno di escludere la consi- derazione di quelle a tre, o di circoscrivere lo esame secondo il numero progressivo dei centri, e pertanto passiamo a contemplare unicamente il caso dipendente da curve ad undici centri, 83. Ciò posto, il profilo di metà del sistema ci offre sei archi interi, a dovere considerare dalla sommità sino l'imposta ($ 7), e poichè la giunta di rottura può trovarsi in uno qualunque dei mentovati archi, così fa d’uopo distinguere sei casi, che noi esamineremo successivamente; osserviamo frattanto che i dati ($ 8, 14) sono: 124 SUDLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA a A e, Ito) Bis Ro Rs lio Ro— N | o = 90°, 0,, 0, 09, 0 0, &=0 e che le coordinate delle estremità degli archi interi delle curve intradosso, estradosso e della sopraccarica (*), e dei centri di quegli archi si deggiono calcolare con le for- mole seguenti, dedotte dalle (2), (3), (55), (56) dei $ 9, 41, tenuto in riguardo hensi le (1), (1) dei $ 8, 12: sa Yo = Ro — d di — do = (Ro — Ra) 08 0, Yo —y= (Ro — Ra) sen & do — 2, = (R, — Ra) cos 0, yi — y: = (R, — Ra) sen 0» da — X,= (Rs — Rg) cos 03, yo — Ys= (R, — R3) sen 83 XC,— Xs= (Rs — R;) cos 0, ys— y= (Rs — R) sen 0, o=d=a—R=a—Ry Ys=%=0 Î T0=0 YD—10 cd —a,=R, c0s0, y+%y%=R, send, au x,=R» c0S 0», y54y,=R sen 6, au_agz= Rs c080, yu y;=R; sen 04 RMDEMORE OS) io (n) av—a,=R, così, yV4+y,=R, sen 0, av—xs= Rs c0s0;, y + y5= Rs sen 9; —__.vTrrFTr_- QI= 4 yi=0 xKo=0} VNUSMERE Xi — gt =ecosì, Yi —y =e sen0, Xu_gu=e così, YT_-yt—=e sen), Xu gw e cos 0, Yuw_gyn= e sen 0; xXiv_ alv= e così, Yv—yv—_e sen 0, X — av =ecos0, Y —gy =e sené, e EM ano Sì XM=a+6, VAR) (") Aggiungiamo qui la considerazione della sopraccarica stante i casi, che potranno occorrere da riferirsi al secondo e terzo sistema delle volte sopra specificate. SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 125 o), 0=b+e+% & —Xr —hcoso, vu — Yi =) sen0, &mu_ Xu } così, o_Yu—=} sen 9; o ubi a oi ooo. (0) &w_- Xw—=h cos 0, vv—Yw=h sen 0 EVZZSXVI—INNCOSION MOV SENUO: Sua t+e+th, vvi= () | Nel caso delle curve a nove, sette, cinque, o tre centri si atterrà a queste mede- sime formole, escludendo però di ciascuno sistema rispettivamente la penultima re- lazione se trattasi di curve a nove centri, la penultima con quella che la precede se abbiasi una ovale a sette centri, e così progressivamente per gli altri casi; l in- dice 6 poi scritto in alto, od in piede delle lettere dell’ultima relazione dei surri- feriti sistemi sarà sostuito in corrispondenza dai numeri 5, 4, 3, 2, e nel tempo me- desimo- l’indice 5 della stessa relazione sarà rimpiazzato dai numeri 4, 3, 2, la Tutte le formole (4), (5), (6) potranno ricevere la loro applicazione qualunque fosse il sistema di volte, che si avrà da contemplare; in riguardo però alle formole date nello articolo secondo, che saranno specificate qui appresso, conviene ripartirle se- condo ognuno dei tre sistemi distinti nel citato articolo. Primo sistema S4. Si tengano presenti le formole (1), (7), ($) dei $ 553, 505, e si ricaverà, avuto riguardo bensi che si ha sempre 2,=0: 1°—Quando la giunta di rottura è sul primo arco intero, epperò l’angolo € non è minore di 0, x) = Ro c088, YA + yo = Ro sen 8 XA — 2@ = e coso, YA — yE=esen8....() Î (8). Pp (1) = È, cos £ (Bo, api Co.z + s Do.) — (B'o,: sia l'o: +sD'0.) \ P'p'(1)=(Ro+ e) cos (Bo. + rUo,: + sDoz) — (B'oz + 700, + 5Do.) 2°—Allorchè la predetta giunta si trova sul secondo arco intero, cioè 4 non mag- giore di 0,, né minore 9,, si ha (*) La seconda relazione delle (8) può applicarsi a tutti i casi qui appresso designati, cioè a dire in qualunque arco intero si suppone la giunta di rottura, quella relazione conserverà la medesima forma, in conseguenza noi ometteremo di ripeterla per ogni sistema di formole. 126 SULLA STABILITA DEI PONTI DI FABBRICA x — a = Rc088, y®+y,=R, sen 6 Pp(1)=2<®(B+r0+sD)— Bh+7C+s5D') + Ri cos £ (Bi, +7 1, +8 Di, 2) — B1,z +7 01, +5 D1,2) (9). P'p'(1)=XO(B+r6+sD)— Bh+r0+5D%) | + (Ri + e) cosf (Ba, 2 + 701,2 + SDi, 2) — (B1,z + 70, + SD, 2) | 3°—Supposta la giunta di rottura sul terzo arco intero, epperciò è non maggiore di 0,, nè minore di 03, si ottiene ve — co = Ra 0088, YA + y,=R, sen # n=0 Pp ( 1) — 99 = DI (Bn ap. Un +.s Dn) nia (B, +701+s D,) = n=.0 - x (Bn +7 Un +SDn) == il + R, cos 6 (Ba - +7 02,-+5D b 2,2 ; 2) “va (B'2, 13 fa 0%, B5a2 9 D'a, 2) (10), n=0 P'p'(1)=XOx SY Gn+r0n+sDn) — 2 B+70+5D) Mil n=0 cs Da (B'n 3P1? Un 3P.8 IDA, ) n= 1 + (R. + e) cos £ (Ba, +7 02,-+ Ss Da, 2) — (Baz +7 02,-+SD"2,2) 4°_Se la giunta preindicata si trova sul quarto arco intero, quindi @ non mag- ciore di 93 nè minore di 0, si ha SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA 127 e — ag = Rg 0088, Yy® + y3= Rs sen È n=0 n=1 | Lp (1) = x) DL Da (Bn + Y Un + $ Da ) — a Xn (Bn Ly Un atea) Da ) | ni n=2 V—I0, 31 S (Bn+rln+SDn) = + Rs cos # (B3,-+ 7 03,2 + s D3,) — (B'8, z+r03,2+ 8 Da, 2) XI I). | n=0 n= 1 P'p'(1)= XE) x< S (Bn +7 On+sSDn)— i Xn (Bn +7 n +5Dn) Mi n=32 = 0 a SD (Ba am Cn ar.8 Dn ) m=2 + (Rs + e) cos e (B3;2+ 7 03,2 + s Ds, 2) — (B3,-+7058,2+5D83.2) 5°—Essendo la detta giunta sul quinto arco intero, epperò è non maggiore di 0, nè minore di 0;, si trova c@A — a,=R,c088, yG + y,= R, sen £ n=0 | Pp (1) = a) Da Si (Bn stà Cn +8 Da ) | = m= 1 n= 0 == » Xn (Bn +r (n +sSDa ) — x» (B'n +7ln+5Dn) o=8) ni=d d R, COS To) (Re, Z Stati Ck, z+ 8 Di, 2) rn (B',, LA PI 0 z EG Di =) i (12). n=0 | P'p'(1)=XO> S But r0n+5Da) n=3 Met n=0 = S Xn (Bn +7 On+5Dn) — > (Bn +rln+sDn) ni=93 n=3 + (Ri + e) cos 8 (Be, - + 7 Ca, +5 De, 2) — (Baz t+trla, +50, 2) 128 SULLA STABILITA’ DEI PONTI DI FABBRICA 6°—Finalmente quando la giunta di rottura è sul sesto arco intero, e quindi 8 non maggiore di 0;, si ha rA — a, = Rs 0088, y@ + ys=R; sen n=0 Pp(1)= 2) = D Bn+r0n+5Dn) Med me= 1 n= 0 = D &n Bn +r0n+5Dan)— DBa+rln+5Dn) n=4 Med + R; cos #8 (Bs, x + 7 05,2+ S Ds, 2) — (B'8,z+7 C5,-+ 8 D'5,2) (13). Me=0) P'p'(1)=XAx SÒ (Ba +7 Un+5SDn) n=4 me il n=0) a S Xn Bn +7 Cn +sDn) — x (Bn +7 l'n+SDn) n= n=4 + (R; +e) cos 6 (Bs, +7 03,2+- 8 Ds, 2) — (B'3,z +7 05,2+ 8 D5,2) 55. Allorchè la giunta di rottura è coincidente con alcuna di quelle, che separano gli archi interi, le prime due relazioni dei sistemi (8), (9), (10), (11), (12), (13) cor- rispondenti a quella giunta sono comprese nel sistema (5); le quantità B,, Bs. e le altre segnate analogamente, quando si ha 2= 1, 2, ece. sono tutte eguali a zero, epperò le espressioni di Pp, P'p' surriferite (9)..., (13) mancheranno dei termini scritti nell'ultima linea. Con le curve intradosso ad undici centri è fuori caso ordinario che la giunta di rottura si trovi sul sesto arco intero, nondimeno potendo bisognare talora di protrarre l'esame della successione dei valori delle funzioni Pp :/f, P'p' :/' sino alla giunta di separazione tra il quinto e sesto arco intero, è stato d’uopo ricavare dalle formole generali Je (15), onde dedurre da queste le formole particolari pel caso ora cennato nel modo medesimo testè indicato. Essendo altresi ben raro che la giunta di rottura si trovi sul primo arco intero, potevamo dispensarci di ricavare le formole (8); pure queste formole si rendono necessarie pel caso in cui la curva intradosso è a tre centri, nel quale caso è mestieri usare le citate formole e le (9), giacchè la metà del profilo ($ 4) offre due archi interi, e la giunta di rottura può trovarsi sull’uno, o sull’altro arco, secondo le varie applicazioni, Allorchè la curva intradosso è a cinque, o sette, SULLA STABILIVA” DEI PONTI DI FABBRICA 129 o nove centri, oltre delle formole (9) si dee fare uso delle (10), 0 di queste e delle (11), ovvero delle (10), (11), (12), Si scorge chiaramente con le precedenti osservazioni es- sere stata necessità il particolarizzare le formole dal primo caso al sesto inelusiva- mente, a coerenza della distinzione sopra stabilita, Le espressioni (2) del $ 53 conservano la medesima forma non solo per ognuno dei tre sistemi di volte contemplati, ma bensi qualunque fosse il numero dei centri della curva intradosso, ed ovunque si trovi la giunta di rottura, sottinteso però di dovere sostituire per y©, Y® i valori dedotti dalle rispettive equazioni riferibili al caso par- ticolare, che si avrà in considerazione; onde evitare una ripetizione delle medesime formole noi abbiamo omesso pertanto di comprenderle in ciascuno dei sistemi (8), (9)yey (13) 86. Le espressioni di M(1), M' (1) del $ 57 ridotte al caso in cui la curva intra dosso è ad undici centri sono: n= pe= 11 MAi)=(a+0)x DBn+r0u+5Dn) — DI cn (Bu +7 0n+5Dn) n= = m=0 i — DBa+trn+sDn) +5 LAC+ > (C— >< (r0+ 5 de) ni=5 = È (C— e x |; tano — SES a) "| ) COS p COS À (14): er ——_--rr1_——___—____ n=0 n=0 M(1)=ax I (Bn +7 0n4+ SD) — dì Xn (Bn +7 0n+S8Dn) n= 5 n= n=0 1 1 = DI Ba+r02+5Dan) SIA (l'e) (re 4+ 5A) MED Ù — + 0-ax@0+0 [rime Se] cos p COS? | Per appropriare queste espressioni ai casi, nei quali la curva intradosso è a nove; sette, cinque, o tre centri, fa d’uopo sostituire all'indice 5 del segno, al quale è ap- osto rispettivamente i numeri 4, 3, 2, 1, ed in vece del numero 6 in piede delle quantità ce, ds si scriverà 5, 4, 3, 2. 87. Allorchè si ha r=s=1 le medesime formole (8), (9),..y(14) serviranno al caso che si — avrà da contemplare, però si dovrà sostituire ai trinomî B,-+r0n+-s Das B'n+r0n+SD"n rispettivamente i monomi Hn, H'n; per brevità ancora, o meglio per evitare una lunga Giornale di Scienze Natur. ed Econom. Vol. HE, 17 130 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA particolarizzazione di formole, che si renderebbe alquanto noiosa, noi lasciamo di riferire le formole particolari ridotte in conseguenza della cennata ipotesi, e degli altri rapporti che possono esistere in generale fra le densità dell’arco della volta, del rinfianco, e della sopraccarica. Ci asteniamo altresi per l’obbietto testè indicato di contemplare i casi derivanti dalle ipotesi, che si potranno istituire sulle quattro arbitrarie co, do, 9, >, come sarebbe ad esempio il supporre p=?%=0, giacchè queste ipotesi non apporteranno altro cambiamento che alle sole espressioni delle. prime due quantità (2’) sopra esaminate, rendendole più o meno semplici, epperò le formo- le (8), (9). (14) conserveranno sempre l’ espressione individuale che vi si scorge; ponendo dunque termine a queste considerazioni noi ei volgiamo agli altri due sistemi di volte. SS. Oltre la ripartizione in casì particolari risultanti dalla considerazione del nu- mero dei centri delle curve intradosso, e dalle posizioni delle giunte di rottura, pel secondo e terzo sistema di volte mentovati una numerosa classificazione risulterebbe dalle diverse combinazioni dei valori particolari delle quantità arbitrarie, dalle quali dipendono quei sistemi; la ricerca dell’espressioni appropriate ad ognuno di tali casi mena ad una lunga serie di formole, che torna più conveniente di ricavare al bisogno secondo le applicazioni da farsi; pertanto ci limiteremo ad esaminare unicamente il caso delle volte senza rinfianco, e sopraccaricate da una massa conformata paralle- lamente all’estradosso, intorno alla quale specie di volte daremo un’applicazione nello articolo seguente; così mostreremo pure il processo da seguirsi in ogni altro caso partieolare, Volte senza rinfianco, e sopraccearicate parallelamente all’ estradosso 89. In riguardo al sistema, che imprendiamo ad esaminare le formole (4), (5), (6), (7), e le prime due delle (8), (9)... (13) sussistono egualmente, parimente ha luogo la distinzione stabilita nel $ 84 intorno al numero dei centri delle curve in- tradosso, epperciò la ripartizione in sei casi adottando una ovale ad undici centri. Le formole poi da servire al calcolo dei momenti Pp, P'p' deggiono ricavarsi dall’ espres- sioni (16), (17) del $ 63, che sono le sole riferibili al sistema particolare in esame, formole che andremo qui appresso specificando. 1° Caso. 90, La giunta di rottura è sul primo arco intero, epperciò la verticale alla predetta giunta non può incontrare la curva della sopraccarica che nel cennato primo arco, in conseguenza gl’indici interi v, w ($ 53, 59) deggiono essere eguali a zero, e per- tanto si ottiene per questo caso : Pp(2)=R,c088x (Bo, +5 Kg 8 ,) BS Ko SÙ2) (15). P'p'(2)=(Ro+e) cos 6>< (Bo, +5 Ko. 50) Bo +5 Co Na) \ SULLA STABILITA! DEI PONTI DI FABBRICA 131 2° daso. 91, trovandosi la giunta di rottura sul secondo arco intero, l'indice v è esuale ad 1, e potrà accadere che la verticale alla mentovata giunta incontri il primo arco intero della curva della sopraccarica, ovvero la incontri nel secondo arco intero; colla prima condizione l'indice w è eguale a zero, epperciò si ha Pp (2) =20(B+5K—s0,,j)— Bh +5K—-50)) RIESCO BC SR 06) Î A : (16); Pip A) =XOGB +35 — 50) — B+ sE 50) \ + (R, + e) cos 8 (B.-+S5K,:- SU.) — Bi + SK, 58.) colla seconda condizione poi si ha w0=1, quindi l’eguaglianza w=v, e pertanto Pp (2) =x© (Bo +5 Ko) — (Bo +8 K) + R, cos 8 (Bj +5 K, — $ 02) _ (B's +8 ne Ss 0a) P'p' (2) + X (Bo +s E) Bh + SE) + (Ri +) c08 8 (By, +5K,,—50,,) — By, +5E,, 50%) I 3° Caso. 92. Essendo la giunta di rottura sul terzo arco intero può accadere che la verticale alla stessa incontri la curva della sopraccarica nel primo, o nel secondo, ovvero nel terzo arco intero; nella prima circostanza, sebbene assai rara, si ha w=0, nella se- conda w=1, nella terza w0=2, e poichè per questo terzo caso l’indice v è eguale a 2, si ottiene con la prima condizione w0=0 : 132 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA n= 0 ro ==] S (Bn +5 Kn)—S. | n= 1 n=0 (18); vi (Bi +SK—s 0) —I (B, +8 Kn) n=1 +58 W, — 20). s da +8 Ud + Rg 0086 (Ba, +8 Ko, 5—9 0, _ (Ba, +5 Ka, _s USI 5) n=0 P'p' ders=| D Bn+5Kn) -«| NIH n= 0 — % (B,+ 5 K—s0)—Y (Bn +sSKn) n= 1 +s 0, — XA), s UA + 8 Vea + (R. +e) così (Ba, + SKo SQ )_-Bazt s Kay s 02.) con la seconda condizione, cioè w=1 si ha n= 0 Pp(2)=2x0A x Ò (Ba +sKn)T—% (Bi +sK,) AL | Mi=0 fra D (Bn +5Kn)- (0 — 2)s 2 Suo) ds m=il i E R, GOS Je) (Ba, miao, Ko, ='8 0) a (B'a, +. s Ko, — Ss 03) 19); n= 0 a: pipi (dA d (Bi +5Kn)—- x, (B+5K,) pes il M=0 — M Bn+5s5En)- (KO — 2) 50a+502 ni=01 + (R: +e) c08 6 (Bg +5K9, — 5 03,) — Ba, +5Ko,— SU, | SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 133 con la terza condizione w= 2, epperciò w=v, finalmente si ha Ni="() \ Pp(2)=rAx > (Bn +sSKn)T— x, (B+5K,) ni=bl | n= 0 | - x (Bn +5) + R, c08 6 (Bg, +5 Ka, — 53) neh — Bag + 8Kaz — $0,2) (20). n= 0 P'p'(2) = XA) >< x (Ban + 5 Kn) — x, (Bi +8 Ka) n= n= 0) TA N (Bn +sEn)+(R+e) c080(B,, +5K9, — 50 )) Vil a dr Ba, ano K'9.,) i OÙ, 3) 4° Caso. ; 93. Supposto la giunta di rottura sul quarto arco intero, e quindi v = 3, si dee ammettere in generale che la verticale alla detta giunta possa incontrare la curva della sopraccarica nel primo, nel secondo, nel terzo, ovvero nel quarto arco intero; le prime due circostanze raramente possono accadere in Pratica, epperò ci asteniamo di contemplarle , e limitiamo in conseguenza il nostro esame alle ultime due , cioè quando si ha w=2, ovvero w=3. Ciò posto, dalle citate formole generali s° infe- riscono le espressioni seguenti, che hanno luogo con la eguaglianza w=v — 1 coe- sistente alla condizione w=2: 134 SULLA STABILITA' DEI PONTI DI FABBRICA n=0 DEA | Pp (2) = dA) x S (B, == 9 Kn) — S Xn (B, rg K,) MESE n= DI=10) Lu SY (B_, + SK) — (CO — 22) 5 d3 + $ 03 = + R;y cos B (Bs: + 6 Kg: co SIUS) fari (B'3.: Guimi SK, 3 V3,2) i (21), n=0 mes Il Pp(@=XOx N B+ 5) N va Bu + 5 Kn) Mme ni=R2 n=0) — F G+sE)- GO —2)503 +50 | n= | | + (R3 + e) cos 8 (Bz, + S Ky,- — Sa) — (Bia Sis ISO) Î con la condizione w=3, che equivale all’esuaglianza w = v, poi si ottiene : n= 0) n= \ Pp (2) = LA) DL S (Bn ia Ss Kn) ua ® Xn (Bn = S Kn) m= n= 2 | n= 0) c =. S (Bn + SEn)+ Rs cos. 8 (Bg. 9 K3, AIR) pe — (P! s K! — <() (I DE +sK 5 SU, | (22). ni=0) nd Pipe NOE DÀ (Bn + SKn) — S Xn (Bn + s Kn) n z 00, n=? Vi) = i (Bn + SK) + (Rs + e) cos & (Bg +5K3, — SQ n= ) Yu Ra 9 DI, ARL o) sE di SU ) I ” SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 195 5° Caso. 94, La giunta di rottura è sul quinto arco intero, epperciò <=4. Nella generalità si dec ammettere che la verticale alla giunta di rottura possa incontrare la curva della sopraccarica in uno dei cinque archi interi, cioè 0 nel primo, 0 nel secondo, ece. epperò che 2w abbia uno dei valori 0, 1, 2,3, 4, ma essendo fuori caso ordinario che il cennato incontro avvenga in uno dei primi tre archi, noi ci limitiamo solamente ad ottenere le formole particolari corrispondenti alle due circostanze nelle quali i) predetto incontro accada nel quarto arco intero, ovvero nel quinto; pertanto dalle suindicate formole generali si ricava con la prima condizione 2% —=3 corrispondente all’eguaglianza w=v— 1: n= 0 n= 1 Pp(2) =) x S (Ba + SK) — x Ln (Bu + 5 Kn) ni='0 RE x (Bn +sK,)— (0 — 23) O, t s Via ni=3 +Ry cos g(B. +SK /—s0) )— (BO +sE —sl ) 1, 1,3 4,3 4,5 4,3 1,3 M23): nw=0 = il | Ri p' (2) MO x (Bu 4-8 Kn) cs x Xn (Bn +SKn) | 0) n=3 Ti=!0 = Ò (SE GIO) (OE) dh +54, M=$ RO (COS (O BIO 136 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA posta poi l’altra condizione w=4, alla quale corrisponde l’eguaglianza w =, ab- biamo : i n=0 n=1 \ P p (2) === g(£) >< x (Bn + bi Kn) = SÒ Xn (Bn = Ss Kn) | ni=3 n=3 | n=0 —Y (B,, +SK,)+R, c086 gr 8g = S 0) 9) n= 3 Pai Br meli Kia ma; ta) 1 i (24). n=0 n= ll P'p' (2) —X Ax (Bn + s Kn) > Xn (Bn + s Kn ) n= n= 3 ni=0 —Y GB, +5E, )+(R, +0) 0058, +5K,;— 502) n= 3 ——————_____ __.. €SISS*0|le«(=—Y”*» so (Bz 9 Kz uo: W, a) 6° Caso. 95. Supposto finalmente che la giunta di rottura si trovi sul sesto arco intero, ep- perciò che si abbia v=5, dobbiamo ammettere che la verticale alla detta giunta possa in generale incontrare la curva della sopraccarica in uno dei sei archi interi; ma pelle circostanze ordinarie in Pratica ci possiamo limitare a contemplare i tre casi derivanti dalla condizione che il cennato incontro avvenga sul quarto, o sul quinto, ovvero sul sesto arco intero, cioè a dire che w abbia uno dei tre valori 3, 4, 5. Impertanto con la prima condizione w= 3 dalle surriferite espressioni generali ab- biamo : SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA n=:0 L p (2) = ad) DK | Ss (Bn È S Kn) =; (A | n=4 MESS n=:0 = S Xn (Bn +8 Kn) — DÀ (Bn+8Kn) Ni n= 4 +5 (0.0 + 0) — 20 — 9) 50, +50, + Rs cos 8 (Bs. + SK: — 50; — Bo: +6 SVUa) n= 0 n 25): piipi(2) — XA = | SI (Br +8 SEIÙI n= 4 n=} ni=0 233 Xn (Bn + 8 Kn) — S (Bn+SKEn) n=4 n=4 +8(0,. +0) — KO — 2) 50 +8 + (Rs +e) cos 8 (Bs. +5 Kc — SQ) — Bro + Wie — 882) con l’altra condizione w=4, cui corrisponde l’eguaglianza w=% — 1, si ha: n= 0 n=1 Pp(2)=21) = Ss (Bn +SKn) — x Xn (Bn +8 Kn) | med n= 4 n= 0 de. x Bn ska (0-7) de +50 NINA + Rs €08 $ (Bs, + S Kg: — SU — Bs +8Es—SWU;3 ni==!0 meal (26): hi p' (2) XA — SI (Ba +5 Kn) = x Xn (Bn sis, Kn) n=4 n=4 n=0 — D Bat sE) - (0-2); +50%5 | Ni ! + (Rs + e) cos8 (By +5EK,_ — 50) — Bz t+SEg,—- 502) Giorn, di Scienze Nat, ed Econom. Vol. III. UN 138 SULLA STABILITA” DEI PONTI DI RABBRICA con la condizione w= 5 finalmente ottenghiamo, a causa dell’eguaglianza w = %, n=0 nil \ Pp(2)=rA> Si (B,+SKn) — D Xn (Ba + 8 Kn) n=4 n=4 n=0 23 Y (Bn +5 E) + Rs 608 8 Bi, +8K,-5%3 n=4 — Ba t8E, 788,2) | a=0 ni==l1 (ED P'p'(2)=X>x SY Bn +5E)— Y 2a (Bn +sKn) NI=JA: Ml n= 0 74 x (Bn +SK,)+ (Rs +e) cos 8 (By, +5Ky, 50) | n=4 - (Bz +58 E; ES Q, 5) I 96. Deduciamo ora dalle formole generali (34) (35) del $ 68 l’espressioni di M (2), M'(2) da rapportarsi al sistema particolare in discussione, e pertanto si rifletta che a ri- durre il sistema generale presentato dalla fis. 2 al particolare in esame è d’ nopo supporre ($ 77) gl’indici 72, #, > eguali ad «, ed in conseguenza gl’indici e, e, ed w pa- rimente eguali al , con le quali condizioni deggiono coesistere le seguenti c,= 0, d,=0,9=%=0; in conformità dunque di questi dati, e pel caso in cui la curva intradosso è ad undeci centri, ed in conseguenza l’indice v eguale a 6, abbiamo: n=0 nidi MQ) =(1+0)>x< N Bi+sk) — Y on Bn +5Kn) n= 5 n=!9 ni=i0 1 I — > (Bh + sE) + CA0° von 28). n= 0 n=1 (A iQ)=ax S (B, +5 Kn) — N Cn (Ba + SK) | = nia ni=0 | _ Y B+skK)- ia pet SULLA STABILITA” DEI PONTI DI FABBRICA 139 Supposto A=0 queste espressioni si riferiscono al sistema delle volte sopra defi- nito, però senza pierretti; con tale ipotesi per © dee intendersi Ia spessezza all’im- posta eguale alla somma delle spessezze rispettive dell’ arco della volta e della so- praccarica, sottinteso però che la sopraccarica fosse talmente aderente all'arco sicchè, formino entrambi unico corpo, ed in un movimento piccolissimo della volta i cunei inferiori potessero girare attorno gli spigoli interni dell’arco della volta, ovvero degli esterni della sopraccarica, secondo i vari casi; se poi la parte da noi detta soprac- carica abbia la proprietà supposta nel $ 51, osservazione 1, allora è d’uopo pren- dere per © la sola spessezza dell’arco della volta; in termini equivalenti nel primo caso il valore di € è eguale ad e + /, e nel secondo solamente eguale ad e. » Allorchè ha luogo quest’ultimo caso le precedenti formole (28) non sono applica- bili, giacchè fa mestieri pria, seguendo il processo indicato nel $ 32, determinare il punto, dove la verticale condotta per lo spigolo esterno dell’ arco della volta nella giunta all'imposta incontra la curva della sopraccarica, assumendo l'indice w per quello ivi designato con p; nel medesimo tempo sì determineranno gl’indici segnati con a, 273; osservando quindi che a ridurre il sistema generale presentato dalla fig. 2 al caso particolare in esame, oltre delle condizioni A= 0, C—=e, si ha pure» =, :=w= 4% dalle suindicate espressioni (34), (35) del $ 68 si ricava le formole seguenti : n= 0 n=a+ 1 | MA)=(1a+0) > (B, +SK) —s. x Qu, n= ni nia n= 0 N mB+5h)- N B+sK) n=" 5 n= 5 n=a+1 0 (tn On +0) — (Ate, )5Omapa +50m add pe (29). n=0 n=a+ 1 | W@=a] Y G+sh)_-s XY | n= 6 n= 5 n= 1 n= 0 e Y (9) x (Bn +8E",) NI5 n= 5 | n=a+ 1 | ANS, S (cn: 0n +0n)-—(a—2, ) 50m, a41 +50m, ak41 | 140 SULLA STABILITÀ” DEI PONTI DI FABBRICA Si potrebbe particolarizzare ancora queste formole assegnando all’indice « il va- lore 5, 4, 3, che assumerebbe secondochè l’incontro fra la verticale preindicata e la curva della sopraccarica accadesse sul sesto arco intero, o sul quinto, e così di seguito, ma abbiamo conservato a quell’indice l'indicazione generale per evitare una continua ripetizione di formole. Nei due casi ultimi indicati, cioè quando © ha per valore e + A, ovvero e, l’equa- zioni di equilibrio ($ 48), alla composizione delle quali entrano in combinazione l’espres- sioni di M, M, faranno scoprire se le dimensioni e + pel primo, ed e pel secondo sono sufficienti ad assicurare la stabilità della volta, che si vorrà sottoporre ad e- same. 97. Intorno al sistema particolare di volte, che abbiamo discusso deggiono farsi talune osservazioni analoghe a quelle contenute nei $ $5, 86 riguardanti il primo sistema; oltre a ciò osserviamo che quando la densità della sopraccarica è eguale a quella dell’arco della volta, nelle surriferite formole dei $ 90, 91,.., 96 con la con- dizione s= 1 bisogna sostituire ai binomî Bn + s Kn, Bn + sK,rispettivamente i monomì Ln, Ln. Noi lasciamo di entrare in più minuti sviluppi intorno alle volte anzidette, e pas- siamo piuttosto alle applicazioni, (continua) UN'ESPERIENZA NUL PRINCIPIO DELLA FORZA VIVA NOTA DEL PROF. ROBERTO GILL Dalle leggi abbastanza note della caduta dei gravi, possono facilmente calcolarsi le quantità di forza o di lavoro, contenute ne’ corpi moventisi sotto date circostanze di velocità; mentre essendo conosciuta la velocità data ad un grave dall’ azione di una quantità di forza pur nota, è agevole dedurne le relazioni tra la quantità di lavoro e la velocità che ne risulta. Tutta volta sembra rimanere una qualche dub- biezza intorno alle leggi dell’inerzia, e che la famosa controversia del secolo passato non sia al tutto decisa. Infatti è assai difficile il persuadersi, senza una prova di- retta, che la resistenza opposta dall’ inerzia si aumenti col crescere della velocità. Se per comunicare a un corpo una data velocità è necessario dargli una certa quantità di lavoro, perchè mai una doppia quantità di lavoro, agendo sul medesimo corpo non produce in esso doppia velocità ? Un corpo del peso di un chilogramma e che ha la velocità di 4,429 per secondo , contiene un chilogrammetro di forza; intanto lo stesso corpo moventesi colla velocità di 8%,858 per secondo, non contiene due chi- logrammetri di forza, come sarebbe naturale supporre, ma invece quattro chilogram- metri; e per conseguenza bisogna ammettere che l’inerzia varia colle circostanze del movimento, mentre un corpo che si muove più velocemente di un altro ha inerzia mag- giore. Per questa cagione dal punto di vista teorico diventa assai complicato il problema. e tuttavia siamo privi di una conoscenza dell’inerzia sì piena da poterne ricavare le leggi delle quantità di forza contenute ne’ corpi moventisi. E però considerata la man- canza di uno strumento atto a mostrare coll’ esperienza il variare dell’inerzia colla velocità, ho immaginato il meccanismo che mi accingo a descrivere. È chiaro che con una data velocità la forza contenuta varia direttamente col peso del corpo tolto in considerazione: basta dunque mostrare le quantità di forza rela- tivamente a un dato corpo che si muove con varia velocità. È chiaro egualmente che, misurando la quantità di forza necessaria per dare a un corpo una data velocità , 142 ESPERIENZA SUL PRINCIPIO DELLA FORZA VIVA conosciamo la quantità di forza contenuta in quel corpo moventesi con quella velo- cità. Tale è il principio del mio congegno. Sopra un albero verticale @ b, sono fissate le braccia orizzontali c d, sulle quali scorrono le pesanti sfere e f, che possono venire fermate in varie posizioni sulle braccia per mezzo di viti. Le braccia sono graduate siffattamente da mostrare la distanza tra il centro delle sfere e l’asse dell’albero verticale. Sull’albero stesso è fissata una puleggia 9, e ad un punto della sua circonferenza legata una funicella, che, pas- sando sopra un’altra puleggia 4, va a sostenere il piattello è. Sul piede del tavolo che porta lo strumento è un regolo graduato per mostrare gli spazî percorsi dal piat- tello, Supponiamo le sfere poste alla distanza 1 dal centro. Si giri l’albero in guisa che la funicella si avvolga sulla puleggia 4, e fin a tanto che il piattello giunga alla sua massima altezza. Ed allora si pongano nel piattello quanti pesi bastino a farlo discendere in terra con moto regolare e facile a misurarsi. S'intende che la discesa del piattello fa si che l’albero verticale, e con esso le sfere, giri con una certa velocità dipen- dente dalle proporzioni del congegno, e dalla velocità con cui discende il piattello. Sia 50 grammi l’intero peso di esso e supponiamo che venga a terra 10 secondi dopo di essere lasciato a sé, La forza, o meglio il lavoro, sviluppato nella discesa del peso ha prodotto due effetti (tralasciando l’attrito ecc.): 1° ha dato la velocita 1 alle sfere e 2° ha dato tale velocità al peso nel piattello da fargli percorrere lo spazio stabi- lito, vogliamo dire 2 metri, in 10 secondi. La quantità di lavoro sviluppato è eguale al peso moltiplicato per lo spazio percorso, cioè 0°h- 05 >< 2%, = 0,1 chilogram» metro; epperò la quantità di forza data alle sfere è eguale a 44, di chilogrammetro meno quella contenuta nei pesi e nel piattello quando questo urta sul suolo. Osservato il tempo nel quale viene percorso lo spazio, e notando il peso agente, si allontanino dal centro le sfere, e si fermino alla distanza 2 da quello. Si ripeta allora l’esperimento facendo tale aggiunta ai pesi nel piattello, che esso percorra pure lo stesso spazio nel medesimo tempo; e sarà chiaro che la velocità del piattello è la medesima ne’ due esperimenti, e che in quest’ultimo, le sfere essendo poste a doppia ESPERIENZA SUL PRINCIPIO DELLA FORZA VIVA 143 distanza dal centro, la loro velocità è doppia. La quantità di lavoro sarà pure rap- presentata dal peso moltiplicato nello spazio percorso; epperò essa sarà maggiore secondo i pesi. La quantità di forza comunicata alle sfere sarà altresi quella svi- luppata dai pesi cadenti, meno quanto ne rimane in questi allorchè urtano contro il suolo. E siccome la velocità è la medesima del primo esperimento, la frazione di forza che rimane sarà direttamente proporzionale al pesos dimodochè la quantità di lavoro dato alle sfere avrà lo stesso rapporto all’ intera quantità svolta, si nell’una che nell’altra pruova; epperò i pesi posti nel piattello ci rappresenteranno le quantità di lavoro preso dalle sfere nell’ acquistare la diversa velocità nelle due esperienze. Ponendo le sfere alla distanza 3 dal centro, e ripetendo come prima, otterremo un terzo numero che ci mostra la quantità di forza necessaria per dare alle sfere la velocità 3, e così via via Ma s'intende facilmente che bastino due o tre cifre a stabilire la leoge, mentre la differenza trai modi di calcolare era assai grande, es- sendo che una delle scuole rappresentava la quantità di forza come proporzionale al peso moltiplicato per la velocità, e l’altra la rappresentava come proporzionale al peso moltiplicato pel quadrato della velocità. In alcuni esperimenti approssimativi, fatti collo strumento sopra descritto, ottenni effetti che rispondevano quasi esattamente alla legge dei quadrati; la qual cosa fa vedere che le resistenze irregolari non sono tali da nuocer molto all’esperimento, Palermo 4 aprile 1867. I MUSCOLI PERDONO DI VOLUME NELL'ATTO CHE St CONTRAGGONO SPERIMENTI DEL PROF. LUIGI FASCE Cenni storici È così facile, e così semplice lo sperimento che dimostra la diminuzione del vo- lume dei muscoli nell’atto che si contraggono, che non avrei osato farne soggetto di una pubblicazione, se la maggior parte dei fisiologi non avessero asserito il contrario. Glisson nel 1676 (1) tentava provare sperimentalmente che i muscoli diminuiscono del loro volume quando si contraggono. Scrive Dumas (2) parlando dell’esperimento di Glisson « Il plongea un de ses membres dans un vase plein d’eau, et il remarqua que le niveau du fluide baissait lorsque le membre par la contraction de certains muscles, était fichi, Cette experience, qui ne serait coneluante que si on l’eùt faite sur un muscle isolé, péche et trompe d’ailleurs, en ce que le membre fièchi ne peut l’étre, si le muscles extenseurs ne sont-distendus; car la diminution de volume annoncée par l’abaissement de l'eau pourrait étre attribute au relàchement des muscles exten- seurs, comme a la contraction des fiéchisseurs. » i Riportai le parole testuali di Dumas perchè questo esperimento parmi non sia e- gualmente riferito da Longet che scrive (3) « Glisson. se servit d’un tube de verre propre a contenir le bras d’ un homme; à ce tube fut annexée une petite branche; l’appareil une fois Iuté avec le bras et rempli d’eau, on fit exécuter des fortes con- tractions au membre, et l’on observa au méme moment un abaissement dans le ni- vean de lean contenue dans la petite branche, » Longet nella sua descrizione fa supporre che il membro si contraesse senza flet- tersi, e in tal caso sarebbe del tutto vana la critica di Dumas: ma in ogni modo que- sto esperimento non può portare ad alcuna conclusione, perchè, come osserva anche Magendie, non possiamo tenere esatto conto dei cambiamenti che debbono sopraggiun- (4) Tractatus de ventriculo et intestinis cap. VIII, Londres 1676. (2) Principes de physiologie par Charles-Louis Dumas 1800, tomo 3, pag. 407. (3) Traité de physiologie A864, t. I, deuxième partie, pag. 47. I MUSCOLI PERDONO DI VOLUME NELL'ATTO CHE SI CONTRAGGONO 145 gere sia nella pelle che nel tessuto congiuntivale. Infatti questo medesimo esperi- mento ripetuto da Carlisle (1) ha dato un risultato affatto opposto. Borelli nel 1681 (2) scriveva che il volume dei muscoli aumenta durante la contrazione. Blanc nel 1791 (3) immergeva la metà posteriore di un’anguilla in una boccia piena d’acqua: a questa boccia era adattato un tubo laterale: la boccia aveva un collo stretto chiuso da un turacciolo attraversato da un filo di ferro, Per mezzo di questo filo mobile si può pungere |’ anguilla in modo da ottenere delle contrazioni. Blane non avendo visto alcun cangiamento nel livello del liquido, asserisce che durante la con- trazione, il volume del muscolo è invariabile, Prochaska (4) sosteneva nel 1800 che per l'afflusso del sangue ai muscoli nell’atto che si contraggono, questi aumentano di volume, Rarzelotti (5) nel 1806 ripeteva 1’ esperimento di Prochaska determinando legge- rissime contrazioni per mezzo del galvanismo nella metà posteriore delle rane, e as- serisce che i muscoli non cangiano affatto di volume nella loro contrazione, e nega uno speciale afflusso di sangue ai muscoli nell’atto che si contraggono. Magendie nel suo Compendio elementare di fisiologia dice, che i muscoli non cam- biano di volume nell’atto della contrazione, Riferisce J. Muller nel suo Trattato di fisiologia, che Gruithuisen e Erman osserva- rono un aumento di volume nei muscoli in contrazione : Erman introduceva in un vaso la metà inferiore di un’anguilla sbarazzata dei visceri addominali, che portava un filo metallico nello speco vertebrale, ed altro nelle carni: versava acqua nel vaso fino a che uno stretto tubo che terminava la parte superiore dell’ apparecchio ne fosse quasi pieno : dall’apertura superiore di questo recipiente uscivano pure i due fili metallici in modo che potevano essere messi in rapporto con una pila galvanica: quando chiudeva la corrente della pila, che attraversava anche le carni dell’anguilla,. i muscoli si contraevano; e costantemente l’acqua montava di quattro o cinque linee nel piccolo tubo, e nuovamente discendeva quando interrompeva la corrente. Gerber con un apparecchio consimile, ma più complicato, sperimentava sopra rane decapitate, e non osservava alcun cangiamento di volume nell’atto della contrazione muscolare. Longet appoggiandosi alle osservazioni di Barzelotti, Prèvost, Dumas scrive (6): « il semble rationnel de conclure que, quand un muscle se contracte, son volume absolu ne change pas, et que le muscle contractè gagne en epaisseur ce qu'il perd en lougueur. » Vierordt, nei suoi Elementi della fisiologia dell’uomo, dice che l'aumento di grossezza (1) Transact. philos. AS04. (2) De motu animalium, Romae 168Ì. (3) Lecture on muscolar motion, dans Philos. transact., 4791. (4) De carne muscolari, in Op. min. pars, I, Viennae, 1800. (5) Sur Za cause prochaine de la contraction musculaire dans Biblioth. Britannigue, 1806, t. XXXI, PERIZIA: (6) Traiîté di physiologie, A864, t. 4°. fiornale di Scienze: Natur, ed Econ. Vol. BI. 146 I MUSCOLI PERDONO DI VOLUME del muscolo in azione non compensa completamente l’accrescimento, e che da ciò ne consegue nel muscolo medesimo, però solo in grado lievissimo, una diminuzione di vo- lume, Bernard nella sua ultima opera sulle proprietà dei tessuti (1), crede decidere la questione nel seguente modo « dans la contraction le muscle gagne en largeur exac- tement autant qu'il perd en longueur. On le prouve d’une manière bien simple en placant dans une éprouvette un muscle fraichement préparé ; on remplit cette e- prouvette avec du sérum, parce que ce liquide organique conserve parfaitement le muscle qui se trouve ainsi complétement immergé; puis on excite ce muscle an moyen de l’electricitt ou par tout autre irritant, et l’ou constate qu’ au moment de la con- traction, le niveau du liquide reste rigoureusement le meme : c'est donc que le volume total du muscle n’a ni augmentéè ni diminué, et que l’élargissement a compensé exac- tement le raccourcissement. » Sperimenti Incominciai la serie dei miei esperimenti col ripetere con leggiere modificazioni la esperienza di Barzelotti e di Erman, e per maggiore chiarezza ecco il semplicissimo apparecchio che ho sempre adoperato. Il matraccino A della capacità di 520 grammi d’acqua termina con un collo del diametro di 30 milli- metri circa. Metto in questo vaso quella porzione di ani- male, o quel muscolo di cui voglio studiare il volume nell’atto che si contrae, riempio il matraccio d’acqua sino alla sua apertura. Con un turacciolo B di caoutchoue at- traversato nel suo centro da un tubo C di vetro graduato del diametro di 4 millimetri, e da due fili di rame D D disposti lateralmente al tubo di vetro, chiudo il matraccio accostando colle dita le due estremità divergenti dei fili metallici, onde passino per il collo del vaso, e nell’atto di fissare il turacciolo, lo dispongo in modo, che i detti fili sì mettano in contatto con due punti, per quanto è pos- sibile discosti, dell’animale, ossia del muscolo immerso (2). L’acqua del matraccio monta nel tubo graduato e si de- termina il suo livello: con due reofori di un rocchetto di induzione tocco le due estremità libere dei fili di rame D D, e nell’atto che l’ eccitamento galvanico è trasmesso ai muscoli immersi, questi si contraggono, e la colonna liquida mostra nel momento della contrazione un lieve ab- bassamento, e tosto torna al livello di prima col cessare dello stimolo galvanico. (1) Lecons sur les propriétes des tissus vivants par M. Claude Bernard, Paris 1866, p. 200. (2) Sono chiuse con cera lacca tutte le fessure e piccoli meati nei punti in cui il turacciolo è perforato dal tubo e dai fili metallici. NELL'ATTO CIR SI CONTRAGGONO 147 Adoperai il rocchetto d’induzione a preferenza della pila per ottenere contrazioni più forti, e poter mantenere i muscoli in contrazione per quanto tempo era neces- sario a bene determinare i gradi di abbassamento dell’acqua nel tubo (, Il rocchetto d’induzione merita inoltre la preferenza perchè non determina in modo apprezzabile la scomposizione dell’acqua, e quindi lo svolgimento dei gas nella me- desima. Nei primi esperimenti ho immersa nel matraccio la sola metà posteriore di una rana spogliata della pelle e di tutti i visceri addominali: i fili metallici D D dell’appa- recchio erano messi in contatto l’uno colla parte lombare dell'animale e l’altro coi muscoli di una gamba; l'abbassamento da me osservato per l’eccitamento galvanico era di un mezzo millimetro nell’ atto delle prime contrazioni, ma man mano ripe- tevo l’eccitamento, le contrazioni si facevano più leggiere, ed era presto assai diffi- cile, determinare un sensibile abbassamento nella colonna liquida, Questi esperimenti fatti sopra una parte intera di un animale, come fece Blanc, Barzelotti, Erman e Gerber, e che io ripetei soltanto per vedere che cosa si poteva ottenere col loro metodo, non possono a mio avviso condurre ad un’esatta conclu- sione» Nella contrazione generale di un arto per stimolo galvanico, questo si mostra ri- gido ed in estensione : l’accorciamento dei muscoli flessori è impedito dagli esten- sori e l’accorciamento di questi è limitato dalle loro aderenze dirette o indirette alle ossa; e non possiamo infine renderci conto della elasticità dei tessuti congiuntivali intersiziali e avvolgenti i muscoli. Onde escludere tutte queste incognite, è necessario, a mio avviso, sperimentare so- pra un solo muscolo isolato ; e ciò è quanto ho fatto profittando dei muscoli delle grosse tartarughe marine (Chelonia caouanna) che facilmente ho potuto procurarmi presso il mercato di Palermo, nella scorsa primavera. E per non riportare tutti gli sperimenti fatti, i quali tutti mostrarono risultati conformi, riferirò soltanto i due se- guenti : 1, Esportai un muscolo dalla regione scapulare della lunghezza approssimativa di centimetri 10 e del peso di gr. 45; messo nello apparecchio sopra descritto e colle cautele accennate, determinava nelle prime contrazioni un abbassamento della colonna liquida nel tubo di 0,0015. Ricordando che il tubo aveva il diametro di millimetri 4 avevamo una diminuzione di volume corrispondente a millimetri cubici 18,852. 2. Chiudevo nel mio apparecchio un muscolo lungo centim. 8 e del peso di gr. 30 estratto dal collo di un’ altra tartaruga della medesima specie. L’ abbassamento 0s- servato fu di 0",001, corrispondente ad una perdita di volume di millimetri cubi- ci 12,508, 145 I MUSCOLI PERDONO DI VOLUME NELL'ATTO CHE SI CONDRAGGONO CONCLUSIONI 1. lanto 1’ estremità posteriore della rana, quanto i muscoli isolati delle tartaru- ghe marine mostrano una evidente diminuzione di volume nell’atto che si contrag- gono. 2, Dal complesso degli esperimenti credo poter dedurre che la diminuzione di vo- lume dei muscoli in contrazione, è proporzionale alla intensità dello stimolo, e alla contrattilità che conservano. Non posso ancora pronunciarmi se, e quali rapporti vi siano tra la diminuzione del volume assoluto dei muscoli in contrazione, e la forma, il volume e la lunghezza delle varie masse muscolari : questo quesito sarà soggetto di un’altra monografia che spero poter pubblicare nel prossimo anno 1868. BOLLETTINO GENERALE CONFERENZE PUBBLICHE DATE PER CURA DEL CONSIGLIO DI PERFEZIONAMENTO. In conformità del regolamento del Consiglio e dietro deliberazione del medesimo, ebbero luogo nei giorni di Domenica all’ora una pomeridiana, dal mese di febbraro al giugno 1867, nella grande Aula dell’Università di Palermo, le seguenti conferenze dettate dai membri del Consiglio infrascritti : Prof. Corleo Simone. — Sul credito fondiario ed agricolo in Italia. Prof. Tacchini Pietro. — Sulle ecclissi del Sole e in particolare di quello visibile in Palermo nel giorno 6 marzo 1867. Prof. Tommasi Corrado. — Di alcune qualità nocive delle carni macellate ed in ispecie del maiale. Prof. Bruno Giovanni — La città operaia e il familistero di Guisa. Prof, Blaserna Pietro. — Sui telegrafi sottomarini. Prof. Gemmellaro Gaetano Giorgio. — Sulla antichità dell’uomo. Prof. Doderlein Pietro. — La avifauna della Sicilia. Prof. Fasce Luigi. — Di alcuni errori nell’esercizio della medicina. Prof. Deltignoso Gaetano. — Sul commercio e navigazione in Italia Prof. Lieben Adolfo. — Sulle trasformazioni del carbonio nella natura. Prof. Cannizzaro Stanislao. — Sulla conservazione della forza (due conferenze). Signor Carega Francesco. — La agricoltura miglioratrice. Conferenza dei 24 febbraro Istituzione del credito fondiario ed agricolo in Italia — Prof. Simone Corleo. Incominciò la conferenza col promettere Sviluppata l’ essenza del credito, parlò argomenti pratici e di utile applicazione, della fiducia che n'è l’anima, fiducia che a nome di tutto il Consiglio di Perfezio- si svolge pari passo colla libertà del la- namento: scelse per suo argomento Za ne- voro, collo svincolamento dei terreni, col- | cessità della istituzione del credito fon- \anmento dei prodotti, col commercio e diario ed agricolo in Italia. colla potenza dei capitali. Perciò impos- 150 sibilità di credito, di fruttificazione di capitali, e condanna dell'usura, negli an- tichi tempi, e sino al medio evo, in cui l’uomo schiavo, o servo della gleba, i ter- reni infeudati, mancante la sovrabbon- danza dei prodotti, impedivano lo sviluppo della potenza del capitale, non facevano sentire la sua virtù fruttificante, non ispi- ravano da una parte e dall’ altra la ne- cessità del credito. Ottenuta la libertà di lavoro, libertà di mezzi al lavoro e potenza di capitale, si è sviluppata la necessità di dare e di prendere a prestito : perciò necessità di fiducia e di credito: 1° fiducia sulla mo- ralità, industria e sennatezza del mutua- tario; 2° fiducia sul pegno, oggetto mobile qualsiasi; 3° fiducia sui fondi, — Su que- st'ultima riposa il credito fondiario, sulle due prime l’agricolo. Fecesi quindi ad esaminare i varii mezzi escogitati per render solido il credito su i fondi, non che i loro diversi inconve- nienti: vendita del fondo con patto di ri- compra, — procura a vendere, 207% vadium degl’ inglesi, — ipoteca, — gran progresso col registro pubblico delle ipo- teche, Dopo di ciò, svolse la differenza tra il credito esercitato fra i singoli, ed il cre- dito che eserciterebbe una società, o una banca pubblica, fattasi garante verso i mutuanti. I vantaggi di quest’ultimo sul primo sono i seguenti : 1° pei mutwanti, associazione dei capitali, — esame migliore della ipoteca per parte della società e garenzia della stessa, — modi più acconci alla riscossione ed alla espropria, per mez- zo degli esattori regi e per mezzo del se- questro del fondo durante il giudizio, — possibilità di avere restituiti i capitali, sempreché si vogliano, negoziando il pro- BOLLETTINO GENERALE prio titolo, senza necessità di aspettare una scadenza, — quando mai vi possa esser perdita, compenso nei generali guadagni della società; 2° pei mutuatari, prontezza di avere le somme senza intermediari, — al più basso interesse di corso, per l’at- fluenza dei capitali alleltati dal credito, — possibilità di lunghe scadenze, — inte- resse composto ed ammortamento progres- sivo del capitale, — cose tutte che un mu- tuante singolo non potrebbe accordare. La banca sì procura i capitali mercé dei depositi per il credito che gode, e mercè le obbligazioni che dà a vendere agli stessi mutuatari, Indi parlò della origine della istituzione del credito fondiario, prima in Slesia, mano mano in tutta la Germania, In Italia il Monte dei Paschi di Siena, che prima prestava sopra due firme, sì è convertito al 1818 in istituto di credito fondiario ed agricolo, Indi la Cassa di risparmio di Mi- lano, e finalmente quella di Bologna. Nel 1852 il credito fondiario si istituisce in Francia, e nel 1860 vi si unisce il credito agricolo per organo di mediatori autoriz- zati, abitanti nei comuni delle provincie, che garentiscono con cauzione la banca, e danno a’ mutuatari l’avallo mercè un dritto di commissione, Il professore fece rilevare che, da quan- do si concentrò a Parigi la Cassa del cre- dito, che prima era divisa in 13 centri, i prestiti si effettuarono in più di metà a vantaggio della capitale e del suo di- partimento, in più di due terzi sopra fondi urbani, quanto a dire, la campagna ne frui pochissimo, molto l’ industria mani- fatturiera ed il commercio. Con cifre eloquenti Egli provò che | I- talia ha gran bisogno della generalizza- , zione di tale istituto, perchè il prodotto BULLETTINO GENERALE fondiario in 54 viene assorbito dal de- bito ipotecario (interesse annuale), e dai dazi che colpiscono i fondi sotto varie forme : perciò soli 3 restano ai produt- tori. Dimostrò altresi che la Sicilia ne ha più bisogno di tutto il resto d’Italia, poichè colle cifre alla mano venne egli provando, come in Sicilia sia la maggior tendenza alla proprietà fondiaria, 31 possessori per ogni 100 abitanti; il Napoletano, che viene immediatamente dopo, ne ha 22 per 100, le provincie ex-pontificie soltanto 10. Ac- 151 cennò infine al Banco di Sicilia, provò con cifre l’attuale credito ch'egli gode, e disse che il Governo intende costituirlo in Banco di credito fondiario ed agricolo per Sicilia e Sardegna, come già alle altre provincie si son dati per legge altrettanti istituti, Conchiuse dicendo, che sarà questa la co- rona dell’edificio della censuazione dei beni ecclesiastici e della vendita dei beni de- maniali, che insegnerà i nostri agricoltori ad essere più morali e più laboriosi, per ottenere dal credito i necessari capitali, Conferenza del 3 marzo Sugli ecclissi e in particolare di quello di sole visibile in Palermo il 6 marzo 1867 — Prof. P. Tacchini. Premesse alcune riflessioni sulla illumi- nazione dei corpi del nostro sistema, il pro- fessore Tacchini viene alla distinzione delle ecclissi in due categorie; quelle cioè pro- dotte dal fatto che un corpo si rende in- visibile o totalmente o in parte perchè si immerge nel cono d’ombra di un altro cor- po; l’altra invece che comprende i casi in cui un corpo viene ecclissato per l’inter- posizione di un secondo fra il primo e l’oc- chio dell’osservatore. Dopo di ciò viene al caso particolare degli ecclissi di luna e di sole, Dati i rapporti di volume e distanza fra la terra e il sole spiega come la terra pro- jetti dietro di sè un cono d’ombra della lun- ghezza circa di 216 raggi terrestri; di modo che la luna può talvolta immergervisi, non distando dalla terra in medio che di soli 60 raggi terrestri; e prendendo in considera- zione questa distanza, il diametro lunare ela grandezza del cono d’ombra della terra, prova che la sezione di detto cono nel po- sto ove lo può attraversare la luna è su- “periore a due volte lo spazio occupato dal disco lunare; perciò ne segue che la Iuna potrà immergersi totalmente dando luogo alle ccclissi totali di luna. Dietro queste ed altre considerazioni, arriva alle con- clusioni seguenti : 1. Che gli ecclissi di luna parziali 0 to- tali avvengono pel fatto che la luna si im- merge in parte o tutta nel cono d’ombra della terra 2, Che ciò avviene in vicinanza delle op- posizioni lunari, ossia all’epoca della luna piena. 3. Che la durata massima di un ecclisse totale di luna è di due ore circa, e la du- rata massima di tutte le successive fasi di uno di questi ecclissi può arrivare sino a quattro ore. 4, Che il fenomeno di un ecclisse lunare è indipendente dalla posizione dell’osser- vatore, per modo che in tali occasioni, tutti gli osservatori che hanno la luna al di so- pra del loro orizzonte vedranno tutti la luna passare per le identiche fasi di oscu- razione. 152 Indi avverte come il cono d’ombra della terra non sia del tutto privo di luce, e ciò per effetto dell’ atmosfera nostra che incurvando i raggi solari, che l’attraver- sano, questi arrivano in parte a penetrarvi, così chela luna quando si ecclissa non per- de totalmente la propria illuminazione, ma si mostra calorata di una, tinta rossastra più o men forte. Espone il disegno colo- rito dell’ecclisse totale di luna osservato a Palermo il 31 marzo 1866, nel quale si vede la luna giallo-rossastra, con tinta ten- dente al nero dalla parte interna del cono d'ombra, con varietà nel resto di colora- zione e ombre. Avverte qui come taluni 0s- servatori abbiano asserito di avere veduto, in occasione di ecclissi totali, la luna per- dere totalmente la illuminazione propria Data così un’idea generale delle ecclissi di luna, viene a parlare delle ecclissi di sole, fenomeno che nasce dall’ interposi- zione della luna fra l’occhio dell’osserva- tore e il sole, intercettando così porzione o anche la totalità dei raggi solari, dando luogo ad ecclissi parziali o totali di sole. Accennando ad esempi comuni rafferma la legge, che quando il diametro appa- rente di un oggetto è sufficientemente pic- colo, la sua distanza varia in ragione in- versa del diametro apparente; dietro ciò, rammentando che il diametro reale del sole è 112 volte più grande di quello della terra, e il diametro lunare poco più di un quarto di quello della terra stessa, che la distan- za della luna alla terra ritenendola di 60 raggi quella del sole è di 24 mila raggi terrestre, arriva alla dimostrazione che i diametri apparenti del sole e della luna riescono per noi pressochè eguali ad onta che il sole abbia un volume 70 milioni di volte quello della luna; però siccome la distanza della terra al sole e della luna BOLLETTINO GENERALE alla terra non rimangono costanti, Gosì cor- rispondenti variazioni succedono nei dia- metri apparenti di questi corpi; per cui talune volte avviene che la luna appare più grande del sole, altre volte più pic- cola; quindi un primo elemento a deter- minarsi esattamente per conoscere le fasi di un ecelisse sarà il diametro apparente del sole e della luna, Dimostra poscia che se inoltre si arriverà a conoscere le di- stanze apparenti dei centri del sole e della luna per l’intervallo in cui deve succedere l’ecelisse, si potrà stabilire completamente l'andamento del fenomeno; e qui accenna ai differenti casi relativi agli ecclissi di sole parziali, totali e annulari. Indi rie- pilogando, conchiude : 1. Che le ecclissi di sole hanno luogo per l’interposizione della luna fra il sole e l’occhio dell’osservatore, e quindi all’e- poca delle congiunzioni lunari, ossia a luna nuova, 2, Che per le variazioni dei diametri ap- parenti del sole e luna e relativa posizione dei centri, si possono avere ecclissi di sole parziali, totali e annulari, 3. Che questo fenomeno varia al variare della posizione dell’osservatore, e un ec- clisse di sole è sempre visibile da una li- mitata porzione della superficie terrestre, 4, Che la durata delle diverse fasi di un ecclisse di sole può arrivare a 5 ore, e quella della completa oscurazione soltan- toa 5 minuti. Parla poscia del periodo del Saros, e del modo col quale si predicono gli ecclissi ; avverte come in 18 anni si possono osservare in medio dalla terra 70 ecclissi, 29 di luna e 41 di sole; in un anno però non potendovi essere più di 7 ecclissi, e non meno di 2, e qualora il nu- mero è ridotto a due, saranno amendue di sole, come nel 1868; ciò ricuardo al- BOLLETTINO GENERALE Vintiera terra; se un luogo in particolare fa riflettere essere la cosa ben differente per modo che il numero delle ecclissi vi- sibili di luna diventa maggiore degli ec- clissi di sole. Soggiunge che il più raro fenomeno per un luogo in particolare è quello di un ec- clisse totale di sole; mostra un disegno in grande colorato dell’ecclisse totale di sole osservato in Ispagna nel 18 luglio 1860, ed avverte, come in questa fortunata com- 153 binazione troverassi la Sicilia nel 1870, Per ultimo parla dell’ecclisse parziale di sole del 6 marzo 1867, mostrando le figure rap- presentanti le diverse fasi pel nostro 0- rizzonte; espone anche una carta d’Italia, ove è tracciata la zona in cui questa cc» clisse doveva essere annulare; zona che at- traversa le provincie napoletane, passando la linea centrale per Salerno, e fra Bari e Barletta. Conferenza del 7 aprile La città operaia e il Familistero di Guisa — Prof. Giovanni Bruno. Questo tema avea lo scopo di svolgere il bisogno urgentissimo di migliorare nel nostro paese le abitazioni degli operai, con che l’ onorevole professore volle comple- tare l’ argomento svolto nella conferenza data l’anno decorso sulle società coopera- tive e sulle banche popolari, con la qua- le avea dimostrato che siffatte istituzioni, rendendo più moderato e più accessibile il prezzo delle sussistenze e degli altri 0g- getti indispensabili alla vita, e abilitando col credito l’operajo al lavoro, concorrono potentemente al miglioramento delle classi laboriose e disagiate. Egli premise che a questo fine vari ten- tativi si erano fatti nei diversi tempi, e che erano riusciti, o dannosi, o inefficaci a giovare alle classi operaie, e ad elevare la loro condizione economica e morale, Si fermò pertanto a trattare dapprima del comunismo livellatore e del socialismo or- ganizzatore, dimostrando come questi espe- dienti aveano fatto cattiva prova in Fran- cia, perchè oppugnavano i principî costi- tutivi della società, coerenti alle leggi della natura. Parlò quindi della carità legale e Giorn. di Scienze Natur. ed Econ. Vol. III dell’assistenza pubblica, facendo rilevare che malgrado i vantaggi che ne risenti- vano le classi povere, pure la beneficenza era insufficiente ad apportare loro un ri- medio radicale, poichè la più parte degli istituti da essa creati avevano un difetto comune, quello di aspettare la miseria de- gl’infelici, anzichè prevenirla, Fece però notare come la carità, assu- mendo nei tempi a noi più vicini il ca- rattere di assistenza pubblica, avea inge- nerato più fecondi risultamenti, sia adde- strando l’uomo, sin dall’infanzia, al lavoro, sia abituandolo a quella salutare econo» mia, che gli prepara una risorsa nei giornj della sventura. Ciò non pertanto dimostrò esser dato alla sola scienza, ovvero all’ attuazione com- pleta delle leggi della natura il risolvere tutti i problemi sociali, fortificando sem» prepiù l’ elemento della proprietà della famiglia, della libertà, dell’ associazione, con che si potrà riuscire più felicemente che tutti i tentativi del comunismo, del socialismo, della carità, dell’assistenza pub- blica a lenire, mercè diverse combina- 20 154 zioni, le miserie delle classi che vivono di lavoro. E qui l'onorevole prof. Bruno accennando dapprima all’infelice condizione delle case degli operai nella nostra città, tanto sotto il rapporto igienico, come sotto quello mo- rale, discese in seguito a ragionare delle ingegnose combinazioni, con le quali erasi pervenuto altrove, a migliorare l'abitazione del povero. — (Qui venne il proposito di spiegare cosa intendasi oggi per città ope- raja, la quale consiste nella fondazione di vasti quartieri destinati all’abitazione de- gli operai. — Per cui parlò dei differenti sistemi seguiti a questo riguardo in varie città della Francia; ossia degli alloggi iso- lati senza giardino, come la città Damisse ad Amiens; degli alloggi isolati con giar- dino a semplice locazione, come la città dei signori Scrive alle porte di Lilla; de- gli alloggi con giardino, dei quali gli ope- rai divengono proprietarî con l’ammorta- mento, come la così detta città operaja di Moulhuse, ed in fine degli alloggi in co- mune, sotto-la forma di caserme, o di gran- di alberghi, come la città Napoleone III a Lilla, e il familistero di Guisa. Indi fece rilevare come tra tutti questi sistemi l’ideale sia la trasformazione del proleta- rio operajo in proprietario, siccome si pra- tica in Moulhuse,.— In questa città si sono fabbricate delle case separate, ciascuna delle quali adatta ad una famiglia di ar- tigiani; attaccato alla casa evvi un giar- dinetto dove si possono coltivare delle pian- te che agevolano la sussistenza della fa- miglia. L’operajo che va ad abitare in una di queste case ne diviene a poco a poco proprietario col fatto dell’abitazione stessa, in un termine più o meno lungo, secondo la pensione mensile ch’esso consente a pa- gare, BOLLETTINO GENERALE Il mezzo di esecuzione è molto semplice. Quando la società industriale di Moulhuse vende ad un operajo una casa e un giar- dino, fa il conto totale di ciò ch’essa ha costato coll’interesse dal giorno della spe- sa. L’artigiano acquirente contrae un de- bito con la società, uguale al valore della casa, ed egli diviene lo stesso giorno pro- prietario e debitore. La somma ch’egli paga mensilmente si compone della pigione ‘cal- colata sulla tassa delle pigioni ordinarie; e di un leggiero aumento che rappresenta la rata di ammortamento. Al termine del periodo convenuto, che corre da 10 a 16 anni, la società ha ricuperato il suo capi- tale cogl’interessi, senz’aver nulla perduto, e nulla rischiato; perchè gode del privi- legio del venditore sino all’estinzione del debito. Svolto il meccanismo di questo si- stema, l’oratore fece rimarcare quanta in- fluenza esercita quest’elemento di proprie- tà sulla moralità dell’operajo; producendo delle abitudini di ordine, di regolarità, di travaglio, dando maggiore consistenza allo spirito di famiglia, e rassicurando sulla di lui sorte avvenire. Indi parlò il professore del Yamilistero della città di Guisa, dove trovasi realiz= zato tutto ciò che l'immaginazione può ambire nell’interesse dell’operajo.—Egli fe- ce la descrizione dell’elegante e vago edi- ficio fondato nel 1859 da un ex-operajo magnano nomato Bodin le Maire, apponen- dovi questo nome che significa l’ associa» zione di più famiglie.— Il familistero, cui gli abitanti del paese danno il nome di palazzo degli operai, ed anche di castello del lavoro, è un edificio a tre piani oltre al pianterreno, sormontato da una grande cupola coverta di cristalli che corona un belvedere che gira per tutto il palazzo. — Una grande corte coverta dalla cupola a BOLLETTINO GENERALE cristalli dà luce a 380 aperture dei di- versi piani, e i diversi corpi destinati al- l’abitazione dell’ operajo sono ciascuno di 100 metri quadrati. — Ciascun quadrato ha la sua entrata speciale con un vestibolo, due stanze, e due gabinetti. Vi si trovano altresi degli appartamenti più grandi e più piccoli per adattarsi al bisogno delle fa- miglie; le finestre sporgono nella via e nel giardino. Tutto l’edificio è illuminato a gas, provveduto di cammini e di comodi adatti alle stagioni. Ai quattro angoli di ciascun piano vi sono quattro fontane dove cia- scuna famiglia attinge l’acqua di cui ab- bisogna La pulizia sì fa tre volte al giorno, Per quest’abitazione l’operajo non spende che da 8 a 10 lire al mese.— Trovasi qui- vi il casino del familistero con una sala di lettura, e dei bigliardi, dove l’entrata - costa 50 cent. al mese.—Vi sono le sale del baliato, del bambinato, e le scuole pei fanciulli, e per le fanciulle, divise in due classi, locchè dà l’agio alle madri di pro- curarsi del lavoro e di vegliare pei Ioro figli—In fondo della corte sorge pure una specie di bazar in cui trovasi il droghiere, il merciajo, il panettiere, il pizzicagnolo, la beccheria, la calzoleria, il mercante, il librajo, la lavandaja, la bettola, l’osteria, e quivi l’operajo e la sua famiglia possono provvedersi di ciò che abbisognano senza uscire dal palazzo, e senza perdita di tem- Conferenza Sui telegrafi marini — Il prof. Pietro Blaserna trattò in questa Conferenza la questione dei telegrafi e spe- cialmente quella dei telegrafi sottomarini, Premessa la storia dei diversi tentativi fatti in questo riguardo, egli dice che soltanto 155 po. E tutto ciò sotto l’unica regola della libertà in tutto e per tutti; poichè l’inte- resse comune, l’intellisenza e la moralità degli abitanti del familistero bastano a mantenere l'ordine e l’armonia e la con- cordia nell'istituto, assicurando al tempo stesso al suo fondatore un profitto annuo del 6 per 100, Data una minuta descrizione di questo attraente edificio, l’ oratore fece rilevare l’influenza cl’esso esercita sulla condizione degli operai che vi sono ammessi, assicu- rando loro tutto il benessere compatibile con la modicità delle loro risorse, rialzando il morale, sviluppando l’intelligenza dei suoi ospiti e preparando per l’avvenire una ge- nerazione operaja istruita e bene educata. Dopo questi esempi il prof. Bruno apo- strofava le classi doviziose per imitare que- ste felici esperienze della scienza appli- cata, e conchiudeva facendo un voto per- chè i vasti fabbricati che già si apparte- nevano alle corporazioni religiose, potes- sero convertirsi, secondo le circostanze, e la convenienza dei luoghi, in case di ope- rai col sistema di Moulhuse, o in famili- steri col sistema di Guisa, facendo spic- care l’urgente neeessità di questa trasfor- mazione, preferibile a qualunque altra opera di lusso, non richiesta dai bisogni del mo- mento. del 14 aprile Prof. Pietro Blaserna. dopo la scoperta della pila nel 1800 e del- l’elettro magnetismo nel 1820 si potè se- riamente pensare a realizzare l’ idea di trasmettere dispacci con appositi segnali da una città all'altra ed a grande velo- 156 cità, L’anno 1838 formò epoca nella storia della telegrafia, perchè in quell’anno Whel- ston in Inghilterra, Morse in America e Sterihil in Germania costituirono degli ap- parecchi telegrafici capaci a funzionare con regolarità. Siccome il telegrafo di Morse è stato qua- si generalmente adottato, il prof. dimostra con esperienze il principio sul quale è fon- dato, ne spiega la costruzione e lo fa fun- zionare avanti al pubblico intervenuto, Ac- cenna poi ancora alcuni altri telegrafi, co- struitì recentemente, che non servirono ad essere introdotti in pratica. Ciò posto , egli passa a considerare il problema d'inviare dispacci elettrici attra- verso uno strato più o meno largo d’ac- qua. Fa vedere come la questione pratica più importante a risolversi era di quella di un buono e durevole isolamento dei fili destinati ad essere immersi nell’acqua, e come questa questione sia stata risoluta coll’ importazione dalla China in Europa della gutta-percha, fatta nel 1840 per cura del dottor Mongomery e più recentemente anche coll’applicazione del mastice di Chat- terton. Passa poi in rassegna i diversi fili sottomarini immersi nei diversi mari e mo- stra come presto lo spirito d’ intrapresa andò aumentandosi e arrivò finalmente nel BOLLETTINO GENERALE 1857 alla grandiosa idea di riunirel’Europa all'America con un cordone sottomarino, Qui il prof. fa la storia dei tre tenta- tivi del 1858, 1865 e 1866, mostra dei campioni, e riguardo al modo di costruire e di collocare questi fili nell’Oceano entra in tutte quelle particolarità, che potevano interessare il pubblico, e in pari tempo dare un'idea della grandiosità dell’impre- sa. Tratta infine la questione della velo- cità della corrente nei fili sottomarini e fa vedere come questa vada rapidamente di- minuendo colla lunghezza del filo immerso nell’acqua. Il motivo sta in ciò che il filo rappresenta una vera boccia di Leida e si carica come questa. Ma anche questo in- conveniente, che per il telegrafo transat- lantico sarebbe stato molto serio, fu tolto con un metodo ingegnoso di Varley, col quale si scarica il filo, facendovi passare attra- verso correnti successivamente contrarie, Così tutte le difficoltà, scientifiche e pra- tiche, furono superate e i due fili transat- lantici funzionano bene e promettono lunga vita, salvo qualche accidente imprevisto, Che se questo si avverasse, la nazione in- glese non mancherebbe di rimetterlo in buono stato, ora che è stata dimostrata la possibilità di farli funzionare regolar- mente. Conferenza del 28 aprile Sull'Avifauna della Sicilia — Prof. Pietro Doderlein. Il professore Doderlein citando alcuni leggiadri versi del Mascheroni a Lesbia Cidonia, invita la colta adunanza interve- raccolta di uccelli patrii recentemente pre- parati pel Museo Zoologico della R. Uni- versità di Palermo, a rappresentarvi l’Avi- nuta nella sala, ad esaminare secolui una fauna della Sicilia (1). (1) Cotale raccolta sistematicamente distribuita venne esposta al pubblico in quattro grandi ar- madii a giorno, appositamente fatti trasportare nella sala delle conferenze. BOLLETTINO GENERALE La Sicilia, dice egli, fra gli innumere- voli favori che le vennero celargiti dalla provvida natura, ebbe pure in retaggio una ricchissima fauna ornitologica. — Gettata a mo’ di ponte naturale attraverso il Me- diterraneo a congiungere l'Africa coll’ Eu- ropa, lambita da triplice mare, l'Adriatico, il Jonio, il Tirreno, che confondendo le loro onde, le recano a tributo peregrine specie di pesci di molluschi di crostacei, dominata da un clima dolce e temperato, da un cielo per lo più limpido e sereno, coll’ esteso e roccioso suo litorale, cogli elevati suoi monti centrali, colle vaste ed incolte sue pianure meridionali, coi mol- teplici laghi ed estuari ond’ è sparsa, e più che mai colla rigogliosa e svariata sua vegetazione, realizza tutte le condi- zioni atte a richiamare a sè una numerosa serie di uccelli, Ed invero in qual regione mai d'Europa - è più vivo, più attraente lo spettacolo di quelle svariate e fitte schiere di uccelli migratori, che sospinti dall’ istinto della propagazione e della propria conservazio- ne, l’attraversano: in tutti i sensi nelle e- poche di passaggio! (Qual terra, se si ec- cettui la vicina Sardegna, può vantare un sì prodigioso numero di specie ibernanti, che vi si ricoverano durante i geli e le intemperie delle Nordiche latitudini! E qui il professore, a dimostrare la ric- chezza dell’ Avifauna Siciliana, narra come nei pantani di Catania, nei laghi di Lenti- ni, di Terranova, di Mazzara sg’ accalchino in ogni stagione, ma più che mai in tempo d’inverno, innumerevoli torme di uccelli ac- quatici, per cui a detto d’ illustre scien- ziato in poche seitimane vi si può alle- stire una ricca collezione ornitologica; come ne’ molteplici porti e seni della Sicilia affluiscano immensi stuoli di uccelli ma- 157 rini; mentre sulle scoscese pendici degli elevati suoi monti, nella regione nemo- rosa, sull’ondoso suolo delle pianure me- ridionali , nelle profonde caratteristiche grotte littorali, convengono giornalmente elette famiglie di uccelli proprii e nidifi- canti, che procacciano ovunque agli abi- tanti un sano ed abbondante nutrimento, e ne rendono oltremodo gradito il sog- giorno al solerte cacciatore. Ma a quali categorie appartengono que- ste numerose serie di uccelli? Qual n’ è l’ufficio? Qual nesso le vincola colle avi- faune dei paesi circostanti? Per rispondere a cotali quesiti, il pro- fessore parte dal fatto che la geografica distribuzione degli animali sulla terra av venne sotto duplice forma, per zone cli- matologiche più o meno parallele alle iso- termiche, e per centri di animalità. Ac- cenna che a determinare e reggere sif- fatta distribuzione degli animali, concor- sero con varia ma simultanea azione, la temperatura atmosferica locale, la dispo- sizione topografica del suolo, la estensione, elevazione e direzione delle catene dei monti vicini, la presenza de’ bacini d’acque dolci, o de’ grandi bracci di mare, e più che altro la qualità, ricchezza e potenza della vegetazione. — Egli nota come in 0- gnuna di cotali zone dominino gli stessi elementi generali, apprestati dalle varie classi. del regno animale, elementi i quali mercé una serie di specie rappresentanti, vi compiono i grandi disegni imposti loro dalla Provvidenza, col mantenere inalte= rato l'equilibrio fra gli esseri viventi, e col . perpetuare su tutta la terra l’ ordine e l'armonia suprema della natura Il professore soggiunge quindi che nel- la distribuzione della classe degli uccelli dominano le stesse leggi generali, e vi 158 ‘si riscontrano analoghe zone e centri z00-= logigi, ma circoscritti da limiti assai più estesi ed irregolari in causa delle perio- diche emigrazioni cui sottostà la massima parte delle specie componenti; zone però che vicendevolmente si corrispondono per la presenza di specie rappresentanti, do- tate di costumi ed istinti diversi, che evi- dentemente incombono ad ufficî speciali e distinti, E per vero, egli dice, in ciascuna di cotali regioni ornitologiche noi trovere- mo alcune specie destinate ad infrenare la soverchia propagazione degli animali nocivi, altre intente a limitare la prepon- derante diffusione dei vegetabili, altre in- caricate a purgare il suolo dei putrescenti avanzi organici che viziare vi potrebbero l’atmosferica costituzione, talune dirette a propagare cogli indigesti semi che abbando- nano per via,le piante talora utili di lontane regioni, altre ancora ad avvivare colla in- cessante loro mobilità, coll’avvenente im- pennatura, collo svariato e melodioso loro canto gli inerti prospetti della natura ina- nimata, e tutte insieme a servire di or- dinario pasto all'uomo ed agli animali. Quindi traendo argomento dalla diver- sità dei costumi, egli dice, che anche la Sicilia possiede le sue specie permanenti, migratorie ed avventizie ; le prime delle quali distinte in permanenti perenni, ed in semistazionarie; le seconde in emigranti estive, invernali, e di semplice passaggio; e queste in emigranti regolari, ed irrego- lari; e le ultime in avventizie normali, ed in avventizie eccezionali 0 straordinarie. Riassumendo quindi il suddetto Prof, le osservazioni fatte dagli illustri ornitologi nazionali ed esteri, fra i quali è debito annoverare il Savi, il Benoit, il Minà, il Mal- herbes, il Patti, ed aggiungendovi le pro- BOLLETTINO GENERALE prie e quelle somministrategli dai più di- stinti collettori e cacciatori indigeni, ne deduce il fatto, che fra le 540 specie di cui si compone l’Avifauna Europea, e fra le 400 che l’ Italia ha proprie o comuni con altri paesi, la Sicilia ne annovera non meno di 304; delle quali 51 sono stazio- narie o semisedentarie, 160 emigranti re- golari, 47 emigranti irregolari, 46 di com- parsa accidentale, e 34 affatto eccezionali od incerte. — Che in quanto alla natura delle specie componenti, l’ Avifauna della Sicilia si rannette alla zona inferiore o me- ridionale della regione Paleartica stabilita dallo Sclater; mentre dallo insieme delle specie risulta: 1° che la Sicilia framezzo a preponderanti elementi appartenenti alle regioni circonvicine , possiede in comune colla Sardegna, un ristretto numero di spe- cie proprie. Secondariamente che tanto questo grup- po di uccelli propri e caratteristici quanto l’ intera sua fauna ornitologica si congua- glia assai più alle Avifaune Africane ed Occidentali, che non alle corrispondenti Orientali e Settentrionali d’ Europa. A prova di che egli cita l’esistenza in Sicilia della razza Occidentale dell’avvol- tojo fulvo, e del gipeto barbato, quella del- l’aquila del Bonelli, dello storno unicolore, del cuccolo glandare, della rondine di rocca, della passera sardao spagnuola, delle silvie melanocefala, sarda, e del Cetti, della mo- tacilla melanocefala, del pressochè distrut- to francolino, della piccola quaglia triugni od andalusica (0rtygis sylvatica Desf.), della otarda piccolao pratajuola, del magni- fico pollo sultano, di qualche raro fenicot- tero, e di alcune altre specie avventizie a- fricane. Mentre la sua distinzione dalla A- vifauna Orientale d’Europa viene accertata dalla mancanza dell’avvoltojo fulvo Orien- BOLLETTINO GENERALE tale, del falcone del Feldegg, della sitta siriaca, della sassicola Ieucomela, dell’em- beriza melanocefala , dell’allodola tatari- ca, ecc. ecc troppo evidente essendo la sua distinzione dalle Avifaune delle regioni - settentrionali d'Europa anche più prossime, per aver d’uopo di riprova Indi tenendo dietro ad un ordine me- todico, il Prof. passa in rassegna le prin- 159 cipali specie siciliane, notando la catego- ria, la famiglia cui appartengono, il nome volgare siciliano raffrontato al classico ita- liano ed allo scientifico latino, ed a que- ste nozioni annette qualche cenno sui re- lativi loro costumi, e sull’ epoca di pas- saggio, non permettendogli la ristrettezza del tempo di svolgere più diffusamente sif- fatto interessante argomento. (Continua) # . Que i JM a ) ì ‘ x CI i - PORN NC) x è x i 3 ; i, BASEDA - k MAGI (At Li ì A #a:ì j LR ‘ î Cal De . ù = ‘ n Li * % dar L . « i =. roi dig, I LA » v Ò , \ È tuo , 24% DI ce tt REURIARA I RICERCHE SPERIMENTALI SUL NERVI DEL CUORE NELLE TARTARUGHE MARINE (Chelonia caovanna) PER I DOTTORI FASCE LUIGI E ABBATE VINCENZO I batraci e i rettili furono spesso impiegati dai naturalisti per studiare la fisio- logia del ‘cuore : questi animali nei quali si può aprire il torace e mettere il cuore allo scoperto senza determinare immediatamente la loro morte, si prestano assai me- glio degli uccelli e dei mammiferi a questo studio. In questi ultimi vertebrati lo aprire il cavo toracico provoca prontamente la morte per la sospensione immediata della respirazione polmonare, perciò è soltanto possibile in essi studiare il cuore con mezzi indiretti. Nel modo istesso che fu nei batraci e nei rettili assai più facile ai fisiologi stu- diare la meccanica del cuore, perchè sottoposto all'esame ocnlare, così conveniva ad essi continuare le loro ricerche su questi animali, quando vollero conoscere le modi- ficazioni e i fenomeni tutti che avevano Inogo in questo organo, per lo stimolo diretto dei nervi che ad esso si distribuiscono. Ma in questa serie di ricerche una grande difficoltà si parava davanti agli spe- rimentatori: questa era la picciolezza degli animali. Tra i batraci la rana e rara- mente il rospo, tra i rettili furono i piccoli sauri quasi esclusivamente adoperati : ma più d’ogni altro la consueta martire della fisiologia, la povera ranocchia fu ge- neralmente impiegata, perchè innocua sempre e quasi sempre facile ad aversi. Senza mettere in dubbio l’ abilità nello sperimentare e la buona fede nel riferire dei fisiologi, non ci crediamo lungi dal vero nell’asserire, che molti fenomeni osser- vati possono essere equivoci, e che non essendo ancora bene conosciuta, e troppo dif- ficile a studiarsi l’ anatomia del vago, del simpatico e del plesso cardiaco in detti animali, non è permesso avere certezza dell’azione distinta di questi nervi in rapporto al cuore, e tanto meno riportare i risultati ottenuti in questi animali, alla fisiologia del cuore umano. Preoccupati da queste diflicoltà e dalla incertezza e incoerenza continua dei risul- tati che ottenevamo sperimentando sulle rane e sui rospi, fissammo la nostra atten- zione sulle grosse tartarughe marine che si vendono vive sul mercato di Palermo. Giorn. di Scienze Natur. ed Econ. Vol. TILL 23 162 RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORE Il volume di questi cheloni e del loro cuore, la facilità di bene studiare i nervi che vanno al plesso cardiaco, e infine la tenacità straordinaria di questi rettili alla vita, tutto ci faceva sperare l’evidenza nei fenomeni e la certezza nelle conclusioni, Non è pertanto un quadro di nuovi fatti che noi intendiamo presentare ai nostri lettori, ma bensi mettere in chiaro molti fenomeni che in modo troppo equivoco fu- rono osservati in altri animali, e con questi distrurre alcune mal fondate opinioni, e confermarne altre con una nuova serie di sperimenti, i quali se non hanno il pregio della novità, hanno quello dell’esattezza, I nostri sperimenti vennero fatti nel Gabinetto di Fisiologia della R, Università di Palermo, abbiamo spesso chiamati ad assisterci gli studenti, più alcuni medici e al- cuni professori ci onorarono della loro presenza. Ma passiamo ai fatti. Il plesso cardiaco, che fornisce immediatamente i nervi al cuore nella chelonia caouanna, riceve le sue fibre dalla porzione cervicale del simpatico e dal pneumo- gastrico. La porzione cervicale del simpatico dopo aver comunicato nella sua parte superiore per mezzo di molti filamenti coi nervi pneumogastrico, ipoglosso, e glosso faringeo e con i nervi spinali, discende in basso ed in addietro ai lati della trachea con un cordone unico e distinto in compagnia della carotide, e decorre alla parte interna del nervo vago. (Questo cordone nervoso, sempre molto sviluppato, arrivato in corrispondenza della sesta vertebra cervicale, mostra il rigonfiamento ganglionare cervicale inferiore, e da questo ganglio partono molti filamenti che vanno ad unirsi al vago, per portarsi con esso al plesso cardiaco : altri rami nervosi manda pure a questo plesso il primo ganglio toracico del cordone del simpatico, appunto là dove questo, arrivato nel torace, si ripiega in addietro sopra i muscoli lunghi del collo per portarsi ai lati della colonna vertebrale. Nei cheloniani i vaghi sortono dal cervello con due o tre radici le quali si uni- scono fuori del cranio per formare un grosso nervo: in questi animali il vago è pure ingrossato da un nervo accessorio, che nasce intermediario al primo e al secondo nervo spinale. Non dobbiamo occuparci degli interni rapporti che ha questo nervo, appena uscito dal cranio, col simpatico, coll’ipoglosso, e col glosso faringeo, nè tampoco dell’unione dell’ accessorio del Villis al vago. Questo nervo reso libero da tutte queste connes- sioni, discende in addietro ai lati della laringe nella medesima guaina congiuntivale della carotide e del cordone del simpatico, e sta sempre all’esterno di questo nervo. Il vago appena giunge nel torace, manda molti filamenti ai grandi vasi del cuore, e colle anastomosi che riceve dal cordone del simpatico, concorre a formare il plesso cardiaco, I quesiti che ci siamo proposti nell’esordire in questa serie di sperimenti furono : 1, Faradizzare direttamente il cuore in diversi punti e vederne le conseguenze; 2. Eccitare con mezzi diversi i cordoni cervicali del gran simpatico, e veder quali modificazioni ne seguivano nei movimenti del cuore; i 3, Eccitare egualmente e allo stesso intento i nervi vaghi; RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORE 103 4, Esaminare il cuore e i suoi movimenti dopo la recisione dei cordoni cervicali del simpatico, e quindi dei vaghi; 5. Conoscere se la pressione della colonna sanguigna nella carotide si alteri per il fatto della recisione dei vaghi; 6. Studiare in qual modo il cuore ripigli i suoi battiti dopo essere stato arrestato da stimolo ai vaghi, e cessato questo stimolo; 7. Studiare se continuando nello stimolo determinante l’arresto del cuore, questo ripigli dopo qualche tempo i suoi movimenti, e in qual modo; 8. Vedere infine se durante |’ arresto del cuore da stimolo permanente ai vaghi, quest’organo si contragga, ove sia direttamente eccitato. È inutile il dire che in ogni esperimento le diverse ricerche vennero fatte in quel- l'ordine che più conveniva alla migliore conservazione possibile degli animali, Un metronomo batteva i minuti secondi, e talvolta era regolato in modo che bat- teva in corrispondenza delle sistoli ventricolari, Un tubo di vetro del diametro di 0”,003, piegato ad U, fissato sopra una tavola, pieno sino a metà della sua altezza di mercurio e appositamente graduato, era il nostro manometro, Rarissimamente ci siamo serviti di mezzi meccanici e chimici per eccitare i nervi, siccome quelli che alterano prontamente il loro tessuto : e se in qualche caso siamo ricorsi a questi, abbiamo avuta la precauzione di proseguire le nostre ricerche por- tando gli stimoli galvanici sui medesimi nervi, molto al disotto del punto irritato prima. Il rocchetto del quale abbiamo sempre fatto uso è il grande apparato d’induzione di Emilio Storer di Dresda. Con questo rocchetto potevamo applicare ora Ia sola e- stracorrente, ora le correnti indotte, e graduarne la intensità : la scintilla massima da noi ottenuta con questo rocchetto fu approssimativamente della lunghezza di 4, di millimetro. I Sperimento eseguito nel 12 aprile 1867 sopra una tartaruga del peso di chilog. 16. Tolto il piastrone toracico, e scoperto il cuore contiamo undici sistoli ventricolari per ogni minuto. I reofori del rocchetto Stòrer applicati direttamente al ventricolo, oppure l’uno al ventricolo e l’altro sopra una orecchietta o sopra una branca aortica, provocano una rapida successione di movimenti sistolici e diastolici nel ventricolo : il movimento diastolico comincia con macchia oscura nel punto di contatto dei reo- fori, e si espande tosto a tutto il ventricolo : nel medesimo tempo le orecchiette ac- celerano i loro movimenti, Sospeso l’eccitamento galvanico il cuore non batte per tre m. secondi, e dopo con lente contrazioni ripiglia gradatamente i suoi battiti come prima. Quando i reofori vengono applicati direttamente sulle due orecchiette allentano queste i loro movimenti, e anche si arrestano per qualche minuto secondo, se molto forte è lo stimolo galvanico, Scoperti e isolati i nervi vaghi nel collo dai cordoni cervicali del gran simpatico, 164 . RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORE esercitiamo una leggerissima compressione sui vaghi, e il cuore si arresta in diastole: lasciamo cadere una goccia di soluzione di cloruro di sodio sopra un solo vago, e il cuore allenta i suoi movimenti, Applichiamo sui vaghi i reofori del nostro rocchetto, ridotto alla minima tensione possibile, e il cuore sì arresta, Recidiamo uno dei vaghi: il cuore si ferma per tre secondi, e quindi lentamente ritorna al ritmo di prima. Recidiamo il secondo vago e si ripete lo stesso, e dopo due ore dalla recisione dei due vaghi, il cuore conservava ancora 11 sistoli ventricolari per ogni minuto. Il cuore in tutto questo spazio di tempo non mostrò alcun cangiamento di colore che potesse attribuirsi a minore o maggiore iniezione dei suoi vasi, Faradizziamo i tronchi periferici dei vaghi recisi e il cuore si arresta; immobile con- tinua per quanto dura l'applicazione dello stimolo che prolunghiamo per tre minuti: distaccati i reofori dai nervi, riposa il cuore per 10 minuti secondi, e tosto ripiglia più celere per tornare subito al suo ritmo di prima. L'arresto del cuore si mostra sempre in istato di diastole: quando l eccitamento è portato nell’ atto che comincia la sistole, questa si compie, segue la diastole e si ferma il cuore: quando lo stimolo è portato nell’atto della diastole, il cuore tal- volta si arresta all’istante, talvolta invece compie ancora una sistole, e si ferma alla prossima diastole ventricolare. La tartaruga è uccisa dopo 4 ore di continue ricerche, dopo le quali il cuore con- servava sempre il medesimo ritmo, II Sperimento eseguito nel 27 aprile sopra una tartaruga del peso di chilog. 4. Scoperto il cuore mostra 17 sistoli ventricolari ogni minuto, Portati i reofori in contatto col ventricolo, oppure uno di questi sul ventricolo e l’altro sopra un tronco aortico o sopra una orecchietta, abbiamo moti tumultuosi del cuore : messi i reofori sulle orecchiette, si allentano i loro movimenti e si arrestano per qualche secondo quando troppo forte è lo stimolo galvanico. Sospeso questo ec- citamento, il cuore riposa qualche secondo prima di ripigliare i suoi movimenti, Applichiamo i reofori ai cordoni cervicali del simpatico e osserviamo delle brevi interruzioni nei moti cardiaci, ossia si frammettono delle pause più lunghe dell’ or- dinario tra la diastole ventricolare e il ritorno della sistole auricolare; di modo che abbiamo un minor numero di battiti in un dato tempo. Stimolati i vaghi-al collo colla pinzetta elettrica di Bernard bagnata soltanto in acqua salata, il cuore si arresta nel tempo della prima diastole. Portati i reofori del rocchetto sui detti nervi, il cuore si arresta costantemente, Tolti i reofori, il cuore si mantiene fermo ancora per un tempo più o meno lungo che non è affatto in rapporto colla durata dello stimolo galvanico sofferto, Infatti: RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORA 165 Coll’applicazione continua di correnti for- tissime del rocchetto Storer sui vaghi, Tolto lo stimolo, il cuore continuava in tenuto il cuore in diastole permanente diastole permanente per minuti secon- per minuti secondi, è + «+ «+. 20 GUI voi rota a glo fon gi olo E IG o otto oa roioi on aio on IMI e nato io ooo oo ZO ITA Pel oe ao ni IO IT uo Re oro eZ ICI O 9 0A CUR RE O e 02 IGO ot o eo AOL e a O 6 e o al oo e ee a MARIA 0 LOL E O GI e A A Rem 0 deo ato o o eo A NE oe ot oo o oo 0 4 Idem 0/09, di oa oe o o VR 0) oto oe oa O Recidiamo i due cordoni cervicali del simpatico e non osserviamo alcuna differenza nei movimenti del cuore, Recidiamo la carotide destra, leghiamo il capo periferico e mettiamo il capo cen- trale in rapporto col nostro manometro. Nel braccio del manometro che è continuo colla carotide, la colonna di mercurio oscilla tra 10 e 12 millimetri sotto il livello normale: recidiamo un vago prima, e nessun cangiamento osserviamo nella pressione: recidiamo il secondo vago, e la pressione della carotide si mostra sempre la me- desima. Per il fatto della recisione dei vaghi non ha luogo alcun cambiamento nel ritmo dei movimenti del cuore, Coll’applicazione continua di correnti forti del rocchetto Stòrer sui tronchi perife- Tolto lo stimolo, il cuore continuava in rici dei vaghi tenuto il cuore in dia- diastole permanente per minuti secon- stole permanente per minuti secondi 120 die O Ie IN O Il cuore ripiglia i suoi movimenti nei due casi suindicati con contrazioni celeri, frequenti e confuse. Questo sperimento durò tre ore, dopo le quali il cuore conservava il ritmo di prima, La tartaruga moriva nel mattino del 28 aprile. III Sperimento eseguito il 7 maggio sopra una tartaruga del peso di chilog. 9,4. Scoperto il cuore contiamo 24 sistoli ventricolari in un minuto, Applicati i reofori del rocchetto direttamente sul ventricolo avevamo movimenti tu- multuosi del medesimo : portati i reofori sulle orecchiette, queste si dilatavano enorme- 160 RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORE mente e soltanto raramente si contraevano, e frattanto il ventricolo si contraeva e si dilatava con grande celerità, ma sempre vuoto di sangue e scolorato. Le leggiere eccitazioni galvaniche sui cordoni cervicali del simpatico non accele- ravano i moti del cuore : le forti allentavano e pur anche arrestavano per qualche minuto secondo i battiti cardiaci, i quali però sempre'ripigliavano e tosto, quand’anche continuasse l’applicazione dei reofori su questi cordoni nervosi, La più delicata compressione, la pinzetta elettrica del Bernard, le più leggere cor- renti del nostro rocchetto sui vaghi non accelerarono mai i battiti cardiaci : questi sti- moli o non erano sentiti o ritardavano i moti del cuore, o arrestavano il cuore in diastole, La pinzetta elettrica del Bernard bagnata in acqua salata appena toccò i nervi vaghi, il cuore si arrestò per 11 minuti secondi. Volendo studiare se dopo l’arresto permanente del cuore per stimolo continuo sui vaghi, la durata del riposo che il cuore conserva tolto lo stimolo , sia in rapporto colla durata dell’ eccitamento sofferto dai vaghi, abbiamo fatte le seguenti osserva- zioni : Coll’applicazione continua di correnti leg- giere del rocchetto Stòrer sui tronchi Tolto lo stimolo, il cuore continuava in dei vaghi, tenuto il cuore in diastole diastole permanente per minuti secon» permanente per minuti secondi . 22 dia ee e ORA Idem a e e arl TOI TAM ta e e ai e 24, ITEM ae 0A Iene VAR e Idem, da correnti fortissime il cuore era ‘arrestato, per minuti secondi. (@ Jdem i ce MMI demi ai ee Ie e TAM e e TOT A MI DI EA emi ee e e OTO È facile il vedere come la durata dell’eccitamento e l’intensità del medesimo nulla valevano a cangiare la durata del riposo in cui tenevasi il cuore dopo che cessava lo stimolo sui vaghi, Introdotta una branca del manometro nella carotide sinistra avevamo una pres- sione oscillante tra 24 e 28 millimetri della colonna mercuriale : recisi i vaghi uno dopo l’altro, non abbiamo trovata alcuna differenza di pressione. Per la recisione dei vaghi non ebbe luogo alcuna modificazione nel ritmo del cuore. Abbiamo ripetuta l’applicazione continuata dello stimolo galvanico sui tronchi perife- rici dei vaghi recisi e abbiamo osservato : RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORE Coll’applicazione continua di correnti 1eg- gerissime sui vaghi del rocchetto Storer 167 Tolta l'applicazione dei reofori il cuore continuava in diastole permanente e solo arrestato il cuore per minuti secon- DE e 0 RIGIDI a ot nt SRO Mt e o IE oto. o aio oo vato o o I RIG ot ee Gt RA o ITS ripigliava i suoi movimenti dopo minuti SECON. N ci Rc RO IRE Duo tool a 0 io 0 Glen oi o to oi od e eo i [AO rc 2 Nessuna contrazione perdurava lo stimolo : interrompeva l’arresto del cuore durante tutto il tempo in cui Call’applicazione continua di correnti forti del medesimo rocchetto, tenuto in dia- stole permanente il cuore per minuti Tolta l applicazione dei reofori, il cuore continuava in diastole permanente, e solo ripigliava i suoi movimenti dopo Fecomali. 166 6 ee gio o MINUSCOLI RIO TG dotto sono o et e SD IE on 6 n I Mele #0 o o de Se o II o e e o oa SNA Ten 00 lo too o ano to ge ANI i a eo Solo on A Persistiamo coll’applicazione continua delle medesime correnti per minuti cinque: a seguito di forti ispirazioni il cuore mostra dopo tre minuti una sistole tanto dei seni che del ventricolo : qualunque stimolo meccanico diretto sul cuore provoca una contrazione del medesimo susseguita sempre da nuovo riposo. Dopo cinque mi- nuti cessiamo dallo stimolo dei vaghi e il cuore ripiglia all'istante i suoi battiti in modo lento con rare contrazioni, ma dopo pochi secondi ritorna al ritmo di prima Uccidiamo la tartaruga dopo 4 ore di continue osservazioni, dopo le quali il cuore conservava sempre lo stesso numero di pulsazioni osservate prima di cominciare lo sperimento. IV Sperimento eseguito addi 8 maggio 1867 , sopra una tartaruga del peso di chilogi 22,4. Il cuore scoperto mostrava 24 sistoli ventricolari per ogni minuto, come nello spe- rimento precedente. Applicati i reofori sul ventricolo, determinano il solito tumulto : se alle orecchiette, si mantengono queste a lungo in diastole, mentre che il ventricolo vuoto di sangue continua a contrarsi e a dilatarsi. Continuando lo stimolo diretto alle orecchiette, mostrano queste di tempo in tempo qualche rara contrazione, Ogni leggero stimolo meccanico, chimico 0 galvanico, diretto ai cordoni cervicali 168 RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORE del simpatico, non provocò mai l’acceleramento dei moti cardiaci. Questi stimoli me- desimi fatti più forti allentarono costantemente i detti movimenti, e detto allenta- mento arrivò spesso a qualche passeggiero arresto del cuore, che però non durava al di là di 9 o 10 secondi, anche persistendo coll’applicazione permanente dei reo- fori del rocchetto sui detti nervi, Gli stessi stimoli diretti ai vaghi provocarono delle pause nei moti cardiaci, o arre- stavano completamente il cuore in diastole. Ritorniamo allo stimolo più o meno prolungato dei vaghi, per studiare la durata dell’arresto del cuore, dopo che lo stimolo ha cessato. Coll’applicazione continua di correnti leg- giere sui vaghi del rocchetto Storer, te- nuto il cuore in diastole permanente per Tolto lo stimolo, il cuore continuava in diastole permanente, e solo ripiglia- va i suoi movimenti dopo minuti secon- MULUBNS CZ die e 0 Idem, colla pinzetta Bernard... + 2 Idem os è 00 000 0 000 10 OTRS ee e ee Ci Rici ao end 06 0 0 di Idem, di nuovo col rocchetto. ». +. 3 Idem . + 0-0 0 0600 12 TAem a et e ao o TOM ea o IA I, O TA CEST UN Ono Monet tto 5 oo 17 Idem, coll’ applicazione continua di correnti forti del rocchetto Stòrer. 3 Iene O Idem Ù . Ù Ù . Ù Ù Ù . . . 15 Idem Ù Ù Ù ‘ . Ù Ù . Ù . Ù 18 La pressione della carotide non cangiò punto per la recisione dei vaghi e oscillava tra 20 e 24 millimetri della colonna manometrica. Dopo la recisione di questi nervi non cangiò affatto il ritmo del cuore : è però cosa facile e frequente osservare qualche momento di arresto del cuore nell’ atto in cui si recidono i vaghi per le manovre e per l’irritazione dovuta al fatto della recisione : non tarda però molto il cuore a ritornare allo stesso ritmo che aveva prima della re- cisione. Recidiamo i cordoni cervicali del simpatico e non osserviamo alcuna differenza nei movimenti del cuore. Ripetiamo l’arresto più o meno prolungato da stimolo permanente sui cordoni pe- riferici dei vaghi recisi e troviamo. RICERCHE SPERIMENTALI SUL NERVI DEL CUORE 169 Coll’applicazione continua di correnti forti "Tolto lo stimolo, il cuore perdurava in del rocchetto sui vaghi, tenuto il cuore diastole permanente e solo ripigliava in diastole permanente per minuti se- i suoi movimenti dopo minuti secon- CONC OR 0 ON LOT A OTO CR ee ZO) Mile oo ao e 00 DIO o ot ao eo o o o) IRE RO RAVE CA IS OO NOR UO O OT EM eo eo ceo a oo o I o o ao o o do GIOR e a oro ei deo 0 MIRO e 0 pe o o 0 0 8 Mentre il cuore è arrestato per l’ applicazione continua delle correnti sui vaghi, mostra sempre una subita contrazione se viene direttamente toccato, ma tosto ritorna alla diastole permanente, Quando il cuore ripiglia i suoi movimenti comincia con lente e rare contrazioni, ma in poco tempo ritorna al ritmo di prima. Dopo tre ore il cuore della tartaruga in esperimento mostrava soltanto una sistole ventricolare ogni minuto secondo, ossia 15 in un minuto primo. V Sperimento eseguito li 4 luglio 1867 sopra una tartaruga del peso di chilog. 14. Il cuore di questa tartaruga batteva molto irregolarmente : ora dava una sistole ventricolare ogni 9 minuti secondi : dopo qualche inspirazione queste sistoli aumen- tavano fino ad una ogni minuto secondo, Messo un reoforo del rocchetto sul vago e l’altro sul ventricolo, osserviamo il so- lito tumulto per celeri e confuse contrazioni cardiache, come a seguito dell’applica- zione dei due reofori sul ventricolo, I reofori messi sulle orecchiette provocarono in questo caso l’acceleramento delle contrazioni delle medesime, come succedeva pei ven- tricoli, Eccitiamo fortemente col rocchetto i cordoni cervicali del simpatico e abbiamo qual- che interruzione passeggiera nei moti cardiaci. Messo un reoforo del rocchetto sopra un vago al collo, e l’ altro sopra un punto qualunque del corpo, escluso il cuore, questo si arresta. L’eccitamento galvanico por- tato sopra un solo vago arresta egualmente il cuore come se lo stimolo venisse por- tato sui due cordoni nervosi. Arrestato il cuore in diastole coll’applicazione continua dei reofori sui vaghi, os- serviamo una sistole dopo due minuti, una seconda si ripete dopo 11 minuti: dopo 15 minuti cessiamo dall’applicazione dei reofori sui nervi, e il cuore ripiglia all'istante con grande frequenza i suoi movimenti, Non operiamo la recisione dei vaghi per studiare esattamente l’andamento, i rap- Giorn. di Scienze Nat. ed Econom. Vol. II, 22 170 RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORE porti e le anastomosi dei vaghi e dei cordoni del simpatico al collo e nella regione del cuore. CONCLUSIONI I. Appena scoperto il cuore, applicati i reofori del rocchetto direttamente sul ven- tricolo, oppure uno sul ventricolo e l’altro sulle orecchiette o sopra il nervo vago al collo o sopra un punto qualunque dell’animale, il ventricolo mostrò sempre fre- quentissimi e confusi movimenti di sistole e di diastole. Quando il reoforo toccava il ventricolo in sistole, si vedeva nel punto di contatto una pronta macchia oscura susseguita da un rigonfiamento che era il principio e punto di partenza della diastole ventricolare. Quando i reofori del rocchetto vennero entrambi od uno soltanto messi in contatto con le orecchiette, queste si dilatavano tosto per contrarsi in modo incompleto e a lontani intervalli. Nel solo 5° esperimento nel quale tutti i movimenti del cuore si mostrarono sempre irregolari, abbiamo vedute le orecchiette aumentare la frequenza dei loro movimenti per il detto eccitamento diretto. Sospeso lo stimolo diretto al cuore, quest’organo si mantenne in diastole per al- cuni secondi per ripigliare poi nuovamente, ma in modo lento, le sue normali con- trazioni. In questo tempo di riposo, ossia di diastole, il cuore si contraeva tosto, ove venisse direttamente e in qualsiasi modo eccitato. Questo tumulto al cuore per la applicazione diretta dei reofori fu da noi osservato anche nei conigli, nei quali abbiamo pure osservato che messo un reoforo sul ven- tricolo e l’altro sul nervo vago al collo, il cuore e specialmente i ventricoli si contrae- vano e si rilasciavano con tanta celerità e così incompletamente, da mostrare un tre- mito, ossia una seria innumerevole di piccole oscillazioni Je quali, tolto lo stimolo, cessavano tosto per dar luogo ai normali movimenti dell’organo. II. In qualsiasi modo vennero stimolati i cordoni cervicali del simpatico non ebbhimo mai alcun acceleramento dei moti cardiaci, ma tosto era sentito lo stimolo, si al- lentavano questi, e se forte era l’eccitamento, si arrestavano anche per riprendere dopo pochi secondi, quand’ anche continuasse lo stimolo. Dimodochè possiamo dire di aver osservate delle passeggere interruzioni dei moti del cuore, anzichè l’arresto del medesimo. La recisione di questi nervi non determinò mai sensibili modificazioni nei movimenti del cuore. Nè osservammo differenza se abbiamo recisi i cordoni cervicali del simpatico prima dei nervi vaghi, o dopo di questi. III, La più leggera compressione esercitata sui nervi vaghi al collo, il lasciar ca- dere su questi una goccia d’acqua salata o leggermente acidula, l'applicazione interrotta della pinzetta elettrica di Bernard e la più leggera faradizzazione dei detti nervi col nostro apparato d’induzione, insomma ogni stimolo da noi applicato o non era sen» tito, oppure rallentava i battiti o arrestava il cuore in diastole. Quando lo stimolo era portato sui vaghi nel momento che il cuore era in sistole, succedeva la diastole, e così si fermava il cuore, ma se lo stimolo era portato ai detti nervi nell’atto che RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORE 171 il cuore era in diastole, il cuore compieva spesso ancora una sistole per fermarsi poi nella successiva diastole. L'arresto del cuore ebbe sempre luogo egualmente tanto applicando i due reofori sopra i due nervi vaghi, o i due reofori sopra un solo dei vaghi, come pure ap- plicando uno dei reofori sopra uno dei vaghi, e l’altro sopra un punto qualunque del corpo, eccettuato il cuore. Da questi risultati non intendiamo assolutamente ‘concludere sulla possibilità 0 im- possibilità di accelerare i moti del cuore in questi animali per mezzo di delicatissime e bene graduate eccitazioni, perchè noi non avevamo istrumenti adattati a bene gra- duare questi stimoli, come per esempio l'apparecchio d’induzione di Du Bois Reymond, del quale si servi il professore Schiff con favorevole successo. Dobbiamo anzi riferire in merito a questa grave questione che occupa attualmente i più distinti fisiologi del secolo, che il professore Fasce nella sua lezione serale che dava il 18 marzo 1867 nel grande Anfiteatro Anatomico sull’ azione del vago in rapporto al cuore, faceva vedere ad un numeroso uditorio, che i moti del cuore si acceleravano in un cane e in un coniglio, prima per mezzo di una leggera compressione fatta colle dita sui detti nervi, quindi coll’applicazione istantanea e spesso interrotta della pin- zetta elettrica di Bernard. IV. La recisione dei nervi vaghi al collo non alterò in modo alcuno il ritmo dei moti cardiaci, Nelle tartarughe marine non succede quell’acceleramento che avviene sempre nei mammiferi per il fatto di questa recisione, Se ha luogo un momentaneo arresto dei battiti del cuore nel momento della recisione, questo arresto è dovuto all’irritazione che necessariamente deve portarsi sui nervi per reciderli; ma questo arresto non dura mai più di pochissimi secondi. V. Dopo la recisione dei nervi vaghi il cuore mantenne costantemente il suo co- lore normale e la medesima iniezione vascolare che mostrava prima che questi nervi ‘ venissero recisi, Non possiamo credere pertanto che i vaghi siano i nervi vasomo- tori del cuore, come scrive Brown-Séquard. Anche Longet nega che il cuore si mo- stri esangue nei mammiferi quando sono galvanizzati i vaghi, Il Brown-Séquard colla sua ipotesi spiegava l’aumento dei battiti cardiaci nei mammiferi dopo la recisione dei vaghi, per il maggiore afflusso di sangue che si portava alle pareti cardiache per la paralisi dei loro vasomotori: spiegava inoltre come, galvanizzati i vaghi, il cuore si arresti, dicendo che questa galvanizzazione determina tanta contrazione nei mu- scoli vasali, da determinare una grave anemia del cuore, e perciò mancando lo sti- molo normale dell’organo, questo si arresta. Alcune osservazioni da noi fatte sui cani e sui conigli confermarono sempre quanto abbiamo osservato sulle tartarughe, e caduto il fatto fondamentale, cade la ingegnosa spiegazione del fisiologo inglese. VI. La pressione del sangue nella carotide delle nostre tartarughe nè aumentò né diminuì mai in alcun caso per il fatto della recisione dei vaghi, Quando si sperimenta sui cani si vede tanto nell'atto della recisione quanto per alcuni minuti secondi dopo la medesima, aumentarsi la pressione della colonna san- 172 RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORE guiena nei vasi. Questo aumento momentaneo è dovuto agli sforzi muscolari che fanno gli animali nell’atto della recisione e subito dopo la medesima : ma tosto l’animale in esperimento si fa tranquillo, la pressione ritorna sempre come era prima del ta- glio dei vaghi : soltanto si modificano le grandi oscillazioni nel manometro corrispon- dente ai movimenti respiratori. Ci riserviamo di fare nuove ricerche su questo argo- mento tosto potremo disporre del chimografo di Traube, Il professore Montegazza (1) scriveva sulla sua conclusione N, 10: « i dolori leggeri e fugacissimi possono produrre qualche leggero aumento nei battiti del cuore del co- niglio: ma l’ aumento si deve alle contrazioni muscolari e non al dolore : basta in- fatti far contrarre i muscoli in qualunque modo senza dolore, perchè si verifichi lo stesso aumento, » Recisi i vaghi in due conigli e quindi fatta una compressione sopra uno sciatico appositamente scoperto, la pressione della colonna sanguigna nella carotide aumentò di tre centimetri nel manometro, nell’atto che l’animale faceva grandi sforzi musco- lari. Per la recisione dei vaghi le respirazioni si fanno rare e penose, e i canì fanno grandi sforzi nei primi momenti dopo la recisione come per sottrarsi a questa difti- coltà di respirazione, e queste muscolari contrazioni determinano un momentaneo au- mento nella pressione del sangue. Nelle tartarughe invece nelle quali le respirazioni si fanno rarissime per loro natura, questi animali si mantengono immobili dopo il taglio dei vaghi, e costante, e più chiara si mostra l’azione del cuore sul manometro, non disturbata da tutte le varianti che la respirazione determina nella pressione della colonna sanguigna dei mammiferi. VII. Arrestato il cuore da stimolo ai vaghi sia integri, sia recisi, e cessato questo stimolo, quest’organo continua in diastole per un tempo indeterminato, che non ab- biamo potuto riconoscere in rapporto nè colla intensità, nè colla durata dello stimolo adoperato. Raccomandiamo questo fatto ai fisiologi sul quale per ora non osiamo fare alcuna riflessione, ma che però fu nel modo il più evidente accertato nei nostri spe- rimenti. Dopo questo arresto ritornano i movimenti cardiaci ora con lente e rare, ora con celeri e frequenti contrazioni, Più nei cani che nelle tartarughe ci parve vedere che il cuore ripigli lento quando lo stimolo dura poco tempo, e ripigli invece celeramente, allorquando lo stimolo fu molto prolungato. VII, Continuando nello stimolo determinante l’ arresto del cuore, questo ad onta della persistenza dello stimolo , ripiglia dopo qualche tempo i suoi battiti con rarì movimenti interrotti da lunghi intervalli. Ciò succede anche costantemente nei cani e nei conigli. IX, In tutto il tempo che il cuore è in diastole per stimolo ai vaghi, se toccato subito si contrae, e tosto ritorna immobile e diastolico. Ove questi eccitamenti di- (4) Dell’azione del dolore sulla calorificazione e sui moti del cuore, ricerche del professore Paolo Montegazza. Milano, 1866. RICERCHE SPERIMENTALI SUI NERVI DEL CUORE 1753 retti si ripetano, il cuore risponde con una sistole ad ogni stimolo che viene diret- tamente portato sulle sue pareti. Ai risultati ottenuti sulle tartarughe abbiamo nelle esposte conclusioni aggiunti i risultati da noi molte volte ottenuti sui cani e sui conigli per maggiore conferma dei fatti osservati nei rettili, e per la maggiore importanza che questi fatti acqui- stano, ogni qualvolta dalla fisiologia di questi animali, passano a quella dei mammiferi, e con tutta probabilità alla fisiologia dell’uomo, La fisiologia del cuore dei rettili destò in questi ultimi anni l’attenzione dei fisio- logi, perché è possibile in questi animali proseguire molto tempo le ricerche senza alterazioni importanti dell'organo in osservazione, e perchè l'ispezione oculare risponde a molti quesiti, ai quali non può rispondere l’ago infitto nelle pareti toraciche dei mammiferi, Osiamo pertanto sperare che una serie di esperimenti eseguiti su questi grossi ret- tili, che difficilmente si possono avere dalla maggior parte degli sperimentatori, nei quali potevamo con maggiore evidenza vedere un grosso cuore in tutte le sue fasi in rapporto alle diverse condizioni che erano da noi provocate, possa destare l’in- teresse dei fisiologi, e rendere accetto questo nostro lavoro. L'ATROFIA DELLE OSSA DA PARALISI STUDI FISIOPATOLOGICI DEL PROF. FASCE LUIGI E DETERMINAZIONI CHIMICHE DI DOMENICO AHATO PREPARATORE NEL GABINETTO DI CHIMICA DELL'UNIVERSITÀ DI PALERMO. Perchè il lettore possa meglio conoscere l’importanza delle mie conclusioni , credo utile ricordare le opinioni dominanti, e le diverse descrizioni riportate dai moderni trattatisti, sulla atrofia delle 0ssa Serive Cruveilhier (1): « Les os atrophiés, par une exception qui tient à leur so- lidité, ne diminuent pas des volume, mais ils conservent exactement leurs trois di- mensions : longueur, largeur et epaisseur. Leur atrophie se revéle par la raréfaction de leur tissu, dont les vides sont remplis par la graisse ou suc médullaire. Pai comparé les os d’un squelette, ainsi atrophié par raréfaction, aux os d’un squelette dans l’ état naturel: c’ est exactement le méme volume, ce sont les mèmes formes, les mèmes éminences et les mèmes dépressions à la surface; la grande difference est dans le poids.. Lors donc que nous trouvons une inégalité de volume entre les os homologues des deux còtés, nous pouvons avoir la certitude que l’atrophie du mem- bre a eu lieu à une époque qui à précédé le dévoleppement complet. Dans ce cas il n°y a donc pas de raccourcissement, mais bien défaut, arrèt de développement. La raréfaction, voilà le vraie mode, on doit mème dire le seul mode d’atrophie pour les os; on pourrait ajouter que l’atrophie morbide n'est véritablement que 1’ cxagé- ration de l’atrophie normale du vieillard décrépit dont la Iocomotion est si limitée, Dans l’état physiologique comme dans l’état patologique, l’atrophie osseuse est la con- séquence du défaut d’exercice ou de l’immobilité... Les os spongieux raréfiés se coupent par le scalpel avec la plus grand facilité..le corps des os longs présente sans doute une augmentation considerable dans son canal médullaire, et en outre la séparation par du tissu adipeux des diverses lames qui costituent son tissu compacte, l’absor- ption incomplete de ses lames profondes, si bien qu'il ne reste vraiment de com- pactes que les couches les plus superficielles de l’os... Mollesse et sécabilité, voilà les attributs des os spongieux atrophiés; sécabilité et fragilité, voilà ceux de l’atrophie des os longs. » (1) Traite d'Anatomie pathologique génerale par J. Cruveilhier, tome troisième, 1856, pag. 190. 1 ATROFIA DELLE OSSA DA PARALISI 175 Kolliker (1) dice: « Le atrofie delle ossa appaiono come graduata scomparsa delle ossa ordinariamente in seguito di morbi cronici, di paralisi, anchilosi, o come rare- fazione di singole parti del tessuto osseo, analogamente all’atrofia senile, nella sifilide, nella paralisi, ecc, » Forster (2) scrive : « l’atrofia delle ossa è prodotta dalla scomparsa del tessuto 08- seo già formatosi nelle ossa in via di accrescimento, ed in quelle mature, I. Questa scomparsa verificasi uniformemente in tutte le parti dell’ osso, per cui questo è impiccolito in tutte le sue dimensioni e diventa più leggero dell’osso nor- male; il suo strato corticale è assottigliato , le trabecole degli spazi midollari sono più deboli e in parte scomparse, la cavità midollare corrispondentemente alla dimi- nuzione di volume dell’osso è impiccolita (atrofia concentrica). Questa alterazione si è osservata nelle ossa di arti, che in seguito di paralisi o fratture lussazioni, anchi- losi dell’articolazioni sono stati per lungo tempo completamente immobili. II, La grandezza e la forma dell’osso si conserva, ma nell'interno si avvera scom- parsa della sua sostanza, quindi la sua cavità o spazi midollari appaiono molto in- grossati, la parte corticale però è molto assottigliata (atrofia eccentrica). Nelle ossa tubolari l’atrofia comincia nel tessuto reticolare, che circonda la cavità midollare, la cui rete di trabecole diventa molto sottile, ed a poco a poco sparisce, mentre gli spazi midollari diventano più larghi e finalmente si fondono tra loro servendo all’in- grossamento della cavità midollare. Allora gli spazî midollari della sostanza corticale compatta diventano più larghi, la sostanza stessa si disgrega in singole lamine e viene trasformata in un tessuto reticolare prima a maglie strette, poscia più larghe, il quale finalmente in alcuni punti scomparisce totalmente, dopo di che le due lamine della sostanza corticale vengono a toccarsi e finalmente sì fondono. Nelle ossa corte gli spazi midollari diventano anormalmente larghi ed i setti ossei degli stessi molto sottili. In seguito a queste alterazioni le ossa diventano molto friabili, le ossa tubulari lunghe si piegano facilmente e si spezzano (fragilità vitrea). Non di rado la parte corticale conserva la sua spessezza, ma appare traversata da numerosi pori (osteoporosi)... L’ osservazione microscopica delle lamine ossee di ossa atrofiche fa scorgere un no- tevole ingrossamento dei corpuscoli ossei ripieni talvolta di granuli di grasso ed una sostanza fondamentale fibrosa. III. La grandezza e la forma dell’osso resta, almeno in principio, intatta, ma in se- guito ad un esteso riassorbimento dei sali calcarei ed atrofia delle lamine ossee, le ossa stesse diventano molli, si lasciano tagliare col coltello e talvolta si può fare una impressione calcando fortemente con un dito (osteomalacia). » Vierordt nelle sue fisiologia dice che le ossa, successa la morte per inanizione, sce- mano di 4% del loro peso, Alfonso Milne Edwards scrisse (3) nel 1860 e 1861 due interessanti monografie sulla (1) Trattato di Istologia umana per Kolliker tradotto dal dottor Raffaele — Napoli, 1866, pag. 218. (2) Manuale di Anatomia Patologica Speciale di Féòrster tradotta dal doitor Del Monte, Napoli, 1867, pag. 622. (3) Etudes chimiques et physiologiques sur les os par M. Alphonse Milne Edwards. Annales des sciences naturelles, Zoologie, t. XIII, Paris 1860, t. XV, 1861. 176 L’ ATROFIA DELLE OSSA DA PARALISI composizione delle ossa in rapporto a molte condizioni fisiologiche e anche patologiche delle medesime. L'autore ha per precipuo intento in queste memorie di dimostrare : 1° che la sostanza ossea è il risultato della combinazione dell’osseina coi sali calcarei dell’osso, e più specialmente col fosfato di calce; 2° che il carbonato di calce delle ossa sembra essere, almeno nella maggior parte, un prodotto della decomposizione del fosfato di calce determinata dai liquidi dell'organismo. Io debbo fare astrazione dal concetto generale dell’opera, e soltanto credo oppor- tuno di riprodurre quei fatti che possono avere uno speciale interesse nello studio delle ossa atrofiche, distribuendoli nell’ ordine stabilito dall’ autore nelle sue mono- grafie, e sono i seguenti : I. Dopo aver citati Thilenius, Davy, Sebastian, Frerichs, Rees, Bibra, i quali con- vengono nell’ ammettere che le ossa dei giovani animali contengono meno sostanze inorganiche delle ossa degli animali adulti, e queste anche meno delle ossa dei vec- chi, e citati per contro Stark, Lehmann e Fremy i quali dicono che l’età non ha alcuna influenza sulla composizione delle ossa, l’autore conclude coll’ ammettere : 1° che nella prima età la proporzione del carbonato di calce è meno forte che nell’adulto e nei vec- chi, Nelle sue analisi la proporzione del carbonato calcico non oltrepassò mai nei bam- bini il 6,07 per 100, e negli adulti ebbe una media di 8 a 11 per 100; 2° che negli animali giovani la proporzione delle materie terrose in genere è meno forte che negli adalti : ma che queste variazioni non dipendono da speciali differenze nella natura del tessuto osseo, ma bensi dalla maggiore o minore quantità di vasi che s° intro- mettono nelle ossa, e che nelle analisi vengono compresi colla osseina. II, L’autore concorde colle analisi di Bibra e di Frerichs trovò che le materie inor- ganiche complessivamente sono in minori proporzioni nella sostanza spugnosa delle ossa, che nella compatta: però la proporzione del carbonato di calce è maggiore in quella che in questa, III. Le ossa più ricche di materie calcari sono quelle destinate a maggiori resi- stenze e a fare maggiore lavoro. Negli uomini che adoperano più il braccio destro che il sinistro, l’omero destro si trovò di qualche piccola quantità più ricco di materie cal- cari. Negli uecelli destinati al volo trovasi maggior quantità di sostanze inorganiche negli omeri che nei femori, e nei pipistrelli trovava l’autore 64,70 per 100 di ma- terie terrose negli omeri, e 64,0 nei femori. IV. Il sesso pare non abbia azione aleuna sulla composizione delle ossa, benché in generale lo scheletro delle donne sia in rapporto al peso del corpo, più leggero che nell'uomo, V. Gli animali mal nutriti e magri hanno le ossa quasi completamente prive di grasso. L'influenza del regime alimentare può farsi sentire sulla composizione delle ossa, i cani sottomessi ad un vitto feculento e zuccherato presentarono meno mate- rie terrose, e particolarmente meno carbonato di calce, dei cani nutriti esclusivamente di carne e di sostanze grasse, e tutti questi animali ricevevano del fosfato di calce a discrezione, dando loro a rosicchiare ossa che avevano bollito, VI, Le ossa rese immobili per taglio dei nervi, e fatte ipertrofiche, mostravano mi- L' ATROFIA DELLE OSSA DA PARALISI 1h7f7/ nore quantità di carbonato di calce, che lo ossa corrispondenti sane del medesimo animale, VII. Nella seconda monografia del 1861 Milne-Edward, coll’analisi delle ossa di tre piccioni, due dei quali erano stati nutriti con grano, riso, mais e miglio scor- ticati, e il terzo con detti semi forniti della loro corteccia, conclude che gli uccelli privati di sali calcarei nel loro vitto presentano un tessuto osseo tanto ricco di so- stanze inorganiche, come le ossa degli uccelli alimentati in condizioni normali, Da que- sti fatti deduce che il tessuto osseo è riassorbito in massa, e che questo tessuto non è un miscuglio, ma una combinazione del fosfato di calce colla osseina. In una monografia che pubblicai nel 1866 in questo medesimo Giornale (1) conceludevo relativamente al tessuto osseo quanto segue : «1, Dopo 40 giorni almeno della recisione dei nervi e della consecutiva paralisi, osservai tanto negli arti anteriori che nei posteriori dei conigli, una costante dimi- nuzione di peso nelle ossa degli arti paralizzati. « 2, Le ossa degli arti paralizzati messi nella medesima soluzione d’acido idroclorico assieme alle ossa dell’arto sano corrispondente, si fanno molli molto prima delle ossa compagne. « 3. La differenza di peso tra le ossa fatte molli per la sottrazione dei sali calca- rei, diventò assai minore della differenza registrata quando le ossa furono pesate fresche e appena spogliate dalle parti molli, « 4, Le ossa degli arti paralizzati mostrarono il cavo midollare più ampio, ed un evi- dente assottigliamento delle pareti loro nella diafisi, fatto confronto colle medesime ossa dell’arto corrispondente sano. « 5. La diminuzione di peso nelle ossa degli arti paralizzati dipende, in parte da minor copia di sali calcarei per ogni volume eguale di tessuto osseo , in parte da una diminuzione della sostanza organica medesima per minore nutrizione: onde pos- siamo considerare in queste ossa una nutrizione minore e nel medesimo tempo anor- male. » Detta monografia aveva per speciale intento di completare le mie ricerche sull’a- trofia muscolare, e soltanto fu per incidente che profittando degli arti atrofici per ta- glio dei nervi, volli estendere il mio esame alle alterazioni che le fibre nervose e le ossa avevano sofferte in questi arti medesimi, La diminuzione del peso nelle ossa venne allora osservata in tre conigli operati col taglio del plesso brachiale, dei quali uno a destra e due a sinistra, e nelle ossa della gamba in altri tre conigli operati colla recisione del nervo sciatico destro, e sem- pre nell’arto corrispondente all’operazione. Le suddette conclusioni sulle ossa furono in vero alquanto precipitate, ove si con- sideri al ristretto numero degli sperimenti ed al metodo adoperato, ma non perciò mi sono ingannato, (1) Di alcuni processi regressivi dei tessuti muscolari, nervoso e osseo, ricerche del Prof. Fasce vol. I, pag. 288. Giorn. di Scienze Natur. ed Econ. Vol. 1II. e DA 178 L' ATROFIA DELLE OSSA DA PARADISI Denudate le ossa dalle parti molli, ne prendevo il peso, venivano poi immerse in una soluzione d’ acido idroclorico che non ho mai determinata, e quindi estratte, e- rano di nuovo pesate con una bilancia soltanto sensibile al peso di gr. 0,05.— Non venne mai analizzata la soluzione acida dopo che teneva disciolte le ‘sostanze inor- ganiche sottratte alle ossa. Nulla però venne mai trascurato nell’esame anatomico e istologico delle ossa che erano in esame, Dal complesso dei fatti osservati mi credei autorizzato alle suddescritte conclusioni, dalle quali risultava, che nelle ossa degli arti paralizzati la proporzione delle sostanze inorganiche era minore che negli arti corrispondenti, perchè si facevano costante- mente molli e flessibili prima di queste nelle soluzioni acide, e risultava inoltre in dette ossa una diminuzione in peso delle sostanze organiche, perchè persisteva ancora una differenza tra le ossa fatte molli e spogliate dai sali terrosi. In quali proporzioni diminuì l’ osseina, e in quali le sostanze terrose? Il metodo tenuto non mi permetteva di rispondere a questi quesiti, I fatti e le conclusioni della precitata monografia trovarono una solenne conferma negli sperimenti e nelle determinazioni chimiche che vado ora ad esporre, e queste «determinazioni mi permetteranno di soddisfare a molti quesiti che non potevo scio- gliere coi soli dati prima d’ora raccolti. Il Dal 12 al 18 dicembre penetrando tra il margine interno della scapula e la co- lonna vertebrale recidevo, senza dar luogo ad emorragia, il plesso brachiale in nove piccioni. Questi animali furono tutti egualmente nutriti con grano e riso, e tutti vissero riu- niti in una medesima camera; questi piccioni furono uccisi a diverse distanze, uno cioè dopo 23 giorni, un secondo dopo giorni 30, un terzo dopo giorni 70, un quarto dopo giorni 75, un quinto dopo giorni 80, e gli altri quattro dopo cinque mesi dal giorno dell’operazione. i Per più facile intelligenza ed esposizione dei fatti, questi piccioni vennero da me numerati in rapporto all’epoca della loro morte, e perciò diremo num. 1 quello che visse 23 giorni, num, 2 quello che visse 30, e così di seguito, È inutile il dire che tutti avevano completamente paralitico l’arto corrispondente alla recisione dei nervi: e questa recisione fu praticata nel secondo piccione a de- stra, e negli altri tutti a sinistra, Nel 18 dicembre recidevo pure il plesso brachiale in un coniglio, ed in altro re- cidevo lo stesso plesso nel 27 dicembre: moriva il primo dopo sei giorni, era ucciso il secondo nel 22 febbraro, cioè 55 giorni dopo l’operazione. Prima di denudare le ossa da tutte le parti molli, per passare al precipuo sog- getto del nostro lavoro, esaminai la struttura delle fibre muscolari e delle fibre ner- L' ATROFIA DELLE OSSA DA PARALISI 179 vose superiori e inferiori alla recisione negli arti resi paralitici: e queste osserva- zioni confermarono sempre quanto già scriveva nei miei precedenti lavori sui pro- cessi regressivi del tessuto muscolare e del tessuto nervoso. Le fibre muscolari di questi arti mostrarono una atrofia primitiva ossia una progres- siva diminuzione dei loro diametri senza alcuna traccia di degenerazione grassosa. Nel solo piccione num, 3 trovai un infiltramento grassoso interstiziale alle fibre mu- scolari, ma i fascetti primitivi non contenevano globoli grassosi, I muscoli atrofici eccitati coll’apparato d’ induzione mostravano manifeste contra- zioni, benchè sempre minori di quelle che si destavano per lo stesso stimolo appli- cato ai muscoli corrispondenti dell’arto opposto. L’atrofia primitiva per il fatto della paralisi degli arti, è sempre più marcata nei giovani animali, nei quali l’atrofia si associa alla deficienza dello sviluppo delle fibre muscolari, che negli animali adulti, Non vha dubbio che nel caso di animali non an- cora completamente sviluppati, fatto il confronto delle fibre muscolari dell’ arto sano coll’arto paralitico, la differenza deve risultare necessariamente maggiore. Negli otto piccioni in esame l’atrofia muscolare non progredi regolarmente colla durata della paralisi: l’atrofia dei piccioni che vissero cinque mesi dopo la recisione di un plesso brachiale, non era maggiore di quella che ho trovata nei piccioni morti dopo un solo mese di paralisi: anzi in alcuni di detti animali che vissero fino a cinque mesi, la atrofia delle fibre muscolari era evidentemente minore che nei primi quattro piccioni che vissero molto meno, Questi fatti sono una conferma di quanto scriveva nella precitata memoria (1) nei termini seguenti: « fra i conigli operati al plesso brachiale, quello che visse 40 giorni dopo l’ operazione aveva il diametro medio 0"",044 nelle fibre muscolari del braccio paralizzato: quello che visse 51 giorni aveva questo diametro di 0®%,043: quello che visse 71 giorni aveva questo diametro di 0,045, « Tra i conigli a cui venne reciso lo sciatico, quello che visse 70 giorni dopo l’ope- razione aveva il diametro delle fibre muscolari dei muscoli gemelli nell’arto para- lizzato, esuali al diametro delle medesime fibre, che osservai nei conigli che soprav- vissero all’operazione soltanto 70 giorni, « Il piccolo numero dei conigli da me esaminato non mi autorizza a stabilire una legge generale; ma fu per me un fatto costante, che passato un dato tempo, l’atrofia non progredì, » In oggi un maggior numero di osservazioni mi autorizza a dare maggiore i mpor- tanza a questo fatto, che vedremo ripetersi anche nelle ossa. Ma quale è la causa di questo arresto nel processo dell’ atrofia? Io credo che la rigenerazione delle fibre nervose degenerate per la recisione del plesso, restituendo qualche movimento nei fasci muscolari, possa e debba arrestare il processo regres- sivo dell’atrofia, e credo pure che un processo di rigenerazione nelle fibre musco- (1) Memoria citata, pag. 340. 180 1’ ATROFIA DELLE OSSA DA PARALISI lari, potrebbe far cessare ogni traccia della preceduta atrofia, se l’arto reso pa- ralitico potesse riacquistare i suoi liberi e totali movimenti, Ma questa restituzione della totalità dei movimenti è impossibile per le anchilosi, ossia per le forti briglie . di tessuto connettivo, che si formano presso le articolazioni, le quali tendono a sta- bilire una permanente flessione dell’arto. L’esame dei nervi confermava la prima conclusione della precitata memoria nella quale scrivevo « per il fatto della recisione di un nervo ha luogo la degenerazione in grasso della sostanza midollare delle fibre -nervose inferiori al punto reciso : le fibre superiori si conservano normali eccettuato un piccolo tratto di pochi millimetri contiguo alla recisione operata, » La degenerazione nei cordoni inferiori al taglio era manifestissima nel primo pic- cione e nel secondo coniglio, e detta degenerazione era tanto generale e completa in tutte le fibre del nervo, da escludere il dubbio emesso da qualche fisiologo, che pos- sano le fibre nervose della sensibilità restare normali in mezzo ai cordoni nervosi misti, e non vengano affette dalla degenerazione come le fibre motrici. Il piccione num, 2, che visse un solo mese dopo il taglio del plesso brachiale de- stro, mostrava già nelle fibre nervose inferiori alla recisione un principio di rigene- razione : questo processo di rigenerazione era naturalmente più manifesto nel piccione num. 3, e sempre più marcato in tutti i piccioni successivi, che vissero maggior tempo dopo l’operazione. I fascetti nervosi, le cui fibre erano in periodo di rigenerazione, trasmettevano pure ai muscoli l’eccitamento galvanico ; infatti applicati i reofori del rocchetto d’ indu- zione su questi nervi, si vedevano manifeste contrazioni muscolari. La funzione ri» tornava di pari passo colla normalità anatomica, come la funzione ossia la eccitabilità di queste fibre agli stimoli, cessava col progredire della loro grassosa degenerazione. Tutte queste fibre nervose, nelle quali si vedeva la ricostituzione della sostanza midollare, conservavano un diametro molto minore delle altre fibre normali corri» spondenti nell’arto opposto, e si mostravano varicose quali appaiono sempre al mi- croscopio le tenui e delicate fibre nervose del midollo spinale e dei centri ence- falici, Il processo di rigenerazione delle fibre nervose si mostrò costantemente più avan- zato nel primo tratto inferiore alla recisione, che nelle fibre nervose più periferiche, e tutto naturale è il fenomeno, giacchè se per il fatto del taglio degenerano, tosto è fatta la ricongiunzione dei capi divisi, le parti più prossime alla riunione devono necessariamente godere le prime della benefica influenza dei centri, Dimodochè se la degenerazione procede, come concludevo nella precitata memoria, dalla periferia al centro, la rigenerazione invece procede dalle parti più centrali alle parti più periferiche. Ma passiamo all’esame delle ossa. Spogliate queste da tutte le parti molli per mezzo della macerazione in acqua pura, si lasciarono asciuttare al sole, Erano soggetto del nostro esame gli omeri e le ossa cubito e radio dei nove piccioni operati, e quelle del coniglio che visse 55 giorni dopo la recisione del plesso brachiale. L' ATROFIA DELLE OSSA DA PARALISI 181 Nessuno di queste ossa mostrò traccia alcuna di ipertrofia, nè di esostosi, nè di alterazione visibile alcuna nella loro forma La semplice ispezione oculare non mostrava alcuna differenza nel volume apparente, e faceva credere soltanto ad una maggiore trasparenza nelle ossa corrispondenti al- l’arto paralizzato. Riservati per l’ esame dei pesi e delle determinazioni chimiche, tutti gli omeri del coniglio e dei piccioni, escluso quello del num. 4 che si ruppe nello spogliarlo dalle carni, destinai questo stesso e le ossa cubito e radio all’ esame microscopico. Praticai molte sezioni nella diafisi dei due omeri del piccione num. 4, e nella diafisi dei cubiti di quattro piccioni, molte sezioni praticai pure nei capi articolari di queste OSSA» Nessuna differenza di struttura mi riusci rinvenire nella sostanza compatta della diafisi delle suddette ossa, né alcun aumento nel diametro dei loro canali vascolari : soltanto sarei disposto a credere, non senza qualche riserva , che gli spazi midol- lari della sostanza spugnosa dei capi articolari, fossero alquanto più ampi e più sot- tili i tramezzi ossei, nelle ossa corrispondenti agli arti rimasti immobili per la pa- ralisi dell’arto. Esaminai pure il diametro dei corpuscoli ossei comparativamente nelle ossa degli . arti sani e dei paralizzati, ma non trovai alcuna differenza non solo nel diametro loro ma neanche nel loro contenuto. Dall’esame anatomico passai all'esame fisico. I pesi delle ossa furono presi in compagnia del professore Caliri, colla bilancia di precisione di Delenil. 182 L' ATROFIA DELLE OSSA DA PARALISI Quadro comparativo del peso delle ossa omeri nei piccioni e nel coniglio operati colla recisione del plesso brachiale, PESO PESO DELL’ OMERO ANIMALI DELL’ OMERO DELL’ ARTO SANO DELL’ ARTO PARALITICO fe! N = (2) pa a (DI (DI = Q GIORNI DI VITA DOPO L'OPERAZIONE | Piccione N.1 | 23 | Omero destro. » + gr. 1,57 | Omero sinistro gr. 1,55 |— 0,02 —. 230 — sinisiro. < + 0,88] — destro. SoS, TO 70) — destro «+ . » 0,79) — sinistro.» 0,56 |— 0,23 EEA 808 ES destro MIR 15501 NES nistro Ne 80:96) IO | — 6 3 — destro. è. . » 0,91 —. sinistro. » 0,69 |— 0,22 ez 2 gesto A Ia sinistro AVA | — 38 — destro +. . » 1,26] —. sinistro.» 0,99 |— 0,27 5 Ades 0)72) RESA sinistro 01490 0123 » — sinistro ». +» » 2,1J4| — destro . » 1,83 |— 0,31 » | Cubito e radio sinistri. » 1,70| — destri .> 1,43 |— 0,27 Prego il lettore di notare come le diminuzioni di peso registrate nel quadro pre- cedente non sieno affatto proporzionali alla durata della paralisi : infatti la diminu- zione massima di peso fu di gr, 0,54 nel piccione num, 5 che visse 80 giorni dopo la operazione, e la più forte diminuzione osservata nei piccioni che vissero paralitici cinque mesi è di gr. 0,27, e perciò poco maggiore di quella mostrata dal piccione num. 3» Osservo ancora ohe il piccione num. 7, mostrò una diminuzione di peso nelle ossa dell’arto paralitico già da cinque mesi, di soli gr. 0,15, e perciò inferiore a quella mo- strata dai piccioni num. 2, 3, 5, e tra questi il num. 2 viveva appena un mese in istato di paralisi, È Per spiegare l’arresto del processo dell’ atrofia nelle ossa devo richiamare le ri- flessioni fatte per darmi ragione dell’ arresto osservato nel processo dell’atrofia mu- scolare, (ol ritorno delle contrazioni muscolari le ossa incominciano a fare un qualche la- L’ADROFIA DELLE OSSA DA PARALISI 183 voro, e più umattiva nutrizione si ristabilisce in tutto l’arto : queste due condizioni devono necessariamente migliorare lo stato anatomico dell’osso, arrestare il processo regressivo, e stabilire un processo attivo che tende a ricostituire l’osso nelle sue pri- mitive e normali condizioni. La diminuzione del peso assoluto di un osso esprime senza dubbio un processo re- gressivo, una atrofia, ma lascia troppo a desiderare nei dettagli. Infatti la semplice diminuzione del peso può tanto dipendere dalla scomparsa in massa di una parte del tessuto osseo, quanto da una perdita da esso sofferta in qual- cuno soltanto dei principî che lo compongono; come pure, devo aggiungere, da modi- ficazioni nella struttura ossia nello stato anatomico dell’osso medesimo. Tentai di prendere il peso specifico delle ossa delle quali avevo già il peso asso- luto, ma fu vano ogni tentativo. Tosto immerse le ossa, molto bolle d’aria si vede- vano comparire alla superficie del liquido, l’acqua penetrava attraverso i canali va- scolari negli spazî midollari, e penetrava in modo così ineguale nelle diverse’ ossa, messe anche nel vuoto sotto la campana pneumatica, che la perdita di peso che sof- frivano nell’acqua, ossia l’acqua che spostavano non poteva rappresentare nè il vo- lume apparente, né il volume reale di queste ossa. DETERMINAZIONI CHIMICHE DI Do AMATO, « Il processo da me tenuto nella determinazione in peso del residuo della calcina- zione delle ossa è stato il seguente: « Polverizzati in un mortaio di porcellana gli omeri paio a paio, e separatamente il destro dal sinistro, li disseccai alla T. di 120° dentro una stufa ad aria finchè nulla perdessero più del loro peso. « Trattate alcune di queste ossa disseccate con etere in apparecchio a spostamento, trovai che la minima quantità di peso che perdevano era eguale tanto nell’arto de- stro che nel sinistro. «La determinazione delle sostanze inorganiche fu da me praticata come segue : « Pesai in un erogiolo di porcellana di già tarato una porzione della polvere di ossa disseccata e la collocai sopra una lampa a doppia corrente in una posizione pressochè orizzontale, adattandovi allo stesso tempo un coperchio in modo da stabilirvi dentro una corrente di aria rinnovantesi ognora. Esaurite tutte queste operazioni preliminari, incomineiai la calcinazione ad una bassa temperatura, per innalzarla poi gradatamente, e ciò nello scopo di evitare gli spruzzi che cagiona sempre una rapida combustione, « Allorchè la massa ossea passò dal nero al bianco leggermente grigiastro, spinsi un poco più la temperatura soffiando con un cannnello, e continuai a soffiare finchè la detta massa acquistò l'aspetto di una polvere perfettamente bianca. s Dopo il coveniente raffreddamento umettai a più riprese il residuo di detta cal- cinazione, con una soluzione satura di carbonato ammonico, onde compensare alla calce 1’ anidride carbonica perduta da essa, per il forte riscaldamento subito; sva- 184 Th ATROFIA DELLE OSSA DA PARALISI porai l’ eccesso del carbonato ammonico a lento calore, calcinai il residuo al rosso nascente, ed esposi poi il detto residuo ad un convenevole e ben condizionato raffred- damento. « La differenza di peso tra il crogiolo vuoto, ed il crogiolo con la sostanza dissec- cata sotto analisi, mi diede il peso dell’osso. « La differenza di peso tra il crogiolo con la sostanza disseccata, ed il crogiolo col residuo della calcinazione, mi diede il peso della materia organica bruciata, La dif- ferenza di peso tra il crogiolo vuoto, ed il crogiolo col residuo della calcinazione, mi diede il peso di quest’ultimo residuo. « Ecco i risultati. OSSA DELL'ARTO SANO | OSSA DELL’ARTO OPERATO —————————__ vr ou—— _ e _ tm Proporzione Proporzione Peko Lego, Grentesimale Peso Peso centesimale q FEAR È del residuo elle sostanze 2 del residuo delle sostanze Numero dei piccioni | dell’omero della inorganiche dell’ omero della inorganiche disseccato | calcinazione in rapporto disseccato calcinazione in rapporto alle organiche alle organiche 1,346 0,856 63,59 1,321 0,322 62,21 0,749 0,417 55,07 0,612 0,305 49,83 0,658 | 0,417 | 63,37 0,463 | 0,280 | 60,47 1,284 | 0,871 | 67,82 0,815.| ‘o51z | (68/83 0,771 | 0,500 | 64,85 0,604-| 0,364 | 60,26 0,976 | 0,638 | 65,37 0,840 | 0,548 | 65,23 1,088 | 0,717 | 66,20 0,848 | 0,550 64,85 0,409 | 65,12 0,428 | 0,263 | 61,37 Coniglio N, 2 | 1,044 98,22 1,548 0,839 54,19 CONCLUSIONI I, Nelle ossa degli arti paralizzati colla recisione dei nervi ha sempre avuto luogo una diminuzione di peso: queste ossa non mostrarono mai in tutti i miei sperimenti ipertrofie, o esostosi, né alcuna alterazione della loro forma esterna , nè infine una diminuzione visibile del loro volume apparente. L'ATROFIA DELLE OSSA DA PATALISI 185 Questi fatti, in tutto concordi colle osservazioni pubblicate nella precitata mia me- moria, mi fanno dubitare che l’atrofia concentrica del Forster da semplice immobilità negli arti, sia una supposizione puramente teoretica, La sola atrofia eccentrica del Forster trovò conferma nei miei sperimenti. II, Questo processo di atrofia espresso colla diminuzione di peso, cessa colla rige- nerazione della sostanza midollare delle fibre nervose, e questa pare sia capace di determinare nelle ossa medesime, un processo attivo per ricostituire nello stato nor- male e primitivo. II, La diminuzione di peso nelle ossa da noi esaminate, è dovuta in piccola parte ad una perdita nelle sostanze organiche, e in massima parte alla perdita delle inor- ganiche, le proporzioni centesimali delle quali erano diminuite in tutte le ossa de- gli arti paralizzati. È falso perciò quanto vuole sostenere Alfonso Milne-Edwords, che le proporzioni centesimali delle sostanze organiche e delle inorganiche sieno invariabili nelle di- verse condizioni di riassorbimento dell’osso. Lo stesso autore confessa però che la sostanza compatta, e le ossa incaricate di maggior lavoro abbondano più di sostanze inorganiche della sostanza spugnosa, e delle ossa destinate a minori resistenze. Le ossa analizzate da Milne-Edwards di arti paralizzati col taglio dei nervi, erano ipertrofiche, e perciò affette da processi speciali patologici, che nulla avevano di co- mune colla semplice atrofia dei nostri animali. Giorn. di Scienze Nat. ca Econom. Vol. IN. 2 NUOVO PARASSITA VEGETALE OSSERVATO SUL FAVO DAI DOTTORI FASCE LUIGI E CARDILLE GIUSEPPE Nel 24 maggio 1867 era ammessa nella sezione delle malattie cutanee n. 108 del- l'ospedale civico di Palermo (detto di S. Francesco) la nominata Scalici Rosa prove- niente da Capaci, di anni 8 Questa fanciulla aveva una gracile costituzione e linfatico il temperamento, e il di lei padre era continuamente affetto da piaghe scrofolose alle gambe. Da informazioni raccolte presso i genitori della fanciulla abbiamo inteso, che un suo fratello chiamato Erasmo, seguendo il padre a lavorare in campagna, trovavasi spesso in compagnia con altro ragazzo, che da qualche anno era travagliato da dense croste bianco-giallognole alla testa, e che lo stesso Erasmo da molto tempo era stato affetto da eguali cro- ste alla cute capelluta, Un’altra sorella dell’Erasmo e della Rosa Scalici era pure da qualche mese affetta dalla medesima malattia, ma di tutti questi, la sola Rosa veniva all'Ospedale, nè ci fu possibile esaminare gli altri. La nostra ammalata aveva tutta la parte capelluta della testa coperta da forti cro- ste faviche, ed eguali croste si mostravano pure alla spalla destra, al ginocchio e alla gamba destra. Sulla superficie esterna delle più sottili croste della testa si vedevano anche ad occhio nudo dei piccoli punti rossastri, che esaminati con una piccola lente si mo- stravano costituiti da tenui lamine di colore vario dal giallo al rosso, e di forme molto varie e irregolari, Nel mattino del 26 maggio staccammo alcune di dette croste, e portate nel Gahi- netto di Fisiologia dell’Università vennero da noi esaminate, Sarebbe inutile accennare al metodo di cura: incominciato, e seguire oltre la storia dell’ammalata, perchè essa nel 3 luglio seguente, volle lasciare l’ospedale per resti» inirsi in famiglia, Le piccole lamine giallo-rossastre, si distribuivano sulle croste faviche nel modo designato nella fi. 1, e aderivano a queste sì fortemente, che per staccarle senza alterarne la forma, spesso abbiamo messe queste croste a macerare in acqua acidu» NUOVO PARASSITA VEGETALE OSSERVATO SUL FAVO 187 lata con acido acetico: fatte molli le croste, le lamine distaccavansi con tutta facilità conservando la forma, e non alterandosi in modo alcuno. Di queste lamine, raggiungono alcune la lunghezza di due millimetri, e la larghezza di un millimetro, e soltanto raramente mostrarono lo spessore di un mezzo millimetro, non egualmente distribuito, ma decrescente da un margine longitudinale, all’altro cor- rispondente della medesima lamina parassitica. Una delle forme, che più spesso si ripete, è quella designata nella fig. 9: questa lamina, esaminata ad un ingrandimento di circa 100 diametri, mostrava un tessuto apparentemente composto di fibre convergenti verso un punto più ristretto della me- desima, Questa apparenza di fibre vedevasi sulla maggior parte delle lamine d’ogni forma, disposte queste fibre sempre in direzione delle maggiori lunghezze delle la- mine, e queste erano tanto più serrate le une alle altre, quanto più si accostavano al margine che aveva uno spessore maggiore Queste lamine quali abbiamo finora descritte non erano composte di un tessuto unico, ma risultavano formate dall’aggregato di molte altre laminette sovrapposte le une alle altre, che senza il concorso di alcun reagente, ma coi semplici aghi di dis- sezione era sempre faeile dividere o esportarne almeno dei lembi, che esaminati ad un ingrandimento vario tra i 300 e i 500 diametri, ci permisero di conoscere la loro varia struttura, quale andiamo ora a descrivere. Per quanto le diverse qualità di tessuto delle singole Iaminette, o strati componenti le lamine parassitiche, avessero tutte un tessuto cellulare, e potessero forse conside- rarsi siccome altrettanti periodi di sviluppo del medesimo tessuto, non avendo noi po- tuto farci una esatta, e sicura idea dell’ordine costante con cui i singoli strati cel- lulari si sovrapponevano gli uni agli altri, ci siamo limitati a descrivere la diversa struttura delle laminette cellulari esaminate. Le principali modificazioni del tessuto cellulare dei singoli strati componenti i corpi parassitarî in esame, furono da noi ridotte a sei, e designate in altrettante figure sulla tavola annessa La Fig. 2 dimostra un lembo di una laminetta composta di cellule che dalla forma arrotondata passano alle forme angolari. Queste cellule hanno un diametro medio di 0®%,02 : sono bianche tanto nelle pareti come nel contenuto disseminato di gra- nulazioni, in mezzo alle quali si vede qualche nucleo ancora distinto, e fornito di nucleolo. Questo strato che sembra il più giovane in rapporto a tutti gli altri, è composto di altrettanti strati di queste cellule, che si sovrappongono per formare una lamina composta. La fig. 3 riporta l’imagine d’uno strato di cellule di forma generalmente quadran- golare o pentagonale, del diametro vario tra 01,24 e (010,36. Queste cellule hanno pareti omogenee, giallognole e sottili, e un contenuto giallognolo che dallo stato gra= nuloso passa allo stato omogeneo, con manifesta tendenza a riunirsi in un solo corpo di forma angolare, quale un cristallo che tutta occupa la interna cavità della cellula. Lo strato cellulare disegnato nella fig. 4 rappresenta evidentemente lo sviluppo com- pleto del tessuto cellulare della fig. 3: le parti cellulari (vedi c) sono giallognole e 188 NUOVO PARASSITA VEGETALE OSSERVATO SUL FAVO siccome formate da tanti punti, per la formazione forse di pori canali, visti a più forte ingrandimento nella fig. 4 bis, Il contenuto a di ogni cellula è tutto un corpo rossastro splendente, e Ie differenti cariche di colore nelle diverse parti di questi corpi dipen- dono dalle forme angolari assunte da questi. La forma di questi corpi fa credere alla loro cristallizzazione: questi corpi non sono affatto alterati dall’ alcool, dall’ etere , dall’acido acetico, dall’acido idroclorico e dalle soluzioni concentrate di soda e di po- tassa. Diventano gialli se lasciati molte ore nell’ acido nitrico: prendono un colore più oscuro se restano qualche tempo nell’acido solforico e nell’ammoniaca: ma an- che con questi reagenti conservano la loro forma normale. Questi corpi abbandonano facilmente la cellula madre nella quale si producono e si sviluppano, molti se ne tro- vano sparsi nel campo delle preparazioni, e nella fic, 4 vediamo come in d il vuoto lasciato da questi corpi medesimi. La fig. 5 rappresenta un tessuto cellulare affatto differente dai precedenti: queste cellule, sono ovoidali, hanno pareti @ giallosnole molto dense, ma striate come risul- tassero composte da diverse membrane concentriche. Il contenuto d è giallo, composto di finissime granulazioni, in mezzo alle quali vediamo dei corpiccioli bianchi c omo- genei in qualche modo rassomiglianti alle granulazioni grassose che tanto spesso tro- viamo nelle cellule degli organismi animali. Le più grosse cellule di questo tessuto avevano il diametro di 022,04, Nella fig. 6 vediamo uno strato semplice di cellule a pareti continue e giallognole e così spesse e striate come nella fig. 3 : queste cellule hanno un contenuto così omo- geneo che paiono vuote. Lo stesso contenuto lo vediamo nella cellula della fig. 7, le cui pareti però sono sem- plici e sottili. La fig. $ dimostra lo strato cellulare disegnato nella fig. 7, e sovrapposto allo strato cellulare della fig. 6. Sono certamente gli strati cellulari giallognoli descritti nelle fim. 5, 6 e 7, che invecchiando si modificano per presentare l’ aspetto fibroso della fig. 2, e di questi tessuti cellulari ne vediamo ancora la struttura in un lembo terminale di questa me- desima figura. Molto interessante è la fig. 10 : essa rappresenta una lamina cellulare composta di diversi strati sovrapposti gli uni agli altri, e la struttura dei quali è descritta nelle SEO IZ Tanto ai margini quanto alla superficie di questa lamina vediamo delle appendici peduncolate e di forma varia: le forme però dominanti sono quelle designate colle lettere a, d. In c vediamo uno di questi corpi sovrapposti alla lamina, ed altri di varia forma ne furono disegnati in questa figura, tali e quali esistevano nella nostra preparazione. Queste capsule peduncolate hanno doppia parete e un contenuto granulare, Queste granulazioni sono esse le spore di questo parassita e le capsule ne sono i ricettacoli? Le nostre cognizioni di istologia vegetale sono troppo ristrette per portare un giu» dizio sulla natura di questi corpi, NUOVO PARASSITA VEGETALE OSSERVATO SUL FAVO 189 Per la medesima ragione ci siamo astenuti dal classificare questo nuovo ectofito, e dall’entrare in altre spiegazioni di dettaglio, che noi stessi avremmo desiderate, e che lasciano tanto incompleto lo studio di questo parassita. Speriamo che questo fito-parassita venga ritrovato da più abili osservatori, i quali potranno soddisfare egualmente a tutti i quesiti che possono presentare la Botanica e l'Anatomia Patologica. Noi saremo soddisfatti se ci sarà conservato l’onore della scoperta. NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE CONOSCIUTE PER LA PRIMA VOLTA ILLUSTRATE IN SICILIA DAL PROFESSORE GIUSEPPE INZENGA (Continuazione vedi vol. III, pag. 9) 68. HYDNUM COMPACTUM, Pers. Tris. IV. APUS, Fries. Hydnum compactum, Pers. Syn. p. 566.—A. S. p. 266.—Swartz p. 245. — Wahlenb. lapp. p. 532.—Weinm. Ross. p. 355. — Kromblh. t. 50, f. 12.—Batsch. f. 221.— Fr. Obs. 1, p. 132.—Syst. Myc. p. 402.—Ep. p. 507.—Vent. Micet. etc. p. 26, t. 28. —Buxb. Cent. II, t. 49, f. 1. Hydnum floriforme, Schaeff. t. 146. fig. 1, 2, 3, 6, 7. Hydnum pulvinatum, Sec. n. 7. FIGURE E SPIEGAZIONI Tav. X. Fig. 1. Fungo giovane di forma dimezzata osservato nella sua faccia superiore. —. Fig. 2. Lo stesso al rovescio. — Fig. 3. Fungo giovane di forma ciatiforme. — Fig. 4. Lo stesso longitudinalmente tagliato. — Fig. 5. Le due forme, dimezzata e ciatiforme, saldate insieme. — Fig. 6. Fungo completo adulto con piante estranee incarcerate nella propria s0- stanza (1). — Fig. 7. Sezione del detto fungo. —. Fig. 8. Sezione trasversale dello stesso per osservare i diversi individui che lo compongono. Osservazioni— Le difficoltà, che la presente specie ha incontrato nella scienza per essere con esattezza descritta ed illustrata, sono derivate senza meno dal non essersi trovata in tutti i tempi, in tutti i luoghi, e chi sa forse in tutti i paesi ove è stata (4) Le piante estranee che trovansi in mezzo al fungo sono l’Arum italicum, ed il Senecio vernus. NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE 191 studiata ed osservata, nelle diverse fasi del suo sviluppo, partendo dal primo suo na- scere sino al suo completo compimento; come pure dal fatto, che venghiamo noi di constatare, di essere per sè stesso uno degli Idni i più variabili per la forma, e che secondo le circostanze più o meno sfaverevoli ove suol nascere, non svilupparsi alle volte completamente in tutte le sue parti, restando quasi abortito nella sua primi- tiva forma, nella quale manifestasi nello stato di fungo nascente, In un solo, fra di- versi anni che siamo andati appresso a questa specie per formarci un’idea netta e precisa della sun individualità, fummo fortunati di trovarla nello stesso punto in tutti i diversi stadii della sua vegetazione, dietro di che fattene con qualche esattezza le corrispondenti figure tratte dal vero, non siamo esitati a determinarla, aggiungendo le seguenti osservazioni, onde colmare, se sia possibile, le lacune che troviamo nelle diagnosi che la riguardano sino a questo giorno. L’Idno compatto risulta ordinariamente dalla nascita simultanea di molti individui uniti, saldati, ed impastati alle volte insieme fra di loro, d’ onde la forma svariata e difficile a definirsi che esso presenta. L'individuo semplice ed isolato presentasi costantemente col cappello dimezzato , cuneiforme, crasso, con stipite corto e quasi sessile, curvo, obeonico, come osservasi nella Tav. V, fig. 1 nella sua faccia superiore, e nella fig. 2 nella sua faccia infe- riore o fruttifera sparsa di aculei propri della specie. Se il fungo deriva da diversi e molti individui fusi insieme allora nella fig. 3 e 4 presentasi ciatiforme, o pure infundibuliforme quando molto incavato nel mezzo, in forma regolare e collo stipite centrale. Alle volte si osservano le sudette due forme distinte, che partono a poca distanza da una medesima callosità o base comune, e per la tendenza speciale che hanno a saldarsi insieme, trovansi riuniti al primo loro accidentale contatto, come la fig. 5 rende manifesto. i Può darsi che il fungo senza procedere oltre nel suo ulteriore sviluppo si arresta alle sole forme sopra indicate, nelle quali compisce la sua riproduzione, e niente di strano che sotto queste forme le più comuni colle quali esso suole manifestarsi il Per- soon e gli autori che lo seguirono ne stabilirono i caratteri più salienti della specie, e tali quali rilevansi nella classica opera dello Schaeffer nella tavola 146, fig. 1, 2, 3, 6, 7, ma che pure non sono quelli del vero fungo completo come noi venghiamo di osservare. Però il fungo, che arrestandosi alle sudette forme non dovrebbe riguardarsi che come aborto, ancorchè compisca all’ufficio importante della sua riproduzione, circon- dato da condizioni favorevoli al suo sviluppo esce da quei suoi primitivi confini or- ganici, si allarga, sì estende, s'innalza, manifestando i diversi individui che lo com- pongono, e traversando colla sua sostanza plastica e spongiosa che gli è propria nello stato nascente, tutti gl’ intoppi estranei che lo circondano, come sterpi, erbe, pie- truzze od altro di somigliante, per come siamo stati fortunati di rinvenire nell’ in- dividuo della fig. 6, il quale sembra doversi ritenere come il fungo normale e per- fetto di questa specie cotanto importante e proteiforme, 192 NUOVE SPECIE DI FUNGII ED ALTRE In questo stato il fungo presentasi col carattere di concrescente somigliante per l'esterna forma al Polyporus versicolor rappresentato nella tav. IV, fig. 1 del Paulet, o alla sua congenere specie dell’Hydnum cyatiforme del Bulliard, o Hydnum con- crescens del Persoon, ma che da quest’ultimo ne differisce per fondamentali caratteri come dalla nostra fig. 6 può rilevarsi a colpo d’occhio. L’Idno compatto nello stato adulto e completamente sviluppato, fig. 6, che ha in gran parte adempiuto alla disseminazione delle proprie spore, presentasi cogli aculei aperti e laceri, di forma lamellare come facciamo rimarcare nella fig 7, che è la sezione longitudinale di un pezzetto del detto fungo, La conoscenza poi come la presente specie prenda origine dalla riunione di molti individui fusi e saldati insieme la facciamo rilevare dalla sezione trasversale del fungo stesso, rappresentata in piccole proporzioni nella firm. 8, ove trovasi una specie di laberinto formato dalla saldatura di molti individui di diversa grandezza, ma che tutti isolatamente considerati riferisconsi alla forma dimezzata del fungo semplice primi- tivo da noi ben rimarcato nelle fig. 1 e 2. La fig. II in ultimo della tav. XI, rappresenta pure copiato dal vero un altro in- dividuo della stessa specie, raccolto in altro tempo, e molto rimarchevole per la sua forma complicata e per la sua cospicua grandezza. Dalle osservazioni analitiche che venghiamo di fare sulla presente specie, e dal carattere originario che le abbiamo osservato del cappello dimezzato, anzichè cen- trale, siamo stati obbligati di toglierla dalla Tribù I Mesopus nella quale venne col- locata dal Fries nel suo Systema Mycologicum, ed invece annoverarla nella Tribù IV Apus, ove giustamente trovasi collocata dallo stesso Fries la seguente specie Hyd- num crispum a questa molto affine, Srazione—Raccolto a terra nei boschetti del R. Sito della Favorita di questo agro palermitano sopra vecchie radici di alberi estinti, nell’autunno. 69. HYDNUM CRISPUM, Schaeff. Tris. IV. APUS, EFries. Hydnum crispum, Schaeff. Fung. IV, pag. 97, tab. 147, f. 1.—Sibth. Ox. p. 832.—EFr. Syst. Myc. vol. 1, p. 443. Irpex crispum, Fr. Ep. p. 521. FIGURA E SPIEGAZIONE Tav. XI. Fig. 1. Fungo adulto nel suo completo sviluppo. Osservazioni—Benchè la presente specie non l’abbiamo potuto sinoggi rinvenire in tutti gli stadi del suo anteriore sviluppo, pur non di manco per il minuto esame fatto NUOVE SPECIE DI FUNGIII ED ALTRE 193 precedentemente dell’ydnum compacium a questo molto affine, possiamo supporre che il suo modo di nascere, crescere e svilupparsi completamente non sia differente dall’altro, anzi crediamo, che le fig. 2, 4, 5, 6 riportate dallo Schaeffer nella citata tav. 147 altro non siano che individui giovani appartenenti alla stessa specie. Stazione —A terra, nell'autunno, nei boschetti del R. Sito della Favorita di questo agro palermitano, in mezzo al terriccio. 70, COPRINUS OVATUS, Schaeff. Tr. I. PELLICULOSI, Er. Ep. Coprinus ovatus, Schaefl., Fr. Ep. p. 242. Agaricus ovatus, Schaefl. tav. 7. Agaricus comatus, var. 0, Fr. Syst. Myc., vol. 1, p. 307. Fungus albus ovum referens, Raj, Syn. p. 5, n. 22. Sraziovne—Dall’autunno per tutto l’inverno trovasi questo fungo ovunque nei campi aprici, e lungo i margini delle vie campestri e delle siepi, ove per lo più nasce gre- gario ed affollato nello stesso punto» Nomi vorsari—Chiamasi in volgare siciliano Calamaricchiu per la sua picciolezza in rapporto all'altra specie affine da noi precedentemente riportata col nome di Agar. Comatus Mill, in volgare detto Calamàru. Uso. —Raccogliesi dai campagnuoli molto giovane, prima che il cappello si fosse aperto e staccato col suo contorno dal gambo, e mangiasi nello stato freschissimo fritto nel- l’olio. Più volte da noi mangiato, l’abbiamo sempre trovato delicato al gusto e facile alla digestione. Essendo fugacissima la sua durata dopo raccolto, spiegasi il perchè non trovisi vendereccio nei mercati della città colle altre comuni specie di funghi mangiativi proprii del paese. Giorn. di Scienze Natur. ed Econ. Vol. III. 194 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE 71. COPRINUS EPHEMERUS, Bull. Tris. II. VELIPORMES, Fr. Ep. Agaricus ephemerus, Bull. tav. 542, f. 1.—Pers. Syn. p. 149.—-Fr. Syst. Myc. vol. 4, pag. 149.—Epic. p. 252.—Weinm. p. 282.—Batt. lav. 27, B. Agaricus stellaris, Gunn. Norv. tav. 7, f. 8. Agaricus crenulatus, Fl. Dan. tav. 832, f. 2. Agaricus momentaneus, Bull. tav. 128. Agaricus stercorarius, Scop.—-Sow. tav. 262.—Swartz V. A. H. 1808, p. 202. Fungus pusillus ecc. Raj Hist. II, p. 98.—Buxb. C. II, tav. 50, f. 2. Fungus minimus, fimetarius, pileolo utrinque, et undique striato, cinereo, aut murino, pediculo lanuginoso, et fistuloso, albo. Mich. Gen. Plant. p. 167, tav. 75, f.9, Stazione — Lungo l'inverno e nella primavera umida e piovosa abbiamo raccolto questo fungo nel R. Sito della Favorita in terreni boscosi e coverti di musco, ove prima erano pascolate le pecore. 72. MARASMIUS SCORODONIUS, Fr. Tris. I. COLLYBIA, Fr. Ep. Marasmius scorodonius Fr, Ep. p. 379. Agaricus scorodonius, Fr. Obs. 1, p. 29.—Syst. Myc. vol. 1, p. 130. Agaricus apici, Retz. Agaricus alliatus, Schaeff. t. 99.—Pers. Syn. p. 733.—Sw. Bot. t. 173. Agaricus Schaefferi, Pers. Obs. 2, p. 55. Hypophyllum alliaceum (minus) Paul. t. 122 bis, f. 2, 3. Fungus non vescus, eocilis, e cinereo albicans, pediculo spadiceo, odore Alli eic. Mich. Gen. Plant. pi 144,.t. 77, £.0202 Osservazioni — Come il Fries avverte che le figure dello Schaeffer tav. 99 meglio corrispondano alla realtà della presente specie, lo stesso constatiamo cogli individui da noi raccolti in Palermo, — Mal troviamo corrispondere le figure del Paulet, non che quella del Micheli tav. 77, fig. 2, che sembraci riferirsi piuttosto a tutt’ altra specie diversa. Stazione. — Trovasi cemune in autunno nelle nostre campagne in terreni incolti e cespugliosi carichi di terriccio. NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE 195 Uso, — Per l'odore speciale di aglio gratissimo sin da tempo antico, al dire degli autori, è stato questo piccolo fungo impiegato per condimento delle vivande, e come succedaneo all’aglio comune. In volgare francese chiamasi petit allier, secondo il Paulet, mentre presso noi, affatto sconosciuto tale uso, passa il fungo inosservato e manca di nome volgare. 73. AGARICUS INFUNDIBULIFORMIS, Schaeff, Ser. I. LEUCOSPORUS.—TrIB. VIII. CLITOCYBE, Fries. Agaricus infundibuliformis, Schaeff. tab. 212.—Fr. El. p. 12.—Epic. p. 68.—Vent. Miceti etc. p. 27, tav. 29, f. 1, 2? Agaricus gibbus, Pers. Syn. p. 449.—Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 82. Agaricus flaccidus, Sow., Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 81. Osservazioni— Gl’individui da noi raccolti in diversi tempi ben corrispondono alla diagnosi dell’Epicrisis di Fries pag. 68, ben corrispondono pure alle 4 figure dello Schaeffer tav. 212, eccetto la superficie del cappello che presentasi molto ispida, forse per inesattezza delle figure stesse, mentre gl’ individui da noi raccolti non manife- ‘ stano all’occhio la menoma peltria e solamente al tatto o all’ingrandimento del mi- croscopio sentesi e discernesi quella superficie leggermente vellutata della quale sono dotati. La fisura riportata dal Venturi per la sua grandezza, per il lembo caratte- risticamente crenulato e pendente del cappello, e per lo stipite attenuato nella base invece d’ingrassato per come il Fries avverte nell’opera citata, ben rilevato nelle ci- tate fisure dello Schaeffer, e dai molti esemplari da noi raccolti, sembra allontanarsi di molto dalla presente specie. Srazione:—Cresce e trovasi in autunno in mezzo al musco dei boschetti del R. Sito della Favorita di questo agro palermitano. 74, AGARICUS PAPILIONACEUS, Bull. Ser. V. PRATELLA.— Tri. XXXVI. COPRINARIUS, Fries. Agaricus papilionaceus , Bull. tab. 561, fig. 2. — DC. Fr. 2, p. 152. — Pers. Syn. p. 410.—Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 301 (excl. sin.).—Ep. p. 237.—Vent. Mic. agro bresciano p. 45, fig. 4, 5! Osservazioni — Ben rimarcato il carattere in questa specie delle lamelle di colore ferrugineo-fuliginoso chiazzate di piccole macchie nerastre, e rappresentanti un a- spetto marmoreo. : 196 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE Srazione.—Nell’autunno inoltrato per tutto l'inverno trovasi questo fungo in terreni pingui pascolati precedentemente da cavallini, ed in mezzo al concime putrefatto degli stessi animali ove noi spesso l’abbiamo rinvenuto. 75. AGARICUS VOLVACEUS, Bull. Ser. V. PRATELLA.—TRIB. XXXI. VOLVARIA, Fries. Agaricus volvaceus, Bull.. Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 278.—Ep. p. 138.—DC. Fr. 2, p. 211. Amanita virgata, Pers. Syn. p. 249. Srazione— L'abbiamo per la prima volta raccolto nel volgere dell’està nel R. Orto Botanico di Palermo sopra un ammasso di fogliame a bella posta riunito a fermentare per farne terriccio. Uso.—Specie certo rara e di nessun uso nel paese, per cui sprovveduta di nome volgare. Il Venturi nella di lui opera Miceti dell’agro Bresciano, nella quale ci offre una esattissima figura di questo fungo nella tav. XXII, nota di potersene fare coltura ar- tificiale come specie mangiativa e senza sospetto di veneficio ; l’ Agarico volvaceo, dice egli, che vidi crescere sopra una fungaja preparata con bacche d’ alloro e terra di castagno ha poca carne, ma questa bianchissima, di gradevole sapore, e serve benissimo agli usi della mensa. Ma niente difficile che il detto fungo possa confondersi con qualche altra specie somigliante veramente venefica, non rara 2 trovarsi nella tribù delle Amanite, o nell’altra delle Volvarie, alla quale appartiene il presente fungo, ove trovasi l’Agaricus rodhomelas, che il Fries nel suo Epicrésis riguarda come varietà del Volvaceus, 0 per la quale si fa osservare dal Léveillé nella cit. op. Ze. des Champignons de Paulet, che on ne doît pas sì fier a cette espéce, quoiquelle n’ait pas incomodé des animaua qui en ont mangé. Per quanto riguarda più da vicino alle specie caratteristiche di funghi pieati, che abbiamo sino a questo giorno studiato in diverse contrade dell’Isola, e specialmente in questo agro palermitano, possiamo aggiungere che la presente specie nello stato nascente 0 di uovolo potrebbe benissimo confondersi colla specie perniciosissima co- mune fra noi Agaricus virosus, Vitt., e della quale abbiamo dato financo la figura nei primordii del presente lavoro. NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE 197 76. AGARICUS AEGIRITA, Fr. Ser. II. DERMINI. — Tris. XVII. PHOLIOTA, X.Fr. Ep. Agaricus Aegirita, Fr. Ep. pag. 164.—Briganti Hist. fung. etc. pag. 65, tav. 32, 33 (bene!).—Paul. Ic. des Champ. p. 79, tav. 145 Hypodendrum populeum, Paul. loc. cit. Populnei fungi, Lat.—Dod. Hist. stirp. p. 482.— Fungi in populo alba, Matth. in Dios, p. 133.—C. Bauh. Pin. p. 370. Osservazioni — È questa specie appunto quella di cui parlano gli autori sin dalla più remota antichità come una delle migliori e più squisite per uso mangiativo, e non già l’altra più comune e pure mangiativa che nasce nei pioppi, e da noi pre- cedentemente riportata nel presente lavoro col nome di Agaricus Piopparello del Viviani, L’Agaricus Aegirita non è tanto comune in questo agro palermitano e forse nel resto dell’[sola per osservarne la vendita nei nostri mercati, mentre al contrario da Napoli in poi sino alle più cospicue città dell’alta Italia l’abbiamo osservato fra le specie più comuni e venderecce : ciò deriva certamente dalle scarse piantagioni di pioppi, nei quali questo fungo sviluppasi, che si possiedono in Sicilia al paragone delle estese e continuate piantagioni di quest’albero prezioso, che si osservano ovunque nelle provincie continentali. Stazione — Trovasi nell’ autunno ovunque in Sicilia nei tronchi fracidi dei pioppi q p Nom voreari—Chiamasi in Sicilia funcia di chiuppu, come un’altra specie più co- mune colla quale confondesi, che pure nasce nei pioppi e distinta dai botanici col nome di Agaricus Piopparello : nel napoletano chiamasi fungio de chiuppo, e gl'in- dividui giovani che non hanno ancora sviluppato il cappello e più apprezzati per uso mangiareccio col nome distinto di Chiuvetielli (1). Uso,—Specie mangiativa molto delicata, e senza il menomo sospetto di veleno. Sem- bra che della stessa se ne possa fare, come dell’ Agaricus campestris, coltivazione artificiale mettendo a macerare ed a putrefare in adattato locale frammenti di legno o di scorza di pioppo, agevolandone la putrefazione con letame di stalla. Così infatti riferisce il Porta nella sua Viuza cap. 70, lib. X, a proposito di questo fungo: Dioscorides tradit esse qui dicant, utriusque populi, albae nigraeque cortices in minutias concisos, et segetibus stercoratis inspersos, fungos utiles innocentisque (1) Meglio a questa specie, anzichè all’ Agar. Piopparello, appartiene il riferito nome volgare na- poletano di Chiuvetielli. 198 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE parere toto anno restibiles (1). E più modernamente secondo il Léveillé : Auguste Saint-Hilaire dit, qu'on peut le cultiver et se le procurer abondamment dans presque toutes les saisons de l'année, en recouvrant d'une couche de terre des tranches de poupliers, que l’on arrose de temps en temps pour activer la vegetation (2). 77, AGARICUS PUNIUEUS, Fr. Ser. I. LEUCOSPORUS.—Tris. VII. CLYTOCIBE, Fries. Agaricus puniceus, Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 104. Agaricus aurantius, Vahl. Agaricus aurantio-crocato, var. major, Schum. Saell. p. 292. Agaricus conicus, Scop. var. Léiv. Ic. des Champ. de Paul. p. 65, fig. 1, 2, 6 (status expallens). Hypophyllum conicum, var. Paul. op. cit. Hygrophorus puniceus, Fr. Ep. p. 331. Osservazioni — Malamente taluni botanici hanno confuso la presente specie coll’A- garicus conicus Scop., da noi precedentemente riportato in questo lavoro, senza dubbio per averla soltanto studiata nelle sole figure delle opere o negli esemplari secchi, anzichè nello stato naturale di sua freschezza : indipendentemente di molti caratteri fondamentali ben rimarcati dal Fries, che la distinguono da quell’altra specie, aggiun- giamo quest'altro rimarchevole che ne indica la struttura diversa di ambidue, quello cioè del Coricus che appena raccolto perde il colore, si annerisce al semplice con- tatto delle dita, e che disseccato diviene tutto nero, mentre il Puniceus, nell’interna sua sostanza ed all’esterno tocco o disseccato non perde mai il suo primitivo colorito. Sraziove:— Trovasi nell'autunno inoltrato per tutto l’inverno ovunque in quest’agro palermitano in mezzo al terriccio di terreni boscosi, e nei giardini di ornamento in mezzo al terriccio di arbusti, coltivati a siepe od a spalliera, come specialmente sotto le macchie della dentaggine, Viburnum Tinus. (4) Ved. BricanTI Hist. Fung. Regni Neapoletani etc. Napoli 1848, p. 67. (2) Vedi: Iconographie des Champignons de Paulet ete. Accompagné d’un texte nouveau ete. par J. H. Léveillé. Paris 1855, pag. 79. NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE 199 78, AGARICUS CORONILLUS, Bull, Ser. V. PRATELLA.—TrRIB. XXXII. PSAZZIOTA, Nrics. Agaricus coronillus, Bull. tav. 597, fig. 1.—DCG. fr. p.. 202.—Syn. p. 41.—Fr, Syst. Myc. vol. 1, p. 282.—Ep. p. 163.—Lév. Icon. des Champ. de Paulet, p. 55. Hypophyllum pseudo-globosum, Paul. tav. 104, fig. 6 bis. Osservazioni— L'anello di questo fungo è molto fugace e di raro ci è occorso rin- venirlo negli individui da noi raccolti nella sua integrità, per come manifestasi nella tav: 104, fis. 6 0is dell’opera citata del Paulet : solamente al posto dell’anello ab- biamo osservato in qualche individuo delle strie o meglio brande!li lineari aderenti nerastri, corrispondenti a quanto con molta accuratezza ci fa avvertire il Léveilè nella stessa opera a pag. 55 colle seguenti parole: pourvu d’ un anneau descendant, qui forme autour du pédicule une petite couronne marquée de stries verticales noire Stazione—Trovasi in autunno in mezzo all’erba in terreni pingui lasciati a pascolo. 79. AGARICUS CERNUUS, Wahl. Ser. V. PRATELLA.—TRIB. XXXV., PSATHYRA, XFrîes. Agaricus cermnuus, Wahl. fl. Dan. t. 1005, f. 1. — Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 298. — Ep. p. 226. Agaricus farinulentus, Schaeff. t. 205. Agaricus alneti, Schum. p. 280. HypophyUum bicolor, Paul. p. 60, tav. 110, f. 3. Srazione—Nel principio d’autunno trovasi nel terriccio di terreni boscosi ovunque in questo agro palermitano. 200 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE 80. AGARICUS VELUTIPES, Curt. Sen. I. LEUCOSPORUS. — Tris. VIII. CLITOCYBE, Fries. Agaricus velutipes, Curt. Lond. 4, tab. 70.—Bolt. tab. 135.—Sow. tab. 384, f. 3.— Krombl, t. 4, fig. 6-9.—Pers. p. 314.—Sw. p. 81.—Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 119. — Ep. p. 86.—Vent. Mic. etc. p. 24, tab. 25. Agaricus austriacus, Tratt. Austr. t. 7.—Botch. f. 112. Agaricus aesculi, Schum. p. 306. Osservazioni — Gl’individui da noi raccolti corrispondono bene alle figure del Ven- turi, eccetto la loro grandezza in proporzione molto più piccola. — Riguardiamo il rinvenimento di questo Agarico come una vera rarità; non solo per non averlo noi rinvenuto in altri tempi, ma per volersi dagli autori di sviluppo molto serotino e proprio dell'inverno inoltrato, mentre da noi in clima così caldo è stato per la prima volta raccolto nel 27 ottobre 1367. Stazione. — Rinvenuto in un pezzo di legno fracido di Awanthus glandulosa, som- macco arboreo, nel R. Orto Botanico di Palermo, nell’autunno. Nom voreari — Secondo il Venturi, op. cit, chiamasi questo fungo chiodello ran- ciato, Agarico dal gambo peloso, o fungo durello : in Sicilia non ha nome volgare. Uso.—Sconosciuto di nome e di uso in Sicilia, vuolsi da taluno, secondo il citato autore lombardo, che questo fungo sia mangiareccio, e infatti egli non ha nulla di venefico, ma è povero di carne, e questa è scipita e di natura coriacea. 81. AGARICUS ULMARIUS, Bull. Ser. I. LEUCOSPORUS. — Tris. XII. PLEUROTUS, Eries. Agaricus ulmarius, Bull. t. 510. — Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 186. — Ep. p. 130. — Sow. t. 67. — DC. fr. 2, p. 138. — Pers. Syn. p. 473. — Sibth. ox. p. 345. — Sw. p. 251.—A. S. p. 226.—Vitt. Fung. Mang. p. 177, tav. 23. Monomyces carnosus crassus, Batt. Arim., p. 44, t. 9, A. Osservazioni — Gl’ individui da noi raccolti di questa specie non molto comune in Sicilia si distinguono dalle figure del Vittadini op. cit. per la minore grandezza, e per non avere i gambi rigonfiati nella loro base o nel mezzo, dandogli l’ aspetto di fusiformi, ma invece pressochè cilindrici ed alquanto assottigliati nella loro base; per tutto il rimanente i caratteri corrispondono fedelmente alla presente specie. NUOVE SPECIE DI PUNGHI ED ALTRE 201 Srazione—Raccolto in autunno nel tronco fracido di un olmo nella contrada Valdesi di questo agro palermitano, Nom voraari—Chiamasi in volgare italiano, secondo il Vittadini, Orgella dell’Olmo, ed in siciliano funcia d’urmu. Uso —Benchè per la sua rarità non sia un fungo di uso comune nel nostro paese, pure è ben conosciuto dai pratici ricoglitori e mangiasi senza il menomo sospetto, come specie deliziosa e sicura, 82. AGARICUS LACCATUS, Scop. Var. Pileo rufo 1. carneo, sicco subocrhaceo, Fr. Ser. I. LEUCOSPORUS. — Tri. VIII CLITOCYBE, Eries. Agaricus Iaccatus, Scop., Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 106.—Epicr. p. 79. Agaricus carneus, Schaeff. t. 303, 304. Agaricus rubellus, Id. loc. cit. Agaricus farinaceus, Huds. Bolt. t. 64.—Sowerb. t. 208.—Pers. Syn. p. 453. Agaricus rosellus, Batsch. Cent. 1, f. 99, 100. Agaricus subcarneus, Id. loc. cit. Srazione:—Trovasi comune nell’agro palermitano nel volgere dell’autunno e durante l’inverno in luoghi boscosi, ed in mezzo al musco. 83. AGARICUS GALERICULATUS, Scop. Ser. I. LEUCOSPORUS. — Tri. X. MYCENA, Fries. Agaricus galericulatus, Scop. Carn. p. 455.—Schaeff. tav. 521—Fr. Syst. Myc. vol. 1, p. 143. — Epic. p. 106. Agaricus fistulosus, Bull. t. 518. Osservazioni — Bisogna escludere per intiero la sinonimia riportata dal Fries nel Syst. Myc. non riferibile alla presente specie, fatta eccezione dell’ Agaricus fistulosus del Bulliard, come lo stesso Fries corregge nella di lui posteriore opera Epicrists, ecc. p. 106. Gli esemplari da noi raccolti per tutti i caratteri coincidono bene colle fi- gure 1, 2, 3, 4, 5, 6, 10, 11, tav. 52 dello Schaeffer, op. cit., meno le figure 7, 8, 9 della stessa tavola. L’Hypophylum cyprynum e Vl Hypophyllum saponarium del Paulet, Giornale di Scienze Natur. cd Econom. Vol. II. 26 202 NUOVE SPECIE DI FUNGHI ED ALTRE riportati dal Leveillé alla presente specie per tutti i caratteri ne stanno molto lon- tani. Srazione:—Nel terriccio di terreni boscosi delle campagne di Palermo trovasi questo fungo lungo il volgere dell’autunno. 84. MELANOGASTER AMBIGUUS, Tul, TRIB. 1. HYMENOGASTREI, Wulasne (1). RMielamogaster ambiguus, Tul., in Ann. Sc. Nat., 2 Ser., tom. XIX, tab. 17, fig. 24. — Ejusd. Fungi Hypogaei p. 94, tab. II, fig. V, tab. XII, fig. V. — Berk. in Ann. and Mag. of Nat. Hist., XIII, 354.— Corda Ic. Fung. t. VI (ined.), t. IX, fig. 88. Melanoguster Klozstchii, Corda, Ic. Fung. V, 23; et Anleit., p. 95. Hyperrhiza liquaminosa, Klotzsch. in Diet. Fl. des Koenigr. Preuss., t. 468. Argilium liquaminosum, Wallr., Fl. crypt. Germ., II, 874, aa. Octaviana ambigua, Vitt., Mon. Tub., p. 18, t. IV, f. VII. Hyperrhiza tuberosa, Fr. Ind. Syst. Myc., p. 102. Lycoperdoides tuberosum, flavescens, multiplex, Mich. Gen. p. 219, t. 98, fig. 3? Stazione. — f'rovasi sotterraneo, in terreni saldi dominati da querce nel territorio di Partinico, in primavera. (4) Fungî Hypogaei.—Histoire et Monographie des Champignons hypogés. Parisiis ABBI. Siamo debitori della determinazione della presente specie alla gentilezza dell’egregio amico Tu- lasne, autore della citata opera, al quale spedimmo l’anno scorso qualche sezione colla corrispon- dente figura del presente fungo sotterraneo. BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 1866 Ottobre N. 10 — Vol. II. Macchie solari I ponti od archi luminosi che nelle macchie dividono il nucleo in parti diverse, provengono da due differenti modi di formazione, cioè dall’allargamento dei fori di un gruppo, sciogliendosi la materia fra essi interposta e oricinandosi così il vero nucleo; altre volte questi archi luminosi derivano dalla riunione di due opposte cor- renti, che dopo essersi spinte entro il nucleo arrivano a congiungersi formando una sola cosa. Il primo modo di formazione dei ponti è il più comune, almeno per le nostre osservazioni; della seconda maniera ne abbiamo avuto un bell'esempio in una spac- catura, la quale al 28 marzo (1866) in tutta la sua lunghezza aveva ai bordi molte foglie, ma la parte centrale ne restava intieramente libera e nera; nel 29 la spaccatura non era più continua, ma divisa da cinque ponti formati dall’ incontro delle foglie vedute nel giorno precedente, e nel 30 1’ affluenza così continuata della materia fotosferica l'aveva quasi completamente chiusa. Nel mattino del 14 luglio (1866) osservammo nel sole una macchia di forma cir- colare, con una penombra regolare, coperta di correnti simmetriche orientate verso il centro del nucleo, il quale si presentava con due differenti tinte, cioè nero verso il lembo occidentale e meno oscuro dall’opposta parte; il nucleo non era simmetrico alla penombra, ma portava una spaccatura dalla parte orientale in direzione tale, che prolungata andava ad incontrare due piccoli fori vicini fra loro, che seguivano la macchia; lateralmente a questi due eravi un terzo foro e due piccolissimi più vi- cini alla macchias l’assieme dei fori fino alla macchia era circondato da facole che apparivano come sollevamenti della superficie ; intorno alla macchia invece non si scorgeva traccia di argine, ma le granulazioni arrivavano fino al contorno esterno della penombra. Vedemmo in quel mattino l’estremità di una corrente che s° inter- nava nel nucleo staccarsi e poi scomparire sciogliendosi, Nel 16 la parte meno nera del nucleo era visibilissima e più larga e il contorno interno concentrico quasi con Giornale di Scienze Nat. cd Econom. Vol. HI. 11 SZ BULLETTINO METEOROLOGICO quello della penombra; i fori che seguivano la macchia erano scomparsi. Nel seguente mattino la parte meno nera del nucleo acquistò una forma più circolare: e quasi si riu- niva colle sue punte dall’ opposta parte del nucleo nero, e si vedevano proprio i suoi cangiamenti in rapporto coll’avanzarsi della macchia, La macchia è di nuovo seguita da un piccolo foro vicino ed altri più distanti; vi ha dunque una specie di ebullizione. Nel 18 la macchia conserva nella penombra la sua forma circolare, colle solite foglie al- cune delle quali si prolungano nel nucleo, ma notammo anche in questa occasione che non oltrepassavano il limite della parte meno nera del nucleo, la quale formava in quel giorno una zona circondante tutto il nucleo nero, che ne restava però molto eccen- trico, essendo un sottil filetto In parte meno nera verso il bordo occidentale; anche per projezione si distinguevano benissimo le suddette particolarità, come pure talune cor- renti a vortice scorrere sulla parte meno nera verso il nucleo centrale. Anche dalla osservazione del 19 sembrava veramente che la parte meno nera del nucleo fosse come uno strato sottoposto alla fotosfera e in continuazione alla penombra, colla dif- ferenza che mentre questa cera molto regolare in larghezza, l’altra era più estesa dalla parte orientale; tre fori distinti ed altri minutissimi seguivano la macchia, Nel 21 si potè soltanto vedere che la macchia avvicinandosi al lembo aveva già preso forma ellittica. Nel 22 la macchia appare circondata da argine luminoso e seguita da de- hole facola e interrotta; l’aria però agitatissima non permise di distinguere le par- ticolarità interne. Nel 23 è la macchia già vicina a tramontare e per la sua forma regolare e costante nella penombra si eseguirono misure onde determinarne la pro- fondità; a 1° la penombra era ancora un poco visibile dalla parte del centro; ma alle 4 era del tutto scomparsa; le misure fatte diedero. Larghezza della penombra. +». è». = 10,71 Distanza del lembo dell’orlo interno . + 12”,88 Profondità dedotta della macchia . . è» Il 0",2114 del raggio terrestre, P, Taccmuxr BULLETTINO METEOROLOGICO RIVISTA METEOROLOGICA Mitissimo è scorso il mese di ottobre al pari di quello dello scorso anno, — Alta quasi costantemente si è mantenuta la pressione, elevata la temperatura, e l’atmo- sfera, sebbene quasi sembra ingombra da nebbie, da nuvole poco dense, e mossa da venti gagliardi, non ha offerto notevoli cambiamenti — La mattina del 3 con venti variabili si echbe una pioggia generale con tuoni lontani; anche al 5, 6 e 7 si ebbero minute pioggie spirando venti del 1° e 4° quadrante, — Agli 11 una leggiera hburrasea piomba in città —Piegano indi i veriti ad Est e poi al Sud, e la notte del 13 soflia impetuoso il SSO con altissima temperatura — Nella notte del 16 si ha poca pioggia la quale ripetesi verso gli ultimi del mese, dominando costantemente venti di 0S0, Pressione— La curva delle medie diurne barometriche fa vedere che l'andamento della pressione è decisamente definito dalle minime dei giorni 1-13-26 dalle massime dei giorni 8-19-31; e che fra questi intervalli di minime e massime variava grada- tamente senza presentare quei salti che osservansi in altri mesi. La più forte escur- sione è quella compresa fra il massimo del 31 e il minimo del 27 che fu di 16,68, Le escursioni diurne si mantennero quasi sempre in limiti ristretti; solo quella del giorno 23 risulta di 7"",37, L'andamento della pressione è l’inverso di quello della tem- peratura; e alle minime corrispondono le più forti velocità dell’aria. Temperatura.— Nel corso del mese la temperatura va sempre calando; però il suo andamento non è regolare, per modo che dopo di essere discesa dall’1 al 9, cresce poi rapidamente fino al giorno 13, dal qual punto abbassa sino alla fine del mese con leggiere irregolarità, così che la escursione termometrica nel mese risulta assai grande, cioè di 24°,7; anche le escursioni termometriche diurne furono sempre molto forti, la massima è di 16 gradi nel giorno 15. Le più alte temperature diurne si ve- rificano al primo del mese coi venti del primo quadrante, al 13 e 25 coi venti del 3° quadrante colle forze massime osservate. Evaporazione— Col diminuire deila temperatura anche l’evaporazione è inferiore a quella del precedente mese; e quella notata all’ atmometro Vivenot è più grande di quella dal Gasparin-di 15,3; tenendo conto però delle giornate di pioggia questa differenza si riduce a 8,7; l'andamento. dell’evaporazione ai due atmometri va di accordo; la massima evaporazione diurna avviene nei due strumenti nello stesso giorno 13 corrispondente alla massima velocità dell’aria e massima temperatura e a un mi- nimo di pressione. Vento, — La forza del vento fu assai mite e pressoché eguale a quella del settem- bres giornate con vento forte non ve ne sono che tre; il 7-13-25 coi venti predomi- sS4 BULLETTINO METEOROLOGICO nanti di NE-SS0-0S0; nelle altre si ebbe sempre una forza moderata quasi calma, di maniera che si trovano nel mese 23 osservazioni in cui l’anemometro non diede alcun segno di movimento» ; Umidità e pioggia— Giornate con pioggia misurata ve ne furono 15; ma la quan- tità di pioggia fu sempre piccola nei diversi giorni, per cui la somma totale del mese è di soli 33 millimetri; così la straordinaria scarsezza di acqua continua ancora. L’u- midità si mantenne elevata; in medio per giorno di 70; in alcune sere si ebbero anche nebbie basse, che involsero l’intiera città, fenomeno raro per questo clima. NOTE 3. Molta umidità — alle 9% m. pioggia — Alle 10% 3% m. pioggia generale, tuoni lon- tani — 12° nebbia sul mare e campagna. Dopo mezzodì rischiara. — Alle 3° s. quasi lucido — Alle 6% s. nuove nebbie. 5. Poche goccie verso le 7% 1/ si — Miuuta pioggia alle 9" 1/,. 7. Sul mattino il mare è alquanto agitato — Più verso le 10° Alle 12% il mare è più agitato — Vento forte di NE e pioggia — Alle 6" continua vento forte NE — A mezzanotte pioggia. 8. Continui lampi a S e SE 1i. Alle 12% , m. Burrasca si avanza dal Nord, che in pochi istanti precipitasi in Città. i 13. Alle 9" m, caligine al mare. 16. Alli» s. pochissima pioggia 18. Mare agitato dopo il meriggio, 24, Alle 6% s, nebbia da N a S0, che involge anche la Città, a mezzanotte alone di luna spezzato a NE. 27. Alle 6° s. nebbie. 28. Alle 64% s. lampi a N. Alle 7 4 pioggia. 29. Alle 12% burrasca che si avanza da SS0, e che girando all’0 e al N precipitasi in Città, nella sera lampi a S. e S0, 30 Nella notte vento forte di 0S0 e NO. 31, Alle 11 54 osservasi burrasca al Nord, che gira ad E. Alle 12 poche goccie, e mare alquanto agitato. ‘DEL Ro OSSERVATORIO DI PALERMO b>J9) Osservazioni Ieteorologiche di Ottobre 1866, ; c Massimi e minimi . Massimi || Barometro ridotto a 0° ) ESITO] Termometro centigrado e minimi || | pei Lermometrici | ghm 1° sn ) i 2 «na 91m 2h ) sh 2l q | 751.45) 750.85] 750.51] 751.20] 752.49] 752.58 33.46] 750.51||24,8 4 |28.4 20 14.5 || Qi 33.78] 94.20] SALTI] S3.55 624 | 2 |24.2 [264 A | 12.5 || 3 .8 Ì .2.|| 12 20,8 || } .2 [2 .0 || 24.6 | 220 | y 22 [23.3 |D .0 || 25.6 | 20.0 6 sf ) |2 .0|| 22.9 | 20.0 || 7 dI | 2253217 .9 || 22.3 | 181 $ .7 |21.7 |20, 3.8 || 21.7 | 14.1 9 .9 [19.2 (19. | 237 |A 10 .0 |23.3 |22. .2 || 24.4 | 18.4 11 30.08]: 5.6 [251 [23 3270 | 17. 1 51.74 2.0 |23.0 |22.0 Vani |R239 CAT 13 3 [32.0 [28.7 4 || 35.0 | 18. 14 $ 125.4 |22.9 |20.S |20.2 || 27.2 | 18.7] 15 .0 |21.8 |20.6 |19.9 118,3 || 25.2 | 15.5 || 16 21 [24.7 |20.2 [190 [16.8 || 224 | 15.7] Ti] 20.5 |20.9 |20.0 |19.7 |18.6 || 21.1 | 14.5 | 18 19.9 [20.0 (18.4 {17.8 |16.5 || 20.1 |-16.3 | 19 20.2 [20.2 |19.6 [17.8 |18.0 || 20.7 | 14.5 20 20 2 [19.5 |18.7 |169 |16.5 || 20.4 | 13.8 9] 1S.4 |18.0 |17.7 |16.6 |13.6 || 20.0 | 12.7 | 9) 18.1 [17.7 |16.8 [16.0 |14.8 || 190 | 10.3 || 93 19.0 [18.1 |16.8 |13.0 |13.3 || 20.2 | 12.4 || mM 3.3 [18.9 [17.7 [13.3 [15.4 || 19.2 | 12.7] 95 || 20.8 [20.8 |18.9 [18.4 |17.7 || 22.0 | 12.4 96 18.4 |20.2 |18.3 |17.4 |18.3 || 20.4 | 14.4 || 57 20.2 [18.7 |18.0 [17.1 |16.5 || 20.7 | 15.5 || 98 20.9 [20.2 |i8.4 |16.8 |16.8 || 20.9 | 14.7 || 99 19.5 |19.0 |17.4 [16.0 |15.6 || 19.8 | 131]! 30 36.35! 57.46 i 32.53//17-1 119.3 [18.3 |17.2 (15.9 (15.7 || 202 | 128 || 54 È 3.85| 61.0%| 61.05 ; 57. 18.4 [18.6 |17.4 |16.5 [14.1 || 18.6 | 11.8 || M. 54.6 34.83] 735.15) 755.35 30.6: 33.43 121.71|21.93(20.44|19.25|18.47| 22.62\15.54 || \l Osservazioni Meieorologiche di Ottobre 1866. Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo il Pr _rT—___sser = | Sim 12h) 5h, 6h, 9 12h (9hm 12h) 3h) 6h, 9h) 12h 9tmj 12h 5h î 2h 6h 16.16/15.73|15.01|17.64|17.08|15.68|| 69 | 55 | 52 | 78| 80 70|Ncbb. |Ncbb. |Nebb. |Nebb. |Bello Bello | 17.67|18.67|19.09|18.37118.57|17.63] 79 | 83 | S£ | S4| 89 | $$ |[Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. | 18.73|15.24|16.07|17.27|17.30|13.66]] 87 | 83 | 72|.S3| 88| S4 [lOsc. Osc. Bello Bello Lucido |Lucido 17.14|(16.74/17.46|16.96|17.54|16.51|| SL| 74| 77] 79 89| S&{nisto [Bello |Bello |Misto |Cop. Lucido || 1|17.08|16.42/16.47|14.50]| $S2 | 78| S0| 80; 87] S2 [Osc. Cop. Cop. Cop. Cop. Lucido | 14.12|15.02|15.39/14.77|| 74 | 75| 68| S2| 87] $3 |[Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. 12.88|i2.61|13.10]13.42] 74] 70| 64| 65] 69 | 73 (Cop. Cop. Cop. Cop. Misto |Lucido || 10.05|10.90|11.26| 9.79] 76) 63! 52] 62| 69| 69 Misto Nuv. Nuv. Nuv. Bello Lueido nà Den y|12.92/12.27|11.38|10.02]] 65 | 58 | 78 73 | 77) 69 (Cop. Cop. Ceo. Cop. Bello Lucido 13.55|13.70|14.05|14.35]| 68 | 67 | 642) 70) 73) 77 (Nuv. Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. 15.47|15.71|13.55|13.95]) 72] 62| 65 | 74 | 69| 79 Cop. Cop. Cop. Ose. ose. ose. 12 17.27|16.15|16.67/15.08]| S0 | SH | $3| S1| 91 82 ||Ose. Ose. 0se. Osc. Osc. Lucido a 2|17.36|11.90]14.21)13.43]; 68 | 33 | $$ | 40 | 55 | 57 [[Ncbb. Nebb. Cop. Cop. Cop. Nuv. IVAN 14 09|14.13|13.87|13.85|| 76| 72] 58 | 68| 76| 79|0sc. Ose. Cop. Nuv. Misto Lucido 15|14. 13.66|12.37|12.80|11.55]| 78 | 63 | 70] 69| 74 | 74|(Cop. Cop. ose. Nuv. Bello Lucido 1611. 12.16|12.47|12.45 8.20) 63 | 56| 63] 71) 76 | 57 |Nuv. Cop. Cop. Nuv. Cop. Nuv. 2) 2|42.04|12.89|10.41| 9.25; SI | 63) 66 | 74! 61| 58 [|osc. Cop. Cop. Cop. Cop. Lucido 18)12.1 9.94|11.20|11.86/10.25!] 73 | 60] 57| 71) 78) 73 (Cop. Nuv. Nuv. Nuv. Cop. Bello 19/15. 11.03|12.38|13.33|12.61|| ST | 66| 63 | 73 | $$ | 82 (Cop. Cop. Cop. Cop. ose. Cop. 2012-32 10.S1| 9.31/10.42| 9.70|| 72) 62] 64 | 58| 73, 69|[Nuv. Bello Cop. Nuv. Cop. Cop. 11-80| 8.54| 8.12) 7.91] 8.31) S.13]| 74| 54 | 53 | 52| 59; 62 (Cop. Cop. Cop. Misto Nuv. Nuv- D2|| 9.95] 8.19) 7.78! 7.54] 8.68] 8.58f 66 | 53 | 52] 53| 64, 67 |\Cop. Nuv. Cop. Cop. Cop. Misto 231 9.0Z| 7.78) 7.41] 8.05! 8.26] 9.03] 65 | 48 | 48 | 58 | 65| 79 |Nuv. Bello Bello Nuv. Cop. Cop. Pa] 9.67|10.83| 8.80] 9.9%| 937] 9.10] 72] 69) 54 | 66| 72 71 ||Osc. Use. Nuv. Bello Bello Nuv. 3] 9.49] S.34/10.91] 9.08! 9.31|12.06|| 58 | 46 | 60] 56| 60| S0|Cop. Cop. Cop. Misto |Nuv. Cop. 26|111.78|12.68/13.09!11.99|10.53| 9.31] 78 | SO| 74| 77) 71] 59|Ose. Osc. Misto Nuv. Bello Cop. 27|/12.92|45.12|14.31|15.95/13.63/12.36|| 78 | 86| S9| SG| 90| $9|Nuv. Nuv. ose. Cop. Cop. Osc. 28||13.09|15.74|14.17|14 37/12.97|10.07]| S7 | 75 | S0| 91 90] 71 |(Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. Nuv. 12.52/10.97|11.71) 9.41| 9.61] 9.06] 75 | 65) 72| 65] 71) 69|Nuv. Cop- Cop. Nuv. Nuv. Nuv. ‘130|110.58/10.24|10.83)10.80|10.34| 9.79 73 | 61| 69| 74| 77| 74 [Cop. Cop. Nuv. Nuv. Bello |Nuv. 10.15|10.06| 9.81|.9.9S| 9.85) 8.67] 71 | 64 | 61| 67| 70) 72|Bello (Cop. Misto |Bello Bello Lucido |M.|/13.44|12.67|12.89]12.72]12.72|11.87;/74.0|65.1|64.2|70.1)75.2|73.7|\Cop. ICop. Cop. Cop. Cop. Misto P_i » ee itiviviNvivio BULLETTINO METEOROLOGIOO Osservazioni Meteorologiche di Ottobre 1866, Evaporazione Atmometro Vivenot Evaporazione Gasparin|| Forza del vento in Chilometri | Oh-9m.} 9-12) 12-3h 3-6 6-9 Or KE DS da 3 Di DONO FRE] 12h | 3h 6h 9h | 12h ll /1.0254| 1.1334| 1.1765| 1.1226| 0.4210| 0.3346| 5.2133]| 0.98 | 2.37 | n.74 | (5. 32 | 32.| 09 | 56 | 78 ; 0:90 O-KGE2| 0-E102| 04102] 0.3575| 0.1619| 2-1970| 1.01 | 1.55 1.33 | 3.89 [10.2 | 1.6 6.6 | $1 | 22) 08 5 OSISI| 0. 0.3829| 0.3721| 0.19431 04619) 2.3531|| 0. .05 | 1.48 | 1.93 || 00 | 2.020|18| 001 NI O.tT40) 0. ì 0.3181| 0.2159] 0.1311| 4439| 0.27 | 1.58 | 1:28 | 3.13 || 1.0 | 6.4 | 0% | 02 | 10 | 39 y|| 0.4857| 0. sa 0.1943 0.2159 2 396) 0.52 0.75 | 1.37 | 2.64 || 0.0 | 1.0|12|12| 10 | 82 6 0.7664| 0. 0.243] 0.2483| 3.2923]| 0.79 | 1.14 | 0.21 | 2.14 || 4.8 |12.t |17.7 | 5.8 | 9.2| 02 31195 0. 0.8312! 0.6692| 5.5253| 0.00 | 1/98 | 2/38 | 4.36 |10.6 ‘137 [162 |140 | 7.7 | 40 sl 07016: 0.72 0.4749) 0.4857| 4.0909]| 0.00 | 2.61 | 2.23 | 4.83 || 1.3 | 3.14 | 5.90 72| 8.9 | 8.2 9| 0/8328) 0 0.777? 0.2375| 0/2591| 2.9594| 0.39 | 1.26 | 1.40 | 3.05 | 009 |310 [131 | 0/0 | 49 | 1.6 Ito] 0.6671) 0 0.6908| 0.5613| 0.4102| 0.3778| 3.0310]| 0.19 | 0.97 | 1.35 | 2.51 || 0.2 [17.4 | 5.8! 5.0 | 0.6 | 1.4 lg] 1.3029| 0. 0.7988| 0.5289| 0.4426| 0.4534| 4.1527|| 1.16 | 1.1% | 1.06 | 3.36 14.9 16.5 | 8.9 | 0.0 | 0.0 | 0.0 12] 0.7826| 0. 0.9607| 0 2591) 0.1511| 0.2807 2.4342| 0.39 | 0.99 0.82 2.20 0.5. | 4.1 182) | 88 | 1.4 | 3,5 13) 1.1658| 1. 2.0509| 1.0686| 1.2089 DEESta 7.5981 Dal SER de ol Di to 18.9 HI DE Do i 2°0 ; 0.8527| 07556) 0.5 (3886 1.7 7 51 | 6.07||16|90|57|98|37| x 15 0100 0.0) 0.100 3778| 0:3886 O41 | 087 | 1.50 | 2-56 1255 [106 |'o1 | go | Pa | S8 | 14 0).0986 k .S .5 21% 2.9 |10. è i To |2° io Gibs ) di sl 0.8204 LEG Dr DO IE Za] da LE TRO DO 50 39 S Si x 0.323 190) JU 1.46 | 3 DI hi. Ha) .2%. d° I 03 0. ‘5597 01943 0.37 | 1.20 | 0:86 | 2.43 || 0.0 | 26 | 29 | 0/3 | 310 | 04 20|| 0.7 0.5 198 93454 0:39) |a NAC330 374900] 58 205508] 06270 802 >| 06045 0.7556| 0.8527 0.5829 0.62 | 0.92 | 1.29 | 2.83.|| 0.6 | 7.2| 7.2 | 6.0.| 3.0 | 9.6 22|| 0.690S| 0.6044| 0.7340 | 03150 0.66 | 1.36 | 1.85 | 3.87 || 0.0 | 3.3 | 7.2 [14.5 | 0.0 | 4.3 55 0.7772) 0.4857' 0.8743 0.2051 0.69 | 0.90 | 1.80 | 3.39 || 1.5 | 1.5 | 5.8 [7.5 | 0.0 | 1.2 (24) 0.1550) 0.1943| 0.5289 | 0.2483 1.12 | 0.32 | 0.90 | 2.34 || 0.4 | 0.0 | 1.2 0.0 0.0 6.6 93 1.0902| 0.6908| 0.7664 0.8635 0.49 | 1.12 | 1.17 | 2.78 |[1.5 [10.4 |188 | 5.4 |19.7 9.5 26) 0.5073| 0.2051| 0.3562) 0.: 9375! 0.4749 0.63 | 1.12 | 1/27 | 3.02 || 13 | 0/0 | 3.0 [107 | (07 | 755 57) 0.9392| 0.3022) 0.4318| 0.0861| 0.064S| 0.1079 0.69 | 1.69 | 0.63 | 3.01 | 0.0 | 0.7 | 1.8 | 0.0 | 0.6 | 0/8 98 03346) 0.2483| 02914] 0.2807| 0.0864| 0.2807 0.00 | 0.21 | 1.07 | 1.28 || 0.0 | 5.0 | 0.0 | 1.2 | 0,0 (10.6 \(29]| 0.7772| 0.3886| 0.4102| 0.4102 0.2807 0.2699 0.00 0.27 1.20 | 1.47 5.0 0.9 | 1.2 [10.5 | 2.2 |12.6 30|) 0.8743| 0.3886| 0.6261| 0.5505| 0.1295| 02267 0.60 | 1.21 | 1.00 2.81 16.0 | 0.0 |17.7 | 0.7 | 1.1 6.0 31)) 0.4426) 0.5937| 0.7772 0.5397 0.27 1.07 LA 2.75 Lo 19.5 11.4 0.0 | 0.0 |121 IM. 07963) 0/56551 0.7374| 0.5975 0.53 1 1.31 | 123 | 2/75 || 3040] 7/19] 811 | 4:86! 4/07|4-91 Osservazioni Meteorologiche di Ottobre 1866. VI Stato | Direzione del vento Direzione delle nubi Elettricità Piog. ul, | gum. 6h 9h 420 || 9h | 12h 3h | Gh | 9h [12h || 9h 12h; 3h | 6h 9h | 12h alle 8 1 ONO DI E | OSO] ao ata ofl+{+|+| +4 | » 2 2 0S0 E E | OSO || »| n | ot afo|o+|+|[+|#+|#.{È » 2 3 Calmo E [Calmo] 0S0 | »| »| »| »| »| » x DE + Ji ia x 0.95 2 4| ENB NE | 0s0 | oso || »| >|» | »| | » ) 3|lcalmo NNE | 0S0 | (OSIO) Ù na E oo st x si si ala 3F DI 2 6 N 0S0 | 0S0 » DI » ) » .02 di NNP in o NEO Nedo 1639/595499 Jr 5.15 2 SÌ NE N OSO | 0S0 ) ) ) ) D) ) Rea ar ae E |A 3 9 0s0 Calmo | 0S0 | 050 | » | »| | »| | o|+|+|+|+|+#|+ [1,05 3 0 ESE SO ENE | NI D) » » ) D) »l+|+ al »D\+|+ D) 2 Il so Calmo | Calmo |Galmo]| » | »| »| »| »| v{+|+ SP. 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OSO | SO | OSO | OSO || » »| o» )) » »l+|]+|J+|+|+|+ 1.9 3 7)\0almo| NNE | ENE [Calmo | 0s0 | 0S0 ) ) » )» » »lT—T|+{+|+ | (0) (0) 7.82 dl Calmo| NE Calmo] E |Calmo, OSO » » |» » ) »t+|+|+|+|+|+#+ 2.04 2 9) SO | 0S0 O | OSO | 0S0 | 0S0] » |a af a EEA |A |A |A |14527 3 0) S00 |Calmo| ONO | NO ON REON 6) mao ao AA 0 | » 3 1 oso) N0 NO |Calmo|Calmo, OSO || » » | » po »IA|+|+t|+|-+]|-+]||0-13 2 1.|Calmo]| NNE | RENE E | 0S0! 0S0 ALtE | i | | i | | Ì | DEL KR, OSSERVATORIO DI PALERMO 57 Osservazioni Neteorologiche di Ottobre 1866, E || Nuvole | 9h 12h gv 6 gh Dica | - n = cer —T = Lar 7 tn — TT = \| Vol. ; Dens. Massa] Vol. | Dens. Massa | Vol. | pens.) Massal| Vol. Dens.,Massa|| Vol. | Dens.| Massa] Vol. pens. Massa alls0 | 03) 260) 20] 02) 40 80) 0.3 | 24.0] 35) 0.3 | 10.5] 12) 1.4| 48]20) 04| 8.0] 2 ss | 07 | 595 co) 06360] 90] 06540] 80) 0.7 560) 60] 05|300]]80) 05) 400! 3) 100 0.6 | 60.0 || 100 0.7 70.0, h} 0.4 1.2 20 0.5 | 10.0 » | ) )) » | D) o) | 4 50| 0.5 | 25.0 4| 0%4| 14.6] 10) 04| 40] 40) 04 | 160 90| 04|360|| » ) ) || S| 100 | 0.5 | 50.0] 95) 06/570) 85, 06/510) 80| 07/560] 60) 0.5 | 30.0) »| » ) || Gi 60 07420] 70) 0.6 | 42.0! 70) 0.6) 42.0) 60] 0.7|%420| 80) 0.7) 56.0)|70) 0.7 490 |} i 75) 07525) 85] 075951! s5| 06.595) 70) 07490] sol 0630090) 0.17 | 630 | sl so! 06) 5300] 20) 05100) 35) 07175] 40] 06240) 10] 03) 50) »| » DÌ ol 95 | 06 57.0] 97) 0.6 | 582] 95] 05570] 9 | 06570] 10] 05) 5.0] »| » » 10) zo | 0.5 | 20.0 || 100) 0.6 | 60.0) 97) 0.6 |67.9] 70] 0.7 | 40.0] 95) 0.657.090) 0.6 | 54.0 || Hill 90] 03 | 450 || 97) 05 | 485) 96) 0.7 57.6] 100] 06 | 600) 100] 0.6 | 600/100) 0.6 | 60.0 || 12] 100 | 0.5 | 50.0 || 100} 0.5 | 50.0} 100 | 0.6 | 50.0 || 100 | 0.5 | 50.0 100 | 0.5 | 50.0] » » » | I3l $0| 0.3 | 240] 90] 03270) 90) 05) 60) 93) 05] 473) 9| 05475] 20) 06 | 12.0] Az 100] 0.7] 700 || 100) 0.7 | 70.0) 95] 04] 47.5] 35) 05175] 50) 05|250]) » » n Il Asl $5| 06510] 95| 0657.0100) 0,6 60.0] 40 | 0.58| 200] 10 05540] »| »| _» HG Z0| 0.6|24.0]| 70) 06420) 75) 0,6]|40]| 40| 0.7|280]| 90] 06|490|23| 05/123] 17100 0.7 | 70.0] 97) 0.6|582] 98| 0.6 | 55.8 | 80 | 0.6 |480]|| 70) 0.7] 58.8] » » »i I 65) 07455 || 25) 05) 12.5] 45) 06270] 60) 0.50 300) 98) 0.6) 60010) 04) 4.0] fol 93 | 0.6.| 57.0] 90) 0.7) 63.0) 9006630) 90 07] 630] 100) 0.6|540||S0| 06 | 480, Sol | 06 24] 12) 05) 600 95) 07) 570] 35] 06210) 90) 06) 200/70) 05350) 2Il so! 06480] 85] 06510] 60] 06360] 50) 06) 300] 40] 0536040) 05200 | 9 70) 07490]. 25) 05123 so) 06) 35.0] 70] 0.6) 42.0] 60] 0.6 | 36.0) 50) 05 | 25.0 23] 25 | 0.4 | 10.0 60 04) 24; | 06) 16] 90) 04 | 36.01 90) 04 | 1.6)|60]) 0.4 | 24.0 27/100 | 0.6 | 60-0 |{ 100 | (0.5 | 50.0] 30) 04 | 120] 10) 04) 40) 4| 0%4|415.0]30|) 04 | 12.0 Ds SO | 0.5] 00) so | 0.5] 400] 70) o04| 420) 50) 06300] 30) 05) 40/90) 0.6 | 54.0 ell 100) 0.7 | 70.0 || 100 | 0.7) 70.00! 0) 06390) 30) 07) 21.0 10) 0.4 | 30.0]|70| 0.5 | 35.0 Dal 35) 06|210]| 35) 05] 175/100 06] 600] 90] 0.6] 540] 60) 05|420(100) 06 | 600] Ds 9S| 0.7| 656] 90) 06|540| 90) 06|340| S0| 07) 560] 70) 06|150]|35| 03|478| Boll 45 | 07345] 90] 0.71 63.0] so) 06|250)) 35) 07] 2450 25) 06 7530) 07240] 30] 60) 0.7 | 42.0) 85| 0.6| 510] 45) 06270] 40) 06) 240) 15) 0.5 n || 353 | 0.6 | 21.0 BI 45| 04| 60) 95] 0.6) 57.0) 50) 0.5 | 25.0] 10] 05) 5.0 » » | 30.3] » » vi M.)|_72 42.5 41.9 || 70) 40.0 || 59 30.0 || 35 45 23.3 Medii barometrici Medie temperature 9h 1 9h 12h 3h 6h 9h 12h |Comp.p.dec 1 p.(754.83|73 3.2 1 p.| 23.80 26.361 24.92) 23.64] 22.38] 21.96) 23517 33.16 2 | .80| 57. 08 2° | 21.08) 21.88) 21.88) 20.84| 19.96) 19.20 20.81) 22 | BRAMEZZE GE 43 3 | 22.64 25,28) 26.46) 23.40/ 22.04] 20.94] 2346) 2] 35 NZANN 057753057: Hi 4 | 19.50) 20.52) 20.46] 19.38] 18.24] 17.28] 19.23( “°° 3 | 56.62) 53. 3.24 3 17.18) 18.92) 18.70) 17.58) 16.26] 13.30) 17.32) 17.56 6 | 51.49] 51. 3.10 6 37.71SÌ 19.32! 19.17! 17.78! 16 62! 16.17! 17.815 0° | | Media umidità relativa Medie tensioni 9h 12h 3h 6h 9n 42h |Comp.p.dec. ONoNcpE si | 6h 9h 12h |Comp.p.dec. | 1 p.} 79.6 | 74.6 | 73.0 | 80.8 | 86.6 | S1.6 | 794 } _, || 1 p.|17.43 [16.75 [16.95 |17.13 [17.39 [15.96 16.94; 14.93 20] 714 | 66.6 | 65.2 | 70.4 | 75/0.) 74.6 | 70.56 ‘°° || 2° |13.32 [15.04 [12.70 12.90 [13.04 [12.47 | 12.91) ©°* 3 | 748 | 62.2 | 72.8 | 664 | 73.0 | 74.2 | 7067 gg || 3° [15.30 (14.35 [13.57 (14.05 |14.22 |13.57 14.31} 12.97 | 4 | 74.0 | 61.4 | 62.6 | 69.4 | 75.2) 67.8 | 68.4 50° || 4 |42.94 |11.02 |11.20 (11.65 (11.69 (10.00 11.42) 35 5 | 670|540| 434 |57.0 | 64.0 | 718 | 59.6 67.4 || 3 9.99 | 8.14 | 8.60 | 8.30 | 8.83 | 9.34 | 9.00} 19.07 CUTOTEITOES GOOSE ** Il 6 ]11.67 112.14 |12.32 112.08 [11.16 | 9.88 | 11.52? ©*5 | | Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin | at TSCRTII Minimi | 3 ME RI i | I or > n Comp. p.dec. | «| 750.84) num go 759.19) muy sm p. 23.88 z| 17.96 n ADE 3 he 44 94) n 2 Pg) ji.) 154.51 2 25.00) 2akbl agg 19455 | 027 | 159 | 150 | 3373 3.30 50.70 nun ISLAS ZI RUITISS sf|| 3 0.79 | 2.03 | 1.62 | 2.44 4 s611) DI 20.94) SaR roi 16:26. £ | 038| 149| 132) 2.89 vol jd 53.95) gol 5 | 20.08! 12.10) 903 |- 0.72 |.092| 140) 304 SR 3010) 232.92] È 50.27) 20-18) 1375) 12.915 0.37 | 0.93 | 1.09] 239 2-1 Vel (0.2) BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Ottobre 1860, | Media evaporazione Vivenot qa Poggi Media forza del vento Ice 0-9 9-12) 12-3 1-3-6 | 6-9 | 9-12 (Comp. p.dec. mi hm, 12h, 3h, 6h | 9h | 12h Com, [ p.d, 4 p. |0.6994|0.5764|0.6520|0.630%|0. 2766, 0.2051|3. ‘0504) 4097 1] 0. mi 13.86 ip. 0.30|2.84|2.68/1.84(1.69|4.46 2.35)» 05 12 |0.8321/0.6369|0,7621|0.6999 DECADE 4080|3 1794} 949242 |12.91 3.56 |15.5|14.7|6.40|6.26/3.08) 7.18)5: 3 1.2116 0.6293|1 0319|0.6908/0 SI) 0.4858|4. ROTA 0303 3|) 2.91 x. 6.42|8.30/10.5|7.50(6.04 4.94 7.2906 27 t |0/7254 0.6698|0.7418|0 6908 |0.3022/0.5843 [3.497 î T.80( 4714 [5:50|2/10|10:912/58|4.84 2.56] 5.24) 5 0.66350.5462|0.7513|0.6973|0.3476/0.4426|3.4485}9 8892 |} » | 1.40 5 |2.8014.48| 8.4|6.68|4.54|6.24! pitti 99 ‘6 |0/645903542/0.282110,3760|0,2051/0.2663|2:32984 ?8892G| 1.403 19916 |4:0214.35] 5:813:8510.77/8.17] 45155 Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE | NE| ENE | E ESE | SE |SSE| S | SSO | SO | 0SC | 0 | ONO | NO NNO |Calm.| Pred. Ap. » 6 1 4 bj » ) » ) » ) 9 ) ) » pi 3 (DISIO) 2 1 4 6 2 ) 1 D) D) D) 2; 1 8 2 1 ) 1 1 \ 0sS0 O » sr? 1 D) 3 D) ) » 1 4 ò 6 2 2 D) ) 4 ) 0s0 4 )) » 3 6 2 1 ) ) D) » 2) 11 1 1 2 » 1 0S0 9 } 2 » 6) 3 2 ) » D) » 4 8 ) » D) )) 6 OSO 6 » 1 I 1 1 D) ) ) ) 1 4 10 | & 1 3 » 9 0sS0 Per decadi fa 1 10 Vi 6 5 [ » ) ) 2 1 IT 2 1 ) 3 4 (URIO) 2a » D 4 6 5 1 » ) 1 “ Yi 17 3 3 2 » 5 0S0 da » 3 1 6 “ 2 » ) ) 1 8 18 4 1 3 D) 15 oso Totale] 1 15 12 18 | 1% 4 » D) 1 7 16 52 9 bi 5 3 24 (OSIO) Serenità media Massa delle nubi yh 12h | 3h 6h | 9h 12h {Comp.) Dec. 9h | 12h | 3h Gh | 9h |] 12h ] Comp.I Dec. 1a 17 4h 49 | 49 | 56 80 56 TL 10 | 43.7] 33.7 26.8) 19.7] 20.2) 9.6 95.6 33.1 2a 32 26 24 So 50 36 5a | 40.3) 45.9! 48.8) 44.2] 30.6, 33.2] 40.5 3 3a 9 3 EOS ZO e (n 97 ||32 | 48.0) 50.5| 50.21 19.0 37.5] 444] 36.6 Î 38,3 ha 39 41 19 | 39 10 63 95 4A | 39.5) 36.3) 502) 38.0| 55.2] 19 9| 39.9 x sin 020)0) VEZION 1055 | 46 |U5S | 46 | 46 f 3 |[5a | 414) 312) 25.5) 28.4) 21.7) 370) 30,9 3917 6a 41 17 SI 52 68 | 55 44 È 6a | 39,9] 53.7] 40.7] 30.8] 16.4] 25.7] 34.5 È Numero dei giorni ù | Sereni Misti Coperti | Con piog. Con neb. | Vento forte Con tuoni Baleni 1 p. 2 1 2 1 1 )) D) » 2 | 1 ) 4 4 » 1 » » 3 » 1 4 2 D) D) » » 4 )) 3 2 3 ) » » » 5 )) 4 1 » D) » D) » | 6 1 2 3 2 )) » )) D) _ Totale | 4 Il 16 io. | 1 (i. | | Medii mensili | Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . . . 754.90 Porza del vento in Chilometri. < e ./. 00 6 3.43 Dai massimi e minimi diurni... 755.09 Vento Predominante . ++ 602 0s0 Differenza 0:19 Termometro Cenligrado . . ..,........- 20,56 Massima temperatura nel giorno 13...» + 35.0 | Dai massimi e minimi diurni . ......... 19.08 Minima nel giorno 22... 10.3 | Escursione Iermometrica. + e 6660 + 0a 24,7 | Differenza 1.28 Massima altezza barometrica nel giorno 31. . 762,51 | Minima ) ) » DI TRTO2 |} MUNSIONCIACINVA PONS 12.73 Escursione barometrica +... +... 15.49 Il Umidità relativa 0... 10.57 Totale Evaporazione- Gasparini... +...» 99.77 Ì Pvaporazione- Almometro - Gasparin. . . .... 3.22 Totale Evaporazione - VIVCNOLET Eee 108,285 | Ryanorazione, Atlmometro-Vivenol. ...... 3.493 Totale della pioggia. +... .. 0000 37.77 | ‘en 5 _———————TTrrrrFT_-=s5::iii+-' Il Direttore del R. Osservatorio G, CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO N. 11 — Vol. II. Novembre 1866 Sull’apparizione delle stelle cadenti del 14 novembre 1866. Il periodico ritorno delle stelle cadenti oramai riconosciuto e costatato dalle espe- rienze dei più illustri astronomi dell’epoca moderna è divenuto un fenomeno di non lieve importanza, sul quale gli scienziati han volto la loro attenzione, procurando di portar nuova luce per la soluzione d’ un problema che certamente incontra geravis- sime difficoltà. Le osservazioni comparative all'uopo eseguite, i risaltamenti ottenuti han risoluta la quistione della loro natura, cioè.che la loro origine debba ritenersi perfettamente cosmi- ca, anzichè nei limiti delle regioni superiori della nostra atmosfera, —La persistenza di anno in anno del medesimo punto di radiazione per rapporto agli astri, la loro re- golare ricorrenza al medesimo giorno dell’anno fan concorrere in questa ipotesi i pen- samenti dei più chiari ingegni, dapoichè siffatte circostanze non sarebbero spiegabili, ove non debba ammettersi un incontro della terra con uno anello di corpuscoli eo- smici, che sottomesso alle leggi generali della gravitazione muovansi regolarmente in» torno al sole, i Sebbene rattristati dalla micidiale presenza della lue asiatica non volessimo tra- scurare le osservazioni occorrendo la notte del 13 al 14 novembre, come quella che offriva una speciale importanza tra le apparizioni periodiche delle stelle cadenti — I risultamenti delle nostre osservazioni, onde appagare la pubblica curiosità eccitata dal singolare fenomeno, furono pubblicati anticipatamente nel Giornale di Sicilia nella seguente lettera: In occasione delle osservazioni di agosto nell'annuario del 1842 io serivea « come fosse ormai opinione generale che intorno al sole oltre ai grandi pianeti si muoves- sero alcune zone o correnti di piccoli corpi, e che la terra nel suo cammino perio- dicamente or nell’ una or nell’ alira si trovasse immersa. Una gran quantità di tali corpuscoli trovandosi nella sfera di attrazione della terra, si precipita, d’onde trag- Giornale di Scienze Nat. cd Econom. Vol. HI, 12 90 BULLETTINO METEOROLOGICO gono origine le cadute delle stelle filanti, delle pietre meteoriche, degli aeroliti, corpi tutti che, di diversa grandezza, secondo le circostanze che nelle loro zone li hanno prodotti, appartengono al medesimo sistema di formazione, e Cioè che per cause a noi ignote , attirate intorno a un primitivo centro di at- trazione molte vicine particelle, e formato così un primo nocciolo, questo coll’aumento del suo corpo aumenta di forza attraente, epperò ha la forza di chiamare a sé le più distanti, e così via via va crescendo di volume. Onde da un primitivo centro di attrazione dalle particelle primigenie formato, ossia dagli atomi che nuotano e riem- piono lo spazio, molti sen possono meccanicamente riunire, e formare un nocciolo, il quale avendo maggior massa, acquista maggior forza attraente, e può a sè richia- mare da maggiori distanze, e così come gli altri corpi soggettarsi alle leggi generali del movimento. Ne nascono quindi corpi di varia grandezza che quali correnti girano intorno al sole, nè sono turbati nella loro corsa che imbattendosi in un corpo come la terra, la quale colla maggiore sua attrazione li chiami sopra di sè. e Così ragionando ne viene che moltissimi fenomeni pria creduti atmosferici, ora a tali correnti debbano piuttosto attribuirsi, e molti periodi meteorologici finora non ispie- gabili, forse ne seguono in conseguenza. « Ecco dunque un nuovo ramo di osservazioni e di scoperte, che intime relazioni dee mettere tra i fenomeni atmosferici e le forze cosmiche, e che nelle spiegazioni delle cause generali dovrà coll’andar del tempo estendersi di gran lunga. » Varie osservazioni comparative eseguite in epoche distinte han dimostrato che la terra incontrerebbe ana di siffatte zone in tutti gli anni fra il 13 e il 14 novembre, e verso il 10 di agosto, La tradizione popolare dava il nome di pioggie di S. Lorenzo a questo fenomeno; e le popolazioni dell’ Irlanda cattolica ravvisavano in quella apparizione le lagrime brucianti del martire, la cui festa ricadea al 10 agosto. Dalle osservazioni di 0lmested in America nel 1833, di Humboldt nel 1799, e dalle più recenti dell’americano Newton risulta infine che esiste un periodo di un terzo di secolo nell’apparizione delle stelle cadenti del 14 novembre. Il chiarissimo cav. Schiapparelli, Direttore dell’Osservatorio di Milano sopra questo importante fenomeno non ha guari esponeva nel bullettino del Collegio Romano e in forma di lettera al rev. P. A. Secchi una brillante e dotta teoria, che l'illustre astronomo di Roma riassume così: Una nube di materia cosmica entrata nella sfera di attra- zione solare, deve perdere la sua forma primitiva che avea, e trasformarsi in una specie di corrente continua formata di corpuscoli staccati, la quale può durare a pas- sare per più anni di seguito, e che venendo tagliata dalla terra nella sua orbita an- nuale, ci mostrerà il fenomeno delle apparizioni suddette. 3 Una corrente continua come quella di agosto apparirà in ogni anno. Una discon- tinua avrà un periodo che dipenderà dalla sua lunghezza, dalla durata del suo giro. e da quella della terra, (continua) BULLETTINO METEOROLOGICO 91 RIVISTA METEOROLOGICA Calmo e tranquillo iniziasi il mese di novembre. —Il barometro è molto alto, mi- tissima la temperatura, si che lo diresti un tempo di primavera. Al 2 le condizioni dell’aria sembrano mutate, cala il barometro, e con venti del 2° quadrante sul far della sera precipitasi la pioggia con colpi di vento —Rimonta il barometro, e al 4 i venti volgonsi al 4° quadrante — Dal 4 al 14 l’aria mantiensi tranquilla, dominando come nella calda stagione venti del 1° e 2° quadrante. —Di nuovo al 15 piegano i venti al 4° quadrante e con molta gagliardia, delle burrasche osservansi verso il mare —Al 18 la pressione è discesa, i venti restando fermi e forti al 4° quadrante succedono indi delle. burrasche, la temperatura si abbassa, e cade poca neve, — Al 25, 26, 27, 28 ad intervalli cade lieve pioggia. —Si fa continua Ja notte del 29 accompagnata da fortissimi venti di NE. — Al mare osservasi tempesta, che perdura per tutto il giorno, —La pioggia continua al 30 frammista a neve, sì che la mattina le montagne ad 0 ne sono ricoperte. Pressione:— La pressione atmosferica alta sul principio va poi diminuendo sino alla fine del mese, con irregolarità nel mezzo abbastanza forti, così che anche le diurne escursioni presentano grandi differenze, e dalle più piccoli di 0%",61 del giorno 6 si va per salti alle massime escursioni di 10"",94 e 9,69 dei giorni 17 e 20. Temperatura, — Come la pressione, così la temperatura andò sempre diminuendo durante il mese, ma con irregolarità intermedia, e inversa a quella del barometro; cioè alle alzate del barometro stanno di fronte i particolari abbassamenti di temperatura e viceversa; l’escursione termometrica del mese è di 17°,1; minore di quella dall’otto- bre che fu di 24°7, Le diurne escursioni maggiori sono quelle dei giorni 2-13-18 di 10°,0-89,3-89, 9; dal 13 ottobre al 30 novembre si ha una calata del termometro di 28 gradi, Evaporazione— La evaporazione , specialmente per la diminuita temperatura , è in questo mese più piccola di quella osservata nell’ottobre. Quella notata al Vivenot risulta maggiore dell’altra ottenuta al Gasparin di 10"®" circa, tenendo in conside- razione le giornate di pioggia che alterano sempre le indicazioni del Gasparins per modo che in questo mese le curve di evaporazione ai due atmometri non vanno tanto d’accordo come in altri mesi. La massima evaporazione al Gasparin avviene al mas- simo della velocità del vento nel giorno 20; la più grande evaporazione al Vivenot si notò invece nel glorno 15 con aumento di forza nel vento, e con temperatura su- periore a quella del giorno 20; la curva di evaporazione dell’atmometro Vivenot è in relazione con quella della forza dei venti, Vento. — La forza del vento fu un poco maggiore di quella del precedente ottobre; giornate con vento sono il 2-10-15-17-18-20-21-29 coi venti di SS0-S0-N0-0S0-N0-0N0- NNF-N; le massime velocità orarie osservate furono di K 35,6 34,6 30,1 nei giorni 2-20-29 coi venti di SS0-ONO e N. Pioggia e umidità— Giorni con pioggia ve ne sono 13; e considerevole è solo la 92 BULLETTINO METEOROLOGICO pioggia del giorno 29, così che il totale della pioggia di 47,86 in questo mese su- pera di soli 10 millimetri quella caduta in ottobre; e la maggior parte si trova nel- l ultima pentade, restando soli 8 millimetri distribuiti nelle altre in otto differenti giornate. L'umidità è appena inferiore a quella dell’ottobre; e sul principio del mese si osservarono pure nei giorni 5-8 e 9 nebbie basse in città e vicine campagne. NOTE 1, Magnifico giorno quasi di primavera — Annuvolasi dopo mezzodi, 2. Alle 12h vento forte e goccie.— Alle 9% s, incomincia la pioggia, lampi al N. e al $. 3. Alle 3° s., minuta pioggia per pochi minuti. 9. Alle 6" s. nebbia bassa nella città e campagne, i ° 8. Eccessiva umidità nella notte. — Alle 6 s. nebbia. 9. Nebbie basse a sera 10. Durante la notte e il mattino vento gagliardo di S0. 14, Alle 4 4 s. pioggia leggiera, 15. Poche goccie verso le 7" m.— Alle 10" vento forte, e burrasche a mare,.— Alle 12 vento gagliardo di NO, e mare agitato — Alla mezzanotte vento NE. 16, Alle 6h s. leggierissima brezza di S0, . 18. Durante la notte fortissimo vento di 080 e NO,— Sul mattino forte burrasca, mare agitato, con poca neve. 19. Alle 11" s. poche goccie. 20. Alle 12% il mare si agita. 21. Giorno variabile e freddo. 24. A mezzanotte leggiera pioggia. 27. Alle 4 e 30 s. nembo rossastro ad 0 e ONO. 28. Nella notte pioggia e vento forte.-— Dopo le 12" incomincia la pioggia, che ad intervalli dura sino alla mezzanotte. 30. alle 12" lieve burrasca si avanza da 080. DEL Re OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche di Movembre 1866. 95 : ERESTAR CUORE Massini | Barometro ridotto a 0° e io || Termometro centigrado e minimi | i I i i __ || termometrici_ | 9hm 12h 6h 9h 9bm ) 12h) 3h ) 6h | 9 | 12h | 1 761.07] 760.37 758.92] 758.15 761.99] 757.10]|16.3 |18.6 |18.3 [17.1 |15.9 [15.3 || 18.8 | 15,3 || 9 || 54.58] 52.39 5 53.20] 57.54 57.75 50.22117,4 |21.4 [23.6 [21.2 [19.9 [16.9 || 23.9 | 13.9 | 3 || 54.73] 3441 55.48] 55.70 55.99) 53.03/18/1 [20.8 [20.0 (18.9 [18/4 (18.3 || 21.7 | 16.6 || ri 56.70] 56.80 58.14] 58.68 98.68 54.86)19.9 [19.6 |19.9 [18.3 |17.1 |16.2 19.9 | 16.0 | i 5 60.26] 59.95 61.00] 61.00 61.00 38.15](18.0 [19.3 |19.0 |18.0 |16.0 |15.4 || 19.5 | 14.2 6 61.04] 60.43 60.46 32 61.04 60.43](17.2 [19.3 |19.0 [18.3 |18.1 [15.7 || 19.6 | 13.3 7 60.65] 60.79 60,85 61.27 59.17]/17.6 |19.2 |18.7 (18.4 [17.5 [16.8 || 19.5 | 14.5 g|| 61.72( 61.26 61.26 61.72] = 60.59|17.4 |19.0 |19.0 |18.3 |16.3 /15.0 || 19,09 | 13.7 9 || 61.06] 60.02 58.09 61.56] = 56.09/116.9 [20.0 [19.6 |18.4 [17.5 [18.4 || 20.0 | 14.2 10 90.45] 54.87 53.40 57.78 53.73/120.5 [22.0 [23.2 [20.3 |18.9 [18.0 || 23.2 | 17.7 11 50.41] 57.75 58.56 5|/18.9 [20.8 [19.9 [18.0 {16.8 |17.1 21.0 | 16.0 12 || ST.41| 56-95 37.97 18.4 [18.4 [17.4 [15.3 [15.0 || 18.7 | 14%, 13 || 57.77) 57.69 5.6 [18.1 [18.1 |16.6 [14,8 |14,8 || 20.4 | 12.1 AK || 95.74) 3434 7.8 [20.6 [2020 |18.6 |17.8 [17.4 || 20.5 | 14.8 (8 (| ESE, 2.5 |1807 [18.3 [15.9 [15/9 [166 | 18.7 | 15.9 | 16] 61.93 6105 3.5 [16.5 |16.8 [15.1 [13.3 [14.5 || 16.9 | 11.2 17 || 53.99) 52.40 7.5 |20.0 [19.2 [18.0 [17.5 [18,3 || 20.1 | 13.4 || 18 || 49.38) 51.26 4.2 [13.9 [11.8 [12.1 [12.0 [11.5 || 19.4 | 10.3 19 36.01 .02 2.1 |14.3 [15.6 [13.6 [15.4 [159 || 16.0 | 10.4.| 20 49.13 16.6 (15 6 [17.2 (17.1 |16.0 (14.2 {| 17.5 | 13.1 || 21 94.06 2.0 |12.6 [12.6 [12.1| 85 | 91 15.4 8.3 | 29 35.95 3.6 [15.6 [14.8 |14.2 [12.1 |10.8 || 158 9.1 | 23 59.80 2.6 |15.6 [15.6 |13.6 [12.9 {126 || 15.7 | 10.8 | 2 96.24 4.8 [18.1 |17.7 [16.5 |16.3 |16.2 || 18.4 | 12.4 || 25 52.87 - 6.8 [15.6 [17.4 |16.2 [14.7 [14.1 17.5 | 11.0 || 26 92.17 .80 6.0 {16.8 [17.4 [16.5 |15.7 [14.2 || 17.6 | 13.5 || 27 48.79 48.30 1.4 |13.2 [14.4 (12.7 [10.8 [11.1 15.8 9.6 | 28 UA d.d: 1.8 |13.6 {13.2 |1i.2 [10.8 [10.9 || 13.7 9.5 || 29 46.26 0.3 [11.5 |12.1 | 9.7) 9.9 | 8.8 || 13.2 8.3 | 30 || 49.26 7.9 114.2 [114 | 9.7] 84 |100|| 124| 681 M. || 753.25 15.56/17.37/17.40/16.07|15.01|14.64]] 18,34|12.68 | Ù li | Osservazioni Meteorologiche di INovembre 1866. | . . . . das . Î Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo I == —-_ fSoil=--="cs 9hm j 12h) 5h, 6h, 9h 12h 9hm 12h) sh) 6h) 9h) 12h 9hm 12h 3ì Gi 9h 126 | 1||10.37| 8.96] 9.84[10.16|10 21] 9.37] 75 | 56 | 65 | 70| 76 | 72 [Lucido |Bello Nuy. Cop. Cop. Cop. I 2||10.54|13.59/11.00|11.72!/12.95|10.29]] 71 | 72| 51| 67] 75 | 72 [{Osc. Ose. Cop. Cop. Osc.c. p.|Bello | 3|111.67|10.16|12.44|10.89|10.11|11.26]| 76 | 56 | 71 | 67| 65) 72 |Nuv. v. |Cop. Cop. Nuv Cop. v. |Cop. | | 4|12.50|12.09/13.26|11.40|11.56/10.57 72| 71] 77] 73) 80 | 77 Cop. Misto Bello Nuv. Ose. Bello | S||11.88|12 41|11.71|11/73/11.39| 9.98] 77 | 75] 7276, S&| 77 (Cop. v. |Nuv, Cop. Nuv. Cop. Nebb. | 6|\11.65|11.37/12.59|12.28|11.81|10.06] SO | 68 | 77] 78| 76 | 76 ||\uv. Cop. v. [Nuv. |Cop.. |Bello. |Cop. | 7|12.56|12.33|12.48|i2.07|12.62|12.18]| 84 | 74 | 78 | 77) $5| 86|Nuv. v. [Cop.v. |Nuv. Cop. Nuv. Bello. | 8||12.10]13.03;12.45|12.73|12.05/10 21] 82; 80° 76 | 81 | S7| S0[|Nuv. Bello Bello Cop. Lucido <|Lucid0 | 9|[10.84!10.30|12-6%|12 36/11.75|11.20]| 76 | 61 | 75 | 79| 79) 71 Lucido |Bello Cop. Cop. Nuv. Lucido | 10||12.43/12.2x/13.12|12.25|12.65|11.75!] 69 | 63 | 62 | 69| 78 | 76|Cop.v. |Cop. Cop. Cop. Bello \Cop. | 11|(12.36/11.49|12.0%|12.17|12.61|10.30] 76 | 63 | 70] 79 | S9 | 71 [[Nuv.v. |Nuv.v. |Cop.v. |Bello Bello Cop. 12|\11.02|10.06|10.77|11.53! 9.77! 9.29] 78| 64.) 68) 78] 75 | 73|[Cop.v. |Cop. Cop. Cop. Nuv. Nuv. | 13]| 9.861 9.00|10.25|10.353] 9.55) 9.68) 75 | 58 | 66 | 73 | 76| 77 [Lucido |Bello Bello Bello Lucido |Lucido | 14||11.86|11.32|11 69|11.22; 9.87] 9.98] 78| 63 | 67 | 70) 65 | 67|(Cop. Cop. v. |Cop. Misto Bello Nuv. | I5|| 9.37|10.59) 5.51] 5.59] 6.33] 6.52]| 63 | 66) 35 | 42|47| 46[Cop.v. |Cop.v. |Nuv. Nuv. Bello Bello | A6]| 7.661 6.08) 7.03] 7.55] 7.16) 7.04]) 66 | 43 | 50 | 59 | 63 | 57 [Lucido |Nebb. {|Nebb. |Nuy. Nuv. Cop. 17] 9.78] 9.94|10.28| 9/48) 9.37) 8.61 66 | 57) 62 | 62] 63 | 55 {Nuv. Nuv. Cop. Cop. Cop. {Cop. | Il8|] 7.99] 8.17| 8.0S| 6.83| 8.23) 8.04]| 66 | 69 | 78 | 64 | 67 | 42 [[Cop.v. |Cop. Osc.c.p.|Cop. Cop. Cop. | 19 8.02) 656] S.14| 8.35| 8.66) 8.62] 76 | 53 | 62| 70] 66 | 64|Osc. osc. Cop. Cop. Cop. Cop. 20|| 9.24] 9.24) 7.55) 6.86! 7.28| 6.87]| 66 | 66 | 52 | 47] 54 | 57 |[Cop. Misto Misto Cop. Cop.v |Cop 91) 6.75) 4.61) 4.59) 6.38] 4.07] 5.00] 65 | 47] 45 | 62| 60) 59 [Cop.v. |Cop. Nuv. Misto Lucido |Bello | 2211 6.99) 7.14] 7.12! 7,23] 8.02] 6.89] 60 | 74) 57|60| 76, 73 |Nuv.v. |Cop. Cop. v. |Cop. Bello Bello 93) 8.20] 8.13] 8.401 8.72! 6.61] 6.00] 75 | 62| 64 75 | 70 | 55 [[Cop. v. |Nuv. Bello Nuv. Cop. Nuv. | 22|| 8.76] 9.00) 8.84| 8.6%| 863] 8.83]| 70 | 58 | 59 | 62| 62] 64 ||Nuv. v. |Cop. v. |Cop. Misto Cop. Osc. c.p.|| |25|| 9.12) 9.S6| 9.43| 9.89/10.13| 8.67] 64 | 15) 64| 72] S1| 72 Cop. Cop. Nuv Cop.c.p.|Osc. op. | 26|| 9.47/11.04!10.11! 9.85/10.19) 8.11] 70) 77| 68| 70| 77] 67 |Osc. Osc.c.p.|Osc. Cop.c.p.{Osc.c.p. |Osc.c.p.|| 27|| 7.59] 6.81| 5.02 $.S4| 6.98| 6.80] 83 | 61| 43 | 54 | 73) 69|[Osc.c.p.|Nuv. Cop. op. Cop. Cop. il 28|| 8.08] 8.23| 8.96] 718) 7.89) 8.09]] 78) 71| 79| 72! 79] s6{Osc.v. |Osc. Osc.c.p.|Osc.c.p.|Osc.c.p Osc.c.p.i 29|| 6.33/ 6.74| 6.20] 7.39| 6.40] 7.06] 69 | 68| 68| 81| 72| 86 ||Osc.v. |Cop. Cop. Cop. Osc.c.p.|Cop. y. || 30)) 6.93] 7.65| 7.11] 6.52! 6.63] 7.06) 87 | 75 | 71 | 74 81 | 76 ||Osc, Cop. Cop. Nuv. Lucido |Misto | AM. 9.73] 9.61] 9.62 Lol “è 8.48 pù 64.9/64.3/68.8/72.7/69.5|(Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. } [ dI 94 BULLETTINO METEOROLOGICO # Osservazioni Meteorologiche di Movembre 1866. il | Evaporazione Atmometro Vivenot Evaporazione Gasparin|| Forza del vento in Chilometri | 0h-9m.| 9-12h | 12-3h 9-12; Totale || 06-84 8-34 3-12 {T'otale||9hm.j 12h | 3h 6h 9% | 12h 0.4857| 0.4426] 0.6692 0.2375| 2.3207|| 0.29 | 1.38 | #.04 | 2.71 100) 3.0 | 1.9 | 0.0 | 0.0 | 5.0 2 0.5721! 0.3778| 0.8527 0).4857 2982 5 | 0.50 | 0.32 | 1.28 [122.1 |27.9 (35.6 |I0.9 | 3.6 | 1.6 3) 0.5397]| 0.399%) 0.4965 0.3886 0.84 | 1.29 | 2.80 JI 1.5 | 0.6 | 6.2 | 5.3 [10.9 | 00 n 0.7772) 0.5505 0.5022 0.88 | 0.92 | 2.39 || 0.3 | 6.2 |151 | 8.5 | 2.7 | 1.6 5) 04480] 0.3022 0.2699 0.1511 1.25 | 0.77 | 2.50 | 0.0 | 1.6 | 5.8 | 1.6| 4% | 42 GI 0.4757) 02591 0.3346 0.3775 0.67 | 0.65 | 1.81 || 0.0 | 0.0 | 7.9 | 0.0 | 2.9 | 1.4 | | 71 1.3 3778 0.1835 0.97 | 0.64 | 1.93 | 0.0! 2.3 | 5.2, 2.31] 0.0| 09 si 0.2851 0.70 | 1.04 | 2.27 || 0.0 | 0.4 | 0.6 | 0.0 | 4.8 | 4.4 { \9 03130 1.26 | 0.74 | 2.39 | 00 | 0.9 | 3.4 | 1.0 | 4.3 {13.0 (10 0.1945 1.03 | 0.62 | 2.48 |27.6 (20.2 (17.9! 4.2 | 0.0 | 0.8 1)| (0).2575 1.00 | 0.40 | 2.00 |) 0.6 | 6.2 | 7.3 | 4.230 | 00 12, 0.3346 0.75 | 215 | 5.52 [| 0.1| 004! 2.9 | 2.2 | 1.4 | 1.2 13 0.4210 1.26 | 2.03 | 3.29 || 0.0 | 1.0 { 5.1|1.3 | 3.7 | 0.0 i ; 0.3297 1.17 | 111 | 2.28 || 5.0 | 7.6 |14.4 | 8.8 [10.1 | 0.0 131 | 0.7664 2.25 | 1.58 | 4.06 [[19.6 [27.3 |12.6 | 4.5 | 6.8 | 4.7 16 0. 0.31530 2.15 | 0.27 | 3.44 |! 0.6 | 2.0 | 4.3 | 0.0 | 1.7 |-0.0 | 17] 0.5 0.6800| 4.0055|| 0.15 | 2.04 | 1.38 | 3.57 || 4.5 | 83| 5.0] 36 (19.3 [22.3 Ig 0.5 0.3238| 4.8465)| 3.47 | 0.13 | 0.00 24.8 (29.0 | 9.4 [12.5 | 1.7 | 0.7 \19 0. 0.4749| 0.3244]| 0.06 | 0.49 | 0.35 3.4 | 8.0 | 8.0 | 8.0 {16.1 |16.1 20) 0. 1.0578| 5.4620) 0.98 | 2.59 | 0.94 8.8 [13.5 [27.1 |31.3 |34.6 |19.7 21 0.6585 0. 0.3670| 0.93530]| 0.19 | 1.43 | 1.74 28) (1500 MOT SIE AO 99 0.6800 0. 03130) 3.3029)| 0.00 | 1.35 | 1.20 17.1 |19.8 (13.7 | 3.5 | 3.5 | 5.5 23) ().3991 16 0.3962| 2.5152| 0.18 | 0.52 | 2.12 251 360] 059 210902 IEZAI 06585 05829) 0.3994| 3.9561]) 1.00 | 1.08 | 1.45 6.2 [16.1 |13.7 [14.5 [11.2 | 6.0 25 35) 0.3073 0.2 | 02375] 3.3403 0.92 | 0.90 | 0.66 (22M (117697 21080220] MEZA ZIO, IST 0.3670| 0.3886 Lì 0.5879| 3.0441|| 0.49 | 0.00 | 0.00 10.2 | 8.7.| 8.2 | 4.0 (12.9 [11.0 | |27] | 0.4102| 1.0470| 0.6261| 0.4318| 0.2485| 3.7976)| 0.00 | 1.03 | 0.83 6.2. | 8-1 ‘21.6 | 4.2 | 8-6 | 7/9. [128 0.2485 346) 0.2591| 0.0864| 0.1619) 1.7053 0.00 | 0.25 | 0.00 16.6 111.4 (10.0 | 0.0 | 1.6 | 7.2. || [129] 02485 0.1943| 0 6261) 0.1295] 29793 0.00 | 0.00 | 0.00 8.5 [30.1 [21.1 | 4.9 | 9.0 | 6.3 | 30) 0.2159 0.2375) 0.1187) 02374| 1.8189) 0.00 | 0.00 | 0.64 94 291 | 210 |4.80]\5:0) (5553 I ().4563 0.1800) 0.3512) 0.36759| 3.2588) 0.48 | 0.99 | 0.90 8.2 [10.0 110.0. | 5.2 | 6.5.| 53 | Osservazioni Meteorologiche di Novembre 1866 Î | | | Ia y ua Stato | | Direzione del vento Direzione delle nubi Elettricità Piog. || del il mare |} | | un. IZ, 3h | 6h 9h 12h || 9h j 42h, 3h, 6h) 9h (12h 9h 12h) 3h | 60 | 9h | 12h alle 8 | Calmo ENE | E (Calmo [Calmo | ONO ) ) vi» ) »IF+|]+|+|+ ) ) )) 1 2 ESE | S | SSO | Sso | SO (EISKO) )) Da » ) »l+f_-|l_-]|T-=-|+# 2-41 2 | 3) 0s0 | sso | 0s0 | 080 | 0S0 [calmo!| » »| >» » » pe eo (ene ti ) DIR 4 OS OSO | NNO | NNO | 050 | so ) ) ) ) » | Sti Tse || et ti ) 2. | Sile NNE | ENE | E 0S07 OSO, a tate Fate » Ì dC (Calmo | È | OSO |} 0S0 ) ) DI ) »IP+|]P|+|+|# T ) 1 TCalmo| NNE | N Calmo) 0S0O » DIRT ) ) O) = Di ) 1- | S|Calmo | NNE | N OSO | OSO » » » |» ) »+|+|+|o{+|+ » 2. 9Calmo| NYE | ED SS oso | S0 vn| ||| | || +[{+|+#+|on|+#+|+# » 1. | o so |SO |SO | GSO [Calmo | NO so DIRE No ) »|E|+ +|+|+ )) 3 | ti SIL OSO | 050 | 0N0 | OSO |Calmo]|| 0 »| » D) ) »| + | + 3 +|+ » 2 12 SO |Calmo| NE | 0S0 | 050 | 0SO || » »| ol o|o|o{|+|+|+|+|+# 0.57 Ai 13/Calmo | ENE | ENE | OSO | OSO |[Calmo|| » i 0 055) ) »|+|J+|+|J+]|+# » 2°. 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DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO | Nuvole | mu” == = na mao 6h TI” Ten "| T® — Ig A i re na ni Vol. Dens, Massà Vol. . [Dens. sia assà Vol. | Dens Massa] Vol. | Dens.Massal| Vol. | Dens.{ Massa Vol. Dans. Massall il » » » 6| 05| 30) 20 04] 08) 80) 05 | 400] 60) 1.5 | 30070) 05) 350 | 2100 | 0.6 | 600. 100 | 07 | 700] s0| 0.6] 58.8] 70) 0.7] 490100) 07 | 70.0 || 10| 0.6 I sli 20 | 0.5 [100] so! 06 | 45.0] 90 | 06 | 540] 35 | 0.6 | 21. o | 60| 6|360||60| 0.6 | | Al 85| 06|510| si 06 | 3500] 12] 05 60) 30| 0.6 180 | 100) 06 | 600] 20) 0.6 | 12. | SÌ 50| 06/5300] 25| 0.5 S| 80) 0.5 | 400 | 35 [0.5 60) 0.5 | 30.0 || SO | 0.4 | G| 35 | 05 |417.5] 97] 043881 20) 0.5 | 100]] 75) 0.5 | 37.5 8| 035] 40|)95| 0.6 7 30) 0.6 TO 30 | 0.6, 30.0 30) 03 | 150 98| 06|A Ù 3 0.3 | 15.0 | 10) 0.5 o 8 40! 0.5 | 20. 10 050 35.) 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[137.47 |736.18 736.14 756 63|757.19|757.24 156.89}7g 161] 1 p-| 17.94] 19 94| 20.16! 18.70) 17.40] 16.42 o; 3) 184 6 | 2 [759.98] 59.47) 59.10] 59.33] 39.21| 59.46/739.42) 2 |1792 19.90 19.90) 18 74] 17.66] 16.78 RISE 3. | 36.09 35 36 13| 36.38| 56.66/736.27)73, 7,3 | 17.28) 19.32 18.94 17.30] 16.12) 16.18 Hi 32) 164% 4 | 54.09 3 Sia DL 14.75] 16.350) 16.12] 15.19] 14.S4| 14.88 De # 3° | 55.78 3 87)131.99|| 5 | 13.96| 13.30] 13.62) 14.52] 12.90] 12.56 8) 13.131 6 | 45.10 294590 61 19.48) 13.26! 13.64! 11.961 11121 11.00 35.081 Î i) 0 7 Il Medie tensioni | 91m 3h | Sh 9h | 12h [Comp.p.dec.| | 9h ]-12h , 3h | 6h, 9h) Ph Comp.p.dec. 1 p.| 74.2 | 66.0 | 66.8 | 70.6 | 76.0 | 74.0 | 71. 73,9 || 1 p-|14.39 (11.44 [11.63 |14 18 [11.24 (10.29 11.20; 11.60 2 |752|692| 736) 76.8) S10|798| 764 9-5 [2 [11.92 [10.91 |12.66 [12.34 |12.18 [11,08 | 12.00! 1" 3. | 740 | 62.8 | 61.2) 68.4 | 704 | 66.8 | 675 gga || 3 [10.89 [10.49 [10.05 (10.17 | 9.63 | 9.15 10.06; 9.08! 4 so 87.6 de Gdo di i Cna Gal (LE 8 D. 8.00 RR î 81 Si 1.84 a I 5 .8| 632 | 5 2 | 69. ; 4.7 3 ni 1.15 | 16 A47|7.49| 7.08] 7.6 DI 6 lana l 7041 658 | 10.2 | 76.41 768 1 72.8 I 63.8 Il’ 17/68 | 8.09.|:7.48 1 7:36 | 7.62 | 7/08 Le RI = x Va n Fair Il (ti Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin || i Foglassimi TTI RAIISSIO] Minimi i | A CEI SARO Comp. p.dec.| p. 39:88) negra 54 % p. -767 p. È } .87 | 2.34 ok 2 so DI TERRE: 50.1) 736.40 2 20.26) 20.01 tin 169490 | Q.51 | 093 | 0.78 | 218 2.26 3 1 63 \foeota È Ù 4.64 3 .29 | 1.28 | 1.465 3.02] È 37.32 758.04 ins 152.58! £ IT 18.96 n di 13.18/£ | 116 | 148 | 059 | 3:25) 317 38.65 ;3.d g|| 3 6.5 A ; 5 0.26 | 102 | 1.42 2.71 6 Sion 106.83) 23:33) 100.63) È sesgi 15.55) IRizi osalà | 0î0 | 0.26 | 029 | G.6si 198 =) (n) BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Novembre 1866. Quantità Media evaporazione Vivenot Rata Media forza del vento della Pioggia Sd | ni 0-9h | 9-12hy 12-3 | 3-8 6-9 | 9-12 Cor mp. p- dec. 2h, 3h ) 6h | 9h | 12h /Com.| p.d 4 p. |0.5645/0.4145|0.6930|0.4683|0.2310|0.3130|2. 6845 ; 1 de 3 2.41 lb; 4.8] 7.9/12.9] 5.3: 4.3] 2.5) 6.3) + 3 2 0.6890/0.3951|0.6131|0.4838|0.2288 0.2547|2.666. DI 5.5] 4.8] 6.9] 1.6| 2.4| 4.1 42) Do 3 1.7372|0.5203|1 7297|0.6196/0 4296 0. 45983. 6) ) 5) DI 63 3. 69 5.1) 8.4] 8.5) 4.2) 5.0) 1.2) 5.42 8.5 4 14464 0.4449|0.7713]0.4771|0.5 RR] ().5699|4.3055 4| 3. ‘061 li 8.4/12.2/10.8|11.1|1%.7|11.8| 11.5) °-° b) 4.3514|0.5451]|0.5807|0.4814|0.317%)0.3346/3.6106 5] 1.45 11.56. 5 |15.3/14.5] 8.4] 5.6| 5.4] 6.1| 9.2 9A {) 0.8538!0.297910.3593710. DI 176|0.3044'0.2720|2.66 604 “6140. Hi; °% 6 |10.2112.1112.6] 3.6] 7.4] 7.5 39 h Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE | NE | ENE | E ESE | SE [SSE| S | sS0 | SO| 0SC | 0 | o0N0 | NO NNO Cgtm.| Pred. 1p.j » 1 » 2.000 12 1 DM A 3 0 IRAN O) » » 2 b) (WEIO) 2 » 4 1 b) » » » » D) 1 4 6 » LI I ) 9 Calmo 3 ) ) 2 2 ) » ) ) ) 1 3| 11 I 1 3 1 ò (OSIO) “4 B 1 1 ) » » ) » ) 3 3 8 ò 3 D) 4 2! 0S0 S300S 00) 2 3 ) » ) ) ) D) 1 3 14 4 2 » 1 )) oso 6 | 2 ) ) ) 3 ) » ) ) 2 DA 2 1 3 » 1 (OSIO) Per decadi la DN) Il 5 2 I TE) o ME IEaT RERZ 6) 17 »| 1 1 2 14 OSO 2a » 1 3 | 2 ) DA) | » | 4 6 | 19 6| 4% 3 5 7 (ORIO) da 2 2 SANO 3 Dt) ) d 8 25 6 3 3 1 1 0s0 morale] 420 | 8 A e e An an Asi e Mosso Serenità media | Massa delle nubi yh 12h BIG 6h 9 12h (Comp. Dec. 9 12h | 3h 6h 9h 12h Coni f Dec. 1a 49 | 48 40 | 50 24 92 dh Ì 19 1a | 50.| 127] 3.4| 28.6] 45.2] 24.2] 32. I 98.8 2a 61 | 49 52 10 81 67 dA 2a 1 23.71 26.2! 24A4| 50.51 7.4) 19.6] 25.2 Po sa | 51 | 4l ARI EX 79 62} x 3a | 29.1] 33.5|_32.0! 18.9] 6.6) 11.0) 21.8 Î 30.7 4a | 36 | 42 30 | 36 | 34 21 SA e 44 | 46.1] 37.1] 39.4] 39.8] 39.2] 36.3| 39.6 di 46 | 28 60 | 37 45 52 43 | 3I sa | 36.5) 44.6] 20.6] 35.6] 31.5| 27.1) 52.6 i 4A 6a 0 | 14 Bi a626 | 22 AZ. ca 72.0] 61.3] 54.4| 49.8] 47.8] 49.2], 55.66 t* Numero dei giorni | Sereni Misti | (Coperti | (Con piog. | Con neb. | Vento forte | Con tuoni Baleni 1 p. î 3 | 1 | 1 1 1 | » ) 2 | 2 2 1 » | 2 21 | ) D) 3 | 3 1 1 3 D) 1 » » 4 | 1 ) 4 h) » 2 » ) h) | ) 3 2 | 1 » 1 | ) 1 6 | ) 1 4 ò 1 1 | ) D) Totale _. | 7 10 13 083 | 4 27 | y » Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . .. 754.0 Forza del vento in Chilometri. . .. . ve te O Dai massimi e minimi diurni . 755.23 Vento Predominatte. . le +. .0S0 Differenza .... 0.29 pr Termometro Centigrado . . ........... 16.01 Massima temperatura nel giorno 2... 23.9 Dai massimi e minimi diurni . ....,.... 15.51 Miriam] N210NN0R9 Ve 6.8 — Escursione lermometrica. . 0666 17.1 Differenza .... 0.50 Massima altezza barometrica nel giorno 4, , 761.99 _—_ Minima ) D) ) 28, . 743.83 MONSIONENO CISVA POLI RO 9.44 Escursione barometrica . . +... shall o -18.16 UM TO A tiy IR A pf Motale Evaporazione- Gasparini... 70.49 Pvaporazione- Almometro - Gasparin 2,95 Totale Evaporazione= VivenoL. . 6...» 97.3182 O Almometro-Vivenot . ......3,23.8 Totale#d0]1a PIORRAA et e e .. 47.66 CILE e elet) frei Ne e RR Roo 7 Il Direttore del R, Osservatorio G. CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO N. 12 — Vol. IL. Dicembre 1866 Sull’apparizione delle stelle cadenti del 14 novembre 1866, (Continuazione e fine vedi pag. 89). Aggiunge lo Schiapparelli che l’orbita descritta dalle stelle del novembre avrebbe la forma di un ellisse coincidente quasi col piano dell’ ecclittica, e avente un dia- metro di circa 21 raggi dell’orbita terrestre con periodo risolutivo di 33 anni, o poco più, La nube meteorica che descrive quest’orbita già sarebbe tanto allungata da im- piegare più di un anno ad attraversare il perielio. E quindi come nel 1833 la grande apparizione fu seguita da una meno splendida nel 1834, così l’ apparizione di que- stanno non sarà esaurita e potremo aspettare qualche cosa anche per l’anno avve- nire. Il fatto poi che prima e dopo questo passaggio non si è veduta frequenza no- tabile di meteore, mostra che la larghezza della corrente meteorica è minore dello spazio che la terra percorre in un giorno. Quindi in vista di tanta importanza nessun fenomeno è stato aspettato con mag- giore ansietà dell'apparizione delle stelle cadenti del 14 novembre, che dovea ser- vire a portar nuova luce e a confermare nuove teorie di grande interesse, rivelando la sua natura cosmica « Nelle tristi condizioni sanitarie in cui siamo stati immersi, molto abbattuto di spi- rito e per le desolanti scene non ha guari avvenute, e per le presenti sventure, non uso in questo luttuoso periodo ad espormi all’azione di un’ aria eminente e libera , non volendo dall’altro canto perdere un’osservazione di vera importanza, mi contentai di contemplare la parte occidentale della volta celeste difeso dalla vetrina d’un bal- cone entro la mia propria abitazione. Più arditi di me il distinto assistente signor Vincenzo Di Stefano, e lo studioso alunno signor Giuseppe de Lisa assunsero l’impe- gno di starsene sui terrazzi, onde aver sotto gli occhi l’intiera volta del cielo. ‘Rare volte il firmamento avea presentato un più incantevole e sublime spettacolo! Una tinta di purissimo azzurro stendevasi per la volta celeste: una lucidità sorpren- dente le dava un carattere veramente meraviglioso: a guisa di vivissime fiammelle Inccicavano le stelle, e le condizioni dell’aria eran tali che brillavano in modo inusitato» « Sin dalla prima ora dopo la mezzanotte, la qual cosa non avea osservato nelle Giorn. di Scienze Nat. ed Econo. Vol. I. 13 9 BULLETTINO METEOROLOGICO due precedenti notti, cominciai ad accorgermi di una non ordinaria affluenza di stelle cadenti, e in tanta copia che ben previdi che il magnifico fenomeno non avrebbe mancato, : L’affluenza intanto diveniva sempre maggiore, e verso le 2" del mattino il più grandioso spettacolo offrivasi ai nostri sguardi. Miriadi di linee escandescenti, una piog- gia di fiamme succedea sulla volta celeste, dalla quale per istinto quasi quasi avremmo voluto difenderci. — Il meraviglioso fenomeno non isfuggi ad alcuno, che ebbe la ven- tura di guardare nel cielo: e accadde che qualche cacciatore sospese la sua mattu- tina escursione, e il pescatore sorpreso d’una furia di fuoco sul suo capo, dubitando di qualche gran fatto, prudentemente ritirossi al proprio abituro. Segnare le appa- rizioni una per una era cosa impossibile, come lo fu agli osservatori che stavano al- l’esterno. Il signor Di Stefano nella relazione datami delle sue osservazioni non va- luta di meno di 500 le stelle cadenti osservate in un minuto e quando l’affluenza tu massima, di guisa che non furono da meno di 50000 quelle osservate durante le ore di osservazione. Moltissime dalla parte di Ovest mostravano delle traiettorie luminose di un secondo a un secondo e mezzo circa di durata: talune superarono un terzo di quadrante: molte ne furono osservate paragonabili a stelle di 1a grandezza, lo splen- dore di tali altre superava quello di Giove. Notevoli in pari modo erano le differenze dei colori, e ben distinguevansi il verde, il giallo e il rosso. e Il massimo della pioggia luminosa fu osservata verso le due del mattino, ed al- lora il signor Di Stefano procurò determinare il centro di radiazione, che stimò tra le stelle « > 4 del Gran Leone, e specialmente più prossimo all’ultime due, al qual punto corrisponderebbe 1’ Ar di 151° 36’, e la declinazione boreale di 18° 58%, « Secondo le annotazioni fatte dallo stesso signor Di Stefano relativamente al nu- mero delle meteore nelle diverse ore di osservazioni, risulta che il rapporto del nu- mero delle osservazioni parziali al numero totale cresce gradatamente e quasi pro- porzionalmente al tempo dalla mezzanotte alle 2" 8%, in cui si ebbe il maximum del fenomeno per Palermo: da quel punto poi decrebbe rapidamente, come lo indica la fisura annessa alle curve meteorologiche, nella quale la curva è stata descritta colla seguente tabella dei rapporti fra le osservazioni parziali, e il numero totale di esse, (oe) 12% 0, 017 AEM OLD 1520, 025 SNO 172 30% 0, 050 20% 0, 100 452 0,073 35% 0, 034 Ji 0, 096 45% 0, 023 TO AMNO NILO Si 0, 005 30% 0 134 : Verso le ore 2 4% circa un chiarore istanteneo fissò l’attenzione degli osservatori tra la Polare e Cassiopea, ove apparve lunga striscia lÌuminosa, che durò circa 15 se- condi, e la quale lasciò dietro una specie di nebulosità ben marcata un poco più ad Ovest della Polare e più elevata che si mantenne per ben 10 minuti, presentando la forma RULLETTINO METROROLOGICO )9 d’un angolo pressochè retto, i cui lati aveano circa 3 gradi di lunghezza, e una lar- ghezza uguale al semidiametro della luna, e quel che è singolare il vertice dirice- vasi al centro meteorico di emergenza, Lo porto avviso, siffatto fenomeno esser dovuto allo scoppio d’un Bolide, a cui gli osservatori non volsero lo sguardo che in seguito alla sua precipitazione nella quale idea confermami l'apparenza de’ vapori che lasciò dietro di sè, e una specie di sorda detonazione la quale provocò l’attenzione degli osservatori verso quel punto, « E deggio aggiungere che quella sorda detonazione d’un istante fu la sola avver- tita durante tutta la notte, respingendo ogni asserzione di rumore o crepolio conti- nuo, per come da taluno si è voluto manifestare, e che stimo assolutamente illuso- rio, come ad illusione attribuisco i serpeggiamenti che alcuno credè ravvisare nelle traiettorie descritte dalle stelle filanti, illusione certamente dovuta allo incrociamento delle suddette traiettorie. Le condizioni dell’ atmosfera pertanto cambiarono nelle seguenti sere, sì che non ci fu dato ripetere le osservazioni, per come avremmo desiderato. » RIVISTA METEOROLOGICA Con una giornata magnifica ha principio l’ultimo mese dell’anno —la temperatura è dolcissima, la pressione tende ad elevarsi— Sino alla metà del mese sembra che la stagione delle pioggie sia per noi cessata, solo è a notare una umidità sovente eccessiva con venti ostinatamente gagliardi — Le campagne risentono gravemente il difetto delle pioggie. — Al 15 e 16 fortissimi venti di 0 e ONO fanno presentire un mutamento, che manifestasi al 17 con pioggia accompagnata da tuoni, che continua al giorno 18 cambiando però i venti al 1° quadrante. — Impetuosi i venti seguono al 19, indi mano mano la calma si rimette.— Dal 19 innanzi Varia restituiscesi nelle condizioni della prima quindicina del mese, osservandosi forte Didi alta pressione, elevata temperatura e venti gagliardi, Pressione:-— Nei primi giorni del mese la pressione aumenta ancora, seguendo il corso preso al 28 di novembre; poi dal 5 cala sino al giorno 27 ma irregolarmente; nel 17 avviene la minima del mese di 746,43, giorno della massima forza del vento; dal primo dunque al 17 si ha un abbassamento di 18 millimetri circa; dopo il giorno 17 la pressione va gradatamente crescendo sino al 24 in cui si ha la massima del mese di 767,72; perciò dal 17 al 24 il forte aumento di 21,3 millimetri; dal 24 al 31 diminuisce pure regolarmente così che al 31 si ha una differenza di 18 millimetri colla più alta pressione del ginrno 24. Temperatura, — La temperatura che nel novembre andò sempre calando sino alla fine del mese, in questo si fa più clevata nella prima metà, di maniera che nel gior- no 16 si ha la stessa temperatura media che al 26 novembre, cioè poco più di 16 gradi; dal giorno 16 diminuisce di nuovo fino al 26; poi aumenta ancora, e al 31 torna la temperatura di 13 gradi come nel giorno 17. L'escursione mensile fu di 12° soltanto, e la massima diurna escursione di 7,5 nel giorno 11 Evaporazione— Anche in questo mese si ha una diminuzione nelle evaporazioni ai due atmometri, che ne danno una quantità pressochè eguale per ciascheduno e che poco si scosta da quella misurata nel mese di gennaio, per essere principalmente temperatura e forza del vento riprodottisi con intensità circa eguale; per questo ed altri confronti si vede manifesto esser desse le cause prime della maggiore 0 minore quantità di acqua evaporata 100 BULLETTINO METEREOLOGICO Vento, — Nella forza del vento si ha un aumento in confronto del precedente mese dì novembre. Nei primi otto giorni fu debolissima; poi cominciò ad aumentare in modo che nel giorno 17 si ebbe la velocità media oraria di 42 chilometri, la massima 0s- servata in quel giorno essendo di 120 col vento ONO predominante, che fu la mas- sima del mese e dell’anno; si mantennero forti i venti sino al 21; dal 22 al 28 si rimise la corrente moderata, con rialzo nel 30 e 31; la curva della forza del vento è l’inversa di quella della pressione, Pioggia e umidità.— In questo mese in otto soli giorni si ebbe pioggia,*ma sem- pre scarsa, così che ad eccezione di 17 millimetri di acqua piovata nel giorno 17, rimangono 21 millimetri distribuiti nelle altre 7 giornate. Quest'anno adunque va an- noverato fra i più asciutti, e lo provarono l’enorme difetto di acqua verificatasi in tutte le sorgenti dei paesi vicini. L'umidità sempre forte in media risulta di 74 per giorno, colla massima di 92 e un minimo di 53, In alcune notti i vapori condensan- dosi bagnarono i tetti e le strade come. pioggia e se ne ebbe anche qualche volta ln misura; come pure furono frequenti le nebbie basse alla campagna e in città, NOTE 1, Bella giornata, dolce temperatura.— Verso sera nuvole a ponente. 2. Bel giorno piuttosto caldo. : 3. Forti nebbie durante tutto il giorno sulla città e nelle campagne— Giorno piuttosto hello e caldo— forte umidità. 4, Continuano le nebbie e l'umidità: la giornata è calda con cielo variabile. 5. Alle 6" s. nebbie basse — giorno temperato. 6. Mattino quasi di primavera. 7. Tempo eccellente— Alle 6" s. il vento tende a SO — A sera forte umidità, 8. Giorno di nebbie— Alle 11" il cielo si oscura— Giornata calda ed umida. 9. Verso le 9" m.' poca pioggia— Alle 10° il cielo si rischiara— Alle 3 % vento del 1° quadrante che rinforza verso sera— Indi il barometro alza rapidamente. 10. Nella notte mare agitato e vento forte di N e NNE continua nel mattino 1’ agi- tazione del mare. 11. Alle 9% m. nebbie basse e pioggia ad 0. 14, Alle 7 54 s. cielo oscuro, pioggia minuta. 15. Alle 9" m, fortissimo vento di 0— mare agitato — Alle 12% burrasche verso S0. 16. Forte umidità nella notte— Alle 12" vento forte di 0S0 e SO— Burrasche verso SS0— Alle 12" s. colpi di vento tendenti al Nord, 17. Tempesta alle 9" m. con vento fortissimo e pioggia, che dura per tutta la mat- tina, e a colpi ad intervallo— Nebbia bassa e densa intorno la città. Alle 5° s. il vento infuria, grandine e mare molto agitato, lampi e tuoni vicini— Alle 6% il vento incomincia a cessare.-— A mezzanotte il vento infuria nuovamente. 18, Durante la notte vento fortissimo, mare molto agitato , burrasche con grandine e tuoni— Alle 4h sera piove— A mezzanotte vento impetuoso burrasche a NO, mare STOSSO» 19, Nella notte vento impetuoso e pioggia— Continua per tutto il giorno, 22, Giorno magnifico, 26. Giorno eccellente. 28. Alle 3% s, poca pioggia 29, Alle 3" s. burrasche verso NE. 30, Giorno variabile— Sole cocente nelle ore a. m. > na A Ai ie ir] dali nà DEL Rs OSSERVATORIO DI PALERMO 101 , RIORRFIRIT CAPRE Massimi | Barometro ridotto a 0° Massimi e minimi || ‘Termometro centigrado e minimi || barometrici termometrici || —————_— ee 7< e I - | -—_r | 6h 9h Sh, Gh | 9h | 12h | )3.32 75410) 756.72 757.92) 750.16] 9. 42.7 |10.9 110.5 | 9.3 || 12.8 8.0 || 0 60.22] 60.71 61.33 57.701, 15.3 [13.0 [12.9 [13.3 || 15.4 | 9.31 .08 60.56] 60.86 62.08] 60.44/14,7 17.1 |15.6 [14.1 |12.9 || 17.4 | 12.7 || «92 60.78] 60.84 61.96) = 60.37||12.7 16.3 [15.3 |12.7 |12.0 || 16.4 | 11.8 | 1. 61.52) 61,66 62.94 60.93||13,9 16.2 |15.6 [13.3 [12.3 || 16.3 | 111! d 61.2 61.067 62.94 60.41|112.6 45.6 (14.1 |11.8 [11.2 || 15.7 | 10,0 I2I 60.38) 60,56 62.06 59.20|[11.4 |13.3 [15.4 |13.9 [12.4 [11.8 || 15.4 | 10.7 ). 58.63] 58.76 }0.5 5863/1142 [15.1 [16.2 [14.5 |13.8 [14.2 || 16.5 | 11.1] +23 61.55 13.5 |15.4 |16.0 [15.0 |13.3 [13.5 || 16.0 | 9.0) i fi 11.1 [12.6 [12.3 |10.6 |10.3 |10.0 || 12.8 | 9.6 || 2 50. 13.6 (15.1 [14.8 [14.1 [14.1 [14.1 || 15.4 | 7.9 | i 59,30 12.7 (16.3 |16.0 [14.2 |12.6 [13.3 || 16.5 | 11.8 || $.5 57.40 4 (17.2 |16.8 [15.6 [15.4 |15,6 || 17.1 | 13.1. || +3 51.26 5.6 [15.3 (17.1 [15.3 [15.7 [16.2 || 17.2 | 14.4 || +29 30.06 17.2 [16.8 |15.6 [15.0 [14.7 || 17.2 | 14.5| .86 54.16 17.4 |18.0 (15.9 [14.5 [15.3 || 18.1 | 13.3 | RIP 49.17 16.0 [12.6 (12.0 [12.3 [10.9 || 16.2 | 9.4 | .36 54.08] 55 12.7 |12.1 [12.0 {10.2 [11.5 || 12.8 | 10.1 || 56.87 37.28 12.0 |12.3 [12.1 [10.6 | 9.6 || 12.4 |. 9.3 || 58.40 58.79 130 [13.5 [10.8 | 9.6 | 9.3 || 13.5] 841] 60.29 59.87 13.9 J14.4 |12.4 | 9.7] 94 14.5] 8.2] 60.64 60.42 13.2 [13.8 [12.0 | 9.4 | 9.0|| 13.8 | 8.5] 61.57 63.13 13.8 [13.8 [11.8 | 9.6 | 94 || 14.3 | 8.3 |! 66.02 63.89 12.6 [13.0 [11,5 | 8.8 | 7.5 || 13.1 6.4 || 63.54 63.80 12.3 [12.9 |i0.0 | 8.7 | 8.1.) 13.0] 6.3. 62.80 61.31 12.9 (12.7! 9.7] 847.5) 13.0) 6.7] 61.56 60.28 12.1 (12.4 [10.5 | 8.4 | 8.8 || 12.5| 6.7) 36.15 55.10 13.5 {12.7 [12.3 [12.0 [12.0 || 13.7 | 8.8! 53.23 353.37 13.6 |13.9 [13.3 [13.3 [12.7 || 14.1 | 104| 53.99 i; 52.90 DI 14.4 {1 13.5 [12.7 [12.3 || 14.7] 9.5] 51.79) 50.69) 49.S1| 49.81 49 68 14.1 (15.3 |13.2 |13.2 [11.8 || 16.1 | 11.2; | 758.29] 758.63] 737.81] 758.11 3| 758.51 760 06 S!14.37|14.63|13.4%|11.92|11.61/[15.00 | 9.91 || Osservazioni Meteorologiche di Dicembre 1866. | BOSE N AIA AI SSCIIZIZII DIRITTI NAPO HNIMRonTOoENDO Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo | A a_n e e e orco eo | 9Qhm j 12h) Sh, 6h, 9° 121 9hm 12h) 3h ) 6h, 9h, 12h 9nm 12h 3h Gli 9h 12h | 8.49] 8.84] 8.75] 7.08! 8.37] 7.69 92 | SG | 80| 90| 88 | 85 |[Cop. v. |Nuv. Cop. Cop. Bello Lucido || 8.62| 7.74/10.04| 9.721 9.28] 9.16 87 | 65 | 77| s7| 84| 80/Nebb. |Nebb. |Cop. |Bello |Bello |Nebb. || 9.69] 9.60/10.86/10.94| 9.18] S.51|| 70 | 67 | 75 | $3| 77) 77|Cop.v. |Bello Bello |Lucido |Lucido |Lucido 9:01|10.07/11.20| 9.90] 9.34) 9.60] 82 | 75 | SH | 76| S5| 83 Nuv. Nuv. Cop. Cop. Lucido |Lucido |! .83|10.37/12.14|11.2110.31] 9.01] 83 | 75 | 88 85) 91 | 84 |[Cop. Cop. Cop. Cop. Nuv. Lucido -95|10.04]| 9.46] 9.45| 8.95| S.44/| 82 | 77/75 | 79| S$6| S5|Ncbb. |Bello Cop. Bello Lucido |Lucido 8I| 9.11/10.2%| 9.83] 9.65] 8.81| S8 | 70/79) 83 | 90| S5 Lucido |Bello Misto Bello Osc. Bello | 25/10.55) 9.89|10.51| S.89| 9.39] 77, 83! 72 | $6 | S4| 78|Cop.v. |Osc. Cop. v. |Nuv. Osce. Cop. || -68110.37| 8.95| 7.87) 6.98] 6.45] 84| 89] 66 | 62 54 | 55 [[Cop.c-p.|Misto Misto Cop. Lucido |Lucido | +57 5.79) 0.57] 6.44] 6.84] 6.80] 56 | 53 | 62 68) 73 | 74 [[Bello Nuv. Cop. Nuv. Lucido |Bello | 98) 8.84] 9.28) 9.32/10.50| 9.84] 77 | 69) 74] 78) SS | 82/Osc. v. |Cop. ose. Osce.c.p.|Osc.c.p. |0sc. 40|10.10/10,28] 9.39! 8.95) 8.27] S$6| 73] 76) 7S| 82] 73 ||Misto Mislo Lucido |Bello Lucido |Lucido 62) 9.55| 9.52] 9.86] 9.36) 8.28) 71 | 65 | 67 | 75 73 | 63 ||Nuv. Misto Nuv. Osc. Nuv. Nuv. 54) 9.90] 9.21] 9.11) 9.65] 8.83) 63 | 76 | 635 | 70] 73 | 64 (cop. Cop. Nuv. Cop. Nuv. Misto 73) 9.96|10.48] 9.58) 9.29] 9.69] 68 | 68 | 75 | 75 | 73 | 70 (Cop. Cop. Cop. Nuv. Bello Misto | 94|10.39| 9.06] 8.35| 8.SI| 7.06] 74 | 70 | 59 | 62| 72 | 53 |[Cop. Cop. Cop. Bello Bello Nuv. | 93) 9.21] 9.33) 7.96] 7.75] 7.S9]] 68 | 63 | 86 | 76! 73 | SI [lOsc. Osc. c.p.|0sc.c.p. |Nuv. Cop.c.p. Osc.c.p. || 51| 6.93] 7.41] 5.60) 6.90) 6.01 61| 63 | 70.) 54 | 74 | 60|{(Cop. Cop. Cop. Osc.c. p.| Cop. Cop. | 18) 675) 6.SI) 6.26] 6.99) 6.68|| 62 | 65 | 63 | 60| 73 | 75 ||Cop. Cop. Cop.. Cop. Cop. Nuv. 63) 8.06/ 7.64] 8.07! 7.03] 6.6S|| 59 | 72 | 66 | S3| 79) 79 (Cop. Misto Cop. Bello Bello Lucido 13] 8.15] S.17] 7.94| 7.52) 7.26) 86 | 70| 67] 74 | S4| 83 |[Bello Bello Bello Bello Bello Bello | 62| 7.84| 7.72! 8.08] 7.26] 7.09] S4 | 69| 66 | 77 | 83; S2 {[Bello Bello Bello Lucido {Lucido |Lucido I 01) 7.47] 8.25) 8.20! 7.58] 5.89) 56 | 68| 70 | 79) $5| 68 [Bello Bello Bello Lucido {Lucido |Lucido | 73| 8.18) 8.57) 7.73] 6.83] 6.01 66 | 75| 77| 75| 8I| 77|Lucido |Nebb. |Bello Lucido !Lucido Lucido .90| 5.86) 7.63] 6.44) 4.99| 4.32| 57 | 55 | 69| 70| 58| 53 Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido Lucido IS| 6.21! 7.53! 7.19] 6.74| 5.56] 64 | 56| 69| 81| $2| 71|Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 83) 7.88) 7.94] 7.99) 7.18) 6.94! 72| 75| 74| S38| 87| 82/[Nebb. |Nebb. Bello Nuv. Lucido Lucido 83| 7.90) 9.40| 838! 8.56| 8.20] S& | 69| 86| 79! s2/ 78|[Cop. |Misto |Cop. |Cop. [Cop |Cop. | 44 8.35) S.A7| 7.90) 8.02] 7.65|1-81 | 72 | 69| 70| 71] 70||Nuv. Cop. Osc. Osc. Cop. \0sc. .21| 7.87) 7.18] 7.29) 7.53) 7.67 74] 64| 58) 63| 69) 71||Cop. |Cop. Nuv. Cop. Nuv, [Nuv. | -40|) 9.12) 6.96| 7.60) 6.76, S.S1]| 76) 77) 54 | 67 | 59| 65 ||Cop. Bello Nuv. Lucido |Lucido |Lucido .08| S.64| 8.54| 8.45] 8.13] 7.70 Ù (74.9|70.0|71.4|75.1:77.9|73.8| Ì ! BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Dicembre 1866, | | Evaporazione Atmometro Vivenot ‘Evaporazione Gasparin| Forza del vento in Chilometri | ia deg ci AI LA | | | 0h-9m. 3-6 6-9h | 9-12h | Totale || 06-8 ) 8-3 3-12 \Totale|dlhm 12h, 3h | 6h; 9h | 12h |A 5 0.1727 0.0432 0.1619 1.1982 0.00 0.85 | 0.47 | 1.32 | 3. 1.5 | 1.7 | 4.6 [13.9 | 9.7 9 4 O.I5I1 0.086 01511 1.1549) 0.50 | 0.61 | 1.29 2.20 9-6 | 21) 275.8 [70 | 19 13 0.1943| 0,0756! 02267) 1.5366)| 0.00 | 0.87 | 0.98 | 1.85 [1 4.6 | 0.9 | 1.6 | 0.0 | 0.6 | 4.8 RI 0.1943| 0/1079| 0/2051| 139231 0.02 | 0.55 | 0.71 | 1.28 | 8.1 | 0.0 | 1A1|43 (117 | 281 Î NI 0.2051] 0.0648; 01079) 1 1010) 0.41 0.25 0.21 .87 1.8 | 1.6|3.0| 0.0 | 31| 7.4 | NG 0.2914| 0.0971| 0. 14247 0.00 2.33 0.69 +14 |1.6 | 1.4 | 4.8 | 5.6 | 9.3 | 6.0 7 0.0864 0.1187| 0, 1.2575 0.44 0.57 | 0.11 .92 | 4.8! 0.4 | 2.3 | 0.0 | 1.6 | 6.6 si 0.2267 0.0971 0. 1.5492 0.34 1.00 0.03 .37 || 1.0 | 0.0 | 2.5.| 0.0 | 3.5 | 1.7 9 04426) 01664 0 2.9005 0.67 | 0.78 | 1.78 .253 |! 8.1 [12.4 | 7.3 [16.7 [19.4 |IS.1 | 10) 0.2699 (02267 0. 2.4955|1 1.01 | 2.09 | 0.26 .36 (13.3 1.71 94! 6.0 | 9.4 (11.8 | 19 0.2159 0.0756 0. 1.8242]| 0.00 | 0.80 | 0.00 .80 |10.6 |16.7 | 4.0 | 3.9 | 3.4 | 2.2 | 12) 0.1619 0.0971 0. 1.2789 0.08 | 0.87 | 0.75 -72 || 6.0 | 1.1} 1.5 |:9.0 | 42 | 6.8 13 0.2267| 0.2699| 0. 2.6450]| 0.80 | 1.07 | 0.94 | 2.81 || 3.3 |12.6 | 9.7 | 24|94| 47, 14 0.669? 04426 0. 1.35 | 069 .23 || 4.9 [11.7 [23.3 [21.7 [12.6 | 8.9 (45 0.3670 02375 0. 0.5 1.1 0.92 | 1.11 .22 |[20.6 [16.3 )31.8 | 6.5.| 47 | 2.0 | 16 04749 0.2375 0. 2.806° 5 0.92 | 0.98 +90 |(.3.5 |21.7 | 5.8 | 1.2 || 6.4 | 6.6 147) 01943) 0.5073| 0.6 4.6759)| 0.42 )» » 42 |[29.0 |120,8132.2 [20.1 [20.1 |28.2 | IS 0.5829 04965 0.6 1 5.17 È 1.61 | 0.00 .61 ||27.1 |28.0 [19.5 |27.1 |30.9 |20.1 | 19 0.6692; 0.3130| 02483] 4.7818]| 2.20 | 1.02 | 1.44 .66 [119.6 |27.5 |15.7 [19.1 [12.5 | 2.5 20 0.3562| 01079) 01943] 2.0077) 0.00 | 1.65 | 0.54 | 2.19 ||12.7 | 0.0 | 2.9 | 9.0 [14.2 | 8.7 | 9] 04642] 0.1403|.0.1511| 1.8566) 0.00 | 0.80 | 1.44 | 2.24 || 8.7 [10.1 |18.6 | 8.9] 8.0! S.1 | 29 0.2375| 0,2051| 0.1619] 1.4140)) 0.00 | 0.85 | 0.58 90 1371 2710773 RODE MIDA 33 0.1619| 0,1727| 0.15011) 1.2845|| 0.39 | 0.65 | 1.62 .66 || 89 | 63 | 9.1|/ 1.0 | 299.3 24| 0.2159| 0.1187| 0.2699| 1.7S10| 0.00 | 0.96 | 0.74 107 ||7:5) (15-80 |(122007200/05 23/8830) CSI 0.2375| 01835) 0.291%| 2.0509| 0.73 | 1.47 | 1.12 | 3.32 || 97 | 00 | 3.6 | 2.1| 3.4 | 6.5 | | 26 0.2051| 0.0971| 0.1943 1.8566 0-63 | 12.21/ 104.20/.] 407 ||237 |A 624 STIA 1188 {27| 0.1835| 01079] 0.1619| 1.5631)| 0-00 | 1.39 | 0.42 | 1.81 || 7.5] 0.7/%0 | 8.7|95 | 1.6 | {28| 0.0971| 0.1079| 0.1619] 1.2197|) 0.00 | 0.70 | 1.26 | 1.36 (110.7 {17.9 | 2.0 | 0.6 |13,2 | 2.0 | 29) 0.3238| 0.3346| 0.1945| 2.1047| 0.00 | 0.99 | 1.15 | 2.14 || 7.0 [18.2 [14.0 | 4.9 | 5,5 | 5.1 | 30 0.4749| 0.3454| 0/3562| 2.8064| 0.00 | 0.51 | 1/45 | 1.94 |12:4 |195 [127 | 80 | 819 [116 | 31| 04542] 0 48571 0.5181| 3.3512)| 0.38 | 1.79 | 1.59 | 3.46 || 6.3 (12.3 120.1 |17.9 |I81| 90 | M., 0.3159] 0.21SS| 0.2682| 2.0541|| 0.33 1.04 | 0.87 7.33|12.7 |9.06 | 7.42! 9,44|7.8% | | Osservazioni Meteorologiche di Dicembre 1866. Nu; i E: î n fil sa | Direzione del vento Direzione delle nubi Elettricità Piog. || del | | ; e RA P mare | | |l9nm.{ 190 7 6h 9h | 12h || 9h | 12h, 3h; 6h 9h {12b]| 9h ; 12h) 3h | 6h) 9h | 12h] ATTO 1 SO E NO) SSO | SO » | | DRM TEA SS2a STA SE | +||9.48 2 | | 2 Sa RE FOSSO OSO | 0S0 sì ) DO) | n de = si 3F T E » 2 | 3 NNE almo | OSO | SO OI NIDI RD DI NO ) 2:11 (d NO CA Lno o oso | SO ) ) | »| | v|»|+ ni 2 x dr pr » 2 | | 5] SSO | NI Calmo | 0S0 | 0S0 ) ) ) )) D) » ala ) 2 6] SO | Ei R OSO | 0S0 || » DI Da JE na + Sl a sl » 1 | {7 0S0 NNE (Calmo | SS0 | OSO ||_» )) )) ») » DI FA | + | + Tr ) Del 1 S| SO |Calmo Calmo | 0S0 | 080 (NN0| »| »| »| »|>|=|=|t|2=,t|+|h 1 | 9 SO 0s0 NE NE NE D) » |» » » »I+|+ | +| +[[0-06 2 | 10] NNE | ENE oso | so |OSO]| » | » ) » »i—| + [Eiegiiee ) “% {Ii sO NO) OSO | 0S0 | » |ONO| » ) ) »IF|+|+|+|+ 1.91 Bi] (12 SO | ENE 0sO | so »| || » 5) v»vl+|+|+|+|+ ) 30 13| SO | SO 0SO | 0S0 03 iS08 0 » |» »|lt+|+|+t|+]|+ » 2 | I 0 so 0S0O | so 0 [OSO] » nSOl ora » 3 15 0 | 0s0 0 0 0 OSO) 0| 0| » |NO||+|+|+|+/|+ » 340 16) 0 | SSO. | 0S0 | 0 NNO/OSO] » | » 5) »|+|P|+|+]|+ ) Rua 7 ONO | ONO | | NNO { N |NNE[ » (ON0| » [NO| »nl+|+t/+|{+|+ 17.04 3 Is| NE | NE | NI NE |NNEINNE| N| » [NNE| » || + +| + + || 7.24 no Kid] NOE Ren UE oso » |NNE{ E | » [ONO| NE|| + È +|+ JI + || 1.59 6 20 1 salmo S SO ) )) DINT) » ») » | 15I so | NNO | 0S0 IN) » | N » |» D) ) E T sr te dE si » 2 [22] SO | ENE Calmo | 050 | OSO | »| vl »| | >| {|+|+[{+|+ ) 2 | 23 SO | NE | NE |SSO | OSO | 0S0 Ronin e sini na sla gi » D 24 SO NNE | NN SO OSO | 0S0 || » | » TWINS) Mb = | t +|+ ) 3 25| SO |Calmo, E OSO | OSO | 0S0 | » | » sive] on I » || + | ch si |+|+ » p 26 SO NE PR SÙ so sO » ) »| » ) » || + | +|{+|/-|{+ » 2 27 SO ENE | ENE | SO oso | 080 || »| »! »| »| » nl PIE | JI » 2 28] SO so 0s0 | 0s0 | 0s0 | 080 || » | vl al af». —=-| +|+{+]|+-|[0.60 Dal 129 SO so SI OSO | 0S0 | 0S0 | I ee It SEZ MSAC OM 2 | ;{30|| O 0s0 SOM SSO | 0S0 so SNA MO NAST) ) ps +{+[+|#+| si ) 4 | al | OSO | OSO So OSO | 0sO SO » ) » | » | | - - | ++ | | » DIST | i DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 103 Osservazioni dA Toeoroloe [cHe] ui ID LcombIe 1806; Nuvole TO] asi rn erba T (Capasng gin] TE Dn _— = = Tn -_— —- e ren Jol SIRIO Misa Vol: - [Denis Massà Vol. IE Mass ‘ DERE tao Vola! DEGS: Massa Vol. Dens. Massa 1 o 42. 20) .6 2 .d y 30. 10 | 1 1.6 » ) ) 2] 60 0.3 | 81.0 80 0.2 0.4 0.4 6.0 | 0 4 1.6 100 | 0.3 | 30.0 3| 50 0.3 40.0 10° 04 0.4 QI » vl »| -» » | All 25 Ri .d iO | 04 0.5 .6/ 540 »| » » » » ) | Sl 92| 06/552] 90] 0.7 0.7 0.6 | 57.01] 30 0.5 | 13.0] » » » 6 4| 0.3 12 6 0.5 ().3 0.5 5.0 » » )) » » ) | 7 ) ) » bi) 0.4 05 0.6 9.0 | 100 0.5 | 50.0 |[ 10 | 0.5 5.0 || sl 95 0.6 | 57.0 || 100) 0.7 0.6 0.4 | 18.0 || 10) 0.4 | 40.0 || 95 0.5 | 47.5 of 90) 08] 72.0] 50| 0.5 0.5 0.7| 49.0 » Ù) D) » | ) » 10] 15 0.3 7.5 40 0.6 0.4 0.4 | 10.0 ) » » [[10| 0.5 5.0 11] 100 Ci DO) Si 0.7 0.6 DI 10.0 i 100 0.6 | 60.0 o | 0.6 | 60.0 42|| 50 29 | 25. ò 0.5 ) .d 2.9 ) ) D) ) » | 13] 25 0.ò 2.3 50 07 3 0.5 d. 0.6 | 60.0 25 0.5 | 12.5 | 30 | 0.6 | 18.0| iz 65 0.7 ; || 95] 0.7]66.5 20 0.6 | 12. 0.6 | 54.0 | 20) 0.6) 12.0) 50| 0.6 | 30.0 15 95 0.7 | 66.5 90 07 | 63.0 90 0.7 de 0.5 | 10.0 2 0.4 0.8 | 50 | 0.6 | 30.0 16) 90 0.7 | 63.0 93 0.8 | 74.4 98 0.5 li 0.4 4.0 li 0.4 6.0 || 70 | 0.4 | 28.0 17|| 100 0.9 | 90.0 || 100 0.8 | 800 | 100 0.8 | 80.0 35 0.8 | 28.0 98 0.7 | 65.6 |1100 0.9 | 90.0 ISÌÌ 90 0.7 | 63.0 90 0.8 | 72.0 || 90 0.6 | 54.0 || 100 0.7 | 70.0 | 90 0.7 | 63.0 || 90 0.6 | 54.0 19 85 0.7 | 59.5 90 0.8 | 72.0 98 0.7 | 68.6 70 0.7 | 49.0 98 0.6 | 58.8 || 40 0.5 | 20.0 20) 92 0.7 61.4 50 0.6 | 30.0 70 0.6 | 42.0 15 0.4 6.0 2 0.5 0.6 » | » » 2l 15 o TRS 5) 0.5 TRO 2 ai 1a 15) 0.6) 9.0 8| 0.4 3.2 [| 13 0.4 6.0 (22/1 2 vi .d . È A » ) » < To 04 | 40 || 48 0 6.0 2) 04| 08 » 5 3 ) 1 » | ) » ; i DI » » ) VUOS CRE SRO IVO » ” » » » ) » » » 25 » » ) » | ) » ) ”» ) D) » » » » ;) ) ) » 26 » )) )) » ) » » » D) » » D) » » » » » » | 271 30] 03) 90) 30) 03] 90 S| 05] 4ol 30] 04] 12.0 » » Dl» » » 128] 95 0.7 | 65.5 50 0.6 | 30-0 98 0.6 | 58.8 95 0.6 } 57.0 | 80 0.6 | 45.0 || 90 0.7 | 63.0 29] 535 0.6 | 21.0 80 0.6 ! 48.0 || 100 0.7 | 70.0 || 100 0.6 | 60.0 79 0.6 | 42.0 {100 0.6 | 60.0 30 70 0.7 | 49.0 95 0.6 | 57.0 40 0.5 | 20.0 70 0.5 | 35.0 40 0,5 | 20.0 || 40 0.5 | 20.0 34) 90 0.7 | 63.0 10 0.5 5.0 00 0.5 | 20.0 )) » » ) » » 9 » » M.||_33 35.4 || 49 | 31.3.]] 53. 30.6 |] #1 24.8 || 30 16.2 || 32 18.1 Medii barometrici Medie temperature 9h, 12h sh, 6h 9h. 12h Comp. p.dec- 9hoy 12h 3h | 6h 9h 12h [Comp.p. dec 1p .|159.3 535 759.35 130; E 159.44|7 TORO cone TR 160 30 1 p 1: ds Li, 13 hl he iano HI pi 13; "i n Ci 3° 28| 60 60.83] 61.28) 61. 105 ian : KA .62| 12 32| 12. 3 Sh 18 done 54.65) 54. 1.83 56.66 35 03 vv 3 14 6 16.22 16 30) 14.96| 14.50 Lit 1555, nl | 55/10| 5488] 54.40] 55.23] 55.40 53,09(193.06/ 7 | 13:66| 14.22 13.701 12.56| 11.24| 11,32] 12.82; 14-03 b) 61.81) 62.74) 62.62) 62.84| 62.95 62.99 62 > 660259, 9; 5 9.66) 15. 16| 13.58) 11.54| 9.24] 8.62/ 10.97, 11.49 6 36.59] 56.28) 55.48] 55 SI] 53.43] 33.73] 55.83 6 10.71! 15. 431 13. 58! 12.10! 11 35! 10.85! 12.00f © Media umidità relativa Medie tensioni | 9h 12h | 3h dh 9h 12h |Comp.p.dec. 9h 42h, 3h 6h 9h 12h |Comp.p.dec. 1 p.| 82.8 | 73.2 | 80.2 | sz2 | ss.0|s18 | 829 78.9 || 1 p-| 9-13 | 9.32 [10.59 | 9.77 | 930 | 8.79] 948) 905 2 114 12.6 70,8 13.6 114 194 La .9 2 8.45 9.17 9.10 8.82 8.14 7.98 3.611 È iO |GES IIa [E ia TTI DHil Rsfmell (T0 NM 07(t0 Colin Iifaa 3 75.8 | 67.4 | 69.8 | 715.0 | 78.2 | 72.6 | 73.1 72.1 5 6.88 | 7.50 | 8.07 | 7.67 | 6.84 | 6.11 1.18} 7.40 6 15.2 | 68.81 68.3! 73.8 | 75.0 | 72.8 ! 72.3 I ; 6 7.31 | 7.89 | 7.86 | 7.71 | 7.46 | 7.47 7.62 à Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin i MERI CDTI ; agli Uni 0-8h poli [ERE Com bi p.dec. p. h) 751 È 5 5.6 n .38 1 p. 0.15 | 0.6: SI ci) 2 62 so 162.12 301 758.633 P 123) 13.47 10.08 10.235 P DIO 156 057 zl 1.97 D) % 32:S3l meg egli o: .68 PA 2.34 al] 3 44 | 1.02 NI | i [Ha 757.48 sia 752,59] $ 100 15.64 1910) 11.223 na: | tai | 950 215 2.16 .3 sn vg d 13.7 48 ò 0.22 95 7 2 [lo 56.981 160.01] $539) 797.52) è ifos 19.88) g6$ 849lG 017 | 121 | 147] ass 24 104 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Dicembre 1866. | | Media evaporazione Vivenot TRL | Media forza del vento | 6 | 9-12h, 0-3 3-6 6-9, 9-12 ;Comp. p.dec. | 9h, 12h] Sh, 6h | 9h | 12h alcone T pid 1 p. |0.4771/0.1900|0.2439 0. 1853 |0. 0756|0,1705|1. ‘RISI 5 1) 9.48 O.54 1p.\4.62|1.22/2. 06|2 2.94|7.26 5.3 06. 2 0.3724 0. 2223 0. TTI 0.2634'0.2612|0.2871|1 8355 |a 0. s di - 2 |5.76|3.18|5.26/5.66|8.64 8. 84 6. da. 3 0.3362! ;0. 3291|0.2244 1 2655 |2.5647 Ù Gi ILA I. 18° 9.08|11.9]14.1|8.70|6.56 4.92 9250155 4 1.386 ;259 DI ‘1707 0.433 |0.3324 0.4145|3.88S0 \4|25. :811 4 18.4|39.6|15.2/15.3|16. 8/13. 2/19.76) 5 .3138, .3476 0263401641 |( 0.2051|1.6775 O li » } 0.763 DÌ SO 5.7017.88]) 6.65 1.96 | 6 30. 0.4731|0.29140.2466|0.2645|2.1838 61 0.764 0-'86 |7:77111.719:83/8-13|11.5|6:85 0,504 | | Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE | NE | ENE | F ESE | SE |SSE| S | SSO | SO| 0SC | 0 | ONO | NO NNO | Calm. Ip.|_» 1 3 3 | 3 DeL d D 1 RO » ) » d 0s0 2 ) 3 d 4 |1 D) » » ) 1 li 9 ) 1 1 » 3 0S0 | 3 D) ) » 2 » ) ) ) D) ) (00013 6 1 1 » » 0s0 | 4 2 “ ti ) ») D) » D) » » D) 6 4 4 )) 2 1 SICARIO 6) 1 1 4 1 1 » » » D) » 7 12 ) » » 1 2 OSO | 6 ) ) 1 2 1 D) » ) ) 1 16, | 14 |1 ) ) ) ) SO | Per decadi la » 4 TA ) ) ) » ) 2 s 20) 1 1 1 » 6 0S0 2a 2 4 DIO ) ) ) ) ) ) 7 19 | 10 8) 1 2 1 0S0 da 1 1 b) | d » )) D) ) » 1 23 26 1 ) » 1 2 oso Totale] 3 9 12 6 ) » » D) ) 3_|_38 65.112 |_6 2 3 9 OSO Serenità media Massa delle nubi | I | 12h] 3h | 6h | 9h | 12h (Comp. Dec. {| 9h | 12h] 3h | 6h | gh 12h ] Comp] Dec. 1a 35 92 38 48 I 85 80 56 î sg 1a | Ù |a 2| 33.3] Ù 21.4 Î %.T 2a RI) 60 38 67 | 60 77 60 O) 2a DIO 0 | 5a Si no 52 STA di 46 È di BIN il za | 19 | Ts nero Mirza 3910 izo,i 020 | 38 1a $08 | 224 | | sa | 91/90 | 93 | 97 | 99/97 | 94} 7; || 59 22) sta ca | 47 | 56 | 52 | sa | 68 | 62 | 56% Ga 26.3 DI | . Numero dei giorni | | | | Sereni Misti Coperti | Con piog. Con neb. Vento forte Temporale |Con neve {RA p= 2 1 1 2 » » D) i 2 3 1 1 1 3 K“1 » » i 3 2 3% 1 1 ) 1 » ) 4 » D) 4 3 » 4 » » HIRIO. 3 ) ) D) » D) » 1 l 6 | 2 1 b) » 2 1 1 » i Tolale 12 6 9 6 | 7 ti 1 » | Medii mensili | Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . .. 758.15 Forza del vento in Chilometri. . +. ++. +++ 9.18 Dai massimi e minimi diurni . ......... 758.13 — Vento Predominante . . . ...... ERiR0SO | Differenza (0:02 | Termometro Cenligrado . . ........... 12.99 Massima temperatura nel giorno 16. ..... 18.1 | Dai massimi e minimi diurni . ......... 12.45 Minima me NgIO NNO N20 MIE "6A | pa ar Escursione termometrica. LL. 12.0 | Differenza .... 0.54 Massima altezza barometrica nel giorno 24%. , 767.72 | ——T—_& Minima ) ) » 18... 747.21 MENSIONO dCi VAPOrLtte e ele ee eten 8.31 Escursione barometrica . +... +. ERRO Umidità relativa . ........, SII C O INIANOTO 13.9 Totale Evaporazione- Gasparin . . . . +... 67.20 Evaporazione- Aflmometro - Gasparin . ..... 2.17 Totale Evaporazione- Vivenol. +... -71.7400 Evaporazione- Almometro-Vivyenot . ..,.. + 2,31.42 Totale della pioggia. + +... en 38.08 SCION. loto DIR SR 57 Massa [Ae CEN ARRE RA 26.1 Ul Direttore del R. Osservatorio G, CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO N. 1 SEI II. I Gennaro 1867 Sull’ evaporazione osservata in Palermo nel 1865 e 1866. L’ evaporazione è uno dei più importanti elementi sotto il rapporto climatologico ma finora poco studiato; e in Italia non vi sono che pochissime stazioni in cui si ese- guiscano tali osservazioni, sebbene con metodi differenti. Nella determinazione di que- sto elemento si presentano sempre molte diflicoltà ed anomalie, cosicchè a ragione lo si crede il meno sicuro di tutti quelli che si danno in meteorologia, Gli strumenti destinati alla misura dell’evaporazione sono stati di molto perfezionati in questi ul- timi tempi, e quello del Vivenot secondo noi è da ritenersi fra i migliori. La eva- porazione nel nostro Osservatorio si osserva contemporaneamente a due atmometri, l’uno interamente esposto all’azione diretta dell’ aria e dei raggi solari ed è quello di Gasparin, l’altro invece del Vivenot sta accanto agli altri strumenti di meteoro- logia destinati alla temperatura c umidità cioè difeso dall’ azione diretta del vento e del sole, Questi due atmometri furono descritti nei nostri bullettini N. 1 e N. 4, dell’anno 1865. La serie delle osservazioni, che noi abbiamo preso a trattare è di 20 mesi, dal maggio 1865 in cui si incominciarono le osservazioni al Vivenot, a tutto dicembre 1866; l’ intervallo è certamente troppo breve per potere arrivare a con- clusioni definitive; ma dallo esame delle curve di evaporazione con quelle degli altri elementi meteorologici, abbiamo sempre veduto manifesto il rapporto loro principal- mente colla temperatura, forza del vento ed umidità, come si può rilevare dalle ri- viste mensili, : In conseguenza di ciò mi proposi dalle osservazioni fatte di determinare questi rap- porti, cioè cercare una espressione dell’evaporazione in funzione di quegli elementi,” onde avere una prima approssimazione che servir possa a completare la nostra parte nel libro sul clima d’Italia. Giorn. di Scienze Nat. cd Econon. Vol. 11. 1 BULLETTINO METEOROLOGICO Evaporatore Vivenot. Quadro degli clementi che hanno servito alle ricerche sulla evaporazione osservata all’atmometro Vivenot ricavati dai bullettini mensili, 1865 Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre 1866 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre TEMPERATURA +20,5 23,5 26,0 26,7 23,4 20,3 15,9 12,3 11,6 14,0 15,2 16,7 13,9 22,5 20,1 25,0 23,4 20,0 15,9 12,9 UMIDITA” 63,9 63,5 64,3 64,7 67,3 15,5 69,0 73,9 75,0 71,4 64,6 67,1 66,9 71,8 63,7 66,0 FORZA DEL VENTO TA 11,2 9,7 6,9 9,2 10,9 9,0 3,0 8,9 9,2 11,9 8,2 6,5 D,4 9,8 7,9 4,4 DA 7,0 9,2 EVAPORAZIONE | DIURNA | | 3,394 1071000 5,113 5,268. | 4,329. | 2,746 2,790 9,151 2,492 2,819 3,906 3,947 4,239 4,432 6,905 5,918 4,089 3,495 3,211 2,314 TOTALE EVAPORAZIONE DEL MESE 105,215 141,581 159,032 164,008 128,921 85,132 83,730 66,688 77,240 84,720 | 121,080 115,410 | 151,411 132,960 | 214,047 | 183,460 122,752 | 108,285 | 96,318 | 71,740 | e e e Da questo quadro si scorge subito che la causa prima produttrice dell’evaporazione è la temperatura, la di cui azione può essere favorita dalla forza del vento e con- trastata dall’ umidità, Pertanto se noi consideriamo la quantità di acqua evaporata solo in rapporto alla temperatura come causa unica, possiamo formare l’ equazione DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO 5) dalla quale t = + 0,20004; se dunque il solo calore fosse la forza evaporante, mol- tiplicando la temperatura media diurna pel cocfliciente si avrebbe la quantità del- l’evaporazione in millimetri, Facendo questo calcolo pei mesi dal precedente quadro, e considerando le differenze fra l’osservazione e il calcolo, si vede che le più forti differenze nel 1865 riscontransi nei mesi di maggio ed ottobre, in cui trovansi due massimi di umidità, e appunto la evaporazione osservata è minore della calcolata; e nel 1866 nei mesi di marzo, luglio e agosto in cui si hanno minimi di umidità e aumento nella forza del vento, così che le evaporazioni osservate riescono in questi mesi maggiori delle calcolate. È dunque così manifesta la influenza della forza del vento e umidità dell’aria. Tenendo dunque conto dei tre elementi, temperatura, umi- dità e forza del vento, coi dati del quadro si stabilirono per la diurna evaporazione 20 equazioni di condizione , che risolte col metodo dei minimi quadrati diedero le seguenti equazioni normali. 8,10.t + 20,78S.u+ 3,22.f— 1,63=0 ) 26,78.t + 95,93 .0 + 11,45. f — 5,33=0! e ITINE(1) 3,22 .t + 11545.u+ 1,45.f—0,65=0 ove t.,u.f sono i coefficienti della temperatura, umidità e forza del vento, da de- terminarsi. Risolte le equazioni (1) si ottengono i seguenti valori t= + 0,20675 u= — 0,01517 f= + 0,11006 i quali coefficienti indicano che al crescere della temperatura e forza del vento, au- menta anche la evaporazione, mentre essa diminuisce coll’ aumentarsi dell’ umidità, come nel fatto si è rimarcato nelle riviste di ogni mese. La formola dunque di eva- porazione per l’atmometro Vivenot sito all'ombra e difeso dall’azione diretta dei venti sarebbe la seguente E=MT.0,20675 — U. 0,01517 + F. 0,11006 ove T indica la temperatura in gradi centesimali, U l’umidità in centesimi di satu- razione ed F la velocità oraria del vento in chilometri. Se con questa formola si cal- cola l’evaporazione diurna per ognuno dei venti mesi considerati, si ottengono le se- guenti cifre, che trascriviamo accanto a quelle osservate colle relative differenze. 4 BULLETTINO METEOROLOGICO 1865 EVs CALCOLATA EV. OSSERVATA 0—-0 | Maggio gum, (24 gmm,394 — 0,630 Giugno MOST 4, 719 — 0,425 Luglio (RMS NINA 5, 113 — -0;372 Agosto DIRSI. 5, 268 — 0,049 Settembre | 4, 847 4, 329 — 0,518 Ottobre ET GORI RT, 211523 Novembre 3, 246 2, 790 — 0,456 Dicembre Do dog 2, 151 — 0,106 1866 Gennaio 2205 2, 492 + 0,237 Febbraio 2, 839 2, 819 — 0,020 Marzo op 0)2:0 3, 906 + 0,586 Aprile 3, 374 3, 847 + 0,473 Maggio 3, 624 4, 239 + 0,615 Giugno ASNIIZ 4, 432 + 0,255 Luglio 5, 526 6, 905 - + 1,370 Agosto MMS 5, 918 + 0,864 Settembre (RMATASAISO A 4, 089 — 1,155 Ottobre 3, 696 3, 493 — 0,203 Novembre 3, 094 3, 211 + 0,117 Dicembre DDA 2, 314 — 0,260 Calcolando dunque così la diurna evaporazione si corre rischio di commettere un errore di + 0%, 6; e sebbene queste differenze possano sembrar forti, pure tenendo conto del poco numero di osservazioni e delle anomalie che di ordinario s’incontrano in questo elemento, e delle stravaganze di tempo avvenute nei due anni di osserva- zioni, e allora si vedrà che le variazioni nella evaporazione sono per ora discreta- mente rappresentate. DEL R, OSSERVATORIO DI PALERMO 5) Se si calcola così la media diurna dal complesso dei venti mesi con 1 = 199,54 U= 69,13 cd F=8,31 si trova essa = 3,913 e il medio dell’ evaporazione osser- vata 100924 0—-C=0, OLl per modo che il totale dell’evaporazione calcolata per i 20 mesi risulta —= 2386, 93 e l’osservata fu di 2393, 78 quindi la sola differenza 010 =MAM6:855 Per una prova del modo con cui questa formola può rappresentare 1’ andamento della diurna evaporazione, l'abbiamo calcolato per ciascun giorno del mese di otto- bre 1866, prendendo questo mese per la sua varietà nei diversi elementi, così che la evaporazione osservata non cammina direttamente di accordo con nessuna delle curve dei sunnominati elementi. La somma delle diurne evaporazioni calcolate per ogni giorno di questo mese dà un totale di 11310,54 mentre l’osservata fu di 108, 29 si ha così la sola differenza di Ep: 05 e per l’andamento della evaporazione abbiamo costruito le curve della evaporazione osservata e calcolata, che si trovano nell’annessa tavola le quali addimostrano chia- ramente il loro accordo, locchè prova la discreta esattezza della formola e la bontà dell’istrumento che si rende sensibile alle variazioni dei diversi elementi che concor- rono alla produzione dell’evaporazione. Per ora non è possibile stabilire l’ esatto rapporto della evaporazione nelle difte- renti stagioni e mesi perchè mancano gli elementi opportuni. Riguardo all’anno me- teorologico 1865-1866 abbiamo l’evaporazione disposta nella seguente maniera Inverno = 22910 Primavera = 367, 90 Estate = a 7 Autunno = 327, 36 cioè minima in inverno, massima nell’ estate pressochè eguale in primavera e au- tunno, restandone più scarso l’autunno per le ragioni che facilmente si rivelano dal quadro seguente: BULLETTINO METEOROLOGICO Anno meteorologico 1865-66. e —_ — . | STAGIONI Inverno Primavera | Estate Autunno TEMPERATURA 12,7 17,0 24,5 19,3 UMIDITÀ 74,6 66,2 67,2 70,6 FORZA DEL VENTO Per una prima approssimazione possiamo però calcolare Ia media evaporazione diurna, mensile, annua e per stagioni, tenendo conto del solo coefficiente della temperatura t=0,20675. Così prendendo le medie temperature mensili ricavate da 76 anni di os- servazione, abbiamo formato il seguente quadro : MESI Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre TEMPERATURA MEDIA + 100,93 11, 15 12, 42 14, 86 13, 59 22, 34 25, 04 25, 22 22, 93 19, 68 15, 57 12, 30 EVAPORAZIONE DIURNA CALCOLATA 2um, 270 2, 305 2; ‘507 9, 072 3, 843 4, 619 5, 176 D, 214 4, 751 4, 068 9, 213 2, 544 EVAPORAZIONE MENSILE CALCOLATA 70,37 65,12 79,59 92,16 119,13 138,57 160,46 161,64 142,53 126,11 96,54 78,86 PIOGGIA MEDIA OSSERVATA 71,74 63,55 72,69 42,65 26,60 17,21 5,80 9,11 51,58 71,65 72,28 83,80 ——— _____—_F.__ — re e eO] (eye ee yy rt E ‘1 rEr3r° DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO 7 così per stagione riesce la evaporazione come segue: Inverno. = 214,35 Primavera = 290, 87 Pstate —1460;,, 07 Autunno = 365, 18 Medio annuo =1331, 07 Rispetto all'acqua piovuta, si vede che nei mesi di gennaio, febbraio, marzo € dicembre eguaglia pressapoco l’evaporazione; e l’annua evaporazione sarebbe eguale a due volte e un quarto la quantità della pioggia. Evaporatore Gasparin, Nell’atmometro Gasparin si è sempre verificato l'inconveniente che nei giorni di pioggia le indicazioni riescivano erronee, per l’ impossibilità di applicarvi la giusta correzione per l’acqua caduta, specialmente quando si hanno leggierissime piogge che non possono essere misurate al pluviometro; di maniera che la evaporazione data dal Gasparin nei mesi in cui vi fu pioggia, sarà sempre inferiore al vero. Per avere dun- que il giusto rapporto fra le evaporazioni dei due atmometri e correggere le indica- zioni del Gasparin si è proceduto nella seguente maniera; dalle somme di evapora- zione date dai due istrumenti nei giorni in cui non vi fu pioggia, se ne è dedotto il rapporto fra le due evaporazioni per ciascun mese; e dalla evaporazione osservata all’ atmometro Vivenot nei giorni di pioggia se ne è ricavata a mezzo del rapporto la correzione da farsi alle indicazioni di quello Gasparin. Nel quadro che segue trovansi le somme mensili di questo atmometro così corrette le-quali diversificano da quelle date nei singoli bullettini perchè allora non si appli- cava la correzione suddetta. Onde determinare una formula rappresentante la evapo- razione all’atmometro Gasparin, noi ricorderemo che in quell’istramento l’azione della forza del vento dove essere maggiore che pel Vivenot, e che deve inoltre tenersi conto dell’azione diretta dei raggi solari, non avendo noi la temperatura dell’acqua per quel- l’atmometro; questa azione dei raggi solari la supporremo proporzionale al seno delle altezze meridiane del sole; l’effetto però dei raggi solari può venire modificato dalla presenza delle nubi, diminnendolo ogni qualvolta vengano ad interporsi fra il sole e la stazione; invece l’azione della diurna temperatura ed umidità sarà per quell’ istru- mento la stessa come al Vivenots quindi i coefficienti relativi a questi due elementi li conserveremo gli stessi, Allora se noi calcoliamo la parte di evaporazione dovata a questi due elementi e la sottragghiamo dalla diurna evaporazione del Gasparin, i residui di evaporazione saranno dovuti all’azione diretta dei raggi solari, all’azione diretta del vento e alla serenità; con questi residui si stabiliranno le equazioni di con- dizioni onde trovare i coefficienti a v ed f relativi al seno dell’altezza meridiana del sole, alla serenità e forza del vento, 8 RULLETTINO METEOROLOGICO Nel quadro che segue trovansi riuniti tutti gli elementi necessari , vale a dire il valore medio del seno dell’altezza del sole per ogni mese che denotiamo con sen h, il volume delle nubi, la forza del vento, evaporazione diurna del Gasparin, il totale per ogni mese per tutti e due gli atmometri e loro rapporti, infine i residui del Ga- sparin calcolati come abbiamo detto più sopra. TOTALE EVAPORAZIONE 105,21 141, 159, 164, 128, 85, 83, 66, vio 84, 121, 115, 131, 132, 214, 183, 122, 108, 96, 58 08 01 92 13 73 69 24 72 08 41 41 96 05 DIFFERENZA G/y 1,695 1,313 1,554 1,416 1,397 1,284 0,986 0,396 0,886 1,044 1,274 1,916 1,313 1,406 1,291 1,275 1,222 1,920 0,392 Qu, 528 3, 145 3, 538 2, 913 2, 149 0, 439 0, 482 0, 531 0, 924 1, 321 2, 785 3, 371 2, 648 2, 634 4, 442 3, 342 l, 223 0, 139 0, 593 E E & 2 S = TOTALE MESE |swh|Eg|2= £85 | > E i E = a NEL MESE e LR: Maggio 1865 | 0,945 | 38 | 7,4| 5,753 |178mm,33 Giugno 0,967 | 28 |11,2|7, oz4 |212, 21 | Luglio 0,958 | 15| 9,717, 977 |247, 30 Agosto 0,911 | 11 | 6,9|7, 490 |232; 18 i Settembre 0,816 | 24 | 9,2|6, 002 |180, 06 | Ottobre 0,682 | 50 |10,9|3, 524 |109, 32 | Novembre |0,548 | 55 | 9,0|2, 751 | 82, 54 Dicembre 0,478 | 61 | 8,0|1, 928 | 59, 78 | Gennaro 1866|0,515 | 53 | 8,9|2, 209 | 68, 46 | Febbraro 0,630) | (3/6 0| 1932013, (159/188, 46 | Marzo 0,768 | 49 |11,3|4, 974 |154, 19 | Aprile 0,882 | 34 | 8,2|5, 833 |175, 00 | Maggio 0,945 | 43 | 6,5|5, 568 |172, 61 | Giugno 0,967 | 27 | 5,4|6, 232 |186; 95 Luglio 0,958 | 6|9,8|8, 911276, 24 Agosto 0,911 | 17 | 7,9|7, 547 |233, 97 Settembre | 0,816 | 30 | 4,4|5, 002 |150, 05 | Ottobre 0,682 | 46 | 5,4|3, 236 |100, 32 Novembre |0,548 | 38 | 7,6|2, 863 | 85, 89 Dicembre |0,478 | 43 | 9,2|2, 495 | 77, 35 71, 1,078 0, 931 DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO 9 Coi numeri della 1°, 2°, 8% ed ultima colonna si sono formate 20 equazioni, le quali trattate col metodo dei minimi quadrati hanno dato le tre equazioni seguenti : 12,50 .a + 503,18 .v+ 117,15.f— 34,79=0 503,18 ..a + 29270,00. v + 5883,60 .f — 1117,61= 0} « (2). 117,15 .a + 5883,60.v + 1449,90.f — 341,62=0 \ Risolte le equazioni (2) si trova a= + 2,9227 v= — 0,0651 f= + 0,2642 I segni di questi coefticienti si accordano colle riflessioni fatte prima, e il valore di f, coefticiente della forza del vento, risulta più del doppio di quello determinato per l’atmometro Vivenot, come avevamo supposto, per la libera esposizione di que- sto istrumento, L'evaporazione diurna al Gasparin indicandola con E' verrebbe rappresentata dalla formola E'=T.0,20675 —U.0,01517 + F. 0,2642 — V, 0,0651 + (sen h). 2,9227 dove T è la temperatura media diurna, U l'umidità, F la forza del vento, V la quan- tità delle nubi espressa in centesimi di cielo coperto e sen h il seno dell’altezza me- ridiana del sole, Calcolando con questa formola le diurne evaporazioni si ottengono i seguenti risul- tati che trascritti si trovano nel seguente quadro di fronte a quelle osservate, e re- lative differenze, | 1865 | cauconata | osservata | 0 — U 1860 CALCOLATA | osservata | 0 — € » |a. |» |Gennaro | 1,69) 2,209 |+0,520 | ; : » |» |Febbraro|3, 766| 3,159 |— 0,607 | A e Marzo 24 AOSTA 64 | o A i n 3 | Maggio 5mm,466 | 50,753 | + 0,287| Maggio |4, 599 | 5,568 |+ 0,969 | Giugno . |7, 890 |7, 074|—0,816|Giugno |6, 093 | 6,222 |+ 0,139 | Luglio 832307, 97% — 0,846 Luglio (9, 465| 8,911 | — 0,554 Agosto . |8, 345 |7, 490 |— 0,855] Agosto |7, 846| 7,547 |— 0,299 Settembre |7, 105 |6, 002 | — 1,103 | Settemb.|5, 373 | 5,002 Ottobre |4, 701|3, 524|—1,177| Ottobre |3, 521| 3,236 Novembre !2, 666 |2, 751 + 0,085 | Novemb.!3, 404 | 2,863 Dicembre |0, 935 |1, 928 |+ 0,993 |Dicembre|2, 591 | 2,495 Giornale di Scienze Nat. ed Econom. Vol, HI, 2 10 BULLETTINO METEOROLOGICO Dalle differenze si vede che anche i risultati ottenuti da questo istramento sono abbastanza esatti per poter essere rappresentati approssimativamente con formola spe- ciale, e l'accordo fra il calcolo e l'osservazione ci pare soddisfacente, atteso alla co- struzione e condizioni di sito di questo apparecchio. La media diurna calcolata così dagli elementi dei 20 mesi risulta eguale a pmm, 156 mentre la media osservata fu di Db, (027 si ha dunque la differenza 0, 129 di modo che la evaporazione totale calcolata pei 20 mesi riesce eguale a 31459, 16 e lasomma delle evaporazioni osservate 3071, 21 Differenza 73, 95 La media diurna calcolata pel 1866 risulta di 4",7852 e la totale nei dodici mesi = 1746, 60 l’osservata fu di Io, 20) Differenza 22, 89 (continua) RIVISTA METEOROLOGICA Termometro. — La temperatura sebbene abbia presentato repentine variazioni al mezzo del mese, pure si è sempre mantenuta elevata in modo, da rendere le con- dizioni amosferiche piuttosto di primavera che d’inverno. Infatti la diurna tempera- tura risulta superiore di 3°,14 della media ordinaria, così che la vegetazione rinvi- gorita accelerò la fioritura nelle campagne vicine. In talune notti però il rapido ab- bassare del termometro produceva impressioni disgustose; la massima escursione diurna arrivò a 12 gradi nel giorno 15 corrispondente al minimum di pressione nel mese, Barometro,— Le variazioni nella pressione furono molto forti ed estese; e costi- tuiscono come due ondate dal 2 al 15 con un massimo nel giorno 6, l’altra dal 15 al 31 sempre crescente con qualche flutinazione sensibile; le escursioni totali in questi due periodi furono di 18 millimetri nel primo, di 21 nel secondo; le diurne escur- sioni presentano anche molta irregolarità; nei giorni 4 e 16 si ebbero le massime di Jjmm 6 10M", giornate in cui l'atmosfera e il mare furono maggiormente agitati. Evaporazione:— Le evaporazioni ai due atmometri risultano pressochè eguali ; e siccome la temperatura fu elevata più del solito, così le somme di acqua evaporata DEL Rs, OSSERVATORIO DI PALERMO Il sono anche maggiori, e distribuita quasi egualmente e di giorno e di notte, Il mazi- mum di evaporazione si trova nel giorno 14, in cui si ebbe il m002n02m20%0m della tem- peratura nel mese, e anche nel resto si vede andar d’ accordo colle variazioni ter- mometriche. Avvertiamo che d’ora innanzi le indicazioni dell’atmometro Gasparin nei giorni di pioggia saranno corrette sempre nella maniera indicata nell’articolo unito sull’evaporazione. Forza del vento. — La forza del vento fu assai variabile, e se talvolta si notò la calma, si ebbero anche giorni di venti impetuosi; il totale dei giorni con vento fort e fu di 16, cosicchè Ia media mensile giunge a 14 K; quindi si può ritenerlo per un mese di vento forte. Il giorno di vento più impetuoso fu il 22, dominando 1’ONO, e in cui nel mattino si ebbe a notare velocità di 75 a 76 K per ogni ora. Le maggiori velocità avvennero in vicinanza del mezzodi diminuendo la forza nelle ore di prima sera per aumentare alla mezzanotte. Il predominante nel mese fu il S0; ma relati- vamente al 3° quadrante i venti vi figurano per 115, mentre il resto di 71 osserva- zioni è distribuito su tutte le rimanenti direzioni e quasi equabilmente, Pioggia e umidità —Dominando così fortemente i venti del 3° quadrante l’umidità fu poca, e risulta di 64, cioè inferiore di 15 alla media ordinaria; nei giorni 13 e 14 l’umidità fu di soli 39 e 31 centesimi, giornate in cui si ebbero le massime tem- perature e in cui soffiarono venti da SE-S-S0, La pioggia fu assai scarsa, appena 27%, e colla mancanza di neve ai monti, e a dubitare che anche in quest’ anno avremo una sicccità come nel 1866. 12 BULLETTINO METEOROLOGICO NOTE 2. A 9, al mezzodi vento impetuoso di SS0 a colpi, il mare incomincia ad agitarsi, alle 3 p. continua ancora il SS0, 3. Giorno piovoso; la città e dintorni trovansi coperti da densissima nebbia, che to- glie la vista di qualunque oggetto. 4, In questo giorno si ripete la pioggia, il fenomeno della nebbia bassa anche in città; dopo il mezzodi il mare è molto agitato. 5. Alle 9" m. burrasca con vento a colpi e pioggia. 7. Alle 9% m., d’ improvviso soffia un vento impetuosissimo di 0, che gira poi a N man- tenendosi sempre forte e con pioggia. 9, Giorno variabile, vento forte di SS0 nel mattino. 10, Al mezzodi incomincia il vento forte di SO che durò sino al mattino dell’ 11. 11. Dal mezzodi in avanti si ripete la stessa cosa del giorno 10, cioè vento SS0 poi SO assai forti. 12, Gli stessi venti di SO impetuosi. 15. Ancora i venti SS0 e SO forti. 14, Venti forti ma variabili in direzione e forza, 15. Nel mattino vento fortissimo di SS0, con elevata temperatura, e burrasca in mare; nella sera pure venti impetuosi di S0, 16. Neve sui monti di S a S0; verso mezzodi vento fortissimo di SO e mare assai agitato e a mezzodi piove. 17. Alle 8 44 sera vento forte di S0; qualche poco di neve nei monti di SE. 18. Vento forte di SO a riprese, mare agitato e poche goccie d’acqua ad intervalli. 21. Alle 8 */ sera spirano venti di 0 forti ad intervalli. 22. Nel mattino vento impetuoso di 0S0 e tuoni; alle 3% p. si ha pioggia. ni e e DEL Ri OSSERVATOIUO DI PALERMO 13 Osservazioni IMeteorologiche di Gennaro 1867. CONSISTS ATATARNA FATTO Massimi e minimi | may NIRO NERO | Massuni Barometro ridotto a 0 DITGOTARI Termometro centigrado | OIL N — ——— t I = — nie Qhm 12h, 3h 6h 9h 12h d 9hm ) 12h 3h, G 9h) 12h 1 719.28) 748.67 710.71 ;513.6 [15.9 [16.6 |14.2 111,7|11,2 || 16.6 | 1055 9 4.36] 4291 50.06 4,2 |16.3 |17.5 [15.7 |13.3 [13.2 .5 | 10,3 3 47.02] 46.49 1.7 (13.0 |13.0 [12.4 |12,6 |12.0 3 | 10,8 ì K.S2 2.8 [11.7 |12.8 [12.7 |12.6 |11.7 4 | 10.8 || 5 53.21 1.7 |12.9 [13.0 |11.9 [11.7 [11.5 -0 | 10.4! 6 37.98 1.4 |12.9 |12.4 (12.0 [11.4 |12.3 -9 | 10.2 7 33.41 3.3 [18.6 [13.9 (13.8 |12.6 [12.0 .-6 | 11.5 8 36.74 0.2 [13.3 [13.3 |13.8 [141 (15.1 ). 8.5 9 51.76 7.4 |17.8 |16.9 |14.8 [14.1 [13.8 || 18.3 | 12.8 0 33.44 3.9 [16.8 [13.7 [04.8 [15.1 [15.1 A | 12.1, 1 5102 5.4 |17.8 [17.5 [15.4 [15.4 |16.0 || 18.5 | 13.8 ) 48,6% 48.63] 48.26 5.7 |18.7 [19.7 [17.1 |18.0 [466 || 20.2.| 148 3 2 84 !19.3 [19.3 [18.0 |19.0 {8.1 || 19.9 | 16.6 ) 9.6 [23.8 122.6 [19.5 [18.1 [19,0 || 24. 16.3 N.6 [17.7 |14.7 [13.3 | 9.9 | 97] 20.0) 80 9.7 [10.9 [10.2 | 88 |*7.9 | 8.7 11.0:| 7.0 10.5 |12.7 [13.0 [12.0 {12.9 [13.8 || 13.8 | 7.7 (15.3 |12.7 [15.3 [13.3 )13.6 [13.8 || 15.6 | 11.8; )][13.9 [16.9 [17.8 [15.6 [16.0 |17.5 || 17.8 13.8) 17.7 [197 [19.3 [16.8 |16.3 [15.6 || 20.1 | 14.5 3,(16.8 |21.7 |I8.9 [16.9 [16.0 [15.4 || 22.1 | 13.9 9il4.4 (14,5 [14.7 (14,2 |14.5 [13.8 || 14.7 | 12,3 13.6 (14.2 [14.1 [11.8 [11.1 | 9.6 || 14.4 8.8 3/(12.0 |13,.9 |14.1 (13.2 [19.6 | 9.3 || 15.5 [159 ì 2/11.4 [14.1 [15.4 [15.6 [15.1 [14.7 || 16.2 9.0 3(13.0 [15.7 [15.6 (13.3 [12.6 [12.0 || 45.7 | 9.6 9{[12.6 [14.1 [14.1 (13.0 (12.0 [10.5 |] 14.2 | 8.7 || 11.8 [13.9 (14.4 |13.0 |12.3 [10.3 || 14.5| 8.5 12.1 |14.2 |14.1 |12:3 [10.6 | 9.3 || 14.8 8.7 11.5 114.4 [14.5 |i3.3 {10.0 | 9.6 14.8 8.1 38.‘ 58.38]|10.6 |1%.2 ;15.3 [13.6 [12.7 [12.7 || 15.3 1.1 n l| 153: 50-90] 751.01 i_752. 38| 136 90 130.08 113.82 1566/15 30/1%.10\13.40 13.12] 16.491 10,89 orga Meteorologiche di Gennaro 1867. Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo —_--=-+—— ss È P_i ____ TT = _——_ss——____—__ 9hmj 12h) sh, 6h, 9h 12h gh) 120 3 6h, 9h 12h 9hm fo 126 3h 6h 9 ph 7.01} 7.60] 7.67) 7.381 7.96] 6.69] 60] 56|50| 61) 76; 67 [Lucido |Lucido |Bello Lucido |Lucido |Lucido 7.02] 7.01] 7.30] 7.37! 7.24] 7.99]| 58 | 50 | 49] 55 | 82 | 69 [(Cop. Cop. Cop. ‘Osc Osc.c p. | Cop. 9.49] 9.35] 9.04] 9.46| 9.36] 9.84] 99 | 84 | S3| SS | 86/93 [Osc.c.p. |Osc.c.p. |Osc. |Osc.c.p.jUsc. Osc.c. pe 8.231 9.09) 6.42] 5.64| 7.6) 7.54] 75 | 89 | 54| 50 | 10 | 73 HC0p.v. |Osc.c.p. oveigni (Cop. (Bello Nuv. 8.62] 7.79] 7.93|10.01|10.09) 8.65 S# | 70 | 70) 96, 98 | 90 Cop. c.p.|Cop. Cop. [Cop.e.p.(Cop.v. |Cop. v 8.90) 8.51| N45] 8.56| S.6S| 8.26] 89| 77 | 79) $2/ 86 | 78 (Cop. ose. (Osc. Osc. |Ose. Cop. 10.71] 8.83] 9.69] 9.76] 8.69] 8.75]] 78] 55 S£| 83 | 80/84 [Osc.c.p. |Osc c. p.|Cop. cop. Cop. Cop. 7.57] 8.18) 8 65|10.86) 9.08) 8.70] 82, 72 76 i 16 68 |(Cop. Cop. (Cop. Cop. Bello Nebb. 8.11! 7.62) 8.80) 8.15| 7.92] 7.72) 55 | 50 | GL | 63:| 66| 6G|Cop.v. [Misto |Nuv. Misto Lucido Lucido 8.541 8.07) SOS] 8.00] 7.95] 7.57 72| 57) | GL 64) 62) 59] Vebb. |Cop. (Bello Bello (Bello Nur. 8.70! 7.46| 7.78) 7.13] 6.75) 7.05] 69 | 49 | 52] 53 | 49 | 49 [Misto Cop. Bello Lucido |Bello |\Nuv. 8.49] 6.93) S.04| 7.66! 6.32) 7.17] 6£| 4 1152/41 | SI [(Cop. Cop.v. |Nuv. Cop Cop. (Bello 6.10) 6.33] 7.62) 6.22) 5.61) 3.66) 98 4) | 3% | 36 ||Cop. |Gop. INebb. |Cop. Cop. Misto 6.01) 5.15] 4.99 -66) 5.11] 35 | 54 |36| 3U|Nebb. |Bello Bello Lucido |Lucido |Bello 1.14) S.S6| 7.89) -13| 5.531] 44 46 | 63 | 61 [losc. Osc.c.p.|0sc. Cop. [Nuv. (Cop. 3.43| 4.85| 5.717 534] 5.55) 59 65 | 69) 66 Cop. (Cop.c.p.|Misto | Nuv. Bello Misto 6.36) 6.27| 6-40 1.29) 5.44;| 67 67) 65] 46||Nuv. Cop. Cop. ‘Sc. Osc. |Nebb. 3.52] 7.05] 6.72 1.12) 7.72/] 41 73) 61] 66]0sc. = |Osc.c.p.|Cop. Cop. Cop. Cop. {| 8.17] 8.02] 8.26 S.17| 7.40|| 69 65 | 60 | 50 [Bello (Bello |Cop. Nuv. Lucido. |Bello 8.58) 8.31) 9.53 9.931 S.55| 37 67) 71° 65 Nebb. Bello {Bello Cop. (Cop. \Misto 8.72] 8.77] 8.35 1.91] 7.89] 61] 45 | 36 | 58! 61 |[Nuv, Nuv. Cop. Misto. |Belo Nuv. 7.12] 7.68) 8.07! 7.56) 7.81) 7.97] 58 | 63) 65 | 65 | 63, 63 |[Cop. Cop. Osc,e.p. |Cop. |Cop. Cop. 1.84| 186) 7.17, S. 1.12) 7.75) 68] 65) 60| 78 | 72 $5 [ICop. Nuv. Bello Bello Lucido [Bello 8.20] 8.04| 9.05] 9. 819) 6.53]| 78 | 68| 76 | $2| S61| 75 [[Bello I Bello Bello Misto (Lucido |Nebb. 7.23] 8.42) 9.05] 5. 8.20| 8.82] 72] 70) 69] 4&| 64| 71|[Nebb. |Misto Cop. Cop. {(Osc. (Cop. 9.08) 7.45! 7.80! S.65| 8.82] 7.96] SI | 56 | 60| 76) SI | 76 (Cop. (Cop. Cop Cop. (Cop. |Nuv. 8.82] 9.45| 9.05] 8.71] 8.56 1.34 SA | 79 76 | 78] 82] 76 |[Nuv. Cop. {Nuv. Cop: |Nuv. Nav. 8.32] 8.67] 8.49] 883! 9.01] 8.37] 81) 73 | 70] 79! 84| 89 (Cop. Cop. iNuv. Cop. (Cop. Nuv. 8.75) 8.36) S.80| 8.64) 8.43) 6.65] 83 | 6 3| 81] 88] 77 [Nav Hell » [Bello Bello |Nuv. Lucido 8.26| 7.87] 7.81] 7.41] 7.95] 6.6S 65 | 87] 74 |{Nebb Bello Lucido |Bello It sucido (Lucido 7.28] 8.49] S.07| 7.54 7.17) 7.71 68 | 71] 71 [bello [Bello [Bello Nuv. cop. Lucido 1.85) 7.73] 7.94| 7.89] 7.86 4 -7|66.3,69.4/67.2 bas A È E SI 14 BULLETTINO METEOROLOGICO | h 3 È 5 | Evaporazione Atmometro. Vivenot Evaporazione Gasparin| Forza del vento in Chilometri Gh-9m.| 9-12h | 12-3h | 3-Gh | 6-90 | 9-12h {Totale| 01-8 | 8-3 |3-12 (Totale|9hm. 12h 3h | 6h | 9h, 19h 4) 1.1334| 0.4534| 0.7016 0:6692| 0.6477] 0.25375( 3.8328]| 0.42 | 2.08 | 1.05 | 3.55 [[15.8 (15.5 | 9.6 | 9.2 | 8.9 | 3.4 21 1.0254! 0,7SS0| 0.9067| 0.7772| 0.3562] 0.1079) 3.9614)| 1.09 | 1.76 | 0.43 | 3.28 |l41.7 |36.5 |24.9 |I1.1 | 5.6 | 9.0 3! 0.4210) 0.0756| 0.1295| 0.1403| 0,0042| 0.0756) 0.8462|| 0.28 | 0.00 | 0.00 | 0,28 || 0.0 | 0.4 | 0.6 | 0.0 | 1.0 0.0 (4! 0.2050| 0,2807| 0.3346| 0.6800| 09823) 0.6800| 3 1628) 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.0 |12.1 | 4.2 |28.9 |30.6 |36.8 5 1.2207 .5073 4 0.3562 0.1913 0.1727 28722 0.67 0-0) n.74 21 0.2 12.2 |15.6 | 5.9 3.2 4.6 i 6| 0.3023 0.3562 0.086£ 0.1405| 1.5618] 0.00 0.64 1.71 2.35 11010050 0.8 8.2 13) 0.5670 0:0156| 023151 0:1318) L.0S40| 0:00 | 0/58 | 1:00 | 153 |\9:1 \'0s0 |'so l'a |18 (102 | 8 Ò b 237 b .68 ! .50 dl «dd ).1 jd h 2. 1 5 0:9499| 0/4759| 0:5075| 0:5397| 3:5188| 1.00 | 1.20 | 1.02 | 8.22 [354 20.4 0.6 | 604 |12:9 ivi To, 1.0687 04554 0.5505 0.6692 4.1450 1.20 1.80 0.84 3.84 17.6 22.0 [13.8 113.2 |28.7 (16.1 14 1.2 0.3670| 0.5289| 0.8096) 4.1774| 1.72 | 1.70 | 1.58 | 3.00 || 1.5 | 47 [23.6 [11.7 |27.7 |2756 12) 0.7233| 0.8420 0.7850 5 3864111.00 | 2.17 | 2.85 | 6.02 20.8 20.7 !21.0 |20.6 |20.4 |21.1 13 0.7880| 0.0147| 1.0255| 7.: 4.04 | 1.02 | 399 9.05 9.5 [35.7 | 6.1 |25.4 |31.0 | 9.3 0.8420| 1.9214| 1.0794| 8. 1.16 | 3.59 | 3.08 | 7.83 [95.5 | 1.4 [15.7 | 34 |28.7 [1807 0.6300| 0.6044| 0.6261| 5. 2.76 0.43 1.64 | 4.83 [33.0 [12.1 16.6 16.7 (214 |21:3 05289] 0.2483 03994 6 || 0.00 | 1.53 | 4.24 | 2.77 0 |32.0 |15.7 |16.1 | 5.0°| 8.6 04642 02591 0.98253] 3.ì 0.25 | 1.02 | 0.99 | 2.26 5 (19.0 (15.9 | 1.9 [23.9 [20.4 0.6500| 0.3346) 0.4534| 5. 1.28 | 1.69 | 1.69 4.66 4 (39.2 8.1 194 |32.5 |15.4 | 0.7448) 0.2914| 0.6692) 3. 0.00 | 1.78 | 2.00 3.78 +2 |16.2 | 5.5 |13.4 | 9.4 [19.2 2) 0.6908| 0.2699| 0.3022 4.8 1.58 2.94 2.00 6.25 .6 [24.2 [18.3 |10.5 | 1.9 | 0.0 0.6477 06477) 0.692) 4. 0.30 | 1.77 | 1.35 3.42 20) |1704 | AS 3920/262030 .6369| 0.6905 04749 04426] 5. 0.00 | 1.20 | 2.20 | 3.40 75 0 |76.8 |60.3 |40,.0 |25.2 |25.0 08204) 0.4426| 0.2591 0.1619 do 0.00 |:1.22 | 1.19 | 2.41 ||15.0 |25.3 |14.2 | 7.0 | 6.8 {14.1 0.3130) 0.4102| 0.0864 0.1727 15 0.27 0.71 1.09 | 2.07 || 4.0 | 6.8 | 7.0 | 0.0 | 6.7 |24.2 0.3670) 0.6800 05937, 0.3400| 1. 0.31 | 0.65 | 1.68 | 2.64 || 0.0 | 3.7 | 6.9 |24.8 |25.0 |39.7 0.6044) 0.3778 0.1295, 0.1835 2. 0.31 1.04 0.67 2.02 4.0 24.0) 6.8 by || HS [8 Re Re 4S57| 04 .1295) 0.0648) 1.7 .23 si He | 4 b 2-1) [12 0. 3. Ly 04102 02917 00625 02375 1.6300]| 0.00 | 1.28 | 0.46 | 1.74 || 3.7 | 3.9 | 6.7 | 3.5 [12.2 30 0.3S86| 0.4318| 0.1187| 0.1403| 1.8590] 0.77 | 0.43 | 1.19 | 2.39 || 4.7 | 1.0 | 8.0| 9.7 | 4.2| 94 0.6040| 0.4102) 0 2159) 0.2591| 2.234] 0.03 | 0.96 | 0.97 | 1.96 || 1.0 | 7.71 4.0 | 5.2 [10.9 | 56 0.6044| 0.4815| 0.4266) 0.4361| 2.4336)| 0.70 | 1.23 | 1.36 | 3.29 ||15.2 [17.0 [12.5 ]11.2 114.5 |14.7 Osservazioni Meteorologiche di Gennaro 1867, | | Direzione del vento Direzione delle nubi \,l 9ùm. | 120 3h | 9h 6h | 125 | 9h | A2h | 3h | 6h | 9h | 12h SO) SO Sio) oso 050) 0s0 » » » )) » » 2 2| SS0 SISI) sso SO) ON0 ) » » » )» » » 9 5;(Calmo | SSO NE Calmo oNO Calmo ) » » ) » ) 2 | Calmo ono | so NO ON0 0 » ». | NO NO » » 2 5| NO |ONO | ono ONO 050 oso ||NO |ono |oNo |ON0 » » Pi 6/0X0_ | E (Calmo |Calmo 0s0 SO) NO DEN » » ) 1 | 70 NO NO N NO SO) 0) NO | N N » » 2 I 8| so Calmo | NF SO) 0S0) (ISTOMNICOA(O) D) » » ) ) 1 9, SSO SO s SO so So) S$SO |OSO | SO NO) » » 2 10) 080 STO) so sO so SO » STO » » » » 1 {1,| SE SSOMMIESO, RIO) | SO Sio) ) » » ) ) )) 3 12| SO sO | SO SO so Sto ) » ) ) » » 3 13| ESI SISTO) | SE so RISO) so D) » ) » » ) 3 VI4| NNI Ss0 |SS0 |S0 SI NI » » |» » » Ù 3 lis SALO SI | S so so (OSIO) ) DINI ) » » 4 16) SO SO (OSIO) (OSIO) (OSIO) Sto) » 0sS0 (oso |0S0 | So ) 5 IA sa, 330 0sS0 30 so 250 » (0) » » si ) z ìi s IS Do S » ») » » ha) ») \19| SSO Sto 0SO Sto) SEIO) SO) ) » (050 |0SO » NO 4 120) SO SNO) SKio) SO Calmo » NS » » ) 3 21) S0 SIG ONO 0 0 0 D) ) 0 0 ) D) 2 22 0SO 0 ONO oNoO ONO) ONO » » ) » » NO 4 23| NO No \ 0N0 NNO 0s0 RIU ) » D) D) D) » 3 24| SO NE NNE |Calmo 0s0 (ORSTO) » ti) » » D) 3 25 (Calmo NI VENE SO SO so ) Da), D) » ) 2 26) OSO (ISTO) (0) NO 0s0 0s0 ) DINI) D) )) ) 2 (27 080 Calmo NI Calmo 0S0 0so0 ) D) D) » ) ) 2 [28 (Calmo ONO NYO |Calmo (STO) 0s0 ) ) D) » » » 2 (39 SO NO NE | 0S0 0s0 0sS0 ) » » » » » 2 {{30( SO NXE NI | SO | 080 0sS0 ” N) )» » » )) 2 (i I) ESE 0 | 0S0o SEI SEIO » » D) » » » 2 DEL Ro OSSERVATORIO DI i’ ALERMO Osservazioni LA ONIISAOA di Gennaro 1867, 33.00 Nuvole SUO i 12h 3h 6h nai sh__ 12h | een __ ee RiT > A ea e n ann Vol. [Dens. Massa] Vol. | Dens, jMassa!| Vol. | Dens.jMassa'| Vol. | Dens.|Massa|| Vol. Dens.]M Massa Vol.| Dens. Massa 1 ) D) » » ) » 2 0.4 (US) )) )) ) ) | » » » » || 20 70) 05 | 35.0] 90) 0.6) 54.0] 98 768.6] 100| 0.6 | 60.0] 100 | 0.6 | 60, 6 70) 07490 3|| 100 8 | 80.0 || 100 8 | 80.0 || 100 8 | 80.0 || 100 6 | 60.0 || 100 6|600|100| 770.0] 4l 98 7|68.6]| 100) 85800) 100 7|70.0| 80 8| 640) 15 7|10.5 || 40 1|280| 5Il 98 8 | 78.4 || 85 1|595| 95 8 | 76.0] 90 8|72.0]] % 6 | 56.4 || 95 166.5 | 6 85 6 | 51.0 || 100 5 | 50.0 |{ 100 5 | 50.0 || 100 6 | 60.0 || 100 6 | 60.0 || 95 6 | 537.0 | 7 100 8 | 80.0 || 100 8 | 80.0! Ss 7|53.5 || 80 8 | 640 || 60 6 | 36.0 || 70 5 | 55.0 8|l 853 &| 340 || 75) 4|300) 60 5 | 30.0 60 3 | 30.0) 12 4 | 4.8 [1100 4 | 40.0 ol 90 7|63.0 || 50 5 | 25.0] 60 5 | 30.0] 50 6| 30.0 » » » || » » | » 10] 80 324.0] 98) 4|392] 15 SA MeTESA AS 30 59 N12 4 | 4.840) 6240 11 50 4 |20.0| 90 4|360! 12 4| 48 » ) » 4 2010, R250 5A 1255 12 70 6|42.0| 90 6| 54.0 40 5 | 20.0] 60 3| 30.0) SO 5 | 400 || 10 SAMSON 13] 95 i |38.0 || 95 4 | 38.0 || 30 3] 9.0) 90 5 | 45.0 || 96 5 | 48.0]|| 50 5| 25.0] Ia 30 3 0.6 2 3 0.6 s 5 4.0 | » ) » ) ) » || 15 4| 6.0. 15|| 100 8 | $0.0 || 100 8| 80.0 || 100 770.0 5 1665) 30 6 | 18.0 || 80 5 | 40.0 || L6| 60 6|36.0| 70) 7]|490] 50 71|35.0|| 30 6 | 18.0 6 5| 3.050 5| 25.0] 7 25 5 | 12.5) 80 5|400) 90 7| 63.0 || 100 6 | 60.0 || 100 6 | 60.0] 80 4|32.0| 18] 100 S| 80.0 || 100 8 | $0.0] 98 6 | 538.8 || S0 648.0) 70 6 | 42.0 | 70 6 | 42.0 || 19) 6 gi 234 % 5| 2.0] S0 6| 45.0) 35 3 | 47.5 » » » || 10 5| 50 20) 10 57 MAIO 5 4| 20 2 4| 08) 95 5 |47.5)| 95 5 | 47.5 || 50 5 | 25.0 21 40 4 | 16.0 || 30 4|120] 90 5|43.0]| 50 6 | 30.0]| 10 S| 380/25 591255 22) 93 7|665|| so 8 | 64.0 || 100 7| 700) 90 6540) 90 7|63.0) 80 7 | 56.0 23) S0 6| 48.0) 40 5| 20.0 4 4| 1.6) ‘10 66.0] » » » || 10 5| 5.0! dl 6 i | 24 10 4| 40] 10 4| 40) 50 ò | 25.0 » » » ll 60 3 | 18.0] 25 S0 2| 16.0 | 50 4 | 20.0 || 80 5 | 400] 85 3 | 42,5 || 100 5|500]| 90 5 | 453.0 || 26) 90 5|45o] 60) 65360) 80 6 | 450| 60 71/420) 20 5 | 10.0 || 40 3 | 20.0 | 27) 30 5 | 150] 95 766.5] 20 5|4to.0]| 60 636.0) 30 5 | 15.0 || 30 5 | 15.0] 28 70 6|420] 70 6|42.0)| 30 6 | 18.0] 60 6 | 36.0] 60 6 | 36.0 || 20 5 | 10.0 29 20 5 | 10.0 8 51 40 2 3| 06/10 S| 5.0! %0 4 | 16.0 || » » » 80] 5 2 | 1.0 6 4| 24% » » » || 15 ORTI » ) » » » v| 31) 10 £ | 40] 10 &| 40 10 & | 40 35 6 | 21.0] 80 5) 400 || » » » | mM. 59 35.8 Il 62 37.6 || 54 33.6 || 58 33.3]] 47 25.6 || 46 26.0 | Medii barometrici Medie temperature | {__9h 12h Sh, 6h 9h 12h Comp. p.dec- gn 12h sh | 6h 9h 12h Comp. p.dec 1 p.|757.16|747.18|747.23748.11|749.11|749.02 169.63/759 agi 1 p.| 12.80] 13.96] 14.58) 13.38] 12.38) 11.98] 1 13/67 20| 34.94] 54.67| 55.20) 54.90] 55.08] 54.43| 54.87)/°""0|[ 2 | 13.64| 15.xS| 14.44| 13.84| 13.46] 13.66 16.151 SRO 3 | 47.96] 47.21] 46.55| 47.40] 47.21) 47.17| 47.25 3 | 47.48] 19.46) 18.76) 16.66) IG.0N] 15.88| 1739) 1; g7 4 | 50.30] 50.06| 30.22) 30.93] 51.24 4 13.42) 14.58) 153.12] 13.30] 13.34] 13.88 13.9£( VINI 5° | 35.62] 33.43] 54.95| 55.74] 55.99 5 13.64) 15.68) 15.44) 14.34] 13.46] 12.56] 14.19 13.48 | 6 | 57.42) 57.49) 56.90) 57.18] 57.38 6 11.951 16421 16/671 13/081 11/701 10.731 12.764 13-48 Media umidità relativa Medie tensioni | | 3h 6h on 121 Comp: p.dec. 9h 12h sh 6h UN 12h |Comp.p.dec 1 p. 61.2 | 70.0 | S24 | 78.4 | 72 ci 72.1 || 1P-| 8.07 | 7.77 | 7.55 | 797/883 | 814 8.06] 8.32 2 122 | 75.6 | 736] 710 | 716 2 |.8.66 | 8.25 | 8,79 | 9.06 | 8.46] 8209] 857) °-° 3 15.0 | 45% | 446 | 45.6 | 43.5) 590 (3 7.29 | 6.95 | 7.26 | 6.41 | 6.02 | 6.11 6.67] 6.95 4 56.4 | 67.4 | 65.2 | 58.6 | 58.9 Î SI 6.81 | 6.90 | 7.34 | 777 | 7.59 | 69 | 7.23) °°° 3 62.2 | 63.0] 65.6 | 72.2 | 6297 ggo 5 7.82 | 8.13 | 8.37 | 7.79 | 7.83 | 7.79) 1.96! suo 6 67.3! 74.5 | S2.2! 772/750 i "I 6 18.42 1 8.38 | 8.35 1.8.33 |- 8.42 | 7.46 | 8,23) * Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin | | RI n piccini ì Î TI TDI î DI Pel Fia Comp. p. dec.| | 1 p. 51.46) 20, og] 745.58 AI p. 160} 45 .58 7 5 4 .7 0.64 | 1.90 (2 i» (ROSE, nio, OS 2 | 16.56) 15.00 1055) 10725 | 04 | 112 | 106 | 262) 225 INS 30.58 SIG eri 20.520, 4. 3 24921790 21630 MISS 4 230 BIT 47719 6.830 | 1564) 19-08) 10 ni 12:49 7 0.62 | 1.79 | 158 ia 3.21 b) 53.16) 4, SARI A 6:58 10.38 5 0.18 | 1.11 | 1.50| 2.79 ; 6 i ast08)$ -| nia LO CERVO 0.31 | 080 | 0:78] 1890 >-5% BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni LEN ROZIOnO di Gennaro 1867. | Media evaporazione Vivenot a i Media forza del vento i sugli 69h | 9-12 0-3 | 3-6 Î 6-9 9-12 (Comp. p.dec.|| | ; 9hm, 120; 3h, 6h | 9h, (120 [Com] pd. \\ 4 p. | S011/0.4210]0.4987|0 52460. 4369|0.2547|2.1359 ) ‘01361! 19.531}! lip. 11.5)15.9|11.0 n 9.9 10,8) 11. sd 12.1 2 (0. 6779, 0.3670|0.4965 0. 3066/0. 3217|0/3994|1 8912)? Ù ‘59 21.7|12.6) $.6] 9.5.11.7 11.0) 12,5 $ ò 1.9623 0. 8053/0.8830|0.6201|0.9823|0 8657|4 SMEG 136, È 2.92 sal 21.5|1%.9|16.6|15.6|25.8 19.6] 18.9? 17.2 i & 1.4874/0.5915|0.6196|0. 6217| 0.2807|0.5613|2.6748 2.41 (&|14.7|25.5|12.6/12.3(1%.5 12.7] 15.4) © Dj 1.09870.4750|0.6649|0.3745 0.4123|0.3573]|2. 2938)1 sui DISLO SNA 1 3 5 |19.2|26.0|19.3|15.0/18.0 26.6 SR 13.4 | 6 0. 49831 ‘0. 2453 0.4655|0. 3814 0.1259 0. 1781|1.39956 2.8] 8.1] 7.2] 3.7] 7.0| 7.7) 6A 5 | — — —E tene in = Numero delle volte che si osservarono i venti = =: = = 7 == == = T n = _eno = = =_= — "ca N NNE | NE | ENE | K ESE | SE |/SSE| S| SSO | SO| 0S0| 0 |o0N0 | NO NNO | Calm. 1p.j » » i bl DI DI E 5) “% | dò 6 |2 6 2 ) 4 |0S00No) REA] ) 1 » 1 ) » ) I 2 12 4 I 1 3 ) 5) SO | 3 O 1 1 » » 168 U 6 | 13 1 ) » ) » » So RO » ) ) Il )i » 1 I 615 5 » ) ) ) 1 SO |3 |» ) 2 2 » » ) » » DIANO. 4 4 ti 2 ) 3 ONO | | 60); i 2 Il Ù I » ) » dA 17 2 ] 2 DI 4 (OSKO) | | ìl | | | I Ì LE Io Sol no 2 E A | I Per decadi prismi Î NE asi ne RT I sv 2 D) | 1 il ) 1 | I 4 1 2 12 30 ' 6 » | DIO), » AI SO) 3 | » 10 e Si Roi 0 00 n ion 200 Ag OSO Tolalel 1 | 2 LARE ES E A 65 ERRORE co Roo 960 | a SU Serenità media | Massa delle nubi ) BS: PARRA e A ho | Azh gb | 6h 9h | 12h Comp. bee. | TI 9h | 12h gh | 6h | 9h a 12h | Compi den inse] EXAM NICE, | 31 | 26 | 28 | 59 | 28 5 ID | 52.4] s6.7) 581) 51.2 37.4] 4 (a | 2 12 | 15 | 36 | 39 63 39 34 2 50.41 44.8, 35.2) 97.7 21.1) 350 37.4 bj sl 23 62 | 5 Bb) bl 48 a 3 36.2) 41.7] 21.61 28.3] 21.5| 17.7] 27.8 % 29.5 4 60 | 48 36 32 46 48 45 4 26.7] 34.6] 4I°I| 38.2) 30.5) 258| 301 \ È Bo || 0 38 43 43 | 60 WI 49 È sg [5 | 29.8] 24.0] 32.1] 31.5 23.6] 27.3) 28.0 6 | 73 | 58 | 76 | so | 62 | 85 | 690 9 °° Il6 | 19.51 258) 13.4] 246] 195) 7.5 184 | Numero dei giorni RR Sereni | Mis | Cone ri | Con piog. | Con neb. | Vento forle | Temporale |Con neve AN: | 1 ) 4 I 5) | 1 | 2 » )) 2 | 1 1 D) 2 | )) | 4 | ) D) 3 | 1 1 3 t| | » | 4 | » D 4 ) 2 5) LI | ) 4 | )» » 5 1 1 3 1 | 1 | 2 | » ) 6 | 2 1 I 2 ) » D) | » D) "totale | 56 6 cet de 8 ae e A Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . , 752,55 Forza del vento in Chilometri +... 14.2 Dai massimi e minimi diurni... 192.49 VONIONRI COMMINATA E RR SO Il (1 Differenza . 0.06 pe I | Termometro Cenlisrad0 . 0. 14.27 Massima temperatura nel giorno 21 , * 24.0 | Dai massimi e minimi diurni . , .,...... 13.69 Min TMC LIMO MERE 7.0 | ; == ESCUFSIQNCALCHMOMELLICA a Re ee ee 17.0 Differenza +. 0.58 | Massima altezza Boone Irica nel giorno 30. 762.51 | Minima » ) 4. , 741.23 Tensione dei vapori... .., 000000 7.19 | Escursione barometrica Nagai vd 21.28 USNT TERDORI NI St eco scan 64.4 | Totale Evaporazione- Gaspari... ... + 107.51 Evaporazione- Almometro - Gasparin . + 3AT | "Totale Evaporazione- Vivenol. . 108.6747 Evaporazione - AlImometro-Vivenot ....... 3,0056 Totale della pioggil........ co 6.79 | SCENZA TIE RR k6 MASSA CCD e n 32.0 Il Direttore del R. Osservatorio G. CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO =] LL | CONA Febbraio 1867 Sull’ evaporazione osservata in Palermo nel 1865 e 1866. (Continuazione e fine vedi pag. 11). Conoscendo quindi la media forza del vento, la media umidità, e la serenità, e temperatura, saremmo nel caso di stabilire approssimativamente la media evapora- zione mensile e annua per questo atmometro esposto all’ azione diretta del vento e raggi del sole. Questi elementi non li abbiamo tutti; per ciò non si può ora appli- care la formola per intiero. Però per una ‘prima approssimazione si può tener conto solo della temperatura, umidità e altezza del sole, avendo i coefficienti della forza del vento e volume delle nubi segni contrari ; difatti calcolata così |’ evaporazione pel 1866, sorte differente di soli 56 millimetri dall’osservata che fu 1769", Eseguito il calcolo, coll’umidità relativa ricavata dal solo decennio in cui furon eseguite 0s- servazioni psierometriche, risulta la evaporazione all’aria libera, come è notata nel quadro che segue, sì per la media diurna come per la totale di ogni mese, per sta- gione, e media annua. MEDIA | MEDIA S SI EVAPORAZIONE MESI TEMPERATURA | UMIDITA” Si h 5 S MENSILE di | S STAGIONE Gennaio 41098. 78,7% 0,515 | 21595 80,45 Febbraio 11,15°| 77,7 | 0,630 | 2,982 84,24 | Inverno Marzo 12,42 | 77,2 | 0,768 | 3,654 | 11327 249,32 Aprile 14,86 | 76,1 0,382 4,508 135,24 Primavera Maggio | 18,59 | 73,5 | 0,945 | 5,502 | 170,56 310,07 Giugno | 22,34 | 72,0 | 0,967 | 6,366 190,98 Estate Luglio 25,04 | 70,1 | 0,958 | 6,925 | 114,68 Sidi Agosto 25,22 69,3 0,911 6,538 211,98 Autunno Settembre 22,98 | 73,5 | 0,816 | 6,034 | 181,02 444,19 Ottobre 1908 OA 0,682 4,926 152,71 | Media annua Novembre 15,57 | 75,9 | 0,548 | 3,682 | 110,46 || 173022 Dicembre 12,30 | 80,7 | 0,478 | 2,730 | 84,63 Giorn, di Scienze Nat. ed Econom. Vol. II, 3 15 BULLETTINO METEOROLOGICO Relativamente alla pioggia, confrontando le totali evaporazioni mensili colla quan- tità di acqua che in medio cade ad ogni mese e che abbiamo registrato in uno dei precedenti quadri, si vede che Za evaporazione al Gasparin eguaglia quasi la piog- gia nei soli mesì di gennaio e dicembre, restando sempre superiore negli altri mesi; la evaporazione annua è molto prossimamente il triplo dell'altezza dell’acqua pio- vuta, ed uguale a una volta e un terzo quella all'ombra, ossia notata all’atmometro Vivenot. Dalle quantità di evaporazione mensile calcolate sui due istrumenti, ne ri- caviamo le differenze relative alle due differenti posizioni degli atmometri, che tra- scriviamo unitamente a quelle che di fatto si sono verificate nel 1866. G— V indica evaporazione Gasparin meno quella dell’atmometro Vivenot. Differenze. G—V dal calcolo G—V osservata nel 1866 Gennaio + 10"",08 — 8,78 Febbraio +19, 12 + 3,74 Marzo +33, 69 + 33,11 Aprile +43, 05 + 59,59 Maggio +51, 43 + 41,20 Giugno +52, 41 + 53,99 Luglio +54, 22 + 62,19 Agosto +50, 34 + 50,51 Settembre +38, 49 + 27,30 Ottobre +26, 60 — 7,97 Novembre +13, 92 — 10,43 Dicembre + 5, 77 + 5,61 Le quali differenze, se si rifletta ai disturbi provati dall’atmometro Gasparin per la pioggia e le nuvole, vanno sufficientemente d’accordo; e mostrano come queste dif ferenze crescano dal gennaio sino al mese di luglio, per diminuire poscia sino al dicembre, in cui avviene il minimo della differenza pei due istrumenti. Calcolando la evaporazione di giorno e quella della notte per ogni mese, abbiamo trovato i seguenti numeri: Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Evaporazione di giorno = 1,96 2,35 2,95 3,64 4,38 4,99 Evaporazione di notte = 0,64 0,63 0,70 0,87 1,12 1,38 Rapporto 19500 3,73 ASCMORTASTS 3,91 3,62 Luglio Agosto Settemb. Ottobre Novembre Dicembre Evaporazione di giorno = 5,30 5,02 AZ 352/0 2,48 1,93 Evaporazione di notte = 1,63 1,82 ANZIORINI 017 1,20 0,80 Rapporto —19720 2,76 Do 195 2,07 2,41 Cioè la più grande evaporazione di notte ha luogo nel mese di agosto , la mi- DEL I, OSSERVATORIO DI PALERMO 19 nima in febbraio; il rapporto fra quella di giorno e di notte cresce dall’ ottobre sino al marzo per diminuire poù gradatamente fino all'ottobre, Dietro quanto abbiamo potuto sopra raccogliere, ci sembra risultare evidente che per un completo studio sull’ evaporaziene sia indispensabile l avere due atmometri l’uno accanto agli istrumenti meteorologi e difeso dall’azione diretta del vento e raggi del sole, l’altro intieramente libero, Per quest’ultimo conviene la costruzione dell’at- mometro Gasparin; pel primo quella dell’atmometro Vivenot, sebbene potrebbe essere utile il dare a quest’ultimo dimensioni maggiori di quelle usate finov P. Taccuini RIVISTA METEOROLOGICA Temperatura— Ad eccezione dell’abbassamento verificatosi nei giorni 3 e 4, nel resto la temperatura si mantenne regolare con leggiero aumento sulla fine del mese; la diurna temperatura risultò superiore alla media ordinaria di 1°, 57, per modo che anche in questo mese non fu avvertita la stagione invernale, ma sembrò piuttosto un mese di primavera; e qui notiamo che confrontando il riassunto mensile con quello del febbraio del 1866, troviamo ripetute quasi le medesime cifre, ad eccezione della pressione, che nel 1866 fu superiore di 5 millimetri; quindi sembra proprio che Ie vicende amosferiche vogliano anche in questo anno seguire lo svoleimento avvenuto nel 1866, Pressione: — L’alzata del barometro continuò ancora sino al giorno 3; indi un ra- pido abbassamento che durò sino al giorno 7 in cui si ha il massimo della forza del vento e un massimo di temperatura; dal giorno $ la pressione cresce e si mantiene regolarmente elevata con piccolissime esenrsioni diurne sino al giorno 25; da questo punto abbassa di nuovo cosicchè il minimum si ha nell’ultimo giorno ‘del mese, ove di nuovo aumentò la temperatura e forza del vento, La più grande escursione diurna avvenne nel giorno 5 di 10 millimetri, Evaporazione. — Per la diminuita temperatura e forza del vento anche 1’ evapo- razione fu minore in questo mese, che nel precedente gennaio, e quasi eguale nei due istrumenti, La quantità di acqua evaporata è prossima al valore medio calcolato, e appunto la temperatura anche poco si scosta dall’ordinaria per questo mese. Forza del vento. — Il vento fu più moderato che nel gennaio, e soli 8 giorni si ebbero con vento forte; nelle prime due pentadi accaddero gli sconcerti i più forti coi venti di NO e ONO; invece nella 3% e 40 pentade dominò la calma. La curva della forza del vento offre variazioni analoghe a quelle della temperatura, e tutte due pos- sono essere risguardate come inverse a quella della pressione ; il predominante nel mese fu l’OSO come nel gennaio, ma le direzioni in complesso furono più variate. 20 BULLATTINO METEOROLOGICO Pioggia e umidità. — La pioggia fu insignificante, giacchè si raccolsero soli 7 mil- limetri di acqua piovuta in 4 giorni differenti, pressapoco come nel febbraio 1866; ed è hen cosa eccezionale giacchè la media ordinaria è di millimetri 64; e nelle cam- pagne già si lamenta il difetto d’acqua. L'umidità invece fu assai maggiore di quella del gennaio, arrecando alle piante un lieve compenso per la mancanza di pioggia. NOTE 1, I venti di NO e ONO soffiarono sempre impetuosi, il mare era agitato. 2. Continua il vento forte ma piegando a NNE; alle 11 m. grandine. 5. Forte abbassamento nella pressione, con aumento di temperatura. 7. Nel pomeriggio venti forti di 0 ed 0S0, con minuta pioggia alle 8" s. per pochi istanti; alle 10 4 lampi a NO. 8. Nel mattino vento impotuoso di ONO e grandine, . 11, Giorno di eccessiva umidità; le strade sembravano bagnate da pioggia. 13. Alle 3 4, p. minuta pioggia; e mare agitato. 14, Al’1 e * p. poche goccie; alle 8 di sera vento forte di SSO che durò sin verso le dieci, 20. Durante la giornata cielo caliginoso, sembrava luce di sole ecclissato parzialmente. 22. Nella sera lampi ad ESE e alle 10 incominciò la pioggia. 26. Il barometro andò sempre calando e il vento crebbe in forza alle 9 ‘44 piegan- do a S; indi ritornò a SO divenendo il cielo lucido, 27. Nel mattino e sera vento gagliardo di SO. 28. Il mare è un poco agitato; continua il vento di SO alquanto forte; alle 3% p. goccie. DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO 21 Osservazioni Meteorologiche di Febbraio 1867. ; ù n e RATA È Massimi Barometro ridotto a 0° MASSIME INI, Termometro centigrado | e minimi È sn termometrici tt e Tae} reggere 9hm 9h 12h 9hm ) 12h) Sho, Gh | 9h ) 12h | 739.08 760.40) 760.46 760.97 13.6 [139 [13.5 [12.3 l12,0 |in.1 | 161 | 10.6 | 62.25 5 64.15 10.6 10.9 [10.8 |10.6 {10.0 || 1L.S | 9.6 || 61.00 9.6 5 OLO RZ SI 7559 AIZO A RIONI (14.02 210.2 |93|97) 78121) 651] 57.49] 50.06 5 10.3 4 [13.5 |14.5 |12/0 || 15.5 | 6.9] D9:90| (09.51 30.07 112.0 .8 [12.7 [13.3 (15,5 14.0 950) 34.01] 53.98] dI. 54.84 815.4 .9 (45.4 |12.6 [11,8 || 1T.1| 93 || 59.37/ 60.18) 60.08) 61.24) 62.03 37||12.7 .6 [114.1 | 9.7 | 9.6 || 13.7 9.3 | 61.90) 61.66] 6 61.30] 14.5 si |ag5 lana | 92157) 92] 61.48) 61.73 62.20 12.4 .8 (13.3 [11.5 [10.5] 168 | 6.1 62.71] 62.14 60.94 912.4 .2 [13.3 [12.7 [11.4 || 144 8.5 | 59.01] 58.33 60.92 13.5 .2 [13.0 [12.7 [11.5 || 14.9 88 | 97.44| 57.98 GI.4I 13.0 +5 |12.7 [12.1 [11,1 13.1 8.8 64.23| 64.10 64.89 13.0 .9 |Î4.7 [14.5 [14.1 16.1 10.5 Il 65.38) 63.14 65.40] 4.1 -6 [13.8 [12.4 [11.8 [| 17.9 | 11.3 63.33] 65.04 64.48 313.6 -1 (13.3 [11.8 (10,5 || 15.2 9.8 || 63.70] 65.26 62.70 19.9 .2 [12.6 [10.8 [10.0 || 14.3 8.7 62.71] 62.53 62.07 11.7 Di (121314114 | 87 1359) 8.1 || 63.92| 63.98 65,17 11.5 .2 |12.0 [10.3 | 9.9 15.3 12 65.20] 65.03 Li 64.51 34 112.6 $ [13.0 |10,8 [10.0 || 13.9 8.2 || 63.96) 64.01] 63.39) 63.65) 64.03 2//12.7 1 [13.2 10.8 |10.0 || 14.1 8.9 64.53! 64.41] 63.80] 63.82/ 63.60 11.7 +6 [11.4 [11.2 [10.5 || 14.1 8.9 63.46] 63.72 2.32 È 2.4 11.8 +5 [12.3 |10.9 [10.5 || 14.5 1.9 60.49/ 60.56 13.8 5 [13.3 [11,2 [102] 147] 8.7] 61.66) 61.61 13.5 5.3 [13,9 [13.5 [12.9 || 15.5 8.7 || 98.85]. 58.12 3||14.4 -3 114.1. (13.0 [13.3 |{ 19.0 || 19.9.|! 93.19] 92.82 914.8 217150101219) |017220 | 1258] 52.84] 52.50] 51.75 «Li 13.9 1 |14.1 (14.2 |14.2 || 16.5 | 11.8 760.58) 760.31] 759.64] 760.10 0||12.85|11.58|1%.42|12.89/11.88/11.12] 14.99) 9.01) | i dan Ae it EA SA, V| Osservazioni Metsorologiche di Febbraro 1857, | Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo — _ “peso {ge = E nn cn" 9hm j 12h) 3h, 6h, 9° 12h [{9hm) 12h) 3h; 60 9h, 124] 91m 12h EIN du DI 12h Il) 6.99) 6.33] 4.70] 4.85 6.15] 6.14] 60 | 53 | 41/45 | 5S | 62 Cop.v. Cop. Cop. Cop. [Nuv. Cop. 2|| 3.16] 5.06] 3.13| 4.65! 6.66] 4.18]| 33 | 5U| 55| 47] 79 | 44 (Cop. |Gop.. |Cop. Cop. |Cop. Cop. 3 6.46] 5.37] 3.55] 3.94] 5.82] 5.56)| 72] 1 | 54| 68/72/71 |\Nuv. Cop. Cop.v [Lucido |Lucido |Lucido || 4 6.80] 6.207 6.38] 6.64| 6.40] 3.49] 73 | 58 | 59 | 76) 71) 68 [Bello Bello Lucido |Lucido |Lucido |Lucido || S| 5.49) 764| 7.91] 7.77] 9.32] 8.06] 59 | 64 | 60) 67) 92) 77 [0se. Cop. Cop. Cop. Cop. Osc.6.p. {| 6l| 8.44| 8.15] 8.10] 8.27] 8.15] 7.90 SI | 74] 69) 7673) 69[[Cop.c-p.|(p Cop. ose. Cop. Nuv, Il 7] 8.66) 9.16| 9.73] 8.66) 7.84) 5.59] 66 | 66| 68 | 66 | 72) 53 ||[Hislo Con. (Cop. Nuv, Cop. Nus. | SÌ 6.02] 6.37] 6.99] 7.22] 6.62) 5.59|| 54, 53, 60| 72] 735) 62 |isto |Cop. Bello Lucido |Lucido Lucido 9 8.18! 7.90] 8.84] S 41] 8.15] 7.39) 67] 58 | 69] 73] 82] S4 Bello Bello Lucido |Lucido |Lucido |Lucido | 7.84) 8.99) 9.14] 9.80) 8.26] 6.34! 73] 75 | 74/ S6 | S2) 77Lucido [Lucido |\Lucido |tucido |Lucido |Nebb. 9.03/10.1S|) 9.39] 9.50) 9.92] 8.90] 84 | S3| 78) S5| 9) S9 [Bello Lucido (Nebb. |Osc. Lucido |Lucido | S.A41| 8.04| 7.36] 8,831 8.76 8.26! 75 | 63 | 61) 79 | 89 | 82 (Bollo Bello Cop. Cop. Cop. Cop. | 3il 8.58) 7.00] 7.66] 7.33) 7.77) 6.9s 77] 53) 6669] 73) 70]isto |Cop. |Osc. Isc. ose. \Nebb. | 8.21) 8.48] S.57| 8.08) 8.31] SO5ll 74 | 64| 65) 65] 67] 67]|Cop.v. |ose, Cop. Cop. Cop. Cop. 7.91) 7.90) 5.92] 9.63] 8.32] 7.35)| 66 | 52| 68; 82| 78] 68 Cop. Bello "|Cop. Cop. Lucido |Lucido | 7.72] 8.01| 8.95| 8.90] 869) 7.65]| 67] 63 72] 7S| S&| SI [Bello Bello |Bello Misto |Cop. ‘Lucido | 7.718) 7.17] $.36| S 33) 8.07] 7.51; 68 | 60] 69] 77) 83 82{Nobb. Bello Bello Bello Cop. tucido | 8.26/ 7.72) 8.25] 7.78] 8.01) 6.89 81 | 66| 72 75/ SU| S2/Nebb. |Bello Cop. Vuv. Lucido |Bello | 8.26] 8.43] 8.59| 8.20] S.01| 7.69 82 | 76] 76] 75/86) 8#|Ncbb. |Bello Bello Bello Lucido |Lucido | || 8.45] 7.92] 8.75) 8.71! 8.13) 7.63]| 78 | 66/74] 78 85! 83 [Bello Nuv. Niuv, Misto |Bello |Nebb. |! 8.63] 8.67] 9.03) 8.59) 8.51) 7.51) 79 | 73) 76] 76| S6 | S2/Nuv. Nuv. Misto Vuv. Bello Nuv. | 844] 7.54] 7.84! 7.35] 7.23) 8.49) 79 | 63] 68 | 73 75, 89 |(Cop. Cop. \Nuv. Bello |Cop. op. il 8.08] 6.93] 8.18) 7.78! 7.10] 7.74|| 78] 59| 67 73 72) 71 [Bello Bello Bello Lucido |Lucido |Lucido | 8.10| 7.68] 8.S1| 8.53| 831) 8.43! 69 | 62| 72| 75 83| 91 (Lucido |Cop. Cop. Cop. Lucido \Lucido | 7.65] 8.20] 8.59] 8.17! 8.78] 8.77] 66 | 64| 66 | 69) 75 79 Nuv. Cop. Cop. Cop. Ose (Cop. 74] 7.91! 7.72! 7.30] 7.84] 7.78]| 59 | 53 | 56 | 61) 69) 68 |[Bello Cop. Vuv. Nuv. Nuv. (Lucido 7.49] 7.74) 8.09] 781] 7.54] 7.65) 60 | 55 | 55] 63| 63) 69 {Bello Bello. |Bello Bello | Bello Lucidu | 9.57] 7.86] 7.68] 8.05) 8.36] 8.11] 81 | 56| 62| 67! 69| 67 Cop. Uop. Ost. Cop. Bello | Cop. | 7.72| 7.607] 7.96) 7.89) 7.89) 7.31](69.1/61.7|64.8/70.9/75.9|75.6 | | | | | | sHi | | | li | DS sd TI208 ! 22 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Febbraio 1867. || | Evaporazione Atmometro Vivenot Evaporazione Gasparini Forza del vento in Chilometri | | | | 0h-9m.) 9-12) 12-31 3-Gh | 6-9h ffotale || 0b-8 | 8-3) 3-12 \T'otale|9hm.j 12h, 3h | 6h, 9h | 12h | 1 0.9391] 0,9607) 1.2059| 1.0470) 0 6261 3.339] 0.10 | 1.39 | 2.07 | 3.56 [17.6 (37.1 |29.8 |18.3 [16.1 | 5.5 | 2| 2.3032! 08204] 0.8512| 1.0578| 0.6153) 0.7664| 6.3945)| 0.44 | 1.63 | 2.00 | 4.07 |27.4 |29.8 [13.2 [28/1 [15/7 [211 13) 0.7556) 0.5721| 0,5073| 0.5397| 0.1511| 02159) 2.7417| 0.45 | 1.17 | 1.57 | 3.18 || 0.0 [134 | 771|74|9%| 47 | 4! 0.4749| 04210] 0.3670| 0.5397| 01619] 0.1619| 2.1264| 0.45 | 0.88 | 0.36 | 1.89 | 0.5 | 5.2| 7.2 | 65 [174 | 90 | 51) 0.5305] 02807) 0.7232| 0.3886) 0,2267) 0.1727) 2 3424|| 0.39 | 2.45 | 0.00 | 2.84 | 0.0 |11.2 |10.6 {21.0 | 61 | 0/0 | ll 6] 0-798S| 0,3022] 04426] 0.4S57| 01727] 0.5454| 2.5474|| 0.39 | 2.40 | 4.10 | 3.89 || 2.6 | 7.0 | 8.5 | 43 |16.4 (122. 2 36! 0/4S37| 06251) 0.8996/ 05829 3 10. 2.98 | 1.10 | 3.68 [116.8 '15.3 (30.6 (14.0 |15.7 |33.3 gle 41 08204 01079 0. ì 1.98 | 0.83 | 3.93 |133.0 130.6 |13.0 i 7.6 | 2.5] 4/8 | 9 To 0.1511| 02485 246) 0.86 | 1.18 | 2.11 || 0.0 | 2.4 | 44 | 5.5 | 55 | 83 10 0.0864| 0.1913| 1.5760) 0.00 | 0.99 | 1.45 | 2.44 || 0.0 [12.0 | 5.0 | 0.0 | 6.5! 5/6 Il s| 0.040) 01157) 1.3163]| 0.00 | 0.6% | 0.50 | 1.14 |: 0.0 [10.5 | 5.6 | 00/45 | 00 | 12° 0.1311| 0.1619) 1.8889|| 0.46 | 1.07 | 0,42 | 1.95 || 2.5| 44/51 |%0| 2225 l15| 0.1511| 0,2699| 2.2129|| 0.51 | 1.00 | 1.31 | 2.82 || 0.0 [20.4 [19.1 | 3.4 | 6:6 | 38 | II 0.3346| 0.4426! 2.6339]| 0.07 | 0-90 | 0.98 | 1.95 || 0.0 [21.9 | 3.5 [43.8 [128 | #5 (5 0.1079/ 0.1943| 3.0547]| 0.84 | 1.26 | 0.92 | 5.02 || 1.4 [12.8 124.7 | 6.9 | 6.8 | 32 16 0.0864) 0.1835| 2.2433]| 0.72 | 1.40 | 1.48 | 3.60 |! 0.0 [14.4 |13.1! 0.0 | 95 | 3/7! In 0.1311| 0.0S64| 2.0183]| 0.25 | 1.13 | 1.04 | 2.40 || 0.0 (13.3! 9.41 | 04 | 7.7) 3% ls 0.0540) 0,259!) 2.0294] 0.56 | 0.80 | 0.45 | 2.11 | 00 | 9.1| 6418 | 26 | 45 (de 0.0432] 0.1833| 1.8135]| 0.80 | 1.00 | 0.50 | 2.30 || 1.3 [22.5 | 5.6 | 0.0 | 3.3 | 0/0 9 0.0864| 0.1619| 1.7379| 0.91 | 0.94 | 0.26 | 2.11 || 0.0 |15.S | 7.7 | 0.0 [16.7 | 26 01079) 0.1727| 1.7379]| 0.SI | 0.80 | 1.13 | 2.74 || 0.7 [16.6 [16.7 | 3.0 | 6.5! 5/0 0.1403' 02051] 2.4719)| 0.10 | 1.08 | 0.00 | 1.18 || 7.0 | SS [16.7 | 5.9 | 6.0 | 29 | 0.0648| 0.3362, 2.2129) 0.31 | 1.35 | 1.72 | 3.58 || 0.0] 7.5| 93|2.6|%%4| 00 | 0.1295) 0.18353| 2.3100)| 0.00 | 0.85 | 1.81 | 2.66 || 9.0 [20.9 {14.0 | 4.5 | 10) 29 0.1079) 0.2776!| 0.00 | 1.25 | 0.85 | 2.10 || 8.9 |10.0 | 3.6 | 0.0 | 2.3 | 2/6 0.1943: 3.1088)| 0.43 | 2-07 | 1.35 | 3.85 (17.2 120.6 (10.6 | 1.4 [11.6 (11.9 $| 0.3346 3.7996)| 0-43 | 2.70 | 0.30 | 3.63 [13.9 [12.6 (10.3 [15.0 |10.3 | 2.5 | 0.6500 | 0.3994| 0.3778) 3.5079| 0.74 | 0.44 | 1.16 | 2.54 |li2.6 (14.8 (13.2 [18.6 [16.9 [11.0 0.583: 0.2066! 0.3052| 2.81S5|| 0.43 | 1.3% | 1.01 | 2.79 || 8.1 |1S.1 [14.0 | 8.7 [10/6 | 776 I Ù Osservazioni Meteorologiche di Febbraio 1867, | ISS Stato | il | | Direzione del vento Direzione delle nubi Piog. del il [| AREA me. Sem e SAL IA mare | ELI TFR GIN FINN ET 6h, _ 9h 12h ùho | 12h | 3h 6h 9h} 12h alle 8 | | 1 ono |ono | ono No NNO ONO | NO [ovo » » » » » Di 2 NNO | NNE | NNE NE | NNE N N N Nono » » ) 3 || 3!{Calmo | NE | NNO (RIO) 0S0 0sS0 D) DAINO D ) ) )) 3 | | 4] SO | NNE | ENE SO oso N ) DI o » )) D) » 2 | 5 [Calmo | so | S0 50 OSO |Calmo » Dn SONIM » » 1.40 DANA 600 0sS0 (STO) (OISTO) D) » ) ) ) )) 2.76 3 Il } 7 0s0 O) {oso | 0 » |oSo | SV | 0 ) ) 0.75 de 8|ONO OSO | 0S0 050 » 02) » » ) ) CRT 9 (Calmo NE | 0S0 (OSIO) ) ) ) ) ) ) » 2 | 10 (Calmo Calmo | 050 OSO || » » e ) ) 2 11/Calmo Calmo OSO. |Calmo ) » DIANO NS » )) ) 2 12| ENE No ONO 0N0 » » » | NO » » ) DO 13 Calmo SITO) S50) NO » ) DI) ) )) » 2 | 14 (Calmo E Ss0 SE D) ) ) SI » SL » 2 i5| NO (OISTO) SO) SIC) NE S » » N) 2 il 16 (Calmo Calmo | SO SO DA » » » ) Zu il 17//Calmo DI 0Sn 0s0 me Ig n ]OSO » ) )) 2 | ts (Calmo E so SO ) 5) DR o S| )) p | 19) ESE Calmo 050 Calmo di a DINI INCI » 2 | 20 (Calmo Calmo SO) SO Iena N) IG | DINA [II ) 2 Dl 21) SSO LD sO so NGI ) » » S » 2 | 22) NNO Sio) 050 Sto) Di » » » pie 1|FRABI2ZINI I NGZICANAII {23 [Calmo 1) so Calmo ) » ) DEC » 2 Il 24| SSO ) ENE OSO OSO » |ONO » » go 2 | 25] SSO ESE NN Calmo OSO 0s0 || )) DIRI; » » ) 2 Il 26 SSO SO ONO SO) So) SO » )) )) i 5) |» ) )) 2 Il 27 S0 * | 0S0 | 0 No SO SOT i i III RR EA TI » 2a VIII 28! SO SEIO) 0) 0 (STO) 0S0 050 ;0S0 (0) ) ) ol 2 Il M. Il | Il | | | | | Il Ì if DEL Re OSSERVATORIO DI PALERMO 3 Osservazioni IMeteorologiche di Febbraio 1867. Nuvole dn __ PI) 2h in | ST oi res pra st —l ee LI | Vol. | Dens. iS. Massa Vol. Den SM assà Vol. TDons. Massa | Vol. | Dens. Massa || Vol. Deus. | Massa Vol. mr US, Tui ISS? If 9 06570] 90) 0540 60] 04 | 240 60) 0,6) 360/30 03/150 |/85| 0,6 | 510 2] 70 749.0] 95 7 }.Ò 80 6) 48.0 | 15 6 | 45.0 || 98 6 | 338 || 40 6 | 24.0 30 35 6210 || 40 5 } 90 6 | 540 ) » DI» ) » || 20 3 | 10.0 4 o ò 2,5 12 b) si )) ) ) I » | ) Dallo ) » ||» ) (Sl 100 5 | S0.0 || 95 ò .5 | 60 5] 30.0) 90) 6|540|| 100) 7] 70.0 |\100 7 70.0 bll 95 S| 473] 75 7 5! 90 6| 540/100) 5 | 50.0] 95 1| 68.6 || 30 3 | 15.0 7 50 6 | 30.0 || 80 7560 60 6 | 36.0 || 40 5| 20.0] 70 6 | 42.0 || 40 | 24.0 | gl 50, 6 | 30.0 60 (Ù b 10 % 4.0 ) ) D) ) ) | » || » ) | 9 15 4 6.0 6 3 d. ) D) » | ) ) » ) ) | I) ) 110 ) D) D) ) » ) » ) Po) ) » ) ) » || 90 4 36.0 I 3 &| 12 » » » b) 2] 0.4 100 | 5 | 50.0 » ) | vl» ) all 6 1h | 2.4 li 4 1.6) 60 5| 30.0]| 95 5| 475.) sof 7560070 6 ig S0 | 3 | 25.0 9 657.0 | 100 6| 60.0 100 | 6 | 60.0 |) 100 4 | 40.0 || 85 3 (tal 85 6 | 51.0 || 100 6| 60.0 9 6 | 57.0 | so 5| 400] 9 | 6| 537.0 || 70 ò \5ll 60 O A 6540) 60 5300] » ” vl» / ) ol 3 | LA NAR2I FASE) 5705; 4 37806250850 SUN25I0 60 | 3| 30.0 » » » (17 5 | 3 1.5 1 % 2.8.| 2 4 4,8 20 % 8.0 | 70 | 5 | 35.0] » » » sl a Ae ton) MNT MIZION 05 5475) 40 5 | 20.0 ) » »{10| 4 4,0 {9 10 DRITTO ION IMSA I3T0. 2 3) 06] 8 Sa e4ION Mineo » Dia annie | VA » 20|| 15 SR eze5 o |h30 6 | 180 20 5 | 10.0 || 50 6) 30.0]| 15 5 7540 3120] ill 20 &| 80] 20 5 | 00 50 523.0) 40 35| 200] 4 3| 20/40 5 | 20.0 | 22] 90 6540] 60) 5300] 25 5| 12.5] 20 5 | 10.0) 90 5 | 45.0) 70 6| 42.0 || 123 3 4 1.2 6) 5 3.0 2 4 0.8 » ) D) | » O) vl» » » I} Dy D) D) » 70, 6| 42.0] 9S 6 | 58.8 || 835 1/59.5|| nl ) DAINO) | » ) (25 20 6 | 12.0 95 | 7665 90 6| 54.0 || SO 5 | 40.0) 100 | 5 | 50.0 [| So 5 | 40.0 el 3 5 | 4.5] 80 6|480) 40 3| 200]. 33 517.5] 351 51725) » »| » (27 6 ò 3.0 12 | 5 6.0 | 15 5 7.9 || 15 5 13 8 5| 4.0 » » | » || 28) 95 | 766.5 90 | 2 63.0 | 100 6 | 60.0 90 7|63.0) 12 5 6.0 || 70 6 | 42.0 im.i 23 | 24.4 || 36 336 | 38 32.5 | 37 31.6! 20 24.9 || 19 | 20.8 | I | | | | | Î | | Medii barometrici Medie temperaiure 9h q2h Onion 9h 12h Comp. p. dee: 9h 12 3 oh 9h | 12 Comp.p.dee 1 p.|761.37|760.91|760.20 760.37/760.46 760,53 760.64)7,9 g7|1P. 10.89) 12.56, 12.63. 10.93| 10.32] 9.68] 1118) 19 J9 2 38.42] 58.61) 57.80) 58.59] 59.21| 59.49] 58. 69)” 2 13.40) 14.32 .84. 13.20] #1.6%| 10.96] 13.06 A 3 61.75| 61.03) 61.03) 62.24] 62.71] 62.81] 61.931759 gg] 13.20) 15.34 14.63) 13.50| 12.SS| 11.98] 13 60) 12.96 4 | 64.17) 63.97) 63.33) 63.74] 63.91] 63.97] 63.83!/07-"| 4 12.54] 14.09) 13.88] 12. bi 10.96) 9.82] 1231) -96 | 5. | 62.82] 62.86] 62.02! 62.19] 62.21| 62.42| 62 42) 138.10) 5 14.70| 14.54] 14.40] 12,82] 11,52] 10.82] 12.77, 13.S 60 | 54.9%| 54.48] 53.44| 53.47] 53.39 S2. 99] 53.78) 3 6 4.371 16.90! 16.07! 14,23! 13971 13.47) 14,94) 0°. Ill Media umidità relativa Medie tensioni | 9h 12h 3h 6h i 12h O ‘omp. in? dec. 9h | 12h 3h, 6h 9h 12h ;Comp, p.dec- 1 p.| 59.4 | 35.4 | 53.4 | 60.6 | 72.6 | 64.4 | 60.9 } 63.6 1 p.| 5.78 | 6.12 | 5.93 | 5.95 | 687 | 5.89 6.09, 6 69 2 69.2 | 63.6 | 680 | 74.6 | 76.4 | 69.0] 703 4 °° 2 71.83 | 8.11 | 8.56 | S.47 | 7.80 | 6.56 7.89) 0 | 3° | 748 | 644 | 67.6 | 76.2 | 776 | 752/726) ,,,]|5 8.44 | 8,32 | S.38 | 8.77 | 8.62 | 7,91) S 4{ 995 & | 75.2|662 | 72.6 | 76.9 | S3,8 | S24| 762) ‘"*||4 |809| 7.85 | 855838848 | 747] 8.09 °° 5 114.2 | 64.2 | 69.8 | 73.2 | 78.4 | S2.4 | 73.1 68.3 DI 8.12 (7.80 | 8.49 | 8.08 | 7.95 | 8.19 8 .10/ 1.99 6 66.31 534.7 | 57.7! 63.7 |] 66.7! 65.0! 62.9 Ù 6 8:0671007 1843 07783070720] 72910107193 1.817 Ù | | | | Barometro Termometro | Media evaporazione Gasparin | ì - iassimi Rata | I | / Massi] Lino ; 0-7h | (ea SG 20) Comp. p.dec.| 5 3. Sen FRIUANESZE DSS 08) n 1.94 n ). È 5 i 1,24 i) 3 | ‘so9a) 701.56) "isoo) 197.420 "| Afooi 1607) Ges SO b- Gss ian cana | 31 3.16 3 63.762. 60.20). 3 13.60) 9.58) 3 0.38 | 0.97 | 0.83) 2.1Sì È 64.961 764.36) 63147) 761.347 14.12) 16861 guoi. 8.997 00 | 1.05 | 073 | 250) 2.34 5 63.50) 2. 61. SI! DI 13.54) 8.62) malo 0.28 | 1.06 1.10 2.44 1 6 | 45199) 159 45 51.981 UNO 17.57) 10.06 10.87) SR 0:53 | 1.74 | 1.00 SR 2,86 Osservazioni Meteorologiche di Febbraio 1867. BULLETTINO METEOROLOGICO Media evaporazione Vivenot Quantità della Pioggia Media forza del vento 6-9h | 9-12h, 0-3 | 3-6 | 6-9, 9-12 SO |P. so ul Î | 9h, 12h 3h, 6h | 9h | 12h [Com.] p.d. 1 p. |1.0947,0.6110|0.7279 0. 145,0 3362/0.3778|3 ty}3.322 1,40 1.80 1p.| 9.1/19.3/13.7 16.4/12.9 8.1) 13.3 12.0 2 10859 0.4706|0.5225|0.5223!0.2202|0.4318|3 ‘3558 3.49) ©" 2 |10.5|13.5]12.3] 6.3, 9.3 12.8 10.8) o |3 (©.5756 0.3368|0,4517|0. 4275 (0 1597/00 2374|2.2217 0954/83)? I S 3 | 0.8/13.9/12.0| 5.6) 6.0, 2.8) 6.9) 6.4 1% 04858 0.3670|0.4685|0.3886 0.0842/0.1749|1. 16901 FR) 4 | 0.3|15.0| 8.4] 0.4] 7.9, 2.6) 3.8) SI i) 0.3670 0.4102|0.5872 ha )50|0.1101|0.2245 ESSA: or, a 9,99 5 | 5.1]12,8 12.1| 3.2 4.0, 3.A1| 6,7 9.6 ) 0.8852 0.5180|0.7124 ‘661 l0; 3094|0.3850|3.4721 7 » “216_114.5|16.0[11.4|11.7]12.9) 8% 15:51 di Numero delle volte che si osservarono i venti = mai —_ "n — == = == == == | | N NNE | NE | ENE | E | ESE |SE.|[SSE| S | SSO | SO| 0SO | 0 | 0N0 | NO | NNO | Calm. ip. 1 4 2 1 » » |» » D) » 6 DD “ l 3 3 SO 2 » 1 1 LI 2 D) ) D D) » 1 13 4 3 I ) È) OSO 39) 4 2 ANI 100 A 4 2 3 |1 2 2 » 5) Calmo 4 D 6 3 ) 2 2 D) » » O) 6 3 » ) D) » 8 Calmo 6) 1 È) 4 1 2 1 ) » » 3 5 5 1 D D) I 3 S00sS0 6 » ) » » ) » D) )) ) 2 | 9 3 3 Il )) » D) so | _ Per decadi Ip.| 1 5 o a 02 Da IDE N » T | 18 4 1 2 5; 6 OSO 2 » 10 d 1 h 3 1 » ) 4 8 6 1 2 2 » 15 | Calmo 3 1 3 4 1 2 1 D) D) » 5 14 8 4 ) » 1 o) SO Totale] 2 18 | 12 4 8 4 1 ) ) 9 | 29 | 32 9 9 4 4 22 0S0 Serenità media | Massa delle nubi DI 12h | 3h Gh 9h | 12h |Comp. Dec. 9h | 12h | 3h | 6h | 9h | 12h | Comp. Dec, Ip. 39 BI: 42 55 54 SI 46 | 56 Ip | 35.9) 37.0| 31.2| 27.0| 28.8 31.0 31.1 Î 23.7 2 58 56 68 72 | 66 {N} 65 2] 22.7! 29,3! 18.8] 14.0] 22.1) 15.0) 20.3 p 3 59 37 31 137 || 65 55 Vai | 6% 3 | 21.9) 25.2] 40.3) 45.5] 30.6| 20.5) 30.7 Î 20.1 4 93 86 73 GORI 90 80 sani N 2.171] 13.0] 16.2] 145] 3.2) (925 3 6) 73 50 4T 55 | 61 62 58) co || 5 | 15.0 30.3| 30.2| 23.9] 19.4] 20.4| 23.5 23.8 6 65 39 48 33 82 | tri 61) 6 | 23.6] 39.0] 29.2] 29. sl 9.2] 14.0] 24.0 y Numero dei giorni | Sereni Misti Coperli | ce Con neb. Vento forte Temporale |Con neve 1 p. 1 1 3 ) 2 ) 1 2 | 3 ) 2 1 2 » 1 3 1 2 2 1 1 » )) 4 2 3 » )) ) » b) | 1 2 | 2 1 1 » 6 1 1 1 » 2 » » Totale | 9 9 SRO | HIS 8 MA 2 Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . .. 760,22 Forza del vento in Chilometri . ..... . + 11.2 Dai massimi e minimi diurni . ......... 760,43 VeNnLONPICAOMINANLCA SE 0S0 Differenza . .... 0.21 Termometro Cenligrado . . ............ 12.96 Massima temperatura nel giorno 26... . . .. 19.0 Dai massimi e minimi diurni . ....,..... 12.00 Minima nei giorni 3 10 ........ 0. 6.1 Escursione (ermometrica Br agalaa al 0 MES 259 Differenza ...... 0.96 Massima altezza barometrica nel giorno 13.) 766.55 —— Minima nel giorno 28 Das beato 750.50 Tensione dei vapori... 1.14 Escursione Darometrica . ... +... 16.05 UMILI NA 69.4 Totale Evaporazione- Gasparini... +... 171.07 Evaporazione-Atmometro - Gasparin . ...... 2.15 Totale Fvaporazione- Vivenot. +. ......., 17.529 Evaporazione - Almometro-Vivenot . ...... 2.711 TolalcKa ella pioggia ee e TAI SCIENILA i Seat ARR e IRNERIO 71 Massatd0) CENERE 27.8 I) Direttore del R. Osservatorio G. CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO N 3 Vol Mi Marzo 1867 Eclisse di sole del 6 marzo Le osservazioni dell’ eclisse solare del 6 marzo, e le varie ricerche praticate in quest’ Osservatorio in occasione di questo fenomeno sono state in apposita relazione pubblicate nel giornale del Consiglio di Perfezionamento di Palermo. Giovandoci dei mezzi dei quali ci fu lecito disporre, e colla gentile cooperazione dei chiarissimi pro- fessori Cannizzaro, Blaserna e Lieben, e del fotografo signor Tagliarini, contempora- neamente alle osservazioni astronomiche si eseguirono delle sperienze sulle condizioni meteorologiche dell’aria, sullo sviluppo dell’ozono, sui cambiamenti dello spettro so- lare durante il tempo dell’eclisse. Vollimo parimenti tentare delle prove fotografiche onde ottenere le sembianze del sole, nelle varie circostanze del fenomeno. Le foto- grafie in numero di 19 discretamente riuscite formano parte dolla sudetta relazione. La mattina del 6 il cielo bello in sul nascere del sole, erasi coll’ avanzarsi del giorno coperto di nubi e di nebbie, che tendendo ad ingrossare rendevano assai dub- bioso l’esito delle nostre osservazioni. Pertanto in attenzione del principio dell’eclisse un magnifico fenomeno meteorologico alle ore 7. 15 venne gradevolmente a colpire i nostri sguardi, A guisa d’un iride, in cui il color rosso spiccava a preferenza, sten- deasi intorno al sole un bel cerchio di 40° di diametro. Era desso un fenomeno com- posto cioè un alone e un parelio. Nelle intersezioni dell’orizzontale che passava pel centro del sole coll’alone vedevansi come due soli avvolti in una luce vivissima bianca, che allungavasi nel senso dell’alone, di guisa che nel parelio non scorgevasi chia- ramente un'immagine di sole, ma piuttosto un forte concentramento di Ince. Nelle intersezioni poi del verticale del sole coll’alone ripetevasi il parelio, e anche la luce bianca estendevasi nel senso dell’arco; e in tutti tre punti questa luce bianca, quale immagine confusa di sole, prolungavasi per una estensione di 3 4 volte il diametro del sole, Intanto più fitte e più dense eransi fatte le nubi, e le osservazioni del primo con- tatto dell’eclisse andarono perdute, ed a stento ci fu dato osservare la fine, che preso il medio di quattro osservazioni risulta a 23% 572, 46,36 tempo medio di Palermo al 5 marzo, Giornale di Scienze Natur. ed Econ. Vol. 111. 26 BULLETTINO MEPEOROLOGICO Dalle osservazioni meteorologiche eseguite durante il tempo del fenomeno si ot- tenne che generalmente la pressione andò sempre abbassando : la temperatura sen- sibilmente diminuì sino al momento della massima fase, per indi risalire : l’umidità fu più forte durante l’eclisse di quale sarebbe stata in tempo ordinario; la forza del vento venne meno sino al momento della massima oscurazione, poi gradatamente rinforzò, aumentando al termine del fenomeno : finalmente l’evaporazione si mantenne costante durante l’ eclisse, aumentando un poco nel momento della massima fase forse per l’aceresciuta forza del vento. Dalle osservazioni del professore Lieben si ebbe l’indizio della presenza di traccie d’ozono nell’aria durante il fenomeno, e da quelle del professore Blaserna sullo spettro _ solare potè argomentarsi che nel tempo dell’eclisse nessun cambiamento nello spettro solare ebbe a notarsi, Più estesi dettagli sulle cennate varie osservazioni potranno leggersi nella sopra- detta relazione, Bolide osservato la sera del 12 marzo Il 12 del corrente marzo poco dopo il far della sera una luminosa meteora fu os- servata in taluni punti dell’Isola. Dalle comunicazioni ricevute da uno degli assistenti dell’Osservatorio, ch’ebbe la ventura di osservarla, risulta che in Palermo un magni- fico bolide delle dimensioni di pressochè un arancio di forma allungata fu veduto verso il Nord dirigendosi da ONO a NNE. Era d’uno splendore rimarchevole, marciava con movimento uniforme, ed elevato dall’origine di circa 15° sull’orizzonte, andò mano mano abbassando sino a che spegnevasi nel mare. Il bolide traca dietro di sè lunga striscia luminosa, e pria di sparire, lasciava una traccia quasi biancastra. Conside- rando i punti dai quali il bolide venne osservato, mettendo a calcolo la proiezione dell’ apparente cammino in rapporto ai monti vicini, è da conchiuderne che molto basso accadde il fenomeno, e che la sua caduta non dovette verificarsi in sito a noi molto distante. Il fenomeno fu anche osservato in Licata, presso la foce del Salso, siccome abbiamo rilevato da una cortese corrispondenza dell’ onorevole cavaliere R, Alby, vice-console di Francia in quella città, e zelantissimo cultore delle scienze na- turali. Egli ci serivea: « Licate, le 13 mars 1867. J'ai l’honneur de porter è votre connaissance que hier, un peu après la tombée de la nuit, on a vu passer au Nord de cette ville, une météore trés lumineuse, Il se dirigeait de l’ovest à l’est et a dis- paru sur la rive gauche du Salso, où il est peut-ètre tombé. Au moment où il a été aperca, il ne semblait pas se trouver à une hauteur de plus de 200 métres. Il avait l’apparence d’un cylindre de quelques pieds de longueur, e d’un pied de diamètre, et se terminait par une quene, Il ne lancait pas des étincelles et n’etait pas animé d’un mouvement bien rapide. 0u n'a entendu aucun bruit, aucune detonation. Ces ob- servations ont été faites de la croisée d’une des chambres de l’auberge, rue de Pur- gatoire, par denx Ingenieurs Francaises, MM. Granet et de La Bretoigne, qui se sont empressés de me les communiquer Jai era devoir vous les trasmettre pour le cas DEL IR, OSSERVATORIO DI PALERMO PAT où elles vous sembleraient dienes d’ attention, surtout si um phénomene semblable S'était produit sur quelque autre point de l’île, » Nella sera del 15 marzo 1867 mentre si osservava la luna all’Equatoriale di Merz, si notarono le oceultazioni di tre stelle al bordo oscuro del disco lunare, La prima stella di 7 grandezza, prima di occultarsi si lasciò vedere attraverso il bordo della luna per un secondo e un terzo circa di tempo; le altre due di 6 1 e 7a srandezza scomparvero istantaneamente, L’ingrandimento adoperato era di 140, I tempi corrispondenti alle occultazioni furono i seguenti : 10 022, 167,95. 10, 12, 47,33 Tempo medio di Palermo del 12 marzo 1867, 10)t. 11381 19029) RIVISTA METEOROLOGICA Barometro.— La pressione si è mantenuta sempre bassa, con un andamento però poco regolare, segnato dai minimi dei giorni 6, 19, 29 e dai massimi dei giorni 4, 15, 23. In medio la pressione risulta quasi la stessa di quella del marzo 1866; e qui vogliamo subito notare che anche il risultato medio di tutti gli altri elementi meteorologici com- bina con quelli del marzo 1866; cosicchè si è verificata la riproduzione, per questa stagione, delle stesse vicende dello scorso anno, come lasciarono sospettare le note dei precedenti mesi, Il più forte shilancio nella pressione avvenne dal 19 al 23 con una escursione di 15 millimetri, Termometro, — La temperatura ha tre punti culminanti nei giorni 10, 19, 28 in cui il termometro arrivò a segnare 25%,4, 319,6 nei due primi, e non fu mai inferiore ai 15° durante tutta la giornata del 28, La diurna temperatura risulta superiore di quasi 4 gradi alla media ordinaria, e le diurne escursioni furono sempre forti; fra queste devonsi notare quelle dei giorni 18 e 19 di 13°,3 e 16°,3. In molte notti di questo mese si ebbe a rimarcare un aumento della temperatura alla mezzanotte. Evaporazione.— Le condizioni amosferiche, come abbiam detto sopra essendosi ri- prodotte quasi identiche a quelle del marzo 1866, così troviamo per le evaporazioni ai due atmometri gli stessi numeri notati nel marzo 1866, e ciò è tanto più rimarche- vole per l’atmometro Vivenot. Le due curve di evaporazione dal 6 in avanti vanno d’ac- cordo e in ragione delle variazioni di temperatura; fu straordinaria l’evaporazione nel giorno 19 di 12 millimetri al Vivenot e 13,5 al Gasparin; numeri che non hanno una spiegazione plausibile, se si confrontano le vicende di questo giorno collo stato amosferico del giorno 10; è una delle singolari anomalie, che talvolta s'incontrano in questo ele- mento, per cui l’aria sembra dotata in quei giorni di speciale facoltà evaporante; do- minarono nel giorno 19 venti di SS0. Forza del vento — La forza del vento fu mite, risultando la media di soli 4 K; però vi furono 12 giorni con vento forte, in cui dominarono sempre venti del 3° qua- drante; la massima forza osservata fu di 39 chilometri soltanto. Il predominante fu anche in questo mese l’0S0, come nel gennaio e febbraio. Nelle ore di notte la forza del vento andava sempre diminuendo, mentre le velocità maggiori riscontraronsi nelle ore antimeridiane. 28 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Pioggia e umidità.— La prima pentade fu piovosa, le altre tutte scarse di acqua così che anche in questo mese la quantità totale raccolta è circa la metà della media ordinaria; nel 21 si ebbe pioggia di acqua gelata. Anche l’ umidità fu scarsa; però fu singolare la nebbia bassa del 28 e 29 che portò l’ umidità quasi al massimo di saturazione, NOTE 1. Alle 94 s. lampi a NO; alle 11% 14 s. piove leggermente. 2. Nel mattino pioggia, tuoni, e vento forte. Alle 10 piove nuovamente; a 1" piove con tuoni; nella sera lampi ad E. 3. Giornata variabile con pioggia a intervalli diversi, 4, Alle 5 34 p. pioggia leggiera; lampeggia a sera di continuo nel 4° quadrante. 5. Al mezzodì goccie ad intervalli; alle 6 poca pioggia. 6. Giornata variabile con pioggia, e venti gagliardi di SO. 8, I venti di SO e SS0 soffiarono impetuosi, elevandosi la temperatura, che rimase quasi costante in tutta la giornata 9, Giornata calda come la precedente; nel pomeriggio regna la calma. 10. A sera i venti di SO o 0S0 riprendono forza e verso mezzanotte colpi di vento. 11. Alle 8 sera incomincia a piovere fortemente e continua sino a mezzanotte. 13, Nel mattino vento forte di 050 che continua sino a mezzodi e mare molto agi- tato. Anche in questo giorno si osservò una tinta particolare negli oggetti diretta- mente illuminati dal sole e nei bianchi specialmente; l’aria fosca all'orizzonte dava a sospettare la presenza di polveri; la luna presentava un color rossastro, come quando è presso l'orizzonte in estate. 14, Il mare è agitato, i venti di 0 e 0S0 soffiarono gagliardi, 16. Alle 7h m. goccie e vento forte nella giornata a colpi specialmente di 0; alle 2 44 pioggia minuta. 17. Alle 10 %, magnifico alone di luna. 19. Alle 9h m. goccie; il mare è agitato; al mezzodi colpi di vento di SS0; tempe- ratura elevata. 20. Nel mattino sembrava il cielo disporsi a pioggia; ma alle 4 p. rischiara e ap- paiono i cirri da NE a SE; a sera è quasi lucido ma poi si annebbia e alle 9 44 piove. 21. Alle 9" m. gocce indi leggiera pioggia a 9 4; verso le due vento forte che dura sino dopo le 6 p., alle 10" s. piove e alle 10 44 piove acqua gelata con lampi e tuoni a NNO, 28. Alle 9% m. vento forte di SS0; giornata umida e più calda della precedente, con nebbia, 29. Alle 9% m. piove una nebbia finissima, che ricorda quella dei climi settentrio- nali; tutti i monti sono occultati dalla nebbia stessa; domina una calma generale, Al mezzodi la nebbia finissima invade l’intiera città e ciò dura per tutto il resto della giornata or più or meno. 30, Si rinnova la nebbia del precedente giorno, ma a sera rischiara, e solo si vede nebbia al mare. 31, Giornata variabile con pioggia e vento forte di NO a mezzodi; alle 5 '/» p. il vento aumentò in forza e piega a U, DEL Ro OSSERVATORIO DIPALERMO 29 Osservazioni Meteorologiche di Marzo 1867. E L= DD One RAPIRE LARA TCA RO RO Massimi Barometro ridotto a 0° vassimi © minimi Termometro centigrado e minimi i Sa lermometrici | — "e I —T7—+— - = — ghm 12h > 3h, 6h 9h him) 1203 | GN) 9h | 120 { || 750.98 70.39] 794.17] 749.05! 748,31 751.71 747.31|(15.4 (18 4 |18.0 {15.4 114.5 [13.5 || 18.4 12.6 | 9 || 46.61] 46.61] 4639] 47.48) 47.74 48.87 43.04 12.1 [11,2 [11.4 [10,5 | 9.0 || 14.4 9.0 | 3 || 48.80) 49.02) 48.76) 50.64] 51.44 SI.67| = 48,18/12.7 [14.2 [11.4 |12.7 [11.8 [10.9 | 14.8 | 90| 4 || 51.90] 51.43 50.50] 30.66 31.90 50.04](15.2 [13.6 |13,9 [13.3 |12.7 )10,9 || 13.9 9.3 $ | 47.92] 40.43 O 45,06 30.54 #4.01|(1,2 (14.2 |12.7 [109 [10.6 [10.8 || 14.8 | 9.3 6 43.12] 43.07 Li 44,147 44.64 44,42) 14.1 |14.7 [12.1 [12.0 [11.2 || 14.8 10,3 n || 4077] 47.21 Hana 47.66| 48.19 48.58] 44.03] 14.1 |1452 [15.0 (13.6 [14.4 || 14.2 | 9.7 8 || 48.55) 48.69) 48.08) 48.08] 48.03 19.00] 47.99] 20.8 (21.1 |20.0 |20.5 119.2 || 21.1 | 14.2 | 9 48.79] 45.28] 48.36] 48.55] 48.66 49.06) 47.55)21.4 [24.5 |24.2 (19.0 (17.4 [17.8 || 245 | 17.7 10 || 48.48] 48.30) 47.87) 47.80! 47.56 2 43.97(22.9 |25.4 |24.8 [22.7 (24.8 [22.3 || 25.4 | 17.8 || 11 47.95] 48.1i) 47.61] 47.94) 48.17 36] 46,22||2 221 21E20 SO (1623016730 1022203. 15.9 Il 19 || 49.78] 50.35] 50.05] 50.51] 51.76 47.94 18.0 |19.2 (17.4 |16.9 |17.1 || 192 | 154] 13 49.36] 49 60/ 49.13) 4893) 50.98 48, 15 Z 20.6 {20.6 |18.6 |17.4 [17.1 20.7 16.3 || 48.95] 48.68| 47.66) 48.32) 51,3% pi 3| 2 21.1 120.6 [17.2 [16.2 |15.9 || 21.1 | 15.3 51.20] 51.34) 50.53) 50.30] 50.51 9.10, 18.4 [18.4 116.9 [15.9 [15.3 |{ 18.7 | 13.1 48.74 0: 8.8S| 5020) 51.70 di 70) 19.6 (16.5 (16.0 [142 [13,8 || 19.6 13.2 51.64] 51.53] 50.28] 50.28) 50.3S 48.16|(16.9 [18.1 [17.7 |13.7 [15.0 [14.7 || 18.2 | 13.0 48.59 873 23] 47.56] 47.5% 46.24|119.3 |20.0 |25 7 |24.2 [24.7 [266 || 26.6 13.3 45.37 2. 2, 7 VIII 42.16!127.4 (31.6 |28.7 |24.8 [18.1 |18.4 31.6 | 15.3 45.40 Dea i 5.15 44.41(17.2 (18 0 [17.5 (16.2 |15.3 [14.7] 190 | 13.9 45.21] 45.67 SUR: ì 8.2 915.6 [15.4 |165 [14.8 [15.3 [14.5 || 16.6 | 11.8 30.63! 50.99) 51.85 )2.4/ di. 14.4 |16.2 (15.7 |14.4 [12.9 [12.6 || 16.5 | 11.8 55.21 35. 0( di 5o. h 13.0 |15.9 (16.0 [14.7 [13.0 [12.0 || 16.2 10.4 56.02 5| 54.83 14.5 [45.7 |15.6 [15.0 [15.9 [13.8 || 137 9.6 (53199) 33.56 114.4 [14.5 [14.7 [14.7 |153.6 [12.6 || 15.3 | 11.8] 55.28 54.89 di. 14.8 [16.0 |16.8 114.8 115.0 |12.0 || 16.8 | 101 |) 53.62 51.67 48,85 15.3 |17.4 (16.2 {16.2 |15.3 |1S.0 || 18.0 | 10.7 49.06 47.17 41.69 S|/18.9 [19.7 (21.5 |20.2 [16.5 |16.0 || 21.5 | 15.2 46.82 43.99 47.44) 15.6 |15.1 |15.9 [16.2 [15.4 |15.6 || 16.6 | 13.9 || 30.15 51.69 92.78; 315.9 !115.0 [16.6 |i4.7 [13.8 (12.0 16.7 | 12.0 52.21 Lì 50.75 31.52: 52.78 vI|l1S.4 |15.6 j14.1 [14.1 |12.3 [12.4 || 13.6] 95] 749.03) 749.45] 748.93, 749. 78 150.89 2|116.83117.96,17.83/16.29|15.20|14.73|| 18.711 12.68 Osservazioni NMeteorologiche di Marzo 1867. Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo = —_ on gn] e rrrm_T_r——ooecm _r _e_—_r 9hm j-12h) 3h. 6h, 9 12h 9hm) 12h) 3h ) 6h, 9h 12h 9hm 12h 3h Gh 9h 42h 840) 8.55) 7.74] 7.88! 7.67] 7.54] 65 | 56 | 50| 6163 65||cop. [cop. |cop. cop. |muv. |xMisto 7/65| 926] 8.90] S.44! 8.25) 7.26] 70] 88| 90| S£| 87| 83 ose. ‘sc. c. |Osc.c.p.]Cop. Bello Nuv. 8.89] 9.39] 953] 8.99] 8.08) 7.34] SI | 78 | 76| SL | 78) 74 (Cop ose Cop. Nuv. Bello Lucido 7.33] 6.997 5.18] 9.29] 9.65) 8.60] 65 | 60| 78 | 82 | 88 | 89 Cop. Cop. Cop. Cop.c.p.|Cop. Nuvy, 7.96] 7.99] 8.S9| S.6n| 8.43) 8.07 71 | 65| 81) 89, 88 | $3 [Cop Cop Cop Osc.c.p.|Cop. Ose. 7.72] 7.30] 7,1%] 9.26| 8.44| 8.44I| 72) 61] 58 | SS sl 85 [Cop Cop. Cop. Osc. Cop. Cop. 7.59| 7.30] 7.86] 8.71] 7.60| 6 63) 68 | 61] 65 | 78 | 65 | 54 (Bello Bello Cop. v. |Osc. Osc.c.p.|Cop. 9.08] 9.46/ 9.14| 7.47] 6.89) 8.21] 56, 52, 49/43 | 38 | 50 (Cop Misto Osc. Cop. Nebb. |Cop. 11.14!/10.92|13.61}12.31112.33|10.85;] 59 | 48 | 58 | 75] 85 | 71 [Misto Bello Osc. Cop. Lucido |Nuy. 1159110.69/12/16/10.34|10.16] 8.S4| 65 | 44| 52 | 51 52 | 44|ebb. |Bello [Bello [Misto |Cop. |Misto 10.02/10.00/10 3S|11.21|12.26] 9.98] 53 | 50 | 55 | 74 | 90} 72 |(Cop. Bello |Cop. Cop. Osc.c.p.[Cop.c.p. 9.551 975/10 71] 9.03! 8.40! 8.02] 65 | 64 | 65 | 61 | 59 | 55 ||Misto Nuv. Bello Nebb. Bello Lucido 9:38/11.02/10 73] 8.39) 8.49) 7.63] 51 | 61| 59 | 52|57]|52]Bello |Bello [Bello Bello |Bello |Nuv. 8.97) 9.75) 9.453] 7.85) S.84| 9.68|| 51 | 52) 52|54| 64 72 /Nuv Bello Cop. Nuv. Cop. Nuv. 64SÌ 6851 870) 7.76) 6.97] 7.48 45 | 43 | 55 | 54| 52| 5&|IBello |Bello |Nebb. |Nebb. |Cop. Bello 9.34) 9.22) 8.86/ 8.70] 9.40| S.11| 55) 54 | 62 64| 78 69 [Nuv. Cop. Cop. Nuv. Lucido |Lucido 1.63] 7.42 7.93 8/S7| 8.90) 8.19 53 | 45 | 52| 66| 70) 66|Nebb. |Nebb. |Bello |Nebb. |Bello |Nuv. 0.22/21.69/10.49] 9.S7| 6.93] 5.77] 61 | 67] 43 | 44] 50 | 22[0sc. Osc. Osc. Cop. Cop.v. |Cop.. 887) 777/10 44| S.78/12.42(11.21/| 32 | 22| 35 | 38| 78] 71][Osc. Osc. Cop. Cop. ose. Osc. 11.51] 9.08! 9.79] 9.49! 9.64| 9.70] 79) 59 | 66| 69) 74: 70 //0sc. ose. Cop. Nuv. Osc. Osc. 7.261 8.54) 7.62] 7.63] 6.84) 6.47] 55 | 65 | 54 | GI | 53! 52 ||Osc. Cop. Cop. Cop. Osc. Cup.c.p.i| 8.62) 77Z0| Sos! 8.49] 8.02] 7.23] 71 | 54| 61] 70) 72, 66 {Misto |Nuv. |Bello |Bello [Lucido {Lucido | 724) 822) 8.95! 90sÌ 9.72] 820] 57 | 61| 65173 | 87] 78 ||Nebb. [Bello [Bello |Nuv. |Nuv. Nobb. | 193) 8.87} 9 58| 9.55) 996] 9.50] 65 | 66| 73 | 75| S£| 8I|Ivcbb. !Nebb. |Cop. Cop. |osc. Cop. 0.44] 9.86|10.26/10.00! 9.62/10.31|| 86 | 80 | 82 80] 83 | 95 [|Ose, Osc.e.p.|0sc. Cop. Lucido |Nuv. | 902] 921) 820110.07] 9.08| 7.96] 72] 68) 57| 80) ST| 76|[Bello [Bello |Bello |Nebb. |Misto |Luceido | 7.69| SA1(10.0%4) 955] 9.37) 7.47] 39 | 55| 72] 68| 72] 49 ||vebb. [Bello {Bello {Misto |Osc. Cop. 9.76111.57|12.59/12.31/13.53|11.51]| 60; 65| 65| 70! 97) 86 lOsc. Osc. Osc. Osc. Ose. Cop. | 11.63/11.24|12 23/12.25:12.54/11.83]| 88 | 88 | O | 89 | 97 | 89 /(Osc. Ose. Osc.c.p.|0sc. ose. Osc.c.p.} 10.75) 9.82|10.33] 8.95! 8.23] 6.08 80 | 27) 75 1 10 | 77 ||Osc. Ose. Osc. Osc. ur. ‘Nuv. 1.63] 7.51) 7.41) 6.81] 6.57) 6.51] 59 | 57 | 66 fi2 | 64 ||Bello Belo v. {Cop. (Cop. Cop. Nuv. 8.93] 9.04] 9.53] 9.19| 9.11] 8.46][63.5/59. si 63.9, 0. 0 71.8168.1 30 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Marzo 1867. | z | | Evaporazione Atmometro Vivenot Evaporazione Gasparini] Forza del vento in Chilometri || Qi-9mi i 9-12) 1223 o 3-6) 6-9 | 9-12 | Totale || 06-84 8-3) 3-12 (Totale|(9hm.j 120 5h | 6h) 9h | 128 1) 08960] 0.4965) 0.6 ì| 0.6N00| 3.1183)| 0.00 | 1.45 | 1.25 | 2.70 |12.5 | 6.0 | S.5 |12.8 [19.0 |282 2 0.8520! 0.1943| 0. 01619] 1,542] 0.00 | 0.00 | 0.12 | 0.12 |I4.4 | 4.1 | 6.31 0.0 | 4.4 | 8.4 3 0.3130| 1.1619) 0. 0.2375) 1.306 0.15 | 0.74 | 1,29 [1 0.0 | 4.0 | 1.0 | 6.4 | 0.8! 3.4 il 7) 0.5829| 0.4426| 0. 02483 0.95 | 0.30 | 1.65 | 4.3 [14.8 [10.8 | 3.6 | 1.8 | 7.6 || 5 05073! 04102) 0,35 0.2267 0.90 | 0.00 | 1.59 |11.3 |20.9 | 7.7 | 2.9 | 2.0 | 7.6 (6) 03508) 0.4102 TI 0.1943 1.52 | 0.57 | 2.24 |17.9 |22,2 (14.1 | 0.0 | 3.6 | 0.0 | ig 0,4965! 0.5073 0,3613 1.26 | 2.36 | 4.08 |! 6.8 ‘17.2 {14.0} 2.6 | 1.0 | 0.6 | S| 1.46S0: 07340 0.8420 2.80 | 3.27 | 6.07 [28.5 |30.2 |32.2 119,7 |31.2 [33.7 | gif 1 1.1334 03778 | 2.50 | 1.77 | 6.15 |! 7.5 (21.8 |13.0 | 0.0 | 1.4 | 0.0 | ito 1.1226) 1,1658 1.1010 9.30 | 3.67 | 7.50 | 0.4 (17,2 |11.8 121,8 [27.2 (19.4 || 1] | 24255) 1.06S6 0.2699 2.40 | 0.00 | 2.78 |20.6 [16.3 |15.3 | 8.9 |16.2 | 6.6 | 19 0.8 0.965 0.5075 0.60 | 2.39 | 4.54 [12.0 | 9.2 | 2.6 |30.4 |15.7 |10.6 13] 2. 0.9715 0.5937 4.00 | 2.33 | 6.99 [22.0 [38.8 |15.9 |18,2 | 3.0 |10.7 ai A 1.1658 0.318 343 | 441, | 8.81 [24.1 {33.5 |23.7 |26.5 | 2.0 |15.7 13, 1.3062) 0.0477 0.5397 2.60 | 2.08 | 3.38 |[29.8 [19.8 |21.0 |10.4 [12.4 | 4.9 | 16] 1.19S1| 0.766% 03562 2.00 | 1.67 | 4.14 [|30.8 [30.9 |27.6 {22.9 | 6.6 | 2.2 17) 0.6800) 0.6692, 0.2699 2.30 | 1.47 | 3.88 || 2.8 [11.6 (16.0 | 0.8 | 7.9 | 0.0 15) 0.8204| 0.4749| 0.65S5| 1. | 1.0255 0.51 | 4.68 | 5.86 || 5.1 | 1.8 |16.4 |145 |10.0 |35.2 19) 5 ASTI] 1.2953| 2.9684| 1.1: 0.4318 4.02 | 4.00 |13.43 ||17.0 |36.3 |26.7 | 8.1 |11.2 | 3.8 20 0.7556| 0.399] 0.4965| | 03778 0.95 | 0.47! 2.25 || 1.0 | 3.9 | 4.2 | 42 | 5.8 [13.5 21|| 1.2 Si 0.765%| 0. 04102 1.16./ 0.00 | 1.79 [9.5 | 42 (27.9 [25.1 |1x.6 | S.4| 221. .8312| 1.2305| 0 0 3346 1.67 | 1.39 | 3.45 [[27.7 [26.1 [22.0 | 7.3 {14.7 | 8.9 23/| 0.7: 0.7988| 0. 0.2699 } 2.00 | 1.26 | 4.19 || 3.0 [13.5 |16.8 |14.5 | 7.2 [12.5 24! 0.6908| 0.4749| 0. } | 01511 .84 | 1.28 | 2.44 | 4.56 || 7.9 [124 [16.3 | 0.0 | 4.2 | 0.0. | 25|| 0.5937 0.1295| 0. 0.0864| 0.2159 I 0.00 | 0.33 | 0.33 || 1.6 | 3.7 | 1.7 | 0.0 | 3.6 | 5.8 | 126) 0.6261 0.6044) 0. 0.0971| 0.1295 bl 0.32 | 1.77] 1.75 | 3.84 || 7.3 113.7 | 3.0 | 1.6 [11.9 [10.3 77) 0.6905| 0. 0.2267| 04965 0.70 | 1.78 | 2.06 | 4.54 || 5.3 |I1.4 [15.9 | 3.0 [12.7 | 2.0 9) 0.6585| 0. 0.3346) 0.1943 1.82 | 1.90 | 1.12 | 4.84 |35.8 {18.0 | 7.8 | 0.0] 8.9 | 0.0 0.1IS7| 0.4426) 0.0540| 0.3562 0.19 | 0.00 | 0.00 | 0.19 || 0.0 | 1.4 | 18 | 00 |1.1| 90 0.399%| 0. 0.2051| 0.2159 0.65 | 1.01 | 0.64 | 2.30 || 00 |12.3 [13.0 [13.3 | 1.6 | 8.6 0.6500} 0. 0.4210! 0.3778 0.48 | 0.98 | 1.17 | 263 || 20.2/35.6 110.2 |18.7 | 9.6 | 7.6 0.8381| 0. 0.5183 04125] 4.1343)] 0.75 | 1.67 | 162 | 4.04 || 41615 76 | 5.28) 3.321 3.36] 2.68 Osservazioni Meteorologiche di Marzo 1867. Stato | Ì G è 9 | IVI Direzione del vento Direzione delle nubi Pios. del Il MIE E _mare Il | 9hm. Sa 6h | 9h 12h | 12h | 31 6h 9h 12h 0.22 alle 7 | MENO OS | Suo SO) 50 SO 050 » » » 18.28 2 {| 2 SO Calmo | OSO (PISKO) » DARI n Sio) ) 0.53 3 | 3llcalmo NO | 0 | 0S0 » Mela o D) ) 0.13 3 | 4&| NE D È | 0S0 | ENE » » | » » 5) ) 1.08 2 3. SO SS 0s0 0s0 (STO) » » ) ) ) » 0.92 2 6 SO | SO OSO |Calmo SSO |Calmo ) DA Io D) » 0.06 2 || 7 ENE NNE NE E | 0S0 NI » |ONO | » » » » ) 2 8| SS0 SIo) SO OSO | SO | SO » Dì ed I » )) » 2 9) SSO so | SO Calmo | 0S0 Calmo » Do Sio) » ) » 3 (10 NNE SSo OSIO) so | 0S0 | SO » TEO MENA NO » ) 10.18 2 11} NNO SSO 0 È 10 050 » DINI 0 » » » 2 12) SO SNO OSIO) 0s0 | 0S0 | 050 » DI ini MEO NNT )» » » 2 3) S | 0S0 0 ) | 050 NSO » |OSO |» ) » )) » 3 14 (0) | 0S0 OSO | OSO | SO 0 (0) SO » » » » 2 15] oNo 0 SO | 0S0 (DISTO) ) DARA), ) » ) D) 3 16! | ONO | 0 0 0S0 | 0s0 |oNo |oNo |0S0 ) » D) » 3 17| 1 I NNE | (Calmo » » » » » » » 2 t8| NO) SO) | SO SO » ) D) DAVN )) ) 2 19 | so NE | N N » » ) » » ) 0.35 5 20 | ENE E 10 050 » DI » » » 3.96 3 21|| 0SO (0) 0sS0 | 0S0 ) 0 0sS0 » » ) 1.74 3 22,| ONO 0 0S0 | 050 » Nonno. » ) » » 3 | 23/| 1 N NNO |0S0 | so » » » » » ) ) 2 (MI 24) N NE Calmo | 0 (Calmo )» ) 5) » » ) 2.86 2 125] S È Calmo OSIO) 0s0 » » » D) ) » » 1 |26)| Î b DI (ORIO) SU » Di » » » ) 2 |27| ENE NE NE N | 050 SU » O) ) )) D) » » 2 128] SSO SO SE Calmo | N Calmo ) TRANI TINO ) D) ) 0.51 3 29 (Calmo | SO | 0s0 Calmo | 050 (Calmo DIGI O)) ” ) » D) 2 130 [Calmo N | 0 N | oso | so » |» ) » » » 2 (31 0 RIU | 0sS0 0 0S0 so )) ) ) )) » 1.14 2 Î M.il Ì Ì Ì DEL Rei OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Ieteorologiche di Marzo 1867. Î il I | | Ì I | | I Nuvole dun a] Di ra Ti iI n sal sg =_= rsa _ (pira _ regate nani | \ gessi _ Vol. | Dens. [Massa Vol. | Dens. |M Massa, Vol. Dens. Massa | Vol. | Dens.)Massa]| Vol. | Dens.| Massa Vol, (Dens. A Mass ua Ill 85| 07595 | S0| 0.6 | 480 | 80 0.6 Co) 3) 0.6 68.0 | 40 0624050 0.6 | 300 2 770.0 || 100 8 | 80.0 | 10 .0|}_7 si | 350) % BA IMEDION > 5; | 12.0) 3 10 5 | 45.0 || 100 6 | 60.0 | n) 6540] 20 5 | 100 | ' | 16 6 5 | i i | ill 70 4 | 28.0 || 60 5 | 30.0 | 90 6 | 54.0 || 100 6| 60.0] 98| 6| 38.8 || 40 6 | 24.0 Sl 80 5 | 40.0 || 98 769.6) 9S/ 765.6 100 6 | 60.0) 60 530.0 (100 6 1 60,0 6 90 5 | 45.0 70) 4280) 40) 6| 240100 6 | 60.0 90 6|54.0|| 80 5 | 40.0 Ila 6 4| 24 10 3 | 50) 60] 5°|300/100). 5| 500) 100 6 | 60.0 || 95 5 | 475 sl co! 5300] 50 4 | 20.0 | 100 3 | 50.0 | 90 5 | 54.0]| 20 3) 6.0 || 60 3 | 30.0 9 50 hk| 20.0 10 4 4.0 | 100 ò 30.0 10 9380)» » ) || 35 4 | 14.0 ol do 2 20 5 &| 20: 12) 3) 261) 50 4 | 200) 95 5 | 47.5 || 50 3 | 25.0 |] lil so) 4|320]| 10 S| 5.0 90) 4|360| 90 4| 36.0.) 100] 660.0] 90 763.0] 12] 50 6|300) 4 6| 270 &| 4| 41.6 35 41140]| 15 £4| 60» | 00) Igi GI 4| 24 8 3 | 40 4 S| 20 do | 3 30] 10 4| 4.0] 40 4 | 16.0 | Ilzll 40 | 5 | 200 6 BI 3.0 90 4 36.0 35 | d) 17.5. 70 5 33.0 30 5] 15.0 [sl 40; 4| 40 20) 4| 8.0 100 3 | 30.0 60) 3 | 18.0 | 95 5 | 47.5 || 10 4| 4.0) di TO | 3 10,0 so 8 300 " | Ù da | Hi È Ca | ii | » fi DAN) ) » {| 7 1 3 || 30) 3 .0i| 0]. &| X0] 8 | 12. 3 3 .3 || 40 4 | 16.0 S| 100, | 600 | 100 | 6| 600100) % | 40.0 190 4| 36.0) 70 3|350]|90) 5450 | 19 100 6 |60.0 | 100 3 | 50.0 70) 4|280] 90 545.0) 100 5 | 50.0 100) 5 |500 | 20100) 6|600| 10} 6|600)| 95 657.0 40 4 | 16.0 | 100 5 | 50.0 (100 5 | 500 || 21] 100) 6|600]| 9 | 6| 570] 95) 6570) 70) 7490] 100 7|700|100) 6600 | 220 So 6/300| 25 5| 1253) 15 5| 15 3 6 3.0 » » i OA » || 23 3| 2] 06 3 4| 12] 4 5| 2.0) 40 6| 240 30 3|150]60] 3|4180f ill s0| 3240] SO) 3]|240]| 80 4|320/ 90) 650/100) 4|400]|90 4 | 36.0 25 1400 6|600| 100 S| 80.0 | 100 7700) 70 642.0! 50 $ | 25.0 || 40 6 | 24.0 Peet (a 3 si 25 | (e 4| 16) 3 3 NUOXO1 Milo ni |» » ; 2 20) 3| 60 12 4 | 4.8 4 4| 1.6] 50 5 | 25.0) 100 5 | 50.0 |) 70 5 | 35.0 28100 5 | 50.0 || 100 6 | 60.0 || 100 5 | 50.0 | 100 4 | 40.0 || 10 4 | 40.0 || 80 5| 400 || 129100 | 3 | 530.0 | 100 5 | 50.0 | 500 3 | 50.0 || 100 6 | 60.0 100 6 | 60.0 1100 6 | 60,0 | 30) 100 6 |60.0 1006 | 600] 100 6 | 600 100 6 600|) 30 4. | 12.0 || 50 6 | 18.0 || BI i5| S| 7.500) 6|600| 90 6 | 540) 60 6 | 360) 60 5| 30.0 || 40 6 | 24.0 || M.|| 61] 31.5 || 69 | 32.5] 7 36.3 || 67 33.6 || 59 20.5 || 55 27.0 || = = = ——————————————F—F—z == === === —= = — Al If Medii barometrici Medie temperature | |__9h 12h 3©l = dh î 12h Comp. |P. mos |_9h | RSS 6h 9h È Pio] Comp. p. dec | 1 p.|749.23|748.78|748.04|748.58/718.64|118.39 748.657, gg DD. 134% 1650 13.46 12.74| 12.02) 1102] 12/86) 13,9 2° | &7.A4| 47.11] 46.86] 47.07] 47.32| 47.451 47.16)/ 2 | 17.72) 19.78] 19.80 17.36] 17.06] 16.98| 18.12} ‘°*°| È 16. È 19.6 49.00) 49.20/ 50.55) 50.44] 49.2117,g gg 3 | 19.14) 20.04 suol, 17.56/ 16.5%| 16.34 1827) 13 gg| 11.95) 4T.69| 46.91) 47.38) 48.27] 47.13) 47.65 4 | 19,90) 21.46 21.22! 19.38) 17.46] 17.64| 19.51} I i 5 | #21 32.28| 32.29 32.83| 33.64] 53.45) 52 Ho i) 3 | 1678 a Da 13.70) 14.72) 13.74] 13.10] 14. 60, 15.1 6 | 51.19] 51.22 30.46) 30 21) 50,56] 50.32) 50.6911° "9! 6 15.981 16.47! 16.85 16.031 14 38! 14.33! 15.67 4 = = “A TE ET = = ‘‘“*"*“"*“"**"*-éé-..rcc | Media umidità relativa Medie tensioni | | | dn | 12h, 3h oi 9a | 15h Comp. p. dec. | 9h | 12h, 3h > 6h, 9h | 12h (Comp.p.dec| 5 la Peo ani izcra: È ; 2 Il | AB m| ha | ia | tie ire soa [malisano] pos Gilles sele li ( (So 3° | 534 | 540 | 572/590 | 664610 |58277,||3 |88$|947|999|883|899 856) 912) g4gl | 56.6 | 50.0 | s1.6 | 56.2 | 66.0 | 59.5 | 56.7 6° 4 |951|904| 946/914 / 940860] 9.19) "0 S| 66.8 | 65.2 | 67.2 | 67.8] 73.S | 744 | 69.5 | 20.9 || 5 | 8.39 | 8.58 | 8.90 | 8.95 | 883/835 | 8.650 g]yi 61 69.7 | 67.2 70,8! 72.71 79.81 73.3 1 72,3 6" I 6 | 9.41 | 9.58 [10.13 | 9.96 | 9.89 | 8.001 0.064! *" _—_ = sai —— — = == == = EÉ‘“‘tî — a = | | i | Barometro | Termometro | Media evaporazione Gasparin >. i Massimi si HnIDI Î Massimi | Minimi E | 0-70 | (E 3-12h” [E omp. p.dec.i i p. DE 148.93 nio: in 116.16. 1 pi | 1900 17.63 AI 12.07 1 p. | @.30 | 0.69 0. 48 Lr 334) 3 81.14) 41.69! RARO MERITO OO en & Da si) 150.34 5 15) 146.71 | E Î 23.00) 21.70 Di) 14471: n 50 9 2% | 5996 RI | I ò 5 5 | | 3.06 .08 5 |0,5 1.22 1.08 2.85) [6 Dio 19345] Î0 162) LT Gea ri 280] | 16016 | 069, 126) 1.12] 305 11:90 E Media evaporazione Vivenot Anania, Media forza del vento Se I IR MN! SE RIAPRE E GENE SLI OTO on | "T $- 9 | 9-120, 0-5. | 3-6 | 6-9, 9-12 Comp, p.dec. I Yum, 12h) 3h , 6h Î 9h | 12h GI Son: [ p.d, {A p 0.6302/0.3411 0.364 0.3670 0.196% oi 310922104), 999 11|20.24 21.29 lp. 1.03|1.00|0.69|0.31 0.56 1.10! SOI 1.11 3 1.0546 0.7901|1.0578|0.6994|0.3908|0.615: i 6080) i Di 0.981 Tu6i 2 |1.22]2.17|1.70|0.88/1. 29 1.07] 1.39 {3 sk 6212|0.8700 1.0967/0.921S ‘0. 34400 4SST|3.539% 6.0070|3 10.18 10.53 3 |2.18|2.35|1.57|1.89|0.99:0,97) 1.66 1.46 I 4 1.7270|0.7210]1.3039|0.712% IN 5181|0.4922|6. 17461 Ul, 0:55) °° (4 |t.13|1.69|1.8211.01|0.83|1.09) 4.26) || 5 0.8614/0.4879|0.6800 0.5591 (0. 2375|0.2763/3.1022), 9872 ||} 10.16 11.78 5 [9.9%|11.9 16,9(9 38(8.86/7.12.10,70 97 6 0.8977!0.4561|0.3253|0.4749/0.2231]|0.2950|2.8721j7 ‘al LA ‘62 ‘0%|16_|9.43|15.4|8.95|6.25 1.63|4:75] 8,744 | Numero delle volte che si osservarono i venti | N NNE | NE | ENE | KE ESE | SE |S8Lk| S sso | SO | 0S0 | 0 | ON0 | NO NNO | Calm. | Aips 6 3 1 2 I 1 ) 1 ) ) AZ 2: » 1 D) 2 0sS0 {{ 2 ” 2 2 i 1 D) ) » D) 4 9 7 ) ) » ) 4 LIO) 3 3 » » ) I » ) » » 6) 16 | 7 2 D) I ) 0S0 4 | 5) DI) 3 1 2 3 » » » 2 5 3 4 1 ) ) l SO ZA 1 4 » 1 ) » ) D) » 6) 8 3 3 | 1 3 OSO || 6 | 4 3 2 Ù) 2 ) 1 » ” 1 6 7 3 » 2 ) 6 (STO) | | Per decadi Ip. » 3 3 3 2 1 » 1 D VASI | A9 2 ) 1 ) 6 0S0O 2 3 2 3 1 3 3 » » » | 2 8 19 | 11 3 » I 1 OSO IO: ò 4 6 » 3 ) 1 ) D) I 9 1ò 6 3 3 1 9 0S0O [Totale] 8 11 12 4 s 4 |1 1 vi 30 | 53 | 19 6 4 2 16 oso _ Serenità media Massa delle nubi Yh 120 dh 6h 9 12h |Comp. De 9h | 12h | 3h | 6h | 9h | 12h | Comp.] Dec. 1p. 15 12 8 26, 59 58 30 I DO) 1p | 48.5] 57.3] 59.9] 42.6) 23.3) 25.2) 42.6 335 2 57 17 38 18] 39, 36 EX SO 19.94,41.8! 31.5) 42.0) 33.3) 31.3] 28.3 : 3 63 82 42 4 42 66 58 16 3 17.7) 9.4) 21.1! 17.7] 30.5] 19.6 19.3 26.6 4 34 22 27 42, 43 d4 34 4 38.6] 41.5) 36 G| 26.6| 27.9) 322/ 33.9 5 6) 33 39 41 45 dh 42, Md 39 ||5 | 349) 34.9 33.7] 34.4] 30.0) 27.6 32.6 Î 334 6 32 17 20 12 22 | 36 23 | “2 Il 6. | 29.1] 39.5] 36.2] 38.3] 32.0] 29.5] 34.1 ; Numero dei giorni | Sereni Misti Coperti | Con piog. Con neb. Vento forte Temporale |Con neve 1. » ) | ò b) » 2 2 2 | » 2 3 2 » 2 ) ) 3 2 2 1 1 » H) » » 4 | 1 1 3 1 D) 2 » » 5 2 1 2 3 ) tI » D) 6 2 » | 4 2 2 2 » » __Tolale 7 6 | e18 14 Ì 2 i 12 2 Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . . . 749.31 Forza del vento in Chilometri...» 4.10 Dai massimi e minimi diurni . ......... 749.20 | VEUEONLICAOMINANLER e e (WEIO) | Differenza . ..... 0.17 Termometro Centigrado . . ........ 16.50 Massima femperatura nel giorno 19... .... 31.6 Dai massimi e minimi diurni . .......... 15.69 Minima MeifgioOmi BRERA 9.0 | Ò = Escursione Lermometricita + a 0 ee 2.6 Differenza ...... 0.81 Massima altezza barometrica nel giorno 23. . 757.12 — —— MINIMA ZIONI ONOR 741.42 MCNSIONCNA CVA PONE n 9.04 Escursione barometrica . . . +. MRMRORO too 15.70 UMIALAITCI VA MARE O 65.6 Totale Evaporazione- Gasparini . LL... 138,07 Evaporazione- Afmometro - Gasparin +... .... 445 Totale Evaporazione - VivenoL. . 0, +. + + + + + 121.891 Evaporazione - Almometro-Vivenot . . ..... 3.9319 TolalerACHa pioggia te «tei e e RT 43.53 SEICMIA TE ot RR I 37 MASSA de CIN UD e NOA 31.8 32 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Marzo 1867. Il Direttore del R. Osservatorio G. CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO N. 4 — Vol. III. Aprile 1867 Macchie Solari. . Del modo col quale in taluni casi da piccoli fori si formano macchie più grandi, se ne ehbe un bello esempio ai primi di aprile, sebbene la stagione incostante, non per- mettesse di osservare il fenomeno che a breve intervalli, Nel mattino del 4 aprile 1867 verso il centro del disco solare stava un bell’ammasso di piccole macchie composto di 27 fori, accompagnati in parte da penombra, come si vede nella figura IV della tavola, e di altri fori piccolissimi appena visibili; formavano nell’assieme una catena di eruzione , che più tardi doveva ridursi in macchie più grandi e meglio definite cogli ordinari caratteri. Infatti nel mattino del 6, ad onta del tempo cattivo, si poté verificare che già tutti questi fori erano ridotti a tre macchie principali, con alcuni forellini negli spazi fra esse interposti; e così guardando il disegno del giorno 4 si -aveva un'idea del lavoro operatosi per la formazione di dette macchie; alcuni nu- clei erano ancora divisi da sottili ponti. Nel mentre però che da piccoli fori eransi formate macchie più grandi, non cessavano di prodursi altri piccolissimi fori, ma sem- pre a limitata distanza dalle macchie; e se qualcuno nuovo compariva discretamente largo, ciò avvenne in linea al gruppo e posteriormente, come si verificò per due nuovi fori seguenti il gruppo nello stesso mattino del 6. La figura V è il disegno di que- ste macchie eseguito nel mattino del giorno 7, delle quali la prima era un poco oblunga perchè la più vicina al bordo; sulle penombre vedevansi molte correnti e le macchie apparivano sempre meglio definite; e in vicinanza della seconda e terza e- ranvi alcuni forellini, mentre nei dintorni della prima, non se ne scorgeva alcuno, sebbene anche esistendo potevano essere occultati dai rilievi della facola che già co- minciava a farsi vedere. La figura VI in fine mostra l’apparenza del gruppo nel gior- no 9, in cui si potè eseguire anche il disegno della facola che avvolgeva il gruppo intiero. Nel giorno 10 il cielo non si prestò che a brevi intervalli ; alle ore 10 di questo giorno si vide che la prima macchia del gruppo era già tramontata; la seconda avvicinatasi di più al bordo mostrava le solite variazioni per prospettiva, e l’argine luminoso occultava del tutto la penombra dalla parte interna ; però si vedeva che la profondità di questa macchia non doveva essere molto grande, perchè alle 1259-40", Giorn. di Scienze Nat. cd Econom. Vol. HI. n) 34 BULLETTINO METEOROLOGICO la distanza del ciglio interno dal bordo era di 16" e la larghezza media della pe- nombra di soli 4,8; così che la profondità non poteva essere che di poco superiore a un decimo del raggio terrestre. Nella tavola di questo bullettino vi sono riprodotti i disegni della spaccatura de- scritta nel bullettino di ottobre 1866; la figura I corrisponde al giorno 28 marzo 1866, ove si vede libera, ma contornata di foglie; la figura IL al giorno 29, in cui gli ar- chi o ponti formati dall’incontro e riunione delle foglie, dividevano la spaccatura in diverse parti, attraverso le quali, si vedevano porzioni del fondo nero. La figura II è l'immagine della macchia solare del luglio 1866 descritta pure nel bullettino del- l'ottobre scorso, secondo il disegno fatto nel mattino del giorno 18; ove si vedeva la gradazione di tinta dal limite della penombra, al fondo nero dell’ orifizio, e che per un effetto forse di contrasto e posizione ci presentava come a strati. P. Tacconi Osservazioni di stelle australi eseguite al Cerchio Meridiano del R. Osservatorio di Palermo. | = | S | 2 e £| RPOCA | S ASCENSIONE RETTA APPARENTE| DECLINAZIONE APPARENTE S a E DELLA E | ia DE OSSERVAZIONE | $ gi, 59m, 23533 | = 21% 49 1854 3 |1867, 0975 | 8 RE O I 26 376 3 1021, 130 RI CORI 2 00 2 0953 | 7 4 10, O | R2 o A 3 0876 | 7,5 ANGRI) Sis DMN? DD ODDO 5 0830 | 8,5 LINA O 2 102 SI MO DO 1 0939 | 6,5 A i OS 500 NES? 2 5 6 0957 | 7,5 AS 05 357000 (N25 2 093 OR 0675 | 7oD ARNO? MR 03/7008 I? DO RO 1 1103 9 ANZIO; 00 DA ANDIO N05 2500 IO 1021 7,5 ASTA MA 0106 DOMASO 000255 NA INS 0612 7 400033 0M623;33 2 MANO 303.15 PA ANI 0803 + 9 AMSA 5:52 I e 1042 7,5 ARA MIAO 23:09 0:00/48;5 OI _1077 | 7,5 AA SEO 510 23 MISS: 3 0676 7 A, 54 0,30 DO 3 GMT 3 0658 7,5 ANANDA Ar3 0:33 00 N25 SOTA 3 0840 | 7 AO: 882/00 MAN 200) N83 1 1104 7,5 1% 7,69 | 22. 40. 10,0 3 0658 7 i 205 DGM IND, 3 0840 $ DIANMIS IM 821,50 Dani MO NNG:8 3 1077 6,5 Di, 8,25 2 602 Aa002 0, DT 0722 | DD INNI: 07 BON 239 1 1295 850) DZ: L02023, MITICO 2 1308 DI) A MR 5A CO 23 N95 1 1296 DEL R, OSSERVATORIO DI PALERMO 30 ] N | zi AG] UL à ASCENSIONE RETTA APPARENTE] DECLINAZIONE APPARENTE | £ a z DELLA D' ORD Ss | FF fa l ‘ si E ani 7 OSSERVAZIONE] 26 7,5 DINA: 5;SoN i 022,40, .52;1 3 |1867,0831 | 27 9 BI 26, 20005 22, 19. 49,9 3 1078 | 28 8 Da 034, (5:92 OZ Ce SEA 3 0676 29 0 Neo te DOMA NSA 17 3 1160 30 i TC o 23 1 16458 4 0688 | 31 6,5 DO 40] IZZO 3 0968 | 32 7 DafiNedip eMiiciGi27400 NM? 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TA4 | 23, 17, 41,2 3 3067 125 DI 10. 39. 46,76 22. 44 204 3 2848 126 8,5 10, 47. 40,72 | 22. 28. 38,9 3 2849 127 9 10. 48, 41,23 | 22, 13. 19,8 3 3067 128 9 10. 49, 41,57 22, 1 48,6 3 3258 129 7,9 10. 51. .° 28,02 21, 18. 57,9 2 3473 130 3 10. 55. 19,46 200800 14,0. 2 3474 131 8,5 10. 55 34,65 2l. 26. 31,3 3 3668 132 6 10. 55. 59,5ì 26 7, 64 3 3405 133 11 10. 57. 29,92 22, 11. 59,0 4 3121 | 134 $ MINE 6,47 21, 26. 43,7 3 2850 | 135 9 11. 34487 Za 139,0 4 3120 136 7,5 VIA 10,42 22. 16. 52,0 4 3419 137 Lilo allo 4,95 23. 37, 20,9 3 3486 138 8,5 ll, 14 20,43 22. 29, 18,7 2 3555 139 7 11. 16 45,19 22. 59. 0,8 3 3404 140 7,5 11. 18 12,85 22.. 6. 30,0 3 3486 141 3,5 WIESRLI: 39,01 21. 57. 27,1 3 2995 142 3 11, 20, 46,29 23. 260. 37,5 3 3577 143 10 11, 21 27,82 22. 1 30,0 3 3241 144 3 11. 21 48,26 23, 5. 57,0 3 3405 145 9 11. 23 28,84 29. 49, 24,2 3 3486 146 7 11. 26. 21,44 22. 42, 55,5 3 3577 147 3 il. 32. 43,85 24. 9 56,2 2 3595 148 D) 11, 35 9,21 21, 55. 14,3 3 3241 149 8,5 11. 37 24,18 DO 2,9 3 3913 150 10 11. 38 04,84 22. 15. 153 3 2940 151 7,5 11. 39. 29,24 24. 8. 20,0 5, 3405 152 Db) il, 39. 44,62 24, 14 328 1 3623 153 135 LARA 46,95 22. 21. 27,0 3 3522 154 9,5 Il 43. 14,94 22, 18. 22,3 1 2750 155 8,5 11 44 16,95 21, 995130 3 3241 156 7,5 ll, 50. 33,23 21, 48. 1,7 3 3332 157 8,5 11, 52. 16,39 22, 40. 40,5 2 3596 158 Di) 11. 55. 15,64 26, 1. 59,2 BIZ, 3487 159 3 1lL. 57, 25,99 21, 38. 44 3 3314 160 $ il. 59. 28,90 22. 3 4L1 3 3978 Non potendo fare diversamente, si è soltanto pubblicato il medio delle apparenti « 3S BULLETTINO METEOROLOGICO posizioni osservate nelle differenti sere; quando ne avrò eseguito un sufficiente nu- mero, e avendo il tempo opportuno le ridurremo. dalla posizione apparente alla po- sizione media per un’epoca prescelta, P. Taccmuvi RIVISTA METEOROLOGICA Barometro. — Tutti gli elementi meteorologici di questo mese risultano pochissimo differenti da quelli dell’ aprile 1866, ad eccezione dell’ Evaporazione che fu minore, Un tale accordo l’abbiamo fatto rimarcare anche pel precedente trimestre; quindi an- che la primavera seguirà il corso di quella del passato anno. Hl barometro da prin- cipio andò montando con piccole variazioni sino al giorno 14 in cui si ebbe la mas- sima pressione del mese; dal 14 in poi si verificarono tre forti ondate di durata ed ampiezza quasi eguale, cioè dal 14 al 19 con un'escursione di 11 millimetri, dal 19 al 25 con escursione di circa 12 millimetri, e dal 25 al 80 con escursione di 11 millimetri; e le minime ebber luogo pressochè nel mezzo dell’ondate, cioè nei giorni 16, 21, 28. L'andamento della curva barometrica è pressochè l’inversa di quella del termometro, cioè alle più alte pressioni corrispondono le temperature più basse. Termometro, — La media temperatura risultò superiore all’ordinaria di 1°, 3 e dal principio del mese andò sempre crescendo con leggiere fluttuazioni sino al giorno 28, e dal 28 al 30 scende rapidamente di 11 gradi, mentre il barometro saliva nello stesso tempo di 11 millimetri. Le diurne escursioni furono sempre forti, e in medio di 6 gradi, ciò che portava un’impressione di freddo nella notte, restando la tem- peratura quasi costante durante il giorno, Evaporazione. — Per la frequente condensazione di vapori durante la notte, l’eva- porazione all’ atmometro Gasparin risulta inferiore un poco a quella del precedente marzo, ed anche perchè non si poterono apportarvi le correzioni della rugiada che per soli 4 giorni; la curva è molto irregolare e solo nelle prime pentadi vi si scorge una relazione con quello del termometro e della forza del vento. Mancano le osser- vazioni all’atmometro Vivenot per guasti avvenuti dell’ istrumento e non ancora ri- parati. Vento. — La forza del vento, sebbene mite, risultò superiore a quella del marzo; giornate con vento forte se ne ebbero soltanto 9 e non di vento continuo, ma ad in- tervalli. La più grande velocità oraria osservata fu di 38 chilometri nel mattino del 1°, In medio la forza maggiore verificossi nelie ore vicine al mezzodi; e le minime alle 9 di sera, I predominanti nel mese furono NE, di giorno i venti di levante, di notte quelli di ponente. DEL IR, OSSERVATORIO DI PALERMO 30) Umidità, — L'umidità fu di poco superiore a quella del marzo, e minima al mez- zodi, andava poi crescendo sin verso le 9 di sera; e in molte notti si ebbero copiose rugiade, da poterne avere la misura alcune volte al pluviometro, si ebbero anche nebbie basse e singolarissima quella proveniente dal mare e descritta nelle note del giorno 15. Pioggia. — La pioggia fu assai scarsa, non essendosene raccolti che soli 21 milli- metri in 7 giorni di pioggia; cosicchè nei primi 4 mesi di questo anno si ebbero sol- tanto $9 millimetri di acqua, la stessa quantità dei 4 primi mesi del 1866, che fu di $$ millimetri; questo valore della pioggia è il terzo della pioggia ordinaria per questi mesi, per cui anche in quest'anno avremo una siccità straordinaria, come nello scorso anno 1860, NOTE 1, Giornata di vento forte di 0S0 $ al mezzodi qualche goccia e a sera pioggia mi- nuta; il mare fu sempre agitato. 2. Cielo burrascoso; leggiera pioggia dopo mezzodi e la burrasca si trasportò da S0 ad E, 5. Il cielo fu sempre disposto a pioggia, ma non ne cadde che pochissima nel po- meriggio, il vento di SS0 fu sempre forte nelle ore antimeridiane. 6. Giornata assai variabile s poche goccie nel mattino e a sera alle 10% nella sera poi vento forte a brevi intervalli, 9. Dopo il mezzodì il vento aumenta di forza e all’ 1%, è fortissimo ad intervalli; e da ONO gira per 0 sino a S0 a mezzanotte con aumento di forza. 10. Nel mattino |’ aria era un poco caliginosa 3 dopo mezzodi vento forte di N; poi cala gradatamente girando a 080, riducendosi a calma verso mezzanotte. il, L'aria fu sempre caliginosa, il mare agitato, e nella sera forte rugiada, 12, Alle 7 *, sera magnifico alone di luna del diametro di 25° 15. Verso le otto del mattino goccie; cielo coperto sempre, ma la densità scemando sempre, si riduce nebbioso verso le 10 di sera e alle 10" * la luna aveva una corona magnifica con coleri così bene distinti che notaronsi i loro rapporti di esten- sione col disco lunare, cioè la luna era circondata da un’ aureola bianco-verdastra per un diametro lunare, poi seguiva un cerchio giallo arancio chiaro di un mezzo raggio lunare; poi un cerchio arancione terminante in rossastro di un mezzo raggio lunare, indi una zona blù verdastra della larghezza di due terzi del diametro della luna, da ultimo un cerchio rosso di *, di raggio ma di un rosso chiaro; il cielo era anche in quella parte coperto da un leggiero velo di nebbie; alle 11" ‘4, scom- parve ogni cosa diradandosi le nebbie. 15. Nel mattino l’aria era caliginosa con nebbie basse al mare; alle 10 */, comparve dalla parte di mare una nebbia bassa in certi momenti così densa da non lasciar vedere le case e giardini della villa Giulia, Questo fenomeno è molto raro a vedersi queste proporzioni; Ja nebbia sì formava sulla superficie del mare in vicinanza della 40 BULLETTINO METEOROLOGICO costa e sì riuniva in ammassi, come vere nubi, che non salendo ad un'altezza mag- giore di 20 metri, dirigevansi alle montagne di $ prima del mezzodi spirando il NE, e verso l’0 dopo il mezzodi sofiando vento di E ed ESE; però si mantenevano sempre basse, e dall’Osservatorio si vedevano nettissime le alture dei monti, mentre il basso col piano erano coperte dalle nebbie, che sortivano dal mare come fumo e spandendosi toglievano la vista del mare in rada e case vicine e la campagna lungo la ferrovia e il piano di monte pellegrino: mentre la sommità di capo Zaffa- rana era libera e nitida. In città la nebbia si spinse fino a un terzo del corso, poi si scioglieva; ma la corrente più forte era esterna sulle campagne di S: dopo le tre il fenomeno era quasi scomparso del tutto; l’umidità in vicinanza del mare c giardini e case attigue era fortissima, temperatura più bassa e di là il cielo era fosco, mentre dalla specola rimaneva tutto scoperto, 16. Dalle 9"m. al mezzodi vento impetuoso di S0; alle 9" sera si osservò un bellissimo alone di luna, e fatta una misura si trova il diametro suo di 44°, L’alone nella parte superiore o più elevato era più intenso per 5 gradi a destra e sinistra del verticale della luna; in questo tratto scorgevasi una tinta blù scura internamente e rossa- stra di fuori, e per questo tratto dalla parte interna il limite non era circolare. La larghezza della zona luminosa costituente l’alone era di 1°,5. Dalle 11 alle 12 i colori d’iride si fecero più distinti in certe parti; ma l’alone viene interrotto da nebbie più dense. 17. Nel mattino straordinaria calma di mare; giorno variabile; a sera umidità fortis- sim@ 18, Nel mattino aria caliginosa. 19. Nel mattino alle 9" nebbie basse di NE S; lucida l’altra metà di orizzonte, ma l’aria caliginosa ; sul mare a S si formavano nebbie leggiere del genere di quelle del giorno 15. 20. Nel mattino si ripetono le stesse cose, cioè aria caliginosa e verso E s’innalzano vapori dal mare, e in questi giorni l’aspetto caliginoso è dovuto a queste nebbie leg- gierissime. Nella sera si notò una frequenza di stelle filanti provenienti dalla Cas- siopea 22, Nel mattino mare un poco agitato e pioggia; al mezzodi piovoso; alle 3 il mare ritorna in calma. 23. Al mezzodi vento forte a colpi di NNO; nel pomeriggio piovoso e pioggia forte alle 10% 3 sera. 27. Nel mattino calma perfetta; e dal mare sollevansi vapori, che trasportati da una lesgiera brezza resero l’aria caliginosa, come altre volte si osserva per effetto di polveri, 29. Dopo le 8"m, poche goccie, alle 2"p. vento impetuoso di NO, che piega al primo quadrante a sera tardi, 30, I venti del primo quadrante continuano per tutta la giornata, più forti nelle ore meridiane; dopo le 10% sera succede come una calma, indi si volta il vento e gira a S0. DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO 41 Osservazioni Meteorologiche di Aprile 1867. . AAA Massimi | Barometro ridotto a 0° Massimi e minimi | Termometro centigrado e minimi barometrici termometrici + rr __ > Pei i veni ghm 9h) 12h 9hm | 12h) 30) Gh | 9h | 12h | || 750.19 751.07] 751.54 752.49 718,30 12.3 |121 |13.6 |11.2 110.8 [10,3 || 13.6 9.4 | | 2] 52.49 54.65] 53.96; 65.23 51.03]113,0 [15.6 [14.4 |12.4 [11.2 |10,6 || 15.6| 9.3 3 53.04 53.90] 54.15 51.74/12.7 [13.0 [14.2 |13.0 [10.5 | 9.7 || 14.5 9,2 4 || 54.60 54.98] 54.36 54.15|/13.6 [14.2 |14.5 |13.5 [11.1 | 9,9 || 14.5 8.1 5| 50.65 48,21] 49.55 47.27|15.1 |16.6 [16.0 (14.8 [13.8 |12.1 || 17.0 | 8.6 6 || 51.87 53.80] 53.74 49.38)(14.5 [15.7 [15.6 |15.0 [14.2 |13.0 || 15.7 | 11.2 7|| 55.12 56.06| 56.07 16.9 |18.6 |18.3 (17.4 |13.8 [12,7 || 18.8 | 11.8 8 || 54.85 52.92) 52.31 17.1 [16.8 [16.3 |15.9 [15.9 [15.0 || 17.1 | 11.3 9 || 51.51 50.66] 50.93 3||17.4 [20.0 |17.8 |16.6 (16.0 |16.2 || 20.0 | 12.7 {| 10 || 53.32 54.89) 55 2|117.8 |18.6 |18.3 [16.5 [14.5 [14.7 || 18.8 | 13.4 11 || 56.42 215.9 |16.3 [16.2 |15.9 |14.5 |13.2 || 16.6 | 10.9 12 || 54,23 217.2 |18.0 |18.0 |17.1 |16.0 |14.8 || 18.1 | 12,5 13 || 58.06 16.9 (17.8 |17.2 |16.8 |15.7 |15.1 || 17.8 | 139 14 || 59.28 ì|/18.4 [19.0 (19.5 (18.0 |16.2 [15.7 || 20.1 | 13.6 15 || 53.54 18.1 |17.7 |17.5 (17.41 |15.6 |14,8 || 18.1 | 12.8 16 || 50.90 190 |18.0 [18.1 |16.2 [14.4 [12.1 || 19.0 | 11.5 || 47 || 52.25 117.2 [16.8 [18.1 |16.6 [14.7 |13.9 || 18.14 | 11.2 | 18 || 50.37 17.5 [17.5 (17.8 [172 {15.7 [14.5 || 17.8 | 121]! 19 || 56.84 18.3 |18.9 [19.2 |19.0 |16.8 |16.5 || 19.2 | 13.6 20 || 53.23 18.7 |19.6 [20.2 [19.3 |48.3 [17.2 || 20.2 | 16.0 21 || 50.92 19.5 |19.3 [20.9 [18.1 |17.7 |17,2 |] 20.9 | 15.0 22 || 40.32 16.2 [17.5 116.3 |15.3 [14.2 [13.2 || 17.8 | 12.7 || 23 || 50.22 16.0 |17.2 |16.5 |16.0 |15.7 |15.4 || 17.2 | 11.8 24 || 51.25 216.8: (17.7 [17.7 [17.2 [15.3 [13.8 || 17.7 | 132 25 || 52.82 218.3 [19.5 [18.7 |17.8 [16.3 [14.8 || 19.5 | 13.8 26 || 51.74 719.9 |20.0 [19.6 [18.9 |17.i |16.2|| 20.0 | 13.2 27 || 50.97 19.0 [21.4 |20.8 |20.3 |18.4 |19.0 || 21.4 | 13.9 || 28 || 50.65 2/19.6 [21.5 (25.7 [24.5 [23.1 |244.|| 25.7 | 16.1|| 29 || 50.75 219.2 |20.8 [16.2 |17.4 |17.1 |16.0 || 24.3 | 15.0]! 30 || 56.85 17.5 118.3 |1S.1 116.9 |16.3 |14.2 || 18.3 | 14.2 M. || 753.10 16.98/17.80/17.7116.74|15.43|1%.54|| 18.45] 12.40 | Ì ogiche di Aprile 1867. il | | | | | Osservazioni Meteorol Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo x lare ea ill -TTT7 rc TT sco PP 9hm | 12h) ghi 60 9h, 42h [{9hm) 12hj 3h) 6h 9h) 12h] 9hm 12h 3h 6h 9h 12h 1] 7.20] 6.S1| 5.81| 7.23 7.05) 7.39) 68 | 65| 51|73|73|7 Cop. Osc.e.p.|Cop. Osc.c.p. |Cop. Nuv. 2|| 7.59| 8.28] 8.49| 7.72! 7.71] 7.59 68] 63| 70) 72) 77) 80 {\uv. Cop. Cop. Cop. Cop. Misto SI 8.02] 7.96| 7.73) 7.33] 7.65) 6.98] 73 | 71 | 64| 66| S1| 78 {Misto Cop.v. |Cop.v. |{Nuv. Lucido |Misto 4|| 8.11] 7.36, 7.81] 7.05 7.89] 6.86] 61 61 63 | 61 80 | 75 Nuv. Nuv. Bello Nuv. Lucido Lucido sl 7.84) S SZ| 8.95] 9.02/10.02] 9.26] 6L| 63 | 66] 72) $5 | $$ |[Bello Osc. Cop. Osc. c.p.|Cop. Osc. Cc. Gli 7.95] 7.08) 7.76] 8.51) S.GI| 7.59] 65 | 53| 59) 67|72| 68 ||Nuv. Nuv. \Nuv. Nuv. Bello Lucido 7|| 7.73) 6.72] 9.12] 8.73] 9.63] 8.63] 54 | 42| 60| 59| 82 | 79/Bello |Bello |Rello |Bello [Bello |Lucido S|] 8:28) 0.12) 9.42] 9.67] 6.83) 6.63) 57, 64, 68|72| 51] 52]Lucido |Nuv. Bello Cop. Lucido |Lucido 9 7.97! G.4i| 8.78] 8.84) 9.23) 7.78) 54 | 37 | 58 | 63 68 57 ||Nebb. Bello Cop. Cop. Bello Lucido 10 SOI S02! 7.16) 8.51) 7.84) 7.55 59 | 50 | 46| 61 | 63 | 61||Lucido [Lucido }Lucido |Lucido |Lucio |Lucido || 11)| S.35) 9.29|19.16|10.07| 8.81] 9.60|| 62 | 67 | 74 | 75 | 72| 8$5|[Lucido {Lucido |Lucido {Lucido |Lucido |Lucido 42) 7.96] S.00|11.44|10.86/10.96) 9.41] 54 | 52| 75] 75 | $1| 75|lvebb. |Nebb. Bello Nebb. |Nebb. |Osc. 43|(10.29/11.86|11.93|10.90]|11.15|10.55)} 72 | 78 | 82] 76 | 84 | 83 |[Cop. Osc. Ose. Cop. Bello Nebb. 14|\11.49)11.12|12.29/12.47)10.03| 9.79] 73 | 68| 73 | S1| 73 | 74 [Bello Cop. Cop. Nuv. Lucido |Lucido 15|| 9.97|12.65|12.97|11.56|10.94|10.74! 65 | 84| 86 | 80 | 83 | $6 Lucido |Nebb. |Lucido (Lucido {Lucido |Nebb. || (16) S.45| 7.45) S.75| 8.70] 8.24) S. h} D) Nuv. Misto Nuv. Bello Bello Nebb. 17|| 7.83] 7.S1|11.81| 9.92) 9.74 Nebb. |Nebb. |Betlo Misto Lucido |Lucido 48| $.70] 9.65|11.27|11.50/10.87 Nebb. Nebb. |Nebb. |Nebb. Lucido |Nebb. | (19||11.53|11/77|13.23|10.40|12.47 Bello Nebb. |Bello Nebb. |Lucido |Nebb. | (20|11.45|11.93|12.62 11.69/13.02/1 Nebb. Nuv. \Cop. Osc. Cop. Bello (24|(11.53!12.27|13.42|12.85|11.20]1 Bello Cop. ose. ose. Osc. Cop. 22||10.85|11.32|10.10) 9.63| 9.39 ose. Cop. Cop.c.p.|Misto Bello Misto 23) 8.16) 8.09] 9.17) 9.24! 9.79/1 Cop. Cop. Osc.c.p.|Cop. Osc.c.p. |Osc.c.p. 24|| 9.85|11.63|10.21| 9.96[10.70 Cop. Misto Bello Nuv. Lucido |Lucido 25|/10.13] 7.48|11.31] 9.46/11.34 Lucido |Lucido |Lucido {Lucido {Lucido |Lucido 26)\10.71 8.53/10.0411.33 11.56 Nebb. Nebb.. |Bello Lucido |Lucido |Lucido 27||10.40|11.28|13.17|13.02|12.67 Nebb. Nebb. |Nebb. |Ncebb. Lucido |Nebb. | 28|13.45|13.53|10.65| 9.24| 7.54 Osc. Cop. Ose. Ose. Osc. Ose. 29|13.08/13.02|12.11| 9.16) 8.94 Osc. Cop. Ose. ose. Osc. Misto 30|| 7.91] 8.21) 7.54| 8.14) 8.77 Nuv. Bello Bello Bello Cop. Bello | M.|| 9.39) 9.45110.17| 9.76] 9.6) Lal =_— ei Giornale di Scienze Nat. ed Econom. Vol. MI. 6 42 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Aprile 1867. | Evaporazione Gasparin| Forza del vento in Chilometri Evaporazione Atmometro Vivenot | | ni | 06-80) 8-3 | 3-12. jTotale|[hm.) 12h | 3h 6h) 9h | 12h i 10.42 | 1.78 | 1.09 | 3.29 [138.3 |30.6 [25.4 |18.8 | 1.8 | 6.2 | 2) 0.46 | 1.80 | 0.47 | 2.73 [|10.5 |13.7 [14.9 | 5.8 | 9.3 | 4.5 30.22 | 1.59 | 1.70 | 3.51 || 6.5 |24.1 [14.0 | 4.0 |18.9 ! 8.8 40.43 | 2.20 | 1.88 | 4.21 [10.3 |17.0 [15.6 (10.1 | 8.9 |14.4 | || 51) 0.19 | 1.97 | 0.00 | 2.16 [17.5 |17.4 |11.3 |18.3 | 4.2 | 8.5 I 6) 0.50 | 2.18 | 1.59 | 4.27 [19.3 [21.0 [10.7 [12.3 {10.0 [14.3 | | 7 0.36 | 2.03 | 2.40 | 4.79 [112.0 '23.0 {19.0 }10.9 | 8.4 [10.4 | || 8) 0,8% | 1.78 | 2.15 | 4.77 ||17.6 )19.8 | 5.1! 0.0 |10.8 [13.9 I 9] 0.40 | 2.00 | 1.70 | 4.10 || 7.2 |15.2 |15.9 (185 |15.4 [29.0 10, 0.73 | 2.91 | 1.47 | 5.11 |14.4 120.5 [23.7 !15.6 [10.4 | 0.0 [13] 1.68 | 1.75 | 2.99 | 6.42 11.2 [19.6 | 6.5 | 5.0 | 0.0 | 3.1 {12} 0.00 | 1.86 | 1.96 | 3.82 10.7 [12.3 | 4.0 | 5.5 | 3.0 | 1.2 (113) 0.92 | 0.85 | 0.85 | 2.62 || 3.9 [12.8 | 2.9 | 4.7 | 9.0 | 0.0 (14)| 0.40 | 1.72 | 1.67 | 3.79 [| 1.7] 9.2] 9.3 | 0.0 | 9.0 | 0.0 \13}) 0.81 | 1.30 | 1.91 | 4.02 || 9.0 (11.1 } 8.0 |15.6 | 4.2 | 2.5 (46) 1.08 | 2.81 | 1.85 | 5.74 ||11.3 [34.7 |13.8 |17.0 | 6.0 | 6.4 {117 0.80 | 1.88 | 1.80 | 4.48 || 6.3 [19.3 | 7.9] 46 | 8.0 | 7.3 ISÌ 0.41 | 2.04 | 2.93 | 5.38 [|| 9.8 [16.9 | 4.0 | 4.8 | 2.5 | 2.8 19] 0.00 | 1.95 | 2.89 | 4.87 10.0 |14.6 | 3.8 | 5.4 |12.0 [11.2 20 0.37 | 1.45 | 1.70 | 3.52 || 4.0 | 5.9 | 1.2| 5.3 | 2.3 | 1.5 (21]| 0.41 | 1.82 | 2.32 | 4.55 [21.0] 9.0 | 9.4 |9.9| 7.4 [19.1 22 0/00 | 0.02 | 0.74 | 0.76 ||14.6 | 0.2 [19.6 |» | 9.4 [13.2 |23] 0.41 | 1.72 » | 2.13 [14.2 [15.1 | 8.8 [22.3 [12.4 | 0.0 (24) 0.00 | 1.96 | 2.71 | 4.67 [17.9 (25.3 | 7.7 [10.7 | 4.7 | S.1 {25} 0.00 | 2.48 | 2.46 | 4.94 || 5.5 |13.2 [12.3 | 3.5 0.0 | 6.21 {[26)] 0.48 2.69 | 3.50 | 6.67 || 1.7 | 7.7 | 3.3 [10.3 | 2.4 | 0.0 {27]| 0.00 | 1.74 | 2.21 | 3.95 || 4.0 | 6.61 2.1|3.4|0.9 | 0.0 lag] 0.64 | 2.26 | 3.44 | 6.34 {| 5.2 | 2.2 | 2.8 | 7.1 7.6 | 6.5 {{29]| 0.64 | 1.17 | 1.21 | 3.02 || 4.6 [15.7 |16.0 | 4.2 | 2.6 | 2.1 (130]| 0.46 | 1.75 | 3.40 | 5.61 || 18.1|18.0 {13.2 |11.6 | 6.6 | 8.2 M.|| 0.46 | 1.85 | 1.90 | 4.2t || 11,3/15.9 |10.4 | 9.6 | 6.9 | 7.0 Il Ù IO USE de il | Osservazioni Meteorologiche di Aprile 1867. | 3 ara E Stato | Direzione del vento Direzione delle nubi Piog. del aaa Nicea | ORTO Im. 3h 12h 6h 12h 9h 9h 12h sh Î 6h 9h 12h 2.94 alle 7 I 0S0 SO) (OSIO) oso NO) Sio) so so » » » » 0.66 2 || 2 SSO SRO) oso Ono N SO » » » |ONO | SO » 1.14 3 si ONO NO ONO 0 0sS0 SO D) Di » » » » 2 4| NNE NNE NE NE (ONSIO) SO D) ) » » ) » 3.97 2 dl SSO sso NO) NO 0sS0 RIO) » )) » D) » » » 2 6| NNE N N NO SIO (OSIO) NO N » » ) » ) 2 7|| ENE No N N 0 SO » » » » » » » 2 8] SSO NN NE Calmo oso So) » » » » » » » 2 9 NE (CAIO) OSIO ono oso SO » » » No » » » 2 10 NNO ONO N NNO 0S0. |Calmo » » » » » » » 3 11) NE NE NE DI Calmo (0) ) D) » ) » ) 0.70 2 [12}| NE ENE ENE DI IO) STO) D) » » ) ) » » 2 (13, NE NE ENE E 0S0. |Calmo D) » » ) » » » 2 14 ENE ENE ENE Calmo | 050 |Calmo » » » » » » » 2 15| NE NE ENE NE | N NO ) » » » ) » ) 2 (16 SO SO 0 NO 0S0 0s0 » » |0S0 » ) » » 2 17 ENE NNE I [DI 0S0 SO )) ) » » » » » 2 48] NNE NNI ENE ID) 0SO SO » » » ) ) ) 0,55 2 19| ENE NNE NI NE (OISIO) IO) )) ) ) COSTO) » ) » 1 20) NE NE I ENER 0S0 NNO » » ISS ) » » » 2 21 NI NNI N NNE N NO) » |» D) ) ) 1.97 2 [{22]] N ESI NO NO oso Sio) » D) » » » » 8.37 2 | [ 23) NNE NNO NNE N NNO Calmo » » D) v ) » 2.54 2 Ì 126] OSO NNE | NNE N 0s0 0 » » » » )) » » 2 |[25| ENE NE | NE ENE |Calmo | SO » » » » )» ) » 2 [26] E | NE NE ENE 050. |Calmo » » » ) ) » » 2 {{27|| NE NE NE SE (USTO) Calmo » » » D) ) » » 2 28) NE ESE SO SE 0 AXO) » » » ) ) » » 2 29) ONO NNE No NNO ENE ENE )) )) » mesi ) » )) 2 30.) NE ESE ENI NI E SO NE » D) D) )) » » 2 M. » ) » » 2 DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche di Aprile 1867, Nuvole | —9mn Do Î — 6h 9h 12h | TTT. 4Zaer< ren | | I N | | pe a — n Vol. |bens.)Massa “Massa | Vol. | Dens.jMassa]| Vol.) Dens.j Massà| Vol, Dens,|Massa| {I 80| 0.6 | 48.0 36.0 | 100) 0.6 | 60.0) 90 | 0.6 | 540 || 40| 0.6 | 24.0 | 2 45 5 | 22.5 48.0 || 70 7|]490 |) 80 156.0 || 50 6 | 30.0} 3) 50 6 | 30.0 36.0 | 35 5 | 17.5 Di » || 50 3 | 25.0 || 4 20 5 | 20.0 6.0 || 25 615.0 »| » » » » » || sl (5 8 | 255 68.6 || 100 6 | 60.0 || 95 6 | 57.0 |100 6! 60.0 || GI 40 5 | 20.0 20.0 35 6| 21.0] 10 4 4,0 » ) » | 7 4 4 1.6 1.5] 20 “ 8.0]. 4 “% 1.6 ) » » [| $i » ” ) 0.6 | 60 3 | 18.0 » » ) ) ) » | 9 3 2 0.6 | 54.0 $0 6 | 48.0 12 E 6.0 ) D) » 10) S » ) | »|| » » ) ) ) ) ) » » Il » » ) | ) Ù) D) » » ) » ) ) » | 12 15 3| 45] zo| 3|120] 10 3] 30) 30 3| 9.0] 60 3 | 18. 0 100 5 | 50.0] 131 95 6 | 57.0 || 100 6 | 60.0 || 100 5 | 50.0|| 95 5|475)| 45 4 | 6.0 ||100 3 | 30.0 | 4 6 | % 24 70 4 | 28.0 }| 60 x| 24.0 || 40 5 | 20.0 | ) ) ) ) D) » [l 115 » | ) ) 12 3 3.6 | ) ) » | ) ) ) ) ) » || 80 4 | 320 | 16] 20 5 | 10.0] 50) 3|250) 40 5 | 20.0] 15 5| 75) 10 2 2.0 || 80 3| 24.0 17) s0 2| 16.0 || 10 3| 3.0] 20 S| 10.0 || 50 5 | 25.0 » » » » » » | ISÌ 4 2| 0S 4 3| 1.2) 30 3| 90) 20 3) 6.0 » » » || 40 312.0] 9 8 4| 3.2 6 RSI 4 36 1:20) DD 2| 2.4 ) » » || 60 2 | 12.0 IT) MS 3] 2.4 30) 54150. 90 4 | 36.0 || 100 5| 50.0] 9 5 | 45.0 || 20 4| 80] 21|| 10 | 40 70) 642.0] 70 5 | 35.0 | 100 6 | 60.0 || 100 5 | 50.0| 90 6 | 34.0 | 22] 100 6| 600] 95) 6| 57.0 | 100 6) 60.0) 50 5 | 25.0 || 100 4 | 40.0 ]| 50 3|23.0| sl 70) 642.0] 60| 6 | 36.0 || 100 7| 700) 95 6 | 37.0 | 100 7700 |(100 6 60.00 Dall 85 6 | 51.0 50 | 6| 30.0] 10 5 5.0) 30 6 | 18.0, ) » ) » » ) 25 » ) » » | » ») | » » » » » ) | » D) » » D) ) 26] 50 210.0 30 3 90 12 4 4.8 » O) » ) D) » ) » » 27] so 2 | 160 || 90 3|27.0] 90 3|270)| 90 327.0)» » » || 80 3 | 24.0 28 100 5 | 50.0 || 95 4 | 38.0 || 160 4 | 40.0 || 100 5 | 50.0 || 100 5) 50.0 |100 3 | 500 29] 100 6 | 60.0 || 90 545.0 || 100 7| 70.0] 100 5 | 50.0! 100 4 | 40.0 || 50 4 | 200 30], 30 $s|15.0] 10) 4| «0| 12 4| 48) 10 4| 40 60 5|30.0)) 4 4 | 16] n 38 10.3 |) 46 | 24.0 || 46 27.4 || 49 35.2 || 34 16.2 || 40 18.0 Medii barometrici Medie temperature TUA 3h 6h 9h 12h Comp. p.dec- 9h | 12h 3h 6h 9h 12h |Comp.p.dec 1 p.|752.31 0|731.56 (751.88 |752.43|752.71(752.17)75 7, 1 p.| 13.34] 14.30 14.54) 12.98 11.48| 10.52! 12.86) ,, 3; 20 |(53.33 3| 52.98) 53.11 53,74|753.36)‘°%-5!| 2° | 16.74| 17.94| 17.26) 16.28| 14.88| 14.32 16.243 14.53 3 | 56.71 36.26| 56.16] 56.28] 55.83/756.31}75, 73 | 17.30] 17. 76| 17.65) 16.98] 15.60/ 14.72] 16 67 16.9 4 | 53.12 52.96) 53.20| 53.43| 53.33|753.19) 4 | 18.14] 18.16] 18.68) 17.70] 15.9S| 14.90 17.26| +7 5 | 50.91 50.43| 50.67] 51.061 31.28/730.85)753 gi|| 3 17.30| 18. 21 18.02) 16.88] 15.84] 14.88/ 16.86) 1g > 6 52.19 52.01) 52.29] 52.81] 52.75|752.37) 6! 19.04) 20.40! 20.081 19.601 18 S0/ 17.901 19.30) 18.58 Media umidità relativa Medie tensioni | — — tI 9h 12h 3h bh 9h 12h Comp. p.dec. 9h 12h sh 6h 9h 12h Comp.p dec.| 4 p.| 66.2 | 64.6 | 62.8 | 68.8 | 79.2 | 79.8 | 70.2 Î 66.0 || 1P-| 7.73 | 7.85 | 7.76 | 7.67 | 806/762] 7.79, _.gg 2 | 57.8 | 59.2 | 38.2 | 64.4 | 67.2 | 63.4 | 61.7 2°0| 87 | 747) 845 | 889842] 766) 847} 198 3 | 65.2 | 698 | 78.0 | 77.7) 78.6 | 80.6 | 74.9) 79g|3 | 9.61 (10.58 [11.76 (11.17 [10.38 [10.02 10.59) 10 43 4 | 61.8 | 62.0 | 71.6 | 69.2 | 79.6 | 76.6 | 70.2 { 2° || 4 | 9.60 | 9.72 (11.53 |10/44 [10.87 | 9.70 | 10,319 10-45! 5 68.4 | 65.0 | 70.0 | 71.0 | 78.2 | 78.8 | 71.9} gz.2]|3 |10-11 (10.16 (10.84 (10.22 (10.48 | 9.97 | 10.30} 10,39 6 67.4 | 60.4 | 62.2! 60.4! 63.6 |! 60.2 62.4 | "6 J1.11 [10,91 |10.70 |10.18 | 9.90 | 8.98 | 10.30) 1°->%| I Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin | | r MORSI MII f aMiassimi EIA] j OI a 3-12h |Comp. p.dec. ll 1 p. | 754.56) a 750.50) 104, 5 0% % 3.92 E SOGNA 1.03 | 3.48 | DR sE 98) 15691 Spy) 191133” 18.08) 16.56 1208 10.505" | 057| 248) 186 | <611 > 90 3 38.04! 25 34.48 3 5 3 2.7 3 0.76 | 1.50 | 1.88] 4A n SEggi res cai 152.90 | 18.86) E) 12.58) CRE 0-53 | 2.03 | 2:23 LAS, 447 3 32.47 49.27 Cani INCA SGD 3.3 2/99 |1D 0.16 | 1.60] 1.65 | 341) ,,% 6 st 00 15528) #19) v00.1]|$ | diogi 2028] 1738) 19907 | GIR 19 SS 146 \ dd BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Aprile 1867. | PARE BE ESTSNRO ; Quantità ; 7 | Media evaporazione Vivenot dellaViPioEgia Media forza del vento lì | TR RR n p. | i (1p.|16.6 boo 4 .0, 8.5 a 2 BI» (87 211 |19:9|14:9|1 RIA 14 5/15.9 | 3 3| 0.10) q.93||® | 7.3|12.8| 6.1) 6.2] 3.0; 14 6.5) 1.6 lA \ 0:35 SSN ||4 *| 8.3|18.3] 0.1] 7.%| 6.2] 5.8) 8576 c° 5 5 DE 8 5 14.6|14.0/11.6]14.1| 6.8) 9.3| Hi 91 6 61 » ui 6 | 6.7|10.0 7.5] 7.3] 4.0) 3:46.59 Numero delle volte che si osservarono i venti | | Tessa î | N NNE | NE | ENE | E ESE | SE [SSE| S | SSO | SO | 0S0 | 0 | 0N0 | NO NNO | Calm. ARA 2 2 » |» NOS 4 7 8_|1 3 2 » » OSO | 2 5 3 2 » D » D) » ) 1 3 6 1 3 2 2 2 OSO | {3 1 È) 9 13 » » » » » 2 PA » I » 4 NE | 4 » 4 4 4 4 » D) ) » » 5 6 1 » 1 1 » (RIO) b) 5 6 3 2 » I » » » » 2 3 1 » 3 3) 2 NNE 6 » 1 8 4 |2 I i 62 » » O) 2 2A 0A 1 2 1 2 NE Ì Per decadi Ip. 6 ò % » » » » D D E] 10 14 2 6 4 2 2 OSO 2 1 4 13 1 7 D) » » D) » 1 BI 62; S) 2 I 4 NE ò ) 7 Il 6 2 3 2 D) » » 4 bj 2 1 5) 3 4 NE Totale MPI MAGHI 5001700 Ro So | A O] O a tt 6 |t0} NE Serenità media Massa delle nubi 9h | 42h Sh 6h, 9h 12h |Comp., Dec. 9h | 12h | 3h | 6h 9h 12h | Comp.I Dec. 1p. 36 24 38 34 |. 47 52 42 | 63 1p | 2] 10.0 38.9] 40.3 33.4 27.8) 39. 21.9 2 91 85 73 61 | 95 100 S4 di 2 44! 7.7! 15.2) 19.0 2.3) 0.0 8.1 3 71 96 66 67 | 85 44 66 | 68 3 12.8) 20.7 15.41 15.3] 4.8) 22.4] 15.2 Î 14.8 he 76 80 63 6l s0 60 70 4 6.5 9.1) 315) 18.2] 9.4) 112] 14.3 i ò 41 45 7A 45 | 40 92 45 | 43 ò 31.4) 33.0) 34.0| 32.0| 23.0 di 30.2 | 27.8 6 ps E] at on es 000538 colt 6 | 30.2] 24.6) 29.3] 26.2] 24.0] 19.1] 25.6 ; | il - i Numero dei giorni | | Sereni Misti Coperli compio: Con neb. | Vento forte Temporale |Con neve, | 1 p. » 2 3 » 4 » » i 2 2 3 » » 1 3 » » || 3 3 1 1 1 1 » » D) I 4 2 2 1 » 3 ”» » ” IND. 2 1 2 3 » 1 » DI | 6 | 2 1 2 » i i » » Totale Il 10 9 8 | 6 9 » » Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . . . 753.04 Forza del vento in Chilometri . +. 0.6... 10.2 Dai massimi e minimi diurni . . . .. e 00» 753,04 Vento Predominante. . . . . Vila ee Re NE | Differenza ......0.00 | Termometro Centigrado. . <.... 16.53 Massima temperatura nel giorno 28 | Dai massimi e minimi diurni ; 111211101) 15.43 Minima nel giorno 4... 06.0 | Escursione lermometrica ) | Differenza ...... 1.10 Massima allezza barometrica nel giorno Î4. ! 760.13 Ceca Minima nel giorno 21. Re fear 147.20 Tensione dei vapori . . . . . aid doo tro +. + 9.58 | Escursione Daromettrica. ...... 0. 12.87 UMIcitatr ca vane eee dd + 68.6 Totale Evaporazione - Gasparini fate eee 131 59 Evaporazione- - ALMONELTO - FSGRDArIn 3 alte 2000 e fe 4.38 Tolale A Cla pioggia Att eee Cela E 21.59 SCIENI TA e le esorta vio SS Massa delle nubi. ..... oo gra 0h 6 21.3 l) Direttore del R. Osservatorio G. CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Presentato alla Segreteria dell'Istituto il di 8 giugno NAS Vol II: «—_—’—1Maggio 1867 Fotosfera e macchie solari. In questo mese di maggio 1867 si ebbe poco da osservare sulle macchie solari , perché siamo in un periodo di minimum, in cui di rado se ne presentano. Però non trascurammo di guardare egualmente il sole ad ogni giorno, quando le circostanze amosferiche ce lo permettevano , fissando in particolare la nostra attenzione sulla . struttura della fotosfera. Ai 4 del mese la superficie del sole era molto granulosa e nel mezzo del disco vi era un piccolo foro nero circolare, circondato da altri forellini minutissimi appena visibili, nel foro non si scorgeva traccia di penombra, ma intorno ad esso la super- ficie era di una tinta morta, ossia meno lucida del resto e dava l’aspetto come dj avallamento nei dintorni del foro stesso; di questi avallamenti o conche ve ne erano moltissime e in tutte parti del disco, e di frequente vedevasi apparire nel centro di molte di esse un foro nero piccolo, che dopo poco tempo scompariva; questo mo- vimento o ebullizione più propriamente, era sensibilissimo, favoriti poi come eravamo da un'aria tranquilla, condizione indispensabile per vedere questi fenomeni. Era la prima volta, dacchè osservo il sole, che vidi il fenomeno così chiaro ed esteso. 01- tre a ciò la superficie solare appariva in questo giorno increspata o ondata a guisa di mare percosso da leggiera brezza; e la disposizione di queste onde era regolata nella seguente maniera; cioè le onde erano assai allungate, strette e fra loro paral- lele per spazii limitati; ed erano inclinate da una parte e dall’altra dell’ equatore solare di 63°, contato quest’angolo a partire dall’estremo orientale del diametro e- quatoriale del sole; fra onda e onda la superficie era molto depressa, così che le onde venivano divise da solchi oscuri di tinta eguale alle tante depressioni circolari, di cui abbiamo fatto parola dapprima ; e talune di queste conche formavano il punto di riunione di due solchi fra loro molto inclinati ; Je onde erano in gran parte in curvate verso il bordo occidentale. Per proiezione erano queste apparenze così bene visibili, che disegnammo taluni dei solchi oscuri, scegliendo i più grandi e i meglio definiti; la lunghezza maggiore si trovò per uno di 34,13"; tutti gli altri in media sì possono ritenere dai 20" ai 40", la larghezza media di $"; la larghezza delle onde dai 14" ai 40” tutte queste misure furono eseguite verso il centro del disco; la lun- ghezza delle onde era indeterminata, perchè continue le une alle altre, formando Giornale dì Scienze Nat. ed Econom., Vol. II. TI 40 BULLETTINO METEOROLOGICO così come una completa maglia o rete attorno al gloho solare. Sulle onde poi vede- vansi le granulazioni solite. Nel giorno 5 notammo le stesse cose; più alcuni fori nuovi in vicinanza di quello marcato il giorno precedente; diverse facole stavano ai bordi, delle quali una a forma spirale con depressione al principio; nel giorno 6 i fori centrali erano colmati. Nel mattino del 7 le onde erano già ridotte di molto, e veramente dobbiamo dire che in questi casi particolari, l'apparenza di questo giorno giustificava in parte l’esage- rata descrizione data dal Nasmith della superficie a foglie di salice. Al 9 si vide al bordo orientale una facola circondante un foro nero, che nel giorno 10 era colmato, sebbene leggermente; nel giorno 12 le onde erano ridotte in proporzioni minime, In questo periodo di movimento della fotosfera non fu possibile nè la formazione di mac- chie, nè la durata dei fori che si osservarono in tanta copia. Nel 13 una piccola macchia comparve al bordo orientale e presentava il fenomeno sempre raro della facola che precedeva la macchia ; nel giorno 16 osservammo di nuovo ce la macchia era già chiusa. Ai 22 osservai il sole unitamente all’illustre fran- cese Janssen, e trovammo le apparenze ordinarie, più una piccola macchia seguita da facola, con penombra e nucleo diviso da un sottil ponte. Ai 25 le macchie erano due e un foro al centro; queste due macchie erano contornate da facola avvolgente in sé alcuni punti neri; la loro forma era piuttosto irregolare; ma la più occidentale andò sempre più componendosi prendendo forma circolare con penombra uniforme, mentre l’ altra che seguiva a forma quasi di spaccatura fu presto divisa e ridotta a piccoli fori, di modo che nel giorno 2 giugno non ne restava più traccia alcuna; l’altra più vicina al bordo seguiva le leggi ordinarie di cambiamento apparente cioè incominciava a prender forma elittica. Il nucleo di questa macchia era eccentrico e contornato dallo strato grigio, sul quale arrivavano anche talune correnti della pe- nombra; nell’interno del nucleo vi era un forte movimento, di maniera che assumeva repentinamente differenti tinte estendendosi in parte anche alla penombra, il feno- meno di questi veli era così variabile e rapido che dava l’idea come di fiamme agi- tate. Nel giorno 4 giugno questa macchia era vicina al suo tramonto e dalle misure fatte si trovò la sua profondità = 0,263 del raggio della terra, In tutto il mese dun- que di maggio, non vedemmo che 10 fori discreti, tre piccole macchie e le due ul- time un poco più grandi; ad eccezione dell’ultima descritta il resto dei dieci fori e tre macchie scomparvero sull’emisfero solare a noi rivolto, à P. Taccuini RIVISTA METEOROLOGICA L'elevata temperatura, il cielo quasi sempre sereno, il mare sempre calmo, la man- canza di pioggia, e il giro dei venti, resero questo mese come di stagione estiva, an- zichè l’ ultimo della primavera. Le medie finali poco differiscono da quelle del mag- gio 1866, ad eccezione del vento predominante e della quantità di acqua evaporata; così le escursioni termometriche e barometriche sono pressochè eguali a quelle del DEL Rs OSSERVATORIO DI PALERMO 47 maggio dello scorso anno, Queste condizioni anormali furono generali nell'isola di modo che la maggior parte dei raccolti andò perduta, Barometro.— La curva barometrica fa vedere nell’andamento della pressione tre ondate ben definite, sebbene le escursioni non fossero molto forti. La prima incominciò col giorno 2, con un massimo nel giorno 8, poi discese fino al giorno 14 con escur- sione di 11%; dal 14 al 22 ebbe Iuogo la seconda con escursione di 8%; il minimo del giorno 22 è la più hassa pressione del mese: dal 22 alzò rapidamente di 10 mil- limetri fino al 25 e si mantenne alta sino alla fine del mese. La curva della pres- sione è l’inversa di quella del termometro, cosicchè alle minime pressioni corrispon- dono massime temperature, Termometro, — La media temperatura mensile riesce 1°,3 superiore all’ordinaria; la più forte variazione si notò dal giorno 1 al giorno 13 in cui la temperatura va sempre crescendo, per modo che nel giorno 13 si ha il maximum mensile di 30,3; nel resto piccole variazioni, ma che seguono la legge solita accennata col barometro, cioè al crescere della pressione abbassa la temperatura e viceversa. Le diurne escur- sioni furono sempre forti, in medio di 6 gradi; e se ne ebbero due di 9 gradi nei giorni 13 e 14. Evaporazione.— Colla temperatura elevata, anche la evaporazione fu molto supe- riore a quella del precedente aprile. Fu osservata solo quella dell’atmometro Gasparin non essendo ancora quello di Vivenot in condizioni di uso. La media diurna dell’e- vaporazione Gasparin risultò di 6,84 inferiore di 0,3 alla media calcolata colla no- stra formola. L’andamento dell’evaporazione è in accordo con quello della tempera- tura e coi massimi della forza del vento. La massima evaporazione in un giorno fu di 11 millimetri nel giorno 13. Vento— Il vento predominante fu nel mese il NE; le variazioni diurne nella dire- zione del vento furono quasi sempre costanti; così che nella notte dominarono sempre i venti di 080 e SO, e durante il giorno quelli di NE; i passaggi dal 1° al 3° qua- drante ebbero luogo fra le 6% e 8" del mattino e fra le 6° e 8° ore della sera, con grande diminuzione nella forza del vento, riducendosi talvelta a calma; invece il vento guadagnava sempre in intensità nelle ore intorno al mezzodi, cosicchè in medio la forza osservata al mezzodì e alle 3 risulta la stessa, come eguali pure quelle delle 9% m, e 6% sera; la forza però fu sempre mite ad eccezione di 6 giornate; e i venti di notte spirarono sempre debolissimi. Pioggia e umidità — In tutto il mese si ebbero soli 3,"2 di pioggia nel giorno 3; l'abbassamento però della temperatura nelle ore di notte favori sempre la produzione della rugiada, lieve compenso alle piante per la mancanza di acqua. L’ umidità fu mite, in medio di soli G1, e in alcuni giorni discese fino a 26, Il cielo si mantenne ‘quasi sempre sgombro di nubi, così che la serenità risultò di 80. 48 BULLETTINO METEOROLOGICO NOTE 2, Giorno con vento forte di ONO dalle 9 ant. alle 8 di sera; nelle nubi si osserva la stessa direzione; verso la mezzanotte si allarga un nembo da 0 a S0, e l’oriz- zonte si fa fosco al mare. 3, Nel mattino pioggia e atmosfera calma ; indi il vento aumenta di forza nel po- meriggio e appaiono cumuli attorno all’orizzonte. 4, Nel mattino calma; poi alle 9 aumenta il vento in forza, e dopo il mezzodi piega al N mantenendosi forte sino alle 6 4; il cielo era lucido e il mare in calma. 10. Alle 5 14 p.» il cielo era in parte coperto di nebbie leggiere disposte in linee ap- parentemente concorrenti in un punto dell’orizzonte circa a NE, e in altro a 0, come una specie di srand’arco, 12, Cielo variabile, ma soltanto in nebbioso; mare in calma perfetta, nella sera alone alla luna, ma non bene definito per la irregolarità delle nebbie. Fu notevole l’au- mento della temperatura verso mezzanotte, mentre il vento da S0 piegò a NO. 13. A sera il vento piega a SO e si fa forte, e la temperatura elevata continna co- sicchè nelle stanze chiuse si hanno tre gradi meno che all’ esterno. Alla mezza» notte eravi una striscia di nebbie dal SS0 a NNE, che si moveva nella stessa di- rezione del vento basso di SS0. 15. Giornata variabile e tendente a pioggia; alle 7° mattina si ebbero poche goccie nella sera alone alla luna; poi la densità delle nubi aumentò, e alla mezzanotte poche goccie; nella sera vi furono pure lampi a NNE, 16. Nel mattino minutissima pioggia per pochi minuti; dal mezzodì alle 6 vento forte; poi calma nel cambiamento di direzione. 17, Nel vento si osservano le stesse variazioni come nel giorno 16; alla mezzanotte leggiero alone di luna; le nebbie nel cielo formano a striscie un grand’arco pog- giante all'orizzonte nei punti E e 0, ben limitato, restando scoperto il cielo a Ne a $, 18. Giorno variabile; alle 9 '/ sera il cielo era quasi interamente coperto da nebbie; poi alle 11" si fa lucido; l’ abbassamento della temperatura durante la notte era sensibilissimo sebbene il vento fosse leggiero. 20, Il cielo quasi lucido nel mattino, si fece coperto nella sera tendente al nebbioso; vento variabile ma moderato sempre mare calmo. 22. Giornata discreta, variazioni di direzioni nel vento regolari; sola la forza dell’ONO aumenta alle 9 sera, e alle 10 il cielo era fatto oscuro; nella sera vi erano nebbie basse anche in città, 23. Nel mattino vento forte di ONO; alle 3 p. gira a N è si fa anche più forte; poi dalle 6 cala rapidamente girando a S0 molto debole a mezzanotte e quasi calma alle 9, 26. Venti regolari; cielo sempre lucido; mare tranquillo; nella sera si osservano al- cune stelle filanti in vicinanza della via lattea; fra queste un bel bolide giallo da « Scorpione al centro Sagittario; le altre avevano pure una direzione analoga. DEL Ro OSSERVATORIO DI PALERMO È 49 Osservazioni Meteorologiche di Maggio 1867. | Massimi Barometro ridotto a 0° SRI) Termometro centigrado | e prinimi. serva are _—— ee" 7 3 re — — 9Qhm 12 i ) î ù «o el 9IM | 12h | i bh |A2h|f 756.68] 756.30] 753.16] 754.67) 754.72) 753.95 51, 33.93||17,2 |17.8 |1S.: |14.2 || 18.0 | 12.5 È 92,9: BE 53.14] ni 18.1 |18.£ 15.3.|| 18.7 13.9 16.2 (17. |13,0 || 18.0 | 12.8 18.4 (18.6 13/3 || 18.6 | 11.9 19,3 |18. [14,2 || 19.3 | 11.2 | 18.4 |18. 141 || 18.î | 140 18.9 [19 15.3 || 19.2 | 13.9 21.2 |20.0 lase7 || (22.1 | 13.8 |22.9 |23.0 16.5 || 23.2 | 14.9| 21.1. (21.7 |2 18.0 || 21.7 14.3 |22.6 |22.1 |? 178 || 22.6 | 164 122.7 |23.9 22. || 24.0 | 16.9 29.8 [24.1 |2 27.1 || 30.3 | 20.6 98,3 |25.3 |: 19/3 || 28.5 | 19.0 22.9 [23.6 |21. 19,5 || 23.6 | 17.1 21.1 (22.6 [21. 18.4 || 22.6 | 18.0 120.8 (20.8 |19. 16,3 || 21.3 | 151 19.7 |20.2 (19. 13.4 || 20.2 | 14.3 | 20.9 [20.9 |20. 17.4 || 21.1 | 14.2 || 22.0 221,21. 18.6 }| 22.2 | 16.2 20.9 8/21, 19,2 || 21.8 | 16.9 || 22.3 300233 21.2 || 23.6 | 17.7) 20.5 .8 19. 16.8 || 22.0 | 16.0 || 21.7 .0 (18. 13.3 || 21.7 | 14.8 19.2 (19.9 |19. 16.3 || 20.1 | 13.7 | 21.4 SORZARO 18.9 || 21.7 | 15.1. || 24.5 } 25.2 || 25,4 | 16.9] 23.9 20.3 || 24.7 | 19.6.)| 23,9 19.9 || 25.0 | 17.6] 23.3 20.9 || 260 | 17.6]| 24.2 20.6 || 25.1 | 18.5. | 21.5 17.80] 21.871 15. Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo - “rsa ri lrn TT ghm | 120) 3h GN 9h 120 [ghm) 12h)30 | Gh7 9h) 12h] 9hm 12h 3h dh, 9h 12D | A|| 8.09] 7.20) 8.75] 7.67) 8.45] 7.48] 55 | 48 | 56 | 51 | 66 | 62 Bello Bello Bello Lucido |Lucido |Lucido | 2 78%) 7.02| 7.94] 7.81! 8.35) 8.72; 53 | 23 | SI | 53 63 | 67 ||Bello Bello Misto Nuv. \ Bello Nuv. | || 8.28) 7.7S| 8.91] S.11) 8.54] S.58)| 57 | 57 | 59| 59) 72] 77 (Cop. Osc.e.p.|Cop. Belo |Lucido |Bcello 4 8.45) 7.75: 6.98] S.04| 9.79] 7.17] 60 | 49| 44| 5% | 80 | 63 uv. Nuv. Bello |Belo |Lucido |Lucido | SÌ 2.69] 689] S.42| 7.74| 9.79] 8.49] 50 | 41] 53) 50) 74 | 70 Bello Bello Bello Belo Bello Nebb. || GÌ 9.281 8.35] 8.93] 8.79] 9.11] 8.55! 63 | 54 | 58 | 61| 70 | 71 |[Nuv. Bello Bello |Lucido |Lucido |Lucido || 7| 9.47)11.19|12.18|12.10/11.74| 9.11) 58 | 69] 73| 76] 82| 70|Lucido |Bello Bello Lucido |Lucido |Lucido || 8|| 8.30|11.21(13.35|13.32/10.80) 8.35)| 49, 59; 77] 80| 74) 63 Lucido |Kucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido || 9]| 9.80! 7.05] 8.68/10.00| 7.45| 6.60) 56 | 34 | 42) 55 | 50 | 47 |[Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido || Toll 6.001 S.14'10.65) 6.99] 7.60) 8.79! 52 | 44 | 55 37, 46 | 57|Lucido |Lucido |Rello Nebb. jLucido |Lucido || tI} 9.56/10.10|13.01|11.13/10.71] 9.19] 51 | 50] 66|59]|65| 60|xebb. |Lucido |Bello Lucido |Lucido |Lucido || 12/111.93|11.87|15.35|12.15/12.66) 9.67] 60 | 55 | 61| 58 | 60|47|vebb. |Nebb. |Nebb. |Misto |Misto Nuv. 13]| 9.10) S.30|12.28|12.47|10.18| 6.18] 36 | 26 | 42) 46| 37 23 [Lucido |Nebb. |Nebb. |Lucido |Lucido |Nebb. | 12||13.46| 7.37|12.65|10.81j12.71)13.17]| 67 | 26| 53 | 44 | 70 | 79 |Osc. Cop. Nebb. |Cop. Cop. Cop. | 13||13.24|13.09|13.0%|14.69|14.81|14.44]| 71 | 63 | 60 | 76 | S4| S6|Mistlo |Ncbb Nebb Nebb. |0Osc. Cop. 16||14.60|14.25|12.70|12.47|13.35|12.22] 80 | 77 | 62| 67| 82) 77|Cop. Nuv. Cop. Nuvy. | Bello Bello 17)12.31|12.40(12.10|11.52|11.38) 9.42) 70| 68] 66 | 69) 74| 68 {Bello Bello Cop.v. |Nuv. Bello Nebb. |! 18||13.08/10.82|10.82|10.47|10.11) 8.66/| 74 | 76 | 61| 62 | 68| 66 |\Cop. Cop. Cop. Nebb. |Nebb. |Lucido || 19||10.11|1.89|12,96|11.14|10.46| 9.16]| 57 | 65| 71| 61| 64| 62|Lucido {Lucido |Nebb. |Nebb. |Lucido |Nebb. | 20||11.39|11.98|13.01|12.10!13.04|13.29]| 63 | 61| 66 | 62| 771 83 ||Bello Nuv. Nuv. Nebb. |Nebb. |Cop. | (21|(12.77114.54|14.63|14.79|14.94|12.18]] 68 | 79| 75 | 76) S$3| 73|Lucido |Lucido |Lucido |Nebb. |Nebb. |Nebb. | 22|/11.25|14.65|12.69/12.76|13.86| 8.92f; 53 | 73| 50 | 58 | 71, 48 [INcbb. |Bello Nuv. |Nebb. |Bello Cop. 23|/10.27|10.79|11.20/10.48/10.95| 9.52] 55 | 60 | 61| 63| 71| 67 INuv. Bello Cop. ;elo Lucido |Lucido | 24|[10.53| 9.62|10.15| 8.24| 928) 7.69] 60 | 50 | 56 | 51 | 63 | 59 [[Nuv. Bello Bello Nebb. |Lucido |Lucido | 25|| 6.23] 7.03] 8.18| 9.13! 9.66| 9.17] 37 | 42| 47 53| 64| 66|Nebb. [Bello Bello Nebb. |Lucido, [Lucido | 26||11.06|12.35/13.58/13.21|13.38|12.36]| 62 | 65 | 74 | 69| 76| 76|Lucido |Lucido [Lucido |Lucido |Lucido |Lucido | 27||11.34|12.02|13.41|12.63|11.92| 9.74] 59 | 53 | 56| 59| 58| 48 ||Lucido |Bello Bello Cop. Cop. Nehb. | 28|(12.5î|11.75|12.85|11.60;13.09/10.76]| 56 | 53 | 56 | 51! 68 | 61|Nuv. Nebb. |Nebb. |Nebb. |Nuv. Nebb. | 29|(13.59/13.18|13.32|14.33|16.16/13.57]| 66 | 60 | 57| 62| 82| 78/{Nebb. |Nebb. |Bello Bello |Lucido |Lucido | 30|(13.16|17.08|12.39/1%.91|153.92|14.54]| 59 | S0 | 53 | 60 79| 79 Lucido |Lucido |Bello Lucido |Lucido |Lucido | 31|(12.87|13.16|14.60/15.00|13.66/11.32]| 57, 59 | 62| 68 | 70) 63 {Lucido |Bello Bello (Nuv. (Lucido |Lucido | M.||10.40|10.58|11.43|11.10|11.33] 9.85([56.9|56.1158.8]39.7/68.3|64.9) Ì | | 50 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Maggio 1867. Il | Evaporazione Gasparin| Forza del vento in Chilometri Evaporazione Atmometro Vivenot | = = —ost — - —_ — | | 0h-7 ) 7-5 | 7-12 yTotale]]9hm.) 12h, 3h 6h) 9h | 12h i | 1| 0.52 | 1.94 | 3.92 | 6.38 [15.0 (12.3 | 9.8 | 76 |12.4 [10.7 | 2 0.44 | 2.46 | 3.02 | 5.92 |l26.0 |33.5 [32.2 [27.4 | 2.4 | 4.2 di 0.00 | 3.54 | 2.21 | 2.75 [I 0.0 (12.7 [14.1 (15.0 | 5.0' 7.8 4|| 0.97 | 2.49 | 2.85 | 6.31 [15.93 (17.5 [16.5 (16.0 [12.6 | 8.7 | | 5] 1.00 | 3.36 | 2.97 | 7.33 [19.4 |22.2 [12.2 [10.3 | 2.6 | 6.3 || 6 0.31 | 2.87 | 2.64 | 5.82 | 8.0 [19.3 | 7.0 | 3.2 | 9.4 [12.7 | | 7] 0.69 | 2.94 | 244 | 6.07 |! 3.8 '20.6 [15.9 (15.0 [11.0 (12.0 8 1.01 | 2.31 | 3.16 | 6.43 || 2.8 |11.0 [10.6 ‘ 2.7 | 3.8 | 5,2 | 9 1.03 | 3.56 | 3.79 | 8.38 |! 3.3 [11.0 |15:6 | 33 [15.7 [15.8 {TO 1.41 | 3.31 | 3.08 | 7.80 | 0.0 [11.5 [12.5 | 3.0 | 0.0 | 0.8 |111] 0.65 | 3.30 | 2.59 | 6.54 || 5.4 [13.9 | 9.0 | 3.5 | 3.5| 7.8 (12 0.90 | 3.46 | 2.58 | 6.94 || 3.0 | 6.3 | 3.6) 1.6] 0.0 | 72 13) 1.2% | 4.68 | 5.16 [11.08 || 8.5 | 8.2 | S.6 | 2.2 [30.3 [26.0 | 14 1.37 | 212 | 2.71 | 6.20 || 6.2 | 8.0 [23.0 { 9.6 | 1.8 | 0.0 [15] 0.44 | 2.93 | 2.32 | 5.69 [{ 9.6 [11.1 }11.0 | 8.0 |11.0 (10.8 {16 0.28 | 2.32 | 2.90 | 5.56 || 3.6 [21.0 [17.0 [22.0 | 0.9 | 4.2 {17 0.67 | 2.43 | 3.2% | 6.34 [11.7 [23.0 {17.8 |116 | 0.0 | 7.0 {18 1.21 | 2.77 | 2.17 | 6.15 || 3.1 [11.7 |20.6 [12.0 [10.1 7.61 19) 0.35 | 3.90 | 211 | 6.36 || 6.0 | 8.1 |14.8 | 3.0 | 0.0 | 6.1 120 0.92 | 2.76 | 7.49 | 6.17 || 9.0 | 4.5 (11.2 | 3.3 [13.7 | 3.0 21|| 0.60 | 2.32 | 2.34 | 5.26 || 9.7 | 7.7] 6.1 | 0.4 | 0.0 | 0.0 22) 0.79 | 3.29 | 3.12 | 7.20 || 2.0 [10.0 | 9.0 | 0.0 {16.8 | 6.8 |23|| 1.30 | 4.89 | 3.25 | 94% [27.5 [24.3 [31.9 [17.8 | 1.6 | 3.0 |2&]| 0.42 | 3.01 | 2.94 | 6.37 [24.2 (16.5 [29.0 |20.7 | 7.7 | 5.4 |25] 1.10 | 3.70 | 2.61 | 7.41 [11.6 |20.9 [12.4 [13.4 | 0.0 |12.4 | 26] 0.50 | 3.71 | 2.13 | 6.34 || 5.3 | 9.0 [14.1 | 7.0 | 0.0 | 0.0; (127]| 0.70 | 3.60 | 2.68 | 6.98 || 6.3 | 9.0 | 2.7 | 0.0 |t1.2 | 6.2 |[28]f 0.74 | 2.88 | 3.73 | 7.35 || 3.2 (18.5 [14.1 | 0.0 | 1.0 | 5.5 |{29]| 1.187 | 3.72 | 2.89 | 7.78 (7.5 | 62 | 3.4 || 33 | 0.0 | 1.6 (30]] 0.67 | 3.10 | 2.72 | 649 5.8 | 8.3 | 8.0| 0.0 | 0.0 | 1.2 (31|| 1.34 | 3.54 | 3.40 | 828 || 0.7 [13.9 | 9.5 | 2.7 | 0.7 | 0.0 |M.i 0.79 1 3.06 | 2.87 | 6.73 || 8.6 |14.0 |14.0 | 8.4! 6.0 | 6.8 IE — — - Osservazioni Meteorologiche di Maggio 1867. Direzione del vento Direzione delle nubi Piog. 9hm. 12h 3h 9h 12h 9h 12h 3h 6h 9h | 12h NE NNE NE | 0s0 050 D) D) ) » D) D) » 2 2 ONO (DATO) | 0S0 SO » ONO ) ONO » » ) 2 | 3 Calmo | ONO | 0S0 0s0 ) DA » ) » 3.19 3 | &| NO NNE | 0S0 ONO N da ) » » ) 2 NNO | ONO 0S0 » » [IRIS » » » » 2 ENE | oso NO) ) ) TI6) » ) » » 2 NE 0S0 SO) ) ) ) D) » )) )) 2 ESE | 0S0 SO D) ) ) D) ) ) D) 2 ESE | 0S0 0s0 » DARI D) )) » )) 1 ESE Calmo | 0S0 ) Dan » » » » 1 NE | SO | 0S0 )) ) ) )) )) » ) 1 ENE Calmo No )) DI » D) » » » 1 NE | SO SS0) ) TL 0) ) » » » 4 NE \0 Calmo » )) » )) ) sO ) 2 NE SE 0 ) ) » D) ) 0 » 2 NI | 0 10 » » ) » » ) _ 0.06 2 NNE N Calmo OSO || » ) NE N ) » » 1 NNE NE | 0S0 0S0 ) ) )) D) ) )) D) 2 NE [DI Calmo 0 ) ) » ) ) D) » 1 ENE ENE | ON0 0sS0 ) » )) ) » D) )) 2 NE NE Calmo |Calmo || » ) ) » » )) » 2 NI Calmo | O0N0 ONO » ) ) D) » ) ) 2 NO N oNoO so » )) NE ) » ) ) 3 oNo NNO | 010 0sS0 » )) D) ) ) D) ) 2 NE NE (Calmo NO) ) » D) ) ) » D) 2 NE NE Calmo |Calmo ) » » ) » » ) 1 NE ' Calmo | 0S0 N » » » ) ) » » 2 1) Calmo | 0S0 0S0 » » » D) )) » ) 2 ENE NE {Calmo OSO || » » ) » » Da » 2 NE Calmo |Calno | 0SO )» ) » Ù) ) » )) 2 ENE NE | 0S0 |Calmo » » n » ) ” » 1 | =_= =®===HWIEEWe==eee=eee]|||]]€ DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO DI Osservazioni TSO e, di Daselo 1867. Nuvole | | 9Nm Sa 2h__ | Sn 6h 9h iz TR "|| _ Sienna, — _ sil A === - Dr — - Vol. | Dens.| Massa] Vol. TDens Massa! Vol. | Dens. [Massa | Vol. | Dens.|Massa|| Vol. Dens. Massà Vol. De be ns. [Massa | il 8 05| 40 SI NOLI MANDI MACAN MLOLA N IACOR ) » ) » vl » » 21 10 S| 0 10 S| 9.0] 50 G| 30,0 || 20 0,5 | 10.0] 145) 0.5) -75 | 30 0.5 5 | 15.0 Sì 70 5 | 39.0 80 6 | 48,0 I 80 6480) 15 b) 7.9 ) ) ) 8 ò 4.0) 4ll 40 5 | 20.0] 20) S| 100] 6 5| 30) 4 ZO » | ) » ) ) » || h) 4 ò 2.0 6 | ò 3.0 $ 6 4.8 10 ò 5.0 vi “ 1.6 8 | 3 2.4 | 6 25 BI Ab ò 105 10 5 5.0. | ) » ) | )) » » » ) » || 7» ) » CA MAI MOSS na 5 | 1,0 ) » » ) D) » || » » ) | 8» D) » » | » VANO » DAI » vl» » » ) | ) » || 9 | ) ) » DI Dig Mn )) » ||» ) » ||» » » » » » || 10) ) ) )) ) ) Di & 2 0.8.) 60 2| 12.0 » » ) ) ) » | ll 3 2 0.6 » | ) ) 15 3 4.5 || ) D) » » » ) ) ) | 12) 40 2| 8.0 RE 20 ING, 8 2] 16) 50 4 | 20.0] 50 4 | 20.0 || 40 4 | 16.0 || 18] » ) » SU 2 | 4.0] 20 2| 40 » » » » ) » || 4 A 14) 100 6 | 60.0 97 | 6 | 58.2) 40 3 | 12.0 || 70 4 | 28.0 90 5|45.0 || 70 | 5 | 35.0 | 15) 50 5| 250 40 | 2 8.0 40 3 | 12.0] 50 3 | 15.0 || 100 7700] 90 545.0 16 70 6420] 25 £| 10.0] S0| 5400] 40 5| 200 8 £| 3215 5| 75 17 8 5 4.0 8 5 4.0 70 6| 42.0 30 5 | 15.01 5 4 2.0 || 60 3 | 18.0 || 18| 95 3|475| 9 3| 43) 80 4 | 320. 70 3| 210 3 3| 09» » » | 19» » » ) » » 2 2] 0.4| 40 2| 8.0 » » » || 40 3|120] 20 3 4 1.2 20) 4 8.0 30 4 | 12.0]. 40 2 8.0 15 3 4.5 || 70 4 | 28.0 21 ) ) ) » | ) D) ) ) » | $ 2 1.6 | 8 2 1.6 || 40 2 8.0 22) 10 3 3.0 15 4 6.0 30 4 | 12.0 3 3 9.0 || 45 b) 7.5) 83 5 | 42.5 Il 23) 20 5 | 10.0 h) ò 2.5 60 6 | 36.0 8 4 3.2 ) » D) » ) ”» 24|| 30 CASTO] MON NISA | Ni5t0 8 5| 4.0] 30 2 6.0) » » » Il » » » bs 8 3| 24| 18) | 60| 15 4| 60) 20 2| 40) » » » Il » » || 26» » » » » » » » » » » » » » » ||» » » 21 )) D) » 3 4 1.2 40 2 8.0 95 51 47,5 | 60 5 | 30.0 |100 2 20.0 28]| 30 4 | 12.0 30 4 | 12.0 30 3 9.0 80 3) 24.0] 30 4 | 12.0 || 40 2 8.0 || 129 3 2 0.6 3 2 0.6 10 3 3.0 8 3 24 » » » » » » |l 30 » » » » ) ) 2 4 | 08 » » » » » » » » » dI )) » » DRAMA 02 2 b) 1.0 2 30 LO :6, » » ) ) » » Mm. 21 10.2 14 6.8 25 11.0 25 8.6 13 6.6 |] 25 8.6 Medii barometrici Medie temperature i 9h 12h 3h 6h 9h 12h Comp. p.dec- 9h 12h | sh | 6h 9h 12h |Comp.p.dec || 1 p.|754.70|754.73|754.24|754.29|754.60|754.55|754.52 155.50 1 p.| 17.34) 17.96) 18.28) 17.26] 14.96] 14.00] 16 63 17.1 2 56.01| 36.48| 56.17| 56.24] 56.66) 56,72 56.48) ; 2 19.46) 20.44| 20.38) 19.32] 17.20| 15.92] 18. 10 Ù 3 52.21] 51.96) 51.68| 51.27] 51.61| 51.59 91.71)733 18 3 22.60| 25.26 23.80] 25.80/ 21.72] 21.26| 23 07 21.45 4 54.63] 54.62| 34.39| 54.33) 55.01] 54.04| 34.6310%° 4 20.38| 20.90 21.32) 20.56) 18.58| 17.22 19.831 i n) 53.753) 53.84| 53.54| 53.77] 54.61] 54.45 BR 53 26 5 20.98| 20.92| 21.28) 20.78| 19.10| 17.76] 20.14 21.51 6 56.83] 56.70) 56.41] 56.31] 56.43] 56.45) 50.32‘°°-SUI 6 23.18) 25.53! 24.18! 24.00! 21 78! 20.63 22.88) SII L | Media umidità relativa Medie tensioni 9h 12h sn |} 6h 9h 12h |Comp.p. SR 9h 12h sh; 6h 9h 12h compe p:dec. 1 p.| 51.0 | 48.0 | 52.6 | 53.8 | 71.0 | 67.8 | 57.4 i 58. 1 p.| 7.47 | 7.33 | 8.20 | 7.87 | 898 | 8.09 7.96 | 8.65! 2 51.6 | 52.0 | 61.0 | 61.8 | 64.4 | 61.6 | 58.7 2 8.57 | 9.19 [10.76 |10.2% | 9.34 | 8.28 9.40 3 97.0 | 44.6 | 56.4 | 56.6 | 650 | 59.0 | 565 62.1 3 [11.46 |10.15 |12.87 |12.25 |12.21 [10.53 Ai 200, 11.68 4 68.8 | 69.4 | 65.2 | 64.2 | 67.0 | 71.2 | 67.6 Î 4 |12.30 |12.27 [12.32 |11.54 [11.67 [10.55 | 11.77 k B) 54.6 | 60.8 | 57.8 | 60.2 | 70.4 | 62.6 | 61.7 62. 5 |10.21 [11.27 |11.37 |11.08 |11.74 | 9.60 11.13] 12.14 6 58.8 1 61.7 ! 60.0 | 61.5! 72.2 | 67.5! 63.6 i 6 !12.42 |13.26 |î3.36 |13.61 |14.02 [12.05 | 13.12) Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin i cp Massimi ini ì Passio polini Î aL 9 33 Comp: p.dec Di DE 75 nità o dh) i a È d5: n 3 Do n9l 2 35, de 757.00 ii. 134.39 2 p 2055 19.71 15.0 13.26|3” 059 | 300 50 î9i) 6.33 32 si 30.870 ug .80 È 18.00 3 192 .30 .07 7.2 ” & 33.901 SEA 6 37 ERE 21.32) 22.66 too) 16.78} 0.69 | 284 | 258 sui eli È) 324 2% 92.15 sel d 1.84 »| 15.82 5 0.8 4 2.85 7.43 | 6 3716) 15097) 3515) 199.00) È BEosì 23:25) 17:55) 10095 Fissi (I) 52 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Maggio 1867. indi Media evaporazione Vivenot | Quantità Media forza del vento A Pioggia | 9m 120, 3h, 6h | 9h | 12h Conn [ p.d 1p (1| 3.49 3.19 1p.|15.1|19.6/18.0/15.3| 7.0) 7.5 Tin 6 È +19 (0°) 3.6|14.712/3| 5.8! 7/8] 9/3 Sa 3 d D) 0.06 Ù 6.5] 9.9/11.0| 6.0] 9.3/10.4 din 9,3 4 a] 0.066 ‘9° ||X_ | 6.7|13.7/16.3|10.4] 4.9) 56] 9/66 5 bi» ) È 15.0|15.9/17.7(10,5| 5.2 5.51 11.6) gg 6 6Ì_» 6 | 48|10.1| 8.6] 2.2] 21] 2% 5.04 ES) Numero delle volte che si osservarono i venti | N | NNE |NE| ENE | E | ESE | SE SSo S| SSO | SO| SC | 0 | ONO | NO | NNO | Calm. Dali 02 2 ANA »_| » D » 1 TA 6 2 d 1 (RIO) ) 1 4 3 |6 5 » ; ) » 3 6 ) » ) ) 2 L 0S0 D 2 9 2 % 1 1 » » 1 2 îî 3 ) 1 1 2 NE 2 3 10 3 1 » ) ) » D) D) 4 3 2 » » 2 NE 3 D) 11 ) D) ) )) ) ) » 2 1 » Ù 1 1 4 NE 1 D 14 3 |4 » )) D) » ) ) 6 D) ) ) ) 8 NE Per decadi Ip. 2 3 6 4 b dò ) ) D D 4 15 1 6 2 ò 3 050 2 D dò 19 5] ò 1 1 ) |» 1 2 òd 6 2 1 1 4 NE 3 4 )) 25 3 “ » » ) » D) 2 7 » 7 1 1 12 NE Totale] $ s 30 12 li 6 I D) » 1 SR e25. 7 15 4 7 19 NE Serenità media i | Massa delle nubi Yh | 12h | 3h 6h 9h | 12h /Comp.) Dec. 9h | 12h] 3h | 6h | 9h | 12h | Comp.f Dec. p. n 76 70 90 | 96 91 83 { 90 1p | 15-| 13.5] 17.5] 4.9 1| 4.3) 9. î 5,3 2 9 | 97 97 8S | 100 | 100 96 2 2.51 4.71 1.4] 2.4] 0.0, 0.0) 1.3 Ù O OLE ZO. 75 66 52 59 6% { 67 ||3 | 18.7] 13.8 6.81 12.6] 27.0| 19.4| 16.4 i 14.8 “ 65 88 48 56 oYA 63 69 4 | /18:9| 5.3] 253/ 14.4] 2-4 134 ‘13.2 ò | 86 91 71 81 95 75 8% | 9) 5) 6.1 3.9] 11.6) 4.8] 1.8] 10.1 6.4 Î 59 6 95. _|_9% 86 69 85 | 11 SEAN 6 251) |N0.13M956 12,41 7.0] 4.7 DA A Numero dei giorni | Sereni Misti | Coperti | Con piog. Con neb. | Vento forte Caligine Con neve 1 p. 2 3 | » | 1 D) 1 » » 2 bj » | » )) )) 1 )) )) b) 2 2 | 1 )) 1 1 1 » 4 À 3 | 1 1 ) 1 » » 5 1A 1 | » ) LI 2 » » (1 3 5) ) ) 1 » » » Totale 47 12 i 2 ih b) 6 1 D Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . . . 154.65 Forza Gel vento in Chilometri . .. ... + 09.6 Dai massimi e minimi diurni . ......,.. 754.63 Vento PredoMmiNaAniere eis talee te ee +. NE DINFErENzZane tette 0.02 MELMONELONGONUO TN RR 20.22 Massima temperatura nel giorno 13... . +... 30.3 Dai massimi e minimi diurni . ....... 18.72 Minima nel giorno 5... +... do oro lbo Ja: TESS Escursione lermometrica. . . . +. +++ e + 05494 Differenza ...... 1.50 Massima altezza ATO TIRLgI e) giorno 8... 759.58 —— Minima nel giorno 22... nie) + 748.42 RENSIONCIACISYA PONI IR SN TA O cette 10.83 Escursione Darometrica . >. ; 1,11) RATIO URTO RIVA RE affette 0009 Totale Evaporazione - SOON Da Loxca\io DAISNEOE 212.17 RIALOTAZIONE= Atmometro- Gasparin +... ... 6.84 Totale della pioggia . ae Re ea Toe (AT 3.25 ODIA tate RI e eee co Re 80 Massa delle nubi... ... JD DROLE È pid RA 8.6 ll Direttore del R. Osservatorio G., CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO presentato alla Segreteria dell'Istituto il dì 8 luglio N. 6— Vol. III. — Giugno 1867 ESPERIENZE SUI VASI EVAPORATORI Sino dal 1865 si iniziarono in questo Osservatorio le osservazioni atmometriche a mezzo dell’atmometro Gasparin intieramente esposto all’azione diretta dei venti e dei raggi solari. Allora trovavasi in Palermo il distinto meteorologista prof, Vivenot , il quale notando regolarmente l’evaporazione data dal suo atmometro collocato nell’Al- bergo di Francia, volle tosto istituire un confronto fra l’evaporazione da lui regi- strata c quella notata alla Specola, onde vedere quali differenze esistevano in rap- porto ai due differenti luoghi e al diverso modo di osservazione. La differenza di li- vello dei due atmometri era di circa 70 metri, Da quel confronto delle osservazioni dal gennaio, si vide, che l’evaporazione alla Specola fu di */, superiore e quella del- l’Albergo di Francia; che la curva di evaporazione della Specola riesciva parallela a quella del vento, per cui i due massimi vi erano prodotti dalla forte velocità del- l’aria; invece la curva di evaporazione dell’atmometro Vivenot cra più di accordo con quella della temperatura, e siccome l’atmometro era difeso dall'azione diretta dal vento il massimo vi era prodotto dalla temperatura; i minimi invece accaddero per i due istrumenti nello stesso giorno, appunto perchè la poca forza del vento diminuì l’im- portanza nella differenza di esposizione, Poscia l'Osservatorio venuto in possesso del- l’atmometro Vivenot , si fecero in seguito osservazione contemporanee ai due istru- menti, i di cui risultati ho pubblicato nel nostro bullettino del gennaio e febbra- io 1867, determinando l’influenza delle vicende amosferiche sulle quantità di acqua evaporata. Le suddette differenze così spiegate e i rapporti stabiliti riguardano soltanto il modo diverso di esporre gli atmometri, In quanto alla loro forma nulla ancora io conosceva di esperienze fatte, onde stabilire il mezzo più idoneo alla misura di questo elemento così variabile, Perciò vicino all’atmometro nostro di Gasparin collocai alcuni tubi di vetro, mu- niti ciascuno di scala, onde vedere quali differenze si sarebbero verificate a seconda Giorn. di Scienze Natur. ed Econ. Vol. III. 8 54 BULLETTINO METEOROLOGICO del diametro del tubo, rispetto alla evaporazione del Gasparin, che ha una superficie evaporante di 10 decimetri quadrati. I tubi venivano riempiti della istessa acqua del Gasparin, e per evitare gli errori delle singole graduazioni, tutte le misure comprese quelle fatte sul Gasparin, veni- vano riportate ad unica scala. Non avendo potuto finora esperimentare in modo da stabilire a quale ampiezza di tubo corrisponde un’ evaporazione analoga a quella del Gasparin, mi limitai solo a sperimentare su cinque tubi del diametro di millimetri 28, 20, 10, 8, 7 che chia- merò I, II, III, IV, V. La tabella seguente contiene la evaporazione misurata in millimetri al Gasparin e ai 5 tubi, ad intervalli di 27, 24 e 12 ore. Le osservazioni furono eseguite dal 25 giugno al 4 luglio 1867, —_r_____m_m—T—mm—111=____1_1_4_4_A__=T<-Lr e N°, qlk... » | 10 9 |» pda » 1 DINA D) D) 1 6 NE 2 4 1 ) 6 1 % D) )) ) » )) 4 ) 1 1 3 5 ENE ò 1 1 8 E )» 1 ) ) D) 2 3 3 I ) )) 2 d NE 4 2 2 6 3 2 ) 1 » » )) 1 3 4 2 2 ) 2 NE 5 5 1 5 2 1 » ) » DA 1 5 1 b) 4 3 1 1 \ES0O0 6 1 » 4 7 ) ) » ) » Ii | 1 3 I 2 2 2 b) ENE Per decadi he lp 4 1 10 15 i 4 » ) ) D 1 (O) 1 1 Il 4 Il NE 2 bj 3 Ik TI 2 1 1 DI ) 2 4 6 dò 2 2 2 6 NE {_3 1 1 9 9 1 D) » ) ) 3 6 4 6 6 5 à 6| NEL NEI \|Tolale| 8 5133 dI 4 b) l ) D) 4 11 16 12 9 3} 9 23 NE Il Serenità media | Massa delle nubi | SOA JE a | 9h | 42h | 3h 6h | 9h 12h Comp.) Dec. 9h | 12h] 3h | 6h | 9h; 12h | Comp. De | Ip. HOST 59 50 72 18 68% Ip | 412.1] 14.3] 24.1] 21.8 ti.6) 12.2] 16.5 Î 47.0 taz: 90 13 55 58 | 64 16 69 2 4.7! 14.3! 28.4| 22.5) 25.21 10.2] 47.5 : GIO TS O ICTO N IN N92 A) DIOODI RESTI MISS Ì os || 3 | 10-6| so4| 11.2) 24| 02) 49 66 128 4 52 45 gl 58 4ò 26 SI 4 15.2] 21.5] 80] 13.4] 23.7] 282) 18.3 Vie i cd | 60 62 SI | 79 | 80 68 TANN) 69 5 23.4| 21.7| 11.9] -9.1| 10.0] 17.6| 15.6 I 13.4 | 6 di 60 60 70 | 80 | 68 654 6 22.0 16.3 15.8] 44.4] 8.8 13.2] 15.1 Ù Numero dei giorni | |] | | Sereni Misti Coperti Con piog. Con neb.| Vento forle| Lampi Tuoni |Grandine 1 p. 2 LI | 2 1 ) l 1 ) TIFIA2 | 2 2 1 | 3 1 1 i 2 1 il 3 | 4 1 » | i » 2 » ) ) (i 2 ISRE » J 4 [ » {5 | 2 2 1 » d » » v il 6 | 2 2 1 | » 2 ) ) È) il Totale | It Il CASA dia ORSI Muzi 3 1 | I Medii mensili | Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . . . 753.88 Forza del vento in Ehilomelri . ... +. 10.43 | Dai massimi e minimi diurni . ....., + 753.65 Vento Predominante. +... see CRA SINE | Differenza . .... 0.23 il Termometro Centigrado . ....,.... +. 23.44 Massima temperatura nel giorno 16... ..,30.2 ! Dai massimi c minimi diurni . ....... +. + 22.54 Minima nei giorni 10 18... ........ 16.3 7 ire Escursione ICrMoOmeIrici. + +... 153.9 | Differenza ...... 0.90 Massima altezza barometrica nel giorno 27 . . 761.80 | —_——— Minima nel'giorno 20)... 4... + 747.20 [RMMIDICNSTONCHO CIRYA D'OLIO ESRI 14.14 Escursione barometrica . LL. 14.60 | UIDIIITERGNIEATE 0 Ae be ada o 63.6 Tolale Evaporazione- Gasparin . . ....... 192.09 i Evaporazione-Atmometro- Gasparin +... .... 7.39 Totale della pioggia. + +... 22.52 Sereni i ARE o A 70 MASSARO CIC AUDI TI I PE RO 14.9 ll Direttore del R. Osservatorio G. CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO presentato alla Segreteria dell’Istituto il dì 10 agosto N.7—Vol. HI. apra - Luglio 1867 Sul diametro o larghezza dei vasi evaporatori, e della differenza fra l'evaporazione del giorno e della notte. NOTA DEL SIGNOR Ps TACCHINI» Qualunque sia l’atmometro è necessario, che quando lo si mette in opera il livello dell’acqua sia alcun poco abbassato rispetto all’orlo del vaso; altrimenti 1’ urto del- l’aria potrebbe far perdere dell’acqua, senza che si evapori; ma anche che il livello sul principio si potesse, senza tema di perdite, portare fino all'orlo del vaso, è chiaro che si abbasserà da sè e tanto più, quanto maggiore sarà l’evaporazione. Quindi stimai di qualche interesse il cercare di determinare se abbassandosi detto livello negli atmometri ordinari, si alterava, e di quanto, la quantità di acqua evapo- rata, per poi stabilire l'ampiezza conveniente per mettersi al sicuro di questo errore. Per ciò fare riempii di acqua 5 tubi di differenti diametri, e ad ogni 24 ore osser- vai la quantità di acqua evaporata senza ricondurli a zero; cosicchè nei giorni sue- cessivi la distanza del livello dell’acqua dall’apertura dei tubi veniva sempre aumen- tandosi, in ragione dell’acqua evaporata. Delle giornate in cui si eseguirono tali 0s- servazioni, si presero soltanto quelle in cui le condizioni atmosferiche si manten- nero pressochè le stesse, affinchè le differenze notate fossero dovute, per quanto era possibile, al solo variare del livello della superficie svaporante. Le osservazioni trovansi riunite nella seguente tabella. Giorn. di Scienze Natur. ed Econ. Vol. IIE. È 10 66 BULLETTINO METEOROLOGICO | NI d=20%m NI d=10%%|N, IV d=S8u|N, y d=781|N,yId=64mm ; odo |? e |o|elo|e|o|: p | luglio 21 2 (Fan 162,0 |\1ena|gunp La ma lrasalton ara E o 36 08,0 025 | 4,6 | 200 Agi 210 a po t23 dd Gale O RZ |a | MO: 59 |30 [37747 |33 | 13 | 33 | 09 | 94 | 100% zz 62 | 2,839 |a,1|34 | 1234 | 40 |toa | 98 vi RI 66 (02,8 |a | n 3612 6 nella quale D indica la distanza del livello dell’acqua dall’orlo dell'apertura di ogni tubo, ed E l’evaporazione osservata nell'intervallo di 24 ore. Come è evidente dal quadro stesso, coll’abbassarsi del livello dell’acqua, la quantità di evaporazione dimi- nuisce rapidamente; ed un cotale decremento nella quantità di acqua evaporata di- pende certo dal fatto che diminuendo il diametro del tubo ed aumentando la pro- fondità, si agevola sempre più la formazione di una colonna d’aria maggiormente ca- rica di vapori acquei, i quali in parte potranno anche nuovamente aggregarsi al li- quido sottostante; mentre nei recipienti a larghe aperture, il moto dell’ aria toglie questi impedimenti all’evaporazione. Pertanto dalle esperienze sopra riportate si è determinato un coefficiente il quale servire potesse a ridurre le evaporazioni osservate ai diversi livelli, al valore della evaporazione normale, cioè quando il tubo fosse esattamente pieno. Questo coefficiente che denomineremo K risultò pel tubo num, VI del diametro di 64""—= — 0,1155 pei tubi Il e III diametro medio di 15 = — 0,2897 pei tubi IV e V diametro medio di 7. = — 0,3057 Quindi se la distanza D si moltiplica per K e la si sottrae dall’evaporazione nor- male, si otterrebbe la evaporazione per le 24 ore alle diverse distanze D; per con- verso aggiungendo il prodotto D K alla quantità di evaporazione osservata si otterrà con abbastanza precisione la evaporazione normale per i diversi tubi, Ora la differenza nei valori dei coeflicienti K è dovuta ai diversi diametri dei tubi; DEL Ri, OSSERVATORIO DI PALERMO 607 quindi ritenendo il K eguale ad una quantità costante M più il prodotto del diame- tro del tubo per un altro coefficiente che denomineremo N, coi valori di K e dei dia- metri dei tubi si è ricavato il valore di M e di N M=—- 0,3336 N=4-0,00337 e per ciò è facile ora determinare per un tubo particolare il suo valore di K, Il me- todo si deve ritenere soltanto approssimativo; giacchè sole tre equazioni per i dia- metri di 64 — 15 — 7 servirono alla ricerca dei valori di M ed N, i quali soddisfanno bone per quei tre casi; si ha infatti per 64 K= — 0,1178 e dalle esperienze K = — 0,1155 per 15 K=— 0,2830 = — 0,2897 per 7 K=— 0,3100 = — 0,3057 Ma al nostro scopo riteniamo che ciò basti; giacché interessa sapere le correzioni per tubi limitati, e quale larghezza si possa ritenere sufficientemente ampia per non avere che un’influenza minima di un discreto valore di D sulla quantità di acqua e- vaporata. Ora è facile il vedere che questa larghezza del tubo deve essere di 100 millimetri. Ecco la ragione per cui nel nostro evaporatore Gasparin in cui il livello può discendere fino a 15 centimetri dall’orlo superiore, tali differenze non riescono mai sensibili; mentre’ nei tubi erano così forti, Dunque coneludiamo, o almeno ci pare di -potere conchiudere che un evaporatore non deve avere il diametro minore di 100 millimetri, dovendo tenere il livello un poco depresso; cosa necessaria per impedire le perdite d’acqua, specialmente per gli urti del vento. Noteremo ancora che dal 9 al 19 luglio tenemmo distinta la evaporazione nei sud- detti tubi durante il giorno, da quella della notte, osservandoli alle 6 mattina e 6 sera di ogni giorno, contemporaneamente a quello di Gasparin. La media della decade durante il periodo notturno dalle 6% sera alle 6° mattina diede i seguenti numeri: Gasparin VI | | | 2,29 3,90 | 5,30 | 4,28 5,18 Rapporto 1,70 | 2,81 1,87 2,26 cioè un rapporto quasi costante; e in medio si può dire per tutti i tubi l’evapora- 68 BULLETTINO METEOROLOGICO zione doppia di quella di Gasparin. La media della stessa decade durante il periodo dalle 6% mattina alle 61 sera, cioè di giorno, risultò | Gasparin VI II III IV V | Î | 0,14 12,20 12,75 9,82 7,69 6,55. | Ì | Rapporto 1,99 2,08 1,60 1,25 1,07 | Si vede dunque, che di giorno si conserva doppia di quella del Gasparin nei soli N. II e VI; per gli altri tubi il rapporto decresce rapidamente, cosicchè per l’ultimo l’evaporazioni si uguagliano. La ragione di queste differenze sta nelle temperature principalmente. Ad esempio riporteremo la temperatura dei vasi evaporatori notata alle 3" 14 p. del giorno 17. Gasparin=349,6 N. VI=399,0 N. II=37°3 N. III=30° N. IV=359,6 N. V=35°5; mentre di notte le temperature presentavano piccole differenze, DEL Ro OSSERVATORIO DI PALERMO 69 Osservazioni di stelle australi eseguite al Cerchio Meridiano del Ri, Osservatorio di Palermo DAL SIGNOR Pa, TACCILNI Nella penuria di mezzi per la pubblicazione degli ordinari lavori di quest’ Osser- vatorio, proseguendosi alacremente dall’astronomo aggiunto signor Tacchini le osser- vazioni delle stelle australi, reputiamo utile pubblicarne la continuazione, e così fa- rem mano mano che verrà formando il seguito dei suoi lavori, coadiuvato dagli as- sistenti del R. Osservatorio. S 3113 EPOCA | Sul S |ASCENSIONE RETTA APPARENTE] DECLINAZIONE APPARENTE |® S È DELLE D'ORD si SR MTA È | pei = 7 OSSERVAZIONI | st? | | | I ADR ION n PASO DOOR ILA 3 |1867,3733 | 8 12. 0, 40,79 23, “24, 18,7 1 3924 | 7,5 SO 49149 2300013, 525 i 3979 6,5 MO Zi IAA DIM A 3 3734 | 7,5 10 AMIN 51006 I A 4 3979 | 7 Mpa DIM 7: 3,0 3 3733 | 9,5 ROIO! 6,79 Do vin. 00 3 3315 | 8,5 12 OL 8"8G DEA GAI 4 3528 | 9 RO I AAA 2A» 49; 50,3 3 3924 | 8 1 57/06 DIRE 307 3 3378 | 9 12 A5* 7,43 IMMA 855 3 3735 | 8 O n a ZA MMI 103 3 4088 | 9 12 18, 47:09 ZA IMRIO1 5,3 3 3952 | 7,5 OS 425105 DI SR 5 3514 | 8 dia VI? 0:72 2039, (3150 3 3378 | 7,5 IR Ir PO IA)? 3 3734} 8,5 OT DANIN5G: 1,3 3 4088 | 8,5 MO MO GEO 5E38 ZIGRA GIO 15396 3 3406 | 8 1932 36081 IRA 590 3 3925 7,5 TOA 27051 QUINN GRAN 30 4026 | 9 12000 30050 59123 DAUNIIOÌ 1,4 3 | 4116 8,5 O MIRA DA AA 3 | 3734 9 OI Ri MA i RI 4 | 3939 | N TOA 5 170 PO 2 AA) 3. | 3735 | 9 12. 46. 39,75 SOMMO 3E0N) 3925! 9 12. 46. 56,08 Do RA DI 4025 8 12. 47. 47,00 24, 42, 34,1 3 4116 8,5 dA 38710 DORATA, OD 3 3779 8 TOR 2505 QUOTA 0,1 3) 3953 | 7,5 1910853; 7,51 DI 0) Si 4062 | 8 12. 56. 48,80 SARE AS, ROSI a 3830 | 7 13 ZAR O 305017 3 4199 | BULLETTINO METEOROLOGICO NUM: D'ORD DO (I) ut GRANDEZZA A (SA | ou < DI - DI > St c uv toi iI - Uro (>| DO SD RI DO I 09 GE O GO DO GO RI DO RIT RI GO RT CO SS 00 SD GO DO DO CD DI SO DI RT O 5 DO 00 DO LO CO DO RT RI NI 00 00 00 90 5 ai 13. 13. 13. 15. 15, 15, ASCENSIONE RETTA APPARENTE 44,82 5,60 10,23 26,29 DECLINAZIONE APPARENTE - è ee Sa la ID dI 1 Ot DI pa a DI Pa DI DI E D_ uo eu - Ut dI DI VI 00 Ci VI Uta DE LU DD DI - TIT e Ds VI VT nm a SF LESNSSL2 - Td» tu © o to vt o iv do NUMERO DELLE OSSERVAZIONI DI d9 NI DI dI DI LI VI VI di dI DI Li GI DIL CI 13 VI VI VI VI VI LI VI VI VI VI Pd 3 I Pa Lo DI © DI DI VI 3 DID Ti VI VI VI VI VI | EPOCA DELLE OSSERVAZIONI —_1[<[_c( (1.199 1867, 4061 3925 - 4200 4062 4499 4108 4322 4499 4089 4325 4323 4289) 4364 4472 4528 4473 4354 4527 4473 4354 4691 4355 4473 4355 4473 4692 4473 4355 4582 4445 4746 4355 4487 4764 4791 4896 4546 4445 | 4567 4874 4446 4547 4756 4874 | 5088 4619 | 5089 NUM. D'ORD. 261 2604 266 208 273 283 286 GRANDEZZA | tr - ol Ds (dai PR DI UU Da I ol vo rotto (Sn Sa Di I 00 NI DO NI NI 00 00 DO © NI 00 IO IN 0 NI DI DI DO DI NI GI 0 00 NI N CS 0 0 0 NI 00 v Tori c (PA) vo SI - (Si - I Di 0 DON JIILIMNNR (PAROLI - ASCENSIONE RETTA APPARENTE 15, 14. 32,12 15. 15. 1,206 15. 16. 28,87 15. 16. 48,57 ,52 16. 30. 24,24 DEL Ro OSSERVATORIO DI PALERMO DECLINAZIONE APPARENTE O 3.652 23. 59. 20,6 DONO DI O DI 5650 22 NO SOI dA I RO 21M O VATI DINA 2 OA 2306009806656 ON ND DONI GSO ORA 00719 22000009050 23MEN IO 2 GINO 22000361 025,0 23, 58. 194 222852 DADI 1909 Do CA 0 DR I I 2 Di 0 200 o dI 24, 50. 50,8 93 MUZIO AE O MZ) 22. 47. 36,5 DANNATI A: Di 0360 13:93 Oo RI, OA 5310 DIRO CS 22. 35. 43,7 DAMA GN 4953 Da SO RO A SNO 5 55;3 DONO 2109) Db Do 06 DO a DI ga 3 DO i Rol 23, 5. 45,8 QU RIE SO TIVI NUMERO DELLE OSSERVAZIONI | IDO DD IND INI WI NI II II DI re DI DI DI VI V3 > IND Vo Ha 3 Vo NI © DI VI VI Co VI ba DI Lo Vo 03 02 ND DI VI i Co NI 3 Co di do DI ON | 7) EPOCA | DELLE | OSSERVAZIONI | 5089 | 4674 | 4937 | 4837 4675 4838 5090 4939 5270 BULLETTINO METEOROLOGICO Nn | © ORD ii (Se) (N DO GRANDEZZA ox uao (SAI - (21 - vt << [DA MPI D Dt - I nl O N 0 © 90 N 0 DO CO NT 00 00 00 90 I O 0 NI 00 NI 0 I 0 O O MID iS (ASCENSIONE RETTA APPARENTE| DECLINAZIONE APPARENTE 160. 30. 34,17 23, 51. 35,2 16. "30. 155,43 29, 39 24,0 16. 31. 59,39 25, 47. 41,2 16. 32 3,95 26. 1L 14,0 L6. MOS RL630)7 23» 3. 43,1 16. 33. 25,99 24, 8 26,7 16. 35. 41,92 20, 33 2,4 16. 36. 23,08 22. 16. 10,8 16. 3%. 11,49 22. 55. 58,8 16. 39. 46,56 23. 43. 52,2 16. 40. 11,77 24, 17, 7,1 16.7 41. 30,55 24, 50. 7,2 16. 41. 31,88 24. . 25. 18,1 16. 41 41,75 24, 24 10,5 16. 43. 17,62 24, 30. 7,3 16. 43. 44,38 2 OASI o2 16. 44 5,22 22 40. 45,7 16. 46. 25,05 25. 35. 25,8 16. 46. 51,57 2 2559 16. 47. 37,64 25. 18, 54,4 16. 50. 7,64 25.50. 54,5 16. 50. 45,48 23. 46. 394 16. 52. 37,12 2, e do, 6,8 16, 55. 5,55 27, 2, 57,0 16. 53. 56,45 24, 51. ‘36,9 16, 54 9,48 23» DAMNNTS92 16. 55. 54,01 24, 6, 1,6 16. 58. 48,50 24, 22 30,4 16. 59. 50,23 24, 49, 2,7 NUMERO DELLE OSSERVAZIONI 9 DD DI DI NI VI DD NI NI 9 DI I I DI VI IND ID ID DD DI DI 3 DO DI DI DI d> DI DI EPOCA DELLE OSSERVAZIONI 1867 5444 5499 5958 0555 5630 5703 0444 5499 5772 5554 5636 5704 5500 5445 5358 9772 5636 | 5555 5500 5445 5705 5773 5445 5513 5596 5695 | 9800 5500, 5446 | I I T_IeL©N+*:. E Te TT A — E] -| er w- DEL Rs OSSERVATORIO DI PALERMO 73 Cronaca giornaliera di macchie solari osservate all’Equatoriale di Merz dal signor Pietro Tacchini. Giugno 1867, Nel bullettino del maggio si diede conto fino al 4 di giugno, trattandosi fin allora di macchie e fori comparsi nel mese di maggio. 9. Di poi sino al giorno 9 compreso non si potè vedere macchia alcuna, 10. Si osservò nel sole un piccolo foro del diametro di 10" dalla parte del lembo orientale; nel resto nessuna macchia; però si notò l’apparenza di superficie, come ai primi di maggio, cioè di piccole rughe o strie invece di sranulazioni di forma rotonda. 11. Il foro del giorno precedente ridotto a un piccolo punto nero. 12. 13. Nessuna macchia. 14. Nessuna macchia; ma molte di quelle conche cineree, come fori molto velati. 16. Nessuna macchia; qualche piccolo forellino in diversi posti. 18. Nessuna macchia; granulazioni molto distinte e depressioni irregolari. 20. Un piccolo foro al bordo orientale di circa 8". 22. Nessuna macchia; granulazioni distinte e in certi spazii ammassi di piccole onde lucide. Il foro del 20 chiuso. 23. Una piccola macchia al bordo orientale seguita da facola, avvolgente altri pic- colissimi punti neri; alcuni punti luminosi intorno al bordo. 25. La macchia del 23 colmata; il rimanente al solito. 27. Nessuna macchia. 29, Nessuna macchia, solo qualche piccolissimo foro e alcune facole ai bordi. 30. Nessuna macchia. Luglio 1867, 1. Si osservò una macchia seguita da catena di fori incurvata e avvolta in facola colla macchia stessa; questo ammasso si è formato nell'emisfero a noi rivolto. 2. La macchia e catena di ieri; all’estremità i fori in numero di 3 si sono un poco più sviluppati; i fori intermedi invece sembrano colmarsi; al bordo orientale vi è un altro gruppo di 4 fori; anche questo si sarà formato nell’emisfero visibile. 3. La solita macchia seguita dai fori, ha preso la forma di Ds l’altro piccolo am- masso all’oriente esiste ancora. 4, La macchia del giorno 1 ha forma elittica, la catena di eruzione che l’accompa- gna si è svolta all’estremità in senso inverso della curvatura dei giorni precedenti! tanto la macchia che la catena sono serrati dalla facola a raggi di qua e di là della lunghezza della catena. L’altro ammasso del giorno 2 è ancora composto dei 4 fori, ma molto ristretti, Giornale di Scienze Natur. ed Econ. Vol. HI. 11 74 BULLETTINO METEOROLOGICO 5. La macchia dell’1 si vede ancora, i fori intermedii sono occultati dal rilievo della facola, solo l’estremo è visibile; dall’altro ammasso rimane solo un piccolo foro. 6. La macchia dell’1 è vicina al tramonto; nel resto nessun’altra macchia nè fori, 7. Nessuna macchia, nè fori, nè facole. 9, 10. Al solito, uniformità perfetta. 11. Nessuna macchia; alcune piccole facole al bordo orientale. 14. Vi era nel sole una piccola macchia, ma assai interessante perchè molto obbli- qua, ed aveva di particolare due foglie che sì projettavano sul nucleo, le altre in. vece più corte apparivano sulla penombra; ma si vedevano anch’esse proprio come staccate, ciò che abbiamo notato altre volte. 15. La macchia di ieri è preceduta da un punto nero ben visibile con accanto altri minutissimi; in questo giorno si videro molte foglie proiettarsi sul nucleo, e la pe- nombra apparire dove mancava ieri, mentre dall’ altro lato si era ristretta, e al- cune lingue o foglie che nel giorno precedente vi si proiettavano intieramente, in questo giorno talune di esse sortivano un poco dalla detta penombra e si vede- vano su! nucleo, confrontando i disegni eseguiti in questi due giorni da me e in- dipendentemente dall’alunno signor Delisa , si vedeva manifesto questo giuoco di proiezione che addimostrava ‘essere quelle lingue staccate del fondo anche della penombra, e come fiamme aspirate verso il centro della macchia. 16. La macchia è cambiata di forma; il nero perfetto si osserva solo nella parte fatta a cuore, le altre sono aperture velate; il foro vicino alla macchia si è allargato e fra esso e la macchia si vedeva un ammasso di sostanza fotosferica bianchissima; il nucleo era diviso in 4 parti, pel congiungersi delle foglie, 18. Si trovò la macchia ridotta a un piccolo foro. 19, Il solito forellino della macchia ridotta. 20, Nessuna macchia; oltre delle granulazioni si osservò un gran numero di fori ve- lati; ai bordi qualche traccia di facola. 21, 22. Nessuna macchia. 23. Nessuna macchia; alcune leggiere facole al bordo orientale. 24, Nessuna macchia. 26. Nessuna macchia; soltanto facole discrete al bordo orientale. 27, 28. Nessuna macchia. 30. 31. Nessuna macchia. DEL Rs, OSSERVATORIO DI PALERMO 75 RIVISTA METEOROLOGICA Ozono. — AA una semplice nostra richiesta il Ministero di Agricoltura e Commercio, che con tanto impegno ha preso a favorire lo sviluppo della meteorologia in Italia, ha subito fornito il nostro Osservatorio delle cartoline ozonometriche, e della scala cor- rispondente, la quale porta graduazioni di tinte in intensità da 0 a 10; e sebbene la tinta non corrisponda con quelle delle cartoline ciò poco interessa, come ci faceva riflettere l’ illustre Cantoni, giacchè si tratta in questo argomento di rapporti nel grado di colorazione anzichè della qualità di colore; per cui anche in questo caso si appalesa sempre più la convenienza o necessità di adottare unica scala pei di- versi osservatori , altrimenti i risultati non avranno confronti di abbastanza preci- sione. Abbiamo creduto di qualche interesse l’aggiungere alle nostre osservazioni queste ricerche su di un elemento tanto importante e poco studiato finora. Dal 1° del mese di luglio sonosi quindi iniziate le novelle esperienze, che in quest'epoca la presenza del colera renderà forse anche più interessanti. Anzi a questo riguardo l’alunno signor Delisa incominciò egualmente una serie di dette osservazioni nella propria casa sita in vicinanza di S. Domenico, rimpetto al Seminario Greco, ad una altezza sul livello del mare di 17%,9 ed 11" sul piano della città, secondo determinazioni eseguite dal signor Delisa stesso. Nelle due stazioni abbiamo dunque una forte differenza di li- vello; l’una nell’interno della città e vicina al mare e bassa, la nostra intieramente libera e più distante dalla spiaggia. La media quantità di ozono per giorno risulta presso identica nelle due stazioni; alla specola fu di 3,63, alla stazione di città 3,53. Le curve delle medie diurne per le due stazioni risultano quasi del tutto parallele, presentando i massimi e minimi di ozono alla stessa data per tutti e due; e confrontandole colle curve degli altri elementi, si vede manifesto, che al crescere della temperatura cala l’ ozono, mentre i massimi avvengono colle massime di umidità e forza del vento e abbassamento di temperatura. In quanto all influenza dei venti non si può ricavare nulla di esatto relativamente alle direzioni diverse; ma le massime di ozono corrispondono al 1° e 4° quadrante, e il minimo al 3° per ambo le stazioni. Per ciò che riguarda la varia- zione diurna, il minimum di ozono accadde alla Specola verso la mezzanotte, poi aumentò sin verso le 7, abbassando intorno alle 10 ore per elevarsi poi al maximum della giornata verso le 2 pomeridiane. Nella stazione di città si ha un maximum fra mezzodi e le due pomeridiane, e un minimum alle 3 del mattino. Si deve però av- vertire, che nelle ultime pentadi i risultati sono assai dubbii per l’immensa quantità di cloro sviluppato in città, che si elevava col vento ad altezze considerevoli. Temperatura. —L’andamento della media temperatura diurna fu molto irregolare; mite si conservò e regolare fino al giorno 11; poi alzò rapidamente fino al giorno 17 con un aumento di 15°, seguito da una diminuzione anche più rapida di 12°,4 fino al giorno 20; nel resto andò oscillando con escursioni diurne sempre forti; è rimar- 76 BULLETTINO METEOROLOGICO chevole quella del giorno 25 che fu di 12°, La media escursione diurna riesce per questo mese di 7°. Barometro. — La pressione variò irregolarmente sebbene non presenti escursioni forti; una sola di 6 millimetri si trova pel giorno 30; e non si scorgono nemmeno rapporti così diretti colle variazioni di temperatura, per come abbiamo notato negli altri mesi. Forza del vento. — La forza del vento fu di poco inferiore a quella del giugno; la massima fu nel giorno 8 coll’ ONO, che arrivò fino a 46 chilometri; e in questo giorno vi fu abbassamento nel barometro e aumento di temperatura. Nel corso della giornata il vento aumentava di forza al mezzodi, dando il maximum di intensità coi venti del 1° quadrante; nella notte sempre debole, col minimum di velocità verso la mezzanotte, dominando i venti del 3° quadrante. Umidità e pioggia — La pioggia mancò intieramente; solo alcune goccie, come ri- sulta dalle note. : L'umidità in media risulta regolare, ma vi furono periodi di eccessiva precipita- zione di vapori acquei, come nella notte del 13, che sembrava pioggia; e qualche nebbia bassa fu osservata anche sulle campagne vicine; non che l’aria spesso cali- ginosa NOTE 2. Il vento di NE si fa molto forte verso il mezzodi, alle 12" 44 poche e grosse goccie. 6. Verso il mezzodi vento forte e mare un poco agitato. 8. Il vento di SO alle 9" m. piega a ONO è soffia violentemente sino alle 6° pome- ridiane; poi conservando sempre intensità discreta piega a SS0. 13. Alle 6" p. nebbie basse ai monti di SO e 0 e ONO estendentesi anche al piano. Nella sera poi la nebbia era bassa tutto intorno all’ orizzonte, e i vapori si con- densavano in grosse goccie sui terrazzi e cupole, a notte inoltrata. 14. Nel mattino si trovò il suolo bagnato come da pioggia ; e in tutto il giorno vi fu nebbia bassa da E a S0. 17. Durante l’intiera giornata l’aria si mantenne sempre caliginosa. 21. Nella sera furono vedute parecchie stelle filanti nella direzione del Zenit a NE, vicino a mezzanotte, come la stessa cosa fu osservata nella sera seguente. 26. Nel mattino e dopo il mezzodi sino alle 3 aria caliginosa. 27. Nel mattino aria caliginosa; nella sera si osservò specialmente alle 9" una nebbia bassa e fitta sulla parte di città e parte della campagna a E ed a N; nella sera umidità eccessiva, 28. Aria caliginosa nel mattino, come nel giorno successivo. 29. Nel mattino vento fortissimo di 0 e ONO; la massima forza s’intese alle 3" %m,. e allora la città e dintorni erano coperti da un denso nembo di polveri sollevate e trasportate dal vento stesso; alle 6 il vento era già di 0S0 e più mite e tornò poi ad aumentare in forza verso mezzodi; il mare era pure agitato. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche di Luglio 1867, j E FIESTA ARIIE ETERNO 7 Massimi | Barometro ridotto a 0 l'"timiteimao "| Termometro centigrado | sinimi, | _ - cergrte —_——-|| _— 7 — mm ___ ohm. 12h | 3h Gn gh, 12h 9h 12h 3h | GN | 9h | 12h] 1 || 759.30] 78.69) 758.40 758.22! 758.39) 759.46 15846] 757.51122.1 |23.0 [241 [23.3 121.4 |20.5 5 16.9 9 || 57.91) 539.53] 5648| 56.57) 57.95) 57.84 99.82] 55.73]12.2 (24.2 |24.8 |23.7 |23.3 [22.4 4 | 18.2 3 37.67 57.48| 57.26] 57.89) 57.94 95.71[(24.2 [251 |25.3 [24.1 |23.6 23,2 Ù 20.1 4 57.67 57.26) 56.63 56 56.61|(24.4 |24.5 |25.0 [25.0 [23.0 |22.0 b 21.0 5 || 36.60 56.02) 55.46 54.04|124.4 |24.2 |25.3 (25.0 [23.8 [22.4 5.3 | 19.7 6 || 54.87 34.19] 54.31 53.74|25.0 [24.7 |25.0 |24.6 |22.1 |20,8 || 25.1 | 19.5 7|| 5485 d4.A1| 54.01 53.40124.3 (24.5 (23.4 |25.0 [23.2 [21.5 || 254 | 19.0 8 || 51.77 52.10) 52.20 51.48||26.2 9 [25.4 |23.8 |21.7 ” ; 18.9 9 || 52.39 54.58] 54.91 53.45(25.1 |23.6 |24.4 |23.6 |22.7 [20.9 .5 | 19.9 10 || 33.94 56.17) 56.43 53.39||24.5 |24.4 (25.0 |24.2 [23.2 [21.7 .2 | 19.3 11 || 56.57 56.2: 33.71||24.8 |24.7 (24.8 |24.2 |23.2 |21.8 || 24.9 | 19.9 12 || 56.09 34.67||23.3 |23.9 26.8 [26.2 [24.8 [23.5 || 27.0 | 20.1 13 || 54.78 54.04||30.1 |29.0 (29.3 |23.7 [25.0 |23,8 || 30.4 | 220 14 || 36.55 55.77//28.0 |29.0 |30.2 |27.7 |26.2 [25.3 || 30.2 | 22.3 15 || 33.37 54 16|28.9 |29.9 (31-7 [30.1 [27.4 |27.1 || 32.0 | 23.9 16 || 53.14 52.78/32.6 [32.0 |32.6 |33.8 [31.0 [29.9 || 33.0 | 24.7 17 | 33.09 >1.61|[30.4 |32.0 (34.1 |34.7 [28/1 [27/2 || 34.3 | 26.4 18 || 54.50 53.01]/31.5 |30.7 |30.8 |28,7 {25.6 [24.4 || 31.5 | 23.9 19 || 53.23 52.20]126.2 |26.3 [26.5 |25.7 |24.1 |23,3 || 26.6 | 21.9 20 || 52.16 51.53/25.8 [29,0 [29.6 [27.1 |25.4 |241 | 30.3 | 24.9 || 21 || 33.31 52.61|27.1 |26.8 |27.4 |26.8 [24.3 |23.6 || 28.7 | 22.1 22 || 55.20 54.16)|26.1 |26.5 |26.8 |26.3 |24.8 [23.2 || 27.1 | 21.7 23 || 54.23 52.74|125.4 |26.2 |26.8 |25.6 [24.7 [23.8 || 27.0 | 21.1 24 || 32.60 52.09|(25.9 [27.2 |27.5 |27.7 [25.7 [25.3 || 28.1 | 20.6 25 || 53.46 50.32)|28.3 |32.2 |30.8 [27.4 |26.3 |25.3 || 35.3 | 25.2 26 || 53.84 53.01|28.3 |28.0 |28.9 |28.4 [26.9 |25.7 || 29.1 | 23.4 27 || 34.95 54.33||28.4 |29,5 (29.9 |28.4 |26.9 |25.6 30.4 23.3 || 28 || 35.43 34.94|127.4 |28.6 |28.6 |26.9 |26.5 [25.3 || 29.1 | 23.8 29 || 53.76 50.85||27.0 |27.1 |28.1 |27.7 [26.5 [27.7 || 28.3 | 23.6 30 || 51.50 47.32|127.5 |27.8 |27.2 [26.5 [24.5 [22.5 || 31.7 | 22.5 31 || 53.22 53.13] 5 53.33) 53. 52.51|[25.6 |26.0 |26.9 | 26.0|24.7 [23.2 || 27.5 | 20.4 M. Il 754.77 134.51) 754-44| 734.85] 754.80 753.54||26.60|27.02!27.56|26.52|24.82|23.76| 28.21| 21.41 Osservazioni Meteorologiche di Luglio 1867. Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo gm 12h) 5h, 6h, 9h {2h (9hm) 12h) 3h) 6h, 9h) 12h 9m 12h 3©L Gn 9h 12h 1|| 9.81|10.60|12.57|12.57|13.11|12.28|| 50 | 51| 57| 58| 69| 69 ||Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 9|13.81|15.50/16.34|15.09/17.08|16.26)| 62 | 69 | 70| 61 | 80 | S1 |(Cop. Cop Nebb. |Nebb. |Nebb. |Ncbb. 3|[16.40|16.32|17.99|16.59|17.08|17.50|| 72 | 69| 75| 74| 79| 83 |Lucido {Lucido |Nuv. Nuv Ose Nuv. z\\1676|17.23'17.81|16.74|15.04|16.16]| 74| 75] 76| 71| 72) 82|Bello |Bello |Nuv. Cop Lucido |Lucido 5116.59|16.71|16.91|16.04|16.77|16.26|| 73 | 74 | 70 | 68, 77] 81 {Lucido |Nebb. |Nebb. |Bello |Co (UV. 6|16.74|16.40|17.28|16.28|13.80(13.48]| 71| 71] 73| 71| 70) 74{[Lucido [Bello |Cop. Nuv Lucido |Lucido 7\\15.49|16.34|17:58|16.92|17.14|15.81|| 68| 71] 72|72| s1|83{Bello |Bello (Bello |Cop Nebb. [Lucido 8|15:30|18.53/16.14|15.06|14.05] » || 60° 73 67) 69| 73) »{Nuy Nuv Bello {Bello |Bello |Lucido 9|13:76113.35(13/72/14.68/15.23|14.38) 38 | 71| 69| 68| 74| 78{[Lucido |Bello |Cop. Cop Bello {Lucido 10/114.63|16.59/14.66|13.67|15.77/14.53|| 64 | 73| 62) 70| 75| 75 Lucido |Bello Bello Cop. Lucido |Lucido 11|15.13/13.71|16.34|16.18|16.28|15.28]| 65 | 68| 70|72|77| 79|[Bello |Bello |Bello |Lucido {Lucido |Lucido 12|17.63|14.86|15.82|17.50118.50'16.96]| 74 | 60 | 60 | 69 | 79 | 79 Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 13||16-32|20.08|19.30|19.41|19.65|17.19]| 51 | 67 | 64 | 79 | 83 | 79|[Lucido [Lucido |Lucido |Nebb. |Nebb. |Nebb. 4Z||19.98|17.19|18.75|19.90|16.89/16.74]| 71 | Ss | 59 | 72| 67) 70/Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Ncbb. {5|18-64|19/53|16.47|17.71|15.68|15.63|| 63 | 62 | 47 | 56| 58 | 59 |ILucido |Nebb. |Bello |Bello |Lucido |Lucido 16|116-30|18.42|19.79|16.13|15.76|11.48]| 44 | 52| 54 | 41|47| 36|[Lucido |Nebb. |Lucido |Osc. Nebb. ‘Lucido 47|19.03|18.44|25.68|18.17|17.75|15.40| 59| 52 | 64 | 52| 63 | 57|lLucido |Nebb. |Bello |Bello [Lucido |Lucido: 48//12.95|20.23|23.63|47.88[1S.35|15.74]| 37 | 61| 71] GI) 75| 70|Lucido {Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 19||16.89|19.23/19.17|15.60|16.42|15.54]| 67 | 76| 75 | 62| 74 | 73|lucido |Bello Bello Bello Lucido |Lucido 20|12/13|14.94|16.39|18.37115.56/14.21|| 42 | 50 | 53 | 69| 68 | 64|Lucido |Lucido |Lucido |Bello |Lucido |Lucido 94|(14.58/13.64|16.71|16.34|15.95|14.85|| 55 | 60| 61| 62| 71| 69|Lucido [Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 92|17.14|17.43|17.23!16.83|15.99|15.43| 68 | 68 | 66| 66| 68 73 [Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 23|(18.11|17-98|18.54/17.99/17.99|18.55|| 75 | 71] 71| 74 78 5 llbucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 24\177.09|16.83|18.31/16.52|17 39|14.z9|| 69 | 63| 67| 60| 71] 60||Lucido |Lucido {Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 23||12.83|17.49/19.16|18.56|17.39|16.91]| 45 | 46| 58 | 68 68| 70 {Cop. Nebb. |Lucido |Lucido {Lucido |Lucido 26||13.32|18.75/18.58/17/93|17.73|15.09| 47 | 67| 63| 62| 67| 61{[Lucido |Lucido |Lucido |Lucldo |Lucido |Lucido 27||16.81|16.69|17.58|28.85|19.44|18.351| 58 | 54| 56| 72| 74| 75 Lucido. |Ncbb. Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 28|21.27|23.37|21.32|21.38|20.06|19.47]| 78) 80| 73| 81! 78| 81|{Misto |Nebb. |Cop. Cop. Cop. Lucido 29||19.18120.47|20.25(19.94|18.92|15.62|| 72 | 77] 71] 68| 73| 56|Bello |Lucido {Lucido |Lucido |Misto |Cop. 30||17.38|18.69|15.55|13.24/14.98|12.45|| 64 | 67] 58 | 51 | 66 | 61|Nuv. Nuv, Bello Lucido - |Lncide |Lucido 34||13:93|13.42|15.40|15.42|15.99/14.43)| 57 62| 58| 62| 68 | 68 [Lucido |Lucido |tucido |Lucido |Lucido Lucido M | 17.99|16.94|16.66|15.50/161.7|63.1164.9|65.9|71.7]7î.4 77 .[15.97|17.27 78 Osservazioni Meteorologiche di Luglio 1867. BULLETTINO METEOROLOGICO ND 3 3 3 DI NO La L3 L3 3 Go n Ud NO GDO ©: OO CIO IO Na ON Sa pone ksti 041 a DIM 0 PS et ISICAIAIEIPAAEARIACIAAZIATICASTCAI © (Li » 9 DI INI Y9 Da D9 WE DI Bd La a DI WI in e pa 3 e L30313 13 Pe 3 Do BI Gs 03 SI 0? Ly Pub wbivoosavrebbe ud W ovvie rossaii. PSSERERPSIONIO NOSTRI no SII N = CISSEZEIcIZIZA Ri (MESCTSCO MISICI A i NOS lì NR DS 3 DI ml 00 DD) DI 3 Dn Lt ni 5 DO DS NN (O L3 UI D nI a iuùrr voir ubi tvnutivoev bu ubi ipo a SENSI TO IVAN: Nes SPS uaburobiaioavpsacgacivpsiivoe res > o uaposiuno CARGGERERE E ae AO RIONE AA ONE ARA RIAZAA s2F2FNNEePESNESNNOSENEWNN ISSN SEÌO OCA ARCI ISIS A LMR RARI ASI wWPWPuS SEN SMAU SO otro nio a ppoponrncocenNnrcastiucpnncoarneocouoralinoo GI ET e II O La 13 IDO UO I 00 © O puurs>ssssssbuovrsuiuttitccieit@uurboutntotu uururuiboubsosubilucuvcccccsocuitz tou psutn Suossuoucsumritiocmcsùittvcirocccuuicia EIETINEI La 03 Co na Ga ©) Ca to pe a a O NO SONNO IA mriosoturionruummtocoTtovroccitrozcoruimtousrtctovo Îl +Evaporazione Gasparin]| Forza del vento in Chilometri Ozono 0h-7 3-12. {Totale|Qlun | h 31 Di ho) 12h ] 12h 3 h 9h 12h 1) 0.98 1.87 16.0 |13.0 |1 1.0 » i 3.5 3.0 2) 0.90 6.23 2 1 I 0.4 8. È 7.5 7.0 31) 0.58 6.48 1 2 1 0.0 3. b 4.5 7.0 4|| 0.53 5.23 1 1 1.2 6. È 3.0 1.0 S| 0.4 6.68 |13.3 /20.4 |I 1.2 6. 7 ò 2.0 6| 0.80 p 7.20 | | 16.0 |1 8.2 4. 1 5 1.5 7 7.29 2 2 1 5.9 d. .0 2.0 8 9.02 |122.9 142.6 [41.2 146.3 {2 » | 6. 0 » 9 10.87 23.0 |2 | 4 .0 5.0 7.02 | 2 13. 6 .0 2.0 7.85 [18.7 [18.8 |20. 3. 0 0.0 6.51 l 1 0 0.0 9.20 |{1 I 1 .d 0.0 3.89 1 0 pri 3. 1. .85 3 .82 6. .62 7.5 1 40 1.5 2 .02 1.8 2, -21 0.0 5} 23 +49 1.0 Da 0 19 8.5 0 È 4. 1. .65 10.30 0.0 b Ù 2. 0.5 0 .73 10.47 11.9 È d 1. 0.0 0.0 149 9.90 7.3 O 7 2 0.0 9.0 18 .55 b 1 2 1 3.1 0 d 2 0.5 0.0 (19]| 1.36 7.94 |l 1 1 8.6 5 0 8. 3.5 0.0 20) 1.13 9.38 2 I 2.4 o A 5. 1.5 0.0 21 1.11 8.93 2 2.9 d 1. 3.5 0.0 22]| 1.16 7.90 |1 1 LI 4.8 o 4. 2.5 0,0 23] 0.92 747 |\l 1 i 1.3 6. 2.5 0.0 (28|| 1.15 8.62 |[1 4 3 1.0 J 6. 1.0 0.0 [25] 1.45 9.93 26. 7 0.0 4. d. 1.0 0.0 (26)| 0.78 8.14 23. 6 0.0 2. Ù 6. 1.0 0.0 27 1.11 1A 14. d.ò 0.0 d. 3. Ò. 0.5 0.0 (28)| 0.37 6.03 || 7 8.0 |20.6 0.0 LA DI 7 3.9 2.0 |29 .93 2. 7.37 |(15 7.5 [18.3 1.6 DI 3 Li 1,5 3.0 30)| 2.10 Zi 7.13 |33.5 |29.8 |23.2 [1 5.5 6. 6 8. 3.0 2,0 31) 1.13 Bb 8.16 ||20.0 [21 14,3 6.7 4 {E 6 35. 4.0 0.0 |M.{] 1.03 | 3. 8.01 ||11 18.7 |14.3 i 3.5 4.81 4,51 5.03 3.58 2.36 1,47 Osservazioni Meteorologiche di Luglio 1867. “ae Ra È Stato Direzione del vento Direzione delle nubi Piog. del mare 9hm 42h 3h 6h 9h 42h 9h 12h 3h 6h 9h 12h alle 7 I ENE NE ENE ENE Sto) (OSO) » » » » » » » 2 2 NE NE ENE E NE (DSXO) » » » » » » » 2 3| ENE ENE NE ENE E Calmo » » » » » » » 3 4| ENE ENE E E NE 0s0 N » » » » » » 3 9 | NE NE ENE NNE NNO | 0S0 » » ) NO » » » 3 6| NE NE NE N SS0 SO » » NE » » » » 3 7 NNE NNE NE N Calmo | SO » » » O) » » » 3 | 8] SO ono ONO ono | sso » » NO » » » » ma | 9 (Calmo | ENE NE ID Calmo | SO » » |NNE » » » » 3 10 NE NNE | NE ENE | SO sO » ” » » » » » 3 11} NE ENE ENE E SSO SO » » » » » » » 2 12} NE NE NE NE NE Calmo ”» ” » » » » ” 2 13 NI E D ENE Calmo SO » » » » » » » 2 14| NE E ENE ENE SO NE » » » » » » » 2 15) Nb NE Dj Calmo SSO Calmo » » » » » » » 1 16| NE NE E Calmo Calmo RIO) » » ) » » D) » 1 17) ENE NE ENE E NNO 0so0 » » » D) » » » 1 (t8| NNO NNO E E ESE oso » » ) » » D) » 2 19) NF NE NI N SO SO » ”» » D) » » » 2 20| ENE NE E E SO SO) b) » » ) » » » 2 21|| NE NE ENE NE Sio) RIO) » » » » » » » 1 \22}| NE ENE ENE ENE Calmo SO » » » » » » » 1 Gi RNE NE NE E Calmo SO )) » » D) » ) ) 2 24)| ENE NNE NE DI SO so » n » » » D) D) 2 25)| SE NE E NE RIU Calmo » ” » » » » » 2 26| NE ENE NE E SO Calmo » » » » » » b) 2 27)| NE NNE NE E Calmo |Calmo ) » » D) » » » 2 {28!| NE NE NNE ENE È | Calmo » » » » » » » 2 29)| NE ENI i E NE RIO) » ) » » » » » 2 \Go ONO oNoO NO ENF SSO so » » » » D) » » 2 } | NE E ENI ENE S SO » » » » » » » 1 DEL Ro OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni LOL OS O di DelD: 1867, Nuvole EU an Ni ala an Copen 7 IZINE = nr —_ e 7 a tam A Sa La 401 P Vol. | Dens. Se [Massà Vol. | Dens.j Massa: Vol. | Dens. Massa, Vol. | Dens.jMassa] Vol. . [Dens, S. Massà Vol. I. 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I So sn 24.62 23.02] 22.10| 23.79 23.79 34.36) 54.44| 54.41 34.37 5 54,98 2 25. 1.62) 23. 24.24| 32 58| 21.22] 23.7 3 55.87 55. so 55. t3. 55.33 35.17 = si ‘501754 M È ARS 27.10 na 20.18 25.32] 24.30 5 68 27.67 53.22] 53.19) 53.06) .52.85| 53.25 .23 6 È 29. 30. -12 40] 26.84| 25.72] 28. 6 D) 33.16 33.15 53.91) 53.47 53.91 33.70| 33.53)733 67 b) 26.56) 27.78) 27. 86) 56.76 55:16 27.24 36.50 26.68 6 53.78] 53.72) 53.54| 53.60] 54.00] 54.08] 53.79) ‘°° 6 27.371 27.83! 28.27! 27.321 26 001 25.00 26.971 26.68 Media umidità relativa Medie tensioni 9h 12h 3h 6h 9h Da Comp: p.dec. 9h 12h Sh 6h 9h 12h |Comp.p.dce. 4 p.| 66.2 | 67.6 | 69.6 | 66.4 | 75.4 | 79.2 11.0 1 p.|14.67 15.27 [16.32 (15 35 [15 82 [15.69 | 15.52 15.56 2 64.2 | 72,2 | 69.6 | 70.0 | 74.6 | 77.5 Il 2 3} ; 2 |15.18 |16.64 (16.24 (15.72 |15.20 [14.55 | 15.59 : 3 64.8 | 63.0 | 60.0 | 69.6 | 728 | 73.2 2) 63.1 3° |17.54 (17.47 (17,34 1SA14 17.36 |16,36 EA 17.36 4 49.8 | 58.2 | 63.4 | 57.4 | 65.4 | 60.0 0.0 } i 4 |15.46 (18.25 |21.% [17.28 16.77 |14.47 | 17.35 : 5) 62.4 | 61.6 | 67.6 | 66.0 | 71.2 | 71.4 6.2} 66.3 5 |15.95 (17.07 |17.99 (17.25 [16.94 [16.05 16.88} 17.25 6 62.7 | 67.8! 63.2! 66.0! 71.0! 67.0! 66.3 ; 6 17.02 !18.90 [13.12 117.96 17.85 [15.90 | 17.63’ © Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin ; pmi assimi n EURI ; 55 SMOSSini goin { DR) DI Ra Comp: p.dec. PD. 08. 5 | p. 23. 83 È si 1 p. o 2.99 | 2. 2 sio) 137.18 53. 19 754.81 2 25.8] 25.27 1932 19.25 2 130 | 3.00 | 288 ss 7.39) 5 a L'AURA 28. 21.64 0. 5 .03 95 | i Hu 735.60 35 ni 753.55 i iis | 30.10 ZLI 22.703 osi | cIS | EM Bri 8.70 5 24 21. 5 È } 3. 8. 6 | 15319) 29911] 73538) 792.27] è 39.361 29.27) 5395) 2229. 1/07 | 3.50 | Ae 80 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Luglio 1867. Quantità Media forza del vento Media evaporazione Vivenot della Pio ogia resa 9hm, 120 — 9h 120, 3h 6h 9 bh | 9h ì | 12h (Com.] pd. jCom.] p.d din i] » N tp. UDO 16.6 (10. 8|5.90 901,96 10. 08/12.14 2 PAN) 2 52 |25.8/23.2/16.6,5.70.0.78|14.20) 5 3 RIO) fo 5 111.8|14.6/10.1|2.36 1.422,26 iI: 7.92 4 4| » 4 {10.6|17.4/11.3/3.16|3.28 6.78| 8.75 5 Ri po | [Essen 1.66/2.00 1-9) 8.90 6 61 » |6_|15.5|17.5|15.3|6.62|2.63|2.30| 9.90 Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE | NE| ENE | KR ESE | SE [SSE| S | SSO | SO | 0S0 | 0 | ONO | NO | NNO Calm. Pred. fp.| » 1 8| 10 |4 DD DD » 1 4 |» D) » 1 1 ENE 2 2 2 h) 2 1 » » » D) 2 ò » » 3 » » d NE 3 » » Il ò 5 ) D) D) D) 2 3 )) » 50) » ” & ENE E 4 1 » 7 3 6 I » » » » 4 3 » » b) 3 2 NE 5 x 1 9 6 |3 » 1 » » » 7 » D) » » » 3 NE 6 » 2 9 6 6 » » » LI 1 4 » D) 7 I D) 4 NE Per decadi ip. | 2 3 16 12 d » » » » 2 7 & » 3 D 1 4 NE 2 ;i » 18 8_| Il » » )) 2 tl 3 » » » 3 6 NE 3 » 3 18 12 9 » 1 » 1 11 » » 2 ;I » ta NE Totale| 3 6 52 32 29 1 LI » 1 ò 25 1 » ò 1 & 17 NE Serenità media : | Massa delle nubi a a e de IT TT pi dei ip. 81 77 83 59 58 84 14 Î Ti ip | 7.9 Ta) 6.6) 16.9 18.0| 6.8) 11. Î 10,9 2 9 87 61 47 93 100 80 2 4.71) 6.6 22.8) 26.7] 1.9, 0.0] 10.5 si 3 98 79 96 9% 98 68 89 Î 90 3 0.8] 4.5) 1.4!) 1.4| 0.4] 6.4 2.9 | 31 4 100 83 97 71 90 100 91 4 0.0| 3.9] 1.2] 13.2) 3.0) 0.0 3.6 5 5 82 96 | 100 | 100 | 100 |; 100 96 è 99 || 5 | 1.2) 0.0| 0.0| 0.0) 00) 2.0 i 4.6 6 85 71 89 88 90 | 90 84 SISSI 6 7.5] 8.6] 5.7] 5.8] 10.0] 5.0] 714 Numero dei giorni | Sereni “| Misti | Coperti | Con piog. |Con neb.] Vento forte] Lampi | Tuoni |Graudine 1p. 4 41 » » » » » » » 2 | 5 » ”» » 2 2 P) » ”» 3 5 » » » » » » » ”» 4 | 5 D) » » 1 » » » » x 5 » » h) 1 » » » ) | 5 1 » » LI 1 ) » » “Totale 29 2 » » | ò 3 » » » Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . . . 734.68 . Forza del vento in Chilometri . .. ... +... 9.7 Dai massimi e minimi diurni . .......-. 754.75 Vento Predominante. . . .. alte falle CellaWfefielta [e VIVA Differenza ..... .0.07 Termometro Centigrado . . .... +... ++. 26.05 Massima temperatura nel giorno 25... + + +. 35.3 Dai massimi e minimi diurni . .......... 24.81 Minima mel giorno (AUS A ale ea lee Re AO È === Escursione lermometrica. . . . ARE Differenza ...... 1.24 Massima altezza barometrica nel giorno ‘2 (1) 759,82 —— Minima nel.giorno 30... ....... elle e 0a) a UROOE Tensione dei vapori... .. do DIET O a olte 12 40712 Escursione barometrica : ii .//1011 e 12.50 Umidità Ava eee dio nina CHI Totale Evaporazione - Gasparin ATO do «+ 247.70 Eyvaporazione- AIOErO, Gaspari. ...... 8.01 Totaleraellatpioggiat ate te tate sette eee Serenità . TATTOO dala 86 Massa delle mubi . 171111711! cano 1] Ozono. . .... CRANIO GO dora SK I) Direttore del R. Osservatorio G, CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO TIE gosto 1867 Il professore Onofrio Cacciatore, Penetrati dal più intenso dolore dobbiamo registrare la perdita d’una preziosa esi- stenza! Il prof. Onofrio Cacciatore non è più! Colpito il giorno 16 da apoplessia alla base del cervello, soccombeva il giorno 17 a un nuovo attacco che con maggiore fe- rocia lo assaliva! All'ultimo dei fratelli del nostro amatissimo genitore, da cui fu educato agli stu- di ed alle scienze, al zelantissimo ed assiduo cultore della scienza meteorologica ci corre il debito di tributare una lagrima, e ciò facendo intendiamo adempiere a un sacro dovere e come congiunti, e come scienziati. Nato in Casteltermini nell’anno 1801, fu, appena adulto, chiamato in Palermo dal fratello Niccolò, allora assistente del Piazzi all'Osservatorio di Palermo. —Sotto la di costui guida studiò lettere e matematiche, e mostrata vaghezza di geografia e di nau- tica fu ammesso come alunno nel Collegio Nautico di Palermo di recente istituito per le cure del capitano Giovanni Fileti e del Gioeni, — Ivi perfezionossi nelle discipline matematiche e di nautica astronomia, nelle quali bene inoltrato, intraprese un primo viaggio di pratica istruzione a bordo del piccolo legno destinato agli esercizi nau- tici dei giovani Allievi del Collegio. Se non che poco soddisfatto di questa prima prova di navigazione, dimise il pen- siero di percorrere la carriera della marina, e volle invece consacrarsi agli studi teo- retici. Ammesso in giovane età nella qualità di istitutore nello Stabilimento, vi dettò a varie epoche lezioni di geometria, di algebra, di trigonometria e di astronomia nautica. — Eretto un piccolo Osservatorio astronomico nello stesso Collegio, ne fu a lui affidata la cura e la direzione, Ed egli seppe grandemente giovarsene per istruire i giovani allievi nello studio del cielo, e per regolare i cronometri dei nostri ma- rini, i quali sin d’allora poterono contare sull’esattezza dei loro tempi e sull’ anda- mento di strumenti tanto necessarî alla navigazione. Fra gli studi suoi prediletti era la metereologia, e ne fan fede circa quarantott’anni Giornale di Scienze Natur. ed Econ. Vol. ill. 12 82 BULLETTINO METEOROLOGICO d'osservazioni metereologiche eseguite per quattro volte al giorno, in conformità del sistema e cogli stessi metodi praticati nel R. Osservatorio. — Nè sono'meno com- mendevoli le di lui osservazioni muriametriche, che continuò per lunga serie di anni, e che dovette sospendere quando di recente una nuova organizzazione dello stabili» mento venne a privarlo degli aiuti indispensabili in simili sperienze, Siffatte osservazioni muriametriche debbonsi reputare di altissimo pregio, e sono le sole che qui sieno state oseguite: e il nostro genio militare in occasione dei la- vori topografici qui intrapresi se ne avvalse con sommo profitto, siccome lo stesso onorevole capo ebbe la cortesia con gentilissima lettera di manifestargli. — Lo spo- glio e la discussione della serie delle di lui osservazioni forma al presente parte dei lavori del nostro Osservatorio. L'amore ch’ei portava alla gioventù studiosa era pari a quello che sentiva per la scienza, e la sua vita non fu che un continuo sagrificio per la istruzione dei suoi allievi, che amava con affetto di padre, c dai quali era riamato con filiale rispetto.— La nostra antica marina mercantile che certamente non ebbe difetto di esperti ed illuminati navigatori, ha con evidenza addimostrato quant’ei valesse in fatto d’inse- gnamento. Animo di forte tempra, spirito elevato, egli abborriva la tirannia, e il despotismo : patriotta di cuore fu l’amico di quei generosi che prepararono la riscossa del 1848, e i suoi liberi intendimenti furono spiati dal caduto governo, e n’ebbe a soffrire per- secuzione e carcere.— Salutava con gioia l’era novella della rigenerazione d’Italia— Se non che fatalissime circostanze avvelenarono gli ultimi anni della sua laboriosa esistenza! Una nuova organizzazione del Collegio, al progresso del quale avea dedi- cato tutta la sua esistenza, portò seco la soppressione delle di lui incombenze scienti- fiche non che dei modestissimi averi che pur formavan la sua sussistenza.— Il governo inconsapevole, e forse non bene informato d’un’ individualità onorata e rispettabile, senza volerlo trascurava il vecchio professore, e lo colpiva nella parte più sensibile dell’animo suo! Sia ora pace all'anima sua! Alla scienza egli lascia una serie importante di spe- rienze : agli amici, agli allievi, alla famiglia una memoria cara ed imperitura!! DEL Ri OSSERVATORIO DI L’ALERMO 83 Il Metereografo del P. Secchi, Gli strumenti registratori che oggi con bel successo si adoperano negli studi di meteorologia, sono degli apparecchi destinati a mezzo d’ingegnoso artificio, a segnare per qualunque istante tutte le circostanze relative all'andamento di alcuno degli e- lementi dell'atmosfera. —- Abbiam così il Barometro e il Termometro registratori, che ad ogni istante segnano la pressione e la temperatura, lasciando su tavole le trac- cie delle curve diurne barometriche e termometriche,— Son questi istrumenti par- ziali, che sebbene oramai rendano segnalati servizi alla scienza, han mostrato però vieppiù l’importanza che il complesso dei vari elementi atmosferici per via di me- todi grafici, siccome si è praticato per la pressione e per la temperatura, possa in tutti gl’istanti con agevolezza conoscersi, A siffatto interessantissimo obbietto ha mirato il celebre astronomo del collegio Ro- mano col suo magnifico metereografo, che ha fatto la più splendida mostra all’espo- sizione mondiale di Parigi traendo a sè l'ammirazione ed il plauso dei dotti di tutte le nazioni— Non per singoli e parziali elementi ma il nuovo ingegnoso apparecchio serve a denotare per qualunque momento le condizioni degli agenti tutti che muo- vonsi nell'atmosfera. — È una macchina che segna con maravigliosa fedeltà tutte le vicissitudini del tempo, le varie condizioni degli elementi atmosferici, come la pres- sione, la temperatura, la velocità e la direzione dei venti, l’ora e la quantità delle piog- gie, i massimi e minimi barometrici e termometrici , infine è uno strumento desti. nato a registrare tutti i fenomeni meteorologici mediante curve grafiche tracciate su tavole, il di cui movimento è regolato da un orologio — Un’ idea fondamentale do- mina nel complesso dell’intera macchina, ossia che le indicazioni dei vari strumenti che la compongono, possano mettersi a reciproco confronto , e quindi che dei vari fenomeni possan dedursi le reciproche relazioni ed influenze. Le varie applicazioni dell’elettricità alle scienze ed alle industrie, oggi che l’ in- gegno umano ha potuto sommettere questo possente motore alla sua volontà, renden- dolo di uso comune e di pratica utilità, di giorno in giorno si fanno più importanti, e grandi e inattesi risultati fanno sperare per lo avvenire, Sebbene l’elettricità non sia assolutamente necessaria nella macchina del profes- sore Secchi, potendo egli a suo talento disporre d’ una forza meravigliosa, ne ha tratto vantaggio onde trasportare le indicazioni degli strumenti nei siti che potreb- bero tornare a maggior commodità all’Osservatore , potendo per altro gli strumenti esser collocati a qualunque distanza, e la più conveniente alla loro indicazione. Non è qui nostro intendimento di descrivere il meraviglioso apparecchio, del quale lo stesso illustre autore ha dato ampia relazione, ma solo di accennare come stru- menti di simil fatta possono immutare l'aspetto d’una scienza, e massime della meteo- logia, la quale mercè la simultaneità, la continuazione e la fedeltà delle sperienze potrà dare quei risultamenti, che invano fin oggi si sono sperati, Assidui cultori nel nostro osservatorio di questa scienza, ma non molto ricchi in fatto 84 BULLETTINO METEOROLOGICO di strumenti e di mezzi di osservazione, e molto in difetto sul riguardo del perso- nale, sin da quando il venerando P. Secchi ci dava notizia della sua splendida in- venzione, vedemmo tutto il vantaggio che gli studi meteorologici potrebbero trarre ove un osservatorio ne fosse in possesso. (Quando poi l’astronomo di Roma onde farne mostra all’esposizione di Parigi ne costruiva una nuova, balenò come un raggio di spe- ranza nella nostra mente la possibilità di potere ottenere la prima, e questa idea si fe’ più tenace incoraggiata dalle offerte e dalle agevolazioni del grande autore. Quindi officialmente ne femmo domanda all’illustre professore Cannizzaro, onde nella sua qua- lità di Rettore di questa Università, avesse con calore pari all'importanza dell’acquisto chiesto i fondi necessari al sig. Ministro della Pubblica Istruzione. Nè la risposta ad onore di entrambi tardò molto ad attendersi. Ed infatti trattandosi d’ un incremento scientifico e del nostro Osservatorio non potevamo diffidare delle premure d’un egregio ed illustre scienziato, né di quelle d’un illuminato e dotto Ministro.— E l’uno e l’altro fecero eco ai nostri desideri, e la mercè il loro nobil patrocinio il magnifico apparec- chio ornerà in tempo non molto lontano le stanze del nostro gabinetto meteorologico. Alla dotta invenzione del P. Secchi fu decretato dal giuri delle ricompense all’ e- sposizione di Parigi il massimo premio, e l’autore fu decorato delle insegne di Uffiziale della legion d’onore. Il celebre Dumas membro del Consiglio superiore per la distri- buzione delle ricompense scrivea all’illustre Astronomo in questi sensi, che chiara- mente addimostrano con quali applausi è stata accolta la di lui macchina, « Mon cher confrère, « Le Conseil vous a décernè un grand prix. Permettez-moi de me féliciter d’avoir contribué a fair rendre justice à un savant illustre, à qui nous devons d’avoir donné une forme vraiment pratique a 1’ une des pensées les plus etonnantes de Lavoisier. Ce grand homme avait essayé en vain d’organiser dès observations meteorologiques. Le personel manquait. Vous nous apprenez à nous en passer et à fair mieux sans lui, « Veuillez, mon cher confrère, croire à l’ expression de ma plus haute considera- tions—Dumas. » Gli studi meteorologici in Italia possono quindi avere rapido e positivo incremento mercè l’aiuto di questo istrumento, il quale sarà più attivo, più diligente e più as- siduo di qualunque esteso personale. E noi facciam voti per lo avanzamento della scienza che i principali Osservatori d’ Italia ne vadano provveduti, di guisa che in un periodo non lungo di tempo si abbia la più uniforme, la più continuata e la più esatta serie di sperienze meteorologiche. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 85 Osservazioni di stelle australi eseguite al Cerchio Meridiano del R.0sservatorio di Palermo DAL SIGNOR Pa. TACCHINI SO 5 à ASCENSIONE RETTA APPARENTE DECLINAZIONE APPARENTE |! à z IAA In E 9 2 OSSERVAZIONI vw 5 e ee e rs] 316 hi) 172, 02, 555,54 LI AS DOO 3 1867.5577 317 8 17. 2 44,12 24, A BIZ 2 5663 318 8,5 Ii BIO 14,60 24 lo Tempo medio di Palermo del 21 agosto 1867. 20 » il) 200 20% IleNcontatto— 10156 Sco. 2° » = 11 . 0. 48,7. Nel transito dei tre satelliti si osservò il solito diminuire di splendore a misura che si avvicinavano verso il mezzo del Pianeta, ove assumevano una tinta cinerea densa non uniforme. — Però il satellite I° si presentò assai più luminoso del IN° e IV, e in vicinanza al bordo era brillantissimo di tinta uniforme. DEL R, OSSERVATORIO DI PALERMO 91 RIVISTA METEOROLOGICA Pressione:— All’infuori dall’abbassamento del giorno 2 corrispondente alla massima temperatura, ed alla più forte velocità dell’aria, nel restante del mese non si ebbero che deboli variazioni. La depressione intermedia sensibile è quella dal 13 al 19 con una escursione di 6," corrispondente al generale abbassamento nell’ Europa; il ma- ximum del mese fu appunto nel giorno 19 di 758,75 che col minimum del 2 di 746,1 dà un’escursione totale di 12,7, Temperatura — Dal 31 la temperatura sali rapidamente al massimo di 38%,6 nel giorno 2 agosto; poi con eguale rapidità discese fino al giorno 5 con un minimo di 20,7, presentando in tal modo una escursione di 18 gradi in 72 ore; dal 5 in poi la media diurna si mantenne quasi sempre la stessa fino al giorno 28 con diminuizione negli ultimi tre giorni. Le diurne escursioni furono minori di quelle del luglio , in medio di 6° e la più forte è quella del giorno 8 di otto gradi. Ozono.— L’ozono osservato alla Specola fu nel medio un poco maggiore di quello di città; risulta infatti dalle nostre osservazioni di 3,57, mentre il medio di quelle fatte dal sionor Delisa è di 3,22. L'andamento delle due curve ozonometriche non è così d’accordo come nel precedente mese; confrontando le medie finali orarie, si vede che alla Specola l’ozono fa superiore a quello della stazione bassa dalle 9 del mat- tino alle 6 pomeridiane, ed inferiore dalle 9 della sera all’1 del mattino. Dagli stati parziali per pentade, si vede un accordo discreto nell’ andamento delle curve solo nella prima, quinta e sesta ‘pentade. Fu notevole la rapida diminuzione di ozono in ambo le stazioni nel giorno 2, col vento dominante di S0, abbassamento forte nella pressione, temperatura molto elevata ed aria caliginosa. Intanto fu a quest'epoca che il colera incominciò la terribile strage. Alla Specola il massimo ozono avvenne nel pomeriggio in vicinanza alle 6, poi ca- lando si trovava d’accordo con quello di città alle 9" sera; dalle 9" sera alla mez- zanotte si aveva il minimum, mentre in città cresceva, per diminuire più tardi, co- sicchè il minimum in città si notava presso le 9" del mattino; il maximum di città precedeva quello della Specola e aveva luogo intorno alle 3" pomeridiane. Vento, — 1 venti dominanti furono regolari della stagione; durante il giorno sof- fiarono i venti del primo quadrante, nella notte quelli del terzo. La forza dei venti fu in medio la stessa del mese di luglio, Le massime velocità si verificarono sempre in vicinanza del mezzodi coi venti di NE ed ENE; invece nella sera intorno alle 9° si ebbe assai di frequente una calma perfetta. Fu notevole il cambiamento di direzione e forza nel giorno 3; mentre nel mattino spirava il S0 e a Napoli era forte il SSO, nel pomeriggio ebbimo 1’ONO con velocità di 35 chilometri, seguito da calma nella sera; anche nel 4 e 5 siebbero nuovamente venti forti del 4 quadrante. 92 BULLETTINO METEOROLOGICO Umidità e pioggia: — L'umidità fu debole solo nella sera del 14 si avverti una forte condensazione di vapore acqueo; e basse nebbie si erano osservate nelle cam- pagne nella precedente sera. Agli ultimi del mese la stagione si dispone ai tempo- rali, e tutto dava a sperare che dopo tanta siccità, avrebbero succeduto finalmente le pioggie; ma invece la quantità di acqua caduta si ridusse a 6®® soltanto. Vi fu- rono tuoni e lampi per temporali di passaggio, che si scaricarono al mare. In qual- che paese vicino e più elevato vi fu abbondante pioggia e grandine. L’evaporazione per la siccità dell’ aria e temperatura elevata fu forte , risultando la somma totale di 220 millimetri; nel giorno 2 col massimo caldo e forza del vento si ebbe un’eva- porazione di 14,3, NOTE L. Dal mezzodi alle 2" p. aria caliginosa. 2. Giornata oltremodo calda, e vento forte di SO con aria caliginosa. 3, Fu notevole il cambiamento del vento forte in ONO e qualche goccia alle 9” ant. 4, In questa giornata dominarono i venti di NO e NNO, ozono elevato. 5. Alle 8% sera vento forte di ONO. 6. Anche in questo giorno si ebbero nel pomeriggio venti forti di NNO. 8. Aria caliginosa nel mattino, molta variabilità nella direzione dei venti, 10, Nel mattino fosco l’ orizzonte del mare , e basse nebbie nelle pianure di Falso- miele e Villabate, 14, Ozono assai debole; nella sera umidità forte, 15. Nel mattino aria caliginosa, 17. Giorno variabile e caldo al mezzodì vento forte di 0, che gira ad E, poi riprende forza alle 6 dal N. 22. Al mezzodi si osservò l’aria caliginosa. 23. Nel mattino aria caliginosa. 24, Nel mattino e al mezzodi aria caliginosa; dalle due alle 3 p. si dispone a piog- gia; ma non cadono che poche goccie; al mare ci fu pioggia, e si udirono anche tuoni, 26. Al mezzodì goccie, e si mantenne piovigginoso sino alle 2% p.; alle 1" 34 s’intese qualche tuono; alle S" s. lampeggiava in basso a NE, 28. Nella sera lampeggiava a NNO. 29. Nel mattino pioggia e dopo il mezzodi, nella sera lampi a S0, 30. Pioggia al mare alle 6" p.; alle 7 temporale con pioggia e lampi ad E; i lampi continuarono nella notte a NNE; al mezzodi pioggia anche in città. In tutto il mese il mare si mantenne in perfetta calma. een DEL Ro OSSERVATORIO DI PALERMO Massimi e Osservazioni Meteorologiche di Agosto 1867, 93 Massimi © Barometro ridotto a 0° AIR, QUI l'ermometro centierado IG minimi. CE ee ermomernek gh; 12h ‘ 12h 3h on CINE 2 | 1 750.96 749.05)|25.9 |26.6 |27.8 [26.9 125.5 [21 27.8 | 20.4 3 16.10)|: 35.9 [326 26.9 || 38.6 | 24.3 3 17.75 2A || 29.0 | 23.4 n 13.2 || 27.1] 22.5 n 2 26.7 | 20. bo 2î 29.8 | 21.5 7 .Il 2 26.8 | 20.6 8 d.1 |2; 28.9 | 20.5 gl si 6 23.8 || 26.3 | 2122 10] 56. 2 2 27.2 | 21.8 in 53. .3 2.8 || 27.0 | 22.3 12 || 55.4 .9 |2î 2 P 619002355 13 56. .8 [25.4 |2 282002153 14 1. 1 |25 2 29.5 | 21.7 15 53.4 3.8 2 DÀ ZII: 16 DA .2 2 28.2 | 21.2 17 4. 4. 19) Ri 30.8 | 23.3 18 »6. dI. HA) 2 DION MZIE8, 19 è 37. .6 :90|2 274 | 22.1 20 || 57. ;1. 15 [25 274 | 2A 21 Ì. d6.i .0. (2 27.5 | 21.1 22 )Ò. dI. .8 [25 SIGON27 202212 23 Dì 95.69 .2i |25.31 123-9 28.9 21.8 24 4. 94.83 .0 |26 29.9 || 29,7 | 22.5 23 | 05. 34.63 hi 26.2 || 27.6 | 22.2 26 54.2 54.05 .3 24:20 |02112/0/02257 27 ò 4.74 .8 24.4 || 27.3 | 22.3 98 || 54. 54.50 0 24.5 || 27.3 | 22.2 29 dI. 94.47 HD 22.3 ||. 25.2 | 21.5 30 33. 59 45 SD 21.2 || 25.4 20.1 31 52. 52.96 o 5 52 20.2 || 25.0 | 19.1 an. Il 15677) a56661 256.40] 154.29] E) ;|23.91]] 27.861 21.7 Osservazioni Metcorologiche di Agosto 1867. Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo 9im | 12h) 3h, 6h, 9h 12h (9hm) 120) 3h ) 6h, 9h) 12h 9hm 12h uomi gn 9h 42h 1||13.66|16.83(17.76]16.66/16.64|17.40)] 63 | 65 | 64 3 | 68) 73 [Lucido |Bello Nuv. Bello Nebb. Nebb. 2//14.53|13.73|17.38|11.96/15.63|20.02;| 42 | 28 | 38 | 32 | 54 76 Cop. Nebb. Nuv. Cop. Nebb. Nebb. 3|/14.22/11.91|12.48|15.51|17.05|14.69]| 51 | 40| 42| 63 75 65 Cop. | Cop. Cop. Bello Lucido |Bello 4|15.18|15.33/14.20|14.77|16.37|15.60]| 64 | 63| 55 | 62| 74| 74||Misto Nuv. Bello Nuv. Lucido |Nuv. 5||14.4S|1% 93|15.67|15.34|14.32|15.22]| 60| 62| 64) 6%) 65 | 73 {Lucido |Lucido |Bello Bello Lucido |Lucido 6||15.34|14.09|12.47|1%.36|15.92|14.50|) 65 | 59 | 51] 65| 73 | 72 (Cop. Misto Nuv. Cop. Bello Lucido 7|14.15(14.75|14.85|16-16/15.01|14.27]| 60 | 60) 64| 68 | 69| 74|Nebb. |Lucido |Lucido Lucido {Lucido |Lucido 8||13.72/16.54%/15.16|16.51|16.75(16.43|| 55; 67, 51| 70) 72) # Lucido ;Lucido |Nuv. Nuv. \uv. Lucido 9|115.32/15.48|16.65116:56/17.43|16.43|| 63 | 62 | 66| 68| 74| 75|[Nebb. |Bello |Nuv. |Bello [Lucido |Lucido 10(16.12/18.85/15.49]17.56/19.2$8 17.29! 65| 74| 69] 75| 79) 78|Iucido |Bello Bello Nebb. Nebb. Lucido 11||16.64j19.11|18,54|15.27|17.63|17.57]| 63 | 74 | 71| 68| 74| 75 [Bello Nuv. Bello Nuv. Nuv. Cop. 12|117.38/17.19|17.74|17.62/17.65'16.76)| 69 | 67) 68| 71) 75 | 74|[(Bello |Bello Bello Bello Nuv. Lucido 13|(17.07|1%.31|18.55|18.17|16.32|14.03]| 66 | 52 | 67] 69| 68] 65 |Lucido |Bello Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 44)(14.71|15.75|18.75|18.72)18.71|/16.69]| 52 | 53 | 64 | 70) 77) 73 Lucido |Lucido |Lucido |Bcello Lucido |Lucido 15]/17.38|16.66/18,55|17.07|15.97|14.88|| 69 | 67 | 68 | 65 | 67 | 67|'Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 16|(14.18|10.37|14.31|14.68|15.60/15.31|] 54 | 38 | 52 | 55| 64 | 67{Lucido |Lucido |Lucido |Lucido ;Lucido |Bello 17||14.69|15.70|16.50|16.11)15.85|16.06;| 50 | 48) 55 | 61| 66| 69|Nuy. Nuv. Bello Nebb. |Lucido |Lucido 18|[14.55|16.16|17.54|17.55|17.79|16.39{| 57 | 62 | 67) 69) 72. 72 (Ncbb. Nuv. Bello Nuv. Bello Bello 19|(17.54|17 54/18.4S|18.47|18.91|17.40]] 67 | 67) 70] 71] 76| 76 (Cop. |Nuv. Bello Cop. Lucido |Lucido 20||17.62|16.70/17,73|16.89/17.09/13.77]| 69 | 61| 66| 66 71, 65 [Lucido |Bello Lucido |Lucido {Lucido {Lucido 21|\15.29/13.27|16.82|16.65|15.99|11,52]| 59 | 56| 63 | 64] 68 | 53 [Lucido |Bello Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 22||15.2X|17.92/18.10!17.80|17.93|12.97| 60 | 65| 68 | 68 74, 57 [Lucido {Lucido |Lucido |Lucido {Lucido |Lucido 23)114.87|13 S2|15.25/18.67!/16.21|12.06]| 53 | 48| 53 | 70| 68| 55 [Lucido |Lucido |Lncide |Lucido |Lucido |Lucido 24|117.70(14.36|19.06|19.23/19 79/12.5%]| 50 | 42| 70) 77) 79) 57 [[Nuv. Bello Osc.c.p.[Lucido |Lucido |Lucido 25|118.16|19.50/19.70|16.88119.4S|16.93]| 70 | 74| 73 | 62| 77) 73 [Bello Bello Bello Bello Lucido |Nuy, 26||18.48|19.70 19.04/19.04|18.34(18.12|| 70 | 74 716 | 76| 76| 81|[|Nuv. Cop. Osc.c.p. | Bello Cop Lucido 27||17.61j17.30\17 37)17.25|17.80/16.94!| 67 | 64| 66 | 66| 72| 74|\Misto Misto Nuv. Nuv. Bello Lucido 28|[15.94|16.52|18.10|17.56/17.63|16.34]] 63) 62| 69 70! 74| 71{(Bello |Bello Nuv. Bello Nebb. Lucido 29//16.26/15.83|17.94|1%.45:13.49|12.89]) 74 | 69| 80] 63] 66| 64 [|Osc.c.p.|Osc. Osc.c.p.|Nuv. Nuv. Cop. | 30|14.20|13.24/14.63|14.30|13.98]13.56 di 60| 64| 64| 68] 72|Cop. Cop. Cop. v. |Cop. Nuv. Nuv. (31||12.99(15.56/17.12|1%.10/13.31/14.96 #1 98| 67] 77] 85 Cop. Cop. Cop. Cop. Bello Bello M.||15.71|15.82|16.84|16.53|16.86|15. valso. ‘8 39.9/63.9|65.7)71.3|70.î —_——_—_—€@«—€=—É_"u - 94 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Agosto 1867. | Pn Gasparin| Forza del vento in Chilometri Ozono ‘0-61 6-3 | 3-12. Totale gh. fo TO Di, 3h 6h 9h 12h 9h i 12h sh 6h 9h 12h 4;| 0.82 | 3.27 | 2.87 | 6.96 || 6.9 (20.1 [15.0 | 86 | 3.6 | 1.0 3.0 6.0 3.0 6.5 1,5 2.0 21 0.33 | 7.48 | 5.93 [14.24 || 5.2 (33.1 [28.8 [27.3 | 3.0 | 9.4 2.0 0.0 0.5 2.0 2.0 1.0 3 0.79 | 3.86 | 2.97 | 7.62 || 5.8 [31.3 [35.3 [32.2 | 0.8! 00 6.5 a) 5.5 7.5 3.0 1.0 4 0.50 | 3.97 | 2.89 | 8.36 [14.5 [12.4 [14.5 |23.7 | 4.5. | 1.3 2.0 7.0 7.5 » 5.5 3.0 5 0.91 | 3.46 | 3.37 | 7.74 |; 6.4 /20.1 [15.8 [12.8 | 6.9 | 5.4 4.0 6.0 9.0 3.0 3.5 2.0 6 0.67 | 3,20 | 3.19 | 7.06 (13.4 |10.9 [21.3 |19.5 |17.1 | 7.3 3.5 5.0 6.0 5.5 4.0 2.0 | 7 1.57 | 2.9S | 3.04 | 7.59 [11.5 ‘16.6 | 8.6, 6.4 4.6 | 1.6 4.5 60 6.5 6.5 2.0 1.0 8| 1.48 | 3.47 | 3.29 | 8.04 || 2.6 |16.4 (12.2 (15.3 | 0.0 | 4.8 3.0 4.5 1.0 3.5 2.5 0.0 | 9 0.81 | 3.45 | 2.82 | 7.08 [112.5 [19.0 |12.6 | 5 6| 0.0 | 2.2 4.0 2.5 6.53 2.0 1.5 0.0 10| 0.99 | 3.45 | 2.35 | 6.79 |11.6 (17.7 [13.7 ! 7.2 | 0.0 | 4.6 29 3.5 7.0 4,5 2,5 0.0 (19| 0.90 | 3.90 | 2.50 | 7.30 [11.2 [19.7 [12.1 | 7.9 | 3.1 © 3.5 2.0 4.5 7.0 6.0 2.5 0.0 [127 0.6£ | 3.86 | 1.73 | 6.23 ||12.3 |19.0 [16.3 |19.7 | 0.0 | 3.2 2.0 4.0 8.5 3.5 4.0 0.0 13] 2.12 | 4.15 | 204 | 8.31 || 4.4 | 6.8 | 4.4 | 4.0 | 4.1 | 4.6 20 5.0 6.0 4.5 1.0 2.0 (14 2.40 | 3.74 | 2.79 | 8.93 || 4.1 | 8.0 | 5.5 | 5.7 | 0.0 | 2.5 2.9 2.0 0.5 05 1.0 1.0 5] 2.145 | 332 | 2.73 | 8.20 ](15.5 [17.4 | 7.9 | 3.4 | 4.4 | 2.9 1.0 1.5 8.0 6.0 1.5 0.0 (16) 2.13 | 3.87 | 2.49 | 8.49 || 1.6 (10.8 |16.5 | 4.6 9.3 | 3.2 1.0 5.6 3.0 4.0 1.0 0.5 [17] 1.52 | 4.34 | 1.83 | 7.69 [| 9.6 [21.8 115.1 (21.1 | 7.7 | 3.5 3.5 4.0 20 3.0 3.0 1.0 (18) 2.40 | 3.40 | 2.33 | 8.13 || 3.3 [19.4 |13.8 [16.9 | 0.0 | 0.6 || 1.5 6.0 5.0 6.5 2.0 0.0 (19 1.39 | 3.67 | 2.57 | 7.63 [12.1 |22.3 |13.6 |13.2 | 1.8 | 4.2 3.5 4.5 6.0 6.0 2.5 0.5 20)) 0:98 | 3.30 | 2.71 | 6.99 || 7.9 [19.9 {11.8 | 1.8 | 5.4 | 5.9 3.5 6.0 7.0 1.0 2.0 0.5 (21 4-42 | 2.58 | 3.74 | 7.74 || 9.6 (17.5 (12.7 | 4.2 7.9 | 9.7 3.5 6.0 6.5 71.0 1.0 2.0 (22) 1.18 | 3.28 | 3.14 | 7.60 |[10.5 (12.1 {10.6 | 7.5 | 2.2 {10.7 3.5 7.0 1.0 5.0 2.0 0.5 123) 1.28 | 3.25 | 1.93 | 6.46 || 6.2 (12.5 [13.9 8.0 (12.2 [12.9 3.5 9.0 7.0 7.0 1.0 1.0 |24| 3.07 | 3.75 | 1.97 | 8.79 [16.0 {12.3 [15.9 | 5.0 | 2.8 [10.7 3.0 SIL) 6.0 3.0 1.0 05 25) 1.17 | 5.08 | 2.34 | 6.36 || 5.8 [14.5 (14.7 | 7.200 [49] 10 5.5 7.5 6.0 3.0 0.0 26] 0.89 | 2.01 | 0.94 | 3.84 || 9.1 115.4 {11.8 | 0.0 | 2.8 | 4.3 2.0 7.0 5.0 3.0 1.5 0.0 27|| 0.57 | 3.64 | 2.02 | 6.03 |l 8.7 [20.9 ! 7.3 | 8.5 | 1.4 [11.0 3.0 5.5 6.0 d.5 4.0 0.0 ‘28 0.50 | 3.62 | 1.58 | 5.70 [| 8.9 (23.1 |11.% | 8.8 | 3.0 | 6.6 3.0 6.5 2.5 6.0 0.5 0.0 129] 0.60 | 0.00 | 1.54 | 2.14 || 0.0 | 0.6 | 2.4 | 7.4 (11.3 0.0 3.0 1.0 4.0 5.0 3.0 2.0 30)) 1.06 | 0.86 | 1.30 | 3.22 | 2.2, 8.8| 7.1| 0.0 | 0.0 | 4.8 2.5 4.0 3.5 25 3.0 3.5 31] 0.26 | 1.52 | 1.19 | 2.97 || 7.2 | 4.3 111.5 | 8.1 | 6.6 | 4.9 4.0 5.5 4.5 6.0 3.0 2.0 INR 1.24 | 3.39 | 2.26 | 7.19 || 8.33|16.42!13.50]10.54) 3.88] 4.89)| 2.88 4.77 5.23 5.30 2.30 0.9 Osservazioni Meteorologiche di Agosto 1867. Direzione del vento ; Direzione delle nubi Piog. 9hm 12h 3h 9h 12h 9h 12h 3h 6h 9h 12h 1|{ 1 ENE NE (o) NO) » DI Oni 6) » » » 2 2| SO SO (OSIO) \ NO So) O) ) » ) ) ) » 3 sl SO ONO ONO (0) {Calmo » » » ONO D) 5) » DI 4| NE NE No NNO | 0S0 N » » » » » ” 2 5 ENE Nb NE (ORIO) So) » » ) n ) D) » 4 6 NE NNE NNO NO sO NE NE » » » » » 4 7) ENE ENE RENE SO SO » » » » ) » n 1 8| ENE È 0 Calmo | SO » » » » » » » 0 9 ENR NE NE Calmo | SO ) ) » » » » D) 0 \ RENE Calmo (OXSKO) D) » » » » » )) 1 ENE SO STO) ») L) » )) (0) » » 1 NE Calmo so » Di a ) E » » 1 ENE SO D) a LA) D) » » » 1 NE Calmo | SO » » » ) » )) 2 NE SO sO » » » D) D) » » 1 ENE IO so » » » » » » » 1 E NNO so b) » D) » » » » 1 NE Calmo so » » » D) » D) » 1 NE END | SO D) » » » » D) » 2 ENE SO | SO ) ) » » » » » LI NE SO | SO )) » ) )) )) ”» » 2 NE NE | SO » » D) » » n » 2 ENE SSO | SO ) » » » n» » » LI N IO IISIO) » » » » » » D) 2 NE Calmo | SO ) D) » » » b) » 1 NE S | SO ) » » » » » » LI ENE Sto) Sio) D) » » » D) D) » 2 NE NE ENE ! ENE | S0 » » )) » » in » 2 29 (Calmo ENFE ENE 0sS0 SI Calmo ) » D) » » » 5.69 2 30) SER so ENE Calmo (Calmo so D) » » » ) » 0.32 2 dl NNE so | NE N 0 OSO x » Y ’ » » » 2 | | DBL R, OSSERVATORIO DI PALERMO | hm 12h ressa TO mena | .=—z.—_ sr” 7” - — l- _——. —_ res SI Vol. | Dens.| Massa] Vol. | Dens. Massa s.|Massa]| Vol. |Dens.j Massa||Vol., Dens.|Massa|| LI ) D) ) S| 04 1.2.1) RADI GIA) 2.4 || 60 0.3 | 18.0, 2 so o5S|a00] 15) 3 25.0 || 60 2| 12.030] 3) 9.0] 3) 90 5 | 45.3 70! 53 nes MISE NOS Isa 1120) 5 | 10.0 || al 50 5 oso 30) 5 125) 6| S| 30|2%0) 54100] 5» ) » ) » 7.0] 6 SU I3I0, n) » | » || 6 70 ADERRO 30 b) 36.0 10. | 6 6.0 » | )) » | 7 10 b) 5.0 D) ) » ||» ) ) D) ) | » | 8|| » ) ) ) ) » 18.0 || 35 621.0] » | » ) | 9 20 5100 21) 5 | 10.0 || (DA | N) ) ) » | » » || 10 » » D) 15 5 1.9 || 10.0 || 20 2 4.0 Ù) » | » || iL] bj ò 2.3 40 5 | 200 16.0 | 40 4 | 16.0 || 90 654.0] 12) 10 5 USO 6 5| 3.01 5.0| 40 8.| 20.0] »n| » » || 13 D) ) )) 3 b) 1.5 D) ) » D) ) » | » || 14 ) » ) » | D) ) 2.0|| 8 5 4.0 ) » | » | 5) » » » DA » | » |» » » || » » » | 16 » ) ) »| » »l ) » » » 5 &| 2.0 || Il 25 5.|/412.5.]| 30) 5 | 15.0 2.0)» » n » 18) 90 3 | 27.0 40 | S| 20.0) | 15.0 1ù 770.5 || 10 S| 6.0] 19) 60 6| 36.0] 30) 5 | 15.0 28.0 ||» » » » » | » 20)» » DI 5 | 4| 2.0 » » » |» DIN DI » » » )) » » || DI ) » O) 3 4 1.2 » » | »|l » D) » » » D » b) » || 92 ) » D) » | D) » DI » | » ) D) » » ) DE) ) » || |23| È) » O) o) » » » » » ) » MODI OD » » » » » | d4ll 8 4| 32] 20) 4]. 80] 6 4| 24 90 7| 63.0 » » » |» » » 250» » nl 2| 4| 08 4| 4| 16) & 5| 20) 6 3| 30) 30 4 | 12.0] 26] 20 £4| 8.0] 90] 6 | 34.0 || 100 770.0) 10 4 | 40) 80 5 | 40.0 » » ) 27) 50 6|5300]| 50 6300] 30 6 | 18.0] 40 5| 200) 20 5 |100] » » » || asl 5 SU 2ISt ASTE 5 is 40 6 | 24.0 || 20 5| 10.0) 60 4 (240 || _» » » | 29) 100 770.0 || 100, 7! 70.0] 95 6) 57.0) 40 5| 20.0! 40 5 | 20.0 || 70 5 | 35.0 || 30] 90 6 | 54.0 || 100 | 7| 700) 90 6) 54.0 || 95 6| 57.0 40 5 | 20.0 |) 40 5 | 20.0 Il 31) 70 6 | 42.0 | 80 | 6 | 48.0 90 6 | 54.0] 90 5. | 45.0 20) 5 | 10.0| 20 5 | 10.0 || n 140 || 251 139 || 23 129 | 26 134 || 15 6.9 || 12 5,8 || Medii barometrici Medie temperature 9h, 12h 3h, 6h 9h 12h Comp. p.dec- gn {2h | 3h | fil 9h 12h |Comp.p.dec. 4 p.|751.96|751.87 151.66 751.61 752.01|752.05 151.86,733 31 1 p.| 27.10 28.92! 28.96) 27.10| 25.28] 24.52| 26 98 26 06 2 54.73| 54.69| 54.42) 54.56) 55.10) 55,06] 54.76; Du 2 25.52) 25.78) 26.54] 25.28] 24 54| 53.12 95.154 3 36.23) 56.02| 55.73) 55.44] 55.93] 53.87| 55.87 133.98 3 26.68 27.16) 27.42| 26.58] 25.28) 24.38| 26.25) 26.37 4 56.08] 56.06| 55.81) 55.85] 56.95] 56.44 56.09( di 4 27.10) 27.86) 27.60 26.70] 25.62) 24.08] 26/49) © ò 55.60) 53.37] 55.21) 54.92] 55.30] 55.11 ULT 83 6) 26.78] 27.78) 27.52) 26.80] 25.54) 24.58] 26.50 23.56) 6 34.00| 53.92] 53.58| 53.37] 54.12] 53.96] 53.82)! 60 25.48 23.42] 24.77) 2547! 24 051 22.80 24.62| n Media umidità relativa Medie tensioni 9h 12h 3h bh 9h 12h |Comp.p.dec. i_9h 12h sh | 6h 9h 12h |Comp.p.dce. 1 p.| 56.0 | 51.6 | 52.6 | 56.8 | 67.2 | 72.2 | 59.4 } 63.3 1 p.|14.81 (14.55 [15.50 (14 85 |16 00 (16.59 | 15.38, 15.63) 2 61.6 | 64.4 | 60.2 | 68.4 | 734 | 74.8 | 6716 2 14.93 |15.94 |15,52 |16.23 |16.88 415.78 | 15.88) ©" 3 63.8 | 62.6 | 67.6 | 68.6 | 72.2 | 70.4 | 675 65.5 3 16.64 |16.60 |18.43 (17.37 |17.25 15.99 100, 16.66 x 59.2 | 55.2 | 62.0 | 64.4 | 69.8 | 69.8 | 63.4 N) 4 |15.72 \15.29 |16.91 |16 74 |17.05 |15 79 | 16.25 i b) 58.8 | 57.6 | 65.4 | 68.2 | 73.2 | 590 | 63.7 67.1 5° |16.23 (16.17 |17.79 (17.85 |17.88 |13,20 16.52/ 16.33 6 65.5 1 67.7! 75.5! 67.7! 72.21 74.5! 70.5 I i 6 145.91 116.36 |16.57 116.12 16.13 |15.47 | 16.14 Î Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin e e | sel eztenno cal. | 09 | TA | a6i | ang, ne LA 33.5 n 749.75 ; È 3 al 22.2 ti b o 3. È 2 i540 13649) "53.64; 291.10" 27.00) 200 2012 21.693” | 1.10. | 331 | 296| 733) 8-07 37.25 94.540 op 3 27.80 22.01 .| 3 1.64 | 3.79 | 2.36 1.19 i 36.87) 157.06 1 154.83, 23/160 27.98 Dio 22.05] 4 | 168 312 240 19) 1.79 6.07) new ge] 54.49 6 28.18 21.96 5 .62 1 .62 ne 6 St:ogi 135951 34:65) 15979) È Seggi 2718] 2132) 216485 | O6Ì | 196| 143. 31981 9-10 nni BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Agosto 1867. Medie dell’Ozono Quantità | Media forza del vento della Pioggia 0h-6; 6h-9,9h-12}12h-3] 3-6 | 6-9 | 9-12 [Comp. p.dec. | ] 9hm, 42h, 3h, 6h | 9h | 12h |Com.| p.d 1 p.|48|3.5 | 4.9 | 4.4 | 3.8 | 3.1 1.8 | 3.76 i 3.58 Il » N 1p.)7.76|\23.4|21.8/20. 2/3. 76 3.42 13:90 70 2° |32|35|44|52/44|25]| 06]|3400°%°8 (2 n I (2 ‘|10.3|16.2|13.5|10.813:34/4.10| 9,89)!!- 3 3.8 | 1.8 | 34 | 61/43 | 2.0 06 | 5.14 3.29 i) » I " |} 9.5|14.8| 9.2) 8.4|2.32:3.26 TR 8.16 4 3.8 | 2.6] 5.2] 4.6 | 5.3] 2.1] 0.5 | 3.43 | SE Ro \A | 6.9/18.4|14.6/11.2/3.64|3.48| 9.76 bj 4.2 | 3.0 | 5.8 | 6.8 | 5.6 | 1.6 0.8 | 3.97 3.69 dI» \ 6,01 (3 9:6/13.8 13.6| 6.8|5.02:9.78 0.05ì 8.32 6 3/3] 2:91 4:91 423/471 255/10 4.31 3-41 Î ‘55 [lol 6,014 °° |l6_ | 6.2]12.8| 8.5] 5.7|4.18:5.27| 6.95 Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE | NE| ENE | EF ESE | SE |[SSE| S | SS0 | SO | 0S0 | 0 | 0N0 | NO NNO | Calm.| Pred. 4p.j » » 6 3 » ) » » |» » 6 20 82. 4 3 3 1 NE-S0 2 )) 2 5 9 1 » » » D) » 5 1 1 )) I 2 ENE 3 si » 10 7 2 » » » » D_8 » » » » » 2 NE 4 1 2 5 8 2 ) » » » po 08 » I D » 9 1 ENE-50 5 1 1 9 7 5) » D) » » I | 7 ) ) ) » D) 1 NE 6 1 1 U 9 D D) 1 » 1 » | 8 1 » » » 5 ENE | | == —————— = = == == === Per decadi 1p. » 2 11/042 1 ) » |» » D 11 ò 3 4 4 5) 4 ENE 2 2 2 15 | 15 4 » )) » » » 6 » 41 » ) | 2 3 SO 3 2 2 INAONI NI. 3 DIA ) 1 1 15 2 1 » DI ID: 6 | NE-ENE Totale] 4 6 42 | 43 sI8) » 1 D) LI 1 42 5 5 4 [RT 13 ENE n | Serenità media | Massa delle nubi 9h 12h sh 6h 9h 12h |Comp. Dec. 9h 12h | 3h | 6h 9h, 12h | Comp.I Dec, Ip. 56 76 66 13 | 83 rl » è Ip | 22.0) 11.1] 15.4) 11.8| 4.6) 9.4) » | 5 2 80 | 83 | 86 | 75 | 88 | 100 » $ 0” |l2 | 104 8.50 84|443| 6.2, 0.0) » 3 97 90 95 88! 83 82 » Î 3 151 49 24) 46| 8.0) 40.81» Î È 4 65 | î 92 | 17 800 N97 97 » 4 | 451 10.4 44| 9.0] 1.5) 414] » 5 96 | 95 | 98 | SO | 100! 9 » | 5 | 0.6| 20.0) 0.8] 13.0] 0.6 24| » I A CIO et 2a e z| 78 » $_? Il6 | 34.4] 46.3] 46.2] 26.0] 20.7] 10.8] _» Numero dei giorni | Sereni Misti Coperti | Con piog. | Con neb.| Vento forte] Lampi Tuoni |Grandine 1 p. 3 2) | » » ) 2 ) » » 2 | 5 » | » | » » » n » » 3 | ò » » » Ù) b) » v L) 4 | 5 » | » » | » » | » I) » 5 5 » | » » | » » | » D) » 6 | 2 » 4 2 » ” | 4 v : Totale | 25 2 | 4 2 | » 2 4 2 I: Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . . . 754.61 Forza del vento in Chilometri. . . . + eee 0 9.60 Dai massimi ec minimi diurni . ......... 754.52 Vento Predominante . . . .. Moti ENE Differenza . ..... 0.09 A e n Termometro Centigrado. . . ...........25.99 Massima temperatura nel giorno 2... . + .38.6 Dai massimi e minimi diurni . .......... 24,83 Minima nel giorno 31... .. + since a 1 = Escursione Lermometrica. . +... Differenza ...... 1.16 Massima altezza barometrica nel giorno 19. ‘ast; 73 ———@& Minima Snell giorno 2; «+ 746.40 Tensione dei vapori... ......... eta 10:21 Escursione barometrica . ....... pia n A UMORE 06 o ne 65.3 Totale SETA NOFazIo tica CASNAnINASt: te 220.43 Evaporazione-Atmometro - Gasparin. . . .... 741 VIVONO LR 3. ESA SCION 79 Totale” della “i ace. ta Calle. ella la (ORISIRE BASI Masse ; 11.1 OZONO rt E 3.57 Il Direttore del R. Osservatorio G. CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO N. 9 — Vol. HI. Soon 1867 PRIMI STUDJ SUL CERCHIO MERIDIANO BI PALERMO NOTA DEL SIGNOR Po TACCHINI Per la determinazione dell’errore di eccentricità nel cerchio orientale, cioè in quello al quale è unito il congegno pei piccoli movimenti, si eseguirono due serie di let- ture ai microscopii opposti M' ed M°, dopo di averli bene rettificati e determinato il loro errore; l'operazione era la seguente: sotto il microscopio M' sì portavano suc- cessivamente le divisioni 0g. 109 20.., e veniva poscia letto il microscopio M, ap- plicando alle letture i segni convenienti. Si otteneva così una serie di 36 letture nella intiera rivoluzione del cerchio nel senso delle distanze zenitali di 10 in 10 gradi, Questa operazione fatta due volte con soddisfacente accordo, se ne presero le medie che sono raccolte nella seguente tabella. DAMS IM DM M; |DZ| M M, |DZ| M M, PR Cana | AE SOL ) 0° |0”,00 |+ 4”,80 | 90°|07,00|— 2,30 [180° (0”,00|+ 9",45 ||270°|0%,00|+14",55 10 | » |+ 2,50 |100| » |— 1,25 |190| » [+ 9,70 |280| » |+13,90 20] 2 (+ 1,20 (110% » |— 0,65 |200 | >» /+11,75 290! » |+-13,30 30) » |— 0,15 [120] » |+ 0,90 [210 |» |+12,20 [300 |» |+11,15 Agg, | — 1,15% (130 (a (22,350 [220 (13,10 (300 | = (11,00 50. | » |— 1,55 (140 |» [+ 3,60 |230|» |[+14,15 |s20|» |+10,25 60 | » |— 2,45 [150 | » [+ 5,35 |[240|» |+14,30 (330 |» |+ 8,70 of | 2,85 60 = (4 ‘5;40 250 |> (|4-14,50 1340.» lu 7,05 80 | » | 2,40 170)» |+8,05 [260|» |+1405 (s50|> (+ 6,85 Giorn. dì Scienze Natur. ed Econ. Vol. II. 98 BULLETTINO METEOROLOGICO Questa serie delle letture My ci porge (*) subito la distanza dei due microscopici M, — Ms che risulta uguale a 180°. 0". 6,73 Moltiplicando i valori di M, prima pel seno della distanza zenitale e poscia pel co- seno della distanza stessa, sì ottengono due serie di prodotti le cui somme rispettive danno luogo alle seguenti equazioni 36 Esenp=XM;cosa= + 57,19 — 101524= — 44,05 36 E coop=ZMssenz=+ 11",66 — 157,47 = — 145",81 le quali ci danno il valore E dell’eccentricità, e quello dell’angolo p per la formola di correzione. Si trova, risolvendole, E= 4",2312 e p= 196°, 48,58 quindi la formola di cor- rezione al microscopio sarebbe Corr. = + 4",2312 . sen (7° + 196°, 48/,58). Queste stesse letture che ci hanno servito alla determinazione dell’eccentricità E, si possono anche adoperare per studiare la forma del perno unito, cioè del perno orientale. Onde eliminare gli errori di eccentricità si è formata una serie di valori 2, prendendo i medii delle M, fatte alle divisioni distanti di 180°, che sono i seguenti: Z n Z n 0° CIEMIZAIOIOO 90° 464113 10 + 6,10 100 + 6,33 20 + 6,48 | 110 | + 6:33 30 + 6,03 || 120 + 6,03 40 + 5,98. || 130 + 6,68 50 | + 6,30 || 140 + 6,93 60 + 5,93 150 + 7,03 70 + 5,83 | 160 + 6,23 80 + 5,83 170 + 7,45 RR RRRTARO LO CRE ? È 219) de Da questa serie si ha 18 = + 637 quindi la distanza dei due microscopici rie- sce eguale a 180°, 0‘, 6”,37 identicamente a quanto si era trovato da principio, colle (*) Chauvenet-Practical- Astronomy. p. 45, V. II DAI KR, OSSERVATORIO DI PALERMO 99 36 letture M,. Moltiplicando i valori di » successivamente per sen (22) e cos (22), e così per sen (47) e cos (47), si ottengono 4 differenti serie di prodotti, le di cui somme forniscono le seguenti equazioni 18f" senE" = n cos (22) = + 7",860 — 4,63 = + 3",23 18 .f" cos EF" = Xn sen (22) = + 34,43 — 37,49 = + 3,06 18f"sen Fv= Z n cos (42) = + 37,27 — 36,854 = + 0,43 18 fi cos Fv = Xn sen (42) = + 35,36 — 36,17 = — 0,81 dalle quali ricaviamo MZ RAI 10/224728 1 So 20273 Vi _10010095 quindi indicando con ® (2) la correzione della lettura a motivo della supposta elit- ticità del perno, avremo D (2) +9 (180+ 2) = 0",4944, sen (22+-133°, 27/,1) + 0",1019 sen (42,+- 152°, 2,3). Tanto il termine in (22) come in (42) sono così piccoli, da potere ritenere la forma del perno per cilindrica, come era facile il prevederlo dai valori di 7’ che così poco sì scostava dall’ eccesso di distanza costante dei due microscopii. Anche però nella ipotesi del perno elittico il secondo termine può trascurarsi e ritenere ® (2) +9 (180+ 2) = 0",4944 sen (22 + 133°, 27°,1). Supponendo dunque che la sezione del perno sia un elisse, il Bessel (*) osservò pel primo, che qualora esso si mova in un appoggio a squadra, come lo sono nelle or- dinarie costruzioni, il centro dell’ elisse per una intera rivoluzione del cerchio, de- serive 4 archi di circolo, il cui centro si mantiene al vertice della squadra di ap- poggio, come lo indica la seguente figura. Se l’elisse di centro © si fa girare di un giro intiero entro la squadra DFE, p. es. da destra a sinistra, il punto © percorrerà prima l’arco CA, poi retrocedendo si por- (*) Astronomische Beobachtungen. K6nigsberg, p. XII, 1815. 100 BULLETTINO METEOROLOGICO terà sino a B, indi di nuovo ad A e poscia a B, e da ultimo l’arco BC per ritornare in C compiuta l’intiera rotazione; in altri termini il centro dell’elisse descrive l’arco AB quattro volte, due da A verso B, e due da B verso A; il centro dell’areo AB è il punto F; e l’errore in una lettura al microscopio per questo movimento del centro è dato dal termine in (22). Dovendo poi essere ® (2) =® (180 +2), noi avremo l’effetto dell’elitticità del perno dato dalla equazione ® (2) = 0",2472. sen (22 -+133°. 27,1) e quindi il valore di » in questa ipotesi si ricava dalla seguente o A 6,37 + 0",4944 Ù sen (22 + 133% 27,1). Nel seguente quadro trovansi i valori calcolati di » con questa formola, di fronte a quelli osservati colle relative differenze, le quali dovrebbero esser nulle qualora nella forma del perno non vi fossero irregolarità, e le letture esatte, ciò che non si può ammettere mai per queste ultime. V/ NOSSERVATO | 20aLconato | CT 0 Z n OSSERVATO | 7 CALCOLATO 00 | + 7512) + 6573) — 0,39 | 90° | + 6%18 | + 6501 10 6,10 6,59 | + 0,49 || 100 6,33 6,15 20 6,48 6,43 | — 0,05. || 110? 633 ‘ 6,31 30 6,03 6,26 ! + 0,23 || 120 6,03 6,48 ROGO Calo Se 0120 (15 0000 MANICI ES 6,64 BON 6:20 5,97 | — 033 | 140 | 6,93 6,77 601 5:93 5:90 E=0;030 50 7,03 6,84 ZO 5:83 | 5,88 | + 0,05 | 160 6,23 6,86 eos a 08 7 PE co Se dunque noi riteniamo i residui C — 0 dipendenti dagli errori di lettura al mi- croscopio Ms, l’errore probabile di ogni singola lettura riesce eguale a # 0",31, che corrisponde molto bene con quello trovato direttamente dalle letture fatte su di una stessa divisione; infatti da 72 prove si trovò l’errore probabile == 0",30; anzi in queste si misurò lo stesso intervallo fra due divisioni; ma anche con una sola col- limazione si trova un valore pressochè identico. (continua) DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 101 Osservazioni di stelle australi eseguite al Cerchio Meridiano del R.0sservatorio di Palermo DAL SIGNOR Pa TACCHINI | E - S 33 NI a ASCENSIONE RETTA APPARENTE DECLINAZIONE APPARENTE | À E IA I D ORD: s sa È OSSERVAZIONI 5 = e 374 8 1 SO ATA 86 60 21705 26501 2 | 1867.6730 375 7 18, 0. 43,00 PI ONINGLIZIO 2 6894 376 8 18, IR 1,90 20% dA 9,6 2 6948 377 8 18. 5. 12,62 25. 10, 42,8 2 7030 378 8 18. 9. 45,20 Vao 0 de 6 2 6948 | 379 8,5 18. QD; A SI 22 E 055 2: 6770 380 8,5 18. 974000) 22 SR23 SA 3 6659 381 $ 18. deli 11,15 | 26. 22159 3 6553 382 DI Me ali OR DD NAVA to 2 6457 383 8,5 To UU SI o i Zloe di 2 6402 384 7,5 1 2 50024 26. 8. 19,0 2 6948 385 |) Me RI A 22. ANGTI0SO 2 7036 386 8 TR IG 5,30 2221010 2 7125 387 8,5 Te ili AO 2 CNR 1159, 2 6094 388 9 1 RENAnI(Gra 008257209) DIG 33 er 2172 3 6643 389 9 Meo. LILY 7,43 23. 2, 42,8 9 6403 390 3,5 TI N4:233)5 23. SAD A,9 2 6457 391 8,5 ie Sal 23 5 02375 2 6949 392 8,5 18. 19. 57,42 24, DS, DS 2 7004 393 7,5 18. 20. 5,45 23. 4, 3239 2 7086 394 8 Se 00NA733.0. 25. TIVI 3 7179 395 7,5 E i E pe DIRI 2 6895 396 9,5 QI i Ba a Sio 3 6753 397 8 18, 0022) 8,98 DE o Ce) 3 6644 398 ) 1 22 SAI 24. 58. 34,8 2 6462 399 8,5 18. 23. 59,94 26, 34, 48,3 2 6402 400 | 10 IS N2A0092:34 VA TQZ 0 D) 6948 401 8 18. #25; 8,94 2A SON 259) 2 7139 402 8,5 18. 25. 29,99 DARI O012 2 7112 403 8,5 18 0255 ‘34396 ZO 2/05 2 7003 404 8 118 25% ‘425205 Do 8 0 2 6894 405 7,5 See 2/02/7720 DA ORIO93S 3 6753 406 8 18. 29. 48,04 Qonee 26 46,9 1 6530 407 8 09193700 22. ASIA 2 7004 408 7 Ser 6 MA:1E52 25, 882059 2 7004 409 oa 13 AA 0722 Ao 0 9400 2 6949 410) 8 187 05012 O SZ 3 6644 411 | 9 198 5939 RI AO 2 6732 BULLETTINO METEOROLOGICO | GRANDEZZA lo ua oi - I us ner wu uu vi - © NI NI RI 00 O O NI 00 00 GO NI DI DO Do wo I - uo - 1 - 00 QU — “O SS 00 00 ST 00 GO SI 00 00 (Si (A | - (>| - (a | s uo - 90 00 nt to co co 00 SO 00 00 I 00 00 00 Sos ma ASCENSIONE RETTA APPARENTE| DECLINAZIONE APPARENTE à 2 Ano S 2 OSSERVAZIONI = ° 18h 39D, 395,12 |. 27% 13% 2604 2 | 1867.6895 18. 42. 4,96 | 24. 47. 4,6 2 7208 18. 42, 42,25 22, 24. 48,2 2 7140 18. 43, 10,82 27. 18. 44,1 4 6621 18. 43, 45,72 24, 48. 15,6 2 6731 18. 44, 40,52 222% 21,0 5 6995 18. 44, 49,83 27, 54 43,1 3 6962 18. 48, 0,14 Dal VU MZ7 3 6717 18. 48. 33,77 23. 18. 36,8 3 6599 18. 48, 33,68 23. 18. 38,0 2 6895 18... 49, 12,30 24. 3% 23,0 3 7236 18. 50, 13,74 25. 2. 52,8 3 7027 18. 50, 48,42 Da Ie 290 2 7118 18. 50. 52,01 26. 21. 56,2 2 7168 185330199 26. 11. 12,0 2 6895 18. 53. 39,42 22 5,1 3 6744 18. 56, 14,96 23. Boi Yo 2 7250 18. 56. 38,49 20.25. 17,0 3 6963 18. 56. 54,47 24.51. 33;1 2 7045 ito Wo. 9200 24, 52. 8,1 2 7113 18. 58. 4,14 27. 28. 58,1 2 7168 18. 59. 0,88 22, 41, 42,4 2 6895 18. 59, 10,26 24. 43. 20,2 2 6676 IS N55238 27. 2935 3 6754 19, 0. 9,24 24. bl. 32,9 2 7400 19, 0. 40,15 Vo io 570 È 7522 19. 1. 34,88 23. 23. 47,1 2 7249 19. 2. 56,88 24.23. 42,8 3 6962 19. 3, 18,54 Pico Ilio MA 3 7063 19, 4. 34,64 Zio 805,8) 3 7154 19, 5, 4,33 26. 5. 35,8 2 6895 19. 5. 41,55 2A 200358 2 7400 19. 6 13,15 Bo 16, 4951 1 7536 19, 11. 48,63 P2NNI2 5082153 3 7436 19. 12. 38,66 24. 26. 43,9 1 7537 19 L79722 24. 39, 58,0 2 7401 10 RI A75377, 22, 42, 18,8 2 7523 19, 22. 54,76 DAI 1955 2 6895 19. 23. 10,79 24.21. 544 3 69941 10 2327348 21. 54. 25,7 2 7087 19. 23. 36,62 21. 54. 39,1 1 7154 10 NS 282 .552.6 DIRITTI? 2 7114 19 N99 NI379 25. 8. 23,5 2 7237 19. 33. 44,00 23. 56. 17,6 2 7401 19. 34, 20,62 25. 9, 48,2 2 7524 19, 39. 10,00 24, Se 1435 2 7483 19, 39. 36,21 25. 56. 47,6 2 7223 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 103 | NUM»: ra ce: ; NEREATA CIRO CAI PTILR A Ib ZI EPOCA DELLE on: Z ASCENSIONE RETTA APPARENTE| DECLINAZIONE APPARENTE È ci AZZONI 19, 40”, 35,06 26031 CALA 1 1867.7264 LINA 59,36 24, 2. 40,9 1 7937 19. 45. 4,21 27. 2. 5,4 1 7263 19, 45. 0,25 2 ATA; 2 7224 19. 47. 14,09 24, 14. 56,3 2 7483 IO AZIO SATSIONA 20. bo 4251 1 7537 19. 50, 55,64 26. 38. 47,0 2 7237 19. 52, 01,50 | 26. SAMMOD7S 2 7483 19. 525 010, N0/2 00 22. 59 139,14 1 7538 19. 57, dia 27. 11. 0,9 1 72064 iO AND SOTA 6 SOTA ANNI N22 2 48,9 2 7453 19. 59, 45,99 | 24. ILE LVILO 1 7538 Ozono osservato in Città a 17,"86 sul livello dei mare, ed 11,"25 sul piano della Città dall’alunno signor Delisa. Settembre 1867. = Med. Diur.|| ‘Z Med. Diur. S| DU eo | Ci __ TIE S| CIO Med SEE S Città| Sp. || ® Città] Sp. 1|70|30|50|65|70]|15|1,0|44|5,0]16/45|45|2,5|2,5]45|/05 10/24/21 216030] 65/50/65] 25/05] 44]45/417/50/20/15)46/45/25 05/29/30 3 | 7,0 | 1,5 | 3,5 | 9,9 | 6,0 | 2,5 [3,0 | 4,2 4,7 (|18|5.5|2,0 2,0] 1,0] 1,5 | 0,5 0,5 | 19/18 4 | 3,5| 2,0] 6,065 70]3,0/1,5| 4,2 | 4,319] 4,0 |0,3|15 2,5 | 4,5 | 0,5 [1,0 2,1 | 2,7 55560] 4,5] 6,5) 6,5] 4,0 (3,5 | 5,2 | 5,4 [| 20 | 4,0 | 2,0 | 4.5 | 3,5 | 0,5 | 1,5 [2,0 | 2,6 | 24 6 |5,5|1,5/35/3,0]|55/4,5/05|3,0] 2,921) 30]1,5 1,5] 2,040, 4,5 [1,021] 24 73525 30/45) 70] 2005 | 3,3 | 3,622) 251 0501,5 2,5) 1,5] 0,5451518 8|40|25|55]|30|55|25]|15|35]36]|23/35/10/15/20/20 05/10/1617 91 55012,07 3,5) 2,5 4,0] 5,0 12,35! 3,3 | 3,4 [| 24 | 2,5 | 1,5 | 0,5 1,5 | 4,5 | 0,9 059/16 |1,I 10 | 35|15|40]|50]|60|05|/00]29]|30]25|60|20|20|3,5|40|2,0 1530, 82 11) 4,0| 2,0 | 2,5 | 5,0 | 352,0 |4,0| 3,3 | 2,726 | 6,0 | 3,0 | 3,5 | 4,5 | 7,0 | 3,0 4,5 | 4,9 | 3,5 12/6,0]|2,0 | 1,5 3,5 | 75] 4520/393427) 6,5 | 49 | 3,5 | 9,9 | 7,5 | 9,9 [7,0 | 5,7 | 5,6 13 | 5,5 | 2,5 | 2,5 4,5 5,0] 2.0 /1,5 | 2,4 | 3,3 || 28 | 5,5) 2,5 | 3,0 | 5,39) 4,0 | 2,5 [2,0] 3,6) 42 14 | 2,5) 1,5 | 2,5 | 3,0] 6,5] 1,0 [1,5 | 2,6.| 3,6] 29 | 4,5 | 2,0 | 1,5 | 2,9 | 5,5 | 1,5 [2,0 | 2,8 | 3,6 45 | 3,5 | 2,5 | 5,0] 45] 6,5 | 2,0 [1,5 | 3,6 | 4,8 || 30] 7,5 | 2,5 | 2,5 | 3,3 | 4,0 [1,0 (1,5 | 3,2 | 3,4 | M | 4,77] 2,17] 3,07] 3,85) 4,98] 1,95/1,78| 3,22| 3,23 MEDIE OZONOMETEICHE PER PENTADI 6h.m. 9 12h 3hp. 6h 9h 12h 1 p 5,80 3,410 5,10 6,00 6,60 2,70 | 2,10 2 4,40 2,00 3,90 3,60 9,60 1,90 1,10 3 4,30 2,10 2,80 4,10 5,80 2,30 2,10 4 4,60 1,60 2,40 2,80 3,10 1,10 1,00 5 3,50 1,30 1/40 2,30 3,20 700 4,10 6 2,90 2,80 4.30 5,60 2,70 3,40 2,17 3,07 3,85 4,98 1,95 1,78 104 BULLETTINO METEOROLOGICO CRONACA GIORNALIERA DI MACCHIE SOLARI osservate all’equatoriale di Merz nel mese di settembre 1867. DAL SIGNOR P. TACCHINI 1, 2,3, 4. Il periodo di minimum continua ancora, nessuna macchia e nemmeno fa- cole furono vedute, soltanto qualche piccolissimo foro; la fotosfera a strie minute, che sembra la struttura dominante, quando non vi sono macchie per parecchi giorni. 5. Cielo nebbioso; ma si potè scorgere una piccola macchia (A) all’estremo della zona seguita da qualche punto nero. 7. La (A) esiste ancora, e vicina al bordo si mostra circondata da facola, che si al- lunga posteriormente; oltre della facola vi sono punti lucidi irregolari, creste di onde, che formano raggi divergenti dal cratere; ai bordi pure molte punti Tot ed una gran dana in basso. 8. La facola di jeri è avanzata, sempre bella, ma non vi sono fori. Sull’equatore vi è una serie di 7 piccoli fori. Oggi le granulazioni hanno forma più arrotondata. 9 Le granulazioni sono come jeri arrotondate, la catena di forellini è chiusa, altri minutissimi se ne vedono in diversi posti ; e al bordo orientale sta una grande macchia (B) seguita da altro gruppo (G), il tutto avvolto in una facola comune rilevatissima. Questo gruppo si è certamente formato nell’emisfero a noi opposto, e la grandezza e forma specialmente della (B) accenna a diversi giorni di età ; quindi non comprendiamo quanto valore possa avere la proposizione dell’illustre a- stronomo signor Chacornac, il quale dice essere questa macchia nata verso l’estre- mità orientale dell’ emisfero visibile. Egli la considera come causata dalla marea prodotta dalla posizione relativa a quell'epoca della Terra, Giove, Venere e Mer- curio; rammenteremo qui che il distinto professore Hoelk ha calcolato che queste maree non sono maggiori di un centimetro, vale a dire insignificanti, In effetto nel nostro gruppo l’azione delle correnti interne continuava maggiormente e all’in- fuori del cratere grande e anche a molta distanza, e perciò si vede che lo svi- luppo enorme dei gas attraverso la fotosfera era indipendente dalla causa suaccen- nata. Noi non descriveremo minutamente le diverse fasi notate, perchè i disegni che ne diamo nella tavola addimostrano da sè soli le giornaliere variazioni. No- teremo solo che nel nucleo della (B) vedevasi chiaramente lo strato meno nero at- torno al vero nucleo e che mostravasi dalla parte orientale, cioè inversamente il moto di rotazione, come abbiamo notato le tante volte , così che si può dire co- stante questa eccentricità del vero nucleo rispetto allo strato suddetto. DEL R, OSSERVATORIO DI PALERMO 105 Ripetiamo in questa occasione, che allorquando scriviamo strato meno nero, non in- tendiamo con ciò di designare uno strato reale, e ben limitato, ma solo descriviamo delle cose apparenti, mentre in realtà vi può essere una gradazione continua di tinta, Ad esempio se si osserva dall’alto ed obbliquamente la parte diun piano illuminato da un fanale a gaz, essa anzichè apparirci con luce gradatamente decrescente a partire dalla proiezione della sorgente luminosa, presenta uno spazio illuminato ben definito, cioè con limite apparente dalla parte in ombra, e l’effetto è più marcato colla maggiore distanza ed obbliquità, cd è nullo in vicinanza. Le correnti sulla penombra della A non erano così bene orientate, come nelle pic- cole macchie. Oltre dei fori che accompagnavano questo ammasso vi erano molti spazi isolati, ab- bastanza rilevanti, in cui mancava il primo strato di fotosfera luminoso, e mo- stravano la tinta della penombra e non mancavano su taluni di essi alcuni fila- menti lucidi sottilissimi, Il gruppo di fori (0) o piccole macchie che seguivano la (A) formava come un sol corpo e si poteva considerare come il prodotto di unica azione, contrariata dalla massa bianca superiore a guisa di vortice. Nel giorno 13 si videro sulla penombra della macchia grande alcune fessure nere; e le sottili correnti si scorgeva non esser altro che le granulazioni allungate , qui ne notammo anche nelle proporzioni di 1 a 7 ad 8. Le macchie (0) non forma- vano più in questo giorno unico assieme, ma erano divise da zone di fotosfera come nel resto del disco ; si notò anche la comparsa di piccoli fori neri semplici con successivo sviluppo di larga penombra. Nel 15 la A conservava sempre la sua for- ma abbastanza regolare, mentre il resto andava diminuendo. Al 19 la macchia av- vicinandosi al bordo riprende forma elittica, e tutto l’assieme appare di nuovo cir- condato da facola , che si mostrò più brillante nel successivo giorno, occultando pel suo rilievo i piccoli fori, e quasi intieramente il gruppo © nel giorno 21, in cui la macchia era vicina a tramontare; alle 4" p. di detto giorno il bordo sem- brava leggiermente irregolare nel posto della macchia; ma non ci fu concesso di osservarne il tramonto. 22. 30. Nel resto del mese non potemmo esservare alcuna macchia; solo si notarono parecchi fori piccoli assai. Avvertiamo però che mancano per noi le osservazioni dei giorni 25, 26, 28, 29. Giornale di Scienze Natur. ed Econ. Vol. III. 15 106 BULLETTINO METEOROLOGICO RIVISTA METEOROLOGICA Barometro.— L'andamento della pressione dapprima regolare, presentò verso la fine del mese una di quelle forti e rapide depressioni proprie delle burrasche autun- nali. Alla mezzanotte del 23 il barometro segnava 760,89, e il SO soffiava caldo in modo, che la temperatura montò a 27 gradi. Nei successivi giorni 24 e 25 mentre sull’Irlanda e il Portogallo le pressioni andavano sempre crescendo, spostandosi però il centro delle alti pressioni al SO dell’ Inghilterra, qui in corrispondenza il baro- metro andava sempre calando, cosicchè fra il mezzodi e le 3 pom. del 25 discese fino a 742,88; diminuì dunque di 18 millimetri in 37 ore, contemporaneamente a venti forti e temporali, che si rinnovarono con maggiore intensità anche al 26 e 27 con burrasca di mare, restando le pressioni sempre hasse, Dalle 6° p. del 27 il ba- rometro alza di nuovo, e poco prima della mezzanotte del 28 raggiunge i 760,07, cioè un aumento di 17 millimetri, mentre in Norvegia e sul Baltico abbassava di 15, Questo accrescersi della colonna d’aria portò forti venti del N, che continuarono anche al 29, è col giorno 30 tutto era rimesso a calma, e il barometro quasi stazionario fra 58 e 61, Termometro. — All’infuori dell'ultima pentade, la temperatura si mantenne nelle altre così elevata, che la media mensile risulta di 2. gradi superiore all’ ordinaria di questo mese. Come giorno di eccezionale elevatissima temperatura va notato il giorno 18, in cui si ebbe il maximum di 349,5 e la media del giorno di 19,5; questa elevata temperatura si verificò con un leggiero vento asciutto di 0. Anche in altri punti fu notato un corrispondente aumento, e a Parigi p. e. il minimum del 18 fu di 119,3 mentre nel 17 era di 89,4. Alla forte depressione barometrica, corrispose in questo mese una rapida discesa anche del termometro, cosicchè dal 24 in cui il ma- ximum fu di 31°,7, la temperatura calò a 18°5 nel 25, e diminuendo sempre arrivò a 17,2 nell’ultimo giorno del mese. Ozono. In parte per gli sbilanci igrometrici egualmente sentiti tanto nelle alte come nelle basse regioni della città, ed essendo sospese le disinfezioni col cloro, le curve dell’ozono osservato alla Specola e in città in basso, risultano in questo mese non solo parallele, ma anche la quantità di ozono è pressochè la stessa nei due dif- ferenti siti; il medio diurno fu alla Specola di 3,25 in città 3,22. Anche le variazioni diurne sono le stesse; scarso nelle ore di notte e più abbondante nel giorno; il mi- nimum verso le 9 di sera e il massimo fra le 3 e le 6 pomeridiane; di guisa che si ebbe più ozono coi venti di mare che-con quelli di terra, ad onta che l’umidità fosse maggiore con questi ultimi, Vento. Nei venti si notò una grande regolarità nelle direzioni e nel variare della forza durante la giornata, ad eccezione degli ultimi 8 giorni; durante il giorno do- DEL Ro OSSERVATORIO DI PALERMO 107 minarono i venti del primo quadrante, nella notte quelli del terzo; la massima forza avvenne quasi sempre al mezzodi col NE, e verso le 9 di sera dominava la calma, intermedia al passaggio all’0S0,. La velocità del vento fu pure regolare, e la più forte fu avvertita nel mattino del 25 coll’ONO, Vi fu aria caliginosa nei giorni 12, 15, 17, 23, 24 coi venti di NE, ENE ed E, e rimarchevole fu il vento di E del 24, vedi la nota. Pioggia. Umidità, Evaporazione. I temporali con pioggia non mancarono nel fi- nire del mese, di maniera che il totale della pioggia superò la media, e fu gene- rale anche nei paesi vicini, L'umidità in media regolare, presentò sbilanci forti nella seconda metà del mese; e nel giorno 1$ discese fino a 29 colla elevata temperatura di 33 gradi, mentre spirava un leggiero 0. L’evaporazione al Gasparin presenta un andamento perfettamente inverso a quello dell’umidità, e alcuni massimi corrispondono anche colla maggior forza dei venti, e alle temperature più elevate; il massimo diurno fu di 9%,7 nel giorno 18, Il totale della evaporazione corrisponde alla media calcolata per questo mese. NOTE 4 Nella sera nebbioso al mare. 5 Alle 6 #/, p. dense nubi provenienti da N fanno oseuro il cielo; alle 7h incomincia una pioggia leggiera; alle 8 3 nuova pioggia e temporale con lampi ad E. 6 Alle 3 14 p. pioggia per pochi minuti, la corrente alta è di N e NQ. 7 Le nubi vengono oggi da ENE. 11 Al sorger della luna qualche nuvoletta che poi svani alle 8° s, 12 Nel mattino aria caliginosa sino alle 11%, nella sera nebbia alle campagne. 15 In tutta la giornata aria leggiermente caliginosa; nella sera variabile, 17 Alle 8° m. caligine bassa anche in città; alla mezzanotte nebbioso in basso da 0 a N, e striscie in alto, e attorno alla luna quasi cirri. 21 Di continuo nebbie basse, specialmente sul mare. 22 Nella sera specialmente a 7° 4 aria calda e cielo vario ; alla mezzanotte cielo lucidissimo, e caldo sempre il vento sebbene di NQ, 23 Nel mattino aria calda e caliginosa ; alle 11" *, sera il vento soffia caldo nuo- vamente e da S0, 24 Fu notevole in questo giorno come il vento di E ed ENE dalle 10" alle 3% p. spi- rasse cogli stessi caratteri del SO del giorno precedente cioè aria calda asciutta e un poco caliginosa. Nella sera lampi a NO. 25 Nel mattino pioggia; alle 4 '4 vento furioso di ONO; alle 2 '/4 p. pioggia forte con tuoni e lampi, e piovoso nel resto della giornata. 26 Nel mattino pioggia. Alle 7 ‘/ p. temporale al mare di NE con lampi magnifici; 108 BULLETTINO METEOROLOGICO altre scariche corrispondenti a S0; mentre il gran cumulo centro delle scariche elettriche si abbassava, il nembo di S0 si alzava, cosicché alle 8 44 era quasi 0- scuro; altre scariche elettriche vedevansi più basse all’E, ove stava un altro cu- mulo; tanto all’ E che a NE furono vedute due grosse stelle filanti dirigersi, al- meno apparentemente, verso i centri dei cumuli dove tanto all’E che a NE le sca- riche erano continue. Alle 9 ' incominciò la pioggia, che durò fino alle 10°. Alla mezzanotte lampeggiava ancora a NNE, 27 In questo giorno il mare fu agitato e maggiormente alle 6% p. alle 6 % p. piog- gia e temporale al mare con lampi; alle 10" s. nuova pioggia, il vento cresce di forza piegando a N e il mare si fa più grosso ; il temporale si scarica al monte di S. M. di Gesù, e l’acqua abbondante cagionò delle frane danneggiando case e per- sone. 28 I venti del N continuano, e il mare è sempre agitato e cresce alle 10 ore della sera, sebbene i venti avessero piegato ad 0S0. 29 Ancora dominano i venti del N durante il giorno, il mare però ritorna a calma. 30 I venti tornano regolari e il mare si è rimesso a calma DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO 109 Osservazioni Meteorologiche di Settembre 1867, i esa i Massimi | Barometro ridotto a 0° DR OLI Termometro centigrado e minimi e “ lermometrici SRI 3h GN 9h) 12h 9hm Gi | 9h 750.12! 23.1 !23.8 | 25.4 19.8 753.84] 754.78) 755.00! 50.43 5608) 50. 57.10 26.9 29.5 | 49.5 96.34] 50. 56.03 205.8 28.8 | 19.0 56.45] 50.6 26.0 2.5 21.0 50.71 2 28.9 22.8 2 2I $ 24,8 | f 24.1 | i .2 [24.7 Li i .5 [25.9 27.0 | 21.7 .6.| 5.3 [24.7 27.2 | 20.3 ;.7 A [24.1 26.5 | 21.3 3.0 .1 |23.8 26.4 | 24. di 24.8 123.8 26.0 | 20.9 25.4 |? 5.0 [24.5 26.0 | 21.1 26.8 .0 [24.6 27.4 | 245 26.9 3.2 [25.1 27.5 | 214 126.9 A [24.2 27.6 | 20.7 26.3 |! .0 [25.0 27.0 | 20.3 26.9 .9 |24.2 27.4 | 21.6 29.3 |: .5 [27.5 29.3 | 21.6 33.4 | .0 |27.4 |25.3 || 34.5 | 24.7 27.8 | .2 |25.6 [24.1 || 29.5 | 23.4 28.1 .2 25.3 || 29.0 | 23.2 284 .5 24,9 || 29.2 | 23.7 28.3 È 26.0 || 29.3 | 24.0 31.3 | 17 26.9 || 31.3 | 24.9 31.7 | 6.8 26.3 || 31.7 | 24.2 23,5 | 19, 19.5 || 26.4 | 18.5 20.4 20. 19.3 || 22.4 | 184 20.5 2I. 18.0 || 24.0 | 16.6 18.7 | 18.0 13.4 || 19.6 | 15.3 20.2 | .3 16.2 || 205 | 15.6 21.1 .ì 17.49] 21.5 | 15.2 26.15 23.01 22.6 || 27.12] 20.76 | Osservazioni Metecrologiche di Settembre 1867, Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo ———_T_— e ss SR __—- _————#—_T—T—TrT—_—oE7ro@ 9hm) 12h) 5h. 6h 9hm) 12h; 3h ) 6h, 9h, 12h] 9hm 12h 3h 6h 9h 42h 14.89/12.97/15.83]15.97/15. 12.34/10.38|11.02|14,70/14.12 15.48|15.62|13.60|15.83|17.37 18.66/15.63:10.57/20.15/17.68 16.28/18.67|17.56/16 46/15.88 14.66/14.18/14.87|15.6616.71 17.75(16.37|16.48|16.97117.95 17.56/17.38/17.62|17.03|17.81 16.39'16.31|16.5616.05/16.09 10)|16.56116.79/16.73)15.47|15.74 11|{16.80/17.26/17.01|17.14|17.11 12/16.83|18.23|17.01|17.98/18.12 13]14.89/16.64/18.67/19.10|18.66/16. 14|15.28/16.64/19.44119.35/18.12/11. 13][12.26|18.28/18.10/17.56/19 65 16/117.50/18.86|18.98/18.28/16.12 17|/13.07/11.02|19.32|19.11|14.1% 48|[11.28|11.03]11.93|18.75[19.70 49/14.61|18 68/19.71|18.72|14.36 20|19.18/18.56/18,31|17.25/18.04!2 21|18.73/20.98/21.54|22.62[21.80 22/[13.81|18.44|15.71(14.61|12.47 23|114.23|12:87|21.97/18.05!13.25 24|13.16(11.57/17.94|20.07|17.38/10. 25||14.82|15.99|14.06/14.89/13.95/12 26|113.88|14.77!14.77!14.40|14.44|12 |[27||12.58|13.44|11.90|12.70/13.97|1 28|| 8.03| 8.30] 8.93| 7.40) 9.15 29 9.30| 8.69] 9.65|10.30] 9.73 30|14.22/11.67|141.49/11.57|11.38 Se 15.22|13.94|16.47|15.90 68 | 54 | 66 67| 73) 90 [Misto Misto Nuv. Bello Lucido !Lucido 53 | 34 | 36| 56 | 62 | 50 [[Bello Bello Bello Lucido |Lucido .|Lucido 62 | 58] 47) 60 75] 67 [Lucido |Bello Bello Bello Bello |Lucido 75| 62] 38| 75| 69] 40 Lucido |Lucido |Lucido |Misto {Lucido |Lucido 62 | 70 | 61] 61, 68| 73 [Lucido |Nebb. |Osc. Cop. |Osc.c.p. |Osc. 62 | 60 | 56| 68| 76 | 79 (Cop. Cop. Cop. Misto |Cop. Lucido 75| 67| 66| 71) 77) 78|\Cop. Bello Nuv. Nuv. Cop. Lucido 70; 71; 71] 70| 77] 80[Nuv. Bello Nuv. Cop. Nuv. Nuv. 70) 65 | 68| 69| 73 | 78|[Nuy. Nuv. Nuv. Nuv. Bello Misto 69 | 69 | 69 | 66; 72 | 76 Cop. Bello Bello Lucido |Misto Lucido 7272 67) 71] 75 | 79 [Lucido |Bello Bello Bello Lucido |Lucido 67] 70| 65| 68| 79) 73/[Lucido |Lucido |Bello Lucido {Lucido |Lucido 59 | 63) 70) 76) 79) 76 {Lucido |Bello Bello Lucido {Lucido |Lucido 58 | 63| 74 | 77] 81) S6|Lucido |Lucido |Bello Bello Lucido |Lucido 49 | 72| 70; 70) 83| 69|[Lucido |Bello Nuv. Cop. Bello Lucido 72) 72) 73| 73) 71) 68|(Lucido {Bello Bello Bello Lucido |Bello 51 | 36| 70) 74| 635| 67|[Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Bello 35 | 29] 32 | 67] 74] 68 {[Bello Bello Nuv. Bello Lucido |Bello 52 | 67] 70] 78] 59| 59 (Cop. Cop. Nuv. Bello Lucido |Nuv. 72) 66] 64| 65| 73] 85 [[Mislo Bello Cop. Bello Nuv. Nebb. 73/73] 79 88| 88] 74 (Cop. Nuv. Bello Bello Lucido |Ncbb. 51 | 65] 53 | 52 | 49, 41 |[Cop. Cop. Cop. Nuv. Nuv. Lucido 40| 38] 77) 66| 52] 41 [Bello Bello Misto Bello Bello Bello 4&7|33| 60) 77) 71] 42 [Bello Misto |Cop. Cop. Cop. Cop. 72] 75| 86] 87| 81] 77|[Osc.c.p.|Osc. Osc.c.p.|Osc.c.p.|Osc.p. |Bello 83 | 85 | 75 | $0| 86 | 77]|Osc.c.p.|Osc. Cop. Nuv. Cop. Mis.c.p. 62 | 75 | 57) 65] 93] 66 [[Nuv. Misto |Cop.v. |Osc. ose. Ose. 53 | 52/55 | 49! 63| 72|(Cop. Cop. Cop. v. |Nuv. Nuv. Nuv. 56 | 49 | 56| 62| 61| 74 ||Cop. Cop... |Cop.v. |Nuv. Bello Lucido 5 | 63| 61] 66) 74| 76 (Cop. Nuv. Bello Bello Bello (Eucido CRM CISA MT i Ozono s fesnnonccccsesncsscsnsnoscsoncsoessnes® IE RIVE IZZO MITO AO q "e NINNA ico nacnicoceoco Im IM DAI an San sonossernenenonnnenensnnsncet Anas main niosdaszz dito zaina esiste Fia ui DO 2923 3snoensenso soncscosornsnncssssssee BULLETTINO METEOROLOGICO ness iiduoitineosnsscsascnicbaggztaizdo =__ —-- oi eiaiica) +2 9IeSsnse nos riccici carico 9 ——- Pa Aomconsbtcaernrltinoninnagonrindiernostain deine = = — A c- = usrinisssocsrnifstgbeiricionnbiiliioionibizoa nes PESA SETS = SI = ner Sisal emnmetlgdgo=ndrtonneornoonacaqooeo — z nel _ NI = Osservazioni Meteorologiche di Settembre 1867. 110 DD 5 Qpr Omni ininonnadinsnouo =“ sreecre LIM HO On nIOotininnrminone= 0 Totale|}dh 0 40 SI | | lemina noes:ine DOS: Sedie —_o=o;n Aa MErn LASA a EN Sa Lininmninneia | Pai siss A ale ri ris rici ciccia main riesci Senza = DO II RI 9 DO nl CD CI CD n n 0 CO i 0 DI 02 dk 0 IN Sassi e IO LEA io nitore [Dem nsocsincbiincncionoenecnzeoctonoicae tEvaporazione Gasparin| Forza del vento in Chilometri =) LE AT ATATATATALAT ATALA AT AT AT AT ATA AI AT AT AI ATALA 09 09 AI a Amina arnRraazRzzRRZA Direzione delle nubi Osservazioni Meteorologiche di Settembre 1867. Direzione del vento SIMONI HTNONHS SFIDO 3 u = = sla ce ee necuee GIA AOLO AI GIA! mo (Ca 30 (Calmo Ila 1124 DEL R, OSSERVATORIO DI PALERMO 111 Osservazioni LECTa ae di SVOIO, 1867. Nuvole dn __ 12h sh Î re Ti Pa Ie —r— n rr | —n_ TORTE rtl eee] | Vol. | Dens. ns. [Massa Vol. | Dens.jMassa| Vol. | Dens.) Massa Vol. Vol. . Dens. N Massù Vol, Dens.|Massa Il 50) 06300) 50] 05 | 250] 20] 06| 120]. 5 » ) lena nari nr | 2 45 4| 6.0 10 4|kO| 2 3| 06)» po » || » » ) 3» » »|| 8 4| 32) 8 4| 32] 15 20) 04| 8.0) » » v | 4 )) )) ) )) D) )) ) » Sn) 50 ) » D) ) » » Sl» » » || 65) 3 | 19.5 100 5 | 500) 60 100 | 0.5 | 50.0 (100) 5! 500 6 83 6510] S0) 6]|480| 90 6| 54.0 || 50 65 639.0] »| » » | 7 65 S| 32.5 4| 5] 2.0 20 6 | 12.0]) 40 80 5|400| »| » » | 8 25 8425 | 0 Ss 50) 40 6 | 24.0) 60 40) 5 | 20.0 || 40 6| 24.0| 9 40 5 | 20.0] 20 5 | 10.0] 420) -6|240] 40 ; 12 4 | 4.8] 50 5.| 25.0] 10 70 3| 350) 5 SA IZISA KG 4| 24 » » » || 40 4160» »| | IH » » » || 10 4| 40 410 4| 40 4 4| 1.6] » » » || » DU 12 ) » D » | » » || 2 4 0.8] » » ) ) » ) » ) » 13» » ) ò S| 2.5 ò 7000226) MANO) » » » » DIO » | 14 » » » D) D) ) 4 4 1.6 | 19 5 6.0 D) ) »|l »| 5 » | 3» » » || 5 5| 25) 20 5 | 10.01 60 4|240] 4 4| 16] »| » » | 16 » » » 8 5 4.0 || 12 S| 60 15 4 6.0 ) » DS | 3 MRASSI 17 ) » » ) ») » D) 0 » » » ) » » » || 40 3 | 12,0 [18] 15 4 | 60 15 4 | 6.0] 30 4 | 12.0 5 52.5» » » || 15 4 | 6.0 19 65 4 | 26.0 || 70 5 | 353.0] 40 5 | 20.0 5 £| 20) » » »|15| 4| 6.0 20| 35 4|44.0| 10) 3| 30) 90 5 | 450] 15 4| 6.0] 20 4 | 8.0 || 80 2 | 16.0 21 70 3|210]) 40 4| 160] 4 3| 1.0) 20 5 | 410.0] » » » || 30 2) 6.0 122 50 4 |20.0 || 90) 4|36.0) 90 5 |\450 || 40 4 | 16.01) 20 4 | 8.0) » » » 23 8 RAZR 50 2:50 (050 6 | 300] 20 4| 80) 8 5| 40] 8 4| 32 ill 40] 2 So] 50 3 | 15.0] 80 4|320]) 9 5|450]| 80 5 | 40.01 60 4 | 24.0 25) 100 6 | 60.0 | 100) 6 | 600 | 100 7700 || 100 6 | 60.0 |) 100 3.500] 7 5| 35 126 100 5 |50.0 100} 6|600] 98 5 | 490] 40 6| 24.0 95 6 | 57.0] 50 5 | 25.0 27) 40 5| 200] 50) 5|250)-S0 7536.0100 6 | 600 || 100 7| 70.0 (1100 7| 70.0 28] so 6 | 48.0 || 60 6360) 70 71490] 20 5 | 10,0)) 20 6 | 12.0 || 40 3 | 20.0 B9| 85| 6|SI0] 65 | 6 390] col 6|360| | 61/2700 2] 5/40 | >|» 30] 20 5 | 10.0] <5| 822.5 12 5| 6.0] 20 5 | 10.0 8 S| 40] » » » "| 35 17.5 | 53 | 16.1 || 36 22.0 || 31 » | 15.5 || 27 14.5 || 22 10.1 Medii barometrici Medie temperature 9h, 12h 3h 6h 9h 12h Comp. p.dec- 9 12h | 3h | 6h 9h 12h Coni p. dee| 1 p. Ea 31|756.27|753.78|755.86|736.63|756.58|756.24)7=g ga| 1 P-| 24.28) 27.04) 27.66, 26.40| 24.50) 25.50 25.19 2° | 37.20) 57.02) 56.73) 56.64| 57.25| 57.04] 56. ‘98115 2. | 25.26) 25.60) 26.00 24.94| 24.38] 23.46 97 0, 3° | 56.14) 55.97) 53.61) 55.67] 56.21| 56.13 33.96) 5.513 26.0) 26.46 26.78) 25.95) 24.68 23.32 25550, 26.37 4 | 55/24] 55.04) 54.70] 54.98] 55.50| 55.63] 35.17)/%%°/| 4 | 27.50] 20.04) 28.84) 26.96| 26.06] 24.66] 27 -18; 26.37) 5 | 55.28) 34.70) 54.11) 54.24| 54.39] 55.01| 54 620735 9g 5 26.91] 28. 6t| 26.60] 25.78] 24.84 2558 26.23) 99 Li 6 35-70] 56.32] 56.31] 55.84) ‘°°-2011 6 19/761 20.12! 21.16 20,021 18/22 17.201 19,41| 22-î 55.67] 55.74] 55.30 Media umidità relativa Medie tensioni 9h 12h 3h 6h 9h 12h |Comp.p.dec, 9h 12h, 3h Î 6h 9h 12h |Comp.p.dec. 1 p.| 64.0 | 55.6 | 49.6 | 63.8 | 69.4 | 640 | GI.I 7 gyg || 1 p.(13.53 (14.66 (13.72 (16.62 [16/23 |12.98 | 14.96) 15 gg 2 69.2 | 66.4 | 66.0 | 68.8 | 75.0 | 78.2] 70.6) °°° || 2° (16.58 16.27 |16.45 116. 24 |16.86 |16.06 | 16.41) ‘> 3 | 61.0]|68.0| 69.2 724 | 794 | 706/701) ggig|]3 |15.21 [17.41 [18.05 (18.23 [18.33 [15.01 17.04) 16.77 4 | 56.4 | 54.0 | 61.8 | 71.4 | 69.4 | 69.4 63.6 | 4 |13.13 |15.63 [17.65 |18.42 [16.47 [13.68 | 16.50) !° $ | 56.6 | 568710 740) 682] 550 | 63.67 sg 5 |14.89 (15.97 [18.24 (18.05 [15:77 [12.15 | 15.85) 13,5% 6 163.5 | 648 | 60.81 64.4! 7541 72.4 66.9 | 9-5 Il 6 111.01 111.37 [11.55 |t1.27 |11.73 |10.58 | 11.22)- 00-05 Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin | " Siaseuni ni, Î agglassimi AL] i deli | Da, REG: compe p.dee. p. o 55.15 p. 28029 55 20133 p. 153 2.91 | 72 7.02 2 sat) 151.63] 35.40} 135.32 2 26.62 27.32 21.10 20.719 0:52 | 218 | 247 s17) 0:10 56.3 55.28 27.16 21.00 s|| 3 0.99 | 2.3 2.53 | 5.9 È 36.37) 96.48) 53:97) 196.69) % 2a 28.45) 33:00) 21951 1.72 | 333 | 2.09 o. 6.53 TAG anioni SRI26 N peg] 29.58) 0 23.06 ) 1.31 | 2.82| 1,61] 5.74 | 6 57.50) 137.35] 33:36) 127) È 21,60) 29-59 16 161 19.61] 6 0:76 :|-1.33 | 1/67] 378) 0-59 112 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Agosto 1867. ; ) Quantità ; Medie dell’Ozono dellav Pioggia Media forza del vento 0h-6) 6h-9;9h-12)12h-3] 3-6 | 6-9 | 9-12 |Comp. p.dec. I | 9hmn 42h, 3h , 6h | 9h | {2h |Com.] pil {1 p.| 5.1 |41 | 6.3 | 6.5 | 5.7 | 3.9 24 SU i 3.1 41] 1.30) 1.46 Ap.| 8.7]18.813.2]53.5] 5.3 /11.9/11.9 10.6. 2 2.2 3.045 |31|5.5 | 1.6 1.1 3.1 " EIMOSO Na 12 | 7.2|17.3|12.9| 8.5 2.1 6.6| 9.2 } E 3 2.8 | 1.1 | 3.6 | 4.7 | 6.3 | 2.2 1.3 32 | 2.8 3) 0.0 0.0 h) 3.0|13.7/11.6| 3.4| 2.6. 5.0) 6.6 | 64 ‘ 2.4 | 16 | 2934] 34 | 12] 12] 23528 [bl 00400 | | 39090) 94) 47) 37 6.7| 6.2) 5 2.9] 0.520 24/4244) 15] 24 Î 341 |d|19-74060,53|5 | 6.4|10,8/12.7| 2.7 6.1| 9.8 8.1 Ì 84 6 6.3 1 2.81 4.01 4.8 | 5.1! 2.4 3.3 4.1 È (6140.5960 || 7.61 8.6|14.5] 3.5] 6.9|13.3! 8.6 El Numero delle volte che si osservarono i venti {= N NNE | NE| ENE |. KR ESE | SE [SSE| S | SS0|SO|0S0| 0 | ox0 | No NNO | Calm. | Pred. ip.| 3 6 4 Sd » |» » |» » 3 4 1 4 » NNE 2 » 2 16 2 » D) ) D) ) » 2 7 » D) D) I D NE 3 » b) 13 2 3 ) » D) » 1 » b) » » » » 6 NE 4 1 2 5 2 ‘ 3 » ) 2 I 2 A 03 D) )) » 1 NE 5 » 1 3 2 5 1 » » » D) h) FR) 3 » 2 » 3 Io) 6 7 1 3 1 41 1 1 » b) » 2 5 4 1 2 » 2 N | r——— __——21À4._ É = = = = = Per decadi Tp. | 3 TW. im "TWENTE TO NE 2 1 2 | 18 4 7 3 | PI 2 2 2 9 3 » | » | » | 1 NE 3 Li 2 6 3 6 2 NOx (RON » 7) 10 Li 1 | £ » 5 0s0 Totale II 12 4k 12 14 ò DI D) 2 2 14 3) 12 PR O o NE * Serenità media | Massa delle nubi 9h 12h | 3h 6h | 9h | 12h (Comp. Dec. 9h | 12h] 3h | 6h | 9h 12h CON Dec. fp. | 87.0 | 73.4 | 74.0 | 74.0 | 76.0 | 80.0 | 77.4 70.1 ip | 7.2) 9.1) 132 10.5 11.6] 10.0) 8. | 1.4 2 43.0 | 76.2 | 60.8 | 62.0 | 52.6 | 82.0 | 62.8 2 30.2! 14.1) 23.5) 19.0) 24.0, 9.8) 2014 5 3 100.0 ; 96.0 | 91.8 |! 84.8 99.2 [100.0 | 95.3 81.2 ||3 0.0) 1.8) 3.8! 6.3] 0.3) 0.0) 2.0 i 52 4 77.0 | 79.4 | 65.6 | 92.0 | 96.0 | 64.0 | 79.0 È 4 9.2) 9.6| 166/ 3.3] 1.6) 10.3 8.4 bi 5 46.4 | 43.0 | 55.2 | 46.0 | 58.4 | 79.0 | 54.7 li 50.6 5 .| 22.4] 25.8] 35.6| 27.8| 20.4] 73) 23.2} 214 6 |350 | 36.0 | 36.0 | 55.0 | 55.0 | 62.0 | 46.5 ) 906 || 6 ‘| 35.8] 36.1) 39/2] 26/2) 28.8] 23.0) 3154 2° Numero dei giorni | Sereni Misti | (Coperti |Con piog. |Con neb.| Vento forte Lampi Tuoni |Grandine| Caligini 1p. 4 » 1 | 2 » 5 1 » » | » 2 5 1 1 1 » 1 » » » » 3 bj » » » 3 » ) » D) 2 L 5 » » » 2 » » )) D) 3 5 2 4 | 2 LI 1 1 1 1 » 1 6 1 2 2 3 » 1 2 2 » » Totale| 20 t 6 E SG 7 t 2 x 6 Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . . . 755,80 Forza del vento in Chilometri, . +. . +. + +. 8.5 Dai massimi e minimi diurni . ......... 755.73 Vento Predominante ..... +... +++ NE Differenza ......0.07 | _ rs Termometro Centigrado. . ............ 24.79 Massima temperatura nel giorno 18... .. +. 34.6 Dai massimi e minimi diurni . .......... 23.94 Minima nel giorno 30... ... Gio agora co o ENO === Escursione termometrica. . +... Bart) Differenza ...... 0.85 Massima altezza barometrica nel giorno 30, . 761.12 È . Minima nel'giorno25' 0 ee a le e elett + 742.88 ll Tensione dei vapori. ...... do nega 15.33 Escursione barometrica . +... 18.24 | UDITO LV 63.0 Totale Evaporazione- Gasparin . . ....... 173.80 | Evaporazione- Atmometro - Gasparin biarniaraia 5.80 » » VIVOENOLA 0a n te ao I | SCIEN MARIE ded ds ooo otra 69.3 TolaletdellaNpioggiatte tte e tate e ae 61.79 | Massa delle nubi ....,. Dodo nc ga 15.6 | Ozono. . ... DIO ORARIO DAI 3.25 1) Direttore del R. Osservatorio G, CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO N. 10 — Vol. II. Ottobre 1867 PRIMI STUDJ SUL CERCHIO MERIDIANO BI PALERMO NOTA DEL SIGNOR Po TACCHINI (Continuazione vedi vol. ILI, num. 9). Che la figura dei perni potesse risguardarsi come perfetta, cioè quasi esattamente cilindrica, era facile dedurlo anche dalla semplice applicazione del livello che ci serve a determinare l'inclinazione dell’asse. Per questa verifica fu appeso il livello all’asse e si eseguirono letture, facendo successivamente muovere il circolo di 30 in 30 gradi, incominciando da quella posizione in cui. il cannocchiale é rivolto a 15 gradi di di- stanza zenitale; a 195° si dovette levare il livello , impedendo il tubo del cannoc= chiale di compiere liberamente una intera rivoluzione; questa operazione si cercò però di condurla con ogni dilisenza possibile per non alterare le condizioni del livello. Que- ste letture è necessario che. si facciano con certa prontezza e che si lasci scorrere il solo tempo necessario perchè la bolla si metta in quiete, ed è utile di operare anche in opposte direzioni, vale a dire dalle distanze da 15° a 345 e poscia da 345 a 15°. i Le serie di osservazioni da me eseguite a questo riguardo furono in numero di nove, e dalla differenza dei valori letti alle estremità della bolla, levata la quan- tità trovata per la posizione del circolo corrispondente al principio dell’operazione, cioè alla prima lettura, si è ottenuto la seguente serie finale di valori in secondi di arco, corrispondenti alle variazioni nelle diverse inclinazioni del cannocchiale. Giornale di Scienze Natur. ed Econ. Vol. III. 16 114 BULLETTINO METEOROLOGICO DZ DIFFERENZA IN ARCO DZ DIFFERENZA IN ARCO 15° 09,00 0",00 195 | -+0,%03 + 0,05 45 — 0,05 — 0,08 225 +-0,13 + 0,21 75 — 0,03 — 0,05 255 | 40,12 + 0,19 105 — 0.03 — 0,05 285) — 0,04 — 0,07 I 135 — 0,04 — 0,07 315) — 0,03 — 0,05 165 | + 0,03 | + 0,05 + 0,03 | + 0,05 La quale pochissimo scostandosi dalle singole serie ottenute nei diversi giorni di osservazioni, addimostra la grande regolarità dei perni del nostro istrumento. In quanto alle divisioni dei cerchi non abbiamo potuto finora effettuare un esame serio e rigoroso, come merita un istrumento così prezioso; ma per avere un criterio abbastanza giusto sulla precisione delle medesime, tratteremo per questo riguardo le stesse letture eseguite ai 2 microscopii e riportate al principio di questa nota» L’errore regolare o periodico delle divisioni si può risguardarlo come una funzione delle letture fatte al cerchio, e quindi anche l’errore di eccentricità, da noi deter- minato a parte, può anche essere trattato come un errore della graduazione (1), 0 più brevemente possiamo considerare come una funzione della lettura la somma delle correzioni dipendenti da ciascheduno degli errori periodici esistenti. Indicata con Y (2) questa funzione, avrà in generale la forma Y(2)=u sen(2+V)+ "sen (22+V")+w"sen(32+V")+...%. e pel microscopio distante 180° avremo Y(2+180)=—wsen(2+V)+w"sen(22+V")—w"sen(32+V") +... Le differenze di letture fatte ai due microscopii, indicandole con d, sono espresse dall’equazione d=a + w(2) — b(2+ 1809) +2®(2); dove « è la differenza dei due microscopii da 180% e siccome la funzione ® (2) fu trovata trattando dell’ellitticità, della forma /" sen (22 + F") così il valore di d sarà dato dalla seguente equazione d=a+2usen(2+V')+2f"sen(22z+F")+2w"sen(3z+V")+...%. Quindi dalle letture fatte di 10 in 10 gradi si potranno formare 36 equazioni della forma della precedente, che risolvendole col metodo dei minimi quadrati, ci forniranno i più probabili valori delle quantità costanti. La soluzione delle equazioni generali dà i SIE È ; , 2 È 2r seguenti risultati, considerando che il valore di z viene espresso dalla zem=m. — (4) Chauvenet, Pratical Astronomy, p. 52, V. IL DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 115 q =—Pa (hr qui sen V' = (dn COS 27» — | = Y (dn COS Zm) —= Y (Am sen Em) Lac) AIA Am SO Ma — dim (608 Mm, —||\= 2 (din/008/2iZm) bg GIP Soa = I QUI COS PP [ae] dmn 608 Ma, — | q u" sen V" = Y (Am cos 3 Em) 607 di Bird o = [sel q u" cos V" —p) (dm sen 3 2m) I | ) (cm sen m 25) = x (dm sen 2 210) | | CCC. CCC. Nel nostro caso abbiamo g= 36 e 2 cresce di 10 in 10 gradi; per trovare dun- que i valori delle X (....»), dovremo moltiplicare i valori di d successivamente pei coseni e seni delle rispettive distanze zenitali (2), poscia pei coseni e seni del dop- pio di 2, del triplo, ece. ecc, Ora osserviamo che per i valori 2 e 2 2, l'operazione fu già eseguita, e possiamo quindi prendere i risultati ottenuti allora, e calcolare ora le sommatorie in 3 , e da esse dedurne i valori di w" e V", arrestandoci a questo punto della serie, po- tendosi come si vedrà trascurare i termini che seguono. Eseguiti dunque i prodotti suindicati e fattene le somme risulta Zdcos3z=36.u"sen V" = + 82,50 — 78",87 =-+3",63 > dsen 3:=360.w"cosV"—= + 80,52 — 80, 17 =+ 0,35 le quali risolte danno V"—= 84° 29’,56 ed w"= 0",1013 dapprima si trovò V' = 196. 48, 58 ed w = 4",2312 F'—= 133% 27,1 f'=0",2472 a=+ 6",37; perciò possiamo ora rappresentare il ge- nerale valore di d pel nostro cerchio orientale a mezzo della equazione d= + 6,37 + 8”,4024 sen (2 + 196°, 48', 58) + 0",4944 sen (22 + 133°, 27/,1) + 0",2026 sen (32 + 84°, 29/,56). Calcolando ora tutti i termini in 2, 22, 32 pei valori di z di 10 in 10 gradi da 0 a 360 ed eseguendo le somme di questi per ogni valore di 2 col costante + 6",37 noi formeremo una serie di valori calcolati di d, i quali confrontati con quelli otte- nuti direttamente dall’osservazione, forniranno a mezzo delle differenze un giusto cri- terio della regolarità e precisione, colla quale furono segnate le divisioni nel cerchio orientale. Fatti i suddetti calcoli ed eseguite le somme, diamo nel seguente quadro i valori calcolati di d di fronte a quelli osservati, colle rispettive differenze. 116 BULLETTINO METEOROLOGICO Valori di d calcolati ed osservati. 0250 0° | + 47,80) + 47,48) +0”,32) 180 |+9"45|+ 898 |+ 0447 Ion oo So 20 | +1.20 | +1,48 | — 0,28 | 200 |-+11,75|+11,38|4- 0,37 30 — 0,15 | + 0,11 | —0,26 | 210 | +12,20|#+12,41|— 0,21 40 — 1,15 | — 1,06 | — 0,09 || 220 |-+-13,10|4-13,26| — 0,16 50 — 1,55 | — 1,97 | +0,42 | 230 |-+-14,15|-+ 13,91 |-+ 0,24 60 — 2,45 | — 2,54 | + 0,09 | 240 |--14,30|4-14,34| — 0,04 70 — 2,85 | — 2,75 | — 0,10 | 250 |+#-14,50|4- 14,51|— 0,01 80 | — 2,40 | — 2,60 | +0,20 || 260 |+-14,05|4-14,44| — 0,39 90 — 2,30 | — 2,11 | — 0,19 || 270 |+14.55|4- 14,13 |+ 0,42 100 | — 1,25 | — 1,32 | + 0,07 | 280 |-4-13,90 | + 13,62 | + 0,28 | 110 — 0,65 | — 0,30 | — 0,35 || 290 | + 13,30 | + 12,92 | + 0,38 120 | 40,90 | -+0,89 | +0,01.| 300 |-+11,15|-+12,07|— 0,92 \130 | +2,85|+2,19| +0,16 | 310 |+11,00]+11,09|— 0,09 | 140 | +3,60|+3,56|-+-0,04|| 320 |+10,25/+ 9,98/+0,27 o 5185 9g oa 00 Eno Pa I 160 vie 50] et631 ton 0 Ezio ER + | 170 + 8,05 | + 7,66 | + 0,39 | 350 |+ 6,85 5,98 | + 0,87 Come è evidente tutte le differenze (0—0) fra il calcolo e l'osservazione si manten- gono inferiori ognuna ad 1" di arco, e formandone dei gruppi in ordine di grandezza, si ha che 9 di esse non arrivano al decimo di secondo, 4 sono inferiori ai due de- cimi, 7 inferiori a tre decimi, 6 a quattro, 6 a cinque, e sole quattro sorpassano il mezzo secondo, tre di esse essendo anche più prossime ad un 1”; restando con ciò dimostrato essere il cerchio stato diviso con abilità somma, quale si poteva atten- dere dai valenti artefici Pistor e Martins di Berlino. DEL Re OSSERVATORIO DI PALERMO 117 Osservazioni di stelle australi eseguite al Cerchio Meridiano del R.Osservatorio di Palermo DAL SIGNOR Ps TACCHINI S SES IO à ASCENSIONE RETTA APPARENTE DECLINAZIONE APPARENTE E E PROCATDELLE D'ORD si 5 È OSSERVAZIONI AIzAtN 08 208, 0%, 425,90 DE 4 07 2 |1867.7851 472 | 8,5 20, 3, 36,68 DON 02107 2 8152 473 | 8,5 20, ASTA SAI 23M 57 3 7892 474 | 8,5 20. 4. 50,60 25. 1L 46,5 2 8097 475 | 8 200 1,99 DARÀ, 1050 2 7906 476 | #35 DORIA 993 203: DICO 2 7852 Agri 08,5 Di 2 129580 20M) 3 8139 | 478 |. 8 Di a 2096 2353005056 2 7907 | 479 |.9 QUIZ EA SIG 22. Sa l0,7 2 7852 480 | 85 | 20. 18. 20,65 20002 2410002/653 2 8098 | 481 “ 20020, 5,01 26. DU N2Z0: 2 8153 | 482 | 8,5 DO 20 198 RA ZIA) 2 7907 ASSO 2 OA? 35377 22 DI 2 8098 | 484 | $ 20, 24. 30,73 0 eno 2 7852 485| 8 20. 25. 47,04 22. 40. 35,0 2 8153 486 | $ RO DAMA 03452 2 7907 487 | 8,5 20... 29. 50,35 io de e 7852 A SSR O 2 ZO 516 Do RR 0 2 8098 | 489 7 20008301407 24. 41, 10,5 2 8153 || 490 | 7,5 2.033 MO 0088 Dei A50:8 2 7907 | 491 | 8,5 20 30 153,16 23. 56. 30,0 2 7852 | 492 | 8,5 DONA 33, 27 SOA 2 8099 493:| 7,5 ZON OS 8A10: BR 31 2 8153 494 | 7,5 DOO (002 DOMA NR 2 7852 495 | 7,5 De LE AA A70557 2 7907 | 496 | 7,5 20, (043, 55,24 26 005253 3 7966 | 497 | 9 PV 49 19,08 Di 2 7852 | 498 | 7,5 DA 93007 DARAI 107 2 8154 |! 499 | 8,5 20219192 23M 05 1 8112 | 500 | 8 20. 53. 43,90 DB 940033,9 3 7966 501 | 8,5 2 5 2 0 DE DONI 2 7852 502 | 7,5 DORSO 327 2719056 2 7908 503 | 8 21, 5. 0,07 7 ASTA 335 2 8289 504 | 8,5 DIL 8. 18,39 De 0 0 1 8330 505 | 9 DAB 5,79 2A 21003802 2 8290 506| 7 2 S16,000032380 26. To RO 2 8358 507 | 8 Zi ie Be DI MRASIA A 1 8316 508 | 7,5 Nilo e 008) 235205 2 | 8126 BULLETTINO METEOROLOGICO EPOCA DELLE OSSERVAZIONI ASCENSIONE RETTA APPARENTE| DECLINAZIONE APPARENTE GRANDEZZA BD o SS SE a & 7 = 5 $ 2 1867.8221 (311 Ii - (3A | < (11 DI 19 2 2 DI IND DI DI DI DI d3 DID DIO MON 8 D) 8 b) 9 9 8 8 D) 9 7 8290 8345 8290 8345 8140 8290 8345 8345 8290 8345 8291 8346 8291 8346 8291 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 119 Un punto probabile di radiazione di stelle filanti osservate nella notte del 2 ottobre 1867 dalle 12" alle 12",40" t. m. di Palermo, Il numero delle stelle filanti fu di 17 in quaranta minuti di tempo, più diverse traccie leggerissime appena sensibili in vicinanza del centro di radiazione, come neh- bia rarissima e in apparenza molto lontana, e di estensione così limitate , che era impossibile il precisarle. Dopo le 12",40 un nembo da £ fattosi alto impedì di continuare le osservazioni e di esplorare quella plaga di cielo a mezzo di un cannocchiale, per come ci eravamo preparati, Tutte le stelle comparivano debolissime da principio, e il massimo splen- dore lo presentavano pochi istanti prima della loro scomparsa; la grandezza fu per tutte inferiore alla seconda; sole 5 si stimarono di terza, le altre tutte piccole. Anche a semplice vista il centro di radiazione era manifesto, cioè situato in mezzo alle corna del Toro, essendo lo spazio al cui limite apparivano le filanti, una zona di 30° per 15°, Descritte le trajettorie su di un’apposita carta celeste e prolungate ad incontrarsi, si vide che pei detti punti di incontro passava una piccola elisse il di cui centro avrebbe le seguenti coordinate AR= 760,7 d=+ 22° e questo punto potrebbe anche ritenersi come centro di radiazione ; ma se invece il punto di radiazione si vuole dedotto col maggior numero di intersezioni maggior- mente vicine, allora le sue coordinate sarebbero AR= 729,8 dò = + 2895 ehe corrisponde anche bene col punto stimato in presenza del fenomeno. Il medio di queste due determinazioni da AR= 749,8 d = + 259,3 Non mancammo di osservare nelle rimanenti sere del mese, quando le condizioni at- mosferiche lo permisero, ma nulla si notò di interessante, e le stelle filanti furono sempre assai scarse. P. Taccamn, 120 BULLETTINO METEOROLOGICO TERREMOTO A .Messina nella sera del 19 settembre 1367 fra le cinque e le sei fu intesa una breve scossa di tremuoto. Un’altra fu maggiormente osservata 1’ indomani mattina, fra le 5 e le 6 antimeridiane. Avuta cognizione, che a Mistretta eransi verificate diverse scosse di terremoto nella notte del giorno 3 ottobre se ne chiesero informazioni al Sindaco di quella città, e se ne ebbe una gentile risposta dal R. Delegato straordinario per l’amministrazione di quel comune, che qui appresso pubblichiamo, La posizione geografica prossima di Mistretta è la seguente: 37°. 57 40" di latitudine al Nord, 4%, 105 all’Est di Palermo. Lettera dell’IU. signor Delegato straordinario FP. Errante al Direttore della Spe- cola di Palermo. Mistretta 15 ottobre 1867. « Nel merito della risposta che io sono chiamato a darle, mi riesce difficile ap- prestarle le notizie circostanziate, che la S. V. mi ricerca, essendo varie le opinioni degli abitanti di questa Città circa i primi tre quesiti, Però la maggioranza è concorde nell’affermare : e 1° Che le scosse del tremuoto avvenuto in questa, furono tre, coll’intervallo di mezz'ora circa per ognuna, nell’ora dalle due alle tre dopo la mezzanotte; « 2° Che dette scosse chbero diversa durata, la seconda minore della prima, e la terza maggiore di tutte, che potè durare 5 secondi; « 3° Delle dette scosse la prima fu succussoria e le altre due ondulatorie; « 4° Furono avvertite da tutti i punti del paese; « 5° In quanto allo stato atmosferico nel momento del fenomeno non fu osservato da alcuno. Però il terremoto fu preceduto da un fortissimo tuono, che fu inteso da tutti; in tutta la sera aveva soffiato vento caldo e verso le otto ore di sera si re- spirava malamente, e l’aria era fosca e caliginosa, ed il cielo in qualche punto ros- sastro. » A questa interessante comunicazione sul terremoto di Mistretta, crediamo utile cosa il fare seguire altri annunzi di terremoti, che ricaviamo dal Bullettino di settem- bre 1867 pubblicato in Roma dalla signora Caterina Scarpellini, A Locorotondo, provincia di Bari nelle Puglie, il di 30 settembre (1867) si ebbe alle 4*,45® del mattino una leggiera scossa di terremoto. A Canca il 19 settembre si senti in quell’Isola alle ore 5, 30 di sera improvvisa- mente una forte scossa di terremoto ondulatoria nella direzione di N al S (della du- rata di 10 a 15 secondi), Il di 20 un’altra scossa più forte della precedente fra le ore 5, e 5, 15 nella stessa direzione. DEL Ro OSSERVATORIO DI PALERMO 121 Poco dopo il terremoto si osservò nel porto un fenomeno (giammai notato) di una istantanea e bassa marea di 3 e 4 piedi di altezza in ogni 10 0 15 minuti e ciò per per due ore; e con la ripresa del vento da grecolevante a greco tramontana si rin- novava a più lunghi intervalli con decrescente altezza, e non cessò che circa le ore due di sera. Questo repentino innalzamento ed abbassamento del mare produceva un singolare effetto avanti il porto e nel porto si come una specie di hollimento e vortici di cor- renti, A Corfù il 20 settembre alle ore 5 del mattino ebbe Inogo un terremoto ondula- torio, con leggieri escillazioni, nella direzione di N ad 0 che durò per 10 secondi; nello stesso giorno ne seguirono degli altri, però di minore forza. Anche un fenomeno singolare riuscì per questa Isola sorprendente, e fu che il mare dal momento del terremoto a tutta la giornata subi un flusso e riflusso, pel quale sulle prime avanzava sulle varie spiaggie dell’ Isola di circa 20 passi a terra, e di più si ritirava verso il mare lasciando sulla spiaggia una quantità di pesce.di varie specie, Quel flusso cessò poscia gradatamente, ISTRUMENTI DI METEOROLOGIA Il Ministero di Agricoltura e Commercio, cui la meteorologia. in Italia va debitrice d’un segnalato progresso, e che con somma perseveranza ed alacrità ha saputo spin- gere fra noi siffatti studî in modo che nna vasta rete meteorologica stesa pei prin- cipali punti della penisola intende con metodi uniformi e con istrumenti analoghi alle osservazioni delle vicissitudini atmosferiche, siccome ha fornito varî osservatori Q’I- talia di apparecchi meteorologici, è stato anche generoso verso il nostro Osserva- torio di varì strumenti interessantissimi, Il professore Comm. Cantoni, illustre organo della direzione di statistica del Mini- stero suddetto, cui è affidata la suprema direzione delle istituzioni meteoriche, non ha guari arricchiva questo Osservatorio d’un eccellente e nuovo atmometro, aggiungendo al dono la gentile promessa dello invio di altri apparecchi, che giungerebbero assai opportuni pel nostro stabilimento. Il nuovo atmometro basato sul sistema Gasparin, è stato modificato e ridotto dal professore Cantoni, sostituendo al grande recipiente metallico, un piccolo recipiente di vetro circolare del diametro di circa 11 centim., ampiezza sufficiente è conforme alle sperienze eseguite in questo Osservatorio, e pubblicate nel Num. 7 del nostro bul- lettino, Al recipiente circolare di vetro sottostà un piccolo vasetto per ricevervi l’acqua che per mezzo d’un rubinetto attaccato al vaso principale serve a toglierla e ridurla a livello— L'apparecchio vien difeso dalle pioggie mediante un coperchio metallico che può togliersi a piacere, e che è sostenuto da due colonnette di ghisa, le quali stanno attaccate ad un tripode parimenti in ghisa, in cui poggia l’apparecchio, Lo strumento è costruito con eleganza e precisione ed è opera delle officine del Tec- Giorn. di Scienze Natur. ed Econ. Vol. III. 17 122 BULLETTINO METEOROLOGICO nomasio Italiano, che oramai occupa un rango distinto tra le fabbriche di costruzioni di strumenti di precisione , e fornisce gli stabilimenti scientifici di eccellenti istru- menti, senza il bisogno di ricorrere alle fabbriche estere. RIVISTA METEOROLOGICA Barometro, — Le autunnali burrasche si manifestarono in questo mese in modo eccezionale colle forti ondate atmosferiche , che resero l'andamento della pressione irregolare ed esagerato d’ accordo col grande movimento amosferico di Europa. Le forti pressioni, occupando sempre l’ovest delle coste occidentali di Europa, la linea del minimum si estende nel g. 5 dal Baltico a Genova fino a Sicilia e così dal 1° al g. 5 ebbimo una calata di 9,026, Nel giorno 6 la linea del minimum incurva e formasi un centro di forte depres- sione nel golfo di Livonia, mentre da noi cresce; così che dalle 6 ant. del 5 alle 7° p. del g. 7 si ha un aumento nella pressione di 10,M®22, Al 9 abbiamo già la presenza di due centri di depressione in Italia e sulla Da- nimarca e Svezia; nel 10 diminuendo la intensità della corrente di 0, che nel prece- dente giorno aveva infuriato agitando il mare, si ha un aumento; ma poi all’11 il barometro abbassa rapidamente formandosi sull'Italia un centro di depressione con forti burrasche. La minima pressione avvenne in questo giorno precisamente alle 9% m, come risulta da osservazioni fatte prima e dopo allo scopo di determinarne l’ ora precisa. Le variazioni furono in questo breve periodo, le seguenti : Dalle 7" p. del 7 alle $ matt. del 9 abbassamento di 12,06, Dalle $® del 9 alle 9 » del 10 alzata di 6, 04 Dalle 9%" del 10 alle 9 » dell’11 abbassamento di 11, $$. Di poi aumenta e al 14 già le alte pressioni sono in Italia e al N di Europa, men- tre corrisponde un abbassamento forte sull’Irlanda; nel 15 continua egualmente, solo al N deviano le alti pressioni verso Svezia, e nel 16 abbiamo noi il maximum di al- tezza barometrica, così che dalle 9" m, dell’11 al mezzodi del 16 1 aumento fu di 20,249, Trasportandosi poi l’onda più all’Ovest si ebbe un altro minimum al 21 corrispon- dente a un abbassamento progressivo dal mezzodi del 16 al mezzodì del 21 di 13,946. Al 23 vi fu abbassamento generale in Europa e piccole variazioni al 24, al 25 e 26 alza e depressione al NO di Europa; e noi ebbimo dal mezzodì del 21 alle 9% m. del 26 un’alzata di 12,mm38, Al 27 le basse pressioni discendono alla Manica e girando da N a E continua ad abbassare per noi fino al 29, e dalle 9" m, del 26 al mezzodi del 29 l’abbassamento fu di 12,%2$89, Dal mezzodi del 29 alle 6 m, del 1° novembre montò la colonna barome- trica nuovamente per 12,049, DEL Rs OSSERVATORIO DI PALERMO 123 Direzione e forza del vento, — Nelle prime due pentadi dominarono tanto nel giorno che nella notte i venti del 3° quadrante, e la massima velocità si asservava intorno al mezzodi col NO, o alla mezzanotte coll’0S0. Vuol’essere citato il giorno 9, giorno burrascoso oltremodo, in cui l’Ovest raggiunse nella sera la velocità massima di chi- lometri 60,4, Le due seconde decadi sono rimarchevoli per la periodicità dei venti e forza; nelle ore intorno al mezzodi dominarono i venti del primo quadrante , i più forti della giornata, e nella notte quelli del 3% nei passaggi dall’uno all’altro quadrante suece- deva la calma, la quale trovasi costantemente notata alle 91 m. e alle 6" della sera. Nelle ultime due ebbimo nuovamente i venti del 3° quadrante e i dominanti sì di giorno che di notte colla massima velocità ora al mezzodì ora alla mezzanotte ; nei giorni però 25, 26 e 27 i venti tornarono allo stesso modo delle due seconde pentadi e il cielo più sereno. Nel giorno 20 l’0 presentò la massima velocità nel mese di 60,9 IK, Temperatura. — La temperatura non presentò che due shilanci un poco forti dal 4 al 7 abbassando di 6 gradi, e dal 28 al 29 un altro abbassamento di 7% nel resto si manteneva pressochè costante in circa di 18°,5, Le diurne escursioni furono sempre forti, in medio di 6 gradi; la media diurna fu inferiore di un grado all’ordinaria. Pioggia, wmidità, evaporazione — Le pioggie in questo mese furono abbondanti, e il totale superò della metà la media ordinaria; fu straordinario il temporale del giorno 21; nel mattino di detto giorno si ebbero 101 millimetri di pioggia, dei quali 75 caddero nel breve intervallo dalle 8 */, alle 10, con tale impeto, che non potendo avere libero sfogo nei condotti della città , si verificarono allagamenti parziali con gravi danni di cose e persone. L'umidità fu mediocre nella prima e seconda pentade, e più forte nelle rimanenti, il minimum verificandosi al mezzodì, il maximum alla mezzanotte. L’evaporazione per la pioggia caduta ripetute volte non può risguardarsi esatta; però la quantità totale nel mese di 127 non molto differisce dalla calcolata per questo mese di 153. Ozono, — L'andamento dell’ozono è più d’accordo colla forza del vento e col tempo pio- voso; l’aumento nella temperatura sta di contro a diminuzione di ozono; le massime e minime diurne vanno appunto colle ore della massima forza del vento e delle calme, la media diurna è pressochè la stessa di quella del settembre. 124 BULLETTINO METEOROLOGICO NOTE 2. Nel mattino alle 11 poche goccie e alle 3" 14 p. leggiera pioggia e nella notte lampi a S0. 3. Alle 11° s. il vento di SO si fa forte e continua alla mezzanotte con aumento nella temperatura. 4, Il vento di SO caldo continua forte sino al mezzodi ; nella sera piovoso e alle 10 pioggia con tuoni e lampi, alla mezzanotte lampi a SE. 5. La corrente gira fino a NO al mezzodi forte, una leggiera pioggia. 6. AI mezzodìi il NO cresce di forza e il mare è agitato; nella sera di nuovo intor- bida e alle 10° s. incomincia a piovere, e alla mezzanotte ancora piovigginoso. 7. Il vento al meriggio è ancora del 4° quadrante ma più mite, poi succede la calma alle 6 p. 8. Vento forte di 0S0 nel pomeriggio e verso la mezzanotte forte ancora ad inter- valli con cielo temporalesco. 9. La direzione dominante tanto in basso che in alto fu di 0, che soffiò con vio- lenza nella sera, specialmente dalle 9 alla mezzanotte; dalle 10 14 m. al mezzodi piovoso. 10. Nel mattino continua il vento forte di 0, alle 6" p. qualche goccia; e nella sera l'0S0 aumenta ancora in forza, con indizio di pioggia. 11. Nel mattino continuano forti colpi di vento di SO, dalle 10 alle 11" pioggia e mare grosso, e dalle 4 alle 5 s. piove ancora. 20. Nel mattino oscuro, calma, e poche goccie prima delle 6°, / 21. Vento forte di 0S0 con pioggia forte nel mattino specialmente dalle 9” alle 10%, 22. Nel mattino tendente a pioggia e goccie ad intervalli; nella sera lampi a N e NE. 28. L’aria sciroccale del mattino faceva presagire un cambiamento nel tempo; alle 5h p. qualche goccia e alle 6% 14 poca pioggia. 29. Vento forte dal mezzodi alle 9" s, di NO e 0; alle 11. 44 p. pioggia con gran- dine. 30. Mare agitato, poi venti un poco forti di NO. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni IMeteorologiche di Ottobre 1867. 125 qr NANA o Massimi e minimi À Massimi |l Barometro ridotto a 0 Massini e minimi | Termometro centigrado minimi || Marr dia ta; PI EEA || MPS 3 Pi termometriei 9Qhm 12h sh 9h, 12h 9hm{ 42h) 5h n 9h 421 Dar | 1 tao 68 7 154.49 20.4 |21.6 121.6 [20.8 !19. .8 || 21.8 | 16.0 | 2 56.432 22.5 (23.0 |21.6 [1 8.6 || 23.2 | 16.7 3 DLO 24.5 (26.0 |23.3 |22 2.( 26.0 | 18.3 4 || ®: 27.7 |23.8 [22.9 |23. .1 || 28.3 | 19.9] | 91.2 21.3 |20.2 (19.2 [180 |17,8 || 22.2 | 17.61 GI 55. 19.0 |19.2 (18.0 (17.7 16.6 || 19.6 | 16.2 || 7 98. 19.3 [19.2 [18.1 |16 .3|| 19.6 | 14.7 8 d. 21.6 (21.4 |19.5 |19. 9.6 || 21.8 14.6 9 47. 17.4 |19.2 [18.3 |17. .4 || 204 | 15.7] 10 . 18.4 [18.9 |18.0 (17.5 [18.7 || 19.1 | 15.6 11 | 42.4 |18.3 [18.5 [17.0 [13.8 [15.2 || 20.8 | 14.9 | 12 || 91. 19.4 |18.9 [17.4 |15.3 |14.3 || 19.8 | 139 13 || 5%. |19.8 |20.0-|18.8 [17.0 |15.9 || 20.8 | 13.6 | 14 ; : 120.0 |20.0 |F9.1 |16.8 |16.1 || 201 | 14.3 | 15 «È 60 08, -9 [20.1 |20.0 |18.9 |16.7 .l 20.2 14.4 || 16 61.56 60.90) 60. 69/18 0 20.3 (20.1 |19.1 |16.8 3.2 || 20.5 14.1 || 17 60.74 59.47 27.88/119.2 |20.6 |21.0 |19.5 |17.4 6.4 || 21.4 14.9 [| 18 || 59.23 37 49 33.1618.9 [20.4 |195 [19% [18.0 [167 || 20.5 | 14.7 || 19 || 56.01 i -0SÌ[19.1 |20.4 (20.5 |19.4 {17.6 [17.7 || 21.9 | 14.9 | 20 35.24 76200. |21,2 |21.2 [19.5 |18.8 [18.0 || 21.6 17.1 || 21 || 50.19 dI. 45.46 19.8 [200 [18.5 [17.3 [16.7 || 20.1 | 15.9|l 22 56.94 57. 15 3.97] 1X.9 [19.1 [18.3 | 417.1 3.2 || 19.4 | 15.9 23 36.04 57.00 21.5 |21.3 |18.9 [16.2 .9] 21.6 | 14.9 | 24 53.39 37.48 .8 122.4 [19.7 |18.2 [17.1 || 22.8 14.2 || 25 | 57.65 | 60.45 4 (20.4 |19.4 (17.7 |16.5 || 20.6 14.9 26 61.13 60.44] 60.84 .3 |20.3 [19.1 » |15.6 || 20.5 | 14.9 27 39.63 56.7 Kr .-5 [20.3 [18 8 [17.1 [17.7 || 20.8 | 14.7 28 53.51 9 (25.9 [21.0 |20.3 |i9.1 24.3 | 17.0 29 || 49.92 22 |11.7 [14.7 |15.6 (15.9 || 205 | 114 30 d6 07 -9 [17.4 |16.4 |14.3 [14.0 18.1 13.5 31 | 58.10 .2_|16.5 [16.4 [14% [13.1 || 18.6 | 12.7 M. Il 753.57 .37/20.23|19.04|17.63]16 94| 21.21| 15.2 Osservazioni Meteorologiche di Ottobre 1867. Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo TA CormR= 9hm 12h 5h, 6h 9h 121 ||9hm) 12hj 3h) 6h I 9h | 12h 9Nm 12h 3h 6h 9h 42h 1 14.80:11,51 11.97| 9.80:12.77|12.21]| 67] 59| 63 | 54 | 77) 81 [Bello Bello Bello Cop. Nuv. Lucido 2|[13.03|11.74|11.92(13.85!13.07|12.30)| 67 | 58 | 57 | 73] 77 | 78 [Nuv. Misto Cop. Nuv. Lucido |Lucido 3|[13.64|12.97/12.38|11.25|10.23|12.42]| 75 | 57] 50 | 53 | 51 | 60 |[Cop. Cop. Bello Lucido |Lucido |Bello 4|[13.30|13.41:17.48|16.98/13.06/12.52]| 58 | 49 | 80 | 82] 61 | 69 (Cop. Nuv, Cop. Cop. Bello Cop. 5|[12.93|13 03/19.19|10.16/10.88) 9.89]| 66 | 69 | 58 | 61, 71 | 65 |[Cop.v. |Cop. Osc. Cop. \Osc. Misto 6) 8.63) 8 11| 7.40] 8.13] 9.05 10.51] 58 | 50 | 45 | 53) 60| 75 |[Cop.v. |Misto Nuv. Nuv. Cop. Cop.c.p. 7 8.36] 9.30) 8.47] 9.08/11.51| 8.82]| 53 | 56 | 51 | SS | S4| 71|[Cop. v. Cop. Cop. Nuv. Nuv. Lucido 8 9.86/11.51/10.53|10.02|11.12|11.28|| 60 59; 56 | 60 | 68| 66 ||Bello Nuv. Bello Nebb. Osc. Cop. v. 9||11.63'13.87| 9.86! 5.94| 6.92 6.23, 69 | 91] 60| 38 | 47] 42 (Cop. Osc. Cop. Cop. Nuv. Nuv. 10] 7.00! 7.88, 7.90) 9.60/10.39 9.60] 46 | 50| 49 | 65| 70 60|0sc. ose. Osc. Osc. Cop. Cop.e.p. 11||11.34j10.71) 8.38] 9.32] 9.45) 9.09] 63 | 69) 53 | 65) 71) 71 Cop. Cop. Cop. Cop. Cop. Nuv. 12||10.57| 7.87) 8$ 93] 7.77! 9.04 8.36|| 77] 47] 55 | 53 | 70] 69||\uv. Misto Cop. Nuv. Bello Lucido 13|10.25) 8.17) 8.26 8.99/10.42 9.16 66 | 48 | 47) 56| 73) 71||Bello Bello Bello Nebb. |Osc. Cop. Vv 47|[10.96/10.57|10.s0/10.83/10,76/10.65)) 68 | 61 | 62 | 66 | 76| 78 [Lucido |Lucido |Lucido. [Lucido |Lucido |Bello 15/[10.10(19 17|13.82|12 06|11 16/10,63:| 65 | 58 | 79; 74 79 | 78|(Bello Bello Bello Lucido |Lucido |Bello 16/] 9.48/10.91|12.16|12.00 11.26 11.18 62 | 62] 69| 73 | 78| 82|/lLucido |Lucido |Bello Lucido |Lucido ;Bello 17|11.88/12.34)12.65|12.89|11.81)11.06)] 72 | 69| 69| 77) S$0| S0|Nebb. |Bello Nuv. Nuv. Bello Bello 1812.06|13.63|13 31|12.65|12.97|11.661] 74 | $2| 80 | 76) 85) $2|Lucido |Bello Cop. Osc Nuv. Bello | 19!|11.77]12 40 130i 13.63 |12.68 12.56|| 72) 70] 74 | $2| 86| 84|[Nebb. Nuv. Misto Nuv Bello Cop. v. 20|112.04|12.22/14.09|15.14!12.1812.61]| 70) 66] 76) 90| 76! S2 (Cop. Cop. Osc.c.p.|0sc Osc.c.p.| Cop. 21|10.83/12.77|12 29/10.69/10.80/10.27]] 66 | 75 | 71| 68 74 73 [Osc.c.p.|Cop. Cop. Cop Cop. v. |Nuv. 22|111.04|10.89|10.54:11.32|12.05|11.63) 77 | 67| 65 | 73| 84, 8% |(Cop. Cop. ose. ose. Cop. Bello | 23//11.75|11.67] 9.95 11.42! 9.22) 9.22] 79 | 61| 53 | 70) 67) 73 Misto Misto Nuv. Bello Lucido |Lucido 24|11.14|11.53(10.82|11.87|11.09/11.0S|| 70 | 56 | 54 | 70 | 72| 76 [Bello Nuv. Nuv. Bello Bello Lucido 25||12.42/12.28|13.51|13.32/10.13|11.79]] 77 | 69| 75 | 80) 8I | 84 [Lucido |Bello Bello Bello Bello Lucido 26|/11.83|11.57!12.40/13.14|] » |1012] 73 | 66| 70| 80| »| 77|Lucido |Lucido |Bcello Bello Nuv. Lucido | 27|112.36|11.27|12.40|12.18|11.70/13.39]| 79 | 64| 70| 76| S1 | 89 |Nuv. Nuv. Bello Bello |Lucido |Nebh. ii 28|12/40|14.00|14.66|12:65111.57]11.35]| 70) 64| 66| 69! 66| 69|osc. |Ose. ose. cop. |Bello |Bello |! ni 5.78| 8.38] 9.75) 7.94) 8.07) 8.09] 45 | 89 | 9 | 63| 62 60|[Cop.e.p.|Osc.c.p. [Osc.c.p. |Ose. Cop. Bello | $0|10.61|10.15|10.39| 9.70| 9.65] 9.571 71| 67] 70| 70) S0| 81 [[Nuv.c.p.|Misto Cop. v. [Bello Bello Bello | 31|/11.16|10.75/11.79/11.06| 9.99; 8.33]| 79) 69 | 84 | 80] S1| 75 [Bello Bello Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |. 11.04|11.50|11.65|11.14!10.83|10.59[67.4,63.3164.3|67.8/72.9,73.7 J 126 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Ottobre 1867. (rn Gasparin| Forza del vento in Chilometri Ozono 0-6L ) 6-3 | 3-12 \Totale[9hm., 12h, 5h 6h, 9h ) 12h 6h 9h. 12h sh 6h 9h 42h 1) 0.18 | 2.24 | 1.66 | 4.08 |{ 1.0 | 9.4 | 8.9 | 0.6 | 4.3 [12.8 5.5 4.5 ) 6.5 0.5 1.0 2.0 2) 0:46 | 1.58 | 1.10 | 314 || 1.6 | 7.3 | 6.9 | 00 | 7.2 | 52 x0 50 70 15 | 05 | 10 3,0 3| 0.46 | 1.87 | 2.53 | 4,86 [1 0.0. | 9.5 .6 | 2.6 | 1.8 129.0 3.0 3.0 25 1.0 0.5 1.0 0.5 4|| 1.35 | 2.95 | 0.00 | 4.30 [24.2 |15.7 |12.3 | 0.0 [12.5 [11.2 d.0 3.0 4.0 d.ò 3,5 20 3.0 3 0.29 | 1.67 | 1.06 | 3.02 || 7.7 ]16.7 5.8 |I1.% | 4.6 | 6.4 3.5 6.0 5.0 2.0 2.0 2.0) 3.0 i 61 0.36 | 2.08 | 1.74 | 4.18 |} 7.8 [30.8 [25.2 | 4.0 | 8.1 | 9.1 3.0 6.0 BID) 4.0 1,5 3.3 2.5 1) 0.00 | 1.87 | 1.74 | 3.61 |!26.3 '14.5 (25. | 0.0 [14.2 (12.1 8.5 2.9 | 6.5 4.0 1,5 4.0) 6.0 | 8 0.43 | 2224 | 2.61 | 5.28 | 0.0 (13.1 [19.5 122.3 [24.8 [22.2 30 35 30) 25| 20 | 6-0 1.5 9]| 1.45 | 0.00 | 1.79 | 3.24 [122.6 | 6.2 [33.9 [53.7 |60.4 (49.5 7.5 6-0 4.5 4.5 4.0) dò 4.0 10|/ i.78 | 1.45 | 1.23 | 4.46 13.1 22.0 |16.5 | 2.0 | 3.6 |37.5 7.0 50 1.0 2.0 3.0 4,5 2.5 11] 1.65 | 0.82 | 0.11 | 2.58 |j43.4 |33.8 |24.9 | 4.8 [14.7 |{6.1 8.0 6.5 6.5 4.0 2.9 3.5 4.0 || 42) 0.81 | 1.51 .85 6 0.0 (13.4 | 9.8 {10.5 | 9.5 |12.1 6.5 5.0 4.5 4.5 2.0 4.5 5.0 13)| 0.63 | 1.45 70 | 3.8 0-0)! 459) (13573) (001] 19:50 (2A 5.0 30 5 4.0 2.0 deb 0.5 14| 0.74 | 1.37 | 1.65 | 3.76 || 0.0 | 6.9 | 6.0| 0.0 | 9.1 | 4.8 3.0 SO NSg SS 08] ds 1.0 15|) 0.93 | 1.53 .95 | 3.44 0.0 [15.6 } 8.3 | 0.0 [10.5 | 3.6 9.0 4.5 3.5 3.0 0.5 0.5 0.5 16)| 1.24 | 1.55 28 .05 [I 0.0 |13.7 | 8.8 | 0.0 | 5.7 | 4.8 2.9 3.0 5.5 20 1.0 0.5 1.0 17] 0.74 | 1.28 DIO 0.0. | 7.0! 9.3 | 0.0 || 6.1 | 5.2 » dò 4.0 3.0 2.0 0.8 1.5 18) 0.55 | 1.50 |A d° 0C0. 99 ION Mo N20 72201 4.0 2.5 5.5 4.0 2.0 1.0 1.0 (19]| 0.5% | 0.98 | 1.52 | 3.04 ||-2.2 [14.1 | 9.2 | 0.0 | 4.6. | 0.0 4.0 6.0 6.0 ded 2.0 0.5 2.0 20] 0.00 | 1.05 | 0.15 «È 0.0. [12.4 | 1.4 | 2-4 | 5.1 | 1.6 2.0 5EO) 3.0) 1.0 ) 1.0 0.5 21] 0.00 | 0.82 | 1.14 96 || 9.2 116.1 |16.7 110.7 |19.2 | 9.5 00 ) 3.5 Ska) 6.0 5.0 3.0 122] 0.48 | 0.68 | 0.84 È 3020 MONZiO N5 20 ZIONE IR 6.0) 4.0) 4.0 3.0 1.5 1.0 1.0 |25)| 0.45 | 1.19 | 2.07 Ù 6500 I 70 NOOO 8722 1.0 )) 5.0 3.0 2.5 4.0) 1,0 124 0.58 | 1.72 | 1.46 6 0.6 10.5 (13.1 1.8 | 1.8 | 8-9 4.0) 3.5 4.5 9.5 2.0 2.0 » 125 0.59 | 1.32 | 1.31 22. || 0.0. [12.4 | 8.5 | 0.0. || 5,8 (12.7 ì 3.0 3.5 5.0 2.9 2.0 1.5 2.0 l2Gl| 0.42 | 1.60 | 1.33 | 3.35 || 0.01 7.8 | 4.3 | 0.0 » {14.5 » ) » ) ) » » 127)| 0.50 | 1.859 | 0.46 | 2.85 |! 0.0 [14.1 | 3.3 | 0.0 | 4.0 | 0.0 ) )» » ) ) » ) asl 0.67 | 1.47 | 1.40 | 3.54 || 7.8 (25.5 [10.5 | 5.6 (23/8 | 9.3 » » ) » » » » [29] 1.26 | 0.00 | 0.00 | 1.26 |[l5.4 |40.6 [60.9 |40.9 |185 | 9.3 » ) ) ) ) D) ) 130|| 0.82 | 1.37 | 0.61 | 2.80 ||12.6 (24.9 |17.2 [12.1 (13.3 | 5.2 D) ) D) ) » » )) 31) 0074 | 1.12 | 0.72 | 2.58 | 2.1 | 82 1133 | 0.0 (131 | 85 » VA IRGSOI ND ) ) » M.1] 0-68 | 1.43 | 1.27 | 3.33 || 6.7 ]14.5 |13.81 5.6 Inn.0 [11.7 || 4.52 | 4.38 ] 4.50 | 3.34] 4.98) 2.420 2.16 Osservazioni Meteorologiche di Ottobre 1867. SIR y Stato Direzione del vento Direzione delle nubi Piog del mare | 9hm. | 12h sh 6h 9h 12h 9h 12h FIN 6h 9h 12h ille 6 1| NNE ENE ESE ESE (OSIO) (STO) ) ) » » » » » 2 2)| NE NNE NNE Calmo | SO SO )) )) NNE ) ) ) 0,13 2 | 3] Calmo | ENE SO so NE SO » so » » » » » 2 il 4 SO | SSO NE Calmo | SO (ORTO) » SO) 0S0) » DI » 1,02 2 {| 5 ONO No 0 ONO (ISO) 0sS0 N 0 » 0 » » 2122) 3 1 6 OSO No 0 (0) OSIO) 6 0 AO) » ONO| 0 (0) 1,54 2 I 7 0s0 | ONO NO Calmo | 0S0 Sio) ONO| ONO| » » ) ) 0,6% 3 || 8| Calmo | SO (OISTO) (RIO) 0sS0 0 ) ONO| » OSO) » » » pi lgloso |0so |0 ONO | 0 0 0 OSO] ONO) 0 0 0 3,05 3 10} SO 0 (0) (OSIO) (OSIO) (OSIO) 0 » (0) » » (0) » 5 11|0S0 | 0S0 ONO 0 0s0 0sS0 0s0| 0 oONo| 0 oso) 0S0 3,11 8 {12} Calmo | SO 0sS0 0 0sS0 0 D) SO 0s0|] 0 D) (0) 0,32 4 (13) Calmo | 0S0 NE Calmo | 0S0 (OSIO) )) 0 » » )) ») » 3 \14| Calmo | NE ENE Calmo | SO 0S0 )) » » ) ) » D) 2 (15) Calmo | NE ENE Calmo | 0SO 0s0 D) ) D) » ) » » 2 16) Calmo | NE ENE Calmo | 0S0 0s0 » D) ) » )) » » 2 117) Calmo | NE Nb Calmo | SO 050 D) ) D) ) » » » 2 (t8)] Calmo | E E E oso oso » » » » » » » 2 {19 NE | NNE NE Calmo | 0S0 Calmo » 0 » D) ) » » 2 120] Calmo | NNE RIO) 0 0s0 0 » » » » » » 0,64 2 {21 SO USO) 0 0S0 oso 0s0 Sio) 0 » 0S0| » » 101,00 3 (22| 0NO NNI NE 0s0 0s0 OSO ) ) ) OSO] » » » 3 123] SO SO 0 Calmo | SO SO Sto) » » » » » » 3 124]| NE 0s0 oso | 0s0 oso | 0s0 » » » » )» » » 2 25) Calmo | NE ENE Calmo | SO 0s0 » » » » » » » 2 26] Calmo | NE E Calmo | SO 0s0 » » ) » » » » 2 27) Calmo | SO NE Calmo | 0S0 Calmo » so » » » » » 2 281] NNE SSO SO (0) 080 0 )) SSO| » 0 » » » 3 2910 NO 0 NNO N No 0 NO No NNO| NNO] » 13,73 5 \130| NO No No ONO 080 0S0 No NO No » » » » 4 NNE NE NE Calmo | SO oso » » » » » » » 3 DEL Ro OSSERVATORIO DI PALERMO 127) Osservazioni MIStSorolbEIche di Ottobre In: Nuvole ghm 12h dh 6h 9h T2l _r——rP— ——m— | __n_ss——| _P—_rr__| __—T——r--_—>—---- ||. —_ ——- Vol. | Dens.{Massa]] Vol. | Dens.|Massa{ Vol. | Dens.; Massa] Vol. | Dens.;Massa] Vol. | Dens.y Massa]|Vol,| Dens. [ilassa i 8 K) 4,0 4 4 1.6) 15 h) 7.5 60 4 | 24.0 40 5 | 20.0 » ) 21 35 DI NATO 50 6 | 30.0] 90 6 | 54.0 30 4 | 12.0 ) » » » » D) Sl 70 4 | 28.0 60 5 | 30,0 12 6 7.2 D) )) » D) » » 8 4 082 4 70 5 | 35.0 40 | 5 | 20.0 | 60 6| 36.0 9% 4 | 36.0 2 6 7.2 || 60 5 | 30.0 S| 70 5 | 35.0 90 | 6 | 54.0 | 100 660.0) 90 6 | 54.0 | 100 6 | 60.) 50 Sl r2050 6 90 7|630| 45] 6|27.0| 20 6 | 12.0 || 30 5 | 15.0 80 5 | 40.0 || 60 6 | 36.0 È 7 80 6 | 48.0 80 6 | 48.0 70 6| 42.0 40 6 | 24.0 30 5 | 15.0 ) ) » 8 4 4 1.0 30 5 | 15.0.1 12 òd 6.0 || 40 3 | 12.0 || 100 5 | 50.0 || 60 5 | 30.0 9 90 6 | 54.0 || 100 6 | 60.0 | 80 756.0) 90 6 | 54.0 40 5 | 20.0 || 40 5 | 20.0 || 10} 100 6 | 60.0 |; 100 6 | 60.0 100 6 | 60.0 | 100 6 | 60.0 98 6 | 58.8 || 95 6) 57.0 Hi 90) 654.0) 90) 6540! 80 71| 56.0) 70 7| 490 90 763.0 || 40 728.0] 12) 30 5 | 15.0 50 6| 30.0 | 80 71|56.0]| 3 5. || 15:0.| 2 5 1.0 ) | )) » | 13) 20 4 8.0 li 4 6.0; 10 4 4.0 | 100 3 | 30.0 || 100 5 | 50.0 || 60 4 | 24.0 || 14 )) » ) » » » D) » ) » » » » » » || 12 4 4.8 | SI 15 2 3.0 15 3 4.5) 8 2 1.6 ) » ) )) ) » 8 3 2.4 | (16 » ) ) ) » » | 2 ò 1.0 » » D) D) ) ) 4 3 | RAIED 17) 20 2 4.0 15 ) 71659820, 6 | 12.0 40 4 | 16.0 || 10 ò 5.0 2 3 0.6 18 D) ) ) li 6 9.0) | 90 6) 54.0 || 100 5 | 50.0|| 20 4 8.0 4 5 2.0 tl so 2 | 16.0 || 30 5 | 13.0 | 50 5|250|| 30 4 | 12.0] 6 4| 2.4 || 96 3 | 48.0] 20) 60 4 | 24.0 9 5] 47.5 || 100 5 | 50.0 || 100 5 | 50.0 || 109 5 | 50.0 || 96 6 | 57.6! 1 100| 6600] 40 5 | 200) S0 7|560] 95 6| 57.0) 60 6 | 36.0 || 40 6 | 24.0 all 98 | 6 | 58.8 9 6 | 57.0 || 100 770.0 || 100 6| 60.0) 90 6 | 54.0 || 15 6 9.0 | 23) 50 | 5 | 250 50 6| 30.0 || 20 6012107005 5 DATI ) )) )) ) » » | 24 15 4 | 60 20 5 | 10.0) 40 5 | 200] 10 £4| 40 8 3205 ” 5 95 ) » ) 5 5 2.5 5) 5 DIES MRCO) 5 3.0 | 6 5 3.0 D) » » | 26 )) » » ) )) » | 4 5 2.0 5 4 2.0 | » » ) ) » | » 27 40 4 | 16.0 30 50 | 1505 4 4 1.6 5 4 2.0 | )) ) » || 80 3| 24.0 28) 100 6 | 60.0 || 100 7700 | 100 6 | 600 90 5|45.0]|| 15 5 7.5 $ 6 4.8 29] 95 7|66.5 || 100 1° 70.0 || 100 770.0 | 100 6| 60.0! 80 T1|56.0|| 8 6| 4.8) ol] 40 6|240 | 50 6 | 30.0 | 60 6|360] 7 1A 02:87 #| 28) 8 6| 48] 31 20 4 8.0 5 4 2.0 | » » )) )) » » D) » » D) » » | si] 48 23.6 || 56 26.5 || 49 30.1 |] 48 244 || 36 20.1 || 28 14.5 | Medii barometrici Medie temperature gh 12h 3h 6h 9h 12h Comp, D. L00 9h | 12h | 3h ih 9h 12h Comp. p.dcc.| 1 p.|755.94 155. 19 154. TI (754 69 DI. so DI. 38|75%. 88,7 4.23 1 p.| 22.00) 23 32| 22.92] 21.56| 20.56] 19.56] 21.7 90 Asl 2°0| 5415) 53.61) 53. 166] 51.58) 9*29| 2° | 18.56) 19.14) 19:58) 18.38] 1752) 17:38) 184 20.03 b) 39.87) 34.51 3 18.56| 19.52| 19.48| 18.24] 16.32] 13.54| 17.9 ci 4 36| 38.43 4 | 19.04) 20.58) 20.42) 19.38] 17.72| 17.00] 19.0 Î L o) .12| 54.99 b) 18.14] 20.68) 20.64) 18.96] 17.30] 16.28] 18.7} 104% 6 | 38:36 36.07] 917) 55:65 6 | 17.88) 18.801 18.351 17731 16.341 15901 17.6 { 18-15) == Media umidità relativa Medie tensioni 9h 12h sh bh 9h 42h |Comp.p.dec. 9h 12h Sh, 6h 9h Comps p.dec. 1 p.| 66.6 | 59.4 | 61.6 | 64.6 | 67.4 | 70.6 | 64 $6/51. 89 1 p.|12.9% |12.49 |14.59 |12.41 [12.00 10.00 DI 5.2. | 61.2 | 92.2. | 54.4 | 65,8 | 62,8 | (58.92) 2 9.10 [10.09 | 8.83 | 8.55 | 9.76 6) 67.4 | 56.6 | 59.2 | 62.8 | 73.8 | 75.4 | 65. 20)70, 60 3 10.64 (11.30 [10.04 | 9.79 [10.17 Î Foa 12.00] % 70.0 | 69.8 | 73.6 | 79.6 | S1.0 | 82.0 | 76.00$'° 4 11.45 |12.30 |13.10 |13 26 |12.18 sa 5) 73.8 | 65.6 | 63.6 | 72.2 | 75.6 | 78.0 | 71.50 70.40 5 11.44 |11.83 |11.42 [11.72 |10.66 11.25)! 6 69.5 | 68.3 1 75.7! 73.0! 74.01 75.21 69.30/0°% 6 10.69 !11.02 |11.90 {11.11 |10.20 SER) Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin ; 5 Diassuni Minimi î DSS Rein ; 0-7h i8h Sai Comp. p.dee. D. 96.78) 44 152.79 E «I % È 0.55 d 27 3.88 I 2 zi so) 156.29) ‘5041, 751.60 2° 20 0i0i 22-20 15.361 16.535 | 080 | 153 | 180 | %Iss #0 96.69. un 52.44 20.54 4.22 3 0.96 | 1.534 1.26 Ent ag t 50.06) 151.88 56. i} 706.63 1 2018 20.76 IS dE:6O E 0.61 | 123 | 115 | 3.00 3.28 1.96) ne 33.86} nu 20.90 5.1 5 0.41 | 1.15 1.56 2.92 6 37.99, 791.68] 33:30) 156.10) È 50171 20.68 12.033 14-00) 0/74 | 124 | 098] 2735 2-88] 128 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Ottobre 1867. Medie dell’ Ozono Quantità Media forza del vento della Pioggia 0h-6) &h-9/9h-12/12h-3] 3-6 | 6-9 | 9-12/Comp. p.dec. î 9hm, 12h, 3h, 6h | 9h 12h |Com.I p.dl Il Alpi 420|(1253) [453 | 483.2 |14| 1% 3.5 } 40 1| 3.37 8.40 1p.) 6.9)12.3/10.1 2.9| 6.1 12,9) 8.6 figa 2 5.8 | 3.3 | 4.6 3.7] 34 | 24 | 51 4.6 "i 2 5.034 (a|(2 |14.0|18.5|24.1|12.4122.2 201 (19.6 p | 3 9.4-| 2.2 | 5.1 | 4.7 | 4.2 | 1.5 | 2.1 41 i 3.6 | 3.49 4.07 è | 8.7/14.9 12.6 3.1|10.7; 9.7:10.0 } 1 4 91] 142] 4.2) | 4.8) | 2-7 | 18 0.S 3.0 à 4 Dei "4 AL 7.9) 0.8 da 3.8| 4.8) 5 AT CASS ST 451002200 02:90 2571 n 5|101.0 allo | 3.81 9.4/10.1| 4.7] 8.0/10.1| 7.7 I 3.8 [3.8 |(|t533(t18-73)5 | 63/20/2/183| 98/1651 7.8 /126 (1041 Numero delle volte che si osservarono i venti === - | | AI NNE | NE| EN& | E ESE | SE |[SSE| S Sso | SO | Sì | 0 | 0N0 | NO NNO Can: Pred. 1p.| » 4 3 i » 2 » ) DI I 6 b) 1 2 1 )) S j| 2 |» D) » D) » » ) ) ) » 3 12 9 2 2 » 3 0S0 OI ) 3 2 ) ) ) ) » D) 2 12 3 1 » ) i OSO i 4 » 2 5 1 3 » ) ) » ) 2 7 2 )) ) )) 8 Calma || 5 D 1 3 1 D) )) D) » ) » 6 15 2 1 » » 3 (OSIO) | 6 1 2 4 ) 1 ) ) ) D) 1 3 Di) “% 1 5 l 6 OI ìl i | Per decadi | O Ts, ee RE O TENERA N 3] OSO || 2 ) 2 $ 3 3 D) ) » )) ) 4 19 3) NEVIO) ) 15 oso e i Di i o e | o a o oi RG | 5 | 1 | 9 ‘050 ||Tot.}_1 9 | 18 5 4 dipolo PA \0220 55821 7 8 1 29 0S0 Serenità media | Massa delle nubi 9h 12h Ji 6h | 9h 12h Comp. Dec. 9h 12h | 3h | 6h 9h 12h |} Comp.f Dec. Ip. | 49.4 | 51.2 | 44.6 | 46.0 | 69.6 | 76.4 Di 16.8 Ip | 23.9 27. 2.9 29.2 17.4| 11.7) 23.0 | 29.8 2 27.2 | 29.0 | 45.6 | 40.0 | 30.4 | 49.0 da 5 2 45.3! 42.0! 35.2) 33.0] 36.8, 28.6) 36.7 : 3 69.0 | 66.0 | 64.4 |! 60.0 | 61.6 | 76.0 | 66.2 63.4 3 16.0| 18.9] 23.5) 18.8] 22.8) 11.8) 18.6 Î 18.8 4 65.0 | 69.0 | 47.6 | 46.0 | 72.8 | 59.6 Gua 4 8.8] 15.8] 28.4] 25.6| 13.1] 21.9] 18.9 4 ò 47.4 | 58.0 | 51.0 | 56.8 | 67.2 | 89.0 4.0 65 5 30.0) 23.9| 32.1) 25.3| 19.2) 66| 22.9 21.8 6 | 50.8 | 52.5] 53.3 | 65.5 | 83.0 | 82.7 069 i 9-3 || 6 | 291] 312) 28:3| 18.6] 1n.1] 6.4] 2086 5 Numero dei giorni a | Sereni Misti Coperti [Con piog. | Con neb.| Vento forte} Lampi Tuoni |Grandine , Caligine i (po b) » 2 3 ) 2 2 1 ) | ) | (N82, » 2 3 3 » 5 » » » » IS 3 1 1 2 » 1 D) » ) » | 4 4 ) 1 1 » ) » )) » ) 3. 3 » 2 1 » 1 2 1 » D) 6 4 ) 2 1 » 3 1 D) A » Totale] 47 3 ii A 12 5 2 1 » | Medii mensili. | Barometro dalle 6 ore di osservazione. , . +. 755.50 Forza del vento in Chilometri... . +. e A1.010, | Dai massimi e minimi diurni . . ... o dodo ERE Vento Predominante . . . . . co ettore te OSO, Differenza . .... 0.14 | Termometro Centigrado . . ....... + + + 18.87 Massima temperatura nel giorno 4... + + + + 28,3 i Dai massimi e minimi diurni . .......... 18.24 Minima nel giorno 29... .. + BIGIOIRIO O SIOO 11.4 | a Escursione termometrica. . + +60 6000. 16.9 Differenza ...... 0.63 Massima altezza barometrica nel Giomno) 13-16. 761,92 —_ Minima nel giorno 11... e 0. 741.43 Il Tensione dei vapori... .... O ot SD 11.15 Escursione barometrica . .. +» Misto 20.49 O UUITEIARA sd don dì 68.2 Totale Jeraparazionor Gasparit . ; 1. Li 103.92 Evaporazione - Atmometro - ‘Gasparin ada ele Coltolfo 3.39 » Vivenot... a] SCIMMIA TATE poyadond ob 57.7 Totale "della PIO GELA tette e SRI 2:20) Massa delle nubi. ..... RO DOO ON 29.5 \ OZONO A INR 0 3.33 Il Direttore del R. Osservatorio G. CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO N. 11— Vol. III. Novembne. ARG. In una recente nota inserita nel Giornale di Sicilia credemmo opportuno chiamari l’attenzione degli amatori delle cose celesti, sull'importanza della notte del 13 al 1 novembre, In seguito alle belle teorie del sapiente astronomo di Brera, le apparizion periodiche delle stelle cadenti sono divenute un tema del più alto interesse sciert tifico, e gli astronomi, e quanti amano lo studio del Cielo, attendono ansiosamente : succedersi di quelle notti, in cui la comparsa straordinaria di questi antichi ma fil oggi non ben conosciuti popolatori delle regioni celesti, denota il ritorno periodic d’un fenomeno, che ormai la scienza, e le grandi teorie dei movimenti hanno chia: mato a sè, e ne han fatto campo di ricerche e di delicate sperienze. Il grandioso spettacolo che all’epoca medesima nell’anno decorso offrissi ai nostri sguardi, quando miriadi e miriadi di tali corpuscoli varii in colore, di grandezze dif- ferenti, in diverse direzioni attraversarono il cielo stellato, e come pioggia di fuoc( per alcune ore resero quasi fiammeggiante la volta celeste, aveva in noi ingenerati il dubbio che la parte più densa della nube meteorica fosse già passata, e quindi nell’aspettativa del fenomeno avevamo quasi il presentimento, che i risultati sareb- bero stati meno brillanti di quelli del novembre .1866, Ciò non di manco l’approssimarsi dell’epoca d’ un fatto interessante e al quale si connettono deile conseguenze di grande rilievo, è sempre attesa con grande ansietà, e sin dalla notte del 12 noi ci preparammo alle osservazioni. La gratissima ed intel- ligente cooperazione dello illustre generale Masi, e dell’egregio professore Agnello, en- trambi assidui e dotti cultori della scienza degli astri, ed esperti conoscitori del cielo, non che del zelante e diligente alunno signor De Lisa, suppli al difetto di osserva- tori, che disgraziatamente lamenta il nostro Osservatorio, sì che ogni quadrante dell volta celeste ebbe il suo attivo serutinatore. Inoltre in vista del posto importantissimo, che oramai questo fenomeno ha pres’ nelia scienza, avvertendosi la necessità d’ una più precisa ed esatta determinazion. Giornate di Scienze Natur: ed Econom. Vol. II. 18 130 BULLETTINO METEOROLOGICO delle traiettorie che questi astri fuggitivi descrivono nel Cielo, tanto da noi che dall’egregio nostro collega cav. Tacchini, tentossi di ottenere per via di macchina le loro coordinate. Per mancanza di tempo non ci riusci a mettere in opera un con- gegno da noi all’uopo ideato per talune difficoltà, che non ci fu dato superare al mo- mento, però il professore Tacchini potè servirsi con miglior profitto del suo, il quale prontamente porge le coordinate degli estremi delle traiettorie delle stelle, renden- done così la direzione, ampiezza, positura più sicure, almeno per talune, di quanto si possa ottenere riferendole alle stelle, come ordinariamente suol farsi. Così l’Osser- vatorio di Palermo sarà il primo a presentare una serie di osservazioni di stelle fi- lanti sotto una forma astronomica, senza però pretendere di aver risoluto completa- mente il problema, giacchè l’argomento è così nuovo, e le difficoltà tanto serie, che occorreranno altri studî pria di raggiungere una conveniente esattezza. Possiamo quindi offrire due serie di osservazioni, che vennero eseguite a cominciar dalla notte degli 11 sino a quella del 18. La prima serie riunisce le apparizioni 08- servate ai vari quadranti del Cielo riferite alle costellazioni o stelle principali : la seconda comprende le apparizioni osservate dal Tacchini al suo nuovo metereometro, per mezzo del quale con sufficiente esattezza si hanno le coordinate degli estremi delle traiettorie. 14. 14, 15. 15. 15 15. I Ot > 02 DI a 12. 13» 13% 13. 14, 14. 14, 14, SS ORIO I H> dI [on © 00 2] Dì Ot dI DI a a Do 13”, 10%, 12. 59 129, Z| TEMPO È | MEDIO E S| DI = | PALERMO 13” 0 46 8 9 15 20 240 29 6 13 22 10 13 13 20 Qm DEL Ri CSSERVATORIONI DI PALERMO 131 ANNOTAZIONI 11 Novembre 1867 Principio delle osservazioni ore 11, fine ore 1° e 2° quadrante Da dò Gemelli ad « Idra, con striscia luminosa , Da X p Orsa Maggiore a y Orsa Maggiore Da « Orsa Maggiore a < Orsa Minore Da Xa 8 Orsa Maggiore +. +.» Da 2 Orsa Maggiore al cuor di Carlo Da CIRCUS Leone Ù) Ù) C] Ù Ù C] Ù Da X a ? Orsa Maggiore, con traccia 12 Novembre Principio delle osservazioni dalle e °° os oc . 12 alle 16 1°, 29, 3° e 4° quadrante Dalla Polare a x Orsa Maggiore Da ò Toro ad a Gemelli . |» Da 16) ad (04 Cefeo Ù Ù Ù Ù Ù Da 4 Cassiopea a è Pegaso . Da a Andromeda ad x Aquario + 1 Ù Ù Ù) Ù) o Ù) U Ù Ù) U) 0 Da « Cassiopea ad « del Cigno N.B, Dalle 6 di sera alle 12, nebbioso: 13 Novembre Principio delle osservazioni dalle Da da X p Orsa Maggiore. + Da Serio a dè Cane Maggiore » Da Procione a Sirio, ., +. Da 0 ad a Orsa Maggiore . |» Da # Carro a £ Orsa Minore! Da 6 Orione ad « Colomba . Dalle Pleiadi ad a Balena.» Da #8 Cassiopea ad « di Cefeo Da d Cane a 7 Cane . . |. ii ea cei O CI Ù Ù Ù O) Ù Ù il ciel Ù 0 12 eee e ee e e hh [el o rese e ea eee e alle 17%, = iS Cel dis (a cene ie to 16 ee (el elle lee, ore 20% (cea te ce Nel eee ego le Me ke e eli DI => Bb DI WI 02 > 09 05 VI ND NI VI NH Dt VI DI > IIa DI Ha > GRANDEZZA COLORE bianca rossa bianca id, id. id. id. bianca id. id. id. bianca azz, bianea id. id. id. id. M + PROGRES pi 13» 13. 13» 13» 134 13% 13» 13 13 13» 14 14. 14 14 14 14. 14: (14 14. 14 14, 214. 314. (14. (14 (14, 14 14 14 215» 3115 (15 15 15. 2 51/15» 52|15 53/15. 54 15. 14. 5 14. È (15. 2 15. è Ila .a 50 15. è TEMPO EDIO . DI PALERMO 135.200 26 | 29 31 51 5 |Dalla Polare a 2 Dragone. + BULLETTINO METEOROLOGICO ————È@ÈÉ@=—===@=rso i ANNOTAZIONI Da a Lisa a 2 Cone, cio Da 6 Andromeda a 7 Cassiopea. » ‘Dalle Pleiadi ada Ariete te Wi Da « Cefeo ad « Orsa Minore. è.» Da a Leone a Procione. è + «+» Da y ad « Pegaso tortuosa . è.» |o Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù . . ‘Da y a £ Orione caratteristica per DERSInI ORNATO CIAO Da « Cassiopea ad « Cefeo. è. Dax a liano ooo 0 0 a Ma o. as UR 6 00 00 Da « Cefeo ad e Cigno. è. + +0. (Da Procione a è Cane Maggiore . Da 6 ade Melone: 00000 Da « Cocchiere ad « Orsa Maggiore. (Da « Cassiopea ad a del Cigno . + Da #8 Leone a è Vergine! . . +. Da a Leone a 8 Leone!, caio SCONO Da « Idra a 8 Leone . è. . Da d Piccolo Cane a > Eridano n Da 7 Leone ai Gemelli! . . Da a Leone ad « Idra!. è. è» iDa 7 Cefeo ad a Cigno. è... Da « Andromeda al Cigno.» Da a Andromeda ad « Pegaso . Dalla Polare ad a Cefeo con lunga Da & w Orsa Maggiore a Procione Da 6 Orsa Minore a 8 Dragone , (Da 6 Leone ad e Vergine! . . Dalla Polare ad a di Cefeo. , Da « Leone a è Orsa Masgiore! . Da 6 Orsa Minore ad 2 Cigno + Dalla Capra ad 2 Orsa Maggiore. Da £ Orsa Maggiore alla Polare con Da x Leone a è della Coppa. . . Da # Leone ad Arturo! . . Da a Leone a Procione! Da # Leone ad Arturo ! (Da # Leone ad Arturo ! t Da « Leone a > Leone lasciando vapore bianc . . . avere du \Da 6 Leone a Castore con bella iraccia bianca! Da 2 # Orsa Maggiore a y Orsa Maggiore! + co raccia e . o . C] () . . LU o C) . . code . » U CL] . CU) ! CÌ per diversi L) C] L) C) . . . L) Ù Ù . , strascico!| GRANDEZZA . = DI DI DI V3 00 WS SSIS ESRI RE COLORE gialla bianca id. rossa bianca ida id. icerulea bianca igialla bianca id, id, id, id. id, id, id. id rosso bianca id, DI DD DI DI i DD Wmphpar DEL R, OSSERVATORIO DI PALERMO TEMPO A na | MEDIO z DI A | PALERMO 55 15°, 52 56/15. 55 57/15. 58 58/16. 7 59/16. 9 6016. 10 6116. 11 62 16. 16 63/16. 18 64/16, 19 6516, 19 66/16, 19 67/16. 20 68/16. 23 69/16, 24 70/16, 26 71/16, 33 72/16, 30 73/16. 42 7416. 43 7516, 48 7616, 48 7716, 54 78117. 0 i p"é ANNOTAZIONI Da 4 Orsa Maggiore a # Dragone + D* sc Dal cuore di Carlo a + del Carro . n: Da % Leone a Siriò! Ù O 0 . Ù ae Da « Leone ad a Idra! . . +» 0 SAC Da « Leone al dè Vergine!. —» ‘ vc Da « Leone a è Vergine! . |. ; TAL Da 2 Leone a # di Boote. ‘ BAIE Da a Leone a dè Coppa! è». — Ma oleole, (a else olio Mec e) e a ada ie o DT Oo Da do Beotoc roc nc è iriio o4 meitoe fLorolo Da y Leone a #8 Vergine! . Da « Leone a 0 Idra! o 0 Da» Leone ad Arturo! + + è % Da + Leone a 4 del Carro! è... Da Y Leone a É del Carro! . . Da « Orsa Maggiore a 4 Orsa Maggior Da « Leone a 68 Vergine! . . . . o Do Tra y e # Leone stella di prima grandezza piuttosto a- zurra comparsa piccolissima e spentasi nello stesso POSTO è + è» do a Da « Leone a # Vergine! 605 Ù Ù Ù Ù Da x Carro A i Orsa minore . Da s Leone ad a Idra! . +...» Da > Leone a d Vergine!. . . Da è Leone a Orsa Maggiore . Da 8 Leone a € Vergine! . . +. ò Da vr Leone a e Vergine verdastra lasciò striscia per di- VersigsCcOndl n e n e ToneT N. B. Le stelle che portano il segno ammirativo son quelle la cui direzione può ritenersi la più esetta. Dalle 15° alle 17%, 20" gli osservatori non furono che due guardando il primo ed il secondo quadrante. Ù Ù Ù . Ù Ù Ù Ù Ù U Ù Ù) . Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù 0 Ù 0 o Ù Ù Ù Ù Ù Ù È) Ù Ù Ù C] Ù D) Ù Ù Ù Ù Ù C) Ù Ù Ù Ù 14 Novembre Dalle 6% sino alle 714 epoca del nascere della Luna, nessuna meteora fu veduta. Dalle 11° alle 15° si no- tarono solo cinque stelle, il cielo però era nebbioso vario e veramente nuvoloso dopo la quindicesima ora. 15 e 16 novembre Cielo coperto. Nessuna osservazione. 17 Novembre Non furono fatte osservazioni regolari, ma non fu av- vertita frequenza di stelle. GRANDEZIA (a COLORE (bianca ld, \azurTa \bianca il id. id, id» id. ida il ide verdastra ———t_—————_—_—___1—@——————@—e@w@eccs BULLETTINO METEOROLOGICO (R I SG Z| TEMPO n [ei N 5 Hi ANNOTAZIONI Z| corone È PALERMO É 18 Novembre Dalle 10° alle 12% IO N02 Dalla ar RISO 15) Dianca 2 10. 21 Da (0.4 Cefeo ad (04 Cigno è e Ù O Ù Ù O Ù Ù Ù) 0 O 5 ide 9109250 Dara ta NA 01M ETIOPIA LI 4110. 26 [Da # Orsa Minore a 0 Dragone +00 + e 0 00 + + «5 (id 5 L0N0NDallatRolare Ra rr A MIRI I 6 10. 31 (Dalla Polare ad (04 Cigno . . Ù O o O Ù n O 0) O 5 ide db Mao Giano pile iui, to o oo 00 dI S|LONTZ0R Da 76Cassiopeatadlat0e fe RR RR 8 dd Sito 0 [Dad dii Caio nd a GHiemoo ooo lato 0 6 o Bid LO LOR Dalla eRo area DAR 105 11/11, 15 [Dalla Polare ad « Dragone, . doo dolo Nel rimanente tempo nessuna stella. Sebbene in quelle notti nitido e puro apparisse il firmamento , la presenza della luna, risplendente dalla sua massima luce, cifra di grande ostacolo nelle nostre os- servazioni, Infatti poche delle stelle cadenti osservate furono inferiori alla terza grandezza: le minori probabilmente perdevansi fra il chiaror della Luna, e rimasero invisibili.— Ciò non pertanto nella notte del 13 noi potemmo osservare oltre a 100 bellissime stelle, e quali superando quasi tutte la terza grandezza, è da inferirne, che una buona por- zione ebbe a passare inosservata, e che il fenomeno della periodicità sotto questo cielo è stato in quest'anno parimenti confermato. Però per quanto riguarda la parte assai interessante della determinazione del punto di radiazione le condizioni non poterono essere più favorevoli, giacchè 1’ occhio non sorpreso dalla immensità del fenomeno, potemmo mettere in pratica ogni esattezza per la precisa determinazione delle belle stelle, che servono a stabilire il centro di radiazione, e che anche questa volta cade nella costellazione del Leone. Le osserva- zioni che certamente ci perverranno fra non guari di oltre mare, e massima quelle di America, avranno un gran peso nelle novelle teorie. Dappoichè secondo queste, per come ha calcolato l’illustre Schiapparelli, il maxi del fenomeno avrebbe dovuto accadere sulle 8 del mattino, tempo di Milano, momento da noi non osservabile per la presenza del Sole, ma molto opportuno in America per esservi fitta notte. Le particolarità più notevoli registrate durante il corso delle osservazioni possono compendiarsi nel modo seguente: Nella notte degli 11 due belle stelle partite dalle costellazioni dei Gemelli e del- DEL Rs OSSERVATORIO DI PALERMO 135 ° Orsa Maggiore furono rimarchevoli per luminosa traccia lasciata nelle loro traiet- torie. Rilevasi che nella notte del 13 al 14, sebbene non fossesi osservato il grandioso spettacolo dello scorso anno , il periodo delle osservazioni non venne a mancare, — Notisi che poche delle stelle osservate furono inferiori alla terza grandezza, la qual circostanza non ci fa dubitare che un buon numero per la viva luce sia sfuggito alle nostre ricerche,—Beno inteso per altro che non è affatto improbabile che il fenomeno fosse già nella sua decrescenza, avendo attinto il suo mazrimum nell’anno 18506. AI 13 una magnifica stella paragonabile a prima grandezza di colore rossastro, e divergente da Orione presentò una specie di codn bipartita, Nella stessa notte divergente tutte dal Leone ebbero a marcarsi sei stelle di prima e seconda grandezza, che lasciarono lungo strascico di Ince. Verso le 16. 26 nella costellazione del Leone fu veduto apparire un piccolissimo punto brillante che in un attimo divenne quasi stella di prima grandezza, di colore piuttosto azzurro, e subito si spense nel medesimo punto della sua origine. Ebbimo parimente a notare una piccola stella sull’orizzonte dalla parte di SE, la di cui traiettoria presentossi sotto forma di un archetto, la di cui corda sarebbe stata una parallela all'orizzonte. Le notti del 14 al 17 non presentarono apparizioni rimarchevoli, però la notte del 18 il signor Tacchini in meno di due ore ebbe a costatare l'apparizione di 11 stelle cadenti. I METERCOLITI DEL NOVEMBRE 1867 NOTA DEL SIGNOR P. TACCHINI La direzione di movimento delle meteore si è sempre usato di determinarla a mezzo delle stelle che trovavansi sulla loro traiettoria o ad essa vicine; ed in vero avendo conoscenza molta del cielo e le meteore passando vicino a stelle conosciute, questo mezzo è il più spedito e in molti di questi casi anche il più sicuro ; ma in talune volte accade, che la direzione della traiettoria si scosta troppo e non ha stelle in direzione ad esse parallele; altre volte il chiarore di Luna impedisce di scorger bene le stelle che servirebbero all'uopo, mentre la meteora è visibilissima; infine una leg- giera nebbia toglie la possibilità di un facile confronto, e quindi l’ osservazione an- drebbe perduta. Onde essere nel caso di far fronte a cotali inconvenienti, che in parte si sarebbero verificati sicuramente in questo periodo , pensai alla costruzione di un apparecchio, il quale potesse speditamente dare le coordinate all’orizzonte della tra- iettoria, che unite al tempo preciso dell’ osservazione, fornirebbero tutti i necessari elementi, che si richieggono nello studio di questi astri fuggitivi. I miei pensieri però non furono rivolti a complicati congegni, poichè se l’immaginarli è cosa facile, molto difficile ne risulta poi un’utile esecuzione; oltre ciò il genere di osservazione è tale, che a me sembra inutile il cercare nella macchina una estrema precisione, 136 BOLLETTINO GENERALE quando poi nella pratica gli errori saranno sempre forti. Però in questa volta non realizzai che un’idea per un tentativo di prova, e nou feci quanto avrei potuto, a motivo degli scarsi miei mezzi; con ciò intendo dire che si potrà sempre avere una esattezza maggiore; per me però basta di aver veduto che la cosa è possibile. Lé istrumento adunque, o meteorometro, si compone di un semicerchio ABC graduato di grado in grado, (vedi fig. I della tavola), il quale a mezzo delle tre viti A B 0 si può portare orizzontale esattamente, dopo di avere messo il diametro AC nella direzione prossima della linea meridiana. Due quarti di cerchio DE e DF possono gi- rare indipendenti attorno all'asse comune DH, che è perpendicolare al piano A BU. I due raggi HO ed HP si fanno muovere a piacere sul piano dei cerchi PF e DE e colla estremità loro formano gli indici delle graduazioni degli archi stessi, che sono pure di grado in grado. Paralleli a questi raggi sonovi due traguardi MN e LIalla distanza di 10 centimetri; il raggio del cerchio orizzontale e dei verticali è di 50 centimetri; tanto i cerchi verticali, come i loro raggi alidada restano da sè fermi al posto ove vengono portati nell’osservazione. In corrispondenza al cerchio orizzontale, nel tavolo di sostegno vi debbono essere dei vani a destra e sinistra del centro (vedi fig. 1) o anche per intiero per lasciar libero il movimento dell’ osservatore in qua- lunque posizione egli debba guardare. Allora 1’ osservazione si compie nel modo se- guente, appena scomparsa la meteora si collima coi traguardi MN ed LI al prin- cipio e fine della traiettoria, mentre un altro nota il tempo; a meno che non si possa disporre di un cronografo, che allora si può far da soli; poscia si leggono le altezze e gli azzimut dei punti osservati, e l'operazione è presto finita. L’osservatore prima di mettersi alla macchina deve guardare attentamente la meteora dnrante lo intiero cammino; e chi ha pratica in questo genere di fenomeno, sa bene come si possano ritenere a mente i punti del cielo ove ebbe principio e fine la meteora; l’o- perazione poi della puntata e lettura dei cerchi, non richiede oltre mezzo minuto. Nel dettare, o nello scrivere, l’ osservatore incomincia dalle coordinate del punto di origine della meteora, così che resta da sè stabilito nel registro il senso del mo- vimento. Rettificazione della macchina Per situare la macchina nella posizione prossima conveniente, tracciai su ‘di un tavolo di marmo la direzione della meridiana a mezzo di un gnomone, la quale poi ripetuta parallelamente, ne faceva coincidere una con due punti del cerchio azimu- tale equidistanti dal punto 90°. Però ad ogni sera si fecero delle osservazioni di stelle onde averne gli errori; ad esempio nella notte del 12 si trovò per « dell'Orsa Maggiore altezza 40°,5 Azzimut 144,5 osserv. > 40,7 5 144,2 calcol. per « del Leone altezza 31,0 Azzimut 82,0 osserv. » 31,4 » 81,4 calcol. DEL R, OSSERVATORIO DI PALERMO 137 quindi le correzioni si ritengono nulle per detta sera; giacchè le differenze sono nei limiti del probabile errore che si può commettere colla macchina, Nella sera del 13, in cui la serie fu più lunga, si osservarono diverse stelle al prin- cipio, mezzo e fine delle osservazioni, e risultò nulla la correzione in altezza, e —1° quella degli azzimut. Dobbiamo notare che nel puntare queste stelle si agiva colla stessa celerità, come quando si determinarono le posizioni per le stelle filanti, Onde passare poi dalle coordinate alle equatoriali, trattandosi di osservazioni di grossolana approssimazione, stimai conveniente di risparmiar calcoli, e le ricavai di- rettamente a mezzo di un globo celeste, e che sono quelle riunite nel seguente quadro, ove trovasi il tempo medio dell’osservazione, le coordinate degli estremi delle traiet- torie, la grandezza della stella, e la lunghezza della traiettoria, la quale fu trovata direttamente sulla macchina, rimettendo i cerchi ed alidade nelle posizioni trovate per ogni singola stella. Quelle colla lettera T furono da me osservate, quelle col D dal signor De Lisa che mi assisteva. Nella sera del 12 essendo scarso assai il numero delle filanti, non si fecero col meteorometro che sole 5 osservazioni; nella sera del 13 in - vece potemmo eseguirne 32, ed anche un maggior numero se avessi voluto, ma sic- come era esperimento non volli perdere di mira il modo ordinario di osservazione, bastandomi le 32 per prova della macchina, Giornale di Scienze Natur. ed Econom. Vol. HI. 19 138 BULLETTINO METEOROLOGICO 12 Novembre 1867 ce eresia i — Tempo SN [Lunghezza | medio 0 AR Db) AR Db) 2 delle di Palermo Si traiettorie RI 121°.42' | + 37° 8! 98°, 10" | + 479, 59'| 4 21,0 14, 39 T 209. 49 +71, 54 | 271. 23 + 74, 47 3 16,0 15, 12 T 126. 30 +47. 0 150. 0 + 12, 17 2 87,0 15. 30 T 151. 17 +14. 1 179, 19 +17. 5 4 27,5 15. 47 T 152, 9 +-42, 16 | 161. 14 | + 29, 12 | 4 16,5 13 Novembre 1867 12. 38 T NATO dl +40, 59 | 155. 0 +46. 28 3 22,0 Nato Ill T 135. 0 + 25. 58 133. 0 + 10. 28 3 17,9 13, 16 T 151. 0 + 49, 58 153. 30 +70. 28 3 22,5 13. 16 D 122. 30 ADS SLA SIO +26, 28 3 29,0 ao. 28) T 160. 0 e ZI 11608 0 + 64, 28 3 12,0 13, 26 It 140. 6 + 46. 58 | 158. 0 + 55. 28 2 15,5 13, 28 T 130. 0 = lo 90 126. 0 — ll. 32 2 19,0 13. 31 D 160. 0 + 15. 28 | 148, 48 + 12, 48 4 11,5 13. 54 T 168. 0 + 33. 58 192. 30 + 38. 28 2 20,0 VASNNONI IT 198. 5 + 60. 28 | 243. 0 + 62, 58 3 21,0 14, 6 T 142. 0 +35. 28 | 163. 20 + 42. 28 3 19,0 JANIS D 166. 0 + 60. 28 | 192. 30 + 70. 18 3 15,5 14, ll IT: 109. 30 SI 99 83. 30 — 28, 20 2 27,0 14, 16 T 173. 9 + 38. 59 197. 0 +42. 16 3 18,5 14. 18 T 173. 30 + 13. 58 | 188. 0 + 14, 8 3 13,0 14, 20 T 144, 0 +30. 58 138. 0 + 47, 28 203 17,5 14. 22 T 167. 30 IVA 00) MAL:920A0) ZCICTONA NS 2 21,0 14, 26 T 172. 20 +35. 28 | 189. 30 + 38. 58 3 15,5 14, 28 T 180. 0 + 46. 18 | 197. 0 + 50. 53 2 13,5 14, 30 1 161. 0 + 42.0 8 165. 0 + 55, 28 2 15,5 14, 35 D 146. 0 Sil O 137. 30 SY 0 3 11,0 14, 44 T 144. 30 — 0. 42 140, 50 — 14. 22 1 14,0 14, 45 T 153. 0 + 39, 18 147. 30 + 55. 28 1 18,5 14, 52 T 154, 30 ZISIA ZAINO 151. 30 + 54, 28 3 13,0 15. 0 T 155. 30 + 32. 28 | 153. 30 + 54, 23 3 15,5 LOD T 158. 0 LIMONI 148, 20 — 7, 12 2 14,0 15. 30 T 160. 0 SE) 175. 0 NZ 002 3 18,0 15. 36 T 165. 0 +38, 28 | 194. 0 +27 8 1 27,0 15. 43 TU 63,4 00 SS OSIO SEO o 20,5 15, 49 1 176. 0 + 55. 28 182. 40 +58, 28 2 5,0 AGIO TZ 0A 748 600 68258 2 21,0 16. 14 T 209, 0 +49, 8 | 238. 0 + 54. 8 3 20,0 DEL Rs OSSERVATORIO DI PALERMO 139 Epoca della massima frequenza del periodo Che la massima affluenza abbia avuto luogo nella notte del 13 al 14 novembre, non vi è dubbio alcuno; infatti Ie osservazioni mie e del signor De Lisa eseguite sempre dalle 12" alle 16" nelle notti dell’I1 e 12, danno anche coll’istesso intervallo per la notte del 13, i seguenti numeri di meteore osservate 7—7— 60. Nelle seguenti notti a quella del 13, sebbene il cielo impropizio, pure si potè vedere, che il maximum del fenomeno accadde nella notte del 13; nell’idea però di determinare l’ora in cui aveva luogo la maggiore frequenza in detta notte, ossia il maximum del fenomeno continuammo le osservazioni fino alle 17", 20", sebbene ciò non fosse sufficiente per una rigorosa conseguenza secondo la teoria dello Schiapparelli. È ben natu- rale che trattandosi di determinare la frequenza delle meteore conviene scegliere una serie omogenea di osservazioni, cioè a dire un intervallo, in cui le condizioni di 0s- servazione fossero sempre le stesse rispetto al numero degli osservatori e alle condi- zioni delle parti di cielo osservate. Quindi per ciò fare ho raccolto nel seguente quadro le osservazioni fatte da me e dal signor De Lisa, relative al 1° e 2° quadrante, comprese quelle notate al meteorometro, sommando il numero di quelle vedute da noi in com- plesso ad ogni 10 minuti dalla mezzanotte alla fine delle nostre osservazioni, vale a dire alle 5% 20" mattina del 14 Novembre 1867. Notiamo ancora qui che in detta sera del 13, eravamo già al posto di osservazione alle 11" e che prima della mezzanotte nessuna grossa meteora fu avvertita. Frequenza delle meteoroliti nella notte del 10 Novembre 1867. ore | Om - 10% | 10m -200 | 20m-30 | 20m 40m | 4qm_5om | som gom z | È 12% 1 1 0 2 1 0 5 13 1 2 4 0 0 2 | 14 3 3 7 4 5 3 25 15 1 3 6 3 5 3 21 16 4 8 3 2 4 2 23 17 0 0 | Come facilmente si scorge da codesto quadro, non abbiamo un punto deciso e ri- stretto di massima frequenza; e ciò era anche da aspettarsi, poichè non sì potrebbe 140 BULLETTINO METEOROLOGICO ammettere con sicurezza che i numeri delle meteore da noi vedute, abbia ad es- sere proporzionale al numero totale che si sarebbe veduto mancando la Luna, Ciò non ostante dai numeri sopra riferiti, noi possiamo dire, che nel corso delle nostre osservazioni, la massima affluenza fu nell'intervallo di tempo compreso fra le 14%, 20" e le 16" 20%, e non solo pel numero totale che fu di 52, in confronto a 31 vedute nelle altre 3 ore e 20 minuti di osservazione, ma anche pei gruppi di 10 in 10 mi- nuti contenenti i numeri più alti che sono 7, 5, 6, 5, 8 ad eguali intervalli. Punti di radiazione Per la esatta determinazione del centro di radiazione è necessario di avere il mag- gior numero di stelle possibile e distribuite all’ intorno del punto che vuolsi deter- minare. Nella sera dell’11 Novembre le osservazioni furono assai scarse; però dalle stelle vedute si vede che il punto di radiazione era situato fra le % e w dell’ Orsa Maggiore, ovvero alle coordinate AR = 152°, 30" e d3= + 43%, Le osservazioni della sera del 12 sono insufficienti alla determinazione. Nella sera del 13, maximum del fenomeno abbiamo materiale sufficiente per una buona determinazione. Oltre a quelle determinate col metereometro in numero di 32, ne ho aggiunto altre 30 scelte fra quelle determinate dal signor De Lisa e da me nella maniera ordinaria e che per la loro precisione erano state accompagnate nelle note da un punto ammirativo, convenzione prestabilita per quelle meteore la cui direzione veniva molto bene assicurata dalle stelle alle quali passavano vicine; così che il numero che mi ha servito alla costruzione della tavola è di 62. Le traiettorie furono disegnate su di una bella carta celeste, gentilmente inviatami in dono dallo illustre astronomo Hoek, direttore della Specola di Utrect. Anche al momento della osservazione era manifesto come risulta dalla figura della tavola, che il centro di radiazione trovavasi al principio della costellazione del Leone; prolungate le traiet- torie e considerati i gruppi di intersezioni più prossime, si vede che le meteore pos- sono distinguersi in tre fasci, diretti ai tre vertici del triangolo @, d, c; pel primo, la maggior parte dal meteorometro ha per punto d’origine = AR= 155°, 45 ed = + 31° 15, un secondo fascio corrisponde alle coordinate AR= 146°, 5' e d=+ 240, 30’, il terzo finalmente AR = 150°, 255, di cia 20, 30”. DEL R, OSSERVATORIO DI PALERMO 141 L'insieme di tutti e tre darebbe per il centro di radiazione generale AR = 150°, 45' e d=+ 22°, 45. È ben da notarsi la quasi coincidenza di queste coordinate con quelle della bril- lante meteora apparsa e scomparsa nello stesso luogo, da me notata e veduta così bene in mezzo alla + e la 4 del Leone, e che nella figura è posta in S entro il triango» lo a de. Come si disse già, le osservazioni furono continuate neile suecessive sere ma con esito quasi del tutto infruttuoso, a motivo della stagione cambiata con cielo quasi sempre coperto. Non ostante ciò, nella sera del 18, potei registrare 11 me- teore dalle 10% 20% alle 11" 15%, e sebbene il numero sia limitato pure le loro traiettorie e direzione fanno palese un centro comune fra la Polare e d Orsa Minore cioè il punto della loro radiazione avrebbe le coordinate AR = 238, AI D) = + 87°, 36” Raccogliendo dunque le mie osservazioni comprese quelle dell’Ottobre e pubblicate nel Bullettino N. 10, 1867, i punti osservati di radiazione sarebbero i seguenti: 21 Ottobre 1867. . AR= 7498 dè — + 259,3 11 Novembre è... +. » = 152,5 »=+ 4390 TEN vembre ro e Ml 08 228 l'& Novembre ate = 350,908 — 118706 In quanto alle apparenze e particolarità osservate non abbiamo che a riferire le seguenti cose Tutte le traiettorie furono giudicate apparentemente rettilinee, e quelle misurate della media estensione di 18°, esclusa quella che vedemmo spegnersi nel posto ove nacque. Però nella sera del 19 in un breve periodo di cielo un poco sereno, fra le 11" e 47% ele 12%, 35%, vedemmo poche meteore che sembravano provenienti dalla costellazione del Perseo. Precisamente alle 11", 47 ne apparvero due da « Perseo e 6 Cassiopea, e l’altra da Algol ad « Andromeda, e nel mentre che queste cam- minavano verso l’orizzonte, una terza le attraversava orizzontalmente (vedi figura 2) descrivendo una traiettoria tortuosa e con moto lento, e nei cambiamenti di direzione lintensità della striscia acquistava maggiore intensità, locchè indicherebbe, secondo me, essere la curva descritta una spirale; questa fu la prima volta in cui fui spet- tatore di un tale fenomeno; in questo periodo da Ottobre a Novembre in cui osservai da oltre 100 meteore e tutte brillanti e di traiettorie estese, una sola dunque pre- sentò il fenomeno di una traiettoria tortuosa; per conto mio dunque anche per le osservazioni degli anni passati, debbo concludere che questi casi sono assai rari, La striscia luminosa che lasciavano dietro di sè le meteore come traccia del lore 142 BULLETTINO METEOROLOGICO cammino, non era uniforme in larghezza, ma presentava sempre un ventre a metà del corso, (vedi figura 3), e talune ne presentano 2 e anche 3 (vedi figura 4), è ciò dipendente da intermittenza nella combustione della massa meteorica. Il signor A- gnello ne vide una a doppia coda (vedi figura 5). Queste striscie luminose per lo splendore massimo della Luna furono piuttosto de- holi, e invece il corpo meteorico sempre brillante, cosicchè appariva sempre come un globo ben definito e di una intensità molto maggiore delle particelle che perdeva nel di Iui viaggio. In conclusione dell'apparenza non si poteva a meno di concludere che il fenomeno era prodotto da masse meteoriche globose, che nell’attraversare la nostra atmosfera si rendevano a noi visibili per combustione. Le meteore apparivano sempre deboli, poi aumentavano in isplendore fino a pochi istanti prima della loro scomparsa, la quale era istantanea, e nessuna fu veduta 0 intesa scoppiare, e dividersi in frammenti. Il colore delle meteore fu in generale bianco azzurrognolo. La durata della loro comparsa non fu superiore a 3 0 4 secondi; ma in molte la metà o 3 secondi al più. Sole tre meteore lasciarono nel corso residui così abbondanti, da essere veduti anche qualche secondo dopo la scomparsa della meteora; nelle altre tutte il fenomeno ces» sava contemporaneamente. Terminerò questa nota col riflettere che il numero di 110 meteoroliti osservati nella sola notte del 13 al 14 Novembre, la loro grandezza ad onta del chiarore della Luna, ci è sufficiente argomento per poter dire che anche in questo anno il fenomeno si è riprodotto assai bene, e che per noi non fu certamente un’ epoca di minimum, ma di frequenza marcatissima, sebbene di gran lunga inferiore all’ impo- nente apparizione dello scorso anno 1866, Io qui non ho cataloghi di meteore sufficientemente in numero per determinare quale rapporto probabile possa esistere in una apparizione, fra le meteore di prima e di se- conda grandezza, col numero totale osservato nel corso intiero del fenomeno, e per potere trovare la differenza di questi rapporti nelle apparizioni attenuate dallo splen- dore di Luna piena, e quelle in cui manca la presenza di questo astro. Però non credo inutile il procedere a questo esame coi dati che attualmente pos- Seggo. Nell’Agosto del 1865 osservando io 94 meteore ne notai 2 soltanto di prima gran- dezza e 7 di seconda. Nel catalogo pubblicato dal professore Ragona nella meteoro- logia italiana, trovo nella notte del 9 agosto 1867 sopra 210 meteore 7 di prima grandezza e 14 di seconda, e nella notte del 10 su 395 meteore, 14 di prima gran- dezza e 29 di seconda. Determinando i rapporti suddetti trovo i seguenti numeri : DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 143 prima grandezza seconda prima c seconda Palermo 0,0214 0,0745 0,096 Modena 0,0333 0,0667 0,100 Modena 0,0354 0,0734 0,109 Medio 0,0300=n 0,0715=»n' 0,102 ="»n" Per osservazioni fatte a splendor di Luna abbiamo le nostre di questo Novembre 1867 della notte del 13 che su 111 meteore 11 furono di prima grandezza e 34 di se- conda; quelle del 9 agosto 1867 osservate a Moncalieri, che su di 103 meteore 10 si stimarono di prima grandezza e 28 di seconda; 9 Agosto 1867, osservate in Ales- sandria, delle quali 2 di prima ed 8 di seconda grandezza sopra un totale di 79 me- teore. (Quelle dell’ Agosto 1865 e 1867 osservate in Roma dalla S. Scarpellini, che dànno sopra 127 stelle 9 di prima grandezza e 33 di seconda; in tutto dunque si hanno 33 meteore di prima grandezza, 103 di seconda, su di un totale di 420, Perciò calcolando i rapporti si hanno i seguenti numeri : I. ll. lc. 0,0786 = mn 0,2452 = 0,3238 = n" Ora se noi indichiamo con N il numero delle meteore vedute senza la Luna ed N' il numero attenuato dallo splendore del nostro satellite è chiaro che esisteranno le re- lazioni (m— n) n) . m' — n N=N'+h____ Ne N iet) " (Mm n) mn m n N=N'+% n ' dove RA. h" indicano il numero delle meteore di prima, di seconda grandezza, e la somma di quelle di prima e seconda grandezza. Perciò nei casi in cui allo splendore di Luna si siano notati i numeri N°, 7, 7°, 4 si potrà avere N, cioè un’approssimazione del numero delle meteore, che si sarebbe veduto mancando la Luna. Nel nostro caso di questo anno in cui splendeva la Luna e che notammo in tutto 111 meteore delle quali 11 di prima grandezza e 34 di se- conda, avremo NEMI h= 11 h'= 84 h' —= 45 e le formole dauno per N i seguenti valori con dà N—= 452 meteore con h' = 447 » cond" = 413 » 144 BOLLETTINO GENERALE Ma dalle 12% alle 15% essendo gli osservatori divisi per ogni quadrante, il numero delle meteore vedute nel 1° e 2° fu di 47, c nel 3° e 4° di 19, dalle 15" alle 17%, 20" furono osservati soli il 1° e 2° quadrante, notando 45 meteore, per cui ritenendo le proporzioni anteriori, gli altri due avrebbero dato altre 18 stelle, che coi rapporti trovati darebbero circa altre 70 meteore, e per ciò il numero complessivo si può ri- tenere di 500, Questi numeri ci fanno vedere, che senza Luna avremmo potuto registrare anche più di 500 meteore; e quindi per Palermo il fenomeno oltre di essersi riprodotto re- golarmente, fu di un ordine, che certamente non può passare per un minimum, con- siderando anche che all’epoca delle nostre osservazioni probabilmente la terra era appena entrata nella nube dei meteoroliti. ‘ E dirò che non senza sorpresa ho letto una nota dei signori Coulvier-Gravier, nella quale si dice « che malgrado la presenza della Luna e delle nebbie, essi non hanno potuto canstatare, che un minimum. » E più oltre essi aggiungono : « Nell'anno ad- dietro, l’apparizione assai bella, sebbene fortemente inferiore a quella del 1833, aveva portato parecchi osservatori a presentarla come il ritorno sì vivamente aspettato. Ora l'epoca è arrivata e tutti gli osservatori hanno potuto constatare come noî, che il fenomeno di Novembre non si è riprodotto. » Io non posso certo credere che tali conclusioni riguardano le osservazioni in generale, ma sibbene le loro proprie, ri- strette a un luogo in particolare, ed allora sarebbe un caso analogo a quello dello Agosto 1867 in cui a Modena furono registrate nella notte del 10, 428 stelle, mentre a Milano ed in altri punti d’Italia il fenomeno parve essere del tutto mancato. Per ciò a ben decidere bisogna abbracciare un vasto campo e tenere, potendo, in.giusto calcolo tutte le circostanze del fenomeno. E cotali discrepanze o differenze nel nu- mero delle meteore non è nuova cosa, ma osservate ne furono anche in tempi re- moti e più significanti. Ad esempio riporteremo una nota dello illustre Quetelèt, una delle maggiori autorità in tali materie, che trovasi a pagina 18 del suo Catalogo delle principali apparizioni delle stelle filanti. Il Quetelét, dopo di avere riportate le osservazioni del signor Benzenberg del 1838, aggiunge: « Les nombres qui vien- nent d’ètre donnés, me semblent bien faibles quand je les compare à ceux que j” ai obtenus, mème en observant seul » alle quali parole fa seguire la nota seguente: « La différence des résultats obtenus est quelquefois extrèmement grande, mème pour deux localités très rapprochées. Jen citerai deux exemples frappans, pris dans les ouvrages memes do Benzenberg. Dans la première série d’observations que ce savant fit avec Brandés, en 1798, il ne vit, pendant la nuit du 14 au 15 octobre, que 33 étoiles filantes, tandis que son ami en observait 125. Un exemple plus frappant en- core est celui que présentèrent les observations du 12 au 13 novembre dernier; tan- dis que, d’après le rapport du Docteur 0lbers, quatre personnes comptaient à Brème, dans l'espace de 9 heures, 186 étoiles filantes, M. Custodis, qui a souvent secondé M., Benzenhberg dans ses recherches, ne comptait à Dusseldorf, que 12 étoiles filan- tes pendant 9 *4 heures!» E di poi dice : « Quoi qu'il en soit, il me semble que ce qui caractérise sourtout une nuit extraordinaire sous le rapport des étoiles filantes DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO 145 c'est que le nombre de ces météores soit au moins de 32 par heure, et de 16 pour un seul observateur; et que ces météores soient remarquables par leur éelat et par un certain parallélisme dans leur direction, qui annonee une origine commune, » Caratteri che si confanno con quelli delle nostre osservazioni della notte del 13, Coeficiente di Kaemtz per la stazione di L'alermo Sino dal principio del 1864 si iniziarono le regolari osservazioni al termografo , onde avere esattamente gli estremi delle diurne temperature, nel bullettino Num, 5 del 1866 si pubblicarono i valori del coefliciente di Kaemtz, dedotti dalle osservazioni del 1865; ora diamo qui riuniti gli analoghi risultati ottenuti negli anni 1864-65-66, 1564 1865 | 1566 PERE Gennaio +.» +... 0,4700 0,4696 0,5681 | 0,5026 Febbraio è +...» 0,4329 0,4595 0,6130 | 0,5018 Marzo ca ea 0,4473 0,5150 0,5758 | 0,5127 ADELE cin co 0,4873 0,5714 0,6062 i 0,5550 Maggio . . . 0. 0,4610 0,5763 0,6122 i 0,5498 Giugno a 5h 0,4250 0,5769 0,6407 | 0,5475 Iuiglio» n eee 0,5629 0,5697 0,6152 0,5836 Agosto. «+ + + + «| 0,508 0,5684 0,6643 | 0,5945 Settembre. è è» » 0,5224 0,5625 0,5495 | 0,5448 VOLODI CAR nn 0,4857 0,5389 0,6356 | 0,5534 Novembre. . è.» 0,4939 0,4979 0,5671 0,5196 Dicembre. . è è.» 0,4741 0,5422 0,5795 0,5319 | Giorn. di Scienze Natur. ed Econ. Vel. HI. 20 146 BULLETTINO METEOROLOGICO RIVISTA METEOROLOGICA Neve Pioggia —I mesi in cui suole cadere la neve a Palermo sono il Gennaio, il Febbraio e il Marzo, e qualche rara volta anche nei mesi di Aprile e Novembre, E quando diciamo neve non intendiamo quelle piogge di acqua mista a piccoli ghiac- ciuoli di una costituzione propria intermedia fra la neve e la grandine, ma sibbene di vera neve che copre a bianco i circostanti monti fino al Pellegrino, il più vicino al mare. In questo anno appunto ci siamo trovati in presenza di questo raro feno- meno di una bella nevicata avvenuta nella notte del 24 sulle campagne e montagne vicine, mentre sulla città e in vicinanza al mare, il temporale colle scariche elet- triche continue, dava origine a piogge miste alla grandine; anche nel 25 continuò la burrasca, che il bullettino di Parigi indicava poi diretta verso il Nord dell’ Europa, Anche le piogge non furono scarse, e la quantità raccolta al nostro pluviometro cor- risponde precisamente alla media ordinaria di questo mese; ma vi ha ragione di cre- dere che nelle vicine campagne e monti sarà di certo stata anche maggiore. Termometro. — L'andamento della temperatura risultò in questo mese inverso a quello della pressione; e gli sbilanci termometrici furono veramente straordinari. Dal giorno 11 il termometro incominciò a montare e rinforzando sempre più la corrente sciroccale che dall’ Affrica toccando la Sicilia invadeva la Spagna e il Mezzodi di Francia, la temperatura raggiunge il suo maximum nel giorno 17, in cui il termo- metro segnò + 26°,7; questa escursione fu di 16°,7 e nella media diurna di 99,8, così che nei giorni 16 e 17 il caldo era insoffribile. Dal 17 in avanti in cui la di- rezione generale dei venti venne cambiata, e al Nord d'Europa succedeano burrasche accompaguate da nevi e grandine, incominciò ia temperatura ad abbassare anche da noi, di modo che colla burrasca che passò sull'Italia nel giorno 24, qui ebbimo nella notte il temporale con neve e grandine, e il termometro nel mattino del 25 segnò + 3,3; nel corso dunque di soli $ giorni si provò la differenza enorme di 239,4, e la media temperatura del 25 fu di + 6,4 mentre nel giorno 17 avevamo avuto la media di + 22,4. La media mensile di 14°,58 è inferiore di un grado alla media ordinaria; così vedesi come il confronto delle medie torna insufliciente a caratteriz- zare le condizioni climaterieche anche di un mese; e perciò l’uso dei termografi, e in meglio poi di istrumenti registratori si appalesa sempre più necessario, Pressione—Anche nelle pressioni abbiamo forti differenze in rapporto alle erandi burrasche europee. Nei giorni 3 e 21 la Sicilia era il centro di forti depressioni, ed ebbimo i minimi di 749,3 e 747,8; dal 21 alla fine di mese sali sempre la colonna barometrica, mentre la temperatura con eguale rapidità calava, e la massima altezza barometrica avvenne appunto il giorno 30. Nell’ intervallo pure fra il 7 e il 15 le pressioni si mantennero sempre alte con un maximum pressochè eguale a quello del 30, DET, KR, OSSERVATORIO DI PALERMO 147 Vento—Tanto la direzione che la forza del vento fu assai varia nelle diverse pen- tadi. Nella prima dominò la calma che sempre si avvertiva nel mattino alle 9" e nelle prime ore di sera; nella seconda abbiamo vento forte di NE, che soffiò per tutto il giorno 7, e di N; le massime velocità verificandosi al mezzodi, Nella terza pentade abbiamo le calme nella sera, dominò 1’0S0, la forza fu mite e il tempo bellissimo e senza pioggia, come pure nella quarta, sebbene in questa i venti di S, SO e ONO sof- fiarono talvolta impetuosi, Nella quinta e sesta pentade abbiamo le velocità maggiori coi venti del. primo quadrante che apportarono la maggior copia d’acqua. Umidità e ozono. —L'umidità fu mite nella seconda e terza e scarsa nella quarta pentade; maggiore nelle altre, la troviamo al maximum nell’ ultima. Dell’ ozono non abbiamo che osservazioni per le ultime quattro pentadi; in media risulta eguale alla quantità avuta nell’ottobre; ma merita menzione speciale il maximum del giorno 25, in cui le cartoline diedero il maximum di intensità comparabile colla scala; rammen- tiamo che in quel giorno gli sbilanci elettrici, che produceano neve ai monti, e pioggia e grandine in città, erano continuati e che in quel giorno si ebbe il forte abbassa- . mento nella temperatura, 148 BULLETTINO METEOROLOGICO NOTE 1, 2, Giornate belle, mare calmo, solo qualche bassa nuvoletta ai monti. 3. Alle 8" m. alle 2% 44 p. leggiera pioggia; dalle 9% s. alle 12" s. pioggia ad in- tervalli. 4, Nebbie basse alle campagne; nel mattino pioggia e vento forte di NE; in tutta la giornata il mare fu burrascoso. 6. Nel mattino leggiera pioggia; alle 9 *» m. ancora piovigginoso. 7, Giornata di vento impetuoso di NNE e mare in burrasca, leggiera pioggia nel mattino dalle 6 al mezzodi, 8. Oggi domina il N il mare sempre grosso, cala nella sera. 10. Alle 3% p., il mare è mosso e nella sera tardi burrascoso, ma poi ritorna calmo nel seguente mattino, 12. Nel mattino la città è coperta da basse nebbie. 15. Giorno di Scirocco forte con aria caliginosa, nella sera alone alla Luna del dia- metro di 40°, e continuò sin verso un’ora dopo mezzanotte. 17, Giorno di vento forte di SO e 0S0 con aria caliginosa, e temperatura elevata, 19. Alle 6 p. poehe goccie; vento forte di 0S0 nelle ore meridiane. 20. Alle 5% > p. burrasca con pioggia si avanza dall’0; alle 7° 4, p. leggiera pioggia per pochi minuti, 21, I venti di NO e NNE soffiarono violenti e nella sera il mare si fece grosso; dal mezzodi alle 6%" p., vi furon pioggie leggiere. 22. Dominarono i venti di E, che portarono pioggia, tuoni, e grandine; alle 9° sera l’intiera città è coperta da fitta nebbia, e il mare era in forte burrasca; dalle 3" p. alla mezzanotte fu sempre piovoso. 24, Alle 11° sera lampi vivissimi a NE seguiti da tuono, indi pioggia e grandine e vento forte dal N; questa burrasca si fa generale-e continua sino alla mezzanotte sempre con tuoni e lampi e pioggia; il mare si sentiva già mosso. 25. Continuano venti fortissimi da N e il mare è in grande agitazione, burrasche continue con pioggia e grandine, talvolta ghiacciuoli, e i monti sono coperti di neve. 26. I venti gagliardi da N continuano ancora e il mare è sempre agitato e piogge ad intervalli, 28. Alle 7 4 mattina il cielo oscura, e alle 9 pioggia leggiera; alle 3 !4, p. di nuovo minuta pioggia, e nella sera lampeggia a NO. 29, Nel mattino leggiera pioggia, che si ripete per alcuni mimuti poco prima di mez- zodi; il mare è calmo, 30. Giorno di pioggie frequenti dal mattino alle 6% di sera; alle 6% 4,, il vento di OSO soffia caldo; il mare che nel mattino era mosso, è di nuovo a calma, DEL Ro OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni Meteorologiche di Movembre 1867. 149 vasi CERRO È Massimi e minimi È LAOS x Massimi Barometro ridotto a 0 TSI O nm Termometro centigrado c minimi. - <= ; panna |\:crmometrJel Gn 9h 12h RESORT 9hmy 12h) 3h | ho, 9h | 12h 1 158.14 760.35) 757.47|17.6 |17.9 (18.0 |16.5 !13.5 [13,8 || 18.3 | 12,3 9 52.91 57.47 52.40||16,7 18, A |15.9 |14.3 19.0 | 12.7 3 50.03 52.40 49.30|17,7 |19.5 |19. 15.8 [15.6 || 20.2 | 13,4 n 53.88 54.00) 50.10|15.2 [15.3 (15.0 |14.7 [146 |13.5 || 16.6 | 13.3 s 33.08 53.04 39/(13.7 [14.3 |14.7 113.1 [13.7 |12.0 || 14.9 | 12.0 6 52.21 53.401 51.54|15.6 (17.1 |17.3 [15.6 !13.2 [15.6 || 17.8 | 11.6 7 60.16 } 93.40/(15.8 [13.2 [12.5 [12.0 125 [12,2 || 16.3 | 114 8 62.98 61.77](13.1 [14.4 (14.7 (14.6 [12.6 [t1.4 || 14.7 | 10.1 9 3 : 15.1 (17.1 |17.7 [15.0 [14.6 (13.5 [| 17.9 | 13.5 10 S15.3 [17.6 [17.1 f14.7 |12.6 [14.4 || 17.7 | 11.2 11 [13.2 (16.1 [15.9 [13.5 [11.1 [10,7 || 16.3 | 10.2 12 114.3 (18.3 |18.6 [17.7 [15.5 |13.6 19.1 100 13 817.6 (20.6 |20.6 |17.3 |16.5 |16.1 21.1 192 I 017.4 (20.3 |20.0 |17.1 |16.8 |17.7 || 20.6 | 14.8 158 918.8 [21.5 |22.2 |20.1 [18.8 [19,7 || 22.3 | 16.2 16 2 1,|24.0 [20.3 |20.1 (20.4 || 24.4 | 18.2 17 7 |25.7 |241.9 |19.8 [18.0 || 26.7 18.8 | 18 .9 (20.6 |18.3 {18.0 |17.7 2109 15.3 19 8.6 18.0 |17.0 |15.9 {15.5 || 19.0 | 15.3 20 .1 (18.8 [16.8 |16.7 (16.8 19.3 | 12.4 21 .5 |14.3 |13.5 [13.4 |19.6 || 17.8 [712.6 | 22 .87 (10.7 [10.7 | 9.8 [10.2 [| 14.2| 9.5 23 .1 |11.7 | 9.6-| 8.3! 8.9 12.4) 8.0 2 .8 [12.3 (11.4 [10.8 | 7.1] 12.6) 6.9 23 | 3.4 | 6.2] 6.8 | 6.672] 8.3 | 3.3 26 :9| 8.0) » {727.4 96) 481 27 38.1: .6 (11.6 | 8.7 9.8|95 || 11.8| 3.7 28 39. -6 [11.7 [10.1 | 9.5 [10.1 || 13.7 6.3 29 +3. .9 (13.1 |11.6 |10.4 | 9.6 || 13.7 9.0 30 2.8 8 |12.9 [11.6 [10.7 [10.4 | 13.3 | 8.6 M. || 750.90 156.65 E) 14.50|15 62/13.15]| 17.03| 11.39 pr TRIED dre SV E ERO LA SRO) = Ù Osservazioni RMeteorologiche di Novembre 1867. Tensione dei vapori Umidità relativa Stato del Cielo 9hm |) 12h) 5h, 6h, 9h 72h |9hm 12h) 3h) Gh, 9h, 12h 9hm 12h 3h | Gn 9h 12h 1(10.05,10.93(11.15|11.79;10.72| 9.63]| 68 | 72 | 73 84 | 82) 82 |[Bello Bello Bello Lucido |Lucido |Lucido 2//11.38(11.32/11.60|11,87110.42| 9.18;| SO | 73 | 72| S1| 77) 77 [Bello Bello Bello Cop. Nuv. Bello * 3||11.69/10.59|11.65|10.08/11.37|10.60|]| 78 | 63 | 71] 70] $5 | S0 ||Misto Osce. Cop. Cop. Osc.c.p.|Cop.c.p 4|[10.13| 9.83'11.36| 7.81| S.18] 9.61] 79] 76| 90| 63 | 67) 84 [Osc. Osc.c.p. |Osc. Osc. ose. 0sC.c .p.| Sil 6.99| 7.80] 7.24] 7.78] 8.72] 7.65] 60| 64|58| 69; 75 | 73 [lOsc. Ose. Cop Cop. Osc. Bello 6] 9.26] S.94/10.80) 8.54) 9.10) 9.38) 70| 62| 64| 65/71) 72 (Bello Misto Cop. v. [Bello Ose. Osc. | 9.37| 3.87] 3.60] 5.611 5.60] 5.78] S0 | 52] 52 54| 52 | 55 [(Osc.c.p.|Cop. Cop. v. |Cop. Misto Mis,o S| 6.22) 6.51) 7.06] 6.39] 7.11) 6.84] 56 53, 57532 65) 67 (Cop. Misto |Cop. v. |Nuv. Cop. Bello 9 9.42! 8.73] 7.26] 7.87] 8.68] 8.53) 74 | 61] 48| 62| 71) 74 [Bello Nebb. Bello Nebb. Bello | Bello 10|10.04! 8.69! 6.66) 7.S1| 7.41) 7.13 77 | 58) 46| 65 | 69 71 (Cop. Cop. v. |Cop. Nuv. Lucido |Lucido 11] 7.78/ 7.27! 6.14| 7.29| 6.38) 6.39] 69 | 54 | 46 | 63 | 65 66 ||Bello Lucido |Lucido |Lucido |Lucido |Lucido 12]| 7.54] S.90|10.51| 9.93(10.24! 9.86]] 62 | 56 | 66| 66 79) 75 Misto Bello Cop. v. |Nuv. Bello Suv, 13|/12.27|10.44|10.44| 8.67) 9.04) 7.71] S2 | 58 | 58 | 60| 65 | 56 [Bello Bello Bello Lucido |Lucido |Lucido 44|| 9.90] 9.47/10.29|11.42) 8.33/ S.11|| 67 | 53 | 60) 79] 59) Sé {Bello Bello Nebb. Nob!l. Bello |Nebb. 15)| 9.60 10.30/10.05| S.81| 8.99) 7.96] 60 | 55 | 51 | 51| 56 | 47 [Nebb. o)sc. ose. 0sc. ose. )sce. 16] 6.85] 9.52) 7.79] 9.25] 6.91] 6.73] 39 | 48 | 35 | 53] 40) 38 |lOsc, Cop. Nuv Nebb. |Nebb. |Cop.v. 47 7.35| 8.25) 7.62) 8.50/10.41/10.87]| 37 | 32 | 31) 44| 61| 71|Lucido |Iucido |Bello Bello Bello Bello 18] 9.08] 9.11]10.73) 7.74|10.09| 9.93]| 58 | 50 | 59 | 50 | 66 | 66 (Cop. Bello |Bello |Bello |Lucido |Nuv. 19/(10.31| 9.94! 9.27| 9.87] 9.67) 9.98] 67 | 62) 61| 69 72 77 [Misto Cop. Nuv. Cop.c.p.|Bello |Bello 20|| .9.63| 9.42] 9.32] 9.45! 9.04] 8.85]| 69 | 58 | 58 | 67] 65 | 62 Bello Nuv. Nuv. Cop. Cop. v. |Cop. 21|| 8.09! 9.10|10.52| 8.53| 7.41| 7.29] 60 | 66) 72] 74| 65° 67 (Cop. Cop. Cop. Osc. Cop. \Mislo 220 7.48) 7.23| 8.03! 7.32] 8.21) 7.85] 73 | 63 | $3 | 76) 92, $4 (Cop. Cop. Osc.c.p. |Osc.c.p"|Osc.e.p.|Cop. 23)| 7.74) 6-02] 5.79, 6.77! 5.90] 5.76] St | 59 | 56) 75 | 72° 68 [Cop.c.p.|Cop.v. |Cop. Cop. Bello |Osc 2All 6.72) 7.96] 6.64| 5.36) 4.34] 5.76] 76 | 72| 63 | 54 | 45 | 77 |[Cop. Cop Cop. Misto ose. (OSc.C.p. {25]| 4.06) 3.06] 5.82] 3.88] 3.74] 2.92 53 | 75| 82/53 51 | 38 |Osc.c.p.|Cop.c.p.|Cop. Misto Nuv. Nut. 26) 5.34] 4.32! 6.08! » | 6.13] 5.95] 75 | 51| 76] »| 81] 77|[(Cop. ose. OSC.p. » Mislo |Nuv. 27|| 6.19) 6.78) 6.14] 6.69] 6.32| 7.11] 73 | 66| 61) SO) 70) S0 Bello :Cop. v. |Bello Nuv. Nuv, Misto 28|| 7.54] 7.65) 6.66] 6.75] 6.89] 6.36] 74 | 71) 64| 63: 78] 70 |[Cop. Cop. Cop. Bello Bello |Osc. 29|| 7.32/ 7.90) 8.09] 7.96) 7.83] 8.04 76| 71) 73] 78 84| 91 (Cop. Cop Cop. Cop. Bello |Nuv. 30)| 8.32| 9.01) 9-40| 8.75) 8.51] 8.27] 83 | 62] 85 | 86 8S| 88 [Osc.c.p. [Cop ose, Ose. Misto |Nuv. ni 8.45] 8.43] 8.53] 8.20) 8.06) 7.87 168.6 61.2/62.4/66.0 68.9/69.9 | I) i ! = 150 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Novembre 1867. | ST Gasparin|| Forza del vento in Chilometri Ozono | 1 0-6h | 6-3 | 3-12 Yhm.) 12h, 3h, 6h, 9h ) 12h Gh dh. 12h, 3h Gh 9h Oh | 1) 0.73 | 0.93 | 1.00 0.0 | 8.8 [10.9 | 2.4 | 5.5 | SA » ) » » ) » ) 2 0.47 | 1.13 | 0.87 0.0 [14.5 | 1.5 | 0.0| 7.7 | 2.& » » » » » » ) 5 0.68 | 1.40 | 0.57 0.0) 9.0 | 0.0 (12.1 |28.6 14.5 ) » » » ) » » | 4 0.00 | 0.00 | 0.78 14.8 | 4.4 | 0.0. | 4.0 | 0.0 | 2.4 » ) Ù) Ù) D) ) » dl 0.00 | 1.10 | 0.83 7.4 |12.9 (18.1 | 4.8 | 1.9 (13.7 » » » » » » » | 6 0.14 | 1.26 | 1.05 6.5 | 4.7 [16.6 | 8.3 | 5.8 | 9.3 ) » » » ) » » | 7 0.00 | 0.00 | 1.87 2.7 136.8 |24.6 '26.3 [27.6 |14.5 ) » » D) ) » ) | 8) 0.23 | 1.08 | 1.14 1.2 |19.6 | 3.0 | SA | 92 [12.1 » » » » » » » 19 0.32 | 1.30 | 0.9S 0.3 [22.3 | 4.7 [I2.1 | 9.9 | 24 » » » » » » » 10 0.30 | 0.85 | 1.40 3.2 [22.7 |16.4 110.3 | 9.9 [12.1 » ) » » » » ) 11 0.58 | 1.58 | 0.94 1.6 | S.9 | 7.1 | 0.0 (12.3 | 3.2 3.5 1.0 1.0) 2.0 | 10) 2.0 1.0 [112] 0.65 | 1.12 | 0.95 4.2 | 0.2 118.3 | 0.0 [7.7 | 4.6 4.0 2.0 2.0 2.5 2,0 1.0 0.5 113] 0.30 | 1.58 | 1.95 0.0 | 5.3 | 4.5 | 0.0 | 5.0 | 0.7 3.0 0.0; 05) 2.0 | 10) 20 0.5 |14| 0.71 | 1.06 | 1.56 0.0 |12.8 | 8.3 | 0.0 | 6.8 | 8.5 2.5 0.0 2.0) 1.5 1,5 1.0 1,0 | 13] 1.12 | 1.50 | 1.37 19.9 [18.0] 2.6 | 0.0|25 | 16) 53/0 0.5 | 20| 10 | 1.0 | 0.5 0.5 IG} 1.43 | 2.02 | 1.79 | 5.24 [22.4 | 6.8 ]14.6 (12.1 | 6.6|S5 || 2.0 0.5| 05) » | 10 | 05 1.0 {47| 4.61 | 3.68 | 2.48 |10.77 {13.3 | 1.2. 112.9 (24.2 {17.6 |11.3 2.0 1.0 0.5 3.0 2.0 1.5 2.0 18) 0.84 | 2.00 | 1.40 | 4.24 || 1.3 | 7.5 [12.0 [11.3 [19.8 |i1.7 || 4.0 1.5 ALI 5.0 2.0 3.0 4,5 | 19 0.74 | 1.90 |-0.80 | 3.44 ||25.4 |24.6 [17.7 | 6.8 | 5.0 |.3.2 6.5 2.5 9.9 2:5 4.5 3.0 2.0 20! 042 | 0.97 | 1.24 | 2.63 || 7.1 |13.3 29.1 | 5.4 (23.7 [14.7 6.0 1.5 4.5 6.0 2.0 4,5 1.5 |{21] 0.68 | 0.36 | 0.96 | 1.90 [27.6 |19.3 |39.4 |16.0 | 2.8 | 6.4 6.0 4.0) 3.0 5.5 6.0 2.5 3.0 22] 030 | 0.60 | 0.03 | 0.30 || 4.0 [13.5 [36.5 [46.9 | 1.8 | 2.4 7.0 3.5 3.5 1.5 9.0 3.0 4,5 23) 0.00 | 0.65 | 0.66 | 1.31 || 5.7 | 7.2 | 1.8 [12.1 | 9.9 | 6.0 7.0 4.5 8.0 5.0 1.9 1.5 4,5 (24) 0.38 | 0.00 | 0.00 | 0.38 || 4.8 | 1.2 | 8.3 |12.1 (19.3 [16.9 6.0 1.5 | 3.0] 90 | 435 | 5.0 6,0 125) 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 |19.7 [40.5 | 3.3 [32.2 [25.8 |16.9 || 10/0 OO NES 89 | 0 {126} 4.73 | 042 | 0.37 | 5.52 || 1.6 16.1 | 3.1 ) 9.7 (10.9 8.0 d.5 6.5 3.0 » 10.0 9,0 {127]| 0.30 | 0.S4 | 0.57 | 1.71 [{ 8.7 | 6.5 110.3 | 7.7 |12.3 |12.3 7.5 4.5 4.5 3.5 4.0 2.5 2,9 {28 0.23 | 1.05 | 0.63 | 1.91 ||15.9 {24.3 [23.9 |12.1 [133 | 7.4 6.5 4-0 4.0 3.0 6.0 5 2.5 29] 0.20 | 0.79 | 0.53 | 1.52 |{ 1.0 | 9.1 | 6.6 | 6.2 | 4.8 | 6.8 8.0 1.0 2.0 3.5 5.0 1.0 20. 30)| 0.00 | 0.00 |. 0.00 | 000 || $.6 (18.6 | 6.4 | 5.2 |10.9 [11.7 5.5 3.0 SIR) 1.0 4,5 4.0 2.0 pu] 0.70 | 1.04 | 0.96 | 2.70 {10.3 [15.8 [11.5 | 8.9 [10.8 | 8.6 9.40 2.40) 3.55) 392] 3.55 2.78 2.50 | | i Ì Osservazioni Meteorologiche di Novembre 1867, |] iP NOR 3 Stato | Direzione del vento Direzione delle nubi Piog. del i | i mare | {{"9hm. | 12h 3h 6h 9h 12h || 9h | 12h | 3b | 6h ) 9h | 12h alle 6 |} 1} Calmo | NE | NE ESE Sio) (OSIO) » » » )) na ) » 2 || 2 Calmo | NE | NE Calmo | SO 0 ) )) » » ) ) D) 2 3| Calmo | SO | Calmo | OSO (OSIO) (STO) NNE| 0SO| » » » » 3,97 2 || 4 NNE | NNE Calmo | N Calmo | ONO 0 N » » » » 10,17 6 50 No (0) (0) oso OSO | oso] NO (0) 0 » » 0,76 4 16) 0S0 0 | 0 0 ORIO NO NNE| 0 oso) 0 » » » 2 || 7 NNE | NNE | NE ENE NE NE N NE NE NE NE N 1,97 6 8 N | N | NE N (ISTO) 0 No N NE N oso] NO » | 6 9 ONO | NO | ONO 0 ONO (0) (0) D) ) » » » » 3 10| SO | NE | NE so (WASTO) 0sS0 » NNE| » » » D) » 2 11 0S0 Ibi | E Calmo | OSO (OSIO) » ) ) )) » D) ) 4 12) NE NE |SO Calmo | ONO | ENE » » SO | ” » » » 2 13| Calmo | 0S0 | 0SO Calmo | 0SO oso » » » ) » » » 2 14) Calmo | NE | NE Calmo | 0SO so » » ) » » » » 2 15)| S S iS Calmo | 0 SSE » » ) ) » ) » 3 (16|S ONO | SO E so NNE » » » » » » » 2 1710 SO | sO 0s0 (OSIO) oNO » » ” » » » » 3 18) NE SOLAMOSO) (0 oso | 0 0) SO | » » » D) » 3 19) 0 oNoO | 0N0 0 (OSIO) 0 » ONO| )» » » » )) 3 20) SO oso (OSIO) SO 0 0 » » 0 » » 2 210 (0) | NO NNE Nk 0 » 0 No » » » 1,59 3 22.| E DI NE L E (OSIO) » » » » » D) 16,61 È) 23| 0S0 |N | N oso | oso | 0 » » » » » 2.60) 6 24| os0 |OSO | NE NE N N N » NE | » ) 3.60 4 253|| NNE N | so NNE NNE NNE N N NNE| N N N 17,18 | 6 {(26| SIU N 0 » oso (CISCO) » N » » » ,,67 ||. 7 27050 0s0 | 0S0 0s0 0 0 » d » » » » » 5 28 NNO 0 | 050 (STO) 0s0 OSO NNO| NO » » » » » 3 29] E | NNE | NNE | 0 oso | oso » NE | NE | » » n 0,32 3 î| ENE |NO |0 0) oso | oso NNE| N o) » » » 6,23 3 | | il Ì DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni MIoiSorolgGiche di Povemibze a000, N li — cis —— === n =— = —=-c — fto ” Nuvole UD 12h | 5h on DN Toh | — EEE —_ I nni Vol. | Dens. Massà Vol. Den [Massa | Vol. Dens.jMassal| Vol. | Dens.jMassa|| Vol Dens. Massì Vol, Dens, Massa] i 10 2 2.0) 4 2.0 | (A 2.0 ) | » | ) ” ) ) | ) » || al % 4 | 1.6 H 5| 40 42 5| 6.0| 60 6 | 36.0 || 25 3125] 8| 5) 400 3] 50 5 | 25.0 || 100 6 | 60.0 | 80 6| 48.0) 80 6 | 48.0 || 100 6 | 60.0 | 90 | 6 | 54.0 || z| 100 770.0 || 100 7| 700 | 100 71| 70.0) 100 7700) 100 7) 70.0 |100 7| 70.0] 5|| 100 770.0) 100 7700 70; 6|420| 60 636.0 || 100 170010) 6! 6.0 6 10 6| 60) 50) 6|300% 70) 6|420/ 150 35] 75/100 7 | 10.0 |100 770.0) 7 100 8 | 80.0 || 90 8| 72.0) 70 71|490|| 70] 6420) 50 6|300]|50| 5 | 25.0] gl 60: 6 360] 50 6|300) 70 6| 42.0 || 45 5|22.5])| 60 6|36.0 || 8 3 40 gl 30 4|12.0| 20 201 4:00) 10.) 30) 3/0.) 40 2 | 5 3 45 6 5| 3.0 dol 65) 6390 80 7|56.0 70 6 | 42.0|) 40 5 | ” vl » na NS 11 4 3 152 » | » IS] » ) ) » | )) )) D) » | » || 12) 50 5 | 25.0 5) 4| 20] 60) 6360] 40 3 | 4| 6.0 || 30 4| 42.0) 13 2 3 0.6 4 | 3 2.0 || 6 5 3.0 » » | ) » » | » | i 14 10 2 20 20). 4| 8.0] 30) 3] 90] 60 242! 2| 20 80 3 | 240 15) 90 3 | 27.010) &|400 100) 5) 350.0, 100 4 | 40. 6 | 60.0 100 6) 60.0 16) 100 5 | 50.0] 90 4 | 36.0 || 20 4 | 8.0) 40 DR: 2| 6.0] 9% 4 | 37.61 17 » D) » ) n » | 10 4 4.0 5 HO ADI SN AVT05 S| EG GA I:61| 18] 70 4 | 28.0 || 20 TASSO RAD MS 6/08 IRIS 4| 2. » » || 40.| 4 | 416.0] 19] 60 636.0] so| 6480) 20) 54100) 90 6 | 54. 69045) 5075) 20) 5 5 DIS 30 | 6 | 18.0 40 6 | 24.0 80 | IDO 71|490|| 60 | 6 | 36.0 21) 75 6|450| 90) 7630] 98 7| 65.6) 100 TR ZO: 6|57.0|50| 6 50.0 | Dall 95 6 | 57.0] 9) 7) 66.5 100 9| 90. 8 | s0. 170.0) 80 756.0] dall gs, 7595] 70) 642.0: 98 6 6 | 36. 6 | 6.0 [100 6 | 60.0 24] 95 6 | 57.0 93 | 6| 537.0 98 6 | 6 | 530. 7| 70.010 7 70.0) las 100 | 770.0) 98 7686! 98 To| | 6|30 728.040 1|280| ell 90) =8| 72.0] 100) 8] S00| 100 7 ) » | 50 735.0] 30 6 | 18.0] 27] 10 5| sol 601 6|360| 15 6 5 | 10.0! 30 6 | 18.0 |) 50 6 | 3001! 2g 93 6|57.0] 90) 8| 720] 93 tl 4£| 40] 6 3 | 3.0 [1100 6| 60.0) lol 90 | 6540] 60] 632601) 60 6 3 | 450 20) 510.030 5-| 13.0 | 30] 100) 8 |S00]) 95) 8| 76.0] 100 7 8| 800 | 30 5| 25.0 || 20 3 | 10.0|| Ml] 59 | 35.7 || 60 | 38.6! 57 29.9 | 44 27.2 || 47 28,2 || Ì | | | | H se . . È Il Medii barometrici Medie temperature | { 9h 12h Comp, I dec 9h Marzo fih Comp.p. dec.| 1p. 2 61|753.61|733.37 $4 1 p.| 16.18) 17.06] 17.08] 15.74 15.83 2 5| 58.60| 59.09 20°| 14:58) 15.88| 15:86] 14.38 15.501 15.16 3 40) 59.5 60.19) 60.13 3 16.26] 19.40] 19.46) 17.14 17.33 A lE | 55 63 | 33.63] 53.96] 54.28) 54.00 4 | 1904) 2148) 21.42) 18.56 19:83} 19.58| 5 33.30] 53.07] 53.03| 53.91] 54.37| 54.51 5 | 10.88) 11.84) 14.04 10.40 10.52 uil 6 59.25] 59.38| 59.11] 60.18] 59.85] 60.18 6 9:82| 11.76) 11.46 10.50 1031( 10-41 Media umidità relativa Medie tensioni I — il 9h 12h 3h 6h 9h 12h Comp: p. de 9h 12h 3h | 6h 9h 12h 1 p.| 73.0 | 69.6 | 72.2 | 134 | 0TI:20) 102 1 p.|10.05 (10.09 |10.60 | 9.87 | 9.88 | 9.33 2 71.4 | 57.2 | 534 | 59.2 | 63.6 | 67.8 2 8.86 | 7.73 | 7.48 | 7.24 | 7.58 | 7.53 3 68.0 | 55.2 | 56.2 | 63.8 | 648 | 59.6 3 9.42 | 9.28 | 9.49 | 9.22 | 8.60 | 8.01 4 54.0 | 50.0 | 48.8 | 56.6 | 60.8 | 62.8 A | 864 | 9.23 | 8.95 | 8.96 | 9.22 | 927 DAI 5 69.2 | 67.0 | 71.2 | 66.4 | 65.0 | 668 3 6.82 | 7.07 | 7.36 | 6.37 | 5.92 | 5.92 dI 6 716.2 | 68.2! 71.8! 76.8! 80.2 | 81.2 60691 071347270754 7027915 | Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin ; x Massimi Minimi î plssini Juinimi 1 | RAI | DI i Comp. p.dec.| MISS 15231002 6 8 | î È I92RI 0:81 | MOHA da, Dl T6not 101.99] FIRST asino DP-| 168) 19.36) figg] 120503” | 020 | 0.90 | 1.29 2.38 2.25| 3 615370025, Ss giga, 3 19.88 13.28 3 0.67 | 1.43 | 1.56) 346 | t 0.08 759.161 53:99) 795.46) { Boggi 2001 150, SOSHIT | T6 | Dil | 150] 208 1901 3 34.8 BISI eeien USA CNA3106 8.06 3 0.27 | 1.97 | 0.32| 2.55 | 6 60.184 737.50] 33:33) 155.35 è | 13458 1274), Cast Tollo | 100 | 065 | 042 | S46 2.34 | Ì 152 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Movembre 1867. Todi ’ Quantità Medie dell’ Ozono della Pioggia Media forza del vento d-6) 6h-9 Sh-12 f2b53 3-6 | 6-9 | 9-12 Comp. pi see ) 9hm 12h, 5h, 6h | 9h | 12h |Com.| p.d. 1p. D) ) ) ) D) » )) DIRO 1/14. sn) 16,27 Ap.) 6.4) 9.9] 6.1|-4.7| 8.7] 8.21 7.4 un 0 2 ) ) ) ) )) » )) )) 2| 1.97 *2°|(2. |18.0|21.2|13,1|13.0,12.5 |10.1|14,6 c 3 32 MOST IS 1:89 139 130,7 15 {2.0 5) DI ; 3 5.1] 9.6] 8.2) 0.0) 6.9; 3.7) 5.6 I 9.0 I 4 4A | 44] 2.91] 259) |12:3 || 2.5) | 1222 2.5 4 4 |13.9/10.7(13.3|12.0|14.5 110.3 12.4 ;) | 5 7.2 | 3.5 | 4.9] 6.6 | 5.7 | 3.5 | 4.2 5.1 } 4.8 3|43. ss 56.80|| |9 12.4 |16:3 17.9|15,9/11.9] 9.7/14.0 {i I) I 6 7140124144149 | 38129] 45 3 [Gli 13.22 16 | 7.2/15:0|10-1| 7.8|10.2 | 9.8]10/0 Numero delle volte che si osservarono i venti It == "esi | N NNE | NE | ENE | EF ESE | SE |SSE| S SSO | SO | 0SC | 0|0NO | NO NNO |Calm.| Pred. iAp.i 1 2 4 ) » 1 » »_ |» » 3 6 | 4 1 1 » 7 Calma 2 3 na, 6 1 » ) » » ) » 2 b) 6 3 2 » » NE.ONO 3 )) » 4 1 2 D) » 1 3 ) 2 8 1 1 » » ti (OXSIO) 4 ) 1 1 D) 1 ) » ) 1 Do | 7 7 8 4 )) » D) 0 15 3 ò 4 » 4 D) ) » ) De 5 “ 1 1 » » NNE (6 | 1 2 ) 1 {1 Dio Da Lia a] I 1 1 » (WSKO) \_| | | | Per decadi VT EA ) Rea ne )) SARE IO 4 3 ) 7 (USO) |2 » | esi Mea 1300 Mon E Cao NE ie ee 7| 0s0 || 3 6 7 | A NALI 5 DL » i AA ON AGI » 2 | 1 D) 0S0 [[rot..It0 |a [40418 Rea | no ; : | Serenità media Massa delle nubi | % | 12h] dh | 6h gh | I2h (Comp. Dec, oh | 12h] 3h | Gh | 9h | 12h | compili Dec. || tp. | 41 40-| 35 58 bh 48 Ip | 33] ka 33.6) 38.0| 42.5) 34.0| 37.2 I 33. IND 41 | 42 42, 58 | dò 67 52 2 34.6! 38.4! 35.6] 20.0] 28.1; 20.4| 29.5 È TINO. 69 | 74 61 GOA MANZO, 58 66 | 63 3 11.2] 10.4| 19.6) 12.8] 13.6| 19.2] 14.5 | 16.8 || 4 33 56 60 56 | 74 57 63 4 23.3] 22.0] 10.4] 24.4| 14.3| 20.1| 19.1 hi | 9 | 10 | 10 i 28 31 26 48 i 29 5 in1 59.4) 69.0] 49.2) 46.3) 48.8) 55.1 i 41.9 | 6 23 19 26 45 | 69 | d4 DI 39 6 53.6] 60.0] 50.3| 34.8] 18.2] 26.6] 40.6 si | Numero dei giorni |l I Misti Coperti |con neve;Con piog.| Con neb.| Vento forte] Lampi Tuoni |Grandine|Caligin. I Ag » D » 3 )) 1 » D) » | 2 1 | 3 1 » 2 » 2 » » » 3 Sol 4 ) 1 ) » » ) ) D) » 1 4 2 1 | 2 ) 3 ) 2 » )) » 1 5 » D) | 5 1 5 1 3 1 2 3 » tO NA » 4 » 4 » 2 1 )) D) » Tolale| 10 4 | 16 1 17 | 1 10 2 L 2 3 2 Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . ., 758.67 Forza del vento in Chilometri dodo GE Dai massimi e minimi diurni . ......... 756.60 Vento Predominante. ..........00% +. 0S0 Differenza ...... 0.07 TMermomeLronCentigrad orse ateo celo 14.67 Massima temperatura nel giorno 4... . + + » . 26.7 Dai massimi e minimi diurni . . ... vd a d0o 14.21 Minima nel giorno 17... ......, alelellele te 1918 Escursione termometrica. . . .... + 23.4 Differenza ++. 0.46 Massima altezza DEE nel” giorno 30.‘ ‘763.41 ——— Minima nel giorno 21. Biasio dono 47.80 Tensione dei vapori... ......... e. 8.26 Escursione Darometrica . . . . .... . +. 15.16 URICIEROnIEA vo doo dei È DONO Evaporazione: Gasparin . ...,... .. 80.62 RIA RATAZione: Atmometro - Gasparin. . )) Vivenot. ttt È » | SCICHITA NE e Te ela aio Rae Tol Ti lla pioggia... ... alla la 73.07 | Massa delle nubi o ale fila; piogge | OZONO. OI Il Direttore del R. Osservatorio G. CACCIATORE BULLETTINO METEOROLOGICO DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO N. 12— Vol. III. Dicembre 1867 Compiesi oramai il terzo anno della pubblicazione del presente bullettino, c a noi corre il debito di fare un cenno sulle vicende che ha subito questo lavoro periodico nel breve corso della sna esistenza : e ciò non solamente per dare una spiegazione sui mutamenti occorsi nella sua redazione, ma più ancora per render pubblica testi- monianza di ammirazione e di riconoscenza verso il nobilissimo corpo del Consiglio di Perfezionamento di Palermo, al quale ci onoriamo di appartenere, e che ha voluto che gli studi meteorologici dal nostro Osservatorio a proprie spese vedessero la luce, e formassero parte dell’interessante periodico che vien compilato nel suo seno. L’idea di dare pubblicità alle nostre Osservazioni Meteorologiche ci fu quasi imposta dalle continue domande che ci pervenivano dagli scienziati ed istituti esteri, i quali istantemente faceano a chiederci i vari clementi meteorici del nostro clima. Nel 1865» privi di mezzi governativi, ci avvisammo a dare alla luce in forma litografica i nostri travagli nella supposizione che un tal sistema non ci avrebbe gravato di forte di- spendio, e che anzi ci avrebbe apportato il massimo del risparmio. Però in sul finire dell’anno dovemmo convincerci che In spesa non fosse del tutto indifferente, e certo superiore alle nostre forze particolari. Non avendo potuto il Mi- nistero della Pubblica Istruzione, per le ristrettezze pur troppo note delle nostre finanze, venire in nostro soccorso, la pubblicazione sarebbe rimasta sospesa, ove il Consiglio di Perfezionamento, distintissimo Corpo a quella stessa epoca istituito dal Ministero di Agricoltura e Commercio per la suprema sorveglianza dello Istituto Tec- nico, e che veniva a surrogare l’antico R. Istituto d’Incoraggiamento per la Sicilia, | non avesse creduto utile inserire nel suo giornale i lavori meteorologici di quest’0s- servatorio. Così fu reso di pubblica ragione l’anno 1866, nel quale, se mercè la coo- perazione del Consiglio, ci vennero meno le spese di tipografia, non potemmo evitare quelle della pubblicazione degli estratti, onde diffonderli presso gli scienziati ed 0s- servatori stranieri. E l’ egregio consesso penetrato dalle nostre difficoltà, ed a qua- lunque costo non volendo tollerare una sospensione di lavori, sin dal principio del 1867 Giorn. di Scienze Natur. ed Econ. Vol. HIT. 21 154 BULLETTINO METEOROLOGICO a proposta della Presidenza ed annuenti gli illustrissimi membri, votò la pubblica» zione non solo del bullettino e delle tavole, figure o disegni che vi potessero occor- rere, ma generosamente volle assumere anche il peso della pubblicazione di un nu- mero tale di copie, da poter soddisfare alle nostre corrispondenze scientifiche. Così, mercè il patrocinio del Consiglio di Perfezionamento, la continuazione e l’esi- stenza del nostro Bullettino rimane assicurata, e sotto tali felici auspici, avrà inizio la pubblicazione dell’anno novello. Valgano quindi queste parole, perchè il rispetta- bile corpo si abbia la dovuta lode dal pubblico, e da noi in particolare e dall’ 0s- servatorio un tributo di viva gratitudine. (SLI LI DEL KR, OSSERVATORIO DI PALERMO 15% LE STELLE CADENTI DEL PERIODO DI NOVEMBRE La grande apparizione delle stelle cadenti del periodo di novembre attesa in que- sto anno, con vera ansietà dei cultori delle cose astronomiche, e alla esplorazione della quale erano intenti gli sguardi di tutti gli osservatori di Europa e di America, a cagione della presenza della Luna sfolgorante del suo massimo splendore, ma più ancora per le turbate condizioni atmosferiche, non presentò generalmente nella nostra penisola quello spettacolo splendidissimo, di cui nel precedente anno ci fu dato esser testimoni nel nostro e in parecchi Osservatori d’Italia, e che ci fe’ spettatori d’uno degli avvenimenti più ammirevoli, che incontransi nella contemplazione dei fenomeni naturali dipendenti dalle leggi generali dell'Universo. Nella grande aspettativa della ricorrenza d’un fatto periodico che servir dovea a meglio consolidare le vedute moderne, tutti gli Osservatori d’Italia, a simiglianza di quanto praticavasi presso le più colte nazioni del globo, apparecchiavansi a studiare le importanti apparizioni, che doveano spargere nuova luce sugli odierni pensamenti, e massime sulle brillanti teorie dell’illustre cavaliere Schiapparelli. In tanto lodevole intento infatti varî egregi scienziati in Italia e con ispecialità nel Piemonte accingevansi di concerto alle investigazioni del Cielo. E a Torino il chia- rissimo professore Dorna, a Moncalieri il sapiente professore Denza, ad Alessandria, Mondovi, Bro e Varallo gli egregi professori Parnisetti, Bruno, Craveri e Calderini eran tutti di accordo presti allo studio del periodico avvenimento, Se non che le mutate condizioni dell’aria resero in gran parte vani i loro com- mendevoli sforzi. Nè più benigno mostrossi il cielo agli altrî Osservatori d’Italia, dap- poichè sappiamo che per la intemperie dei tempi anche deluse rimasero le speranze degli Osservatorî di Milano, Modena, Urbino e Firenze. Solamente in Roma il chia- rissimo P. Secchi, sebbene.contrariato dalla presenza della Luna e dai cattivi tempi potè in sul mattino del 14 tra le 5°, 30" e le 6%, 25% constatare l’apparizione di 9 meteore assai lucenti. Merita menzione l’osservazione fatta dal chiarissimo prof. Re- spighi all'Osservatorio del Campidoglio, il quale, intento a guardare il Sole, credette scorgere verso le 8% ant. passando innanzi a quest’astro, cinque rapide strisce sfu- mate, le quali forse erano altrettante meteore, Bisogna tener conto dell’osservazione del signor Respighi, e nelle venture ricorrenze di siffatti fenomeni, concedendolo le circostanze, non sarebbe a trascurarsi l’osservazione assidua del disco solare. Per quanto è giunto a nostra notizia nemmeno felici riuscirono le osservazioni nel resto dell'Europa. In Bruxelles infatti sebbene sotto propizie condizioni atmosferiche nella notte del 14 sino alle 2% ant. non fu veduta alcuna apparizione straordinaria» A Parigi il Coulvier-Gravier con bel cielo vide tanto poco, che volle asserirne aver avuto luogo in quest’ anno il m2227mum del fenomeno. Più fortunati all’ Osservatorio Imperiale dall’1° alle 6%, 30% ant. poterono contare 75 grosse meteore, e il numero 156 BULLETTINO METEOROLOGICO aumentava sempre più sino a che la luce solare fu di ostacolo ad ulteriori osser- vazioni. In Berlino l'affluenza delle stelle cadenti cominciò a manifestarsi nelle ultime ore della notte del 13 al 14, e ad Anclam il prof. Spoerer da 11°, 35% a 6% contò 92 stelle cadenti, Il nostro Osservatorio fu quindi il solo in Italia, e forse tra i più fortunati di Eu- ropa, cui le circostanze atmosferiche, diedero l’agio di consagrarsi con ogni diligenza alle osservazioni del fenomeno. Dai buoni risultamenti ottenuti, e che ampiamente trovansi descritti nel precedente bullettino, potemmo con ogni sicurezza confermare l'avvenimento periodico, e determinare con sufficiente esattezza il punto di radiazione. Però, giusta i calcoli astronomici, il maximum del fenomeno non era fra noi che avrebbe potuto osservarsi, dappoichè sarebbe accaduto in piena luce di giorno, ma invece avrebbe potuto a meraviglia contemplarsi in America, ove l’ora sarebbe cor- risposta al momento della più fitta notte. Le relazioni quindi che ci sarebbero per- venute dagli astronomi al di là dell'Atlantico attendevansi con ansia indicibile, come quelle che avrebbero potuto più lucidamente confermare e mettere in sicuro le teorie moderne. Dalle notizie oramai trasmesseci si è riconosciuto come le previsioni sieno state giustificate, e come sotto quel cielo il bel fenomeno sia stato luminosamente verificato. Un distaccamento d’impiegati della carta della Costa degli Stati-Uniti, fu adibito per seguire ed indicare il cammino delle meteore. Le osservazioni eseguivansi di concerto tra l'Osservatorio Nazionale di Whashington, e quello di Richmond perla esatta determi- nazione della parallasse. Scrive l’Ammiraglio Davis Direttore dell’Osservatorio Nazionale di Whasington che l’apparizione delle meteore nella mattina del 14 sia stata la più brillante che sia apparsa in quel paese dopo quella tanto celebre del 1833; alla vi- cinanza del maximum il numero delle meteore fu stimato di circa 100 per minuto, il tempo del maximum accadde verso le ore 4", 15% di tempo locale di Whashington, ossia 10%, 26% tempo di Palermo, e il punto di radiazione fu determinato con 10%, 1% di ascensione retta, e 22°, 30% di declinazione boreale. Le notizie pervenute da Vilmington, da Chicago, da Detroit nel Michigan accennano parimenti la grandiosità dell’appariziove malgrado la presenza della Luna, e da per- tutto il punto radiante fu osservato nella costellazione del Leone in ascenzione retta 150°, e 22° in declinazione boreale. Le osservazioni eseguite han fatto inoltre rilevare che il maximum del fenomeno ebbe luogo con due ore di ritardo sull’ avvenimento dello scorso anno, oltre al ritardo di 6 ore dovuto al moto della terra. I risultati che sono stati dedotti dal complesso delle nostre osservazioni, parte eseguite coi me- todi ordinarî, parte ottenute coll’ingegnoso e semplice apparecchio del prof. Tacchini sono quasi del tutto identici a quelli ottenuti dalle osservazioni d’oltremare, il punto di radiazione è sempre nella costellazione del Leone, e le sue coordinate danno 150° 45 di ascensione retta, e 22° 45 di declinazione. Per qualche anno ancora forse ci sarà dato di godere di questo interessante fe- nomeno, però considerando il ritardo di due ore avvenuto nel maximum dell'ultima apparizione, e da inferirne che il fenomeno che nell’anno vegnente, essendo bisestile, 157 sarebbe per avvenire nelle prime ore della sera del 17 alle 6", 18" di tempo di Palermo. Disgraziatamente a noi non sarà concesso di osservarlo in tutta la sua grandezza, dapoichéè il punto di radiazione si troverà a quell’ora al di sotto dell'orizzonte. DEL R, OSSERVATORIO DI PALERMO PRIMI STUDJ SUL CERCHIO MERIDIANO DI PALERMO NOTA DEL SIGNOR P. TACCHINI (Continuazione e fine, vedi voli ITI, num. 9 e 10). Le medesime ricerche prime fatte sul cerchio orientale del nostro istrumento me- ridiano, volendole ripetere per l’altro cerchio, l’ occidentale, eseguii egualmente per questo due serie di letture agli stessi microscopii M M;, facendo movere l’istrumento di 10 in 10 gradi di distanza zenitale, Il medio delle due serie eseguite in diffe- renti giorni, è raccolto nel seguente quadro. Avvertiamo anche qui che i valori tro- vati delle differenti letture nei due giorni non presentarono che piccole differenze, e quindi dovevansi ritenere per buoni, come quelli delle due serie eseguite al cerchio orientale. DZ) M M, |DZ M Mg pz M M |Dzl M M, o| 0”,00|-—-197,50| 90] 01,00 | —29”,95|180| 07,00 | —35%,15|1270| 0”,00 | —20”,60 0 Re ie:2.012/0) 100 MESE 23195) 1905 33:75) (28006 220,50 20 2170) OS 2433740) 200 132270) 290] 19,00 e CS 120 et 000) Poe 253150) 3001745 40| » |—21,60130j » {— 34,55/220) » |—30,60}310| » |— 17,45 50j >» | 23,80/140|-» —36,05|230 ». {— 28,75(320| » |— 16,85 60} » |—24,50|150| » |—36,50|240| » |—27,20(330| » |— 16,95 10) 25:80) 160 361601260 257203340 =217505 80j » |—28,05|170] » |—35,85260 » |—23,75/350] » |— 18,30 fe i lo ti 4 cei I 158 BULLETTINO METEOROLOGICO Questa serie di valori dà la distanza dei due microscopii = 180° — 26',3 6. Moltiplicati al solito i valori di Mz pel seno e pel coseno delle distanze zenitali e fatte le somme si compongono le seguenti equazioni 36 E' sen p'=ZM; cos :=+- 380”,21 — 227",70= + 152,51 36 E' cos pr=YMy sen z=+260”,55 — 330”,48=— 75",93 le quali risulte danno l’eccentricità E' = 4",733 e il valore dell’angolo p'= 116°2834,0 la formola di correzione al microscopio diventa Correzione = 4",733. sen (Z-+ 116°.28/,0). Questo valore dell’ eccentricità è quasi il medesimo di quello da noi ricavato pel cerchio orientale di 4",231; adunque si potrebbe dire che questo tenue errore di ec- centricità non è dovuto a un caso accidentale, ma sibbene risguardar si deve come necessaria conseguenza della costante abilità degli artefici berlinesi Per la forma del perno annesso ci servirà la serie seguente dei valori 7’, compo- sta dei medii delle M, fatte alle divisioni distanti di 180° — 27,33 — 26,98 — 27,20 — 26,43 — 26,10 — 20,23 Eseguiti i prodotti di ' per sen (27) e cos (2Z) e poi per sen (42) e cos (42) e fatte le rispettive somme, si ottengono le equazioni: DEL KR, OSSERVATORIO DI PALERMO 159 18 f/" sen E" = n'cos (27) = — 155,22 + 148,98 — — 6,24 18 fi" cos F=L n" sen (24) = — 148,81 + 149,78= + 0,97 18 fi sen iv=Y n cos(42)=— 152",32 + 151”,10=— 1",22 18 fsenFiv=2 n'sen(4Z)= — 150"17 + 149",10= — 1",07 che risolte porgono i seguenti valori F= 278°, 50,2 SS" = 0,8508 EN 2308, 3956, iv=10450876 e quindi indicando ®©, (Z) la correzione della lettura per essere il perno ellitico, anzi- chè cilindrico, avremo ®, (2) + ©, (180+Z)=0",7016 sen (2Z+ 278%,50/,2)+-0”,1752 sen (4Z+-230%39,6). Anche in questo caso il termine in (4 Z) si può evidentemente trascurare; ma quello pure in (2 Z) è così tenue che fa vedere essere la forma del perno pressochè ciliy- drica. Non per ciò se si vuole considerare la forma del perno come elittica, i valori n' verrebbero rappresentati dalla formola n= — 26”,36 + 0",70. sen (2 Z+- 278°. 50',2). Calcolati gli 2’ con detta formola trovansi in confronto coi valori ricavati dall’os- servazione nel seguente quadro = \ Z |n'osservato|n' calcolato | C—_-0 Z |m'osservato| 7 calcolato| C— 0 0 | — 275,33 | — 27”,05 + 0",28 | 90| — 25528 | — 255,67 |- — 05,39 10 | — 26,98 | — 26,97 + 0,01 |100| — 26,23 | — 25,75 + 0,48 20 | — 27,20 — 26,82 + 0,38 [110 | — 26,20 — 25,90 + 0,30 30 | — 26,43 — 26,61 — 0,18 [120 — 26,18 — 26,11 + 0,07 40 | — 26,10 — 26,37 — 0,27 |130| — 26,00 — 26,35 — 0,35 50 | — 26,28 — 26,15 + 0,15 |140| — 26,45 — 26,59 — 0,14 60 | — 25,85 — 25,92 — 0,07 |150| — 26,73 —_ 26,50 — 0,07 70 | — 25,50 — 25,76 — 0,26 |160| — 26,83 — 26,90 — 0,13 80 | — 25,90 — 25,67 + 0,23 ||170| — 27,08 — 27,05 + 0,03 160 BULLETTINO METEOROLOGICO I residui o differenze tra l'osservazione e il calcolo sono così piccole da essere comprese nei limiti dei probabili errori di osservazione, come per l’altro perno; però le variazioni sono cosi ristrette, che fanno vedere la piccolissima differenza dei perni dalla forma cilindrica e la grande regolarità di figura. Errori delle divisioni. Per ciò che riguarda la graduazione, per avere una formola complessiva delle differenze d, delle letture ai microscopii contenente l’errore di graduazione, conforme a quanto fu detto a pagina 114 e 115, dovremo moltiplicare ancora le suddette diffe- renze per i sen (3 Z) e cos (3 Z); e fattene le somme abbiamo le equazioni 36 wu" sen V"=® d, cos (3 Z)= — 301”,05 + 290”,04= — 11",01 36 «/" cos Vj"= d, sen (3 2),=— 296",48 + 293"”,26=— 3",22 dalle quali si ottengono i valori V"= 2530, 41/,9 u;"= 0",3187 abbiamo poi . Vil R116082850 ui = 41,733 E—t278%050552 Vist —1053508 a= — 26,36 in conseguenza il valore di d, lo comporremo dei seguenti termini d,= — 26",36 + 9",466 sen (Z + 116°28',0) + 0",7016 sen (2 Z + 2780,50"2) + 0",6374 sen (3 Z 253°, 41’,9) I valori di d, calcolati con questa formola e confrontati con quelli ottenuti dall’ os- servazione trovansi riuniti nel seguente quadro, colle differenze fra il calcolo e 1’ os- servazione. DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO 161 Valori di d, calcolati ed osservati V/ 0 0 OCZ 0 0 OO oli 191500] — 19520 | —0530. |(180| = 35%15-| — 34,92" | — 0,23 ii ta 012 ON SEEN (0:99 St072 100 90) 2a 3,75 337970 200,22 a 2700 120,770) E1010/74(2.00}|=32}70K0) (32,897 \04-(0;19 O ez 2102208 210) 13185010) =i310 6700 ME SO,17 40|'— 21,60 | —22;45° | -+0,85 ||220| —30,60 | —30,31 | — 0,29 5O — 23,80 | — 23,48 | —0,32 |\230| —28,75 | —28,80 | -0,05 60 — 24,50 | — 24,74 | -+0,24 |240}- —2720 | —27,12 | — 0,08 10 — 25,80 | — 26,22 | 40,42 ||250| — 25,20 | —25,32 | +-0,12 SONO 8:05 20 o 6 260. 23750 23,460 0,29 90| — 29,95 | —29,72 | — 0,23 ||270) — 20,60 | — 21,64 | +1,04 100] — 31,95 | —31,54 | —O,41 |280| —20,50 | — 19,98 | — 0,52 110| — 33,40 | —33,21 | — 0,19 |290| —19,00 | — 18,61 | — 0,39 120| — 34,90 | —34,62 | —0,28 |300| —17,45 |—17,62 | +0;17 i 56 III di 17,45. | — 17,06 | — 0,39 140" 3605 il — 36,26. | 0,21 ||320 —"16,85. | — 16,94 | --0,09 to O ESS 6,5 00 ESA 6A o 0 1330) =t16;9 500 177180 10323 MON N=t365600 0E—'36,230 | — 0537001340) — 17,050 | — 17,71 |\/— 0,66 170) — 35,85 | —35,70 | — 0,15 |1350| —18,30 | —18,42 | +0.12 Queste differenze (0 — ©) fra il calcolo e l’osservazione sono, ad eccezione di due, sempre inferiori ad un secondo di arco; anzi formandone dei gruppi in ordine di gran- dezza, si ha che 4 non arrivano al decimo di secondo, 9 sono inferiori ai due de- cimi, 11 ai tre, 5 ai quattro, 2 ai cinque, 1 a sei, 1 a sette e 1 ai nove decimi; solo due poi oltrepassano appena il secondo. Ora se queste differenze (0 — (0) le con- sideriamo come effetto dell’errore di lettura, allora risulterebbe l’errore probabile di Giorn. di Scienze Natur. ed Econ. Vol. HI. 22 162 BULLETTINO METEOROLOGICO ogni singola lettura eguale a + 0"39; per l’altro cerchio trovammo dagli stessi resi- dui + 0"38, e tutti e due questi valori così coincidenti, accordano con quello deter- minato appositamento per l'errore di lettura; e quindi resta maggiormente palese la grande esattezza e regolarità di divisione di questi due cerchi, con che il nostro istrumento meridiano per questo riguardo deve essere annoverato fra i migliori prodotti dell’arte moderna. Raggi dei perni. Dietro gli esperimenti antecedentemente esposti, considerati i perni come di forma cilindrica, per determinarne o meglio verificare, se esiste, una differenza sensibile dei loro rispettivi raggi, servano le seguenti formole (*) “ sen ?* sen è vr = —.L'sen 1" S| (1) 2 send + sen è, U sen È st L= . 2 Ù . . . è Ù Ù Ù (2) 2 sen è + senò, nelle quali la quantità « rappresenta la differenza in secondi di arco delle inclina- zioni dell’asse, per come vengono ricavate direttamente dall’applicazione del livello prima e dopo di avere invertito lo strnmento; 7 ed 7’ i raggi dei perni supposti dif- ferenti ed 7 > 7; L la lunghezza dell’asse; è ed è la metà dell’angolo dei cuscinetti ove appoggia l’asse, e delle staffe del livello; ed x l'inclinazione dell’asse dovuto alla differenza dei raggi nei due perni; questo valore di x si prenderà poi positivo o ne- gativo a seconda che il perno più grosso si troverà dalla parte dell'Est o da quella di Ovest, e si aggiungerà sempre col proprio segno alla inclinazione trovata al so- lito col livello nelle diverse epoche di osservazione, Nel nostro istrumento la lunghezza L, ossia la distanza fra i punti di contatto del- l’asse coll’appoggio Est e quello ad Ovest è di metri 0,9248. Si verificò poi che le superficie interne degli uncini del livello che appoggiansi al- l’asse durante la sospensione sono inclinate fra di loro di 90 gradi e per ciò nel nostro caso abbiamo O =, Le superficie invece dei cuscinetti che sostengono l’asse formano fra loro un angolo di soli 81 gradi; e quindi si metterà i = 40°. 30 ; (*) Sawitsch, Abriss der practischen astronomie, vol. I, p. 99. Chauvenet, Spherical and pract. Astronomy, vol. II, p. 153. Brinnow, Lehrbuch der Spher. Astronomie, p. 426. Bessel, Astron. Beobachtungen, Kònigsberg 1815, pag. IV. DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO 163 dietro queste misure le formole (1) e (2) possiamo ridurle a queste altre log (1 = 7) ni log sa + (4,1812147), Ù Ù Ù Ù Ù Ù Ù (3) J0CAN o) OE AO A) ove le quantità entro parentesi sono logaritmi. Per avere dunque (7 — #') ed 4, non rimane che a determinare la quantità w. Per ciò fare ho eseguito 90 determinazioni dell’inclinazione dell’asse nella posizione diretta ed invertita dello strumento ; retti- ficato per bene il livello ed avendo ogni cura nell’ adoperarlo , le inclinazioni veni- vano date con abbastanza precisione, e l’errore probabile di ogni singola determina- zione risultò di 05,01. In questa operazione occorre anche molto riguardo nell’in- versione dello strumento per non alterare la positura dei cuscinetti al momento che l’asse vi si appoggia di nuovo; e quindi per ovviare a qualche possibile variazione, le livellazioni non si fecero tutte di seguito con una sola inversione. Durante l’applicazione del livello, il cannocchiale fu sempre tenuto orizzontale col- l'obbiettivo rivolto al sud, come si pratica per le osservazioni ordinarie. Il medio intanto di questa serie diede per l’inclinazione dell’asse nella posizione diretta nella posizione invertita + 02,919 + 12,535 quindi = 0,767 — 0,459 = 0,308 = 010422 = 07,633. Sostituendo questo valore nella formola (4) si ricava x=0",303 = 0,,0202 e siccome è il perno orientale il più grosso, così il valore di x si dovrebbe aggiun- gere col segno + al risultato delle singole livellazioni nella posizione diretta, o col segno — se la posizione dei perni è invertita. L’equazione (3) poi collo stesso valore di $ = 0",633 dà (r — 7°) = 02,00000096 cioè la differenza lineare dei raggi dei perni è appena una millesima parte di mil- limetro. 164 BULLETTINO METEOROLOGICO Cronaca giornaliera di macchie solari osservate all’Equatoriale di Merz nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 1867. Ottobre 1. I fori veduti ieri sono prossimi al tramonto, e già riuniti formano una sola mac- chia, la quale ha intorno a sè altri piccoli forellini. Vedesi anche un altro gruppo A di una bella macchia accompagnata da fori al bordo orientale. 2, 9° 1/. Il gruppo nuovo A di ieri si compone di tre macchie ed uno spazio di sola penombra; una gran facola molto estesa abbraccia l'ammasso intiero, e si estende a raggi interrotti. Il nucleo della macchia più grande presenta al solito due tinte ed è nella parte meno nera che si vede una corrente. 3, 12° 54. Le solite macchie A, ma oggi precedono 6 fori nuovi, due dei quali si sono aperti nello spazio isolato di penombra notato nel giorno avanti, dunque in questo caso, si è disciolto prima l’involuero lucido esterno, la vera fotosfera, e scoperto così lo strato di penombra sono poi in esso comparsi i fori neri, all’inverso di ciò che osservasi tante altre volte. 6. Al bordo orientale sta una bella macchia B, che sarà forse quella tramontata al 21 settembre; essa è ancora circondata da bella facola. La macchia A è preceduta da altre tre piccole macchie accompagnate da 10 forellini ed altre tre vicini alla macchia grande, le quattro macchie sono in linea retta su di un estensione di tre minuti, e parallelamente a questa catena stanno altri sette fori, l'inclinazione di queste linee di eruzione rispetto al modo diurno era di 35° 12, Una piccola macchia © è vicina al tramonto accompagnato da facola che si e- stende verso l’equatore. Una macchia grande sta nel mezzo del disco , preceduta da fori diversi. La sua penombra è coperta di sottili correnti, e la larghezza è di 17", il nucleo 27", 13. La piccola macchia © di ieri è tramontata; molti dei fori che accompagnavano ieri la B, oggi sono chiusi. 14, La solita macchia grande, circondata da molti piccoli fori, e superiormente ad essa vi è uno spazio di alquanti fori minuti, solo divisi da sottili filetti lucidi , che si vedono essere in continuità delle granulazioni; il nucleo era velato, 15. Da questo gruppo di fori ne è nata una piccola macchia D, e la dissoluzione della fotosfera attorno a questa tende ad aprire una comunicazione colla penombra della macchia grande, 16. La solita macchia grande un poco elittica; la facola circonda tutto; fra la grande B e la piccola macchia D il canale di comunicazione è formato della tinta stessa delle penombre. 17. Le due macchie BD hanno oggi penombra comune, la facola è più apparente e ben definiti i suoi raggi; questo spazio esteso di penombra comune ai due nuclei mostra che la sua tinta è indipendente dai nuclei stessi, e che è propria, e lo si vede anche isolatamente, dello strato immediatamente sottoposto al lucido 0 fo- tosfera, il quale deve essere di poco spessore in confronto a quello delle penombre. 18. La solita macchia B più vicina al bordo; vi è un altro foro doppio in basso ma piccolo, DEL R, OSSERVATORIO DI PALERMO 165 19, 9%, La macchia B è al tramonto proprio sull’ orlo del disco, ma non riuscimmo a fare nè disegno, nè misure; però guardata tanto per proiezione, che per rifles- sione, si vedeva la macchia ridotta a un sottilissimo filetto oscuro; e l’argine della macchia era ben marcato, che dalla parte del lembo si presentava come rettilineo, cosicehè la curvatura del bordo era interrotta; e per intiero si presentava come un anello luminoso in rilievo sulla sfera solare; è un altro esempio della forma carat- teristica dei vulcani del sole, 26. Nessuna macchia; la struttura della fotosfera è a larghe maglie attraverso alle quali appare il fondo oscuro velalo; molte piccole facole ai bordi tutto all’intorno, e nel mezzo del disco vedesi qualche spazio irregolare bianco, che circondano punti neri velati; un solo foro nero è al bordo orientale seguito da facola brillantissima. Novembre 2. Una sola macchia E al bordo orientale circondata da argine lucente; la penombr. dalla parte del centro non era visibile che in taluni punti appena sensibili, e quin.i si eseguirono misure per determinarne la profondità. Distanza del bordo dal ciglio interno della macchia + è +» 11",10 Asse maggiore della macchi& e è + e 0 e 0 6 0 0 + 495,00 H}unehezze Nd eISnUcI COR ee 017,590 Larghezza conclusa della penombra. è + + è + +. + + 15, 55 Dai quali numeri si ha la profondità = 0,2726 del raggio della terra; quasi eguale a quella trovata per la macchia del 4 giugno ultimo, 8. La stessa macchia E; nel nucleo la parte meno nera è visibilissima e disposta al solito. 9, La solita macchia E seguita da un foro di 4"; al bordo orientale sta un piccolo foro circondato da facola che si estende in addietro, 11, Ancora quelle del (2), della quale Io stato grigio o parte meno nera e marca- tissima anche per proiezione; si osservano oggi sul sole molti forellini o porretti finissimi ed ammassi bianchi, come facole granulose. Intorno alla macchia E è già visibile l’argine. 12. La sola macchia di ieri preceduta da un grande ammasso di facole, ma che sem- - brano indipendenti da essa, come se ne vedono molte altre attorno ai bordi, 13. La solita del (2). È notevole la parte meno nera hen distinta che si è ristretta anch'essa, seguendo la legge di prospettiva come la penombra; perciò essa non è come una parte di differente tinta in un fondo comune, ma si direbbe formare invece continuazione di pendio colla penombra. 18. Nessuna macchia. Dicembre. 1. Quattro macchie F, G.H K e molti piccoli fori, 15. Nessuna macchia; solo tre piccoli porretti. 16. Nessuna macchia. 18. Nessuna macchia; solo un piccolo foro circondato da facola. 166 BULLETTINO METEOROLOGICO RIVISTA METEOROLOGICA Pioggia e neve— Questo mese è stato abbondante di pioggia, quasi il doppio della media ordinaria, e 23 furono i giorni con pioggia; così che gli ultimi mesi dell’anno hanno portato un compenso alla mancanza nei primi ; però se la cifra totale della pioggia nei 12 mesi del 67 poco si scosta dalla media annua, ciò non ha alcun va- lore per ciò che spetta all’agricoltura, per la quale si richiede una giusta distribu- zione, che disgraziatamente non ebbimo, così che molti prodotti andaron perduti. Onde però i lettori si facciano una giusta idea della grande siccità che ci ha colpiti in questi due ultimi anni, riportiamo l’acqua raccolta al pluviometro nei diversi mesi in confronto della media ordinaria dedotta da 76 anni di osservazione. ACQUA RACCOLTA AL PLUVIOMETRO MEDIA “RASA VOLE GRA cai MESI dtt i eine i ORDINARIA II PER OGNI 1866 1867 MESE 1866 1867 Gennaio +. 72,83 270,79 715,44 | — 63,61 — 44,95 Febbraio + 11, 12 o 63,55 | — 52,43 — 56,44 Marzo. | 35, 97. 43, 53 2 | = — 29,16 Aprile. + 33, 40 21, 59 DO 995 LADA Maggio. . 6, 42 3, 25 26, 60 | — 20,18 — 3,35 Giugno. + 4, 42 22, 52 Mm = (1990 + 5,31 Luglio. + 0, 00 0, 00 80) 590 — Gal Agosto. + 5, 72 6, 01 9, dll. — 3390) ali 28510 Settembre. | 59, 60 61, 79 51, 88 | + 7,72 + 9,91 Ottobre + 3A 127, 20 71, 65 | — 33,88 + 55,55 Novembre. 47, 66 73, 07 72, 28 — 24,62 + 0,79 Dicembre. | 38, 08 158, 02 83, 80 | — 45,72 SL Tae) Da questo quadro si vede che tanto nel 1866 come nel 1867 i mesi in cui mag- giormente è accessoria la pioggia, son quelli invece che più ne difettono ; così che DEL Ri OSSERVATORIO DI PALERMO 167 dal gennaio del 1866 al settembre 1807 si raccolse in tutto 418",8 di acqua, mentre la media ordinaria avrebbe dovuto essere di 898",3, ossia più del doppio, di quanto. ne cadde, Oltre ciò è da notarsi, che tanto nell'inverno 1866 come in quelle del 1867 la neve mancò del tutto ai nostri monti, In questo mese però di dicembre ultimo , abbiamo avuto 5 giornate con neve, e nella sera del 21 fioccava molto bene anche in città, fenomeno sempre raro per Pa- lermo, e i tetti e li piani ne eran coperti, e si conservò sino al seguente mattino. I monti poi a S SO e 0 si mantennero sempre or più or meno coperti di neve; e molto carica ne fu poi la catena delle Madonie, così che possiamo già presagire che nella futura estate non avremo a lamentare la mancanza d’acqua dalle sorgenti, come nei due ultimi anni scorsi. Temperatura:— A motivo delle burrasche di neve prodotte dai venti del 4° qua- drante, e dell’alternarsi del S0, l'andamento della temperatura fu assai irregolare, e le escursioni diurne talora forti e nel medio per tutto il mese di 5 gradi. Le epo- che dei maggiori freddi furono il 4, 8, 10, 15, 23, 29 corrispondenti alle burrà- sche di neve, però il termometro non discese che a 4, 5 nel mattino del 29 in cui vi fu brina e ghiaccio alle campagne. Pressione:— Siccome la temperatura così fu anche irregolare la DIGSSIONE che pre- sentò le seguenti forti variazioni, Dall’ 1 all 8. abbassamento di 24,5 » 8 » 15 alzamento di 19,5 » 15 » 20 abbassamento di 16,9 » 20 » 25 alza di 15,4 » 25 » 31 abbassa di 13,3 La maggiore escursione diurna fu quella del giorno 2 in cui il barometro abbassò di 132,4, Vento, direzione e forza:— Il vento dominante nel mese fu 1’ 0S0; i venti di le- vante mancano quasi per intiero; quindi si può dire che di continuo sofliarono i venti del 3° e 4° quadrante. I venti di 0 050 ONO NO e N furono quelli che accompagnarono la neve e la grandine. La forza poi dei venti fu eccessiva ; in medio al mezzodi e nelle ore intorno alla mezzanotte sì ebbe la massima forza. Il vento più impetuoso fu il dominante 0S0, che presentò una velocità di 55,60 e fino a 77 chilometri per ora. Ozono. — L’ ozono risultò nella media maggiore di quello del novembre, perchè il mese fu più freddo e assai più umido. E siccome i venti presentarono una grande variabilità nella forza con dei massimi straordinarii, e poi giorni di calma in certe ore, così si vede meglio quanta influenza eserciti la velocità della corrente sul colo- ramento delle cartoline ozonometriche. Infatti le curve delle medie diurne dell’ozono e della forza del vento risultano come parallele fra loro; mentre poi la curva del- l'ozono è inversa a quella della temperatura, e va discretamente d’accordo con quella dell’umidità; alle minime pressioni corrispondono i massimi dell’ozono. 168 BULLETTINO METEOROLOGICO NOTE 2. Nel mattino nebbie basse al piano di sud fino al mare. Alle 10° s. vento forte, che aumenta alle 11°, 3. Alle 6° m. pioggia. Fitta e bassa nebbia alle campagne, alle 9® nebbia anche in città. Alle 10° s. vento forte di 0S0. 4, Nel mattino bassa e fitta nebbia che impediva di scorgere la neve caduta nella Ie sulle montagne di SO. Alle 8" 14 m. vento impetuoso di 0S0 che continua sino alle 10h, 5. Nel mattino pioggia e vento fortissimo e continua sino al mezzodi e il mare è agi- tato fortemente; pioggie continue fra il giorno, e nebbie basse alle campagne. 6. In tutto il giorno e specialmente nel mattino vento furioso , e la città è invasa da bassa nebbia; pioggie a intervalli, e mare molto agitato. 7, Giornata di vento forte e continuo di 0S0; nella sera lampi all’orizzonte del mare; pioggia a intervalli. 8. Nel mattino è caduta nuova neve ai monti e qualche poco anche al Cuccio. Alle 6 p. lampi e tuoni continui a NE; i lampi a fascii raggiunti, alle 8" s. vento for- tissimo di 0S0 con pioggia e grandine. 9. Nel mattino nuova neve ai monti di S0, ma sui più lontani, mentre in prima li- nea si sciolse in acqua e grandine. 10. Nel mattino la bassa corrente era di NNO, e le nubi venivano veloci dal S col barometro calante. Fino alle 4 p. l’aria era di un fosco particolare, cosicchè il mare prendeva una tinta rossastra giallognola ; lo strato d’aria lungo le contrade sem- brava fumo. 11. Giorno di vento forte di 0S0 e pioggia generale e mare mosso. 13, Alle 3 p. bassa nebbia in città e vento forte di 0 al mattino, 14, Alle 11 m. basso temporale al mare di N con tuoni, alle 11" 14 pioggia e gran- dine lampi e tuoni e il mare si fa più grosso. Le burrasche continuano da “Nord e Sud e alle 6 44 s. nuova grandine del diametro anche di 5 millimetri, 15. Scomparsa la neve alle montagne vicine; alle Madonie esiste ancora. Nella sera vento forte di 0S0 e ONO. 16. Alle 44% p. una caligine leggiera invade le campagne e la città. 19, Alle 6° p. baleni continui a N e NO. Alle 9" 44 s. pioggia con neve. 20. Nel mattino qualche poco di neve ai monti di S0; subito dopo il mezzodi pioggia con neve; vento forte nel giorno e fortissimo a sera di 050; pioggia a intervalli. 21, Al mezzodi pioggia e neve, e nel mattino si videro le vette dei monti a S0 e SSO leggiermente velate di neve. Alle 6% 44 p. pioveva leggiermente e nebbia al Sud; nessuna stella si vedeva da quella parte, e a quell’ora precisa fu veduta ca- dere nella direzione SSE una bella meteora verticalmente; a metà del cammino se ne staccò porzione che continuò pure il viaggio verticale ma restando un poco ad- dietro; in luogo di una striscia uniforme , la meteora lasciava dietro, sè piccole scintille; la meteora era in mezzo alle nebbie e assai bassa. Alle 9 44 s. fioccava neve in città, che si trovò sui terrazzi anche nel seguente mattino. 23. Neve ai monti da 0 ad E abbondante. Alle 9% m. nuova neve anche su i monti a NO. 24, I monti a S SO e NO sono sempre ben coperti di neve e qualche poco anche al Cuccio; a 1" p. fiocca neve anche in città per pochi minuti, 27, La neve persiste ancora sul Monte Uuccio, 28, Nebbia fitta ai monti e campagne; alla mezzanotte mare grosso. 29, Ai monti a S0 la neve dura ancora e anche sul Cuccio; nel mattino brinata alle campagne e ghiaccio sulle acque di 3 in 4 millimetri, 31, Nel mattino nebbie basse alle campagne e città, così alle 3" p. vi è ancora qual- che traccia di neve al Monte Cuccio; è quella caduta nel giorno. 24, (ei SII ii Barometro ridotto a 0° 149.25] T49.ST] VEE SAAS AIOP = DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Mussimi e minimi Darometrici ot = TN 61.02 39.87 WT.59 42.77 43.40 46.48 446.48 42,88 16,48 38.99] 42.88| 13.85 48.07 43.83) 51.78 33.79 48.94 58.40)] 49 S0 32.95] 30.37 52 70 43.15 763.42 761.02 47.59||10.5 39.87|123 De 0 N 0 9 I 2 iL SII AAC ATIACI RESI ROIO IIOTU (72) Osservazioni Ieteorologiche di Dicembre 1867, Termometro centigrado Nap LaioLioanù dii nm nà ut x LD O 0 Dr N VS DI ra Vi © Li Lo — IN e SII SITI Li LL: Unouosoaovnivboasroabcriuvwviati (IST S Massimi i nl . sets) n dvi 01-10 me DOS to n vaiciveuvoan < esa comes nasa rivi-bopa ESTSESES iù -noanono N = MS SEN apolarnouinvozbssrnpuonboo CS 2 SutsnuoospronsieSuuto apnitiNnoeiwv_ 7% STSSESS osa 0 DU DIN 3 a NA N dà iù iù Nar sens- scossa nui io a SaS preso ivo rnavnRoevrciveaso0Ooc-nNÙ St mì Seui zinae ni: nà dr Da UU n a Ott: a noliviviva Loro swwWrwviswoeopsSiriliivivivocubisà sSrotroLra5Òpululuzroaovrvivon>olivabboococuizilii sa uuioni Wiuosopan0oovivmniviut S oe eonDoceonnost: ESTESE dt da da tà Osservazioni Meteorologiche di Dicembre 1867. LOS UNU UU 0 ISPA: = sonSovo (ISIS Ti IN MID UN II Gabos benmniviuiszot! Cri Ri icA o, DS) ce De soscavivavalusivaeonovitlta avea piva tlivivagntporepoouiooune ton MNIVAaAD90O = Ivi CND DO DI SIL Du PPutPas TAO TOSTI LITIO: min pre ovosn acta nNWLTerisDSZ IE 0 FORI FIFIEICIFICI FROIFA CH TR CSI CITI CIECHE uUwbLLeL i Uvivecomitoeza pin onNnutDD IV RNDIVA Lr Tensione dei vapori 5.71 lieto TO at O SI 0 e Di Li 0 0 CORI ez] 2 ol el CIRIE has raocrbs9 Umidità relativa —r==_—T_rT- == ql 9hm: 12hj 3h 6h, 9h ) 12h 53 | 602/77] 76) 8I DI UTO ID LI UD GE SI LI AID LD DARI RIDE RNINAT Saia NIS na SN wa VOS tin PUO EU NU OSSIDO LUSSO sa tonl PPOSPI LATO E I LIL SII IO ITS LAS OO HNO Livi ano mlt num NI: a Li N Dea 0 dae hi a di di DD dd DDL DINA roenours ovvie itoocopivaià 9hm Bello Bello Cop. Cop. ose. Nuv. Osc. Cop. Nebb. Nebb. Nuv. Bello Cop. Ose. Cop. Bello Osc. Osc. Osc. Bello Bello ) |Osc.c.p. Osc.c.p. Osc.c.p. Cop.c.p. Osc.c.p° Osc.c.p. Osc.c.p. Osc.c.p. Osce.c.p_. Osc.c.p. Mi 12h Bello Bello Osc. sc. Cop.c.p. Misto Osc. Cop.e.p Ose. Osc. c.p. Cop. v. Cop. Osc. Misto Nuv. Nebb. Cop. Bello Cop. Cop. )sc.c.p.|N Osc. Stato del Cielo STTTÀZTCG:55 2h | Scienze Natur. ed Econ. Vol. IL. = il BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Dicembre 1867. | Evaporazione, Gasparin|| Forga del vento in Chilometri Ozono 1066) 6-3 | 3-12 Totale Sme 12h, 3h 6h RIO 42h 6h 9h. 12h sh 6h 9h 12h 1 0.52 | 0.70 | 0.72 | 1.84 || 63 4.9 | 84 | 8.9 [I1.1 [18.3 3.Ò 2.0 | 4.0 4.0 1.0 1.5 1.0 2 0.63 | 0.97 | 0.80 | 2.40 || 5.0 |17.0 | 10 | 6.2 [12.5 |18.7 5.9 1.0! 1.5 2.5 1.5 2.5 2.0 30.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 ||11.2 | 1.7 | 2.3 | 4.8 | 2.8 140.2 8.5 5.5 | 5.0] 4.5 1.0 0.5 9.0 41 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 | 33.0 |1%4.5 |20.5 |21.3 |12.9 |20.3 9.0 4,5 4 () 8.5 4.5 4.0 4.5 3 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 [39.6 (35.6 (12.4 (10.9 [15.1 13.1 10.0 8.0 7.0 8.5 6.0 dd 6.5 6 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.09 |52.0 |47 2 |29.1 |28.2 {14.3 |36.8 10,0 6.0 6.5 6.0 7,9 5.0 6.0 17) 0.00 | 0.88 | 0.96 | 2.84 |!21.7 !25.7 140.6 131.4 |18.5 |23.1 10.0 4.0 | UPS) 3.0 d.0 6.5 9.5 S| 0.00 | 0.62 | 0.00 | 0.62 !110.3 }21.0 [23.9 !24.2 [19.7 |12.9 10.0 2.0: 6.5 6.5 d.9 6.5 4.0 910.26 | 0.33 | 0.33 | 0.92 [10.3 | 2.9 | 0.0 | 9.3 | 0.0 {10.1 6.0 1.0 3.0 0.5 1.0 0.0 1.5 10 0.00 | 0.37 | 1.13 | 1.50 PAU 3.0 |19.5 /21.9 [15.8 | 9.7 7.5 3.0 8.0 5.5 5.0 4.0 3.9 11 0.29 | 0.00 | 0.00 | 0.29 |11.3 |32.8 [16.8 |32.2 | 1.6 | 2.4 7.5 4.5 8.0 » 6.5 3.0 5.0 (12 0.96 | 0.82 | 0.74 | 2.52 || 7.1 (16.7 :10.2 | 6.0 [21.5 (14.5 9.0 1.0 2.5 5.0 4.0) 1.5 4.9 15) 0.06 | 0.31 | 049 | 0.86 [41.1 [28.4 |11.1 | 8.5 | 3.2| 4.4 3.0 1.5 4.5 3.0 2.0 1.5 1.0 14 0.24 | 000 | 0.00 | 0.24 || 8.3 | 1.8 [24.8 [21.1 | 5.8 | 9.7 5.9 » 7.5 8.5 3.5 3.0 6.0 15) 0.65 | 0.59 | 0.93 | 2.15 [22.6 [27.1 {38.2 [48.4 |34.8 [33.1 6.5 1.5 2.0 2.0 2.0 2.5 5.0 16)) 0.55 | 1.02 | 0.77 | 2.3% |lI2.4 |14.6 |16.2.| 0.0 | 9.5 | 9.7 3.0 2.0 1.5 4.0 D) 1.5 2,0 17) 0.47 | 0.66 | 0.73 | 1.86 |12.1 (13.7 ‘16.9 | 0.0 (17.1 | 7.2 4.5 1.0 2.0 1.5 2.0 2.0 » {18} 0.51 | 1.10 | 1.19 | 2.40 || 2.8 | 4.8 | 760.0 | 22 |I16.8 | 2.0 1.0 1.0) 1.0 1.0 0.5 » 19 1.83 | 2.87 | 0.00 | 4.70 [36.4 |33.4 |24.2 | 4.4 |14.9 | 9.7 8.5 3.6 3.0 4.0 | 3.0 1.0 4.0 (20) 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 (31.6 21.9 (353.6 [58.0 (39.6 (77.3 8.0 5.0 6.0 7.0 |) 6.5 6.5 D.5 21) 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 |22.9 |40.5 |2.40 | %.0 |12.3 |17.0 9.5 5-0 6.0 6.0 4.0 6.0 5.0 122] 0.00 | 0.00 | 0.00 | 0.00 |{25.2 [11.3 |16.8 (12.1! 9.1 | 6.2 9.5 3.0 9.0 3,5 8.0 8.5 i) 23 0.00 | 0.00 | 0.34 | 0.34 || 9.3 [13.8 [15.3 [10.5 | 9.2 [17.7 6.5 6.5 6.5 7.9 2.0 1.0 3.0 24) 0.43 | 0.47 | 0.86 | 1.76 [| 20 (1.4 | 8.3 [24.6 | 9.4 | 2.4 8.0 1.0 1.5 1.5 3.0 3.9 2.0 25) 0.11 | 1.17 | 0.10 | 1.38 || 3.0 (35.7 |23.9 [16.1 |20.3 |19.3 Ì 3.0 2.5 4.0 » 3.5 6.5 6.0 26 0.24 | 000 | 1.02 | 1.26 || 4.6 121.1 [13.9 | 6.8 | 3.4 | 4.8 4.0) 2.0 4.0 3.5 1.5 1.0 1.5 (27|| 0.40 | 0.00 | 0.88 | 1.28 || 4.0 | 0.0 | 5.1 | 6.0 | 8.9 (15.7 3.0 2.0 2.0 1.5 1.5 0.5 3.0 28) 0.32 | 0.00 | 0.30 | 0.62 || 4.7 | 6.6 | 5.9 | 48 | 6.8 (10.3 3.0 2.0 50 4.0 4.5 0.5 3.5 29) 0.02 | 0.78 | 0.60 | 1.40 || 3.4 | 6.3 | 9.8 | 4.8 [13.9 | 4.2 4.0 2.0 0.0 d.5 1.5 » 3.0 30 0.25 | 1.25 | 0.50 | 1.98 || 3.6 130.6 [19.1 [13.9 [24.5 |26.5 9.0 4.0 3.0 3.0 2.5 2.0 1.0 131|| 0.73 | 079 | 0.95 | 2.47 | 6.5 (20.2 [11.5 |10.5 |13.7 [24.5 » 5-0] 5.5] 40| 15 1.5 1.0 (M.j} 0.30 | 0.51 | 0.43 | 1.50 |j16.4 [18.1 |17.2 |15.1 (13,8 [17.9 6.43 3.07] 4.35| 460] 3.45 | 3.00 4.07 Osservazioni Meteorologiche di Dicembre 1867. | RE BISI i Stato Direzione del vento Direzione delle nubi Piog. del | | mare {} 9hm 12h 3h 6h 9h 12b || 9h 12h sh 6l 9h 12h alle 6 | 1} 0S0 NNE ENE (PASTO) (SAI) oso N N » » » » » 3 PICONIO) NE E (ORIO) (OSIO) (OISTO) ») » » » » D) » 2 | 3] N ESE N 0S0 oso (OSIO) » D) » » » D) 9,04 5 4 0S0 0s0 Sio) (OSIO) oso (OTO) ) » » OSO] » » 17,32 ò |5) 0S0O oso (0) so (OSIO) 050 oso] 0 DI » » 35,07 7 \ 6 ONO oNo (0) ON0 0 0 NO 0 ONO| » » » 7,16 7 | 7| 0s0 (OSIO) (ORTO) (OSIO) 0s0 0S0 » ) » » 0S0| » 4,31 4 | 8/ 0S0 0 (ONTO) ON0 (PASTO) OSO ) (0) » » » D) 5,90 5 (910 NNE Calmo | S Calmo | NO » ) » ) » » 0 32 4 {10} NNO 0s0 SO) (0) 0 oso S 0 so 0S0| 0so| 0 13,80 5 IU CO) 0 0 oNO OSO (ORIO) 0 0 0 » » 0 8,59 5 12) 0SO (0) 0 0 SI 0 ONO| oNo| 0 » 0s0| 0 » 3 13) 0 ONO ono 0 SO 0 ONO| » » ONO| » -| » 0,90 3 14| SO N N ENE (ORIO) NE No NO NO » » » 4,70 3 15) OSO 0s0 0so ONO 0SV oNO )) » NO OA0| » NO 2,35 4 116| OSO 0 N Calmo } 0 0 ON! » » » » D) » 2 17S 0s0 0s0 Calmo | 0SO 0S0 0So| 0 0S0) » » » » 3 \t81| 0sS0 oso 0s0 Calmo | 0S0 SI ) ) » » » » » 2 19) SO Sio) SO SIO) 0s0 0s0 » » » » » » 3,05 3 (200 0 ONO NO (RIO) 0S0O 0 0 )) » » » 5,20 3 1210 0 so SO oso 0s0 )) 0 » » » » 3,01 5 (22 0s0 USU 0 N NNO (0) ONO| ON0| » » » » 23,64 4 123) NO No No ONO (ORTO) ONO No NO » » » » 6.99 4 124] 0S0 ono NO N 0. 0 » N » N D) » 0,54 4 125)| 0 No N N NNE N 0 ONO| » » » » 0,98 3 26) OSO NNE NE NE 050 0S0 NE N » » » » 0,89 5 {27| 0S0 Calmo | 0SO 0s0 oso 0s0 » » » » ) » 1,65 1A 28 O0N0 \ oso E 0s0 0s0 N » » » » » 0,64 3 29) 0S0 ENE ENE 0S0 0$0 0S0 » » » » » » » 2 30) 0SO so 0s0 0s0 SO SO 0S0) » » » ) » ”» 3 31) 0 so SO SO so Io) ONO| SO 0S0| » C] » 1,60 4 DEL R. OSSERVATORIO DI PALERMO Osservazioni MEUCINIO GELA di 1 LOGO EDI 171 Nuvole 5 hm T2n gl Gn DI e n = ae sile n, x raga _ 7 Vol. | Dens.Massà Vol. |Dens. MRO Vol Do RUSSI Vol. | Dens. JELET Vol. Dens., Massà Vol. Dens. [Massa ; 8 3 4.0 hj 5 hi. 2 he .8. | » » )) » » | dl 2 | osso] 5 sol os s|ez5lio0| 5|so0]so0| 7| 7000 7280 || 100 7|700 || 100 7| 70.0) 100 770.0). 95 7 | 66.3 || 100 7|70.0|| 90 1630 z| 100 7| 70.0 || 100 7| 70.0 | 100 7| 700] 90 7|63.0| 100 7| 70.0 {100 7| 700 sil 90 8|720]| 95 8| 760) 98 768.6) 100 8 | 80.0 || 100 8 | 80.0 |l100 S| 80.0 6 65 1|455| 50 8 | 400 90 8| 720) 40 6|240|| 70 6 | 42.0 ||100 7| 70.0 7 100 7 | 70.0 || 100 770.0) 100 7| 700 | 100 770.0) 80 7 | 56.0 100 7 | 70.0 g|| 100 1700 90 6 | 54.0 | 100 7| 70.0 || 100 7|700) 60 1|420|| 55 5| 7.5 g| 90 4 | 36.0 || 100 5 | 50.0 |) 100 5 | 50.0 | 00 4 | 40.0 || 100 5 | 50.0 ||100 6 | 60.0 {1;|| 100 6 | 60.0 | 100 6 | 60.0) 90 163.0) 95 7| 66.5) 95 7 | 66.5 || 15 5| 75 11 100 770.0] 90 7|63.0) 70 7490) 100 770.0) 40 6 | 24.0 || 60 7420 12] 55 6330] 90 7|63.0] 98 6 | 58.8 || 70 6 | 2.0) 60 6 | 36.0 ||100 8 | 50.0 131] 100 7| 70.0 | 100 770.0 | 100 6 | 60.0 || 700 8 | 80,0 || 70 7|490 || 95 8 | 760 z| 90 71|630]| 50 7350) 95 7| 66.5 || 100 9 | 90.0) 90 7 | 63.0 |100 7700 is 40 2 sol 30 3 | 15.0 || 100 7| 70.0 |) 100 9900] 60 1|42.0|| 70 6 | 42.0 A6jl S0 3 | 240) 60 212.0] 30 6 | 18.0 70 4 | 28.0 | ) » » ) » ) 17 20 4| 80) 95 6|57.0) 90 6| 54.0 | 100 770.0) 100 6 | 60.0 ||100 7| 70.0 18 3 Ri NE 58| 15) 3 5| 45) » » » || 80 5 | 40.0 ||100 5 | 50.0 19 80 5|400| 90 6 | 540 60 6-| 36.0 || 80 2 | 16.0|) 90 6 | 54.0 |100 5 | 60.0 20|| 100 7|70.0 || 80 7|56.0| 80 7|560| 50 735.0) 70 7|490|| 20 714.0 21|| 100 6 | 60.0 || 100 7|700] 30 6| 18.0 || 50 5 | 25.0) 100 6 | 60.0 |\100 6 | 60.0 22|| 100 8 | 30.0 || 100 8 | 80.0 |) 100 770.0 || 100 9 | 90.0 || 100 7 | 70.0 l\100 7700 23) 100 7700 50) 8 |400 40 6 | 240] 60 z| 240) 60 4|240|100| 6 | 600 24 70 5 | 350 || 55 5| 27.5] 90 6| 540 95 6570) 6 5| 301/15 4 | 60 25 15 8| 75) 60 71|420| 90 6540 || 90 6 | 54.0 || 100 6 | 60.0 || 90 6 | 54,0 26] 100 7 | 70.0 || 100 g|s00] zo 6|24.0|| 10 5| 50) 100 6 | 60.0 [100 5 | 500 27|| 100 6 | 60.0 || 100 7|70.0 | 100 6 | 60.0 || 100 6|600| 4| 16) » » » e e ee e e 59] I 5 i 5 g 4. È » D) )) 30|| 15 5| 75) 10 5 | 5.0) 40 5| 20.0 |) 30 5|a5.0|| 30 5 | 15.0 || 95 3.475 31] 100 8|s0.0|| 95 9 | 85.5 || 98 8 | 784 || 100 s|5s0.0|} 60 6 | 36.0 || 100): 5 | 50.0 nl 72 46.3 || 72 48 || 76 49.3) 73) | 9.3] 67 42.8 || 69 toi Medii barometrici Medie temperature 9h 42h 3h 6h 9h 12h Comp. p.dec- 9h 42h 3h | fih 9h 12h |Comp.p.dec. 1 p.|730.14|750.13|749.16/748.18 18.31 141.53 Ti dt 146.15 1p. 1070 1-82 i n 10.16 10.16 60 10.73) 19.20 $ | SPI8 s00e| sian) Sl.se| 52:56] 5256 (752. 10}751.06| è 10:26| 12:0£| 11:68| t124| 10,82| 10s8| 11.18 TuL & | 50,21| 49.93 50.19] 50.32] 50.10 (750.015/% ‘|| £ | 13.10] 14.50) 14.44 12.94 12.10| 1224 12:65( ; S| SOTA] SO66| 5052) S0.g2] 32.05] S221 (151 2llrsa go|5_ | 7.96] 950) 926) S.466| 726) 7.90| 839 gu, 6 | 52.95] 52.83 52 21| 52.04| 54.65 [752.53 6 8.321 10.55! 10.601 9.881 8.871 8731 99 | Media umidità relativa Medie tensioni 9h 12h 3h bh 9h 12h jComp.p.dec. 9h 12h sh 6h 9h 12h Compe p.dec. 1 p.| 7.48 | 7.16 | 8.16 | 7.33 | 7.08 | 6.75 | 7.32 6.92 | 1P- 10: 13.6 100 188 16.2 13.8 62 2) 752 î iz | 6. î 42 | 6.5 IO 12 i 5. i i 4.6 | 76.0 2 o Ve ie e Le as ese ee So DI ko | 746] 760 | 791 | 7555 | 7.44 | 724 | 788 7.33 || 4 |G40| 618 |638|678 | 704 | 682] 660° 10-5 5 6.11 | 5:33 | 5.66 | 5.29 | 5.69 | 6.65 | 5.62) ggg|{5 |77.2|61.0|654|634|750|720]| 690 _,, 6 6.50 | 6.62 | 6.93 | 6.38 1 6.55 1 6.24 | 6.54 0 "SI 60 | 79.5 | 69.5 | 73.0 | 69.8 | 77.2] 738] 737” Barometro Termometro Media evaporazione Gasparin Î 3 Massimi Î minor - polsini 7 DET] / CT po DA Conne p.dec. p. 32.538 145..£ p. È +2 È p. s2 .35 5 i 148.90 REI 743.66 > Io) 12.49 6.6 6.93 2 00; 04 0.6s Liz 1.01 3 56.070 4 48.27 b) 2092000, .04 È o I a 5 52.74) n4 1 x 32 î 5 11| 1 2 .1 6 Sigg) 153.37) $8:33) 150.20] è 11.000 10.66 6.28) 6.23 Il 6 0:32 | 0.47] 071 Di 1410 n 172 BULLETTINO METEOROLOGICO Osservazioni Meteorologiche di Dicembre 1867. 5 5 Quantità ; Medie dell’Ozono NGISNPIoEgia Media forza del vento Om-6] Gh-9[9h-12/121-3] 3-6] 69 | 9-12/Comp. p.dec, giu, 120 3h 6h [di |12h(Com.] pol. 1 p.| 7.3 | 4.243 | 5.6 | 2.8 | 2.8 | 4.6 4,5 I 5.0 IL dh 93,52 1p.|23.5/1%.7] 8.9|10.4|10,9 ‘21.3'15.0 Tar 2 8.7 [3.2 | 6.3 | 4.7 | 49] 46 | 4.9) 5,56% [[2/32.09) 70:92 /19.9/20.6|22.6/23.0/13.7 |18.5|19.7 pur. 3 5.5 | 1.2 | 4.9 | 5.1 | 3.6 | 2.3 | 4.3 4.1 Ì 3.6 3 DI 24.59 3 118.1|21.4]20.2]23.2]17.4 12.8 18.8 l1g 9 4 5.2 | 2.5 | 2.7 | 3.5 | 3.1 | 2.3 | 3.8 3.1 i 4| 8.256 © 4 |19.1|17.7|23.7|13.5|16.7 |26.1 19.0 }°° 5 7.3 | 3.6 | 4.6/5.1|/41]|51|46]| 49 I 3.8 b) de 39.91 5 |13.1]20.1 o 12.1 !12.5/14.7 12.5 6 60283: AI? 2.7 È GI 4.78 16_| 4.511%.1|10.9| 78119 |14.3]10/3 | 4 Numero delle volte che si osservarono i venti N NNE | NE| ENE | EF ESE | SE |[SSE| S SSO | S0| 0S0 | 0 | ONO | NO NNO | Calm. | Pred. 1p.| 2 1 1 1 D) » |» » 2| 19 |1 1 » ) » (OSIO) 2 » 1 » » » » ) )) 1 » I 12 ti 4 1 1 2 0s0 3 2 » 1 1 )) D) D) » » » 3 8 (10 9 » » » 0 4 1 ” » » » » ) D) 2 D) 3 14 b) il 1 D) 3 0S0 5 5 1 D) )) » ) D) D) D) D) 2 6 1 3 b) I » (0) 6 1 1 2 2 1 D) ) D) » )) 8 18 1 1 D) » 1 0S0 Per decadi ip. | 2 2 1 1 1 1 ) ) 1 » 3 | 31 $ 5 1 1 2 (ORIO) 2 3 » 1 1 )) » D) » 2 » 6 22 15 6 1 » 3 oso 3 6 2 2 2 1 » D D) » 5) 10 Da 8 “ 5 1 1 0S0 Mo Le AIR] E 4 4 2 1 ) » 3 ) 19 71 31 I LIL? 6 OSO Serenità media Massa delle nubi 9h 12h 3h Gh | 9h 12h {Comp. Dec. 9h | 12h | 3h | 6h 9h | 12h | Comp.f Dec. Ip. | 40.0 | 37.4 | 21.0 | 23.0) 20.0] 34.0 | 29.2} 26.7 1p isa 45.0] 51.4| 51.9| 58.0| 48.2 7 51.9 2 9.0 | 12.0 #.0 | 13.0 | 190) 340 | 24.2) 7 2 56.3) 54.8 6900) 54.1) 51.3, 43.0) 54.1 S 3 23.0 | 28.0 14 6.0. 36.0 | 15.0 | 193 } 29.1 3 48.81 49.2] 60.9! 7%.4| 42.8) 62.0] 56.4 i 48,5 4 43.4 | 34% | 4TA | 400 | 32.0 | 36.0 | 35.9 6 £* 4 | 28.7) 36.1) 33.1] 29.8] 40.6] 38.8] 34.5 È 6) 23.0 | 27.0 | 30.0 | 21.0 | 26.8.) 19.0 | 24.5 } 33.5 5 50.5] 51.9] 44.0] 50.0] 43.4| 50.0| 48.3 | 12.8 6 29.2 | 32.0 | 34.8 | 45.0 | 63.8 | Ii 2 e 6 | 50.2] 51.8] 41.5] 35.3] 20.6] 24.6] 37.3 È Numero dei giorni PG Misti Coperti |Con piog| Con neb.| Vento forte| Lampi ‘fuoni !Grandine,con nev 1 p. 1 1 3 3 “4 2 0 0 0 0 2 0 0 b) ò 2 A 1 1 1 1 3 0 1 4 4 1 5 1 1 1 (1) 4 1 1 3 | 2 1 4 1 0 0 2 5 0 1 Ben E 0 3 0 0 0 2 6 1 1 4 4 2 2 (1) 0 0 » Totale 3 5 25 | 25 10 20 3 2 2 b) Medii mensili Barometro dalle 6 ore di osservazione. . . .. 749.66 Forza del vento in Chilometri... +. ++ + 10.7 Dai massimi e minimi diurni . ......... 749.771 Vento Predominante . . . . + o Be CSO) Differenza ......0A1 Termometro Cenligrado. . . .......0. 10.44 Massima temperatura nel giorno 19. . . . + + + .17.0 Dai massimi e minimi diurni ........ + 9.98 Minima nel giorno 30... +...» Ò RA Escursione ltermometrica. . +...» a 12.5 Differenza ...... 0.46 Massima altezza barometrica nel giorno 1:11 763.42 ose Minimammel giorno l8 e da (elet e lele eee e ne 738.93 Tensione dei vapori... .... Non d diodo 6.80 Escursione Darometrica . +... - UUIEGHIAS: addosso vo ad 72.0 Totale TEvanorazione a GAFNERIN Brolo Evaporazione-Afmometro-Gasparin. . ..... 1.30 ) Vivenot. . . SCIE IN b Totale "della Orto cd rea Massa delle nubi DZONOrI tI TRN IVA Il Direttore del R. Osservatorio G. CACCIATORE RENT a OSSERVATA NEL R.OSSERVATORIO -— DI PALERMO — [ii cinano s manza 1297 ECGLISSE SOLARE Lit.Frauenfelder, Palermo . x ' x x Di e Seni * . IS ' Va pr _ _—_ —_P —_——_—_—_—_—_—_——_——T———— STRANE 3 x frequenza relativa delle stelle fanti nel periodo del Curve ba romelriche Novenwbre 1866 per Palermo. 200 S ERI i E n e 10 < il 5 to) U | OloBre 1866 e E e a St PESI |.Media baromet® wrens$ AN ASTA TT il 180 754, I | | | SIE Fao o) Noverb (4 Media barometmens, 740 | 750 NA O) icomubre ; di 220 Media baromet ? mens$ ANLIRIEO a SIL I 100 e E49, SO 70 Ottobre si Media temp £ nensile 19,7 50 Î 4( i La a I Novembre "i i Media temp “mensile | 15,8 40 j i 7, I: | Dicembre Media Unp mensile Ù _— | Dai DD DyDu F | x Cla Cu SULLA STABILITÀ DEI PONTI DI FABBRICA TAV. VE Media barometrica 192, dd Febbrai € 590€ Media barometrica dd n CAAM 20 Jemay Media termometrica 14 27 Febbrajo Media termometrica 13,0 Marzo Media termometrica Hu \ qernazo 4867. G (È Media barometrica Curoe barometriche AES DI fo Ì (urve lermomelriche Evaporazione diurna all'atmometro Vivenot nell'Ottobre 1866. SIDTÀ AO all Hi muatori le di I\ A Agosto 19 lerz di Palermo DI. facchini dis Lit Frauenfelder Palermo NUOVO PARASSITA VEGETALE OSSERVATO SUL FAVO. TAV. IK Lit Frauenfelder, Palermo . Iit.Frawenfelder, Palermo HYDNUM compactum. 7, v Dil RUI cat LEROIE do Lit. Frauenfelder Palermo i. HYDNUM crispum. IL HYDNUM compactum STELLE CADENTI DEL NOVEMBRE 186 Lat. Frauentfelder Lalermi PUBBLICATO PER CURA DEL CONSIGLIO DI PERFEZIONAMENTO (IBN VATTRALK LD CONONICN ANNESSO AL R. ISTITUTO TEGNICO DI PALERMO ANNO 1867 — VOLUME III — FASC. 4I, II e III. STABILIMENTO TIPOGRAFICO DI FRANCESCO LAO Via del Celso n. 34. 1867. “PALERMO i Condizioni di associazione Il Giornale esce in fascicoli trimestrali di otto a dodici fogli a olto par gine cadauno. Quattro fascicoli formeranno un volume contenente almeno quaranta fogli di stampa, col necessario corredo di tavole; il frontispizio è l'indice generale delle materie verranno dati assieme all'ultimo fascicolo di ciascun volume. Il Giornale tratta di scienze naturali ed economiche; esso contiene memo- rie originali, rendiconti sugli ultimi progressi delle scienze, riassunti delle lezioni pubbliche che il Consiglio di Perfezionamento si assume l'obbligo di dettare; quanto alla rivista meteorologica, la Direzione ha creduto oppor- tuno di offrire ai lettori, invece del riassunto di trimestre, il bollettino mensile delle osservazioni fatte nel R. Osservatorio di Palermo, con le ta- vole illustralive necessarie. L'associazione per un volume intiero, che rappresenta una annata, è fis- sata in lire ital. dodici; le spese di posta sono a carico dell’ associato. Sì paga anticipatamente, sia per un anno sia per semestre al prezzo proporzio- nale. Per l'associazione dirigersi presso il signor Ermanno Loescher, libraio-editore, via Carlo Alberto n. 5, Torino, e via dei Panzani n. 4 e via dei Banchi n. 2, Firenze; oppure presso i signori Fratelli Pedone-Lauriel, librai, Corso Vit- torio Emanuele, Palermo; oppure presso il Segretario del Consigiio di Per- fezionamento, Palermo. GIORNALE VOIONIE NATURALI RD ECONOMICHE PUBBLICATO PER CURA | DEL CONSIGLIO DI PERFEZIONAMENTO | ; ANNESSO AT, R. ISTITUTO TECNICO DI PALERMO ANNO: 1867— VOLUME II FASC. IV. PALERMO STABILIMENTO TIPOGRAFICO DI FRANCESCO LAO Via del Celso n. 31. 1867. INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO Parte I. Ricerche sperimentali sui mervi del cuore nelle tartarughe marine (Chelonia caouanna) per i dottori Fasce Luigi e Abbale Vincenzo .........- alaffo ata lello to fece (= aL RR A TIILO L’atrofia delle ossa da paralisi, studi fisiopatologici del professore Y'asce Luigi e determina- zioni chimiche di Domenico Amato, preparatore nel Gabinetto di Chimica dell’ Università CIQPALEIMO FRENATA IN PIENO SEB sic Di. daro n'oldioso aa Dando) UT Nuovo parassita vegetale osservato sul favo. dai dottori Fasce Luigi e Cardile Giuseppe... ) 186 Nuove specie di funghi ed altre conosciute per la prima volta illustrate in Sicilia dal profes- sore Giuseppe Inzenga (continua). ..... doc odi nu bdo dodo dda Gioco LI) Parte Il. N. 8. Agosto. Giove nella sera del 21 agosto 1867 con tavola litografata ....... Sergi RARI Idem. Rivista, note ed osservazioni meteorologiche dell'agosto 1867. ......... sero VIII N. 9. Settembre. Primi studi sul Cerchio meridiano di Palermo, nota del prof. P. Tacchini.) 97 Idem. Posizioni apparenti di 97 stelle osservate al Cerchio Meridiano di Palermo dal signor PARTA CORE doo 1000000 DIRO RID a Rano odo0 da Goooa dI Idem. Ozono osservalo in città nel sanno 1867 dal signor G. Delisa ........ gono DIA Idem. Cronaca giornaliera di macchie solari osservate all’ Equatoriale di Merz nel settembre NERA SEDARE MORINI 6 dvd do dov ddd0ì alfote ee) s eVele ee lele ie 0 0 Idem. Rivista, note cd osservazioni meteorologiche del settembre 1867 ............. ) 106 N,°10. Ottobre. Primi studi sul Cerchio Meridiano di Palermo, continuazione della nota del si- CDOLRPARLACCIT ARI go Dido GO :O voro do 0vaadasì ose nre ea ese lele iaia OO Idem. Posizioni apparenti di 5% stelle osservate al Cerchio Meridiano dal signor P. Tacchini » 117 Idem. Un punto probabile di radiazione di stelle filanti osservate nella notte del 24 ottobre ASCA ANS ITNO NIZZA IMITATO ufel'a deltalielto. suolo ici sete DO o dio ) 119 Idem. Terremoto del 5 ottobre 1867 in Mistretta, relazione di quel Sindaco al Direttore pro- FESSOLNCACCIOOTENTAMERII IAA . » 120 Ilem. Rivista, note ed osservazioni meteorologiche dell'ottobre 1867................) 122 N. 11. Novembre. Sulle stelle cadenti osservate a Palermo nel novembre 1867 relazione del- direttore professore Cacciatore . ........ DEDE O DIOR are og Lore n Baton 0A) Idem. Sulle stesse meteore e nota del professore 2. Pacchini con tavola litografata Tee TRA Idem. Cocfficiente di Kimtz per gli anni 1864-63-06. .L..L. Lr . 145 Idem. Rivista, note ed osservazioni meteorologiche del novembre 1867 .............. ) 146 N. 12. Dicembre. Sulla apparizione delle stelle cadenti del novembre 1867. Relazione seconda del direttore professore Cacciatore. ....... Pro ao Dana doo siepe te edo + » 155 ldem. Primi studi sul cerchio meridiano di Palermo, continuazione e fine, nota del signor P. TOCCHINASTTA Rete et eee eee fool Vi LYI Idem. Cronaca giornaliera di macchie solari osservate all’Equatoriale di Merz nci mesi di ot- tobre, novembre e dicembre 1867, dal signor P. Tacchini .... .e.. +00...) 16% Idem. Rivista, note ed osservazioni meteorologiche del mese di dicembre 1867......... » 166 . #i LI e i da ; A ose D gir 1 . TAG 4 Yv x ' Ne È CENE er i) KIT PET: MR alert Ri TBE ALI IRORA I ENZO PIL 9) Ve î (HD Si 00 VORO e i; WTA dl ITRNTÒ i 200 Mars. te. mi Condizioni di associazione i Il Giornale esce in fascicoli trimestrali di otto a dodici fogli a otto pa- » gine cadauno. Quattro fascicoli formeranno un volume contenente almeno quaranta fogli di stampa, col necessario corredo di tavole; il frontispizio e l’indice generale delle materie verranno dati assieme all’ultimo fascicolo Ti ciascun volume. i Il Giornale tratta di scienze naturali ed economiche; esso contiene memo t4 rie originali, rendiconti sugli ultimi progressi delle scienze, riassunti dell lezioni pubbliche che il Consiglio di Perfezionamento si assume l'obbligo | di dettare; quanto alia rivista meteorologica, la Direzione ha creduto oppor+ tuno di offrire ai lettori, invece del riassunto di trimestre, il bollettino mensile delle osservazioni fatte nel R. Osservatorio di Palermo, con le ta- vole illustrative necessarie. 37 FRA L'associazione per un volume intiero, che rappresenta una aniata, è fis- sata in lire ital. dodici; le spese di posta sonò a carico dell’ 5Ssociato. Si paga anticipatamente, sia per un anno sia per semestre al prezzo proporzio- nale. Per l'associazione dirigersi presso il signor Ermanno Loescher, libraio-editore, via Carlo Alberto n. 5, Torino, e via dei Banchi n. 2, Firenze; oppure presso i sisnori Fratelli Pedone-Lauriel, \ibrai, Corso Vittorio Emanuele, Palermo; oppure presso il Segretario del Consiglio di Perfezionamento, Palermo. Ri CA ia n d A È Vi f DI Il Giornale di Scienze Naturali ed Economiche esce di trimestre in trimestre in fascicoli separati. Quattro fascicoli formano un vo- lume che rappresenta una annata. Per l'associazione o per l'acquisto dirigersi presso ll signor Ermanno Loescher, libraio-editore, via Carlo Alberto numero 3, Torino, e via dei Banchi n. 2, Firenze. I signori Fratelli Pedone-Lauriel, librai, corso Vittorio Emanuele, Palermo. E presso i principali librai d’Italia e dell’estero. Prezzo di questo III. vol. Lire it. 12, e } (n Hu Ù . ; fi y, i ì . SI N. ti Vi Ò PROTANE] DIRLO CETO I o) sO ì (| SAI N | 3 2044 106 232 > 75 =