i riscoRsi DI PIETRO ANDREA MATTHIOLI .SAXK.SK, medico cesareo, ET DEL SERENISSIMO PRINCIPE FERDINANDO ARCHIDVCA D'AVSTRIA &c. NELLI SEI LIBRI Di Pedacio Diofcoride Anazarbeo della materia Medicinale . BORA di nvovo dal svo istesso avtore ricorretti, & in più di mille luoghi aumentati. Con le figure grandi tutte dinuouo rifatte, & tirate dalle naturali &uiue piante, & animali , & in numero molto maggiore che le altre per auanti ftampate . Con due Tauole copiofifsime fpettanti l’una à ciò , che in tutta l'opera li contiene , & 1 altra alla cura di tutte le infermità del corpo humano . C051C ‘EHJVILEGIO T) EL SOSMSMO ‘TOJ^TEFICE, della iUuftripma Signoria di Vènetia, di altri Principi . IN VENETI A, AppreiTo Vincenzo Valgrifì. M D LXVIII. Ifecreti &Ie uirtù dell’hei befurno infu fe da Iddio in Adamo. neratione foggionfe loro quelle, ouero fintili parole . Hor eccomi] dono di tutte l’herbe & alberi fruttiferi, che ui ho creato (opra la terra . iquali per alimento & re- frigerio uoftro,ui produranno i fiori i frutti & il feme. Di qui adunque (dico) lì può far uera coniettura che hauendo Iddio fatto alfhuomo coli immenfo , & incompa- rabile dono , gli aprilfe anchora , & manifeftaffe la uirtù , & la natura del tutto . im- peroche niente s’appregiarebbeildonodiqual fi uoglipiu pretiofàcofa del mon- do , fe l’huomo non fapeffe in che fe ne potelfe preualere . Onde non eflendo nelle opere de Iddio difetto ne mancamento ueruno , non ne bifògna credere altrimen- ti , fenon che con la uirtù della fua diuina effenza infondelfe nell’intelletto dell’huo- mo la fcienza & la cognitione di tutte le co fe create , & tanto piu quanto egli fape- ua che la natura humana doueua effer fuggetta à infiniti mali , per rimedio , & refri gerio de i quali non harebbe mai preterito, come pietofò Padre di non infègnare al- l’huomo-contra quelli, le uirtù delle cofe create da lui ad inftanza di elfo folo, & mafsimamente accioche non fi difperaffe nelle afflittioni del dolore, & delli affanni che recano le malattie , lequali fi fopportano & fi tolerano piu ageuolmente , quan do ueggiamo i rimedi , & le medicine prefenti . Dal primo padre Adamo hauendo pofcia come dicono imparatola pofterità pronta fèmpreintorno all’ampliare del- le cofe ritrouate, non uimancoronoeleuatifsimi ingegni, iquali inueftigando piu altamente i fondamenti, le circonftanze , & il ualore di cofi gloriola faculcà la colti- uarono , l’aumentarono , & illuftrarono infinitamente . Alche hauendo poi auuer- tito infiniti fapienti del mondo, &conofcendo quanta fiala grandezza, & l’utilità di quella facultà diuina, inuaghiti nella amenità, e dolcezza fua, lìpofero à contem- plare con continuo ftudio ogni bella & neceffaria parte di quella , & quella fpetial- mente che narra , inueftiga , & infegnala facultà marauigliofa delle piante . Del che Scrittori an- ce ne fanno amplifsima fede Pittagora, Ariftotele, Theophrafto, Democrito, ìe.h‘ deUep“ Zoroaftre, Xenophonte , Amphiloco , Hipparco , Ariftomacho , Atheneo , Philo- ftene, Apollodoro , Ariftandro, Bione , Agatocle , Diodoro , Diocle , Epigene , Euagora, Praffagora, Erafiftrato, Metro doro, Hicefio,Pamphilo, Manda, He- rophilo , Hippocrate, Crateua , Diofcoride fra tutti gl’altri il maggiore, Galeno , Plinio , & molti altri antichi , i nomi de i quali , per non effer troppo tediofo uolon- tariamente trapaffo . Imperoche coftoro accefi dalla giocondità, nobilita, & gran- dezza di quella piu diuina, che humana fcienza, dal ardore di giouare alla pofte- rità uniuerfale, & dal difio d’acquiftarfi una fama perpetua, & immortale , non lì fgomentorno di efporre la propria uita à sbaraglio à uari & diuerfi pericoli, mentre che facendo lunghifsimi & faticofi pellegrinaggi , & lunghifsime nauigationi , face- uano ogni eftrema fatica , & diligenza , dipoffer confeguire la uera, & legitima co- gnitione de i femplici medicamenti , & di farfi anchora efsi di molti per auanti non conofciuti. Che fenza dubio fia uero che la facultà delle piante, & parimente il ritro uarne di nuoue, oltre alla utilità & piacer grande che fe ne prende l’huomo, appor tino lode immortali, & perpetua fama, lo conobbero non folamente la piu parte de fapienti del mondo, diligentifsimi inueftigatori del le cofe naturali, ma anchora mol La facultà dei ti magnanimi & potenti Re di corona. Percioche fpecchiandofi nella chiarezza «Spregio del nome di coloro, che già fatti immortali da cofi pretiofà facultà, riluceuanoal di coroni ,Re mondo à guifa di ftelle , & confiderando lo fplendore, & parimente la fingulare ec- cellenza , che riforge da lei , tanto ftudio , & tanta diligenza ui pofero, & per impa- rarla , & per illuftrarla, che ue ne fumo alcuni , che fcriffero , & compofero, dell’hi- ftoria, & uirtù delle piante non piccioli uolumi . Altri poi fattili di ciò peritifsimi fi diedero alle compofitioni d’alcuni antidoti non meno ualorofi , che utili , non fòla- mente per l’ufo proprio loro , & per conferuarfi lungamente in uita , ma per com- modità. - — alla serenissima PRINCIPESSA GIOVANNA ARCHIDVCHESSA D’AVSTRIA, &c. T TiJ ITE SS J ECCELLEVI ISSIMJ DI F I 0 \E <-A , ET DI SIEVXjlA, gjc. MIA CLEMENTISSIMA S I G N° • Vanta fia Tempre fiata la grandezza, la maeftà,& l’autorità della Medicina, & quanto parimente fia flato il Tuo glo riofo decoro appreflo à tutte le genti del mondo, che politi- camente uiffero,& uiuono (Serenissima, et beni- gnissima principessa) ce ne fanno fede non fo- lamente molti de gl’antichi fcrittori , che la celebrarono per fcienza fcefa dal Cielo , maanchora molti degl’altri, che di tempo in tempo, & d’etade in etade hanno illuftrato il mondo, con la uirtù * & rara fcienza loro . Vogliono adunque alcuni de i piu famofi , & piu autentichi fcrittori , per quanto recita Plinio, che fuffe ritrouata la Medicina, & fpetialmente quella piu nobil parte , che fi contiene nelle piante da durone Centauro figliuolo di Saturno, & di Phillira , & altri che da Apollo, oueramente dal fuo figliuolo Efculapio,imagi- nandofi coftoro che una facultà di tanta , & cofi gloriola eccellenza , colma di tan- te , & tante uirtù , & fecreti , non polla efferne fiata propalata altrimenti che per di- urna riuelatione . Imperoche fi pervadono effere impofsibile, che gfhuomini per fe flefsi habbino poffuto inueftigare le uirtù & le facultà marauigliofe, chelanatu- danna." " ra nafcofe nelle piante , & in tutte le altre cofe create nel mondo . Onde ben diceua Plinio , che chi crede , che quefte colè fieno ftate manifeftate per fcienza humana , ei ueramente,come ingrato, non riconofce la omnipotenza de Iddio . Il perche non ne mancano buoni, & fededegni fcrittori, iquali lafciando da parte le uanità de Poe ti & le fauolofe opinioni d’alcuni dell! antichi , credeno fermamente , che quella rara & diuiua facultà di Medicina ne fia fiata creata, & infiememente infegnata pri inamente dal grande & omnipotente I ddio , & che però meritamente fia chiamata facra &diuina, & fpetialmente quella parte, che comprende l’hiftoria, &la uir- tù de femplici medicamenti, come primordio del tutto, &però perfuafi coftoro da molti ramoneuoli & ben fondati argumenti determinano finalmente , che Iddio Creatore del tutto infondeffe il fecreto delle uirtù di tutte le cofe create nelfinteilet to del noftro primo padre Adamo in quel tanto mifteriofo punto, quando hauen- dolo già formato di terra , gli diede fpirandoii nella faccia , il lume , lo fplendore, & lo fpirito della uita . Che adunque la Medicina , di cui fono piene tutte le cofe crea- re nefia fiata manifeftata da Iddio, ce ne fa fede quel grandifsimo Filofofo diuino, & morale Iefu Sirach fcriuendo egli apertamente , che Iddio ha creato dalla terra la IJd:° h™r Medicina, &peròl’huomofauio & prudente non la debba hauere in abominarlo- ZTnV ne. Che poi il grande Iddio ne infondeffe la fcienza nel primo padre noftro Ada- mo, fe ne può ageuolmente far coniettura dalle parole di Moife nel Genefi ; Impe- roche hauendo dato Iddio all’huomo, & alla donna, la poteftà fopra tutti i pefci del mare, fopra gl’augelli, animali quadrupedi, & fopra tutto il refto di qual fi uogli ge- * 2 nera- preferirti , comandò à Lcnco ìlquale era dottifiimo grammatico , che trasferii - , lingua Latina , tutti quelli uolumi tolti ne] palazzo dì Mithridate. Il che non mè^ giie di mì- giouo per lafalute, & perla uita degl’huomini, che giouafleaìlaRepublica Roma- rÓ™". a ' "a la uittoria confeguita . Succeflé a coftoro dopo lungo tempo Plinio, il quale fcri- piinio’ uendo fhiftoria delle cofe naturali trattò per piu, & piu libri continui, delle piante, & dell herbe, leruendofi de i libri di molti & molti antichi, & a noi incogniti autori • JXfS °nde non Poca debbe effer l’obligatione noftra uerfo di lui , pofcia che da lui rico- fideue h’auer nofciamo tutto quello, che da altri uecchi autori , che uilfero & fiorirno per auanti, era Prato fcritto,auuenga che eflendofi di poi perduti tutti li ferirti loro, nonnepo- tremo confeguire utile alcuno fe Plinio non ha nelle trasferiti i lor libri nel fuo uolu- me. Fu degna d’elfer contemplata in quelli ftefsi tempi Iafcienza &lafollecitudi- AMomoCa- ne, quali infinita d Antonio Caftore ; La cui autorità in quei tempi fu in gran con- nella tua uec- to; uedendofi il fuo giardinato uerdeggiare di molte belle, & rarifsime piante fore- teffedet ILere, & mafsimamente pacando già egli la età di cento anni fenza hauer mai pro- . u ato ueruna forte di male , & non fentendo in tanta uccchiezza , difetto di memoria ueruno , ne di uigore , di modo che di nelfuna altra colà fi doueua piu marauigliare la natura . Non mancano appo ciò famofi & facondifsimi Poeti , che con gli icritti dotdfsimi loro fanno fede a tutti, quanto fia antica la notitia delle facultà delle pian poeti Greci tc i ^ con quante degne lodi ila Icmprc Hata celebrata . Di ciò fanno tra i Greci defie^piame? Osamente teftimonio Orpheo , Mufeo, Hefiodo , Homero , Alceo, Rufo Ephe- fio , il quale fende (come dice Galeno) ben cinque libri in uerfi delle herbe, & delle ,m‘ facultà loro. Tra i Latini habbiamo noi, Vergilio, Ouidio, & Emilio Macro: da i quali in perpetua loro memoria , fono Hate fcritte delfherbe & de gl’alberi molte i&Send* C°^e notab’b • ^he f,en0 fiate anchora alcune generofe donne , che per farfi fama , la cognitione et gloria immortale fi fono marauigliofamente dilettate della cognitione dalle uir- lemplki • tu delfherbe , ce ne fanno fede non fidamente i Poeti, ma anchora, gl’Hiftorici , & Perònon Per aI,tro finfero favolando Vergilio, Ouidio, & altri, che Circe da cui fu dato il nome all HerbaCircea, fulfe figliuola del Sole, primo generatore di tutte le piante , che per efler ella fiata dottifsima nelle facultà delfherbe . ne per altro fin fero che ella trasformale gfhuomini in altri animali , fe non per che tanto-fu «ran- de, & profonda la cognitione che hebbe ella di quella facultà diuina , che curando alle uolte gfhuomini de incurabili malattie, & facendoli gagliardi come Orfi, & Leoni, pareua ueramente che ella gli trasformale in altri corpi . Ne manco perita mcj«. di Circe in quella facultà ritruouo elfere fiata Medea. Impero che hauendo con la cognitione infinita delfherbe , oltre a molti altri ftupendi fatti , ritardato lunga- mente la uecchiezza in alcuni , diede bellifsima materia di fingere a i Poeti, che ha- uelfe ella fatto ritornar giouene Efone fuo fuocero, già peruenuto alla ultima decre min,,. pità del corpo . A Helena diede nome infinito L’Helenio , & f Artemifia nobilifsi- Arccmifia. ma pianta, ad Artemifia preclarifsima Reina di Caria . Donerebbe oltre a ciò ins- tare ciafcuno a tanto bella & utilifsima feienza, il faperfi per certo, che tanto è l’uti- le che fe ne confeguifce, che conofcendolo per grandifsimo inftinto di natura gl a- Le fiere falua ninnali inrationali, & le fiere làluatiche, fi fono anchor elsi fatti ritrouatori delle uir- àlhoft"rS tu di molte ? & moke Piante • Imperoche non d’altronde fu conofciuto che il Ditta- Z™,ì‘‘ku- moualeffe nelle ferite, per cauarne fuori i ferri dei dardi, &delli Arali, fenonda quello che ne dimoftromo i Cerui , & le Capre fanatiche nell’Ifola di Candia . La uirtu del Sefeli fu dimoftrata dalle cerue di parto, La Cunila dalle Teftuggini* La Sfridi pu- ,R,uca.da!Ie Donnole, il Hieracio dalli Sparbieri,il Periftereo dalle Colombe,La Che u piante hi ,.nia dalle Rondini, L’origano dalle cicogne , & altre puraifai piante, da altri ani- no religione. mah,come per tutto fi legge nelle antiche hiftorie . Pare oltre a ciò che fia nelle pian I t, femhianzt di religione, ueggendo noi che moke diloro fi uokano coni nori ]a lattina nei'aPParire del Sole uerfo oriente. Et dipoilouannofeguitando aawandofi infirtTle con 'ui> come con unico Senicòre & principe loro ; fino cheat- tJfndofi la fea nell’oceano , fi rimette all’occidente . Et quello fi uede manifella- mente neHVn°>& nell’altro Heliotropio, nella Cichorea chiamata Solfequia , nel Ci clamino, detto però da molti Soliuerfo , nel T ragopogono , nella Caltha,in amen- due i Chameleoni , & conclufiuamente in tutte quelle piante,che producono i fiori radianti & ftellati . Ma doueciòfiuedepiuefprelfamence, che nel Loto d’Egitto? Impero che nafcendo egli ne i paludi profondi , manda fuor dell’acque all’apparire SiigiiofiT» del Sole i fiori, & i capi i quali ha limili a i papaueri , & nel tramontar poi tutto fi riti- mri • rafotto fonde. Ma che diremo oltre accio dell’infinita liberalità delle piante che ne danno ogni anno tutti i frutti , & i femi che ne producono per alimento della uita noftra lènza ferbarfene pur una minima particella? Non altro ueramente fe non che non fenza ragione habbino affermato alcuni antichi philofophi, chele piante Lc^mchi habbino anima; pofcia che in quelle fi ueggono, & fi comprendono alcuni effetti condo alcuni gt mouitnenti fimili a quelli delli anitnaliyCOine e il uederfi 5 che coirle radici le quali feruono loro in cambio di bocca tirano dalla terra il nutrimento, connettendolo nel laloro iftelfa natura , & che cofi prefto lo digerirono , & lo diftribuifchino ne i ra- mi, nelle foglie & in tutte le parti loro, producendo poi i fiori , & i frutti in breuifsi- mo tempo . Et però non fi può fe non dire , che nella copia de i frutti , & nella pre- # ^ Rezza di produrli, & maturarli , fuperano di gran lunga gli animali . Al che hauen- dolce co fa il do l’intendimento il Creatore del tutto, come hebbe creato l’huomo, nonlocollo- lo cò altrimenti ne in cafe, ne in città, ne in palazzi, ma in uno amenifsimo giardino di rarifsime&odoriferifsimepiante, fapendo molto bene quanto fiadiletteuole, & giocondo f habitare fra quelle, & quanta recreatione ne nalca a coloro che ne gufta no il ualore . Et però fè con attentione li confideraffe attorno alle cole predette, parimente all’origine di quella tanto utile parte della medicina , che tratta dell her- be, & delle piante nate & prodotte dal principio del mondo infieme con gl elemen ti, farebbe ueramente cofa piu chiara che il Sole, che quella facultà de femplicifia la piu antica, la piu nobile, la piu pretiofa, la piu diuina,& la piu marauigliofa d’ogni -ob.i.&nu . altra facultà , et fcienza mondana . Ne però fe le danno cofi marauigliofe lodi , per elfer fidamente cofa diletteuoiifsima & d’infinito piacere, ma per elfere anchora uri le , gioueuole, & neceffaria . Percioche con quella fola fi conferua la fanità , piu coltà deU’her ra,& pretiofa cofa che defiderare fi polfa,con quella fi cacciano le infirmità perico- ^ ptetio_ lofe,che ne moleftano,con quella fi fupera la maluagità crudelilsima delli ueleni, & fedeiumeje domanfi i morfi,& le punture delli animali mortiferi , con quella fi prolunga la uita ima' de gl’huomini , fi riducono gli fmemorati ne i pòllini fentimenti, i ciechi alla prilli- li iUCe , & finalmente con quella fola fpelfe uolte fi richiamano in uita molti di co- loro , la cui falute già fia difperata da tutti . Ciò adunque llimando molto alcuni del- Medierai dd li Imperadori Romani, (come nel primo libro de gl’antidoti ferine Galeno ) quan- Itraca dalli tunque fulTero in continue occupationi per il gouerno , & carico grande, che tene- nano della Republica& di tutto l’Imperio loro, nondimeno tanto fu loro a cuore quella facultà marauigliofa , che non pofero poco lludio per accrefcerla , & illu- ftrarla . Imperoche per hauere le piante forefliere legitime , & uere , per acquitlare gli Aromati pretiofifsimi eletti, & finceri , teneuano prouifionati in uarie , & diuer- fo longinque parti del mondo , non pochi ualentifsimi femplicifti con grandifsima fpefa, perla cupidità della gloria infinita che di quindi riliiltaua loro , & parimente per uniuerfale beneficio della Republica . Haueuano ueramente quelli fapientifsi- mi ingegni, moltobenea momoriai chiari eflempi defuoi antichi progenitori,! * 4 quali quali non follmente fi difettauanò di riportare ne i trionfi le nolte preticfe fpo de Reami acquiferi, & parimente iJBLe prigioni fopra i carri alanti al0ro maV chorad.uerfe, & rare piante foreftiere, dellequali non prendendo nW„ta, L!,!"ol’c “auendole P0' a Roma uiuene i giardini, che fi prendefieroLklIe marmorei & falliche ftatue , de i T rophei , & delli archi fuperbifsimi triomphali , chein perpetua glqS„pLe memoria lor? fl g!i din'zMuaipo dal popolo , & fenato Romano . Ne minor ftima ti gio fusole 1 r rr r° J A 7 ~-r~L ? ~ nmioi ìuma i\ ippref trouoche rune fatta dacoitoro di tutti gliiuorniniecccilentiisimij che fcriflero in piante a_ t foalliRoma- Balim. quefta fecuta delle piante; percioche hauendo già preia & efpugnata Carthagine , donarono uia ad altri Reamici loro tutte le librarie, cheuilì ritmuarono, ne altro di quelle riporremo a Roma , per far tradurre in lingua Latina, fenon trentadue li- fe°r- bri delleiacultà delle piante^ della agricoltura , di Magone hiftorico Carthagine- le, tanto fu ìeputato egli degno dal Senato Romano , d eterna memoria . Tanto fi-- nalmente fumo attoniti gl’antichi nell ’inueftigare le uircu miracolofe dell’herbe,: che gli ic ritto ri di quei tempi non fi fgomentorono di fcriuerne miracoli , di modo cojofi'd”un C"e Xant° antlcIllfsimo hiftorico fcriffe nel primo libro delle lue biftorie, che ritro- co o, ,Pun uando un Drago efl-ei.]j fta£0 ammazzato un figliuolo nella tana, mentre che andaua cercando cacciagioni per nutrirlo , lo ritornò in uita, rifufcitandolo con un herba chiamata da i Magi Balim, & che con quella fu parimente rifulcitato Thilone occifo pure da un Drago . Et luba Re di Mauritania icrilfe anchora egli , che in Arabia fu rifulcitato un huomo morto con certa herba . Tbeophraito & Democrito ferino- no’che 11 Plccbl° augello caua fuore il conio fitto da i pallori nel pertugio de gl’albe aftutù natura ri, oue egli ha il nido applicandoui fopra certa forte d’herba incognita a gl’huomini, & paiimente aprii fi tutte le ferrature con la Ethiopide, ma però incantata prima lepide con alcune parole. Ilche appreffo di me non è incredibile, lmperoche mi ricor- do d hauer ueduto impiccare un ladro in Venetia, ilquale apriuala notte leferratu- re delle botteghe con una fola herba incantata , & però non mi marauiglio, che ca- fohinoi ferri ai caualli che pallurano nei monti fubito che calpellano una herba lì- Aicune piate 11,116 1) S6riue HeroPhil° antichifsimo & preclarifsimo medico , citando molto piu a"tIchl fcr,cton> r‘trouarfi alcune piante le quali calpeftandofi giouano , & alcune nenuocono CnC niior.onr» . I mn^rrtrlip p A/Ta«.,«é.» „l __i. _ . n i r i • Eth apre le ferra ture . Hiièoria. . che nuocono . lmperoche e fiato offeruato che calpeftandofi da i feriti nelli ui O ninp monto rnolmnn 1 ^ ' 1 t l'* r . A n ~ . i ----- ~7 wipcuauuuuuuirentiriejiiuiag£i alcune piante maligne, le p.agheloro fi fono manifeftamente infiammate con non poco dolore, & peni contrario elferfi fanatefin alcuni , cofi Je ferite come l'ulcere , £2?5Ì da CU1 ! T° r peft7Ve Caminand° ,a!“e herbe faiutifere • Ne ■ di ciò ci debbiamo marauigliare fapendofi che toccandoli ouero ftringendofi l’Hemionite fi guarifeo- _ no i difetti dalla milza & con il portare al collo la radice della Peonia Romana (co " m^nne Galeno) fi hberanoi fanciulli dal mal caduco. Portandoli nellefcarpea BsrSb “U , Pfi'e,dl la CJ7ldonla maggiore, ouero la Borfa paftorale fi fana fpelfo il traboc- «■7 P C0J et C\ fPepem tuttofi calore delle febbri fafciandof, fono le piante de i r°Ki)tiiij. P>ed>- Et fopra le palme delle mani la Pontentilla frefea . Eparimente cofa certifsi ma C'e debbiamo credere a Theophrafto , et a Plinio) che l’Aconito pardalianche ammazza in breue tempo coloro , le cui membra genitali fono fiate tocche con ef- fe . E fiato anchora ofleruato , che portandoli adoflb la radice della Rombice ben netta, et ^beatamente inuolta, fa licurol’huomo dai flufsi de gl’occhi, et altri difet- u ócmchicepcr f' n ' T,7 3 ftran§una ( che pure è gran cofa) ipegnendofi il fuoco acce- nellegno del Tamang.o con la orina de patienti . Vogliono alcuni che coloro , che portano fece un ramofcello di Morfina, non pofsino patire infiammagioni ò po ftcme neI!e angu.naglie, et che fi fanino le uanc. fef. circondano con radfei d'Hede Scordio pre- cauate quando la Luna e in Aquario , ouero che ui fi leghino fopra tre delle fue ■S! c°rp‘ bacche • che 1 corpi morti fi conleruino dalla putrefa, «ione con lo Scordio , ce ne fanno milza . Peonia Ro mana contra la Epilepfia. Chelidonia finno teft'taonio Mirhridate,& Galeno. Gli Scithi ritrouorno già ne i paefi loro appretti Betia un herba di dolce làpore , la quale tenuta in bocca non lafciauauenir loroóme ne fete,& il medefimo effetto faceuaappreffo di loro una altra neicaual- «erba con- li, Riamata Hipice,di modo , che tenendo quelle herbe in bocca durauano la fame la fece. & la fete per fino a dodici giorni continui. Tanta gloria attribuirno alcuni all’her- ba Betonica , che uogliono che la cafa oue ella lì ritruoua piantata fra iìcura da tutte Betonica * le feeleraggini, & peccati enormi. La Coriacefia, & parimente la Callida, mefle nell’acqua (come fcriue Pithagora ) la fa fubito ghiacciare. La dicottione dell’her- ba Minaide fana fomentata ben prefto i morii de i ferpenti uelenolì, & nondimeno ammalia coloro, che fonofani, & fi bagnano con e(fa,ò che calpellano a piedi nu h di l’herba fopra laquale fia Hata fparlà la medefima dicottione,fenza trouaruili rime bl& fu» «■*- dioueruno, cofa ueramente mollruofa, & terribile. La radice dell’Aproxis coli tramnac“ra- chiamata dal medelìmo Pithagora , tira a fe il fuoco di lontano con non minor furia * che facci il Bitume chiamato Naphtha. Scriue Democrito nalcere in Tardatile de India una pianta chiamata Achemenide, la cui radice conformata in trocilci,& data a bere con uino, fa fubito confelfare a i malfattori tutti i misfatti loro quando fi pon ma!fjtton- gono alla tortura. La Diamantina che nafee in Armenia, & in cappadocia approfsi- ^a”“tinae mata ai Leoni fubito li fa rouefeiare in terra, & ferrare la bocca, & dicono effer c=°ni. quella herbacofi chiamata , per effer coli dura da tritare, cornee il diamante . L’A- riamide poi colta quando fcalda la Canicola, approlsimata alle legna Pecche unte Ariimìdt. con olio, fubito fi accende il fuoco. LaTherionarca, che nalce in Cappadocia, ihenon.rc. et in Mifia , fa diuentare llupide tutte le fiere che fi toccano con effa , dal che non fi polfono liberare , fenon con l’orina dell'Hiena fparfa loro adoffo . la Ophiufa, che fi 0 Wll(i & ritroua in Elephantina d’Ethiopia,liuida & di horribile alpetto beuuta induce tanto r“a “**■ terrore, et tanta paura, per la gran copia de i ferpenti che rapprefenta a chi fe la bee , ** che induce i patienti a darfi la morte, per la paura, che hanno d’elfer diuorati uiui da loro, & però la danno à bere per eltremo fupplitio à coloro che commettono facri- suppiitiodd legio, ne altro rimedio ui fi ritruoua , che il dar loro a bere il uino de i Dattoli . La facril£s,°- Potamantina,qualdiconoritrouarfi nelfiume Indobeuuta fa impazzire gfhuomi- piittchefan ni, rapprefentandoli auanti a gl’occhi cofe fuor di natura. Il che parimente fcriue «° Diofcoride del Solatro chiamato Manico , quando fi bee una dramma della fua radi- ce con uino. La Theangelida, che nafee nel monte Libano di Soria, fa diuentare in Tliejl]g,,licll douini coloro che la mangiano fpeffò. Dicono anchora nafeere apprelfo Boriile- Perf"c«"i° ne una pianta chiamata Gelotophilla la quale beuuta co uino,& mirrha rapprefenta GUe^phii- uifioni di cofe ridicolofe,che mai non fanno fine di ridere coloro che la pigliano , fin che non beono pinocchi, pepe, & mele nel uino di Dattoli . L'Afciomene herba(co ^ mefcriueApollodoro)fpruzzataconuinofubbitoarriccialefoglie. EtlaEnothe- ra (come fcriue Crateua) bagnata con uino, & ligata al collo ouero al giogo delli ani Enothcra- mali mitiga fubito la ferocità loro. Scriue Appiano Alelfandrino chehauendoM. Antonio melfo in fuga i Parthi , & non hauendo eglino che mangiare fi abbatterno in certa herba cofi maligna; che mangiandola loro per fame gli leuaua la memoria , gr*tL‘7ùL & gli faceua dimenticheuoli del tutto, ne altro faceuano fra tanto gli lmemorati,che h“b1' cauar pietre fu di terra, come fe uoleffero fabricare qualche grande edifitio , nel che perfeuerando qualche giorno, finalmente uomitauano una cholera, & moriuano fmemorati . Diofcoride fcriue che mettendoli un ramo di Rhamno della terza fpe Rimedio có- tie nelle finellre della cafa, nefcaccia uia ogni malia ouero fattura, che fe le potelfe tra,emali,:- fare. Et il medelìmo dice della Scilla appiccata fopra alla porta; & che portandoli Rimediocó- alcollo le radici della Rombice, ouero della Piantagine.guarifcono le fcrofole. Li ['(lefcrofo‘ uermicelli che feritrouano l’Autunno dentro ne i ricci del Dilfaco (come dice pur egli) Contra lepu ture deJli Scorpioni. Baaràs & fu a inarauigliofa natura . Virtù della Baaras per li berare li fpiri tati. Caftigo de i parafiti. Radice della morte, & del- la iuta. Acheirienide & fuo ualore contra li ni- mici. Refrigerio dei uiandan- ti. Pianta che produce a- gnelli. Loto d’Egit- to & fua mira bile natura. . . egIi)portati legati al collo, ouero albraccio finiftro, guariffonolefebri Quartane» L’Attrattile portata adoflo non lafcia fentire il dolore delle ponture delli Scorpioni, & leuandofi da dolfo fubitofi fente il maloreiNepoffono effer trafitti dalli Scorpio- ni(come fcriue il medefimo)coloro che portano feco la radice deila Poiemonia, & fe pure fuffero trafitti, non fentono dolore, ne nocumento ueruno . Ritrouafi una piata pianta in Giudea (come fcriue Giofefo, chiamata Baaras dal luogo oue ella nafce, la quale nel colore imita una fiamma di fuoco rifplende a modo d’un razo di fulgore. Ma il cauarla è cofa non poco pericoIofa,& difficile.Imperoche come lènte accollar fi alcuno, fi ritira fotto terra, fin che non fe le fparge lòpra ò fangue meftruo, ò orina di donna. Et toccandoft la radice con manodàfubito la mortele non fi porta legata & pendente dalla mano. Onde per piu lìcurezza le ffalzano all’intorno fin preffo al fondo & di poi ui legano un cane, il quale udendo lèguire il padrone, mentre che correndo finge di partirli tira con impeto la corda, & la ftirpa di terra : Et fubito- cafcaiui morto in uecedi colui che la doueuacauare, & coli celfapoi ogni perico- lo,& ogni timore, che non è poco che gl’huomini fi elponghino a tanto pericolo per la uirtu d’un herba fola . Imperoche polla a dolfo a gli Ipiritati (libito gli libera.Ne guari difsimile è la uirtu della Ruta, ScdellHiperico, fe ben non tanto efficace . E appreffo di me una radice d’una herba, ritrouata dal dottifsimo femplicilla M. Fran ceffo Calceolario Veronefe , laquale infufa nel uino al pelo d’uno icropolo, per cin- que ouero fei hore di tempo, & di poi colato il uino,& dato a bere a i ghi otti parafiti fa che non poffono mangiare a tauola, ne inghiottire pur un boccone di qual fi uo- gli cibo, fin che non fe li dà a bere dell’aceto . cofa ueramente ridico la & giocofa,ma. non però da commettere a ciafcuno . Cauafi una radice nelle Indie occidentali con foglie come di Sambuco grolla quanto la cofcia d’uno huomo , il cui fucchio beuto, è uelenofo & mortifero , & nondimeno della parte da cui è fiato (premuto il fucchio, fecca,& macinata, fe ne fa ottimo & falcifero pane . Scriue Plinio, che gittata l’Achemenide herba nelle fquadre de nimici , mette loro un cofi fatto terro- re,che fubito uoltano,fuggendofi,lefpalle.un’altra nenafcein Perfia(come afferma pur egli) chiamata Larice, la quale portandofi feco ne iuiaggi, fa hauer copia ab- bondantifsima di uiuande , & altre cole necelfarie nelli alberghi. Et però era data da i Re, appreffo a i quali folatnente fi ritrouaua, ai loro Ambafciadori i quali mandauano in Lontani paefi. Scriuono alcuni hiftorici moderni, di fede degni, & huomini di gran conto ritrouarfi una pianta d’herba appreffo a i Tartan la- quale produce un frutto del tutto fimile a uno Agnello, ricoperto d’una fottilifsima pelle, di cui fanno gl’huomini del paefe cappelli. La polpa di dentro dicono effere fi milc a quella de Gamberi,& tagliandoli in fu la pianta,gitta fuore un fucchio rollo fimile al fangue, di mirabile dolcezza, & dicono che la radice della pianta effe fopra terra fino all ombilico del frutto, che tutto il tepo (che fa ancora maggiore mira- cocche fe ne Ha fra l’herbe tenere, & frefcheffe ne Ha lieto, & uiuo, come un’agnel- lo in una amena paftura,& che cauandofeli l’herbe d’attorno, fi ua poi feccando pia piano . Ma fa anchora non poca marauiglia, l’effer defiderato da i Lupi, non meno che fe fuffe uiuo, tanto fono auidifsimi di mangiarfelo . Ma non è anchora miraco- lo quello, che ffriuono del Loto d’Egitto qui non molto difopra commemorato da noi? Quello dico ( come ffriucno Theophrafto , & Diofcoride ) fi ritira con i fiori & con 1 capi la fera fotto l’acque , oue egli nafce, & fi riduce cofi a baffo fino a mez- za notte, che non fi può tufando il braccio nell’acqua toccar con mano,& dipoi fi le ua fufo pianpiano , di modo che nel leuare del Sole , fparge fopra all’acq ue ben alti i fiori & capi 1 quali ha egli come di papauero . finalmente ne le felue, ne i falsi ne le fpelonche,ne qual fi uogli piu horrido luogo fatto dalla natura,, fono fenza dote di Medicina, M ina finto è ella benigna madre dell’humana generatone . Sono ueramente ua(i infinge le piante dell’herbe, & delti alberi, che fxritruouano nelle felue, da ■ |O,;,m0 j rimedi per le malattie . Se ne ritruouano fimilmente ne i falsi, & nelle cJjt dell’altre parimente utilifsime, & nel mare anchora & ne i laghi & ne i fiu- iV:& nelle fonti & nelle paludi di molto làlutifere , di modo , che non fi troua luogo Non r, timo veruno, che non habbi qualche parte di Medicina j impcroche di tutte le cofe crea- te dalla natura non ui fe ne troua ueruna, che non fi polla accommodare nell’ufo del Medic,M- ]a Medicina.auuenga che gli iftefsi ueleni,nò folamente fi diftruggono, & s’ammaz zano l’un l’altro, ma guarifcóno uarie, & diuerfe infirmità del corpo. L’Aconito par Anchora i ue dalianche , quantunque ( come di fopra è fiato detto) fia egli cofi maligno, & uele- ^ nofo , che toccandofi folamente con eflo le membra genitali del fello feminile, dà la ilhuoraÌ!11' morte poco dipoi , nientedimeno beuto dalli trafitti dalli fcorpioni , gli libera pre- fentaneamente . Miracolo ueramente , che effondo ambidue quelli ueleni mortife- ri per feftefsi, s’ammazzano l’un l'altro nel corpo dell’huomo, per liberarlo dalla morte . LaCicuta, appo ciò , pianta parimente mortale, fana applicata l’Erifipele , & l’ulcere che mangiano la carne , mitiga l'infiammagioni de gl’occhi , & fana mol- te altre infi rmità del corpo . H Nerio ammazza gl’afini , i caualli , & i muli, & nondi- meno beuto nel uino è antidoto ualorofifsimo contra i morfi de i ferpenti uelenofi . L’Opio amazza gli huomini facendoli dormire in fempiterno,& mitiga all’incontro ogni acerbifsimo dolore, & riftagna tutti i fiufsi del corpo . Ma che piu dire tante co ìe delle piante ? eflendo che nonècofaalmondochenonfifacelfeconrherbe,fefi fapeflero lemarauigliofe uirtù di molte . Et quantunque paia ad alcuni che quelle rucceie uinù cofe non fieno da credere, nondimeno non reità che non fieno uere, & ma rauiglio- S fe, & che non conftrenghino a confelfare , che ue ne fieno di molte piu che uere . m ^ . però fono biafinati da i dotti coloro, che fi ridono di cofi fatti miracoli delle piante, uedendofi,che i fuccefsi delle pruoue,ne fanno crefcere ogni giorno piu la fama Nò è ueramente conueneuole il derogare cofi fubito alla fede delle hiftorie. Però che fe hiiione * molte cofe fono chiare nel cófpetto noftro, delle quali non fi può rendere ueruna ra- ”a £' gione,& molte Hanno afcofe nelle intime parti della natura, le quali non polfono ef fer comprefe ne da intelletto humano,ne da ueruna ragione, perciò che la natura ha uoluto piu prefto che gl’huomini fi marauiglino di quelle cofe, che permettere che fieno mai intefe da ueruno . 11 perche coloro che uogliono inueftigare le ragioni di tutte le cofe difficultofamente,rimuouono da tutti i miracoli della natura, derogado non poco all’immenfa poteftà loro. Imperò che doue màca la ragione delle caule, fu biro ne nafce il principio del dubitare, & di Filofofarli fopra. Er per quello fi sforza- no di ruinare a un certo modo la Filofofia, coloro che non predano fede a i miracoli della natura.Ma perche nò fi conofchino piu piante(diceua Plinio)ad altro non fi fa dare la cagione, fenon perche l’efperiéze loro fono ne i uillani ne i pallori & altri huo mini ignoranti, & fenza lettere alcune, come in quelli che foli uiuono fra elfe. Perciò che a molte cofe ritrouate màcano i nomi,& noi fappiamo(diceua il medefimo Pii.) una piàtafenza nome, laquale fotterrata ne i quattro catoni de i capi feminati,prohi bilce che nò u’entri augello alcuno.Ma è cofa ueraméte brutta,& uituperofa che co- loro, che fanno le cofe rare, nò le uoglino manifeftare, come fedouelfero perdere ql “ lo, che altri hanno ritrouato.Et ciò per il piu fanno coloro che lanno pochi fecreti , i Cl,re rare ' quali per inuidia nò gl’infegnano mai ad alcuno, & di qui è che molti fecreti delli an tichi fi fono perduti del tutto. Ma non per quello uoglio io feguire la pertinacia , & rei, r«r«i. malignità di cofioro ne fepellire oueramente nafeondere quello, che ho con grandif fime fatiche acquiftato . Percioche altrimenti facendo mi parrebbe di defrauda- intesone re non poco la pofterità dei beni d’altrui. Et però effendo Tempre fiata mia inten- dell'iu,0“- * tione tìbne di giouare aìia Republica , & alla pofterità ancora , fio uoluto propalar in que- llo mio uolume al mondo, non fidamente tutte quelle cole che ho raccolte da gl’al- tri coli antichi come moderni , ma anchora tutte quelle che fono ftateritrouate , & Iperimentate da noi , che ueramente non fono poche, imitando in ciò alcuni Eccel- lendfsimifcrittori de tempi noftri & non meno dotti nelle Greche lettere che nelle Scrittori mo Latine, che hanno fcrittol’hiftorie & le facilità delle piante, fra i quali i piu famofi tSimifcelk fono flati Hermolao Barbaro, il Leoniceno , il Manardo Ferrarefe , il Ruellio , Mar- cello Vergilio Fiorentino, ilBrunfelfio,ilBrafauola,ilFuchfio, ilSiluio,ilMon- della, il Cordo, ilDodoneo, il Borgaruccio & alcuni altri che per breuitàtrapaf- fo. Quelli dico fono flati liberalismi donatori a tutto il mondo delle fatiche ho- noratifsime loro fatte intorno alla cultura delle piante , già per auanti trasformate , & quali infaluatichite del tutto. Alche hauendo pofcia anchora io confiderato , Di che forse non poco., mi polì con ogniindultriaa lèguitarelepedate di colloro. Impero che indetto i;m- fruendo già io auuertito , che molto reftaua anchora che fare intorno alla coltura **• di quefto giardino, & a i grandi, & grofsi errori che fi iaceuano in Italia , & da i Me- dici poco dotti in quella- facultà, & dalli {pedali nelle lorolpetiarie, con pericola ueramente grande della uita de -gl’huomini , defiderofo di far pruoua fe con il mio Itudi’o potefle fòccorrere a coli Iconci errori , & graui pericoli, confide- rando, che nelle lpetiarie nollrede l’Italia rari fono li Ipedali, che intendine; la- tino, prefi la cura de interpretare in lingua uolgare Italiana, Dioicoride Anazar- , beo , Greco , & antico fcrittore , & nel trattare l’hiflorià, & le facultà delle pian- te, & altri femplici medicamenti, facilmente Principe fra tutti gl’akri Icrittori an- tichi. Et perche ciò non mi pareua ballare per dar lume all’Italia, de fuoi, & de gl’altrui errori , ne di pofler dimoftrare quali fulfero i ueri & legittimi fem- plici, & quali iballardi, ui fctifsi fopra, (comeènotoaciafcuno) lunghi dife or- li , & commenti . Ne i quali pofi io ueramente tutto quel buono , che fi ritroua- ua nel mio affili debile intelletto, & giuditio, non perdonando ne a fatica, ne a iludio, ne a uigilie, ne ad altro trauaglio ueruno:per far conofcere (come ho detto) quali per mia opinione, accompagnata fempre dalla ragione, fieno le ue- re & legittime piante , & parimente per dire il parer mio intorno a molti altri fem- plici medicamenti di cui non fcriflè Dioicoride, ne altro qual fi uogli Greco fcrittore.Nel che fare fui conftretto di manifellare , & di correggere per tutto nort fòlamente gl errori , delli Speciali , & de i Medici noftri antecefiòri poco intenti a quella cahto bella parte di Medicina 5 ma anchora gl’errori & falfe opinioni di alcuni moderni, &nuoui fcrittori, quantunque diligentemente habbino fcritto, & trattato quella materia . Manonperòparmi marauiglia che cotali huomini ue- ramente dottifsimi , & degni d’infinite lode, habbino alle uolte non udendo er- rato in coli faticofa, difficile , & intricata facultà, fapendo effier ciò ancora a me accaduto. Cofi adunque narrai io ne miei difeorfi quanto mi parie ballare intor- no all’hiftoria dei femplici medicamenti, fcriuendo delle uirtu & facultà di tutti , quali fempre nel fine d’ogni mio difeorfo , tutto quello , che ne fcriue Galeno . Oltre a ciò ritrouandofi non poco numero di piante d’aromati , droghe, & di uarie altre lpetie di femplici , che fono in ufo continuo de i medici , parte ritrouati da of Arabi, & parte da altri, che fuccedendo di età in età di ciò fi fono dilettati, de i qua- li (per quanto fe ne uede ) non fcriffieroDiofcoride ne Galeno, ne ueruno altra delli antichi Greci , gli pofi fenon tutti , almeno la maggior parte ne i predetti difcorfi, defcriuendone l’hiftorie , & le facultà loro , con quella diligenza che poffei maggiore . Hor hauendo adunque cofi meffo fine all’opera , & al mio pro- ponimento , non fenza maturo cordìglio , & perfuafioni di piu huomini dottif- fimi, fimi , & e/pciutifsimi, miei lìngula» amici diedi il uolume pubicamente in Ita ra- pa, concimo digiouare inqualche parte con le fatiche mie, allauita de «ffhuo- mini, óc di farsi, che dame particolarmente fentiffe la Italia alcuno benefitio. Marciò babbi io poi confeguitoònò, non s’appartiene a me di fame m'uditio j rame che potefle io anchora affermare, quando ciò non mi fi imputaffe a uitio ’ che quefte mie cofi lunghe fatiche non fieno fiate ingrate a gli Italiani, fapen- do che nel corfo di pochi anni è fiata cèfi fpeffo ftampata & riftampata l’ope- ra , che fe ne fono uendud piu di trentamilia uolumi in lingua Italiana , fenza quelli che fono ufciti in lingua Latina, che non fono fiati poco numero , a be- nefitio dell’altre nationi d’Europa. Imperocheciò dimoftra manifeftamente che ui fi fia pure ritrouato qualche cofa di buono. Del che m’ha dato parimente indi- rio , 1 hauere io ritrouato alcuni moderni fcrittori Alemani dico, Spagnoli , & Fran cefi i quali hanno meffo ne i loro uolumi Latini , in cui hanno trattato quella ifteffa materia , non poche delle mie opinioni interpretate dall’Italiano , confeffando non fedamente coftoro d’hauerle cauate da quelli meidifeorfi, ma hanno anchora con non poche lodi (per cortefia & Immanità loro) fatta honorata mentione del mio no me , & de mei feruti , come ha fatto ultimamente il Lacuna nel fuo Djofcoride Sp gnolo, nella fabrica del quale ( come egli fteffo manifefiamente confeffa) non fola- mente s’ha feruito de mei ferirti a fuo piacere , ma di tutte le figure delle piante, & delli animali , lequali ha fatto intagliare uiuamente dalle mie . parendoli ( come egli dice ) di non hauerne ritrouate di migliori . del che ho io piu prefto da rino-radar- lo , che d’hauerlo a fdegno , pofeia ch’io ueggio che uno huomo di tanta dottri- na, confeffa d’hauere in tal confiderarione quefte mie fatiche, che non baftandoli l'animo di poffer migliorare, ha uoluto a fidanza feruirfene . penfando con ciò di nò douer giouar manco a fuoi Spagnoli, ch’io habbi fatto ai mei Italiani. Dimoftra oltre a ciò che fia non poco piaciuto quello mio uolume anchora a i Francefi pofeia Il Marthiolo che fi uede tradotto & ftampato nella lingua loro con le mie figure fe ben cauate in f“° Fr“cc' piu picciola forma. Ciò adunque hauendomi non poco accefo d’ardore di rr\ rUn Circi r^oinnp. rhp np*l tura 5 in piu di mille luoghi di tutto il uolume . Quello adunque, (pero che (ara cagione, che nel comporre tutto quello che fi richiede nelle fpetiarie , oue uanno tutte le 1 icette de Medici , non sandarà piu à tentone ceipitando nelle teneore, maficaminaià ficuramente nellaluce.E cola ueramente da ridere , &uergogno(a a ciafcuno artefice il non conolcere la matei ia5& parimen- te gli inftromenti , che fi conuengono nell'arte della Tua profefsione . Et però non lenza grande ipnominiapuo efière quel Medico, chenonficuradifapere la materia che fpetta alla Medica na , & oli inftromenti principali con cui fi curano i morbi : cofe che tutte finalmente dipendono dalla nera cognitione de (empiici , & dalle predo fc facultàloro , lenza il che non fi può fé non giocare à indouinare , & medicare alla cieca , come apertamente ne fa tefhmoaio Galeno . Per- cioche fe fenza la notitia & uera dottrina deifemplici fifuffe polfuto eftercicare la Medicina, non ali farebbe flato bifogno di trattare tal (acuità per undici libri continuile di andare con di- ligentemente inuefligando per gii odori ,& per gli fapori le facuità & i temperamenti di tutti! femplici medicamenti, ne fcriuerc intorno à ciò coli bello & utilifsimo methodo di curare le i n- firmità con efsi foli» Al cheauuertendo con ogni (ua folita prudenza io Xlluflrifsimo & Seicnif— lìmo Senato Vinitianoàperfuafionedc i fàpienrifsimi Medici Padouani , & de i Lettori di quel- lo Audio coli fànioib , ha già fonno molti anni fatto fàbricare & edificare nella floridi fisima Cit- tà di Padoua, uno amplifisimo giardino per commodo publico & ornamento della Medicina, doue li ueggono uerdeggiare infinite rare piante di cui fi ricerca la cognitione à ciaficuno , che fi diletti hauer nome di medico ; di modo che lenza andar uagando gl'anni tutti interi per diuerfie parti del mondo , potranno con commodo grandifsimo farli dotti , & periti nella cognitione de femplici tutti gli fcolari di Medicina , & parimente i medici , che quiui fé ne uerranno in breuif- fimo tempo . Del che ne rifultarà ueramente gloria immortale à quello Serenifsimo Senato, ue- ro imitatore della grandezza di quello antico Romano, &uero effempio di quelli Imperadori commendati per tanto magnanimi da Galeno , che con grandifisima cura attefiero à cotal facilità gioriofia . Ne meritano perciò poche lodi il Buonafede, & il Nouale chiarifsimi Medici printì ri trouatori dicofi uri! parte di quello fàmoiifsimo Audio , ne parimente fia degno di minori iodi il Magnifico & Dottìfsimo Monfignor Daniele Barbaro , ardentifsimo promotore d’ogni ope- ra uirtuofa , per hauer egli à quefta imprefa lungamente fauorito , & dato ogni pofsibile aiuto . Dal che multato loliluftrifsimo, & Eccellentifsimo Cofmo Duca di Fiorenza , &di Siena, à perfuafione principalmente del Clarifsimo Medico M. Luca Ghini ha anchara egli fatto fabri- care nella antichifsima Città di Pila uno altro Amile giardino doue per opera dei fuo promoto- re , uerdeggiano hoggi molte rare piante , che per alianti non fi fono in Italia uedute , à commo- do & ornamento publico de i Medici , de gli fcholari , & d'ogni altro , ghe di quefta facuità fi d i- letti . ne mancano altri particulari huomini di raro intelletto, che defiderofi di giouare al modo hanno fabricato & fatto in Italia à loro propriaborfa coli fatti giardini , fra iquali è quello in Pa- doua del Magnifico M. Filippo Pafquaijgo , quello del uirtuofifsimo M- Iacomo Antonio Cor- tufo gentil'huomo di clfa Città , fautore & amplificatore grandifsimo di quefta facuità diurna : quello in Venetia dell eccellentifsimo Medico M. Mafeo Mafei , quello del Magnifico M, Pier A ntonio Michele , noteuole cofi perle piante peregrine , che ui fi ritrouano , come ancho per li aquidotti , & grottefehi rarifsimi , che ui fi ueggono con mirabile arte fabricati , Quello in Mu- tano del Magnifico M. Camillo Triuifano , & quello ad Duolo in uilla del Magnifico M. Iaco- mo Contarino: quello àMoncelice del Signor Egidio Curpani nobile Padouano, & quclliir» Ferrara di bellifsime piante adornati , l’uno del Acciainolo primo cancelliere delfflluftrifsimo Duca, & 1 altro del NJigrefolo : quello anchora del fàcondifsimo poeta M. Fabio Segni Fioren - tino , & altri in altre diuerfè Citta d’Italia d’altre perbene uirtuofe , & gentili , iquali per breuità trapaflò . Ma che dirò io di quello di M. Giulio Moderato nella Città di Rimini ? non altro ue- ramente fenon che fia uno dei piu belli, & piu famofi de Italia. lmperocheper quanto ueggio per il catalogo delle piante , che ui fi ritrouano , panni che fi polfa connumerare anzi anteporre a molti de gl altri fopralcritri , di modo che di non poche lodi reputo degno il Moderato fu det- to ,& tanto piu quanto eglifufernpre liberalifsimo non folamente didimoftrareiltuttoàcia- feuno che u’arriuaife , & che fi dilettafle della facuità de femplici , ma anchora di participare con tutti delie piante rare , che ui fi ritruouano , à confufione d'alcuni inuidiofi , & auari , che hanno fatti giardini , ne iquali non folamente non lafciano entrare i uirtnofi , dubitando , che con gl'oc chjnpngl’inuolino, oueramente non gli affafeinino le piante , manon nedarebbeno pure una fog! ia ad alcuno per ogni denaro , non che per liberalità , & gentilezza per poterli uantare , che efsi foli hanno quefta , & quell’altra pianta in prigione , Et perche la natura di tutte le cofe uir- tuofe Senza la feien Za dei Templi ci non fi può ^eflèrcirare la Medicina, Giardino di Padoua, Cofmo Duca di Fiorenza. Giardino di Pifa, Giardini de femplici di- vertì, tuofe è d'andarfene Tempre dilatando, & crefcendo in infinito, debbiamo fenza alcun dubio ipe rare , che intendendo lo Illultriflìmo , & fèreniffimo Senato Vinitiano le lodi immortali che Te li danno da tutto il mondo , per l’utilità grande , &per l'ornamento che riTulta del Tuo giardino à q uella fantolini ma Academia di Padoua, procurerà di far portare da diuerfeparti del mondo , doue hor le naui, horle galee loro nauigano à mercantia, tutti li neri & leghimi Aromati,liquo- ri & minerali che ne mancano . Ma perche à me è Hata cofa imponìbile di dare, & inlegnare la ue ranotitiadeiueri medicamenti Templici fenza manifèftarei molti, & grandi errori de inoltri predecellori , & parimente d’alcuni moderni Tcrittori , Tappia ingenuamente ogni candido Let- tore , che contra all’opinioni di coftoro non ho già mai Tcritto io per auuilire ne per biafmare le fatiche & gli ferirti loro degni ueramente di lodi immortali , ma folamente per difeoprire la ue- rità in benefìcio della Republica , & della uita de gl’huomini, laquale fi debbe anteporre à tutti i tefori & altre ricchezze mondane . Del che mi farà Tempre teftìmonio apprelTo Iddio la confcien za mia, & apprelfo il Mondo il foftenere io con uiue, & uereragioni & non con fofiftiche la ueri- tà delle cole , che ferino , & il non mi curare io ( da che humana cofa è pur ferrare) d'dfer da cia- feuno altro con la uerità corretto , oue ragioneuolmente lo meritino li mei Icritti , percioche ta- le debba efler Tempre l’animo del Medico Chriftiano, ma anchora d’ogni altro, che fi diletti d im parare , & di uenireallaperfettione delle cofe , che di uolerlòftenere perparere d'elferinrepren- fibile , il bianco per lo nero . 11 che ritrouo eiìèr flato olferuato da gl antichi & làpientiffimi Phi- lofophi,iquali non folamente non fi uergognauano d’eflèr corretti con uerità delle loro opinio- ni , ma s’allegrauano d’elferfi Tciolti da gli errori , & d’hauer riconofciuto il uero . Et però non è marauiglia le la maggior parte di loro peruennero allaperfettione delle cofe Philofòphiche,che cercarono . Hor le adunque coftoro, iquali non uolfero, ò non feppero notare gli altrui errori, fi godeuano quando fi uedeuano ragioneuolmente puntati da ciafcuno per imparare, manco ue- ramente fi doueranno dolere alcunide moderni d'ellére da me flati auuertiti , & correttiin qual- che cofìi in quelli mei difeorfi . Percioche elfendofi anchor efsi dilettati di far palefi con gli fcrit ti loro gli errori de gli altri , è ueramente lecita colà , che anchora efsi fottoghiaccinO ( come an- chora io non ricufo) allamedefimacenlura, ouelifcrittilorolecitamente lo meritino, come de- termina per fentetiza Galeno al fecondo libro delie compofitioni dei medicamenti fecondoi luoghi contra Archigene. llpercheparmi, che piu prudentemente figouernino coloroiquali lafciano andare in luce i uolumi delle fatiche loro mentre che uiuono, che quelli che nonuo- gliono lafciarle nel giuditio de gl huomini fenon dopo la morte . Imperoche dubitandoli cofto- ro d’ellèr taflàti dclli errori , che efsi non conobbero , fi rilèrbano , per non patire quella uergo- gna in uita , à dar fuoreal mondo le cofe loro infelicemente dopo la morte , non accorgendoli , che coli facendo , doue credeno di farli fama immortale di làpienti , fe la fanno il piu delle uolte d’ignoranti. Ma altrimenti accade à coloro iquali mentre che fono in uita lafciano andare nel conlpetto di tutti intrepidamente per le publiche ftamparie, & librarie le lùbriche de i loro uo- lumi. Imperoche làpendofi che gl huomini ageuolmente pollono errare , & che folamente le co fe celefti fono lenza ueruna riprendono, fi godono di uedere, & udire tutte le cenfure coli giu- fle , come ingiuft e , che lì danno loro ; accioche dalle giufte fi pofsino per fe ftefsi correggere, & dalle ingiufte animolàmente difendere , come habifognato fare à me contra le calunnie d'alcu- ni inuidiofi , & maligni . iquali fi fono dati alle uillanie, & alle maledicenze , oue fono loro man cate le ragioni di contradirmi . Ne mi piace hora di nominare quelli coli grandi ualent’ huomi- ni, accioche col nominarli non delle loro autorità , & nome , & mafsimamente effendo hormai conofciutc da tutto il mondo le loro malignità , & taccagnarie . Quella adunque tanto manife- fta utilità ha indotto parimente me , à mettere al cimento di tutto il mondo q uefte mie coli fatte fatiche; del che ueramente prendo ogni giorno non poca confolatione , per hauerhauto largo campo di tempo dalla prima imprefsione fino à quella ultima, d'emendare aliai cofe , che non del tutto mi contentauano ( come che forle parellèno ad altri perfette ) & di fàrui dentro in ua- ri , & diuerfi luoghi di tutto il uolume gran numero di non manco utili, che necellàrieaggiun te, & di femplici nuoui, & di gran numero di figure . L’aggiunta delle quali in quella ultima ftarn- paarriuafinoal numero di trecento. Et accioche meglio mi polla io chiarire fehabbiaònòin qualche colà non udendo errato , fapendo , che anchora fuore de Italia fi ritrouano felicifsimi, & acutifsimiingégni , non mi fono folamente uoluto contentare , che reftino quelle mie fatiche in lingua fola Italiana, ma che s’habbino anchora in lingua Latina, acciocheperucnendo (co- mefon certochegià fono peruenute già famolti anni) alle altre nationi, pofsino anchor elle feruirfidelle mie fatiche, clienti, & quali ellefìlieno, Suopolfaudire da loro che giuditio ne faccino . Io ueramente in quelle mie làtiche coli prelènti , come Rampate per auanti, nonho la- feiato di conferire al mondo tutto quello, chehofaputo, &chem’è flato pofsibile, anchora ch’io fappia che ho fatto poco , & che ciafcuno di uoi ftudiofi di quella facultà , polfa defiderare . Ma quanto profitto in ciò babbi io fatto, io ueramente nonlosò. Ma uoi ne farete li giudici: che piaccia à Iddio , che fe non in tutto , almeno in qualche parte u'habbi fodisfatto . co te AL MOLTO MAG. ET ECCELL. SIG. PIETRO ANDREA MATTHIOLI MEDICO, ET FILOSOFO PRECLARISSIMO, I U C 0 M U J o 0 C 0 \T V S 0, Ò IfOTff ui pojfo mandare , Magnifico Signor mio Eccellentifìimo , nè l’ima , nè l'altra forte delle piante , & delle radici , che mi ricercate ; perche il noflro Bjfciotomo Alemano cofi irniente berbaro,fi lafciò morire , & fecondo che dicono i fuoi , per colpa d' alcuni me dici giouani,ór poco pratichi, che non fi auuenendo infime delle caufe dell infirmiti, & del le prouifioni, Inficiarono la cofa come per irrifoluta , ór quelle prouifioni che furono fatte > furono tardi (Urne & fuori di tempo , con danno del patiente , órpoca loro riputatione : &■ perciò molto fauiamente configliò Rafi gl’ infermi, quando gli Inficiò fcritto,che non doueffe ro prendere moltitudine di ?nedici,ma un folo ór buono ; perche molti medici faceuano mot tè confufioni , molte efierienze , & pericoli importanti àprègiuditio loro . basìa ( come fi tuoi dire Jìa morte non uuol colpa; morfe egli maniaco , come dicono , guasto ór fattucchiato da certe freghe . Io cre- dereipiu tofto riffoltù & confumato di uirtù radicale, & humidità fiuftantifica , per le cccefiiue fatiche .ch’egli faceua: pure fi fu come dicono , ch’ejjerpuò , Dio mi guardi da cofi fatti medici f empiici theorichifii , perche mentre perdono il tempo decorrendo, difiutando, anzi gridando, & poco intendendo il bifogno, pugna il male , & combatte l'infermo, ór indi à poco affediata la natura, la urne & fup era, conducendo il patiente à morte, auanti che quejìi tali porgano debito foccorfo,& particolare fuffragio alla particolare infirmitd ; con ilquale fuffr agio, fi fuff'e fiata la natura fouuenuta,ha- rebbe effa foprauinta l' infirmila, & refi il patiente nittoriofo,& fi potrebbe tal’ bora dire pfufcitato . L’ìnduflria de’ Me dici, Signor Matthioli mio, poi che con tanto giufta caufa, ór à me tanto fiiaceuole ór dolorofa fìamo à parlare di que- Sìo,non fi magnifica tanto per Theoricali allegationi, come che uarie fieno le T heorkalità, delle quali la operatiua fi fet efficutrice ; quanto per la pratica, per gli efierimenti, ór per un certo naturale giudicio ; delle quali fignalate condì tie- ni uoi fite cofi riccamente ornato, candidamente parlando, cr da ogni adulatione lontano, & fopra tutto di questo fupre mo giudicio ch'io ragiono , principal uantaggio tanto del medico quanto del patiente , ór chi manca di quefio, manca di tutte le cofi . ilquale fopra eccellente diuiene con il tempo, & con effa praticavamo lodata da lppocrate,Tlatone,Mri- fiotile, Galeno, J.uicenna,& altri . Dagli efierimenti, dico, effercitando efio giudicio in molte , ór diuerfe facoltà, come ben uofira Eccellenza fa, praticando uarie perfine, fempre inquirendo,offiruando, ór effattamente uerfando tra le cofi fimplici & naturali, operandole sì, che fi uedano gli effetti delle eflimation loro, per che è meglio fapere la uerità . che ere dere la uerità, fecondo il parer mio però, & fecondo Mnftotile ancora nell’ottano de Ccelo,& Mundo,ór nel fettimo ór ottano della Fifica:uerfando dico tra le cofi fimplici afonamente in mare, in terra, in monti, in piani, ualli, (lagni, fonti, fiumi, & per diuerfe Regioni, perfirutando fempre,&fimpre tenendo la mira dell'intelletto à quefio incinto di giouar al profìimo medicando : efiendo questa, fua uocatione però come e' uoftra, ór non per auaritia,ò uana fouerchia gloria, ma, per carità, & per quella gloria, che tra gli b uomini è di uirtù figno, ór fu nel Cielo di effe un tà premio, perche alfine fi riha da render ragione una uolta di fatti er non di parole . Mila qual uirtuofii intentione , s’hanno da intirizzare tutti quefti lumi d’ inquifitioni,inuentioni ór altri acquifti efiratti da diuerfe filofofiebe facoltà come Mnat bornia theoricale, Ór pratica, aprendo piu che può degli infermi, che mancano, come Hidropici,offeruando quali de membri nobili.& pre- cordiali furono gli contaminati & contaminagli, de'T Infici, dc’Tleuretici &c.TS{on fi fermando del tutto in qtiefia nu- da metbodica profefìione , come molti di quefti tali farefogliono ; ma dandofi accuratamente ad altre buone fri erige ór arti, atte allo aumentare & far perfetta quefia importantifiima facoltà fifica ,rifietto l'eccellenza della quale tutte L’ al- tre facoltà fono un zero,percbe confifte in q uefìa . il grandi fimo theforo della ulta, ór la confiruation di quella, ór della' nera ulta poi,effendo il corpo per l'anima fatto, come l'anima per il corpo, non altrimenti che la materia per la forma ór la forma per la materia fatta fia , annouerando tra quefte l' Mflrologia,Tfigromantia, Tiromantia, Mcromantia , Chi - romantia,Geomantia,Hidromantia, ór tutte quell’ altre fetenze & arti confimili, che uano infìeme, perche hanno lefiel lepofiànga in noi . il fuoco ne fcalda ór abbrufcia,l' aria rinfocolagli [piriti, contemperando l’anima nel cuore,ór tut- ti gli altri rifeontri che tralafcio per breuità, fapendo che al buon medico fi appartiene il fapere tutto ciò, per potere co- nofceregli affetti degli offefiionati,amaliatì, fingati, ninfali, ombrati, affafiinati,biaftemati, maledetti, (fintati, ór altri tali con gli affefii degli ojfefii loro ; perche da tutte quefle pojfono ejfire alterate, contaminate ór corrotte fino à morte „ Ór per mille modi cruciate le creature, non fecondo il uclgo però, ma fecondo la nera intellettuale Filofofia, dal confin- fo per il confenfo nel confinfo pajfando, d’intorno che non mi pare bifogno di piu lunghe ór chiare probationi,órmaffi~ me con y. E. che tanto sà , ór ne hà , ór può hauere larga tefiimonianza. da Fiatone nell' undecimo delle leggi . onde; ■ che pare che alludi intorno cofi fatti artifitiali malefici effercitij,da H omero. da Virgilio,dalle leggi delle dodcci tau oie» Hael,T betel, Bugierò Bacconefl Re di C a figlia, d Re di Inghilterra, Tietro d’Mbbano,Tico dalla Mirandola nel firga- mentario,órpìu effatta & ucriteuolmente da tutta la frittura nuoua ór uecebia,Taolo,MgoTtino,TbomaJJò>Dionifio9 Ór piu alto pigliando il Gene fhTaralipommo.B^e.Ejf odo ,ór per ogniparte de z^Seniori,& finalmente dal Filofofo fo- pra tutti gli Filof ìfi chrifio Benedetto , per bocca de gli Mpo fiali fuoi in tanti luoghi, è bene faperle & intenderle , dico > per faper ancora giudicar e rettamente quali degli affetti fieno mentali , dando luogo il piu delle uolte la natura fecondo- ilgrandifiimo Muicenna agli acutijfimi pen fieri dell’ anima, quali curabili, ór quali incurabili, ór non mcdicabiliffe non con gli incontri delle medefime Idee ; onde nacquero le alter ationi &gli affetti , effendone di quefli pena di peccati, al- tre uolontarie, altre naturali ber editarle, altre caufa imagi nata, altre incantationi, altre mere imprefiìoni . ór perciò na è meno lodabile in un medico il fapere lafciar di medicar e, doue il non medicare fi comenghi,che fia nel fapere bene ór à tèmpo medicare, doue fia necejììtà di medicamento, ór farlo con prontezza finza tante diete ór perdimento di tempo , come gli fu detti fecero; perche due fole import antìfiime cognitionibafiano al ualente &giudìtìofo medico, ciò è la cau- fa3& la natura del male ; dico quanto al coliegiare3 che peraltro donerebbe nel buon medico concorrere > per quanto pofiibil fife, la cognitione degli aeri torbidi &fiereni,per poter cofi dagli eflremi di queSti,conte di quelli, farfi le efiqui jìte corr ottieni & nella ferenità peggiori ancora ; delle acque della quantità & qualità delThumor de' terreni , ficcità , bumidità,& ebullitioni loro , & delle circonSìantie à tutto quello appartenenti , & degli uenti,che (pirano nella regio- ney& particolar fitoyoue egli medica tanto cardinali , quanto collaterali con le lor quarte yOttauey & decime, fiefie, & fe pofiibilefuffe piu di quello, che Tlatone,Mr fiorile, Muerroe, Galeno, Muicenna, Plinio & altri tali fecero per efer delle cofe tra tutte le cofe mediate & prefintane e tra la uita & la morte . perche da quefli flati motion & commotion di aeri bor caldi & b/midi, bor freddi & ficchi, & di conuerfo,& per di dentro & per di fuori de i corpi nostri, fi altera ilfale, condimento di tutti gli humori , in noi liquandofi,acuendofi,congelandofi,tofiandofi,&petrificandofi, fecondo piu & meno . Onde nefeguono poi , maggiori & minori danni , fìntomi , & af etti piu & meno iniquunè fi troua alcun cofi grande & potente nel mondo , che Molenda alitare non gli conuenghi bere quell’aria ò buona ò rea della regione , oue fi truouayalimento ueramete fopra ogni alimento uelocifiimo & fottiliflimo che trapafa al cuore & al cerucllo dì attorno , in attorno lunga frequente, & fili ecitamete, fin%a potere alcuna noteuole interpofitione di tempo fare tante, & cofi di - uerfi torbolenti alterationi da noi non ifiimate in noi canfando però con quefle & molte altre avertene, & afidue con templationi & ferialmente affifie fopra & d'intorno la cognitione della diuerfìtà, delle compleflioni, tanto delle creatu- re Immane , quanto delle piante, & altre materie fimplici & compofìte, fifa ualente il medico , giudiciofo & auueduto » pronto, allegro, furio & benparlante ; percioche uale effóndo di cofi fatte gratie dotatola per fuadere, confortare, & ut uamente confolare ì infermo, diffamandolo, & tr alì ornandolo dafalfi & fantastiche imaginationi,che fin%a altri af- fetti ben fieffo lo conducono a morte , &pafcendolo dì mille buone fferanze uerfo di lui, con le quali fidanze mentali in- tenfe er aflidue fi fono molte uolte finati gli infimi da granifórme infirmità opprefli ; di che il grandi fiimo Mùcenna è . tefimonio con quefle, ò filmili parole . Lafperanfa degli infirmi , dife egli uerfo il medico , & uerfo la medicina fa piu che la medicina ìnfìeme col medico . Ut altri uirtuofì medici eh’ affermarono & affermano tutto ciò , & io medefìmo , che non fon medico, fi non quanto &fino à quelfegno che già firifii di Trento all'eccellentfiimo Borgarucci, nella lette- ra mìa da lui fatta ftampare in front e all'opera fua intitolata la Fabrica,& quanto nìinfigna à douer effere Democrito jLbderìta firiuendo al Diurno Hippocrate nofìro,& lo infinto di natura, eh’ infegna ad effir medico ad ogn’uno, & fino àgli animali bruti , non che àgli huomini che poffono fapere con metodo di ragione, & fpagiricamente paffare dalla me- todica operatione all’empirica, & dalla empirica, non operante congiuditió alla methodica ritornare, flirta errore ò al- cuno rileuante peccato nel prò fimo commettere . il che non sò fe fapeffero fare gli fopra nominati da me , & quelli che Galeno nel methodo al lib. i . cap. 2. fi up idi methodici chiamò, fàpendo non effèr flupido egli, quando nel fio degli ele- menti & natura h umana cofi altamente difeorfe fopra la fuprema Filofifia dicendola terra depurata uie più dura diuie ne cke’L Diamante non è. ò grandi ffvmo Galeno, & da pochi ben cono feiuto, quando nel methodo al lib. 3 . cap. 4. cofi af- fetuofimente diffe . Dio uoleffe che quella folenne dottrina de gli antichi fuffe in ufo , delle materie pure & fimplici in- tendendo,& nelgraufiimo & acut fiimo Hippocrate mirando, che ben conobbe egli quanto ualfi, & che fu quafi uni- ca Fenice à tempi fuoi nella fimplice , arcana & miSteriofa medica Filofifia , la quale in un prato & in un bofio lonta- na dalle cittadi,& dalle uiUeffeppefare altrui medico, & ualente medico apparere,angi un Dio in terra, con ìammini- ftrareunapugilla di fimplice & pur fi ima terra , ò un fprillo di lucidfiima acqua incorruttibile, &priua di ogni adbe - rente humiditàjò una nebuletta d'aria ìnalterab'le fimpreferena & chiara, onero una fauilla di ffilendìdo &fimpre ni- no fuoco & dì ogni adustione priuo . Ma che più ? La mano nelfuolo del prato ponendo, & berb a, ò Sterpo, ò faffo,ò ani- male prendendo, & con alcuno di efìiper la fuprema Simpathia, ò Mntipatbìa cadente tra l'ingrediente &l 'infirmità , da efjò ben conofciuta, miracoli facendo,grauiffime & diffolute infirmità prefintaneamente panando, & come nelle due lettere mie.V. S. potrebbe fin bora haucre ueduto ò ueder potrà, di già firitte l’una alì eccellentiffimo Gio. Battifla Mon te detto Montano all’ bora cof dentetanto fedele & fuifcerato amico mio,& l'altra all' eccellenti fimo Gabriello Falp- pia Modanefi à me egli anchora cofi offiruando & ofjeruante amico . nelle quali della Magia naturale , & della nera Cabala concerto di molte fimplici & fìmpatiche unità fauellando in una , & nell'altra quanta & quale fia la forza di queflo epiteto natura, uinofità,argentcità.aureìtà,& altre cofi fatte entità dife orrendo,^ iùì alcune noteuoli perfine, <& arcane operationi additando , con uno infinito ingenuo canàor ài animo. mi sformo dimoflrare lagran poffan^a,& fa- cilità della medicina da Miei, Mbraam,Mofi,Dauid, Salomone, & finalmente dal grand fiimo Haelfadai ChriSto bene- detto Saluator noftro homificato per noi tanto parabolica, quanto magnifica anzi diurnamente dimofìrata . . Con tutto quefto sò che figli fu detti Medici, et altri tali di animo mal compofio,che fi fruggor.o d'inuidiofa bile, nel liiióre della loro fteffa malignità uedeffero <& quelli & quefli difeorfì, ch’io faccio con uofìra eccelleva fifarebbono cofi brutti, & fmaniofi , che parerebbono orfipmti & fìimolati da uefpi,ò galauroni : & ancor più fi fapeffero, ch’io dicefjì che offitio loro farebbe dì fapere piu che bene che fia maginarione,efiimatìone,flnperfiìtione,mcautauone,come ui ho in certo modo accennato difopra ; percioche l'imaginat ioni formali, le eStimatìoni catffalije fuperfìitioni materiali, l incan tationi fuflantiali, confando generano l'infermità mentali, & corporali, che generate fono tutte differenti in operafinpra tica,in caufa,& informa ; percioche tre fono le nature de i maleficij principali àgli affetti, la demoniaca, la fatale, & la naturale ,come ben sa V. Eccellenza che tanto sà, fitto lequali cadono tutte queSte con le diuifiom , & fittodiw fiorii delle fontioni animali, uit ali, & naturali, & ancor che difficiliffime, lunghe, & diffmtabili fieno quefle intelligenze, é pe- rò bene,com'ho detto, & molto utile, & dolce cofa il faperle, àcbi uuolfare di ualente medico profiffiorie, fi per le ca- gioni finirà dette, com'anco per le differenze che fono tra gli enti, l’entità, effere, ef]enze,confiflenze,& efiiflenze ; conciò fia che l' effere fia una cofa,& l’effenza un’ altra, l' effere di naturai l'efjènza dell' effetto, che hanno però ambe dna at- tion reali, & fuflantiali,\& la medefìma differenza ò filmile dalla natura alì effere . D'intorno lequali corfiderationi in- tendo un giorno fatiarmi ragionandone con V. E. di [ìinguendolenefuoi generali generaliffimi, particolari & particola- r fiimi, fi cofi fi può dir e, non perche Murci a babbi ad infignare à Minerua,ma per filieuamento deli animo mio Stracco da tante altre, & tanto diuerfe attioni cittadinefcbe, & famigliai ancora : et appreffo perche V. E.ueda,cbe mi fi aggi» vano taihoraperglipenfìeri di quei periodi, che il Diurno Fiatone nel Tbimco uerfo il fine dice, che fogliono tranfìtare nella parte animata del capo, differite da quella degli omeri & del petto . bor perdonatemi,^ prego, del tedio, che u’hò fin qui dato, che la pafiione, ch'io fintei della mancanza del noSìro Girolamo, tanto utile & tanto fedele amico, mi fece pafj'are ilfigno contra quei tali difcorrendo,chepoco fapendo,& meno di fapere curandofi,loro troppo. & altri nulla fti mando homicidiarij & carnefici diuenuti,con un certo affafiinefeo ordinario loro dìconcfio faccio il debito mio canoni- camentechi langidfce & muore fitto danno, & contra ognuno che non come loro incrudelifice,ma da donerò canoni- camente procede gridano,& fiatino fichiamazzì dietro, empiriche chimiSiici chiamandoli; non fi auuedendo, che à que- ^ Sìitali Ri tati fi iturn gli ueri tìtoli >ì honó’rì, &àlòro le uergogne , & ? infamie ; parto di quelli cb’bo fopranotati . ho r perdonatemi,dìco,poichefapete,cheft come molte cofe inpicciot uafo inchioda non fi poflono,cofi molti concetti info- ca carta efrìicarnon èpojfibile fe noti molto ofcur amente, & mafììme quando i fenfi fono alterati da giu fio ficaio, come bora fonai miei.efcufatemi dunque, poi che triplicatamele ue ne prego, comportando queflo tanto cho fin qui detto, gr quel poco che mi auanga dirai cantra quefla diabolicafetta , che male operando l'arte loro, & peggio la uiperina lin- gua, fi affannano fengafitmrfi mai, di tajfare co fi indebitamente noi & altri diurni intelletti, & utìlifiime fatiche loro finga fapere à prò del mondo pur un picciolo giovamento fopragìongere, con infamia & uìt fretto loro ; perciò che non balìa tuffare muidiqndo l’altrui uirtù,ma bifogna con carità insegnare quel ch’altri infognate nonfeppero, perche gli fin diofi falda, & terminata dottrina defiderano come la uofira è;&non contentioni,& inuidìoft latr amenti .fami, dico, quello tanto da V. E. ingrana comportato per sfogamento dell' animo mio, che tanto piu raccolto mi sporgerò di effere alti capi delle pernioni, che V. E. per lefue mi fa, come che minaccia affai hauer àfauellare di effenge, quinte effenge, ò altre parti della Filofofia fublimatrice ; perche fe le lettere fi fmarriffero come fuole amenire , gfr capitaffero in mano d’ alcuno degli fu dati, che battegano tutte le operationi , & circonftange della foprema Filofofia & Magia naturale, chìmiflicarie ;penfate comeflareì,nonfapenio quelli tali per ancora difiinguere quefla da quella, nè potendo tutumolta fapere ( effendo del tutto nudi di tanta cognitione ) la gran differenza, che fia dall'Eccdlenga di efja Filofofia alla mf- tàchimifiica, laquale non j’ alloggia ò alberga tra la nera nobiltà , & tra gli animi candide & ingenui, tutti miti alla contemplatone de'ueramente miracoli dittatura, fatti dalla porga delle cofe femplici & naturali , con Ir filtra naturali afeendenti fuoi concertate: componendo infieme con le fie mifure Infiammala, la Cicuta, la conferita. , tir la piombarne , fuoco, aria , acqua , & terra , & il /migliarne facendo di quattro minerali , di quattro gemme , di quattro animali, & dì quattro bumori,collera,fingue, flemma, & melancolia,con le fie computation digradi, & effen- tiahpotenge, offeruandone le marauigliofe & arcane operationi, com'ho già detto , & come bene ne amertifee il gran- de -Archimandrita de filojofifcrittorì, neljecondo dell anima , con quejle iSleffe parole, dicendo nelle piante lamina è ma fola in atto, ma inpotenga uer amente fino molte, come il protomaSìro Galeno in quel fio delle uirtù naturali, ma? gior cofe attefla . & di qua nacquero forfè le merauiglie in alcuni , come il Ciclamino , l'appio ifchìa », il Fff abarbaro, lafcorgomra.la meccohacca & altre talififfero in fi & tra fi compofte diuarie, & ituerfe facoltofe partuà gli quali Medici ò nitritali cofi poco fiputi, non'flobbiamo perciò portare odiò alcuno, ma compafiione grandissima come ad lino- mini poco accurati delproffimo, di loroftefii, gfr che piu importa, delle anime loro . Hor uenendo allì capi delle pernioni uoSìre, dico, che contutto, chemipofsiateinmiUe medi comandare , fon Slato largamente m forfè, di rifrantemi o nò a quel capo, onde cofi fugacemente mi tucicate le orecchie, a donerai due , s'w sò che fa quinta effentta, &fe è lecito poterne tra medici parlare , finga efferne tuffati dal uolgo ignorante . Finalmente confiderata l innocenti iella no firn cara, & leale amift.flmifon r, Sfolto a creder che sì, & a dire chefe tanti grandi no Sin maggiori paffau,& dell'età noflra ancor a,& non filo primi autori ; ma Imperatori & Ite , fi fecero lecito di par- lameprofoniamente,&publicamente,pofmmoanCoranoifenonpubliammte,& e^mUi da cbe mcTde importantifsìmo nome quinta effenga , poi che mi fate chi- . 1mttro elementi Psr quattro efferi, & lo effere della cofi per quinto , quefla neramente è uanità indegna d efferne parlato tramedicì, perche l'effer'è udii cefi, &non negli e lerce i,gp queSìa intelU^gas appartiene piu al medico filofofo, che al filofofo, perche non ha ilfilofofi Spronare tanto, fe non concorrente a queflo la uer t medi ‘«MbèpnuaddkMbatu,^ difii ufipra , k differ^Scbe^LZu naturai effere, gp~ effenga, effemplificando l'infirmitadi effere differenti in natura effere & el^ga^cbela^frimaU- uorafla feconda dimofl ra,& la terga patifie ■ Diamo dunque queff altro effempio della quinta effentia nel legno è Ini T^fffTfir^ fiapanicolarmtelhgenga dell oper attua , amettendo chel Specifico filofificamente parlando ronfi muta in mùnti et ttfuefiucmfccpergradiperchefimpreèfr & eh fi gli corpi Migli fi, rojpeaficocomeprma, ra ielle qual, b, fogna prima efsattamente cono fiere, auant, che fi riducilo adhuZofi fiZcZmitZZht fine di applicare gl, ejirattt alle particolari infermità .perche nelle eJlrattìoni,afsottigliJtiont ZmgelationCuarìficatio ni,& * i, ór gévmificatiommutanotaFhornatura,feinefsaflefiafinitinonfom.accrefi:endo, /minuendo, diuerfificando, ór t ni bora del tutto alterando /acuità, che operano molte uolte effetti contrari ij aU'intentione di colui, ch’intende ài ammi Mitrarle, nelle quali attieni, & filofifiche operationi, confiftono lapofsanga de' crudelifiimi udenti, & l'eccellenti condì ima degli -Antidoti gegetici,& Magiche Therìache.et in qutSìe douerebboiiofar porre ogni accurata diligenza a me dici,Trothomedici,& FUofifiloro,gltgittditiofi ‘Principi, ad imitatìon uottra, nero padre, & grande ofseruatorc di qua to di buono, ór faluberrimo fi puote in quella fatuità all'età nofra operare ; ór tanto più efsattamente a ciò attendere fidouretibe,quando.fappiamo il nino purifsimo circulato, Inficiando le uolgari flillatitie humiditàia canto, paterfi ridar re a fidino ejinale udem,fi che ogni picciola mica operi quello, eh’ una quaft imifìbil baita dell Umore, che fi rabido il cane nei cupo della fita naturale calidità fublimato, opera quel tanto, che ad ogn’uno è noto , in qual fi itogli animale fubmtrata o per Jcmplice connato infifsa , & communicata , & che l'humore ne i corpi h umani emulando aU’efquifito graduato, genera la pelle; la cui eccefsiua efsentialità, è pur tanta quanta fi sà, altro tteleno uer amente che il ttiperino', t il CcraStoidenon è, ór altri tali più acuti, et più pertcolofi che borei da dire come piu communi, piu facili,& prefenta- neiichepernou ut fastidire taccio per bora, un attorno de quali, o indiuifìbd triangolo , Platonicamente parlando, può tutta una corporea animata mole tramutando corrompere , er putrefare a dolorofa dijlruttione : ór piu tali bora finga fentirfi momentaneamente estinguere ogni uitalità , fi come uie piu pofsono le fidette efsentialità Zegetiche ór T berla - cali, a benigna difenfione.ór confirumo,.e della natura operare , delle quali fetecoft grande et eccellente profijsore, et jupremo cenofatore. Si che date al mondo tante etcofi utili merauiglie, che quanti fi trottano di uirtuofe creature bra- mano l'immortalità della Magnifica perfina uoflra . Et quejle fimo fecondo me , parti ch’ai buon Medico fi conuiene d’interHere,pet fapcre fauellare di quinta efsentia.et delle diurne qualità et circonflange fitte ; et perfapere nelle Medici- ne et nelle application! distinguer te efsentie,et per fapere ancora di onde procedono le caufe delle loro procreationi , per le quali-fi barino infinite efsentie,ftpendofi che fi ha da confiderare le wrtu delle cofe tra le nature delle quinte efsetttie , et che le cofi,et le efsentie procreano ejse uirtù,et che la qualità nella pofsanga,et fortegga delle Medicine s ha da confi derare in quello modo . il folfo caldo in quarto, et la flaminula in quarto, il fuoco in quarto, et con tutto che fieno in pari qualità digradile altioni fono diuerfìe, come per efsempio,una libra di piombo et una libra di legno hanno loficfso pefo, meteémeno uno uà a fondo, et l'altro nuota fopra t acqua; fistefso pefo di legno, et di ferro nelle loro grauegge non han no una ijlefsa anione, ne ancora fintile, perche il ferro batte, e fende, et fpiana il piombo , che il legno non lo potrà fare ancora chauefe doppio pefoifimtlmente dico,cbe il piombo, et il ferro con tutto ch’ambidui fieno metalli, et di unofiejjb pefo, l’uno batte, estende, et fpiana l’oro,et t altro nò ; et quefloper le diuerfe proprietà loro , et loftefiofibà da confide rare nelle uirtu, e pofsange delle efsentie . Hor prendiamo una libra a pefo di qual fi uoglìa pietra, et una libra di hidrar gir 0,0 argento uiuo come dire uogliamo ; con tutto che fieno dun medefimo pefo,fefi trarranno ad unisiefso tempo nell acqua,mel:o pm prefio onderà l argento tulio a fondo, che la pietra non farà. Tutte queste confiderationi,o Eccellentifs . Matthieli , al buon medico fi conuengono , perche fi come fi hanno ne ipefi quefle differenge, cofi hanno infe et trafe le Medicine. Tipi uediamo ancora una materia nuotare fopra l’acqua, come il legno,et l altra andar a fondo, cornei fifsi. Ór eh' una uiene mofsa,ct agitata dall’aria, come le penne , ór l’altra nò come le pietre; una abbrufeiarfi nel fuoco , ór l’altra nò ; come le materie oleaginofe,et le calcinatela che finalmente mafia ruggine, nellaqualfi confuma , et l’altro nòscome il ferro, et loro . Onde babbuino da notare,cbi fio io alcune infirmìta , che attrahendo riceitono il medicamento afe, come la Magnete ò Calamita il ferro , la Chrifocolla l’oro, il furano le materie ande,ór lieui,ór alcune che ciò no fanno nè fare poffono, come le pietre , che non poffono le altrepietre afe attrahere ; ór alcune infirm'tàfono chefug- gono gli medicamenti, non clirimentfiche fi fugga la finisba parte della Magnete o Thexmìde pliniana, il ferro; ór alca ne fono dell infermità. ór de' medicamenti, che fi inifcbiaao ór congiungono infierite, cornei acqua ór Unirlo fare foglio- no;ór altre che fitnphc aliente fi abbracciano , medicine ór infirmila , come l’oro ór l argento s abbracciano con l hi - drargiro,i perii contrarto,& quefle fino le cofe naturali eSìeriori, che moflrano le interiori , effondo dal buon Medico oJferuate,ór [peculati nell’ eJfere,efJètige,effiften‘ge,confìSlenge,& quinte effenge loro: degli quali termini, ór diffamo ni, cefi dottamente trattò S.ThomajJò in quelfuo.dì ef]ire,& effenge reali, fritto al primogenito eletto Re di Hterufit- lem,come intelligenge molto utili,& rieceffarie a faperfi; perche cofi come fi hanno di uerfì /oggetti in diuerfe uirtu, effe- re,efienge,efiiftengc,confiftenge,& quinte effenge,cofi fi hanno diuerfe infirmità a diuerfe egritudini; & quando fi ufi - no i contrarif è come uerfare il bitume liquido fopra il fuoco, che ancorché egli fin materia liquida ór humida,non cfiiiu guegma accrefce la fiamma , & opra contrario effetto al defiderio , ór al bifogno . Hora doppo enfi lunghe digrefiioni torno famofifìimo Sig. mio,& da Carlo Quinto parlando dico, che l’oro obrigo è la quinta effenga della fpetìefia ; ór perconfenfo de’ metalli tutti, o quinto effere auro potabile,cioè in uirtu di natura ridotto; ór che duttibile fatto„ór co- me cera maneggiabile, fi folue finga fatica,ór fiuto è quinta effenga inconMtibile,arfibile, ór duna arfihilità ir.com buSìibile,conmwa,r aditale, ór fuSlantifica: come che le modalità per ridurle a quinto effere fieno diuerfe, fi che ridotto, alcune ridottioni già fatte fi tengono per arcar e, altre per miflerio, altre per effenga pura, altre per miracolo, ma quefla intelligenga non è del puro Medico , ma del Filofofo , ór non del Ftlofofofermocinale ma del pratico in atto di pratica , breuifiimafacìlifiima & rifiuta ; balie, tiofi da notare , che mentre l’oro ha infe fammi di Affabilità , ha io fi materia materiale , & natura immateriale, una piena di mrtù,& l'altra del tutto prilla; ma con piu facili ór breni periodi efpli chetò il rimanente,quando batterò tempo di moftrarm firiuendo.cbe fia per le prime polle, Dio permettente, che il Re- bis calcinato per ogni luogo contenuto ór contenente opera, tutto quello conpoca ò ninna fpefa, finga .Alcbnn.ffce ua nità,órfantaftìche chimere, come che “Platone nel Timeominfegni,ór efforti altrimenti, con quelle irhponanti/fimepa mie , de i colori parlando , quando dice con qual modo di mi fura quelli tra lor fi mefeohno , benché alcuno lofapeffe, non farebbe cofa da prudente narrarlo, ór quel che fegue , dellaparabola , ór figura ufeendo , ór con quefio ad al- tro uenendo . Dico che quelle duellane Indiane che nel nuouo Diofcoride bautte pofle, fitto mio nome, fono quella forte o fpetie di stuellane, che Muicenna chiamò Melienbethene, ór fino molto differenti da quelle ch'io ut mudai già perii aero FaH‘ fel,pur ieferitto dagli Mrabi : Del qual Faufel hora mi trouo molti frutti,& con gli inuoglifuoi ór finga; , ir fi ri ba- utte bifigno enfiatemi, perche ue ne muiero a bastanga. Hora ui mando de gli fimi di Mencia Mleffandrina , Della Fa- gara, de i frutti del Bielio,femi di Molochia,di Bamia,di Tfil endìco, & di Tfill grano deferitto da .A me e ma , tre forti » non piu ueduti ch'io fappia , in Italia , con un’altro di quei prteiofi frutti, eh' io iti mandai già, da i quali fi catta in India quel Balfamo,che mutilamente mene portato in quefle nojlre contrade. Quelle cofi rare, piante, delle quali ui motteggiai per l’altrt mie mie, ui mando hora molte in quefle carte, che fono * * * t . l’un* fimo & T altro Vìlon,cìoè Tbeligono et Mrrhenogono, tanto legittime, che nofe gli può defiderar cofa alcuna, &sò che le hauerete molto care,come piante tanto bramate dal mondo, & non piùflampate da altri, ch'io fappia ; delle quali mi fece primieramente copia il Mag. Sig. Ciò. Brancione, molto Imorato & uirtuojò Caualiero,che me le mandò da Ma - linesydi Braban%a,& dapoi bebbi l'ifleffe dal dottiamo & uirtuofifiimo Dottor Lamberto Dodoneo, & dall’Eocellen- tìfiimo Carlo Clufiofi'uno & gli altri eJJeruandifiimi amici miei . Quei grani cojiferuenti , di quali bora ui mando parte , fono il nero & legittimo Dendè,defcritto da Auicerana , ma. gufatene congiuditio, perche ardono la linguai infiammano prefentaneamete lefauci.mi duole affai il fapere che tut te qttefie cofe,& maflime le piante, uerranno tarde sì, che non potranno entrar à luoghi fuoi nel nono Diojcoride » & ciò mi duole ; percioche fo che farebbono fate di gran contento alti ftudiofi di quella diurna facoltà : mapacientia . Le por- rete poi nel uolume uoHro uniuerfale della natura delle cofe,con altre belle Drogarie & pietre lndiane,che ui porterò» Dio permettente, quando io uerrò à riuederui à Trento . Della "pianta Mafììma, ui mando un ritratto dal naturale, gli femi della quale bebbi la prima fiata dal uirtuofiljimo & famofifiimo Carlo Clufto ,\& poi d'altra banda di Oriente in maggior quantità ; laqual fi chiama da noi Corona Bi- getti',& Coppa di Gìoue,ad imitatme dima coppa da bere , bauendo riguardo à quel bello, & artifitiofo frutto fuo. Tfa- PIANTA MASSIMA* fce alcune fiate il feme di quefta pianta in poche bore , com'ho uedut'io ne gli gran caldi feminato,& orefice con maraui- pHofa uelocità , & molto felicemente , tanto che infici me fi crebbe in uno di quefti orti miei all'altera di cento gr uintì palmi Geometrici, & alligna grandemente, onde fia del fimo affai morbido terreno ,gr fito aprico. gr per quanto ho po- tuto uedere, è pianta annua;nonfa ramo alcuno ,& nella fommità fa un frutto folo , come per il diffegno uederetenlqua- le abonda duna J\efwa,del tutto ftmile all'Oglio chietino, ma dipiùgrato &piùfioaue odore,& dalla pianta tutta,on- de pertugiata fia, ne efeie una re fina che r affo data dal Sole, & dall' aria,diuiene gommo fa,& foda ; laquale tuccicata con le dita,ò pofta alfaoco,refaira d'un molto grato, & preciofo odore,qnafì fimile à quello della gomma .Anima. Ho io fopra quefta noteuole pianta fatte molte offeruationi , tra lequali ue ne dirò una tanto uera, quanto merauigliofa , & è, che la mattina nel leuar del Sole fi china con la fommità del tronco uerfo luì , & quando è leuat o fi driz£a,&ftà dritta fin alla fera, quando tramonta ,& all' fora fi china et piega all'altra parte che pare che lo fialuti.gr qnil Sole è tramòta to,sla poco tempo,& fi drizza &fta il rimanete del tempo dritta , & fa quegli effetti ogni giorno, fino al produr del fiut to . Vogliono alcuni uirtnofi amici mieì,à quali feci ueder tale effetto,che fia queSta pianta fiolfiequia,gr eliotropia,& io per me la tengo ueneratrice del Sole, più tofto che folfequia,& fe mifoffe lecito interfiare tra l'hijìorie fauole,uorrei mo sìraruì , ebefoffe fata quefta una delle amanti di lui, già per amore , gr per pietà corner fa in quefta bella marauìgliofa pianta . hot fa come fi uoglia, è pianta da efferne fatta una gran Stimai tanto piu quanto io so, che è pianta oleracia > & forfè farò Stato il primo a pormi à quefto rifehio di mangiarne ; percioche adagiandola la trouai di affai bongufto , & tale che me ne ualfi ne i cibi, lenandone i piccoli ò picciuoli delle fi-ondi & fioccatigli con un panno, da certo peluzg Cp,&poi ben intaccati d'ogni intorno con un coltello per il lungo, acconci con oglio, fiale, & jf>etie,gr pofti fopra le gra- delle,cotti à lento fuoco, trouai, eh' erano di miglior gufto, cheglifonghi,chegli fparagi,chegli cardi, di tal maniera ac- conci non fono,& più il fuo frutto ancor tenero, lenandone quel peluz%p,ò lanugine in che Stanno i femi fuoi,è di miglior gufto affai, chegli cardi,&gli cardoni non fono . Et per quello che riho potuto offernarein me SteJJò,ftimolano grande- mente à Venere, tanto gli fioftentamenti di effe fiondi, com'ho detto, quanto il frutto, ilquale uiene tal'hor maggior affai , che la circonferenza della teSla d'un'huomo non è ; & portagli femi fuoi pofti in quel fuo tomento per ordine, come l'api per gli faui loro , gringrandifhma quantità . Hor uedete che util pianta è quefta, produce oglio refmifero, gomma pre- ciofa,gr da efia da mangiare, & da bere ; percioche è piena di tanto humore,che ogrì uno di quei fuoi morbidi picciuoli, mafticato,crudo, rende tanto fucchio,che è cofa di ftapore . Et oltra tutto, quefta è atta,gr molto comoda per far fuoco, perche quei fuoi tronchi parono la ciana di Hercolegrofii,gr nodofi,grper ragione della materia refìnifera che contie- ne arde felicemente, come che di dentro fianoferulacei gr nuoti. V i mando degli femi, V. E. gli facci naficere,gr n'ofier- ui alcun' altra bella qualità ,gr uirtù,di che filmo io che fia dalla natura dotata, dico appartenente alla materia medica ; perche non mancherò io ancora difar lo Stejfo con ogni accurata diligenza . quel fuSto, quel frutto , gr quell a predo fa gomma, mi fa fiefiò raccordare il Magudari degli Antichi , gr il Laferpitio, gr mafiime raccordandomi quanto ferine del frutto ne pareri fuoi il mio Gentili fimo Anguilla)' a Herbaro,gr diftillatore eccellentifiìmo dello llluftnfiimo di Fer- rara. Et lo ejfere pianta annua, caufa molto potente, per farla dijperder in cirene tante uolte arfa,& diffolata da gli Ali- uerfari fuoi;no dico però che fia, intendetemi bene, ma uado fumicando . chiama fi quefta fotto diuerfi nomi come, Vianta Maffima,Sole Indiano, Corona Regale,Coppa di Gioite, Belide Tliniano, Tromba d'Amore,gr I{pfa di Hierico,grc. Lapoluereper le febri è fatta dell'offa d’una leoneJJ'a , gr fana nelle donne tutte lefebri che fieno femplicifabri , gr quelle del leone, gli huomini, & fida in acqua ftillata, ò nella decottione di quella fpetie di Eupatorio di Mefite, che fa il fior bianco, pianta cofi odorofa,che ui mandai già, & fi chiama in Viemonte,gr altroue herba rotta, cr ri è piena la Val le di Lanze in Tiemonte , gr la Val di Santa Fidà nel Tadouano. L'acqua ftillata, ch'io chiamo acqua chiara, è fatta in uafo di uetro,del pan caldo, quando uiene bollente dal forno, & quando parlo di ftillare ilpane, parlo fempre della fuftanza di dentro ,gr di pan bianchiamo poco fermentato . q ite ft' ac- qua,dico, data a bere a ftomaco digiuno, quattro once per uolta , con una dramma gr me'za di fottilijfmapoluere fatta delle • zanne maeftre del lupo, fana gli epilettici fanabili, con marauìgliofa preftezzzt . Quella ontione tanto famofa,ch'io adopero in quefta città, per donare ( come foglio tutte le cofe mie di tal natura ) a cui ne ha bifogno,per fanar i uermi con femplice ontione , è tale oglio J premuto de' femi delle coloquintide, che fi p offa no in dono battere da tutti gli Jpetiali ; percioche non l'hanno efiiin alcun'ufo , le qual faccio Jpremere per torchiello coinè fi fuoi fare l'olio di Ben,di Mandole, di Machaleb gr tali,gr prendo di quefto doppo l'efferui clariftcato fei onde, et di oglio petroleo fette onde, di acqua rofa gr aceto fortifiimo,gr odorofo ugual parte libra una, canfora burniaca fcropolt dui ; & faccio bollir a lento fuoco tutto infieme ,fino che l'acqua gr l'aceto efupurati fieno , ile he fi conofce, quando postone Una goccia fopra il fuoco, non Strida piu, & poi fi ferba in un uafo di uetro cri Stallino, ben turato ,gr con quefto fi ongono tutti gli pentimenti al p attente , fecondo la commune , gr feruato quanto canonicamente feruarefi dette in fimil bifogni , &cki mole una kggiera euacuatione , fi onga con e fio la regione Omb elicoide alquanto tepido . La poluere ch'io dono Cotidianamente a cui n'ha bifogno per la punta o pleurifi , è cornpofta di poinere de' fiori di Ma lacodendro,cioè Maina arborefcente,di quelli che producono il fiore rojfo di. molte fiondi , gr di legno di uifao quercino ugual parte dramma una, fino una grmeza , in bruodo a ftomaco digiuno, doppo la quarta , &fa di quelli miracolo fi ef fetti chaueteintefo . il Lifciuio ò Capitello Fìlofofico di nino, fi opera in tal maniera, prendete Hippocraticamente parlando ,tanto nino ui nofo,che baSti, & pofto in uafo distillatore ,fate ftillando paffare dui terzi, & quel che paffa tornate fopra il rimanente . & tante fiate reiterate quefta foprauerfione , che l'humido che ufeirà fia ontuofo ; & che uediate nel recipiente efia on- tuofttà andare a galla fopra efia humidità.Et nel fondo del uafo habbiate un molto odorofo, & preciofo fate, che non fia fuoco , aere, acqua, ò terra,ma fale &c. Toi che ftamo a parlare di queSla Filofofia,fe miete uedere una bella cofa , prendete un ftuello di uetro criftallino,dui palmi lungo di corpo, & di collo lungo un braccio gufate empire la metà di detto corpo dipurìfìimo nino nero nerifiimo del piu nero chepofiiatehauere , & chiudete la bocca del uafo, che non pofti per alcun modo reffiirare , et ponete detto uafo in luoco aprico,ma coperto & difefo da pericoli . onde fia ualentemente predominato dal Sole per un'anno intiero , & finito l'annofienza muouerlo mai,uederete la bella cofa ch'io dico, ma non reffiri punto . Se le Voftre Serenifi. Vrin- cipcfie ,fe le nobihfiime Matrone fapefiero che bella & util cofa è quefta, ò quanto l'apprez&rebbono Sig, Mattinoli mio, praticatela ui prego,con un poco dipatiente diligenza, che n' batterete quel uergine preciofo latte &c. L'acqua diTartaro crudo poi che ftamo fopra le uinofìtà , ch'io ui mandai , beuuta è cofa faprema alle putrefattioni et oppilationi, perche difopila tutti gli interiori oppilati3etglì cura;rifolue le apoftemeìet confuma tutti i uitij de' precor - * * * 3 ________ iiji et tutto quel che fi UA difponendo aÌleputrefattiom,et alte pofiemè, et che dìJpoSìe le genera, fa na tutte le rogne , et fcabie fino alla elefangia,fenga altre ontioni . prouatela Sig. Ecc. che trottarne maggior riufcita ch'io non fo dirai , ma mole nel jìillarfi poco fuoco ; et il bagno sì , che non monti l'bglio rejpetto all'efquifito odore fuo. Et è gran merauiglia eh' un materiale priuo d’ogni odore, facci ebullition et tramutation cofi fegnalata , et [e l'acqua portaffe come fuole por- tar e, odor troppo graue firidisìilli,cbe piu che fi reiterano le diflillationi,fifd ejfa piu grata algujlo , et all odoratola non reiterando però a capitello com'ho fopr adetto, an < i come l'acqua di puro fonte reiterare fi fuole, etc. Vi mando dui libri nouellamente Stampati in u Inuerfa a Malmes di Brabanga, l'uno del dottifi. Don Garcìa a borto Lufitano già per trenta non fo che anni medico dì un di quei Vice Ige nell Indie. Onde egli tratta deile drogarie,piante,& altre materie Indiane, tradotto & largamente aumentato dal Dottifi. & Virtuofifi. Carlo Clufio fopr acitato , & comi uederete . 'L'altro deWEccellentifi. Bpmberto Dodoneo Medico filofofo & herbaro Is \pteuole de tempi nofìri, intitolato , dell herbe & fiori coronarij . M.Francefco mio fratello, Mfiore mio figliuolo, ISfic andrò mio nepote tutti conformi falutano V. E. & appettano con uene ricompereranno cori tanta conferua di fiori di eitinu Gli fignori fopra la fanità di quefla città fi creano ognanno del corpo delnofiro configlioi & quejl'anno furono mede f mamente creati, fra quali il conte Borfo di fan Bonifatio fratello del Conte Bocciardo, che uifrtajìcgia nel campo Ccfa- rco,il Dottor Taolo Orfato , il Dottor Francefco capo di hfia , il Magnifico Marcantonio Enfelmo & lo > buomini tutti che farebbonoprontijfimiper fare quel colpo nobilifi che noi fcriuete a benefitio di quesla Città , & per nuoua <& utile introduttione per lo mondo di cofi Mag. ùngi finta operai ione . ma credo che farà bifogno * eh' alcuno di noi introduca la cofa al configlio % & per uia di parte far prender l' opinion nofìra , perche con tutto che l'autorità di quefio offitio fia nelle fue appartinenge fuprema & ajfoluta, credo che tal regolatione uorrà l'autorità del configlio com ho detto, ma nè parlerò con gli collega miei, & poi u'auifarò . baSliuiper horatanto,ch'auanti ch’io e fca di offitioifarò nafeere qual che ejfecutione del uoftro fauio & giuditiofo raccordo , & in ogni occorrenga lo nominerò come uofiro ; tra tanto foia fan* V. S. E . m'ami, & comandi, che le mani uirtuofe bafciandogli fin di quà prego che Dio fia fempre con noi. allo eccellentissimo dottore M. PIETRO ANDREA MATTHIOLI ■ MEDICO SANESE, MIO SIGNOR Ei derate per molte cagioni d’iiauere fopra le fatiche uoftre il faggio diciafcuno . Onde quantunque io mi cono fcefsi dinon poter mancare I cotal obligo, fe non uolea elfer ingrato, & hauefsi in animo di farlo già lungo té po ; nó però m’ha lafciato fodisfargli un defiderio di uolere udir molti, piu tofto.che horarchc hauédo confido rato, che infinite fono le opinioni, elfendo gli huomini infiniti, mi c paruto di feieglierne alcune principali, & quelle mandami. Ma perche coli miparea appagar poco, ò niente i meriti u oli ri , & mi tenea anzi à uergogna che no, clic elfendo Rato con uoi quali da fanciullo , & hauendo pofeia con diligenza letto, & riletto il uoftro Diofcoridc; non u’hauefsi anco difefo.fenza pafsionc alcuna,da chi fentiua contradirai ; & parimente lodato con chi lodar u udiua, ho uoluto inficine con le aecufe inuiarui le difefe fatte iol con le uoftre armi, accioche uediate fe per uoi ho faputo quelle ben adoperare. Molti adunque fono, per quel che moda, & quelli m afsia rnamente,che con Galeno tengono, che fenza la uera cognitione de femplici malli pofla medicare , che non picciole lodi danno a gli fcritti uoftri,come à quelli, che oltra la dottrina , che moftrano dejl’ifpcrienza delle cofe, tutto il bel, che in tal materia fcrilfero sì i Latini, come i Greci, & gli Arabi,hàno in fe raccolto. Altri poi fono, che non ui negano quefto,ne ue lo polfono negare,ma da una cerca loro nuoua religione mofsi, dicono, che uoi troppo agramente dannate gli altrui errori. A quelli ho rifpofto io, che il primo intento uoftro fu(co- me dichiarate in piu luoghi del uoftro libro)di non auilire gli fcrittori, ma’ben di feoprire gli errori, et di pale fare il uero . Che fe pur tal uolta pallate il termine,lo fate piu tollo Ipinto dal zelo della uerità , che da altro . Et quello piu contra coloro,che non u'ólfero Ilare nella fua profefsione,come doueuano,& contra quelli, che piu afpramente rareferò gli altrhdi che anthor Galeno li fa lecito contra Archigene al fecondo delle compó fitioni de medicamenti fecondo iluoghi.Perche quando pur di troppo riprendere (come diconoifulfe degno di riprenlìone.nel medefimo fallo farebbe Ariftotele,, & Galeno anchora . conciofia che l’uno bialìma fpeflo 1 opinione de gli antichi, & l’altro tratta molto male tutti quelli, che aitanti lui haucano fcritto de ferrini ici ec uerlo con ampifsimi difeórft fatto chiaro à tutta Italia , come che quitti filile prima da pochi conofciuto . Et tanto piu ciò mi riputarci a maggior biafimo, quanto fo, che à guila di quello eccellentifsìmo dipintore , dell- appagati dalle uoftre ni hanno meritamente ceduto . La onde uorrei efortarui,che di effe lettere tenefte noti poco conto, accioche effendo ftampate con tempo(come alcuni defiderano ) oltra l’utilità, che daranno à °-,i altri per le cofc meglio effaminateui dentro, facciano tacere quelli, che parlano ne i cantoni, nepnai fi metto- no àfcriuere. Sono dopo quelli alcunbche dicono, Il Matthioli dicc,che molte herbe non li truouanoin Ita- lia, & noi le trouiamo.A cui ho lifpofto io, che noi non intendete coli , ma ben, che non le haucte fin’hora ri- trouate,ne che alcuno uc le ha anchora dimoftrate . Lequali parole tifate in molti luoghi , fe ben cfsi non & lor uirtù fritte da Gal. 228.10 Alberi quali direfi poffono 8.41 A Iberi che degenerano in futi ci 8.56 Alberi doue fempre uerdeggino 9.12 Alberi montani 9.14 A Iberi che fi dilettano de i piani & de i colli 9*15 Alberi che amano i fimi 9.16 A Iberi che producono i funi de gl' altri 1 6. 2 4 Alberi che non accet tano gl' ànnefti degl' altri 1 6. 2 6 Alberi chef conuertifono in pietra 1370.51 Alberi uelenofi fritti da Dioff. 1458.54 Alberi che eccitano la rabbia 15 08.18 Albuco , Leggi Mjpbodcllo . Alcacbingi , Leggi Halicacabo . A Icea fritta da Diofe. 977*4° Alcea &fua hiSloria fritta dal Matth. 977.^ 5 Ale ea,& fue facoltà fritte da Tauolo 977*5 7 Alcea &fue uirtù fritte da Tlinio 9 7 7- 49 A IcbimiUa, &fua uirtù fritta dal Mattb. 1 137.3 2 Alcibiadon fritto da Diofe. j 049.9 A le ionio fritto da Diofe. 14-8.35 Alcionio, & fue (petie 2 4 5 8. 3 4 A Icionio &fua hifloria fritta dal Mattb. 1438.50 Alcionio, & fua uirtù fritta da Gal. M 3 9 6 Alga marina, & fa hifloria feriti adal Mattb. 1195.58 Albajfer di Serapione 411.40 Ale^0dr° TaPaMio come inauuertentemente fuffe auuele- Alimo fritto da Dioff. * 176.' 3 5 Alimo defcrittodal Mattbiolo 176.40 Alimo, & fue uirtù fritte da Gal. 1 76 5 8 Atipo fritto da Diofe. 1545.1 A lipo de fritto dal Matth. , 4? V , Alipo fritto da Tauolo -,ìVf,n A hfma fritta da Dioff . ^9847 Alifma,&fua bifloria fritta dal Mattb. 985 ’i Alijma,& fue uirtu fritte da Gal. 985.21 Ahffo fritto da Dioff. Su AliJJo efaminato dal Matth. 85 5*54 Afo, & fua uirtù fritta da Gal. S 5 4.4 Alleluia . Leggi Trifoglio acetofo . H * VnTll£fTartÙ’r & hi^oria fcrìtta dai Mattb. 892.8 Alno &fuahifior, a fritta da Tbioph. \ 56.4,3 Alno decritto dal Matth. 156.5* Alno, & fue uirtù fritte dal Matth. 1 5 6. 5 8 Aloe TauoJa. A loc ferito da Diofeoride t ioe deferi tt o,& e (faminato dalMatth, Aloe, & fue uh tu ferite da Gal . j\loe,& fue uirtù fentte da Mefae Aloe ,& fue particolari faculta ferite dal Matth . Alpbafafit che cofa fi apprefio gl' Arabi A IJebram , Leggi E fida . Alfine ferita da Diofeoride Alfine deferita dal Mattbiolo Alfine & fua uirtù ferita da Gal. Alterco , Leggi Hiofciamo . A Itbea deferita da Diofeoride Altbea deferita, & cf animata dal Matth. Altbea di due frette preffo Tbeophraflo Altbea & fue uirtù ferite da Gal. Aiunte ferito da Diofeoride Alumi deferitti dal Mattbiolo Alume dirocca come fi facci Alitine liquido mal confiderato dal Brafauola dal Fucbfio 719.26 7'9*56 7 1Q*9 722.21 722.27 577.11 1 17 r-37 II7I*44 ir7M7 976*4 977.13 977.ì6 977.29 1429.1 I4I9*3 5 1419.53 1429.47 diurne zuccherino 1430.41 Alume catino 1430.44 Alarne di feccia 1430.46 Alume fcagliolo •45°-47 Alume di piuma 1419.28 Alume fciffìle 1419.44 Alume liquido 1430.38 Alume ritondo 1430.41 Alume placite i450-35 Alume plintite 1430.33 Alume , & fua facilità effer calda & non fiedda come con - tendono alcuni 1430.61 Alume ferito da Gal. 1430.56 Amaraco ferito da Diofeoride 766.4 A maraco deferito dal Mattbiolo 767.4 Amaraco gentile, & fra hifloria 767.15 Amaraco & fue uirtù ferite dal Matth. 767.18 A maraco & fre uirtù ferite da Gal. 767.17 Amaranto ferito dal Mattinolo 1 « 00.6 Amaranto porporeo , & fre uirtù noi. 5 Amar ella , Legge Vartbenio . Ambragrigia , & fue fretie & uirtù ferite dal Mattbiolo 72.3° Ambre gialle, & loro hifloria ferita dal Matth. 154.12 Ambrofia ferita da Diofeoride 898.47 A mbrofia e faminata dal Mattbiolo 89 8. 5 3 Ambrofia,& fua uirtù ferita da Gal. 899. t o Ambrofia onde babbi prefo il nome 899.4 Ambnbeia , Leggi dente di Leone . Ameilo ferito da Vergilio 1236.3 Amelio & fue uirtù 1237.24 Ameos, Leggi A mmi . Amianto pietra ferita da Diofeoride 1 449. io Amianto efamìnato dal Mattbiolo 1449* 14 Amianto,& frode che fi fanno con effo 1449.41 A micitie tra le piante 16.5 7 Amido, cioè Amilo . Amilo ferito da Diofeoride 437*6 Amilo ef animato dal Mattbiolo 4 3 7. 2 3 Amilo & fue uirtù ferite da Galeno 437.27 Animi deferito da Diofeoride 805.6 Ammi,<& fue uirtù f :rite dal Matth. 805.12 Ammi mal confiderato dal Quelito 805.19 A mmi & fue uirtù ferite da Gal. 805.30 Ammodite ferpente, & fua hifloria feritta dal Mattbiolo ' 1510.35 Ammodite ferpente ferito da Metto con la cura del fuo ue- leno 1520,42 Ammodite, & fegni della fua morficatura con la cura ferita dal Mattbiolo 1520.46 Ammoniaco ferito da Diofeoride 848.1l Ammoniaco efamìnato dal Mattò • 848. 3 3 Ammoniaco deferito da Vlinio 848. 3 4 Ammoniaco di due forte 848.33 Ammoniaco & fue uirtù ferite da Gal. 848.44 Amomiàe ferito da Diofeoride 58.5 Amomo ferito da Diofeoride 57,50 Amomo efamìnato dal Mattbiolo 5 8.9 Amomo bafìardo 58.20 Amomo mal intefo dal Fucbfio 58.39 A momo doue manchi , con che fi poffa fupplire 58.30 Amomo, & fue uirtù ferite da Gal. 59.16 A mp elite terra ferita da Diofc. 1 4 5 5 . 1 7 A mpelite terra efaminata dal Matth. 1455.24 Ampelopraffo ferito da Diofeoride 581.10 Ampelopraffo efamìnato dal Mattbiolo 582.1 A mpelopraffo & fue uirtù ferito da Gal. 582.4 Amperlo albero , Leggi Oxiacantba . Amphisbena ferpente &fuo ueleno,& rimedi] feriti da Dio- feoride 1521.40 Amphisbena confederata dal Mattbiolo 1521 .47 Amphisbena bauer due tefle è cofa falfa 1522.5 Amphisbena, & fegni della fua morficatura con la cura fieri ta dal Mattò. 1522.18 A mpomele frutti , Leggi ^ouo Ideo . Ampbodillo ferito da Diofeoride 63 4.4 A mphodillo confiderato dal Mattbiolo 6 3 5 . 1 3 A mpbo dillo, & fue uirtù ferite da Gal. 635.37 Ampbodillo, & fue uirtù ferite dal Matth. 6 3 5 . 3 o A nacardi,& loro fattoria, & uirtù ferite dal Matth. 3 01.9 A nacardi, & lor ueleno con i fegni , & con la cura 1 476. 1 1 A nagallide ferita da Diofeoride 657.7 A nagallide confederata dal Matth. 6 5 8 .1 A nagallide di due fretie 657.7 A nagallidi & lor uirtù ferite da Gal. 658.5 Anagiro ferito da Diofeoride 980. 3 2 A nagiro & fuahifìoria ferita dalMatth. 980.41 Anagiro minore 980.48 A nagiro & fua uirtù ferita da Gal. 982 .6 Anagiro mal confiderato dal Gefnero 980 5 2 Ancbufa di tre fretie ferita da Diofc, 1 04 5 . 26 A nebufa appref) 0 di Vlinio di quattro fretie 1043.52 A nebufe ef aminate dal Mattò. 1045.52 Ancbufe & lor ui rtù ferite da Gal. 1045.59 Ar.dachoca che cofa fia appreffo gl' Arabi 887. 5 .& 1 225.38 A ndroface ferita da Diofeoride 947* 5 A ndroface efaminata dal Matth. 947. 1 z Androface & fua uirtù ferita da Gal . 947. 2 o A ndrofemo ferito da Diofeoride 986.6 A ndrofemo confiderato dal Matth. 988.1 A ndrofemo, & fua uirtù ferita da Gal. 990. 2 1 Anemone confiderata dal Matth. 651.7 Anemoni di cinque fretie, & loro hifloria ferita dalMatth . 651.7 Anemoni mal confederate dal Brafauola 653.5 Anemoni mal intefe dal Buellio 654.7 Anemone mal confiderata dal Fucbfio 6 5 3 .-9 Anemone ,& f la uirtù ferita da Gal. 654.10 A netho ferito da Diofeoride 798.30 A netho efamìnato dal Mattbiolo 79 8 • 3 6 Anetho & fue uirtù ferite da Galen 0 798.41 Angelica & fra fattoria f britta dal Matth. 1129.1 Angelica domeflica 1229.5 Angelica faluatica 1229.11 Angelica di piu frette 1229.5 Angelica, & fue uirtù ferite dal Matth. 1230.10 Anguria, & fua fattoria ferita dal Matth. 5 47. 5 $ Anguria mal confiderata dal Fucbfio 5 4 7. 1 6 Anguria &fue uirtù ferite dal Matth. 5 47.62 a 2 Tauola. Mimale che fa il muffato #fua bifora 71.50 Mimali che non hanno fiele 3 8o* 3 $ Mimali feroci come fi plachino 17-4. Mimali che auuelenano col mordere & col trafigge ferini daDiofcoride 1498.30 Mimali ammalati da i fer penti» da i cani rahiofi ,# dai folgori »# loro nocumenti 14 60.5.^ £498.1 5 Mimali uelenofi [crini da Diofc. 1458.49 Mimali che fi cibano di cofe uelenofife mangiandofi nuo- chirìò 1463.40 Mimali che dìuentano rabbiofi 1 5 o 3 . 3 5 Mimali che nafeono di uoua 111'*)! Mifo ferino da Diofcoride 79 ^* * Mifo & fua hi ttoria ,& uìrtà fritta dal Matti* 79 6. 1 1 Mifo # fua uirtà fritta da Gal . 797*7 Monide fcritta da Diofcoride 711.7 Monide de frìtta dal Matthiolo 7 1 2 • 4 Monide defritta da Theophratto yii.iz Monide > # fua uìrtà fi trina da Gal . 712.3$ Anonide,# fue uirtà fritta dal Matti, 712.22. Mthemide ferina da Diofc . 9 5 4* 2 8 Mtbemide confederata dal Matti. 954-47 Mthemide # fua uìrtà fritta da Gal. 955*4 Mthemide > # fua uirtu fritta dal Matti • 954.61 Anthera che cofa fia 204.34 Mthera mal iute fa da alcuni 2 04. 3 4 Mthìllide defritta da Diofcoride 953*3 Anthillide efaminata dal Matti. 9 5 4* 1 Anthillide,# fue uirtu fritte da Gal. 954.20 Anthillide mal confederata dal Fuchfio 9 5 4. 1 1 Mtidcticbe rompono la forza de i ueleni frìtti da Diofco- ride 1456*51 Mtidoticontraaimorfideferpentì ueleno fi fritti daDio- fcoride 1509.54 Antidoti del Matthiolo contrali ueleni con le loro deferit- imi 1469.2 Mtidoti come operino ne i corpi 1 46 1 * 5 2 Antidoti prefi per amanti giouano piu che prefi dopo al ue- leno 1461.58 * Antidoto di granchi fritto da Gal. 1505.20 * Antìdoto di fangue fritto da Gal. 1 470.46 Mtidoto marauìgliofo contrai T^apello 1485.45 Antidoto d'Auicenna cantra il fiele del Leopardo 1489.2 1 Antidoto di fìinchi fritto da Gal. 1 47 o . 5 4 Antidoto di terra Lemnia fritto da Gal. 1 47 1 .47 Antimonio fritto da Diofcoride 1405.60 Antimonio » # fue uìrtà fritte da Gal. 1 40 6. 3 o Antimonio Hiacintiino,traJparente deferino dal Matthiolo 1406.32 Antimonio Hiacinthino , # fue flupende uìrtà 1 40 6. 3 2 Antimonio Hiacinthio non efìer uelenofone maligno come 5 ingannano alcuni 1 407. 3 9 Antipatbe,corallo fritto da Diofc . 1 ^40. 5 6 Antipatie cfaminato dal Matti. 1 44 1 . 2 5 Antirrhino fritto da Diofcoride 1255,1 Antirrhìno , #fue diuerfe ferie deferitte dal Matthiolo 1256.5 Antirrhino, & fue uirtu fritte da Gal. 1 2 5 7. $ Antirrhino , #fue uirtu fritte dal Matti . 1 2 5 7. 1 Antìfodìj fritti da Diofc. ? 3 97 • 3 7 Antìfpodij efaminati dal Matti. 1 3 9 7. 5 2 Antijpodij,# loro Uirtà ferine da Gal. *398.35 Antifodij in quanti modi fi faccino 1397.33 Antera , #fua fattorìa defritta dal Matti. 1 1 5 4. 1 9 Antora antidoto del Capello 1154.42 Antora » # gedoaria d Auicenna fono una cofa medefima *154-35. Aparine fritta da Diofc. 853.4 Aparine efaminata dal Matti.#- fue uìrtà 853.12 Ap arine,# fue facoltà fritte da Gal. $ 5 3 . 1 7 A phaca fritta da Diofc. 578.3 Aphaca confederata dal Matti . 57^*9 Aphaca ,# Veccia,# lor uirtà fritte da Gal. 5 79-3 Aphaca diTheophrafto 5 3 5 79- 1 ? Api,# loro fattoria fritta dal Matti . 413.8 Api, # lor ordine marauigliofo 4* > • 1 7 Api perdendo fi come rifar e fi pofiino 4*3*37 Api,# lor marauigliofa prudenza 4 1 3 • 3 0 Api, er loro induttria mirabile 4*3*3 0 Api, # In cura delle punture loro fritta da D iof. 1 5 1 4. t Api , # uefe, # la cura delle lor punture fritta dal Mat- thiolo 1514.10 Apiattro , Leggi Melìffa » Apio fritto da Dio feoride 810.27 Apio confederato dal Matthiolo 811.10 Apio,# fue uirtà fritte da Gal . 8 1 4. 5 3 Apio paluflre fritto da Diofc . 810.38 Apio paluflre confederato dal Matti • 813.1 Apio montano fritto da Diofc. 810.42 Apio montano efaminato dal Matti . 8 1 4.6 Apio rifo di Sardegna ,# fua hittoria defritta dal Mattino- lo 645.11 Apios fritto da Diofc. *3 35*44 Apios efaminato dal Matti. * 3 3 5*54 Apios mal confederato dal Iguellio , # dal Fuchfio 1 3 3 6. 1 Apios falfo,# fua bijìoria fritta dal Matti. 1336.5 Apocino fritto da Diofcoride 1 1 5 7.4 ì Apocino efaminato dal Matti . 1157.50 Apocino,# fue facoltà fritte da Gal. 1 1 5 8. 1 1 Aquilina, ouero Aquileia,#fua hittoria fritta dal Matti • 663.58 Arabeia che cofa fia 453*8 Arabica pietra fritta da Diofc. I 446 . 5 7 Arabica pietra confederata dal Matti » 1 446.60 Arabica fina fritta da Diofc. 7° 3 * 3 4 Arabica fina efaminata dal Matti? . 703.3 8 Arabide fritta da Diofc. 601.6 Arabide efaminata dal Matthiolo 601.1 o Arabide in Diofcoride adulterina 60 2 . 1 Araco ,# fua fattoria fritta dal Matti » 448.8 Araco che cofa fia apprejfo Gal. 448. 1 o Araco di Theophrafto 448-17 Aranci, # loro bijìoria fritta dal Matti » 2 69 . 4 2 Aranci ,# lor uirtà fcrittadal Matti. 2 69.48 Arbuto fritto da Diofc . 290.58 Arbuto de fritto dal M atti?. 2 9 1 . 1 Arbuto deferitto da Galeno 29 2 . 1 5 Arbuto ,# fue uirtà fritte dal Matti « 292.12 Archichiocchi fritti dal Matti?. 70 6.6 Arttio fritto da Diofcoride 1212.19 Arttio confederato dal Matti. 1212.27 Arttio # fue uirtà fritte da Gal. 1212.32 Arena marina fritta da Diofc. 1452.53 Argemone fritta da Diofc. 6 5 5 .6 Argemone efaminata dal Matti?. 655.10 Argemone,# fue uirtà fritte da Gal. 656.10 Argentina herba, # fua bijìoria fritta dal Matti » 628.10 Argento come fi raffini 1 4 1 o. 1 o Argento uiuo fritto da Diofc. 1 4 1 6.60 Argento uiuo #fua hittoria fritta dal Matti. 1 4 1 7. 2 1 Argento uiuo,# fua miniera ' 1 4 1 7. 3 1 Argento uiuo come confederato dagl’ Alchimijii 3417.13 Argento uiuo breuemente confederato da Gal. 1417.52 Argento uiuo conumerato da Diofcoride fa i ueleni x 49 2.9 Argento uiuo,#fuoi uelenofi effetti 1492-13 Argento uiuo #fuoi accidenti # nocumenti con la cura 1492.16 Argento filmato come fi facci 1417.56 Argento folimato, #fua uelenofi natura, accidenti, nocu- menti # cura fritti dal Matti?. 1491.17.# 34 Aria / Tauola. „{m tane au veleni ^trinca che cofnfm ^rifarò fcritto da Diofcovide . /trifora iifcritto dal Mattinolo ,/t rifarò, & fue uirtù fritte da Gal. '^riftolocbia fritta da Diofc. J. riftolocbie tutte coaliderate dal Mattb. £465.5? 413.1 6 631.4 632.9 633.B 683.33 „ , 683.5; ^ (riftolochia &, fuo frutto mal cofiderata da T>li . 683.61 Jiriftolocbia clematìte no ejfer differite dalla fotiile6S 6. 3 3 Uriftolochèt,& fue facoltà fritta da Gal. 6S7.2 1 /trìfolotbia, & fue uirtù fritta da Mef. 687.34 'jt rinatile nell’ bifloria de i Ricci marini mal confderato dal Giouio , 3j8.il jfr ftotIle incavar fi che no habbino i cerni tuga uitct 380.18 Arittotile ingannar fi che la Salamandra non sabbrufci nel fuoco Ermellini frutti , Leggi Armeniache . Armenia pietra fritta da Diofc. 1412.16 Armenia pietra efaminata dal Matti j. 1 4 1 2 . 2 1 Armenia pietra fritta da Aleffandro 1412.50 Armenia pietra , & fue uirtu fritte da Aetio 141 3*3 Armenia pietra,& fue uirtù fritte da Gal. 1415-13 Armeniache fritte da Diofc. 258.42 Armeniache confidente dal Mattb. 268.12 A r maniaco , Leggi Ammoniaco . Armar acia fritta da Diofc. 466.15 Armoracia confidar ata dal Mattb . 466. 3 2 Arnabo, & fua bifloria fritta dal Mattb . 613.54 Aro fritto da Diofc. 628.29 Aro confderato dal Matti). 628.37 Aro minore de fritto dal Mattb. 6 28.48 Aro,& fue facoltà fritte da Gal . 6 3 0.7 Mroy&fue uirtù fritte dal Mattb. 618.59 Aro d’Egitto confderato dal Mattb. &fua hìf. 448.4 3 Aro d’Egitto non ejfer la Colocafia 448.45 Ar fenico folimato come fi facci 428.47 Arfenico fritto da Diofc. 1418.1 Ar fenico efaminato dal Mattb . 1428.26 Arfenico tra li ueleni con la cura 1493 .6 Artemifìa maggiore fritta da Diofc. 895.8 Artemifìa minore fritta da Diofc. 895.10.^896.10 Artemifìa, & fue jpetie efaminata dal Mattb. 897.1 Artemifìa mal deferitta da ‘ Plinio 897.8 Artemifia mal cofiderata in piu modi dal Brafauola$)j. 2 2 Artemifìa minore mal intefa dal Ruellio 8 97.40 Artemifìa , & fue uirtùc onfid. dal Mattb. 898.28 Artemifia, & fua uirtù fritta da Gal. 898.36 A farina ber ba,& fila bifloria e-r uirtù fritta dal Matthio- lo • 42.28 A faro fritto da Diofc . 40. £ A faro efaminato dal Mattb. 41.1 Afaro,& fue uirtù fritte da Mef. 42.10 Afaro,&fue facoltà fritte da Gal. 42.38 A faro mal confiderai dal Brafauola contra Tlin. 41.8 Afciro fritto da Di fi. 985.3 8 Afciro efaminato dal Mattb. 988. 1 Afciro & fue uirtù fritte da Gal . f 99 o . 2 1 Afclepiade fritta da Diofc. 855.3 Afclepiade efaminata dal Mattb. 855.0 Afclepiade mal’ intefa dal Fuchfìo 8.5 6.8 Afclepiade & fue uirtù fritte da Gal. 8 5 6. 3 8 Afpalatbo fritto da Diofc. 68. 7 Afpalatbo confiderai dal Mattb. 68.18 Afpalatbo mal'intefo dal Bjtellio 68.18 Afpalatbo, & fue uirtù fritte da Gal . 68.39 Afparago fritto da Diofc. 504.3 3 Afparago confiderai dal Matth. 5 04.48 A far ago, & fue dmerfefpetie 504.9 Afparago, & fue uirtù fritte daTlinio » & £ Auicenna 505.11 AJparago,& fue facoltà fritte da Gal. . . . 504.62 Afpbalto fritto da Diofc . i 29.3,6 Afpbalto efaminato dal Mattb. 1 29.49 Afpbalto, & fe uirtù fritte da Gal. 132.20 Afphodelo fritto da Diofc. 634.4 Afphodelo efaminato dal Mattb . 635.13 Afphodelo & fue facoltà fritte da Gal. 635.57 A) (pidi,& lor ueleno,, accidenti, & cura fritti da Dioforidé I525-49 *4fpidi, & loro (petie,& uelenofì morfi frìtti dal Mattinolo 1525.60 Afidi , & lor bifloria , morfura , pegni , & cura fritta dal Matth. 1526.8 Afpido Cbelìdonio,& fuo crudelijjìmo ueleno 1 5 1 6. 3 Afpido del corno 1520.39 A fidi commemorati da Gal. 1525.61 Afpleno fritto da Diofc. 948*4 A fieno efaminato dal Mattb. 948- 1 4 AJpleno , er fua uirtù fritta dal Matth. 949-9 Appleno > &fue uirtù fritte da Gal . 949.1 2 Ajpleno mal’intefo da alcuni 949-2 A f ertila , Leggi coda di cauallo . Affa odorifera , & feti da 845.17 Afferro fritto da Diofc. ■ _ 722.35' Affen%o marino, ouero feripbio fritto da Diofc. 722.58 Affengo fantonico feriti 0 da Diofc. 7 2. 3.3 Affenxp confiderai dal Mattb. 72 3 .7 Affen^p pontico fritto da Diofc. 722.35 Aff'en%p pontico fritto da Gal. 7 2 3 .! I Affengo pontico & fue uirtù fritto dal Matth . 725-3 Affengo Marino , ouerSeriphio & fua fattoria fritta dal Mattb. 726.14 Affenxp marino d’Egitto 7 2 6. 2 4 AffetiTi tutti , & lor uirtù fritte dal Matth. 723.7 Affenxp,& fue facoltà fritto da Gal . 717. 11 A (ìia pietra fritta da Diofc. 1442.16 Afiia pietra efaminata dal Matth. 1442.22 Afba pietra, & fina hijh& uirtù fritta da Gal. 1442.37 Aflaco pefe commemorato dal Mattb. 3 3 1 .4 Atter Attico fritto da Diofc. 1233.1 After Attico con fiderato dal Matth. ^1254.1 Atter Attico,& fue uirtù fritto da Gal. 1237.16 Atter Attico mal’intefo da S erap. 1235.5 Aftragalo fritto da Diofc. 1108.14 Attr agaio efaminato dal Matth . 1108.12. Aftragalo & fue uirtù fritte da Gal. 1108.27 Aftnre ouer Tinne commemorate dal Mattb. 322.55 Atbanafìa , Leggi Tanaceto . A ther a fritta da Diofc. 425.26 Athera efaminata dal Matth. 415.28 A tramento librario fritto da Diofc . j 4 5 5.44 A tramento fiutorio , Leggi Calcantbo . Attrattile fritta da Diofc - 856.4 Attrattile confìderata dal Matth. 8 5 6. 5 2 A triplice fritta da Diofc. 486.38 A triplice efaminato dal Mattb. 486.43 A triplice faluatìco,& fue jpetie fritte dal Matth. 488,9 Atriplice marino,& fua bifloria fritto dal Mattb. 489.5 A triplice, & fue falcultà fritte da Gal. 49 1 .4 Auellane fritte da Diofcoride 307.17 Auellane confìderate dal Mattb. 302.24 duellane Indiane di piu jpetie defritte dal Mattbiolo 3 00. 49 Muellane >& lor uirtù fcritte da Gal. 3 04. 1 o Auelenati come fi debbino cibare 1466.43 Auerroe ingannar fi nella Manna contra Gal. io 6. 7 Auicenna diffefo contra l Fuchfìo nelle Giugiole 290.6 Auicenna contra Efal ne ipiflacbi 2 96.4 Auicenna intorno al ^uccaro mal’intefo dal Manardo 4 1 1, il à 3 Auìcerh Br Tati ola AmttnM difefo nelht^utafduatkt coirai Fuchfto 780.6 AuìceUna difefo nel Tfapello contrai Fuchfto 1 1 5 3 • 5 ? Auicenna conira Gal. nel Corìandro 807.18 Attorto fcritto da Diofc. $ 7^*44 Attorio efam. dal Matth. ^ 37fi-4^ Altorio, & [uè facoltà ferine da Gal. 378-14 Attorto come fi ridite a in pasta 1131.59 Autori commendati da Gal. nella materia de femplici 4. 6 Annettente intorno à i cibi per caufa deiueleni , ir quali debbino effereiqttocbi 146441 Auuertenge intorno à i ttaft oue ft tengono i cibi 1 464.4 1 Auuertenge intorno à i letti , & ueShmenti me pa foretto di veleno 1465. A liner tengo intorno àglaftantiche gouemano gC bitumini rabbiofi 1 5 °4* 37 Autiertìge intorno allemedicinefolutiue che fi danno àgl’ar rabbiati 1506.10 Auitertenxe intorno à i cani oue ft teme di rabbia 1503.11 Aimertenge intorno al picchiar de i morft uelenoft 1510.34 Agadarache di Auicenna 3o8-ì4 Agadaracbe,& fuo tteleno,ir remedij fcritti dal Mattbiolo 1 480.41. Azurro oltr amorino 1414-9 Agarolo albero , ir fitta hiftaria fcritta dal Mattinolo 271. ‘ E A ar a s pianta di marauigliof uirtà fcritta dato - » fepho 11 36.1 7 ' Eacchare fcritta da Diofc. 77 1 .4 E ac ch’are esaminata dal Matth . 7 7 2 • ? Eacchare ejfer propia di Diofc . & non aggiuntata da altrui contra ìfjtnguiìlari 773. 1.8 Baccbare mal confederata dal Leoniceno , & dal Brafauola 775-1 $ Bacchare mal intefa in piu modi dal Anguiilari 773.26 Baìcoche , Leggi Armeniacbe . Bagaia, & feto albero , & hifioria fcritta dal Matth, Leggi Qxiacantba <. Bagolaro albero . Leggi Loto albero . Balauttio fcritto da Diofcoride 145'. 48 Balaufii efam. dal Matth. 2 47.7 Balla , ouer Valla marina che cofafea . 143 9.40 Ballote fritto da Diofc. 8 7 3 .4 Ballote efam. dal Matth. 873.12 Ballote, & fue uirtà fritte da Cai. 87 3.15 Balfamina y&fua hifioria fritta dal Matth. 1 3 5 1. 1 o Balfaminay&fia uirtà fcritta dal Matth . 1351.24 Balfamina d'altra ferie &fa fattoria fcritta dal Mattbio- lo 1351.40 Balfamo fritto da Diofc : 65.55 Balfamo confederato dal Matth. 66.31 Bàlfamo perche non fea piu in Ciudea 66.49 Baljdmonon fi truoua f non in Egitto al Cairo 66 . 5 1 Balfamo > & fita hifioria fritta da Theoph. 66. 5 7 Balfamo,&f e uirtà fritte da Gal. 67.24 Balfamo oue manchi che cofa fpplifca 67.28 Balfamo artificiale, & il modo di farlo fritto dal Mattino- lo 67.50 Baljamo artificiale , & fue uirtà fritte dal Matth . 67. 61 Balfamo nuouo portato dall'lndie 67.44 Bambagia, & fa bifl. fcritta dal Matth. 440. 5.^910.1 1 Bambagia , & fue facoltà fritte dal Mattinolo 441.1,$- 911,5 Barba di becco fcritta da Diofc. Barba di becco confìd.dal Matth * Barba Siluana Barbegge animali Barboni pefi Baflico fritto da Diofc. E africo eonfii. dal Matth. 561.28 Bafeliro cangiarfì in Serpollo . 562.3 Eafìlico non generare glifcorpioni 5 6 1 . 5 6 BafelicOy& fue uirtà fritte da Gal. ^ 562.8 Bafilico gariophillato màl’intefo da ì fati commentatori di Mef. 561.58 Bafilico mal’intefo dal Brafauola 561.46 Bafilico fanatico fritto 'da Diojc. 1050.37 Bafilico faluatico efam. dal Matth. 1050.43 Bafilico acquatico fritto da Diofc. 105 i-3 Bafilico acquatico efam. dal Matth. 1051.10 Bafilifco f r pente ,& fuo ueleno fritto da Diofc. 1 5 2 6. 3 8 Bafilifco , & fa uaria h ttoria 1 5 2 6.44 Bafilifco , & opinion falfa del uulgo intorno. alla fa natura 15 26.46 Bxtrachio fcritto da Diofc. 643.7 Batrachio tfam.dal Matth . 6^4.10 Bat ribotta pefe , Leggi Torpedine. Batti fecula ^ Batti focere * Bdellio fcritto da Diofc. 533.12 ioi.19 Bdellio efammato dal Matth. 101.34 Bdellio , & fue uirtà fritte da Gal. 101.57 Bdellio fincero rarìffimo in Italia 101.36 Bdellio , & fa hi fi. fcritta da V linfa 101.49 Bdellio di Valma 102.3 Bdellio del Taradifo terrettre 102.16 Bedcguar 701.8 Belgioino 844.5 Belli s,& fe uarie ferie 961.6 Belli s,& fa hifioria fcritta dal Matth. 961.8 Eehen bianca , <&■ rojjò , $• loro hifioria fcritta dal Matth • t.298.17 1300.14 Ben Arabico, Leggi ghianda Unguentaria. Ben fritto da Mefite Berbena , Leggi Verbenaca « Berbero , Leggi Oxiacantha . Beta, Leggi Bietola * Betonica fcritta da Diofc. 9 9 3 . 2 6 Betonica efam. dal Matth. 99 3*49 Ectonica , & fa uirtà fcritta da Antonio Mufa , Medico di Cefare Augutto 993*5° Betonica, & fe uirtà fritte daCaL 99 6. 1 4 Betula , & fa hitt. fritta dal Matth . 1 5 7‘ 4 Betula ha la corteccia bìtuminofa 158.4 Betula,& fue uirtà fritte dal Matth. 1 5 8.9 Begahar pietra > & fa fattoria & uirtà fcritta dal Ma: : ». 1422.47 Bianca fina fcritta da Diofc. Bianca fina efaminata dal Matth. si * *«*■«*• Bietola bianca, $- nera fcritta da Diofc . Bietola rojfa & ‘fita fattoria fritta dal Matth, Bietole ,& lor uirtà fritte da Gal. Bietola faluarica Biondella , Leggi Centaurea minore. Birra , Leggi Ceruofa . Bis lingua , Leggi Hippogloffo . alui 712.43 7 12 *47 499.4 500.2 500.11 501.9 566.30 566.35 985. n 364.47 350.38 561.16 Bìsmalua, Leggi Alesa. Biflorta, & fiua hifioria fcritta dal Matth. Bistorta, tir fita uirtà fcritta dal Malti). Bitume fcritto da Diof. Bitume confiderai dal Matth. Bitume, &fua hifioria & uirtà fcrittc da Gal. Bitume chiamato ì^aphtha fcritto da Diofc. Bitume chiamato Xaphtha,etfiie marauigliofe fatuità fcrit te dal Matth. 130.41 Blattaria herba , &fua biSìoria & uirtà fcritta dal Matti). 1209.2 996.4O 996.56 I29.l8 129.49 132.20 129.36 Blatte Tauola. Blatte bifintis, Leggi Vngbie odorate . Blatte de i rnolini fritte da Diofc . $ 64. 3 8 Blatte de i inolimi corifìd. dal Matth. 3 54.40 Blito defcritto da Diofc . 479. 3 Blito, & fue Jpetie confed.dal Matth, 479*7 Blito, & fue facoltà fritte da Gal. 481.1 Bolo Armeno, & fuahiffifrìt.da Gal. 142 2.2 142 *• .26. £0/0 Armeno uolgare che cofafia 1419*9 Bonaga, Leggi Ononide . Bonifacia, Leggi Hippoglojfo Bono Henrico qual pianta fa appreffo a ì Tedefcbi , & fua bift. fritta dal Matth. 6 29.9 Borace , Leggi Chrifo colla Borragine, &fua biffi. f ritta dal Matth . 1245.4 BoJfo,& fua biffi. & uirtù fcrit.dal Matth. 20 5.6 Boterò, Leggi Boturo. Botri fritto da Diofcoride 900.4 Botri & fue uirtù fcrit.dal Matth . 90 1 . 1 Botri conftderato dal Mattinolo 900. 1 1 B otri, & fue facoltà fritte da 'Paulo 901.9 Botte terrestri, & paluffiri fritte da Diofc. 1494.2 5 Botte , & Lor uelenofa matura 1 494.49 Botte mal covfìderate dal Mundella 1 494. 5 2 Botte come infettino le herbe 1 494. 5 5 Boturo fritto da Diofc . 393.60 Boturo, & fue uirtù fritte dal Matth. 3 9 5 • 47 Boturo, & fue facultà fritte da Gal. 395.48 Boturo, & fua fuligine fritta da Diofc. 3 94. 1 2 Draglia che co fa fa 1000.4 Branca orfina,Leggi jLcantho . Brafìica fritta da Diofc. 493.6 Brafìica domeflica , & fue Jpetie , & hifl. fritta dal Matth . 496.4. Braffca,& fue facoltà fritte da Gal. 49 8. 1 9 Brafìica, & fue uirtà fritte dal Matth . 498.6 Brafìica faluatica fritta da Diofc. 49 5*3 Braffcafaluatica efam.dal Matth. 498.} Brafìica marina fritta da Diofc. 495.8 Brafìica 'marina efam. dal Matth. 498.40 Brafìicamarina mal confiddal Duetto 498.49 Brafìica marina non ejfere il Cachile degl' jLr ahi 49 8 . 5 1 Brafìica marina, & fue uirtù fritte dal Matth. 498.55 Brionia fritta da Diofc. 1 3 46. 2 9 Brionia confderata dal Matth. 1 3 46.4 2 Brionia, & fue uirtù fritte da Mefite 1 3 46. 5 2 Brionia tra li ueleni con la cura defuoi nocumenti fritta dal Matth. 1499.59 Brit amica fritta da Diofcoride 99 6. 2 4 Britanica efaminata dal Matth. 99 6. 3 0 Britanica,& fua biffi, recitata da P lìmo 996. 3 Britanica , & fue uirtù fritte da Gal . 997.10 Brodo di pefci fritto da Diofc. 362.37 Brodo di pefci efam. dal Matth. 362 .4(5 Bromo fritto da Diofc. 1 2 6 6. 2 5 Bromo efamìnato dal Matth. 1266.32 Bruchi'fc ritti da Diofcoride 380.56 Bruchi, & lor hifl. fritta dal Matth. 3 80. 60 Bruchi chiamati Jìurelij,& loro hifloriafcritta dal Matth • 381.6. B ruchi come fi caccino 381.20 Bruchi come fi generino 281.15 Bruchi de pini fritti da Diofc. 381.36 Bruchi de pmi,& lor hifioria frìtta dal Matth. 381.55 Bruchi de pini tra li ueleni fritti da Diofc. 1473 .5 o Bruchi de pini, & loro nocumeti con la cura fritta da Diof. & dal Matth. 1474.8 Buccine fritte da Diofc. 3 2 1 *7 Buccine confederate dal Matth . 3 2 1 • 5 7 Buglojfaf dritta da Diofc. 1 244.40 Buglojfa efam . dal Matth. 1244.48 Buglojfa fritta d'jLuicenna 12-45.? Buglojfa & fue uirtù fritte da Gal. 1 247. 1 2 Buglojfz uolgare di tre jpetie 1 2 47.4 BugloJfa,&fue uirtù fritte dal Matth. 1 247.9 Bulbo mangiatiuo fritto da Diofc. 635.46 Bulbo uomitorio fritto da Diofc. 6 5 6.4 Bulbi confederati dal Matth. 63 6. 8 Bulbi & loro uirtù fritte da Galeno 63 7. 1 7 Bunio falfo firit. da Diofc. 1 24 3 .45 Bunio fritto da Diofcoride 2243.34 Bunio ejfaminato dal Matthìolo 2243.50 Bunio &fiue facultà fritte da Galeno 1245.58 Buoi morti dì morbo come infettino chi li fonica 1 460. 1 1 Buphthalmo fritto da Diofcoride 95 9.4 Buphthalmo confederato dal Matth. 95 9.10 Buphthalmo &fue facultà fritte da Gal. 961.1 Bupreffii animali fritte da Diofcoride 3 8 1 . 3 6 Bupreffii confederate dal Matthiolo 381.54 Buprefli & loro nocumenti & rimedi fritti da Diofcoride 1473.60. Burro, Leggi Boturo Burfa pafloris , & fua hifl. fritta dal Matth. 600. t C CM calia fritta da Diofc. 1243.9 C ac alia confderata dal Matth. 1243.16 C ac alia & fue uirtù frìtte da Gal . 2243.24 Cacatreppola che cofa fia in T ofcana 717.12. Cachri fritto da Diofcoride 3 8 1.43 Cachuche cofafia 835.4 Cachri confederato dal Matth . 835.5 Cadmia fritta da Diof. 1394.57 Cadmia & fua hifl. fritta dal Matth. 1395.39 Cadmia & fua hifl. fritta da Gal . 1395.49 Cadmia & fùa hifloria fritta da Vlmio 1396.9 Cadmia Botrite, T tacite, Caiamite 1395.41.^43 Cadmia minerale di due Jpetie 1 3 9 5 . 3 9 Cadmia in ufi 1 in luogo di Tompholige 1 3 9 6. 3 o Cadmia & fue facultà fritte da Gal. 1 39 6. 6 Cagli di diuerfi animali 398.56 Cagli effaminati dal Matth . 399,1 2 Cagli & loro facultà fritte da Gal. ’ 3 99. 1 7 Caglio di cane nella cura del cane rabiofo 1508.38 Calamandnna » Leggi Chamedrio Calamari pefci 3 49. 2 8 Calamintha fritta da Diofc. 7 5 4* 1 5 Calamintha di tre Jpetie appreffo Diofc • 7 5 4* 1 ? Calamintha confederata dal Matth. 754.3 2 Calamintha, & fue uirtù fritte da Gal. 755.11 Calamintha male confederata dal vrafauola 7 5 4* 3 8 Calamintha male intefa dal Duetto 754*49 Calamita pietra, Leggi Magnete Calamo odorato fritto da Diofc . 63.55 Calamo odorato, & fua hifl. fritta da Theophraffio 64. t Calamo odorato ejfaminato dal Matth . 64.1 Calamo odorato malamente iute fo dal vrafauola 65.10 Calamo odorato uolgare non ejfere illegitimo contra il Fuch fio 65.30 Calamo odorato & fue uirtù fritte da Galeno Calcifaga fritta da Diofcoride Calcina urna fritta da Diof. Calcina urna confederata dal Matth. Calcina uiua , & fue uirtù fritte dal Matth . Calcina uiua,& fue facultà fritte da Gal. Calcina fritta fa li ueleni da Diof. C aletta uiua,&fuoi nocumenti & rimedi fritti dal Matth. 1492.60 Calendola, Leggi Caltha 1344.30 1437.20. 1437*35 1437-35 H37-39 a 4 Calli Tauola - Calli delie gambe de cauatti ferini da Diofc. 3^7‘f0 Calli delle gambe de caualli effeminati dal Matto. 367*5 5 Callitrici onero Callitricò , Leggi Hormino Cattba confiderata dal Matto. &fea bift. 1365.11 Calthay& fne uirtù fcritte dal Matto. 1 3 66. 1 Camamilla, Leggi Mnth emide. C ambrojfene, Leggi Liguftro Campbora,& fua bift.fcritta dal Matto • 1 2 3 ♦ 1 S Camphora come fi faccia bianca 1 1 3 *5 1 Campbora fimeera come fi concfca 1 14.2 Campbora fimeera come fi confimi 1 2 4*7 Campbora & fina natura & uirtu 12-3 *4^ Campbora non efiere ffetie di Bitume contra il Fncbfio gral tri I23*33 Campbora malamente confederata da Vlateano 1 2 3 .4 * Canabel checofafia 716,11 i Canape fcrìtta daDiofcoride 91% • 2 Canape effeminata dal Matto. 979*4 Canape faluatica fcritta da Diofc . 978-9 Canape faluatica effeminata dal Matto. 9 80.4 Canape, & fue facultà fcritte da Gal. 98 o. 1 9 Canape & fee uirtù fcritte dal Matto . 980.14 Cancamo fcritto da Diofc. 74.16 Cane amo effeminato dal Matto. 74*3 3 Cancelli pefei & loro bifioriapofia dal Matto. 3 ? 3 • 1 4 Canerabbiofo , & uirtu del fuo fegato fcritte daDiofcoride 366.19 Cane rabbiofo & fogni della fuarabia 1 5 o 2 .40 Cane rabbiofo: & fua uelenofa natura fcritta dal Mattinolo 110$. 1 Cani per che caufe diuentino rabbiofì 1503.13 Cani rabbiofih& rimedi del loro ueleno di Diofc. 1 5 04.49 Cani rabbiofì,& rimedi del loro ueleno del Matt. 1505.16 Canna fcritta da Diofc. 1064.1 Canne & loro bift. fcritta dal Matto. 165.1 Canne & loro ffetie 165.1 Canne & loro facultà fcritte da Gal. 3 6 6. 1 o Canne de cui cannoni fe ne fanno Barche 1 66. 1 7 Canneindiane x 66. 1 S.& 61 Canne nimiebe della felce 1 66. 1 3 Canne amicifsime delli far agi 1 66. 1 5 Cannella, Leggi Cinnamomo Cantarelle fcritte da Diofc . 281.36 Cantarelle effeminate dal Matto. 381.50 Cantarelle male appareccbiarfi da molti 382.17 Cantarelle fcritte da Gal. 38 2.45 Cantarelle prefe per bocca, & loro ueleno, nocumenti >& ac- cidenti con la cura fcritta da Diofc . 1471.50 Cantarelle & loro nocumento fcritte dal Matto. 1471.11 Cantarelle , & remedi del loro ueleno fritti dalMattbiolo 1471.45 Capei uenere,Leggi Mdianto. Capodilatte 395*57 Capitoni pefei 3 60.49 C appari fritti da Diofc. 659.40 C appari effeminati dal Matthiolo 639.60 C apparì come fi feminano • 640.6 C appari &lor uirtu fritte da Gal. 64 1 . i Cappe Marine 3 z 5 .2.7 Cappucci 49 7. 1 Caprifoglio io 14. 4 C apriola berba 1 o 5 3 . 3 Caranga 1351.11 Carbone 118.20 C arciofi & loro hittoria pofla dal Matto . 706. 5 C arciofi come nafehino fenga fine 707. 1 Cardamomo fritto da Diofc. 3 0.1 3 Cardamomo effeminato dal Matto. 30.58 C àrdamomo uolgare di piu fette 30.58 Cardamomo &fua bili, pofla dal Matto . ■ 30.59 Cardamomo & fue fede fotte da 'Plinio 31.56 Cardamomo & fue uirtù fritte da Gal. 32.1 Cardamomo oue manchi, che cofefupplifca 31.62 Cardamomo mal effam.dal \uellio,& dal Fucbfio. 31.39 Cardamomo mal intefo da i fati commentatori di Mefite 31.34 CardoncelloyLeggi Senecio Cardoni da mangiare Cardo fritte da Diofc. Cardo effeminato dal Matto. Cardo & fue uirtù fritte da Gal. Cardi & loro fede uarie potte dal Matto • Cardi & lor uirtù fritte dal Matthiolo Cardo benedetto & fua hitt.pofto dal Mat. Cardo Santo.Sj 9. ij. Catoncello. Cardo di S. Maria & fitta bift or ia & uirtù frìtte dal Matto . 714.11. Cardiaca & fua bifloria pofla dal Matto . Carlina, Leggi Chameleone bianco Cam come fi confruino lungamente Carni come diuentino ueleno fe Carni & remedi del loro ueleno Carni morti cine Caro berba fritta da Diofc. Caro confederato dal Matto. Caro crfiue uirtù fritte da Gal . Carobe, Leggi Silique Carote , & loro effaminatione fritta dal Matto. 791.8 Carote non effer e il Behem bianco & rofio fecondo lafalfa opinione d’ alcuni 79 1 . 1 9 Carpafo fiali ueleni fcritto daDiofc. 1480.50 Carpafo confederato dal Matto. 1480.53 Carpafo & remedio del fuo ueleno fritto da Diofcoride 1480.51 , Carpe animali 364.47 Carpefio & fua bift. pofla da -Gal. 46. 3 Carpe fio confederato dal Matto. 46.6 Carpefio non effere le Cubebe cotra la opinione del Fucbfio , delfuellio,d!Hemolaoj& de Frati commentatori di Me - 705.11 704.9 7°5*5 7°7*7 705.6 707.4 859.17 ri 86.2 16.43 1498.10 1498.21 1498.15 798.5 798.9 798.21 fue 46.27 46.7 161.2 66.12 67.18 67-35 161.2 Carpefio & fue uirtù fcritte da Galeno Carpino, & fua bill fcritta dal Mattb, Carpobalfarno fritto da Diofc. Carpobalfarno esaminato dal Mattb. Carpobalfarno oue manchi che cofafitpplife, Carpino & fua bili. pofta dal Mattb, Carthamo, Leggi Cnico, Carino, Leggi Caro . Cafcio fcritto da Diofc . Cafcio cpnfiderato dal Mattb. Cafcio uecchio Cafcio di V acca Cafcio di bufalo Cafcio di pecora Cafcio di capra Cafcio frefeo Cafcio di mego tempo. Cafcio, & fue uirtù fcritte da Galem Cafcio Marciolino Cafcio Pvauaggiolo Cafiinteruenutià molti Cafo inter uenuto à un uillano che mangiò inauuertentemente le radici della Cicuta 1479.26 Cafo intera aiuto d un contadino con un ferpe 1 460. 2 6 Cajo accaduto m Fiorenza in un comento di fati per un ra- ■ «ella pignatta 1464.60 Cajo di Rabbia accaduto in Trento 1503.13 Cafo accaduto in una gentildonna con la Cicuta 1479.34 Cafo accaduto in Goritia in un fate ebe mangiò la Cicuta Cafo 393-49 395-61 396.1 596.24 596.25 396.16 396.24 395-61 396.15 396.7 396.19 396.21 I460. II TauoJa: Cafo accaduto à due ciurmadori in Terugia i ; 1 3 . 3 1 Cafo d'un rullano morfo da un ripido 1460.3 8 Cefo alienato à un paftorc percolo da quel S er pente che chia mano i Greci Mcontia 1511.17 Copia odorata fcritta da Diofc. 49. J 7 Cafsia odorata confiderata dal Matth . 50*’-9 Cuffia odorata, non tffier quella delle ghirlande 5 0.4 1 Capa fi muta in cinnamomo 55.5 Cafiiafijhtla qual fia appreffio a i Greci 53.57 Cuffia odorata & fila biftoriapofla da Tlinio 5 3.13 Cafiia odorata et fila hiSloria fcritta da Theophrafto. 55.51 Cafiia odorata quale fia la nera 51.7 Cafiia odorata ir fue uirtufcritte da Gal. 56.9 Cafiia filmina & fia hiSloria p'fta dal Matth. 5 7. 1 9 Cafiia filmina &fue uirtà fcritte da Mefite 57.30 Caftagne firitte da Diofcoride 118.30 Cavagne confiderate dal Matth. 118.37 Caftagne macinarfi in farina, irfanfene pam 1 1 8. 40 Caftagne cauaUtne d‘ altra ffietie 118.45 Caftagne ir fue facoltà narrate da Gal. 119.S Caftagne, &fie mrtàpoSle dal Matth. 1 18. 59 Caftoreo firitto da Diofc. 351.34 Caftoreo ir fia hift. fcritta dal Matth. 3 5 1 . 5 3 Caftoreo del commune ufo, ne dell'antico no fimo i tefticoli del l'animale < 3 S 59 Castoreo come fi fophiHichì 3 5 4. f Caftoreo &fte facoltà firitte da Gal. 3 5 4. - o Caftoreo.irfuefaculti frìtte daTlinio 3 54.45 Caftoreo, & fie uirtà fcritte dal Matth. 3 5 4. ; 8 Caftoreo cattino , & fia uelenofa natura , conia cura pofta dalMatth. 1490.it CaSlrangola, Leggi Galìopfi. Catanance fcritta da Diofc. 1158.1 Catanance effeminata dal Mattinolo 1 1 5 9. t Catalogo de ifernpltci che uaglionoalli uelent 1457.3 1 Catapulta, Leggi Latbiri. Catohlepa animale mortifero fcritto daVlin. 1 5 16. 5 5 Cane alide fcritta da Diofc. 5 57-9 Caucalide effiaminata dal Matth. 558.1 Caucalide irfua uirtà firitte dal Matth. 558.9 Caucalide, ir fuafacultàfiritte da Gal. 558.5 Cauda equina. Leggi Coda di cauallo . Cautele che ufar fi debbono cantra li uelenì 14S4.ro Cauolo, ir firn biffi firitta dal Matth. 496-4 Cauolo cappuccio 497.1 Coitolo Sabellico 496.ro Cauolo ir fie uirtà contro l' ebbriaebeoga 498.1 Cauolo nimico delle uiti 497.1 1 Cauolo faluatico 498.1 Cauolo marino 498.30 Confi che fanno generare i metalli ,ir le pietre 1 3 7 1 .17 Cauterio ir fie utilità nel morfo de i cani rabbiofi cofiderate dal Matthiolo 1 5 06.47 Cecifcritti da Diofc. 441.4 Ceci confederati dal Matthiolo & fia hift. 443.8 Ceci ir fie uirtà firitte da Gal. 444. 1 Ceci irfiefacultà fcritte da Aetìo 444-8 Ceci Arieti ri quali fieno 444-7 Ceci faluatichi,ir loro hìftoria fcritta dal Matt. 444. 1 r Cecì,ir fie uirtà fcritte dal Matth . 444. 1 1 Cecilia, ir Mmpbisbea fia gl' animali ueleno fi ferini da Dio fioride 1511 .40 Cecilia, cr fia hìftoria et nocumenti ir accidenti del fuo mor fi fritti dal Matth. 1511.47 Cedrclate albero ir fia hìftoria pofta da Tlinio 141.36 Cedri alberi quando in Italia 1 69. 3 Cedri frutti & loro hìftoria fcritta dal Matth. 1 68.47 Cedri fiotti firitti da Diofcoride 1 5 8.44 Cedri frutti come fi conferuino fimi 169. 1 6 Cedri & loro foglie male interpretate dal Gag& inTheo- phrafto 168.39 Cedri finiti ir lor uirtà fcritte dal Matth. 169.17 Cedri frutti ir lor facoltà ferace da Gli. 1 69. 1 5 Cedri oue nafiono in Italia migliori 168 53 Cedriafiritta da Diofcoride 140.3 Cedua effammata dal Matth. >44- 1 4 C edria mal confiderata dal Beliamo j 44. , 5 C edride frutti fcritte da Diofc. 141.9 Cedride frutti firitte da Gal. 145-17 C edro albero fcritto da Diofcoride 140.1 Cedro & fia hìftoria reflit ut a dalMatth. 141,18 Cedro maggiore di due ffietie, & loro hiSloria firitta da Tli- n‘° 141-34 Cedro, Cedride ir lor uirtà fcritte da Galeno. 145.17 Cedro del Monte Mthlantico fcritto da Tlinio 1 44. 5 5 Cedrominore cbiamatoTbcnicio deferitto dal Matth.iq 5.1 Cedro Lido fcritto dalmedefmo al medefimo fioco. Cedronella, Leggi Melijfa. Cefaglioni ir loro hiftoriapoSla dal Matth. 101.10 Celtico leardo ferino da Diofc. 36,40 Celtico pardo fcritto dal Matthiolo 3 Soriì& Mclanteria &loro biftoria fcritta da Galeno 1416,42 Chalciti confederato dal Matth. 1416 17 Chalciti trasformar fi in Mi fi 1426.37. (jr 58 C hamamilla, Leggi Anth emide. Charne fcritte da Diofc. 3 2 4. 5 5 C hame e faminate dal Matth. 324.59 Chamecerafo fcritto dal Matth. % 5 4.1 Chamecifo defcritto da Diofc. 1 244. 1 Chamecifo e faminato dal Matth. 1 2 44. 1 1 C bameciffo & fue uirtù fcritte da Gal. 1 244. 2 2, C hamedaphne defcritta da Diofc. 1 276.45 C hamedaphne confederata dal Matth. 1276.59 C hamedaphne, & fua facultà fcritta da Gal. 1277.12 Chamedrio defcritto da Diofc. 866.4 Chamedrio e faminato dal Matth. 867. 1 Chamedrio fecondo & fua bifi. pofla dal Matth. 867. 19 Chamedrio fecondo mal confederato dal Trago 863.23 Chamedrio & fue facultà fcritte da Gal. 867. 26 Chamedrio & uirtù dell uno, c r dell'altro fcritte dal Matth . 867.6 C hamelea defcritta da Diofc. 1326.24 Chamelea ef aminata dal Matth. 1326.50 C hamelea & Tbimelea confufamente fcritte dagl? Arabi 1 326. 52 Chamelea fcritta da Mef. ? 3 2 7. 1 o Chamelea,& fue facultà fcritte da Gal . 1 3 2 9. 1 Chamelea fra li ueleni &fuoi nocumenti , con la cura fcritta dal Matth. 1496.47 Ch ameleone animale &fua biftoria & uirtù fcritte dal Mat Molo 388.32 Chameleone Bianco defcritto da Diofc. 693.10 C hameleone bianco confederato dal Matth , 69 3 . 3 8 Chameleone nero fcritto da Diofc. 69 3 . 2 41 696.I i244-2! 1244.31 1244.35 990.39 990.57 991.4 992.4 242.7 2-43 -5 1323.10 1 324*9 1324.11 663.10 665.4 665.39 666.1 663.32 667.17 667.10 663.40 526.3 Chameleone nero e faminato dal Matth . 693.5* C hame leoni & loro biftoria recitata da Theoph. ' 696. 1 Chameleone nero commemorato da Diofc . tra li ueleni coni , cura % 148 5.5] Cbameleoni confufamente defcritti dalli Arabi Cbameleuca ferita da Diofc. Chameleuca confederata dal Matth. Cbameleuca & fue uirtù fcritte da Gal . Chamepitio defcritto da Diofc. Chamepitio efaminato dal Matth. Chamepitio & fue uirtù pojìe dal Matth . Chamepitio & fue facultà fcritte da Gal. Chameriphe & fua biftoria fcritta dal Matth. Chamcriphe fcritta da Theoph. Chame felce fcritta da Diofc. ebamefice efaminaia dal Matth. cbamefìice,& fue facultà fcritte da Gal. Charabe, Leggi Succino C heiri, Leggi Leucoio Chelidonia maggiore fcritta da Diofc. Chelidonia minore fcritta da Diofc. Chelidonia maggiore confederata dal Matth. Chelidonia minore effeminata dal Matth. Chelidonia fu trottata dalle Rondine Chelidonia minore & fue uirtù pofte da Gal . Chelidonia minore rnal'intefa dal Fuchfio Chelidonia mal confederata dalli Alchimisti Chelidonia ferpeme & feto micidialiffìmo ueleno Che cofa gioita à i Principi far fi fare la credenza de i cibi 1464.20 Che uita debbino tener i Trincipi che dubitano di ueleno 1464.26 Chermes, Leggi, G'-ana da tingere. Chermefino non effer gomma d' Albero contra al Fuchfio 75-3 3 Chermefino non effer e il chermes delii Arabi contra i Frati commentatori di Mefue Cherfea affido Cherfeida,& fua uelenofa natura Cherua maggior e. Leggi Fucino cherita minore , Leggi Lathiri Chia terra fcritta da Diofcoride Chia terra effeminata dal Matth , Chiocciole fcritte da Diofcoride Chiocciole effeminate dal Matth. Chiocciole effer fiate in grande ufo delti antichi Chiocciole & loro uirtù fcritte dal Matth. Chiocciole & loro facultà fcritte da Gal . Chiocciole pomatie quali Chiocciole marine Chiocciole fengagufeio China radice defcritta dal Matth. Chondrilla defcritta da Diofc. Chondrilla confederata dal Matth. Chondrilla & fue uinù ferme da Gal. Chrifalide animali Chrifanthemo defcritto da Diofc. Chrifanthemo confederato dal Matth. Chrifanthemo effer di ferente dal Buphthalmo Chrifanthemo racconcio in Diofc. dal Matth. Chrifanthemo maleintefo dal Fuchfio Cbrifobalano,& fue uirtu fcritte da Gal. Cbrifocolla defcritta da Diofc. Chrifocolla artificiale Cbrifocolla effeminata dal Matth. Chrifocolla &fue uirtu pofte da Gal . Chrifocome fcritta da Diofc. Ckrifocome confederata dal Matth. Chrifogono defcritto da Diofc. Chrifogono esaminato dal Matth. 1516.6 524.34 1454.18 1454.23 317.56 328.40 328.48 r-8-)» 3*9.1 5 528. 51 3*9-47 319.4S 201. 18 5 3 7- 10 539.1 539-7 383.51 noi. IO 1 102.7 1 102.8 1103.10 1 103.21 1 300.6 * 4 1 1 . 3 3 407.38 £411.45 1412.2 xo97-28 1097*34 1097.40 1097-44 Ciano Tauola. Ciano fiore di Tlinio J 3 3-ri Ciano maggiore, & fuahijl'fcritta dal Matth. 5 54-8 Cibi grafi: & loro nocumenti 40 1.60 Cibi uentofi come fi corregono 447.6 Cibi atti a nafcondere i ueleni fritti da Diofc. 1456.39 Cibi da cui fi debbeno f binare coloro che hanno fama d'ef- fere auuelenati, firitti da Diofcoride 1456.41 Cibi co,n che cautela fi debbeno cucinare ne i maggi fecondo Diofcoride 1457-3 Cibi che ageuolmente fi conuertifcono in u eletto fecondo Dio- fioride 1497.60 Cicale fritte da Diofc. 371.10 Cicale esaminate dal Matth. 371.34 Cicale fono di duefpetie 371.36 Cicale tir loro f acuità fritte da Cai. 371.50 Cicale mal confederate da Alberto 371.47 Cicale oue fi mangino 371.40 Cicerbita, Leggi Soncho. Crii, Leggi ricino. Cicborea deferitta da Diofc. 517.1 1 Cicborea ejfaminata dal Matth. 518.7 Cìchorea uenucaria ir Jua hiHoria ir uirtù fritte dal Mat thìolo 531.10 Cicborea poìirbigon ir fua hiftorìa fritta dal Mattinolo .53 3-7 Cìchorea, ir fue uirtupofic da Gal. 5 3 5.9 Ciclamino primo de fritto da Diofc. 610.4 Ciclamino fecondo defritto da Diofc. 611.19 Ciclamini ir loro effaminatione fritta dal Matth. 611.17 Ciclamino ir fue uirtu fritte da Gal. 611.6 Ciclamino fecondo mal confii.dal Ruellio 6 zi. 19 Ciclamino, ir fuoi nocumenti, con la cura, fritta dal Matth. 1496.31 Cicuta defritta da Diofc. 1154.56 Cicuta ejfaminata dal Matth. 1 1 5 5 .9 Cicuta ir fue uirtù fritte da Gal. f 1 5 6. 1 Cicuta fritta da Diofc. fra li ueleni Ì479.9 Cicuta ir fuoinocumenti con la cura fritta dal Mattinolo j479.11 Cicuta, ir la cura del fio ueleno fritta da Aetio 1479.3 7 Cicuta non ammaendagli torneili fi bene amma-xpea gl' Imo- mini 1463.6 Cicuta amtelenare alle uolte altrui per inauuertenzaf.con oli ejfmpi 1479.15 Cigale, Leggi cicale. Cimbalaria & fua hìsl. poHa dal Matth. 1 1 8 1 . 1 o Cimbalio, Leggi Ombilico di Venere. Cìmicifcritti da Diofc. 361.50 Cìmici confìderate dal Matthiolo 361.57 Cimici faluaticbe 3 4 3 . z Cimino domefiico fritto da Diofcoride. 799.4 Cimino faluatìco primo ir fecondo fritto da Diofc. 800.4 Cimino domefiico esaminato dal Matth. 801.7 Ciminifaluaticbi ir loro hìfiorìa fritta dal Matth. 801.8 Cimino «fato dalli hippocritiper ingannare il mondo 804.1 Cimino ir fue facultà fritte da Gal. 804. 5 Cimolia terra fritta da Diofc. 1454.36 Cimolia terra ejfaminata dal Matti). 145 5.7 Cinara, Leggi Cardo Cinabro defi ritto da Diofc. 1414. 5 5 Cinabro confiderato dal Matth. 1 4 1 5 -7 Cinabro moderno minerale & artificiali 1 41 5 . 1 o Cinabro ir fua nelenofa natura 1491.49 Cinnamomo def ritto da Diofc. 49.60 Cinnamomo esaminato dal Matth. 5 5 -4<> Cinnamomo ir fua hift. fritta da Cai. 53.51 Cinnamomo perche non fi ritroui < 3 .3 1 Cinnamomo uero non fi porta a noi 53.48 Cinnamomo di fi ferie 5 5 • 1 1 Cinnamomo, ir Jua dijferengafiritta da Theoph. 55.17 Cinnamomo, & fue uirtù fritte da Gal. 5 fi. f Cinnamomo mal confiderato dal Fuchfio, & dal Luficano 5 5-45 Cinnamomo ir fua acqua lambiccata fritta dal Match, con le fue uirtù Cinocrambe fritta da Diofc. 1 3 61 ] r Cmocrambe ejfaminata dal Matth. 1161.6 Cinoglojfa fritta da Diofc. 1148.8 Cinoglojfa ejfaminata dal Matth. 1148. 14 Cinoglojfa uolgare fritta da Tlinio 1 149.4 C inoglojfa uolgare ir fue uirtù polle dal Matth. 1151.1 Cìnquefoglìo de fritto da Diofc. 1071.53 Cìnquefoglìo effàminato dal Matth. 1071.1 1 Cìnquefoglìo di piu ferie 1071.11 Cinquefoglio male intefo dal Manardo 1 073 ' u £ inquefoglio & fue facultà fritte da Gal. 1075.3 Ctònie fritte da Diofc. zzili Cipero fritto da Diofc. “ ‘ Cipero esaminato dal Matth. ' Cipero de India 1916 Cipero ir fue uirtu fritte da Catena , ò. . Cìpero, ir file uirtu ferri, dal Matth. 3 0\ t Cipero Albero 29 il Ciphifi ritto da Diofc. 76.11 Ciphi confiderato dal Matth. 16.ZZ Cipolla deferitta da Diofc. 5 84"! Cipolla capriata Cipolla fifjile deferitta dal Matth. 5 865 2 Cipolla fittile deferita dal Mattb. 58-, iz Cipolla Afaionica defritta dal Matth. 5 8 5! 1 o Cipolle Malìgie 58718 C ipolle & fue facultà fritte da Caletto 587.18 Cipreffo defi ritto da Diofc. 131.3? Cipreffo effamìnato dal Matti). 1 3 Z.A Cipreflo & fue facultà pofle da Cai. 1 3 4- 1 1 Cipreffo ir fua liquida refina 131.51 Cipreffo picciolo t g Circea fritta da Diofc. ni 2. za Circea confi derata dal Matth. 9 1 ’ ! 3 7 Cima ir fue uirtu fi ritte da Gal. 9124? Cìregie fritte da Diofcoride 25136 Cìregìe ir Loro bifi.fi ritta dal Matth. z\Z4o Ctregte, & loro diuerfi ferie 2i, -Q C iregic Amarine di uarie forte Ciregie faluaticbe - * Ciregie fatte a grappoli àmodo fluita 151 K Ciregie piu ir piu attaccate a un filo picciuolo Ciregie nane > > / Liregie ir loro facultà fritte da Gal. IL, Ctrfio de fritto da Diofc. vizia enfio effamìnato dal Mattinolo ìzvto Olio def erito da Diofcoride 19 i l e C1H0 confiderato dal Matth. io, A, Cisto femma ^3-5 1 CtSlo ir fa uirtù fritte da Gal. 1 ^ 3 • 3 7 Citino fritto da Diofcoride Citino esaminato dal Matth. Citifo fritto da Diofcoride Citifo confiderato dal Matth. Citifo è uno alborfello non herba 195-3 245.40 247.7 1222.7 1 223.1 Citif o&fua hifloria recitata da Columella 1 2 24!; 2 Citifo ir fua hiHoria recitata da Tlinio 1 224.4 1 Citifo frìtto da Galeno izi 5 9* - 5 • Cmco fcritto da Mef 1 3 5 9* - 0 Cwico faluatico &fia-kift. potta da Theoph , J 3 5 9* 1 0 Cocco Gnidio fcritto da Diofc. 1 3 -^-3 3 Cocco Gnidio effaminato dal Matth, 3 3 2 ^ 5 9 Cocomero domesìico fcritto da Diofc, 5 4 1 • 5 1 Cocomero domestico effaminato dal Matth, 5 4 3 • 1 Cocomeri lunghi 54?** Cocomeri come fi conferuino affai 5 45 • 8 Cocomeri primaticci come fi pvflino hauere 5 46* 1 Cocomeri male intefì dal Grufinola 5 44‘4 Cocomeri, & loro facilità pofte da Gal. 5 48, ' 7 Cocomero faluatico ferino da Diofc. 1288.1 Cocomero faluatico confiderai dal Matth, 1 1 89. 40 Co comero faluatico & pie uirtù pofle da Gal. 1290.3 3 Coda di cauallo fcritta da Diofc. 1 079.4 Coda di cauallo minore fcritta da Diofc. 1 080.4 Coda di cauallo di quattro frette ferine dal Matth. 1080.10 Code di cauallo tutte con fiderate dal Matth, io8o- io Code di cauallo & lor uirtù.pofte dal Matth, 1 08, r . 1 * Coda di cauallo & fre uirtu fritte da Gal. 1082.1 Coda di cauallo minore mal confiderata dal Fuchfio 1 08 1 .8 Coda di leone herba 566.15 Colchico fritto da Diofc , 1 1 6 3 .40 Colchico & Ephemero con fiderato dal Matth. 1 1 63 .60 Colchico &Ephemero fritti da Galeno 1170. 2 Colchico malamente ufato da i Medici per U Hermodattilo 1164.3 Colchico Conttantinopolitano pofto dal Matth , 1169,1 1 Colla di Carniccio fritta dal Matth. Colla di Carniccio effaminata dal Matth . Colla di pefee fritta da Diof. Colla di pefe effaminata dal Matth . Colla da pietre fcritta da Diofc, Colocafia fcritta da Diofc. Colocafia fcritta dal Matth, Colombo pefe Colopbonia refina Coloquintida fcritta da Diofc. Coloquintida effaminata dal Matth, Coloquintida fcritta da Mefite Coloquintida & fìte uirtu fritte dal Matth, Coloquinta &fre uirtù fritte da Galeno , Coloquintida & fuo olio 849.50 850.1 849-59 850.1 1452.27 ,*48.31 448.40 347-44 114.38 ^126.41 1 3 3 7- 1 1338.3 1338.8 >3 59-5 >339-^ > 3 39-5 16.1; 537.10 S 39-1 539-7 9>7-3 918.8 919-11 1195.7 1191.6 Coloquintida fra li uelrn con la cura polla dal Mattinolo 1496.56 Colori dìuerft dì minerali 1374.-9 Collutea,& collitea confederate da Theophraflo 8 -, 7.2 Collutea & fua bìRoria pofta da Theophraflo 8 17.9 Combreto & fila bifl. fcritta dal Matth. 774.38 Come curare fi debbino gl’ amdenati 1 46 5 .46 Come sauuelenino alcuni ìnamertentemente _ 1466.1 Come fi curino quelli che uanmdfanDonnmoofanSeUmo dalla rabbia , '1° Come fu fé auuelenato un Ciurmadore odorando anfore Concordia, & difeordìa delle cofe Condifi che cofa fta, Leggi herba Lunaria Condnlla fcritta da Diofc. CondriUa effaminata dal Matth. CondriHa.&ffe uirtù feri tte da Gal. Conicità, leggi Tbymbra Conica fcritta da Diofcoride Conica fcritta & effaminata dal Mattbiolo Coniga fritta da Catena Conferua fra fattoria fritta da 'Plinio Conferita confiderata dal Matth. - Confermi & fre mirabili uirtù per le rotture dell ofia 1 t C) 5 . 1 0 Confiligme & fra hiftoria & uirtù fritte dal Mattinolo 1185.1 Confolida maggiore fritta da Diofc. 1010.60 Confolida maggiore effaminata dal Matth. 1012.4 Confolida m'more>& fra fattoria & uirtù fritte dal Matth. 1012.10 Confolida media &fua hiftoria & uirtù fritte dal Matth. 1013.3 Confolida Pagale, & fra hiftoria & uirtu fritte dal Matth. 802.3,^ 1015,5 Copparofa I413*3S Corallina, & fra hiftoria & uirtu fritte dal Mattbiolo 1 I94*1 c Corallo fcritto da Diofcoride 1 440.48 Corallo, & fra fattoria 1440.60 Corallo nero effaminato dal Matth. 1441.22 Corallo & fre uirtù putte dal Matth , 1441.27 Corallo & fue facultà fritte da Gal. 1441.3 6 C or dille pefei 3 6 1 • 1 5 Cor dimeno 3l,2S C ori fritta da Diof. 9 8 7* 7 C ori effaminata dal M atth, 988.5 Coriandro fritto da Diofc. 805 .44 Cori andrò e fi aminato dal Matth. 805.55 Coriandro & fre fac ulta pofte da Gal. 805.5 9 Coriandro & fue facultà fritte da Muicenna 807. 1 8 Coriandro fa li uefini & li rimedi del fio nocumento fritti da Diofc. 1478.28 Coriandro & rimedi del fuo nocumento fritti dal Matth. I478-37 Coridali fretie di fumaria & fra fattoria, effamìnatione , & uirtù ferine dal Matth. 1 2 1 9.8.^ 122 0.9 Corneola ouero Corniola, Leggi Lifimachia. Corniolo fcritto da Diofc. Corniolo effaminato dal Mattbiolo Corniolo fritto da Gal. Corno di ceruo fcritto da Diof. Corno di ceruo ef] animato dal Matth, Corno di ceruo,<& fre fatuità fritte dal Matth. Coronopo fcritto da Diof. Coronopo effaminato dal Matth. Coronopo maleintefo dal Leonìceno Coronopo fcritto da Gal. Corpi tocchi dal fulmine non fi putrefanno Cor rago fcritta da Apuleio, Leggi Borragine Correggiola, Legge Poligono Corteccia dlncenfo fritta da Diof. Corteccia d'incenfo effaminata dal Matth , Corteccia di Palma fcritta da Diofc. Corteccia di Palma fcritta dal Matth , 237.60.^ 243.54 Corteccia di Palma fritta da Gal. 245.3 Cori cecie di piate et di radici come coferuare fi debbino-] .49 / Cortufa 280.6 281.1 281.37 379.1 379.40 380.40 5 2 2 €,4 522.8 524.7 524.41 16.44 103.28 104.4 257.4° Tauola . Cottuf» & f«“ hiHoriafcrittn dal Matth. cortufi da chi babbiprefo il nome cortufit &fne uirtu poHe dal Mattb. co Cariai Leggi Corvetta Colli onero uerummi che mfeono nei legnami, comefujjfero tningiati dalli . Antichi 1 63*47 .Cofiiuerrmni&loromrtu Cofa nana et fujj>erflit lofa nel ricorre dalle piante ili dire ora turni ò incanti Vto Cofe materiali tanto piu fono calie quanto piu s mine chiana CofchCfono in ufo cotidiano ne i cibi come alle mite diuen - tinouelenofe Cofe che mangiate per auanti rompono le forge delli uelem 1037.11 10i7'9 1038.5 Cofe che manifestano quando eprefente ilutleno 1465.5 Colto fritto da Diofc. 19- 2°' Goffo effeminato dal Matth. 59*37 Coffo ov.e manchi ì che fepphfc a 59.62 Coflo nero fe ritrona bora in Italia 61.7 Coffo & fee uirtù fentte da Gal . 61.14- Coflo nolgare & fea biff ferina dal Matth. 59.49 Coflo nolgare & fee uirtu ferine dal Matth . 59*5? Cctino, & fea biff. firitta dal Matth . i $ 6. 8 Cot,che cofe fea appresogli Arabi Cotogni frutti ferini da Diofi. i 5 8.19 Cotogni frutti confiderai dal Matth . 262.5 Cotogni & loro jpetie diuerfe . 262.9 Cotogni Miluiani firitti da Tlinio 265.4 Cotogni -odorati jpeffe uolte dalle donne grauide che cofe frac cino 1 64* z Cotogni & loro uirtu firitte dal Matth. 2 64. 2 Cotula fetida firitta dal Matth. 9Ì7-Il>& 897- 3 4 Cotiledone itegli Omhilico di Venere Crateogono herba firitta da Diofi . 926.50 Crateogono effeminato dal Matth . 9 2 6. 3 6 Crateogono ferino da T beopb. 180.2 Crateogono effeminato dal Matth. 180.2 Crefiione nolgare. Leggi Sifimbro aquatico Crejpino Leggi Soncho. Crefrnno arboscello &fua biff. pofta dal Matth. 182.54 Crejpino & fee uirtu ferine dal Matth. 1 8 3 . r Crimno ferino da Diofc . 42 3 .6 Crimno confiderato dal Matth. 423.11 Cri ff allo & fea hifforia firitta dal Matth. 1450.37 Criflallo non generar fi di ghiaccio , ne di nieue contra Tlinio & contra il uulgo 1 4 5 0.40 Criflallo & fee f acuità firitte dal Matth. 1430.59 Crithmo onero crithamo ferino da Diofc . 517.6 Crithmo confiderai dal Matth. 518.5 Crithmo marino di tre jpetie 519.12 Crithmo fpinofo 520.1 Crithmo terreffre,& fea hift. pojìa dal Matth. 520.12 Cro codilo animale , & fea biff. recitata dal Matti). 388.10 C rocodilo terreflre & uirtu del fuo fieno firitte da Diofior. 405.41 Crocodilo& fee fpetieì& uirtu 3 88.2 r Crocodilio herba ferino da Diofi, 697. 2 6 Crocodilio effeminato dal Mattb. 697*3 * Crocodilio & fee uirtù ferine da Gal. 697.45 Crocodilio male iute fi da alcuni 697.31 C rocodileo medicamento 388.15 Crocomagna ferino da Diofi. 76. 5 4 Croco ferino da Diofi. 76. 3 o Croco effaminato dal Matth . 76.1 Croco & fea hiftoria ferina dal Matth. 76. 2 Croco di Vienna dì Auftria eccellentiffìmo 78. 1 Croco & fee uirtù firitte da Gal. 78.8 Croco faracinefioyLeggi Cnico Cruciata &fea hifioria feritta dal Matti). 683.1$ Cubebeuolgari 46.50 Cubebe uolgarinon effire il Carpefio contrai Fucbfio,l{uel- lÌ0ì& Hermolao 46.22 Cubebe uolgari & fee uirtu ferine dal Matth. 46. 5 2 Cuciophora,& fea biff. ferina dal Matth. 243 .3 3 Cuochi de i Trincipi quali efier debbino 1464. 5 5 Cupertomole>Leggi Ombilico diVenere Curcuma che cofa fia apprefio gì Arabi 29. 54 Curcuma effeminata dal Matth. 29.49 Cura generale de i morfi>& delle punture degli animali itele* nofì di Diofi. 1 5 08.49 Cura de i morfi de i firpenti poffa dal Matth. 1510.34 Cura mirabile chefaceua un l\omito ne i morfi de i firpenti uelenofi 1513 .48 Curmi firitto daDiofi . 421.25 Curmi effeminato dal Matth. 421.3$ Cufcuta & fea hift. & uirtu fcritte dal Matth . 1 3 40.60 Cufiuta non effer la Cafiita di Tlinio 1 3 4 1 . , 4 D D^/neta firitta dal Matth. 9 58.7 Daneta & fee uirtu ferine dal Matth. 958.7 Damafonio ferino da Gal. 985.18 Daphnoide ferina da Diofi. 1 2 7 6. 3 o Daphnoide fcrittaì& effaminata dal Matth. 1 2 7 6. 5 2 Daphnoide,& fee uirtu fcritte da Gal. 1277.12 Dattoli firitti da Diofi. 2 3 7. 2 o Battoli confederati dal Matth. 2 $ 7.7 Battoli firitti da Galeno 2 44.1 2 Battoli & fine uirtù f fritte dal Matth . 245.18 Bauco ferino da Diofi. 822.10 3 Dauco confederato dal Matth. 823.10 Bauco & fee uirtu ferine da Gal. 825.6 Bauco mal confederato da molti 8 24. 6 Belphinio ferino da Diofi. 825.20 Belpbmio confederato dal Matth. 825.32 E elphinio male effeminato da alcuni 825.35 Bendroide Tithimalo ferino da Diofi. 1 3 r 4.7 Beute di cane 531*2 Beute di Leone 531.2 Dente di cane & di leone & loro uirtu ferine dal Mattinolo 5 3 r*9 Dentaria maggiore &fua hift. feritta dal Matth. 1 o 1 4 . 5 •Dentaria minore & fea hifforia & uirtu firitte dai Matth. 1014. 5 Bent ic&me fi cattino finga dolore 3 48. 3 2 Diamante orientale contra li ueleni 1465.24 Biapenfea & fea hiftoria pofla dal Matth . 1 074. 1 1 Diapenfta & fee uirtù ferine dal Matti?. 1 074. 1 2 Biafpro pietra & fea hift. ferina dal Matti? . 1451*7 Biajpro ferino da Diofi. 1451.14 Biafpro & fea natura 1451.22 Biajpro & fuefacultà fcritte da Gal. 1451.26 Differenge nei metalli 1372.23 Bifferenga nelle pietre 1372.55 Biofioride battere il primo luoco nella materia Medica. 5.37 Biofioride lodato da Gal. per De celienti fi. fimpliciftta 5.27 Diofioride difefo dal Matth. dalle calunnie di molti 8.15 Biofioride non batter pofti diuerfe nomi di molte piante ,ma ef feriti flati pofti da altri 8.31 Biofi.difefo dal Matt.nel Succino contra al Brafeu. 1 5 6. 3 5 Biofioride nelìAgalloco racconcio 72.61 Biofioride racconcio nelìolio lenti fiino 86.39 Biofioride corrotto nelì unguento Irino • 92.14 Biofioride emendato nelì unguento Varciflino 90.5 8 Biofioride corrotto nel cap. della Mirrha 9 7-4 1 Biof coride [corretto nel cap. della Stirace 99*47 Biofioride emendato nel Ginepro 1 34.40 Diofioride in alcuni uolumi fior retto nel cap. del Wfpolo ■primo 272.60 b Diofioride Tau ola i diofcoride corrotto nel cap. della T{ana uerde _ 4°4-53 Diofcoride [corretto nel capitolo del Cauolo marino 49 8.40 Diofcoride [corretto nel moli 781.8 Diofcoride [corretto nell'apio montano 814.15 Diofcoride emendato nell'Aflepiade 8 5 6. 1 z Diofcoride racconcio nel cbri[anthemo 1 1 o 3 . 1 o Diofcoride corrotto nella Leuca 867.46 Diofcoride emendato nel Leucoìo 916.1 Diofcoride emendato nell'aconito 1138.1: D iofcoride [corretto nel cocomero J abiatico 1 290.7 , Diofcoride [corretto nella fquama dello Stomoma 140 1 .42 Diofcoride [corretto nell' .Alcionio 1439.3, Diofcoride ejfere flato precettore cofi dei Greci, come delli Arabi fuoi fuccejfori 1459-9 Diofcoride emendato nel capitolo del latte apprefo nello flo- macbo 1490.57 Diphrge fritto da Diofc. 1417.20 Diphrige effeminato dal Matth. 1 4 1 7. 3 9 . Diphrige & fua bifl. & uirtu fritte da Gal, 1417.43 Dipfaco fritto da Diofc. 697.5 4 Dipfaco effaminato dal Matth. 698.4 Dipfaco & [no uermine 698. 1 o Dipfaco & fue nirtu fritte da Gal. 699. 1 a Dipfde [erpente fritto da Diofc. 1 5 2 3 . 1 Dipfade fa bifl. recitata dal Matth . t 5 1 3 .6 r Dipfade & fi uelenofi morfi con la cura pofla dal Matth. 1513. 10 Dipfade defritta da Gal. 1523.62 Difcorfi miuerfali del Matth. [opra al Trologo delli ueleni 1459.23 Difcorfi miuerfali del Matth. [opra al Trologo dalli animali uelenofi 1501.44 DiffacOiLeggi Dipfaco Dittamo fritto da Diofc. 743 • ? Dittamo & fa ifloria fritta dal Matth . 745.10 Dittamo ritr onato da i cernì 380.31 Dittamo fritto da Tbeoph. 745.11 Dittamo produrre il fiore 1^6. 2 z Dittamo di Candia fritto da Diofc. 74 ) • 3 Dittamo fritto da Gal. 747* 1 Dittamo falfo fritto da Diofc. 744* 1 o Dittamo falfo &fa effaminatione fritta dal MrfW.746.40 Dittamo bianco uolgare & fua hiftoria , & uirtu fritte dal Matth. 1 51.3,^ 746.45 Dolichi effamìnati dal Matth. & fua bifl . 575 .2, 8 Dolichi & fue [acuità fritte da Gal. 575*36 Dolichi fritti da Theoph. 575*36 Donnola fritta da Diofc. 3 54*53 Donnola, & fa hiftoria fritta dal Matth. 355.18 Donnole quanto fieno gelofe de i figliuoli 3 5 5 • 1 1 Donnole non partorir per bocca 3 5 5 • ^ a Donnole ammazzare il Bafilifco 3 5 5 . 5 a Dorichnio effaminato dal Matth. 1132.26 Dorichnio fritto da Diofc. 1 1 3 2 .17 Dorinchnio & fue [acuità fritte da Gale. 1132.32 Dorichnio tra li ueneni con la cura pofla da Diofc. 1 476. 3 4 Doricbnio,& cura del fuo ueleno 1476.43 Dormire ne i morfi de i ferpenti nuoce molto 1510.57 Doronico effer ma fpetie d' Aconito Vardalianche 1 14 2. 5 Doronico effer pianta ueleno fa & mortale 1 142.7 Doronico & fua uelenofa natura manifestata al mondo dal Gentilifiimo lacomo Jlntonio Cortufo 1 J 4 3 * 3 Doronico mangiato dai carigli ammaina con ma hiftoria recitata dal Matth. 1 1 41 .7 Doronici debbeno effer gittatiuia, & non douer tifar fi mai piu ne i medicamenti 1143.6 Draba &fua effaminatione fritta dal Matth. 601.10 Draba fritta da Diofc. 601.6 araba fua deferitone etfer Hata aggiorna inDiofcoride 602.1 Dragomarino fritto da Diofc. 337.50 Drago marino effaminato dal Matth. . 337.53 Drago marino mal confederato da Tlinio 339.10’ Drago marino effer di gran lunga differente dal [erpente ma- rino 3 3 9*2-5 Drago marino & accidenti della fua puntura > con la cura fritta da Diofc. 1 5 1 7.46 Dragoncello berba & fua hiftoria fritta dal Matth. 628.3 Dragonite pietra contra li ueleni 1 4 5 2 . 3 Dragontea maggiore fritta da Diofc . 622.14 Dragontea minore fritta da Diofc. 622.39 Dragontee confederate dal Matth. 62 2.60 Dragontea di uarie ffetìe fritta da P Un. 614.6 Dragontea acquatica 627.2 Dragontee & loro [acuità frìtte dal Matth . 6 2 6. 1 Dragontee & loro [acuità fritte da Gal. 62 6. 5 Dragontee fritte da T heoph. 625.5 Dragontea fritta da M efue 616.11 Dragontea, & nocumenti del fuo feme con la cura fritta dal Matth. 1478.8' Drijno [erpente , & rimedi del fuo mortifero morfo fritti da Diofc. 1522.28 Drijno & fua hiftoria & rimedi del fuo morfo fritti dal ; Matth. 1522,36 Drijno & fua hi ft. fritta da Gale no 1522.48 Driopteri fritta da Diofc. 1 3 5 6. i Driopteri confederata dal Matth. 1 3 5 7* 1 Driopteri &fue uirtu fritte da Gal. 1 3 5 7.6 Duca Valentino come [ufi e curato dal ueleno 1 467. 2 6 Due effer le parti della cura de i ueleni 1 4 5 6. 2 7 E Ubriachezza co ntra al ueleno dell'h erba Sardo - 1481.25 Ebeno fritto da Diofc. 198.40 Ebeno confederato dal Matth. 198.57 Ebeno di due ffetie 198.58 Ebeno & fua p articolar hift. recitata da Taufania 199,10 Ebeno & fue uirtu fritte da Gal. 1 99. 2 5 Ebeno minore mal confederato dall’Aaguillari 1 99 . 1 5 Ebeno quando prima à l\oma 1 99*7 Ebulo fritto da Diofc. 1330.3 Ebulo confederato dal Matth. 1331.7 Ebulo & fue uirtu fritte dal Matth. 1 3 3 3 . 1 r Ebulo & fue f acuità fritte da Gal. 1334.6 Echinometra pefie 318.1 Echio fritto da Diofc. 1049.10 Echio & fua hift. fritta dal Matth . 1050.8 Echio quanto uaglia contra al ueleno delle uipere 1050.10 Echio & fue uirtu fritte da Tauolo 1050.29 Effetti uari di ueleni diarimali j ^q, - Effetti dell’ A rgento uiuo 1 461 . 2 9 Effetti de i ueleni che operano con le qualità occulte & con le . manifefte infieme 1462.5 Effetti mar auigliofe della Torpedine marina 1460.3 5 Effetti di ueleni nei corpi Immani 1459*30 Eghelo albero de fritto dal Matth. 980.50 Egilopa fritta da Diofc. 1164.1 Egilopa effeminata dal Matth. 2 164.10 Egilopa fritta da Gal. 1266.16 Egìttiaffina fritta da Diofc. 703*34 Egittiaffina effeminata dal Matth. 703.38 Egitti a ff ina fritta da Gal. 703.59 Elaphobof co fritto da Diofc . 8 2 o! j o Elaphobofco effaminato dal Matth. %1U6 Elaphobofco,& fue uirtu fritte da Gal. Sn.io Elata fritta da Diofc. * £ Elata effeminata dal Matth. 2ÌI44 Elata &fue uirtu fritte da Gal.. 245*? Elaterio Tauola. Elaterio fritto da Diofc. Elaterio esaminato dal Matto. Elaterio fcritto da Mefue Elaterio fcritto da Theoph. Elaterio & fue facultà fritte da Gal. 1289.4 1189.53 1290.11 1289.60 1290.35 piaterwmuiHwj." 0 1289.61 Elaterio tra li uelenUcon la cura ferina da Diofc. 1495 • 5 1 Elaterio et la cura de fuoi nocumeri ferri . dal Watt. 149 6. 2 2 Ertine fritta da Diofc. 1066.10 Elatine esaminata dal Mattb. 1067.5 platine commemorata da Gal. 1 068. 1 Eleomele fritto da Diofc. 82.41 Eleomele effaminato dal Mattb. 82.51 Eleagno & fua hitt. fcritto da Theopbrasìo. 2. 1 3 . 5 r Eleagno confiderato dal Mattb . 2 [ 3 • 54 Elepbanti & loro b'floria fritta dal Mattb . 376.47 Elepbati s inginocchiano cotra la opinione del uulgo 376.57 ; Elepbanti & loro fini furati denti 376.54 Elepbanti intendono il parlare humano 3 77.7 Elepbanti quanto umilio 3 78.7 Elettro fritto da Diofc. 1 5 1 .40 Elettro corfiderato dal Mattb . 1 5 5.4 Elice fritta da Diofc. 221.24 Elice confiderata dal Mattb * 223.12 Elice, &fue uirtu fritte da Gal. 228.10 Elleborina fritta da Diofc. z 2 1 6. 1 o Elleborina effeminata dal Mattb. 1 2 17. 1 Elleboro bianco fritto da Diofc. 1278.10 Elleboro nero fritto da D;ofc. 1281.1 'Elleboro nero & bianco confiderato dal Mattb. 1282.20 Elleboro nero del fiore berbaceo non efferc la confìligine 1283.1 Elleboro nero del commune ufo non effer l'Mconito contra al Solerio 1283.23 Elleb ori & lor uirtu fritte da M efue 1 2 8 6. 3 Ellebori & loro facilità fritte da Gal. 1 2 8 6. 3 6 Elleboro nero di tre fòrte 1282.21 Elleboro nero tifato feUcifiimamenie r.elle febbri quartane dal Mattb. 1182.25 Ellebori fra li ueleni con la cura de i nocumenti loro fritta da Diofc. 1 49 5 . 5 2 Elleboro <&■ fuoi accideti co la cura pofla dal Matt. 1 49 6. 2 2 Elleboro nero con la cura del fuo nocumento fritta dal Mat- tinolo 1496.35 Empetro fcritto da Dio fc. 1344.30 Empetro efi aminato dal Mattb. 1 3 44. 3 6 Empetro fcritto da Galen. 1 3 44*44 E nantbe pianta fritta da Diofc. 91 3.4 Enantbe con fiderata dal Matti) . 91 4.1 Enantb e fritto da Tbcoph. 9 14.1 Enantbi di. diuerfe feerie 914.6 Enantbe fiore di Lambrufca fcritto da Diofc. 1 3 78. 27 Enantbe fiore confiderato dal Mattb. 1 3 78.40 Enantbe mal confiderato da Marcello 1378.56 Endiuia fcritta da Diofc. 5 27.7 Endiuia effeminata dal Mattb. 5 18.7 Endiuia domeflica di due fe et ie 518.9 Endiuia fritta da Gal. 535.8 Endiuia feluatica mal confiderata dalli feriali 5 3 2 . 1 Ertola, [Leggi Helenio Eph emero colchico fritte da Diofc. 1163.55 Ephemero Colchico fcritto dal Mattb. 1163 .60 Ephemoro Colchicoy&fue uirtu fritte da Gal. n 70.2 Eph emero Colchico tra li ueleni fcritto da Diofc . con la cura 1475-44 E phemero Colchico ,] & rimedi de fuoi nocumenti fritti dal Mattb. 1475.60 Eph emero fecondo mal confiderato dal Fucbfio. 1168.3 Ephemerofecondo fcritto da Diofc. 1163.55 Epbemero fecondo confiderato dal Mattb. z 16 8 . z 1 164.12 1041. 17 1041.24 1041.38 274.fi Ulfi.iO 1217.1 «339-47 «339-47 «339-«7 «339-H 1340.30 >34°-5« «34°-57 1453.29 «455-7 168.50 168.54 170.1 i 169.10 170-3 169-11 1 i9°.i 1 191-1 1192.2 H9K6 7I6.8 7I7-I° Epbemero confufamente fcritto da Serap. Epimedio fcritto da Diofc. Epimedio effeminato dal Mattb. Epimedio fcritto da Gal. Epimelide fritto da Gal. Epipattide fcritto da Diofc. Epipatride effeminata dal Mattb. EpiUebe Epìthìmbto Epitbimo fritto da Diofc. Epithimo effeminato dal Mattb. Epitbimo oue nafea copio fo Epitbimo & fue uirtu fritte da Mefue Epitbimo & fee uirtu fritte da Gal. Eretria terra fcritta da Diofc. Eretria terra fritta dal Mattb. Erica fcritta da Diofc. Erica effeminata dal Mattb* Erica fcritta da Gal. Erica & fue feerie Erica baccifera del Mattb. & fua hifl. Erica mal'intefe da Marcello Fiorentino Erigerò fcritto da Diofc . Erigerò confiderato dal Mattb. Erigerò &fue uirtu posle da Gal. Erigerò di due feerie appreffo al Mattb. Eringio fcritto da Diofc . Fring ’ ■ effeminato dal Mattb. Eringio marino non effereil Crocodilio Eringio marinoy&fua bift. fcritta dal Mattb. 718.2 Eringio non effer e il Secacul delli Mrabi 7 1 8.9 Eringio piano 718.1 Eringiot& fue uirtu fritte da Gal. 719.18 Ermo fcritto da Diofc. 1051.5 Erino effaminato dal Mattb. 1 o 5 1 . 1 o E rimo fcritto da Gal. 105 2. *8 Erifìmo fcritto da Diofc . 603.4 Eri fimo confiderato dal Mattb . 6 04. 5 En fimo feerie di biada 6 04. 5 Eritbr odano fcritto da Diofc. 97 0,1 Eritbr odano effeminato dal Mattb. 9 7 1 • 5 Eritbrodano & fine uirtu pofle da Gal. 972.7 Errore d' alcuni interpreti intorno alla diuifione del fitto li- bro di Diofc. 1501.60 Errori grandi intorno al comporre de i medicamenti 3 .2.6 Eruca fcritta da Diofc . 559.10 Eruca effeminata dal Mattb. 5 60. 1 Eruca & fue uirtu fritte da Gal . 561.5 Erugine rafie fcritta da Diofc. . 1402.7 Erugine folecia f irrita da Diofc. 1402.34 Erugini effeminate dal Mattb. 1 40 3 . 1 Erugine minerale *4° 3 *3 Erugini fritte da Gal . 1403 .8 Eruo fritto da Diofc. 4 5 6, 2 2 Eruo co' fiderato dal Mattb. 4 5 6. 3 9 Eruo & fue uirtu pofie da Gal. 4 5 7. 3 Eruo mal confid.dal Brafiuola,& dal Fucbfio 45 6.47 E fca mirabile per accendere il fuoco 892.41 Efula maggiorefcritta da Diofc. 1318.56 Efula minore fritta dal Mattb. 1 3 1 8.9 Efitpo fritto da Diof. 397-9 Efipo effaminato dal Mattb. 3 97.47 Etbiopide fritta da Diofc. 1211.6 Etb ripide effaminata dal Mattb. 1212.7 Etite pietra fritta da Diofc. 1451.36 Etite pietra effeminata dal Mattb. 1 45 1.45 Euonimo &fua bitt.& facilità fritte dal Mattb . 208.7 Euommo & fua bifi. fritta da Theoph. 208.10 Eupatorio fcritto da Diofc. 1 068.6 Eupatorio esaminato dal Mattb. 1069.4 b 1 Eupatorio Tati ola. Eupatorio uolglMatth. Eupatorio uolgaro mal confi derato dal BjieUio Eupatoriot&fue [acuità fcritte da Gal. Eupatorio di Mefue male intefo dal Cordo &daVlt. Eupatorio di Mefite qualfia Euphorbìo ferino da Diofcoride Euphorbio esaminato daltlatth. Euphorbio Scritto da Metìo Ettphorbio fcritto da Mefite Euphorbìo dachifuffe ritromto Euphorbio & file uirtu fcritte da Cai. Euphorbio fra lì ueleni con la ampolla dal Matt.\ Euphragia &fua hi fi. Scritto dal Matth. Euphragia & fitta uirtu miracolofaper gli occhi 1071. 1 8 1070. S 1071.51 ,1071.13 1070.7 847.5 847.17 847.23 847.12 847.3 S 1496.42 1076.; 1076.10 1574-47 221.33 222.9 228.1 1 223.7 222.12 45’-47 452.52 45 5.4 575.52 F Me uri A) LeggìThdephio. Facilità diminerali Faggio Scritta da Diofc. Faggio efiàminato dal Matth. Faggio Scritto da Galeno Faggio &fue uirtu fcritte dal Matth. Faggiuola, & fitta hifl. fritta dal Matth. E agutoli ferini da Diofc. Fagiuolì ejfaminati dal Matth . Fagmoli fritti da Gal. Fagiuolì Turcbefchi Farfara, LeggiToffilagine Farfugio ouero Farrano ejfammato & de fritto dal Matth. 893.10 Farmadigrano fritta da Diofc. 414.10 Farinaottima 416.17 Farina (borgo fritta da Diofc. 410. 3 Farro & fila bifloria j'erit. dal Matth, 428.40 Farro effere differente dall’ Halica 428.3 3 Farragine che cofa fa appreffo Tlinio 423.36 Faue Scritte da Diofc. 444.29 Faue effaminate dal Matth. 444-49 F aue,& loro uirtu frìtte da Gal. 444.62 Fauad’Egittofrittada Diofc. 448.23 Faua d’Egitto effamìnata dal Matth. , 448.40 Faua d’Egitto fritta da Gal. 449. 1 2 Faua faluatica & fila hiH.poBa dal Matth. 447-9 Faufel Arabico 3 00.48 Fauofcello, Leggi Chelidonia minore . Febri Quartane fanate il uerno 1282.26 Feccia di nino fritta da Diofc. 143 6. 54 Feccia di nino esaminata dal Matth. 1437.10 Fegati di diuerfi animali fritti da Diofc • 366.1 2 Fegati ejfaminati dal Matth. 3 67. 1 Fegati & loro facultà fcritte da Gal . 3 67. 3 Felce mafehio fritta da Diofc . 1351.50 Felce f emina fritta da Diofc. 1352.1 Felci ambedue effaminate dal Matth. 1 3 5 3 . 1 Felce & fuperflitioni intorno al fio feme ] 1353.6 F elei fcritte da Theoph. 1 3 5 3 .9 Felci, & lorof acuità frìtte da Gal. 1 3 5 4. 1 7 Ferrarla, Leggi Galiopfi Ferro rigenerar f nelle isleffe cane oue prima fu canato nell' Elba. 1371.10 Ferola fritta daDiofc. 836.33 Ferola effamìnata dal Matth. 836.40 Ferola de fritta da T heopkraflo 8 3 6.44 Ferola & fue uirtu fritte da Gal. 8 3 6. 5 8 Ferolagine 836.48 Ferole oue nafchìnograndifiìme 8 3 6. 5 6 Ferole fono aldi Afìni grati firme, mauelenofe , & nociueà tutti gli altri quadrupedi _ 836.55 Ferole ammainano le morene pefi toccando fi con effe II6-!6 0 Fichi fritti da Diofc. 3 o 8 . 40 Fichi ejfaminati dal Matth. 310.24 Fichi & loro facultà fcritte da Gal . 3 1 1 *7 Fichi come fi faccino primaticci, 313.22, Fichi grofìiprìmaticcì fritti da Diofc . 3 IO*6 Fichi fecchi fritti da Diofc . 3 08.41 Fichi ficchi ejfaminati dal Matth . 3 1 3 • 2 1 Fichi ficchi & loro uirtu fritte da Gal . 3 1 3 • 1 Fichi alberi fteuri dal fulmine 1 6*4° Fico di Cipri & fua hifl. polla dal Matth. 308.27 Fico d'Egitto effeminalo & deferìtto dal Matth. 308.6 Fichi Indiani & loro hifl. fritta dal Match. . 310.36 Fiele di bue & uirtu della fua pietra fcritte dal Matthiolo 404. 1 8 Fiele di Leopardo & fua uelenofa natura con la cura fritta dal Matth. 1489.15 Fiele di uipera <& fuo mortifero ueleno con la cura fritta dalMattb. 1485). 24 Fiele di pefie cane & fuo atroefiimo ueleno con la cura ferii ta dal Matth. 1489.32. Fieli di diuerfi animali fritti da Diofc. 40 3 .43 Fieli di diuerfi animali, loro effamìmtione fritta dal Mat thiolo ‘ 404.8 Fieli fritti da Gal. 404.9 Fiengreco fritto da Diofc. 437*4° Fiengreco & fua hifl. fritta dal Matth • 437.51 Fiengreco fritto da Gal. 437,51 Fiengreco, & fue uirtu fcritte dal Matth. 43 5*57 Filicola fritta da Diofc. LeggiVolipodio Empendola & fua hifl. fritta dal Matth. .914.3 Filipendola & fue facultà fcritte dal Matth • 9 16.5 Finocchio fritto da Diofc . 821.27 Finocchio effeminato dal Matth. 21.50 Finocchio & fue uirtu fcritte da Galeno 821.57 Finocchio faluatico fritto daDiofc. 821.42 Finocchio faluatico effeminato dal Matth . 821.50 Finocchio Marino,Leggi Crithamo, Fiore di rame fritto da Diofc. 1:399.3 1 Fiore di rame confiderai dal Matth. 1 3 99.45 Fiore di rame &fue uirtu fcritte da Gal. 1 3 99. 5 5 Fiore di Santo lacomo & fua bidona fritta dal Matthioli 1191.7 Fiore campefe. Leggi Ciano . Fior di fiale fritto da Diofc • 1433.43 Fiore di fiale effeminato dal Matth. 1 43 4.47 Fiore del Sole,zr fua hifl. & uirtu fritta da! Matth. 784. 1 Fiore di melagrano fritto da Diofc. 245.19 Fiore di melagrano effeminato dal Matth . 2 47 . 6 Fiore uelluto, Leggi Amarantino. Fiore di primauera 1205.1 Fiori quando fi debbino ricorre, ficcare, <&• riporre 7.1 6 Fiori fecchi quanto tempo conferuino il uigore loro 7.25 Fiori & loro diuerfi colori nelle piante 1 4. 1 Fiori &fembiange tra loro uarie & diuerfi 44. 1 4 Fiumi di fiale 1434*13 Fiumi di che piante fieno generatori 9.20 Fiammola & fua bifloria Jcritta dal Matth. 1 009.5 Fiammola fa li ueleni con la cura fritta dal Matthiolo 1477.47 Flos Solis, Legge fior del Sole. Flufiì eccefiiui di corpo & loro rimedi 1 497* 3 Foglie & loro uarietà nelle piante 1 1 . 3*0 Foglie di diuerfi piante filmili di figura n.$i Foglio Malabathro, Leggi Malabathro . Folio herba fritto da Diofc. Leggi Thillo Fonghi fritti da Diofc. 1 1 61 . 1 6 Fonghi & loroffetie effaminate dal Matth. 1161.19 Fonghi Tauola ; Fonghi # loro facilita fcritte da Cai* r Fanghi fatti nafcere per arte 1151.57 Fonghi maiefichi come fi conofchino 1161. $6 Ponghi ne i corpi h umani 1163.17 Fonghi di Larice oltre all Agarico 1161.53 Fonghi delle lucerne 1161,61 Fomhi come fi debbino preparare ne i cibi 1 1 6 1 .47 Fonghi fra li ueleai ferini da Diofc. con la cura 1487.3 6 Fonghi # rimedi j del lor ueleno ferini dal Match, 1487.48 Forme # fomiglianzf di uarie piante 11.30 Forme,# figure dipiante ne i libri uagliono poco 4.1 Formentone ■ 417.16 F armento faracenico deferitto dal Matti), 4 1 7.1 © Fomento Turchefco deferitto dal Matth. 416.43 Fomento Indiano ,# fua hiftoria 4 1 6. 44 Fotterigia pefee, Leggi T orpedine Fragaria>& fua bili, fcritta dal Matth, 1075.8 Fraghe,# loro hift. fcritta dal Matth. ■> l 6 l Fraghe,# loro mrtù fentte dal Matth. $ ‘ Frammenti pretiofi mal preparati da alcuni fiocchi feriali f45°-7 Frangola # fua hiftoria fcritta dal Matth. 1334.11 Fra ngo la & fua uirtù fluttua fcritta dal Matth. 1335.6 FrafJinella.Leggi ? oligonato Fmfìino fcritto da Diofc. 149.30 Frafirno e ff aminato dal Matti). 149.3 5 Fra fimo mal confiderato da Tlinio 149.43 Frafimo # fue uirtu fcritte dal Matth. 150.4 Frutici diuentarc alberi mediante la cultura 8.51 Frutici quali fe intendono effere 8.45 F rutti come ricorre , # confer tiare fi debbino 7.37 Fuco Marino fcritto da Diofc. 1195.13 Fuco Marino esaminato dal Matth . 1195.30 Fuco Marino fcritto da Gal. 1195.56 F uligine di Mirrha,di Storace , # ragia fcritte da Diofcoride 103.61 F uligine di Bragia fcritta da Diofc . 114.60 F uligine di pece fcritta da Diofc. 128.14 F uligini tutte confiti. da Gal. i : 8.6 1 F uligine de i dipintori fcritta da Diofc. 1455.50 F uligine d'Incenfo fcritta da Diofc. 1 o 3 .49 F uligine d’Incenfo effaminata dal Matth . 104.61 Fulmini # loro miracolo fi effetti 1 6.4 4 Fumaria fcritta da Diofc. 1 2 1 7. 1 o Fumaria effaminata dal Matth. 1118.5 Fumaria delia feconda ffretie # fua hitt. recitata dal Matth. 1218. ii Fumaria , er fue ffietie recitata da V limo 1218.9 Fumaria ,# fue uirtu fcritte da Mefue 1220.11 Fumaria & fue facilità fcritte da Gal . 1220.29 Fumus terrei Leggi Fumaria Fufti di piante diuerfi di forma di fufìan%a et di colore 12.56, G £ Y A c a t e pietra fcritta da Diofc. 1444.52 ^ J Gagate pietra confederata dal Matth. 1 444.60 Gagate pietra # fua h istoria, # uirtu fcritte da Gal . 1445.16 Galattite pietra fcritta da Diofc. 1 447. 1 Galattite pietra confiderata dal Matth. 1 447. 1 4 Galat tite pietra fcritta da Gal . 1447.17 Galanga # fua hift. fcritta dal Matth. 26.31 Galanga &fne ferie # uirtu fcritte dal Matth. 2 6. 3 o Galanga male effam. dal Brafauola et dal Fuchfio 2 6.44 Galafiia pietra, Leggi il commento del Merochto pietra Galbano fcritto da Diofc . 8 47 .46 Galbano eff aminato dal Matth. 848.6 Galbano #fe uirtu fcritte da Gal. 848.1 1 Galega #fua bitt. fcritta dal Matth. 7 80. 3 5 Galega # fue facilità fcritte dal Matth . 780,40 Galeno emendato nella fuligìne deWlncenfo 1 04.62 Galeno # fuenauigationi 2 .49 Galeno difefo contra al Brafauola nelle pruine 285.9 Galenocontra Diofc. nel graffo di caprayet di becco 402. 2 3 Galeno male intefo dal Fuchfio nelle facultà del zucchero 411.48 Galeno contra Diofc. nelle lentìcchie 452.20 Galeno di ferente da Tlin. nella Bietola faluatica 501.9 Galeno difefo nel Cori andrò contra A aie . 807.31 Galeno corrotto nel testo dal Mato 89.20 Galeno reprobato da Auic. nella facultà de TiHacchii 96.4 Galeno nelTaJJènzp feripbio , # Santonico non concordarci con Diofc. 728.6 Galeno foretto nell’ Affieno 950.8 Galer ita. Leggi Lodola Galiopfi fritta da Diofc. 1 1 8 7 .9 Galiopfi e faminata dal Matth. \ 1188.5 Galle fcritte da Diofc. 230.9 Galle confiderate dal Matth . 231.10 Galle # loro uirtù fcritte da Gal. 2 3 1.46 Galle pronoHicare nell' anno futuro 2 3 z . 3 9 Galle omphacitidi mal confiderate dal Cornario 232*4 Galli # Galline fcritte da D iofe. $70.1 Galli,#- Galline ,& loro effam. fcritta dal Matth. 3 70.40 Galline come faccino a fai uuoua 980.8 Galline perche confrichino ne i morfi de ifir penti fecondo Diofcoride 1509.10 Gallio fcritto da Diofc. 1189.39 Gallio e faminato dal Matth. 1 1 89 . 6 Gallio # fue uirtu fcritte da Gal . 1189.52 Gallitrico che cofa fia 936.28 G am barelli $3$** Gambari # loro hift. fcritta dal Matth. 332.1 6 Gambari fcritti da Gal. 331.33 Gambari & uirtù delle loro pietre 332.18 Gariopbillata & fua hi fi. fcritta da l Matth. 1036.4 Gariophillata,# fua hift.# facultà fcrit.dal Matt. io 3 6. 5 Gariophillata Montana ritrouata dal M atti). 1 o 3 6. 1 2 Garo fritto da Diofc . 362.30 Garo confiderato dal Matth. 362.41 Garopbani fiori 612.1 Garopbani fiori,# loro facultà # uirtu fcritte dal Matth. 61 2.10 Garopbani ,# loro hift. fritta dal Matti), 609 . 1 o Garopbani Indiani ,# lor figure 1 3 66. 1 o Garopbani Indiani . et lor facultà fcritte dal Matth. 66 j. 4 2 Garopbani # loro facultà fritti dal Matth. 6 1 0.9 Gatti come pofiino nuocere j 489.4 Gatti come infttafeno tutti i fati di un conuento 1 489.4 6 Gatti per che cagione nonpojjono efere ueduti,ne uditi daxal cun * 1489.48 Gattaria herba, #fua hift. fritta dal Matth. 7 5 4. 5 9 Gattaria #fua uirtù fritte dal Matti). 75 5*5 Golfo mini # loro hiH- fritta dal Matth. 96. 2 o' Gelsomino mal confiderato da alcuni 96. 1 6 Gelfomino # fue uirtu fcrittcdal Matth. 96.10 G emme poche fen%a macchie 1373.13 Geneftra # fua hift. fritta dal Mat'th. 1 2 9 6. r 2 Geneftra # fue facultà fritte da Mefue 1296.20 Gengeuo fritto da Diofc. 61 2.42 Gengeuo # fa hift. fritta dal Matth . 612.53 Gengeuo condito 6i$.i Gengeuo mal confiderato dal Brafauola 613.7 Gengeuo,# fue facultà fcritte da Gal. 613.10 Genti acuì obedifcono iferpenti negli nuocono anzi chegua rifcono i morfi loro 1 5 1 2.42 Genti cacciate dalle fcolopendrc 1 5 1 6.16 Gentile ingannato 1463.20 Gentiana fritta da Diofc. 681 .4 Gentiana ef aminata dal Matth . 68 3 ’. 1 b 3 Gentiana , m I I f Tau ola. Gentiana fcritta da Galeno _ 6% $.6 Gentiana, & uirtu della fua acqua dì filata fritte dal Matt. 683.11 Gentiana minore & fattoria d’ ambedue le fue flette fcritta dal Mattò. 683.13 Gentiana minore òr fue uirtu pofie dal Matth . 683.23 Geode pietra fcritta da Diofc. 1453.10 Geode pietra esaminata dal Matth . 145 3 • 1 5 Geranio fcritto da Diofc . 902.2 Geranio effeminato dal Matth. 902.8 Geranio con la hiftoria di fei flette fcritta dal Matth . 9 o 6. 2 Geranio fritto da Taolo 908.9 Geranio primo, òr fue uirtu fritte da Tlinio 908.1 Gejfo fritto da Diof ?. 1437.50 Geffo effeminato dal Matth . 1437.53 Gejfo fritto da Gal . 1437.56 Gejfo fa li ueleniy&fuoi rimedij fritti da Diof. 1488.17 Geffo òr fua uelenofe natura con la cura fritta dal Matth . 1488.27 Ghianda unguentaria frìtta da Diof. 1296.47 Ghianda unguentaria effeminata dal Matth ♦ 1 29 6. 5 9 Ghianda unguentaria fritta da Gal . 1 299.5 Ghianda unguentaria òr fue uirtu fritte da Mefue 1298.17 221.29 228.7 228.13 360.49 391.26 869.12 869.26 871.7 869.36 870.10 869.58 869.36 Git& fue facultà fritte da Gal. Gittone che pianta fia Giudaica pietra fcritta da Diofc. Giudaica pietra effeminata dal Matth. Giudaica pietra fcritta da Gal. Giuggiole òr loro hifioriaferìtta dal Matth, Giuggiole, òr fue uirtu fritte da Auicenna Giuggiole quando prima in Italia Giuggiole fritte da Gal. Giunco fritto da Diofc. Giunco effeminato dal Matth. Giunco florido, òr fua hift. fcrit. dal Matth « Giunco di piu flette appr effe Gal. Giunco òr fue uirtu fritte da Gal. Gionco odorato fritto da Diofc. Giunco odorato confederato dal Matt. Giunco odor, mal intefo da i frati coment atori di Mef &■ Giunco odorato uolgare efeere il legitimo copra l'AngfaH^ 63.13 841.1 1 840.6 1448.54 1448.60 1448.62 288.10 290.4 2-9°-25 289.12 1091. 1 1092. 1 1092.2 1092.3 1092.8 61.26 61.38 Ghiande fritte da Diofc. Ghiande effeminate dal Matth. Ghiande òr loro facultà fritte da Gal. Ghiozzi pe fi quali fieno Ghiri animali òr loro bifl. fcritta dal Matth. Gigaro, Leggi Aro Giglio fritto da Diofc. Gigli & loro effeminatione fritta dal Matth. Gigli òr loro facultà fritte da Gal. Gigli bianchi come fi faccino porporei Gigli & loro facultà fritte dal Matth . Gigli come fi conferuino Gigli & loro hift. fritta da Tlinio Giglio azzurro, Leggi Iride. Giglio celette il Mede fimo. Giglio faluatico fritto da Diof. Giglio faluatico effeminato dal Matth. Ginepro fritto da Diof. Ginepro confederato dal Matth. Ginepro òr fua defrittione forreta in Diofc . Ginepro domefico Ginepro ha il legno incorrottibile & eterno Ginepro òr fuagumma ouero refina Ginepro & fue uirtu fritte da Gal. 1163.55 1163.60 134.30 134.40 134.41 134.58 134.61 3 3 5*3 336-33 Ginepro fritto da Diof. non ejfere il Cedro diTbeopbrafìo contra l’opinione d’ alcuni Ginepro òr fue uirtu fritte dal Matth. Ginepro &fuo olio òr uirtu fritte dal Matth . Gingidio fritto da Diofcoride Gingidio &fua hifloria fritta dal Matth. Gnidio non bene intefo dal fluellio,òr dal Fuchfio Gingidio òr fue facultà fritte da Galeno Ginocchietto, Leggi V oligonato Gioglio fritto da Diof. Gioglio effeminato dal Matth. Gioglio male intefo dal Fuchfio 134.51 136.18 i36*i5 5 53*3 554-1 554*3 556*7 435-9 436.5 436.40 Gioglio mutar fi in grano, òr Grano mutar fi in Gioglio 43 6.9 436.36 43^-5 5 *3737 358.61 839.38 839.52 Gioglio òr fuoi no cimenti nel pane Gioglio òr fue facultà fritte da Gal. Gioie òr loro uari colori Giraffa, Leggi Ricino Girolipefci & loro bifl. fritta dal Matth. Git fritto da Diof. Git effeminato dal Matth. Git male intefo dal Brafeuo la òr da i Frati commentatori di Mejue 840 4 Git di piu flette fritte dal Matth . 841.3 Giunco odorato òr fuoi fiori portar fi in Italia Giunco odorato mal confìd.dal Fuchfio Giunco odorato mal intefo dal Rnellio Giunco odorato fritto da Gal. Gladiolo fritto da Diof. Gladiolo effeminato dal Matth. Gladiolo qual fila appr effe Tlinio Gladido òr fue uirtu fritte da Gal. Glafìo domettìco fritto da Diof. Glajìo faluatico fritto dal medefimo Glafti ambedue confederati dal Matth. Glatti,òr loro facultà fritte da Gal. Glaucio fritto da Diofc . Glaucio effeminato dal Matth. Glaucio come fi contrafacci Glaucio òr fue facultà fritte da Gal . Glauco fritto da Diofc. Glauco effeminato dal Matth. Glauco òr fue facultà fritte da Gal. Glauco mal confederato dal Ruéllio Glicirrhiza fcritta da Diofc. Glicirrhiza effeminata dal Matth. Glicirrhiza mal confederata da P linfa Glicirrhiza òr fue uirtu fritte da Gal. Gnaphalio fritto da Diofc. Gnaphalio confederato dal Matth. Gnaphalio òr fue uirtu fcritte da Gal. Go pefce,Leggi Gobio Gobio fritto da Diofcoride Gobio òr fua hifl. fcritta dal Matth. Gobio òr fee diuerfe flette pofie dal Matth . Gobio òr fue facultà fcritte da Gal. Gomma fcritta da Gal. Gomma effeminata dal Matth. Gomma di Acacia fcritta da Diofc. Gomma d’ Acatta effeminata dal Matth. Gomma Arabica eoe non effer quella deWAcatia Gomma Arabica effeminata dal Matth. Gomma di Ginepro òr fue uirtu fritte dal Matth. Gomma di Ciregio fcritta da Diofc. Gomma di ciregio ejfaminata dal Matth. Gomma Elemi deferitta dal Matth. Gomma Efami,òrfua uirtu fcritte dal Matth. Gomma di Mandorle fcritta da Diofc . Gomma di moro fritta da Diofc. Gomma d’oliuo d’Ethiopia fcritta da Diofc. Comma d’ olino d’Etbìopia confiderata dal Matth» Comma di "Pruno fcritta da Diofc. Comma di Sicomoro fcritta da Diofc. Gomme d'alberi & herbe diuerfe GorgokftrosLeggi sio. 6 i.J» 63.11 65.14 63.44 1041.48 1041.fi0 1042.8 3041.9 670.4 671.1 671.ro 671.17 849.29 849.3 J 849.39 849.44 1 166.4 J 3166.50 3166.61 3166.51 687.41 6S7.55 688.4 689.17 909.5 909.7 911.8 1 - 3 59-24 360.3 360 per tutto 360.4 111.48 111.43 111.8 111.40 212.4$ 111.41 135-3 151.36 151.40 211.8 211.9 192.35 304.30 219.10 1210.59 284.10 307.6 8.6 Tauola* Qffìipio , Leggi Bambagia . Gramigna fcritta da Diofc. 1052.17 Gramigna cannaria fcritta da Diojc . 1052.28 Gramigna di Tarnafo fcritta da Diojc . 1052.34 Gramigne tutte efaminate dal Mattb. 1052.44 Gramigne & loro facultafcritte da Gal • 1 o 5 3 • 1 2. Grana da tingere fcritta da Diofc. 1083.5 Grana da tingere e faminata dal Mattb, 1084.1 Grana da tingere fcritta da Gal. 1085.12 Grane euole fcritte dal Mattb. 3 3 3*9 Granchi de fiumi fritti da Diofc. 3 29* 5 7 Granchi de fiumi efa??iinati dal Mattb. 330,30 Granchi de fiumi fritti da Gal . 3 3 2 *4 Granchi marini 330.34 Granchi male intefi da molti 3 3°*3° Granchi de fiumi come preparar fi debbino per i morfi de ca- ni rabbio fi 532*^ Granchi porri de fritti dal Mattb . 333*9 Grano fritto da Diofc. 4 1 4*4 Grano efaminato dal Mattb. 415.18 Grano & fuefacultà fritte da Gal. 4 1 6. 3 7 Grano & firn hifieria 4 1 5 • 69 Grano Italiano migliore di tutti 4*5 *4^ Grani del Taradifo , Leggi. Cardamomo . Grafia, & feuo come fieno differenti 40 1 .4 5, Graffo & Jue facoltà fritte da Diofc . 3 99* 3 0 Grafi esaminati dal Mattb. 401.3 9 Grafi fritti da Gal. 40 2 . 2 6 Grajf ) d.’ A fino fritto da Diofc. 40 1 . 2 9 Graffo di becco fritto da Diofc. 3 99* 5 7 Grajfo di becco efaminato dal Mattb. 4° 2 *9 Grajfo di bue fritto da Diofc. 400.4 Grajfo di cerno fritto da Diofc. 399*57 Graffo di capra fritto dal Mattb. 402.9 Grajfo di capretto fritto dal Mattb. 4.0 2 .8 Grajfo di gallina fritto da Diofc. 3 9 9 • 3 3 Grajfo di elepbante 40 r . 2 1 Grajfo di leone fritto da Dio fc. 40 1 . 2 o Grajfo di leone efaminato dal Mattb. 40 2 . 9 Grajfo di pefci di fiumi fritto da Diofc. 40 1 . 3 3 Grafo di pecora fritto da Diofc. 399*57 Grajfo di panthera fritto da Diofc. 40 o . 2 2 Grajfo di porco fritto da Diofc. 3 99. 4 3 Grajfo di porco efaminato dal Mattb. 402.3 Grajfo di oca fritto da Diofc . 3 99. 3 3 Grajfo di orfo fritto da Diofc. 3 99*43. Grajfo di toro fritto da Diofc . 400. 1 2 Grajfo di toro efaminato dal Mattb . 402.8 Grajfo di tajfo fritto dal Mattb . 4© 2.41 Grajf 1 di uipera fritto da Diofc. 401.34 Grajf ì di uitello fritto dal Mattb . 40 2 .7 Grajf ) di uolpe fritto da Diofc. 40 1 . 3 3 Graffi come fi confruino fecondo Diofc. 40 1 .40 Grafi come fi faccino odoriferi fecondo Diofc. 400. 2 3 Gratiola onero gratiadei & fua bijloria fcritta dal Mattb. 735*30 Greppola di nino , Leggi Tartaro . Grijomele , Leggi Armeniache . Grugno di porco 53 1.1 Guado , Leggi Glattcu Guaiaco legno & fua fattoria fritta dal Mattb. 199.29 Guittrico , Leggi Ligujìro . Gufcio di melagrano fritto da Diofc . 245.45 Gufcio di melagrano efaminato dal Mattb. 247. 1 3 . H HM l 1 c a fritta da Diofc. 428.10 Halica efaminata dal Mattb. 428.15, Halica ejfer differente dal farro. 428.3 2. Halica & fue uirtà fritte da Gal. 428.28 Halicacabo fritto da Diofc. 1124.47 Halicacabo efaminato dal Mattb. 1 1 2 8.5 Halicacabo del cuore & fua bijìoria fritta dal Mattfaolo 1 12 9.6. Halieto augello 3 74. z Halimo fritto da Diofc. 176.35 H alimo confiderai dal Mattb. 176.40 Halimo gufine uirtà fritte da Gal. 176. 5 8 Handachocba che co fa fia apprejfo lì Arabi 887.5 Harmola fcritta da Diofc. 7 77. 3 Harmola efaminata dal Mattb. 777.7 Harmola deferitta dal mede fimo 778.6 Harmolemale efaminata dal Fucbfio, & in ciò Auìcenna difefo dalla calunnia da lui datali 780.5 Harola male conofiuta dalli Jpetiali & l'errore che ui com- mettono jj cj ,3 Hajlula Fregia , Leggi AJpbodelo Hedera frìtta daDiofc. 660.9 H edera &fue ffetie confidente dal Mattb. 661. 1 5 4 Hedera gratijiima ài frpenti 662.1 Hedera terrettre & fua bijloria fcritta dal Mattb . 6 6 2 . 8 Hedera Jpinofa , Leggi Smilace afro . Hedera & fue uirtà frìtte dal Mattb . 662.2 Hederat& Jue facilità fritte da Gal . 663.10 Hedicbroo fritto da Diofc. 93.14 Hedicbroo efaminato dal Mattb. 9 3 • 1 7 Hedicbroo preparato da Gal. 93.20 Hedijàro , Leggi Securidaca . . H elcifma fcritta da Diofc. 1408 .60 Helcifma efaminata dal Mattb. 1 409. 1 H elcifma fcritta da Galeno 1 409 . 6 H elenio fritto da Diofc. 19-7 Helenio efaminato dal Mattb . 80.13 Helenio &fua bijloria fcritta dal Mattb. 80.3 Helenio male fritto in Diofcoride & refiituto dal Mattbio- lo 80.24 Helenio non auuelenare le faette come fi legge nel libro della- T beri ac a dedicato à Tifone 80.61 Helenio d'Egitto fritto da Diofc. 80.6 Helenio d'Egitto confiderai dal Mattb . 8 0.40 Helenio cr Jue facultà fritte da Gal. 80.5 5 Helichrifo fritto da-Diofc. 1097.50 Helichrifo efaminato dal Mattb . 1 097.60 H elìebrifo &fue uirtà fritte da Gal. 1 1 o o . 1 Heliotropio maggiore fritto da Diofc. 1362.8 Heliotropio maggiore fritto dal Mattb. 1364.4 Heliotropio minore fritto da Diofc. 1363.10 H eliotropi amendue confiderai dal Mattb. 1 3 64. 4 Heliotropio male confiderai dal puellio 1 3 64.9 Heliotropio & fue uirtà fritte dal Mattb. 1 3 65.4, Helleborina , Leggi Epipattide . Hellebero , Leggi Elleboro . Helfine ciffampelos fcritta da Diofc. 1065.1 Heljìne cijfampelos effeminata dal Mattb. 1065.8 Helfine cijfampelos fcritta da Gal. 1 066.4 H elfine feconda fritta da Diofc. 1171.1 Helfine feconda efaminata dal Mattb. 1171.13 Helfine feconda, & fé uirtà fritte dal Mattb. 1171.19 Helfine feconda &fue uirtà frìtte da Gal. . 1171.24, Hematite pietra fcritta da Diofc. j 443 . 3 o Hematite efaminata dal Mattb.. 1443.50 Hematite &fue uirtà fritte da Gal. 1 444. 3 Hematite, & fue uirtà fritte da Aleffandro 1 444. 1 2 HemerocaUe fritto da Diofc . q 2 1 . 3 Hemerocalle fritto da Gal. 9-4*3 HemerocaUe efaminato dal Mattb. 921.10 Hemerocalle f condo del Mattfaolo & fua bijloria 922.2 Hemionite fcritta da Diofc. 950.20 Hemionite efaminata dal Mattb . 950.25. b 4 Hemio- Hemmìte fcritta da Gai. 9*)1-6 Hemorrhoo fervente &fua uelenofa natura fcritta da Diofc . 1523.1 Hemorrhoocommemorato da Gal. 152.3^8 Hemorrhoo & hemorrboa & loro bifloria fcritta dal Mat- tinolo J523*27 Hemorrhoo & cura del fuo morfo pofla da Diofc . 1 5 z 3 . 1 z. Hepatica , Leggi Lichene . bella doma &fua fattoria fritta dal Mattinolo 1131.5 Herba Gatta, Leggi Gattaria . Herba Giudaica, Leggi Vérga aurea . nerba Giulia , Leggi Mgerato . Herba indorata , Leggi Mfileno . ,/crtfM da Diofc . ^ 1 7.4 Her/w lanaria e faminata dal Matth . 61 8. t Herba lanaria mal confiderata dal Fuchfio 619.8 Herba lanaria fcritta da Gal. 619.6 Herba lucciola 628.10 Herba mora 1318.5 Herba "Pagana , Leggi Virga aurea . Herba par alyfis 1205.1 Herba paris & fua fattoria fcritta dal Matth. 1 1 5 o. 3 Herba di S. "Pietro , Leggi Crethamo. Herba facra ferii ta da Diofc. 1 1 o 6. 3 z Herba fardonia fcritta tra li ueleni da Diofc. 1 48 1 . 1 o Herba fardonia, & fuoi nocumenti & cura fcritta dal Mat- tinolo 1481.1^ Herba fella, Leggi Coronopo . Herba torà 566.15 Herba turca, Leggi Cardo benedetto . Herba Venerea fcritta da Theophraflo 934.12, Herba della Volpe 1 1 3 9. 3 Herbe come ricorre fi debbino & parimente feccare 6. 5 1 Herbe che ricorre fi debbono quando fiorifeono 6. 59 Herbe che fi debbeno feccare al fole 7. 3 Herbe fecchecome riporre fi debbino 7.4 Herbe che alle uolte per diligente coltura diuentano fimili à gl'Mlberi 8.53 Herbe che nafeono in Italia non meno ualorofe che in Candia 12.30 Herbe fampate dal naturale ne i libri quanto giouino 4.1 Herbe uelenofe & auuertenge intorno à quelle che fi man- giano ^ >494*57 Herbe & loro diuerfità ne i colori 12.24 Herbe & loro differente ne ifap ori 1 1 . 1 5 Herbe fino fi 12.38 Herbe ruuide 32.36 Herbe lanuginof : 12.3 5 Hermodattilouero & fua hifloria frìtta dal Matth. 1 1 66.2, Hermodattilo male efamìnato dal Fuchfio & dalli Frati com mentatori di Me fue 1169.5 Hermolao difefo dalle calunnie del Brafauola,& del Fuchfio- 1136.30 Hiacintho fritto da Diofc. 1108.37 Hiacintho fritto dal Matth. 1108.43 Hiacinthi orientali di due jfetie & loro fattoria fritta dal Matthiolo 1108.49 Hiacintho fritto da Gal . 1 1 08.48 Hidraferpente , &fuouelenofo morfo frìtto da Diofc oride M24*34 Hìdra & fua hifloria co la cura de fuoi morfi fritto dal Mat - 1524.43 1 389.20 1 389.20 614.8 61 5.6 615.8 616.23 616.28 808.4 809.4 809.8 810.2 11 18.25 1118.55 1120.H 1119*4 1 120.8 1 1 20.9 thiolo Hidromele fritto da Diofc. Hidromele con fiderato dal Matth. Hidropepe fritto da Diofc. Hidropepe efamìnato dal Matth. Hidropepe male efamìnato dal fluellio Hidropepe & fue uirtà fritte dal Matth. Hidropepe & fue uirtà fritte da Gal. Hieracio maggiore fritto da Dìof • Hieracio minore fritto da Diofc. Hieracio efa?ninato dal Matth. Hieracij defi ritti da "Plinto con le uirtà loro Hiofcìamo fritto da Diofc. Hiofciamo confiderato dal Matth . tìiofiiamo fritto da Gal. Hiofcìamo bianco conflderato dal Matth. Hìofiamo, & fue uirtà fritte dal Matth . Hiofcìamo nimico de porci cignali . j. Hìofiamo nuouo & fua hifloria & uirtà fritte dal Matth, 3119.8 Hìofiamo tra li ueleni fritto da Diofc. 1481.36 Hìofiamo & fuoi nocumenti & rimedi fritti da Mtio 1481.47 Hiofcìamo con la cura de fuoi nocumenti de fritti dal Mat- thiolo Hipecoo fritto da Diofc. Hipecoo confederato dal Matth. Hipecoo & fue facilità fritte da Gal . Hiperico fritto da Diofc. Hiperico efamìnato dal Matth. Hiperico & fue uirtà fritte dal Matth. Hiperico & fue facoltà fritte da Gal. Hiperico male efamìnato da "Plinio Hiperico mal conflderato dal Brafauola 1481.60 1 1 18.1 1118.7 11 18.19 985.46 988.1 990.6 990.17 988.1 1 989.4 Hiperico male intefo da 1 Frati cementatori di Me fue 990.1 Hipùcitto fritto da Diofc. 193* 44 Hipociflo efamìnato dal Matth. 1 9 3 . 5 6 Hipociflo & fue uirtà fritte da Gal. 195*3 Hipccitto male intefo dal Fuchfio 194*5 Hipocitto oue manchi , che altro fupplifia 1 94. 1 2 Hippocampo fritto da Diofc . 3 19.16 H ippocampo conflderato dal Matth. 3 1 9.2.0 Hippocampo deferitto dal mede fimo 320.13 Hippocampo & fue uirtà fritte da Eliano 3 20.42 Hippocampo fritto da Gal. 320.3 9 Hìppocratenclla generazione deìli M ugelli diuerfo da Mrì- flotele 361.60 Hippogloffo fritto da Diofc . 1 2 5 3 . t HippogloJJ'o efamìnato dal Matth. 1 2 5 3 .7 Hippogloffo & fue uirtà frìtte dal Matth. 12 54.1 Hippolapatho fritto da Diofc. 47 1 * 5 0‘ Hippolapath 0 e faminato dal Matth. 4 74* 3 Hippolapato fritto da Gal. 475*3 Hippolapato di due ftetie appreffo al Matth. 474. 3 Hippsmarathro fritto da Diofc. 821.43 Hippomarathro conflderato dal Matth. 821.50 Hippomaratbro & fua fattoria & uirtà fritte da Tlmio 821.53 Hippophaefcritto da Diofc . 1308.1 Hìppophae fritto , & efamìnato del Matth. 1309.16 Hippopheflo fritto da Diofc. 1 3 09.8 Hippophctto conflderato dal Matth . 1309.16 Hippopotamo fritto da Diofc . 550.56 Hippopotamo &fua fattoria fcritta dal Matth. 350.58 Hidpopotamonon corrijpondere all’imagine pofla dal Bello- nio,& dal Gefnero 351 .47 Hippopotamo &fue uirtà fritte dal Matth. 352.26 H ippofelino fritto da Diofc . 810.60 Hippo filino efamìnato dal Matth. 814.28 Hippofclino,&fue uirtà fritte da Gal. 8 1 4. 5 6 Hirculo ouero Beccar elio fritto da Diofc. 3 6. 47 Hijfopo fritto da Diofc. 7 3 2 » 3 7 Hijfopo montano fritto dal Diofc. 7 3 2. 3 7 Hijfopo domestico , & montano conflderato dal Matthiolo 732.5° Hijfopo &fue uirtà fritte dal Matth . 7 3 5 • 1 5 Hijfopo .deferitto da Mefue 7 3 5 *2 2 Hijfopo & fue facultà fritte da Gal . 73 5.20 Hifloria TauoJa. H ifloria de un canta in banco che odorando un garofano pubi- co cafco morto 1460. 5 4 H iftoria d'un uiUano il quale amaggando unferpecon uno (puntone fe infetto ferrea toccarlo 1460.54 Uxoria d'un uillano il quale picchiando il morfo d'una uipe - ra fubito morì 1 4^°* 5 7 H ffioria di due perfone che mangiorno ìnaduertentemente la cicuta *47 H iftrice & fua hittor ìa fcritta dal Matth . 3 1 8. 5 7 H oloftio ouero Holeftio fritto da Diofc 1 o 1 7.4 nolo flio con fiderato dal Matth . I o 1 7. 1 o H oloftio fritto da Gal . 1019.2. H orlo. Leggi Or^o. H ormino Dome fico fritto da Diofc . 030.17 H ormino conpderato dal Matth. 936.16 nomino faluatico conpderato dal Matth. 9 3 8* 1 nomino faluatico fritto dal medefim 9S^mti nomino mal conpderato da Tlinio 9 3 9- 1 nomino Jpetie di biada 919‘ì Hormino di Theophraflo 9 3 9*8 nummi à cui i ueleni non nuocono 1 5 5 6. 60 numore nelenofo nella coda del ceruo con la cura 1 489.60 1 IjL c c e a &pua hiforia fritta dal Matth. 12,40.3 laccea & fue Jpetie & uirtà fritte dal Matth . 1240.9 Iajpide pietra fritta da Diofc. Iajpide pietra conpderata dal Matth. / Leggi Dìa - Iajpide & fue diuerfe Jpetie pofle dal Matth. C j prò . Iafpide,& fue uirtu fritte da Gal. iberide frìtta da Diofc. 314.10 lberide efaminata dal Matth. 3 1 5 *9 lberidey& Lepidio ejfer ma pianta ifleffa 316.18 iberide fritta in uerji da Damocrate 316.10 I beride & fua f ac ulta frìtta da Gal. 315.10 iberide mal conpderata dal B^uellio , & da Uermolao 3j6.5i iberide della feconda Jpetie fritta da Tauolo 3 16.43 lbice& uirtà marauigliofedelfuo fierco recitate da Mar- cello 406.43 ibifco , Leggi Jlltbea . Idea radice , Leggi radice Idea . 1 ilice t Leggi Elice . imagine diferpentario fcolpita nella pietra bemathite , uale contra i ueleni 1465. 1 5 Imagitùì & pgilli contra i ueleni 1 46 5 . 1 6 Imperatoria & fua hiforia & uirtà fritte dal Matthiolo 819.1 Empia berba fritta da Tlinio 909 . 1 1 lmpiafri ualorop ne i morp de i ferpenti fritti da Diofcori- de Incenfo fritto da Diofc.. 102.57 Incenfo & fua fattoria recitata da Tlinio 1 04.7 Incenfo efaminato dal Matth . 1 04.4 Incenfo doue nafca 104.8 Incenfo ricor fi con non poche fuperttitioni 1 04. 1 9 lncenfo,& fue uirtà fritte da Gal. 1 04. 5 6 Incenfo & fue uirtà fritte dal Matth. 1 04. 3 8 Inchiottro fino come fi faccia z 3 2. 3 5 Indico fritto da Diofc. 1 4 1 4. 2 o Indico efaminato dal Matth. 1 4 1 4. ?. 7 Infupone di rofe 203.4 Inguinale fcritta da Diofc . 1 233.1 Irione fritto da Diofc. 60 3 .4 Irione efaminato dal Matth . 604. 5 Irione mal conpderato dal Bjtellio & da Uermolao 60 5. 3 Irione di duefpetie apprefo al Matth. 60 5. 1 o Iride ef iminata dal Matth. 19.1 Iride or fue Jpetie defritte dal Matth . 19. 2. Iride faluatica defc ritta dal mede fimo ' 19.10 Iride aflragalite fritta da Gal . 22.7 Iride Mfiragalite male efaminata dal Cornano 2 2 . 1 1 Inde Illirica Iride bianca Inde &fue uirtà fritte dal Matth. Iride & fue facoltà fritte da Gal . Aringo fritto da Diofc. Iringo efaminato dal Matth. Iringo marino defritto dal Matth. Iringo & fue uirtà fcritte da Gal. Iringo mal conpderato dalli Jpetiali Senefi Iringo mal conpderato da Serapione Iringo non ejfer il Secacul . Arabico Ifatide domettìca fcritta da Diofc. Ifatide faluatica fcritta dal medeftmo Ifatidi efamìnate dal Mattinolo Ifatidb &fue uirtà fcritte da Gal. Ifopiro fritto da Diofc. Ifopiro fritto^ efaminato dal Matth. lua mofcada , Leggi Chamepitio . lufquiamo , Leggi Hiofciamo. Ixia fcritta da Diofc. Ixia ueleno mortifero fcritta da Diofc. x 40 ) , Ixia <& remedi de ifuoi nocumenti fritti da Diofc. 1 48 5 .61 Ixia t&fua uelenofa natura rimedi fritti dal Matthiolo 1486.9 20.6 21.14 21.44,^5 6 22.23 716.8 717.10 718.2 719.18 7i7.i2 7 «9-8 71 8.IO 670.1 671.1 671.10 671.14 1137.50 “37-S8 693.10 I485.59 K KM li che pianta fa 490.5 Karebe nome Arabico > Leggi Succino. Keiri , Leggi Leucoio . Kema maggiore , Leggi nocino . Kerua minore , Leggi Latbiri . LMbro di Venere , leggi Dipfaco. Laburno di Tlinio efaminato dal Matth. 980.61 Labrufca feriti a da Diofcoride , Leggi Lambrufca . Lacca nanamente intefa dalli Mrabi 74-46 Lacca de ì tintori ejfer la lacca delli Mabi 74.55 Lacca artifitiaie & fue jpetie 7 f . 1 ? Lacca ejfer e una cofa medefima con il Cancamo fcritto da Diofcoride 75,3 Lacca artifitiaie erroneamente ufarjt dalli jpetiali in luogo dellanaturale 75-45 Lacca mal confiderata da i Frati comentatori di Mef 7 5 .49 La cognitione delle cofe fenfibili s’acjuijla uedendole jpeffe notte Ladano , Leggi Laudano . Lago Sodomeoc r fua hiforia fcritta dal Matth. Lagopo fcritto da Diofc. Lagopo efaminato dal Matth. Lagopo, & fue uirtà fcritte da Cai. Lagrime di diuerfe piante Lagrima d’M.ue’ggp &fue uirtà fcritte dal Matth Lambrufca fcritta da Diofc. Lambrufca efaminata dal Matth. Lamio deferitto da Tlinio L ampfana fcritta da Diofc. Lampfana fcritta & efaminata dal Matth. Lampfma fcritta da Gal. Lana fucìda fcritta da Diofc. Lanafucida efaminata dal Matth. Lanaria herba fcritta da Diofc. Lanaria herba efaminata dal Matth. Lanaria herba &fue uirtà fcritte da Gal. Lancinola , Leggi Tiantagine . MS 129.61 103 ;.io 1036.1 1039.7 8.7 . 120.3 1345.40 1378.40 1 189.24 477.10 478-i 478.10 397-5> 398.47 617.4 61 8. 2 619.7 Lontana ry>!WT)7 Tauola lemma, leggi Viburno. Lanugine di Cardi ferina m\U ueleni da Diofc. 149 ? .60 Lapatio fcritto da Diofc. 47z*3° Lapatio efaminato dal Matth. 47 1 • 5 5 Lapatio mal confiderai da jLuìcenna ,& da Serapione 473. 1 Lapatio & fue uirtà fcritte da Gal * 474* 1 * Lapis Labili , Leggi pietra cerulea .- Lapis Lyncisefaminata dal Matth. p Lapis Lyncis mal confiderai da molti > 7,eggi Lincurio . Luicis delle fcetiarie non ejfer il uero 3 Lapis Begahar &fua hifloria & uirtà fcritte dal Mattinolo I4ZZ*47 Zappa yZrr/r £a da Diofc. 1 1212.43 Zappa efaminata dal Matth, 1212.50 ? .... j: j.._ 1212.51 I262.54. I263.I ■47 7*4 iappiz wwore /èrifta Diofc. Lappa minore efaminata dal Matth . Lappola , leggi Terfonata . Zargà che cofa fila Larice & fua Infiori aferitta dal Matth. iprite abrufeiarfi nel fuoco come le altre legna, contra la o- pimone di Vitruuio & di Tlinio Larice produce l’agarico Lafahaten che cofa fi* Laferpitio feriti da Diofc. Laferpitio efaminato dal Matth . Laferpitio fcritto da Theophraflo Laferpitio & fue uirtà recitate da Gal. Lafero feriti da Diofc. Lafero confiderai dal Matth. Lafero ejfer del tutto fmarrito Lafero & fue uirtii fcritte da Gal. LajJ'ulata . Leggi Menta greca . Lathiri feriti da Diofc. Lathiri efaminato dal Matth. Latbiri & fue facilità fcritte da Gal. Latbiri ,& fue uirtà fcritte dal Matth. Latbiri, & fue uirtii fcritte da Attuario Lathiri fra li ueleni,con la cura fcritta dal Matth. Lattaiuola , Leggi Chrondrilla . Latte fcritto da Diofc. Latte confiderai dal Matth . Latte caprino fcritto da Diofc. Latte pecorino fcritto da Diofc. Latte afinino fcritto da Diofcoride Latte uaccino fcritto da Diofc . Latte cauallino feriti da Diofc. Latte qual fia il migliore & fincero Latte in che modo diuenti folutiuo Latte come fi debbi bere Latte & fue f acuità fcritte da Gal . Latte, & fue uirtii fcritte dal Matth . Latte apprefo & fue facilità Latte humano feriti da Diofc. Latte apprefo nello fìomacho • & fuoi nocumenti , fcritti da Diofcoride Latte apprefo\ nello fiomaebo confiderai dal Matthiolo con la cura 1 490. 3 o Latte mefehiato con caglio fcritto da Diofcoride tra li ueleni 1490.30 Latte mefehiato con caglio mal confiderai dal Manardo 1490.33 Latte come fi congeli nello fìomacho 1 490.43 Latte comefiprohibifca de non fi appreda nello fiomacho 395*33 Lati e quanto uaglia contra li ueleni 1 466. 4 5 Lattuario refiauratiuo nella cura delle cantarelle feriti dal Matthiolo 1473.40 Lattuga domefiica fcritta da Diofc . 549.10 118.6 118.23 64.20 845.4 844.55 845.51 845.53 843.10 845 .per tutto 844.45 845.56 1320.26 1320.39 1320.47 1320.45 13 20.42 1496.60 393*i 395-7 395.8 393.10 3S3-11 393-” 393.i: 393-3 395- ’-4 395- 31 396.41 395-8 395.38 393-38 & rimedi 1490.20 Lattuca efaminata dal Matth. Latta ca faluatica fcritta da Diofc. Lattuca faluatica fcritta & confederata dal Matth . Lattuca & fue uarieffetie Lattuca fcritta da Gal. Lauanda & fua bistorta fcritta dal Matth, Lauanda &fìte uirtii fcritta dal medefimo Lauanefe , Leggi Galega . Laudono fcrùto da Diofc. Laudano efaminato dal Matth . Laudano & fue f acuità fcritte da Gal . Laudano & fue uirtà fcritte dal Matth. Laudano come fi facci in olio Lauendula , Leggi Lauanda . Lauero , Leggi Sio . Laurentina > Leggi confolida Media , Laureola fcritta da Diofcoride , Leggi Daphnoide . Lauro fcritto da Diofc. Lauro fue bucche fcritte da Diofc. Lauro & fu* hifloria fcritta dal Matth . Lauro fatto pietra Lauro & fue uirtà fcritte da Gal. Lauro produce il fuoco per fe fleffo Lauro & fue uirtà fcritte dal Matth. 549.27 549-15 5 5 0,1 549.8 550.9 36.13 36.16 196.8 198.1 198.H 198.13 198.18 145.54 145.61 146.8 147.51 147.56 147.38 ■47-31 Lauto dijcefo dal Cielo per coronarne li Imper adori 1 47. 1 8 Lauro Mleffandrino fcritto da Diofc. 1276.1 Lauro xAlefjhndrino eff aminato dal Matth. 1 276. 1 o Lauro Mejfandrino,& fue uirtà fcritte da Gal. 1276.24 Legno jLloe , Leggi Migallocho . Legno Balf amo fcritto da Diofc. 66. 2 6 Legno Balfamo efaminato dal Matth . 67. 2 o Legno Guaiaco,& fua hifloria fcritta dal Matth. 1 99—9 Legno Guaiaco, & fue facoltà, fcritte dal Matth. 200.2 r Legno Guaiaco di tre fpetie 199- 3 3 Legno Guaiaco, fua corteccia 200. 21 Legno Guaiaco,qual fia l'elettiffimo 1 99.46 Legno Guaiaco col uino , chi prima dejfe in Italia 200.35 Legno d'india , Leggi legno Guaiaco . Legno Santo 199. 30 Leila, Leggi Selenio. Lemma terra fcritta da Diofc. 1419.55 Lemnia terra confiderata , & deferìtta da Gal . per lunga hi- floria 1 420.1 Lemnia terra , & fua mona hifiorìapofia dal Matthiolo 1421. 31 Lemnia terra, & fue facoltà fcritte da Gal. 1 4 2 o. 5 6 Lemnia terra cauarfi hoggi altrimenti , che attempo di Gal. 1422.3 Lemnia terra qual fia la legittima 1421.16 Lente paluflre fcritta da Diofc. 1 1 7 3 • 1 Lertte paluflre efaminata dal Matth. 1173.10 Lente palufire,& fue uirtà fcritte da Gal. 1173.27 Lente paluflre d'altra fpetie, & fua hifloria fcritta dal Mat- tinolo Lenticchie fcritte da Diofc. Lenticchie efaminate dal Matth. Lenticchie fcritte da Gal . Lenticularia , Leggi lente paluflre . Lentifco fcritto da Diofc. Lentifco efaminato & defcritto dal Matth. Lentifco, ■& fue uirtà fcritte da Gal . Lentifco non conno feiuto dal B^udlio Leone pefe e marino Leontopetalo fcritto da Diofc. Leontopetalo confederato dal Matth. Leontopetalo, & fue facoltà fcritte da Gal. Leontopodio fcritto da Diofc. Leontopodio efaminato dal Matth. Leontopodio malconfiderato dal Brunphelfio Lepidi 0 fcritto da Diofc. 1 173.20 450.7 452.8 451.17 121.17 lzI-37 122.12 1 21 .50 331.2 862.8 863,5 863.10 125 2.10 1252.18 1252.26 641.3 8 Lepidio Tauola.' epìdh effminato dal Matth. 641.45 Lepidìo non effer altro che la iberide 641.46 L epidio' fcritto da Tlinio , differente da quello di Dìofcorìde 641.47 L epidio mal confiderato dalFnellio, Manardo , & Ermolao 64**51 Lepre[marina fcritta da Dioff. 345.20 Lepre marina effminata dal Matth. 345 ,60 Lepre marinapojìa tra li ueleni da Diof. co la cura 1493.50 Lepre marina con la cura delffo nocumento ff ritta dal Mat- tinolo 1494*1 Lepre terrestre fcritta da Dìoff . 345.10 Lepre terreffre effminata dal Matth. 3 46. 5 i Lepre fola tra tutti gl' animali che hanno un uentre foto ha - uere il caglio 3 46. 5 2 Lepre fola fra tutti gl' animali hauere i peli in bocca, & fotto le piante 346.58 Lepri impregnarft, fi ben fon pregne 3 47.7 Lepri generare tanto i mafehi quanto le [emine efffr bugia 346.60 Lepri oue habbino due fegati 3 47- 1 5 Lepri oue non uiuino 3 47* 1 9 L epri bianche oue fi truouino 346.5 3 Lepri dormono con gl' occhi aperti 3 46. 5 7 Lepri & fite facoltà fcritte da diuerfi 3 47. , 6 Lene a fcritta da Dioff. 8 67 . 3 8 Leuca effminata dal Matth. 867.42 Leuc acanti) a fcritta da Dioff. 712.42 L eucacantha effminata dal Matth. 712.47 Leucacantha,& fue uirtù fcritte da Gal. 7 1 4* 1 5 Leucacantha mal confiderata dal I{uellio 712.50 Leucanthemo fcritto da Dioff. 954.38 L eucanthemo confederato dal Matth. 954.47 Lencoio fcritto da Dioff. 924.10 Lencoio & ffe fretti effmìnate dal Matth. 91 5.8 Leucoio, & ffe facoltà fcritte da Gal. 9 2 6. 1 o Lencoio, & ffe fretti fcritto dal Matth « 92 6.4 Libifiico * Leggi Ligustico . Lichene fcritta da Dioff. 1093. 1 Lichene effminata dal Matth. 1 09 3 . 7 Lichene & ffa uirtù ferita da Gal . 1 09 5 .6 Lichene & fue fretti fcritte da Vlinio 1 09 3 . u L ichnide domeffea fcritta da Dioff. 867. 5 5 L ichnide ffluatica fcritta dal medefimó 8 67 . 60 Lichnidi effminata dal Matth. 868. 1 Lichnidi,& lor uirtù fcritte da Gal . 869.7 Lido fcritto da Dioff. 205.10 Lido delle frettar ie ejfer contrafatto 205.41 Lido confiderato dd Matth. 2.0 5 .^0 Lido 1 taliano,&fua hifloria fcritta dal Matth. 205.51 L icio,& fue uirtù fcritte da Gal. 205.57 Liei 0 oue manchi , che coff fuppliffa 205.55 Licopfide fcritta da Dioff. j 047.9 Lkopfide confiderato dal Matth. 1 048.4 Licopfide non efffr la dnogloffa uolgare contra l'opinione del Upellio 1048.4 Lìeuito fcritto da Dioff. 415*4 Liguftico fcritto da Dioff. 796.9 Liguftico e faminato dal Matth. 788.1 L igufiico mal confiderato da alcuni 788.1 Liguftico, onero L ibiftico fcritto da Gal. 788.10 Liguftro fcritto da Dioff. 187.10 Liguftro effminato & deffritto dal Matth. 188.8 Liguftro fcritto da Gal. 188.51 Liguftro mal confiderato da Seruiò 188.29 Liguftro , & Cipro efffr una pianta medefima contra alcuni Liguftro mal confiderato dal Fucbfio 188.17 Lilac,&fiua hifloria fcritta dal Matt h. 1 2 97. 1 2 Liliim conuallium ,<& fua hifloria & uirtù firitta dal Mat- tinolo 922.4 Limarie pefei 362.16 Limatura, fiaglia , & frìuma di ferro & firn nocumenti con lacuna 1491.42 Limoni frutti, & lor hiftoria feruti dal Matth . 2 69.40 Limoni,& lor uirtù fcritte dal mede fimo 260.57 Limonio fcritto da Dioff. 1 03 2.4 Limonio confiderato dal Matth . 1032.10 Limonio fcritto da Gal. 1 o 3 5 . 3 Lincurio fcritto da Dioff. 407. 2 « Lincurio effminato dd Matth. 407. 4 5 Lincurio congtlarfi d' orina de lupi cernieri efffr fattola 407.43 Lincurio mal confederato dal Encelio 407. 5 4 Lingua c emina , Leggi Vhìllite . Lingua ffrpentina , Leggi Ophiogloffo . Lingua di fir pente quali ueleni manifesti 1465.7 L inaria , Leggi Ofi iride. Lino fcritto daDioff. 43 8.8 Lino [abiatico fcritto dal Matth . 44 1 • 4 Lino effminato dal Mattinolo 4 $ 9*9 Liquiritia , Leggi Glicirrhixa . Liquore folutiuo mirabile da bere con la decottionedel Gua - iaco nella cura del mal Franceff 200.62 Liquori uelenofi ffritti da Dioff. 1458.52 Liffia di cenere di fico fcritta da Dioff • 310.8 Liffia ufuale firitta da Dioff. 310.21 Lifimachia fcritta dà Dioff. 999. 2 Lifimachia confiderata dal Matth. 999- 11 Lifimachia mal confiderata dal I{uellio 1 000. 2 Lifimachia & fue facoltà fcritte da Gal. 1001.6 L ithargirio fcritto da Dioff. 1 409. i o Lithargirio,&ffa hiftoria fcritta dal Matth . 1410.8 Lithargirio,&fue uirtù fcritte da Gal. 1 4 1 o. 2 4 Lithofrermo [crino da Dioff. 966.44 Liti) ofr ermo confiderato dal Matth. 9 6 6. 5 o ■Lithofrermo, & fra hifloria fcritta da Vlinio 967. 3 Lithojpermo mal confiderato dal Fucbfio 966.60 Lithofrermo, er ffe uirtù fcritte dal Matth . 96-7.12 Locufle pefei 3 3 ‘*3 5 Locufle uolatili fcritte da Dioff. 372.58 L oc afte confiderai e & de fcritte dal Matth. 3 7 S • 1 Locufle innumer abili quando in Italia 3 7 3 • 1 5 Locufle mangiarfi da i Tartbi,& dagl'Hebrei 373.18 Locufle lunghe tre piedi, oue fi ritrouino 3 7 3 • 7- 5 Lode grandi date da Galeno à Dioff. ,3.5 Lode date da Galeno alla Theriaca 1511.27 Lode del Mithridato 1565.37 Lodala fcritta da Dioff. S71)-1 5 Lodole confiderai e dal Matth. 37 5,45 Loligini pefei ffritti dal Matth. 3 49 • 1 8 Loglio fcritto da Dioff. 4 3 5*9 Loglio effminato dal Matth. 4 3 <^* 5 L oglio, & fue uirtù fcritte da Gal. 4 3 5 5 Loglio conuertirfi ingrano 4 3 6. 1 7 Loglio mal intefo dal Fucbfio ^ 6.40 Lombrichi terreflri , Leggi Vermi terreflri . Lonchite fcritta da Dioff. 973*4 Lonchite della feconda fretti fcritta da Dioff. 97$-i4 Loncbiti effeminati dal Matth. 974. r Loncbiti & lor uirtù ffritti da Gal. 9 7 5 *7 Lora fcritta da Dioff. 1 $ 80.60 Lora effminata dal Matth. 1382.1 Lora, & ffe facoltà fcritte da Gal. 1 3 8 2 ! 3 Loto albero fcritto da Dioff . 2,7 5 • ^ 3 Loto albero confiderato dal Matth. 275.28 Loto Italiano fcritto dal Matth. 276.1 Loto mal confiderato dal I\uellio 2 77.5 Loto, & fue uirtù fcritte da Gal. 2 79. 5 Loto mal interpretato dal jLnguìUari in Theoph . 277.17 Loto Tauola. lotofalfo loto d’Apbrìca • *' loto d’Egitto fcritto da Diofc. loto d’Egitto- efaminato dal Mattb . Loto d’Egitto,& fuabittoria fcritta da Theopb . Loto d'Egitto commemorato da Cai. loto faluatico berba fcritto da Diofc . Loto domeftico fcritto da Diofc . Loto domeflico}& faluatico efaminato dal Mattb. 1 2 20. 5 1 Loti ambedue,& lor uirtù fcritte da Gal 1 2 2 1 .9 Lucciola , Leggi berba Lucciola LucertolaChalcidicafcritta da Diofc. 385*5° Lucertola Cbalcidica efaminata dal Mattb. 3 8 5 • 5 9 Lucertola Cbalcidica, &fua fattoria fcritta da Taufania 386.4 Lucertele fcritte da Diofc. 3'85*43 Lucertole e faminate dal Mattb. 3 8 5 • 5 4 Lucertole di mirabile lunghezza 385,57 Lumache , Leggi Chiocciole . Lunaria Graffila, & fua fattoria fcritta dal Mattb. 9 5 1.3 Lunaria minore , & fua uirtù fcritta dal Mattb. 5) 5 0 • 3 8 Luparia,& fua fattoria fcritta dal Mattb , Lupini fcritti da Diofc. Lupini ef aminati dal Mattb. Lupini, & lor [acuità fcritti da Gal. Lupulo,&fua fattoria fcritto dal Mattb „ Lupulo, & fue uirtù fcritto da Mefue M 458.9 460.4 460.12 1270,19 1272.9 Macero fcritto daDiofc. 15 9. 3 1 Macero confiderai dal Mattb. 1 59.37 Macero non efjere il Macis delle fpetiarie 159.41 Macero, & fue facultà fcritte da Gal. 1 5 9. 5 4 Macerane 816.30 Macinetta 33°*34 Macis Arabico confiderai dal Mattb. 1 59.44 Macis mal confiderai da i Frati commentatori di Mefite 160.6 Madriperle,& loro fattoria pofia dal Mattb. 322.28 Madnperle bauere il fuo I{e come le Api 3 2 2 *4 $ Madri perle Jpinofe 322.48 Maettra del fanone tra li uelenì con la cura fcritta dal Mat- tbiolo 1493.6 Magnane ouero fanguifugbe fcritte da Diofcoride tra li ue- leni 1495.18 Magnane & loro accidenti , er nocumenti con la cura 1495.28 Magnete pietra fcritta da Diofc. 1 446 . 1 8 Magnete & fua bifloria fcritta dal Mattb • 1 446. 2 2 Magnete & fua uirtù fcritta da Gal. 1 446. 5 o Magnete & fua uelenofa natura con la cura fcritta dal Mat tbiolo I49I.54 Magnete pietra,& fuoi diuerfi nomi 1 446. 2,2 Magnete & fue facultà nel ferro 1 446. 2 8 Magnete come perda la poffanga 1446.43 Mah aleb Arabico 193*5 Mahaleb & fua bifloria fcritta dal Mattb. 1 9 3.7 Maiorana,& fua efaminatione fcritta dal Mattb. 767.4 Malabathro ferino da Diofc. 46. 1 MalabatbrOy&fua efaminatione fcritta dal Mattb. 46. 1 8 Malabathro <& fue uirtù fcritte d’Auicenna 49. 3 1 Malabatkro,& fua fattoria fcritta da Ariano 48. 3 o Malabathro d’ Ariano mal fcritto da un furfante maligno ' 48-54 , „ Malfattori fìpuniuàno anticamente con il morfo delli Affidi 15 1 1.47 Malicorio ferino da Diofc. 245.45 Malicorio efaminato dal Mattb. 247. 1 3 Mutua fcritta da Diofc. 48 2 .4 Malua efaminata dal Mattb. 48 3 .i o Maina di mirabile grandezza . 484*12 Malua maggiore & fue fpetie de fcritte dal Mattb. 48 5 • 3 Malua d'una terga Jpetie molto bella 486.6 Malua arborea ferina da Tbeoph . 484. 1 o Malua & fue uirtù fcritte dal Mattb • 48 6.7 Malua & fue facultà fcritte da Gal . 48 6. 1 9 Malua faluatica 48 6. 1 9 Maluauifco , Leggi Althea . Mandorle fcritte da Diofc. 292.20 Mandorle efaminate dal Mattb. 292.40 Mandorle amare ferine da Diofc . 292.21 Mandorle fcritte da Gal. _ 292.50 Mandorle amare come fi faccino dolci 2S> 3 • 2 Mandragora fcritta da Diofc. 1132.38 Mandragora efaminata dal Mattb. 1 1 3 5 ,x Mandragore , non batter forma bumana contra al uulgo 1 1 3 5-4 Mandragore contrafarfiper ingannare il mondo 1 1 3 6.4 Mandragore fcritte da Gal. 1 1 3 ^ • 5 9 Mandragora fra li ueleni fcritta da Diofcoride con la cura 1482.10 Mandragora con la cura del fuo nocumento fcritta dal Mat- tinolo 1482.20 Manna d’incenfo fcritta da Diofc. 1 o 3 .40 Manna d’incenfo efaminata dal Mattb. 105.28 Manna celeste & fua fattoria fcritta dal Mattb. 105.36 Manna di tronco difrafìino commemorata dal Mattbiolo 106.46 Manna celefle di due fpetie apprejfo alli Arabi 105.56 Manna celefle nel contado di Goritia & nella patria del Ftio- li quando cafcaffe copiofa dal cielo 106.31 Manna celefle cafcata nella ualle Anania 1 06. 3 8 Manna & fua natura 105.3 6.& 107.49 Manna mal confidi erata dal Fuchfio 107.8 Manna fcritta da Galeno da Tbeophrafio , & da Tlinio 106.7 Mannafeme di gramigna dattilite & fua bifloria fcritta dal Mattbiolo 1053.6 Marafche 252.60 Mar affo ferpente 3 4 2 • 3 5 Marcbefìta M43*1 Marchefiita mal confederata da Alberto 1 44 3 . 1 1 Marinelle 2 5 3 • 2 Marmontane 3 9 1 *47 Maro fcritto da Diofc. 7^9*4 Maro efaminato dal Mattb. 7 7°- 1 Maro fcritto dal Gal. 77 °* 3 Marrùbio fcritto da Diofc . 87 5 . 2 Marrùbio efaminato dal Mattb. 876.4 Marrùbio, & fue uirtù fcritte da Gal. 8 77* 5 Marrùbio nero , Leggi Ballote . Mar fi populi , & lor origine 1512. 54 Mar fi ciurmadori fino al tempo di Gal. 1512.57 Marfonipefci 3 60.49 .Martago,& fua bittoria,& uirtù fcritta dal Mattb. 870.2 3 55*29 121.29 1 21.56 12 3*7 122.5 * 3 7 1 • 1 7 1370.48 957-8.eS" Mortole animali Maftice fcritto da Diofc. Maftice efaminato dal Mattb. Maftice fue uirtù fcritte da Gal. Maftice, & fue uirtù fcritte dal Mattb . Materia metallica Materie atte àfarfi pietra Matticaria , Leggi Tartbenio . Matti caria mal confiderata dal Brafauola 397.23 Matrifaluia che cofa fia , Leggi mentha greca . Matrifelua , Leggi Tericlimeno • -Magga, forda , Leggi Tipha ♦ Meconio fcritto da Diofc . 1 114.20 Meconio . Tauola. Meconio efaminato dal Mat th. _ 1 1 1 4. 60 Meconio pofto da Diofc . fra li uèlenì conia cura 1 48 3 « r 1 Meconio con la cura del j ho nocumento porta dal Mattbiolo 1483.3° . Medica ferina da Diofc. 576*6 Medica e faminata dal Mattb. 171*} Medicamenti falfificati fino alt empo di Gal. 3 .4. Medicamenti femplici contra à i ueleni 1 467.3 1 Medicamenti compofiti contra a i ueleni 1 467.-48 Medicamenti comuni ne i morfi uelenoft 1 45 7.60 Medici che follmente medicano con i compofiti fatti da altri reftare fpejfe uolte ingannati 3.17 Medici quanto fieno obligati à Diofc . 1459. 1 Medici pochi che melino i fecreti loro 1 4651. J Medici ignoranti quanto febiuarfi debbino 1 496. 1 4 Medici ingannar fi nelTuua paffa 3377.50 Medicine appropriate quali à queflo, quali à quell" altro mem bro 1461.1 r Medicine folutiue, & anuertenge circa quelle 1496.3 Medio fritto da Diofc. 1 040.8 Medio efaminato dal Mattb. 1 04 1 . 1 Medio, & fue uirtà fritte da Gal. 1041. io Melagrano fritto da Diofc . 245.19 Melagrano , & fua efammationi? fritta dal Mattb . 145.51 Melagrani , come di brufebi fi faccino dolci 246.6 Melagrani come fiprohibifea, che non crepino fu C albero 246.7 Melagrani come fi ferbino che non fi guadino 246.12 Melagrani & fua uirtà fritta da Gal. 2 47. 3 2 Melagrani & conferita de fuoi fiori , & fue uirtà fritte dal Mattbiolo 247.19 Melanteria fritta da Diofc. 142.5,5 8 Melanteria confiderata dal Mattb. 1426.17 Melantbio fritto da Diofc. 839.38 M elantbio confiderai dal Mattb. 839.52 Melantbio faluatico & fue Jpetie de fritte dal Mattinolo 84M Melantbio, & fue uirtà ferine da Gal. 84 t .1 * Melantbio mal confiderai dal Erafauola 841.8. Melantbio fritto da Dioforide tra li ueleni 1 495.6 o Melanzane & lor uirtà fritte dal Mattb. 1 1 3 6. 5 2 Melan%ane,& lor b istoria fritta dal Mattb. 1 1 3 6. 3 2 Mele frutti fritti da Diofc. 258.16 Mele efaminate dal Mattb. 2 58.5 3 Mele,& lor facilità, & uarij fapori qualificati da Galeno “58.59 _ ... Mele apiefc ritte dal Mattb. 260.5 Mele celiane mal confiderai dal Comario 2 60. 1 o Mele cotogne fritte da Diofc. 258.19 Mele cotogne efaminate dal Mattb . 262.5 Mele cotogne,& loro Jpetie 262.9 Mele cotogne come npor fi debbino 2 64.1 Mele cotogne, & fue uirtà fritte dal Mattb. 264.2 Mele dolci fritte da Diofc. 258.36 Mele bufane , Leggi Melanzane . Mele mediche fritte da Diofc . . 258.45 Mele faluaticbe fritte da Diofc . 2 5 8> 3 9 Mele liquore fritto da Diofc. 40 8 . 1 5 Mele liquore efaminato.dal Mattb. 408.44 Mele in Sardegna amaro 408.32 MeleEriceo 169.1 Mele che fa impaggire 409.2 Mele che distilla da gl’ alberi 408.51 Mele di Heraclea fritto da Diofc. 408.31 Mele Heracleotico efaminato.dal Mattb. 408.6 1 Mele Heracleotico fritto da Dioforide tra li ueleni con la 1478.15 Mele che non mangiano lemofche 408.60 Mele Scillìno mal intefo da molti appreffo Gal. 639.26 Melega, Leggi miglio indiano. 22^.6r Melfrugum che co fa fia .7 / • . Meleghette, Leggi Cardamomo . Melia terra fritta da Dio fc. 14 54.60 Meli a terra confederata dal Mattb. 1 4 5 5 *7 Meliloto fritto da Diofc. . 7^7* 3 7 Melìloto confìderato, <& defritto dal Mattb. 767.49 Meliloto mal confìderato da molti l&l- 5 x Meliloto uolgare non effere il uero 767.51 Meliloto,& fue f acuità fritte da Gal. 767.60 Melimele fritto da Diofc. 258.36 Melijfa fritta da Diofc. 873.23 Melijfa efaminata dal Mattb. 873.34 Melijfa, & fuefacultà fritte da Gal . 873.51 Melijfa C onfiantinopolitana 873 Melijfa fue uirtà diligentemente defi. ritta d'Muicenna, & daSerapione 873.43 ■Melijfophillo il medefimo che Melijfa . Melitite pietra fritta da Diofc. 1447.10 ■Melitite pìetra,&fua hiHoria fritta dal Mattb. 1 447! 1 4 Melloni j Leggi Teponi . Melomele fritto da Diof. 1 3 89.14 Melopeponi,& lor hiSlorìa fritta dal Mattb. 5 4 6.9 Melopeponi,& lor facoltà fritte da Gal . 548.32 Membra d'animali conuerfe in pietra 1370.53 Mempbite pietra fritta da Diofc. 1450.17 M emphite pietra efaminata dal Mattb. 1450.29 Mene pe fi fritti da Diof. 3 5 8 . 5 6 Mene efaminate dal Mattb. 358.57 Menole il medefimo che Mene . Menthafcritta da Diofc. 749.40 Mentba,&fue Jpetie efaminata dal Mattb. 749*5 e Mentha,& fine uirtà fritte da Gal. 750.6 Mentba,&fue uirtà fritte dal Mattb. 749.60 ■Mentba greca, &fua uirtà efaminata dal Mattb. 752.’ Mentba fiomana , Leggi menta greca . Mentastro fritto da Diofc. 749- 5 r Mentajlro,&fiie uirtà def ritte dal Mattb . 751.9 Meo fritto da Diof. ; ^ ’ Meo efaminato dal Mattb. “ * t Meo,& fue uirtà fritte da Gal. zg ^ Mer cor ella fritta da Diofc. M er cor ella efaminata dal Mattb. 1 3 5 9 *4 2 Mercorella,&fna hifloria fritta da Timi. i : 5 044 Mcrcorella,& fui. virtù ferine da Gal. 1 ; fio 4 Mefite difefo nelle refi contrai Manardo 104 4 Mefae difefo j nella bianca fina contrai Erafauola 7 1 4. i Uefuo difefo ned Moe contrai Fucbfio & contrai Menar- do fjefue ™torM al Turbìt male intefo dal Erafauola 125 fio fiiefuedfefo nel Tal, podio contrai Manardo , , ,4.4, Metalli di che materia figen ermo j Jg Metalli non far fe filamento c5 caldo fotterraneo contra io- pinioqe d alcuni jMetaUi hauere qualche conferenza con i pianeti 'lìVifz Metalli perche di dtuepf colori,^ di diuerfì odori 1 7 J Mettimborfa berba deferitta dal Matth. 68-4 MeVreon,&f,a boaria fritta dal Matth. Met(ereon fritto da Mefe 1 ! - 7 io Miagro fritto dal Mattb. . Miagro fritto da Dioji. • ’ ' ; Miagro, & fue uirtà fritte da Gal. , " ! ’ ’ 1 • Miagro mal confìderato da alcuni . q Miagro faljò 5 madei^frittadaÈiof. Midolla efaminata dal Mattb. . o ; \ o Midolle fritte da Gal. , 0 MiioUe,& lor facilità ne icibi 1 ? 7 1 Miglio fritto da Diof. ‘ 4I9 : Miglio efaminato dal Matth. 4Ì98 Miglio & fue facilità fritte dal Matth. 43o!s c Miglio Tauola. 'idillio ’&fue «Irti ferite di Cai. ■ gìglio mdknol&Jita t‘iBorìa& uirtù fcritte itti Mattinolo 433.21 Miliumfolis , Leggi Lithofficmo . Mille f o?lio fcritto da Diofe. lI'°, Millefoglio maggiore , &fa bidona feruta dal Mattbiolo Millefoglio minore , &fua hìSt. ferina dal Matth. 1 1 99*1* Millefoglio, & fa uirt“ fané d dmedefimo 1 200.5 Millefoglio acquatico ferino da Diofe. 1 J9 *t Millefoglio efaminato dal Matth. 1198.10 Millefoglio, & fa facultà, ferine da Gal. 1201.8 Millemorbia , Leggi Scropholaria • Millepedi ferine da Diofe. 3 6 3 *9 Midepedi cfaminati dal Matth. 3 64. io Minerali, & loro facolt à ferini dal Matth • 137 4*47 Minerali uelenofi ferini da Diofe. 1 4 5 8« 5 9 Miniera d'argento uiuo 1 417. 31 Miniera d'Oro 1418.37 Minio ferino da Diofe. 1 4 1 4* 5 7 Minio efaminato dal Matth. 1416.21 Minio ìiolgare effere la itera fandice 14 1 6. 5 5 Minio ferino da Tlinio 1 4 1 6. 3 7 Minatola che cofafia 1065.13 Mirafole, Leggi Ricino. Mirica ferina da Diofe. i68.i Mirica confiderai a dal Matth. 1 68. 17 Mirica ferina da Gal. 168.3*» Miriophillo ferino da Diofe. 1225 .46 Miriophillo efaminato dal Matth. 1 2 2 5-. 51 Miruphillo ferino da Gal. 122-5.59 Mirobalano ferino da Diofe. 1 296*47 Mirub alano efaminato dal Matth. 1 2 96. 5 9 Mirobalanoj&faolio 1298.34 Mirobalano ferino da Gal. ■ ^ 1299.5 Miro balani M ubici, &loro hiftoria & virtù ferine dal Matth. 1299.10 Mirobalani ferini da Mef. 1 2 99 . 5 3 Mirrha ferina da Diofe. 96.36 Mirrha efaminata dal Matth. 97.9 Mirrha Beotica ferina da Diofe. 97 .6 Mirrha ufttale non ejfere la itera 9 7*io Mirrha <$• fua hiftoria ferina da Theoph. 98.20 Mirrha, & fua hiftoria f :ritta da Tlinio 97*45 Mirrha, &f te facoltà ferine da Gal. 98.54 Mirrha uelenofa 97.22 Mirrha oue manchi che cofa fupplifca 98.64 Mirrha conuertirfi in opocalpafo 97* $ Mirrha come ufata dalle donne per imbellirfi 9 8. 8 Mirrha volgare no effer il Bedellio cotra iBrafamla 97. 3 2 Mirrbide ferina da Diofe. 1 2 27.4 Mirrbide efaminata dai Matth. 1227.10 Mirrbide mal intefa dal Manardo 1228.6 Mirrhide,& fa facoltà ferine da Gal. 1231.2 Mirtidano ferino da Diofe. 2 48. 5 Mirtidano efaminato dal Matth. z 5 1~. 3 Mirtillo &fua hiftoria & virtù ferina dal Matth. 252.4 Mirto ferino da Diofe. 247.42 Mi> to con fiderato dal Matth. 249.1 Mirto Ejfotico , & Tarentino , & loro hiftoria ferina da Vii - nio 251.4 Mirto, & fa bacche mal confiderate da Marcello 249. 1 o Mirto, & fa virtù ferine dal Matth . 252.18 Mirto, & fa facoltà ferine da Gal. 252.22 Mirto falvatico > Leggi Rufco . Mifi ferino da Diofe. 1425.49 Mifi efaminato dal Matth. 1416.17 Mifi & fua hiftoria & virtù ferine da Gal. 1426.42 Mitndato & fa lodi 1565.37 313.55 314.35 314.35 Minili pefei Mituli ef aminati dal Matth. _ > Mituli mal confiderati dal Giorno Mixa , & Mixaria , Leggi Sebeften . Mocbo, Lerci Orobo . Modo d, lambiccare herbe , & fiori , le m acque ritengono ■ gl’ odori, &fapori naturali 104.3» M odo di preferuarfi da i ueleni 7°°' -57 Moli fcritto da Diofe, 7 °*>7 Moli confiderato dal Matth. . 7 1 • Moli, er fua b ìftoriaferitt a da T lini o 781.4 Moli,& fua hiftoria ferina da Theophraflo 7° 1 ' * 1 Moli,óuer Mile,& fa facoltà ferine da Gal » 7 5 Molibdéna ferina da Diofe . 1 40 . 2- o Molibdéna efaminata dal Matth. 140.3° Molibdena,& fue fatte M° Molibdéna fcrifta da Gal. 1 40 b . 4 Molibdoide ferina da Diofe. 1 4°4* 5 ® Molibdoide confiderate dal Matth • 1 40 5 * 1 4 MoUecbe 33°*34 Molocbia , Leggi Mimo . Mmordica , &fua hiftoria & uirtù ferine dal Matthiolo I35i.i° Monacuccie , Leggi Xiphio . Moniache , Leggi Mrmeniache . Morandola , Leggi Confolida media . M orca di olio ferina da Diofe . 2 2 0.8 Morca
  • & fue f acuità fritte da Gal . 1161.3 Npdo,& fua malefica natura con la cura fritta dal Matth . 1480.22 Npf olefritte da Gal . 3,75.9 Nottole fritte da Diofc. 272.41 NefP°le e faminate dal Matth. z 7 - • 49 Npfpole, & lor uirtù fritte dal Matth . 275.1 Npfpole fenica noccioli 275.16 Niffolo contamente fritto da Serap. z 74.9 Nigella > Leggi Melanthio . Nimphea bianca fritta da Diofc. 9 4 3 • * 9 Nimphea gialla fritta dal medefìmo 943*3 5 Nimphee e faminate dal Matth. 943*40 Nimphea minore de fritta dal medefìmo 94 5 . 1 o Nimphea & fue uirtù fritte da Gal. 946.4 Nitro fritto da Diofc. 1435.30 Nitro, & fua fuma fritta dal medefìmo 1435.36 Ninno fi può fare perito per uia de libri nella materia de i fem plici 3.58 Nitro & fua fiuma efaminata dal Matth. 143 5-5 Nftro & fua biftoria fritta dal Matth. 1435.54 Nitr°y & Mphronitro & fue uirtù fritte da Gal. 1 43 6. 3 7 Nocelle, Leggi duellane . Noci comune fritte da Diofc. 296.27 Noci confidente dal Matth. z 96.40 N od, & fue uirtù confidente dal medefìmo 2 97 *7 Npci,& lor uirtù fritte da Gal. 2 9 6. 5 5 Noci, & uirtù del lo ro olio fritto dal Matth. 297.10 Noci Farfalac,& loro biftoria fritta dal Matth. 300.45 Noci d’india , & loro biftoria & uirtù fritte dal Mattinolo 298.8 Noci mofeade , & loro biftoria & uirtù f :rìtte dal medefìmo 300.1 Noci metelle & cura del lor ueleno 1482.58 Npcimetelle fritte dal Matth. 3 00.27 Noci uomiche, & fua biftoria fcrìtta dal Matth. 300.36 Nc,ci ài Cipreffo fritte da Diofc. 1 3 2 • 3 5 Npc duole fritte da Diofc. 302.17 Nocciuole efaminate dal Matth. 302.24 N°cciuole,& fue uirtù fritte da Gal. 3 04. 1 o Nocciuole, et lor proprietà ne i morfì de i fc or pioni 1 5 1 7. 2 8 Nocumenti de i morfì del cane rabbiofo 1503.56 Non effer da preftar fede a pietre nei figiUicbefi portano adojfo 1465.26 Tfoua or dinatio ne del fefio libro di quefìa opera 1501.60 Nimdarìa,&fue uirtù fritte dal Matth. 951.1 o.& 1067.5 0 c , C h R a fcrìtta da Diofc, 1414.39 ) Ocbra,& fua biftoria ferina dal Matth. 1414.44 1050.37 1050.43 1050.50 561.16 5o 85.4O . Ocimoìde fritta da Diofc. VcImoide efaminata dal Matth. 0tlmoide & fue uirtù fritte da Gal. clmo fritto da Diofc. ®amo confiderato dal Matth. 'Odmo, & fue uirtù fritte da Gal. Odmo mal confiderato dal Brafauola Damo mal intefo dal Ionie ero dal Trago Odmo quanto fa differente da Ocymo Ocymo che cofa fìa Ocro fpetie di Legume Olij come realmente comporre fi debbino ■Olio maturo, come fi pojjà fare fmileaU'Omphacmo 82.19 Olio comune fcritto da Diofc. 8 1 . 1 8 Olio comune, & fue uirtù fcritto da Gal. 82.15 Olio in quanti modi fi preparaffe appreffo gl' antichi per l'ufo cotidiano 81.30 Olio diMnetbo,& fue uirtù fcritto da Diofc, 89.59 Olio di Antimonio fritto dal Matth. 1 40 6. 2 0 Olio di Mueggp, &fue uirtù defe ritte dal Matth . 120.4. &25 Olio Balanino fcritto da Diofc . 84. 1 2 Olio Balanino , &fue uirtù fritto dal Matth. 84. 1 8 c 2 Olio ' Tauola. Olio di Bafilico fritto da Diofc. Olio di Ben fcritto dal Matti). Olio di Cedria fcritto da Diofc. Olio di Cherua fcritto da Diofc. Olio di Cherua confiderai dal Matti). Olio di Cherua, & fue uirtà ferine da Mefue 1309.54 Olio di Ferro fcritto dal Matti). Olio Cnicino fcritto da Diofc. Olio Cnicino efaminato dal Matth. Olio di Fiammola, & fue uirtù ferine dal Matti 1, Olio di Grano,&fue uirtà fritte dal Matth. Olio Guidino fcritto da Diofc. Olio Guidino efaminato dal Matth. Olio di Ginepro, & fue facoltà fritte dal Matth. 89.39 ueleni I47*5,1* 84. 1 8 Olio di feme di Lino, & fue uirtà fritte dal Matthiolo 141.6 439‘H 83.1 Olio di S enape fcritto da Diofc . 84.51 83.18 Olio Sìcionio fcritto da Diofc. 8 r . 41 8 3 . 1 4. & Olio Sfamino fritto da Diofc. 84.15 Olio Sfamino efaminato dal Matth. 84. 18 1403.50 Olio di Spico,& fine uirtà fritto dal Matti). 36.16 84.48 Olio di fterco humano , & fue uirtà fritte dal Matthiolo 85.8 406.10 1009. ii Olio di ftirace come fi facci > & fue uirtà fritte dal Matth. 416.35 101.1 84.46 Olio Terebinthino fritto da Diofc. 86.24 85.5 Olio 7 'erebinthino confiderato dal Matthiolo & fue uirtà 136.15 86.37 84.42 Olio di Tuorli d'oua , & fue uirtà fritte dal Matthiolo Olio di tìiofcìamo fritto dal Matth. 84.56 3 7 1 * 5 3 Olio di Yàofciamo come fi faccia, & fue uirtà fritte dal Mat - Olirà fritta da Diofc. 425.18 thiolo 85.2 Olirà confederata dal Matth. 415.20 Olio Laurino fcritto da Diofc. 86.1 Olirà mal intefa da Marcello Vergilio 425.25 Olio Laurino efaminato dal Matth. 86.15 Olirà non ejjer la Secala 425.54 Olio Lentifino fritto da Diofc. 86.23 Olirà mal confìderata dal Manardo,dalRuellio,da Benno- Olio Letifcino,& fue uirtà, & come fi faccia fritto dal Mat - lao,& d’ alcuni altri 415.52 thiolo 86.29 Olirà, er fuo pane fcritto da Gal. 415-1 86.47 86.53 8.6.54 84.51 88.20 88.7 ■ Ulto ui eigujit o,ey jue uinu jcnite aai iviann. 1 00*^ Olio de Lombrichi terrestri , & fue uirtà fritte dal Matti). 389.54 Olio di mandorle amare fcritto da Diofc. 83.30 Olio di mandorle dolci , come fi facci ottimo in piu modi 83.48 Olio di mandorle dolci nonfarfi ilpiu delle uolte come fi ricer ca 83.54 Clio di mandorle dolci, & fue uirtà fritte dal Matth - 8 a. 2 Olio Mafiicino fcritto da Diafe. OlieMàflicino mal prepar arfi dagli jpetiali Olio Maricino come preparare fi debbi Olio Melanthino frìtto da Diofc. Olio di mele cotogne come preparare fi debbi Olio di mele cotogne fcritto da Diofc. Olio di mele cotogne efaminato dell Matti). Olio mirabile contra à i ueleni del Matth. 1470. 1 z Olio di Mirri) a fritto dal Matth. 98.9 Olio Mirtino fritto da Diofc. 85.18 Olio Mirtino come preparar fi debbi 85.53 Olio Mirtino confiderato dal Matth. 85.31 Olio di noci fritto da Diofc. 8^.16 Olio di noci , & fuo ufo fritto dal Matth. 84.34 Olio di noci Indiane , & fue uirtà fritte dal Matthiolo 299.7 Olio di noci Mofcade , &fuc uirtà fritte dal Mattinolo con il modo di far lo 300.13 Olio di oliue faluatichc fcritto da Diofc. 81.27 Olio di oliue faluatiche efaminato dal Matth. 82.29 Olio Omphacino fcritto da Diofc. 81.14 Olio Omphacino efaminato dal Matth . 81.55 Olio fcritto da Gal. 82.14 Olio diTece fcritto da Diofc. 128.1 OlioTetroleo , &fua hiHoria fritta dal Matthiolo 130.41 Olio Tetroleo,& fine miracolo fe forge 1 3 o .43 Olio di Befano fritto da Diofc. 84-49 Olio di Rafano efaminato dal Matth. 85.11 Olio Rfino fcritto da Diofc . 83.4 Olio Ricino efaminato dal Matth. 8 m*8 Olio Rofado di Mefite 87.45 Olio Rofado quanto uaglìa nelle ferite del capo 8751 Olio Rofado Omphacino g 7 47 Oiio Samb acino , & fue uirtà fritte dal Matthiolo 96.28 Olio di Scorpioni del Matthiolo contra lapefle , & contra li Oliue condite fritte da Diofc. 218.7 Oline efaminate dal Matth. 220.36 Oliue come bene,&prefto fi condifcano 2 20.45 Oliue, & loro diuerfe fette 220.3 6 Oliue, & lorof acuità, fritte da Gal. 221.16 Oliuetta,ouero oliueUa , Leggi Ligufiro . Oliai, & lor hifloria fritta dal Matth. 220.20 Olino nimico della quercia 220.54 Olino faluatico fritto da Diofc. 2 1 7.40 Olino faluatico , & fua hifloria fritta dal Matthiolo 220.28 Olmo fcritto da Diofc. 1 60. 20 Olmo efaminato dal Matti). 160.3 o Olmo, & fue uirtà fritte dal mede fimo ' 163.10 Olmo,& fue facoltà fritte da Gal. 1 6 3 . 1 3 Olus atrum , Leggi Smirnio . Ombilico di Venere fcritto da Diofc. 1 1 79.7 Ombilico di Venere fecondo fritto da Diofc. 1180.6 Ombilico di Venere efaminato dal Matth. 1 1 8 1 . t Ombilico di Venere fcritto da Gal. 1182.10 Omphacio fcritto da Diofc. 1 3 79.4 Omphacio efaminato dal Matth. 1 3 79. 2 8 Omphacio , er fue uirtà fritte da Gal. 1 379.36 Omphacomele fcritto da Diofc. 1389.25 Onagra fritta da Diofc. 1232.20 Onagra ef aminata dal Matth. 1232.26 Owgra,& fue uirtà fritte da Gal . 1232.35 Onde le pietre fieno di diuerfi colori 1 3 7 2 . i 1 Onobrichi fritta da Diofc. 985.29 Onobrichi efaminata dal Matth. 985.54 Onobrichi, &fua uirtà fritta da Gal. 985.39 Ononide fritta da Diofc. 711.6 Ononide confidente dal Matth. 7 r 2 .4 Ononide , &fua hifloria fritta da Theophraflo 712. Ononide produrre i fiori di diuerfi colori Ononide del fior giallo non è finofa Ononide, &fue uirtà fritte dal Matth. Ononide, & jua uirtà contra al calcolo Onof ma fritta da Diofc. Onofma efaminata dal Matth. Onofma,&fiue uirtà fritte da Gal. Ophiogeni popoli fritti da Tlinio 1 5 1 OphiogloJJo , & fua hifloria & uirtà fritta dal Matthiolo 6 28.10.cr15 712.9 71 2.10 712.14 71 2.2 2 945-4 945-9 945 -1 5 1512. 4? Tauola. Ópbiofcorodo fcritto da Diofc • S 87.42. Opbiofcorodo efaminato dal Matti). 588.11 Dpbite pietra fcritta da Diofc* 1451,59 Òpbite, & fu* fattoria fcritta dal Matth. • 1451.1 Opbriy&fua fattoria & uirtu fritta dal Matth. 1 2 8 5.40 Opio fcritto da Diofc. 1 1 1 3 • 9 Opio efaminato dal Matth. 1 1 1 4. 5 2 0 pio, & fie uirtù ferine d a Gal. 1 1 1 5 • 1 ? Opio del comune ufo ejfer contrafatto 1 1 1 4. 59 Opio, &fua tiene fica natura Jcritta da Diofcoride con la cura 1483.12 Opio con la cura de fuoi nocumenti fcritta dal Matthiolo 1483.3° Opobalfamo fcritto da Diofc. 6< .60 Opobalfamo efaminato dal Matth. 66. 32 Opobalfamo, & fue uirtù fritte da Gal. 6 7. 2 4 Opobalfamo artificiale 67*5° Opocalpafo che cofafta apprejfo Gal. 97-1l Opocarpafo confiderato dal Matth. 1480. 5 5 Opopanaco fcritto da Diofc. 782.30 Opopanaco efaminato dal Matth. 783.4 Opopanaco fcritto da Gal. 784. 1 2 Opopanaco fcritto da Mef. 785.12 Opuntia fcritta da Tbeophrafio & da Tlinio 310.50 Ordine nuouo della diuifione del fefto libro 1 501.60 Orecchia d'orfo fcritta dal Matth. 1015.2 Orecchia di topo fcritta da Diofc. 66%. 6 Orecchia di topo efaminato dal Matth. 669 .1 Orecchia di topo,& fue uirtù fcritta da Gal. 669.8 Oreofelino fcritto da Diofc . S 1 o . 4 3 Oreofelino efaminato dal Matth. 8 1 4.6 Oreofelino,^ fue uirtù fritte da Gal. 8 1 4. 5 5 Origano heracleotico fcritto da D iofi. 7 3 7 • ? Origano onite fritto da Diofc. 738.10 Origano faluatico fritto dal mede fimo 738.12 Origano uolgare 741.9 Origano, & fua uarìa fattoria 740. 1 o Origani tutti efaminati dal Matth. 740. 9 Origano, & fua uirtù fritta da Gal. 74 1 . 5 Origano mal deferitto da Tlinio 74 1 . 2 Origano mal efaminato dal Erafauola 74 1 .9 Orina di porco cinghiale, & fue uirtù fritte dal Matthiolo 407.28 Orina de fanciulli nongiouare à gli affiatici contea l'opinio- ne d' alcuni 407. 3 6 Orina di lupo cerniere non congelar/} incucila pietra che fai famente chiamano lapis lincis Orine di diuerfì animali dejc ritte da Diofc. Orine efaminate dal Matth. Or ine, & lor [acuità fritte da Gal. Orneogloffo,<& fua fattoria fcritta dal Matth . Ornithogalo fcritto da Diofc. Ornitbogalo efaminato dal Matth. Ornithogalo di due Jpetie Orno, eie fua fattoria fcritta dal Matth. Oro & fua hifìoria fritto dal Matth. Qro,& fue miniere Oro non abbrufiarfi Oro come conuertino in fe ttejfe le galline Qro,& fue uirtù fritte d'Muicenna Orobanche fritte da Diofc. Orobanche efaminate dal Matth . Orobanche, & fua uirtù fcritta da Gal . Orobo fritto da Diofc. ’ Orobo efaminato dal Matth. Orobo, & fue [acuità f ritte da Gal . Orpimento fritto da Diofc. Orpimento efaminato dal Matth. Orpimento, & fue [acuità fritte da Gal. Orpimento fcritto da Diofc. fa i ueleni con la cura 1 49 1. 54 Orpimento, & fuoi nocumenti con la cura fcritta dal Matth. 1492.60 Orfe partorire animai formato contea la opinione d' alcuni 3 66.6 Ortica fcritta dai Diofc. 1183.9 Ortica efaminata dal Matth . 1 j 84. 1 o Ortica , & fue facultà fritte da Gal. 1185.1 Ortica lattea 1189.17 Orgo fcritto da Diofc. 419.8 Orgo,& fua hifìoria fcritta dal Matth. 410.16 Orgo & fue uirtù fcritto dal Matth . 421.18 Orgo,& fue fede 420.17 Orgo conuertirfi in Gioglio 42 o. 1 8 Orgo,& fiue facultà fritte da Gal. 420.28 Ofiride fcritta da Diofc. 1268.7 Ofiride efaminata dal Matth. 1 2 69 . r Ofiride fcritta da Gal. 1269.20 Ofiride mal defe ritta da Tlinio 1169.16 Offa Immane, & loro uirtù fritte dal Matth. 1 3 2 . 1 5 Offifago augello fcritto da Diofc. 373.29 Off fi ago, & fua fattoria fcritta dal Matth. 373*3° Offò di cuore di ceruo,& fue uirtù fritte dal Matth. 3 80.45 ÓJfo di cuore di ceruo mal confiderai dal Vefalio 3 80.47 Oflracite pietra fcritta da Diofc. 1452.30 Ofiracite pietra efaminata dal Matth. 1452.38 Oftris fcritto da T eophrafto 1 2 9 8 . 6 Othonna fcritta da Diofc. 6 67. 2 6 Othonna efaminata dal Matth. 667. 40 Oxalide fcritta da Diofc . 472.34 Oxalide maggiore, & minore efaminata dal Matth. 47 3 .4 Oxiacanth a fcritta da Diofc. 1 8 o. 1 5 Oxiacantha efaminata dal Matth. 1 80. 2 3 Oxiacanth a, & fue uirtù fritte da Gal. 1 8 6. 1 2 O xicedro, & fua uirtù fcritta dal Matth. 143.6 Oxilapatho fcritto da Diofc. 472.30 Oxilapatho efaminato dal Matth. 472.55 Oxilapatho ,& fue uirtù fritte da Gal . 47 2 . 1 2 Oximele fritto da Diofc . 1385.50 Oximele di tre forte fritte da Gal . 1 3 86.48 Oximele de fritto da Mefite 1 3 8 6. 60 Oxis defi ritta da Tlinio 885.11 T M c v R 1 pefei , & lor hifìoria fritti dal Matthiolo 3 32* 17 Tuguri pefii mal efaminati dal T{pndolecio 333.19 T abiuro fritto da Di ofi. 177.6 T diuro efaminato dal Matth. 178.1 T diuro diuer famente deferitto da diuerfì autori 178.3 T diuro non ejjeril tergo Iranno deferitto dal Matthiolo 178.56 T aliar 0 non ejfer /’ Oxiacantha del Matthiolo contrai' opi- nione d’ alcuni 178.37 Taliuro, & fue facultà defe ritte da Gal. 180.6 T aliar 0 d'Mgatocle 188.26 Talla,ouer balla marina deferitta dal Matth. 1439.39 Talma fcritta da Diofc. 237.20 Talma minore , &fua fattoria deferitta dal Matth. 24 2.7 Tdma maggior e, & fua fattoria fcritta dal Matth. 2 3 7. 54 Talma , & uirtù d'ejfa , & di fuoi fatti deferitta da Galeno 244. [O Talma e lata fcritta da Diofc . 1 3 4* 4° Talma clata, & fua hifìoria fritta dal Matth. 237.59.^ 243.54 Talma e lata mal con fiderata da Tlinio 24 3 .62 Talma elata di due fetie,et fue uirtù fritte da Gal. 243.58 Talme Indiane , che producono uino , & loro hifloria fcritta dal Matth. 243.12 Talme Thebaice deferitte dal Matth. 24^.17 c $ Talme 407.45 4o7.r 407.15 407.25 149.62 570.7 57r*i 5 7 1 *7 149.62 1418.13 I4,8*37 1418.17 37°-47 14:8.48 5«-5-io 566.4 566.2 3 45 6.21 456.39 457*3 1428.1 1418.26 142-8.51 Tauola. *39-3 933-3 953-1+ 933-J9 5.4_ejMi 781.49 781.58 781.1; 783.1 414.8 4I6.I3 42O.58 414.; 431.4 431.8 43 3-3 1 15». r 105.22 1115.40 ni 5.60 117.2 'Valine, & Dattòli di diuerfe fpetie * palma Chrifti, & fina bifioria ferina dal Matti, •palma Chrifli,&fuC uirtù patte dal medefimo Palma Chritti mal confiderata dalFuchfio paltrufali , Leggi Coda di cauallo . Pampbilo medico dannato in piu cofe da Gal . panace Mfclepio ferino da Diofc . •panace Chironio fcritto da Diofc. panace Heracleo ferino da Diofc. panaci di tutte le forte confederate dal Matti, panace Cbirotlio efamin. particolamete dal Matti . 783.8 p anaci, & lor uirtu ferine da Gal. 7 $4* 1 1 pancratio ferino da Diofc. 638.6 pancratio e faminato dal Matti . 639.1 pancuculo , LeggiOxis . pane ferino da Diofc. pane come fi facci ottimo pane di 0 r%p órfuefacultà pane Siligìneo degl ’ antichi di tutti il migliore panporcino > Leggi Ciclamino . Pane di orfo , Leggi Ojfiacantha . Pania , Leggi Vifchìo . panico ferino da Diofc. Panico efaminato dal Matti. Panico, & fue uirtù ferine da Gal. panno di Larice Pauolo corrotto nella fuligine dell’ ine enfo Papauero cornuto ferino da Diofc. papanero cornuto e faminato dal Matti. Papauero cornuto, & fue facoltà ferine da Gal . Papauero cornuto ferino da Diofcoride tra li uelenì con la cura 1483.28 Papauero domefiico firìtto da Diofc. 1112.6 Papauero domettìco confiderato dal Matti. 1 1 1 4. 3 6 Papauero , & uirtu del fuo liquore ferine da Gal.. 1 1 1 5. i.&'i 6 Papauero, & uirtù di tutta la pianta ferine da Gal . 11 1 5. 1 Papauero faluatico ferino da Diofc. 1 1 1 1.3 Papauero faluatico efaminato dal Matti. 1 1 14.29 Papauero jpumeo ferino da Diofc. 1 1 1 5.65: Papauero jpumeo confiderato dal Matti. 1 1 1 6.7 Papauero jpumeo mal deferino da Plinio 1 1 1 6.9 Papiro ferino da Diofc. 166.30 Papiro efaminato dal Matti. 1 66.40 Papiro,& fue uirtù ferine da Gal. 1 67.3 Papiro come jìfacejfe da gl’ antichi 1 66. 5 1 Papiro dell' [fola, di S . Tbome 166. 5 3 Parietaria ferina da Diofc. 1171,1 Tarietaria efaminata dal Matti. 1 1 7 1 . 1 3 Parietaria, & fue facoltà ferine da Gal. 1 17 1 . 24 Pari herba, er fua bifioria ferina dal Matti . 1150.3 Par onichia f dritta da Diofc . 1 09 6.4 Paronichia efaminata dal Matti . 1 096.8 Paronichia ferina da Gal. 1097.19 Paronichia del Matti, non ejfer l' Manto bianco contra al- cuni maligni Paronichia d'altra fpetie Parthenio ferino da Diofc. Parthenio confiderato dal Matti. Parthenio mal efaminato dal Brafauola Particole ne gl' animali uclenofe ferine da Diofc. Parti diuerfe nelle rofe Paflelli di rofe ferini da Diofc. Patti naca herba ferina da Diofc. Pattinaca efaminata dal Matti. Pafiinaca mal confiderata dal IgueUio Pattinaca, & file uirtù ferine da Gal. Pafiinaca marina pefee ferina da Diofc. Pattinaca marina confiderata dal Matthiolo & fua bifioria 347-45 pafiinaca marina ór uirtù della fua (pina 348.2 0 Pafiinaca marina, & fua aelenofa natura con la cura ferina da Diofc. I5I7*4^ Pattinava marina, & cura della fuapmtur aferitta dal Mot thiolo PafWina , Leggi Mi fine . Pece liquida ferina da Diofc . Vece fecca ferina da Diofc. Vece, ór fua bifioria ferina dal Matti . Pece, ór fua fuligine ferina da Diofc. Pece,ó* fuo olio fcritto dal medefimo Pece, ór fue f acuità ferine da Gal . Pece Greca Pelofella ferina dal Matti. Pentadattilo , Leggi Ricino . Peonia ferina da Diofc. Peonia confiderata dal Matthiolo & fue uirtù Peonia,ór fue facilità ferine da Gal. Pepe ferino da Diofc . Pepe ór fua hittoria ferina dal Matti. Pepe mal ferino da Plinio Pepe lungo efaminato dal Matti. Pepe Ethiopico deferitto dal Matti . Pepe cornicolato uolgarmente chiamato pepe d' India, & fua 1517.58 117.48 118.14 118.36 118.14 n8.i 118. ;i 116.43 1017.3 964.4 965.10 966.10 605.23 605.48 605.56 606.10 607.11 hittoria ferina dal Matti. 608.7 Pepe montano fcritto dal Matti. 1326.59 Pepe , ór fue uirtù ferine da Gal. 609.4 Peplio fcritto da Diofc , 1322.1 Peplio ef xminato dal Matti. 1 322. u Peplio, ór fue uirtù ferine da Gal. 1323.12. Peplo ferino da Diofc . 1321 • 1 Peplo efaminato dal Matti. 1322.10 Peplo, & fue f acuità ferine da Gal. 1323. 1 Peponi ferini da Diofc. 542.55 Peponiefaminati dal Matti. 546.9 Peponi, ór lor f acuità ferini da Gal. 548.3 2 Perche cagione le figure delle piante che fi flampano ne i libri non molto giouino per conofcerle 4-49 Perche un medefimo Jerpé mordendo amagli piu prefio uno , che un' altro 1510.13 Per qual caufa un medefimo ueleno uccida h or piu pretto , hor piu tardi 1462.37 Pere frutti ferini da Diofc. 272.1 Per e, ór lor diuerfe frette, con fiderate & deferitte dal Mat- thiolo 171.1$ Pere, ór lor facultà ferine da Gal. Pere falitattche ferine da Diofc. Perfoliata &fua bifioria ferina dal Matti . Perforata , Leggi Hiperico . Periclimeno fcritto da Diofc. Periclimeno efaminato dal Matti. Periclimeno mal confiderato dalFgiellio Periclimeno, ór fue facoltà ferine da Gal. Periplocaferpeggiante 1 Periploca diritta ì LeS& apocino • Perittereo ferino da Diofc. y Perittereo efaminato dal Matti. > Leggi Verbenaca Perittereofór fue uirtù ferine da Gal. j P ettaro albero , Leggi Loto albero . Perle, ór loro bifioria ferine dal Matti. . 322.28 Perle , & lor uirtù ferine d'Muicenna & da Serap. 522.61 Perle come fi generino r Perle quali piu fiimate Perle ne i fiumi di Boemia Perfa , Leggi Maiorana . Perfeo albero ferino da Lio fc. Perfeo efaminato dal Matti. Perfeo mal confiderato da Colmella Perfeo malintefo da Marcello Vernilo, 31 5*45 .71.16. 272.3 1213.3 1023.4 1024.4 1024.12 1025.8 322.32 312.49 322.57 313.38 315.4+ 3H-5 Tauola. 'perfco & fua bifi.fcrittada Tbeopb . 3 13.47 perfeo fcritto da Gal . 3 r3.jp Terfìcaria, Leggi Hidropepe per fiche frutti ferini da Diofc , 258.41 Perfiche confider. dal Matth. 265.1 Perfìdie) & uirtu de i nocciuoli loro 2 67. 5 5 p orfiche, duraccine mal con fiderate dal Cornario 2 66. 4 Ter fiche, zr uirtà de i loro fiori 2 67.47 Percolata fcrit. da Plin. 1212.54 Perforata fcritta da Diofc. 1 2 1 z . 4 3 Perforata e famirata dal Matth . 1212.50 Perforata di due Jpetie 12 1 2.49 perforata mal ejfam.dal Leoniceno 1 2 1 2 .60 perf mata mal confìd, dal Brafauola 1212.62 Perforata ,& fue facilità fcritte da Gal . 121 4.4 Pefce Fragno, Leggi Drago marino . Petafite fritta da Diofc. 1 2 1 5 . 1 Petafìte e faminata dal Matth. 1 2 1 5 .9 Petafite mal confìderata dal Eletto , & dal Fuchfio 1215. 11 Tetafite,.& fue uirtu fritte da Gal , 1 2 1 6, 6 P etranciani, Leggi Melanine. PetroleOjLeggi olio Petroleo . Petrofelino fritto da Diofc . 8 1 o. 5 3 Petrofelino efaminato dal Matth. 814.20 Petr 0 fe lino, & fue f acuità fritte da Gal. 814.56 Pettimborfa herba 683.14 Pettine di Venerei fua hitl. fritta dal Matth. 5 5 6. 5 6 Peucedàno fcritto da Diofc. 8 3 7.4 Pene edam confi derato dal Matth. 839.6 Peucedàno tiptale non e fere il nero 8 3 9. 1 S Peucedàno, & fue uirtu fritte da Gal. 8 3 5?» 24 Peuerella, Leggi Thimbra ’Pezgo fritto da Diofc. 1 07.70 Pe^go efaminato dal Matth. 1 1 o. 2 Pe?zp &fua bift. fritta dal Matth. r Xp\ ‘Phalangio herba fritta da Diofc. 880.4 ’ Phalangio efaminato dal Matth. 8 8 o*. 5 2 Phalangio, & fua uirtu fritta da Gal. 8 8 o*. 5 6 TbaUmgimmali,& lorofpetie^z hifioria fcritto dal Matti Tbalangi ferini da Diofc. tra gl' animali uelenoficon la cura deimorfìloro 15/4.30 Pbalangi,& lor diuerfe fpetie de fritti da Metio. 385.10 Thalangi con ifegni, & accidenti de i morfiloro con la cura ferini da Tficandro 1 5 x 4. 61 Vbalangi con la cura de i morfi loro ferina dalMatthìoh 1514.48 Tbalaride ferina daDiofc. 968.10 P baiaride e]faminata\dal Matth. 969 a Tbalaride, & fue facultà ferine da Gal. 9gn T Tharico ueleno ferino da Diofc. con la cura 1 48 ; .60. Tbanc.0 effeminato dal Matth. 1484.5 TbeUodris,&fua biH.defcritta dal Matth. iit’.z Tbeniceberba ferina da Diofc. io~i% 1 •phenice herba effamin. dal Matth. 1078.10. J?henice,& fue uirtu ferine da ‘Plinio 2 078'. 1 1 Thilhreaf crina da Diofc. 189 c ThiUirea effamin. dal Matth. 1901 Tbillirettmal confid. da Harmolao, Marcello, & dal l[uellio ThiUirea mal deferitta da Tlinio ,52.8 Phillìrea,it LiguHro non effer una cofa medefima contra l'o- pinione del Lonicero 19? X! Thillite ferina daDiofc. 880 4 Tliillite confid. dal Matth. ggo ’g Thillite, & fue uirtu ferine da Gal. 8 80.' ; * TbiUiterpalconfid.dalManardoMlLeoniceìiOidalBjielliOi & dal Fuchfio ggo.ji Thillite, & fue uirtu fcritte dal Matth. 880.34 •926.4^ 926.54 916.58 J251.8 1252.1 r44i'44 1441.53 1441.56 42.44 4MJ PblUo fcritto da Diofc., Pillilo ejfaminato dal Matth. Pbillo confid. da Tbeopb. Thit cuma ferina da Diofc. Tbiteimia effaminata dal Matth. Thrigia pietra ferina da Diofc. Phrigia pietra effaminata dai Matth. Thrigia pietra, & fue uirtà fcritte da Gal. Pbu ferino da Diofc. Phu ejfam.dal Matth. 42 55 Thuminore di due fpetie, & torchiti, ferina dalMattbiolo 42.62 I1 bu &fùe uirtu ferine da Gal. ,g t Pini, & lor uirtu ferine dal Matth. 4 è 6 Phu minore gratifiimo a i gatti fi . Pbuco marino fcritto da Diofc. j i9V.i’. villico marino ejfaminato dal Matth. 1 1 1 9 f 1 a Phuco marino &fmfacultàfcritta da Gal. ^ Piantagine ferina da Diofc. f *6 9 Piamagine,&Jue fpetie confidente dal Matth. 509.1 Piantagine,& fue facilità fcritte da Gal. e I0’„ Piantagine, & fue uirtu fcritte dal Matth. ; 09' a Piantagine acquatica, & fua hifioria ferina dal Matthiol'o 509.6 Piante che hanno molteradici io 15 Piante di fonili, & copiofe radici io" 16 Piante d'una fola radice ' Piante che fieno ricolte in alcuni tempi detcmìnati,non è ma le ^ . g Piante fenza radice : Piante fenza gambo , Piante con piu gambi i'*6r Piante che trasformano le foglie 7, _ Piante, & lor pani quando ncor fi debbino T II Piante in che luoghi fi ricolmino elette 646 Piante che fi trasformano luna ne Ultra 8.60 Piante come bene allignino fono la clemenza del cielo 9 7 Piante eh amano riui,& fcogli di mar e. 4 Piante ch’amano luoghi aridi,& fecchi , , Piante ebefigodono de i colli ameni 9 fZ Piante che amano i campi Piante che nereggiano ne ì prati Piante che nafeono ne i luoghi non coltimi i'Ti Piante che crefcono nelle uigne f 9-43- 9-57 9-58. 9-x?. 9-59- 10.3 10.3 xo.y 15. 11 16.15 & delle cittadi Vi ante che uiuono nelle campagne Viante che fe riparano lungo le fìepi Piante che nafeono nelle felue Viante ebefigodono ne i monti Viante che pendono ne i precipitij Viante che nafeano fopragl’alberi Viante che nafeano fopra l' herbe Viante baccifere Viante quali infime mimiche Piante quali coglier fi debbino quando fiorirono 6.59 Picnocomo fcritto da Diofc. , Ticnocomo ejfaminato dal Matth. . 5 1 , " ? Pie colombino , Leggi Geranio Vie di gallo, Leggi fiannoncolo . Vie corbino, Leggi il mede fimo. Vie di Leone che cofifìa _ , • Vie di Lepre , Leggi Lagopo 1 “3 7*3 ^ P iriraMgata&fuabifi.fcrittadalMatth. 1445.37' c 4 Pietra I 1448.7 1 449. 1 0 1449.14 1446-57 I446.60 I4IZ.i6 I4II. 2 I I4I3*I5 pietra A labaflro cflamm. dalMatth . Pietra Amianto firitta da Diofc, Pietra Amianto efiamin. dal Matti). Pietra Arabica firitta da Diofc. Pietra Arabica esaminata dal Matti). Pietra Armenia fcritta da Diofc. •pietra Armenia e jf aminata dal Matta . pietra Armenia, &fuc facultàfcritte da Gal. 1 4 Pietra Armeni a,& fue uirtufirit. d A le f andrò 1412.50 Pietra Armenia, & fue uirtufcrit. d'A etto. 1413.3 Pietra Afiia fcritta da Diofc. J 44*' ■<* pietra Afiia efiam. dal Matth, 141z.11 pietra Afiia,& fio mrtufiritte da ?“len-, 1442--3395-4s Pietra Cadmia, & fue diuafc frette firme dal Mattbiolo Pietra Calamita fcritta da Diofc. 7 Leggi pietra Magne - „ 1 ir.™ a.l Mattb. 5 te. Pietra iiaxia efiaminata dal Matth . pietraVaxiafiritta da Gal. Pietra Opbite firitta da Diofc. Pietra Opbite effeminata dalMatth . Pietra 0 pbite firitta da Tlinio Pietra ottracite firitta da Diofc. Pietra oflracite efiamin. dal Matth. I453-I» 1453-16 >45>-59 1451.1 1451.1 1451.30 1451.38 1491.54 I4I3,»4 1413.30 1414.11 1411.33 1411.45 1411. 1 TietraCalamilaeffam. dalMatth. * te. Pietra Calamita , & firn uelenofa natura finita tra U » eleni dal Matti), coniatura ìaoi.ta Pietra cerulea fcritta da Diofc. Pietra cerulea efiaminata dal Matth . Pietra cerulea &fue «irta firitte da Gal . Pietra chrifocolla firitta da Diofc. Pietra chrifocolla effeminata dal Matth. Pietra chrifocolla fcritta da Gal. pietra d'Aquila.Leggipietra Etite. Pietra Dujpro fcritta da Diofc. Pietra Diafiro efiamin. dal Matth. pietra Diafiro fcritta da Gal. Pietra Etite fcritta da Diofc . Pietra Etite efiamin. dal Matti). Pietra Etite, & fue fpetie ferine da Tlinio Pietra Gagate fcritta da Diofc. Pietra gagate efiaminata dal Matth. P ietra gagate fcritta daAetio pietra gagate, &fue uirtu firitte da Gal. Pietra Galattite [crina da Diofc. Pietra galattite efiam.dat Matth. Pietra galattite firitta da Tlmio ,44/. Pietragenerata ne gl’occhi de i cerai polla dal Mattinolo 14» 5-’- p ietra Geode firitta da Diofc. Pietra Geode efiaminata dal Matth. Pietra Giudaica fcritta da Diofc. pietra giudaica efiaminata dal Matth. Pietragiudaica, & fue uirtu firitte da Gal. Pietra Hematite firitta da Diofc. pietra Hematite efiaminata dalMatth. — • - t Hip UpIIp uirtu rprit, i45,.7 1451.14 1451.16 1451.36 1451.45 1451.46 1444.51 444-59' 1445.31 1445.16 I447'1 1447.14 I447-I7 >453-9' 1453.14 1448.54 I448.60 I448.62 I443.3O 1443.50 Pietra Hematite ejj ammala uà» munu. 1 44 5 . ) Pietra Hematite & fue belle uirtu recitate da Alejfandro 1444.12 1444.12 pietra Hematite, & fue facultàfcritte da Gal. Pietra Hematite uolgare non efiere la uera Pietra lafiide, Leggi pietra Diafiro. Pietra Magnete,teggi pietra Calamita ]. Pietra Melitite fcritta da Diofc. pietra melitite efiaminata dal Matth. Pietra melitite firitta da Gal . & da Tlin. Pietra Memphite fcritta da Diofc. Pietra memphite efiaminata dalMatth. Pietra Morochtbo firitta da Diofc. Pietra morochtbo efiamin. dal Matth. Pietra morochtbo, &fue uirtu ferine da Gal. Pietra morochtbo mal intefi da Tlinio Pietra 7s {cucia fcritta da Diofc. 1444.3 >443-5 5 1447.10 1447.13 1447.16 1450.17 1450.19 1447.17 447-35 447-5 3 1447.58 1453.1 Yieira ujirutuG . Pietra oftracite,& fue uirtufcrit . da Gal. 5 45 2 *4° pietra P hrigia fcritta da Di ofc. 1 44 1 , 44 Pietra Phrigia ejfamin. dal Matth. 1 44 1 . 5 3 Pietra Phrigia, & fue uirtufcrit. da Gal. *44M 5 pietra Piombarla, Leggi Molibdoide. Pietra Pirite fcritta da Diofc. 1442.50 pietra pirite effamìnata dal Matth . 1 44 3 .1 Pietra pirite,& fue facultàfcritte da Gal. 1 443 . 1 6 Pietra Pomice fcritta da Diofc. 14 3 2. 2 5 Pietra Pomice effeminata dal Matth. 1432.34 Pietra Pomice &fue uirtu, f rìtta dal Gal. 1 4 3 2 . 40 Pietra Samia fcritta da Diofc . 145 3*5 5 Pietra Samia e faminata dal Matth. 1453.60 pietra Samia, &fue uirtufcrit .da Gal. 1 4 5 3 . 6 : 1 Pietra Sapphiro fcritta da Diofc. 1 449 . 5 0 Pietra Sapphiro ef aminata dal Matth. 1 449. 5 4 Pietra Sapphiro, & fua uirtu fcritta da Cai. 1 449. 5 1 Pietra Selenite fcritta da Diofc. 1450.23 Pietra Selenite e faminata dal matth. j 1 4 > o. 3 o Pietra Serpentina, Leggi pietra Opbite. Pietra sfefa fcritta da Diofc. 1 444. 3 3 Pietra sfefa efaminata dal Matth. 1 444.40 Pietra sfefa,& fue uirtu fcrit. da Gal. 1444.42 Pietra fmiri fcritta da Diofc. 1452.28 pietra fmiri e faminata dal Matth. 1 4 5 z . 5 7 Pietra fmiri, & fue uirtu fritte da Gal. 1452.58 Pietra (peculare fcritta dal Matth. 1450.34 Pietra di fugnaferitta da Diofc. 1452.13 pietra di fugna efam. dal Matth. 1452.16 pietra di (pugna, & fue facidtà fritte da Gal. 145 2 .14 pietra Theamede & fua hift. & facultà fritta dal Matth. 1446.44 Pietra Tbijte fcritta da Diofc. 1 44 8 . 2 o Pietra Tbijte efam.dal Matth. 1448.24 Pietra Thijte mal intefa dal Fuchfo. 1448.27 Pietra Tbracia fcritta da Diofc. 1 44 5 .60 Pietra Tbracia efam.dal Matth. 1 446. 1 Pietra Tbracia & fue uirtu fcrit. da Gal. 1 446. 2 Pietra Turchina 1 448.2 7 Pietra di fiele di toro , & fue facultà fritte dal Mattbiolo 404.18 Pietre metalliche fritte da Diofc. 1 49 4. 5 4 Pietre come fi generino contra l'opinione cCArifi olile 1469.38 Pietre pioute dal cielo 1 369.51 Pietre generar fi in altro modo di quello che ferine Theophr. 1369.58 Pietre di che materia fi generino Pietre come fi generino nei corpi bimani Pietre da chi fi generino Pietre generate da caldo Pietre generate da fieddo 13/1.44 Pietre perche alcune fi generino fole,& alcune in gran nume ro 1371.60 1370.10 1370.20 *37 J*39 1371.41 1 3 7 1 *44 Pietre onde dìdìuerfi colori 1372.11 " o,. •)/-•> Pietre perche alcune fono trafarcnti , & alcune 1 feure U7'-*55 Pietre preciofe di una medefima (ferie per che fieno piu trafa venti l' una che l'altra 1 272.61 «HK 1372.6I P lette preciofe quanto uaglìono contra a i ueleni 1465.11 Tlfdfl-tf /liti A P d ! t'1/ Y1P ! Putti WS 1 .Vs, „ ! r- e 1 -s n .... _ a. Pietre onde alcune leggieri, & alcune graui 1373-»» Pietra che fina le rotture dell’ offa in breue tempo 1 447-4° Pietre onde compatte dure 1375.18 Tauola. tetre che s abbruciano cornei legno 1 3 7 3 • 3 9 '. Pietre che non cedeno al fuoco 1373.41 P ietre corrofme 1373.42. P ietregrauide 1 373.45 Pietre dentro à cui fi ritruouano chiocciole, gangole, dattoli , animali 1 3 7 3 . 5 3 P/'m*e che producono fonghi 1161.58 Pietre, & loro diuerfi colori 1 3 7 3 .7 P/efra di fiele di toro 404.19 Pietre di gamberi 332.18 P/tfre di Lumache finga gufilo 329.48 pietrifico fucchio che cofa fia 13 70.4 5 Pignoli,& lor facultàfc ritti dal Matthiolo 120. 5 5. 296.16 Pimpinella maggior , & minore fcritte dal Matth. 1087.2, Pimpinelle, & lor uirtu', fritte dal Matth. 1087.6 Pimpinella hircina maggiore & minore fritta dal Matth . 1087.2 Pimpinella hircina & fue uirtu fritta dal mede fimo 1 087.6 Pine nerdi , &lor uirtu firit. dal Matth. 121,6 Pino fritto da Diofc. 1 07.60 Pino & fua biSt. fritta dal Matth. no. 5 Pino di diuerfi ferie 107.9 Vino dome fico 114.2 Pino montano, di tre ferie 1 1 4. 1 o Pino marinino di due ferie 1 1 5.2,5 P inomugo Pino T arre tirino 115*17 Pino,& Veggo mal’intefi dal Bellonio 1 1 1 .4 Pini come per arte diuentino Theda 1 1 6. 3 1 Pinocchio , Leggi Pignoli. Piombaggine, Leggi Molibdena. Piombo fritto da Diofc. 1404. 3 o Piombo ef aminato dal Matth . 1 404. 60 Piombo,^ fue uirtu fritte da Gale. 1405.20 Piombo abbruciato fritto da Diofc. 1404.30 Piombo abbruciato esaminato dal Matth. 1 404. 60 Piombo lauato fritto da Diofc. ' 1404.10 Piombo lauato esaminato dal Matth. 1 40 4.60 Piombo [limato tra li uelenipoflo dal Matth. con la cura 1491.40 Piperite, Leggi Lepidio. Pirethro f ritto da Diofc. 830.4 P irethro,&fue ferie effeminato dal Matth. 830.10 Pirethro, & Jue uirtu fritte da Gal. 851.10 Pirite pietra fritta da Diofc. 144 2 .* 5 o Pirite pietra effeminata dal Matth. 1 44*3 • 1 Pirite pietra fritta da Gal. 1 44 3 . 1 6 Virola , &fua bifl. fritta dal Matth. 1033.12 Pirola, & fua uirtu fritta dal Matt. 1 °3 4* 5 pirola, & fua beuanda per le ferite dell’ interiora 1034.8 Vifiia al letto, Leggi dente di cane Piffephalto fritto da Diofc. 12928 P iff apio alto confìderato dal Matth. no*’? P iffaphalto mal intefo dal Fuchfìo 1 3 o! 2 9 Pistacchi fritti da Diofc. 294 t Pistacchi, & lor hiSi. fritta dal Matth. *1947 Vivacchi fritti da Gal. 5’ z Pistacchi fritti d'Muicenna 196.4 Piftolochia fritta da P Un. 686 ^8 Pitiufa fritta da Diofc. 1 3 1 8^ 5 6 Pitiufa e faminata dal Matth. \ r P itiufa,& fue uirtu fritte da Gal. 1320.17 Pmufa mal confiderata dal Fuchfìo j 3 ó 1 VtZgagaWna, Leggi Alfine. Plafmapietra quanto uaglia in manifeflariueleni 14 65.9 Platano fritto da Di fi. 1481 Platano confìderato dal Matth. 148 r o Platano di fmifurata grandezza 1 , Platano, goderfi d'efere irrigato con nino 1 49.2 1455.6 1010.39 1010.3 J 1010.22 1010.32 10T0.43 noni Platano & fue f acuità frìtte da Gal . 140.10 Plinio diffefo nell M faro contrai Brafauola 4\]7 P nigite terra fritta da Diofc. 14 5 4. 44 P nigite terra efamìnata dal Matth. 4 4-4 Poiemonia mal’intefa dal Fuchfìo Poiemonia mal confìd.dal Brafauola Poiemonia fritta da Diofc. Poiemonia e faminata dal Matth. Polemonia fritta da Gal. Poiemonia, & fua proprietà nelle punture de gli Scolpii Polenta de fritta da Diofc. 420.14 P oleata de i uillani 4 ' 1 *1 ? Polenta defcritta dal Matth. lzo.61 Policnemone fritto da Diofc. g ~ ’ P olicnemone e ff, 'min. dal Matth. 850-? Policnemone , &fue uirtu fritte da Gal. 8 < o* - o Poligaia f : ritta da Diofc. i->66 P oligaia e faminata dal Matth . i-> 6 \ P oligonato fritto da Diofc . ~ P oligonato efam. dal Matth. P oligonato, & fue uirtu fritte da Gal. P oligonato, & fue uirtu pofìe dal Matth. Poligono mafibio fritto da Diofc. 1004.30 1004.38 1004.59 1004.39 Poligono femina fritto dal medefìmo ioo~^ Poligoni confider. dal Matth. 0 ^ *7 VoUgono picciolo, & fua hiSl.& uirtu pofia dal Matthioù * 1004.4 P oligono, & fue facultà fritte da Gal. JO . Polio fritto da Diofc. o^* 1 ^ P olio efam. dal Matth. 88 P olio di due ferie 8 8 ^ Polio, & fue uirtu fritte da Gal. 888 ° Polio mal defi ritto da Plinio g g ’^° Polio, & fue uirtu fritte dal Matth. ggg l Polipodio fritto da Diofc. * Polipodio efam. dal Matth. Polipodio fmìle all’Mjfleno pojio dui Matth. i - IflZ Polipo dio, & fue [acuità firitte da Gal. 1 1 . P olipodio fritto da Mef. 3 > 4* 5 3 Polipodio fritto da Attuario * 3 5 4*4> P o litri co, Leggi Trich ornane j 5 4 • 5 1 P olmonaria,&fta biSì. fritta dal Matth. 1 094 6 Polmonaria, & fue uirtu firit. dal medefìmo z 0q * Polmonaria di due ferie ^‘7 Polmone marino fritto da Diofc. °? Polmone mirino efam. dal Matth. &fuefacultà Ut II Polmoni di diuerfi animali firitti da Diofc. ìsT'e Polmoni di diuerfi animali efam. dal Matth. 3 ,gg Volpo di fmifuratagrandeg^a firitto da Tlinio . J « fi Polpi, & loro hi fi. fritta dal Matth. ì !o V Pomata odorifera fcrittadal Match. 3 4 ^ ' o Pomi granari. Leggi Melagrani. 4° 2 «4 J P omidUdamo, &lorohifl. & uirtu frìtta dal Matthiolo 270.4 Pomi di madrasa tra li mimi con la cura firma dal Matt. I4O2.4O Pomi d'oro Pomice fritta da Diofc. J 1 3 • 5 7 Pomice efam . dal Matth. \ ’ 1 * Pomice fritta da Gal. m5 4 Pompboligbe fintta da Diofc. ? ° P ompholigheefam. dalMattb. Pompboligbe, & fue [acuità frìtte da Gal. 1 Vopolo bianco ferino da Diofc. Popolo nero ferino dal medefìmo 1398.37 Popolo bianco, & fua bìfl. fi^u dal Matth. l 5 uìl Popolo nero,&fuahiH. feruta dal medefìmo dal Matth. 1 51.50 151.45 Popoli, & lor [acuità ferini da Gal. 159.8 Popolo, popolo non produrre il Succino popolo, &Juo unguento ejjamn popolo bianco mal confici. daPlmto P omUma,LeggeVortuhc'2.8 Sambuco frritto da Diofc. 1 3 25) .9 Sambuco, & fua hiftoria fcritto dal Matth. 1 3 3 1 .7 Sambuco montano , & fua hiftoria fcritta dal medefimo M51 *9 Sambuco acquatico, & fua hiftoria fcritta dal Matthiolo I33i-1 Sambuco ,& fue [acuità fcritte da Gal. 1 3 3 4. 7 Sambuco, & fue uirtù fcritte dal Matth. 1 3 3 3 . 1 1 Sambuto , & Juo unguento fc ritto dal medefimo 1333.2. Samia pietra fcritta da Diofc. 1453.54 Samia terra fcritta da Diofc. 1453.44 SamU terra, & pietra efaminata dal Matth. 1453.60 Sandali (fitti , & lor fattoria fcritti dal Matthiolo 68.42 Sandali, & lor uirtù commemorate dal medefimo 68.47 Sandar neh a gomma fcritta dal Matth. 1 3 5.4 Sandar acha gomma , & fue uirtù fcritte dal medefimo 136,4 Sondar acha Greca , & Arabica efier lungamente differenti 135-7 Sondar acha minerale fcritta da Diofc . 1428. 1 6 S andar acha minerale efaminata dal Matth. 1428.26 Sondar acha minerale , & fue uirtù fcritte da Galeno 1428.51 S andar acha minerale fcritta da Diofcoride tra li ueleni con la cura de i fuoi nocumenti 1492.54 S andar acha, & rimedij delfino ueleno fcritti dal Matthiolo 1492.60 Sandaracba di Tlinio frette di mele ceraginofo 1 3 6. 1 r Sandice fcritta da Diofc. 1410.62 Sandice confiderata dal Matth. 1411.12 Sandice er fue uirtù fcritte da Gal. 1411.16 Sandice effer differente dalla fondar acha contro la opinione d‘ alcuni 1411.14 Sangue di diuerfi animali fcritto da Diofc. 404.2 9 Sangue efaminato dal Matth. 404.46 Sangue d' alcuni animali non hauer le [acuità che altri gl' at- tribuirono 404.49 Sangue di drago, & fua hiftoria fcritta dal Matthiolo 1415.23 Sangue di drago mal confiderato da Tlinio 1 41 5 .42 Sangue di drago uolgare contrafatto 1415.25 Sangue di toro fcritto da Diofcoride tra li ueleni con la cura de fuoi nocumenti 1488.40 Sangue di toro,& remedij delfuo nocumento fcritto dalMat thiol° 1488.55 Sangue menftruo fcritto tra li ueleni dal Matthiolo con la cu radei fuoi nocumenti 1489.8 Sanguinaria , Leggi Toligono • Sanguinella frette di gramigna 1053.2 Sanguiforba maggiore, & minore, & lor fattoria & uirtù fcritta dal Matth. 1 o 8 7.9 Sanguifughe beute con la cura fcritta da Diofcoride 1495*19 Sanguifughe beute con la cura fcritta dal Matthiolo 1495.18 S anicula prima , & feconda , & altre frette , & lor Infiori* fcritta dal Matth. 1 o 1 4.2 S anicula or fina , & fua hiftoria fcritta dal Matthiolo 1015. 1 S anicula frette di cinquefoglio 1 o 1 4. 3 Sanie ula dentaria maggiore, & minore <#• lor fattoria fcrit- ta dal Matth. 1014.J Sanicule tutte , & lor uirtù fcritte dal Matth . 1 o 1 4.4 Sapa fcritta da Diofc . 1 3 79.60 Sampfuco fcritto da Diofcoride , Leggi maiorana . Santolina, Leggi abrotano femina . Santonico fcritto da Diofc. 7 1 $ • 4 Santonico efaminato dal Matth. 713*8 Santonico, & fue facultà fcritte da Gal, 728.6 Sapphiro pietra fcritto da Diofc. 1449.50 Sappbiro efaminato dal Matth. j ^9. ^ ^ Sapphiro, & fue facultà fcritte da Cai. 1449.6 r Sapori, & odori di piante come fi conferuino nell* acque che fi lambiccano 204.38 Sapori male inufi da molti 402.29 Saracino frette di grano, & fua hiftoria fcritta dal Mattinolo 4I7*i4 Saracino mal confiderato dal Trago 419.1 Sarcocolla fcritta da Diofc. 848.54 SarcocolUa efaminata dal Matth. 8 48. 5 8 Sarcocolla & fue facultà fcritte da Gal. 849. 2 2 Sarcocolla, & fue uirtù fcritte da Mefue 849. 1 2 Sarcophago pietra 1442.35 Sardonia herba fcritta da Diofc. <5^ ^ .9 Sardonia herba efaminata dal Matth. 64 5 . i r Sardonia herba fcritta da Diofcoride tra ì ueleni con la cura de fuoi nocumenti 1481.10 Sardonia herba con la cura delfuo ueleno fcritta dal Matth • 1481.19 Saffefrica , Leggi barba hircina . Safiijragìa fcritta da Diofc. 1 o 2 7. 3 Safii fragia confiderata dal Matth. 1017.8 Safiifragie diuerfe , & lor fattoria fcritta dal Matthiolo 1028.4 Safiifì-agia, & fue uirtù fcritte da Gal. 1029.1 Satirione fcritto da Diofc . 930.5 Satirione erithronio 931*3 Satirioni efaminati dal Matth. 932.1 Satirioni,& lor facultà fcritti da Gal. 9 3 6. 5 Satirioni ueri cono fc fati da pochi 9 ' 2 . 2 Satirioni mal conftderati da i frati commentatori dì Mefite * 933-1° . Satureia fcritta da Diofc. " 60. 2 8 Satureia fcritta da Columella L 60. 46 Satureia efaminata dal Matth. y^o! 3 4 5 cabiofa maggiore , &fua imoria fcritta dal Matthiolo * ’ ro 11.9 Scabiofa minore fcritta dal medefimo ìon.i Scabiofe,&lor bifloria & uirtù fcritte dal Matthiolo 10Z/.9 Scalogne fcritte dal Matth. Scammonea fcritta da Diofc. r 1Q Scammonea fcrittadal Matth. , Scammonea, & fue facultà fcritte da Mefue 1315.6 Scammonea, & fuoi nocumenti con li rimedij fcritti dal Mat- tbioU 1496.55 Scandice fcritta da Diofc. 556.21 S candice efaminata dal Matth. 5 5 6. 1 6 Scandice fcritta da Gal. 5 5 6.5 o Scardacci, Leggi Cardo. S cariota , Leggi Bidiitk . Scarleggia , Leggi Hormino . Scarpe uecchie fcritte da Diofc. 3 68.6 Scarpe uecchie efaminate dal Matth. 368. i'o Scarpe uecchie, & lor facultà fcritte da Gal. 368.10 d SciU* Tauola . Scilla ferma da Diofc. ' Scilla esaminata dal Matth. 639.1 Scilla,# juefacultàf ritte da Gal . 6 3 9* 29 SciUa con la dira de i jiioi nocumenti fentt a dal Mattinolo Scioccherà d' alcuni moderni intorno a fabricare uafi con - < tra a i ueleni 1464^38 Sclarea,# fa. hift. fritta dal Matth. 938.4 Sclarea, & fé uirtufentte dal medefimo 93 *-9 Scoinolo onero feiuro 392*3° Scolmo, Leggi Cardo. Scolopendra marina fcritta da Diofc. 3 39-3° Scolopendra marina ejjam . co» della ue ra f 3 39-49 Scolopendra, & nocumenti delfuo morfo con la cura fcritta d/ Diofc. 1 * 1 6* 1 Scolopendra, & fa uelenofa natura confid. tdal Matth. con i rmedìj delfuo ueleno 1 5 1 6. 1 3 Scolopendra he/ba fritta da Diofc. 9 48*4 Scolopendra herba effaminata dal Matth. 948. 1 4 Scolopendra,# f e fac ulta fritte da Gal . 549.1 2, Scolopendre animali quale fieno veleno f 1516.14 Scolopendre animali hauer cacciato i popoli de i lor paefi 1 5 i 6. 1 6 Scordio fcritto da Diofc. 889.9 Scordio effaminato dal Matth. 890.9 Scordio ,# fue f acuità ferrite da Gal, 892.1 Scoria, d' 'jlrgento fcritta daDiofc. 1408.60 Scoria d Argento ejfaminat.dal Matth, 1 409. 1 Scoria d' Argento, & fue facilità fcritta da Galeno 1409.6 Scoria di ferre fcritta da Diofc. 1 40 3 . 3 4 Scoria di ferro e faminata dal Matth, 1 40 3 . 3 7 Scoria dà ferro,# fue uirtufentte da Gal. 140 3 .43 Scoria di piombo fcritta da Diofc. 1 404. 48 Scoria dì piombo deferrita dal Mattinolo 1404.60 Scoria di diuerfì metalli feruta da Gal. 1 40 3 .4 3 Scorodoprafo fcritto da Diofc. 592 .1 Scoro doprafo efamìnato dal Matth. 59-6 Scorodoprafo ,# fue uirtu fcrrite-da Gal. 5 92.6 Scorpena pefee ># fua bittoria fcritta dal Mattinolo 3 37-4 „ . , . „ Scorpioide fcritta da Diofc. 1 3 67. 8 Scorpioide effaminata dal Matth. 1368.1 Scorpioide,# fue facilità ferrite da Gal. 1368.7 Scorpione marmo fcritto da Diofc. 33 6 .' 3 0 Scorpione marino e faminato dal Matth. 336.58 Scorpione marino con la cura della fua uelenofa puntura fcritta da Diofc . 1 5 1 7.46 Scorpione marino con la cura del fuo ueleno fcritto dalMatt . 1 5 >7*58 Scorpione terrestre fcritto da Diofc. 335.24 Scorpione terreftre > # fua hiftoria fcritta dal Mattinolo 33 5*46 ... Scorpioni di diuerfe fetìe fcritti da Kfcandro 1 5 1 6. 5 6 Scorpioni di diuerfe jpetie ferriti dal Matt. 3 3 5-5 5 Scorpioni oue non nuochino 3 3 5 . 5 o Scnrpioni con le ali 3 3 6.5 Scorpioni quali fieno piu ueleno fi 336.4 Sporpioni., #lor ueleno con lacuna fcritta da Dioforide 1 5 16-34 Scorpioni con la cura del lor ueleno fcritta dal Mattinolo . 1516.56 Scorpioni , # lor f acuità fcritta dal medefimo 3 3 6* !5 Scorda di legno Guaiaco # lor uirtu pofle dal Mattinolo 200.11 Scorzonera , # fua hiftoria fcritta dal Matthiolo 5 66. 5i Scorzonera # fue uirtu f ritte dal medefimo 5 69.* Scotano ,# fua hift ■ fcritta dal Matth. 2,36.10 Scotano ,# fue uirtu fritte dal medefimo 23 7. io Scropholaria,# fua hift. # uirtu fcritta dal Matthiolo 1 189.2 # 18 Scropholaria mal.confid.dalFuchfro 1189.9 Se pofiibil fa che fi poffa alcuno coft affuefare al ueleno, che fe ne nutrifea fenzà nocumento 1 463 . 1 4 Sebefteni,# loro biìì. fritta dal Matth * 1 8 7. 33 Sebefteni, # lor uirtu pofte dal Matth. 2 88.3 Sebefleni mal intefi dal F neh fio 287.45 Secacul Leggi Iringo,# V oligonato. Seuridaca fritta da Diofc. 94°*3 Securidaca con fìd. dal Matth. 940.19 Securidaca di due jpetie . 94 r .7 Securidaca ,# fue uirtu fritte da Gal. 942.7 Segala ,# fa hifl.fcritta dal Matth. 423.3# Segala non ejfer la Olirà, ne la Siligine de gC Antichi 423.23 Segala ,# fue uirtu fritte dal Matth. 425.1-5 Segno di marina tempefìa 3 18.19 Segni mamfefti d’ alcuni ueleni fritti da Diofcoride 1 4.5 7. 43 Segni di cane rabbiofo fritti da -Diofc. 1 5 o 2 .40 Segni di ueleni che operano con le qualità manifefle 14 66. 19 Segni di ueleni che operano con le qualità occulte . 1466.8 Selagine, # fua hiftoria fcritta dal Matthiolo 136. 60 Selenite pietra fcritta da Diofc. 145 0.2 3 Selenite pietra effamin. dal Matth. 1450.30 Selinufia terra fcritta da Diofc. 1454.18 Selinufia terra ejfarnin. dal Matth. 1454.30 Seme,Leggi Zea. Seme di Balfamo fcritto da Diofc. 66. 2 3 Seme di Balfamo effaminato dal Matth. 67..1 7 Seme Santo , outro Semenzina# fua hifl.fcritta dal Matth. 725.9 Seme Santo,# fue uirtu frìtte dal mede fimo, 71 5. io Seme di Lino fritto daDiofc. " 438.8 Seme di Lino effaminata dal Matth. 4 3 9 . 1 9 Seme di Lino # fuefacultà fritte da Gal. - 441.9 Seme di Cicutaperuerfamente ufato dagli fetiali 799.3 Seme di Canape non conuenirfi nella Epilepfìa 980. ■ .26 Seme, # fua diuerfità in diuerfe piante 15.1 Seme chiufo in bacelli 1 5 • 1 3 Seme chiufo in ue fiche 15.16 Seme chiufo in capi 15-19 Seme chiufo in frutti 15-43 Seme à modo di bacche 1 5 . 1 1 Seme in ombrelle 15.23 Seme minto 15-46 Seme odorato 1 5 • 5 3 Seme racemofo. !•).',#') Seme ricciuto I5-31 Seme in [piche , 15.16 Seme di Jer pentaria , #fuoi nocumenti con la cura ferri, dal Matth- 1479.8 Seme d Ortica, #fuoi nocumenti ferriti dal medefimo 1477.58 Semenzina , Leggi Seme Santo Semi come ricorre fi debbino 7-27 Semi ueleno fi fritti da Diofc. 1458.51 Semplici fritti da Diofcoride per i morfr delle uipere Semplici lodati da Diofc. contra li Ueleni - 1 45 7*3 3 Semplici ritrouati da gl’ A rabi contra li ueleni 1 467.4 1 Semplici$iì periti ,eff ere anchora ingannati da ì truffatori 4*21 Sempreuiuo Tauola. Setrip renino maggiore fcritto da Diofcoride r 175.4 Sempreuiuo minore della prima ferie fcritto da Diofc. 1175.8 Sempreuiuo minore della feconda fpctìe fcritto dal medefimo 1176.5 Smprtuiui effam. dal Matth. 1 176.7 Sempreuiui,& lor [acuità fcritti da Gal. 1 1 7 8.4 Sempreuiuo arboreo di due forte & fua bili. feriti a dal Mat- thiolo 1178*1 Sena, & fua bili., fcritta dal Matth. 815.50 Sena mal confid. dal Bacillo 8 z 6. 1 Sena mal effam. ne i follicoli da Mef.& dal Brafauola 81-8.9' Sena , <&■ uirtu della fua infufìone fcritta dal Mattinolo 818.44 Sena come fi debbi diligentemente infondere 828. 49 Sena , &fue uirtu ferine da Mefue & daSerapione 818.60 Senape fcritta da Dio fc. 593*4 Senape di tre fpetie effam. dal Matth . 5 94.8 S cnape,& fue uirtu fcritte da Galeno 5 9 5 . 1 o Senecio fcritto da Diofc. 1190.1 S en celo effamin. dal Matth. 1191*1 Senecio , & fuefacultà firkte dal Gal. 1 1 9 2 . 2 Senga conofieri fimplici non fi può medicare fe nona uentu ra . 3*5 S epa fcritta da Diofc. 385.50 S epa, & fua bilì.pofia dal Matth. 385.59 Sepa, & fua uelenofa natura conia cura de fuoi nocumenti fcritta dal Matti?. 1520.55 6 epia feri tta da Diofc. 348-44 Se pi a, & fua bili, fcritta dal Matth. 3 48. 5 1 Sepia, & fuefacultà fcritte da Gal. 3 49. 3 6 Ser apino, Leggi Sagapeno. Serapionefcorrettonel capitolo della Curcuma 29. 54 . Serpentina herba,& fua hiTl. & uirtu fcritta dal Matth. 524.39 Serpentina pietra fcritta da Diofc. Serpente marina fcritta da Mrifiotile 3 3 7.60 Serpente marina mal confid. da Plinio, & dal Esondo let io 339.10 Serpente marina benifiimo e faminata dal Saluiano 339. 1 1 Serpi non mordeno alami 1513 .44 Serpi di mente dì Biofcorìde come fieno auide del nino 1 457. 11 Serpi conflrengerfi con incanti 1515.4 6 Serpillo fcritto da Diofc. • -JS ; .4 Serpillo effamin. dal Matth. 7S3 .5 Serpillo, & fuefacultà fcritte da Gal. 765.8 Serratola er fua hi fior li uirtu fcritta dal Mattinolo 996.4 Sertola campana , Leggi Meliloto. Scruto Grammatico ingannato nel Liguflro 1 88.19 Sefamoferitto da Diofc. 443-43 Sefamo effamin. dal Matth. 43 3-50 Sefamo, & fuefacultà ferrite da Gal . 45 4-7 Sefamoide maggiore fcritto da Diofc. 1286.53 Sefamoide minore fcritto dal medefmo 1286.60 Sefamoidi maggiore ,&■ minore effam.dal Matth. fi 2 8 7.6 Sefeli Maffilienfe fcritto da Diofc. 791-40 Sefeli Ethiopicofcritto dalmedefimo 79 1 . 5 o Sefeli eretico ferino dal medefimo 792-4 Sefeli Teloponnejè fcritto dal medefimo ^9 1 » 5 9 Sefeli tutti efamin. dal Matth. ' 7 9 3 . 1 Sefeli tutti , & lor facultà fcritti da Gal • 79 4* 1 Seta, & fuefacultà fcritte dal Matth, - - - 305.6 Seta tinta in grana ^06.3 io 1056.1 io57,e 1057.1© 1059.2 1060. 11 393* 396*3* 396.32 Setanio, Leggi l^ejpoìo. Sferra cauallo herba,& fua hifi, & uirtu fcritta dal Matth. 950.49 Sicomoro fcritto da Diofc. 306.10 Sicomoro,effaminato dal Matth. ^ 0g~ S tcomoro, &fue facultà fcritte da Gal. 3 0 8 . 2*0 Sicomoro non fi ficca , fi non fommerfo nellacqua 3 08. I4 Sicomoro mal confid. da molti 308 3-* Siderite prima fcritta da Diofc. 1 o 5 *5 5 Sideriteprima de fcritta dal Matth » Siderite feconda fcritta da Diofc. Siderite terja fcritta dal medefimo Sideriti tutte effam.dal Matth. Siderite mal'mtefa dal Fuchfio Sideriti & lor facultà firitte da Galeno SierQ firitto da Diofc. Siero effaminato dal Matth . Siero, & fuefacultà fcritte da Gal. Siero & fue uirtu fcritte da Mef. 3 9 6. 3 4 Sigilli, Lmagini,& chantiteri che uagliono conira a iueleni 1465.14 Sigillo di fanta Maria ? _ ... Spilo di Salomone * lW Toligonato Siler montano. Leggi Sefeli & Ligufiico Silphìo fcritto da Diofc. g Silphio effam.dal Matth. g . Silibo fcritto da Diofc. 1-96*56 Sì libo effaminato dal Matth. j Siligine che grano appreffo àgli amichi 42 3 .'5 6 $iligtne,& fua bifl. fcritta dal Matth. 4! 3 .' 5 6 Siligine, & Olirà, & mal confiderata da Hermolao, Marcel - lo,& Bgiellio. Stàtue fcritte da Diofc. 25610 Silique, & fua hift. fcritta dal Matth. 2 5*7. r Silique, & fue facultà fcritte daGal. j.g'.'g Silique, & fuefacultà ferrite dal Matth. 2 5 S." t Siluro pefee fcritto da Diofc. 35750 Siluro pefee effamin. dal\Matth. 3 5 5 6 s ilur ornai defcritto,& mal intefo in Mrillotile dal Caria 3 57-56 Siluro ben confid. dal Saluiano Similagine che cofa fia Simphito petreo fcritto da Diofc. Simphito fecondo fcritto dal medefimo Simphiti effeminati dal Matth. x Q T j JO S imphiti , & fue f ac ult à firitti da Gal. 1015*12 Sinopica rubrica fcritta da Diofc. 14 r 8 60 Siaopica rubrica esaminata dal Matth . 14.19.1 Sio firitto da Diofc. Eli- sio effam. dal Matth . - * , Sio, & fue uirtu ferii, da Gal. o 7 1 6 Sio inai confi derato da Vlinto 5 ‘ Sio, & fue uirtu firitte dal Matth. , A* * S tropo Fipfado folutiuo 20 6 Siropouiolatofolutiuo ” 1‘ Siropo di Legno tiuaiaco deferitto dal Matth. iole! Sijàmo, Leggi ■Sefamo 'Sifaro fcritto da Diofc. 46010 Sfarò effaminato dal Matth. . '4.-10 T Sifaro gratifiimo à Tiberio Cefare 1Z, \ Sìfaro & fuefacultà ferrite da Gal. .2 , V , Sifembro fcritto da Diofc. 5i'*2? ■Sifembro confi, dal Matth. 5 )- 5 -Sifembro trafmutarffin Mentila Sifembro, & fue uirtu ferrite dal Matth. Sifembro acquatico fcritto da Diofc. Sifembro acquatico effaminato dal Matti,. 513.4 Sifembro acquatico , & fue nini, fcritte dal medefmo 1114.5 358.27 424.2 IOIO.49 I0I0.60 5‘5- >6 513-44 514.11 513.30 d z Sifimbri, HE 1 $ if 1 1 Sijèmlri,& ter faultà firittì di Qd. 1 ' <*■ 5 slfZtf^lMtko &% m. & uirtufcrìtte dal Matti?. 513-5° . . Sifone fcritto da Diojc . Sifone eff animato dal Matti) . Smaridepefie fritte da Diofc. Smaride ejfamin . dal Mattb. Smeraldo pietra Smeriglio fritto da Diofc. Smeriglio ejfam.dal Mattb. Smeriglio, & fue facoltà fritte da Gal. « ^ , - . > ~ Smilace albero ghiandifero,& fa hift. fritta dal Mattbiolo 2,2.5 .2 Smilace albero commemorato da Gal. Smilace, albero mal confid.dal Cornario Smilace de gl'horti fritta da Diofc. Smilace degl'borti ejfamin. dal Mattb. Smilace degl'borti mal confid . dal Manardo Smilace afra fritta da Diofc. Smilace afra e faminata dal Mattb. Smilace lifeia t fritta da Diofc. Smilace lifeia efaminata dal Mattb . Smilaci & fe uirtu fritte da Gal. Smiri pietra, Leggi Smeriglio Smimio fritto da Diofc . Smirnio confid.dal Mattb. Smimio Candioto , & fua bìfiorìa fritta dal Mattbiolo 816.59 Smirnio, & fuefacultà fritte da Gal. Smimio mal confiderai dal Ruellio Solatro degl'borti fritto da Diofc. Solatro degl'borti efamina. dal Mattb. Solatro Halicacabo fritto da Diofc. Solatro Halicacabo ef aminato dal Mattb. Seiatro fonnifero fritto da Diofc. Solatro Sonnifero e faminato dal Mattb. Solatrofuriofo fritto da Diofc. Solatro furiofo efaminato dal Mattb. i r 2 7. 1 Solatro maggiore, & fa bift.& uirtu fritta dal Mattbiolo. it 31.11 Solatro fonnifero d'altra f ette &fue uirtu fritte dal Matt . 1 1 30.8 Solatro, & fua bifl. fritta da Theoph. 1 1 3 1 .4 6 Solatri tutti, & lor fatuità fritte da Gal. 1 1 3 1 . 5 5 Solatro maggiore mal confid. dal Fucbfio 1 1 3 1.9 Solatro maggiore & fua uelenofa natura 1 47 6. 5 6 Solatrofuriofo poflo dal Mattb. tra li uelenicon la cura 1476.46 Solbattrella,& fa bifl. fritta dal Mattb. 1 087.9 Solbattrella maggiore, & minore , & lor uirtu fritte dal me defimo j 088.1 Soldanella,Leggi Brafiica marina. Solfo fritto da Diofc. 1431.26 Solfo efam.dal Mattb. 143 1 .40 Solfo & fa bifioria fritta dal me defimo 1431.45 Solfo t&fue uirtu fritte da Gal. 1 4 ? 2, • 7 Solimato , & fua uenenofa natura con la cura de i firn nocu- menti fritta dal Mattb. 1492,27 Solutiui medicamenti quali fi conuenghino neiueleni 1467.4 Somacbo, Leggi 1 \hu. Somigliante di piante tra loro 11.29 Soncho fritto da Diofc. 5 2 4. 5 o Soncho,&fue fette confid. dal Mattb. 5 24.60 Soncho, & fuefacultà fritte da Gal. 526.3 Soncho ,& fe uirtu fritte dal Mattb . 5 2 5 . 1 1 Sorbo domestico, & foi flutti fritti da Diofc . 281 ,48 Sorbo domettico , & fa fattoria fritta dal Mattbiolo 791* 79;. 8 358-31 358.57 1450.1 1451.48 1451.57 1451.58 125.8 215.10 575-1? 575-z8 575-39 1269.17 126945 I269-37 1 27O.4 2 2734 8l6.I3 8l6.29 8l8.I Bl6.57 1124.30 H27.2. IH4.47 H28.3 II.24.58 1130.1 II25.9 II27.r 362.6 1043.1 1043.6 1043.8 1044.8 1293. SI 1195-5 1293.60 1296.30 Sorbo faluaticOiw j™ "•/ *7 Sorbo torminale fritto da Vlinio Sorbo Torminale eff am. dal Mattb. .S orbe, & f e uirtu fritte da Gal. Sorgo, Leggi Saggina - ■Sori\ fritto da Diofc. Sori&Jua bì(i. pofia dal Mattb. ■ Sori trasformarli in Cbalciti Sori,& fa hi(ì.& [acuità fritta da Gal. Sottofruttici quali fieno .Squero albero , & fa bifioria fritta dal Mattbiolo 22.6.5 Souero di due fetie & lor uirtu fritte dal Mattbiolo 226.8 Spada pefce commemorato dal Mattb .Sparganio fritto da Diofc. Sparganio ejfamin. dal Mattb. Sparganio mal confid. dal Ruellio Sparganio, & fue uirtu fritte da Gal . Sparto fritto da Diofc. Sparto, &fuoufo fritto da Vlinio Sparto ejfam.dal Mattb. Sparto,& fue [acuità fritte da Gal. Spatba,Leggi Talma Elata. Spanda fetida, Leggi Sparganio, & Xiride ■ SpeUicciofa, Leggi Senecio. Spelta, Leggi zea. Sperone da caualliere, Leggi Confolida Reale . Speronella, Leggi Aparine. Sperma di Balena 1434.55 Spettali errare non poco intorno al riporre dell' herbe . 7-5 Sphondilio fritto da Diofc. Spbondilio ejfam. dal Mattb . Sphondilio, & fuefacultà fritte da Gal. Sphondilio mal confid.dal Fucbfio Spbondilio fue uirtu fritte dal Mattb. Spica Celtica fritta da Diofc. Spica Celtica ejfam. dal Mattb. Spica Celtica fe [acuità fritte da Gal . Spico nardo fritto da Diofc. Spico leardo ejfam . dal Mattb . Spico 'Leardo non ejfer altro che la itteffa radice Spico T{ardo,& fuefacultà fritte da Gal . 5 o . Spico 'nardo Italiano , &fua fattoria fritta dal Mattb. 36.7 Spico nardo Italiano , &fe uirtu fritte dal Mattbiolo 36-16 Spina acuta, Leggi Oxiacantha Spina ^ Arabica fritta da Diofc. Spina Arabica ejfam. dal Mattb. Spina Arabica malfatela dal Ruellio Spina Arabica, & fuefacultà frìtte da Gal. Spina bianca fritta da Diofc. Spina bianca ejfam. dal Mattb. Spina bianca, & fe uirtu fritte da Gal. 703.26 Spinace,&fe uirtu , & bifioria defritte dal Mattbiolo 486.58 Spino merlo , &fa fattoria fritta dal Mattbiolo 176.10 Spino merlo , & uirtu de foi flutti fritte dal Mattbiolo i76-5 Spino cenano. j 76, 13: Spino guergo 1 76.11 Spiuma di ferro fritta da Diofc. 1 ^0 3 .3 4 Spiuma di ferro ejfam. dal Mattb . 1 40 3 . 3 7 Spiuma di njtro fritta da Diofc. 143 5-37 Spiuma di nitro ejfam. dal Mattb. 143 5-54 Spiuma di nitro , & fue uirtu fritte da Galeno 1 43 6. 37 836.4 836.16 836.25 836.23 836.12 36.40 3ó-59 38.28 32.10 3-*44 33-10 36.19 703.34 703.38 7°3-45 703-59 700.9 701.8 Tauolà . ’Spinm.t di piombo fcritta da Diofc . 1 404.48 'Spiuma di piombo ejfamin. dal Matth. 1404.60 Spiuma di Sale fcritta da Diofc. 1433.30 Spiuma di fale e faminata dal Matth . 1 4 3 4.40 Spiuma d’argento fcritta da Diofc . 1405». 1 o S piuma d’argento ef aminata dal Matth. 1410.8 Spiuma d’argento , & fua uelenofa natura con la cura de fuoi nocumenti de fcritta dal Matth. 149 1. 17 Spiuma d’argento con la cura pojla dal Matth. 1 49 1. 1 4 Spiuma della bocca del cane rabbiofo infettare gl'huomìnì, oue tocchi la carne ignuda 1 5 04. 3 9 Splt, Leggi Cotidali. Spodio fritto da Diofc . 1 3 96. 3 8 Spodio ef ambiato dal M dtth . 1398.1 1 Spodio, & fua hifl. fcritta da Cai. 1398.39 Spodio doppiamente mal conftd. dal Brafauola 1398.10 Spoglia delle Serpi fcritta da Diofc. 345.4 Spoglia delle Serpi, ór fue uirtu fritte dal Matthiolo 345.8 Spoglia delle Serpi, fritte da Gal. 3 45. 1 3 Spugne fritte da Diofc. 1 4 3 9.60 Spugne, ór lor hitt. fritta da Annotile 1 440. 1 5 Spugne e faminate dal Matth. 1 440. 1 6 Spugne, ór fue uirtu fritte da Gal. 1 440. 3 z S puma mari che cofa fa 1438.59 Squala nelle biade 1 z 66. 5 Squama di rame fritta da Diofe. 1 3 9 9. 60 Squama di rame e faminata dal Matth. 1 40 o. 2 6 S quama di rame , ór fue uirtu fritte da Gal. 1400.30 Squama di rame ór fuoi uelenofi accidenti con la cura fritta dal Matth. 1491.61 Squama dìfornoma fritta da Diofc. 1 3 00. zo Squama dìfornoma e faminata dal Matth. 1400.26 S quama di fomoma fcritta da Gal. 1 400. 3 5 S quama di fomoma qual fa la uera 1400.50 Squama di ttomoma mal efam. da P lin. 1400.40 Squama dìfornoma mal intefa dal Brafauola 1400, 44 Squama di fomoma, & di ferro, ór, fue uirtu fritte da Gah 1400. 30 Squille pefci , ór fua hiforia fritta dal Matthiolo 3S3-3 Squille non e fere i cancelli 3 3 2 .60 Squinantho , Leggi Giunco odorato Stachis f ritta da Diofc. 878.4 Stachis efam . dal Matth . 878. 1 o Stachis, & fue uirtu fritte da Gal. 879. 8 Stachis mal de fcritta dà Vlinio 879,6 Staffe fritta da Diofc. y 3 , 5 y Staffe ef aminata dal Matth. t Stanca cauallo, Leggi Graffala. Staphilodendro , ór fua fattoria fritta dal Matthiolo 296. io Stapbifagria fritta da Diofc. 1290.47 Stapbifagria e faminata dal Matth. 1290.60 St aphifagria, & fue uirtu fritte da Gal. 1191 -z Stapbifagria , ór fuoi uelenofi nocumenti con la cura fcritta dal Matth. 1476.22 Stebe fritta dà Gài. 1019*9 Stebe confiderata dal Matth. 1020.20 Stebe mal confiderà, dal Siluàtico . 1010. 10 Stebe, ór fue facultà fritte da Gal . 1022.23 Stecha fritta da Diofc. Stecha deferita, & e faminata dal Matth . 7 3 5 .49 Stecha, ór fue f acuità frìtte da Gal. 7 3 5 • 5 8 Stechade citrina-, ór fua, uirtu ferita dal Matth. 1 099*4 Stecha,órfue uirtu ferite daMefi 7 3 6. 1 Stellari, & fua hifl. fritta dal Matth. 1237.29 Steli ari a,ór fue uirtu fritte dal medefìmo 1237.37 Stellioni, & lor hitt. fritta dal Matt .386.12. ór 1474.59 Stellioni, & lor uelenofi morfi còn la atra fcritta dal Matth. I475-3 3 Sterco d'animali fritto da Diofc. 40 5 * Sterco efam. dal Matth. 405.5 Sterco , ór fue facultà fritte da Gal. 40 5 . 5 1 S ter co d’ A fino fritto da Diofc. 405.27 Sterco d’Auoltore frìtto da Diofc. 40 5 . 3 6 Sterco di Buoi fritto dal medefìmo 40 5 .7 Sterco di Buoi, ór fue facolta fritte da Gal. 406. 14 Sterco di cane fritto da Diofc. 405.3 8 Sterco di cane , ór fue facultà fritte dal Matth. 406.2 5 Sterco di capra fritto da Diofc. 40 5, 1 z Sterco di capra , ór fue facultà fritte da Gal . 406. 1 9 Sterco di cauallo fritto da Diofc. 40 5. 2 8 Sterco di Cicogna fritto da Diofc. 40 5 . 3 $ Sterco di Cicogna improbato da Cai. 40 6. 3 7 S ter co di colombi ferito da Diofc . 40 5 . 5 o Sterco di Crocodillo ferito dal medefìmo 40 5 .4 £ Sterco di galli, ór galline fritto da Diofc. 405.3 3 Sterco humano fritto da Diofc. 405,3 9 Sterco humano, & fue uirtu fritte dal Matth, 40 6. 1 o Sterco humano, & fua biftori ór uirtu, fritte da Galeno 405.56 Sterco di ibice & fue marauigliofe uirtu 406.43 Sterco di Lupo , ór fua fattori ór uirtu ferite da Galeno 406.29 Sterco di Lupo quanto uaglia ne i dolori colici 406. 2 9 Sterco di pecora fritto da Diofc. 405.2 3 Sterco di porco Cinghiale fritto da Diofc. 405.2 5 Sterco di fondini fritto dal Matth. 576.34 Sterco di Topi grò fi fritto da Diofc. 40 5 . 3 7 Stibio fritto da Diofc. 1405 .60 Stibio confìderato dal Matth. 1 406. 1 2 Stibio come fi faccia lucido di colore di Hiacinto 1 407.48 Stibio preparato, & fue miracolo fi uirtu recitate dal Matt. 1406.3 2 Stibio, ór fue uirtu recitate da Gal. 1 40 6. 3 o Stimmi, Leggi Stibio . Stinco fritto da Diofc . ^87.8 Stinco, ór fua hifl. fritta dal Matth. 387.40 Stinchi d’acqua dolce 387.45 Stir ace fritta da Diofc. 99. tz Stir ace, & fua hifl. fri. dal Matth. 99.31 S tir ace calamita, perche co fi chiamata 99*49 Stir ace liquida ejjamin. dal Matth. 94.1 Stirate, ór fio olio fritto dal Matth. 1 o 1 . 2 Stirace, ór fue facultà fritte da Gal. 1 o 1 .9 Stirace mal ejfam. dal Manardo , g Stirace mal confìd.dalFuchfio 99.56 Stomachi di galline, & lor facultà fritte dal Matt. 3 67.20 Stomoma apprejfo à i Greci non ejfer altro che l’aciaio 1 400.60 Storace, Leggi Stirace Storaceliquida , Leggi Staffe. Storione pefe e, Leggi Siluro. Stramoniaberba 300.33 S tratiote acquatica fritta da Diofc . 1 1 9 8a Stratiote confiderata dal Matth. j , cjg. io 5 tratiote millefoglio fritto da Diofc. 1 199.1 Stratiote millefoglio effaminat. dal Matth » 1199.10 Stratiote mal confi dal Brafauola 1 200.4 , Stratiote, ór fue facultà ferite da Gal. 1201.8 Strutto, Leggi Pedice tta Succedanei come, ór quando pfarfi debbino 1471.7 S uccfa come cattar, ór con fintar fi debbino 7. 5 1 Succhi come fi conferuino ficchi 7.6 r Succhi come fi conferuino liquidi 7.6 3 Succhiare cme fi debba ne ì morfi de gl’ animali uelenofi 1510.54 Succhio naturalmente pietrifico 1 3 70. 4 5 4 3 Succhio o ^ Tauola. Succhio di Carpofo fcritto da Diofc. trasli seleni conia cura I48O.5O Succino fcritto da Diofc. ■ Succino , & fua uaria hiftom pofi* dal Matthiolo 1 5 5.1:4 Succino che cofarfìa I5 5*3°*^r45 Succino doue nafca 1 5 5 *4^ Succino, & fue uirtupofle dal Matth. 159.18 Succino mal confid. dal Brafauola 1 5 5 • 5 5 Succifa, Leggi Morfus diaboli. Sudore d'animali, & fua uelenofa natura con la cura pofa dalMatth. 1490.4 Superftitiofa & uana cofa effere ài ricorre delle piante con in canti & orationi 5 • 1 0 Sufcino albero, Leggi Pruno, ò Vrune . T^lco ,& fua hitt. fcritta dal Matth. 1454* * T alone di porco fcritto da Diofc. 3 7 % • 3 0 Talone di porco effeminato dalMatth . 3 7.8.60 1 Tamarigio fcritto da Diofc . 1 ^>8. 1 Tamarigio effeminato dal Matth. 168.17 Tamarigio, & fuefacultà ferine da Gal. 1 6 8 . 3 6 Tamarigio & fue facultà ferine dal Matthiolo 168.26 Tamarindi , & fero h istoria recitata dal Mattinolo 243.20 Tamarindi, & loro facultà ferini da Mef. z 4 3 ♦ Tamaro, Leggi Vite nera . Tanaceto & fua fattoria & uirtu ferine dal Mattinolo. . 958.6 Tarantole,& loro fattorìa ferina dal Matth . 385.13 1 5 1 5 - 5 7 Tarantole , & loro marauigliofi effetti del loro ueleno . 385.24 • Tarantole, & lor uelenofi morfi con la cura ferina dal Matt. 385-3 1 Tarla tura di legno ferina da Diofc. 163.34 Tarlatura di legno effem. dal Matth. 163.37 Tarlatura di legno , ,& fue facultà ferine da Galeno 163.54 Tarli animali 163.44 Tartari augelli, Leggi Bendine. Tartaro di uino\ & fua uirtu ferina dal Mattinolo H37-11 Tartufi ferini da Diofc . 5 7 3 • 10 Tartufi,& loro hitt. recitata dal Matth. 5 74.1 Tartufi, & fuefacultà ferine da Gal . 575*5 Taffo albero fcritto da Diofc. 1 1 57.1 Tajfo albero , & fua hifloria ferina dal Mattinolo 1157.1 1 Taffo, & fua hifl. ferina da Theoph. 1 1 5 7. 1 7 Tajfo, & fua hitt. ferina da Tlìnio 1 1 57.27 T affo, & fue facultà ferine da. Gal. 1 1 57.3 8 Taffo tra li ueleni fcritto da Diofc. . 1479.15 Tajfo, & cura del fuo ueleno ferina dal medefimo 1 479.48 Tajfo, & fuo temperamento fcritto dal Matth. 1 480.3 Tajfo, & fua uelenofa natura ferina dal Matth . 1479.50 Tajfo barbaffo. Leggi Verbafco. / T eia, & fua hitt. ferina dal Matth. 1 1 6. 1 8 T eda effer proprio morbo de ipini non de i Larici contra Popi nione di Tlinio,& del l\ueUio 116.58 Tclephio fcritto da Diofc. 6ji.z6 Telephio effem. dal Matth. 61 1 .3 3 : Telephio , & fue facultà fritte da Gal. 67 1.37 Telline fritte da Diofc. 314,1 Telline effem. dal Matth. 3 24.42 Tembul Mrabico pofio dal Matth. 49 , 5 Tembul Mrabico mal intefo da alcuni 49.6 7 crebintho fritto da Diofc, 1 24.7 Terebìntho,& fua hitt. fritta dal Matth, li5*1 Terebintho,& fue uir.tu fritte da Gal. ll7’5 Tereniabin , & fua fattoria pofta dal Matthiolo 105.56 Terre per l'ufo della medicina ferine da Diofc, 14 5 3 • 2 3 Terre dipiu forti effem. dal Matth. 1 45 3 *6o Terra M mpelite fritta da Diofc . 1 45 5 * 1 7 Terra Mmpelite effem. dal Matth, 1455.24 Terra cbia fritta da Diofc. 1454.18 Terra chiù effem. dal Matth. 1454.23 Terra cimolia fritta da Diofc. 1454.36 Terra Cimolia effeminata dal Matth, 1 4 5 5 *7 Terra Eretria fritta da Diofc. I453*29 Terra Eretria effeminata dal Matth . 1 4 5 5 .7 Terra delle fornaci fritta da Diofc . 1454.56 Terra L emnia fritta da Diofc. 1419.55 Terra Lemnia,& fua hifl. fritta da Gal. 1 4 2 o. 1 Terra Lemma» & fua nuoua fattoria pofla dal Matthiolo 1421.31 Terra Lemnia,& fue facultà fritte da Gal. 1420.56 Terra Melia fritta da Diofc. 145 4*6° Terra Melia effeminata dal Matth. 1455*7 T erra Tingite fritta da Diofc. j 1 4 54? 44 Terra Tingite effeminata dal Matth. 1 4 5 5 *7 Terra Samia fritta da Diofc. 1453.54 Terra Samia effeminata dal Matth. 14 5 3 . 60 Terra Selinufia fritta da Diofc. 1 4 5 4. 2 3 Terra Selinufia effeminata dal Matth. 1454.30 Terra Sigillata, Leggi terra Lemma Terra perche fi ritruom di diuerfi temperamenti 1574.8 Terra perche qualgraue,& qual leggiera 1 3 74. 1 7 Terrantole fimilì alle Lucertole 3 86.11 Terrantole , & Loro uelenof z natura , Leggi Tarantole Tefti delle fornaci fritti da Diofc. 1454.51 Teficolo pianta fritta da Diofc. 929.2 Tetti colo di cane fritto da Diofc . 928.6 Tefti coli effeminati dal Matth. 9 3 1 . r Tetticeli , & lor facultà fritti da Gal. 93 5.7 Tettigometra animale 3 7 2 • 4 1 Teucno fritto da Diof. 864.4 Teucrio effeminato dal Matth. 864.10 Tener io, & fua hitt. & facultà fritte da Tlinio 865.1 Teucrio, & fuefacultà fritte da Gal. * 865.11 TbalaJJòmele fcritto da Diof. 1385.43 Thalitro fritto da Diofc. 1192.10 Thalitro effeminato dal Matth. 1 193.1 Thalitro, & fuefacultà fritte da Gal. 1 193.4 . Thapfia fritta da Diofc. 1292.1 Thapfia ejfaminata dal Matth. 1 29 3 . 2 6 Thapfia,& fue uirtu fritte da Gal. 1 29 3 .42 Thapjia fritta da Dio fonde tra li ueleni con la cura 1 49 5 - 5 z Thapfia con la cura de fuoi nocumenti fritta dal Mattinolo 1496.22 Theamede pietra, & fua marauigliofa natura 1446. 44 Theriaca magnificamente lodata da Gal. 1511.28 Theriaca de noflri tempi non efjer cofi buona come quella de gl' antichi 1467.48 Theriaca del Calceolato Veronefe lodata lungamente dal Matth. 1 5 1 1.52, Thijte pietra frìtta da Diofc. 1 44 8 . 2 o Tbijte pietra ejfaminata dal Matth. j 448 . 2 4 Thimbra fritta da Diofc. • 7 60. 2 8 Thimbra & fue fette confiderata dal Matthiolo . 760.34 Thimbra & fue uirtu fritte da Tauolo 760 . 5 1 T himelea fritta da Diofc . j 3 26.34 Thimelea ejfaminata dal Matth. 1526.51 Thimelea Tauola. Thimelea tra li ueleni con la cura Jcritta dal Matthiolo Thimo fcritto da Diofc . 75 Thimo efaminato dal Mattb . 759-6 Thimo di due jpetie 760.1 Thimo,& fue facoltà fcritte da Gal . 760.8 Thimo, cr fue uirtu fcritte da Metio 760-1 1 Thimoxalme fcritto da Diofc. 1381.25 T bluffi fcritto da Diofc. 596. 35 T bluffi efaminati dal Matth. 596.47 Thlajpi & fue facoltà fcritte da Gal. 598.6 Thlafpi di diuerfe jfetie pofle dal Matth. 596.56 .Thonno pefce fcritto da Diofc. 3 61 • 39 T fronHO /«d hifloria fcritta dal Matth. 362.1 Thonnipefci , & loro pefcagione 362.10 7- homi pefci,& lor facilità fcritte da Gal. 362.23 T brada pietra fcritta da Diofc. 1445* 6° T brada pietra efaminata dal Matth. 1 44 6. 1 T brada pietra, & fue uirtù fcritte da Gal . 1 446.2 Timor dell'acqua ne i morfi del cane rabbiofo fino à che tem- po nafca I5°^-I5 Timor dell'acqua quando , & con che curare fi debba 1508.13 Tignarne > Leggi Narcapbtho . Tilia dell' una, & dell' altra jpetie & lor hifloria fcritta dal Matthiolo 199-9 Tìlìa fcritta da Theophraflo 190.10 Tilia & fue uirtù fcritte dal Matth . 193.18 Tipha fcritta da Diofc. 912.4 Tipha efaminata dal Matth. 912.10 Tipha, & fue f acuità fcritte dal medeflmo 912.13 Tithimali tutti fritti da Diofc. 1310,1 Tithimali tutti efaminati dal Matth . 1315.1 Titbimali, & lor f acuità fcritte da Gal. 1318.35 Tithimali fritti daTbeophrafio 1318.15 Tithimali, & lor uirtù fritti da Mefue 1318 .26 Tithimali fritti tra li ueleni dal Matthiolo con la cura 1496.58 Topo ragno fcritto da Diofc. 3 90.13 Topo ragno efaminato dal Matth. 390.5 5 X opo ragno fcritto tra li ueleni da Diofcoride con la cura de i fuoi uelenofimorfi 1 5 1 8.2.5 Topo ragno ,er fegni del fio ueleno con la cura del Mattino- lo 1518.47 T opo del "Napèllo 1 48 5 .4P T opi fritti da Diofc. 3 9 o. 49 Topi,& lor hifloria fcritta dal Matth. . 390.44 T opi, & lor marauigliofa generatone 390.57 T opi montani, & lor hifloria fritta da Diofc. 391.42 Topijpinofi 391.21$ f ordele generare il uifchio ne gli alberi 850.38 T ordilio fcritto da Diofc. 79 2. t T ordilio efaminato dal Matth. 793.10 T ormentilla,& fua hittoria fcritta dal Matth. 9 9 6. 5 3 T ormentilla,&fue uirtù fcritte dal medeflmo 996. 5 6 T orpedine pefce fcritta da Diofc. 340.20 T orpedine confederata dal Matth . 340.59 T orpedine, & fue marauigliofefacultà 3 4 1 • 1 3 T orpedine, & fue uirtù fcritte da Gal. 341-16 T oflico ueleno crudelifìimo fcritto da Diofc. 1484.15 T oflico efaminato dal Matth. 1 484. 3 o T oflico con la cura de fuoi nocumenti fcritta da Diofcoride 1484.20 T oflico fritto da Nic andrò 1484.58 T oflico mal confederato dal Manardo 1 48 4. 3 4 T oflico non efferil Napello contra l' opinione d! alcuni 1484.36 T oflilagine fritta da Diofc. 892.20 T oflilagine efaminata dal Matth... 892.30 T oflilagine di tre jpetie & loro littoria fcritta dal medeflmo 892.31.45.^60 T oflilagine & fua uirtù fcritta dal Matth . T oflilagine, & fue uirtù fcritte da Gal. Tragacantba fritta da Diofc. T ragacantha efaminata dal Matth. T ragacanta,& fue facultà fcritte da Gal. 893-12 894.5 714.5Ì 716.1 T ragacantha mal confederata da i frati comentatori di Mef. 714.48 Tragacantba & fue uirtù fcritta dal Matth. 7 1 5 *4 Tragio fritto da Diofc. 1085.20 Tragio d'altra fpetiefc ritto dal mede fimo 1085.30 T ragio non effer il Dittamo bianco uolgare contra l'opinione 1085.40 1088.6 1089.1 1089.10 415.38 415.41 739.9 741.1? 741. iS S7'-i° 1025.15 1025.22 IO25.38 1025.61 102 5.45 I 26l.I H62.I3 1262.5 881.3 881.7 883.I £ d' alcuni maligni ingannatori Tragìo,& fue facultà fcritte da Gal. T rago berla fritta da Diofc. Trago herba efaminata dal Matth. Trago jpetie di biada fritta da Diofc. Trago jpetie di biada efaminata dal Matth . T ragopogono , Leggi barba di becco . T ragorigano fritto da Diofc. T ragorigano efaminato dal Matth. T ragorigano ,er fue facultà frìtte da Gal. T nifi, e*r lor hifloria & uirtù fritte dal Matth . T remolo pefce , Leggi Torpedine . Tribolo acquatico fcritto da Diofc. T ribolo terreflre fcritto dal medeflmo T riboli efaminati dal Matth. Triboli, & lor facultà fritte da Gal. Tribolo mal confiderai dal B^uellio Trichomane fcritta da Diofc. ■ Trichomane, & fua hifloria fritta da Theoph. Trichomane efaminata dal Matth . Trifolio fritto da Diofc. T rifolio. di tutte le jpetie con fiderate dal Matth . Trifolio acuto defritto da Scribonio Trifolio acetofo , & fua hittoria & uirtù fritta dal Matth. 884.8 Trifolio cauallino 1 2 2 1 . ; Trifolio,& fue facultà fcritte da Gal. 887.9 T riglie pefci fcrit te da Diofc. 3 5 0 -9 Triglie , & lor hifloria fcritta dal Matth . 3 5 °- 3 3 Triglie ,& lor facultà fritte da Gal. 3 5 0.40 Trinitas herba , & fua hittoria & uirtù fcritte dal Mattb 886.9 Trip olio fcritto da Diofc. Tripolio efaminato dal Matth. Tripolio mal conflderato da Serapione T ripolio, & fue facultà fritte da Gal . Trijfagine , Leggi Chamedrio . Turbit & fua hifloria fcritta dal Matth . Tur bit & fue uirtù pofle dal Matth. T urbit,& fue facultà fcritte da Mef e Turbit nero, & fua ueleno fa natura con la cura fritta dal Matth. 1 496.44 Turbit bianco fritto da . Attuario 1 3 4 3 • 1 3 Turchina pietra 1 44 8 . 2 7 Tutia,LeggiT?ompholige. T ìiiia delle f et arie che co fa fia 1 3 9 6. 3 o VM c 1 n 1 o defcritto dal Matth. 18 8.1 5 Vacinìo mal conflderato dal Fuchfio 188.17 Vacinio mal conflderato da Marcello 188.27 Valeriana , Leggi Thu . Vapori uelenofi come fiprohibifchino che non uadino al cer ue^° 1463.5 Varie opinioni intorno alla generatone delle pietre 1369.35 V arie opinioni intorno alla generatone de metalli 1 3 70. 5 9 V arieta di colori, & altre qualità nelle gioie 1 3 74.7 d 4 Veccia, 1259-10 1259.20 1159.19 1259.56 1259.25 1259.48 1259.45 TauoLi » Vcccìa,& fua hiftoria ferina dal Malti?» 5 7 9* 3 Veccia, & [ne [acuità feri tte da Gal. 579-4 Veleni non cedere àgi' antidoti fe non figli [occorre nel prin- cipio Diofc. riti Veleni -che non fi conofcònò còme medicar fi debbano fecondo Diofcoride I457*27 Veleni che fanno conftmili accidenti Diofc. 14)8.13 Veleni d'animali piu prefentaneamet e ammalano che gl' al tri Diofc. 1458*49 Veleni prefi uoluntarìamete malagCuolmente fi cifrano Dio- fcoride i457,i!^ Veleni come fiprohibiffcano,che non fi dif ondino per il corpo Diofcoride *4)7-59 Veleni di piante pofti dal Matti). * 460. i Veleni di quante ffpetie fieno *459* 6° Veleni come operino neicorpi 1459.48 Veleni far alleuolte nei corpi humani quello , che fa il fuoco nella paglia il medefimo 1 4 5 9* 5 7 Veleni che folamente toccando fi ammazzano pofli dal Mat- thiolo 1460.14 Veleni che ammaino folamente odorandoli 1 460. 1 8 Veleni non tutti priemer amente nùocono al cuore 1461. 1 1 Veleni che ffhbiìo gufati ammazzano 1 460 . 1 9 Veleni minerali 1460. 1 3 Veleni uccìdere alle uolte tanto applicati difuore quanto tol ti di dentro uccidono 1 460. 1 4 Veleni non operano tatti à un modo medefimo 1 4 60.6 2. Veleni caldi come ammalino 1 46 1 .6 Veleni freddi come operino i 46 1 . n V eleni pecchi come uccidono 1461.15 Veleni humidi come putrefaccio 1461.16 Veleni frigidi conuertirfi alle uolte in nutrimento *46 3.30 Veleni d'animali di tre ffpetie 1 5 io. io Veleni d’ animali, & lor uarij effètti i 460.1 1 Veleni che operano con la propria forma 1461.36 V eleni che operano con qualità & proprietà oculte , <& ma- nifefte inffìeme 1461,5 V eleni che particolarmente nuocono à dìùérfe partì del cor- po 1462*11 Veleni come acquijlino propria f acuità nell' operare 1459.50 Veleni d'una medeftma fpeti'e , perche caufa uccidine horpiit pretto , & horpiu tardi 1 46 2 . 3 4 Veleni come uniuerfalmenie curare fi debbino 1 46 5 .46 Veleno fe fi poffa darà temine 1462.33 Veleno che coffa fa 1 4 60. 1 V eleno fe conuertìr fi poffa in nuirimenio 1463.14 V eleno éfffer alle uolte medicina d’ un' altro ueleno 1463.62. Veleno per quali megi uadi al cuore co fi pretto 1 46 5 .49 V eleno delle ferpi non effer frigido come credono alcuni 1 5 10.25 V eleno come fi debbi càuarefuore del corpo 1466.59 Vena fpetie di biada fcritta da Dioffe • 425.50 V ena efaminata dal Matti) . 425.56 Vena , & fue facoltà fcritte da Gal. 425.60 V enefici come ingannino altrui fecondo Diofc. 1456.40 V entre di mergOi& fuefacultà fcritte da Gal. 3 69 . j 6 V erbafeo fcritto da Diofc. 1202.1 V erbafeo, & fue fpetie cor fiderato dal Matth. 1 2Ò4.1 V erbafeo, & fuefacultà ferine da Gal. ino.i V erbafeo, & fue uirtù fcritte dal Matth-» 1206.12 V erbenaca fcritta da Diofc. 1 1 06. 2 2 V erbenaca efaminàta dal Matti). ì 1 06.40 V erbenaca mal confederata dal Puchfio 1107.8 V erbenaca, & fue uirtù ferine da Tliniò 1 1 o 7. 3 V erbenaca, & fue facoltà ferine da Gal. 1 107. 1 1 Verderame, Leggi Erugirfe . Verderame, & fua uelenofa natura con la cura de fuoi acci- denti fcritta dal Matth. 1493*6 V erga certtina ferina da Diofc. 3 67.28 Vergacer uina & fue virtù. fcritta dalMatth. 367.3 b V ermi tenebri ferini da Diofc. 3^9-48 Vermi terreffìri,& lor uirtù fcritte dal Matth» 3 89. 5 3 Vermi terre ftri,& lor olio ferino dal Matth. 389.5 5 ■Vermicularia , Leggi Sempreuiuo minore . Vernice da fcrittori , Leggi S andar acha gomma . V I ernie e liquida 1 3 6.-2 Veronica & fua hiftoria & uirtù fritta dal Matth. 731.8 Vende domettiche , & fanatiche, & lor hiftoria fritta dal Matth. 2 5 3*4 Verruc aria , Leggi Heliotropió maggiore . Verge , Leggi Brafiica . Ve fica ulcerata dalle cantarelle come fi curi 1472 .49 Ve ficaria repente & fua hiftoria & uirtù fritta dal Mat- thiolo 1129.6 Veffpe,& api, & cura delle punture loro fcritta da Diofc . 1 5 x4- 1 Veffpe,& api come prohibirfipoffìino che non punghino 1514,14 ,, „ Vefuuio monte in campagna nuouamente abbruciato 1432.36 Vetriuolo , Leggi Chalcantho . Viburno, & fua hiftoria fritta dal Matth* 234*55 V inciboff co , Leggi Tericlimeno . Vincetoffìico,&fua hittoria & uirtù fritte dal Mattinolo 856.15 Vino ingenerale fritto da Diofc. 1 3 79*44 Vino efaminato generalmente dal Matth. 1 381.13 Vini eccellenti nel contado di Goritia 1381.45 Vino quanto giuoui moderatamente beuto 1381.18 Vino quanto nuoca beuto fuga meta 1381.23 Vino a chi fi conuenga j & à chi nò 1381*29 Vino rinftefeato con ghiaccio, & con nieuc quanto fia noci- uo 1381*35 Vino di abete fritto da Diofc. 1391.31 Vino d' afffengo fritto da Diofc • 1392.1 Vino Apijte fritto da Diofc. 1 3 89. 3 a Vino Aromatìte fritto da Diofc. 1 393.8 Vino di Betonica fritto da Dioffe. 3392 .40 Vino di calamentho fritto da Diofc. 1 3 9 3 • 1 Vino cedrino fritto da Diofc. 1391.30 ■Vino di chamedrio fcrtto da Diofc. 1392.34 Vino di ciprefffo fritto da Diofc. 1391.30 Vino di D attoli ferino da Dioft. 1390.44 ■Vino di Dittamo fritto da Diof . 139 5 2 Vino Enanthino fritto da Diofc. 1389.39 Vino di Euphragia fritto da Arnaldo 1 o 7 7. 1 Vino di fichi fecchi fritto da Diof-, 1 3 90. 5 6 Vino di ginepro fritto da Diofc. 1391.30.(^-41 Vino di Guaiacoy&fue f, 'acuità fritte dal Matth. 200.50 V ino d'hifffopo fritto da Diof c. 1392.24 Vino di lamhrufca fritto dal Matti). 1382.17 ! Vino laurino ferino da Diofc. 1 3 9 1. 30 Vino di lentifco fritto da Diofc-. j 3 9-0. 36 Vino di marrobio fritto da Diofc. 1 3 9 2 .5 4 Vino di melagrani fcriito da Diof. 1389*45 Vino di melagrani efaminato dal Matth. 1 389. 50 Vino di melagrani , & fuefacultà fcritte dal medefimo 1389.60 Vino di mele cotogne ferrino da Diofc. j , 8 j.w Vino melitite fcrìtto dei Diofc. 1 3 8 . s 5 Vino mirteo ferino da Diofc. ij9o.:8 Vinomulfo ferino da Diofc. 1 383.1 Vino di bacche di mirto ferino da Diofc-, 2383.1 Vino melato ferino da Diofc. 1 3 8 ’ . 1 Vino di nauoni ferino eia Dioji. 1 3 9 5 0 Vino di origano ferino da Diofc. 1 > 9 2.6t Vino impegolato ferino da Diofc , 1 3 9 1 ' 5 ! Vitto di pine ferino da Diofc. ,391.24 Vino poetino, & fue mirabili facuìtifcrimdal Matthiólo * 581.45 fritto TauoJa, Vino dipulegio *39M Vino refinato fcritto da Diofc. 1 3 9 1 • 1 2 Vino rofado fcritto da Diofc, 1 3 9 0.9 Vino fallino fcritto da Diofc. 138^.2,3 Vino fi illino, & fue facoltà firitt e da Gal. 1 3 88.3 8 Vino di fatar eia feriti 0 da Diofc . 1 3 92.60 Vino fiamoneato fcritto da Diofc. 1 3 94*3 ? Vino di fena,& fue facoltà fcritte dal Matti). 828.58 Vino di ftechade fcritto da Diofc. 1 3 9 2 . 3 5 Vino di tamarigio,&fue Virtù fcritte dal Matti). 1 3 94.43 Vino di terebintbo firitto da Diofc . 1390.36 Vino di thimo fcritto da Diofc. 1392.56 Vino di tragorigano fcritto da Diofc. 1 3 9 2 *47 Vini misurati con acqua marina firitti da Diofc. 1388.53 Vini misurati con diuerfe cofi odorifere fir itti da Dtofiori - de I393*23 Vini mifiurati con diuerfe piante firitti da Diofc. 1 3 9 2 * 3 4 Vini di diuerfe herbe firitti da Diofc. 1 3 9 3 *4 ' 1 Vini artificiali & loro confiderai one 1 394*39 Vini comunij &pafii come alle mite fi comertano in ueleno fecondo Diofc. 1497.60 Vino quanto conferifia nella cura de ueleni fecondo Diofc . i457-55 Viole bianche, & d’altri colori , Leggi Leucoio . V iole porporee fcritte da Diofc. 1138.6 Viole porporee c faminate dal Matth. 1 1 3 9* * Viole porporee & loro uirtù fcritte da Mefiue 1 240. 1 1 Viole porporee , & loro facilità firitte da Gal. j 2 42 . 1 1 V ipera firitt a da Diofc. 341.38 Vipera efaminata dal Matth. 541.50' Vipera, & fua hifloria fcritta da Gal . 342.42 Vipera mal confiderata da Tlinio 341.56 Vipera , & fua natura mal confiderata da Wjcandro 34M6 . ... . Vipera non effer uccifa nel parto dai figliuoli contra £ opi- nione dimoiti 341.55 Vipera entrata per bocca nel corpo d'un huomo , comefuffe ' cacciata fuor e 3 69,3 Vipere f emine come fi difeernino da i mafehi 342.43 Vipere uaghe del nino 3 4 3 • 2 3 Vipere à che tempo prendere fi debbino 343.31 Vipere come far fi debbino in trocifii 343.34.cr 46 Vipere in alcuni luoghi mangiarfi ne i cibi 344.6 Vipere mangiate curare /’ ùlcere malignarne 344*5 Vipere fcritted'Muicenna 342.41, Vipere ,& loro mortiferi morfi con la cura firitta da Diofc.' 1 5 x9-6 Vìpere , & rimedij del lor ueleno firitti dal Matthiolo 1519.54 Vipere, & loro mirabili facultà fcritte da Gal. . 342456 V irga aurea , & fua hiftoria fcritta dal Matth. 1059.9 Virga aurea,& fue uirtù fcritte dal medefimo 1 060,12 V irga paftoris & fuahifioria & uirtù firitta dal Matthiolo 699.1 Vifchio fcritto dal Diofc. 8 5 0.1 3 Vifchio, & fua hifloria fcritta dal Matth. 850.25 Vifchio da quali alberi fia produtto 8 5 0.27 Vifchio di diuerfe Jfietie fcritto dal Matth. 8 5 0.60 Vifchio come nafea fopra gl’ alberi 850.38 Vifchio perche neceffario in Tofcana 850.32 Vifchio mal confiderata da Theophrafio 850.54 Vifchio damafehino diche fi faccia 8 5 0.60 'Vifchio quercino, & fue uirtù fcritte dal Matth. 851.7 Vifchio,& fue facultà fcritte da Gal . 852 .6 Vifciole flette di ciregie 252.60 Vifnaga &fua hifloria firitt a dal Matth. 554-6 Vitalba 1008.9 Vite bianca fcritta da Diofc. ' 13 46. 19 Vite bianca efaminata dal Matti). 1 3 46.42 V ite bianca tyfue facoltà fcritte da GaU 2347-* Vite bianca, & fue uirtù fcritte da Mefue 1346.52 V ite bianca & fue uirtù fcritte dal Matth. , 13 46. 5 9 V ite nera firitta da Diofc. *548.1 V ite nera efaminata dal Matth. 1 3 49. 1 V it e nera mal confideratà dal Fucbfio *350.7 V ite nera,& fue facultà fcritte da Gal. 1 3 5 1 .6 V itefaluatica fcritta da Diofc. 1 3 44. 5 o V itefaluatica efaminata dal Matth. 1 3 44.60 V itefaluatica ,& fua hifloria fcritta da Gal. 1 3 46. 1 2 Vite umifera fcritta da Diofc. 1375.26 Vit e umifera efaminata dal Matth. 1 3 7 6. 1 Viti umifere come fi conferuino da i bruchi 1 3 7 6. 3 Vitiouefempreuerdeggino 1377.2 V iti, & loro inimicitia con i cauoli 1 3 76.9 Viti ce fcritto da Diofc. 213.26 Vitice efaminata dal Matth. 21 5.45 V itic e, & fue facoltà fcritte da Gal. 2 14.2 Viticella, Leggi Momor dica . Vlua descritta dal Matth. x 1 p 5 .40 Vngia dì cauallo , Leggi Tofiilagine . Vngie odorate fcritte da Diofc . 3 2 5 • 3 2, Vngie odorate efaminate dal Matth. 325.5 9 Vngie odorate mal confiderate dal Fuchfìo 3 27. r Vngie di diuerft animali fcritte da Diofc. 367.38 Vngie diuerfe confiderate dal Matth. 3 67.43. Vngie nelle rofe 204.19 Vnguento d'abrotano fcritto dq Diofc. ' 89.50 V nguento amar acino firitto da Diofc. 92. 45 V nguento amaracino,&fua compofitione fcritto da Galena 92.57 Vnguento amaracino confederato dal Matth. 92.56 Vnguento anethmo firitto da Diofc. 89. 59 Vnguento di burro firitto da Diofc. 9 1 . 1 6 Vnguento dì cinnamomo fcritto da Diofc. 94. 1 5 Vnguento crocino firitto da Diofc. 9 1. 1 Vnguento datino fcritto da Diofc. 8 7. 5 9 Vnguent 0 datino efaminato dal Matth. 88.3 Vnguento enanthino fcritto da Diofc. 88.27. Vnguento enanthino efaminato dal Matth. 88.33 . Vnguento gleucino , ouero muSìeo fcritto da Diofioride 92.18 ' V nguento gleucino efaminato dal Matth . 92.25 Vnguento di gigli firitto da Diofc, 90.6 Vnguento di gigli efaminato dal Matth . 90.41.. Vnguento hedicroo fcritto da Diofc. 9 3 • * 4 Vnguento hedicroo efaminato dal Matth. 9 3 • 1 7 Vnguento iafmino fcritto da Diofc. 94*47 Vnguento iafmino efaminato dal Matth. 94. 5 4 Vnguento irino firitto da Diofc. 9 , .4^ Vnguento irino efaminato dal Matth. 9*^6 Vnguento liguflrino fcritto da Diofc. 91.1, Vnguento malabathrìno ferino da Diofc . 94.4 \ Vnguento megalino firitto da Diofc . 9ì.\ Vnguentomdino fcritto da Diofc. 88.7 Vnguento melino efaminato dal Matth. 88.20 Vnguento mende fio fcritto da Diofc. 05.50 Vnguento metopio fcritto da Diofc. 93.36 Vnguento nara fino finito da Diofc. 90,47 Vnguento nar tifino efaminato dal Matth, '"90.58 Vnguento nardino firitto da Diofc. 94-13 Vnguento di leandro periferpenti * H3* M Vnguento onichino fcritto da Diofc . ■ 9 1 . 1 8 Vnguento rofado fcritto da Diofc. , 87,7 Vnguento rofado efaminato dal Matth. 87.35 V nguento fampfuchino fcritto da Diofc. 88. 5 8 Vnguento jampfiuchino efaminato dal Matth. 89. io Vnguento Jiiratinofcrittoda Dio fi. 91.18 Vnguento telino fcritto da Diofc.. 88.37 Vnguento telino efaminato dal Matth. 88.52 Vomiti fuper fluì ne i ueleni come curar fi debbino fecondo il Mal- Tauola Mditbioto . *97-7 Vomito (filando fianeceffario nei ueleni fecondo Diùfconde i4?7-33 . „ Vuoua fcritte da Dtofc . 3 7°* 5 ° efaminate dal Mattb. 3 7 1 • 9 Vuoua>&fue facoltà fcritte da Gal. 371.30 dei barbi pefcif& loro nocumenti con la cura fcritta dalMdtth . 1498.18 J'tfowd di tettuggini 3 7 1 • 1 j Zégg/ wo/co arboreo . yua fcritta da Diofc. Vua cortfiderata dal Mattb. Vita come nafeer fi facci fenga fiocini Vua,&fue facoltà fcritte da Gal . Vuapaffa fcritta da Diofc. Vuapaffa efaminata dal Mattb . Vuapaffa qual fia lenitiua Vuapaffa qual fia cottrettiua Vua pajfit,& fuef acuità fcritte da Gal. Vua cretina ouer marina i Leggi Vua fpina Vua fpina , &fua fattoria & uirtù fcritte dal Matthiolo 184.3 Vua tamìna deferitta dal Mattb. 1349.2, Vua di uolpe , &fna uelenofa natura fcritta dal Mattinolo 147^5 3 1375*47 1376.1 1377-4 1 3 77*7 1377.20 1377.30 I377-42; 1377.49 1278.1 Zàr'ga partila) & fua fattoria deferitta dal Matthiolo 201.3 <5 Zarza partila per eh e co fi chiamata dalli Spagnoli 202.1 partila & fue uirtù fcritte dal Mattb » 202.5 Zea fcritta da Diofc. 421.51 ZM efaminata dal Mattb. 421.56 (jr fue facoltà fcritte da Gal. 422.10 Zibellini animali 355-3^ Zibetto , & fua fattoria & uirtù fcritta dal Matthiolo 72.1 Zibibo damafebino Zitho fenito da Diofc. Zitbo efaminato dal Mattb. 2edoaria>& fua fattoria fcritta dal Mattb. Zedoaria lungay& ritonda Zedoariay&fue uirtù fcritte dal Mattb. Zedoaria cCMuicenna Zipbajpetie di grano >377-58 4H.15 411.35 613.30 613.40 613.34 II54-35 613.34 XM n t M I o fcritto da biofe* Xanthio efaminato dal Mattb. Xantbioi& fue facoltà fcritte da Gal . XilQbalfamo fcritto da Diofc. Xilobalfamo efaminato dal Mattb. XilobalfamO)& fue f acuità fcritte da Gal. Xilobalfamo oue manchi checofa fupplifca Xilo y Lèggi Bambagia . Xipbio ) Leggi Gladiolo » X iride fcritta da Diofc. Xiride efaminata dal Mattb. Xiride,& fue facoltà fcritte da Gal. 1262.54 1263.1 1263.6 66.11 67.20 67.14. <57-35 1044.12 1 045.8 1045.18 ^FFARANO, LeggiCroco . é Zacintbajpetie di morea & fua hittoria fcritta dal 531.10 i+i.u ~ ) Zigiphe , & loro fattoria & uirtù fcritte dal Matthiolo 288.1 1 Zìgipbeben efaminate d’Muicenna centra l’opinione d! alcu- ni *nn f Zizzole y Leggi Zigiphe . Zopijfa fcritta da Diofc. Zucche fcritte da Diofc. Zucche efaminate dal Mattb. Zucche fcritte dà Gal. Zucche come nafeano fen%a feme Zucche marine Zucche Indiane Zuccbe)& lor facilità fcritte da Gal. Zucche & lor uirtù fcritte dal Matth . ZuccherO)& fua hifioria fcritta dal Mattb. Z ucchero de gl’ antichi come jìgeneraffe -, . Zucchero dei tempi noftri come fi fia imparato tifare 410.37 Zucchero de gl’ antichi generarfi dalle medefime piante che fi genera il nottro 410.15 Zucchero candito natùraley& arteficiale 411.59.^ 412.8 Zuccheroy& fue f acuità fcritte da Gal. 411.51 Zucchero alhafftr fcritto da Serapione 4 1 1 . 40 Zucchero in Galeno male intefo dal Fucbfio 4 1 1 .48 Zumnbet jLrabicoy & fua hifioria & uirtù fcritta dal Mat tbiolo 613.56 Zurumbet mal confiderai dal Cordo , & dal Brunfclfio 613.60 128.32 540.4 541-1 541.21 542.1 542.7 542.7 542.21 542^7 409*1- 410.15 Errori commefi nella ffampa* Fol. 300. Lin. 6. Quefto rompendoti ui lì ritruotfa dentro la noce Mofcada inuolti nel Mads, come in una rete . Leggi quefto all’intorno è ricoperto di Macis à modo di ricamo. Et rompen- dofiue fi ritròua dentro la noce Mofcada. r Fol. 1296. Lin. 36. Silibró , Leggi Silibò. Fol. 3 3 r- Lui. n. Auuertifee che la figura dell’ Aft aco è meflfa per quella del GambaroS: quel- la del Gambaro per quella dell’ Aftaco . 1 Fol. i; II. Lin. I. TITIM ALO PAR ALIO, Leggi TITHIMALO MIR- TITHIMALO TAVOLA DELLI RIMEDI DI TVTTI I MORBI DEL CORPO HVMANO, CAVATI DILIGENTEMENTE DALLI SEMPLICI, DI CVI SCRISSE DIOSCORIDE: Et dalli commenti, & difcorji del cEldatthiolo , ACCOMM ODATI ALLE INFIRMITI del corpo fecondo i luochi . CAPO Alli dolori del capo caulàti da frigida caufa. DI DIOSCORIDE. HjjiU D E Illirica applicata con aceto, | & olio Bpfado . Olio di oline faluaticbe unto caldo. Seme di Agno callo meffo in fui male. Torpedine marina uiuapolìà fi opra al dolore. Mandorle amare pefléton aceto ,& oliorofado , & po- lle [opra la fronte. Lana fu cida ab bombata d’olio rofado , & inftememente d’aceto , & mejfa fopra. Sifembro meffo in fui fronte , & fopra le tempie. Succhio canato dalle fondi , ouero dalle bacche dell he- dera , unto fopra al male con aceto , & olio rofado . Iloe unto alle tempie con aceto , & olio rofado. Menta pefla , & impia firata in fui fronte. Serpillo cotto , & mefcolato con aceto , & olio rofado , & meffo fopra al dolore. Foglie di Baccarà applicate per lofijlcjfe. I{uta impiaflrata con aceto , & olio rofado. Seme de anifi beuto. Sphondilio impiastrato infìemecon 1\uta. Teucedano applicato con aceto , & olio rofado . Seme di nigella pe fio , & meffo in fui fi- onte. Conica minore mejfa fopra’ l dolore. Foglie d’Anagiri- tenere beute con uino al pefo d’una dramma . Fradice Bjjodia frefea impiaflrata con olio rofado. Hippoglojfo meffo in fui capo in foggia di ghirlanda. Foglie di Laureola trite , & applicate. Elaterio diffolto con latte , & tirato fu per il nafo. Foglie , & frutti di F^ufco beute con uino. Scamonea diffolta con olio , & aceto Bjofado , & mejfa fopra al dolore. Vapor d’acquamarina bogliente riceuuto con la tefìa feoperta * DEL MATTHIOLO. Calanga pojìa nel nafo . leardo Italiano. Lauanda. - \ f applicati à modo di linimento. CAPO Valeriana frefea pefla con le radici & applicata. Mi equa diflillata di Cinnamomo beuta. Cubebe mafìicatc , & inghiottite. Balfamo artificiale , & la fua acqua applicata. Mufchio Zibetto Ambra Olio Laurino Mumia diffolta con acqua di Maiorana , mejfa nel nafo , ouero unta con cafloreo , camphora & olio de Ben. Mafìice mafie ata con cera mona odorifera. Acqua lambiccata de i fori di Dittamo bianco. Latte di anime di noccioli di perfichi fatto con acqua di Verbena , & meffo in fu la fonte. Latte canato dalle mandorle amare nel mede fimo modo. Cipolla cotta fotto alla cenere, & meffoné una parte cal- da nell’orecchia della parte medeftma doue è il dolore con olio rofado , laurino, & lana fucida. Conferua difiori di Garofani mangiata. Succhio di Ciclamino tirato per il nafo. Sette foglie d’hedera con altrettante d’animelle di per fi- chi mondate , & dipoi cotte in olio & aceto pcjle , & impiastrate in fu la fonte. Agarico prefo in beuanda. Gramigna di fette nodi mejfa fopra la tefìa. Fradice Bjjodia pefla , & impiaflrata con l’acqua di ma- iorana fopra la fonte. A equa di Verbena , ouer amente l'olio, meffo in fui capo. Acqua di Verbafco applicata alla fonte. Funghi di Sambuco macerati in acqua rofa ,& applica- tifopra la fonte. Coloquintida prefa inpilole. Quinta ejfentia noHra beuta, & applicata alla fonte. A i uecchi dolori del capo. DEL MATTHIOLO. CJ° 4 Legno Guaiaco -, - Decozioni dò china ' P"‘fa 4°’ &,om c°"- ? Z arrapar illa Jtmm’ Foglie di melagrano ouero il fucchio applicato alla fiote. Foglie di hedera cotte con animelle monde di perfìche & polle fopra’l fonte, & fopra le tempie. Agarico prefo in beuanda ò in pilole. Coloquintida prefa per bocca in pilole , ò in beuanda. e Alli Dolori di |i|| tì ' Dolori di capo cai- CAPO Alli dolori del capo caufatidacaufacalida. DI DIOSCORIDE. Olio di otite fototèche unto fopra al dolore. Vnguento rofado mtofopra al male. fiori di LiriSro meffi in fui fronte con aceto. Infufione dirofefcccbe fatta nelitino, & jpremtamol- to bene, & mejft con pct&e bagnate m effa Jop,t lafi-onte. VortulacapeHa , &pofla fopra la fronte. Meliloto bagnato con aceto , & olio rofaio, & pollo fo- pra al male. Radice di Vjmpbea beuta ,&meffa nel nafo. l\adice rbodia frefca applicata alle tempie con olio ro- fado. Opio dijfolto con olio rofado,& applicato alla fronte. Tftllio pefto con aceto , ouer amente con acqua , & mef- fo in fui fronte. Hippoglojfo fattone ghirlanda , & pofìa in fui capo. Sempreuiuo maggiore unto con olio rofado Foglie di folatro ligate fopra, al dolore. Foglie di mti , & parimente i uiticci petti , & potti fo- pra al dolore. Ophite pietra, ciò è ferpcntino pofìo in fu l dolore. 1 DEL MATTHIOLO. Mofco de gl' alberi > <£r delle pietre abbombato nell’olio rofado ,& applicato alla fronte. Vnguento Topuleon , untone tatto il capo. Mqua di betula, che difilla dal tronco dell'albero quan do fi pertugia, potta alla fronte. Olio di liguttro untone la fronte. l\ofe,& Rettalmente roffe cotte in nino auttero , & applicate. Succhio di mele acetofe , & garbe confandali pofì o alla fronte. Quello uifcofo butnore canato dalle chiocciole uiuecon olio rofado applicato alla fronte. Vino de melagrani acetoft beuto,& applicato La (foglia de iferpenti cotta nell'aceto. llroffo conia chiara deli ouo frefco con olio rofado & acqua rofa sbattuto, & applicato. Midolla di pane di fomento abbombata in olio dì man- dorle,& di Tapauero alligata alla fronte. Torccllanapctta ,& pofìa alla fronte. Succhio di piant agine unto con olio rofado. Scorce di \ucca , & di cocomero frefco alligate alla fronte. Succhio di Lattuca con olio rofado,& aceto. Faua inuerfapefia con aceto, & applicata. Foglie frefche di Tsfenupharepofie fopra’ l capo. Succhio di poligono maggiore inunto. Foglie frefche di Iufquiamo applicate alla fronte. Mucilagiye di feme di T fillio con olio rofado pofìo alla fronte. Succhio di folatro hortolano poflo alla fronte. Foglie frefche di mandragora pofìe fopra l capo. Mfine pefia, & applicata. Succhio di ciafcuno de i fempreuiui , ouer l’herbapetta, & applicata. Succido d’Ombilico di uenere d'ambi dui appoflo. Cimb alaria uolgarepefìa & applicata. .Olio di mandorle dolci fatto con frutti di momordica al. fole , unto alla fronte* ... j CAPO Sandali bianchi con acqua rofa applicati. Camphora con acqua rofa appotta . Olio rofado tepido. Olio d'oliue faluatiche inunto. Foglie di melo granato pefìe , ouer il lor fucchio con olio rofado inunto. Mandorle dolci pettc con acqua rofata , & pofte alla fronte. Olio di fiori di\ucche compofloalfole munto Die ottione , ouer infufione difena , beuta. Foglie di effa feria potte nella lifeia per lauare il ca- po. Alla emicranea. DEL MATTHIOLO. Emicra- nea. Incerìfo & Mirrha polucri\ati,& incorporati con chia- ra d'ouo , & applicati alla fronte, & alle tempie. Mumia meffa nel nafo con acqua di Maiorana. Sagapeno beuto con decotione di betonica. Fradice di cocomero faluatico cotta nell'acqua & dipoi pefìa , & incorporata con olio , & con affen^o , & applicata al dolore. A purgare il capo. Purgare il DI DIOSCORIDE. ca?0* cCauolo -ì | Bietola Succhio di Vf2'ZmaS' Ì^ofuperilnafo J Chelidonia min. | c Cipolla J ^uiphf^ria ^ ma^catl lungamente. C oloquinthida prefa in pilole Vua paffa matticata con pepe Vetriuolo meffo inpoluere nel nafo con lana . DEL MATTHIOLO. £ Iride "p Succhio di )> nerba gatta >meJfo nel nafo, Maiorana Cubebe mafticate con mafttee Mattice matticata con cera nuoua. Fradice d’imperatoria matticata Infufione di feria beuta Sagapenoprefo in pilole. Seme di fenape , & dinaflurtio matticati. Dolori di capo fanno quelli. DI DIOSCORIDE. Olio di fiorace odorato. Oliue gialle Ghiande Dattili "Ffoci communi ^ ìlbatrelle j Germini di ferula J Radici di Meoprefeper bocca in quantità . Succhio d’affen\o beuto. ■ DEL MATTHIOLO. Vino gagliardo beuto piu.del.bif )gno. Senape meffa ne i cibi. 'goccinole mangiate copiofamente. Latte beuto in quantità. Co fé che , fanno do- lore di ca- po. . f mangiate . CAPO , . . AlIaLethargia. 8 DI DIOSCORIDE. Seme di vitree meffo fopra al capo incorporato con aceto , & oliorofado. Cattoreo diffolto con aceto 3 & olio rofado & tirato per il nafo. Cipolle cotte mangiate. Senape trita , & impiagata in fui capo rafo. Sphondolio ufato a modo di fomento 3 onero onto fopra’l capo con olio. Teucedano dijfolto con aceto , & olio rofado , & me fio in fu il capo. DEL M ATTHIOLO. Tfardo Italiano beuto , & applicato. Lavanda beuta , & me fi a in fui capo. Mcqua di Cinnamomo difiillata, beuta. adequa dibài famo arteficiale me fi a in fui capo onero il fecondo ,ò il ter^o liquore. Succhio di fifembro unto con aceto. Conferva di fiori di garofani mangiata. Agarico aggiunto nelle purgationi. Olio di fiori ,{& di foglie td' Hiffopo fiarfo fopra’l ca - pò. Stechade beuta con aceto fcillino. Dittamo bianco applicato come fi uogli . Salvia tanto beuta 3 quanto applicata di fuori. Conferua di fiori di faluia. Herba gatta ufatain bevande , & in fomenti. Maiorana tanto prefa dentro quanto applicata difuo - re. Radice d’imperatoria ufata in qual fi uogli modo. Rofmarino ouero la conferua de i fuoi fiori. Euphorbio fregato in fui capo. Chamedrio prefo in bevanda 3& legato foprala parte pofleriorc della tefia. Quinta effentia noflra beuta , & tirata per il nafo. Prouocare A prouocare il Tonno . il Tonno. DI DIOSCORIDE. Iride illirica beuta. Mmomo poSìo in fui fi-onte. Mandorle amare mangiate. Seme d’Mgno cafio , beuto con uino. Lattuca mangiata dopo cena. Mloe applicato perfefolo 3 & con olio rofado • Bacchara odorata Seme di giunco Ethiopico beuto. ■ Capi di papaveri cinque ouerfei cotti nel uino & beato- ne la dicottione. Dicottione di fiori 3 & capi dipapaueri beuta & fiarfa fopraalcapo. Seme de Iufquiamo beuto 3 & impiafirato in fui ca- po. Scorce di radici di folatro fonnifero beute nel uino alpe- fo d’una dramma. Dicottione di radici di madr agora fatta nel uino allami- fura di tredici dramme. Tomi di mandragora odorati fieffo. Liquore diradici di mandragora meffa per foppoHa nel federe. DEL MATTHIOLO. tnfufmedi mofcocofi arboreo come delle pietre fitta nel uino i & beuta. CAPO Foglie di Salce meffe nelle lauande. Latte di mandorle amare me ffo alle tempie , & in fu la fronte. Mandorle dolci peste , & applicate con acqua rofa. Succhio di lattuca applicato non olio rofado alle tempie , & alla fronte. Corallo beuto. A prouocare liftarnuti. DI DIOSCORIDE. Seme di fenape petto , & meffo nel nafo. Fiori diptarmica meffi nelnafo. Radice difiruthio meffa nel nafo. Radice di ranoncolo polueri^ata & meffa nel nafo. Daphnoide meffa nel nafo. Radice di elleboro bianco ufata nel mede fimo modo DEL MATTHIOLO. Tepe trito 3 & meffo nei nafo. Radici di ciclamino meffe nelnafo. Alleuertigini. DI DIOSCORIDE. Seme di Balfamo beuto Teucedano diffolto con aceto 3& olio rofado 3& unto- fopra’l capo. Galbano odorato. Radice di brionia beuta ogni giorno alpefo d'ima dram- ma per un anno continuo. Cime di uite nera quando fono tenere cotte & maliziate nei cibi. Starnuti. Vertigini. V ino j ouer aceto Scillino beuto. DEL MATTHIOLO. Mcqua di cinnamomo difìilldta beuta. I liquori tutti del balfamo artificiale unti fopra la comif- fura coronale. Mumia meffa nel nafo con acqua di maiorana. Chiocciole pefie con il gufcio3 & beute con aceto. Radice di f cordonerà ouero il fuo fucchio beuto. Conferua di fiori di Garofani ufata fieffo. Cubebe prefe ogni giorno cinque grani per uolta. .Agarico prefo in pilole,ò in bevanda, ouero ufato per lauarfi il capo in luoco di fanone. Saluia tanto profondi dentro quanto applicata di fio- re. Conferua di fiori di faluia ufata fi e ffo. Herba gatta beuta , & meffa in fui capo. Maiorana beuta , <&• applicata in fui capo. Radici a’ Imperatoria, meffa nelle beuande ,& nei fo- menti. Dicottione , ouero infufione di fena beuta. Rofmarino ufato in qual fi uogli modo. C onferua di fiori di rofmarino Sagapeno beuto ,& applicato di fuor e. Chamedrio in qual fi uogli modo amminifirato. Alla aploplefsia. DI DIOSCORIDE. Radice di brionia beuta ogni giorno tutto uno anno in tero al pefo d una dramma. DEL MATTHIOLO. Apoplef- ì». Me qua diflillata di fiico , & di lauanda beuta. Me qua distillata di cinnamomo prefa per bocca. Balfamo artificiale co ogni fuo liquore unto fopra la com , mijfura coronale. è e 2 Mgarif strafico pnfo in pilole. > Qyinta effondi del Mattinolo beuta, & applicata [opra l capo. Epilessia. Alla epilefsia. DI DIOSCORIDE. Cardamomo beuto con acqua» Caricamo tolto per fe foto» ì Carpobalf amo beuto. Seme di popolo nero beuto con aceto. Fichi fecchi mangiati fpeffone i cibi, ùnghie odorate fomentate. Caglio di lepre beuuto. Ventre di donnola , onero mufiella empito di coriandoli ,. & lafciato inocchiare , & poi mangiarlo. Sangue di Donnola beuto. Fegato da fino arrofìitoi& mangiato da digiuno. Vnghie d’ afino abbrufciate & beute in poluere. CaUi che nafcono nelle parti di dentro delle gambe de i caualli triti , & beuti con aceto. •pietre di rondine della prima couata legate jn cuoio di cervo, & portate al collo. Siero di latte cofi coptamente beuto che muouabeneil corpo. Caglio di uitello marino beuto. ì Fiele di orfo tolto per bocca. Fiele di teftuggine terrejìre meffo nel nafo. Sangue di testuggine terrefire beuto. r Sterco dicicognabeuto con acqua. Tiantagine cotta con lenticchie , & mangiata fpeff i. Senape trita , & meffa nel nafo. ‘ Pepe intero manicato. Scilla beuta in poluere. Agarico beuto con odimele alpefo d'una dramma. Fradice di Iringo beuta con acqua melata. Seme di ruta faluatica pref i in bevanda. Radice , & feme di fefeli Mafìilienfe in beuanda. Peucedano unto in fui capo dijfolto con aceto ,& olio rofado . Sagapeno beuto. Laudario odorato. „ Ammoniaco tolto in elettuario fatto con mele . Foglie , & feme di Trifoglio bituminofo in beuanda . Contila beuta con aceto. Mnthillide feconda prefa con ojfimele . Betonica prefa in qual fi uogli modo. C.inquefoglio beuto trenta giorni continui. Seme dipapauero ffumeo beuto con acqua. Helleboro nero tolto in beuanda . Succhio d’Hippopbctto beuto al pefo di tre oboli. Radice di Brionia beuta al pefo d’una dramma per uno anno continuo. Cime primaticce di uite nera mangiate frefche cotte ne i cibi. Mceto melato beuto. Vino , & aceto fcillino in beuanda* Selenite pietra beuta inpotuere. Etite pietra diffolta con olio ciprino , ò gleucino ò qual fi uogli altro olio di calda natura & unta in fui capo . Cote naffia tolta in poluere. DHL MATTHIOLO. Lavanda , & fpico nardo volgare tanto di dentro , quan- to di fuore . . CAP O jlequa diftillata di cinnamomo beuta. Balfamo artificiate' beuto , & unto in fui capo. Jfiumia meffa nel nafo con acqua di maior aria . Offo di craneo bimano beato. C-afioreo beuto con oflimele. Caglio di lepre beuto con aceto . •Pietra di fiele di bue trita , & fo fiata nel nafo • adequa dijìillata di fierco bimano beuta. Radice di Scorzonera , ò il fuo fucchio beuto. Garofani fiori beuti in poluere con acqua di betonica, <& . dimaiorana. Conferva de i medefìmi mangiata fpeffo. Ciclamino prefo in bevanda ,ò meffo ne i crifleri , ò il fuo fucchio tirato per il nafo. Agarico pref ) in beuanda , ò inpilole. JLrislolocbia ritoìida beuta. Hiffopo in qual fi uogli modo prefo per bocca * Stechade beuta con la falla. Radici di dittamo bianco prefe in polvere. Saluia beuta , & polueri^ta f >pra’l capo . Maior aria ufata in qual fi uogli modo. Succhio di Galega prefo alpefo duna oncia gir me\a. Imperatoria aggiunta nelle bevande. Dicottione , ouero infufione di fena beuta. Rpfmarino , ouero la conferva de i fuoi fiori. Sagapeno prefo in pilole. Legno di uifchio quercino prefo in poluere al pefo (Cuna. dramma per .40 giorni continui. Radici di uincetoffico trite con feme di peonia & beu- te. Cardo benedetto , ouero la fua dicottione , ouero l’acqua difiillata beuta. Chamedrio aggiunto nelle beuande. Radici di pbilipendula polueri\ate, &fparfe fopra a *\ cibi. Seme dipalmacbrisli beuto in polvere coniano alpefo d’una dramma. Dicottione delle radici del mede fimo ufata per innacqua re il vino. Peonia di Galeno attaccata al collo-. Seme di peonia infilzati , & portati intorno al collo, x Acqua difiillata d’H iperico quando fiorifee beuta. Dicottione d’iua beuta alquanti giorni con mele rofado, & offimele, Infufione di radici d’ Helleboro nero beuta. Quinta effentia del Matthiolo ffeffe volte beuta * & po- fìa fopra al capo. j Mceto fcillino ufato ffieffe volte. Antimonio lacinthino del Matthiolo prefo per bocca in qual fe uogli modo. Corallo tanto beuto quanto portato al collo. A gli (memorati. DEL MATTHIOLO. jLnacarài , & la loro confett ione. Quinta effentia del Matthiolo beuta ffeffe volte. Balfamo artificiale beuto , & applicato. Allaphrenefia. D I DIOSCORIDE. Vnguento Crocino meffo fopra l capo, ouero odorato * &' meffo nel nafo. Seme Smemora Phrenefia. C A P O lC A P O Seme di Vince applicato con olio , & aceto. Affaragi beuti con nino bianco. Serpillo applicato con aceto , & olio rofado. Spbondilio fomentato , oucr amente impiaflrato con olio in fui capo. DEL M ATTHIOLO. S uccbio di maina beato al pefo di otto once. Succhio, di Solatro bortolano , & delle fue bacche appli- cato fopra la parte dinanzi del capo. Acqua di. Bugio jfa , & di Borracine applicata /opra l capo. Olio rofado applicato con acqua rofa & aceto. Infiamma Airinfiammagioni del ceruello. , gioni del DI DIOSCORIDE. Camello. Scùyr^ fa picche frefche mejfc infila fronte. Scorce di melloni applicate nel medefimo modo. Foglie d'eliotropio legate in fu la fronte. Aceto pofloalla- fronte. DEL MATTHIOLO. Agarico prefo in beuanda , onero in pilole. Sandali tutti applicati con olio rofado & aceto con un poco di campbora. Alla Melancholia. DI DIOSCORIDE. Seme di Baftlico beuto. Helleboro nero pref o per bocca. Fòglie di Betonica beute. Epitbimo pref ì nelle medicine. DEL MATTHIOLO. Tomid olà ,& il f icch'i o loro. Cedri frutti . Sandali tutti. Succhi di maina beuto al pefo di feì once. Radice di Scorzonera , onci il fuo fucebio beuto. Agarico pref o in pilole. Tbimo beuto con ofimele al pefo di due dramme . Dicottione onero infufione di feria, beuta. Radici di V inceto fico beute trite con feme di baflico , ò con corteccia di Cedro , è con perle. Meliffa prefa in qual fi uogli modo-. Dicottione d' Affieno beuta. Dicottione di Borraggine > onero di Buglojfa fatta nel ui- no »puer amente nell'acqua. Infufione d'htlleboro nero meffa nelle purgationi. Siroppo di Tolipodio del Mattinolo. Aceto Scillino. Quinta ejfentia del Mattinolo» Anthimonio del medefimo prefo al pefo di 4 .grani. v Argento uiuo precipitato prefo alpefo di %. grani. Qro. Coralli. Terle. Ebbria - caiiat0 P?etra Gagate beuto con uino. chezza. Alla Ebbriachezza. DI DIOSCORIDE. Zaffar ano beuto prima con nino paffo. Vino di pomi granati n , Vino di bacche di mirto * eiit0m Cauolo mangiato di poipafio. DEL MATTHIOLO. Aceto applicato ài testicoli. •Acqua diflillatd da ifioHdet \affaraH 0 beuta. Mandorle amare fei , ouer fette mangiate perauanti. - Alcatarrho. Catarro. DI DIOSCORIDE. Vnguento Irino meffo nelnafo. Storace Aumentata. Bitume Tfiapbtbafumentato. Cinnamomo beuto. Radici di Meo tolte in lettouario di mele , & uaglio- no propriamente quando il catarrbo uada al petto. Tfpcciuole ouero Auuellane arrostite , & beute con un poco di pepe. Radice di Dragonthea maggiore cotta & mangiata. Gomma di Draganti mangiata in lettouario fitto con mele. Dicottione d’HiJfopo , di fichi fecchi, & di ruta beuta calda. Helichrifo beuto con uino adacquato al pefo di tre oboli. Seme dilufquiamo beuto con feme di papauero alpefo df tre oboli. • DEL MATTHIOLO. v- S andar aca gomma fumentat a ,& fparfa fopra al capo-. Sandalo roffopolueri^ato fopra al capo. , Storace fumentata , & meffa in fu la tefta. Garoffani ar ornatici fumentati fotto il nafo. Agarico prefo in beuanda. Rof marino in qual fi uogli modo beuto. A corroborare il ceruèllo. Conforta. DI DIOSCORIDE- , re.lccrud Agallocho beuto. *°‘ DEL MATTHIOLO. Cubebe mafiicatc & inghiottite. Me qua diflillata di Cinnamomo beuta. B affamo art e fidale unto alla commiffura d’auanti . Mofco odorifero p Zibetto r odorati ffeffo. Ambra ^ Toluere di Garoffani aromatici fparfi fopra al capo. Rofe , lor conferua. C on ferita di Garoffani fiori mangiata ffcjf ). Stccbade p Menta greca S ufate nelle beuande. Saluia Sena meffa nelle lauande. Ro fmarino 3& la conferua dei fuoi fiori. Radici di Garofolaria odorate. Radice Rhodia in qual fi uogli modo adoperata. Quinta ejfentia del Matthiolo beuta , & pofla di fuor e. Alle ulcere del capo che menano* y]cere de» DI DIOSCORIDE. capo. Incenfopolueri^ato con Ifitro. Latte di fico domeftico , faluatico meffoui con farina , d'Orzp. Orina Stantia lauando con effa il male. Fieno greco impiafiratoui fopra. Farina diceci (far fa fopra l male. Malua impiaSlrataxon orina. Cenere di Aglio abbrufeiato applicata con mele. Dicottione di Ciclamino fomentata. Bulbi applicati con nitro abbrufeiato. Meliloto impiaflrato con terra cbia , & uino, oucramen- te con Galla. C 3 Foglie ■ c a p' o toglie di Rpuomefein fui male, Cenere di radici di Giglio implorata con mele.. Adianto cotto nella lifeia. Salamoia aceto fa applicata a modo di lattando, . * PEL M ATTHIOLO. foglie di bedera cucite à modo di berretta & portate fui capo , Succhio di Contatimi minore meffo tifiti male. Menta applicata frefea. NERVI Spafimo, Alio fpafimo. DI DIOSCORIDE. II^I d e Illirica beuta con aceto . Dicottione di Acoro beuta , ■Cardamomo beuto con acqua^ Radice di Giunco odorato , ciò è fquìnantho, tolta in be- '■ uanda alquanti giorni al pefo di una dramma con al* trettanto pepe. Coflo bianco con uino , & con affondo beuto , Ralf amo beuto con acqua. Uelenio tolto in lettouaro fatto con mele . Vnguento Sanfucbino unto alla nuca , Bdcllio impiafìrato. Bacche di Ginepro beute. Bacche di Cedro mangiate. fradice di H alimo beuta al pefo di una drama con acqua. Cenere di legno di fico unta con olio. '• '} Carne di Riccio terreSìre mangiata. ; Caftoreo tanto tolto per bocca quato applicato di fuori. * Serpillo beuto. Stetco di capra beuto con aceto., fradice di Dragontea cotta , & mangiata con mele , 'i Radice di Amphodillo beuta al pefo d'una dramma. Seme di C appari beuto . Argemone impiaflvata. Agarico beuto con uino melato al pefo di tre oboli , Reupontico beuto. Galbano inghiottito . Radice di Genti ana beuta alpefo di una dramma , Apologià tonda beuta. Radice di Centaurea maggiore prefa con uino , Seme di Leucacanta beuto. Radice di Acanthio beuta. Ridice di Bianca fina cotta nel uino. Origano mangiato infieme con fichi fecchi. Radice di Iringo beuta conacqua melata. Tulegio beuto con aceto inacquato. Dicottione di Calaminta beuta. • Dicottione di radici di Baccaraprefaper firopo . T anace H erculeo impiastrato alla nuca. Radice di Rofmarino prima me fa in fu la nuca con fari * na di GiogliOf ■ Teucedano difolto con olio Rofado , aceto , efi mefo in fu la nuca \ Clinopoàio beuto. k Dicottione di Chamedrio prefa in beuanda, lafero inghiottito alpefo d’uno obolo.. Sagapeno beuto. . Galbano inghittito in pilole. foglie di Betonica beute con acqua melata al pefod’m ' denaro. Radice di Xiride prefa conpafo. N E R V I Sìmphito beuto con aceto melato, TfiUio impiafìrato. Serpillo beuto , & impiafìrato , • Dicottione di Verbafco beuta. Brionia fatta in Lettouaro con mele , Dino Scillino beuto. fino di Tragoriganó beuto. Radice di Satirione beuta con uino nerofììttico. Cori beuta con uino. DEL M ATTHIOLO. Olio trino y Spico 7>{ardo uolgare in qual modo fi uogli. lauanda ^ Acqua di Cinnamomo difiillata. Balfamo artificiale unto alla nuca , & alla fina. Radici d'kelenio prefe inpoluere . Olio di noci unto alla nuca. Mumia tanto prefa dentro , quanto applicata difuore. Olio di Seme di lino. Ciclamino in beuanda, onero nei crifìcri , ò tiratone il ' fuccbioper ilnafo. Agarico prefo in qual fi itogli modo. Stecbade cefi prefaper bocca , come mefa ne i bagni, & nei fomenti. Dicottione dipulegio ^Hc--ba gatta f tant0 beute quanto fomentate. Radice d Imperatoria Euphorbio ùnto1 con olio di uiole gialle. Vnguento di Fifchio dipcro faluatico deferitto nel di- morfo del uifchio. Chamedrio mefo nei fomenti, & ne gl’ Vnguenti. Olio di Gigli bianchi unto alla nuca . Biadici di Canape cotte, peSie, et impiaSlrate in fui collo . Coloquintbida prefa in pilule. Antimonio del Mattinolo prefo in qual fi uogli modo al pefo di quattro grani. Òlio di pietra Gagate unto alla nuca. Alte ftupore. DEL M ATTHIOLO. Acqua di Cinnamomo distillata beuta. Balfamo artificiale y Olio di feme di Senape unti a i luoghi flupidiì Olio di fiori di hif ìpo ^ Tignoli mangiati fefo Stechade mefa nelle lauande , & ne ì fomenti. Dicottione di pulegio beuta. Saluia tanto beuta quanto applicata difuore. Maiorana Radici d\ Imperatoria! ufate tanto di dentro quanto di Rofmarino C fuor e. Chamedrio Dicottione di Ina beuta con mele Rofado. Quinta efentia del Mattinoti tanto beuta quanto appli- cata difuore. Alla Paralifìa. DI DIOSCORIDE. Teucedano applicato con aceto & olio rofado. Scorda di radici di Carpari , & fme beuto inpoluere. Sagapeno inghiottito. Radice di Riibia bauta. Coloquintbida mefa ne i criSìerì. Cime Stupore. Paralifìa. NERVI Cime pfimatìccie fiefche di uitc nera cotte & mangiate ne i cibi.- Vino Scillino beuta, DEL MATTHÌOLO. Badici di Iride condite mangiate fpeffo. Spiconardouolgare. Lauanda. sfarina , o la ftia dicottione beuta, adequa di Cinnamomo diflillata beuta. Balfamo artificiale unto di fuore. Radice H elenio beuta inpoluere. Olio di Seme di fenape unto all’origine de i nerui. Tignoli mangiati fpeffo. Mumia applicata di fuore con acqua di maiorana . jlnachardi. 'Cafloreo beato con acqua melata. Conferita di fiori di garofani ufata fpeffo. Ciclamino meffo nelle bacando nei enfi eri , & nel nafo. jlgarico prefo in qual fi uogli modo. Olio di foglie , & fiori d'Hiffopo. Stecbade meffa ne i bagni , & ne i fomenti. Tulegio tanto beuto quanto fomentato. Saluìa adoperata in qual fi uogli modo. Herbagatta y Maiorana > adoperate in qual fi uogli modo. Radici d’ Imperatoria ^ Dicottione onero infufìone di Sena beuta. Euphorbio unto con olio di uiole gialle. Chamedrio ufato cofi di dentro come di fuore. Bellis di tutte le fpetic.cofi in beuanda come in fomenti. Me qua diflillata dell’herba, & de i fiori dell'bipperi - co beuta. Dicottione d'Iua beuta piu giorni continui con mele ro - fado f&ofiimcle. Condito , & pilule cantra laparalifia deferitto nel di- feorfo del ebamepitbio. Coloquintbida prefa in pillile. Quinta effen^a del Mattinolo ufata tato di dentro ,quan- ■ to di fuore v ■ Antimonio del medefmo prefo alpefo di quattro grani. Olio di piètra Gagate unto alla nuca & alla [pina . Al tremore de i nerui. DI DIOSCORIDE. Cer nello di lepre arrostito , & mangiato. Cafloreo beuto , & applicato di fuore. Cauolo mangiato ne i cibi. Dicottione d’althea beuta. DEL M ATTHIOLO. Mcqua di Cinnamomo diflillatabeuta. Balfamo artificiali. Tignoli mangiati fpeffo. : Saluìa adoperata tanto di dentro quanto di fuori. Maiorana ? Radici d' imperatoria > m U0Sli modo n, Dicottione di ebamepitbio beuta con mele rofado . Scinta effentpt del Matthìolo. Flu.rsi d' A i flufsi de i nerui . DI DIOSCORIDE. Farina di grano impiagata con fuccli o di Iufquiamo. Farina d’Or^o impiafirata con aceto. AiDolori,&infirmitàdeiNerui. i DI DIOSCORIDE. , Tremore di nerui. Dolori di nerui. N E R V I Eleomele applicato di fuore. fSicionio _j '* ■ j Laurino ( m YclZL f «ntidifme. I Mcthopio | K/ imaracinoJ BdeUio meffo ne gl’ impiastri. ; Lifcia di ceneri di fico applicata al dolore. Cafloreo tanto tolto per bocca quato applicato di fuore • Carne di Riccio terrefire mangiata arrostita . Carne di Vipera cotta,& mangiata . Dicottione di radici di Toterio beuta. Teucedano applicato con aceto ,& olio rofado . Lefero inghiottito al pefo d’uno obolo. Centaurea minore beuta. Indice di Giglio arrofiita, & applicata con mele. Radice di Satìrione beuta con uino nero garbo. B^adiccd Mltheaper fe fola ,'ouero cotta con uino , & acqua melata , & impiafirata in fui male. Succhio-di Hippophefio beuto alpefo di tre oboli . Jlcqua marina in lauanda. Mi ceto Scillino beuto . r/- - difiechade ? , Vm0 I di Tbimo lheut0- DEL MATTHÌOLO. Olio di Terebentina unto al dolore. Tignuoliufati nei cibi, r di Terebintbo y [ di Larice > inghiottita con Iua. • d’Mbeto à r di noce Mofcada ? ufato tanto di dentro - ‘ di noce d’india * quanto di fuori. Ceneri degamboni, & de baccelli delle faue impiafirata, con fogna uecchia. S techade meffa ne i bagni , & ne fomenti. * Tulegio y > Majorana rin qual fi uogli modo adoperate . Iua J Olio de i fiori dell’herba Cortufa applicato al dolore. Alle ferite de i nerui . "Ferite di DI DIOSCORIDE. ncrili- Chiocciole terreflri'pefle , & meffe fopra la piaga. Vermi terre fri mcffi nel me de fimo modo. I Boturo meffo fopra al male. Foglie di Senecione impiaflrate con manna de Incenfo . F oglie di Dragontea minore meffe fopra la ferita. Fradice di Toterio pefia , & applicata. fiadice di Giglio impiaftrata con mele. _ Grana da tingere applicata con aceto. Radice di Tsjanifio pefia , & mefia in fu la piaga. DEL MATTHÌOLO. Balfamo artificiale Olio diTcrebinthinal fi. Lagrimo di jlbete f fu la piaga. Olio di Tfoce Carne di chiocciole pefie con farina, & applicate. Olio di Lombrichi applicato con balfamo artificiale ,ò ' con olio diTerebentbina. Olio d’Hipperico ? Oliodi MomordicJyricatialmle • e 4 Alla Befina ■< Olio Contrai - lione di nerui. Conni fio ni di ner- Nerui in- grofsiti. Spelagio- ne di pal- pebre. Groflewà di palpe- bre. Ruuidez - za di pal- pebre. N E R VI AHa contratrione & Durezza de i Nerui. DEL MATTHIOLO. Graffa di Marmotta. -, Graffo diTaffo | t OliodiT, , orliamomi mtidmde. Midolla di Cerno et di \ Vitello 1 Olio di feme di lino J Alle contufioni de i Nerui. DEL MATTHIOLO. Carne dì chiocciole tenebri fejìa, et impiajlrata con fio- ri di farina. Farina di Faue incorporata con offvmele. Radice di, Dragontea impiastrata con mele &ftercodi capra . Ai nerui ingrofsiti. DI DIOSCORIDÉ. Sefamo impiaftràto. Cenere di Sarmenti applicato con S ogna ò con olio. OCCHI. Alla fpellaggione , delle palpebre . DI DIOSCORIDÉ. Dlcottione di [pica Indiana fomentata. H umore di chiocciole terreftri applicato. Efippo meffo fopra il luogo. Gomma , & latte di Condrilla mcjfa oue cafcano i peli. Vietra Armenia meffaui [opra. A Sminuire la grollezza delle palpebre . DI DIOSCORIDEf Cenere di Mituiilauata , & fiegàtauifopra^ Vnghie odorate ahbrngiate , & [regate fopra al luogo. Alla Ruuidezza delle palpebre. DI DIOSCORIDÉ. Scórce d'incenf ) ab br agiate, & applicate . Fuligine di pece untaui fopra . Lido poftoui d modo di linimento. Ojfo di fepia trito fottilmente & fregato . rDi Scorpione marino^ ' di tefluggine marina I Fiele \ di Verme ì a Vnto al luoco. Rogna di palpebre. Flufsi di palpebre. ì d'Aquila | di Gallina bianca j e di Capra faluatica J Senape trita , & applicata con mele. AgreSlo meffo per fopra. Scarna durame. , ' Faggine di ferro a ° Chalciti fregatoui fopra in poluere. Vietra Hematite applicata con mele. Alla Rogna delle palpebre. DI DIOSCORIDÉ. Succhio di cipolla applicato conffiodio. Aloe meffaui con acqua. Latte di fico untoui fopra. DEL MATTHIOLO. Gomma di Tragacanta mollificata nel latte . Sagapcno applicato con aceto. A i flufsi delle palpebre. DI DIOSCORIDÉ. Foglie dimaiorana applicate con farina d'or\o. Alfine nel medefimo modo. Foglie di Ricino trite con farina d'Orgo & applicate . o C C H Alle infiamagioni delle palpebre. DEL MATTHIOLO. Ouo dì gallina crudo con aglio rofado. Bacche di Alcacbengi macerate nel moSio, et applicate. Acqua distillata di lente palustre. Acqua distillata di Borragine ,& di BugloJJd. Alle albugini ouero fiocchi. DI DIOSCÒRIDE. Liquore di Balfamo distillato nell'occhio. Cancamo diffolto nel nino , & giocciolato dentro . Mirrha meffaui dentro in poluere. Bitume: TSfaphtha diflillatoui dentro. Cenere di M ituli lauata , come fi laua ilpiombo & me fifa ne gl’ occhi. Cenere di Vnghie odorate ufata nel medefimo modo. Cenere di gufici di Chiocciole incorporata con mele & mejfa dentro . * Di Scorpione marino-y , | Di tefluggine marina j Fiele j1 meffo dentro nell’ occhio. | Di Gallina bianca j cDi Capra faluatica J Orina humana cotta prima in uafo di rame, & poi mef- fa nell' occhio. Latte di lattuga faluatica distillato nell' occhio. Succhio di Dragontea meffo nell’occhio . Succhio di cipolla ufato nel modo fu detto . Gengeuo meffoui in poluere. Succhio di Chamefice unto con mele. Fòglie d’Argemone applicate . ? Armoniaco informa di linimento. Horminio meffoui con mele. Succhio di loto domestico meffoui nel modo medefimo. Sale trito fottilmente, & foffiato nell’occhio . Fior di fiale ufato nel medefimo modo. Saphiro pietra mejfa dentro nell’occhio • Squama di Rame fottilmente trita , & meffa nell’occhio. DEL MATTHIOLO. Mufchio odorato meffo ne i colhrij. Ebeno trito impalpabile meffo dentro con acqua. Cenere di Donnola abbruciata meffa ne gl' oc chi. Occhio deSìro di Chameleone cauato deli animale uiuo , & applicato con latte. Succhio di Cent aurea minore applicato con mele. Succhio di Hieracio distillato nell’occhio . Sagapeno in fufo lungamente in fucchio di ruta,& fiele d'animali rapaci meffo no icollirif. Sarcocolla macerata cinque giorni in una targa di uetra con latte afinino , & diftillata nell’occhio. Succhio di fcabiofa applicato con Chrifocolla ,& un po- co di camphora. Antirrhino legato in fu la fronte . Corallo abbrufeiato meffo ne i collirij A leuar le cicatrici dell’occhi. DI DIOSCORIDÉ. Cancamo diffolto con uino , & meffo nell’occhio. Mirrha polueri\at a fopra la macchia. Bitume iqaphtha diflillatoui fopra . CedriapoSla fopra al luogo. Cenere & Chiocciole terreftri meffoui dentro fottilmente polueri\at&i Infiamma gioni di palpebre. Fiocchi nelli oc- chi. Cicatrici nelli oc- chi. OCCHI Orina humana cotta in uafo di ^ rame. I Serapino Succhio dì Chamefice tmeffe dentro nelli Verderame | occhi. Feccia di nino abbruciata j Corallo fottilmente poluer innato | H ematite pietra Sapbiropietratocandofl con effla il luogo. DEL M ATT HIOLO. Succhio di Hieracio difliUato nell'occhio. Sarcocolla macerata nello latte afìnino,& dijlillata nel- l’occhio. Nuvolette Alle nugollette de gl’occhi. chi!10'” DI PIOSCORIDE. Succhio di radice d’acoro difliUato dentro. C affla odorata meffla ne i coUirij. Cinnamomo ufatonclmedeflmo modo. \ Comma di ciregia applicata al luogo, Infufione di jl cacali meffla nelli coUirij. Succhio di Vi catia lauato , & meflflo dentro. > Incenfo fottilmente poluerigato , & impoflo. Tre fiori picciolini di pomo granato mangiati ognigiorno per tutto un’anno. Ebeno fottilmente macinato , & meflso ne i collirij . Lido meflso nell occhio. Gomma di pruno applicata. Carne di Vipera cotta , & mangiata ne i cibi. Vendine arroflita >& mangiata ne i cibi. Grafo dipefee meflio dentro nell occhio. Succhio di Finocchio applicato ne i collirij . rDi Scorpione marino -, j Di teftuggine marina j me fesjz ^‘ctfoneU occhio.- | Di GaUina bianca | ^JOi Capra flaluatica J Orina humana cotta in uafo di Bearne, & dfflillata à goc- ciole nell’occhio. Latte di lattuga flaluatica ^ Succhio di Dragontea maggiore ! Succhio di CipoUa J Succhio di Loto domeflico (. DiHillato neU’ occhio. Succhio di Chelidonia maggiore j cotto in uafo di rame con mele l Succhio di Otbona. J Futa mangiata nei cibi . ^4 gre fio meflflo dentro. T anace H erculeo applicato al male. Succhio delle foglie, & deUe radici del pofmarino primo difliUato neU’ occhio con mele. Succhio di Meliflfophillo y . Succhio di Marrobio f applicato con mele. Succhio di Lafero 3 Tomice fottilmente pokerista. Fior di fale pollo neU’ occhio. Feccia di uino abbruciata. rTir ite -j Tietra j (■ pokerista, &foffiata nell’occhio. 1- Sapbiro J D EL M ATTHIOLO. il ‘.lì O C C H I Cenere di Vipere abbruciate con incenfo , flucchio di Finocchio fflarfla nell'occhio , & meffla ne i coUirij. Fiele di lepre meflflo dentro con ^ uccaro . Fiele di donnola con flucchio di Finocchio, adequa diflillata di stereo bimano. Latte di radice di Scorzonera. Succhio di cipolla applicato con acqua di finocchio. Garofani aromatici triti in poluer e , & meflfl dentro. Succhio di Chelidonia applicato con latte di donna. Succhio di hieracio difliUato dentro . Sagapeno macerato lungamente con flucchio diruta & fiele d'augeUi rapaci ,poflo ne i coUirij. Sarcocolla macerata nel latte afinino cinque giorni con- tinui , & difìiUata nell'occhio. Vino di fraghe. Succhio di loto domeflico. . Eupbragia in qual fi uogli modo prefa per bocca. Alle Vnghielle de gl’occhi. DI DIOSCORIDE. Offlo di flepia peflce poluer i^ato fottilmente,. Fradice di regolitia meffla dentro in poluer e. DEL M ATTHIOL O. Gomma di tragacantha macerata nel latte & applicata . Alleperco0e, & ferite frefche de gl’occhi. . DI DIOSCORIDE. Latte humanomefflouiflopra con incenfo. r- Colombo y Sangue di •< Tortora >impiaflrato flopra. £ Vernice J Tietra hematite impiastrata con latte. Foglie diflebepefle , & applicate. Alle ulcere de gl'occhi. DI DIOSCORIDE. r Incenfo y F uligine di < Terebentina applicata al male. ^ Boturo J Scorce d’ incenfo. y Mirrba polueri\ata flopra l’ulcera . Corno di ceruo bruflciqto ^ timido applicato in poluer e. Antimonio meflflo ne i coUirij . r* Galattite y Tietra V Saphiro pokerista per flopra. ; (- Samia v Alle corrofioni de gl’angoli de gl’occhi. DI DIOSCORIDE. Eflppo meflflo per flopra. Agreflo applicato al luogo. DEL MATTHIOLO. Tuliginedi mejfain filmale. Alle Fittole lachriraali. DI DIOSCORIDE. "Noci communi nocchie trite , & impiafratcui [opra. Dicottione di foglie di mirto mejfaui dentro. Maina cruda maSlicatacon fale , &poJìaui fopra à mo-- do d’ impia Hro. Viantagmeimpiaflratamfoprtti Orecchia di topo impiaflrata. Toglie di Baccarà mejfeui in principio. CamamiUa applicata per, impiastro. Toglie di folatro commuue pofloui fopra : & il medefimo fa tl Vnghielle nelli oc- chi. Percofie & ferite nelli oc — chi. Viceré nel li occhi. Corrolìo- ni nelli an goli delli occhi. Fittole la- crimali. Occhi che efconofuo re. Infiamma gioni de occhi. OCCHI fa ìlfucchìo con flerco Mjffo di gallina, Ztilop* impiaslrcttn. fior di Umbrufca mcfiofopm al mate.. Cadmia polueri\ata. Squama di rame mefiti dentro nel male, Antimonio lattato , & applicato. Alli occhi che efcono fuore di luogo, come uno acino d’uua. DI DIOSCORIDE. Farina di fatta incorporata con chiaro d’otto ,& in- confo. Toglie di rotto trite. Saphiro pietra polucri\at o. . Alleinfiammagionide gnocchi. DI DIOSCORIDE. tAmomo impiastrato con una pafìa. T uligine \ applicata fopra almale. "F^oci di ciprcfìo impiaflrate con farina d orqo. * Bacche di mirto incorporate con fior di farina d or^o. Fiori di melo cotogno impiafirati. Cafcio fi e fico me fio fi opra al male. Zuccaro mefifo dentro nell occhio. Sefamo cotto nel nino , & poSìo fopra al luogo. Tortulaca,cio è procacchiaincorpor ata con farina d cr - \o3& mefifa fopra al male. Tndiuia impiastrata per fe fola , & con farina d orqo. Scorce di yucche fiefiche mefife perfopra. Fradice di . Anemone imptajlrata. Orecchia di topo con farina d’otto. Succhio di Gentiana mefifo nell occhio, abrotano cotto con pomi cotogni , oueramente con pa- ne , & impiastrato per [opra. Meliloto à modo d’impiafiro. Foglie di Baccarà impiastrate. Sempreuiuo maggiore impiaftrato. jLpio applicato con pane , ò con farina d'orbo. Fiori di l\ouo Ideo con mele. Foglie di Filatine con farina d'orbo. Opio con tuorlo d’ouo arrofiito , & Tuffavano. Seme di iufquiamo, & parimente le foglie con farina d'or \o ,& di grano. Foglie di mandragora uerdi con farina d’orbo. Foglie di quel uerbafeo , che fa i fiori gialli impiafirate. jljtcr atticaimpiaflrato. Foglie di uiole porporee poSicui fopra uerdi . Foglie di ricino con farina d'orbo. DEL M ATTHIOLO. Latte di donna mefcolato con acqua rofa , in la quale fìa fiiato efìinto un grumo de incenfo ardente fino à tren- ta uolte , distillato nell'occhio. Canfora mefifa ne i collirij. Chiocciole pefiìe in un mortaio ben netto & incorporate co uno mono di gallina cotte & applicate alla fiate. Succhio di ciano mefifo nell' occhio. Succhio di hieracio applicato dentro. Foglie di Betonica pejk&ligate fopra la fronte. Fiori di confiolida reale triti > & applicati alla fronte con acqua rofa. Vino di fraghe mefifo nelli occhi. Succhio di foglie , & di bacche di folatro hortolano ap- plicato aUa fronte. OCCHI Bacche di folatro Halle ac ab o infufe nel moSlo ap- plicate, ^4 equa di lente palustre applicata alla fronte. i/lequa di borragine &di buglofifa applicata tanto di dentro , quanto di fuore. rigata pietra tenuta auanti àgi’ occhi. Alli dolori delli occhi. DI DIOSCORIDE. I \pffi ouero tuorla di uuoua arrostiti con olio rofado , & ■zaffar ano & applicati di fuore , à modo di unguento. Foglie di ftfamo cotte nel uino. Succhio di bafilico mefio dentro nell* occhio. jLffemp cotto con uino dolce 3 & impiaftrato. Futa impiafiìrata con farina d’orbo. Fzdice d’aconito pardalianche incorporata con altre me dicine che sufanoper i dolori delli occJtì. DEL M ATTHIOLO. Latte di doma con acqua rofa in cui fino à trenta uolte fi a Stato jfento un grumo d' incenfo ardente , diflillato nell'occhio. Canfora mefifa ne ì collirij. Chiocciole pefiein immortalo di pietra & incorporate con un uuouo di gallina cotto3 & applicate alla fronte Succhio di clan o mefifo nell’occhio. Succhio di hieracio mefife nell'occhio. Foglie di betonica peSìe & ligate fopra la fronte. Succhio di bacche & di foglie di folatro uolgare adopera to nel medefimo modo. adequa di lente palufiire mefifa fopra le palpebre con per^ \e di tela. adequa di borragine 3& di buglofifa cofidi fuori come di dentro. Agata pietra tenuta auanti àgi’ occhi. A coloro che non ueggono doppo al tramonta re del fole. DI DIOSCORIDE. Liquore che diflilla dal fegato di becco ò di capra 3 mefifo ne gl’ occhi. Fegato di capra arrofiito 3 & mangiato . Fiele di capra faluatica mefifo ne gl’ occhi. r- Colombo -y Sangue di ^ Tortora 5- mefiso dentro nelli occhi. £ Vernice ^ Alle fuffiifioni delli occhi. DI DIOSCORIDE. Fiele di feorpione marino mefifoui dentro. Graffo di uipcra mefifo nelli occhi con cedria3mele3et olio. ( il che non piace à Galeno ) T ejìuggine marina l Vernice \ Fiele di ^ .Aquila ^mefifo nell’ occhio. | Gallina bianca \ u Capra faluatica, *> : Farina di faua ìmpiafirata con uino. Succhio di cipolla mefifo ne gl’ occhi. Succhio di ciclamino ufato finalménte . Ser apino impiafilrato. Fuphorbio mefifo però con cautela. DEL M ATTHIOLO. Succhio di chelidonia diflillato nell’occhio con latte. Succhio di hieracio diflillato dentro. Volioiigatofoprala fronte. Alla Dolori di occhi. Non uede re la not- te. Suftulioai de òcchi. I o c CHI „ , Alli occhi caccolofi. „£oc- DI DI OS COR IDE. c^‘* Succhio di procacchi a meffo dentro. Succhio di pumtagmc uf.it o nel medefimo modo . Foglie di fiempreuiuo maggiore impiastrate. Vetriolo diff )lto in afiai quantità d acqua , <&* fattone collirio. (tenere di Spugne abbruficiate impiajìr ata con acqua <&* muffirne oue la caccola Jia feccha , ‘Pietra hematite fottilmente trita, & applicata con latte DEL M ATTHIOLO. jtcqua rofa in cui (ta (iato trenta volte (pento un grumo d'incenfo infiammato , meffa dentro ne Ili occhi. Vino di bacche di crespino fatto in collirio con tutia& acqua rofa. Perle macinate meffe nelli colliri. Pietra di fiele di bue trita & f ffiata nel nafo . Dicottione di fiengreco applicata alla fronte. Fradice di rombico faluatica portata adoffio. Dicottione d'opbiogloffo fatta nel uino& ufiata perla- uanda . Succhio di hieracio distillato dentro. Caligini de occhi. Balordefc- 7.a di oc- chi. Euphragia ujata in qual fi itogli modo. Vino di Euphragia beato (peffo da digiuno. Alle caligini de gli occhi. DI D IOSC ORI DE. Chamcdrìo trito &fparJo, (meramente unto con olio. Succhio di loto domeftico mc/io dentro con mele. Helleboro nero meJJb ne i colliri. Hor di rame ufato ne i collirij. DEL M ATTHIOLO. Dicottione di ualeriana fatta nel inno , & mcfìa nelli, occhi. Vino di helenio beuto Jpeffo. Olio di bacche di lentifi :o ufato ne i cibi . Succhio di ruchetta mefìo dentro nelli occhi. Ebeno trito f opra una pietra d'aguèfiare li coltelli & fat tane collirio con nino puffo. Succhio di f alice cheefce della ficor^a quando fe ne intac ca mentre chefiorifce , meffo nell occhio. Plocemo fiata maflicatà. Perle meffe ne i collirij Pietra di fiele di bue trita , <& meffiz nel nafo. Succhio di cauolo cotto con mele , & meffo nelli angoli ' delli occhi. sparagi mangiati ne i cibi . Sio mangiato con li herbaggi. Latte di radice di [cordonerà me fio dentro nelli occhi. Garofani triti inpoluere & mefii nelli occhi. Succhio di hieracio mefìo dentro. Fiori di rofmarino prefi fr efebi dalla pianta , & mangiati con pane& con fate, tutto il tempo che fiori] ce la pianta. Sagapeno infufio in fucchio di ruta & fiele d'augelli rapa ci , meffo ne i collirij. Vn grano di feme di fdarea portato nell' occhio. Alla halordezza delli occhi. DI D IOSCO RI DE. Cancamo infufio neluino , & dijìillato nelli occhi . Bacche di popolo bianco che {puntano nel primo germina re pefie, & unte con mele. Fiele dificorpione marino meffo nelli occhi. OC CHI Cauolo domejìico mangiato ne i cibi • Senape unta con mele. Succhio d'anagallide tirato per ilnafio . Jtffewgo applicato con mele. Thìmo mangiato ne i cibi. Tbimbra mangiata fpeffo. Succhio di ruta cotto in un guficio di melagrano infieme con fucchio di finocchio ,& mele, gir meffo dentro nell'occhio. Succhio di ruta faluatica incorporato con fiele di g allo , umo. ,& mele. Succhio difolatro fionnifero meffo nell'occhio. Fiore di fiale meffo dentro fottilmente polaeri^ato. Alli Aulii delli occhi. DI DIOSCORIDE. Zaffar ano applicato con latehumano. Incenfio impiastrato con tuorlo d'ouo onero co la chiara» Fuliginedi J applicata. Foglie di platano delle piu tenere meffeui fiopra. Ebeno fottilmente poluer fiato , & meffo ne i collirij , Succhio di foglie d’ olino faluatico meffo nell' occhio» Corno di ceruo abbruficiato , lauato & meffo dentro .. .Amido poluerfiato , & applicato. Tompholige lanata , & applicata ne i collirij. Fané monde masticate , & applicate fiopra la fronte, Elatite freficameffaui conpolenta. Squamma di rame lanata , & fattone colmo. Piombo lauato , & meffo nell' occhio. r- Galattite -p “Pietrai Morochtho r applicata con latte, . c Samia J Latte fatte di feme di iofichiamo meffo dentro nell' occhio. Sarcocolla applicata nel modo medefimo. jLlume Corallo Pomice Pietra hematite DEL MATTHIOLO. Mofico odorato trito , & applicato. jLcqua di fiori di ligustro distillata nel occhio . Gomma di tragacantha , distillata nell’occhio. ORECCHIE. A i dolori delle orecchie. DI DIOSCORIDE.- Secchio di bacche di lauro meffo dentro con ui no ueccbio & olio rofiado. Succhio di foglie di popolo nero ufato fimilmente. Ladano diffolto con nino. Dicottione di rofic fiecche. Succhio di foglie , <& feerie di falcio cotto con olio rofa - to in un guficio di melagrano. Vino di melagrani brufehi cotto con mele. Opto diffolto con oglio di mandorle , ^ affavano , & mir- rha. Spoglia di fer pente cotta nel nino. Millepedi ouero porcclletti tagliati in pcgW & cot^ m urtgufeio di melagrano con olio rofiado. Lombrichi terrestri cotti con graffo d’oca. ^Polmone di uolpe % Graffo di ^Oca rjneffo nell orecchie. C Gallina * Orina Fittisi di occhi. applicati di dentro . Dolori de orecchie. Infiamma gioni de orecchie. Apofieme drietoalle Toligono Helftne alfine Cocomero faluaticoJ Succhio di fcor^e frefchedi qtccba applicato con olio- rofado. Succhio di porri con aceto , & incendo. Succhio di meliloto infteme con uino dolce. Succhio di pcucedano con olio rofado. Succhio di bafilico acquatico confolpho , & nitro. A ffen^o fomentato , & mejfo dentro con mele . Latte di fané di iufquiamo mejf i> dentro perfefolo. Sale diffolto con aceto. • DEL MATTHIOLO. Olio trino dijlillato nell’orecchia. Olio di iofciamopofioui con cafloreo , & Tuffar ano. l/lumia dijfolta con olio di leucoio , ouero diiofciamo . Olio di mandorle di perfìchi. Olio di fcorpioni. Cafiorco infufo con opio. Succhio di bacche di fambuco cotto con mele > & ap- plicato. Olio di tuorli d’oua. Olio di coloquintida. Succhio di malua. Latte di Soncho herba cotta in un gufcio di -melagrano con olio. Seme di Aro , ouero il fucchio delle fue bacche applica- to con olio rofado . Succhio di Uaiorana. Alle infiammagioni interne delle orecchie. DI DIOSCORIDE. Zaffar ano mejfo dentro. Scfarno applicato con olio rofado. DEL MATTHIOLO. Ouo di gallina crudo applicato con olio rofado . Olio di tuorli d’ oua mejfo dentro. Succhio di cortcccie di Trucca incorporato con olio ro- fado. Alle pofleme che uengono , dopo le orecchie. DI DIOSCORIDE. Stereo di capre montane diffolto con uino , atteramente con aceto . Farina di fiengreco con farina di faue & mele . bombice cotta , & impiafirata. Tiantagine applicata. Seme d’irione pefto ,& cotto ,& dipoi mejfo fopra al male ; Ifìopo fomentato , & parimente impiagato. Vifchio mefcolato con altrettanta ragia & cera. Fradici d'althea cotte , & impiaflrate. Tfillio applicato con olio rofado & aceto , oueramente con acqua. Toglie difblatro domestico impiaflrate confale. Caliojfi meffaui con aceto. Terra cmolia dijìemperata con aceto. DEL MATTHIOLO. Radici di iride cotte , & pefle impiaflrate con farina d’orbo. Farina di fiengreco cotta nell'acqua melata , & applica ta con fognia di porco. Radici di amphodillo cotte , & applicate. Biadici di iringo cotte & impiaflrate. Ài fuffoli& altri rumori, che lì fentono nel- Suffolinel l'orecchie. le otcc" DI DIOSCORIDE. Cedria meffa dentro. Succhio di bacche di lauro con uino uecchio , & olio ro- fado. Fichi fecchi triti con fenape ,& diffolti con qualche li- quore. Fiele di toro applicato tepido. Mele infieme con fale minerale ben trito. Succhio di porri con incenfo aceto & latte . Succhio di cipolla con il medefimo modo. Senape trita infieme con fichi fecchi. Aceto caldo fomentato di forte che il fumo uada den- tro. DEL MATTHIOLO. Dicottione di lauro , & di Jfiica fumentata per om - bnto. Olio rofado di mandorle & di camamilla in cui con un po co dì uino fieno cotte radici dipanporcino. Olio di coloquintida difìillato dentro. Alle orecchie che menano marcia. DI DIOSCORIDE. Mirrha meffaui dentro con opio, cafìoreo &glaucio . Incenfo difiillatoui dentro con uino dolce. Terebintho . ,. j Larice ^ meffa dentro nelle orec- VfV4 1 i Abeto V chie. u j VeTfip Fiele di toro con latte bumano ouer di capra. Orina difìillata dentro. Ombilico di uenere con midolla di ceruo. Succhio di radici d’ amphodillo per fc folo , oueramente con incenfo , mirrha , mele & uino. AJfen^o infieme con mele. Anifo applicato con olio rofado. Cipolla Succhio \Fiori di Ifhoniilìo \ Toligono LmeJSo nelle orecchie. Tfillio ' Dicottione di fiche Agrefio con mele J A lume diffolto con fUcchìo di poligono. Fiore di fale trito , & applicato. DEL MATTHIOLO. Succhio di foglie di perfico , Succhio Orecchie che mena- no. Percoflc de orec- chie. Viceré de orecchie. Sordità. Orecchie uermino - fe. FlutTo di fangue di nafo. ORECCHIE NASO Succhio di borfa paHoriu Olio di moria i'om. Alle percollè delle orecchie. DI DIOSCORIDE. Bulbi impiaflrati con polenta. Solpho applicato con nino , & mele. Alle ulcere delle orecchie. DI DIOSCORIDE. Ejìipo. fiele di porco. DEL MATTHIOLO. Tono cotto nell'olio con «ermi tene/lri. Alla (ordita. DI DIOSCORIDE. Olio in cui fieno cotte radici di ampbodillo. Succhio di cipolla , inficmeconmelc. Sue echio di brionia a Elleboro nero meffo dentro nelle orecchie , & tafiiatoui ftare per fino al ter\o giorno. Fior di rame bianco polverino &foffiato dentro . Fumo di f olito , che brufei , & entri nell’orecchia . DEL MATTHIOLO. Olio ouer acqua di terebentina difiillata. Spuma di legno di {rafano che fi fa mentre che fu bru- feia. Succhio di radice bollito infieme con olio di mandorle dol ci,& amare, & nino bianco >& un poco di colo - quintida. Succhio di cipolla prima fcauata > & poi impita di ci- mino poluerfaato , & cotta fatto la cenere calda • Olio dicoloquintida. Alle orecchie uerminofe. DI DIOSCORIDE. Cedria mejfaui con aceto. Orina humanacotta in un gufalo di melagrano, n Radici di cappari p Succhio di ^ V fillio >difliUato dentro. G chalamentò ^ . Aceto caldo applicato. DEL MATTHIOLO. Olio ouer acqua di terrebentina difiillata. Succhio di foglie di perfico. Succhio di perficaria . Succhio di centaurea minore. Succhio di mentafiro. Succhio di chamedrio. Latte di fico. Vicottione di canape onero il fucchio. NASO. Al fluflo del fangue. DI DIOSCORIDE. Incenso fottilmente polueri^ato. Chiocciole terrejlri trite con ilfuogufcio. Succhio di fame di porri infieme con incenfo. Volita trita & meffa nel nafo. Foglie di qual fi uoglia ortica infieme con il fucchio. . Cimino meffo con aceto. Midolla di ferula meffa dentro nel nafo. Lifimachia applicata al luogo . Succhio di dimeno infufo. Fiori di galioffi mefii dentro. Succhio di coda di cauaUo herba cefi chiamata. Aceto tanto beuto , quanto meffo dentro. S tratiote meffa nella parte del f luffa . Chalciti applicata con fucchio di porro. DEL MATTHIOLO. Incenfo con tela di ragno incorporato con olio & chiara d’uouo & meffo dentro con fioppa. Tanno di larice meffo dentro. Mafiice infieme con incenfo , fangue di drago >& peli di lepre abbruciati, incorporati con chiara d’uouo, & meffi fapra la fronte. Camphora infieme con fame d'ortica meffa dentro nel na fa , ouer amente applicato alla fonte con fucchio di piantagineòdifampreuiuo. Sandar aca da farittori applicata in fui fronte con chia- ra de ouo. Corteccia di fouero beuta con acqua. Galle abbrufeiate & foffiate dentro. Teli del uentre di lepre cauati dall' animale uiuo & poi abbrufaiati & meffi nel nafo. Acqua dipiantagine con altrettanto aceto applicata al , le palme delle mani alle piante dei piedi & al fa- , iato . Succhio di cipolla meffo dentro con aceto fortifi imo. Acqua di ciclamino tirata fu per il nafo. Acqua di menta difiillata con i fiori per bagno dimaria beuta alpe fa di quattro once. Foglie di betonica pefie con un poco di fiale & polle den tro nel nafo. Trouencafiefaa auuolta attorno al collo. Confolida minore & me\ana^ Sannicola Orecchia d'or fa ( rr i r Telofella \ meffa nel pafo. Tirola Millefoglio J Foglie di fambuco abbrufeiate <& fattone poluere. Geffo polucri\ato & incorporato con chiaro d’uouo var- iegato fapra la fronte. Tietra diafaro attaccata al collo ,& portato in mano. Aprouocareillànguedel nafo. DI DIOSCORIDE. Dicottionc di radici di crocodilio beuta, Alli polipi del nafo. DI DIOSCORIDE. 7 foci di ciprcffa pefie infieme con fichi fccchi. Radice di dragontea maggiore. Fior di rame meffo dentro in poluere. Sandaracha infieme con olio rofado. DEL MATTHIOLO. Succhio di radice d'aro. F oglie di aro abbrufeiate. Alle ulcere & chancheri del nafo. DI DIOSCORIDE. Radice di dragontea maggiore applicata. Succhio di bedera mefia in fui male. Sandar aca meflaui con olio rofado. Al fetore del nafo. DI DIOSCORIDE. Succhio di bedera tirato fu per il nafo. Alcatarrho. DI DIOSCORIDE. Seme dmelatbiopeflo etligato in tela et odorato ffieffo. f Apro- Polipi. Vlccredel nafo. Starnuti. Puzzore di bocca. Puftole della boc- Vlcerecor rofiue del la bocca. N A SO A prouocare gli ftarnuti. DI DIOSCORIDE. Cafloreo odorato , & vtejfo nel tufo. Seme, ouer amento fucchio di bafilico. Senape applicata inpoluere. Radice fecca di ranoncolo trita inpoluere. Fiori diptarmica odorati. Radice diftmtbiomefianelnafo. Elleboro bianco in potere odorato & mefo dentro. del matthiolo. Succhio dì bietola tirato fupcr ilnafo. BOCCA ET LINGVA. Al puzzore della bocca. DEL MATTHIOLO. Radice de iride manicata. ^ Acoro mangiato . Calanga tenuta in bocca . Acqua di cinnamomo beuta . Mofco odorato tenuto in bocca . Mofcardìni tenuti in bocca. Garophani màfiicati. Fradice et angelica manicata. Oro tenuto in bocca. Alle puftole della bocca. DEL MATTI HOLO. Succhio di piantagine applicato . Foglie di bellide manicate. Fino di melagrani co mele rofado et acqua di piantagine Alle ulcere corrodile. DI DIOSCORIDE. Fradice di cipero Sottilmente polueri\ata}& Jpar/aden tró per bocca. Dìcottione di ajpalatho fatta in uino . Acatia applicata al male. Succhio di piantagine tenuto in bocca. Dìcottione di capparifatta in aceto. Succhio di radice dolce tenuto in bocca. Succhio d'origano tolto nel modo medefmo. Fiori di leucoio infieme con mele. TeHicolo ferapio tenuto in bocca * Camamìlla manicata. Succhio di britannica . Succhio dì tribolo infìeme con mele. Dicottion di cime di roui. Dìcottione di radici di cinquefoglio. Dìcottione di uerbenaca feconda fatta nel uino. Staphifagria infìeme con uino. Fiori di lambrufcapolueri^ata& ffarfìper bocca, vilume infierite con mele. Sale arrofiito injìeme con farina d'orbo. DEL MATTHIOLO. Jlcqua che difilla dal tronco della betula pertugiata te - nuta in bocca. Foglie di liguflro maflicate . Oro tenuto in bocca. Fino di pomi granati in bocca. Olio di uetriolo unto ai-male. Diphriges polueri\ato. Coralli. ^gata pietra tenuta in bocca. Foglie di faggio manicate. Dìcottione di prugnole fanatiche tenuta in bocca. Fauella perduta. BOCCA ET LINGVA Succhio di more pofìo nelle lauande & ne igargarifmi • Trocacchia mafie ata. Succhio di ciano maggiore tenuto in bocca. Flosfolis nel uino. Foglie di bellide manicate. Foglie di confolida media & minore onero il lor fucchio. S articola ... ^ Orecchiati arjo I ^ ^ & tenut0 iecotto 'TrT* Telofella j TotentiUa- ' J A fare buono fiato. DI DIOSCORIDE. Maflice maficato. Mirrha mafie at a. Cedrimaf icari . Anifo maficato. Auena faluatica cotta con rofe fecchey & tenuta in bocca. DEL MATTHIOLO. Dìcottione di.cedro , lauandofene la bocca . 'Noce mofeada mangiata. Foglie di cicerbita maficate. Garofani masticati. ^ Ineto maficato. l\adice de Imperatoria manicata. l\ofmarino maficato. Alla ruuidezza della lingua. DI DIOSCORIDE. Succhio di peucedano meffo nel dente guaflo. Dìcottione di nigella & di teda infìeme fatta in aceto . DEL MATTHIOLO. Mucillagine di ferne di cotogni fregata. Sebesleni mondi tenuti in bocca.. Tolpa di tamarindi fregata fopr a. Zucchero candido tenuto in bocca. Cocomero frefeo tagliato inpeypp & tenuto fopr a. Anguria applicata * Acqua di ThiUitide tenuta in bocca . Dìcottione di confolida minore tenuta in bocca. Alle infiammagioni della lingua. DEL MATTHIOLO. Cocomero tagliato infette & pofoui fopr a. Tolpa di Anguria applicata. Oliodilehtifco. Trinitas herba cotta in uino brufeo. Alla paralifia della lingua. DEL MATTHIOLO. Mumia beuta , & fregata. Acqua di cinnamomo tenuta in bocca. Dìcottione di piretbro , &pepe lungo me f colata con fuc- chio di maiorana , tenuta in bocca. Ser apino. Seme di peonia al numero dì. treni a grani mondi peHo & beuto con uino. Alla loquella impedita. DEL MATTHIOLO. Acqua diffico nardo onero di lauanda beuta. Acqua di cinnamomo tenuta in bocca ,&beuuta. DENTI. A nettarei denti. . DI DIOSCORIDE. Fare buon fiato, R nitidez- za di lin- gua. Infiamma gione di lingua. Paralifia di lingua. DENTI D E N T I N «tare rDi purpun f denti. j Di bùccine I I Di mituli I Cenere -5 Di ungie odorate j fregai o a i denti . j Di chiocciole terrejlri I I Di offodifepia ! ■ *“Di corno di cerno Dicottione di radici di piantagine in lauanda. s {reologia tonda polueri^ata & fregata alli denti . ' Alcionio quinto ^ Tornice ( fregata intorno a i denti. 'Pietra jt rabica j d * Pietra [amia DEL M ATTHIOLO. Pietre digambari polueri\ate > & fregate. Pedice di malua innolte in carta bagnata , & i otte fot - to la cenefé , & poifeccate , & fregatone i denti. Succhio di ciclamino unto con mele. Dolore di Al dolore dei denti. denti* DI D IO SCORI DE. Dicottione di foglie di pino , & di pergo fatta in aceto & ujata per lauanda. Ccdria mtffa nelle concauita de i denti. Dicottione di corteccia di platano ufata per lauanda. Dicottione di tamarigio fatta in uino , & tenuta in bocca. More a di olio cotta in ua[o di rame fin che la fi ffieffifea come un mele , & difìemperata con aceto o uino & ufata per lauanda. Dicottione di foglie di mòro ouer amente della corta* eia. Latte di fico meffo detro nelle cauerne delli denti co lana Spoglia di ferpente cotta in aceto & fattone lauanda. Spina della pqftinaca pefee ufata per fiatare il dente che duole-. Brodo di rane fatto in acqua , & aceto & lattatone la- bocca. Fegato di lucertola me fio nelle cauerne delli denti. Olio di uermi tehcflri meffo nella orecchi f dalla parte contraria del dolor del dente. Dicòttionè di rombice fattone lauanda. Dicottione di radici di afparagi tenuta in bocca. Succhio di amphodillo meflo nella orecchia dalia parte contraria. Dicottione di aglio, teda & incenfo infume tenuta ffiefio in bocca. Dicottione di radice di . ononide fatta in acqua & aceto tenuta in bocca. Dicottione di radici di cappati. Radice di lepidio attaccata al collo. Radice di ranoncolo applicata al luogo del dolore. Succhio di anagallt de tirato fu per ii nafo dalla parte con traria del dolore. Olio rofado oue fieno fiate cotte dentro cinque bacche di belera i» ungufeio di melagrano meffo nella orecchia della parte contraria. Dicottione di chameleon nero tenuta in bocca. Dicottione diritta bianca ufata nel modo medefimo . Radice di leucacantha mafiicata. Dicottione dìàfiènyp applicata in fomento. Dicottione di hiffopo tenuta in bocca. * • - T anace H erculeo meffo ne i denti pertugiati. Dicottione di pirethro fatta in aceto, & tenuta in bocca Succhio di peucedano meffo nel dente guafio. Dicottione di nigella & di teda infieme fatta in aceto. & tenuta in bocca. Calbano applicato intorno al dente, & meffo dentro nel pertugio. Dicottione di meliffa tenuta in bocca. Dicottione d'Altbea fatta in aceto , & lattatone là bocca. Dicottione di betonica fatta nel uino ouer amente nel- l'aceto Clematite prima mafiicata. Radice di poiemonia mafiicata. Dicottione di radici di cinquefoglio tenuta in bocca. Dicottione di radici di iufquiamo fatta in aceto . Dicottione difolatro fonnifero fatta nel uino. Dicottione di radici d'ephemero ufata in lauanda . Dicottione di uerbafeo tenuta in bocca. Dicottione di artio fatta nel uino. Dicottione di cocomero faluatico tenuta in bocca • Dicottione di colóquintida ufata per lauanda. Dicottione di fiaphifagria fatta nell'aceto , Latte di Tithimalo caracia meffo nel pertugio del dente, che duole. .. Aceto caldo tenuto in bocca. Sori meffo dentro nel dente pertugiato. DEL M ATTHIOLO. Maflice mafiicata con cera odorif 'era. Dicottione di noci di ciprefio fatta nell aceto , & tenuta in bocca. Vernice da fcritmi fumcntata,& prefone il fumo per uno ombutello. Olio di ginepro tenuto in bocca. Quinta efien\anoflra tenuta in bocca. Dicottione di betonica fatta nel uino. Dicottione di bacche di ginepro con noci di cipreffo fo- glie di mirtho , & di rofe , con un poca acqua uite. Dicottione di tamarigio. Spoglia di ferpente cotta nell'aceto. Cafiorco difolto con olio & mefo nell'orecchia dalla banda del dolore. Calli delle gambe de i caualli triti, & mefii con olio nel- l’orecchia. / Radici di piantagine maflicatc , & cotte nelle lauande. Seme di fenape majlicato. Succhio di nafìurxp meffo caldo nell'orecchia della parte del dolore. Succchio di ciclamino tenuto in bocca con mele. Radice d'iride masticata , & la decottione della medefi- ma tenuta in bocca. Dicottione di figo nardo, ouer di laucndula tenuta in bocca . Olio diiufqmamo tenuto in bocca tepido. Dicottione di radici dì anonide fatta nell' acqua, & nel - l’aceto. Dicottione di radici d' imperatoria fatta nel uino brufeo. Dicottione di foglie di rofmarino fatta in uino & aceto. Radice di bìHorta polueri^ata con alume & pirethro, meffane i denti pertugiati. Dicottione di potentina tenuta in bocca. f 2 Radice ■ ■ Rompere denti. Fermare denti. Farnafce re i denti a i fanciul li faciimé Gengieri laiTate. denti et gen< Radice d'angelica mafiicata, & mejfa nette Maidici denti. Foglie di millefoglio mafiicate. Caltba pokerista & mejfa dentro ne i denti guattì. A rompere i denti guadi. DI DIOSCORIDE. Ceiriamejpt dentro. Marca di olio Ipcjfita al fuoco come mele,& mejfa nel denteguatto. Spina che fi ritroua [oprala coda della pattinaca pefee fatta in poluere & mejfa dentro nel dente. Fradice di ranoncolo ufata nel modo mede fimo. Radice di cameleonenero mejfa nel dente guaflo. DHL MATTHIOLO. Succhio di ciclamino tenuto in bocca con mele. Succhio di chelidonia minore meffo nel pertugio. A fermare i denti fmoflì. DI DIOSCORIDE. Dicottione di lentifco tenuta in bocca. Salamuoia di oline tenuta in bocca. Olio di oliue faluatiche tenuto in bocca. S ori meffo nelle lauande. Mume dijfolto con aceto , & mele , & applicato al 'tuo- DEL MATTHIOLO. Vino di berbero uolgare tenuto in bocca. Foglie di uibumo cotte con nino , & aceto. Dicottione di neffole tenuta in bocca. Bacche di fanguino ufate in qual fi uogli modo. Dicottione di corgniole , & di [orbe. ‘Pietre di gamberi trite , & leggiermente fregate. Trocacchia mafiicata. Helenio mafiicato dagiegiuno. c Virga aurea y Dicottio \ potentìUa Sfatta in nino brufeo ne di ) _ \ C Fragaria J Coralli poluerigati, & leggiermente figgati. A far nafeere facilmente i denti ài fanciulli. DEL MATTHIOLO. Pietra di lumache felina gufeio attaccata al collo. Midolla d'offa di fiinchi di lepre arrottita , & il fuocer- ueUo, Allo ftupore de i denti. DI DIOSCORIDE. Trocacchia mafiicata. DEL MATTHIOLO. Cajcio frefeo mafiicato. Alle gengie rilaflàte. DI DIOSCORIDE. Poluere di radici di cipero applicata. Succhio di rofe fecche bollite prima neluino ,& dipoi (premute con il torchieUo tenuto in bocca. Salamuoia di oliue ufata per lauanda. Olio di oline faluatiche tenuto in bocca. Calle adoperate in qual fi uogli modo. Fiori di melagrani itifufi nelle decottioni , & ufati nelle lauande. Dicottione di foglie di pruno tenuta in bocca. Latte di afina nelle lauande. Pulegio f ecco , & bruf ciato & applicato in poluere. DENTI ET GENGIE Dicottione di cime di rouo tenuta in bocca. Dicottione di fiaphis agria tenuta in bocca * vd gre fio tenuto in bocca • jlceto in lauanda. Ruggine di ferro mejfa attorno alle gengie. Mume applicato in qual fi uoglia modo. Sale arrottito , & applicato infieme con farina d'orbo. Pietra alabattro applicata in poluere . Pietra fmirifimilmente polueri\ata. Alle Gengie putride, & {carnate. Gégie™ DI DIOSCORIDE. iride, & Cancamo fiegatoui in poluere , di cui non è piu efficace ri carnate* medio. Licio applicato al luogo. Succhio dipiantagine tenuto in bocca. Moe applicata con uino , & con mele. Frutto di amendue i triboli ufato in poluere . Cenere di fiori di lambrufca. jlceto ufato per lauanda. Chalciti Mume / app[jcatj -m p0iuere . Pomice j Verde rame DEL MATTHIOLO. Cenere digufei di chiocciole fegato. Ceci bianchi macerati nell' acqua, & poi pefti , & ap- plicati. Potentilla in qual fi uogli modo ufata. Dicottione di fragaria , & delle fue radici. Vino di melagrani tenuto in bocca contaci rofado , &, acqua di piantagine. Coralli pokeristi > & applicati. GOLA. Alla fcherantia. Schiuda. DI DIOSCORIDE. Pece liquida unta al luogo. Succhio di more nere cotto in uafo di rame , & meffo fo- pra al male con mele. Millepede onero porcelletti applicati con mele. Cenere di rondine brufeiate impiafirata con mele. Rondine falate t & f, erbate lungamente beute con acqua al pef ì d' una dramma. Fiele di toro unto con mele. Fiele di tefiuggine. jtcetogargari\ato . Mele gargari^ato. Succhio di cipolla applicato. al luogo. Pepe applicato con mele. Jlfienyp meffouì con mele ,& con nitro. Dicottione di feme di rafano domettico fatta in aceto gargari^ata. Dicottione d’hijfopo infieme con fichi fecchi gargari- Tfita. Dicottione di uioleporporee fatta in acqua beuta. Elaterio untoui con mele, olio ueccbio3& fiele di Toro. Sale applicato con mele , olio , & aceto. Succhio diginefiraunto al male. DEL MATTHIOLO. Mumia gar garitta con aceto, & con mele . Succhio di more. Succino GOLA Succino mejfofopra i carboni , & prefone il fumo in go- la con mo ombutello. Succhio di chiocciole punte con un acho unto con una pen Infiamma gioni di gola. na. Capo di uipera ligato in tela , & allacciato al collo. Sterco bianco di cane poker iz^ato , & foffiato ingoia . Dicottione di Virga aurea gar garitta. Succhio di radici d'ebulo unto attorno la gola caldo, & bagnatone pe%\e di tela, et auuolte intorno al collo . Alle infìammagioni della gola. DI DIOSCORIDE. Cenere di rondini abbrufciate impiattrata con mele . Latte gargarizzato. tifane cotte nell'olio impiagate. Mele unto alla gola. Succhio d'origano gar garbato. Succhio di Helfine gargarizzato , & unto di fuor e. Chalciti applicata. Marne applicato . Sale arrofiito unto con mele, jlceto gargari^ato. Moe mejfoui con uino ò con mele. Succhio di britannica applicato . Fruito di triboli pottoui con mele. Succhio dimore diroui gargari^ato. Dicottione di fichi fecchi gar garitta. DEL M ATTHIOLO. C affa Jolutiua prefa per bocca. Fino di berbero uolgare gar gannito. Succhio di una^ina. Succhio di ribes . Succhio di lattuga gar ganzato co fìicchio di Melagrani. Trinitas herba cotta in uin brufco. Dicottione di uirga aurea gargarizzata. Succhio diradici d’ebuli meffo caldo conpez^e di lino in- torno alla gola. Vino di melagrani gargarizzato con acqua dirofe , & dipiantagine . Veoh ca Alle relaflàtioni dell’ugola . fcata. DI DIOSCORIDE. Dicottione di foglie di pruno gargarizzata. Agretto gargarizzato. Aceto gargarizzato. Fior di rame applicatoui in fottilifsima poluere. DEL M ATTHIOLO. Pece liquida fcaldataconincenfo , & maflice & pofìa fopra la parte pofteriore del capo. Bacche di lauro cimino , hiffopo , origano , & euphorbìo - incorporate con mele ,& meffejoprala fommitàdel capo. Dicottione di uibur no gargarizzata. Cufci di chiocciole abbruciati , & applicati in poluere* Acqua di phillite gargarizzata. Dicottione di uirga aurea gar garitta. Confolida minore^. Sanicula [ Telofiuf "1° £ “ mili modo aPPlicate- Tirolx j 'PotcntiUn J yino di melagranigargari^ato coti acqua di piantagine. riarsi di A iflufsi della gola. - GOLA DI DIOSCORIDE. Dicottione di capi di papauero cotta con mele a modo di lettouaro & tolta fpeffe mite in bocca & inghiottita pianpiano. Aceto gar ganzato. Bdellio diffolto con faliua da digiuno & unto alla gola . Verbenaca feconda gar garitta. Agretto gar ganzato. Fior di rame applicato in poluere. A lume in qual fi uogli modo ufato. DEL MATTHIOLO. Vino di Berbero 5 Dicottione dinefpoli * gar&dYl\atu Trugnuole faluatiche , & parimente le radici dell’ittcffo pruno aggiunte ne igargarifmi. Gomma di tragacantha tenuta in bocca. Vino di melagrani brufchi gargarizzato. Alle ruuidezze delle Fauci. DI DIOSCORIDE. Mirrha tenuta fatto la lingua fino che fi diffolua. Ttifana d’orbo gargarizzata. Amido tenuto ffejfo in bocca & inghiottito leggier- mente. Succhio di fenape gargarizzato. Succhio di regolitia tenuto in bocca. Gomma di tragacantha toltain lettouaro fatto co mele . ■ Simphito petreo maflicato . Dicottione diradici di cinqucfoglio gargarizzata. Ethiopide fatta in lettouaro con mele. Latte gargarizzato. Lido inghiottito in poluere. DEL MATTHIOLO. C affa folutiua prefa per bocca. Olio di mandorle dolci. Olio di fefamo. Chiocciole non lauate , cotte , trite , & beuutc con uino dolce. Chiara d'ouo cruda beuuta. Dicottione di foglie , & radici di maina gar garitta. Atriplice cotto , & mangiato . Succhio di regolitia . Acqua di phillite. Confolida minore cottavi acqua et aceto et gargarizzata. PETTO, ET POLMONE. Al rigittare del fangue & a gli fputi fanguinolenti. DI DIOSCORIDE. VV o v a beute tepide. Corno di ceruo brufeiato , lattato, & bcuto con gomma di tragacantha. Chlimeno beuto. Succhio di Serpollo beuto con aceto alpefo di due dram- me. Sterco di capra beuto trito nel uino otter amente nell’ac- qua. Farina di grano bollita in acqua come colla , & inghiot- tita pianamente. Amido beuto. Midolla di Ferula uerde beuta. Trocacchia cotta tanto che fi dis faccia mangiata. Piantagine data in qual fi uogli modo . Seme di piantagine beuto . f $ Seme Ruuidez- ze delle fauci. Vomiti di fangue. Spuci fan- guinoli. PETTO ET POLMONE Seme di poni beuta alpefo di due dramme con la pari quantità di bacche di mirto. .Agarico batto alpefo di tre oboli con acqua melata. Rhapontico beuto. Succhio di lisimachia beato & applicato di fuori» Radice di centaurea maggiore beuta. Radice di fina bianca beuta. Fradice di (pina Arabica beuta. Moe beuta al pefo di due cucchiarì con ac qua (refe a oue r amente con fero. Succhio di poligono mafchio beuto. Succhio di falda fecco & tolto con mele. Simphitopetreoprefo con acqua. Succhio di menta beuto con aceto. Dicottionc di radici d'jtlthea. Foglie di Betonica al pefo d’ una dramma beute in nino inacquato. Radice del fecondo fimphito beuta r Achillea tolta in bcuanda . Cime di Trago fino a dieci beute nel uino. Radice dì per fonata beuta infieme con pinocchi. S cme di Ifopiro beuto. Jtdianto beuto. Tricomane beuta. Succhio di foglie , & di uiticci di uite beuto. Fiori di lambrufca beuti. jlgrcHo beuto. Corallo tolto con acqua. •pietra 5 H ematite ^ leuta con focchio di mclagra „ \ no. Terra Samia J del MATTHIOLO. Incenfo beuuto. Mumia tolta dentro & impiafirata di fuor a. Mafiice prefa in bcuanda. Vernice da Scrittori beuuta. Trocifci de fuccino prefi per bocca, adequa di fior di ligujlro beuuta . Vino di crejpino j Hipociflide r pref o per bocca. Zuccharo rofado * jtequa. di foglie di quercia beuta. Ghiande , & galle prefe in bcuanda. Cenere di corteccia di Souero beuta. Spoglia di cajlagne trita , & beuta. Gomma di perfico j V Foglie di nefpolo >■ prefe per bocca * Bacche di fanguino ^ Cor noie ? Sorbe Chiocciole leffe ufate ne i cibi. JLmido beuuto in uno uuouo. Succhio dipiantagine beuto con bolo Armeno, & pie- tra hematite. Dicottionc di burfapaHoris ,& di piantagine fatta in acqua piouana con un poco di bolo ameno. A equa di radici di ciclamino alpefo di fei once beuta co ficcherò. Ophioglojfo beuto con acqua di cauda equina. Reobarbaro prefo al pefo dà una dramma con un poco di mumia. Gomma di tragacantha beuta. PETTO ET POLMONE Succhio di faluia inghiottito. Seme d'Hiperico beuto inpoluere con acqua di poligono. Procaccila ^ Pelofella Confolida minore Confolida media Sanicula Orecchia d'orfo £ l Seme di lagopo Virga aurea Potentina. Pirola Radice di gariophillata Succhio di polmonaria beuto , & l'herba iHefa prefa in qual fi uogli modo. Fiori dà amaranto porporeo beuti • Sue chiodi millefoglio , onero lapoluere delle foglie Sec- che beuta con acqua di confolida maggior e, et di pian tagine. Vino di melagrani beuto con acqua di piantagine & di rofe. Bolo armeno? r ^ » ,, prefo per bocca. Corallo rojjo* 1 L Diafro pietra portata al collo , & fopra la regione del fegato . A i pthifici. DI DIOSCORIDE. Pifacchi | perpe f0n oucro con yuccaro Terbentina inghiottita fola ouer amente con mele. Pece liquida compoHa in lettouaro con mele. Bacche de Ginepro beute. Bacche di lauro trite ,& inghiottite con mele ò confapa. Fichi fccchi bolliti con hijfopo. Granchi d'acqua dolce lefìi & tolti con ilfuo brodo. Latte humano futto dalla ifleffa mammella. Brodo grafo dà ogni carne beuto. Piana gine beuta. Porro cotto con mele mangiato. Agarico prefo con Japa alpefo d' una dramma. Biadici di acanto beute. Foglie di marrobbio oueramente ilfucchio prefe in be- uanda. Foglie di betonica date con mele. Mirrhide data in lettouaro. Fiore di pietra jlflia compoHa in lettouaro con mele. DEL MATTHIOLO. Refina di larice chiamata uolgarmente tcrmentina prefa per bocca . Pinocchi mondi mangiati con mele oucro con zucchero. Chiocciole di bofeo purgate dalla uifeofìtà , & cotte con latte uaccino , & foglie di farfara , & mangiate ne i cibi. Fané cotte in brodo di gallina , & mangiate. TeHicoli de galli gioueni cotti , & mangiati. Cauolo ben cotto ufato (pefo ne i cibi. Latte di feme di mellone beuto ♦ Fradice , & fucchio di regolitia prefo in qual fi uogli modo. Veronica mafcola. Pillile di faluia fcritte nel fuo comento. Radice di geranio prima beuta con uino. Succhio Ptifichi. Pofteme del Pol- mone. Strettura de petto. petto et polmone Succhio di Tolmomru frefie mite inghiottito onero la poluere dell’ herbe tifata in qualfi uogli modo, yuapajpt mescolata con i cibi. Bolo ameno 7 . »•„.>* n rr < inghiottito. Corallo rojfo * “Pietra hematite prefa per fe fola , & con uino brufi :o. Alle poftemedel polmone . DI DIOSCORID E. Seme di ciclamino fe c ondo b cut o quaranta giorni conti- nui. Tragoriga.no tolto in lettuaro con mele. Tufiilagine fecca & mejfa f opra uiui carboni , & tolto- ne il fumo con bocca. DEL MATTHIOLO. ■Polmone mangiato, &trefoìnpeluere. Polmonaria cotta , & mangiata ne i cibi. Dicottionc di fiengreco beuta. Alla ftrettura del petto. DI DIO SCORIDE. Bacche di lauro date con mele o confapa. Fichi fecchi cotti con hijfopo. Polmone di uolpefccco & fatto in poluere. Brodo di gallo uecchio. Vino de hijfopo beuto. Piantagine cotta con lentichic mangiata. Bjjapontico beuto. uAcquamelata beuta. uArislolocbia tonda beuta. Fradice di cent aurea maggiore. Dicottionc d' hijfopo fatta infteme con fichi, ruta , & me- le beuta IpeJJo. Dicottione dijlcchade beuta. Pulegio beuto con aloe ,& mele. Scilla al pefo d'una dramma prefa con mele Dicottione di thimo fatta con mele. Dicottionc di fatureia nel modo mede fimo. Dicottione di radici di bacchara beuta. Buta mangiata. Succhio di pene odano beuto in un mono . “VJ igeila beuta con uino. Galbano inghiottito. Dicottione di Marrobbio ouer amente il fucchio beuto. Parthcnio tolto con aceto melato. Foglie de anagiri beute con fapa. Seme di periclimeno beuto con uino • Dicottione di adianto beuta. Trichomane tolta nelmodo medefimo. Elaterio tolto per purgare. Succhio di tajfia beuto. Fradice di brionia prefa con mele. S andar acha minerale tolta in pilule , ( ma quello mi par rimedio pericolo fio.) Solfo prefo in uno ouo , oueramete toltone il fumo à boc- ca aperta. Agarico prefo al pefo di una dramma. Cancamo beuto con acqua ò con uino dolce. DEL MATTHIOLO. Dicottione di radici d'iride beuta. Fradici d'iride condite in mele mangiate fpejfo. Valeriana cotta co regoliciajima paffa 3 & feme d’anefi. \Cubebe mangiate. PETTO ET POLMONE JLcqua di cinnamomo beuta . Cafìia folutiua prefa con acqua d'hiffopo . Balfamo artificiale prefo con acqua di farfara. Fradici di helenio condite in mele , & ufate ffiejjo. Olio di mandorle dolci , & amare ^ yeut0 Olio di feme di carthamo * Pinocchi prefi con mele , ò con ficcherò. Terebentina cofì legittima come idi Larice inghiottita. Pece liquida inghiottita con mele. Gomma di perfico prefa con uino dolce ò con dicottione di fàrfara con un poco difijfarano. Olio di noci Indiane. Latte di mandorle , & di pinocchi prefo con ficcherò. Chiocciole grande mascotte mangiate il primo giorno una , il fecondo due , il ter\o tre , il quarto due & il quinto una. Midolla di gamboni di cauolo cotta nel latte di madorle , & fattone lettouario con mele. Latte di cicerbita beuto. Latte di trafi fatto con brodo di carne & beuto. Porro ben cotto , & mangiato con mele. Cipolle le[fe,o cotte fiotto la cenere ,& mangiate con fic- cherò , & boturro crudo. . s Seme di fenape ufato ne i cibi , ouero in beuanda. Fradice di Jtro ben cotta , inghiottita con mele , oue-, ro cotta fiotto la cenere ,& incorporata co olio di man dorle. Gentiana , ouero la fua acqua difìillata. Agarico aggiunto nelle beuande. jLriflolochia ritonta -> Cent aurea maggiore rin qual fi uogli modo ufate. Fegolicia J Veronica Saluia j H erba gatta | Hiffopo £ prefepcr bocca in qual fi uogli modo. Mentajlro j Chalamento j Maiorana J . Dicottione , ouero infufionc di fona beuta . Sur apino prefo co dicottione di HiJfopo,ouero di henola. Dicottionc di botri, ouero l’herba ifteffa beuta con dicot- tione di regolieia. Bolo armeno inghiottito in poluere. Seme de fecuridaca inghiottito con mele ouero con fapa. ^Antimonio noflro hiacinthino prefo per bocca al pefo di quattro grani. Scabioja ufata in qual fi uogli modo. Seme di cartamo mondato, & inghiottito incorporato co mele. Quinta efìen\a nofira incorporata con lulepo molato & {beffe mite inghiottita. Allato fife. DI DIOSCORID E. Iride illirica prefa in qual fi uogli modo. Cardamomo beuto con acqua. Cinnamomo mangiato ouer beuto. Calamo odorato poHo fopra carboni ac cefi per fe folo, & infieme con terebinthina , & toltone il fumo con bocca. . Fradice di Enola ouer Leila compofia in lettouaro « Mirrha inghiottita alla quantità di unafaua. f 4 Storace To/Te. PETTO ET POLMONE Storace acconcia in lettouaro con mele. Bdellio tolto nel modo medefmo. Terbenthina fatta in lettouaro con mele • Mastice beuta. Bacche di ginepro mangiate , & beute. Frutti di cedro mangiati . Seme di Valiuro mangiato. Ladano prefo per bocca 5 & applicato di fuore. Comma di ciregio tolta conuino inacquato. Mandorle amare fattone lattouaro con mele ,& co latte. Comma di mandole amare beuta con nino inacquato. Taccinole beute con acqua melata. Fichi fecchi mangiati. Dicottione di chamedrio beuta. Scordio in beuanda . Toffilagine tolta inpoluere , ouer amente mefja fopra ui - ui carboni, & toltone il fumo per bocca. Trop oli fattone fumo al modo medefmo. Mele inghiottito. Fariua di grano cotta come colla, & inghiottita con men ta,& boturo. Sugolo di farina di uena forbito. Seme di Lino prefo con pepe & con mele. Faue cotte, & mangiate. Befano cotto leffo & mangiato , & ffetialmente nella toffe anticha. Fradice di Dragontea maggiore, arroJlita,& leff a, man- giata. Fradice di jLmpkodildo beuta al pefo di tre dramme, gìglio tanto cotto, quanto crudo nella tojfeuecchia. Seme de Irione , forbito con mele. Tepe forbito con mele . Scilla infieme con mele , nella toffe uecchia. Radice di centaurea maggiore beuta. Gomma di tragacantha prefa in lattouaro con mele. Dicottione de hijfopo fatta infieme con mele, & ruta, & fichi fecchi. Stechade acconcia nel modo medefmo. Origano in lettouaro con mele, & forbito. Tragorigano acconcio nel modo medefmo. Dicottione di radici di bacchara beuta nella toffe uec- chia. Opopanaco beuto con nino dolce. Fradice & feme di fefeli mafjilienfe beuti. Radice di fmirnio mangiata. Seme di dauco beuto. Isella toffe di lungo tempo. Succhio di peucedano prefo in un ouo. Dicottione ouer amente fucchio di marrobbio in beuanda. C albana inghiottito . In la toffe uecchia. Ser apino inghiottito in pilule.alla toffe di lungo tempo. Succhio dibelfine beuto. alla toffe uecchia. Radice di coda di cauallo, ouer amente il fucchio beuto. Dicottione digiuneba beuta. Dicottione di capi dipapaueri bollita fino al calare della metà,& dipoi bollita di nuouo con mele fino, che fe ne facci lettouaro, & ufata. Seme di iufquiamo beuto. Dicottione di uerbafeo beuto , & Jpetialmente nella toffe uecchia. Radice di cacalia infufa nel uino,& mangiata. Brionia compofla con mele in lattouaro. Vuapaffa bianca mangiata. PETTO ET POLMONfc. Tafia applicata di fuore informa d’impiaflro. Vino di hiffopo beuto. S andar aeba minerale meffa con ragia fopra carboni ac- ce fi, & toltone il fumo per bocca. Solpho beuto in poluere in uno ouo,& toltone il fumo. DEL MATTHIOLO. Vapore di dicottione dijlcoro riceuta per bocca. Radici di Valeriana cotte con regolicia , uua paffa , & jtnifi. Volpa di cafia prefa con dicottione di hiffopo. Enola condita ufata ffeffo, & lapoluere della radice fec ca beuta. Olio di mandorle dolci inghiottito. Tilde dieci fatte d'una dramma d' incefo, & quattro fero pulì d’agarico con fucchio d.’ hiffopo pigliandone una per fera nell' andar a letto. Terbentina uera,& di larice inghiottita Jfieffo. Tinocchi mondi mangiati con mele onero co zucchero. Mumia beuta con dicottione d’orbo, di giuggiole & di fe- beUlenì. 'Noci di cipreffo dijpari trite minutamente , & beute con nino uecchio. Dicottione di Charobole beuta Gomma di per fico beuta con acqua melata ouer odi far- fara. 5 efofìeni * m fi u0&* m0<^° manZiatu stuellane trite , & beute con uino melato. Zucchero candito tenuto in bocca. Dicottione di fiengreco beuta. Latte di feme di mellone forbito. Ruchetta cotta, & mangiata con Recherò. Latte di Trafi beuto. Tono cotto, & mangiato con mele. Cipolle leffc, onero cotte fiotto le ceneri mangiate ccnytc chero, & boturo. Radice dfvtro cotta, & prefa con olio di mandorle. Latte nel quale fia cotta la radice del viro beuto. Agarico aggiunto nelle beuande. Fradice, & fucchio di regolitia. Gomma di Tragacantha. Veronica mafcula beuta nella fua acqua lambiccata . Hiffopo p Saluia > prefe con dicottione di regolitia. Botri ^ Fiori di confolida reale beuti. Vuapaffa ufata in qual fi uogli modo. Alla ruuidezza del petto. DI DIOSCORIDE, Succhio di regolitia tenuto in bocca, fino che fi liquefine -, eia. Radice di cacalia bagnata nel uino & manicata. DEL MATTHIOLO. Volpa di caffia mangiata Olio di mandorle dolci p . Oliodifefamo > beutor Gomma di perfico beuta con acqua melata. Vorro ben cotto, & mangiato con ficcherò. Gomma di Tragacantha. A chiarificare la uoce. DI DIOSCORIDE. Mirrha Ruuidez- 23 di pec- co. Rauche*- za. Pontia. Dolore di coita- to. PETTO ET POLMONE Mirrba tenuta fitto la lingua fin che fi diffolua tutta. Gomma di tragacantha comporla in lettouaro con mele . Le furo dijfolto in acqua & forbito pianamente. Storace tenuta in bocca fin che fi dijfolua. Brafsica mafiicata. Vino de hiffopo beuto. DEL MATTHIOLO. Dicottione di radice d’iride beuta. Badici del medefimo condite, & ufateficffo. Olio di mandorle p di fefamo r beuto • dicarthamo ^ Storace chalamita beuta . Gomma di perfico beuta con acqua melata Olio di noci Indiane unto al petto ,& prefo per bocca. Maina cotta,& prefa con il cibo. Tono cotto , & mangiato con mele. Fradice , & fucchio di regolitia. Vua puff a mangiata ne i cibi. Alla pontia ouero pleurefi. DI DIOSCORIDE. Graffo di porco lauato con nino, & incorporato con cene re,& calcina , & fattone impiafiro . Semedipafiinaca faluatica beuto. Sagapeno applicato di fuor edili dolori a modo d impia- firo. DEL MATTHIOLO. Terebentina inghiottita. Tomo dolce cotto fitto la cenere inghiottito con fucchio di regolitia amido, & Toccherò Latte di mandorle dolci beuto con Toccherò. Chiocciole monde, & inghiottite con ptifana d’orbo. Le medefimepefle , & impiafiratef oprai dolore. Olio difeme di lino fiefeo beuto caldo alpe fi di rne^a lira . Badici & fucchio di regolitia. Me qua di cardo benedetto beuta con tneqa dramma del fuofeme. Dicottione di eh amamilla, ouero t acqua de ifuoi fiori beu ta conficcherò. Siropo molato filutiuo beuto caldo. Mi dolori del coftato lenza febre. DI DIOSCORIDE. Sterco di capra impiastrato con cera , <& olio rofado. Farina d’orbo infieme non capi dipapauero , & meliloto , cotta in uino melato ,& impiaflrata. Torfi di cauoli brufeiati uerdi & incorporati con graffo di por co, & impiastrati. Dicottione di radice di leucacantha,f atta nel uino beuta. Badice di amphodillo beuta nel uino al pefo d’una dram ma. Succhio di radice di getiana prefo al pefo d' una dramma MriSlolochia tonda beuta con acqua. Badice di centaurea maggiore beuta Lafero forbito. G albana impiafìrato in fui dolore. Foglie di marrobio con mele. Foglie & parimente il feme del trifoglio bituminofoin beuanda. Fthiopide beuta. Dicottione di acoro beuta. Cofio beuto con uino & con offendo. Infiamma gioni di polmone. Sputi di marcia. PETTO ET POLMONE Mgalloco cioèlegno aloe beuto con acqua. Mirrha inghiottita alla quantità d' una faua.. Bdellio beuto. T erbenthina applicata al dolore, brionia tolta in lattouaro con mele. Airinfìammagioni del polmone. DI DIOSCORIDE. Bafilico impiaSlrato con farina d’orbo. Seme d'ortica forbito con mele. Tragorigano tolto in lettouaro fatto di mele. Chrifichome beuta. Mcqua melata beuta. DEL MATTHIOLO. Tolmonaria prefàper bocca in qual fi\uogli modo. Me qua di lenticularia paluftre beuta. Alli fputi della marcia. DI DIOSCORIDE. Seme d'irione composto con mele. Foglie di betonica beute con acqua melata al pefo di due dramme. Badice di perfidiata , ciò è lappola maggiore mangiata con pinocchi. jEthiopide beuta . Vinodihiffopo. -t S andar acha data con fapa. ( ma queflo medicamento io nonpoffo approuar fi non per uelenofo.) Solpho beuto in unouuouo , ouero fattone fumo, & prefo per bocca. DEL MATTHIOLO. Terbentina nera & uolgare inghiottita. Tinocchi mondi pefii co ^ucchero,o con mele inghiottiti. Tece liquida inghiottita con mele. Foglie di olmo difi ari colte dalla parte orientale trite con altrettanti grani di pepe, & beute con maluagia.) Latte di mandorle dolci, & di pinocchi beuto con zuc- chero. Gomma UTraguantbt | h . fi limodo . Succhio di regolitia. Veronica prefa in poluere nella fua ifleffa acqua. Dicottione di botri beuta piu giorni, ouero la poluere del l'herba con dicottione di regolitia. Scabiofa beuta in poluere , ouero il fucchio inghiottito con mele , ouero la dicottione di tutta la pianta. Tolmonaria in qual fi uogli modo prefàper bocca. Alli Afthmatici. DI DIOSCORIDE. Afthma Bacche di lauro beute con mele, ouero con fapa. Fichi ficchi bolliti con hifjopo & beatone la dicottione . Orina di fanciulli beuta. Butaprefa in poluere. Seme di ciclamino fecondo. Badice di dragontea maggiore arrofiita , ouero cotta nel l' acqua acconcia con mele in lettouaro. Mcqua melata beuta. Seme difiondilio,& parimente le foglie tolte in letto- uaro. Badici & foglie di coda di cauallo beute. Seme di abrotano beuto in poluere con acqua. Hiffopo bollito con fichi,con mele, & con ruta nell'acqua, & beutone la dicottione . Dicottione di calamento beuta. Vino de hiffopo beuto . Dicottione PETTO ET POLMONE dicottione di thimo beuta con mele. Satureia beuta con mele . Sefeli maffilienfe beuto. dicottione di Tricbomane beuta. Cornino tolto con aceto & acqua* Radice difmrnio mangiata , Tafsìa impiaflrata di fuori, . Ammoniaco beato. toglie di mcliffa in lettouaro di mele. Tojsilagine ouer amente farfara , fece a & pofla f opra i carboni3& toltone il fumo per bocca. Succhio de Hippophefio beuto alpefo duna dramma. Botri beuta > ouer amente acconcia in lettouaro . Seme di periclimeno beuto. dicottione di adianto beuta. ■ 4 DEL MATTHIOLO. Biadici diride condite. Dicottione di radici di Valeriana di regolitia & di Ani fi beuta. Cubebe inghiottite. Acqua di cinnamomo beuta. ‘ Volpa di cafiia prefa con acqua d’hijfopo. Balfamo artificiale con tutti i fuoi liquori. Olio di mandorle amare beuto. Olio-di feme di càrthamo inghiottito. Stirace chalamita. ^ ui pilolc. T erebentina uera & uolgare inghiottita. Te ce li quida prefa con mele. Fichi /òcchi due ouero tre macerati nell'acqua uite &■ mangiati. Farina dOrobo impattata con mele > & inghiottita. Succhio latticcinofo di cicerbita inghiottito. T orri c otti 3 & mangiati con mele. Cipolle lejfe, ouero cottefotto le ceneri mangiate con me- le con boturo. Seme di femape ouero di naflur^o beuto trito. Fradice di Aro cotta , & inghiottita con mele ò con olio t di mandorle. Agarico aggiunto nelle beuande. Centiana ouero la fua acqua beuta. Arifìolochia ritonda ^ beute con cofe petto-- Fradice di centauria maggiore * rali. Veronica ^ Hiffopo | Mmtflro f prefein mio, Herba gatta J Chalamento -> dicottione > ouero infufìone di fena prefa con Agarico. Serafino beuto con dicottione di enol&& di Hiffopo. Botri prefa con mele uiolato , ouero con dicottione di re- golitia. Seme difecuridaca prefo trito con mele ouero confapa Quinta effen^a nofira inghiottita pian piano. Antimonio nottro hiacinthino prefo al pefodi quattro grani. Alli fputi uifeofi , & malageuoli da fcreare. DI DIOSCORIDE. Iride illirica beuta. Caglio d' ogni animale beuto , ma/jietialmente £ animali (he fi mangiano. PETTO ET POLMONE Rafano cotto in acqua , & mangiato. Torri cotti conptifana , & beuti. TJatturtio cotto & forbito. Bulbi alquanto lefìi & mangiati. Ammoniaco acconcio in lettouaro. Scordio prefo in qual fi uogli modo. Tafia impiaflrata di fuori. Seme di lino tolto in lettouaro. Scilla fecca tolta alpefo duna dramma con mele. Marrùbio fecco beuto con poluere d’iride. Vino de hiffopo beuto. DEL MATTHIOLO. dicottione di radice d' Iride beuta. Olio di mandorle dolci , & amare . Tinocchi incorporati con mele ouero con zucchero. Terebentina d' ambedue le fpetie inghiottita* Succhio di regolicia dijfolto con oximele. ■ Farina d or ohi incorporata con mele3et inghiottita pian~ piano. ■ Agarico prefo in pìlule. Succhio d'hijfopo con mele 3 & aceto. Scabiofa prefa in qual fi uogli modo , & parimente ilfuc - chio incorporato con oximele . Quinta effen^a nofira incorporata confucchio di regoli- eia 3 & beuta pianpiano. A purgare il petto. DEL MATTHIOLO. Tolpa di caffia con agarico 3 & regolicia. Agarico prefo in qual fi uogli modo. Dicottione 3 ouero infufìone di fena beuta con cofe petto- rali. decottione d'hijfopo , & di faluia beuta. Scabiofa beuta in poluere ouero il fuo fucchio inghiottito con mele. Aiflufsidelpetto. DI DIOSCORIDE. Seme de ir ione inghiottito pianamente con mele. DEL MATTHIOLO. Agarico prejo in pìlole. Bolo armeno inghiottito con zucchero rofado. Salma ufata come fi u ogli. A tutti i diffetti del petto . DI DIOSCORIDE. Torri cotti con mele 3 & mangiati. Succhio di liquintia beuto. Thimo compofio con mele & inghiottito pianamente. T imbra tolta nel rpodo medefimo. Badi ce ditordiloprefa in lettouaro con mele. Fradice di rofmarino primo beuta. Simphitopetreo cotto in nino dolce , & beuto. Succhio dì radici di cinquefoglio. DEL MATTHIOLO. dicottione di radici d Iride 3& le radici itteffe condite . Cipolle cotte 3 & mangiate con mele. T erebentina coft di larice 3 come di T erebintho. Veronica p Jfegolicia rin qual fi uogli modo . Scabiofa ^ Vuapaffa mangiata ffieffo. Alle ferite del petto. DEL MATTHIOLO. Flufsi del petto. Difetti di petto. Cario - c V o R E CVORH Cariofillata ^ Totentilla MchimiUa Radici di bidona i Confolide tutte 1 cotte nel uino con un poco di iucche Sanicula ^ roò di mele,& datone a bere la di- Orecchia d'orfo Tir ola’- Virga aurea cottione per al quati giorni cótinui. G Agrimonia Telofella Fiori d amar antho por pere o beuti. Beuanda di pirola fcritta al quarto libro nel contento dellimonio. C V O R E. Sincopi. Allefincopi. DI DIOSCORIDE. (Ocomero odorato. j Taleggio . odorato con aceto. Bugloffa beuta. Fndiuia impiafìrataper fe fola & con polenta, pifferilo cotto in uino dolce 3 & applicato allo filomaco. Foglie di roui applicate di fuori. DEL M ATTHIOLO. • JLcquadiffiico nardo > ou ero di lauanda beuta & odo- rata. adequa dì cinnamomo beuta. Sandali tutti beuti odorati 3 & applicati al cuore. Mufchio odorato cofibeuto come applicato al cuore, cimbra beuta 3 applicata , & odorata. Bafìlico bagnato con aceto 3 &. tenuto f rito al naf u Fradice di feor^onera 3 onero il fuo fuccbio beuto . Garofani aromatici manicati onero meffi nel naf ì. Garofani fiori beuti 3& odorati. Zedoaria maHicata. Menta odorata. Me Uffa. 3 & la fua acqua difliUata. jtequa di phillite beuta. * Biadaci di gariofillata odorate. Biadici d'angelica maflicate , & odorate. Jjicottione di borraginc}& di bugloffa beuta onero il ui - . no della loro infufione. Maluagia ò qual fi uogli altro uino generofo & potente gittato nella faccia 3 & inghiottito. Quinta effen\a nofira beuta , gittata nella faccia 3 unta aipolfi 3& odorata. Al tremore del cuore . dicuorr DEL M ATTHIOLO. Galanga beuta con fuccbio di piantagine. i Acqua di cinnamomo beuta. Bacche di mirto prefe in qual fi uogli modo. Fradice di fcor\onera beuta 3 onero il fuo fuccbio. Fradice di uincetofco trita confeme di cedro et beuta con acqua d' (teetofa. Meliffa p Borragine ?■ in qual fi uogli modo. Buglofìa J Zaffar ano aggiunto ne gl' altri medicamenti. Radici di gariofillata odorate . Quinta effendi nofìra beuta * Battimen to di cuo- Durezfce di precor di. Infiamma gioni uec chie di p- cordi. Infiamma gioni di mammel- le. Oro Tede [frefe inguai fi itogli modo. -J Gemme preciofe Al battimento del cuore . DEL M ATTHIOLO. Le medefime cofe tutte f cripte di fopra al tremore del cuore. Alla durezza de i precordi) . DI DIOSCORIDE. Fjpapontico , . Vino d' affienilo » eta0m Alle uecchie infiammagioni de i precordi). DEL M ATTHIOLO. Scordio trito con cera & applicato. MAMMELLE. AU’infiammagioni delle mammelle . DI DIOSCORIDE. ITsfic enso impiaflrato conterrà cimolia , & olio rofado. Mele cotogne me fife nelli impiafiri 3 & applicate. TS(qci communi applicate con ruta & un poco di mele. S corsie difaue impiafirate con farina d’orbo. Fradici & foglie d’amphodillo applicate con uino. Seme dimone impiastrato. Fradice d'hemerocalle impiaftrata. Mlthea cotta ep.ofta fopra al male. Vinaccia d'uua applicata con fiale. Tietra oflracite meffa fopra con mele. Tietra Geode applicata con acqua. Terra famia applicata con olio rofado , & acqua. DEL MATTHIOLO. Olio di hiofeiamo unto al male. Vuoua di gallina crude applicate con olio rofado. Farina di rifo cotta nel latte 3 & impiaftrata. Trocacchia pefta 3 & applicata. Trifoglio acetofo meffo fopra' l male. Mi equa di lenticularia paluflrc applicata co pecette di . tela , & parimente beuta. Olio di momordica unto al. male. Olio rofado agitato lungamete in immortalo di piombo. AU infiammagioni delle mammelle dopo al parto. DI DIOSCORIDE. co. Sembola di fomento cotta con dicottione di ruta , & meffa fopra. Foglie di bacchara impiafirate . Foglie di epimedio tagliate minute & impiafirate con olio. Seme di iufquiamo trito & impiaflrato con, uino. Foglie diricino meffe fopra. Vinaccia dime trita con fiale & applicata. DEL MATTHIOLO. Granchi crudi tritti 3& applicati. Marrobio trito con fognia uecchia 3 & impiaflrato. ■Alle durezze delle mammelle. DI DIOSCORIDE. Farina d'or obi cotta , impiaftrata. melle. Chamepitio della prima (ferie impiaflrato con mele. Fiocini dijiinaccie triti con fale , & applicati. AUul- Infiamma gioni do- po al par- Viceré di manie-ile* mammelle All’ulcere delle mammelle , PI DIOSCORIDE, Cenere di unghie odorate , Radici d'afclepiade impìafhatc. DEL MATTHIOLO. riparine polucri^ita [opra, l’ulcera. Olio rofado agitato lungamente in un mortaio di piombo, & applicato al male. Setole de Alle fetole de i capitelli delle mammelle . 1“P1K|1‘ DEL MATTHIOLO. Olio di tuorli d'oua unto al luogo. Tornata unta ali intorno. Succhio d’ aparine applicano. Ulte a »- Al latte aprefo nelle mammelle, preti. pi DIOSCORIDE. Cera mona fattone dieci pillile grojje come grani dì mi- glio , & inghiottite . Scorce di fune impiaftrate per fe fole, & con farina d’or - V- , . „ Parma di lenticchie impiaftrata. ^ tppio , & il fucchio delle fue foglie meffofopra. DEL MATTHIOLO. Menta frefea impiaHrata. A prohibire la generatione del latte. DI DIOSCORIDE. Foglie di cicuta meffa / opra le mammelle. DEL MATTHIOLO. Foglie frefche di picche diftefe per [opra. A far generare pur aliai latte. DI DIOSCORIDE. Alimo mangiato ne i cibi. Seme di làtice ciò è Agno cafìo beuto. Ttifana d'orbo cotta con finocchio, & mangiata , Dicottione di malua beuta. Succhio di cicerbita beuto. Lattuga mangiata ne i cibi . Bajìlico ufato ne i cibi. Buchetta mangiata. Anemone con i fuoi rami cotti con ptifana, & mangiati. Anifo beuto & ufato ne i cibi. Dicottione di aneto beuta . Finocchio ufato ne i cibi. 'Vagella beuta per piu giorni contimi. Seme di circea forbito in qualche cibo . Clematite prima cotta , & mangiata. Radice di ecchio tolta con brodo onero con nino. Clauce cotta con farina d orrò con fale& con olio & forbita. Toligalia beuta. Succhio di brionia cotto con grano ( cioè fomento) & mangiato ne i cibi ( ma bifogna qui effer prudente ) . DEL MATTHIOLO. Vnghìe di ajìno , onero di uacca abbruciate & beute conptifana. Brodo di ce ci beuto. Cauolo cotto , & mangiato con pepe lungo , & beutone il brodo. Radice di cardo benedetto polueri^ata , & beuta con fe me. di finocchio , & pepe lungo nella ptifana. Crittallo Sottilmente trito , & beuto con brodo. Seccare il latte. Pronoca- re il latte mammelle A prohibire che il latte non fi apprenda nelle mammelle. DI DIOSCORIDE. Menta impiaftrata con farina d’orbo. Feccia di uino unta con aceto. DEL MATTHIOLO. Farina di faua cotta , & impiaHrata. Afar che le mammelle non crefchino. DI DIOSCORIDE. Cicuta pefta,& muffa [opra. Cote naffia trita , & impiaftrata. DEL MATTHIOLO. Multa diftiUata dalle pine immature applicata conpc^- feditela. Mcqua di Hellariaouer amente il fucchio applicata nel mcdefhno modo con bipocisiide. Cauda equina , rofe & ahimè. STOMACHO. Al uomito & alla naulèa. DI DIOSCORIDE. Succhio di mele cotogne beuto. Spica indiana y ieuta con acqua. Spica celtica A Dattoli mangiati ne i cibi . Talma clata ( ciò è inuoglio di dattoli ) impiaftrata fo- pra lo Homacbo. Telle di ventriglio di galline , galli ,& capponi ,fc eco trito & beuto. Succino beuto. Fauc cote in aceto , & mangiate ne i cibi. Lenticchie mangiate fcn\a fcor\a al.numero di ubiti. Fagiuoli mangiati ne i cibi. Sifìmbro beuto. Foglie di rouo mpiaHrate difuore. Lattuca mangiata fenica lauare. Lenticchie faluatiche date a mangiare. Scilla fecca tolta in polvere . Agarico per fe folo in pilule al pef ) di tre fcropoli . Succhio di radice digentiana beuto con acqua. Radice di bianca [pina beuta. Menta beuta con fucchio di melagrani brufehi. Seme di peonia beuto con uino nero. Betonica mafticata , & inghiottita con uino inacquato. Succhio di foglie , & di uiticci di uili beuto . Vino di mino beuto. Feccia.di uino impiaftrata. Vino fcillino beuto. DEL MATTHIOLO. A equa di cinnamomo beuta. Infuftone di mofeo de gl’ alberi fatta nel uino , beuta. Bacche di crcfpino mangiate. Ribes uolgarc mangiato in qual fi uogli modo . Vua fpina mangiata . Temi brufehi cotti fotto le ceneri, & mangiati. Mele cotogne prefe in qual fi uogli modo. Succhio delle mede fune nel quale fta bollito corallo feme di rofe , rabarbaro , bipocisiide & acacia. 'H.cjpolc fecche polueri^atc incorporate con coralli ga- rofani, noce mofeada & fucchio di rofe r offe , prefe per bocca. Seme di malua beuto con uino rofio. Garofani beliti con uino garbo , onero di mele cotogne , & pari - Far che il latte non s’appren - da nelle mammel- le. Che le mamel le non cre- fchino, Vomito & naufea. Flufsi fto- nuchali. STOM ACHO gr parimenteme meffifopra lo Slomacbo con mdSlice, fomachi, coralli , & balauSii. pino dì melagrani beato. Diajpro pietra portata f opra labocca dello fiomacbo. Menta [ceca con nino de melagrani. Succhio di menta greca beuto , & applicato di fuor e. Schiarino polueri\ato mangiato con pane 3 ouero beuto con bomfiimo nino. foglie, punitole ,& feme di Ugopo beute con u ino bru- fo%3 onero di melagrani. Sorbattrella mangiata » & beuta in poluere. : Polmonari a della feconda Ipetie beuta con nino rogò. A i flufsi ftomachali. DI DIOSCORIDE. Lido beuto & ufato ne i crifteri. Mele cotogne mangiate crude. More immature fecche , & poluaiipte fopu i cibi. Lifiia di cenere di fico beuta al pefo de una oncia, &. mc'ta. Tamarigio beuto. Galle fatte in poluere & impiastrate con uino o ucramen. te con acqua . Seme di fomacho ffarfofopra i cibi. Foglie di mirto trite & impiastrate con acqua. Foglie d' olino faluatico impiastrate con farina d'or- Caglio di lepre ^t di cauallo beuto con uino al pefo di tre oboli. Faue cotte in aceto inacquato , & mangiate. F 'arma di faue d’egitto mangiata. Seme di rombicc oucr amente dJLcetofa beuto con ac- qua 3 oueramentecon uino. Tiantagitie lejfa nell'aceto , & mangiata. Semedihiacinto beuto. Coronopo cotto & mangiato ne i cibi. Rb apolitico beuto. Radice di fina bianca beuta. Midolla di ferola uerde tolta per bocca . Lafero tolto nelli acini dèli ma. Fradice di T^imphea fecca 3 & beuta nel uino . Succhio di dimeno beuto. Seme di limonio beuto al pefo d'uno jLcetabulo. .Acini di Trago beutial numero di dieci. Capi di papauero cotti & della loro dicottionc fattone, lettouaro con mele , & uolendolo piu efficace aggiun- geli fucchio di hippociSlide , & d acacia . t Dicottionc di-vinaccia di uiti beuta. Fiocini ( cioè offa di uue ) fitti infarina , &ffarfifopra: lo fomacho. jlequa interamente nino , in cui fa fiato ffento ferro af- focato. Morocbtbo pietra beuta in poluere. Vino di mirto beuto. jtdianto beuto con uino. Tricbomane beuto nel modo medefìmo. DEL MATTHIOLO. Calanga beuta con fucchio dipiantagine. jlequa di cinnamomo beuta. Infufione di mofeo arboreo fatta in uino brufeo. lncenfo tanto per bocca quanto applicato difuore. Zucchero di fiori di melagrani per fi folo, ouero beuto con uino brufeo. Vino onero mina di mele cotogne di denaro >& il lo* STOMACHO aglio difuore. Cotognata mangiata. 1 '{cffole Sorbe j lmgnlTChC k ^ k U°gU md° Tfoci mofeade j More immature-1 Due chiocciole crude , & pefle ìnfìeme con il gufeio & incorporate con due uoua di gallina 3 & poi faldate in uino dolce 3 & acqua & beute. Spoglia di ferpentc cotta in olio rofado3 & applicata al- lo fomacho. Ri fo prima abbruflollato , &poi cotto nel latte in cuifie no flati ffenti ciottoli di fiume affocati mangiato. Dicottione di cicerbita beuta con uino. Garofani beuti con uino di mele cotogne. Menta fecca beuta con amido , & con acqua, jlnetbo abbrufeiato beuto con menta Seme di coriandoli beuto con acqua. Rofmarino polueri\ato mangiato con pane ouero beuto con boniffìmo uino. Fiori d'amarantho porporeo beuti. Vino di melagrani beuto. A prouocare il uomito. -DI DIOSCORIDE. Foglie di lauro beute. Chiocciole che fi ritrouano attaccate alle fìepi mangiate. Fradice di melloni fecca 3 & prefa in poluere con acqua • melata. Bulbi uomitorij mangiati . Terra lemnia beuta. Alli dolori dello fto maco. DI DIOSCORIDE. Giunco odorato beuto. Bulbi mangiati . Rbapontico beuto. jlffenrp cotto nel uino dolce 3 & beuto. Meliloto cotto nel uino , & beatone la decozione. : Radice di nìmphea impiafirata difuore. Fufti uerdi di fenatione cotti nel uin dolcc3 & beatone la„ decottione. jLlahaSlroimpiafirato con cera. DEL MATTHIOLO. Tolpa di caffia prefa per bocca. Olio di ricino beuto , unto 3 & me fio ne i crifieri. Olio di mandorle beuto. Olio laurino applicato di fiore. Tre granella di mastice inghiottite nell' and are a dormire. Dicottione di nock mofeade beuta con mele rofado & acqua uite. Sifembro faldato , & bagnato con maluagia applicato difuore. ^Aloeprefo in pilule. Quinta effen^a no fra beuta al pefo di me^t oncia. Alli rodimenti dello ftomaco. DI DIOSCORIDE* Spica Indiana ? , /• „ , • $ beuta con acqua. Spica Celtica * 1 Giunco odorato beuto. Succhio di ficomoro beuto . ginocchi mangiati . g Latte Prouoca- re il uomi to. Dolori di ftomacho Rodimeli ti di fto- macho. Ardori di ftomacho Ventofità di ftoma- cho. latte bimano beuto. Succhio di cicerbita beuto. Pulegio prefo con acqua & aceto. Succhio di hieracio maggiore , & minore beuto. Scordio beuto al pefo di due dramme. Seme di peonia beuto con uino nero . DEL M ATTHIOLO. Olio dimandarle dolci beuto. Olio sefamino beuto . •Pinocchi mondi pefti, & incorporati con mele ouero con Truccherò, & beuti con aerina diprocacchia. Alli ardori dello ftomaco. DI DIOSCORIDE. •Procaccia (cioè portulaca) impiagata fopra loft orna- cho. sonebopeflo , & mejfo fopra. Succhio di ombilìco di uenére impiajlrato. Endiuia & cicorea mangiata con aceto. Succhio di liquiritia beuto • Apio beuto. Finocchio beuto con acqua fiefea. Poligono impiaftrato. Foglie di folatro d omerico impiastrate. Foglie , & uiticci di ulte applicati difuorii Fiori di lambrusca impiastrati. DEL M ATTHIOLO. polpa di Caffiaprefa per bocca. Sandali beuti & applicati di fuor e con acqua rofa. Bacche di credine d' una (pina , di ribes uolgare inghiottì Zucchero rofado mangiato. (ta. Foglie prefiche di quercia tenute in bocca . Cedri > tranci ?- prefi per bocca in qual fi uogli modo . Limoni ' v Latte di femi di melloni beuto. Fradice di Kegolicia, & ilfuo fucchio inghi ottito. Phillite poluer i\ata , & incorporata con la fua acqua , & applicata difuore. Trifoglio acetof ? mangiato in qual fi uogli modo. Fiori di confolida reale prefi in poluer e. Fragole mangiate. Acqua dilenticularia paluftre beuta. Alla uentofìtà dello ftomacho. DI DIOSCORIDE. Fradice di meo beute. Spica indiana & celtica beute. CaHoreo prefo in beuanda. Brodo di gallo uecchio beuto. AJfen\o beuto con fefeli , & (pica celtica . Seme & radici di liguflico tolti in beuanda. Seme , & fmirnio beuto. DEL M ATTHIOLO. Cubebe inghiottite. Pepe inghiottito intero fino à fette grani. \ . adequa di cinnamomo beuto . Calamo aromatico ufuale prefo inpoluere. Olio di Ricino beuta., un^o, & mejfo ne i criSìeri. A equa di balfamo artificiale prefa con brodo di carne. Olio di feme di carthamo beuto. Olio laurino applicato di fuor e. Mumia beuta con dicottione di cimino , d' animi , & di 5TOMACHO Olio di Scorpioni nostro unto difuore . Caftoreo beuto con offimelle. Miglio fc aidato con fiale, & chamamilla,& applicato in unfacebetto . Menta tanto beuta , quanto applicata di fuore . Mentaflro "> Menta greca | Salma qual fi uogli modo. Tanaceto ' Imperatoria { HerbagattaJ Quinta effen?xa noSlra beuta. Alfinghozzo. DI DIOSCORIDE. Seme di fifembro beuto nel uino. Fybapontico beuto. Mafiologia tonda beuta. Menta beuta con uino di melagrani brufehi. Dicottione di foglie, & feme d’anetho beuta. Cornino faluatico beuto con aceto. Alijfo beuto,o tenuto in mano ò mejfo nel nafo . Dicottione di ajfleno.beuta . Seme di periclimeno beuto. Sajsif ragia prefa il poluer e. DEL M ATTHIOLO. Acqua di cinnamomo beuta. Mumia beuta con dicottione d’apio, o di cimino. Cafioreo beuto con acqua niellata . Beubarbaro beuto con uino . Menta prefa con uino di melagrani . Anetho beuto, & odorato. Acqua di phillite beuta. Quinta efien^a nofira beuta al pef i d' un oncia pur che il fingono non proceda dal ftomacho inanito. Ai rutti acetofi. DI DIOSCORIDE. Agarico prefo al pefo d'una dramma. Tragorigano beuto. Betonica beuta con melle (piumato alpefo • d'unafaua . DEL MATTHIOLO. Seme di Coriandoli beuto al pefo d'una dramma. Al fangue ouero latte appreiò nello « ftomacho . DI DIOSCORIDE. Lifcia di cenere di fico beuta. cDicauaUo ^ Di lepre Singhozr Rutti. Sangue o- uero latte a p prefo nello Ilo- macho. Caglio \ Di agnello \ r . , r »• um° pef ‘ Di cerna ; 1 Diuitello j Di bufalo ^ Foglie d’helicrifo beute con uino melato . Lafero beuto. DEL MATTHIOLO. Acqua di ciclamino beuta con Truccherò . Succhio di confolida media beuto . < ' AH’infiammagioni dello ftomacho. DI DIOSCORIDE. Hieracio maggióre &. minore m Infiamma ftomacho. STOMACHO FEGATO Fame ca- nina. Far buona digeftione yitlie di Ulte imfiafiutc con farina d'or\o. ole purpuree ufate nel modo medeftmo. DEL MATTHIOLO. Talpa di cuffia prefa per bocca. Sandali tanto beuti , quanto applicati difuorc. I \ofe mpiaftrate. Fiori di confolida reale applicati di fiore, adequa di lenticularia paluflre beuta. Allafame canina. DEL MATTHIOLO. Ghiri grafi arrojliti , & mangiati fpefjo. A prouocare l'apperito. DI DIOSCORIDE. Tepe mangiato. ^ Icetoufato neicibi. ^ìffenxo beato. DEL MATTHIOLO. f- di creffiino y Eaccche J d’una jpina >■ mangiate. C di ribes -a Maliarda mangiata con i cibi. tuona A buona digeftione. a.geiuo DI DIOSCORIDE. ne* Ruchetta mangiata ne i cibi . Tepe mangiato. Gengeuo ufato ne i cibi . Scilla cotta con mele , & mangiata, Mffen^o mangiato , & impiajìrato di fuori • T ragorigano beato. Tulegio tolto per bocca. Seme , & radice di liguHico in beuanda. Seme de fefeli majsilienje beato nel uino. Seme di caro beato. Foglie di betonica mangiate con mele doppo cena alla quantità d‘ una faua. Vino di affen\o. DEL MATTHIOLO Jlcoro & cinnamomo una dramma di ciafcuno beuta con uino d’affen\o. Galanga ^ Cubebe \ Garofani £ ufate ne i cibi. "Noci mofeade j Macis J . ' . adequa di cinnamomo beuta . Zafferano ufato ne i cibi. ÌlaZ^l^lnpoiutrc. Ladano inghiottito al pefoduna dramma due bore do- po cena. Mele cotogne youero pere cotte fotto la cenere et mangia Tiftacchi mangiati jpeffo. Cedri conditi y . . . _ nccicondiJmm^t,auant,faJl°- Spegnere A lpegnère la feto, atte. DEL MATTHIOLO. r di crepitio Bacche d'uua jpina v di ribes uolgare J Limoni tranci Tolpa di cedro (te. > mangiati. Tere manicate , & ficchiate. Foglie di procaccila. Latte difemedi melloni beuto. Tolpa d’anguria matura mangiata. Radice di regolitia , & il fuo fucchio tenuto in bocca. Trif )glio acetof ) manicato . Fraghe mature mangiate. Vino di melagrani beuto con acqua di cicorea ouero di *r\o. FEGATO. Alle oppilationi del fegato. DI DIOSCORIDE. ST i c a indianay & celtica beuta con acqua frefea. Corteccia di lauro beuta al pefo di tre oboli con uino odorifero. Foglie dipelo beute con acqua femplice , oueramente melata. Mandorle amare compojle in lettouaro con mele , & con latte tolte alla quantità d'una nocciuolaper uolta . Succhio di radice di gentiana beuto con acqua. Agarico beuto. Fjpapontico tolto per bocca. Iringo beuto con uino . Dicottione di camamilla beuta. Foglie di chamepitio tolte per fette giorni continui nel uino. Betonica beuta per fette giorni continui nel uino melato. Eupatorio beuto nel uino . Fradice dipapauero cornuto beuta. Embrica finopica beuta. Succhio di liquiritia mangiato . DEL MATTHIOLO. Spico Tsjardo > ouero lauanda aggiunte nelle beuande . Dicottione di radici d'affaro beuta . Carpefioprefo in poluere } & in beuanda . Cajfia folutiua inghiottita in bocconi . jLcoroprefo in qual fi uogli modo . .. c di mandorle amare ? , 01,0 hifemedicanhamot bc“t0- Succhio , & infufionc di rofe in beuanda . Tolpa di tamarindi . Mandorle ? r .... Tlftaccb,ìuf‘^tene,C‘h,■ Dicottione di ceci neri , & rofii beuta. Farina di ceci cotta in acqua d'indiuia & impiagata fo - pra’l fegato , Lupini cotti y & mangiati con pepe, & con ruta . Seme dinagonial pefo d'una dramma beuto fpejfeuolte con dicottione di marrobio . Dicottione di cauolo beuta. Bietola mangiata con fenape , & aceto . Cicoria cotta nel uino bianco fottile y & beatone il ri- succhio di ciclamino beuto con ofimeUe al pefo di due dramme . Beubarbaro pref i in qual fi uogli modo . Mcqua dì gentiana beuta. Fradice di centaurea maggiore prefa in fuflan^a , & in infufione. Dicottione di radici di cardo * Dicottione diradici d' iringo* bcuta ' g 2 Veronica Oppilatio ni di fega- to. ■ Veronica Menta greca. Maiorana Marrobio Cufcuta Imperatoria Fiori di lupolo Trabocco di fiele. fegato ^ in qual fi Itogli modo. I Eupatorio uolgareJ Dicottione ouero infusone di fona beuta . pofmarino mangiato fi e fio. Dicottione di corteccia d tonelfuodifcorfo nel quarto libro. Quinta ej]en\a di ferro ferina nelfuo difcorfonel quinto > libro beuta al pefo d'ima dramma per piu giorni con- tinui. Al trabocco di fiele. DI DIOSCORIDE. „ . c Indiana. » .. sf,ca I educa lbeuta- Corno di ceruo brufeiato lanuto , beuto . 'v Mille pede onero porcelletti beati nel nino. Ceci cotti con rosmarino ,& mangiati. Dicottione di rombice fatta nel nino . Seme d' Mitriplice beato con acqua melata . Dicottione fatta di radici di garagi fatta con fichi , & con ceci. Dicottione di Crethamo marino. Irione compofio con mele. Scilla comporla in lettonaro con mele tolta al pefo di tre oboli. Radice di Chelidonia beuta con anefi,& con nino. Seme di fiondilio beato. jLgaricoprefo al pefo d’ una dramma . Bjjapontico tolto in poinere. MJfen\o bollito ouero infnfo & beutone lafna dicottione al pefo di tre ciathi ogni giorno . -, Mloe prefa al pefo d'una dramma. Dicottione d’origano fiarfz fopra al corpo. C alamento beato con nino. Finocchio falnatico beato. -i Radici di libanotide primo beute con uino , & con pepe . Dicottione di pofmarino beuta. 'Nigella trita , & meffa nelnafocon olio di gigli amarri. Fradice di Peonia beuta. Lafero dato con fichi fecchi. Succhio di Marrùbio tirato fu per il nafo. Dicottione d’amendue i Polij beuta. Foglie, & fiori di Conica beati . Dicottione di affieno in beuanda. Lichene impiafirato con mele. Dicottione di adianto beuta. Dicottione di trich ornane prefa nel modo medefimo. Dicottione di Mnthemide beuta. Buphthalmo'beuto fubito dopo al bagno. Seme di Hiacinto beuto con uino. Fradice di Pjibia beuta con acqua melata. Foglie di Chamepitio beute fette giorni continui nel uino. Fòglie di betonica beute con acqua melata. Elaterio tolto in beuanda per purgare . Dicottione di radici d’Mnchufa. Succhio di cinquefoglio beuto per alquanti giorni al- pe fo di tre ciathi. fegato Dicottione di Ofiride beuuta . Dicottione di Chrifantemo fattone bagno. Fino di Scilla. Verbenaca fupina beuta al pefo d una dramma con tre — oboli de incenfo , con una hemina di uino per quaran- ta giorni continui. Foglie di lido cotte in aceto , & beute. Dicottione di Tamarigio beuta. Frutti di Halicacabo inghiottiti. Foglie di Chameciffo beute con acqua al pefo di tre obo -» li per fei giorni continui. Foglie , & bacche di rufeo beute nel uino . Vino di Scilla. Corno di Ceruo beuto inpoluere. Solpho tolto inpoluere in un uuouo cotto da beuere. DEL M A TTHIOLO. Dicottione di radici d'iride beuta. Dicottione di (fico nardo fatta con cinnamomo & radici di (far agi & di finocchio . Infufione d’Mjfaro fatta nel uino. M farina & la fua dicottione beuta. Volpa di caffia inghiottita. Succhio & infufione di rofe. Polpa di tamarindi. Denti dinanzi di cafipreo tenuti nel bicchiere di cui beue il uino l’ amalato. Cenere di uermi terrefiri beuta con decottione d'afemp. "Pietra di fiele di bue prefa con uino. Seme di nagoni beuto con dicottione di Marrùbio. Radici di cicorea condite . Dicottione delle me defime crude beuta. Latte di feme di melloni beuto. Tre foglie di ruchetta faluatica colte conia mano fian- ca, & fubito mangiate. Succhio di ciclamino beuto con ficcherò, & mafiice,ò con noce mofeada , ò con un fcropolo di peobarbarc. Fradice d’Mmphodillo beuta con uino. Chelidonia maggiore portata nelle fcarpe a nudi piedi . Seme d'Mquilea beuto con maluagia & un poco di 7^. fa rano. ' Agarico Y0 1 me$ ne^C ^euan^e fontine. Fradice di Cent aurea maggiore in qual fi uogli modo . Cent aurea minore & la fua dicottione • Dicottione di radice di cardo y Dicottione di radici d'iringo > beuuta calda . Dicottione di radici di Vincetofco J Mloeprefo inpilule , & in beuanda . Pulegio n Mentafiro | Marrobio £ ufati in decottione. Cufcuta | Eupatorio J Cimino beuto fubito dopo al bagno . Dicottione ouero infufione di Sena me fa nelle beuande folutiue. Seme di Chamedrio beuto al pejo d'una dramma co boni f fimo uino. Dicottione di fiori di lupoli fatta nel uino bianco. Dicottione di corteccia di frangola fatta come fi legge nelfuo difeorfo . Fin fio epa tico. Dolori fi* fegato» Durezza di fegato. Chachefia Frigidità di fegato. fegato Alfluflóhepatico . DEL M ATTHIOLO. Acqua delle prime &piu tenere foglie della quercia leu tafpcffo. Fegato di lupo [ecco nel forno , & beato mpoluere. J{cobarbaro prefo in polucre. A dolori di fegato. DI DIOSCO RIDE. Dicottione di Acoro beuta. Dicottione di Affermo fatta in nino dolce applicata. Seme di pcriclimeno beuta con nino. DEL M ATTHIOLO. Olio di fiori di iride y laurino ? unto al fegato, di mandorle amare J Dicottione , ouero fucchio d’eupatorio comune bruto. Alla durezza del fegato . DIDIOSCORIDE. Arnwniaco beato , & impiaHrato difuore. DEL M ATTHIOLO. Affato tento. Olio di mandorle ? ... . Oliofefamo Mafiice beuta , & applicata difuore . Dicottione di Centaurea minore beuta . Dicottione di corteccia di frangola beuta come fi legge nelfuo difeorfo . Jlceto fquiUitico beuto. Alla cachelìa cioè timidezza di tutto! corpo. DEL M ATTHIOLO. jtequa di cinnamomo beuta. Calamo aromatico uolgare prefo in fu fianca & in dicot- tione, Balfamo artificiale di tutte tre le difiiUationi beuto. Woce mofeada mangiata. Fegato di lupo f. ecco prefo in beuanda. Sio mangiato ne i cibi . Cicorea ufata in qual fi itogli modo. Reobarbaro prefo in tutti i modi , & penalmente con uua pafia. Agarico in pilule & in beuanda. Conferita di fiori d'ajfcn^o pontico mangiato frejfo. di pulegio DKOttmc yimfjmi^benu. di marrobio Serapino prefo con il doppio pefo di mirobalani citrini. Succhio d'eupatorio uolgare , ouero la fua dicottione. Dicottione di concede di frangola beuta come fi legge nel fuo difeorfo. Al fegato infrigidito. [DI DIQSCORIDE. „ . c indiana^, st,m i celtica Dicottione di Jlmomo beuta. Foglie di pino & dipelo beute nell’acqua Meramente nel nino. DEL MATTHIOLO. Offimelle di acoro beuto. Jlcqua di cinnamomo beuta. Calamo aromatico uolgare prefo in qual fi uogti modo» Balfamo artificiale beuto , & applicato difuore • FEGATO Garofani beuti » & ufati ne i cibi . Reobarbaro trito , & mangiato con uua pajfa . Menta vreca-% . , , * x m beuanda. Imperatoria * Dicottione ouer fucchio di eupatorio uolgare beuto, AH’hidropilìa. DI DIOS CORIDE. Badici di a faro beute. Cinnamomo beuto. Dicottione di calamo odorato beuta con feme d'apio. Carne di riccio terrestre mangiata. Chiocciole terre jlri trite con il lorgufeio & impiafirate. Mòrca de olio fregata Jopra una pelle lanofa et poHa fo- pra all'enfiagione. Orina dell'ifleffo patiente beuta . Orina di capra beuta ogni giorno con frica. Dicottione di ceci fatta infteme con rofmarino. Raphano impiaHrato in fui còrpo. Tiantagine cotta con lenticchie & mangiata. Dicottione di radici d’Ebulo fatta nel uino , <&• beuta, figlio cotto , & mangiato. Bulbi impiaflrati con mele , con pepe. Scilla preparata , & beuta. Succhio d'anagaìlide beuto. Radice di chameleone bianco beuta. 4Jfen\o con fichi 3 nitro sfarina digioglio impiaflrato. Dicottione diadianto beuta. Tricbomane ufata in beuanda. Hiffopo impiaflrato con fichi , & con nitro. Dicottione di polipodio beuta. Diccottione d'origano fatta con fichi fecchi. Dicottione di maiorana beuta. Futa impiaflrata infieme con fichi fecchi. Dicottione di ruta fatta nel uino beuta , & bagnatone il corpo. Seme di VaHinacafoluatica beuta. Seme di anefi beuto. Seme difmirnio tolto in polucre . Dicottione di chamcdrio beuta. Dicottione d'amendue ipolàj beuta. */ indroface beuta nel uino al pefo di due dramme. Foglie di betonica beute con acqua melata. Succhio di cocomero faluatico al pefo di uno obolo & me ■%o , ouer la quarta parte d'uno acetabolo della fua feor^a. .Acqua marina ufata per bagnar nifi dentro. Radice di ulte faluatica bollita in acqua & beuta in due ciathi di uino inacquato con acqua marina. Vino fcillino beuto. Seme dì uitice beuto. Fichi ficchi cotti nel uino con farina d'orbo & aJfen\o & impiafirate. Sale impiaHrato. alcionio ter^o polueri^ato fopra . Rena marina , feppellendoui dentro quando è benefcal- data dal fole il patiente fino alla te fi a. DEL MATTHIOLO. Elettuario di fucchio di radice d'iride prefo come fi legge nelfuo proprio difeorfo. Radici d'iride condite. Toluere di radicidi cipero , & di bacche di lauro al pari pefo dijfolta con orina di fanciullo & impiaflrata g 5 fui male E 6 A T 9 M I L Z A fui uentre. Infufìoné di radici d’ affavo fatta nel nino. » Affanna } & parimente la fifa dicottione beuta, lAcqua dif illata di cinnamomo beuta. $ affamo artificiale di tutte trele diSUdationi prefo per bocca y & applicato di fuor e* Olio di feme di carthamo beuto. Ufcia fatta di nino bianco ,& cenere di ginepro beuta . ' Seme di fr affino beato con uin o. Fiocini di acini di melagrani fahatichi trìti & beuti. ' .Acqua di Stereo birmano beuta. Sterco uaccmo , ouero caprino impiagato. Semedinagoni beato piu giorni continui nella dicottione del marrobio. (barbaro. Dicottione di foldanella,et màfi imamente beuta co rhà- Senape trita , & impiastrata con orina di fanciulli. Garofani ufati ne i cibi , & nelle uiuande. Succhio di ciclamino beuto con zucchero & mafiice oue ro con noce mofeada ò con reobarbaro , x Radice fi amphodillo beuta con uino. Reobarbaro fpeffe uolte beuto, Agarico pofio nelle medicine folutiue. Centaurea maggiore beuta inpoluere & in infiifione. Dicottione di cardo benedetto , Dicottione de iringo * Conferuà di fiori d'affen^o fornico ufata ffieffo . Tulegio p Menta greca /■ beutone la dicottione. Imperatoria ^ Ser apino beuto co altrettanto pepo di mirabolani citrini. Euphorbio prefo in pilolc. Dicottione di radici di uincetojcofatta nel uino bianco , & beuta, Marrobio ufato in dicottione. Dicottione d'eupatorio uolgare beuta . Seme di ricino macerato nel latte di capra & beuto. ^4 equa diftillatadi radici di fambuco al pefo di quattro once mefcolata con due once d’acqua df radici d'ebu - lo beuta trentagiorni continui, Dicottione di corteccia di frangola fatta > & ufata come fi legge nel fuo difeorfo. Coloquintida prefa in pilule , & mefja ne i crifieri, jAnthimonio noflro hiacinthìno beuto al pefo di quattro grani per uolta. Alle infiammagioni del fegato, : 5 DEL MATTHIOLO, Volpa di cafiia folutiua prefaper bocca. Camphora applicata di fiore. Vino di crefpino beut o. Succhio ouero infufionc di rofe in beuanda. Fradici d{ cichorea condite ufi ite (peffo. Conferuà di fiori di cichorea ufata fpeffe uolte. Latte di feme di melloni beuto. Thillite polueri^ata & beuta co la fua acqua lambiccata Trifoglio acetofo mangiato. Fiorì di confolida reale beuti in poluere. Dicottione di fragaria & delle fue radici beuta. MILZA. Alla durezza della milza . DI DIOSCORIDE. r £ l e cotogne crude impiafirate. {.Liquore dificompro beuto et applicato di fuore, unto fopra la miffa. Rafano pefio & mi fio fopra. Rr africa ( ciò è cauolo) mangiata con aceto, piccóttione di ebamedrio beuta , Farina di lupini impiaSlrata. - DEL MATTHIOLO. Radice d'enola poluerigata beuta alquanti giorni con ui no al pefo d'uno fcropolo . Olio di mandorle amare unto di fuor e. Terebentina uera inghiottita. OlioAifefamo' unto fopra la durerà. Dicottione di Tamarigio fatta nel uino. Cenere di chiocciole groffe beuto con mele }feme de lino, & d'ortica. Sterco di capra impiastrato. Radice di dragontea pefta & applicata. Succhio di ciclamino * meffo nclli unguenti. Succhio di centaurea minore 3 & la fua dicottione cofi di dentro come di fiore. Menta greca applicata con olio di gigli adirti. Olio di gigli a^mi applicato f oprala durerà. Tbillite prefa in qual fi uogli modo. Ofimelle fatto con fiori di ginefira beuto Conferuà fatta con fiori digineSlra ufata fpeffo. Dicottione di fcoi\e di frangola prefa come fi legge nel fuo difeorfo. jteeto fquiUitico beuto. Alle opilationi della milza, DI DIOSCORIDE. ■Spica Celtica beuta con uino, >Adianto in beuanda, Trichomane beuta. DEL MATTHIOLO. Fiori di fico nardo ,ouero di lauendula preft in qual fi uo gli modo. ^iffaro prefo in infufionc Cubebe ? , , „ r £ beuto in poluere. Carpefio * r Radici di Enula beuta fpeffo inpoluere con uino uccchio. 5 di mandorle amar e ■ Laurino \ £ di feme di Carthamo. - Mumia beuta con dicottione di carui Volpa di Tamarindo inghiottita. Brodo di ceci roffi beuto . Lupini cotti & mangiati con ruta>& pepe. Brodo di cauolo beuto. Bietola mangiata con fenape,& aceto Sio mangiato ne i cibi. Succhio di ciclamino beuto al pefo di due dramme con off fimelle. ^garico^ ° ^ me^1 nC^e ^eucin^e' Gentiana, ouero la fua acqua diffidata beuta. Succhio ouero dicottione di centaurea minore beuta Dicottione di radice d'ir ingiù beuta. Veronica -ì Menta greca Maiorana ■ Thidite i prefe in qual fi uogli modo , Eupatorio commune r Cufcuta Fragaria OppiU- tione di milza. Dicottio - Infiamma] gione di milza. Dolori di milza. Frigidez- za di mil- za. Sminuire la milza. MILZA Dicòttmeouero infufione di feria beuta . Rofmarino mangiato con pane. Fiori di lupolo aggionti nelle beuande. Dicottione di frangola prefa come fi legge nel fio di - fcorfo. Quinta offenda di ferro fritta nel quinto libro nelfuo di fcorfo beuta aipefo d'una dramma con acqua d'adian to, onero d' affieno, ouero di tamarigio. Alle infìammagioni della milza. DI DIOSCORIDE. Iride illirica beuta con aceto. Acoro beuto . Spica Celtica beuta con nino, jqardo montano nel modo medefmo. Cenere di f armenti impiafìrato con aceto, olio rofado,& ruta. Dicottione di tamarigio fatta neluino beuta. Seme di uitice beuto. Ai dolori della milza. DI DIOSCORIDE. Dittamo beuto , & impiafìrato di fuor e. DEL M ATTHIOLO. r di gigli a^irri y Olio ■ < Laurino >untofopr a Umilia. <- di gigli bianco ^ Thillite prefa in qual fi uogli modo. « Alla frigidezza della milza. DEL M ATTHIOLO. Offrimele fatto con acoro beuto. Cubebe-maflicate, & inghiottite . Acqua di cinnamomo-di fidata beuta. Balfamo artificiale beuto , & applicato di fuor e. Olio di mandorle amare beuto ,& unto. Olio laurino unto. \rico ZY0 ^ fi modo‘ Menta greca applicata con olio di gigli a?xurri. Fradice d’imperatoria beuta in poluere . Rofmarino mangiato conpane. Thillite ufata in qual fi uogli modo. Afmnuirelamilza, DI DIOSCORIDE. Iride illirica beuta nell’aceto. Acoro beuto con acqua. Spica c Celtica j? beuta nel nino. Dicottione di tamarigio beuta. Seme di uitice beuto. Dicottione di ciclamino fecondo beuta quaranta giorni • continui . Sagapeno beuto. Ammoniaco beuto aipefo di una dramma. Chamedrio beuto con aceto. TRaflur^o beuto. Dicottione di polio beuta con aceto. Succhio di pan porcino unto di f rpra. Seme di cappari beuto aipefo di due dramme con uinoper 40 giorni continui. Fradici di cappari prefa nel modo medefmo. Lepidio impiafìrato con radice di ernia. Foglie di bedera tenere cotte nel nino ouer amente fecche impiastrate con pane. MILZA Ifatide faluatica tanto beuta quanto impiaflrata dì fuor è Agarico tolto aipefo de una dramma con aceto melato. Rhapontico prefo ber bocca. Fradice di fmirnio mangiata. Radice di Gentiana prefa aipefo di due dramme. AriSlologia tonda beuta. Dicottione di radice di crocodrilio beuta. H ijfopo impiastrato con fichi fccchi & nitro. Tragorigano beuto con aceto., Tulegio impiafìrato con fale. Sifone beuto. Succhioni peucedano prefo per bocca. Vifrhio cotto con calcina & pietra gagate impiafìrato. Teucrio beuto con aceto inacquato ,& impiafìrato con fichi. Radici di leucoio applicate con aceto. Radice di nimphea beuta cori il uino. Foglie di affieno beute , oueramete la fua dicottione bei* ta quaranta giorni con aceto oueramete le foglie im~» piafìrate con aceto. ^ Seme di bunio beuto. Hemionite beuta con aceto. Seme- dir ubia beuto con aceto melato. Foglie di lonchite feconda beuta con aceto. Foglie di betonica beute con aceto melato • Radice di poiemonia beuta con acqua. Seme di periclimeno beuto nel uino per quaranta giorni continui. Seme di xiride prefo con aceto. . Radice di anchufa beuta con acqua melata. Ortica impiaflrata. Tri eh ornane beuta. Vino fcillino beuto fpeffo. Ghianda unguentaria beuta con farina di or obi in acqua, melata. Brionia beuta per trenta giorni continui nell'aceto al pe- . fo di tre oboli, ouer amente impiaflrata co fichi fecchi. Cime tenere et primaticcie di uite nera cotte et magiate ... Radice di felce mafehio beuta. Acqua, oueramentc uino in cui fiapiu uoltt Slato [perito ferro onero acciaiò affocato beuto. Alcionio ter^o beuto. Corallo beuto con acqua* Tietra aflia impiastrata con calcina uiua , & aceto. Cote nafjìa limata con ferro beuta con aceto. DEL M ATTHIOLO. Radice d'cnola beuta in poluere fpeffe uolte co uino bian- co uecchio. Terebentina cofì dilarice comedi terebintho inghiottita Dicottione di corteccia di frafino beuta. Rami di tamarigio pefli in poluere, & applicati con aceto Tfoci mofeadè mafticate & inghiottite. Orobo mangiato cotto da digiuno. Seme di ruchetta beuto inpoluere. Succhio d’hedera minóre beuto con uino brufeo. Reubarbaro? , . ,r Agarico * 10 beuto. Vino di rofe ^ Terra lennia ( ciò è terra figillata ) beuta. Salamuoia meffa ne i crifleri in quelle difi enterie doue fie- no ulcere nelle budella. Scordio prefo con acqua melata alpefo di due dramme . Fiori di Hedera carpiti con tre dita della mano beuti nel uino due uolte il giorno. DEL MATTHIOLO. Olio di lentifco meffo ne i crifleri. • Olio rofado omphacino beuto, & meffo ne i crifleri. Bolo Armeno beuto con coralli , mafhce , corno di ceruo, & pietra ematite. Cufici di pine còtti infortiffimo aceto , & pr e fone il fumo con il federe. Maflice beuta. Succhio di millefoglio beuto, & meffo ne ì cr ifì eri, ouer o la poluere dell'herba ufata fimilmente. "Potentina beuta , & portata uerde nelle [carpe fiotto le nude piante. Trocifci di Succino beuti. Vino di crtffiino beuto. Vuaffiina ^ j modo. Acqua di fiori di liguflro beuta. Z ucchero rofado uecchio mangiato. Seme di rofe, lanugine , sfrutto beuto . Lieto VENTRE VENTRE LiriopoBo ne i crifierl. ,Acqm di foglie di quercia beuta. Ghiande , galle, & foglie di quercia {refe in leuanda & ■potte ne i critteri. Frutti di faggio mangiati . Corteccia rojfa di cattagne la piu fonile beuta . Melagrani fiecchi nel forno, & dati inpoluere a bere. Conferita di fiori di melagrani mangiata fpeffo da digiu- no. Succhio di bacche di mirto cotto con zucchero per condi- mento de cibi. Ceregie amarine , onero marafche f ceche , & condite co ficcherò. Tomi brufehi mangiati cotti fiotto le ceneri . Mele cotogne cotte nel medefimo modo, & mangiate da digiuno. Vino di mele cotogne, onero la mina prefoper bocca, & il lor olio unto fiopral uentre. Cotognata mangiata auanti patto. Succhio di mele cotogne in cui fìa cotto dentro coralli rofìijfeme di rofe roffe , feubarbaro, hipociflide , & acacia beuto. Ter e acerbe , & faluatiche arrottitc fiotto le cen eri. 'Nefpole Cornole ~ì mangiate crude, & condite con yucche More immature \ ro. fiecche Chiocciole abbruciate con i gufici infieme con poluere di galla immatura , & pepe bianco ffarfiefiopra a i cibi, ouero beute con nino brufico. Carne di lepre arrofiita. Sangue di lepre caldo cotto con farina d'orgo & man- giato. Sterco di lepre beuto inpoluere. Verga di ceruo beuta con nino brufico. Vuoua di galline cotte dure nell'aceto , & mangiate. Sangue di ceruo me/fio ne i crifteri. Sterco bianco di cane beuto con latte in cui fieno ttati fpenti ciottoli di fiume affocati. pi fio cotto nel fu detto latte mangiato. Jjicottione del medefimo meffa ne i crijleri. Fiori di panicole di faggina beuti in poluere. Cufici di grani di miglio incorporati con tuorli d'oua , Tilojella beute con uino brufico. Fragaria J Fiori d'amaranto porporeo prefi nel medefimo modo. Vino de melagrani brufehi beuto con acqua di pianta- gine. Polo armeno beuto , &■ mefifio ne i enfiai. C ttttallo 5” f Vilmente * & beuti. Ariftagnare il corpo . Scagnare DI DIOSCORI DE. i,corP°- Caglio di lepre beuto. Latte in cui fieno fiati fipenti ciottoli marini affocati. Caficio leffo , & dipoi arrostito mangiato. Sterco di cane colto nei giorni canicolari & beuto con acqua. Tane di farina di grano fiecco di lungo tempo mangiato. Farina d'orbo impiattrata con bacche di mirto o con peri fialuatichi, o con gufici di melagrano. Tolte- di farina dì fipelta , di uena & di miglio mangiata, pifio mangiato ne i cibi. Lenticchie cotte con la loro ficor\a & mangiate, & mafi- fimamente cotte nell'aceto con altre cofie cottrettiuc. Seme di rombice ouerammte à' aceto fa beuto. Brafiica( cioè Cauolo)cotto longamente. Bietola nera cotta con la fiua radice , & lenticchie man- giata. T iantagine le/fa in aceto & mangiata confale, & pa- rimente il fieme beuto nel uino , & ancho meffa nei critteri. Endiuia , & cicorea mangiate ne i cibi. Succhio di condrilla cotto , & beuto. Lente faluatica tolta in qual fi uogli modo. Memo beuto. Mnifio dato à bere. tAnethoprefo inpoluere. Mpio ufiato ne i cibi. Thillite( cioè lingua ceruina fidata in beuanda. Badici di acantho beute. Finocchio fialuaticho beuto. puta mangiata ouero beuta. Tetticolo cognominato fierapio dato d bere, padice di peonia beuta con uino. Dicottione di althea beuta, padice di Mlìfima prefa in beuanda. Succhio di poligono beuto. Clematide prima beuta nel uino. Lagopo prefio con uino , ouero con acqua oue fioffe fiebre. Fradice dixiride beuta in uino melato. Foglie di Mnchufia date a bere nel uino. Dicottione di rami di rouo beuta , Dicot- VENTRE Flufiì uec- chi. Stittichefc tt. VENTRE Dicottione di radici di cin qucfoglio tolta per bocca • Vhenice beuta in nino aujtero. Radice Idea beuta. Seme di Giunco , & fretialmente del marino fritto , & beato in nino inacquato. Radice di aHragalo beuta nel nino. Radice di Hiacintbo beuta. Seme dipapauero nero beato con uino. Radice di uerbafco , & parimente i fiori in beuanda. fiori di lambrusca dati à bere, yinodi melagrani brufchi beuto. Rubrìca finopica beuta in uno Miotto, onero mejjit nei ai[tcr!. feccia di uino impiafirata. Seiìipretiitio maggiore beuto con uino. Dicottione di uldianto beuta. Dicottione di Trichomatte beuta. ^Accto cotto ne i cibi. DEL MATTHIOLO. Infiifìonc di tnofeo arboreo fatta in uino beuta. Inccnfo bcuto,& mejfo ne i crifteri. ffrpole -, Sorbe { ■ . Camole f Pere fanatiche "Noce mofeada arrojìita f otto la cenere. Gufci di nocciuole trìti & beati con uino brufeo. Rifa abbrusiollato,& cotto in late in cui fieno flati Jf en- ti ciottoli di fiume affocati . Seme di lapatio acuto beuto* Garofani abbruflollati beati inpoluere . Seme di coriandoli beuto con acqua , Tanicole di lagopo foglie & feme beute con uino bru- feo ouerodi melagrani. Totentilla beuta ouero portata uerde nelle fcarpe fatto le nude piante. Fr angaria beuta con le radici. S orba/ìr ella. ,ouerofanguij orba ufatain qual fi uogli mo- do. Polmonaria feconda beuta. Vino di melagrani brufeo beuto. Bolo dimeno prefo per bocca,& meffo ne i crifteri . A i fiufsi uecchi del corpo. DI DIOSCORIDE. r di becco n \di capra / fritto nella padella & man ^ / di lepre \ giato. di cerno J DEL MATTHIOLO. Maflice beuta. Tjoce mofeada arrojìita prefa inpoluere. Corteccia ditamarigjo beuta. Seme di Bombice beuto con nino uermiglio. Fiori dipanicole di fagina beuticon uino di melagrani. Garofani arrostiti, & polueri\ati fopra a i cibi. Pirola n F ragaria f U^atCt m ^ U°^ m0<*0' PotentillaJ Alla ftittichezza del corpo. DI DIOSCORIDE. Ciregìe dolci mangiate . Mele dolci. Pefche mangiate da digiuno. More mature. Fichi ben maturi. Riccio marino mangiato ne i cibi. Brodo digongole,& di telline. Sepia aconcia in brodo. Siluro pefe e mangiato. Dicottione di Gobbio pefee beuta. Brodo uniuerfalmente di tutti ipefei beuto con uino. Brodo di galli, & di galline ueccbie beuto. Latte beuto copiofamente. Siero di latte beuto. Cafciofr efebo ufato nei cibi. Boturo mangiato , & beuto. Midolla di offa tifata ne icibi. Ceci mangiati cotti. Bombice Blito Maina jl triplice £ cotta & mangiata ne icibi. Bietola bianca i Sparago Lattuga J Braffica (cioè cauolo) bollita leggiermente , & mangiata Ventofirà. Farina di grano impiaflrata con fuccbio di iufquiamo. Farina d’orbo applicata con feme di lino, & di fiengreco Seme di bafilico beuto. Fjjapontico dato a bere. Dicottione di foglie , & di feme d'anctbo beuta. Dicottione di cornino ufata nei cri Aeri con olio , onera - mente il feme macerato con farina di orgo , olio , & acqua , & impiagato. Liquore dipeucedano beuto in uno ,ouo. Dicottione di cbamamilla beuta. DEL MATTHIOLO. Cubebe maflicate , & inghiottite, adequa dijìillata di cinnamomo beuta. Calamo aromatico uolgare prefo inpoluere. Balfamo artificiale di tutte tre le dijtillationi beuto. Olio di ricino beuto. Mumia prefa con dicottione di carni. Miglio arrofìito nella padella, & applicato caldo con fa- te in un facchetto. Sifembro in qual fi uogli modo beuto. Quinta effen\a nojira beuta alpefo dimena oncia per uolta. Tragorigano beuto. Alle uentofità delle budella DI DIOSCORIDE. A i uermini largii! del corpo. DIDIOSCORIDE. I Cardamomo beuto. Dicottione di radici di melagrano beuta. Pioti communi mangiate copiofamente. Dicottione di radici di moro beuta, figlio dato à bere ouer mangiato. Fradice di cbameleone bianco beuta con dicottione di ori gano , & di cajìoreo alpefo d'uno acetabolo. Radice di felce f emina beute co mele alpefo di tre drame Seme di melantbio beuto ,& meffo fopra l’ ombilico con acqua. ‘L Vetriolo fJPKT "J'UflIMSBHK pi.ll> K Vermini lunghi. VENTRE Vetriolo tolto per bocca alpefo d) ma dramma oncia- mente forbito con mele. Foglie etfeme i'beliotropio maggiore dati à bere co bij- fopo, naflurtio, & nitro. A i uermini lunghi del corpo . VENTRE DI DIOSCORIDE. Farina di lupini tolta con mele,& beuta con aceto, pepe, &ruta. Seme di cauoli beuto. Succhio di procaccbia(cioè portulaca) beuto & forane» teilfeme. Seme & foglie di naflurtio inireuanda. jtffen^p marino prefo perfefolo oneramene cotto con tifo & prefo con mele. jlffenvp fantonico tolto fimilmente. Hiffopo dato con mele. Menta beuta. Dicottione di colamento beuta con melcj& confale. Tbimo beuto. Thimbra data a bere. Dicottione di ruta bèuta * Coriandoli beuti con fapa. oAncbufaterza beuta con hiffopo » & naflurtio. Vino d' offendo dato à bere. Sempreuiuo maggiore beuto con uino. Radice di f eie e f emina beuta con uino al pefo, di tre drac- me , ma bifogna che prima mangino ipatienti un po- co de arlio. DEL MATTHIOLO. Dicottione di radice d'iride beuta. Succhio di radici d'enolabeuto ouero la dicottione. Mirrba prefa in poluere. Vernice da fcrittori tolta con uino. Cime di lauro beute trite con colamento &fale. ( cbìa. ■ Vino di cremino beuto con acqua di gramigna ò di procac Foglie di perflco frcfcbepcflc,& applicate fopra’l uentre Succhio di limoni lambiccato, & crudo beuto. jlequa di fiori di prugnole beuta . Sebefleni mangiati crudi. Seme di cauolo beuto. Bietola bianca mangiata con aglio. Sifembro prefo in poluere , & in dicottione. Seme di ruchetta beuto. Corteccia di radici di moro prefa con uino. Olio noHro di Scorpini beatone tre gocciole con uino , & unto a ipolfì , & all' ombilico . Corno di ceruo prefo con mele. Orina di porco cignale mefcolata con altrettanto olio, & foffefa al fumo nella fua ifleffa uefeica tanto che fe ingrofli come mele , unta al nafo , & all' ombilico. Dicottione difegala beuta con poluere di coriandoli . Lupini mangiati, & impiaflrati fui corpo. Seme di nagoni beuto con fucchio de limoni ouero d'aran- ci acerbi. Radice di morfus diaboli beuta in poluere. vdcqna difliUata di radici digentiana beuta. Radici di cruciata pefle , & impiastrate fui corpo. ^Agarico i 1 \eubarbaro l Centaurea minore beuta con mele al pefo dima dramma . Moe beuto con latte ouer con mele , ouero incorporato con fiele di bue , & aceto poSìofopra l’ ombilico. Hiffopo beuto con mele , & un poco di nitro. Fradice di dittamo bianco prefa al pefo d una dramma. Mcntaflro beuto con aceto. Succhio di menta greca beuto , & applicato in fui corpo. Succhiò di gallega beuto , ouero L berbafrefca fritta in olio di mandorle amare & applicata in fui corpo. Seme di gittone beuto in poluere , & applicato infili cor po con fiele di bue , & aceto. Biadici di uincctofco beute con radici di dittamo bianco Dicottione di cardo benedetto beuta, ouero la fua acqua diflillata. Succhio di eh amedrio beuto , ouero l’infufione fatta nel uino dell’ berla fiorita. Seme di fecuridaca beuto con lì f eia dolce. Infufione di fiori d'herbagiulia fatta nel uino beuta. Tartheniv^ modo' Dicottione di canape beuta. Olio di fiori d’hìpperico beuto aUa mifura di un cucchia- io. Dicottione di radici di tormentiUa onero di biflorta beu- ta. Succhio d'eupatorio uolgare prefo in pilule. CoraUina-prefa con fapa al pefo d’ una dramma. Seme di lupoli beuto trito. Olio di coloquintida unto all’ ombilico. Argento uiuo beuto alpefo di me\o fcropulo. Olio di uitriolo beuto con uino alpefo di fei grani. A i Aulii di corpo caulàti da medicine troppo gagliarde. DI DIOSCORIDE. Ventriglio di gallo uecchio falato di lungo tempo fecco all'ombra , & beuto. Alle ferite delle budella. DI DIOSCORIDE. C auda equina con le radici beuta con acqua. DEL MATTHIOLO. Sterco di lepre coni peli della pancia cotti nel mele,& mangiati ffeffo alla quantità d unafaua. Olio di lombrichi tcrreflri mcfcolato con balfamo artifi- ciale , & unto alla ferita, adequa di radici di ciclamino beuta con zucchero. Lingua ferpentina beuta con acqua di cauda equina. Dicottione di bedera ferretti e beuta come fi legge nel fuo difeorfo. Confolida minore Fluiti di corpo cau faci dalle medecine. Ferite di budella. 1 j-j brefein beuande. Sanicula Orecchia d’orfo Telofella Virga aurea TontentiUa Stellaria Beuanda di pirola ufata come fi legge nel difeorfo del li- \ prefo in qual fi itogli modo. litui. tu. Foglie di momordìca prefe in poluere al pefo d'una dram ma con acqua dipiantagine ouero di cauda equina. A ll’ulcere delle budella. Viceré di DI DIOSCORIDE. buddU' Latte fcaldato con ciottoli di fiume affocati ,&ufato ne i crifleri 3 E D E R E trifieri. ¥ir,PMUATTHI0LO Setole & feflure. Confolida minore, & melina ; Sanicula ! , _ . . Orecchia d’orfo [ beate, & mejfo ne , cn Telofella J fi™- Titola _ _ SEDERE. Alle fetole ouero fefliire del budello . DI DIOSCORIDE. PE ce liquida impiantata al luogo. Morta de olio cotta in uafo diramo fino che fi Jpefii fica , & unta al luogo. Seme di làtice applicato con acqua. Granchi di fiume brufeiati & incorporati con mele. Radice di dijfaco cotta nel nino, & dipoi pefla,& appli- cata al luogo. Fiori dileucoio incorporati co cera, & fattone impiafiro Fiori di lambrufca impiaftrati. Tiombo lanuto applicato in fui male. DEL M ATTHIOLO. Vernice da 'finitori unta con olio rof ido& mirtino. Granchi di fiumi fecchi & polucri\ati. Olio di tuorli d'uoua unto al male. Foglie di piantaginefrefcbepefie,& applicate. Verbafco di tutte leffetie meJJ'o nelle lauande & applica to in poluere. Diphrigemeffo negli unguenti &fiarfo in poluere. Alle ulcere del federe. Viceré del DI DIOSCORIDE. kie“' Incenfo incorporato con latte & applicato foprafila di tela. Succhio di melagrani hrufchi cotto con mele & applica- to al male. Ffipo mejfo nel luogo, oue fia hifogno di mollificar e,& in carnate . Tiombo lauato unto al male. DEL M ATTHIOLO. Moe applicata in poluere. Confonda minore -, Fiorandola j Sanicula 1 Orecchia d’orfo f applicati in poluere & meffi nelle la Telofella j uande. Titola | Verbaf chi tutti J Tompholige n £ poHì nelli unguenti & applicati in Dipinge precipitato j olme, Tiombo abbrufi cito Alle pofteme del federe. Jfe - DI DIOSCORIDE. Mele cotogne crude meffe nelli impiafìri. 1 \pfjì di uuoui arroftiti, & impiagati con croco, & oli • rofado. Mloe applicata con fapa. Cenere di feme di anetho brufeiato. Libanote impiagata. foglie di balote cotte fiotto la cenere calda,& applicate. SEDERE Foglie drroui impiaflrate. Uelfine mefifia fiopra al male. Fradice di cinque foglio pefia. Cenere di [armenti , & di limaccia applicata con aceto . Ruggine di ferro poluen\ata. Tiombo brufeiato pofio in fui male. S andar acha minerale unta con olio rofado . Grafcia di porco unta. Croco meff ) nelli impiaflri. DEL M ATTHIOLO. Olio di feme di lino unto. Foglie di piantaginejrefche pefie & applicate. Foglie di qual fi uoglia uerbafco,& il lor fuccbio. All’infiammagioni del federe. DI DIOSCORIDE. Infiamma Lenticchie incorporate con meliloto , roje3 mele cotogne , federe^ & gufici di melagrano. Succhio di cicerbita pofio fiopra al male. Meliloto applicato con fiengreco , feme di lino & fapa. Libanote impiajlrata. Radice di altbea cotta & impiajlrata. Radice di fimpbito maggiore impiajlrata con foglie di fc - necione . foglie & fiori di fenecione applicate con un poco di uino , DEL MATTHIOLO. Foglie di piantagine | tritefiefche & applicate, foglie di uerbafeo. * 1 Alle durezze del federe. DI DIOSCORIDE. Tece liquida applicata. Al budello ufeito fuore. DI DIOSCORIDE. Durezze del federe. Vfciredel budello. Succhio & foglie di lentifco applicate . Dicottione di mele cotogne > in cuifegga ilpatiente. Torpedine pefee meffa fiopra il luogo. Succhio di pan porcino cotto fino ebefiffefiifea , & appli cate. fiori celefìi d’anagallide impiantati , Mjler attico impiajlrato. jlceto applicato ne i fomenti. Salamoia acetofa fedendouifi dentro. DEL MATTHIOLO. Majlice pokerista per fiopra . Gufici di chiocciole bruficiati , & applicati in poluere • Foglie dipiantagine trite , & impiaflrate. Fiori y & feme di uerbafeo polueri\ati , & impaciati con terebentina y& fiori di chamamilla pofli fiopra à i cay boni , & riceutone il fumo con il federe. Succhio di obolo applicato. Dicottione di uerbafeo , & di feme di lino fedendouifi don dentro • Altenafmo. DI DIOSCORIDE. Latte di pecora, di capra ò di uacca [caldaio con ciottoli di fiume affocati , & fattone crijieri. Dicottione di feme di fiengreco meffa con i crijieri . Seme di lino applicato in qual fi uogli modo. farina di orobi macerata con uino. DEL MATTHIOLO. Tenafmo. incenfo pimentato con coloboma . h Terebentina Porri pen- denti. prouoca re marouelle Dolore di marouelle Olio Fluflo di marouelle sedere Terebentina fumentata con fiori di cbammilla . & di uerbaj co . . A i porri pendenti del ledere. DI DIOSCORIDE. Fiele di capra faluatica applicato . Sterco di pecora unto con aceto • Aceto applicato al luogo. DEL MATTHIOLO. Foglie difiantagi ne pefte, & applicate. A prouocar le marouelle. DI DIOSCORIDE. 'màtthiolo. Foglie difico fregate. Fradice di ciclamino fregata , onero ilfuo fucchio appli- cato con lana . Fiele di bue applicato nel medefimo modo. Al dolore delle marouelle. DEL MATTHIOLO. di noci indiane (di famedi lino l mtoanuogo. fd' animelle di pcrfichi ^ d'anime d’armeniache Piantagine frefca trita ,& applicata. Fradice di giglio bianco cotta ,& incorporata con botu- ro crudo, graffo di gallina , & farina di feme di lino impiastrata. Foglie di poni cotte & fattone impiafìro . Fradice di dragontea cotta , & applicata . Fradice di Aro cottayet applicata co olio di feme di lino. Vnguento di Scropbolaria fatto & applicato come fi' legge nel fuo difcorfo. Foglie >& fiori di qual fi uogli uerbafco cotte & appli- cate con boturo fi e f co. Olio di momordica fatto con olio di mandorle dolci, one- ro di feme di lino unto caldo . Al fluflò delle marouelle . DI DIOSCORIDE. Aloe impiajìrata con fapa. Libanote impiajìrata. Foglie di rouo applicate fopra. Dattoli applicati a modo d' impiafìro. DEL MATTI HO LO. Vernice dafcrittori applicata con olio rofado onero . mirtino . Foglie di piantagine fiefcbe trite, & applicate. Cenere dipanìcole di lagopo polueri^to per fopra. Foglie di uerbafco incorporate con tuorli d'noua infieme ' con foglie di proncnca, & di porri. Dicottionedi uerbafco gittata fopra un pe^o di pietra di macina di molino affocata , & prefone il fumo col federe • A guarire le marouelle. : DI DIOSCORIDE. Seme di fommacchi applicato al luogo . Dattoli impiastrati. Dicottione di ononide (come dicono alcuni)beuto . Tiombo lauato meffo fopra al male. “Pietra arabica pokerista f ipra. Procaccia ( cioè portulaca) ben cotta & impiastrata. DEL MATTHIOLO. Dicottione dì iride fomentata. R E N I RENI. Al dolore delle reni. DI DIOSCORIDE. CArdamomo beuto con uino. Spica celtica beuta & impiastrata . Dicottione d’amomo beuta . Fradice di canna unta con Aceto. Gomma di tragacanta diffoltaalpefo d'una dramma in uino dolce con corno di ceruo hruf ciato, & lauato, & beuta con uno pochettino di allume fciffile . Succhio di peucedano beuto . Vuapaffa bianca mangiata ne cibi. Alcionio ter^o beuto . Dicottione di foglie di finocchio me/i a ne i criSleri. Anagallide beuta. Agarico prefo alpefo d'una dramma. Succhio di regolitia beuto con uino paffo . Tordilio dato d bere. AnthiUide beuta. Fradice di peonia prefa con uino. Simphitopetreo beuto con acqua . Dicottione di anchufa fatta nell’acqua beuta. Vino melitite beuto. DEL MATTHIOLO. Polpa di cafiia folutiuaprefa con poker e di regolicia. Olio laurino unto. Olio di mandorle dolci , & amare beuto . Fradici di philip Cìidula prefa inpoluere. Seme d' Altea feconda beuto . Ai dolori dei lombi. DEL MATTHIOLO. Foglie di enola impiaftrate con uino. Agarico prefo in beuanda. Alle renelle, & pietre delle reni. DI DIOSCORIDE. k Indiana p Spica < Celtica rdate a bere. ( Montana ^ Foglie di lauro beute ma molto piu efficace è la fiordo. della radice. Gomma di ciregio beuta. Scorda di radice di ononide beuta in poluere co l uino. Anifo beuto. Seme di cornino faluatico fecondo dato a bere. Dicottione d’artemifia fattone bagno da federai dentro. Dicottione di chamamilla ufata nel modo medefimo & parimente prefa per bocca. Foglie diparthenio beute. Dicottione di radici d’alt bea in beuanda. Dicottione di alifma data a bere. Dicottione di amendue i triboli beuta. Radice di rouo beuta. Dicottione di radici dipapauero cornuto beuta . Foglie diombilicodiuenere beute infieme con le radici. Vino de affienito beuto. Adiamo tolto in beuanda. Trichomane fimilmente beuta. Vino melitite beuto continuamente. Alcionio tento beuto . DEL MATTHIOLO. Dicottione de radici d’iride beuta . Fradici Dolore d reni. Dolori di lombi. Renelle & pietre. RE N I Undici de iride condite & mangime freflc nolte. radici di valeriana prefe con brodo di carne. Carpelli prefo nel modo medejtmo. adequa di cinnamomo distillata beuta. ■Polpa di cuffia foluttua prefa co dicottione di Sgoliti* ò con lapoluere. Balfarno artifitiale di tutte le forte beato. Dicottione di mofeo terrejlre fatta nel nino beuta. Olio comune beuto caldo con maluagia . Olio di mandorle dolci & amare beuto . Bdellio prefo in pilole onero in bcuanda. r. ffiTerebintboy Bragia di < Larice £ inghiottita al pefo di una on~ (.Abete ^ eia. Ojfo di cranco bimano beuto in poluere. Seme di Fr affino beuto con nino uc echio . Acqua che difilla dal tronco pertugiato della Betula. adequa di foglie di quercia distillata beuta. Cenere di fagiolo, unta ouero impiastrata con acqua & con aceto. Comma di ciregio beuta con nino. Comma di perfeo prefa con fuccbio di rapbano o di li-, Olio d’animelle di noccioli diperfico beuto. (moni. Animelle di noccioli di Perfico prefo in poluere. Succhio de limone beuto con maluagia. Noccioli di Ifejpole beati in poluere alla quantità dun cucchiaro con uino bianco . Vngufciodi chiocciola trouato à forte pejìo fattile &. beuto. Pietre di gamberi beute in poluere con uino . Cufcio de granchi di fiume trito & beuto con uino. Cenere di Scorpioni prefo con nino. Olio di feorpioni unto caldo al pèttinicchio. Cenere dima lepre abbruciata tutta intera beuto con - uino . Calli delle gambe de i caualli bcuti triti, adequa difierco bimano lambiccata, beuta. Brodo di ceci rofii & neri beuto. Brodo di cauolo prefo caldo . Radice d’hippolapato trita & beuta con nino. Radice di anonide beuta trita co il uino & parimente la fua acqua lambiccata fatta & ufata come fi legge nel fuo difeorfo. Veronica maggiore prefa in qual fi uogli modo. Fradice di dittamo, bianco beuta al. pefo de due dramme , con elettijfimo uino. Biadici di ph'dipendula prefa inpóluere. Tanaceto in qual fi uogli modo. Seme d’hiperico beuto con uino. "Poligono minore, &:ilfuofcme prefo in poluere . Olio di fiammula parato , & ufato come fi legge nel fuo> difeorfo. Fiori di confolida reale beuti. Dicottione di fafìifiragia biaca ouero le granella bianche che produce ella attorno alle radici mangiate frej che alla quantità d'un cucchiaro . Saffiifiagia maggiore beuta co uino al pefo d'una dramma Radici di pimpinella faffiijragia beute in poluere. Vino di bacche d'balicacabo beuto al pefo di quattro onde. Dicottione di radice diprimauera beuta . Seme di gineflr a tolto in beuanda. RENI A equa difi illata di gineflr a beuta . Conferua di fiori di ginestra ufata ffieffio . Olio di uctriuolo prefo per bocca con uino al pefo d uno, « fcropulo. • All’ulcere delle reni. viceré nei DI DIOSCORIDE. lcreni,‘ Latte d'ogni forte beuto . ì Radici di piantagine beute con uino paffio infieme con le foglie. Vuapaffia bianca ufata ne i dbi. Vino melitite beuto continuamente. DEL MATTHIOLO. Pinocchi pefìi, & incorporati co zucchero & mele man- giati. Comma di Tragacanthaprefa con latte. Cauda equina prefa in poluere ouero beutane la dicottio ne, ò l’acqua difiillata. Alle opilationi delle reni. DI DIOSCORIDE. Rhapontico dato a bere . Vino d’affien\o. Vino melitite. DEL MATTHIOLO. Dicottione di radice d'iride beuta . Acqua difiillata di cinnamomo beuta . Polpa di cafìia inghiottita. Terebentina nera , & uolgare prefa per bocca. Giuggiole pofie nelle, dicottioni. Agarico prefo in pillile, & in beuanda. Anonide, & la fua acqua difiillata. Dicottione di cedro fi, & neri beuta. Pinocchi mangiati con mele . Radice d'hippolapato o trite & beute con elettiffiimo Radice de ir ingo * uino. Poluere di radice di Dr agonica beuta con fucchio d'uua. ■ puffia, & un poco di maflice. , Dicottione di radice di cardo benedetto beuta . V er onica maggior e prefa in poluere. . \ Dicottione di radici, & foglie di fragaria beuta. Vino d’balicacabo beuto come fi legge nel fuo difeorfo . Olio di uetriuolo beatone me^o fcropulo con uino. A prouocare lorina ritenuta. Orina rice DI DIOSCORIDE. ,nuta* Dicottione di Acaro beuta. , Radici di meo beute con acqua tanto cotte quanto crude. /- Indiano y "Nardo 3 Celtico > beuto. C Montano 3 Cardamomo beuto con uino. A faro tolto inpóluere . Pbu finalmente prefo. > . . Cafìa odorata beuta. Cinnamomo tolto nel modo fu detto. Co fio beuto. Giunco odorapo prefo in poluere. Calamo odorato beuto confarne di gramigna ouer amente . di apio. Dicottione di affialatho beuta. Croco dato in beuanda. Dicottione di radici d'ernia beuta. Pinocchi mondi mangiati » ouer amente beati r: : o h z paffio Oppiiatio ne delle re ' ni. RENI paffo ò con fcme di cedruolL Dicottione dilendfco beuta. Frutti di tcrebintbo mangiati. Ragia qual fi uoglia, & fpetialmete la terbinthma beuta Foglie di ciprcjjo beute con uino puffo & un poco di mir - rha. Cedride(cioè frutti di cedro) inghiottiti ouero beliti. Dicottione di foglie di lauro meffa ne i oagni. Scorda di popolo bianco beuta alpefo d una dramma. Dicottione di radici ,& di foglie dipaliuro data à bere. Foglie di pbillirca tolte per bocca . Ladano beuta con nino ueccbio. Gomma d'oliuo ctbiopico t & parimente del nofiro beuta . Ghiande date ùbere in poluere. Dicottione d’ inuoglio di datt oli (cioè palma elata) Succhio di melagrani brufehi beuto . Gomma di ciregio beuta. Gomma di mandorlo amaro beuta . Ricci marini mangiati ne i cibi. Carne di riccio terreftre fecca,& beuta in poluere con aceto melato. Vermi tenebri triti & beuti con uinopajfo. Mele tolto per bocca. Ttiffana d'orr^o mangiata. Zitho fatto d'orbo beato ffeffo. Brodo di ceci beato. Dicottione di or obi data a bere. Dicottione di radici di lupini beuta. Cime tenere di rapi leffe & mangiate, Rafano mangiato, & il feme beuto. Fradice di fi faro mangiata ne i cibi. Sparagi cotti leggiermente & mangiati. Sio tolto in qual fi uogli modo. Seme di cedruoli beuto. Seme di ruchetta tato faluatica, quanto domenica beuta Dragontea minore beuta. Baccelli ( cioèfilique ) difmilace bortenfe leffe coni fuoi graniy & mangiatene i cibi . Radice di amphodillo beuta. Bulbi cotti & mangiati. Tono tanto domestico > quanto faluatico mangiato nei cibi. Cipolle cotte y & mangiate. Viglio mangiato. C appari prefi per quaranta giorni continui . Succhio d'anagallide beuto. Dicottione di colamento data ù bere. Dicottione di faluia ufata pur cofi. Seme di crocodilio beuta . Dicottione di thimo data in beuanda. Dicottione di thimbra ufata nel ilìejfo modo. Serpillo tolto con acqua. Ruta prefa in qual fi uogli modo. Radice di {fina bianca beuta. Radici di acantho beute. Corteccia di radici di ononide buta con uino. Radice d'Iringo beuta. MJfen^o beuto in poluere ouer a mente toltone la dicotio- ne. Dicottione di Hi/fopo tolta in beuanda. Origano dato d bere. Dicottione di Tragorigano beuta . RENI Ruta faluatica meffa fopra al pett miccino. Seme & radice di li gufile o in beuanda. Seme di palìinaca faluatica beuto. Seme di caro tolto in poluere. Dicottione di foglie , & di feme d'aneto. VLpio tanto cotto quanto crudo ufato ne i cibi . Tetrofelino prefo in beuanda. Dicottione di finocchio beuta. Seme di nigella beuto in poluere per piu giorni continui. Dicottione dì polio montano dato ù bere. Dicottione di artemifia ufata per bagno. Dicottione di camamilla ufata nei bagni 3& parimente beuta. Seme di litbofpèrmo beuto con uino bianco. Radice di rubbìa beuta . Radice di lonchite prefa nel uino . tìiperico prefo in poluere. Foglie di betonica beute. Semediperichmeno beuto in poluere , ( & è efficacif- fimo. ) Saffifragia data in beuanda. Radice di Xiride beuta alpefo di tre oboligma molto mag giore è la uirtu del feme. Seme di giunco marino fritto,& beuto co uino inacquato +Ageratofumentato,& beuto. Vicini delle uef ciche dell’ halicacabo inghiottiti. Seme di folatro fonnifero beuto. Foglie,fparagiy radici, & frutti di rufeo prefi con uino Seme di (fardo mangiato. Cime primaticce di brionia cotte >& mangiate . Dicottione di citifo beuta. Seme di dauco prefo in poluere. Seme di cori beuto. Succhio di coda di cauallo inghiottito . Foglie di ombilico diuenere mangiate infieme con le ra- dici. Radice di aflragalo data con uino. Radice di biadato beuta. Vide elle tenere di uitenere cotte, & mangiate . Succhio di foglie di laureola beuto con uino. Di mele cotogne Vino \Dibiffopo C beuto. y Di affondo v Di fetta Vlcqua melata beuta. DEL M ATTHIOLO. Fiori di (fico nardo , & di lauendula bolliti nel uino , & applicati fopra l petùnie cbio . vlffarina,& la fua dicottione beuta. Carpefio prefo in poluere. vlcqua di Cinnamomo difiillata beuta. Calamo aromatico uolgare prefo in beuanda. Bdelio prefo inpilule, ouero beuto. Cenere di ginepro beuta con lifeia dolce ouero 3 con uino. Sabina prefa in qual fi uogli modo. Seme difrafiinopefìo , & mangiato con mele. Radice di Canna beuta in poluere. Gufcio d'una chiocciola ritrouato a cafo poluerb^ato , & beuto con uino. Cenere di Scorpioni prefa per bocca. Olio de i medefimi unto al pettiniccbio. Qua VESCICA O uiiifepiapefcemMgiiù nei cibi Cimici uiuimelfi nel pcrtuggio della «ergo. MW doue figliata lamu U «erga d un ceno beuta Sifembro acquatico peflo con qual Jt uogli forte di rafa~ no, & radici di petrofilo.fialdato con uno bianco po teme-t&boturo,& applicato al pettini echio. Latte di feme di melloni beato. Tettine di nenere fcaldata con uino,& boturo , & meffa .fulpettinecchio. Seme di porro beuto con nino dolce. Semedìfenape beuto con uino dolce • Gemma prefa inpoluere & in dicottione . Mcqua di radici d’ononide fatta, & ufata come fi legge nel fuo difeorfo . Dicottione di radici di cardo benedetto beuta Veronica beuta inpoluere, & in dicottione , Hiffopo -> Tulegio i ycu[e ^pyeft in poluere . Menta greca \ imperatoria Biadici di Vencetofco Biadici di Tbilipendulà Tanaceto bollito con uino,& applicato alpettiniccbio. "Poligono minore polueri^ato con1 il feme & beuto con uino. Olio di fiammola unto,& mejfo ne ì crtfieri. Fiori di confolida reale prefi in poluere & in dicottione, Dicottione difaffifiagia bianca cotta nel uino bianco, & beuta, ouero le granella bianche che fono attorno le radici pefie,& mangiate. ) Safiifiagia maggiore prefa in poluere. Fragaria con le radici beuta in poluere onero in dicottio\ ne fatta con nino. Biadici di pimpinella fafiifragia tolte in qual fi uogli mo- do. Tri chomene trita inpoluere beuta con uino bianco po-*. tento . Seme di lupoli trito & dato à bere. Seme di gineflra dato in poluere ouero la conferita de fuoi. fiori ufata a beuta l'acqua lambiccata le i fiori Q la dicottione. Olio di uctriolo beuto con uino alpefo di me\ofcropolo . Dolori dì Alle angofeie della orina & dolori della wfcica. # uefcica . DI DIOSCORIDE, Cimici delle lettiere triti , & meffi nel meato della orina. Millepede , ciò èporcelletti beute nel uino. • Cicale arroHite, & mangiate. Lociéle meffefopra carboni & toltone il fumo, et ual que Ho rimedio jpetialmente nelle donne. Corno di ceruo brufciato,& lauatoprefo inpoluere . ' Dicottione di malua ufata per federui dantro. Trocaccbia ( ciò è portulaca) ufata ne i cibi, Dicottione di radici di (far agi beuta. Dicottione di tutta la pianta del cretamo fatta nel uino beuta. Dicottione di fcandice data à bere . Caucali cotta & ufata ne i cibi. ■ ' Dicottione di maiorana beuta, . Dicottione di radici di baccbara beuto. Semedibafilicoprefoinpotuere , Fradice di fmirnio bèuta. - £ prefe con uino. VE S CI C A f Agarico dato alpefo d'ima dramma. Succhio dipeucedano beuto, - 1 fbapontico beuto. Succhio di pbalari beuto con acqua ouer amente c ò nino * Loto faluatico beuto per fe foto , ouer amente inferni con feme di malua nel uino ouero nella fapa, Cbamepitio data in beuanda. Dicottione di radici di chamaleone bianco beuta. Seme d' Abrotano trito & bollito nell'acqua & beuto. SemedipaHinaca faluatica beuto & impiagato in fui petene echio. Seme di tordilio dato à bere. Fradice di poiemonia beuta con acqua* Seme di Sifone beuto. Ammi beuto con uino. Seme dipetrofelino beuto. Galbano beuto ouero inghiottito. Dicottione di chamedrio data d bere . Seme di trifoglio bit uminofo beuto con acqua infieme con lefoglie. Dicottione di feordio fatto in acqua,o in uino beuta. Anthillide feconda beuta al pefo di due dr amme. "Peonia data in beuanda ouero in lett ouaro. Succhio di radici d’althea, cotta primanella acqua bcutq Dicottione di radici di gramigna beuta. Dicottione diradici, et di feme di Arttio tolta per bocca. Adiantoprefoin beuanda. Trichoinanc tolto al modo medcfimo . Alcionio tert° Pref° in poluere. Hematitè prefa con uino \ Morochtbo prefa con acqua Tietra ) Giudaica tolta alla quantità d'un cece con ac i qua calda. Di lp ugna beuta con uino. DEL M ATTHIOLO. ■ polpa di cafiia inghiottita ò beuta con dicottione di co -r fc aperitiue. Olio di mandorle beuto ò mejfo. dentro conia frànga nel meato della ucrga. Terbentina inghiottita con stuccherò. Bacche di lauro infieme con fembola di grano, bacche di ginepro & aglio, prima pefie & poi fcaldate\fopra una tegola ben calda & /prudute con uino & appli- cate alpettiniccbio. Seme di nauoni alla mifura d'un cuccbiaro beuto con nino infieme con una dramma di feme di lino. Fradice diraphano maggiore tagliata minuta con radici di petrofello & fcaldata con uino & boturo & poHa calda fopra al pettini echio. Il medefìmofa la radice del rapbano domeflico laquale noi chiamiamo radice nel modo medefimo. Succhio d! ambedue i rapbani preferitti beuto con uino bianco alpefo di due once, ouero il uino della loro in-* fufione. Acqua diradici d'An.onide fatta come fi legge nel Juo difeorfo beuta. Alle diftillatiani della orina. DI DIOSCORIDE Dicottione di acoro data a bere, S etite di fifembro beuto nel uino, T anace beraclio beuto uel uino. . Sefeh mafiilienjeprefo in poluere ouer amente beatone la, h 3 dicottione. Strangu- ria. i V-E S C r C A iìctttìonc. Seme di cimino faluatìco fecondo beuto in poli1, ere. Seme & radici d’olufatro beliti con nino melato* Tolicnemone beato con nino. Clinopodio dato à bere. Radice di Enantbe prefa con nino. Fiori & foglie di conica in beuanda. Dicottìone d' affieno data à bere. Dicottione di cipolle , infieme con radici di garagi beu- ta. Onobricbi tolta per bocca. Succhio di Toligono beuto. Safiifiagia cotta nel uino & beutonc la dicottione. Fradice di xiride beuta con uino melato. Foglie yfeme , & liquor di tragio in beuanda. Foglie , radici , & bacche di rufeo beute. Fradice di lauro alefjandrìna bemalpefodifei dramme ì Foglie di elichrifo prefe nel uino. DEL MATTHIOLO. Valeriana prefa in dicottione. Volpa di cafiiaprefa con regolicia. T inocchi peHi & mangiati con mele onero con zucchero SebeHeni mangiati fiefo & mefii nelle beuande. Giuggiole meffe nelle dicottioni da bere. Chiocciole pejle con il gufcio& beute fette giorni conti mi con uino bianco dolce. Testicoli di lepre mangiati cotti. Brodo dì ceci ro fi fatto & prefo come fi legge nel fuo di - feorfo. Succhio latticiniojo di cicerbita beuto alpefodi me\a oncia. Dente di leone prefo in dicottione fatta nell'aceto. Latte di feme di melloni prefo controcifci d'halicacabo. Succhio di regoliciayun poco di mumia, di gomma arabi- ca y& di tragacantha. Seme di lattuca beuto con latte di feme di papauero . Latte di trafi fatto con brodo di carne fenica /ale. Begolicia prefa in qual fi uogli modo. Cimino beuto con uino dolce. siringo ? prefa in poluere onerò I{a ice e £ Filipendola b in dicottione. . Veronica mafcola. Dicottione di lagopo fatta infieme co foglie di malua nel uino dolce. Dicottione d'agrimonia fattanci uino bianco & beutà alla quantità di fei once con ^uccharo. Succhio di halicacabo beuto con latte di femen^e di pa- ’■ pauero bianco, ouero di femen\e communi maggiori. Fiori di lupoli mefii ne i bagni che fi fanno per federai . 1 Alle ulcere della uefcica . DI DIOSCORIDE. Foglie , & feme dimirto in beuanda. Latte di qual fi uogli animale beuto. Seme di cocomero beuto con latte & con uino paffo , Succhio di liquiritia con uino pajfo. Vuapajfa bianca mangiata. DEL MATTHIOLO. Tinocchi mangiati con mele ouero con Truccherò, Mumìa beuta con latte di capra . , timido prefo con uno uuouo & fcaldato conuua pafia et beuto dopo al bagno. Dicottione di cauda equina di qual fi uogli fictie onerò V ESCI C A t acqua difiillata beuta con lapoluere della fitta bei ha* Alle ferite della uefcica. DI DIOSCORIDE. Boturo meffoui dentro. Foglie di coda di cauallo beute con acqua. A cacciare le pietre della uefcica. DI DIOSCORIDE. Ventriglio di offifiago ufato ne i cibi a poco a poco. Sterco di topi graffi beuto con incenfo nel nino ueccbio. Orina di cignale beuta. Dicottione di radici-di rombice fatta nel uino beuta. Sio mangiato tanto crudo quanto cotto. Seme dififetnbro prefo inpoluere. Dicottione di baccarà data à bere. Seme di appio beuto . il che fa ancho la radice. Seme di finocchio faluatico beuto. Sagapeno prefo in beuanda. Dicottione dì adianto beuta. Trichomane cotta ,& beatone la dicottione « Gomma di uite che fi ritroua congelata nel tronco beuta con uino. Lithofiermo data à bere nel uino bianco. Safiifiagia beuta. Dicottione di gramigna beuta. Seme di tragio prefo inpoluere. Badici, & frutti di Bufi0 bsuti. ‘ Pietra giudaica trita fopra una pietra beuta. A rompere la pietra della uefei ca. DI DIOSCORIDE. Cardamomo beuto con una dramma di corteccia di radi- ce di lauro. Bdellio prefo inpilule, ouero in beuanda. Gomma de ciregio beuta. Dicottione d’^i fileno beuta. Lithofiermo beuto con nino bianco. Safiifiagia prefa in poluer e,& in dicottione. Gramigna prefa in dicottione. Seme di Tragio beuto. Badici di rufeo, & parimente le bacche beute. Vietra Giudaica fottilijjìmamcnte trita & beuta. Gomma di uite umifera beuta con uino. ' Pietra di fi ugna beuta. DEL MATTHIOLO. Bai fumo artificiale di tutte tre le fortibcuto. adequa che difiilla dal tronco della betula beuta fiefio. Dicottione di betula beuta, & fattone bagno . Cenere di fc or pioni prefa in beuanda. Olio di feorpioni unto alpettinicchio. Cenere di lepre abbruciato tutto intero , prefo in be- uanda. Ster-co di topi beuto. T-ietra di fiele di bue prefa in poluer e. equa di flèrco humano beuta. T oligono minore polueri\ato con il feme beuto. •Safiifiagia bianca , beuta in dicottione fatta nel uino, ouero le granella bianche che fono attorno, alle radi- ci pefle,& mangiate. Badici diprimauera prefe in dicottione. Dicottione di fiori digincfir.a beuto. Corallo abbrufeiato beuto. A chi non può ritenere l'orina. DI DIOSCORIDE. Ferite del la uefcica. Pietre nel la uelcica. Rompete le pietre della uefei Flufso d’o rina. Rogna nel la uefcica. Orina fan guinolcra. Coito. VE SCICA Seme di ruta faluatica fritto et mangiato ne i cibi'. Thenice beuta in uino aufiero. del matthiolo. Mumia beuta con late di capra . Cenere di riccio tcrreSìre beuta con la membrana inte- riore dal uentrigho di gallina & agrimonia. ^ T omettila ? beute co acqua di pian Fradice di 2 Bifiorta * tagine. Alla rogna della uefcica. DI DI OS CO RIDE. Tanace beracleo beuto con acqua melata ò con uino. Ccpea beuta. DEL MATTHIOLO. Tolpa di cafiììa folutiua prefa con poluere di regoli eia. Tinocchi mangiati con ficcherò ouero con mele . Olio di mandorle beuto. Olio di fefamo beuto. Succhio di regolitia inghiottito . All orinare del fangue. DI DIOSCORIDE. Seme di cimino faluatico fecondo beuto. Cima d'helichrifo beuta con uino. Salamuoia acetofa meffa in crifleri. DEL MATTHIOLO. 'goccioli di dattoli brufeiati con feta cruda & bcuti. Succhio di piantarne & di millefoglio beuto con una. dramma di philonio per fico. Millefolio trito in poluere beuto al pefo di una oncia con ma dramma di bolo armeno con latte di uacca. Succhio del medefimo beuto al pefo di una oncia con fra po mirtino. MEMBRA VIRILI. A prouocarc il coito . DI DIOSCORIDE. CROSTO batto conuinò melato, j Zaffavano beuto. Seme di Imo compatto in lettouaro colimele ,& con pepe mangiato. Rape cotte & mangiate ne i cibi. Ruchetta mangiata copiofamente. Radice di dragontea arrojlita ouer amento lefifa beuta co uino. Radice di amphodillo tolta ne i cibi. LfaSlurtio mangiato ouero beuto in poluere. Seme di porro dato à bere. Bulbi cotti , & mangiati, figlio trito & mangiato con coriandoli. Semed‘orticabcutoconuinopaJfo. ; Fradice digalioprefa in beuanda. Succhio di menta beuto. Fradice di pastinaca mangiata. Mnifio beuto. Fradice di teflicolo di cane, quella cioè che fi ritroua fre - fca& piena beuta. Fradice di fatinone mangiata . llormino beuto nel uino. Fradice fuperior e di gladiolo mangiata, oueramete beuta* Reni di Stinchi marini beute al pefo d'una dramma . DEL MATTHIOLO. Galanga beuta ouero (far fa f opra li cibi. Mufchio unto con olio di ricino. Zibetto unto nel modo medefimo* MEMBRA VIRILI Olio di piftacchi con olio difemedi Senape & betyim unto alle membra genitali. Seme di Trafilino mangiato con pifiacchi & pinocchi &s ■ficcherò. Tfoced' india mangiata in qual fi uogli modo . Olio di noci mofeade unto. Sepie pefei cotte & accontie con noci & con aglio man- giate. Verga di ceruo polverina & beuta in uno mono fi e fio. Ruchetta u fiata ne i cibi. Garophani beuti con latte al pefo di me^a oncia. Fagiuloi cotti nel latte di uaccha , & mangiati con pepe lungo , & galanga. Seme di dauco beuto con uino. Tetranciani leffi & poi fiitti nel boturo & mangiati co pepe lungo. Radice di uite nera cotta fi otto la cenere , & mangiata co [ale ,& con pepe. A far l’huomo prolifico. DI DIOSCORIDE. Comandali beuti. Tutte quelle cofe , che provocano il coito , eccetto quelle che fono troppo calide , & fecche. DEL MATTHIOLO. Olio fef amino ufato ne i cibi. Cepbaglioni mangiati con fi ale , & con pepe. Mandorle dolci ^ T{oc duole domestiche | Tinocchi C mangiate in qual fi uogli mo, Tiflacchi j do. Tfoci Indiane fiefebe J Tefiicoli di galli mangiati {[effe uoltc. Rifio ? cotti-in latte di vacca & mangiati con pepe Fagiuoli S lungo, galanga, & ^affavano. Ceci bianchi & rofisi mangiati cotti con garofani. Rape cotte nell acqua mangiate. Isagoni cotti in brodo di carne graffa con pepe . Sifiero cotto & mangiato nel modo medefimo. Mi (far agi mangiati ne i cibi. Latte di Trafi fatto con brodo di carne. Garofani ufiati ne i cibi,& beuti con latte al pefo de quat- tro dramme. Carciofi mangiati cotti con pepe & file. Cuore di ferola cotto fi otto la cenere & mangiato con pepe. Tetr anziani cotti leffi & poi fiitti nel b oturo mangiati con pepe. Radice di uite nera cotta & mangiatanelmodo medefi- mo. A prohibire li ardori uenerei. DI DIOSCORIDE. Seme di uitice beuto , & parimente le foglie impiafilrate fi opra li testicoli. Trocacchia mafiicata & meffa fiopra li teSUcoli. Seme di lattuga beuto. , Licottione difoglia, & di feme d’anetbo beuta afiììdua- mentc . Ruta tolta nei cibì,& data à bere. Fradice men piena, & mcn uigorofa di teflicolo di cane. Seme di canape dome fico inagiato largamente ne i cibi. Radice inferiore di gladiolo mangiata. Cicuta pefila zip meffa fi opra ì testicoli , & è efficacifiìimo h 4 medi- Prolifica- re. Prohibir< il coito. membra VIRILI Gonor- ìhea. medicamento. del matthiolo. Camphora applicata alle reni & à iteflicoli. yino dotte fta flato dentro ilpefce triglia beato. Succhio di Iattura poflo aUt testicoli con camphora. Seme della medeftmd beuta con latte di papauero. Sememi canape copiojamente mangiato. Succhio di fifimbro applicato a i testicoli. Alla gonorrhea . DI DIOSCORIDE. Radice di nimphea beuta. Radice de [rìde illirica beuta. DEL MATTHIOLO. Olio di Iufquiamo unto alle reni & à i tefticoli. Inccnfo beuta con acqua di nimphea al pefo d’una dram- ma. .. . Terbentìna nera onero uolgare lattata con acqua di pian tagine3et prefa con fiocino affieno et un poco di cam pbora . /'/fwivWinr/» hfiut/i mn Cuccino & acqua di “Nimphea , & applicata di fuore. Seme dir oje con lafua lanugine beuta con nino imma- turo. Fioretti di rofe capillari beuti in poluere. Conferua di fiori di melagrani beuta con uino brufeo. Succhio di cicorea beuto . Succhio di lattuca con un poco di camphora applicato à i tefiicoli . Éemc della medefìma beuto con latte di papauero. Succhio di mentaflro beuto , & applicato a i tefiicoli. “Poluere indorata d' affieno beuta al pefo di una dramma con fucchio di piantaginc o di procaccila infieme con me^a dramma di fuccino. Seme di Litboffermo al pefo d’una dramma & me^a con altrettanto affieno ,& due fcr opuli di fuccino beuto piu giorni contimi con fucchio di procacchia. Millefoglio dell'ombrella bianca pefio con ifuoifiori3& beuto conia fua acqua difìillata ouero con latte di ca- prai & aggiungendo nifi corallij fuccinoj & limatura d'auorio opera molto meglio. Òlio rofado agitato con il peHello nel mortaio di piom- bo lungamente unto alle reni. Diphrige polueri^ato fottilmente 3 & unto alle reni coti unguento rofado. Coralli beuti in poluere. Vicere nel Alle ulcere delle membra genitali, lemébra DI DIOSCORIDE. genitali. mepp0 fopra al male. jlloe impiafirata , & [par faui fopra in poluere. , Succhio di poligono cotto nel mno 3 & impiafhrato con mele. vilume applicato in qual fi uógli modo. Fior di falepoluerizato fopra. DEL MATTHIOLO. Gufo di melagrani con fpogna marina fccca3aloe 3 & al - lume polucr incita f ìpra. Zucca fece a abbruciata , & pokerista. Pietre di gamberi trite con tartaro & applicate, jtloc meffa in poluere. abrotano abbruciato , & poluerì^ato in fui male. Dicottione diflos folisfatta nel uino & ufataper lauada , jLncibo abbrufoapo applicato in poluere. MEMBRA VIRILI Sanicula -, Orecchia d’orfo J Pelo fola { trite 3 & applicate in poluere Potentilla I ouero in lauanda. Polmonaria feconda Confolida media in poluere 3 ouero il fucchio applicato al ' male. Alle infiammagioni de i tefticoli . DI DIOSCORIDE. Ceci cotti con eruo & applicati. Fané cotte nel uino , & fattone impiastro. Foglie & fiori di fenacione fattone impiastro. Fradice di amphodiUo impiafirata infieme con le foglie . Cimolia terra impiafirata con acqua . Mdiloto -applicato al male. * Pietra geode meffa fopra al male diffolta con acqua. Futa impiafirata con foglie di lauro. Sale applicato con origano 3 & lieuito 3 ( cioè fermen- to.) Cimino meffo fopra al male con uua pafla,fconp difaue, ouer amente con cera. Coriandoli impia firati con uua paffz & mele. Radice di giglio applicata con foglie di iufquiamo , & farina di grano. T erra famia diffolta con olio rofado. Seme di iufquiamo trito in poluere & impìaflrato con uino. DEL MATTHIOLO. Iride illirica pefta in poluere &ufata come fi legge nel fuo difeorfo. Olio di iufquiamo unto. Farina di fiengreco cotta in acqua melata & applicata con fogna di porco. ^ Ceci y Farina di J Fané > cotta nell' 'acqua & applicata COrobiJ Foglie dì bellide pefìe & impia firate. JL equa diftillata di lenticularia paluftre applicata. Olio rofado agitato lungamente nel mortaio di piomba. Al prurito de i tefticoli. DI DIOSCORIDE. Dicottione di faluia fatta nel nino in lauanda. T utte le foni delle ragie 3 & ffetialmete la terebintbina « Alle durezze de i tefticoli . DI DIOSCORIDE. Seme de ifione applicato. DEL MATTHIOLO. Olio di fiori di gigli azzurri unto caldo. Alle ulcere corrofiue. DI DIOSCORIDE. Fiele di toro unto con mele . Fiore di lambrufca polueri^ito & applicato con mele t mirrh a 3 & 7xaff arano. Alli thimi ouero porri che nafeono dentro dal preputio. DI DIOSCORIDE. Cenere di capi di fnaridipefei polueri^ato fopra. Fiele di capra faluatica unto al luogo. Sterco di capra applicato con aceto. Th imo meffo fopra al luogo. > Thimbra impiafirata. • Futafregataui fopra conpepe&?iitro. Latte. Infiamma gionidit» ltieoli. Pi i!! ito dì tei: I coli. 'Dimette di i vitico- li. Viceré cor rofiue. Porri del niébro & del prepu- tio. Prefoca - gioni del- la madri » ce. Meftrui ri tenuti. MATRICE Latte di tìthìmalo characia unto al luogo. Rami di chamefice applicati in poluere . Succhio di mer cor ella applicato [opra. Sente di heliotropio polueri^atofil che fa anchora il fuc~ chio di tutta la pianta. matrice. Alle prefocagioni della madrice, DI DIOSCORIDE. Radici dimeo trite ,etprefe in lettoimo fat- to con mele. Bacche di ginepro beute, ùnghie odorate fumentate. Cimici delle lettiere fregati fotto al nafo. Bitume , odorato Aumentato , & impiagato. Caglio di uitello marino beuto. Orina faldata con olio liguflrino & fattone criteri. Succhio di piantagine beuto. Senape trita & meffa dentro nel nafo. Agarico prefo al pefo d’una dramma. Ruta pefla, & impiafrata con mele & meffafopra U na tura , & parimente fopra al federe. Seme di p anace herculeo beuto connina. Radice difefeli mafìlicnfe beuta , & parimente , il feme. Teucedano odorato. Sagapeno fumentato , & odorato. Seme & foglie di trifoglio bitumino fo beute . Seme di peonia beuto al numero di XV .grani. Radice di alifma beuta. Foglie di betonica beute in acqua melata al pepo d’uno, dramma. Tietra gagate pimentata. DEL MATTHIOLO. Zibetto meffo dentro nell’ ombilico. Canicole ouero itili di noce albero beute in poluere. Cafìoreo odorato , & fattone fumo, jlpafetida al pefo di mc^o fcropolo infieme con altrettali to cafìoreo prefa in pilule. Radice d'imperatoria prefa con nino. Serapino odorato ,& prefo in pilule. Seme di alliaria applicato alla natura. Fradice di toflìllagine maggiore beuta con uino al pefo di due dramme. Foglie ouero radici de hippoglojfo beute in poluere alla quantità d’un cucchiaro con uino ouero con brodo. Foglie fiori , & feme di jlntirrhino applicati à l’ombilico con olio rofado & mele. Fradice di uite bianca beuta con uino. Quinta effendi noflra beuta. A prouocare li meftrui. DI DIOSCORIDE. Iride illirica beuta con uino & applicata nelle fomenta* tioni. Dicottione di radici di meo fedendouifi dentro . Dicottione di acoro tifata fimilmente. Radici di cipero nelmedefimo modo. Badici di a faro beute con acqua al pefo di fei dramme. Thu cotta nell'acqua & toltone la dicottione. Cafia odorata data à bere. Cinnamomo beuto , ouero mefio nella natura con mirrha. jLmomo comporlo coni fuppofitorij ouer amente cotto nell’acqua per federui dentro. Coflo beuto. MATRICE Giunco odorato in beuanda. Calamo odorato tanto prefo per bocca quanto bollito nel l'acqua per federui dentro. Cancamo ( cioè lacca uera ) beuto con acqua melata. Dicottione di radici di enola beuto. Mirrha applicata di fotto con affen^o , farina di lupini, ouer amente con fucchio di ruta. Storace beuta , & applicata alla natura . Bitume beuto con uino , & con cafloreo. Cedride ( cioè frutti di cedro ) beute con pepe. Dicottione di foglie di laura tifate nelle fomentationi. Foglie diphillirea date a bere. Seme di uitice beuto con uino al pefo dì una dramma . Gomma d’oliuo ethiopico , ouer amente no frano beuta. . Mandorle amare pefle , & applicate di fotto. Latte di fico applicato di fotto con nocciuole trite. Cbiocchiole terreHri pelle con il lorgufeio , & applicate alla natura. Caforeo prefo al pefo di due dramme. Succhio di cipolle meffo nella natura. Efipo applicato difotto con lana. Grafo di gallina , & di oca applicato fimilmente. Sterco di capre faluatiche beuto con qualche. liquor e odo rifero. Tblajpi beuto. Dicottione di feme di lino fedendouifi dentro . Dicottione di lupini applicata di fotto con myrrha , & con mele. Rafano mangiato nei cibi ,& beendofene il fucchio. Radice di amphodiUo beuta. Dicottione di iringo data à bere. Succhio di cauolo ( cioè brafìica ) applicato di fotto con farina digioglio oueramete la dicottione data d bere • Sio mangiato cotto ne i cibi. Dicottione di creiamo beuta oueramente l’herba fleffa mangiata ne i cibi. Radice di centaurea maggiore beuta , oueramente il fuc- ' chio applicato di fotto. Gomma di condrilla applicata di fotto. Latte di lattuga faluatica beuto Tono tanto domestico , quanto faluatico beuto. Dicottione di foglie d’aglio ufata per federui dentro. Tan porcino tanto beuto , quanto applicato di fotto. Seme d’abrotano beuto con acqua. Scorce di radici di capparo , & parimente il feme date in beuanda. Radice di anemone applicata di fotto con lana. Bacche di hederapefie & applicate alla natura. Tulegio beuto. c Agarico beuto con aceto melato al pefo dì una dramma . Origano dato à bere. jtffenyp beuto,& applicato con mele . Tragorigano prefo in beuanda. Dicottione difaluia beuta. jLmmi beuto con uino. Dicottione di tbimo3& parimente di timbra data àb ere. Serpillo prejo per bocca. Seme difmimio tolto inpoluere. Dicottione di maiorana beuta & applicata di fotto . Dicottione di radici di baccarà beuta. Ruta tanto domeflica , quanto faluatica coft beuta come applicata al luogo. Tanace M A T K T.C ® Turnice herculeo beato con timo. • : Radice di liguftico beuta & applicata difotlo.il chef si parimente ilfeme. Seme di paftinaca faluatica beuto . ’ j indice di fcfeli maffilicnfe,& ilfeme nel modo me demo. STordilio dato à bere. Finocchio prefo per bocca. Sifone beuto. . • Fradici di lib anote prefe tanto in poluere quanto m be- uanda . Succhio dipeucedano dato a bere. Tetrofelino beuto . Dauco beuto. H'ammoniaco prefo per bocca. 'Nigella beuta alquanti giorni continui . Sagapeno beuto . Lafero beuto con myrrha,& con pepe. > Calbano fimentato, & meff 3 dentro nel luogo . Clinopodio beuto. Dicottione di chamedrio beuta. Fradice di giglio brufeiata applicata difotto con olio ro- fado. 1 Dicottione di melijfa ufata per federuì dentro • Seme di trifoglio beuto, & parimente le foglie intenden- doftdel bitumino fo. Dicottione di amendue i polij data à bere . Kurrhio di Ccordio beuto , ouer amento L'herba applicata di fotto. Dicottione di ^ trtemifia ufata per federui dentro. Mirrhide beuta. Foglie,& fiori di conica in beuanda. Fradice di hemerocalle applicata di fotto con lana. Foglie, & frutti di rufeo prefi conuino. Dicottione di leucoio fomentato, & fedendouift dentro Seme del medefmo prefa co uino al pefo di due dramme . Dicottione di chamamilla tanto beuta quanto applicata - . difotto . Fradice di peonia beuta alla quantità d’una mandorla. Fradice di rubbia applicata dt fotto. Dicottione fjLdianto beuta . Trichomane data à bere. Tre foglie di Jlnagiri beute con uino paffo. Hiperico tanto beuto quanto applicato al luogo. Seme di cori dato à bere. Foglie d’ortica trite & applicate di fotto con myrrha. Seme di medio beuto. Succhio di laureola beuto con uino. Fradice di gladiolo fuperiore applicata al luogo. Liquor e^ouer amente gomma di tragio beuta, & parimeli . te il feme,& le foglie al pef 3 d'una dramma. Chrifocome beuta cum aqua melata , Elaterio applicato di fotto , Belichrifo beuto. Liquore di radice di mandragora applicato di fotto alpe, fidimelo obolo. ilfeme della medefma mandragora beuto. Elleboro tanto bianco, quanto nero applicato di fotto. Cime primaticcie di uite nera ufate cotte ne i cibi come fi mangiano gli jfaragi. Foglie d’heliotropio applicate difotto . Vino fcillino beuto. Vino di affieni# dato à bere. M ATRI CE Vino d'hiffope beuto. DEL MATTHIOLO. Spico nardo , oucro UuenduU mejfa nelle beuande onero •* nei bagni. Dicottione d’Jffernia beuta. Fradici di ualerianaufat-e in qual fi uogli modo. tAcqua di cinnamomo difilli at a beuta alquati giorni con tinnì al pefo di tre once per uolta. Calamo aromatico uolgare ufato in qual fi uogli modo. Zaffar ano prefo ne i brodi. Storace beuta,& applicata difotto. Cime & bacche di ginepro cotte, & beutone la dicot- tione. Satana ufatain qual fi uogli modo. Fradice di canna prefa inpolucre & in dicottione. Frodo di ceci roffi onero neri beuto fpeffo con ^ affavano . Dicottione di lupini con mirr.h a fomentata. Seme di fenape beuto. Radice di dr agonica meffa nella natura. Semt di aro beuto al pefo di due dramme. Centiana prefa in ogni modo. jLnfiolochia lunga meffa ne i bagni. Fradice di centaurea maggiore prefa in beuanda. Succhio di centaurea minore applicata alla natura con lana. Dicottione di cardo benedetto beuta ,& fomentata. ^TuUgio ^ U^atl m ^ U°^ m^°‘ Radici di dittamo bianco applicate di fotto onero fomen- tate, onero beute al pefo di due dramme conuino po- tente. Herba gatt a m :ffa ne i bagni , & prefa per bocca. Cbalamento ufato nel modo medefimo. Imperatoria beuta , & fomentata. Radici di uincetofco cotte ne i bagni. Foglie frefche d'artemifia trite , et applicate difotto con mirrha & olio di gigli amarri. Botri meffa nelle fomcntationi,& beutone la dicottione.- Matricaria ufata in tutti i modi. Seme di lupoli beuto in poluere. Quinta eff'en\a noflra aggiunta nelle beuande. A riftagnare i meftrui rofsi. DI DIOSCORIDE. Spico nardo indiano fomentato di fotto. Mufco arboreo bollito nelle dicottioni che fi fanno per fe derni dentro. Scorila d’incenfo applicata al luogo. Bacche di ofsiacantha beute oueramente mangiate. Bipocifiide tanto beuta quanto applicata difuore. Succhio d’ olino faluatico applicato al luogo. Seme- di' fommacho beuto & propriamente oue il fluffo fia bianco. Battoli immaturi mangiati. Inuoglio di dattoli prefo in poluere. Fiocini di acini di melagrano fecchi alfole polueri^ati & ffarfi fopra i cibi, & pafimcnte cotti con ejjì. Galle cotte pelle dicottioni fatte per federui dentro. Sconfortile di ghiande beuta . Bacche di mirto fomentate oueramente tifatone la dicot- tione per federui, dentro. Dicottione di mele cotogne fomentata. Matia tanto beuta , quanto applicata di fotto. Flufl'o di meftrui. matrice Lido applicato al luogo. Dicottione di legno di loto beuta. foglie di lentifco tanto tolte per bocca 3 quanto applica- te difotto Caglio rDi lepre J Dicapretto \ D'agnello 11 tanto beuto quanto ap j plicato di fotto. l Di ceruo | Dirapriolo V Di uitello J Como di ceruo brufciato lauato& beuto con qualche acqua ò altro liquore cofirettiuo. Sterco di capre montane trito ben [ecco, & applicato con incenf )>& con lana. Radici di rombice applicate al luogo. Tiantagincprefa per bocca , & applicata nelle fomenta tioni. Succhio di barba di becco beuto con uino ouerametemef- fo con lana nella natura. Dicottione di foglie di porro fatte in acqua falfa o mari- na y & aceto ufateper federai dentro. Dicottione di rami di roui beuta. Radia di [pina arabica mangiata . Thenice beuta con uino brufeo. Seme di papauero nero beuto. ^Achillea applicata di fotto. Radice idea beuta. Foglie di coda di cauallo date à bere . Menta fomentata. Seme di giunco marino fritto 3& beuto nel uino inac- quato. Orfmaflro beuto nel uino. lAnifo beuto 3 & uale [penalmente nel fiuffo de i bianchi. Cimino applicato difotto con aceto. Radice y& femedi quella nimphea che produce il fior giallo tolti con uino nero. Seme di peonia pref i con uino al numero di I 2 grani. Succhio di lifimachia beuto, & applicato da baffo. Moli applicata di fotto con farina di gioglio. Succhio di poligono applicato di fotto. Dicottione di fimphito petreo fatta nel nino & beuta. Succhio di dimeno beuto. Seme di limonio pref o al pefo d’uno acetabolo con uino. Radice di medio leffa & compofta in lettouaro con mele. Ricini di trago prefi al numero di I o .con uino. Seme di iufquiamo prefo al pefo d'uno obolo con acqua melata. Succhio di folatro applicato difotto con lana. Seme di mandragora applicato da baffo confolfo, & con uino . Sempreuiuo maggiore applicato con lana. Dicottione di uinaccia tanto beuta3 quanto fomentata. Fior di lambrufca meffonel luogo. Agretto p otto difotto. Faggine di ferro ufata nel modo medefimo • Chalciti applicata con fucchio di porri. Feccia di uino impiaUrata in fui pettiniccbio> & intorno alla natura. ! Pietra hematite beuta con uino. Tietra morochtho applicata con lana. Tietra oHracite prefa nel uino al pefo di una dramma , T errafamia beuta con fiori di melagrano faluatico. MATRICE DEL MATTHIOLO. Olio di iufquiamo unto à i lombi , & al pettenicchio & meffo dentro con lana. Vnguento rofado unto alle reni. MaHice beuta in poluere. Vernice da fcrit tori prefa con uino acerbo. Vino di crefpino beuto. Hippociftide beuta fpejfo con uino. Seme di rofe rojfe pefìo cou la fua lanugine & beuto con yUino brufeo. Lido ufato con tutti i modi. Foglie di quercia 3 ghiande & galle adoperate in qual fi uogli modo. Corteccia di foueroprefa in poluere con acqua calda. Zucchero di fiori di melagrani beuto con uino acerbo. Succhio di bacche di mirto cotto con Truccherò 3 & ufato ne i condimenti de i cibi. (guata. Vino miua & olio di mele cotogne , etparimete la coto- Dicottione di nejfole beuta3et te ifteffe neffiole mangiate Cornole condite , & mangiate fpeffo. (gni. Dicottione di radici di prugnoli faluaticki ufata ne iba- Sterco di lepre dijfolto con fucchio di pulegio & applica tocon lana. Fiori di panicole di fagina beuti in poluere con uino bru- fco. Trocacchia ufata in ogni modo. BurfapaHoris ? mangiate & mefie ne i ba Terficaria della macchia * gni. Chelidonia maggiore applicata alle mammelle. Saluia feccafumentata. Fiori del fole trito con le radici 3& beuto con ac qua di piantagine. Lunaria minore beuta con uino di melagrani. Trouenca legata attorno alle cofcie. di biftorta Radici ^ aio òdit idi? ^ ufate in qual fi uogli modo. li tormentala ^ beute & fomentate» t di garioffillata J Telofella n Tirolla j Totentilla Stellaria Samcula Orecchia cC or fo j Fragaria I S angui f orba Tolmonaria feconda prefa in poluere. Fiori d'amarantho porporeo beuti. Millefoglio pefìo fr e fico 3 & applicato alla natura &fo - pra'lpenttinichio. Vino di melagrani brufehi beuto. Coralli beuti in poluere 3 sportati al collo 3 & alle braccia. A riftagnare i meftrui bianchi. DF.L MATTHIOLO. Olio di iufquiamo unto alle reni , & al pettinicchio & applicato difotto con lana. Camphora beuta confuccino , & acqua di nimphea & applicata al fondo del uentre. Fioretti gialli che fono in meqo alle rofe beuti in poluere . jLcqua diflillata di foglie tenere di quercia beuta ffieffo. Corteccia di cafiagnelapiu fottile con limatura d'auorio beuta con acqua di nimphea bianca • Conferita Meftrui bianchi. Srcódine. MATRICE Cojlrua di fiori di melagrani prefaffieffe uotte da digiuno goccioli di dattoli triti in poluere x & beati con /angue di drago eletto & acqua di procacchia. fiocini di melagrani briifchi ieuti con incenfo , & ac- qua di refe , Cufci di nocciuole bcutì in poluere con nino acerbo. Limatura d’auorio trita Sottilmente beuta con latte dife * me di lattuca fatto con acqua ferrata, fiori di panicole di fagina beuti conino uermiglio brufeo Lingua Serpentina beuta in poluere con acqua di Soglie di quercia. F^Smarino mangiato lungamente ogni giorno col pane. Saluia feccafumentata . Lunaria minore beuta. jlequa d'alchimiUa beuta , & la dicottione fomentata . Potentilla fatta in poluere beuta con lafua acqua infic- ine con coralli , & limatura d’auorio. Serbattrella , & il fuo feme beuta . Fiori d'amarantho porporeo prefi in poluere. “Polmonaria feconda polueri^ata & beuta, fiori bianchi di millefoglio beuti triti con acqua di pian- tagli. Òmb aliarla uolgare mangiata in infalata . A prouocar le fecondine. DI DIOSCORIDE. CaHoreo beuto alpefodidue dramme con pulegio nel uino. Seme di ciclamino fecondo beuto. Dicottione di foglie di aglio fatta per federiti dentro. jLrìfiologfia lunga prefa con myrrha con pepe (Mera- mente applicata di [otto* “Pulegio beuto. Dicottione di Thimo beuta. Dicottione di tbimbra prefa nel ifleffo modo. Seme di apio dato à bere. Dicottione di marrobio beuta. Dicottione di fìecha prefa per bocca. . Dicottione di artemifta ufata ne i bagni. Infusone di radice dicircea fatta nel uino dolce per tutto ungiamo & una notte beuta per tre giorni continui. Seme di enanthe & parimente le foglie beute con uino melato. Seme di leucoio beuto nel uino alpefodi due dramme. Fradice di Rubia applicata difotto. Foglie di anagiri trite & beute nel uino paffo. Chamepitio applicata da baffo con mele. Chrifocome beuta con acqua melata. Trichomane beuta. jLdianto prefo in beuanda . Brionia applicata di fotto. .% Mirrb a beuta. Succhio dipeucedano beuto . Seme di bunio beuto. Seme di fmirnio dato à bere . DEL MATTHIOLO. Spico nardo ouero lauanda beuta in dicottione ouero l'ac qua diftillata. jtequa diHillata di cinnamomo beuta alpefo di tre onde Baljamo artifitiale di tutte le ffetie prefo con uino. Seme de .Aro beuto alpefo di due dramme. Dicottione di Pulegio beuta. Radici di dittamo bianco beuto con uino potente alpefo matrice di due dramme , ouero meffe ne i fomenti. \ Acqua diflillata de gigli bianchi beuta, èrtemi fi a frefea pèfia con mirrha & olio di gigli a\urrl & applicata alla natura. A far partorire. DI DIOSCORIDE. Cafloreo beuto al pefo di due dramme con pulegio. Latte di cagna della prima portatura beuto. Efippo applicato con lana. Sterco di capre montane beuto con qualche cofa aroma- tica. Sterco di auolt ore fomentato. Dicottione di cecì beuta. Dicottione di lupini con myrrha , & mele fomentata. Sio cotto & mangiato. Dicottione di dragontea maggiore fomentata. Pepe prefo in poluere. Fradice di ciclamino primo legata alla cofcia. Picciuoli di foglie di bedera unti di mele , & applicati di fotto. Fradice di gentiana meffa nella natura. Radice di cent aurea maggiore ufata fimilmente. Succhio di centaurea minore nel modo medefmo. Pulegio beuto . Dittamo beuto, meffo nel luogo, & parimente fumentato Dicottione di thimo, ouer amente di thimbra beuta. Radice frefchiffima di baccarà applicata per fopposla. Fradice di panace ber culeo, ufata fimilmente. Fradice dipafìinaca faluatic a fimilmente applicata. Radice di fefeli mafiilienfe beuta , & parimente il feme. Calbano beuto con mirrha nel uino, & parimente fumen tato . Clinopodio beuto. Dicottione di chamedrìo beuta. i Succhio di feordio beuto al pefo d’ una dramma. Dicottione diartemifia ufata per federai dentro. Fiori & foglie di conica in beuanda. Seme di leucoio beuto nel uino al pefo di due dramme . Foglie di onofma beute nel uino. Radice dirubbia applicata da baffo Foglie de anagiri beute con uino paffo , & legate attorno le cofeie , ma bifogna torle uia fubito doppo al parto. Radice di anchufa applicata difotto . Liquore di mandragora meffo dentro nel luogo. Mirrhide beuta. Foglie di heliotropio beute. Fumo di folfo prefo difotto * Seme di dauco beuto. Ammoniaco beuto . Seme di peri dimeno beuto alpefo d' una dramma nel uino Radice di lauro aleffandrina beuta nel uino dolce al pefo di fei dramme . allume applicato al luogo. “Pietra diafpro legata alla cofcia . Pietra Etite legata alla cofcia . Pietra famia legata fimilmente. DEL MATTIHOLO. Balfamo artificiale di tutte le forte beuto con uino. Sabina prefa in poluere, in decottione , & fattone fumeto Radice di centaurea maggiore ufata in tutti i modi. Succhio di centaurea minore applicato di fotto con lana. Dicottione di pulegio beuta. Biadici Partorire facilméti. matrice Radici di dittamo bianco beute con nino potente al pefo didue dramme & fomentate in dicottione fattacon . pulegio . C alamento bcuto & meffo nelle fvmentationi. Radice de artemifia beuta. Dicottione di botris fomentata alla natura. Camepitiofecodo flefeo prefo in dicottione fatta in aceto Borrace ouero chrifocolla naturale beuta al pefo di una dramma con fucchio di fabina. A fare ageuolmente partorire , DEL M ATTHIOLO. Bacche di lauro fino à fette mangiate. Chiocciole mangiate alcuni giorni continui auanti al parto. Dicottione di maina , & della radice bollita fino che di uniti mucillaginofa, & beuta. Succhio della medefima beuto. * Cardiaca pctlueri\ata beuta alla mifura d'uno cucchiaro con uino bianco. Alle donne che dentano à partorire. DEL M ATTHIOLO. Granchi feccbimejfi fopra carboni, & prefone il fumo con la natura. Lingua di camelcone ligata alla cofcia. Corteccia di rafano ufata come fi legge nel fuo difeorfo. Dittamo di Candia beuto in poluere con lafua isteffa di cottione. Biadici di dittamo bianco fi mentale , ouero beute in poi- nere al pefo di due dramme con nino bianco gagliar- do. .Acqua di gigli bianca diftiUata & beuta con ^affiatano, & cinnamomo. Litoffi ermo minore Volgarmente detto miliumfolis beuto in poluere alpefo di due dramme con latte di donna. Cardiaca polueri-^ata et beuta alla mifura d'un cucchiaro con uino bianco caldo . Borrace minerale prefa al pefo d'una dramma, &fino d due con acqua difauina ò ài gigli bianchi. Argento uiuo inghiottito alpejo di mc%o fcropulo. A prohibirela conccttione. DI DIOSCORIDE. Foglie di falcio beute con acqua . Caglio di lepre prefo tre giorni doppo al fluffo del men- Jlruo. Sangue menfiruo unto al luogo. Fiori di cauolo apùlicati nel luogo doppo al parto. Fradice di Iparagi portata al collo. Tepe mcfj'onel luogo fubito doppo al coito. Corimbi , cioè bacche di hedera prefi alpefo d'una dram- ma fubito doppo al fluffo del mestruo. Securidaca tenuta dentro nel luogo auanti al coito. Ccdria unta al membro dcU'huomo. Tietra oflracite beuta alpefo d’uno ficilico quattro gior ni doppo alla purgatone de meftrui. affieno colto in la notte feura quando non luce la luna , & legato fopra al corpo con una milga di mula. Semedipericlimcno & parimente le foglie beute per fi 6 giorni continui. Foglie di epimedio trite & beute fubito ceffato il fluffo del meflruo per cinque giorni continui . Radice inferiore di gladiolo beuta. Radice di felce f emina data à bere . MATRICE H eliotropio legato alle cofcie. Ruggine di ferro beuta. Menta tenuta dentro nel luogo auanti al coito. DEL M A TTHIOLO. Sterco di lepre attaccato al collo. Vino in cui fìa flato pofìo un pefee Triglia uiuo bcuto . Vngbia di mulla abbrufeiata, & beuta. A faringrauidare. DI DIOSCORIDE. Caglio di lepre mefìo nella natura con boturo fubito dop po al ceffar del meflruo. Farina di gioglio Aumentata con mirrbaflncenfo, & bitu Seme di pastinaca faluatica beuto. (me. DEL M ATTHIOLO. Succhio di Saluia beuto quattro giorni continui alpefo di fei once con un poco di fiale. Seme di ammi aleffandr ino prefo come fi legge nel fuo di- feorfo. Cimino applicato alla natura. Radice d'imperatoria beuta con uino. Jllchimilla, ouero flcllaria polueri^ata, & beuta con ui- no,ouero con brodo alla mifura d’un cucchiaro quindi ci ò uenti giorni continui. Olio di momordica unto alla bocca della matrice poco auanti al coito. Olio di pietra gagate ufato nel medeflmo modo. A tirar fuore la creatura morta . DI DIOSCORIDE. Dittamo tanto bcuto, quanto Aumentato . Dicottione di faluia beuta . G albana beuto con mirrha nel uino . Dicottione di marrobio beuta . Dicottione di tufìilagine beuta . DEL M ATTHIOLO. Bai fiino artificiale beuto Radice di centaurca maggiore prefa in beuanda. Succhio di centaurea minore meffo nella natura con lana • Dicottione dipulegio beuta . Chalamento ufato in qual fi uogli modo. Botris cotta & fomentata . Dicottione di ebamepitio fatta nell'aceto & beuta . Borrace naturale prefa al pefo di due dramme con fuc- chio di fibbia . A prohjbirelo aborto cioè le fconciature. DI DIOSCORIDE. Tietra etite legata al braccio finiflro. Tietra famia portata al collo. DEL M ATTHIOLO. Dattolifen\a nocciolo pieni di poluere di grana da tinto- ri mangiati. Mele cotogne mangiate in qual fi uogli modo. Saluia mangiata (pefo onerò la confcrua de firn fiori. Radici di c Bistorta ^ beute & applicate al uen ^ 2 Tormentilla * tre con aceto. Grana fina da tintori beuta in imo mono frefeo co incen fo ouero con maflicc. Tietra diafpro portata al collo. . A far purgare le donne di parto. DI DIOSCORIDE. Radice di dittamo beuta. Dicottione diradici di baccarà ufata per federuì dentro . Finocchio faluatico beuto. i Succhio Sterilità di donne. Creatura morta nel corpo. Prohibire le (concia ture. Menftrui ritenuti nel parto. Naufea delle don- ne grauide Infiamma gioni del- la matri» viceré del la natura . Durezze della nu- trice. M A T RICE Succhio di perniano beuPQ, fradice di peonia fecca beuta, Dicottionc di dthc4 meffo, & applicata da baffo. PEL MATTHIOLO. prodo di ceciroffi cotto con un poco di ^affarono , &ra* ■ dici dipetro fello. Radici di Dittamo bianco applicate alla natura onero fo mentate onero beute al pefo di due- dramme infierite conpulegio nel uino bianco. Mentajìro beato in poker e . Alla naufea delle donne grauide. DI DIOSCORIDE. Succhio di foglie & di uiticci di uite uenifera beuta. Alle infiammagioni della matrice . DI DIOSCORIDE. Dicottione di nardo indiano fomentata. Dicottione di fquinantbo ufata per federiti dentro. Dicottione difeme , & foglie di uitice applicata di fiotto. Boturofrefco unto al luogo» Succhio di cicerbita. Agarico beuto con aceto melato al pefio d una dramma . Dicottione dipulegiofiomentata di fiotto. Meliloto impiaHrato con uino paffo. Opoponaco ine fio dentro di fiotto con mele. Dicottione d’artemifia ufiata perfiederui dentro. Dicottione di leu coio fomentata. Radice duantillide meffa dentro di fiotto con olio rofiado. Dicottione dipartiremo ufiata per fiederui dentro. ' Radice d’altbcacotta,&pefila con graffo d’oca , et di por co touer amente con terebintina>& applicata al luogo. DEL MATTHIOLO. ' olio de wfiquiàmo unto al luogo, plori di confiolida reale beuti. Olio di momordica applicato caldo . Alle ulcere della natura. DI DIOSCORIDE. Dicottiorie d’affalatho fiatta nel uinOj& applicata al luo go. Latte in cui fieno Siati {pentì ciottoli di fiumi affocati, pfiipo meffo fiopra il male oue fia di bifiogno di mollificare & de incarnare. Pàglie di fieno greco impiafirateeon aceto. Foglie d'afclepiade impiafìrate. DEL MATTHIOLO. Guficio di melagrano fiecco con {fogna marina aloe & alu me applicato in poker e. c Media ■> applicata in poker onero il fiuc on'° * Minore* chio. Sanicola Orecchia d’or fio J TeloficUa £ \n qUlZl fi uogli modo. ‘Potentina | Stellaria J Olio di momordica fibrato dentro. Alle durezze della matrice. DI DIOSCORIDE. Mirrha applicata con affienilo & farina di lupini . -, Storace meffia fiopra al luogo. Graffo di ocay & di gallina unto al luogo . Bdèllio meffo ìn.ful viale. Dicottione di maina meffa dentro • M AI RICE ladano applicato con lana , T anace herculeo applicato con mele, Dicottione di ebolo , & di fiambuco ufiata per federai den tro. Dicottione diparthenio ufatafimilmente. Mucillagine di fien greco fatta nell’acqua incorporata f con grafo d oca & applicata con lana. Radice di giglio impia ftrata. Mverato fomentato. DEL MATTHIOLO. cMandorle -* — te. L Tuorli d uuoua-) Midolla di cantò & di uitetiò. Olio di Seme di lino. Dicottione di fiori di lupoli ufiata per federai dentro. Alle uentofìtà della matrice. DI DIOSCORIDE. Dicottione di ruta fatta nell olio ne i cri fieri. Radice di geranio beuta al pefio d una dramma. DEL MATTHIOLO. i meffo dentro conlafi- \ rima. Galanga manicata & inghiottita. Cubebe prefe in qual fi uogli modo, jlequa di cinnamomo distillata. Balfiamo artificiale di tutte le forte. Olio di feme di carthamo beuto}& applicato. Olio laurino unto. Olio di feorpioni prefio per bocca & applicato di fiuore» GaSiorco prefio con pepe bianco nell acqua melata. Miglio applicato con fiale. Sifiembro fic aidato fiopra una tegola calda sbruffato con uino bianco b nono, & poSlo fiopra al corpo. Radici di Dittamo bianco beute al pefio di due dramme, con uino potente. Menta greca ufiata in qual fi uogli modo. Seme di carne beuto & applicato di fiuore. Radice de imperatoria beuta con uino. Matricaria ufiata in tutti li modi. Atirarfuorelamola. . DEL MATTHIOLO. Balfiamo artificiale beuto con uino. Radici di dittamo bianco meffie nella natura ò fomentate con pulegioyouero beute con uino al pefio di due drdrne . Alle frigidezze della matrice. DEL MATTHIOLO, Spico nardo & lauandafin qual fi uogli modo. Cubebe mafticate & inghiottite. „ Acqua di cinnamomo diSliUata & beuta. iqoce moficada ? ^ brodo. Galanga d 1 Olio di feorpioni beuto con uino al pefio dì una drama & unto di fiuore. Radici di dittamo bianco fomentate conpulegio , onero beute al pefo di due dramme con uino. Menta greca tanto fomentata quanto beuta. Seme di carni , pref ) in ogni modo. Matricaria ufata in tutti i modi. A ftrengere la natura. DEL MATTHIOLO. adequa di pine frefebe no mature ,& maffìme delle faina - tic he Ventofità nella ma. trice. Mola. Frisici* ze della matrice. Strengere la natura- Dilettare le donne. Dolori & rodimen- to di ma- drice. matrice fiche applicata dentro con penditela. A dilettare le donne. rOrata ^ medi ] pcra/cef meffo foprail membro. Gallina J Zibetto meJJb in cima al membro. Alla matrice che elee fuore . DI DIOSCORIDE. Cuffia odorata fomentata , oueramente ufata nella dicot tione per federai dentro. Succhio di bacche di mirto aggiunto nelle dicottioni dafe derni dentro. Dicottiojie di mele cotogne ufata fimilmente. Dicottione di galle applicata fimilmmte. Matta applicata da baffo. Hippocittide applicata al luogo ^ Foglie di ortica impiafirate. Mcto applicato nelle fomentationi. DEL MATTHIOLO. Maflice pokerista per /opra. Scarpe uecchie mejfe [opra carboni & prefone il fimo. Alli dolori & rodimenti di matrice. DI DIOSCORIDE. Graffo -nto allungo. Orina fcaldata con olio liguHrino & meffa ne i enflerf Dicottione difeme di lino meffa ne i crijleri. Dicottione di maina fomentata , & tifata ne i crijleri. Succhio di procaccila ( cioè portulaca) mejfo dentro di fìtto, & naie Rettalmente ne i rodimenti. Fjjapontico beuta. Fradice di centaurea maggiore beuta. Dicottione danetbo ufata per federai dentro. Foglie di uerbena retta impia frate con graffo di porco jrcfco,ouer amente con olio rofado. Latte di feme di influiamo mejfo dentro. Liquore di Mandragora applicato dentro con lana. DEL MATTHIOLO. Olio di gigli amarri unto caldo. A equa di cinnamomo di fidata beuta. Olio di mandorle dolci bcuto. Olio laurino unto caldo . Balfamo artifitiale di tutte, le forte beato & unto. Dicottione di noci mofeade beuta con mele rofado & ac- qua di uite. jqoci mofeade cotte con radici di matricaria in uino bian co & beatone la dicottione. Olio difeorpioni bcuto alpefo d'una dramma con uino & unto di fuore. C attorco beato con pepe bianco nell'acqua melata. Sifembro faldato con matricaria fopra una tegola ben calda & sbruffato con nino & mejfo fopra al corpo. Dicottione de radici di morfus diaboli fatta nel uino, ben ta. Chelidoniamaggiore pe fa con le radici & fcaldata con olio di camamilla,potta fopra il uentre. Fradici di dittamo bianco beute con uino bianco. Menta greca meffa nelle focaccie. Fradice de imperatoria beuta in qual fi uogli modo . Dicottione di radici di uencetofco , fedendouifi dentro. Olio dì gigli bianchi & di feme di lino mejfo in fui corpo MEMBRA ESTREME con lana fi uccida . Botrefrcfca fcaldata con uino fopra una tegola & applì cata fopra al uentre. Matricaria ufata in qualfiuog li modo. MEMBRA ESTREME. Alla podagra ouero gotta. DI DIOSCORIDE. Amomo impiattrato. Radici di meo applicate al male. Foglie di popolo nero impiafirate con aceto. Morca de olio unta al dolore . Dicottione di foglie & feor^e di falice. Latte di fico impiaflrato con aceto, & farina di fiengreco Chiocciole terre fri trite con la fua fcor\a & applicat e al male. Cenere di donnola abbrufeiata applicata con aceto. "Polmone marino fi e fio pe fio, & impiaflrato. Latte humano applicato con opio & con cera. Graffo di pecora , di capra, & di becco cotto con lo tter - co del medefimo animale impiaflrato. Sangue menfiruo unto fopra al dolore. Sterco di capre montane applicato con l'ifeffo graffo. Farina d’orbo impiafirata con mele cotogne. Lenticchie cotte con farina di or\o & applicate à modo d’impiaftro. Decottione di rape fomentata. Brafica(cioè cauolo)impiattrata con fiengreco, et aceto Endiuia applicataperfefola,oueramete co farina d’orbo Scorce, oueramente mondature di yucche fiefebe applica te al male . Fradice di aro impia f rata confterco di bue . Fradice di amphodillo beuta co uino al pefo d una dram- ma. Dicottione di panporcino fomentata al luogo. Bulbi me fi fopra perfe foli oueramente con mele. Pane herculeo impiaflrato con ma pafa . Libanote impiafirata con farina di gioglio , & aceto. Scordio mefo fopra con acqua, & aceto • Leucoio applicato con aceto, jlndro face impiafirata. Succhio di beffine mefo fopra inficme con grafo di becco Seme , & foglie di iufquiamo impiattrate con far ina d'or \o. , Sempreuìuo applicato al luogo oue Ihumare fia caldo. Ortica impìattrata . Mofco marino fafeiato fopra al male. Fradice di cocomero afìnino unta con aceto . Succhio di cafia mefo fopra al dolore. Ghianda unguentaria petta&potta in fui male. Foglie di fambuco , & di ebido impiafirate con graf o di toro, oueramente di becco . Brionia impìattrata confterco di capra. Foglie di heliotropìo faf date fopra al male. Vua pafa sfiocinata & applicata con opoponaco. Aceto caldo fomentato con folfo. Faggine di ferro me fa in fui male. Solfo unto con acqua , & con nitro. Sale applicato con aceto. Pietra afta me fa fopra conforme difaue. Pietra gagate polueri\ata & fattone linimento. T efii delle fornaci pefli , & applicati con olio rofado, oue ro con aceto. DEL 1 2 “•T'v < v » mmsr issi* Sdatica. membra estreme DEL MATTHIOLO. Olio di fiori de iride unto. Dicottione d’ A farina beuta . Sandalo rojfo applicato con fucchio difempreuiuo onero difolatroyò di procaccia. Mofco terrejlre cotto nell'acqua & applicato. Terebentina nera , onero uolgare inghiottita con poker e de ina artetica. Bagno fatto di dicottione di legno di ginepro, come fe leg ge nel fuo difcorfo . Olio di tuorla d'uuoua unto calda. Olio di lombriche terrejìri. Faua infranta cotta con fogna di porco , & impiaflrata . Tiantaginepefla , & applicata. (pra. Fradice di dragontea impiaflrata co mele, et ftcrco di ca - Foglie di aro ricoperte di Herco uaccìno caldo &appli- » Ariflolochia ritonda prefa inpilole. (cate. Thirno prefo in poker e alpefodi me\a oncia co odimele . Fradice di canape domcflico cotta & impiaflrata . Dicottionc de chamepitio beuta con mele rofado & offi- mele. Olio di cortufa fatto & ufato come fi legge nel fuo difeor fo. Vrimauera herba ufata in qual fi uogli modo . Foglie di uerbafeo minore cotte nell'acqua & applicate. Olio di fiori del mede fimo unto caldo. Conferua di fiori digineflra mangiata ffiejfo. Seme di ricino cotto con un gallo uecchio & beutone il brodo. Foglie difambuco delle prime che (fiutano fuore con ilpa ri pefo di radici di piatagine , trite con f )gna nocchia , & applicate. Coloquintida prefa inpìlule,& meffa ne i crifteri . Alle fciatiche. DI DIOSCORIDE. Badici di meo impiastrate. Foglie di enola cotte nel nino impiaflrate . Dicottione di iride meffa ne i crifteri. Cardamomo beuto con acqua. rifarò beuto, ouer amente ufato ne i crifleri. Scorda di popolo bianco beuta al pefo de una oncia . iberidcpcHa & impiaflrata fopra al dolore. Salamuoia di filar o meffa ne i crifleri. Seme di fmirnio beuto. Sterco di buoi,che Hanno allapaHura impiaflrato. Farina digioglio cotta in acqua melata , & applicata cal da. Farina di lupini impiaflrata con aceto. Ammoniaco beuto. Seme d'afeiro beuto nell’acqua. Dicottione di radici di [par agi data à bere . Dicottione di althca beuta. Senape trita & impiaHrata con fichi fecchi,fin che facci diuentare ben roffo il luogo. T^aflur^o meffo ne i criHeri. S eme di irione ufato nel modo medefimo. Bulbi impiaflrati cofi foli, ouer amento con mele . Seme di cappari beuto. Foglie & radici di lepidio trite con radici di enola & fat tone impiafiro. Agarico poker i^ato , beuto al pefo d'uno obolo con ace- to melato. Fjia Tontico beuto . MEMBRA ESTREM E Seme di Andro femo dato à bere. Dicottione di ccntaurca minore ne i criHeri . Dicottione di radice di leucacantha fatta nel nino beuta Seme di abrotano beuto con acqua . fradice di rubia b‘euta. Vulcgio crudo peflo & meffo fopra fin che il luogo rof- figgi- Calamintha ufata fimilmente. Thirno impiaflrato con uino,& farina d’orbo. Thimbra applicata fimilmente. Seme di ruta faluatica beuto quaranta giorni contìnui. V anace herculeo unto con mele. Laffero incorporato con olio liguflrino , cera , & olio di fiori de iride applicato al luogo. Euforbio prefo in beuanda aromatica. Leontopetalo meffo ne i crifleri. Seme di hiperico beuto quaranta giorni continui. Foglie di chamepitio beute con acqua melata 40 giorni continui . Foglie di betonica date d bere con acqua. Fradice di poiemonia prefa con acqua. Fradice di xiride beuta con uino melato. Seme di oTfmaftro beuto con uino, mirrha,& pepe. Dicottione di radici di cinquefoglio beuta . Foglie di helicrifo date nel uino. Dicottione di radici dipapauero cornuto prefo per bocca Dicottione di ethiopide beuta. Artio beuto con uino, & parimente impiaflrato di fuore. Foglie di chameciffo beute alpefodi tre oboli in tre eia - thi di acqua per 300 neramente 40 giorni continui. Coloquintida ufata ne i criHeri , et fregata frefea fopra al dolore. Fradice di cocomero faluatico ufata ne i crifleri - Infufìone di ffartio fatta in acqua marina , & ufata ne i crifleri. Scammonea cotta con aceto & con farina d'orbo impia- flrata. Aceto melato beuto. Sori di folto con uino & mefo ne i crifleri. Salamuoia me fa ne i crifleri. Adarce unto in fui dolore. DEL MATTHIOLO. Dicottione di radici d'afaro beuta. Balfamo artifitiale della feconda diflillatione beuto con uino al pefo d' una dramma, & unto di fuore. Lachrimo d'abeto beuto , onero inghiottito. Vinocchi mangiati fpefo. Terbentina uera,ouero la uolgare incorporata con polue re di chamepitio onero di flecade & inghiottita. Cafloreo prefo al pefo d’una dramma con altrettanto opo ponaco. Sterco di ibice (medicammo marauigliofo)prefo etprepa rato come fi legge nel difcorfo uniuerfale dello flerco. Cenere digamboni & baccelli di faue ìmpafiata con fo- gna, & unta al male. Farina di lupini cotta & impiaHrata. Sìlique di filiquaftro chiamato pepe d’india pefle & ap- plicate. Agarico prefo inpilole & in beuanda. Calamenthoflefco peflo & impiaflrato. Thirno prefo in poluere al pefo di me\a oncia , con acqua melata. Sagapeno applicato di fuore in qual fi uogli modo. Eupborbio Dolori di gionture. Dolori aecchi nel legiontu- Dolori di ginocchia Percofle nelle gion ture. membra estreme Etiphorbio untocon olio di uiole gialle. Mtemifia pokerista , & prefa inpoluere alpefoditre dramme con nino. Bellis di tutte le frette ufate in qual fi uogli modo . Cbamepitio trito in poluere infieme co le radici incorpo rata al pefo furia dramma con mèfia oncia di terben - tina & prefa ogni giorno per ammanta giorni cotinuu Olio di fiammola unto caldo , & mejfo ne i crifieri. Fiori di confolidareale beuti. Foglie di Dapbnoide pefte et impiastrate fin tanto , che il luogo diuentirojfo. Conferua di fiori diginefira ufatafreffo. (il brodo . Seme di ricino cotto in brodo di gallo uecchio , et beutonc Coloquintida meffa ne i crifieri , & prefa in pilole . A dolori di gionture . DI DIOSCORIDE. Brodo di galli ueccbi beato. Cauolo impiafirato con fiengreco ,& aceto . Futa tanto prefa dentro , quanto applicata difuore. Agarico beuto al pefo d’una dramma con offimele. Mclijfa applicata con fale. Dicottione di radici di cinquefoglio beuta. Tfillio impiafirato con olio rofado , & aceto, ò con acqua. Fradice di mandragora applicata con polenta. Ortica impiafirata in fu l male. Elleboro negro prefo in beuanda. Fuco marino fi e f co pollo fopra al dolore. Succhio di taf a unto al luogo. Fradice di nar cifro trita , & applicata con mele. 'JLceto melato beuto. Vino me litite beuto frejfo . DEL MATTHIOLO. Olio di fiori di gigli a\urri unto. Balfamo artificiale . Olio di fiammola unto & meff > ne i criteri. ( fio. Olio di cortufa fatto & ufato come fi legge nel fuo difcor Terbentina nera & uolgare inghiottita. Lachrimodabcre ? r. ,r .. Maflice * prCjl m qUa fi U°gh m°d°‘ MaSlice infieme con cimino , pulegio , faluia , bacche di lauro & fabina , tutto impiafirato con mele & appli- cato al male. Chiocciole p e fie con ilgufcio , & applicate. Olio di lombrichi terreSli unto. Agarico prefi i in pilole, & in beuanda . r Ser apino ufato in qual fi uogli modo . Olio di gigli bianchi. Fradice di canape cotta ned' acqua impiastrata . Dicottione di chamepithio beuta piu giorni continui con mele rofado & ofiimele. Alli dolori uecchi delle gionture. DEL MATTHIOLO., r beute quaratagior Zar\a partila J ni . Alli dolori delle ginocchia. DEL MATTHIOLO. Olio di noci indiane unto caldo. Alle percollè delle gionture. DI DIOSCORIDE. j Cenere difarmenti incorporata con olio oueramente con grafo di porco. i Legno guaiaco Dicottione di < Radice china MEMBRA ESTREME Alli tofì che nafcono nelle gionture degottoiì DI DIOSCORIDE. Fradice di canape faluatica cotta & impiafirata . Ochra difolta con acqua & applicata. DEL MATTHIOLO. Olio di noci indiane. cT^ffo p Grafi odi À J Marmotta ^ unto . i-Orfo ^ Allebugance. DI DIOSCORIDE. Incenfo nicffo fui male con graffio di porco oueramente di oca . “Pece liquida unta al male . oicacia impiastrata. Dicottione di feme di mirto fomentata. Fichi fecchi abbruciati & incorporati con olio &cera. Cenere di granchi di fiumi incorporata con mele cotto. Tidmone marino fiefcho tagliato minuto & pofioui fo- pra. Cenere di unghie de afino incorporato con olio & appli- cato. Graffio di orfo unto al male. Succhio di ombilico di uenere mejfo fopra. Lenticchie impiafirate con meliloto , rofe fecche , gufici di melagrano , mele cotogne , & olio rofado. Dicottione di orobi fomentata . Dicottione di rape ufata fimilmente. Dicottione di bietola applicata al luogo. Foglie di dragontea maggiore cotte nel uino,& appli- cate al male . Olio bollito in una radice dianfodillo f canata. Dicottione di pan porcino fomentata , & parimente olio che fi a bollito nella fua radice fcauata. Scilla abbrufeiata & mejfaui fopra in poluere. Dicottione di ranoncoL fomentata. JLrtio impiafirato con uino. diurne diffiolto nell'acqua & bagnatone il luogo. DEL MATTHIOLO. Gufici di melagrano cotti nel uino & agplicati. Cenere di granchi incorporata con olio & meffa fopra’l male . Alf enfiagioni de i piedi. DEL MATTHIOLO. Foglie di tilia frru^ate con acqua & applicate. Allinfiammagioni de i piedi caufate dalle (carpe (frette. DI DIOSCORIDE. Pietre na- te nelle gionture. Buganct Enfiagio* ne di pie- di. Infiamma gioni di piedi. -Di agnello Pulmonei Di or fio - applicato al male. Di porco J Suola di fcarpeuecchie abbruciate, & polueri^ate fo- pra al male. Succhio di cipolla impiafirato con graffò di gallina. DEL MATTHIOLO. T olmone dì lepre applicato. Olio rofado agitato lungamente nel mortaio di piombo unto. Alle crepature de i piedi. DI DIOSCORIDE. Cenere di granchi di fiumi impiafirata con mele cotto . Scilla bollita nell' olio & meffa fopra con ragia. i 3 DEL Crepature di piedi. ,’i ! I ' ■ membra estreme DEL MATTHIOL Q, Olio di tu orla d'mu.a , Olio digrano. Olio.rofado agitato lungamente nel mortaio di piombo. n , . Alle reduuie delle dita. £ DI DIO SCO RI DE. Succhio di pomi granati applicato al male. Foglie di mirto polueri^atc. Foglie di olino faluatico applicate in poker e. Limatura d'auorio poluer tifata. ^ lloe impiagata con nino. Paronichia pefia , & meffa fopra. Brionia cottane l’ olio , fino che fa disfatta , & unta fo- pr a al male. Fiori di lambrufca brufciatì ìmpiaflrati con mele . Friggine di ferro applicata al male. ^Acacia unta al luogo. Foglie di rhu impiastrate con aceto , & mele. Foglie di marrobio ufate fimilmente. Radici di cinqucfoglio applicate al male. Latte di tithimalo characia mejfofopra. jt ceto fomentato, diurne diffolto in acqua. Sale applicato in poluere. DEL MATTHIOLO. Foglie dipiantagine frcfcbepcSle,& applicate. A i panaricci. DI DIOSCORIDE. Incenfo impiaflrato con mele. Limatura d'auorio (par fa per fopra . Foglie di paronichia pefte, & legate fopra . A leuar uia le unghie corrotte . DI DIOSCORIDE. Vece liquida pofta fopra. Seme. di lino con altrettanto naSìur^o & mele . ’Hpci di ciprejfo ligate fopra. Fradice di qual fi uogli lapatio cotta in aceto , & impia- strata. Foglie, & radici di ranùncolo peSìe & ligate fopra. Chelidonia minore impiafirata. Vifchio incorporato con poluere di orpimento & applica to al luogo. diurne (parfo fopra in poluere con acqua. Solfo incorporato con terebinthina. S andar acha minerale applicata con pece. Feccia di uino brufeiata & incorporata con ragia. Vuapaffa impiafirata oue le unghie fieno fmojje . DEL MATTHIOLO. F^anoncolo primo pefio , applicato. Cantarelle incorporate con cera , & applicate. Chelidonia minore trita & impiafirata. Alle unghie fmoITe. DI DIOSCORIDE. Vita pajjà peSla , & applicata. Alle percoife delle unghie. DI DIOSCORIDE. Bulbi applicati con farina d'orbo. Ai calli. Calli. DI DIOSCORIDE. Limito cioè fermento di grano impiaflrato. DEL MATTHIOLO. Cenere di corteccia di falcio impaflata con usto ,&ap- Panaricci. Vnghie corrotte. Vnghie fmofle. Vnghie p colie. MEMBRA ESTREME plicata. Blito peSto , & meffoui fopra. Radice di giglio incorporata confagina & applicata. A i porri de i piedi , & delle mani. DEL MATTHIOLO. -Zacintha onero cicoria uerrucaria mangiata in inf alata. Seme della medefima beuto alpefo duna dramma nell’an dare à letto per tre giorni contimi. Heliotropio maggiore pefio , & fregato perf opra. Alle uarici. DI DIOSCORIDE. Fradice di cirfio applicata al luogo. Ai dolori dei lombi. DI DIOSCORIDE. Fradice di echio beuta. Chameleuca impiafirata. Allinfiammagioni delle anguinaglie. DI DIOSCORIDE* LagopopeSto , & impiaflrato. ^fier attico applicato fiefeo. Alle rotture interinali. DI DIOSCORIDE. Tgoci di cipreffo ligate fopra. Fiori di melagrani mefìi nelli impiaflri. Simphito petreo impiastrato. Cinqucfoglio beuto. Foglie di coda di cauallo beute & parimente la radice, jlloe impiafirata fopra. DEL MATTHIOLO. Bdcllio malajfato con faliua da digiuno impiaflrato. Tfpci di cipreffo uer di cotte nel uino uecchio , & beutone la decottione tenendofi però in tanto le foglie del me - defimo fopra l male. Liquore di uefcigbe d'olmo applicato con faldelle di fila. Sterco di lepre, & peli della pancia cotti infieme con mele & mangiati ffieffo alla quantità d’una faua. Lingua ferpentina beuta , & applicata al luogo. 'Poluere di trinitas herba beuta alla mifura duri cuccbia ro con uino brufeo. Lunaria minore beuta. Poligono minore con il fio femeprefo in poluere. Sanicole tutte prefe per bocca in qual fi uogli modo . Orecchia dorfo beuta. Pelofella n IZfnìU r ( Prefi I* ttulfi uogli modo. Stellaria J Per fonata beuta in poker e, & in dicottione. Fradici ouer foglie d hippogloffo beute in poluere alpefo duna dramma & me^aper uolta co dicottione di con folida maggiore. Alle hernie camole. DI DIOSCORIDE. Cenere di farmenti di uiti applicato con acqua. DEL MATTHIOLO. Fradice di anonide trita, & beuta ogni giorno piu mefi con uino. Chiocciole picciolcpefie con ilgufcio , & applicate. Tavola Porri. Varici. Dolori di lombi. Infiamma gioni nel- le angui,. naglie. Rotture in. cefticoli. Hernie camole. Febri ter- zane. Febri quar tane. TAVOLA DELLI RIMEDI SEMPLICI CAVATI DA DIOSCORIDE, Et dalli difcorfi del adUatthiolo che fi conuengono in (genere in- torno alla cura delle febri , pofleme , ferite , vie ere , disloga- gioni,(f rotture d'offa & di tutti i veleni. FEBRI Alle febri terzane. DI DIOSCORIDE. A G n I fregati fopra pecette di te la , & ligati in fui fronte , & fopra le tempie. Perni terrefiri cotti con graffo di oca , & impiastrati. Tre radici tutte intere di piantarne beute con tre ciathi di nino & altrettanti di acqua. Tre foglie di trifoglio bituminofo , et altrettali grani del fuo feme beuti. Hiperico beato con uino. Il terreo nodo delfuSio della berbena numerando dal na fermento infreme con le foglie che lo circodano beato. Seme di beliotropio al numero di quattro grani beuta a- uanti che cominci lafebrc. Succhio diprocacchia (ciò èportulaca) beato. DEL M ATTHIOLO. Afaro cotto nel uino con macis cinnamomo & mele , & beatone la dicottione oue li ammalati fieno robuSli . Succhio & infufione di rofe in beuanda . Tamarindi prefì in qual fi uogli modo . Sebefìeni cotti al numero di quaranta & mangiati. Tictra di lumacha fen\a gufeio attaccata al collo. Sterco bianco di carie prefo alla quantità d'un cucchiaro con uino nel principio delparofifmo. Agarico prefo nelle beuande folutiue. freubarbaro prefo in infufione, adequa di Gentiana beuta. Dicottione di ccntaurea minore beuta. Dicottione di chamedrio beuta alquanti giorni continui. Diafaro pietraportato adoffofr attaccato al collo. Alla quartana. DI DIOSCORIDE. Cimici delle lettiere beuti al numero di fette. Quattro radici di piantagine beute tutte intere con quat tro ciathi di uino,& altrettanta acqua. Vermicelli che fi ritrouanone i ricci del diffaco attaccati al collo in cuoio oucr amente al braccio. Hata faluatica beuta con uino. Hiperico bcuto con uino. Quattro rami di cinquefoglio beuti. Il quarto nodo del fusto della berbena fupina; numeran- do il primo da terra , con le foglie che lo circondano beato. Seme di beliotropio al numero di quattro grani beuto a- uanti alparofìfmo. DEL MATTHIOLO. Dicottione di pi faro fatta nel uino con cinnamomo ma- FEBRI cis & mele beuta quando comincia la febre. Succhio ,& infufione di rofe in beuanda. Tamarindi prefì nelle medicine. Olio di pi faro unto caldo alla faina del doffo & alle pian te delti piedi. Mirrha beuta alpefo d’una dramma con maluagia calda anchor a auanti al uenire della febre & metter poi li patienti à fidare nel letto facendofi però queSto tre uolte.' Mirrha prrfa inpilole riformate con theriaca. Plcqua di Gentiana distillata beuta, pi equa di foglie d’ Dingo distillata quando fono tenere. Fradice de Imperatoria prefa alpefo d' una dramma con uino caldo un bora auanti alla febre. Dicottione di cardo benedetto & parimente la poluere dell'berba prefa per bocca, fradici di palma chriSliprefe per bocca in beuanda. plcqua di fiammola beuta. Succhio di radici di uerbafeo f emina bcuto alpefo di due dramme con maluagia ne l'entrar della febre. Infufione di radici d'elleboro nero mefifa nelle purgationi Antimonio noftro hiacinthino prefo alpefo di quattro grani. Alle febri lunghe. DI DIOSCORIDE. Dicottione di galli uecchi beuta. Agarico prefo in beuanda. Vino melilite beuto , doue lo flomacho fuffe troppo inde- bilito. DEL MATTHIOLO. Dicottione disfarò beuta, plgarico meffo nelle beuande. freubarbaro ufato faeffo , & la fua infufione. plcqua distillata di radici di Gentiana. T rocifci di fiori di camamilla fatti & tifati come fi legge nel fuo difeorfo . Dicottione d’eupatorio commune beuta. Dicottione di cime & follicoli di lupoli beuta. Dicottione diradici d’elleboro nero prefa nelle beuande folutiue. Antimonio noftro hiacinthino prefo al pefo di quattro grani. Alle febri continue. DEL MATTHIOLO. Tolpa di cuffia inghiottita al pefo de una oncia}& inetta. Sandali tutti beuti , onero applicati allo Sìomacho con acquar of a. Latte di feme di Melloni prefo con ptifana à’orgo. Acqua difiillata di T rifoglio acetofo beuta. Tolpa d'anguria mangiata. Ì 4 Febri lun ghe. Febri con tinue. Manna Febri epia le. Febri coti diane. Febri co- pofite. Febri chia mate cau- foni. Febreheti ca. Febri in- termitten' ti. Freddo de le febri. FEBRI Manna folutiua prefa in beuanda. Fjubarbaro prefo in infufione. Alle febri chiamate epiale. DI DIOSCORIDE. Foglie di influiamo prefe al numero dì tre onero dì ejuelt- tro. DEL MATTHIOLO. f Acoro Dicottione di bel“a- \ Agarico J Eupatorio prefo in qual [mogli modo. Alle febri cotidiane. DEL MATTHIOLO. Agarico aggiunto nelle beuande. Reubarbaro & la [uà infufione beuto Jpeffe uolte . Acqua distillata di radici digentiana beuta. Acqua delle prime et piu tener e foglie deUlringo beuta . Alle febri compolite. DEL MATTHIOLO. Acqua dift illata di radici di Gentiana beuta. Agarico Z&ia ioro infufione beuta. Reubarbaro 0 Alle febri chiamate caufoni. Vino di crejp ino prefo congiulebo molato. Vua {pina cotta ne i brodi. Bacche diribes uolgare prefe come fi uoglia. Aranci Limoni Melagrani Foglie di I ^ Canne I fp^ 'mtorno alletto. Ciriegìe amarine condite. Latte di feme di melloni , di yucche & di cocomeri beuto & meffo ne i cibi. Angurie ben mature mangiate. Totentilla fafeiata frefea [opra le palme delle mani& f otto le piante de ipiedi. Allafebrehettica. DI DIOSCORIDE. Trocacchia pefta applicata alla bocca dello Sìomaco & dfianchi. DEL MATTHIOLO. Olio di mandorle dolci unto & ufato ne i cibi. Vivacchi prefi in qual fi uogli modo. Pinocchi tifati come fi uogli. Alle febri intermittenti. DI DIOSCORIDE. Senape {par fa fi opra i cibi. Seme difmirnio beuto • Pepe beuto. 1 \uta data à bere. Sagape no prefo in beuanda. Anthemide ufata ne i criteri. Succhio di poligono beuto una bora auanti al principio. Foglie di cinquefoglio beute con acqua dolce ouer amente con uino inacquato . Al freddo delle febri. DI DIOSCORIDE. Pepe beuto. Agarico pref 0 alpefo di una dramma. t ’ ufati in ogni modo. FEBRI Arifiologia tonda beuta auanti che uenga il par ofifmo. Abrotano unto con olio. Dicottione di calamento dato a bere . T anace herculeo impiafirato. Fradice & feme di fmirnio beuti con uino melato. Pirethro unto alla fchena. L Lafero beuto con pepe & incenfo nel uino . Conica unta con olio. Seme di cori beuto con uino}& pepe. Radice di buglojfa beuta infieme con il feme. Seme di periclimeno unto con olio. Alle febri peftilentiali. Febri pf DI DIOSCORIDE. lentia. Mirrhide onero mìrrhìs beuta due onero tre uolte il gior- no con uino. DEL MATTHIOLO. Radici di ualerìana prefe inpoluere,& in dicottione. Myrrha in qual fi uogli modo pr e fa per bocca. Camphora infufa nel uino & beatone la infufione onero aggiunta in qual fi uogli medicamento. Radici di dittamoprefe cofi in poluere come in beuanda. Vino di crejpino . Vua {pina. Vino di ribes uolgare. Acqua distillata di foglie tenere di quercia. Succhio di cedro meSlurato con s( uchero ò iulepo. Acqua diftillata di fiori d'aranci. Succhio di limonio & l'acqua diftillata del medefimo. Aranci di me^o fapore 3 & brufehi. Fiori di ciano 3 beuti in poluere 3 onero la loro acqua di- ftillata. Galega ouero ruta caprarìa prefa in qual fi uogli modo . incedi in tutti i modi. Cardo benedetto prefo in poluere & in dicottione. Scordio ufato in qual fi uogli modo. Radice ditoffilagine ouero farfara maggiore. t Scabiofa prefa per ogni uia. Dicottione di pimpinella noSìrana beuta. Acqua diftillata di lenticularia paluftre. Vino di melagrani beuto con acqua d acetofa 3 ò di cicho rea ò di buglojfa. Bolo ameno beuto con acqua d' acetofa. Antidoto noSlro grande deferitto nella prefatione del fefto libro. Alla pelle , & alla fua contagione , & Peftiicza àpreferuarfene. Succhio di cedro 3 feme 3 & corteccia preft in ogni modo. Olio noSlro di feorpioni unto ogni mattina al cuore & à polft delle tempie 3 delle mani & de i piedi freddo. Offo di cuore di ceruo. Radice di [cordonerà 3 ouero ilfuo fucchio. Cipolla fcauata 3 & ripiena di theriaca 3 & fucchio di ce dro & cotta f otto la cenere & jprenuta & beinone il fucchio caldo. Garofani tanto mangiati quanto fomentati. Conferua di fiori chiamati uolgarmente garofani. Succhio de i medefìmi {premuto da tutta la pianta. Aceto fatto con i fiori de i medefìmi ufato in ogni modo • Zedoaria masticata & inghiottita. Morfus diaboli pefta con le radici &pofta fopra li car- bone oli peStilentiali. Infufione Petecchie Infiamma gioni. febri Infufme della medefima fatta con uino. Undici di ambedue le cruciate prefe in qual fi itogli tuo- do . ydnftolochia lunga prefa nelle beuande. Fidici di dittamo bianco beute in poluere . Galega onero ruta capraria prefa ogni giorno ò inpolue re , ò in dicottione , ò beatone ilfiucchio al pefo di tre once con tberiaca oue la perfonafujfe già infettata. jìgarico po Ho nelle beuande . Radice di Gentiana. abrotano. C alamento prefo per bocca , & faldato con olio & int- piaflrato fi opra il male. Radice de imperatoria beuta. Conferuadi fiori di rof marino. Radici di uencetofco beute con uino. Cardo benedetto ufato in qual fi uogli modo. Cbamedno mangiata fi e fica ogni giorno in infialata. Scordio prefio in tutti li modi. Radice di farfara maggiore beuta al pefo di due dramme con nino caldo perfarfudare. Succhio difeabiofa beuto al pefo di quattro once con una dramma de tberiaca , perfarfudare. Radici di pimpinella fafifiifiagia prefe come fi uoglia . Pimpinella fanguiforbaJ& la fina acqua difiillata. Radice d'angelica prefacon la fua acqua lambiccata al pefo di mc\a dramma con una dramma di tberiaca per far fudare. Antimonio noflro biacinthino prefo nel principio del ma. le con firoppo di [ticchio di cedro al pef ? di cinque gra, ni. Bolo armeno orientale prefio in ogni maniera. Argento nino precipitato prefio con ^ uccaro rofiado alpe , fio di quattro granii ouero con tberiaca. Olio di uitriolo beuto con nino : & di poi fidare . Antidoto no flro grande ficritto nella prefiatione dal fefio libro tanto per curare li infettati , quanto per prefer- uareifani. Olio no flro di ficorpioni unto freddo al cuore & allipolfi. Alle petecchie, rofTellia & uaiuolo DEL MATTHIOLO. Seme di rape , ouero di nagoni beuto con dicottione di ca peluenere. Lacca naturale beuta con dicottione di fichi fecchi. POSTEME. Alle infìammagioni. DI DIOSCORI DE. Foglie fiefche di canne pefie , & legate J òpra . Ghiande pefie ,& impiafirate. Seme di rbu applicato con acqua. Lupini macinati & applicati con farina d'orbo, & acqua Succhio di ombilico di uenere meffoperjntorno. Tiantagine impiaflrata . Radice di aìnpbodillo meffia j opra con farina di or^o. jlceto applicato con lana fucida,ouer amente con le fo- gne. Rhapontico impiafirato con aceto & fetialmtnte nelle infìammagioni di lungo tempo. Pulegio impiafirato con polenta. Foglie di tofifilagine trite & impiagate con mele. Parthenio impiafirato. Lonchite feconda faficiata fiopra. . POSTEME Radice di canape fialuatico impiaflrata . "Poligono impiafirato. Frutto di tribolo marino faficiato fiopra. Radice di xiride impiaflrata con aceto* jLcchiUea applicata. Helfìneufiatanegl’impiafitri . Lichene difiefia in fui male. Foglie di ucrbenaca fiupma , oue l'infiammagione fìa dì lungo tempo. Foglie di papaucro impiafirate infieme con i capi , oue - rumente i capi foli applicati pefti con farina d'orbo. Seme di iufquiamopoflo in fui male infieme con le foglie* Foglie fiefche di mandragora infieme conpolenta. Radice di brionia cotta nel uino & ufata per f impiaflro . Foglie tenere di fambuco oueramete di ebolo con polenta Endico impiafirato per far rompere. Sembola di fomento incorporata con aceto & difiefia fio pra. Pane di farina di grano cotto in acqua melata, & incor- porato con herbe buone à fiìmil male , & impiafirato. Fior di farina di grano incorporato con acqua melata ò neramente con olio & farina. Sefiamo impiafirato. DEL MATTHIOLO. Camphora applicata. Foglie de alno. Dicottione di foglie di ligufiro. Ghiande fiefche fogni forte pefie , & impiafirate. Dicottione di foglie 3 & bacche di mirto applicata con peifìe di lino. Mucilagine di feme di mele cotogne. Chiocciole tanto crude , quanto cotte pefie cofì colgufcio come fienai , & impiafirate. Chiara d'uoua con aceto. Farina di grano incorporata con olio rofiado ouero di eba mamilla. rF omento d'india Farina di ■j Sp^^rec0 f meJja ne gl’ impiaftri *" Seme di lino J Olio di feme di lino. Malua applicata con feme di falcio. F°&lKd' . hrocaccbJ Cocomero tagliato infette & applicato. Polpa di anguria. Burfapafloris. Polpa di cafisia folutiua difiefia fiopra il male. Sandolo rofifo applicato con fiucchio di lattuca ò d' altre herbe frigide. Mofico terreflrc cotto nell'acqua & impiafirato. Olio di iufiquiamo. Vngutnto rofiado. Gigli macerati lungamente nell' olio. Succhio di trifoglio acetofo. A i carboncelli. DI DIOSCORIDE. F oglie di ligustro petto & applicate al male. Tece liquida impiaflrata con mele,& ma pajfa t oue fui bifogno dì rompere. Foglie di ciprejfo trite, & impiafirate. Foglie difabina applicate con uino. Oliue Carbon- ceili. POSTEME O liue immature fecche & impiaflratc. ■Nociucccbie peHe & fafciatc Jopra. Sterco di colombi incorporatafon fcmc di Imo. Farina di orobo impiastrata. Farina di lupini applicata con aceto . Cauolo peSìo con fale & impiaflrato oue Jta bifogno di rompere. Tfaflurtio mejjo in fui male. Torri impiastrati confale. Tanace hcrculeo impiagato. Coriandro incorporato con uua paffa,& mele. Lafero unto al luogo. Latte di tithimalo cbaracia unto al male . Vua paffa sfiocinata,& impiaflrata con ruta. DEL M ATTHIOLO. Dicottione di foglie di liguflro applicata con pcffe dì lino. ■Olio di noci. BurfapaSloris y Scabiofa > trite & impiastrate . Galega J A ifo roncoli. DI DIOSCORIDE. Fermento (cioèlieuito ) di grano applicato al luogo, delfine impiastrata. Sale applicato con uua paffa , oucr amente con graffo di porco ò con mele. Fradice di anfodillo cotta nella feccia delirino & impia- jìrata. Foglie di ephemero cotte nel trino, & meffe fopra. Foglie di amendue le ortiche meffe ne gl’ impiaflri. Fradice di leontopodio portata adojfo. Fradice di cocomero faluatico impiastrata con tcrebìn- Canchre * n<:. thina. Succhio di fcamonea impiastrato con olio , oueramente con mele. Liquore di radice di moro unta fopra al male. Succhio di taffia impiaflrato con mele. Foglie di pìcnocomo impiaflrate . S andar aca minerale impiaflrata con graffo. Tietra afta pokerista, & incorporata con pece liquida ò con tcrebintbina. Terra cimolia unta con aceto. DEL M ATTHIOLO. Grano maSticato,& impiaflrato. Fradice di giglio bianco cotta,& impiaflrata con olio,&* congraffo , Foglie di fclarea applicate con aceto ouero con mele. Farina di grano incorporata con acqua , & con olio , cotta nella padella , & applicata calda. Alle cancrene. DI DIOSCORIDE. Foglie di rhu (do ifommacco ) impiastrate con mele & aceto. Succhio di melagrani meffo fopra al male . foci uecchicpefle & legate fopra. Lifcia di cenere di fico applicata calda con le J fogne . Farina digioglio impiaflrata con fale & con rafano . Farina di ceci incorporata con or^o,& con mele. Lenticchie infìeme con meliloto , rofe fecche ,gufci di me- lagrani, olio rofado & af qua filata* farina di orobi impiaflrata , POS T EME Cauolo leffo impiastrato con mele. Bulbi applicati cofifoli,& con mele. Lafero unto al luogo prima fcarificato . Foglie di gallo fi, (cme, fufli,et fucchio applicati al male . Foglie diquelucrbafco che produce i fiori aurei legate fo pr a al male. Latte di tithimalo caracia unto in fui male. Fradice di brionia impiastrata confale . Il che fanno pa- rimente i frutti, & le foglie. Vua paffa sfiocinata & impiaflrata confale. DEL MATTHIOLO. Olio di noci. Farina di lupini cotta con uino,& con olio,& un poco di ■^aff arano, & applicata. Verderame cotto con mele , allume, & aceto. Alle erifipele* DI DIOSCORIDE. Zaffavano applicato con cofe frigide. Foglie di cipreffo impiastrate per fefole , & con polenta * Foglie di rhamno rigate in fui male. Foglie di rhamno rigate in fui male. Foglie di liguflroimpiafirate. F^ofe meffe nelh impiaflri conuenienti. Succhio di acatia fparfo fopra il male • Foglie d’oliuo faluatico peSìe, & rigate fopra al male. Foglie di mirto impiaflrate con olio ompbacino , òucra- mente con olio rofido, trino. Sangue menStruo applicato ali intorno. Sterco di capre montane cotto con aceto oueramente con trino. Feccia de orina humana unta in fu l male. Lenticchie impiastrate infteme con meliloto , rofe fecche x gufei di melagrani, & olio rofado. Malua cotta nell’ olio impiaflrata. Cauolo tagliato minuto, & impiaflrato con polenta . Trocacchia impiaflrata con polenta. Tiantaginc applicata con terra cimolia , & cerufa. Badici di endiuia,& foglie impiaflrate con polenta. Foglie de ifatìde impiaflrate. JL cinoherba meffo nelh impiaflri. Succhio di ruta mito con aceto, & olio rofado. Coriando impiaflrato con pane , & con polenta. Foglie di giglio applicate con aceto. Foglie di tofilagine trite , &' applicate con mele. Tarthenio impiastrato con t fiori. T oligono peSiOy&fafciato fopra al male. Fradice di anchufa impiastrata con polenta. l\adice di licoffide Slmilmente applicata. Fiore di rouo ideo impiaflrato fopra , Uelftne applicata almale. Fradice di cinquefoglio cotta & aggiunta nelli impiaflri , Verbena retta unta con aceto. Capi di papauero tagliati minuti , & applicati con po- lenta. Foglie di folatro commune impiastrate con polenta , & parimente il fucchio. Radice di mandragora unta con aceto. Succhio di cicuta applicato al male. Succhia di ombilico di uenere unto all'intorno. MuciUaginc di feme dipftllio applicato al male. Lente paluflrefhfciata fopra al male . Foglie Erifipde. / I & parimente il lor fucchio . formiche Epinicd Scrofole. POSTEME Foglie di ricino impiagate con aceto. Scmpreuiuo maggiore applicato al luogo. Strattone mefifa in fui ntale. .Aceto applicato in. qual fi uogli modo. Aggine di ferro impiafirata. Cbalciti diftefa fi opra al male. Sale applicato con biffopo & aceto. DEL MATTHIOLO* Camphora applicata come fi uoglia. *j>ròcaccbia n 'Piantagine Solatro Burfa pafioris j Trifoglio aceto fi > Polpa di cafifia applicata. Anguria ? t [iate infcte & applicate. Cocomero * * Succhio di folatro maggiore unto al male. Acqua difUliata di fiori di uerbafeo applicata con pe\\e di lino. ■ « Alle formiche. DI DIOSCORIDE. Succhio di acacia unto al luogo. Foglie di mirto applicate con olio ompbacino } o nera- mente con nino & un poco di olio rofado. Foglie di olino faluatico trite ,&,• applicate. -, Sterco di capre montane cotto nel nino ouer amente nel - l’aceto. Lenticchie impiastrate con meliloto , rofe feccbe , gufici di melagrani & olio rofado. Succhio di helfine incorporato con cerufa. Piantagine applicata al luogo. Chelidonia maggiore impiafirata con uino. Foglie di roui peste & applicate al luogo. (fado. Succhio di folatro unto con cerufa fiith argino tet olio ro- DEL MATTHIOLO. Pompholige ^ Diphrige Cerufa . ... ^ mefiti ne gl’ unguenti. Letargico | Tutta comune J Foglie di liguflro pefie applicate. Foglie fiefiche , & uue di fomaco pefie infieme , & impia - tirate. Alle epinittide , ouero edere. DI DIOSCORIDE. Sterco di pecora ò di capra impiaflrato con aceto. Cauolo tagliato minuto & applicato con polenta , Piantagine applicata in qual fi uogli modo. Foglie di cocomero unte con mele. Foglie di porro con fomaccbi. Affem^o applicato con acqua, Coriandro impiaflrato con uuap affa & con mele. Vifcbio difiefo fopra pevge di Imo , &fafciato foprd. Seme beliotropio applicato al male. Vua pafifa s fiocinata & applicata con ruta. DEL M ATTIHOLO. Latte di capra ouero di uacca applicato co pe^e di lino. Alle fcrofole. DI DIOSCORIDE. I{adic.e de iride illirica cotta & impiafirata. Pece liquida impiafirata con farina d'orbo , & orina di) POSTEME fanciulli. Fichi fecchi cotti & applicati al male. Carne di uipera cotta & mangiata ne i cibi. Sangue di donnola unto al male. Cenere di unghie di afino incorporata con olio. Sterco di buoi chepafiurano all’berba impiaflrato. Farina digioglio cotta con fierco di colombi & uino. Farina difaue impiafirata con mele & fiengreco . Lente cotta nell'aceto infieme con meliloto. Farina di lupini applicata con aceto, bombice cotta , & impiafirata fopra al male . Piantagine applicata con fiale . Fradice di piantagine attaccata al collo. Senape impiafirata con folfo. Tfiafiur^o incorporato, con falamuoia . Pepe applicato con pece. Coriandro applicato con gufici di fané. Calbano impiaflrato fopra al male. Aparine applicata con fogna di porco. Foglie di melififa applicate con fiale,. Althea cotta con uino oueramente con acqua melata. -, Fradice di cinquefoglio cotta & tagliata minuta. Lafero incorporato con cera. Succhio di ombilico di uenere unto per intorno. Foglie frefche di mandragora applicate con polenta. Scmpreuiuo ter\o legato fopra. Foglie j fufli 3 feme , & fucchio di galiofifi applicati al male. Quattro rami di buuio falfo beuti & legati fopra. Adianto impiafirata. Tefti di fornaci petii & incorporati con olio & cera. Fradice & foglie di cappari trite , & applicate. \ DEL MATTHIOLO. Chiocciole ritrouate attaccate nelle faluic peste con i gu- ■ fei 3 & applicate. Granchi de i fiumi abbruciati , & incorporati con mele , & applicati. Sterco di donnola incorporato conmele farina di fiengre co , & di lupini impiaflrato. Fradici di ciclamino Badici di dragontea Badici di cruciata minore Fradice di Fango cotta , & impiafirata. C di giglio bianco y impiafirata con fo- Radice. Ad'artbemifìa rgnia oueramente co Gdì fcrophularia ^ buturo. . Mentaflropeflo& applicato. Bellis di tutte le fipctie. Foglie di uerbafeo applicate con aceto. Foglie di lappola maggiore applicate à modo d'impiaflro , Fiori di gineftra triti y & beuti in. un ouo firefeo 3 onero con mele firefeo. Succhio di radice di uite nera , beuto con uino s & 'con mele. Fradice della medefìma pèfta , & incorporata con mele , " & applicata. Allitenconi DI DI Foglie di olino faluatico unte con mele. Fichi fecchi cotti <& impiafirati. Sterco di buoi che [tanno alla paflura impiaflrato. Farina di lupini impiafirata con aceto. Atri- , onero pannocchie. OSCORIDE. Tcnconi. >pctie frefchc & applicate. . Tumori. Scirrhi. POSTEME jl triplice impiaflr at o tant o crudo quanto cotto * •piantatine applicata confale. Bulbi lefsi impiafirati con polenta , & trafila di porco . Foglie di ifatide impiafirate , Jringo legato [opra. abrotano incorporato con farina d'onxo,olio, & acqua jlcino bcrba pofìa fopra al luogo . Seme , & fiori di panace afclepio me fi negl impiaHri . Coriandro impìafirato con gufici difaue. jlrmoniaco impiafirato. Onobrichitagliata minuta , & impiaflr ata. Radice fuperiore di gladiolo impiaflrata con farina di gioglio , & acqua melata. Tfillio applicato con aceto y& acqua di rofi. Foglie di mandragora fiefche applicate al luogo. Foglie,fu(ìi,fiori,& fucchio digaliojfi applicati al luogo Foglie di perfonata( cioè lappola maggiore ) unte con grafiia , & dijìefe fopra al male. •picnocomo impiaflr ato. Conica meffa ne gl’impiaflri. Feccia di uino meffa (opra al luogo. DEL M ATTHIOLO. Radice d'iringo cotta ,pefia , & impiaflr ata. Foglie di filar ea incorporate con mele & aceto . Foglie di uerbafio pefie & fcaldate fopra la cenere , & applicate . Maina cotta pefla , & incorporata con farina fiordo. Radici di giglio bianco cotta , & impiaflr ata con farina di feme di lino. A rifoluere i tumori. DI DIOSCORIDE. Granchi de i fiumi pcfli , & legati fopra. Seme di lino impiafirato. Farina di fiengreco meffa negUmpiaflri. Radici di cappati, & parimente le foglie pefie ligatc fopra. Radice di fmirnio impiaflr ata. Jlrmonìaco unto fopra al male. Foglie & fiori di buphthalmo incorporati con cera. Foglie frefebe di mandragora impiafirate con polenta. Foglie, fufii, feme et fucchio digaliojjì applicati al luogo Egilopa impiajlrata. Diphrige incorporato con terbenthina, & olio , & cera . Pietra pirite meffa fopra al luogo. Pietra alabafiro abbrufiiata & incorporata con ragia &pece. T erra cimolia applicata al luogo. DEL M ATTHIOLO. Olio di noci unto al luogo. Fichi ficchi graffi cotti con radici di iride di giglio, & d' althea , & impiafirati . Alle pofteme indurite chiamate fcirrhi , DI DIOSCORIDE. Sangue di toro applicato con polenta. Sterco di buoi che Hanno alla paHura impiafirato. Farina di gioglio cotta in mno inficme con fìerco di co- lombo. Seme di lino cotto infieme con nitro in lifeia fatta con ce neri di fico. Hidropepe pefio & faf ciato fopra al male. Radice di canape faluatico meffa fopra . Olio POSTEME DEL M ATTHIOLO. di mandorle dolci di fifamo dituorli d'uuoua ì unti al luogo. Pece liquida applicata . Sterco c Vaccino ? impiafirato con aceto. * Caprino * r Radici di ciclamino pefie & applicate. Radice di ferpentaria pofia nel medefimo modo. Olio di gigli bianchi applicato coni gigli macerati nel fio uafo. A i cancari. DI DIOSCORIDE. Cenere di granchi di fiumi cotto con mele ,& applicato al male. Seme di ir ione trito , & applicato fopra al male. Ortica impiaflr ata. Foglie, fufii, feme, fucchio digalioffi meffo fopra al male. DEL M ATTHIOLO. jlcqua diffidata di fìerco bimano. Farina di fiengreco cotta nel uino & impiaflr ata. Pimpinella fanguiforba , onero il fuo fucchio. Piombo abbrufeiato p Pompholige > lattate , & meffi ne gl' unguenti. Cadmia ^ Olio nofìro di antimonio applicato. A tutte le forte delle enfiagioni. DI DIOSCORIDE. Graffo diporco impiafirato. Cauolo tagliato minuto & impiafirato con polenta . Zucche fa fidate fopra. Seme di xanthio trito , & (far fio fopra al luogo. Bulbi le fi infieme con polenta , & impiafirati con gra- fita diporco. Seme di lino meffo nclli impiafiri. Seme di fiengreco ufato fìmilmente. Cipolle cotte , & impiafirate con fichi , & uua paffa * Radice di narciffo impiaflr ata. Radice di brionia cotta nel uino & applicata. Foglie di ifatide difiefe fopra al male. Radice di fmirnio impiaflrata. Tragorigano applicato conpolenta. Menta ufata nel modo medefimo. Foglie di maìorana incorporate con cera. Dauco impiafirato. Radici di libanotide applicate fopra al male. Ifìgella impiaflrata con aceto. H ormino applicato con acqua. Fiori di buphthalmo incorporati con cera. , Radici di althea cotte impiafirate. Radice di canape faluatico impiaflrata. Foglie di anagirifafeiate fopra al male. T oligono meffo nelli impiaHri. Radice di xiride unta con aceto . Helfine meffa fopra l'enfiagione. Radici di cinquefoglio cotte & applicate al luogo. Foglie di uerbenaca fupina impiafirate. V fillio unto con aceto , & olio rofado. Foglie di ephemero cotte nel uino. Foglie di citifo applicate con pane nel principio. Radice di cocomero faluatico applicata con polenta. Chameftce trita , & legata in fui male . Cancan, 4. Enfiagio- ni. Seme Pofteme idipine. Enfiagio- ii caufate la percof- ‘e. Liuidezie posteme Seme di Ticnocomo impiaftrato con polenta. pudico jlurfo [opra con acqua. veccia di nino onda per fé fola, oneramele con foghe d, mirto. Alle poftemc chiamate adipine. DI DIOSCORIDE. Fiori dicrifanthemo incorporati con olio & con cera , & applicati. Alle pofteme chiamate melicende. DI DIOSCORIDE. 'Bombice impiaflrata con olio rofado,& \aff arano* Meliloto applicato con acqua. Vua paffa sfiocinata pcSla,& impiaflrata infieme con ru U‘ Alle enfiagioni caufate da percoflè. DI DIOSCORIDE. Cauolo tagliato minuto & impiastrato con polenta . Zucca ficfcha applicata fopra l enfiagione. Hidropepe legato fopra al male. Tbimofafciato in fui male. Tbimbra fìmilmente ufata. DEL M ATTHIOLO. i/iJfen\o faldato fopra una tegola, & /frugato con uino & applicato. "Poluere di femedi carni cotta con mele onero con fapa & applicata. Farina di faua cotta con chamamilla & betonica nella fapa , & applicata. Alle liuidezze del fangue caufate da percofle. DI DIOSCORIDE. Cafciofiefco impiastrato. Lana fuccida infufa in olio , & aceto. Farina di fané incorporata con mele & fiengreco. Farina di lupini ufata fìmilmente. Rapbano impiastrato con mele. Cenere di aglio brufeiato ufato fìmilmente . Senape impiaflrata. Hidropepe ligato in f ’d male. Ttarmica impiastrata infieme con i fiori. Bulbi applicati per lor foli , ouer amente conroffi di oui. Rbapontico incorporato con aceto. Moe applicato infieme con mele. Liquore di lafcrpitio unto al luogo. JLffenvp incorporato con mele . jL equa marina fomentata calda. Hiffopo impiastrato con acqua calda. Calamentbo meflo fopra con uino. Foglie di maiorana feccbe incorporate con mele. Cimino faluatico mafticato con mele & uua paffa, et mef fo dipoi fopra al luogo . jlmmi pefto, & incorporato con mele, jlceto melato unto fopra al luogo. Succhio di thaffia & parimente la radice incorporati con altrettanta cera,& incenfo , & fattone impiastro fi- lamento per due bore, & dipoi tolto uia , &fometato il luogo con acqua marina. Brionia cotta con olio fino che fia disfatta & applicata • Sale unto con mele. DEL MATTHIOLO. Grado maflicato con radice & impiaflrato . Lupini cotti nell’aceto & fattone impiaflro* FERI TE Seme di carni polueri\ato & coito con mele et applicalo Fradice di Aro incorporata con aceto & farina di fané. Morfus diaboli peft a, & applicata. ferite. Afaldareleferite. DI DIOSCORIDE. Foglie di ciprefifo trite. Foglie di olmo , ma molto piu lafcor\a di dentro fittile fa filandone le ferite . Liquore di fìcomoro meffo fopra. More a di olio cotta in un uaf ì di rame. Dattoli immaturi peSli. Seme di uitic e, & parimente le foglie. Fiori di pomi granati peSli & applicati al luogo* lnccnf ) fparf > in poluere. Cenere di lana brufeiata. Foglie di cauolo faluatico. jlrgemone legata in fui taglio. Succhio di regolitia unto in fui male. Pedice di centaurea maggior e fi e feb a impiaflrata . Foglie di cent aurea minorereste, & impiafìratc. Achillea applicata al male. Fradice di poterlo tagliata fittile, & legata fopra al luo- go- Fradice de fmirnio ufatafimilmente. oiloepolueri\ato fopra. Sarcocolla meffa nel modo fu detto. Tolicnemone meffo con acqua. Mthea cotta nel nino , ouer amente in acqua melata. Foglie di fidente impiaflrate. Cbamepithio unto con mele. Siderite feconda meffa fopra. Toligono impiastrato. T oligonato fìmilmente ufato . Simpbitopetreo meffo fopra. Simpbito maggiore ufato fìmilmente. Succhio di dimeno. Sideriti tutte ligate fopra. Radice di licofiide impiaflrata. Seme di baffilico polucri^ato fopra. Radice di gramigna tagliata minuta , & meffa fopra. Conica applicata al luogo. Cinquefoglio impiaflrato. Grana da tingere fi urlato applicata in poluere. Verbena fafeiata in fui taglio. Foglie, & fiori di erigerò applicati con poluere de incen- fi. , Foglie di uerbafio meffe con aceto. Spogne marine applicate con acqua , ouer amento con ace to inacquato. Lana fuccida infufa in uino ò in aceto, ò in olio. Foglie di dragontea cotte nel uino. Foglie de ifatide impiaSlratc. Millefoglio flratiote fafciate in fui male. "Pietra morocbtbo poluerb^ata . DEL MATTHIOLO. Olio di terebentina uolgare & di laebrmo d'abete. Lacbrimo d’abete . Terebentina uera. ‘ Pece ficca. Foglie, germini & noci di cipreffo uerdi. Liquore di uifeighe d'olmo . k, Corteccia Ferite. FERITE ferite Corteccia di Tilia maflicata & imf iasìma. Foglie di ciBo applicate. Hìpociftopefto & pofto [opra. Bacche roffe di leccio trite con aceto . Foglie di quercia pefle. Foglie di nejpolo polueri\ate . Foglie di corniolo »ufate nel modo medefìmo. Olio di lombrichi terrestri poSloui con balfamo artifìtia - le onero con olio di terebintina. Foglie & fucchio di ciano maggiore. Succhio di barba di becco onero l' acqua dijìillata . 7 neffe nelle benande & applicate di fuo i Riftagna- re il fan- gue. Succhio di BurfapaSìoris. Lingua Serpentina onero il [uccio . Olio omphacino in cui Jia flato infufo al fole lungamente la lingua Serpentina , applicato con lachrima d'abete. Chelidonia maggiore pokerista [opra. Radice di etntaurea maggiore applicata in poluere. Veronica mafcolina. Cratiola applicata in qual fì uogli modo. Fiore del fole (cioè flos folis) pokerista ò mejfa nelli unguenti. ‘Poluere di rofmarino Jparfaper f opra lauandofl prima la piaga con la [uà dicottione . eparina pokerista, ouero il fuo fucchio. Trinitas ufata nelle benande & poflafopra la piaga . Lunaria minore. Olio de Hiperico,fiori>& feme. n Maggiore y Confolida ^ Minore applicate in tutti i modi. £ Melina ^ Sanicola n Orecchio dorfo “Potentina ^ilchimilla Telofella Virola Virga aurea Fragaria J Fiori d’eupatorio uolgarepolueri\ate. Sanguiforba y ■ Polmonaria S- meffe nelli unguenti. Ophris J BeuandadiPirola defcrittanel difeorfo del limonio. ^Biflorta ->cofiinbeuanda come ap - Ba ice i £ Tormentilla * plicata alla piaga. Olio di momordica,ouero Ralf amina. A riftagnare il fangue delle ferite. DI DIOSCORIDE. Succhio di foglie di olino faluatico . Galle abbruciate (pente nel uinq*ò nell' aceto* ò nella f, ala muoia. ,& fparfe in poluere. Fiori di melagrani pokeristi, istori di ciprcffo applicate in poluere infleme con le foglie dell’albero. Incenf ) polueri\ato f opra . Cenere di ranocchie brufeiate pokerista . Tele di ragni diSìefe f opra . Sterco di capre montane con aceto. Sterco di afino tanto crudo , quanto brufeiato con aceto. Foglie di flebe applicate. Procacchia f refcha impiastrata • Piantagine ufata Slmilmente . I Radice idea peSla & pokerista. Foglie de ifatide fafeiate f opra • Saluta pokerista. Fiori digalio ufati fimilmente. Foglie di androfemo impiastrate. Cinque foglio applicato al luogo. Fenice legata al membro ferito con lana roffa. Lichenefafciata f opra . Radice di aflr agaio pokerista . Seme diiufquiamo beuto conacqua melata alpefo d'uno obolo. Millefoglio Slratiote applicato al luogo. Sangue di drago poker i^to. Mume me fo dentro. S olfo ufato Slmilmente. Geffo poker i^ato [opra. Spogne nuouc ben fecche & uote legate f opra . Cenere delle medefme applicata con pece. Fretria terra pokerista . Stibio meffo dentro in poluere. DEL M ATTHIOLO. Panno di larice che nafee apprejfo alla midolla del troco come fì legge nel fuo difeorfo. Corteccia di [onero trita & beuta . con acqua calda . . . Galle abbrufeiate & applicate in poluere. Peli di lepre Stirpati dal uentre dal animale uiuo. Radice di Centaurea maggiore. Fiore delfole(Flos folis) applicato in ogni modo. Bambagia abbruciata &. applicata. K ‘dice di £ TomeltiUa S aMlicMa intolum- Confolida minore & me^ana. Sanicole tutte . Orecchia d’orfo. Pelofella. Cauda equina. Pirola. Gejfo. Sangue di drago. Diaffro tenuto in mano & applicato al fegato. A riftagnare il fangue delle ferite del ceruello. DI DIOSCORIDE. Fluito di Ceruello di gallo beuto. Antimonio applicato in poluere . DEL M ATTHIOLO. Seme di ortica feconda polueri^to. Bambagia abbruciata. A disfare i grumi del langue. DI DIOSCORIDE. X"| VolHeriVti & ™flìperfopra. Alle feritefatte da armi auuelenate. DI DIOSCORIDE. Succhio di Dittamo cofì beuto ,comepoflo fu la piaga. DEL M ATTHIOLO. Sangue di ceruo beuto con uino. Mele cotogne mangiate crude. Succhio di [cordonerà beuto & meffo nella piaga. Olio noflro di Scorpioni unto attorno alla piaga al cuore & alli polfì . J.in~ fangue del ceruello. Grumi di fangue. "i Ferite uelenate. :rite del pannico del cer- alo. ricamare ferite. ifiammà oni dei- ferite. 'irarfuor tette & goi altra ofa delle trite. ferite A incarnare l'ofià fcoperte. DI DIOSCORIDE. Iride illirica polueri^atafiipra. Tradire di f anice ber calco impiastrata. Mirrila impiafirata con chiocciole terrestri • DEL MATTHIOLO. Corteccia de incenfo. ? polueri utaf(jpra. Radice dipanace ber ac Lio ■» MirrhapeHa in poluere con incetifo,aloc , &farcocolla . fradice di T (incedano .applicata in poluere. Alle ferite del li pannicoli del ceruello . DI DIOSCORIDE. Boturojr e fio applicato. DEL MATTHIOLO. Olio rofado. Olio di attero. Olio di tuorli d' munta. Bellis di tutte le fpetie . - Betonica mejfa nelli unguenti. Tcnclimcno onero matrifelua ufata fimilmente. Sanguiforba & tifino fuccbiopofio nelli unguenti. Gomma clcmi ^ llt^kÀncll,mvicntÌ- Mcbimille J A riempire le ferite di carne. DEL MATTHIOLO. Iride polueri^ato n Incenfo | Mirrka j t Aloe ( incorporate con farina d'orbo et Sangue di drago f mele rofado & terbzntina. Sarcocolla Corteccia di radice di I f anace J Alle infiammagioni delle ferite. DI DIOSCORIDE. Sterco di buoi chepaHurano alla campagna ìmtolto info glie di cauolo ,& fc aidato fotto la cenere calda &: lìlcjjb fioprd al luogo. Foglie di pino , & dipelo trite ,& fafeiate fopra. Farina difaua mejfa nelli impiaHri. Farina di Lupini ufata fimilmente . Stratiote impiafirata. Millefoglio applicato con aceto. Fiori di lambrufca me fi negl’impiaflri . Verderame applicato al luo^o. DEL MATTHIOLO. Olio rofado ompbacino. Vnguento rofado. Olio di fiori di UguH.ro. Malua trita con foglie di falcio impiafirata. ( cita. Lingua ferpentina incorporata co graffo di Gallina appli Foglie di cinoglojfa uolgare jrefiche legate fopra all’ in - fiammagione,&rinouatc due uolte il giorno. A tirar fuore ogni cofa che fuflè fitta nelle ferite. DI DIOSCORIDE. Chiocciole terrefiri peHe con il lorgufeio & applicate. Carne falata di quel pefee che fi chiama filuro mejfa fo- pra la ferita. Capi di lucertole tagliati minuti & mejfi in fui luogo. FERITE Bulbi mefii negli impiaHri. H ormino applicato con acqua, vlnagallide impiaHrata. Fradice di narciffo impiaHrata con farina digioglio. ^ìri filologia tonda mejfa fopra . Dittamo impiafirato. Fradice di gladiolo fuperiore impiafirata con incenfo . Fradice di xiràde applicata al luogo . Foglie , feme , & liquore di tragio mefii fopra al luogo Seme di Ticnocomo impiafirato con polenta. Fradice dijpina acuta applicata fopra. Fradice di canna pefia & pofia fopra la ferita. Senape impiaHrata. DEL MATTHIOLO. Radice di Tettine di uenere pefia con malua,et applicati Fradice d’ariHolocbia ritonda ufata fimilmente. Radice d'iringo impiafirata con mele. Foglie, & feme di uerbafeo cotte nel uino & applicate A leuar uia la carne fuperflua delle ferite. DI DIOSCORIDE. Galle applicate in poluere. Tjoccioli di dattoli abbruciati , lauati , & applicati il poluere. . Gufici di ricci marini brufeiati & jjarfi fopra. Cenere dipurpure brufeiate fimilmente. Cenere di unghie odorate ufata nel modo medefimo. Capi difmaridipefei bruf ciato & applicato in polucrt Cenere di lana abbrufciatajparfa fopra . Scordio feccopoluen^ato fopra . Bearne brufeiato, & fior di ramepolucri^ato. Tiombolauató Stibio ! Litbargirio [ Ccrufa | Chrifocolla Ochra Dipbrige Orpimento Tomice Corallo polueri\ati fopra il luogo. I I Fiore di pietra afa* Tietra piriteincorporata con ragia . A confolidar le ferite in ultimo, cioè cicatrizarle. Cadmia lanata polucrì\at a fopra. Tiombo lauato tifato fimilmente. DEL MATTHIOLO. aditane abbrufeiato. Vetriolo. Argento uiuo precipitato. Toluere di radice d'elleboro nero. A farfare la pelle alle ferite. DI DIOSCORIDE. Cadmia lattata y Tiombo lattato ^ in poluere. Litbargirio J DEL MATTHIOLO. diurne abbrufeiato. Coralli. Tompholige. Tiombo abbrufeiato lauato . Sandice di piombo, k 2 Carne fu- perflua nel le ferite. Saldare le ferite. Verde - Ferite pe- netranti. Viceré corro fiue. FERITE Verderame abbruciato. Charta abbrufciata. Tela di lino abbrufciata. Zuccha fece a abbrufciata. Feccia diurno abbrufciata infteme co radici dipiantagi- ne feccbc. ... Alle ferite penetranti nelle interiora. DEL MATTHIOLO. Radici di ualcriana Radici di dittamo bianco | Fiore del Sole ( nelle beuande con mele. Trinitas berba j Lunaria minore ( Belli s di tutte lefet'ur J Cauda equina ^ Cofolide tutte j Sanicole tutte l Virola cotte nel uìno & beatone la dicottione- AlchimiUa \ Telofella * Verga aurea J r Viftorta -i Radice di cotte nelle beuande. ^Garo folata J BeuandamiracolofadiTirola ferina neldifcorfo del li -> i nonio* VLCERE. Alle ulcere corrofiueche uanno mangiando la carne. DI DIOSCORIDE. Corteccia di pino 3 & di peifio trita con uetriolo. Dicottione di lentifco applicata . Foglie di cipreffo trite & applicate . Foglie di amenduc le fabinc ufate fimilmcnte. Foglie di qual fi uogli fetie di rhamno . Fiori di dito applicati inpoluere. Foglie di olino faluatico trite & applicate . T orlatura di legno poluerÌ7xata. Oliue mature brufeiate, & polueri^ate. Inuoglio di dattoli applicato in poluere . Foglie di mirto trite & applicate con olio fatto di oliue immature 3ouer amente con un poco di olio rofado 3 & nino. Mandorle amare unte con nino. Capi di fmaridi pefei brufeiati & (far fi fopra al male. Salamuoia di pefei meffa in fui male . Fiele di tefluggine unto al male \ Farina di gioglio impiafirata con fale & con raphano. Seme di lino cotto con nino. Farina di orobi impiaftrata. Raphano trito & applicato fopra * ’ Foglie di bietola difìefe in fui male. Tiantagine applicata in qual fi uogli modo. Radice di dragontea tagliata minuta co brionia & mele Radici,& foglie di anfodillo con uino. Anagallide trita . Foglie di bedera cotte nel uino. Radice di chelidonia maggiore nel modo medefimo . Foglie d'ifatidemeffc fopra. Cristologia tonda poluer tifata & far fa in fui male . Radice di cbameleone nero mejfanelliimpidttri. VICE RE Tulegio uerde impia fìrato . Maro legato fopra al male. Fiorii & feme di panace afclepio applicati al male. t Foglie dipaflinaca faluatica pejìe & applicate co mele., Coriandro incorporato con pane3&polcnta. Foglie di marrobiopofìe fopra con mele . Latte ditithimalo caracia farfo fopra al luogo. Agrefto incorporato con aceto. Succhio di cicuta unto in fu l male. Sempreuiuo maggiore applicato in qual fi uogli modo\ Spondilio applicato con ruta. T oligono meff o f )pra. Berbena bollita nell'aceto. Foglie di folatro commune impiagate con fior di po- lenta. Aceto fomentato. Salamuoia acetofa fomentata. Foglie di petafitefafciate fopra. Squama di rame far fa in fui male. Verderame ufato fimilmente. Sale arroflitos& applicato con polenta. Fior di fale farfo inpoluere. Chalditi ufato fimilmente. Dipbrige meffo fopra polueri^ato. Tictra afta trita3& applicata con aceto. Alume con il pari pefo di galla abbrufciata applicato con mele. DEL MATTHIOLO. Chiocciole pefle con ilgufcio & applicate. Me qua dittillata & olio di fieno fumano. Dicottione di lupini applicata. Sterco bianco dicane farfo in poluere. Succhio di piantagine. Succhio di radice di Aro. Olio di uetriolo. Olio de Antimonio. Alle ulcere uecchie. DI DIOSCORIDE. Fiori di cifio applicati fopra. Centaurea minore ufata in qual fi uogli modo. Radice appuntata di panace herculeo. Vifco unto con incenfo. Chamedrio applicato con mele. Succhio di foglie di gigli cotto in unuafo di rame applica to con aceto3& mele. Scordio trito incorporato con mele. Radice di anchufa cotta nell’olio et incorporata co cera. Verbenaca trita applicata con mele. Radice di afir agaio impiagata. Radice di talittro ufata fimilmente. Foglie di lappola maggiore fafeiate fopra. Agretto infieme con aceto. Spogne nuoue fecche3& note fafeiate in fui male * Fiore di pietra afia fecco farfo fopra. DEL MATTHIOLO. Terbentina uera3 & uolgare. Vermi di legni tarlati. Succhio dipiantagine. Vino di ere fino. Burfapafloris trita & applicata . . Hìpocifiide. Ladano impiattrato» Olio. Viceré uecchie. V L C E R E Acqua piovana ritrouata nelle cauità delle querae ucc- cbie. Olio di grano. Cauolo applicato. Chelidonia maggiore pokerista Arifiologia ritonda. Aloe con mirrba & fangue di drago. Veronica prima. Fiore del fole, abrotano abbruf .iato, eparina pokerista. Farina difecuridaca. Confolida minore. ,& mc\ana,& illorofucchio. Sanicola n Orecchia d’ orfo j Telo fella J •pirola ( meffe nelle lauande & nelli unguenti. Totentilla Fragaria Sanguiforba Succhio da Garofìllata con uerdcrame. Felce pokerista. Olio di uetrìolo. Olio di .Antimonio. Argento uiuo precipitato ,& folimato. /ìcerema Alle ulcere maligne, & difficili da guarire. igne. Tiantagine applicata in qual fi uogli modo. Fradice di dragontea tagliata minuta co brionia & mele. Tetafite applicata fopra. •pfillio trito y impiaftrato con mele. Foglie x radiciy & frutti di brionia applicate confale. Fradici di felce femina trita & meffa fopra. Cadmia pokerista. Fior di fale meffo fopra inpoluere. Fior di pietra afia con mele. •Pietra ofiracite tifata fmilmente. DEL M ATTHIOLO. Ghiande di quercia 3 & di fouero incorporate con fogna falata. Acqua diflillata,& olio di fieno bimano. Sterco bianco di canepokeri\ato. Lupini applicati con lafua dicottione . Succhio diradici d’aro. Cardo benedetto cofi beuta, come pokerista fopra l' ul- cere. Olio rofato agitato lungamente nel mortaio di piombo. Piombo abbrufciatOy lauato. ChrifocoUa artifitiale. Olio di uetriolo. Olio di Antimonio. Argento uiuo precipitato. Legno guaiaco ? prefone il decotto 40 giorni cotinui co Zar^a parlila * me fi legge nel difeorfo dell’ebeno . Fittole. Alle fìttole , & ulcere cauernofe. DI DIOSCORIDE. Dicottione di radici di iride illirica meffa dentro con la fir ingay cioè con lo fchi^\atoio. Graffo di porco meffo. dentro. Mele applicato fmilmente. Succhio di piantagine fchir^ato dentro « Succhio di radice di dragontea meffo dentro con mele. Arifiologia tonda applicata coti iride »& mele. . V L C E R E Sphondilio>& le mondature della fua radice legato fopra ouc fia di bifogno di leuare la callofità delle fittole. Cinquefoglio applicato con fale & mele. Succhio di flratiote millefoglio f chiatto dentro. Latte di tithimalocaracia ufato nel modo medefimo. Agrefìo incorporato con aceto meffo dentro. Chalciti diffolto annodo di collirio con acqua & meffo dentro. Cadmia applicata al luogo. Spogne nuoue infufe in mele cotto & applicate. Gentiana ufata in qual fi uogli modo. DEL M ATTHIOLO. Acqua difiillata di terebentina rnlgare , ouero di lacri- mo d' Abete meffa dentro. Olio di grano. Succhio di piantagine. Succhio di burfapattoris. Succhio d'edera terreflre meffo dentro con uerdcrame. Succhio di garofìllata, & di fidiaria ufati mi modo me- defimo. Olio di uetriolo. Olio d'antimonio . Argento precipitato. Argento folimato. Acqua difiillata di uetriolo. Alle ulcere callofe. viceré cal DI DIOSCORIDE. iole. fradice di capparofecca & applicata. Verderame compotto con uetriolo à modo di collirio. Spogne nuoue fìrette con ffago,& meflc dentro per fatta ouc fia di bifogno di dilatare. DEL M ATTHIOLO. Radice di Anonide trita,& jfiarfa per fopra. Argento folimato Scorporato con unguento. . Alle ulcere caufate da corrofìui • viceré DI DIOSCORIDE. avtiuit . . carrohui . Latte, & /ferialmente uaccino applicato. DEL MATTHIOL O. Olio di tuorli d'uuoua. Cerufa lanata y Lctargirio >■ meffa negl unguènti. Calcina lauata Alle ulcere fordide. DI DIOSCORIDE. fordide? Foglie d’olmo faluatico pcfie,& applicate con mele. Iride illirica fmilmente. Oline immature pe fi e lìgate fopra. Terebinthina meffa fopra al male. ' Tece liquida applicata con mele. Gufci di ricci marini brufeiati & me fri fopra. Cenere diporpore bruciate ? „ , , Cenere di unghie odorate * Farina di orobo impiafirata. Cauolo applicato con farina di fiengreco & aceto. Radici & foglie di amphodillo impiafirate. Radici di cappari fecche & poker i\atc. Radici di anemone impiafirate. Foglie di hedera cotte nel nino. Chelidonia maggiore applicata con fogna di porco. Arittolochia tonda mejjatti fopra in poluere. Radici di libanotide fecche applicate con mele. Ballote impiafirato con mele . k 3 Foglie V L C E R E Foglie di marrùbio ufatefimilmente. Foglie di bcrbena fupina impietrate. Radice di narcijfo applicate cum farina di eruo &mle. Fradice di brionia msjjd con fiale. & parimente il fratto. Verderame cotto con mele & applicato . j{ame brufeiato in poluere. Ortica di qual fi uogli forte trita & applicata . Radice di peucedano in poluere. Cadmia pokerista. Mele liquore mejfo nel male. Tompbolige applicata in qual fi uogli modo. Salamuoiainfufa. vilume ufato in ogni modo. Fiore di pietra afta in poluere. DEL M ATTHIOLO. Terebentina uolgare. Arifìolocbia ritonda. Farina di or obi con mele rofado, & terebentina . Cotture Alle cotture del fuoco, difuoco. DI DIOSCORIDE. Frutti di platano triti & incorporati con graffo,. Dicottionc di foglie di ligustro fomentata. Fiori di cifìo applicati con olio,& cera. Comma di Acatia pefla & incorporata con uuoua oue fi uoglia proibire le fueuefciche. . , Foglie di mirto crude ouero brufciate incorporate con olio,& cera. Foglie di moro trite & applicate con aceto. Incenfo poker i\ato applicato con graffo di oca o nera- mente di porco. Cenere di buccine impiaflrata. Cenere di mituli brufciatimeffa fopra. Cenere di unghie odorate ufata finalmente. Cenere di / carpe uecchie abbruciate polueri\ata. Graffo di porco unto al male. Sterco di pecora incorporato con olio rofado & cera. r di colombi ? applicato con olio , & feme di Stmo idi galline hZ. Seme di fifamo incorporato con olio rofado. Makct^otta nell'olio. Foglie uerdi di bietola applicate. Cenere di cauolo brufeiato incorporata con uuoua. Latte di lattuga fakatica incorporato con latte hu~ mano. Foglie di bedera cotte nel uino , & parimente i fiori in- corporati con cera. Radice di acantbo impiaflrata. Seme di ruta fakatica ,& parimente le foglie appli- cate. Colla di toro onero di p e fee disfatta nell’acqua oue fi uo- glia probibire le uefciche. Lanugine di tipha incorporato con graffo diporco lana- Radice di bcmcrocalle impiaflrata. Foglie di altbea impiafirate con un poco di mele. Foglie y&fcme de hiperico à modo d'impiaflro . Seme & foglie di afeiro ufate fìmilmente. Foglie di androfemo applicate. Radice di ancufa cotta nell’olio incorporata con cera, Helfìne cotta,& impiaflrata. Foglie di papanero cornuto applicato con olio. Foglie di uerbafeo faina tico meffe ne gl' impiastri. V L C E R E Antimonio unto con graffo fì'efco, ouefi uoglia probibi- re le uefciche. vilume diffolto in acqua y Sale diffolto nell'olio £ ouefi uogli probibire le ue- Terracimolia ^ J ciche. “Pietra pbrigia incorporata con cera. Vetriolo diffolto nell’acqua. Sangue di drago ouero cinabro unto al male. Fiori di galio applicati. Radice di giglio brufeiata applicata con olio rofado , & parimente le foglie impiafirate. Foglie di cinogloffa incorporate con graffo uecchio di porco. Foglie di fambuco tenere diflefe fopra. Radice di narciso impiaflrata con un poco di mele . Olio bollito con le radici di ampbodillo. DEL MATTHIOLO. Olio di fiori di liguflro. Chiara di uuoua frefebeper fe fola ,& sbattuta con le tuorla , & olio rofado. Orqo abbruciato, & polucri\ato fopra. Olio di tuorla d'oua. Olio di feme di lino lunato con acqua rofa. Zucca fecca abbruciata. Corteccia feconda di fambuco. Radice di canape cotta nell’acqua & applicata. La medefima pefla con boturo,& impiaflrata. Acqua diflillata di fiori di uerbafeo applicata con pe\- di lino. Olio di momordica. V nguento di corteccia di fambuco fatto, & ufato come fi legge nel fuo difeorfo. Alle ulcere fauine. DI DIOSCORIDE. ^«refa Radici di peponi incorporate con mele . 7faftur\o peflo,& impiaftrato. Alli fichi ulcerati. DI DIOSCORIDE. , Echini* Bulbi cotti flotto la cenere calda,& incorporati con ce- ratl' nere di tefte di menale. Alle fcorticature. DI DIOSCORIDE. Scortia- Suola di fcarpe uecchie abbruciate ,& polueri\ate fo- ture* pra. DEL MATTHIOLO. Letargirio incorporato nel mortaio di piombo con olioy & aceto rofado. AHinfiammagioni dell’ulcere. DI DIOSCORIDE. Tela di ragni msffaui fopra. DEL MATTHIOLO. Succhio di cinogloffa uolgare incorporato con campho- va, & con cerufa. Alle ulcere p rofonde . DI DIOSCORIDE. Incenfo meffoui dentro . Tee e liquida incorporata con mele. Tece fecca impiaflrata. Midolla di offa di animali quadrupedi me fa nelli un- guenti. Mele liquore unto al male. Cadmia gioni del- le ulcere. Viceré fonde. VLCERH Cadmia polueri\ata dentro. Coralli adoperati fmilmente. Fiore di pietra afta incorpor ata con mele. Terra eretria impiaftrata . Tomice applicata in poluere. A cicatrizzare le ulcere. DI DIOSCORI DE. r- di porpore polueri^ata. Cenere ■àdìmituli «applicato in polite- d di unghie odorate * re. Aloe applicato in qual fi uogli modo. Foglie di agrimonia tagliate minute , & incorporate con graffo di porco. ■Radice di felce f emina polueri^ata. Cadmia parimente applicata in poluere. panie hrufeiato polueri\ato. Squamma di rame ufat a fmilmente. Verderame applicato con olio & cera. Antimonio n . Molihdena Lethargirio J Chalciti } •Pomice (" applicati in qual fi uogli modo Feccia di uinobrufeiata j Calcina uiua lanata J Corallo Fiore di pietra afta ^ Tefti di fornaci arrojìiti DEL M ATTHIOLO. Piombo abbruciato ,& lauato. Calcina lanata piu uoltc con acqua rofa. Coralli abbruciati, vilume abbrufeiàto. Alle ulcere del mal francefe. DEL M ATTHIOLO. Argento uiuo mejf > ne gl' unguenti. Argento uiuo precipitato 3 &folimato. Olio di antimonio. Vnguento di calcina lanata. Cinabro uolgare. Alle diflogagioni delle giunture. DI DIOSCORI DE. pudici di canne pejls 3 & ligatefopra con aceto. Radice di lappola maggiore impiaSlrata » oue dogli la giuntura per qualche fiortura. Dicottione di acatia fomentata. Seme di uitice impiajìrato ìnfteme con le foglie. Sterco di capra incorporato con olio rofado , & cera. Radice di ffaragipefìc & applicate con nino , onerarne- te con aceto. Dicottione di pan porcino fomentata. Bulbi applicati à modo d'impiafiro. Radici di acanto ligate fopra. Foglie di maiorana incorporate con cera. Foglie di anchufa applicate con farina & con mie. Ortica di qual fi uogli Jpetie impiafirata. pudici di narciffo trite & incorporate con mele. Foglie di ulte nera applicata con uino . Tolipodio ligato fopra. Foglie di heliotropio maggiore impiastrate . ij Cenere di f armenti, & di uinaccia applicato con aceto • DI SLOGA Gl ONI ETC. Sale applicato con mele 3 & con farina. DEL MATTHIOLO. Foglie dipiantaginepefle con file & applicate. Succhio di prima nera beuta 3 & applicato. Chiara d'uuoua incorporata con meenfo 3 bolo armeno, & fangue di drago applicata con /loppa. Alle rotture dell’oflà. DI DIOSCORIDE. Dicottione di foglie di mirto fomentata. Lana fuccida infufa in olio 3 in aceto 3 & in uino. Dicottione di uerbafeo beuto. Fuligine da dipingere incorporata con cera, & olio rofa- do. Dicottione di foglie, ouer amente di radici di olmofomcn tata , & /far fa f ipra al male. DEL MATTHIOLO. Succhio di prima nera beuto , & applicato difuore. T tetra deferitta nel difeorfo della pietra morochtho. Radice di confolida maggiore peSta 3 &ligata fopra. Radice di geranio del fiore cele/le peSla con fognia 3 & applicata. Vuouafrefche sbattute con aloe 3 incenf )3 fangue di dra- go 3 & bolo armeno. A cauar fuore 1’ofli rotte. offe rotte DI DIOSCORIDE. dacauar. A riSlologia tonda peSìa 3 & impiafirata fopra. Radice di peucedano pokerista. Euphorbio meffo in poluere. Radice di xirìde con fior di rame. Brionia trita 3 & applicata. Radice di Ulte nera pefta 3 & impiaSlrata. DEL MATTHIOLO. Radici de iride peSle, & impiaflrate. Dittamo di candia beuto 3 & impiafìrato. Argento uiuo precipitato polu erbato per fopra* A coloro che calcano da alto. DI DIOSCORIDE. Succhio digentiana beuto al pefo duna dramma. Dicottione di radici di baccbara beuta. Millefoglio dato à bere con acqua & con fale. Lifcia fatta con cenere di f armenti beuto con aceto 3 con- fale ,& con mele. DEL MATTHIOLO. Mima prefa con cafiia 3 terra figillata 3 & radici di ru- bia. Tietrc di gamberi beute nel uino inficmccon carbone di tilia. Tlantagine mangiata 3 & applicata difuore. Ciano maggiore prefo in poluere con acqua di piantagi- ne 3 ouero di confolida maggiore. Acqua diflillata di radici di pan porcino beuta con zuc- chero. Reubarbaro beuto nell'acqua lambiccata di piantagine con mumia 3 & radice di rubia. Ari/lolocbia ritonda. , Radici di uincetofco beute nel uino , ouero nell' acqua di confolida maggiore . Lunaria minore prefi nel medefimo modo. Succhio di radici di bifiorta , & di tormentiUa ouero la poluere d’amendue beuta. Confilida me\ana , & minore poSìa nelle beuande. . ^ 4 Sanicula Rotture intrinfe- che. DISLOGAGIONI ET ROTTVRE D'OSSA Sanìcula “> Telofella | yirga aurea ! ^ -n -ua y j uogH modo. Lunaria \ Totentilla °e'mS Alle rotture intrinfeche caufate da uiolenze efteriori. DI DIOSCORIDE. Dicottione di acoro beuta . Cardamomo beuto con acqua . Dicottione di calamo aromatico beuto confeme di gra- migna , ouer amente di apio. Radici di belenio compone inlettouaro con mele . Bdellio beuto. Bacche di ginepro beute. Cedride mangiate ne i cibi . Radice di alimo beuta con acqua melata alpefo d ma dramma . Radice di dragontea maggiore lejfa, onero arroftita pre- fa con mele. Radice di amphodillo beuta con uino alpefo d una dram- ma. Bulbi cotti nell'aceto , mangiati ne i cibi. l Agarico beuto con uino melato al pef 3 di tre oboli. Succhio digentiana beuto alpefo d una dramma. Mrifiologiatonda beuta. Serpillo beuto. Radici di centaurea maggiore beuta con uino. Radice di acanto prefe in beuanda. Radice di fmirnio mangiata ò data à bere. Dicottione di leucacantha fatta nel uino beuta. Seme di abrotano beuto con acqua. Origano mangiato con fichi fecchi » Foglie & radici di coda di cauallo beute, Dicottione di calamentho data à bere. Dicottione di radici di bacchara in beuanda. Radici di libanotide beute. Sagapeno tolto in beuanda. Lafero beuto con lifeia. Galbano inghiottito. Tolicnemone pref ì con uino. Scordio prefo con nafturtio , mele , & ragia . Dicottione di althea beuta. Fradice di alcea beuta inumo ouer amente in acqua. Foglie di betonica beuta al pefo d'una dramma , con ac- qua. Simphitopetreo beuto con aceto melato. Radice di confolida maggiore prefa in beuanda • Radice di xiride beuta con uino melato. Foglie d'elichrifo beute nel uino. Dicottione di uerbafco beuta. Radice di brionia compofia con mele , & fattone latto - uaro. Tietra sfejfa beuta. DEL MATTHIOLO. Lingua ferpentina beuta con acqua di cauda equina. Reubarbaro beuto con mumia 3 & radice di rubia. jLriflolochia ritonda prefa in beuanda. Radice di centaurea maggior e beuta inpoluere. Radici di uincetofco beute nel umo ouer o nell' 'ac qua di confolida maggiore. Lunaria minore prefa nel medefimo modo. Endice di bijlorta , & di tomentilla beute nell' acqua di confolida maggiore. Sanicula -i Orecchia d’orfo I Pdofella | aurea -n p ril0ll0_ TotentiUa | Stellarla j Ophris J Terfoliata beuta in poluere , & in dicottione. Alle rotture dell’olTo della tefta. DEL MATTHIOLO. Comma demi. 'Ragia di pino bianca. Lagrimo d’abete Telofella -, Matrifelua ( & “‘or fucchiomejfo ne giungenti. Ophris J VELENI. A i morii di tutti glanimali uelenofi. DI DIOSCORIDE. Radici de iride beute con aceto. Cardamomo beuto con uino. Nardo celtico beuto con dicottione di ajfen^o. Thu mejfa con li antidoti che fermilo à cotali morfure . Cinnamomo beuto. Cafìia odoratafimilmente beuta. Dicottione di radici di enola > cioè belenio data à bere. Bdellio prefo in beuanda. Frutti di platano beuti con uino. Fiori di erica beuti , & parimente la chioma • Seme di uitice dato à bere. Ghiande mangiate. 'Noci tolte per bocca in beuanda. Gomma di ficomoro applicata al morfo . Latte di fico meffo fopra la piaga. Tece liquida applicata con fale trito. Dicottione di foglie , & di radici dipaliuro beuta. Ceruello di gallo beuto con uino . Bruchi che mangiano le piante > & i cauoli negl'horti un ti con olio in fui morf i. rdi lepre | di agnello | diceruallo ! di cingiale Caglio -j di uitello £■ | di bufalo ! di capretto j \dicaprafalnatica \ '-di Capricorno. J Sangue di tefiuggine marina beuto co caglio dilepret& cimino. Mele beuto con olio rófado caldo. Farina di grano applicata con aceto > & uino. Succino di porri beuto con mele. Tono faluatico mangiato. Tepe prefo per bocca in qualfiuoglimodo. Iringo beuto con uino. Teucrio impiajlrato con aceto . Rotture di tefta. Morii ue« lenoli. Mgemonc VELENI Anemone heutu con uino. Agarico prefo con nino alpefo di tre oboli. Jtjiaponticoprefo in beuanda. Cbmedrio beato con nino. Endice di gentìaua prefa con umo alpefo de una dram- ma infame con pepe & ruta.. Mitologia lunga prefa per bocca alpefo duna dram- ma , & impiagata [opra la morfura. Dicottione d’origano beuta. Leuca prefa con uino & impiagata fopra il morfo. •Pulegio tolto con uino. Sùcchio di dittamo beuto con uino. adici di bacchara beute con uino . Seme di p anace ber culeo tolto conariftologia. Radice di ligujlico beuta , & parimente il feme . Seme di pastinaca faluatica tolto in poluere . Seme di anif b beuto. ' Radici di afclepiade beute nel uino . Cimino prefo in beuanda con uino. Seme di ammi prefo fmilmente. Delphinio impiaftrato fopra la piaga. Lafero tanto prefo dentro , quanto applicato al morfo. Calbano impiastrato al male . Clinopodio beuto. Foglie di trifoglio bituminofo beute con ofimele. Dicottione di polio beuta. Foglie di betonica beute al pefo di tre dramme con due fefarij di uino , & impiastrate m filmale . Succhio di poligono beuto. Clematite prima impiaflrata. Fradice difparganio beuta con uino. Salamuoia acetofa fomentata. Terra lemma beuta. Sale impiaftrato con origano , & mele. DEL MATTHIOLO. Fradici di valeriana beute , & odorate. Acqua di cinnamomo diflillata beuta. Ernia prefa in beuanda. Mirrba beuta nel uino. Campbora in qual fi uogli modo. l\adici di dittamo bianco prefe in poluere. Olio noftro di fcorpioni unto freddo fopra! I cuore , & aldi poljì. Acqua di Sterco humano dif illata , & beuta. Succhio di radici , & foglie di feor^onera beuto. Foglie di porro pefle con mele , & applicate di fuor e. Conferua di garofani fiori mangiata. Zedoaria masticata ,ct inghiottita & applicata difuore. Succhio di buono benrico beuto. Agarico applicato difuore, & beuto con uino al pefo di una dramma. Mentastro beuto , & applicato di fiore. Galega pefta , & applicata alla morfura , & beutone il fucchio . Cardo benedetto tanto prefo per bocca qudto applicato difuore. Seme di fecuridaca beuto in poluere. Hiperico tanto prefo per bocca quanto applicato alla morfura. Succhio di borragìhc ouer di bugloffa beuto. Succhio di cicerbita ufato coft di dentro , come di fuore. Quinta effemino fra fritta nella prefatione del feflo *. VELENI libro beuta. Culo di gallo ,ò di gallina pelato uiuo & applicato fo • pra La morfura piu & piu uoltc. MZTdaJÌn^lf‘U0slÌm0d0- Calcina uiua incorporata con olio , & mele & applicata difuore. Fradice d'elleboro nero fitta nella morfura. Cipolle £ cotte noli! aqua, & impiastrate [opra la mor - od gl io * fura. imperatoria -, Vencetofco Biflorta TormentìUa Angelica AmphodiUo Dragontea Iride Aro Valeriana Carlina Giglio bianco Fradici di llHcmerocalle f Martago • Ernia ] Finocchi ISmirnio Gladiolo | Squilla | Sparganio j Ciclamino Brionia | I Rapbano I | I iarcifo J «- lacintho J Cedri fruttimangiati . Radici di coronopo faluatìco chiamato da alcuni ferpen- tina beute in poluere. Incanto d'un certo romito fritto nel feflo libro nel noftro di Ir or fa della cura del mor Co. di tutti vii animali uele- tagliate cotte nell ac- I qua,& impiaftrate in I fulemorfure. I noft. Pietra be\oar beuta alpefo di dodicigranì & impiaftra ta di fuore. Sordidezza che fi ritroua ne gl' angoli degli occhi de i cer ui beuta , & applicata difuore. Terra melitea beuta. Antidoto noStro fritto nella prefatione del feflo libro beuto conuino. Beuanda del medefìmo fritta nell' ifteffo luogo. Olio noftro degli fcorpioni unto freddo fopra al cuor e, à i polfi ,& attorno alla morfura. Al morfo delle uipere . DI DIOSCORIDE. CoSìo beuto al pefo di me\a oncia. C affla odorata beuta. Vece liquida impiastrata. Succhio di apparine beuto nel uino . Succhio di foglie difrafiino beuto, & parimente le foglie prefe in poluere. Foglie di lauro impiastrate. Abrotano ligato fopra la morfura, Galbano impiaftrato. Morfo uipere Origano : v F. i. r K i Origano frefcholigato fopra al morfo. 1 ToUaftri aperti uiui et meffifopra al luògo . ^ Camamilla polueriyta & incorporata con aceto melato & imparata in fui morfo oue prima fa flato f omeri, tato il male con aceto melato. foglie ài rotto impiaftrate con nino. Succhio diporri heuto con una hemina di nino . Succhio di melijfa prefo con uino. Caglio di lepre beuto. Verga di ceruo prefa inpoluere con uino . Orina di quello ittejfo morduto beuta. Sembola di grano cotta nella dicottione di ruta & appli- cata al morfo. Farina di cruo infufa nel uino & impiantata. Tafano mejfo fopra la m or fura. Succhio di cauolo beuto connina, & iride. Condrilla mangiata. „ Aglio prefo nel uino , & parimente applicato al morfo . Scilla cotta nell'aceto &. ligata in fui male . Succhio di anagallide beuto cori nino. Midolla di ferula prefa nel uino. Succhio di aparine beuto nel uino. Succhio dì radici di rabbia beuto infreme con le foglie. ' Succhio di tribolo terre ftre beuto al pefo de una dramma & parimente rrtejfo in fui morfo. Foglie di anchufa alcibìade , & parimente-le radici tan- to beute , & mangiate quanto impiastrate. Seme di ocimaftro beuto nel uino . Dicottione di radici di fambuco , ouer amente di cbulo da ta à bere. Fradice di brionia beuta al pefo di due dramme . Cenere di farmenti di uiti impiaflrata con aceto. DEL M ATTHIOLO. Tietra be\abar beuta , & applicata di fuor e. Sordide r^a rifornitane gl’ angoli de gl' occhi dei cernì beuta, & applicata fopra lamorfura. ') Antidoto nojìro fcritto nella prefatione delfeHo libro . Trocifci di uipera bcuti. Òlio nojìro difcorpioni unto freddo fopra’l cuore ài pol- fi , & intorno alla morfura. Theriaca dfìndromacho beuta con uino. Viglio mangiato copiofamente auanti chela orina fra fan ' guinofa. llmedeftmo impiaflrato con aceto, & con cenere di fr af- fino infreme con pane. Vino potente beuto copiofamente , & dipoi uomitato . ta uipera ijìejfa [corticata, & tagliatone vira il capo, & la coda , & mangiata cotta come fr mangiano le anguille. Tefta d’una uipera uiua tagliata,& cofr calda applicata dalla parte del taglio fopra la morfura. Galline ttiue aperte , & cofi calde aplicate fopra la mor- fura. Ventofc applicate alla piaga . Succhio di foglie di frafìino beuto dopo mejfe le uentofe , \ &poHo fopra la morfura. Succhio di melliffa beuto con uino,& applicato difuore. Melanthio beuto al pefo di quattro dramme. Granchi di fiumi triti ,& beuti con latte, & applicati alla morfura. Ranocchie cotte nell'acqua mangiate , & beatone dipo, il hrndn. V E L E EH Sangue di tejluggine fccco beuto concimino faluatico* Radice di anchufa prefa nelle beuande . Tietra hematite beuta. Heliotropio beuto con uino. Tafano mangiato , & dipoi uomitato , &fubito dipoi prefa la theriaca. Bagno fatto di dicottione di trifoglio bituminofo tenen- dola dentro il luoco della morfura. Torri triti con fale , & applicati. Radici di amphodillo trite & impiagate. Foglie di frcomoro applicate con pane. Foglie tenere di lauro cotte , & incorporate con olio , et applicate. Vipera pcfta tutta , & impiaflrata fopra la piaga. Echio meffo pefto fopra la morfura , & beutone il fuc - chio. A i morii de gPafpidi 5 & delle ferpi. DI DIOSCO RIDE. * Granchi dclli fiumi triti crudi dati à bere co latte di afina P Tejlicoli d'hippopotamo dati a bere. Cafioreo beuto. Carne di donnola falata &fecca all' ombra data à bere nel uino al pefo di due dramme. Ranocchie cotte con olio ,& con fale mangiate . Gobio pefee mangiato. Cimici delle lettiere beuti fino al numero di fette. Fegato di cignale mangiato frefcho & parimente beuto fecco in poluere. Galli aperti uiui,& applicati faeffo cofi caldi fopra la morfura. Boturo impiaflrato. Sterco di capre montane cotto nel uino ò neramente nel- l'aceto , & impiaflrato. Mele beuto con olio rofado caldo . Radici di amphodillo tolte al pefo di due dramme, & parimente impiafìrate ,& fmilmente le foglie, &i fiori. TìaSturtio tolto in beuanda. Seme dì faina bianca beuto. ^ Abrotano beuto con uino. Hiffopo incorporato con mele, fale et cimino impiaflrato Jfcpeta mangiata , ouer amente impiaflrata. Seme dipanare afclepio beuto infreme con i fiori & ap- plicato in fui morfo. T anace chironio beuto , & ufato fmilmente • Succhio di bieracio beutonel uino. Seme di elaphobofco beuto nel uino. Euphorbio mejfo fotto la cotiga del capo che tocchi l'of- f ì cufcita di poi fubito la ferita per ciò fatta. Leontopctalo beuto tolle uia fubito il dolore. Foglie di giglio bianco impiaftrate. Melijfa beuta nel nino , & impiaflrata difuore . Foglie di marrobio beute. Serpillo beuto , & applicato al morfo. Ruta beuta , ouer amente mangiata con noci , & fichi fecchi . Thillite beuta con uino. Radice di fmirnio prefa in beuanda . Finocchio beuto con uino. Sagapeno prefo fmilmente. Radici di rófmarino primo prefe nel uino * Scordio fecco beuto noi uino. Conica. VELENI Copila impiafirata. Clematide prima beuta nell aceto, Radice di echio tolta in nino , & beuta per auanti non la [eia morder daferpente ueruno, il che fanno parimen te il feme & le foglie . Seme di ocimafiro beuto. Foglie di agrimonia beute nel uìno , & cofi il feme, Helicrifo dato à bere in uino. Foglie ,& radici di uerbenaca fupina beute in uino & parimente impiaflrate . Radice di mandragora impiafirata con mele ò con olio, j\adice di nerio prefa nel uino. jlceto fomentato caldo /opra al morfo oue ilueleno fia frigido , & freddo oue il uelenofia caldo. Dicottione di adianto beuta, jtequa marinafomentata . Sale applicato al male con origano hiffopo & mele. Cenere di [armenti incorporata con aceto, & impiafirata in fui morfo. Terra f amia beuta con acqua. Tietra ophitc portata adoffo. DEL MÀTTHIOLO. Frutti di tamarigo beuti. Olio noftro delli feorpioni unto [oprai cuore, à i polfì, & intorno alla morfura. Culo di galli, & di galline uiue pelato, & applicato in fu la piaga. Sordide Tffit de gl' angoli de gl' occhi de i ccruì beuta , & impiafirata. Farina di ceri cotta con hipperico, & applicata alla mot fura. Foglie di malua impiaUrate con porri & cipolle. Succhio di bietola nera beuto, & applicato difuore. l\adice di coronopo faluatico chiamato fer pentirla beuto con uino. Succhio di foglie, & radici di [cordonerà beuto. Foglie di porro pefie con mele & applicate. Farina di fenape impiafirata con aceto. Fradici di garofani fi ori faluatichi beuti con uino potente * Succhio di radice di ccntaurea maggiore beuto , & infu - fo Jopra la piaga. Hiffopo trito con fale,& cimino, & impiafirato cu mele. Menta greca beuta, & applicata difuore. Succhio di Hieracio beuto con uino , oucro le foglie , &i funi arrofhti, & prefi in beuanda con aceto. Fradice dipeonia oueramente il feme beuto & applicato difuore. Fradice di binorta, & di tormentiUa prefe per bocca, & applicate di [ime. Scabiofapefla frefea & impiafirata. Fradice d'angelica applicata con ruta. Fiori & foglie di fiafifagria ufatcinqualfi uogli modo . Terra Melitea beuta con uino. Antidoto nofiro fcritto nella prefationc del [etto libro. Oliononro delli feorpioni unto freddo fopra’l cuore , ài polfì, & intorno la piaga. Opopanaco beuto con uino, & di poi uomitato . Origano beuto con uino. Centaurea minore applicata con mirrha,&unpoco di olio. Fpmbkc trita , & impiafirata in fui male. T heriaca ufata in ogni modo. * VELENI Morfo di cenerò. Morfo di topo ra — gno. Puntura di' pallina ca , feor- pione,& Drago ma rino. di due dramme. Succhio di marrùbio lento in nino. Fano di mele frefeo tolto con aceto. DEL M ATTHIOLO. loci di ciprejfo beute con nino dolce onero con mele rofa do , con altretante bacche di mortine. Calcina uiua applicata con olio. Olio nojìro diforpioni unto [opra al cuore alli polft et at torno alla morfura. Al morfo del cenerò. DI DIOSCORIDE. Seme di lattuca impiastrato confeme di lino. Satureia beuta in nino con ruta faluatìca y ferpiUo y & radice di amphodillo, Gentiana data à bere. Cardamomo mangiato. Al morfo del topo ragno. DI DIOSCORIDE. il medeftmo topo ragno {tracciato &meJJo [opra, ciglio impiagato con foglie di fico , & cimino . jTJfnrfi bcuto nel nino. Radice di chrifogono tagliata minuta» & applicata in fui morfo con aceto. Gallano impiastrato. Farina d’orgo incorporata con aceto > & mele impiafira ta. micini di melagrani dolci applicati cotti al male. Torri triti & impiastrati. Dicottione di abrotano beuta con uino. Serpillo prefo nel uino. Ruchetta prefa fìmilmente. "Noci frefche di ciprejfo tolte nell'aceto. Ciclamino bcuto con aceto melato . Tirethro beuto con uino . Radice di chameleone beuta. DEL MATTHIOLO. Seme di ruchetta trito » & applicato al male . Cimino peflo con aglio con la buccia impiajìrato. Radice di c Gentiana ? beuta con uino »& appli * T anace * caia al morfo. Corteccia di radici di capparo beuta y & impiajìrata • Succio di uerbena diritta beuto . Thcriaca ? , Mithridato * CUtU Alla puntura della paftinaca,fcorpione, & drago marino. DI DIOSCORIDE. Dicottione di faluia beuta. Tutti i medicamenti fritti di fopraal morfo della uipera . Dicottione di afferemo beuta. Mullo pefie aperto y & ligato fopra alla puntura. Baftlico impiajìrato con farina d’orbo » & aceto. Tiombo fregato fopra al male. . Solpho impiajìrato. DEL MATTHIOLO. Sembola cotta nell’aceto ì & applicata. jlceto fomentato caldo . -, lieuito acetofo applicato con pece liquida. Foglie di lauro beute in dicottione. Marrobio beuto con foglie di lauro & di echio . ladice di panace mangiata con faluia. latte di fico beuto alla quantità di cinque gocciole coti VELENI tre grani di ferpollo. Dicottione di J'aluia beuta per piu giorni continui. Scordio beuto nella fua dicottione . Tberiaca inghiottita. Mithridato beuto. Quinta ejfentia nofira theriacale fritta nella prefatio- nedjzlfejìo libro • jlncufa Cinque foglio Fiori di rouo jlrBio Jlcctofa Licojsi T ordilio Cbamepitio Scorda di faggio Seme di pastinaca faluatìca 1 Bacche di terebinto J Thico marino Smirnio Iringo Rofmarino primo J Al morfo della donnola. DI DIOSCORIDE. Ruchetta mangiata ,& beuta dopo di boti uino. DEL MATTHIOLO. Radice di uencetofco beuta. Al morfo del bafilifco. DI DIOSCORIDE. Cafloreo beuto con uino alpefo d’una dramma, Opio prefo in beuanda. Al morfo della fepa. DI DIOSCORIDE. Trocacchia ben cotta mangiata & impiastrata. DEL MATTHIOLO. .Antidoti tutti chef conuengono ne imorfi delle uipere . Trocacchia mangiata copiofamente ne i cibi • Vino di mirto bcuto puro, jlceto caldo fomentato con le fogne. Al morfo del cane rabbiofo. DI DIOSCORIDE. Lido prefo in pilule ò beuto con acqua. Cenere di granchi di fiume alpefo di due cucchiari beuta infieme con gentiana nel uino. Smaridipefci J alati , & mangiati . Salamuoia di tutti ipefei fomentata. Fegato del medefimo cane arrofiito & mangiato. Sangue di cane beuto. Orina di cane data à bere. Mele bcuto con olio rofado caldo. Grano mafìicato y & impiajìrato fopra la piaga. Cipolle pefie con mele y ruta , & fate impiafirate . jLglio beuto con nino y & impiaSìrato difuore. T anace herculeo incorporato con peccy& meffo ncgl’im piaftri. Radici di finocchio pefie y & impiaslrate con mele. Laferò applicato fopra al male. Ballote impiafirata con fale. Mclijfa beuta con uino y & meffa fopra la morfura. MliJJo me fidato con i cibi, jlglio faluatico mangiato & impiagato. prefe per bocca , & im- piajirate di fuor e. Morfo di donnola. Morfo di Eafililco. Morfo di fepa. Morfo di cane rab- biofo. DEL veleni del matthiolo. •pete applicata con opoponaco , & aceto, jlcqua dimilata di fieno bimano beuta . Dicottione di rombice fomentata I hcrba impiantata t <& beuta infieme con le radici. Radice di [cordonerà, & ilfuccbio beato. Radice d'bippolapato beuta quaranta giorni continui. Radice di uincetofco beuta al pef i d’una dramma con dU cottione di cardo benedetto per 40 giorni continui. Radice d'angelica beuta , & imptafirata con ruta . Bitume afibaltite beuto con acqua piu giorni continui, ^ippocampo marino pefio con aceto nero & beuto & impiafirato . Theriaca fjlndromaco beuta , & applicata di fuore, Totamogeto impiastrato con fiale. JL rtemifia -> ^Jfen-{o figlio | Centaurea minore I MiSlolocbia £ cofi beute come impiastrate di fuore Scordio Chamedrio * Brionia [ Tulegio J Corteccia di fico faluatico peSla,& beuta con acqua. Argento nino precipitato me fio nella piaga . Fuoco amminifirato con ferro. Al timore dell’acqua. DEL MATTHIOLO. Elleboro d' ambedue le forte prefo in bcuanda . Epitbimo Fumoterre i Sena | Mirobalani tutti I Elaterio ! jtgarico \ mefie nelle beuandc purgatine» Reubarbaro Centaurea minore j Seme di gineftra I Thafiìa { Bolo armeno J Bitume di giudea beuto fi effe uolle nell'acqua . r Lepre -p Caglio di < Folpc r beuto. (•Capriolo * Caglio di cane beuto una fola uolta. Brodo di ced neri beuto copiofamente. Mitbridato ^ yeutipiu & plu uoltCm Al morfo de i cani non rabiofì. DI DIOSCORIDE. Mandorle amare peSle3& incorporate con mele* Mitulipefii i & applicati. Gobio pefee aperto3& legato fopra. Farina di orobo incorporata con uino . Tiantagine impiafirata. Foglie di cocomero mefie fopra lapiaga. Bulbi triti & incorporati con mele et pepe trito, & mefii fopra il male. Menta pefla & impiafirata. Ortica d' ogni forte meJJ'a fopra. VELENI Scadici & foglie di cinoglofia applicate con fogna net - chia di porco . Foglie di fambuco, & di ebolo impiafirate . Cenere di fiarmenti applicata con aceto . DEL MATTHIOLO. Fradice d'bippolapato trita et impiastrata con uino puro fopra lapiaga. Foglie di marrobio peSìe con fogna uecchiaJ& appli- cate. Telo del cane ifieffo legato fopra la piaga . Al morfo de i Phalangi. DI DIOSCORIDE. Frutti di tamarigio beuti. Mirto beuto con buon uino . Succhio di foglie di moro beuto alla mifura d'un ciatho. Lifcia di cenere di fico beuta con uino , & con fate. Granchi de i fiumi triti crudi & beuti con latte afinino • Mullo pefee aperto & ligato in fui male. Dicottione di malua fomentata. Mirrbide beuta con uino. Dicottione di radici di fiaragi con uino . Lattuga fialuatica beuta. Seme di cori beuto nel uino . Succhio pi hedera beuto con aceto • abrotano beuto con uino. Seme di dauco prefo fimilmente. 7{igella( cioè ilfeme) beuta con acqua al pefio de una dramma . appanna beuta con uino. Melifia beuta con nino, & mejfa nelli impiafiri. Foglie di pbalangio beute ,& parimente i fiori & il feme . Foglie tenere di giunco marino che najcono appreffo alle radici impiaSlrate . Radice di biacinto beuta. Semprcuiuo maggiore dato à bere, adequa marina fomentata. Radice di melagrano fialuatito trita fottiliffmamente , & incorporata con jlriSlologia , farina d'orbo con aceto & applicata al male. Die otti one di melifia fomentata, rDi abrotano . ^ SmC L ethiopijtj'f0”'1 afefidi \ Dìcecifdmticbi J d‘KÌram™- Cedride(cioèfiutti di cedro)trite , beute & impiaSlra- te. Corteccia di platano beuta . Dicottione di noci di ciprefib beuta con uino. Dicottione di ebamepitio prefa in beuanda. Seme di trifoglio bitumino fio beuto. DEL MATTHIOLO. Succhio d’ atriplice beuto . Foglie di ciano ouero il fucchio beuto con uino. Foglie di porro pefte, & impiaSlrate con mele . Ieracio fomentato con uino. Trifoglio bituminofo ,& la fina dicottione fomentata . infieme. ^iceto fomentato caldo con le (fogne. Tono cotto con fembola & aceto impiafirato . 1 Farina Morfo di Phalangi. Morfo di Stellione. M&rfo di Qoicodil- W I V E L E N I -Barma’d'or\ocottmumoj&mele > & applicata alia piaga. poligono trito & Applicato* Foglie di lauro applicate con ruta . Sterco di capra impiaflrdto con nino. Maiorana rmpiaflrata con ruta faluatica, cipero, et aceto Therica d’jndromaco mangiata . Mithridato beato. Al morfo dello flellione. DI DIOSCORIDE. Se fumo impiastrato con olio rofido. DEL MATTHIOLO. Mithridato beuto. Scorpioni triti & impiaflrati. •> Olio noftro di Scorpioni unto al morfo. Al morfo del crocodillo. DI DIOSCORIDE. Sale meflo fopra la piaga. DEL MATTHIOLO, VELENI Morfo di tutti li ani nuli qua- drupedi. Punture di Scor - pioni. Cenere del cuoio dell'ifleffo crocodiUo applicata co aceto Fradici d' amphodillo cotte, & legate [oprai morf >. Al morfo di tutti gl’aminali quadrupedi. DI DIOSCORIDE. Fegato di porco cignale mangiato frefco & parimente beuto f ecco in poluere. DEL MATTHIOLO. Fagiuoli manicati, & impiaflrati. Farina di faue,& d'orobi impiaftrata con mele . Olio [alieno applicato caldo. Alle punture de gli fcorpionL DI DIOSCORIDE. Cipero impiaflrato. Cardamomobeutoconuino. Emonio impiaflrato con bafìUco . Bacche di lauro beute con uino . Succhio di mirto beuto con uino odorifero. Latte di fico domefiico stillato nella puntura. Granchi di fiumi triti crudi & beuti con latte afinino. Il medcmo fcorpionc pefio & applicato fopra,ò ueramen te arrostito & beuto in poluere. Delphinio impiaflrato. MuÙo pefce aperto & ligato [opra la puntura. Smaride pefce falato applicato nel modo medcmo. Lucertole tagliate minute & applicate. » Topidomeftici tagliati inpe^i , & applicati per f opra . c Di c amilo che fieno alla paflura. Sterco < . r c i, ■ ■ <■ Di ajiìio o beuto con unto inacquato. Orina bumana beuuta. Farina di grano impiastrata con uino, & aceto » Seme di lichmide coronaria beuto con uino . Seme di lapatio acuto beuto con uino ò con acqua. Seme di aceto fa prcfofìmilmente. Succhio di foncho beuto & impiaflrato. jEadiuia impiaftrata. Tbalangio dato à bere. . Lattuga faluatica mangiata. Bafilico impiaflrato con polenta. Seme, & fiori di amphodillo beuti in uino . abrotano beuto fimilmente. Maiorana impiaftrata con aceto, &falè. Hieracio maggiore , & minore pofti [opra la puntura . Lafcro raddolcito con olio unto al malet jL trattile beuta con pepe nel uino , & portata in mano.. Melijfa impiaftrata. Radice di poiemonia legata al membro del male. Mare di rouo & parimente i fiori beuti. Foglie di quel uerbafeo che producei fiori aurei impia-,, ftrate. Succhio di chamefice Applicato alla puntura. Scorpioide impiaftrata. Heliotropio beuto nel uino ,& parimente impiaflrato ♦ adequa marina fomentata. Solfo iduo incorporato con terebintina & mejfo in fui male. C alamento pefio impiaflrato, c meramente fomentato con aceto inacquato. aliano diftefo in tela & mejfo [opra al male . Farina d'orbo incorporata con uino. Dicottione diruta fomentata:. Trifoglio trito, & ligato f opra. F oglie di cipreff ) applicate con ruta , & uino. Dicottione di gentiana beuta . Dicottione dipulegio prefa in beuanda. Radjce di ariflologia prefa alpefo di due dramme. Sale impiaflrato con feme di lino. Saphiro pietra applicato alla puntura. DEL MATTHIOLO. Mumia beuta con uino puro , & unta con boturo frefco . Seme di cedrò beuto , & applicato. Tslocciuolc mangiate, & portate adoffo in una cintura . Seme di paftinaca beuto. Olio noftro di feorpioni unto [oprai cuore, à i polfi,& at torno alla puntura. Radice d’altea y Serpollo beute* Elapbobofo Riito beuto con uino. Succhio d’attriplice beuto , & l'herba impiaftrata. Dicottione d'ambidue i ciani fatta nel nino & beuta. Foglie di porro impiaftrate con mele. Farina difenape incorporata con aceto & applicata. Radici d' amphodillo cotte, & impiaftrate. Gentiana prefa in poluere. Hieracio poflo f opra la puntura * jlgat a pietra portata al collo d carne ignuda* Chiocciole de gl' hortipefie, & applicate. Lombrichi terr.eftri applicati triti. Granchi di fiume triti, & impiaflrati. Verbenaca diritta beuta, & applicata di fuor e. Cimino prefo nel uino alpe fo dimena dramma con feme di melanthio, & di uitice . Alle punture delle uelpe & api* DI DIOSCORIDE. Foglie di lauro trite x& meffe f opra la puntura. Malua tagliata minuta & impiaftrata con olio. Foglie di fifembro applicate alla puntura. Dicottione d’tAiìea beuta con aceto inacquato. Sale applicato confeuo di uitello. DEL MATTHIOLO. xAjjaragì triti, & applica tj con mele. '' Steno punture di ucfpe> & api. VELENI Stereo uitccmo impUflrato con acqua & aceto. Sefamo fello, & fimìlmente applicato. Mofebe trite, & mejjejopra la puntura. Melitfa p Tbimbra r applicate difnore. Sijembro ^ Olio di momordica unto alla puntura. A cacciare gl’animali uelenoii . DI DIOSCORIDE. Fumo fatto con rami di Ginepro. Foglie di « ilice Ifarfe per terra, & fattone fumo. Corno di cervo crudo accefo & fattone fi mento. Granchi de fiumi mangiati con il fuo brodo. Latte afmino > contjnIMmente. Vino pajso Dicottione di radici di malua beuta . Radice di ciclamino beuta con uino . Elleboro bianco ptefo al pefo duna dramna con acqua melata acini di melagrano. Scamonea prefa nel modo medefimo. Sangue di oca beuto tepido . jllifma beuta al pefo d una dramma. A chi haueflè prefo botte per bocca. Sangue di testuggine marina beuto con cimino & caglio di lepre. Fradice di alifma beuta al pef ) di una ò due dramme. Conica fomentata. Gagate pietra fumentata. del matthiolo. Scarpe ueccbie^ Scordio j‘ Bitume I Succino fumentate . ^4 fi a fetida i Caftoreo 1, VngiadiceruoJ Felle di ceruo dijlefa in terra. À tutti li uelcni. DI DIOSCORIDE. ‘Phu meffo netti antidoti. Cinnamomo beuto. Fece liquida data alla mifura d un ciatbo con mele. Ccdride(cioè bacche di cedro)meffo ttelli antidoti. Flpci commùni mangiate auanti con ruta & con fichi fecchi. Succhio di radici di cinquefoglio beuto. Caglio di lepre beuto . Epipattidc beuta. Cafloreo beuto. C alamento prefo auanti Carne di donnola falata, & fecca all ombra prefa inpol- nere, parimente lo flomacho empito di coriandoli, & lafciato cofi lungo tempo. cangiato. Latte di cagna del primo parto beuto. Iringo beuto nel nino. Boturo beuto, oue nonfuffe olio. ~oca y Sangue di 3 anatra > meffo netti antidoti. C capretto-) Orina dett'huomo medefimo auelenato. Seme dirapi beuto . VELENI Seme di ruta beuto al pefo d'uno acetabolo nel uino. Seme di nagotii prefo in beuanda. Dicottione di foglie , & radici di malua beuta , & ffcejjb riuomitata . Seme di cauolo meffo netti antidoti. Seme di ir ione beuto. Zaferpitio prefo in beuanda. v Agarico tolto nel uino al pefo di una dramma. Radice di chameleone bianco beuta in uino. Spina bianca portata al cotto. Seme d'abrotano prefo con uino. Ruta magiata con noci, & fichi fecchi. Dicottione di apio beuta . Foglie di marrobio beute in poluere. Toglie di betonica beute al pefo d’una dramma con uino * Radice di poiemonia prc fa nel uino . Succhio di tribolo terrefìre beuto con uino . Bacche di fmilace affro prefe prima, & poi. jteetotepidobeuto. Terra lemma, bem m. Terra famia * Cedria beuta con uino. DEL MATTHIOLO. f Iride j Imperatoria i l 'Enula J Radici di •< Dittamo bianco (■ beute . | Vencetofco j ( j Bistorta | Tormentilla J Jlcqua di cinnamomo difiillata . Balfamo artificiale di tutte tre le diftittationi . Mirrkf l beute. Camphora J Munta beuta con triboli marini &ajfa fetida. Fradici dittamo bianco prefe in qual fi uoglì modo. Dicottione di ghiande quercine beuta. Seme di cedro mangiato. ’jSlpci comuni mangiate per auanti con ruta & con fichi. Olio nojlro di feorpioni unto freddo fopra l cuoi e &alli poi fi. Orina di cafioreo beuta. Offo di cuore di ceruo beuto • Seme dinagoni n Zedoaria Imperatoria | Vencetofco | Scordio / Cardo benedetto C prefe in qual fi uoglì modo. Tìipperico | Bifiorta T ormentitta . Angelica Seme, & foglie diciano-oueroil fucchio beuto. Conferua di garofani fiori mangiata. Fiori di confolida reale prefi in beuanda. Quinta effendi noSlra theriacale deferitta nella pr e fa- ttone del JeSto libro. Antidoto noSlro grande fcritto nel medefimo luogo. Tietra be\ahar beuta al pefo di otto grani . Terra Idditea prefa comefiuoglia. 1 2 Me 1 Malie, in- canti &fac ture. Veleno di lepre ma- rina. Veleno di bocce. Veleno di ‘Brìi pedi, & bruchi de pini. VE LENI Alle malie, & fatture. DEL MATTHIOLO. Bacche dìherbaTaris beute d pefo duna dramma per uenti giorni continui . Argento uiuo n Tietractite i portati al collo Cuore di upupa \ Occhio deìlro di lupoJ Cuore di lepre portato adoffo ligato in cuoio , Scilla attaccata f opra la porta della cafa . Al ueleno della lepre marina. DI DIOSCORIDE. Granchi de fiutili mangiati con ilfuo brodo. Latteafmino, beutocMÌmmente. Vino p affo ò Dicottione di radici di malua beuta. Fradice di ciclamino beuta con nino. Elleboro bianco prefo al pefo d’utià dramma con acqua melata & acini di melagrano . Scamonea prefa nel modo me defimo. Sangue di oca beuto tepido. Alifrna beuta al pefo d’una dramma. DEL MATTHIOLO. Sangue bimano beuto caldo. Latte bimano futto dalle mammelle . Carne di nolpe arroflita & mangiata. Theriaca diate ffaron beuta per tre giorni continui. Al ueleno delle botte mangiate . DI DIOSCORIDE. Sangue di testuggine marina beuto con cimino & caglio di lepre. Radice di alifma beuta al pefo di una ò due dramme con nino . Vino odorato beuto copiofamente, & poi uomitato . Fradice | ^ I beuta al pefo di due dramme. DEL MATTHIOLO. F [adice d’iringo beuta con brodo di ranocchie. Antidoto noflro grande fcritto nella pr e fattone del fe- fio libro. Olio noftro di feorpioni unto freddo fopra’l cuore , & aUì polfi • Theriaca dì Andromaca. Mithridato. Quinta effettua nofìra theriacale fcritta nella prefatio- ne del fello libro. Smeraldo prefo in poluere al pefo d'uno fcropulo ,& di poi mettendoli ilpatiente ignudo in un mulo fuentra- to uiuo fin che fi raffreddi • I \eubarbaro y Diacurcuma > prefi in qual fi uogli modo. Dialacca J Tietra di Botta beuta in poluere. Al ueleno delle buprefti & bruchi de i pini. DI DIOSCORIDE. c di iride | beuto. Ql ^ Ul lì 2 di mele cotogne $ Fichifecchi mangiati et parimente la loro dicottione beu ta con nino. Dattoli thebani mangiati , ò neramente baiti triti co ni- no melato, à neramente con latte . Tori di qual fi uogli forte mangiati • VELENI Latte humano copiofamente beuto. Tutti ifemplici medicamenti che giouano d chi haueffe beute cantarelle. DEL MATTHIOLO. Antidoti tutti che fi conuengono nelle cantarelle. , Alle magnatte ouero fanguifughe beute. DI DIOSCORIDE. Salamuoia data ne i fugoli . La fero beuto., & parimente gargari\ato con aceto. Foglie di bietola beute con aceto. T[eue me fcolata con aceto inacquato. Cimici beuti nel uino,à neramente nelì aceto. Aceto beuto con fale. Tlfitro diffolto in acqua & gar garbato. Vetriolo ufato nel modo medefimo. DEL MATTHIOLO. Lifcia fatta con cenere di falcio beuta • A lume disfatti nella lifeiay & gargari^ato. Sale armoniaco gargari^ato con acqua. Quinta effonda nofira beuta. Olio di Vetriolo beuto al pefo d’uno fcropulo . Alle cantarelle beute. DI DIOSCORIDE. r malua n j rifo j 1 trago J Dicottione di -5 Halica £ applicate per cri- { Seme di lino j Siero. | Seme di fiengreco S Althea - J jqitro beuto con acqua melata . Tignolipefìiy & beuti con nino. Seme di cocomero pefìo,& beuto con uino melato, à tte- ramente con latte. Graffo di oca beuto con uinopaffo. Latte beuto. Vino dolce beuto copiofamente. Corteccia d’incenfo beuta con uino paffo. Terra famia qual chiamano flella beuta confapa. Tulcgio trito , & beuto con acqua . Olio rofado, & irino beuti con dicottione di ruta. Sarmenti teneri & uerdi di uiti pefii , & beuti con uino paffo. Brodo graffo di qual fi uogli animale. DEL MATTHIOLO. Latte humano futto dalle ifieffe mammelle . Boturo crudo inghiottito lungamente pian piano. Mucillagine di feme dipfillio, di mele cotogne, & di mal- ua inghiottito medefimamente . rLattuca -i succhio di beuto. ; Cocomero \ C Zucca J cTapauero -, 1 Lattimi! I e di fatto con acqua dhalicaca- ' ho & beuto. Cocomeri | Angurie L Zucche J Bacche jrcfche d'Halicacabo dieci, ouer dodici rotte , & beute con acqua dì procacchia. ouero con orinata. Olio di mandorle dolci beuto al pefo di me%a lira. Olio di Sanguifu- ghe beu- te. Veleno di cacarelle. ilenodi aman- igue o - o latte >refo lo fto- cho. eleno col- eo. f beuta . 1 VE LENI c Tino cebi ? beu^o copiofamente. olwdl Isemedipapauero* ' r di maina. p Acqua diftiUata ^ di radici dal- > beuta copiofamente e"-'- C -ttó J Fheriaca. Mithridato , ^/rforo di pinocchi ferititi nel difi or fo dede cantareUb nel fefto libro. Antidoto di terra figifiata. Olio di momordica /chinato nel meato della ueYgd, Bagno fatto di dicottione d'altea ,& mfìefnemete di mal & 'àa di uiole, di influiamo, difeme di linóni pftllio , & & di fiengreco. Chiara d’ouo incorporata con .ficchi freddi > & mejfo dentro nella uergq con lafiringa. Alla faìàmandra beuta. DI DIO SCORI DE. Bragia di pino data in lettouaro. Galb ano inghiottito con mele. Tino echi triti &.beuti con dicottione di chamepitio. Dicottione di ortica,& gigli fata nell' olio, & beuta * * Vuoua di tefiuggine marina , & temttre cotte , & man giate. Dicottione diranocchie cotte infieme con radici Siringo beuta . DEL MATTHIOLO. Theriàca Mithridato Terbentina Seme d'ortica £ prefe in beuanda. Foglie di cipreffo ^ Al fangue ouero latte apprefo nella 1 itomacho. DI DIOSCORIDE. Caglio di lepre bèuto. Aceto beato tepido &poi uomitato. Fichi primaticci tolti quando fon pieni di lattc,beuti con ■ aceto inacquato. Nitro beuto per fe folo. Caglio di qual fi uogli animale prefo con aceto. Seme di cauolo beiti o con lifeia di cenere di fico. Seme di conica beuto con pepe,& aceto. Succhio di rouo dato à bere con aceto. Farina d'orbo incor por ataxorì acqua melata , & applica ta in fui corpo & in fulttomacho. ■ Thimo beuto con uino. Foglie di calamento beute in poluere. DEL MATTHIOLO. Latte di fico fanatico beuto . , Succhio di chelidonia maggiore beuto . $eme di nagoni beuto con uino. Al ueleno del colchico ephemero . DI DIOSCORIDE. Origano beuto con uinopaffo ò con aceto melato. Latte J ^fim ? ^eut0 copiofamente. Dicottione di foglie di quercia oueramentedi ghiande Gufiio di melagrano dato à bere. ( beuta. Dicottione di ferpillo fata nel latte beuta. Succhio di fanguin'aria beuto. Succhio di farmenti teneri di ulti beuto. Veleno di folatro fonnife- VELE Wì Succhio di rouo dato-d bere. Midolla di ferula fiefea beuta con uino. Bacche di mirto pelle }et infufe nell' acqua fino che fi dif- fidino in liquore date à bere. -• Scorda fiottile di caflagne beuta trita con fucchio di fan - guinaria. Origano beuto con lifeid. Tutti i femplici che uagliano cantra i funghi malefiche DEL MATTHIOLO. A ^ liumano y Latte < Vaccino >■ beuto. A finino J Dittamo di Candia beuto al pefo di due dramme. Al ueleno del folatro fonnifero & manico, & del Dorichnio. DI DIOSCORIDE. Adequa melata beuta copiofamente. Latte di ^euto copiofamente. ,a Fino dolce beuto tepito con feme di anifo. Mandorle amare mangiate. Ofiriche ,gongole 3 & ogni forte di filmili conchilij man ~ giate tanto crude quanto arro fitte . Locutte marine, & parimente ìgambari mangiati ne i c% hi beutone la loro dicottione. DEL MATTHIOLO. T Antidoti tutti che fi conuengono all’opio. Quinta cjfentia nofira fritta nel difeorfo del uino. ! Beuanda d’acqua uite theriacale con il nottro anthidoto fcritta nella prefaione del fello libro. Al ueleno del iufquiamo. veleno di DI DIOSCORIDE. iufquu- Cortecciadimorobcuta. mo* Acqua melata beuta copiofamente. Latte d' ogni animale & /penalmente di afina beuto . Dicottione di fichi fiocchi beuta. , Tinocchi mangiati. Seme di cocomero dato à bere con uinopaffo. Fino filato beuto con graffo d; porco frefeo nel uino pafi Seme d’ortica beuto con acqua. ( fio. Nfitro beuto fimilmente. Cicorea mangiata ne i cibi . Senape prefa in qual fi uogli modo. Nfafiurtio ci?°Ut ... limi con uino. Aglio \ Baphano J DEL MATTHIOLO. I in beuanda. Mithridato J . Anthidoto noftro fritto nella prefaione del fitto librò. T epe lungo. Tattinaca mangiata copio fanente. Fino puro beuto dopo al uomito copiofamente . ■ ? v Latte uaccino y Affienirò rin qual fi uogli modo. V, Cafioreo ^ Buta n Bacche, s foglie di lauro I Sapa > beute con uino puro. Seme d’ ortica 1 '' s '* Cardamomo J > * • - -i 1 | Al- Veleno «T Aconi Veleno di Napello. Veleno di Tallo. VELENI All'aconito. DI DIOSCORIDE. -Lepre -> Caglio di i Capretto >beuti con uino. (.Vitello a Dicottione di aiuga beuta. Scoria di ferro beuta con aceto melato. rOrigano ^ \Marrobio 1 b enti con nino dì ajjen- Dicottioned, j ^ ^ ^Affenqo. J Sempreuiuo maggiore -> Cbamelea [ CQn ujn0 ajjen^p. litiga \ . Abrotano Opobalfamo beato alpefo d'ima dramma con mele oue- r amente con latte , omo beuto con nino infiemecon pepe , cafioreo , & ruta. Vino ouefta flato frento piu mite dentro oro ò argenti ferro affocato beuto. Brodo di Gallina fatto nella lifeia , & nel uino beuto . Brodo di carni graffe beuto con uino. DEL MATTHIOLO. Radice £ iringo beuta con brodo di ranocchie ouero di oca. Terra figillata beuta con acqua alpefo di due dramme , & dipoi uomitata . Theriaca d'Andromaco beuta dopo al uomito co uino in r cui fia fiata cotta la gentiana. Antidoto nojlro grande deferitto nella pref anione delfe fio libro ^mangiato , ouer beuto con uino. Al napello. DEL MATTHIOLO. Tietra be\ahar beuta al pefo di fette grani con uino bian co,puro. : Seme dinagoni, ouero di rape prefo in beuanda. Boturo uaccino cotto ,& beuto largamente con nino. Dicottione di copelle , & gufei di ghiande quercine fatta nel uino & beuta. Spetie di diambra , & di diamofeo date a bere. Mofco & ambra per fe foli & parimente beutinel uino con terra figillata. Badici di c appari prefe inpoluere. Topo chef pafee diradici di napello fecco & beuto in poluere. Anthidoto di mofeoni che fi pafeono de i fiori di napello deferitto nel feHo libro nel fuo difeorfo. Smeraldo prefo inpoluere alpefo di due dramme . Anfora prefa in qual fi uogli modo. Olio nojlro di fc or pioni unto freddo ffeffc uolte f oprai , cuore , à i polfi , & al naf >. Toluere del Sereniffimo Trincipe Ferdinando Archidu- ca d’Auftria beuta. Altatto1. DI DIOSCORIDE. Aceto caldo beuto , ^ r poi uomitato. Tutti i femplici che uagliono contra la cicuta. DEL MATTHIOLO. Medicamenti tutti che fi conuengono alla cicuta. Theriaca d'Andromaco. Anthidoto nottro grande ferino nella prefatione del fé- fio libro. 1 VELENI Al tofeo . DI DIOSCORIDE. r Becco -j I Capra l Sangue di Lepre fritto & mangiato . *i Ceruo | LCane J Galbano beuto infieme con mirrha nel uino . Fradice de cinque foglio beuta, n Quercia y Scorda di: < Faggio trita et beuta con latte » <- Elice à Mele cotogne mangiate ouer amente beute nell' acqua co pulegio. Veleno di Torco. ^ . 1r ? beuto con uino. Carpobaljamo * DEL MATTHIOLO. Tietra be^ahar beuta alpefo di otto grani concino. Seme dinagoni ouero di rape prefo in poluere. Radice di tormentilla data à bere. Copelle , ouer gufici di ghiande beute inpoluere con latte Fino di mele cotogne beuto. Cubebe manicate , & inghiottite. All’opio , & al papaucro cornuto, DI DIOSCORIDE. Mele beuto con olio rofado caldo. Origano beuto con uino paffo ouer amente con offimele. Fradice di alifma beuta con uino alpefo di due dramme. Acéto beuto , & di poi uomitato. Sale prefo con offimele. Fino puro beuto con affengp & cinnamomo. Tlftro beuto con acqua. Origano prefo con lifeia , oueramente con uino paffo. Seme di ruta faluatica beuta nel uino con pepe & opopa naco. Tepe beuto con cafioreo in aceto melato oueramente co dicottione di fatureia ò di origano fatta nel uino. Brodi graffi beuti con uino , ò con fapa. Midolla di offa beuta con uino. DEL MATTHIOLO. Artbemifia magiata frefcha,ouero il fuo fucchio beuto. Quinta effentia nofira fritta nel difeorfo del uino Liquore di lafcrpitio dato d bere. Cafioreo beuto in poluere. Theriaca fagiane a inghiottita. Mithridato beuto con uino. Mofco o , , e odorati. Ambra * Elleboro bianco meffo in poluere nel nafo. Solpbo acce fio, &fumentato fiotto' l nafo. Alla cicuta. DI DIOSCORIDE. Affen\o beuto con uino. Origano beuto con uino paffo , ouero , con ofiimele. Aceto beuto tepido , & uomitato. F ino potente puro beuto copio f amente & piu uolte. Latte di uacca , & d' afina beuto. Cafioreo prefo in beuanda nel uino con ruta , & cSmen - ta. Amomo y Cardamomo r beuti alpefo £ una dramma.' Storace J Tepe Veleno d‘opio,& p.ipauero cornuto. Veleno di cicuta. VELENI ■ ( •Pepe beato con feme di ortica neluino. foglie di lauro date d bere. Lafero beato con olio , ò con uinopajjb. Vino puffo beato copiofamente. DEL MATTHIOLO. : Seme di apio beuto con nino, fradice d’iride prefa in poluere. Sefeli majiilienfe beuto. T^itro beato con affai acqua. „ , , Allaixia. Sa DI DIOSCORIDE. Affenzo beuto con uino. Origano prefo nel modo medefimo. Aceto beuto , & rigittato indietro . Seme di ruta faluatica beuto. Dicottione di tragorigano prefa in beuanda . Terbintina inghiottita. Spica indiana data à bére. Caftorco tolto al pefo d'uno obolo, jqoci communi incorporate con ragia , caftorco, & ruta . di modo che il tutto non ecceda il pefo d una dramma beute nel uino. r Camelea p Succhio dii Tafiia r beuto con acqua al pefo d’ un fidi C Affen^o^ Lieo. DEL MATTHIOLO. Tberiaca onero mitridato prefo con dicottione d'AJfen- Tppontico. Conferua di fiori di borragine , onero di bugloffa prefa con coralli , perle ,mufchio , ambra , & pietre pre- do fe. Olio rofado applicato con aceto fopra la comiffura coro- nale del capo. Seme di tblafpi beuto in poluere. Succhio di bietola dato à bere. Grano cotto & cauatone il fucchio ,& beuto con nino dolce . lnfufione d' affondo beuta. Jqitro prefo con uino dolce. Latte frefeo beuto dopo al uomito. Al coriandro. D I DIOSCORIDE. Pino potente beuto per fe folo , ouer amente conajfenrp. Olio beuto. Vuoua fmarrìte nell'olio , & dipoi liquefatte con fila - muoia & beute. Salamuoia beuta. Brodo di galline & di oche copiofamente falato beuto. Vino puffo beuto con lifeia. DEL MATTHIOLO* Theriaca prefa con uino . Radici di uencetof :o beute in poluere . Diamofco o nej^yeu^^ Diambra * M / /eleno di :oriadro . Meno di «fillio. Al pfillio. DI DIOSCORIDE. Medicamenti tutti che fi conuengono al coriandro* DEL MATTHIOLO. Theriaca beuta. Radici di uencetofco prefe in beuanda. V E LENI All’herba làrdonia. DI DIOSCORIDE. Acqua melata beuta copiofamente. latte beuto in quantità. Acqua calda fomentata , parimente olio , DEL MATTHIOLO. Vino dolce beuto tanto che facci l'huomo ebbriaco & ài poi faccifi dormire. Cafloreo beuto con uino dolce. Succhio di mcliffa beuto con aceto • rGiglio bianco | Cafloreo diodi , unto aliatici / Hipenco \ doffo et alla coltoti | Volpino | tota. c Lombrichi terreHriJ Vnguento J grippa ^ U^at0 ne^ m°^G me^efm0u Alla mandragora. DI DIOSCORIDE. Acqua melata beuta copiofamente & rigittata • Igitro beuto con affen\o nel uino dolce. Olio rofado infufo in fui capo con aceto. Agrimonia -, Tepe 1 Senape trite con aceto & odorate ffieffo. Caftoreo ) futa J Fumo di lucerna ffienta odorato. DEL MATTHIOLO. Seme di coriandro Tulegio Origano beuto con acqua fredda. Elleboro bianco meffo nel nafo. Cantaralle incorporate con lieuito & impiaHrate alla parte poHeriore dal capo. A i funghi malefichi. DI DIOSCORIDE. Sterco di gallina prefo in beuanda con aceto. Mele beuto con olio rofado caldo . Raphano mangiato ò dato à bere. Affen^o beuto con aceto. Foglie di meliffa beute con nitro. Lifeia di cenere di farmenti beuta co falamuoia acetofà Satureia fcaldata , & beuta. Dicottione di origano in beuanda. Aceto beuto caldo , & rigittato. Vetriolo diffolto in acqua , & beute. Sale beuto con aceto melato . Foglie di pero faluatico beute. Vuoua di galline beute in aceto innacquato con una dr li- ma di angiologia. Radice & f ’.me di panace lenti con uino. Feccia di uino abbrufeiata , & beuta con acqua • Senape data à bere. TJaHurtio mangiato. DEL MATTHIOLO. Foglie di mirto trite con il feme delle fue bacche date à bere « Succhio di cauolo beuto. Torri cotti fotto la cenere mangiati » Senape beuta. I 1 4 Cenere | beuto con acqua calda. Veleno d’herba Sardonia. Veleno di Mandra - gora. Fughi ma letichi. Geflb. Biacca. ‘VELE N I Cenere di fero faluatico onero la limatura dellegno beu- ta. '* Terefaluatiche mangiate, onero cotte con i funghi- Quinta efentia nostra beuta. Succhio di rafano domefiico beuto . Foglie di ruta mangiate . Origano prefo in p oluere . • Mele inghiottito. Theriaca beuta con fortifìimo aceto. •> Vino gagliardo in cui fa fiato conto dentro pepe. ^glio mangiato crudo. 1 Sterco di topi beuto conuino. Cliftèri fatti di olio, & grafo diandra. ^ Olio di ricino unto fopr al uentr e . Diacimino n Diagalanga Diamojco » ' | c . i Diapipereo J ■ -> Al gettò beuto. DI DIOSCORIDE. ì Origano beuto con uino pafo, ouero con ofimele. Dicottione di malua beuta,& infufa per tutto il corpo. Olio beuto. Dicottione di fichi fecchi beuta . Lifcia fatta di f armenti di uiti ouer amente di fico beuta con afai uino. Origano beuto con lifcia , ò con aceto, ò con uino pafo. Thimo beuto fmilmente. Tutti i femplici che uagliono contra i funghi. DEL MATTHIOLO. jlnthidotì tutti che fi conuengono alla biacca et à ìfun - Malua • -i (ghi. Dicottione di ^ f beuta. \-Semedi lino a \Acqua tepida beuta con boturo, & dipoi uomitata . Mitbridato prefo dopo al uomito con uino puro alpefo di due dramme. Alla biacca beuta. DI DIOSCORIDE. Olio %mmn0 iberni, tirino * ■" Liquore di olmo dato à bere. Mandorle di noccioli dipefche beute con pti fina . .. e fichi fecchi -, , Dicottione di $ beuta. Latte beuto caldo. S ifamo_.tr ito,& beuto con uino. Lifcia di farmenti beuta. Vuoua di . colombo beute con ine enfo. DEL MATTHIOLO. Scamonea beuta con acqua melata. Medicamenti, che per fua natura prouocano la orina. Olio di gigli beuto con acqua melata . Seme d' atriplice , & di rape beuto con acqua melata & • dipoi uomitato. Dicottione di cauolo fen\a fiale fittone clitteri con olio. Theriaca. Mithridato. Vino bianco puro beu(o largamente. V P. I E N I Allarienico folimàto. DEL MATTHIOLO. Boturo [pefe uolte bCutó,& ogniuolta uomitato. Latte afinino beuto. v Seme di nagoni,& di rape prefo inpoluere. Mucillagine fitta di fieme dipfiUio di malua & di mele cotogne beuto. Olio di mandorle dolci beuto. Brodo di galline grafie prefo in quantità. Cri fallo trito fottilijfmamente , & beuto al pefo d'una dramma còn olio di mandorle dolci. Alletargirio. DI DIOSCORIDE. Seme di hormino faluatico beuto . Mirrha ^ • • jtfienrp I Hifiopo / beuti nel uino. Seme di apio \ Tepe Fiori di ligufiicò * - Sterco di colombi fecco beuto con fica indiana nel uino. Arlènico, Letargia rio. DEL MATTHIOLO. Boturo fpefie uolte beuto, & uomitato. Grafo di gallina , & di anatra beuto con acqua melata , & dipoi uomitato. Òlio di mandorle beuto copiofamente. Clifferi fitti d’acqua melata . Succhio di apio unto fiopra lofiomacho. ■Boturo unto fopra al uentre. Seme di cataputia trito beuto al pef > di due dramme. All’argento uiuo beuto. DI DIOSCORIDE. Latte beuto copiofiamentè & rigettato. Tutti i femplici che uagliono contra al litargirio . DEL MATTHIOLO. Latte uaccino beuto con il fuo boturo Olio di mandorle prefo copiofamente. Oro poluerì\ato fottilmente,& beuto. All’argento uiuo folimàto , & precipitato , & parimente il cinabro . DEL MATTHIOLO. Latte uacino beuto con il fuo boturo , & dipoi uomitato. Olio & latte di Tinoccbi beuto copiofamente. jlnthidotì tutti che fi conuengono alle cantarelle. Alla calcina fandaracha,& orpimento. DI DIOSCORIDE. Latte beuto con acqua melataci uomitato in dietro . Brodi di carni grafie beuti. - malua ? cotta fino che fia ben mudila Dtcotuoned, \ dtheJ ginofaheuu_ Seme di trago beuto i Dicottione difeme di lino data à bere. Dicottione di ri fio beuta. DEL MATTHIOLO. Solimato precipita- to cina- bro. Calcina fandara- cha orpi- mento. Brodo di carni grafie^ Latte . j Botino . {beute copiofamente. . Graffo d’animali Cofe lubrificatine v,ÒX - $ Mucillagini VELENI ’ beute. nacardi rMalua \yAhbea Mudllaginidìfi ) Tfillio medi [Lino J Fiengreco Antidoti tutti fcritti per le cantarelle. Al nocumento delli anacardi. del matthiolo. rMandorle dolci o \ T innocchi mondi J d india ! rinfie fiate co ghiac Seme d, papavero i ' cio&beute, Boturo fiefeo crudo Latte uaccino& pecorino j Ttiffana d’orbo Brodo di carni graffe Crafciadi porco ,& di oca < C entello d'animali Midolla d'offa _ . aphili- Alli nocumenti della ftapnifagiia. ìa. del matthiolo. Latte dimandorle dolci beato co puraffai acqua melata. Antidoti tutti deferìttì nelle cantarelle. Tberiaca beuta col latte bumano. Mitbridato prefo nel modo mgdefimo. Antidoto nojlro grande deferitto nella prefatione del feflo libro. luìlla. A i nocumenti della fquilla. DEL MATTHIOLO. Latte in cui fìa fiato fpento dentro aciaio affocato beato. Tuorli d'uoua cotti nell'aceto, & mangiati. Brodidi carni graffe iofmcnte, Boturo crudo fi ejco * Membra eflreme d’ animali lejfe & mangiate. Ummu - Al nocumento della flammula • • DEL MATTHIOLO. Late uaccino beuto dopo al uomito. rMandór le dolci -> diodi S noci dmdia ^ beuto. i Seme di papaueroj *" T inocchi mondi chino ^ 1 Malua Mucillagine di feme di \Jlthea il > beuto. Tfillio ' 1 Fiengreco '-Mele cotogne J Brodo di carni graffe beuto in quantità. Bacche di balie acabo mangiate ouer beute. A i nocumenti del feme d’ortica. DEL MATTHIOLO. Medicamenti tutti recitati nella fquilla. Seme di mele cotogne peflo , & beuto con acqua calda. Seme di Al nocumento del feme della dragontea. jragon- DEL MATTHIOLO. Boturo crudo fi e feo beuto. Mofadi farina d’or\o fatta con ficcherò, finiti , olio di mandorle dolci onero boturo fiefeo mangiata. Brodo dicami graffe beuto coptamente. aiddro . A i nocumenti del rhododendro ouero oleandro. Seme de rcica. VELENI DEL MATTHIOLO. Dicottione di fiengreco beuta • battoli mangiati . Seme, & foglie di uitice beuto in poluere ouero la loro dicottione. Fichi fecchi mangiati con mele ouero congiulepo. Sapa beuta. Tutte le co fe graffe prefe copio f amente. Diacafloreo prefo al pefo di due dramme. Bacche di ginepro beute alla quantità medcfima. Alle noci uomiche . Noci uo - DEL MATTHIOLO. »***■ Boturo crudo fiefeo mangiato copiofamente dopo al uo- mito. Vino puro beuto copiofamente dopo al uomito con pepe , pirethro , bacche di lauro , cinnamomo , & caftoreo. Medicamenti tutti fcritti nella cura dell'opio. Al fangue menftruo. Sague me DEL MATTHIOLO. ftruo* Ttrlc macinate beute con acqua di melijfa • Bagno d'acqua tepida. Tberiaca d’Mndromaco beuta ogni giorno con acqua di fumoterre. Trocifcidiuìpera prefi alpefo d’imo fcropulo. Al fiele del leopardo. DEL MATTHIOLO. Antidoti tutti fcritti nella cura del napello & del mor- fo delle uipcre. Antidoto di cena lemnia d'Muicenna fritto nel feflo li- bro nel difeorfo del fangue di toro. Al fiele della uipera. DEL MATTHIOLO. Fiele di Leopar - do. Fiele di ui pera. homo cotto -» Tberiaca d'andromaco | Mitbridato Trocifci di uipera l Antidoto noftro (* prefi dopo al uomito. Mmbra j Mufchio ! Diambra biamofeo Olio nofiro di feorpioni unto fi effe uoltefopra’l cuore , à ipolfi,& fiotto Inafo. Quinta effentia nofira theriacale fcritta nella pref ttio - ne del feflo libro. Al fiele del pefee cane. DEL MATTHIOLO. Boturo uaccino beuto con radice di gcntiana, cinnamo- mo,& caglio di lepre. Ogli odoriferi quali fi uogliono untiàtutto il corpo. Al ceruello del gatto. DEL MATTHIOLO. Terra figiUata beuta con olio & dipoi rigittata , una uol talafettima'na. biamofeo prefo ogni mattina quattro bore alianti man - Fiele di pefee ca- ne. Ceruello di gatto. giare. Mufcbiobcuto filo alpefo dimeno fcropolo piu,&piu uolte. Al ueleno della coda del ceruo. veleno dì DEL MATTHIOLO. «dadi Suturo beuto, & riattato. C“U0‘ Smeraldo m m Sudore dì animali quadrupe- di. Caftoreo cattiuo. Limatura di piom- bo. Limatura di ferro. Pietra ca- lamita. Squama di rame. Verde ra- Rifagallo V E L E N I Smeraldo polueriqtto,& battone nel nino alpefo di die- ci grani dopo al uomito-. jqocciuole,& piftacchi mangiati copiofamentenei cibi . Olio di feme di cedro unto à tutto il corpo. Theriaca d’ Andromacbo prefa nel uino al pefo di due dramme. Olio nofiro di fcorpioui unto freddo [opra al cuore & al- lipolft. Antidoto nofiro grande fcritto nella prcfhtione delfefto libro. Al fudore di alcuni animali quadrupedi . DEL M ATTHIOLO. Boturo ouer amento olio beato & dipoi rigittato. Vino beuto con olio rofado al uomito. Beubarbaro beuto al pefo dimena dramma con un poco di f ale minerale . Tberiaca di terra figillata d’Muicenna. Al caftoreo uelenofo . DEL MATTHIOLCX Bomouaccino tmu Mqua melata * Diamoron j Succhio di limoni £ beati con zucchero dopo al uomito . Succhio di cedro J Seme di coriandoli abbrunito beuto alpefo di due dram- me. Alla limatura del piombo. DEL M ATTHIOLO. ^ Antidoti tutti fcritti nella cura del letbargirio. Alla limatura del ferro. Latte monto di frefco beuto. Medicamenti folutiui forti prefì dopo al latte beuto. Boturo beuto tanto lungamente , che cefìino i dolori. Alla pietra calamita. DEL M ATTHIOLO. Oro macinato beuto. Smeraldo beuto inpoluere noue giorni continui. Latte & olio di mandorle ufati ne i clifterL Alla fquama del rame. DEL M ATTHIOLO. M equa melata beuta & rigittata. Bagni fatti di dicottione di capi di becchi ,& di chioc- ciole. Succhio di menta dato à bere. Olio rofado unto caldo fopralo flomacho • Radice di acoro beuta al pefo di tre dramme. Terra lemnia beuta nel uino bianco alpefo d una dram- ma. Coralli reffì beuti al pefo di due dramme con uino . Aluerderame. DEL M ATTHIOLO. Medicamenti deferitti qui di f ypra alla fquama del rame . Al rifagallo. DEL M ATTHIOLO. Antidoti & medicamenti tutti fcritti nella cura dall'at gento uiuo folimato , del ar fenico & del uerde rame. Olio di mandorle unto à tutto il corpo. Giulepo uiolato beuto con orbata. Olio di pinocchi , & di noci d’india beuto al pefo di me\a lira. ^Antidoti tutti fcritti nella cura delle cantarelle , V E L ENI All elleboro bianco. DEL M ATTHIOLO. Mqna melata beuta con boturo y & dipoi rigittata. Biondi nimphea beuti al pefo di due dramme, Theriaca de Andromaco beuta. All’elleboro nero. DEL M ATTHIOLO. jLffemp beuto con uino . Seme d’anefì beuto. Spica indiana prefa con caftoreo. Cafcio frefco-) Mele 1 Boturo j* mangiati ne i cibi. Grafi | Sapa J Terra fgillata beuta. Theriaca d'Mndromaco. AH’euphorbio. DEL M ATTHIOLO. ■Boturo -i Olio di mandorle Cofegraffe difolatro ìbeuti_ \ di mole \ Succhio ^ di nimphea | l di procaccila j _ ~di lattuga •* r Malua -, ffricillagme difeme j fffff j ^ ' Lino i I > <-Mele cotogne J Latte acetofo beuto Camphora beuta con acqua rofa. Vino di melagrani n Cocomeri 'zucch^ £ tinfefeate co ghiaccio, et beute . Succi di mele brufche j Orbata J Seme di cedro beuto con uino di enola. Al turbit , &-tutti li tithimali. Antidoti tutti fcritti nella cura dall’ euphorbio. Theriaca d’ ' Andromaco beuta in.la dicottione del ditta- mo di candia fatta nel uino. Mumia prefa con uino puro al pefo d' una dramma. Alla fcamonea. DEL M ATTHIOLO. Latte da cui fa flato canato il boturo beuto. Succhio di mele cotogne dato à bere. Succhio di fomaccho beuto. Vino di ribes dato à bere. Allacoloquintida. DEL M ATTHIOLO. (Antidoti tutti fcritti nella cura dall’ euphorbio. Latte , & boturo udecìno frefco beuto. Terra fìgillata beuta ffeffo. Smeraldo prefo in poluercpiu &piu mite. Theriaca d’Mndronlaco prefa in qual fi uoglimodo. Al ciclamino. DEL M ATTHIOLO. Bacche dì lauro beute al pefo di due dramme, Gentiana Elleboro bianco. Elleboro nero. Enphor. bio. Tiubith & Tithi- ' mali. Scarno* nea. Coloquin teda. CicUmi VELENI Gentiana beuta. 'Pepe neroprefo in benanda Theriact . : Alla thimelca & chamelea. del matthiolo. Antidoti tutti ferini nella cura dell euphorbio. Tberiaca d’^ìndromaco. Terra figìUata. Siropo rofado prefocon orbata. Origano arroftitò beuto. Alla brionia. del matthiolo. Antidoti tutti fcritti nella cura dell euphorbio. Tberiaca beuta con uino dì ernia. All'elaterio. DEL MATTHIOLO. Tberiaca t£j.ndromaca beuta al pefo di due dramme co dicottione di bacche di lauro ouero con mele. VELENI Succhio di menta beuto. All’acqua ghiacciata beuta. Acqua DEL MATTHIOLO. "Pepe bruto in poluerc. i Maluagia. «, Antidoto nottro grande fcritto nella pref adone del fette Quinta effen\a nottra. (libro. Ài nocumenti del uino. , Vino. DEL MATTHIOLO. Trouocare il uomito. Succhio di cauolo beuto. ^iceto applicato à i tefiicoli . Àlli nocumenti delle carni et pefei carni & mangiati freddi. pefei. DEL MATTHIOLO. Antidoti ferini nella cura de i funghi malefichi. /Pino elettijjìmo beuto cpn fucchio di mele cotogne. Terra Jìgillata beuta con legno aloe,& mafiìce. TAVOLA DI TVTTI I SEMPLICI medicamenti, Le cui uirtùferuono per il decoro & ornamento del corpo humano , canati da Diofcoride & dalli difcorjìdel Matthiolo . DECORO DEL CORPO Allapellagione. DI DIOSCORI D E. I r r h a unta al luogo co ladano , &t olio di mirto , ouc fi uogli prohibire , che ipeli non cafchino. Cenere dì feor^e di canne unta con ace, to. Ladano applicato con mirrha , & olio mirtino. Succhio di bacche di mirto meffo in fui luogo, ScorT^e de noci brufeiate , & mcjfefopra. Cenere di nocciuole brufeiate , & unte con graffo di orfo Cenere del cuoio d’un riccio terreflre incorporata con pe- ce. Capo di lepre brufeiato incorporato con graffo d orfo. Cenere di rane brufeiate incorporata con pece liquida. Sterco di topi brufeiato applicato con aceto . Graffo di oyfo applicato al luogo . Sterco di capra applicato con aceto. Raphano pefio & meffo m fui luogo con farina di gio- glio. Cauolo fregato fopra confale. Foglie di bietola uerdi impiafirate crude. Cenere di radici di amphodillo impiattrata. Cipolla fregata in fui luogo. Cenere di aglio applicata con mele. Senape impiafìrata. Jdafiurtio fregato fopra. Succhio di pan porcino unto al luogo. Radici & foglie di rannoncolo impiattrate fopra per po co tempo , , DECORO DEL CORPO jLloe impiattrato con uino. Cenere d’abrotano incorporata con fucchio di raphano uero con olio àcino. Radice di nìmphea applicata con pece. Foglie di cinogloffa incorporate con graffo uccchio di porco. jtdianto impìafirato con olio mirtino » o di gigli , o con hyjfopo , ò con uinoì Succhio di thapfia unto al luogo. Ruggine di ferro applicata in qual fi uoglimodo. Sandaracha incorporata con ragia, alcionio ter^o brufeiato, & applicato. Cotenaffia ry£ffafoprapolueri\ata. Cenere di hippocampo abbruciata incorporata con pe- ce, ò fogna , ò con unguento amar acino. Cenere di unghie di capra brufciate,applicata con aceto. DEL MATTHIOLO. Cenere di noci di cipreffb , & di unghie di mulo incorpo - rato con olio mirtino , & unto . Mucillagine di corteccia di radici d'olmo applicata. Animelle di noccioli dipcrfiche triti & applicati . Cenere di abrotano unto con olio di raphano. Radice di giglio bianco unta congrafcia. Olio di coloquintida unto al luogo caluo. A ritenere i capelli & li peli che non Fluflb di cafchino. peii & di DEL MATTHIOLO. «pelli. tìumore che efee dal tronco della tilia tagliato unto al - luogo. Ladano applicato come fi uogli. Qlio d’oliue faluatiche. ) Dicottione di foglie di f mimacco fatto nella lif da. Spoglia Calure i peli. Prohìbi- re,chei pe li canati non rina- fchino. Farfarella del capo. Vare i ca- pelli rofsi. Capelli ricci. DECORO del corpo spoglia di vipera abbruciata & applicata in polucre. Sterco di topi applicato con aceto . Cipollafregata. Cenere d\Abrotano applicata con olio uecchio onero co olio di lenti fco. Olio dicoloqttintida ? applicati. Vino di bacche di mirto * Mirobalani tutti & Rettalmente i gialli applicati in qual fi uogli modo. Acauarefuorelipeli. DI DIOSCORIDE. Olio in cui fia fiata cotta una fcolopendra unto al luogo* Lepre marina applicata per fefola 3 & trita- con ortica marina. Cenere di falamandra incorporata con olio. Gomma di hedera applicata à modo di unguento. Radice di felce di quercia ( cioè driopteri ) impiafirata doppo al [udore. jlcqua che difilla da [armenti uerdi quando fi brufciano applicata al luogo. Orpimento applicato a modo di unguento. Cipero babilonico impiafirato. A ritardare che i peli non nafchino. DEL M ATTHIOLO. Olio di iufquiamo y Succhio del medcfmo > applicati al luogo. Succhio di cicuta -J Alla farfarella del capo. DI DIOSCORIDE. Dicottione di foglie 3 & di [correo, di [alice ufata per la uare il capo. Succhio di bacche di mirti applicato al capo. Fiele di toro unto con nitro & terra chimolia. Orina humana uccchia applicata in lauanda. Jldianto cotto nella lifcia. Fiengreco cotto nelle lauandeper ciò [atte. Malua applicata nella orina humana. Dicottione di bietola ufata in lauanda. Cenere di aglio incorporata non mele. Bulbi impiaflrati con nitro brufciato. . Cenere di radici di gigli applicata con mele . vilume incorporato con farina di orobi , & pece, DEL M ATTHIOLO. Frutti d’euonimo bollite nella lifcia. Olio d’ oline faluatiche. Tornata odorifera. Olio di mandorle amare. Olio di ghianda unguentaria. Farina di lupini fregata fi opra al capo. A farei capelli rolli. DI DIOSCORIDE. Foglie di ligustro trite , & macerate in fucchio di radi- cela 3 & poSìe f >pra al capo. Lido impiastrato. Dicottione di legno diloto. Feccia di nino abbruciata & impiastrata per tutta not te fi opra i capelli. A farei capelli ricci. DEL M ATTHIOLO. Radici di amphodillo fregate frefcbe [opra il capo rafoc Cenere di ricci di cafiagne unta con mele fi opra al capo rafo. decoro del corpo A farei capelli neri. DI DIOSCORIDE. Toglie di ciprcjjo trite , & applicete con aceto. Dicottione di [omaccbi ujata per lattare, &bagnarei capelli. Foglie di-moro trite & applicate con aceto. Galle macerate in aceto ouer amente in acqua . Dicottione di corteccia di palma applicata a i capelli & dipoi lanata uia. Dicottione di foglie di mirto ufata per lauare. Succhio di acacia impiafirato. Scorga di radici di elice cotta nell acqua fino che fi lique faccia , & impiastrata fi opra per tutta una notte. Corimbi di hedera pefili & applicati. Dicottione di faluia {par fa fi ipra (fiefif ’ utili e . Foglie di rouo pefle 3 & applicate. Sori dififolto in acqua & applicato fpefifo. DEL MATTHIOLO. Foglie di fommaco cotte nella lifcia. Silique di or obo auanti che diuentino dure pefle con le fuefoglie}& con fiile}& applicate . Olio di coloquintida unto. Ophris cotta nella lifcia. A far morire i pidochi & i lendini. DI DIOSCORIDE. Cedria unta al luogo. Dicottione di tamarigio infufa. Mele unto in fui capo. Dicottione di bietola bagnandone il capo, figlio beuto con dicottione di origano. Gomma di hedera unta al luogo. Staphifagria applicata & unta. S andar acha unta con olio. tAlùme applicato con acqua. DEL MATTHIOLO. Bacche di euonimo cotte nella lifcia. Gomma di hedera unta. Hiffopo applicato con olio. Radice d’elleboro bianco cotto nella lifcia. Argento uiuo fipento con faliua , & unto con boturo. Tepepoluerigato , & unto con faluia. A prohibirc l’ardore del fole. DI DIOSCORIDE. Chiara di uuouo applicata à modo di linimento. Succhio dipan porcino applicato fimilmcnte . DEL MATTHIOLO. Tolpa di mellone ouero d'anguria fi-egata alla faccia. Mucillagine difeme di malua , d'Mtbea, di pfillio , & di mele cotogne incorporata con boturo 3& unta alla faccia. Succhio d'uua matura mefifo alla faccia. A chiarificare la faccia. DI DIOSCORIDE. Liquore che fi ritroua nelle uifiche dell'olmo ufato à mo- do di linimento . MaSlice applicata. Farina di lupini impafirata. Seme di rapo faluaticopefto , & unto con acqua. Succhio dipepone con il feme incorporato confarina3 & fi ecco al fole , & applicato alla faccia. Fradice di poligonato impiafirata. Ghianda unguentaria incorporata con orna. «pelli ne Pidocchi & lendini. Ardore del Iole. Chiarifica re la fac- Scme EDCORO DEL CORPO Seme di ricino mondo > & applicato fefto. Mini di uite [dilatici impietrati. Lithargirio lattato & applicato. Mcionio primo, & fecondo mefii in fui uifo. Terra chiaufata nel modo medeftmo. Sterco di crocodillo terreftre applicatomi ferma di Irne- mento. _ DEL MATTHIOLO. Campbora meffa ne i linimenti, & trita con borace natte rale,& unta con mele. Acqua diftillata difuccbio dilimoni. Acqua di chiocciole terreflri diftillata. farina difaua fregata alla faccia. Mqua diffidata di fagiuoli fatta & ufata come ft legge nel loro difeorfo. Dicottione di lupini lauandofene la faccia. adequa distillata di melloni fatta , & ufata come fi legge ne i difeorft loro. Sudice di aro fottilmente polucri\ata & applicata alla faccia con la fua ifteffa acqua lambiccata. Succhio diprimauera chiarificato, & poftoalla faccia. Infuftonedifioridi uerbafeo ,& di radici di fi- affiatila lambiccata , & ufata per lauarfenc il uifo. borire A fare buon colore. «ralmS DI DIOSCORIDE. U fic- , . Ceci mangiati ne i cibi. Agarico beuto alpefo d'una dramma. ilyjfopo mangiato ne i cibi. Terra Chia applicata informa di linimento. 'nftule 11» f»c- k Grinte ;lìa fac- Comma di ciregio tifata fimilmcnte. Fichi fecchi mangiati ne i cibi. Alle puftole rotte della faccia. DEL MATTHIOLO. Campbora prefa 'alpefo d’ un oncia, et trita con altrcttan tofolpho con quattro dramme di mirrha , & altret- tanto d'incenfo , & mejfoil tutto in una lira d acqua rofa in uno uafo di uetro al fole per dicci giorni conti nui, & lauatofene dopo la faccia, v&cqua di /raffino diftillata » Tamarindi mangiati ffieffio . Vino di fraghe bagnandofenc il uifo • jlequa di fiori di uerbafeo con unpocodi campbora. Alle grinze della faccia. DI DIOSCORIDE. Crani dicacalia ricolti doppo al disfiorire triti , & incor forati con olio , & con cera . | \adice di brionia applicata mfieme co orobo,terra Chia & fiengreco . Terra Chia applicata con acqua. DEL MATTHIOLO. Olio di mirrha unto ffieffie uolte . Mirrhafumentata con la padella come fi legge nel fuo di feorfo. jfcqua lambiccata di pigne frefiche lauadofene la faccia . Succhio di radici et aro fecco al fole, & applicato con l ac qua diftillata delle medeftme. ... A ognifordidezza& macchia della e & mac- pelle della faccia, hieddh DI DIOSCORIDE. Dicottione di fabina applicati t al uifo. Cenere di unghie odorate meffa d modo di linimenti. Ghianda unguentaria applicata con orina. DECORO DEL CORPO Cenere di granchi di fiume a modo di unguento, fradice di narcijfo mfieme confeme d’ortica applicata co aceto. Seme di ricino unto al luogo. Acini di uite faliiatica fregati al difetto. Cinnamomo unto con mele. fradice di coSìo applicata con acqua onero con mele. Radice di brionia applicata fola,& con orobo creta chia & fiengreco. Alcionio primo , & fecondo applicata al luogo. DEL MATTHIOLO. Acqua dell' una, & dell'altra terebentina unta con olio di tartaro. Tomatauntaper feSlejfa. Acqua di fucchio di limoni in cui fieno fiate difioltepor- cellette minute &poi lambicato. Olio di tuorli d'uoua. Olio di grano. Farina di uena cotta neifaceto. Farina difaue fregata. Dicottione di lupini ufata ffreffo. Acqua distillata di Bombice fatta & ufata come fi legge nel fuo difeorfo. Seme di ruchetta unto con mele. Senape trita, & fregata con acqua. Radice di drangontea pefia & fregata. Succhio di bonohenrico chiarificato. Succhio di radici d'aro fecco al file, & applicat oconfac qua delle medeftme. Acqua diftillata di radici di genti ana. Farina di Jeme di gittone onero ruofola applicata con mele. Succhio di fcabiofa applicato con Borace naturale in poùtcrc, & unpoco dicampohora. Vino di fraghe. Succhio diprimauera chiarificato. Acqua diftillata di fiori di uerbafeo. Dicottione di fiori, & follìcoli di lupoli beuta. Alliquolì della faccia. Quoti. DI DIOSCORIDE. Mirrha unta con mele & cafta odorata. Foglie diporto applicate ptSìe con fumacchi. Succhio di cipolla me fio f >pra confale. Bulbi unti foli, & con tuorlo de otto, •pdegio incorporato con cera. Sori difiolto in acqua . alcionio primo, & fecondo applicato al nifi. DEL MATTHIOLO. Acqua di fucchio di limimi fatta come fi legge nel fuo di- feorfo lauandofene la faccia. Acqua di radice di Bombice fatta & tifata come fi legge nel fuo difeorfo. Alla faccia arroftita dal fole. Faccia ar- DI DIOSCORIDE. roRiudil Fradice d’iride illirica applicata con elleboro . Cinnamomo unto con mele . Fradice di cotto applicata con acqua ò con mele , Dicottione di radici di madorlo amaro applicata ai uifo. Latte di fico unto al luogo. Chiocciole brufeiate con il gufilo unto con mele. Sangue di lepre unto al luogo , Cenere di fipia abbruciata ufata à modo di linimento . m Scmt Lentigini. decoro del corpo Seme di lino impiastrato. Farina diorobi ufata fimilmente* Sifembro applicato al uifo. Balbi brnjciati applicati con alcionio • Foglia dì beder a cotte nel nino, Radice di chamelsonc nero . Aliffo tagliato minuto, &impiafirato con mele . Terra mcha unta al luogo. Succhio di pan porcino applicato al uifo. ‘del matthiolcv Incenfo unto col latte . vg^i*** Agrefio applicato con latte bumano. Alle lentigini. DI DIOSCORIDE. Radice d'iride illirica poSia fopra con elleboro. Cafiia odorata unta con mele. Cofto applicato con acqua, & con mele. Sangue di lepre applicato caldo. Farina di grano impiagata con aceto melato . Rafano mejfo l'opra con farina digioglio. Seme di cauolo unto &fparfo J òpra . Sifembro trito & applicato. Cenere di aglio unta con mele. Radice di dragontea maggiore applicata con mele. Bulbi applicati con mele & aceto. 'Ffigella fregata al luogo. Calbano unto con nitro, & aceto. Aliffo trito, & applicato con mele . Radice di narcifo applicata con feme di ortica & aceto. Seme di ricino unto al luogo . micini di uite faluatica fregati di fopra . Radice di brionia applicata con orobo,fiengreco con ere ta di Chio. A dar ce impiagata. DEL MATTHIOLO. Acqua dì terbentìna incorporata con olio di tartaro, .& applicata. Tfoci mofeade trite , & fregate. Fiele di donnola applicato con mele , &poluere di radi- ce di aro. Olio di tuorli d'uoua . Seme di rapofaluatico peHo , sfregato. Farina d’orbo incorporata con mele ,& aceto. Farina di uena cotta nell'aceto. Farina di fiengreco fregata con folpbo& nitro . Farina di faue fregata per fe fola. Dicottione di lupini lauandofene. Succhio di fio chiarificato. Acqua distillata di radici di rombice fatta & ufata, co - me fi legge nel fuo dif :orfo. "Polpa di melloni ? c Radice di dragontea * fre&a e‘ Radice di aro cotta , & applicata con farina di faua , & fapa. Acqua di radici digentiana. Succhio di cent aurea minore,ouero lafua dicottione. Succhio di mentagreca chiarificato. Farina di feme di gittone , onero ruofola applicata con mele. DECORO DEL CORPO Farina di fecuridaca ufata nel modo medejìmo. Succhio difeabiofa applicato con borace mineralc&m poco di camphora. Succhio di xiride. Acqua difiiUata di fiori di uerbafeo. ■Latte di fcrofa applicato àpiena mano. ^ Fiori di lupoli-p Infufione di ^ Foglie di fena ^ beuta. C. Fumoterre ^ Allinei. DI DIOSCORIDE. alcionio polumzato, & fregato per fopra. DEL MATTHIOLO. Farina di uena cotta nell acct.o3 & impiafirata. Dicottione di lupini l applicati. Succhio di cent aurea minore. * Let argino cotto nell’aceto, & unto per fopra. A imbellire tutto’l corpo. DI DIOSCORIDE. Mafìice Jparfz in poluere. Liquore chef ritroua nelle uifeighe delli olmi. Boturo unto al luogo. Sterco di crocodillo terreflre fatto a modo, di linimento . Succhio dipepone feccato al fole infìeme con il feme & fa rina di grano,& unto con acqua. Radice di brionia applicata al male . Succhio di pan porcino unto al luogo. DEL MATTHIOLO. Camphora trita,& applicata con olio di Tartaro. adequa che difilla per fe ftejfadal tronco della Betula pertugiato. Acqua di fucchio di Limoni difiiUata , preparata, & ufa ta come fi legge nel fuo difeorfo. Acqua di fiori di faue fatta come fi legge nel fuo difeorfo Farina di fenape incorporata con acqua & fregata aUa peUe . Acqua diSUUata di radici d'Aro , & il fucchio loro [ecco al fole. Acqua di radici dì gentiana difiiUata. Acqua distillata di fiori di uerbafeo. A leuar uia le cicatrici. DI DIOSCORIDE. Graffò di afino unto fopra la cicatrice , Farina di faua meffa neUi impiafiri . Foglie & radici di ranoncolo impiafirate . C alamento cotto nel uino & mejfo fopra. Radice di cocomero faluatico trita in poluere & ffiarfa fopra. Ghianda unguentaria cotta nel! aceto ,& applicata con nitro . Radice di brionia applicata con orobo , fiengreco , con creta di Chio. ChrifocoUa applicata inqualfiuogli modo. Alcionio pr imo, & fecondo. DEL MATTHIOLO. Seme di ruchetta trito,& applicato con fiele di bue* MidoUa di cer munta. Balfamo uero. r\lìn /li mivvhrf Nei. Imbellire tutto il corpo. Cicatrici. Sudore itiligini DECORO DEL CORPO Sudore t l'ima mentre che fi cuocono colgufcio al fuoco. Campbora trita con Borace minerale & unta con miiok Ubo'uina. Alie uitiligini. DI DIOSCORIDE. Cufici di chiocciole terreftri brufciate,& applicate in fu l male. Sàngue di lepre fref :o unto. Cenere di fepia brufciata applicata. Farina di fatta [par fa f jpra al male. Farina di lupini ufatafmilmente . Foglie di bietola crude applicate. Fradice di chondriUa & parimente le foglie trite appli- cate con nitro , mele , & acqua. Radice di dragontea maggiore mejft con mele. Succhio di radici d’ampbodillo unto al luogo ,ma bifogna fregar prima bene il male al fole. Succhio di cipolla unto al fole. Cenere di aglio applicata con mele. Tcpe meffo con nitro. Radice di cappari trita con aceto. ^Argentone fecca ,& pefta con nitro ,& applicata cori folfo , & con uino. Foglie di telephio con farina d'orbo incorporate co olio , & acqua & applicate fopra per [patio difei bore. Succhio digentiana meffo in fui male. Radice di chameleone nero applicata con folfo. Ruta [ regata in fui male con nitro & con pepe. Seme di libanotide dijfolto con aceto. Radice di giglio brufciata incorporata con mele. Radice di nimphea incorporata con acqua. Radice di rubia applicata con aceto. Seme di althea tanto frefeo , quanto fecco trito & incor- porato con aceto & unto al fole. Radice di anchuf a applicata con aceto. Radice di narciffo con feme d'ortica & aceto. Brionia unta con orobo 3 fiengreco & creta di Chio. Ghianda unguentaria cotta neU' aceto & applicata con nitro. Radice di cocomero faluatico polnerì\ata & [par fa fo- pra al male. Seme di ricino meffo fopra al male. Elleboro negro applicato con aceto. Solfo ufato in qual fi uogli modo. alcionio primo & fecondo ufato a modo di linimento. del matthiolo. > Dicottione di noci di cipreffo applicata. Jlcqua lambiccata di fucchio di limoni (leggi il fuodì- feorfo.) ■Olio di tuorli d'uoua. Dicottione di lupini. Seme di rapo faluatico. adequa di rombice. uedi il fuo difeorfo. Radice di aro cotta , & incorporata con farina di faua, &fapa. Radice di chameleone bianco trita , & applicata con aceto. Farina di fecurìdaca unta con mele. Succhio di fcahi°r* I conborace >& un poco di * X iride * campbora. adequa diHillata di fiori di Verbafco. Volpa di tamarindi beuta con fucchio difumotere . DECORO DEL CORPO - Dicottione di fiori, et filique dilupoli beuta Longamentè . Alle uolatichc. ■ * DI DIOSCORIDE. Scorda di pino , & dipelo applicata iivcpial fi uogli mo •do. Volatiche Dicottione di foglie di lentifco fomentata. F oglie di cipreffo applicate con polenta . Foglie di rhamno mejje fopra. T arlatura di legno polueri^ata. Seme di nafiur^o itnpiaftrato. Rhapontico unto con aceto. Elleboro nero applicato fimilmente. Ghianda unguentaria applicata con orina. Gomma di uite unta con nitro hauendo pero prima frega - to il luogo del male. Solfo meffo fopra con terebinthimu Sale fregato con olio , & aceto. ^Alcionio primo , & fecondo, jl dar ce fregata. Vece liquida a modo di linimento. Incenf o polucri\ato f ipra. Gomma di olino di ethiopia impiafirata. Gomma di pruno unta. Latte di fico incorporato con polenta. Mele cotto con alume. Vropoli applicata. Vane di grano applicato con falamuoia. Farina digioglio incorporata con folfo , & uino. Ceci incorporati con farina d’orrp , & mele. Radici di qual fi uoglia ffietie di lapatio cotte nell' aceto, & impi aflrate,effendo pero prima fcarificato il luogo , sfregato connitro. *l 'gaflurtio applicato con mele. Cenere di aglio pofia con nitro. Senape unta con aceto. Radice di chameleone nero cotta nell' aceto & applica- ta. Ruta con diurne , & mele. Colla di toro diffolta in aceto & mejja f opra . Radice di cocomero trita , &polueri\ata. Latte di tithimalo characia applicato al male. Radice di brionia applicata con orobo, fiengreco , & ere tadi Chio. Jl equa marina fomentata. DEL MATTHIOLO. Vece unta con mele. Volpa di tamarindi piu &piu uolte mangiata. Olio di tuorli d'uoua incorporato con olio di tartaro. Salina bimana unta da digiuno. jlcqua di radici di rombice preparata come fi legge nel fuo difeorfo. Foglie di piantagine trite & impiafirate. Radici d'amphodillo cotte nell'aceto & applicate. „ Acqua di radici digentiana fomentata calda. Menta pefia & impiafirata. Foglie di marrobio applicate con aceto. Farina di fecuridaca applicata con mele. Dicottione di radici di fcabiofa maggiore beuta la matti na quaranta giorni continui , onero la polueredi effe radici beuta ogni giorno con fiero alpefo d'una dram ma . , _ _ M m 2 Dicottione DECORO DEL CORPO Dicottione di fiori, & follicoli di lufolì beuta Imgamtn- Brozxe. Alphi ? & macchie. Allebrozze. DI DIOSCORIDE. latte di qual fi uogli forte beuto con mele crudo , acqua , & un poco di fiale. Siero di latte beuto. Meto fomentato. Botar o unto. Orina bimana uecchia ufiataper lauanda. Farina di lupini applicata . Succhio di pan porcino. Dicottione di pulegio. Futa applicata con cera & olio di mirto. Staphifiagria applicata in qualfiuoglia modo . Ghianda unguentaria dijfiolta con orina. Faggine di ferro polueri^ata. diurne dijfolto con mele. Cinaprio ( cioè fiangue di drago ) applicato. Tefli delle fornaci petti & applicati. Alli alphi , & ad ogni altra macola. DI DIOSCORIDE. Succhio di tbafiia con mele. Ghianda unguentaria dijfolta con orina , & applicata . Radice di narcifo infierite con feme di ortica , & aceto. Loto faluatico unto con mele. Radice di cocomero faluatico poltterit{ata. Seme di ricino pefio , & applicato. ' Ucini di uite faluaticafiegati. Brionia impiafirata con orobo , fiengreco , & creta di Chio. DEL MATTHIOLO. Dicottione di lupini fomentata calda. Seme dirapo faluatico fregato. Succhio di radici di rombico. Tolpa di melloni fregata. Cipollacrudafregata. Radice di Mo cotta, & applicata con fapa & farina di fané. Succhio di bonohenrico unto con aceto. Succhio , onero dicottione dicentaurea minore fomen- tata. jìcepta di fiori di uerbafeo. r Viari di lup oli , Dicottione di .2 Foglie di fina beuta. (-Fmotme ^ Rogna. Alla rogna. DI DIOSCORIDE. Cardamomo unto con aceto. Sudore di legno di olino quando fi bruficia frefeo unto al male. Latte di fico unto allaperfiona. Gufici crudi di ricci marini ,& abbruciati incorporati nelh unguenti . Cenere de bippocampo marino incorporato con liquida fogna , ouer amente unguento amar acino. Orina humana uecchia . Siero di latte beuto. Ceci applicati con or\o , & con mele . Farina di lupini fregata. jlrgemone pokerista infieme con nitro , fregata nel ha gno per tutto il corpo. DECORO DEL CORPO Chelidonia minore fregata in fui male. Badie e di cbamelcone nero con un poco di uctriolo , cedria,& un poco dìfugnafincorporata bene infieme . Ghianda unguentaria applicata dijfiólta con orina. Dicottione di origano lauandofene il corpo. Badi ce di cinquefioglio colta , & fregata al male. Loto faluatico unto coti mele. Elleboro bianco unto con cera, pece , & olio cedrino. Antimonio incorporato con cera , & alquanto di biac- ca. vilume diffolto nell'acqua. DEL MATTHIOLO. Terebentina uolgare lanata & unta. Lificia fatta con nino , & cenere di ginepro. Olio di oline faluatiche. adequa piouana congregata nelle concauità delle querele uecchie • Tolpa di tamarindi mangiata fp effe uolte. Tomi d' Marno tagliati per me^o , & fpolueri^ati con folpho , &fc aidati fopr a la cenere , & fregati di luo chi rognofi . Qlio di no ci uecchie. Farina di fiengreco con feme di notturno unta con aceto Fidici d'amphodillo lejfe » sfregate pefle con aceto. Dicottione di fieno, beuta. Succhio di fcabiofa aggiunto ne gl' unguenti. Succhio di xiride applicato. Dicottione d’eupatorio uolgare , & infiememente di fu - moterre fatta con fiero di capra & beuta. Succhio del medefimo eupatorio unto con aceto, & con . fiale. Dicottione di borragìne , & di bugloffa fatta nel uino » ouer nell'acqua , beuta. Fradice di bugtojfapefia , & unta con aceto. Dicottione di fiori , &folliculi di lupoli beuta. Infufione diradici d'elleboro nero beuta. . Lebbride Alla lebbra de greci 5 ouero icabbia. i Greci. DI DIOSCORIDE. Fiele di toro con nitro , & terra cimolia . Orina humana fomentata con nitro . Corteccia di ginepro brufeiata , unta con acqua. Corteccia dijrafìino brufeiata , & ufatafimilmente . Foglie di olmo pettc & applicate con aceto • Gomma di oliuo di ethiopia unta al male. rTerebintbo Fpfina di JLbete £ Larice Latte di fico con polenta. Sembola di fomento cotta infortifìimo aceto. Farina fiordo applicata con aceto forte , acqua & olio. Farina digioglio incorporata con folfo , uino , & aceto. Cauolo tagliato , applicato con polenta. Elleboro nero applicato con aceto. Cenere di aglio incorporata con mele. Senape incorporata con aceto. Seme di brionia fregato. Tlaflurtio incorporato con mele. Fradice d'anchufa applicata con aceto. Foglie & radici di rannoncolo impiafirate. Seme di melanthio mejfo fiopra. Fradice di cocomero faluatico fpar fa inpoluere. Ghianda unguentaria cotta neifaceto con nitro. Succhio > applicata , co uerde rame ) uetriolo & nitro. decoro del corpo Succhio di tufi a unto. '■ S c amouca c ptt a nell aceto & unta. Comma di uitc umifera oue prima fia flato fregato il Ino go con nitro. Verde rame con nitro & ragia di terebintho. «diurne cotto con cauolo & mele . Solfo incorporato con aceto & terebentina. Sale bollito con olio & aceto. ' t Alcionio primo } & fecondo in unguento. j . Adarce ufata nel modo medefimo. Terra melia applicata ùmilmente. DEL M ATTHIOLO. Volpa di Tamarindi mangiata Jpeffe uolte . Radice di chameleone nero trita & applicata con aceto. Infusone di radici d’elleboro nero beuta. Infufione di fena beuta piu, &piu uolte. Dicottione di radici di polipodio data à bere. Succhio di fumottrre beuto lungamente co fiero caprino T rocifei di uipera beuti con fuccbio di meliffa. Dicottione di mirobalani neri et cheboli beuta piu &piu uolte. :1 Fran- Al mal francefe. i- DEL MATTHI0L0. Dicottione di corteccia di radici di tamarigio baita Un- : gamente. Legno guaiaco oucro fanto cotto nell'acqua &. nel nino & beutonc la dicottione 40 giorni continui. Radici de beute nel medefimo modo. Dicottione di legno di baffo beuta nel modo medcfimo. Dicottione de sfarina beuta. vi equa distillata dalle foglie tenere d'iringo montano beuta. Radici di dittamo bianco beute ogni giorno con dicottio ne di legno guaiaco. Dicottione d’vtfpleno beuta. Dicottione di radici di pruno faluatko tifata per coloro che hanno ulcerata la bocca, come fi legge nel fuo di- morfo. Al prurito. «“<>■ DI D IOSCORI DE. Latte di fico applicato conpolenta . Solfo incorporato con nitro. Sale fregato con aceto, & olio, vilume diffolto in acqua. DEL M ATTHIOLO. Bietola nera cotta nell'acqua & applicata. Succhio di buono bcnrico unto con aceto. Dicottione onero infufione di fena y Dicottione d’eupatorio uolgare ^ beuta fpeffo. Dicottione di fiori & follicoli di lupoli J Siero di latte caprino beuto . àrafsi & Alli graffi & troppo corpolenti, rpoleo- DEL MATTHIOLO. Lacca naturale beuta. Seme di frafiino prefo in poluere . JLceto beuto peffo. ebbra u« Alla lebbra uera ouero elephantia. DI DIOSCORIDE. Riccio terrestre fecco , & mangiato ne i cibi. Cedria unta al male . Cenere di chiocciole terreftri in unguento. DECORO DEL CORPO Salamandra incorporata con altri medicamenti al propo Siero beuto. (fito . Fiele | d\ caPra l unto. <■ ai becco* DEL MATTHIOLO. dicottione di radici di tamarigio beuta lungamente con uuapaffa. Carne di uipera cotta, & mangiata. T rocifci di uipera beuti in poluere. J Veronica mafcolina tifata del continuo. Succhio d'eupatorio maggiore & di fumoterre infieme- mente beuto. Infufione diradici d'elleboro nero frequentata di bere. Epitbimo prefo in poluere, & in dicottione . Al fetore della ditella. DI DIOSCORIDE. Mirrha impiattrata con alume liquido. Foglie di mirto polueri\ate fopra. Radice di cardo impetrata, allume fregato. DEL MATTHIOLO. Fradice di amphodillo bollite con Iufquiamo & applicate peste con pece, vilume fregato con uino . vdffen^o fi e f co applicato. A i porri, calli, & chiodi. DI DIOSCORIDE. Cenere di corteccia di Jalice incorporata con aceto. Cenere di capi di fmaridi falati applicata fopra. Capo di lucertola petto, & meffo fopra. Sterco di pecora incorporato con aceto. Mele cotto con alume . Seme di heliotropio fatto in unguento • Scilla brufeiata unta al male • Foglie & radici di ranoncelo applicate. Radice di diffaco cótta nel uino, & applicata. Tigella incorporata con orina ueccbia,effendo pero pri- ma fc aidato illuogo. Lafero mollificato con cerafimilmente applicato. Clinopodio beuto alquanti giorni. Rami di cbamefice triti & ligati fi opra. vLcqua che rifuda da i ftrmenti ucrdi di ulti quando s’ab hrufeiano. Verderame applicato . DEL MATTHIOLO. Cenere di falcio macerata nell'aceto , & applicata. Cichorea recinta mangiata in infialata. Seme della medefima prefo al pefo dì una drammatre gior ni continui la fera nell'andare al letto. Ranoncolo trito, & impiattrato. Succhio di chelidonia applicato. Succhio di fiori & foglie di uerbafeo meffo fopra. Cantbar elle trite & impiattrate con lieuito. Alli porri pendenti che i greci chiamano acro - cordone, thimi & formiche. DI DIOSCORIDE. Fetore di ditclia. Porri,caI- Ji & chio- di. Porri pCa denti. Vino di mele cotogne applicato fopra. Latte di fico applicato con graffo attorno alla radice. Incenfo meffo con aceto & pece. Ruta fregata con pepe, nitro, & uino . Cecipefti incorporati con aceto, & mele. Fòglie t& radici di ranoncolo. Itn $ Radice Labrasfef fe. Prcuoca- re il (udo- re. decoro del corpo Radice di dijfaco cotta nel nino & mcjfafopra. Succhio, & latte di tithimalo characia . njmi di chamefice triti & applicati. Seme diheliotropioimpiaflrato. ( , Mqua che rifuda da ifarmentiuerdi di uiti quando s ab brufeiano. Sale applicato con graffo di uitello. rc uflTTmnl.O. Cenere di corteccia di Salcio applicata con aceto, Cicborea \ acintha mangiata in infilata . Seme della mcdefma beuto alpe/o d una dramma la fera nell’andare al letto per tre giorni contimi. Ranùncolo trito & applicata. Allelabrasfefle. DI DIOSCORIDE. \GaUinalmt°- Lido applicato al luogo . DEL MATTHIOLO. Tcrbcntina udrà, & uolgare unta . Foglie di faggio applicate. Olio di tuorli d'moua. Tornata. Olio di grano. A prouocare il fudore. DI DIOSCORIDE. Seme di ferola unto con olio. Onobricbi fmilmente applicata. Fichi maturi mangiati . DECORO DEL CORPO Senape mangiata ne i cibi. DEL MATTHIOLO. Succino bianco beuto nel nino . v Acqua di fori d'aranci,& di limoni beuta. Quinta effendi no fra beuta al pefo de una oncia. jLcqua dif illata di cinnamomo beuta al pefo di quattro once . A riftagnare il Pudore. DI DIOSCORIDE. Bulbi mangiati . Solfo fregato al corpo. Ceffo ufato fmilmente . Tietra morocbtbo fregata inpoluere • T erra f amia. DEL MATTHIOLO. Olio d' oline faluaticbe unto per tutto il corpo. Olio mirtino unto fmilmente . r\adice di cipero-. Tolueredi j £ fregata à tutto il corpo. c Rj>fe faluaticheJ A nettare la pelle. DI DIOSCORIDE. Succhio di ciclamino fregato. DEL MATTHIOLO. Seme di rapo faluatico petto fregato. Radice di aro cottaceli' acqua & applicata con far ina di faue&fapa. adequa di gentiana diflillata . T avola Riftagna- re illudo, re. Nettarei* pelle. TAVOLA DELLI MEDICAMENTI SEMPLICI COMMEMO R A T I DA DIOSCORIDE, Le cui virtù fono di purgare il corpo , & di far vomitare , CAVATI DA DIOSCORIDE, ET DALLI DISCORSI DEL MATTHIOLO. Purgare k cholera MEDICAMENTI SOLVTIVI A purgare la cholera. DI DIOSCORIDE. S 1\1 d e illirica beuta con acqua me lata al pefo dì fette dramme. j Seme di thlafii beuto. | Moe prefo in qual fi uogli modo . I Affen\o beuto. * Dicottione di tragorigano in beuanda. Seme di lichnidefaluatica beuto al pefo di due dramme. Seme di andrò femo beuto al pefo medefimo. Elleboro bianco prefo per fefolo ouer amente confiamo, nea & una dramma di fale. Fradice di picnocomo beuta al pefo di due dramme con acqua melata. Centaurea minore prefa in qual fi uogli modo . Parthenio ficco tolto con offimele t> con fale. Succhio di tkaffìa beuto in acqua melata. Seme di clematide acuta beuto inpoluere . Sefamoide beuto fimilmente. Succhio di radice di cocomero faluatico , & parimente la fionda prefi al pefo di me\a dramma. Succhio de hippophae beuto alpefo d'uno obolo. Seme di ricino al numero di 20 grani ben mondi dalla fionda beuto . Latte dlogni forte di tithimali beuto alpefo di due oboli. Dicottione di mercorella beuta. Seme di cataputia ( cioè lathiri ) mangiato confichifee chi. Peplo beuto in un ciatho di acqua melata. Scamonea beuta al pefo d'ima dramma con acqua mela - ta ( ma della nofir a non darei io mai piu d’unofiro- polo.) Foglie di chamelea tolte inpilule con due parti di affin - 3jo & una di chamelea con acqua melata. Thimelea beuta al pef idi 20 grani . e Sambuco? , . A Foghe di C£bulo * cotte & manZiateu La parte di fuore della radice dell'apios tolta in beuan- da. Empetro prefo con brodo di carne , ò uero con acqua me- lata. 'Polipodio fatto in poluere beuto con acqua melata. Dicottione di cinocrambe beuta. Dicottione di h eliotropio data à bere. Agarico beuto con acqua melata alpefo d'una dramma onero di due. Fradice dipitiufa beuta alpefo di due dramme con acqua melata , ò neramente una dramma del fime ò del fue flemma. MEDICAMENTI SOLVTIVI chio incorporato con farina un cuc chiaro, sfattone pilule. DEL MATTHIOLO Rifarò. Afarina. C affla folutiua. Mannabeutaconinfufione di fina. Bacche di fiino merlo :& il firopo fatto con ilfucchio Polpa di tamarindi. (loro. Sebefieni. Prugne damafihine. Giuggiole ben mature pecche • 5emdÌ i baÌt°‘ Agarico eletto Bhabarbaro j Succhio & infufione di rofe ' Sena £ prefi in qual fi uogli modo. Gratiola Mir ob alani citrini *, Corteccia di frangola A purgare la flemma. DI DIOSCORIDE. Purgarela Iride illirica beuta alpefo di fette dramme con acqua me lata. Succhio di mandragora beuto al pef ì di due oboli. Elleboronerodatoperfifoloyò uer amente con fiamo - nea & con una dramma di fale. Seme di lido indiano beuto alla mifura di me^o ciatho. , Scorda di olmo piugroffa beuta nel uino ò neramente nel l'acqua frefea. Brodo di gallo uecchio preparato come ferine Diofioride beuto. Fradice di ciclamino beuta con acqua melata. Scilla cotta con mele beuta. Dicottione de hyffopo fatta con acqua , mele , & ruta » beuta. Thimo beuto cari fale & aceto. Seme di fiondilio beuto. Armoniaco beuto alpefo d'una dramma. Vna foglia di laureola beuta in poluere. Succhio di bippophefio beuto alpefo di tre oboli. Epitbimo beuto con mele. Succhio di brionia beuto con acqua melata . Seme di cartamo purgato dalle /confi beuto con uino me lato ouer amente con brodo di gallina. Pietra calamita beuta con acqua melata al pefo di tre oboli. Dicottione di centaurea minore data a bere. m 4 Parche- ; cotte & mangiate. MEDICAMENTI SOLVTIVI Tancvioftceo beato con aceto palato à imamente con Seme di clematidi feconda trm&'beutc. Sifamoide peflo,& dato à bere. Succhio di cocomero faluatico , & parimente lafeor. gl prefi in beuandq atpefo di me\a dramma. Succhio de hippofhaeprefo alpefo d'uno òbolo. Seme dirìcino purgato dalle fcor\e beatoti minierò di 50 gufai '(Ma diibitodi errore dtftritma.) Lattedi qual fi itogli fortedi tithimalo dato alpefo di due oboli in aceto inacquato. Seme dilathiri ( cioè cataputia ) alpefo di fei ouer fette grani incorporato con fichi fecchi »o condattoli & ■ fattone pilule. •peplo beuto in un ciatho di acqua melata. Succhio di fcaìnmonea beuto alpefo di una dramma 0 di quattro oboli con acqua pura òuer amente con mele (ma dubito d’errore.) foglie di chameleaprefe in pilole , con due parti di ajfen ^ 0 , & una di chamelea , incorporate con acqua me- *' lata. Thimdea tolta della parte interiore al pef 1 di uinti gra- ni. Foglie di fambuco . Foglie di ebulo : La parte inferiore della radice dell’apios mangiata. Fmpetro beuto con qualche brodo , ouero con acqua me- lata. Poluere diradici di polipodio beuta con acqua melata . Dicottione di cinocrambe data ùbere. Di cotti one di heliotropio fatta nell’acqua beuta . Agarico beuto in acqua melata alpefo di una dramma ouero di due. Radice dipitiufa beuto alpefo di due dramme con acquei melata , ò uero una dramma del feme , ò un cucchiaro del fucchio incorporato con farina & farne pilule. DEL M ATTHIOLO. Succhio de iride. Dicottione , ouero infufione di afar 0 fatta in fiero di ca- pra con (pica & acqua melata . sfarina beuta con acqua melata ,oucro con ojfimclcé C affa folutiua. Olio di feme di carthamo. Manna beuta con infufione di fena. Bacche disino merlo & il lor fucchio. Ciclamino. Dragontea. Agarico feubarbaro Badici di ambedue le ariftolockic. Centaurea minore . Mcea. Gratiola. Sena. SCheboli Emblici £ Beilirici purgare la A purgare la melancholia. raelanco- DI DIOSCORIDE. Succhio di radice di mandragora beuto al pefo di due oboli. .... . ./i MEDICAMENTI SOLVTIVI Brodo di galli nicchi preparato comeìnfegna Diofcori- de , beuto coptamente. JEpithimo beuto con mele. Siero di latte dato à bere. Origano feccho beuto alpefo d’uno acetabolo con acqua melata. Elleboro nero beuto. Spartio dato ùbere. „ /{tipo beuto con altrettanto epithimo , & con aceto & fate. DEL MATTHIOLO. Sena & lafua dicottione ouero infufione & parimente il uino fatto come fi legge nel fio dife orfo. Mirob alani neri. - • r Infufione d’elleboro nero . * Antimonio nollro hiacinthino. A prouocare il uomito. DI DIOSCORIDE. Prouoca- rc il uomi to. Tblajfii beuto oue fi itogli far uomitar la cholera • Mandragora beuta prouoca la melancholia . Succhio di t affla beuto in acqua melata . Latte di Titbimali beuto con acqua melata alpefo di due oboli : Fradice di apio tolta della parte di fopra & data bere. Fiori & feme di (parto inacqua melata. Seme di anagiri mafiicato. Fradici di betonica beute con acqua melata per tirar fuo re la flemma. Seme di papauero Jpumeo beuto al pefo di uno acetabolo in acqua melata. Staphis agria beuta alpefo di quindici granì in acqua me lata. Fradice di fìlibo beuta al pef 1 d’una dramma. Ghianda unguentaria data con acqua melata. Fradice di narciffo cotta & mangiata. Seme di ricino mondato y& mangiato al numero di 30 grani ( ma dubito che fia errore. ) Scorda di Rafano beuta con aceto melato . Latte di tutti i titbimali dato ù bere. J{ame brufeiato beuto con acqua melata. DEL MATTHIOLO. Seme di nagoni beuto con acqua tepida et ojfimele . Seme d’atriplicc beuto. Seme di ricino prefopcr bocca. Seme di cataputia. Fradice di afar opre fa in poluere con ofimele. „ Antimonio noflro hiacinthinoprefo con mafiice & zuc- chero rofado. A purgare l’acqua delli hidropici. DI DIOSCORIDE. Fradice di ciclamino beuta con acqua melata . Dicottione di polio beuta. Succhio di hippophefio beuto alpefo di tre oboli. Succhio di hippophaeprefone un obolo. Seme di ricino mondato beuto alpefo di 30 granifina du bito di errore 0 Seme di lathiri ( cioè cataputia) pefo al numero di fei ouer fette grani incorporato con fichi fecchi ouer dat . tolì&fattone pilule. Foglie di fambuco ? Foglie di ebulo * * ì mpetroprefo nel brodo,ò uero nell’acqua melata. Dicottione Purgare l'acquadel 1 i hidropi ci. medicamenti solvtivi Dicatione dì cinocrmke data à hcre. Jl faro beuta. Latte dì lattuga faluatica beato inaccto melato. Radice di trifoglio bituminofo data in uino alpefodìdue dramme. Latte di tìtbimalo dato à bere. Tbimelea prefa della parte di dentro data à bere al pef > di lo grani. podice di ulte faluatica bollita nell acqua & beuta in due datili di nino inacquato con acqua marina. Squamma di rame beuta in acqua melata, iicottione di mercorella beuta. DEL MATTHIOLO. Succhio di radice de iride beato. Fiori di pertico mangiati in infoiata o in qual altro fi uo- • gli modo prefi fi-efebi. Soldanella. Corteccia di frangola . Elaterio. peubarbaro. Agarico. Antimonio noflro hiacinthino. Turbitinbeuanda. Mollifica A mollificare il corpo, re il cor- DI DIOSCORIDE. Ciregiefiefche TZlf” H"' Fichi maturi J Latte di fico heuto. Frodo di chame beuto. Fnghie odorate beute . Rafano mangiato. Bietola bianca cotta mangiata. Blito mangiato ne i cibi . iicottione di qual fi uoglia rombice beuta & parimente le foglie cotte & mangiate . MEDICAMENTI SOLVTIVI ÌAalua cotta mangiata per cibo , triplice cotto & mangiato. Cauolo cotto leggiermente mangiato, iicottione prima di lenticchie beuta . Sparagi mangiati. Succhio di yucca bollita intera beuta. Cengeuo beuto ò mangiato . Tucedano beuto. Scilla fecca data alpefodi un cucchiaro ò di due . Seme di androfemo trito,& beuto. Succhio di par jet aria beuto • Seme di papauero faluatico dato con acqua melata al ps fo d'uno acetabolo iicottione di cinogloffa beuta. Rami di chathefice cotti & mangiati. Cime primaticcie di brionia cotte , S mangiate per cibo * DEL MATTHIOLO. C affia fólutiua . Olio di mandorle dolci beuto . Manna prefa con brodo. Terebentina di larice . Trune damafehine & ungaredolci. Sebefleni macerati nel brodo & mangiati. Foglie di malua onero i fuo affi ar agi cotti & mangiati in infalata. JL triplice mangiato cotto • Bietola bianca,& il fuo fucchio . •Ajfiaragi mangiati cotti con uua paffa. Succhio di Hieracio beuto . Pkottione onero infuftone difena ò il fuo uino ferino nel proprio difeorfo. Bclisfrefca prefa inpolitercò heutone la dicottione. Infette bianche damafehine odorifere mangiate frefebe da digiuno. FuapaJJa mangiata aitanti pafio. IL F I E. 'X DICHIAR ATICI E D’ALCVNI VOCABOLI, COSI MEDICINALI COME PVRI TOSCANI, CHE SI LEGGONO NELLA PRESENTE OPERA. '/ A BBRVSTIREj UttO- flire.abbruftolare. ricopi , unguenti,& em- piè» , che fi fanno per lelafiitttdini. . Acrocbordone , poni pendenti. Mipine pofleme , pofleme piene di una materia , come feuo. Albugini , macole bianche ne gli oc- chi. Allettare , chiamare ì fie con care; £- \e. Alphi , ulceragioni fintili alle uolati- che. Mignare, crefcere, u'utcre. Angolofo, fatto i i cantoni. Anguflied’ orina, dolori per nonpo- ter ormare. Anaffiare, adacquare. Mnefiare, infertare, incalmare. Antidoti, medicine centra i ueleni. Atgeme , fiocchi bianchi ne gli oc- chi. Afiillare , propria pafiiom de buoi, & bufali , quando trafitti dal mo- fcone , [aitano con la coda dritta comefuriofi. come nelle querele, nelle noci,& in altre piante . I Latini chiamano quesla cofa lulus. CruStacei animali fono come gamba- ri,Granchi,& firmili. Cauolo, uer\e,.coli. Cerafle,fi>etiedi ferpi cornute. Cicatrici, fegni di piaghe già falda- te. Ceraginof o,ftmleaUacera. Cicatrigare, faldate, & confondatele piaghe. Ciffa è quello appetito corrotto dima giare terra, carboni , & altre co - fe , che fuoljtenire alle donne gra- vide. Corica, catarrbo, che uà al nafo. crefcen\e ficofe , crtfcen\e\di carne cheidcerandofi firaffembrano à i fichi aperti. Capili fono le cafe delle api. D DrsEN.TEB.IA, flufjo diCOr pò con fangue , & rafura dì bu della. Ditella , lafene , concauità , che fono futtaalle braccia. Fumentationi, lavande applicate cal- de con le /pugne, ò con feltro, ò con accie di filato crudo. G GO N o o L e , cappe marine, & lor gufei. Gorp^o, goffo .tumore nella gola. Gorgorpptle , canna della gola. Grugno , mofiaccia proprio di por- co. H HEmorroide, marouel- le,moreci. Hernie , enfiagioni ne i testicoli. Humigarc rendere humidità. I Impetigini, volatiche. Intertigini feorticature della pelle per caulinare ò per fregarfi l’un membro coni altro. Intrecciare , intrigare inteff ere. L B Balenare , lampeggiare dell’aria. Batticuore, battimento di cuore. Belletta, limo , oucramcntefìmgopor tato nelle campagne dalla gran pie na de fiumi. Bitor%olo,bognone caufato ò per per- cola òper altra cagione. Bocciuolo è propriamente quellapar- te del corno, clic fi pone alla bocca quando fi fuona. Brafci fono ne gli borti quelle che chiamano alcun iranegha. i La- tini le chiamano Arece. Brancho , catarrbo che feende allefàu ci,& al gorgotgule. C CA c e t I c o, bolfo, befenfio, quaft come me\o hidropico. Cado, mifura di vino. Cachri fono quelle gemme,cbefi veg- gono ne i nocciuoli filmili al pepe lungo, & in altri alberi anebora. E EMO I MAGHI ,fi chiamano coloro che patifeono posteme nel petto di dentro. Epinitide.fono alarne macole coffe ri- levate , che vengono piu la notte, che il giorno con ardore, & pruri- to,in Tofcana le chiamano lapor- cellana. Evifipele, infiammagìoni di membra con caldo , & ardore intenfifsi- mo. Efiiomenate , fi dimandano quelle ul- cere , che corrodendo putrefanno le membra. r Farfarella, pagliuola del la teSla. Faui fi dimandano alcune ulcere , da cuiper diuerfi meati efee un liquo- re filmile al mele. Fenico filmile alla ferola. Forùncolo, bugnoncelli, uifciuoli. Flemmoni, pofleme calde. LAttI me, bronce, che uen- gono à fanciulli in fui capo. Lentigini , putigini , macole della pel- le della faccia, & d'altre membra. Lethargia , mal di teSìa , che fa diuen tare l’huomo flupido , & dìmenti- cbcuole . Lieuito , fermento, leuado. Lucciola, è quello animalctto ,cbeuo landò fa lume di notte. Luoghi fecreti delle dome, cioè la ma- drine con le altre propinque parti. M MAlefIchi , uelenofi, mortali. Margini, fegni di ferite, òdi piaghe faldate. Meliceride , pofleme , che contengo- no dentro difeuna materia filmile al mele. Narcotico, flupefatti HO. Hafipur- IfaUpurgìo , liquore da tirare fu per lo nafo per purgare la tetta. "ìqiccbio, fi chiama la fiorini delle gon gole atteramente cappe d’ognifor te. "noccioli fi chiamano li ojjì che fono dentro delle pefche , prime , oline , & altri frutti. 0 OMevto, lora, piria. Omphacino, acerbo immaturo, opiftotono yfpafimo , che per ritirare i nerui, tirala tefia ali indietro uer- folefpalle. Or bacii clic , bacche d’alloro. Oxipori medicine penetratine. T , poflhemelarge & piai Tanocchie chiamiamo noi le {fighe del miglio , del panico, delle canne, tir altrefimiU. “Paronichie , panarie ci y panarecci. Parotide ,po§ìeme dopo alle orecchie . Pauiglioli 3 farfalle , calalini. Pelagione , pelerà , eduitio. Periodichi , fi chiamatilo quei morbi che non fono continui. Peffoli 3 foppofte che fi mettono nella natura delle donne. Pefco albero per fico. Phrenefia , poflema calda ne ^panni- coli del ceruello. Polipo y è una carnofitàchenafcc nel nafo. Tondord, ftujfo di corpo con fangue & con premiti grandi, Prefocatione di madrice , fi chiama quando le donne per uapori man- cali cafcano , come morte. Ptcrigi y fi chiamano quelle pellicole , che fi sfogliano attorno alle unghie delle dita. Procacchia , por ccllana, graffala. K Racemo, grappolo, graffo. Ramarro], lucertolo, liguro. Rannicchiare ritirare infieme. Redunic , pelle che fi /ficca attorno al le unghie . Rilaffatione di madrice, dislogagione. Rinuencidire ,farfi b umile, & arrende noie . S S^JLVMI, co fe falate. Sciame ,saddimanda tutta quel- la moltitudine d’ api , che in unafo la uolta efee de cupili la primauera fermandofi fopragl alberi. Schifatolo frànga impulforia. Sciamare è proprio delle api, cioè ufei re de cupili. Screare rafehiare della gola, ouera- mentetirarc con firepito la flemma ■ dal petto , & dalgorgofule. ■ Scoinoli ,fchiratti . Secondine , purgationi dopò al parto. Sopbifìicare , contrafare , falftficare. Sgretolare , Stritolare ,fminufare. Spafimo , ritrattone di nerui. Sprufare , sbruffare. Stacciare , tamiggiare , buratt are. Stantio , & fiantic , ferbato ,&fer- bate Lungamente. Stiacciare , rompere ammaccare. Strangolagione di madrice , il medefi- mo che profocatione. Suanito , fiappo , nano yfmammito . S affilare yfuffolar e ,fìbilare ,fìbiare , fif chiare. Suffufione de gl' occhi , è una congela- tone d'humori uifcofì tra la cor- nea , &la crifialloide. Slitto , lattato. T TJ. r l a r e , diuentare carolì- cio yputrefarfl. Tarlatura , carolo , polueredi legna- meputrefatto. Tenafmone , uolontà grande éf andar del corpo con premiti fenf andar cofa alcuna. T efiacei animali ,fono come oHriche > gongolc,& filmili. Theriomata , cognome d'ulcere mali- gne, & abominatoli. Tbimi,fono alcune ffiecie di porri , che fono appreffo alla radice fottli,lun ghetti alquato di forma et in cima g^ffi. Tignato , carolicelo , corro fo. Tignuole,carpe , tarme , cheguafiano le tappe farie , c*r le ueHimenta. Trabocco di fiele , maluerde , itteri - tia , morbo regio. Trafiggere , pungere , & proprio s'in- tende de gl' animali come fono le ue fpe,lc api,glì fcorpioni,& i ragni . Trama, il medefmo che cadrei . Tramortito andato infmcopi,ucnutofi •meno , ttrangofiiato . Trapelare , trapalare f utilmente. Trogli ,balbucienti. Tubercoli, picciole enfiagioni. Tuorlo , ilrojfo dell’uouo. V Vj, r ,i c i , fono alcune uenc groffe.maflimmietc nelle ga- Vctrici , muchi , mulini. (b e. , yggia, timore, paura. Vino puffo , nino fatto d'uua prima ìmpaffita al fole. Vitiligine, fi chiama ma certa fqttam ma della pelle,chcgl'Mabid chia marno morphea. Vencide, molli, tr atteuoli , arrlienoli. Viceré chironie, fi chiamano jjietial- mentc tutte quelle , che non fetida gran fatica fi poffono curare. Viceré falline fono quel medefimo, che ifaui detti difopra. Vua tèrna infirmità degl’occhifimile ad uno acino di ima. Vainolo, uaroto,uarole. Tofiia Poscia che in uari , & diuerfi luoghi di quefto uolume fi ritrouano nomi di Pefi , & di Mifurenel modo , che ufarlòleuano gli antichifsimi Greci , cofa ueramen- teneceffaria mi par che fiata fia,d’hauerli ridotti breuemente con la guida di Gale- no intelligibili à tutti nelle due fequenti figure, & mafsimamente teftificando eflo Ga leno effer cotal dichiaratione diDioscouDE. Nomi óc quantità di Pefi fecondo DIOSCORIDE. La Siliqua La Faua di Egitto Lo Orobo Lo Obolo Lo Screpolo La Dramma La Oncia Lo Acetabolo /•Vn Chalco VnChalco,8c mezo | Due Chalchi I Tre Chalchi j Due Oboli ! Otto Dramme ^ Pela 7 Quindici Dramme Vna Oncia Sette Oncie I Dodeci Oncie 1 Sedici Oncie ! VA,-, ; . Sette Oncie La Mina Medicinale Italiana Alcflandrina | Diciotto Oncie [ Venti Oncie * COME SI DEBBANO INTENDERE le mifure delle cofe àride come grano , legumi , farina , & fimili i m l’aratab. ? Il Moggio Lgittio , & Italiano jlMedimmo L’Hcmictto, onero me\ofefto Il Cangio la Chenice Il Sellario la Hemina LaCbeme il ambiar a r Cinque moggia Otto chenici Dodeci Hemietti , cioè meqt Selli Due Cangi Quattro Cbenìci , cioè dramme 7 20 Coniìaie \ ire tìemine Mtheniefi , cioè drdmelSo !. Due H emine, cioè dramme 1 20 Sei datili , cioè dramme 60 La quarta parte d’un ciatho ,cioè dram~ • c medue&me\a. Tre Scr opali COME SI DEBBANO INTENDERE i Peli , & le Mifure in Diofcoride UeUe mifure del le cofe liquide fecondo Diofco ride pefa del. nelle cofe liquide . licer amia. lib. 80 L'amphora. lib. 80 L’orna. lib. 40 Il Congio. lib. IO Il s diario. lib. 1 tue. Vino L’Hemina. onc. IO Meto,& LaCottla. onc. IO Mqua L’Oxibapbo. dramme 18 L’acetabolo. dramme 18 Il Ciatho. dramme 1 2 & fero poli LlCheme. dramme < 3 drftropoli t llCeramio lib. 7* 1 L'amphor. lib. 7* L'orna. a. lib. 36 Il Congio. lib. 9 ' Olio. Il Settario. lib. I me. L' emina. onc. 9 La Cotila. onc. 9 £ acetabolo. dramme >8 L’Oxibapho. dramme 18 Il Ciatho. dramme 12 IlChcme. dramme 3 Il Ceramio. lib. 120 * L’amphora. lib. 120 torna. lib. 60 Il Congio. lib. 15 ilScflario. lib. 15 onc. •Mele | L’Hemina. lib. 1 onc. La Cotila. lib. 1 onc. L'acetabolo. dramme 27 1 l’Oxibapho. dramme 27 Il Ciatho. dramme 20 Il chemt. dramme s 9 3 3 JTVTt t - — vi rRadici I Tronchi r Piante & ìor ^ Rami farti come | Germini y Midolle Concede '■ Cdchri ouero risoci R_agie foglie ir ammutii, ^Oliuo Gomme Fiori - Succhi I Castagno Vifchio, &c. Frutti ' ' v • 1 Quercia "Picciuoli Manna ? '-goccinolo , ' Seme > Rugiada. * quantùnque uicafchino dall' aria r Volpi i MiUcpede Chiocciole f Tutto il cor - 1 Fiondine 1 Locujìe Granchi I po come di Code tremale Cantarelle ÓHricbe | Lodole . Lombrichi Buccine * J Scorpioni lì Cicale T orpedini,&c. f ! Alcune me jbra, cerne l Tejle di « Fegati di Polmoni di t 1 | T eUìcoli di _ Vipere c Mene,&c. 5 Lupi c Cani &c. o Volpi Offa Lenti Caglio Fiele Sangue T^Ji/em iemali dì Cf,i , plici Medica- i ,, . r- J r . r J alle uo Ite fi con- l menti fi pren ? r < , v mene uf arem dono oda | Renidi Hinchi IV erga di ceruo Grafcia | Setto, j CerueUo i Midolla - Galli &c. Alcune fuper f Sterco di l,come .3 Alcune cofe e fieriori da lor Sfatte, come rln acque fai | fe, come \ « Minerali, di cui I fi ritr ouano al- \ In caue fot - f ter ance , co- vrine ( Sudore L Salina Voua Latte Boturo Sale Adarce Spogne c Smeraldi j Rubini 3 Sapphiri 1 Snlr AgneUi&c. rPMcule 'tBfa entrigli Cafioreo . Calli onero porri ■ Capra Afino &c, _ c Ceruo Ixticmo&u Spoglia di ferpi &c. Vnghie di L Stimmi Allume rFdnciulli j Cani ^ 3 Lupi ■■ f * Buoi : , | Capre ^Colombij&c. Peli Lana EfppOj&c. Siero Cera Cafcio Propoli Mele. Setaì&C, ’ i Ajphalto t ...... Alcionio Corallo, &c. i. a Pietra hematite Pietra armenia Ti etra gagate "Filtro - Pietra giudaica Terf e diuerfe Orpimento Litlmrgirió Solpho & altri fintili. ■ :v.\ 1 tieoreiì MartrT^hìf In Matthio!! effigìem. St M corP*!> tyvi'pofer, Imago Vna DìofcoriJis, Mai thìohj, font I I DISCORSI DI M- PIETRO ANDREA MATTHIOLI Medico Sanefe , NEL PRIMO LIBRO DELLA MATERIA MEDICINALE DI PEDACIO Diofcoride Anazarbeo . Proemio di Diofcoride . E u c H E molti non fedamente antichi, ma anchora moderni, habbiano fcritto delle compofitioni, delle uirtù , Sf delle proue de medicamenti ; nó dimeno , Ario cariffimo , noi ci sforzar emo dimoftrarti,che non uanamen te , ma con ragioneuole lìudio ,&concetto danimoci liamo modi à trat- tare q uefta medefima materia . Percioche alcuni di loro ciò non conclude ro a perfettione,& altri trattarono molte cofe,le quali cauarono dall’hifto, rie de «di altri . loia Bithino, & Heraclide Tarentino , lafciata del tutto la dottrina ddl'herbe , appena toccarono tal materia : ne tutti coftoro fece- ro mentioue de iminerali , &delle cofe odorifere . Crateua dipoiherba- rio , & Andrea medico , i quali piu diligentemente di tutti gli altri pare che quella parte habbia- no trattata , tralafciarono però di fcriuere di molte radici uuMTime , & d alcune herbe . Veto ' e , che in quello gli antichi debbono edere approuati : perche , fe bene effi di poche cofe fenderò, uta rono almeno nello fcriuere di quelle , grandidima diligenza . A i moderni non e coli da dar lede : del cui numero furono Idea Bado, Nicerato, Petronio, Negro, & Diodo» , tutti della fetta d’Afdepiade. imperoche coftoro ogni nota, &uolgar medicina dimando degna di perfetta icnt- tura , efpofero coiliuamente le uirtù,& le prone de medicamenti , non indurando accuratamente con l'ifperienza l'efficacia loro : ma trattando delle caufe con uane parole , & una cola pei un altra molte uolte fcriuendo , riculfco le differenze loro in una gran malfa di controuerfie . Imperoche Ne^ro , ilquale tra tutti coftoro è tenuto_.il piu eccellente , diffe , che 1 euphorbio era un liquore d’un’herba chiamata chamelea , chemfce in Italia : & che l'androfemo era quel medelimo, che 1 hi Perico • & che l'aloè nafceua di ini .riera in Giudea ; & molte altre cofe , limili a quelle , non poco dalla uerità lontane , falfamcnte propofe . : Le quali cofe danno indicio , che non habbia egli mal con la prefenza dell'occhio talcofe uedute,ma piu predo udite da altri. Errarono anchora nel- l’ordine • percioche alcuni congiunlero quelle cofe, che erano differenti di natura : & altri ne ferri- fero fecondo l'ordine delle lettere dell'alphabeto , & diuifero quelle , che luna con l'altra fi imu- gliano , &le Ipetie , & le uirtù loro , à fine di ricordarfene piu.facilmente . Ma noi , come pollia- mo neramente dire , dalla prima nodra giouentù hauendo haùuto un certo continuo deriderlo di uolerconofcere la materia medicinale, hauendo lungamente cercati molti paefi( fai ben tu qual fia data la uita npftra militare ) in lei libri per tue eflortationi tal materia habbiamo raccolto . La qual opera à te dedichiamo, riferendoti grafie dell’affettione tuauerfo di noi . percioche quantun que naturalmente tu fij am ico di tuttii dotti , & di coloro maffimamente , che fanno teco la mede- rima profeffione; a noi nondimeno Tempre dimodratìì una molto piu fpeciaie beniuolenza . E del- 0 la bontà tua non picciolo indicio la fingolare affettione , che Licinio Ballò , huorno neramente da bene , ti porta ria qual nel nodro conuerfàre apertamente conofcemmo , mentre che dell’uguale beniuolenza , la quale era tra l'uno Sri’altro dinoi ( cofa proprio da efler defiderata) ne maraui- gliauamo . Eflòrtiamoti adunque infieme con tutti quelli , che quelli noftii ferirti leggeranno, che non confideriate quanto noi riamo eloquenti nel dire , ma la diligenza , & l’ifperienza metta nelle cole . Imperoche molte cofe habbiamo con l’occhio diligentiffimamente conofciute : altre cauate daU'hiftorie da niuno difeordanti : & altre fapute , dimandandone gli dubitatori de i luoghi , ouc elle nafeono . Sforzaremoci adunque di fcriuere per un’ordine dìuerfo da quel de gli altri, le fpe- tie , & le uirtù di ciafcuna cofa . E certamente à ciafcuno manifedo elfer neceffaria la dottrina de o i medicamenti , per effere ella congiunta à tutta l'arte , & per dare in ogni parte efficaciffimo aiuto. Il perche s’accrefce l'arte per le compofitioni, midure, &efperimenti,chefi fanno nelle malat- tie , per molto conferirgli il conofcer di tutti quelli . In oltre abbracciaremo ogni famihare,& tri- 2 Difcorfi del Matthioli h materia , che s’ufi nella quotidiana uita dell’huomo , accioche tutta quella noilra dottrina Lab- bia ogni fuaperfettione . Debbeli adunqueinprima hauer cura , che tutte quelle cofe al fuo tem- po li ricolgano, &ferbino: perche certamente olTeruando quello, fono del tutto efficaci : altri- menti i medicamenti li fuanifeono , Bifogna oltra di quello coglierli nel tempo fereno : percio- che non poco importa il ricorri nelle pioggie , ò nel fecco : come parimente importa il torgli nelle montagne , ne i luoghi uentoli , alti , freddi , & non irrigati dall'acque : conciolìa che certamente colti in quelli luoghi , hanno maggior uirtù . Quelli , che nelle campagne , nei luoghi acquaftri- ni , ombrali , & doue i uenti non fpirano , li ricolgono, il piu delle uolte fono di poca uirtù : & mol to meno uaiorplì fono quelli , che li colgono fuori del fuo. tempo , & quelli , che per proprio difet tònOu allignano. Equeftcniedelimamenteda’fapere,chelepiantefecondo la proprietà deliro- I0 ehi , & per lo temperamento dell’anno horapiu palio, bora piu tardi uengono alla perfettione. Ne fono alcune, che per naturale proprietà producono i fiori il uerno,& parimente le foglie, & alcune due uolte l'anno fiorifeono . Et però bifogna a chi uuole dferne bene inllrutto , che nel na fcere , nel crefcere , & nell'inuecchiarlì le uegga prelèntialmente . Percioche chi fololeuedenel nafeere , non le può conofcere quando fono grandi : & chi fidamente le uede crefciute, non fa co- me elle fi fieno quando nafeono . Coloro adunque , che del tutto non olferuano quello , nel mu- tarli la forma delle foglie , la lunghezza del folto*, la grandezza de fiori , & del feme , & aliai altre proprietà , grandemente ne reltano ingannati . Per quella cagione molti di coloro , che rihanno ferirlo , hanno euidentemente errato , credendoli , che alcune piante , come fono la gramigna, la tuffilagine , & il cinquefoglio , non producelfero fiore , follo , ne feme . Coloro adunque , che J0 fpelfe uolte & à uedere l'herbe , & doue elle nafeono , fi conferiranno , confeguiranno ogni poffi- bile cognitione di quelle . Quello anchora è da làpere, che di-tutti i medicamenti dell’herbe folo I’helleboro coli bianco , come nero molti anni li conferita : & tutto il rello da tre anni in poi è del tutto inutile . Debbonfi ricorre l’herbe fruticofe , come la llecha , Ja trillàgine , il polio , l’abrota- no , il feriphio , & il uolgare alfenzo , l’hillopo , & altreà quelle limili , quando fon piene di feme : i fiori, auanti che calchinoti frutti, quando fono maturi :& il feme, come comincia à feccarfi, auantichecafchi. E da cauare il fuccodall’herbe,& dalle foglie, nel tempo, che il nuouo follo comincia à germogliare. Colgonltiriquori,&lelagrime, tagliando ilfuilo nell'ultimo uigore del crefcere . Le radici , i fucchi , & le corteccie , che lì uogliono ferbare, fi debbono incogliere nel cadere delle foglie delle piante loro , & feccare quelle , che fono nette , in luoghi non humidi : ma quelle, che fono poluerofe, &fangofe, li debbono rimare con acqua . Serbanfii fiori, & tutte le i cofe odorifere in callèttine di Tilia , che non fieno humide , & i feltri nelle charte , & qualche uolta nelle foglie . Per ferbare i medicamenti liquidi , ogni materia denlà è alpropofito,come d’argen- to, & di uctro,& di corno . Mettonli parimente ne uali di terra cotta,purche non fieno tran- fpirabili . Alpropolìtofonoanchoraque]Jidilegno,&maffimamentediboiro. Ailiquidime- dicamenti , à quelli de gli occhi , & à tutti gli altri , che li fanno d’aceto , & di pece liquida , & di cedria , fono conUenienti i uali di metallo : & airi graffi , & à tutte le midolle fi conuengono quel- li, che fon fatti di llagno . DISCORSO DEL MATTHIOLI. 4® V an to fiadibifogno àtuttii Medici , che diueri ,&legitmìuoglianobauerc nome , il conofcere fenfatamente tutti i femplici medicamenti , che fi conuengono all'ufo della me- dicina, non folamente dimofira qui Diofcoride ^dnagarbeo in tal materia ageuolmentc prencipe di tutti gli altri ; ma doppo lui lo dimoflrò con dottrina ineducabile in uarij , & diuerfi luoghi Galeno : il quale feguitando in quejla materia piu di ciafcmo de gli altri Diofcoride ( come gli ferini catididiffìmi fuoi ne fanno per tutto fede ) fuperò lungamen- te nel dichiararne le fatuità , Infoiando deUhifloria à Diofcoride la palma , ciafcmo de gli altri fcrittori , che in tal materia deferiffero . Et tanta fu la dilettatione ,& l’incli- Nauigitioni , natione dell'animo , che hebbe egli della cognition de neri femplici, come colui , che ben fapeua , che fenga ciò nonpo- 5» gi \Jt Galeno doiamarfi nero medico ,chc non perdonò alle mfoppor labili fatiche delle nauigatiom fatte in Lenno , in Cipro , & per conofcere in Sona , ne ài lunghi pellegrinaggi fkttiper altre longinque parti del mondo , accioche fincer amente poteffe certificar meri femplici. fi , quali fuffero iueri ,& fmeeri medicamenti ,& quali i contrafhtti ,& gli adulterini . Et però ben dìceua egli al tergo libro delle compofitioni de medicamenti in genere: Debbono i medici giouani di buona fperangd fempre incitare feftejjì alla nera c ognitione de medicamenti , accioche ben conofcano f infat amente la materia di quelli, mirandoli , & rmiraniolìpèr loro medefiminonima uolta , ne due , ma molte , & molte . imperoebe la cognitione delle cofefenfibili s acquifia , & fi conferma conto fpejfouederle . Del che ne da euidentiffimo indìcio il uedere noi, che molte mite fono due fi-atellinati d uno medefmoparto , che ne paiono in ogni lor fenili unga del tutto firnilì , & nondimeno à coloro , chejfejfe uolte gli veggono , & continuamente conuerfano con loro , paiono ejfere differenti . Il perche è belliffima co- fa il contemplare la materia dell herbe, dei frutici, & delle piante, ciò è quali, & chetiti fi ci dimofirano auanti che tfo producano i frutti , quando li producono , quando crefcono ,& quando fono nellaperfettione , prima che fi cavino di terra , Sjiefia adunque continua fpccu.latmio infogna , quando fui il tempo di morti > di riporti , & dicuftodirli inluo ghi Nel primo lib. di Diofcoridc . 5 ghi pecchi-. Et però u ammoni fco qui damici afeguitarmi ,fe uorrete candidamente effercitarui nell'opera dettane. Voi uer amente haiiete molto ben conofciuto , come mi fi portino ogni anno da diuerfe nationigli eccellentiffmi medica- menti , perfaper io in quanti nani , & diuerf modi gli contaminano & fophiflicano coloro , che tutti injìeme fitto Co- pra li comprano . Del chef potrebbono forfè anchora accufare , ma molto piu i mercanti 3 che gli uendono,gliberba~ Si ulfificauano ri che gli ricolgono 3 & coloro che fuor e de i debiti tempi portano nelle città i liquori delle radici 3 i fucchi 3 i frutti , i 1 medicamenti fiori , & i germini delle piante : imper oche cofi oro fono i primi , che gli fophiflicano . Qualunque adunque mole do- te“po gni luogo bauere copia di rimedij , bifi >gna che fia lungamente fermentato nella materia di tutte le piante 3 de gli ani- mali , de metalli 3 & d'ogni altra co fa minerale 3 & terrena 3 che s’appartenga all’ufo della medicina,accioche ben fa p pi conofcere quali di tutti i medicamenti fieno i leghimi 3 & quali i baflardi . Et però fe chi fi uoglia 3 non uerrà all’ope - I o radi medicina in cotal modo infirmo , quantunque f ilamente in parole po/fa eglifaper il modo di medicare , non farà però mai opera alcuna degna dell’arte . Et al primo degli antidoti : Deue il medico ( dìceua pur elfo Galeno ) haue- re 3 effendoglipojfibile , uer a notitia di tutti i [empiici medicamenti ,&fenon di tutti 3 almeno della maggior parte di quelli , che piu fono in ufo appreffo noi . I quali chi ben conofce in tutto’l corfo della età loro , li potrà ritrovare in mol te parti del mondo 3 come gli ho ritrovati io in molte parti d'Italia : ma non però le conofcono 3 quando le [puntano di terra, ne quando crefcono , coloro chefolamente le conofcono fecche . Quefìo tutto diffe Galeno . Dal chcpojfono chia- Senza il cono- rirfl tutti i medici del modo '3 chefenga il uero cono [cimento de femplici non fi può ne ragioneuolmente medicare 3 ne fi- fomento de i cur amente operare ,ne fe non per forte fonare .TS^e batta contentarli ( come molti & molti medici ,& quelli fpeffe p^P ideare mite 3 che afpirano à i primi luoghi ,ffinno ) de medicamenti comporti 3 che fì tengono nelle (p diarie noti3& chiari à fenonàuentu- cìafcuno : credendofì , che affai fia adoro il fapere 3 che il Diacatholico purghi tutti gli humori 3 il Lettouaro di fucco di ra* <2 e> rofe la cholera , il Diacartamo la flemma , la Dia fena 3 & lepilule de lapis Lapidi la melancholia 3 le pilule Coccie il cervello , le Lucie gli occhi , & quelle dU ermo dattili , & parimente le Fetide legionture : non curandofi di fapere piu aitanti 3 ne diche fòrte di femplici , fieno cotali medie amenti flati compofli , ne fe ui fì ritrovano quelle f acuità , che ne promettono i nomi loro , ne f è i [empiici, che ui fi mettono, fieno leghimi ò baflardi , òfophijlicati , ò contrafatti ,ò nuovi ò vecchi , òfecchiò uerdi , ò. colti al fuo debito termine ò fuore di fiagione 3 ò pecchi al Sole ò adombra ò al calo- re del fuoco , come fpeffe uoltc fanno gli fpetiali per la fretta , che hanno di comporre qualche medicamento. Jfe auuer- ^ tifeono cofioro, che nei lettouari , che purgano la cholera, rare mite fi mette altro , che Scammonea fophificata con intomoalcom latte defila ,■& d altre fpetie di tithimali . In quelli , che purgano la flemma , Jfeffo per il uero Turbit, ui fi pongono porre. le feorge delle radici dell’efula , & di quelle della thapfia , & della peonia , con cui contrafanno alcuni il T urbit , tal- mente che ingannano non fi ilamentegli fpetiali,ma i peritifiimi medici che fono nelle piante, & ne femplici medicamenti gO piu effer citati, fe elle non fi gufano , & non fì paragonano co quelle del uero , & legitimo T urbit . Tfiellc pilule de’her- modattilì tutti mettono l’ephemero Colchico per l’ hermodattilo : & nelle fetide il per freme della rutafiiluatica quello della cicuta, ambedue mortiferi medicamenti . Scnga che molte uoltefi compongono imedicamenti femplici vecchi , & ftaniti : ondefeguita.poi, che di nìm valore riefeanó i compofiti . Il che quantunque alle volte intervenga per malitià inefeufabile ,• nondimeno accade ciò il piu delle uolteper ignoranga, & per trafeur aggine , uedendofì chepochiffimi jpe- tialì fi ritrovano ( di quelli però non dico , che fi dilettano nella [acuità de femplici ) che non ufino fpeffo di metter una co fa oer unaltra,quado mancano loro le uer e. Imper oche ufano l’afaro per la bacchari,il loto domettlco per il meliloto, Abufi, & igno- la colutea per la frena , l'acoro oer.il calamo odorato , il cipero per lagalanga , il hieracioper il foncho , la lattuga fai- ranze delle fpe natica per l'endivia , l'aglio faluatico per lo feordio , alcune gomme per ilfuccino , la thapfia per il turbit , la pece per V a ^e£j ”^n° iipijfajphalto-, la ragia Ad-Lark^ptr lalagrima dell\Abeto , &per la nera terebinthina ,laphillite per l affieno , al- tj . cune radici incognite per il meo-, per il peuccdano ,& per il copto: la lacca di verdino, & di grana per il cane amo , l’ oliuaflro di Efiodi, per /’ agallocho , l’offa & la carne humanaper la mumia , il macis per ilmacero,la charta per il papiro , ilcrejpinoper loxiacantha , il convolvolo per il ligufiro , il ficco delle prime faluatich e per l’acacia , & quello del ligufiro , & delle bacche delpericlmenoper il lido , igambariper i granchi , ilranoncoloper il coronopo, lafapo- naria per lo fir uthio , il cardo finto, & la carlina per la J fina bianca, il parthenio per l'artcmifia ,la cotula fetida per il parthenio , itefticoli di cane per il fatirio , il polio per il camepitio , il triebomane per l' adiamo: la cadmia per lapompholige , Perugine per il fiore del rame , lafquama del rame per quella dello fiomoma , alcuna terra contrafatta per la terra Lennia , il falnitroper il nitro , & altri uarij & diuerfi femplici l’uno per l’altro , fecondo il mal ufo di va- rie regioni , i quali per brevità trapaffo . Il che non interverrebbe in molti luoghi ,fe i medici bave (fero quella perfetta dottrina de i femplici , che ragionevolmente fe gli richiederebbe d’hauere . per cieche effondo dotti, & periti in tal ma- teria , fapendo , & conofcendo gli errori , chepoffono intervenire , ouiarebbono àgli fcandoli , che fì commettono , ne lafciarebbono comporre le cofe d importanza fenga vedere prima tutte lecofe, che vi fi convengono . Et però sfor^nfi h ornai quelli dico , che non fanno , d’imparare la dottrina de femplici : per cieche non è cofapiu uergognofa ad uno arte- fice, che effere ignorante delle cofe ,& de gl'inflrumenti, che all arte fua s’appartengono. Il che interviene à qual fì uoglia medico , che ufa medicamenti compofli , & non fa , ne conofce , ne i femplici , che u’entrano,ne la natura di quel li . Et però ben diceva Galeno alv li. & v in. libro delle compofitioni de medicamenti inparticolare : chi non cono- fce bene , & diflintamente le [acuità de femplici, non può conofcere in qual grado fia la virtù del compofìto , ciò èfe el- la fia fortiffima ò clementiffma , ò mediocre , òdi cofe tra fe contrarie . Il perche ninno può con ragione comporre medi camenti, fe non ha ben à memoria le [acuità, che tengono i femplici. Tfie però fi perfuada alcuno di poter farfì perito , ^ perfetto in quefia materia per leggere , &per rileggere folamente i volumi, che ne trattano , quantunque fujfero far periro d approuatiffmi , & autentichi fcrittori,fe prima [enfiatamente piu &piu volte non fe gli moflrano i femplici à dito da “>a di libri ne precettore in tal materia effer citatiffmo , & che con l'occhio , & co’lgufto in diuerfi , & uarij tempi in ogni loro parte i^rnpficT^ ^ non fi confiderano . „4l chehauendo nonpoca aver tenga Galeno ( come fi legge nelprologo del fefito libro delle [acuità J 2 de 40 5° 6o Le fórme del- Therbe ferine nelibriuaglio- nopoco. Autori com- mendati da Ga lena. La dottrina de femplici s'ae- quifta con l’oc cnio dal precec tore, & non co libri.. Coloro che co trafanno i me- dicamenti,, in- gannano alle uolte i periti femplicifti . Piante , che trasformano le foglie. Perche cagio- ne le figure del le herbe, cheli ftampano ne li bri, non molto giouinoper co nofcerle . Difcorfi del Matthioli de (empiici ) diceua : Io non potrei neramente non accufare coloro , che furono i primi , eh e fi sformarono didimofirare con le dipinture le forme dell' herbe , /limando però io , che molto meglio fìa imparare di conoscerle con l occhio dal pre- cettar e: & queflo per non imitare coloro , i quali dment ano gommatori con leggere foUmente i libri , pervadendomi _ che piu uera dì ogni altra fia la dottrina acquifiata con l’occhio dal precettore , non Solamente delle piante , ma di tut- tidi altri medicamenti . Ma fé pure sha bifogno de libri , chi fard quel tanto infenfato pouero huomo , che pofìpofii gtifèrittidi Diofcoride, di negro , d’Heraclide Tarentino , & di Crateua,& d’altri lungamente macchiati m cotal fiic ulta , preferisca d quefii quelli dì alcuni altri piu grammatici , che medici , ouc poco altro fi ntruoua , che incanta - tieni , Sfregamenti , trasformano ni, & herbe confiacrate d decani de i Demoni i Et alprrno libro degli alimenti : Quel la neramente ( dicena pur egli ) è ottima dottrina , la quali ac quitta per uiua noce del precettore, & non il uolerfifiar nocchiero di natte , ò capitano difoldati , ò uolere acquittare qual fi uoglia altro magittero /blamente con legger e ih- IQ bri . Ver cieche ì libri. /blamente fi fimo per hauere le dmofirationi delle cofepaffate, & per hauere commentari j delie già imparate , & non perche con quei foli fi pojfa perfettamente imparare , & diuenire perfetto nelle cofe . Eccetto fe alcuni non fu/fero , d cui del tutto mancaffero i precettori , & chefuffero cottretti di cercare d’imparare con quei libri, che fono fiati fcritti aboniantemente , & con buon ordine , comefiamo ufati difire noi . Imperocbe leggendofi , &ri- leggendofi con priuato fiudio , & ffeffe uolte , & non laf :iandofi occupare dallafitica,fipuò coneffifire aneboraun profitto danon pentitene . Et al primo libro degli antidoti , diceua : Ts/pn potendoft uenire nella uera cognitione de femplici per mego di precettore , che gli dimottri , & che fi uoglia fir quefio con la lettura de libri , che ne trattano, co- me fono le o pere d’Hcraclide , di Crateua , di Diofcoride , & d’altri , ucr amente gli fir d bife )gno di molto maggior con- fidaratione , prima che fi cur amente po/fa giudicare tutti e le uirtu , & parimente i uitij delle medicine : per faper io , che coloro che le uendono , cofi atticamente ne fophittic ano alcune , che molte uolte ingannano coloro , che ne fono prati- 2 0 chi/Jimi . Onde diceuapur egli nel I X. libro delle ficultd de femplici , trattando del diphrige : Aggiungerò a quetto ra- gionamento , che affetta d quetto medicamento , alcuna cofa , la quale non Solamente far a utile da faper e del diphrige, ma anchora della terra Lemma, della pompi) olige , deli opobalfamo , & del Lido Indiano . Imperocbe imparai e/fendo anchor giouene d fopbitticare tutte quefie cofe , di forte che non par euano punto differenti dalle uere , & natine . Era colui, che minfegnaua con grandifiìmo pagamento , huomo neramente curiofi/Jìmo , non Solamente incoiali cofe , ma inmolte altre fmiliìl/e per altro nauigai io in Lemnofin Ciprijìi Soria,fe non per potermi acquittare tanta gran qnan titd di tutte quette cofe , che nepoteffi hauere affai per tutto il tempo di mia uita . 7/el qual uiaggio ritornando di So - ria Valettina , hebbibella commoditd di fornirmi di lido , & aloe Indiano : fapendo certamente , tutto quello, che con tutta la foma quiuiportauano i cameli , e/fere uer amente lido, & aloe Indiano : e/fendo certo , che coloro che lo porta nano , non fapeuano l’arte di fophitticarlo , perche le cofe , con cui fifilfìficano cotali medicamenti , non nafeono in jq quei luoghi . Ma emmi parfo però ben fitto , di non manifefiare , ne fcriuere in che materia quefie cofe fifilfificauo,ac cioche non lo poffano imparare gli federati buomini ,per auiditd di guadagno . Imo che defìderarei di Stirpare , & per- petuamente ìia/conder e gli fcritti di tutti coloro , che prima di noi neferiffero . Quefie tutte fono parole di Galeno. Ver la cui dottrina fi può molto ben confiderarc , che con i libri foli non fi fir d mai alcuno perfetto Semplicista , anchora che con ognipoffibile arteui fieno flampate le figure delle piante . percioche ( come nel preferite prologo manifetta Diofco- ride, & nei luoghi fu detti Galeno ) è neramente nece/fariodchiuuolejfere buon femplicitta, di uedere le piante ui- ue con l’occhio non Solamente in untempo delì anno filo , ma in uarif ,& diuer fi .Ver cioche altrimenti fono le foglie delle piante , quando cominciando a nafeere /puntano di terra : d’altra forte , quando elle crefeono , & quando produ- cono il gambo : & d’altro affetto , quando fono cariche di fiori, & di feme . Tsfoi ueggiamo manifefiamentc , che il po- polo nero ,& parimente Uncino producono nel principio le fronde ritonde ,& nelproceffo in quetto diuentanofmili d quelle del platano , & in quell’ altro triangulari.come che nelihedera interuenga il contrario , producendo ella dapri ~ ma le fiondi quafi Stellate, &pofcia in proce/fo di tempo quafi ritonde . ilfìfembro acquatico nel principio fi le foglie tonde, &pofcia l’intaglia , & l’allunga fìmili d quelle della ruchetta . il lepidio el nafiurtio nel primo tempo le fimo tonde , &per intorno intagliate , & nelproceffo olìuari , & laurine , come fi anchora il uolgare petrofello degli h or- ti . Il lathiri chiamato uolgarmente Cataputia nel primo fuo gambonefi nette tutto di foglie lunghe fìmili d quelle de mandorli , & nelle fommitd de rami di forte le trasforma , che paiono pofeia ò d’arittolochia , ouer amente d’hedera . lì acantho giouane crefce con fiondi affai piu lunghe di quelle della lattuga ,& intagliate d modo di ruchetta, & inuec chiandofipoi le fi fu per il fatto co/i (f effe , minute , & appuntate , che non poco fi diffomigliano dal! altre : come pari- mente ìnteruiene in molte altre piante , che per breuitd trapaffo . Il che malageuolmcntefipuo confìderare nelle flam- paté pernondimoHrare elle di tutte le predette fe noni’ effigie d'untempofolo ,&ancho perche le cofe artificiofe ,& ^ dipinte non dimottrano mai cofìperfcttamctitc i lineamenti delle cofe , come fanno le uiue , naturali , & ucce . & cofi parimente mi pare , che per legge-re ìbittorie delle piante ferine da qual fi uoglia buon autore , non fe ne po/fa confegui re quella uera , & nec e/fari a cognitione , che fi richiede , per non ritrouarfi nelle defirittioni delìhittorie delle foglie , & de fatti di ciafcund pianta ,fe non una dcfcritt/ionc fola de lineamenti & Sembiante loro . La quale quantunq; fia ue ra, non pero da ella notitia del molto uariare & delle foglie ,& de fufti , che fimo le piante fecondo uarij tempi del- l’anno . il qual uariare altrimenti imparare nonpuojjì , che con un lungo ejfcrcitio dell'occhio nelle uiue , mentre che fo- no in terra . Oltre à ciò , quando nelìhiftoria de /empiici fcriuonogli autori i lineamenti delìherbe ,fempre procedono per Simigliando , ajfomìgliando l’acoro , il xiride , & lagladiola alì iride : il meo all’aneto , il cipero al porro, l’afaro all hedera , ilphu allofmirnio , & quefio à quello , & quello à quell' altro . Onde non èpoffibile , che non hauendo fi pri- ma ueduto infieme con ottimi , & c/fercitatiffimi precettori i femplici, a cui l’un l'altro raffembr ano gli Scrittori ; & che 60 per tal uia nonfene babbi notitia , poffa alcuno con libri foli figurati , & non figurati fir fi buon femplicifta . Et però par mi, che tutto che le figure 3 chefifiampano ne 1 libri con ogni diligenza de dipintori , & de fi ampat ori riducano à / memoria. Nel primo lib. di Diofcoridé. y memoria i [empiici, che fi conofcono , & che dilettino alTocchionon poco ; non però parmi, che elle fieno dì gran gioita mento à chi non nefaprimaper altra uia & con 11 aiuto deprecettori la maggior parte : come che forfè appreffo al uul- go altrimenti fi creda . Il perche procuri pure , chi mole in tal materia intendere qualche co fa d'hauere in ciò ottimi pre cettori , & di non lafciarfi rincrefcere in diuerfi tempi dell'anno , &per monti , &per ualli , &per ogni altro luogo an dar cercando , & ucdcndo le piante .Et non folamente attendere à queflo , ma andarfene nelle miniere , & quiui con- templare i metalli, & le altre cofe,che di quindi fi canano,con tal cura &dilige?i^a,chefi fappia conofcer poi le nere dal le falfe.llche non folamente bi fogna far quiui, ma nelle fornaci anchora, ouefi colano i metalli, per cioche quiui fi fu il diphrige , la pompholige , lo {podio , la cadmia , il lithargiro , & alcune altre cofe , che bi fogna conofcer e : le quali à quegli noflri tempi tutte fi ritrouano , ò la maggior parte , falfe nelle fpetiarie. Il medefìmo bifogna fare ne fondachi delle fnmofe città con le cofe chef ci portano pellegrine . E appo queflo dafarfi beffe di alcuni, che nel ricorre dell’ her- be & delle radici , uogliono che s' tifino alcune fuperflitioni diparole , d'incanti , & dì profumi , come fe le uirtù &fn- cultà de medicamenti fi poteffeno augmcntare ,fminuire , & infoyidere con le parole , & congl’incantefìmi, come fi ere dono gli f ciocchi , & i fuperflitiofi , uituperati nonpoco da Galeno nel fu detto luogo, cofì dicendo . Trattò Tamphilo l'hifloria dell’berbeper alphabeto , come facciamo anchor noi, quantunque molto tempo per deffe egli in narrare finitole da donne uecchie , fuperflitioni ,& incantamenti di parole , che far fi fogli ono da alcuni , mormorando mentre che di terra fi ri colgono l’herbe , da lui lodate per la piu parte per attaccare al collo , & in altri luoghi , & parimente per fa- re i lifeiper imbellire , imbianchire , &fhr parere quel , che non fono le donne : cofe in nero non folamente aliene dal- la medicina , ma tutte falfe inf fleffe , & bugiarde . Il che apertamente ne dimoflra , che fe pure ci doniamo fruir e de libri, lafcitiìido i fuperHitiofì à chipiaciono , debbiamo leggere , rileggere , & ben fludiare quelli foli, ne quali fi ritro uà la reale , & nera dottrina de f empiici , & che fono flati fcritti da coloro , che ne hanno hauuto il perfetto conofci- mento : tra i quali neramente tiene hoggi ilprincipato Dio floride . Et però meritamente lo lodò Galeno nel fu detto luo go con le fequenti parole . Dimostra neramente ( diffe egli ) effere flato Tamphilo nelle co fe , che fcriffe ,& di cui egli faprofeffione , puro grammatico : per cioche manifeflamentefa cono [cere per fe fleffo di non hauer mai ueduto , ne co- nofeiuto l'herbe , delle quali fcriffe , ne d'hauere mai {fermentato la uirtù loro , ma ben d'hauerne trattato folamente flotto fede di coloro che ne fcriffero prima di lui . <&■ cofì compilò egli ifuoi libri , mettendo à ciafcuna herba un monte di diuerfi nomi , & come trasformare fi debbiano gli huomini nel coglierle, che uerfi ui debbiano cantare intorno , che beua-nde prima gufiate , & che forte di profumi fare , & altri filmili flregamenti bugiardi . Ma Dio floride Jlnagarbeo compilò-in cinque libri tutta Futile materia de femplici {& non folamente dico dell' herbe , ma de gli alberi , de frutti , de ficchi , de minerali , & delle parti degli animali . onde parmi fetida dubbio che tra tutti perfettiffimamcnte babbi egli trattato della materiale medicamenti . Et tutto che fi ritr orlino gran numero di buone fritture lafciate da coloro che furono primi , & maggiori ; nondimeno da nim di loro fu cofì uniuerfalmente fcritto di tutte le cofe . Quel poi , che de femplici fcriffe HeraclideTarentino , Crateua ,& Mantia non fu neramente filmile , ne raccolfero coftoro infieme ogni cofa , come fece Diofcoride . Et al primo degli antidoti : Scriffe ( diceua pur effo Galeno ) fufficientiffimamentc tutta la materia medicinale in cinque libri Diofcoride , dal qual può ciaf uno neramente imparare tutti gl’indicij , che fi cariano dalguflo , & dall’odore , per li qualifì conofcono tutte le medicine ,&fi difernono le buone dalle cattine . Dal ebepoffono i moderni medici , & parimente gli ffetiali , a cui fetida feufa ucruna s'appartiene difiirfì dotti in que- lla nobili (fi ma materia , effere ccr tifimi , che in tal ferirà fra Diofcoride fra tutti gli altri il primo , & piu principale . Et però non doueriauo Jìancarfì mai di leggerlo , & rileggerlo tante uolte , & tanto portar fio in fieno, che gli diueni fi- fe del tutto familìariffimo , mentre che da qualche buon precettore fi gli dimofìrano all’occhio , & parimente al gufo i nini , ueri ,& leghimi [empiici . Il che t auto piu gli fra preflo uenire al difegno loro , quanto trouar anno bora i glo- riofi fritti d’effo Diofcoride netti,& purgati da ogni errore : & da i mici diforfi frittìuifopra , in cui quafi tutto quel lo che defemplici ferine Gal.fi ritroua , dì tal forte dichiarati, dilucidati , & illufìrati, che quafi altro di piu non nifi poffa defider are . M quello folo adunque accoflare fi debbono per Imfllibili affignate ragioni , tutti quelli , che ne uogliono uenire alla per fettione , & lafliare uia all’ignorante tiulgo , & à coloro che come i r arrocchi, non fanno ufiire del pantano, tutti gli altri libracci, oue alla deca fi tratta la materia de femplici, da chi à fatica non conob- befe non la lattuga , per effer cibo quotidiano , & l’ortica , perche ella punge . Centra cui frinendo Galeno al Jefio li- bro delle f acuità de femplici , cofì diceua . E' uer amente da guardar fi dalle cofe fritte da Tamphilo : per cioche non f riamente non uidde , ne conobbe l'herbe con l’occhio , ma ne anchora quando dormendo fi fognaua , & maffimamente quelle , di cui uuole dare egli il conofc mento con defriuerne le figure .ma fono cotali ffetie d'buomini ( come bendif- 5° f HeraclideTarentino {firmili ài publicì banditori, quali quantunque mai habbiano ueduto la forma , l’affetto , & altri fegni del fimo fuggitiuo ; nondimeno lo publicano col bando , tollendone i contrafegni da coloro , che lo cono fo- no , di modo che fe ben il bandito gli fuffe appreffo , non lo conoferebbono per quello . Qiieflo tutto diffe Gaietto . il che può molto ben filare per inflruttìone di coloro , che nella materia defemplici defider ano d' inir are per la dritta por- ta , & caminaredi lungo per la flrada infallibile . Ma ac cioche [appiano anchora, come ragioneuolmente fi deb- bano ricorre le piante nel tempo , che fono piu piene della uirtù loro , comi -.dando prima dalle radici , dico che la uirtù di quefie , cofì come di tutte l’ altre parti delle piante , non fi ritroua in tutte in un medefìmo tem- po dell'anno : impero che alcune in un tempo , & alcune in un’altro fi ritrouano piene d’humore . Quantunque fieno alcuni moffi da caufe molto ragioneuoli , che dicono effere da cauare di terra le radici fimpre nell' autun- no , nel cafcare delle foglie , & de fufii ; & altri nel principio diprimauera ,prima che creflano le foglie : per cioche 6 o nell'uno , & nell’altro di quelli tempi fi ritroua piu la uirtù nelle radici , che in ogni altra parte . Ma dicendo qui la mia opinione , creder ei io , che molto piu humore fi ritrouaffe in quelle, che fi cauano la primaucra , per non hauer prodottone flittene foglie , ne fiori , da cui fi tira tutto l’homore delle radid.Et pamìper ciò ragioneuole cofa,che quel J. l le Ne! ricorre dell herbe è co fa uana ,&fu- perttitiofa il dire orationi , & incanti , co- me fanno alcu 3° Lode grandi date da Gale- no à Diofcori- de piu chea eia fcun altro . 40 Diofcoridenel la materia de femplici tiene il principato- tra tutti * In che tempo fi debbiano ricor re le piante , & le parti loro . Quando ricor fi debbiano le radici. 6 Difcorfi del Matthioli le dell' autunno non debbiano effere, per battere di poco tempo fruttato , ne co fi piene , ne cofi uigorofe . quantunque pe rò non uogli negare io ,che quelle deUa primaueraper e/fere molto piu piene dkumore di quel 3 che nifi cornerebbe, & molto manco digefro , che non è pofeia quel che uifi ritroua l'autunno , non fieno piu atte d putrefarli , & corrompevi nelferbarfi di lungo . M che hauendo ricetto Diofcoride dijfe efrr eoamente , che le radici fi debbano cauare nel cade- re delle foglie , che le producono , llche accadendo fecondo la natura di diuer fi piante in uarij tempi dell'anno , bifogna Come debba- fiar attento di ricogliere ciafcuna radice nel fuo tempo determinato , frisandole di terra (effondo pero poffibile ) tutte no eflère le ra- intere , & in quei terreni , & fotto quei climi del cielo , che gli fono piu familiari . Deueno oltre a ciò le radici effere ben dicij quando lì nmitc }&ben falde nette da ogni putredine :mache però non fieno , per troppa copia di fuperfruo nutrimento della «colgono. dd lmg0 ^ Que die mpconQ xpiu piene } & piH groffc del douere : ne anchoraper difetto di quello fuanite , & rugofe . il che confider andò Galeno , mentre chefrriueua delle radici dell iride al primo libro degli antidoti : Sono in- 1 0 utili miuerfalmcnte ( diceua ) in tutte lefpetie delle medicine quelle radici, che fono frappe , & rugofe . Et quelle fono Come gouer- uer amente peggiori delle menomamente nutrite , & mediocremente crefciute , chepaffano la mediocrità della gr offerta, nare , feccare, & cjje contengono in fepiu humore di quel, che ui fi richiede . Canate oltre a ciò che fieno le radici diterra , lauinfipri ^ebbanoleTa- via ™ aclm chiara >fin tanto che fieno ben nette dada terra , & dal fingo , & mondinfi pofeia da tutte quelle picciole dici . & capillofe radicette , che quafi tutte uniuer fralmente hanno d'intorno ;& ponganfì con ogni diligenza a feccare . Et effondo , come fon quelle del finocchio , dell'apio-, dell afpar ago , del brufeo , del polipodio , della rubbia , dell endiuia , & altre fimili , freccbinfi nell’ombra , & ìlei uento , & non fi Inficino in modo alcuno toccare dal Sole , accioche non ne ri follia egli , per effere rare & fiottili , tutto quel buono , che ui fi r itroua . Ma che fi faranno di quelle , che naturalmente fonogroffe , come di gentiana, d’enola , di mandragora , di brionia ,& d altrifìmili , & che il tempo fìa niluolo ,&di uerno , accioche tenendole all'ombra nonfi muffino , nesinfr acidificano ,fi poffono fecur amente feccare al Sole,etal 20 uento . il che piu commod amente fare puoffi , quando tagliandoli in fottìi parti s infilano in qualche fottìi fune,che luna parte non tocchi l’altra : oucro che fi difendono fopraà graticci , & ogni giorno piu & piu uoltefì tramenano con ma- no . Ma è però d’auertire , auanti che fi fecchino , di cauar fuori quella legnofa midolla , che quafi in tutte le radici fi ri- troua , per effere ella inutile, & di niun ualore : come che nelle radici della gentiana , del ciclamino, dell ar filologia ri - Douefi debbi- t onda, dell’ iride , della brionia , della centaurea maggiore, &.d' alcune altre piante cotal midollanonfiritroui . Secche radici^ando che fono pofeia le radici à ha franca , & che ben fi conofre , che fi poffono conferirne fienai guaflarfi , riponganfim luo- l’Afelepiade , il narciffo , la thapfia , la peonia , l’ethio- pide , Molto conferì fee la cleméza del cielo intor- no alla fiondi- ti delle piante. Siti naturali delle piante , ne quali liete & bene nafeo- no. 10 Difcorfidèl Matthiolì pide il dimeno , l'onagra , la cacalia , l'aconito > il napello , la laureola , l'hijjopo faluatico , il peucedano, la cha- medaphne 3 la tormeniilla 3 la bidona 3 il cbameleon bianco 3 &il rosmarino della prima frette. & nelle feluede mon- ti h fritta bianca , & ne luoghi precipito, fi di quelli ilpetrofelino 3 6- la radice Bfrodia . Sopra gli alberi nafcono l'ago rico3 il uifchiofil mufco , il polipodio 3 il driopteri 3 la lichene i tirando il nutrimento dagli alberi propnjfopra i quali fi ripojhno nome che alarne dm pianto, fieno 3 che fi rimuanofopMgU'à^ai\ chenafcono ,&m falgono di terra come fanno le lambrufche , la uite nera 3 la brionia -, il tamaro. fhedera , la clematite feconda 3 lafmilace tanto hfcio , quanto afrro 3 il lupulo3& il periclimeno. Tfe mancano anchor dell' herb e 3 che uiuono ferina radice [opra l' altre herbe 3 ne altroue che f ipra quelle fi ritrouano , c ome è la cufcuta 3l'epithimo 3 1' epithimbro 3& l'epidebe. Jluan- tunque fio da fapere 3 che tutto che le prenominate piante uiuanopiunaturalmente3& piu felicemente per particolar patterà lóro ne loro proprijluoghi,&- fitti jUddetti ; non pero reHa 3 che hor in quel monte 3hor in quedo colle 3hor IO nel piano 3 hor nelle ualli 3 hor ne campi 3 hor nelle uigne 3 & hor in uarij & diuerfì luoghi le medefme intronare drana gantemente non fi pojfano . Et quedo badi per quanto fi ricerchi di dire ini orno alla notitia de luoghi naturali delle piante . Maper ampliare quanto mi fi a pofiibile la dottrina di quéda cofì utile , come neceffaria materia , narrerò bo- ra particolarmente di tutte le parti delle piante 3 che per tufo delta medicina fi ricolgono 3c io e delle radici , delle foglie , Varietà delle defudi $ de fiori , & delf me , Et cominciando prima dalle radici 3 come bafe , & fondamento di tutte le. piante, dica piante nelle ra che generano moltitudine di radici 3 & quelle fattili , tutte le forti delle biade . I legumipoi n hanno tutti una fola (e c- dici * cetto lefaue ) & quella farmento fa , & dura . Vna parimente radice hanno anchor quafi tutte le herbe 3 che per l'ufo de cibi s hanno di continuo ne gli horti 3 come la lattuga , l’apio 3 la bietola , la borragine , l'endiuia3& la eie ore a. Vm fola n'hanno fmilmente 3 la ruta faluatica della feconda frette 3 il peplo , il crateogono, l'ephcmcto 3 & molte mite la uerbenaca . Et per il contrario hanno moltitudine di radici 3 1 afar o > il phu3la bacchari , gli beUebori, icnp- 20 pari t iLaethamo, l’amphodillo 3 la chelidonia minore , l'afclepia , la circea , l'alcea l'ethiopide 3 la grami- gna , la felce f emina , l'orecchia di topó della feconda frette , la piantagione , il chrìfocome 3 l'afrarago , il mfeo , itpanace Heracleo , l'bcmionìte 3 la peonia femina 3 & l'alifma : & frìcate lepr oduc ono il nardo Indiano , & parimente il Celtico . Groffe & ferme radici fanno l’helenio , la brionia , la mandragora 3 la fcammonea , il cocome- ro faluatico , la uite nera 3 il rapo 3 la nimphea bianca 3 la colocafia , la radice ]\bodia , la China nouamente portata dalle Indie occidentali 3 la dragontea 3 l'aloè , la centaurea maggiore 3 i rofmarini , lo frhondilio , l enanihe -, la gen- tiana , l' astragalo , i chameleoni , il peucedano 3 il fimphito fecondò 3 il papauero cornuto ,il rapbano , il cardo , il periclimeno , ilfolatrofonnifero 3 la fmilace afrra 3 la thapfia 3 l’hippophae 3 l'bippopbeslo , il tìthimalo Characia , & la pitiufa 3 il rhab arbitro 3 & il rhaphontico . Sottili , spicciole le producono Ihidropepe 3 la catanance prima , 11 ranoncolo , tip anace jEfclepio , e'I Chironio , il phalangio3il trifoglio 3 l'hippofelino 3 l’antbillide 3 la phalaride , p il bechio 3 l ombrichi 3 l'holoflio , la britannica 3 l'epimedio 3 l'onagra 3 il tragio fecondo , il leontopodio 3 la uefbcna- ca fupina 3 laphiteuma , ilpancratio 3 l'aconito della terrea fretie 3 il chame cifro 3 1' afar 0 , lo helleboro tal bianco qual nero 3 lapiantagine minore , il coronopo 3 ilfefamoide , l'origano faluatico 3 l'alipo 3 1' atrattile, l’heliotropio maggio- re ,l’ ambrofia 3 /’ ono fina pia rabbia , la cepea , l'alifma , la betonica , il chamefice , il chrìfocome , il meo , il gingia dio ,&la centaurea minore . Legnofe , & dure fono quelle d'amendue le code di cauallo 3 èdita etbiopide- ideila fmi- lace afrra , delpoterio , della leucacantha , dell' afir agaio , del tìthimalo chiamato Characia , del cipero, & dell’ oleati dro chiamato da Greci rhododaphne . T enere , mòlli , & arrende noli’ fono quelle dell'aitbea > dell’ acantho ,'dell al- tea , & della malua , & del fimphito maggiore . TSfodofe , come quelle delle canne , fono l'iride , l'acoro , il poligo- nato , il rufe 0 , la nimphea , il xiride , l'hippoglojfo , la gramigna , il lauro ^ìlefjandrino, la colocafia , la galanga, il cipero , ilgengeuo , la radice China nouamente ritrouata, & parimente la Elodia . Sonò groffe , come le dita bimane ^ quelle dell’ orobanche , dell'eringio , del poligonato , della peonia mafcolina, delpirethro , del dauco , della paHinacha faluatica , del fimphito petreo , del doricnio , dell’ebulo -, dell’echio , dèlcrethamo , & dell’elaphobofco . Bulbofa , & cipollina radice fi ritroua nel gìglio tanto faluatico , quanto domestico , nelle cipolle , nelle fcalogne , ne bulbi , nell' am- phodilo , nell’aglio , nel porro , nel croco , nel nar cifro , in tutte le fretie di testicoli , nel fatino , nell' ornithogalo , in amenduegli ephemeri , nell'arifaro , nel biacintho , nella dragontea , nell' ampeloprafo , nello feorodoprafo , & nel mo- li . Tonde d modo di tartufi , & tuberofe fono quelle dell' anfiolochia ritonda , del ciclamino , dell'apios , del leontope- talo , dell'enanthe , della peonia femina , del rapo , del chrifogono , del periclimeno , del cipero , dell’ egemone , della catanance della feconda fretie , delpicnocomo , del geranio , del apiosfalfo , & dell’antora. E oltre à ciò nonpoca dif feren^a tra le radicìnel colore , nell' odore , & nel fapore : la qual cofa fapendofi difiint amente da coloro , che prefio de Differenze del mlentiin(lueftafacuhà fono ucr amente nonpoco gioueuoli ,‘cofi come il fapere anchor a quali fileno le -0 le radici ne i grandi <&le picciole , le dure & le tenere , le molte &le poche , le cipolline ,& le tuberofe, & quelle che fono lunga- colori3& fapo- mente nodofe , delle cui tutte forti habbiamo qui di fopra trattato . Di colore nero fono quelle del chrifogono , tutto che n ' di dentro biancheggino : quelle del papauero .cornuto , del nardo montano , dell’helenio della feconda fretie , del pan porcino , del chameleone nero , del cardo , delTamphodillo , del rofmarino , del rhupontico , come che quefie di dentro rojfcggino : del peucedano , del leontopetalo , delTepimedio , della nimphea , dell' eringio , del fimphito fecondo , dello fmirnio , dell’echio , dell' astragalo , dell'anemone , della mandragora , quantunque di dentro fia ella bianca : dell'aconi- to della ter?xa fretie, della thapfia,della per fonata, della felce mafcolina,della ulte nera , dell' arifiologia ritonda, amen- due di dentro di color di boJfo,<& della peonia femina, tutto che quefia, & quella della thapfia fieno fiotto la fiordo, bianche . Bianche pofeiaper il contrario fono quelle della piantagine , del poligonato , della dragontea , dell’ aro, del- l arifaro , del ranoncolo , dell’helleboro bianco , dell’ anonide , del liguflieo , dell’eringio , dell' afrarago, del rufeo , del- 6° l’hippoglojfo , dell elaphobofco , de rofmarini , dello frhondilio , della rapa , del raphano , della circea, dellalcea, del- 1‘ bolo fi io, del trago, del trifoglio, delnarcifro , dell’aglio, del porro , delgingidio , delL’iberide , dell'bippofelino,del tri- Nel primo lib. di Diofcoride. n folio dell! ìride, del fornace Heracleo , del tragio, del filano finnifero , dell'artio , dell' onagra, del cbamecijfi , della fiammonea, dell’althea , & della pitiufa . Et non del tutto bianche , ma bianchicciefino quelle dell'aro, quelle della po- iemonia,& dell'helenio primo. loffie fino quelle della rubbia, della centaurea maggiore, del rhapontico,& del rhabar baro, tutto che quefle di fuori nereggino alquanto: delpentaphillo, della tomentilla, dell’ iride faluatic a, della bietola rojfa, del blito, delle carote , dell' anchufa,dell' ono fina, della licopfi,del chrifogono , come che le fieno di fuori dì colore fcuro. Non del tutto r offe, ma rofficcie fino quelle dell'acantho,del pbu, del fatirio Erithr odano, del xiride, della radi- ce l\hodia, del filano fornii fero, dell' alipo, & del cofto. l{o[fe ficur e fino quelle della felce f emina, del cipero, del pieno - corno, & dell’ephemero Colchico. Et r offe por por egne quelle delfimphitopetreo,deUe cip olle, della fcilla,& del panerà - tio. Gialle di dentro fin quelle delTariflolochia r it onda, della glicini) fia, del lapatho,& hippolapatho , del cipero Ba- 1 0 bilonico chiamato uolgarmente Curcuma , dell'argemone, della chelidonia maggiore,& della gentiana . Et uerdeggia - no quelle del polipodio, delphalangio , dello fmirnio , & della imperatoria . Odorifere , ò uogliamo dire aromatiche fino quelle dell iride, dell'acoro , del meo, del cipero , della galanga , della gedoaria,del nardo tanto Celtico , quanto Indiano , dell' afar o , delphu, della gariophillata , del crctamo , del gengeuo , della baccbari,del lìgufiico , della pa- jlinaca, dell' angelica , del fefeli Maffilienfe , dell' hippofelino, dello fmirnio , de r ofinar ini , dell a fclepiade , della cir- cea , dell'alifma , della radice Pfiodia , & del tripolio . Di fapor dolce fino le radici della glicirrbi^a , del trago - pogono , della centaurea maggiore , del bianco chameleone , dell' elaphobo fio , del geranio , deU’ ardilo ,& del poli- podio . Et di fapore amare quella della gentiana, del ranoncolo , dell'helenio , del dittamo bianco , della lecuacantha, delp.mace H eraeleo, dell'hippopbae , delpancratio , della filila, della cicorea , dell' afar ago , del ru fio, della cent au- rea minore , della chelidonia maggiore, dell' amphodillo , & del ciclamino . .Acute poi fino quelle del gengeuo , del- 20 l'acoro, della galanga, della \edoaria , del crocodilio, del panace Chironio , dello fmirnio, del piretro , dell' ali fina, del tripolio, del raphano domefiico & faluatic o , d'amendue le iberidi,del nafiurtio, del tblafpi , dell’argemone , dell’hidro - pepe, dell'aro , della dragontea, dell’ erifimo, dell’ ophio fior odo , dell' ampeloprafi , dello feorodoprafo, delle cipolle , delle fcalogne , dell'aglio , de porri, & della fcandice . Di modo chefapendofi ben tutte quefle differente delle forme, de numeri , de colori , degli odori , & de fapori , che fi ritrouano nelle radici delle piante, cofa uer amente non poco gioueuole far dàtutti coloro, che con diletto dell’animo in quefta materia s affaticheranno . il che parimente inter - uerrà loro,fapendo bene tutte le forme, &le fomiglian\e dcll’herbe ( quelle dico cheperfirittura dimoflrarefi pof- fiìio) & fimilmente gli odori, & i fapori di quelle, nel modo chequi da me fi ritrouano ferine. Et cominciando pri- ma dalla forma, & dalla fomiglian\à, che l’ una pianta fi ritrouahauere con l’ altra , mi sfornirò di fiere cotali com- par ationi fempre con quelle , che fono molto uolgari , & quafi da tutti conqfaute . Et però principiando prima Forme, & forni dall’hedera notiffima pianta , dico che fiondi fìmili all'bedera , quantunque chi piu grandi, & chi piupicciole, fanno - fo la fiammonea, l’afaro, il ciclamino maggiore & minor e, lo fimilace afpro, il lifeio , & quel de gli horti , la itite nera, jiuerfe piance la br a fiic a marina, il fi fili Ethiopico , ilpericlimeno , la lunga &'la ritonda ariflolochia , f afide piade, l’epimcdio, la gramigna di Tarnafo , l’apocino, le uioleporporee,il cbameciffo, l’helfine cognominata Ciffampelo , il cinocrambe , il folatro degli horti, l’halicacabo , la circea , il cocomero tanto faluatic o quanto domefiico , & l’ima & l’altra clema- tite . Foglie uitiginee producono il platano, l'acero , il lupolo, il ricino, la brionia, l’elleboro nero , la balfamina , la coloquintida , & il cocomero chiamato parimente Anguria . Simili fono quelle dell' acanthio, & della (fina bianca ,& parimente filmili quelle dell’abrotano femina, & dell’ affinolo chiamato Seripho. Il uitice ne rami ,& nelle fiondi fi raffembra alfanagìri : & la caucalide , il dauco della feconda fpetie , il lafirpitio , lo fmirnio , e’I bunio fi raffimiglia - no all’apio . Conformanfi con quelle de mar dorli quelle de pefchì , del nerio , dell’ ebulo, del fambuco, dello ftapbiloden dro,& dellathiri chiamato uolgarmente Cataputia. Con quelle dell’ ani fo quelle dell’ ifipiro, con l’anagallide l’an- thirrino, con l’ atriplice il xanthio , con fi ma & l’altra rubbia l’ aparine & ilgallio, quantunque quefle piu picciolc,& quelle piu grandi fi ritrouino: co’l porro, & con i bulbi il hiacintho,il narciffo, l’aglio, il colchico, il cipero, l’ amphodil- lo, l’ ampeloprafi, lo feorodoprafo , i tefticoli di cane ,&la lonchite . Col boffo fi conforma il. lido , con l'amomo la uite bianca , co’l pirethro il dauco faluatic o , con la ferpentaria l’hemionite , con l'erica Uxori: co ì finocchio fi affi ara-, go domefiico , il panace A filepio, il fefeli, il dauco eretico , l’antb emide , i rofmarini ,il buphtalmo , l’aneto, & la thapfìa:con l'aneto il meo: con lapiantagine l'elleboro biancafia gentiana, l’alifma, e’I dimeno : co’l phenio il gera- nio: con la_ felcela fidente della feconda ffietie , il polipodio , il drìopterì : con la ferula la cicuta, & con quefta la mirrhide : con la borragine il uerbafeo , & il cirfio . Confaffi con la gramigna il moli , l’holettio , la gramigna canna- ria, & il coronopo : & a questo la catanance, e’I pfìllio . F^affembrafi alla cicorea la chondrilla dell' una & dell'altra (fede , & parimente quella, chef chiama da chi Dente di cane , & dachipifiia al letto : al cnico fi raffimiglia latra- tile, al nero chameleone il crocodilio , al bianco il filibo , al giallo il tripolio , al coriandr.o il parthenio , l'adianto , la fideritie della ter^a fpetie, tutte le fpetie de ranoncoli ( quantunque chi piu, chi meno ) l’uno & l'altro dauco , il tha- litro, & la fumaria : all’belfinel'anagaUide ,l’ alfine ,& l’orecchia di topo: alla canape ouer amente al cinquefoglio l'eupatorio , tutto che le foglie di queftofi dìuidano in quattro parti : al melo cotogno i c appari , e l folatro finnifero : allo fmirnio il pbu, & il lauero : al cipreffi la fabina, al ginepro il cedro minore, ali’ inperico l’ andrò fimo & Il afeiro, al- la centaurea minore l’eupatorio firitto da Mefite . Conformafi il cifto con il ladano, co’l ciclamino l' 'aconito-primo, con li ceti il tenerlo & la ficuridaca , co’l cimino faluaticolo Hratiote millefoglio , con le yucche la per fonata ,& con il gioglio la pbenice . Foglie di noce produce la centaurea maggiore , la peonia mafiolina,& la gentiana, quantunque queHa molto piu fi raffimbri allapiantagine . All'iride fi rafj'omiglia l’acoro , il medico , l’iride faluatica , il xiride , & parimente la gladi ola, tutto che queHa produca le fiondi piu breui. Le code di cauallo dimoftrano effere quafi fpe- tie di giunchi, tutto che habbino il fuHo concauo,& nodofi . Imitano le lenticchie Caphaca, l' embrichi, il chamefice , l belenio dèlia fic. onda, fpetie , l'anonide , la lentie olaria acquatica , il trichomane , la poligala , & il glauco . Baffo- migliafi 3 © 4° 5° 6o 12 Dijfcorfi del Matthioli jo migliafi atte fiondi del lauro , il p oligonato , la clematite della prima fietie chiamata volgarmente Trouenca , la da- pbnoide, il nerio , & la chamedaphne : al giglio l'hemerocalle , il pancratio , il fatino , il martago , fephemero , Iona- - gra : al lenti fio la glicirrhi^a el trago , allepidio t arabide: alla lattuga il crocodilio , il dìpfaco , la lattuga faluati- ca,la licopfi, l'anchufa , il glajìo faluatico , & la mandragora f emina : alla bugloffa ilfìmphito della feconda fpetie: al mirto il rufco, il tithimalof emina 3 el rovo canino: alla menta domenica il fìfembro , l’hidropepe , el pentaphillo : al marrobio il ballote , il melijfophillo , Abominio , & la fidente della prima fpetie : & alla mer cor ella l'helfìne 3 telati- ne , e 7 cinocrambe . Conforma [i col naBurtio 3 l’iberide,& il tblajpi, con L’ olivo talimo 3 la ptamica 3 la phillirea 3 il ligujìro , il uitice , la conica, il theligono 3 il teflicolo di cane, il lithojpermo, il doricnio 3 & l'hippopbae : col platano il ricino 3 tbeìleboro nero , lo fphondilio,& t aconito cinottono 3 chiamato volgarmente Luparia: col uerbafco thclenio3 il papavero cornuto , l'ethiopide 3 l’arffiojl bugloJfo,& quella fpetie di tithimalo, che produce le fondi larghe: con la i© paHinaca il gingidio:con laprocacchìa il telephio3 la ccpea3 il crithamo 3 unctfpetie di tribolo 3 il tithimalo heliofcopio, el fempreuiuo della terza fpetic.Co’l trifoglio corrijpondono il loto faluatico 3lamedic a)il citifo3 el meliloto: col thimo lafiecbade, & la thimbrq : con l'acuta jpina il nejpolo della prima fpetie, chiamato volgarmente Az zrolo:col pulegio il dittamo 3 & la calamintha: co'l tamarigio la Jabina,e’l ciprejfo: col fcrpollo il clìnopodìo> con la faluia la fidente del la prima fpetie ,l’bominio,c’l uerbafco faluatico. Conuienfi nelle foglie col pcifio lapitiufa:con la quercia il chamedrio , il tenerlo, lo fc or dio, la betonica3& la fidente ddlaprima fpetie: con la rutat acacia della feconda fpetie 3 la centau- rea minore, ilferpollo faluatico, l’ambrofia, il poligono della prima fpetie, tandrofemo, la poiemonia, il peplo, laparo nichia , thìpecoo, & fapios: con l'aloè la fcilla,con la maìorana il maro e'I panace Chironio , co'l folano la circea & thalicacabo : con larombice taro , laphilliteja britannica, la biflorta : co'l rufco l'hippogloffo, & il lauro Aleffan drino: con la fcolopendria l'orecchia di topo della feconda fpetie, & la lonchite feconda: co'l fempreuiuo minore taiu- 2q ga del ter\o luogo, & t ariti oleària dematite: co'l falcio lalifimachia,co'l meliloto il UguBico , co'l filibo il bianco chameleonefl cardo , & la fina bianca . & al fìfembro fi raffembra il pfeudodittamo . Dalla cui dottrina,]! può mol- to ben cono fiere qual fieno le fratellanze, le conformità , & le fomigiianyf dellherbe . Il che nonfia di poca utilità à Differenze del- di questa fcìen\a dilettare fi voglia . Bitrouafi oltre à ciò non poca ddfferen%a tra le foglie ne colori , tutto che non le foglie ne i co fi ritrovino in queBe cefi uiui , & cofi apparenti, come ne fiori . Il colore nero nell'herbe non fi ritrova uero:quantun - l°n , & altre (^e || cojj ueyde [curo fieno tinte alcune, che nereggiano alquanto, come fono le foglie della phillirea, del boffo , del li - ” ' guflro,delfolatro degli horti,delle uioleporporee, deltofiride, del iufquìamo, & dell' una & dell'altra clematite . Et per il contrario non fi ritrovano foglie cofi bianche, che fi potejfero raffembrare alla neue, come che di canute affai fe ne ritrovino , come f ano quelle del crithamo , dell'echio, del ranoncolo, dell' abrotano, delL'affenyp, della faluia , della calamintha, del maro, del peri dimeno, del papavero cornuto , del marrobio , dello Bachi, del menthafìro , dell'althea, del polio, del uerbafco, dell' ma & dell'altra liclmide, & della mandragora rnafcolina : le quali tutte biancheggiano nellaparte di fopra, come fono bianche di fitto quelle ddrcfmarino coronario, del bechio, dell' olino , del popolo , del- l'artemifìa, & di molte altre piante . Beffeggiarti fono quelle del melagrano, del mandorlo, del lentifco, del terebin- tiho, del rhu, del ciclamino, del botri, del cori, dell' andrò fimo, ddl'afciro , della lonchite , deltofiride , del blito , del- l'amaranto, dclphuco marino , deificamo, dettinone, dell' atriplice, dcltalipo, & d' alcune fpetie di bietola . Lanu- ginofie fono quelle del dittamo, della etbiopide, del uerbafco, della lichnide, delgnaphalio , dell' ac anthio, dell' althea,et del mcntkaBro . Afre fono quelle delfimphito fecondo, del marrobio, del fico,ddla faluia, del ballote , &ddl'bor- mino. Et pungenti fono quelle ddla bugi offa, dell’echio, dell’ ortica, dell' eringio, del rufco, dell' agrifoglio, dell'elice, dell atrattile, delfoncho, de ì chameleoni , del dìpfaco, & di tutte t altre fpetie de cardi . Strate per terra fono quelle del panace , del coronopo, dell'ancbufii, della mandragora , del lithofpermo , d'amendue le anagallidi , ddla gramigna, ^ della cinogloffa, delglaucìo , della catananc e feconda, del teBicolo di cane , dell' onofma, del cbameleone bianco , & d’ogni altra qual fi uogliapianta , chenon produca nefuBi, ne fiori. Acute fono quelle dell'aglio, delle cipolle , del na- fturcio tanto acquatico quanto terreflre, della fenape, della ruchetta, dell’iberide , del gingidio, dell'bidropepe , dette- riffimo , della clematite feconda, delthlafpi, del fer pillo, del thimo, della thimbrà, del fìfembro, del pulegio, della cala- mintha , del dittamo , della dragontea , & dell’aro, della pulfatilla,-ddla fiammola , & dell'origano . Amare fono la chondrilla, la achorea , la genti aria, la ruta, l affeny^o, l’aphaca , l’abrotano, la ficandice, l'aloè , il fantonico , il Jeripho, il chamedno, il marrobio, lofi or dio, ilglaucio,la chamelea,l'empetro, & la gratiola ,&il Tarthenio. D’odore ne- ramente aromatico fono il nardo , l afiaro , il lauro, il fìfembro J a menta, il menthaBro, la calamintha, il pulegio, la fal- uia,la lauandaj hiffopo,la maìorana, l’orìgano, il thimo, ilferpollo, la tbimbra,il bafilico,il fìmpbito petreo,i rofimarini, il liguflico, lo Bachi, il chamedrio, la bac charij’artemifia minorerà betonica: & quella che volgarmente chiamano chi ^ q fclarea, chifcarleggia, chi herba di firn Giovanni , & chi matrifaluia . Et alcune altre d’odorifere fi ritrouano , le quali pare che babbiano acquiBatol odore da altre piante, & liquori come lo feordio dall’aglio, il trifoglio dalla ruta,& dal bitume, il citifo dalla ruchettaja meliffa dal cedro, il chamepitio dal pino, il xanthìo dal naBurcio , & l’hidropepe dal pepe. Odore oltre à ciò grave fi ritrova nell’afjenyp, nell' abrotano, nel Jeripho, nel ballote, nelpolio , nell' ebolo, nel bo- tri, nell ariBolochie, nella canape, nell anagiri,nella galiopfi, nella mandragora, nella cicuta, nell’ apocino,& nel glau Differenze , & do . Bfitrouafi appo queBo non poca differenza tra le piante rie fuBi , che effe producono, imperoebe in alcune fi ueg- l^r k m ; uno n e ^0W0 m ^ttune accompagnati, & moki: in alcune ramo fculofì, come parimente in chi groffì , & in chifitti- i fufti delle pia uacuì 4 modo di canne, & in chi pieni : in chi lunghi, & in chi cortirin chi nodofì,& in chi lificij: in chi duri , & te* legnofì,& in chi arrendevoli: in chifpinofìjanugmofì, hirfiuti , ruvidi, & afpri: in chi tondi , in chi quadrati , in chi far- mentofì,& in chi Brifciati : in chi bianchi, & in chi roffì: in chi dritti , & in chi Brati per terra : tanto è piaciuto alla natura di variare firn opera nelle piante. ViufuBi adunque da ma fola radice producono ilglaBo faluatico, la ptar- mica, la piantatine, l orecchia di topo, iltelephio , l'ariBolodrie , là ruta fialuatica , l’hiperico , 1 datine , laphenice , il trago» 6o Nel primo lib, di Diofcoride. i } il trago, il filano fonnifero &furiofo, il fempreuiuo minore , il chamecijfo, il glauco, l’ofiride , il tithimalo para Ho & heliofcopio, la tbimelea , & L’heliotropio maggiore . Fatto poi ramofculofo fanno lafaluia, la fatar eia , il tbimo mag- giore l'origano , l’hiffopo,l'affen\o , l'abrotano , la ruta , la ttecha,il bafilico , la maiorana , il fmipbito petr eo ,& tuttoilreflo delle piante, che fi chiamano fottofrutici . Groffo fi ritroua nella drogontea maggiore , nel cham z leone nero, nell’enantbe , nell’iufquiamo, ncll'helenio , nel fimphito fecondo , nella per fonata , & nel fempreuiuo . Ft fiotti- le per lo contrario nell' ornithogalq, nel thlajfi , nella poiemonia, nel ranoncolo , nell' anemone , nel liguftico,nel p ana- ce Jìfclepio, nel peucedano, nell’ artemifia, nel pbillo, nel cinocr ambe , nel b upbth almo , nell’ ali fina, nella betonica, nell’echio , nel limonio, nell' eupatorio, nella piantagine , nella chelidonia maggiore , nell’ orecchia di topo , nelle ari- ttolocbie,nel feripho, nel tragorigano , nella menta , nelfifembro , neUa lìfimachia , nella ruta faluatica , nel cimino J o faluatico , nel delphinio, nel melanthio , nell’ aparine , nel cbamedrio , nello fcordio , nel tenerlo , nel trifoglio, nell hi- verico nella fidente feconda, nell’ datine, nelpentaphillo , nell’ ombilico di Venere , nella chamedaphne, nel tithimalo heliofcopio ,nella tbimelea, & nell’alipo . Vacui poi fi ueggono generalmente i futti in tutte le forti delle biade, de le- gumi , & degli herbaggi degli horti , & particolarmente nel phu, nell'apio montano , nelfoncho , nell’ elleboro bian- co, nella gentiana , nella coda di cauallo , nel narciffo , nel ricino, nella cicuta , nella pattinaca , nel lathiri , nel hiera- cio maggiore, nel fimphito fecondo , nella Jfina bianca,nelle cipolle, ne porri, neUhippo felino, nella tbapfia, & in tut- te le fede delle ferule, & piante ferulacee , come fono la cicuta , la mirrhide,la panacea , il laferpitio , il fefeli del Teloponefo ,& parimente quelle che difiilano ilfagapeno , il galbano , & l'ammonìaco . Ffiodofo gambo fi ueggono hauere gejieralmente tutte le Jpetie delle biade, l'ebolo, il phu, il ciclamino della feconda fpetic , la gentiana, il pa- nac e tifile pio, il pohenemone, il crateogono , la ph aiaride, il poligonio, le code di cauallo , tutte le ferule , la cicu- 20 ta, lapitiufa, il me o, il giunco odorato, tutte le Jpetie delle canne , l'hidropepe , il liguttico , il xiphio , & tutte quelle piante uniuerfalmente che fanno il gambo fimile d quello del finocchio, come fono l'elaphobofco, l'aneto , il fefeli Maf- filienfe, ìlpirethro,lo (pbondilio, el peucedano . Et lifeio lo producono la dragontea, l’ampbodillo , la tipha, la nim- phea, la fidente della terrea ffetie, il chrifanthemo, l’aconito licottono, la gentiana.,1’ acantho, l'aloè, l’iberide , il hia- dntho, il miriophiUo , & la camedaphne. Lungo una Jpanna fi ritroua nel chameleone nero, nel tripolio , nel hiacin- tho, nell’ aro, nel fefamoide, nel dauco eretico , nella caucalide, nel tefiicolo di cane, ncll'epimedio, nell’ hiperico, nella fidente della terrea Jpetie,nella centaurea minore,nell'anonide,nel cimino faluatico, nel b echio, nell' enanth e, nell’ dnthil- lide , nell'antemide, nel cori , ncll'ocimoide,: nell’ achillea, nell’ elatine, nelpentaphillo, nel trago , nell' agerato, nel papa- ucro fpumeo, nel p fillio, nell’ aconito primo, nel colchio,nel fempreuiuo minore , nei primo ombilico di Venere, nello fira- tiote millefoglio, nel carne ciffo,nel glauco , nella poligala, nel lauro Meffandrino, nel tithimalo mirfinite , par alio, he- liofcopio, & ciparijfio,& parimente 'nella chamclea, & nella uerbena . Et di due palmi lungo lo fanno la ph aiaride, il thla!pi,ìl melanthio, la peonia, l’elleboro bianco, il cinocr ambe . D’ungombito lo producono il petafite, la pian- tagine maggiore, il ranoncolo , il phu , ilro fmarino, la chelidonia maggiore , la bacchari , il panace ^Afclepio , lo fp ondilio, il fiit ir io,l alfine , la betonica, la fatta d'Egitto , il crctamo , l’arabidc , l’ampbodillo, l’iberide , il xiride, l’eu- patorio , il papaucro faluatico, l’aconito della ter^a Jpetie, il fempreuiuo , il fenecio , il uerbafeo femina , il citifio , il xanthio , il rufeo , la dapbnoide , la chamedaphne , il lathiri, la felce della prima Jpetie, il cìiìco , il xiphio, l’afciro,& la lìfimachia . Et alle uoltc maggior d’ungombito lo fanno l* alifina , il cìpero, il tithimalo characia ,& la piti ufi . Et di merp gombito l’borminio . Due gombiti alto è quello della dragontea, della gentiana, della fpina bianca, dell a- cantho, della conica maggiore, dell' althea, del fimphito fec ondo, d eli' helenio, dell’ ifatide, della glicirrhirg., della centau rea maggiore, del dipfaco, del cardo, del fefeli Ethiopico,della licopjtde, della fidente fecondarci folanofuriofio , del 40 loto faluatico, & del enfio . Di quattro gombiti lo produce il moli, & di tre il medio. Legnofi,& duri fono quelli del- l’ iperico, del cbamedrio, del teucrio, del fimphito petreo, dell' dndrofemo,dell’ afciro,della fatureia, del tbimo , dell’ori- gano , del millefoglio, dell’ eupatorio, ddl'aflcr Attico , dell’hiffopo, & della ttcchade . Et uencidi,& arrcndeuoli fo- no quelli dell’irionc, del poterlo, della malua, di tutti gli fmilaci, delle yucche , de poponi, de cedruoli, de cocomeri chiamati angurie , del lupolo, del pcriclimeno, della uite bianca & nera, della neccia, dell’hclfine cognominata Ciffam pelo, della fcammonea, del giunco, della tipha, dell’ althea, dell’ ale ea, del folatro fonnifero , dell’ ofiride , del rufeo , & della dapbnoide . Spinofi fono quei del dipfaco, delpoterio ,della agriacantha , del fcolimo, dclpaliuro, dell’ anonide, del rouo, del rhamno, del hicracio maggiore, & della fiebe . Et carichi di fpinofa lanugine fono quelli dell’ ortica, del- l’echio, dell’ancu fa , della licopjìde , & del bugloffo. Hirfuti crefcono quelli del mentattro , dell’ orobanche , dell’hcle- nio, dell’ ocimoìde, dell’eupatorio , della pelofella,& del fimphito della feconda Jpetie . Et lanuginofi fono quelli dell’a- 5 0 cantino, del gnaph alio, del uerbafeo , della lichnide, del b echio, dell' althea,dell' anemone, & del panace H eraeleo . Et ruuidi & ajpri fono quelli della pattinaca, della rabbia maggiore & minore , del lupolo, dell' aparine , della bacchari, del cnico faluatico, della coda di cauallo, dell' ethiopide , dell’elleboro nero, del papaucro faluatico, <& parimente del cornuto . Stratipcr terra fi ritrouano quelli del poligono, della pelo fella, del lithojpermo , dell’ anagallide, della clema- tideprima, dell’holottio, del tribolo terrettre, & delpeplo. Quadrati liproducono la fidente primafi apìattro, il mar- rùbio,il ballote, il cipero, la centaurea minore, la menta, la calamintha, la bacchari , l’hormmio , l' aparine , la rubbia , il cbamedrio, lottachi,lo fcordio, il teucrio, la betonica,. il fimphito fecondo, il dimeno, la berbena,l' ortica , la galiopfi, l’ ethiopide , il loto d'Egitto , il bunio, il xanthio, l’ebulo , e’I pieno corno . Et triangolari le fatino il cirfio , & qualche uolta il cipero . Biancheggiano oltre a, ciò quelli del moli, dell una & dell’altra ibcride, del natturcio , del cnico , del citifo, della cacalia, & della cinocr ambe. Et roffeggiano quelli del hieracio maggiore, del foncho,dell'arthemifia mag- 60 giore, dell’ hiperico, dell' afeiro, del phu, della uirga aurea, dell'helfine, del fenecio , del miriophiUo , & dell' or ob anche. Senga alcun fufio fi ritrouano il chameleone bianco, la thillite, la felce , la cinoglojfa , il driopteri , il polipodio, l’onof- ma, il trichomane, f affieno, l’hemionite,la lichene, la paronichia , l’ adiamo, l’ippophefio,& il chameficc . Da oltre à B ciò non Difcorfì del Mattinoli Torme, & cola ri ne fiori. ciò non poco aiuto al rìtrouare le piante che fi ricercano , quando fi fa Informa , e l colore de fiori , che effe producono : non effendo co fa di tutte le parti loro , che piu preflo la primauera , & la fiate fi rapprefenti all'occhio , che i fiorì per la uarìetà de colori , che in effi rivende . Ilperchenonpocacommodità èitfapere molto bene tutte quefle dif- ferenre . Dico adunque che quelle piante , che producono il fiore bianco .fono come foxiacantha , il liguflro, l'orneo- gloffo, il fi affino , l’arancione rofe , tutto cheroJfe& incarnate fi trovino .'l'ólmo, il mirto, il riregio, il melo,ilco- togno , il pero , il nefiolo , il fufino} l’arbutofiberide , il raphano , il frfaro3 la -$ucca3la caucalide 3 la ruchetta 3 il ba- filico, i orniti) ogalo3 il ciclamino fecondo 3 l’amphodillo 3 il capparo, il potorio, , il thimo3il moli, 1 aparine , il giglio 3 il phalangioM trifoglio .come che queflo lo facci anchora roffeggiante, ilpolio3 l’enanthe , il leucoio bianco 3 il gelfimino , la nimphea prima,fialthea, il poligonato , la clematite feconda 3 l’ocimoide 3 ferino , l'achillea , l’helfme cognominata ciffimpelos, il conuoluoloM donano, fephemero della feconda fietiefiofìratiote millefoglio , il loto d'Egitto 3 il cha- i 0 mefice, ilfefamoide maggiore , il narciffo , la fcammonea, la thimelea , il fambuco , l'ebolo , l'angelica , la filipendola, la fiammo la, la fiagaria, l’imperatoria, il lilium conualliumje mele infime, & il uencitoffico . Di colore rojfo fono,co- me quelli delle rofe, tutto che in alcune hor bianco, hor incarnato, hor giallo fi ritrouùde melagrani, della fuua d’Egit- to, della rombice, del blito, dell'aphaca, dell'aglio faluatico , dell'anemone primo , dell’ argemone , dell' anagallide ma- fc olino, del papauero faluatico, del filano fonnifero , dell' onagra, è de garofani chiamati da moderni Vetonici, an- chora che de gl’incarnati & uarij fi ritrouino . & di color eroffigno , quelli della menta , del fìfembro , & dell bidrope- pe . Incarnato lo produce il phu , le rofe, il pefco , il mandorlo , il cedro , l’eruo , la bacchari, il trifoglio , l'alcea, il periclimeno, il rododendro, la peonia, & lagratiola . Torporeofi uede nell' a faro , nel croco , nel uitice , nella uec- cia, nel ciclamino primo, nel larice , nella cent aurea minore , 'nella fiina bianca , nell'origano , nel pulegio , nella fial- ma, nella calaminta, nel thimo maggiore, nella fiatureia , nel ferpollo , tutto che alle uolte bianco : nel pfeudomelan- 20 thio, nel chamedrio, nella lichnide , nello fcordio, nel leucoio pauonag^o, nel teflicolo di cane, nella palma Chrisìi,nel- l'onobricbi, nella betonica, nell uno & nell'altro finiphito, come che nel fecondo fi ritroui alle uolte bianco, & alle mi- te giallo: nel medio, nel gladiolo , nell’ anchufa, nella licopfide, nell’echio, nella fidente della ter?xa fietie , nella uerbe- na,nell’aflr agaio , nel hiacintho, nel cirfio, nella fumaria,nelbubonìo, tutto che queflo di dentro fia giallo : nell’antir - rhino, nell’acanthio, nel glauco, nell’helleboro nero, tutto che li produca alle uolte incarnati, uerdi, & parimente bian chi : nel fefiamoide maggiore, nel ricino, nell’ amaranto, nella galega, nella per fonata , nel xanthio , nella laur emina, nella filar ea, nel martago, nella fcrofolaria maggior e, & 'nel geranio . Et por por ei fcuri fono quelli delle uiole,del le ontop odio, dell' aquilina, della confolidaregale, della cruciata, del napello, & della pulfatilla . Di colore giallo li pro- ducono il nardo Celtico , l’helenio, il corniolo, la rapa, il nauone, la lampfana, il cauolo,il crithamo, il foncho, il dente canino, il tragopogono , il cocomero tanto domestico, quanto faluatico, il pepone, la lattuga, linone, il ranoncolofi a- ncmone fecondo, il licottono , le chelidonie, il meliloto, la ruta, il kieracio, f atrattile , il bechio , la coitila , l’bemero- c alle, il leucoio aureo, la nimphea feconda l'anagiri, l'alifma, l’hipericof afciro, l andrò femo, il camepithio,lagenefira, la lifmachia, l’eupatorio, il pentaphillo, il chrifocome,il chrifogono,il crifanthemo, l’agerato , ilpapauero cornuto , il iufquiamo, il gallo, il feticcio, il uerbafco, il loto domestico & faluatico, il bunio, l’ofiride , la coloquintida, il cnico, la ucrga aurea, la balfamina, la blattaria , la caltha , la cerrctta, la colutea, il crefiino , la daneta , l' abrotano femini- no, il fior di Trimauera, la numolaria, la pelofella , la potentilla, la fena, & la fenape . Et gialli di dentro , & all'in- torno bianchi fi ueggono quelli della camamilla,del parthenio, del buphthalmo, della bellide, & della cotula fetida. Di ceruleo , & celefie colore fono quelli del lino, dell’endiuia, della cicorea, della chondrilla, dell’ anagallide f emina, del- l'orecchia di topo, dellaprouenca, della borragine, del melanthio, dell’eringio , della fcabiofa , del morfus Diaboli, del ciano, & di quella parimente, che chiamano i moderni Trinitas. Et di colore hiacinthino f mo quelli della cet aurea mag giore , del chameleone nero, della cinara, & di uarie & diuerfe fietie di cardi . Di colore uario gli producono l’iride, il tripolio,lamalua,l’euphragia,laiaccea, e’ l dittamo bianco chiamato da molti Frafìinello. Spicato lo producono il blito, lapiantagine , l’hiffopo, la menta , il mentaflro, tutte le fietie degli origani, il fìfembro, l’hidropepe , la fialuia, la maiorana, lo fìacbi, la betonica, l'amaranto, la uirga aurea , la Hechade , quella che molti chiamano Confolida mino- re, la lauanda, & parimente il noHro fiigo Italiano . Simile al giglio è quello dell’hemerocalle , del martago , dell'or- nithogalo, della nimphea bianca , dell’helfine, del loto d'Egitto, del narciffo, del croco, del conuoluolo , & dell'epheme - ro primo. T\affembrafi alle ro fe quello delle mele cotogne, del nefiolo, dell' althea,del rhododendro, della peonia, dell’hel leboro nero, dell’aconito licottono,& dclpapauero cornuto. Capifioritifimili à ricci marini fanno il chameleone bianco & nero, la cent aurea maggiore , il crocodilio, la fiina bianca, il dipfaco, la fiina Arabica, il poterlo, l’acanthio,la ci- nara, la leucacantha, l’ atrattile, il cnico, & tutte l’ altre fietie di cardi. Mofcofi fi mo quelli del lauro, della ulte faina- - Q tica,del tamarigio, dell’erica, del liguftro , dell’ olino, della quercia, del caflagno, del corniolo, della clematite feconda, ; & del gallo. Ridotti in ombrella fono quelli del meo, del fi faro , del crithamo, della caucalide, dell’origano, della pana cea, del liguftico, della paflinaca,delfe fieli, del fifone, dell’anifo, del caro, dell’anetho, del cimino, dell’ami,del corian - dro, dell' apio, dello fnirnio, dell’elaphobofco, del finocchio, del dauco, delpirethro, del rofmarino, dello fihondilio,del la ferola, del peucedano, del lafcrpitio,del fagapeno , delgalbano, dell’ ammoniaco, dell' achilie a, del chrifocome,dell'a- gerato, della cicuta, del ttratiotc millefoglio , della mirrhide, della thapfia,del fambuco, dell’ ebolo, dell'angelica , della filipendola,dell imperatoria, & di quella pimpinela,che per purgar di becco chiamano alcuni Saffifiagia hircina. A tno do di balaufìio fono quelli dell' afar o, del biofciamo,del ritto, & dell’arbuto . Et racemofi fono quelli del botri , dei- fi dmbrofia dell' dnagiri , del crefiino , dell ortica, della lunaria minore, dell'hippophae , del lupolo ,& dell’ epithimo. Lanuginofi diuent ano' quelli di tutti i cardi , del foncho , della barba di becco , della cent aurea maggiore, d'amendue i 6® chameleoni, del hieracio, delfenecio, & del cirfio . Et hanno forma di ttella,& di Sole quelli dell' eringio,delt atter Attico, della camamilla, delgarthenia , del buptbalmo,del bellide, del dente di cane,dell'hiperico,del cinque foglio, del- fiendiuia. Nel primo lib . di Diofcoride . iy I'endiuia,& del ciano . Tuofii appo quefioritrouare le nere piante, attendendo molto bene' al feme, & parimente al frutto, eli elle producono . Et.perònonpuo freno» efferc molto gioueuole di faper le differente , le fomiglian^e,& le forme & de femi,&de frutti . Et cofi dico, che racemofi frutti fanno il terehmtbo.il lentifco,il rhu,il crefflino , l’oxia- canthafra uite nera, la uitc bianca al ciclamino-fecondo, l'hedera.ilpericlimeno , il f riatto hortolano & furio fo,la dra- gontea, l’aro, la fmilace ajflrafipolicnemone, & l’bippophae . Et racemofo freme producono tartemifia ,1’ambrojia, il botri & l'ortica noftrana,la mercorella femina,l'bidropepe,& il ricino : & acmofo l'afraro , el ta/fro . Tfe fono dif- feritili dagli acini dell’ulta, quello dellhalicacabo, dello affa;- ago, del rufcofiel lauro Mleffandrino , & della fragaria. Follicolare è quello delfnttfriuo, del rbamo, tutto che queflo fra fintile al fufaiitolo da filare: del naflurcio, de thlaffli, tir dell andrò face . Et follicolari àmodo difquame,fouo quello della gentiana , del cimino faluatico , dell atriplice S 0 dello jpondilio, delienanthe , della ferola,& della tbapfìa . Frutti fmili alle pine producono il pe tto , il larice, & il cipreffo . Et bacche, producono frittili alle oline , il lauro, il giuggiolo, il cornalo, il rofaio,& il capparo:& lun- ghette,drpiupicciole dell oline, il mirto, latbimelea.ìl poligonato .dirla laureola. Tonde poi le producono illigu- Jlro.il ginepro, l'hedcra , il periclimeno , il lido , il cedro , l’oxiacantha , & lafabìna . Fanno oltre à ciò ilfi-utto,& parimente.il freme fenato in baccelli, t acacia , l'anagiri, lageneftra , le filique , la cuffia nera , il doricnio , l’apocino , lajlaphifagria, i ceci , le finte, le lenticchie, ifitgiuoli.i lupini, i pifelli, teruoja feria, la fmilace degliborti, la medi- ca, l'aphaca, la ueccia.lapeoniafileontopetalo .ilxiride ,ilfolatrofomifero,& l’aconito della terTptffetìe . Rin- cbiufoin uefrciche è quello dellhalicacabo, della tolutea.del colchico primo, & delfiapbilodcndro : & in cornetti hor- imttijbor ritorti, il fiengreco , il loto Jaluatico , le rape , i nauoni, il raphano , la lampfina , la.br affrica , la ruchetta lafenape, lerifmofia circea, il leucoio, fhedifaro , el papauero cornuto . In capi loproducono la fiata d'Egitto, l’a - a 0 nemone , l’argemone , il melanthio , l’ocimoide, il papauero domejìico & faluatico , il hiofreiamo , il loto d'Egitto , & il xiride:& in piccioli capitelli fmili à i bottoni il lino , la ptarmica , il cimino faluatico , lofflarganio, ilpftUio.il ner- ba fio, la fcrofolaria, l'ìfopiro, il ricino , il titbimaloparalio, & l' belio {copio . In nappa lo fanno tl porro, l’ ampclopra- fo, lofeorodoprafo, le cipolle, & finalmente l'aglio . In ombrella lo producono tutti i panaci , tutti i fefeli , il ligusti- co,tutte leffletie dell’apio, tariffo, il caro, lanetbo , il cimino domestico , fammi , t elapbabofco , il dauco, lo jflhondi- liò, il peucedano , l'hdicbrifo, la cicuta, la tbapfia, il coriandro, lo fmrnio , il finocchio, il piretbro, la ferula.l achil- lea, l'agcrato, lo Jlratiote millefoglio, il fambuco ,& l'ebolo. Spicatofi uede nell'origano tanto faluatico quanto do- meftice , & parimente nelfamaraco . Simile à quello del papauero è il freme del foglio, della nimphea bianca.del hio- fciamofiel loto d'Egitto, del peplo, del pepilo, & del chameftee . Et fonile, al pepe è quel del lido, & del uitice. Com- preffo, & ritondo "come fono i lupini, è quello della maina, delfalthea, delfalcea, & della fmilace lifeia . Raffcmbra- 3 0 fià quello dcltepithimo quel dell'apio , al gioglio quel della pbenice, à quel del leucoio quel del chamecijfo, à quel del - la faluia quel deli bominio , alle noci quel del titbmalomir finite . Ricciuto à modo di lappolaè quello delleupato-: riofiell aparine, dell beffine, del xanthio, & della cinogloffa uolgare . Come tefla di uipera lofi. l'echio,& come te- fla diuitello fantirrbmo ■ appuntato è quel del trago, dello fflinace, & del tribolo . Simile al fiengreco è quello del, miagro, & parimente del loto faluatico . Confcrmaficon quello del finocchio quel delliguftico, del fifone , della cicu- ta, del cimmo,& del caro,& con quel delta-nifi quel dell'apio, & ielfammi . Seme di cnico.fi uede nella centaurea. , maggiore, in ambedue i dumetcmyndk Jflina bianca -, & Arabica, nell' atrattile, nella cimata, nel medico , nell belle- boro ncro,neleardo fanto,& qua fi generalmente in tutte leffletie di cardi . V gualcai miglio è quello della circea, dèi emeogono, del panica, del fifamo , del litbojpcrmo .quantunque fia queflo piu groffo della phalaride , del loto d’E- gitto, &del fcfammde . Et frnile à quel deileruo è quello delta catanance.del tithmaloparalio,& dcll'aphaca. Imi-, 40. ta quel del marrùbio quel del.baUote, del climpodio, della fidente prima, & delpicnocomo . Et raffembrafi à quel del: ' nfmarmo quel del critbamo , come al freme del Uno quel del fatino crithr.onio, & d'unajpetie d’ortica . Come ima co - da di fiorpione è quello dello fiorpioide:& fintile Ai porri lunghi, che nafeono ne corpi Immani chiamati nemiche , quello deitheliottopio minore.. Serrato dentro in frutti camofi tanto de gli alberi, quanto dell’ herbe, è quello delle, mele, delle cotogne, delle pere, de cedri, de limoni , degli aranci, de melagrani, delleneffole.delle crucche , depeponi,,. de cedruoli, de cocomerì.deUa coloquintida, della balfamina, della mandragora,delle mele infine, dell ariflolochie,&-, dellhalicacabo . Minuto è quel della ruta, dell’iberide, del cipreffo, della circea, del pfillio , della mandragora , del -, t-apios,deltìmcrambe, del papauero, del hiofciamo,& delbafllico . Biancheggiano oltre à ciò nel colore quel del. 'dauco, del rofinarino, della circea, della lattuga.delpapauero domeftico &ffmmeo, delle yucche , depeponi , de coco- meri, del fifamo, del lithoffermo, & della phalaride . Come roffeggiano il frutto dell oxiacantha, del ter'ebintbo , del cedro, del corniolo, del giuggiolo, del rofaio, del melagrano, dell' arhuto, del tuffo, & del ciregio. Et roffeggiano, parimente il feme dell afflar ago, dellhalicacabo, del rufeo, del lauro [Alejjaudr ino, della rombice.della dragontea.del- la uitemra fieli aro, dell do anthio, della. peonia, del xiridefiellagrana de tintori, del trago , del giunco , della fmilace, àffrra, del chamedaphne, & delfefamoÙe : Et di colore fanguigno tinge le mani quel deìlhiperieo , dell androfemoK & delfqfeiro . Tsflero oltre à ciò è il frutto del ligustro, dellaphillinafielUciofiel mirto,& deltolim:& neroparimen.. te fi uede effere il feme del bafilico, della barba di beccafici pano, dell aglio , delle cipolle, dell' ampelépr afro , delfina -, eintho, del feorodopr afro , dell' ophiofeorodo, della faluia , iella ruta fieli bominio , del lìguftico , del fefeli Ethiopico del fifone, deltbippo felino, dello fmirnìo, del melanthio, del phalangio, della rubbia.della fidente pnma,del ucrbaf-, co, della laureola, del cocomero filuatico,ér del narciffo. Lungo pof da è quello delfefeli Majfilienfe , del liguftico,. dèi fifone, iell'bippofelinofiel cimino, delnarciffo, & del finocchio. Quadrato è quello delfefeli Mafiilienfe & del. 60 rofmarlno: & triangolare quello della Sìaphifagria,& dellathiri. Doppio.lo produce il toriilio fialiffo ,1 ctbiopi- de,& la mercorelladclla feconda jfletie . Mento è quello del porro , della cipolla , dell’aglio , dell ampeloprafo , del. feorodoprafo, del. pepe, della.fenape,ielnafturtio, dell’ erifimoficlloSìrutbio, del ciclamino. fecondo fieUadragonfca^ B : dell'origano. Differente, Se fomigliaze 3e femij& de frut ci. Concordia & difcordia di molte cofeper tinenti alla ma teria de fempli ci. 1 6 Difcorfi de I Matthioli delTomano , del panace Heraclio , delfefeli Maffilienfe, del tordilio * delC anifo * dell'hippo felino* del finocchio * del pi- retro* del peucedano, del cardamomo , della clematite feconda , deUa fmilace afar a, del thlafai * deU’bidropepe, della «tarmica, delTaro , del lepidio, del liguHico , del fifone* del caro* dell'ammi , delfmirnio* del dauco * del rofmarino*del melanthio * del xiride * dell’iheride*& di quel filiquaSlro che chiamano pepe Indiano . Odorato appo quello è quello ditutti i cardamomi, del panace H eraeleo, delineo, del caro* del balfamo* del panace Mfclepio, del ligustro, dellhip- pofelino, dello fmirnio, del finocchio*del dauco, della pastinaca faluatica* del melanthio* dell'ifopiro * del bunio*deU Ungano, deUammi,& del rofmarino . Mmaropofcia e quel del fefeli Ethiopico , di tutti gli affenrf , dell abrotano* del chamecijfo, della gentiana,& delfefamoide : & duro molto è quello dell’ afaar ago * del periclimeno *& del ru- fco . Delle quali tutte cofe * chi fi fard ben capace , & ben dotto *fi potrà fen^a alcun dubbio promettere di poter riufeirein questa nobilijfima facilità intcll igentijfimo . Maper non lajciare alcuna cofaà dietro* che in quella ma - IO teria fia utile , ò noce [farla, è dafapere,che la natura madre di tutte le cofe * n’ha create tra effe molte & molte, in cui tra l’una & l’altra fi ritroua fenfatamente & concordia * & difcordia grandiffima . Et però non fen^a gran Slupore fi fanno alle uolte confiderai le operationi,& gli effetti Stupendi loro . percioche non è cofa in tutte le attieni del- la natura piu marauigliofa di queSla * ne che piu fi defi deri difapere . Onde non m’èparfofuor di propofito di ferine- re fopra ciò alcuna cofa , & maffìmamente di quelle, che s’appartengono alla materia de femplici . E" adunque da fa- pere , che tanto odio fi ritroua tra la quercia * & l’ olino, che nonfolamcnte piantandofi l’un di quelli alberi nella f of- fa, onde fia ì flato Stirpato dalle radici l’altro * non u alligna, ne mai ui uiue* ma s ammainano l’un l'altro * quando fi ri- donano piantati molto uicini . T^e minor inimicitia è trai cauolo, & le uiti* effendofi da molti offeruato*che le uiti, à cui fu già piantato ilcamlo uicino al piede, fi fono per loro Sleffe difcoSiate da effe per buono fiati o di terreno . Et pe- rò non è rnarauiglia fe tanto fi lodi il cauolo per l’ e b briachella* & che cofi cotidianamente l’ tifino i Tedefchi ne cibi 20 per rompere lafor%a deluino . Delcauolopoi non fono manco nimici t origano* la ruta* el ciclamino , che effo fi fia delle uiti, uedendofi* che piantato appreffo à qual fi uoglia di queSle piante, in breue tempo cafca,& fi corrompe. La fidila è tanto nimica delle malie, de uenefici,& de gli incantefimi, che attaccata fopra la porta principale della cafa * fecura gli habitatori da tutte le ingiurie di quelli . Et però differo i dottiffmi inueSìigatori delle cofe naturali , che tutte le piante , à cui crefca appreffo la f :illa, non f riamente f 3 no fecure da ogni nocumento & di mala aria, & d'a- nimali,ma diventano ogrìhor piu belle, & piu fruttifere. La ferula àgli afini ègratifiimo cibo da pafeere , & conferi- teli molto al nutrimento, mangiando/} elladacaualli,&dabuoi,in breue tempo gli ammala : come che anchora gli huomini la mangiano fen^a timore alcuno, quando ella fiunta di terra . I fiori del rhododendro , & parimente le fiondi fono mortifero ueleno à muli, à cani, àgli afini,& à molti altri quadrupedi : & nondimeno mangiate da noi ne deliberano da morfì de uelenofi animali . La cicuta mangiata ammansagli huomini, & parimente le befiie:& nondi- p meno gli Stornelli fen?ya nocumento alcuno fe ne mangiano il feme. I cocomeri, che noi chiamiamo cedruoli * fofiefi mentre che fono attaccati alla pianta fi )pra l’acqua, fi dilungano mar auigliof amente uerf 3 quella : & fopra l’olio, fi ri- tirano diforte in fe fteffi, che fi torcono in dietro à modo d’uncino, tanto amano efii quella *& hanno in odio quello, come cofa uniuerfalmente nimica di tutte le piante, che fi feminano: per uederfì,che ogni pianta feminata, che s unga co olio,ageuolmenlefi fecca,& fi perde. & però non è mar auigliafe tutti gli alberi, che con il frutto producono folio, non accettano gli anneHi degli altri , come fanno molti , che non producono ne olio, ne ragia. Onde sè molte uolte ue- duto querele , che producono le pere, platani che fanno mele, mirti che hanno melagrani, & oxiacanthe le nefiole : co- me cheipini,i larici, ipergfigli abeti,& i ciprefii, non mai fieno flati ueduti con altri frutti , che con iproprij . Tro- hibifeono la gr andine, & parimente i fulmini la pelle dell’hiena, del crocodilo , dell' hippopot amo , & del uitello mari- no. "L{e tocca il fulmine il lauro, ne il fico . I fichi faluatichi primaticci attaccati àgli alberi de domefiichi , à cui fio- gliono cadere i frutti, aitanti chef} maturino, non follmente prohibifeono , che non cafchino * magli conferuano fino che fi maturano. L’apio tanto piu pr e slo enficene gli horti , quantopiufi calpefìa,tutto che l’ altre piante faccino il con trario . D mentano teneri da mangiare i galli, quando prima fcannati s’appiccano ad un albero di fico. Et conferuanfi le carni ffef :he lungamente , quando fi gli ficca dentro un chiouo fatto di rame . Tsfe mai fi putrefanno ( come che fec- carefipoffano ) i corpi ammainati dal fulmine. &però ignorante fu tenuto quel poeta, da cui fu fcritto , che Thcton- te cafcato dal cielo per la per coffa del fumine, fi putrefece in certe ualli. Tutto che maggiore miracolo fia , che dando il fulmine in una borfa, ò cafja, ouefi conferai l'oro, lo rifolue in fumo fen\a punto guafiare la borfa ,ò la caffa : come medefimamente toccando una botte di nino confuma tutto il uino fetida rompere il uafo . Ma che maggior miracolo ? Mania tra le Romane donne pere offa dal fulmine effendo grauida , uijfe ferina alcun dantio , quantunque il fulmine le ammasgfffe il figliolo nel proprio uentre . La menta meffa nel latte , non lo lafcia apprendere . Tocche lemorenepe - 5° fri con la ferula fubito fi muoiono : & tocchi gli feorpioni col delphinio , con la lichnide faluatica, ouer amente con là radice dell aconito par dalianche, diuentano di tal forte fiupidi , che paiono efferepiu morti, che uiui . Et nondime- no toccandofipofcia con le radici dell'helleboro bianco fubito r acquistano il uigore ,&le pristine for^e. ilfucco della cotula fregato alle mani non lafcia trafiggere le api, ne le uefpe . Il che fa parimente la maina pefia con olio , &unta alle membra del c orpo . La radice della poiemonia portata adoffo non lafcia trafiggere chi la porta dagli feorpioni : & fe pure fono trafitti , non gli nuoce . T anto odio fi ritroua tra le canne , & la felce , che legando fi un pe^rp di canna al uomero dell aratro, quando fi coltiuano i campi, difi) erge tutta la felce * che ui fi ritroua . Ma ben amicitia per il contra- rio fi ritroua tra le canne , & gli afparagi, uedendofi , che feminatine canneti, ui allignano marauigliofamente : come fanno anchora le uiti , che simpergolano in fagli olmi,& in fagli oppi, per effere elle di quefii alberi amìciffime. E'pa - rimente grande amicitia trai mirto e l' oliuo , & tra l'oliuo , e’ifico * godendofi traloro dì effere compagni. Strangola 6& fue fpetie . 20 Difcorfi del Mattinoli VN’ ALTRA IRIDE SALVATI CA.' odore : ilfuflo ha ella breue , & il fior di tutte le altre minore , d’odore di chrifomele ; che noi chiamiamo bacoche. É fatto quejìo fiore di noue foglie 3 di porporeo colore 3 nelle efiremc parti di fopraper tutto lineato di giallo . Tenfano al- cuni j che quefia (ìa la uer a Illirica > (limando che la Illirica 3 & la Italiana 3 non folamente fieno differenti dibontày ma di forma anchora. Tacila opinione de quali anchora che da prima io fia largamente concorfo ; ho nondimeno di poi co- nofciuto effer altrimenti : percioche parmi effer chiaro , che la Illirica fi preferita alla Italiana , non perche ella fia di ffetie differente da quella 3 ma perciò nel clima , & nel terreno di quelpaefe 3 nafce ella nelle f acuità fue molto piu ua- lorofa 3 come interuiene nell'affen\o , che nafce inVonto: nell’acoro di Colcbide 3 &diGalatia : nel cipero di S orla, dell If ile chiamate Cicladi : nel cofio d'Arabia : nel croco del monte Corico : nella mirrha de Tragolditi ,<& de Minci : & in molti altri nobili medicamenti 3 i quali per particolar uirtù de luoghi , oue nafcono 3 fi prepongono à tutti gli al- I * tri. Del che fa testimonianza Galeno nel primo libro degli antidoti 3 con quelle parole . Tutti coloro 3 chehan fatto laprofeffione dell herbe , hanno concordeuolmente ferino , che quella è ottima Iride , che nafce wllliria : quello ottimo petrofelino. Nelprimolib.diDiofcoride. 21 tetro felino, de fi porta di Macedonia : come è anchor a ottimo 1 affli alto di Giudea , & parimente il b affamo , & altri medicamenti , lodati per jpetial dote de luoghi, oue nafeono , come diremo , quando particolarmente firmeremo di ciar 7cimo Scri(feauantiGaleiioilmedefimoThcopbralìoalvil.capodell\. libro dellhifloria dellepiante, cofidiccn- do ~No n ritr onerai in Europa altro eccellente , che la Iride, la qual nafie ottima appriffo agl’illirici , non però uerfo il mare mafia terra , & fifetialmente in quella parte , che rimira al Settentrione . Il perche è differenza da luogo à luo- quanto Nel primo lib. di Diofcoride. 2^ A C O R O. quanto mifcriffe diConfìantinopoli l'Eccellentiffìmo Medico Guglielmo Quaccelbeni , dalla cui fommitd nafcon i ra- mofcelli,& da questi alcune panie ole fìmili à quelle de iTfioccioh alberi , ouero al pepe lungo . Tali dico fumo le pian- te del Acoro uero , che mi mandò diConfìantinopoli il Signor Augerio di Bulbefie • Ambafciadore del Santijjìmo Im- peradore Ferdinando, con cui fi ritrouaua il Quaccelbeni , portate di Tficomedia, doue appreffo ungrandijfimo lago na- fte l'Acoro (chiamato uolgarmente Calamo aromatico) copio fijfimo . ilchefiuiene beniffimo d confrontare , con quello , che ne ferine Diofcoride , fcriuendo egli , che l'ottimo nafte in Colchide & in Galatia, prouincie uicine alla Bitb mago- ne è la città di ls{i comedia . Ma è per lunga ignoranza, accaduto , che infino al tempo d'hoggidì nonfolamente in Italia, ma in qual fi uoglialuogo del mondo , doue fieno & medici, & fpetiarie,fi fia communemente ufato di pigliare per l’A- I O coro una certa radice roffigna , che nafte ab ondanti (fima nelle paludi , & altri luoghi acquastrini , inutile, &ftn%a ue- runo odore . Del che è fiato cagione ilprodur quefia pianta foglie , & radici d’iride ; quantunque quefie fiano piurof- fe j& quelle molto piu lunghe del douer e. Quefta adunque radice fino à tempi nofirri è fiata fempre tifata in luogo del uero Errore del Bra fauola . nero Acoro » da chi non sé curato d’inucjìigare la uera bifforia delle piante . Ma quanto Jìa quejìa & nelle qualità , & nelle f acuità differente dall' Me oro , fi conofce facilmente per l'hifloria 3 che ne ferine Diofcoride , auenga che in ejfa ne bianekogaft dif cerna , ne acutezza fi guHi . Ma benché non poco del continuo dai piu dotti boggi fi dannino tutti coHoro y che nonfolo in quefto femplice > ma in molti & molti altri hanno errato ; nondimeno per non hauere eglino bar unto i buoni autori fedelmente interpretati y fono piu da effere feufati , che alcuni di quelli dhoggidì nelle Greche , & nelle Latine lettere dottijjimi : li quali hanno le cofepiu chiare , chel Sole , & fono tenuti ne i f empiici piu ualenti y & errano ( per mio giudicio ) maggiormente degli altri . Del numero de quali panni che fa il Brafauola huomo uer amen- te dotto , il qual facendo non picciola prof effione di dichiarare piu incogniti 3 & male ufati femplici , aneboraebein molti & molti h abbia ueridicamente efftoflone la chiarezza ; nondimeno in quejlo (fecondo il parer mio ) maggior- mente erra nella luce de buoni autori 3 che non errarono coloro , che auanti à lui cambiar ononelle tenebre ; dicendo y che l jlcoro deferitto da Diofcoride } nonpoffa effere altro 3 che quella aromatica radicetta chiamata uniuerfalmente &da Nel primo libro di Dioicorido 2j «J- da i medici , &'dagliffetiali Galanga : uolendo cofi piu prefio errare col Leoniceno fuo precettore , che condefcen- dere nella nera opinione del Maliardo .Il che quantfifia dal nero lontano, & daUhifloria,che ne firme Diofiorìde ,fi di - fiomenga , facilmente fi frotta . Tercioche noi non habbiamo alcuna chiaretti , che foglie faccia la Galanga in Boria, otte ella nafee . maper ueder noimanifeHamente , cbelafuaradiceftconfadifirteconquelladd cipero, che molti lo chiamano Galanga faluatica ,poffiamo ragioneuolmente credere, chepiu predio faccia la Galanga foglie di cipero, che d’iride . Che oltre à quello le radici della Galanga fomiglino à quelle dell’iride , à me neramente non pare , ne penfo an- chora, che fa alcuno, che l' affermi, che elle fieno bianchicce, come afferma Diofiorìde effer quelle dell Me or o , non tteggio neramente io: imperochc tanto di dentro , quanto di fuori fono fimpre neramente roffe . Che fileno poi al gufo acute, nonfiniega . Ma non è però per quello da dire, chela Galanga fia l'Mcoro,non corriftonicndoui l’ altre note, l o delle quali la uediamo apertamente mancare : & majfmamente che fi uede dire Diofiorìde , l’ Acoro ejjere acuto , & don acutiljìmo , & mordaciffimo , come èia Galanga . T iene quella medefima opinione anchora il Fuchfio medico gran- Errore del de de tempi nofiri , al quale parendo , che le radici della Galanga commune fiffero troppo pìcciole à douerfi equiperare Fuchfio . atl'Mcoro , lafiiata la opinione del Brafauola , mole nefuoi commentari j delle piante , che fia l'Acoro quella altra Ga- langa groffa , che mouamentefi ci porta . Ma confiderandofi , che non fi rajfembra all'Iride, non fi\fa , che fiondi ella fi faccia , & è molto piu roffd , di quello che importi quella dittione Greca -wcrAdW, che uuol dir bianchicce , & nonrof figgianti i fi può neramente concludere, che infieme col Brafauola s’inganni anchora il Fuchfio . Contea alle cui opinio- ni è neramente Galeno alvi, delle f acuità de J empiici , dicendo , che nonfolamentc èia radice dell Acoro acuta al gu- fo , ma anchora amaretta : la quale amaritudine non fi ritruoua in alcun modo ne nell una, ne nell'altra Galanga . quali timque pur con finitoli argumenti contenda il Brafauola nell ultimo fuo ttolume Jìampato in yinegia, che fia nella G alati- lo ga, oltre alt acutiffmo fuo fapore , anchora dell amaritudine . Il che lafiio algiudicio di coloro, che ogni giorno la pof- fona gufiate finga cholera . Demolirà parimente che 1. Acoro fia amaro uno anticbìffìmo n offro off empi are , nel qual fi L’acoro deue legge non tukv òv,comc hanno quafi tutti gli altri effemplari , ma wotpòvycioe amaro . llche fi conforma molto bene con Ga cflere a* §u^° leno . Trouafi oltre a queflo altra cofa effer l'acoro , & altra la Gala?iga , per Serapione ottimo & fedele interprete di Diofcoride : il quale conofcendo effer non poca differenza tra l'acoro & la Galanga 3 ne fece & ne trattò per due diuerfì capitoli , non repetcndo cofa alcuna nell'uno , che shaueffe detto nell' altro . Trouafi il mede fimo parimente per j Attuario : imperoche nella compofìtione della aurea Aleffandrina mette egli l’acoro , & parimente la Galanga , co- me cofel' una dall' altra differenti . il che fece fìmilmente TJicolao Alcffandrìno . Ter quefìe adunque ragioni , & au- torità fon io coflrctto effer differente dal Brafauola , & dal Fuchfio . Tfe mi fo dare ad intendere , come mai fa interne - nuto , che la Galanga maggiore , la quale è differente dalla minore folamente di genere , non di Jpetie 3 ne di uirtu } fu- go bito che fu portata di Soria ,fi trasformaffe in Acoro . Ma lafcio il carico di queflo giudicio à coloro , che l'intendono fen\apaffione . M allenendo alla conci ufi one , ere do bene , che fi poffa dire infieme con il Manardo da Ferrara , & con ^he cofa (u il alcuni dotti femplicifli de nofiri tempi , che il nero Me oro , di cui intendono Diofcoride , & Galeno , fa fìncer amente il uero Acoro . uolgar Calano aromatico delle fpetìaric . Quantunque non manchino alcuni nuoni femplicifii , che fi sformano d'impu- gnar la nofìra opinione : confidati nella frittura del Leoniceno , & del Brafauola , & in alcune loro molto fi inoli opi- nioni . Ma per quanto io me ne ueggia , mi par che fia piu da riderfì delle lor chiacchiare che da darli d’orecchio . Impe- ro che uolendo eglino prouar dal luogo ouc nafee la Galanga maggiore 3 che effafìa l' Acoro , dicono contendendo non poto ch’ella nafee ne i monti di S aria : doue mai fi ritrouò fritto da alcuno , che nafeeffe l'Acoro , ma ben che la Galan- ga nafee in Soria ferine Serapione : onde tanto fono feiamoniti , che non s’accorgano , che altro nonprouano che laga- Rif-pofte c5tra langa fia nera & legitima Galanga . Imperoche fe doneuano prouar e che la Galanga maggiore fuffe l’Acoro , dal luogo alcuni ignorali oue nafee , bifognaua lor prouar e che la nafeeffe in Tonto , in C olchide , & in Galatia , oue dice Diofcoride che nafee tl * L’Acoro y & non in Soria . T^e manco ridicola & leggiera è la ragione di co foro quando uogliono , che per hauer uc- duto una fola foglia di Galanga : ( fe anchor ciò fi può creder loro ) fiata mandata alle lor mani di Soria , la qual di- cono effer fìmile aUe foglie dell’ Iride , la Galanga fia II Acoro: Imperoche quantunque fi p offa concedere che quella fiffe una ucra foglia di Galanga ; fapendofi che la Galanga fa le foglie come il Cipero , fe benpiu larghe , &piufeì'- nìe y le quali non fono del tutto diffimili da quelle dell'iride , nondimeno non ueggio come fi poffa conceder loro 3 che per iterila fi poffa affermare che la galanga groffa fia l'Acoro , fe nonfìuedela corrifbonden^a di tutte l’altrecirconfian- s(e y che ui fi richieggono . Imperoche le foglie dell'Iride , dell'Acoro nero , & delfalfoy del Xiride3del Gladiolo , del Cipero 3 & della Galanga 3 nonpoco fi famigliano . llche ofta loro molto 3& parimente confonde ogni loro ragione . Ol- tre ciò mi paiono molto piu intenti al fauoleggiare , & al contradire alla lievità , per fofìentare le lor f alfe opinioni, quando 3 oltre all’ altre melanfagini , ardifeono d’affermare , che la radice dell’Acoro 3 chiamato uolgarmente calamo aromatico , non fieno fimili all' Iride ,auenga che fi ueggonoper tutto nodofe3 ( come dell' Iride ferine Diofcoride ) ferme, bianchicce 3 & odorate . Dal che fi uede come manifefiamente fe ne uadino come infenfati anfanando : offendo mani- fefio 3 che non uogliono concludere ne inferire altro , fe non che il calamo aromatico uolgar e non fia l’Acoro 3 ma una ffetie priuatad’ Iride . Hor non impa^ifeono co fioro apertamente 3 quando oltre altre mellonaggini dicono che le ra- dici fiefche del Calamo aromatico uolgar e fono fien^ odore & fien^afapore alcuno ; & poco di poi affermano 3 che quando fono canate di fiefeo fono amariffime , & di cattino odore! Veramente fi, checioèunafienefia 3 &unapa7c %ia manifefla . la quale neramente ha molto piu bifogno d’Flleboro , & d’altri forfè piu ualorofi antidoti 3 che d' alcuna qual fi uogliripr enfi one. Creder olii adunque io quefìe menzogne ! non uer amente : cofi per hauer io gufiato delle ra- dicimcdcfime fiefche , come anchora per hauer fede degni tefiimoni , che i Tartari le mangiano con molto buonguFlò col pane per companaticoycome mangiamo noi le radici orauanelli; imperoche non fono elle meno acute, &odorate, che lefecche . il reflo delle fciocche^ge di cofioro , le lafcio per bora da parte , accio che non maccufinoper troppo fe- uero cenfore . Mafe alcun fuffe uolontarofo d’intendere il tutto , legga i pareri deU’Angiiillari , che fe ne potrà larga- ci mente Virtù dell'Aco *9 • Acoro fcrittp da Galeno. Galanga, &fua cófidcratione . Errore dei Fra ti commentatQ ri di Mefue. Nomi, Difcorfi del Matthioli 26 -mente fbdhfhrc, tmpembe ueggiàmo primamente raffembrafi lefiie radici a quelle dell mde,& che elle f i mo nodofe, rime bianchicce. Moyifer e. , acute, & amarette, come diffe Galeno . Dimofiranlo parimente le frondifere, che ui fi ritroimo;percioche fono quafi quelle ifieffe delf iride, come dimoHrala prefente figura tratta dalnatur ale d' una pian taportata cofì integra da ConHantinopoli,& come ogni giorno fi può chiarire ciafcuno , che fenfatamente defideri di uederle . Oltre à ciò, fecondo che mha riferito il dottore Merlo medico in Ijpruch, ilqualc lungo tempo ha pratica- to in Lituania, nafce queHo uolgar Calamo aromatico copiofiffimo in quel paefe: douepiu mite mha affermato hauer- loegliHeffo eftirpatofuor di terra, certificandomi, che nelle fiondi, & in ogni altra parte confonde del tutto al- l'acoro fcrittQ da Diofcoride, auenga che nelle fiondi, nel fuHo , & nel fiore, il quale del tutto eporporeo,fi raffem- bri egli all' iride, cofi come anchora nelle radici . Chiamanloipaefaniinlor lingua Tattarf chi 7xelij,cioeherba Tarta- rica,per efferne la r urtarla contermina alla Lituania, abondantiffima . Et però beniffimo , & realmente fcriffe Tlinio 1 0 al xili.cap.del xxv. libro, che l'ottimo Acoro era quello, che fi portaua di Tonto : ìlquale è proprio quella parte di T urtarla, che confina con Lituania . Et impero non mi fon potuto fe non grandemente marauigliare,che cofifkcìl- mente fi creda il Bufinola, che il uolgar Calamo aromatico delle Jpetiariefia quello, di cui int e fero T heophraflo, Dio- fcoride, Galeno, & Tlinio:& che non s accorga,come diremo al fio proprio capitolo, che il Calamo aromatico fia can 'na,& nonradice. Le radici dell' acoro mangiate da digiuno , occultano il pudore del fiato: Il uapore della loro de- cozione riceuuto in bocca con uno ombutello di modo, che entri fino al petto,cura la tojfe. Beuuta una dramma delle ra dici con altretanto cinnamomo, con uino d’Affengpfcalda & conforta non poco lo Homacho. Faffi dell' Moro uno of- fimele molto à propofito alle frigidità del fegato , & della màfia in queHo modo . Si pesìa una libra di radici d' Mo- ro gr off amente, & infondefi nel aceto forte per tre giorni contimi: appo ciò fi cuoce fin che l’aceto cali la terrea parte: & poi fi cola & saggionge all'aceto tanto mele che bafli& fi cuoce cofi fin che fia affai. Baffi di queflo liquore ogni 20 mattina una oncia, con la die ottione delle medefime radici. Siportano le radici dell’ Me oro condite da i luoghi oue egli nafce, utili à tutte le cofe predette.& fi condì feono anchora le fecche ne i noHripaefiuma quelle neramente uaglio no poco 0 niente . Fece dell'Acoro memoria Galeno alvi, delle fàcultà de femplici, cofi dicendo . Dell’ Moro ufia- mo noi la radice, la quale è al gusto acuta , & alquanto amara, d’odore non ingrato . Onde è manifeHo,che egli èco. - lido, & di fittili parti compofìo . Il che lofi effere buono per prouocare l'orina , pergiouare alle duregge della mel- \a,& per leuaye uia le caligni degli occhi : quantunque per fir queHo fia molto migliore il fio ficco . E ' neramente chiaro effer l' Acoro fccco nelle uirtù fie, & parimente caldo nel tergo ordine . Ma perche sè detto in queflo capitolo qualche cofi della Galanga, nonfe ne facendo da Diofcoride mentìone alcuna , come cofi da lui forfè non mai ueduta , perfodisfire in tutto àgli fpetiali , ne dirò qui quello , che da Serapione , & da alcuni altri fempliciHi del noHro tem- po ho ritrouato fcritto. E adunque le galanga di due (fictie , maggiore ciò è, & minore . La minore è una radi- p cetta piena di piccioli nodi, di colore & di dentro, & di fuori roffa,& in alcuni fiat fi fi ano do & nodo ritorta, odo- rifera, & di acutiffimo fipore, di modo che maHicata non manco ualorofamente morde la lingua, che fi fàccia il pepe, & ilgengeuo : nell'odore & nella forma quafi fi raffimiglia al cipero, & impero alcuni fempliciHi la chiamano Cipero di Babilonia, per portarfici hi Italia di quelle bande, cofi come di S oria . La buona è quella , che è graue , roffa,& al gufo acutiffima . Sono alcuni truffatori , che la f ophiHican 0, torcend 0 le radici del cipero, & mettendole in mollo in aceto con molto pepe. Ma fi conofce la fiaude nelradere della feor^a : perche dentro di quella nella f jHanga della ra- dice, non ui fi fente alcuna acute^a, ne fipore di Galanga . La maggior poi quantunque fia molto piu gr offa; è nondi- meno manco ualorofa. , & di colore piu fmammito, & meno odorifera . Scalda la Galanga nel tergo or dine ;& impero aiuta lo Homacho alla digeHione , &difcaccia i dolori di quello, che da freddi humori , ò da uentofità fi generano . Meffa nel nafo , conforta il cerucllo : & tenuta in bocca,toglie ilpuggore del fiato . Daffi per bocca al batticore con ficco dipiantagine . Conuienfi molto al uomito del cibo ,& ài dolori colici per uentofità caufati . Vale àgli acetofi ~ rutti dello Homacho, & alle uentofe,& frigide malattie della madrice . T enuta in bocca,mafìicata , & beuuta , irrita al coito. £' buona alle frigidità delle reni . Mcommodafi con non poca utilità à tutte le frigide malattie . Credonfì quafi i reuerendi Tadri, che hanno commentato l Mtidotario di Mefue, contra L’opinione del Brafauola, & del Fuch - fio, che la Galanga fia la ifleffa radice del giunco odorato, il quale noi chiamiamo Squinanto . Ma per ritrouarfi , che il giunco odorato è neramente lo Squinanto ufiale , come diremo al fio proprio capitolo, & che Serapione , & Mttua - rio ne trattano diuerfamente; non ueggio, come tale opinione fipoffa in alcun modo uerificare. Et però giudico, che deltutto fi debba ella lafciare , nontantoper le ragioni affegnate, quanto che queHa non èia loroprofe(]ìorie,in chepre Harfegli debba piena fede. Chiamano i Greci b Acoro A ’'y.opov : i Latini Acorum:gli Arabi Vage, & Vgi : il uulgo de i medici & degli fpetiali Calamo aromatico. Del Meo, Cap. III. IL meo, ilquale chiamano Athamantico, nafce abondantemente in Macedonia, & in Ifpagna. Ha le foglie , & il fufto limile all’anetho, nientedimeno è piu grolfo.è il piu delle uolte alto due gombiti. Le fue radici fifpargonoper dritto, & per trauerfo in diuerfe parti, & fono lunghe, lottili , odorate, & alla lingua nel guftarle acute. Le quali cotte nell'acqua , oueramente crude trite, utilmente fi beuono alle oppilationi delle reni , & della uefcica: uagliono alla difficultà dei- forma: rifoiuono la uentofità dello ftomaco, & i dolori del corpo : & dannofi nel medefimo mo- do per le infermità della madrice . Trite con mele in forma di lettouario , giouano ne dolori del- le giunture, & ne catarri , che difendono al petto . Sedendoli nella loro decottione calda,prouo- 60 cano i melimi . Impiaftratc in fui pettcnecchio , prouocano l'orina à i fanciulli, ma toltone per bocca piu del douere, fanno dolere la tetta. Ho 5° Nel primo lib. diDiofcoride, MEO. HO fiempre neramente creduto gli anni p affati , che il nero Meo non nafceffe in Italia , rie che d'altronde nifi por- tale. ‘Prima per hauerfempre ueduto per il Meo ufare gliffetiali alcune radici bianchìcce , di fapore fintili alla pafiinaca j &pofcia perche fino at tempo di Timo non par che na fcejje egli in Italia > fcriuendo , che fino alt hor a non fi fieminaua il Meo in Italia, fe non da pochimedici. Il che par che dimostri, che f uffa il Meo d noi fiore ttiero fino al tempo di Plinio . Ma ejfiendofi nuouamente ritrouato una piantale cui foglie fono filmili piu altafiparago, che alfanetho, i fusti alti due gombiti, le radici nere , lunghe , ritorte in parte , & inparte diritte , acute , & d'uri odore , che ffira tralgraue, elfoaue, di modo che tutti coloro che danno opera àfemplici , affermano che queflo fìa il nero Meo , ac- etiche non paia , ch'io uoglia mantener la mia opinione pertinacemente fin con li denti , non ho potuto fare di non con- correre con la loro intenttine : anchora che fipoteffe addurre qualche ragione in contrario . Tercioché le radici di que- lla pianta non ffirano d’odore cofifoaue , & grato , come fi ricerca nel Meo ; ma piu pretto uè fi ferite grane, & acuto : ne fono co fi fattili , come dice effer Diofcoride: fen7{a che le foglie molto piu famigliano all' affiarago, che allanetho. I C 2 Qttetta Meo,& fua efla minatione . Meo fetido da Galeno . Nomi del Meo. 28 Difcorfìdel Matthioli , Quefia pianta chiamano in Taglia Imperatrice & la lodano molto per i morfi daferpentù Tlinio dice , che il Meo prò. duce le foglie fintili all’ anifo , come parimente fi ritratta in alcmiMiofcoridi . il che da anchora caufa di dubitare . Ve - lettiffimo è quello, che chiamano Mhamantico, òperche Mthamante nefujfe (mentore, ò perche nafcal’ottimo, nel monte Mhamante di Ththiotide . Quello che jì porta àtioi, nafte in Italia nonfolamente nel Monte Gargano,ma anchora in altri luoghi,eofì in alcune colline apriche, come neimonti.fole le radici fifiimano per l’ufo della Medicina , quantunque anchora il feme non fa fionda la uirtùfm , fece del Meo memoria Galeno alfettimo delle f acuità de [empii- ci, cofi dicendo , Sono leradici del Meo utili, calde oeltenp ordine , & fecche nel fecondo . & impero le ufano colon, che uogliono promeare i melimi , & 1 orina . Ma togliendofene troppo ,fa dolere la tetta : imperoche per efier egli piu caldo, che [ecco, porta fu al capo ma certa cruiettahumìdìtà , infieme conunacalidità uetttofa, & cofi gli nuoce, chiamano ì Greci il Meo : M*« ; i Latini Meum : gli Mabi Mu : i Tedefchi Baer mrt\, & tìert\uurt\ : gli Spagnoli j „ T indio . CIPERO, Dei Nel primo lib. di Diofcoride. 2 c> Del Cipero. Cap. IIII. IL Cipero, quale chiamano alcuni erififcettro,&afpalatho,hale foglie limili al porro, ma piulunghe,&piulbttili . II follo ha alto un gombito ,& qualche uolta maggiore , angolofo, limile al giunco odorato : nella cui fommità fono minute foglie, & parimente il Teme . Le radici, delle quali è l'ufo nella medicina , tutte infìememente lì toccano, & fono lunghette, limili alle oli- ue , oueramente tonde , nere,amarette alquanto , & odorate . Nafce il cipero in luoghi lagunofi, paludolì,&coltiuati. Del cipero quella radice li tiene elfer buona, che è ponderolìffima , denfa 1 0 matura,diffìcile da rompere, alpra, odorata, & gioconda con alquanto d'acutoicofi è la CililTa,la Soriana , & quella, che lì porta dalle ilble Cicladi. Quella radice Icalda, apre , & prouoca l'orina. Beeli per la pietra, & alla hidropilìa utilmente, & alle punture de gli fcorpioni . Fattone fomento alla natura delle donne, medica le frigidità, &oppilationi di quella .-prouoca i meftrui. Seccali quella, & Ipargelì trita in farina nelle piaghe corrolìue della bocca . Mettelì con giouamento ne glinnguenti,chefcaldano,&ufaii commodamenteà dare corpo à gli unguenti odoriferi. Di- edi , che ne nafce una altra Ipetie in India, limile al gengeuoda qual mafticata, è al gulto amaret- ta, & là un colore giallo, limile al zaffarano. Quella mellà in ogni pelolà parte del corpo in modo di linimento, fa cadere tutti i peli, che ella tocca. a V a -N t v n q_v e filatnente del Cipero , che fa le radici '■ fintili alle oline , hor tonde , bora alquanto lunghette » , faceffe memoria Diofcoride ; ne nafce nondimeno per la piu parte in Lombardia di quello , che la produce lunga, &jio4ofa,fparfa nella fuperficie della terra , di colore , che nel nero roffeggia , & quello credo io che fi a quello che Tli- nio chiama Ciperida . Qjceflo ho piu uolte ricolto io appreffo al fonte del T imam , in alcuni paludi circondanti fotto il Carfo , molto eccellente , & come poco auantihabbiamo detto , molto filmile allagalanga , nonfolamente nelle fatteti 3je , ma nell'odor anchora . E' non poco odorato quello , che nafce in T ofeana con le radici quafi di filipendola , ma non è però dapreporre à quello , che fi ciporta di Sona, per effer quello molto piu odorato , & amaretto . Scrijfe del Cipe- ro Vlinio al xv Hi. cap. del xx 1 . libro , oue miuerfalmente fcrijfe degli altri giunchi, con quefie parole . S ono ancho- ra alcuni, che fanno una fpetie di giunco triangolare , & lo chiamano Cipero . Et piu oltre diceva pur egli. il Cipero è un giunco ( come ho detto ) fatto à cantoni appreffo terra bianco , nella fommità nero , & graffo . Le cui foglie da baffi > jo fono fimili à quelle de porri , ma però minori , & nella fommità minute : tra le quali è il feme . La radice è nera , filmi- le a una oliua, la quale quando c lunghetta ,fi chiama ciperida, & è di grande ufo nella medicina . E' parimente appref- fo Tliniouno albero chiamato Cipero , che crefce uelociffimamente :<& un frutice chiamato pfcudocipero, di cui fa mcn- tione Diofcoride nel quinto libro, fcriuendo degli antifpodij . Ma ne l'uno ne l'altro di quefli ci fi modra . Cornelio C el- fo nel tergo libro al capitolo XX I . trattando di diuerfì femplici , che fi conuengono àgl’hidropici , facendo mcntione del Cipero , lo chiama Giunco quadrato . Il chenon èmarauiglia , perche fe ben per la maggior parte fi Prona triangolare ; nondimeno io riho uedutodel quadrangolare anchora . Et imperò è da dire , che Celf ) lo chiarnaffe quadrato ,pcr avver- tire , che fi ne ritroui anchora del quadrangolare . Ma Diofcoride , come in tal materia corifiimatifjìmo, battendone egli nido dell'uno & dell'altro , non diffe ne triangolare , ne quadrangolare , ma dijfe giunco angolofo: nel qnal voca- bolo l'uno & l’altro comprefe . Ma noi diciamo, che il Cipero è una pianta che fa quafi le foglie come il porro , ma 40 meno lunghe ,& piu frette . "Produce il gambo fatto à cantoni, alto un gombito , & qualche uolta maggiore , la cui midolla è biancacome quella de i giunchi, nella cui fommità le foglie fono molto minori , & difiefe per intorno à modo di fi ella , fra le quali efeono alcune panicole come picciole {piche, nelle quali è il feme .-produce le radici nerigne fimili alle oline , & qualche uolta lunghe , come quelle della Galanga , & però molti lo chiamano Galanga faluatica : TSfiafce in luoghi paludo fi ,& humidi. ufanfi le radici del Cipiro inluogo della {pica Celtica, & Indiana, dove nefiiffie manca- mento . Il migliore è quello , che fi ci porta di Sorta & di A leffandria : via mancando quello, fi può torre del nofira- no, di quello muffirne, che piu nelle file proprietà saccofla alla frittura di Diofcoride. il che piu delle uolte fanno gli fpetiali. Sono alcuni, che fanno differenza trai Cipero , el Cipiro , feguitando Plinio, ilqualenel luogo fopr adetto mo- le, che il Cipiro fia il gladiolo, & il Cipero quello di cui bora fi tratta . Ma fono nientedimeno alcuni interpreti di Dio- fcoride,cheufano l’uno & C altro vocabolo indifferentemente, per le ragioni , che ajfegna Hermolao. Quello della fe- conda fpetie, chef ciporta d’india, fintile algengeuo, da ciafcunodi buongiudicio non fi può dire effer c altro, che quel la radice gialla , dnamata nelle fpetiarie communemente Curcuma: per che in eff'a fi ritr ouano tutte le proprietà , che Diofcoride ajfegna à quella feconda fpetie di Cipero . Imperoche ( come effio dice ) è filmile algengeuo , ha molto del fuo odore , è amaretta al gufo, gialleggia nel maflicarla, & adoperali da molti à tor uia i peli di qual fi voglia parte del corpo . Ma è da fapere, che quella non è la Curcuma , che defcriuel' interprete di Serapioneper la Chelidonia: perche quella non è altro, che la Chelidonia di Diofcoride . Et imperò puoffii uer amente dire , che fi gli fia fi ambiato da gl'in- terpreti, ò dagli firittori il vocabolo , & che iti luogo diferiuere Chelidonia in Serapione ,fia liuto fritto Curcuma,il qual vocabolo non è ne Greco, ne Arabico : imperoche gli Arabi chiamano la Chelidonia Kauroch. Onde è cofa chia- ra, chefnlfamentefi legge Curcuma in luogo di Kauroch in Serapione . Et di qui èpofeia accaduto, che fi fletto ingan- nati cofi i medici , come gli fpetiali detempi paffuti . Imperoche non f apendo eglino di qual pianta f uff e radice il Cipe- ro Indiano , penfaronoper certo , che eifuffe la radice della Chelidonia maggiore, per la famigliatila del colore. Et pe- ro feguitando lalettione fklfa di Serapione, chiamarono il Cipero Indiano fnlf irniente Curcuma . Del Cipero Indiano firiffe Serapione, feguitando Diofcoride al proprio capitolo del Cipero, Dal che è manifefl amente chiaro , che la Cur- C ? cima 5° 60 Cipero, &fua eflaminar. Cipero & Tua hiftorù. Curcuma fpe- tie di cipero. Corrottela del tefto di Sera- pionc. Difcorfi del Mattinoli Virtù del Cipe cuma, di Sermone, per modo nlffano pofa (fere il Cipero Indiano . Lapoluere delle radici del Cipero con altrettanta ro. di bacche di lauropncorporata con orina di fanciullo, & impiaflra in fui corpo,, gioua efficacemente àgl’hidropici. Cipero felino (Commemorò Galeno il Cipero al\ ir .delle facilità de femplici,cofi dicendo. Le radici del Cipero,le quali fono in gran diffimo ufo, hanno ujrtà di fcaldare, & di difeccare fentpt mordacità alcuna. Et imperò giouano marauigliofamente alle ulcere, che per e fere troppo humide,malageuolmenteft faldano; al chef conuengono anchora affai, per hauere el- leno un certo che del coflrettiuo . Il perche fono comeneuoli anchora àgli orificij delle ulcere della bocca . In oltre fi può ficuramente te Hificare,chehahhianoanchora deUincifiuo,per giouare elle alla pietra, & per prouocare imejlrui, Nomi del Ci- l'orina. Chiamano i Greci il Cipero Kóm/K : i Latini Cyperus.-gli Urabi Saherade: i T edefehi Vuilier galgan: IL Cardamomo elettiifitno è quello, che ci fi porta da Comagene,da Armenia, & dal Bofpho- ro : nafeene anchora in India, & in Arabia . Quello è l'eletto , che difficilmente fi rompe, che è denfo, & ben pieno . Ogni altro adunque , che non farà tale, è fuanito dalla uecchiezza , & non è buono. Moftra effer buono quello , che offende con l'odore il capo , & che al gufto è forte, & ama retto alquanto . Scalda il cardamomo : & beuuto con acqua, uale al mal caduco : è buono alla tot fe , alle fciatiche , à i paralitici , à i rotti , à gli ipafimati , & à i dolori del corpo : caccia del corpo 1 uerminilarghi . Et beuuto con uino , uale alle reni , à quelli che malageuolmente orinano , alle punture de gli Icorpioni, & al morlb d ogni altro uelenolo animale . Rompe le pietre nelle reni, sa tenutone una dramma con corteccia di radice di lauro . Toltone il fumo per la natura, ammazza il fanciullino nel corpo della madre. Vngendofene con aceto, guarilce la rogna ,& mettefi ne gli unguen ti odoriferi per ifpefsirgli. TAE fono le ffietie del Cardamomo, che ci fi portano d'oltra mare, cioeil Maggiore, il Melano, &ilMinorc,& tutte fono ferratene ifuoi follicolitutti di forma differenti. Il follìcolo ampliamo dir ricettacolo delmag e giore fi rafembra quafi ami fico, fatto duna corteccia fimile à quella della prima couerta delle noci Indiane , ò nero dell inuoglio onde efconoidattoli , con alcuni filamenti , che tirano dilungo . Quefìo didentro è per tutto flipato di feme rojjìccio, tramenato ( come fi uede nei melagrani) daaleme fotùhjjime pellicole bianchiccio, da cui uengono co- pcr°. gH spagnoli lancia deolor,& lancia auellanda: ini rance fi S anche t , Del Cardamomo . Cap. V. CARDAMOMI SPECIES MEDIVM MA1VS Nel primo lib. di Diofcoride. ferti i grani , i quali chiamano alcuni Meleghette, per raffomigliarfi eglino ( come credo io) al miglio Indiano, il quale in alcuni luoghi d’Italia fi chiama melega. Quefii al gufilo fono acuti ,& di tal forte odorati , che da alcuni fono chiamati Grani del Taradifo . il melano produce i foUiculi lunghetti , & molto mengroffi del maggiore , man- • golari ttrifciati, & con la punta ribattuta , ne i quali è dentro parimente il feme rauuolto nelle membrane , come il Maggiore , lunghetto, compreffo, & diuifo per lungo da un canaletto, & attrauerfato da certe linee picciole , & fot- tili di colore,che nel bianco rojfeggia . Il minore fi rinchiude in un picciolo capitello triangolare , filmile al frutto del Faggio interiore, bianchiccio dentro, & diuifo per mego da un fiottile intcrfiitio , doue il feme fi uede collocato ugual- mente dàliuna,& dall altra parte, ritondetto , & ruuido al toccare , & per lungo da una fola parte diuifo . Il feme di tutti ageuolmente fi rompe con li denti, & guttandofi è acuto, & mordente, ma con tutto ciò è il fino odore , & il fapore IO affai fioaue, fienai fentiruifi punto d' amaritudine. Ma è ben uero che ilmaggiore,è il piu acuto, & è il piu odorato, come il minore è molto piu acuto, etpiu odorato delme?xano.Ma fe alcuno di quefii fia il cardamomo de Greci io fin qui no ardifco d' affermarlo. Conceder cip ero ageuolmente, che il maggiore fujfe il uero Cardamomo delli antichi , uedendoche Zenone nel fecondo libro dalli Antidoti, di Galeno, gitta uia i follie oli del firn Cardomomo , & che nel primo libro de i mede- mi .Antidoti , nella Thracia deferitta in uerfii dopo quella di Damocrate fi fin mentione dell' inuoglio del Cardamomo , <& che anchora Galeno nelfettimo libro delle compofitioni dei medicamenti fecondo i luoghi traferiuendo da Pam- philo,fece mentione del Cardamomo fcorticato : mafia che non mi riduca à concederlo, ne à crederlo, il fapore, nel qua- le, fie ben fi gufa favor of amente, non ni fi comprende punto d’amarena , laquale nel Cardamomo fi come ferine G ale- no) è cofì apparente, che può ageuolmente ammaggare i uermini del corpo . Oltre a ciò l'odore del nofitro uolgar Car- damomo è cofi piaceuole, che non offende punto la tetta, ne manco è molto duro da rompere, cedendo egli cofifincilmen 20 te a i denti, che. non uifiabifogno del martello . Onde tutte quefie cofe mi fanno ambiguo, fie il Cardamomo volgare fia ò no fia il uero che ufiorono gli antichi :& quefio neramente non dico, per che io uoglia difendere , & tenere con li denti la mia opinione, neper ch’io uoglia contradire à coloro che tengono il contrario , ma fiolamente per dirne con le ragioni inmano quello ch'io mene creda . Tercioche i Greci per il Cardamomo intendono una co fa, & gli Arabi n’intendono un’altra , come ageuolmente fi dimottra per Serapione . Imperoche quantunque deferiuefife egli quafi tutti i /empiici di Diofcoride , & de gli altri Greci-, non però chiamò quefio Cardamomo , ma lo nominò Cordumeno : fa- cendo dipoi di mente d’ifach Arabo un capitolo del Cardamomo , il qual nella fua Arabica lingua chiamò Saccola di maggiore , & di minore ferie, de quali ueruno , non fiolamente non corriffonde al Cardamomo di Diofcoride, & de gli altri Greci; ma dnififuno di quelli altri, che indifferentemente s adoperano, & s’ufano nellè (feti arie . Pro- uafi olirà ciò , che ninno di quelli, che sufano nelle (fetiarie ,fia quello de gli Arabi, imperoche conferendogli con gg quelli di Serapione , ageuolmente fi comprende : imperoche il maggiore loro nafice ferrato in certi capitelli filmili à quelli, che producono iro[ai,& il fuo grano è ritondo, & affai maggiore di quello del pepe ufuale: nel quale fo- no rinchiufi altri granelli piccioli, angolofi , pieni & odoriferi, il minor dipoi afferma egli nafe ere fenga altrore - cenacolo, & non rinchiufo in capitelli alcuni, come il maggiore: ma che ben gli fimiglia nel colore, il che ma- nifieflamente dimofìra , che i Cardamomi delle feti arie fieno molto differenti da quelli, de gli Arabi, nel compa- rargli alle defcrittioni loro. Onde manifefiamente appare , che fi ano. in errore i fieuerendi 'Padri commentato - ri di Mefite , tenendo per fermo chele Meleghette fieno il uero Cardamomo minore de gli Arabi, per hauere cofi. efifofio Andrea Bellunénfe , correttore à’Auicenna. Maucdendofi , che il Belliincnfe e/pone fecondo la uolgar e opi- mone, & che le fornigliange non ui corrifpondono , facilmente fi conofce. l’errore di quetti reuerendi Padri, pcr- cioche il Cardamomo de gli Arabi nonna fee rinchiufo in capitello alcuno , come nafeono le Meleghette. Il Bgtellio 40 ne i fuoi uolumi della natura delle piante , & parimente il Fuchfio nel fuo methodo , tengono chel Cardamomo degli Arabi fia quello , che fi dimanda hoggi in Italia pepe d’india. hauendo quetta pianta foglie filmili al fi datro de gli horti , i fiori gialletti , il frutto lungo à modo di cornetti , uerdc daprima , & poficia nel maturarfi cofi roffo , & li- ficio , che par fatto di corallo , & il feme dentro à quefio picciolo , bianco , piatto come le lenticchie , & cofi acuto , che eon ogni leggiero gufilo abbrufeia ualorofamentc la lingua , il palato, & le fauci; manifettamentefi conofce hauer non poco errato l’uno & l'altro di loro . Imperoche quantunque il feme di quetto pepe fi generi in quelli cornetti nel mo- do , che fi genera queldelle rofe nel fuo frutto ; il refio nondimeno non. corrifponde al Cardamomo di Serapione : il qua- le fa dentro ài fuoi capitelli feme , non fimile alle lenticchie , maritondo , & piu groffio del pepe: ilqualeha dentro di fe altro feme di minute granella . In oltre per effier quetto Pepe non folo nel feme , ma nelle fcor\e del cornetto tanta acuto , che al matticarlo è ecceffiuamente mordace , & ulceratiuo , è da penfare , che tal eccefifiua qualità non haurcb-, :$0 be taciuta Serapione : & maffimamcnte ficriuendo egli hauere il fuo molto piu del coflrettiu'o , che del mordace . Ani- ceuna dice nel fecondo libro , chel maggior Cardamomo fa il grano filmile à i ceci neri , & il minore firmile alle lentìe-* chie . Il che ha fatto forfè credere al ffiuellio , che quefio Pepe d’india fia il Cardamomo maggiore degli Arabi , non accorgendofi anch'egli, come ben s'inganna ne fuoi fondamenti. Imperoche Auicema dice , chel minore , & non il maggiore fi il feme fimile alle lenticchie : anchora che effio affermi il contrario, & forfè peruerta quel tetto àfiua inten rione . Del che non poco mi fon marauigliato , auenga che raro huomo nelle cofe de fiemplici fia ttato il l{uellio . Plinio al x ni . capo del xil. libro , deficriue il Cardamomo con quette parole . Il Cardamomo & di pianta , & di nome è fi- mile all'amomo : il fuo feme è lunghetto , Mietefi nel medefìmo modo anchora in Arabia . É di quattro (ferie : il primo è uerdiffmo , graffo , appuntato, malageuole da rompere , & quetto piu fi loda di tutti gli altri: il fecondo è di colore rofficcio biancheggiante: il tergo piu minuto , &piunero : & il quarto , di tutti gli altri tre peggiore , è di uario colo- bo re, & ageuole àpettare . Quefio tutto diffe Plinio . Ma non fo però di cui authorità : imperoche tanto appreff 1 Dio- fcoride , quanto apprefifo altri Greci, non ritrouo di Cardamomo piu d' una (ferie fola . Galeno ne i Succedanei, non tro-, uandofi il Cardamomo , mole che in cambio di quello fi pigli il cipero , ouer amente il mirto . Scriffene . oltre à quefio egli, C 4 al vi i. Cardamomo melano. Cardamomo' minore. Errore de Frati commentatori di Mef. Errore delRu- eliio. Le fpetie de i Cardamomi,fe condo Plin. Cardamomo fcricto da Gale no. Nomi . Nardo, & fai effeminar. Opinione del Manardo re» probità. 32 Difcorfi del Mattinoli dvll delle facilità de /empiici, cof, dicendo, il Cardamomo ha anchora egli /acuità molto calia, manonperòtan - to come ilnaBurtio : ma quanto è egli piu/oaue , & odorifero del mHurtio , tanto è meno caldo di quello . Ter il che impiajlratofolo, nonpilo egliinmoio alcuno ulcerare . Ha oltre à quello alquanto dell'amaro, comi quale ammala egli iuermini, & guarifee la rogna , quando s’unge con aceto . Chiamano i Greci il Cardamomo K : i La - tini Cardamomum: gli Malti Cardameni, & Cordumeni: i Tedefihi Cardamomclin: le Italiani Cardoamomo : li Spagnoli Grana de Tarayf 1 : Del Nardo. Cap. VI. II i m rL nardoèdiduefpetie, Indiano cioè, & Soriano: l0 J_nonperò perche l’uno in Soria , & l'altro in Indiana fca ; ma perche il monte , doue egli nafee, dall’una par- te rimira l’India, & dall'altra la Soria. Quello della fpetie Soriana è ottimo, cheèfrefco, leggiero, folto . miii* di capelli, & rollo, & odoriferifsimo : & quello, che lla odore di cipero , ha la fpiga corta , il fapore amaro , w Ìt'MW & che dilfecca la lingua nel mafticarlo, &lafcialunga- mente la foauità del fuo odore. Dell’Indica Ipetic n'è uno, che fi chiama Gangetico, coli nominato dal fiu- me Gange , che Icorre al piè del monte , oue egli nafee : 20 il quale, per la molta humidità del luogo, èmenbuo- no, ma piu grande dell’altro: produce quello da una fola radice afidi Ipighe, folte dicapegli, intrigate, di graue&faftidiofo odore. Quello def monte è molto piu odorifero , & ha la fpiga piu breue , & diminuta : ha odore uicino al cipero , & tutte l’altre doti , che ha il So riano . Trouafi urialtra Ipetie di nardo , chiamato Sam- pharitico dal luogo , doue egli nafee : la cui pianta è af fai piccola, fa grandi Ipighe, & il folto di mezo bianco : ilqualeperhauerfuordimodoodoredi becco, da tutti fi lafcia per inutile. Vendefene di quello flato bagnato nell'acqua, maficonofce p l’inganno alla bianchezza , & fordidezza delle Ipighe , & all’hauere elleno perduta la lanugine lo- ro . Sophifticafi per fargli creicel e il corpo , e'1 pelò, con lo ftibio, {prezzandogli fopra con la boc- ca acqua , ò uino di dattoli . Bifogna guardare nell’uiàrlo fe egli ha fango attaccato alle radici , & pcruncriuello icuoterne la poluere : la quale per lauarele mani utilmente fi ferba. Hanno calda, & fecca natura . prouocano l’orina . Beuuti riftagnano i fluffi del corpo : & applicati di fotto , i fluf- li, & la marcia, che ledano dalla natura delle donne. Beuuti con acqua fredda, uagliono alla naufea , & à i rodimenti dello ftomaco , alle uentofità , à i fegatoii , à trabocco di fiele , & alle ma- lattie delle reni . Sedendoli nella loro decottione, gioua alle donne, che hanno infiammatala madrice: conuengonfi al cafcar dei peli dellepalpebrede gli occhi fortificandole, & facendole ritornare piu piene, & piu folte. Spargonfi triti in poluere fopra àgli humidi corpi utilmente. 40 Mettonfi ne gli antidoti : t riti , & fattone paftelli con uino, fi ferbano in uafo di terra non impecia- to , per le medicine de gli occhi . Chiamasi ufualmente ìljqardo nelle fpetiarie Spicanardi . Manonmanca , chicreda, che l’indico nardo, per la molta difìanga del luogo , non fi porti in Italia ; imaginandofi che quello , che s’ufa nelle fpetiarie, non fa altro , cheilSoriano : quantunque ( come ferine Diofcoride ) non nafta il Lgardo in Soria , ma fi chiami Soriano per nafeer egli in India nella parte di quel monte , che rimira la Soria . Mafapendofi, che tra l'India, & la Soriafonoin- terpoflegrandiffime regioni, cioè l’Mahia difetta, laTcrfia, laCarmania, laGedrofmJaDarangia, &altre, le quali contengono almeno quattro milìa miglia di lunghetta ; non fo neramente in che modoftpoffa dire , ó credere, che quel monte , le cui radici fon bagnate dal Gange , rimiri coft di fatto la Scria , che fipoffa chiamare legitimamente So- 50 riano . Ter ciò adunque ho piu uolte meco Jìeffo penfato , che piu preflofia egli denominato Siriaco , oueramente Siro , dalla regione chiamata Sir aliene , la quale e preffo al fiume Indo , che dalla Siria . Impcrochefc fi deue credere a Tto- lemeo ,fiuedechein India è un monte , il quale fi difende dal Gange fino à Sireflene . Igc farebbe cofa ragioueuole a credere , che il ddaido non fi ci porti d India , auenga che non ria fca egli in Soria : & fapcndofì , che tutti gli laromati fi ci portano pero di quelpaefe , coni quali non babbiamo da dubitare , che non (ì ci porti anchora il Tfardo : & maf- fimamente fapendofi che il Tfprdo d altronde non fi ci porta , che d\Alcfjandria d’Egitto , oue dal mar roffo fi portano con le carouane fattigli altri ar ornati d India, doue folamcnte nafee il leardo , fecondo Diofcoride : benché Tlinio mole , che oltre al Sonano d India , nefia un altro , che nafea fpetialmente in Soria . Il Manardo da Ferrara crede , che la Spica, che fi tiene hoggi in Italia nelle fpetiarie , non fiane l’Indiea,ne la Soriana . Igei cui Pentimento neramen- te nonpoffo cadere io , anchora che l Manardo fia flato nelle buone lettere della medicina confumatifftmo . Tcrche in Vinegia in piu luoghi ho uislo iogranfacchi dì Spigo nardo leggiero, folto di capelli, odori/erifiimo, d’odore quaft feni- le al cipero, roffigno , amaretto, alquanto, & che maflicato diffecca forte la lingua, gir lafcia lungamente dife l’odore Nel primo lib, di Diofcoride. 55 dipoi nella bocca , con ogni altra qualità apprejfo , cheDio fcoridegli attribuì fee . Ma accade feffe uolte , che nel por- tatici egli per il mare Indico , & . Arabico , & di quindi in Aleffandria , & d' Aleffandria per lo Ionio , & Adriatico nelle naui à Veneria , s infetta dcll'humidità del mare ( quefio facilmente fiala Spica , per ejfere di natura fecchiffima ) & pofcia fi muffa , &fifobbolifce : il che è dipoi cagione , che lafciata la foauità dell'odore , diuenti noiofa . Il che mi sforma adire , che qui di lungo fi fia ingannato il Manar do , il qualpenfo che fe faputo haue fife qual parte di tutta la pianta fa la (fica , & che n haue fife hauuto nelle mani della buona , & in grande quantità , forfè che piu nelgiudicio fi farebbe ritenuto . Ma per non hauere eglifaputo qual parte del Nardofia la (fica , &per non hauerne uiria della feri- ta , nell' epiftola ter\a dei v I . libro , dice 3 che Galeno della fica del "Nardo 3 che entra nella theriaca, intende della ra- dice , & non della fica 3 & che Iddio uolejfe pure , che quella 3 chef porta à noi 3 fuffe almeno la ucra /fica del'N.ar- J 0 do. ma che ella non fia3fì conofce , per mancare d'ognifoauità d'odore . Et nella prima epiriola dell'v 1 1 1 . libro, die e, che Galeno nel libro de gli antidoti, nella preparatone della theriaca 3 ui mette di tutta la pianta del Nardo folo la ra- dice, coinè piu uirtuofa , non apprestando neftcendofì alcun conto della fpica . il che troppo manifeflamente dimofira , che male habbia egli confiderai quel tefio di Galeno, & imperò non hauer faputo qual parte del leardo fi fìa la fpica : la quale uer amente non è altroché la ifteffa radice, il che apertiffimamente teftifica Galeno nel medefimo luogo allega- to da lui al libro degli antidoti : doue mentre che ua egli effaminando , & dichiarando fottilmente tutti i femplici , che entrano ncUa theriaca di Andromacho , peruemto al Nardo , cofidice. lubet Andromachus adijeere nardumlndi- cam, ea aerò dì , quam fpicam uocant : non quòd fpica fit , radix etenim eri; fed quòd (picce figuram habeat . cioè. Co- manda Andromacho , che s aggiunga il nardo Indico, il quale è quello ifieffo , che chiamano fpica : non chefia neramen- te fpica, per effer ella radice ; ma perche ha forma propia di fpica . Dalle quali parole chiaramente fi conofce , che la fi- 20 cadelNardoìionè altro , chelaificffa radice di quello , ma chiamata Spica di nardo, perche nella forma raffembr a del tutto una fpica . Come dichiarò parimente l’ijlejfo Galeno al 1 x. delle compofìtioni de i medicamenti fecondo i luo- ghi , nel commento dell’antidoto di Vhilone . Et per questo fi uede , che L’isìeffo Galeno , nell’ ottano libro delle f acuità de femplici , hauendo egli àfare il capitolo del Nardo , lo uolfe intitolare dalla Spica del Nardo , come parte migliore di tutta la pianta ; ben fapendo egli , che parlando di quella , parlaua della radice . Imperoche fe egli haueffe tenuto , che la fpica non fuffe fiata la isieffa radice del Nardo., l’haurebbe lafciata , come co fa inutile , da parte : & haurebbe intitolato il capitolo ,òà tutta la pianta , ò alla fola radice , come più ualorofa, &più eccellente . Sottofcriue al Manar- Errore dell' An do nuouamcnte l’ Anguilla)! a fermando egli che il Nardo che fi porta à noi non è ne l’indiano, ne il Soriano, ma il Gan- guillari . getico . Dal che ci fifa chiaro quanto fìa fiato egli diligente nel leggere , & intendere il Diofcoride , & quanto fi fìa ef eccitato nella Geographia.Ma certo non fio già io chi farà cofì fiocco, è feiapito, che dirà che le piante che nafeono in - torno al Teucre, al Vo , all’Arno, all’Arabia, & alt Ombrane non fieno Italiane, & Spagnole quelle , che uerdeggia- no lungo al Tago , & Tede fiche quelle che crefcono ne i Lidi del Rjieno ; & che dirà parimente infìeme con l' Anguilla- ri, che quelle che crefcono intorno al Gange non fieno Indiane, afemandone il contrario Diofcoride quando dice : dell’ Indici ferie n’èunc che fi chiama Gangetico , cofì nominato dal fiume Gange , che f corre al pie del monte ouc egli nafee. MafeilnoflrofiailGangetido , ò quello , che nafee in fulmonte, credo che malageuolmente fi pofadaueruno afermare . In queriìo & maggiore errore ritruouo anchora il Brafauola : percioche nel fuo libro delle efaminationi Errore del Bra de femplici , à cap . 1 7 5 . tiene anchora egli , che la [pica del Nard° non fìa la radice , ma piu pretto la fommitàdi tut- fauola. ta la pianta , cofì dicendo al fuo nocchio . Comprerai à Venetia la fpica , il fufio , & la radice , quantunque quiui fifal- fifichino .Comanda adunque , che fi compri il furio, & la radice: percioche quefie furono in maggior ufo apprefo Diofcoride , & Galeno , che la fpica : percioche Diofcoride gitta uia le foglie , & perche à noi non fi porta la fpica , ma 40 la radice fola . Ma in nero , per quanto ho mai letto in Diofcoride , non ho trouato , che egli ufi ne i rimedi] delle malat- tie altro , che la ] pica . Et che fìa il ucro , che Diofcoride intende , che la uirtù uer a del Nardo fìa piu nella (pica , che in alcuna altra parte della piatita ; & che quando parla del Nardo , parla folo della fpica , fi dimorir a nel qualificarlo , quandodice . Della Soriana fpetie quello è ottimo nardo , che c leggiero , folto di capelli , &c. Imperoche L’efer leggie- ro , & folto di capelli, non fi conuienc à niuna altra parte del Nardo ,fe non alla fpica : nella quale fenfatamente fi ueg- gono tutte le altre qualità anchora afegnatele da lui . Senga che fi uede oltre à ciò , che Diofcoride tratta qui nci prin- cipio di querio libro folamente delle radici odorifere , come fono quelle dell’ iride, dell' acoro, del mco,del cipero , del nar- do Indiano, Celtico , & faluatico , delphu , & dell'afaro, & non di fufli, di foglie , ne di fiori , ne di fpighe, che nafeano nella fommitàdi furiti, ne di fiori, il che con le fopr adette ragioni cauate da Galeno , fa fermiffimo argomento , che non habbia faputo il Brafauola , che la f pica fia la radice , nella quale è la uirtù di tutta la pianta : ma hauer piu prerio 50 creduto , che nafeeffe la fpica nella fommità de fufli del nardo , che nelle radici . la quale ( come teriiifica Galeno) è l'i- riìeffa radice del nardo,& la piu ualorofa parte di quello . Ver cicche fe altrimenti fuffe, haurebbe Diofcoride qualifica-? ta la r adice, & non la (pica, come parte piu uirtuofa, & piu degna: perche cofì è ilconfueto fuo coriume far e ne gli altri femplici . Dopo quefio, non truouo , che mai Galeno ( anchor che l Brafauola riaffermi ) habbia lodato i furiti del Nardo , per ma delle fue piu uirtuofe parti . Oltre à ciò , quanto in trattare , & in ifcriucre del Nardo fia riiato incon riante il Brafauola, fi dimofira, quando nell' ultimo fuo ,& cofì ben corretto (come fi dice ) uolume, parlando al fuo uecchio , dice . Nc igùw ™ his montibus nardum quaras , fed Venetijs fpicam , caulem , & radicem emes . cioè. Npn cercare adunque tu in queriìi monti ilNardo , ma comprerai à Vinegia lafpica , il fufio , & la radice . Del chefcorda- tofi , poche righe di fiotto diceua . Aliud uerò funt fpica , & flos , qua ad nos non adfemntur . cioè . La (pica , el fiore fono altre cofe, che non fi portano à noi . Di modo che confonde in tal materia , & corrompe la uer a hiriìoria del Nar - 60 do ,& inganna parimente fe fieffo , & il fuo buon uecchio , che pur glielo crede . Vercioche da prima dice , che la fica, e l fufio, &la radice fi ritrouano , & pofcia contradicendo afferma, che ne il fiore , ne la fica fi riportalo. Trima di co- El'rorc P!'n- fioro errò in quefi 0 non leggiermente Tlinio : Imperoche nel fcriuere il Nardo al libro & cap. x 1 1 . molto s'allontanò Errore d’Her- molao , & del Ruellio . Difcorfidel Matthioli 54 da Galeno , & da Diofcorìde , & parimente da tutti gli altri , che hanno ferino in materia tale , cofi dicendo . Il do è una pianta di grane ,&groffa radice, ma hreue , nera , fragile , & piena d’humore , d’odore di cipero , difapore afferò, di picciola,&denfa foglia: le cui fommità [tergono indiche . & imperò celebmfiilTfardoeflerdotato' di I fiche , odi foglie . La cui dot-fina feguitando , oltre alli due Ferrarefi , Hermolao , & il FpteUio , anch'eglino infici me con effo non poco s ingannarono. Imperché il BjueUw, non credo certo per altro , che per foBenere l'opinione di Tlinio fuo familiarìffmo , afferma hauer uiflo nelle ) penarle Tffardo , che del tuttofi confaceua à quel di Tlinio . [il che reputo effer del tutto falfo . Imperocbe quantunque gran quantità di (pica habbia ueduto io in Vinegia,& effaminatolo molto bene : non ubo però potuto ritrouar altro, che la (pica fola . TS/epenfo , che fi ritrouaffino mai foglie , nefuBo di leardo , che nella formiti loro produce fero alcuna (pica, come mette Tlinio, afferma il ffuellio, & contende il Br afa- noia, contrala mente dì Galeno, & di Diofcorìde. ilqualdice ,cheilTslaràohap:iu(picheprocedentidauuaradke , la & non da foglie, ne da fitfio alcuno della pianta : . & dice piu /piche procedenti da una radice , non per eh' elle non bab- buino altra uìrtuofa radice fono di loro : ma perche offendo piu , èneceffario , che habbiano una bafe,ouer piede, donde NARDO I T_A L'I A N O. « ffi m U f tirino Nel primo lib. di Diofcoride. 33 tirino il'nafcimento loro con alcune radicene capillari, come fi uedc nell'aglio, & nelle radici del giglio . Ilcbepojfo io affermare per nero, per batter molte mite uiflo in Vinegìa cefpugli di Spica di nardo , che nelle f atteggi , & figure lo- ro imitammo l’aglio: il che ageuolmente da ciafcuno fipuo del continuo uedere . Mapercbefiriffondarealmentc Obiettane le ad ogni tacita, ò palefe obiettione , dico però, che fe alcuno fi ritrouaffe , che wleffe dire, che le nere radici della “ata- fpica /intendono effere quelle capillari , che fono fiotto allabafe , otte fi ferma il cejpuglìo di tutte le (piche , comefono quelle dell'aglio , ò delle cipolle , & che pero lefpiche, che di quindi nafeono , nonfono in modo alcuno leradici, ma altra parte della lor pianta; fi poffouo ageuolmente questi tali confutare con lachiara dottrina , che fopra ciò ne la- fciòTheophraHo alx. capo del primo libro dell’ hifloria delle piante . Imperoche conclude egli, che nell'aglio , nelle cipolle , ne i bulbi, nelle radici de i gigli , & confequentemente nella fpica , non folo fi chiamano , & fono radici quel- le capillari , che fiotto fanno ; ma anckora tutto l capo dell'aglio ifleffo , & delle cipolle fono uere radici . Et fopra ciò 1 0 dà una regolagenerale ; dicendo , che tutta quella pane di qual fi uoglia pianta , che fi nafeonde fotto terra, fi chiama neramente radice . Etperòfiuede , che Tbeophrasìo nel IX. libro al v 1 1 . capo dell'hifioria delle piante commemorò LAVANDA. Spigo Nardo Italiano , & Tue fpecie^à uirtù. Virtù 'del Nar- do Italiano & della Laiuuda, Nomi. Nardo fcritto daGalen. Nomi del Nar- do. Nardo Celti- co , & fua efla- minatone. $ 6 Difcorfì del Matthioli U Spica tra le radici con queftc parole. Le (ofijhes’ufano per gli unguenti odoriferi fono quelle: la eaflia, il cinnamo- mo il cardamomo.il nardo, il nero.il balfamo, f aftalatho, laftirace, lmde.il nario.il cojlo.il panate, il crocoja mìr- rhà.ìl cipero, U giunco, il calamo, la maiorma, il loto , l'anetho . Delle quali cofe alcune fono radia , alcune corteccìe, dtrifono rami, altri legni, altri femi, altri liquori , & altri fiori. Dal che è chiaro, che ilNardo nonfipmqm collo- care,fe non tra le radici, auenga che non fa egli nefcor\a, ne legno, ne ramo, nefiore.nefeme, ne liquore, il cheftpen- do benifiimo Galeno, dijfe nel libro de gli antidoti, & nel ledette compofìtioni de medicamenti fecondo i luoghi, che la jjnca non era altro, che la iBcJfa radice del Tfardo. Habbiamo oltre à quello anchora noi in Italia il noftro na a. do, il quale chiamiamo spigo; come che innimapartefiraffembri all’Indico, nemanco al Soriano. DiqucBa meàefma ferie fi crede.che fiala lavanda, anchora che dipiu debile uinù : & è da credereperò.che l’uno fia il maf- cbio, & Ì altro ìafemina. il mafcbio.cio è lo figo, produce le foglie piu larghe , piu groffe.piurobuBe , & piu bian- 1 0 e he, che ìafemina. ma l'una & l’altra è pianta ramofculofa,& legnofa.come la Becade , & il rofmarino, folta di foglie lunghette frette, 0- carnofs. Dalle cime de ramofcelli nafcono i fiori f icari, di purpureo colore, con lungo picciuolo, quadrato, & fiottile: ma nella f emina fono meno coloriti, & piu aperti, d’odore molto grato, quantunque nonpoco acu fo . Quelli per pia nere congetture & confiderationi, di calda & fecca natura fintare fi pojfono: & fono alcuni , che dicono , che la uirtù loro imita ualentemente quella del Nardo di Socia, & del Celtico anchora . Il che io non reprobo, anchor ch’io penfi, che affai manco pojfimo . Scaldano adunque, & difeccano amendue.nefono del tutto di uirtù lonta- ni da gli altri n'ardi . Et però conferìfeono à tutte le frigide infermità del centrilo, & maffmamente allo fafimo,ài paralitici al mal caduco, all’ apopleffìa,& ai letargici, fortificano lofiomaco, & difoppilano il fegato, & la rnìl^a . Scaldano la madrice,& prouocano i mefirui,& le fecondine . I fiori cotti nel nino , & applicati caldi prouocano l’ori- na, & diffoluono la uentofità . giouano la dicottion loro beuta al trabocco di fiele, caufato dall oppilatione del fegato, 20 & tanto piu cocendomfi infierite mar: -obio, radici di finocchio, & di fparagi ,& cinnamomo . gioua la decottione de medemìfiorilauarJofcne la bocca al dolor de denti caufato dal catarro, l’acqua dìfliUata daifioribeuta atta quanti- tà di due cucchiari,ttalei ricuperar la loquela,& atte paffioni del cuore: & però s’ufa con utilità grande nelle fincopi bagnandone il nafo, & i polfi,& dandone anchora à bere atti amalati. Chiamano ilNardo Italiano gli Italiani Spi - co, i Tede fichi Spica nardi.i Boemi Spicanard.i Franceft ^tjpicb.& la Lauanda chiamami Tedefchi Lauendcl.i Fran- cefi Lauande fernette, i Boemi Lauandula, Faffidel fiore del noBro Spigo d’Italia un’olio à lambico odoriferiffmo; ma di tanto acuto, & penetratiuo odore, chefoffoca ogni altro, qual fi uoglia odore, quando fi gli tiene appreffo, onero che s’incorpora con ejfo.& imperò fogliono i profumieri il piu delle uolte tenerlo fuori dette loro botteghe , accioche non impedifea la foauità de i loro odoriferiftimi unguenti ,& altri foauìfiìmi odori. Scriffedel nardo Galeno nell ottano delle {acuità de f, empiici , cofi dicendo. La /pica del "Nardo è calida nel primo ordine, & ficca nella fine del fecondo. £ compofla di pjslanr.a coBrettiua fufficientemente , & di non molto- acuta calida, & d’ima certa leggiermente amara. Effetido adunque radice , che ha tutte queftc qualità ,fi conuiene ella ragioneuolmente allo fiomaco ,& al fegato tanto bcuuta.quanto anchora applicata di fuori. Trouoca l'orma: fina i rodimenti detto fiomaco. PfUagna iflufii del uentre, & quelli del capo, po' del petto . Lapin mlorofaè t Indiana.piu nera detta Soriana. Chiamano i Greci il Nardo Na;- JV, & Ni i Latini Nardim,& Nardus.-gli -Arabi Stumbel,& Seubeln Tedefchi Edelfrembd, Vuolrìechend, spikcnnardhgli Spagnoli J.t(umbar,ouer Efigafil: i Franceft Cuffie doultremer, Del Nardo Celtico. Cap. VII. IL Celtico Nardo nafee nell'alpi di Liguria, & chiamali quiui per proprio uocabolo Aliungia: 40 nafee anchora in Iftria . E corta , & picciola pianta. Cauafi con le radici, & legali in manipoli. Le foglie ha di figura lunghette , di colore ralligno: & il fiore giallo . L’ufo è del i ufto,& delle ra- dici, le quali parti folo fi commendano d odore. & però bifogna per un di auanti , bagnati i fuoi manipoli con acqua, & ben nettati dalla terra, in qualche humido pauimento fopra à carta diften- derlo , & il feguente giorno nettarlo: perche in quello modo fi rinuencidifce,& non fi rompe, ne fi guada nel fceglierlo da fiduchi, paglia, & altri mefeugh inutili , che ui s'intrigano . Contrafafli mefcolandóui una herba limile, la quale per il fuo graue odore, fi chiama Beccatello, nientedime- no facilmente fi conofce, perche ella è fenza follo, piu bianca, ha le foglie manco lunghe, & non è amara, ne manco è odorata la fua radice, come è quella del uero Celtico nardo . Tolti adunque perufàreil follo, & le radici, lafcianfi andare le foglie: & uolendo riferbare il refto,fi trita, &im- 50 palla con uino,& faflène padelli , & rilèrbanfi in un uafo di terra nuouo , ben coperto . Quello piu li loda, che è frefeo, odorifero, abondante di radici , difficile al romperli, & che è pieno . Quedo tanto può, quanto può il Soriano: ma molto maggiormente prouoca l’orina , & piu è domachale. Gioua alle infiammagioni del fegato, &à trabocco di fiele. Vale alle uentofità dello domacho, beuuto con decottione d'ailénzo . Gioua nel modo medeiimo alla milza,& alle malattie delle re- ni, & della uelcica: & beuuto con uino, al morlò,& punture di tutti glianimali uelenofi . Mettefi oltra di quedo ne gli empiadri, np gli unguenti, & nelle beuande, che fono di calda uirtù. T-Asca è Hata lanegligen^a l'ignoranza denoBri anteceffori , chenon folo non fi fon cirrati di chìarirft co Irnerp de buoni autori de [empiici peregrini, che dilonginqui paefi fi ci portano ; ma non hanno prefo pur cu- ^ ra.per uniuerfale beneficio de gli huomini , di uolere almeno certificarli dì quelli , che in piu & piu luoghi d’ Italia ftri- tyouxuano ; antiche molto piu mal foderiti ne i propri] , che ne gli Brani, mi gli par ritrottare. Nafte il Celtico nardo nell'alpi Nel primo lib. di Diofcoride. 37 nell’ alpi ài Liguria; nafte medefimamente in lBna,& in alcuni montinon lungi da V iliaco cartello di Carinthia, & parimen- te in alcuni altri uicini à Iud embargo di Stiria copiofiffimo : & nondimeno in pochi luoghi a Italia fi ritroua il nero nelle fpe- tiarie . Et che piu t coloro , che piu uicini gli fono ,& nel cuipaefe nafce> piu errano di tutti gli altri. Imperoche a Genoua,cit- tà di Liguria , & in altri luoghi circonuici- ni, doue ageuolmente il Celtico nardo s’ha- urebbe 3 non curandofì i medici 3 negli fbe- tiali3che quitti dimorano, di rintracciarlo , ufano( fcguendo i uolgari , & manifeBi errori ) la Lauanda in uece di quellodaqua le quanto fa di fattele, non ho dire di uir - tu fontana dal Celtico nardo3chi benpenfa prima , &poi compara le qualità dategli da Diofcoride , con quelle della Lauanda , può fàcilmente il manifefto loro errore ac- cufiare . Imperoche il Celtico nardo crefte inpicciola, & breiie pianta : & la Lauan- da uiene ccjpugliofa , alta di ramofcelli,& di foglie ben folta . Quello ha le foglie di colore roffigno , &il fore giallo : & que- lla le fondi biancheggianti , cl fore me- fcolato di celeBe, & di porpora. Quello ci dà per tifare le radici , e’I fufo -, nelle cui parti è piu ualorofo : & queBo folo ci con- cede il fiore . Il che apertamente dimoBra , come mifier amente s ingannano coloro,che del continuo perfeuerano in tal credenza . Vero è (come nel commento dell’altro rS[ar do,quipoco di [opra fi diffe)cheper comu- ne opinione fi crede ,che la Lunaria nella uir tu firn s anicini à tutte le fpetie de leardi : ma queBo no però ricuoprc l'errore di coloro , che credono, che la Lauanda fiali Celtico nardo.Vfafi dopo queBo,quafi nel reBo delle fpetiarie di tutta Italia,per il Celtico nardo una certa herba d' affai lungo fuflo,beche molto ritorto: leciti foglie, le quali fono minutiffimc ,di colore gialliccio,^ molto folte, fi rafi migliano quafi al mofto,che nafte negli alberi . 4° Quefle nel uefiìre, che fanno di tutti i ramofceUi del f ufo, tanto foltamete li circondano, che quafi ne dimoflrano una nera forma di fpiche.ma ne amarena, ne altro fapore aromatico uì fi ritroua ,come nel Celtico nardo afferma ritrouarpDiofto ride . Fafiidel nardo Celtico nero grande incetta in Stiria contermina attjiuBria,& alla Carinthia, doue le uille ui- cine à Iudemburgo ne portano -da i monti infiniti fhfci, de quali poi empiono grandmimi fiacchi , & li uendpno ad alcuni mercanti , che nauigano in Egitto, & in S orla. Imperoche (come fi dice)l’ufiano molto gli Egitij & i Soriani ne i bagni loro, de quali par che molto fi dilettino . Il nero Celtico nardo ibridi io la prima uolta in Trento alla fpetiaria di M. donami ^ Alberto T arolino (feriale all'infiegna del beato Simone: quantunque dipoi me ne fifiero mandate le piante tut te intere da Gragxp caBello di Stiria dalfi ecceUentif. medico Meffer Dietro Saliceto fino in Goritia .Tortacene copia in fiacchi al tempo di mercati in Lubiana città di Carniola: nel quale manifeBamente tutte le fiue qualità ucre fi ritroua - no . Et però potremo ficriuere anchor a noi per eterna memoria de ipofieri, che non (blamente nafte , & crefce il Celti- fi o co nardo in Liguria, & in ifìria ; ma in Stiria , Carinthia, & in altri luoghi anchor a : percioche già n’ho ritrouato nel monte di Vipao lontano da Goritia, non piu che ubiti miglia. Ma perche hoggi il uero in poche fpetiarie fi ritroua in Ita Ha, non altro in cambio di lui fi debbe ufare, che l’indiano, auenga che Diofcoride iBeffio dica, che queBo nelle uritù. fiue gli è del tutto equiualente, eccetto che molto piu di quello prouoca l’orina. Delle controuerfie , che fra i moderni fi leg- gono, fe il Celtico nardo fia, ò nonfia la Saliunca, che de ferine Tlinio, anchor a ch’io ( come per nere ragioni prouarci ) tenga che nò; non però mi pare di farne qui altro lungo proceffo , per non rifiniture alla medicina di queBo giouamento. alcuno, quantunque il Leoniccno, non hauendo ben confiderato che Diofcoride chiama il Celtico nardo Mliungia , & non Saliunca ; riprenda Tlinio contra ogni ragione & erri effio manifeBamente , come fu parimente il Fuchfio medico altrimenti eccellehtifiimo de i tempi noflri.Imperoche egli nell’ultimo fino libro delle compofitioni de i medicamenti no- uamente fiampato, nella compofitione del diut amaro, non fa differenza ueruna dalla j pica Celtica alla Saliunca,nonha- 60 uendo forfe.ueduto ,cheTlinio tratta di amendue feparatamenteindiuerfi luoghi, come dipiante diffierentiate . Tfion fono quefle piante trafie differenti nelle fomiglian^ fi riamente appreffo alli antichi , ma ancora ni fi uede una altra dif- ferenza da i luoghi otte le nafeono . Tercioche Diofcoride dice che la (pica Celtica nafte nei monti di Liguria & in • • D iBrìa nardo celtico. Nardo Celtico fallo. Vana opinione dell'Anguilla-* ri. Nardo Celticq fcritto da Gale no. 0 Nomi. Nardo monta- noj&fuaeflam. Difcorfi del Mattili oli ulna. Et kjttìmstt ( come ferini Tlinio ) mfcein Vnghevitt & apprejfo à i forici. Onde ft uede cheilFuchfio ilqude in quello /ignita l'opinione del Euellio erra mmifellamente infime con lui . Terriocbe il nardo Celtico apprejfo Dio - fioràie fi chiama Minugia & non Salirne a. Ma che la Saliunca di Tlinio fia diuerfa da quella , di cui firme Tergila nella Bm«lica,c neramente, che fia ardua cofia da dichiarare. T vigo- no però per certo il Ifiucllio, Hermolao, il Euchfio, & parimente i Frati commentatori di Mefiue, che il nero Carpefio firn quel fieme aromatico uolganfiimo nelle fpctiarie, che fi chiama Cubebe : & fiondano le ragioni lorofiopra Serapione ,J- uicenna, & Attuario. Impcroche Serapione à cap. 2 8 8. d’autorità di Galeno, lo deferiue in queflo modo, il Cubebe è medicina ftmile al Tbu,tanto nel fiapore, quanto nelle /acuità fue: maè moltopiunelle fue parti fiottile. Et però apre egli tutte l’oppilationi del corpo, prouoca l'orina, & mondifica le reni dalle pietre , che fi generano in effe. Tarimente quaft ne feriffe Airlccrma al capitolo proprio del C ubeb e. & Attuario ( quantunque Greco ) imitandogli Arabi, chiama il Carpefio nelle fine compofitioni piu & piu uolte Cubebe. Le quali autorità dimofir ano apertamente , che il Carpefio di Galeno, & il Cubebe degli Arabi fia una cofamcdefima . Ma è però d'auertire, che ciafcuno, che fi crede (come p Hermolao, il l\uellio,el Fuchfio)chc il Cubebe uolgarc delle fpctiarie fia il Cubebe , di cui intefie Serapione, Auiccnna, & Attuario, singama manifieft amente. Impcroche prima non ritrouo alcuno di loro , che dica , che il Cubebe fia fieme, ne manco lo diff'c mai Galeno, il quale deferiffe il fino Carpefio con queSte parole. A^ciS'è kì rols dxpéu-Otri 70 KtmiJ.cliJ.is. ciò è. Ma fono fi Utili fiarmenti filmili à i uirgulti del cinnamomo . L’affomigliò poi al Thu tanto nelle uirtù, quanto nell'odore, il che dimofir a, che effondo del Thu in ufo folamente la radici ,fi poffia fàcilmente dire , che appr effio Galeno fia il Carpefio piu presto fiarmenti di radici, che di fuSto , ò di rami, i quali facilmente fi guaflano, & fi corrompono in tutte le forti dell’ herbe. Appo ciò feriuendo Galeno che i uirgulti del cinnamomo fono filmili alle ra dici dell’ elleboro, non èhor qui da marauigliarfì,fie all’incontro compara egli le radici fiarmentofie del Carpefio à i uir- gulti del cinnamomo. Et tanto piu che Dioficoride chiama in piu luoghi le radici di alcune piante fiarmentofie, cofì come anchora i fusti. Et però mi pare, che contra ogni ragione impugni il Fuchfìo nelle fue paradoffe il LeoniCeno. Oltre à 40 fio non ritrouo,che nel Cubebe firn fiapore alcuno diphu. il che dimostra manifestamente , che il Cubebe uolgar'e non fia ne il cubebe de gli Arabi, ne il carpefio di Galeno . Et però non poffo accostarmi alle opinioni di cofloro .ma ben cre- do, che fi poffia affermare, che molto fia differente il Cubebe degli Arabi da quello , eh’ è in ufo nelle fpetiarie . come interuiene anchora nel cardamomo ufiualc, ilquale non è ne quello degli Arabi , ne manco quello de i Greci. Et pero credo, che piu ragioneuolmcntc , doue appreffo a i Greci fi ritroui intrare ne i compofìti il Carpefio, & appreffo àgliA- rabi il Cubebe , ui fi poffia mettere ilphu in maggiore quantità, ouero la cafìia in minore , che il Cubebe ufiuale . il Sii - uiohuomo dottifiimo quantunque conoficeffe,cheil Carpefio non fiuffe il Cubebe ufiuale; non però saccorfie , che queflo ncn era quello de gli Arabi . Errò oltre à ciò Serapione: impcroche nel capitolo che egli fa del Cubebe , ficriue di au- torità di Dioficoride tutto quello, che egli feriffe del rufico. il che è del tutto alieno dal nero. Che cofia oltre à ciò poffia ef] ere il cvbebe ufiuale, neramente fin bora non ritrouo. Ma ben dirò io, che il Cubebe è un fieme , ouero frutto aro- jo matico prodotto dalla fina pianta in racemi, come produce fhedera ifiuoi corimbi: il quale è alguSìo odorato , & con alquanto d acutezza amaro . Le quali qualità dimofir ano , che fia caldo nel principio, & J ecco nella fine del termogra- fo. Et però può egli confortare lo ftomaco,mondifìcare il petto da igroffì humori, giouare alla milga, cacciare la uento fità del corpo, & conferire alle infermità frigide della madricc. Mafìicato lungamente infìeme con maflice, tira ga- gliardamente per ffuto la flemma dalla tefìa. Ma ritornando al Carpefio dice che la fina pianta è fìmile al Thu , come ferine Galeno ; impero che tali fono le due piante che ho riceuute queSìo anno di Soria da M. Cecchino Martinello , le quali molt 0 fi r affomigliano alnoSlro Thu maggiore . il che tanto piu m'induce à credere , che il Thu nofiro fia il legit- timo deferitto da Dioficoride. Il Thuffl qualnoi chiamiamo Valeriana,chiamano i Greci $»,& dypla. vdpJ'or. i Latini TbUt & fyluefiris ìi&ifdus: gli Arabi pu:i T edefichi Baldriam:gli Spagnoli heri{ ne altro autentico fcrittore,cbe babbi fatto memoria alcuna delle foglie del nardo,nc che l'habbi mai ufate ò commen- date ne i medicamenti , ne in altre cofe. Imo, che fono fate taciute da tutti, come cofa forfè di niffun ualore : fen\a che ^ Malabathro ,non poco fa ch’io non poffa credere altrimenti Mrriano, fcriuendo egli nel fuo Teriplo del Malabatbro con quefle pa- p riano. ro/e. Dopo quefla regione pur fatto il Borrea di fuori in un certo luogo, doue finifee il Mare , è una grandijfima città . chiamata T bina, da cui f porta lana non concia,& drappi teffuti defeta,à Barrigaygaper i Battri , prima , per terra, . & di quindi à Limirir.a per il fiume Gange, ma in quella T bina non nifi può fe non malagevolmente arriuare,percioche di rado e fono fiore gl’habitari di quella.Et fe pur alcuni vanno fuore,fano veramente non molti . E' q ve fio luogo po- fio fiotto al polo dell’ or fa minore . Onde fi dice effer fìtuata questa città ne i luoghi che fono alt incontro del mare chia- mato Tontico,& CaJpio,doue la Talude Meoticafa quale è vicina, ua àfiaricarfi in mare . Hor avviene, che ogni an- no ne i confini de effa città di Thina viene certa gente, & fono buomini piccioli , ma bombili , & larghi di faccia, & per dirne con poche parole, quefiifon chiamati , Sa fati, ì quali menano feco le mogli, &i figliuoli & uanno vagando, & feorrendo per quel paefe, fino a certo tempo, & portano ficco bagaglie,& certi letti, ò coltri per dormirvi fufo, fat- te di foglie come coltri, come quelle chefi fanno di foglie di viti crude, & fagliono far co fi in qualche luogo nei confini 4° della fu detta Thina & de fuoipopuli, non facendo altro tutto quel tempo, che andar qua,& la fc orrendo rubando,& predando, & la notte dormano fopra le coltri predette. Finalmente dopo alcun tempo fine uanno uia,&fe ne ritorna- noaìlclor cafc nel fuo proprio paefe. Ma come fi fa, che già fono p ardii, ipaefani fané uanno connonpoco concorfoai loro alloggiamenti , & pigliano quelle lor coltri,che ui ritrouano fatte di foglie. Et sfogliandole, & rit ondandole, le in- filzano in certi villi di canne sfeffe, le quali chiamano Tetri, facendo di quindi tre fielte di foglie, & quella delle mag- Hadrofphero . giori chiamano Malabatbro Hadrofpbero, quella delle minori Mefofphero, & quella delle minime Microfphero , & coft MiWph^ m riefcono trefaetie di Malabatbro, & tutte di quindi fi portano in India. Tutto quefio nel fuo Teriplo formalmente ferine Merlano . Dalla cuihiforia mi riduco agevolmente à crederebbe Tlinio non ne fapeffe ben la verità , & che il Tentafphero del digeflo,non fia altro che una di quefle tre fielte delle foglie , è non fpetie di folio particulare ,& che iuifia corrotto quella uoce Tentafphero, come molte altre fecondo che abafianza habbiamo detto di fopra . Di modo 5° che io tengo per fermo per tutte quefle ragioni che nonfuffe mai altro folio appreffo a gl' Antichi, che il Malabatbro-, & che il Soriano di Tlinio,fia piu prefo fauolofo, che uero. & intanto mi allegro non poco p offendo per le fopraferitte parole d Amano certificaci ciafcuno quanto fraudolofamente , & con quanta falfìtà , & poltroneria babbi citato l hiforia del moderno Amano, quelfpiritato cheparlaper bocca d’altri , mentre , che piu prefio fico fieffo, che meco,ua contendendo che fieno piu generi di folio: auuenga che non fi uergQgni diferiuere ( hauendo prefo l’imbeccata da altri) FalGtà d*un fur c^e'Amano)imda nel Juo Teriplo gloriando d’hauer egli fieffo ritrovato gran copia di Malabatbro (il che èfalfif- fante. fmo 3 ne^ ritrom,che mailo feriueffe jLrriano ) mentre, ch'ei andava vedendo , & defiriuendo i lidi del Mar Rofio. Ma che meglio ? Accio che nonfolamentefuffe ornata di quefia falfìtà, & bugia , la fua calunnia contra di noi, le uofi fe fare di piu una gher landa, d una falfìtà molto maggior e, firiuendo quefio maligno ignorante., che narri ilmedemo Arri ano, che la citta di Thina fa pofia nella fine del Mare Erithr e o, chiamato l{pffo da noi, & che gl' Arabi ui vengo.- 60 no ogni anno à far correrie. Taccio mille altre furfantane finte da lui nell’ allegare il medemo authore. il quale fe ri- fufeitaffe gli fputar ebbe mille uolte nella fac eia. Ma fi penfaua forfè quefio Salamoncello , anrfpiupreflo quelpeiflo di furfante Nel primo libro di Diolcoride : 4 5) ‘furfante iifgratiato,che lo fece autore di tutte quelle calunnie piene difalfità,et di bugie, che il Tcriplo d'Mrriano,non fi ritrouajfe nella mia libraria. Ma che b fogna perder piu tempo à dir di cofi oro, che s'han fregato la fronte come le put- tana & che fidamente confraude,mgami, & imposture perfiguitano, gli fluii, & le fatiche de i buoni I Errano oltre ■à ciò alcuni altri nuoui cenfori nel giudicare il T embul degli strabi ( il quale fanno alcuni una fpetie di folio ) uolendo Errore ie >1- chefia differente da! Betclde gl’ Indiani.- mauer amente s ingannano : auuenga chel’hijloria del T embul apprejfoaUi cani intorno al M ahi fia quella materna, che narrano del Betel quelli.che ce lo portano delle Indie. Manicano le foglie del Betel gli rembul- indiani continuamente,cofi quandofiflanno, come quando negotiano lefacende loro, credendoli, che motto conferifca, alla prefcruatìone della fimiti, che corrobori il corpo, taglia nelle cofe ueneree,&per corroborar il core,& il c entello; quantunque imbriachi, quando fiene mangia troppa quantità , & confonda l'intelletto. Onde ledome Ternafarine, I o quando fi cogliono gettar Urne nel fuoco, che abbrufcia i corpi morti de i mariti, ne mangiano tanta quantità , che im- paggificono. Hpnfìmangia,nefi mollica da ueruno ,fe prima non lo bagnano con lifcia fatta con calcina , ò cenere di fiorge di Oftricbe : ò d'altri corichili 'j : ilche non hauendo bene intefo certo gran fimplicifia Italiano , ferine che gl'in- diani mangiano le foglie del Betel inuolte nella calcina,& nella cenere, ma non uenderàgia egli à me cofi foaue com- panatico. E adunque il Betel (per narrarne l'hifloria ) una pianta, laquale arrampica [opra gl alberi, come fa l'heie- ra, ne può ftar ritta finga foflentacolo : Tfon fa frutto,nefiori,&fono le fue foglie quafi filmili à quelle de i nofiri cedri, ma piu falde, &piu lunghe, con certi nerui em 'denti , che [corretto di lungo uia come nella piantagine: Queftcfi porta- no anchora à noi d' Mlejfandria, ne mancano chi Infimo in luogo del nero Malabathro. Ma uegghino pur loro fe facci- no bene. Io per me non lufarògia mai in luogo di quello. Ma ben dirò, chepojsiamo in cambio del Malabathro fi cura- mente ufare la cqffia,ouero il Soriano , ò l'Indico nardo, per hauer cofi difioHo Galeno ne i fuoi fucccianei,& nclvit. IO cavili .libro delle [acuità de [empiici . QuantunqueuogliailFuchfionelfuolibro delle compofttioni deimedica- menti ultimamente ftampato, nella prepar atione dell' Marea Mleffanirina, che in luogo del folio ui fi metta [-Attrat- tile,confidato nel libro de i fucccdanei, che fi da à Galeno : io nientedimeno nonpoffo fe non marauigliarmi,che un lim- ino cofi dotto , & cofi pratico nelle [acuità de i medicamenti, cofi [empiitemele s’inganni in una cofa tanto manifefla. Imperò che oltre che maimiricordohauer kttoinquel libro , che [attrattile fi poffia foftituire per il folio, habbiamo in queflo luogo Diofcoride, & parimente Galeno, i quali fcriuono apertamente, che il folio, tir il nardo hanno una uir- tùmedefima. Ondefipuo moltopiu ragìoneuolmente per ilfoliofofiituire ilnardo,cbe ogni altra cofa. Terciocbepiu prefio ci dobbiamo accollare àglifcritti di cofi grani autori, che fofiituire [attrattile del Fuclifio finga ueruna ragione, & majfmamente non mancandone il nardo, ne la caflia odorata , la quale fi può anchora legitimamente ufare per il folio, come (per quamoio me ne creda)ne mancai duratile. Ma concediamo che [attrattile itera fi ritroui, nonfoperò j o io chi farà colui , che babbi qualche poca di pratica in quefla [acuità, che mai ardifia d'ufarla in cambio del folio . Im - peroche non fi io, che alcuno fcrmejfc mai cofi fatta mellonagine . Il folio (come firme Muicenna ) (calda, & difiecca nel fecondo ordine . Il Malabathro ènei fecondo ordine calido , & ficco, fecondo che fi ricoglie dal fecondo libro de Nomi. canoni, che firifle Muicenna , Chiamano il Folio i Greci Mcrtó'6t5par,&?uAAor ; i Latini Malabathrum, &Folium. Della Cafsia. Cap. XII. LA calila , di cui fono piu fpetie , nafee nell'odorifera Arabia . Tutte hanno i farmenti di grolla corteccia, & foglie di pepe . Quella è da eleggere, che è rolla, che ha bel colore , che iì ralfiem- braalcoral o, che è beniflimo Diretta, lunga, grafia, cannellofa, al gulto mordente , &conal- 40 quanto di calore coftrettiua , aromatica, & chehabbia odore di uino, comeèquella, che da gli habitatori fi chiama achi , & da mercanti d Aleflàndria daphnite . Auanza quella di bontà quella, che è graffa, porporea, & nereggiante , cognominata zigir, d odore filmile alle rofe, che tiene il primo ufo della medicina . Il fecondo luogo tiene la predetta : & il terzo quella , che è cognomi- nata genuine Molìlitico . Le altre tuttefono di poco prezzo, Stilili, come quella, che chiamano afiphemo , nera, infoaue , & la cui feorza è fella , & lottile : & quella anchora , che barbaricamen- te chiarivano dacar, & citto . Eccene una fpetie chiamata falfacaflìa del tutto ueramente limile alle predette . ma fi conofoe nel guftarla , perch'ella non è ne forte , ne odorata , & attieni! la corteccia fta fortemente al midollo . Trouafene una altra di piu ampia canna , leggiera , tenera, & piu den- fa, molto migliore delle predette. Vituperali la bianca, la fcabro fa, & quella, che ha odore di 50 becco, che è fiottile di canna, Su di ruuida corteccia. Scalda la caflia. Se dilecca : prouocal’orina, &leggiermentecoftrigne. Conuienfi nelle medicine, che fi fanno per chiarificare la uifta. Sene gli impiaftri mollitiui . Vnta con mele, toglie le lentigini , Se prouoca i meftrui . Beuuta , uale al morfo delle uipere , gioua à tutte l'infiammagioni delle interiora , 8e molto alle infirmità delle re- ni. Serue alle oppilationi della madrice , fedendoli nella fuadecottione, ouero fumentandofo- ne. Mancando per le medicine il cinnamomo, fi mette il doppio pelo di caflia in uece di quello, con la medeiìma utilità .Eia caflia finalmente à molte cofe utiliflìma . Del Cinnamomo. Cap. XIII. TAE 1 cinnamomo fi ritrouano piu Ipetìe , nominate da luoghi , olle egli nafice . Ma tienfi per J /lo migliore quello , che per fomigliarfi alquanto à quella Ipetìe di calsia , chiamata mofilitc, ancho elfo fi chiama Molìlitico : & di quello quello , che è frelco , di colore nero , 8t che tende dal E uinofo Caflìa , & fua hiftoria . Come fiadiffe rente la Cafsia odorata dalla coronaria , y o Difcorfi del Matthioli uinofo al cenericcio , lifcio , fonile di rami, cinto di fpeffi nodi , & odoriferiffimo . Dà usamente indicio d'ottimo cinnamomo la proprietà del fuo giocondo odore . Ritrouafì anchora nell ottimo cinnamomo, &in quel maffime, ch'èpiuin ufo, odore proffimo allarma , &al cardamomo. Ap- prouafi quello, che acuto, mordente al gufto, & infieme con un certo calore alquanto falfo, & che tritandoli non li fpeffifce (libito , & frangendoli non diuentalanuginolo,& che t ra nodo e no- do è ben polito , & lifcio . Se adunque tu uuoi chiarirti del buono , Ihrpane dalla radice una uergel la, 6diafacilequeftaproua: imperochei frammenti nonfono altro, che un certo mefcuglìo. de quali quello è migliore , che riempiendo delfuo odore il nafo , impedite la cognitione del manco buono . E' anchora un cinnamomo montano , grollò , corto, & roifcggiante . Ecci anchora il terzo limile al Mofilitico, nero, odoratiffimo, denfo difarmenti, ma con rari nodi. Il quartoebian- I0 co , fongofo , tumido, di uil prezzo, fragile, è di radice grande, die fpiia odore di cafsia. Il quinto fcrilce il nafo co l fuo odore , e rofsiccio , fìntile- alla corteccia della cafsia rofsigna, al toc- care duro, ma non molto neruofo, è di grolla radice. Tra tutti quelli , quello e manco foaue, che {pira odore d’incenfo , di cafsia , di mirto , o d amomo . Dannali il bianco , lo Icabi olo , il legno- io, il crefpo, & il non polito. Trouafene anchora un’altro chiamato Cinnamomo falfo, diniuna ftima, & di niuno prezzo, & di uano odore, &dipochifsima uirtù: il quale chiamano anchora Zingibero ; quantunque egli fia legno, che ha co’l cinnamomo qualche fembianza . Enne una fpe- tie ai legnofo , che hai farmenti piu lunghi , & piu faldi , & d’odore men uigorofo , che 1 cinnamo- mo . Sono alcuni , che dicono che’l legnofo fìa differente di fpetie dal cinnamomo! auenga che di- fcordi dalla fua natura . Sono i cinnamomi tutti di calda natura , mollificano, maturano, & prouo- 2Q cano Torma. Beuuti, ouero applicati con mirrha, prouocano tanto i melimi, quanto il parto: foccorrono à ueleni , & alle punture, & morii di tutti gli animali uelenofi : purgano le caligini, che offufcano il uedere : alfòttigliano le grolfezze de gli humori . Vnti con mele, fpengono lelen- tigini, & le macchie dellapelle della faccia cattiate dal fole. Conuengonlì alla tolfe, ai catarri, all’hidropilìa, alle malattie delle reni, & alle difficultà dell orinare. Mettonfì, oltre à quello ne gli unguenti pretioli : & fono uniuerlalmente in ufo in molte cofe. Accioche piu lungo tempo du- rino, tritatili, &impaltanliconuino, feccanlì all’ombra, & li ripongono. 50 SONO Hate create dalla fagace natura in queHo noHro mondo alcune piante implacabili, che quantunque loro Ite- no fiate fatte infinitiffme carene , & lunghìffime feruitù ; nondimeno è fiato imponìbile di ritenerle apprejfo à noi . Imperoche quelle , che fono Hate coHrette uiuere in Italia negli horti , & in altri amenìffimi luoghi , fi come gli kuomi- ni nati nelle montagne , dijp recata la maefid delle città , non pare , che f appiano uiuere altróue , che nel lor nido , co fi ancho effe nel medefmo modo , la/ ciati gli horti , i giardini , i palagli , la tranquillità dell’aria , l amenità depaefi , la uaghegga de fonti, & il confortio di tutte l'altr e domefiichc piante , ne gli antichi pae fi ( anchora che incolti, &fo- litarij ) ouc primanacquero,fe ne fono ritornate .tanto può in tutte Le cofe l' amore della patria . Del cui numero ritro- 110 io effer e fiata la C affla : la quale ne tempi, che poma abondaua della gloria de fuoi maggiori triomphi , in diuerfi & uarij luoghi , & maffimc apprefifo alle api , che fanno il mele, fi ritrouaua piantata . Ma non potendo da tante ma- gnificente effer ritenuta , nel fuo proprio , &natiuo terreno chetamente fe nè fuggita . QueHo dico però io tenendo con la commune opinione quafi di tutti i periti femplicifti , non facendo eglino differenza ueruna ne i uolumi loro dalla C af- fla , di cui qui ferine Diofcoride , à quella , che era uolgariffima anticamente in Italia , doueper tutto fi ritrouaua pian- tata apprejfo à i capili delle api , per loro gratiffimo cibo , & uerdeggiaua parimente negli horti , & ne i giardini per l'ufo delle ghirlande , piu che ogni altra cofa . Maparmi , che altrimenti fi debba intender queHa hiHoria ; imperoche altra cofa reputo effer fiatala Caffìa , che ferine qui Diofcoride effer uno albero nella felice Mrabia , della grande^a ( per quanto ferine Theophraflo ) del uitice , & altra quella , che à poma , & in altri luoghi era defiinata all'ufo del- le ghirlande ,& al cibo delle api , auenga che queHa fuffeherbà , & quella albero : & majfimamente non ritr oliando io da ueruno fcrittore , che cofi copiofa fitffe portata la Cuffia d’Arabia ne i triomphi Romani , che eUafuffe ppfeia fat- ta cofiuolgare , che in ogni luogo fi ritrouajfe piantata . il che quando pur fuffe interuenuto , non credo , che Galeno , il quale uiffe , & dimorò cofi lungo tempo in Roma , haueffe tralafciato di fcriuere anchora della Cuffia Italiana . T/f nio frinendo al ix. capo del xxi . libro dì alcune herbe , che per la foauità dell'odore erano apprezzate per l’ufo delle ghirlande, diceua . V ennero ne i coronamenti con le foglie loro il melothrp , lo ffiireo , il trigono , & il cneoro , il qual chiama Igino Cafia . Di cui auanti lui credo hauer fritto VergUio nella feconda egloga della Bucolica , tenendo la Ca- fra, per. herba, & non per albero, con quefio uerfo . Cafra inteffendo , & altre foaui herbe . Et al fecondo della Georgica diceua • Rugiada-, & humil Cafra all' api porge . Etpofcia nel quarto . TS[pn fiorifea d'intorno Cafia uerde , T>{e ferpillo odorato , ne la thimbra , £)al che manifeflamente fi conofce , che la Capa ufata dagli antichi nelle corone , & di cui tanto fi dilettano le api > e herba, & non albero . Del che parimente fa fede "Plinio alxil. capo del libro citato , cofi dicendo . Conuengonfì te- nere le api negli horti ,& trai herbe delle ghirlande , per effere il frutto loro di gran guadagno , Ter queHa adunque cagione bi fogna feminar intorno à i luoghi loro il thimo , fapiaHro , le rofe , le uiole, i gigli , il citifo , le faue , bend- ila ,. la thimbra , il papavero , la corrida , la capa , il meliloto , e’I cerintho . Dal che ageuolmente indottoTheodoro , chiama anchor egli il cneoro fritto da TheophraHo Cafra . Onde parmi , chefen^a contradittione fipoffia credere, che il cneoro 5° 60 Nel primo lib. di Diofcoride. il cneoro de Greci ,fia la Cafta coronaria , di cuifipafceuano le api , piu predo che dire , chef offe quella , che nafce in India , & nell' Mrabia felice filmile al cinnamomo , nata folamentc per gli odoramenti , & per gli antidoti di medicina , & già tanto lungo tempo tifata da i medici in uece di cinnamomo . T\ le però uoglio , che fi creda alcuno , che fta contra di noi quello , che della cajfia fcrijfc ColumeUa all' ottano capo del li l. libro della fua agricoltura con quelle parole . Quantunque la Giudea , & l’Arabia fieno fatte iUuflriper ipretioft odori, ueggiamo nulla di meno anchora la Citta no - sira ejfer dotata delle medejìme piante . Imperò che hormai fi può feorgere da tutti la Cafta in piu luoghi di quella , & parimente la pianta dell’incenfo nclli horti fioridiffimi di mirrba, & di croco . Terciocbe quantunque fi pojfa concedere, che al tempo di ColumeUa fujfe Hata portata la Caffia odorata d'Arabia à poma , & che la fi colduaffe per cofa molto rara folamcnte per uno fi) et t acolo negli horti dcUi Imper adori , & forfè ancora d' alcuni magnati particolari ; quefio 1 o però non prohibifee , che la caffia , che piantarono gli antichi appreff i à i luoghi deUe api , non fujfe altra pianta molto da quefia differente , & maffimamente ueggendo noi , che di quella fi fa mendonefra le herbe , che erano in ufo per le ghirlande , & di queUa fagli alberi . il cneoro defcrijfe Theopbrasìo ahi. capo del vi. libro dell’ bidona Cneoro , & fua deUe piante , con qucHe parole , il Cneoro è di due fede , de quali l'uno c bianco , & l'altro è nero . il bianco ha le fo- hiftor. glie àmodo di conica , lunghette , quafi come d' olino . liner o ha le foglie di tamarìgio, macarnofe. Il bianco fi dila- ■ ta piu per terra , & [pira di buono odore : di cui niente fi ritroua nel nero . La radice nell'uno et nell'altro è profonda, & grande : da cui fin appreffo terra ò poco di fopra , efeono molti rami furcolofi , &groffi , uencidi , & arrende noli : et imperò s'ufano commodamente per ligure in cambio di giunchi. Germinano , &fiorifcono dopo l'equindttio dell' autun- no , & dura il fior loro per lungo tempo . Quello tutto de i Cneori fcriffe Theophrafio . Ma quali piante nafeano in Ita- lia , ò che d'altronde ui fi portino , che fi confacciano aU'hidoria del Cneoro , fin bora non fo ritrouare . Ma ben dirò Errore dell’ An 2 o che manifefiamente s inganna l’Mngui Ilari , perfuadendófi egli ne fuoi Vareri , che la lauandafia il Cneoro bianco, & giullari . il rosmarino coronario il nero . Imper oche oltre a quello , che il rofmarino , & la lauanda fono piu lontani di fpetie , che i lauri dalle querele (il che manifefiamente ne dimofir a quanto fia egli in errore) ui fono affai altre note , che ri- pugnano alla fua opinione . VcYcioche ( come tefiifica Theophrafio) i cneori ( tanto dico il bianco quanto il nero ) non fiorifeono fe non dopol cquinottio dell' Autunno , & il rofmarino fiorifee ( come è noto à ciafcuno ) due uolte l'anno, cioè la Trimauera , <&l' Mutuano ,&la Lauanda fiorifee folamente la fiate . Oltre à ciò fi uede , che appreffo Theo- phrafio cofi l'uno , come l'altro cneoro fa la radice grande , & profonda . Il che non fi uidegia mai nel rofmarino , ne manco nella lauanda : auuenga che amendue quefìe piante habbino le radici di finite, & J parte nella prima fommìtà del- la terra . Et però malamente allignano in luoghi feddi.Mppo ciò i rami ouer farmenti cofi dell' uno, come dell'altro eneo ro fono uencidi , & arrendcuoli , di forte che fono buoni per legare i fafei di qual fi uogli piante, come f mo i giunchi , i jo falci y &leginefìre ; ma uedendofi , che i rami del Bpfmarino , & parimente della lauanda non fono tali , mi par nera- mente che l'Mnguillari l' babbi male intefa . "Piu oltre ( come ferine il medemo Theophrafio ) il cneoro nero non ha odor ueruno. Imper oche non fi deuc legger e dióajxof , cioè odorato, come legge l’ MnguiUnn,ma ditrjjos cioè fen^a odore , co- jj Cneoro ne- me legge Tlinio . il quale traferiuendo da Theophrafio diffe , che folo il bianco era odorato . Il che dimoflra manife- ro non è odora slamente l’ifieffa lettione del Greco , la quale legge o èri atteramente come fìpotria dire , piu mefcugli di cinnamomo : ma non però fi uede tra efìi niffun tronco diuifo in rami 3 ma tutto fi rafomiglia alle radici dell'uno & dell altro helleboro3&piu anchora à quelle del damafonio 3 che fi ci porta di Candia. Ogni cinnamomo nafice damar adice 3 à guifia di picciolo alborficeUo , &tale ha fiei 3 & tal fette virgulti 3 ò pochi piu : ma non tutti però d’una medefima lunghetta 3 auenga che il maggiore di tutti non ecceda la lunghezza di me\o piede Romano . La natura uniuerfialmente del cinnamomo 3è quafìfìmile a quella dell'ot timacaflia. Questo tutto del Cinnamomo fieri f e Galeno . il che h abbiamo uoluto qui anchor noi ficriuer e di parola in parola 3 accioche fìa noto à eia feuno 3 che e fendo Hato tanta carestia di Cinnamomo al tempo di quelli cofì potenti ,& grandi Imper adori , che comandauano per modo di dire à tutto il mondo 3 non ci dobbiamo marauigliare3 che fìa egli bor fatto à noi del tutto incognito 3 & rarifìimo . Ma benpiupreflo ci dobbiamo marauigliare , cheportandofìci la cafi- ^ fiacopiofifìima3 la quale ( come teflifìcaìio Theophrafo,& Tlinio ) nafice apprefo ài campi del cinnamomo , incerti uicini monti , non fi ci porti ancho qualche forte di cinnamomo . Il perche non man ca da [uff icare , che cofì fi fìa perfio il cinnamomo in Arabia apprefo à i Tragloditipropriamente chiamati Barbari 3 come il balfiamo in Giudea . Impero- che ficriue Tlinio alxix. capo del XII. libro 3 che già furono abbruciate molte felue di Cinnamomo 3 con quefle paro- le. Il prego del cinnamomo fiugia mille denari : ma crebbe dipoi la metà 3 efendo ( come dicono) Hate abbruficiate le felue , per l ira de Barbari .Mafie fìa do accaduto per l'iniquità de p otenti3 ò per fortuna 3nonf e n’ha nera chiareggi . Fftrouiamo bene apprefo alcuni autori , che l’aufìro in quella regione alle uolte cofì ardentemente fi iffia , che la fate ui accende le felue . Onde fi può ageuolmente credere 3 che dal tempo di Tlinio fino al noftro , quel reflo di Cinnamomo ,chc ui auangaua ,fìa flato finito di confumare ò dall’ ardentiflimo foffarde uenti 3 ò dall’ira de Barbari 3 peruendicarfi con i popoli uicini nelle guerre . Terciocbe efendo altrimenti, coloro , che di là ne portano la cafìia , fiapendo che moltopiu ^ guadagnar ebbono àportarne il Cinnamomo , che quella 3 non è dubbio3 che ritrouandofì non lo portafero . Queflo tut- to ho uoluto dir io 3 non perche habbia in ciò alcuna cofa certa 3 andando fiolamente io conietturando ; ma accioche fi uada aprendo la uia àgli altri, che doppo me fermeranno . Strabane appo ciò non fiolamente ficriue infìeme con Theo- phrafto, Diofic or ide 3 Galeno 3 & Tlinio nafeer e il Cinnamomo in Arabia ; ma anchora in India 3 in quella parte (fe- rialmente 3 che rimira almeno giorno. Terciocbe efendo quella parte d’una temperie d’aria& di Sole filmile all’Ara- bia, & all’Ethiopia , produce ( come dice egli ) tutti gli ar ornati , come è il cinnamomo , la cafia , & altri filmili à loro. Ma perche refi , che di quindi anchora non fi ci portinofe fìa ò che quiui anchora ne fìaperfi > la generati one,ò fìa per al- tro impedimento , coloro lo dicano , i quali à i tempi nofltri fiolcando infìnitifimi mari ui nauigano à mercantia di Torto- gallo. Ma par e, che Galeno habbia del Cinnamomo ferino affai confufamcnte , hauendo egli parimente ferino efer Hata portata una cafa à Poma dalle terre de Barbari di lunghezza di quattro gombiti & me\o,doue era dentro un al- bero tutto intero di cinnamomo . con il che dimoflra manifefl amente , che il Cinnamomo fìa albero : &pofcia dicendo , che il cinnamomo di qual fi uoglia ferie , nafice da una radice , come un picciolo arbufcello , ouer frutice , di modo che le fiue maggiori uermene non eccedono la lunghezza di mego piede Tornano . Con le quali parole confiefa egli manifiefla- mente , efer il cinnamomo molto picchia pianta . Onde non Japrei io finalmente e f licare, quel che Galeno uoglia nell hi ftoria del cinnamomo : & mafimamente affermando egli efer e i (armenti del cinnamomo cofì fiottili , che fieno da com- parare alle radici dell'helleboro, & del damafonio . Ma non manco mi fa marauigliare , che dall'albero della cafìia (co- me egli dice) nafica alle uolte il cinnamomo , & che qualche uolta fi ueggano alberi tutti interi di cuffia , da i rami della quale nafcono le uermene di cinnamomo , auenga però che il cinnamomo & la cafìia fieno piante tra lor diuerfie di na- tura. Se già per auentura non fiufe tra luna & l'altra tanta propinquità di Hirpe, d’humore, & di uirtù , che fi fieno ritrovate alle uolte vermene di cafia di tanta eccellenza d’odore , & di fiapore , che fieno per ciò parfie hauerepiudel cin- namomo , che della cafìia: ouer amente che ciò fìa intervenuto per arte de gli buomini , che per hauer maggior copia di cinnamomo fi fi sug ingegnati d inneflare le mar\e fiue in fu gli alberi della cafìia . Efon manca appo ciò chi creda , fon~ dandofi 5° 60 Nel primo lib. di Diofcoride. j) dandofifopra quefia autorità di Galeno,che la cafiia, et parimente il cinnamomo nafeano da unfolo albevofimaginadofì , Fai fa opinione che fin tantoché l’albero è giouene produca folamente il cinnamomo,etpofcia,cre(ciuto che fia alla confittemi, produca ^'alcuni . la cafiia.Ma dicendo Galeno che la cafiia fi permuta in cinnamomo, & non il cinnamomo in cafiia,cqfca come f alfa topi nion loro. Cotr adice all'opinione di cofioro [umilmente Theophrafio al v. cap. del I x. lib. dell' hifioria delle piante , doue chiaramente dimofira ejfere il cinnamomo, & la cafiia diuerfe piante ;quatunque della forma, et graderà loro no dica , ne affermi alcuna cofa certa. Tcrcioche nel principio del capitolo no dafe,ma d'altrui autorità ferine, che il cinnamomo e la cafiia fono albor fedii digraderà del uitice:& nel proceffo feguitando altri autori/a che fia il cinnamomo ma pia- ta,fiuticof à . Ma fcriuendo Strabono che gli Arabi ufano la cafiia el cinnamomo per far fuoco in cambio d'altri legni uili,par che fi debba credere , che le lor piante non fieno cofipicciole, come ttimano alcuni . il che della caffiapoffia- 10 mo noi fàcilmente affermare.-perciochefìueggono in Pinegia pezzi di Cannelladicotal lunghetti, àgrojje^a , che fa- cilmente può ciafcmo giudicare, che fieno flati fcortecciatidanon picchi legno. Le ffetie del Cinnamomo finxlrnen- . te fonfei, fecondo che teflifica Diofcoridc,& parimente Galeno: quantunque però Galcnofin luogo alcuno , ch'io fap- pia,non labbia particolarmente defermo l'hijìoria di tutte quefie ffetie , per rimetterfi forfè egli in do ( come fuol far qrnfi in tutto il rejìo de femplici ) all’hiftoria,che neferiue Diofcoride : il quale anchora altra particolare hifioria non neferiue, ma folamente gli denomina da i luoghi doue nafeono, lodando maggiormente quefio , che quello. Ma Theo- pbraBo al luogo citato difopra altrimenti f cri ffe egli le differente del cinnamomo con quelle parole. Dicono che Stir- pato che fia il Cinnamomo, lo diuidono m cinque parti, & quello efferl'elettiffmo, che è piu propinquo alla cima:& che queSio fi taglia dalla fuauemena poco piu lungo d'unpalmo. Il fecondo è poi quello, ebefegue dopo quefiofilqttalftta- gliapiubreuc. llterrp,& parimente il quarto, fono quelli che fi tagliano dopo al fecondo nel medefimo modo. Lui - 30 timo è quello, che reSla piu uicino alle radici, manco buono di tutti gli altri peggrimperoche questo ha manco corteccia di tutti gli altri, in cui fi ritroua gran gratta nel gustarlo: ilche non è nel legno. Il perche fogliano preferire^ le cime, per ritrouaruifi piu corteccia. Mtripoidicono altrimenti , che il Cinnamomo è una pianta fruticoft, & ch’egli è fo- lamente di due forti, bianco ciò è,& nero. Quello tutto di ffe TbeopbraSlo . Ma uedendofi manif iSlamente, che anebor egli non fcriue in quefia hifioria cofa alcuna Ja qual egli ardifea affermare per nera, defiderarei dì ritrouare ò I\e, à Imperadore, che battendo compaffione alla republiea bumanaffi deliberajfe dì mandare in Arabia , & in India , àfar cercare, & inueSligareffe rintracciar fi potefje il aero Cinnxmomo:& che ciofaccffe egli, imitando quei magnanimi Ira per adori, ì quali al tempo di Galenoffe lo faceuano portare dalle regioni , oue egli nafee . Il che forfè con maggior com- modità di tutti gli altripotrebbcfàr t Inuittiffimo Imperar or noflro Carlo quinto, quando piaceffe all ottimo , <&• al - tiffmo Iddio di dar pacca tutta larepublica Chrifiìana. òper auenturapiu commodamente far ciopotrebbeil Serenif- 3° fimo I{e di 'Portogallo, il qual manda fieffo le fuc armate , & le fue nani nell’India orientale per aromati. Igei cui uiaggio potrebbe egli fàcilmente fare inueSligare del Cinnamomo per uarij & diuerfi luoghi dell Arabia felle e, co fi co- me anchora quella par te dell'India, che rimira l aufiro,doue dice Strabane che nafee il Cinnamomo, cofi come in .Ara- blu , Et però à uoi mi rìuolgo , ò medici preelariffimi di T ortogallo , gridando ad alta noce, che fe con tutto il cuore, co- me ui fi conuiene, tenete cura della medicina :fe con qualche ardore d animo defiderate d arricchire la fatuità nofira, edr d’effaltare, & far grande il nome uoSlro : firn uoi fi ritroua charità Chnfii.ina , tir fc haucte naturale inSìinto ,o amoreuoldefiderio digiouareallagcncratione humana, prendete, prendete dicohonnaila cura con tutte leforrp uo- ftre di cefi honoratijfvma, & gìoueuoliffima imprefa. Imperocbcfe il magnanimo, & potentifiimo i{e uoflroft certifi- cherà da uoi, che per ciò shabbia egli d'acquiftxre un nome immortale, come nuouo ntrouatore d'un tanto perfo thefo- ro, per commodo infinito di tutta la republiea, effendo egli ( cornee pubticafàma ) d'un cuore molto pio, & magnani- mo mo,mn è punto da dubitare, che non metti ognifuo Studio, & ogni fino potere per confeguir cofi gloriofa imprefa , & tante Mi immortali : & che non cerchi anchora di ritrouare uarij & diuerfi altri aromati , appreffo il cinnamomo , i quali tifarono gli antichi ut loro antidati , che già gran tempo fh, fi fono Jmarriti. Ma quantunque fin qui babbi fuf- ficientemente prouato , che il Cinnamomo ne manchi, & che all incontro habbiamo la cuffia odorata copiofifiitna , nulla dimanco fono alcuni fcrittori de tempinofiri, che uogliono, che ancho il cinnamomo ci fi porti copiofo . Fraiquali e il Fuchftofil qmlenelfuolibro delle compofitioni deimedicxmemimauxmenteSlxmpxto ,& aumentato affermari- trouarfi il itero cinnamomo fenati diihio ueruno nelle caffè, doue fi ciporta la cannella , & che uolendofi in ciò ufare di- ligenza infcegtierlo dalla cqffa, fàcilmente nifi può ritrouare. Ma con qual ragioni, ouer amente autorità ei dica que- fio,non fapreiio uer amente ajfegnxrc, auuenga che egli nonne ne alleghi ucruna .-fegianonfi fondaffefopra l autori- tà di quel pazzo da catena d'Amatho Lufitano Marranofil qual dimofira dlefier diuenuto cofi fuor di ceruello,che nelle 50 fueenarrationifopraDiofcoride,nonftfiacuratodimentirenelcontendere,cheficiportiil nero cinnamomo. & che hormai fia egli noto à tutti . Ma le pazzie, & le tinnita di quello infenfato , le quali fono infinite, non è bifogno di reci- tarle in quello luogo, battendone hormai detto à bafixnzanella nofira Apologià, & parimente nelle cenfure no, fire co- tta di lui. Tcrcioche quii animo noSlro è fittamente di trattare quelle cofi, che piu importano in quefia fatuità delle piante, le quali tanto piu uolcntierificriuemo, quanto piu fiappiamo difodisfareài lettori . Onde per bora cene restia- mo nella nofira opinione fia quale è Slata di [opra cofi fufficientemcnte prouata , che non ne fa bifogno d' affaticarne piu in damare la opinione del Fucbfio:nel cui feruitio mi doglio, che babbi prefiato maggior fede di quel che facenti bifogno alle bugie , & allefauole di queSio Matto ( uolfi dire Amatho ) Lufitano . Ma diro pero anchor quefio , che non mi p offo fe non marauigliare, hauendo fufficientemente prouato che il cinnamomo è legno, & non corteccia , che il medemo Fuchfio nel luogo predetto poche linee di fiotto , ferina il contrario cofi dicendo . Il cinnamomo che fi ci porta 60 dall’lfola di rpilam è una corteccia d’un albero alto quattro gombiti,gr offo quanto il braccio d’un Imomo.dal cui tron- . cornificano hor fei,&hor fette rami, ì quali fi tagliono aia ogni anno & ogni annodi nuouo rimfeono . lluero adun- que cinnamomo i la corteccia di quelli rami , la quale è fiottile, odoratiffmx,acuta,& molto mordace, ma non però tan- fi 4 to,che Virtù del cinna momo feritte da Galeno. $6 Difcorfi del Matthioli to, che ulceri la bocca: Et ha queflo di piu, che nel maflicarlo rende odore di ruta. T utto quello diffe egli del cinnamo- mo. Tslel che dimoflra non hauere mcrtuana opinione , che habhia hauto di fopra . T>fe per altro (per mio gìuditio) gli è interuenuto queflo, che per hauere uoluto feguire la fede del'Lufìtano. ma fe forfè haueffe faputo il Fuchfto , chi egli fi fa, & che effendo Intorno , che non hauendo legge, ne fede ueruna, non ne può fare ad altri , forfè che non cofì fàcil- mente harebbe accettate per nere le fue menzogne. Delle uirtù del cinnamomo fcriffe Galeno al vii. libro delle fà- cultà de femplici , cofi dicendo. È il Cinnamomo compofto di f ntiliffime parti , ma non però è egli caldo ecceffiuamen- te, effendo folamente caldo nel ter\o grado, Ife diffecca egli però ugualmente con gli altri medicamenti, che hanno la parifncultà di fcaldarc : & quello interuiene per la fonigliela della fua ejfen^a . Quello poi , che chiamano Cinna- momis, è come un cinnamomo debole : onde lo chiamano alcuni cinnamomo fàlfo . Et fcriuendo della Cafìia nelme- defmo libro , coft dimena. La cafsia fcalda, & diffecca quafì nel ter^o ordine : ma per effer ella comporla di parti molto 1 0 / ìttili, fi fente nel gufarla molto acuta, con un certo che,fe ben leggiermente, di coflrettiuo. il perche è ella incifiua,et parimente digefliua di tutte le fuperfuità del corpo , & cotiforta oltre d cio,& fortifica le membra . ^parimente ido - CASSIA SOLUTIVA. Nel primo lib. di Diofcoride. j~ ua, & l'uà hilt. nea medicaménto per provocare i mcSìrui ritmiti , quando ciò int mitene, che per copia, & infiememente per gr offerta d'bumori, non s’ evacua d bastanza tutto quello, che bifogna , Fafii del cinnamomo nofìro volgare ma acqua per lam- bico,la quale tanto nell'odore, qua?ito nelfapore rapprefenta l'iSleffo cinnamomo , <& fafii in qncjlo modo . Toglie una libra di perfetta cannella, & ?nettila in una boccia , onero in uno orinale di vetro, & infonde li fopr a libre quattro d'ac- qua di rofe, & una libra , & mc%a di vino bianco vecchio 3 & potente , over amente di buona malvagia, & dipoi met- te questo uafò ben ferrato, che non rifpin nel bagno d’una acqua tepidaper uintiquattro bore continue, & dipoi fcuo- pre la bocca del uafo,& mettcli il cappello di vetro da dift illare ben ferrato con farina, & chiara d'ouo impalate in- fime di modo che nongoffa rifpirarc inparte veruna: & aumenta di poi tanto il fuoco fatto al bagno, che l'acqua bo- glia: & riceiiene l'acqua, che lambiccarci in un altro uafo di vetro cofi bengiontato con il becco del cappello,, che non q- goffa efalare. Vale quefla acqua oltre all’ efferegratif ima al gusto, & molto odorifera, beendofene una, due, & tre once alla volta, fecondo il bi fogno à tutte le inf ralita frigide, & uentofe, come quella, che incide , difgrcga , & difiipa la flemma uifeofa , rifoluc lancntofità, & conforta tutte le uifeere , ciò è lo Stomacosi fegato , il cuore , ilpolmone , la mil\a,& anebor-a {ferialmente il cervello, & i nerui , acuifce la uifla , uale alle fincopi,& à tutte l' altre pafi ioni del cuo re . Conferifce oltre a rio d i veleni, & a i morft,& alle punture di tutti li animali uelenofì,prouoca i mefìrui,& l'orina, riflagna iflufii dello flomaco,& tolte aia la naufea, & il fastidio (ferialmente beuta confucchio di cedro . E' utili fsima alle malattie della madrice: giova alla fìrettura del petto, a i paralitici , àgli ffafìmati, & à coloro , che hanno il mal caduco. Fa buon fiato, & ègratifima al guSlo. In fomma è utilifìima l'acqua della canella in ogni infìrmità,oue fia bi- fogno di fcaldarc,d' aprire, d'incidcre,di digerire, & di corroborare. Ma perche ne Diofcoride , ne altro degli antichi folut. Greci fcriffef che io fappia)dclla cassia sclvti va, chiamata da alcuni Siliqua Egittia, la quale è in commune, - o & frequentifimo ufo di putti i medici per lenire il corpo : accioche quefti noflri difcorfi non reclino fen\a tanto nobile , tanto eccellente i& tanto neceffario medicamento, ne dirò qui quel tantoché n'ho tratto dagli Arabi , come primi in- ventori di cofi bclfl-utto. E' l'albero adunque, che la produce, affai grande, con fcor\a di colore di cenere. La materia delfuo le?no , quantunque nella fuperficie di fuori gialleggi, di dentro è nondimeno ncro,fimile all ebano, onero algua- iac.o,folidifiimo , dwo,& di mal' odor e, quando è uerde . Ha foglie di carobolo, ma alquanto piu appuntate. Tendono dall'albero le ftlique della Cafiia di notabile lunghcg^a,rìtonde , denfe , & quando f m o mature , di colore roffo ncreg- giantemella cui interiore parte è una polpa nera, partita da ff effe, & legnofefquame:tra le quali è il feme duro,fmile à quello delle carohole. Onde forfè non errar ebbe, chi diceffe , che l'albero della cajfia nonfuffe diffetic molto lontano dal carobolo « Torta- fi l’clettifiima dal Cairo,& d'Alef]andria,& quella piu fi loda,che non è molto groffa,& che ha fiotti- le {scorga, ff lendente, fiefea, ben piena, grane, & quella, in cui nel dimenarla, non fi fenta fonare il feme. E la Cafiia fio & *foafacultà . * >o lutiua humida nel primo grado , inchinandofi alquanto à calda natura: è lenitiva, & rifolutiua , chiarifica il fangue,et ffegne (acutezza della risolerà. Solite commodamente il corpo, ne gaffa la uirtu fua piu oltre che lo Slomacho. & però ficur amente la danno i medici nel principio delle febbri,& in altre calde malattie, avanti che fi cavi {angue, per purgar ella fidamente lo Stomaco, & lenire il corpo. .ISfuoce nel torla à chi ha le uifeere debili, & il corpo affai lubrico : altri- menti non fi trova in effa alcuno apparente nocumento, il che fi gli lena • col me {colar e con offa i mìrobalani, & il reu- barbaro, l'acqua del mafiice,& la (fica. E' qualche volta neceffario, quando ella fi da à i cofiipati di corpo, aggiunger- le alquanto di uirtu piu Lem tuta: CZ imperò fe le aggiunge olio di mandorle dolci & mucillagine di pfillio . T olta con cofe diuretiche, conferifce alle malattie dell'orma. Solite dchilmcntc;& imperò per fortificarla fi mette infime con effa qualche co fa acuta, come, l'hiffepoama una delle cofe, che molto -■ accrefee l'opcration fua, è il fiero, & mafiime il capri- no. Mondificaio Stomaco, {olite la cbolcra , & la flemma,oper andò fionda nocumento alcuno : per eh' ella non ha in fe mordacità. Lenifica il petto,& ilgargattiLc,& rifolue le acute pofteme loro. Tale alrifcaldamento delle reni , &pro- hibifee il generare delle pietre., prefa con cofe diuretiche, & decottione diglicirrbi^a. Itnmo che non mancano buoni au- tori, che fcriiiouo,& affermano, chemangiqnàofi ogni giorno tre dramme di midolla di cafiia poco avanti defilare, prc ferita che non (ì generi pietre nelle reni , & parimente da i dolori, & pofieme dello fiomacbo:fy prefa in. maggior quan tità giova alle calide febbri. Fattone linimeneto ffegne il calore delle erifipele,& tutte l'infiammagioni fupcr fidali . Sono-affai medici, chefemprc l’accompagnano con {ferie di biera femplice. il che parmi molto benfatto ,<& ma.fiima- incnte ove lo Stomaco , ò le budella fieno deboli. Chiamano la Cafiia i Greci K dosici : i Latini Cafiia: gli Arabi Selicha, Nomi. Selche, & Selihachn : il vulgo Cannèlla: i T edefehi zimmet, & Zimmet roerlim:gli Spagnoli CaneLvi Francefi Canel- le. Chiamano poi il Cinnamomo i Greci Kivvdiaa^ov: i Latini Cinnamomum.gli Arabi Darfeni. Cafsiafoluciua, jo DelfAmomo. Cap. XII II. LO Amoino è un picciolo arboicello, che dal legno fi rauolge in fe fteflò in forma di racemo. Ha il fiore picciolo, fimileà quello delle uiole bianche :& le foglie firmili alla brionia. Il mi- gliore fi porta d Armenia, di colore aureo, & il cui legno è rollicelo , & odoratiffimo. Quello di Media, perche nafee alla campagna,& in luoghi acquaftrini, è manco buono : ma grande, uerdic- cio, tenero al toccare, nel legno uenofo,& d’odore limile alla ruta . Il Politico roflèggia, è piccio- lo, fragile, racemofb, pieno di feme, & ferifee il nafo col fuo odore . Eleggerai adunque quello, che frefeo, bianco, oucro rolficdo,che non fia Areno, ne rauoltato infieme, ma che fciolto s'allar ghi , ben pieno di feme, limile à i racemi delle picciole uue, graue, odoratiffimo, non tarlato,acu- 60 to, mordace al gufto,di femplice, & non uario colore. Scalda l'amomo, coftrigne,& difecca. Pro- uoca il lonno: & pollo in fula fronte, ne leua uia il dolore.-matura, & rifoluele infiammagioni , & lepofteme, le quali chiamano indicendo. Gioua , impiaftrato infieme con bafilico , alle punture de gli Acromo, & fua eflàminatione. Acromo noie giumo. Errore dell’in terprete
  • • era certamente da dubitare , che in poco fpatio di tempo nonfifujfe del tut- to peruertita la medicina :& mafiime quella par te, eh e per comporre i medicamenti è la piu necejfaria . Imperoche fe co fi troppo fi fuffe proceduto alianti, non è dubbio alcuno, che fi farebbe di ciò perduta ogni nera cognitione. Ma tanto era radicata queriaperie, che quantunque molti ualenti fiirti fi fieno non poco affaticati , & del continuo j affatichino nel chiarire gli errori per l’ adietro fatti per negligentia, per non dir poltroneria , degli anteceffori ; non l hanno pero potuta del tutto fihegnere , & fanare. Imperoche fi ritrattano alcuni , i quali ( anchora che intendano quelle ragioni) nonuogliono trala fidare le antiche loro uitupcrofe tifante, & feguitare glifcritti di coloro , che glie ne mostrano ilue- ro. Et di qui nafce, che ìnfime con molti altri femplici, ne manca anchora il uero Amomo. per ilquale uendono certi ber bolatti, che uengono dal monte di finto Angelo di Duglia, un certo picciolo feme nero,d' odore molto filmile allunici- 20 la. Et perche tiene alquanto dell'odorifero, dell'aromatico, & deimordente, shanpenfiato per dargli faccio, di far credere, che fia il uero Amomo. ilquale, fecondo Diofcoride ,fkil feme filmile à i racemi delle picciole me, & non mi- nuto , come querio, che ne mofirano hoggigli feriali comprato da coloro . In oltre a me non pare, che Diofcoride ce- lebri il feme , ma piu prerio la materia del legno , come fa egli nel cinnamomo , & nella cafia. onde hofempre rima- to io, che la uirtu dell' Amomo fia nel legno . Sono alcuni fiocchi ingannati dall'interprete di S erapione , il quale di- ce, che il Tiè colombino è fi Amomo, credendo felo,l'uf ano per quello fernet cercarne verità alcuna: auenga che. il Vie co- lombino firn di gran lunga dall' A momo differente ,comc nelproceffo di quefia opera fi dimorir ara. Io non fio, che in al- cun luogo d’Italia egli fi femini, 0 fi piantime ancho veduto l'ho portato quivi d’altronde . Tsfion è , nel mancamento fio, da ufiare il volgare in modo alcuno, per non conofcerfì quello, che egli fi fìa:& non effer cofa honeria di far e e [perieli %e di medicamenti incogniti. Mapiupreflo fi dee feguitare Galeno, ilquale fece l'Acoro , & fi Amomo di uirtu confimi- p li.& imperò l'Acoro in fuo luogo realmente fi può mettere nelle medicine . In oltre già è flato conofciuto l'errore di coloro , che fi credevano fermamente , che fuffe l’ Amomo quella fecca pianta , che lenoflre donne d'Italia chiamano T{ofe di finta Maria, portateci di Hierico dai peregrini, che vanno al fantifì imo fipolcbro del nofiro Signore Gl e- sv christo. le quali nell' bora del partorire ufiano di tenere le donne nell' acqua, cr edendofì , che come talpianta s‘ apre, fubitopartorificano; tanta è la fuperriirione, che regnane Chriftiani.Conciofia che fi uede , che ne fondi filmili à quelle della brionia ui fi ritrovano, ne odore alcuno d’origano vi fi fente,ne che per fi acuità fua ferifea il nafo : ma piu prerio fi ritrovano cotal piante fetida odore alcuno. Valerio Cordo nel fuo volumetto delle compofìtioni de medicameli ti, ferine dell’ Amomo affai inconfi antemente. Imperoche nella compofitione dell’aurea Aleffandrina afferma per certo che l’ Amomo non è altro, che quefla pianta di Hierico. del che dimenticando fi nella compofitione della theriaca,diffe poi,che il uero Amomo non fi ritrouauaappreffodinoi.il Fuchfìo medico de noriri tempi cccellentiffmo nel fuo libro ^ delle compofìtioni de i medicamenti ultimamente ria?npato,& ampliato, effaminando i femplici, che entrano nella thè - riaca, pervenuto, doue il vecchio Andromacho fa mcntione dell' amomo racemofo, biafma non poco tutti gli interpreti di Galeno con quefie parole. Botryos i Greci dicono (sÓTgvos . K[ell’ interpretare di quefla voce tutti coloro , che hanno tradotto Galeno in querio luogo fi fono ingannati . Imperoche fi Andernaco nell’ e forre il primo libro degli antidoti di Galeno, interpreta queflaparola (ÌÓTgvos, ma. Tutti gl' altri poi , & con loro Valerio Cordo efongono &ói -gvos race- mofo, congiongendolo come nome adicttiuo con la dittione Amomo, che precede, come fe Andromacho haueffe fritto, & intefo, che fi Amomo debbi effere racemofo . Vero dicoche quefle dvedittiom fi deueno fcpararc luna dall altra c on una diuifìone in queflo modo, d^ay-óv, @órevos 3 come hobbiamo eforio noi , accioche s’intenda , che Andromacho fcriue di due herbe differenti, cioè dell’ amomo, & del botri, & non dell' amomo botrite ( cioè racemofo) folamente.Que- fto tutto fcriue il Fuchfìo in quel luogo. Dal che fi conofce chiaramente, che mole cgli,che fi debbi mettere nella theria- 50 ca anchora il botri herba, di cui fcriffe Diofcoride nel ter\o libro. Tacila quale opinione , quantunque dottifiimofia il Fuchfìo nella Greca lingua, & parimente nella latina, io ucr amente nonpoffo in alcun modo convenire. Imperoche fon troppo chiare le ragioni , che mi sformano à credere,che Andromacho intenda dell' Amomo botrite (cioè racemo fi) & che non ui voglia botri ueruno appreffo all' amomo . Hor per non andar piu in lungo dico , che primamente contradice al Fuchfìo l irieffo Andromacho . Imperoche io non ritrovo, che egli nella fua theriaca fcriueffe altrimenti in uerfi, che xe/j. CoTgvotvjos à[j.w!J.ovde quali ditrioni non fi poffono cofifeparare,comeil Fuchfìo fipenfa,ne mai farà pofiibile, che quel goTfvdjTos fignifichi il botri herba nel modo, che egli molto malamente intende. Appo ciò non manco verifica ilparer no- flro, & la no (Ira intentione il giovine Andromacho , che fi facci il vecchio. Imperoche nel traferiuere, che ei fa della fua theriaca da i uerfi del padre in profa, in niffun luogo ( che io habbia letto )pone egli il botri, ma Jblamente l’amomo.On - de quantunque Damocrate nella de fcrittion fua in uerfi della medefìma theriaca feriva (ZÓTfvos t dfj.diJ.ov, non pero mi 60 pare, che querie due dittionifi debbino cofì f parare fenza hauerui fopra veruna confìderatione,percioche pare, che non fenica grande avvertenza Damocrate le congiongeffe infìeme.Ma che diremo oltre à ciò di Galeno f* Egli ver amente, quan tunque. Nel primo lib. di Diofco ride. 5\9 tunque nel primo lib.de gli antidoti,numen a un per uno tutti i /empiici medie amenti, che entrano nella theriaca,& li ef /mini diligenti/imamente , nientedimeno in nij/un luogo (per quanto io habbia ritrouato ) fece mai mentione di que- jla berba del botri nuouamente ritrouata dal Fucbfìo,ne manco ritrouo che nefaceffe egli mentione alcuna nella tberia- ca dedicata à Tamphiliano . Tfle meno fi ritroua che Galeno ne i libri delle facilità de /emplici,ne altroue ( che io hab- bia ueduto) in tutti i (noi uolumi,/aceffe mai del Botri ueruna memoria. Oltre à ciò Taolo Eginetafra ipiu nuoui Gre- ci & faa gli Arabi Auicenna nelle di/crittioni delle loro theriache cauate di parola inparola da Andromacho, non ui hanno botri in parte ueruna . Le quali autorità,& ragioni tutte argumentano contra la nana opinione del Fuchfìo ,& con/ermanoy che la nostra del tutto fiauera, & che non habbia replica inparte alcuna. Alla quale /e rifpondeffe il Fu- ch/io, che Tgicolao Mirep/tco ha il botri Gallico nella faa theriacay/iglipuo rifondere y che il libro Greco di Ts[icolao è l o pey tutt0 jcorretijfimo come afferma egli medefimo, che ce l’ha fatto latino. Ouer amente che Igicolao noninteje nitrirne ti che male Andromacho & Galeno .Di qui adunque credo io effere hormai mani/etto a tuttiy che come la opinione del Fuchfio y ilqual contende y che il botri /i metta in la theriacà, comefal/a fi deue lafaiar andare y co/t all’incontro fi debbi approuare la traduzione di colóro y che interpretano amomo racemo/o y come quelli >, che realmente hanno /eguitato in- fame con Andromacho y & Galeno anchora D io/coridey il quale nel de/criuerc le note dell' amomo Montico dice mani- fettamente effere racemo/o y come qui di/opra chiaramente fi legge. & parimente in Tlinio al xi II. capo .del XI I. lib. Scriffe dell' Amomo Galeno alvi .delle facilità de /empliciycoft dicendo. L’ Amomo ha uirtù fimile all'acoro ff r non che l’acoro di/ecca piu di luiymal' amomo baia facultà concottiua piu ualoro/a. Chiamano l’ Amomo i Greci tifatovi Nomi. i Latini Amomum:gli Arabi Hamemis y ouero Hamama. 10 Del Cotto. Cap. XV. IL Cotto eccellente è quello, che fi ci porta d’Arabia, bianco , leggiero, & di foaue & dilicato odore. Il fecondo luogo di bontà ha quello d’india, ch’è leggiero, pieno ,& nero come la fe- rula. Tiene il terzo grado quello di Soria,ch e graue, di colore di boftò,& che ferifee il fenfo con l’odore . L’ottimo è quello, che è frefeo, bianco, ben pieno, denfo,fecco , non tarlato, non graue d’odore , al gufto calido,& mordente. Scalda il cotto, & prouoca l’orina, & i mèftrui:& aiuta ap- plicato alle malattie della madrice, & parimente fumentato tanto di uapore di decozione, quan- to di fumento. Beuuto al pefo di due dramme, uale al morfo delle uipere . ,Beefi anchora con ui- no, & alfenzo al dolore del petto, allo fpafimo, & alle uentofità. Beuuto con uino melato , incita 3° all atto uenereo : & prefo con acqua, ammazza i uermi larghi del corpo. Vnto con olio , rimette il freddo, che precede alle febbri , & uale à i paralitici. Vnto con acqua, ouero con {mele , Ipegne le macchie della pelle della faccia. Mettefi ne gli antidoti, & ne gli empiaftri. Sono alcuni , chel fo- phifticano, mefcolando con elfo certe dure radici d’enula,che fi portano da Comagene. Ilche fa- cilmente fi conofcerperche l’enula non e al gufto calida,ne ha tanto ualido odore, ch’ella poffa coli forte ferire il capo. IL cofìoy che communcmcnte sfa/a nelle fa et iarie d’ Italia , di due fpetie, amaro ciò è y & dolce y lo /anno gli ffetiali : Cofto,& Tua come che Dio/coridey& Tlinio non del dolce, ne dell'amaro y ma del nero y & del bianco /olament e /criueffero . Ga- eflamin. leno diffe bene , che'l Cotto ha in /c leggierif/ima amaritudine . ma che /e ne trouaffe del dolce y io nonio trono appreffo 4° autentico Grecò autore : come che appreffo à molti de gli Arabi nelle loro compofitionift ritroui fu/o dell'amaro , & del dolce . Il uolgar delle fpetiarie non è il uero : imperoche non nifi f ente odor buono alcuno y ne acutezza tale , che ap- plicato ulceri la carne . Et imperò nelle compofaioni di medicina non è da mettere per miogiudicio : auenga che non fa- pendo/i yche radice , ò tronco d'albero egli fi fxay facilmente potrebbe ò operare il contrario yòeffcr di niun ualore. Oltre à ciò è d'auucrtire, che /ono alcuni herbolattiy che portano di Tuglia dal monte di Santo Angelo certe radici d’una pian- ta, di cui diamo hor qui la figura y & le uendono per uero Cotto aldi ffetiali y & maffimamente à coloro , che poco fi cu- rano d'intendere y & di cono/cere i /empiici . Habbiamo adunque noi fatto diligenza d’hauer la pianta del predetto y & parimente di rappre/entar qui la faa figura y accioche gl'ignoranti imparino di qual pianta fieno le radici Jequali fi portano attorno per il uero & legitimo collo . Ma par però y che quetta pianta del cofìo uolgar e y & fal/o rappr e/enti un non fa che di maefìà , &però non fi deuepen/are fa non che fia pianta non uolgare y & di fagnalate uirtù . Troduce Collo uolgare, 5 o que/ia pianta le faglie fimili alla paftinaca domeflica 3 ma maggiori 3 piu folte 3 & piu ruuide , & difìe/e per terracquei- & ^ua le dico , che fono piu propinque alla radice . Il fuflo ha ella tondo ,& nodo fa y come il finocchio , alto due gombiti 3 & maggiore . Tgafcono da i nodi i rami faper tutto il fuflo , &nelle fammità producono l ombrelle, con fiori gialli, ,& fame tondo ; H ala radice gr offa , & c arno/a 3 di bigio colore 3 & Splendente . Lodanla coloro , che ce la portano di Tuglia Virtù del Co- dal monte Gargano 3 per tutti i mali del capo , che fono freddi , & parimente per i difetti delpetto,per i dolori uentofì uo*Sare • dello ftomacbo 3 per l'oppilationi delle ui/cere , & per i malori della madrice , delle reni, & della uc/ciga. Ondeuo- gliono , & dicono che con/eri/ce ualentcmente a i dolori del capo , alle uertigini , al mal caduco, al flupore , alla /mo- lenda chiamata Letbargia , allofpafìmo , alla par alefìa , all'a/ma, allatoffe , al trabocco di fiele, all'hidropifìa,alla uentofità, a iuermini del corpo , alle pietre delle reni, àprouocareimeflrui , il parto, & le fecondine ,beendofene la decozione, ò lapoluere . ò meffa ne i bagni che fi fanno artificiali . Lodanla anchora per i dolori colici, per le faiatiche , 6Q &■ altri dolori digionture , facendo fi crifieri con la faa decozione . Imperoche offendo quetta radice amara , alquanto Qualità del Co odorata ; non fen^a qualche poco d’ amitela , io mi riduco ageuolmente à credere , che poffa ella fieramente ilo uolgare. giouane à tutte le infirmità predette . Sono alcuni , che in ucce del Cotto , lodano quella faauifìima radice, che Errore di alcu- ni» 6 o Difcorfi de 1 Mattinoli PSEVDOCOSTO. thè i moderni chiamano Angelica . la cui opinione molto piu mi piace, che non fa quella di coloro , che tifano i Colli uol gari . Terciochel1 angelica imita iti molte pani il uero Collo , come prima con la fornita del fio odore , da cui s'ha ella acquistato il nome 1 1 Angelica . Mi che s aggiunge Cacatela delfapore , con un pochetto quafi d’infenfibile amaritu- dine . Et però non fono in tutto da dannar coloro , che credono che l'angelica fa fpetic di Collo . Et per il contrario non mi par che fieno d accettare l opinioni di coloro, che contendono , che la gedoaria fid il uero, & legitimo collo de gl' an- tichi : Imperoche non tteggio che Dio fcoride , & Galena fi confaccino con la opinione di coBoro : auuenga che Diafco- ridc ferina eh il Coflo fìfuole adulterare con radici d’H elenio , lequali fono molto piugroffe, che quelle della gedaaria; & Galeno ferine in diuerfi luoghi ; che il Collo ha uirtu inficmemente di rifoluere , & di ristringere , & che ha uno odo 10 re cofi eccellente , & buono, che non flimorno manco il coflo gli antichi per l’ufo delli onguenti , che il Malabathro , l Smonto, la cafia, & la Mirrila . Le quali fu dette facilità , non fi ritrmuano , ne fi cagno fono nella gedoaria , offendo chiaro Nel primo lib . di Diofeoride. chiaro à ciafcuno che ilfuofuo odore è piu preflo fpiaceuole, che grato , & grave molto piu, che foaue : filtra che Galeno attrìbuifce al coftopoca, & leggiera amaritudine., &-molttt Mutala . Le quali qualità fono al contràrio nella rpdoa- rìa per ejjer ella molto piu amara che acuta . Oltre à ciò non mane ano contmtìofi,& maligni, che dicono volendo con- tradire alle noftre ragioni , an\ìpiu preftoper mantenere le falfità loro , che la gedoaria non è il cofto Indiano, ma quel- lochenafceinSoria. Ma chinon [iriderà , & farà beffe di quejli tali buomini? cjfendo che mai nonfijìa udito che la ledoarianafcainSoria ? Ut chi nonfachela\edoàriad’altrondenonficiporta , che d’indiaperilmarrojfod Manon per queflo negarò iochelageioaria non fi pojfa tifare in luogo del cofto. Mietine radici giudicate da me per uero, legitimo colto , mi mandò già M. Francefco Calrplaris Heronefe . Et quantunque io perfeueri anchora in que- lla opinione , nondimeno il Colio che mi'ba nuouamcnte mandato M. Cecchino Martinelli ffietiale in V emetta alt Mu- lo gelo , portato [eco dell’ India , èancboregli in ogni fua parte tanto ftmile al uero, che non mipoffo [e non pervadere , che fa il Collo itteffo;& tanto piu intendendo io , che i propri Indiani lo chiamano Cotti. Etfe beneiCofli predetti paiono all’occhio affai differenti nella foma,& nella [fianca loro,ciò neramente àmenon fa confupone al- cuna.uedendo che Diofeoride fa anchor lui differen\a tra l’Mrabico , & l’Indiano; & tra quettoe’l Soriano. Ha il Coflo, fecondo che pure effo Galeno riferifee als II. delle [acuità de [empiici, infe una certa ttirtù,& qualità leggicr mente amara, ma affai acuta, & calida : di modo che può egli anchora ulcerare . Et però sunge con olio , per il freddo , che uienqnel principio della febbre : ouer amente nelle fciatiche , ò nella par alifia , ò douepìufìa di bifogno di [caldure , in qual fi voglia parte del corpo , òdoue fa neceffario tirare alcuno humore dal profondo alla fitperfi eie . Ter il chepro- uoca anchora (orina, &imettrui, & conferire à i dolori laterali, àirotti, & àgli frafmati. Mmmar^a oltre à quetto anchorai uermi del corpopcr l’amaritudine , che fi ritrova in effo: & fregne le macchie del uifo fatte dal Sole , io applicatovi [opra con mele, onero con acqua . Haoltreàcio infemacerta humidità uentofa , conia quale muove gli huomiìti à luffuria , batto con u ino melato. Chiamano i Greci il Coflo Ktm: i Latini Coflus; gliMrabiKoftos , cuora Chafìi. Del Giunco odorato . Gap. XVI. Nasce il Giunco odorato in Africa , in Arabia , & in quella regione chiamata Nabathca , donde fi porta il migliore . Profsimo à quello è l Arabico , il quale alcuni chiamano Babilo- nico, &aìcuniteuchite. Il manco buonoè quello dAfrica. Debbefi eleggere il rodò , d'accefo colore, freìco, pieno di fiori, fottile,&i cui frammenti porporeggiano, & quello, che fregato 30 infrale mani, fpira odore di rofe, acuto al gufto,& mordace, &feruente alla lingua. Sono in ufo di queftoi fiori, i calami, & le radici. Prouoca l'orina, imeftrui, &rifolueleuentofità: aggraua ■il capo, &ftrigne leggiermente: rompe, matura, & apre gli orifici)' delleuene. Il fiorebeuuto,è utile à gli Iputi del fingile, à i dolori dello ftomaco, del polmone, del fegato, & delle reni . mettefi ne gli antidoti. La radice è piu còftrettiua: & imperò lì dà al pelo duna dramma àifaftidij dello flomaco, & à gl hidropici , & à gli Ipafimati per alquanti giorni con il pari pefo di pepe . La decot- tione è fomento utile à federai dentro per l'infiammagioni della madrice . Chiamasi volgarmente nelle frettane il Giunco odorato Squinantho : il quale vocabolo, anchora chef a cor- rotto, nafte dal nome della pianta, & dal fiore, fatto d’ ambedue queflc Unioni una fola . Conciofìa che corrota- 40 mente Squiiumtho non mole rilevare altro ; che quello , cherìleuainGrecofchceni anthos , ciò è, fiore di giunco: per- cioche fchtmcsin Greco non uuol rilevare altro , che giunco, & anthos fiore : anchora che il fiore a noi non fi porti fe non di rado . Il clic non èmaratiiglia: percioche queflo ifleffo accaieua fino al tempo di Galeno . Et però diceva egli nel li- bro degli ani, doti . Io non foper qual canfa il vulgo chiami lo febeno Mr attico , [ebani anthos ; munga che à noi fref- ftffime volte manchi il fiore , il quale pafeono i cameli nelle fommità , per effer eglino oltre modo auidi di quel cibo . Il che (fe mi fa lecito dirne quello , che io nefento ) piu prefio mi par coft da rìder fene, che da crederla . Imperoche trop- po difficile mipare da credere, che tanto flagrando ti numero de cameli, chepbffmo àmodo di locufie pafeerfi tutti ifio ri del Giunco odorato nelpaefe , bue egli nafee, & che non uè ne refti pure una pianta col fiore . Et che ciofta la verità, ionepoffomottraremapicnafcatolamandatamiparte da M. .Alberto Martinelli frettale in V enetta alla frettarvi deltMngelo, & parte da M. Francefco Calaplaris Veronefe, i qualiper la f Milita del loro odore , & altre qualità che 5° ui fi ricercano , fanno aperta tefiimonian\a, come fi melino beccando il cerucllo coloro , che non uogliono , che lofqui- nantho-ufualefia il legitimo de gli antichi . I fiori eh’ iodico , fono queflo anno fiat imandati di Sona daM. Cecchino Martinelli femplicifia eccellentiffimo , il quale con nonpoca fatica & diligenza ha procurato d'hauerlì d’Arabia, infie- mccon alcune piante fiorite , da una delle quali è Hata ritratta la qui dipinta figura . fior dico adunque che il Giunca odorato è una pianta, che fa le foglie fìmili alla cane c eia , mapiurobufie , piu ardite, & piu ferme ,uoltate in fu di- rittamente uerfo il gambo . il quale efeefra effe , à modo d’ un fottìi calamo , con i fimi nodi , come fi uede nel grano, & nell'orbo . ma piu fermo , & piu duro . Ifiella cui fommità fono i fiori, che nel giallo biancheggiano ,pelofì , & odora-, ti : produce la radice nella parte di fiotto uillofa , acuta , & odorata . Ifiafce in Mabia nelle campagne , & ne ilaghi, & paludi , che fi feccano la fiate , & di quindi fi porta in Meffandria d’Egitto , & in Soria . Scriuono alcuni nafcereil Giunco odorato in Tuglia , & parimente in Campagna , come ferine il BrafaUola d'autorità di Tlinio . Ma dubito, che nons ingannino, percioche non ho mai ìntefo , che di quindici fi portine la paglia , nei fiori: neparmi, checiofcriua '. Plinio affermatiuamente . Quello , che sufa nelle fl/etiarie , à quefli giorni , non fi porta d'altronde , che d'^Aleffandria, &alle mite di Saria . Ma cpa'ò daufare diligenza nel comprarlo : perche fogliano alcmlper accrefcere la mercantiti,- F mefcolare Sciocca opini© nc d'aleuti i . Cofto uero » Cofto fcritto da Gal. Nomi. Giunco odora tOj& Tua edam. Fiori di fq4Ì- nantho . 6z Difcorfx delMatthioIi GIVNCO ODORATO. Opinione di Ksfc^arccùnc(fl diucrfi mefcugli. E oltre à quefto da u edere , ebenon Ila uecchio : perche , come dijjc Galeno nel libro Frati reproba de gli antidoti , dal vecchio è girato ogni odore , &ogniuirtà. affermano i reuerendi Tadri, che hanno di mono M. commentato lantidotario di Mefue , cheto Squinantho , il quale è communemer.te inufonelle{fietiaric,nonèiluero Giunco odorato , fcrittone da Diofcoride ; dicendo , che quella paglia , che s’ufa , non gli corrili onde in parte alcuna . percioebe non ha ella radici notabili per l’ufo della medicina , macapillari, & inutili : non morde la lingua nel mttie caria , & quantunque fia alquanto odorata;, non però fregata con le mani, teff ira odore di rofe : &non produce giun- to alcuna, ma un calamo nodofo, come fa l’orbo , & parimente il fomento . Tfel che p anni , che errino quelli Tadri doppiamente : prima cioè, innonhauerbenconfideratoiltefta di Diofcoride , ma lettolo forfè fonnacchiando : &fe- condariamente ,m affermare quello, di cui t ejperienga dimojlra il contrario . Che adunque non habhiano intefo, tu ben confiderato Diofcoride diligentemente ,ficidimoJlraperildir loro, che’l Giunco odorato produce un giunco , & non un calamo. Imperody tutto il contrario ritrouo io in Diofcoride, il qual cofi firiffì nel Gnco.Xi«rti a! «iW » T"f M* ' c>° è r l'ufo è del fiore, de i calami , & della radice . In oltre , lo affermar poi , che lo Squinantho ufualc Nel primo lib. diDiofcoride . % rifilale non morde la lingua nel masticarlo , non corrijfonde al( efperimento : perciocbe il fiefco morde ualoro famentc . Et impero fi può dire , che quello , che gustarono quefii p a dri, fuffe uecchio , da cui (come dice Galeno ) (pira uìa ogni odore , & ogni fapore . Che faccia , oltre a queSto ,loS quinantho ufuale le radici fiottili , non importa : perciocbe non ritrouo , che dica Dioficoride , eh elle fieno ne fiottili , ne grofifie .Spira oltre à quefio, il fiore del frefico , di cui ho pure hauuto io una pianta tutta intera , d’odore affai firmile alle rafie . Et imperò non fiaprei io affermare altro , fie non chela S quinantho , di cui è il commune ufo ,fia il nero Giunco odorato . Et perche mteruiene , che come alcuno prefontuofo di- ce qualche melenfagine, diuenta tanto ficioc co , che non fi rifierba punto di fiale ; però quefii buoni padri , accio chcl pri- mo errore non fie n andajfic fiolo , come loro non uannofioli per le publiche firade , di fièro nella confettione della Galan- ga di Mcfue,che la nera Galanga non fi ci porta ; & che quella , che è in ufo nelle fipetiarie , è la radice del nero Giun- 10 co odorato . il che èfalfifiìmo . Tarmi oltre a ciò , che habbia in quefio errato anchora il Fucbfio , ritrouando io , che egli ficriue ne i libri delle compofitioni de medicamenti , che i fiufii del Giunco odorato non fono acuti . Emi anchora l’^nguillari y il quale accofìandofi forfè alla opinione de i fiati fu detti s s affatica non poco anchor egli diprouarc in uari y & diuerfi modiy quantunque frìuoli , che lo S quinantho ufuale non fia il uero . Et prima dice , che quefio , che su- fia non fia il fusto di Cipero 3 come nel capo del Cipero ficriue Dioficoride , & che non ha le radici filmili al noftro Thu . Et di poi dice 3 che apprefio àg( antichi fumo fiolamcnte in ufo il calamo , i fiori , & le radici d'efib3 & non le foglie, lequali fiolamente ufiamo noi del noftro . A ppo ciò dice anchora che nelfufto , & nella radice del nofiro non ui fi ritroua fapore ne odore alcuno , ma fiolamcnte nelle foglie 3 le quali non ufia Dioficoride . Et quefii fono ifiuoi argumenti . i quali fc ben forfè ad alcuni parranno afidi ualidi , nondimeno apprefio di me non uagliono cofia ueruna . Imperoche auanti d Oriba- fio,& al fiuo tempo anchor a,non fi ritro'mua in Dioficoride alcuna deficrittione dell’hifloria del Cipero 3cioè non nifi face- 2 0 ua memoria 3 ne delle foglie 3 ne del fuSto , ne delfieme . il che fa che iopofid molto ben credere 3 che tutto quello 3 che ui fi legge bora delle fu dette c ofie 3 ui fia fiato aggiunto , come è fiato fatto in molti altri luoghi ; ferirla che non fi legge in effiemplare ueruno di Dioficoride, di quanti ne uanno attorno 3 che il Cipero facci il caule 3come il giunco odorato , ma co- me il giunco fiemplice , & uolgarc ; anchor che malamente , & peruerfiamente fia fiato aggiorno nel latino dal ì\ucl- lio 3 che il caule del Cipero era filmile al giunco odorato . Il che pare che afidi aperta-mente dimoflri Dio floride nel prc- ficntecapo: quandodice ^ìio-k fi tb , cioè l’ufo è dei fiori ,& del calamo . Impero che il caule del Cipero non ha ne forma , ne fembian^a di calamo , non effendo egli tondo ma fatto a cantoni , pieno di bianca midolla & fionda nodi : &però ben chiamò Galeno lo (quinantho nel fieslo libro delle comp. de mcdicam. fecondo i luoghi , giun- co odorato tondo . Oltre a ciò non ritrouo già io nel mio Dioficoride , che ficriue fife egli già mai 3 che laradicedelThu fuffe fimilc al giunco odorato 3 ma ben che la fina radice fiuperiore 3 la quale fiuole effiergroffa come il dito picciolo della 30 mano ha dall' una banda alcune fibre , come fon quelle che fi ueggono nelle radici del giunco ( uolgarc 3 & fiemplice dico , & non odorato ) & dell'elleboro nero . Et che ciò fia il uero lo dimostrano le ifi e fie parole di Diofcoride . le quali fono quefie . pi-fi* ot » [aìvavut (po' «sfeiJVxrvAB (jjY.fi to' -aKeiyia. Lt ii-tpptfita. v/h x*9d-mp ftvo? >1 (/.(kaì ÌKXiG"p de gli. odori, & de gli unguenti, cotta con gramigna , ouero con feme d’apio, prouocat orina, applicata fa venire il tneflruo. Beuutaalpefodiducoboli.giouaàgliffafmati, à i difetti del fegato , allereni, & alCbidrepifia . Confe- rà riffe alla tofe, quando fé ne fafumento con ragia, oltre àcioleradici delCalamo odorato uolgare, le qualicredoio effer quelle dell'acoro, non po fono rompendofì andare inflecche, neindiuerfiperpff, ma fi rompono àtrauerfo in un luogo filo , come quelle dell iride . Onde può hormai efer chiaro l’ errar di coloro , che pur uogliono contendere , che il Calamo aromatico fia radice , e fendo però chiaro perle ragioni afegnate.che egli è una canna, & non radice :& maf- fime queUa , che è in commme ufo nelle ffetiarie . Imperoche in queftafi ritrouano tutte le parti , & qualità dell'acoro : manongià quelle del Calamo aromatico . Ma fi pur per piu lungo cauillare dice f e alcuno, che quefle radici d’ acoro fuf- ffro quelle iftefe della canna aromatica, gli ribatte uelocifimamente il fiphiHico argomento quello, che fen\a cercarne autorità alcuna , appare evidentemente all'occhio . pcrcioche quantunque infinite radici d’acoro fi ritrovino hauere in capo le fiondi fecche , uguali à quelle dell’iride ; non però fi nè mai ritrovata alcuna , che riponi fico alcuno tronco di canna . Imperoche quello , che nafee copiofo in Lituania , in T urtarla , & in Ponto ( come di fipra al II. capo fu 30 detto )' produce le fiondi flmili all’iride , & non fipra di fi alcuna canna , come fi fognano alcuni . Ter le medefime ragioni non è parimente d’accettare l’opinione del Fuchfio , il quale crede nel libro delle compofitioni de medicamenti , che la radice , che s'vfa per il Calamo odorato ,fia la nera & legitima radice di quello . In oltre non ritrovo io , che Dio- fcoride, ne manco Galeno, il quale accur atifi imamente andò mueHìgando per lifapori le virtù, & qualità di tutti i fentplici, dicejjem , che nel Calamo aromatico fife amaritudine alcuna , come ben dife efo Galeno ritrouarfi nell’aco- ro. Eccedei Calamo odorato memoria Galeno alvi 1. delle facilità de femplici, cofi dicendo . Ha il Calamo aroma- tico una cert aleggierà qualità cofìrettiua , & pochìfima acuterppt : & per lapin parte èia fuafofianrpi terrea , & ae- rea , & temperata nella congiuntione della frigidità , & calìdìcà firn . Il perche muove moderatamente torma . Tttojfi fìcuramenie mettere con le medicine , che fi fimo per il fegato , &per loftomaco, gir ne fomenti , che fi fanno alla ma-, dàce per l’ inflanmagioni , gir per provocare i melina . Si può adunque porre il Calamo odorato calido , & ficco nel fe- condoordine; come che dificchi afai piu ualorofamentc , che non ifcaldi. Haanchorain fi alcune parti fittili , come hanno tutte t altre cofi aromatiche ; quantunque molte di quelle n’babbiano afai , & il Calamo aromatico poche . P el- la qual dottrina fi conofce , che'luolgar Calamo deUefietiarienonèiluero.-mperocbeinquello è maggiore acute^a , che non riferifie Galeno efere nel fuo . La onde concludo, che il Calamo odorato à quelli noflrì tempi non fi porti in Ita- lia. Come penfi , chemoltifinhorahabbino conofciuto . Onde fono alcuni , i quali confidati in quel libro de fucceda- nei, il qual molti inganmndofi p enfiano efere di Galeno , uogliono che in luogo del calamo aromatico fipofa ragione- volmentefiftituire ilmofco arboreo , la quale opinione quantunque per il pafato ne pare f e efere buona , nondimeno ha ttenio dipoi conofciuto , che quel libro è dipocbifima autorità, & parimente parendone efer fuor d'ogni ragione , che in cambio delcalamo odorato fi deuefe fiftituire un medicamento di facilità contraria , comeèil mofeo de gl alberi, fon flato poi conflretto àmutare propofìto , neper modo uerunofeguire le loro opinioni . Maquello chefì debbia foHituire perilcalamo odorato, lo diremo poi in altro luogo . Chiamano il Calamo aromatico ì Greci Kanapucàfopaniròc : i La tini Calamus odoratus : gli Mrabi H afabel, Cafab aldatira . Del Ballàmo. Cap. XVIII. IL BaHàmo è uno arbofcello, che crelce nella grandezza delle uiole bianche , ouero della pira- cantha. Ha frondi di ruta, ma molto piu bianche, che iempre uerdeggiano. Nafee fedamente in Giudea in una certa ualle,& in Egitto, differente nella ruuidezza, nella lunghezza, & nella fot- tigliezza . Quello, che è fottile, & di folta chioma, fi chiama eutherifton, quali come dire , facile da mietere: perche forfè per eifere fottile facilmente fi miete. Coglie!! il fuo liquore, ilquale chia- mo mano Opobaliàmo, la fiate, ne giorni ardentiifimi canicolari, graffiando l'albero con graffi di fer- ro: delle cui piaghe tanto parcamente diftilla, che ciafcuno anno non piu , che fei, ò fette congi fe ne ricoglie . Comprali nel luogo doue nafee, per il doppio pefo d’argento . . Tienfi per lo miglior F 3 liquore Opinione' dei Fuchfio repro- bata. Calamo odora to fcritto da Galeno. Nomi. 6 6 Difcorfi del Matthioli liquore quello, che è frefco , di ualido odore, fincero, non acetofo, ageuolmente penetratine) , li.' feto, eoftrettiuo al gufto , & mordace . Sophifticafi lopobalfamo in molti modi. Imperochè alcu- ni lo mefchiano con alcuno unguento , come terebinthinO, liguftrino, balanino, lentifcino,fulino, & metopio: ouero con mele, con alquanto di mirto, & di liguftro , mefcolando con liquida cera. Ma fi cono fce facilmente 1 inganno: imperoche il puro, fparfo fopra le uefti di lana, non ui laicia fu la macchia dapoi al lattare : ma il fàlfificato s'attacca . Il puro , meffò nel latte , l'apprende : il che non fa il fophiftico . Il buono infufo nel latte, ouero nell'acqua, fubito fi iparge, et diuenta bian- co, come latte: ma il falfo nuota di fopra, come folio, et condenlàfi in forma di fletta . Il fincero nell’inuecchiarfi s'ingrofla, et diuenta manco buono. S'ingannano coloro, che penfano, che fia quello il fincero, chemeiio neH'acqua,prima fé ne fcende al fondo intero, et poicia diffondendoli, io ie ne riuiene di fopra . Della fpetie del legno, la qual chiamano Xilobalfamo , s’approua il frefco, il fiottile di farmento, il rodo, lodorato, et quello che fpira alquanto d odore dopobalfamo. E ncccffario anchoral’ufo del feme: et impero eleggefil aureo, pieno, grande, ponderofo, morden- te al gufto, caldo alla bocca, et che habbia alquanto d odore del fuo liquore . Falfificaii il feme del balfamo con uno altro feme, che fi rafsimiglia à quello dell’hiperico, il quale fi porta da Petra ca- ftello . Ma fi conofce, per eifer egli piu grande, nano , di niuno ualore, et di fapore di pepe. Effi- caciffima, etcalidiifimauirtùha iì liquore, quello leuauia tutte quelle cofe ,cheoffuicanolaui- fta, et la pupilla de gli occhi . Applicato con ceroto rofado, gioua alle frigidità della madrice.-pro- uoca i meftrui, le fecondine, et il parto.-caccia, ungendotene, il freddo , che precede alle febbri , et il tremorerpurgale fordide ulcere: matura, et digerifce le crudità. Beuuto, prouoca l’orina : gioua 20 à gli ftretti di petto, dalli con lattea coloro, che haueffero beuuto l'aconito,et al morfo de ferpen ti. Mettefì nelle medicine delle lafsirudini, ne gli impiaftri,etne gli antidoti. In fomma, il liquore ha efficaciffuna uirtù,il feme non tanta,et manco dàmendue il legno. Dalli commodamente à bere il feme ne dolori laterali, ne difetti del polmone, alla tolte, alle fciatiche , male caduco , uertigini, afma, difficultà d orinare, dolori di corpo, et morii di terpenti . Applicato in profumo, è molto uri le alle donne: et fedendoli nelle fue decottioni , apre l'oppilationi della madrice , tirandone fuora l’humore. Illegno ha le medefime uirtù,ma di qualche manco efficacia. Beuuta la decottione fat- ta con acqua, uale alle crudità, à i dolori del corpo, allo fpafimo , et al morfo de uelenofi animali: prouoca I orina, et conuienii alle ferite della tetta infieme con iride fecca. caua le fraglie dell’offa, etaggiugnefi ne gli unguentiperiipeffirgli. Balfamoj&fua hiftoria. Anticamente il Balfamo ( come ferine Tlinio allibro XI l.àcap. XXV.) folamentein due horti regij fi ri- trouaua in Giudea:de quali il maggiore era di non piu,che di XX. iugeri , & il minore di molto manco [patio . Mafe n ampliò dipoi la fpetie nel tempo, che la Giudea uenne infieme col Balfamo fatto allo Imperio de pomanìd quali, come ampliatori delle cofe politiche, &pretiofe , nonpoterono tollerare, che uno fi degno albero fuffe cofi raro nel mon do. Et imperò piantandolo,& ripiantandolo con i farmenti,nel mudo medefimo, che per li colli fi piantano le uiti , lo moltiplicarono grandemente, il perche diceua Giuflino hifiorico, al libro xxxvi. In Giudea è una u alle chiamata Hierico, cinta di continui monti, datigli per muraglie dalla natura, di (patio didugento milia iugeri : doue è unafelua di palme,& d'opobalfamo. Scrijfe del Balfamo parimente Strabone nel XV I .libro della fiua géographia , con quelle pa- role. Hierico e un campo , circondato da una certa montagna,la quale ha forma come d’un theatro . In quefto luogo è unafelua d ab ondanti) (ime palme, di capacita di cento fiadif di paefe, tutta irrigata dall’ acque , & per tutto habitata. Doue e anchora un palalo regale, & un giardino di balfamo . L'albero del quale è odorifero ,fruticofo ,fimile al ci- tifo,& al terebiìitho . Cauajene il liquore in certi uafi intaccandogli prima la forza. , ilquale è bianco come latte , & parimente tenace. Manafcere anchora ilBalfamo altroue, che in Giudea, fcriue l’iflcjfo Strabone nel medefimo libro, oltre a quello che ne fcrijfero Tlinio & Solino , cofi dicendo . Et apprejfo alli Sabei nafee line enfio fila mirrha, &il cin- namomo: & ne i confini il balfamo, & una altra certa pianta odorata. Taufania fcriue, che nafee egli anchora in J.- rabia nella regione de i Beotij, grande come ilmirto, con foglie di amaraco ,& che fotto la fina ombra fi ricouetano in- finite uip ere, pafeendofi del fuo liquore. Ma come fia interuenuto, che (come s intende da tutti coloro, che ritornano di Giudea) quiui non fi ritroui piu pure una fola pianta di Balfamo, e (fendo flato creduto, & ferino da molti, che ejfa fola nefujfe dotata, non fiaprei uer amente io afermare. Ma fapendo per cofa certa, per tefiimonìany^a d' alcuni, che piu uol- JO te fono flati al Cairo, che quiui fi ritr oua bora un giardino di Balfamo , fi potrebbe ageuolmente credere ,che ui fuffe fia to portato tutto quello, che fi ritrouaua in Giudea, per commandamento de Soldani l{e dell' Egitto, a i quali era fuggi- ta la Soria:& ciò ejfer fiato fatto, per maggior decoro del luogo della principal lorfedia,etper maggior magnificenza, & gloria loro . Quantunque fi ritroui fcritto apprejfo alli antichi, che il Balfamo nafica anchora in Egitto, come fii te- ftimonio Diofcoride,& parimente Galeno nel primo libro delli antidoti al quarto capo,oue tratta qual mele piu fi con- ttenga nelle compofìtioni delli antidoti . Ma è nondimeno lungo tempo, che in Italia non s è portato il liquore, ne l fi. me, ne l legno, ne la forza altrimenti, che fophiflicati , & contrafhtti . Come parimente accadeua al tempo di Theophra- Jto: il quale frinendo del Balfamo,. alvi, capo del i x. libro, cofi diceua. TSJafce il Balfanìo inuna ualle di Soriafiolamen te in due luoghi, l uno de quali non è piu di uenti iugeri,& l’altro minore. La grandezza dell'albero è, come d) un gran- de me, agrano, folto di molti rarnule cui fi ondi fi rafifembrano a quelle della ruta, ma piu bianche, &fempr e uerdeggia- no:il fuo flutto nella grandezza, & nel colore è neramente filmile à quello del terebintho:ilquale (pira di maggiore odo- re,che non fini liquore, Quefiofecondo che dicono, fi caua dalla parte fuperiore del tronco dell’albero , intaccandolo Nel primo lib . di Diofeoride. 67 con graffi di ferro nel tempo della fiate , quando nella Canicola molto rifcalda il S ole . Bjcoglicfi tutta la fiate ,ma non però effier molto uogliono quello, che fe ne caua fuori: per cioche in tutto un giorno a penafe ne ricoglie tanto, che em- pia ilgufcio duna gongola marina. Tfeffiira di foauifìimo odor e, & grande, di modo che fi fente l’odore del poco affai di lontano . Ma uer amente del fincero non fe ne porta a noi . Imperoche è tutto f iphiflicato quello, che fi uende in Gre- cia. Et imperò diceua Galeno, nel libro degli antidoti , che perfapere egli in quanti modi fi fophiflicaua il Balfamo, duhitandofi di non effere ingannato nel comprarlo, fi deliberò uedere fenfatamente 1 fuoi arb officili , & come da quelli l dislillaffe il liquore: del qual poi fempre ritenne, accioche gli fuffe il paragone con gli altri, chef contraffallo. il modo d'intaccar la corteccia dell’albero, accioche ne difilli fuor e il liquore ,fì ritroua uariamente fcritto dagli autori, im- peroche Theopbrafto , & Diofeoride differo, che, accioche il liquore diflillaffe dall'albero, fe gligraffiaua la feor^a con 1 o certe unghie di ferro . Ma Timo, nel luogo di [opra nominato, dice che quando il Balfamo fi ferif :e con ferro, dal po- tarlo in fuori, egli fi fecca, & fi muore : & imperò nel cauarne il liquor e, quegli artefici,che fono ben periti in quell'arte , gli intaccano ò con uetri,ò conpietre, ò con certi coltelli fatti d’ offro, ricogliendo pofeia il liquore con lana in certi pic- cioli cornetti . Oltre d ciò confider arido le truffarie, che hoggi dì fi fanno, mi pare di ridurre nelle menti degli huomi- ni, che fe mai alcuno portajfe del Balfamo in Italia (quantunque io creda, che molte etadi habbiano da p affare, aitan- ti che mai Italia ueggia liquore di Balfamo) chel non fi comprile prima non fi fa d'effo ognipoffibile prona, & che ma- ncamente fi conofca effer in lui tutte quelle buone qualità , chef gli danno da Diofeoride. Ilfemefuo, il quale chia- jj CarpobatO- mano Carpobalfamo, è molto differente da quello, che ne moftranogli ffetiali portatone d’ Mefìandria. Imperoche il mo delle fpetia buono è di colore aureo, pieno, ponderofo, caldo, & mordente al gufo: & il uolgare delle frettarle nereggia ,è leggiero, ne no e 11 uerd* uano,non mordente, &poco odorifero. Et imperò è da penfare, chepiuprefto egli fa quello iStefìo freme, che fino al 2 o tempo di Diofeoride fi portaua dalla Tetra caflello di Taleflina ,fimile all'hiperìco , che altrimenti . Interuiene queflo medefìmo anchora nel legno, ilquale chiamano Xilobalfamo. Imperoche quello, che ne mostrano gli (pedali, piupre- flo ha del mirto, che del Balfamo. perche ( dall' effere eglifottile in fuori ) manca di tutte le qualità nere, chef conuen- gono al legno del Balfamo. Della fcor%a nonparlò Diofeoride , come che Tlinio al libro, & capitolo f ipra fcritto diceffe , che habbiaancho ella il fuo ufo nella medicina. Scùffie del Balfamo Galeno alvi, delle ffcultà de femplici ,cofi di- jcm_ cendo. il Balfamo è calido,& fecco nel fecondo ordine: & è compofio di cofi fonili parti , che è anchora odorifero . to da Galeno . Ma il fuo liquore è nelle parti fue molto piu fottile, che lapianta,come che non però fa cofi caldo, come fi Slimano alcu- ni ingannati dalla fonigliela delle parti. Ha il frutto la medefima uirtù ; come che fa egli di molto menofottili parti compofio. Et ne i fuccedanei uuole effiò G aleno, che fi poffa in cambio del Balfamo porre ne compofìti lo fatte della mir- rha, il quale è il fiore di tutto il liquore, ouero l’olio irino, ò la radice dell'iride bianca : &per il Xilobalfamo, la radi- co ce delle uiole bianche. Ma quel, che fi debba mettere per lo Carpobalfamo,non truouo,che egli ne faccia mentione alcu- na:come che nel trattato, che fen^a nome d'autore alcuno è chiamato da medici , Quid prò quo, in luogo del Balfamo fi mette la terebenthina distillata, ouero l'olio laurino, ò la gomma dell’hedera ; &pcr lo Carpobalfamo , ifuoi corimbi; & per lo Xilobalfamo, il fuo legno: di tanta autorità appreffio costui ritrouo effer Stata la hedera. Ma piu preSto met- terei io per t Opobalfaino l’olio delle noci mofeade, ò quello della Stir ace, che quello della terebenthina , ò delle bacche del ginepro: & in luogo del Xilobalfamo foflituirei l’agallocho : &per il Carpobalfamo le cubebe ufuali . Che le Cube- be fi poffiìno foflituire in luogo del Carpobalfamo, molti dotti moderni tengono con noi, come che anchora ce lo infegni, & ce lo dimoftri ilguSlo. Imperoche mafie andofì le cubebe fi ritrouano effere calde , & acute, & parimente aromati- che, le quali qualità ( per quanto fi caua da Diofeoride ) firitrouano nel Carpobalfamo . Onde per queSto nonpoffo accettare per buona la opinione del Fuchfìo, quantunque fa egli dottiffimo medico, percioche nel fuo libro delle compa- io fìtioni de i medicamenti ultimamente Stampato , & aumentato, uuole che in luogo del carpobalfamo fi debbino porre ne i medicamenti le radici del leucoio , per haiier egli cofi ritrouato fcritto nel libro de i fuccedanei , che molti credono effere di Galeno . Ma non hauendo io ueruna pruoua , con cui p offa far queSto libro legitimo, ne e fendo co fa , che hab- bia in fe ragione, che quefle radici , in cui non è ueruna qualità, che fi confacci col carpobalfamo , fi poffiìno foflituire infuoluogo, nonmi foccorre co fa,con cui poffa approuare l'opinione del Fuchfìo. Tortafìnuouamente dalle Indie oc- cidentali un liquore odorif eriffimo, molto filmile alla flirace liquida , il quale coloro, che lo portano chiamano parimente Balfamo, per haucre égli alcune qualità fimili al Balfamo. Maritrouando io effere flato fcritto da Str abone , che il li- quore del Balfamo è d'un colore come di latte, piu preflo ho creduto io effer queSto liquore il uer 0 fatte della mirrha,ò liquore della flirace, che del Balfamo: &però non effer fuor di propofto, che fa egli tenuto , & ufatoper Balfamo. Di queflo cofìpretiofo liquore mi diede primamente notitia l'eccellentiffiimo medico, & peritiffimo femplicifla M. Luca . 50 chini da Imola, alcuni moderni medici, uedendoft priui del liquore del Balfamo, hanno ritrouatoun modo di farlo Bajpamo artig artificiale, & bollo fatto io piu &piu uolte, per hauerlo trottato di mirabile operazione in molte & molte infermità, in Ciale , & modo queflo modo. Togli del liquore, che difilla dal latrice , olio d’aueTgo, di ciafcuno una librannanna, odano , di ciafcuno di farlo. fei onde: figo, radici diualeriana, d' iride, d' acoro ,d' af aro, di cipero, di ciafcuno una dramma: mafìice,galanga,garofn ni, cafìia odorata, r^doaria, di ciafcuna dramme fei : noci mofeade, onde quattro: mace una oncia : cubebe , agallocho, di ciafcuno onde due: gomma demi onde fei : aloe hepatico, mirrha,di ciafcuno ma oncia & me^a : cafìoreo dramme dieci: noccioli di dattoli, flirace calamità , mirrha , bellino , di ciafcuno ma oncia: di f angue di drago in lagrime on- cia una & me?xa:di fior di lauanda onde quattro : d’olio di ben onde fei . Fa polucre di ciò, che fi può pcfìarc , & incor- pora con i liquori, & caua l'olio per boccia di uetro accuratamente, con buona mifura di fuoco . Et in quefta difilla - tione haurai in prima ma acqua chiara, fottiliffima, la quale arde ecceffiiuamente , & chiamafi quefla prima, acqua di 60 balfamo. Dopo quefla comincierà à uenire un’olio giallo, f utile: ilquale fi chiama olio di balfamo . Et nell'ultimo uer- rà il Balfamo artificiale , di colore roffo,fimile alla porpora . La prima acqua ho ritrouato io rettificare mirabilmente gli flomacbi frigidi: perch'ella confuma potentemente la flemma, & la uentofìtà. Il fecondo liquore è mirabile inferite , F 4 infiflole Nomi, A fpalatho , & fua efiara. Errore del Ruellio . Afpalatho feri to da Galeno. Sandali,& loro hift. & facultè. Nomi, 6 8 ' DifcorfidelMatthioli in fislole,in dolori di ritmi, ór di giunture, come anchora à i paralitici, al mal caduco ,& allo fpafimo . L'ultimo olio mie à tutte le cofe predctte:& tutti infomma uagliono ad altre piu cofe, le quali per breuità al preferite mi taccio. ’Ba.Kcrcifj.ov ; i Latini Balfamum;gli Arabi,Balefem, Bolefma , Beffati. Dell’Alpalatho. Cap. XIX. LO Afpalatho , il quale chiamano alcuni erefìfeettro, è uno arbofcello farmentofò, armato di molte fpine. Nafce in Iftro, in Niliro,in Soria, et nell Ilola di Rhodi. Vfanlo i profumieri per dare il corpo à gli unguenti . L’ottimo è graue, et quello , che fcortecciato roflèggia, ouero por- poreggia; & quello , eh’ è denfo , odorato , & al gufto amareggia . Trouafene una Ipetie di bianco, 10 JiegnoPo, fenza odore , ilquale è inutile . Ha f afpalatho facultà di fcaldare , & di riftrignerc ; & imperò cuocefi nel uino , & lauafi la bocca con la fua decottione , per efferc molto utile all’ulce- re maligne di quella. Infondefi nelle ulcere, che uanno pafeendo ne membri genitali,& pari- mente alle fordide, & ne i polipi del nato . Metto ne Dettoli per fuppofitorio , prouoca il parto . Striglie il corpo , & lo fputo del fangue , beendott la fua decottione . Riiòlue le uentofità,& I’an- guftie dell’orina. LO Afpalatho neramente non fi ci porta ne di Candiate di Trìpodi, ne di Soria : quantunque habbiano alcuni pen- fiato, che 7 Sandalo r offro fial' Afpalatho di Diofcoride. il cui errore difeuopre molto bene Serapione .-impero- che nel capitolo ch’ei fa de Sandali, non u interpone alcuna autorità di Diofcoride, come è fuo cotticene di fare in tutti gli altri [empiici trattati da lui ; tnafiolo in tal deferittione ufa autorità Arabiche, il che manifeflamente arguifce,cbel Sandalo rojfo nonfia l’ Afpalatho di Diofcoride. del quale trattò effo Serapione per particolare capitolo d’autorità di Diofcoride, & di Galeno [otto quetto uocabolo Arabico, Darfifiahan,à XXV I . cap. delfino libro de [empiici. Ecci ap- preso à quella un’altra ragione molto piu efficacedmperoche recitano nelle fue nauigationi fatte all’ Indie Aluigi Ca- damotto, Chrittophano Colombo ,& il Tintone, hauer ritrouate grandiffime fi ‘due di Sandali di bella procerità . Il che non auiene allo Afpalatho, ilquale è picciolo arbofcello, amaro al gutto, ór odorato . Il che nel Sandalo roffononfiri- troua : quantunque alle uolte appaia il Sandalo rojfo odorifero, per effiere flato tragli altri Sandali bianchi , & citrini odoriferi nelportarfi à noi: ilquale odore pero inpoco tempo fi perde. 'Panni appo quefio,che non s'inganni manco il Euellio, nel crcdcrfit egli per nero, che l’Ajpalathofia quel legno, che fi ci porta di Bfjodi, anticamente adoperato da gli fpetiali per l’agallocho,ìl quale chiamano alcuni Legno aloe, del quale & nelle (penane, ór in alcune botteghe, do- 3° ue fi fanno le corone de Pater nottn , ho ueduto io diuerfipegzfi, ò tutti di nero colore, ò molto uenofi di nero,& di gial- lo. Ma di color r off) non ho mai ueduto io legno di Bjp odi, come dice il Puellio . E quetto legno fecondo cherecitano i ffbodiotti,una certa forte d’ oliuo, che nafce cofi odorifero in quelpaefe,che produce alcune bacche molto firmili alle oli- ne,non molto fpinofio,ne rojfo [otto la fcor\a,come fcriue Diofcoride. Et imperò penfo,che fi poffia realmete dire, che no fia l' Afpalatho l'oliuafiro di iffodi.Se bene l’ Anguiilari tiene contra la nottra opinione con il tettimonio del fiuo Conflan - tino frettale; ! mpero che anchor noi habbiamo il tefiimonio di piu Bfpodiotti ,i quali affermano , che per tutta l’ifola fi chiama quetta pianta oliuo [abiatico , & non Afpalatho ? Tsfon hauendolo adunque noi ( quantunque ageuolmente fi poteffie rintracciare) fi può in fuo luogo mettere il fieme del uitice , per effer cofi fententia di Galeno ne i fuoi fucccdanei . Scriffene oltre à ciò pur egli alvi, delle facultà de [empiici , cofi dicendo . L' afpalatho è algutto acuto , & parimente cottrettiuo : ma nelle [acuità fuc è egli manffettamente contrario , per effer caldo per le parti acute , & frigido per le 4° parti autterc. Onde per luna & per l'altra ragione è egli difeccatiuo, & utile per le putredini , &per liflufìi . Ma acciochel nottro giardino poffia frirare anch’egli odore di sandali, non trouando d'efii memoria alcuna appreffo gli antichi Greci , ne dirò qui quanto dagli Arabi ho riportato . Rftruouo adunque , che] Sandalo nafce nell’ Indie in foltiffime felue , ór chef ne truoua di tre fpctie ; delle quali tiene il principato quello , che gialleggia : ór dopo quefto , il bianco . &pofcia, ilroffo. I primi due fono odor atifiimi , ma nel rojfo non uifi [ente odore alcuno . Etperònonmi par d approuare la opinione de gli Arabi, i quali uogliono , che il Sandalo refrigeri nel tergo ordine, ór di ficchi nel fe- condo . Il roffi > prohibifice i flufii del catarro : & compofio conficco di fio latro , ò difempreuiua , ò di portulaca ,& ap- plicato, gioua alle gotte , ór alle pofìeme calde . Ilbianco, ór il giallo fi pongono ,mef colati con acquar of à, infida fronte ,per il dolore delia tefia, generato per caufia calda . Conferificono alle febbri calide , ór dannofi à bere à coloro , che hanno lofiomaco troppo caldo . F affine impiaflro con acqua rofa in fu lo filomaco , per confortarlo nelle ardentiffr me febbri . Ha il Sandalo ( come diffie Auicenna in quel trattato delle uirtù del cuore ) poffanga di rallegrare , Ór con- fortare il cuore . & imperò fi mette ne cordiali, ór nelle medicine , che fi fanno per il batticuore . Chiamano l’Affa- latbo i Greci h'cnrd^os ; i Latini Afralathus , / Del Mofco. Cap. X X. IL Mofco, ilquale chiamano alcuni fplachno , fi truoua nell’albero del cedro, dell’oppio bian- co , & della quercia . L'ottimo è quello del cedro : à cui ua appreflò di bontà quello , che nafce nell oppio, maquellodellunoj&dell'alrropiufiloda, cheèbianco, &odorato. Biafmafi quel- lo, che nereggia . Hailmolco uirtu coftrettiua, & è utile fedendoli nella fua decottione alle don- 6° ne per li difetti della madrice. Mettcfi nell'unguento balanino , & ne gli olij per dar loro corpo. Conuienfi ne profumi , & nelle medicine delle Mìtudini . Galeno Nel primo lib. di Diofcoride. 6$ MOSCO ARBOREO. Galeno nel VI. libro delle facilità de /empiici » & Taolo Zgineta nel Vi I . non tacendo/ del Mofco del ce- dro , oltre à quello dell'oppio , & della quercia , fcrijfero mchora di quello , che nafi :e infulperpp, albero molto fintile all’abete . Dal qual nelle piu alte montagne della ualle Anania del diflretto di Trento , piu & piu mite ho ricol- to io il Mofco, molto piu odorato , & tuttofo di quello dell’ oppio, & della quercia . Hpn ha di quello men buono odore quello dell'abete : del quale ho uijlo in alcune felue tanto carichigli alberi , che molto piu col mof io , che con le fiondi adombravano il luogo , di modo che par neiprimo /guardo , che cotali alberi habbiano ilmof :o per fiondi . chiamaful Mofco degli alberi per uaru & diuerfi nomi, ciò è mofco , brìo,fphagno ,fplachno , & hipno . Focene memoria Tlinio alxii.cap.delxxm. libro, con quatte parole . là dettiamo mofco è quello , che nafte nella regione Cirenaica : al- I o cimi lo chiamano brio . Appo quetto è quello di Cipri ■■ & il terrp in bontà è quello , che nafte in Thenicia . Dice fi , che nafte anebora in Egitto , come non dubito , che nafta anebor a in Francia . Sono chiamati di quetto nome i canuti t.e li degli alberi, come fon quelli, che ueggiamo nelle quercie , maodoriferi. Lodanfii bianchitimi , &ipiu lunghi peri Mofco & fua hi ftoria . Mofco, & fue nirtù (crine da Gal. & da gli Arabi. 70 Difcorfldd ’MatthioIi primi di bontà, & i raffi per i fecondi , ma i neri non s' apprettano : cofi come non fi /limano quelli, che nafeono nelle fi- le, & nelle pietre, & che hanno t odore di palma/ &;no% proprio. Tutto qiicHo dijje Tlinio . Ma tra i mofehi, che nafeono in Italia , quello è piu nobile , piu odorato , & piu gentile 5 che nafee nel larice : & imperò forfè per auentuu piuuirtuofo. Col quale mi ricordo hauere hauuto la fiate al tempo della notte affai piacere . Imperoche mentre che-ttan co dal cercare uarij fempli ci ne gli alti monti , miripofauaiofulfieno , dotte erano affaifiimi larici ,. fuor di modo mo- feofi, mctteuano alcuni pafion il fuoco con un picciolo lume nel Mofco aridiffimo loro : il quale brufeiaua con maggior furia , che non fa la poluere delle bombarde : &facetta nell' ofeur ita della notte un numero infinito difauille , & fiam- me, ch’afcendeuano altamente nell'aria , Inficiandone foauifìimo odore . Et imperò è dapenfare,che quando Galeno feri- ne ritrouarfi il Mofco nelle quercie , & ne ipc/pi , che egli non intenda folo del pcgjp ; ma di tutte le fue fpetie , come diabete, illance , &ilpmo. Scrijfe adunque egli dèi Mofco nel Vi. libro delle facoltà de femplici , con quefiepa- io relè . Il Brio chiamano alcuni filacbno . Bjtrouafì nelle quercie , ne i peygi , & negli oppi bianchi . Ha uirtu di ritta- gnare , ma non però ualorofa . 7 don è molto frigido , ma propinquo alla mediocrità , per haueregli del digettiuo, & MOSCO TERRESTRE. Nel primo lib. di Diofcoride. 71 - dctmollificaiiuo; & maffimamentc quello, che nafte nel cedro . Chiamafi volgarmente il Mofco degli alberi nelle fpetia- - rie Vfaea, perche cofiè chiamato dagli strabi .fra i quali diceua Ser apone . L’ufnea per alquanti giorni infuft invà- no, beuendofene , fa prof ondiffìmamente dormire . Mr ornatila lo fìomaco , reprime il uomito , & ifiringe ilflujfo del coreo . E' anchora medicina cordiale l'ufnea , fecondo che recita Auicema nel fuo trattato delle uirtu del cuore . Trouajì anchora una altra pianta , di cui facemmo mentione di fopra nel commento della fpica Celtica , la qual chiama- no alcuni moderni Mofco tcrreHre . Quefla adunque fe ne uaferpendo per terra lunga come una fune , & tutta òr con- Mofco terre- data di picòole & frejfijfimefogliettine lunghette , di modo che fi slunga alle mite piu di fette , ò otto braccia , con al- ftre> & Tua fcitt. cuniramoftellj,, che uinaftono dalle bande , ftmili alle cime deipe^i alberi. Tuttala pianta altoccarla fi dimofìra ruuida , & ficca , d'm colore , che nel uerde gialleggia , ftcorreper tena , &fra i fajfflmoftofì , & fi fiabili fte con al- l 0 cune piccioliffime r aditi capillari , che nafeono per tutto dalla fua lunga fune , fra le foglie , come fi uede ncll'bedera . . produce da i ramofteUi alcune panicole , il mefe di Giugno , come quelle de i goccioli alberi, di color gialliccio. Tsfafce nelle felue in luoghi magri, &folitarij . Credonft anchora alcuni ignoranti fpetiali, che quefla pianta fra la nera fpica Celtica : & per quella la mettono ne i medicamenti , non fi curando di conofcer la uera . Cotta nel uino , & beatane la virtù del Mq- decottione , rompe le pietre delle reni, & le fa orinare . Tefla , & cotta nell'acqua mitiga l'infiammagioni applicatala fco terreftre . fopra , & però fioua a chi pati fte le gotte calde . Meffa nel uino che minaccia di diuentar cercone a ( come dicono al- tri) uerfa , lo^preferua, che non fi corrompa. Ma perche la fìmilitudine del uocabolo m’ha ridotto d memoria il Mufchio odori m v s c h 1 O odorifero , il quale & di Leuante , & diTonente rinchiufo in cèrte uefcichettefi ci porta, nonritrotian- *ero,&iuahiit. done io alcuna memoria da Diofcoride , ne da Galeno , non ho uoluto preterire di non dirne in quefìo luogo quello che fe ne richiede . Ter che in uerità s'io lo tralafciajfi , & non l’ìnftriffi in questa mia opera , meritamente fi potrebbe ella di 20 me condolete . Imperoche uedendo , che tutto’ l mondo , parte per occultare i fetori del corpo , parte per amoreggiare , & parte per una certa lafciua politia , al collo , ne i uefìimenti , nelle borfe , nelle corone de Tater nofìri , & in mille al- tri modi portafeco il Mufchio, fe non n bau effe anch'ella la parte fua , è da dubitare, che malagcuclmentc haur ebbe po- tuto hauer % rafia fra gli huomini, che co fruniucr fralmente delle fragratine de gli odori refpirano '.'Et imperò accio ch’el- la fi poffa fare ima miflura à fuo modo odorifera , del Mufchio prima , & poftia del Zibetto , & dell' Ambra , gli darò quella poffibile cognitione , che le mie for\e patiranno . Del Mufchio adunque odorifero ( fecondo che da M etio tran - ferine il l{ucllio ,fcperò egli non s'inganna , auenga che piu prefìo paiano parole di Simeone Sethi Greco , che d’iAetio) fe ne tr ouano piu fpetie.. Ma tiene il principato di tutti quello , che nafte in una certa terra , che riguarda affai piu l'O- riente, che non fa la città di Chorafa: & questo in lingua barbara, fi chiama Tat , di colore gialliccio .Tiene appo quefìo il fecondo luogo quello , che fi ci porta d'india : imperoche egli è d’ affai minor bontà del primo , di colore nereg- jo piante . Il peggiore di tutti è quello , che uiene dalla regione desini . Generaft uniuerfalmente tutto il Mufchio nell'om bilico d'un certo animale fmile al capriuolo , il quale ha un fol corno , & è di corpo affai grande . Quefìo quando egli ua in amore , diuenta qua fi furio fo , & ingroffaftglil'ombilico , empiendo fi d'un certo f angue gr offro , in modo d'unapo - ftema. In quefìo me%o quefìo animale non mangia , e non bee , ma quafi fempre fi ua trauolgendo per terra : per il che crepa la poflema , & eftie fuori quel fangue me^o corrotto : il qual dipoi in certo (patio di tempo diuenta odoriferiffimo. Scriffe parimente del Mufchio tra gli jLrabi affai accuratamente Serapione , in quefìo modo dicendo . I luoghi , doueft ritr ouano gli animali , che producono il Mufchio ,fono nelle regioni di T umbafto, & de Sini,paeft proprio che confinano infìeme. Ma è molto miglior e quello di T umbafto, che quello de S ini : imperoche gli animali del Mufchio diT umbafto mangiano il nar do , & altre herbe odorifere. Il che non accade à quelli de Sini: i quali anchora che mangino herbe r odorifere ; non fono però da comparare con la fpica , & con le altre , di che fi nutrifeono quelli di T umbafto . Oltre à quefìo gli huomini di T umbafto non cauano il lor Mufchio delle ue fòche per contrafarlo , ne lo ricolgono mai , fe il cie- lo non èfereno , Ma i Sini per la maggior parte lo fopbifìicano , leuandolo delle proprie ue fòche , & mefcolandolo , per farlo crefcere , con alcune lor cofe,non offeruando in ciò ferenità alcuna del cielo . il migliore è quello , che piu refpira ■d’odore, &queUochc fi caua dall’animale , quando è ben maturo .Gli animali , che fanno il migliore , non fono diffe- renti dagli altri in co fa alcuna , fe non che hanno effi di piu due denti canini bianchi , & lunghi piu di una fpa/ma , che gli e fono fuori di bocca , come fanno quelli de uerri . il mufchio , quando non è maturo , ha odore horribile, & fasti- dio fo : & imperò i cacciatori , che cauano leuefòche del non maturo , l' attaccano all'aria , doue in certo fpatio di tem- po fi matura ,&faffi odorifero . Mail migliore è quello, che fi matura neUafua uefcica nell’ isìeffo animale . ilqualefi ritoglie dagli huomini di quelpaefefuper. li faffi, <& per lì tronchi . Imperoche come l'animale fonte la posiemamatu- ra, fi ua fregando, & fìropicòando à i faffi ,& ài tronchi, tanto chefe la.rompe , uerfando fopra quelli il liquore odora- ^ q to , che ui fi ferra dentro . Il quale è migliore di tutti , per hauer la perfetta maturità , per efftre flato cotto dal S ole , .& preparato dall’aria . Bjcolgonlo quindi i cacciatori , & ripongonlo in altre uef ciche uacue , già fiate d’altri anima- li prefi da loro . Et quefìo è quel.Mufchio,cheufano i l\e, & che fi dona loro per cofapretiofi/fma . E' caldo il Mufchio Mufchio,& fua. nel fecondo ordine , &fecconelter\o . Fortificail.cuoreintuttelefuepaffioni, & parimente tutte 1 altre uifeere del Mircu* corpo, beato & applicato di fuori. Mondificaie fonili albugini de gli occhi , & difecca le humiditàloro . Fortificali ceruello , & conferifce all'antico dolore di tefla , che proceda dalla flemma . Humefatto con olio. di cherua , & untone le parti genitali, prouoca alcoito . Faffi del Mufchio la confettione , che i profumieri chiamano Moftardini , da tenere in boccaperfar buon fiato , in quefìo modo , T ogliefi una oncia di gomma draganti infìeme. con due dramme di fangue Modo di farci di drago elettiffmo , & mettonfi in infufione in tanta acqua rofa , che bafii , per due , ò tre giorni continui , & dipoi fi Mofcardmi. pongono in un mortaio , & ui saggionge fei dramme di \uccharo finopolueri\ato , & cinque di farina d'amido ,& uno 60 fcropolo di. mufchio diffolto con acqua rofa , & dipoi s’incorporano bene con il pefìelta, & faffi di tutto una pafìa , del- la qual fi formano i moftardini graffi come grani d'orrp , ò poco minori ,&fene tengono poi in bocca uno , ò due alla volta . Habbiamo oltre al mufchio un’altro liquore , il quale è anch’egli & diftaue, &.d'.acutiffimo odore . Quefìo uol - ■ f ‘ "* garmsnte Zibetto , & Tua hift. & facuità. Zibetto come fi contraficci. Ambra , & fua uaria hiftor. Spetie,&uirtù dell'ambra . Nomi del Mofco. Agallocho j & (uaeiTam. 72 Difcorfi del Mattinoli v amente per tutta Italia fi chiama Z I setto, moltoufatodafrofmierinelklorocompofitionìoiorifere.Gtne. ufi ne tefiicoli eftewri dì certi gatti fintili alle faine ; li quali piu mite ho ueduù io à ymegia portatila di Sona. E que- L'ANIMALE CHE FA IL ZIBETTO. J3 fio liquore quajì cerne un fudore , che fi concrea tra i tefiicoli di que fio animale, di natura c alido, & humido . Conferì- fee alle prefocationi della madrice , ungendone l’ombilico alle donne : onde non è mar auiglia , fe mirabile dilettatione elle ne fentono , quando fe gliene porge nell’atto del coito . Contrafafii il Zibetto da i truffatori , con fiele di bue antico , aloe, garof ani, mufchio,& acqua rofa; ma guftandofi, facilmente fi fcuopre l'inganno . Ma come fi generi /ambra odorifera , ritrouo uarie opinioni . Imperoche alcuni tengono , ch'ella nafca nel fondo del mare nel modo , che in terra nafeono i fanghi , & che poficia per l’agitarfì dell' onde, fi J picchi dal fondo , & conducafi alle riue . Mitri dicono , che un certo pefee , nominato Mgel , la mangia , & mangiatala ,fubito fi more : & che ipefeatori, li quali fono bene infinti- ti di queftó , uedendolo nuotare morto fopr al' acque , lo tirano allarma con funi, & con uncini , & apertogli il uen- tre , c aliano l'Mmbr a. della quale quella dicono effer e la miglior e , che fi gli ritroua piu appreffo al filo della fchena. Mitri dicono , eh' ella nafte in certi fonti a modo di bitume. JFfitrouanfi d'Mmbra tre (peti e . Vna, che gialleggia, mi- gliore di tutte , la quale fi porta da Selachito città d’india. L'altra, che biancheggia , che fi ci conduce da un caftello dell' Mrabia felice , chiamato Sinebrio . Et la terga , la quale è nera, & di niuno ualcre . E" l'ambra calida , &fecca. Corrobora nell’ odorarla, il cuore, & il ceruello . Conferifce molto a uecchi , & frigidi di natura : & imperò d cofioro fipojfono realmente concedere i guanti, che fieno ben profumati con ejfa . Conforta le membra indcbilite, & parimente inerui: aumenta /’ intelletto , conferifce di malinconici , confortalo filomaco , & apre le oppilationi della madrice: “ prouoca i mefilnii , mitiga i dolori colici , irrita al coito , gioua al mal caduco, d i paralitici , & allo fpafimo. fMmbu infufa nel uino , fa ecccffmamcnte inebbri are . Chiamano, i Greci il Mofco fyvav : i Latini Mufcu.s : gli Mrabi Jx* ■nech , onero Pfnee : i Tedefchi Mooft . Dello Agallocho. Cap. XXI. LO Agallocho è un legno, il quale fi porta dTndia , & di Arabia , limile al legno delia thuia, diftintamente punteggiato, odorifero, al gufìo coftrettiuo , con alquanto d'amaritudine, ha la corteccia fua fimilitudine piupreftodi cuoio, che d’altro, di colore alquanto uario. Ma- 50 fticandoh , oueramente lauandolì la bocca con la fua decottione , fa buon fiato , {partendoli trito in poluere {opra tutto il corpo , prohibilce il ludore . Adoperali ne profumi in cambio d in- cenfo . La radice, beuuta al pelo d una dramma, difècca le humidità,& mitiga l’ardore, &la debolezza dello ftomaco . Beuuto con acqua , gioua à i dolori laterali , del fegato , & del corpo , &alladifenteria. CH r amas I l Mgallocho da ipiu nuoui Greci , i quali hanno in uarie & diuerfe cofc imitato gli Mrabi, Legno aloe: come anchora uolgarmente fi chiama hoggi da i medici, & da gli fpetìali . L'ottimo è quello , che ne porta- no iTortugbefi da Calecut citta famofififima d'india: quantunque fe ne porti anchora deWeccellentiffimo d'Mlejfan^a a Vinegia , il quale abbrufeiandofiffiira di foauifiimo odore. Jqe però è dapenfare , che quefio non fila il nero per non tfa efifer macchiato di punti: imperoche Oribafio , ilquale diparola in parola traduce daDiofcoride , nonlegge ’chpi m»ma diuidendo tal parola leggerci y.ìv ciò è. £ adunque odoratole. Il che parimente fa Sarapione , non facendo Nel primo lib . di Diofcoridé . 75 egli memoria «erma di punti, ne di macchicicome neancho Vuòto, Ma non è però gran tempo, che fi ci comincia à por x tare il buono: imperocbe fe bene apprefo ad alcuni fe ne ritromua qualche perpp dell’ eccellente ; nondimeno effondo queBo poco,altro non s afilla neile Jpetiarie ( come e Bato detto difopra ) che l oliuaftro di pliodiiil qualpenfa ingan nandofì il Rjtellio,cbefia lajpalatho . Tfiafce l’Agallocho ( come teBificanoiTortughefi,che pernierò giomonaui- Agallocho oue gano in Leuante ) nell ifola 7 aprobana, &-in altri paeji circonuicini : del quale portano bora i tronchi tutti interi, i qua aulca. lì non filamento acceffma maneggiati, & fregati con mano.fpìrano digentiliffmo,&foauiffmo odore. Ma con tutto queflo l’AgaUocho è per tutto Bimato: perciocbe fin doue egli nafce, fi uende molto caro. Ma di cofi eccellente non ho io ancbor ueduto. Sonoalcuni, chefognandofirifferononefferueruno,chcmaiuedeffel’alberoiell’AgaUocho,m- Erronea opU Peni lofi per cofa certa, ingannati dall opinione fintolo fa del uulgo , che nafta folamente nel Tar adipi terrefire , & che nionc ii filcii- 1 0 di quindi fi tr ajj>orti da i fiumi, che fecondo le facre fritture efcono di quello. Ma è ben cofa certafcome breuemente te - ui' flifica Serapione)che il fiume Cange dell India mena feco gran copia dì rottami di Agallocho, i quali iti fono portati da diuerfi altri fiumi, che entrano in quello. Imperocbe fiorrendo queBi luoghi, oue nafte l’Agaliocbo.iwroffandofi atte mite molto,per l'inondationi dell acque, rapìfcono ficco infiniti tronchi, &■ rottami d’ Agallocho, infime con uarif al- tri legni capati de bofibiper terra, & lì portano nel Cange. Il chejfeffiffime mite ueggiamo interuenirc nelle nojlrc fiumare d'Italia, quando dopo allegrali pioggia s’ingroffano. Del che dà manififlo inditio quello Agallocho, che fi uen- de à Vino già, il quale per effere lungamente Bato tr apportato dall' acque, fi uedeper tutto lacerato, rofo , &guafio . Onde non è punto da mar amgliar fife maneggianioft non jpira,ne rende quello odore foaue, di cui j pira queUo,che dalle proprie filue, & dagli iBeffi luoghi, oue najce, riportano i mercatanti Tortaglieli, E l’Agallocho di piufpetie ,fi fi f j deuepreflar fede à Serapione , il quale d autorità d Ab oh enfia Arabico ne fi riffe in queBo modo. Dicono, che l'Agal- 1* Agallocho 20 Iodio non naj'cc in Arabia, quantunque ni ila ma pianta, chiamata feuig,la quale gli (ì refi ombra alquanto. Mal'ec - fenica daSera cellentiffimo nafice in India: il quale quantunque fa differente dijpetie (per efferne quiui di piu forte ) nondimeno quello p‘one' propriamente,& particolarmente fi chiama lndiano,che di tutti è piu ualorofojcame fi chiamano i mirobalani neri par titolarmente Indiani, per effere di tutte 1 altre /petie migliori. L’ottimo chiamato Indiano fi ritroua in una Ifola d'ìn- dia chiamata Fìmua, L’elettifiimo i il nero,uario di colore, pieno, grane, duro, groffo,& non bianco, & che accefo non bufici preBo,: macheui duri dentro lungamente il fuoco. Il fecondo luogo dihontàha quello, che chiamano Mondano, da Mondel città dell' India,onde fi porta. Il tergo chiamano Seifico, ilquale non è di poco ualore,per effer cofi grane, &• uirtuofo, che meffo nell'acqua non ni nuota, ma fubito fi ne uaal fondo. Di queBa jpetie quello uer amente piu s’appreg- ga, che è groffo,& ben pieno d'humore. Llmancobuonoè quello, che chiamano Alcumerico ,piu triBo del Seifico, quantunque Alcumero nonfia lontano da Seifopìu che tre giorni dì camino. Tsfilla j petie dell’ Alcumerico quello èpiu 3° ualorofo,che è nero finga biancheria alcuna, grane, & che tardamente s’abbrufci. Et d'autorità di Chealfetebeno , il medefmo Serapione cofi ferine. Dicono altra cio,cheglihabitatori de luoghi oue nafte l' Agallocho, [abito che l’hanno tagliato dall' albero, lo f ipeUifcono in lena per tutto il tempo d’uno amo,accioche cofi s'infr acidifica tutta la fua corteo cia,& rimanga folamente il puro legno . Dicono ancbora,cbe i rami,& parimente i tronchi dell’ Agallocho,cbe enfia- no in quelle bande per loro Bpfihfmppfda rapiti dalle inoniationi de fiimi,& portati da quelli per ipaefi circonflan- ti. Tutto queBo diffe Serapione. Al qualefittofiriue trai piu moderni Greci Simeone cognominato Sethi, renden- do laragione, perche caufafifcpeUifiain terra 1‘ Agallocho, con quefte parole. Tfim credono, che l' Agallocho diuenti odor fiero, fi prima non sinfracidific egli alquanto: &però i p anfani, fubito che l hanno tagliatolo fepellifiono in ter ra,& al fio tempo lo difotterrano, & uendonlo à i mercatanti. RÌtruouo oltre à ciò , che Hjcolao Aleffandrino , nelle CO mpofitiomdefùémedìcamenti,fifpeffeuokementione d' Agallocho crudo . Sopra al che commentando ilFuchfio 40 medico clarìffmo de tempi nofiri.àice quefte parole. Fa Tfcolao ffeffo memoria d' Agallocho crudo: & però in queflo • ' luogo diremo bora fipra ciò il noBro parere. Intendo adunque io, chef Agallocho crudo fia quello, che non è pu- trefatto: impernile ( come tcBìfica Simeone cognominato Sethi ) gli Imomini ielpaefi,oue egli nafee , lo tagliano , & pofiia lo [onerano con moltapoluere,&doppo alquanto tempo lo cauano fuori, & uendonlo ài mercatanti .Et però quello farà il crudo, che non èfiato fottcrrato ,ma che fia tolto dall’albero ifieffo per ufare.QueBo tutto ferine il Fuchfìo. Opinione del Dalla cui opinione fon io affai lontano, imperocbe fi nel comporre de medicamenti ,noi ricerchiamo fempre i piu ualo- Fuchl“ «Tr» • roft &piu eccellentifimplici,che ritrouarfipoffmo,& effendo ( come riferifee Simeone ) quello Agallocho piu ualoro- baU' fi & piu odorato , che tagliato fi fipellifie in tena,non ueggio per qual ragione debba Eqicolao chiamar crudo quello, che fubito èfiato tagliato dall'albero ( di queBo per la dìBantìa delpaefi non fi porta ìnoi ) & che nonfia Bato fi - pellito, & tenerlo per il piu ualorofo: & maffvmamente fipendofi,che il fepolto nella terra , & nella polucre.nonfi può 5 0 cuocere per fi flcffo,non effendouifmco.ne calore,mapiuprefio fi foglia da una certa fia fuperfiua humidità, la quale nclnon fepolto offufia l'odore. Et però crederò fempre io piupreBo,cheper crudo intendaTiicolao, quello che nonfia flato cotto, & bollito nell'acqua, hauendo forfè egli intefo, che gl'indiani molto uaghi de bagni, lo fanno cuocere, per dar lorofoauiffimo odore:& ancho perche di cotali decottioni fimo pretiofiffme acque, per l'ufo de i Re loro,& d’al- tri figliatati perfonaggi. come fimo parimente le ffando ilReubarbaro , & cattandone fuori la uirtùfm , prima che lo vendano, atteramente intende Tqicolao per cotto, quello che è menato lungamente da 1 fiumi per lunghi paefi. Imperocbe m quelle calidìffme regioni,! acque defilimi uengono cofi forte fcaldate dal Sole, che non folamente pofiimo macerare i legmmì.che ui nuotano i giorni &imefi interi, ma cuocerli, &leffarli anchora. A queflo s aggiunge ancbora,cbe ricbieiedoTqicolao nonfolamente il crudo, mali buono anchora,nortmipare,che altro ricerchi egli, che quello , che per Bar fotterato s è fatto migliore. ^ L'agallocbofialda,&difeccanelfecondogrado.Conferifie(comefiriueAui- Facultd dello 50 cerna) neidifetti del cuore: & però lo pofi egli fra queimedicamenti,chefi chiamano Cordiali . Di queBo non rìtro- Agall°eho. uo memoria alcuna appreffo Calcilo altroue, che nei ficee dauci: doue in luogo dell’ Agallocho fuppUfiela centaurea maggiore... Chiamano i Credi' 'Agallocho, k'ydnxrgor.i Latini Agallochus,&Lignumaloes:gliArabiHoad,Aga- Nomi. G loian, 74 Difcorfi del Matthioli loim,^lgdugìn,omro >Aga.lugen:i Tedejchi M-loes holt\,ouero kyeHt\hòlt\:gli Spagnoli Lìn aloe. DelNarcaphtho. CaP- XXII. TL Narcaphtho Sporta d’india. E una Scorza Amile à quella del ficomoro . Abbrufciafi p, f buono odore, & mefcolafi con le compofitioni de profumi. Vale per uudt lumentoalli pilationi della madrice. ler far le op- Narcaphtho /TUnt° brevemente il ì^cafhtho,& tanti fochi fegni iettefferfm ne ferme Diofcoride , che malagevolmente 3 I ’ ..ini 1 . ..irti... cUJ ni»ìn mitn rtiipnrrst rnp nnn li ti n fin ìipv ùetf/i *£. JL j * fua eifam. Tignarne. Nomi. ■ ft può darne quella ueranotitia, che farebbe certiffimamentedefidenomio, auengache non fi poffa per ueróaf- io fermare che cofa citi porti foggi «f Indiche fotejfe ejfere il vero TSLarcafhtho:& tanto fm, che non ritrovo, che Theo phraSio ne Timo n’babbianò ne volumi loro lafciata alcuna memoria . Ma è neramente da credere, che fé il Tfàna- pbtbofi ci porta, che egli fiail proprio Tignarne deUe frettane, come, ft può affermare per dmerfe conletture Imfe- rochetignamenonmolerileuarealtro,chethymiama:&thymiama inGreco non riletta altro nel nojlro volgare, che profumo. Et perche il Tjarcapbtbo molto sufadprofumarejttfiiaw il proprio nome, fi ha follmente ferbato il nome della cofa in che evli s adopra,corrotto il uocaholo thymiama in tignarne. Oltre a queflo , dice D iofeoride , che pet fi loia & anche mefcolato con gli altri odori, accendendo^ rende buono odore. Il che nel tignarne delle fletiariefacìlmen te fipruoua. Imperoche egli è tanto in ufo nelle compofitioni odorifere , che nonfolamente s adopera effofolo per profa- ni ma poche compofitioni di profumi fi fanno, che non u entri il tignarne . il checche non ci dobbiamo marauigha- refle 'infoiato il proprio nome dell' albero, fi habbia ufurpato il nome de profumi. Chiama Serapione il "Narcaphtho La- 20 fahdten,& dice bauer uirtù fimile al calamo odorato. Chiamano il Narcaphtho i Greci ; i Latini Inarca- phthum: il uulgo Tigname.gli Arabi Nabach,ouero Lafahaten. Del Caricamo. Cap. XXIII. E' Il Cancamo un liquore d'uno albero d’Arabia , quali limile alla mirrha , Malfai graue odo- re nel guftarlo . Viali per fare profumo . Adoperali con mirrha, & ftorace à profumare le ue- fti . Dicono, che beuutone il pefo di tre oboli alquanti di con aequa , ò aceto melato, fmagrifee i o-rafsi . Dafsi à chi patifee neila milza, al mal caduco,& à gli afmatici . Beuuto con acquamela- ta, prouoca imeftrui , Toglie uia prettamente le cicatrici de gli occhi ; & bagnato con uino , cu- ra la debilità di quelli. Non è piu efficace cofa del Cancamo per li flufsi delle gengiue,& peni dolor de denti. , & 1"L Cancamo nero, che corrifl'onda aWhifloria,chenhafcrìtto Diofcoride ( fecondo l’opinione de piu famofi moier- . § ni fcmpliciHì)non fi ci portane d'Arabia, ne d'altronde. Ma fono alcuni , che per lo Cancamo nedimofirano ma gomma lucida, &roffa, quafi filmile alla mirrha, rauolta intorno à certi /lecchi , ò uogliamo dir perfidi rami di certo albero incognito. Ma perche maflicandofi quefia gomma, non ui fi fente( come fcriue Diofcoride ) odore fafiidiofo ue- runo, non uogliono confentire alcuni, che quejia cotal gomma fin il nero Cancamo .Vfafi quella gomma cotidiana- mente per tinger la fata di color roffo : & chiamafì uolgarmcnte Lacca,& tacchetta . Di quejia fi ritrrouano due fre- tte, le quali fono differenti ( cofi credo io ) fola-mente in bontà. La migliore chiamano Lacca Sumetri,& la manco buo- na Lacca Combeiti , cofi forfè chiamate da i luoghi, onde ci fi portano, ò d'Arabia, ò d'altre regioni . Quella , chepu sappre^a chiamata Sumetri, fempre fi ritroua rauolta,& attaccata intorno à tronchi fattili dirami d'albero : ma l al- tra ft portainpergi fln^a alcun legno, come la mirrha, la quale fi ìiende affai manco deli altra . Di qui adunque e inter- uenuto, che fi fieno creduto cofi oro, che quefia Lacca fia il Cancamo, fondandoli neU'hiftoria , che ne ferine Serapione fubito,che hebbe trattato del Cancamo, qual egli chiama Lacca,d’ autorità di Dio floride, & di "Paolo: & per dir egli, ch'ella è ma gomma d'un albero quafi filmile alla mirrha , con quefie parole. La Lacca ( come f :riue Ifac Amran ) da Serapione . ^ ma copavojj'cl)Cl)e ftà attaccata intorno à certi piccioli pey^i di legno, di non ingrato fapore. Cuoconla per tingere 1 panni di roffo colore, il qual chiamano chermes. Chiamano parimente Lacca tutto quello, che refia nelle tentone di que fio colore dopo al tingere de panni . Tortafi la Lacca d' Armenia . Difecca, & flalda nel fecondo grado. Conforta ,6 fortifica lo flornaco , e’I fegato , & apre le oppilationi di quello: gioita al trabocco di fiele, & parimente àgi kidropici . 5° Lauafi per le medicine in queflo modo. Jfomponfi i rami, à.cui fià attaccata quefia gomma, diligentemente , & àip01 fe gligitta fopra dell' acqua, oue prima fia flato cotto dentro ariflolochia, & giunco odorato,&mèffo tutto in un mor- taio, fi ua menando intorno co lpeflello,& làfciafi poi fermar, fin che faccia refiden\a , & dipoi fe ne flolafuor l acqua leggiermente. Et fa con lauarla una fola uolta non diuenta lucida, & traflarenteffi lana una altra uolta,& dipoi fi met te à feccare all'ombra , & riponfì in un uafo di uetro. Tutto quefto della Lacca fcrìffe Serapione . Dal che è manifeflo, che la gomma , che chiamano i tintori Lacca , è la nera & legitima Lacca degli Mrabi , ma però differente dal Canca- mo de Greci: percioche appreffo Diofcoride, il Cancamo, è un liquore d'uno albero , che nafee in Arabia ', di faftiàiofl fapore: & appreffo Serapione , una gomma roffa, che fi porta d' Armenia, & non d’Arabia, attaccata à piccioli tron- chi di legno, di non ingrato fapore. Appo ciò il Cancamo di Diofcoride fmagra i grafi & i corpulenti :gioua à i difetti della mil^a, àgli fretti di petto, & al mal caduco: prouoca i mefìruijeua le macchie delle cicatrici degli occhi j&y1 fortifica, quando fono indebiliti: fa diflnfiare le gengiue, & toglie uia il dolore de denti . Et la Lacca di Serapione folamente le oppilationi, fortifica le uiflere indebolite, mitiga i dolori del fegato , & cura il trabocco di fiele , &fm" Cancamo fua eflim. Lacca , & fuc fpecie. Lacca fcritta Nel primo libro di Diofcoride . 7f mente l’hidropifia. Onde fi comprende, che fieno il Cane amo, <&la Lacca diuerfi medicamenti di natura ,pofcia che fono di diuerfa uirtù. Et però non fen\a cagione hanno /limato i medici, che fono ejfercitati nelthifioria de femplici , che il Cancamo di Diofcoride ci manchi. 'Nondimeno con tutto quello non mancano ragioni , ne tettimonian\e di fcrittori Pruoue sch tintorie di F mogia, & altri luoghi d’Italia) è una pilula roffapicciola,la qual nafee in leuante , attaccata ( per quanto nerìferifeono i mercanti ) alle radici della Thnpinella,& non gomma, ne cofa, che cafchi dal cielo. Ttrcioche quefia gomma non è altro , che la Lacca di Serapione, laqualc chiamano in Italia,chi Lacca & chi Lacchetta, ufata da i tinto- ri per tingere quelle fete di roffo, che manco s' approdano, per non durami lungamente quel florido colore, che dimoflra no nel comprarle. Ve ofia à quefio, che fcriua Serapione, al quale in quefio luogo adherifce , il Fuchfìo, che il colore di quetta Lacca fi chiama Chermes, che altro non rilieua,cbe Cremefino . Imperoche al proprio capitolo del Chermes, altro non intende egli per il Chermes, che la grana de tintori di Diofcoride. Onde non poffo fe nonpenfare , che il te- tto di Serapione nel capitolo della Lacca fi feorr etto, & falfificato ò da gli fcrittori , ò dall’interprete . Et però forfè meglio farebbe leggerlo in quetto modo. CuoCefi quetta lacca,& tingonuifi dentro i panni di roffo colore, di modo che paiono cremefini'.ouero filmili à quelli, nelle cui tinture fi mette il Cremefino . Errano oltre à ciò una gran parte de Errore de gli gli fpetiali nel comporre la Dialacca,mettendoui in luogo della uera & legitima Lacca fcritta da gli Arabi, che fi por- *Pcciail- ta d Armenia, oue dittilla da un certo albero, di quelle fatte per arte folamente per l'ufo de i dipintóri . Ma guardino di gr atia,che uolendofi corregger e di quefio errore, non cafcaffero in uno altro molto maggiore, il che ageuolmente Erroretj„ prl interuerràloro,fe feguitaranno la dottrina di quei uenerandi Tadri , che hanno commentato l’antidotario di Mefite . ù commenra- j 0 Imperoche quettigià fatti grandi rettauratori della medicina,non hanno dubitato di configliare, che nell' antidoto della tor‘ di c- Dialacca non fi debba meter altro , in luogo della Lacca,che quella gomma, ouer amente liquore condenfato , che fi ci porta d' Africa filmile à grumi di fangue; che uolgarmente fi chiama Sangue di drago in lacrime, & che fi tiene da tutti i dotti femplicitti, che fia il nero cinnabaro di Diofcoride . Ma errano in ciò molto piu, 'che non è il merito della re- prenfione,chefi deue dar loro , per effer quel fangue di drago in molte /acuità fine del tutto contrario à quelle del can- camo, & della lacca . Tercioche quefia ( come da gli Arabi fi caua ) la quale propriamente fi conuiene & fi richiede in quello antidoto, come medicamento ritrouato,& compotto da loro, oltre alla forteto. , & conforto , che dà ella allo fiomacho& al fegato, apre di forte le loro oppilationi, che non folamente gioua al trabocco di fiele, ma ancho ualorofamente nell'hidropifìe . Mail contrario fa il fangue di drago, il qual per propria uirtù cofirenge , rifi agna, & ferra ualorofamcnte: di modo chefcriue Diofcoride, che il detto fangue di drago ha le uirtù, & le /acuità mede- 00 fime , che la pietra hematite . La uirtù della quale è però di rìftagnare ilfluffo de mettrui , non di prouocarlo , come fa il cancamo, & la lacca : & maffimamente doue fi ritengono per caufa di humori grò fi , che facciano oppilarc le ac- ne. Ter ciò adunque s’adopera il fangue di drago , per rifiagnare il fangue nelle ferite, & in ogni altro luogo delcor- G 2 po,& Difcorfi del Matthioli po & per conciliare le rotture dello offa, piu che 'ogni altro medicamento. Ma lafciamo bormai quelli padri da %ànda,& conciliamogli Jpetiali, che uolendoloro adherire àinoHri configli .non mettano altro m quello antidoto per la lacca, chela ferina da Scrapione. La quale (come hahbiamo dettole queUa Meffa,che hoggi a fi porta d'M- menia,& anchora d'india copiofiffmaper le tinture roffe delle feto foprafufceUi di legno. Imperoche di quella intefen oli Malli mentori dell'antidoto chiamato Dialacca. 1 quali feguitando Vicolao Meflandrmo , comanda , che nella Dialacca fi debba metter quella Lacca , che adoperano i tintori: iquali finalmente altra lacca , che quella non hanno, ne adoperano per tingere le feto. Chiamano i Greci il Caricamo Kayn^iov ; i Latini Cancamum :gli Mabi Sach, o nero lacb;il uulgo Lucci, Del Ciphi. Cap. XX II IL E' Il Ciphi una compofitione di profumo, dedicata alli Dei : la quale abondantemente tifa- no i facerdoti dEgitto. Mettefì ne gli antidoti, & dafsià bere àgli (fretti di petto. Sene fanno piu compofitioni,delle quali quella n e una . Togli mezo feftario di cipero , & altrettante bacche di ginepro ben mature, d’uua palla eletta, & ben piena, curata da i fiocini , dodici mine : di ragia purgata, cinque mine: di calamo, & giunco odorato, d aipalatho, egualmente di tutti una mi- na? di mirrila dodici: di uin uecchiofeftarinoue: di mele mine due. Pefla pofeia 1 uua palla ben prima netta dai fiocini, & incorporata con la mirrha, & col uino : & aggiugniui poi tutte l'altre cofe pelle, & bene llacciate, & lafciale in infufione à macerarli per un giorno intero . Dipoi cuo- ci il mele, & come lo uedi uenire uifcolo, aggiugniui la ragia liquefatta, & mefcola diligentemen- 20 te con l’altre cofe ben trite, & ferbalo in un uafo di terra cotta. R/troVansi alcuni uolumi di Dio feoride , & muffirne de i piu antichi (comerecita il dotto Marcello fio- rentino ) che mancano di queflo capitolo del Ciphi . Il che fa ageuolmente credere , che piu presto uifia flato ag- giunto da qualche euriofo medico , chepoftoui da Diofcoride . Del che non dì picciolo indicio il penfare, che fermando Diofcoride de femplici, nonhaurebbe cofifuor di propoflo , interpoftouiquefla compofitionc . I Grecilo chiamano liuti . i Latini Ciphi. Del Croco. Cap. XXV. IL Croco ottimo nell'ufo della medicina è il Coriceo, frefeo, & ben colorito, & chehabbia nelle fue fila alquanto dì bianco , & quello , ciré lungo , intero in tutte le fue parti , non fragile, pieno , non fminuito di cofa alcuna , & quello , che bagnato , tinge le mani , non ha odore di muf- fi, non è humido, non tignato, & alquanto acuto. Quello adunque , che non farà coli , òèuec- chio,ò è flato bagnato. Il fecondo luogo di bontà fi daal Coriceo duna prouincia, checonfiua con Licia . Il terzo al Lido del monte Olimpo . & il quarto à quello di Egide città di Etolia .,11 Ci- renaico, ScilCenturìpino lono di minor uirtù di tutti quelli di Sicilia . Tutto il croco ha natura domeftica , fimile à gli herbaggi . Nondimeno gli Italiani per la copia del liquore , & bellezza del colore, l’ufano'per tingere i cibi, che fi fanno ne i mortari : per la qual colà fi uende aliai caro.Quel- lo, che in medicina è piu utile , è quello, di cui laiuemo prima. Sophifticafiil croco confi croco 4° magmatepefto, oueromefcolatoui uin cotto; aggiuntoui, perchepiupefi, Ipuma d’argento, & piombaggine . Madifcuopre la magagna lapoluere, che ui fi truoua dentro, &mafsimefeuiii Lente l'odore della fapa . Vuole Theflàlo , che’l croco fi commendifoloper l'odore . Dicono alcuni, che il croco , beuuto con acqua al pefo di tre dramme , ammazza . Ha uirtù di maturare , mollifi- care , & leggiermente coftrìngere : prouoca l’orina : fa buon colore . Beuuto con uino palio , uale contraallaebbriachezza. Applicato con latte humano, ferma i flufsi de gli occhi . Mettefi util- mente nelle beuande , che fi fanno perle interiora : & ne pefloli , & ne gli empiaftri , che fi fanno & per la natura delle donne , & per il federe. Stimola il croco à lulfuria , & mitiga empialtrato , le in- fiammagioni , che tendono al fuoco facro ; è utile ailepofleme delle orecchie . Bilogna , accioche facilmente fi pelli, metterlo in uafo di terra caldo, ouero al fole , & uoltarlo conpreftezza . Le fue 5“ radici beuute con palfo , prouocano l’orina . DelCrocqmagma. Cap. XXVI. IL Crocomagma fi fa delle cofe aromatiche, le quali fi fpremono dall'unguento crocino forma- te pofeia in paftelli. L'ottimo è quello , che è odorato, & che rilpira alquanto d’odore di mir- rila, graue, nero, nonlegnofo, lìfcio, amaretto, & quello che bagnato, fa coloredicroco,& guftato tinge largamente i denti , & la lingua ; & quello , che per molti anni fi conferita : come e quello, chefiportadiSoria . Ha uirtù di nettare le caligini de gli occhi. Prouoca l’orina , feal- da, matura, & mollifica. Egli rapprefenta quafi le uirtù del croco: perche contiene in fe gran parte di quello. t il Nel primo lib. di Diofcoride . 77 C R O C O F I O R I T O. E' 1 l Croco liticamente noto a tutto il mondo. È una pianta il Croco con foglie capigliofe, lunghe ,& Strette, co- me quelle del Tragopogono , quantunque molto piu frette , &piu copiofe, frate per terra ,& morbide da tocca- re . Fiorifce il Croco dopo l'equinottio dell'autunno auanti, che metta fuor e le foglie . Fa i fiori come il Colchico ,por- poreggianti , & belli da uedere , dal me^o de i quali efcono alcune fila rojfeggianti , & nella cima grojfette d modo di tromba . con le quali efcono dal medemo centro alcune linguette gialle , fintili del tutto à quelle de gigli bianchi , & de fiori del Colchico fu detto . Doppo a i fiori fuccedono le foglie , lequali non firmando punto il freddo , tutto il uerno ner- eggiano , & fi perdono la primauera , di modo chela fate mai non appaiono . Ha la radice Cipollina , circondata da, diuerfì inuogli , che nel nero rojfeggiano , come fi uede nelle radici del gladiolo. Cauanfi di terra ogni quattro amila primauera ; &ferbanfì ne i granai tutta la Siate, & ripiantanfì poi nel principio dell’autunno in terreni leggieri . Chia Io mafi (anchora che fa uocabolo ^Arabico) per tutta Italia , & muffirne in T ofeana , Zaffar ano -, quantunque in molti luoghi nel contado noflro di S iena fi chiami egli Gruogo . Ma del C oriceo , ne di quello del monte Olimpo , à quefii tem- pi non fe ne porta a noi. & imperò tiene il principato a Vinegia quello, che fi porta dall’Mquila , città d'Mbru^o . G 5 Trouafene Croco , & fu* eiTam.& hiito. Zaffarano. DifcorìI del Matthioli CROCO SENZA FIORI, Croco fcritto da Gal, Trouafene dell' ottimo, & migliore affai dell '.Aquilano in ogni fua parte in jtlemagna neU’lArchiducatotd' Muflria , in fui territorio di Vienna , città principale di quella prouincia . Ma di queflo pocbiffimo nepaffa in Italia : per ciocbe maluolentierigli Ongari , & iTedefchi per l'ufo grande , che fanno delle {ferie , fé lo lafciano cauar del paefe loro . Tfafcene nachera in T ofeana m alcuni luoghi , & maffime in quel di Siena dell elettifìimo : il qual può fare con tutti quefli alparagone , Fiorifce il Croco ( come ferine TbeophraHo ) neltramontare delle stelle chiamate uergilic, per {pa- tio di pochi giorni, & injìeme con i fiori prejlo manda fuori le foglie, Calpejìandojì Jpeffo diuentapiu bello,<&piu{r vi- tifero . Fece del Croco mentione Galeno al fettimo delle f acuità de femplici , cofi dicendo . Il Croco ha anchora un po- co delcoflrettiuo , il quale ha del terreo , & del frigido , Ma eccede in effo la uirtu calidari modo che tutta la fua effen- di animai fecondo grado di calidità, & al primo di ferità; & imperò ha egli una certa uirtu di maturare , alche 1® l aita quel poco , che ha di coflrettiuo . Veramente 3 tutti quei medicamenti , che non fon troppo calidi ,& hanno un poco dello [Httico , hanno la pari facilità d offende, che chiamiamo emplajìice , & maturatine le quali congiungendofi con Nel primo lib . di Diofcoride . 7^ con ma non ccceffma caldera ,fono coite ottiue , come h abbiamo dimoflroto . Et al fecondo delle comportimi de medi- camenti fecondo i luoghi, diffe egli che il croco ferina co'lfuo odor il capo, & perturbano, l'intelletto , cofì comeilpeu- cedano , & i frutti del lentifco . chiamano i Greci il Croco Kpóaor- i Latini Crocus : gli Arabi Zahafaran , onero Za- Nomi. facon: i Tedefibi S affralì : gli Spagnoli Arptffan : i Franceft Saffi an . Dell’Helenio. Cap. XXVII. LO Helenio fa le foglie limili al uerbafco , che produce le foglie piu Uretre , ma piu alpre & lunghiilime. In alcuni luoghi non fa fulìo . La fua radice biancheggia, & qualche uolta rof- feggia, è odorata, grolfa,& alquanto acuta: dalla quale lì (piccano le propagini,&piantanlì nel modo, che s'ufadi fare con igigli,&conl'aro. Nafce ne i monti , in luoghi ombrali, & fecchi. Caualìlaradicelaftate, & tagliata in pezzetti lì fecca. La decottione fua beuuta,prouoca l'ori- ELENIO. na. Difcorli del Matthioli Helenio, & fua hiitoria» So na, Su mefoui. Gioua la radice tolta con mele in forma di lettouarro alla toffe, à gli afmatici, rotti, fpafimati, alle uentofità, & à i morii de fermenti . In fomma ha ella mrtu di fcaldare. Le fo- glie, cotte nel nino, s'applicano utilmente alle ieratiche. E utile 1 helenio allo ftomaco , condito con nino paifo: & imperò gli artefici del condire, Leccatolo prima i alquanto,& pofcia cottolo ^'in- fondono in acqua freica, & poi lo mettono nella fapa, & lo conferuano per; tifarlo. Trito, & beuu- to, gioua allo iputo del fangue. Riferifce Crateua nafeere una altra fpetie d 1 helenio inEgitto,che produce i rami lunghi un gombito, liquali fe ne uanno ferpendo per terra a modo di ferpollo . Produce quella intorno à i rami foglie limili alle lenticchie,ma piu lunghe, & piu folte. La fua ra- dice è pallida, di eroflèzza del dito minore, grolla apprefTo al fuflo, & lottile nella cima, & di ne- ra corteccia.Nafce in luoghi maritimi, & nelle colline. Vna delle fue radici beuuta con uino, euri- 10 le à i morii de gli animali uelenoiì. L’H e l e n i o , che noi Tofani chiamiamo Leila ,& altri Titola , & Enoa , è cofa molto nota in Italia . 5 ono le fue foglie 'finali à quelle deluerbafco delle foglie piu larghe 3 ma molto piu lunghe , &piu larghe 3 nella fommità acute 3&gr offa cottola. Traduce il gamhone alto duegombiti , & affai mite maggiore 3 groffo ,& pelofo 3 ncllacui fommità efeono i ramofcelli , onde nafeono i fiori gialli , come quelli del Chrifantbemo . il fio feme e fìntile a quel deluer- bafco. il quale toccandofi genera prurito. Hata radice grande 3 piena 3florta 3 & nereggiante di fuor e 3 & di dentro bianca 3 amara 3 & acuta 3 con certi occhi per intorno 3 i quali fi ftir pano uia &piantanft come quelli delle canne . Vafcc perii piu in luoghi hmidi , & acquafirini , quantunque alle uolte fe ritroui nei monti . Ma uedefi la nofira produrre ^ foglie molto maggiori di quel che recita Diofcoride . Imperoche non fio le produce maggiori del uerbafeo 3 che hapiu Sbetta foglia } ma molto piu grandi di quello , che di tutti i uerbafchi produce le foglie piu ampie 3& piu lunghe. Il che quantunque poffa accadere per la uarieta de luoghi & de climi ; credo nondimeno 3 che il teflo in quefio luogo fia corrotto 3 & fmembrato di pur affai parole . Ter cioche recita il dotto Marcello Fiorentino hauere hauuto egli un Dio- fcoride ueccbio 3 &approuato , nel quale fi ritrouaua quefio di piu 3 che non è fcritto ne gli altri Diofcoridi in quefio proprio capitolo 3 cioè. Caulem ex femittit Helcnium 3 craffum 3 hirfutum 3 cubitalem3 & aliquando maiorem, angu- lofumq ; : flores luteos , & in bis femen uerbafeo filmile , taciti pruritumfaciens . ciò è . L’ Helenio produce dafe un fi- tto groffo 3hir fato 3 angulofo , d’altera d’ un gombito 3 & qualche uolta maggiore : i fiori gialli, & in quegli un feme fimile al uerba feo, il quale caufa prurito , oue tocca . Et però non è marauiglia , che uifìa mancamento anchora d’altre parole , non potendo io perfuadermi, che Diofcoride shaueffe mai taciuto la forma , & l’amaritudine della radice dell’ Helenio , per effer quefiapiu nell'ufo della medicina , che non fono le foglie . Scriffe delTEnola Tlinio nel lib.x IX. al V. 3° cap. oue fece della fua amaritudine mentione , con quette parole • il Sifero fi femina difebraio, dì mar\o 3 d'aprile > d'agofio, difettembre, &d'ottobre. Tiu breue di quefii èl'Enola , mapiucarnofa, piu fida 3& piu amara 3& per fe fieffa nimica dello Stomaco , ma falutifera mefcolata con le cofe dolci . Fu illufirata da Giulia Mugufla , per hauerla uoluta ufareper fuo cibo cotidiano . Del feme non fe ne tien conto , per cioche ella fi femina degli occhi 3 che fi ficcano dalle radici, come fi fa con le canne . Scriffene egli parimente al v . capo del XX. lib. cofì dicendo . L’Enola masticata da digiuno conferma i denti fmo(fi,fe dapoi che è canata , non tocca piu terra . La condita cura la toffe . il ficco della radice cotta caccia i uermini del corpo . La poluere della fecca nell'ombra conferifce 'alla toffe , àgli fpafimati , alle uen- tofità , & alle arterie . gioua alle morfire de uelenofi animali . Le foglie impiastrate con uino leuano i dolori de lombi . Vino d‘Hele- E utto quefio diffe Tlinio . il uino , che fi fa uolgarmente delle fue radici in Germania beuto fpeffe uolte , acuifce molto nio&fueiiirtti. lauifia. Et la poluere della radice beuta con uinouale a i difetti deUa mi fa . L’H elenio poi, che nafee in Egitto , di. 4° tonfila eifam! cu*fa mentione Diofcoride d’autorità di Crateua , non fo io che fi ciporti altrimenti , ne manco che nafea egli in Ita- lia : quantunque fi fognino alcuni effere l Helenio di Egitto il Serpollo odorato fcritto da Theophratto . Auicema, co- me poco accorto , fcriffe confufamente d’amendue gli Helenij , non diflinguendo punto il primo dal fecondo . Scriffe dcll’Helenio d'Egitto Tlinio alx. capo del xxi. libro , con quefie parole . Dicefi, che l’Helcnio nacque delle lagrime d’Helena: & però nafeere egli eccellentiffimo nclTifola chiamata Helena . E' quefio un fi-utice , che fi farge per terra, con rami lunghi una fauna , & foglie fintili al ferpollo . Et nel libro medefmo al xxi. capo diceua . L' Helenio, il qua- le habbiamo detto effer nato delle lagrime d’ Helena , per quanto fi crede, è molto fauor ernie per Informa , per confer - uare egli la faccia delle donne , cofì come tutto il retto della carne del corpo , ferina alcuna corrottela . T enfiano oltre àcio , che l’ufo di cotale Helenio le facciapiugratio fc , & piu lafciue . Vogliono anchora , che induca allegrerà beuta nel uino . Il ficco di quefia pianta è molto dolce . Et però conferifce molto àgli afmatici , & Stretti di petto la fua radi- 5 0 ce beutanell' acqua: la quale è di dentro bianca, & dolce. Beeft parimente nel uino dimorfi de ferpenti. Et dicefi» che trita ammala anchora i topi . Dalle quali parole è chiaro , che quetta pianta non folamente nafte in Egitto; ma Ottimo rime- eh’ ella fi rìtroua anchora eccellentiffima in Helema ifola del mare Egeo . il ficchio delle radici dell' Helenio conilpari dio sili afmati- pefo di ficchio d'Hiffopo & tre uolte tanta acqua di farfara, & Truccherò quanto batti, cotto alla forma di giulcbbo gioua beuto marauigliofamente a gl' afmatici , ufandolo feffo. Scriffe delTEnola Galeno alvi .libro dille facultà de Enola fcritta fimplici, con quefie parole . La radice dell' Helenio è utilijfima , ne fcalda ella fubito nel primo affrontò . Et però non fi da Gal. può dire , chefia ella del tutto calida , & fecca , come è ilpepe tanto nero , quanto bianco , ma con una fuperflua burnì- dità , Ter la qual co fa fi mette ella conuenientemente negli elettuarij , che fi fanno per tirar dalpetto , & dalpolmone le gr offe , & uìfeofe fiperfluità di quelli . Vfafi per arroffire , & infiammare quelle parti , che fono oppreffe da lunghi» & frigidi morbi, come fono le fchiatiche , & i non moltonotabili fmouimenti delle giunture, caufati dafiperfluc humi - dità . Sono alcuni, che dicono ( c ome ferine l’itteffo Galeno nel libro della theriac a àTifone,fe pur quel libro è legitimo di Galeno ) che bagnando fi lefaette de cacciatori nel ficco della radice dell' Enola , diuentanofibito uelenofe : & di- cono Nel primo li b. di Diofcoride . 8 r cono ciò tifare i Dalmatini per ammalare , & auelenare le fiere . Il che piu pretto tengo io per fauola , che per hitto - ria.lmperoche effendo molte cofe in quel libro, le qualihanno manifettamente delfauolofo, come piu diffufamentc hab- biamo detto nelle nottre epittole , non ho ragione alcuna, che m induca à credere , che delle radici deli' Helenio fette facci udendo. Ma piu pretto crederò io che l'Autore di quel libro ( non effendo di G aleno ) trafcriuejfc quelle parole da qualche autore douc fcorrcttamcntefi legge f e ìkìviov ahi ts , & tanto piu mi riduco a creder che coft fia , perfaper io che in Spagna fifa uno onguento delle radici delfhelleboro bianco , da onger le flette , tanto uelenofo , che 'mefcolandofì col fanguc nelle ferite ammala in breue tempo gl' animali , & parimente gl’huomini . ne fi pojfono fonare i feriti con altro antidoto ueruno,che con dar lor magiare le mele cotogne, o il lor fucchio ci bere.Impero che quetto folo antidoto mar auiglio fornente gli libera . Chiamano l’Ernia i Greci E*Xg vm : i Latini Inula egli Spagnoli de alla: 1 0 i Tedefchi Mant : i Francefì M ulne e . Dell’olio Omphacino . Cap. XXVIII. LO olio , che fi calia dalle oliue immature , il quale chiamano omphacino, cioè acerbo , è otti- moperl'ufodelàni. & di quello quello è il migliore , che è nuouo , odorato, &nonmorda- ce . Quello è utile perle compoiitioni de gli unguenti , & è fimo allo ftomacho , per effere egli co- ftrettiuo. Rìftrignelegengiue, & tenutolo in bocca , fermai denti: prohibifee il fudore . quello è piu atto, & piu utile ne medicamenti, cheèpiuuecchio, & piu graflo. Ogni olio «immune- mente fcalda , mollifica il uentre , preferua il corpo dal freddo, & fallo piu pronto nelle fue attioni. 10 Spegne la mordacità delle medicine ulceratiue, quando fi mefcola con eife. Dadi contra i ueleni mortiferi , beucndolo , & uomitandolo (pedo . Purga il uentre , beuuto al pefo duna hemina con altrettanto fucco di ptifana, ouero con acqua . Toltone caldo tre fedarij di quello, che ui fia cot- to dentro ruta, gioua à i dolori del corpo . caccia i uermini , & fàflène crifteri per li dolori de fian- chi . Il uecchio è piu caldo , & piu ualentemente rifolue . ungendofene , chiarifica gli occhi . Man- candone del uecchio , per farlo imitare l'antico , fi cuoce in un ualò per infin che diuenta Ipeffo come mele : imperoche coli ritiene tutte le forze del uecchio . Quello , che fi fa delle oliue fana- tiche , maggiormente codrigne , & nell’ufo de làni tiene il lècondo luogo . Adoperali ne dolori del capo in uece dei rofado : prohibifee il fudore , & il calcare de i capelli : mondifica la farfarella , l’ulcere del capo, che humigano, la rogna, & la fcabbia. Diuentano tardi canuti coloro, che 1° giornalmente fe n'ungono il capo. Falli l’olio bianco in quetìo modo. Togli di quello, cheperlè dello piu biancheggia , ma non però piu uecchio d’un anno , alla mifura di cento hemine , & met- tilo in un uafo di terra, che fia ben largo di bocca , & pofeia portalo alleile, & con un altro uafo concauo , ogni giorno nel rnezo di mefchialo , & lalcialo calcare da alto tanto , che per lungo ca- dere tàccia la Ipuma: & doppo lottauo giorno mettiui dentro cinquanta dramme difiengreco netto , che fia prima dato in mollo in acqua calda , con tutta quella humidità, che egli fe ne porta feco: & pofeia aggiugnili ugual pefo di teda dì pezzo, ben graffa, tagliata in hadelle : &palfàti altri otto giorni, torna nel medelimo modo à dimenarlo. Come farà ben bianco, riponlo in un uafo nuouo , prima bene abbombato di uin uecchio, meifoui però in fondo undici dramme di me- lilo», di cui lì fanno le ghirlande , in dilciolti manipoli, con altrettanto pelo d'iride : &fecofi io non diuentarà ben bianco, ritornili al Sole, & facciali il medelimo, fin che biancheggi àbaftan- za . Il modo di far quello , che fi chiama Sicionio , è coli . Mettefi un congio d’olio bianco , carna- to da oliue non mature , in un uafo di rame, dagnato di dentro, che fia largo di bocca, infieme con mezo congio d’acqua , &ponfiàcuocereàlentofuoco, agitandolo leggiermente: &leuato che egli habbia due bollori , fi leua dal fuoco : & come è freddo , con un uafo concauo fi cima dall’ acqua , & falli ribollire in altrettanta acqua nel modo predetto, & riponi! . Falli coli l’olio in Sicio- nia, donde ha tratto il nome di Sicionio . Hauirtù di fcaldare fino à un certo modo . Gioua alla febbre , & à i difetti de i nerui . Vfimlo le donne per farli bella la faccia . Le rafure dell'olio , che li cauano de i bagni , fcaldano , mollificano, & rifoluono, &fallènc linimenti alle pofteme, & fetole del federe . Ma quelle rafure , che per la poluere contratta nella paleftra diuentano limili al fan- S° go, applicate giouano ài nodi delle giunture. Mettonliàmodo d’impiaftro, & di fomento in fu le (cianche . Quello untume fangofo , che nelle muraglie de luoghi della paleftra , & intorno alle ftatuefi troua attaccato , Icalda, rifolue le pofteme, che fono malageuoli da maturare, & gioua alle ulcere uecchie, Scdifquamate. SO i. e V a s i ttpprejfo àgli antichi tifare non poco artificio nel comporre diuerfe maniere d’olij ,comebenene di- moflra il preferite capitolo dì Diofcoride . il che al tempo d'hoggidi appréjfo à noi ( come che in Grecia forfè ne fia rimafio qualche ufo ) non fi cojhtma di fare . Verciochc commmemente nell’ufo nostro cotidiano adoperiamo noi quel- lo, che fi caua dalle ben mature oliue: come che molti per batterlo & piu dolce , & piu alla finità conferente , fe lo facciano cauare dalle oliue immature , colte nel tempo, che già fatte ben gialle , cominciano leggiermente à rajfoggia- 5o re, Manoncmarauiglia , fe gli antichi cercauano di farlo bianco , &d' adattarlo in diuerfi modi. Imperoche oltre al frequentarlo ne cibi cotidiani , fu à loro in grande ufo per ungerfene JjteJfo tutto il corpo, per eJTerepiu agili, piu pron- ti, & piu {fediti della perfona . Et imperò , per lattarfipoijjtejfoda quello untume , tifarono molto di frequentare i ba- gni: Opinione dell’ Autore del li- bro della The- riacaà Pilone. Veleno d’auue- leuare lefaette. Antidoto. Nomi. Olioj&fuaef- iamin. V fnaze antiche 8 2 Difcorfi del Mattinoli ani ■ ne i quali fi facevano raftiare tutta laperfona da iferuì loro con certe ftregghie accomodate molto à talferuìgìo : %r queste chi le hqueua d'oro , & chi d’argento , chi di ferro , chi d'ebano , & chi di qualche rara f tetra , fecondo k nobiltà ,& la ricche aa delle ferfbne . Et eop facendof con quefte ne , bagni calidi raSìiare per tutto il corpo , cafca- nano nell'acqua quelle rafure del( olio , co'l quale s' erano untidaprima: & quefte erano quelle rajhature, deltequali pel prefinte capitolo fa mentirne Diofioride , Fu anchora oltre à quefto in grandifiimo uf > l’olio appreffo àgli antichi per ungere gli athieti, che ne theatri della palestra giocavano ignudi alle bracete, il che non filamento, faceuanoper effere piu agili, & fediti delle membra ; ma perchepiu malageuolmente fi potejfero l'mt altro attaccare alle prefe pergittarfi à terra . Et perche quim col calpeftio de i piedi fi faccua affai polvere , per effer cefi unti di olio, fi glieli ap- piccanti adoffo gran quantità .oltre à quella , cheneltrauolgerfi con tutta laperfonaleuauano diterra . Delinquale facendo fi pofcia Slregghiare nel bagna, tutte quelle rafure politerofi fi conuertiuano in feccia, finale al fango. Ma perche nell abbracciar fi d' infiniti athieti unti coptamente nell olio , & nell accofiarfì aUe muraglie , & alle fiatile, per tutto lafciauano l’untume , il quale poi dallapoluerefi faceva fangofo .-però Diofioride nello fcaldare effer filmile à quel de bagni nel pie finte capitolo ne deferì ffe . folio beato caldo con altretanta Malvagia , oueramente fattone alfieri , mitiga non pò coi dolori colici , di fianco,& direni . Fece dell olio meutione Galeno alvi, delle facilità de fcmplki, co- Galcno! t0 * fi dicendo , fin al fiail temperamento dell’olio , che fi fa communemente dalle oline , ampiamente fu detto difopra negli altri libri, dono dimostrammo effere egli hurnido , & moderatamente calido. Cofi adunque e quello , eh c dolcificalo , & che fi fa di quelle olìue , che i Greci chiamano drypetes, non drupe. Ma quello, che chiamano omphacino , ha tan- to va fi di (rigidità , quanto nifi gliritroua del cofirettiuo . il vecchio , che fifa deidolce, c piu caldo , & piupotcrte per evaporare. Ma quello, che fifa dell omphacino, mentre che riferba in fi qualche refiduo di cofirettiuo , rimane di facilità mìfie: ma come lo perde , diventa fintile alt altro . In oltre coloro , che nelpreparare l'olio ui mettono itami, 2 0 lo fanno uer aniente fintile all omphacino . Ter il che non è da dimandare , come eglifia fatto , ma fit dee piu toSlo gusta- re: &fe uì fi finte fapore cofirettiuo alcuno , fi dee giudi care parimente frigido , come è quello , che fi ci porta d'Hibe- ria, & fi-chiama Spagnuolo , ilqmlenonritrouandofialguflo cofirettiuo , ma del tutto dolce , è da Stimare effere al- quanto caldo. In oltre fi fi ritrova effer fiottile ( cofi è quello che è puro , & trafparente aUa uifia) & che untone la pelle, copiof amente nifi ritroui uguale , & che prestamente fi ne penetri dentro, è da Stimare , che fia ottimo, & ic gli altri migliore , comeèilSabmo . Che l’olio lavato fia manco di tutti gli altri mordace , l'habbiamo ampiamente di- mofirato difopra. Mainchemodofi debbaeglibeniffimolauare , l’infignaremo nel feguente trattato , chefaràdelle compofitioni de i medicamenti ; doue & del Sicionio , & d’ogni altro filmile olio fi tratterà la dottrina . Terciocbebm Olio di oline 3 l’ intentionmia di trattare de i fimplici , & però dirò anchora d’altre ffetie di olio . Quello , che fi fa d’oliuefalua- faluwiche. fiche, non è compofio di femplice temperamento: percioche afterge egli , & ristagna: QueSlo è di tutti gli altri piu 3° afro, & meno l'iflriano , & dopo queSìq lo Spaglinolo . Graffijfimo è quello di Libia , & di Cilicia . Sottile, pari- mente grafo è il Sabino , & mediocre tratutti quefii , di cui s è detto , è quello, che nafee nelle Cicladìifvle in Grecia, & inMfia. Il graffo fi giudica dallauifcofità fua , & il fiottile per la tr affamila , &per la preHapene trattone, quando fimngeilcorpo . Toffonfi adunque per le ragioni predette conofeere le qualità di tutti gli olfi , i quali equivocando chiamano unguenti , come il rofaio , de pomi cotogni , de gigli, & d'ogni altra (petto di fiori, (rutti, germini, & fion- di . Di quefii adunque diventa unguento ciafcuno , che fi prepari con cofe aromatiche . & cofi varia ogni altro olio il fuo temperamento , fecondo le qualità di quelle cofi, cheuis infondono . Chiamano i Greci l’olio E'kmov: i Latini N°«i. oleum : gli Mrabi Cait , onero gait : i T edefihi Qel : gli Spagnoli Arfyte . Dell’Eleomele. Cap. XXIX. 4’ NElle Paimire di Soria da un certo tronco [d’albero diftilla un olio piu graffo del mele , al gufto dolce , il quale chiamano Eleomele . Beuutone il pefo d’un feftario con una hemina d'acqua, purga la cholera , & altri crudi humori : ma'coloro, che lo beuono, diuentano quafì ftupi- di, & come tramortiti. Il che non è da temere, Vegliandoli, & non lafciandoli dormire, accio- che non diuentino lethargici , ò fubetici . Fallì parimente della graflézza de rami di quefto albero olio . del quale quello' è eccellente, che è uecchio, graffo , denfo , & non turbido . Ha uirtù di fcal- dare. ungefipriuatamente per chiarificare gli impedimenti de gli occhi: conferire alla fcabbia, gt ài dolori de nerui. 5° Eleomele, &fua T -EceOmele non fi porta ànoì , anchora che piu merci fi portino di Soria: ne mancoho mai ritrovato alcuno, eflarn. I , che l’habbia veduto in Italia . Hermolao Barbare , huomo veramente dotto , Sìa in dubbio , fe l’ Eleomele fia , 0 d'Hemiolfo1^ non fia la Manna ; fondandofipiu nel lignificato del vocabolo , che nella proprietà, & nell’ effendi della cofa. M' perochc tiene egli quafi come per certo , anchora che del tutto non l’effrima , che 1 Eleomele, fr Iteramele , quale non uuol dire altro, che mele dell’aria , fieno ma cofamedefima . Ter il che non mipoffo ,fe non marauigliare , che nonha- uejfeforrpt di cavare di dubbio un tanto huomo la frittura di Tlinio fuofamigliariffmo.gfi quella di Diofioride: i quali di comincine (intenda affermano , che 1 Eleomele è un’olio , che diftilla da un tronco d’un albero nelle Talmire di Soria , fu non che fia ne liquore , ne mele , che cafihi dal cielo , ò dall’aria . Et tanto piu , che nel proceffo del capitolo affer- ma Diofioride , che oltre a quello , che per fefteffo difilla dall'albero, fe ne fa artificialmente della graffetta de fuoi ra- mi, quando fi pestano, & pofcia fi fremono al torchio . Bettolio 8 5 Nel primo lib. di Diofcoride. Dell’olio Ricino, oueroCicino. Cap. XXX. LO olio Ricino ii fa in quello modo . Togliefi la quantità de i ricini ben maturi , che lì uuole , & dirteli pofciaàfeccare al fole, nel modo che li diftendono l'altre cofe in fu le grati, tanto ui fi lafciano Ilare , che la corteccia , che gli uelte , fi rompe, & gli cafca da dolTo . Pigliali poi la carne loro , & meflà in un mortaio , diligentemente lì pella , & mettelì pofcia in un ualb di me- tallo (lagnato inlìeme con acqua à bollire al fuoco, & come fiuede, clje egli habbiarefo tutto il fuohumore, leuato il uafo dal fuoco, fi ricoglie tutto l'olio, che nuota di ìòpra, con un nicchio o di^on^ola. MainEgitto, doue piu abondantemente s'ulà , fi fa altrimenti . Imperoche manda- nti ricini ben mondi alla macina , & come fono ben macinati , nielligli in certe (porte, ne (premo no l'olio per il torcolo . Sono maturi i ricini , quando facilmente efcono fuori del loro gufcio . E’ buono l'olio Ricino all'ulcere del capo, che humigano, alleoppilationi, & prefocationi della madrice allarogna, alle polleme calde del federe, & leuauia le difformi cicatrici, &idolqri dell’orecchie. MelTo ne gli impiallri, gli fa piu efficaci: & beuuto purga l'acqua, & iuermini del uentre. CHI amasi l’olio Ricino, onero Citino communcmente olio di Cherua ; anchora che poco fa in ufo nelle ffe- OlioRicino, tiorie . Impcrochc il feme , che chietina Diofcoride ricino , non è altro , che la Cherua , onero la Cataputia mag- & eiìim. io giore de gli Mrabi , laquale chiama Strapiene anchoraTcntadattilio , come piu ampiamente nel quarto libro fi dirà , quando neiproprio capitolo , fi parlerà di tutta la pianta . Ma non preterirò però di dire , che Ricino non umidire al- tro ueramente , che quelle pecche groffe , che attaccate adojfoà porci, à cani, àcapre, & àdiuerftaltrianimaliftri- trouano ,liuiie ,& piene di [angue. Et perche queHo feme inognifuapartefiraffemhraàquelfordido animaletto , è - stato chiamato anch'egli Ricino , tirando il nome dalla molta fcmbianrpt , che ha con quello . Di queflo olio fcriffe Me- fite nel trattato , eli ei fa de gli olii .chiamandolo olio di cherua: & oltre alle uirtù ajfegnategli da Diofcoride , dìffe , che molto fi conmene alle uentofità groffe, & che per queftogiouaà dolori diflomaco, di fianchi ,&frmilmente colici , ' unto , he unto , & itteffo ne i criteri . Dell’olio delle Mandorle . Cap. XXXI. LO olio delle Mandorle , il quale alcuni chiamano metopio , fi fa in quefto modo . Togli la quarta parte d’un moggio di mandorle amare , ben monde , & ben fecche , & con uno peftel- lo di legno leggiermente peftale in un mortaio, finche uadano in pafta , &gittalorfopra due hemine d’acqua calda . Lafciale poi per meza bora in infufione , & ritornale à pefiare piu for- temente ,& pofcia fpremilc in un uafo , leuandoconun nicchio quello, che s’appicca alle dita. Aggiugnipoi di nuouo alle mandorle fpremute una hemina d’acqua, & come faranno bene ab- bondatela una altra uolta il medefimo. Ogni moggio di mandorle rende una hemina dolio. Vale à i dolori, prefocationi, conuerfioni, & infiammagioni della madrice. Gioua alla doglia del- la tetta, &àidolori, Tuoni, & Tuttofi delle orecchie . Vale à i .difetti delle reni, alle pietre , che q.o ui fi generano, al ritenimentó dell’orma , alla ftrettura del fiato, &: à i difetti di milza . Toglie, mefehiato con mele , radice di giglio , & cera di Cipro , ouero cerotto rofado, le macchie, le Timi- dezze , & le crefpe della faccia . Fortifica la uifta , & mondifica , applicato con uino , la farfarella , &le ulcere del capo , che humigano . Essendo il dolce il nero ricompenfo dell’ amaro , mi parrebbe ueramente commettere non poco errore , fe non Oii0 di mador aggiungevi l'olio delle mandorle dolci (bauendofelo taciuto Diofcoride) a quello delle amare, & fe non infegnajjì le dolci. ■ il nero modo di farlo : & majfmamente fapendo effer queflo a i no fri tempi in grande ufo di tutti i medici , & che po- chi Jpetiali fi ritr oliano , che lo facciano realmente , & fecondo il douere . Faffi adunque fecondo Mefue cofì . T ogliefi delle migliori , &piu dolci mandorle la quantità , che f uuole , ben monde da tutte due lefcor^e , Speflanf ; lafcian- 5° dof pofcia per cinque bore in luogo ben caldo. F^ipefanfì dipoi alquanto , & por tanfi al torchio , & c auaf enei) olio. Cuoce fi anchora lapafa loro in uafo uetriato , ouero di flagno nel bagno , che chiamano di Maria , per alquanto {patio ' di tempo, & pofcia cofi calda fi porta fòtto al torchiello , & cauafene l'olio piu abondantemente . Tritanfì anchora le mandorle ben monde , & mettonfi ne i faccbetti , inuolti in piu doppi di panni ,fotto l'arena , onero cenere calda : & come fon ben calde , fe ne {preme fuori l'olio . Ma i noflri Jpetiali fen\a mondare altrimenti le mandorle y pigliando ogni rottume delle communi, le quali fempre fon me folate con qualcuna delle amare, dopo che le hanpefe affai groffa- ■ mente , le mettono in un uafo di rame fopra al fuoco , & le fcaldano di tal forte , che quafì l’ arrofifeono , & fe non fuffe, che pur le sbruffano con un poco d'acqua , del tutto sabbruflolarebbero : & cofì pofcia le portano fotto al tor- chiello à cauar l’olio , il quale il piu delle mite puy$a tanto d’abbrufolato , che offende con non poca naufea ilguHo & l’odorato ; non accorgendof , che per rijparmiar fatica , peruertifeono tutta lafua uirtù lenitiua , spettorale . Impe- lo roche peflando le mandorle fenga mondare , mene à prender e l'olio nell' abbruflolarfì le mandorle la natura del gufcio , il quale è flittico ,fecco , ajpro, & fcabrofo . Il che parimente gli accrefce , quello arroflirele mandorle nello fcaldare . -di che hauendobauutoauertenga ilperitiffmo Mefue,uolfe, che àfare l’olio buono de He mandorle dolci , ch'elle fuffero ben ) Virtù dell'olio di mandorle. OlioBalanino, & Tua eliaca* Olio diSifamo Olio di Noci. Olio di Hio- fciamo , & Tua uirtù . 84 Difeorfi del Matthioli ben monde ,&che pofeia fifcMaJfero con m certo caldo forme , lento , &piaceuole , come in diuerft modi qui iif„. fra s'i ferino . Ha quefio olio , quando fifa diligentemente, uirtù molto lenitim . & imperò, beuutoneilpefodì quat- tro oncie, lenifce ileorpo àicejlipati , (affretta deUagola, del polmone, & di tutte le parti efterìori,& bumetta tutte le darete, & liceità delle membra , & delle giunture : & imperò conferifce molto à gli hettìci . Ingrajfa , & moltiplica ilfcme : & applicato gioita à i dolori della madrice, & della uefeiga, meffoui confmnga . Quello delle man- dorle amare è in tutte le fue operatìoni molto piuefficace del dolce . Et imperò perprouocare le pietre delle reni, peno, uia i dolori delle membra interiori caufati da uentofltàgrafia, è neramente piu ualorofo . -Apre oltre à ciò le oppilatit - Ut, & caccia beuta i uemini f^l corpo . Dell’olio Balanino. Cap. XXXII. ** FA s s 1 l’olio Balanino nel medefimo modo , che quello delle mandorle . Leua quello le mac- chie del uifo , le lentigini, iquofi & le cicatrici nere. Solueiluentre. nuoce alloflomaco. Diftillafi utilmente infieme con gradò d’oca nell’orecchie per li dolori , per il Tuono , & per lifuf- foli di quelle . Fannofi nel medelimo modo l’olio di diamo , & quello delle noci . hanno la mede- lima uirtù , che’l balanino . L'O l 1 o Balanino , il quale fifa della Ghianda unguentaria , fi chiama apprejf 1 à i profumieri , & frettali olio di Ben , per chiamar f co fi dagli strabi il frutto , onde egli fi (preme , come ampiamente diremo nelprocejjo di queflo , al quarto libro , quando quiui nel proprio capitolo fi parlerà della Ghianda unguentaria, chiamata da i Gre - 20 ci Mirobalano . In quefio medefimo modofcrijfe Mefite l'arte di fare il fuo; dicendo ejfer quello afìerfiuo , mondijìcatiuo, & apcritiuo dell' oppilationi . Vnto nfolue le fero fole , & le pofieme dure :gioua ài difetti frigidi della mil\a, &del fegato , & conferifce allo fpafìmo , & altre malattie de tierui frigide ,& ài dolori delle giunture . Ha queHo olio que- sta proprietà , che inuecchiandofì non diuentauieto , ne rancido. & imperò i profumieri per incorporare le mijlure, che per profumare guanti , & altre cofe , di mufehio , ambra , Tubetto , & altri foaui odori , compongono infieme , non adoperano altro olio che quefio. Onde non è mar auiglia , fc il frutto , da cuifi caua queflo olio , fujfe da gli antichi chiamato Gianda unguentaria . Ritenga che fiolo il fuo liquore fìa il piu atto , & il piu frequentato nelle misure degli unguenti pretto fi , & odoriferi . Scrìffe medefimamente Mefite , che quello del Sifamo fi facea nel medefimo modo , che quello delle ptandórle, mondandolo prima, & pofeia peflandolo , & [premendolo con quel medefimo artificio . Et fecondo che egli afferma, ingrajfa il corpo , moltiplica il feme , lenifce l’afpre^e , & majfime della gola , rifchiaraU p noce , & mollifica le pofieme dure . Entra pofeia l’olio del Sifamo in molte compofìtioni d'olij , che fono in ufo nelle fre- tiarie . Quello delle TSfoci non ritrouo , che fia in ufi > nella medicina : ma ben f 1 che in Lombardia per la careflia , che hanno di quello delle oline , lo bruf ciano vitalmente nelle lucerne , come anchorafanno coloro , che attendono à frar- miare : percioche non fi confuma cofi prefio , come quello delle oline . I dipintori [limano affai piu quefio , che quello di feme di lino : perche mantiene meglio i colori nella natiua uìuacità loro . Dell’olio del Hiofciamo , del grano Gnidio, del Cartamo, del Teme delRaphano, delMelanthio, & di quello della Senape. Cap. XXXIII. 4„ LO olio del Hiofciamo fi fa cofi . Prendefi il feme Cecco nuouo , & bianco , & peftafi , & ab- bombafi d'acqua calda , come dicemmo nellolio delle mandorle . Portali pofeia al fole , & le parti fue, che di (òpra fi feccano , fi rincorporano continuamente nella malfa . Falfi cofi infino à tanto che diuenta nero , & comincia à puzzare . Spremei! pofeia, & colato , fi ripone . Conferifce ài dolori delle orecchie, &mettefineipelfoli, oue fia bifogno di mollificare . Falfi Umilmente l’olio del grano Gnidio mondalo . Beuuto, purga ileorpo. Nel medelimo modo fi caua quello, che fi chiama Cnicino,il quale ha la medefima uirtù di quello , che fi fa del grano Gnidio , benché manco fia efficace. Quella medefima regola fi tiene anchorain far quello del feme delRaphano: conueneuoleà coloro, che perlunga malattia diuentanopidocchioli. Leua l’alprezza della pelle 50 della faccia, &ulànlo quelli d'Egitto per condimento delle uiuande loro . Il Melanthino tanto naie, quanto il raphanino , & fallì nel modo medefimo . Quello della Senape fi fa cofi. Tritali il fe- me , & abbombalì d acqua calda,& aggiuntoui dell'olio , fi Ipreme, & uale, ungendofene,alle do- glie uecchie, & tira à fe gli humori già ragunati in qualunque parte del corpo . I ’olw dellufquiamo ( imf eruche cofi fi chiama il Hiofciamo nelle fietiarìe ) anchora che apprejfo à poche perfine t—efia in ufo ; nondimeno per Iettare ogni dolore , oue gli altri rimedii non gioitane , è folenniffimo rimedio in qual fi uoglia parte del corpo : & maffimamente nelle calde pofieme de 1 membri genitali , tanto de imafehi, quanto delle fi- mine . V ale affai ne i dolori acutifiimi delle orecchie , defiillatoui dentro con cafìoreo , ò con tuffar ano . Trokibifce U gonorrkeaimgendofene le reni , & i terricoli : & imeflrui rofsi ,& bianchi delle donne , meffo nella madrice con pefi 60 foli ,& untone il filo della fchena . Vale efficacemente à i dolori , & infiammagioni delle mammelle . & tenuto in bocca tepido a i dolori de denti: & probibifee piu , che ogni altra coffa ,ilrinafcere de i peli ,mefchiato però con dìuerfi altri femplicii Ne 1 primo lib. di Diofcoride. 8^ femplici , di modo che ungendo i luoghi , onde fi fono canati ipeli , fficffe uolte non gli lafcia rinafcere per tutto uno an- no intero . Ma io nel fare il mio tengo uno altro ordine affai differente da quello di Diofcoride iriquefio modo . Trendi buona quantità di feme di hiofciamo nuouo , &peftalo molto bene , & mettilo in un uafo di ttagno , ò di uetro , chef a alquanto abbombato con acqua uite3 &pofcia metti il uafo in bagno d’acqua calda un giorno , & una notte : canaio pofcia fuori, & cofi caldo mettilo fotto al torchio in un picchetto , & cauane fuori l’olio . Quello , che fifa del grano Gnidio , ilquale chiamano i uillanipepe montano, fi effe uolte adoperato da loro per purgar fi, come cofauer amente con- veniente ài loro stomachi , non s' ufi , per ejfer co fa molto uiolenta nelfuo operare . Vfano i uillani per purgarft il fe- me ,fen\a configlio de medici , onde interuien loro fieffo la morte . Ma il Cnicino , chef caua del feme del Cartamo, fe- condo che recita Mefite , beuuto uale all’hidropifìe , alle oppilationi ,& ài dolori tanto Homachali , quanto colici gè- 0 neratidauentofità. Gioua mar auigliofiamenie àgli tiretti di petto, & à fichiarire la uoce. Solue beuuto la flemma tanto per uomto , quanto per la uia del corpo . Qttello , che fi fa del feme del Rgpbano , & parimente del Melanthio , noms’ufano ,ne manco s'ufa quello della Senape, anchora che piu uolte l’habbia fatto io , quantunque non fen\a lagri- me , tanta è laacutei&a del fumo , che lafcia nello j fremerlo . jlccompagnafi alle uolte con olio di piflacchi , & unge- fene i teflicoli à coloro , che fono deboli al coito i Deirolio di Mirto . Cap. X X X 1 1 1 1 . IL modo di fare l’olio del Mirto è co fi . Toglionfi le piu tenere foglie del mirto nero faluatico, ouero del domeftico , & peftanlì , & cauafene il fuoco : col quale il mefehia il pari pefo dolio o omphacino . & falli cuocere inlìeme à fuoco di carbone , ricogliendo poi l’olio , che nuota di fo~ pra . Falli anchorapiu facilmente in quello modo . Cuoconlì in olio , & acqua ben pelle le foglie piu tenere del mirto , & ricoglielì pofcia l’olio , che nuota . Alcuni priuatamente lo fanno al fole5 .mettendo le foglie del mirto à macerarli nell’olio : & fono anchora degli altri , che prima danno , corpo all'olio con gufei di melagrani , ciprelfo , cipero , & fquinantho . Il piu efficace è quello, che amareggia al gulto , che è oliofo,& grallò di liquore , uerde , & trafparente , & che rifpira di mir- to . Coltrigne l’olio mirtino , & indura : & imperò lì mefehia con le medicine , che cicatrizano . Vale all ulcere del capo , che humigano , alle cotture del fuoco , & alle bolle , che uengono per la perfona . E' buono alle fracalfature delle membra , alla farfarella del capo , alle felfure , & pofte- me del federe , &allegionture Imolfe . Prohibifce il fudore , Se gioua a tutte quelle cofe , che han~ , o no bifogno d’eifere ftrette , Se condenfate . COstvmasi di fare l'olio Mirtino , quafl in tutte le feti arie della Italia , non con le foglie tenere del mirto, fecondo la dottrina di D iofeoride ; ma con i frutti , non offeruando il debito modo . Imperoche pelando le bac- che del mirto , l’infondono pofcia in olio , & nino nero facendolo bollire , perifiedirfi piu prefio , in un uafo di rame à fuoco di carboni , infino à tanto che del tutto fi confimi il uino , leuanlo pofcia dal fuoco , & colanlo , & ferbanlo , non . hauendo auer tenga , che Mcfue , & ancho Giouanni da Santo Amando , da i quali gli feriali han canato i loro Lumi- nari > uogliono , & .comandano , chef faccia nel bagno dì Maria ,.& con olio omphacino , & non col commune , chef fa delle oline mature , come fu anchora l'intentione di Diofcoride . Il che quanto importi à farlo uirtuof > , & efficace, me ne rimetto alfanogiudicio di coloro , che bene intendono quanto fta differente loper ariane del bagno, da quella dei ,0 carboni , il quale per la troppa molenda bruciando ,fa ef baiare ogni uirtu . Ma perche per uniuerfiile beneficio degli huomini ( come fino dalprincipio promefi di fare ) non uoglio mancare di far conofceregli errori , che giornalmente fi commettono ; però dico , che tutti gli olij , che s adoperano nelle feriarie ( eccetto quelli , che da gomme , ò d'altri ma- terialifi emano per lambito ) fi donerebbero fare in uafi dì uetro ,ò almanco di fi agno -, nel bagno di Maria , lafcian - doueli dentro almanco lo fario di tre giorni per uolta , anchora che fiandouipiu , non lor potrebbe fe non giouare . Ol tre à qucflo per fargli piu uirtuvfi , doucrebbonfì dopo i tre giorni , fremere i materiali loro , aggiungendouene poi de gli altri fiefehi , & tornandoli pofcia al medefmo bagno per ripari fario di tempo . & cofi fare tante uolte , che fuffe- . ro a [fai uirtuofi . Ma la troppa cupidità di uolere abbracciare ogni co fa, , & il uoler fare piu di quello che fi può , & * che fi doterebbe , per guadagnare affai , & empire. la caffa della bottega , non lafcia trottare , ne difenfare il tempo de- bit od' operare realmente nei medicamentià quelli feriali , che piu alle borfe loro., che alla ulta de poucrri ammalati > o fono del continouo uigìlanti , & intenti . Intendcndofi però , ch'io non parlo ,fe non di quelli , che cofi fanno . I buoni adunque per feuerino nella bontà loro , & habbiano per bene le mìe ammonitioni , & i catturi s’emendino de loro errori. Ter il che àfare un òlio Mirtino , che fia ben pieno di uìrtù di mirto ,ft fa cofi . T ogliefi di fondi & flutti del mir- to fi-efebi una libra , di uino nero fiittico due libre , d’olio omphacino libre cinque : &ponfi ogni cofa in un uafo dì uc- tro , ouero di fiagno ben ferrato à bollire lentamente al bagno di Maria per tre giorni , <& pofcia cauafi , & fremefi per ■ torchio , & ritornauifi di nuouo altrettanti flutti benpefti , ritornando ógni cofa , come prima , al predetto bagno , per altrettanto fatio di tempo : & cofifaffi fino alla terrea uolta . Ma l'ultima uolta un dì auanti , che fi caui fuori, fi lafcia la bocca del uafo aperta > accioche l’humidìtà del uinofe ne uapori,& refi l’olio folo nel uafo . TS(e però fi feufino quel- li fetiali,che lo fanno bollire al fuoco de carboni,con dire, che cofi faceua bollire il fuo Diofcoride . perche al tempo di Diofcoride non era la medicina cofi conetta & illufìrata, come fi uede effere à tempi noHri . Et è dapenfare,che fe far - $ o te del bagno gli fuffe fiata nota,che non fe l’baurebbe cofi facilmente taciuto , come non fe la tacquero Mefite , & de- gli altri affai , liquali hanno con maggior & piupefiata diligenza ordinata & coltiuata tutta la medicina . Olio di grano Gnidio. Olio cnicino. Olio di Teme
  • & che l’olio fia ben feparato dal lucco delle rofe . Imperoche ogni minima parte , che ue ne rimanga , corrompe tutto l'unguento . Alcuni altri prendono le fole rofe, leuatone quel poco di bianco delTeftremità inferiore, alpefodifeioncie, Stlefommergono in un feftario d o- lio, & pongonlealSole, & lalciatole coli otto giorni , reiterano l’infufione tre uolte, fino allo (pa- tio di quaranta dì , & poi lo ripongono . Sono altri anchora , che danno prima corpo all'olio con calamo odorato, & con a(palatho,& altri uimefchianoanchufa per dargli colore, &fale,accio- che non fi corrompa. Hauirtùd’infrigidare, & di coftrignerc: è utile nelle fomentationi , &ne gli empiaftri . Beuuto , folue il corpo , & fpegne gli ardori dello ftomaco . Riempie le ulcere pro- 3 fonde, & mitiga le malefiche, &malageuolidalaldare. Vngonfenel' ulcere del capo, che humi- gano, & le calde puftole di quello. Applicali utilmente à dolori di tefta nel principio del male. Tenuto in bocca , & lauandofene gioita al dolore de i denti . E" efficace , ungendofene, alle durez- ze delle palpebre . Falfene crifteri per l’ulcere delle interiori, & per lo prurito della madrice . Chiama Diofcoride Oiij tutti quelli , che ferreo, aggiugnerli altro olio , fi cattano ò da frutti d’alberi , ò dafe- mi , ò da ragià & liquori , ebe difiiUano da gli alberi : & ckiamapofcia unguenti tutti gli altri , che fono compo- fi d'olio , & d'altri materiali , come qui nel pofado > & negli altri , che figuitano , manifeft amente ft comprende . Et però quelli fono chiamati olii , i quali fono femplìcemente fatti : tir unguenti tutti quelli, nelle cuicompoftioni entrano uarq & diuerft medicamenti ; tutto che quefli fuoi unguenti non f ano altro , che olq . Et imperò trattando dell'olio Ca- co letto alvi .delle f acuità de femplicì , cofi diceua . Debbonfìper le ragioni già dette conofcerc l’altre Jpetie degli oli f, li quali equiuocando , chiamano alcuni unguenti, comeilrofado, quello dellemele cotogne & de igigli,& ciafcimo al- tro , che fi faccia , macerandola dentro fiori, frutti, germini , & foglie . Di quelli adunque ciafcmo , chef prepara con cofe aromatiche , fi chiama poi unguento . L’ olio ppfado , che s'ufaboggi nelle /petunie , ueramente è molto lontano da queflo di Diofcoride, &piu prefio da reputarlo anchora migliore, che altrimenti , per il molto artificio & diligenza , che concorrono nel comporlo : quantunque pochi fpetiali ( per fuggir la fatica ) lo facciano fecondo la dottrina di Me- fite, il quale ne fcriffepiu modi congrandiffìma diligenza . yfafi di fare con rofe, che non fiano del tutto aperte, quel- lo , che chiamano Bifido omphacino , parte Infoiandolo nel bagno di Maria ( come in altri di fopra è fiato detto ) et* parte al Sole . Et fono di quelli , che por farlo pia efficace , lauano prima l’olio heniffimo conacquaroft , & fatto che u hanno per piu /patio di tempo , tre otter quattro infufìoni di quelle rofe , che fimo anchora mal’ aperte , fatta l'ultima 0 ejpreffione, uaggiimgonodclfuccodiquellerofimalmaturc, & pongonlo al Sole , per piu , oda piu giorni , &pofcia lofeparano , & ripongonlo . Queflo fpegne l’infiammagioni , conforta , congrega ,jpcffifce, &probibtfce il corfo del- le materie à i luoghi del male . Beuuto , itale alla difinteria : & molto s’adopera nelle ferite del capo, perche molto con- forta &probibifce mirabilmente le infiammagioni. Et però molto in tal cafo è lodato da Galeno alficondo libro delle compofitioni de medicamenti fecondo i luoghi , oue trattò egli del dolor del capo caufato ò per ferita , ò per enfiare . Il che diffe parimente al x. libro delle f acuità de femplici , trattando del fangue di diuerfi animali . Dell’unguento Elatino. Cap. XL. Sfilasi, & pofeia fipefta la corteccia de i frutti della Palma nel tempo , che non è anchora ben fiorita, & meflà cofi in un uafo , fi gli gitta di fopra olio omphacino. Lafriafi pofeia coli (ta- re tre giorni , & melfolo poi in una fporta , fi fpreme , & riponfi in uafo netto , & ufafi . Togliefi per farlo, tanta corteccia à pefo, quanto olio omphacino . Corrilpondeconleuirtùfuealro- H 2 fado, Che differen- za faccia Dio- fco.tragli olij, & gli unguéci . Olio rofado omphacino . Olio di mele cotogne uiua-r le. 88 Difcorfi del Matthioli fedo, ma non però mollifica il corpo, I'vncvento £ latino , che fifaceua anticamente degufci de Dattoli , à tempi nojìri non è in ufo , Dell’unguento Melino, Cap. XLI. CO m p o n s i l'unguento Melino in quello modo . Toglielì un congio d’olio , & mefchiafi con dieci Cellari d'acqua, & aggiugneuifi tre onde di corteccia di palma pella, & una onda di fquinantho . Lafcianfi tutte quelle cole in infulìoneper un giorno , & pofcia fi cuocono , & co- lafi l'olio in un uafo di larga bocca , oue molla di fopra una graticola fatta di canne , ouero una Ho- j, ia rada , ui fi pongono di ìopra le mele cotogne , & coperto con unpanno, tanto ui fi lafciano , che l’olio tiri à le la uirtii loro . Inuolgono alcuni altri le mele cotogne per meglio conferuar loro l’o- dore infra certi panni per ifpatio di dieci giorni , & poi lafciandole in macera due giorni nell'olio, lo Ipremono , & ripongonlo . Haquefto'olio uirtù d’infrigidare, & di collrignere . Conlérifce all’ulcere della rogna, allefetpiginofe, alla farfarella, &allebugance. Vale applicato utilmen- te all'ulcere dellamadrice . Meflòneicrilteri, férma il fluffb dell'orina, &prohibifceilfudore. Beefi utilmente contra alle cantarelle , buprelli , & bruchi de pini . Quello piu fi loda , che piu ri- fpira l’odore delle mele cotogne . L'Olio delle Mele cotogne , che sufa nelle feti arie , fifa col frutto non ben maturo , tagliato in percuoti nel- jo l’olio omphacino , &pofo al Scie con buona quantità anchora delfuo ficco, &poi al bagno di Maria , reiteran- do le inf ufìoni , come in molti altri di fopra ampiamente sè dimoHrato . Ma quello , che era in ufo appresagli anti- chi chiamato Melino , s aromatizzava, come nel preferite capitolo fi uede , con diuerfe cofe odorate . Dell’unguento Enanthino. Cap. XLII. PR e n d e s i il fiore della Lambrufca nel tempo , che piu refpira d’odore : & come è alquanto fuanito, fi mette nell’olio omphacino, & muouefi, & mefchiafi: & lalciatolo ripofare due dì , fi (preme pofcia , & fi ripone . Ha uirtù coftrettiua , & corrìlponde nelle uirtù fue à quel delle rofe : ma non però mollifica , ne folue il corpo . L’ottimo è quello , che piu refpira odore di fiori ^ di Lambrufca . LV n g v e n t o dei fiori della Lambrufca, il quale chiamarono gli antichi Enanthino, non ricerca altra arino- tatione, per ejfcre qui chiariffimo il modo , che fi dee tenere à comporlo . Dell’unguento Telino. Cap. XLIII. TO l g o n s i cinque libre di fiengreco , una di calamo odorato , & due di cipero : & mettefi tutto inmacera in none libre dolio per fette giorni, mefehiando ogni dì tre uolte , &pofcia fi {preme, & fi ripone. Alcuni altri, in cambio del calamo , ui pongono il cardamomo , & per il cipero il xilobalfamo . Altri per auanti fpeffilcono l'olio con quelle cofe, & mettendoui poi in in- fufione il fiengreco, lo fpremono . Ha uirtù di mollificare , & di maturare le pofteme . Conuienfi particolarmente à tutte le durezze de fecreti luoghi delle donne . Applicali per di fotto alle don- ne, che Sentano àpartorire, quando mandata prima fuori l’humidità, s’afciugano i luoghi lo- ro . Gioua ail’enfiagioni del federe , & mettefi ne i crifter; , che fifanno per le forze dello fpreme- re, che uengono nelle pondora . Mondificalafarfarella, & l’ulcere del capo, chehumigano: & mefcolato con cera, uale alle cotture, Stallebugance, Leua le macchie della faccia. Mettefi nei lifei per far fplendida la faccia. Eleggefi quello , ch'è frefeo, & che non ha grande odore di fien- greco, quello chefabella mano, & che al gufto è infiememente dolce & amaro: perciocheque- ftoèrelettiffimo. 50 H.A n* n O i Luminari delle jjietiaric di mente di S{afu un’altro modo ( anchora che non fia in ufo ) di far l'olio del Fiengreco, il qual chiamano i Greci Telino : nel quale oltre al calamo odorato, & alciperò , entrano otto on- cie di elaterio . Dell’unguento del Sanfucho. Cap. XLIIII. SI prende di ferpillo , calila , abrotano , fior di fifembro , foglie di mirto , & di lànlucho ugua- le portione; ma pero in tanta quantità, quanta diferetamente fi penfi, che pollà ballare. Pe- flafi poi ogni cofa inlìeme , & infondcfigli di fopra tanto olio omphacino, quanto richiede la uir- 60 tù delle cofe, che ui s infondono . Lafcianfi coli quelle cofe quattro giorni, & pofcia fi (premo- no : & di nuouo ui fi rimette il pari pefo di cialcuna di quelle cofe frefee , & lafciateuele per altret- tanto Nel primo lib. di Diofcoride . 8? tanto di {patio 5 fi {premono: imperochecofififapiuuirtuofb. Biiognapercio eleggere quel fan- fuchoj, che nel uerde nereggia , che ben reipira d’odore , & che al gufto è mediocremente acuto . Hauirtùdifcaldare, & di difeccare : è acuto. Conuienfi alle conuerfioni , &oppilationideluo- ohi delle donne : prouoca i meftrui , le fecondine , & il parto : uale alle prefocationi della madri- ce: mitigai dolori de lombi, &deH’anguinaglie: ma piu conferire ufandofi con mele; impero- che indurifce i luoghi, per diuentare egli maggiormente coftrettiuo . Caccia, ungendotene, le laf- fitudini . Mefchiali utilmente ne medicamenti del Ipafimo , che ritira i nerui uerfo le {palle . A'ispc h O r a che una medcfima cofa fieno il SanfUcbo , & l’ Amaraco appreffo à Theopbrafto , Diofcoride , & Sanfuchmo , Tlinio ; nondimeno per batterne Galeno 3 & Taolo trattato per due diuerfi capitoli 3 & hauergli anchora affai > & diucrfamente graduati ne temperamenti loro , bannofi iter amente creduto alcuni , che altra cofa fa il Sanfucbo , & al - ro eflam/ tra co fai’ Amaraco . Ideila cui credenza gli ha fatti maggiormente cadere pofcia Diofcoride , per bàttere in quefio fuo trattato de gli unguenti , fatto in diuerfi capitoli l'unguento del Sanfucbo 3& quello defi Amaraco .il che uera- mentenon è picciolo argomento di far credere 3 che quefie due piante fujfcro differenti di uirtu , & di forma . Tercbe fe altrimenti f uff e , pare che non farebbe fiato neceffario a Diofcoride trattarne per due diuerfi capitoli , & chiamar l’uno unguento Amar acino , & l'altro Sanfuchino Ma per toruìa delle menti de gli huomini cofi fatti duhbij : è pri- ma da fapere , che l’ Amar ac o di Galeno , & di Taolo , non è f Amaraco , che Theopbrafto , Diofcoride , & Tlinio chiamarono Sanfucbo 3ma il Maro , come tengono ipiu dotti Jemplicifti de i tempi noftri . Tercioche del Maro non fa Galeno , ne manco Taolo mentionc alcuna ne i libri de fempliei . Ter il che fi crede 3 che per difetto degli fcrittori fa 0 fato corrotto il titolo del Maro in Galeno , in Amaraco , per uederf , che nel graduarlo fi confa egli affai con D iofeo- ride . Benché uogliono alcuni , che per t Amaraco habbiano intefo Taolo , & Galeno , quella pianta , che nel terreo Opinione d’ai libro chiama Diofcoride Tarthcnio ; per effer chiamata anchora da molti Amaraco . Del che pare che dia uero indi- cuai * ciò il non battere in altro luogo del Tarthenio trattato Galeno ,ne Taolo . La quale opinione non è neramente del tut- to da effer e reprobata . Oltre a queflo , quantunque nhaueffe Diofcoride trattato per due capitoli ; non ofla per que- fio t che nonpoffano effere una medefma cofa l' Amaraco , el Sanfucbo . Imperoche due cofe poffono hauerc indutto Diofcoride à cofi fare . La prima è 3 che fe ben fi riguarda alle compofìtioni dell’uno , & defi altro 3 neramente molto piti odorifero , &piupretiofo farà giudicato l Amar acino , che l Sanfuchino. Et imperò per non uolerfì egli tacere uno fi nobile unguento 3 & parendogli , che per la nobiltà fua merit affé particolare deferittione , per dimofirare diffe- renr^i di bontà , & accioche fi conofceffe II eccellente dal manco buono , uariò il nome , & non lo uolfe chiamare Sanfu- 0 chino 3 ma Amar acino . Imperoche fe ambidue fifoffero chiamati d'un nome medefìmo 3 non fi farebbe pofcia faputo difiinguere qual f offe di loro fiato piu eccellente . La feconda caufa , che induffe Diofcoride à chiamare l'uno Satifuchi- no)& l’ altro. Amar acino e } perche in Cinico , come fi legge in quefto al proprio capitolo nel terreo libro 3 il Sanfucbo fi chiama Amaraco , donde quefie unguento fi porta clettiffimo : & per effer cofi da i Ci ficeni ottimi compofitori di quello , chiamato fecondo il loro coftume Amar acino , non uolfe Diofcoride cambiargli altrimenti il nome , ma lo la - few in quel proprio 3 che egli da Cifico sbaueua riportato , Dell’olio del Bafilico . Cap. X L V . FA s s i l’olio del Bafilico , come quello del liguftro , in quefto modo . Prendi uenti libre d’ olio, & undici Se otto onde di foglie di bafilico, &lafciale un giorno. Se una notte in mace- ra , Se poi (premilo , & riponlo ; & come haurai cattato del colatoio le colè Ipremute , rinfbn- dile nella meddima quantità dolio , & ifpremile, che haurai cofi il fecondo. Non fi fa il terzo.-itn- peroche’l bafilico non lo patifee - Togli dipoi la medefima quantità di bafilico fr efco,Se ritornaue- uelo ad infondere, come dicemmo nel rolàdo,& come ui làrà flato in infufione il pari (patio di tempo , «(premilo di nuouo , & riponlo . & (è tu’! uorrai fare tre , ò quattro uolte , infondila ogni uolta del bafilico nuouo . Puoffi fare d’olio omphacino, maTaltro modo è migliore. Tanto può quefto, quanto quello del fanfucho, ma non è tanto efficace . Dell’unguento dell’Abrotano. Cap. XLVI. AF a r. e l’unguento dell’Abrotano , fi tolgono notte libre & cinque onde di quello oIìq odo rifero , che li prepara per fare il liguftrino , & infondonuifi dentro otto libre di foglie d’abro tano per fpatio d’un giorno , & duna notte , Se poi fi fpreme . Se udendoli ferbare in lungo fe ne cauano le prime foglie , Se ui fe n’infondono delle nuoue , 8e pofcia fi fpreme . Scalda , Se gioua al- le oppilationi , Se durezze della madrice . Prouoca i melimi , Se le fecondine . Dell’unguento dell’Anetho . Cap. X L V 1 1 . TO l o o n s i à far l’unguento dell’anetho otto libre & noue onde d’olio , 8e undici Se otto on eie di fiori d’anethodafeiafi tutto in macera per un giorno: fpremefi pofcia conlemani, 8e ferbalù Ma udendoti fare d’un’altra infufione , ui fi ritornano Umilmente nuoui fiori d’anetho . Mollifica, &apre i luoghi fecreti delle donne, 8e conuienfi al tremore, Seal freddo, che uiene H 5 nel C, o Difeorfi del Matthioli nel principio deUe febbri periodiche Scaldando, & ricreando dalle Iaffitudini:& giouaàidólo- ri delle gioncure. Dell’unguento de i Gigli, il qual chiamano Sufino . Cap. XLVIII, _ L fidino , il quale chiamano altri di Gigli , fi fa cofi . Tolgonfi noue libre & cinque oncie dolio, T cinque libre & tre onde di calamo odorato, & cinque oncie di mirrha. Peftanfi tutte quelle J cofe,& maceranfi in uino odorifero, &cuoconfi: & come è colato l’olio, ui s'aggiungono tre libre & meza di cardamomo petto , bene abbombato prima d'acqua piouana : & lafaatouelo den- tro à macerarli, fi fpreme. Dopo quello, tolgonfi tre libre& mezadi quello olio cofi (pelino, io col quale in una lineila aliai larga , & poco cupa s'infondono mille gigli sfogliati , & dipoi conle mani unte di mele fi mefcola , & lafciafi cofi ripofare per un giorno, & una notte , & pofcia la mat- tina fe ne fpreme l’olio in un uafo . Mafubito bifogna fepararlo dall'acqua, che Meme con lui fc ne fpreme fuori : imperoche egli non tolera di Hat mefehiato con l'acqua tanto tempo , come fa il rofado : perche fcaldandofi per fe fletto , bolle , & fi corrompe . Per il che per ben fepararlo , li muta {petto d'un uafo in un’altro unto di mele , & fpargefigli foprafale trito , & feparafi diligente, mente dal fondaccio , ch'ei fa . Oltre à quello fi ripigliano quelle cofe odorifere , ch'auanzarono della efprdfione , & tralportatole in una lineila, li gli rigetta di lopra il pari pefo del medeiimo Olio odorato ; & aggiuntoui dieci dramme dicardamomo petto , il mefcola con mano ogni cofa diligentemente, &mbreuefpatio, fi fpreme, purgando Tempre l'olio, che le ne capa. Infon- 2o donli la terza uolta le cofe medefime , & aggiuntoui cardamomo ; & file , fi mettolano con le ma- ni unte di mele, & Ipremonfi . L'ottimo è il primo: & il fecondo, il fecondo in bontà: il manco buono è il terzo. Oltre à quello piglianfi di nuouo mille gigli sfogliati, & rinfondefigli l'opra l’olio , che fu (premuto prima , facendo Tempre , come fu fatto al primo , mettendoui il cardamo- mo, & {premendolo . II che fi dee fare anchora nel fecondo, &nel terzo. Ma tanto piu figli ac- erette di uirtù , quante piu uolte fi gli infondono nuoui gigli . Finalmente quando fi conofce ede- re perfetto , fi gli aggiugne per ciafcùna compofitione fettunta due dramme di mirrila elettiffima, fettunta cinque di cardamomo , & dieci di croco . Alcuni , tolto il pari pefo di croco, et di cinna- momo ben petto, et {tacciato , il mettono con acqua in un uafo , et infondogli di fopra l’olio della prirha compofitione, et lafciatouelo Ilare alquanto, lo feparano pottia dall’acqua, etmettonlo j0' m alcuni piccioli uafi afeiutti, et impoluerati per tutto di mirrila , et di gomma , et abbonitati d’acqua, di croco, etdimele: fanno pottia il medeiimo nella feconda, et terza efprdfione. Fati- nolo alcuni femplicemente d’olio balanino, di gigli, ò di qual fi uoglia altro olio . L’ottimo è quello , che fi fa in Phenice , et in Egitto: ma quello piu fi loda, che piu refpira dell’odore de gi- gli . Scalda, mollifica, et apre le oppilationi, et le infiammagioni della madrice : et uniuerfalmen- te è utiliffimo à i difetti delle donne . E' buono ail’ulcere della tetta, che humigano, alle calide po- fteme, à i quofi della faccia, et aliti farfarella del capo . Leua i fegni delle battiture , et fpegne quel- li delle cicatrici, ritornandogli nel Tuo colore . Smagrifce : et beuuto purga la cholera per difotto : prouoca l’orina , ma nondimeno nuoce allo flomaco, et fa gran naufea . QV F. s r O , che fi fa de Gigli , quello del Bafìlico , dell’ abrotano, & dell' Mnetbo , offendo le compofitioni loro affai ben chiare , non hanno neramente bifogno d'altre particolari annotationi . Ma panni che il te fio del So- ffio Jìa in piuluoghi corrotto , non però per colpa dell'autore > ma deglifcrittori . Dell’unguento del Narciffo. Cap. XLIX. SPessiscest l’unguento del Narciffo in quello modo . Prendonfi ttttanta libre & cinque oncie d’olio lauato, & libre Tei & due oncie d affala tho . Peftafil’alpalatho, & macerali in tan- ta acqua , quanto è la terza parte di tutto l'olio , & cuocefi ogni cofa infieme . Cauafene poi 1 a- ffalatho , & ui fi metteno cinque libre , & otto oncie di calamo odorato , & infieme con un pezzo 5° di mirrha fipeftano, fiftacciano, & fi abbombano con uino uecchio odorato : &metthiatopoi ogni cofa irritane, fi cuoce: & come ha bollito aliai, fi leua dal fuoco: & come è freddo l'olio, li cola . Tolgonfi dipoi affaiffuni fiori di narciffo , & mettonfi in un uafo , & infondefegli di fopra l’olio per due giorni , come fu detto in quello , che fi fa de i gigli . Mettolafi , fpremefi , & tralpor- tafi di uafo in uafo , accioche ben fi purghi dal fondaccio ; percioche altrimenti fi guafta : Vale per mollificare le durezze , & aprire l’oppilationi de i luoghi feminili , ma caufà dolore di tetta . Tifo V A N s I alcuni tefli , che nella compofitione di quefto unguento , comandano , che l’afpalatho fi cuoca filo nella terrai parte dell’olio . Ma parrai il fentìmento deli' altro affai migliore : percioche fuperfluo farebbe flato jn~ glìare fettanta libre d’olio per far quefla compofitione,& non nolente pofeia mettere in opera altro, che la icrf i parte' al tempo diTlinio, come diffe egli efireffamente Era difmeffo l'ufo del comporre l unguento del fiore del Tsfareifjofi t il primo capitolo del decimo terreo libro della fua naturale hifloria Dell'unguento Nel primo libro di Diofcoridc . 5) 1 Dell’unguento Crocino. Cap. L. NEl fare l'unguento del Zaffarano , fi Ipdfifcc l’olio co'l pari pefo,&la pari mifura di tutte quelle cofe, che fu detto nell'unguento dei gigli :&tolgonfi di quello tre libre &meza,& otto dramme di zaffarano , & per cinque giorni fi mefehiano fpeflè uolte ogni dì infieme . Colafi pofeiaiì fello giorno tutto l'oìio'puro ,& aggiriglieli à quel medelimo zaffarano il pari pefo do- lio & mefchiafi per tredeci giorni : & aggiuntoui quaranta dramme di mirrila pella , & ben fiac- cata fi mefehia in'una pila quanto balla , & fi ripone . Sono alcuni altri , che lo fanno con l'olio, 0 che s’aromatiza d'odori per lare l'unguento liguftrino . Quello piufi loda, che rilpira maggior- mente d’odore di zaffarano , & quello piu s'ufa nella medicina . Il fecondo è quello, che piu rifpi- ra di mirrila . Ha Jlpnguento Crocino uirtù di fcaldare: prouoca il fonno, & imperò ungendone il nafoàiphrenetici,& parimente il capo,lor gioua. Matura le polteme , mondificaie ulcere. Gioua alle oppilationi , & alle durezze de i luoghi delle donne , & alle ulcere maligne di quelli , mediandolo con cera , zaffarano , midolla, e’1 doppio pefo d'olio . Matura , mollifica, inhumi- difce,& lenifica. Vngefi con acqua àgli occhi, che fi cambiano in colore glauco. Sonocorri- fpond’entià quello, l’unguento del burro, fornellino, & quello dello llirace . Imperoche fé ben fono da quello diuerfi di nome , fono però di compofitione , & di uirtù parimente uguali . 0 Dell’unguento Liguftrino. Cap. LI. SI tuKDE una parte d’olio omphacino lauato, & una parte &meza d’acqua piouana: della quale una parte s’adopera àlauar l’olio, & l'alt» à macerare gli odoramenti , che ui s’infon- dono . Tolte adunque cinque libre & meza d’afpalatho , fei & meza di calamo odorato , una libra dimir'rha,treltbre&noueoncie di cardamomo, & noue libre & cinque onde d’olio, s'infonde l’afpalatho prima ben pelìo nell’acqua, & cuocefi nell'olio, fino al primo bollore, incorporali pofciala mirrila con il calamo ben pedo con uino uecchio odorifero, & diflinguefi poiin bocco- ni , liquali fi mettono nel medelimo olio , trattone però prima l’afpalatho : & come hanno bollito, fi lcuail caldaio dal fuoco, & colafi l'olio: nel quale sincorpora il cardamomo pefto,& benab- ■o bombato del redo dell acqua, femprc mefehiando con una fpatola fenzamai ritenerli infino à tan to che ila freddo . Colafi pofeia , & prefone uenti otto libre , s’infonde con quaranta fei libre , & otto onde di fiore di ligultro , & come fono ben macerati , li fpreme l’olio per una (porta . & uo- lendofi piu ualorofo fi gli rinfonde il pari pefo di fiori , che fieno frefehi , & di nuouo fi fpreme , & puofli coli fare àbeneplacito due , & tre uolte : imperoche cofi facendo , diuenta del continuo piu uirtuofo . Eleggelì per lo migliore quello che relpirando, empie piu il nafo del fuo odore. Sono alcuni, che Raggiungono il dnna momo . Ha uirtù di fcaldare , mollificare, & aprire : & gioua à i malori de luoghi fecreti delle donne , & de nerui . Vale à i dolori del co flato, & alle rotture dell' offa per fe folo , ouero comporto concerato . Oltre à quello fi mette ne gli empiallri , che fi fanno perla fchirantia , infiammagioni dell’anguinaglie, & per il tiro , che ritirando i nerui, ritorce il ca- lo pouerfolefpalle: &mettcli nelle medicine delle latitudini. Dell’unguento Irino . Cap. HI. TO l c o n s 1 della corteccia de i frutti della palma libre fei,& otto oncie,& fottilmente pella, s'infonde in fettanta tre libre, & cinque oncie d’olio, &infieme con dieci mined’acqua, lì cuoce in un uafo di rame , fino che ben relpiri d’odore : & pofeia fi cola in un catino ben unto di mele . Fafsi l lrino primamente di quello olio ben aromatizato , mettendoui dentro l’iride mace- rata nell’olio fpelsito , come s’è detto . Maeccianchora di farlo una altra compofitione in quella maniera. Pongonfi in fettanta libre & cinque oncie dolio, cinque libre & due oncie di legno di -0 balfamo pedo , come se detto, & cuocefi: & cauatone pofeia il legno del balfamo , ui fi metto- no nouelibre, & dieci oncie di calamo odorato, benpello, infieme con un pezzo di mirrila, ab- bombatadi uino uecchio odorifero. Fatto quello fi prendono di quello olio fpefsito, & aroma- tizato quattordici libre , & mefehiafi co'l pari pefo d'iride pefta , & lafciatolo macerare due gior- ni^ due notti, fortemente fi fpreme. Ma uolendolo fare piu efficace, ui fi rinfonde ripari pefo diride due, ótre uolte, & Umilmente macerato, fi fpreme. L'ottimo è quello, che non rifpira altro odore , che quello dell'iride , come è quello , che fi fain Perga di Pamphilia , & in Elide d’A- caìa. Hal’unguentolrino uirtù difcaldare, & di mollificare: (lirpal’efcara de cauteri: purga lui- cere putride, & fordide . Vale à i difetti de i luoghi fecreti delle donne, & Umilmente alle infiam- magioni, & oppilationi loro. Prouoca il parto, & apre leuene hemorrhoìdali. Diftillafi con 60 aceto, ruta, & mandorle amare nelle orecchie per il Tuono, che ui s’ode. Vale ài catarri che di- feendono dalla tefta, & alle puzzolenti ulcere , & polipi del nafo, ungendoli le nari di quello. Beuutoalpcfod'unciatho , purga ri uentre, naie ài dolori de fianchi, & prouoca l’orina. Fa uo- H 4 mirare Auertéze nell' ungu eco Irino» Gleueino , & iiweflam, Amaracino, & Tua eflàm. Difcorfì del Matthioli mitarc coloro, che nonpoifono, ungendofc-nele dita, ò altro prouocatiuo iftrumento, &metten- dolo in nola . Gargarizafi nella fchirantia con acqua melata, & ungendomi* anchoraèbuonoall’ apprezza della canna del polmone . Dadi à chi haueflè mangiato cicuta, coriandolaria , & fonghi rnalefichi , QJZantvnq_ve il preferite capitolo, per efere molto chiaro, non hauefife piu b fogno didichiaratione , che sgabbiano hauuto i due precedenti dell’unguento del % affamo , & del ligustro ; nondimeno parrebbemihauer mancato in qualche enfi , sio non haueffi detto , che in quefla compofitione dell’mguento Irino , quando fi parla delll- ride,s’ intende ( anchora che Diofcoride fe lo taccia ) della radice ,&non del fiore , Imperocbe nelfiorefìfientepiupre- fto odore faflidiofo, & abominatole , chegrato: mailcontrariofiritrouanellaradice. Et imperò è dapenfare, che 10 douendo gli unguenti reificare odore foaue , & aggradevole all’odorato , che delle radici dell'Iride , & non de i fiori in- tenieffe Diofcoridc . E in oltre da credere , che dove fi legge in queSlo capitolo, che t ottimo Irino è quello , ckefifa in Elide d’Acaia , che taglia dire in Elide d’arcadia : ìmperoche nelle fcritture di coloro , che fono periti di geogra- fia, fi ritrom Elìde effere in Arcadia , & non in Maia . Dell’unguento Gleueino, oueroMufteo. Cap. LUI. FA s s t femplicemente l’unguento Gleueino , onero Mufteo d’olio omphacino , di fquinan- tho, calamo odorato , fpica celtica, ipatha di palma, afpalatho , meliloto , cofto , & mollo : & ìèpellifcefi il uafe , doue infieme fi mettono gli odoramenti, l'olio, e’1 uino, nella uinaccia so per trenta giorni, ogni giorno mifchiandolo due uolte. Spremetene poicia l’olio, & riponi! . Scalda , mollifica , & rifolue . Gioua al tremore , & al freddo , che precede alle febbri : & uale à i difetti de nerui, & de luoghi fecreti delle donne : & piu mollifica, che ogni altra medicina, cheli faccia per le lafsitudini . NO n' è maraniglia , che Diofcoride chiamaffe quefla compofitione d'unguento Gleueino femplice . Imperocbe fe ne ritromno d’effo altre compofitioni , affai piu di quejìo ab ondanti di [empiici odoriferi , come fi legge apprefio à Columella al l. capitolo dclxili. libro . Pero è , che anchora quella compofitione ( confiderandofi if empiici , che u entrano ) non può anch’ella fe non manifefì amente fcaldare . ’ Quantunque Tlinio al mi. capo delx\ 1 1 1 . libro dica effr e ff amente } chel Gleueino cofìrigne , & infrigidisce . Il che fa efficace argomento , chel Mufìeo , onero de- lizino unguento di Tlinio f offe di compofitione del tutto difìimile da quejìo di Diofcoridc , & da quello di Columella: 3° onero che grandemente habbia egli errato nel graduarlo ne temperamenti firn . Fecene oltre à qucHomentione al vii. capitolo del XV. libro , dicendo , che nell' unguento Gleueino fi metteua ilmoHo che con lento caldo , non come gli altri al fuoco } ma nella uinaccìafì componeua 3 mefcolando due uolte il giorno . il che non poco fi uiene a conformare con Diofcoride . Ftpexo quafi pare piu , che Tlinio habbia errato nel dire , che il Gleueino infrigidire , che altrimenti . Imperocbe , quantunque folio omphacino , con il quale fifa il Gleueino , habbia tanto del frigido ( come dice Galeno) quanto del coflrettiuo ; effondo nondimeno atto à riceneréle qmlitàde medicamenti 3 che ui s infondono , nonpuo effe- re , che meffoui dentro tanti ar ornati caldi , come fono il cip er o , il calamo odoratola fica celtica , la corteccia dei dattoli , t afpalatho , il meliloto , &ìl cofìo > non dìuenti egli calido . Tercioche per la medefima ragione , anchor l' ac- qua di natura frigidifsima , muta il fio temperamento > come teftifica Galeno , & fi uede per efpericn\a , ogniuoltà che fh le infonde y òfe le fa bollir dentro medicamenti dinatura calidi ^ perche anchor effariceue facilmente le qualità 4° degli altri medicamenti , Dell’unguento Amaracino. Cap. LI III. LO ottimo unguento Amaracino fi là in Cizico d’olio omphacino , & di quello della ghian- da unguentaria , fpeffiti prima con legno di balfamo , fquinantho , & calamo odorato: & aro- matizaticonamaraco, cotto, amomo, nardo, calila, carpobalfàmo , & mirrha. Aggiun- gono coloro , che! uogliono fare piu pretiofo , il cinnamomo, togliendo uino per bagnare i unii, & mele per impattare gli odoramenti petti . Scalda l' Amaracino , & prouoca il tonno , apre, mol- lifica, & matura :prouoca l'orina. E utile alle fittole, alle ulcere putride, &allehernieacquofe, 5° dopo l'operatione del chirurgico . Fa ipiccare l'efcara de cauteri, & uale à quelle ulcere, che per la loro malignità , chiamano i Greci theriomata . Gioua all’orina ritenuta ungendo fene il federe : & parimente alle infiammagioni di quello , & per aprire le uene hemorrhoidali . Applicato difiotto alla natura delle donne , prouoca i meftrui , & rifolueui le durezze , & le enfiature . Gioua alle fe- rite dei nerui, Stdemufcoli, meilòuifufo con la lana carminata. Dt s s e s t di que fio fiuffìcìcnt mente di fio-pranzi capitolo del fanfuckino. Et però no accade à recitarne qui altra hifioria.Fecene mentitine Gai nel li,dcgli antidoti, nel dechìarare l’hedichroo d’Andromacbo , che fi mette nella theriaca , tuffai dìjfufamentc , dicendo , che gii unguentar ij del fino tempo in luogo dell’^dmaraeo, che ui fi metteua anti- camente in Cinico ,ui mettevano il Maio , acritiche rejfiirajjc più d’odore : & che perciò egli pevueder qual fujfe il ae- ro Amaracino , ne fece preparare con Amar aco foto : ilqa.de fe ben non Yejpiraua cofi di odore , eia nondimeno di vir- tù dall' altro poco inferiore , Dell'un- 60 Nel primo lib. di Diofcoride. Dell’unguento Megalino. Cap. LV. FA c e v a s 1 già per lo palFato l'unguento Megalino , ma effene dipoi andata la fua compofi- tionein fumo . Nondimeno per non mancare aU’hiftoria, non farà fuor di propofiro il ridurlo in cognitione . Faccuafi quello nel medefitno modo , che fi là l’amaracino , eccetto che di piu uifimetteualaragia: & fola in quello eranol’uno dallaltro differenti. & imperò leggiermente mollifica. Non fi métte la ragia ne gli unguenti per conferirgli, ne per fargli odoriferi, ma per dar loro corpo, & colore. Cuocefi la ragia terebinthina tanto, che perda l'odore. Del modo del 3 cuocerla fe ne dirà, quando di quella fermeremo. Dell’unguento Hedichroo. Cap. LVI. QV e 1 l o , che chiamano Hedichroo , fi fuol fare in Co , Amile di uirtù , & di compofitione all'amaracino ; benché fu molto piu odorifero . Fece della compofitione dell'Hcdkhroo memoria il magno Galeno nel libro degli antidoti, per intrare nella com pefitione della theriaca d'Andromacho tutti gli odor amenti di quello impattati con nino . Et quantunque egli af- fermi ritrouarfene piti comppfìtioni ; nondimeno ne f :rijfe una di quefta maniera per la migliore . Trendefi à far l’He- 0 diebroo due dramme di maro , & altrettante di afaro , amaraco , ajpalatho , fquinantho 3 calamo odorato 3 & pbu di 'Ponto : di xilobalfamo 3 opobalfamo 3 cinnamomo3& cofio 3 di ciafeuno tre dramme : di mirrha fei3& altrettante di fo- glio malabatbrino 3 di nardo d’india , di croco 3 di cajfia : & d'amomo il doppio : & una dramma di mattice di Chio . PaJJi pofeia di tutte quejìe cofe benpette con nino Pbalerno una patta 3 & di quella fi formano ipajìelli3fimili a quelli della fcilla , & delle uiperc . Mojfe dfcriuer Galeno tal compofitione, per bauerlafi (come afferma) dimenticata di fcri- ucre jlnàromacho 3 &per dichiarare à ipocc periti medici ne /empiici, & compofiti medicamenti , che coffa uoleffe di- re Hedichroo nella compofitione della theriaca ; accioche non haueffero à cader in quello errore , che egli ferine ejfere caduto un medico al filo tempo a Poma : ilquale non e/fendo mai flato preferite d uederfare la theriaca , uolendola pur fare aneli egli , giua cercando per le Jpetiarie l'H edichro 0 , penfandofi che fuffe ò herba , ò radice , ò qualche altro me- dicamento femplice . Il che al tempo d’hoggidi ho ueduto io accadere àpuf affai de moderni . jluicema con tutto il re- o fio della fetta Arabica , nella compofitione della theriaca loro , chiamarono t Hedichroo , trocifci blindar ac aron , po- nendo d'effi uarie compcfitioni affai differenti di femplici , di pefi , & di mifure dalla deferittione , che ne fece Galeno . Et imperò nel comporre la theriaca , non èmarauiglia , che lungo tempo fia 3 che nonne fia fuccejja la uera compofitio- ne , per ejfere fiata corrotta & dagli .Arabi, & da compofitori in uari , & diuerfi femplici . Dell’unguento Metopio. Cap. LVII- FA s s 1 in Egitto 1 unguento , che uolgarmente in quella patria per il galbano , che ui li mette, fi chiama Metopio: imperoche coli chiamano l’albero, aoue nafee il galbano. Componi! di mandorle amare , dolio omphacino , cardamomo , fquinantho, calamo odoratogliele, uino, .0 mirrha, carpobaifamo, galbano, & ragia. L’ottimo è quello, cheègralfo,digraueodore, & che piu fpira di cardamomo , & di mirrha , che di galbano . Scalda grandemente , abbrulcia, apre, tira, & mondifica le ulcere . Aggiunto nei medicamenti corrofiui, ualeàinerui, & mufcoli ta- gliati, & all’hernie acquofe . Mettefi ne gli empiaftri mollificatiui , & ne ceroti . E utile al tremo- re, & al freddo , che precede alle febbri , & allo Ipafimo , & malfarle à quello , che ritirati i nerui , ritorce il capo uerfo le fpalle. Prouoca il fudore , apre i luoghi naturali delle donne, mollificale durezze loro, & ha uniuerfalmente uirtù di mollificare . Dell’unguento Mendefio. Cap. LVI II. o C^IOmponsi il Mendefio d’olio balanino, di mirrha, di cafsia, & di ragia. Mafonoalcu- ni, che poi che quelle cofe fono pefate ( benché inutilmente ) ui mettono un poco di cinna- momo: imperoche quelle cofe , chenonficuoconoinfieme, non uilafciano la uirtù loro .E del medefimo ualore del Metopio , maperò manco efficace . Dello Statte. Cap. LIX. LO Statte è la gramezza, cheficaua dalla mirrhafrefca,pefta, & abbombata d'acqua, fre- mendola al torchio. E'quefto liquore molto odorato, &pretiofo, & faperfefteflò l'un- guento chiamato Statte . Quello è l’ottimo, che non ha compagnia d'olio , & quello , la cui poca >0 quantità fia di molta uirtù. Scalda lo fatte, corrilpondendo nelle fueproportioni alla mirrha, & àgli unguenti , che hanno uirtù di fcaldare . Hedichroo de fcritco da Ga- leno. Chiama Statte, & fu* ef famin. Storace liqui- da. Vnguento Iaf- ipino,&fwa ef- famiq. Errore di Her- molao , Si di Marcelle*. $>4- Dilcorfì del Matthioli CHIAMA h Sfatte Scrapione , & parimente tutto il refto degli Arabici , infieme con tutta la caterua de gli frenali, Storace liquida : del qual liquore ft troua non folo à Vinegia gran quantità ; ma uniuerfalmente per tutte le frenaci,- , che compongano di medicinale . Difcerneft quefio per Serapione : imperoche egli nel capitolo del la Storace calamita , parlando anchora della liquida , dice ,ch ella fi calta dalla mirrha prima bagnata d acqua ,&poi frremendola : accordandoli nel re fio in tutto con l'hfrloria ,che hie fccijjc Diofcoride . Conferma pofcia tale fentcn-qi lejfere ella ( quella focace liquida dico , che non è contrafhtta ) odoriferiffima ,& algufio amara. Ma è d’aumire, che à tempi noflri fe ne troua poca della [incera , come accade quafi in ogni altra cofa, che fi ci porta di Leuante . Ttr- (he pafando filmili merci per le mani dei Mori, & dei Turchi inimici capitalidi noi altri Chrifiiani , torpore di fa- re un facrificio, come ci poffòno ingannare nelle mercantie ,& in ogni altra cofa. Ma per tornare à propofito , cre- do neramente, che quando/ipotefrehaucre lo Stane finterò, fi potrebbe legitimamente adoperarcin luogo d'elettìf- lo [ma mirrba . Dell’unguento del Cinnamomo . Cap. LX. LO unguento del Cinnamomo fi fa con olio della ghianda unguentaria , fpeflito con legno di balfamo , Iquinantho , & calamo odorato , & aromatizato con cinnamomo , & carpobalfa- nio, aggiuntoui piu mirrha quattro uolte, che cinnamomo, &tantomele, chefiafufficienteà macerare il tutto . Lodali quello , che non ila di acuto , ma di piaceuole odore , che rifpira di mir- rha, fpeflo di corpo , odorato , & molto amaro al gufto . Imperoche quello , che farà cofi, non ha- urà prefó groifezza,ne corpo dalla ragia, ma dalla mirrha : perche la ragia non caufa amaritudine , m ne alcuno grato odor? . E' nelle uirtù lue acutiifimo, caldo, & amaro. & imperò, per la calidità fua, apre le bocche delle uene , rifolue , & ìfparge ; tira gli humori , & le uentoiìtà : aggraua nien- tedimeno il capo . Gioua à i difetti de luoghi naturali delle donne, aggiuntoui il doppio d olio , di cera , & di midolle : imperoche cofi perde molto della fua acutezza , & diuenta mollificatiuo : al- trimentibrufeia, & indura piu udentemente, che tutti gli unguenti, che han corpo. E' rimedio efficaciffimo contrale fittole, & le ulcere putride. Gioua alle hernieacquofe, ài carboni, & alle cancrene, aggiuntoui cardamomo . Vngefi utilmente al freddo, &altremore, che precede alle febbri, ài morii de gli animali uelenofi , & alle punture de gli feorpioni , & dì quei ragni , cheft chiamano phalangi , applicato con fichi primaftici triti . Dell’unguento Nardino. Cap. LXI. CO m p o n s i l'unguento Nardino in uari; modi . Imperoche ò fi fa con il folio malabathrino, òfenzaeffò.Fafsi il piu delle uolte dolio balanino, ouero d’omphacino, aggiuntoui, per ifpefsirlo , lo fquinantho : & per aromatizarlo , il cotto , l'amomo , il nardo, la mirrha, & il bal- famo . Lodai! il fottile , & acuto , & quello , che fpira l'odore del nardo fecco, ouero dell'amomo. Ha uirtù di difeccare : è acuto , fcalda , purga , mondifica gli humori , & rarifica . E- liquido , & non è uifeofo , fe non u’è aggiunto ragia . Fafsi oltre à quello piu fèmpliccmente d'olio omphaci- no , fquinantho , calamo odorato , cotto , & nardo . 40 Dell’unguento Malabathrino . Cap. L X 1 1. SPessisce s i il Malabathrino con le medefimecofe, che’l nardino, ma ui fi mette piu mir- rha.& imperò lcalda,& corrilponde nelle uirtù fue all’amaracino , & à quello , che fi fa del za£> fàrano. Dell’unguento Iafmino. Cap. LXIII. Preparasi il lafinino In Perfia dei fiori delle bianche ùiole idei qualilène infondonodue oncie in un feftario Italico d olio di fifamo , tramutando le uiole , come fi ditte in quello de i gìgli. Vlànlo i Perfiani nelle cene loro, perfar buono odore: imperocheè egliconueneuoleà 50 tutto il corpo , ungendofene ne i bagni , & doue fia di bifogno di fcaldare , Se di mollificare . Ha nondimeno l'odore grauc , & imperò affai fono , che non bufano uolentieri . NOn era neramente da pajfar quello capitolo dell’unguento Iafmino con filentio , come fi fono trapalati alcuni altri di [opra : percioche in quelli niente , & in quefio qualche cofa fi ritroua da dire . Et imperò è prima da fa- pere , che lafinino uocabolo tradotto dal Greco . ( fecondo l’opinione dipiu dotti de tempi noflri ) non uuole rilcuar al- tro, che molato , T\c mi pare , che fi poffa negar e quefio: percioche fheendofi delle uiole bianche ( come ferine Dio- fcoridc ) quefio unguento , non fi può ragioneuolmente chiamare, fe non unguento molato ; intendendo però di quella forte di uiole bianche , che Arabicamente fi chiamano Kciri , & non delle communi , che quafi fempre per le publiebe firade nafeono alla campagna . Ma fono alcuni de i moderni , che confidandoli nel fuono del uocabolo ,fi credono uè- 60 rumente , che quefio unguento fi fàceffe di quegli odoratijfimi fiori, che noi chiamiamo Gelfbmìni . Tacila cui credenza ritrouo io Hcrmolao Barbaro , eri Ma, cello ’/ irgìlio Fiorentino . il quale , per uerifieyre lo intento filo , uuole , che gli antichi 1 Nelprimolib.diDiofcoride. py GELSOMINO. antichi 3 & Diofcoride muffirne habbiano fritto il Gelsomino complicatamente con quella ffetie di uiole 3 & chehab- D hi a Diofcoride intefo quella ffetie di uiole per il Gelfomino , che egli afferma ritrouarfi di colore ceruleo, jqella opi- nione de quali non poffo io in alcun modo cadere : mperoche non è da penfare 3 non uo dire da credere , che Diofcoride , il quale nelthiHoria de [empiici , & nel dìuidere le ffetie dalle ffetie /fu diligentiffimo , haueffe cofif meramente ,fen\a alcuna diflintione intefo 3 che’l Gelfomino fuffe quella ffetie di uiole cerulee : attenga che nelle radici , nel fuHo , nella lunghe^a , nella gr offesa 3ne irami 3nelle foglie 3& inmolte altre parti fia il Gelfomino dalle uiole di qual fi uoglia ffetie lontano . Et in oltre3anchora che à Marcello fi concede ffe ciocche egli dice ( quantunque non figli debba concede- re ) come fi dirà 3 che il lafminofia unguento de i fiori del Gelfomino 3 ilquale mole egli 3 che fiano le uiole cerulee , fe lo ifieffo Diofcoride afferma , che illafmino fi compone delle bianche uiole t Dimoftrafi pofeia oltre à quefioper Sera- pione grandi fimo , &fidcli(fimo imitatore & interprete di Diofcoride 3 che altra cófa fiano le uiole , & altra i G elfo- mini : imperoche di quefii al cap. 17 6 .& di quelle al cap. 220. diuerfamente neferiffe , & ne notò le uirtù loro . Ter il che Gelfomino, & fuahiftoria,& uirtù . Errore di Gio* uanni da Vigo chirurgico. Gelfimino j & fua hiftoria. SemediGelfi- mino. Difcorfi del Matthioli ilche è da penfare, chi fé battetegli conofciuto , che Diofcoride , Galeno , girgli altri bautjfero intefo il Gelfomini nel capìtolo delle uiole , non tihaurebhé egli fcrittocoft dipintamente indue capitoli . Ma per ejjer egli piu che certo, che i Greci , & muffirne Diofcoriie , non conobbero mai il Gelfomino , ne fece da per fe particolare capitolo follmente d'autorità di piuferittori Arabici ; affermando , che de bianchi , de gialli ,&de cerulei fi ritmano . T alche è ferma-, mente da credere ,cbe effenio fiata ritmata dagli Arabi quella odorifera pianta , udendola eglino nelle fittele de i fiori , & nell'odore molto confarli alle uiole bianche , uolendo imitare il Greco , affai barbaricamente le derivarono dalle uiole il nome, ciò è , Iafmen ; anchora che nella lingua lordo chiamano zapbac , onero Sambac. llchedim- Jìra , che mamfeflamente tingami Gmltbieri Tcdefco d’ Argentina in quelfuo mono Diofcoride , tenendo anche egli, che Diofcoride intendejfe qui de uolgari Gelfomini . Ma accioche le uirtù , & proprietà fue uengano in luce , non do- uenèofene piu in altro luogo di qucjto libro fare altra mentione , mi pare douerne qui dire quanto da Serapionefe ne io fcrìffe. E adunque il Gelfomino calido nel principio del fecondo grado ,& molto È conueneuole alt htmidità, alla flemma ,&ài uccelli di frigida compleffione ,&ài dolori caufati dagli humori graffi , & uifeoft . Gioudno i fiori alio impetigini , & macole della faccia , tanto opplicatoui fecchi, quanto fi-efebi . Il fio olio , ilqual chiamano dall’Ara- bico uocdbolo Sambacino ,gioua molto all’ufarlo nel uomo : anchora che à coloro , che fon calidi di compleffione , nell’ odor arto fpeffio prouochi il fangue del nafo . F annoio à i noflri tempii profumieri con le mandorle , come fi fa quello de gliaranci , per unger le barbe ,& aggradire al nafo col fua odore. Errano alcuni, ingannati dalla conformità del uocabolo , penfandofi , che l’olio Sambacino , & il Sambucino fieno una medeftma cofa . Fra quali svagamo Giouarn da Figo chirurgico nel fuo trattato , che et fece de i [empiici , al proprio capitolo del Sambuco . Jfpn è però gran tem- po , che i Gelfomini fi fono portati in Italia , anchora che uolgarmente alprefenteper ogni horto fi ritrouino i bianchiti pialli, & parimente i cerulei. E' adunque il Gelfomino una pianta molto à propoftto per conuefiire ncigiardinìle 23 [copi, le ffialiiere , le leggio , le pergole ,&le capanne , coft per effier molto habile à ciò fare , come per la uagherga, & molto raro odore de fuoi fiori . E pianta farmcntoft , che fàcilmente arrampica . Tqafcono i fuoi fi armenti iallauii- ce lunghi, itencidi ,& amnieuoli , da i quaìinafeono le foglie lunghette , fette per picciuolo , come nel lentifco,&ap puntate in cima , arrendeuoli , & uerdeggianti . Troduce i fiori à ciocche , nella fommità de ramofcelli , come giglia- ti piccioli, di giocondi (fimo odore , & di uario colore , come habbiamo detto , i quali però rarffimc uolte jfuttjjìam, fe bene in alcuni luoghi fanno un feme come i lupini , il quale mi fu già mandato dal Dottiffimo Signor Incorno Antonio Conufo , Gentilhuomo T adottano . Ama il Gelfomino i luoghi ameni , & caldi, & coltìuaft ne gli borri , & ne i giar- dini . L’olio che fi prepara con i fuoi fiori , ha le mede finte uirtù di quello de i gigli . Quello che fanno i profumieri d’al- tra maniera , fi prepara mettendo buona quantità di fiori fra le mandorle dolci monde , & facendone [Irato [opra [Ira- to , piu, & piu uolte : & poi pejlando le mandorle, & f fremendone l'olio con il torcbiello , il quale non f riamente mie p per dar buono odore , ma per quelle malattie anchora, acuì adopera il fio Diofcoride. Chiamali il Gelfomino dalli Arabi lefemin,Zambach , & Sambach . . ; -A . DelbMirrha. Cap. LXIIII. E' La mirrila un liquore d uno albero, che nate in Arabia, limile alla Ipina d Egitto: dalle cui piaghe diftilla l'opra certe ftoie , che fi gli adattano fiotto : quantunque ue ne iia di quella, che fi condeniì attorno al tronco dell'albero . Trouafene una Ipetie di molto grafia , chiamata Pe' diafimos, da cui, quando fi (preme, diftilla lo (latte. Enne oltre à quella, un'altra graflìflima, chiamata gabirea, che nate in luoghi graffi, la quale molto piu copiolimente rifiuda lo (latte. 45 Tiene il principato quella, che fi chiama Trogloditica, coli nominata dal paefie,oue ella nafte, uerde , tralparente , & mordace . Cogliefiene una Ipetie di minuta , la quale tiene il fecondo luo- go dopo la Trogloditica , paftofa , come bdellio , ma rifipira di piu graue odore , & nafice in luoghi aprichi . Enne un'altra chiamata caucalia , fuor di modo fuanita , nera , come fe fuflè arrollita. La peggiore di tutte è quella, che fi chiama ergafima fecca , muffata, & acuta, d’afpctto, & di uirtù limile alla gomma . Dannafi quella, che chiamano aminnea . Fattene di tutte padelli : delle graf- fe , graffi , & odoriferi : & delle fecche , fecchi , & lènza odore . Quella mirrha piu rifpira d'odo- re , che nel fare ipaftelli non fu mefchiatacon olio . Fallifìcafi la mirrha con la gomma bagnata nell'acqua della fua infufione . Eleggelìla frefea , fragile , leggiera , & tutta d’un colore , & quel- la, che nel romperli, rnoftra alcune acne bianche ,& lifcie , limili allunghie , minuta di granella, 55 amara , acuta , fcruente , & odorata . E inutile la graue , di colore di pece . Ha uirtù di Scaldare, & di coftrignere , prouoca il fonno , falda , & difecca , Mollifica le durezze , & apre l’oppilatio- ni de luoghi naturali delle donne . prouoca prettamente 1 meftrui , e’1 parto , applicandola di fiot- to con alienzo , & infufione di lupini , ouero con fucco di ruta . Inghiottiteli alla quantità d una faua per la toflè uecchìa , per la ftrettura del fiato, per li dolori del coftato &del petto, & peti' flutto del corpo , & diiinterico . Alleggerite il freddo , & tremore , che precede alle febbri, prefa alla medefima quantità con pepe , & acqua , due hore auanti , che cominci la febbre . Metta fot» la lìngua, &ritenutaui tanto, che fi liquefacela, leual’alprezza della canna del polmone, & la rau cedine della noce . Ammazza i uermini del corpo . Maflicafi per far buon fiato: & ungelì con alu- me liquido per il fetore delle diretta . lìabilifce i denti fmofsi , & Itrigne le gengiue , huandofene e» la bocca con uino,& olio infieme. Empiaflrata, falda le ferite della tetta, fanale rotture delle • orecchie , & ricuopre 1 olla di carne , applicataui con carne di chiocciole . Gioua alle diftillationi delle Nel primo lib . di Diofcoride. 5> / delle orecchie,&alIeloro infiammagioni, medimi dentro con caftoreo,opio,&glaucio. Vnta eoa mele & có cafsia fuanifce i quolì della faccia.Purga,impiaftrata con acetone impetigini.Vnta infie me con nino, laudano & olio di mirto, ferma i capegli,che cafcano.Mitiga i catarri uecchi, ungédo ne con una penna le nari del nafo.Riempie le ulcere de gli occhi , toglie l’albugini , & parimente le caligini & pollice l'afprezza.Fafsidella mirrha,cofi come dell incéfo,la fuligine, utile à tutte le me defimc cole, come dipoi ifegnaremo.La mirrha Beotica è radice d'un’albero di Beotia . La miglior è qlla,che rifpira d'odore limile alla mirrha.Scalda,mollifica,& rifolueanetteli ne jpfumi utilméte. LJ. Mirrha, che d’Meffandriahoggì fi porta ànoì , è molto differente da quella. , chetra lefretie della tuonane fcriffe Diofcoride . Tercioche la maggior parte , & quafi tutta quella che habbiamo in cominimc ufo nelle fretta- rie, manca di tutte quelle buone qualità, che s àttribuifeono alla migliore . Imperoche ( come fi può manifefi amente vedere) nonèuerde, negraffa, ne acuta, neodorata, ne unita nel colore , ne ripiena di quelle tiene li fide, lequali dicono raffembrafiaU unghie immane; come cbeftfenta nel gufarla qualche amaretta . Ter il che fe pur fuffe alcu- no, àcuipareffe, ch'ella fi doueffe nelle frette della Mirrha connumerare (quantunque dadubitareuifia ) altronon penfo , chef poteffe dire ,fe non eh’ ella fuffe frette di quella peggiore , chiamata da Diofcoride caucalia , & ergafima , meramente piu pretto quella , che (1 erme Tlinio portarfi d'india ; effendo quette di tutte V altre peggiori , & maffima- mente fapendo noi ch’ella fi porta d’india inMeffandrix . Tercioche la maggior parte di quella, chef ritroua hoggifra noi, èfecca, arrottita, nera, pallida, &poluerofa: & fe ben tra quette fi ne ritroua qualche periodi trafrarente, & di chiara, rompendola, fi ritroua di dentro di dìuerfi colori. &chepiu Ò guttandola, poco ,ò niente d’amarìtu- . dine va 'fi-finte . Il perche è da credere , ch’ella firn contrafatta & con gomma , & con altri mefiugli , come ferine Dio- fcoride, che fi fml fare nel contrafarla . Enne fiataportatagià di quella, che dimottra effere dell elettiffma : maèin fino à qui cofirara, &coft poca, che non fi [erba fe non per un paragone. H aueuafi la Mirrha fino al tempo di Gale- no conuertita in opocalpafo , liquore d'm albero chiamato Calpafo, uelenofo, & mortale : cofi come fi conuerte la caf- fia in cinnamomo, & il Galbano in Sagapeno. Et imperò nel libro de gli antidoti, nella compofitione della thcriaca d'Mndromacho.cofi diceua. lofio certamente, che molti fono morti,che hanno mangiata la Mirrha metturata con t opo- calpafo. Ter il che è da fapere , che coloro, clic preparano li antidoti ue la mettono feientemente , & fi indufiriano à far quello ipercioche fanno , chemeffalacofifattanecoUirij, dittata ottimo medicamento . Imperoche rifoluela marcia, & mondificaie ulcere fenica mordacità alcuna, & rifiline qualche uolta le fuffufìoni de gli occhi , quandofi. generano da poca, & fiottìi materia . Mtffa negli empiattri , onero cerni , ò in altro digeftiuo medicamento di quelli, I che s’anminifiram difuore , aumenta mirabilmente la uirtù loro : ma toglicndofi dentro per bocca , è neramente uele - no mortifero . Quefio tutto della Mirrhamefcolata con l’ opocalpafo fcriffe Galeno ; per atterrire , che nclcomprarla & nell tifarla , fi debba molto ben aprire gli occhi , & tifar diligenza . Credefi quafi il Brafauola , che la commune Mirrha, di cui è (ufo miuerfale , ftapiu prettoil Bdellio , chealtro, llche àmenonpare , che corrifronda all'hitto- ria , che ne fritte Diofcoride . Imperoche la nofira Mirrha non è di quella trafrarenga, che è la colla del carniccio,co- mediffe Diofcoride effere il bdellio. &fipurcuifinctrom ( come s’è detto) qualche periodi trafrarente, è pittpre- fto una mistura digomma Mahica , che altrimenti , come nel gufarla fe ne fi ìuopre la malitia . Oltre à quello , rifrìra ilbdellio ( diceua Diofcoride ) ardendolo, odore ftmile à quello delle unghie odorate . Et imperò , perche nonmi pare ( come che piu mite n ’habbìaio fatta efrerienga ) che lanottra Mirrha, accendendola , refriri di quello odore , non penfo , che [ternamente fi poffa dire , di’ ella fu t il bdellio . Conclude parimente cantra à tale opinione una terrea ragio- > ne: laquale è , che il Bdellio, maneggiandolo, fi rinuencidifce , & rompendolo, è di dentro graffo: &laMirrha,che babbiamonoì , maneggiandola, fi [gretola, ^irrompendola, èdidentro aridiffima. Vituperò Diofcoride ,& teme per la peggior tra le fpetìc della Mirrha , quella , che chiamano chi Mima, & chi Mlmìnea : la quale lodò Galeno nel li- bro degli antidoti per la migliore , che fi ritroui nelle frette della Trogloditica . Il che ha fatto credere à molti , chefia in quefio luogo falfo il tefio di Diofcoride per negligenza deglifcrittori. Ma udendo io, che in Diofcoride fi legge ■jlminnea , & in Galeno Mima , credo piu prefio , che non intendano d’ma frette medefima . Supplì Tlinio al XV. ca- po del xll. libro, à quello che mancò Diofcoride nel fcriuerne accuratamente la pianta, che la produce, con quette pa- role . Hanno frìtto alcuni , che l'albero della Mirrha nafee infime con gli alberi dell’incenfo nelle felue racdcfimc. di- ami altripoi hanno fritto, che nafee egli feparatamente : perciocbe nafee in molti luoghi d’ drabia.Tortafene d'eletta dalle felue, &tolgonlaiSabei ancboranelpaffar delmare , daiTrogloditi. Sono oltre à ciò alberi di Mirrha dome- > fichi, che la producono , molto piu ualorofa de faluatichi. L’albero è frinofo alto cinque gombiti : il cui tronco duro,. & flotto , épiugroffo di quello dell’incenfo, cofiappreffo alla radice , come in ogni altra parte . La corteccia fua è lifeia ftmile à quella dell’arbuto : quantunque dicano alcuni , ch’ella fio. ruuida , & frinofi . Le fi- ondi fono uguali à quelle de glioliui, mapiucrefre , & frinofi . Iubauuole, che elle fieno ftmilì all’olufatro . dltriuogliono effer l’ albero , che produce la mirrha, ftmile alginepro , mapiuruuido , tir pieno di frine : & che le fiondi fieno piu tonde , madifapo- re ftmile alginepro . ffc mancano bugiardi , che fcriuono , che da un medefimo albero dìfiilla la mirrha , & l’incenfo . Intaccafi la corteccia dell’albero due unite (amo , come quella dell' ine enfi , & nei tempi medefimi: ma dalla radice fino àipìumlorofì rami. La Stattcrifudafrontaneamente dall’albero finita tagliare la corteccia : & quettanonha pari-dì bontà . Dopo quefio , lamigliore tanto della domettica , quanto della faluatica , è quella che difilla laflate . Dellamirrba non danno il cenfo à Dìo, per nafeere ella anebora in altri paefi. Et nel capitolo fcguentc diceua pur egli . > Sophiflicafìlamirrha colmaflice ,& conlagomma ,& parimente con ficco di cocomero , per farla amara ; comeper farlapefare, confutila d’argento, [altre mefiuragginifi omofono al ftpore dellagomma , per effere [otto al dente uifeofa . Falfificafìagcitolmente l’induimfia.qualfi ricoglie da uno albero frinofo. Quefio filo di cattino produce l’in- 1 dia Mirrha , & lui eli àmin. Opinione del Brafauola re- probata . Mirrha, & fua liiftoria fcrirta da Piin. 5>8 Difcorfi del Matthioli dia ; ma però facilismo da conofeere , tanto è egli manco buono . Tutto quetto della mirrha diffe Tlinio . Onde facile mente mi riducco à credere , che la mirrha delnottro ufo fiat Indiana: imperoche intendo , che e Ila fi porta in Egitto Virtù della per il mar roffo , & di quindi con le carouane in Aleffandria . Libera la mirrha dalla febre quartana pigliandofene MirrhJ* una dramma benpolueri^ata , con unpoco di maluagia calda unahora auanti che cominci la febre: ma bifogna , ebei patienti fubito fi mettino a fudare nel loto , & ciò far tre uolte in tre parofìfmi ,fen^a alcuna intermifiionc . & con que- fio medicamento fui curato io tteffo emendo giouenetto di dodici anni . Fa l’effetto medemo facendof me pillile con tanta Theriaca , che batti per incorporare , delle quali batta a pigliarne ogni giorno una , groffa come uncece . MettefiU Olio di Mir- Mirrha quaft in tutti gli Antidoti , che fi preparano per li ueleni , per i morfi delli animali veleno fi, & per lapette. FaJ]ì rha, anchora della mirrha uno olio per fiegnere le cicatrici delle ferite , & per appianare le grinte della faccia fungendo- fene fpeffo in quello modo . Cito confi alquante motta di galline fin che diuentino dure , & inondate che fieno da lefcor- 10 jje 3 fi tagliano ugualmente per lungo in due peg^i , & cauafenefuore i tuorli , & empionfi i uacui d'amendue le parti dimirrhapoluerigata , & di poi fi ripongono in cantina all' humido fin che la mirrha fi conuerta in olio . Fanno oltre à ciò con la mirrha le donne uno altro bel rimedio per le grinte del mito in quefio modo . Mettono fopra al fuoco ma pa- della di ferro nuoua ,&uela lafciano fin che diuenti roffa, & ben r oliente . & la sbruffano con nino bianco gettato- vi fopra con impeto dalla bocca . & coprendoli poi la tefia con una tovaglia , chefacci loro à modo di capanna > piglia- no quel fumo con la faccia, & dipoi affuocano di nuovo lapadella ; & uigittano dentro la mirrhapolueri^ata,&ne pigliano parimente il fumo , refiando coperte con la touaglia nel modo medefimo: & ultimamente fi cuoprono la fac- cia con la touaglia itteffa ,&fene vanno al letto à dormire, & cofi continuando otto giorni, conferuano la faccia ftn- Tvl ìrrha , & fua ^ grinte , anchora che s’ invecchino . Scriffe l’hifioria della Mirrha anchora T heophratto al li il. cap. del ix. libro hiftona fcritu fou‘fcftorja foHe piante , con queste parole . Tfiafcel'incenjo ,& la mirrha in Arabia , in una regione tra Saba, & 20 Adramita , & Citibena , & Marnali : & naf cono gli alberi dell'incenfo , & della mirrha parte in fui monte , & parte da baffo, per loro medefimi . &però alcuni fi coltivano , & alcuni rimangono fen^a coltivare . Dicono il monte efjère molto alto , di modo che ui cafca la nicue : & che di quefio nafeono anchora fiumi , che corrono al piano . Dicono pari- mente , che l'albero della mirrha è minore di quello dell'incenfo , & piu fiuticofo , di duro tronco , & appreffo terra ritorto, groffo piu della gamba dell’buomo , coperto di fonile fcor\a , fimile à quella dell' àdrachne . Altri , che affer- mano hauer ueduto l'albero della Mirrha , della grande^ s'accordano : & dicono , che ne l'uno , ne l'altro è grande, ma che quello della mirrha è minor c , &piubaffo : & che quello dell'incenfo produce fiondi firmili al lauro , &lifcie, & quello della mirrha appuntate , & jpinofe , non lifcìe , filmili à quelle degli olmi , crefpe , & fiino f e in cima , come fon quelle dell'elice . Differo quefii medefimi, che effendo nel navigar e uff citi fuori affailontano del golfo de gli heroi, & andati in fu quel monte per cercare acqua ,uiddero quivi quetti alberi, & notarono molto bene il modo diricorre P [incenfo , & la mirrha : ove uiddero intaccata la corteccia de tronchi & de rami , di cui alcuna era tagliata, & intac tata come da colpi difeure, & alcuna altra di piu minuti tagli : & differo hauer ueduto parimente il liquor e, che ne di- ttilla parte cafcare , & parte tettare attaccato all'albero , & in alcuni luoghi hauer ueduto attorno gli alberi diftefe in terra {loie teffute di palme , & altrove {pianata intorno la terra a modo di un mattonato . Differo anchora, che il monte era diuifo tra i Sabei , {ignori di quello : & perche niffun di loro fa ingiufiitia , ne difpiacere all'altro, non hauer ueduto quiui alcuno , cheguardaffe i fuoi alberi : &però hauer loro levato uia di quella folitudine affai incenfo, & mirrha , & portatofelo alle navi loro. Differo parimente d’ bavere intefo , che ricolto che hanno tutto l' incenfo ,& la mirrha, lo portano al tempio del Sole , il quale hanno i Sabei per il piu àiuoto , & per il piu fanto di quella regione : & chequi - ui hanno Arabi armati alla guardia , a i quali lafcia ciafcuno ilfuo incenfo, & la fua mirrha raccolta in un monte , In- ficiando ciafcuno fopra al fuo monte una tauoletta, in cui è fcrittto fopra la quantità delle mifure , & parimente il pre\- 4° yo-, che fi vende la mifura . V enendo poi ( fecondo che intefero ) i mercatanti per comprarlo, leggono la fcrittuu delle tavole ,& facendofi la mifura di quello , che piu piace loro , lafciano in quello tteffo luogo il denaio , douetoglio- no la mercantia . Fatto quetto , dicono , che uiuiene il facerdote , & toglie per il culto di Dio la terga parte delprerp 7,0, & lafcia ilreflo nel mede fimo luogo: & che quefio fi ferba quiui ficuriffimamente ài propri padroni . Sono alcuni altri , che vogliono , che l’albero della mirrha fia fimile alter ebintho , mapiuruuido , & fpinofo , con fiondi poco piu ritònde , di fapore quafi fimile al ter ebintho : & che nafte quetto, & quello dell' incenfo in un luogo medefimo, inuu terreno cretigno , &arcnofo, dove poche acque fi ritrovano furtive da qualche fonte . Quefle cofe adunque ripugna- no à coloro , che dicono, che la nieue ui difeende , & parimente lapioggia , & che fia quel luogo irrigato da fiumi. Ma ben piu ignoranti fono alcuni altri , che hanno creduto , che da una ifieffa pianta difilli l' incenfo , & la mirrha . Ft im- pero cofe piufìmili al vero narrano coloro , che ui navigarono ( come habbiamo detto ) dalla terra degli heroi. nitro- 5° uafi di mirrha due ffietie , una legitima , che per fe tteffa dittilla dall'albero , & l'altra che fi fa difiillare per arte . La migliore fi pruoua gufandola , & con quefio quella piu fi loda , che tutta in fi eme è d' un color medefimo . Quefiotutto della mirrha fcriffe T heophraflo . Da cui in molte cofe deuiaTlinio , ò che egli forfè male traftriueffe da lui , comefuo- Mirrha fcritta ^ alcuna volta fare , ò chepiutotto ciò raccoglieffe da piu fcrittori Greci . Scriffe della Mirrha Galeno all'v ili Mi- te Gal. le f acuita de [empiici ,cofi dicendo . La Mirrha è di quelle cofe , che fcaldano , & difeccano nel fecondo ordine: & pero può ella faldate le ferite della tetta . Contiene in fe non poca amaritudine , con la quale ammala il fanciullo nel venir e, & i uermini,& gli caccia fuori . Oltre à quefio è ella anchora aflerfiua : & però fi mette ne i medicamenti de gli occhi, che fi preparano per le ulcere di quelli , & per le cicatrici gr offe . Mettefi per fare ilmedefmo effetto nelle medicine , che fi compongono per la toffe vecchia , perl'afma, & per il ferramento del fiato . Imperoche ella non ina- fprifice la canna del polmone , come fanno molte altre medicine aftcrfìue :ma è cofi moderatamente aflerfiua , che alcuni 60 I fuccedaqei ^ rnettono ne medicamenti , iquali chiamano arteriaci, come cofia , che fcaldi , & difecchi fufficientemente, non hauen- deUa Mirrha, d o alcun timore della f acuita fua afierfiuai la quale procede dalla fua amaritudine , Mancando la Mirrha , fi dee in fio luogo Nel primo lib. di Dioicoride. luogo porre, come diffe Galeno ne ifuccedanei , il calamo odorato: & fecondo Cojìantino , il medefmopefo di man- dorle amare. Ve debbono in quefto cafofeguitare gli frettali quel loro trattato chiamato , Quid prò quo , il qual mole , che di mente SMuicenna fipoffa, in cambio della Mirrba.porre ne i comporti la metà del fuopefo di pepe nero: pcrcio- chc jL uiceunt intefe altrimenti , cof: dicendo .Tonfi, fecondo che fi dice ,in cambio della Mirrha , la metà di pepe ne- ro: ma quefto è falfo ■ In oltre, della Beotica mirrha altro non ho che dire,fe non che à tempi nofirinon fi porti in Ita- lia. Oltre à cìòèd'auertire , che laminila (comefcriue Galeno al fecondo libro delle compofìttoni de medicamenti in generale ) fi deue mettere ne gli impiaflri quando fi leuano dalfuoco.pernon tolcrare ella cottura alcuna,come fa pari- mente l’aloe,& tinccnfo . chiamano i Greci la Mirrha Surifra : i Latini Myrrha :gli Mali Ler,Mltt, & Mor: i Te- defehi Mirrhen :gli Spagnoli Mira : iFranceft Myrrhc . .0 Dello Stirace . Cap. LXV. LO Stirace è un liquore d’uno albero fimile al melo cotogno . Quello fi tiene per il piu eccel- lente, che è roifo, graffia, ragiofo, & che nelle fue granella biancheggia , & quello che rifer- ba lungo tempo labontà del fuo odore , & che quando fi malaifa , rende un liquore fimile al mele. Cofi è’1 Catabalite , il Pifsidiaco , & quello , che fi porta di Cilicia . Vituperai! il nero , il fembo- lofo, ilfragile, &ilmuffato. Trouafene ( quantunque poco ) di quello, che è fimile alla gom- ma, trafparente, che fi raffembra alla mirrha. Contrafafsiconla tarlatura del fuo legno, co'l mele, & con la feccia dell’unguento irino, & alcune altre cofe. Sono alcuni altri, che cogliono : o cera , & graffo fatto odorifero , & impattano con lo ftirace ne gli ardentifsimi caldi , ’& poicia per un criueflo largamente pertugiato Io fanno, fremendolo, trapailàre nell’acqua fredda à modo di uermicelli , &louendono chiamandolo Stirace uermicolare . Approuanlo gl’ignoranti per lo piu lineerò, nonauertendo alla refragranza del fuo odore: percioche il fincero-rilpira d'acutifsi- mo odore . Scalda lo ftirace , mollifica , & matura : è utile alla toife, à i catarri , alle raucedini,al- legrauczzedclriipirare, & alla uoce perduta: gioua alle oppilationi, & durezze de luoghi na- turali delle donne. Beuuto, & applicato, prouoca i meftrui. Mollifica leggiermente il corpo, togliendone un poco con ragia di terebintho in forma di pilule. Mettefi utilmente negliempia- ftri rifolutiui , & in quelli , che fi preparano per le lafsitudini . Brufciafi , & faifene la fuligine, co- me fifa con l’incenfo : la quale è utile ugualmente in ogni cofa , come quella . Componfene un” [o olio in Scria, il qual chiamano Stiracino, ueramente eccellentifsimo per ifcaldare , & per molli- ficare: ma caufa dolore , &grauezza di tetta, & prouoca il fonno. L’M t b e b. O della Stirace è ( come dice Diofcoride ) affai fimile al melo cotogno , cofi nella grandetti come nella forma , ma ha le foglie minori , che dal riuefeio biancheggiano , falde , & tondette uerfo il picciuolo: Sono i fuoi fiori bianchi ftmili à quelli de gl' aranci . Troducc alcune bacche minori delle nocciuole faluatiche con lungo picciuolo, non del tutto ritonde , & nella fommità appuntate, & ricoperte di bianca lanugine , dentro alle quali fo- no alcuni noccioleti , in cui è dentro il femc . Hatmofigli alberi della Stirace non folamente ne i giardini in molti luo- ghi d'Italia , ma nafeono anebora per loro ftefji ( per quanto intendo ) nel territorio di Roma uerfo Marino, &Ti - noli, quantunque notkuiproduchino la Stirace, Questa pianta nidi iolaprimauoltainVenetiainungiariincttodcl pi lice clienti fimo Medico M. Maffeo de Maffei , doue anebora erano molte altre non meri belle cherare piante . La gom- ma che rifuda da quella pianta, è quella, che uolgarmente fi chiama Storace calamita : il qual cognome è fiato (co- me io credo ) tratto dal libro degli antidoti di Galeno . Terciocbe parlando egli de femplici , che entrano nella theria- ca,loiòper lo migliore Stirace, quello che fi portaua di Tamphilia ne calami ; da i quali prefe egli il cognome di Calami ta. Et imperò per effer quello di quefta frette il migliore che firitroui, fi costuma fempredai medicinell 'ordinarlo , di dargli cognome di Calamita , per dimofirarc che cofi intendono del migliore . Tcrcioche Galeno nel luogo medefi- mo dice , che tanto fitpera di bontà queftafretie di Stirace gli altri Stiraci , quanto il nino Thalerno fupera di bontà ogni altro nino , che per uilprerpo fi uende nelle tauerne . Dalla cui ragione effondo indotto il Manardo da Ferrara ,fi pensò , che doue fi legge in Diofcoride , Cofi HI Catabalite ,ui fi a ftato corrotto il tefio , & che- fi debba per rileggere , Cofi è il Calamite . Ma in nero (quantunque molto dotto fia flato il Manardo ) à me affai in quefto piu piace la fenten- \° \a di Marcello Fiorentino, il quale mole, che fi legga Gabalite,& non Catabalite. Del che fu neramente teftimo- nioTlinio al XX v. capo del XI I . libro , doue parlando egli dello Stirace, dice , che nafee ne Ila Soriapiu proffima alla Giudea intorno àGahala, Marathunta ,& al monte C afflo di Seleucia . Conia qual fententqa s accordano parimente Hemolao , & il fiuellio , come anebora Óribafio nel XI I . libro , oue fi legge Gabalite , & con Catabalite . Il Fuchfio medico altrimenti dottiamo nel fuo libro delle compofitioni de i medicamenti ultimamente flampato , & aumentato, crede che il nero ftirace debbi effere liquido , non battendo però ( per quanto io mene ueggia ) di ciò altra ragione ,fe non l'hauer letto , che fi teneua , & fi portaua lo ftirace ne i cannoni delle canne . Ma ( perdonimi il Fuchfio ) ei in qne- fia cofa dìmoflra di non batter ben confiderato à baftan^a :&perri effere molto lontano dal itero . Imperocbe per quan- to io rìtrouo appreffo Diofcoride , lo Stirace è un liquore di uno albero , di cui quello ri il migliore, che roffeggia , che è li- mile alla ragia , & biancheggia nelle fue granella , & quello , che malaffandoft rende un liquore fimile al mele . Dall» So cuiparolepami ,cbefi poffamanifcjlamentefargiuditio ,che lo ftirace uero non debbi effere altrimenti liquido, ma duro , & granello fo, come ueggiamo effere Cincenfo , la mirrha , & lo ftirace ifleffo , di cui è tufo tra noi . Ve mi par neramente , che fia buona ragione il dire , che lo ftirace debbi effere liquido , perche al tempo di Galeno fi portaua nelle I i canne Mirrha Beoci- ca. Nome. Stirace, & fan ella m. Opinione nel Manardo . Difcorfì del Matthioli S T I R A C E, canne , Imperoche (per quanto porta la mìa opinione ) non fi portaua lo Jìirace ehiufo nelle canne , perche eifuffe li- quido , mafolamente 3 accioche Tlando cofii ferrato ft conferuaffe meglio il fuo buon odore . Il che ( comefcriue Theo- phrafto al xvi. capo del IX. libro dell hifloria dellepiante ) fi faceva con il dittamno3che fi portaua di Candia, il qua- le ferr auano nelle ferule , & nelle canne accioche l'odore , & la uirtù non ferie euaporaffe uia . .Appo ciò .non ritrovan- do io ( per quanto habbia letto ) appreffo alli antichi Greci , chi mai babbi fatto menti one 3 che lo fiirace fia liquido r non mipojjo confare calFuchfio in modo ueruno 3 amfifon condir etto à confutare la fua opinione . Onde piupreflofla- rò io con li Arabi , & con i moderni 3 i quali non tengono lo fiirace liquidoper altro 3 che per lo flatte della mirrha. Lo do Vlini.o , oltre a i predetti 3 quello che fi porta di Sidone 3 & di Cipri 3 vituperando quello 3 che nafce in Candia. fen- de Tlinio la ragione 3 perche fia quafi fempre lo S tir ace poluerofo ; dicendo 3 che ne fon cagione alcuni vermicelli alati 3 l ® che ne i giorni Canicolari ui nolano , & rodendolo , lo corrompono , & f annoio poluerofo. Et fecondo cb’ei dice 3 fi falfificaanchora con gomma di cedro 3 gomma Arabica 3 mele & mandorle amare . per il che debbonfi in ciò offeruare . i le qua- Nel primo libro di Diofcoride : i o r le qualità , che fi damo da Dio fc onde al buono . Verdeggia l' albero , che produce lo Stirace, in piu giardini divine- rà , & penalmente in quello del clariffimo medico M. Mapbeo de Mapbei . Faffi della Stir ace eletta olio odorifero in quefio modo . Mettefi buona quantità di Stirace in infufione in acqua rofaper patio di due giorni , & mettefi dipoi in- ficine con l'acqua predetta in una boccia di netto ben lutata , & fi colloca in un fornello , & fepelifconft le due parti o nella rena fott ile , o nella cenere ben criuellata , & ni s accommoda poi il cappello , & il recipiente , & f affili fuoco dentro pian , piano . Et fi piglia prima nel recipiente tutta l'acqua che ne lambicca fuor e , & come comincia à riufeire l'olio , ui fi fa molto maggior fuoco , fin che fia finito di diHillare . Il quale olio non follmente pupferuirepet dar buo- no odore à molte cofe nelle profumerie , ma anchora à tutte le forte de i malori , à cui può gioirne l'ifieffa Stirace ; come che l’olio fiamolto piu caldo & piu ualorofo . Fecene memoria Galeno al! vili, delle f acuità de femplici , cofi dicen- 0 do. Lo Stirace fcalda , mollifica , & digerifee . & imperò molto conferifce egli alla toffe , à i catarri , à i fluffi della flemma 3 & alle raucedini 3 le quali chiamano coryge 3 & branchi . Trouoca tanto bcuuto 3 quanto applicato 3i mefìrui . Lafuligine dell’ abbruciato è quafi fimilc à quella dello incenfo . Et al fecondo libro delle compofitioni de medicamen- ti fecondo i luoghi 3 trattando del dolor del capo nelle febbri , diceua . Lo Stirace bcuuto in poca quantità allegra la faccia . Ma beuuto coptamente ,fa dormire con non poco turbamento dell'intelletto . Chiamano la Storace i Greci zApaz : i Latini 3 Styrax :gli .Arabi , Miha , Meha 3 Mehaha , & AHarach :gli Spagnoli , Efioraque. DelBdellio. Cap. LXVI. IL Bdellio è un liquore d’uno albero Saracinefco . Lodali quello , che al gufto è amaro , & coll trafparente , come è la colla taurina , di dentro graffò, che nel maneggiarlo lì rinuencidifce,che non fia mefehiato ne con legno , ne con altre fporcitie , & che quando s’accende, rilpira d’uno odo re limile à quello delle unghie odorate . Portafene d’india una fpetie di nero , & fordido in piu grolTì pezzi , d’odore d afpalatho . Portafene parimente dalla Pietra cartello una altra fpetie di lecco , ragiofo , & liuido : il quale tiene il fecondo luogo.Contrafalìi , mefcolandolo con gomma: ma quello non è coli amaro al gufto, & non rilpira ne i profumi di coli buono odore . Ha il Bdel- lio uirtii di fcaldare , & di mollificare . Rifolue il gozzo della gola , le durezze , & l’hernie acquo- fe , malalfato prima con faliua da digiuno . Applicato, & parimente fumentato , apre i luoghi na- turali delle donne , & prouoca il parto , & tutti gli altri humori • Beuuto , rompe le pietre , & pro- uoca l’orina . Dalli utilmente contra la toffe , & à i morii de uelenolì animali . Gioua alle rotture, 0 allo fpartmo , à i dolori del coftato , & alle uagabonde uentofità del corpo . Mettefi ne gli empia- ftri mollificatiui, che fi fanno per le durezze , & nodofitì de nerui . Peftafi,& infondefiin acqua calda , ouero in uino , & cofi fi rifolue . QV e l buono , & eccellente Bdellio 3 à cui dà le maggior lodi Diofcoride 3 che cofi è trafparente , come la col- la taurina 3 laqual noi chiamiamo di carniccio , amaro , trattabile nel maneggiarlo , & che nell' accenderlo, re- ffira deli odore dell’ unghie odorate ,fe à nofìri tempi pure fi ci porta in Italia, è tanto raro, che come dicemmo nella mirrba , fi ferba fidamente per un paragone . Credono alcuni , che quefio dominale , che ua per le (petiarie , fia parte di quel nero , che fi porta d'india , & parte di quel fecco , &gommofo , che produce l’Arabia . Il chefe pur cofifuffe, à potremmo contentare d’haucre almeno del mediocre , da che c’è uietato d’haucrne dell' eccellente . Ma in nero , per t-° ritrouarfì nel dominale & poca amaritudine , & qùafi niuna dell’ altre qualità , che gli attribuire Diofcoride , piu pretto è dapenfare , che fia contrafatto , che altrimenti . Et di qui è proceduto , che uolendo pure alcuni inuetìi- gatori sfor\arfi di farcelo ritrouar per le fpetìarie , fen^a far celo por tare altrimenti da Saraca città della felice Ara- bia , s’hanno fognato, che la Mirrha , che s’adopera communemente nelle fpetìarie ,fia il uero Bdellio , come contradi- cendo à tali opinioni , dicemmo nel cap. della mirrha . Di quello , che uolgarmente s’ufa ,fene ritroua di piu f irti . Imperochcpiuuoltcnhouedutoio di nero , affai graffo , d'odore quafi fimile all' Affa fetida: del trafparente , come la colla del carniccio , ma fecco ,-non amaro , & di ninno odore : & di quello , che tanto fi raffembraua alla mirrha, che s ufa , che malageuolmente fi poteua distinguere da quella . Ma quantunque tutte quefìe fpetie fìano dal uero Bdellio lontane ;ufanfi nondimeno tutte temerariamente nelle fpetìarie per legitime ,& approuatc . Mancando il Bdellio , fi mette in fuo luogo il mofeo de gli alberi , fecondo che ne fuoi fuccedanei fcriffe Galeno . Scùffie del Bdellio Tlinio al o ix.capodelxil . libro , cofi dicendo . Qniui è uicina Battriana , in cui è il Bdellio nominatifsimo . L’albero è nero, della grande^ga dell’ olino : le cui fiondi fono firmili à quelle della quercia , & il frutto è di natura fimile al fico faluatico. La gomma chiamano alcuni brochon , alcuni malacbran , & altri maldacon . Ma il nero raccolto in bocconi chiama T mano particolarmente hadrobolon . Deue il uero effier trafparente , fimile alla cera , odor ato,& graffio nel maneggiar- lo , amaro al gufo ,fenga acidegga alcuna . Tiu odorato è quello , che fi abbomba di uino per l'ufo delle cofe fiacre . 'Kfa- fcc in Arabia , in India , & in Media , <& parimente in Babilonia. Chiamano alami peratico quello , chef porta di Media : il quale è piu fàcile , &piu crostofo , & piu amaro . Ma l’Indiano è piu humido , & gommofo . Contra fu fi con le mandorle amare . Quefio tutto del Bdellio di fife Tlinio . Delle uirtù del Bdellio fcriffe Galeno al VI . delle fk- cultà defimplici , cofi dicendo . Il Bdellio , il qual chiamano Scithico , & mafìime quello , che è piu nero , & piu ragio- fo , ha maggiore uirtù di mollificare . Ma l’altro , che fi porta d’Arabia , ilquale è molto piu lucido , è piu difeccatiuo > '0 che mollificatiuo . Et imperò il fiefeo è humido ,& quando fi pefla , ageuolmente diuenta tenero . £' buono à tutte quelle cofe , acuì fi conuicne lo Scithico . lluecchio, & al gufto amariffimo , acuto , & parimente fecco non imita quelle cofe , che mollificano le duregge . Vfano alcuni il Bdellio , & muffirne l’Arabico , per rifoluere il goggo della I 5 gola, Olio di Stira- ce. Stirace fcricto da Gal. Nomi. Bdellio , & Tua efsam. Rarifsimo c il uero Bdellio in Italia. Bdellio uolga- re ,& lue fpetie. Bdellio, & Aia hiftor. Bdellio fcritto da Gal. 1 0 2 Difcorfi del Matthioli gola , & fhemle acquofc 3 maialandolo con la faliua da digiuno , accioche diurni uifcofo . In óltre t strabico rom- pe , b cauto , le pietre delle reni ,&prouoca l’or ina , & lecrudità uentofe . Sanai dolori del cofiato3& parimente le Bdellìo fpetiq rotture , Oltre d quefio ritrouo , che Serapione fece del Bdellio due capitoli : l uno chiamo egli Giudaico , il quale è di palma . (ifleffo Bdellio di Diofcoridc : & l’altro diffe > che era un frutto d’una pianta , fintile alla palma . Le piante di quefio ultimo ho ueduto io ab ondanti/sime in Napoli 3 nelle botteghe , doueft uendono le canne del zucchero 3 nel tempo , che jniritrouaicón la felice memoria di Bernardo Clefio Igeuercndiftimo Cardinale , & Trencipe lllufiriffmo di Trento mio padrone , Tortanfì , per quanto mi fu detto , quejìe piante di Sicilia 3 con la radice , & frondifìmili a quelle della pal- ma ; ma non pero troppo maggiori d'ungombito , Et imperò è da penfarc, che confondendo jtuicenna l'un Bdellio con l'altro 3 & dicendo , che fe ne ritrouaua una fietie di Siciliano 3 intendere egli di quello 3 che fi porta di Sicilia ,fi- Cefaglioni , & mile alle palme , Chiamanfi quefie piante in Vapoli Cefaglioni, & mangiafene quiuifolamente un certo lor loro hift. germoglio tenero , & molto faporofo ; il quale nifi ritroua nel me\o àpiu di mille inuogli . £ quello gemine in affai maggior riputatone 3 che non fono i car doni 3 i tartufi 3 & i carciofi .-per ejfere & algufto aggradeuole , & molto amico di monna Venere , Et per quanto fi può confiderare , quefio nome di Ccfaglione è fiato tratto da gli Mrabi: per- cioche Serapione dice , Qefilio eft cor ifiius pianta 3 & natura eius efi 3ficut natura palmert] . ciò è . il Cefaglione è il cuore di quefia pianta 3 la cui natura è filmile à quella della palma . Ter il che ho piu uolte penfato 3 per effer quejlo ci- bo molto foaue 3fe mai fujfe quello quel Bdellio 3 che nelle fiacre lettere fcrijfe il gran Mose, alll. capo del Genefi, ri - trouarfi nel Taradifo terreftre . Galeno all'v IH. delle f acuità de femplici 3 parlando della palma , dice 3 che'l midol- lo fi chiama Encephalos . il che mi fa penfare 3 che di qui 3 corrompend o il Greco 3 habbiano canato gli Mali il Cefi- lio loro . Fecene 3 oltre à ciò 3 in altri luoghi anchora effo Galeno mentione 3 & iffetialmente nel libro del uitto 3 le cui facult àfono d’affottigliar gli kumori . £' d'auuertire3 che doue nel teflo diDiofcoride nella noflra tradottone fi legge 20 Pjfpira il bdellio d'uno odore fimile à quello delle unghie odorate , rie iuolumi Greci 3 che fono inciampa fi legge dì ufo: sYt iidi/pictiri biKoe • cioè odorato , quando s accende fimile alle unghie . & quefie medefime parole tolte da Diofco - ride hanno Aetio 3 & Oribafio . Ma cotaliparole in nero ci fi dimoflrano affai dubiofe 3 &fcure} perche non fi può le - gitimamente determinare quel che intenda Diofcoride}per quella par ola fnyi, che lignifica unghie . Imperoche batten- do quefia parola cofi femplicemente detta uari lignificati à che fine lafia quipofla non fi può per miogiudicìo neramen- te difeernere . Il che mi fa fumicare 3 che in quefio tefio manchi qualche altra parola . Crefcene oltre à ciò lafiuffitio- neper uedere 3 che tutti gli Interpreti di Diofcoride}i quali fono però flati dotti] fimi huomini tirano quelle parole àdi- uerfì fentimenti . Il Manardo da Ferrara nelle fue epifille mole 3 che il bdellio fia femprc odorato , ma che abbrufeian dofì diuenti fimile alle unghie . Hermolao uuole , che nel accenderli facci uno odore fimile alle unghie 3 intendendo però amendue non di altre unghie 3 che delle odorate . Mlle interpretationi di cofioro corriffonde molto bene fia gli Mabi p Serapione 3 il quale traferiuendo da Diofcoride interpreta quefie parole in quefio modo. Cum incenditur bonum fiirat odorem odori unguis odorati fimilem 3 cioè quando il bdeUio sabbrufeia rijfira di buono odore fimile all'odore dellc'un- ghie odorate . Sono alcuni altri ( come è il Bptellio , & parimente il Cornarlo) che fcriuono 3 che il bdellio accendendo fi facci uno odore fimile alle unghie, fenga efilicare à quali unghie . il che non ne apporta punto piu di chiaretto, di quello , che cene dia il testo Greco . Marcello Vergilio interpreta altrimenti in questo modo . Mcccndcndofi il bdellio è odora- to,& di colore è firmile alle unghie h umane , Quefia interpretatione di Marcello efflica piu di quello 3 che fi ritroua nel Greco 3 il che ci aggiunfe forfè egli del fino, per tor uia di quel teflo ogni ambiguità3 quantunque ei ne fia riprefo dal Ma nardo. M me neramente piacque fempr e piu che ogni altra la interpretatione di Serapione 3 come fi uedenelprinci- pio di quefio commento . Ma bora non fo quello che io me ne debbi determinare ,percioche pare 3che quelle parole di Dio feoride fieno cofi diflinte3che ne dieno due note dell' elettifi imo bdellio3cioè che ei fia odorato 3 quando fi accende 3 & che 40 fia di figura fimile alle unghie : ma non però per quello fi leua uia la dubitatone , fe debbiamo intendere , che fiafmile alle unghie odorate , onero alle humane . Ma con tutto quefio mi pare 3 che l'animo mi dia3chepiu prefio fi debbi inten- dere delle bimane , per hauere letto in Tlinio al nono capo del XII. libro 3 che il bdellio Battriano ha pur affai unghie bianche . Il che par che dica del bdellio Damocrate anchora ne i uerfì della compofìtione del Ciphi , come ferine Galeno nel primo libro delli antidoti in quefio modo IZyftvov t@‘ npónoy y.iav CS'tKXÌcy . O’vuya.? <; y\ dcmdhcttìov • De i quali uerfì quefia e la fententia . Di giunco odorato X 1 1 .di croco una3di unghie di bdellio tre dramme, di affalatbo due,& mè7$a.Le cui parole confrontate con quelle di Tlinio non poco m'inducono à credere 3 che nel bdellio fieno alcune parti» che fi raffomiglino alle unghie humane , & che quelle fieno la miglior parte del bdellio , ouer amente che cotali unghie fieno folamente nell eccelìentifiimo bdellio .Simili macchie fi ueggono bianchenel Belgoino , onde fono alcuni , che ten- gono per cofa certa 3 che il Bellino fia il nero bdellio 3 ma per mio giuditio non manco di quelli s'ingannano cofioro, 50 che tengono , che l'ifleffo Bellino fia la mirrha , come diremo nel tergo libro , fcriuendo del laferpitio . Chiama - Nomi. no i Greci il Bdellio , Wéwov : i Latini } Bdcllium .-gli strabi , Molochil,Molochal , Mocbol , & Mochel :gli Spagno- li , Bdclio . Dello Incenfo. Cap. LXVII. NAsce lo Incenfo nella Arabia, che fi cognomina thurifera. Tiene il principato il mafehio, il quale chiamano ftagonia, ritondo di granello naturalmente . Quello adunque è intiero , bianco, & di dentro,quàdo lì rompe, graffo, & nelbrufciarlo fubito s’accende. Quello, che fi p01P d India3roireggia3& è liuido nel colore. Fallì ritondo di granello artifìciofamente. Tagliatilo adu- 60 que in quadretti, & mettonlo in un uafo di terra, & tanto Io uoltano attórno, che fiaben tondo:#* quello inuecchiandofi polcia,rolfeggia,& chiaraanlo atomo, ouero flagro . Tiene il fecondo luo- go Nel primo lib. di Diofcoride . io ) «o l'Arabico, & quello che nafce in Smilo,il quale chiamano alcuni copifco,affai picciolo, & mol- to rollo di colore.Trouafene una fpetie,la qual fi chiama amonite,ueramente bianco , ma nel ma- nencriarloconledita,firinuencidilce,coinefaiImaftice. Contrafaffi tutto per lo uiaggio con ra- eia ai pino,& con gommali che ageuolmente fi conofce.Imperochela gomma, accendendola, nó Fafiamma,&laragiafeneua infumoanal'incenfo fubito s'accende . Conofcefi oltre a quello la fraude dal reipirare delI'odore.Scalda l’incélb,& coftrigne : rilolue le caligini de gli occhhriempie d’ulcere profonde, & parimente le falda.-confolida le ferite frefche: riftagna tutti i Aulii del lingue, anchora che ueniffe da i pannicoli del ceruello.Mitiga le ulcere maligne del federe, & d'ogni altra pìrte del corpo, trito, & applicato in fu le fila con latte. Disfa nel principio quelle formiche , che fi 3 raffembrano a i porri, & le uolatiche,untoui con aceto,& pece. Guarilce le cotture del fuoco , & le bu°ance,mefchiato con graffo d'oca, ouéro di porco. Vnto con nitro, purga le ulcere del capo , che me°nano. Gioua applicato con mele a i panaricci delle dita,& mefchiato con pece , alle percoffe del le'orecchie^ a tutto il redo de loro dolori, infulòui con uino dolce.Impiaftrafi utilmente con ci- molia,& olio rofado alle mammelle, che s'infiammano dopo’l parto.Mettefi nelle medicine della canna del polmone, & delle membra interiori del corpo . Beefi per lo Iputo del fangue utilmente. Ma beuuto in fanità,fa far pazzie:& beuuto piu abondantémente con uino,ammazza.Brufeiafi l’in cenfo in un teli» di terra netto, accendendo prima i fuoi grani a lume di lucerna, & come è bene af focato, & brufciatOjfi cuopre fubito con uno altro uafo, infin che fi fpenga: percioche facendo coli, non diucnta egli cenere.Sono alcuni, che per pigliare la fuligine, quando fi brufcia l’incenfo, fofpé o dono fopra allapignatella,Oue s’abbrufcia,unuafo di rame concauo , pertugiato nel mezo , come pur hora, parlando della fuligine deU’incenlò,diremo.Mettonlo alcuni altri in un ualo di terra cru do bene illutato, & pofcia lo pongono a calcinare nella fornace.Brufcialì anchora in un ualo di ter ra nuouo fopra carboni bene affocati, infino a tanto, che piu non bolla, non ui rimanga alcuna graf- fezza , & piu non fumi . Tritali facilmente quello , che non è brufciato. Della Corteccia dello incenfo. Cap. LXVIII, TIene il primo luogo in bontà quella Corteccia d'incerifo,che è graffa, odorata , frefca , ! i- fcia , grolfa, & non cartilaginofa. Contrafaffi con la corteccia del pino, ouero con i gufci del 0 fuo frutto.Ma ne difcuopre la malitia il fuocoamperoche facendoli con ogni altra corteccia il prò fumo, non s’accende, ma fe ne ua in fumo, fenza alcuno odore: ma la corteccia dello incenfo bru- fcia,& fumando fpira di buono odore. Ardefi quella parimente, come sarde lo incenfo:& ha la uir tùmedefima,ma è piu ualorofa,& piu coftrettiua.Et imperò fi dà à coloro, chefputano il fangue: &mettefineipeffoli, perii fluffì de i luoghi naturali delle donne. E conueneuole alle cicatrici de gli occhi , & all'ulcere concaue , & fordide . Gioua l’abbrufciata efficacemente alla ruuidczza delle palpebre, DellaManna dello incenfo. Cap. LXIX. '°T A bvona Manna dello incenfo è quella, che è bianca, pura, & granellolà.Ha le uirtù mede -‘-'lime dello incenfo, ma non è però coir ualorofa.Contrafafli con ragia di pino criuellata, con poluere,& con corteccia d'incenfo pefta.Del che è ueramentc paragone il fuoco: percioche la con trafatta.non fa nell'abbrufaarla il fuo fumo uguale, ma fuliginofo,& impuro,& fenteii rcfpirare in fiemeco'l fuo foaiie , altro faftidiofo odore. Della Fuligine dello incenfo. Cap. LXX. FArai coli la Fuligine dello incenfo. Prendi à uno per uno i grani dello incenfo con una pic- ciola molletta, Se accendigli alla lucerna, & mettigli coli accefi in un uafo di terra concauo, & nuouo cuoprilo poi con un uafo di rame ben netto, concauo, & pertugiato in mezo. mettendo tra l’uno, & l'altro uafo,ò da una parte, ouero da ambedue, picciole pietre alte quattro di ta,accioche fi polla piu facilmente uedere dentro , fe l incenfo s'abbrufcia , & per hauere tanto di luogo aperto, che ui fe ne poflà aggiungere dell'altro : & imperò auanti , che del tutto fia brufciato il primo , aggiugniuene dell’altro , fino che haurai fattala fuligine , che ti balta . Ma bifogna con- tinuamente có una (ponga ben piena d’acqua frefca andar bagnando atorno al coperchio di rame: imperoche coli temperando la calidità del rame,ui s’appiglia piu fermamente la fuligine: altrimen ti per effer ella leggierifsima , ageuolmente calca , & fi mefeola con la cenere dell incenfo , che ui fi brufcia . Spazzali pofcia dal coperchio la prima fuligine , & fafsi il medefimo , per infin che ti piace di farne, matogliefi peròuolta per ùoltauiala cenere dello incenfo. Mitigala Fuligine dello incenfo le infiammagioni de gli occhi, prohibifee icatarrhi, che ui difeendono, purga le ulcere, riempie le concauità. Se fermai cancheri. Fannofi nel medefimo modo quella della mir- I 4 rha. Inceri fa', & fu 3 hiftoria « Virtù dell’In- cenfo. Incenfo, à lire uirrù fcritte da Galeno. 104 Difcorficlel Mattinoli rha , della ragia , dello (torace , & d'ogni altra forte di liquori , tutte uniuerfalmente buone alle medelime malattie . Essendo lo incenfo, la Corteccia, la Manna , & la F uligine tutte cofe , che procedono da una medefima pian- ta , non m è parato fuor di propofito di trattarne di tutte infamemente . Ma cominciando prima daU Incenfo, non dijfondcndofi molto ampiamente Diofcoride in narrarne l' bistorta , per fodisfare al buon uolere di coloro, che la uoleffe- ro intendere 3 ne dirò qui tutto quello , che dal 1 1 1 1 . cap. del I H.libro di Theophraflo 3 & dal x 1 1 1 1 . del x 1 1 . di 'Plinio ho fedelmente ricauato . Dico adunque 3che quantunque folamentenafcalo Incenfo in Arabia 3 èperò da papere, che non per tutto nqfce egli quitti , ma particolarmente in un certo luogo 3 nel mego quafj della regione dopo A tramite, uillaggio principale del regno de i Sabei.Vfanira il [ito del luogo il Leuante 3 & euui Fiata uietata dalla natura da ogni 10 parte la firada dell' entrami . Imperoche ha dalla deFìra banda per fortegga fcogli grandmimi di mare, & in tutto'l re- fio del contorno al tifarne ripe . Dura la lungheria delle felue,che producono ( Incenfo piu di cento miglia,& la largheg- ga loro non meno di cinquanta, con le quali confinano i Mìnei habitatori d'uno altro uillaggio , da cui fi porta fuori l'in- cenfoper flrcttijfma uia : & già fu cognominato l' Incenfo Mineo . Imperoche fittamente coFtoro ne furono i primi in- uentori, & effifioli ri esercitano la mercantia . E'prohibito ad ogni altro di uedernegli alberi 3 che lo producono : angi che gliiflefsi Mincinon tutti ( fecondo che fi dice) gli pojfono uedere . Imperoche di tutti folamente trecefito famiglie ti hanno la giuridittione , & la parte nel ricor lo : alle quali perfine ce { 'sione dell' una età nell’ altra3ne resta l'heredità. So- no coFìoro,che lo ricolgono, da i popoli circomicini chiamati fiacri . Imperoche quando intaccano co i ferramenti la cor teccia dell'albero , per dare adito al liquore,& cofi medefimamente quando lo ricolgono ,s attengono per non macdarfi, dalle donne loro , & dallo andare alle effequie de i morti . il che pare, che gli faccia creficcre il preggo della mercantia. 20 Sono alcuni altri , che dicono , che iMineiu hanno intcrejpo tutti 3& che ogni anno fie lo partono fra loro. Ma come, fi fia , anchora che gli antichi Bimani armeggi afferò in Arabia ; nondimeno niuno de i Latini autorine ferine, come fuffe fatto l'albero dello incenfo : & benché molti de i Greci ri h abbiano ficritto fauna concordami però tra loro fi ritro- ua ; quantunque ferina Theophraflo , che uno albero d’ Ine enfio, qual nacque fiopra Sardes appreffo certo tempio, hauef- fe frondi filmili al lauro . Anticamente fi fi deua ricorre li Incenfo una uolta l' anno, intaccando gli alberi ne i giorni fola mente canicolari , per effere à quel tempo molto pregna la, corteccia d'humore ,& ne ricoglieuanopoficia lo Incenfo nel f ’guente autunno . Ma la dolcezza del guadagno ha fatto ritrouar modo di ricorlo anchora la primauera , effendo pri- ma Flati intaccatigli alberi il uerno . Bfcogliefi quello , che difilla , & gocciola dall’albero , in fu certe Floie teffute di palme, fe il luogo concede , ch’elle nifi poffano adattare : altrimenti ui fanno fiotto una aia in fui terreno ben battuta, & ben netta . llpiupuro,<& piu jplendido , è quello , che fi ricoglie in fu le floie . Imperoche quello , che cafca in terra, è 3° piu grane, nontraJparc,ne cofi come l’altro, è ualorofo . Quello, che j, incoglie nella primauera ,roJ]eggia , &tionèda comparare col primo in bontà, per effere egli neramente di minore uirtà . Credefi, che quello , che difilla da gli alberi giouani,fia molto piu bianco , che non è quello de i uecchi . fiafpafì con ferro dagli alberi , quello che ui fi condenfa fiopra ; &però ne riporta ficco affiti peggi della corteccia . Di queFlofece ( come qui di fiopra fi uede ) Diofcoride men- tione: percioche parlando dello Incenfo , diffe ritrouar fene oltre all'Arabico di roffo, che ci fi porta d’india . il che dimoFlra , che anchora in altre parti del mondo nafea l’ incenfo , oltre à quello ; che fi porta d’Arabia . il chefapendo benifimo Theophraflo , & Tlinio , quantunque prima haueffero ficritto , che folamente l'Arabia produceua l’Incenfo differo però che alcuni haueuano detto , che ne nafceua anchora in alcune Ifole . Daffi con utilità manifefia l' Incenfo poluerigato a bere alpe fio d una dramma ne i'fluffi dif enterici . Et mettefi anchora in maggior quantità ìlei crifleri . Faffene unguento con latte di donna nel mortaio , <£r ungefi alle cotture del Sole . Bcuto al pefo fi una dramma con clc- 4° qua di fiori bianchi di pecca nimphea , riflringe lagonorrhea , & prepone due fcropoli , faccia la melancholia , & giorni à tutti i difetti del cuore , & maffimamente mefcolato con altri medicamenti cordiali . Fa. (fi dell' Incenfo un medicamen- to piu ualorofo di tutti li altri per gli occhi caccolofì , & roffi : Imperoche molte mite in una fola notte libera da cotali incommodi . Ficcafì adunque un grano d’Incenfo eletto digrandegga d’uria nocciuola in un ponterolo , & accendef alla fiamma d una candela di cera . Et cofi ardente fi fpegne in quattro once d’acqua di rofe , & cofi fifa fino a trenta notte. Colafi di poi l acqua, & di queFìa con una penna fene mette ogni fera , quando ipatienti fene uanno al letto, tre, ò quattro gocciole ne i cantoni delli occhi che fono' appreffo al nafo , ma doue il roffore & le lagrime fieno con dolore , ui faggionge altrettanto latte di donna . Bfiflagna l Incenfo , il fangue del nafo , incorporandofi però con ragnitello,aloe, <& chiara d uuouo , & meffo nel nafo fiopra una taFìa fatta di tela , ò di Fioppa . Mitiga Vini enfio i Tenafimoni fattone tumento conpece Greca . Fannofi d una dramma d’ Incenfo , & quattro fcropoli d' Agarico , con fucchio d’Hiffopo die 50 cipilule molto buone centra la toffe dandofene unaper uolta ogni fera , quando i patienti fiene uanno à dormire . Tre- parafi con incenfo unapoluere magiFlrale digrangiouamento alla difenteria in queFlo modo ; Trendonfi d' incenfo, & di maflice diciafcuno due dramme, di bolo Armeno una dramma , di coralli roffi , di corno di ceruo abbruficiatodi cia- feuno mega dramvia & daffene c on nino uermiglio brufeo una dramma, & mega per uolta due bore dopo cena . La poi uere dell Incenfo con altretanta mirrha incorporata con chiara d’ uuouo , Slegata fiopra la fronte , & fiopra le tempio uale a i dolori H emicrania . £ lo incenfo (fecondo che recita Gal. al v 1 1. delle fatuità defemplici ) caldo nel fecondo, &fecco nel primo grado, con unpoco difacultà coflrettiua ; come che nel bianco non ui fi fe?ita manifeftamente . La fina corteccia coflrigne chiaramente ; &però è ella molto difeccatiua , di modo che fi connumera con quelle cofe, che di- fettano nel fecondo grado . £ ella neramente compofla diparti piu gr offe, che lo Incenfo : & però ha manco dell’acu - to. Ver qucHe qualità adunque /acuità fuc l’banno i medici inufo per gli jputi del [angue ,pcr le debole^ ,& 60 fluffi dello Jiomaco , & parimente per la difenteria . Ife f damme fi mette ella ne i medicamenti , che s’ufano di fuori, ma iti quegli anchora , che fi tolgono dentro nel corpo . il fuo ramo ( leggo la fica fuligine , & qui difetto ne dirò la ragione) Nel primo lib. di Diofcoride. i o j ragione ) falda & difecca piu chel' Incenfo s dimodo che quafiarriua alterco grado. T^eperàèegli priuo di qual- che poco di f acuità afterfnta : & però può mondificare , & riempire le ulcere de gli oc chi, come fa quello della mirrha , dello ftirace . Quefto tutto dello Incenfo fcriffe Galeno . Ma oltre ciò è da fapere ( accioche alcuno non fi penfajfe, che male haueffì io interpretato queflo tefio di Galeno ) che in tutti i uolumi Latini delle f acuità de [empiici d’ effo Gale - Tetto di Gale- ro tradotti per il Gaudano di qual fi uoglia ftampa,è il tefto dello Incenfo [corretto , per ejfer fimilmente deprauato ne 110 {corretto. i Greci , come parimente fi. ritroua corrotto in Taolo Egineta . lmperoche doue nel capitolo dell' Incenfo fi legge appref fo Galeno , 6 S'I ojj 7« fypoTipaf k Qtp^oréptif rfKstrd cwtòv tòv S'uuct/j.tMf 3 ciò è come traduce il Gauda- no . Ilfuo ramo ha piu del caldo , & del [ecco , che l’iftejfo incenfo ; penfo neramente che fi debbia leggere « «fó etiQdM ojj7* , do è } La [ua /uligine , &c. lmperoche ritrouo prima apprejfo à Diofcoride , che la f uligine dello Incenfo è quel- la ,&non i rami, di cui non fece egli memoria alcuna, che ha propria f acuità di mondificare , & riempiere- le ulcere degli occhi . Il che poi ne dimoftra parimente in qucfio luogo l’iftejfo Galeno , nel dire egli nella fine del capitolo , che il medefimo effetto fa quella della mirrha , & dello ftirace . Tercioche al capitolo dello ftirace nell’ vi 1 1. lib. dice poi egli , che la f uligine dello ftirace abbruciato , è quafi filmile nelle f acuità fue à quella dello Incenf >. Et nel V II. lib. al cap. proprio delle /uligini dicena. Vfano parimente i medici la f uligine dell’ incenf ) nelle medicine degli occhi,& in quel le mafjìmamente,che nifi generano òper infiammagioni,ò per catarri,& parimente l'ujanoper 1 ulcere di quelli : perciò che ella lemondifica,et riempie di carne.Vfafi oltre à do per imbellire le palpebre degli occhi.Quella poi,che fi fa della ragia del terebintho,& della mirrha^è prilla d'ogni mole ftia, non altrimenti, eh e fifìa quella, che fi fa dello incenfo ; co : me che quella, che fifa dello ftirace, fia unpochettopiu ualorofa.Ter quefto ho adunque io confiderato,chefia nel Greco deprauato il tefto dagli fcrittori;i quai,doue ragioneuolmentc doueano fcriuere aìÌu\n,che uuol dire propriamente fu ; ligine, f enfierò peruerfamente Sahxkfae uuol dire ramo,ouer furculo.&cofi è accaduto quefto errore per lafimilitudi ne di quefti due uocaboli Greci.il che manifeft amente dichiara Serapione.-percioche hauendo egli hauuto alfuo tempo il tefio di Galeno corretto, tutto qudlo,chefì legge hoggi de i rami in Galeno, & de i furculi,ouero [armenti in Taolo Egi netaffi legge apprejfo di lui del fumo, ouero della f 'uligine dello Incenfo.il che fi uedcanchor manifefiamente injletiofe bene il Gaudano in Galeno, & l'Mndernaco in Taolo Egineta non fe ri accorfero.il Incenfo ( fecondo che recita G ale- no alv. libro delle compofitioni in genere) matura, & muoue la marcia ne corpi di natura temperati : impero che ne gli humidi è egli incarnatino , come altroue habbiamo dimoftrato . Oltre à ciò hauendo fcrittoDiofcoride che beuuto /' incenfo da ifani fa fare parafe, & che beuuto piu copio [amente ammav^a , par che perciò fi fia non poco ingannato Muicenna: il quale ferine , che l’ incenfo beuuto,gioua ài mente catti ,& àgli [memorati . Hannofi oltre à quefto pen Manna d’incen fato alcuni, che la Manna dello incenfo apprejfo ài Greci fuffe la Manna folutiua, che à tempi nostri uftamo di dare fo* ne corpi teneri , & dilicati , per faluberrima , & [incera medicina . Ma in nero la cofa fia altrimenti . perche , fecondo che incita T limo ,'mfieme conmolti de gli altri , la Manna dello incenfo , non è altro , che quella polueregr anellofa , che fi ritroua fi-a effo , fatta nello ftropicciarfi infieme delle fue granella , che auiene nel fiammeggiarlo . Il che parimen- te teftifica Galeno nel quarto. libro delle compofitioni de medicamenti fecondo i luoghi . Mapofcia che la Manna dello incenfo m’ha ridotta à memoria la Manna folutiua , che feende dall’aria , non fe ne facendo nel procejfo da Diofcoride altra mentione , accioche fi [odisfaccia à i lettori , ne dirò di mente degli Mrabi quanto efiì ne fcrijfero , & quanto an- chora io fteffo nho ueduto in Calabria, doue ella fi ricoglie eccellentijfima . Dico adunque , che la manna folutiua e ua & pua ma certa rugiada , ouero liquore foaue , che cajcala notte dall’aria fopra le fiondi , & foprà i rami de gli alberi , in fu m,& fpetie. Iherba , in fu le pietre , & parimente in terra : la quale pofeia condenfandofi con certo [patio di tempo, diuenta granel- lo fa à modo di gomma . Di quefta ho ueduto io in Italia f blamente due fpetie , delle quali l’una è la Leuantina ,&l al- tra la Calabrefe . Quella , che fi porta di Leuante , è di due diuerfe fpetie luna ciò eeccellentifiima , la qual chiamano Mafticina , di granello fimile al maftice , onde ha tirato il nome : & l'altra , la qual chiamano Bambagina , di preyggo uile , & di poco ualcre : imperoche ella non è altro, che la Mafticina fua?iita, ouero contrafatta di Toccherò , & d’al- tri mefcugli . Quella della Calabrefe piu s apprenda , che fi ricoglie dalle fiondi de gli alberi, oue ella s'appone , & che propriamente saddimanda Manna di foglia , minuta di granella , trafparente ,graue, firmile à pie ciole granella di ma- ftice , bianca , & alguflo dolce , & foaue . T iene il fecondo luogo dopo quefta quella di piu groffo granello , che a i no- ftri tempi fi caua dal tronco de ifiafiini , di cui diremo qui difotto . Di quella cafcata dal cielo la p affata notte , mi fu giàportata da certi paftori in Cofen%a , città di Calabria , [opra à fiondi di f aggio, & di orno, che pareuaproprio goc- ciole d’ un giulebbo ben cotto . Intefìitidagli habitatori , ch’ella fi ricoglie la mattina auanti, che l fole fcaldi: impero- che pofeia. rarefacendola il [ole , fi rifolue ageuolmente in aria . Onde non fo io per qual ragione ferina il Fuchfio huo- mo de nofitri tempi dottìfiimo nel fuo libro delle compofitioni dei medicamenti nuouamente stampato, & aumentato , ■ che la Manna Calabrefe fia di piu gr offe granella , filmili à fiocchi di bambagia , ouer amente di lana bianca : & che pe- rò fi chiama ella manna bambagina , manco pretio fa di tutte l’ altre manne . Ma quanto fia lontana la opinione del Fuchfio dal uero , nelafcierò il giuditio à quei medici , à quei fpetiali , à quei mercanti , che meglio fanno, qual fia la manna mafticina , qual la bambagina , & qual la Calabrefe , che forfè per auuentura fin bora non ha faputo il Fuchfio. pitrouone apprejfo àgli Mrabi due fpetie , fritte per diuerfi capitoli : delle quali ne chiamano una Manna , & l'altra - Manna 3p_ T erenìabin . Ifte perciò ui fi cono [ce tra effe altra differenza di fpetie, fe non che l’una par e ejfer e liquida fimile al me- pretto agli Ara le,& l'altra condenfata in granella . Quefta è ucr amente quella uera Manna mafticina , che fi fi ileua portare à noi di duc leuante : & l’altra quella , che chiamarono T ereniahingli jtrabìci : la quale fi dimoftra effere Manna apertamente per teftimonio diSerapione . lmperoche nel capitolo proprio , il quale è l’undecimo , d’autorità diMbix , co fi ne [cri- ne . Mitiga il T ereniabin le infiammagioni delle febri calde , toglie la fete , mollifica mediocremente il corpo ,gioua al petto , & alla toffe ,&nonè altro , che Manna : conciofia cofa che cafca dall'aria , come cafca la Manna . M ferma Errore del Bra il Erafauola , che un LJicolo TJicoluccio ( penfo fpetiale in Ferrara) comprò una uolta da un Moro unuafo pieno feuola. duna i o6 Dilcorfì del Matthioli duna Manna liquida fintile al mele , laquale fiaceua nelle medicine mirabili effetti . Quefia neramente fi può dire effere Hata di quella , che chiamano gli Arabi Tereniabin : quantunque di contraria opinione fia il Brafauola , il qual mio, le, che l Tereniabin Arabico fia la Manna del nofiro commune ufi ),& che la Manna loro fia poficia quefia fpetie di liquu da . La qual /intenda del tutto ripugna alle ficritture Arabiche : offendo che io ritrouo in Serapione , che'l Tereniabin d una rugiada jche cufica dal cielo filmile a un mele granello fio, & che altrimenti fi dimanda Mele di rugiada . EtAui- cennaficriuendo della Manna , dice , ch’ella fi condenfia à modo di gomma : dal quale non ueggio punto deuiare Mefue. Manna fcritta Tu opinione d'Auerroe , & di molti altri dopo lui, che gli antichi , & maffime Galeno , non c onoficeff ero la Manna . Jl da Galeno, Pii che ripugna quello , che effo Galeno ne ficriffe nel tei\o libro delle f acuità degli alimenti , nel capitolo del Mele , cofi di- ma 8c Theo- cmdo * Fa^ inj>u iefrondi degH aiyri m licore jl quale neramente non fi può dire , che fia ne fucco,ne frutto, ne parte alcuna di quelli : ma bene fi può dire , effere una fpetie di rugiada ; quantunque non uifie ne ritrouigran copia , ne man- j j co ui fi ueggia del continouo . Io mi ricordo bene , che qualche uolta nel tempo della fiate s è ntr oliato in fin gli alberi , & {oprai' herbe affaifiimo mele : del che giubilando , & facendo fiefia i uillani cantauano,Gioue nepioue il mele . Era , nell’accader quello , Hata la paffuta notte , rifpetto al tempo della Hate affai fi-edda , & il paffuto giorno molto caldo , & fecco . Ter il che i dotti interpreti della natura fi penfiarono proceder qucHo da i uapori Iellati dalla terra , & dal- l'acqua . Imperoche effendo prima rarefatti, & cotti dal S ole, è da crederebbe per il freddo della fieguente notte fi m- denfiaffero . Ma quantunque appreffo à noi accaggia quefio di rado nondimeno nel monte Libano ogni anno fpefiifìi - me uolte interuiene , onde meffe molte pelli per terra 3 ricolgono 3 crollandogli alberi i uillani , & i pudori , il mele , & riempiono certi lor uafi , & lo chiamano Mele di rugiada 3 onero d’aria. Quefio tutto della Manna ficrifie Gal.à confu- fìone di coloro 3 che fi credono , ch’ella non fiufie conoficiuta da lui . Di qui adunque è da penfiare 3 che habbiano tratto gli Arabi il loro Tereniabin :& muffirne affermando Serapione , che appreffo à loro anchor a fi chiamaua mele d'aria. 20 Di cui fece parimente mentioneTlinio al XI I. capo dell’xi. libro, con quefie parole . Cufica quefio mele dall’ aria, & mafì imamente nel naficer ed’ alcune flelle ,& fiuole Jpetialmente interuenir quefio nel tempo della Canicola: ma non mai auanti al naficere delle Vergilie 3poco auanti giorno, di modo che nella prima aurora fi ritrouano le fiondi de gli alberi 3 cariche di rugiadofio mele . Onde coloro 3 che in quel tempo fono fuori all'aria ,fientono le uefii , & i capelli un- ti per tutto di queHo liquore .Sia adunque quefio ò fiudore del cielo 3 ò fialiua d' alcune fielle , ò humore che fi purghi dall’ aria,uoleJfie Iddio 3 chefiuffe egli cofi puro , liquido , & di fina natura , come era egli nel firn primo cadere . Quefio tutto dìfìe Tlinio. Ma è però la Manna cofia tanto antica 3 che auanti che naficefiero Galeno, & Tlinio3fiu ella conofciu- ta,& fcritta da Theophrafio d'autorità d’Hefiodo , ahx. capo del III. libro dell’hifioria delle piante , con quefie pa- role. Mafie ( come ferine Hefiodo ) la quercia genera il mele , & le api3quello certamente piu fi conferma . Adunque nafice anchor a queHo melleo humore cadendo dal cielo 3&rimanendo fiopra queHo albero . Quefie tutte fono parole p Manna cafcata di TheophraHo . Di liquida , & parimente digranellofia ne caficò dal cielo anchor a nel contado di Goritia , per tutta in Friuli, la patria del Friuli3& parimente in altre regioni circonuicine ■> il mefie dì Maggio , & di Giugno deli anno m.d. Xl v I. delle quali in un tempo medefimo ricolfi io in affai quantità . Imperoche tutta quella 3 che era fiopra fiondi di fico 3 & di orno 3 era bianchiffma 3 &gr aneUo fa,& quella 3 che fiopra fiondi di pefico 3 di mandorlo , & di quercia era caduta , era liquida , di fapore 3 & di colore filmile al mele . il che ageuolmente mi induce à credere , che non per fina natura , & per fe fiefia diuenti la Manna granello fia , & fi condenfi filmile al mafiice3ma che tale accidente fi caufi dall' iHe fia f acuì tà delle fiondi de gli àlberi 3oue ella s’appone. Al che auertendo con diligenza gli ficrittori Arabici, ne deficrifiero {enfiatamente amendue le fpetie . Caficonne in queHi moderni tempi digranellofia filmile alMaflice, nella ualle Anania della iuridittionc di T rento , copiofia quantità , & {penalmente fiopra i larici, ouenefiurno ricolte alcune ficat ole, co- me ne può pur teHimonio il Signor Giulio Alefiandrino medico Cefiareofilqualenhebbelapartefiua. Dalchefipuo ben 4® (onfiderare come da tutto il refio ficritto di fiopra 3 che fia in grandi fiimo errore Donato Altomari , non uolendo egli ' concedere , che la manna che fi ritroua in fu le foglie delfiafiino cafichi dal cielo , ma che ui rifiudi dall'albero ifiefio.Ma f non dirò già io che quella eh e fu ricolta in fu i larici ,fuffe la refina , che corrottamente chiamiamo terbenthina , che fi de i FraVcim caua ^ tr0nc0 Larice ; effendo Hata neramente Manna celefie , & non refina rifudata . Oltre à ciò , è chiara- mentatori di mente da credere, che fi fognafiero i Frati, che hanno commentato t antidotario di Mefue , che la Manna auanti all ap Mefue. parir della Canicola rifiudi in Calabria , fienai cader dall'aria , dalli rami , & parimente dalla ficor^a del tronco del fiafiino, & dell' orno, & che fi generi in queHi alberi daper fe naturalmente , & rifiudi da loro nel modo che da molti altri rifiudano le gomme.-percioche quefio è tutto contra all' operare della natura,& contra alla uerità ,di cui nondimeno fifogliono i Frati chiamare predicat ori.Imperoche quella che rifiuda da cotali alberi ne giorni Canicolari, non è altro, che Manna celeHe cadutaui fiopra iprofiimipaffati mefit di Maggio , & di Giugno beuuta dalla fic or ^a , & tirata dentro da 5* fe,per effere inaridita &fieccata dal Sole, & parimente , rarefatta & sfiefia . Et cofi interuien poficia, che intaccandoft la corteccia dell’albero fe neficafiuor tirata dall’ ardentifi imo calor ideila Canicola, & ui fi condenfi, & fkccifi grcmcU lofia a modo di gomma. La quale per la mifiura del fiucco dell’albero è fpognofa,& leggiera . Che poi fi faccia piu quefìt cperatione nel fiafiino, & nell orno, che ne gli altri alberi,caficando però la Manna fiopra tutti uniuerfalmentc , nonft- prei io altro dir effe non interuenir quefio per fpetial dote data dalla natura al fiafiino, & parimente all' orno di tirare a fe propriamente queHo liquor e, come alla calamita di tirare il ferro, & al fiuccino la paglia . Imperoche à tutti è mani- fefio,che in Tuglia,& in Calabria fiolo il fiafiino, & l’orno fpetie anchor a egli di fi afiino,hanno proprietà di tirare afe la Manna, che ui cafica fopra,et di ritener la,et condenfarla:uedendofi,che dagli altri alberi cafica ella fiubito in terra, in fu l heroa,& in fu le pietre.Et pero difilla {blamente dal fiafiino, et dall’ orno, quando fi gl' intacca la corteccia, non per° naturalmente, ma accidentalmente.onde gli babitatori di quei luoghi fatti dotti, & fiapienti dalla utilità del guadagno, hanno molto piu diligentemente inueHigato quefio cofi belfiecreto della natura.Con la opinione de Frati concorre l’Al* tamari ,ìl quaie mole ad ogni modo che quefia manna del commune ufo non fia altro che gomma di Orno,& delFraffino naturale* Nelprimolib.diDiofcoride. i ©7 natnrale,finga accidentale alcuno. Il che quantunque egli fi sforai diprouarc con fortiffmi argumcnti , & ragioni, per non quadrare cotale opinione al mio intelletto ne lafciarò àfar la [enterica a coloro , che piu di me fi fono effer citati in quelle cofe . Tra coloro , che fi crederono.che la Manna dello incenfofujfe quefla dell'aria , rimilo effere Stato die- tro Crinito fiorentino , riprcfo già agramente dal Manardo da ferrar a , nel primo libro delle pie epistole medicinali . Ma fe glipuo indo perdonare , pofcia che Scrapione ,il quale tra gli Arabici tienene femplici medicamentiil primo luogo , confonde la filmina dell’ aria con quella dello Incenfo affai inconftderatamente . attuario tra gli altri Greci (per quanto fi legge nelfuo trattato delle compofitioni de medicamenti ) hebbe affai bene la Manna in confideratione, &recitome affai fufficientementele, facilità fue . il Fuchfio fàmofiffmo Mediconei fuolibro delle compofitioni de i medicamenti moltamente flampato,& aumentato, par che fi sfora} con ogni pio potere di torma del tutto la Manna 3 dall’ufo dei Medici, prohibendo l’ufarla con qucfle parole. La Manna ueramente ha poca, òniffuna uirtùdi foluerc il corpo , & ciò affermano per cofa certa coloro , che fono Siati appreffo al monte Libano . Imperoche cofloro dicono, che glihabitatori di quelmonte ne mangiano fino che fono pieni, & che però nonmuoue loroil corpo, ma chefene fentono nutrire cofi come di ogni altro companatico . Il per che effendo la manna quafi di pmil uirtù che il mele, quan- do ben la ne mancaffe , non importarebbe ,fc nonfuffe la marauiglia , che del continouo ripigliamo delle cofe pellegri- ne ,& chenoi come infinftti , & comepaggi , /predati i medicamenti ,chemfcono nei noSlripaefi, piu preSlo 110- gliamo ufarc quelli , che fi ci portano di paefi lontani , che quelli che nafeono nelli borii propnj . Ma facendo cofi fen- ica confideratione di graniiffime fpefe , riportiamo meritamente la pena della noflrapaggia . Quello tutto della man- na ferine il Fucbfio . Dal che fi uede manìfeSlamente , che egli uonebbe ad ogni modo tor uia dalla medicina l’ufo della manna ,& che in luogo di effa fi uftffero di quei medicamenti che nafeono nelle fue ,& noftre Ragioni, ò Iddio iluo- 3 lejfe , che quella permutatione fi poteffefhre equalmente Sicuramente , & commodamente , accio che come defidera il Tucbfiopoteflimo riff armiate cofi grandi fpefe . Ma perche le fue ragioni non fono tali, ne cofi ammifiibili, che fieno baSìanti à pervadermene t intento pio, fon confiretto à Infoiarle da parie , come del tutto inutili . Imperoche che fìa il nero , & del tutto contrario alla opinione del Fucbfio , che la manna fia fòlutiua , & che la muoua il corpo finga fa- re alcuno nocumento , non f blamente l’habbiamo dalli Mnton , che di offa hanno firitto , ma ce lo dimostra continua - mente la cotidiana cfferiengl , uedendofi manifefiamente , che toltone ilpefo di due once & mega, muove molto be- ne piu & piu mite il corpo , cacciandone fuori fpetialmente la cbolerai tanto dico la grojfa, quanto Infittile, come puffi far di ciò io tefiimonio , il quale non ufi per la miaperfona altro medicamento . Che poi fiati vero , che coloro , chehabitano ìlmonte Libano fimangino lamama come per companatico , & che ferie nutrif chino , come d’ognialtro cibo, chi farà colui , che lo creda , come fa il Fucbfio ? auuenga che fine ueggafra noi tutto il giorno il contrario . Che ? 3 Mdunque mrremo mi levar uia la manna dall'ufo medicinale medicamento cofi nobile , & piacevole , & che tiene il principato tra tutti gli altri , per ufare in pio luogo i nofìri , come forfè la cataputia , l’efula , ì tithimali , la brionia, & molti altri fimilì medicamenti ttelenofi , i quali nafeono per loro ftefii non follmente negli borii , ma anchora nelle noSlre campagne l Ter miogìudicio non mai . Io ueramente in queSla cofa piupreflo mi uoglio accollare à Galeno , à Diofcoride ,& ad altri eccellenti fcrittoritantò dico Greci quanto Mrabici , che à qualunche fi uogli altro. Impero - che eglino non contenti de i medicamenti delle patrie , & regioni loro ,fi dilettarono mirabilmente dibatterne di pelle- grini. Ffe però per quefio diremo mai , che efii piffero paggi, ma ben che efii piffero fapientipimi . Terò non mi fon fenonpoffuto grandemente maravigliare , che il Fucbfio fi fiameffo cofi à vituperacela manna finga ueruna ragione, effendonoto & chiaro ì tutti , eccetto che àlui, che purga ella il corpo ferina alcuna molefìia. Io perii vero defìde- rarei , che coloro che vanno biafimando cotali medicamenti ,faceffcro questo ò piu ragionevolmente , ò che ne dimo- ro fir afferò quali fieno queimedicamenti dei noSlripaefi ,chefìpoteffcro accommodare in tutto, & per tutto in luogo loro , & che haucjfero quella iftejfa uirtù . Tercioche io non fono quel medico, che uoleffc preporre le cofe forefìiere alle noflre , pur chele hauejfemo tali, che potejfcro con le facultà loro Slare al parangone di quelle , ne piu, ne meno . Errano anchora nonpocoi Medici Napolitani inficmc con i loro protomedici , i quali fanno prohibire , fotto grauiffme pene , che non fi debbi vender la manna che rifuia dada feorga del fi affino & dell orno, la quale chiamano manna sfor gata , imaginandofi , che non fia buona da cofa ueruna . Imperoche quefla , oltre che purga finga alcuna molestia , &• dafiificuriffimamente alle donne grauide , in ogni tempo della grauidegga ; è fmtiffma , & eccellentiffma medicina nelle petecchie , &febri maligne , & pejlilentiali ; offèndo che ilfrafiino ha manifefla uirtù contra tutti li ueleni . Te- rò lafcino hormai iTrotomediciNapolitani di perfeguitar coloro , che cauanola manna delfiaffmo, &non priuino gl’huomini di cofipretiof > medicamento non conofciuto da loro ; fe bene ni fono piu propinqui di noi. E' la Manna (fe- -, condo cheriferifiono Muicenna ,& Mefite ) ne fuoi temperamenti uguale , inchinandofi però piupreflo al caldo, che altrimenti . Ma fecondo Muerroe è calida , &humida. Solue il corpo, quantunque debilmente per fe fola . Etimpe- ròfì da & alle dome grauide, & a i piccioli fanciulli finga alcuno detrimento , ò timore . Meffa tra C altre medicine, accrefce le uirtù loro . Turga agevolmente la cholera,togìie la fete, apre, & mollifica le parti del petto , & della gola . Ma non fi ferva in uera bontà piu d'uno anno , quella dico,che fi porta di Levante , chiamata Maflicina : ma quella che fi ricoglie in Calabria , dura affai piu lungo tempo . Chiamano i Greci l Incenfo. Aigam: i Latini Thus: gli Mrabi I \on ier,Conder,ouero Kateth . i Tedefchi Vueimtcb :gli Spagnoli Encienfo : i Francefi Encens. Manna, & Tu* facilità. Nomi. Del Pezzo , & del Pino . Cap. L X X I. SO N o il Pezzo , & il Pino d'una forte medefima, anchora che tra le fpetie loro fia qualche dif- fcrenza:& fono alberi uolgari,& conolciuti . E'ia corteccia loro coftrettiua.gioua trita , & im piaftrata Difcorfi del Matthioli piaftrata alle intertigini , alle ulcere fuperficiali , & alle cotture del fuoco , mefcolata però conli* targirio , & manna d'incenfo . Incorporata con ceroto mirtino , confolida le ulcere de corpi diu- cati , che non poifono tolerarecofe forti . Trita con uetriolo, raffrena le ulcere, che uanno ferpen- do . Fattone profumo , prouoca il parto , & le fecondine . Beuuta , ftrigne il corpo, & prouocal o- rina. Mitigano le fiondi loro trite, &impiaftrate, linfiammagioni, & prohibifconle nelle feri- te. La decottione calda delle trite fatta in aceto, mitiga, lauandofenelabocca, il dolore dei denti. Beuute le fiondi al pefo duna dramma con acqua femplice , ouero melata., giouanoai fegatofi . Fanno quello medefimo i gufii delle pine beuuti , & parimente le fiondi del pino • La teda d'amendue tagliata in pezzetti , & cotta pofcia In aceto , lauatone la bocca , mitiga il dolore dei denti. Faffenefpatoleperlecompbfitiónideipeffoli, & de gli unguenti, che fi fanno per le Nel primo lib . di Diofcoridé. i o 5 PEZZO. laffitudini . Cogliefene, brufciandola, lafuligine per far inchioflro da libri, & per mettere ne i li- nimenti, che fi fanno per acconciare le ciglia delle donne . Gioua à gli angoli de gli occhi corrofi, al fluflo delle lagrime, & alle ciglia, che fi pelano. Chiamanfi Pityides i frutti tanto del pino, quanto del pezzo, che fi rinchiudono dentro alle pine loro. Sono quelli collrettiui,& alquanto : calidi : & mangiati perle foli, ouero con mele , giouano alla toflè , & altri difetti del petto . Quel- li del pino mondi , & mangiati ne i cibi, ouero beuti con fonie di cocomeri, & conuino palio, pro- uocano l'orina, & fpengono gli ardori delle reni, & della uefoica. Tolti con focco di portulaca, uagliono al rodimento dello llomaco, reltaurano le forze ne i corpi debili, & ripercuotono gli 0 humori corrotti . Tolti frefohi dall’albero tutti interi , & pofcia pelli , & cotti nel uino palio , ua- gliono alla tolfe uecchia, & confcrifcono à i thifici, beuendofi di tal decottione ognigiorno tre ciathi . K Sarebbe Pino, Tua hifto m,& fuefpe- tìf« Pifcorfi dei Mattinoli PINQ SALVATICI Sarebbe V er amente cofa da imputarmi a non poca negligenza , fe ridonandomi tutto il giorno nelle felue de i Tini 3 de gli .Abeti 3 dei Larici ,& dei Te^i 3 non ifcriuefii io di tutti quejìi la nera hiftoria, fecondo che ifeiifi propri ne fono flati giudici : & tanto piu mi pare hauere io hauuto obligatione di farlo , quanto piu ueggio in molte co - fe Tlinio 3 con molti altri de i moderni nel defcriuere quejìi alberi , che producono le ragie 3 affai allontanar fi da quello , che gli occhi propri mi fono ne i monti dì tutta lagìuridìttìone di Trento fiati teftimoni . Cominciando adunque del "Pino 3 ridotto , che Theophraflo al x . cap. delia . libro dell' hiftoria delle piante 3 ne fcriffe ma fpetie di domefliefl » & ma difaluatico : & diuìfe ìlfaluatìco in maritìmo , e-r montano 3 cofì dicendo . jtffegnano di Tini due fpetie3 1 un* ciò è domefìica , <& l altra faluatica : & di quejìa fono parimente due fpetie , una montana , & una maritima . I f inì della montana fpetie fono piu dritti , piu alti , &piugrojJì : & quelli della maritima 3fono piccioli 3 hanno le fiondi piu 1 0 fiottili 3&la corteccia piu lifeia 3 utile per conciare le cuoia . il che nell'altra manco fi ritroua . il frutto della maritt- ima è tondo 3 & prefìo s apre ; & quello della montana è lungo 3 uerde , ne cofiprcflo fifgufcia , come piu faluatico. Tut- to quefio Nel primo lib. di Diofcoride. n i PINO MARITIMO. to qncfìo del VinofcriffeTheophratto . Manon mancano chi fermano y eh e ciofcriueffe Theophratto del pey$o ,& non del pino fondati [opra la ragione deluocaholo Greco v&m , di cui qui ferine Theophrajìo ,percioche dicono, che apprejfo a i Greci denota Tct^o ,& non pino . Onde Vietro B.ellonio Francefe feguitando la commune opinione de Greci, nel libro fuo de gli alberi coniferi tutto quello che ferine T heophraflo del Vino lo pofe fotto il peitfó , contra l interprctatione diTheodoro Ga\a, quantunque Greco nettino , &dottiffmo huomo latino, per ritrouare , che Theo- phrajlohaueua fritto in Greco adirne s cioè del Ve^o . Maparmi , che il Bellonio s inganni non poco , non già per che io lo reputi del tutto indotto , ma piu pretto perche mi par poco pratico , & mólto nuouo nella lettitene di Theophra- fio , & di Galeno, ouer amente che egli Ji fiapojlo con poca confideratione àfcriuere di quelle piante , di cui haueua po- lo chi/fmqnotitia . Imperoche piu cofe ui fono , che contradicono allafua opinione . me ueramente'non è cofa mona , ne manco ho da dubitare , che gli antichi Greci nonpigliajfero ydjw impropriamente per il Vino , & vfavf per il Veg^- \o . certamente manco è uerifimile, che Theodoro interprete diTheophraJìo di nation greca , & molto dotto, non K 2 haueffe Difcorfìdel Matthioli v ka ltro pino maritimo. haueffìe faputo quel che fìgnìfìc afferò quei due cofì triti hoc abolì W.V.» & t/t ve appreffo à i Greci fcrìttorì . Jpf>° c'0f[ uede mani fedamente , che Theophrafìo chiama la noce , onero il Cono del ttAk» *■/> óCikov ( cioè Strobilo ) onde ci uiene d certificare , che egli intenda w&m per Tbio,& non per Ve^o . Imperoche Strobolosfì chiama propriamente la noce del Vino , coinè apertifjimamente dichiara Galeno ahi. libro delle facultà degli alimenti con quelle parole . la ce del pino ( cioè il pinocchio ) genera buoni , &gro/fe humorì , & nutrifee molto , come che malageuolmente fi digeri- ta- I Greci boranoti la chiamano piu x&W ( cioè Cottoti ) ma rpó/SiKov ( cioè Strobìlon ) .Vili oltre il mcdefhno Ga- leno nel libro de i cibi > che nutrifeono bene , & male , dice quefìe parole . Il pinocchio , il qual fi chiama nSvot ebta- mato anchora vfe&iMf da gli antichi genera piu groffi humorì , manon però cattiui . Jlppb ciò nel fettitno libro delle facilita de (empiici . il frutto del Cono ( diffe pur egli ) il qual chiamano Coccalon ,& Strobilon . <&c.& nel quarto IO commento nel libro di H ippocrate del modo del uiuere ne i morbi acuti . Il Coccalo ( diffe egli ) cofì chiamato da tì ip- f ocrate y nonfi chiama cofì da gli antichi Greci > ma Conos , come da i moderni mediai per lq piu parte Strobilos . t °’1 Galeno è il Setbifra i Greci piu motti , quale chimo, i pinocchi Conma , & Strobili . Onde reputo hormai effe-re co fa thiariffima ,cbe TheophraBo babbi intefo contro la opinione del Bellonio per il il Tino , & non il per^o . lm- perochefe il v-Am appreffo TheophaBo produce lo Strobilo , il quale fi connumera da Galeno fra i cibi, non fi uedere , ne conofcere , in che modo poffa effere egli il frutto delpe^o , il qual non fi mangia , ne fi commemorala i cibi , come fa ■ttjlimonio contrafe Beffo il Bellonio . Che oltre à ciò Tbeopbrafìo in quefio luogo non intenda altro per^djAlw che il. pino , ne può far uero tefìimonio il non ritrouarfi per^o , che fa dome fico ,fegia non fe ne rìtrouaffe alcuno in qualche giardino Batoui trapiantato 3 ò feminato di quelli , che fono nelle feluc , come che il contrario f ueggia ne i pini ritrouan dofene & de domeBichi, & de faluatichi come ferine T heopbraflo . Di qui neramente è poi auueuuto , che il Bellonio fa trafeorfò d'un errore in un altro . Imperoche anchor quello èfàlfijfimo , che la pece ( come egli dice , interpretando fcruerfamente T heopbraBo ) fi facci della teda del peygxo . Imperoche Tariffimi fono i pergi , che faccino teda : perché per il ucro tutta la pece,, che fi ufa in Italia fi fu filamenti di teda di pini : & cofi parimente in Bohcmia}oue fono gran- K 3 diffime , Nel primo libro di Diofcoride: PINO SA.LV/MVGO, Vera hiftoria de i Pini . Pino faluatifpj & Tua fpecie . 1 1 4 Difcorfì del Matthioli PINO S A L V, C E M B R O, difiime , & mfinitifime felue di Tinifaluatichi . Ma ucnendo hormai alla uera hifìoria de Tini , dico che il pino è di due generi , cioè domefìico , & faluatico . Il domeftico ha i rami nella cima , che s aggirano per intorno al tronco a mo- do diruota , con foglie ferme , dure , lunghe >Jìrette 3 & appuntate in cima. Troduce le T ine groffe di piena mano . piramidali , ben Aure ,graui, & ferrate , nelle quali fi contengono i pinocchi lunghetti , ferrati , & rinchiufi da du- ro & affai forte gufc io , tutto ricoperto di nera f uligine , che toccando fi imbratta fubito le mani . I pinocchi che uifon dentro fono bianchi, dolci, &diletteuoli al guflo, coperti da certo fiottile inuoglio di rofìigno colore , il qual fregato con le dita , ò con le palme delle mani , agcuolmentefifgufcia . Veggonfi copiofifiimi i Tini domefìichi nel territorio di Pauenna , doue n è una gran felua chiamata la pineta , non molto lont anomalia riua del mare Adriatico . Vedefene ari- 1 0 eh or a in nari, & diuerfì luoghi d Italia , & (penalmente r.e i monafhri de fiati. Il faluatico ha diuerfe fpetie . Le quali fi diuidono in Montane , & Marine , I Montani fono di tre forte . il primo è piu lungo & maggia^ di tutti ; & diquefli Nel primo lib, di Diolcoride . 115- , • uefti nefono piene tutte le felue di Boemia ydiS ilefìa, & To Ionia , & nel territorio di Trento , & del Contado di Tirolo uari&diùerfi monti , de i quali fanno i bofchieri la pece nera. Sono queSti in tutte leparti loro ftmili a i dome- stichi} eccetto che nelle pine , le quali fono poco maggiori delle noci del ciprejfo , ma piu lunghe , meno uguali 3 &piu ferrate infieme 3 con quello ordine ifiejfo difquame chef uede nelle domestiche 3 ragiofì , & odorati . Quelli della fecon- dacene chiamati da i Contadini della ualle Anania Mughi 3 non fanno trónco , nefuflo ueruno 3 ma producono i rami Mughi . dalie radici appreffo à terra 3 i quali- fene uanno f correndo di lungo per terra di lunghezza da dieci fi', io à quindici gom- hiti . Produce le pine alquanto 3 òpoco maggiori del predetto 3 & piu ricoperte di ragia , & piu odorate . Vfano i I{a- viiperfar cerchia da boti ; Impero che oltra alleffer eglino affai lunghi, fono molto tenaci 3 & arrendeuoli . La terrea ftetie chiamano gli Mnaniefì 3&iT reatini Cembro , ouer Cirmolo 3 & nafeono questi Tini copio fi in Gauia monte ne i Cembro 3 confini della ual del Sole con Coltolina ; nelle montagne di Fieme 3 & nel contado di Tirolo in certi monti non lontani da Ifrnickfr : Crcfcono i Cembri in afidi bella grandetta : di modo che fene fanno tauole 3 le quali non folamente rie f co- no uenofe , & belle3ma anchora odorate : non dimeno questi Tini non fono tanto alti quanto quelli della prima fetiefu detta 3 ne hanno la Corteccia cofì roffa .-fonò tefue pine graffe poco meno di quelle de i Tezgi, ma molto piu breui 3 & piu corte , refmofe 3 & porporeggi unti , & di tutte l altre forte piu fragili. Hanno dentro i pinocchi molto minori delle domejìiche 3 con ilgufcio cofì fragile , che ageuolmcnte fì rompe con i denti . il fapore de pinocchi è quello fìeffo de i do - meflichifenon che lafcia nella bocca un ; non fo che d’afire^a, ; il che è il proprio di tutti i frutti faluatichi. Di qui adun- que mi riduco ageuolmcnte à credere , che il Cembro fìa il Tino T arentino3di cui fcriffe Tlinio al decimo capo del deci - pino Tarenti- mo quinto libro . Imperoche ( come dice egli ) ilgufcio de pinocchi è cofì fragile , che fi rompe con le dita : & però no* utin furato dalli augelli nell'albero 3 perche per la molta fi-agilità fua ageuolmente lo rompono con il becco . Distilla ) da queflo Tino la ragia bianca,& odorata 3 come da tutti gl’ altri . Fanno i Tedefchi delle tauole del Cembro non poca Urna 3 non folamente per effer belle all'occhio , ma anchora ( come habbiamo detto ) per il lor buono odore . Il che fa che fieno a loro in grande ufo per imboffolarc lefiufe 3 & le Camere 3 le quali fon loro molto apropofìto il Verno contra al freddo ; facendo queste tauole non poco ornammo . De i Marini ho io offeruatodue fretie differenti folamente nel pini Marini . frutto, come potrà ciaf uno far coniatura delle figme loro 3 che qui f ino collocate : Da tutte queste Jpetie rifuda la ra- giabianca ,& odorata 3 & tutte inuechiandofi diuentano teda,& fii/fene la pece . Ma dirò bene che quello che fri- ttamente Jì uede ne i pini faluatichi nel noStro clima 3 ripugna del tutto d quello che ne ferine TheophraSto : percioche i Tini faluatichi , che nafeono nelle maremme noSlre di Siena 3 producono il frutto loro lungo una fauna 3 in forma di piramide fermifiimo 3 & fodo3 il quale malagcuolmcntc s apre per fc Stefio : & quelli , che nafeono per tutte le montagne della ualle Mnania 3 & di tutto il refio del Trentino 3 doue fe ne ritrouano afifaiffime felue , producono i frutti loro piccioli , &‘breui, li quali fubito che fon fecchi 3 s’ aprono , & cafcano dall'albero . Ma puof- ft credere inter uenir quefto dalla uarietà de climi ,<& delle regioni, ouer amente perche piu fieno le jpetie de pini maritimi . Credefi il Bcllonio , di cuihabbiamo detto poco quidi fopra fcriuendo pure degli alberi refmiferi ( per quanto io p offa amare dalle fuc parole ) cheti Cembro fìa il pinafìro , ma fecondo il parere mio egli s inganna non poco . Tercioche io ritrouo appreffo Tlinio al x.capo del XV I .libro che ti Tinafiro ; cioè il pino faluatico crefcein mirabile alterca , non folamente ne i monti , ma anchora ne i piani , come fì uede in Éohemia , ouè ne i piani fono infinite felue dipinaflri . Ma tutto il contrario ritrouo io appreffo ti Bellonio , udendo egli ad ogni modo , che ti pinafìro fìa minor del pino , & che non nafea , ne fì ritroui ,fc non nelle altifìime cime de i monti . Mila cui erronea opinione fì potrà accoflare ciafcuno,à cui piu piaccia credere à i ni aggi del Bellonio ( fe però come egli ferine fì poffono tener per neri ) in Mfìia , in Grecia , in Soria , in Egitto , & in altri paeft lontani , che à quello ; che ne friuenogli antichi . Mlli quali jpeffo fervei ueruna ra- gione contradice il Bellonio , per far fi per auuentura piu autentico di loro . jqe fenrya qualche ragione ho io da mar a - vigliarmi di ciò , & da non far gran capitale de fuoi fritti ,per efferefiato detto da perfone degne di fede , che il Bel- lonio è huomo di poca dottrina , & che non ha c aminato tanto per il mondo , quanto egli fcriue . Ma ritornando nel no Jìro primo ragionamento, dico che doue il Bellonio deferiue l’hiStoria delTinafìro dice per dar botta à Theodoro Ga- V* > d'hauer jpeffo ritrouato il pinafìro in Theophrafìo latino . Ma che nel TheophraSlo Greco , ne manco apprefìo à qud[i uogli altro Greco autore ne ritrouo mai egli ueruna mentione . Ma quanta fìa grande l’arroganza del Bellonio , & quanto negligentemente babbi egli letto cotali autori ,fìpuo ageuolmente conofere perle parole di Theophrafìo, che habbiamo pofìe di fopra , doue per autorità del medemofu detto, che ipini erano di due forte , cioè domestichi , & faluatichi . Ma fe per auuentura non uoleffc egli confentire alle ragioni , & autorità allegate di fopra , & che refiafìe nella fua pertinacia con dire , che appreffo TheophraSto il irdixn è il pergo , & non il pino , & che egli confequentemen ' te in quel luogo intefe de i peg^i domeftichi ( di quefìi nonpenfo che mai ne uedeffe il Bcllonio ) & dei faluatichi , & .non de i pini :fe noi li concederemo queSio per farli piacere , che cofa rifonderà egli à quei luoghi di TheophraSlo, ne i quali fi leggermi dyplct? cioè pino faluatico ? Veramente niente per quanto io me ne ueggia . Oda adunque il Bello- nio quel che contra di lui fcriue Theophrafìo , oue egli tratta l'hiHoria degli alberi de i monti al quarto capo del tergo dell Infiorici delle piante . Ei dice quefìe parole I J'iaJ'c 7 a 701&S1 g òpavav a. iv joistìLIok Su quìtcu >nfe/7e Ma.x.tS'ovicu', iti T»37r&»,T,W ctypia. .cioè Quelle piante propriamente montane , che non allignano ne i piani di Macedonia,fono.l’a- beto , il pezzo , & il pinafìro , & nel capo medefìmo , doue ei recita per nome quelle piante, che fmpre uerdeggiano fcriue quefìe parole iv dypiav a usti 'BfÓTtpov ÌAé%Sn vdjWTrirvs dypta. . Cioè , M dunque fra le faluatiche piante uerdeggiano perpetuamente quelle , di cui dicemmo nel primo , cioè l’abeto , il pezzo , & il pinastro . Di qui ) ad,inluefipuo ( per quanto io me ne ueggia ) credere , che il Bellonio babbi con pochijfma attentione Studiato Theo- phrafio ,fe ben dimofìra efìere dotto colui , che dal Francefe ha tradotto in Latino le fue menzogne . Mlle quali ha - Hendonoi con non poca diligenza pofìo fopra l’occhio, & cono fendo che egli ha fritto molte cofe fenza confideratio - ne lteruna > & di quelle anchora , che in modo ueruno fì pofiono tenere per uere , & per fìncere , non ci pofìiamo perfua- K 4 dere II 6 Difcorfidel Matthioli fider. im altrimenti ,fe non che do l, abbia fatto egli piu prefio perfm uamglom.&per cupidità d bonon , & dì dignità, che per narrare la uerità delle cofe in beneficio del mondo . Tfe manco s inganna nella confiderattone deUì alberi re- Putiferi (UnguiUaMquale confidato fidamente neUaJua opinione ,fenga addurre teftimonianrpt ò ragione alcuna, um le ne i fimi pareri , che il Vino fanatico montano , & parimente quello chef chiama mugo , fieno amendue ffetie dipe ^ „0 , quantunque l'ima & l'altra di quelle piante non fieno differenti da tutti gli altri Tinife non nella grandetta, &pk coìeiM loro , & de i lor frutti . Imperoche tuttihamo ma meiefma faccia, una medeftma apparenza, le medefme foglie, i medefmi germini , & fiori , il medefimo legno , la medefima corteccia , la medeftma ragia , & il medefmo le- pore, & odore ;fen\a che tutte quelle forte di Tini , inuecchiandofifi conuertono in T eda , di cui fi fa la pece , Il che è propria dote de Tini ( come feriamo l ‘piu autentichi fcrittori) & non dei Tergi . Tfeparmi che meno erri grofiamm- te egli nel Tino Tarentino , chiamato volgarmente Cembro .rnlendo ciche quello fiailTino montano faluatico, diati i0 fcrffse Theophrafio . Ma non e fendo ne ritrattandoli fra tutte leffetie de Tini alcuna che babbi ilfiutto cofi fi-agile, co me il Cembro, fi uede manifejiamente quanto (la uana l'opinione di cofiui . Imperoche (come ferine Theophrafio) ilvi no fanatico montano produce le Tino piu compatte, piu dure ,&piufenate del marino . Onde non può Bare in mo- do uermofcheil Cembro fiailTino faluatico montano , dì cui ferme Theophrafio . Hard anchora non poche altrera- gìoni che ripugnano altMngmllari , lequali per non effer tediofo lafcio da canto , & maffirnamente battendone io ferita affai nel libro delle mie epiflolc .frinendo all’ EcceUentiJftmo M. Vliffe Mldrouando Bolognefe. Ma non mipoffofe - non mar stigliare , che ferina Tlinio , che le migliori fcaniole che fi fimo di tutti gli alberi refmiferiper i tetti delle a- ■ fe fieno quelle di pino , fipenioft che quelle del larice non hanno paragone al mondo , & ch’elle fono piu dì tutte (altre . c- durabili. Scritte oltre à ciò Theophrafio alluogomeiefmo di fopracitato ( come anchora noi ogni giorno uggiamo) t a> UaC° che la morte delfino alfine non è altro, che conuertirfi in teda, con qucBe parole . Dicono i montanari , che coiai la morbo accade alpini , quando non fidamente ilcuore , ma lapavte piu eBertore del tronco diventa teda. Imperoche ali bora lì mene à fuffocare (per modo di dire ) la pianta . il che accade naturalmente per troppa abondanrp dimo- re , che fi ritroua nell'albero , per quanto fipoffa confiderai : imperoche tutto diuenta teda . QucBo adunque è ilpro- prio morbo del pino . La caufapoi , onde proceda , che il pino diuenti teda , ferine il medefimo Theophrafio, al XV. ca- po delfeBo libro delle caufe delle piante , con quefie parole . llTinofilaradice tutta pièna di teda , cornee flato det- to per auanti . La ragione è quella iBeffa .che fi confiderà negli animali , cioè che quella parte dell'alimento cotta , & bollita , conciofia che ella refti purgatiffma, fi ferma, & quindi fi congiela , & condenfmdofi genera il graffo . lire- fio poi, chem alt aito, nutrifee quelle pani, che fono foprala terra, nonperò trattando per quella graffetta, maper certi altri meati . Imperoche quelle piante , che in tutto , & per tutto diuentano teda ,per la graffetta fi fuffocano , co me è fiato detto . perciochenon battendo elle tranfito , ne uia alcuna aperta , gli /piriti nifi confondono, & fiffocanft, p Come erarte cofi comene gli animali , che fuor dimodo s ingraffano. Quefiotutto diffe Theophrafio . Oltre a ciò efiendobifogno i pjnj diuenti- di teda per far la pece, non manca modo che i pini anchoraper arte fi connettano in teda . Ilcheft caua parimente io no teda t Theophrafio al 1 1 . capo del IX. libro deU'biftoria delle piante, dotte fi ritroua fcrìtta in quefìo modo .Dicono, & af- fermano i montanari , che dove efft leuano la fionda al tronco del pino ( come fogliano fare ) tre , oueramente quattro gombitifopra terra uerfo il leuar del Sole , ui concorre nonpoca quantità d’humore , & nifi genera però anchor la teda per ffatiodlmo tomo : laquale cattata con la feure , to-ma àrigenerttruifi l’anno feguente ,& parimente il terr/i . on- de ìnteruìene, che da quello poco tagliare d'ogni anno l'albero fi fadebile , & putrido ( come efft dicono ) & cofifcoffo da i uenti , agevolmente cafca per terra, oue fegli caua il cuore ( imperoche quello ha fernpre in fe teda ) & parimente le radici . QueBo anchora fcriffe Theophrafio . Dal che è cofa chiara , che putrefacendoli il pino , ò naturalmente , o . pj. per arte , diuenta egli teda. Ilperche credo , cheinquefio manifeBamente erraffeTlinio , per hauerfi egli perfuafo p nk^d'alcùni a- x . capo del XV I . libro , dotte connumera tutte le piante refinifere , che la teda fia albero da per fe,& pianta partì- altri . colare cofi chiamata ,fcriuendo in qucBo modo , Lafefla fpetie è quella , che propriamente fi chiama teda , piu abolì- dante d'humore , che tutte (altre ; piu parca, & piu liquida della picca , grata però anchora per ì fuochi , & i lumi fi facrificij . Etalxw III , capo delmedefimo libro . Minano i monti ( dìceua pur egli )ilcedro,il larice, la teda, & tutte (altre piante, che producono ragia. Ma fe alcuno per difender Tlinodiceffe , che egli in quello luogo altri) non intenda per la teda , che L’iBcffopino , agonalmente figli refponderebbe , che fcrìuendo egli in quello medefimo luo- go tutte le piante refinifere per diuerfi generi , trai quali commemora il pino nel primo luogo, gir lo pone per il primo ge- nere tra tutte le piante refinifere , non poteva egli debitamente , ne ragioneuolmente collocarlo anchora nel fifio luogo, hauendolo quitti per aitanti meffonel primo. Di qui facilmente può effer tanfata l'errore di Marcello interprete di Dio - fcortde : il quale in qucBo capitolo interpreta il pino per teda , Ts lei quale errore ritratto anchora tra li moderni Jda- ) moLonicero: il quale dipinge nelfuoherharia per la teda una pianta piupreflo finta, che nera , ingannato forfè o dal Ruellio , ò da Marcello . Ma è però da fapere , che nonfolamente il pino fi conuertifce in teda , ma altri alberi anchora refmiferi , come fono i tarici, &ipe\gi: da cui nella Italie Mnaniaho io piu mite canata fuori la teda ; quantunque f° " cl ufi imi fieno tra ì larici , & i peggi , che la producano . Onde die cita TheophraBo imeBigator grande dì tutte quefie cofe,alv i. capo del i i i i. libro delibili cria delle piante , che in Tonto tragli alberi fàluatichi mancano ipiuì’g^ abeti , & ipetpfi , & tutti gli altri , che portano la teda , Dal che è chiaro , che altri alberi anchora , oltre alpino!1 ritrovano , che producono la teda . Ma effendo quefla cofapiu particolare del pino , che di tutti gli altri , però fi da -~ Errore di Pii- te^aP‘u aip!n0 > che à uermo di loro , Onde fi può agevolmente conofcere l'errore di Tlinio , dove egli ferine, che il di' niOjStdel Ruel ventar teda è proprio morbo del lance , & non del pino : al qual lance attribmfce egli , olire à quello per mala ititeli' lio • genrpt , qua fi ciò che Theophrafio amìbuifee al pino , Del che volendolo feufare il Bjiellio fuo familiariff.mo , dite clx non è maraviglia , che in quello equiuocaffeTlinio , per effere il larice di quegli alberi , che mai non perdono le fiondi , per nafeere egli almopte ,&per raffembrarfi quafi in ogni fua fatela alpino ; non s accorgendo, come bene erri audio ri egh m egli Ai graffo . Imperoche io giurerò ben qucfto , che di quanti larici io nidi mai al tempo mio ( che riho uedute le centinaia delle felue ) mai ne nidi alcuno , à cui il uerno non cadeffero lefrondi , nè manco 3 che haueffe cofigran f mili- tine col pino , come diffe il B^tcllio . Et imperò , accioche anchora d'effo ftdiuulghi lhifloriauera3ne dirò qui tutto quello y che fenfat amente riho ueditto io . Dico adunque , che il larice èimoalberodigrandijjìmaprocerità, 1feJiito di groffiffima corteccia ( noncome feriva Adamo Lonicero 3 di corteccia piulifeia del] peyp^o ) tutta piena dipro- fonde crepature , & di dentro roffa . Troduce i fuoi rami digrado ingrado all' intorno di tutto il tronco : le cui cime fo- no coft uencide 3 & arrenderli , come quelle de falci » di colore quafi giallo , & di buono odore . Lefrondi produce egli M'fime intorno à i ramuf celli 3 lunghe , tenere 3 molli , capeglìofe >piu frette di quelle de pini3& non pungenti: le ) quali nella fine deli' autunno , effondo dì uerdi fitte oltre modo pallide , tutte fe ne caggiono in terra , di modo che il La- nce M tutti gli alberi , che producono le ragie 3 refla il uerno fogliato di fondi . T\affcmbranft i Larici giouani del tut- to ai ciprefli ,& non punto al pe^yp , come ferme i l FpielUo . I fuoìfutti ( quantunque fi credeffe Vi inio effere i Larici Aerili, Ne 1 primo lib. di Diofcoride . LARICE. Larice,&fuahi fioria . Falfà credenza di Plinio, & di Vitrguio. Errore di alcu- ni» Agarico pro- dotto daHari» ce. Ragialaricina, &fue virtù. i [ 8 Difcorfi del Matthioli forili, & non produrre alcun frutto) fono molto fimili anchor eglino alle noci, che produce il cipreffio, & ìjj,imo di non ingrato odore. Ma molto piu odoriferi fono i fuoi fiori : li quali nella prìmauera efeono dalle cime de iramufceìlì inferno con le fondi mghìffimi da uedere . Imperoche ejfendo d’un colore porporeo ardentiffimo , paiono fiocchetti di finifimafeta p otti con bella arte dalla natura fra quel bel uerde di tutta la pianta . É ilfuo legnò durifimo , & jwfli- ma?nent e quella parte , che dentro dal bianco roffeggia . Ter il che nonhapari nelle fàbriche delle cafiella, de i palar- % , & delle cafe per edificare . E' una fioccherà il credere ( come dijfe Tlinio ,Vìtruuio y & molti altri de i moder- ni ) che il larice non bnifci nel fuoco , & non fàccia carbone , ma fi confumi , & fi cuoca, come fanno le pietre nelle for- naci della calcina . Ónde s’ ingannano manifefiamente coloro , i quali confidati nelli ferini -, & nelle autorità di colo- ro , contendono con poca ragione , che il noflro Larice non fini il legitimo , uedcndofì che mejfo nel fuoco tanto fàcilmen- te s abbrufeia Impero che fir iuendo il medefimo Tlinio , & Vitruuio , cheli Larice è tutto pieno di copio fa , & grafia lo refina , la qual fintendoil fuoco non abbrufeia manco che il bitume , è neramente una fioccherà il credere , che illari - ce cofi graffo , & cofi pieno diragia , non abbrufei , meffo nel fuoco : ejfendo cofa certa, che le pietre , quantunque', per propria naturanon sabbrufiiano , non ardono , & non fanno fiamma , nondimeno doue fi ritrovino piene di bitume, co- me è la pietra gagate , sabbrufiiano , & fanno la fiamma , come il legno ,fino chef conticrtono in cenere ; e/fendo che in molte prouincie A quilonari non hanno per far fuoco altro che pietre fimili . Et fi alcun fùffe che piu di quello uo- leffe intendere del larice , legga nel libro noHro delle epifiole , quello che del Larice ho fcritto nella feconda cpifìola al- l'Eccellentijfimo M. Eliffe Aldrouando . Impero che ini fi potrà chiarire, che i nofiri lar ici fono neramente i legittimi , & ueri.Farebbe male il forno del ferro,che è nella ualledtl Sole della giurìdittione di T rcnto , & molti , che ne f orìò'in mi Camonicq , & mi Tropia in quel di Brcfciatfe non fùffe il carbóne del Larice , del quale ui s'adopera grandi fimo, copia . Conciofìa che (fecondo che riferifeonoi maeftri di quella arte ) non fi ritroua altro carbone , che fàccia la ini- lo gliore fàttione àfkr colare la uena , che fa quello del Larice . Oltre a quefìo -, il fuo legno , quando è fecco , per efier molto graffo di ragia , abbrufeia congrandifìimo impeto , & molto s'adopera nelle montagne del Trentino à fcaldàre i forni, & le /luffe. Troduce il larice ,l’ Agarico eccellentifiimo , da i cui tronchi n'ho piu mite con le proprie ma- ni ficcato io beUifsimo , & clettifsmi peipy , & compratone da coloro , che ne fanno incetta i ficchi tutti interi . ìfa- fee X Agarico anchor a ( fecondo che rifenfie Tlinio ) in Francia, non folamente in fui larice, ma in ogni altro albero, che fàccia ghiande . Diofcoride ( come anchor a Galeno) Uà in dubbio ,fefia l'Agarico fongo , ò radice ; quantùnque dica poi, che ne nafia in fu l'albero del cedro. Il Brafauola afferma hauerne ritrouato à Comacchio in fu gli elici , & ha - uerne ueduto caualcando egli per Francia , appreff > alle radici delle querele . Ma io in uerità in tutta Tofana , in gran parte del regno di Tfapoli , in molti luoghi di Lombardia , & in uarie parti d' Alemagna, & Schiauonia , doue fono fel- ue grandifiims di querele , ceni , elici , /àrnie , & fioueri , tutti alberi ghiandif eri , non ho mai ueduto , ne manco udito 30 dire , che ui nafta l'Agarico : ma ben ubo ueduto io altri fongacci neri , duri , & legnofi : de i quali parte fe ne fa efea da fuoco ,& parte s’adopera per dar fuoco àgli archi bufi ,&à gli fchiopetti. Oltre à ciò per tutte le montagne del T r enfino , quantunque oltre àgli abeti , pini , larici , & pe^i ui fi ritrouino infinite querele ; nondimeno nonfi ritma Agarico altroue , che ne i larici . Cauafi oltre à quefìo del larice quella liquida , & ualorofijfima ragia , che per tutte le Jpetiarie della Italia fi chiama T erebinthina , per effer f lice e/fa in luogo di quella , che fi caua dal terebintho . per ciò- che hauendoi mercanti già difmeffo diportare la terebinthina , i medici pofero in ufo quella del larice infilo luogo, doue s'haueuapofcia ellaprefo il nome di T erebinthina . Tslient e dimeno il Fuchfìo nel fuo ultimo libro delle compofitioni de i medicamenti ferine ingannandofi , che li fpetiali hoggi non ufano altro in luogo della nera terebinthina , che la liquida u già dell' abeto , che noi chiamiamo lagrimo , effendo bormai chiaro à tutto il mondo, che la terebinthina uolgaredel commune ufo non fi caua d’altronde , che dal larice . Come fuccedeua feffo al tempo di Galeno quella , che difilla dal 40 pe^o , fecondo che tefiifica egli alterco libro delle compofitioni de medicamenti in genere , frinendo di quelli empia- firi , che fi fanno di cofe mineraliper le ferite de nerui , cofi dicendo . Tra le ffetie delle ragie è quella , che difiilla dal larice piu humida della flrobilina , della terebinthina , & di quella dell’ abeto , & di fufian^a fimile à quella delpet^o, laquale uendono i fuHituti de i mercanti à chi non la conofce , per nera terebinthina , per effer gli nell’odore , & nel gu- Ho fimile , quantunque nelle /acuità fuefia ella piu acuta . Con quafla adunque , & con la terebinthina fi conforma in potentia quella del larice , come che fia di fufian^a piu fiottile , & piurifolutiua . Chiamano i paefani di quellcmonta- gne quefìo liquore Larga, denominandolo cofi dal Larice , onde difiilla. T{on efice quefìo per alcun tempo fuoriperfi fìejfo : & perciò coloro , che lo ricolgono , pertugiano il tronco dell'albero una (fama , ouer due dificofio da terra , con grojfo , & lungo fuccbiello fino al midollo, ondepofeia difiillando la fiate il liquore, fie ne fende dall’albero in certi uafi fatti di corteccia dipelo. Il piu Jplendido è quello , che fi caua da gli alberi giouani , come interuiene parimente nel- 5° l incenfo ; & il piu torbido e quello , che difiilla da i uecchi . Vfafi queHo liquore in uarij , & diuerfi medicamenti , & maffimamente nelli unguenti , che fi fanno per l’ ulcere , & per le ferite .■ Inghiottita al pefo d una oncia, purga il cor- po per difot to , mondifica le reni , cól la uifciga,& caccia fuor e l’ orina ritenuta ; & maffimamente aggiontoui una dramma odue de Benedetta . Lanata con acqua di piantagine , 0 di Tfimphea bianca , naie alla gonorrhea , & maf- fimamente aggiontoui una dramma dì fuccino bianco , & prefa piu &pìu uolteper bocca, nel che ferue ella piu udo- rofamente aggiontoui una dramma d' Affieno, con un grano di camphora.Trefa à modo di lettouaro, gioua à i tifici. & agl empiemaci , & parimente alla toffie uecchia . Faffiene acqua , & olio per lambicco di uetro, neramente utiliffimo per faldate le ferite frcfche , in breue tempo . V ngefi il medemo caldo à i dolori freddi delle gionture , & delli nerui • L acqua che da primarie difilla beuuta alpefo di due fcropoli con uino bianco , doue lo fiomacho fia pieno di flemma, & doglia , la caccia fuor e per uomitQ con non poco allegamento . La medema lena uiale lentigini , i quofi,le mac- ^ , chie , & altre infettioni della faccia ,&d altri luoghi del corpo, & maffimamente incorporando fi, con olio. di tartaro . Gioua aUefifiolc , & alle orecchie uermìnofe , diflillatoui dentro con fiele di bue ò di porco , Bftrouafì (fejfone i tron- chi Nel primo lib . diDiofcoride. 1 1 9 ABETE. chi ic i Urici limbi appreffo al midollo granperpj Sun certo panno bianco, limile al cuoi » fcamociato : buono à falciare Panno di iiri- le ferite , & rimagliare ilfangue . Ma fe alberi fono dì quelli, che portano ragia , che molto fi famiglino ,fono il cc- /'abete,*' modo cheffeffo ingannano togliendoli l'un per l'altro , da chi non uauertifce bene . Sono & “ró hiito- 1‘iflifimilineUulungbeoga ,neUagrojjhtfa ,& nelle frondi: lequali fono lunghette , breui, dure ,& folte . Tuttìì rii. ramufcelli loro nafcono incroce procedendo f Diamente da due bandai rami, & il mede fimo fanno anchora le frondi . Me e però quella differenza dall’uno alt altro, cioè, che il colore delle frondi del Veggo è piu ficuro affai dì quelle dell'M br.te : lequali fono anchora alquanto piu larghette , piu tenere , piu lifeie , & manco appuntate , & conueflifeono i ra- fiiptr ogni intorno . oltre à rio la corteccia del Veggo nereggia , è tenace , & arrenderle , come una correggia : & fucila del! Mete biancheggia ,&nel piegarla ageuolmentefi rompe . trami del Veggo fi riuoltano per lo piu à terra: il che non fanno quelli dell’ Mete . Et la materia del legno è molto piu bella , &piu utile : imperoche hapiu dritte ue- uc,&mana nodi . Producono amendue i frutti lunghi una /panna, con lefquammepiu fattili, & piu aperte, che non fono 120 Difcorfi del Matthioli fono quelle delle pine , nelle quali è unfeme bianchiccio fenga ucruna midolla . il Veggo per lo piu fa la fua ragia dura, & condenfata tra la corteccia > & il tronco , come che qualche nolta difilli anchor egli della liquida , Jìmile alla larici. Olio d’Aue?> na? Et l’abete fa quel liquore eccellentifimo , che uolgarmente è chiamato da chi lagrimo, & da chi 20 uimì olio pi a V £ zzo, del quale fi potrebbe ageuolmente dire , che hauejfe intefo Galeno al tergo delle compoft - pioni de i medicamenti in genere , nel luogo di fopra allegato , per quella liquida ragia delpeggo , che molte uoltefi uen- deua per terebinthina . Del che dà qualche indicio il dir egli , che nell'odore , & nel gufo è filmile alla terebinthina , co me ueggiamo manifefiamente ejfere il Lagrimo , ouer l olio d Aueggo,& cofi alquanto piu acuto di quello : le quali qua lità non fi ritrouauo in modo alcuno nella liquida ragia delpeggo , Effe ben dice Galenodi quella delpeggo 3 potrebbe ageuolmente effere errore nel tetto 3 ptfritrouare io non poca confufionenegli autori, che defcriuono cotali alberi, che producono le ragie , togliendo molte uolte l’uno per l'altro , come difoprasè detto. Et tanto piuèda imaginarfi , I(J che fia errore del tefio , quanto fi uede poi dire Galenonel medicamento delteuforbio al medefmo libro ,che tra le altre Errore d’alcu- ragie le piu odorate fono la terebinthina , & l’abietina , & che quefia è piu calda della terebinthina . Ter il che erra- rli. no grandemente coloro , che fi penfano , che l’olio d’Aueggofia il fiore della ragia Lamina : imperoche quefiofi ritoglie dalla corteccia dell’abete tanto in fui tronco , quanto in fu i rami , aprendo certe uefciche , le quali gonfiandoft fimo fegno , che fiumi, fia il liquore , il quale ui fi ritroua dentro generato tra feorga, & feorga : come che quello del larice fe ne uenga fuori dalla piu intima parte del tronco , quando fi pertugia . Quello che nafee nell'abete ho fi effe uolte nelle felue delle piu alte montagne della ualle Anania canato io dall’albero, & anchor a in cafa mia dalle cottecele fiate feor- tecciate dagli alberi da quelli , che ricolgono la ragia ,& ttatemì portate in cafa tutte pregne di liquore , per effer ficu- ro io , che quello non era conir afiitto con ragia làricina :il quale teneud io poi per un paragone ,per faper cono fi ere il buono dal contrafatto , comefaceua Galeno con il balfamo . Imperoche per uenderfi quello molto piu caro ,-non man- 20 ca chi ui metta della ragia del larice ,per accrefcere il guadagno , <& la mercantidinfieme . Imo che fono alcuni che uen - dono la laricina , quando è ben chiara , e limpida per nero Lagrimo .perche la maggior parte de gli frettali non fimo cono fiere luna dall'altra . Mapuofiiperò cono fiere l’inganno prima ,perchc il lagrimo è piu liquido , & dipoi perche egli fiirai di buonifiimo odore , & algufloè molto piu amaro della refina laricina , & quando s inuecchia oltre all’anno, gialleggia nel colore , & indurifeefi alquanto nella fofianga . É incarnatino , mondificatiuo , rif ylutiuo , confondati - uo . Tolto per bocca , caccia le uentofità , & è medicina ficurifìimaper li dolori de i fianchi , & per mondificare le /ce- ni dalle renelle , &prohibire la loro generatione . Conferifce mangiato , à i dolori de i nerui , & delle giunture . Con- folida fieramente tutte le ferite , & mafiime quelle della tetta . Afferma ilfuellio , che L'Abete produce il fior gial- lo , ma nelle montagne dì Trento fono gli Abeti flettili , & di fiori , & di frutti . Ma ritornando a finire di dire delpeg- go , nonpojfo affai darmi ad intendere , qual albero intenda per ilpeg/o il Bellonio , quantunque per la figura , che ti p dipinge , &per le note attribuite da lui alfuopeggo , altro non mi pare , cheintendaper effo, che una frette dipino fai tiatico . Imperoche non conofcendo.il ueropegpgo ,lo. dipinge per. quello albero , che cidi fua propria autorità , per non dire temerità , chiama fapino , il qual fu egli del tutto fimile alfabèto , atiuenga che niffun altro albero fia cofi fimile al- l abeto , come è il per^go , di modo che per la propinquità loro alle uolte ingannano coloro, che tagliano cotali alberi continuamente ne i monti , & uìuono , & habitano la maggior parte del tempo nelle felue , come fu detto di f opra . On- de Tlinio al XXI 1 1 1 . capo del XV I . libro diede à quefii due alberi fimiliffime foglie cofi dicendo . Le foglie delpeggo, & dell’ abeto fono intagliate à modo di pettini : &fmili a quette diffe egli effer parimente le foglie del T afro, come feri- ne anchor a Dio fi aride nel quarto libro , & come può chiarirfi ciafcuno , che metterà tutte le foglie di quefii tre. alberi infieme . Il tafro uer amente ( per quanto fene uede ) fi rafromiglia quafi del tutto nelle foglie al pe/go , il quale il Bel- lonio affai fiaccamente chiama fapino, auuenga che il fapino non fia albero , che fia in rerum natura , ina folamente ma parte del tronco dell'abeto , come manìfettamente ce ne fa tettimonio Tlinio al XXXIX-. capo del xvl . libro con quèfie parole . A biétis , qua pars à terra fuit , enodis efi . Hac qua diximus ratione fiuuiata decorticata , atque ha japims uocatur ,fuperior pars nodofa,duriorq; fubfieima . cioè . Quella parte dell’abeto , che fu uer fi terra , è fen\a nodi . Quefiaper le ragioni già depte macerata nell' aqua de i fiumi fifcortcccia ,& cofi fi chiama fapino . Lapartefu - feriore nodo fa , & piu dur a fi chiama fufierna . Dalle cui parole è co fa uer amente piu chiara , che il Sole , che il Sapi - no non è albero da per fe , ma folamente una parte nell’ abeto , come parimente ferine Vitruuio » Ma forfè che il Bello - nio uedendo , che ifuoi Francefi chiamano tanto l abeto , quanto il peg/o in lor lingua du fapin , feguendo egli forfè que fia confufione di nomi & hauendolaper ficur a , liparuc effer ben fatto à dipingere il Veggo per il fapino , & creder an- cho che cofi fufre J'enga cer carne altro fondamento . Ma in nero parmi , che egli non babbi troppo ben confiderato l hi - fiotta delle piante refìnifere , di cui egli fa cofi gran prò feffìone apprefro Tlinio . Tfi che anchor babbi altrimenti cono- 5° feiuto quello , che fìgnificafre apprefr ) T heophratto vhni , ne che babbi egli auuertìto , che quefii due uocaboli apprefro à i Greci ft prendono alle uolte l’uno per l’altro . Ma forfè che io fon fiato piu lungo di quel ; che bifognam in -‘Pinocchio lor narrare quefii erroràcci del Bellonio, il quale fi prefume d’hauere narrato grandifrime marauiglìe . Mahauendo .facilità, hormai detto affai delli alberi refiniferi , refla che diciamo qualche cofa de i Tinocchi , & delle uirtù loro, & parimen- te delle Tine uer di immature . 1 Tinocchi adunque delle pine domefikbe fi ufano in uarij bifogni del corpo humano, fo- no nelle qualità loro mini al temperamento , inclinando però un poco al caldo maturano , lenificano, conglutinano/i- foluono Sgraffiano , & rittaurano . Mangiati ne i cibi nutrifeono affai bene , & come che l’alimento loro fiapiupnft0 grofro , che fiottile , non dimeno non fi biafmano da i Medici & mafrimamente quando fi infondono prima nell’ acqua tefi da per frano di mìa bora . Correggono i Tinocchi l’humidità che fi putrefanno nelle budella , ma con tutto ciò fono ma- lageuoli da digerire ; & pero fi deueno dare a i flemmatici con mele ;& ai caldi & colerici con guccaro . L’infonderli o° nella acqua tepida gli froglia della untuofità loro > &d’un poca di acrimonia , che tengono . Giouano Imendofiin ufo a i dolori dei nerui y& della fchena 3 & dannofi con non poca utilità nelle fciatiche « Conferifcono parimente a ipara - litici » 1 2 I Nel primo Iib. di Dioico ride. litici, & affi. ’finpUi > & <* coloro > che tremano : mondificano ilpolmone & le JUe ulcere, tirandone fuora la mania & Ituìfcofttà ■ Dannofi anchora utilmente nella to{fe:& mgliono al coito ,, quando ft mangino con spiccherò , ò con me- le Dannofi con giovamento nell' ulcere delle reni, & della uefiica, onde giovano all' ardore , & alla dislillatione del - [orina , ingranano i magri, & fanano i rodimenti dello flomaco . Le cime delle foglie de ipini trite & bevute con ni- no,mgliono al dolor del cuore ; ma bifogna che li ammalati lì guardino dalle cofe graffe . La decottione del gufilo del- lt pine, fattain aceto Jomentandofenc il uentre,& il federe giova molto alla difenteria. L'acqua lambiccata delle pin(, uerdi a p ine uerdi alianti che s'indurifihino, ritira, lauandofene le grinte della faccia, raffoda le mammelle, rittringe la na- lorofacultà. _ tura delle dome :& prohibifee il fluffo d'amendue i melimi : ma molto piu efficace per tutte quelle cofe è il fuccbio . I Greci chiamano il TinoHins : i Latini Tinus igli Mabì Sonobar : i T edefihi Hartrjmum, & Kynholtg.-gli Spagno- ) UTino , &i Francefì Tin . Il Teogo chiamano i Greci or. dia : i Latini Ticea egli ^ ìrabi Ar\: i Tedefihi I{ot dannen Nomi. bmm .-gli spagnoli V ino negro : & li Franceft mg abre dugenre dupin . Il Larice chiamano i Greci ndpfi : i Latini La ria , & i Tedefihi Lcrchcnbaum . L’abete chiamano i Greci Eira •• i Latini Abies : & i Tedefihi Thannen , ouera- mcnteTbannenbam ■ DelLentifco. Cap. LXXII. IL ientisco è albero noto. Ha in ogni parte della fua pianta uirtù di coftrignere: impero- che fono di confimile uirtu il frutto , le fiondi , i rami, la corteccia , & le radici . Faffi della corteccia , delle fiondi , & delie radici un liquore in quello modo . Cuoconfi lungamente nell ac- qui, la quale comepofeia leuata dal fuoco fi raffredda , fi cola,& fafsi di nuouo tanto ribollire, che s’ingrofsi,come melc.Beefi utilmente il lentifco,per la facoltà fua coftrettiua , al rigittare del fan- gue,à iflufsi del corpo, & alla di lènteria: bcefi parimente per riftagnare i flufsi del fangue mcftruo delie donne, & allerelaffationi della madrice,& del federe . Puofsi uniuerfalmente ufore in luogo d’acacia , & d’hipociftìde . Fa il medelimo il fucco , cauato dalle fiondi trite.Riempie la fua decot- tione, applicata per uia di fomento , le concauità , & confonda le rotture dell’offa : riftagna i fluf- fi deluoghi naturali delle donne : ferma le ulcere , che uanno ferpendo • prouoca l'orina : & lauan- dofene la bocca, ferma i denti lìnoffi . Adoperali!! i fuoi fomenti uerdi à nettare i denti in cambio di canne . Del frutto fe ne fa olio , conueneuole oue fia di bifogno di coftrignere . Produce il len- tifeo una ragia , laquale alcuni chiamano Lentiftina , & altri la dimandano Maftice . Queftabeuu- ta,uale al rigittare del fangue, & alla toffe uecchiaiè utile allo ftomaco,ma commouei rutti. Mette/i nellepolueri, che lì preparano per i denti , & ne i lifei , che fi fanno per chiarificare la fac- cia . E' utile à fare rinalcere i peli delle palpebre : & manicandola fa buon fiato , & rafloda le gen- giuc. Nafte copiofa,& ottima nellifola di Chio. Lodali quella , che rilplendeà modo di luc- ciola, & quella , che fi raflembra nella candidezza fua alla cera di Toftana , piena , fccca , fragile, odorata , & ftridente . La uerde è manco ualorofo . Contrafaffi con incenfo , & con ragia de i gu- fei delle pine. NAsce il Lentifio abondantemente in Italia , & jfetialmente nelle maremme di Siena : nafee nelle fuperbe , & antiche mine Tornane: epe ueggonfenenella cojla di tutto il mare T irrbeno andando uerfo Gaeta, & uerfo Efapoli TUior’'0^ ^ua mfnitiffime piante . Tra le quali ve nè affai di quello , che crefie , & singroffa in albero : di quello , che fingi fare al- tro tronco, manda dalle radici fpcfrifjmi fermenti , nel modo che fanno i nocciuoli faluatichi . Ma è piu folto il Lenti- feoneirami, &nelle fiondi , &piu fi piega con le cime de (armenti uerfo terra. Hanno C uno & l'altro le fiondi Imfìmiliì quelle del Mino , ma otto per picciuolo , cioè da ogni banda quattro , graffe , fragili , & uerdifiure ; come che nelle eftremità loro , & in queUapicciola uena , che per lungo le fende , roffiggino affai . Il Lentifio è anchor egli di quelle piante , che nonperdono mai le fiondi : & imperò fogni tempo verdeggia . E' la fua fiorga in tutta la pianta rofigna >uencida , tenace : & arrendevole . Traduce oltre al frutto ( come parimente fi uede nel terebintho) certi baccelli , come cornetti , piani : ne i qualiè dentro unliquore limpido, il quale invecchiandoli fi conuertifee inpiccioli aimletti volatili, filmili in tutto à quelli, che fi concreano nelle uefciche de gli olmi , & de terebinthi . Hanno le fiondi ìnfieme con tutta la pianta , & mafflme quando fon uerdi , uno odore affai grane : & però lo figgono alcuni, per caufarloroncll odorarlo & dolore ,&graueggaditefla. MacbefiritrouiLentifiograndccome querele , con fiondi Errore del di firko , & acini roffi come di melagrano faluatico , come ferine il tguellìo , fin bora non ho io ueiuto , ne mi ricordo ha- RutJI io , & lcndida,& chiara.Trita alpe fi d'una oncia3& incorporata con altrettanto folfo3& quattro dramme di mir- rha 3& altrettanto inceffio >&meffia poi con tutte quefle cofi infìeme in una libra d'acqua rofiz in una boccia di uetro L 2 ben Mafh'ce fcritta da Gal. Camphora , & fua hiitoria3 & fpetie. Opinione del Fuchfìo falfa. Errore di Pla- teario. Temperamen- to, &uirtù del- la Camphora. Come fi copo- fca la Campho ra lineerà dalla concrafatra, Come fi con-, ferui la Cam-» phora, Nomii 1 2 4 Difcorfi del Matthioli benfemt««lJbkpwM$lemimtinm,mle bagmndofenc ffeffo «Baro finga, & puHole della faccia. Barn fmm tifai ultn uirtù , le quali per breuìtà lafiio daparte . La prema di «edere ,fe la camphora i fincata, fi fi ctf. frleptefi in meno à un pane caldo , (piando fi calia del forno , &fe ella fi disfa in bumore , efegno che fia fincera: & fcc~ (l andofi , dimofira effer contrafatta • Quando non fi conferua con diligenza ben ferrata nelle fiutole , qualche uoltafe ne ua in fumo , & refimo cofi jpejfo beffatigli fetidi ■ Terciocbe credendoli di ritrouarla , doue la ripofeno ritromm Infintola piena di uento . Il perche fi coHumaper confermrla , riporla in uafo di marmo , onero d’alahaftro tra’lfeme del lino , onero delpfillio . Conferitala alcuni anchora trai pepe intero, llcheàmenon molto corrifonde. AVt, netìafi porta la camphora ro\a,iouefi foblima in uafi dì uetro con moderato fuoco , & cofi fifa per arte lucida , & bianca . Chiamano i Greci il lentifco . i Latini , Lenti fius ; gli .Arabi , Dani: li Spagnoli , Mata , oueramentt Arueìra : & li Francali, Lentifque . La Maftice chiamano i Greci , Macia : i Latini Mastiche , atteramente Rgfmt U Lentifcina :gli Arabi Majìehc , ouero MaBecbe , onero Mafioche : i Thede filli , & li Francefi Mafiic , & li Spagnoli Almafiiga . La Camphora chiamano gli Arabi Kapboi'j& Chafur ti Greci moderni Ketpupa. • i Latini Capii urti tiTe- defehi Campber t i Francefi Campbre . Del T erebintho , & della fua Ragia . Cap. L X X I II. IL terebintho è albero conofduto . Le cui fixmdi, fratto, & corteccia hanno uirtù co- ftrettiua , & uagliono in ogni colà , quanto quelle del lentifco, preparandoli però,& toglien- doli in quel medelìmo modo . Mangiali il frutto del terebintho , ma nuoce allo ftomaco : fcajda, prouoca l'orina , & incita à luffitria . Beeli con uino contraal morfo di quei ragni, cheli 20 chiamano phalangi . Portali la Tua ragia dalla fallò fa Arabia . nalce parimente in Giudea , in So- ria , in Cipri, in Libia, & nelle ifole Cicladi . L'eccellente è la bianca, tralparente,di colore di ue- tro, che tiri al ceruleo, & odorata di odoreproprio di terebintho. Ha tra tutte l’altre ragie il pri- mo luogo quejla del terebintho , & dopo quella è quella del lentilco,i& polcia quella del pino, & dell'abete, àcuifuccedono quella del pezzo, & quella dei gufa delle pine. Hanno tutte le ragie uirtù di faldare,di mollificare, di rifoluere,& di mondificare .Sono conueneuoli per loro delle, & compode in forma di lettouario con mele, alla tolfe , & à i thiiici . Purgano l'mfirmità del petto, prouocano forma, maturano le crudità, & mollificano il corpo: replicano i peli delle palpebre. Guarilcono la fabbia , ungendofe con uerde rame , uetriolo , & nitro . Vagliono al flullo della marcia delle orecchie, mefiéui dentro con olio, & con mele, & Umilmente al prurito delle membra jo genitali . Mettonfi ne i ceroti mollificarmi , ne gli empiadri,& ne gli unguenti, che fi preparano per lelafsitudini ; & giouano, applicate, &unte per fe fi elfe,à i dolori del codato . Dell’altre ragie. Cap. LXXIIII. LA ragia liquida del pino,& del pezzo fi porta di Francia,& di Tofana, ma anticamente fi por taua di Colophone d’Afia,dóde fi prefe il nome di Colophonia. Portalene anchora dalla Fra eia lotto l’alpi di quella, la quale uolgarmente chiamano larica , ciò è di larice . Quefta lambendoli compofia in lettouario, & per le fòla,gioua ualorofàmente alla tolfe uecchia.Sono le ragie traloro ^ differenti di colore : percioche alcuna è bianca, alcuna di color d’olio , & alcuna di mele , come è la larigna . Didilla la liquida ragia dal cipreffo anchora , à tutte le cofe predette conueneuole . Nel- le Ipetie della fecca è quella dei gufa delle pine, chiamata drobilina, dell’abete , del pezzo, & del pino. Debbefi fra tutte quede eleggere perla migliore quella, che è odoratifsima,trafpa- rente , non fecca , & non humida , frangibile , & che fi ralfembri alla cera . Hanno di tutte quede maggiore eccellenza quella del pino , & dell'abete : imperoche fono odorate , come 1 incendi .Le piu lodate fiportano da Pitiufa ifola della coda di Spagna . Quella del pezzo, de i gufa delle pine, ^ & del cipreffo fon manco buone , ne corrifpondono di parità di uirtù con l'altre predette : ma s u- fano nondimeno in luogo di quelle . Quella del lentifco corrilponde à quella del terebintho . _ Cuoconfi tutte le liquide ragie in ualb , che tenga quattro uolte tanto , quanto è il liquore, che ui 5° fi mette : & cofi medòui un congio di ragia , & due d'acqua piouana , fi cuocono à fuoco tempera- to di carboni , melchiandole fempre , fin che perduto il loro naturale odore , diuentino fragili , & fecche , di modo che fregandole con le dita , ageuolmente fi dritolino . Serbanfi pofaa , come fo- no fredde , in un uafo di terra , non impeciato . Fannofi tutte molto bene bianche , fe primafi dif- fanno al fuoco , & colanfi dalla feccia . Brufaanfi anchora fenza cuocerle in acqua à lento fuoco, fino che cominciano à indurirli , ma pofeia fi gli accrelce con carboni , cocendole fenza alcuna in- termiffione per tre giorni continui , & tre notti , infino à tanto che diuentino , come è detto di fo- pra , & cofi fi ripongono , come s'è detto . Le fecche fi cuocono in un fol giorno . Sono utili le ra- gie cotte ne gli empiadri odorati , ne i medicamenti delle lafsitudini , & in dare il colore à gli un- guenti, Falfene la diligine nel modo medelìmo, che fi fa' dello incenlo, per ufàre ne linimenti, che fi fanno per ornamento delle ciglia , per le corrolìoni de cantoni de gli occhi , per il cafcare de i peli delle palpebre , & per il fluflo delle lagrime , Faffene anchora inchiolìroper ifcriuere. Nel primo libro di Diolcoridc ; T2T TEREBINTHO. Il Terebintho fu le foglie fimili al fragno , ma non cofi lunghe , quantunque piu grofifc , & piu camofc . La materia del fio legno è come quella del Lenti fco . & parimente la corteccia . Le radici fono profonde , & dure ; & i fiori tome d olino , ma roffigni ,dai quali nafeono i frutti iti grappoli , come le me . le cui bacche fono alquanto maggiori di quelle del ginepro , ma roffeggianti , & ragiofe . -Produce oltre al frutto alcuni cornetti rofifi Cimili à quelli delle ca- fre, nei quali è dentro un liquore bianco , & alcmù animaletti con le ale come nelle uefciche delli olmi . La tcrebinthi- m distilla dal tronco , come delli alberi refmferi , filmile à quella del Larice ; ma alquanto piu duretta , & piu odorata. Oltre a ciò ritrom , ( fecondo che recitaTbeophraflo al xv. cap. del III. libro deU’biHoria delle piante , ) che nelle jpctie del Terebintho è il mafehio , & la f emina. . il mafehionon fa frutto , & folo in quefìo è egli differente dalla fe- ti mina . della quale fi ritr ottano due Jpetie: di cui luna fa il frutto roffo , fmilealle lenticchie , il qual è uer amente cibo m igeili ile ; &l altra lo produce , prima chef maturi , uer de , nel maturar fi roffo , & pofeia , quando è maturo del tUtt 0 f m 0j> a&°!° > &folfureo, di gr ande^a d’unafaua , &fi matura quando fi maturano l'uue . 'Nfl monte Ida, TercbinthOjS; fila hifìoria fcritta daTheo phratto. I2£ Difcorfi de 1 Matthioli & appreffo à Macedonia enfiano ì Terebinti treni , fiorii , &famentofi : ma in Sona, appreffo à Damafio , dkm - timo rr aridi, fi atiofi , & belli : ione s afferma per certo t fiere mi ampliamo monte non £ altro pieno , che di terebinti, i. £ legno uencido, & arrendeuole . Ha le radici faldiffme , & profonde , & in tutte le pan, fie è falde , & incorrotto . Troduce il fiore di fattela filmile alt olino , ma di roffo colore : & le fiondi , le qual, fon quafi filmili a quelle del lauro , copìofiamente procedono ne fimi ramufcelli , nel modo , che fi ueggono procedere quelle del fiorbo , restandone poficìa u m fiolanella fine della cima ,fuordcU’ordine,fien^acompagna:mafionoperòmem intagliate di quelle del forbo,&ff milincllacirconferen-zp. alle lamine, & graffe contutto ilfiutto. Troduce in oltre certe ue finche , come noa.-ndlc anali cofi comein quelle degli olmi 3fi concreano piccioli animaletti , come moscioni» interne con certo liquor e tenace, & ragiofio ; ma non però fi ricoglie di qui la fua ragia 3perciochefì caua dal tronco dell'albero . ilfiutto 3 anchora che nel maneggiarlo fia tenace 3 non rende però fie nonpoca copia di liquore . Mafie prima non fi lana nel ricorlo s attacca lo poficia tutto infieme : ma quando fi lana 3 nuota quello 3 che biancheggia 3 & non è ben maturo 3 & il nero fie ne ua al fondo , Tfqficene ma fpetie in India ; la quale quantunque in ogni fina parte fia fimile àgli altri terebinti ri 3 nondimeno produce ilfiutto affai diuerfi ? da quelli , fimile alle mandorle . Dicono nafi :er quefio in Battra , & produrre noci grandi come mandorle 3 non però grandi3 ma fintili di forma 3& molto piu al guHò fio aui3& grati . Terilche gli habitatori di quei luoghi piu uolentieri lo mangiano 3 che le mandorle . Quefio tutto ficrijfie Theophrafio . Ilche m induce a cre- dere 3 che il Terebintho Indiano di Theophrafio 3 non fia altro cheilpiHacchio: Impero che questo è del tutto fimile al Terebintbo3&fono le fiue noci molto piu fioaui delle mandorle . Lfiafice il nero T crebintho a Trento copiofo in fu l mon- te di Cafiel Trento , doue mi fu laprima uolta dimofirato dall' ecceUentiffimo medico mefifier Giulio jtlefifiandrino3del tut- to confondente à quello di Theophrafio : & bollo dipoi ritrouato in piu altri luoghi 3 ciò è in monte Baldo , in T ofica- na , infui Carfio chiamato dagli antichi lapidia 3 andando da Gorìtia à Triefìiy nella colla 3 cheficende da Trofeccho 20 alla marina 3 & nelle antiche mine Romane 3 affai fimile al lentifico , quantunque habbia fiondi piu lunghe 3&piu lar- Ragìa tcrebin- ghe . Et da quefii ho io piu uolte colto ilfiutto 3 i cornetti , & la ragia : la quale quantunque fia la migliore di tutte , thina. non £però gran tempo , ch’ella fi comincia àportare à Fìnegia . Tortauafici da prima cotta , ò per portarficofi ella piu facilmente , òpur per haucre i mercanti cofi miglior modo di contrafarla 3 ma bora fi ci porta copio fa 3cofi come distilla dall'albero . Ma perche già piu età erano Jpirate 3 che la T erebinthina non era uenuta in Italia , & effendone perduta quafi la memoria 3 erafucceffa in fiuo luogo 3 & haueuafi ufiurpato il fiuo nome quella3 che difliUa dal larice chiamata La- rigna 3 come di fopr a fu ampiamente detto . Et imperò non mi difenderò qui altrimenti in narrare l bifloria delle ragie del pino , del pe^o 3 dell'abete 3 del larice 3 & del lentifico 3per hauere io pienamente difioprafiodisfi ztto 3 doue ho trat- tato l'hifioria degli alberi 3 da cui elle fi ricolgono . Ma è però dafiapere che pochi Mbetifi ritrouano nelle montagne del Trentino 3 che producano ragia fiecca3 oltre al lagrimo , di cui dicemmo di fopr a : & fie pure ue n è qualchuno3e ( co- me dice Tlinio) un morbo di quello albero.Tercìoche manifiefi amente fi uede 3 che tutti quegli Mbeti 3 che la fanno 3 fon Opinione del fiacidi 3 tarlati 3 & guafii , & la ragia loro è dipochìfifmo ualore . Il Brafiauola dice ritrouarfi diuerfità nelle hijlo- Bralauola re- ^ ragjc fYa vivaio 3 & Dioficoride . Tercioche Tlinio alvi . cap . del xi 1 1 1 . libro diceua 3 che fiommariamen- aW* te erano le ragie di due fpetie 3fieccbe ciò è & liquide; che la fiecca fi cauaua dal pino}& dalpeggo3<& la liquida da tere- bìntbo 3 dal larice 3dal lentifico 3 & dal cipreffio . & Dioficoride diceua 3 che la liquida fi rìgoglieua anchora 3 oltre alla fiecca , dal pino 5 & dalpc^o . Mi che fi può ueridicamente rifondere 3 che fie ben diffie Tlinio , che le ragie pecche ft ricoglieuano dalpe^o 3 & dal pino ; non oflaperò quefio 3 che cotali alberi nonfroducano anchora le ragie liquide m- fieme colile fiecche . Del che puffo rendere io itero tefìimonio .-percioche in piu 3 & uari luoghi del Trentino ho ueduto & da pini 3 & da pey^i di lungo tempo tagliati 3 & ificaldati dal fole , & parimente da quelli 5 che fi bruf ciano , rifudare dal capo del tronco nonpoca quantità di ragia liquida 3 fimile à quella del larice . il che accade fpeff ì anchora nelle tu- ^ noie , che fi fiatino di cotali alberi 3 & nelle traui , che fi mettono negli edifici :j . Ma ben direi io 3 che erraffe Tlinio nel connumerare con le liquide ragie quella del lentifico 3 la quale è il nofiro Mafiice 3 piu duro 3 che ogni altra ragia . In ol- Peee Greca, & tre è dàfiapere 3 che quella , che uolgarmente fi chiama Vece di Spagna 3Tece Greca , & Colophonia nelle fi>etiarie3 non fua eflam. è altro , che quella fpetie di cotta 3 che infiegna à cuocere Dioficoride • Tfc da altro procede , che questa fi ritroua di di - uerfi colori , ciò è crifiallina 3 iacinthina 3 & forte colorita , fie non perche le ragie di cui ella fi fia 3 furono qual piu 3 & qual meno colorite . Tercioche ( come diffie Dioficoride ) alcuna è chiara , alcuna è di color d’olio 3 & alcuna di inde , come è la larigna . Quella , che fi porta di C olophone 3 da cui ha prefio il nome di Colophonia 3 fecondo che riferifice Tli- nio al XX . capo del x 1 1 1 1 . libro è la piu colorita di tutte . Tfeper altro fi chiama anchora di Spagna 3 & Greca, fi fhonU di°duè non perche ella fi porta parimente di quelle regioni. Ma è però d'auertire , che fi ritroua una altra fpetie di Colopho- forti, nia , diferente dalla predetta 3 la quale non è ne cotta , ne fritta . Tercioche ferine Dioficoride , che la liquida & gwfi 5° fia del pino , & delpe^o fi portaua da C olophone 3 & che però per eccellenza fi chiamaua Colophonia . il che parimen- te. testifica Galeno alvi I . libro de medicamenti in genere 3 con quefie parole . Effendo meffioin confiuetudine dichia- rare la ragia del peygo fritta , & Colophonia , è però da fiapere effiere una altra fpetie di Colophonia fimile al mafiice di Chio , la qual ha alquanto del mollitiuo , come quella 3 & l’ ine enfio . Et al fecondo libro del mede fimo trattato . E an- chora ( diceua ) tra le liquide ragie la Colopbonia3d' odore fimile all'incenfio3 la quale fi chiama da alcuni fi blamente Co- lophonia3 che fpira un certo che di fioaue 3 come quella dell'abete 3à cui è fimile di mediocre colore . T{aficene pochiffi- ma , & pero c ella molto cara . Ma fie uoleffiimo dire 3 che Tlinio 3 & Dioficoride 3 non conoficeffcro3 ne haueffiero in con - fider adone la liquida dell abete 3 la qual uolgarmente chiamiamo Lagrimo 3 & olio di Muey^p 3 neramente non ripar- tiremmo punto dal nero . Impercche della ragia liquida 3 che fi ricolga dall’abete 3 non fecero eglino ne libri loro 1 ne- ^Terbenthina moria alcuna . Giona la terebinthina à ì dolori del copiato 3fiana lefieffiure delle labra , & della fàccia , & parimente 0 lue uirtu. ja r0gna ^ & ie uoiatìche 3 netta le ulcere 3 & fiana le ferite prefiche . Inghiottita fpeffio affiottiglia la mil\a : GioM alle podagre , alle Jciatiche t & uniuerfialmcnte à tutti i dolori delle gionturc 3 prendendo fene una oncia per uolta & conti- nuando Nel primo lib. di Diofcoridc . 127 mnio dipanarla ognifettimana . & mqffimamente aggiontoui della poluere dì Ina , difiechadc , & dì falda : Confe- rme a i dolori , & altri difetti delle reni , & della uefcica : purgandole dalla flemma , & dalle renelle . Scriffe del Ter e- Tc rtbinto battio, & delle ragie Galeno all Vili .delle f acuità de fcmplici,cofi dicendo . La corteccia Je fondile' l frutto del Tere- dritto da Gal. bimbo hanno un certo che di concettino ma [caldano anchora nel fecondo ordine, & difeccano manifestamente, benché mmdofojiofefcln.&ancborbumidi.pocodifecckmo.febcneifecchifeccanonelfecondogrado.lnoltreilfi-uttoparti- cokmente.nuandoèUnfecco.è ueramentepropinquo à quelle cofe,che difeccano nel tergo ordine.et è coft calido,che fi fate uanifeHamentela calidìtàfua nel mangiarlo. Ver il che prouoca 1‘ orina.et gioita à i difetti della milga. Et ifcriuen ?aglc dopoco aitanti delle ragie , cofi diceua . T ime le ragie difeccano , & rifcaldano . ma è però differenti tra loro : perciò- ** Ga1, che ne fono alcune , che al gufarle hanno chi piu , & chi manco dell'acuto, & piu , <#• meno fon calde nelle f acuità lo- 0 ro.-& coft anchora, perche ne fono alcune , che hamol’ma piu dell' altra del fittile nelle parti loro ,& alcune fono co frettine , & alcune nò . Ha neramente tra tutte il primo luogo quella del laitifico, che chiamano maHice . Impe- yocbc oltre dobauereellaunpoco del cofirettiuo, conil quale fi conuienealle debolezze ,& pofieme dello fornace , del ventre , & del fegato , iifecca neramente fenga mordacità alcuna : non è in alcun modo acuta , quantunque ellafia cmpofia diparti fottiliffime . Tra [altre s’ha per piu ualorofala Terebinthina, la quale ha ancora clla.fe ben non co fi ualonfa , ne uguale al maflice , man ifefla uirtù cofrettiua . Ha oltre à quefio , anchora dell' amaritudine : il che fa, che ella fupiiQiel maffice dige fiua . E parimente per l'amaritudine , che pojìede, anchora tanto afcrfiua , che ageuohiente gnaffe lxrop*a:& tira dal profondo piu , che tutte [altre ragie , per effer ella composta di parti piu fonili, che non fon qndle.'Hientedimeno quella del pino,& piu dì quefla, quella de fuoi frutti, hanno piu deUlacuto , che non ha la terebinthina , ma non pero piu tirano , ne piu digerifcorto . Merline tra tutte quelle fono quella delpeg- ) ip,& dell abete, come che elle fieno piu acute della terebinthina ,& manco di quella del pino, & de fuoi frutti. La terebinthina ba un certo che anchora del mollifìcatiuo ,nel che ha quella del lentifco il fecondo luogo , come quella del ciprcffo ha dell' acuto, ftneltergo libro delle compofitìonide medicamenti in genere . Ha bìfogno lacera (dice- ua ) per liquefarli di molta graffetta : ma le ragie , le quali fono del tutto fecche, dì poca , & le liquide hanno bifogno di fuSlan^efeccbe ,fe deueno elle ingfoffare i corpi degli empiaflri . Tsfelle Jpetie delle cere non è gran differenza d'bu- midità, & dificcità : ma il contrario inter uìene nelle Jpetie della ragia , & della pece : pemocbe molta diffama è tra thumide, & le fecche. La piu ficca ditutte è quella , che chiamano-alcunì fritta , & altri Colophonia , Dopo quefla è queUa, cheficiporta inuafi di terracotta , & che nonè (piumata , & che uolendofi purgare diuenta fritta. D’a- meniuequeUeèpìvfeccaquella.chefiricogliedalpinoneltempo del germinare : la quale come (porca, &di niffun udore .mainonhouolmo tifare itila compofitione di quefio impiaflro , per effer ceno , che del tutto della inutile: & peroho fempreufato ola fritta , ole liquide . Di cui ne fono alcune , che fi preferuano liquide lungo tempo , come fa la terebinthìria : & alti e predio s indurifcono, come quella del frutto del pino, chiamata Slrobilina : & altre refi ano me- diocremente liquide , come quella dell'abete . La Slrobilina è nelle fue fhcultàpiu calda ,&dopo effa quella dell' abe- te ,&dopo qiiesìa la terebinthina . Quella del cipreffonon ho meffo mai io in quello impiastro , per effer ella alquanto collrettiua. Mapenfara forfè alcuno , che neUhilìoria delle ragie fia differente da noi Diofcoride Mna^arbeo ,per bàttere frìtto egli nel primo libro della materia medicinale , che tiene il principato tra tutte la terebinthina , & doto effa la lentìfcina , & oltre a quella quella del pino & dell abete , & che l'ultima tra tutte è la frobilina. ma intende qui Diofcoride dell' ìnfima Slrobilina, & dell’ elettiffima terebinthina . Ma io dico che di quelle tre, ciò è frobilina, abietina ,& terebinthina , la frobilina è piu calia ,& dopo effa la abietina, &pofcia la terebinthina . Quello tutto delle ragie iiffe Galeno. Soprani che è Ì allenire , che in quello luogo non antepone la, flrobilinaalle altre ,fenonm ealidità: imperoebe miuerfalmenie per l’ufo de medicamenti tiene egli con Diofcoride , ciò è , che la terebinthina hab- lia il primo luogo tra tutte , come dichiarandoli pofeia diffcpoco di fotto : chef e ben la Terebinthina tra tutte [altre è ottima, comemedicamentoaccommodatoall’ufodimolte&mohecofie;nonperòèdladclCaltrepM calda. Chiama- No . no il Terebmtho , i Greci, T» huiìk ■■ i Latini , Tercbinthus egli jlrabi, Baton , Boton , Botin , Mbotin.la ragia chia- °mi' vano i Greci, Pro»» ; i Latini , fefìna :gli Mrabi , fatin , Ifatig : i Tedefichi . Hart\. Della Pece liquida. Cap. LXXV. R1 c 0 ? L I ! s 1 ^ liquida Pece dal piu graffo legno del pino, & delpezzo . L’ottima è quella, 1 j-ff - ’ è lifoa ’ & fincera • Vale à i ueleni, à i thifici , allo iputo della marcia, alla tof- (5 > al!a dinicultà dello ipirare , & à tutti i tenaci , & uifeoii humori del petto, che malageuolmente . “ “no ’ lambendoli con mele alla mifura d un ciato . Vngefi, oltre à quello , alleinfìammagio- ni dell'ugola , delle fauci, & alla fchirantia : & mettdì con olio rofado nelle orecchie , da cui diftil- la la marcia , & impiaftralì in fu i morii de i ferpenticon il iàle trito . Mefchiata con pari quantità dicera , fa cadere l’unghie corrotte , fana le uolatiche , rifolue le'nfiagioni della madrice , & le po- lfeme dure del federe. Cotta con farina d’orzo, & orina di fanciulli, rompe le fcrofole. Polla in lu 1 ulcere corroliue con folpho , & corteccia di pezzo , ouero con fembola , le ferma : & mefeo- «tacon cera , & manna d’incenfo , riempie di carne le concauità dell'ulcere , & le confolida . Ser- ra con gran giouamentoungendofene, le figure dei piedi, & del federe. Mefcolata con mele, mondihca le ulcere , & le riempie di carne . Impiàllrata con vuapalfa , & mele, rompe i carboni & uuquama le ulcere putride . Mettefi ne i medicamenti corrolìui utilmente. L 4 Dell’Olio I28 Difcorfi del Matthioli Dell’Olio della pece. Cap. LXXyi. FA s s i l’olio della pece , feparando prima tutta I’acquofità , che gli nuota di fopra , come fa il lieto lopra al lattei gemella polcia {dipela della lana , doue ella fi cuoce, aticeuere il uaporc, che nel bollire efshala, come ne bene abbombata , fi {preme fuor l'olio in un uafo . Reiterali coli, fino che fia cotta la pece . Ha quello le uìrtù medefime della pece liquida . Vngendofene infieme con farina d’orzo , fa rinafcere i capelli cafcati . Il che fa parimente la pece liquida . Sana quello anchorale ulcere , & la fcabbia de gli animali quadrupedi . Della Fuligine della pece. Cap. LXXVII. LA ivugihi della pece liquida , fi fa in quello modo . Mettefi la pece in una lucerna nuo- ua , che habbia il fuo liìcignuolo , & pofcia s'accende , gemerteli in un uafo di terra , che lab- bia il fuo coperchio concauo , & ritondo , fabricato nella cima alquanto ftretto , & perforato nel fondo , come fogliono elfer i fornelli . Lafciafi coli ardere la pece , & come è confumata, ui fi n'ag „iu„ne dell'altra , fin che li faccia fuligine à fufficienza . Ha uirtù collrettiua , & acuta : & adope- ri] ne i linimenti , che li fanno per l’ornamento delle ciglia , & per fare rinafcere 1 peli nelle palpe- bre Irrelate . Gioua oltre à quello , à gli occhi deboli ,lagrimoli , & ulcerati . Della Pece fecca. Cap. LX XVIII. LA pece fecca , la quale chiamano alcuni palimpilfa, li fa cuocendo la liquida. Trouafene di due fortìjuna chiamata bofcas,fimilealuifco,& l'altra , che è fecca. Lodafilapura, graffa, odorata , rolleggiante , & ragiofa,come è quella di Licia , & la Calabrefe, le quali hanno infieme- mente natura di pece , & di ragia . Scalda , mollifica le durezze , matura , rifolue le pollemette, & i pani : riempie le ulcere , & mettefi ne i medicamenti delle ferite. Della ZopilTa. Cap. LXX1X. Chiamano alcuni zopilfa , la ragia mefedata con cera , che fi radia , gè li Ipicca dalle nani, & da molti li chiama apochima . Quella , per ellér macerata dal fale marino , ha uirtù di ri- foluere . Sono alcuni anchora, che chiamano zopifià la ragia , che diltilla , & fi ricoglie dal pino. Pece nauale, & fua hifta. QV a n t v n QJV e di piu forti di Vece , & dell'olio 3 & della fuligine loro per diuerfi capitoli fcrmejfe Diofco- ride; nondimenoper ejfer l’hisìorie loro per fe Hejfe chiarijjìme 3 non accade qui fumé altra particolar dichiara- tione . Ma per che forfè diletterà ad alcun l’intendere in che mudo la Vece fi fàccia 3per fodisfàre al mio debi- P ece fcrittada Galeno, Fuligini ferie- t# da Gal, to 3 & alle loro uolontà , ne recitavo hreuemente tutto quello , che in fui Trentino nelle montagne di Fieme 3 n hofenfa- taiYtente ueduto ; Togliono adunque per far la Vece 3 che fi chiama commmemente nauale 3 i Vegolotti ( cofi fi chiama- no i macfiri di quella arte ) i pini uecchi 3 che del tutto f m diuentati teda 3 & tagliatili diligentemente in peggi 3 come fi * tagliano gli altri legni per fare il carbone : & fahricata pofcia ma aia alquanto nel mego rileuata 3 che pende ugual- mente uerf ) le estremità fue , di tenace creta 3 accioche meglio poffa feendere il liquore 3 che cola dalle legna in un cana- le , che circonda tutta la majfa 3 u acconciano dipoi con bella arte al tondo tutta la teda tagliata , offeruando queime- defimo ordine 3 che s offerita nel cuocere il carbone . Ver il che ferrata 3 & coperta prima tutta la muffa con rami ben fonduti d’abeti 3 & di peggi , & pofcia con terreno in modo che niènte poffa rifiatare 3 gli danno il fuoco con quelme- defimo ordine 3 & modo , che s’ offerua nel cuocere i carboni . il che fu, che fentendo la teda il calor grande del fuoco, & non hauendo luogo 3 onde poffa firare fuori la fiamma , coli 3 &fi di H illi la Vece nel fondo dell’aia nel canale 3 che la circonda : onde pofcia per altri canali 3 ben adattati 3fe ne feende in certi gran caffoni fatti di tauole groffe , ben fona- ti : onde pofcia fi carica nelle botti . Conofcefì effer finita l'opera 3 quando la majfa cede } & manca di difoillare il liquo- re . Cofi neramente ho ueduto io far lapece da iVegolotti 3 i quali par che ad un certo modo feguitino il modo , che feri- 5 ue T beophrafto alili, capo del i x. libro offeruarfi in Macedonia , Lapece liquida incorporata con incenfo 3 & raa- ftice 3 meffa fopra la cicottola rafa 3 riduce al fuo luogo l’ugola rilaffata • ; Scùffie della Vece Galeno alis in* delle fa- cilità de femplici , cofi dicendo . La Vece fecca fcalda uer amente 3 & di fecca neifecondo ordine ,• come che ella poffa piu difeccaró 3 che fcaldar e . La liquida fa tutto il contrario 3 ciò è 3 che ella fcalda piu , che non difecca , & ha in fa ,& nelle parti fue alquanto del fi )ttile ; & imperò gioua ella àgli afmatici , & à coloro , che fp ut ano la marcia . Mi che ba~ fia l'inghiottirne 3 lambendola infieme con mele , la mifura d'un ciatho , Hanno oltre à queflo le Veci uirtù afìerfiua, matur attua 3 & digefliua 3 & nelguftarle una leggiera amaritudine 3 & acutezza . Mefcolate con cera cattano l unghie leprofe 3 & fpengono le miotiche . Meffe negli impiastri 3 maturano tutte le dure 3 & crude pofieme : al che è pero P^ nolente la liquida 3 che la fecca . Ma quantunque quefoa fia in tal cofe men buona 3 è nondimeno affai piu ualorofa per confolidare le ferite . Ver le quali ragioni è uer amente cofa chiara , che la Vece liquida contiene in fe una burnì dita cal- da . Scriffe parimente Galeno nel vi I . anchora della Fuligine della pece tra l' altre fuligini 3 delle quali cofi diceua . Ogni Fuligine è dif .ccatiua : & imperò è ella di terrestre cjfenza } battendo anchora in fe alcune reliquie del fuoco , c e abbrufo* !- 60 Nel primo lib. di Diofcoride. 1 2 9 Mrufciò la materia , da cui ella fu fitta : & però è tutta di tenebre natura , & di partì fittili . Ma fi alcuna fiottar- liti pm fi ritraila nelle fuligini , quello non procede da altro , che dalla materia , da cui elle fi fimo : percioche le fitte da cofe piu acute ,&piu calde fi ino parimente cofi anchora effe ,& il medefimo interuiene di quelle , che fi fimo da co- fe (indolcì . V fino primieramente la filicine dello incenfo nelle medicine degli occhi , & in quelle muffirne fi ritrouano miete , che fi finito per le loro infiammagioni , &per li catarri , che iti dificendono , &per l’ulce-ragioni , che ui fi gener ratio: percioche ella le rnondifica , & incarna . Ffanla anchoraper ornamento delle ciglia , & delle palpebre . Quel- la , che fi fa della terebintbina ,& della mirrila , èpritta d’ogni moleflia , non altrimenti , che fi fia quella dello incenfo . Ma quella dello flirace , è piu ualorofi,&pìu acuta ; quantunque anchora piu quella deUapeceliquida : & piu di quella quella , che fi fidellaragia del cedro . Ffanfi le piu acute per li difetti delle ciglia de gli occhi, & per le corrofìonide gli angoli loro , & parimente per le lagrime ,pur eh e non fieno infiammati . Etufanft lepiupiaceuali à tutte le predet- ° te cofe 'anchora , quantunque piu ne fia l'uf ) in quei difetti , à cui dicemmo di fopra ejfer conueneuole la f ulìgine dello in- cenfo. Chiamano i Greci laVece liquida , n laro, Cypà ,lafeccatrloja. credi ira.hipi.masu. : i Latini la liquida , Tix hqui- Nomj da , la fecce Tix ficca :gli Mrabi la liquida Eerf, Celi ,Zeft, Kir : i Tede fichi Bech tutte :gli Spagnoli Tetqnegra tut- te : li Francefi alla liquida Toix fondile , alla fecca Toix feche . L’olio della Vece chiamano i Greci mmKam : i Latini •oleumpicinum : gli MrabiciKepfen , Kapfe .-gli Spagnoli aiqei de Te\ . Del Bitume , onero Alphalto. Cap. LXXX. QV e l 1 o Appaiato s’ha per il piu eccellente , che fi porta di Giudea : & di quello quello piu lì loda, che rilplende di colore di porpora, graue,& di ualido odore. Vituperali il nero,& il lordido. Contrafalsi con la pece. Nafce in Phenice,in Sidone, in Babilonia, & nell'ifola di Zacintho . Trouafene di liquido anchora in Sicilia nel territorio d’Agrigento , che nuota fopra à certi fonti : il quale adoperano in cambio d’olio per l’ufo delle lucerne . Errano manifeftamente coloro, che lo chiamano olio di Sicilia : percioche non è altro , che una Ipetie di bitume . Del Piflàlphalto. Cap. L X X X I. NAsce il Pilìàfphalto nel territorio d'ApoIIonia d'Epiro , il quale portato dal corfo de fiumi dai monti Cerauni, fi ritrouapolcia ne lidi loro ammaliato in pezzi, d'odore melchiatodi pece, &di bitume. Del Bitume, chiamato Naphtha. Cap. LXXX II. Chiamano quelli di Babilonia Naphtha un liquore bituminolo, bianco , quantunque le ne ritroui anchora di quello , che è nero . Ha tanta uirtù , & proprietà di tirare à fe il fuoco, che quantunque le gli ponga alquanto di!colto,fi gli auenta. Vale alle albugini, & fufFufioni de gli occhi . Spegne ogni bitume le infiammagioni , falda , rifolue , & mollifica . Gioua applicato , fu- mentato , & odorato , alle prefocationi , & rilallàtioni della madrice . Scuopre il mal caduco , fu- mentandone i patienti , nel modo medefimo , che fa la pietra chiamata gagate . Beuefi utilmente perprouocare i melimi con uino , & caftoreo . Gioua allatolfe uecchia , à i difetti del relpirare, al morfo de i ferpenti , alk Iciatiche , & à i dolori del rollato . Dafsi in pilole ne iflulsi ftomacali : & beuefi con aceto per disfare il fangue apprefo . Mettefi liquefatto conptifana ne i crifleri per i flufi 11 della dilenteria. Gioua fomentato ài catarri :& mitiga il dolore de i denti, mettendouelo at- torno . Il condenlàto , & fecco confonda i peli delle palpebre , mettendomi! fufo con lo Itile. Vn- geii caldo mefcolato con cera , nitro , & farina d’orzo perii dolori delle podagre , & delle giuntu- re. & parimente nella litargia. Tanto e ualorofo per felteifo il Pilìàfphalto, quanto è lapece in- corporata co’l bitume. IL Legmm Bitume di Giudea ( cheiofippìa ) Iquefiitempiflonfici porta in Italia. Imperoche quello, di cui Bitume, & fu» el ufo nelle Jp etiane , non è neramente altro , che una mifittraggine di pece , & d’olio petrolio . Et però non è da ma -, migharfi ,fe nelle qualità fue non conifponde all’hilìoria , che ne fcriue Diofcoride . ^ afee Celettifiimo Bitume in Giudea in un certo lago , doue entra dentro il fiume Giordano , tre leghe lontano dalla città di Hierico , fecondo che re- "‘‘‘tlBrocardo.ilqualeaccuratiJfimamentefcriJfeilfitodituttalaTerrafinta. Tgealtroè quello Bitume, che, ma certa grafema ,che nuota fopra l’acqua di quel Ugo : la quale portata dall onde , & dal uento alle rime , ui fi conden- l‘.&ammjfamfieme,&fifiitenacifiima . Tfionproduce quefio Ugo ( come fcriue Galeno al x x. capo deli li i, ITO ielle faculta defemplici ) pefei , ne altri animali, ne piante di forte alcuna ,per Ufilfedine grande, che contìe - mje . Etfebcnduegrandifiimifiimiuemranodentro.,deiqualil’moè’lGiordano; nondimeno i pefei non paffa- ° Et di piu dice effo Galeno, che alcuna cofi ,che ui figitti dentro , non uà à fondo , ma fempre uci* ? • ." . C’e mteruienePer lafua eccefiiuafilfedine . Trouafi quello per la manifelìa efierien^a ,chefene tra ciZC'°ahe “f"™ Piu^UeSZiaf°Pr‘l l’acllm marina, che fopra la dolce . Et però nel luogo di fio T Naturo dell’ac altri A > ° “■ le peci , cofi dicendo . E ' il Piffaphalto un bitume mefebiato naturalmente con la pece , il quale fi ritraila nel territorio de gli spollonimi j quantunque fieno alcuni , che lo facciano artificiofamente , mefehiando l’ affluito con lapece. Du- ra anchora fino à tempi nofirì ilpifiqlfihalto nel territorio degli Spolloniati : imperoche da Spollonia città d' Epiro , qual boggifi chiama V alona.fi porta ilpiffaffihalto à Vìncgia in gran copiaper l’ufo deU’impeciare le miti. feniche fare lo mef colano con la pece , che fi fa della teda de i pini . Quantunque nuommente fe ne fia ritmato una caua m Schìaucnia à Lefmanon lungi da Tffqrenta : di cui ho già hauitto io alcuni peqqi . Cauafi mouamentc anchora in Vu- h .gberia.doue lo tengono, che fia ima cera nera minerale . Il Enòfilo Intorno detempìnoftri dottiffìmo, ferine nelfrn fi^Td'alnì' primo li1”’0 delle compofitioni de medicamenti , che il Piffajfbalto fi ritroua anchora in Germania tre miglia Tedefche 30 lontano da Ijfruch , & che quiuilo chiamano ì Tedefchi Trìfchcmblut , affermando d’hauerne unpergo appreffo dilui, Batoli mandato da un Giorgio Collimino: il quale accefo al fuoco ff in d'odore dipece, & di bitume. Ma temo ne- ramente , che egli non s inganni , come fio già efferft in ciò ingannato il TranHcttero medico, & mathematica doniffmo in Iffrucb , infime con quel Giorgio Collimino firn compagno . Imperoche io fio , che il TranBettero dimoftuua la pie- tra gagate , quale fi ritroua qitaft tre miglia Tedefche lontano da Iffrucb , ne 1 lidid’m certo fiume , per il piffajf batto . Ma effendo io in Iffrucb infieme con UcceUentiffmo medico lfegio M. Giouan Piero Merenda, ritrouammo l’errore ma - nìfetto di coftoro . Terciochequeftapietra.chefiritrouaqmùi abbrufeia accefa al fuoco ,& ff ira molto d’odore dì bitume , come è il proprio della pietra gagate , ma non fi liquefa mai à fuoco , come fa il uero piffajfbalto , l’ajfhdto,& Naphta , & fua la pece , ma s abbrufeia , come fa la teda , & il legno . In oltre di quefta ultima jfetie di bitume , chiamato Iftaph- confid. fha ,fcriffe medefimamentepurPlinìo al evi 1 1. cap. del 1 1 . libro .ritrouarfene anchorainSuftagene diParthia , ^ marauìgliofarnente attratiuo del fuoco . Del quale quantunque non fi porti in Italia ; nondimeno ue ne naf :e in piu Ino ghi di quello , che fa i medefimi effetti con il fuoco , come fa cuidentemente quello , che nafee in fu quel di Modena, & E[F tto m'rabi ^'CL^tri lmg’n di Lombardia , il qual chiamano olio Petrolio ; <& olio di faffo . Ma è neramente cofa molto mcrauiglio- ìe del pecròleo. fa quello che dell'olio petroleo mi narrò in Toffbnio il Conte H ercole de i Contrari Ferrarefe, in quel tempo, che l Iir.pe radore Maffìmìlìano 1 1. all’ bora Bj de Domani, & di Boemia,fu coronato I\e d’Ongaria . Dico adunque che il fa det- to Conte vii narrò d’ battere in un fuo podere unporpp , nel quale per alcuni meati difilla continuamente infieme con ac qua , non poca quantità di petroleo . Ma che effendofi fatte alcune rime nel fondo di detto porgo, non ritentila piu co- fa alcuna. Onde per remediare al danno , fi conueme con un muratore che gli acconciaffe , ma noti poffendol artefice far ciofentg lume , addimandò che eglìfujfe dato una Lanterna ben ferrata , con il lume dentro , la quale gii fufabito con una fune calata nel porgo . Ma accafcò intanto che il miferello s affaticava nel porgo , che il petroleo che diftillaua j 0 per le pareti .tirando a fe peri meati della lanterna il fuoco , non altrimenti che tiri la calamità il ferro ,s accefe in un momento per intorno tutto il porgo con tanto impeto, & furore, che non folamente caccio fiore del porgo quel mura- tore , nel modo che cacciano le palle l' artigliane , reftandocì morto & diffipato : ma Iettò uìa in aria il tetto , che copri- va il dato porge) , accendendo ancora alcuni uafi pieni di petroleo , che erano difuore& alquanto lontani , con non po- co detrimento d’ alcuni che uì erano uìcini . Dal che fi può molto ben dire che il noftropetroleo altro non fia, che la Hapu tho di Dìofcoride ,&di Plinio . Ma per ritornare nella Brada , dotte prima eravamo , dico , che i bitumi nonfi ci Opinione del portano ,fe non contrafatti , & fophiflìcati . Vuole il Brafauola, che ftpoffaper il bitume Giudaico ufareficurama Brafauola . {e Munita, affermando c (fiere la Mumia , cheli abbiamo in ufo nelle ffetiarie , il uero off batto di J Giudea . Imperoche quefli corpimorti fccchi , che per itera Mxmia fi riportano diSoria , per effere ( come dice egli ) di povere famigli1 quel paefe fin cambio d’ empirli fecondo il modo de Giudei, d’ aloe .mirrila , gaff arano , & balfamo,nonpotendo laf°- (0 verta far Uff efa di tali cofe aromatiche , empie ifitoi folamente d’SJfhalto . il qual fondamento fa egli , por battere ferino S trabone al libro XVI . clic ilhitume del lago Sodomeo saioprapcr conferuare i corpi morti . Ma per Nelprimolib.diDiofcoridé, 1 31 io rno dagli Urabi , ritruouo , che piu prefio lauvui a «offra e' il piffaffhalto , che laffhalto ... Mumia.&rua Imperoche Mie trina al libro li. de fuoi canoni , dice , che la Mumia ha la uirtù medefima , che ha l’a - eflàmin’ Qbalto mefehiato con pece . // che fa argomento , che egli intenda del pi f afphalto . c/;e benffimo M V M I A. comfponde quello , che ferine Serapione al cecini .capitolo, Tercioche deferiuendo egli quitti la Mutila ,rì- ferifee di parola in parola d’ autorità di Diofcoride tutto quello , che fcriffe egli del piffafphalto coft dicendo . Mumia efi in terris Apollonia : defeendit nanque ex montibus , qui ducunt flumina, cum aqua,& eijcit eam aquafluminisin ripis , & ett coagulata > &fitficut erra , & habet odorem picis mifia cum afphalto , cum aliquofeetore : & uirtus eius di fi cut uir titspicis3 & abbaiti mijìorum. cioè. La mumia è nel territorio d’ \ApoUonia : per cioche ella feende da certi monti , i quali conducono fiumane , l'acqua delle quali lagitta pofeia fuori alle riue condenfata , & fi 'affi come cera 3 & ha odore di pece mefichiata con afphalto 3 con un certo pudore : la cui uirtù è quella medefima dell' afphalto mefcolato con pece . Ter il che direi io che la Mumia nofira piu prefio fia il piffafphalto , che t afphalto . Imperoche quantunque dica Strabone, che l’ufo del bitume Giudaico fia in ufo per conferme e i corpi morti >• non conclude peròquefio3 cheiti fieme col bitume nonui mettano anckoralapcce ,& facciano ilpiffajpbalto artificiale 3 come fi uede effere intendane d'Miccnna , & di Serapione : i quali ageuolmente fapeuano quefìe mifiur aggini 3 che tifano i Mori , per effere anchora eglino Arabi 3 & non molto lontani dalla Giudea . Ter il che non a fermarci io 3 che canonicamente fi poteffe ufarla uolgar Mumia in cambio del bitume : perche oltre all'ejfer prima il fìncero bitume mifiur ato con pece 3 fi mifiur a anchor poi conl’humidità , & humore , che delcontimio uien fuori della carne de corpi humanì nelle fepolture . il che è da ere dere 3 che non poco lo difiraggano dalla propria , & natia fua natura . Ma feguirei piu prefio Galeno 3 il qwtle ne i fuc cedanei mette nel mancamento dell afphalto 3 la pece liquida . In oltre è da notare 3 che quantunque Serapione toglia. feria Mumia il piffajphalto di Diofcoride3lo fa per commemorarlo nelle fue fp et ic,f apendo certamente egli, cbeicorpi, di tal materia sempiuano in Sorta 3 come s empiuano anchora quelli 3 che faceuanopoi la uera Mumia di mirrba 3 d'a~ loe,& dhpff arano, & di balfamo anchor a3della quale fece memoria nelprincipio del capitolo,coft dicendo . La Mumia delle fepolture fi fa di mirrha , fi aloe 3 & d’altre cofe 3 che fi mettono con effe , & di quella bumidità 3 che rifuda da i corpibumani . Ma di quefla à i tempi no flri nonfe ne porta in Italia.-percbe tal mifiura non sufainSoria da altri, che dai nobili , & ricchi , per effer cofe d' affai ualore : & quelli tali hanno le loro fepolture beniffmo ordinate 3 & fer rate. Et imperò non coft ageuolmente fi gli poffono ruhbare i corpi da i mercanti Chrifìiani, che uanno in quel pae- fe3comcftpoffono con minore difficulta torre quei delle pouer e per fone , che empiono Uovo d' afphalto mifiurato con pece. Il che fa uero argomento 3 che la uera Mumia non fi porti di Sorta . Laonde manifeft amente errano coloro 3 Errore d’alcu- ebeper la Mumia intendono della carne di quei corpi feccki,& non del condimento loro , come fanno alcuni fpetiali , che ni rPeciaJl- >«*•. ntpefia.no la carne , & l offa,& cofi pofeia la mettono in tutti i medicamenti 3 che riceuono la Mumia nelle compofitio- .° ^ ^lu" ni loro. Sarebbe adunque neceffarioa cbiuoleffe hauere della buona di fare empire de i corpi Chrifliani , che muoiono nc gli(pcdali3 di quella mifiura d aloè, mirrba j&^ajf arano 3& al congruo tempo torlapoi fuori . Tercioche ( fecon Mumia, & fue do chefcriuonogli Mrahi) ha la Mumia affaiffìma uirtu . Quantunque il Bellonio con piu uani argumenti fi facci beffe Acuità . di quefìa nofira opinione 3 come c olui , che forfè fi penfa di farfi tenere dotto 3 & perito nelle fidente , per hauere egli fiiitt od effere andato uagando per l jtfia 3per la Grecia 3per la Sona 3& per lo Egitto 3 come fe altri, che eglinon fnffe mai fiato in quei paefi . Cofìui adunque , il qual penfo chefiaun grandiffìmo cianciatore , & che molto benfì [appi allacciar la giornea , non mole in modo ueruno , che fia altra mumia appreffoalli Mali, che il Tìf afphalto , Ma che i fuoi alimentinoti fieno dital ualore , che fletto ballanti àperfuadermi il contrario 3 & che piu prefio fia egli ri grandiffìmo errore , nediremo piacendo a Dio nellibro dellenofìre lettere molto piu dìffuf amente ,doue anchora feo- pnremo non poca quantità d’altri fuoi errori ritrouati damine ifuoìuolumi. Imperoche non è l’intento nofira di uole re difendere le nofire opinioni in quefli nofiri commentarij3ne de uendicarne dalle calunnie , che alcuni maleuoli ne dan no , ma di uolere in quefio libro purgare da molti errori quefìa cofigloriofafaculta de femplici medicamenti : & illu- jirar a , & ridurla nelfuoprifiino candore . H or ritornando à dire delle uirtù della mumia dico , che fecondo il tefìi- momo delh Mabt è calida , &fecca mi fecondo grado : è buona nc i dolori della tefla caufatida frigida cauft fetida preferite Offa di corpi humani . Bitume fcritto da Gal. rtumié CipreffojSc fua htftor. Errore d’Ada- mo Lonic. Difcorfi del Matthioli l?2 trefentematerìa . Conferìfce aliti hemigranea .paratifi , à tortura di bocca , al mal caduco, & alle u enigmi , tirando - iLperilmfoinfiemconaqvadmaiorqm. Valerli dolore delle orecchie al pefodun grano d, temperata con rfiKlwjw. Giova diffo - luta al pefo dm carato con decornane difauoreggia , d i dolori dellagola . Berna con decornane di giuggiole , orge, & febefien per tre giorni è utile allato ffe . Toltone un carato con acqua dì menu , « ale allepafim, del cuore ; &m acqua di cimino , di ameos , & di carni , alle uentofità del corpo, Beuefene m carato con dieci grani d, bolo Mmem, & cinque diraffaranoinfiemc con cafitafolucma, per il cacare, chefir di anello , & parimente del fegato . Beuefene alfinghioggò m grano con decornane di fané d apio , &dl cimino . uf- Cencnafipurgio con mufebio .cafioreo ,camphora,& olio di Ben , utilmente all antico dolore della tejia , &maJÌMc quando malagevolmente fi rìfolue con gli altri rimedij . Gargarigafi al pefodun carato con aceto melato nella [citi IO rantia Dalfenc ne i dolori della mikfl un carato con acqua di cani : & beuefene per li ueiem mortiferi con decottim di triboli marini , & affa fetida : & alle punture deglifcorpioniff ne bene un carato con mno puro , & mettefene in fu la puntura con burro di uacca ffefco . Strigne la Mumia , applicata di fuori , ifluffi del [angue :& bevuta quando ifct ìlfangue delle interiora . & imperò s’adopera utilmente allo (fiuto del [angue . Conferìfce all ulcere del canale della uerga , & della uefeica , beuutone un carato con latte ,& à coloro , che nonpoffono ritenere l orina. E ftataopmio- ne di molti , che t offade corpi humani heuute inpoluere , giouino àdiuerfe infermità del corpo, cioè, cheogni offa fu appropriato al fio membro . Il che non è del tutto reprobabile ; attenga che di quello della teHa habbia veduto io fen- ratamente beUiff.me efferienge nel mal caduco ,&nei dolori colici , & dolori renali . nel che opera ualmfamnte . Ma perche èhormai tempo di ritornare al Bitume , da cui mi haueua quafi difuiato la Mumia ,feguitaniopmeìlno - flro ordine , ritrovo, che Galeno ne fece mera ione al ir. libro delle [acuità de [empiici , cofi dicendo . Il Bitume è un- 20 obera e rii una di quelle cofe , che nafeono nella acqua del mare , & in alcuna altra , che non gli è diffmìle , come in Mpollcnia d'Epiro ,& inmolti altri luoghi nelle acque , che efeono ffontaneamente dalla terra , douefi ritroua nota- re [opra di quelle : ilqualementre che fià [opra l'acqua , èliquido;ma comefene lcua,& fi fecca, diventa piu dio- ro della pecefecca . L’ottimo è quello , che nafee in quello Bagno della baffa Sorta , il qual chiamano mare morto . Le cui forge hanno poffanga difcaldare , & difeccare nel fecondo grado .& imperò meritamente s’ufa per conglutinare le ferite fiefebe ,& in tutte le altre cofe , che hanno di bìfogno dì difeccarfi con alquanto di calidita. Chiamami Greciil Bitume , A'VpaMor ri Latini Bitumai : gli Mrabi Hafi-al laidi , onero Chefer aliheudei Tedefibì luien lem. Il Tiffaffhalto chiamano i Greci , otitI dcroaKaos : i Latini Viffafpbaltum egli strabi Mumie , Muiniay , Mumia . gli Spa- gnuoti Cera de minerà . ^ DelCipreflo. Cap. LXXXIII. HA il Ciprcffo uirtù frigida, & coftrettiua . Beuonfi lefue frondi contrai Buffi, che fcendo- no alla uefcica , con uino palio , & un poco di mirrha , & Umilmente al ritenimento dell ori- na . Beuonfi anchora con uino le fue noci pefte per gli fputi del fangue , à i Bufisi del corpo , alla di- fenteria ,ella ftrettura del fiato , all’afima , & alla toffe : & il medefimo fa la loro decottione . Pefte con fichi fecchi, mollificano le durezze, &guarifconoi polipi del nafo. Cotte in aceto, & trite con lupini , fanno cadere le unghie fcabrole . Confondano , applicate , l’hernie inteftinali. Han- no la uirtù medelimaanchoralefoglie. Credefi, cheli cacciano uiale zanzare, facendo profu- mo con le noci del cipreiTo,& con le cime delle frondi. Trite le foglie, &meffe in fu leferite,Ie 40 confondano , & riftagnano il lingue : pefte , & cotte in aceto , fanno neri i capelli . Mettono Io- le , & con polenta infieme in fu 1 fuoco lacro,& in fu le ulcere, che uanno fèrpendo , & in fu i carbo ni , & infìammagioni de gli occhi . Incorporate con cera,& meffe in fu lo ftomaco, lo fortificano, QV a n t v n q_v e fia il Ciprcffo notiffima pianta in Italia , & noti fimilmente fieno à cìafcuno ifuoì frutti, li quali noi uolgarmente chiamiamo noci di Cipreffo ; nientedimeno non fe ne fcriuendo alcuna hifioria da Lio fo- nde, a fodisfiittionedi diuerfi intelletti ne diremo noi qui , quanto ne parrà ballare per fodìsfhttionc di cìafcuno . Hot dico adunque che il Cipreffo è dì due jfetie , cioè mafchio,& [emina . Lafemina crefce in acuto à modo di piramide, &il mafehio dilata i fuoi ramifenga acuminarli punto . Il uno , & l'altro fono di quelle piante , che crefcono m gran- de altura , con diritto tronco, & con i rami folamente in cima . Traduce il Cipreffo le foglie come la fabina, ma piu ver .Q di , & piu lunghe . Fall frutto ,cioè le noci , tre uolte l’amo .(imiti à quelle dell’ Larice . ma piu grafie , piu belle, Ci piu [ode , nelle quali è ilfeme . Difilla dal fuo tronco una ragia , quantunque poca .filmile alla terebintbina , coji dipi clanga, come di valore . La materia del legno .gialleggia, ma è durifiima , & di giocondo odore. Scrivono gloria0' ri che c il Ciprcffo in Italia albero forefiiero , & di quelle piante , che malagcuolmcntc nafeono , & che noglionogi ffl- diffìmadilìgenga nell' allenarle ,&mafime nei luoghi ,one naturalmente non allignano. Dicevano gli antichi efjer confacratoil Cipreff là Tintone Dio dell’inferno : & imperò era loro pub lico coBume , di mettere fempre i rami del ci preffo alle porte delle cafe , dove moriva giornalmente qualch’uno :pcr la cui uggia fi crede , che nociva nefia la fina odi bra. La propria patria de i ciprefièt foladi Cardia ; per cicche quivi inciafiunluogo .che fimuoua la terra >fnf feminaruene il fi ime , ui produce la natura i ciprefii . Haf cono parimente nei monti Idei , che rimirano à Troia, copio- ftfiimi. In quelli luoghi crefce agevolmente, ma altrove conmolta fatica s’alleua. HailCipreffoinodioi fiumi, & tutte l’acque : & imperò piantatovi appreffofi fecca . Il medefimo fa cavandogli la terra d’intorno , & riempiendo ^ i letame Ufi ffa . Il che nonfapendo forfè Marno Lonicerofcrive, che molto il Cipreffo fi diletta dell' acqua : & * Nelprimolib.diDiolcoride. 133 CIPRESSO. glnhmiiì . Som i ciprefii feconiifStmi , percioche tre uolte l'anno producono il fiuto , & parimente tre uoltefi rico glie, ciò i di Gennaio , di Maggio ,& di Settembre . Traducono lefue noci il fernet auto minuto, che malageuolmen- U[ta ferme . Et però none poco miracolo della natura, che d’mfeme cofì picciolo ne produca albero cofi grandeìpia ce il [tofane marauigliofamente alle formiche : onde rari fono icipreffi , che facciano frutto , che fieno fen\a effe. 1 fon perde il Cipreffb per alcm tempo lefue fondi uerdi ,& il fuo legno non maiper uecchier^afi tarla, come fhanchor a quello del cedro, dell'ebano , del loto , del taffo .delboffo ,& delt olmo . Et imperò era in ufo illegno del Cipreffo à guantichi, per fkbricare le fatue , che fi (enfiarono , che haueffero à durare inperpetuo ,come àtgoma era quella di 1 G’oucm Campidoglio. Lefondipefie,& meffe tra qual ftuogliafeme ,nonmlafciaintrare alcuna forte diuermmì, chcpojfamcorrodergli,&ferbaillegnoperpetualmenteìlfuobuonoodore. La decottione delle nocifatta nell’ ace Virtù del Ci to , mitiga il dolore de i denti , lauandofene fpeffo la bocca , & il medefìmo fa la dicottione delle foglie , & curanfì con ' qutiio anchora le uiciiigmi . La cenere delle medtfeme, & d'uggia di mulo , incorporate con olio mirtino ,prohìbifce M ungcn - Abrotano fem- mina chiama* to Cipreflb» Cipreflb fcrit- to da Galeno , Nomi, Ginepro, & fua edam. Ginepri dome ftichi . Difcorfi del Mattinoli IJ4 mgendofene il capo , chei capelli non cafchino . Trcfc in numero diflmri , & bernte trite con nino uecchio , mitìgm gagliardamente latoffa La dee ottione ielle uerdifammlumoiieccbio.guarifcelerotture interinali, ma bifogu lungo tempo perfeuerare di beuerne ogni mattina quattro onde : & tenere continuamente fopra la rottura le foglie dell’albero uerii , & trite , & ben legate ; & quello medicamento è flato comprobato con molti ot- timi fuccclji , Chiamano oltre à quello alcuni Cipreflo l Abrotano femina , per fomigliarfigli affiti , quan- tunque fia picciola pianta nelle fattele fue . Tqe errar ebbe forfè , chi crede fe , che Tlinio al decimoquinto capo del xx 1 1 x 1 . libro , fcriuendo del picciolo cipreflo herba , intendeflc di quello ; & maflime dicendo egli ualere bemta nel nino al uelcno delmorfo di tutti i ferpenti ,& alle punture degli feorpioni . Alche! adopera queflada molti co- ebora à ì tempi noHri , & è per far morire i uerninì parimente in ufo di farne frittelle , & darle poi à mangiare à i fan- ciulli. iìiTofcanafichiamaSantolim,dicmpofciadìremonelii 1 .libro , concedendocelo Iddio , al fuo proprio ca- Io pitolo . Fece del Cipreflb memoria Galeno alVII .delle f acuità de femplici , cofi dicendo . Le fiondi , i germini , ir i frutti del Cipreflb , quando fon fiefebi, & teneri , confondano ne corpi duri le ferite , quantunque grandi : dal che sha la chiaretto,, chebabbiano ttirtù di difeccare ferina apparente acuità , & calidità, come fa neramente teSìimonio Ugn- ilo. Affare certamente nel Cipreflo leggiera mordacità , ma affai amaritudine, & molto piu acerbe app. Hainfe folamente tanta acuità , & calidità , quanta gli bafìa a far penetrare al fondo l acerbespzpi , che contiene in fe , ferqa cattfare ne i corpi mordacità , ò calidità alcuna . Et imperò rifolue egli , & confimiaficuramente , & fens^a nocumen- to alcuno le humidità , che flanno afeofe nelprofondo.delle ulcere putride, & fiaride . Terciochegli altri medicamen- ti , che fcaldano , & parimente difeccano , fe ben rifoluono quelle humidità , che ritruouano, ue ne tirano fempre del- I altre con la mordacità , & calidità , che pofléggono . Et però gioua il Cipreflb alle rotture inteftimli : perche difec- ca,& ingagllardifce quelle parti del corpo , fatte già laflìper 1 humidità-, che nifi contiene . Conciofia che conimeli- 20 do eglì.la uirtù fua coHrettiua nel profondo mediante la calidità , che ha infiememente mifla, ferba quella regola , & ciò è di far penetrare le parti cojhettiuc ,fenqa mordacità alcuna . Vfano alcuni il Cipreflb à i carboncelli , & alle for- miche : per il che fare lo mefeolano conpolenta , accioche ferina [caldure rifolua la humidità , che fa quel morbo . Vfan- loalcmialriipurmefchiateconpolentaanchoalleerifipele,oueroinftemecon acqua, ò aceto beniflìmo inacquato. Chiamano ilCìprefloì Greci Hum/iaK.-i Latini Cupreffus : i Tedefchi Cypreflen : gli Spagnoli CifmriFmia- ft Cypreo ' . Del Ginepro . Cap. LXXXIIII. E E' I l Ginepro di due fpecie , maggiore ciò è , & minore : & l’uno , & l’altro è acuto al gufto . p (calda, & prouocal’orinar&facendoneprofumo, difcacciai ferpenti. Ritrouanfi qualche uolta alcuni de lor frutti grofsi , come noci , & come nocciuole , ritondi , 3^ odorati , nel mangiar- li dolci , & alquanto amaretti , liquali chiamano arceuthide , ciò è bacche di ginepro . Scaldano quelli , & ftringono mediocremente . Giouano allo ftomacho, & uagliono beuuti à i difetti del ■etto , alla tolfe , alla uentofità , à i dolori del corpo , & à i morii de uelenoli animali : pròuoeano orina , & conferirono à i rotti , à gli Ipalimati , & alle prefocationi della madrice . Le foglie fo- no acute : & però tanto elle , quanto il lor fucco giouano impiaftrate , ouero beuute con limo , ài morii delle uipere . La cenere della corteccia unta con acqua,guarilce la fcabbia . RI T R o v a n s I , come ben diffe il dottijjìmo Marcello Fiorentino , alcuni tejìi di Diofcoride , che hanno il 40 capitolo del Ginepro tutto confufo , & corrotto 3 con alcune aggiunte , le quali non fi dee credere , che fieno di Diofcoride . Percioche non fi ritroua 3 che Galeno 3 ne 'Paolo Egineta 3 ne manco Serapione , il quale riferifee in ogni capitolo di parola in parola afidi fedelmente la fcrittura di Diofcoride 3 facefiero mentione , che la limatura del legno del Ginepro ammali chife la bee . Il che ne fapenfare , amp fermamente credere che non ifcriueffe tal melenfagine ; fapendofi certo efier la bugia . Dnperoche uedendofì che Oribafio , il quale diligentifiìmamente traforine tutta la fua hi fioria delle piante da Diofcoride , non ferine del Ginepro hifloria alcuna , ciò neramente ne da manifefio inditio , che quanto quifene legge in Diofcoride , tutto ui fia fiato aggiunto da altri . Onde non ho argumento alcuno , che mi mao- na a credere 3 che fcriuefie Diofcoride , che il Ginepro maggiore faccia il frutto cofi grofio come una noce , & l altro non minore d’una nocciuola ; & mafiìmamente ritrouandofi di quefta hifloria tanto uarie lettioni . il che battendo ben confiderato alcuni moderni nelle Greche lettere confumatifiìmi , hanno con molta diligenza purgato il prefente capitolo, jo & ritiratolo nella forma 3 che qui nella uolgare mia lingua Italiana l'ho io tradotto . Ma non mancano alcuni moder- ni iquali efiendo piu uaghi di proporre cofe nuoue à chi li afcolta , che de inue fUgar la uerità delle cofe , contendono , & uogliono 3 che il Genepro di Diofcoride , non fia altro , che il cedro di Tbeophrafto ; & filando fopra quefia conte fi , ri- prendono Diofcoride d hauer commeffo queflo errore . Ma criuellandofi molto bene le parole loro ,fi conofce chiara- mente quanto fieno in errore con quanta poca confi derat ione habbino letto del cedro in Theophrafio . Impero eh ei defenue duefpetie di cedro , ciò è il Lido , & il Phenicio , de i quali cognomi non fece Diofcoride memoria alcuna nel fuo Ginepro : Ma deferiue folamente il Ginepro maggiore & minore , & non il Lycio & il Phenicio , come mi pare che fi nadino fognando quefii magri cenfori . La maggiore > & minore fietie loro fi ritroua in piu luoghi d'Italia. Oltre alle quali n habbiamo noi in quel di Siena in V efeouado di quelli 3 che crcfccno in albero grande , & gro fio : & impero li chiamiamo Ginepri domefìichi . Fanno quefii il loro frutto , come gli altri , amarro , ma alquanto piu grofio . Ltm0 So & l altro produce le foglie pungenti 3fimili d quelle del rofmarino : ma alquanto piu frette . £' il Ginepro legno, che dura le centinaia de gli anni fen\a corromperti :<&• imperò, fecondo che ferme Plinio al xl , capo del xvi .libro fece Uannibde Nel primo lib. di Diofcoride . 13 5 DEL GINEPRO. Umiliate mettere in un tempio , il quale fkbricò à Diana , tratti di Ginepro , accioche hauejjc à durare molte, & molte etitdi . Onde non e inaraitiglia ,fe dicono gli .Alcbimifli , che il carbone fatto di Ginepro accefo , & ricoperto eon lajìta teme , conferiti il fuoco uno anno di lungo . Tr oditee il Ginepro Ingomma fintile almaHice , & cbiamafi quefla gom SwJ ~rachj #tó ( anchora che nule ) Sondar aca,& Vernice da fcrittori. Quefla, quando è fiefea, è lucida, bianca, & trafila- uernice da ferie mte ; m invecchiandoli' rojjeggia. Ma è d'auertire3che molto è digerente quetta [andar acha de gli Arabi da quella di ? 8omma top: onde . per cuoche la [andar acha de i Greci è una Jpetie d orpimento rogo 3 uelenofo , & corro [ino 3 come nel quinto ^ 1 ropiu apertamente diremo . Fu tras[erito il nome di Sandar acha nella gomma del Ginepro da i medici 3 che hanno lenita la dottrina Arabica , udendo’ fare il proprio nome fuo Arabico Latino : impero eh e gli Arabi (facondo 3 che fi 0 eUe m Ser opime ) non S andar acha 3 ma S andar ax la chiamano . Ver il che è da notale, che doue fi ritroua la S anda- va* m ordinata nelle far itture A rabiche 3 fi deefampre quiui intendere della gomma del Gmepro : & quando nelle Gre- 1 C 3 minerale firnilc all orpimento .Tlinio al XI. capo dclxill . lib. facendo mentionc dipiu getie di gomme t M 2 dice t \)6 Difcorfidel Matthioli Vernice liqui- da, & Tuo ufo. Sandaracha al’ tra diPlin, Olio di Gine- pro , & fue fa- tuità. Virtù del Gc Oepro, Ginepro fcrit to da Gal. Nomi. dkc chelagommaielGmepromnèd'alcunualore.ManelhfodelUmedkinafirittouaditempinofirimanifefiamen K il ‘contrario . Faffi di quelìa,& d'olio difeme di lino artificialmente (a vbrsi oh nqjm , che s adope- r aver far Mre le pitture , & per muernicciare il ferro : utile neramente alle cotture del fuoco &Jmgularfffima fer fi dolori, & tumori delle hemanhoide . uftcu.àoèhgmmda^o.co^ce.rcco^ocbtr^aSer^me, al catarro , ferma i ftuffi de i melimi , difecca lefiftole , & le fuperfluitd flemmatiche , che fono netto flmaco , & nel . lebudeUa:ammaggaammdueleffietiedeuemim:conferifceallerilaffatiomdeneru,caufatedafr,g,dih,^ meritandone il capo , difecca i catarri ; & tolta per bocca , faglia lo fiuto delfangue : & applicata , il flufio delle he - morrhoide : & aggiuntovi olio rofado , ferra le fetale del federe , & le fi fare caufate dal freddo ne piedi , & nelle ma- ni E' calida, &fecca nel primo grado . Il fimo della Sandaraca meffiafopra “ccefi, mitiga il dolore de de,, tipiglimdofeneilfumoconunoombuteUofinoaldentecbeduok:ffiiftagnailfanguedelnafr,femcorporatatmamlo chiara d'mouo ,fi lega direttamente fopra la fronte . Chiamaf, parimente Sandaracha appreffio Thmo un certo mele ceraginofo , del quale ferine egli alv II. capo delizi . libro , con quefieparole. Tartufi, oltre alle predette cofelEri tbace , la quale chiamano alcuni Sandaracha , & altri Cerintho . Ut quefto é il cibo delle api , mentre che lauorano , il quale fi ritroua (beffo daperfe collocato ne ipertugi de fhui, d’amaro fapore . Generafì della rugiada di primavera, quefto diffe Tlinio . L’olio , che per dìfeenforio con due uafi diterrapofii l’uno coatta l altro, & parimente per lambi- to di terra ,fi fi, del legno del Ginepro beniffmofecco , naie tenuto in bocca marauigliofamente al dolore deidenti, cau- fato da frigiditd di catarro : & cofi in tutti gli altri dolori del corpo , caufatidahumon, freddi, come dolori di nerrn, di giunture ,ffiafmo , paralifia , & filmili . La decottione delle foglie , & delle bacche del Ginepro prouoca beuta ga- gliardamente mestrui . Cuoconfi anchora con giouamento manifefio nel uino le bacche medefme alquanto rotte , con rofe,noci dì Cipreffo, & foglie di mirto, per lauarfene la bocca quando doglianoper i denti i catarri chem concorrono , 20 gir maffimamente aggiuntouiunpoco d’acqua uìte, & allume . La lifeia fatta di cenere di Ginepro & di uino bianco, beuta al pefo di quattro , ò cinque once ,prouocagagliardamente torma ; di modo che alcuni hidropici con quello medi camento foto fi fono fanati. Guarifce qnefiaifiejfalifcialarogna, bagnandofene alquante mite . Faffi del legno iti Ginepro un bagno molto gioueuole per igottofi , in quello modo. Tigliafi libre diecidi legno uerde di Ginepro futil- mente tagliato, &cuocefi in una gran caldaia d'acqua, fino che delle tre parti, due ferie confumino , & dipoi fi mette il decotto infìeme con il legno in ma tina fatta a quefto effetto: & funuifì federe ì gottofì fino al bellico.: & in tanto fi glifamoUuareipiedi,legambe,&lebraccia.&dipois’afcÌHgano,&fàmofi andarein letto caldo:ma bifogna, che i paticnti fieno per auanti ben purgati : & io conofeo in Boemia alcuni gottofì , che ghiaceuano quafi perpetuamen- te in letto , & con l’ufo di quefto bagno fi fono di forte fortificati , & liberati dal dolore , che bora cambiano per tutto li blamente. Meffe tre bacche di ginepro&fette dilauro conma dramma, &me\a di caffia lignea uolgare , & ma qo di cannella nel corpo duna Tortora ; &fàcendofi poi arrofiìre lapredeta tortora , & pillotare con graffio di gallina, gfdandofi effa tortora à mangiar ogni altra fera alle dome, eh e fono propinque al parto la fa partorire fenga molto tra . vaglio . Scùffie del Ginepro Galeno alvi, delle f acuità de {empiici , cofi dicendo . Il Ginepro è calido , & fecco nel tergo ordine : & calido è parimente il fuo frutto , ma nonperò parimente fecco ;perciocbe infierita non paffia il primo grado . Chiamano i Greci il Ginepro A fMìi : i Latini, Imiperus .-gli Arabi , Arconas , onero Arcbencas : i Tede- fichi Vueckboltlcr , Krametbaum :gli Spagnoli Enebro : & li Francefi Geneure . La gomma del Ginepro chiamano i Greci, Ko>fu àf usiltt : i Latini Gummi iuniperi : gli Arabi S andar ax : i Tedefibi Verns : gli Spagnoli Venig: i Fra» tefiyermx. Della Sabina. Cap. LXXXV. LA sabina èdiduefpetie. .L’unadellequaliproducelefrondifirailialcipreflb,mapiufpt nofe , di graue odore , & al gufto acute , & tementi . E' pianta dibreue grandezza : percioche piu crefce in largo , che in lungo . Vfano alcuni le fue frondi ne iprofumi . L'altra fpetie tale fion- di limili al tamarigio . Fermano le frondi d’amendue le ulcere , che fe ne uanno ferpendo , & Fo- lcendo la carne : & polle à modo di linimento foprale polleme , le mitigano . Mefchiate con me- le, Ipengono le macchie nere, & le fordidezze della pelle . Rompono impiaftrate con uino ,icm- boncelli:&beuute,prouocano inficine con l'orina anchora il fangue. Fanno, applicate, parto- rire le creature : il che fanno medefimamente fomentate . Mettonfi ne gli unguenti, che hanno uir tu di Icaldare , & particolarmente nel gleucino . 5 s Sabina &fus i sabina, la qual uolgarmente fi chiama Sauina è pianta molto denfa ,& folta, la qual piu fi diffonder» efiamin. T largo che in lungo . Fairamiuencidi,& arrendevoli ,& malageuoli da rompere , tutti uefiitiò difoglie,0 > J — ' pungenti fquame . Enne didue forte , una lìerile , & l'altra fruttifera . La Iterile è molto piu mlgare,& por {0‘ nofeiuta da tutti . Troduce foglie di cipreffo , ma acute & pungenti in rima , di graue odore , & al gujio ferventi ,& acute. La fruttifica quantunque in Italia fio. rara , in Germania pero fi ritrova piu copiofa , & ui nafte in alcuni Ivo* ghiper fe ilìeffia . Quella ha foglie di Tamarigio , ma piugroffie & manco uerdi , ne fono elle pungenti ,nedi cofi graia odore . E ' quefla dì due fpetie differenti folamente nel colore delle bacche : Imperoche l’rna produce le bacche roffie, & piugroffie , & l'altra le produce turchine . Ma non mancano ignoranti, che pigliano per la Sabina ma certa herba lu» ga una [panna , la quale nafte copiofifrima ne i monti , che molto gli fi riduce nelle frondi , ma nonperò nell’odore , ne nel Sciagure di Pii fapore. Quella hopiuuoltepenfato effier la selagine fficritta daTlinio alfxi.capo delxxi 1 1 l.libro.lmperecheejje nio . re U Selagine affai filmile alla fabina afferma egli.yfarono la Selagine anticamente i facerdoti de i Francefi contro , og #* cxttim aueniment o,& ogni difetto di uìfl a, facendone certe loro fumentationi.Ma tanta era in quel tempo la uanitd del IcfuperHitioniJe quali ancborane tempi nofìri non poco s'offer nano, che mainati ricoglieuano coHoro la Selagine,fe pri manonfacirifi cavano à i loro DcLEt che piu? di niun u al or eia riputauano,s’ella non fi ricoglieua folo conia man defira , et a. piedi fcahfi.ol tre a ciò fio ben io, che non mancano alcuni, i quali non cocedonoper modo ueruno,cbe la Sabina bacci fcra fia la uera,et legitima fabma:pofiaper la feconda fpetie da Diofcoriderne fopra ciò hanno eglino altra ragione ( s’io non m inganno) che il non ritrouarfi fcritto da Diofcoride,cbe la Sabina produca frutto ueruno : & di qui poi èauuenu- to,che alcuni Ttimano,che quefia fia il ginepro maggior e, & altroché la fia la Thuia fcritta da Tbeophrafio al quinto li- ro * & caP° deU- bifioria delle piante , come ingannandoli fa tra gli altri il Bellonio . Maper quanto iopojfa conofcere tutti fono in errore . Quelli , perche neramente quefia pianta non hafomìglian'^a ueruna col ginepro , ne nelle foglie , ne i fiori , ne nel frutto , ne nella materia del legno, ne nell'odore, ne nelfapore, ne in qual fi uoglia altra cofa : & que ipei che la Thuia ( come ferine Tbeophrafio ) nafee appreffoal tempio d'jLmmonc, & in Cirene filmile di forma al ci- M 3 preffo, Nel primo libro di Dioicoridc : i SABINA B AG.CIF E R A. Difcorfi del Mafcthioli sabina senza bacche. preffo i eofi nei rami , nelle foglie , &ntl tronco , come nel frutto . Olir a a ciò la materia del legno della Tbuia ( come U medemo T heopbr atto ferine ) e durijfima da durare ’fin^a corromper fi infinitamente, ne co fa ueruna fi ritrouapiu uè- nofa , ne piu creffia della fina radice . Onde gli antichi non manco ufauano la Tbuia per fare i fimulacbi de i loro iddij , che il cipreffo , il loto , & il boffo . .Appo do la nofìr a fabina non fa le noci , ouero i coni , come il cipreffo , ma produce alcune bacche r offe , non crefce in lungheria ueruna notabile, ma piu predo fi può dire , che fi a ella nana tra le altre piante :ilfuo legnonon eduro , nefolidodapoffere durareneUa fua folidcyga le centinaia de gli anni , ma tenero, co- duco , &fungofo , & non nafee , nefiritroua in luoghi particolari , come fa la Thuia , ma nafee , & fi ritroua per tut- to in infiniti luoghi . Di modo che per tutte quefle ragioni fi ueggonopiu differente , & maggiori fra quefìe piante , che meritinogli errori , & leperfuafioni di cofioro , i quali non fanno differenza ueruna tra la Thuia , & la jioftr a fabina . io J{.efia adunque per queHo , che non poco ci debbiamo marauigliare di coloro , che niegano , che la Sabina baccifera qui dipinta non f m la forma della nera, uedendofi manif eoamente , ebe non gli manca nota alcuna di quante ne deferte Dio Nel primo lib. di Diofcoride. 139 però non ritrovo io ragione alcuna che mi induca d credere alle opinioni di coloro , chepiuprefto con mali- C ita d'animo , che con uiue ragioni ne contradicono . Terciocbe non rifondono à i nojìri argumenti , ma ciarlano à lor modo, fondandoli fopra friuolifjìme conietture , & maffimamente doue uogliono , che la Sabina baccifera fa la Thuia . Ì,U vorrei che mi diceffero come la T buia fia uolata di Mauritania in Germania , doue in piu luoghi nafee fp ontaneamen- te la Sabina baccifera . Quefte contentioni loro non fono altro neramente che fogni , fiondalo à chi l'intende , & rifa à . nm m uale ( per quanto io me ne intenda ) la obiettione , che fanno quegli tali contra di noi con dire , che non fi ttoua oiie firma Diofcoride , chela Sabina facci frutto , & che però bifogna , che la fauna altra pianta. Imperoche che diranno eglino /fi in molte & molte piante , & in quelle , che fono note , & uolgari à tutti , ne uift ha fopra dubio veruno (pejfo ci lamentiamo , che Diofcoride non ne fcriueffe la metà delle note ? Vero diremo bauere ciò fatto egli , òper- [0 cy cotali piante fujfiro cofi uolgari , & conofiiute da tutti , che non uifufje bifogno di defcriuerle con tanta diligen- za ouer amente che egli non hauejfe in alarne notiti a di tutte le parti loro , ouer amente per altre caufe , di cui non acca- de ’à far qui piu lunga diceria . jLlcuna adunque di quelle caufe agevolmente ha fatto, che Diofcoride delle bacche della f abina, non faceffe veruna mentione . il che potrebbe anchora effere accaduto 3 perche rarffime in aero fono le piante del U [abina , che pr educhino frutto . Ma che la fabina facci frutto ne fa manifeflo teflimonio Auicemia 3 ufandolo egli alla fordità & a provocare i mefirui . Ter tutte adunque quefìe ragioni non poffo fi non pervadermi 3 che quefia noftra Sa- lina fia altra , che la nera , & maffimamente uedendofi 3 che nonfolamente del tutto corri fi onde ella alle note affegna- teleda Diofcoride , ma anchora alle f acuità date da lui alla uera Sabina . Bftrouo oltre à ciò effere anchora in grande er rore intorno alla Sabina il Bellonio nel fuo uolumctto delle piante refinifere 3 tra le quali però non foio3 comepoffa fare la Sabina . Imperoche nel deferiuere egli la feconda fietie afferma fin\a veruna eccettione d'hauerla ueduta copiofìjf - 0 ma nel monte Jmano 3 & parimente nell’ Olimpo di Thrigia del tutto fmile al ginepro maggiore grande come un man- dorlo con foglie [nuli al cipreffo3 & bacche che nel ceruleo nereggiano .&cheè albero 3 che produce anchor egli la ra- gia. Conofcefi l'errore del Bellonio 3 percioche ne Diofcoride 3 ne qual fi uogli altro firittore di piante 3 nonfcriffemai qual fia la forma , & la grandezza di quefia pianta 3 ma la fece egli folamente differente dalli altra Sabina nelle foglie . Il che è da credere , che per niuna.altra cagione faceffe D iofeoride 3 che per fapcre egli molto bene 3 che quelle piante noti uariauano in altro 3 che nelle foglie , & però mi pare fuori d' ogni propofìto il credere 3 che un'albero 3 qual dipinge il Bellonio fimile al ginepro 3 grande come un mandorlo de i maggiori 3 con foglie di cipreffo 3 & che facci ragia ; fi p offa in modo ueruno accommodare per la Sabina della feconda fietie . Ma che fia nero 3 che molto babbi in ciò errato il Bel- lonio , & fatto una affai brutta confufione 3 penfo che lo facci chiaro il veder noi , che mole egli poco dipoi 3 che quefia medefirna pianta , & albero fia quella , che Tlinio chiama Bruta alxv il. cap. del XI 1. libro . Stimando che la Bruta 0 appreffo Tlinio fia forfè la feconda fietie della Sabina , come fi egli non haueffe ferino fip aratamente di ambedue le Sa bine al Xil. capo del xxi ili. lib . Sono in verità alcuni , che fi penfano 3 che fi debbi preftare tanta fede à i loro lun- ghi pellegrinaggi , che non fi arroffifiono di fcriucre favole 3 & cofi del tutto lontane dalla mente nofira3 & dall’hiflo - rie,chenefiriueno i buoni 3 & approvati autori, come fol fare certo furfante trauefiito . Tic però voglio io dire quefìo per dannare coloro , che fanno cotali pellegrinaggi 3 f apendo molto bene , quanto fieno utili con l’effempio di Galeno pervenire in cognitione di vari , & infiniti f empiici medicamenti , ma ben defider arei , che cofioro ne recit afferò cofi , che corrifiondeffero alla verità , & alla ragione 3 & che parimente fuffero approvate con le autorità de gli f littori . Il che fi haueffe fatto il Bellonio , il qual cofi largamente firiue d'havere fatto pellegrinaggi in tante diuerfe prouincie , ne harebbe fin\a dubio poffuto confeguire tutte quelle lodi 3 che meritamente fi convengono à coloro 3 che fanno cotali pel- legrinaggi pervenire in vera notitia delle cofi 3 & non per firiuere menzogne . Vale la polvere delle foglie della Sabina Virtù, della Sa- 0 incorporata con boturo frefeo , alle ulcere del capo de i fanciulli . Il fumo delle foglie guarifc e le galline dalla pipita, & bina * ddfiuffo del catarro? Daffì la polvere delle foglie con utilitàgrande olii Marnatici , al pefo d'una dramma incorporata con boturo. Beuta il fucchio della Sabina al pefo di due dramme con una di borace naturale , è rimedio mir acolo fo per far partorire le donne , che Jlentano 3 ma non fi deue però dare fi non-doue fia neceffità grande di farlo ? Scriffe della Sa bina Galeno alvi, delle ficultà de fimplici , cofi dicendo . La Sabina è di quelle cofi,che ualorofamcnte difeccano . & quello per tre qualità , ch’ella dimoflra nel gufarla 3ftmili al cipreffo ; eccetto che quefia è piu acuta, & piu aromati- ca . È adunque ella partecipe delle qualità predette , ciò è d'acutezza locata nel fuo calido temperamento , & d' amari- tudine , & virtù cofirettiua minore di quella del cipreffo. Et imperò è ella tanto piu digefìiua, quanto fup era piu il cipreffo di acutezza . il che fi , che nonpoffa ella faldate le piaghe , per effer calida , & ficca ; imperoche partecipa tanto d’amendue quefte qualità , che fa enfiare 3 & infiammare . Ma nelle ulcere putride fi può cofi come il cipreffo ufa- 0 re>& muffirne nelle maligne contumaci 3 & di lungo tempo : percioche quefte lapoffono patire fen\a nocumento alcu- no 3per purgare ella 3 accompagnata con mele , le ulcere nere , & fordide . Bjfolue i carboni oltre à ciò 3 per la molta fottilità della fia effenga 3prouoca i mefirui quanto ciafiuna altra cofi 3 & fa orinare il fangue . jLmma^ga anchora il fanciullo nel ventre , & fa partorirlo , quando è morto . É la Sabina calda 3 & ficca nel ter\o ordine , & del nume- ro di quei medicamenti 3 che fono fottiliffimi nelle parti loro . Ter il che fi mette negli unguenti odorati, & maffme nel gleucino , & parimente fi mette in molti antidoti . S ono alcuni, che in cambio di cinnamomo mettono ne i medicamenti due parti di Sabina . E' veramente medicina , che può beuendofi , affottigliare , & parimente digerire igroffì humori . Chiamami Greci la Sabina : i Latini Sabina: gli jtrabi*Abcl, *ibbcl, ^ilharar :iTcdefchi Seuen baum: Nomi* gli Spagnoli Sabina : i Francefi Sauiniera , onero Sauinier. Sabina fcritta da Gal. M 4 ii 14© Difcorfi del Matthioli DelCedro. Cap. LXXXVI. IL cedro è albero grande, dal quale fi ricoglie la ragia chiamata cedria. E' il Tuo frutto Ami- le à quello del ginepro , ma grande , & tondo , come quello del mirto . Quella è ottima cedria, che è graffa , trafparentc , & di grane odore, & che gocciolando , mantiene le lue gocciole unite in lieme . Ha quefto liquore uirtù di corrompere i corpi uiui , & di conferuare i morti : & però lo chiamarono alcuni uita de i. morti . Corrompe le ueftimenta , Se le pelli perla Tua troppa calidità , & liceità . E' utile per chiarire la uifta : percioche leua uia le cicatrici, & l aibugini de gli occhi. Am mazza i uermini delle orecchie , diftiliatoui con aceto : & infu foni con decottione d’hiffopo,ne to- io glie il Tuono, e’1 buffino. Meffo nelle concauità dei denti, gli rompe, Sdeuane il dolore. Fall medefimo lauandofene la bocca con l'aceto . Vngendoiicon effo le membra genitali auanti al coi- CEDRO MAGGIORE DELMONTE LIBANO. to,prohibi£e Nel primo libs di Diolcoride. 141 to prohibifce il generare. Vngefi nelle infìammagioni del gorgozzule, & nella fchirantia. Arn- imzm, ungendotene, ipidocchij&parimenteilendim. Giona applicato con fàleal morfo del- le cerale : & beeiì utilmente con uino dolce contra al ueleno della lepre marina . Vngefi nella eie phantia, & inghiottilcefi lambendolo co'l pari giouamento. Beuuto al pefo d'un ciatho , purga , & confolida le ulcere del polmone . Mellò ne crifteri , ammazza i uermini del corpo , & caccia fuori il parto morto . Falli del liquore del cedro , olio fo (pendendogli fopra lana , come fi diife in quel- lo che fi fa della pece : utile à tutto quello , ciré l’iftdlò liquore , ma particolarmente fana quello la rogna de i cani , de i buoi, & de gli altri quadrupedi . Ammazza le zecche loro, &falda le piaghe che ifglifanno per il tofargli . Chiamatili i fuoi frutti Cedride, & fono dilor natura calidi : nuo- cono allo ftomaco , & giouano alla toile , allo fpafimo , à i rotti , & alle diflillationi dell orina. Be- uuti con pepe trito , prouocano i meftrui : & con uino , uagliono al ueleno della lepre marina . Vn- gendolene il corpo , infieme con graffo del ceruo , onero con le midolle dell’offà, non lafciano ap- prefTare i fcrpenti . Mettonfi anchora ne gli antidoti. Fallì del liquore del cedro la Fuligine nel modo di quelladellapece, conle pari uirtu di quella . IL ritrouarfi nel Cedro il tefto ne i Dìofcoridi Greci che [ì uendono nelle librarie, tutto fconetto,& guaBo dalli fcrit tori , ha non [olamente caufato , che l'autore Jia fiato riprefo d’hauere errato , ma che coloro che fono andati inue- filginio la nera hifioria delle piante , ufi- altri che fi fono affaticati in emendar gl' errori infiniti deltejlo di Diofcoridc , Ubino hauto nonpocafatìca, & tr attaglio, & aggiratoli lungamente il ceruelloper ritrouarne la uerità effettuale . il che [leggiamo effere accaduto nella biBoria del cedro , auuenga che non manchino chi uiriprendino effo Diofcoride di manifeflo mancamento nel deferiuerne l’hiBoria, per uederfi che ui fi legge, che il cedro maggiore fa i frutti fintili al Gi- nepro . Il che tmebora à mepareua non poco’fcóBurfi dal nero, fin tanto che il Signor Augerio di Busbekp > H qualeper fette amiicoittinmeraflato AmbafciadorealgranTurcoper l’imperadore Ferdinando primo, ferie ritornò à noi in Vienna ■ Impero che egli mi diede imo effemplare d’un Diofcoride antico hauto in Confiantinopoli dal Signor Antonio Cauapcno , gentilhomo di quella Città , con il cui iefiimonio fono io refiato chiaro , che i Diofcoridi Greci che nanna communemcnte attorno nelle libr arie , fono tutti [corretti, & che queBo tefio del cedro fiaftato per negligerne delli fcrittori f membruto , & gonfio : Del che fa manifcftafede il fu detto effemplare, douefì legge il capo del cedro in quefto modo. KifporJ'hJ'pov izì uj.ya Ipff h ncyofalvn utopia. tnwé.yncu. napiràv S'e iy,eì aanep aorra.piosa uappórtpov taiv rra.pBnaoK0.hi- yt r ardì òlió.p xU'por pjtUpa.àmvbóS'ns rPanp upxdidor . ? fioca x apprài> ptup7« aStazcpo . Cioè . llcedro e uno albero grande , lai quale ftricogliela Cedua . Traduce il frutto come il Ciprejfo , ma il piu delle mite maggiore . ìfitrouafcne altroue epa! fette dt minore , pungente come il Ginepro , che produce tifi otto tondo , graffo come quello del Mirto &c. Dalla p>.ale frittura pilo effer manifeflo à ciafcuno , che Diofcoride fcriffe diligentemente , & come fi conueniua l'hifloria Ìmmtndue i cedri , come fecero parimente T beophrafio, & Vlinio, il quale fh del 'maggiore due Jpetìe al v. capo del SI 1 1. libro , cofiferiuendom . Il Cedro maggiore è di due fpetic , l’unafiorifce , & non fa frutto , & l'altra Produce i tutti fmip far fiori , &fempre nafeono imoui , auanti che cafchinoi uecchi . Hanno il femefimile al ciprejfo. Sono al- mi, cheli chiamano Cedrelate . liifuda da quefliuna ragia molto lodata . La materia del legno fi ha per eterna , & mòfe ne fanno ifìmulachri dell Iddei.& al quinto, capo del XXI III. libro ; il cedro maggiore ( dieeua pur egli ) il mi chiamano cedrelate ne dà quella pece, che fi chiama cedrìa . Quefto tutto diffe Vlinio , il qual non chiamò forfè ma mute il Cedro maggior cedrelate . Imperocbe quelli che fino al dt d’koggifono ndl monte Libano in Giudea ( come ho itefo da alcuni amici che fono trafeorfi per tutta la Sona ) fono qrnfì del tutto fintili alfabeto , il quale chiamano i Gre- ÌBlate.Onde altro non arnie dire Cedrelate,ebe Cedroabetenellanoflralingua.Qu.efio eccellentifiimo alberofper quan 0 mi narrano coHorojcrcfcc in co fi mirabile graniezqga,& lungi) ceppa, che affermano di non hauere ueduto maggior al- lodi quefio. Laf :or\x,di cui è ueftito , è lifeia, & netta,eccetto che in quella pane , che fi contiene da terra , fino ài 'rimi rami. Imperoche quefiaè ajfira .nitida ,& ineqttale. Il colore della feorpa è quello iflcffo del loto. Itami Idbajfofino alla cima efeono dal tronco intorno intorno àmodo di una ruota ,&uannoconqueBoordine diman n mano fino alla fommità , con accommodati infermili , i quali fi uanno tanto fi minuendo Imo dall’altro , quanto nufi altp.no ucrfo la cima. OndermirandofiilcedrodilontanofirendeaUauiBacomemà piramide. Dicono che tale foglie capigliofe ,comeillarice ,&comeilpino ,mapiucorte ,ne fonojpinofc . Il che fi confronta molto bene o» quello, che ne ferine Vlinio al uigefmoquarto capo del decimofefio libro. Vroditce le fue pine , onero noci fmi- i quafi à quelle del petgp ma piu corte , piu groffe ,& piu piene .come fi può qui uedere dalia fua figura .& dai fuoi 'mtiiqualimalagcuolmentefi j piccano dall’albero. QueBi hanno dentro il feme,come quelli del ciprejfo , come me dice Vlinio . La ragia ch’ei produce chiamata cedria rifttda per la feorpa del tronco liquida , & bian- a,U quale con il tempo diuenta dura ,& grumofa , quando mene fcaldata dal Sole. Sono alcuni, che dicono, he il cedro produce anchora il liquore fi-a feorpa ,&fcor\a ( come fu ietto di [opra deU’oglio deU’abeto nelcom- >mo delfino ) & questa anchora fi chiama Cedria . QueBo è tutto quello , che m'hanno recitato del Cedro coloro, che inoliati infili monte Libano . Onde non bopoffuto fe non grandemente marauigliarmi , che TbeopbraBo , & Diofco- ide , il qual forfè in queBo ha feguito i fuoi feruti , fcriueffero cofì indifferentemente , che ogni Jpetie di cedro fitceffe i rutti fmili al Ginepro, ma piu grandi. Imperoche (per dire iluero) il Cedromaggiore, di cui ferine qui Diofcoride fii il mito , come fa ìlpetpp ,& il pino duriffimo ,& odorato di colore rofiigno , come quello del larice . La materia delle- \no del cedro é neramente durifìma . onde credettero gliantichi, che il legno del cedrononfi poteffeper alcuntempo •urlare , ma ebefuffe eterno . Dolche perfuafo Salomone , uolfe, che il tempio di DIO fuffefabricato di cedro . Di ì'ieSlo par mente fecero gli antichi ifìmulachri loro , credendoft , che non deueffero manco durare , che feftffcro di mar Cedro, & fua hiltoria , ferrie- ra da Theo- f hratto . 142 Difcorfide! Matthioli CEDRO P II E N I C I O: mo ì o di metallo . S ono i Cedri non folamente optimi per le fabriebe delle nani 3 ma aneboraper quelle delle rocche , fy delle cittadelle ; per iterar eglino infinitamente nella loro natiua durerà . jLma il cedro i luoghi freddi , & frjfrf1 * & parimente i monti piu che ogni altro [ito 3fia fempre uerde 3 ne maiperde le foglie 3 ma tagliandofeli la cima fi fece f &fi muore 3 ne mai piu torna à rigittarui rami , ne foglie 3 tome fanno anebora, il ciprejfo 3 il pino 3 il larice , & alette ffltre piante di fimile natura . In Egitto , & in Soria ( come fcr tuono Tbeopbr atto 3 & Tlinio.) fumo già Re 3 ebepti fare fila d abeti 3uf orno per far e le nauì folamente legnami di Cedro . Vn granài fimo albero di Cedro fu già in Cipridi lunghetta, di c xyix.piedi 3& di grojfegga l’abbracciare di tre b,uomini3 il qual fu poi tagliato per la fabrica della gale? fii Demetrjpfia quale baueua undici ordini di I \emi. Vn ramo di Cedro maggiore infieme con i frutti portato di Soriad monte Libam3dicui e quiftampata la figura mi mandò da Verona M. Fraucefco Calcolarti Jpetiale alla campana d oì c> _ effercitatiffimo femplìcifia.Dalla quale imagine infegnati coloro 3che fi deiettano di quettafacultà,potranno agevoline- te mtedere,& conof :ere3quato s’ingannino coloro3cbc per parer di dire qualche gr a co fa3dicono,fcriuonoVv fi tfor{an9 dipcr* Nel primo lib. di Diofcoride. CEDRO LICIO. 145 rmrnoée anchorqueHo è di due frette (come fi legge ne i predetti autori) Lido cioè,& TbentcioMafono però diffe rmitraloroneUe foghe . Imperoche ìlfibeniciononfolamenteneUe foglie, mah ogni altra parte è del tutto frnìle dei J°‘ °”"f Perhauere eSlt k foghe appuntate Jpinofefi chiama anchora Oxicedro . il Lido ha foglie molto minori. , liZaì'r ’ d‘m0d0 cheftr?JT°miglia guanto à un picchi ginepro . Ha Infiora roffigna , & i rami arrendei- odo di lamenti . L uno &l altro ha d ogni tempo il filo frutto . Ma nel Tkenicio è molto piu bello , & piugroffo . „ , 7" com>.IF‘mo m mria fimile al ginepro, dalquale non par dijferente.in altro , che nel frutto , qual proda Oxicedro , & chfrr r famaZZ,ore ’ & dolce > & ?«<«< è tenuto dagli habìtatori per ginepro : imperoche non fanno , f“ eflm- medi ■ J 5 ’ ’r che^acof'l'mile «Iginepro : ma efendomene donato un ramo da M. Giorgio Reffinger dottore di come na jj. ?romfionat:o tutta la Corniola in Lubiana 3 tutto carico di frutti rubicondi > allegri 3 odorati 3 <&grofjì3 queui di mirto , ricordatomi di quan to nhauem io letto in TheopbraSìo , & in altri de gli antichi ,-fubito mi cadde nell' ani ■ 144 Difcorfl del Matthioli nettammo , uedendo il frutto cofì rojfo , che doueffe queHo effere il Cedro . Tercioche fecondo che commemorano gli an fichi j & moderni firittori ,fe nonfuffe , che il cedro produce il fuo frutto rojfo , & alquanto piugrojfo 3 farebbe mala - geuol cofq d coiiofcerlo , & diHinguerlo dal ginepro . Onde per queHo può ciafcuno ejfere amertito 3 che la figura prima del Cedro , che cpofla in quefto luogo , non è quella del maggiore 3 ma quella del Thenicio .Del Lido per non e fermi fin bora fiato, in cogitinone 3 non ne ho fatto in queHi commentari] per avanti fiampati memoria ueruna3 ma mentre che me rie fio qui in 'Draga di Bohemia alferuitio del Sereniamo & Gentiliffimo Trincipe Ferdinando Mchiduca ttjluHriafie condo genito del Sereniamo Be di Romani 3 d'angheria 3 Bohemia &c. me ne è Hato portato un ramo dal molto gentil M. Marno Leonoro giouene lietamente dotto 3 & di molto buona fperan\a 3 tolto ne i monti di Moravia 3 & portato l Dragai#, cambio di Sabina . Vedutolo adunque 3 & esaminatolo molto bene per ogni nota 3 come vii parue3 che del tut tofi rajfembrajfe al Cedro Lido 3 cofi mi rifolfi di darne qui la figura . Le foglie di quefio Cedro fregandoli con le dita , ri io fr ir ano difoauifrimo odore , quafi fintile à quello delle pine domeniche 3 quando le fi ficcano dall' albero. Troduce le fue bacche minori affai dell’altro nelle cime f riamente de fuoi ramofcelli , le quali ( come fanno anchora le altre ) nel prin- cipio uerdeggiano , dipoi gialleggiano 3 & ultimamente diuentano rojfe3 quando fono ben mature . Sono al gufo ama - Cedri* &fua rette 3& non poco odorate. Difilla dall'albero del maggiore la Cedria3 utile in molte cofe di medicina . Maqudìa, confiderà ài noHfi tempi non fi ci porta di Cipri f ne di Soria3 quantunque quei regni fieno di cotali albmfertiliffmi . Credefi il Bellonio , che la Cedria nonfolamente difilli dal Cedro , ma che ogni albero refmifero , come è il pe^o 3 il pino 3 il lari- ce , il ciprejfo , il ginepro ,& fino alla betula produca la cedria , immo cheftperfuade3 che le ragie , che difiillano da cpie fti alberihabbino quelle virtù medefme , che Diofcoride 3 Galeno 3 & altri antichi autori attribuirono folamente alla ce dria : di modo che non mi fa poca voglia di ridere 3 quando lo ueggio perfuaf ) , che tutte queHefue cedriepofmo pari- mente conferuarei corpi morti , come fa la uera cedria del cedro 3 quafi come feeiuolefie3 che ripeso 3 il pino t il la- 2o rice , il ciprejfo 3 il ginepro ,& la betula hauejfero ma ifteffa uirtù 3 & che tra loro nonfuffe differenza alcuna . 'ìfcper . altra ragione mipare , che egli fi fia indotto à ciò fcriuere ( per quanto io me ne ueggia ) fe non perche Tlinio al XI . capo del XV I . libro ferine 3 che in Soria la pece fi chiama Cedrio . Ma che il Bellonio fi fia in do ingannato digrojfo, co- me colui 3 che non ha intefo ben Tlinio , credo che ciafcuno lo potrà conofcere dalie iftejfe parole di Tlinio y le quali fono quefte . Tix liquida in Europa è teda coquitur naualibus muniendis , multosq; ad alios ufus . Lignum eius concifumfur - 72 is 3 undique igni extra circundato fernet . Trirnus fudor aqua modo fìuit in canali . Hoc in Syria cedrium uocatur , cui tanta uis incH , ut in Megypto corpora hominum defunttorum ea perfufaferuentur . Cioè , la pece lìquida in Europa fi fa di teda per l'ufo delle naui3& di molte altre cofe . Mettefi il legno tagliato ne i forni , & fcaldanfi , facendo il fuo- co attorno attorno di fuori . il primo fudor c 3 che ne viene 3fe ne feorre uia per un canale . Quefio in Soria lo chiamano CedriQ 3 in cui è tanta uirtù 3 che in Egitto fi conferuano i corpi morti bagnandofi in e fio . Onde n on penfo , che per que- ^ Jìe parole diTlinio fi pojfa intendere altro ( per miogiuditio ) fe non che i Soriani chiamaffero quel liquore cedrio ,per- che già anticamente la pece appr e jfo di loro non fi faceva di teda , come fifri in Europa 3 ma di Cedro folamente 3 fypero non fenga cagione diffe Tlinio , che la pece in Europa fifnceua folamente di teda 3 per denotare , che in Mfia 3& in S o- ria fifnceua ella del cedro . Et che fia il nero , che la pece fifnceffe già del cedro 3 ne fanno tefìimonio Diofcoride 3 Ga- leno , & Tlinio , ma non già all’incontro 3 che la cedria fipoffa cauar fe non del cedro . Mppò ciò non ritrouo io3 che fia fiato maiferittp dagli antichi» dico da Theophrafto , da Diofcoride 3 & da Galeno 3 che alcuna forte di ragia conferuii corpi morti incorrotti dalla cedria infuori . Ter le cui ragioni 3 & autorità penfo » che potrà molto bene conofcere cia- fcuno , che Tlinio nel luogo qui di f opra citato intenda fcn\a dubio veruno 3 quando parla della pece di S oria , folamen- te di quella del cedro 3 & che il Bellonio fi fia qui affai foiosamente ingannato , come in infinite altre cofe 3 delle quali forfè altrouè diremo . Bjtrouafi oltre à ciò dell’odore della cedria differeny# nella fcrittura ;percioche ipiuufitatili- ^ bri di Diofcoride hanno /Stipéto, tm òojjfi'» ciò ègraue d’odore : & altri piu antichi 4’Wcr 7» ècfiv, do è di grande odore . Il che dimofira effer la cedria grandemente odorata 3 & non che il fuo odore fia grane 3 ne fpiaceuole . Il che fapendo mol- to bene V ergillo cantando di Circe nel vii. dettEneida 3 deferiue effer la Cedria odorata con quefii uerfi. Badonfi i lìdi proffimì alla, terra Circea 3 oue inferrate , & feurefelue Del Sol la ricca figlia fempr e s ode Bjfonar delfino canto ^ ch'ivi fi affi S otto fuperbi tetti , oue la notte T effendo le fue tele , accende , & arde * Tacile notturne lampade il liquore , Che Hillafuor dall'odorato Cedro . Scrivendo della cedria il Fucbfio medico eccellentiffimo della età noflra nel fuo libro delle eompofitionide i inedie** menti ultimamente aumentato 3 & illufirato nella compofitione del Mithridafo ; dice che non poffendofì battere In ce~ dria3 nifi debbi metter e in fuo luogo il laebrimo dell abeto , credendo forfè 3 che l'abeto3 el cedro h abbino una uirtu me- defima . Ma iofeguendo la opinione di Galeno ui metterei piu prefìo il ladano 3 fin che non intendeffe da altri qualche Cedro Atlanti co fa di meglio . Bitrouafi anchora ( come faine Tlinio al xv. capo del XIII. libro ) una altra fpetie di Cedrone ria* nafee in una particolar felua del monte Mtlante di Mauritania . QueHo è un albero ( come fcriue egli ) filmile alcijMf fio femina 3cofmeUe foglie » come nel tronco 3&nell'odore 3 la materia del legno èflimatamolto per le menfe chefine fk/ino con i piedi d Muorio , Di quefio legno fumo fatte U due menfe » che anchora fono in effere l'una di Cicerone , che nella povertà di quei tempi ( del che è piu da marauigliarfi ) fu comprata in quella etàdieci fefìertij ; & l’ altradi Gitilo ^ ^finio ila quale , fecondo che fi dice 3fu comprata undici . Dicefi che il J\e luba ne vendè due 3 una per quindici fcftv- altra per poco meno .fono alcuni che dicono , efr veramente } & bene 3 che quefio cedro t<&lu Thuia fono ffljf Nel primo lib. di Diofcoridé. 14 j f medefma , della quale fcriffe Tbeophratto , &però riprendono Tlinio , il qual finito ( come ei dicono ) chebebbe . fcriuere del Cedro Mlantko 3fubìto fcriffe perparticolar capo della Thuia , come di pianta diuerfa. Ma la nofira mione è molto lontana dalla loro . Impero che cjjaminandofi bene la fcrittura di Tlinio 3fi conofce manifefiamente 3 I fìia Timia einon intende altro , che il Cedro Atlantico predetto 3 come dimofirano qucfie fue parole formali nel viedemo capitolo della Thuia , ciò è . Delle menfefì tacque T heophratto 3 ma di niffuna è piu antica memoria 3 che di mila di Cicerone . dal che appare 3 che quefie fieno cofe nuoue . Onde manifefiamente fi utde che quefle parole T limar- ne non folamente feufano Tbeophrafio 3 non effendo flato al fuo tempo memoria alcuna di menfe Cedrine 3 ma fanno mnìfefio argomento 3 che Tlinio fapeffe 3 &haueffeper certo 3 che il Cedro , & la Thuia fujfero una pianta medefìma , menga che poco aitanti haueua fcritto 3 che la menfa di Cicerone era fatta di cedro .Atlantico . Mi che s aggiunge che in alcuni ejfemplari antichi Tliniani il capitolo della Thuia non è feparato dal CedrQ.il che fa manifella fede che fcriuen do Tlinio della Thuia , uada continuando Ibi fioria del Cedro come dimofira pur egli con quefie altre parole 3 le quali in alcuni uecchi esemplari fi leggono in queflo modo. Tfiota etiam H omero fuit : Trogete uocatur3ab alijs Thya. Cioè. Fu il Cedro noto anchora a H omero : Chiamafì T rogete 3 & da altri T hya . Et però malamente fecero coloro che nell' effem piare di Tlinio del Frobenio diuifero per particolar capitolo la Thya 3 ouer Thuia dal Cedro Atlantico ; non hauendo eglino bene intefoTlinio . Et di qui nacque 3 che penfandofi d’hauer corretto il capitolo del Cedro 3ui mejfero molto mafam confufione . Oltre accio erra manifefiamente nel difeorrer f farà la T buia ne i firn pareri non poco (Anguil- la?!, per fladmido fi chela Sabina baccifera ( feguendo folamente il fuo flejfo confìglio3 & confidatofì in niente altro 3 che nella fomiglian^a delle foglie ) fiala T buia . Ma tenendo egli che la T buia , & il Cedro Atlantico fieno ma pian ta medefma , feguita , che uogli egli che non fia alcuna differenza dal Cedro Atlantico 3 alla Sabina baccife- ra. Ma crederò io all' Anguillari quello ? non mai neramente. Impero che il Cedro ò Thuia che uoglìamo noi nominare qitejla pianta , non nafee altroue in tutto il mondo fenon in Cirene appreffo al tempio di Ammone , & in quella parte del monte Atlante 3 doue è il monte chiamato Anchorario , nel quale fino al tempo di Tli- nio non fine truouaua piu pianta ueruna : &per che anchora la Sabina baccifera non ha famigliane uenma , dalle fa glie in poi , ne neitronco ne ne i frutti 3 ne nell'odore 3 con il cipreffo . De i Cedri che ne i giardini Aurei di tutta Italia , nelle riuiere di tutto il mare Tirrbeno,& faetialmente del lago Denacofil qual chiamano uolgarmente lago di Garda, ere feono in copia infinita , nel proceffo di queflo , al capitolo delle Mele 3 oue ne fece mentione D io floride 3 ampiamente di- remo. Impcrocbe molto è differente da queflo Cedro 3 di cui al prefentefi tratta. Fecedel Cedro memoria Galeno al V 1 1. delle facilità de femplici , cofi dicendo . Il Cedro è di due fpetie 3 una delle quali è ramuflolofa 3 & breue3 filmile al ginepro :&l'altr aè alber ouer amente non picciolo , L'ima & l'altra fpetie è calida,&fecca,quafi nel terreo ordine. Ma la Cedria ( cofi fi chiama il liquore del cedro ) tocca il quarto or dine, tanto è ella calida3& fattile nelle parti fue. Ter il che putrefa ella la carne molle f empi dolore alcuno 3come fanno le altre cofe ,che fono parimente calde nel medefìmo ordi- ne,& fono anchora fattili nelle parti loro. Tfiella carne dura appena può ella,& non fln\a lungo tempo fare tal effetto . Chiamanfì quelli tali medicamenti corro fui , ulcerarmi , & putrefattiui : ma fono differenti tra loro, fecondo che l uno piu dell'altro èualorofo.Di quefia forte di medicamenti è neramente la Cedria,ma del primo, & manco ualorofo ordine: perciocbegli altri fono per lapiaparte ualorofì 3& corrompono la carne anchora de corpi morti : ma la Cedria di ficca i corpi morti , & parimente gli preferita dalle putrefattioni , come co fa che confuma l'bumidità loro , & non tocca i cor pifordidi . Ma il calore , chef ritratta ne uiui , aumentando lefor^e della Cedria, è neramente cagione , che ella brufli, & confimi la carne tenera . Kfon è adunque da marauigliarfì , effendo ella cofi ualorofa , che poffa uccidere i lendini , i pidocchi , i uemini del corpo 3 & delle orecchie : ne ch'ella ammali il fanciullo nel corpo della madre 3 & che faccia partorire il morto : ne che meffa intorno al membro uirile , prohibifea la concettionc . nel che non ha neramente pari . Fa molte altre cofi particolari anchora . E argumento uero , ch'ella fia ualorofamente calida il metterla ne denti per-* inficiti: perciocbe , oltre al mitigami il dolore , gli rompe pofiia inpezgfi . Affottiglia le cicatrici degli occhi , & con- ferme alla gr offesa della uifla caufata dagrofii humori . Oltre à ciò quella parte grafìifìirna 3 & oleaginofa , che fi ca- uti, fifa elidendogli fopra la lana , quando fi fa bollire , è piu fattile di tutta la Ce ària , maueramente manco acuta; quantunque non manco calida .Sfalle fue oper adoni ha quello olio quel medefìmo rifa etto al refiante della Cedria , onde fi ama , che (olio alla morca . il perche , effendo la Cedria piu gr offa , è mordace , & piu apcritiua . onde nuoce alle ul- cere , caufandoui dolore , & infiammagione . Ma quella parte fattile , & oleaginofa ha cofi clemente uirtu , che i plebei già fatti dotti dalla cfaerienr^a , fanano alle pecore le piaghe fatte loro nel topaie la lana con le forbici , ungendole con effo , come con lapece liquida : & ufanla per la rogna 3 & per le zecche delle pecore . Oltra ciò ,le Cedride ( cofi chia- manoil frutto del Cedro ) fono piu temperate , di modo chefipoffono mangiare . nondimeno mangiandofene affai, fanno doler da tetta , &.caufano ardore , & rodimento nello ttomaco . Chiamano i Greci il Cedro , : i Latini Cedrus : gli Arabi Serbiti . La Cedria chiamano i Greci j&S'pl* • i Latini Cedria :gli Ambi Kitran , onero alhftran . Del Lauro, & de Tuoi frutti. Cap. LXXXVÌI. DE l Lauro ne una fpetie , che produce le fue frondi larghe , & un’altra , che le produce Eret- te . Ma hanno però amendue uirtù di Icaldare , & di mollificare . & imperò gioua la decot- tioneloro, fedendomi! dentro, àidifetti della madrice, &allepafsioni dellauelcica. Le foglie iierdi leggiermente coftringono:empiaftrate trite, giouano alle punture fatte dalle api, & dalle uefpe . Fattone impiaftro con polenta , & pane , mitigano tutte le infiammagioni . Beuute , offen- dono lo ftomaco , & fanno uomitare . Hanno le orbachelle uirtù affai piu calda , che le frondi ; & pereto trite , & incorporate con mele , & fapa, uagliono lambendole à i rifilici , afmatici, ftretti di N fiato , La Thuia & il Cedro Aliatiti co fono unai- iteflà pianta . Errore dell’An guillari . Cedro , & Ce- dria, & loro fa- tuità feriteeda Gal. Nomi. Difcorfi delMafcfchioli 146 del lavro, et de svoi frvtti, fiato , & à i catarri , che feendono al petto . Beuonfi con uino alle punture de gli Icorpioni . Mon- dano le uitiligini , & gioua il iucco loro con uino uecchio , & olio rolàdo alle grauezze , & dolori delle orecchie., diftillatoui dentro . Mettonfi nelle medicine delle lafsitudini ne gli unguenti, che hanno uirtù di fcaldare , &rifoluere . La corteccia delle radici dell'uno , & dell'altro rompete pietra , & ammazzale creature nel corpo della madre, & giou? à i fegatolì, beuutone tre oboli cqi> uino odorato . Lauro , El l Lauro odoriferijjma pianta , conofciuta in Italia da tutti , percioche non folammte ft ritrouano ini i ha\m piantati nelli horti , & ne i giardini , ma ui nafeonoper loro HeJJi nelle felue ,&nei colli aprichi, & rnajji^ainen ^ tein quelli , che riguardano il mare ò qualche amenìjjìmo lago . Troducono i Lauri le foglie lunghe , ufeendo larghe da picciuolo appuntate in cima , grojfé , falde , & odorate . Le quali però fono ( come ferine Diofcoride) munal^f Nel primo lib. di Diofcoride. 147 tie piu larghe, & nell'altra piu Strette . dallaqual differenza fi può dgeuolmente credere , che l'uno fiali mafchio , & l'altro [emina . Fa il Lauro i fiori minuti, & moficofit , filmili à quelli delli olmi, che nel giallo biancheggiano . da i quali nficono le orbacbelle fimili alle oline , ma minori, uerdi prima , & di poi nere , quando fono ben mature , con affai grafi- to nocciolo . come fi uede nelle bacche del F^ufico , & del Agrifoglio . Colgonfi nella fine dell'autunno ò nel principio del uertio , come le oline, & calia ferie l olio , che fi chiama Laurino . E il Lauro albero confacrato ( fecondo che fi cre- dettero gli antichi ) allo Jplendentiffimo A polline , & honorato da Gioue . Et già fu antica ufan^a a poma , che di Lau - rofclos'ornajfe'ro i palaci degli Imperadori , & deiTontefici . il cui coHume , cofi come molti altri pure de gentili, s offerita anchora finhoggulifia noi chrifiiani in Italia . Imperoche alle porte de tempij nelle grandi folennità , & pari- mente à quelle de gloriofi palarci , ouunque s'affetti qualche gran perfonaggio , fi mettono i festoni , le colonne , & gli 0 archi di lauro. £' oltre a quefio il lauro albero pacifico ugualmente con t olino . & imperò anticamente , quando tra gli armati inimici fe ne moHr aitano i rami , erafermiffìmo argomento di pace . Al che attendendo la felice memoria di Ber nardo Clefio , famofiffimo Cardinale di Trento , uero amatore , & conferuatore della pace , & della quiete , non fola del fio fiato , ma uniuerfalmcnte di tutta Europa , legaua perfua particolare imprefa un ramo di lauro ,& uno di pal- ma fiorita ; come i ter fi marmi , i fuperbì metalli , le uaghe , & diurne pitture , & altri riccbiffimi , & magnifici orna- menti del fino magno palazzo in piu di mille luoghi ne fanno fede . Tortauano i Romani il Lauro infegno di letitia , & diuittoria.& imperò era cofiume loro dimettere il lauro ne tempij loro in grembo a Gioue ogniuolta che le uittorie gli arrecalmo à poma qualche letitia . Et ufarono , oltre à quefio , di mandare ogni anno doni in Tarnafo ad A polline , per effer quiui i primi lauri del mondo . Tuoffi dire , che a poma per coronare gli Imperadori fuffe mandato da Gioue il lauro dal Cielo . Tercioche fedcndcfi un giorno I.iuia DrufiUa , la qual fu poi moglie d'Auguflo , in un fuo giardino , ue- ) libido una aquila dal piu alto dell aria , gli lafciò piaceuolmente cadere in grembo una candidiffima gallina, che porta- ua nel becco un picciolo ramufccllo di lauro , carico tutto de firn odorati frutti .il che uenendo alle orecchie degli Aru ffici., comandarono , cheferbare fi deueffe , & la gallina , & ogni fobole , che di lei fi traheffe , & che con ogni diligen Za fi doueffe quel ramiifcello di lauro piantare . il che fu tutto offeruato in una certa uilla di Cefare uicina al Tenere, lon tana da poma da none miglia . La qual cofa fu cagione di dar mono nome al luogo .Imperoche da indi in poi fu fempre detta x la uilla alle galline . Crebbe poi , & ampliò tanto il laureo ramufcello ( quantunque fervei radice uif offe pianta- to ) & tante propagini ui produffe, che in breue tempo ni fi uide unafelua di lauri, de quali triomph andò po feia ungior no Cefare, ne tenne un ramo inviano , &in tefta una corona, preponendo il Lauro all' oro , & ad ogni pretiofiffima gioia, llcbefeguitando pofeia ifuoi [ucce ffori , fi coronarono ancho effi parimente di lauro nei triomphiloro , &ne portarono in mano ifuoi uiuidi rami : li quali dopo al triomph 0 coflumarono di far trapiantare ne ipiu celebrati luoghi, che fuffero ne gli altieri colli di poma . il che fu pofeia cagione ( effendogli fatta ognipoffibil cura nel coltiuarli ) che ffu [elite di lauri , le quali chìamauano Laureti , come era quella , che affai piu lungo tempo dell' altre uerdeggiò nel mon te Allentino ,fi ritrouaffero à Poma . Dimofira effere il Lauro uer amente albero celeste , la uencr adone , che gli por Lauro & Tua mogli impetuofi folgori : che partendofi dal cielo fen%a riff etto alcuno di diuìnita, ò grandezza di Tìncipi , percuoto- natura,& uiru:, no ilpiti delle mite ne Campanili delle chicfe , nelle torri , & ne i piu fuperbi palazzi del mondo, ammazzando molte uol te gli huomini troppo crudelmente . & nondimeno hanno in tanta uener atione il lauro , che non lo toccano mai, fe non qmndq.il ciclo uuol darfegno di qualche grandi fimo male . T ienfi per certo , che nelle cafe , doue fieno i fimi rami , non percuota , ne entri alcuna forte di fulmini . Al che attendendo T iberio Cefare , ogni uolta che fentiua tuonare ,fi met- teua in capo una ghirlanda di lauro . Ha il Lauro in fe uirtit di produrre il fuoco per fe fieffo : & uedefene il manifefió effetto ,fe fi-tfgando uelocemcnte infieme due verghe di lauro fecco , ui figitta fi òpra del folfo polueriztto . imperoche fu- biìo ui s'accende il fuoco . sia di uerno ,fia di fiate , il Lauro fempre uerdeggia : & hanno ifuoi rami tanta uirtit , che piccatati , & mcffi ne campi , difendono mirabilmente le biade dalla ruggine : Imperoche tutta la ritirano in fe fiefii . Co- ronanfidi Lauro i poeti, injegno di per f atione : & quefio tale è il premio degli Apollinei celebratovi delle Mufe . Tur ga il ueleno il corba , hauendo uccifo il chameleonte , mangiandole fi ondi del Laur 0 : con le quali fi purgano anchora ogni anno i colombi faluatichi , i merli , & altri uccelli affai . Le cime piu tenere del Lauro bollite infieme con j 'pica nel ui no bianco giouano alla for dita , & ài Ju foli delle orecchie pigliandofene il uaporeben caldo con uno ombutello , onero trattaiuolo . Trite le medefime cime infieme con calamento , & con fale , & beute con acqua calda folnono il corpo , & cacciarne la flemma,& i vermini . Balenano le bacche del lauro l ugola, fcpeLle l'incorporano con mele,& con il paripe fo di Cimino , d~ biffo po , d'orìgano , & d'Euphorbio , & fi mettono calde fopra lafommità del capo . uagliano le medefi me d prouocar l'orma ritenuta fe trite con fembola di grano , bacche di ginepro , & aglio ,&poi irrorate con nino , & ficaldate fopra una tegola calda , fi mettono f òpra al pettinicchio . Sette bacche di Lauro inghiottite dalle donne grauide quando fono uicinc al parto , fanno partorire conpoco trauaglio . Jfel mar e roffo [intronano Lauri conuerfi in pie- Lauro dioi tra ; del che fa fede T heophrasìo allv ili, capo del li il. libro dell'biflorla delle piante , con quefie parole . Igei gol tra . fó chiamato Hcroo , al quale fcendonogli Egitti j , fi ritrova il lauro , l' olino , el thimo , ma di pietra , come dimostra la parte , che avanza fopra l'acqua : ma fimili però alle lor piante uerdi , tanto nelle fiondi , quanto ne i germini : & uede fi il colonne. fiori del thimo , comefe non fuffe perfettamente fiorito . La lunghetta degli arbufcelli. è intorno à tregom- biti . Scriffe del Lauro Galeno alvi, delle [acuità de [empiici , cofi dicendo . Le fiondi , & il frutto del Lauro diffec- Lauro dritto cario , & if Aduno italo f mente , & affai piu il fiutto , che le fi ondi . La co neccia delle radici è manco acuta , & man- da Ga1, co calida ; ma piu amara, & ha alquanto del coflrettìuo : & imperò rompe ella le pietre , &gioua al fegato . Betiefi con nino aromatico al pefo di tre oboli . Chiamano i Greci il Lauro , Ad ^vìhs : i Latini , Lauri bacca : i Tedefchi Lorbeer , W a Del Platano, hiftoria . 1 4 8 Difcorfi del Mattinoli Del Platano, Cap. LXXXVIII. LE teneriffime fiondi del Platano cotte nel uino , & pofcia empiaftrate , fermano i fluffi de gli occhi , & mitigano le Magioni , & le infiammagioni . La decottione della fcorza fatta in ace to , gioua à i dolori de i denti , lauandofegli con eifa . Beuu'ci l fuoi rrutti uerdi con nino , uagliono ài morii de i fèrpenti: & compolli con grado , lànano le cotture del fuoco • La lanugine dei frut- ti , & delle fiondi , cadendo ne gli occhi 3 & nelle orecchie , loro nuoce . PLATANO. — «Sì ! Situa Tt a 1 1 A perfiBeffhnon produceTlatanì , quantunque ( cmeiiffe Theophraflo ) fa ella irrigata da bcllif fimi fiumi. Ma fe pur ni fe ne rìtroua qualchmo , come fon quelli, che ho ueduti già in napoli , & >» ^ fiotta , uifono fiati portati di lontane regioni , come furono già fatti portare da Rimani per il mare Ionio > filarne»1' Nel primo libro di Diofcòride 149 folammtt per hauer C amenità dell ombra loro à ^ orna : douc tanto furono i : platani in riputatione , che per allenargli , gli annaffiarono lungo tempo le radici col nino. Imperoche ( fecondo che/i recita nella hijìoria delle piante ) molto di ter nino fi gode queflo albero ; come che oltre modo fi goda de i fonti, & de i fiumi . Crefce il Tlatano in lungheria, & larghetta di rami ampliffimamente , come fi fede nelle fct itturefiie Licinio Mattano cittadino l\omano : il quale efien- io legato della prouincia di Licia, afferma( come ferine Timo) eflereSìatb quiuiin fu la Brada un Tlatano fopraun bel fonte , al tronco del (pitale era canata tatti ffilonca d' ottantuno piede , i rami del quale, informa di grandi alberi , saìkrgauano alla campagna , come un gran tetto : doue afferma egli hauer piu uolte mangiato con diciotto compagni , ione haueua ciafeuno di loro largo , & feltro / patio ,&da uento , & da pioggia . Vn Tlatano, che mai non perdeua le fiondi, fi legge ejfere flato in Candia apprefio à un fonte ,fotto al quale fimolando alcuni difiero, efierfi giaciuto Gio- 0 ue con Europa . In .Afta fono molto maggiori , come ho conofeiutoio per alcune foglie , che inficine con i fruttimi man dò da ConSìantinopoli l'eccellentifiimà Medico Guglielmo Quaccclbene, le quali erano maggiori delle foglie delle uitfui- niferc , & le bacche loft grafie come le noci, ma molto piti hirfute delle noflrane . Quelli , che fono Stati portati in Ita- lia , per non efiere aitati dal dima , non crcfcono ingranprocerìtà : ma producono però la corteccia affai grofia , bian- cheggiante,& le foglie di ttite, bianche da rouefeio , ma molto minori : il cui picciuolo è lungo , & rofieggiante . Il fio- re, il qualproduamo affai picciolo , nel bianco gialleggia . Il flutto èritondo , minuto ,fcabrofo , & ruuido , & rico- perto da lanugine: del quale fcrifie Tlinio al VII. cap. delxv. libro , che fé ne fi olio . Scriue Heliano efier tanto pia- ciuta dXerfe l'ombra del Tlatano, che efiendo egli in Lidia , & hauendo [eco grofflfiìmo efferato à camino, fi ritardò quid tutto ungiamo all'ombra , non curandoli per fi breue piacere di ritardare un tanto numero di gente . E' il Tlatano inimiffmo de uefiertìlioià : &fi>engono ifuoi flutti incorporati con mele, & applicatile lentigini,& ogni altra ma < coUdel corpo . Scrifie del Tlatano Galeno ali vi 1 1 . delle fitcultà de femplici , cofi dicendo . Il Tlatano non è molto piu frigido , & bumiio del temperamento . Et imperò le fue floridi trite uerdi, & mpiaHrate,aiutanonon poco à i fieni moni nel nafeimento loro . La corteccia , & parimente il flutto hanno uirtùpiu difeccatiua ; di modo che quella dado pera cotta nell' aceto per il dolore de i denti : & quello , incorporato con graffo , alle ulcere del fuoco . Sono ahuni,cbe bruciando la fiorila , fanno un medicamento difeccatiua , & aHerfmo , il quale applicato con acqua , fatta la fcabbia , & per fe filo le ulcere uecebie, humide , &fordide . E' da guardarli dalla poluere , ebenafee nelle fue fi ondi : per fio- che tirata ingoia dal fiato , offende grandemente la canna delpolmone , difeccandola , & fkcendola umida, guafla la ucce; fi come anchora il uedere, & l'udire , cafcando ella negli occhi ,ò nelle orecchie . Chiamano i Greci il Tlatano, Rnàram: ÌLatmiTlatmus.: gli Arabi Dltlb. Del Frafsmo . Cap. L X X X I X. ]L frassino e albero conofciuto . Le cuifrondi empiaftrate , & beuute con uino , & pari- mente il Tacco loro , uagliono al morfb delle uipere . La cenere del legno unta con acqua 5 cac- ciala fcabbia . Dicefi , cheìaliraatura del legno beuuta , è colà mortifera . E II frassino albero n&tìffmo in Italia . Secondo che all’xi.capo del 1 1 1. libro riferifee Theophraflo.fi ritrouano d ejfo dueflctie . L uno crefce in bella , & altijjìrna procerità , e-7- ha il legno bianco , uenofo , neruo- foaflejfibile , fcn\a nodi , & crcflo . Ma quello della feconda fletie è piu picciolo , non crefce troppo , è piu ruuido,fca- brofo3 & piu giallo . Hanno le fondi fumili d quelle de i lauri, che le producono pini argh e, ma fono neramente piu ap- puntate , & per intorno minutamente dentate . Tare che uno de fuoi ramufcellifìa una fola fonde 3 per portare egli in- fame tutte le fiondi con unfolo picciuolo : dal quale efeono effe fi- ondi 3 come da ceni nodi congiunte del pari 3 con affai mpiàanteruaUo d'ima coppia aU'altra,come parimente fi ueggono procedere nelforbo . Troducc il fuo flutto in un folli culo minutò 3 àfmilitudine dì mandorla 3 algulìo amaretto . Credefi Tlinio 3che mangiandofi le fondi del Fr affino da qual fi uoglia animale , che non rumini ,gli fieno neramente mortifere . il che diffe Theophrafio delle fondi del taf- fo} & non di quelle del f affino 3 con quelle parole . Mangiate le fondi deltaffo dalle beflie , che non ruminano f am- mainano : ninfe da quelle , che ruminano , non gli fiinno male alcuno . Ma fu ingannato Tlinio dalla molta fimlitudi ne de i uocaboli Greci del nome dell'uno 3 & dell'altro di quefli alberi . Imperoche la Greca lingua chiama il Fr affino IxiKht ,&iltaffo r isti defilino colto nel principio di nouembre ficcato nel forno fi dà à bere inpoluere con utilità grande coniano alle pie- dellereni. Fiondi ucramentefiihili a quelle del FraJSino ,fa quella non uolgar pianta, che chiamami moderni Diramo bian- ittamO bianco.* & imperò è Flato chiamato da alcuni ancbora Fra/: mollo . Quejìo non ritrouo io deficit - co> & fio turni toda alcuno de gli antichi firittori , tanto dico de Greci, quanto degli strabi . Et però non mipojjo fi non marmàglia- ri mmefiaefo uemtoin cofi frequente ufo in luogo del uero Dìttamo , che ( conofiiuto l'errore fi fi ci porta di Candia . guarnente ìltraftinello nell ' affetto bcUifìima pianta , & molto fono odorìferi , quantunque molto acuti , i fuoi alle- ri & uaghiflimi fiori . il che neramente arguifce , che non finga belle dotifìa egli flato produtto dalla natura . E' la [ua Adite alquanto amara , tal che non è marauiglia , che ella ammagfi i uermini del corpo . Dicono ancbora , che per fia olculta proprietà,, conferìfce à i ueleni mortiferi , al morfo di tutti gli animali uelenofl , & alla peflìlenga . Gioua tlloflomaco , & à gli fretti di petto . l! acqua , che fi fa del fiore al bagno di] Maria , oltre all'ejjère odoriferifiima , è ue/aHunte utile , tirata per il tufo , alle antiche frigidità del capo . Oltre à ciò non mancano calunniatori , che «aglio no che il Dittamo bianco nonfia altro , che il Tragio di Diofcoride . Ma frinendo non fi demente Diofcoride-, ma Gale- no , Oribafio , Paolo, & Tlinio , che il Tragio nafce folamente in Candia , & non altroue , fi può agcuohncnte dire che cofloro bdbbino perfa la lite , auuengx che il Dittamo bianco nafia copiofo perfifleffo in ogni luogo del mondo fine man co fi rideranno di quelli falamoncclli coloro , che fanno quanto il Lentifio albero ftamaggiore del Dittamo bianco, il qua le èmutbcrhache ogni anno fi ficca ; & di nuouo rigermoglia dalla radice ■. Oltre ciò fornendo Diofcoride che Wfra- poèmapiantafimilcallentìfio ,cofinel frutto , come nelle foglie , &neirami, uorrei chemi dicejfiro coHoro, oue uidlero mai lentifio, che producete il flutto nelle filique, come fa ilDittarrto bianco, & che producete foglie maggio- ri dì quejìo Dittamo . Ma pofiia che la inuìdiafù diuentare paggi gl’ buomini, non uoglio bora piu lungamente far nota 20 la lor pagrfa ; riferbandomi à fioprirla nel quarto libro al propio capìtolo dclTragio. Chiamano i Greci il Frafiino, Nomi. t,\ixU:iLamFraxinus:iTedefchiEfchcrn,Efihebaum, Steyncfihem : gli Spagnoli Frefno,& Frexo.-i Trance - fi Fraiffìe. DelPopolo bianco. Cap. XC. r A corteccia del Popolo bianco beuuta al pelò d’una oncia , gioua alle fciatiche , & alle I diftillationi dell'orma . Credefi , che beuendofi con rognoni di mulo . faccia diuentare fteri- le : & che facciano il medefimo le fue frondi , beuute fubito dopo alla purgatone de i melimi. Mettelì il fucco loro tepido con utilità nelle orecchie , che dogliono . Gli occhi , che in forma di ,0 pilule , /puntano nel primo germinare delle frondi , pelli , & onti con mele, uagliono alla debolez J za della uifta . Scriffero alcuni , che togliendoli la feorza del nero , & del bianco , tagliandola in pezzi minuti , & pofeia fotterrandola ne folciti bene illetamati , in ogni tempo dell'anno ui nafeo- nopolcia i fonghi buoni da mangiare . Del Popolo nero. Cap. XCI. ‘-E frondi del Popolo nero applicate con aceto, giouano ài dolori delle gotte. La ragia, L che difilla dal tronco j lì mette nc gli empia (In. Dafsiilfuofeme utilmente à bere inacero al mal caduco . Dicefi , che il liquore d amendue i popoli approdò al fiume del Po , nel diftil- 40 lare dall’albero, fi condenlà in fuccino, qual chiamano i Greci elettro, & alcuni altri chrifopho- ro . E’ di colore limile all’oro , & nel tritarli odorifero . Quello trito , & beuuto , riltagna i flufsi dello ftdnj.aco , & del corpo . Ip 0 p p i 1 fono dì tre ff ette, cioè , il bianco , il nero , & il montano chiamato Libico , & «prò- da i Greci . Il Popoli , 8t lo- bianco è. albero grande ., & ramo/o , con graffi tronco , & biancheggiante : produce le foglie dì ui te- tutte bianche ro iuttolu * dal rouefeio ,fr parimente lanugine fi , come quelle dellaTuffilagme , laquale dalla fimilitudineche hanno ti fue foglie con ìlpopoWbianco , chiamorno i Greci Chtm.dcii'ecn . Il nero crefie molto piu alto , &piu diritto del bianco , con fo- llie heieracee , non però intagliate , mafmilì à quelle del Mrmeniaco , futilmente intaccate per intorno , & appunta- te in cima, & attaccate con lunghi picciuoli . La Corteccia tenie al bigio , &la materia dèi legno è affai ben bian ca , ; o & molto àpropofito per lefabriche delle cafi , & mxjfimamente per tauole . La Libica nafce c'opiofa in tutta Boemia , con follie piu tonde , & piu fittili , fatte per intorno à cantoni , & alquanto intagliate , pendono queHe da lunghi , & fottilipiccimli , dimoio che quafifimpre tremolano ,àncharache non'fi finta per. aria punto di uento : crefie qiìeftóml noie de gl’ altri, & uesìefi dinerigna corteccia : la materia, del legno è bianca , ma fragile , & però inutile per le fabri- ebe, Ilbìaneoi del tutto fierìle come ancbora il Libico, mailnsroft.il pio flutto in grx?po!i,conle bacche groffi , come panella di Or oh 0, nelle quali è dentro una lanabianca , limile alla bambagia , laquale neltaprirfi del flutto, quxnd 0 è maturo , tutta fi ne uolaper aria . Godonfi cofi il bianco , come ilnero delle riue de i fiumi , de i laghi, paludi , & delle- rtue de ifijfi,cbe fi fanno per tutta Lombardia intorno à i campi humiii, & di tutti li altri luoghi acquaflnni.Cogliefi il fcmeidneroauanticheilfluttofirompa,&ficcafialSole.DimtequeflefpetiefecementioneTheopbrafioalxiui. cap. del 1 1 iMbalelibifloria delle piante, dicendo che fono dima medefima forma, ambedue diritte di natura : ma il ne . j 60 io crefie affai piu t & ha la fionqa piu lifeia del bianco : & le foglie fi famigliano , & parimente la materia bianca deb fogno . Credefi , che nìffino produca fiori. La Cercis ( la quale alcuni traducono Mlpina , & altri Libica ) è ancbora dia limile al Popolo bianco, tanto nella grandetta, quanto ne rami bianchi , che ha ella per intorno . Traduce frondi N 4 jimili IJ2 Difcorfi del Matthioli POPOLO BIANCO. Irrqrc di Pii* Uìq, fintili all hedera 3 in una parte angolo fe , & lunghette , & nell’altra fen^a alcuna eminenza : il color loro è in ognihanà il medefìmo : pendono attaccate à lungo 3 & fiottile picciuolo , piegato però a terra , & non diritto . La corteccia ha eli* piu ruuida 3 &piu ajpra di quella del popolo bianco 3 fintile à quella del pero faluatico . quefio tutto dijfcThcophrajlo . Dalcbefi uede 3 che connumeraanchora laCercistrale fpetie de popoli. Quella commemorò parimente Tlinio trai popoli al xx III. cap. del xvi. libro 3 con quefie parole . Tre fono le Jpetie de popoli 3 ciò èia bianca3 la nera, & la bica : le cui foglie fono piccioliffime & neriffime , ma pianta molto lodata per ifonghi 3 ch’ella produce . La bianca ha te fr ondi di due colori 3 difopra bianche 3 & difotto uerdi . Ma qui manifefiamente fi conofce hauere orato Tlinio • percioche le foglie del popolo bianco fono , per il contrario dì quello che egli dice , di fotto bianche 3 & di foprauerài> & nonfolamente bianche in quella parte 3ma ricoperte da certa bianca lanugine : la quale non fi uede nella nerajpette de popoli 3 come ferine Tlinio 3fcriucndo egli indifferentemente ejfer le fiondi de popoli molto lanuginofe . ^ (litChl s aggiunge un fuo terreo errore ,fcriuendo cghà xxvi . capitoli del medefimo libro, che il popolo non produce nfftW* Nel primo hb. di Diofcoride. i j) POPOLO NERO, tic frutto alcuno :& nondimeno diffe al vili, capo del xxi 1 1 1 . librò 3 cheponaua il popolo me 3 & freme 3 lodando quello per il mal caduco , & quelle per l’uft > degli unguenti . il che [apendo Diofcoride 3 loda il feme del nero al mal ca- duco , dato a bere con aceto - Ma auertifeano gli [pedali di non fare lo unguento populeo , che s’ufa communemente nel lefpetiarie , con le me delpopolo , come infegna il Iguellio , fondandofìfopra Tlinio . Imperoche altra cofa è il noflro Errore del unguento populeo 3 & altra era quello 3 che ufaronogli antichi 3 per far buono odore 3 in cui mettcuano le mie . Dimo- ^uc^‘° • ^ra Cl° non douerfarfi con le uue manifcjì amente ìsljcolao ^ tleffandrino 3 mettendo egli nel populeo non le uue delpo- polo 3 ma le gemme delle foglie ìlei primo [puntar dall'albero 3 che fanno la primauera . Sono quesìe gemme odorate 3 & ctraginof ' : il che nell' uue non fi uede , ne fi ferite . Il che mi fa non poco dubitare 3fe fa cofa certa , che gli antichi met- teJJer°negli unguenti odoriferi le uue de popoli . Imperoche appreffo Tlinio all'ultimo capo del x 1 1 . libro 3 doue trat- to della materia de gli unguenti 3 frutta delpopolo non è altro 3 che mofeo d’albero di popolo : il quale lodarono per l’ufo degli unguenti Diofcoride 3 & Galeno 3 oltre à quello del cedro , & della quercia . Onde fi può ageuolìjtente credere, che Tlinio Difcorfidel Mattinoli Fiuola poeti- ca. che Tlinio errando 3 fi credejfc , che il mofco del popolo nonfujfe differente dalle fue uue , dicendo egli . Fodcm & bryon pertinet utiapopuli alba . Optima circa Gnìdum , & Cariavi in ftientibus 3 aut ficcis , afpcrisq; locis . Secunda in Lycia cedro .cioè» jf quefio medesimo s’appartiene il brio ( ciò è mofco ) ma delpopolo bianco . if ottima è quella , che na- fte intorno à Guido , <& Caria in luoghi afciutti 3fecchi 3 & ajftri . La feconda in bontà è quella , che nafte in Licia nel- l'albero del cedro . questo tutto diffe Tlinio . Ma fapendofi , che il cedro non produce alcuna forte d’uue , ma odoratif- fmo mofco , manifeft amente fì conofce di qui l'errore di Tlinio . Ifafcono i Topoli , tanto bianchi 3 quanto nericopioff fimi in Lombardia , & ferialmente in fui Mantouano3 & Ferrarefe , lungo le riue del To3 & in fu gli argini defoJfiper le campagne . Ter la qual cofaftrifferofauolando ipoeti , che piangendo à i lidi del To le forelle di Thetonte ilmife - rabile cafo del fulminato fratello , fi conuertirono pofcia ultimamente in quefli alberi : da i quali in quel modo medeft- 1 mo , che effendo informa humana 3 lor pioueuano le lagrime dagli occhi ; cofi anchora da diuerfi meati dèlie cortecciè loro in forma di lagrime aurate rifuda il faccino 3 onero l'elettro 3 il qual noi chiamiamo uolgarmente cimbra gialla- dell n Nel primo lib. di Diofco ride. iyj falla quale fi fanno a inottri tempi le corone de "Paterno siri , & infinite collane per l'ornamento della gola delle genti volgari) &di baffamano . eliche non pregiando fede Diofcoride , per effer cofa detta dai poeti 3 non uolfe metterne [hiftoria afermatiuaniente . Et imperò diffe egli . Dicefi , che il liquore d'amendue ipopoli , il qual chiamano i Greci elettro , & i Latini fuccino , apprejfo al fiume dclTo , nel diflillarc dall'albero , fi condenfa infieme . il che dimofira , che uolendopure Diofcoride fimere del Succino qualche cofa , non hauendone alcuna altra uerahifioria , lopofequi fot to alpopolo nero : attacandouelo però per non hauer ritrouato in tutta quefia opera , dove piu commodamente ne potè f [efemere . Mchetinduffe l' battere egli ritrouato , che i poeti haucuanofauolando fcritfo, che il Succhio dittillaua dal popolo : ma ben fapeua Diofcoride, che il Succino non era la gomma delpopolo . "Perche lafauolafu cofì fatta per la copia delle fU\e delle ambre , che anticamente fi portavano al collo dalle genti , che habitauano lungo le rive dclTo. 1 0 Imperoche patinano per la molta humidità del luogo, le donne mafìime , alcune infirmità di gola, alle quali fi credevano, che fojfero l' ambre contrarie. Il che non era forfè ferina qualche ragione : percioche battendo L'Elettro rirtu di proibi- re ifhifii ) agevolmente portato anchora al collo prohibiua , che non difcendejfero quelli della tefla alla gola . Et imperò tifano le donne Tedefche ne ifluffi degli occhi di portar enella parte poflerior e del capo , otte il collo con effo fi congiun- ge , un de piugrofii peT^i d’ Elettro , che ritr ouano , con marauigliofo fucceffo . Pftrouo oltre à quefio piu , & diuerfe Varie opinio- opinioni d'autori , li quali quantunque fetidamente come neri hifloriographi ne parlino .'nondimeno per non hauerne torno^Swcci- cglino veduto l’origine in alcun luogo del mondo , & hauerne fritto folament e togliendo da quefio , & da quello , poco no . oriente fi gli pretta fede . Imperoche diffe Philemone , che l Succino fi cauaua nella prouincia di Scithia di miniera in due diuerft luoghi & che dall’uno sbatteva il bianco , & dall'altro quello di color d' oro . Sudine, & Metr odoro differo , che difiillaua il Succino da certi alberi in Liguria . Il che fi pensò Sotaco accadere in Brettagna . Tithia dice efferc un 20 luogo in Brettagna apprejfo à i Gittoni , oue dal fluffo , & refluffo del mare , non molto lungi dall’ifola di cibalo, è por v , s tato il Succino , del quale dice , che gli huomini del paefe fanno ì loro fuochi , & ucndonlo à i Tedefchi . Crede fi TJicia hiflorico , che il Succino fia fucco de i raggi del Sole . Imperoche mole egli , che tanto ferventemente percuotano il luo -+ go , che lafcino quitti un f udore graffi > : il qual e pofeia nella Hate fattof duro , fa rigettato dal mare ne i lidi di Germa-r. ria . In quetto mede fimo modo [cùffie egli , che nafceua il Succino in Egitto , & in India , & che molto è piu grato à gli Indiani , chenonèl'incenfo . Differo alcuni altri , che nafceua il Succino apprejfo al mare Atlantico in un certo lago no- minato Cephifide , congelando fi quiui di limo .Sono anchora oltre à questi piu & diuerft autori , che tutti differentemen tei' un dall' altro ne fiorifero : dei quali lafcio io al prefentc di direi’ opinioni ,& per non effer tediefo ,& per ritrovar-? iti poco , ò niente di fermo . Et imperò fi può neramente dire , che fa il Succino fatto di patta , hauendofì egli cofì inficia- to tirare à ciafcuno , per tante diuerfe uie , & unric forme . Ma per dirne quello , chef ne ha di nero : nafee il Succino ^0 in certe fole dell'Oceano fettentrionale , & anticamente lo chiamarono i Germani Glefo . Ter il che furono alcuni di quelli, che erano con Germanico Ce far e , quando egli fu con gli effer citi in quel paefe , che nominarono la piu ab ondan- te fola di fuccino Gk faria ; come che [offe fempre da prima fiata chiamata da i Barbari Jlufivcma . Quiui nafee nera- mente il Succino, diflillando da certi alberi molto firmili ài nottri pini in fui terreno, oue pofeia fi congela, & ùniurifee , & uienc dipoi di quindi rapito dall’ onde del mare, quando cacciate da foucrcbio uento , entrano fre- mendo nelle propinque [due : & cofì pofeia nel ritornare dell' acque uicn portato da quelle fino ne lidi di Gema* ■ria. La onde ben diceva Cornelio Tacito , che folamentc i Germani habitatori di quel mare hanno, & ricolgo- no il fuccino . Che fia egli liquore d'albero firmile al pino , ne fece già fede à i Bimani un loro caualiere manda- to à comprare il Succino in quel paefe da Giuliano procuratore de i giuochi gladiatori f di "perone . Tercioche nauigando egli per quei lidi, ne ride, & rintracciò la nera origine, & ripor torme à ì\omagrandiffima copia. Cor- robora , che fia il Succino gomma d'albero filmile alpino , il manifefio odore del pino , che ne lafcia , ttropicciandolo con le dita , & la fiamma , che nell' accenderlo rende filmile à quella della teda , & della ragia . Che fa liquore , che abort - àantemente coli dagli alberi tenace , & uifeofo , lo dimottrano alcune cofe , che ui fi ueggono congelate dentro , come fono formiche , vangare , uejfe , mofebe , lucertole , &fettucbi . Conciofa che però che intrigandofì quefli animaletti, & altri me fcugli nella uifeofìtà dei liquore , auanti che s’indunfca , ni rimangono pofeia nelfeccarfi in pregione . Ma , . . io terrò piu pretto con l’Eccellentif. Agricola, che non altro fa il Succino che una Jpetic di bitume, che ufccndo da certi 4 [cogli fe ne cafca in mare, oue pofeia per la falfedine s indurifee . Impero che cof affermano i Vruffiani, doue à i lidi del lormarc fi ricoglie , portatori dall’ onde tutto il Succino , che fi porta à noi, & ad altre nationi . Tolifccfì il Succino, &fiifi ben truffar ente , cuocendolo in graffo di porco , che latti , fecondo che ferine Mchclao , il quale afferma hauer - ne veduto di roffo anchora appicato alle corte cric cieli’ albero , onde difilla : onde , per quanto io mene treggia, molte fa- jo ll°lefcùffero gl’ M ntichi del Succino . Quello è nero , & perfetto Succino , che firopicciato prima con panno , [libito tira afe le paglie , & gli altri fefiuchi fecchi , come la calamita tira àfe il ferro . Ma baffi per certo , che co fi come alla calamita s impedìfee la [acuità di tirare il ferro con laprefen^a del diamante , onero col fregarla con l’aglio ; cofì s'iwr f edificai fuccino ungendo le paglie prima con l'olio . Che il fuccino (fecondo che differo alcuni ) per iffetialc fua prò- . • prieta non tiri il b africo nefiefeo , ne fecco , c neramente la bugia : percioche io piu & piu uolte riho fatto l' effer ienrpt . Cbiamafi volgarmente il Succino nelle ffetiarieCharabe , il qual uocabolo è uer amente Arabico . quantunque il Brafih ^]iaraj,e noia nelfuo libro delle effaminationi de [empiici uoglia , che le uere ebarabe degli Mabi non fieno il fuccino , ma la ue- Opinione d«l va gomma delpopolo bianco : percioche dice egli , che cofi affermano Ser aprine , & Muri ernia ; non accorgendofi , che Bracala ie- ne l uno , ne l'altro di loro lo differo affermativamente, come fece parimente Diofcoride ,• del quale recitano gli Mrabi la Probata * pvopria frittura . Onde fi vede , che Ser aprine ( come in ogni altro femplice , che commemora , èfuo cottv.me ) riferi- 60 fceanchora egli il medefmo , cofì dicendo . Et dicitur quodgummi Haur forni , quod nafeitur circa fiuuium , qui dicitur Iridami , quando difiillat in filmine ilio , coagulata)' ibi , & efi iUud , quod dicitur Mipton , id ett, elefirum : & funt quinommant ipfm Mfopodon., & efi ebarabe , cri è ♦ Si dice , che la gomma delpopolo , che nafee apprejfo al fiume Eridano , Difcorfi del Matthioli fidano , difilla dagli alberi nel fiume , & quiuifi congela , & è quella , che fi chiama elettro ; la quale chiamano aletta ni Arfapodon , ciò è cbrifopboro , & è quefio le charabe . U medefimo ferimento fi ncana d A m cerna : per cicche an. . diedi al capitolo Haur , & parimente al capitolo delle Charabe non afferma, che fieno gomma di alcuna fietie di pope . • lo , ma che cofi fi dice . il che uiene à nericare , che le charabe Arabiche fieno ilfuccmo nero , di cui trattò Lio fiori, de , per non faperne l'hifioria , nel capitolo del popolonero , & non lagomma nera de popoli : la quale, come per l'hifio. ria nera delfuccino fi può comprendere , è cofa affai da quello differente . Verifica oltre à quefio apertiffimamente, che le charabe degli Àrabi , & l' elettro de i Greci fieno una medefima , ilfignificato del uocabolo loro ; imperoche charabe in lingua V orfica , fecondo che [ criue Auìcenna al proprio c apitolo , non uuol dire altro , che rapiens paleas , ciò e , fu. ratore di paglia, il che fanfat amente ftwde e fferprofidtt fatuità delfuccino, ouero elettro, & non della gomma del popolo . Quefio adunque , oltre alle predette ragioni , fa manifefio argomento , che di lungo qui fi fi a ingannato il Bra- 1 0 f Àola. Ondeconcludendodiremo ,cheunacofamedefmafial’elettrodeGreci dlfuccmode i Latini, & le charabe degli Arabi , & che la gomma de popoli fia altra cofa particolare :&non come tiene oltre à quefio il Brafaiiola , che l'elettro de Greci fia uveamente la gomma del popolo bianco , per hauer detto Taolo Egineta . Eleflrum populi d- ha, lacrymam dicunt , qua iuxta amnem Erìdanum defìillat , & inffiffitudinem coit , aureo colore . ciò e . Dicono effire l'Elettro , la gomma del popolo bianco , la quale difliila appreffo al fiume Eridano , & quiui s'indura in color d'oro . Le qual parole in modo alcuno non concludono , che fia l’Elettro la gomma del popolo bianco : percioche Taolo togliendo anchoregli da Diofcoride , lo dice conditioneuolmente , & non l’afferma , per non hauer faputo ancho egli di che, & do- ve nafeeffe il nero elettro . il che dimoflra non effer nero fiche l'elettro de Greci , la gomma del popolo bianco , & le charabe degli Arabi fieno una medefima cofa . Tercioche tanto appreffo a Greci , quanto appreffo a gli Arabil elet- tro , il faccino , & le charabe fono una cofa medefima . Ma ?ion però fi può dire , che fia la gomma del popolo il faccino, onero l'elettro de Greci : i quali non intendono per il loro elettro altro , che quello, che à tempi noflri è in ufo per le coro- 20 ne de pater noftri . Ma non hauendo eglino potuto hauer chiarella, onde nafeeffe , lopofero in dubbio , imitando i poe- ti , & non affermandolo , fatto l’hifioria de popoli . Et imperò ben fanno quegli jpetiali , che ufano ilfuccino per le cha- rabe de gli Arabi . Al che aggiunge nonmediocre credenza il ueder noi , che Galeno alvi I . lib. delle compofìtioni de medicamenti fecondo i luoghi , Taolo alvi l .delfuouolume,& Attuario nel trattato di comporre i medicamenti, chiamano i trocifci coflrettiui , che tolti pofeia dagli Arabi , hanno ejjì chiamati trocifci di Charabe , non altrimenti, Errore di mal chepafteUi d'elettro , & non di gomma di popolo . Tenfofii Demofirato , che nafeeffe il Succhio d orina di lupi ceruie- ti . ri , come fi credono hoggi gli fpetiali , & la maggior parte de i medici , che naf :ano quelle lor pietre , che chiamano La- pis lyncis , dicendo , che il piu giallo Succino nafee del mafehio , e’I bianco dell’ orina della f emina . Al che ripugna T li- mo nel fine del vii. cap. dell'ultimo libro : imperoebe apertamente afferma effer quefio falfa . Del che biafma eglipa- rhnente ,psr hauer fi eglino quefio medefimo creduto , T heophrafio , & Diocle , & non Diofcoride , come recita il Bufa p Errore del Bra #0la parlando delle pietre del lince . Che adunque Diocle , & non Diofcoride, dannaffe Tlinio di tal credente , oltre fauola. trouarft nella fcrittura notato Diocle , come ciafcuno , che fa leggere , può chiaramente ueder e ,lo dimoflra effe ) Dio- fcoride nel fecondo libro , al capitolo dell' orina : imperoche concorre anch'egli conia opinione di Tlinio , cofi dicendo . Credefi , quantunque fia falfa , che l'orina del lupo ceruiero fubito , che è orinata, s’indurifca in pietra :per il che è nera- mente inutile , & fauolofa l'hifioria fua . Conciofia che il Lincurio è certamente quella ffetie di faccino , che tira afe le piume ,& però nominato pterigophoro :ilqualebeuuto nell’acqua, naie d i flufii del corpo , & dello filomaco . Md non hauendo auuerten^a il Brafauola al modo , che ne parla Diofcoride , diffe nel capitolo delle Charabe, che Diofcoride haueua giudicato , che l’elettro fuffe quella pietra , che fi congela d' orina di lupo ceruiero . Ma neramente à me nonpa- re, che cofi uoglia effrimcre Diofcoride : percioche non mole egli dire altroffe non che quella pietra, che fi dice effer con- denfata dell orina del Lupo ceruiero, non è in modo alcuno cofi concreata ; ma è una ffetie di elettro , che tira afe piu- 40 me ,& però chiamato pterigophoro . Ma perche non mancano poeti, che fcriuono che le far elle di Thetonte furono corner fa in Alni , &non in popoli , hopenfato non effer fuor dipropofito d’ aggiungere in quefio luogo anchora l bifio- Alno & fua hi ym 3 ^ ^ uir^ L’Alno . E adunque /alno ( come recita Theophrafio alxilll. capo del ili. libro dell' ih fa ftoria^. via delle piante ) albero fterile , di diritto tronco , & tenero di legno , & di medolla , di modo che le fue piu fattili uer- mene fono tutte di dentro uacue . Le fiondi produce fimili à quelle del pero , ma piu ampie , &piu neruofe . La cortec- cia ha di fuori ruuida , & di dentro roffa : &però fa ne tingono le cuoia . Le fue radici non fono maggiori di quelle del lauro , non profonde , ma poco fatto terra . T{e nafee altroue , che in luoghi acquofi , & humidi . Quefio tutto diffe . dell’ Alno Theophrafio . il quale fcriuendone poi al XV. capo del medefimo libro , non diffe che haueffe l’Alno foghe di pero ,ma dinocciuolo . T{e manco al vi . capo dell’ ifieffo libro diffe , che fuffe l’ Alno fterile , far iuendo quiui, che il terebintho produce il frutto intorno al mieter e del grano , ò poco piu tardi : il fra fino , & lacero la fiate : & l abno , 50 & il noce l autunno . Dal che fi può agcuolmcnte conietturare , ò che T heophrafio fi contradica, 0 che fia in quefii luo- Alno Italiano, gbi corrotta la fcrittura . L’alno , che nafee in Italia , ha fiondi di nocciuolo , ma piu groffe &piu neruofe . La materia delfao legno è tenera, fiagile , & roffa di colore . & fempre nafee appreffo all' acque correnti . Tfoi lo chiamiamo Onio, & altri in Italia Anno . Il nofiro d’Italia non è altrimenti fìcrile , ma produce un frutto uerde di forma del tutto faàle alle more , tanto fono le fue fquamette ferrate infieme . Maturafi quefio l'autunno , & ha dentro di fa minutiffvmo feme , Errore di Plin. di colore che nel nero roffeggia . Onde appare manifefi amente , che infierne con Theophrafio s’ingamaffe ancora Tlinio- I mperoche confidandoci forfè piu nel feguitare gli authori , che nel uolcr conofcere le piante uiue , diffe anebor egli al dell'alno^ XXVI ' caP° ^ xv 1 * libro , che l’Alno era infruttifero . Stimafì l'Alno per li fondamenti degli edifitij ,che fi fanno nelle acque , per non fi putrefare egli mai f >tto l'acqua . Et però non poco fa ne porta à Vinegia per i fondamenti de fa palaci, & d altri edificif : nonfolamente perche fia egli filando fepolto inacqua incorrottibile, maperebe le palificate, che fi ne fanno ben ferrate , fomentano fopr a di loro ogni gran machina d’edifitio . Le foglie dell’alno fiefche impùr flratc fi>Mtifoluono,etfiengono le infiammagioni.MeJJe à i mandanti nelle /carpe [otto le piante delli piedi, loro alleggerifico no li laffe^a del animare. Colte la fiate con la rugiada ,& fparfie nelle camere, ammalano le pulci . La corteccia tinge 1“ cuoia di nero colore . Ffano alcuni la corteccia & i frutti fi-efebi in luogo di galla per fare lo inchiostro daferiuere . Urn èmehora da lafciare à dietro la beivli, quale i Trentini chiamano Bedollo . ì' quefio albero bianco tutto, di modo che nonpoco fi rafifomiglia alpopolo bianco , il quale bora me l'ha ridotto à memoria . TheophraSlo ferine, che la Mula ha foglie filmili à quella pianta , che i Greci chiamano Caria , ma alquanto piu picciole , la corteccia uaria, & Il legno leggiero , molto alpropofìtoperfkr bastoni . Ma che pianta fiu/fie la Caria appreffo à i Greci, fin bora non fio IO ’« determinare . Scrififie iella BetulaTlinio al XVIII. capodelxvi. libro ,conqucJieparole . Godefidc luoghifri- pdi il fiorbo , ma molto piu la Betula . Quefia é pianta di Gallia , dimarauiglioja bianchezza , &fiottigliezqa: tcrribi- ‘ per le ucrgbe , chefie nefikmio per i magiflrati : è in ufo per far cerchi, & per far corbe , per efiferc molto arrendeuole. n Gallianefanno bitume . Quefio tutto della Bctulafcriffe Tlinio . Tfafcela Betula abondantìfiima per tutte le mon- O tagrte Betula, &fua hiltoria . tagne d el Trentino , il cui legno è di forte tenace, & arr endemie , che i cerchi, che fe ne fanno per le botti del nino, non hanno pari in bontà , Quelli , che habitano la ualle jlnania , & quella del Sole , non folamente fanno de fuoi Be o cerchia infinite , & carboni per liquefare il ferro , & altri metalli nelle fornaci i migliori , che ritrouarfi poffano ; lì J feruono molto della corteccia per far lume la notte : percioche per effer piena d’un certo liquore bituminofo , abbi ujc molto meglio della teda . Cola cotal liquore nell' abbrufeiarft nero à modo di pece . Onde potria forfè accadere , che non per altra caufa chiamarono gli antichi queflo albero Betula ,fe non per effer ella piena di bitume , Tsiafi ~e in lu0& , freddi , oue lungamente giace la nieue : ondenonèmarauigliafenafce copiofiffimain Boemia: produce le fiondi ptni al popolo nero , inanella parte di foprapiuruuide ', & piuuerdi ,& per intorno fottilmente dentate, 2qon produce P Virtù della Be t0 a^cun0 > quantunque fàccia lepanicole , come i nocciuoli , il tronco pertugiato colfucchiello rende copia grandifnna jo tuia . d'acqua chiara > à cui attribuirono alcuni moderni uirtìi marauigliofa per rompere le pietre tanto nelle reni > quanto la uef ;ica3beuendofene lungamente.Lauandofene la fàccia toglie uia le macchie , & rimbeUifce la pelle , Sana le ■ Nel primo lìti, di Dioicoridc . l)9 ■ telli bocca, lamridofi con effa . Ilfuccà delle fiondi mefcolato col cagio preferua il cafcio dalla putredine ,&dai uer - mini ■ I primi germini del Topolo nero ricolti manti che /puntino fuore le foglie , s’adoperano per far belli i capelli , & virtù de i Po- pt ri le dome li ricolgono con grandiffma diligenza; per il che fare lipeSlano coti boturo frefeo , &lifimno fi are al- poli. quanti giorni al fole , &P<>‘ 0 colano , & lavato che s hanno il capo , & afeiutto ,ft ungono i capelli . Le foglie del To- polo Libico Mglionoà tutte quelle cofe à cui fono buone quelle delpopolonero : quantunque nonftcredache fienoelle cofi efficaci . Il bianco tagliato al pari alla terra fino alle radici ,& annaffiato con acqua calda , dotte fia di folata dentro del Lieuito , ò uogliamo dire fermento ; produce fi a quattro giorni funghi granfimi , & buoni da mangiare . Scrife Popolo nero ielpopolo neroGalenonclvl. libro delle facultà de i [empiici in quefio modo . I fiori del popolo aerofono calidinel feltro da Gal. primo grado , & quantunque difecchino anebora , nientedimeno nella ficcità loro non fono troppo lontani dal tempera- j0 mento ■ Mapurfonpiuprtfio nelle pani loro fonili, che grò fri . Le foglie fono anchorquaft fintili à i fiori, fi non che fo no nelle uirtù loro meno efficaci . Lafuagommaha le pari uirtù de i fiori , quantunque fìa ella alquanto piu calda . Ma il feme è piu [cruente ,&piu dificcatiuo , & ha piu delfottile che la gomma ,&ifiori : ma non però è egli molto caldo . Del bianco ne [afe poi nel vii. Uh. delle facultà de i [empiici cofi dicendo . Il Topolo bianco è albero dì un tempera- mento quttfi mitto duna qualità acquea tepida , & duna terrena affottigliata , &però ha deU'aflerfmo . Tutto quello de ipopoli fcrijfe Galeno . Ma non ritrouo , chefaceffe ei delle facultà del fuccino memoria ueruna ne i libri delle [acui- tà de i [empiici, fe ben alllll.capodelvil. libro delle compofitioni de i medicamenti fecondo i luoghi traferiue egli iajfclepiade i Trocifci di fuccino , come medicamento molto efficace al rìgittar del f, angue , alla toffie , à ipbtbifici , à gli empiutaci, &àiflufii Stomacali, & difenterici . Dicono iTrufsiani, ne i cui lidi fi ritroua il fuccino condottoui Mirabile efpe- daUe onde del nutre , che ui fette ricoglìe una f me non manco limpido , dr chiaro del crifiallo , di cofi mirabile uirtù , cintTcriaàuì' 20 che dandoft ima gioirne donna per bocca, [eia none vergine fubito la fa orinare, il che non fa altrimenti [eia doma no èuergine , & incorrotta , efperimento uer amente piacevole per chi noie fie far pruoua , oue s’hauefe qualche foffictto . Daffi il Succino trito alla mifura di due cucinari con acqua tepida ò con brodo, utilmente per tre giorni continui , alli do- lori colici . Il bianco betmto con acqua fiefea , toUelafete , & provoca abondamemente il [udore . Chiamano i Greci Nomi. il Topolo bianco Atvuv ’■ ilncro Aiytipos, ; il fuccino , nntmppv , & yjuacalcv . I Latini il bianco, populus alba : il nero,po- ptdus ègra : il fucino ,fuccinum . GlìMrabi il bianco , Hata : il nero , Haur forni: il fuccino , Karabe ,ouero Kaka- bre . I T edefehi il bianco , Bellen , & Toppelbaum , & Sarbaum : il nero , Mffien , ouero Toppcl uueiden : il fuccino , Mgfiein , &Boernftein . Li Spagnoli il bianco , Mlamo bianco : il nero , Marno rngriibo : il fuccino, Efclarimcnte , onero Mmbar . Li Francefi il bianco , Teuplicr ; il nero , Trcmble , & pcuplier : il fuccino Mmbra . Il Mino chiamano i Greci àlyupn: li Italiani Mino , li Francefi Mulne , i T edefehi Erleubaum : i Boemi Vuolffe . La Betulapoi chiamano i Greci Zuffa , lì Italiani Betula , & Bedollo . I T edefehi Bircken , i Boemi Bricca , i Francefi Baitlcau . Del Macero. Cap. XCI. IL Macero è una corteccia, che fi porta da Barbaria, rofsigna , grolla, al gufi» grandemente co ftretciua . Beuefì per gli Iputi del fangue , per la dilénteria , & per li flufsi del corpo . CH e il Macis delle fpetiarie , il quale Pappiamo noi neramente nafcerc à modo di ricamo [opra l'ultima corteccia Macero & fui ielle noci mofcaie,fia il Macero di Diofcoride , è affai da dubitare ; ani} farmi , che fia certamente da credere, efiàm. che molta differenza uifia . Imperoche il dire Diofcoride . Vortafì il Macero da Barbaria ,&èuna cori cecia graffa , di II Macis e'1 Ma 40 color rofiigno , che nclguftarla È ualorofamcnte coftrettiua ; dimofira apertamente , che nanfa il Macero il noflro Ma cao fono difiè cis u ficaie delle ffietiarie ,per effere egli fiottile , fervente , acuto , odorato , & quaft infenfibilmentc amaretto . Corrobo re"“ ' re, che differenza non poca fìa troll noSlro Macis , elMacerade i Greci , Tlinio alivi II. cap. del XI 1 . libro , cofi di - tendo. llMacerofiportad'lndia , & èunacortecciaroffa, d’ una radice grande , che ritiene.il nome del fico albero , quantunque non mi fio noto , che albero egli fifa . Conobbe effer differenza trai Macis , e’I Macero anebora Scrapione: perciockepofcia che hebbe detto d'autorità di Ifach , che il Macis era taprimacorteccìadeUanocemofccida,diffe, che altrimenti era quello , di cui parlava Diofcoride ;per hauer egli detto , cbe’l Macero era una corteccia d’uno albero . Il che conofcendo chiaramente Muicenna , trattò dell’uno , & deU'altroperdiuerfì capitoli, feriuendo del Macis ielle no - cimofeadeà cap. 456. & del Macero feorga di radice d’albero à cap. 69 fitto il titolo thalisfqr . Fa oltre à queflo, che altra cofafia il Macero de Greci , & il Macis degli Mrabi, non picciolo argomento il veder noi, che non fecero Dio jo floride , Galeno , & Taolo alcuna mentione ne i libri loro delle noci mofeade, come da loro non conofeiute . Tercioche fcìl Macero, chefì portava à loro ,fuffe Slato il Macis noSlro communi , farmi cofa quaft imponìbile , che non fi fuffe - nportatc infìeme con effo anchora le noci mofeade : & cheportandofi, nonfuffero Siate deferitte da qualchuno di loro, effendi) fimo peregrino , cofi raro, cofi aromatico , cofi ninno fi , cofi pretiofo ,& cofi all'ufo della medicina appropria to. Scriffe del Macero Galeno alivi II. delle facultà de [empiici, cofi dicendo, il Macero è una corteccia, la quale fi r . Ciporta d’india , al gitilo molto acerba , leggiermente acuta, & odorata , quaft di un tal giocondo odore , come fi [ente da*G™. rCtm° nella maggior parte delle cofe odorate,& aromatiche,chefi riportano d’india. Tare chefia compofio duna effenra mi- bit , la cui maggior parte è frigida , & terreftre , & la minore calida , & fittile . Et imperò difecca , & riSìagna ua- lorofamente .Ter il che s adopera alla difinteria , & à iflufriflomachdi. Difecca nel terzo ordine , ma nel calore , & nella frigidità non dimofira apparentemente in quale piu ecceda il temperamento .Ter la qual dottrina fìpuoageuol- 60 mentedire, che il Macero di Galeno, cofi come anebora di Diofcoride fia affai differente da quello dellenocimofcade: mpemcbe io non ritma quello cofi acerbo, ne cofi leggiermente acuto ; anzi maflicato morde ualorofamente la lingua, e fauci, Inficiando con il fuo grato odore ficcità nella bocca con una qwfiinfenfibile amaritudine . Le quali note fan O 2 no mani- 6o Difcorfi del Mattinoli no manifello lino , che fia nel noflro Macie ugual fon ione , ò forfè fui di caldo , che di ficco: & cheftaperlamaggio, panecompoftodifanirottili.nepenfo.cheenarebbe.elndiceff-e.chefuJfeUMaascal.do.&fecconellafineddfi conio, omonelfrmeifio deUerrp ordine :& imperò nonfuo ejfer quello, dtcmmtemle Galeno ; dicendo egli, cht non dimojira il Macero , fepiu ecceda il temperamento nella caliditì , che nella frigidità fua . ri che finalmente conciti, de , che à tempi noflri il Macero de Greci non fi porti ìnoi. Jfefo io corteccia alcuna di quelle , che fono aromatiche, ir „ de i habbiamo no, in ufo nelle tfietiarie , chef, pojfa conietmrare ejfer e il Macero . Il che fa fermiffimo argomento , eh, Ji ti commentato gran lunga fi fieno ingannati i uenerandi Tadri , li quali hanno di mono commentato l ant, dotano di Mefue : perciò che li di Mefue . fermmntefi „edono , che ninna differenza dalnofiro Mach 'a quello , di emferiffero gl, antichi Greci . miche ft,. mi che non bene habbiano confidenti la cofa . Oltre àcioè dafapere, chefe ben ferme Diofconde , che ,1 Macero fipor tadaBarbariaiquefioperònonripugna à Galeno, ne ÙTlinio, i quali fcriuono , chef portauad India. Impcrochc io (fecondo che nota Ttolemeo ) nelle fauci del fiume Indo è una ifola chiamata Barbari , onde facilmente fi poma por- tare il Macero . ouer amente che fi portami il Macero al tempo di Diofconde dada Tragloditica regioncne confini deh Arabia chiamata propriamente Barbaria , come piu diffufamente diremo nel ter^o libro trattando delrbabarbm . T(e è cofameomeniente , che il Macero fi portajfe di là come d’india : perche ferine Strabene , che lUphnca & Urdù producono tutti quelli armati , che produce l’India nella parte , che rimira al mego giorno . Chiamano i GreciitflU- cero Mk'mp i Latini Macer , &Machir:gli Mrahi Thalisfar. llMacis chiamano moderni Greci /ulani Latini Mach egli Mrabi Bisbefe ; i Tedefchi Muffateti Blumen : gli Spagnoli Macini , & Macai . Nomi. Dell’Olmo . Cap. XCIII. , 20 LE frondi , la corteccia , & i rami dell’olmo, hanno uirtù d’ingrolTare . Le frondi trite , & appli cate con aceto , medicano la fcabbia , & faldano le ferite . Il che molto piu fa quella parte piu fottile della feorza di dentro fafeiataui , &rauoltaui attorno, come una falcia : imperoche fi piega coli ageuolmente , comefe folle cuoio . La parte piu groffa della corteccia beuuta al pelo duna oncia con uino, ouero con acqua fredda, folue la flemma . Ladecottione delle frondi, & parimente della corteccia della radice , applicata in modo di fomento , fa pretto confolidare rolla rotte . L’humore , che nel produrre delle prime frondi li ritroua nelle fue uefciche , fa bella pelle, & piu fpendida la faccia . ma come s’afciuga , fi conuertifce in certi animaletti , quali limili à i mo- feioni . Cuoconli da alcuni le frondi ne cibi , come licuocono l’altre herbe de glihorti . 5° Olmoj&fuahi /AVa n t v n qjv e fi a l'Olmo pianta uolgare , & notifima à tutti ; non però mi pare di tralaftiarne l hifloria. itoria ! ^ però dico che l'olmo è di due fpetie , cioè campeflre, & montano . il campeflre è affai minore, & l’altro mag- giore . Producono le foglie intere, &per intorno minutamente dentate, crefpe , ruuide , & tendenti al lungo . Fa alcu- ne uefciche non picciole , crefpe fmili alla borfa de teflicoli de i fanciulli , nelle quali è dentro un liquore chiaro , & uifeo fo , & con e[fo molti animaletti come mofeioni , come ne i cornetti del terebintho , & del lentifco . La materia del legno fe bene non è bella,è nientedimeno neruofa, tenace , & robufia . Il Montano fa lepanicolc come il Tsfocciuolo : & dipoi il feme , ìlquale chiamano Samara : la corteccia , cofì del tronco , come de rami , è di fuor e ruuida , croflofa , & inequa- le , ma didentro appreffo al legno è del tutto al contrario . Impero che non è manco uencido , & arr endemie del cuoio. Onde diceua Theophafio alxilll. capo del III. libro dell’ hifloria delle piante . L’olmo è di due fpetie : l’una monta ria , & l’altra campeflre, la quale propriamente fi chiama olmo . La campeflre èfluticofa, & breue , ma l altra è di mag gior grandetta . Troducele frondi integre , leggiermente per intorno dentate , piu lunghe di quelle del pero, ruuide, non lifeie . Apprcvgafì quefla pianta per crcfcere affai non f riamente in altera , ma anchora in larghetta . f Yau intorno al monte Ida , & amica de luoghi irrigati dall’ acque . La materia del legno è rojfa , robufia , & neruofa, ma brutta , di modo che tutta è cuore . E' in ufo per far belle porte . Tagliafl facilmente verde , ma fecca con gran fatica . Credefì , che l’olmo non produca frutto , mafia di quelle piante , che fono flerili . Genera la gomma in certe uefciche , & alcuni animaletti fìmìli alle fanf ale . "Produce però il cachri copiofo , minuto , & nero nel tempo dell’autunno : ma quel che produca pofeia egli in altri tempi non è flato offeruato . quefio tutto fcriffe Theopbraflo . Ma Tlinio uuole, chele jpe tie degli Olmi fieno quattro, delle quali fcriffe egli al XV I t . capo del XV I . libro , con quefìe parole . I Greci [annoi o - mo di due fpetie : & chiamano la grande , montana : & la picciola , & fluticofa , campeflre . I maggiori olmi chiama Italia Attinti , de quali quelli piu appresa , che non fono irrigati doli acque . L’altra fpetie chiama Gallica . La tci{a ^ è la nofìra , denfifìima di frondi, attaccate piu duna per picciuolo . La quarta è la faluatica . Gli olmi chiamati Attmet non producono f amara ( cofì fi chiama il feme degli olmi) percioche quelli di quefla forte tutti fi piantano con la radice, ,Q magli altri nafeono di feme . quefio tutto diffe Plinio , il quale par nondimeno hauerc errato infieme con Theopbrajto . U percioche l'uno ferine in uniuerfale , che gli olmi non producono frutto , ma che fono del tutto flerili : & che gli Attinti foli fono gli flerili & infruttiferi , Ripugna à Theopbraflo , oltre a quello che la efperienty ogni giorno ne dimoftra , l’authorità di Plinio , ilquale ferine , che tutte le fpetie de gli olmi producono u Je~ me , eccetto l’Attinia, A Plinio poi , il qual dice che l’Attinia non fa feme , ripugna Columella, al fcf° cd~ o del quinto libro , con quefle parole . Le fpetie de gli olmi fono due , Gallica cioè, & domeflica . Quefla e nofìra , & quella chiamano Attìnia . Tremellio Scrofa s’inganna del falfo , penfandofi , che l’Attinia non ' duca f amara , che cofì fì chiama il feme di quefio albero. Imperoche anchora l’Attinia fa feme , fen\a a fo dubbio, mararo ; & però da molti è flato creduto, che quefla fpetie fìafìerile . & perche ella produce il feme na- 9 tra le foglie , che prima geminano . Et però non è piu chi feminigli olmi di quefla fpetie col feme , ma con lif tffl OLMO. toni, che hanno la radice. Quefio Olmo neramente è molto piu bello ,& piu grand e del noflro , &fono le fuc fiondi > mol- Carpin0j & llM lo piu gioconde a i buoi . Simile di foglie alt Olmo, è il ca rp ino albero notiffmo à tutti . Onde hauendomelo l Olmo tutoria. ridotto à memoria , non ho pojfuto mancare di non fcriuerne l’hifìoria . Dico adunque che il Carpino è uno albero fai- uatico, che nafceneUefelue con foglie fimilià quelle del Olmo , ma piu fittili. Fall tronco affai alto, ma rare uolte dritto , ueflito da bianca &ruuida corteccia . H arami affai forti , & robufìi , i quali fi dilatano non poco, tutti cari- chi di fr ondi da far ombra . Da quelli fi ueggono pendere la fiate da i picciuoli alcune fogliette triangolari pallide , & grojfe come filique . La cui punta di me^ofupera di lunghezza amendue le altre : Tra quefìeefcono alcuni bottoni come l0 ceci , ne i quali è dentro ilfeme . . Sono le fue radici gr offe , & ferme , & la materia del legno bianca , falda , & tena- ce , di cui ì noHri contadini fanno igioui de i buoi. Mafe quefio fia ilCarpino defcritto da Theophratto ,& da Tlinio > non mi refla poco che dubitare . Imperoche la Zygia , la quale Tlinio chiama Carpino , tanto appreff ) di lui , quanto di^ Tbeopbrafto , non è altroché una fietie di cicero , dalla quale s io non m inganno , il nofiro Carpino è lontaniffmo di O 3 forni - i <£ 2 Difcorfi del Matthioli famigliane ;fepcra l albero , che uolgarmente fi chiama Acero da tutti , è quello di cui fcriffero coloro > che per non hauerne tuno ne l altro di loro Scrittore l’hifioria ne le note ( per quanto io babbi letto , ò ueduto ) come ne anco del Cor pino , non ho eofa , che mi dia luce Raffermarne uerità alcuna . Oltre à ciò ritrouo apprejfo Theophraflo , che la mate- ria del legno del Carpino è roffa , & creffa ,& la corteccia poco piu ruuida di quella della Tilia , &piu fottile di quella del 'PestfO , tale chefcortecciata dall albero ageuolmente fi piega ; quantunque non fieno differenti di colore . il le nell uno & nell altro èfimile alla cenere y onero bianchiccio .Appo ciò apprejfo pure al medefimo Theophraflo, il pino e pianta, eh e nonfiritrouafenonrara, & chefi gode de i riui deU acqua , & de terreni humidi , & acquafirirà* Et ilnofiro per il contrario naf :e quafi per tutte le felue , &peri monti fi ritroua copiofijjìmo in ogni luogo , & riffimeuolte nafee apprejfo all acque . Onde folo in quefio par che fi conuenghino , ciò è che del nofiro cofi come di quel- lo fi, faccino i gioiti per i buoi . Onde per tutte le f -)pr adette ragioni io non affermar ò mai che il nofiro Carpino , & que^ lodi cui fcriue Theophraflo fieno ma pianta me dema ,fino à tanto che non comparifca qualcuno > che mi mofiri il conti ^ Nel primo lib. di Diofcoride. 16^ fio. Sniffi delle uirtu dell olmo Tlinio all vili, capo del XX 1 1 1 1. libro, conquejìe parole . Ze fiondi, la corteo - Virtù dell'Ol- cia , & ‘ rami dell’Olmo hanno uirtù d’ìngreffare , & di ferrare le ferite . La pane della corteccia interiore guarife la 1110 • labbia, il che fanno parimente le fiondi applicdteui con aceto . Toltala corteccia alpefo d’un denaio in mahemina d'acquafrefia , purga il corpo, cacciandone fuori priuat amente la flemma , & l’acquojìtà . Il liquore , che difilla dal- l’albero ,fi mette in fulcpoSleme , in fu le ferite , & in fu le cotture , à cuigioua anchora il fomento della decottione . timore , clic nafte nelle uefciche di quello albero ,ffflendida , & bella pelle , &f la fàccia molto piu gratiofa , Le gemme delle prime foglie cotte nel nino , fanano applicate le enfiagioni, rifluendole infenftbilniente per i pori della pel- le. Le foglie trite , & irrorate con acqua , impiastrano utilmente all’ enfiagioni de piedi . L’humore , che difliUa dal midollo, quando fi tagliala cima , ò irxmidclC albero , f ungendone il capo ,rinaf cere i capelli ,& conferita quelli , Io che fono ritintili , chenon cafcbino . Quefio tutto delle uirtù dell Olmo fcriffe Tlinio . Io oltre à ciò ho fermentato , che il liquore delle uefciche fina nei fanciulli lerotture intefiinali, febagnandoui dentro delle perdette di tela fi mettono fitto al bracchiere ben ferrate JpeJfe mite . Trendefi il medemo liquore in una ampolla dì uetro & ferrafi bene & fe- pellifiefi in terra , onero nel letame , facendo mofirato di fale fiotto al fondo del uafo , & lafciaft cofi fepolto per uinti- cinque giorni, noi qual tempo fi purifica di modo, che la feccia fene uà al fondo , & refia il liquore di [opra limpido , & chiaro ■ fi quale applicato con le fila [opra alle ferite fiefche , le fina cofipreSlo è bene , che & una marmàglia . Et la decottione delle feorq: delle radici mollificale giunture indurite, & ineriti rattratti , facendone bagni , ò fumenti ài luoghi del male : & fona, l' enfiagioni , che alle uoltefh il giogo nel collo de buoi . Cocendofi longamente le radici inte- riori dell'Olmo , fanno ma pinguedine , che mota fopra la decottione . Quefla adunque raccolta , & unta fu rinafeeve i capelli , la barba ,&ipeli ne i luogi onde fono cafcati , in breue tempo . La corteccia in tenore pefia prima molto be- lo M > & impafiata confltmuoiafin che uenga molle come mapafla , uale applicata per mitigare ì dolori delle podagre . Seme Marcello Mticbifiìmo autore, che ricotte alquante foglie di Olmo di quelle, che rimirano l’Oriente in numero difi ari, & dipoi con altrettanti grani di pepe ,guarifcono , beute con maluagia , la toffe, con culi paticnti fiutano la marcia . Lece dell'Olmo memoria Galeno alivi II. delle fatuità de femplìci , cofi dicendo . Ho qualche uolta fana- olmo fcritto to le ferite fiefche con le fole fiondi dell’ olmo , confidandomi nella uirtù loro cofirettìua, & parimente aflcr fina, che pof- da Gal. feggono . La forgi è piu amara , &piu cofirettìua ;per il che fana applicata con aceto anchora la fcabbìa . Et oltre ì quefio , legatafiefea à moia diffida fopra alle ferite , le può ageuolmente faldate . Hanno la uirtù medefima ancho- ra le radici: & imperò fono alcuni , che fimo lauande della loro decottione , per fr prefto fiere il callo , doue fi fidano le rotture delle offa . Chiamano l’Olmo ì Greci HrtnU : i Latini Vlmus egli strabi Didar , Dirdar , & Lugach : i Te- Nomj. defebt Timer. , iqyfìholtg , Lindbafi , Tffcnbolt^igli spagnoli l'Imo : i Francefi Orme, il Carpino chiamano i Greci jo li Italiani Carpino. Della Tarlatura del legno, Cap. XCIIII. LA tarlatvra che fi ricoglie de i legni , & de i tronchi uecchi , fparfa à modo di farina in fu le ulcere 5 le mondifìca 3 & le confolida . Macerata prima inficine con aneli nel uino 3 & ap- plicata di fopra con pezze di lino , ferma le ulcere ferpiginofe . NOn è ucramentc la T arlatura de i legnami uecchi , & fiacidi del tutto da difpre^are , effendo in lei tanta uirtu Tarlatura di le difaldare , & mortificare le ulcere , & parimente di fermare le maligne corrofiue . Mi che tanto maggiormen- £no > & ef- ^0 iZMle i quanto ella fi ricogli c da legnami d'alberi, cheh abbiano proprietà di coflrignere ,& di astergere . Il che ma - lam*0, inferamente dimoflra quella ( benché poca fe nc troni ) che fi ricoglie dal legno Guaiacane , che fi ci porta d'india per la cura del mal Francefe : percioche difécca , <& confolida nonfolamente le ulcere mediocri , ma quelle dell' ifieffo mal Frane efe , & fregne con prefie^a l ulcere corrofiue della uerga . Ma nonfolamente fi conuiene nell’ufo della medici- Tarj{ & joro na la tarlatur a de i legnami uecchi , ma anchora ui fi conuengono i uermini , che noi chiamiamo tarli, che nafeo- uirtù .* no , &fì ritrouano ne tronchi uecchi de gli alberi . Onde diceua Tlinio al XI li. capo del XXX. libro . I Caffi , che na- feono nel legno , fanano tutte l ulcere , ma per quelle , che uanno pafeendo la carne , & del continuo là conodono , bi- fogna prima abbrufciarli , & aggiungerli altrettanta quantità d'aneft , & farne linimento con olio . Ma è però anchor cofa chiara , che gli antichi gli mangiarono ne i cibi per cofa molto foaue,& dilicata ,come ferine l' ifieffo Tlinio al XXii 11 . capodelxvil . libro , cofi dicendo . Giahanno cominciato ad effer in gran Wvma ne cibi i Coffi, chenafcono 50 nefii tberi uecchi , igrofiijpetialmente ; & mafiimamente quelli delle quercie , per effer ne cibi piu degli altri dilicati , & tanto piu , quando^ s ingraffano c on la farina ,&fi alimentano . Onde non Spunto da marauigliarfi ,fe mangiauano anchora gli antichi le, cicale, auanti che faceffero l ali, per quanto ferine jLriFlotile, il quale ferine effer cotali cicale foa- uiflimo cibo . Ma per che ci dobbiamo noi di ciò marauigliare , fe anchora à i tempi nofiri fi magiano da molti i uermini , cbe mfcono nel cafcio > congrandifiimafodisfuttionc dell'appetito f* Fece della tarlatura memoria Galeno , hauendo an TarJatara di lfl chora egli panie olare intentione àgli alberi , da cui ella fi ricoglie , all'w ili. delle f, acuità defemplici , cofi dicendo . gno fcricta da li 'Tarlatura de legnami uecchi , & majìime quella , che partecipa del coftrettim , & deU’aSlerfiuo, come è lolmo,mon Galcm> • iki,& incarna le ulcere humide . Chiamano iGreci la Tarlatura del legno ,^a.TpÓ7.{^ó\or'.i Latini lìgnoruiumar cor :gli jinbi Lfucharer ueafab : i T edefehi ymm miei 1 li Spagnoli Canonia. O 4 Delli Difcorfidel Mattoidi Della Canna. Cap. ^ ^ V. NE l i e fpetie delle Canne n’è una , che fi chiama naftos , della quale fi fanno faette & una fe mina di cui fi fanno le linguette delle pifFere . Enne,oltre aquefte, una altra, chiamata fi- rin» , carnofa , cinta di fortinodi , attaper ifcriuere libri . Natale una altra fpetie anchora appreifo alle acque, chiamata da chtdonace, & da chi cipria. Et ntrouafene parimente unaal- tra fottile , & bianca , chiamata phragmite , & uallatoria , notifsima a tutti .La cui radice applica- taperfefola, Sdimilmente con bulbi, cairn fuori le fpme,& le faette delle piaghe :& con ace- to , mitiga le dislogagioni , & i dolori de lombi . Le fue fiondi uerdi trite , & applicate , medica- no le erifipile,Sdeakre infiammagli. La cenere delle coitecele fue unta con aceto , guata io l’alopecia . La lanugine delle panoc'chie loro , meifa nelle orecchie , afiorda . Fa 1 medcfimi effet- ti anchora quella, che fi chiama cipria. CANNA. Nel primo lib. di Diofcoride. 165 CANNA PALVSTRE. CIni^vi Jpetie di Carne piamente, come piu note ,&piu conofciute fono qui de fritte da Diofcoride : quan- Cime, &Io- timijue Tlinio al xxxv I . cap. del xv I . libro , & all’x \. delxxllll.ru dimofiri cjfcre le Canne di uenti no- r0 h,lloru ■ uejjietie. Fra le quali, come di fopra fu detto ; ne commera una Jpetie d’odorata, che nafce in India ,& in Sona, atta all’ufo degli unguenti per il fio buono odore . Il che manifefiamcnte dimoflra , che il Calamo aromatico fia canna, & non radice , d confufione di coloro , che fi credono , chefìa il uero Calamo aromatico , il uolgare delle jpetia- ne. Quelle , che fono copiofe , & uolgari in Italia ne i Canneti , per farne pali per le uigne , ere fono il piu delle mi- te all altera di dieci gomititi , ingroffandoft , come hafle da foldati .&maturandofi diuentano falde , & robufle, & fe mfon uacue dentro , e/fendo nodofe , non fi rompono agemlmente .Hanno lafcar\a fquamofa , & cartilaginofa , ruui lo a, fragile, & bianchiccia , laquale agemini ente fi (foglia . Le foglie fono lunghe fimili del tutto al miglio Indiano, il qual noi chiamiamo faggina , ma piu larghe , &piu lunghe , rrnide , & all’ intorno taglienti . Sono le lor radici bian- tnccie, Jlorte, & nodofe , come quelle dell’ Iride, mamolto ,& molto maggiori ,& piu dure. Taglianfi ogni amo uguali Nimicitia tra le canne, & U felce , Canne fcritte da Gal. inorai, Papiro, &fua eflara. Papiro dell’Ifo la di Mederaj, &di SanTho- me, Canne Indiar ne. 166 Difcorfi del Matthioli mmli à terra , ma f oco dipoi rìnafeono dalle radici , & in uno anno crefono alla medeftma lunghetta , &grt>fetg,. Quella , che fi chiama nafilos , la qual i tutta fiolida , & piena , quantunque lifeìa , & leggiera, che per l’ufo delie fm, te de gli archi loro adoperano communemente i Soriani, nonfoio che nafia in Italia , fe non ( come dijfevhnìo ) nel fiume Rilevo di Bologna, Ma quella, che fi chiama f emina , il cui ufo è fi blamente per le pifferi , io fin bora non conofco : per fioche à tempi nofiri fi fumo delle communi canne , cioè di quella fpetie , che chiama Diofconde uqllatoria : la quale noi ufiamo per fiaffiepi , pergole , pali , & altre cofe nccejfarie alle uigne . Ma che la rallatoriafuffcquefla , di cui « comipune ufo,&fe ne piantano i canneti grandi fimi in Tofcana , m ha fatto alcune uolte^ dubitare il dire Diofcoriii, che ella è fiottile , & bianca : per fioche le communi canne nofiìre fono lepiugroffe . Ma l’hauere io poi ritmate , che Tbeophrajìo difetta almi. cip. del 111. libro dell'hifloria delle piante che lapiugroffa , & la piu forte è quella, che fi chiama fallatoria fi m'ha fatto credere, che ageuolmente firn fiato qui corrotto il teflo dì Diofcoride, cotanto piu, che IO per ferrar luoghi ,fqr pali , & pergole , piu fi conuengono legroffe , che le fiottili . Quella , che s’ adopera per lo ferme de libri , à cui hanno ufurpato l’autoritàle penne , fi ritroua in affai luoghi, & è notiffima in Italia : & cofi parimente quella , che chiamano Cipria , che nafte nelle paludi , & appreffo afi acque . S criucfi & da ‘Plinio , & da molti altri, (he hanno fritto d’agricoltura , effetti tra le canne & la felce mortale inimifitia : & imperò dijfero , che legandoap- preffio al nomerò , quando s’arrompono i campi , unpertpp dì canna , ui distrugge fermamente la felce . Ma tanto mag- giore amifitiaft ritroua poi tra le carne , &gli ffiaragi : per fioche femirìati ne i canneti , marauigliof amente lìalligu - no . Scrijfero alcuni , che in India tanto ere fono , & s’ingroffano le Canne, che d'ogni loro cannone fi fa ma barchetta, capace da mitigare per fiumi, & per laghi per tre perfori e . Mafie uolejfe alcuno udire delle canne piulmga diceria, legga Theopbrafio : pcrcioche ne ritrouarà appreffo lui lunghifijìma hifiloria , Le radici fecche delle canne beute in poi- nere pxouocano 1 orina , & parimente i mefirui : le frefee pefle , & applicate mglino alle trafitture delli fi arpioni : non mancano ingannatori , (heuendonole radici delle canne brufeiate , per Ipodio. Scriffe delle Canne Gdenodxn. 10 delle fatuità dcfemplki , cofi dicendo . La radice di quella canna , la quale chiamano Phragmite , infieme con hulbiti- ra , fecondo che fcrifiero alcuni , dal profondo della carne (e fine , & le faette , come fe ella hauejfe uixtti attrattila. Ma noi in nero non ribabbiamo fatto mai l'ifjrerienga : ma , per quanto fi può conietturare rgelguflarla , fi confa tk bavere non poco dell’ aflexfiuo ,fen\a acuità alcuna . Sono parimente aflerfiue anchora le fiondi .E la feorga abbrufdt tafottilijjima nelle parti fue , digcHiua , & aflcrfiua alquanto , di modo che fcalda , & difecca quafi mi tergo ordì ne, tome chq piu difecchi , che non ifcaldi . É daguardarfi dal firn fiore : imperoche captando nelle orecchie, tanto ui fi alt:.: ca tenacefnente , che nonfe uepuo per alcun modo j piccare : per il che fminuìfee l’udire , &fpeffb fa del tutto affiorine , Chiamano i Greci la Canna il 14%* Harundo: gli Arabi Cafab :f TedefchfKor : gli Spagnoli armili Fran efi'/ngrofeau, 3» Del Papiro . Cap. X C V I . IL papiro, del quale fi fa la carta, è noto à tutti . Vfafi nella medicina con non poca utilità per dilatare le bocche delle fittole : imperoche prima ben bagnato , fi ftrigne confilo , fin chefia ben fecco , Srpofcia cofi riftretto, & fece o , fi mette nelle fittole, oue fentendo l’humore, fi gonna, & fafsi grotto , & cofi apre le bocche delle fittole . Ha la radice fua un certo che di uirtù nutritiua: & imperò gli Egitti) lamafticano, &n‘inghiottifconofolamenteilfucco, & il retto lo (putano. Vfànli le fue radici da i paefàni in uece di legno. Gioua la cenere del papiro à fermare le ulcere, che pafeono la carne in tutte le partì del corpo , particolarmente quelle della bocca . Il che fa pero piu ualorpfamente la carta bracciata,, 49 Non fa Italia , come il Tapiro fi fa fitto : imperoche , come fcrìue TheophraHo al I X. cap. del li il- ^ Vitato aldi, cap. del xi 1 1 . non nafte in Italia, ma in Egitto , in certi luoghi appreffo al Vdilo , oue reHano et- erni Jlagni d’acqua dapoi alle inondatiom,ch' ei fi per quelpacfe : mafie le foffe dell'acqua fon troppo cupe;non ui rifili , perche lafua natura non comporta l’acqua piu alta, che due gombiti. Sortole fue radiciritorte ,dellagrojferppie braccio dèmo huomo . La maggior lungheria dell' albero nonpaffa dieci gombiti . I lati del fufio fono triangolai la fomnntà dell'albero è appuntata , & ferrata à modo di tot fio . Troduce il fiore , il quale ufarono gli antichi (ir fi ghirlande alti, Dei: ma nonperò produce egli ne frutto , nefeme . fiori dirò delle fiondi , conciofia che , come efifi l'babbia , nonne ritrouo hiìloria . Le radici tifano gli 'Egitti: non folamenteper brufiiare , maperfirne diuerfe forti 1 ttafi . Del fi filo firmo nani , & della porga itele , fioie , uefie , & firmi . Mangiano il Tapiro cotto, & crudo, inghiot- p tendone piamente il fiacco . fiafic il Tapiro anchora in Sorda , intornio à quelmedcfirno lago , oue nafte il calarne tk rato ; ma qniui filamento s adoperaperfir funi, & nafte parimente appreffo al fiume Enfiate. Faceuafi delTapw anticamente la carta, da fcrìuere , come facciamo noi lanoftra dì fiìraccidi tela ; onde riferb andò Urlarne antico, fi chi: ma la carta in piu luoghi Tapero , il modo , che tennero gli antichi per fir la [or carta del Tapiro , defiriue Tliràort libro preferitto à x 1 1 . capi , daue ciafcuno , che defiderifiperlo , potrà ricorrere . Tare effer fpetie di Tapiro qmt fottìliffma , & larga cartilagine , in cui fi riportano inuolti irptccheri, che fi conducono dall’ifoladi San Tlrornt , t Brafilio,& Modera, Imperoche ne-ho io unpergo mandatomi dal clarifftmo medico meffer Luca Chini , tutto putto di lettere Arabicheroffe ,& nere , Il che dàmanifefiìofegno , che. gli habitat ori di quelle ij ole ufino quefile foglie fotti li in luogo di carta , Ma che quefitononfiailTapiro , quale ufarono gli antichi, fi può certamente fapere : pereti ‘ fa quello fi preparaua ( come ferine Tlinio ) artificialmente ; & quello delti fole predette nafte cofi daperfe,dama(‘M ta grò fifa quafi un dito , firmile qd un giunco groffo, credenfi alcuni , che quefte carme , le quali noi cbiamiaW Nel primo lib . di Diofcoride . 1 6 7 che da i pan Trelati , & altri Trencipifecolari , per ejfer forti , & leggiere , s’adoperano à foHentare le deboli fore della uecchiepf loro , fieno uer amente il Tapiro . Il che non fo io ne affermare , ne negare ;per non batterne ue- hunietmrc . FecedelTapiromemoriaGal.aU'viII.deUefncultàdefemplici,cofidicendo . IlTapiro coftperfe Papiro ferino fole itoti entra nelle medicine : ma infitfo , ouero infoiato . Tercioche macerato nell aceto inacquato, onero nel uino , àzGal. confonda le ulcere frefebe , & quelle /ferialmente , che di figura fono tonde . Ter il chef uede non far quefio perfe flef r0 ma come materia , che ricette i medicamenti , che fanano . Ma quando fi brufeia diuenta neramente medicina difec- ca’rnta , come èanebora la cenere della carta . T atto quefio della carta diffe Galeno . Ma operò d’auertire , che nella noftra carta , la qual fifa di tela di lino uecchia , non fi ritroua quella ifteffa fhcultà , che era nella carta degli antiebija tnul fi fhceua di quello albero chiamato Tapiro . Il per che non fo , comefipoffa à i dìnoflri benfare quel medicamen- to 10 di Galeno , chiamato medicamentum de carta combuHa , per f ulcere fordide , & cauernofe : & parimente i traci fei fi turimi fritti nel fettimo libro da Taolo Egineta . Chiamano i Greci il Tapiro .iraVi/pw : i Latini Tapyrus :gli Mra Nomi. hi Bardi, & Ecidi. MIRICE. Del x 6 8 Difcorfi del Matthioli Del Mirice , ouero Tamarigio . Cap. X C V 1 1. I l Mirice uolgarmente conofiiuto . nafce appreflo alle paludi , & all acque , che non cor-. P rono Produce il frutto mofcolò, come anchora il fiore . In Egitto, & in Sona ne nafce del do mdtico , rimile del tutto al faluatico , eccetto che nel frutto : il quale produce limile alla galla : è al cullo difugualmentc coftrettiuo . Adoperali in cambio di galla nelle medicine de gli occhi, & del fa bocca . Dafsi à bere allo fputo del fangue , & parimente ne flufsi ftomacali , in quelli delle don. ne, ài trabocco del fiele , & à morfi di quei ragni , che fi chiamano phalangi . Ripercuote , etnpia- ftrato , le pofteme . Ha la corteccia la uirtù medefima , che il frutto. Il umo della decottione delle io v frondibeuuto, afiottiglia la milza :& tenuto in bocca, &lauandonei denti, ne toglie il dolore. Sedendofi nella fua decottione , rifiagna i flufsi delle donne : & lauandofene , ammazza 1 lendini, & Umilmente i pedocchi . La cenere del legno rifiagna, applicata, 1 flufsi delle donne . Fanfidel legno del tamarigio bicchieri per lufo di coloro , che patifcono i difetti della milza : ìmperocheiì crede , che lor giouino , beendo con efsi , Tamarigio *T l domeHico Tarpar igio non nafce 3 ch'io fappìa , in Italia , come fa in Egitto & in Sorta : &fepmin qualche tua fwa edam* | go fi ne ritrouane giardini di quello, che jì tiene per àomcftico , non pero altro 3 che faluatico 3 trapiantato in luo- ghi iomcSlìchi . Di che fa mani fe fio argomento il frutto , elfi ore , il qual produce del tutto fmile al faluatico , & non fimjle alla galla, come è quello del dome fico . • Sotto unapiarita di notabile procerità mi ricordo e fermi piu uolte ricrea 20 to la fiate all' ombra lungo alla riua del Teucre in ungiardino dello Spedale difanto Spirito in poma , il quale quantun- que fuffe tenuto per domefiico , nondimeno produceua il fruito , e l fiore fmile al faluatico : del quale per tutta la Italia apprejfo à i fiumi correnti femprefe ne troua ab ondando . Ter il che non ho potuto 3fe non marauigliarmi di Diofcoride3 dicendo egli 3 che folo appreffo alle paludi 3 ef àgli Stagni nafea il T amarigio : percioche tutto il contrario uediamo noi accadere in Italia . il che piu uolte m'ha fatto credere 3 ò che fa la frittura di Diofcoride corrotta 3 ouero che in Grecia Medicine del altrimenti 3 che in Italia nafea egli appreffo alle paludi 3 & àgli fi agni . Rjfcrifce Columella 3 che l acqua , che fi tic- Tamarigio . * Jie ne canali fatti del tronco del tamarigio 3 lafciandoui bere i porci 3 fi curano dal male della mìl\a, che contraggono al tempo delle fìccità grandi , per mangiare troppo ingordamente i frutti degli alberi 3 che Stretti dalfeccocafcano in ter- ra in gran quantitade . Difecca la cenere del Tamarigio ( fecondo che recita Serapione ) tutte le ulcere ualorofamen- te 3& maffime le caufapc da cottura di fuoco .Le fondi infìeme con tutta la pianta applicate informa difumento , rifol p nono le posteme fredde. Furono già curate dalla lepra due donne (per quanto ne testificai le amf irabico) perii lungo ufo del bere la decottione delle radici del T amarigio con fi ma paffa . Il che piu uolte mi ha fatto credere 3 che nel mal Francefe ageuolmente potrebbero elle fuccedere in luogo del legno Indiano . I rami del T amarigio tagliati minuti, & applicati con aceto fminuifeono la Mil?xa.daffi la corteccia, de i rami à bere per i fluffi uecchi del corpo. il frutto benino gioua a i morfi delle uipcre. Suleuanfi non è lungo tempo uendere le radici in luogo della caffia odorata : ma effendonepo Tamarigio foia conofciuta la mahtiafi fiata difmeffala trufferia . Fece del T amarigio memoria Galeno all’ultimo del v 1 1 '..delle fa fcricto da Gal. fa [empiici 3 cofi dicendo . Il Tamarigio è aSterfiuo , & ineifmo 3 & fen\a hauer troppo apparenza del diffeccati- uo 3 ha alquanto di uirtù coftrettiua . Ter le quali f acuità 3 & qualità 3 gioua alle dure^e della mil\a 3< coccndoftncll ace to 3 ouero nel uino la radice 4 onero le fiondi 3 ouero gli estremi fuoi ramufcelli :fana oltre à queflo3 anebora il dolore de i denti . Il frutto 3 & la cortecciabqnno non poco del coflrettiuo , di modo che fona quafi uguali alle galle immature: ma nelle galle fi ue'dc una manifefia-acerbe7ga , & nel frutto del Tamarigio una difuguale temperatura : imperoebee mefeo lata con la fua natura molta fottilità di parti. 3 <£r uirtù aflerfiua : il che neramente nonfi yitroua nelle galle . ‘Nientedi- meno doue non fi ritrouino galle , è lecito tifare il frutto del Tamarigio in fino luogo 3 & parimente la corteccia . Oltre bornio ciò , la cenere del brufeiato è ualorofamente difeccatiua , & aflerfiua , quantunque poco coflrettiua t Chiamanot Greci il Tamarigio , : i Latini Myrica , & Tamarix : gli Jlrabì T arfa : i T edejchi T apiaxiskerkx ouero Torfi • { Spagnoli Tamarigucira 3 Tamari^ : i Frane efi Tamarifc . Della Erica, Cap. XCVIII. LA erica è uno arbufcelloramufcolofo,fimile al tamarigio, ma molto piu picciolo. Vitu- ^ perafiilmele, che fanno le api, chefipafcono delfuo fiore. Le fiondi fue, &iìmitentcl fiori medicano , applicati à modo dimpiaftro , le morfine de i ferpenti. Erica, &fm hiftoria . EI’e R I c a arbufcello proprio dell' ^ìfia3& della Grecia, Et fecondo che dicono gli fcrìttori 3fiorifacMa M uolte l anno : onde fi dice , che di tutte le piante faluatiche è fi Erica, la prima > & l'ultima , che fiorif ca .. Scuffi ne Tlinio al l X. capo delxxi III. libro , con quefie parole . Chiamano Erica i Greci uno arbofccllo non molto yt rente dal tamarigio 3 di colore di rofmarino 3 & quafi di filmili foglie t Scrìuono effier quefia ualorofa molto eontra \\ penti . Quefie fono parole di Tlinio . le quali non fono perù di tanta chiarezza , che fi poffa dirittamente affermi c, qual pianta fia in Italia 3 che legipimamente ne rapprefmti l’Erica 3 & maffimamente e fendo ella deferiti a da tutti (fi- la medefima breuità , Quantunque quefia 3 di cui è qui là figura 3 altro non mi paia rapprefentare , che l ifleff* £rtCit ’ Ella è neramente pianta fiuticofa 3 di colore di rofmarino 3 con foglie quafi fimilì al tamarigio 3 à cui la raffomigha fino feoride , Fiorifce appo qiiefio due uolte l’anno 3 la primauexa ciò è , & fi autunno ; il che è propria natura dell Nel primo lib. di Diofeoride. 1 6 p fi dee preflar fède agli ficritt ori di quefia fatuità . Oltre di ciò fi uede , che le api fi pafeono de fimi fiori tutto il tempo dell' autunno : imperoche le durano i fiori fino al principio del ue, no . Onde chiamarono gli antichi il mele , che fanno McIe Ericeo- k api «» quèflo tempo , ragioneuolmente Ericeo 3 come tefìifica Tlinio , il quale dice , che fifa dopo le prime pioggie del - l autunno 3 quando l'Erica fola fiori fee nelle felue . Tiu oltre 3 fendendo Diofeoride nel teryp libro 3 che il Cori produce le foglie filmili alt Erica 3 ma minori 3 & uedendofi , che quella del tutto fi egli raffomiglia , tanto piu ne inchina t animo a credere , che ella fiat Erica deficritta da Diofeoride . Da quefle ragioni adunque per fiuafio 3 ho [limato non effer fuor di pi opofito di porre quiqueBapiantaper l’Erica . QueBa nafice copiofijfima intorno à Goritia , & [penalmente per tut- ta quella campagna 3 che tira dalla uilla di Santo Andrea per andare à Memi uerfi > il fiume di Vipao . I paefitni chiù- lo nano quefia pianta Grione . Ma in T oficana crefice molto piu grande 3 &fiene fanno le ficope da [pacare le cafie : &pe ro mlgamcnte fi chiama l Erica 3 Scopa . Marcello interprete di Diofeoride fi crede ingannandofi di gran lunga , che Errore di Mar- Erica fia imafpetie diginefira . Vìi altra Erica 3 la quale non manco forfè 3fie nonipiu della fopr adetta. ,fi confa con là ce^° • P deficrittione , 1 7° Difcorfidel Matthioli Erica ferita da Cali defcrittione , mi ha nuouamente mandata l'eccellcntijjìmo medico meffer Gabriel F alloppia Modenefe da T adotta , otte conf mimo honore egli bora legge publicamente l'anatomia 3& la materia de [empiici . Li qiiefla anchora diamo bor qui la pittura , accìoche ogniuno rejli di noi meglio fodisfhtto 3 & poj[a appigliarli a quella , che piu gli piacerà . ‘ K* mi par di reflar di dire che nafce una pianta ne i Monti di Boemia 3à i confini di Silefia 3 & di Lufatia, otte nafcono i fon- ti che [inno il Fiume chiamato jLlbis , la quale fi diffonde per largo /patio per terra 3 folta & baffa : le cui fogli e fono quafi filmili all Erica dellaprima jpetiepiu uolgare : ma produce con tutto ciò anchora le bacche cofi groffe 3 come que 1 del Ginepro 3 ma tenere 3& dentro molli & uifcofe di colore come è quello delle orme [corticate . Hai rami legno/ c JC nelroffo bruneggiano 3 uencidi ,& arrendeuoli . I fiori non nidi io già mai3 mafolamente nidi & rìcolfi lapianta con t- frutto nella fine del mefe d jtgofio : & per non faperne altro nome non ho faputo chiamarla altrimenti , che Erica bai ■- jjj ci fera . Et henne anchor quipofio lafiguraper metterla anchora in confideratione delli altri Semplicifii . .Scrijfede - l’Erica breuemente Galeno alvi, delle [acuità de [empiici , cofi dicendo , L’Erica ha uirtu di digerire per trajpiraw- Nel primo lib. di Diofcoride. 17 r ERICA BACCIFERA. ni .miche è neramente tufo delle fiondi, & del fiore . Chiamano i Crecila Erica, E’film ; ì Latini Erica : gli Spa- Nomi, pio li Urniro : i Tedcfchi Heyden : i Francefi Entyere . Dell’Acacalide. Cap. XCIX. EL’ a c a c a l 1 d e un feme d’uno arbufcello d'Egitto , quali Amile à quello del tamarigio , La cui infufione li mette ne i colliri) , che fi fanno per rilchiarire la uifta . L’^ca c al I d e , per quanto io hò potuto inuefiigare, non credo neramente , che fi porti in Italia .perciocbe non ritrouo feme alcuno di quelli , ebe d' altrui paefi fi ci portano , che figlipoffa rajfembrare ♦ P 2 Del Difcorfidel Matthioli Del Rhamno. CaP* c> TL Rhamno è uno arbufcello , che nafce nelle fiepl . Produce i fuoi rami dritti , fpinoli , di fpinc I limili à quelle della fpina acuta . Ha le frondi picciole , tenere , lunghette , & alquanto graffet- te Enne , oltre à quello , una altra fpetie di piu bianco : &panmente una terza fpetie , che produ- ce le frondi piu nere, & piu larghe, tendenti alrofsigno . Produce i rami lunghi arca a cinque gom biti & benché fieno molto piu fpinofi ; nondimeno non fono le (pine lue molto ferme , ne molto pungenti Fa il Ilio frutto largo , bianco , fottile , in forma di follicolo , Amile à un fufaiuolo . Le frondi di tutte quelle fpetie applicate in forma di linimento , giouano al fuoco fiero , & alle ulce- re ferpiginofe • Diceli , che mettendolène i rami a gli ulci , & alle Imeni e delle cale , ti cacciano i maleficij • RHAMNO PRI M'O. f\ PEt Nel primo libro di Diofcoridc i 173 RAMNO SECONDO. del I \hawio Dioficorìde tre faetie co me ancborafa Oribafio . La prima , & la terza nafce abondantiffima per tutta T oftana : oue ft chiamano amcndue uolgarmente Marruche . 7s{aftono propriamente per le fiepi , & maf fime primo ) il quale adòperano le donne à feccare al fole i fichi , infilzandoli nelle fine lunghe faine, mentre fionofiefichi. "Produce quello Pfiamno le faine , filmili all'acuta faìna , & le fiondi oliuari > lificie , & graffette . Ha la ficor\a bianca &lifcìa , & alcune bacche roffiefia le foglie . Il ter?xo , che è il nero , crefce ( come dice Dioficoride ) circa all’altezza di cinque gombiti , ha le faine piu deboli delle quali , alcune fono diritte , &alcunc adunche , come quelle de i roui . Ha le foglie piu larghe piu falde , & piu neruofie , & i fiori giallicci, & moftcofit , & produce il frutto follicularc , fiottile , & ritondo , filmile ad unfiufiaiuolo di quelli , che adoperano le donne à filare , nel mego del quale è aficofio un noccioletto du- 10 Yù& tondo > grò fio quafit come un cece , nel quale è dentro un fieme compre fio come una lenticchia , rofietto di fuor e, & didentro bianco . Quello della feconda faetie, che è piu bianco degli altri, già mi mandò da Tifa l’eccellentijjìmo M. Lu ta Ghini , come pianta da me per auantimnpiu ueduta , & horne diamo qui la figura , Ma non mancano alcuni mo- P 3 demi t Rhamnij&l® ro eflarn. Errore di aku ai . Difcorfi del Matthioli R H A M N O TERZO. derni , che con lunghe contentioni fi sformano di prouarc che il Bravino della, terrei fpetienonfalegitimodiDiofcori e> dicendo che nella deferittione dieffoui fi uede mani fe fa contradittione . Impero che coftoro leggono il teflo dicpte ^ Bhamno nella deferittione del frutto in queflo modo . mp^ròt fé 7rxa.Tvs a<&xoV hvftòs ùs Svxa x dì»; ioim; à.^ofiha • cl° Fa ilfi-uno largo , bianco , fiottile , come unfiolliculo , filmile all fitfphodelo . Et per che quella comparationeè tanti ifsst di ragione ( come pare à loro mentre che corrompono il teflo di Dioficoride ) che non fi può credere , che Diofcort e > uejfie mai Jcritto tal cofit, auuenga che mai fi uide frutto di AJfihodelo , chefujje foUiculare , ne largo inparte tei «sai ne fiottile , ne bianco , ma uerde , & tondo come un bottone . Il quale argomento potrebbe ageuolmentetirare qua*1 nella fiententia loro. La quale noi in modo ueruno non approuiamo , ne teniamo per buona . Impcroche Oribafio «f < trqfcriue da Dioficoride fedelmente la hifloria delle piante , non legge lumài <ófe non per dare ad intendere , che quella pianta , la quale è qui pofìa da noi , non fia altro che il legitimo Valiuro . Ida conofeerà manifefiamente la ignoranza , augi piu prefio l'inganno di cofioro chi leggera in Theophrafto il xv 1 1 . capo del in. libro dell' hifioria delle piante : imperoche ritrouerà iui ohe il Taliuro produce ilfuo feme ìv ko$u : cioè in ( o unaftliqua lunga come fono quelle delle faue , & non in unfolliculo duro fimile al fuf aiuolo che adoperano le donne à fi- rn . Imperoche apprejfo à i Greci ho&tfignifica nelle piante Siliqua lunga 3 ò che tenda al lungo , come f mo. quelle deir 'fatte } & i cornetti del Terebintho , fecondo che io ritrom in Snida , & Fauorino dottiffimi , & approuatiffimi inter - P 4 preti Difcorfi del Matthioli preti della lingua Greca, & non frutto ritondo, come è queflo del Scarno . Mppo ciò che il frutto ouerfiliqua del Telili ro tenda al lungo , ne fa teSlimonio in uno altro luogo , cioè all ri. capo del medefmo lihrofcrmndo dell cicero . ilaj frutto dice che tende al lungo come quello del P aliuro . Trohibifce anelo or a che queflo Tfrhamno non fra il palmo tifa freme , il quale non fi contiene itnoCfr ma in un duro &rit ondo noccioleto ilquqlefla nafeoSìo nel centro di quelfrufram lo , circondato per intorno da ma certa polpa fongofa ; nel qualnoccioletto fono tre ricettacoli, efi inciafcuqo disuti- li migrano 4i freme comprcfrfa come ma lenticchia , lucida , & r offre ciò , dentro alqrnle è la midolla bianca , & dolce, & non è fuligiqofo ne graffo, come ferine Diofrcoride effrere il freme del Taliuro, Le quali tutte cofrefimno ceniffrmo tetti monio,qudtofcioccaméte spigammo coloro, che vogliono che il Rjpamno della tenia fretie fra Stato aggiunto in Diofco rìde, & che uogliono che la pianta la quale habbiamo pofla noi per il terga Bfiamno fra il Taliuro, con no poca contentili ne. Tarmi però, che di gran longa erri qui il Bi firnile in grandetta à quello del cedro . il cui nocciolo , il quale è fìntile à quello de melagrani , non fi mangia ; ma il frut- to è per fi giocondo . il che mi ha fatto alcune uolte credere , che non di lungo fallar ebbe , chi diceffe, che quefto fujfe [agrifoglio coft chiamato da noi , & a <\y ifqglio da Tlinio ( quantunque non ardifea affermarlo per effir queflo pianta propria d'Aphrica , & non d' Italia ) il quale produce le fi ondi per intorno frinofi : & il frutto ftmile d quello del cedro , tondo , roffo , con il fuo nucleo molto duro dentro , giocondo , & all'occhio aggradatole , e*r parimente al gufi o . Ma folamcnte ho uoluto dirlo , per uedere nell'Agrifoglio tante note , che ui confondono : ne 2® concederò io gwihai che il noftro Giuggiolo uolgare fi a il Taliuro Africano , come fi ua fognando Melchior Gui- landino . Impero che il Giuggiolo non fa le fue bacche tonde come quelle del Cedro minore, ma lunghette fmili al- le oline , & il lor nocciolo è ftmile d quello delle oline , & non de i melagrani, come deue effir quello del Taliuro Africa- no . Tlinio togliendo da Theopbrafto , fece di quefto medefmo mentione al xxvi I . capo del xi n. libro . Ma fremen- do poi delle virtù del Taliuro alxill. capo del xxi li I . iute fi quiui dì quello ifteffo di Diofcoride . Io ueramentenon fi uedere altro albero in Italia , che piu fi raffembri al Taliuro d'Aphrica ( come ho detto ) che l' Agrifoglio . Ma per tornare alla noflra prima intentione ritrouo che il Taliuro , di cui firiffe Agatocle è differente da tutti li altri . Impero che quefto nafte in Alcffandria ( come egli dice ) alla grandetta de i Tini , & delli Olmi , con molti frinofi rami . Tra- duce le bacche come groffe oline tanto laprimauera , quanto l'autunno . Mangiaft crudo , & uerde , & come èfeccofe ne fa farina , laquale fi mangia coft afeiutta fin\a altro liquore . Scriuene nafiere una altra frette Tlutarcho d auto- 30 ntà di Ctefipbontc feritore di piante , nel monte Coccigio , nel quale rimangono ìnuifehiati gli augelli , che fu ui fi pof li- no, come fanno nella pania , eccetto il cuculo- augello , il qual filo per ifpetìale uirtù non ui rimane , fi però tanta fede dar fi deue all authore . Ter il che vedendo io tante diuerfe opinioni , & uarie hiftoriedel Taliuro, mi fa credere , cbel Taliuro fìa un nome meffo a compiacenza àpiu , & diuerfe piante frinofi , in diuerfe regioni . Hammiperò detto, & affermato M. Giùftppe Salandi medico , nelle f acuità de fimplici dottiffìmo , hauer piu uolte ueduto il Taliuro, di cui ferine Diofcoride , in Grecia nel tempo , che ei ui andò con l’armata Vinitìana : & che quiui è da tutti uolgarmente chili . maio Taliuro . Sono alcuni moderni , chepenfano , che il Taliuro di Diofcoride fìa quell'albero , chenel figliente cu cuni moderni pigolo con uarie , & diuer fe ragioni pr ouar emo effir la nera , & legitima oxiacantha . Ma neramente non mi piace l jeprob. Aquifoglio & fi» hiftoria. pinione di coft oro : imperoche la pianta , la qual io ftimo effir l’ oxiacantha , è albero , & non frutice . Fa il frutto in ra- cemi groffo come quel del mirto , roffo , pieno , & fragile , con alcuni noccioletti dentro . Il che non fa il Taliuro dì Dio ^ feoride , il quale non fa frutto , ma un freme fuliginofo , & graffo , & ( come ferine Theophrajìo al XV li. capo del ni. libro dell’ Infiori:: delle piante ) ferrato in follicoli , uifiofo , & graffo come ilfeme del lino . Ma forfè , che s ingannano coftoro , ftdandofì troppo fopra la tradottone del Ga^a : imperoche ei al decimo fifto capo del primo libro traduce dal Greco in quefto modo. Qmdam folia am extremo , tum etiam lateribus firmata concidunt, ut ilicis,robo - ris , finilacis , rubi , palmi , & aliorum . ciò è . Alcune foglie fono intagliate nelle cftremità , &per intorno , d uno intaglio ondeggiante : tali fono quelle dell'elice , del r ouer o , dclfmilacc, delrouo , del paliuro , & d'altri- Douc èd'auertirc , che quivi il Ga\a > per mio giudicio , ha affai male tradotto , mutato,& corrottola fcrittura diTheo- phrafto : imperoche appreffo à i Greci non lignifica altro nella lingua noftra , che frmofette» Sen\a che oltre à quefto, fi conofce l’errore , effendo à tutti manifesto, che l' elìce , lo fmilace, & ilrouonon hanno in parte alcuna le foglie loro intagliate, come fon quelle di quella pianta, che io ho deferita, & 59 ftrata per l’ oxiacantha ; ma lunghe , & per intorno tutte cinte di fragili , & minute frinette, come nel proceffo dell ifrfr fo capitolo famolto pia chiaro l’ ifteffo Theopbrafto , quando dice . Tsfel medeftmo modo fanno alcune piante ilfrft0 prima lifiio, & trattabile, & pofiia frmojo , & horrido , come fa la lattuga, & tutte le foglie , che diventano ffuofr il che molto piu accade ne i frutici, come nel rouo , & nel paliuro . Dal che fi può molto bene chiarire ciafcuno , che» pianta , che noi chiamiamo Bagaia , & altri Amperlo, non può effere in modo alcuno il Taliuro , ma ben la nera & e‘ gitima oxiacantha, per le ragioni, & authorità , che fi diranno nel fegucntc capitolo. Altri uogliono ( come babbi®0 detto neiprecedente commento del l\hamno ) che ilTaliuro non fìa altro , che la piantapofta da noi per la tergaff^lt del I{b arano : ma perche in quel luogo babbiamo fufficicntemente prouato quanto s'ingannino, coftoro , no fa bifogn0 1 tornare à dirlo qui un altra uolta . Ma hauendoui il Taliuro ridotto à memoria /’ a q^v i f o l i o . ouero agr 1 F 0 g l 1 o , non rii è par fi fuor e dipropoftto , di fcriuerne qui l’biftoria & le uirtù fue . E' adunque l'Aquifilio unaflìlta fi grande come l oxiacantha , le cui foglie che fimpre verdeggiano fono fmili à quelle del Lauro , ma tutte per intorno) °c citta alcuni intervalli , frinofe , durette , falde , & carnojè . La corteccia de rami verdeggia ; come fa quella parimi te dell* ’ Nel primo lib . di Diofcoride * l79 ACLVIFOGLIO. te ielle uerghe , che manda f uve e . Le nudi ; cofi come tutti i fuoi rami fono uenciie molto,arrendeuoli, & neruofe.Tror duce le bacche r offe del tutto fimilià quelle del Rgtfco con un nocciolo dentro bianco parimente fintile. Vale ladecot - tiene delle radici per mollificare le giunture indurite per diflogagione : Imperoche rifolue , & mollifica le darete , & I enfiagioni ,&rifiaura le rotture dell'offa . Mettonfi le foglie, per probibire che i topi non mangino la carnefeccba,& filata, attorno alle funi , acni fi fuole appiccare al palco : 1 mperò .chele fine delle foglie pmgentiffime non He li la- filano accoflare.I dilani ne fanno feope da fatare, & i predai tempo delle felle .neornanoiluernolechiefeloro, & per tutto leammaiano, & di quindi poi iuillani fele portano àcafa, credendo che uaglino cantra i fulgori, cantra gl incantefimi,f • guendo lefuperHitioni de Gentili . 1 mperò che Tlinio ferine , che piantato l’jlquif olio nelle uil - 1° e, 0 tenuto in caf t,afficura dal f afeino ,& dalli incaute fimi .Il fior e (come ferine pur egli d’autorità di Tithagora . ) fi congelare l acqua, lafciandouifi dentro qualche giorno . Crede il medefmo Tlinio adv ili. capo del xxvi I . libro, Errorc j; p,;n_ te i Cr-tcagono di Thcopbrafio,& l M quifolio , fieno una cofa medefima . Mafie fi fia il aero , ,ò il.falfo , lo potran- Crateoeono, I 8 o Difcorfi del Matthioli toziuéicaremtìcoloroch'fannoprofeffion'MetMcle^ 7h£TdeUepiante,ouedd cmcogomfcrmeglim ^Homodo . Il Crateogono b« lefoghe lunghe cmnlytU< TlJÌu Judel fu Jgno è forte, giunte, ^ urna H colere. La corteccuu Uff,* come quell* del ^a^roUraiùi.èrU^^^^0^ & * r ir* JpI nu ìIp r n u i(ì Cimile alle ìiefbole ; & pero non pare il Crateogono altro che un Tffejpolo faluatico . Ga~ ****** ttVSttSSStS^ T diari hanno unto del coflrettiuo, che poffbno riflagnare ifluff ¥ ; & tmt0 * [Lori che non fono molto caldi . Il frutto ha neramente tanto delhnafiuo, che rompe le pie re nella uè cica &gl0. LdgU ’bimori gr off del petto, & del polmone , che malageuolmentej, [creano . Chamaf, da Cremi Taliun Ifc. Io toupet >&d# Latini Tuliurus . da Gal. Nomi Della Oxiacantha. Gap. GIII. LA Oxiacantha , la qual chiamano alcuni pirina , & pitiantha , è uno albero limile al pero 1M- uatico, ma minore,! molto fpmofo . Producell frutto pieno , fragile , & roileggiantc, della orolfezza di quello del Mirto, con il nocciolo di dentro . Ha molte , & proionde radici. Il fuo frutto mangiato, ouerobeuuto , riftagna i flufsi del corpo , & parimente quellidelle donne . La ra- dice nella , & impiagata, caua fuori della carne le faette, & le fpme. Dicco, ehebattendoli con ef- fa leggiermente tre uolte il corpo all? donne grauide , le fa fconciare, & parimente empiate » ui fufo. Oxiacantha, & f-ptiENE fermamente tutta la fchola dei moderni medici, che l'acuta [pina di Dio feorìde , la quale gli . fua edam. ! hmn0 chia mu Berbero, fia uer amento quello fpmofo arbufiellt) , che uclgarmente in fu l Trentino , dotte -, , . * ■ . r n :..c..uì j: Q r,-n(hinr, efr risi i medici . i/r da vii (bctialiditUi f.i Malici }doue ne nafte &per le pepi , & per le [due una infinità di piante ,ft chiama Crejpino ,&dai medici , & da gli [pernii di tutta Bi- lia Berbero ; credendofi [laceramente anchora eglino , che coppa . Ma in uerità ,fe bene fi confiderano le note , chi fi danno da Diofcoride all' Matta [pina , [introiteranno del tutto differenti da quelle del Crejpmo . il che m ha sforato, & per dirne il nero, &per mitrarne manifeftamente l'errore , di contrapormì alle opinioni, che hanno tenuto i modimm dici ne i commentari fatti da loro [opra Ibifiorie delle piante . Et per fi poma , che nonpoca farà la mia fatica a iim- flrar loro fenfatamnte il contrario, & fare , che tanti animi , & diuerfi intelletti, & tanti medici, & [petali gu tan- ja to tempo imecchiati in tal credenza fe ne diftolgano , & s'acquetino à queHa mia , anchora che ragione!, ole, optimi. Ma per fapcre io , che la uerità è piu candida , che la neue , & piu rilucente , cbcl Sole , & fida & nera umica de i mr- tuop,& di tutti gli huomini da bene , ho confidar ato , che le mie molto autentiche ragioni non potranno in modo aldi- no offendere t orecchie di questi dottiffifei huomini , che non udendo , hanno errato : amppìa toflo, cop comeadifenfo- rideluero , faranno coffa giccondìjfma, & molto grata. Imperoche coloro, che piu prefio compiacendo d fc I elfi , uogliono errare , che cedendo alla uerità , & al douere, non uogliono ricompiere gli errori , off rarqmepdqrfiqonfom Chel’Oaiacan da riceuere nel numero de iphilofophi , ne de gli huomini ragioneuoli . Ma perno n portiere piu tempo inapologu, I- tha non lia ne Diofcoride 3 che l’acuta Jpina è uno albero fimile al pero faluatico ; ma minore 3 & molto piu fiino fo : & eoe prò il CreTpino5.06 duce il frutto alla gr offesa di quello del Mirto , pieno , fragile , & rojjeggiante 3con il fuo nocciolo dentro :&c e a fiotto terra molte 3 & profonde radici . Il che dimoflra , che dell' Acuta Jpina non fcrijfe Diofcoride altre note j c >c que 43 le della grandezza 3gr offenda 3 & fimilitudine del tronco }&de fiuoi rami , & della quantità 3 & profondità de^ eu dici 3 & della grojjè^a , colore 3 & qualità del frutto. ; laficiando , & tacendofi l'hiftoria delle fiondi 3 del fiore & e t corteccia . Al che attendendo io 3 parmi neramente 3 che fia per la prima il Crejpino tutto difuguale dal pei 0 fi atti- co ; à cui (fil tutto rajfembrò Diofcoride l’Acuta Jpina . Efce primamente il pero faluatico dalle radici fopi a a terre no con un fol tronco 3bene levato all'alto : il quale nel crefcere notabilmente s'ingroffa 3 & crefcè. in albero di cownane grandezza . Ma il Crejpitio 3 del quale ho ueduto io3 & ueggio ogni gi orno infinitifìime piante 3 non produce alcun ti on ~ co dalle radici fine 3 mafie ne crefcc da quelle con piu 3 & diuerfi [armenti 3 ò uogliamo pur dire baffoni Jpinoft : de 1 lii maggiori di poco piu eccedono il dito, graffo della mano, fe nem fono dimoiti anni inueccbiatincllagropzga or^ ■ rare fono le fuc piante , che trapaffino l’altezza d’uno huemo . Oltre à ciò la corteccia de peri faluatichi e ruvida '■>]¥* mofa3 inequalc 3 grcjfa3 eL di colore 3 che nel nero rojfeggia : & quejla del Crejpino è tra le fue Jpine bianca , lifilcl JC fiottile 3 di modo che non fi può cofi poco intaccare , che non dimojlri fiotto di fie quella fina giallezza molto piu quella del melagrano . Vedefi oltre à quefio 3 ejfiere il pero faluatico Jpinofio, à modo de i pruni , & manda fuori t#i tir ... ? n, a; nupìlr Jrl nha.mno *& bene < queua aet melagrana . fi-cucji aure a qmjio , ej/ere iipcru jamamu jpmujv, « wvuv un » nu*3 — zia fola per lungo ,fie bene fi ritrouano ffeffic ne fiuoi rami 3 nere di colore , falde come queUe del Fjpamno > ó ene^ puntate , & il Crejpino procacce le fuc à tre à tre3cio è due dalle bande 3 & una mel mezp : le quali efeono fu pcr ^ baffone da un medejìmo luogo tutte treinfìeme 3 bianche, piane, & molto fiagili, fie bene fono acut.ijfme . £ °^'frfncn fio il frutto dell’Acuta Jpina grojfio , come quello del Mirto : & quello del Crejpino poco maggiore di granella lJfoì. to , & pende ordinato bellamente in lunghi grappoletti à modo d’uua : i cui umidi , &grofJì acinetti molto fi ujjevì ■> no à quelli de melagrani ; quantunque non fieno cofigrojsh & habbiano affai piu uìuo colore , & fieno al guj 0 v piu brufichi difaporc . Le fiondi del Crejpino non fono neramente di pero faluatico , ma piu predio di Melagì ano . p tunque fieno alquanto piu larghe , non cofi appuntate , & cinte per tutto allo intorno di minutiffime, & fpcfiwirìic 6 ne. Le radici, le quali fono cofi gialle , come fie fiuffero inzaffar anate , come che fieno affai ,& fiottili ; noni iMci fono profonde interra > come fono quelle dell'Acuta Jpina ,ma fiuperfcialmente s allargano allo intorno « Il fi01 materni di pero faluatico : percioche men fuori giallo, del color proprio del fico legno, in grappolctti, come fa. quello dell ma , & ifpira nello aprirfi de fuoi minuti bottoni il Maggio , difoauiffimo odore . Il che manifefìamente con- clude , chel' Acuta (pina de Greci , & il berbero degli Mrabi non fia il Cremino , che communementc è in ufo de medi- ci- la onde è neramente da credere, che fe perl'Mcuta (pina hauejfe intefo Diofcorìde delCreJpino ,nonhaurebbe e- glilafàato di dire, come molto artificio]. mente fieno cinte di munitiffime J pine le fue fondi : ne fatto il fuo frutto, il qual {micia i ramini grappoli di minute granella, fìmiled quello del Mirto. Tfonhaurebbe ne anche fritto, che le fue radici fi profoniaffero in terra : ne fi farebbe taciuto il notabile color giallo , che ni fi uede . Uon haurebbe traccia- to l bifioria delle (pine , che à tre atre nafeono per tutto dal piede alla cima de fuoi bafloni : non la candiderà :&fot- lo tililàdellafconLa:nonilnafcere,cb'ei fa fenga tronco in diuerfi bafloni: necofi rafembratolo largamente al pero fal- Uatico.ialquakèueramente piu diuerfoilCriJpino , chele quercie da gliuliuì. Ma fe pure uogliamonoi dire , chetjt Qi1*1 f!»I«ue- cuta (pina nafta mltalia, direiio, che ella fuffe quello albero fpinofo tutto fimile nel tronco , nella corteccia ,& ne i rl Acuta rami Nel primo lib . di Diofcoride. OXIACANTHA. f i$z Difcorfi del Matthioli . , r rh^nTorcam.&mfimenéemrimmediSienaJi chiama Bagaia ,& nelle montane a rZfo^i&Tm LJfo{& in Frinii Baralo bianco . imperoche in ognifm nota lo ntrouo del tmofimled. Trento imperlo,' Z? t « e 1 > _ u„amente feAs il tronco prima di tutta la pianta , trami m ogni parte armati gwai.pmo , °a JJI. ,e .Me &;anco Mptn fthatu, . sol» k granii d un granello d p p ■ l> > ì oiieKe , /è te»e rfi/br>Wii pi« /a«gfcer«e. Ala ^«e- SenS. pTdZrfi^ do IZZtMnfeconio le meno . Come adunque, babbia, incuta (ìmMe mZiìtfe Colamento ejfere uno albero fintile al pero faluatico , come dtjfe anchora, , che Mbuto era fintile al melo còmnofi l’ilice, & ilFaggio alla Quercia . battendo piu ricetto alla f anione del tronco, atta materia dellepo, ^Uafconf, dirami ,& ài fiorifche alle fiondi : le quali fa però tratta fama ( quantunque qui Je lo taccia Dwfco- ride) intagliate , come fon quelle dell’apio . llche ft prouamanifeflamente.&per ejfo Dwfimde,&pe rTbeophu fio Zaocbe. friuenlo Diofcoride MeTjeJfolenelproceJfodi quefio Ubro per dued^ lari, che fi /leggono abbondanti , & communi per tutta Italia, nella fine del capitolo comincio a recitare primlbtfiom di aùelle che Lamento à 'Napol, chiamano i tempi noftri parole , &gh antichi chiamarono Mente cof, dicen- do II -N eliclo , fi quale è chiamato da Mcuni Monia Juno albero jfmofo , di fiondi ftmtle aUOxiacmtha . Ti cin- te il fimo Coatte , picciolo , con tre noccioleti dentro, &c. Come pofeia faccia le fiondi quello Uefrolo chumrn M*- carolo, dichiarò Theophrafio alduodecim capo ddterylibrodeU’bifiona delle piante, cofi dicendo. Lcfi oMque- » fio Cono intagliate di modo , che nell ultima parte loro molto fi rajfmighano allupo . Il che mene a conclude- re ', facendo ti nefiolo Miralo le fiondi fimili all’Oxiacantha ,& effendo intagliate, come fono quelle ieìU- pio , come dice Theophrafio, che fia fen^a alcun dubbio quella jfimofa pianta , di cui intendo «o ta liina . percioche le fue fiondi fono intagliate ì modo d Apio , come fon quelle di quel primo Vjfro lo, ce fine DioCcoride. Senne oltre d ciò Theophrafio alt ultimo capo del v i . libro deUlnHona delle piante , che gli antichi tift- xono di mettere nelle ghirlande il frutto deWoxiacantha.il che fa non picciolo mimo, chefia la Bagnala ma Oxwa tha : imperoche il fuo, frutto , il qual dura in fu la pianta fino à merp il uerno , è di forte hfew , lucido , & n]Jo ,a> del tuttofi rajfomklia al coraUo.il che nelle ghirlande molto neramente doueua aggradirti impero diurni ni ire fino elfere altro che l’oxiacantha , & non ejfere Jlatoper mioparere in confideratione alcuna apprejfogh antichi finitori . Opinione d'ai- Quantunque non manchino calunniatori , che contradicono alla noftra opinione ; dicendo che TbeopnaJ ojcmc.ci jo :uni non efièr foxiacantha fla femore uerde , ne mai perde le foglie , & che le fuegine fono fimili a quelle dei Ce ri. qua i argo^ / jeri * fi per mio parere non fono di tanto ualore , che nonfipoffmo ageuolmente confutare . Imperoche , come fi ue e ay\e' d Theophrafio al XV. capo del primo libro della hifioria delle piante , che piglia egli errore in dire ne a ita , t mangio hanno fempre , & inperpetuo le fondi uerdi ,&alxv I . capo del ter\o libro che il Souero, ouerju et onon fempre uerde , & che li cafcano le foglie > contra quello che fene uede : cofi dirò io che babbi prefo egli enorc™ xl cantha sfegia non uogliamu dire che in quejìo capitolo 3 come in molti altri luoghi ui fieno di molte mcn e > fon tioni . £t che ciò fa il uero , ne fa ( per quanto io ne intenda ) teflimonio "Plinio . il quale traferiuendo e piante , c i fempre uerdeggiano da Theophrafio alxxi. capo del XVI . libro , non fa iui mentione alcuna deU’Oxiacantha}nem co della Tilia .llche fa manifefio argomento , che Plinio nel fuo T heophrafto non ritrouajfe altrimenti que e ueji te , Manon mancano anchora alcuni esemplari di Theophrafio 3 nei quali non fi legge c&diuwQos . f 40 ciofe ( comeferiuono Diofcoride 3 & Galeno ) l'Oxiacantha è del tutto : fìntile al pero faluatico 3( come contendono - fioro ) non dirò io adunque fe non che la non conferui altrimenti le foglie , pofeia che il pero faluatico le perde. ^ poifetta alla obettione delle fine : fe (ì effemineranno le parole di Theophrafio piu diligentemente 3 che non Ja1jn0 fioro 3 fi ritrouerà , che non ajfennano cofa ueruna in loro f nuore. . Imperò che trattando T heophrafto delle Me e ^ diche chiamate Cedri da noi 3 & deferiuendo le fine dell’albero lodijfe con quefle parole , cioè i fydìmSos . cioè 3 Le fine fono come quelle delPero, & deU’Oxiacantha . Ma effendo che ilPero domefiicononw!?™ ueruna , bifogna adunque dire , che egli intefe del pero faluatico . Ma quanto fieno diferenti le fine dei peri fi natie 1 da quelle de i Cedri 3lo lafcio helgiudicio di coloro 3 chepojfono conofcere , & uedere quefte differente 3 finte metter gl’ occhiali . Il perche mi pare, che le parole di Theophrafio altro non uoglino e frimere , fenon che^ i C edrifin°lpM°l‘> come fono anchora il pero faluatico 3 & la Oxiacantha . Et non che le fine del Cedro fieno fimili a quelle delle fi e 50 piante 3 come affai fir ambamente uanno interpretando cofloro . ultimamente chele bacche della nofira Oxiacant Ape 710 dolci, come ua contendendo imo di quefii feiamoniti, & che però non folamente non fono afir ingenti , maaperitiuh & molto idonee per prouocar e i mestrui 3 uoglio laf ciarlo à giudicare a coloro che non hanno la bocca amara come ^ Crefpino de- no coftoro, ma ungusìo netto , & fìncero ,fen%a alcuna infettione . É adunque il crespino ma pianta , ^ fcritto , & fue crefee fu da terra con folti fermenti , ò uogliamo dire bacchette , come fanno anchora i noe duoli faluatichi > tutte wirt“ * l’alto al baffo armate di certe acutiffime fine , lunghe , piane , & bianche , che ui nafeono ( come dicemmo dif tre d tre in ciafeun luogo , oue f untano fuori . La fcor\a de i b afoni è bianca , lifeia , & fiottile : fiotto la quale e a teria del legno , gialla , fragile , &fongofe . Ha affai radici , di colore molto giallo : le quali farge nella prima fip ^ fide della terra . Le fiondi produce quafi fimili a quelle de Melagrani , ma fono piu fiottili , piu larghette nella cima, in ogni parte per intorno cinte di minutifiime fine. Troduce il fiore nel principio di Maggio , gM 0> 6 grappoletti , quafi come fa l’uua , difoauiffmo odore ; da cui fi generano pofeia gli acini Imghetti j liquali nel ma diventano rojjì /fiammeggianti , fimili alle granella de i melagrani 3 ma nfin fono cofigroffi , di fasore (teetofo 1 y ^ Nel primo lib. di Diofcoride. 183 CRESPINO. tira . Di quelli fette fa nino , & lo chiamano ( quantunque non Ultimamente) nino di Berbero : il quale è ueramcntc affai fmhmfco, che non è quello de i melagrani acctoft . Daffi nelle maligne , & dcutiflème febbri : percioche mcfcola- to con giulebbi) molato , nonfolamcnteffegne maranigliofamente lafete , & far fura della bocca ; maprobibifce, che i vapori maligni , & uelenofi non caffi agevolmente corrano al cuore , & occupino il cervello . Daffi parimente ne i fluffì iìomacbak, & nomiti cholerici, & nella diffenteria . Bjflagna tanto beuuto , quanto applicato , i fluffì de rnflruì . jim- mtjtqi i vermini, & mafflme quando fi bee con acqua d' abrotano, ò dì gramigna , & mpoco di truccherò . Conferire al- 0 jputo del / angue : ferma i denti fmojfi 3 lauandofene la bocca : confolida le ge?igiue , & rifolue gar ganzato , le in- lo delle fauci, & deU’uuola, &probibiffce con UHitticitifua il ftuffo, che ui diffeende. Confolida le ferite fre- Jche, & difecca le ulcere uecchie : nuoce nondimeno àgli Stomachi frigidi , & àgli ftretti dipetto . Daffi anchora con gmamemo alle ìnffammagìonì del fegato : riflagna le lagrime, & i flufii delti occhi incorporato con aqua rofa,&tutia, f . &mclfonc una gocciola , ò due per uolta nelli anguli delli occhi, chepatifeono . Oltre àciò , da che pur l’acuta ffina fno tó,1’.'"* ’ 2 m'ha 184 Difcorfi del Matthioli v V A SPINA, m ha tirato a dire delle piante (pinofe, dico , che cofi come non yitrouo alcuno degli antichi , che hahbìa del Cremino fa- to mentione, non ritrouo parimente chi faccia mmtione alcuna di quella altra hreue , & pure {pino fa pianta , chiami da chi y v a spina, da chi V ua marina , & da chi Vua ere fina . Dico adunque che questa è una pianta onci ° arbofcello piccolo , & fruticofo, con foglie d'apio, onero d’Oxiacantba, i cui rami,& uirgulti biancheggiano , &fon0 per tutto finofi . Trouafene di domejìica, & di faluatica . Fa i fiori bianchi cofi l'una come l’altra , onero che nel uff porporeggiano . Tfonfa altrimenti lèfue bacche in grappoli, ma feparatamente. Quelle fono tonde , &pelofa>& ! imamente le fanatiche . S ono piene d un fucchio uinofo,& brufco mentre che fono acerbe , & del tutto fimile all agì t- Jìo . S ono auanti che fi maturino uerdi : ma maturandofì mutano infiememente il colore & il fapore . Imperoche diti#* tano giuliette , & dolci : hanno nel neutre alcuni piccioli fiocini , ma fragili molto , & teneri , di modo chef mangia0 io infìeme con il frutto . C olgonfìper l'ufo de i cibi auanti che fi maturino . Imperò che mature non hanno nell intingoli , ' ne i cibigratia ueruna . S ono di natura frigide } & 'fisiche , & aBr ingenti , & ufanfi in cucina in luogo d'agretto . Nel primo lib. di Dio floride. 1 8 > RIBES VVLGARE. / F uafpina uerde utilmente, cotta nelle mineftre , nelle febbri acute ; & nniuerfalmcnte è molto amica delle donane graie- ie. Hammi quefla ridotto à memoria quella altra fzmcntofa pianta taciuta da gli antichi , che produce le fondi ui- tiginec,quafi di figura & gronderà di quelle del popolo bianco : & il frutto raffio , quando e ben maturo, in grappo- letti, come fa il cremino : i cui acini fono tondi , poco maggiori delle granella del pepe, di faporc brufc(is& dolce mefeo - lato . Le cui piante fon fatte hoggi uolgari ne giardini per inteffere le fìepi, che compar tono gli ambiti del tcrreno.Cre- dónfi alcuni, che fra quefto arbufcello il Ribes degli strabi . ilche d me non corrifronde .'perciò che ( fecondo che ferine Serapione ) è il ribes ma pianta , che produce i uiticci , onero i capriuoli, di colore che nel uerde r affìggici , & le fi ondi larghe, grandi, & tonde . Le quali note ueramentenon corrifpondono alla fopradetta pianta : imperoche ne uw ticci , ne talifiondiproduce . il frutto però è affai fintile al Ribes ; percioche fi fi ente al guHo aceto fo, parimente & dolr ce, come diceejfier Scrapìone quello del Ribes . Ter ilche fi può ragioneuolmente tifare in fuo luogo, dandolo nelle acute febbri, nelle califita dello stomaco , per la fete , per la nanfe a ,per prouocare l' appetito , per riflagnarc ifluffi cholexir 3 ci dello Ribe6 uoigar deferirlo , & iua eflani. ! 8 £ DifcorG del MatthioE c; dello fiomco,& del corporee ifregnm U fintar del fingile ,&per domare Ucute^a , ^ U/kme della chetai. Et V J. r imperò Cono da commendare quegli fretùtli, che ne [erbario per tali difetti il timo, amo per anno. Sono alcuni, chef, credono efrer qneSht pianta quella , chealv I I. libro delle compofitionide medicamente fecondo i luoghi .chiaimct leno Vita d' orfo;ma fi dimoHranonejJer la uerità .-percioche dice l'ijlejjo Galeno, che la pianta, de produce cotale ma, fi le fiondi limili allàrbùto . Il Bellonio nelfuo libro delle pìanterefmifere uuole , che il fiibesdi Serapionefia ma ter ta l'uà pianta , la quale dice hauere ritrouata nell’ ultima cima del monte Libano con fiondi ftmih alla Bombice, rupìa grandi, & non cofi appuntate, dal me\o delle quali ef tono alcuni groppoletti tutti carichi di acmi rofi,nel modo che efie uno acino filo dalle foglie del Bufco , deU’Hippogloffo,& del lauro Mefrandrina . Ma non fi , come benpoffa ioap prouare qui la opinione del Bellonio , uedendo che qucjìafua pianta non ha quelle note, chef danno da Serapme al [m Oxiacantha Bjbes, per hauer foglie lunghe , & non tonde, non hauere i mticci,&, ejfire una herba , & non uno albero . Sniffi ferita da Gal.. p^oxiacanthaGalcno all\ 1 1 1. delle facultà de [empiici, cofi dicendo. L’oxiacantha è di frette fintile al pero falm- tico , & fintile parimente nelle uirtù fue : & filmili fono anchora i finiti d’amendue, eccetto che quello del pero faluaticoi del tutto ajfolutamente fiittico , & acerbo ; & quello deli Oxiacantha, oline allaflittiatàfuaM del fittile nelle fuepar ti con alquanto deU’incifmo . Ma nelle fattele fise non è ilfiutto M’ oxiacantha fintile à quello del pero fiali urico , m uguale ì quel del mirto , rojfio, & tenero, con i fiuoi noccioli dentro . Giona tanto mangiato, quanto temo à tutti ifluffi. Nomi. Chiamano i Greci L’acuta /fina , c&ctKavSu: i Latini cUta'ffiina: gli u irabLAmirberis & Amyi baris : gli Sfagno- li Tirlitero,& Tilmteros : i Tedefcbi Hagdorno : i Boemi Moc, Il Crefrino chiamano li frenali ' Berbero .I.T edefehi S attrae!) , Saurdorat, & paifilbcr : i Boemi Drac , ov.er amene DriHal : i Trancefi EJpine umetti . L ma friu attero ere frìna ofrinella chiamano i Tedefcbi Klofterbeer ■■ i Boemi Cblupareyahodi : i Trancefi Groifihcr . il 1 {ibes uo Igne poi chiamano i Tedefcbi S. lohans treubla : l Boemi Vuìpo S. Ioana : I Trancefi Groifelles d’oatre «èri Del Rouo canino. Cap. CI III. r Rouo canino, & fua edam. „ . o canino è uno fterpo , che crelce in albero aliai maggiore del rouo : le cui fiondi fono alfai piu larghe di quelle del mirto . Ha intorno à i rami làide, & ferme {pine. Produce il fior bian , & il frutto lunghetto , filmile à i noccioli delle oline , il qual nel maturarli dhienta rollo, &ha di dentro una certa lanugine . Il frutto fecco , & cotto nel uino , & beuutone la decottione , nlta- gna i Bufisi del corpo : ma bifogna trame prima fuori quella fua lanugine , imperoche ella nuoce al- Farteria del polmone . I; 3° L ROVO canino a me non pare , che fi a neramente quella fietie di réfe faluatiche , che producono ifiuoi fiori quafi , fimili d quelle rofe , che chiamano Mofchette,& il frutto filmile a quello de i rofai , quantunque minori : ne alcuna fie- tie di rofe faluatiche , come fi credono alcuni . Imperoche baflaua dire à Diofcoride , che fujfe filmile a i rofai : fernet dii e, che crefcejfe in albero affai maggiore del rouo,& che egli haueffe lefi-ondi affai maggiori del mirto ; dal quale queflo ro- _ faio faluatico le ha molto differcnti:&ba i frutti neramente di gran lunga piugrojfi de i noccioli delle oline . 'Nella qual credenza m’ha pefeia fatto resìar Tlinio . percioche chiamaparticolarmente il rofaio faluatico Cynorrhodon, cioè, cofi canina3& non rouo canino : lodando marauigliofamente la radice per il morfo de cani rabiofi al X li . capo dellVUl< libro.et parimennte al 1 1 .del xxv.doue dice ,che gli antichi intendeuano perla cofi canina f riamente quelle /fogne, che ui nafeono fufo.Et ifcriuendo pofeia delCynosbatos3cio è, Rouo canino,lo fece molto diuerfo dal r of dio faluatico , cpmeji uede al XI il i .cap.delxx 1 1 1 1 dibro,dicendo3che il Ciriosbatofa le fi ondi, come la pianta del piede-deli buomo.Mno- 4° uemi oltre a queSto,che non fia ilrofaio faluatico il Rouo canino ,1'biflcria che ne fcriffeTheophrafto a XVI I l-enpito i delia .lib.dell'hisioria delle piante3ccfi dicendo. il ì\ouo canino fa il frutto rojfo/fimile al melagrano:et di grande^ è merlano tra gli flerpi3&gli alben3pro(fimo almelagrario: le cui fiondi fono fimili à quelle del uitice. il che dimottiaej- fer nonpoca differenza trai Rouo canino 3et le rofe faluatiche:di cui fece poi egli particolare hifloria al v i. libro & cn- po3 hauendo prima lungamente parlato delle domestiche 3 cofi dicendo. Gli arbufcelli delle rofe faluatiche hanno i rum, & lefiondipiu aff>re3&piu ruuide delle domefliche : & i fiori meno coloriti3et meno odorati , ne finto cofi grandi, conte i domestichi, il che dimofira3che altra cofafia il rofaio faluatico , ilqual chiamano Cynorrhodon3et altra cofa il Rouo cani Errore del Mar no3chiamato da Greci Cynoshatos. Et imperò erra rnanifeslamente Marcello Vergilio Fiorentino 3credendofh cbcjie- cello , & de Fra n0 ma copa rnedefima, non accorgendo fi quanto differentemente l’uno dall'altro fcriueffe Tlinio fuo famigliavi finto . J SSSKr che non hauendo auertenza i uenerandi Tadrfcbe hanno commentato t antidot ario di Mefite 3 dicono errando, che lei o- 50 fe faluatiche fono quella pianta, che chiamano i Greci cynoshatos : & non ricordandofi 3 che Diofcoride diffe , enei frutto del cinosbato è filmile à i noccioli delle oline 3f eccito il loro filmile alle pere . Et di qui fi può conoficere , che ueiano titia habbiano bauuto del Rouo canino . Oltre a ciò fi uede3 che Diofcoride non dice , che babbi dentro dafie ilfiutto de cinosbato alcun feme } di cui quel del rofaio faluatico è tutto pieno , ma che ha /blamente una c erta lanugine . Trouap maggiormente queflo con l’authorità di Serapione 3 il quale ficriffe del Rouo canino tra l’ altre fi et i e de roui , & non tu le ràfie, per hauer egli molto ben fiaputo effertra loro nonpoca differenza . Oltre à ciò uedendo noi , che per lapin p^ le rofe faluatiche nel bianco porporeggiano , & il fiore delcinosbato fiempre biancheggia , nonfipuo legitimamente af- fermare , che la rofa faluatica fia il cinosbato . Ter tutte adunque quefie ragioni farà chiaro à ciafcuno , effer il cinos <* to di gran lunga differente dal rofaio faluatico ; & tanto piu, quanto io ritrouo effer ficritto da Theophrafio al IX. ■ j" bro , & capo dell' hifloria: delle piante , che nel ricorre ilfiutto del cinosbato bifogna uoltare le (falle al uento , chejfi' 6ù ra , che altrimenti farebbe non poco pericolo àgli occhi . Il che dimoHra , che fia ricoperto di fottilìfìima lanugine , e ^ leuatadal uento , entri negli occhi • ma queflo non fi uede mai per alcun tempo fopra li frutti de rofai faluatichi . Nel primo lib. di Diofcorìde. 187 tonfo io come uada anfanando , colui , chefcriuenefuoipareri che ilrouo canino mia. ànampicandofi fuper li alberi come fai’ Mera ,& lo smilace , in \A bm[\o , & in T ofiam , auuenga che ferma Dìofcoride , che il nono canino è un frutice fintile à uri albero : & Tbeophrafto , che è ma pianta fra l’albero, & il frutice , quafi grande come il melagrano. Scrifie del polio canino Galeno alv II. delle facilità defemplici , cofì dicendo . Il frutto diquejla pianta è poco coilret- tiuo , ma le fiondi mediocremente . &. imperò, ilf t o particolare ufo è noto à ciafcuno . E' neramente da guardarli da que !Ì0, per barn egli dentro di fe ima [fi et le di lana, che offende la canna del polmone. Chiamano i Greci il pouo Canino Kubée.™ •• Ì Catini, pubtis caninus :gli MabiSent . DelLiguftro. Cap. CV. IL Lieufti'oèunalbero, che produce intorno ài ramile fiondi limili à quelle dell'oliuo, ma piu larghe , piu tenere , & piu uerdi : & i fiori bianchi, mofeofi , & odorati . Il fuo frutto è nero , LIGVSTRO. Rouo canino fcritto da Gai. Nomi. CL 4 limile Uguftrpj&fua «flara» Opinioni dei Vacinio. Errare del Eu- chfio . Errore del Mar celio . Errore di Ser uio. Errore di alcur P»? Olio daLigu- flro. Acqua di fiori di Ligutfrp. Liguflro ferit- elo da Gal. Nomi, i«8 Difcorfidel Matthioli fimile à quello del Tambuco. Nafce leletifsimo inAfcalone, 8c in Canopo. Sono le froiidi co, jfrettiue : & imperò giouano raafticàte alle ulcere della bocca : & impiantate, giouano à i carboni, fe all? calidifsime infiammagioni . Mettefì la decottione loro utilmente in fu le cotture del fuoco. Trite , & ìnfufe nel fucco deli herba lanaria , fanno i capelli rof si . Il fiore petto , & meflò conaceto in fu la fronte , mitiga il dolore del capo . L unguento liguftrino , che fi fa d effo ,mefchiato conco fe calde , fcalda , & mollifica i nerui . ' Chiamiamo noi in Tofana il Liguflro , Guittrico , altri lo chiamano Oliuetta, altri Oliuella , & altri ehm broffene . % {afre abonflantmenteper le fiepi lungo alle publiche firade in ogni luogo d’Italia : &fiorifce nella fi- ne della primauera , & nel principio della fiate , d’un fiore bianco , & mofeofe ) , difoaue odore > quantunque colto [ubi lo to fi guarii . Ha questo nafeonò i frutti , ciò è le bacche 3 à modo di racemo piramidale > che tutte inftemefi toccano , ne- re , hfeie, & rilucenti : al gufi o amare , difriaceuoli , & piene diporporeo humore . Retta-no quefleinfu l’ albero frefche quaf tutto il uerno , per cibo delli uccelli , & majìimamente de tordi , & de merli . S ono le fue foglie fintili à quelle delle oline } ma piu larghette , & piu uerdi , & al gufa coflrettiue . Fa le fue uèrghe a fai arrendeuoli ,fe ben fono falde 3 & forti , delle quali fe ne fanno le gabbie per li augelli, & per cafiigar icaualli . Sono alcuni , che credono x che quelle bacche fieno quelli f he Vergilio chiama Vacinij . ma per miogiudicio s ingannano 3 come parimente parmi ingannarli il Fuchfìo : il quale fi crede 3 che i uacinij fieno le more de roui . Imperoche fi conofceper diuerfe ragioni , cheliuacinij fi- nofiori 3 & non fatti . Leggefi oltre à ciò ne i nomi delle piante , che fi tengono eferefati aggiunti in Diofioride 3 che i Romani chiamarono il biacintbo uacinio , Val che fi può credere 3 che il uacinio apprefo Vergilio nonfia altro chetbk cintho. fa però è da marauigliarft 3 che Virgilio dicefe 3 che il uacinio fufe di color nero : imperoche il color porporeo, 20 d i cui fplcndc il biacintbo , molti lo chiamano nero . Onde diccua Vergilio . farifbno i uacinij 3 & le uiole. Come parimente dimojlra li uacinij efrer fiori , & non frutti ; per mettergli egli con li fiori , d cui anchcrafempreli ruffa miglia & non à i frutti . Onde diceua nella Bucolica . sliba liguttra cadunt, uacinia nigra legmtur . Et piu auanti nell’ultima egloga . Molila Iute ola pingit uacinia caltha . fa; fnanco mi piace l’opinione di Marcello , ilqual mole , che l'ìride fufe il Vacinio degli antichi 3 per alcune fue ra- gioni di poco ualorc . Stimano alcuni , che fi a il Ligustro una certa frette di uilucchio\, che per le fiepi sauuolge agli fter- pi , & che produce i fuoi fiori bianchi, filmili à campanelle , la qual credo io efer lo fmilace lifeio. falla quale opinione fi lafciò tirare Scruio grammatico commentatore di Virgilio , poco ueramente curio f ) di uederne la nera hittoria apptef- p fo d Tlinio 3 ò altro autentico autore . Mitri fono flati, che s’hanno creduto, che fi a il Liguflro il caprifoglio de gli Ma- bici ; ilqualo altro non è che lapixacantha di Diofcoride, & non il periclimeno, come fi penja il Ruellio. Ma anchora co- loro fi fono di gran lunga ingannati come parimente s ingannano alcuni , che fanno gran profefrione di Semplicifii , uo- lendo eglino, che il Liguflro, & il Cipros di Diofcoride fieno due diuerfe piante . Il che fi sformano di prouare con tanto friuoli argumenti canati da Tlinio , che piu pretto concludono cantra di loro , che altrimenti . Tuo fi ueramente dire, ■che fieno ciechi coloro , che non difeernono che il Liguttro , di cui è qui l'imagine ,fìa il Cipros de i Greci : Imperoche il Liguflro produce à torno à i rami le foglie 3 come quelle dell’ollìuo& alquanto piu larghe, meno dur e, & piu mdi,al gu- fo cottrettiue,& i fiori bianchi , mofcofl,& odorati . Appo ciò produce le fue bacche nere , come fona quelle del Sam- buco , tutte note date alfuo Cipros da Diofcoride . oltre di ciò fe fi effemineranno le uirtu del Liguttro , credo che non fi ritratterà Medico coft inefrerto , & ignorante , che nonconofca , che babbi tutte quelle f acuita , che al fuo Cipros affé- 40 gna Diofcoride ; & Galeno . Ma parmi bene che fi a da perdonare àcottoro ,pofciache hanno potto tutto l ingegno loro folamente riconofcere le piante ,& non in e [f ambiar e le uirtàloro . Ma uegghino pure quetti tali comepofnoafiìcura- re la loro opinione con allegar Tlinio in fuo fauore : effendo cofa manifefta 3 che Tlinio al x. capo del xx 1 1 H . Uhi 0 fame affermatiuamente che il Liguflyo è quella pianta ifteffa, che in Oriente fi chiama Cipros :& quetto mi par chepof- fa baflareper (tprir loro li occhi. Fafii de i fiori del Liguflro uno olio macerandoteli dentro al fole la ttate , lodato mol- to per le infiammagioni delle ferite , & gìuoua parimente al dolore del capo caufato da uapori ebolerict . L’acqua lam- biccata de j fiori , oltre all' e fere odorata , conferì fa à tutti quei mali in cui fi ricercano medicamenti che refrigerano , & cofiringono , &perògioua beuuta al uomito , alla difenteria , & à tutti gl’ altri fluffi di corpo , & à putti qiielli delle donne , cofl bianchi , come raffi , tanto beuuta quanto applicata dentro nella natura . Vaffi la medefima à bere àglifp11' ti delfangue , & muffane Ih occhi prohibifee iljìujfo, & le lagrime, & mafìimamente aggiontouiunpoco ditutiapref^ ip rata . Scriffe del Liguttro G fieno al vii. delle facultà de femplici , cofi dicendo . Sono del Liguflro in ufo lefrondh & le cime tenere , & fono di natura mific tanto nelle facilità , quanto nelle qualità loro . imperoche hanno un certo che di digefliuo infleme con mafuflanga acquofa,poco calda : & hanno un certo che di coflrettiuo da unaloro fufiawtffa gida , & tcrrettre . Ter il che fono alcuni , che fanno bagno della loro decottione alle cotture del fuoco . Et oltre à ciò, l ufano anchora contra le moltcf calde infiammagioni , & parimente contra i carboni . perciocbc difeccauofaWf10 e flia , & mordacità alcuna . Giouano medefimamente , mafiicate alle ulcere, che nafeonoper fe tteffie in bocca ,&a ‘1HC le che pur in bocca nafeono à i fanciulli. Chiamano i Greci il Liguflro , K : i Latini Liguftrum :gli JraBKen- ne , Henne , & nanne : li frettali Alcanna : i Tede fai pheinuueidcn , Bcynhoelt^lin , & Mondholt\ ; li Spagnoli fi fena , & Alhena; i Franccfi Dutroefne . ■ , pelli $0 Nel primo lib . di Dio jfcoride . 1 8 $ Della Phillirea Cap. CVI. La philiue» è uno albero della grandezza del liguftro , & produce le frondi anch’elTa li- mili à quelle dell’oliuo , benché piu Targhe , Sepiunere. Fa il frutto limile al lentifco, nero, [ma &mappolofo. Nafcein luoghi afpri. Le frondi fono coftrettiue, Secoli utili, come Teìle de’iroliuo faluatico , ouc fia di bifogno di cdftrignere . Vagliono , mafticate , alle ulcere della bocca, ouerolauandolene con la loro decottione. Prouocano, beuute, l'orina, & pari- mente i melimi . PHILLIREA. H AN N O S I Phillirea , & fua effam. Errore de gli interpreti di Diofcoride. Tiliafcritta da Theophraftp . I n(figno, fonile alla faggina ; & quella lo produce di quantità d'ma fatta , uerde , & compartite 1 Jpicc 11 a Cinque neructti , con ilfuofime di dentro , filmile à quello d' atriplice . Il che dimofira apertamente la iìfient- gp oro. Conferma pofeia queSio , la procerità iella pianta della nofira ttolgar Tilia , & (ampiezza , che in largo occu- pano, Juoi folti rat»,: perche!, e la Thidirea di Diofeoride è picciolo arhufcello filmile al Liguftro . Et fi ben Timo li- ce, che la Tuia e a beco affa, baffo, effonda àfenfi noBri f effe-cimento à lui del tutto contrario, é dapenfare, che »(?«' n ^ ^ i *£'ae' di Theophraflo , da cui tolfe (bifioru.coo ,« qu. a i Dio fiorì e .Il che mi fa pofeia credere il uedere,cbe dà crii à majfetìe fola,cioè alla noBra uolgare,all vnl* (apo del XXI i lldibrofieuirtuificffe, che attribuì Diofeoride qUaThiUirea , oltre à molte altre , che fino propri* « Nel primo lib. di Diofcoride. 1^3 come ha fatto pofiia figurandolo il ffuellri. E' adunque la Thillirea uno albero diuerfi molto dalla Tilia ; & fi ’laimagine, che qui è.pofla per laThillirea par che non poco fi comenga conia fua bifioria , non però ardifco io f nate “che fiala nera, folamcnte per uedere che lefue bacche non fono dolcigne . il che fa che non mi poffa in modo i“C ucò,ilare con coloro, che vogliono che il nojìro liguflrofia la Thillirea, c (fendo le fue bacche amare , & aujlere. utr™ Ione trafcriuendo da Diofcoride, chiama laThillirea mahaleb.- Ma la pianta la quale chiamano alcuni mo- laiMahaleb , & le cui animelle de i noccioli ufano i profumieri per ifauonetti odoriferi , & per altre loro compofitio- ri'non mi pare che corrifonda aU'bifloria, che della Thillirea fcriffe Diofcoride . Terciocbela Thillirea di Diofcoride 2)1 f„,,lie di olive , ma piu larghe ; & le bacche in grappoletti . le quali note fi ueggono affai dittcrfe nel Mahaleb , di uiè ari la lima . Mafe ben non mi piace d'affermare , chefia quella pianta la Thillirea , non mancano però argumen- 10 [ine ragioni, che m'inducono à credere, chefia ella il uero & legitimo Mahaleb , di cui fiorifero li Arabi,per. uedere io tmclfoalli Autori citati nell'ifleffo capitolo da Ser aprine, che il lor Mahaleb è non poco nelle facultàfue differente dal laThillirea . Impernile quella (come ferine Diofcoride ) è coftrettiua, & fintile aU’oliuofaluatico, & quello come feri- vo Serapiorie, con ilteflimonio diAben Mefite, & di Eafis,fcalda,& mollifica, il che fanno manifettamente le animel- le dei llahalèb , che tufo : uedendofi che mollificano la ruvidezza della pelle, & le durale anchora, fiegandofenefeffo. Il perche non credo che errarebbe chi diceffe , che la pianta del Mahaleb , di cui è qui fimagine ,fuffe quella di cui inten- dono li Arabi . Ma è ben nero ch'io m accorgo in tanto, che Ser aprine babbi non poco errato in quello luogo , per hauer eglicreduto, che laThillirea di Diofcoride non fuffe altro , che il Mahaleb delli Arabi . Hailiiabaleb ( come ferine Avicenna) rirtìiaHerfiua , & affottiglia, rifolue , & mitiga i dolori, & però fi unge utilmente ne i dolori deldaffo,& dei lombi : muto con acqua melata , naie allefincopi. Daffi parimente ne i dolori colici, & renali caufati dalle pietre 10 che Ili nafeono . Caccia beuuto i vermini del corpo & provoca l'orina . Le quali uirtù non dubitiamo, che non fi ritrovino nell animelle del Mahaleb , che ufano i profumieri. Lapianta di cui èqui la figura , mifuprimamente mandata dal Dot tifiimo Signor incorno Antonio Cortufo gentilhomo T adottano, & dipoi da M. Francefilo Calzolari Meronefe feriale al la campana d’oro , amenduc eccellentiffmi fimplicifti . Credefi Adamo Lonicero nel fio libro dellhifioria delle pian te, che nonfia differenza alcuna tra la Thillirea ,&il LiguHro : & mole egli ad ogni modo chefia il capo della Thilli- rea flato aggiunto in Diofcoride . Ma conofcefi prima manifefiamente il fino errore , peruederfi , che la defirittione della. Thillirea fia nonpoco differente dal LiguHro, quale chiamano i Greci Cypros : &poi per ritrovarli il capo della Thilli- rea non folamcnte in tutti i libri Greci di Diofcoride ; ma anchora in Oribafiofin Taolo Egineta,& in Ser aprine. Con- fonda la forza della itera Tilia mafiicata, & pofiia impiafirata, le ferite frefebe ; & le fiondi trite rifoluono le mfiam- magioni de i piedi : & l'humorc, che ne diHìlla quando Las intacca fino al midollo ,fa rinafeere i capelli , & probibifie , 50 che gli altri non cafihino . chiamano i Greci la Thillirea, tinnopU. i Latini Thillyrea: gli Arabi Mahaleb. La T i - Ha chiamano i Greci finnupa. : i Latini Tilia : i Tede fichi Linden . Del Cifto. Cap. CVII. NAsce il Cifto , il qual chiamano alcuni citharo , ouero ciffaro, in luoghi faflofi : & è uno ar~ bufcello ramofo, fronduto, non molto grande. Produce le fiondi tonde, acerbe, &pe!ofe. Il mafdiio fa i fiori filmili al melagrano, & la femina bianchi. Ha uirtù coftrettiua:& imperò i fiuoi fio- riprima pelli, & pofeia beuuti due uolte il giorno in uino auftero , uagliono ne i flulsi difienterici. fermano, applicati in forma di linimento, le ulcere che uanno ferpendo : & mefehiati con cera, con ifl fcrifeono alle cotture del fuoco, & all’ulcere uecchie . Dell’Hipocifto . Cap. CVIII. LO Hipocifto , ilquale chiamano alcuni Robethro , ouero citino , nafee appretto alle radici del cifto, & rafsimigliafi al fiore del melagrano . Trouanfene tre (petie , diftinte da tre diuerfi co- lori , ciò è rollò, uerde, & bianco . Coglielene il fucco, come deli’acacia.Sono alcuni, che tolto l'hi pocifto fecco , & pedo , 1 infondono nell’acqua , & pofeia lo cuocono , & fanno tutto quello, che fi faconillicio . Tanto è ualorofo l'hipocifto, quanto l’acacia : ma maggiormente coftringe, & difec ca. Beuuto, &meflb ne crifteri,riftagnai flulsi ftomacali,& difentericiigioua à glifputi del fian- co gue,&àiflufsi delle donne. '*• Nascono il Ciflo , & l’HipociHo in piu luoghi di T ofeana , ma copiofofi ritrova ne piu afri,& faffofi luo- ghi dell'Apemiino . E' il CiHo di due ferie , Mafihio cri è , & f emina . E' piccola pianta, ouero alborfcello, ma ramofo , & con affai foglie ,& nafee in luoghi aridi, & faffofi . Il Mafihio produce le foglie tonde, crcfpe, pelofi, bian- chiccie,ir acerbe . I fiori del mafihio fono rqffi , come quelli de i melagrani : Ma quello della femina è bianco , & pic- colo,ep-lefue foglie fonolunge come quelle della fitluia ,& però dai villani di Tadouana non fi chiama altrimenti che fallila fduatica . l’hIppocISTo poi non folamcnte nafee appreffo terra dalle radici dell'uno , & dell'altro Ciflo , ma nafee anchora dalle radici del Ladano filmile a i fiori de melagrani,ma molto piu allafommità dell’ Orobanche. Tcflafifiefco , & cauafene il fucchio , & feccafi al fole , &ferbafiper diuerfi medicamenti . Ha uirtù di ficcare &co- f0 frmgere mlorofamente . Et imperò dovrebbero uer amente i buoni feriali fare ogni fatica, & ufare ogni diligenza , di [affi portare ò di Tofana, ò d'altri luoghi tuno,& l’altro : imperoche finga il itero Hipocifto non fi può comporre la thè tinca, ne altri affai medicamenti neceffarij all'ufo cotidmo della medicina . Qucfto , che uolgarmente è in ufo , è iter R rancate Pliillirea , & fua hiftoria. Errore del Lo- nicero . Tilia, &fue «imi . Nomi. Cifto,&hipo- cittoj&lorocf Tarn. DifcorfideiMatthioli trafatco^° Yamente ma m$um contmfatta del fuccofpeffito al Sole di quella radice. 3 che noi chiamiamo in Tofeand faffefrichM* - atc°' UOi ro barba di becco, & Diofcoride chiama tragopogono .Et è nato, quejìo manifeflo errore, imperoche gli * àrabi chiana fuccedanei. no il cifio barba di becco . Et di qui mene, che coloro 3 che fanno il commune Hipociflo delle (petiarie 3crcdendofi > cheli barba di becco fopr adetta fa quella , di cui intendono gli Arabi, ne {premono il fuoco , & pofcìa lo condenfano al Sole . & cofi ingannano parimente fe sleffi. 3& pofeia tutti coloro , che l’ ufiino . il Fuchfio ; quantunque fa nella, facoltà de femplicide i primi de inofiri tempi, nel fuo libro delle compofìtioni dei medicamenti ultmamente aumentato ,&rh uislo daini, nondimeno nell ejf aminar e i medicamenti , che entrano per fare itrocifei di fuccino, crede per certo, •fen\a grande errore (faluando lafuapace ) che l'hipocisìo fa un fango , effendo però nòto à ciafeuno , che medioerpe mente. fi diletti di que fa facuha, che l’hipocisìo non è altrimenti fongo, ma un certo genuine molto filmile all orobanchc, I? '• ilquale efee da terra dalle iflejfe radici del cifo roffeggiante , come i fi. ori del melagrano , come fi uede nella figura danoi in que fio luogo . In cambio del quale farebbe affai manto male ufare l'acacia 3 quando pure anchorq ella cifif ^ Nel primo lib . di Diofeoride. iy j C I S. TiO ' F BM.J n A. He /mera: imperoche co/iritrouo/critto qui da Diofeoride , & parimente da Galeno nei fuccedanei . Tuojfi ancho- , fi, 'mancando l'Hipociflo nero , prendere infuo luogo il fiaccole balaufti , come fi uedein queflo capitolo del melagrano. & ^ 0 Fece del Cijìo mentione Galeno alv il. delle /acuità de /empiici, cofi dicendo . il Ciào, onero Cijìaro , è uno arbu - C)^0 j-’riuo ^ fcello,& alguflo , & in ogni /ua particolare operatone cojlrettiuo . Tsfientedimeno le /rondi, & i germini teneri , pe/ìi. Gal. & applicati ,/ono co/j di/eccatiui , &coflrettiui , ebepo/fòno con/olidare affai bene le ferite. I fiori fono piu ualoro/i,di nodo che beimi con nino /aitano i flujjì di/enterici , & le debole^e, Xhumidità , & i fluffi flomacbali. Sanano impia/ìra fi, le ulcere putride . £' la virtù loro uer amente non poco coHrettjua , di modo ebefipoffono mettere nel fecondo ordì* «e . J^on è il ci/lo coft frigido , che nonhabbia però un certo tepido calore . Quello , che chiamano Hipociflo , è molto lo PutóJlrettiuo , che nonfono le /rondi . & imperò è ualorofiffimo rimedio à tutti i flufsi, come dello Jfuto del/angue ,de weflm delle donne, dello flomaco,& dclladifenteria . Corrobora, & conforta tutte le membra del corpo debilitate per tr°ppabmidità , & imperò fi mette eglimlmente nelle epithime flomacbali , & del fegato : ne per altro fi mette nella R 2 theriaccc , Nomi» Difcorfldel Matchioli ; 1 àtritea ,Ji non perche fortifichi , ércorrobòrii corpi , Chiamano i Greci il Ctflo , Kitt^lliipr.'lUaaf»-' &per hauer piu humore , piu pretto fi tarla , & fi corrompe . Et imperò meglio farebbe qualche uolta ufare del fin maturo , chefuffe frefeo , che del piugiouane di lungo tempo tagliato . Sono alcuni de moderni, tra li quali ritrouo AlphcnfoFeno,che piu laudano l’ufo di quel de rami delle piante di me-^a età , che ogni altro , Il che neramente non mi R 4 pare Ebeno fcritco da Paulània. Ebeno ferino daG al. Legno Guaia- co,&fiuefla- min. Qual Guaiaco fia piu ualoro- fo. 200 Difcorfi del Matthioli tetre cofa del tutto reprobatile j penioebe ciafeuno , che phificalmente confiderarà la cofa , trouerapoca differenza ii irami delpiu uecchio al tronco del melano ; & dai rami di quefio al tronco del piugiouane.-perdochepwhuniontj. ya à fé la tòrti crefeitiua de rami , che quella del tronco . Et imperò nonper altra caufifi ringiouenifeono le piante,,,, piantando , ò propagimndo i loro rami , fe non perche hanno infe quel medefimo humido radicale , che hanno i ni , penioebe i rami non fono altra , che figliuoli del tronco ; & imperò, fintili à picchi, ammali . il eberitrm e[fcrm. fermato daTheopbraflo al XI I. capo del primo libro delle caufe delle piante con quefie parole -, cioè .neramente ogiì Fermine è nelfuo albero ma pianta , non altrimenti che fono le piante in terra. Ma neramente ime piu piacerebbe tufo del tronco gioitane iperciochc à quefio miuiflra la terra immediate , & nonper altro me\o l humore , elmnrimm- & parimente per non baucr portato per auentura alcun frutto . Il c he molto toghe di uirtù alle piante , cofi comandili ra à gli animali . L’ottimo legno adunque farà il gioitane dell’ iflejfo tronco tanto di dentro bianco , quanto di fuori, fre. r® , feerie del fio , finga alcuna fi fura , denfi.ponderofifmo , non tarlato , odorato , algufio acuto , & alquanto amaretto . Etp Gu».mo- che à tempi noflrifono cofi m ufo lefuefcorge , come fi fra anchora il legno , farmi che il medefimo ordine sbobbia Aatt- nere in conofcere quali fieno le migliori , &lc piu piene d’humorc , chesè detto nella elettione del piu ualorofo legno, ciò è tor quelle , che fi fiorano dal piu ualorofo . Tortafi dalle Indie nanamente ritrovate da gli Spagnoli , & ferma te da Calocut , & dalla Taprabana ifola di mego giorno , & fecondo che dicono alcuni altri , anchora d’Miopia . M/t f apendo fi hormai da tutti , che medicamenti , & gli aromati , chenafcono in oriente , fono i migliori di tutti gli altri, è però da credere , die quello , che fi porta in Spagna d'occidente , fia affai meno ualorofo di quello , ebenafuin orien- te , & in mego giorno . £ albero (per quanto riferifeono coloro , che ritornano à noi da quelle regioni ) che crefce ah grandegga del frafmo , & ingroffafi per lo piu allagrofegga d’uno huomodi comnmne fiatar a . Trodttcelcfioviifer- me ,& 'creiti , ma di figura fi rafembrano quafi.à quelle della pìantagine . I fiori affermano effer gialli , & il f/Mogrof » fo, come noci; il quale vogliono , chemangiato follia il corpo, Lacorteccianeuccchiènera.&negiotmìnffigna. Facoltà del Onde confìderandoft tutte le qualità del Cuaiico , fi conofce manifeflamente che può egli finga alcun dubbio operare Guaiaco. cio che fi ricerca nella cura del mal Francefe . Imperoche e fendo compoBo il Guaiaco dipani molto calde & fittili, & parimente fecche, & efelide eglinonpoco ragiofo , può neramente con lefacultà fue valentemente , difeecarefottiglu- re , liquefare , & mondificare igià infettati humori , & parimente prenotare ilfudore : & oltre à cio con la ragia , che poftede , opporfi alla contagiane , &putrcfa,ttione, che regnano nel mal Francefe . He i primi tempi, che fitportato in Italia , & [milmente per molti anni dapoifì daua , &fi toglieva la decottione del Guaiaco con non poco timore :fer- cìoche diceuano , che chi non hauefe debitamente oferuata la dieta del pane , &dell'uua p afa fola , & chi mnhmffc per feuer ato nella cura quaranta giorni continui , & non fife fempre fiato ferrato allo furo, finga uedere aria , o far fuor di camera , e fere in manifefio pericolo di morte : & prohibiuano cofi rimangiare carne , & il bere nino , come «e- p lena mortifero . Ma accadendo jpefo , che alcuni molto deboli auantial determinato tempo per laivfopportabikdieu fi fentiuano mancare il lógore , & rifoluere gli finti , per ricuperar la uria fi fecero fare buoni pefii di cappone , ia cui ritrouarono mirabile giovamento . Onde fattofi beffe delle dande , ci delie bugie di quefli tali empirici , cominciarono poi i medici à dare quefla acqua con piu moderata dieta , dando per uolta al pafiofino à due , ouer tre onde di carne Ai ; di pollo . ma non però alcuno ardiua à dargli nino . Il che piu , &piu volte confederando io , mo fio però da urie , & urte «o'oIiSd'1” cagioni, uolji di tutti i medici d’ Italia ef erri primo, chetentafcdidare il nino della ìr.fufione del legno nella cura Ad mal Francefe . Il che fuccedendomi meglio nelle materie ,& compleffìoni frigide , che la decottione fola dell acqua , /t catift di farmene far fallica mentione per commune utilità di tutti , già fon molti anni pafati , quando feci dar [con in iBampa in Bologna il mìo dialogo del moyho Gallico, l'anno che l’imittifìimo Carlo V. Imperadorefu quivi da CleMU te VI i . Tontefice ma fimo felicemente incoronato .Et di qui è proceduto , che di poi molti medici s hanno corde fatui- 43 tà mie , & lunghe fatiche acquietato nonpoco nome , per batter me fori nino del Guaiaco in pr attica con molto fuccefi fo , facendo credere à ciafeuno , che fife da loro flato ritromto quello , che già piu tempo haueua mefoio Ìniflaìipn, dr per dare piu colore , &pitt aedito alla cofa , nafeondeuano à ciafeuno il fccreto di farlo ; accioche ne fegititdft lo- ro , tenendo la cofa in riputatiane , afai piu guadagno . Ma in uerità è da guardarfida alcuni empirici , i quali tjfedl ignoranti di quanto importino le confidaationi della medicina , fanno la decottione del legno , & delle fcorgetilutao infieme conpanporcino , brionia , efula , coloquintida , & ttrrbitb , & mille altri dianoli , che fegliportino . Bcofp -, fa bauere alcun rifpetto ,fela complefiione , ò la malattia fia calida , ò frigida, ò fi fia di uerno, ò di siate , ofefia bro- mo , òdonna, ògiouine, ò vecchia la perfona, che medicano nc fanno ogni mal tir. a bere un bicchiere ben caldo .& imperò d’uno , che per difgratialcr guarifee nelle mani , gliene muoiono poi dieci, chei boimanigoldi atniuagffm' Modo di fate, Ma accioche dalle mani di coflorofipofagudrdare ciafeuno , ecco quiil modo uero , & feltro di fare , & par ritrai ;i & uiàre il mno tifare il vino del Guaiaco , Vr.endi adunque delpiu eletto legno libre quattro, raffi ato beniffimo fittile ; delle feorrfi ut co uaiaco - predetto libre due : di cardo benedetto , il qual chiamano herba Turca , libra ma , & mega : di cafiiluenere , di uerajt lopeniria > dì fiori cordiali , di tutti libra una ; di cinnamomo ufuale dramme fei ; di anefi oncia una & nega : dì Vlcc,t ro di Medera libre quattro . Et cofi metti pofeia tutte quefie cofi in un barile di buona capacità , ben netto 1 & babbi centocinquanta libre di nino fiomachale, & buono , bianco , cofi caldo , come fc uokfe bollire , &gittaghc oj pra , & ferra beniftmo la bocca del barile . Lafcialo cofi per tre giorni , & pofeia chiarificalo per il colatoio di teUip no che fia ben chiaro , & ferbalo in un altro uafo ben netto , & ben ferrato . perciocbedi quello fi beeà paflo in cari 11 della feconda acqua : & non fi bee la mattina , ne la fera in cambio di firopo , come coli-umano di far molti confinari gionc . Tuoffi quefio medefimo nino fare molto meglio , & in piu quantità , mettendo à bollire con l’uva bianca lcc°J predette nella fina , fino che ri vino fia chiaro , & moltiplicando i materiali fecondala quantità dell' ma . Oltre al fi re , che fi fareàpafto di quello nino , do ogni mattina , & ogni fera fei onde di acqua di decottione di legno , fottìi”1 liquore che fi te limato, & cotto fecondo il commune ufo , infieme con due onde di quello liqmye cofi fatto, Togli di capi‘,,c"ir‘’ Inuentione Nel primo lib, di Diofcoride . 20 j -ti^£fMem,iimafiareaU,ammalaU,^ dipoi fi fanno fudare nel letto ben coperti, per duehore continue ,&piu , & manco fecondo il bifogno, continuando li far ciò per giorni quaranta continui, doue il malefia difficile , quantunque molte mite bafii il pigliarla, fidamente m m. re . Macon tutto ciò bifogna ogni dieci giorni purgare ipatienti ò con pitele ,ocon beuande comemem . E quefio m- dicamelo piu fiottile, che la decottione del Guaiaco , & della china, & curafi conia ^panila moltomegho queim .. . ... ' i . .i i .il: TÌ tvìnAn ApÌuìupyp deup plfere ouclloiftpfTn. rlip i (licaincmo Vili lOimCìCne MU.CI'VI'I-WIK “GU - » rr li -n rr i • li che fono nell ambito del corpo , che con quelli delti altri predetti . Il modo del uiuere deue ejfere quello igtjfo, ches il- J() - \ 1 1 rii „ . • rfaU;rmftn Fp hpn ul.l.p unite ui Ci concedono site i cortimolto de. lune lononeu amonoaei curyv* , . , fa di dare nella cura del legno Guaiaco con uuapaffa , & bifcotto.fe ben alle mite ut fi concedono , ne ! corpi molto it- b olì, gl' auge netti, & i pollaftrelli , con quefio però , che à pasto & fuor di palio non [eli dia altro da bere cheti decot- to medefmo foprafcritto,& quantunque fi comandi che gl' ammalati mentre che durala cura [e ne lìmo fenati incarni ra, nondimeno io ho piu uolte conceffo loro, che efehino alle mite un pocofuore àpaffeggiare m qualche giardino , qua do l'aria ftafema,&fen\a uento.Ma ben bifogna che coloro che cofifi curano filano per quanti benifimo purgati per pi# & piu giorni. Ma ritornando all’Ebeno, dico che i Greci lo chiamano E%ror ; Latini Ebenus: ghMrabiMhnm,& Mbenus . Il Guaiaco chiamano i Latini lignum Guaiacum.ligmm IndumMgnumfangum : i Tedefchi Frantnqfm holl^t liSpagnuoli legno fanto, legno dellas antilhas : i Francefi Linfaint . Delle Rofe. Cap. CXI. L E ROSE frefche riftringono, & infrigidifeono : ma piuriftrmgono le fecche . Cauafi il ficco dalle freiche in quello modo. Tagliategli prima.con leforbicil’unghie (cofihchiamaquel poco dibianco, che hanno nelle eftremità delle frondi loro) &peftanfipo(aandinortaiOj Se fpremefene il fucco , & lafciafi all’ombra infino à tanto , che fi condenfi , & ferbaiì con per ì lini- menti de gli occhi . Seccanfi le frondi delle rofe all’ombra , imitandole fpeifo , acciocheper la mut fa , &per il fobbollire non fi guaftino. La decottione delle fecche fattanel uino & bene lpremuta, uale à i dolori delle orecchie , della tetta , delle gengiue , de gli occhi, del federe , & del iuo budel lo , & della madrice , unto con una penna , ouero meifo ne i crifteri . Le rofe fecche fenzaipremer ne il fucco, medicano, empiaftrate,le infiammagionideiprecordij, l'humidità dello itomaoi, & il fuoco facro . Le fecche trite in poluere , fi fpargono in fu le fcorticature delle cofde , & radio 1 lanli ne gli antidoti delle ferite , &in quelle compofitioni , che chiamano anthere . Bruiciaraiper imbellire le ciglia de gli occhi . I fiori , che fono in mezo delle rofe fecchi , & poluerizati iopraa e gengiue prohibifeonoiflufsi, cheuidifcendono . I capi loro beuutiriftagnanoi flufsi del corpo * & lo iputo del fangue . De i Paftelli delle rofe . Cap. CXII. C ; di rofe Omio n c ossi i Paftelli delle rofe in quello modo . Prendonfi quaranta dramme di frefche , & afeiutte da ogni humore , come cominciano à slanguidire , dieci di nardo din ir &fei di mirrha . Peftafi ogni co là inficine, &formafene i paftelli di pefo di tre oboli 1 uno : & ibn ben fecchi all ombra , fi ripongono in un uafo di terra non impeciato , ferrandolo , che non ì 5 ftiri .Sono alcuni , che Raggiungono due dramme di coito , & altrettanto d’iride d’IUiria , & m - fcolano con mele , & uino di Chio . Sono in ufo alle donne da portare al collo in cambio di lo - ne, per offufeare l'odore faftidiofo delfudore. Viàngliparimentein poluere da ipargerliado dopo’l b agno , lauandofene pofeia , come fon fecchi , con acqua frefea . Rofe , & loro eilamia? LE rose, che alla medicina appartengono fono à tutti cofi uolgari , & coft da tutti conofciutc > chefip^f^ neramente farebbe , dfcriuer ne dijfufamente i line amenti , & la loro hifìoria. benché necejjdria cofarmpirL fia di fapere che uarie & diuerfe fono le fpetie loro , Quelle che fonpìu communi in Italia , fono le roffe., riatti & le bianche . Hannofi le roffe per le piu eccellenti : & dopo quefie le incarnate : & imperò fi tengono pei e • ^ co buone le bianche noflre communi > non connumerando però con queste , quella forte di bianche molto odorifere , quali in Tofcana propriamente fi chiamano Damafchine , & in altri luoghi Mofchette rimperoche quefiefono IcpW ? tiue ditutte t altre } & le piu odorifere . Sono le Rofe compone di diuerfe fuHawge : il perche contengono infe >Jec01 ^ lepartiloro piu fuper fi ciati , & piuintrinfiche , diuerfi temperamenti . Hanno primieramente dalle partiteli ec, Nel primo lib, di Diofcoride. 203 * 1*di mediocremente poffeggono , lafuflan\a, & la Hitticìtà : dalle aeree , alquanto del dolce , & iell’arp Mito : &da quelle , cbefeguendo la natura del fuoco fon calide , & fattili , l'amarena : & il color Tuffo quelle , che fon n fe . q felle fiefche l'amaritudine uince Infittitici : & imperò , perche la prima operatione lorofolutiua , la qua *- e non conobbero gli antichi Greci, procede dall' amarena , le fie fche fdrnno il corpo , & non le fecche . Il ficco eccel lente per comporre diuerft medicamenti, fi fa delle rofe,& ancho delle incarnate ; quantunque non fia cofi utile . Le in mmu , che fi fanno per il S iropo rofadof ìlutiuo , fi fanno per il piu delle incarnate : ma migliori ,&piu folcitine fono le Moffette , che noi chiamiamo Damafchine, quando fe nepoteffe batter copia . Ter cieche mangiandoli venti , ò uenti lp e loro odoratiffime fiondi auanti al cibo , foluono commodamente il corpo , & fenica moleftia alcuna . Il fucco , eie pofe 0 aperitivo , rifolutiuo , afìerfiuo , & folutiuo : & imperò follie egli la cholera , & mondifica il fangiie di quel a ■ Vale altraboeco del fiele, & alle oppilationi dello fiomacho , & del fegato . Conforta il cuore , conferire al fuo tre more, 6 caccia fiorigli humori , che ne fon cappa. Vale alle febei choleràche , come fono le tcrrpncdi tutte lefpetie- Connu- Succo , & infu- sone delle ro- fe. 204 Difcorfi del Matthioli Comumenmoi moderni medici tra le medicine benedette ImfufronedeUeFofe, dicuìfifailsiropofolmmomf^ (Zfinv molefria , &fenV alcun detrimento della natura folue il corpo , & purga la cholera . Lelfofe bianche comm Difefa di Me- nardo . „ l li», cuìrtùfi.lutiua , come è nelle rofe , &neUe incarnate. Et però farmi, che cantra ogni ragione riprendale- floilManardo da J ’ J . ^ . i r rr-.._ n.;..*-» a -, n-li «litichi . Cp via non noie ffemo credere , che fa fT?™ mml Secar, al Ma fl0 il Manardo da Ferrara Mefite ; conciofia che quantunque nelle Mofchette, le quali fon bianche Jnitrompiu uni ' 1 tutte X altre ; nondimeno è dapenfare , che Mefite non intendere drquefie , come cofa da lu, non cono. MorchettemItalia,nefnitroua,cheMeroconof(iutedagliant,ch,,feg,dmnuolefem^ le che Timo chiama Spineole . Sono neramente le Trofie da ejfere Stimate , & tenute care , non fido per l ornamento de i Giardini , & per il giocondo Spettacolo , che rapprefentano alla uiSla nella Tnmauera , mapmafarpcrlamka con- V> Ln%a, che hanno con uarij , & dwerfi medicamenti importanti alla ulta dell buono. Le Kofi. Sabatiche fon, «fi piufiimebe , & costrettine , che le domefikhe , ma meno odorifere ,nefi ntroua m loro mnu alcuna folutrn . Etmpe rò Lena TheophraSio al libro & capo vi . deU'hifloria delle piante . le Kofe faluat, che fono p.uajfre delle iomShck ne i rami, & nelle fiondi . Hannoil fiore meno odorifero, & manco tinto di colore ne cofi è eghampw come quoto Adfe ÀHMWtte'. «>■ *»y«**r^ rf Jf-to A «rfwpjpato, « re cerchiapprefoàTlmioalilii.eapodeU%Uibro,chiècuriofodtfapereleàuerfitadeUelfofe:mperocbequt Parti confiderà ui^ritrouerà per lunga hijìoria di diuerfi. ftetie. Furono da gli antichi. feiparti confideratenelle Aofe, tutte conuo- nienti da faperfi nella medicina , come chepochiSfimifietialifiritrouino , ^particolarmente e ripongano, lepnm due partili ritromno nelle foglie ; & luna fon quelle estremità , chiamate unghie da Dwfconde ; & Uhramto lire- fio delle foglie . i! altre feconde due parti fimo in quei fiori , che in minuti granelletti att accatti fiottilifiime filagitlleg- lo te nelle ro:e>& loro uirtù Viano neimero deUarofa: dei quali una parte fanno ejferei grandletti, & l'altra le fila. Leterrfpofcia,&émi *-s . L , . , ‘ r-, i i- . ... . i r. . à colici vi*;™,* ii/trtp rh nupìln • fa L altr aneli aliamo .che due pani fono nel piede .fusìent acolo di tutta la rofa una ciò è nella prima parte di quello ; &laltr aneli' auanrp , eie Cevuitafino al picciuolo . Le foglie confortano il cuore , lo Stomaco , e l fegato , & parimente la uirturetentm: sti- rano i dolori caufati per calidità d'humori , & Spengono le infiammagioni . L’ unghie , anchora che faculta alcuna pro- pria non gli attribuiscano gli Scrittori ; nondimeno s'adoperano & nelle lauande ,&nci crifien , che fi fanno per ri ti- gnare i Mi utilmente . Sono i fiori , & leiorfila utili à iflufii delle gengiuc : & fecondo che dice Timo , a # bm chi delle donne . L' ombilico pofeia , il qual chiamano alcuni la teSìa , con tutto il refto del piede , utilmente s adopera a ristagnare iflufiSi del corpo , & gli fiuti delfangue . Oltre alle predette fei nominate parti , le quali fi ritrouanotme m- fieme nel tempo , che le Fpfe fiorifiom , tre altre ne ritrouo nel frutto, quando èroffo , & marno , cioè, la ny, il freme , & la lanugine , che uift ntroua dentro . nelle quali parti èfenfata uirtu Jtittica , & coSlrettiua . Et impero u jo gliono aneli effe nei flufii ddcorpo, &deimefirui tantorofii, quanto bianchi , & Slmilmente nella gonorrlmrnd che hanno maggior conferenza , che in altro , & mafsimamentefi il frutto farà delle fanatiche ; impero che il frutto H quefie fecchoinfieme con il freme , & fatto inpoluere fi da utilmente alpefod’una dramma con vino ufo brufeo nella go Errore di ala- Borita . Sono alcuni, chef credono , che l'Mntherafia quel fiore , che nafee in mego rofe : & altri , che fu lii» w • frutto . Ma di gran lunga ucramcr.te s ingannano ipercioche , come fi legge appreffo à Cornelio Celfo , a Galeno , l Taolo Egineta ,nonè X Mntherafemplice medicamento , ma un compofito di piufemplici , ufato da gli antichi frequen- temente nelle ulcere della bocca, nelle fijfure de i piedi , &pterigij deUe dita . La cui deferittione fi ha da Galeno alvi. Modo riero di libro delle compofitioni de medicamenti fecondo i luoghi, trattando dell ulcere della bocca. Lambiccafil acqua te lambiccare , & R 0re jnKaru , & dmerfi modi, ma neramente X eccellentissima è quella , chefifaper bagno di Maria ; cofi come fornati- «unii amili* fin ^ J . . - . . . , , ■ » « in I. s/r* mipllp . XlìE d l KOJCWUaiq «WK./J» WWW»* -p. j j j- C> ' ' ,, I > SopiuewSen eboratuttef altre acque, che fi lambiccano nel modo mcdefimoper l’ufo della medicina: tra le quali, 4° fuoco fi fanno per lambicco di piombo , è tanta differenza , quanta ueggiamo ejfere dall oro al ferro . Impero lambiccate à bagno con i cappelli ampi , & ben grandi di uetro , fen\a alcuno fajìidiofo faporene di fumo , ne i t ’K feiaticcio , ne riportano feco il fapore, & l’odore naturale dell’ herbe , & de fiori , onde jì cauano . Il che nonjijftt oM neUe communifatte à lambicco di piombo : le quali pochifi ime» o rare uolte , & muffirne quando fono frefche, fi ritrou^ no fenga grande odore di fumo , & di brufeiato . cofa uer amente , che induce nonpoco faflidio , & naufea agli ama ^ nel bere ì Siropi; oltre al nocumento , eh’ elle fanno àgli Stomachi , al petto , & parimente à tutte le membrainteuou » per portare elle feco la mala qualità de i piombi , & de i rami , douefi lambiccano . Jll che attendendo i dotti , 6 uae tifimi medici , tifano , feguit andò gli antichi , folamente le decottioni . le quali quantunque ualentifìime fieno ,non 1 meno tacque diftillate per bagno , come di fopra s è detto , ritenendo in fe il uero , & uiuo fapore , & odore de ier > & (lei fioyi, onde fi traggono , fi poffono ficur amente agguagliare di bontà alle decottioni , & anteporgliele anc10^ > 50 non dico in uirtù , ma folamente per ejfere & al gufo piu foaui, & all’&cbiopiu diletteuoli . D altra forte, che ij- Jìe non ufo io : per le quali ho fatto fabricare a mio modo un nobile bagno, dal quale da piu, & diuerfi organi Ai uè fuoi appropriati tempi catto qucflc eccellenti ,& utilifìirne acque . le quali fono amare , acute ,garbe ,acetofe >arof tiche , & fciocche , fecondo la propria natura de femplici , onde effe fi tirano . Ter il che douerebbonfi sformai e tutti g Jfietiali, & parimente medici di dimenticaci hormai i lambicchi di piombo ,& in lor luogo farfi fabricare dei Imperoche cofi ( anchora chepiufatica , & non tanto guadagno ni fia ) fodisfarebbono infiememente aDio>&a do. Il Fuchfio nel ultimo fuo libro delle compofitioni de i medicamenti infegnato (4^v in *f'rt'n commenda e Manardo da Ferrara , auertifce congran cautela , che coloro , che lambiccano le herbe per bagno , ne , che il uafo , ouefon dentro non tocchipcr modo ueruno con il fondo l'acqua del bagno, ma che uifiia collocò ^ ne , cne u uajo , vue jun ciemrv nvn ivccm per mono ueruno con u forno i acqua uci uugnv, /«« forte, che ne pigli folamente il uapor e , come fe toccando l’acqua , douejfe rifultarne qualche gran pericolo » ( che dilicate , & molto buone fieno le acque , che fi fanno nel bagno . Et però io non dirò mai , ne manco lo diranno chimiSti, che fi debbino uituperare l’ acque , che fi fanno à bagno , am/ diramo , che le fono elettiffimc, & buone» '« eccellenza ; ma per effere cìq di pochifima importtm\anon mi par di granare altrimenti gli pedali , che faccino le acque confinili uapori , con i quali oltre al diHurbo grande che fi ha in collocare i uafi, che fileno [aldi ne ifitoi luoghi , fi catta per quefia uiatanta poca quantità d acqua t che non merita la jfiefa àufare tante cerimonie , le mali alla fine rifinitane poco piu , che niente . lece delie l\qfc memoria Galeno aly I X . delle facultà de [empiici , cofi Rote faiteeda inaio . Lauirtù, & facultà delle Rofe è fiata in piu luoghi [opra dichiarata , ciò è, ch’ella fìa'tompofla i'unafuHan Gal. adequa califfi, mefcolata fonie due altre , coHrettiua ciò è , & amara .Il fiore di me^o è piu cofimtiuo che non fono ijjìrofi: ir pelò è'egli certamente aneborapiu difeccatiuo . La Ho fa chiamano i Greci Velar : i Latini Lfiofa agli A- Nomi. nhivari, Ham , & Vari,- ìTciqfibi Rofen : li Spagnoli Rofas : i Frane, efi Rofe,& i Boemi Ruoge . Del Lido. Cap. CXIII. IL licio, il qual chiamano alcuni pixacantha, è uno albero ipinofo, che producei rami alti tre gombiri , & qualche uolta maggiori , intorno à i quali fono le fiondi denfe , & folte , limili à quelle del bollo. Fa il fuo frutto limile al pepe, nero, amaro , lifeio ,& denfo . La fua corteccia è pallida, limile à un licio bagnato. Ha molte radici torte , Sdegnofc. Nafceabondanrementein Sadocia , Licia , & in molti altri luoghi . ama i luoghi afpri . Cauafcne il fucco in quello mo- ellanliinfieme con i rami le radici , & maceratili pofeia per alquanti giorni in acqua , & cuo- conlì : & come fono cotte lì cauano fuori, & fafsi coli bollire il liquore per inlino à tanto, che lì con io denfi come mele.Contrafàfsi mefchiandogli nel cuocerlo della morca,ouero fucco daffénzOjò fie- le dibue.Leuafigli nel cuocerlo, la (puma, & ferbalì per le medicine de gli occhi, & il rcfto per ufitre in altre cofe.Spremclì nel medelìmo modo il fucco del feme,&condenfaiì al fole.L’ottimo è quello che s’accende al fuoco, & che nel fpegnerlo,fh la fpiuma rolla, & quello che di fuori è nero,& di den tro nel romperlo rolféggia,& quello che non haniuno cattino odore,& che con amarezza è colìret tiuo, di colore di zaffano , come è quello d’india : il quale & per bontà, &per efficacia lì prepone à tutti gli altri.Ha il Licio uirtù coftrettiua.Chiarifica le caligini de gli occhi,& guarifee la fcabbia, & il prurito, & i flufsi uecchi delle palpebre. Gioita alle orecchie, che menano marciaci gorgozzule, alle gengiue ulcerate, alle fiffure delle labbra, & del federe,& alle fcorticature,ungendone i loroluo ghi.Metteiì ne i crifteri,& beuefi per li flufsi ftomachali,& difenterici.Dafsi có acqua allo (pitto del 0 lìngue, & alla toffe. Gioua al tnorfo del cane arrabbiato inghiottito in pilule alla quantità duna fa- ua,oueroheuuto con acqua. Vngendone i capegli , gli imbìondifee. Sana ipanariccì delle dita,& le ulcere putride,& corrofiue, Applicato.riftrigne i flufsi delle donne . Beuuto con latte , ouero tolto in pilule , gioua à i morii de gli animali rabbiofi . Dicefi che 1 Indiano fi fa d’un arbufcello , che fi chiama lonchite . il quale è Ipinofo , con rami dritti , di lunghezza di tre gombiti , & qualche uolta maggiori , piu grofsi del rouo , Se efeono affai infìeme dalla radicc.La fila corteccia (pezzata rolTc-g già: & le fue fiondi rafièmbrano quelle dell’oliuo . Le quali ( fecondo che fi dice ) cotte neli’aceto, &beuute , fanano le infiammagioni della milza . uagliono à trabocco di fiele , & prouocano i me- ftrui . Et oltreà quello fi crede , che trite,& beuute crude facciano il medelìmo . & di piu affermali, chebeuuro mezo ciathp de 1 fuo Cerne, purghi la flemma : & che fìa anchofa rimedio de ueleni. 0 IL licio, che nolgar mente fi tiene hoggi nelle fetiarie , è lietamente affai nelle fembiamp fue di fcoìiueneuole Licio, & fua ef da quello; che qui ne fcriue Diof :oride . Imperoche’l noriro non s accende, non è roffo di dentro, ne rifonde al gufar- ^amin* lo alcuna amaritudine . Il che dimorir a c(fere neramente contrafatto di piu, & diuer fi ficchi . Dicono alcuni , che fifa qucjìo,che è in conmime uf ) , delle bacche del liguriro: altri dicono di quelle della matricina: altri di quelle del fanguinel lo . 0/ altri di tutte quefie inficr/icmcìit e pelle . 'Nondimeno facciafì come fi uoglìa, è però cofa certa , che il nero nonf ci porta a tempinoflvi di Licia , onde s haegliprefo il nome . La pianta del Licio , di cui è qui la figura, mimando già di- fognata, & colorita di Dalmatia Batifta Balejìro feriale, & diligenti (limo, femplicifla . .Ma la pianta uiua ( per dire il uno) io non la nidi giamai , & fe ben non manca chi dica, che fa ella piu prclìo fìnta , che uera , nondimeno uendendo noi, che fi confa molto bene con la hifloria del Licio, non habbiamo uolutoper le parole dicofloro f latitarla del noriro 0 giardino ,fin tanto , che non comparifca alcuno , che ne porri piu nere piante del Licio di Licia, o di Cappadocia , oue di- ce Diofcoride , che nafee il Licio . Bjtrouafi anchora in Italia una altrapianta , laquale nonpoco f rajfomiglia al Licio , & quefia mi fu primieramente mandata da Verona da M. Francefco Calcolar is feriale , & femplicifla effer citati fimo. La cui imagine è qui folamente dipinta , accioche ciafcuno , che uiporrà l’occhio ne poffa dir il fuo parere . Ma qual fa poi quel frutice [pinofo chiamato Lonchite , da cui fcriue Diofcoride , che in India fifa il Lieto , fin bora non ho io cogni- tionc a cuna . Mancandone il Licio , fi può in fuo luogo ufare la morca dell’olio cotta in uafo di rame , ouer amente i fo- nine n. pcrcioche cofiritrouo io effere la dottrina di Diofcoride , come fi può chiaramente uedere , leggendofene à luoghi poprijU loro hffioria . Scriffe del Licio Galeno alv il .delle facultà defemplici , cofi dicendo . La Tixacantha è al- Licio feriti* I ™irnoJ° j ài cui fi fa quel medicamento liquido chiamato Licio, ilquale ufano per gli liuidi, per le infiammagioni del di Gal. occa, del federe, alle ulcere formicofe , putride , & c ontumaci , alle orecchie che menano marcia , alle fcorticatu- o i panaricci delle dita. É nelle facultà fue difeccatiua , & comporla di fuflan\e di dìuerfe ferie , chiamate da Gre °£enee • quali l una e di parti fonili compofìa,calida,& digefliua,& l’altra è frigida, & terrefìre,da cui ha n urna colti ettiua. Ma quefia qualità nel Licio è neramente poca : perciochc piuha egli del digefìiuo , & del difec - S catino , 206 Difcorfi de 1 Matthioli L I C I O. catino 3 nel che afeende nel fecondo ordine : & ritrouafi nella calidita fua quafi temperato dicamento in uarie , & diuerfe cofe . y fatilo dico , come afterjiuo , alle ulcere maligne ,<ù , à ifìufiiflomacbali, difenterici}&feminili , Tfafce queflo Lido ab ondantifs imamente in Licia3& Cappadocia : IMI loy che nafte in India , è neramente piu ualorofo . Et al primo degli andotì diceua t che molto diffidi cofa e cotiojc itero & fmeerifìimo Lido dal contrafatto . Ma hauendomi il Lido , il qual chiamano i Greci pixacantha, ciò °JJ Boflo , & fua fpinofo 3 ridotto d memoria il Soffio, non mèparfo fe non bene di recitarne qui l’biftoria . E adunque il boss o y ta a tutti notifima : pcrciocbe nafee egli in tutta Italia copiofo . Troduce foglie di mirto , ma minori , piugrojf> r uerdi, & ritondette nella cima . Verdeggia fogni tempo >ne mai perde le fr ondi . Et però è pianta molto corMn 11 hittoria a ognitempOfUemaiperae lep’onai, zi perù c i teffere fj> altiere ne giardini , & tramenare i luoghi l’uno dall’altro . Fa il fior uerde , & il Jeme rofiigno , ma à tutti gli animali . In Cqrfica crefee egli grofrsifrimo , con fiore non diftretgeuole , onde procede che il mele ha de yo . ’Nafrce uolentieri in luoghi freddi, & aprichi , la materia, del legno è in pregio , & rare uolte fi ritma af Nel primo li b . di Dìofcoride. LIGIO ITALIANO. alerone, che nelle radici .-nel refio è di polita metter in, & commendabile per la durerà fua , & parimente perii ‘Z® c/,e gittata in acqua non ni Mn tir lU^nefub‘t0 alf°nio ’ ne manco Inueccbiandofifi tarla . Et quantunque (per quanto fcriuono gli antichi) mia egli ufo uenno neUa medicina ; non mancano però alcuni contemporanei , che miliono che il Solfo fia [ifief- KS!Ti0ZZZ,rZZZSMÌt^TM^olmmcCm^e,Ae^^^"^mo>iÌKkdecettio rin~ gn0 7 HofimafeliciUimamente, beendoft, il malFranccfe . Ma quantunque fi poteffe ciò concedere alla lie- Cani ’!md‘”‘e"0n0nmfarefocaiSnoraHailtrederecheilBofibnofirod’^ cofa medefma con illegno lo nmèi b™fTl'U'!a’C°neneUerM C murie Amato Lufitano . La cui opinione come nana , &fiiocca, volo a - a ^ cfcr,e‘ucctt‘,Utl‘l > ’»edlcl ■ Imperoche il legno del GuaiacoèneUa fuftamp. fua graffo , & ra- nlslZm ° T0 eben°‘ dlf‘‘f0U MM°’ & “mar0 ‘ Le 1mliì,uM nonfiritromno, ne mai fi ritroueranno J ■ Oltre a ciò il Guaiaco ( per quanto narrano coloro , che rihanno itedute le migliaia delle piante nelle Indie oc- S 2 cidentali) Sciocca opi- nione d' Ama- to Lufitano. 2 0 8 Difcorfi del Matthioli BOSSO. cidentali ) produce le fiondi fintili allapiantagine 3 ma piu breui , piu gr offe 3& piu dure : i fiori gialli ,& i frutti gf°lfl c0 me noci . Et il Boffo fa le fue piu breui del mirto , i fiori uer degni 3& il frutto roffigno, niente maggiore di quel del nudo» Onde parmi che in manifefìo errore fieno uer amente tutti coloro 3 i quali fi credono 3 che il noftro Boffo Italiano fui i tee defimo , che il Guaiaco 3 come moltamente fcriuc Amato Lufitano . Ma quanto poco pefchi egli al fondo nella fata * & cognitione de femplici 3 conofcerà agevolmente ogni candido lettore3 che leggerà la nofìra Apologia contra di uu parimente il numero grande degli errori 3 che ha fatto egli nelle fue enarrationifopra Diofcoride3manifeftati danoine fine della predetta Apologia, Ma perche il goffo mi fa ricordare bora dell’ E vonimo di Theophraflo 3 noi in Tofcaìia chiamiamo Silio : & altri Bufar o3 per effcr il fuo legno nel colore filmile al Boffo 3 & parimente ft0 ^ poco i firn frutti, non hopoffuto lafciare di non defcriuerne qui lafua hìfloria . Hor dico adunque che l' Evonimo f Jt condo che ferine Theophraflo all ultimo capo del ter^o libro delibi fioria delle piante ) è uno albero cofi grande coìti ^ Melagrano 3 con foglie quafifmili > ma maggiori della Cbamedapbne ; molli come quelle del melagrano. Cmincia*jj^ Nel primo lib.diDiofcoridc. 20 $ EVONIMO. mire ilmefe di Settembre , & fiori/ce la primiera,. facendo i fiori del colore de He mole bianche, ma di cattino, &fa- J ‘dìofoodoìe . llfiutto con la feortpte filmile alle ftlique delSifamo ,fe nonché fi diuide in quattro parti . Mangiato ?«ito di I befliamigli ammala , come fanno anchora parimente le fiondi, lequali (penalmente ammalano le capre, fe preo confi purgano con l Mnocho . Tutto queHo dell Eitonimo feriffe Theopbrajlo , Onde confiderando io le note di jrj f,ma’ mi riduco à credere , che l’Euonimo non fi a altro, che ilnoflro Silio, ouero Fufaro, cofi chiamato per far- ine e miglior fifa , che adoperino le dome , per filare . Et tanto piu mi riduco à credere , che cofi fi a, quanto io fio per f t0’ che ,ln°Iiro silio è molto contrario al beftiame , & che rigira di faflidiofo odore. La lifeia in cui fi etto cono ifuoi mti, I quah hanno hfcorqt rotfa>& di dentro fono gialli , (come dicono le nofìrc donne ) fa panando fenda teflaica B:iT l°n ne^cl u*a ^farfarella del capo}& ammala i pidocchi . La materia del legno è pallida , come quella del Theo r 7>l C°^lgraUC 1 716 c°fi dura * Tarmi che eni non Poco il Trag°> volendo egli- , che quetta pianta (ìa la Zigia di °P Yi -v o , nonhauendo con ejfafmilit udine ueruna . Chiamami Greci il Lido , Avwv : i Latini Lyciwn : gli jLrahi Nomi. S $ Hadhadh 3 Difcorfi del Matthioli f!adhadh,Hadad, Kiklem, & Telrgharag- llBoJJopoi chiamafi da i Greci Tbfyti da i Latini Buxus, l Euonìmti (%, mm gl'italiani Silio,& Fufaro ; & i Tedefcbi Spiri del barn , . Dell’Acacia < eap. C XII II, L 'Ac a ci a nafce in Egitto ; & è ijno jarbufcello fpinofo, fi folto di rami, che non (ì diffonde in , ali-o . Produce il fiore bianco , & il feme limile à i lupini , chiudo ne i baccelli : del quale lì (pre- me il (ficco , & leccali all'ombra . Quello , che li fa del maturo, è nero: & quello dell'immaturo rol- feggia . Lodali quello, che tende alquanto al roffo , & che è odorato, quanto porta l'acacia. Cauan lo menni l’acacia cuni , (premendo inficine le fi ondi , c 1 feme . Nafce anchora di quella fpiaa ung gomma . Ha » eia ujrtù, di riftrignere , $c di rinfrefeare. Il fuo dicco è conueneuoje alle medicine de gli occhii Nel primo lib. diDiofeoride 2 r i «fona al fuoco facro , alle bugance , alle ulcere ferpiginofe, à i pterigij delle dita . Beuuto, & meC- fo ne crifteri , ferma i fiufsi delle donne , rimette la madrice dislogata, & riftagna i flufsi del corpo. Sana , applicato , le ulcere della bocca : & riduce gli occhi , che cleono del fuo luogo: & fa neri i ca- pelli. Laualì nell'acqua, poluerizato , per le medicinede gli occhi, tanto cherimutandogliela fpef- fc-uoite retti chiara nel fine : & coli pofeia fe ne formano i trochei . Brufciaiì, mettendola nella for- nice in un uafo di terra crudo , quando fi cuocono le tegole . Brufciafi anchora fopra à gli ardenti carboni, foffiando continuamente . Fumentanfi le giunture fmoflè conia decottionedituttala pianta . Della fua gomma quella è eccellente , che è rattrata in fe , à modo di uermini , & che è tra- iparcnte , come il uetro , & non legnofa . Lodali dopo quella , la bianca : ma quella , che è fordida, IO limile alla ragia, è inutile. Ha quella gomma uirtù diriempire, &diferrare i pori della carne. Spegne l'acuità delle medicine , mefcolandouela. Empiallrata inlieme con uoua , non lafcia fare le ACACIA SECONDA. 212 Difcorfi del Matthioli uefeiche alle coture del fuoco . Nafce un’altra fpetie d’ Acacia m Cappadocia, & Ponto , lacjuak come che fia limile a quella dell'Egitto ; nondimeno è di pianta molto piubreue, pm i twl&.piu*. nem & piu folta , & piena di (pine . Produce quella fiondi Umili alla ruta : fa il feme 1 autunno nei baccelh, minore delle lenticchie , producendone fidamente tre , ouero quattro grani per baccel- lo . Il fucco di quella è anch’egli coftrettiuo , ma molto meno efficace dell altro , &per le medicine de gli occhi è inutile . Acacia, & fua CHIAMA l’albero , che produce l'acacia ,TheophrttHo al i 1 1. capitolo del mi. libro dellhiflork dtk . ^ .. » -r n ■ . 7 . . .1 PV !\ *1 Pt? t lift fi PrroH-n ...1 CHIAMA tau>tro,aKfrouau»kPAm.mtt^fr<- „ piante , femplicemente Spina ,xofi dicendo . Ladina hatalmm per ejjer albero per tutto frmofo eccetto « / lio’ in cibai preteriti dì modo che fi ne fanno trauiper lì tetti lunghi dodici gombitì . 1 \itrouanfine due frette, bmcaciol, & nera ■ la bianca è debile, & facilmente ft putrefa : m 1“ nera è piu robufta,&pm ferma, & non fi tarla . &mpe,i è in uro per lefabnche delle nani : nel che uale, àfar, le, cojìe. loro, & per ferrare, le congiunture del corpo ■ynenfie però in troppo grande alte na . ■ Produce il fio frutto in baccelli , come fanno i legumi : il fiale «fino gli bah, tato r, in cambio di galla per conciarelc cuoia . Il fio fiore è cofibeUo affretto , che, fi ne firmo le, gh, riandò Ificolgonloim- dici per e fere anchof utile nelle medicine . 'Nafce da queHo albero anchora una gomma , la fiale diJhlUperfeflefra, & parimente per arte , intaccando la feorfi confino . fitrounfi di quelli alberi gran copia, & ueggonfene gran bofebi nel territorio di Thebe . La materia del legno è dura , di color ceruleo , come e anchora il loto. Quefio tutto ieUa Ma- Hiftoriadi Pii eia feriffe Theophraflo . Col quale accordandofiTlinio .nefcrijfe anchoregli dxi I. capodelxxu n-libn.cofi ^ aio. dicendo . E' ancora la fiina della Macia albero, che nafce in Egitto , nero , bianco, & uerde; de i quali e il mie ilm- aiiore . 'Nafce parimente in Galatia , piu tenero , & piu fino f i . Il feme è in tutte quefie ftetie fmile a quello delle lai- ticchie , ma minore di granello, & di baccello . Cogliefi { autunno : percioche colto auanti , è troppo ualorofo . Il fuco fi (freme da i baccelli, bagnati prima con acquafiouana, & pofiiapeHi nel mortaio, & meffial torchio : condenfafipm al fole & f affette trocifci . FaJJ'ene anchora: delle fiondi , ma meno neramente efficace. Vfino il feme in cambio di galla per la concia delle cuoia . Vituperafi il ficco delle foglie , & il nero che fi fa in Galatia, & parimente il troppo refio . Qge- fio fucco chiamano i Greci Acacia . In luogo della quale ufano i moderni medici 3 & comprano gli fetidi il fucco delle primole fanatiche condenfato in certe lamine 3 come tauolctte 3 al fole : percioche la nera non (i porta a tempi nojtnm Succedanei del Italia . Hanno le medefmcfacultà deli Macia le fondi del Ebu , il quale noi chiamiamo S omacho:& parimente illi- 1* Acacia. qu0YCì c\Kf fa delle fendi del Lentifco , & l’hipocifìo3 come apertamente teflifica Diofconde • onde affai piu conueneuo- le farebbe ufar quelle infuo luogo 3 che altro . Immagine dell'acacia della prima fpetie , che qui fi uede3mi porto da Con fiantinopeii il Signore jluger io di Busbeke Fiammengo , Mmbafciadore già al gran T ureo per l imperadore Ferdinan- do3 la quale , neramente fi raffmiglia cpn tutte lefue note alla Macia legitima 3 & nera . Imperò che la pianta intera, di cui habbiamo pofò qui un ramo falò 3 ha il tronco non diritto 3 ma Storto 3 ricoperto da nera corteccia 3 con i rami , & ramofaelli tutti carichi di pungenti fine . Vroduce le foglie quafi tonde 3 grandi come di pero , ma ucnofe difopra 3 m- di3& bianchicci , & di fatto faliginofe 3 & all' intorno per tutto intere , con nerigno picciuolo . I fiori poi porporeggia- no . & kfilique, che ne nafeono fono fìmili à quelle de i Lupini . & fa ben dice Diofcoride 3che i fiori dell Jcacia fono bianchi , nondimeno fariuendo TheopbraSlo,& parimente Vlinio , che le fpetie d’acacia fono duc3 cioè la bianca , & a nera, io mi riduco ageuolmcnte à credere , che la bianca facci il fior bianco 3& la nera porporeo : & maffimmentefer i uendo Theophraflo, che il fiore dell'acacia è belliffimo da uedere 3 & che però fa ne fanno le ghirlande ,• impero c ie i co lorporporco vagheggia molto piu all’ occhio , che non fa il bianco . Oltre à ciò è dafapere, che chiama Serapionc agoni 40 ma, che produce l’albero ddl\Xcacia 3gommaMabica , perportarfi ella d'Mabiaprouincia uicina all Egitto . Mae però da papere , che la gomma Mabica delle fpetiarie è affai differente da queHa . Imperò che quella non e [mie ai 1 tratti uepnicelli 3 ma è granellofi 3 & di diuerfi colori , ciò è 3 come di faccino, come di t opatio , come digrìfapatu h co me di berillo . il che neramente corrobora il ueder noi mancarne l’acacia : percioche queslo arguifee , che ne mane 1 an chora la fia gomma , con la quale ,fe quefiafuffe la nera 3 fi ci portar ebbe fen\a fallo alcuno anchora l J-cacia ,pcn molto b fogno, che nhabbiamoper la compo fittone della theriaca . Et imperò fi può ageuolmente concludere ,oc ajjai differente fia la gomma della Spina Egittia dalla commune gomma Mabica . La nofira adunque reputo io neramente effe r quella, che chiamano i Greci femplicemente gomma. Tfella quale credenza m’ha indotto Galeno: percioche a v delle f acuità de femplìci , cofi diceua . La gomma è ma lagrima congelata, & condenfata ne tronchi di tutti quegli c ri, che la producono ; còme fi uede anchora la ragia in tutti quegli alberi , da cui difilla . Oltre à ciò , eh ella fia disecca 50 tiua,e mollificatiua , è cofa certa . &. imperò è ella medicina delle afferità, & delle ruuide^e. La qual dottrina anno ^ manifestamente , che la gomma cofi femplicemente chiamata da i Greci , fia la nostra gomma Mabica • La qua e f> quanto fi può giudicare , è un mefauglio di piu gomme d’alberi. Di che ne danno manifesto indicio i uarij colon, 0 uarie forme , che fi ritromno particolarmente nelle fue granella . Et uedefi , che Galeno chiama femplicemente gomma tutte le gomme de gli alberi , che non producono ragia . Tal che non è d’accettare ilgiudicio di coloro, chef ere > che ogni uolta che fi troica fcritto ne Greci autori gomma femplicemente , habbiano intefo di quella della Spina Egtttia- Oltre à ciò ,fono alcuni altri , che fi fono imaginati douere ejfere la gomma della Spina Egittia quello che chiarma gomma di Draganti ,per effer nelle fattele fue frnile à uemicelli . Il che molto piu fi gli conuerrèbbe , quantunqu chor quefta non fia , come al fuo luogo diremo . Galeno alv il* libro delle compofitioni de medicamenti in gene/ W ma la gomma del( Macia , gommaThebdica forfè perche ( come fcriue Theophraflo ) nelterritorio diThebe c. - £ Mu'i'ore C-cba uafieubondantiffima . Manonportandofl l'acacia ( come poco difopra dicemmo ) fi può molto ben credere , c jean^ ^ :lU,o repr° 4 ra la fua gomma non fi ci porti . Fece della gomma dell’acacia memoria il Siluio bicorno de noflri tempi Errore d’alcu- Nel primo lib, di Diofcoride. 2 r j ffltttw la trancia chiariamo , nel feto libro della natura de [empiici mendkamcnti , cofì dicendo . Della gomma dell'a- cacia non fece mentione Galeno , otte trattò dell , Acacia nel v I . libro de [empiici , come non fece poi anchor mentione alcuna dell'Jcacia nella Spina Egittia s oucramente strabica , cofi chiamata folamente da Diofcoride . Dal che [t può concludere, che l Mcacia,& la Spina Egittia , ouer amente Arabica fieno alberi in Egitto fpinoft, & l’un dall'altro dif- ferenti . Quelle tutte fon parole del Siimo . Ma per miogiudicio non fi può qui il Sìluio feufar d'errore ; imperoebe ap- pejfo ì Galeno la Spina Egittia nonèalbero,maherbafimofa,di ffietìe di Cardo , coke è anchor a appreffoà Diofcori- de , [tirile alla Spina bianca , la quale chiamano gli Mirabi Suchaa . Et pero faria fiato non poca fiioccherfgà di Galeno, d barn fatto mentione dell Acacia in quel luogo . . -L’ altra Mcaciapoi, la qual nafceìn Cappadocia , & in Tonto, A"ci;l con fiondi fintili alla ruta , & di cui e qui la figura , ni e fiat a quello anno mandata da alcuni mìei amici. Et perche fi ite- ^ IO de chiaramente, ch'ella rapprefenta quella, della quale ferine Diofcoride , non ho fe nonpotuto credere, che quella fia Ulcgitima Acacia della feconda ffietìe . Imperoebe ella e fp inofa , ha foglie diruta ,& il feme minore delle lenticchie in alcuni baccelli piccioli , & capaci al piu di quattro granella , algufto cofirettiue . il colore de ì baccelli è come d'oro , mimo chcnel fole filendono , comefefuffero dorati . Tge mi rimouerò da quella opinione fino à tanto che io non uedrò la pianta, laquale fi crede I MnguUlari che [tal M cucia. Imperoebe non fono per rimuouermi folamente con il tefiimonio delle file parole . lece dell' Acacia mentione Galeno al\ l. delle [acuita de [empiici, cofi dicendo . La pianta del- Acacufcritu l'jcacia è acerba , & parimente il frutto, & le fiondi. Il ficco, lauandofi, diuentamen ualorófo , & manco mordace-, Gll‘ pcrciocbc perde per lauarfi l'acutegga. . Quello empiafirato in qual fi uoglia parte del corpo, [libito ladifecca,& laridu cc inficine : ma nonperò iti Inficia alcun Pentimento di caldo, ne dì freddo , che ualorofamente fi fenta . Ter il chefi'conofce cjfer medicamento freddo, &terrefire,cdlqualefiritrouamefchiataanchoramiàeffen\aacquea.Et imperò è da flimare, 1.0 chele parti [tic non fono fintili ; ma batterne nife alcune difierfe calide , & fiottili : le quali fi feparano per il lanario . Et perciò fi può dire effere dijeccatim nel tergo ordine, & frigido nel fecondo , quando cianato , & nel primo quando è pu- ro. CbiamanoiGrecilfilcaciaA’mrlii.-iLatimMcaciaigliMrabi^lcbacbie. DelVitice. Cap. CXV. -iL vit.ice, il quale altrimenti fi chiamaagnos, & parimente lygos, èpianta, checrefcein J albero. Nafce in luoghi afpri, &inculti, apprettò alle riue dei fiumi, Scnerenaide torrenti. Hai rami lunghi, & malageuoli da rompere . Produce le frondi comed'oliuo, ma piu tenere. Enne di due fpetie : una ciò è , che produce i fiori bianchi , poiporeggianti : & l’altra del tutto por- 0 porri , &il Teme filmile al pepe . Ha uirrù , & facultà calida , & coftrettiua Il feme beuuto , gioua al morfio de gli animali uelenofi , & conftrifce à i difetti della milza , & à gli hidropici . Fa abonda- reillatre, & prouoca i meftrui, beuuto con uino al pefo duna dramma . difiecca lafperma, otfen- de la tetta, &prouoca ilfionno . Ladecottionedelfeme, &delle frondi uale, fedendofiin effa , alle infiainmagioni , & altri difetti dei luoghi naturali delle donne. Il feme beuuto con pulegio, applicato , ^profumato , prouoca i meftrui : unto , leua il dolore del capo : & diftiilafi à i fethargi- ci, & phrenetici intuì capo con olio , & aceto . Le fiondi (parte per terra , & parimente fumenta- te, cacciano gli animali uelenofi : & applicate, guarifeono i morii delle ferpi : impiaftrate con bur- ro, & fiondi di ulti , nfioluono le durezze de i tefticoli . Il feme applicato con acqua , mitiga le fiflìi redei federe : & aggiuntoui le frondi , cura le giunture fmoflè , & le ferite. Credelì che i mandan- ti «1 che portano in mano un battone di uitice, non fi fcortichino per il cantinate in alcuna parte del corpo . Chiamali da i Greci quello albero agnos , ciò è callo : imperoche le donne , che o&ruaua- no caftità ne r facrifici di Cerere appretto à gli Athenielì , lì faceuano i letti delle fi ondi del uitice . Chiamali lygos , ciò è uenco , per eilcre i fuoi rami molli , & arrendeuoli . IL vitice, che uolgarmentcfì chiama Mgno enfi o , e in Italia notijjima pianta, & come tefiifica Tlinio al ix. Vince, onero capo dclxxn II. libro, è di due [pene cbianco ciò è, & nero. -maggiore, &minore. Crefceilnero.il quale è il a8n° ™i*0> & maggiore , alla grandezza delfalice : & il bianco , il quale è il minore , è piu folto di rami , & piu farmehtofo , & ha le f" 1 el&m‘ fine fiondi bianche, & lanuginofe. il firn fiore è mefehiato di bianco , & di porpora : & quello del maggiore è pur amen teporporeo . Fece , oltra di ciò memoria d'una pianta Theophrafio , all’mdecimo capo del quarto libro' della hiftória |0 Mpimtc, chiamata boti*** cioè Oliiiagno ; cofi denominata per effer in parte filmile aU’oliua, in pane al gno.cofi E1 & f dicendo . L'E A E A r N O s , onero ( parlando Italiano . ) L Oliiiagno è una pianta fiutticofa , non iiffimile dall' altre hiftória [pene de natici nelle foglie , le quali fono filmili di figura , ma modi , & lanuginofe .-fono i fuoi fiori come quelli del popo- lo bianco , ma minori , & fenga frutto uerrno . Jfafcene copio [amente [opra tlfole , che nuotano . Mafie quello fia il ue noi, ugno, che dice l' Magici Ilari d'bauerueduto inMbrurgo , non fapreìnepotreiio affermare , pernonhauerloio mai II educo in luogo uerrno . Ma diro bene , che nafce in Boemia ima pianta , laqtial mi pare , che corrijfonda con tut- te lefimglmngc aU'olìuagno . Impero che ella èfrutkofaconfoglìc di uitice molli, & lanuginofe, & inargentate dal ro «fi™ .Sfiori bianchi & piccolini digrado in grado fu per i rami apprefo à ipiccmoUdeUefoglie.d’odore non infoaiie, !yUa}e nafce m frutto qualche uolta , fe ben dirado , filmile alle oline, ìlqualefe ben non ho io paffuto mai uedere molmgni di Boemia , l’ho uedutoperò in V iema nelgiardino dell' Imperadore [opra una pianta che ini fi ritraila, f0 nani fi , fiaccato ilramo di cui è quila figura. Dico adunque che io chiamo quefia pianta Oliiiagno per fomigliar ella nel e lurg jc &nelle foglie , Ijigno, & nel frutto l Oliuo , fibenfi io che non èl Oliiiagno di Tbeophrafio.ejfendoilfuo vi c><ó fenv^n frutto ,fe pero TheopbraJ} o nonfìfujje ingannato , onero che quel tejio non fia fiato corrotto , come in molti Ducorfìdel Matthioli V I T I C E. molti altri luoghi fi ritroua . In Boemia tengono quefia pianta per il nero olino: onde io la chiamo Olino Bocmico . £ d, Vitice ( fecondo che ferine Galeno alvi, libro delle f acuità de femplici ) calido & fecco nel terreo ordine , & di0tih ga molto fottile , alguHo acuta & coftrettiua . Le uermene non hanno alcuno ufo nella medicina : ma il f etite, & lofi011 di fono dinatura calida , & fecca , & di fottile fuHamp . Imperoche cofi dimoflra il loro ufo , & il fentirf algufto acii fi , & cojìrettiui i fiori , le foglie , cl feme . Mangiafìperò il feme ; ma fcalda cofi apparentemente , che perciò caufi do lorenelcapo . Mafriggendofi ( imperoche cofìfi mangia con gli ultimi cibi) nuocemeno alcapo . Caccia la uentofitd del lojlomaco , ma molto piu il fritto , che il non fritto . Costringe il feme genitale 3& gl'impeti di Venere , tanto mangiti9 fritto , quanto crudo , Il medefmo fatinole froridi,& parimente il feme: di modo che fi crede, che non folamente mangiti? dofenc , o beendofene facciano gli huomvni enfi ; ma anchora giacendouifi fopra • Et di qui uiene, che in jlthene ne ifi frificii fi Cerere le donne fi fanno letto di tutta la pianta : & di qui anchora gli uiene il nome d'agno , che altro iionn fetia , che ceffo . Dalle quali putte cofe è manifefio , fe ben ci ricordiamo di quelle (ofe che fono fiate dette ne i corniti & Nelpnniolib.diDioicoride. 21 j tai difopra , che l’agno ficalda, & infamemente di ficca, & caccia piu di tutte le cofila uentofttà . Ma che fia egli com pojlo di par ti fittili , lo dimoHra manifieHamente la f acuità delfino operare . Imperoche è cofia ragioneuole il credere , thè il nocumento , che fa egli al capo , non procede piu dalla moltitudine de uapori , che fi generano da cfifio , che dalla calidita fia , & dalla fiottiglier^a delle fiue parti . Imperoche fiepotejfie egli generare (piriti ucntofi , gomfiar ebbe fien^a. dubbio lojìomaco , & prouocarehbe il coito , come fia la ruchetta. Ma nonpotcndo egliprouocare il coito, come lopuo probibire ; è neceffario , che fiaccia queflo , nel modo che lo fia anchora la ruta ,ficaldando ciò è,& difieccando . Benché m e egli pari alla ruta ,ma alquanto piu rime fio , per efier la ruta piu calda , & piu fiecca . E' differente anchora nella wijlione della qualità , & fiacultà infieme : imperoche il fieme del Vitice , & parimente i germini hanno un poco del co- J Tettino ; ma la ruta fiecca è notabilmente amara & acuta ; come che la fircfichafiafiolamente amaretta . 7s Jonpero ha eh annerita ò acerbe^a : & fie pur par effe ad alcuno , che ciò uifiuffe , neramente non può efifier fic nonpQchiffmo ap- parente , ejr molto difpari da quella , che fi ritroua nel uitice . Il perche molto piu confierijce il fieme del uitice alle dure jj- Nonjit Difcorfi del Macchigli „ del fegato , & della milga , & alle loro oppiktioni , eh f non fa lama . Palli adunque, che fifa per bora cmfiktt, che il Vince fin calido , & ficca , non mediocremente , ma nel ìer%o ordine, & di parti compojlo molto fittili . chi aén que conofierà quello , & ui aggiungerti il methoio del curare , ntrouerì in che modopmochi egli i meShui , nollU i le durezze , &inchemodo ficonuenga nelle laffitudini . Tutto quefto delfiiticefirifie Galeno. Chiamami Gmiil 'riùe ì'ytaf&nn^iiLatini^gms.rfiexlSdixamerinatgliMabiFamancheH.Samancheft.&Bengiech^, il imlgo ciglio caflo : li Tedefihi Scbajfs malie , 6' Keufihlamp .-gli Spagnoli Gaudio cafio , Del Salice. Cap. CXVI. IL salice è albero uolgare. Le cui fiondi, feme, corteccia, & liquore ihanno uirtù colta- tiua . Le frondi trite , & beuute con un poco di uino , & di pepe , uagliono à i dolori de i fianchi: SALICE. Nel primo lib . di Diofcoridé . 217 f le con acqua non lafciano ingrauidare le donne . Riftagna il Teme, beuuto , lo fputo del S tolte che fa parimente la fua corteccia . La cui cenere macerata in aceto , guarifce i porri , & i {lTC'he s’impiaftrano con eflà . Il Ricco delle fiondi, & della corteccia cotto con oliorofadoin caUl’rio di melagrano, gioua à i dolori delle orecchie . La decottione d'amendue gioua per uia di «“I 5 o alle podagre , & mondifica la farfarella . Cogliefene il liquore , intaccandogli la cortec- tiitnent f ■ oduce q gore . & ritrouafi poi congelato nelle intaccature : & è utile per tut JimpecL’enti, che offufcano la uifta. QPaNTVNQVb Diofcoridé non habbia trattato del Salice , fe non fotto una ffietìe ; fono nondimeno ( come ’b i da Tbeopbrajlo alxm. capo del in. libro , & da Vlinio al xxx v 1 1. dclxvi. )i Salici di piu, & diuer Ver cicche alcuni crefcono in tanta procerità , che d'ejfi per tutta Lombardia fi fanno pertiche , & pali per le ■U jltrinontantó crefcono , mafonodi ben giallo colore , & fi fendono per legarei cerchi delle botti, &quefia ^'ìiimaU* Catone Salice Greco . Mtripoi fono piu fermi , dei quali fi fanno cette alla gr offa, per ufare in uilla . / 1 ' f "’lmentefono di tutti i piu fittili , chiamati in T ofcana uenchi , di cui fanno i panieri . Tutti hanno le foglie oli- ^ ' d‘ Copra uerdi , & dal rouefcio bianche . Tre f mo i fucchi del Salice recitati da 'Plinio al ix. capo del xx 1 1 1 1 . uarl ’ mbora che Diofcoridé faceffe mentionc folamente d’uno . De i quali l’uno rifudaper fe fiejfo dal tronco a modo !, J m • l'altro dall’ intaccare , che fi fa nella corteccia :& il ter^o cola dai tronconi, quandofigli taglianoirami nell’ autunno . Tlpn ritrouo , chi dica della fua (puma bianca , la qual dopo il disfiorire fi uede in graffi fiocchi pendere da "tuoi ramufcclli,& portarfìpofeia dal uento per l'aria à modo di piume. E ' il Salice albero, che prefio sinuecchia . Ba- [ r con Milita grande nella decottione del falice , meffia in una tina , coft calda quanto bafiaperfar bagno , coloro "° ^ linciano à diuentarc gobbi . Impero che fa rifoluere quello bagno mar auigliof amente i tumori . Mettonfi lefo - / ' a • ielle lauande , che fi fanno per far dormire . Beendofi la decottione del Salice , ouer amente la lifeia fatta con la fua cenere fa fiaccare le fanguifughe , onero magnatte dalla gola , quando fìfuffero beute inauuertentemente . Spargonfi le foglie utilmente intorno a i letti de i felicitanti . Il legno del tronco per effer tigliofo , & leggiero , s’adopera per far tergile , & rotelle , & parimente per far barili da uino . Fecene memoria Galeno alvi, delle f acuità de femplici , cofi dicendo . Toffonfi ufare le fiondi del Salice per confolidare le ferite frefche , & fanguinofe . tafano molto i medici anchora i fiori negli empiafìri refolutiui : imperoche fono cofi ualorofamente difeccatiui , che non contengono mordaci tà alcuna ; come che habbiano alquanto del cofirettiuo . Sóno alcuni anchora , che ferbano il ficco fremuto del Salice , come medicamento difeccatiuo , & non mordace , per molte cofe . Il perche fappi , che tu non ritrouerai medicamento no alcuno piu corniamole àmolt e cofe , che quello , che ritenendo alquanto del cofirettiuo , difecca fetida mordacità alci* - J° M,come benijfmo dimofiraremo nell'opera delle compofitioni de i medicamenti . La corteccia dell’albero ha le f acuità medefime delle fondi, & parimente de i fiori ; quantunque fa ella alquanto piu fecca , come fono generalmente tutte le feor^e; & però s’abbrufcia , & nfift in tutte quelle cofe , che ualorofamente dif oceano . Conuienfi adunque à i calli , & à i porri , che pendono , chiamati fornice , fattone cmpiaflro con aceto . Oltre à ciò f rno alcuni , che intaccano la cor- teccia de Salici nel tempo , chefiorifeono ,&nc ritolgono un certo ficco , & ufanlo pofeia à tutti gl’impedimenti , che offufcano la pupilla degli occhi , come medicamento aHerfìuo , & composto diparti fottili . Et però fi potrebbe quando pur fuffe tale, ufare anchora in molte altre cofe . Chiamano i Greci il Salice i Latini Salix : gli ^Irabi Bulef, Bhulles, Saffaf, onero Chalif: i Tedefchi , Fui den, & Felbingcr : li Spagnoli Sal\e , onero Salgueiro : i Frante fi Saulx. Dell’Oliuofaluatico. Cap. CXVII. LE fiondi dell’olmo faluatico , il quale chiamano alcuni oliuaftro,& altri oliuo di Ethiopia,han no uirtù di coftrignere . Trite, & impiaftrate medicano il fuoco lieto, i carboni, l’epinittide,le ulcere ièrpiginofe & corrofiue , & le reduuie delle dita . Fattone linimento con mele, fanno cade- tel’efcara de i cauteri : mondificano le ulcere fordide : nfoluono i pani , & le infìammagioni,appIi- cateui con mele . Ricongiungono la cotenna del capo fiaccata dall oilb : & mafticate,uagliono alle ulcere della bocca , & mafsime de i fanciulli . Il che fi Umilmente il fucco , & la decottion loro . Il lacco Ragna applicato, il flulfo del lingue , & i meftrui delle donne . Ripercuotèì & prohibilceru- ue de gli occhi, & fimilmentele puftule, &prohibifcei catarri, & le ulcere di quelli:& imperò fi met j0 te utilmente ne i colliri, che fi fanno per le corrofioni delle palpebre . Il modo di ricorlo è cofi . Pe- ftanfile foglie, &pefte fi sbruffano di uino, ouero d’acqua piouana, & Ipremonfi. Seccafipofciaal fole il Ricco, & faniène paftelli : ma è migliore,& meglio fi ferba quello, che fi fpreme col uino , che quello, che con l'acqua . E'buono alle orecchie ulcerate, & à quelle, chehumigano, & che menano marcia . Impialtranfi conueneuolmente le foglie con farina d'orzo ne i fluii! ftomachali . Brufcianfi le fiondi, & i fiori , accioche la loro cenere fupplilca in cambio di Ipodio, mettendole in un uafo di terra crudo coperchiato, & bene illutato alla bocca , & lalciandole dentro , fino che nella fornace fi cuoca il uafo . Spengonfi pofeia con uino, & ritornanfi impaliate con uino un’altra uolta à ricuoce- re . Lauali pofeia la cenere nel modo , che fi laua la biacca, & fanfene paftelli : imperoche none que ita cenere men buona nelle infermità de gli occhi, che fi ila Io Ipodio , ma è da credere, che habbia- (o uirtù medeiìma. Hanno le uirtù medefime le frondi anchora cofi brulciate dell oliuo dome- hco, ma non fono cofi efficaci : & però , per non eflere elleno coli forti, fono piu conueneuoli nel- le medicine de gli ocelli . La fpuma , che Rida dal legno uerde dell’oliuo faluatico , quando fi bru- T feia. Salice, & fua hiiloria. Virtù del Sa- lice . . Salice fcritto da Gal. Nomf. 218 Dilcorfidel Matthioli OLIVO SALVATICO, foia , fana la rogna, la farfarella, & le uolatiche . Et i noccioli delle oline iànano, fattone linimento, la farfarella, & le ulcere corrofiue, & ferpiginofe . La midolla del nocciolo fa cadere le unghie cor- rotte,& fcabrofe, applicatati fopra con graflò,& con farina. Delle Oline falate, & condite , Cap. CXVI1I. LE oliue condite, pefte,& applicate, nonlaicianoleuare le ucfcìche nelle cotture del fuoco. Mondificano le ulcere iordide . Lauandofi la bocca con la iàlamuoia ftrigne le gengiue,& »er' ma i denti finofsi , Le oliue frefche, che nel colore rofleggiano , auanti che fi maturino , ion° piu utili allo ftomaco,&coft tingono il corpo .-male nere, & ben mature, fi corrompono piu tecj. i mente, & nuocono allo ftomaco, offendono gli occhi , & fanno dolere il capo. Secche, & fattone li- nimento, fermano le ulcere, che uanno pafcendo,& rompono i carboni , ^ Nel primo li b. di Diofcoride . 21 p Dell’Olio delle oliue fanatiche. Cap. CXIX. LOolio, che fifa delle oliue faluatiche , tenuto in bocca , &lauandofela con elfo, conferifce al- le gengiue putride, & inhumidite : ferma i denti fmofsi: & adoperato caldo, uale à i catarri, che dilcendono allegengiue : ma bilògna applicamelo conunpocodi lana auuolta in itila cima dello Itile infino à tanto, che diuentano bianche . Del liquore, ouero gomma deH’oliuod’Ethiopia. Cap. CXX. LA gomma dell olino d Ethiopia e limile alla fcammonea , rolla, condenlàta in minute goccio- le,& mordace . Quella, che raflembrandoii all'ammoniaco, & alla gomma uerdeggia,& che nó morde , è ucramente inutile . Diftillane di quella filmile à quella anchora da i noftri oliui tan- OLIVO DOMESTICO. T 5 to dome- Oliui faluati* chi , & loro ef» famin. Lefpetie degli oliui. Modo di con- ciare le oliue in falamuoia. Inimicitia tra l'oliuo , & la quercia. Gomma d’olir «1 faluatichi. 22 0 Difcorfìdel Matthioli to domeftkhi, quanto faluatichi . Vale quella ungendofene, alle debolezze , albugini ,& cicatrici de eli occhi : prouoca ferina, & i roeftrui . Meifa nella concaulta de i denti, ne toghe efficacemente il dolore. Connumerafi quella tra li ueleni : prouoca il parto , Planala icabbia, & le impetigini. Chiamali quello oliuo d'Ethiopia anchora oliuo laluatico . Della Morca dell’olio , Cap. CXXI. LA monca è la fèccia dell'oliue Ipremute , La quale cotta in un uafo di rame di Cipi o inlìn che li fpefsifca come mele, è collrettiua,6i è nelle uirtù Tue in ogni effetto limile al licio . Ma uale particolarmente con molta utilità a i dolori de denti , applicata con aceto , ò con uino , ouero 18 con uino melato . Metteli ne medicamenti de gli occhi, & in quelli, che fi fanno per collipate i pori della. carne.Inuecchiandofi diuenta piu ualorofà. Metteli nelle ulcei e del ledei e utilmente, in quel le de membri ujrili, & de luoghi naturali delle donne . Cotta con olio omphacino alla fpifsitudine del mele 3 circondandone i denti guafti 5 gli fa cadere. Vnta con decottione di lupini, & chame- leonta , Tana la rogna de gli animali quadrupedi. Impiaftrafi calda la freica, non cotta, utilmente alle podagre, & altri dolori di giunture . Vntone unapelle , che habbia la lana,' & applicata à gli hi- dropici, rifolue l'enfiagione. Essendo gli oliui, le oliue, l'olio, la gomma degli olmi , & la morca tutte cofe,& frutti d'una medtftnui pian- ta, non ni è parutofuor dipropofitofemerne inftememente,& cofi fodisf are à quanto farà dibifogno d ciaf ima 10 pane . H or dico adunque che li oliui tanto faluatichi, quanto domefiichi , hanno le foglie lunghe , & nella fine ap- puntate, grò f e, graffe , difopra uerdi,& da rouefeio bianche, al gufo amare , & alquanto agrette . Fiori fono gli oli - ui il mefedi Giugno, & di Luglio , con fiori quafi fumili à quelli del Sambuco , ma piu piccioli : & ingrappoletti,da i qua linafeono poi le oliue prima uerdi , dipoi gialle , & por por ee, & in ultimo nere . Colgonfi il uerno del me fi di Vouem- bre, & di Dicembre . Imperoche in T ofeana non fi maturano piu prefio . Diflendonfì poi che fon colte, nelle cafe , neigta n ai, fin che s imp affi f cono, & dipoi fi macinano nell oliuiera . & fi mett ono allo flrettoio in certi fiacchi tondi di giunchi, & bagnanfi con acqua calda mentre che fi (premono . & cofi fene caua l'olio . La materia del legno è bella , dura , ere - fpa,& uenofa,& meffanel fuoco arde cofi uerde , come fecca • Ifafcono i faluatichi nel contado di S iena, & in uarij al- tri luoghi di Tofana abondantemente, come anchora inDalmatia,& in molte ifole del mare Adriatico : ma molto piu piccioli de domefiichi ,ffinofi , & di piu hreui fiondi . Le oliue loro , delle quali fe ne caricano fen\a mifura ,fono affai 39 minori delle domefiiche , ma al gufo affai piu faporite . F annone manifefiamentefede i tordi , i merli, & gli Homi: im- peroche affai piu uolentieri mangiano le faluatiche,che le domefiiche . Cufiodifcono i nofiri contadini , che fi dilettano d’uccellare., quegli oliui faluatichi dagli augelli con grande arte, fino che le domefiiche fieno del tutto ricolte : oue po- feia col uifeo prendono una infinità di merli, & di tordi tutto il mefe di Decembre,& di Gennaio. Tochifono in Tofa- na, che ricolgano le oliue faluaticheper fare olio : imperoche t abondanga delle domefiiche fa , che poco s apprezzinole faluatiche . Bj trono appreffo à gli antichi dieci f irti d oline , cioè lepaufìe, le algiane, le liciniane , lefcrgie, le nenie, le calamine , le orechie, le regie , le circite,& le mirtee : benché Vergilio folo di tre forti fcriueffe: come neramente a tm pi nofiri non dipiu , che di tre forti fe ne ueggono in Tofana , & majfme in quel di Siena . Delle quali , quelle della pri- ma forte, come che fieno prodotte da i piu piccioli oliui ; fono nondimeno di bella,& notabile grojfe^a, filmili alle Bolo- gnefi . Mangiaufi quefie acconcie in falamuoia,ne i cibi : conciofia che per fare olio fono del tutto inutili . Le feconde bel- 4° le & di grafferà, & di colore ( anchora che fieno deUe prime affai minori) fono le migliori , che fi ritrouino per fate olio : imperoche lo fanno aureo, dolce, chiaro, & faporito di tutta eccellenza . Gli oliui , che le producono ,fi chiama ■ no uolgarmente oliuafte, fa c emmo difopra nel capitolo dell'Acacia ) ch’ella fìa la gomma Arabica , che sufa nelle fpetiarie . & altri , eh ellapa & gomma Elemì . Ma dimofira imamente, che la gomma dell’ oliuo Ethiopico non fìa la gomma Elemi,ne ^ra^a>t^( 22 1 Nel primo lib.diDiofcoridc. Sritronare , che alcuna di queHefia algufto mordace , & ulcer atiua : &per uederjt , che quella , che chiamiamo uolgar mente nelle fpetiarie gomma Elemi , piuprffto e una ragia, óuerodiquòre pródotto da qualche à noi incognito albero f or re limile al pino > all'abete , onero alpeg^o, che fpetie di gomma di forte alcuna. Imperoche al fuoco , co fi come fanno (altre ragie }fubitu fi fondet& fi liquefa tutta come cera . Il che non fa alcuna forte di gomma ,fe prima non fi liquefa jnfufa nell'aceto , ò nel nino : percioche altrimenti facendo Jubito s abbrufeia. Bjtroua.fi anchora un'altra forte di goni - m d' olino > che nafee (come ferine Tbeopbrafio all v I u .capodel 1 i li. libro dell'hifloria delle piante) intornoalma . . J . .uaJì/'i ttov vi fi /utyiiìYP 1 Hl/lll Api. r,1Yl nouentoiìtà. Vagliono mangiate ài morii de gli animali uelenofi. La loro decottione, & quella de i gufei loro , beuuta con latte di uacca , uale contra al tolsico . Trite crude , & impiaftrate , miti gano le infiammagioni . Pelle con grafeia di porco falata , fi conuengono alle malefiche durezze , àmalefiche ulcere . Quelle de gli elici fuperano in uirtù quelle della quercia . Il Faggio , & l'Elice ficonnumerano nelle ipetie della quercia , & fono di coniimile uirtù . La corteccia delle radici del l'elice, cotta nell'acqua fino che fi dis tàccia, & meflà per una notte in fu i capelli , prima purgati có Cimolia , gli la diuentare neri . Lefrondidi tuttepdle, giouanoalleinfiature, de fortificano, le parti debili delle membra . SONO altri alberi affai, oltre alla Quercia , all Elice ,& al Faggio , che abondantementc producono le ghiande ; Alberi ghian- come i Cerri , i Soucri , le Ifchie , le Fanne , & i Ceni foueri fanno fede in tutta Tofcana , & ifletialmente nelle ma diferi , & loro rame noflrc di Siena, & per tutto il patrimonio di [orna ; otte nelle [due alle lor ghiande s ingraffano infinitiffimi bra * clkmin- tbidiporci . Ma perche IpSt uocabolo Greco , il quale noi interpretiamo quercia nel nottro uolgare, ferite uniuerfalmen tt&da quercia , & ai ogni altra fietie d’ alberi ghiandiferi, comprefe Dio floride fotto queflo uocabolo tutte le fle- tte ielle piante , che ne producono le ghiande . Et imperò diffe egli nel principio del prefinte capitolo: Ogni quercia ha «irti coflrcttiua ; quafì udendo dire : Ogni pianta ghiandifer a è cottrettiua . Il che da ad intendere effi-Juetto capito- li immune à tutti gli alberi fopr adetti. Ma ènonpoco da marauigliarfi ( diceua Tbeopbrafio alivi II. & EX. capo La Quercia tótenp libro dell' bittoria'delle piante) chela quercia, oltre alfrutto ,producatante altre cofi . Imperoche ellagene udite forti di galla , una picchia ,& l'altra nera , & ragiofa . Genera anchora uri altra cofi fimile alle more , ma mol- ‘“Cr ‘ (» ima , & mlageuoliffma da rompere ; benché rare mite fi ritroui . Mppo ciò una altra co fa fumile al membro tarile ; 0 hqtule crcfcendo alla perfettione , genera nella parte fuperiore una durerà pertugiata, fimile allatefia d’mftoro, intuii dentro un ceno che fimile ad un nocciolo d'oliua . Traduce anchora quello , che alcuni chiamano pelo . quetto i una pallottola piu dura d'un nocciolo , tutta circondata da cena lana morbida : laqualc.ufano per i lucignoli delle lucèr « ■ percioche brufeia ella ageuolmente , & bene , come lagnila nera . Troduce parimente una altra capigliofa pallot- tola , ma inutile , quefla nella primauera toccandofì , òguttandoft imbratta d'un ceno fucco come mele . Fa oltre à ciò tirale cmtmtà de rami alcune pilule finga picciuolo , maconcaue, oue elle figgono. &quefle fono uniucrfalmente communi à tutte le quercie , & di diuerfi colori . Imperoche in alcune eminenti concauità biancheggiano , ouer amente fono amate da nere macchie . Genera anchora una picchia pietra rojfa , ma rare uoltc . Troduce oltre di queflo una al pdula piu rara , di foglie rauuolte in fi ttejfi , lunga , & ttiacciata . Sopra alle foglie poi fama altra pilula bian- u,& acquofa , mentre che è tenera , qflfrefia : la quale ha anchora alle uolte dentro afe mofebe , & crefcendo bone io mente s indura .come le galle picciole li file . Lafcio di dire de fanghi , che rnfiono attorno ,&apprefJo alle radici : ptioche quelli ha ella communi con tutti gli altri alberi . T acciomi anchora il uifchio per effer anebor queflo commu- « ai altre piante . Ma nondimeno ( come è flato detto ) èia quercia m’albero, che produce affaiffime cofi . Tutto que- T 3 tto firijfi Virtù Quercia. Faggio : confider. 222 Difcorfi del Matthioli V EROI A. ttofcrijfe della quercia T heophraflo . Onde non è da dubitare , che tutti quefìi parti non h abbiano il fuo ufo nella vie i fina. L’acqua lambiccata nel bagno con lambicco di uetro dalle grondi , quand o nel uenir fuori f mo tenerifsivie ,JM della beuuta , i flufi hepatici , rompe le pietre nelle reni , & cura i flufri bianchi delle donne , Dafii mcdefwwnente d ere con giouamento manifeflo , a i difenterici 3 & nelli (futi del [angue . Jqon mancano chi la dieno nelle febri peftilentiah^ per ualer ella non poco contra li ueleni . T enute le foglie frefche della Quercia [opra la lingua , curano gl ardoì i de o maco . L’ acqua piouana, che retta nelle concauitd delle querele uecchie ,fana lauandofene, la rogna ulcerata • hef 11 lefue c apiglio fe fintili à i ricci de caflagni ,fecche & trite inpoluere riflagnano ualorofamente : ilperchefono efficaci^ : fua fimo rimedio contra ifruffr del corpo .fonoinfomma da ufarfempre.oue fìabifogno dirittagnare. llFaggioficoWÌ mera anch'egli nelle frette delle piante ghiandifere , anchora che il fuo frutto, non h abbia forma , ne figura dig ]ian^ 'Produce il faggio le foglie della grandezza di quelle del Carpino, ma piu falde, piu carnofe , & lifeie, ^ il frutto fuo poi , il quale in T ofeanafi chiama Faggiuola : è di fuori tondo. , hirfuto , & fcabrofo di gufeio : ^entl’^ Nel primo li b. di Diofeoride . 2 2 faggio. Ville ,1 flutto triangolare , coperto da ma piu fittile, & lifiia corteccia , che roffeggia nello fimo , come quella del- nC‘fTe; \amcU* , Che m Hi dentro , è dì dolce , & di grato Jaf ore ima alguflo nel fine affai coflrettiua . E cibo mimo la faggiuola a, ghiri: mperochc nolentemente tinge affano con effa. Onde al fio tempo mfmitiffmi fi ne pren a*l ^.f^UefiuediCarniola, di lìtiria, & di Carinthia: douefiueggonolamattimritomarc ìuiUaniconfic- * Tr * UmIÒl“ n°tU ‘ TMCe l“faSSÌMU anchora moko i ' topi ■■ &peri quando nè abondanna,i, cu- li iti >m d,lonSmìu,P‘‘ef“nfeSmt 1 dalla natura à pafierfine nelle filile . Mangiatila uolentierì anchora lifcoio- ChiTnr r ’&altref°rti d’auSeUi ■ ^eciu Corneli° ^lóffandro , che offendo da i nemici affidiate il castello di 1 t, Jr,,’ [ottenendo laffedto gli habitatori , dalla fame filo confi faggiuola, le fiondi del Faggio maittea- pirfm “lle m‘dattie delle gengiue, & ielle labbra .-pejle , & applicate , corroborano le membra , che fono Hm r- acenere delti faggiuola brufeiata, utilmente s adoperai far linimenti , per tirar fuori le pietre delle reni. MpoièMlgarifiimo albero in T ofiana , crefie in bella proceriti .con la corteccia che iielroffo nereggia .Lama- T 4 feria < Elite, &fua hi iìoria . Difcorfi del Matthioli E L I C E, Uria del levno , la quale è molto ferrata , & dura , nello f curo roffeggia . Lefrondì , le quali fempre fon uerdi Joì1^' _ x (ICÌl li d quelle de i lauri ; ma di fotto biancheggiano 3 & fono di fopra ajfaipiu ruuide : &per intorno appuntatamente < tare . E' l'Elice di due fpetie , l’uno con le foglie per intorno fpinofe , & l'altro fenici fpine . Di quefio n è piena tutta^ fcana , e£* di quello fene uede una infinità in Spagna . fece dell'uno , <& dell’altro memoria Columella al terrp capo fio libro delle cofe della mila coft dicendo . Toffonfì dare molto bene à i Buoi le foglie del fico 3 pofjendofcne hauer ^ ^ pia . Quelle dell’ Elice fono migliori di quelle della quercia > intendendofperò di quelle che non fono fino fe . lmpm quefìe non uogliono mangiare i beftiami , cofì come non mangiano quelle del Ginepro : & però errano mani) et ^ coloro i quali confidati f )pra l'authoritq di Tlinio 3 & di Thcophrafìo 3 non uogliono che fta Elice legitimo qM 3 ha le foglie fpinofe . Le fue ghiande fonpiupicciole di quelle della quercia > &piu rufliche . In Tofcana e il fuo carbone : conciofia che oltre al tenere un fuoco tutto uiuo 3ft dice chel fio uapore non offende punto U te^ tonfi utilmente le fuepilule roffe , le quali oltre alle ghiande produce „ trite con qceto in fu le ferite frefche > & ^ Nel primo lib. di Diofeoride. occhi fangumofì . Cormumeraft nelle fpetie dell'Elice anchora quella pianta 3 che ferine Theophratto alxvi. capo del S]"^^boero fetyp libro dell bi/lorici delle piante 3 chiamarli in i Arcadia smilace f quefia non è il T affo 3 che fi chiama ancho- ra fmilace , del quale fcrijfe Theophrajìo al x. capo dell iflejfo libro ) ma non ha foglie per intomo ffinofe 3 come ha l'Elice: da cui è anchora differente 3 per altre diffomigliamp . Imperoche la materia del legno dello fmilace non è co fi falda , & ferrata infìeme , come e quella dell elice 3 ma rara3 & tenera nel lauorarla . Sono alcuni 3 che uogliono che Errore de alcu- lo fmilace 3 non fa altro che l'Elice che non bade fiondi jpinofe 3 ma effendo il legno dello fmilace molle & non duro 3 co- ni * me ferine Theophrajìo 3 & quello dell Elice forte 3 & robuflo molto , non può effer uera la opinione di costoro . Fecene memoria Galeno alni, capo del v I . libro delle compofitioni de medicamenti fecondo i luoghi tra li rimedij dell'ugo- la ) con quefle parole . ‘Piu ualorofo di quefli t la decottione delle fiondi 3 & delle bacche del mirto } delle mele cotogne 0 nonmatare 3 & de germini teneri dell elice 3 dell arbuto 3 dello fmilace , & del faggio. Sopra quesloluogo dubita il Errore del Cor Cornario come fa poffbile 3 che lo fmilace ( imperoche egli intende del taffo , ò di fua fietic 3 ilquale è da.tptti tenuto nano- SOVERO PRIMO. - ^ 226 Difcorfi del Matthioli terudenofo) fi metta da Galeno mlirimedij dell', .gola . Tepori, altro fa eSlideteminarefi^adJUodébio,llm ^cbenonnafiendoiltafifo ( come eglifiperfiuadp ) per tutto uelenofo, iwgha quitti Galeno , chefidebbatordi quello, Z 11 è uelenofo . Mafie fior fi il Cornano bauefiepm accuratamente lato Theopbrafio , & mtefiolo , p„m, ch!mltt irrcnun ' 7 . L*i.VphUr vitmu/j.iio effer ancbcralo CìnilacetrtivlialhprinUi^j: Sontro j & Tua medio halrebbe dichiarato Galeno . percipchc egli baurebbe ritrattato ejfier anchora lo fimlace tiragli alberi gh, imO. ~ .... a» nli filtri . ptf manta aroario conveniente ai diretti dell ugola , Il Soveriì hiftori* . medio baureuueaiciìiar(ii.u^^,^.rc.l r , - ,.r . , „> , u . 0 feri dr comumeratotra lentie de gli elici, &piantapropmcomemcn,eai difetti dell ugola . I Sqveeo di letto & di fiondi è filmile all elice : m mai perde anch’ejfio le fue fiondi , quantunque lo megbi ThecphraSlo : tufo la fr orerà mMina , ne orefice tanto à un gran pespv , quanto fa l elice . Chi ha cairn, iato da Baccano adorna , ntpuo rendei ifiai buon tefimonio , per > itrouarfene dietro 4 quella strada infinitifiim piante . Veggonfiene duejietie, m 1 foolieuiu lunghe , & piu acuminate ,&( altra con ajfiaipiu bratti , &per intorno dentate , come quelle dell Elia, 1 Ltna nafte nel territorio, dì Hpmt, copiofijlima . quella, ^tenitmodiTira. 1 j; , come fanno gli altri alberi . Imperocbcfapendo la natura , che farebbe ficfijifijvqie notte agliaio, I, S E; V ERO SECONDO. « Nel primo lib . di Diofcoride. 227 CERRO S O V E R O. m*nteUo' '***&"$■ lc tortecele fue in piu , & diuerfe cofe domeniche , ma piu commmmenteè un ai f" aiperfare 0 pianelle : & da ipefeatori , da farne le palle > che lor tengono le reti , che nonuada- ° ' r° neJCYÌUe Tlki0 altyI11- caP ■ àel. X V 1 . lib. con quefie parole . Il Sonerò non è grande albero . alle unir ìanc?e> & poche . Ha la corteccia folamente grojfa , la quale fcortecciata rinafee , di modo che rare le I 1 ■ ^ ^ iec\P*edi Pe) °Sni uerfo . Ilfuo ufo è per l anchore delle nani , per le reti de peccatori» &per fer donne r ^ent€ m U^° ^uerno Per le cal^amenta delle donne . Et però non infacetamente chiamano i Grecite bio neìlp °f U^u j- e™ ’ $0n0 akmi 3 c^e c^amano il Souer 0 , Elie e f emina , ufandolo oue non fieno Elici in fuo fcam- Ik.Et ivr ^ a?™6 5 COmefanno intorno m > & Lacedemoni . X oh nafee in tutta Italia , ne al tutto in Gal- temo ■ - . C mc^efmo Uh?0 • La materia del legno del fiotterò ( diceuaegli ) non sinuecchia fe non con lungo tlbero '™meÌaPayimcnte k quercia , il larice y & il castagno . Quette tutte fonparole di Tlinio . E'anchora uno altro Phclloarys Ccr * mdir<*o> il qual per haucr fiondi di fouero , & la corteccia y& la materia dellegnofimile al cervo , chiami- ro f“saro* mo noi 22 8 Difcorfi del Matthioli ■ ■„ T*rrm* rmofaro , come parimente lo chiamarono gli antichi . Imperoche egli anchora daTheophrifo l :Z:Se territorio (L'Arcidoffio , & tifi** fiore . mano» potette fin la campare ( piantato menerà) iMguil- ZLLendone fatto egli memoria alcuna fagli alben gb.andlfen mentre che s affianca d, numerari, m. ti 'velluta la (corro del Sonerò , ben pokerista, con acqua calda , nHagna ( fecondo ^ Timo ) il faglie i, qual fi uoglìa parte del corpo : & brufciata in cenere , & he, iuta con nino caldo , mie a gl, (fiuti del (angue, pelli le uerdipeHe,& impiafirate mitigano le infiamagiont & aggwntom fogna d , fio, co falata cu, ano le ulcere wli- pello.ieucr p ^Li,jeiiP„hiandehanmleHÌnùmedefime,mafonopmcoslrettme,&pmcommtme. Fe- I) Alberi gtondi l ‘dm ivt. delie fachtd defemplici, cof, dicendo. Tuttekur Ghiande & Tue uircù. feri ferirti da Gaieoo. Nomi. t .e ^ ZchidelcoL-nelcheZeUoperUpinpanecom. «olendo alc,iLòchef,enoZcdZ^òdelmttod'dtrad,uerfarpe^^ LUoC venti, tauole , doghe , & cerchi da botti : ma per legna da fuòco fono del tutto inutili . bimano molto piu i ‘0 ^ montagne, che le pianure .-imperoche dilor natura f godono del freddo. Et per queflofiuede,cbemoltopiua $ - — o— fettentrione,& all'opaco , che altroue. Bjtrouafi creata dalla natura anchora un altra fretie di caj vagliene ftor£10r° *r orientali, delle quali non ritrouo ueruno cof delli antichi , come delli moderni fcritt ori , ( per quanto io n * . & letto) che n babbi fatto mentione . E' que sìa pianta affai alta, con foglie grandi,diuife come fono que e e ^ fei parti fino al picciuolo , il quale è affai fottile, & lungo . Fanno i l\icci nelle cime piu alte , cof grandi, c oMj Siri, di roffigno colore , ma conpiu dura, &piugrof[a cortecia . lecuijpìne ,fe ben fono rare, & poche, Joiioi no molto piu ferme , piu groffe,& piu dure , che quelle delle noflrane .Von hanno dentro piu duna caj agi J gj molto diffmile dalle nofirc , ma piu gr offa, & mal formata, lafcor^a della quale è piu gr offa & piu ferma ttoHri marroni & nerigna di colore , eccetto la parte dinanzi , con la quale fa attaccato al riccio, la qua e ìa ^ cbia biancha filmile a un cuore, come fi uede nel feme di quello H alicacabo, che ua inteffendo pergole & F,ie r A Cnttn ArCe. Atra Cconam fottlM* W“/, , , d- X 'UCtoMO, cne ua impano ^ y- A diremo poi nel quarto libro . E' adunque quefia fcor\a affai groffa, nehafotto.dife altra feor^a piu fotti <-> c * la caflagna , come fi uede nelle nosìre . Imperoche non èfe non una fola . La caH ugna e (ìnule aUe uo gaft t ^ ^ ^ ^ la cajtagna , comeji uede nelle nostre . imperoche non ejenon unajoia . i~a castagna ^ faeti»- medefimo fiipore , ma con certo dolcigno di piu , che le fa fpiaceuoli affai alguHo,fe però dalle fecchefe ^ ^ dicio . Chiamanfi in ConHantìnopoli cafiagne cauallinc, per giouar elle à i caualli bolfi,& che toffifeono, Ate flirti giare .Mandommene già da Confi antinop oli un ramo , coni rie ci pieni l'EccellentiJfmo Medico Guglie mo “ fatuità dejleff Fiammengo, infieme con u r- — c-.-j- ami* v^ifinir vilìaanonoleCaJ Agl > fogne, 1 aaionjiantinopon un ramo , coni ritti yicm ^0jjl altre cofe rare, come fi uede nel uolume delle noflre Epifiole . Ffijiagnano le ^ 0 ite i flufriftomachali , & del corpo , & uagliono a gli (futi del fangue . Tei le con > ^ «tr. évi Olii vunvCn rial rsiv, v^UliìnCn V i fhlufivi.n 1 P AuYPrr^P, iìpll.P. mammelle ,ÌmpÌA ,. me le fecchc, ualentemente i flufriftomachali , & del corpo , & uagliono a gli J putì del J angue . 1 « i . [0n fiale , s applicano utilmente in fui morf > del can rabbiof > . Vjfi iluono le durezze delle mammelle , imfiia > a ^ ^ > aceto , & farina d’orbo . Trouocano al coito , per effer molto uentofe ., Mangiate abondantemen ■ ^ Nel primo lib, di Diofcoride. 229 » CASTAGNE. fanno dolere la tefla: generano ucntofità , ftìtticano il corpo , & fono dure da digerire . Ma quelle 3 che sano - flifmofotto alla cenere 3 rimettono affai del nocumento loro ymangiate pofeia con pepe 3 & con fale touetr con zuc- chero. La feor^a interiore delle caflagne 3 che roJfeggia3 heuuta al pefo di due dramme con uino hrufeo 3 ristagna tutti ìfhijfi grandi del corpo 3& parimente gli fiuti del [angue 3 & con il pari pefo di limatura d'Muorio rijlagna anchora i meflrui bianchi delle donne 3 &. ma/fimamente beuuta con acqua di fiori di nenufaro bianco . Scriffe delle Caflagne Galeno al il. delle [acuità de i cibi 3 cofi dicendo . Le Caflagne tengono il principato tra tutte le 3 farti delle ghiande > & quefie fole tra tutti i frutti faluatichì danno nutrimento al corpo degno di memoria . Ma è però d auertirc 3 che fe ben dice qui Galeno , ch'elle danno copiofo nutrimento ; non però fi lodano nei cibi co- rdimi . Tei ‘cioche 3 fecondo che pur riferifee effo Galeno allibro della dieta fottìi e , mangiandofi le Caflagne Uf- fa*0 amftitc ycner amente f itte 3few.pre fono cattine : & molto piu, 3 quando fi mangiano crude . Il che parimcn- V te Difcorfi del Matthioli CASTAGNE C A V ALLI N E, Nomi. te confermò egli nel libro de cibi , che danno buono cattino nutrimento . Chiamano ì Greci le Caflagnc i Latini Cajìanea ; i TedefiU Kajlen : i francefi CaHaiguet : & M**" pesti Sfagneti, Delle Galle. Gap. C XX II II. LA Galla è frutto della quercia , di cui fono due fpetie : una la quale chiamano omphaci£e> F ; dola, ma rugofa, come i nodi delle dita, falda, & non pertugiata . Lodai! per la migliore1 ^ phacite , imperoche è la piu efficace . Hanno amendueuirtù grandemente coftrettiua. Tute polucre, rifoluono le fuperfluità della carne, riftagnano i flufsi delle gengiuè , & dell'ugola, dano le ulcere della bocca . Il lor nocciolo leua il dolor de i denti , meilo nelle cauernolità di quel li. Brufciate in fu i carboni, fino che fieno bene affocate, & pofeia lpente con uino,ò con aceto,ouc- to con falamuoia acetofa, ftagnano il (àngue . Sedendoli nella loro decottione , è efficace rimedio à far ritornar la madrice diflogata , & à riftagnare i flufsi di quella . Macerate con aceto , oucro con acqua , fanno i capelli neri . Applicate trite con uino, oucro con acqua in forma di linimento, oue- ro'oeuute , giouano à i flufsi difenterici,& ftomachali . Debbonfi quelle mefehiare con i cibi , oue- ramente cuocere intere in acqua , infìeme con qualche altra cofà conueniente in limili malattie.In fomma fono da ufare le galle à Itrignere, à fermare, & difeccare, doue fa di bifogno. LE Galle fono notìffime , & uolgari : & fon prodotte , fecondo che dice Timo , da tutte le piante , che producono le ghiande . Tsfifcono optando il Sole efee del fegno de Gemini : & quando fon tocche da troppo caldo ,ftfeccano , V 2 & rejìano Nel primo lib. di Diolcoridé. GALLE. 23 Difcorfi del Matthioli & r diano nane . le querele in Tofana producono oltre alle ghiande , ancboraGalle di due forti , maggiori cioè, & nori.Lemaggiorifon^offccomenoci,leggiere;&fongofe.Lemmorifongroffecomenoccimle,crefa te ■ & fon quelle , di cui è l’ufo nelle tentone , & appreso coloro, che conciano le cuoia , chiamate da i Greci propria- Opinione falfa mente omphacitiii . Onde pdrmi, che di gran lunga fingami il Cornano udendoceli fofienerenefaicomenfmj def Comario, fatti h opra i libri di Galeno delle compofttioni de medicamenti fecondo i luoghi tanto nelprtmo, quanto nel vi, libro, c bt legnile omphacitidinon fieno altro appreso Diofcoride , & Galeno che le amila ouero coppette , tri cui fanno fìtte, & ferrate le ghiande .-fondandofifopraìm teflo di -Paolo Egineta nella cura della difentena , doue fi ntrouano faìne, de- ferhtendo egli un criftero , quejìe parole formali, ^w*x/JW Mrwyims.&i Li ai mnerfa i tmfom » -ns faìs I nt il /Sopa-Bf pgàriaj. Le quali parole coft rilieuano nella noSlra lingua . -Prendi omphacidi abbruciate . Sono qitej le quelle concauità, in cui nafeono le ghiande delle querele , che fono in ufo per conciar le cuoia . Bone non mole egli che fi legga lo omphacidos , ma omphacìtidos , mutando cofi la lettione di Paolo alfuofentimento . Dal che pofeia determina [eco, che altro nonfta appreso à i Greci la galla ompbacitide , che quella coppella , in cui smcajfano le ghiande . Et coft Hatuifce di non uoler rimouerfi della fua opinione, fe prima non gli fia dimoflrato da quatch’mo, che quefto luogo di Vado fu cor rotto : ouer amente che ippmJ'o:, cioè omphacidos , apprejfo à Paolo fia nomefusìantmo ,& che non denoti altro, che quello, che Plinio chiama c alice, & il uulgo cupida di ghianda. Ma neramente non poffofe non mar ambiami, che il Cor nario, il quale ho io altrimenti fempre /limato col tefiimonio de gli fcrittì fuoi, huomo d’acutiffmo ingegno, & dì giudi- ci,,grande ,fi fia ingannato in ima cofa cofi chiara . Imperochefe Paolo non hauejfe faputo, che quefto mcaholo Gre- co ompbacis , per ejfer in rariffimoufo fuffe à molti incognito, come dimoi Ir a effere anchora fiato incognito al Cor- nano , non gli farebbe neramente fiato neceffario di dichiararlo per circor.locutione, come egli fece, quaniodijfe , clic le omphacidi erano quelle concauità, in cui nafeom le ghiande delle quercie, che fono in ufo per conciare le cuoia : come lo fono anchora à tempi nofìri . Imperoche la Valania de cuoiai non è altro, che coppelle di ghiande . Che oltre à riè non intenda Paolo per lagnila ompbacitide, le coppelle delle ghiande, quelueramente nefuo fare nero tefiimonio, ditegli ferine nelvil. libro, doue trattando delle galle, & non delle ghiande , ne delle coppelle loro, deferiue due forti di galla una , laquale chiama ompbacitide , pkciola : & una grande , che roJJeggia , meno ualorofa. Il che quanti à lui [enfine parimente Diofcoride , & Galeno : i quali non fcriffero mai (che iofappia) in luogo ueruni i de i loro volimi , che la gal la ompbacitide fia l’iHeJfa coppella della ghianda: per hauer eglino molto ben faputo (febea non lo /cjrfe il Cornarlo) che le ghiande erano differenti dalle galle non fola-mente in genere , ma anchora infpetie . Senapi che aggiungeremo anchora queflo, cioè, che non mi ricordo mai hauer ritr oliato che Diofcoride , ne Galeno , ne Paolo babbiano in luogo uerv.no ufato queflo uocabolo òy. dnLoe, cioè omphacìtidos , come contende ilCornario. Et . oltre à ciò credo neramente , che i Greci chiamino propriamente ìyiariSn , cioè omphacida , la coppella , in curila deli tro la ghianda . Quantunque il Cornano , & l’Mndernaco, il quale affaigoffamente, per mio giitdicio, traducendo Tao lo interpreta quella noce òytp&ulLa; per agreflo , amendue dottifiìmi nella lingua Greca, non babbiano compre fono cono- Inchioftro £- fauto tanto , E affi delle Galle omphaciti , gomma , & uinofinchioflro per fcriuere molto buono, in quefto modo . Trai- no. donfi di galle rotte groffamente once cinque , di uetriolo fipmano once tre , di gomma -Arabica once due , & di falerno dramma , & mette fi il tutto infieme inun boccale uetriato , & dipoi ui fìgitta f opra cinque libre di «ino bianco grande bencaldo, & ferafi dipoiiluafo , &mettefìlaflare per quindeci giorni contimi al fole, &iluernofimette doppiai todeSe Gaffe” forno , & ogni di fi mefcola -molto bene con una bacchetta.- Hanno legnile in fe quefla loropartìcolartiir- tù , che predicono ogni amo con ilparto loro la bontà , ò malitia dell’ anno futuro : pcrciocbe ferompendofi quelle, che gl fi ricolgono [ceche ,& nonpertugiate , nifi ritrovano dentro mofche , fignifica guerra ,fe ragni pefie,& fi vernini ca refìia . T\C fi maravigli alcuno , che delle galle nafeano quefìi animali : pcrciocbe nho ueduto io affaiffime udite la e]j>e- rìen-qa , & poche ò ninna fe ne ritroua , che pertugiata non fia, & che di già nanfe ne fia ufeito l'animale, che uinafee; che non fi ritroui pregna d’uno di quefli tre animali . La onde fi può dire, che la quercia prò duce frutto , & animale, il Galle fcritte da eh e fapendogli antichi noflripadri , non [empi caufa differo , che la quercia era confagrata à Gioue . Scriffe delle Gli- G aleno. leGalenoalvi i. delle [acuità de [empiici , cofi dicendo . La Galla, la quale fi chiama ompbacitc , è medicamento Mp lorofamente acerbo , & nella maggior parte terre (Ire , & frigido : con il che difecca, & ripercuote ifluffi ■ & oltre a eie coftrigne , & riduce infieme tutte le membra rilaffate , & languide : & irnientemente ripugna à tutti i flufsi ■ Ter il de fi può dire effere ellafeccanelterrp ordine ,& frigida nel fecondo . Ma l'altra , la quale è gialla , grande , 6 rlepgiei-i, e anchora eUa difeccatiua , ma tanto però meno dell'altra , quanto manco è partecipe di quella qualità acerba . Et wf f 50 rò cotta per fe fola , & impiaflrata , è medicamento nonpoco ualorofo à ì flemmoni , & alle rìlaffationi del federe . Cm cefi, oue fia dibifogno dipoco coflrignere , nell acqua; & doue di molto , nel uino .nel che tanto piu fi fa gagliardi , quanto piu il nino farà auflcretto . Quefla chiamano i nostri uìllani Imm-ella , ciò è galla vinaria . Oltre a ciò le Ga e infoiate acquifìano virtù di riftagnqre il [angue , dal che prendono del caldo , & dell'acuto . per la qual cofi firn ff fottili, & piu difeccatiue delle crude . Volendole adunque tu preparare per rijlagnare il [angue, mettile nel fuoco deu ui carboni , & come fono benifiimo affocate ,fpegnìle con uino , ouero con aceto . Chiamano i Grecita Galla KiwM éiomi. Latini Galla : gli MabiHafs , ouero Hafus . i Tedefchi Galloepffel, & Xychoepffel : i Spagnuoli Galliti ,& i Francefi Tfoix de galle , Nel primo lib. diDiofcoride ^ 23) DelRhu. Cap. CXXV. IL Rhv, cheli mette l'opra alle uiuande, chiamato da alcuni erithro, è un ferae d’uno arbufcel- lo chiamato coriario : pcrciochc coloro , che conciano le cuoia, lulano per iipefsire le pelli.Cre fo quello arbufcello fra i filisi d’altezza di due gombiti : con frondi lunghette, rofsigne, & per in- torno dentatecome quelle dell'elice . Produce il frutto racemofo , denfo , di grandezza , di quello del terebintho , ma alquanto fchiacciato ; di cui è molto utile la corteccia . Hanno le lue frondi uirtù coftrettiua, & fanno tutti gli effetti dell'Acacia . La loro decottione fa i capelli neri , & met- ti teli per la difenteria ne crifteri , ne bagni per federui dentro , & nelle beuande . Diftillafi nelle orec chic , cb.e humigano . Le frondi applicate con mele , onero con aceto , curano le cancrene , & i pte- R H V. 2j4 Difcorfi del Matthioli rioi delle dita La decottione delle frondi fecche fpremuta , & pofcia ricotta alla fpifsitudine del mele uale quanto il licio . Il Teme fa i medefimi effetti . Mettefi conueneuolmcntc ne i cibi dì colo ro , che pascono i flufsi difentetici, ouero ftomachaU . Applicato ne ilinimenti con acqua, prohi- bifce le infiaintnagioni, & le pofteme nelle rotture dell olla, nelle Lindezze del epercoffe &nel- le fcorticature . Leua l'afprczza della lingua fregatoui con mele . Stagna t flulsibiandu delle don- ne , & guarite le hemorrhoide , applicatoui con carbone di quercia; L acqua , douefiaftato prima quello teme in infufione, cotta , & condenfata , e piu efficace , die 1 ifteiTo fané. Produce quello arbufcello una gomma , la quale meflà nelle concauita de denti , ne leua il dolore . Rhu-i ouero So niacho,& fua eflam. Chiamasi il Rhu de i Greci , il quale ( fecondo che dice Tlinio all'x I . capo del X X 1 1 1 I. libro) non ha 10 nome alcuno in Latino , comnwnemente nelle fretiarie S omacho, uocabolo tirato dagli . Arabi , come fono ajfaijfi mi de di altri dà detti difopra . Impero che Serapione con tutti gli altri Arabici chiamano il Rhu Sumach . y furono il Mugli antichi in cambio di [ale per condimento de i lor cibi : onde Diofcoride nel principio del capitolo lo chiama Rhu, che fi mette in fu le uiuande . il cui coflume sofferua, per quanto hointefo ,finhoggiinSoria,& in Egitto ,douenafce il Rhu piu eccellente . Tf ifcene in Italia in piu luoghi in fu U pennino con tutte quefie note , che gli affegna Diofcori- de . Concianft con le fue fondi le cuoia di quelli eccellenti Cordouani , che chiamano S omachi dal nome di quefie fondi, conche fi fbefiifeono , & sìncreffiano . Oltreà cioèdafapere ,che quantunque fi ritrouino in G aleno, & fpetkl- Diuerfità nel felibro delle compofitionide medicamenti fecondo i luoghi , diuerfe ffietìe dì Rhu , cioè Rhu Soriano , Rk Tontico,rhudcicibi,rhudaconciarcuoia,erburoffo;nonperòper quefto fideuecredcrechequcllialberi,chelopro ducono , fieno l'un dall'altro diuerfi , uedendo noi. , che Diofcoride in quefto luogo nonfcriffefe non d'unfolo , come pari- 20 mente all' ottano delle [acuità de i [empiici , fece l'ifieffo Galeno . Ma è dafapere 3 che per il rhu dei cibi s intende delfe- me3 &per quello da conciar le cuoia s intende delle frondi 3& dei ramufcelli della pianta . Il che ben dichiaro ejfo Dio- fcoride, quando diceua . il rhu è ilfeme duna picchia pianta 3 la quale è in ufo per conciar la cuoia. Il che afferma fa- rimente Galeno al luogo fudetto . il roffopoi non è altro 3 che ilfuofeme mal maturo 3 in cui è fi acuità piucofhettm , chenelmaturoqmfidicolornero.llSorianopoi3elVonthoancora3quantmquenclfcanoin altre regioni ; non pero Errore de Fra- fono efii d'altre ffetie 3 che fi fi a quello d' Italia 3 & di Spagna ; come che forfè nell’ operare piu ualorofi . Et pero s w- ci3Sc di PUn. 'amano di grojfo i uener abili Frati de Roccoli commentatori di Me fue 3 àperfuaderfì , che il Rhu & Tonto firn d altrafte tie di quello 3 che ufarono i noftri antichi ne i cibi . Vel cui errore ritrouo parimente Tlinio, hauendo egli fcritto di quel- lo , con cui fi conciano le cuoia , appartatamente da quello , che era nell’uf i de i cibi . La cui dottrina feguitando forfeit Fuchfìo, fi credette anchora egli nel fuo libro delle compofìtioni de medicamenti , chefuffe ilRfiu di due forti, una desìi- fi nata alle cuoia, & Ulna alle cucine per l'ufo de cibi, non fapendo anchor egli ben la cofa. il Fuchfio medico ìionora- tiffirno, & dotto non contentandoli di due jpetie di l\hu imitando Tlinio ha ritrouato anchora la ter\a . Impernile nel fuo libro delle compofìtioni de i medicamenti ultimamente aumentato, & ricorretto , crede che il Rhu diSom. non foll- mente fia di ferente da quello delle cucine, & da quello con cui fi conciano le cuoia, ma chefiaunfucchio di uno parti- colare alborfcello di quel paefe , non hauendo però di ciò egli altro teftimonio , che l hauere letto , che Galeno ahi. li- bro delle compofitionide i medicamenti fecondo i luoghi mette in un certo medicamento il Rhu Soriano . Ma (per imo giudicio) il Fuchfio s inganna dìgrofo, imperò che non ueggio , ne manco mi pofo pervadere , che per hauere fatto Ga- leno in quel luogo memoria del Rhu Soriano ,fìpofa dire, non che credere , che quel Rhu fia d un altro albero differen- te dal noftro , ma ben mi pare , che fi pofii credere , che Galeno uoleffe hauere iui il S oriano , come piu eletto , & i mi girne j fapendofì hormai da ciafcuno , che i medicamenti nafeono piu ualorofi in un luogo , che in uno altro ,& piu ne - 4° le parti orientali , che altroue . Et fe ben Tbcopbraffo al xvi il .capo dell il. libro, fcriue effer il Rhu di due fette, mafehio cioè , & fi emina , & che l’uno è sìerile, & l'altro fruttifero ; non però fcriue egli , che l uno fia per l ufo e e cu cine, & l'altro delle cuoia : ma diffe che amendue erano per tufi i delle cuoia , percioche i cuoiai non adoperano i fine, Errore di Pie- mafolamente le frondi & i ramufcelli. TenfofiiTictro Crinito Fiorentino , come fi legge alvi i.capo del fuo tra tro Crinito. dellhoneHa difeiplina , che il Rhu, il quale mendofamente in Cornelio Celfo è f :ritto Rhos Syriacus,fuffe la Manna, t * fi. ci porta di Soria , penfandofì, che Rh°s lignifica rugiada : imperoche la Manna non è altro , che rugiada . Ter i errore fu agramente corretto dal Manardo da Ferrara , come ampiamente nelle fue epiftole alla quinta delpttvio diritta all’ifieffo Crinito fi legge , & fi uede . Theodor o Ga^a interprete di T heophraHo uolendofar Latino quejio no cabolo Greco Rhus, lo chiamò Fluida , alludendo al lignificato Greco . il che fu caufa di farmi errare negli altri comm ^ tarij per auanti ftampati , hauendo già per certo J\ limato , che altro nonfuffe la Fluida appreffo Theophuslo ,c ic qu 5 la pianta , la quale chiamano alcuni Lantana , delle cui radici fifa in alcuni luoghi il uifchio. Ma leggendo pojm y diligentemente il tefio Greco di Tbeophrafto , & effaminando non ferina cholera quefto nuouo uocabolo Latino flin Ga^a , riconobbi facilmente t errore. Onde par mi lecita cofa di dire bora, che la Fluida del Ga\a , non è altro, eie 1 J Rhu appreffo Theophrafio . & però nonpuo effer ella altrimenti la Lantana. Laquale (per mio giudicio) piupre) ° laburno & Tua moftra d’ effer ilv Ibvrno, per effer ella molto uencida, & arr endemie, facile à lafciarfi torcere . Infici oc n' - le dimoftra Vergilio effer il Viburno nella Bucolica , con quefto uerfo . Quantum lenta fi ilent inter uiburnq cuprefii . ,, ^ jqafce quesla pianta con rami della grò freisa d'un dito alti fino à due gombiti . Le foglie fon finiti à gli olmi, ma bianche, & piu pelofie , le quali per pari, & diftanti interualli nafeono fu peri rami a du &per intorno folio fottilmente dentate . I fiori fa ella bianchi àmodo d’ombella : da cui procedono pofem gl* ^ t del frutto ftiacciati, i quali nel principio fon uerdi, nel proceffo rofìi , & neri quando fono maturi . ^ dici nella fommità della terra di uifeofifiima corteccia : di cui alcuni fanno , come s’è detto , il uifchio • eflam. jfliOÌ Nel primo lib. di Diolcoride . VIBVRNO. ifuoi rami cofi uencidi, & arrendevoli 3 & parimente le vergelle 3 che Infuno commodiffimamente i villani perle-* gare ifafci di qual fi itogli cofa . 'Nafce nelle fiepi 3 & nelle macchie , & altri luoghi inculti . Con la nofira opinione tie- ns il Quelito non f riamente per effer quefia pianta molto uencida , & arrendevole , ma anchora per che in Francia ritie ne il fuo propio nome . Imper oche ivi volgarmente datuttifi chiama Viurna 3 toltone vìa fittamente Uh. Tfon man- cano anchora alcuni che vogliono che il Viburno fia certa fpetie di Ginestra , la quale chiamano i Calabrefi Fa- ma, fondando fi folamentc nel nome. Ma io non ritrovo ragione alcuna che m induca à credere , cheVergilio chiamale la Ginestra Viburno 3 battendo la Gineftra il fuo proprio nome. Mitri vogliono che il Viburno fia que- lli pianta pofiadi fopradanoi per la ThiUìrea 3 per effer quefia uencidifìima 3 difortechehoggiin Fomaftne fanno Io nei giardini le (palliereJ& fate ueftono le fiepi &le capanne . Ma ritornando alla pianta tenuta per il Viburno da noi, dicochelefue foglie fono affai cofirettiue 3 & acerbe : & però uagliono à confermare i denti fmofìi 3 & à ristagnare i delle gengive , fc cocendofi con foglie d'olivo nell’acqua 3 & nell’ aceto, sufapoi la dicottione per lauarfene fpeffo la V 4 bocca . Viburno ,& l'uà hiftoria. 2 3 (3 Difcorfi del Mattinoli bocci eargarkaftilmedemoattlugolarilapta.&àiflufidelgargqttile. Il fi'™» acerbo, & Manti chef, marni Cecco , & fattone polwc fi da utilmente à bere in tutti ifiufi i del corpo. Fafii dette feerie dette radici macerate [otto ta- ra , & dipoi cotte , & pelle la pania per pigliare gl’ augelli . Le foglie cotte netta lifeia fanno i capelli neri , & fermane Rhu fcrittoda quelli che c ■afeano . Ma del Khufcrijfe Galeno all'v III. libro dette faadtàie femplici , co fi dicendo. Il GakD*‘ ramofculofc , ha urti cottrettiua , & difeccatiuq , & imperò l' ufano i coriarij à riSlrignire,& difeccare lepeUitU mai effetto fi chiama pianta da cuoia. Sono oltre à quefto in ufo ài medici primamente ifuoi frutti, & è il firn futa ut- r amente molto aufìero . Et imperò èquefio medicamento di quelli, che difeccano nelterqp ordine , & infrigidifconoiitl fecondo . Ma battendomi il Rfu onero Somaccoriiotto à memoria ilCotino , chiamato volgarmente Scotano,perm- ciarfi con questo le cuoia, nonmanco, che con quello , noifho poffuto tracciare di non farne qui mentirne, &iì non darne la figura . E adunque il Cotino,con cui fi conciano le cuoia quafì’per tutta Lombardia , & Marca T pianta folta , confati pur api , 6~ foglie quafi come di Terebinto , ma alquanta piti tonde in cima , &piu larghe , d C O T I N o. ; Nel primo lib~, di Dioico ride. 237 n!ì o fintamente conjlrettiue , con un nonfo che dell' acuto : & d'uno odore quafi come di Galla ; crefcono ì filili aitai - tmf ferii fin di due ò tregombiti ,grofsi un dito , quantunque fi trouino di quelle piante , che inalberifcono all’ altera d'ìiììo Intorno , & molto piu , con ilfuHo groffo quafi come il braccio bimano , con roflignà corteccia , & didentro cofi ben giallo > che è in grande ufo dei Tintori per ì panni , che uogliono far gialli . I fuoi rami fono tutti carichi di foglie , & producono in cima ma ombrella piumoft, che nel bianco roffeggia, in cui fono alcune picciole ftlique , quafi come d’Hiperico , in cui è dentro ilfeme . Di quello fece memoria ■Plinio al decimo ottano capo del decimofefio libro con que- lle parole. Nafce nell' spennino un frutice chiamato Cotino , il quale è in pregio per la belletta del fuo colore . In Lom- bttdiaftcbiamttRsfo&Auofo:& Scotano quando è crefciuto inalbero .neper altro adoperano il picciolo , cheper coitemele cuoia, & il grande per tinger i panni gialli.Ha tutta la pianta ualorofa uirtu cofirettiua & non è fenica parti 0 fottili, & credo che in do non ceda molto alSomacco . La decottione guarifee efficacemente le ulcere della bocca ; & delle membragenitali, & le infiammagioni dell'ugola, & del gorgotpyule i fedendoli in effa ristagna il fluffo de i melimi, &U poluere delle foglie fparftfopr a al corpo prima bagnato con l’aceto , ristagna il fluffo cofi difenterico , come di eia- fama altra forte . Chiamano i Greci il Rfiu , P « > : i Latini Fftius egli strabi Sumach , Mdurion , Barbar fadislicos , Nomi. & Bpfaidicos : gli Spagnoli Sumach , & Sumagre . Et iTedefchiCerberbaum . llFiburnopoichiamanoiLombardi Lantana & i Teiefchi Sebi ingemmi . Della Palma, & de Dattoli . Cap. CXXVI. NAsce la Palma in Egitto . Ricogliefi il frutto nell’autunno , auanti che fia del tutto maturo, è fimile al mirobalano d'Arabia . E' cognominato poma, ciò è poetilo, uerde di colore, & d’o- dore di mele cotogne : ma quando fi lafcia ben maturare , fi chiama pofeia phenicobalano . Quel- lo , che fi ricoglie mezo maturo , è acerbo , & coftrettiuo . & imperò fi beue in uino auftero ne i flufsi del corpo , & delle donne . Ferma le hemorrhoide , & falda , impiaftratoui , le ulcere . I phe- nicobalani frelchi fono piu coftrettiui , che i fccchi : fanno dolore di teda : & mangiandofene trop po ,imbriacano . E utile l’ufo de i fecchi ne i cibi allofputo del fangue , al uomito del cibo , & alla difenteria . Conuengonfiimpiaftrati con mele cotogne, & cerato enanthino ài malori della ue- fcica. Quelli, che chiamano cariote, mangiati, medicano l’alprezza del gorgozzule. Ladecot- tione de 1 Thebaìci beuuta , fpegne il calore nelle continue febbri chiamate caufoni : & beuuta con acquamclara uecchia , ricrea le fòrze . Fanno il medefimo anchora mangiati ne i cibi . Falli di que- 1 Hi uino à tutte quelle cofe conueneuole . La decottione beuuta per fe fola , & gargarizata , coftri- gneualorofamente. I noccioli dei frutti delle Paline brulciati nel modo cheiìbrufcianogli altri in un uafo crudo di terra , & Ipentì pofeia con uino , & lauatone dipoi la cenere , fupplifcono in ue- ce di (podio : & mefcolanfi pofeia ne i linimenti delle ciglia.Ma non elfendo benbrufeiati la prima uolta, bifogna di nuouo ribrufciargli . Hanno uirtù cofirettiua, & riferrano ipori del corpo . Gio- rno alle uue , & puftule de gli occhi , & al cafcare de i peli delle palpebre , applicatiui infierite con nardo. Sminuifcono inlìemc con uino le crefcenze della carne, confondano , &cicatrizano le ul- cere, al che fon molto piu utili quei delle piu picciole palme d Egitto . Della Corteccia dei frutti della palma. Cap. CXXVII. LA corteccia della palma , la quale chiamano alcuni data , ouero (patita , è l’inuoglio , ouero il gufeio de frutti quando fiorifoono le palme.-di cui è l’ufo apprelfo à gli unguentari per ifpeflìre, & dar corpo à gli unguenti . Quella è ottima, che è cofirettiua, odorata, grauc, deli- ba grafia di dentro .'Ha uirtù cofirettiua : ferma le ulcere , che pafoono : riduce le giunture fmof fe , & mettefi pefta ne gli empiaftri . Giona à i precordi , à i fluffi ftomachali , & alle malattie del fe gato , tnefcolata ne gli empiaftri , che ui fi conuengono . Lauandofi fpeflo con la fua decottione , faicapelli neri . Gioita beuuta à i difetti della uefcica , delle reni , & dell’interiora . Riftagna i fluffi del corpo , & quelli de luoghi naturali delle donne . Vnto frefeo uenti giorni con ragia , & cera , fa naia rogna . Quel frutto , che fi ferra dentro della corteccia, anchor egli fi chiama data , & da altri , borailo . Ha quello anchora uirtù cofirettiua, limile à quella della corteccia : ma non è cofi utile ne gli unguenti . La midolla fr efea del tronco , la quale è bianca , cotta , & mangiata ne cibi tanto ua~ lem ogni fuo dietro , quanto il boraflò . LJ PALMA è uno albero grande con il tronco fcagliofo : & i rami folamente in cima all'intorno, le cui cimetut Palma , & fua terimirano à terra , con foglie lunghiffime , doppie , & Sirene come una ffaia . Produce ifloricopiofiffimi ,pen- ersimin' denti da fottilipicciuoli , a modo di gr appoletti , quafi fìmili a quelli del Gelflmino , & come quelli parimente bian Quelli auanti che comparìfchinofuore , f ino ferrati dentro alla Elata , la quale è uno inuoglio grande fìntile à un pa l ‘ceto. Et s apre per fefieffo quando è il tempo del fiorire , & alt bora efeono fuor e i fiori , da i quali nafeono i Dattoli ’V , i quali dipoi fi maturano l'autunno infieme con i fichi, con il fuo nocciolo dentro lunghetto ,fejfo difotto, & durif- 3 moda rompere . La Elafe nafte per il piu fra i primi rami , lunga due fpanne della imagine che qui fi uede . Quella di tuie qui la figura mi fu mandata tutta intera infieme con i dattoli da Padoua dal Eccellenv/fmo M. Gabriele F alloppia, Rt icofamofo de y tempi nojiri ; & quafi nel medemo tempo mi fu mandata ritratta in pittura dal Magnifico Sig. Inco- rno Unto- Difcorfì del Matthioli PALMA, mo Antonio Cortufo gentilhomo Tadouano&pcr dottrina ,& per moli altre buone qualità eccelentijjimo • palme inpiu , &piu città d’Italia ne gli horti , ne giardini , &ne cbiojìri de fiati fi ueggono delle Talme& ^ le gr offerta y & di bellìffimaprocerità ; nientedimeno per non ejjere il nofìro clima concordeuole con la natur a 01 ( l producono à noi le T alme il frutto . pitrouanfene però nelle maremme di Spagna, che producono ^ tura à per fettione . Quelle , che nafeono in Candia , maturano i lor frutti affai bene: ma molto meglio quede c tifila di Cipro . Le piu celebrate fon quelle di Giudea : & di queflepiu di tutte l’ altre fon migliori quelle (colie ► ^ leno ) che nafeono appreffo à Hierico . A Vinegia fi portano i frutti delle Talme , li quali noi chiamiamo ’ f j[ ria , & uienuene anchora da Tsfapoli portati d'Aphrica , & di Barbaria : ma à noi non fi portano ,Je nonjec ^ ’ ‘ ' ,& douenafeono .Deifiefchi ( come diceTlinio alxvucapo delxiiH-b w ■ ^ lungo maggio, che è fia noi 3vr(iouenaj cono. De ifrejcnt ( come atee ijmio ai avi. capo — dd%llL uino : del quale per lor bere fi feruono i Tarthi,gli Indi , & tutto l'Oriente . Et fecondo che fi legge all 1 11 * ^ nel medeftmo > lei? alme f emine nonproducono il frutto loro > fc non hanno il mafehio appreffo: il quale Jerri ^ Nel primo lib. di Diofcoride . 2 3^ D A T T O L I. uieti tagliato , òfi fecca , non fanno piu frutto . Ma non è però da credere , che i mafchi non portino ancbora loro il frut -, to 1 Imperoche fcriue TheophraHo all vili, capo del li. lib. dell’hifìoria delle piante , che ir a le fruttifere ( perciò - thè affai fon lefterili ) tanto portano i frutti i mafchi , quanto le f emine . S onorine di piu fpetie , percioche alcune prò- . ducono i frutti fen^a nocciolo , altre col nocciolo durijfmo , & altre con tenero . Sono par imeni e differenti i frutti nel. di’ Pafme'Tdi colore , aucnga chefene ritrouino di bianchi , di rieri, & di gialli. Infomma non fono ì dattoli di manco colori , che fi Dattoii/ fono i fichi, ne affolutamente di manco fpetie . Vogliono anchora , che fieno differenti tra loro di forma, & di grande1^ \a : dicendo che alcuni f ono ritondi come le mele , & cofigrofìi , ma non però tanto grofjì , che quattro non poffano fare ìnficme , alcuni groffi come ceci . Dicono anchora effer non poco differenti nel fapore . Ma quelli dicono effer ottimi tanto 0 fra i neri , quanto fra i bianchi, che chiamano regif , cofi nella gr offesa, come nella uirtù . ma quefli fono però rari , Mcuni alberi di V alma fono anchora , i quali non folamente fono differenti dagli altri nel frutto ; ma nella lunghe y$a , & nella forma, dell’ albero . 'Percioche elle ncn fono gr aridi , nclitngbìfìme , yiabreui, & piu fruttifere dell’ altre , di modo 240 Difcorfi del Matthioli palma minore. ampie , & parimente il frutto maggiore , Uff er enfiato particolarmente da tutti gli altri , grana- - , ma lunghetto ,fe ben non coft faporito, come gli altri . Mangiali come le radici, percioche non singhiottifce tutta t foBanrpt ; ma folamente il ficco , & fputafi il reHo , Quefto tutto delle Talme fcriffe TheophraHo . Sono oltre a tw cum , i quali comimerano tra le fpetie delle Talme , una pianta che nafie in Cipri , & parimente in Egitto , ce in l ipn y par unctm u* r ^ Mu fa pianta., & m vs a, & Mufe chiamano anchora i fuoi frutti coloro , che ci li recano fpejfo di Cipri . Orefice quella pianta ( coffl fua hul. conQ all'altea fa cinque , ò difieigombiti , &piantafi da gemini dell' altre . Troduce le f rondi come di canna • 1 m j no molto piu lunghe 3& piu larghe , di modo che s allungano alla mifur a di tre gombiti, w «*•«-** a [C ò \o s & hanno una cottola , che [corre dal picciuolo alla punta affai ben larga , &groJJa . Seccargli le foglie al a > per propria natura , ò per fardcntifiimo fi ole, di modo che il mefe d ì Settembre fi ueggono attaccate alla piantai ^ Nel primo lib. di Diofcoride* 241 M.YS4 SENZA FRVTTO. tele Cùpole ignude ,fen\a alcuna parte di foglie , per efifere elle in nero molto fonili . Il pedone della pianta è tutto ue~ Mo digitarne dell'origine delle foglie, come fono le canne , & parimente i tronchi delle palme . T{on produce altrìmcn ti rami , mafiìfofliencfolamente con il tronco folo . TSfafce dalla fomrnitd del piantone un gemine, tenero, lungo al piu mgombito , da cui nafeono altripiccioli germini dall' origine alla cima dijlanti l'uno dall’altro tre , ò al piu quattro di- ta . J. quegli Hanno appicatii frutti , grandi come cocomerettipiccioli , ì quali nel maturarli gialleggiano alquanto • Ufcor^a loro è come di fichi : & però nel mangiar fi fi mondano come quelli con le dita . la fufiìan^a del frutto nella fua cofiHen^a è come di mellone , fen\a nocciolo , &fenga feme . Vaiono quetti frutti da prima al gufilo alquanto feiapiti , l 1 modo c^e non piacciono molt 0 nel principio à chi non è ufo a mangiarne : ma afifuefacendofi alcuno a mangiarne , di - [0 ttuao poi mar auigliof amento , di modo che l huomo non fe nepuoueder fatio ; tanta è una certa gratia di fapore occul eoe hanno in loro , laqualfipargendofi pian piano diletta grandemente al gufilo . Tale mi hanno deferitta laMufa co 010 , che fono Piati in Egitto ,& in Cipri, & parimente in Sicilia. Ma qual piantafia fiata ella apprefifoàglianti - X chi , non chi , non ho veramente cenema alcuna . quantunque l'animo m inchini à credere , che p offa agevolmente effe) a ‘ . appreffo àTheopbraflo quella fpetie diValma , la qualdefcriue eglinafcere in Cipri con fiondi maggiori di tutte e tre : & frutti parimente maggiori , come melagrani , & di forma lunghetti . Feccne memoria S erapione , cop i La Mufa ha proprietà di fcaldare nel mezp del primo grado , & d’bumettare nella fine . Ts {utrifce poco . Giouajye i mente à i difetti del petto , & del polmone , & parimente àgli ardori della uefcica . Mollifica il corpo .Mangiai troppo nuoce allo flomaco , & oppila il fegato . Ffutrifce la creatura nel corpo della madre . provoca l orina , ^ palma minore, io . Enne una altra fpetie di picciqla , che rare volte crefcépiu d'mgombito . K(afcono quefte copiofifìime in ic > ^ &ftfa hiftoria» jn Spagna. Et nafcene ancbora nelle maremme di Siena con foglie fimili alle altre predette , ma minori &piul Eiorifce da una delle bande , & efeono i fiori dì un cefpuglio come di capelli , da i quali nafee un grappolo tutto cur , ^ bacche , come fi può inolio beneuedereperla fùafigura qui difegnata dal uìuo . La parte piu propinqua a af^^rtieUo gonfia , ha dentro un germoglio in uoltofia molti invogli, tenero, fiiporito , & algufiogratiffimo,& quefio e ^ Difcorfi del Matthioli MVS A CÒL r,RVTTO, *. 24? Nel primo lib . di Diofcoride. <2 43 , Il coft chiamato dalli antichi . Mangiaft quefio nel fine deldifinare & della cena con pepe , & un poco di fiale, cornei Cardi & i Carciofi , & in uero è molto diletteuole cofia da mangiare . T ortanfi quefle palme a vendere quafi per tutta Italia la quaréfima , per ornare i rami degli oliai che fi benedicono il giorno della domenica delle palme . Fannofi delle foglie frotte, cappelli, Hoie ,&ficope , le quali fiono non fiolamente le migliori per ficopar eie cafie , maanchora molto utili ; impero che non fi confiumano fe non con lungo tempo . Quefla fiortc di Talma chiama Tkeophraflo xAmh~ , ji\ ni, capo del fecondo libro ddl’hisloria delle piante cofi dicendo . La Talma chiamata Chamariphes , è una *dtni(j>etie , come del medefimo nome : Imperoch'e uiuono , quantunque fi catti loro il cer nello : & rimettono fie ben fi ta lino apprejfo alle radici . Sono parimente differenti dalle altre palme non fiolamente nelle foglie , ma ne i frutti ancho n &per batter le foglie larghe , & molli . Onde fiotto commodifiìmeper fare [porte ,fioic , & cappelli per il Sole . Efa-, 1 0 fono copiofc in Candia, ma molto piu in Sicilia . doue uolgarmente , cofi come a Tfapoli fi chiamano Cef agiioni . Enne una [petti in India ( fecondo ehe fi legge nelle nauigationi di Iofiepho Indiano , che negli anni del Signore 1501. capitò in Tortogallo ) dalla quale difilla da i tronconi de rami , che d pofta figli tagliano il mefie d’Mgoflo, un liquore : il qua- le rìcogliendolo i pac farti in certi lor uafi , l’ tifano in cambio di uino . mafie non fi cuoce , non fi mantiene ,fie non tre dì , conciofta che dipoi tutto diuenta fortifi imo aceto . Cuocono adunque questo , come facciamo noi il modo per far la fiapa, & coft facendo , diuenta fbauififiimo mele : il quale poficia dffoluono in acqua , & per venti giorni con certo loro magi- fieno lo colano ,fino che fa ben purgato dalla feccia, & ben chiaro . la onde cofi diuenta fioauifiiimo uino, il quale fi può lungo tempo conferuare . Quella fpetie , che chiama Diofcoride Daftoli Thebaici ,per quanto da piu diuerfi autori ho ri trottato , tanto fi fieccano , & s’indurif cono , eh e fie ne fa farina , &pojciapane . llfignificato deluocabolo Arabico fa , che fi tengano ejfere una fpetie di Dattoli d'india anchora i tamarindi, imperoche T amar , ^Arabica dit- 0 tiene , è quel medefimo , che Dattoli nella nofira lingua : ne altro uuol rileuare T amarindi , che Dattoli Indiani . Tra- ducono quefii ( fecondo che recita Serapionc ) alcuni alberi , li quali fanno le fi- ondi loro lunghe , & appuntate , fintili molto à quelle del [dice ; come che alcuni uogliano , che fieno i frutti delle Talme faluatiche . jAnoi fe ne portano pochi d’interi : ma ilpiu delle uolte tutti pefii , & mefii infteme , come unapafia , nella quale fi ritrouano i firn noccioli gialli di diuerfe forme . Lodanfi quelli , che nel nero roffeggiano, teneri , pieni di fila , &fr efebi . Falfìficanfì con polpa di pru- gne . Ma ne dimofira la fialide t ejfere eglino nel colore piu rofifigni , &piu chiari . Sono, fecondo Mefite , frigidi , & ficchi nel fecondo grado, come cbcMucrroe uoglia, che freno nel ter-go . Muouono il corpo : & imperò beuuti , foluono facilmente la cbolera, &gli humori adufii . Confierifcono alla mania, alla melancholia, a tutte le oppilationi , àgli hi- droptii, al trabocco del fiele, & alla mil-gagroffa . Son buoni alla rogna , alla lepra , alle uolatiche, & ad ogni forte d ul ceragioni fra carne, & pelle , che procedono dagli humori adufii . Tsfuocono àgli fiomachi freddi :& imperò fi fminui- 0 fie il nocumento loro m.efcolando con effì , quando fi uogliono tifare , cofe fìomachali , come macis , mafiice, j pica , caffia odor at a, & cinnamomo . Sono tardi nell' operare : ma fannofi piu uigorofi, dandofi infuft ò infilerò di capra , ò in ficco di finitotene, ò in quello di bipoli . Infiamma le fpetie delle Talme f m molte, & diuerfe , & ejfendone qualch'uno curiofo , fidisficciaji col mi. cap.del x 1 1 1 . lib. di Tlinio,& con l\ ili. del il. di Thcophrafio . Ma non mi par di lafcia- redi firiucre che apprejfo à T eopbraslo fi ritroua una pianta chiamata Cuciophora , al fecondo capo del quarto lib. del- l’bifioria delle piante , la quale cofi nel tronco come nelle foglie fi raffomiglia alla palma . Ma è però ( come ferine egli) diferente dalla palma in questo, cioè che la palma non fi diuide mai in far piu tronchi che uno ,& la Cuciophora come è crefchtta alquanto alta da terra fi diuide in dui tronchi, & quettipoi ciaf uno in altri due . da i quali nafeono poi molte breui uergclle , con la corteccia molto utile per ligare . Troduce quefia pianta (petialment e un frutto Jìngulare cofi nella grandetta, come nella forma : Imperò che è grò fio di piena mano, tondo , gialleggiante, dolce, & gratifiimo algufio, ne 0 nafte quefio in grappoli come fanno i dattoli , ma daperfe feparatamentc . Ha dentro di fe un nocciolo grande & molto duro, del quale ne fanno ancllapcr i fornimenti onero cortine da letti . La materia del legno è molto differente , pere io- che nell’ una è rara, neruofa, & uerde, & nell'altra folida ,graue , & carnofa : & tagliandofifi dimofira molto crejpa , & dura . Stimatila i Terfiani per far piedi alle lettiere . T utto quefio della Cuciophora ferffe T heophrafio . I pomi di queslo albero mi mandò già di Conttanthwpoli l’ EcceUenliffmo Medico M. Guglielmo Qmccelbcm Fiammengo, ma per dire il uero in quel tempo non feppi che frutto fi fufiero , Ma poficia eh' io mi pofi ad aumentare & illufìrare quesli mei commentarij , examinando molto bene quelli frutti , i quali chiamaua il Quaccelbeni noci , mi cadde fiibito nell' animo chefujfero i frutti della Cuciophora, & tanto piu mi ui confermai nedendo che con tutte le note ui corrijpondeuanò . Im- pernile f mo graffi di piena mano ,gr atifi imi al gufio, & pieni d’una foaue dolcetta , & cofi gialli come le mele cotogne: dalle quali non fono fenonpoco diffamigli anti . Ma non fono lanuginofi , & hanno la polpa affai neruofa . Hanno il noc- 0 ciologroffo come una noce , quafi quadrangulare , difotto largo &dijopra appuntato . il color del quale di fuori è rofiì- gno ; con uno altro gufeio piu grande per intorno duro & uillofo di colore che nel rojfo nereggia . La [ufian-ga del fuddet w come nel colore èfìmile al marmo : cofi lo Jupera parimente nella durerà . È quefio nocciolo di dentro cofi concauo che facilmente uis' afe onderebbe dentro una nocciuola con il gufeio , ma non ha dentro anima alcuna : ma fiolamente quel ti emaniti fenga altro . Ma che cofi fiapoi nella palma quello, che alcuni chiamano Elata,& altri Spathafio dichia 'fa- manifefiamente Diofcoride , quando dice . La feorga della Talma , la quale chiamano alcuni elata,& fpatha , è l’in- voglio, ouero il gufeio de frutti , quando fiorifeono . il che conferma Theophrafio nel luogo già detto , con quefle parole, belle palme , che fruttano , alcuni fono mafehi, & alcune femine . ma è tra loro quella differenza , che i mafehifiorifeo- vofrhito foprala fpatha ,& le femine fubito dimoHrano il frutto lunghetto . Galeno all' ottano libro delle f acuità de [empiici chiama data, ouero frathdnon fiolamente l’inuoglio de frutti ; ma anchoraun certo tenero gemine, cheprodu Jo ce tipalma: il quale è forfè quello che nafee dentro dell’ìnuoglio , auanti che fior fica , chiamato da Diofcoride B or affo, evenga che anchor egli dica, che quello fi chiama data . Ma conofcefì in quella coft efierfi non poco ingannato Tli- m 1 Per cpcdlo che egli ne ferine all' ultimo capo delxi I. libro , cofi dicendo . £' oltre à ciò uno albero , che entra ne i X 2 medefimi Palma d’india, & Tua hiitoria . Tamarindi , & loro hiitoria. Facilità de Ta- marindi. Cuciophora & fuahift. Elata, & fua hi itoria , & efla- nunacione. Errore di Pli- nio . 244 Dimorfi del Matthioli c V C IO PHORA. medefimi unguenti , ìlquale chiamano alcuni Hate . Tfoi il chiamiamo abete 3 & altri lo chiamano palma > & • tha . Dalle quali parole fi uede chiaramente 3 che Tlinio affai fcioccamente confonde l’innoglio de frutti della palmtcon lalbero dell'abete 3 ingannato ( come anchor ain altre cofe filmili fuole ingannarfi) dalla conformità deuocabolu lw?c roche appreffo a i Greci ìkcLjh 3cioè elate 3fignifica anchora l’abete • Senga che s inganna anchora , crcdcndofi >c)£ 1 latafia uno albero : effendoperò co fa chiara , che egli non è altro che ungermene 3 onero l’inuoglio de i Dattoli > ■ fiorife orto . r va li moderni poi ritrouo efferfi nonpoco qui ingannato Adamo Lonicero Tedefco nel fuo uolutne i e piatii e : attenga che egli fi cr eda per certo 3 che altro non fia la data ouerofpatha nella Talma 3 che l’ifteffe fiondi, pCi Wmc,& ditto uer elle forma & figura di Jpada . Fece della Valma memoria Galeno all’v 1 1 1 . delle f acuità de femplici , coft ^ Errore di Ada- mo Lonic. ìtno f Ga" * • La 7 “Ima. è uer amenti e coflrettiua in ogni firn p art e. & imperò il fuoco de i fuoi rami è auji ero, per ejfere < • • ' . V./ I Ul/tf Ir otmjoiri V il -JJ . , ■ di fuHantpt acquea tepida, & di terrea frìgida . Di fintile natura è quel fuo midollo , che chiamano Kncephalos, a#e uelio , che sufa di mangiare per cibo , Ma il fuo frutto 3&maffimamente quando è fatto dolce , contiene infe nonP°^-tj Nel primo liB . dìDiofcoricfc . .24.5 Uditi . Oltre à ciò , quantunque queflofia frutto da mangiare ne i cibi & per fi filo , & infieme con gli altri; è però utile melma applicato di fuori, dotte fin di bifogno di fortificare, di dificcare, dlritir are, di fin are, & di indurire . Quella, che chiamano Elata , cioè quel fio tenero gemine, ha la uirtà medefìma del cer nello , che chiamano encephalos . Ma quello , chef può dire ejfere l imoglioVl coprimentofuo, baparimente anchofeffo uirtà coflrcttiua , & piu difeccatiua. Et imperò ragioneuolmente l’ tifano alle ulcere putride:& lo mettono ne i medicameli coflrettiui.che fi fanno per le ginn ture fmoffe , & in quelli, che fòlio per l’ufo dello ftomaco,& del fegato; tanto in quelli dico, chef tolgono di dentro, quan to che s’amminiflrqno di fuori . Oltre à ciò la radice della pianta dificca fin\a mordacità alcuna, & ha anch'ella alqttan to del colluttino . Et parlando de i frutti della Valma ahi. delle facilità degli alimenti , cofi diceva. E' tra i D atto- li nitt poca differenza ; imperoche alcuni fon fecchi , & coSìrettiui , come fon quelli d'Egitto : & alcuni teneri , humidi, 1 0 dolci, come fon quelli , che chiamano Cariote . I piu eccellenti de dolci nafeono in Hierico caflello di Sona ValeSìina: tengonfi mc\ani tra queFù due predetti tutti gli altri . Ma fono neramente malageuoli da digerire ,& fanno dolore di te- fla , quando fi mangiano copiofamente . Inducono mordacità alla bocca dello Stomaco : generano humori graffi, & ui- fcofi,& muffirne igrafii,& dolci . & imperò con la dolcezza loro agetiolmente oppilano il fegato. I ucrdi mettono affai piu, cheìfeccbi,mangiandofene affai . E' cofa chiara, che i dolci fono piuealidi,&i coSlrcttimpiufrigidi.Iuerdi gon- fiano lo Stomaco , come fanno i fichi: & la medefìma proportione hanno i ucrdi à i fecchi, che hanno anchora i fichi.'tqcl fi regioni, che non fono molto calìde , i Dattoli non fi maturano : & imperò non ut fipofjono conferuarc fecchi. il perche [egli mangiano gli habitat ori cofi ucrdi , onde loro amene, che s’eépiono d’ humori crudi, & enfiano in malattie frigide , & oppilationi di fegato . Dannofi due dattoli, cattatone i noccioli & ripieni di polvere di grana con cui fi tingono gli Dattoli , & fu* / Uriatti , prohibifeono mangiandofi che le donne grande non fi fiondino : i noccioli fatti in poluere & datià bere al pe UIr£u " ao f idi mc\a oncia con una dramma di lagrima di [angue di Drago con acqua dì procaccila, ristagnano iflufii bianchi del- le donne . Vagliano i medefimi prima abbruciati & fatti in poluere , & beuuti con me^a dramma di fita cruda brucia- ta, à coloro che orinano il fimgue . Chiamano i Greci la Valma i Latini Valma : gli Mrabi Machia , oueramen - Nomi. te'Sfacbd ; i T edefihi Dattclbaum :gli Spaglinoli Vaimera : i Francefi Mrbre de dattes . I Dattoli chiamano i Greci &dxTvw,& p,imui i LatiniValmula , & Datìyli : gli MrabiT amar : i T edefihi Dattìlen : gli Spaglinoli T amarao , & Datila :i Francefi Dattes, & Figlierò ialle. Del Melagrano. Cap. C XX Vili. TV t t 1 i Melagrani fon di buono nutrimento , & ftomachali, come che pochifsitno nutrifea- no.Piu ftomacnali fono quelli, che fon dolci : ma non fi conuengono nelle febbri, per le calidi tà, & uentofit à che inducono . I brufehi fono co fi: retti ui , conferifcono à gli ardori dello Itomaco, &fonopiu contrattali , & piu prouocano l'orina : ma offendono la bocca, & le gengiue. I melagra- ni uinofi hanno le uirtù loro tra l'uno & l’altro mediocri.I noccioli de gli acini de i forti feccati al fo le, & cotti infieme con i cibi, onero triti, & poluerizati fopra à quelli, riftagnano 1 flufsi deilo flo- imco,& del corpo : &beuonfi utilmente infiali in acqua piouana per gli fputi del fangue . Pongonfi nc bagni coftrettiui , oue fi fanno federe i difenterici , & le donne per i flufsi loro . Il fucco , che fi fpreme da i noccioli de melagrani , lì cuoce con mele per l ulcere della bocca , de membri genitali, & del federe . Vale anchora à i pterigi delle dita, alle ulcere eorrofiue , alle crefcenz e della carne, & aldolore delle orecchie, & difetti del nafo ; & ifpetialmente quello de gli acetoii . I fiori de i mela- lo grani , chiamati citini, coftringono , difeccano , ripercuotono , & confondano le ferite fréfche : & tanto uagliono in ogni cofa , quanto i melagrani . Lattandoli la bocca con hrdecòttionc loro , gio- ita ài denti finoili, &alla humidità delle gengiue . Mettoniii fiori de melagrani negli empiaftri delle rotture inteftinali utilmente . Dicono alcuni , che chi mangia tre fiori di melagrano per pic- cioitfsimi che fieno , per tutto quello anno non fente alcuna forte di malattia d'occhi . Spremefene Micco nel modo, che li fa coni hipocifto . Ilgufciodel melagrano, che chiamano alcuni malico- rio, ha uirtù colf rettiua , & s'accommoda à tutte quelle cofe, che gli iftefsi fiori. Ladecottione delle radici del melagrano bautta, ammazza i uermini larghi del corpo , & cacciali fuori . Chia- matili balaufti i fiori de i melagrani làluatichi , limili al citino . ma ne fono di piu Ipetie : imperoche di quelli fe ne trottano di bianchi , di rofsi, & di rofadi .. Cauafene il fucco , come dali'hipociflo, & 50 nauirtù coftrettiua , & fa i medefimi effetti dell'hipocifto , &.del citino . IL melag tiA so e Uiio albero non molto grande con fòglie quafi oliuari , Jhhili àquelle del mirto , ucrdi ,grofi Melagrano, 8t fette, & con alcune uenette roffe & attaccate con roffo picciuolo . Ha i rami anendeuoli & ftinofi, & i balaufti por: flu hift’ poni fanguigni aperti di fopra come quelli del hiofiiamo, &fteUatipcr intorno dalla boccale i quali efeono le foglie de mfmili à quelle de papauerifaluaticki , con alami capelli per dentro con certi granellettiincima , come nelle refe llfruttofa ilgufiio come di cuoio roffo di fiore, & giallo di dentro , tutto pieno di granella quadrangolari, roffe & ui-. uofe: dentro alle quali fino alcuni noccioletti minori de i fiocini deU’rna : le granella fono distinte à grado per grado da. finii membrane gialle , fatte con non poco artificio di natura : il legno è di dentro giallo , ma uefiito d’una corteccia fot- tile di colore come di cenere. I melagrani adunque fi chiamano in piu luoghi d'Italia Tomi granati, dai molti grani, fo thè contengono in loro dentro del gufilo : tutto che uogliano alcuni altri , che fi chiamino granati dal reame di Grana- ta Jcnilifìimo di qitefto frutto . Ma comefifia , fono i Melagrani frutti uolgarmente conofiiuti da tutta Italia : impe, nche quitti, & negli forti , nelle uìgiic ,&ne giardini nafiono , & fi trapiantano abondantementc . Di quefti , come X 3 fi vede 2 46 Difcorfi del Matthioli melagrano* fi uede nel pref vite capitolo , fcriffe Diofcoridcpcr tre fietie , ciò è dolci 3 forti , & uinofi . I uinoftfon queUi} chcnoun T ofcana chiamiamo V aiani,& che in altri luoghi fi chiamano Schiatti }& in altri dimeno fapore. Fecene "Plinio als\ a* capo delxm. libro , di cinque diuerfe fietie , do è 3 dolci , forti 3 mìfti 3 acetoft 3 & uinofi . Ma quelli tutti in trejf ite c omprefe Diof :oride ; ponendo nell' una i dolci , nell’altra i forti , & gli acetoft ; & nella ter\a i mifti > & 1 ulìl0>- * yeggonfene di tutte quefie fi) e tic hoggi in Italia : viapiugrofìi & di frutto 3 & d’acini 3 & piu ab ondanti di liquore) noi dolci} & iuaiani . Fannofì i forti diuentar dolci , mettendo loro aller adici letame porcino 3 onero humano 3 con or na riferbata di molti giorni , lmpedifconfi , che non crepino in fu l'albero 3fe quando fi piantano 3 fi gli pongono trcr tre fiotto alle radici : il che fa anchora , ponendole à quelli 3 che giaportano il frutto . Quefìo prohibifee niedefirnarnt ^ una cipolla fquilla 3 piantatagli apprejfo alle radici . Fafii ritenere i fiori d quelli 3 che figli lafciano cader e nell u re i frutti 3 bagnandogli tre mite l'anno con ugual parte d'acqua 3 & d' orina Hantiua infiememefcolate . Faffi w medefimo cingendo il tronco dell'albero con un cerchio di piombo 3 onero conia /foglia d’un ferpe»SerbanfiiMe ^ Nelpnmolib.diDiofcoride.- 247 ni che non fi guari ino per tutto l'anno , torcendogli il picciuolo in fu l'albero , quando fon quafi maturi . Serbanft ambo u finalmente attutandogli nella creta diriemperata con acqua,& facendouela pofeia feccar (ufo al fole . Mtuffanfì an choraper conferuagli nell' ac qua, che bolla, et pofeia per otto,ouerpcr dieci giorni s'afcìugano al fole. Il nino di tutte que He forti fifa degli acini puri,& ben netti dagufci,& dalle pellicole loro, (premendolo per il torchio, & chiarendolo po- feia con ifaccbctti,cbe fi fanno per tali effetti nelle (petiarie ; &ferbafi per li bifogni,che giornalmente occorronoma bi fogna prima fepararlo dalla feccia, & poigittarglif ipra dell olio. E' differenza nel nome de i fiori tra Diofcoride co tutti Citino , & ba- gli altri Greci, & Tlinio. Imperocbe Diofcoride chiama Citino il fiore del melagrano domestico ; & Balausìio quello,che lauttio • produce ilfoluatico.Ma Tlinio dif cordando da quefio pentimento ( fecondo che al vi.cap.del xxi 11. hb.dittint amente fi vede) chiama Citino tanto il fior e del domestico , quanto quello delfaluatico non aperto ; & Balaufìio chiama il fiore di IO qual fi uoglia di loro, ogni uolta che fio, aperto fuori. Gli ottimi fiori de i demeriichi d'un rojfo fiammeggiante,& uiuo co lorefi portano hoggi à Fine già di Leuante,di Cipro, & di Candia,aggradeuoli neramente all' occhio, & efficacijfimi nel lefuefacultà . mafie ne fanno per arte in Italia anchora , che del tuttofi raffembrano a quelli , che fi ci portano forcftic- ri . Chiamafi Malicorio folamente quelgufcio de melagrani , che non è maturo ; deriuando tal nome dalle cuoia, & dal - Malicorio . le pelli, con cui fi concinnano, & sincrefpauano anticamente, come fi facon ifomachi . Tlinio , dice chei dolci offendono i denti, legengiue, & la bocca . il che Diofcoride (come è piu da credere) dif e de i forti . Ff (lagna ualentemente il corpo la poluere d’un Melagrano fecco , & arrostito in una pignatta ben ferrata nel forno, beuendola . I fiocini de i faluatichi beanti in poluere difeccano l’hidropifìa. La corteccia dell'albero cotta nel nino ,guarifce le bugance . E grandifiima ami micitiafra’l melagrano el mirto : & imperò s’inferifcono ageuolmente l'uno nell’altro ; diuentando pofeia afai piu ferti- li, chenon fono per loro medefimi . Fafi delle piu fonili foglie de i fiori, che efeono de i balaurii con zucchero una con Conferua di fio 20 fcrua, come quella delle rofe ualorofiffima per il (tuffo de mcftrui tanto bianchi, quanto rojfi , & ma fimamente quando fe ™ àl melaSra~ nepigliamezO’ oncia per uolta connina uermiglio brufeo, ò confucclno di pomi granati acetofi, ò con acqua ferrata.Fa- le parimente nella gomorrhea, ne i nomiti, & nella difenteria . Molte neramente fono le donne, che fono fiate fanate da » predetti fluffi lungamete durati . del che non poco debbo a M.Francefco Calcolano Feroìiefe feriale alla campana d’o- ro, ilquale mi reuelò questo cofì falutifero medicamento . Oltre à ciò non època uirtu ne igufei de melagrani per l’ ulcere de i genitali . imperò che fattone poluere con fpognia abbruciata & aloe togliendo tanto dell’ uno, quanto dell'altro con aggiunta d'un poco d’alume abbruciato fana l'idcere delle fu dette parti , cofì de gl'huomini , come delle donne in breue tempo . Le foglie de melagrani fi e fiche pefie , ouero il loro fucchio mefcolato con olio rofato, & applicato alla fronte mi- tiga nonpoco i dolori antichi della testa . I melagrani interi me fi in una pignata bene coperta & illutata, & dipoi mef in un forno , fin che fi abbrucino , uagliono molto nella difenteria, immo che f ino molte uolteprefcntaneo rimedio , dan - ;o do fine à bere una' dramma & meza inpoluere con nino roffo brufeo . I noccioletti de melagrani brufihi alpefo d'una on eia triti con una dramma d’incenfo fin che fi ne facci poluere fottilifma,giouano mirabilmente à i (tuffi bianchi delle don ve dandofine loro à bere ogni giorno due dramme con acquarofa . T utti i melagrani ( diceua Galeno ail'v ili. delle Melagrani ferie (acuità de (empiici) hanno uirtu cofircttiua ; ma nonperòè ella fuperiore in tutte le fpetie, tra le qualinefono di quelli , 11 Cai. che fono acetofi, & di quelli piu dolci, che austeri . Il perche èiiecefario , che l'utilità , che fi caua da ciafcuno di auefìi, fui fecondo la qualità , che piu ab onda nelle parti loro . Del fapore dolce, aufiero, & acetofo , à bafiam^a s’è detto di fio - pra nel quarto libro . Et imperò dalla dottrina di quelli fi può molto ben conofcere , che differenza fìa tra i melagrani. Gli acini di ficcano, & riri ugnano molto piu del uino : ma molto piu igufei , à i quali fono confinali anchora i fiori . Chia- Nomi. mno i Greci i Melagrani PW •• / Latini Malumpunicum : gli Mrabi Kuman , Bauman , & I{pman : i Tede fichi Grana- toepffel : li Spagnuoli Granadas,& fiomanas : i Francefì Tomaie degranade, & Mygrenes . Del Mirto. Cap. CXXIX. IL mirto domefìico nero , è piu utile affili nella medicina, che’ibiancoi&diquellomolro piu il montano , tutto che produca il leme poco efficace . Hanno uirtù coftrertiua il mirto , e'1 fe me . Daffi il Teme uerde , & Lecco ne i cibi , à gli (puri del fangue , & à i rodimenti della uefcica . Fa ilmedefimoilfucco, fpremutodai frutti frelchi, &giouaalloftomaco, &alprouocare lorina. Beuuto con inno è utile al morfo di quei ragni , che ii chiamano phalangi , & alle punture de gli icorpioni . La decottione del feme fa neri i capelli . Il medefimo cotto nel uino, & applicato in for- ma dilinimento , guarifee le ulcere delle eftremità del corpo . Mettefi ne gli occhi con fiore di po- 50 lenta per mitigare le infiammagioni , & le fittole lagrimali . Il uino , che fi fa delle bacche del mirto ipremute, bollito prima alquanto, accioche non diuenti aceto, beuuto per auauti non lafciaim- briacare • Tanto uale in ogni co fa il uino de i mirti , quanto il lor feme . Sedendomi! dentro , gioua aUeprecìpitationi della madrice , al budello del federe , & à i fluffi delle donne . Mondifica la farfa fella, le brozze, & le ulcere del capo, che humigano : & grohibifee il calcar de i capelli . Mettefi ne guempiaftri, li quali chiamano i Greci liparii, comeuifi mettel'olio, chefìfaconlefrondiloro. La decottione delle fiondi è buona à far bagni per federui dentro, & perle giunture Imoflè, che dif bedmenteficonfohdan0. Faffienefumento utilmente alle ofla rotte, maiageuolidaconfolidare: mondifica le uitiligini . Diftillafi nell’orecchie , che menano la marcia : & bagnanfene i capelli per Mi neri . La medefima uirtù fi ritroua nel fucco . L e fiondi pefte , & applicate con acqua, giouano s° aue ulcere humide, à i catarrhi di ciafcuna parte del corpo, à i fluffi ftomachali . Mefcolate con olio mp acino , onero con un poco del rolàdo , ìnfieme con uino , uagliono alle ulcere ferpiginofe , al uoco acro , alle infiammagioni de i tefticoli , alle epinittide , & polìeme del federe . Secche , & X 4 trite 2 4-8 Difcorfi del Mattinoli MIRTO. trite in poluere, s’impiaftrano utilmente àipanaricci, &pterigij delle dita. &htìmidita^k^ tella , & delle anguinaie . riftr ingono il l'udore nelle pulsioni del cuore . Crude , ouero bi u ^ siouano infieme con cera alle cotture del fuoco , à i panaricci , & pterigij delle dita . CauaU piouana&pofciapeftandole,^®® co dalle foglie irrorate prima con uino uecchio, & acqua piouana & pofcia parandole, a y ^ dole. Vfafifrefco,imperocheinuccchiandofi,figuafta,&perdela uirtù. Chiamano Mir quel rilieuo tumido, gobbo, & inequale,che nafce in fu'l tronco del mirto, & l'abbraccia coni lé una mano , & è del medefimo colore . E' aliai piu coftrettiuo quello del mirto . Parali . ^ fiali con uino auftero, & fanfenp trocifci ; liquali fi feccano all'ombra, & ripongonfi. E eg f P . i ca ce , che il feme, & le foglie del mirto . mettefi ne iceroti, ne i pefloli, nelle fumenwtioni, gni da federili dentro, & ne gli cmpiaftri, oue fia bifogno di coftrignere, So«° Nel primo lib.'di Diofeoride. 24 e, SONoi Mirti domestichi tanto bianchi, quanto neri,& fimilmente i faluatichi , come fon quelli , che per tutta la ri- J1 & r“ J hi nera del mare Tirrlieno, nelle maremme di Siena, nelle riuiere di Genoua,di poma,& ditutto il regno di "Napoli a- Mi* ' ioniantemente fi producono dalla natura, noti à tutta Italia . Crefcotio i domefiichid' affai commiste alterca : & hanno ilirramifarmentofi, & arrendeuoti : la conecciaroJftgna,& le fiondi lunghette, grofette.&fempre nereggianti, fi- m!,à quelle de melagrani : quantunque piu nere ne i neri,&piu bianche nei bianchi fi difeernano. Il fiore in tutti è biatl co,& odorifero : & imperò molto aggrada à i profumieri t acqua ,chefe ne camper lambicco .Et come che la noilra i' Italia fia odorifera, & gentile nondimeno odoriferiffima , & molto piu aggradente debbe ejfer quella de i mirti d’E- gitto . percioche TheopbraHo recita ejfer i Mirti di quei paefi aromatichi molto, & odoriferiJUmi . I bianchi, & i neri de [ iiomeflichi portano i lor frutti , li quali producono lunghetti , quali fìntili alt oline ftlmtichc , affai maggiori de i fallia- te fichi, ckperloroflejtinafcono allacampagna: anchorache Marcello Eergilio ejprejfamente lo nieghi . Ma uedefenc Error' 0 iftefsi n^CrPTlfì ftPY Ìp YÌhÌpyp 4i/>v li UnCfUi r/rN *\b-^ 1 o /• nnyi-h/iirvio rU/> sili Ptif-tivi nilP fi ri lì YliCrf) rhlCLlìiatO (** ) ride Mirto faluatko iprefuppongonoperò ejjere Hati cono feiuti daini in qucfla ffetìe anchora3 oltre alrufcOji mir 1 ri faluatichi, le prime parole delprc fente capitolo, che eiferiffe del mirto . Imperoche dicendo ; il Mirto domefie01 Y°> &c. prefuppone , che ue nefia della Jpetie medefima anchora de i faluatichi . Ife fonofia i faluatichi coft de ut'ic ^ & de neri, come fi a i dome fichi : imperoche fi a quelli qffaifsimi riho ueduti io portare i frutti > & maturarli fen^ uentar neri . Tfon crefcono cofi alti, ne cofìgrofi i faluatichi , come fanno i domeHichi ma per il piu nonfacen alto tronco , crefcono partiti in uarq,& diuerft farmenti . ls(on campano i Mirti nelle montagne, ne in altri luog W : ^ & come che infra terra , negli horti, ne i giardini, nelle uigne, & ne i campi benifimo allignino ; nondimeno Nel primo lib. di Diofcoride. 2 y 1 : inimici marc,& di qualche ameno, & diletteuole lago ; naturalmente per loro Jlefisi nafcenio , marauigliofameute , ' [jCcm0l&i1Hmlictifimanteijgono,Giouanolefrondi,&ilfemedefrumileMirti.,facendolìinpoluerc,&been- K m i chi hauejfe mangiati fanghi maleficbi . Quello , che chiama Diofcoride Mirtiiano ,ècofanota,& uol- M"t“Uno • tre, om fieno affai mirti . Introito ejfer due altre Jpetie di Mino oltre alle predette , commemorate da gli antichi , ' T sentina, cìoè,& £ SSOTICA, amendue dame conofciutc . LaTarentinacofi chiamata daT oriento 'Altre fpstiè di; città di Veglia produce le foglie molto piu minute , & piu ferme della nofirana , & il frutto minore piu copiofo , coro- m,”o Tarati ’ cima d'un colore , che nel nero porporeggia , pieno di gran numero difeme bianco . I fiori fa egli bianchi filmili ila , & fua hifto "il mirto litigare , & parimente odorati . 14 effotica è hoggi in molti horti & giardini d’Italia con foglie poco dififimili lai Mirto comune, ma piu appuntate, manco uerdi , & cofi denfie, che occupano ogni minima pane de i rami ,fa il fi-ut & f™ hillcrn 0 i,m,httto, come il cmnmime ,& parimente i fiori .Luna&l altrajfietieferueno ne i giardini commodamente per far jftlliirc.lkfii, & capanne, per ejfer cofi uencide, & arrendanoli, che facilmente fi Inficiano intejfere,& tirare in opere MIRTILLO. 2)2 Difcorfi del Mattinoli U, fatte . U nini, loro fino me quelle iflefii del Mino . Ond'ficri«Mfie Timo dxxi x. cape delxy. libre, t 'rli'rma Quelli che iute fino imirtì ve igiardini .fanno di min, dome fichi fin frette . La Tannimi con figlie ni.. nm j w nvju * w r ' ■ • • r Germania & m Boemia 3 wow nafee ueruna frette di Mir Mirtiilo, & fui fta non è ® •' ™ ^ „ J- ; [ ;oro f ;a»M itiMM loro Mirtillo . Quello mfee ne i monti, ir ’vUateper intorno . Sono ! fioi fiori , come campanelle di colore incarnzte&con alcuni filetti rofii nel we\o, da cmmfcm 1 fclrcfce cay? «e/ r,/or^ coWe sm»rfe^ no„/0«0 ^ Cmcpro, ?era^;c„c rf pianti) u/ìtno conimdmcntc per il Mirto, dal quale non 'credo che freno dimrtu molto lontane . yfanle alami peniti- I? leMcartadicoloreaWro.ManSianJiancboradaipaaori& Via dell» mor incarnente fi vendono fi le pialle .perche in nero non fino mgrate al gufo . In T «fiumi fi eh, amano t Mmiu^gt- "m,t mente Morfina, & Mortella : affino affai in ufilefiontkper conciare le cuoia , percioche udentemente le /òmM. Mnclmo.&lcmgrofiifcono.Emem L»; fo. nróMifa quando ronfierà», & ben maturi , compongono le noHre donne unfapore,, quale fpmferUmf fii in lungo, non poco sgradevole algufioper mangiare cangi, arrojh: & tuttoché fhtttch alquanto d corpo; confi- Virtùde, Mit* [ifcenorLcnoàifuffifcntcrich&fiomchaU elle donne. Le foghe fiche difeccm “M moltopiu che le uerdi ylaiecottìone delle figlie & delle bacchegioumte-alle pofleme calde , come fonokerftpek,^ formiche . Le bacche prefe in qual fi negli modo corroborano & confortano il cuore , & confertfcono mMmemcal frWir/rfo.^rV^^ Mirto fermo nere bian Infima , la quale lanata dipo, , &ficcaalSoleufinoalcm,mluogod,Spodw&dlTuaa. pMmofio. dfcalrno. me di/re Galeno ah li delle faalti de fenilici ) è pianta compofia d, dmerfi fiSianrf ; ma vince pero m le, U fdu td fiilida , & terrestre . Ha anchora del fittile , & del caldo : & imperò difccca rnlorof. mente . E neramente, icuf ca differenza di piu , & di manco f acuità cofìrettma , tra le fiondi , tra i gemimi , tra frutto , &m l ficco . Quelli, c he chiamano Mirtiiano , che nafee bora in fui tronco , bora in fi i rami à modo d, gobba , tanto piu ulorofamentei,- recca.&cofirigne.quantoèeghdeUepredempartipmfecco.Teflanloalcum.&famonepafieUiconmo.Ufiu- di fiabe affai piu ualorofamente dificcano , che le uerd i : percioche con queflefi mefehia una certa bum, ina . Ufucceji tana nonfolamente dalle fiondi uerd, ; ma anchora dalfiutto , Tutte quelle cofe hanno mnu d > coflng, munto affli- cate di fiori, quanto tolte dentro nel corpo . percioche non hanno alcuna f. , culti ne uelenofa , nc filiamo . miopie- fa del Mirto, & Mirtiimo dijfe Galeno . Chiamano i Greci il Mirto Morrà» •• i Latini Myrtus .ghJrabiJcs.Mts, JO onero M i Teiefchi Vuelfcb heydelbeer .-gli Spagnoli Muna , onero Jfiiam : i francefi Mcmte . Chiamano i me- fiti il Mirtillo Heydelbeer ,&iEocmi Eyaoii , oucro ytanioka , Nomi. Delle Ciregie. Cap. CXXX. LE ciregie mangiate frefchc , lubricano il corpo : & Cecche , lo riftringono . La gomm dell'àlbero beuuta in uino inacquato , gioua alla toife antica , fa buon colore , acuito il uè re, &prouoca l’appetito. Beuuta nel uino, uale al mal della pietra. Ciregì, Sdoro credo cbefia hoggidì albero in Italiapiu conofiiuto de i Circgi . Fanno quefli le foglie piu larghe di, ?“* 4° , To N credocheltabogg,itiait>eromitauapmconojc,utoaciurcgc.ruimviiHcj.."jvz>"y o < „ hiftori». 1^ >1 inefbolipcr tutto all' intorno dentate , i fiori bianchi azotiche , dei qualinafionolc chegiepcrlapmpadtH * . "... - .A K «tr.,i turi rame Cono anelli ielle prmtfiM- Spetìe Cireg: I ^inejpoi.ipcrtutto aumtornoacniaie , ipurioianujia7xuLujc j ul ^ '-■''s- r- - i * attaccate con lunghi picciuoli uencidi & arrendeuolUon noccioli dentro affai duri , come fono quelli delle pYV.gtepi^ tiche } ne i quali fono le animelle bianche & amarette . La materia del legno èfibrofa & foda3 lafcor^a eijcui, 1 tilaginofa . Sonone di diuerfe fretie , cioè dolci , acide , anjìere , amarette , & infìptde s come è noto à ciafcitno > C} mangiarle fi diletti . Furono le ciregie , & gl’ alberi loro ( fecondo chefcriffc Tlinio al XXV. cap. del XV. t 10 tati primieramente in Italia di Tonto per cofa nuoua , &per alberi quiui f ore fieri , ne piu uedutiida Lucu onc toria,che riportò egli a I\pma contra d Mitridate . Ma tanta è fiata t amiftà del terreno dell amenijfima Ita ia fio albero , che non folamente ha conferuato , & ampliato le ffetie de domefiichi ; ma come pregno per gran ceff* td del loro bomore 3 per fc fteffo , fen\a alcun feme , per le campagne , per li monti , & per li bofehi innumere ^ ^ eie uarie di piante di gradifiima proceritd ce riha prodotte y &produce. Sonoilor fi-uiti , li quali uolgarmente 1 E8ic* gie 3 di diuerfe ffetie . Fra le quali in piu prezzo fono le Marchiarle 3&le Duracine ; auenga che di quefle iflH ^ & di piu picciole 3 di piu roffe , & di piu bianche fe ne ritrouino . Quelle , che chiama Tlinio luliane , & nQl ^ le , fono hip oc oprerò . percioche , fe non fi mangiano in fu l'albero s malageuolmente per efferfuor di mo .o t ^ poffono portare 3 che nonfi fiacchino : & oltre d ciò non fono cofipiaceuoli al gufo per la tener eT^a loro , comC' tre . Quelle , che per diuentar molto nere 3 chiamiamo noi Corbine , & Tlinio nomina JL ttie , & Ceciliane , e} ^ ^ quelle , che f m durette 3 & dolci }fono affai aggradeuoli alguflo ; quantunque poco s’ tifino ne corniti > per tlh ^ ^ i __ aggraacuuuaigunu iquaunmqiui i y.lìoàcin- fuor di modo & le mani 3 & la bocca. Enne una ffetie , che da unfolo picciuolo produce tre 3 quattro y rappoli 3 come l'uua , come fi può uedere dalle qui H0mpatepgMe>^ ^ que ciregie j & urialtra che le produce in grappoli , — , *. — jt-z — — i mi furono mandate da Verona dal mio M. Francefco Calcari ffetiale . Tifile ffetie delle C iregie J ylnezh > è chora quelle , che in T ofeana } & in Siena maffunc , fi chiamano Ciregie jLmarine y in Roma V ifciole , & w ^ & quafipcr tutta la Lombardia Marafche . Sono quefle dipiu diuerfe ffetie 3 ma tutte però chipiu, chimcno ^ l'acetofo 3 & del mordente . Chiamanfi injul T ventino Marafche quelle, che manco mordono : delle qua i tie a ^ Nei primo lib, di Diofcoride , 25-^ C I R E Q I E, te molto al gufo per lo gentile fapore aggradatole : imperochc hanno infamemente m dolce , tfr un mordace non eccef- fiuo ■ Chiamanti anchora quitti oltre à queìte , Marine , & MarineUe , cene altre A’ una altra fjictic dipiu breue picciuo- lo,di minorfrutto, &piutondo, poco nel fapore differenti dalle predette . Tqe fono oltre à ciodiuna terrea ffetie, chiamate V ernie , pia lunghe dipicciuolo , piu groffe ,piuacetofe , & piu bruf che di tutte l altre. Et come che le due prime fjictìe, quando fon ben mature , dìuentino tanto uermigtie , che quaft nereggino ; le Vende nondimeno fempre ri- mangono roffe . Lodanp tutte quelle ffetie d'Mmarineperfeccare , per confettare, &per fapori , & gioii per iffegne- re la feto nell ardentifpme febbri , &perprouocare l’appetito . Tqafconne di quefle delle faluatiche per fe Beffe nella Cìregie natte Mania della gimdittione di Trento , & parimente in Boemia intorno Traga & in Muflria intorno Vienna fimili tlcllc • nel fapore ,&nel colore alle V ernie : ma di breue picciuolo , & fon prodotte da piante nane , di tanta breuità , chepo- c e itene fono, che anatrano la mifurad unaffanna . Il perche hopiuuoltepenfato f quantunque io non op d’affermar- Y lo) Pifcorfi del Matthioli CIREGIE RACEMOSE, Ìwì W//X \ Mòg Wi Ym\\ MsL lo ) eh elle fieno quelle ìflcjfe , che Vintici chiama Macedoniche . Io per ejfer quejla pianta cofi piccola Credo che fi chiamare fi, caramente Chamecerafo . Lefaluatìche , le quali per il piu fon cibo degli augelli , poco s tifano di mrf- re , eccetto che da «Ulani : percioche oltre all ejfer poco carnofe , fono amare , & dijfiaceuoli . Tralignano iCiref^ cui fi mette letame dì qual fi doglia forte al piede ; imperoche non fi gode d'altro , che de i firn fleffi rami , che nel pouf glifigli tagliano , fotterrandoglieli apprejfoaUe radici. Fanno quei Ciregi i lor fi-utti piu primaticci degli altri) al quali fi ponga calcina attorno al piede , atlantiche moftrinoi fiori: interamente annaffiandofegli le radici ogni$i°n"> con acqua calda .ma quefli cofi coltiuati predio fi feccano . KJafcono le Ciregie fùnga noccioli tagliandofi Idee1' quando e tenero & piccolo , due piedi da terra , & fendendofi fino alla radice . Dopoalche hifognacon definita- ogni parte cattar fuori la midolla , &fubito unire amendue le parti infieme , che fi ferrino , & ligarle firemmciite > ' diùoi hit nnir arie ttpv tutta ittfnvttn nh» a*,*.-:.. n »• 1 • ■ \ » nr C rf fW!/ confi' ulti 2)) Nel primo li b. di Diofeoride . CIREGIE AMARINE. lidarc in capo delf anno . Incalmandof: adunque qneflo albero con le potè , che non h abbino prodntto il frutto fard fem- i Pr{^c Ciregie fen^a noccioli . Galeno al fettimo delle f acuità de [empiici , battendo aiierten?xa à tante , &cofidiuer[e 9!r^',e ^ptte ' ^etic ^ Ciregi , co fi breuemente nefcriffe 3 dicendo . Il Ciregio albero prò duce il frutto , che non è ugualmente costretti- 2 Ga‘C n° * no in tutte le ffetie delle fue piante. Imperoche in alcune delle fueffetie ( come fi uede ne melagrani , & nell' altere me- e)abonda laujìerità, in altre la dolcer^i , & in altre l'acetofità . Immo che anchora le dolci , quando non fono ma- 1 tm ’fono m°it0 acerbe , & qualche uolta eofi acetofe , come le more .ma nelle more immature la qualità aceto fa fu- Pera Udentemente l’acerba; come che queflonon fenipre fi ritroui nelle Ciregie . Et però le piu dolci piu muouono il lo corP° > quantunque meno fieno elle utili allofìomacò . ma il contrario fanno le austere . Le acetofe affai piu fi cormen - •fondagli stomachi flemmatici, & che generano fuper fluita: perche difeccanopiu delle autiere , & fono alquanto in- tijiue. Ingomma dell albero ha la me definì a nini ) , che hanno gli altri medicamenti , che fon uf c o fi fenra mordacità . Y 2 Cioua 2 $6 Difcorfi del Matthioli CIREGIE SALVATICHE. Giouaalpetto , & alt abroga della fama delpalmone -, Giouapropriamente ( fé èucro quello che fcriuono alcun Nomi, alle pietre delle reni . perciocbe ha delle parti fonili in fe , con cui opera in tale ejfetto . Chiamano i Greci e » _ gie Kipdaict : i latini Cerafa , & Cor afta: gli càrabi Sarafie:i Tedefchi Kirfen & Chirfchen : li Spagnoli CnetfS' prancefi Cerife : li Boemi Fvìffnc . Pelle Silique. Cap. CXXXl. LE sili q^v e frefche mangiate, nuoconoalloftomaco, &foIuonoilcorpo:mafecche)^ i< ftringono, &fonopiu utili allo ftomaco : prouocano l’orina ,&maffime quelle, che i ièruano nelle uinaccie. [Li S I Nel primo lib. di Diofcoride . 2 77 SILI Q_V E. \ / 77 J w=~ i ìy^ty 1 LZ S 1 1. 1 rgv r. , chiamatedaìCreciCeratie,ficbiamanouolgamentedanoi, & per tutte le ffetiarie Sita- Silique, slot» lu Carole , & Carobole . Tslafcono le piante , che le producono abondantementc netregno di Tffapoli, in Vaglia, hlitor“ ' ^ & parimente in Campagna , come è ben noto à chi caualca da Fondi ad Itri ,&di quitti à Mola . Imperochc die- 170 “ Wdifaffbftffima Sbenda , la qual chiamano ^ppìa , ui fe ne ueggonoinfmìtìffime piante. Chiamano cotalipiante < paefani S adequa , uocabolo neramente corrotto da Siliqua . Sono alberi d’ affai bella procuriti , come che piu ifuoi ra Silique dEgit- ™tr apportino in largherà , che in altera .Il colore della corteccia è cenericcio , pendente al ceruleo , come quello del “ ‘ loto . Et le fiondi affai s afiimigliano à quelle del fi affino nel procedere dell’ordine loro : ma fono piu larghette , piu du- n , piantele , & piu tonde . Tiorifcono nella fine del uerno , ò nel princìpio diprimauera : & maturano il frutto la Siate, ?" ^ ‘mmu> • Quando fi ricolgono dall’albero , fono abomineuoli, & ingrati alguSlo ; ma diuentano dolci, poi che fon lecchi infu le grati . Imperò che ui fi congela dentro un liquore limile al mele , & maffimamente in quelle , che nafeono »c c regioni Orientali , onde gli strabi & gl’ Indiani cattano delle Carobe non poca quantità di mele, nel quale per il piu Y 3 c ondi fiotto 2 j g pìfcorfi del Matthioli condmm H emm , iMirobalani, & leKocipofcade, come tefltfica Strabene fruendo de gl 'alberi tIn4ktì v ù XylibrsWm^mphia, Dunaltra forte di Silique, la r,ual chiamano Fico d Egitto , friJferoTbe ophr^ Xìe, -% ‘Plinio VdeUqmle mi imi , #T« incognite in Italia ,&per non effereeUe di momento alcuno . Le Ctn. be Pecche ,fe bene con il tefljmonio di ciafiunofono coftrettiue, e fiato nondimeno ffenmentato , che la loro iecottimt zloHanonpocoaUatoJfi,&aUafrcmiradelpetto,&cwperiUiqmrenonmenodolcedelmele,cheineffef1ntr0l,l Vituperò le Silique per ufarfi ne cibi , Galeno al li. delle fatuità de cibi ; dicendo , che per ejfere legnofe, ,mfrk cofaè, ch'elle fieno durifi ime da digerire :& imperò , che meglio farebbe fato Infoiarle tn Oriente, cheportmdn paefi noftri Ma frinendo delle facilità tanto dell'albero , quanto de fi- atti al vii. libro delle fatuità defemplici, enfi dicati V albero, che produce le Silique , difccca , & riflrignc , come fa anchora il filo frutto , il quale ha alquanto M dolce . Hanno quefié m certo che fimile alle Ciregic .percioche mangiandofi frefche , foluono il corpo . Etfeccbc lo ri- „ No,m- fingono. Chiamano le Silique i Greci K epa-m :i Latini Siliqua: gli Arabi Charrnb : iTedefchiS.lobamhou gli Spagnoli Alfarobas : i Francefi Carouge . De tutte le Mele. Pan. rYXXTT. LE frond I di tutti i meli fono coftrettiue , & coll parimente i fiori , & le cime , &maisime quclìe de cotogni. Sono coftrettiue le mele, quando fono acerbe : ma le mature fono altri- menti. Quelle , che li maturano la primauera , aumentano la cholera , nuocono à tutti i ner- ui , & venerano ucntofità , Le Cotogne fono utili allo ftomaco , & prouocano l'orina . Arroftitc nel fuoco, diuentano&piutencre, &piufoaui. Giouano ài flufsi ftomachali, Scdifenterici, & 10 à gli fputi della marcia , & à i cholcrici , & mafsimamente crude . Beuelì utilmente la loro infufio- ne nei flufsi del corpo , & dello ftomaco . Il ficco delle crude , uale à difficultà di fpirito , & Ara- tura di petto . E' utile la decottion loro alle relalfationi della madrice, & parimente del budello del federe. Quelle, che fi confettano nel mele, prouocano l’orina :& il mele del condimento lo- ro , tirata à fe la uirtu del frutto , diuenta coftrettiuo , & ingrolfatiuo .Sonde cotte nel mele utili allo ftomaco , & molto al gufto grate nel mangiarle , ma manco ingroffano . Mettonfi crude ne gli empiaftri, che ii fanno per riftagnare il corpo , perii uomiti , &perleinfiammagioniddloftoma- co , per le ìflfiammagioni delle mammelle , per le durezze della milza , & per le pofteme del fede- re . Fafsi delle mele cotogne uino , pcftandole prima , & poi fremendole : & accioche li conferai, s’aggiugne in ogni fedicì feftari un fcftariodim-de;impeiochefenonfifàcofi, diuenta aceto. & p è utile à tutte le cofe predette . Componi! delle mele cotogne l'unguento , il quale!! chiama Me- lino , che s’ufa, oue lia bifogno d'olio coftrettiuo . Debbonfì eleggere le uere , le quali fon quel- le, che fono picciole, tonde, &odoratifsime:imperoche quelle, che fi chiamano Struthie, che fono grandi , fono afidi meno buone . I fiori uerdi , & fecchi fono utili ne gli empiaftri coftrettiui, & alle infiammagioni de gli occhi , & fputi del làngue . Beuonfi con uino per li flufsi del corpo, & delledonne. Quelle, che dellàporedalmelefi chiamano Melimele , lubricano il corpo, Scac- ciano fuori i uermini : ma nuocono allo ftomaco, & fanno fete . quelle chiamano alcunimele dol- ci . Quelle , che da Epiro fi chiamano Epirotichc , & da Latini orbiculate , fon conueneuoli allo fto maco : ftringono il corpo, & prouocano l’orina: ma fono però manco potenti delle cotogne -Le faluatiche fono limili à quelle della primauera , & fono collrettiue . nel quale ufo lono neceifarie ^ tutte quelle , che fono immature , & acerbe . Le Pertiche fono buone allo ftomaco , & lubricano il corpo .malenon mature lo ftringono , & le fecche hanno anchora maggior fòrza di coltagliele. La decottione delle fecche beuuta , riftagna i flufsi dello ftomaco , & del corpo . Le Armeniache, che da Latini fi dimandano Praecocia , fono piu picciole di quelle , & migliori all o ftomaco . Le me le di Media , oucro Cedramele , che da Latini lì chiamano Citria , conofciute da tutti , hanno ilo ro alberi,che in ogrìi tempo dell'anno portano i frutti .• imperoche 1 uno fiotto entra all'altro.E que fto frutto lungo , crefpo, di color doro, & grauemente odorato . Ha il feme limile à -quello del pe- ro . il quale beuuto nel uino , fupera i ueleni , & muoue il corpo . La decottione de frutti, onero u fucco tenuto in bocca, fa buon fiato. Dannofìi cedri à mangiare ne difetti delle donne grauide, & mafsime in quella forte di male , che i Greci chiamano cifla . Credefi , che tenendoli nelle calie, oucro ne gli armari , non lafciano tignare le uefti . Mele, & loro hiftoria. SOtto lefpetie delle M eie in un medefimo capitolo fcriffe Diofcoride , per effcrc fintili di figura & d'affetto, e ( Ve [che ideile Mele cotogne ydcll Armenia che , & de Cedri. Ma uenendo primamente alle communi Mele , dico c rt la loro pianta fa uno fiipitefolo , dal c\uale manda fuor e i rami dilatandoli cofi in lunghezza , come in larghe . Vc fiefid' affai gr offa corteccia bianca di fiore, & di dentro rofiiccia . Vroducc le foglie lunghette , & parimente laj * piu preho gr offe , che fattili, & per tutto all'intorno minutamente dentate. Vroduce i fiori la primauera in alcuni a ri bianchi, & in alcuni incarnati , da i quali nafeono le mele , 7s[on ha molte ne profonde radici . Sono le mele di fui vie & diuerfeffetie , che fi pofii narrare , & però fono anchora uarie di forma & di fapore , il perche uarie > & fe fono le uirtu loro . Et pero (come fcriue Galeno nel fecondo libro delle f acuità de gli alimenti ) tali fono a,^eìe,^'rMt 6 acetofe , tuli dolci ; tali acetcfe , & dolci : tali acetofe , & acerbe : & tali dolci , acetofe, & acerbe infiememente. WJ dimeno fecondo piu , & manco tutte le foni delle Mele fono coftrettiue , frigide, & terreftri . Mair.partkoltnlca‘^ Nel primo lib. di Diofcoride . 2yj tofe generano frigido , & fittile nutrimento . Le mc^anamente dolci fono temperate , accofiandofiperò alquanto à cal- da natura . Le f nocche , feguendo la natura dell'acqua ( anchora che paiano piu dolceggiare , che altrimenti ) fino del tutto inutili . impcroche oltre all'effere molto allo filomaco nociue , non fino aggradatoli al gufto nel mangiarle , ne co - me k altre fortificano lo filomaco 3 ne rifiagnano il corpo troppo lubrico . Debbonfi adunque ufare le Mele fecondo la qua htà, che algufio manifefia il lorfapore : tifando le austere nelle calidità, & humidità dello Homaco : le acerbe ne i me- dimi effetti piu eccefiiui : & le acetofe ne igrofii , ma non troppo freddi humori . conciofia cofa che à i molto freddi, & %tofii Immori cofe acute ,& non acetofe ( come che amendue fieno incifìue) fi richieggono . Le dolcinonpartecipi d'altro fipore , ne di gr offa natura , aitano mirabilmente d difirìbuire il nutrimento nel corpo . Ma accompagnate d'acuto fapo - Io n> & da gr offa fufiany^a ,filuono piupreslo il corpo , che altrimenti . Debbonfi con ogni cura fchifarenon filo le inutili , ma fucile che piu fi lodano , infino citante che non fon benmature in fu l albero :percioche fono durifìime da digerire , ; & oltre a ciò danno cattiuo nutrimento , generando humori frigidi , & grofii . Ma Y 4 quelle , f V z6q Difcorfi del Mattinoli c O T O G N O. quelle 3 che ben mature ji riferì ano il uerno &fino allaprimauera3 cotte con patta attorno 3ò pur fen\a nella cenere cal da , fono fp effe uolte conueneuoli alle malattie , mangiandole fubito dopopajìo, & qualche uolta co l pane , & inaftfM' mente ne iflufii del corpo 3& nei nomiti dello ftomaco . ^Al che molto gioueuoli fono anchora le acerbe : perciocbe cot* te per coiai uia 3ft riducono mediocremente cofi rettine . In Tofana oltre à tutte t altre fono in prergo quelle , che fi chi* mano .Appiè , tir quelle che chiamano Mele refe : imperoche in quette due fpetief ritroua oltre à un aromatico, & gr^ tifimo odore 3 unfapore molto aggradatole al gufo nel mangiarle , Il perche non credo , che troppo /allungherebbe d* uero, chi diceffe 3 che l .Appiè f offro le Melimele ,& le Melerofe t Epirotiche 3 ouero l’Orbiculate di Diofcoride.Q»e ■ poi , che in tanto ayrofsifcono 3 che diuentano uermiglk, non ere fono in troppa gr offerta 3 & fono al %ufto aeetofe:^ Falft opinione per altra caufa cofi arrofìifeono ,fe non perche la loro origine è tratta da gli annefli de i meli fatti in fu i mori neri. U io C°) nano , fondando fi (come fo credo) folamente fopra la fua opinione 3fi crede ne fuoi commentari] fatti f iprit i li rl ‘ Q aleno delle compofitioni de medicamenti fecondo i luoghi 3 che le mele cognominate Ceftiane da gli antichi , fien°£ 1 Nel primo lib. di Diofeoride. 261 PESCO, Manti . Ma ben mi marauiglio come da cotal falfa credenza non lo difloglieffe Tliniojl quale alx 1 1 X I . capo del XV. boro apertamente ferine 3 che le mele cefiiane furono cofi cognominate da Ceftio loro inuentore : come parimente le ma- ttine da Matio , le manliane da Manlio , le claudiane da Claudio , & le appiane da Mppio antichifìimi Romani , per ef- fcr elleperauentura fiate portate à I\oma al'principio da cofioro da altri longinqui paefi . 0?idefcriue in quel luogo Ga- leno , togliendo da Mpollonio 3 che al dolor del capo caufato da ebbriache^a uagliono mirabilmente le mele 3 che dpo- mfl chiamano Cefiiane 3 cotte & mangiate ne i cibi , per ejf elle d'aufiera natura . Dal che fi può ageuolmente conofce Ye> chequi intende Galeno delle mele 3 & non degli aranci 3 come par che fi fogni il Cornano. Imperoche oltre alperfua - dermiche fujfero gli .Aranci incogniti adMpollonio 3 & parimente a Galeno 3 per non hauerne egli fcritto in luogo 0 uerun°3 non fo io uer amente 3 che in luogo del mondo gli Mrancifi mangino cotti ne i cibi . Et però ffeffo accade ( dicolo fcrofaluando la pace di tutti ) che coloro 3 chefolamente fi configliano feco fieffi 3 & con la durerà della loro tefta3od a 110 delle uolte i lor errori 3 & ueggano le lor feritene andar per terra . E' ualorofo rimedio à i Meli3 che non porta- no i zCz Diicorfi del Mattili oli A R M E N I A C O, no i frutti al tempo, il cerchiar loro il tronco con un cerchio di piombo auantì xhefiorìfcano , & lenirglielo pofeia ti , che fi maturino le mele, mettendo il cerchio non piu che un piede alto da terra , Le mele dolci, che per ilpiufimatuU-- no di Giugno uagliano ne i morbi melancholici 5 & Rettalmente il loro nino ,& le dolci che fi maturano l’autunno fi fan- no utilmente nella, doglia di petto cuocendofi f otto la cenere, & mefcolandofi con fucchio di regolitia , amido & ^che* Mele cotogne , ro , facendo pero ciò due uolte il giorno , un'hora ò due auantial cibo , Le mele cotogne furono portate in ItaliadaCì- 1 ^one cafìcllo di Candia, da cui fono chiamate Cydonia da i Greci . E adunque la pianta del ìnelo cotogno qttafifiwk melo uolgare, ma le foglie fono minori , piu lifeie , piugroffe , piu dure , & dal rouefeiopiu bianche. Troduce i fiori bian chi, ouero leggiermente incarnati, con cinquefoglie , come le rofe faluatiche . Crefce rare uolte in notabile altera, p# ciocbe la granerà de frutti non la lafciano alenare. Bjtrouanfi di quefìe in Italia tre fòrti . delle quali le piu lodate foM jo propriamente quelle, che chiamano Mele cotogne , nonpunto diffimili da quelle, che per le migliori loda Diofcoride> ' pnamq Tlinio chrifomele : imperoch elle fono picciole , piatte , compartite infette , gialle , lanuginofe, & molto p^0^ Nel primo lib. di Diofcoridé* 265 ARMENIACO MINORE. mt illlc altre. Della feconda fpetie fon quelle , che piu che tutte le altre singroffa.no, chiamate da D iofcoride,& daGa lena Stentine , affai men ualorofc delle altre . chiamiamo noi quejle in Tofcana Vere cotogne : impcroche nella forma lo- npiuftrajfembrano alle pere, che alle mele . Sono piu fuccofe,& piu carnofe delle altre, ma non cofi gialle, lamgiiiofc , & odorate . Le terrp chiamate da Vlinio Miluiane , fono quelle , che fi chiamano hajlardc : imperochc fono quelle , che tafano degli anneHi fatti de i meli cotogni in fu gli alberi delle fintine , & parimente delle flrutbie in fu i meli coto- gni . Crcfimo quefle di quefla terrea Jfetie maggiori delle mele , & minori delle pere , & in ogni loro qualità tengono il ”“{0 tra l una , & l'altra jfetie . Sono neramente tutte quefle ( quantunque molto piu le mele) molto nece farie nelle fc irne per le medicine cojìrettiue : percioche di tutte , oltre al uino, alla mina , & all’ olio, fe ne fanno fauori,gieli, coto- t> gate muarij ,& diuerft modi, conitene noli ranciamente àgli amalati, ma ut ili, & aggradeuoli anchora all'ufo defa± ni' J0> tauafì la Cotognata fatta, al tempo dì Galeno , di S oria , & d’iberiafino à \oma , fecondo che recita egli ne H- r> fatata de cibi . Le cotogne , chef condifcono , uogliono neramente efer benif.mo mature , altrimenti s’ìnduri- ftono. Virtù delle Me le Cotogne. 264 Difcorfi del Mattinoli CEDRO, feono , & diventano legnofe , Quelle che per il verno fi ripongono crude , non fi debbono mettere appreffo altuua'ptt fioche il molto loro acuto odore la fa corromperei & inf addire . E' co fa uer amente marauigliofa quello che molu 4 fermano , cioè che fe le donne grauide mangiano fifiefife uoltc le mele cotogne partorirono li figlioli induftriofi , & 4 r gnalato ingegno . Le radici delle fiìruthie legate intorno al collo guarifeono le fcrofole 3 & come uogliono alcuni anc r a ilgo^pi ma avanti che fi cavino di terra , bif igna fircularmente fcauar la terra con la finifira mano , & dire che £lr queftoi & perche cagione jfcpero tanto è da credere alle fuperHioni . Le mele cotogne mangiate avanti al cibofirtau^ il corpo , cofi mangiate dipoi fanno il contrario , & prohibifeono i uapori 3 che dallo filomaco afeendono alla tejht • mucciUagini fatte dd feme nell acqua giovano à tutte le infiammagioni 3 & ffictialmente alla arfura della lingule febri maligne . Fafii delfucchio delle mele cotogne un medicamento faluberrimo per i nomiti cholerici , & fer ^ ’jCÌ ^ feria in quetto modo. Trendefi una libra del fu detto fucchio , di coralli roffi 3 difeme di rofe rofife , & di reubarbaro * ciafcuno una dr animai & d'H ipociftide & d'acacia di ciafcuno ducfcropoli Janfi dipoi bollire tutte quefle cofc . W ! ’ fatiche cali la ter^a parte , ladio, & die enfantino Impcr udore j doue in efìi fi ritroui fcritto cofa alcuna delle Tefcbe duracine : dicendo , & mando 5 che doue in tutti quefii autori fi ritroua fcritto Tefcbe duracine , la frittura è falfa , & che uuol dii e r i i. j m pjjtji i ut vili jtfn-i'U ivju (utit/ia ueuc a ej tue uni j • ? 7— j” cri fi ritroua fcritto Tefcbe duracine , la fcrittura è falfa , & che uuol direr^ ^ ne, ó" non duracine , Ma dicendo ciò il Cornano , femxa prouar lo con authoritd ò ueruna ragione , dimofira di clC ' $ f.,i pici ‘ inteuttqne : & che non hauendo egli come quefto prouar pote[fe,non habbia k auuto altro attacco ,ne . rimedio 3 che allegare tutti itegli di quelli antichi foretti » Il che però non è in alcun modo da credere . Qnàefwfi^\ Nel primo Jib , diDìofcoride. fr} in , che il Cornano iti quello di gran lunga s inganni ,& che non intenda la cofa, che lafciamiridurre à credere, che tanto numero di libri fta [corretto , per confermare cotale ridicola opinione . Immo chenonpoffo fc non mar angli armi, thè il Cornario altrbnentibuomo dottifftmo ,fìfia coft sformato di fare ofeura una cofa cojì chiara : & che non habbia c- riiintefoton tanta fitadottrina, che cofa uoglia fignificare apprejfo Tlinio,& Palladio qtteBo uocabolo duracina; che cofa apprejfo 'Paolo ftgnifichi doracia ;& che cofa apprejfo ^ ìetio ,Conflantino ,& alcuni altri rhodacena . I ntpe- nchefe egli haue fé ben considerato , che tutti quejli uoc abolì fono differenti tra loro, & che uno Significa una cofa, & falxti mi altra ;mm batteria neramente battuto caufa alcuna di dubitare, ne baueria cofi largamente detto, che tutti cuci teff offero fionci , & [corretti : attenga che (per quanto fi Bende ilgiudicio mio ) nifitmo ue nefia, in cui conofccr fiptifia mancamento ò falfità di frittura . Imperocheio ho fempre tenuto , che apprejfo Taolofi debbi leggere dora- cia,come fi trotta fritto netefii Greci piu frequentati , & nonrhodacena ,comemole il Cornano . percioche quitti ) pao/o tratta filamento di queijrutti, che chiamnoi Latini pnccocia , & armeniaca : & noi corrompendo il Latino, bumbe, & maniache ;& non femplìcmente delle pefche. Imperochef come afferma l’ifieffo Cornario [rhodacene non Significa altro apprejfo à i Greci , che l'albero che noi chiamiamo pefeo : come parimente fibodaccna Significa i fitoi fiuti , cioè le pefche. delie anchorio confermo fen-qa alcuna contradittione . Maappreffo.Taolo (come ho detto ) dora- cia non lignifica ne pefeo, ttepcfche ; ma unajfetie i’armeniache onero precocie , come egli mantfcjlamentc dichiara con quelle parole . tàft ®ptuKÓtud ri rad dfftfm upn-rlova -ppf ■7rtpffittlat.Sre yàp òffwtaat, l.rt dcraórae dicupSciptrat. cioè . Le precocie, le doracie , & l’armenie fuperano di bontà le pefche . percioche non intentano aceto fc ,ne cefi fi corrompo- no nello Stomaco. Dal che è manifefio , che appreffoTaolofia da leggere doracia , & non rhodacena: effondo rhodace- na uocabolo proprio delle pefche, & non delle precocie , delle doracie, & dell' armeniache . 1 quali fi-tati fe ben da alca - ) ni fitto commemorati tra lefietie delle Tefche ,per ejferle molto filmili fittamente di forma ; non però fi può femplìccmen- tc dire , che fieno eglino le ucre , & legitìme pefche . Le quali da piu Greci authori fono chiamate uniuerfalmente dwa urina, cioè mele rhodacene , come L’iSìeffo Cornarlo confeffa . Imperoche farebbe neramente da imputar "Paolo di fioccherà troppo grande ,fc uolcjfc egli , che le fihodacencfttffero molto migliori delle pefche, non effondo altro le filo iticene apprejfo i i Greti, che le ifieffe pefche . Imperoche tanto tterrebhe à dire queBo pagamente, quanto che le pe- fche fuper affieno di bontà le pefche : cofa neramente rifibile & di niffun ualore . Per tutte adunque quefle ragioni fi può neramente dire, che qucjìo uocabolo Doracia non lignifica apprejfo Paolo duracine , ne manco rhodacene : ma ma [pe- ne di timcniacoe ,oucramcnccpr ciocie cofi particolarmente chiamate daini Doracie . Ma uenendo hormai àPlinio , dico che apprejfo di lui fono le pefche duracine una fpctie di nere pefche piu lodate , & migliori di tutte t altre forti . Et però non timi dire quel teSlo altrimenti frodacene .-perche quefto uocabolo predica & determina di tuttele [fette delle pefche:& quello duna fola (ferie, chiamate duracine per ejfer durette dì polpa, come fi chiamano dar arine anchora le ci- regied' maceria ifetie,ct duracina anchora una certa forte d'mta apprejfo Plinio, et Palladio, per effer di dura,ct molto ferma polpa. Il che argttifce chiaramente, che altra cofa lignifica duracina apprejfo Plinio, et Palladio : & altra apprejfo i Grccirhodacena. Dico oltre à ciò ejfer parimente fai fai opinione del Cornario ; dicendo egli , che le pefche cheboggi fi chiamano duracine da i moderai , fieno cofi chiamate per batter elle il nocciolo molto piudurodi tutte l’ altre . Im- pernile dalla dui -apra dalla polpa loro , & non dalla durerà delnocciolofi chiamano duracine da i moderni , imitato- ri de gli antichi . auenga che effendo elle dure di polpa , durino , & fi conferu'mofi-efchep'm lungamente , & fieno anello radgitjìo piti grate dell’ altre . Come mani fefiamente dichiara Plinio al ili. capo del XI 1 1 1. libro, cofi dicendo . firn duracina fi puoferbare lungamente attaccata alla uite , fenrp alcun tufo , che la cuopra : tanta neramente è la fer nafta fitta con» a al freddo , cantra al caldo , & cantra la tempejìa de iicnti .Che poi ultimamente quefio uocabolo Kjio ditene Significhi apprejfo à i Greci l’albero del pefeo , concedendolo , & affermandolo il Cornano, non farebbe altrimen [pi fogno di provarlo . Ma acritiche nonpenfaffe egli , che non doueffeprcHar fede àfc Beffo , potrà crederlo ad Me-, tio , à Conflantino Imperadore , &à Sìmone cognominato S etili, tutti Greci autori . percioche tutti coBoro dimofirano inuarij & diuerfi luoghi non intendere altro per rhodacene , che il pefeo albero . Biafina Galeno ( come fi legge ahi, itile facultàde cibi ) tutte le [ferie delle Tefche ; dicendo , che danno mal nutrimento , & che preBo fi corrompono nel loSionaco. Ilperche comandargli, che fempre fi mangino aitanti à tutti gli altri cibi. Et impcrònonfo dondefi ca- Errore Ji pii- nife Plinio dicendo , che elle non rnocono àgli amatati : Se già forfè per il Pefeo non intefe anchor egli del Terfeo , in- nio • yntniofi , come molti de i moderni fi fono ingannati .1 fiori de i Tefcliì mangiati ,foluono il corpo, & fanno uomita- » m €mo 1 & confido re . Et cacciano fuori l’acqua degl’hidropici , ejr [ ferialmente , quando fi mangiano f, -efebi Virtù de i fiori in infilata . Dafii la gomma del Terfico utilmente con acqua di piantaggine, onero di procacchia à coloro che uomita- ddIe pefchc • ) M , (fiutano ilfangue , & alla toffe , & Brettura del petto , & parimente alla raucedine , & affretta della canna del polmone con acqua melata , ò dccottione di farfara con un poco di zaffar anno . Baffi la meiefima utilmente per rompere & 1 cacciare fuori le pierie delle reni al pefo di due dramme con fucchio di raphano, otte-, -amente di limoni , ò con nino lìmo . Le foglie iterdipeBe , & cmpiaBrate fui uentre co» aceto ammainano ì uerrnini , il che fa anchora la poluere ielle ficchi beuta al pefo di due feropolieon aceto inacquato . Il fucchio delle foglie fi dìBilla utilmente nelle orecchie ' mininole , & in quelle , clic continuamente menano mania . Mangiaufi le animelle de i noccioli per i dolori del corpo . Trobibìfcono le medefime l’ebriacchegrpc mangianiofene Jei , attero fette per auanti . Cuoconfì le mcdcfme ben pefte nel laceto fino che fi faccino come unapoltc , & ungonfi utilmente per far rinafeere i capelli cafcati . Tefle , & cattatone 11 lette con acqua di b erbetta ttagliono à ì dolori del capo applicatola conpe^e di lino , il medefimofa l’olio delle fudet- u,,l ptleffetialmcnte uale nella hcmicrania , t&fa anchora dormire . Il che fa anchora il fu ietto latte . L’olio delle 0 mticfl»ie caldo gioua non poco ne i dolori delle orecchie , il medefimo beuta , & parimente meffo ne i crifieri, mitiga fi- ‘1 ratiniteli dolori cholici generati da itentofità , onero dalli efcrementifeccbi nel corpo . Daffene congiouamento quat, 1 0 onde a bere ac 1 dolor idi fianco , & in.qtteUi delle reni . Ma ne i dolori delle reni confati dalle pietre giovavo mira - 7. 2 bllmcnte .68 Difcorfi del Matchioli bilmcnte l’ animelle delle per fiche preparate in queflo modo,Tiglianfene adunque cinquanta, & cento di quelle dei noceto li delle ciregie, &unomanipo\o difendi fambuco ,&mettonfì cantre libredi maluafmn una pignatta momben coperta , efi fepeUifconfi nel letame caldo per dieci giorni contimi : lambiccaci dipoi in boccie dinaro , &cmfene l’acqua , la quale beuta da digiuno alpefo di quattro onde caccia marauighofamente le pietre fuor delle reni . Credefi Errore di Mar- Ocello Fiorentino commentatore , & interprete di Diofcorìde , & parimente Smphoyiano Campeggio nelle febolie phorianc icZ fatte [opra i Campi hi fonali di Galeno , che una medefma piantala il nottro Tefcod' Italia con quello albero , che nel- peggio . l’ultimo di queflo primo libro chiama Diofcoride Terfea . il quale ( fecondo chef dice ) e propriamente quella pianta, che effóndo in Ver fa uclcnofa , traffiortatapofeia in Egitto ( lafciato per la bontà di quel clima il ueleno ) diuentòinno cente cibo de gli huomini . Ma leggendofene ì fattoria , che per lungo proceffo ne recita Theophraflo quaft nel principio del il il. libro , come piuauanti alfuo luogo fi dirà , di gran lunga fi uede effer quefia pianta da noflri Tefcbi lontana , Io Dimottranlo oltre à ciò chiaramente Diofcoride , & Galeno : percioche amendue per due diuerfì capitoli , come piante Armeniache,* diuerfe di forma , & di Jfietie , neferffero . L'Armeniache , le quali ferine Diofcoride chiamarci da i Latini pmocia, loro efsam, fi dimandano da i Qreci bericocia , delle quali anebora che alquanto fa corrotto il uocabolo, n e rimafia memoria inTo fcana appreffo à i Sanefi : imperoche Bacocbe , & Moniacbe le chiavtano . Bjtrouanfene di piu forti , fecondo la bontà del terreno , che le produce , & fecondo che s annettano (]>effo : percioche l anneflarle piu & piu uolte molto lor fona in farle gr offe . Ma fon tutte però ben gialle , quando fono mature . A Poma , dono fi chiamano Gì ifomele , ne fono delle co fi graffe , che quali aggiungono alla gr offesi delle pefche . Sonuene affai di belle in Lombardia , chiamate uolgarmen te Ermellini . Maturanfì , & uengono il mefe di Maggio , & di Giugno prima che tutti gli altri frutti, & imperò meri- tamente chiamate Trecoce ; percioche tal uocabolo nonfgnifica altro , che primaticcie , & mature alianti agli altri , Et fecondo che riferifee Galeno al il. delle f acuità de cibi , come che molto fi raffernbmoquettifiuttinellaMWaloro j0 alle pefche ; nondimeno non fi corrompono come fan quelle cofì prefio nello filomaco ; quantunque l effienengade i moder ni Medici uoglia ? che fieno quefìi affai piu corrottigli , che le pefche . L albero che le produce poche uolte crefceinno- tabile grandetta , produce le foglie , come il popolo nero , &ne nafeano quattro ò cinque infime da un medcfimo per- niine fiottili , lifeie , & per intorno dentate . Sono i fuoi fiori bianchi , come di Ciregio , onde nafeono i frutti [miti alle Verfiche , di colore parte d’oro & parte di porpora . Enne di piu fpetie differenti difapore & dì 'grandetta , il che cre- derò io , che non folamente interuengaper li luoghi , oueelle nafeono , ma anchoraper artificio de gl agricoltori , impe- rò che lo inficiarle , & rein f et arie fp e (fio le fanno piu dome fi i eh e 3 & molto maggiori . Iloro noccioli fono rilettati da ógni banda , doue fono dentro ( animelle in alcuni dolci, & in alcuni amare . Voglio che fi fa di loro naie marauigliofa - mente alle infiammagioni delle hemorrhoide , alle infiagioni dell’ ulcere ,àgli impedimenti della lingua, & d dolori del- Mele Mediche, le orecchie. Le mele Mediche cofì chiamate per ejferne fiate portate di Media, chiamiamo noi Cedri , & Citroni.Lal- p Si loro '•onlìd, bero , che gli produce , come che fi a alquanto piupicciolo ; è nondimenopoco diffimilc da quello de gli aranci, &deili- moni . Le fondi , le quali tanto di uerno , quanto di Piategli rimangono uerdi , fono quelle isìeffe de gli aranci, tutte tu forate da quaft inuifìbili pertugi . Et imperò non fio , come fi fieno comparate da Thcophratto , fecondo latradottione del Ga\a, à quelle della portulaca , per non raffomigliar fiele in parte alcuna , il che ha fatto credere à molti, che' [min queflo luogo iltetto di Theophraflo corrotto , & che doue fi legge culJ'pdxynt , cheuuol dire di portulaca, fi debba piu pretto leggere ipeiyyn , ciò è di tela de ragni .parendo loro , che per effer le fr ondi di Cedri minutiffimamente per tutto perforate , di modo chetraffaiano all'occhio ,com una fottiliffima tela, fipoteJJèro ragioneuolmcntc rafJòwigliareai'M Errore del Ga- Pe^a di ragno . Con le cui opinioni già concorfi anchor io , fino che leggendo poi accuratamente Tlinio , ritmai enei w * Gaipi confumatiffimo Greco , haueua male interpretato la cofa . Imperoche , fecondo Tlinio al x -X 1 1. capo del xi 1 1- libro , lo Mdracbne è un albero fìmile all’arbuto , di cui in queflo modo feriffe egli . ^Adrachnen omnesfere Gmipoitu 40 luci e nomine interpretantur , cùm illafìt herba , & andrachnc uocetur , unius litcra diuerfìtate . Ceeterum adracmejf- uettns eft arbor , neque in planis nafeens , fimilìs miedoni , folio tantum minori , & nunquam decidente .cioè. Tutti quaft i Greci interpretano adrachne per la portulaca, quantunque fia ella herba ,& chiamifi andrachne , diuerfa da <1 tra per una fola lettera . Ma lo adrachne è un albero faluatico , il quale non nafee al piano , filmile all arbuto , come oc di fiondi alquanto minori ,l& quali mai non gli caggiono . Dal che fi può ageuolmente dire , che à queflo albero, eie]* le fiondi di arbuto molto filmili à quelle del lauro, raffomigliaffe Theophraflo il cedro . Il Cedro oltre à ciò (tome in w Cedri’, & loro mo detto)fempre uerdeggia con foglie fmili à quelle de gli M ranci . Ha i rami molli,& arrenderli nettiti diuerde cor hiftoria. teccia ,& parimente ffnnofi , produce i fiori incarnati , come giglietti , carnofì , & odorati . Tronfi uede il Cedi 0 ww* fenga frutti , imperò che alcuni maturi cafcano , alcuni fi maturano , & altri nafeono , & nati cref cono . Tede fi ne p( ti non poca differenza , cofì nella grandezza , come nelfapore , imperò che alcuni tanto s’ingroffano , chenon ceduo ai jg preponi , come fono quelli , che fi ci portano della rimerà di Genoua d' alcune Ifole del mare Egeo , & delTJntpe lai > & parimente di Sicilia & del Idearne di Lfapoli ; altri crefcono di rnediocre grandezza, & altri nonpaffanffU quffli de i Limoni , come fono quelli , che nafeono intorno al lago di Garda, i quali ne i cibi fono di tutti gl’ altri li Migli® cioche fe bene fono picei oli, fi rno nondimeno piu teneri, & al gufo molto piu grati . Ma i piu grandi , quantunque p all occhio piu belli , & habbino maggiore maettà , nondimeno effóndo infipidi , & duri , non fono alguttofinon p°c0 ^ gradeuoli , maper effere eglino piu polpo fi fono migliori per condire. Tutti fono di colore d’oro, quando fono WM> lunghi come ilimoni , macon lafcor^a molto piu graffa . Hanno la feorza rugofa,& ine qual e d’ un odore molto g • Hanno la midolla come i Limoni acida al gufilo , manqn tanto fucchiofa , nella quale è dentro il feme firmile allcg d1ÌC ^ dell Orzo , ma piu grande , uettito d’ affai durogufeio , le cui animelle algufìo non poco amareggiano , come mente quelle de gli Aranci , & Limoni. Maturanfì i Cedri mn con manco tempo df un anno , & Jficcanfi daU fi quando compiutamente gialleggiano . Recita Tlinio al ili. capitolo del x 1 1 . libro , che minafceuano alfuo teff i Cedri in Italia , dicendo che-quantunque con molta diligenza ue ncfojfcro Hate tr affi or tate le fimtCidiMcàW’* Nel primo lib.diDiofcoridc . 2 69 volfero uiuere, ne rimanere. Del chefe neuede hoggi manìfeHamente il contrario , effendone in tutti i giardini infra terra , & lungo le riuiere del mare , & dei piu f amo fi laghi infiniti fiime piante , per ifretiale arte , & nuoua diligenza UTalladio . il fiale fu il primo , che ritrouajfe il modo , che trapiantati in Italia ui uiueffero . Al tempo di Theophra- jfoj come [mede al 1 1 li. capo dell I 1 1. libro , che eiferiffe della hifioria delle piànte , i Cedri non fi mangiavano ; mper H }or buon odore , erano tenuti nelle camere , nelle caffè , & negli armari : & ufauanfi contra d i ueleni , a i qua U fi crede efiere ualorofo rimedio particolarmente il lorfeme . Bjferifce Atbejieo , che effendo dannati da unprencipe d^‘r£|ef ™nde {Egitto certi malfattori per li misfatti loro alfupplicio , fecondo le lor leggi d'effere fatti mordere da gli affidi, per dar trl’ì uefeno T* loro la morte , battendo eglino mangiato per firada un Cedro , fiato lor dato da uno di quelli , che gli accompagnauano , giunti finalmente nel theatro , & quiui morduti acerbamente da iferociffimi animali, non ne fentirono nocumento alcu- [o ]l0. ilpcrcbe recando tutto flap ef atto ilprencipc , & accuratamente dimandando , fe alcuna cofa contra à i ueleni ha - ueffero prima mangiato co fioro , ne ritr oliando , che altra cofa , che un Cedro loro fuffe fiato dato , comandò che 1 fe- dente giorno fujfc dato à mangiare un Cedro all'uno de condennati , & all'altro nò ; & che di nuouo fofiero condotti inficine al fupplicio . Et effendone il tutto puntalmente fiato effeguito , [campò colui , che s’baucua mangiato il Cedro. , & l'altro inpochebore , fatto per i uelenofi morfi liuido , finalmente tutto gonfiato rimafe morto . Oltre à ciò riferifee Theopompo Cbio al xxxv 11 1. libro delle fuehifiorie , che Clearcho Heracleonte tiranno di Tonto haurtbbe fatto mori- re innumerabili de fuoi fudditi ,fe non haueffero eglino faputa la uirtù de Cedri . Conferuanfi i Cedri, che non fiputrefac ciano , nafcondendogli nell'orbo , oucr amente nel miglio . Ma uenendo alle uirtù loro , uagliono contra tutti i ueleni , Facilità ce 1 ce tfrmaflimc ( come è flato detto ) il lorfeme. La decottion loro tenuta in bocca , fa buon fiato , & tenuti interi nelle t*ri* caffè ,probibifcono le tignuole . Mangiati crudivori malageuoli da digerire ; & generano humori graffi : & imperò mi- to gliorifóno i conditi , per ifcaldare eglino irnientemente lo filomaco ; tutto che à noflri tempi fieno tcnutiper cofa molto eccellente mangiati crudi con gli arrofti . Vagliono àgli humori melanconici, & particolarmente uale il loro feme alle punture deglifcorpioni, beuendofi , & applicando/! in fui male . Il fuo acetofohumore fregne la cholera , & preferita dalla pcftc . la onde nelle febbri pefiilcntiali utilmente ufano i moderni medici il fuo firopo . Galeno frinendone al VII. Cedri ferirti da delle facultàde fempliei dicena . QueEto frutto non piu mela di Media , ma da tutti è alprefente chiamato Cedro . Domi eno * na nel fino feme tanto di qualità acetofa , & fecca , che lo fanno effere nel tergo ordine di quelle cofe , che infrigidifeono , & difeccano . E' difeccatiua anebora la corteccia fina , & alquanto acuta al gufi 0 . il perche difecca nel fecondo grado : nientedimeno non è frigida , ma temperata , onero poco lontana dal temperamento . La polpa è flemmatica , & fredda , di gr offa nutrimento : & mangia/! come la corteccia . E' tutto il feme à mangiare affai inconueniente tanto quell'humi - do & acido , del quale dicemmo in prima , quanto il nocciolo , che ui fi troua de?itro , il quale è il nero feme : & è ama- ti ro , digcfliuo , & difeccatiuo nel fecondo ordine , come fono anebora le fue [rondi . Ter la cui dottrina è da notare , che quando dice Galeno nel principio del capitolo ; Domina nel fitto feme tanto di qualità acetofa , & fecca , che lo fa e/fere nel tergo ordine fiigido , e-r fecco ; non intende ei de noccioli , ne del nero feme ; ma di quella parte acetofa dentro dalla polpa bianca , in mero alla quale per tutto fi ritroua il feme . Dimoslra quefio effer ucro l'ifleffb Galeno , quando nella fine del capitolo cofi dice . E' tutto il fuo feme affai inconueniente à mangiar e, tanto qucll'himido & acido , del qual di- cemmo in prima ; quanto fia il nocciolo , che uifi troua dentro , il quale è il uerofeme : & è amaro , & dige slitto , ciò è calido, & fecco nel fecondo ordine . llchefcguitando Auiccnna , & fapendo mal distinguere , & male intendendo Ertoredi Aui- qucl che uole/fe dir Galeno , di/fe nel 1 1 . libro de fuoi canoni, che il feme del Cedro era calido , & fecconel fecondo gra «nna . do . & nel trattato delle for?ye del cuore, lo fece frigido, & fecco nel tergo ; niente parlando del fucco acetofo , del qua le fiotto nome del feme intefe parimente Galeno . T^on fono molto nelle / 'acuità loro diferepanti da i Cedri i L imo- Limoni , Aran 0 ni, gli Aranci, &i Tomi d' M damo, li quali noi chiamiamo Lomie, quantunque i Limoni fieno piu ci, & Pomi d' A • propinqui , cofi nella forma , come nelle uirtù à i Cedri , fc ben fono minori, non hanno la feorga cofi carncfa , fono piu damo * pieni difiucchio , &piu acidi al gufo , manel feme fra quefli due fi conofcepoca di fr evenga . Gl' Aranci poi fono piu ton di , & piu carichi di colore d'oro , hanno la feorgapiu carnofa de i limoni ,& molto piu amara . La polpa & il fuccbio , di cui fono copio f amento pieni non è in tutti gl' Aranci d'un medefìmo fapore , imperò che in alcuni è dolce , in altri bru- feo ,& in altri uinofo , & partecipe del dolce , & dell acetofo . Verdeggiano le piante degl' Aranci perpetuamente con foglie maggiori, che di Lauro , carnofe ,lifcie, odorate, & tr a fr aventi, per e/fere tutte puntate minutiffimamen- te , come fi uedcnelle foglie dellaTerf orata . Hanno anebora loro i rami arrendeuoli ,& frinofì , & la corteccia, che nel uerde biancheggia . Traduce i fiori bianchi , i quali fuper ano difoauità d’odore cofi i Cedri , come i Limoni , & però dotte è copia d' Aranci fi ricolgono i florida iTrofumieri per piu forte d'odori . Disiillanefeparticularmente. l'acqua , ;0 k quale fupcra non folamcnte di/oauità tutte l' altre acque , ma è pretiofìfiima anchora ne i medicamenti , & mafflma- mcntc nelle febri pcflilentiali , douefì ueggono le petecchie , perciocbe dandofenc à bere fei onde, doue fia bifogno di cac cure dal centro alla circonfi evenga del corpo prouocaualentemente il [udore , & corrobora il cuore , onde meffa ne i me^ dìcamenti cordiali , fa il piu delle uolte miracolo/! effetti . Hanno gl’ Aranci cofi come i Cedri fempre frutti diuerfi , ne mfiuegono eglino fengapomi . La feorga de gl' Aranci è piu calda di tutte l' altre fu dette, & però è piu acuta , &piu amara . I dolci fono caldi in tutte le parti loro ,& il fuccbio di tutti gl’ altri è freddo , & lodato in tutte le putredini , il ferebefi conucngono non poco nelle febri, doue i dolci piu prefio ui nuocono . Fafii del fucco de i Limoni , cofi come de cedri , un [tropo utile àfregnere la caldegga della cholera , & nelle febbri contagio/e , & pefiilentiàli . L’acqua fatta Acqua di Li- de i Limoni per lambicco di uetro , oltre all’ adoperar/! dalle donne à polir ferie il uifo , guarifee le uolatiche , ouunque monl * elle fieno nella per f ma , & Slmilmente ipidicelli . Mejfaneifìropi , gioua mirabilmente alle febbri coleriche, acute, j0 & contagiofe. Data à bere ài fanciulli, ammagli i vermini del corpo .iiebe fa anebora il fucco frefeo , /premuto dal fintto alla quantità d'una oncia, piu & manco , fecondo che fonpiccioli & grandi ifanciullini . Ilmedefimo /premuto a 1 Limoni immaturi beato al pefo d’una oncia & mega con maluafìa caccia valentemente finora le pietre delle reni . Z 5 A/faticafi 2/9 Pifcorfi del Matthioli POMI DI ADAMO, Jtffamfi agramente il Brafauola nclproemìo delfino libro defemplici, in uolere efiorre donde fin tratto ilmcaU¥‘ gli tranci . Et come che molte deriuationi ni raccolga , per quanto à me pare paco quadranti ; non feppe però ritr «' U, che tranci non uuol dire altro , che . Aurantiapoma , che non flgniflca altro , che pomi aurei, onero di colore d «'»■ Ma non fono molto lontani di uirtù , & di natura da i Limoni quegli altri flutti , che notamente fi chiamano ? 0 “ < p A d a m q , la cm pianta produce le foglie alquanto maggiori , &piu larghe dì quelle de i Limoni, ma i rami diW to jimi i ,faifioi i ,come il Cedro ,i frutti tondi , pallidi , il doppio piu groJSi degli tranci , & qualche uolta magi'0 ri. La larofcorye frefia , & ipequale cop certe feffure , come fe fujfero flati morfì con ì denti , onde hanno prcfoil »■ me , per ere erfì i uugo , che queUi fieno i frutti , che furono mangiati da jldamo nel paradifo terreflre : ma quefofi iio pero tutte f mole . La polpa di dentro , di cui fono pieni , è acida &fuccbÌGfa non molto lontana nelfapore da qm de I Limoni , ma non pero cofi grata alguSìo , nella quale è dentro ilfemefmileà quel de i Cedri ,6~dei Limoni, è >f Il fono nelle uirtii loro cpu.fi fiirnli,fe bene non cofi effigi , faglie no ipomi sfefiìper mey, e? afierficonpolv.cn ' jO>v Nel primo lib. diDlofcoride . 271 fo , & faldati [opra le cenere à cacciare uia la rogna ,fiegandofi con eJSi tutto il corpo nel andarfene al letto . Chia- Nomi-, mm i Greci le Mele : i Latini Mala: gli strabi T uffa, onero Tufaha : i Tedefchi Ocpffel : li Spagnoli Manganar: \ li Francefi de pomes . Le Mele cotogne chiamano i Greci KoSdm^ .• i Latini Cotonea , & Cydonia mala .-gli M- I ubi Saffargel : i Tedefchi Quitten , meramente Kutten : li Spagnoli Membrilhos , & MarmeUos: li Francefi Corning . 1 Le Meie dolci chiamano i Greci Mal/ma. , & iWfotfw : i latini Mellita, & Dulcìa mala : gli M ahi Melomella , ti -pò1 Gdkpomclla . Chiamano i Gì etile Tefche rrepaixa /eiina3&poJ'ar.!wa : i Latini Terfica mala: gli Mrabi Sauch , fin P Claudi: H Tedefchi Tferfìch : li Spagnoli V exego s : i Francefi Tefches . Le Mrmeniache chiamano i Greci MiTacc t Kmamijtttirii***- tttytqtfm* * i Latini Mrmeniaca mala, & Tracocia : gli MrabiMermcx , Mirmix , Mex , Mefite:, & M finis : i Tedefchi S. lohans Tferfìch : li Spagnoli Mlbiricoques , Mlbarchìgas, & Mluaricòqttes : li Frati * cefi Jbricot . I Cedri chiamano i Greci M»JW /«a» , & x=JW/;>!a* : i Latini Citria , & Medica mala,& Citromala : V li Tedefchi Citrin ocpffel , lnden oepffel , & Citronaten : lì Spagnoli Cidras : i Francefi nng dir oli . PERE. Z 4 Delle Pere Pifcorfì del Matthioli Pelle Pere, Cap. C XXX III. LE fpetie delle Pere fon molte ? ma però fon tutte coftrettiue: il perche fi mettono utilmente ne gli empiaftri ripercufsiui . La decottione delle fece he , & eife fteffe mangiate crude , riftagna- no il corpo . Mangiate da digiuno nuocono. Quelle , che chiamano Achras , fono una forte di fai- uatiche , che fi maturano molto tardi . Sono coftrettiue, ma piu aftai che le domeftiche : & uaglio- no a t utte le cofe , che s’adoperano le domeftiche . Sono coftrettiue anchora le loro fiondi. La ce- nere del legno del pero gioua manifeftamente beuuta a chi hauefte mangiato fonghi malefichi.Di cono alcuni, che cocendofi i fonghi eon le pere faluatiche, non fon pofeia al mangiarli ne nociute i® pericolofi. ,ro 'Tq lgarissimi frutti fono le Vere in Italia.et imperò farebbe affai fuperftuo il recitare come fieno fatti gli V alberi, che le producono . Bftrouanfi le pere di uarie, & diuerfe forti, co fi come furono anchora apprejfo àgli àih tichi . li quali haueuano le Superbe, le Falerne, le Decumane, le D olobelliane , le Vompeìane , le Liceriane , le Seueria- ne, le Tiramiane, le Fauoniane, le Lateriane, le Snidane, le T iberiane, le Tremane, le T uraniane , lejmerine , leVi- centìne , le Vumantìne, le Meffandrinc , le Tarantine, le Segnine, le Vorporee , le Sementine , le Laurine , lejmphon- ne, le Coriolane, le Cucurbitine,& altre oltre à quefìe di diuerfe fpetie . nomi però tutti deriuati , ò daglibuomini,ck le pofero in ufo, ò da luoghi, onde elle uennero, ò da famigliando hauute con altri frutti, ò dal color loro , ò da tempi, ne i quali fi maturano . Et imperò feguendo anchor noi tal coHumc, chiamiamo le noflre di T ofeana , Mofcadelle , Giugno--'^ le, Ciampoline, Hpggie, Ghiaccinole, Spinofe , Quadrane, CaroueUe , Dapali, SanTiicolo , Burelle } Zuccaie , Campa- ne, Vernareccio, Gentili, V or cine. Sementine, & d'altri nomi affai. Ma chi uoleffe uer amente con queHc noflre moflu- re le fpetie degli antichi , farebbe di bìf igno, che ciafeuna fpetie haueffe una particolare, & ben chiara defcrittionc: ini peroche folo con i femplici nomi imponibile farebbe il ritrouarle , Ma generalmente parlandone , come dicemmo ancho- ra delle mele ,ft conofcono le f acuità loro per il fapore, che ne lafciano al gufio ; hauendo le dolci differente natura dal- d* legarbe, dall autiere, & da quelle, che infamemente fono di diuerfo fapore : &cofi pofeia per lo contrario. Le Vere ( fecondo che al v. delle f acuità de femplici medicamenti fcriffe Galeno ) fono aggradeuoli allo flomaco , & difeccatine, Le faluatiche fon molto piu cofìrettiue : ilperche ne i ftufipiu udgliono , che le domcfiche . Et al fecondo libro delle fa- tuità degli alimenti diceuapur egli. 7 qonfarà altrimenti bif )gno dir altro delle facilità delle pere,fe uogliamo tr confe- rire in loro tutto quello che habbiamo detto delle mele . Imperoche anchora fra quelle alcune fono follmente autiere^- ^ neramente acerbe : alcune acetofe , alcune dolci, & alcune che fon compofle di tutte quelle mifìure de fapori ; come che fe ne ritrouino anchora di quelle, che non hanno alcuna di quelle qualità apparente . il perche ejfendo d’ima natura fi- mie alt acqua & infipide, non hanno uirtu alcuna di fortificare . Et però tale farà fempre l'ufo delle pere , quale è quel- lo delle mèle . Benché quelle pere , le quali noi chiamiamo Menate, & mafiimamente le grandi , hanno pur qualche vir- tù di nutrire .Et però fono alcuni che le feccano tagliate infette ritonde ,&lc ferbano ■, & mangianfele pofeia cotte il uerno,& la primauera, quando hanno fame, in cambio di quei cibi che non nutrifeono molto . Quello tutto diffe Galeno. Chiamano i Greci le Vere A Vw. ; i Latini Tyra : gli jìrabi Humechte , Cirmctrc, & Kemetri : li T edefchì Byrcn : li Sfa- gnuoli Teras : i Francefi Voires. DelNelpolo Cap. CXXXIIII. 4» IL Nefpolo , ilquale è chiamato da alcuni Aronia 5 c un albero fpinofo, di frondi fimile allapixa- cantha, ouero aU'oxiacantha . Produce un frutto loaue, picciolo con tre noccioletti dentro : il perche alcuni lo chiamano tricocco . Maturali tardi, & mangiato coftrigne : è aggradeuole alloro) maco, & ftrigne il uentre . Nafcene una altra ipetie in Italia , la quale alcuni chiamano fetanio , & alcuni epimelida . il cui albero produce le frondi limili al melo, quantunque alquanto piu picciolc» Produce il frutto tondo, di largo ombilico,buono da mangiare : è coftrettiuo,& maturarli tardi. do- DV e fpetie di Tsfefpoli , per quanto fi uede ,fono fcritte qui da Diofcoride . de i quali quello della prima frette , e je fa le fiondi fimtli all oxiacantha, in conto alcuno non corrifponde à i noftrì Jgefpoli cf Italia . Vercioche ( come Ji j uede fenfat amente ) inofìri TSfefpoli non hanno le foglie intagliate fimìli all’ oxiacantha ; non è il loro frutto foaue > ^ piu predio afpro : & hanno tutti cinque noccioli, & non tre, come riferifee Diofcoride hauere quefta prima fpetie di\e {poli . Ma fe frutto alcuno fi ritroua in Italia , che fi pojfa dire che fia quefla prima fpetie di Lfefpoli , uer amente, faraf lo, che a Lfapoli, ouefe ne ueggono ne gli horti, & ne i giardini infinitiffme piante ,fi chiama M\garolo . L albero > i quale produce quefìi frutti , ho ueduto io in lgapoli, andando uerfo Vedigrotta in piu luoghi piantato in un ampli]) iM giardino già della felice memoria del Signor Vompeo Cardinale Colonna . Tfon è molto difiimile dal pruno , ma e afjM fpinofo ,& d una mediocre altera . S ono le fue fiondi lunghette ; & intagliate, fimìli qu'afi à quelle dell apio . Vi ’oditcet fiori bianchi a Rocche, & i frutti lunghetti, roffeggianti della gr offesa delle nefpole, ma con molto piu picciolo cr/ljL co, & con tre foli noccioletti dentro . Maturanfi ì autunno , &pcr il piu il mefe di Settembre . lì che dimoflra, che fi fieno quei teìli di Diofcoride , che fanno le fiondi di queflo albero fimìli alla pixacantha , & non aU'oxiacantha • t roche ( come difopra alfuo luogo dicemmo ) intagliate fono le fiondi delì oxiacantha ,& fon quelle della pixac^m fimìli a quelle del bojfo . Del che fa manifesto tefìimonio quello , che di quefta fpetie di frutti ferine Theopbrafioz Nel primo lib. di Diofeoride. NESPOLO PRIMO, capitolo del in. libro ; dotte defrcYÌuendone le /rondi dice , che elle fono intagliate, qu'afr fìntili à quelle deltapio , Il che j a indubitato argomento , che i tejìi di quei Diofcoridi , eberaffembrano le fondi di quella fpetie di Trefoli à quelle del boffbfjìinofo , fieno iter amente falfì, & corrotti dagli fcrittori , & oltre à ciò dimojìra qual fi fra la fronde dell’ oxiacan- tba taciuta da Diofeoride nel fio proprio capitolo . E' anchora da fapere, che tanta è la conformità del nefolo chiamato ^ygarolo con la oxiacantha da noi fcritta di fopra , che anneflandofi queflo fopra le piante deli oxiacantha , ui fi nutrir fce> & u alligna mar auigliof amente ; di modo che produce poi grandijjìma quantità di frutti . Ma per ritornare nella Jtruda , onde m haueuano fidato leilampe , & j poco diligenti fcrittori, dico che fjt7{garole f brio del tutto fmili à que- lle prime Jqefole di Diofeoride . imperoche fono frutti affai piccioli, hanno tre noccioletti piu duri di quelli delle Ife fo- le, come che di quantità , & di forma diffvmili . Maturanfi tardi, fono grate al gufo , & aggradeuoli allo fìomaco , & « ogni altra loro qualità tanto fi rajfembrano loro , che altro non fi può dire ,fc non che l'M^garole , & le ne fole iro- nie di Diofeoride fieno una fette medefima . Lequali quando fono mature, fono gratijfime al gufo , onde procede che fre- no Diicorfi del Macchiali NESPOLO SECONDO. Nefpolo fecon far Errore de Se- fapione. ito Biniate non poco tra gl’ altri frutti-, il perche non folamente fi mangiano crude 3 ma fi condifcono per conferà ^ mele 3 o nel zucchero . Oltre a ciò fono gl’Mzgar oli gratinimi alle donne grauide, imperò che non f blamente aggta tjc° no molto al loro appetito 3 ma leuano loro la naufea, che per il piu fogliono patire . Quelle pofeia 3 che fon chiana ^ da D lofi aride Setanie, & Epimelide , comparandole con le no frane, non ui fi ritroua differenza alcuna , Dal che non marauiglia } fe Diofcoride diceua , che di qucìla fpetie n era abondantemente in Italia . Galeno manif eoamente ine per l Epimelide altro frutto affai diuerfo dalle noflre'Nefpole . imperoche 3 come fi legge al V I .libro delle f acuita fi ^ plici , dice eh elle fono acerbe 3& ingrate allo flomaco 3 & che da uillani d'Italia fi chiama queflo albero Vneio • l ^ conferma l hauere egli feriti o d amendue particolarmente per due diuerfi capitoli . Erra Scrapione, ouei 'amen ^ terprete , al capitolo c i intitolando quel capitolo al Sorbo 3 che doueua effere del Jgefpolo 3 & couofcefeid ^ ^ ? per recitare egli quiui tutto quello 3 che fcriffe Diofcoride di quefie due fpetie di Tslefpoli . Ma quatunque erri in &perònons ufanonetcmi, « lejeruano t tnllam per pigliare con effe- gli augelli , & maffmamente i tordi , per mangiacele eglino molto uolatim. IOSII inale poifakfogliemtiSmeecmediTtktano,lifèie&fèrme,&produceifiuttià\occbelmihit L ST’rtìtfT dfet0jb ’ dÌ COl°n’ COme di ’ & staccate per lungo picciuolo , & fono dgéodm ^^Uv^nerrandomamfeftamente^ Nel primo liB . eli Diofeoride 285 SORBO SALVATICO. delfbffiorirt dellepiantefcriuecheilCrateogohalefoglie.comeil'lfeffololunghe, mamaggiori, piularghe, &pm lunghe , ne fono dentate per intorno, come quelle. Ma quanto fieno differenti le foglie del forbo T orminole da quelle del %$olo , ne fa fede "Plinio al XXI. cap. del XV. libro , come quello , che ferme, che il forbo fu detto produce le foglie di ■ Platano ,&non di neffolo , M che s aggiunge che il legno di queflo forbo non è di uarij colori ne rojfeggiante , come è quello del Crateogo ,fe in ciò fi debba credere à Theopbraflo , ne manco ui comffondeno le note del frutto , Uguale in quello forbo è lunghetto, &nel Crateogo per lapiuparte tondo . Sono le [orbe per quanto recita Calato all’vil I. 6 delle facuhà de femplici ,& al n.de cibi, cofirettiue , ma molto meno delle neffole . Sono amendue affai piu nelle me- dicine, che ne i cibi conuéneuolì. Chiamano i Greci le Sorbe o5k ri Latini Sorba : i T edefehi Speierling , Sporoepffel, sperbieren : li Spagnoli Sorbas : li Franccfi Comma . A A 4 Del Pruno, Nocii, 284 Difcorfi del Matthioli SORBO T O R M ! N A L E,’ Del Pruno, ouero Sufino. Cap. CXXXVIII. EI l Pruno un albero notifsimo . Mangiaufi i Tuoi frutti , ma nuocono allo ftomaco , &®)llifi cano il uentre . Le prune di Soria , & mafsime le Damaschine fecche , fono utili allo ftomaco, & coitringono il corpo . La decottione delle frondi fatta nel uino gargarizata , &lauandofeneh bocca , uale al catarrho che diicende all'ugola, alle gengiue, & al gorgozzule . Fanno il mette!®0 1 fruttile 1 pruni faluatichi fecchi, dapoi che fon maturi : ma cotti nella (èpa fono piu utili allo ito' macoj oc piu atti a riftagnare ilcorpo. La gomma del pruno è conglutinatiua:beuendo!iconl11' V po , ra romper la pietra . Vngelì con aceto per fanare le impetigini ne fanciulli , i, . Hovissi»1 Nel primo lib, di Diofcoride. P lì V N 0. Notissimi frutti fono leTrmeffe.quaUnoiinTofcanachiamiamo Succine, tuttoché didiuerfeffretienefie, no . Impero che di uerdi , di coffe , di bianche , di gialle, & di uermiglie ; di graffe , di melane , & di picciole , di dolci , d’cetofc ,&di mediocre fapore; di dure , & di fragili , dilunghe di tonde, & et appuntate à modo di nomi ffe ne ritroimno . Ut quantunque dica Diofcoride , che le Damafchine fecche fieno coHrettiue , nondimeno appreffo à Galeno fono altrimenti , conci of a che egli al VII. i Ielle [acuità de [empiici cofine fcriua . llfrutto del Timo ffolue il corpo ; ma molto piu il fi-efebo , che il [ecco . Et imperò nonfo come , ne perche Diofcoride fi diceffe , che leprune Damafchine fec- eberiftagnaffero il corpo , auenga che manifeflamente lo foluom ; 'quantunque meno di quelle,, che fi portano d’iheria , & dì Spagna . quefio tutto delle prune diffe Galeno . Ma filmando poco il Brafauola , huomo neramente dell età mflra darìffimo , di conti- aporfi beffo Galeno , piu che ogni altro cfpenijfimo , & dottìpimo nelle confiderationi de i [empiici , , dice che in quefio affiti piu Galeno , che Diofcoride s inganna ; per non hauer effo Galeno auuertito , che padana Diofco ride delle prune Jfiamaj'ch'mc fecche ; le quali oltra all'effire fecche , fi fentono al gufo effere acctofe , & coflrettìue . Ter la Triine, &loro ella min* ; Difenfionedi Galeno contra il Brafauola . 2 8 $ Difcorfi dei Matthioli PRVNO S ALVATICOo Ter la qual c ofaft conofcecfferc flato ilBrafauolapoco aueduto , non fi ricordando egli, che non foto nette pruno fihine fecche , ma in molti altri flutti fecchi fi ritrottano infìememente folutiua uirtù, & cofirettiua , come manifi mente appare ne tamarindi, & ne mirob alani : per cuoche oltre all'ejfere eglino folutiui, lafciano fempre dopo > loroi co po Fiittico , per la uirtù coSlrettiua , che oltre à ciò pojfeggono . il che quantunque non capiffe il Brafauola , l iatefi , (i capi beniflìmo Galeno . onde hauendo prima al fopr adetto luogo detto , che le pruno Damafchine fecche erano fo utiu > uolendo dimostrare ahi. delle f acuità de cibi , che elle erano costrettine anebora , cofl diceua . jllle prime è conce ^ to , cofl come à fichi , che ajichora fecche fieno utili . delle quali per grande opinione de glihuominifi lodano, &Wìó1^ per migliori quelle , che da Damafco monte di Soria , doue elle nafeono , fi chiamano Damafchine : & dopo que e f le , che fi portano d iberia ,& di Spagna . Ma quefle non dimostrano alcun fegno d'effer coflrettiue , come fannop ^ ^ rumente le Damafchine . delle quali quelle fono ottime , che mediocremente coflrignendo ,fono larghe , & uene\ f rcre rpercioche lepicciqle ,dure , & acerbe fono trifle da mangiare f ncuaglìonoper ilfoluere del corpo (fya Nel primo lib . di Diofcoride. 287 u addottrina manifeflamente dimoSlra, che conpoca ragione, & poco fondamento fi ftamojjo il Brafauola cantra Ca- lmo • comefe eglinonbauejjc faputo che cofa , & di che natura fojfero ifapori ,gli odori , & tutte le altre qualità non folade i frutti , ma di tutto ilreftode ifemplici . del che fu egli diuiniffimo fcrittore , & acutijfmo imeSìigatore , come fanno à chi fa , manifeftafede i primi fuoi cinque libri delle facultà de [empiici . Con tutte quefte ragioni s’accordapo- , ■ ■ yenijjìmo la cotidianaijperiem/i de i medici , uedendofi , che le Damafcbine elette Jimili à quelle, che loda Galeno , marniate ,foluono il corpo benijfimo , Infoiando pofeta il corpo [ittico , come fanno i tamarindi, & i mirobalani . Et mtèrò «olendo [alitare Diofcoride , nonfi può dire altro ,fenon che quando ci dice , che le prune Damafcbine fono co- jlnttìue , intenda piu dell' altre ; non però priuandole della uirtù folutiua . Soluono le Trutte lacholera:& imperò nel U ° le febbri, & altre intimità choleriche utilmente le adoperano i medici . T annone anchora gli (periati gieti ,fapori , con- ti diti , & lettouari aggradeuoh al gufo ; & oltre à ciò molto utili àgli ammalati . Tsfafce anchora in Egitto una forte di urtino ( come teBifica Theophrajlo al 1 1 1. capo del il li. libro dell’hijloria delle piante) di notabile grandetta, il amie produce il fio frutto della natura , & grandetta delle nejpole : eccetto che ha il nocciolo tondo . Fiorifce il mefe di Luglio, & finifit di maturare il frutto il mefe di Decembre , ne mai perde le fiondi . Tfafcc copìoftfììmo nel territorio diTbcbc ,ioueglihabitatorifeccano infiniti de fuoifiutti, li quali pestano , cauandoneprimafuorl'ojfo , eflconfor- manliinbocconi . Tutto quefio dijfe TheophraSlo . LeTrunedolcifono manco frigide ,maìl contrario ènelf acide , dr alfiere , nondimeno fono però tutte frigide di natura . Migliori di tutte fono ( come dice Galeno ) le damafeene ,che fi ciportano di Soria à Fenetia . Il fecondo luogo hanno quelle, che fi portano in Germania d’Ongaria, & di Tranfilua- nia , fiale quali uenèunaforte di piccoime molto piugrate alguflo delle altre , & mafìimamente cotte neluino, & ■mangiate col toccherò . jlcconcìe adunque in quello modo , & mangiate nel principio del definare , oltre all’effere elle 0 gufleuoli , nummo commodamente il corpo , imperò che ejfendo dolci non hanno punto del coSlrettiuo . Sono le Trune non filamene domefliche , ma anchora faluatiche , le cui piante nafeono nelle fìepi & ne i bofebi, piccole , &per tutto fiinofi ■ Hanno lefogliepiu Sirene , piubreui , piu dure , &piu ruuide delle domestiche , producono la primauera i fio- ri bianchi cofi copiofi, che occupano ogni parte della pianta, da i quali nafeono le bacche grojfe come acini dima nera , & del medefmo colore , [e bene di dentro fono uerdi .Sono alguflo molto afre , & coflrettiue , & hanno dentro il noe doto, comediCiregie. Tutta lapianta ha uirti'i conSlrettiua come hanno ifiutti, i quali fi danno utilmente ne i no- miti ir nella difenteria . Cottele medeftme con le feor^e delle radici della fua pianta , nel nino brufeo , ouero nelf acqua ferrata famnot ulcere i flufli della bocca , della lingua , & delle gengiue , dell ugola , & delgorgoip/de , gargari- tyndojì la fi detta decottione,&lauandofene la bocca , onde nonfentono poco giouamento di quefia medicina coloro , che unti d'argento limo nel mal Francefe , hanno per molti giorni la bocca ulcerata , & il fluffo contìnuo dello (fiuto , & , 0 maffmamente aggiuntoui il lido, l'alume,& il melrofado . Sedendofl nella medefma de codione ristagna commodamen te nelle donne il fluffo del meflruo . L’acqua deflillata de i fiori , & beuta al pefodi quattro onde ammarai i uermini del corpo . Confimili alle prime & nelle fattele , & nelle facultàloro fono quei fiutti,cbe gli ffietiali,& i moderni medici, Sebeflen, & lo- mmaniopmeiuoiaboliMabici, chiamano Seieste», & i Greci Mixa ,& Mixaria .& come che Diofcori- 10 llorla- de ,& Galeno dì quelli flutti niente ferine fiero ; nondimeno dai loro pofleri Greci, come furono Taolo , Merio ,T fel- lo, & Attuario , ne fu fatto in piu luoghimentione . Cominciarono àportarfi gli alberi loro in Italia al tempo di Tli- nio.Ma boranoli fiio , che s'habbino i Sebefleni in ueruno borio et Italia . Furimene mandato un ramofecebo con ifiut ti dal Clariflimo Medico M. Gabriele F alloppia da T adotta , di cui è qui la figura : & come fi uede è il Scbefteno mi albe ro non molto diflimile dalTruno , fe bene non cofi grande . Troduce lefogliepiu tonde, & piu ferme , i fiorì bianchi , da i quali nafeono ifi'UttifìmiliaUe prune piu picciole , che fi ciportano diTranfiluania, & di Ongaria, i quali fono incaf- m fati in certi calicetti, come fono le ghiande nei fuoi anelli. Hanno i Sebefleni dentroi noccioli triangolari , & duri con la fua animella . Sono quelli che fon maturi ,ficfchi in fu l’albero , dicolore che nel uerde nereggia , & alguflo dolci & uifiofi . Et imperò fe ne fa quella forte di uìfeo , che per pigliare gli uccelli , fi porta à Finegia d' Meffandria , &diS c- ria . del che ci rendono certi i noccioli , che ni fi ritrouano dentro , il colore , & la dolcetta , che nelguflarlo uififente . Sonof blutiui . il che fi prouaperautoritàde Greci , 6 d 1 tuario ,fì lodano per la ficcità, ajp.reg^a della lingua zgiouando parimente al petto , & alla toffe . Cacciano uà oro famente i Sebesìen i uermi del corpo : &giouano àgli ardori dell' orina , cau fati per calidi humori . Mangiandofi trenti ouero quaranta S ebejìeni cotti nel brodo della carne , onero maceratiui dentro nel principio del dejìnare muoiano i c°r po commodiffimamente . Quelli fono i migliori, che fono pieni, graffi, carnofi , & che non fanno di muffa, ne fono tra ^ piiiggiole j & Mapofcia che pur fiamo a dir e de i frutti, li quali s tifano hoggi nelle medicine & ne i cibi, no hauend o fatto Diojc® ^ orp con i. mentione alcuna delle Givggi ole, le quali i moderni chiamano Iuiub e, &i Latini Zirypha, reputo non ejJClC ■ c omeniente, per far ben conofcere à i medici ,& àgli frettali , che molto le hanno inpratica 3 la naturajoro * Nel primo lib. di Diofcoride. 285? G I V G G I O L O. morìa, & le f acuità loro . Hor dico adunque, che il Giuggiolo è un albero poco meno grande del Vruno con il t ron- co per il piu piu pretto torto, che diritto,la cuifcor\a non poco firajfomiglia d quella delle uhi. La materia del legno e co me d'ojfiacàntha, & le radici fono forti, ferme, & ben piantate . Ha le (pine ne i rami per tutto , lifcie , lunghe , ferme, acute , che nel nero roffeggiano, come fono anchora i rami, da i quali nafe ono alcuni lunghi picciuoli uerdi fimili allo (par to uencidi , & arrendeuoli, & lunghi piu d’una jpanna, da i quali nafeono le foglie di qua,& di la ine qualmente att ac- ute, lunghette, neruofe , & ferme, come nella clematide chiamata da noi Trouenca , & tanto minutamente per intorno dentate , che d pena ui fi difeerne l'intaglio . Citta fuor i fiori dalla medefma origine delle foglie pallidi , & mofeofi, on- de nafeono poi le Giuggiole fimili alle oliue, prima uerdi, poi bianchiccie,& nell'ultimo prima gialle ,& poi ben roffeg- - l0 giunti, nelle quali è dentro il nocciolo, come d' oliue., Quelle che no fono ben mature hanno la polpa uerde al gufo brufehet ta, ma nelle mature è gialla, & dolce , onde fi conofce, che le Giuggiole fono temperate cofinelc alido, come nellhmìdo f. Calcno ( ilqiialc come credono alcuni) le chiama Serica Jcrijfe di loro nel fecondo libro delle facultà de gli alimenti m " '■ , o 1 Pj B quefto Difcoiiì del Matthioli chi fimo nutrimento , molto malageuoli da digerire , & impero contrarie molto allo Stomaco. La m randola da Galeno, ne recita Muicenna , foggiugnendo pofeia , che elle conferiscono al petto , & ai polmdhe ■ & rL quetto modo . Veramente nonpojfo io tefiìfi care in che co fa mglino le Giuggiole per conferuare la'' relè infirmila : mfierockc ne i cibi fon Solamente, da gli. sfrenati fanciulli , & dalle donne molto de] Accenna colf- faondo $he dicono alami ebegiouino d i dolori delle reni , & della uefcica . Et perche diceua Galeno non hi tra"! Fuchfio f ucr trouato nelle Giuggiole uirtà alcuna per le infirmità de corpi , combatte il Fuchfìo con Muicenna, & contuttifj , rabici, dicendo , che tutto è falfo quello, che in dare uirtà alcuna alle Giuggiole deferiuono . il che fé è falfo negliju hi , è medefimamente falfo anchora ne i Greci, che fon uenuti dopo Galeno : uedendofi , che * Attuario &greco3&ucikn tìffimo medico nel fuo trattato , che ci fece delie compofitioni de i medicamenti , ufa le Giuggiole ne i compofni pettorali contra i caldi humori , & Slmilmente ne i folutiui della cholera . il che parimente fa Lficolao Mleffandrino in imie, & H diuerfe compofitioni di medicamenti . Onde non è marauiglia che à tutte quelle cofe le loda]] e anchora Muicenna, dicen- do , che ellegiouano , imperoche ingr affano il fangue , per effere uifcof : , &groffe da digerire , come è la uerità , La on- de quando dice egli, che elle conferirono al petto , & al polmone, non parlando da balordo , come forfè alcuni [tonfi- no , intende egli Solamente nelle materie calde , fattili , & acute . Del che fa manifesta fede il fuo dir prima , che elle in- groffauano il fangue . Conciofia co fa che non era Muicenna tanto fciocco, che hauendo date le premiffe,non glifapetfc pofeia fare la confi quen\a . Ma è bella co fa combattere co i morti , che non fi poffono difendere . Et perche ( come in piu luoghiho detto difopra) intendo io ,fen7xa farmi d' alcuna fetta, di dilucidare il nero ,fen^a attenermi piu à quefli , de à quelli, dico per lepredette ragioni infieme con Mule ernia, che manifefiamente errano coloro, chef credano, chele G'ug gioie mondifichìno il fangue , & che le mettono nelle medicine pettorali per le malattie caufate dagrojfi, & da frigidi Ini mori , come fanno alcuni de moderni,. che in ogni mal di petto indifferentemente le ufano , & molte mite con gran dan - 29 no degli ammalati . Maparmi che fi poffa molto ben dubitar e, fe appreffo Galeno Seriche fieno le Giuggiole, attenga che altra cofafieno elle appreffo Tlinio al x i i I i. capo del X v. libro , doue fi leggono le prefinti par ole, cioè. Jecpte peregrina fmt f?ypba , & tuberei, qw & ipfa nonpridem uenere in Italiam . Hate ex Mphrica , illa ex SyriaSextus Tapinius , quem confulem uidimus., primus utique attulit , diui Muguftinouifjimis temporibus , in caslrorum aggeriks fata, baccis fmiliora, quàm malis :fid aggeribus precipue decora , quoniam & tetta iamfylua fcandimt . Tubemiko genera , candidum à colore Sericum dìttum . cioè . Sono ugualmente forestiere le gifphe ( cioè Giuggiole) &le tube- re , le quali non uennero anchor effe piu pretto in Italia . Quette d' Mphrica , & quelle di Sona portò primamente Seflo Tapinio , il quale habbiamo ueduto confole negli ultimi tempi di Cefare Mugutto . Furono quette piantate ne gli argini del campo , di forma piufimili alle bacche , che alle mele : ma fono (fetalmente per decorare gli argini , pofeia ebebor- mai le [due f m [alito fin fi opra ci i teti . Le tubero fon di due forti , ma bianca chiamata Serico . Et al x x v. capo del p XVI .libro diceua pur egli. Mb amygdalaproximèfiorent armeniaca , dein tubercs , & pracoces : illa peregrina ,Im coatta . ciò è . Dopo à mandorli fiori feono le armeniache , & dipoi le tuberei & lepre coche : quelleforefliere,&c[ite- fìe costrette .Et al x.capo del xv i i .libro diceua anchora. Et Tggyphx grano feruntur menfe Mprili . T ubercs- w- lius inferuntur in pruno fylueftri , in malo cotonea,& in calabrice,ea efl ) fina fyluefiris . ciò è . Et le giuggiole fi pianti- no fotterando il frutto loro il mefe d’Mprile . Ma le tubere s’anneflano molto meglio nel pruno faluatico , nel melo coto- gno , & in quello fp ino faluatico chiamato calabrice. Quetto tutto diffe Tlinio . Vfientcdimeno non ritrouo io, che Columella face fife mai in luogo ueruno mentione delle tubere, ma ben delle 7xÌ7xiphe ahi li. capo del I x. libro, doue ne de ferine due forti , bianche ciò è , & roffe ; dicendo che le api molto fi dilettano de lor fiori . Onde fi può facilmente fumicare , che il teflo di Tlinio fia in queflo luogo [corretto , oucr amente che egli s'ingannaffe in quefio , come [itole ffeffo fare anchora in altre cofe . Mccrefcefi quefla fufficione per ritrouar io , che Muicenna tra gli Mrabi , & SimeonSethi 49 tra i Greci , fecero anchora efii di ygipbe due [fede , & in Tlinio ui fe ne legge una fola. Finalmente uedendofi poi) che appreffo Mttuario , Islicolao Mleffandrino , & Simeon Sethi le ^iryiphe chiamate nù, ior Greco idioma parimente altro non fono che le Seriche appreffo Galeno : & il medefimo fi uede effere appreffo Juiccmm, Serapione , & altri Mrabi : mi par ucr amente che fi poffa ragioneuolmente determinare , che le Seriche di Galeno non fieno altro , che le 7xi^ìphe , che noi chiamiamo Giùggiole . Dalle quali ragioni, & authorità parmi cbefipojfampltobe - ne arguire , 0 che il tetto fia corrotto , 0 che l'itteffo Tlinio habbia errato . C olgonfi le Giuggiole l’ Mutuano nella fine di Settembre, infieme con i lunghi picciuoli , da cui nafeono , & leganfi in maygfi, & foffendonfi per alquanti giorni al fio- le, &poi a i palchi delle cafe , & come fono impaffìte fi [ficcano da i picciuoli , & confcruanfi nelle caffè per i bi fogni- In Tuglia & altri luoghi, douefe ne ricolgono gran quantità, le difendono in fu le grati inteffute di nerichi al fole , fino che Nomi. fi fecchin 0 . Chiamano i Greci le Trune Kouv[xu\a. : i Latini Truna ; gli Mrabi Mnas , Muas , 0 neramente Jglcls ■ 1 5° TcdcfcbiTraumen , Tflaumen, & Kriechen : li Spagnuoli Trunas, Mndrinas , & Mmexeas : i Francefi Trune . b efl en chiamano i Greci Mi '&,& M utopia : i Latini Myxa , Myxaria , & Sebefiena : gli Mrabi Sebefien, Motheicb Mukeita,& Mofiaita v li T edefehi Schuuart?x brufìbeerle : li Francefi Sebefìe . Le Giuggiole chiamano i Greci Qv&?'Lì'?!nptKL : i Latini Zhypha ; li T edefehi l\ot hurfibeerle : li Spagnuoli M^ifecifà : i Francefi Iuiubes . Dell’arbuto. Cap. CXXXIX. LO Arbuto è limile al melo cotogno . ha le frondi lottili. le prime, lenza alcuno nocciolo . chiamanlo alcuni Men ò roHeggia nel colore . Mangiandoli , punga la lingua, come maco , & fa dolere il capo , O Arbuto è limile al melo cotogno . ha le frondi Ibttili.Produce il frutto della le prunc, lenza alcuno nocciolo , chiamanlo alcuni Memecilo . Quando è maturo, If-HTrrto n/^l r-r\]r\i-r. ] _ r 1 « ■ r- r~ ■ < - n V T.. ~ -a ■ollO ItO Licciiu . '^uaiiuu e mutui v, uu • fe fullè pieno di rette. Nuoce all» (o lo Jrhto Nel primo lib. di Diofcoridc. 20,1 A R B V T O, I 0 Mbuto in T oficana , ouc per ogni felua fi tiede uerdeggiare il uerno , fi chiama „ Albatro . Et come che Lio fiori- A rbuto , 8; delorajjembri al melo cotogno ,penfio che piu alluda egli alla proc er ita , che alle fiondi, & alla corteccia. Quan- e®amm* tunque io habbia non poco da fumicare , che fia in quello luogo corrotto il tefio di Diofioride. Impcrocbe appreffo Sera i pmc, che ne toglie di parola in parola l’hifioria da Diofioride ,non fi legge che fia l’erbato uniuerfalmentefimile al me lo cotogno ; ma che produce egli le fiondi minori di quelle del melo cotogno . Tfe manco ferine egli , che babbi fjìrbuto le fiondi fiottili) come fi legge ne ipiu frequentati tefii di Diofioride . Impcrocbe ( come è chiaro d ciafcuno ) le fr ondi dell arbutofiono piugrofife di quelle del lauro »& parimente dell'elice .fien\a che fi ritroua un tefio antico fcritto à pen- na> °bc legge tevìótpotov , cioè di fiottìi corteccia , & non M7Ììó$vxkov , cioè di fiottìi fronde . Scùffie ddtjlrbuto Tbeophra- i floalxv i. capo del 1 1 1. libro dell’hifioria delle piante , cofi dicendo . LfiArbuto , il quale porta un frutto buono da mangiare, non è troppo grande . ha la fiordo, fiottile , come il tamarìgio > & le fiondi melane tra l’elice , el lauro . Fio- rfice il mefie di Luglio . I fiori Hanno infìeme à modo di racemo , attaccati con un fiol picciuolo nella parte ultima loro. BB 2 £ ciaficwi ty z Diicorfidel Matthioli £ ciafc un iti loro 4i forni Mlf &m m>no lunghetto , & dello mcdcfrma grondaia ; m è cmau»,&fi^ ^ () pie un uitom franato , con la bocca aperta , Il frutto mole un'amo di tempo à maturarli , di modo che femprefiorìfa manticlle il frutto dell’amo paffatoft maturi .Tutto quello dell’Mbuto diffie Theopbrajìo . Quello chenafcein Tofa. ■na conilpondc molto bene fila hifloria , che pe ferine Theophraflo . per cioche produce le file fiondi. filmili à quelle iella ro, & dell’elice ; ma alquanto piu brcui ,& piu groffi , di colore piu preSlo pallido che uerde , dentate per intorno, fr conia cofiola delmerp roffreggiante . il tronco è ricopèrto d' una fcorzaroffigna , afiu ,& fquamofa.iaaipncti,. no i rami molto piti groffi, &piu lifei . Morfeo nella fine della Hate il mefedi Luglio , & d'Mgoflo, confiori piccioli,® bianchi , fintili à quelli del Lilio comtallio , raccolti in modo di racemo , che paiono tante campanellette . Da.aiiufim ì frutti tondi, groffi come [orbe iquali nel principio fon uerdì , & dipoi gialli, &rofii quando fonmaturi, offri ritoc- care, &fen\à nocciolo alcupo come le fraghe, à cui parimente fi raffmiglia.no . Sono algiiflofriapiti,&aiijlerìifrml io mangiarli (come dice Diofcoride) pungono alquanto la lingua , fr il palato, che par proprio, che fieno pieni il fenfibi- Vfo , 8t uirfB li refre . Mangiano > frutti dell’ Erbato il urna volentieri i tordi , & i merli : & imperò fono ruffiani degli uccellile. fieli- Arbuto , rj ^ fr,aUire ; iaccj c]je qfeondonofra le fr ondi . delle quali fecebe in T ofeanafe ne conciano le cuoia . Sono dentice - rimontami , che danno l'acqua lambiccata delle fiondi con polvere d'offb di cuore di cerilo per cofa molto gioueidt tlh pefle, mafrimamente auanti che fr confermi il male . Scriffene Galeno al V I I . delle faciliti de femplicimedicmmì, con quelle parole . iMbuto , & parimente ilfuo frutto fono d’acerba natura . Il frutto offende lo Stomaco, fioro!, Icre Ìl cape . Chiamano i Greci l’Mbuto »r : i Latini Mbutus egli Mabi Hatiladib : li SpagmliMaimbo,ow. roMadronciro;iErancefiUrbouces, ■31 Delle Mandorle. Cap. CXL. >9 LA decottione della radice del.Mandorlo amaro pefta , leua uìa le macchie della faccia. Il mede-limo fanno le fue mandorle applicate in forma di linimento . Mede nelle pàrtifecrete delle donne , prouocano i meftrui . Fattone empiaftro in fu la fronte , & parimente in fu le tempie con olio rofado , ouero aceto , leuano il dolore del capo . Vagliono unte con uino all'epinitidey& alle ulcere corrofiue , & putride : & con mele , al morfò de i cani . Mangiate leuano i dolori , mol- lificano il corpo , & fanno dormire , & prouocano l'orina . Tolte con amido , & menta, riftagnano lo fputo del fangue . Beuute in acqua , ouero acconcie in modo di lettouario con ragia di terebìn- tho , uagliono nelle malattie delle reni , & alle infiammagioni del polmone . Giouano beuute con nino parto alle renelle, al male della pietra, &al ritenimento della orina. Mangiate alla quantità ^ dunanocciuola , compofteinlettouario fatto di latte , & di mele , uagliono ài fegatofi, allatofe, & alla colica . Cinque , ouero lèi mandorle amare mangiate auanti parto , non lafciano imbraca- re . Ammazzanole uolpi , adefeando loro il cibo con erte . La gomma dell albero fcalda, & coftri- gne.Riftagna,beuutagli fputi del fangue . Liquefatta in aceto, fanaleimpetigini, che fononi carne , & pelle : & benuta in uino inacquato , conferite alla torte uccchia . Beuefi utilmente in in- no parto per rompere la pietra . Le Mandorle dolci fon buone per mangiare , ma fono manco effi- caci che le amare per le medicine: nondimeno difeccano anchor erte , &prouocanol’orina.Le perdi con tutta la corteccia, che le cuopre, mangiate ne cibi, giouano all humidità dello ftomaco, Mandorle,# "T yOL carissimi frutti fono le Mandorle , tanto le dolci dico , quanto le amare . Ma è differeniapmtul’ 40 foro effam. y ro : per rioche affai pii, calde , &pin difeccatiue fono le amare, che le dolci . il che fa , chcper purgare ilfcrt T ifiigidi , & groffi humori affai piu le amare , che le dolci fi lodino . É il Mardorlo albero affai grande eoa gro/o tronco , ma rare unite dritto , & ueflito di timida corteccia , & con non molte radici , imperocheper il piuma bufinoli ma radice , ma grande , roboHa , & profonda in terra . Troduce le foglie del tutto limili al Ter fico , à cui è tmèonfi- mile tutta la pianta , imperò che anchor a i fiori fono ne i Mandorli , come di Terftco dal colore inpoi, perciocbt alf1 Ho fono incarnati , & in quello fono bianchi. Fiorifeono i Mandorli nel principio della prmaueu , &famoilfrirt,lr mile anno cuore , ciocie mandorle , le quali quando fono tenere fi mangiano inTofcana, & maffìmamente ' ”'J"" grauide , imperò che fono appctitofe, & diletteuoli , MeSlonfr le mandorle di doppia corteccia, conte le. noci il mefe d’Mgoflo nel fine della frate nel tempo , che la prima feortpt fi rompe . Temono ìl freddo le piante, nei Mandorle tojt : luoghi fcttentrionalifil perche nafeono copio. fi in Taglia & in Sicilia, donde fi portano le mandorle a noi. Galeno fi11 jj se da Gal. uenfo g0lcj al il. delle facoltà de cibi cofr diceua . Le Mandorle dolci non fono cofrrcttiue , & hanno filarne1* 1 uirtù di difeccarc , & di mondificare : & purgano le uifeere , & mondificano per uia dì fiuto gli humori delfino , • del polmone , Et ifcriuendo delle amare airi, delle facultà defemplicì , & parimente delle dolci , coli diceua . darle , che manifeSlamente fono amare , hanno neramente uirtù di difeccare : il che dimoHra la qualità loro ,&lff f * ua , & conferma l’efierien^a , Della qualità amara affai s è detto di fopra nel quarto , Ma ucnendo atfefierfilW’ W co fe fono , cilene dimofirano la uia di conofcercla natura loro : Cuna ciò è , lo fiegntre che fanno delle lentigmi :& ' trala conferenza, che hanno dì purgare per uia di fiuto i groffi, & uifeofi humori delpetto , & delpolmone . U‘f' . come e Sfato detto , non fanno fe non quelle cofe , che fono generalmente incifrue , & ifietialmente afrerfrue . Gb'Cil ^ j e Stato detto di fopra la uif tu accidentale , che hanno di difoppilare , come dimofrra l'efierienifi : perciocbt apcnO1 ‘ mondificano le oppilationi frel fegato, & delle uene eflreme , (aufite da groffi, & uifeofi humori. ^ mente franano i dolori del cofrato , della milza, della colica , & delle reni . Le medefmeforrp ha anchora C atout 0 : 0 | (iofia che la decottione delle fue radici trite purga, & fregne le lentigmi lauandofene . Oltre à queflo, freno le } Nel primo lib. dì Dio fcoridc . mandorle. le quanto fi mole dolci ; nondimeno partecipano d'alquanto d'amaYitudine occultata dalla dolcezza, che fupera in lo- ro : il che fi conofce pofeia col tempo . Vannofi.fi fecondo che ferine Theophrafio , & Tlinio ) le Mandorle amare diuen tar dolci , fe fcauato il tronco dell' albero fino alle radici ,fi pertugia pofeia quello nella piu b affa par te fino alla midolla, &lafciafene bene fcolare fuori l’humore , chene difilla. Et per contrario , le dolci diuentano amare , fc'quando fon Smanigli alberi, fi lafciano pafeere le cime dal befiiame . Jfonf mo le Mandorle fi fe fi deue credere à Galeno) di gran nutrimento ; come che molti le ufino ne refiauratiui , & nelle medicine , che aumentano il coito . Mangiate le Mandorle ornare da i Galli & dalle Galline gl' ammainano . Tette & legate fopra le tempie mitigano il dolore del capo , & fanno dormire , eJr majfimamente incorporate con acqua di Berbena Chiamano i Greci le Mandorle A'y.vyS'&hcu : i Latini dmygdaU : gli Mrabi lau\, Kau\, & Lattai •• li Tedefchi Mandelkern : li Spagnoli Mlmendras : i Francefi jLmanàes . BB 3 Mandorle ama re come fi fac- ciano dolci * Nomi, DciPiftacchi. / Piftacchi j & Joro frigoria. 2^4 Difcorfi del Mattinoli DeiPiftacchi. Cap. CXLI. IP i s t a c ic h i , li quali Tappiamo , che nafcono in Soria, Tono ùtili allo ftomaco . Mangiati per Te foli , ouer beuuti triji nel uino ? conferifoono à i morii de ì Terpenti . I Pistacchi , che communemente s’adoperano nelle feti arie , fi portano d Vjnegia di Soria . & furono pi. ma portati in Italia 3 fecondo che riferire Tlinio , da Lucio Vitellio cenfore 3 ejfendo legato in Sorja 3 ne i primi tem pi di Tiberio Cefare . Le piante ho ueduto ioaVinegia 3 à Gaeta , & àlsfapoli in diuerfi giardini . E la pianta loro del tutto fimile al Terebintho , ma producei Tifiacchi nelle efìremità de i rami à Rocche con doppia corteccia , la prima del- lo le quali è tenace , & fottilc 3 come di cuoio , rojfeggiante 3 & odorata . La fcor\a di dentro biancheggia , nefonodìfe- rentf i TiHacchi di forma dalle noci unguentarie 3 che i profumieri chiamano Ben . La midolla di dentro è ricoperta da PISTACCHI, $ Nel primo lib . di Diofcoride . 2 c, 5- foitililJìm 0 inuoglio di porporeo colme , & effa di dentro uerdeggia -, il cuifapore non è molto difimile da quello de i Ti nocchi, ma ha però nonfo che piu dell'aromatico . il che minducefermamente à credere , che il Tiflacchìo fta il Tere- bintho Indiano , di cui ferine Theophrafto , come hahhìamo detto difopra fcriuendo del Terebintlio , imperò che le no- te fono cofi cuidenti, che non fi può negar ciò con ragione da ueruno . ifel che tanto piu mi conferma quel che neferiffe Jtheneo al XX. capo del X 1 1 i l . libro con quefle parole. Tfìcandro Colophoniofcriuc nelle fue Tkeriache, che i Tijlac chiproducono i frutti fintili alle mandorle , & Toffidonia Stoico nel tergo libro delle bisìorie dice , il BiSlaccio ( che cofi per B lo chiama egli ) nafee in Terfta , in Arabia , & in Soria . il frutto nafte in racemi con bianco gufeio , & lun- ghetto^filmile atte lacrime , quelli che fono dentro uerdeggiano , ne hanno cofi buon [ticchio, comeiTinocchi, mafono bene piu odorati. I fratelli, che fcriffero le Georgiche difnoflrano manifefiamente , cheilTiftacchiopaimTerebintho IO con quefle parole. Quefle, il Frafino ,0- il Tcrebintho, ilqualechiamanoiSorianiTittaccbiofono&c.macofloro lo fcrmono peri1, fe bene Hicandro lo fcriffe perTh, chiamando i frutti Thifiaci, onde hanno prefo il nome alami de ST APHILODENDRO. Difeorfi del Matthioli Piftacchi fcrit- moimi Medicij i quali U chiamano Thijiici . I frutti , li quali noi chiamiamo propriamente Vifimhì (fianjcdt n da Gal. ^ cdmo dii' dellefMUitd de ) non fono di molto nutrimento ; tuttoché utilifiimi fieno al fegato , && fue oppilationi . Ma fe fieno, ò non fieno utili allo Homaco, dijfe eglinon hauerne certo tcfiimonìo : comeanchora fieni Auicenna con- # d cofirmgano il corpo. M che contraponendofi vLiàcenna , ne i primi tempi del mondo da gli ImoiM- Conciofìa che effondo eglino ufi al cibo delle communi ghiande 3 ritrouando pofeia le Tsfoci effer d &piu aggradeuoli al gufo, le chiamarono per eccellenza ghiande di Gioue . L’albero delle noi grandi 3 imperoche 3 come fi uede3 ha il tronco lungo 3 &groJfo3 da cui efeono molti grojjì , & lunghi rami 3 t fondono cofi all’alto 3 come all’intorno . Veftefi il noce di groffa corteccia bianchiccia 3 & rimofa . Fermafi [opra Uì ghe , groffe & robufle radici . Le foglie produce di qua, & di là da un lungo picciuolo a modo di Fr affino , "" Min 19 to piu grandi cofi in lunghezza 3 come in larvherza3 di fbiaceuole odore . Germina nel principio diprimaucra - ' - 7 ficcano te auanti alle foglie lefue panie ole lunghe unfommeffo , le quali pretto fi feccano & cafeano .fopra efeono poi le noci ricoperte di doppia feor^a, dentro alle quali è il nucleo crefpo 3 & diuif ) in quattro parti , ^ ^ diuifurc fi contiene una ajfai dura membrana . Tiu uer amente fono le fpetie delle noci differenti di forma, di fiorai * rcg^a3& di fapore . quelle fono le migliori, che fono lunghette , & fragili con bianco gufeio , & con il nucleo JePr dalla feorza ,& al gufo ben dolci . Hanno le noci in odio le acque , &però amano i monti , & i luoghi freddi da gl’ alberi con le pertiche , & mondate dalla feorz^a di fuor e fi feccano 3 & ripongono . Delle quali parlari o * alvi i. delle facultà de f empiici , cofi diceua . L albero del noce cofi nelle fondi , come ne i germini , ha una certa.U1^ coflrettiua ; come che molta , &piu euidente l'habbia nella corteccia , ouergufei de i frutti , tanto uerdì, fai*t0-'e,jc^ Vfìamo noi il ficco de ifrefchi cotto con mele, come quello delle more tanto de roui , quanto de mori , in ucce mento fi omach ale , applicandolo in oltre ad ogni altro bifogno , oue s’ applicano gli altri predetti delle more . ^ r ^ pofeia, che fi mangia , è olìofa , & fiottile : dalla quale fi catta benififimo lofio : ma tirafi molto meglio dalle ^ °° chic Ipremendole , onero lambiccandole ;percioche neU’inuecchiarfi fi comertifce ognilor fiufian\a mgrajfieiff- 1 tale olio alcuni nelle cancrene , ne i carboni , nelle fiBole lagrimali, & nelle ferite de nervi. Et al II. delle fa"11 . Nel primo lìb.di Diofeoride. 2p ~ N o C I. alimenti diccua lifleffo Galeno . Le noci [ceche foncoflrettiue , ma le uerdi, & frefche non dim oSìran o f acidi ffalcun‘a oliofa , nc-coSircttiua . Digcrifconfì le noci meglio , che le nocciuole , & fono piu utili allo Stomaco , & maxime mangia- te tnfieme con fichi . La onde differo alcuni medici , che chi mangia amendue quegli frutti con ruta da digiuno , poco però aimti al cibo , safiicura dal troppo nocumento de i ueleni. Le. frefche piu fi conuengonoj muouere il corpo, chele fecche: ferciochc meno costringono . Oltre à ciò , le fecche tenute in mòlle nell'acqua ( come fanno alcuni ) diuentano nelle fa- tuità loro fimili alle frefche . Condifconfi le uerdi, auanti chef indurino, impiccherò , onero in mele : le quali fono pofeid utili allo flomaco , & aggradeuoli al gufo. Lepanicde delle noci le quali nafeono laprimauera nel primo germinare del ? albero fecche & fatte inpoluere ,& date àberc con uino al pefod'una dramma liberano le donne dalla prefocatione della madrice . Faffi anchora delle noci olio ,ilquale non folamente è iti ufo per lè lucerne , ma s adopera anchora da i pittori nelle piu dilicate opere loro ; come fanno anchora i legnaiuoli perlustrare le tòro. Béuto al pefo di quattro once rifoluc la ucntoflta del corpo :ilperchc fi da utilmentcjie i dolori colici &rcnali.%if oltre il’medéfimó le enfiagioni qua» dofi Noci d’Tndia, &ÌQfphift. 2 $8 : Difcorfi del Matthioli Noe E' D I N D I A, iaft ungono con effe calcio : & mollifica inerui ritratti &mafiìmamente incorporandoli con calcina lanata- thttàn ungendo fine fana la rogna . le noci fioche macerate nell' ac qua fin tanto che fi pofiino mondare dalla feorpa; mondate ù meffe in macera nella acqua ulta per alquanti giorni continui prouocano infallantemente i mefirui mangiandofenc tic ogm mima a digiuno per otto giorni acanti che fin il tempo de i mefitici . Ma pofeia che fiamo nel ragionamento » T^pci , non hauendo Diofcoride , negli altri antichi Greci fatto memoria alcuna delle Indiane , delle Mofcade, delle h t pelle, & delle Vomiche ; ma filo gli Arabi n’habbiano fcritto le fattorie , & le f acuità loro ; non noglio manche di al ne qui quella miglior notitia , che farà pofiibile . Et imperò parlando prima dell' Indiane , dico , che le WS* c 1 D 1 *!• ■p i a nolgarifiimp hoggiin tutte leffetiarie d’ltalia(ficòdo le opinioni degli Arabi ) fon frutti d' un albero di quei fimile alla palma, grandi , quando fon empi da tutti gli inuogliloro, comegrofìi melloni , Laprima feorpa > le f*6 -molto gr offa , nello feuro roffeggia : & bench'ella fa di fuori duretta, tenace , & caUofa ; nondimeno di dentro nefcp fianca fua è tutta di fittili, capici fi ogli , £ fitto quetta potale fio^o fi fa il gufiào , che Mfrpk Nel primo lib . di Diofcoride . NOCE MOSCADA. 299 5 pofo,& dur o, quafi del medejìmo colore : dentro al quale è la polpa affai dura , concaua in merp , <& uacua , della grò f- rmo >d}C è il gufi ciò ; quantunque nel concauo di dentro biancheggi . La fufian^a fua è bìanchifìima, untuofa: 0 ahu^° dolce, quafi del fapore del burro . Lodanfìlefiefche , del che fa manifeflo fegnale, quando fi ritro.ua nel em loro acqua di dolce fapore : imper oche ftanite fon quelle & già uecchie, in cui non fi ritroua cotal dolce liqi ono calme nel fecondo or dine, & humide nel primo . Mangiate aggrauano lo filomaco, auenga che non generino mal t amento . aumentano la ferma . E' il loro olio buono alle hemorrboide , &mafiìime mefchiato con quello de noccioli del- fiche : mitiga i dolori de i lombi, & de i ginocchi , & caccia i uermini del corpo . Quello, che fi (preme dalle fi- efche, è en‘ 0j hmco, grafo , & fumile al burro , tanto nella fuHan^a , & qualità , quanto nel fapore , & nelle f acuità fue: n fiera afa i miglior nutrimento , che non fa quello . Gioua il medefimo unto caldo a i dolori de i nerui , & alla Nociln° W>& ttrettura del petto, tanto unto quanto beuuto. Gioua parimente alla raucedine , ma bifogna inghiottirlo con diane. n °P° Ul°dat0 pian piano : ufato ne i cibi ò in qual altro fi itogli modo ingrafa i magri , aumenta iìfeme uirile, & mollifi- a> lillt0 darete delle giuntar e. Sono mirabili le noci d'india à fare ingr afare i magri, & mafiime le donne . Seguo- no dopo 3 °° Diicorfi del Matthioli Noci Mofcade, no dopo quelle le Jffoc I moscabe. lequaU(ficondocbcriferifcoMcoloro,éehmo&Muigati>,&tmì. S loro hift, l' india ) mfeono quiui abondantijsimtmente ncllìfola di Bcfdam , da un certo albero affai fintile al no firo f(. Facilità delle rCQ ^ ^ fidile medefiyiamentc nelle f rondi ; tutto (he fieno quelle alquanto piu frétte , & piu corte . Sono i funi Noci Mofca- n , i .. r ì-'n n ; /)wa ataZAiim Cu V/tìhfivn • Tmnpvn rhfi tirimamentp (anti vìpM\***fAat de quafi del tutto fintili alle nottre noci quando fono uerdiinfi l’albero: Imperò che primamente fono ricoperti da grofifr verde corteccia , fitto La quale è la noce Mofcada ferrata dentro à un duro gufi io , ma però piu fittile di quello delle no - ci nottre comuni, di bigio colore. Quefio rompendofìui fi ritroua dentro laTfoce mofcada inuolta nelMacis ,com in una. rete di e he fi uede manifefiamente nelle noci mof :ade le quali tutte intere fi ci portano condite d India à V enetk. fy' colgonle i paefani, bue elle nafeono a lor piacere , per effer gl’ alberi, che le producono à tutti communi : Imperoche non accade à coltiuarlf altrimenti . Loda?ifì delle nociMofcade quelle chefonfrefche, & non fon pertugiate ,& che fon gru ui, ben piene d’humorc ,& ben graffe , Sono ( fecòndoche fcriuono gli Arabi ) c alide , & fecche nel fine del fecondo IO grado : fono flit ticb e, fanno buon fiato , & uagliono alle lèntigini : confortano la uifia , la b occa- dello fi ojnaco, il fega- to, & la mil\a.V dgliono à prouocarel’orina,& rifiagnano il corpo, confumano le uentofìtà,& conferifconoàllamém. Accommodanfi infomma utilmente ouunque saccommodino pergiouare igaropbani.Qauafi delle noci Mofcade frefek, ben pefie, & ben calde, un liquore per il torchio fmile & difuftany, & di colore alla cera tiuoua, che re firn difragm- tifiimo odqre : il quale è molto utile nelle frigidità de nerui, & delle giunture : & oltre à ciò nalentifiimo inpiucompoft- Vinò dèlie No tioni per madonna Venere . Mangiate le Tsfaci Mofcade mitigano mar auigliof amente i dolori freddi & uentofi dello ci Mofcade . fiomaco, & della Madrice . & uolendofene maggior giouamento fi fanno b ollire trite alpe fi di ima dramma o due in fei once di mele rofado , & due di acqua uitefin che! acqua uitefì confami; Impero che pigliando fi ogni giorno da digiuno tre cucchiari di quefio liquore , è per lo fiomaebo , & per la madrice gioueuolifiimo medicamento . Gwuano particolar- mente per la uentofìtà della madrice anchora. in quetto modo . Cuoce fine una ben pefta in fei once di nino bianco potente 20 fino che cali la terrea parte , & di poi fi cola il nino & daffi à bere con due dramme di ficcherò fino . \onfmom cono- feiute le noci Mofiade dagli antichi Greci : per ciocbe ne Tbeophrafio , ne Diofcoride , ne Galeno punto ne parlarono. Et però , come fa difopra nel capitolo del macero nottra opinione , è da penfare , che il Macero di Diofcoride ,&diGi leno non fia quefio delle nociMofcade , ma una fcor?xa d'una radice d'albero , come dice Tlmio. Tercbcèmoltobcnà credere , che fi eglino haueffero cono fiuto il fiore , haurebbonofimilmente conofciuto il frutto : il qualcin conto alcuno , Noci Vomì- per le fuemirabiliparti, non fi farebbero taciuto . Oltre alle Mofcade habbiamo anchora pur da gli Arabi le \oci ' vomiche, & le metelie. Jfella confi deratione delle quali maccorg o pur bora d effer e fiato in errore , ini però che credquo , che le noci chiamate nemiche communemente nelle frettarle fuffero le nere Metelie , jna nonpero feti- da apparenti conictture , Ma leggendo poi piu diligentemente Auicenna,che la noce metella è di fuori tutta piena digi'of fi & breuifpine , & che produce ella il fime , come di Mandragora , nonpeffeifenon accufare me fi effo della prima opi- jo nione , imperò che io non fono tale, ne cofi ofiinato , cheuogli ( come molti fanno ) compiacere molto piu a mefleffo, che alla uerità , & con ciò ingannare anchora i potteri di quetta facilità ttudiofi . Vero adunque lafciata laprma opi- nione macco fio a quella di coloro , che tengono , che la uera 'Ifoce metella altro non fia , che il frutto delfiramonio , im- però che quetto oltre all' hauer forma , & imagine di ISfoce , è armato dibreui , <& grojfefrine , & ha il fané dei tutto fmile alla Mandragora . Mppò ciò non dubito, che il fu detto frutto , come anchora tutta la pianta nonfiafennifero »«f- dendofi la pianta ejfere fìmile à i filatri maggiori , & d' odore affai grane . Di qui adunque potranno anchor altri accffl* gerfi , che anchora la Kloce Vomica , cofi uolgarmente chiamata non è la legitima , ne la uera ; per ciocie '(fefidciicia dere ad jluiccnna , & Serapione ) la noce Vomica debba ejfere fìmile alla Metella , eccetto che in luogo de fruiti hauere alcuni nodi , i quali non foltamente non ui fi ueggono , ma non ha famigliane ueruna di noce : & peropuipi farebbe da- chiamare Ifcce canina , che Vomica , pofeia che mangiata da i cani in breue tempo gl animale • S°n°^ 4° eh or a alcune altre noci , le quali chiamano alcuni Metelie fimili di grande , & di colore alle noci mof 'de , jp non fono fatte tutte à un modo , imperò che alcune fono tonde , alcune lunghette , & alcune difopra tonde, 6 !J° piatte . Serranfì quelle in una couerta fatta come di capelli , la qualfinifce appuntata d’un colore gialliccio , cornepo uedere ciafcuno qui dalla loro figura potta da noi , accio che anchora gl’ altri , che fono di quefta facoltà ttudiofi , [ano dire la fua finten?xa . Chiamanfì in Conttantinopoli Itoci Farfalacbe , fecondo che già mi firiffe l EcccJcntiJJii Medico Guglielmo Quacelbeno Fiamengo che di là me le mandò , come piu dijfufamente è fcritto nellibro dellcnoj^ r - - - ' — • òcheuicor- ehe. Se Metel- le , & loro hi' itorix» fi ole . Ma io crederei piu prefio , che fuffero elle le duellane Indiane chiamate Faufel da Serapione ; impero c ) e . Tarmi che ben le conofcejfe Mattheo Siluatico , come quello che cofi ne firiffe- * faufel ouero rifrondono con tutte le note . ...... t ! Avellana India f^ueUana Indiana è fimìlifìima alle Itoci mofcade ,fencn che in una parte è piana , & nell' altra eminente j do che la può fiore ritta , come nello fcacchierò una pedona , ma in ogìù altra cofi cofi dentro , come di fio) i ejiM 53 noce mofcada , ma però infipida &fen^aodore . Ttafce ferrata tra certa lanugine fìmile à una boccia ,ouc)ojo fata . Tortanfi quette fr effo fra le noci mofiade da Calicut , & io l’ho uifia ferrata nel fuofoUiculo . Quefio tutto fei firiffe il Siluatico . La pianta che la produce ( come ferine Serapione ) è fìmile à quella, che producete rNpci n Le Mutilane hanno uirtu frigida , & ualentemente cofivettiua , onde corrobora i membri , & conferifie a tutto j mità calde , tantoprefaper bocca , quanto impiaftrqta di fuori . Cuocefi nel nino per il dolore &flujfi de i denti, rò lauandofi la bocca con il predetto nino non filamente mitiga il dolore de i denti , ma conferma & fi abili fcel 1 ftringe legengie , & prohibifceui il fiujfo . Vale applicata alla rogna , & ruuide^a delle palpebre , & mette? ^ rij , che fi fanno per le infiammagioni de gl' occhi . Ma diuerfa molto da quefta è un altra frette d'J ucllane In * datemi già dal ìfobilifimo Signor lacomo Antonio Cortufo gentiluomo Tadouano & Sefnpliciftàfimojìjjb rò che quefle , & di faccia , & di grandetta non fi rajfomigliano punto alla fu detta , come dalla loro iwag’-M 5^^ guata ageuolmente fi potrà chiarire ciafcuno . Sono quette ricoperte di fuori d'una couerta quafi comedi ^ maggiore , ma piu dura & piufeymq , & d’un colore piu feuro . Sono gr offe come le nóci, quando hanno laJc0 v ^ Nel primo lib . di Diofcoride. :oi NOCE METELLA, dentro itila qual couerta è l'indiana , lunghetta , da ogni parte acuta , con U fittati empiente , & ilueutre piatto , ■ U cui midolla è [errati dentro à dimflimo gufilo di colore castagnino. E' la midolla che nifi contiene detta meiefima [or- mgrojjli come una mandorla , ricoperta da bianca , & fittile membrana , al gufo dolce, & bianca di colore sma delle mtùfie perfino à bora non intendo cofi uerrna . Hot mentre che [emendo io dell' 'stuellane Indiane penfano di ■metter tifine, ecco che all' improuifo me ne tiene mandato mia tonfi fretiepur dalmcdefimo Signor Cor tufi minore della fi det- ta . Sgfft adunque cattata [uori del [ito primo imoglio , il qualèlifiio , tenero , gialliccio , & uonpiugrofio ima fà- glia di Tahna , è fìntile à un Mirob alano citrino , il cuigufeio è duro di colore rojìictio comma nocciuola dentro piccioU anodo di mandorla , come meglio può uedere ciaf cimo per la figura , che quitti fi uede difegnata . Ma ejfendomi (feri lindo delle noci Metelle, &Vomicbe ) uenitti in memoria gli ì»aca«d I, non conofiiuti dagli antichi Greci, ma filo ferini, & ritornati dagliMrabi, adoperandofì anch'eglino nelle frenane , non me partito in conto alcuno la- , filargli à dietro. Sono adunque gli Mnacardi (come fa testimonio Strapiene) finti d’ un albero .fintile ai cuore d' mille tulio , di colore roffigno quando fin fi-efebi , quafì [rotile al colore del cuore : dentro del quale è un liquore grò fio come me ■ biffile a( [angue : qfi r.cl me\ o mi animella bianca, fintile à nqopiccwla mandorla. Tfaj'cono in Sicilia ne mpntì,cbcar- C C doni Anacardi, &lo ro hi fioria,. & uirtù . Nocciuole, & loro hiftoria r Difcorfi del Matthioli AVELLANE D’INDIA. iono di continouo fuoco. Son caldi, et fecchi nel ter^o grado:et quello, che s’ufa in medicina, è quel fuo liquore:qiiStm{W per il piu li fetidi uf.no dimettere, ne copofìti & le feor^e, £ animelle pefte, errando in questo come in molte altri co- f e. Vale adunque questo liquore àfenfì corrotti,conferifce alla memoria, et alle frigide informità de i [enfi, de ineriti, etici ceruello.ls^ondimeno è ulceratiuo,ct àdufliuo del fangue:et imperò èuelenofo,et maffime nei gioitemi . d quale nocuM to naie il latte della uacca beuuto,& fmilmente l'olio delle fue animelle . Chiamano i Grecile 'Noci communi^aU- ffiKiK* : i Latini 'Niices-luglandes egli .Arabi Ieu^ Leu\,ouero Gìawfli Tedefihi Nfuffen,& Vuelfchmffì li Spaglinoli Jue\es:i Francefì Npix* La Noce d'india chiamano i moderni Greci Kdpvov IWWi' i Latini Nlix Indica : gli M* ^eregd, Dabig, ouero Giau^i Alhend : li Tedefchilndianifch nu£\: li Spagnoli Ts lue\de las Indias : li Francefì fot* d Indie . Le Tfofci Mofcade chiamano i Greci ^lo^oyApvov ,’Wlo^oya.pvJ'ioy , Kdpioy uvpii,ty.cv:& K&pvov apoiunvnr • } Nux myrifìica,& Nux mofchatà; gli Arabi Ieurfìaue, Iusbague, ouero Giaufì ban : li Tedefchi Mufchat mfì: H ¥' 15 gnuoliijue^de efpccie : i Francefì Nois Mufcades . Le Noci Comiche chiamano gli Arabi Leu^ alkei,ouerqk: lll‘u go & lejpetiarie Nux uomica . Le Metelle chiamano gli Arabi Leu^Alrachahan Barbari TSfa Mechil.Lo 10 chiamano i Greci moderni AWapJW; i Latini Anacar damigli Arabi Baladar, & Beladur rii Spagnuóli Jim™0, Delle Auellane, ouero Nocciuole. Cap. CXLIII. LE Noci Auellane, lequali chiamano i Greci noci Pontiche , ouero noci minori, nuM°noa? ftomaco : nondimeno pelle , & beuute nell'acqua melata, uagliono alla tollè uecchia.^ ^ te,& mangiate con un poco di pepe, maturano i catarrhi . Bruciate inlieme con i gulci j & tr _ poluere con grafeia, ouero graffo d’orfo, fanno rinafeere i capelli . Dicono alcuni? c^. .a furori0 anticam^ ^ mate Tontiche da i Greci , per ejfer'e elle Fiate portate ( come dice ‘Plinio ) di Ponto . Sono tanto ^ ^ fiche, quanto le faluatiche notìfìime à tutta Italia. Sonuene delle domeniche delle lunghe > & do e t0’,. ^ piu gentili affai al gufo fono le lunghe , & majfìme quelle , che nel gufeio forte roffeggiafio , 6 Jc_n . rompere , come fono le Vicentine, lequali fono di cofì foaue fapore, che fi pojfono ageuolmente -eit Nel primo Jib. di Diojfcoride. AVELLANE, OVERO NOCCIVOLE. 3°3 ttxcclrì, impero che non tutte le 'goccinole hanno il mcdefimo fapore , ne tutte fono uniuerfalmente gratiofe alguflo . Impero che alcune fono ben dolci & facili da mangiare , & altre poi fono afpre , dure , & manco grate . Maturanfi le lunghe affai piu tardi, che non fanno le tonde . il perche fono piu piene , piu denfe , & piu mature : & fi conferuano piu ,n h,nS° > clje quelle • C opia infinita di faluatiche , di lunghe , & di tonde fe ne uede per tutte le montagne della giuridit- tione di Trento , oue conficchi fe le ricolgono i uillani , quando fon mature . La pianta delle Tffocciuole rare uolte ere fiein alteraci , ma manda fuori fubito dalle radici piupedoni, da i quali efeono i ramifrondofì , & di molte uergellc lun- & e, &fen^a nodi . Troduce le foglie quafi filmili all’alno , ma piu larghe , piu crefpe , piu fiottili & per intorno denta- ^ ' Vettefi di fiottile corteccia quafi tutta punteggiata di bianco . K(on hagroffe radici, ma ben profonde,^ uiuaci,non m tri fiori , che certe panicole , ouero iuli l’autumno nel caficar delle foglie /filmili del tutto al pepe lungo . Durano in fu a .Cl°fin( di principio di primauera, <& fcccandofi cafcano nel germinare delle foglie, onde nafeono poi le nocciuole , le qua ifi uefiono duna uerde , & callofa membrana lunga dauanti,& intagliata a modo di barba, dal che fono fiate chia - mafe e nocciuole da alcuni T^oci barbate , quantunque fe ne trouino di quelle fen\a barba , & cofi poco ricoperte , che ìlC aParte dinanzi fi uede ilgufcio manifefiamente nudo, dentro al quale è la nocciuola inuolta in una fiottile membrana. CC 2 Aumentano Nocciole ferie te da Galeno . Nomi, Moro , & fija eflarnin. Morefcritce da Galeno . 3 °4 Difcorll del Mattinoli Alimentano le nocciuole lacholera, & mangiandofene copiofamente generano la difinteria , nondimeno trite & j te con acqua melata giouano alla toffe , & beuute con un poco di pepe maturano il catarro . La cenere ielle MrJì"' injìeme con il gufilo incorporate con grafita dì porco od orfi , fanno rinafiere i capelli, che cafiarm . 1 gufici mdltf acrilati & beami con uino roffo brufioal pefo di due dramme riflagnano ifìufii de!corpo,&dei meflmi, wtttrJé effetto uogliono alcuni, che molto piu uaglia certa midolla rofifa , che di dentro al gufilo fi ritroua attaccata. Scrini alcuni , che la cenere de gufici incorporata con oglio,& applicata alla fronte à ifimciulli.che hanno gl' occhi hi amiì li fa diurnale neri , E' fiato fermentato , che toccando/! leferpi con mia uergella di goccinolo recano Hupiéc.éfiì mente fi muoiono ; il che non debbefar marauigliafiapendofi chele nocciuole mangiate con fichi <é~ muuaglÌQmtm i uelenì,& i morfi degli animali uelenofi . Vale foglio cauato dalle nocciuole nonpoco ài dolori delle gimitin. j no leTfiocciuole ( fecondo chcrecita (lalqio alvi l,delle facilità de [empiici, & al ll.de gli alimenti ) pi» tarsiò r gir piu frigide , che le noci , ma piu mtrifiono : imperoche f mo piu denfi , & meno oliofe. Diceva Diode : Icfocmì le nutrifiouo meno, che le mandorle : nuotano fi opra al cibo nello stomaco , & fanno dolere il capo , come che Itfreftk manco affai, chele /ceche lo facciano . Chiamano ì Greci le Tfocciuole Vacca minuti, tairc/Vaa : i latini Jfuccs la; fica h 'fiuces Trtmeflim , & Tfiuccs Auettame egli A'abi Jgileu\ , onero Bunducb ; i Tedefihi Hafeln ufi lisptgm. li Auellanas : i Ermcefilfioyfcttc , & Medine , Del Moro. CXLIIII. EI l Moro un’albero conofciuto da rutti . I fuoifrut ti foluono il corpo, corrompono facilmen te, .& fono nimici delio ftomaco . Fa il medefimo ancora il fucco , che fi fpreme da quelli : m 10 cotto in uafo di rame, &pofcia difeccato al fole, diuenta piu coftrettiuo : & aggiuntoti un pocodi piele , fi conuiene à i catarrhi, alle ulcere corrofiue,& alle infiammagioni delle parti interioridella gola . Aumentali di uirtù , aggiugnendoui alume fcifsile, galla, mirrha, zaffarono , feme ditamari- gio , iride , & incenfo , Vfanli le more acerbe fecche,& pelle, in luogo di fomachi ne i cibi utilmen- te per li flufsiftomachali. La decottione della corteccia della radice fatta nell acqua, beuuta, follie il corpo , & cacciane i uermini larghi, & conferire à chi hauclfe beuuto 1 aconito . Le frondidelmo ro pelle , & applicate con olio , uagliono alle cotture del fuoco : & cotte in acqua piouanacon fron di ititi , & di fico nero , fanno , lauandofene , diuentar neri i capelli. Il fucco fpremuto dalle fiondi, beuuto al pefo d'un ciatho , ualeal morfo de i ragni , che fi chiamano phalangi . La decottione della corteccia , & delle frondi letta il dolor de denti, lauandofene la bocca.Coglielìdelmoi'oaltempo, p che fi mietono le biade , feoprendo prima le radici, & poi intaccandole , un liquore, il qnale.uiiirì- troua il giorno feguente condenfato , E utile quello al dolor dei denti . riiolue i pani, & purga il corpo. IL Moro è di duefpetie .bianco cioè ,& nero , &fino cofi chiamati filamento dal colore dei frutti loro , imptrì * uè ne fimo di neri , & di bianchi differenti non fittamente di colore , ma di grandetti , & dì fapore ancbm . Ih" per il piu ha il piede torto.&nodofo, quantunque non fiempre , ritrouandofene di quelli , che fono diritti, & grati in- duce grofii rami , i quali piu s'allargano , che non smallano. Veftefì di graffia corteccia , ma però umida, & inaia*- le, ritegno è forte, &robufio,& giallo intorno glia midolla. Fermafi fi opra molte radici graffe & robufk , h fe quando fi mangiano , ritrouano nello jìomaco cattiui bttmori . ma non corrompendofi , ìn- huvv.difcono il corpo , ne però lorinfrefcano ,fe non fi mangiano ben rinfrcfcate. Danno pochi] Urna nutrimento, ,come fan no anchora i peponi ; nondimeno non caufano il uomito , ne f m contrarie allo Jìomaco , come fon quelli . Di quelle , che ^ ^ producono i roui al fuo proprio capitolo , concedendocelo Iddio >nehill .libro diremo pofcia à bufatila . Ma perche & ue - delle fondi de Mori ftpafcono , & fi nutrirono gli artificioft uermicclli ( neramente mirabile fpettacolo della natura ) che fanno la s età, adoperata hoggi da i medici nelle medicine cordiali : accioche in quanto poffo fodisf accia a ogni candido lettore , ne dirò qui ( nonéjjendone flato detto punto da i Greci) quanto da Antenna nel fuo trattato delle for- del cuore n ho ritroitato fcritto . La Seta adunque ( dice egli) è di quelle cofe , che molto rallegrano . nel che è molto 0 f,u ^celiente la cruda , che la cotta ; benché sufi qualche uolta anchora la cotta , che non fia tinta di colori . £' la Seta calda , & fecca neiprimo ordine : è difeccatiua , affottigliatiua con proprietà di confortare , & rallegrare il cuore. Ver kpial cofa slarga , ferma , mondifica , chiarifica , & illumina gli (piriti : nc s’appropria la fatuità fua d un folo (pirite CC 3 in una Nomi* ^06 Difcorfidel’Matthioli fn uni dijpofitione ,&non nell altra, mi è proprio comeniente adognifuttan\a dipinto : di modo che non fohm conforta gli fiiriti aitali , magli animali , & naturali ànchorà . Ma quantunque dica Auicema , che la Seta cotti J tinta di colori non s adoperi nelle medicine ; la mejfeperò Mefite nel [tropo , che eifa de Tomi [empiite , adoperai, i quella, che è tintain grana : &parimentenella eonfettion e , che chiama egliMlchermes . Chiamano i Grechi Mm yto/ca, oliera-mente Sminuito; le More Savifum . 1 Latini l albero Morus : i frutti Moyum , Gli MrabiTnt,oueroThut tanto l'albero , quanto il frutto . li Tedefchi Maulherhaum, & Maulber : li Spagnoli Morasdel morali i Fwjfe/ì jj*. rier,&Meure, Del Fico d’Egitto , il quale chiamano i Greci Sicomoro . Cap. CXLV. Chiamano alcuni il Sicomoro anchora ficamino, ciò è moro : il frutto del quale , per efféredi fciocco fapore,fi chiama anchor'egli fìcomoro.E il ficomoro albero grade,iimile alfico^abon dante di lattale cui fpefsifsime fiondi fi railimigliano nó poco à quelle del moro.Producdlfrutto Nel primo 1 ìb. di Diofcoride . 307 tre, & quattro uolte l'anno , non ne fami , come fa ilfico , ma fu per il tronco , limile à i fichi fai ua- tichi , & piu dolce de fichi graffi primaticci, fenza hauer dentro grandletti alcuni . Non fi matura , le prima non figraffia ò con lunghie, ò co’l ferro . Nafcene affai in Caria , Rhodi , & altri luoghi , oue non è.grande abondanza di grano .-imperoche per lacopiadei continui frutti, cheeiprodu- ce, èueramente molto utile. Il liio frutto mollifica il corpo ima conferire poco nutrimento, & nuoce allo ftomaco . Cauafi dall’albero un liquore nel principio della primauera , atlanti che pro- duca il frutto , battendogli leggiermente con una pietra la corteccia di fopra , conciofia che graue mentsbartuta niega polcia il liquore . Cogliefi quello nel lagrimar fuori con lana , ouero con una fpo"iia , &pofcia li fecca, & fi l'èrba, formato in paftelli, in un uafo di terra . Ha quello liquore uir- t ù (fi mollificare, di conlolidare le ferite , &dirilòluerelepollemedure, che malageuolmente fi maturano . Beueli oltre à quello , & ungeli al morfo delle ferpi, alla milza dura, à i dolori delio Ilo SICOMORO FALSO. Sicomoro, & Sicomoro ferie $o da Gal. Fico di Cipro limile al S.icq- jnoro* Errore di mol- ti. NPW» 508 Difeorfi del Matthioli nuca , & al freddo, che uiene nel principio delle febbri ; ma predo fi tarla , NafceutfaltroSicwi». ro in Cipro , diuerfo da quefto : il quale quantunque ita limile all olmo : ha nondimeno frondidi Sicomoro , & il frutto di groffézza delle prone , molto piu dolce , & in tutte le altre cofe è deltgt- to fintile al predetto . EJ I Sicomoro (fecondo che recita TheophraHo alll.capodelllll. libro deìthiHoria delle piante) uiid. bevo d’ajpetto , diffondi , & di grandezza fintile al nofiro moro . Ha egli ma particolar natura , oltre àtmtU tre piante in produrre i fuoi frutti ; mtperoche non nelle cime , ne fi- a i ramigli produce , ma fu per lo tronco, & fu per li pi» graffi rami , otte non fono le fiondi; digroffiegga , &fmffitudinedei nofiri fichi; ma difitpm, &ifhmm ftmilià i fichi faluatichi ; quantunque affai piu dolci, ferrea effer punto di dentro granellofi . É albero fmìlìjfmtmm » però, fi maturano i fuoi frutti ,fe prima non fi graffiano con certe unghie 6 ceratalo, & .apentmo, 8cfolue il corpo. Beuuto infieme con mandorle trite, apreleoppU®^ A tju.Lfttv_5 liiflC- della madrice:& applicato di fiotto con rollò d’uouo, ouero con cera diTofcanaiPiW10^; Nel primo lib. di Diofcoride. FICHI. 3 09 fcii : c utile ne gli empiaftri delle podagre con aceto , & farina di fiengreco . Mondifica la fcabbia, ™ le impetigini , le uitiligini , le macole della faccia , la rogna , & le ulcere del capo , che mena- no, applicatoti con polenta . Conferifce alle punture de gli feorpioni , al morfo de i cani , & di tue 1 gli ammali uelenoli , applicatoti fopra . Guarifce i dolori de i denti , bagnandoti dentro la lana, « mettendola nelle concatità di quelli . Fa cadere quelle fpetie di formiche, che fono fintili à i por b ungendonela carne attorno infìeme con gradò . Le medefime forre ha il ficco , che fi caua da i ami teneri de 1 1 fichi faluatichi , pregni di latte , auanti che appaiano le gemme . Peftanfi quelli , & P emelene il ficco : il qual poi fi lecca adombra , & fi ripone . Mettonfi tanto il latte , quanto il " hnn°.nelrmedlCamentiulceratiul- Fanno predo cuocere la carne de buoi le cime del fico mclfe à jjft!LeiP iC>ne con quella. Mefeolando il latte, quando fi cuoce, con un ramo di fico in cambio P 0 a , diuenta piu folutiuo . I Fichi grotti primaticci , li quali chiamano alcuni erinei, mollifi- cano. Fichi , & lor<> hi fiori a. Fichi Indiani & loro Iiift. Opuntia,& fua hiltoria . ^lO Diicorfi del Matthioli cano , applicati cotti , le durezze , & le fcrophole : & crudi fanno cadete le formiche , iporri , milmenteithimi, applicatiui con farina, & con nitro. •Rnnodmedelimoandioralefrondi, fc quali mtfcolate conaceto , & nitro, & applicate informa di limmento, curano le ulcere del rapo, quali , »c f — , 1WP°> che humjeano , la farfarella , & lepinitude . Freganti con quefte le crefcenzelcofe , & le muidez- ze delle palpebre . Falli linimento delle frondi ,•& delle cune de Fichi neri alle uitiliginibianche. Quefte impiaftrate con mele , uagliono a i morft de i cani 5 & alle ulcere fauine . I fichi groffi infie- me con foglie di papauero faluatico cauano le ofla rotte : & con ceia ìiioluono i fo roncoli . Appli- cani! utilmente con eruo , & uino al morfò del topo ragno , & della icolopendia . Falsi della cene- re de i rami del ficotanto doméftico , quanto faluatico lifeia , reiterandouifpelfo per farla piufor- te dentro la cenere , & lafciandola bene macerare, & inocchiare, conuencuole ad ulcerare 3 & bru lo feiare ouunque fàccia bifogno , & mafsime nelle cancrene : imperoche ella confuma, & brufeia uia tutte le parti cattiue 3 che foprabondano . Vlàft ne luoghi, ouebifogna, bagnandoui dentro una fpogna , & pofeia mettendola in fui male . E qualche uolta bifogno di crifterizarla nella difente- ria , ne i flufsi di corpo uecchi,& nelle ulcere profonde, cauernofe,& grandi .conaofia che dia mondifìca ? incarna, & confolida, &non falda manco di quegli empiaftri , che s adoperano a falda re le ferite frefche . Beuefi per liquefare il fangue apprefo nello ftomaco . Gioua la frefea colata. & beuuta con un ciatho d'acqua , & un pochetto d olio , a i rotti , a gli fpafimati , & à quelli, che cafca no in prccipitio dall’alto . Beuuta fola al pefo d’un ciatho , gioua à i flufli ftomachali, &difcnteri- ci . Vnofi oltre à quefto utilmente con olio allo fpafimo , & dolore denerui.-perciocheprouocail fudore^. Daffi à coloro , che haueftero prefo il geffo per bocca : & uale al morbo de i ragni, che chia io mano phalangi . Fanno anchora il medefimo tutte le altre lifeie , & maflìme di cenere di quercia; & hanno tutte uirtù coftrettiua . XL Fico notiffìmo albero in tutta Italia , rare uolte produce il piede dritto , ueflefi di bianca corteccia tutta piena 'di latte , alguho coHrettiuo , acuto, & amaro , di modo che può ulcerare la carne, applicandomi fopr a . La materia del legno è bianca , fongofa , & tenace , come di uite , & pero è ottima per far li feudi , & le rotolle Ha di molte radici, ma poco profonde , & di qui uiene, che ne i luoghi freddi non allignano i fichi . "Produce le foglie intagliate , come di iti- te ,r uuìde , ampie, ferme , & attacate àrobufli picciuoli : produce i frutti, fen^a fiorir e, apprejfo al nafeitnento delle fé gliene ipiu efìremi rami, differenti cofi di forma , come di colore , imperò che alcuni fono come iPeri, alcuni diacciali, come le cip olle, et altri tra quelli due metani, et alcuni fono bianchi,alcuni utrdi, alcuni neri, altriporporei, altri gialli, al JO tri r offici, & altri uergolati porporei,& bianchi . Hanno la fuflan^a della polpa tener a, tutta piena di picciole granella, & fono al gufto molto dilètteuoli . Lodanfiper i migliori ipiu grafi , i piu dolci , & quelli (penalmente , che hanno sfef- fa la fcor\a, quando f ino bene maturi . Celebranfi in T ofeana per i migliori i Pifani , i Brigiotti , i Grafi celli , iBatigna- nefi, & i Perugini . Maturanfi l'autuno , fagotto , & il Settembre , ma i Primaticci chiamati Grofii da Diofcoride ,(t maturano il mefe di Luglio . Seccanfi il Settembre i maturi al Sole fopr a i graticci , non folamente per l ufo de i cibi,M anchora per l'ufo delle medicine . Ma fono da i nofiri molto differenti gl’ Indiani, de i quali fcriffe Theophrajìo al finto capo del ìli I . libro dell'hisloria delle piante in quefto modo . L' India produce l'albero del Fico, il quale ogni anno M da fuori le radici da i rami , non da i nuoui , ma da i uecchi d’un anno , & piu antichi. Dilunganfi le fu dette radici (no ■ terra , doue ficcandoli dentro , fanno all’intorno dell’albero , come una ftepe ;di modo che le piante reftano , commini tabernacolo, nel quale fogliano anchor dimorare gl' kuomini . Le radici fu dette fi conofcono da itami euidentifimam tp te , imperò che fono molto piu bianche , torte , & uillofe , & con due foglie folamente . L’albero poi nella parte pinti s allargacon i rami lungamente al tondo , <& in cofi fatta larghezza , che ricuopre con l’ombra ( come dicono ) due a dij di paefe , & la gr offesa del piede in molti circonda piu di feffanta gradi , ma per la minor e parte quaranta. Lcfo glie non fono minori dei piatti, mai frutti non fono maggiori deiCeci, ma fìntili ài Fichi , & per quello chiamami Greci Fico quefl' albero . Fa pochiffimi frutti rifpetto alla fua notabile grandezza . Tsfafce quefto albero intoi no a pm jLceftua . quefto tutto fcriffe Theophrafto,& il medefimo qua fi ne truouo fcritto da Strabonenel XV. libro della fua Geo graphia , & da Plinio al quinto capo del xi 1. libro , il quale fcriue anchora ahi. capo del VI I. che di tanta gan e\ %a è quefita pianta , che nifi anno fiotto all’ ombra grandi fchiere d'huomini a cauallo , Ma è da quefto differente a no ^ co Indiano, che s è portato d i nollri tempi dalle Indie occidentali , imperò che quefto non ha ne nel tronco , ne ne 1 mi, ne nelle foglie, ne ne i frutti famigliane ueruna con il fu detto . I frutti di quefto chiamano gl’indiani T V n e ■ • 5} pianta dei quali crederei io, che nonfìa altroché la 0 pvn t i a diPlinio cofì chiamata per nafeere intorno aOp» te come farine Theophrafto con quefte parole . Simile al Fico Indiano , an^ipiu marauigliofo è quellapianta,c)en intorno a Oponte , & genera le radici dalle foglie, à cui è dato dallanatura , che fi mangino ifuoi frutti, por cjjci . foaui . Imperò che , come fi uedemanifeftamente da noi ,ff>iccandofane una foglia dall'albero, &piantandoft ^ al me%o , non folamente fa le radici , ma in breue tempo mette fuori le foglie , di modo che con quefl ordine najeen foglie dalle foglie , fe ne cref :e quella pianta , come un albero , ferina tronco ,fen\a rami , &fenga germini, come c ^ ^ ramentefìuede dalla qui difegnat a figura, di modo che fi può queflapianta connumerare meritamente fin naturarono le fine foglie cofi gr offe, che eccedono la gr offesa d’un pollice per lapiuparte amate faine ,fe bene in alcune in luogo di faine ui fi uede alcuni piccioli nodi . Produce quefta pianta i frutti in cima dp e qudfifimili ai fichi, ma piu grofii , & coronati in cima , d’un colore, che nel uerdc povporeggin • h et uerae poi poreggw • ^ r r. ne inolivi , ma piu roffa , di modo che imbratta le mani , come fanno le more , carperò mangiandofenc mo ti { f nono coloro , che già furono in quel paefe ) fanno l'orina roffa ,come fangue , il che à i far e fieri ha fatto alle ho i Nel primo lib. di Diofcoride . } 1 1 FICO INDIANO. dijfimpam con non poco fpaffo'de i paefanu'Vnd foglia coni frutti me nè fu donata dal gentilifi imo M.jtngelà erotto J-gentc del Contedi Fiefco apprejfo ali’Imperator Ferdinando primo , con tre frutti in cima nonanchor maturi portata diFrouen^finoà Vienila . Hebbine anebora una pianta intera nel tempo , che mi ritrouauo in Goritia dal diligenti/fi- wofemplieifia M. Giulio Moderato da Ffimini . Ma per tornar hormai a i noflri fichi , <& perche fe ne fappia , oltre à quello , che ne [cuffie Diofcoride , qual fi a la natura , & qualità loro ; il nutrimento , che ne danno ,• & ilgiouamentó, & nocumento , ebepoffono caufare , ne dirò qui quanto ne ritrouo fritto da Galeno al II. delle [acuità degli alimenti, Me egli ne ferine in queflo modo . I Fichi tutto che non tanto di malihumori generino , quanto gli altri frutti dell'autun- no , & quelli della Hate ; nondimeno non fono ancho eglino priui de i uitif , & nocumenti di quelli . ma piu di quelli han lo nopieflo di buono , cheprefìo fi digerirono , & ageuolmente penetrano per tutto il corpo , Sono manifefiamente afler- Jiiii del che ne fa certi , che mangiati da chipatifce le renelle , gliele caccino per orina . Et quantunque tutti i cibi au- tunnali diano à i cor pipaio nutrimento , i fichi nondimeno ne danno piu degli altri : ma non però è la carne 5 chef genera dal Fichi fcritti da Galeno . ".‘W'Y foglia del fico indiano col frvtto;, dal nutrimento loro 3foda , ne ferma, come lagenerata dal pane , & dalla carne del porco ; ma tumida , & molle, eoKt la fanno ancbora lefaue :perciocbe fon uentofi anch’eglino . il perche non farebbono mangiati poca mokHiancl^T] fenonfujfeillor preflo par tir fi dallo Homaco : perciocbe non reflandoui lungo tempo 3 nonpoffono gonfiare tiopp011 corpo di muto . &pero non fono cofi malitioft , come gli altri frutti dell'autunno . • Sono di gran lunga miglior1 1 hfn nt turi , che ijnal maturi , come accade ùmilmente negli altri frutti , attenga che non tanto importi in quefìì , cu ta in quelli, . I ben maturi di poco mancano , che non fieno priui d’ogni nocumento . Et nel capitolo dell uua , p* diceua . L una , & i fichi cofi come fono il capo , & l’honore di tutti ifì-utti dell'autunno , & come piu nutrifiono fl,i pigli altri } che poco durano ; cofi parimente generano pochifìimi cattiui humori , & maffmamente quando fono de t to maturi . Che nutrifeano affai , ne fanno tcslimonio i guardiani delle uigne , i quali mangiando affaipìu fichi, &ul che pane in quegli interi due mefi , che finn o la guardia , diuentano graffi , & carnofi : quantunque la carne loronon * ne M* » m mera , &fongofa ; & però finito quel tempo 3prefto fi fmnifee , & fi rifolue . Nel primo lib, di Diofcoride. 313 Fichi fecchi, f loro faculcà. ' lecchi , diceua . I fecchi fmìlmcnte , come chef lodino dimolte utilità ,• nondimeno chi gli mangia fpejjo , & in gran Quantità [ente , che non fono fen\a nocumento : imperochc non generano troppo buon fangue. Di che fa fede la quantità \ i pidocchi, che di quindi ft generano . Hanno uirtu ejlenuatiua , & incifiua : con la quale foluono il corpo, spurga- no le reni . Wuocono al fegato , & alla mil^a , quando fono infiammati , come è la commune natura di tutti i cibi dolci , non che babbiano eglino quefio in particolarità loro . Ma à cotali membri oppilati > & induriti come che i fichi fecchi per loro flefiinongiouino , ne nocciano ; nondimeno congiunti > & mangiati con cofe incifiue , efienuatiue , & aflerfiue affai conferifeono . & imperò alcuni medici in tali malattie di fegato , & di mil'ga gli fanno mangiare di lungo innati al cibo , b con thimo , ò con pepe , ò congengieuo , ò con pulegio , ò con faturcgia , 0 con colamento > ò con origano , ò con hiffopo . Il che facendo fi,non folo può molto gioirne àgli ammalatila anchora à i fani . imperoche è ficuriffma co ) [a rum fidamente àgli ammalati, ma anchora à i fani hauere le àie del fegato aperte , per le quali paffa il nutrimento nel corpo . Oltre à ciò mangiati i fichi fecchi con cofe contrarie alle predette 3 che generino grofii bumori , grandemente nuo cono .Et all' Vi il. delle f acuità de f empiici diceua il medefimo Galeno . I Fichi fecchi fcaldano nel fine del primo ordi- ne } onero nel principio del fecondo : & hanno fottilità nelle parti loro . Sperò fono utili à maturare > S digerire le pie ciole pofteme del corp.o . Ft quelli àque fio effetto fono i migliori , che fon piu grafi : S imperò quelli , che fono acuti al guflo }fono piuafierfiui . Sòluono i fi-efebi, S i fecchi il corpo : ma manco nutrifeono i fi efebi per l'humidità, che hanno in loro . Le piante de i Fichi fon calde , & dif utile fufian\a , come bene lo dimostrano il liquore , & il fucco delle fion- di: percioche l'uno & l’altro è ualentcmente caldo nelle f acuità fue.S dimoftranlo apertamente non folo nell'effere egli- no afierfuti ; ma nell ulcerar e , & nell' aprire le bocche delle uene 3 che effi fanno : S nelle uerruche 3 fot-miche 3 S por- ri, che fiirpano da imembri. Ma molto piu fon ualenti à tutte quefle cofe quelli de i faluatichi . le cui cime tanto fono ca- ci lide , & fiottili nelle parti loro , che cocendofi con le carni de buoi , quantunque duri/s ime 3 le fanno mirabilmente intene rire . Hahhiamo noi fermentato piu uolte, che mettendofì due ò tre fichi fecchi in macera in acqua di uita per tutta ma notte ,&mangiandofì la mattina 3giouano nnralmente àgli aftmatici . Vngendo le piante de Fichi con olio , & fierco di colombo ( fecondo Democrito ) fanno i fichi primaticci : Spcr contrario pofeia gli producono molto tardi 3 /ficcan- done i primi fichi che fanno , quando fongroffi come fané . Haffi per ceno 3 che i folgori , che difeendono dall'aria , han- no quel medefimo riffetto àgli alberi de fichi , che al lauro . Volendo fi hauere piante nane de Fichi 3 per tenere in caf- fettein fulc finefire,fif ain quello modo .Tagliafi un femplieeramofeelo 3 ouero furcolo dall'albero laprimauera 3 quan- do ha già in cima il cuore , maperò auanti 3 che /puntino le foglie . Mppo ciò fi fior ce la cima con mano 3 Spiantafi con la fu detta cima in terra fpargendoui intorno alquante granella d’orbo S di miglio 3 S co fi fi ricuopre di terra 3 fin che auanff di fopra due ò tre dita al piu del tronco . F affi per quefio 3 che predio germoglino fuor e all' intorno piccoli rami 3 i 0 quali slargando/! per la caffa in breuiffimo tempo producono i frutti rimanendo fempre la pianta picchia & nana . Difiil lafi il latte deifichi utilmente nelle orecchie uerminofe , & le foglie uagliano per prono care le hemorrhoide , fregando fe- ne il federe . I fichi fecchi cotti con radici di giglio 3 d'iride , S di tnaluauifcbio 3 maturano impiafirati commodamente i tirimi . I Fichi chiamano i Greci Sùxa i Latini Fici , S Ficus : gli strabi Sin > Fin 3 S Tin : li Tedefihi Feighen : li Nomi. Spagnoli tììgos : i Francefi Figuier , Fichi prima- ticci . Modo di fare i fichi nani. Del Perfeo . Cap. CXLVII. IL perseo è un’albero d’Egitto. Produce un frutto buono da mangiare, & aggradatole allo ftomaco , nel quale fi ritrattano quei ragni , li quali chiamano cranocolatti , & maffiinein The- .0 baida . Le file fiondi fècche , & fatte in poluere, rimagliano applicate i fluffi del (àngue . Difiero al - cuni edere quello albero in Perita uelenofo , & mortifero j ma che tralportato in Egitto, mutando natura , diuentò falutifero , & buono da mangiare . COme di fopra nel capitolo di tutte le Mele dicemmo , il Ter fico d'Egitto non è ( comg s’imagìnò Marcello Vergi Perfeo , & fifa Ho Fiorentino) ilpefco nollro d' Italia ; ma pianta affai differente dal nofiro 3 come fi può comprendere per Dio- fioride 3& per Galeno : percioche amendue dell'uno , & dell' altro per diuerfi capitoline fcrijfero . Quefio adunque (fe- cello Fiorenci- condo che recitaTbeopbrafio al li. cap. dell III. libro dcll’hifioria dellepiante ) è un’albero d'Egitto di grande , S n° > & Valeri • bella procerità ne i rami , nelle fiondi , ne i fiori , & in ogni altra fua parte molto firmile al pero ; eccetto che questo per- de le fiondi, S quello non mai . "Produce i frutti abondantifi imamente 3 & d'ogni tempo n’ha de maturi uecchi3S de [0 Zmani, chef maturano . Vogliono un’anno à maturarfì : S imperò la naturagli prolùde 3 che fiotto à i uecchinafcono igtouani . Sono maturi della grandetta delle pere , lunghi à foggia di mandorle , di uerde colore . Hanno il nocciolo , co me delle fufine , ma molto minore , & affai piu tenero. Lafufian\a de frutti è al gufi 0 dolce , Sfoaue , facile da digerire : & quantunque fe ne mangi gran quantità , non fi conofce , che facciano nocumento alcuno . L’albero è benif- fi/no piantato di radici ; conciofia che oltre allo hauerne gran quantità ,fonogro[fe ,& profonde . La materia del legno _ r°b1{Jla , S dura , & bella da uedere : S però fe ne fanno fiatue , lettiere , tauole da mangiar fufo 3 & altri bonorati ifirumcnti . Le cui note fe ben fi confi dorano , m'a,nifefiamente fi conofce , che altre piante fono queste 3 che i noftri p efebi -d Italia . L imagine del Perfeo colorita con i fìioi frutti , mi diede già lungo tempo fa in Trento , M. Odoardo Polac- La figura del co Medico non uolgare , S diligentiffmo femplicifla, il qual piu tempo era Flato in Egitto , SinSoria. . Parlando ^erf co on^c fi Galeno di quefle piante al li. delle fatuità degli alimenti , cofi diceua . Lapianta delPerfeouedcmmonoigià in Mie fi- 1 perfeoCfcritto So randri«> & puoffi molto bene connumerare con quelle piante, che fon grandi . Dicefi chel fuo frutto è nel regno di Per fini da Galeno. cofi maligno , & uelenofo , che ammala , mangiando fi ,gli huomini : ma portato pofeia in Egitto , Inficiata la Pcrfiana nalitia> è diuentato ottimo da mangiare , come le pere, & le mele , alle quali nella gro/fer^a fua affai fi raffimiglia. DD Et quello Errore di Co- luraella , Nomi. VqueHo medefìmo dijje mcborpoi nel fecondo libro delle compofitìoni de medicamenti fecondo i luoghi , tratti’ della cura dell antico dolor del capo chiamato cephalea, dicendo.!.’ albero del Terfeo follmente ho ueduto io iiiJr dna, & non maino luogo fuddito à i Romani. Il che mancamente dimojlra quanto fa egli dal noftropefco rfif»»' te , ejfendo m tutta Europa notijlimo,& abondmtiflimo in ogni luogo . Onde fi può ragioneuolmente dire, cheinf’P erraffe Columella, hauendofi egli creduto , che lenofìrepefche d'Italia fu fero quelle, che furono diTerfatrafj>ortttt»> Egitto , doue di uelenofe ( come dicono ) dìuentaronofalubri . Chiamano i Greci l'albero della •Perfea^l-1':iL>' tiniTerfca. Della Iberide Cap. CXLV1II. A iberide, ouero cardamantica, ha le fiondi Amili al nafturtio , ma nella primau®^". no pili uerdi di quelle . E herba lunga un gembito, & qualche uolta minore . Nafte in 1» ^ Di fcor fi del Matthioli PERSEO, Nel primo lib. di Diofcoride. 315" I B E R I D E. non coltivati . Fa la Hate il fior di colore di latte , nel qual tempo è piu efficace . Ha oltre à quello due radici , limili al nafturtio , calide , & ulceratiue . Il perche fi lodano alle fciatiche , applicando- uele Tufo per quattro hore trite con grafcia falatain forma d’empiaftro ; intendendoli però, che da- poi entri il patiente nel bagno, & ungali con lana il luogo d olio . DImOstrommi manifestamente l’iberide , non battendola anckorio mai ueduta , l'eccellentifìimo meffer Ibende , & fua Giulio Jlleffandrino , medico nobiliffamo Trentino 3 fuori delle mura della città di Trento , doue fi dice alle Lafle3 c^amin‘ punto diffamile dall’hifloria 3 cbefenefcriue da Diofcoride 3 & da piu altri Greci. Di quefla non fece Galeno ne i fuoi libri delle f acuità de [empiici alcuno proprio capitolo ; ma ben diffe , che tra queSìa , el Lepidio non era altra dif- ferenza , che nel nome foto . Et alla fine del x. libro delle compofìtioni de i medicamenti fecondo i luoghi , trattando del lacura delle fciatiche fcritta da Damocrate 3 affermando qtieSìo medefmo > cofì diceua . Bftrouafì di Damocrate un li- D D 2 bretto , Iberide fcritta in uerfi da Da- mocrace . L’Iberide,&iI Lepidio fono una cofa mede filila . Errore de Fra- ti. Vn’alrra Iberi- de di Paolo Er gineca . Errore del Ru- ellioj&di Her inolao. Nomi. 3 1 6 Difcorfi del Matthioli frette , chtemto Clinico, fcritto in uerfi imbici , come fittole egli fare , nel quale finge di tre forti dimediammi, Il primo è di quella herbtt , che chiama egli Iberide , il quale lodo per la cura delle ficiatiche ; dicendo che con ita fu curato in una prouincia chiamata iberide un certo medico firn amico . la quale berba (come ho detto) chimo f pamocratelberide^erhauerlacondficiutafiolamenteperHma^en^fiapemealcmnome comemnnefapmnmì alcuno colui, che gliene infiegnò l'ufo . Ma per lifegni , che egli nefenue , pare che chiami Iberide quella , checbimm i Greci Lepidio , cofi nominandola dalla regione ,douefu curato quel firn amico , Definitene adunque egliifegnik jif. Sii uerfi. Nafte quefia berba in copia in ogni loco , A ppreffoàfepulture antiche , & ucccbie Muraglie , & per le uie publiebe , & trite : io One non fende alcun bifolco mai , Nel colmar de campi , con l’aratro . Verdeggia ognhora , & produce le fondi , Cornei mflur\o , ma però maggiori Laprimauera , onde efee il gambo poi Vngombito alto , &fouente minore , Et maggior qualche uolta ; onde la fiate qpendon le uerdi fiondi fin chel uerno , Fatto come farmento il gambo duro , La fecca , rompe 3 & confuma colgielo . 10 V Produce il gamboncello il fior la fiate cicciolo 3 &uario 3 & come latte bianco . Dopo a cui fegue l feme fi minuto 3 Ch'inganna l'occhio ,&fi difeerne àpena . Ha la radice fteo altre compagne Acutijfme al guflo , il cui fapore. Molto a quel del nafiur^o fi rajfembra , Oltre à ciò tefiifica ejfo Galeno al luogo pr e fritto 3 d’ autorità d’Higieno Hipparcho effereuna cofa medefmdlk- ride 3 & il Lepidio, cofi dicendo . Volendo tu guarire le fciatiche , coglie la iberide herba , la qual chiamano alcmiLi pidio , oueramente Nafiurtiofaluatico&c . Ter la cui dottrina credo 3 chefìpojfa ficuramente dire effere appresoti J0. Greci l' iberide, e'I Lepidio una cofa medefima . ilche ne uiene chiaramente a dimostrare, chefia quefio capitolo dellìk ride fiato in quefio luogo accrefciuto in Diofcoride da qualche troppo curio f i fcrittore . D el che ne dà , oltre alle ragioni predette , manifesto indicio il ueder noi che la fine di quefio primo libro non è in modo alcuno conueneuole , per trattili c l’hiSloria dell’ iberide :percioche di cofi fatti herbaggi trattò ordinatamente Diofcoride nel fecondo libro , dotte fece id ■ Lepidio , il quale altro non è che l’ iberide di Damocrate , particolare capitolo . Et però ben dicea Taolo EgìneUt , lì Le pidio , il quale chiamiamo iberide , è caldo nel ter^o ordine , fimile al nafiurtio . Et nel ter\o , al l X X v 1 1. capitolo j trattando della cura delle fciatiche 3 diceua . ReStituifce in tutto coloro, chepatifcono fi fciatiche, alla fanita, lufo ie- 1‘ iberide herba , la quale chiamano Lepidio . Il perche errano i uener abili Frati de specoli commentatori di te nendo efprcff amente contra Galeno , contra Taolo , & contra la uerità , che altra pianta fia l’iberide , & altra il Lepi- dio . I quali nondimeno fono da effere ifeufati , come quelli che forfè piu hanno attefo alle cofe diurne , cbeaconfegn ne 40 la uera cogmtione de femplici . Ho detto dell’ iberide lamia opinione , nonfolamentein queSto luogo, ma anchorapiii diffuf amente nelle mie epistole fcriuendo all’Eccellentifiimo Medico M. Bartolomeo Mar anta : &pero ritrouandopcii ne uogli contradire , rifondino prima à i miei argomenti , & dipoi dichino , & fcriuano ,fe n'hanno de migliori • tre à ciò fi uede , che Taolo Egineta > oltre alla predetta iberide , ne usò nelle fciatiche una altra fpetie, ajji di Damocrate differente . Il che fi conofee , quando nel luogo ultimo allegato , h unendo prima parlato d " de , dice . Ma quella , che nafee à noi con molti rami , & fiondi di lauro , quantunque piu grandi, corrifi fanno tefiimonio molti efermentifatti non folamente nelle fciatiche , ma in affai altre uecchie , & lunghe r^11 1 * B^ajfembrafi neramente à queSla il Lepidio, che fcriffe Tlinio all’v ili. cap. del 'x I x. lib . cofi dicendo . fee all' attenga d' un gombito con foglie di lauro . Le quali note fanno affai nera fede , che quefia fecondacene 1 ^ de, ò uogliamopur dire Lepidio , che produce le fiondi laurine , fia quella, che boggi fi ritroua in tutti glihwti , 0 50 mata da chi Tiperitis per il fuo acutifiimo fapore ,& da chi Tiperella . Et imperò errarono manifestamente le lao,& il l\ueUio , credeìidofi, chel Lepidio fu jfe quello , che uolgarmente fi chiama Baphano , Ma in nero lep on J 1 to grandi, che produce ill{aphano , maggiori di quelle del uerbafeo , & uguali à quelle dell'enola, conc^on0,CL; conofcejfero costoro il Lepidio . Se già forfè non chiamarono I{aphano il Lepidio . Chiamano i Greci l ihet ‘ e Ka.pJ'a.fj.MjiKtì , & Myptoiidpìaptov : i Latini ibevis, & Lepidium :gli Arabi Seitaragi, Afceitaragi, SitbareghO fab:li Tedefchi Vuilder kirefì^: li Spagnoli Nafiurtio montefino : li Francefi Chajferage , Tafferaige , & K11 fauuage. IL EIN^E DEL TBJMO LIB\0 . 1 PISC0KSI 3l7 I DISCORSI DI M- PIETRO ANDREA M ATTHIOLI Medico Sanefe , NELSECONDO LIBRO DELLA MATERIA MEDICINALE DI PEDACIO Diofcoride Anazarbeo . Proemio . E L primo libro , Ario cariffimo , che habbiamo compollo della materia medicina- le , se detto di tutte le cole aromatiche, olij , unguenti , alberi , & di tutte le cofe , che nalcono da loro : come fucchi, liquori , & frutti . Ma in quello fecondo li dirà de gli animali , del mele , del latte , de i graffi , delle Ipetie de grani , & delle herbe degli hortijaggiugnendouigliherbaggi, che fono al gullo d'acuto fapore, per elfere congiunti con quelle , comeper linea di parentèla : come fono l'aglio , le ci- polle , & la fenape . Et quello , accioche le uirtù di quelle , che fono conlimili , non fieno feparata- tncnte trattate. Del Riccio marino. Cap. i. IL uccio marinoè conueneuole alloilomaco:lubricailuentre,&prouocarorina. IIluo gufcioabbrufciato crudo limefcolacon quellecofe, che fi preparano per cacciar uialarogna. &la cenere de i gulci brulciati mondifica le ulcere Ibrdide , & fminuifce la sarne fuperflua . T a 1 c c T o marino énotijfmopefce, et muffirne à coloro, che in Italia babitano reiterine di tutto untar Tirrke- R,>r;0 Io no ’ & dell .Adriatico anchora : perciocbe in quefti mari quafi da per tutto ft ritrouano . Quantità grande n'ho uedu & fua elìun. t«io, e/fendo il mare in calma, nel fondo del porto grande di Cittàueccbia , &inaltri luoghi. Dimolto maggiori ' f*® ne cedute., Jìatomi man dati da Tirano camello nominatiffmo d' [Siria ; non però neri , ma di porpo- D D 3 reo co- 2 1 § Difcorfi del Matthioli rf o colon , & di corpo fin piatti , I quali facilmpptebo creduto effe)- quelli , che chiamarono gli antichi Eèmm, trh per ritmiate io fcrittoda frittotele nel 1 1 il. libro dell'biftom degli ammali al quinto capo, eh quelli fi. no maggiori de gli altri. Intomoà Torotie firitruouano bianchi digufeio , &diffine, & bianche parimente fm le loro uoua . CrefconQ quefli ( come dicono) piu di tutti gli altri :& hanno le /fine picciole , non dure, ne mi. to ferme , ma tenere , & molli. Sono ( come dijfepur egli)i sfeci mirini dimolte jfetié . Tritìi qualiìprim fm quelli, che fi mangiano per cibo enei quali (ì ritrouano quelle parti , epe chiamano nona , grandi, &bu one dami, giare, cofi nei piccioli, come nei grandi :imperocbeigiouaiii, &picdolì fono anchora pieni di quelle. Dellaftcm. pda,& della terga ffictie fon quelli , che chiamano Spatagi & Briffi , i quali Hanno in alto man, & rare mite firilrm. nano . Sona oltre à quefli quelli, che chiamano Ilchmomctri ( come fe fi yglefffidire madrine ricci y ) i^uajifpno mg. glori di tutti gli altri . Enne anchora una altra Jpetie di minuti , con lunghe )& dmtffi'ìné ala qualeiimfA ritn. i, iirrorcdelGiq ^apfi ,fe non oue l'acqua è profonda . Lodafi ,& lifaft quefla da molti per medicare alle dijtMlatjpni dell orina , Crii *** ’ farmi da credere, che in quello fi fia non poco ingannato "Paolo Giorno cianfrino media de tempi nollri :per barn egli fritto nel fup uolumetto de pefei Romani , che il Riccio marino chiamato Écbinometra , di mente iArifiotelc girntl le dislìllatioui dell orina , il che diffe Miflotele di quella frette de minuti, & non degli Echino metri . La forma idcii po de Bùcci marini è quafii fimile a un forno, ferrato cofi nella parte dinanzi, come in quella di dietro ; ttelrefio poi mi del tutto continuo , ma filmile à imalrntcrna flirtata-. Sono quefli animali piu di tutti gli altri siati armati dalla nati, pa , come quelli che hanno ilgufcioloro tutto ricoperto difrine , le quali tifano in cambio di piedi : impernile amlaftr. ga di quelle fi muouona , & uanno da,luogofiluogo.Del che fa terimomo l'alga , che fenipre fi ritrcua loro intrigati tra le fpine . Hanno la bocca nella parte di fiotto , con cuigiacìono in terra : & nella pane difopra il pertugio ,per citìf purgano : come hanno tutte le frette de concilili} , il etti gufici» s aggira àmodo di chiocciola, & parimente le (tulle: in- » per oche in cotali animili è ncccjfario , che il palla affalda da baffo all'alto . T utti i Sieri marini hanno cinque iati, di dentro concaui : li quali tramerai una certa poca carne , la quale par che faccia officio dì lingua . A quella fittoli, gota Ugola :■ & alla gola il ucntre , diuifo in cinque parti ; potute fe quettsq animale haueffe piu neutri . Impernile tutti fino l’un dall) altro fiepar api ,& pieni dellq: materie, rffcpjòprqhoniano i ma dependom però tutù da uno fimaco filo, & tutti finifeono in un foto meato ', per cui eficónò le feerie .' ? fon hanno ì fficci marini carne alcuna intorno al uentre.mc ne in tutto il retto del corpo . ma infinite muq hanno eglino attaccate algufcio di dentro imoltcinfottilifiìmìmmgW feparate di pari /patio . Lfamo anchora intorno alla bocca alcune parti nere ,feinqa alcun nome . Ma ejfenio i Bjcci mi- rini di piu , che ì'ttna fi ette fila , tutti però hanno quefieftejfe parti : quantunque quelle' che fi chiamano urna , non firn in tutte le fatte buone da mangiare . Dicono che i Sfeci marini cmefieno la fortuna del mare , efr che pori fimm» . fitto le pietre per fiafiilirtla leggerezza del corpo loro . Il che uedendo i marinar} fi proueggmo , pertmfofmrnh jo Riccio marino [c lornaui con molte piu qnchore del folito , Qucjio tutto ho raccolto d Mrislotclc . $ 'cri IJedel marino ,& del tafO- fcritco 4» Ga- jire %iccjQ cileno alt xi. delle fiat ulti de /empiici in un capitolo medefimo , cofi dicendo . La 'edere del Riccio tinto marino , quanto terrefire è afierfiua , digejhua, & attrattila . Ter la qual co fa [tifano alcuni à fmimire la uno fifa- Nomi fluì ,& all'ulccrc fordide . Chiamano i Greci il Uffici» marno E# w d*>Mane : i Latini Echimi mariniti :gl ity4- gnuoli Eriotp de la mar. Del Riccio terreftre. Gap. I L LA peli.* del Riccio terreftre abbruciata, & mefcolata con pece liquida, fa rinalcereicape li, che fono cafcati per pelagione . La carne lecca, & bcuuta con acpto melato , uale à i duetti ^ delle reni , Gioua à gli hidropici , & à gli elephantici, allo Ipafimo de nerui, &e à cachettici . S difecca i flufsi, dell interiora . Riponfi il fecco fopra un tefto al fole,& conferire dato alle me colè. Rittio terre- Glo n q i Sfeci terrestri comfcìuti in Italia , &■ affai uolgari . Bjtruouanfi di canina , & di porcina JJ>ecie,c°Kfi ftre, & tua dia- no ancpora j tafii . Il che fi conofce al grugno loro , effondo in alcuni fimile à quello de i cani , & in altri jhaih -'s1' ^ 1 — — v *'*-*JJy » ‘■u v wf o/vj t, v rtU VU I > GJJ 0, f»U U H » Utt- me» J tuo uri. «v i mirijv lo de i porci , E animale , che poche mite efee della tana 3fe non di notte . Tratti# al tempo dell ma nelle le^c- accollatoli all mepiu bajfe f che fono apprejfo a terra , & fatto loro cader eguali acini con le gampe , nifi uoi feiafufo ,& cofi fe egli porta infilzati nelle fpine alla tana.Ilcbefa egli parimente co tutti gli altri t dogli ritroua copio farnese cafcati fiotto gli alberi . £' animale di frigida complefiione, pieno di molte, i fluita , dimfl nutricano Icfuc fpine , Egli falò fra tintigli animali quadrupedi ha i'tefiicoli attaccati aMreni , co 1 però è uelocijjìmo nel coito . Sèrrafi , quando ha paura , tutto in fe. fleffo scome ma palla ; faceti oji uccelli; bv tfp jq. JbyJJV » bv rn’" [ \i fi rAfllt beffe de i cani , qmndagfi abbuiano ismagittandojegli adoffo dell’acqua, fubito fi dìflende , & camini . E ' '• DatalacenW ““ ^ Virtù del Rie-, P>u pretto dauf ire nelle , medicine , che ne cibi, per effere & terrefire , & dura da digerire . Data la Cf*lt do terreftre. do tenebre alpe fi di tré dramme , con una oncia Agrimonia , & quattro dramme di pellicole di uenmfidli ' uale à coloro, che orinano (a notte nel letto . M [fai piu tòrtigli affegnò Rafhnetirattato , che rifece de tflW* ‘ li Mei dipirrinrl-tp ri -nu* -hiu j,.. J bI-,ì fì/i ruftido di CIO j diCti Hiftrice, & fua lelacnt hiftoria» , Ma percioc he a me paiono piu apocriphe 3 che propinque alla uerità ; ìafeio la fatica à chi fia cupido di ciò , tc 1 la entro y oue fono . Connumerafì tra le fpetie de Eficci terrestri , quello, che chiamano HI str I I I. m 1/ , uym, J vnu . u agi i, u li! OC Ì\lL L l ICrrei U l , qUCUO, COC CmamUìlV CL I a X » 1 ^0 di forma, fimile à loro ; quantunque fia di corpo dì gran lunga molto piu grande , & tuttspièii(>:di piu lu%ìC} . j "»*()»"**»* «.tutu, jiu ui corpo ai gran lunga moti a piu grancie , z/r iuvt-o -pivnv r- - ., j0),, , gróffie fpine , molto fottilmentc appuntate . tìabita aneh or egli fitto terra nelle tane , &mdtopiuU notte , c ® noefice alla paUura . Staffienetutto duerno afcofonelle fue iauerne, come fai orfi fante tempo fi anno ^ (emine deU’uno, quanto quelle dell' altro . L’Hìflrke quando ficorruccia ,fi ritira infi fiétfpj-è; jO dii»* ìSel /econcio IiB, di DiolcoricJc ,7 315) HISTRICE. RICCIO TERRESTRE, do d'uno otre, tira per offendere icirconflanti ledine dal. dorfo affai lontane . Onde accade (fcffo che non folamente fe- , rifu eglii cani, ma ancbora i cacciatori . là cenere dell Hiflrice brufciata beuuta (come. ferme Tlmio) non lafcwfcon-. tiare lederne grauidc . cbiamanoióreciilRjcciotcrrekre U'^ns^ùii! : i Latini Echintts terreBris : gli strabi Ceufud ,&Caufed ; li Tedcfchi Hechel , ouero Egei : li Spagnoli Erigo : i Francefi Herifon . Dell’Hippocampo. Cap. III. EL'hippocampo un picciolo animaletto di mare . la cui cenere impattata con pece liqui- da,ògrafeia, ouero con unguento amaracìno , unta fa rinafeere i capelli, che fon calcati per pelagmnc. pippoCAMPO, CAVALETTO MARINO. p Difcorfi del Matthiolì fia la forma dì qutfto animale , Benché fieno alcuni che credono , che habbiaprefo egli il nome d’ Hippocampo dai fa chi fiche pafeono l' herbe negli boni , & nelle campagne , per ejfcr quefti da i Greci chiamati C ampe . onde fanno mie. ma , che firn l'Uippocampo di forma filmile à loro . Miri fono che fi mar migliano , che ferina Diofcoride effre fa fa campo un picciolo animaletto , dimofir arido lafor^a del vocabolo tutto il contrario. Imperoche quella par ola Hippoap- preffo à i Greci fignifìca tanto quanto ap preffo noi grande , come ne fanno testimonio Ihippolapatho , l'bippommtko, l’hfppo felino ,Ma non però per quefio vogliono , che fi danni Diofcoride , ne gli altri , che alianti à lui nefcrijfero,® lo chiamarono parimente H ippocampo . Imperoche quantunque comparato quefio animale à igroffifiimi pefii marini, tt altri animali acquatici , fi a egli picciolo animaletto ; è nondimen o grande comparato a quella forte di bruchi J citifmf- femhra . Sono alcuni , che uogliono che l'Hippocampofia quel picciolo pefeetto , an\i piu prefio moflro marino, ck chiamano alcuni Dragherò , & alcuni Caualletto marino ; & dicono che quellap articola Greca Uippo fignifìca in ^ io fio luogo cauallo , & non grande . Et coft determinano , che Hippocampo non uoglia dire , ne rileuar altroché cauallo fieffuofo, cioè ritorto , & però dimofirano per l' Hippocampo quefio caualletto marinò , dicuie qui il ritratto dipinto, Bjtrimafi quefio animaletto nelle pefearie per il piu tra la minutaglia del pefee marino , ma non fi mangia. Egli è di luti Hippocampo gheTpyt di me^o palmo. Ha il capo,& il cello come di cauallo, con un becco lungo, c j? cvncauo dentro, in luogo di bocca, & fua hiftori» » ^ gi'occj}j ton(h } & euidenti . Ha "due (pine fopra le ciglia , le quali ne i majehi finifeono in due peli . La fonte è netta, rafia , & il ciuffo con le crina > come è anchora la fuperiore parte del cello . il che non fi uede nelle femine: Imperò che hanno folamente le crina dinanr^i nel ciuffo fopr a la fronte , le quali refi ano loro fin tanto che fono nini ,& enfiano futi* po ne i morti . Hanno una fola penna , onero ala, [opra lafchena , che farne loro per notare ., & il uentre bianco, & gon- fio, ma molto piu panciuta è la f emina , che il nìafchio . il quale fianca gl’ eferementi del cibo per una piemia fefim, che tiene f otto al uentre . Ma le femine rihanno due , una per il mede fimo effetto , & l altra per fare l'uoua : H annoia io coda quadra , & torta come uno uncino . il corpo loro è tutto compoflo, & organizsato di cartilaginofeanella,& quafi per tutto ffinofo : Imperoche ha dal capo alla coda di qua , & di là dalla fchena due ordini dijpine,chcfi neimnodi hai go uia dirittamente . Et barinone anchora una collana attorno al collo , & una linea chefe ne ua per lungo il petto an- chora tutta fpinofa . Ma in ucrità io non ho ragioni alcune nere , con lequali io poffaapprouare ,ne manco dannarelo- pinione dì cofioro . perciochefin bora non ho io ritrouato autore , ne fcrìttore alcuno , che narri come fa fatto l Hippo- campo . Et fe ben ferine Tlinio al V.capo delxxxv i .libro, mentre che ua egli difeorrendo i miracolofi marni di Traf- ! fi tele , & del figliuolo Cephif odoro , che ui fi uede di riiieuo TV ettuno , T heti , M chili e , & TSfereide affai , chi [opra del- phini , & chi fopragli H ippocampi ; par mi nondimeno che per effer quefie cofe poetiche , &fauolofe, non fieno daprt- fiar loro alcuna fede . Imperoche anchora ne tempi nofiri prefentifono uarie & diuerfefintioni , & chimere di fcoltori, & di dipintori, doue (pcjjòfì ueggono camiti marini, tra diuer.fi altri mofiri, nuotare nel mare come gli altri pefei con te- j9 fìa di naturai cauallo : & il rcHo del corpo parte fquamofo à modo di pefee , con le ale attorno per nuotare : & parte dal meypfino alla coda di forma di ferpente, molto uer amente grande, & nonpicciola . Onde fe pur uogliamo [editare le fattole , fi potrà agevolmente dire, an\i credere per certo , che tali fieno fiatigli H ippocampi , di cui fa memoria fili- nio , fapendofi per cofa certa , che i dipintori &gli fcoltori de nofiri tempi, che fono in confderatione , nanno tutti » tondo gli antichi . Ma quantunque non fi a iter uno authore , che de ferina ibi fioria , & le note dell Hippocampo, noni- meno l'animo mi induce à credere , che il uero Hippocampo fia quello di cui è qui difegnata la figura ; tanto (tei nidjcn, quanto della fi emina, de i quali habbiamopoco qui di fi opra ferino l'hifioria,& tanto piu in ciò ci confermiamo , ue elio • carn Q noi che molti dotti huommi de i tempi nofiri, che hanno ferino ihifiòria de i pefei, tengono la medefima opinione, eri] fetitto da Gal* fe dell' Hippocampo Galeno all'x I . delle fi acuità de [empiici , cofi dicendo . Differo alcuni, che la cenere dell po marino gioita molto à fare fina fiere i capelli cafcati ; & che effo , ouero la fua cenere , ha f acuita di difeccare > 1 tp rifoltterc . Mettonla alcuni con l'unguento amar acino , altri con pece liquida , & altri con graffo di porco . jpa mentiferiffe delle uirtù dell’ Hippocampo Elìano al 1 1 i.capodelx i. libro della hifioria delti animali con quejtofdìo e. Dicono i ualentiffmi pefeatori , che dandofi bere ad alcuno la dccottione del uentre dell' Hippocampo fattaneltino, et faprimamente ungrandifiìimo fingo?s0> & dipoi una toffe fecca, che fagrandiffimo trauaglio, per nonpoterjijfuUic fa ueruna . Doppo ciò fa enfiare lo filomaco, & manda alcuni uapori calidi al capo , i uno odore, come di pefei corrotti .Diuentano appo ciò ili occhi fianiuinolenti , & rofii come fuoco , -v-t ^ ■ ■ • ■ ■- " * *Ù*(W^M* bre con uoluntà grandifiima di uomitare quantunque non ui feguiti ttomito ueritno . Ma poffa ella uincere la malignità di quefio medicamento ,fe ben faluano la uita coloro , à cui uiene dato , rej no mentecatti, & perdono del tutto la memoria . Ma fe il medicamento ficende dallo flomaco nelle budella priua l’huomo di uita . Quelli che [alitano la uita fatti mentecatti ,fi dilettano mirabilmente dell’acqua ,ne godono di uederla ,& di udire il fio romore.,fe non perche fentono di qui non poco alloggiamento cho perche gli induce il forno. Onde fa loro molto àpropofito l’habitare preffo ài fiumi, à ilidi del mare fi IJ rò perche habbino molto defìderio di bere , ma di notar e, & di bagnar fi i piedi . I laghi, & ài fonti .'Non però perche babb fa „ ..d.. . „ fia loro gratifiimo , & giocondo , Sono alcuni, che dicono , che non è il uentre dell' Hippocampo, che caufa alga marina acerbifiima , di cui egli auidamente fipafee . Ma quantunque l’hippocampo fin di ( ale , & tanta nientedimeno per ingegno di imperatore uecchio Candiotto,& molto pratico delle cofe del mare , èfiatontr^lil_ ^ pocampo anchora molto gioueuole . Haueua cofiui alcuni gioueni figlioli pur pefeatori , i quali effendo uc[h . nuucHu ivjuu alcuni gwucni jigiwn yur pej caivri , vv r j [fe ucci - una cagna yahbiofa , & ghiacendo ferie al lido del mare , configliauano alcuni , che di là paffauano , che fi 0!ìCIj ^ . dere Itt cagna, & dar loro àmmgìare il fegato, & altri ferjitadeuano , che fidouejfe ricorrere t,l. Mail buon uecchio pefcdtore lodato ì configli loro ,& Infoiatili andare uia , battendo prefo alcuni 0 la rete infieme con altri pefei , canato loro l’meriora, parte ne diede loro d mangiare arr°fliti>& t‘^ fe fopr a la piaga del morfo triti con mèle , & aceto , è cofi curò i figliuoli dalla rabbia., &&> fete Nel fecondo lib. di Diofcoride. }2 r qii tBo delle facilità dell' Hippocmpo fcrijjì Eliano . Chiamano i Greci l’Hippoctmpo FrrSutiume : i Latini Hip- Nomi" pocanpus. Delle Porpore , & delle Buccine . Cap. 1 1 1 1. LA cenere delle porpore difecca , netta i d enti , confuma la carnè fìiperflua , mondifica , & confolida le ulcere . Fa il medefimo anchorala cenere delle Buccine , ma abbrufcia piu ualo- rofamente . Colui , che brufciarà una buccina piena di fale in un uafo di terra crudo , farà una poluere utilissima per fregare i denti . Spargefi utilmente fopra le cotture del fuoco, &lafciauifi fu : fo fino che s'indurifce : imperoche come l'ulcera è faldata, lene cade poi per fe fteflà . Faffi oltre à i qucfto , delle buccine calcina , come diremo quando parlaremo della calcina . Chiamatili Cionie q uelle parti di mezo delle buccine, & delle porpore , intorno alle quali s’auolge il gufeio loro. Ab- i brufeianfi quelle Umilmente , & fono piu efficaci per la uirtù , che hanno piu coftrettiua . La carne delle buccine è grata , & foaue al gufo , & conueneuole allo Itomaco , ma non mollifica il corpo . PORPORE. BVCCINE. SONO le Torpore animali marini , coperti da duro gufeio . Ut per quanto recita Tlinio nel I x. libro , fi ritroua in Porpore, ejfi quel liquore di gran ualuta , che propriamente s dddimandaporporeo , adoperato per tingere le fuperhe ueHide ro i ì\e,& degli Imper adori . Hanno cotal liquore quelli animaletti nella gola in una uena affai bianca . ma non fi ritroua in quelle che fon morte , percioche ft rifolue infieme con lo fpirito loro : la onde fempre cercano ipefeatori di prenderle ui ue . Tfafcondonfì trenta giorni nel tempo della canicola ,<& congimgonft infieme nella primauera : & nello Hropicciarfi l una con l'altra fanno ma faliua tenace fimile alla cera . Hanno le Torpore la lingua lunga quanto è un dito della mano ) d’un huomo , di tanta durerà , che pertugiano con quella l' onìriche , & le gangole , & ogni altra forte di nicchi , di cui ■ fi pafeono . il che ben fapendo i pefeatori , che le pigliano , ritrouati fu per la rena del mare certi nicchi di mordace gu- fciogli teffono tra corde , tra uenchi , & tra giunchi , à modo di naffe : le quali appiccano pofeia à lunghe funi3 & le git temo in mare . La onde interuiene , che ejfendo quefli cotali nicchi fitibondi , & mefi morti , come fentono l'acqua ,fubi to s aprono : à i quali correndo le Torpore , perpafeerfene , ui mettono dentro quella lor dura lingua . ma quelli , come ft fentono pugnerò yfubito r ferrando fi > gliela firingono tra amendue le pareti de i gufici, & fannolefi prigioni : & cofipo [eia fon tirati fuori da i pefeatori , Viuono le Torpore fuor dell acqua cinquanta dì ; alimentandoli folamente della fiali- ualoro , ma muoiono fubito che fi mettono nell acqua dolce . Crefcono in un amò quello , che loro hifogna , come fanno le altre forti delle onìriche delle gongole . Le Buccine fono anchora effe ffetie di porpore . & chiamanfi Buccine , per Buccine, & lo efferfìmili al corno da fonar e,& per hauer elle il boccinolo molto atto à por fi alla bocca * Maggiori di quelle f ino le por ro pore,& hanno il becco lungo à modo di canale , onde mettono fuori la lìngua loro , tutto compofio dijpinofi cerchi : il che nonfi ritroua nelle Buccine. Hanno amendue tanti cerchi nel doffo , quanti fon uiuute anni. Le Buccine nonsappicano,fe non alle pietre : & imperò folamente firitrouano tra gli fcogli . Furono celebrate le porpore , &le buccine infieme con fi tutte le altre frette de ì conchili per lunga hifioria da Atheneo : oue p offrono ricorrere coloro , che piu oltre defidermii *°r° faPerne‘ Mapereffrerle Ter le, le quali hoggi &per le pompe , &per le uirtù loro fono appresati da tutto il mondo , prodotte da un mafino animale , anchor eJJ'o connumerato fra cotali fretie di conchili , non effendone fiato fa'ti |o io ne da Diofcoride , ne da Galeno , & hauendomele la materia , che fi tratta , ridotte bora à memoria ,nonhouoluto, che le lodi , & il bel nome loro rimangono adietro . Vafcono adunque gli animali, che le producono (fecondo cberecitt Tlimo alxxxv. capo del ix. libro) nell’oceano Indico , & in quello che circonda l'ifola Taprobana ,Toide ,&Ve- rimola promontorio d'india . ma le ottime , & piu /limate perle fono quelle , che fi ritrovano nel mare roffo d'Jubia . Vpn fono gli animali , che le producono ( come dimo frano uer amente le Madriperlc , che fi ci portano) molto difimili dalle oflriche . Hanno que fila proprietà, che quando il tempo dell’anno le /limola à generare , fi aprono la notte, ewpien- dofr i&nodricandofìdigeneratiua rugiada: della quale ingrauidandofì ,partorifconopofcia le Terls,effcndo chiare & torbide , fecondo la qualità della rugiada , che ricolgono . Se quando singro/fano è tempo muoio producono pofeit le perle pallide , & torbide :groJfe le fanno, quando abondantemeìitefì fatiano : &picciole diucntanoperlo contrario, quando non pigliano rugiada à b a filaria . TS(el che le impedirono i baleni :pcrcioche balenando, quando s ingroppano, [i 40 fraurifcono,&fì riferrano , auanti che freno piene di rugiada àfufficicn\a . Serranfì parimente per ilromore dei tuonila onde pofeia generano perle uanefen^a fuflanga alcuna, piene di uento. Veli’ acqua le perle fon tenere-, mafèito che fene traggono,/ induri f cono . Dicono alcuni, che le Madriperle uanno à fcbiera,& che hanno il loro re, di corpo affai ma^iore delle altre, come hanno le api, che fanno il mele.Et imperò nonpoco s’ affaticano ipefeatori in prendere lire loro: può che tolto che gli hanno il goucrno, conducono, piu ageuolmente le altre neUeveti. Se s’accòrgono, quando fono aperteM la mano del pefcatorc, che le uoglia pigliare, la ferrano talmente, che le tagliarlo crudelmente le dita, facendo elleno fteffe lefue uen.de tt e • Le prpfe Annettono in alcuni uafr di terra con molto pale :percioche con fumando/ cofila carne Ri- mangono pofeia le perle 7\ette nel fondo del uqfo . Le piu /limate fono le gr offe , lucide , tonde , & graui ; cofe che rade uoltefr ritr ouano in una perla fola . Iubafcriue , che le Madriperle d'Arabia fono filmili ad un pettine ,ffmfe , come! Perle piu fuma riccio marino : dentro alle quali fi ritr ouano le perle firmili à grani di tempefla . Tlinio ferine che non fi ritmano pm, Errore di Pii- che quattro, ouer cinque perle per animale . Ma Amerigo Vefrutio nella firn feconda nauigatione , che ci fece per l ocU 5) ni° • no A tlantico fatto al cerchio dell cquinottìo in mc^o giorno , afferma egli hauer bauuta tal Madrcperla , che itene fi ron ritrouate dentro cento trenta . Ep altri, che dopo lui hanno navigato all' Indie nuoue , dicono di molte piu • & ncr£' citano hìjlorie affai diuerfe da quello, che neferiffe Tlinio . Tefcanfr anchor a nell'oceano occidentale uerfo fettentnoV aPPreff° a Scotta, & Inghilterra ; ma pie ciò le, dì non troppo lodato colore: & diquefiie fu fatta quella, coi jrou.i ^nchm-a Le fare dedico al tempio di Diana . T rouanfr, anchor a le perle nelle Tinnc , che i Venetiani chiamano M ifCt ’ pe i iuipi . come ferine Tlinio , & io ho piu d'una uolpa udito da i Tefcatori . Oltre à ciò è dafapere , che le perle nonfolameml ■ rierano, & fi ritr ouano va mare , ma anchor a in alcuni fiumi d'acqua dolce . Del che poffofar io fede degno te^0^ Impero che in Boemia e un fiume chiamato V uotauua nel quale fono copiofìfiimi nicchi lunghetti, che producono c me perle,gro[fe , & frlendenti , delle quali non folamente ho uedute molte in mano del mio Serenifiimo Mrcbuu^ dinando,& d' alcuni Magnati Boemi, ma anchor io ne ho hauto qualcuna,& affai delle loro Madriperle, le è fai graffe digufeio nere difuore , & di dentro come inargentate . Sono le perle nell'ufo della medicina, fecondo^ ferifee Serapione Arabo , & parimente Auicenna , utili molto à i premuori , & debolezze del cuore , & W IC0 1 $ fi Nel fecondo lib.di Diofcoride. PINNE, 323 chiarire la tiìsla , &per dijiccare l acqua, & l'humidità, che fcende negli occhi . Chiamano i Greci le Torpore TIop- Nomi. & le Buccme K"pi"‘S!’ • i Latini le Torpore, Tur pur a : & le Buccine buccina .Gli Mabi le Torpore Vaporarti , jo &Torphyra: & le Buccine Barcora ,Cobros , &Cohron. LiSpagnuoli chiamano le Buccina Botpos .&li Francefi Bios Cornetos . Le Terle chiamano i Greci hlapya.fhrt : i Latini Margarita, & Vniones egli Mahi Hageralbato.-i Te defehi Terlin : li Spagnuoli Terlas . De i Mituli. Cap. V. IMiiyn eccellenti fon quelli di Ponto, li quali abbrufciatipollono, &iiagliono tanto quan- to buccine . ma in particolarità lauati , come fi lana il piombo, fono utili con mele nelle medi- cine de gli occhi , Iminuilcono la grolfezza delle palpebre , & mondificano le albugini, & tutte l'al >■ tre cofe, che offulcano la uifta . Mettefila carne loro utilmente in fu i morii de icani . I. Delle Mituli , TeHi«? nc , & loro ef- lamjnatione. Errore del Giq uio. Nomi, Chame, &Io> io eflamin. 324 Difcorfi del Matthioli Delle Telline. Cap, VI. •T» Endono le Telline frefche lubrico il corpo, & mafsimela decottion loro :le falate abbui. JV fciate , & trite in poluere,& irrorate con liquore cedrino, prohibifcono il rinafcerdeipe, li delle palpebre. ? E L L I N E. io SONO alcuni , che tengono , cbei Mituli, & le Telline fieno una cofa medefima. Della cui opinione ritmo flirt ferialmente V nolo Ciouio , Intorno neramente dottiamo : il quale in quelfuo trattato dé i pefci fornai sani » (quantunque medico ) piu alla opinione d’Mheneo , che allafcrittura di Diofcoride . per la quale mnifeflamciitt lau- de ejfer di ferenti i Mituli dalle Telline : imperoche, oltre all'hauerne trattato in due diuerfi capitoli ,fcrife d f ere» t- mente anebora delle iiirtù loro, come colui che benfapeua ejferui dijferen\a . licite fece parimente Galeno XI. ‘ f acuità de fi empiici , doue trattò de i Mituli al capitolo della uipera , & delle T elline al fio proprio capitolo ; dm ut ip fcrno , proprie , & diucrfefacultadi . Tfc altrimenti fece Taolo Egineta , comefedel imitatore d ambidue .Tiri ti fensqa dubbio da dire , che differenti fieno i Mituli , tir le Telline . Quelle fono notifìimc in Italia, & maffimt a fe ne uendono in gran quantità , per ejfere molto aggradeuoli al gufo , quando fon benpurgate dalla rena. Mi fi >1 no i Mituli in Italia nonritrouo à i tempi nofìri altri , che il Majfario V initiano , che lo dica. Il quale quelli ere CCV _ fere i neri Mituli , i quali chiamano à Vinegia , & per intorno all'Adriatico Mufcioli . La cui opinione molto m f percioche & Informa loro, ir Inforca del uocabolo corrotto dimostrano rnanife fi amento , che quelli jienoi gitimi. Mituli . Sono quelli affai piu grandi delle T elline, con ilgufcio di fuori ruuido,& di dentro lucido, & ®' Chiamano i Greci i Mituli MMm : i Latini Mituli :gli Arabi Amarchas: li Spagnuoli Mixilhus . Le Tedili no i Greci TtuSm : i Latini Tellina .-gli Arabi Sede f, & Talfam ; li Spagnoli Brignigois, Pelle Chame. Cap. VII. LA decottione delle Chame, & parimente delle altre gongole , fatta con poca acqua , fol' corpo . beuefi quella con uino. LE chame quantunquetral’altrefpetiedeConchilìfoJferoperlmgabi/loriafcritte da tante fono le Jpetic di quelli animali , che malageiiolmente fi poffono distinguere l’un dall'altro . “ t J quelle oltre alle altre gongole , quella proprietà , che fempre quafi fi ritr ouano aperte . Et inpe nere Chame fi pojfano ragioneuolmente chiamar quelle , che fi ritr ouano in fu la rena del mare con lifii° al: fa- te : di cui già riho uedutoio affai gran copta in fu la riua dell' Adriatico, Ma per non haucre cileno alttcp 1 Nel fecondo lib. diDiofcpridé. C H A M E. 32J culti , che s'hahhmo le altre frette delle gongole , & delle cappe , hreuemente me ne paff >. Chiamano le Chame i Gre- Nomi. ci XìiMt : i Latini Cbam.c :gli . Arabi Marne. Dell’VnMiia odorara. Cap. Vili. LA vnghiì odorata è un coperchio d un Conchilio Amile à quelli delle porpore :&ritro- uali nelle paludi d India, cheproducono il nardo : & però rifpira di fòaue odore , perche fi nu- trifee ella quiui fidamente di nardo . Ritruouafi , poi che le paludi per li gran cal di fi leccano . L'eccellente unghia odorata fi porta dal mar rollò , bianchiccia di colore , & grafia . Quella di Babi loniaènera, & minore , Sono ametrdue odorate , & fartene profumo : il cui odore c limile alquan- toalcaftoreo. ETuna& l'altra conueneuole nelle fumentationi , che fi fatano per le prefòcationi flella madrice, & parimente in quelle, che rileuano dal parofifmo del mal caduco . Beuute,mollifi- j cano il uentre. La cenere dell? sbbrufeiate tanto naie, quitto quella delle porpore,& delle buccine. St C Manti ér le?S°"0 di,iSentemente il "pittilo quidelle unghie odorate , quali chiamano gli fattoli Blatte ii, menare, ilT d ^ marmi&Umo - che Diofcoride, che le fi ritrouano in India in alcuni palu- triii (fa ferri,, 'v, ° v°n ° uertmo ’ tilt fetida : thè il nardo nafea ne i paludi, ma fidamente ne i monti in Luoghi ■ Ve oda al marauigliarfi di coloro, che Diofcoride ferina ritrouarfi una ftetie di nardo, il qual fi chia- E E ma Can- Vnghse odora ce, & loro eff. |?6 Difcorfi del Matthioli „ r artico dal fumé Ganze , » quale irriga il piede del monte , oue egli nafte , Imperoche quello non nafte fiume /iZ’ che le unghie odorate fi ritrotmomlndkneipnMi, Ielle ’ che li' portano dal mar ceffo ,&che faceffe anebora memoria d, quelle d, Monta . M» dipiu, ù Mrurctandofi quelle unghie , che comm, memqnte fono nelle frettarle , & non facendo alcun frane odore, ZZceuol filile à quello del catione , nonfannocomelefipojlinoch, amare odorate, &abbmfc,anperf„bm odore ■ & minimamente fremendo Diofcoride , che fe ne fa fumetto alle donne perle prefocationiielkmlm , co» »<»» co» fc re Ma battendo io non frinente prefi e l’affunto di commentare Diofcoride, ma difenderlo anebora quanto m fi,# fihile da ogni frfritione , che uifvjfe d’errori , non pofìofare , che non dica qui infra dtfenfione tutto quello , cbtpmfr lì do Copra fio m’èuenuto alla mente . Dico adunque prima , che ime non fa cefi gran maramgha , che ferma Diofiotè, chelemzhieodoratenafchmmlndiainqueipaludi.chcprodMConoilm^ alcuni, che il Malabathro fia la foglia del nardo, ingannati dall odore, che ha eglt. finn. le al nardo, può faulmem « alcuni, cheilMalabatbrofiafrfogmqeunarao.rnga,., * -—--e, J r i .. ™7* derechequeaitalipocopratichineUaficieniadeUepiante,chiamafer0nardiferequellepaludi,ouenafmln^ Le cui nominatiotti , come già fatte mlSVÌ feitar^o forfè Diofcmi,iUmimpnpnammteqmdepaMiikn Le cui nomination ycovie già . . , 1 . . / _ . . „ eMimrdifere,incuifmtrouano,&uimo wpcrompwcl'pmM&d^Kmùh* bS * tinaie fi da ad intendere , che i Conchiltjnonfipoflino ritrattare altroue ,chem mare .con quefte parole. ^fmo- Sutata. rbilia marina [unt ammalia, quomodoin lacufius inuenumtm , coUigmturque aqms afluexucatis. armare definì turbinata , ut fluuios , lacusqtfrbeant ? cioè : Imperoche fe i conchilij. fono ammali marmi , come fi ritmino eglino»! i laghi , & fi ritolgono nell’ acque fiabe dal caldo ? Ho r lafriano forfè i Concbilij ramiti il mare per mkrfmu iU- 1. ohi & ne i fiumi (Quefio tutto dice egli . Il quale fe bene è huomofamofr, & preclaro , & fi-agi altri domano si- re,'non però ha egli potuto (per quanto io mene ueggia ) ritromre tutti hfecreti della natura ; imperoche i ConcUf, che producono le perle non frlamentefìrìtroMnoin mare, ma anebora in Boemia lontana lungamente ddmre (cmt poco qui di [opra fu detto frinendo noi delle Verte ) in un fiume chiamato V uotama: ne mancano kghmBomum duali fi generano non Poca quantità d’altra forte di emebitij , i quali 0- ne ifofh & ne t paludi ,&nc fiumi in dirnfi luoghi fi ritrouano . Jppò ciò non debbiamo punto marauigliarne che le unghie odorate ftportafrero alte tipo diMjci ride dal mare rojfo , & parimente di Babilonia , Terche quefio non è, che le ui nafeono, maperebe cefi altem pò i » fronde , come anebora al nofiro tutte le mercantie , che uengono d India ,fi portauano per il Mar Beffo in Ba i m, in altri luoghi d’Egitto, come hoggidìfi portano in Meffandria . Madiràforfe alcuno , come adunque mtenm f fi fio , che à i nofiri tempi urifiime fieno le unghie odorate , che rìfririno di foaue odore ( Veramente non peraltmtp- fi ne crederò mai io aimenire quefio ,fe nonperche per la lunghifiima difiart^adel caminofifranifccfia uìa dm mm re del malahqthro , come (fecondo che dicemo nel primo libro ) arnione parimente nel nardo , ornamenti che qui che fi portano bora à noi fono di paludi , oue non nafee malabathro ueruno . Imperoche uedendofi , fKg’fW" pononfi ci porta piu il malabathro , mi riduco ageuolmente à credere , che per negligenza de i coltiuatoa fru t to perduto qnchora in India : nel modo medefimo , che del tutto s è per fi il balfrmo in Giudea . Te, eie a w . Malabathro rinafea ( comefcviue Diofcoride ) bifogna che ogni anno , quando i paludi per ìgrandifimni i . e te fi ficcano , che la terra s’abbrufci con fafeirte fioche . Il che ejfendoper amentura tralafciato p erneg igetfr . Indiani, può ageuolmente ejfere interuenutó , che il malabathro fi fia del tuttoperduto anchorain Ini u • * . ne bora, che le unghie odorate nonfrirìno piu ài tempi nofiri di quel foaue odore , che frirauano attempo c i ^ Vltimamente non mi par fuor di ragione , che il fumo delle unghie odorate fregli le dome prefocate a IT ^ parimente quelli , che pattfona il mal caduco . Imperoche io non niego (come può molto ben interuenire ) c e predette nonfuffero apprejfo àgli antichi odorifere , & nonfriraffero di malabathro . Ma ben credo per ce^‘ ‘ tal odore fujfe cofi fittile , che meffe X unghie nel fuoco .fililo euaporajje uia & che abbrufiiandofi poi a j» ^ l’unghia faceffe ella cattino odore limile al cafloreo, come fanno i nicchi di tutti gli altri animali teBacei e m • ClL OClOiC JWjJc COJl JUWllC y tfJC fìicJJC V flCL jliOCO y JmPILU C- li’ll'jJ.vi ujj u pitti, tut, ooi/ yjv j i ‘il yf ( Aunghia faceffe ella cattino odore fintile al cafioreQy come fanno i nicchi di tutti gli altri animali teftacei e M r do s’ abbruciano ^ &però non efferefuor di ragione , che il lorfumo uagliper liberar le donne frango ate Opinione del ce . ftperò non mipojfo accoftare in queflo alla opinione del lfondoletio3 ilquale per parere dinolere ***** ^^ w)i! Rondoletio nó tioucdi Diofcoride dice che quefaparola non fempre fignifica apprejfo Diofcoride grato & gioco» ^ ^ ^ ipprou^a * qualche uolta uehmente 3 & grane :fercioche quantunque io non uogli negare quefio , nonpero afer)mr°’j0rcorj^, ftgnifichi ingrato & puzzolente , ouer amente uehemente , & grane, impcrocbefcriuendo dlopi « che quefte unghie (p ir ano di foaue odore per mangiar elle il If ardo, la ragione non confente , eh iomijot nione di quefio altrimenti dottiamo hifìorico , il quale poteua pure confiderai, che chiamandoli ungne doueuano puntare . Come poi , & con che ragione fcriueffe Diofcoride , che le unghie odorate, chiamate ( ^ ^ dere ) unghie, per ejfere filmili a qualche forte di unghie ,fì rajfembrino al gufeio delle porpore , nonno io ^ to chiaramente intendere ; ejfendo il coperchio della porpora , come della buccina tondo , & lungo ifc ^ Ho ; fe già non uogliamo dire infìeme con il Rondoletio , che non intefe Diofcoride , che le unghie odorate ^ , alli coperchi delle purpure , ma che quefli Conchilij odorati fi cuopreno con ifuoi coperchi , come leputpU' facendo la comparatane non dalla forma 3 ma dalla fuftan\a della co fa . Ma per dime quanto io ne ere o , j la opinione di coloro , che uogliono , che fia queflo animaletto non per altra ragione chiamato ung ia > c fuo gufeio lifeio fenica alcuna afpreyga , & bianco & lufìro, come fono le unghie humane . Impero? et g ^ ^ pore d cui rajfembra le unghie odorate Diofcoride , è afifiro , rugofo , & inequale , &pcr tutto Jpinojo .. che le unghie odorate , le quali fono in ufo per tutto , fono filmili alla unghia de cani , de lupi , de e * fi on dubiti piali filmili , come qui fi uede in pittura } & che abbrufiiandofi rendono un odore filmile al cafìoi eo > Nel fecondo lib . di Diofcoride. 327 istillare, che le fieno le nere, & le legitme unghie odorate , di cui intende qui Diofcoride . Il Fuchfio nelle fue dot- d“ Jgg mommi fatte [opra Tqicolao Meffandrino , nella compofitionc dell’ aurea Meffandrina, doue nella interpre „ ° repr°" ultime fatta da lui fi legge , ofiis anterioris nariumpurpur * , dice che quefio nonfignifica altro appreffo rtsficolao , che mito che chiama .Attuario, & altri fuoi picce fori Blattium Bygantium,fiue byfantis : per hauer ritrattato egli in alca li iìiterpretationi di 'Hicolao fermo . do è .Blattio binando è ofodelnafo delia porpora . Et appo ciò molò egli che fieno differenti tra loro il Blattium byfmtium , & le ùnghie odorate di Dio fio riii .-per effere ( cofi dice egli ) le Vngbw odorate gufici di alcuni conchilij , & il Blattium byfantium mtofo della parte ■autiorc deltiafo delle porpore . Il che replicò egli parimente nèh fitto volumetto delle compofitionide medicamenti ,& ,Unmu[eanchora,che quello ofo delnafo delle porpore fi chiama fin hoggi nelle (penurie Blattabifantia.Dalla cui api [il ^cclmofititdì granlungalontana.Trimamente perche apprefo Serapione,& -iuicennafi cui uocabuli,& i cuime- aumenti Unto femplici, quanto compofiti (come il medefimo Fuchfio afferma) ufiurpano i Grecipiu moderni, Blattium byfantim nonfignifica altroché (ùnghie odorate fritte da Diofcoride. Oltre à ciò non ridonando io fin bora autore al cimo, che fermò dica , che l’offo della bocca, ò del nafio de Ila porpora (come mole il Fuchfio) ne manco ilgufcio che le tropee , fin in alcun modo odorato , ne che mài l’hahbia conmmerato tra le coffe odorate , nemeffo in antidoto ueruno ; m back li cenere deli’ abbruciate fia difieccatiua , giuri i denti , leni uia la carne fuperfi.ua, mondifichi l’ ulcere , & le filii : èpa il contrario fia cofa à tutti chiara che appreff lùgli strabi fieno flimate l’Fngbie odorate , le quali chiama no eglino alette iyàms,per il buono odore ciò elle ffiìr ano , &per hauere elle uirtù/& proprietà , oltre aU’hauere del caldo ,& del coBrettiuo , ài difetti dello stomaco , del fegato , del cuore,, & della madrice ; nonfolamente nonfideue accettare l opinione del Fuchfio , ma ne anebora approvare la frittura di Tqicolao in quefio luogo . il quale può ageuol- 16 mente effere (corretto & contaminato , fi come è in infiniti altrìluoghi offeritati dal medefimo Fuchfio. Ma chefia faro elicgli Arabi, da cui confeffano i Greci moderni hauere tolto molte coffe , lodano , & celebrano le Vnghie odora re per ì malori delle membra fu dette, ne fa teftìmonio S erapione d’autorità di Mefehae , con quefie parole .Il conchilio d’india falda èdifeccanel tergo grado : &participa del fittile , & del coBrettiuo : & conferifce oltri à rio per la re fragrmipdilfm odore allo Stomaco , al tremore del cuore , al fegato, & allamadrice . Onde facilmente miriduco à credere, che anebora Attuario non intenda altro per il Blattum byfantium , chele Fnghid odorate Indiane, &non al- trimenti lofio delnafo delle por poro, come s magma il Fuchfio . Mettonfi adunque i conchilij onero 1‘ unghie odorate, non fempgumgitne,&, autorità da i Greci piu moderni nella aurea Meffandrina , per effer ella utilifiima à tutte le paf- fioni del cuore , & delle uff :ere : come parimente fi mettono nello antidoto , che dalle perle che u entrano , fi chiama di- margarìtm; per bauer quefio virtù di riBaurare le forge delle membra indebolite , di fonare & rifuegliare i tramorti- sca I U&cumlefmcópi tanto caufate dal cuore , quanto dallo Homaco , di recreare gli afflitti j & i fiacchi per lunghe ma latriti & liberar le donne dalle prefocagioni iella madrice , come fanno aperta fede Attuario , & Tfiicolao . Le quali tutte cofepofiono per loro Beffe operare leVnghie odorate rfi fi confiderà molto bene lefacultà , & le qualità loro . Il ckmn (operò vedere io, ne ritrouare nelle porpore per ueruna ragione , ne per autorità di fede degna. Et però credo àttMftmp ragionefipoffa accufar Tficolaoin queBo luogo ( fi però l’errore è fico, che nafeono in Sardigna , Libia , Aftipalea , Sicilia , & Chio : ottime fono an- marliiKs -i e ^P1 d* Llgutia > chiamate pomarie , cioè coperchiate . Le marine fono fto- j titrnmi 5&faciImentelìdigmfcono. Quelle deifiumihannoabomineuole odore. Quelle, che fi &lo fai, attacr a^e ’ & alle macchie , le quali alcuni chiamano Telili, conturbano il corpo, 5 & prouocano il uomito . I gufei di tutte quefte brufeiati hanno uirtù di ulcerare^ &• 1 roncano la fcabbia, le uitiiigini,& i denti . Brufeiati infieme con la carne , & triti in ce- EE 1 nere. Chiocciole , & loro eflaimn. Chiocciole po «utie. Virtù particola ri delle Chioc- cale . 328 Difcorfi del Mafthioli nere , & unti con mele , giouano alle debolezze della uifta ,& mondificano le cicatrici, & le bia„. chezze de eli occhi , & Umilmente le niacchic della faccia . Le chiocciole pelle crude con i fuoi m. fei , difeccano le enfiagioni dell hidropifia , jmpiaftrateui luio , n e ie ne difpiccano fe prima noi ji difecea tutto l’humore . allegerifcono le ìnfiammaggiom dellcpodagre : & cauano, impattate, le fpine ò altre cofe , che rimangono fitte nel corpo , Trite , & applicate , protiocanp il medino . La carne loro trita con incenfo , & mirrila, falda le ferite, & mafsime quelle de nerui . Incorporate® fte con aceto , riftagnano il fangug del nafo . Cauata la carne delle uiue , & mafsime delle Africa- ne & inghiottita con aceto, mitiga i dolori dello ftomaco . Arroftite le chiocciole con i fuoi gufici, & pofeia trite, & beuute non molto copiofiamente con uino, & con mirrha,acquetano i dolori coli- ci,& della uefcica. Quel uiicofo humore, che rimane attaccato all'aco nel pailar le terre(tri,ung«i- H - - " li conglutina, & gli ritiene . IOLE, Notissime à tutta Italia fono tc Chiocciole: le quali chi chiama lumache, chi Bugoni ,& 4! attenga che fette ritrattino di bianche, di nere,digrojfe, di melane, & di molto picciole ; nondimeno Imi» tulli mamedefma natura, Effe pure è differenza tra loro, è per rifletto de i luoghi piu opachi , & piu eflofii ni Sole, otu 1 - le nafiono : &fimilmcnte deli' herbe, onde fi nodrifiono . Del che è buon giudice il gufio ; imperoche ne fono di per il puf :ere, che fanno, dell' affoco, fono amarifiime ,■ & altre pupario di fango , per c/fer colte apprejfo alle p » xJ.ggradeuoli,& molto faporite alguTlo fon quelle, che pafeendo i\firpollo , il c alamento, ilpulegio, l’origano , &a t]C 1 herbe odorifere, diventano eccellenti. Fra le quali f poffo.no neramente connumerare quelle poco maggiori dei l & corpus cum i GRANCHIO MARINO. Nel fecondo liB. di Diojfcoride . } 31 lopimfo , cancris nero rotimdum eH . elìaco chiama pofcia Oppiano particolarmente il gamharo dì mare 3 il quale à r orni , & in a^tri fi c^amx Leone : & à F inegia , riferì andò anchora laforga del Greco 3 fi chiama Afafe : P- quello medeftmo è chiamato Gamharo da Theodoro interprete d’ Arinotele }per ejfere nelle fattele fuefmile al gam Uro volgare , quantunque fa egli piu grande . Ma per quanto io ho potuto conietpurare , Aflaco appreffo Mrifiotele è proprio quel gamharo gro(f (fimo di mare , il qual chiamano a V inegia aHafe3&d Pronta leone . Imperochepoco di fot to fubito che hebbe trattato degli animali crufiacei , pare neramente 3 che egli defcriua igamhari d'acqua dolce dopo Hi «ranchi, quando dice . Genus item aliud efi 3 quod quidem paruum efi ueluti cancri 3facie uerò aslacis fimilé . Le qua (iparole arguirono manifef amente 3 che igamhari communi non babbiano nome proprio appreffo a i Greci, fi come non l'anno parimente alcune Jpetie di granchiolini 3 come fa teWmonio il medeftmo Arinotele, quando dice . esteri 3 mi- 5 G A M. B A R O. mtiom,&mllispcnc nominibus annotati . Onde ho io* piu & piu uoltepenfato 3 che igamhari fieno quelli che chia- ma Galeno gammarides , togliendone il uocabolo da i Latini , con cui lungo tempo praticò in Poma , per non ritrouarfi appreffo ài Greci . Et però diceua egli alili, libro delle f acuità de gli alimenti . A faci , paguri , cancri , locuHce 3 ca- rides gammarides , & id genus alia tenui tejla concluduntur . Et tanto piu ho io ardire d’ affermar e ciò 3 quanto ueggio non ritrouarfi , ch'io fappia } qucHo uocabolo gammarides fatto Greco da Galeno , neprejfo A rifatele 3 nepréjfo alcii- AiS T A C O. ¥ HE 4 no altro. Difcorfi del Matthioli noaltro, Dalle quali parole aiichora è cofa cbiarìfiima effer grandiffima differenza daigambarì àigrmbì. Ettori errano quei medici, che per i Granchi à i morfi rabbiofi, off àgli beffici tifano di dare i Gambari cperciocht non 4tum bari , ma de i granchi intefero Diofcoride ,& Galeno . il quale allxi, delle [acuita de [empiici, cofi lungamente ne ferir e-i- » r . mimo rUt> pìì/i fì/f rnfì /ìifprr/rt.iu/t.. rnnu> <5 mieli* a Al. .1 ■ • , ' Granchi ferititi r* t « renov? ì rtv/tnrhi de i fiumi, come che ella da coli difeccatiua, come è duella, dpììp <-u;n*»u. fompofia con incenfio , fi? genpianapapojcia molto piu efficace . t\eua chi cumjwjmone ji toglie una parte d’inctnfo, cinque digentiana , fi? dieci di cenere di granchi . Ma neramente non l ho io mai ufiata altrimenti , che l ufauaEfckiont empirico compatriota fi? precetto r mio , uecebio & peritifjìmo ne medicamenti . Haueua egliperfar quejlo unapaicUt di rubicondo rame } nella quale me fin Jopra al fuoco i Granchi uiui, uegli arroHiua 3fino chef potejf irò ridurre infoiti- lifìima poluere . della quale fempreteneua in cafa dipreparata : fi? lafaceua dapoi al nafeere deUa canicola s elenio il Io Sole in leone d diciotto dì della luna : & cefi la daua pofeia d bere a coloro , che erano fiati morfi da cani rabbiofi , irro- rata con acqua alla mifiura d'un gran cuc chiaro quaranta dì continui . Mafie da principio non gli ueniuano i morènti in curale daua loro due gran cticchiari al dì nel medefimo modo 3 applicando alla piaga un cerotto fiatto d'unalibraèifc ce 3 d'un feflario Italiano difortijjìmo aceto 3 fi? di tre onde di opopanaco . Et tutto che nonfiuffiero tali cofe da miti- re in quello luogo ; nondimeno ce n'ho uolutofiar ment ione, per efifiermi io grandemente confidato in quejlo medium- cufte , e k Squille , quantunque non habbiano le branche . & fmlmente ffietie di granchi fono ipaguri uolgmmtecfa Pietre di gim- moti Granciporri >& le Granceuole . Le pietre , che fi ritrouano nella tefia de i gambari , ufiano i moderni medici àpo mendano maggiormente prima abbrufeiate , fi? dipoi fiatte in poluere & majjìmamente dandofì dipoi à bere con fucckio lo di p/tro fello .Altri le commendano per le debole del cuore ; maio però non ho di ciò cenema uer una. Trite le mie firn con tartaro vagliano alle ulcere del membro virile , Dannofì anckor utilmente con carbone di T ilia à coloro s cheta ficando fi fanno male , & ancho per dijfioluere il fiangue apprefo dentro al corpo , fi? con la poluere delle medefmef fer- mano fregandofene i denti , & fi fanno bianchi . Ma i Granchi 3 firmili alle macinette di mare 3 naficono per tutta Tofana nc i filimi , fi? nc ifojfati dell’acqua dolce , come in Lombardia naficono i gambari . Et di quefii, dico, intefero Efck( io* vtu'vw ivfmttouamencefuvre te pietre hcuc rem . i v# r r ìhno^11^ ' ,Lfi3& dipoi incorporati con mele rifioluono le fitrofiole impiafiratiui Jopra s fi? con la medefima polirete pjd ^ ^ va le fittole del federe ■ , fi? I ulcere delle calcagna qpplicatìui incorporati con olio • Fattone fumo alla nativa 1 ^0 tiranQ la creatura già morta fuor del corpo . Vagliano i medefimi triti crudi 3 fi? irnpiafh’ati utilmente a i ^ mammelle , immo che ui rifioluono le dure??? , fi? ui difeccano il latte . Scriuono alcuni 3 che peflandofi ICC?.^ ^ 0 to marini i quanto firmatili c on uno manipolo di Bafilico , & mettendofir in un luogo , dove fieno Scorpioni > ^ Errore di -al- corrono • dicono 3 che particolarmente i fumatili cacciano uiai bruchi degl'horti perforandoli cani ' ^ 0 affaticato , uttolc che il "Paguro , che noi chiamiamo Granciporro , fia la Maia cofi chiamata da Mrifiotile , mafacil- ’ mente potrà mfeere quello errore ciafiuno , che leggerà l bifioria del Paguro appreffo Eliano . Glifchiam.che hall tatto nel Carfoi ailidi del quale batte il mar e Adriatico , firbano anchora del Granciporro il proprio nome , imperò che altrimenti non lo chiamano , che "Paguro , il quale morendo nella fica cauerna , come ferine "ìqicandro , genera di fie fieffoputrefacendofimpoca quantità difeorpioni . Quali pofiia , 6~ come fatti fieno i Cancelli , il quahiome altro Cancelli , & lo non aliena , che granchi piccolini , lo dichiarò Galeno al terreo libro delle facilità de gli alimenti , cofi dicendo . Li Can- r° dl'm’ cedi fino (ittioli. mimali dì colore Mie nel giallo rofieggia firmili à i granchi piccolini . Dal che fi può ragioneuolmen- te affermare, che fieno qnchor effi fpetie di granchi , "Portafili Cancelli con la minutaglia del pefee marinò , &xitro- uinfiumrcin deemodi , & hauer doppia natura , come riferifee Mifiotele al quarto capo ,& libro. deU’hilioria de gli affinali, con quelle parole . Quello che chiamano Cancello , fi può neramente chiamare compagno corninone tanto dei !° GUNCEVOLA, Nel fecondo lib. di Di ofcoride. 33 ? . dicendolo alla [(bietta ) fintile à i ragni ; eccetto che nelle parti [otto ilcapo,&f otto il petto è egli molto piti am “'pi in tetta due piccioli cornetti rofiì & fonili ifotto i quali fono gli occhi affai grandi : i quali mai non fi ritirano f 10 ' amrono quelli de granchi, ma fempre Slamo (porti infuori. Sotto gli occhi è la bocca, tutta circondata da al- " barbette come capelli.Ha due branche sfejfe&biforcate,con cui s’ìmbocca:& da ogni parte ha tre piedi;qliantun tm‘jltmfiaaffaipiupicciolo.lapartedelcorpomferioreètuttatenera&moUe,& aprendofi gialleggia . Et ue- Tf meato, che m dalla bocca allo flomaco, ma non ui fe ne difcerne alcuno altro , per cui egli fi purghi . Le branche, . y ■ e’ipittofon duri, ma non però tanto quanto quelli de i granchi . Tfon è ligato co’lgufcio , in cui fi ripara , come C le buccine, & le porpore; ma ui Sla dentro libero & e/pedito . Tiu lunghi fono quelli che hahitano ne gufici delle tur Li che quelli che Stanno nelle neriti: imperoche queSìi forni' altrajpetie ,manelreflo non troppo difiimili . Hanno IO irìkbnncha delira minore della finijira .-[opra la quale f ìgliono fempre caminare . queSlo tutto diffe MiSlotele . Et t n ben iiceua Ebano fornendone al X I X.capo del X 1 1 1 . libro de (hiSìoria degli animali, che mtfeono i Cancelli nu di ^ fnor ieippideUe conche ; quantmquepofcias eleggano quelliperhabitargli dentro . Imperoche ritrouando aitimi piccioligufiiuacui diporpore, & dì buccine, entrano primamente in quelli : mapofeia che crefciuti fono in mag- mi zraieat che non è la capacità dell’habitatione, entrano in altri , come in cafa maggiore : ne in cotali lungamente firicoutnw!, ma fiuanno mutando di molti in molti piu l’un dell’altro capaci, fino à tanto che ritrouatone di molto mag- tionfeneioiano, come di gran cafa . il perche jfeffe uolte contendono ìnfieme di cotali Ipoglie con lunga battaglia ,fin tanto cheipiu ualorofi refiano alpojfejfo . QtteSìo tutto diffe Eliano .Il che parimente diffe Tlinio aXXXl.&XL I i. capici I x. libro. Il che ne iimoflra fenfatamente, che molti diuerfi fieno i cancelli da i gambarelli chiamati propria- imite Squille, & igambarì da i granchi . Chiamano i Greci il Granchio KafwW: i Latini Cancer egli strabi Sartam, Nomi, io tfSartbmiliSpagMli Cangreio ; i Francefi Cancres. Dello Scorpione terreftre. Cap. XI. LOScorpioneterreftreèrimedioallapunturafattada fe fteflo, trito crudo 3& applicatouifo- pra . Mangiali parimente per quello anchora arroftito. SCORPIONE TERRESTRE. Gli Scorpioni fono conof :iuti animali in Italia: imperoche in ogni cafa, & nelle camere, & nelle cantine , & in Scorpioni rtr- ognénluogofeneritrouano : tanto fono glihuomini fottopofli àpericoli della ulta , Et come che in Italia non & lor0 litucofiuclenoft,& cefi maligni, come fono inmolte altre ragioni piu [otto almeno giorno; nondimeno ho uiSloioal- e amw' “* c“‘fm '* T <>f -una tr afitti da lor o , patire molto faflidiofì accidenti, &quafìri durfi apprefio aliamone. 7[el- ;o b’egmifiigidefono affai manco maligni , Et imperò in fili Trentino ,fe ben trafiggono, non mocono . quantunque qui imamente s affermi per cofa uera accader quefioper iffietiale gratta conceffa da Dio per prece di fan Eigilio Vefco- uo,padrone& principale auocato di quel V efeouado . Il che difie strifiotele al x x I X-cap. dell’ottauo libro dell hifio !“ “rimali accadere in Tharo, & in altri luoghi , [aggiungendo poi , che ìnmoltialtri luoghi, & mafiimamente ® at’,‘‘f(nouelemfìf3imi ,& mortali, non folamenteà glihuomini , che daloro fono trafitti ; ma à tutti gli animali ^[l,’f»aipoYci:iquaUperònontevmoqualftmgliaaltromorfoò puntura d’animale uelenofo , Sono gli Scor* Scorpioni & P« (Jccondo l hìflorìa di Tlinio , dlsìuiceiina , d’Alberto, d’ Filano , & d’altri anchora ) di noue forti , diflinti per di loro fpetie. ’ oltre' °n ■ cioè‘feinni‘ r°Jft • cenericci, ferruginei, uerdi, gialli , con nera coda, uinofi, bianchi, &fumofi . De i uerdi iella Slm^’ ^ ^ ^^on<ìferru^n0^ > cepln infinita riho ueduta io nel contado di Arco ,poco lontano dal fiume il ffir mcertoP,cciol° hofebetto dì quercie appreffaal romitorio di fan Volo , doue in breuifiimo tempo [otto à ni tL 1 cogliemmo il romito di quel luogo, & io piu di mille & cinquecento , tutti ben grofii & ben pie - ,ipLr'j^‘ner‘tr,,mmm ^‘femine, che haueuano ipictìolini bianchi come pidocchi , [otto al corpo per ordine i/o a ogni gamba uno .quefii cambiando le madri fi port aitano per tutto dietro .Et imperò ben dìccua sfriftotelc nel v. j j Dilcorlidel Matthioli neiv. della bìfloéitdegli animali à capi x x v j . che gli Scorpioni ttmffrìparturifim i lor figliuoli tm* ^ ,j fino che nafcono ima fono pofcia ammalati, & difcacciaUda queUiper effere in gran numero ■ perciacheilpiujlikll \ te ne partorirono undici . Dice Vlinio , che affai piu nuoce alle donne la puntura degli Scorpioni , che àgli immuti a majfmic alle uerguii : alle quali uuole chef a del tutto mortifera la puntar a degli S carpioni. Quelli, che bmofttùm Scorpioni con fiìneUcodaffono. affai piu uelcnofi, che quelli, che nhamofei . Scriffao oltre à ciò alcuni ntrouarfene contali ,& che fpeffo notando fono portati da i notiti dall una regione all altra, come fi legge in Str abone al decimo quinto libro il che non mi par. co fa diffìcile à credere, uedendo noi ilpmìle nelle formiche : imperoche in quefiefi uede una quafi tal lj ■uerfità di colori .& tanto piu, che in Caftigiia di Spagna fi ritrattano arando ne ì campi /fiefii cefjmglì di terra, tuttìpì',. » <1 infiniti fcorpioni , come m tratta fi ritroum le formiche ne fimi. formicai . Di qua da gli Ethiopi (dìceua •pliniji una grande regione rimafa mbabitataper la moltitudine degli Scorpioni, cheui nafcono . Et di piu dicepur eglìecni n difapra firmando noi de i Granchi fu detto) che legando dieci granchi con un manipolo di bafilico,& mettendoglipifih doue fieno affai Scorpioni, tutti nifi congregano appreff i. Il che nonficonuiene à quello, che di fopra difje Diofmrikml capitolo de granchi : imperoche dice egli, chepefii i granchi con bafilico,#4 meffi fopra à gli Scorpioni ,gli ammarnm. Dicefi, che le uefpe, le api, & i cal.abroninon pungono alcuno, che (la flato trafitto da gli Scorpioni . Et al x.ctp.U Virtù (felli XXV . libra diffe Vlinio. che toccando!) coni eUeborobìancogliScorpioni,che fon morti, reJUfcitano . Vfm'tlu- Scorpioni , & ni medici la cenere degli Scorpioni bruciati vini per coloro , che per oppilatione di renelle, ò di pietra nella uefiìu,m con c6i° &tt° P°Iìono orinare . Mtbe lodò Mcfue il loro olio, che fi tiene fatto nelle jpetiarie, unto alle reni, & al pttrmhio: uicema lo commendò ne i dolori delle orecchie .lobo bene cffiervrncntato quello, che un olio , il quale fo io, nelqualea- tragrandijfim quantità di Scorpioni, ungendone fidamente il cuore,& i pqlfi di tutto il corpo , Uberadtiogmforteim leno tolto per bocca , che non fu corrofiuo : &fimilmente da tutti i ueleni , che lafciano con i morfi loro gli ajfìii,^ It ogni animale uelenofo . dime buonfeslimonìo nc fanno coloro, che effendo fiati prima unti da ifacerdotì dolio fan tufi no Batipofcia liberati col mio , pel quale nella pefle horitrouatg miracolali effetti,/#- majfimenelprefcruarft:&fmi- mente nelle petecchie, ne i uermini de i fanciulli , & in tutti i dolori intrinfechi del corpo , & jfetidmentc matmlid che d efficacìfiimo rimedio . Di quello adunque daremo ladefcrittione , & parimente il debito modo di farlo nelftUolì- Nomi. brof quando parlaremo della cura uniuerfale di tutti i ueleni . Chiamano i predio Scorpione tenellre Xmpht vuiÌk i Latini Storpio, #• Scarpino: gli Mrabi Bar ab, onero Hacharab : li Spagnoli Mlacran. Dello Scorpione marino. Cap. XII. I l fiele del marino Scorpione è utile alle fuffufìoni, albugini, & debilità de gli occhi, ì> SCORPIONE MARINO. «t. s Scorpione ma- rino, &fua ef- fondili. HJ.n N o s i creduto alcuni , cheto Scorpione marino , & quel pefie , che chiamano Scorpena, fio»0 defima . pia conoscerà ciafcuno effer quefiipefei trafe differenti, chiuorrà in ciò credere à Vlinio, &P‘ >“ y itheneo , Impera cheluno&l altro gli diàinfero . Hanno amendue nella fchena ma /pina cefi uelenofo , ex genio con effi ipefeatori, tanto gl affligge & tormenta, che alle mite fi muoiono , non facendotti i debiti rei Il cui effetto per effer fimile alle punture de gli fcorpioni, ha fatto credere à molt fiche fia laj carpenti, & le pi! ^ Nel fecondo lib . di Diofeoride* 337 elfi medefm t ■ Ma lo fiorpione ha di piu altre filine nel capo, le quali nopfono manco uelenofi di quelle della fihena.Ma fermato iopoffa credere, fino lofiorpione & lafiorpempefii d’un medefimo genere , ma differenti però dìfietie, & ii forma ■ Imperoche lo fiorpione è pefie,che non lìàfi non iti alto mare, molto maggiore della fiorpena , di modo che fi fettone alle mite di quello,chepe[’a fino à otto & notte libre, Et la Scorpena è unpefee, che lìàper lapin parte intorno ì i lidi del mare, molto ueramente minore dello fiorpione . Oltre à ciò lo fiorpione roffeggia qtta.fi per tutto il corpo ; ha ite coma in pii capo mollicchio fi : & denti molto appuntati , quantuque minuti. Ha appo ciò le alette , con cui nuota, fir.fi, & ffinofo parimente il derfo, con le cui fiine ferifie ipefiatori . Chiamano quello pefice alcuni ,pefce cappone, p erhaer egli lapolpa molto bianca ; come che nelle maremme di T ofeana in piu luoghi lo chiamino Cerna , Ma la Scor- pena,che riferha per tutto il [ito nome, non ha denti cofì appuntati . Il dorfi ha bene ella fiino fi come lo fiorpione , ma io nifi»* pii dure, & pi » lunghe , Sfel redo poi delle alette non ha fiina alcuna, fi non appreffo alle orecchie, douc ha due SCORPENA. - h Pine affékjigbe,& alcune intorno alla teflaeèneregna di colore con alquanto del uerdeggiantc . dal che manifejìamen 40 refi amefee la differenza .Sono però alcuni, che chiamano ambidue queflipcfiìindifferentemente Scorpena , per fomi- ■ gliarfimficmcnelhtfomx.&parimentenelcolore ,nellafiijìani{a,& nel fapore della carne, lluinoincuifiamor- Vitt“ del,° to dentro lofcorpìo ne marino, beuuto gioua à i dolori del fegato . &la medcftma uìrtù firiuono effer alcuni neUapietra ma che ha egli nel capo ,dandofinc à bere il pefo d uno obolo . E cofii certa che il fino fiele meffo con lana nellanatur a delle dome provoca loro i meHm,& meffo tifili colliri delti occhi ne lem uia le fin ffufì otti , quando ui cominciano à ttenirc & ftìmente le macole bianche . La cenere di trepicciole Scorpene abbruficiate caccia beuta le pietre delle reni . Chiù- Nomi. timo lo Scorpione marino i Greci ^y.ifarlot SaroMar : i Latini S corpio marinus . Del Drago marino. Cap. XIIL E: 1 Drago marino rimedio alle punture della fua ideila fpina , aperto , & tagliato , & pofeia . applicatoti fopra. neramente fono l opinioni de gli authori intorno alt hi fioria del Drago marino . imperoche fecondo che Drago marino, V ferine Mberto , è il Drago marino una gran bctlia di forma di ferpente : ma non Imperò altre ale, che quelle di & Oli nodo de gli altri pefiei fi ferite per nuotare : nel che per la grandetta delle fue forerò uelociffimo , di modo che in teutlfmo tempo fione per lunghiffimi fiatij di mare . E' in oltre beHiauelenofa , tal che mordendogli altri pefii gli am aW> &co(ì ogni altra forte d animali . Dicono , che fe uienprefo dapefeatoyi , come fi uede tirato in fecco , fubito ca tr nelia renaPer nafeonderft . Qucflo tutto del Drago marino fcri/fe Alberto . il quale fe ben (come io credo ) per Q]ìlÌe <\ ^r^ote^e 3 & 'Plinio ; ui uggiugne però del fuo pur affai . al che fe fìpoffa prefìar fede ,ònò , non fo io tf/ijT* etem*nare' Pwtwcbe appreffo d ^ArlHotcle , quefìo animale non è cofì mar auigliofo , ne manco lo chiama r U^° 3 m^yPente 3 comefì legge XXXV 1 1 . capo del l X. libro dell'hifioria de gli animali in quefie parole . Il pente marino è tanto nel capo , quanto nel colore fìmile al congro ; ma piu feuro , & piu feroce . Qjtefìo fe effendo pre- FF fofìlafcia Difcorfi del Mattinoli DRAGO MARINO. foli lafcia andare ,cauafubito eoi mufo come con un fucchiello , un pertugio nella rena }fin che tutto uì s afe onde. Impt roche ha egli il mufo piu appuntato che le ferpi terre Uri .Et alni III. capo del 1 1. libro della medefmahijloria , di- ceua . S ono anchora nel mare ferpenti fimili d i terreflr } ; fe non che quefti hanno il capo come il congro . Sono neramen- te di diuerfe fpetie , & di diuerfi colori . & è cofa certa che non nafeono in alto mare . Mafcriucndo poi del Drago mari 2{ no alxiii. capo dell’ vi 1 1 . libro della hifioria degli animali . Il Drago marino diceua èunpefee , che fe netta non lon tano da i lidi del mare , come il Dentale , lo Scarabeo , la Cernita , il Ceffalo , la T riglia » il Tordo y il Colio , &molti de gl' altri con tutti p [affatili . Scrijfene anchora Tlinio al Vii. capo delxxx 1 1 . libro con quefie parole . Oltre alle pre dette Chiocciole ni fono le ritonde per l’ufo dell’olio , & de pefei ui fono il Cocomero > il Cinopo , il Gambaro , il Cinofic- fia , & il Drago , il quale chiamano alcuni Dragoncello ,maè fmile al Gracido con le {fine drieto alle orecchie , eberi- guardano uerfo la coda, al quale nonpoco mi fare che corrijf onda quello , che ipefeatori intorno Fenetia & Triettli chiamano pefee Ragno , i Tofcani Trafcina . Imperò che quefto ha le {pine nelle branchie delle orecchie li- mite uerfo la coda y &hame anebor nella fchena dell' altre coft maligne > &uelenofe, chefe coloro, che fono trafitti £■' ■' «r- " ' SE RPENTEvM ARINO, p Nel fecondo lib. di Diofeorìde. . j mf, curano diligentemente , ò .che patipono crudelifmo dolore , ò che ui lapiano la ulta. Et però mipare , che metro f'“ il Dn&° > il cì,Um° egiip“nmentepefce Ragno alxLV III. capo del nono libro, cofi dicendo, f Jatente il Ragno m pellifero animale per la malignità delle /pine, che ha nella fchena,& tanto piu mi riduco à cre- ine ciò, vedendo io , che egli all'ultimo capo del XXXII. libro conmmeranon meno il Ragno tra i pefei littorali , & « particolari del mare , che facci arinotele il Drago. Ma è d' temerne , che il medefmo Tlinio alxxvil. capo del pnolih'O chiama il ferpente marino , del quale habbiamo detto di fopra d’ autorità d’AriJìotile , parimente Drago , cmfo’dmdo nonfen\a errore l’hijìoria dell'uno , & dell'altro cofi dicendo. Il Drago marino prefo, & lafciato uhm fo- rni la rat , [libito ni catta col rostro una f offa ■■ il che differir isì orile del ferpente marino, & non del Drago . dal che è i mnifiho l'errore di Tlinio , & che egli affai negligentemente leggeffe quello luogo in A rifiorite , ouer amente che non 'jp hmtadtffe, He però potrà alcuno fcufare l'errore diTl'mio.dicendo che anchorailDrago marino fa ilmedeftmoca- ErrcrediPli- ,mio nella rena con il rodio , imperò che non hauendo egli roflro ueruno , an\ipmprefìo il mollacelo tondo , che appuri " 8r del R0'n un (come hendifeil dottiflimo Medico Hippolito Salutano nella fua diuiniflima opera He pefei) non [ragione che pof dofctio • I ft egli [cattar lama , &farui dentro una [offa . Et però io nonfottopriuerò cofi facilmente al dottiamo Rondoletio , ' pero che non avertendo , ne conofcendo quello errore mamfefto di Tlinio diceua . Quel che del Drago marino prife Tli pio, apprrffo d pale il Ragno è il Drago , lo può uedere ciafcuno , che fi diletterà di uedere pefeare , imperò che uede- rà, che ilRagnofemprefi ria rotolando [opra la rena : ma parmi ( sio non ni inganno) che altra cofa fiaappreffò di Tli nio , chi il Drago cani fubit amente ,& con molta prefiegga una [offa nella rena , & altro appreffo al Rondoletio , che [olmate nifi rimiti fopra , come fanno tutti gl' altri pefei, chefigittano uiui della rete infici lido da i reptatori .Il per ckmfmift ingiuriane riprende egli , fc ben non ne nomina dicendo effere poco confidente l’opinione di colui , che biffe cmrtamjfopra Diofeorìde, fermentio egli , che il Drago marino di Tlinio , & quello di Diofcoridenon erano tota cofcnticdefitia . Onde per non entrare in contentioni lapiaro la uendetta di quefìa ingiuria àcoloro , iqualicome f inferiti , & dotti co nofcer anno la manifesta negligenza del Rondoletio(fe ben è egli dottiffìmo )in e familiare in quefio luogo la Unione di Tlinio. Io non ueggio in uerità, come poffa il Rondoletio fare, che il Drago primo daTli.alxxs n. capo del IX. libro mafia diferente dal Drago di Diofcoride , e fendo cofa piu chiara del Sole, che Tlinio ini altro non deferirle, clic il ferpente marino ferino da Ariflotile . L'imagine del quale ( ch’io [appi) non è Hata data in lucefe non primamente dal fu ietto eccellentiffimo Saluiano nel fuo bellifiimo volume de i Tepi, dalla quale noibabbiamo ritratta lambì pò difegnata , Chiamano il Drago marino i Greci A pdxav dandwas : ; Latini Drago marinus , Nomi. Della Scolopendra marina . Cap. XIIII. JO LA scolopendra marina cotta nell'olio , & fattone untione , fa calcare 1 peli : & toccata conmano,cailfa prurito . ruritp . SCOLOPENDRA. FF 2 Scolopendra Nomi. ^4 0 Difcorfi del Mattliioli SCOLOPENDRA MARINA DEI. RONDOI.ETIO, Scolopendra portatane da Conslantinopolì , di citi è qui la figurala la legitima , & la itera, del che fa tanta mmfi. fla credenza la forma delfuo corpo , chef potrà ben credere , che pano ferina giuditio coloro , che altrimenti fi dermi ad intendere . Chiamano i Greci la Scolopendra marina SmmWI'/m dandosi* : i Latini Scolopendumam, Della Torpedine pefce. • Cap; XV. LA torpedine marina mitigai uecchi, &lunghi dolori di tefta , applicataui Tufo : & miti- ga parimente ogni altro eftremo cruciato del corpo . Meffa in fui federe, ritorna dentro il bu dello, quando efce fuori. TORPEDINE, 1' Torpedine, & /NOskvmiiasi la Torpedine nelle ffctic de ipefcipiatti , & cartilagìnop , come fono le rate, le f ' f' Fano» della ^ chf ’ & • ha forma del pio corpo , tenutone la coda , refia tonda , il capo ha cofi contrattovi $ Torpedine . le, che non ne appare di fuori uepigio alcuno . Ha nondimeno gl’ occhi dinanzi nella parte difopra , maptcco , co di là due forami inarcati , i quali fempre fanno aperti . Ha la bocca dalla parte di folto non grande con » minuti, nonhalingua, &fopraaUaboccainluogo di nafo baducbucbi, &haneUa medefimapartt (cm cj u {rìHotile alx I r i . capo del il. libro dell'hifloria de gl' animali ) cinque branchie , map moline, & inatte ’ * il culo conti fuo pertugio nella piubaffapane del corpo Jpunto, ione nafce la coda , la quale ha corta, à > che finifce in affai larga penna : &ha ancbora due penne nel dorfo della medema coda , delle quali la prima re , come ha anchora appreffo al naf amento della coda , piu larghe , & inarcate , delle quali piamente fitt ^(;{ ^ fentpt dire dell’ altre parti cofa ueruna alxuu. capo del mi. libro delle parti de gl' animali . Ma non mtp > queflo luogo fcriuejfe egli bene della coda della Torpedine , fcriuendo egli , che la Torpedine non ha mft, che la-paHimca, leEjtic, & ilreftodeipefcifiatti.il corpo della Torpedine ^ricoperto dama “P ^ 1 Nel fecondo lib. di Dio/coridc . 3 4i B0| iti Mici, & è bianca dì [otto , & difopra-roftccia di colore , quaft come di nino . Lafchena non hanno tutte à mi mo- do, impeto che in alcune uifl uedc cinque macchie tonde quali come occhi , onde apprefo à i Immani fi chiamano Oc- thìttelle , in alcune altre fi ueggono le medefìme macchie , ma non però come nell’ altre nere, per e fere elle dipinte à ccr thi ii diuerfi colori conma macchia tonda in meyja qual è limile alla pupilla de gl' occhi: in alcune quefie macchie non [ungono, ma fono però minutamente per tutto ildoffo macchiate, & in alcune altrenon è macchia ueruna, ma hanno Moflbfolamenterojfeggiante . Ma benché per le note fu dette paia, che le Torpedini fieno di diuerfe ferie , hanno però tutte uirtù difiupefare le membra . La T orpedine nonpartorifee uuoua , ma uiuo animale , battendo però prima genera- to [motta dentro al corpo , come fanno tutti gl’ altri pefei cartilaginei , &piatti:& èdìtalforte fruttifera, chefcriue . Molile effer fiata ueduta ma T orpedine grande pregna , la quale ne hauem fino à ottantanel corpo . E queflo pefee io dì talc,& unta forati , & potestà , che cjfendoprefo nelle mi , alianti che ipefcatorilo tocchino con mano, gli ftupi- • afte ,&loro addormenta le mani ,& le braccia: &fmilmente prefo con l’bamo, paffando la forga della proprietà fila per le (etnie della corda , &pcr il duro legno della bacchetta , penetra alla mano dclpcfcatore , effubito l’addormen- ta . Ztpetò diceiia Galeno alvi, libro de luoghi affetti. Tanta potenza difiupefare è nella Torpedine , che effendo con la fofcimt tocca ialpefcàtore, {affando la qmlitàper l'hafiafino alla mano, [libito l’addormenta, & fiupidifee . Il che replicò fofiia Tlinto al primo capo delxxxii. libro ,cofl dicendo . La T orpedine ( quantunque tocca dalla lunga con «CI gì, òm bafia ) fa addormentare ogni ualido braccio , & ogni uelocifimo piede .Etalxhii.capodeli x. libro i diccua . cwfcela T orpedine Inforca , & proprietà futi : imperoche ella non dormendo punto safeònde nel limo : la on de facendo Stupidi, & immobili ipefei, che fi gli accodano, gli piglia, & fi gli mangia . Il che prima di lui haueua ferie toJrifiotelealxmu. capo del ix. libro dell’hifioria degli animali , cofi dicendo . La Torpedine fa diuentare Stupì 20 dittati i pefei , che ella defi fiera di mangiare , imperoche refiando eglino Stupidì , & quaft immobili , li piglia, &fe li itagli. Jfctmitft eUanella rena , &nellimo ,& come uede , che li pefei , che gli nuotano intorno fi Stupefanno , fi « [empie- & fi ^piglia ■ il che alami pefeat ori hanno detto d’hauere ueduto . E pigra molto la Torpedine al nature, per .. batter f oche alirìfietto al fitto grande corpo, &però nonpoffendo ella pigliar ipefei. Seguitandoli, gli piglia con la fu detta aSiutia, del che danno manifeflo indino i Cefali, ritrouandofenefefo nel neutre delle Torpedini . Ma talproprie tà di Stupefare non ifc non nelle urne : imperoche fe rimanejfe neUe morte , mangianiofi , come fi mangiano, flupefanb lem tutto il corpo . il perche diccua Galeno ali’x 1 . delle facèti de Semplici . Difero alcuni, che la Torpedine applica- ta, funai doloridei capo , & ritorna dentro il budello del federe , quando fi rouefeia . Maprouandolo io nell’, ma, & fcritta dT Gale nell dtramlattia ,non ui ritrouaì punto digìouamento : &però mipenfai di farne l'iferìenga con una uiua . & cofi fu n0- caldo, nirìtmaipofeia beri fimo l e f etto , che fi perde nelle morte . Tfon mancano M ut ori , chepenfano , che la uirtù yJ dijlupefitre nella Torpedine wn fa diffufaper tutto il corpo, ma f riamente in alcune membraparticolari : mafie queflo ’ fii nero, ò fattela , quantunque non fia facile cofail determinarlo , nondimeno non mancano ragioni , che concludano il j li-t caie . CbìamfiàTmcgia queflo pefee T remolo : imperoche Stupefacendo il membro, fa po fida tremare . MI floma I (nonfapendoioondeficaumo il Significato ditalnfifk) lochiamana Battiporta ,& Fotterigia. Chiamano i Greci Nomi hTorptiinerierr.«;iiariniTorpcdo; gli MrabiTcad: li Spagnoli Bugia :iFrancefiTurpilles . Della Vipera. Cap. VI. i | A “™c,del|a Vipera cotta,& mangiata ne i cibi, rifchiarala uiftaigioua alle infirmiti de i ner La ui> aniolue le icrofole . Bifogna , come è {barricata , tagliarle la coda , & la tefta : imperoche n quiui non e carne alcuna . c certamente cofa fàuolofa il dire , che fi tapiino 1 eftremità d ella fi- no a unacerta indura . Il refto pofeia del corpo, trattone le interiora, lauato,& tagliato in pezzi , li cuoce con olio, inno, anetho, & uno poco di fiale . Dicono alcuni , che coloro , che ne mangiano la «ne, generano gran copia di pidocchi : il che è fallo. Altri dicono , che coloro , che ulano ne i ci- 1 rir? ’ lunSam™tc smacchiano . Fafisi con la carne della uipera un fiale buono à tutti quelli n X mMC° uaIor°i° : & fafsi ra quello modo.Mettefi una uipera uiua in un uafio di terra nuo fda feftqpj dl làle,& di fichi lecchi triti,& lèi eia thi di mele,& illutauilì lopra po iato W? ò — mfttefi ln rnaa fornace, ^ fino che! fialefi connetta in carbone: il quale poficia ca siucnedéìlnf ^talnpol“erc’&fllefoa;&' qualche uolta^cciochelia piu foaue alla bocca, ui sag- ^ g1 g dello fpigo nardo, ouero delle fiuefrondi, ouero alquanto di malabathro. 1?f7J Chef,r0nÓ tetre vipere in Italia per li manifejlìfegnali, che fi fon Vipera & rM ' «ero modo di ^ ' ™tmche. ^nfighandofi alcuni medici, che fono flati uaghì di rintracciarle , per hauere il i»! ^perqLv ^,f°rc,aorohamo Pronto, uiperini nelle fcatole, dotte le riteneuano ferrate. fa» ullibrlcl theria cafvf"7r°' C °nT ÌOn'lmfcm iL uentre del1* madre loro.ammarpno come ferine Ca ,,lill.capodelx libro '^nC (fiePur ri *f ' ro elegitimodiGaleno) d’ autorità dilflicandro poeta :& Tlinio Erronei opinio imperochenon dice ‘ * fwflo aUaluce.Etaccìochcaur&n°nm°Ta ^ lo,ionom‘,Pellicola >nell‘t puale eft fono inuolti ,per uenire piu gine tffe . Vipera dferppntibus apirnal edit,cum intra feoua primum pepererit . Oman hoc . FF 3 umus ?42 Difcoriì del Matthioli VIPERA, li mini coUms, & molli ente conteBum , utpifcium efl . Feeturfupernègignit, me duro cornee contmetur, fieri mpifau auiiem . Taritpanas uiperulas memhnmis obuolutas, qu* tenia die rumpmtur . Fuemt interino,, ut qm m «tmfml Ibrófts membranis prorumpant . Singolo! diebus fmgulis parie .-pluresq; parie , quàm uigmt i .cwe.SokkVìpmh tutti i ferventi partorifee animale , bauendo prima dentro di fe partorite le uom . le qual, fon di un fol colon , & molli, come fono quelle de ipefei . Generafi il parto nella parte difopra, ne è circondato da duro inuogho . Tarmila i mptta inuolti in certe pellicineje quali fi rompono il terreo giorno . ma accade qualche uolta, che quelli, che fono nel corpi, ri- dano le peUicine,& nafeano . Tartorifccnepiu di uditi, ma non però piu , che ogni di uno. Ma Timo, Come s c derno, rompendo il teflo d'Mìflotele, doue doueua dire, che quelli, che fono ultimi à nafeere, rodono nel ventre deh mire un molio loro , diffe che ammalando la madre, le rodeuano le uifcere,& il ventre. Contradice à tale erronea opimnt di- rimente ThiloHrato : ìmperoche nella uita di Apollonio Tianeo narra, come Apollonio haueua veduto unaVipetanM, & fana , che leccaua con la lingua i uiperinifuoi ultimi del parto . QuefliMarfi , che uanno in banca conte ferpi, 6 » fi Chiamano (quantunque fia la bugia) della cafa di San Taolo, chiamano la Vipera, Maraffo: del qualeMijmm- te per far di fe Beffi maggioreftiettacolo ì popoli, mofir ano i lunghi, acuti, & mortiferi denti (come dite » xxxv I i. cap. deltxi . libro) nafeofi nelle gengive , &coperti d’ima certa pelle piena di mortifero uè cito, qualche uolta moftrano aneborai piccioli, che loro pigliano nelle fcatole , fen\a rodere le uifeere dettame ,t. oltre à ciò le vipere partorifeano prima dentro dafe le uoua,& dipoi partorivano i viperini , ne fa aperto te t Vipere fcritte TbeopbrqBo alx 1 1 1 1 .capo delvil .libro i iell'hiBoria delle piante, contra coloro che credono il cantra , io . 1 da Auiceima . ^ . mjma^ pcoms diffe j_uiccma nel quarto al trattato de i veleni) non troppo lunghi, con la tefta fcbkccuU , ^ ga appreffo al collo : il quale hanno f ittile con affai cotta coda. Oltre à ciò volendo Galeno nel libro, che », Come Ceno le latberiaca àTifone , dimoflrare come fievole Vipere femine differenti dai mafchi,cofì diceva . Sono e'£* . , ti diTmafcu” * colore> &molto “&ili del corP° •• Potano il coUo diiìefo , hanno gli occhi rofiigni , & feroci , & U « ; , ga del mafehio : di cui hanno parimente tutta la quantità del corpo maggiore, & hanno il meato,onde pu uicmo ai queftiuerfi. fan noto il mafcbìo i due denti canini , Con cui forge il ueleno, &fi difeerne taf emina all’bauernepiucbe due. Tiu oltre è. da fafere 3 fecondo che riferifee Arinotele al x V. dell Vili, libro dell biftoria degli antiM t.unaue tutti di altri ferventi Ci nafeondano il uerno nelle cauerne della terra ; le Vipere nondimeno fi najcon eno ji UnindifoV0' Nel fecondo lib . di Diofcoride . 343 l frettò . il perche deliberandoli i uicini difepararlo dal confortio loro» basendogli apparecchiato una cafipola,ouer tu - uriofopra un colle , apprejjò à un fonte , qumifuor de gli altri lo collocarono , portandogli tanto di cibo ogni giorno , * ali fiije bafiante , per foflenerlo nino . H ora anemie in queflo me^o, che ejfcìido certi metitorid mietere il grano lontroppo di quindi lontani} proprio ne giorni canicolari} fu loro portato un boccale di buon uino:& fulafciato quiui ui lino dioro da colui 3 che l'haueua portato, nelpartirfi difcoperto . V enendopofcia l’hora del bere,&mefcendo un di loro | ym0 jn ma tatpxa per inacquarlo , cafcò del boccale infieme col nino una Vipera morta . Del che restando sbalorditi i I .mtit0ri}& dubitandoli di nonauelenarfi ,finhaueffero beuuto,fi cauarono lafete con ma pur ifi ima acqua. Toi quan- ì douolfero eglino di quindi partire , per Immanità & mifericordia donarono quel uìno a quel leprofo , penfando che me ■ ritogli fuffe il morire , che’l uiuere in tanta miferia . Il leprofo fi’ l beuette . la onde fu pofcia mirabilmente fanato : im- ■|o peroche tutti quei fuoi tumori, & bitorzoli della pelle, fi gli Sfogliarono da doffo, come fi Sfogliano i granchi, & le locujìe ■ de ilorgufci) rimanendogli fotto.mafimil pelle molliccbiofa, come è quella di queSii animali , quando fi mutano . Vìi al- tro fimi cafa accadde finalmente in Mi fa disfa' non molto lontano dalla città noSìra . dotte offendo andato un certo ler -profo ài bagni Aerando di ritrouarne qualche giovamento , & hauendo menato feco una fuaferua giouane , & bella, > | quantunque buopa. compagna, uagheggia ta, & amata da piu amadori , ridottoli con ejfa al fine in . certe cafe , alle quq\i \ tra ideino miluògo fordido,& inculto, pieno tutto di Vipere , per forte ne intrò una in un orcio di nino mal riporlo, & an ì negouift dentro . Il che uedendolu buona f emina, & riputandoli buon guadagno. quello., che la forte gli haueua dato , die de quel nino al padrone à bere per ammalarlo . La onde beuendo egli, fu fanato dalla lepranel medefimo modo, che quel lo , che dicemmo difopra . Queflo tutto diffe Galeno . Et come che per piu confirmatione , che le Vipere uagliano alla le fra ,nefcriue(fe egli nel medefimo luogo altre ifferìen\e fatte pofcia da lui con mirabile fucceffo ; nondimeno, per non efi- 2o per troppo lungo, lelafciarò fen^a dirne qui altro ; parendomi, che affai baSli per confirmare tal uirtù effer nelle Vipere quello, che fin qui fe nè recitato . He però fi maraùigli alcuno , che amendue quefie- Vipere , di cui fcriffe Galeno, cofi a- geuolmente s ànnegaffero nel nino : percioche è lor propria natura d'efferneuaghe. Il perche diceua Ari fot eie almi, capo dcll’yi 1 1. libro delfhifloria degli animali-, che per effère le Vìperbxaiidìffimc del uino ,fono molti , che le prendo- no, mettendo uafi pieni di uino in campagna apprefo alle fiepi : donde pofcia le cauano fuori tutte ehriache . il che diffe Slmilmente Diofcoride nel proemio del fello libro . Mangiano oltre à ciò le Vipere ( fecondo che à Tifone ferine Galeno) le cantarelle, &le bupreSìi . & fecondo Ariflotele al xx 1 x. cap. dell' V 1 1 \ . libro dcll'bifìoria degli animali, mangia- no parimente gli Scorpioni. Et però diceua egli , che i morftdi quegli animali Uelenoft fono piu nocini, iquali mangiano altri ammalimortifcri , come fanno le ùipere . Entrano le Vipere nella theriaca . le quali ingegnando à preparare Ga- leno nel libro degli antidoti, cofi diceua. Tfon bifogna cercare le Vipere nel rnc^o della fate, come fanno alcuni, ne man co quando fondipocoufcite delle cauerne : imperoche nelmeyp della fate la carne loro è troppo arida , come è quella del le ufeite fuori di poco tempo troppo frigida & troppo fecca , & dipochifimo nutrimento . Adunque ilmiglior tempo di pigliare è nel tempo di me\o : il che diffe parimente Andromacho . Efel quale tempo coloro , che Sacrificano à Baccho , [ofiono Smembrare le uipere, cioè nel fine della primaitera, auanti che cominci la Siate : onero nel principio della fiate immolto tempo dopo al naficer e delle Tleiade , quando la primauer a fìiffe paffata molto fredda . Le pregne, fe pur fi prendono, fi Ufciano andare : ma all' altre fi taglia la tefta, & la coda, fi perdi elle fono parti piu uelenofe,fì anche per che fono piu dure, ne hanno alcuna carne in loro . Debbonfì queste eflremità tagliare ( come che Diofcoride fe ne faccia beffe) allamifura di quattro dita, & il reflodcl corpo fi debbe pofcia fuentrarc. Scorticare, & lauare:& finalmente met tede in unapignatta con purifiima acqua , & anetho frefio , à farle cuocere à fuoco di carboni , ouero di legna fecche, che non facciano fumo, mettendoui un poco di fiale, fe le Vipere faranprefe nel lor tempo determinato : ma fe elle foffe - ro profeta fiate, non ui fi metta fiale . Onde è da guardarli anchora di non pigli arie nelle maremme,ne in altri luoghi, do - ue fieno acque [alfe : perche la theriaca, che fifa con quefie , genera gran fete . Quando adunque le uipere fon ben cot- te, comefiefiuolefiero mangiar e, gittata uia la decottione loro, fi fceglie la carne dalle filine , &peflafì infieme con pu- rifim'o pane ben arrostito , & ben leuitato . Del quale ui mettono alcuni una me^a parte, & altri una ter\a : ma io ue ne metto una quarta, & qualche uolta ma quinta . Ma è d'auertire , chel pane fi a bene arrostito : percioche efiendo altri - menti, c perìcolo, che non f accia diuentar e acetofiala theriaca. Et pera, quantunque fi a anchora bene arroflito,è ne- ceffar io tenerlo per alquanti dì in luogo fece 0 . Fatto queSìo,& pefio benrmfiemc ogni cofa ,fino che fa beniffimo in- corporato il tutto, fie ne fanno i T rocifci fittili , & non graffi : perche i grofii malageuqlmente fi ficcano , & ui diuenta ilpane acetofo,& la carne ui s' infracidile e dentro . Ter la qual cofa è molto meglio peftarui dentro il pan fi ecco , che ba- gnato nella decottione delle Vipere , comefaceuano alcuni, che componeuano la theriaca à Cèfiare , & io fìmilmente fe- ùwdtìami . Debbonfì pofcia ficcare all'ombra in luogo c aldo, alto, & che rimiri à me%o giorno f &non a fettentrione , dimodo che ìlfole poffa fcaldare il luogoper tutto il giorno . imperoche in un cotal luogo fì'potranno comodamente fec caie. Subito adunque che i trocifei faranno formati, mettinfì in tal parte delluogo , che il file non li tocchi, & riuoltinfì ffcffo, accioche fi ficchino ugualmente da ambedue le parti . Seccati pofcia che fieno tenganfì cofi > anchora alquanti gior m nella medefima Slanci , ma piu lontani, che prima dal fole,& riuoltinfì fiefifio.Etper far tutte quefie cofie baSlano quin dici giorni, dopo al qual tèmpo fin chef uorranno mettere in opera per far la theriaca, fi debbono riporre in un uafo di fi a gio> 0 diuetro,o d oro . Imperoche il uetro , & parimente l'oro nonglipoffono contaminare : ma lo fìagno fi fiuole falfifi- cjtieco Ipiombo . Et però bifogna fchifarfine non follmente in queflo, ma in ogni altra forte de antìdoti . come anchora ela'gentome:Slurato ; percioche il cofi fatto fìmilmente diuenta rugginofo. Debbonfì oltre à ciò mettere in operai tro~ ujcinon molto tempo dapoi che faranno fatti, quantunque non molto fi fuanifcano,fie ben Sìeffero fatti un anno , & mol 6° J,0^' • che fin ficchi diligentemente nel principio, fi conferuano interi, & faldifìno a tre, et quattro anni, pur che • • '‘pongano come loro fi conuìene , &fì nettino con un panno di tela bianca alle mite da quella poluerina , che ui fi ri- ima [opra .percioche rimanendoui ella lungamente, facilmente fi tarlano . Ma è cofa certa, che i tarlati fono del tutto FF 4 inutili \ • v ■ - :J . 4 Le uipere fono uaghe dei uino. Quando Ci preti dano . & come fi preparino le uipere per la theriaca . Trocifei di Vi pera. Difcorfidel Matthioli inutili ,& gli interi fon fempre buoni, anchora che peno di lungo tempo preparati . Ottetto tutto iiffe Galeno Afegmi. do la itera via & la itera arte di fare i trocifci delle uipere . ultimamente par chef facciali effe Diofcoridc , che colon (he mangiano le Vipere, diuentino pidoecbiofi.Al che contraponendofi Galeno allxi .delle facoltà de femplici, afferà effer queflo uero in coloro, che hanno ne corpi loro pure affai humori corrotti. S crine Tlimoalxiiì.cap.delxx x. li. bro.ebe Antonio Mufa medico di Cefare Auguflo ufaua di dareà mangiare le Vipere , ogni uolta che gli mimo di pani ulcere incurabili, con il che lefanauapofciapreftamente . In Egitto ( come riferifee Galeno al 1 1 i. delle fati tà degli alimenti ) fi mangiano cotiiìanamente le uipere, &gli altri ferpentì, come fefuffero anguille ; come fi colimi fimilmente nelle Indie nuoue occidentali ritrovate dagli Spagnoli , & parimente nelle orientali, comenely li. litro fi Virtù partitoli legge ;n -plinio . La cenere della pelle delle uipere ffarfa in fui capo uale mirabilmente cantra aU’alopem,&fattiU ti delle Vipere. fenefe m(a ; a „jpera mcjj-a m ,ma pigliata ben coperta,& Mutata con due onde di picchio di finocchio, &ungmm li d'incenfo, facendola abbruciare in una fornace, meffa ne i colirij, oucramenteper fe fola ne gl' occhi , fanale caligm& f tltri impcdimenti.La tetta d’una uipera legata in tela,et attaccata al collo, è medicamento grandifiimo centra lajibim Nomi- tia.imperò che non folamente fana limale già uenuto,maprohibifce,che no uenga. Chiamano i Greci la Vipmfxihu ! patini Vipcra.-gli Arabi labamc Alfahaydi T edefehi Brantfcblangemli Spagn oli Biuon,et Bicbaii Fmccft Pif era. SPOGLIA DELLE SERPI. Peli? Nei fecondo lib . di Diofcoride. Della ipoglia delle ferpi. Cap. XVII. LA Spoglia delle ferpi cotta nel uino,& diftillata nell'orecchie,uale à i loro dolori:& fìmilmen , te tenuta in bocca, mitiga il dolore de i denti . Mettonla alcuni ne i medicamenti de gli occhi, malsime quella delle uipere. Lj spoglia delle ferpi, chefpeffof ritroua nelle campagne tra iftj]ì,& tragli ferpi , è notìffima cofa à ciafcuno. VitlafulefcmmioMifiotelealxv i l.cap.ddfbiforiadcglianmali,cofìdicem.Iferpentift]jioglianodal Ella. °'°£ la melma nella primauera, quando efeono fuori della terra , & parimente l' autunno : ilche fa anebora la uipe- n. Tetti cominciano à [fogliarti dagli occhi, di modo che pare à chi non intende la cofa, che uogliano diuentar cicchi. Spoglienti dopo gli occhi il capo, & pofcia tutto l rcHo del corpo qua fi in una fola notte , & in un fol giorno . lai quella feri mio Caletto altro non ne dijfe egli,fe non che cotta nel nino toglie il dolor de i denti. Vale (fecondo che ferine Mar cello Empirico) aUofiafmo appicandofi al collo con fio di lino,& naie anebora ( fecondo che ferme pur egli ) còtta nel ■ l’olio nfidòin muafo iiflagno , & dipoi mejfafopraloflomaco à i nomiti di quello . Chiamano i Grecila Spoglia del Nomi. , leferpit’i " WK • 1 dattmi Senedia anguiumtgli Mrabi Mchalha, &Selach alhaiedi Tedefchi Schlangen b nicheli Spa gmliTeUeielaciilebra. Della Lepre marina, & terreftre. Cap. XVIII. 2° . N LA Lepre marina e come una picciola loligine.Fatta in linimento fa cadere i peli per le lola,& parimente con la ortica marina . II cerucllo della terreftre arroftito , gioua mangiato al tremo re delle membra, caulàto da malattie. Fregato alle gengiue de fànciullini,& Umilmente dato à mangiare, quando mettono i dènti, loro alleggerilce il dolore . La cenere della tefta della lepre un ta Meme con graffo dorfo, ouero con aceto, fa rinafeere i capelli cafcati per pelagione . Credei!, che darò à mangiare il fuo caglio alle donne tre giorni dopo lepurgationi del parto, le faccia diuen tare Iterili . Itagna oltre a quello il corpo, & i fluisi delle donne . uale al mal caduco . Beuelì con a- ceto contra à iueleni, & mafsime contra al latte apprefo nello ftomaco , & contra al morfò delle uipere. li fuo fanguc lana i difetti della pelle della faccia , le uitiligini,& le lentigini , facendouene •jo fufo linimento quando è caldo. LEPRE TERRESTRE. i S e o n d o che riferirono alcuni fi :rittori3 fi chiama Lepre quello pefee Motmeh a Z^ZZZZZZ 77 ““ L,J,a"“‘ 7T* ‘‘7Ilurefce mrino’ per raVembr‘trf‘ “JT“ì a « 0 - ’ P • o diceuaT. limo al xlv i i t .cap, del I X. libro. La lepre marina 3 che nafee nell'Indico pelago 1 Pefcrittioqe idei lepre Mari no & Tue abo- mineuoli facul tà. Lepri terreftrij & fua hiftoria. Vana opinio- ne di molli. Ignoranza di molti incordo alle lepri. Difcorfi del Matthioli nuoce /blamente à toccar!//, caufiando uno ecceffiuo vomito, & dififolutione di Stomaco . Manti no fot, rane èli J», marina, come m ppgo di carne ficn\a offa, filmile alfa lepre fidamente nel colore : ma m India ha il pelo molto piu J„r0l il corpo molto maggiore , La onde fi può penfare, cheficriuendone Diofcoride, intendere di quella de i noihimtri,-^ difcernefi queSlo, per rajjemhrarla egli allepicciole loligini, le quali fono aneli effe fetida offa, come fono \ polpi. Eli,, fio dipoi ferine che il Lepre marino e filmile à una chiocciola sbudellata , onde farmi, che non poco fie gli raffomiglìl, £ gine che qui hahbiamo pofla nelprimo luogo , & cauata dal libro del I/pndoletio . queflo ha la fellona, chendnlfnt- yeggia, la tifila ferina forma, della quale uno delle corna, è filmile alla libella , la qualei Greci chiamano [oyóatiilrld. " tro ù tronco, ne altro nifi vede, chi im pertugio, sà LEPRE MARINO. quale efee un certo che di carnofo,comemtbgutt- ta, laqual queflo animale à firn piacere metti finn li & ritira dentro . Trifel merp di quelle coma èlihc- ca, conte una piccola fejfur a . Ha uri o/o nell, [chi- na, come la fepìa ma flotto, &piu fiottile. Giti, fm re oltre alla tefla duepicciole corna , cornile clmc- ciole,ma piu brevi , come fie fujfiero tagliate . £ pie- na di liquore nero, come fono i calamari, & le [epit, con liquali ha anchor a filmili le interim, itine unti tra fipetie di piu grande differente dal fu ietto neh parti esteriori, imperò che nella parte dinari ha ài cminentie larghe, & carnofie tra leqrnli ha la bota, ;; iZrpoco di fiotta ha due picciole corna, ma piu breuì,& piu acute , che non fono nell'altro . Queflo non ha altrimenti af- fi nella fichern, quantunque in tutte (altre, farti figli r affamigli , & nelle uifeere è filmile al calamaro, &fmilmÉt in quel nero liquore, di cui è pieno , £' il lepre marino pefiSimo animale, & tutto pieno di mortai ueleno , di modo che me- giato ammauL\a,& riguardato dalle donne gravide gl induce tanta naufica, che le fa [conciare, & pero bene dìceu Tli- nio al primo capo del xxx 1 1 .libro, il lepre marino ad alcuni è ueleno mangiandoli, ò benendofi,& ad altri folamtttt dendofi. Imperoche rimirando le donne gravide le lepri marine femmine fuhito caficano in ma naufiea , & in tato yid di Stomaco, che facilmente fi ficonciano,& altre muoiono uiuendo tanti giorni , quanti uiue queflo animle.OnieiiffeU- cinio Macro, che incerto è il tempo di queSìo ueneficio .Ha un odore molto Sfomacofio, & brutto, &femprefe «e fati limo, & nella fporcitia. Mberto diffie efferne una tempi fipetie, filmile di corpo àgli altri pefici communi, eccetto cbelmf- fimìglia nella tefla à una lepre, di raffio colore per tutta la fichena, & buona da mangiare ; tutto che , fecondo U dottrini p d’ alcuni,. fi dica, che fila dura da digerire,& generi la lepra . Mppreffo Diofcoride vale fellamente il lepre marino efflì- VN’ALTRO LEPRE MARINO, catoperfar cqfcare i peli , ma appreffo Timo vale anchor a allefcrofolc mejfioui fi 'opra, & levatone via preSlo, ( condo che ferine Marcello Empirico) il Lepre marino trito con olio, onero il fiuo fiangue prohibifice che t peli c® yina fichino, efr fie pure rinaficono fono cofit molli Sfottili , che replicandoli il medicamento , non rinaficono fina r Le terreflri lepri fono uolgarifisimi ammali, & nel cor fio uelorìfiimi, ne fìrìtroua altro animale che habbu tu tf dfopra,& difetto in amcnduclc mafie elle, nc che hahbiaf come dice Unitotele al x\r .capo del 1 1 II-h to " ti degli animali) un fiol neutre, che hahhia il caglio, jenon la lepre . Trouanfiene il verno ( come a l v-capideb'< 1 ^ montagne della valle Mnanìa, quando u i altifiima a ’• brorifierifice Plinio ritrouarfiene nelle Mlpi) nelle piu alpe montagne della valle Mnania,T-, — quelle che fon bianche ; ma non cofi graffe, ne cofi aggradeuoli al gufilo, come fono quelle del piano . "Ne fi l cofi bianche, fie non il uerno : imperoche nel disfarfi delle neui, ritornano bigie , come fono le altre. ( to alcune, che non haueqdo finito del tutto di mutare il pelo ,fi ritromno tal uolta me\e hianche,& metf rw - no le lepri con gli occhi aperti , ne fi fanno difendere per la timidità loro, fie non con la fuga . "Ne altro animiti) [fecondo Mriflotele alxi i.capo del in. libro delThiftoria de gli animali) chehahhia i peli in bocca, & l:t ^ Riferifce Mrchelao,& fimilmente è opinione di molti altri, che tutte le lepri tanto imi di , fie non la lepre • . m u.., -- - -, a ,,, ci eri to tefemine s ingravidano, come fefufjero hermaphroditi . Ma è nata queffafalfa opinione per battere ei e > mini, che quelli due tumori, che ha/ino nell' anguinaglie cofi le lepri mafiefii, come le femmine, fieno li tejmo t 1 Nel fecondo lib. di Diofeoride. j 47 imiti non fino altrimenti teflicoli ( come diremo foco qui di fotto fermio del Cafioreo) ma fono due uefcichette finti- li de ghiande, lequali hanno dentro un meato fono, perilquale.ef :e un liquore, come fa delle due fìntili uef ciche del Ca- ftmo, le quali da tutti coloro , che per molte età fono Siati auartti di noi, fono Slatefalfamente tenute per i ueri tefii- flfi.jlchnonconofcendoft dal vulgo, fi che molti anchora reflino in queSìa falfa opinione per uederfi cofi copio- tmnte moltiplicare ; quantunque ogni dì tanti, & tanti fe ne piglino , Ma quello non accade , perche i ma- [chi figlino perche (come dice Miftotele al xxx III. cap. del v I. libro deÙ’hiSìoria de gli animali) le le- frijt ben fon pregne , di rnouoft impregnano . il che fanno parimente fubito dopo al parto , di modo che ogni me- fi gattino, figliando pofeia in diuerfì tempi dell" anno .fecondo che la natura loro gli concede . La onde ne fegue hmltiplieatione .chefeneuede .percioche fe henlattano spiccioli ,nonreflano di rimpregnarfi , anchora che fie- li m pregne, ■ lmafchifcome almedefìmo luogo pur diffe frittotele) ufano ileoito uoltando le natiche alle natiche icU f emina : imperoche hanno là uerga loro ordinata di dietro, come fi uede quando ormano . Et quefia è anchora Um ielle cofe , che ha fatto creder à molti , che i mafehi s impregnino .-percioche è molto malageuole il conofcere ,fc fieno mafehi opaline , come interniate anchora ne i Conigli . Li quali moltiplicano affai piu , che non fanno le Lepri : ne perì mai fi «eie, che i mafehi figlino , ma bene ogni mefe lefemine . Scriue 'Plinio alxxxvil. cap. dell’xi . libro , che apprejfo à Inietto , & àThcrne , &nel Cherronefo appreffo à Tropontìde , le Lepri hanno due fegati: ma che portate pofeia in altri paefi , non figliai e ritroua altro , che un fo lo. Il che prima di lui diffe Aristotele alxvii.capodelii. libo idthisiorm, &alvil.delm. delle parti de gli animali, afermandoritrouarftquefioinpiuluoghi;mafae- tialmcnte nelpaefe chi amato Sicino , appreff > al lago Bolba . Et al xx v 1 1 1 . capo dell’ vi 1 1 . libro della detta hifio- rii , diffe pur egli, che portate le Lepri nell'ifola chiamata Ithaca , ritornano fubito indietro al lido del mare , douefii - jo reno portate dentro , & quiui fi muoiono . La carne delle Lepri genera fanguegroffo , & humori malinconici, & diffi- cilmente fi iigerifee . Ma fecondo Rafie nel libro de i fejfanta animali, è buona alla difenteria, & maffme arroflita. Va- ici fino fegato fecco & bcuut o.àfegatofì. Bru fidata la Lepre conia fua pelle tutta intera in uafo di terra ben ferrato , ÌB un forno, &fattonepoluere ,uale alle infermità dell’ orina , & maf ime alle pietre ielle reni , & della uefcica . Ilfie le della Lepre mefcolato con truccherò lieua , meffo ne gli occhi , i fiocchi bianchi, che offufcanolaluce . Dicefi , che lo fieno iella lepre portandofi adoffo dalle donne , prohibifee Impregnar fi .Ma ben fi fa efferuero, che meffo nella natu- ra loro, riSUgmualentemente i mestrui, & difecca la madrice . I rognoni crudi , & maffmamente caldi fficcatidal virt“ Partico- anttli , mangiati giouano mirabilmente per le pietre delie reni, il polmone uale applicato piu & piu uolte, alle ulce- J ri'terreftr^'" re de i piedi fatte da i caliamenti, & i teflicoli mangiati ualeno alle moleflie della uefcica . Il fingile anchora caldo cot to con farina d’or {o, & mangiato rifi agita fubtto ilftuffo della difenteria, nel che uale medefìmamente lo fieno beuuto. p 11 medefimo fieno , & ì peli della pancia cotti con mele ( come fcriue Marcello) & inghiottiti fpefjo alla quantità d'ima fm confondano le budella rotte anchora chefia la rottura nelle fonili , ma bifogna continuar di ufare queflo rimedio , fiukmnmfit piuperìcolo . I peli abbrufeiati ristagnano il fangue in qual fi uogli luogo, mauagliono J penalmente per il faglie del nafoglifìirpati daluentre delle lepri mue . Scriuono alcuni , che chi porta feco looffo del calcagno del le lepri, rnfente dolore diftomaco , &fe bene è cofafuperSlitiofa , non è però da farfsne beffe . Chiamano i Greci Nomi. laLepremarimLaycotSa.r.a.ajiof ; ì Latini Lepus marinus . La Lepre terrestre chiamami Greci haywf/i patuóc : j LatiniLepus terrefìris : gli Mrabi Mrnebeni li Tedefchi li afe : li Spagnoli Lieure : iFrancefi Lìeure, Lepri, &ioro ro facilità. Della Paftinaca marina , •L Cap. XIX. A spina, cheli uede nella coda della Paftinaca marina con le fquame, alleggerire il do- - lore de i denti , gli rompe , & gli caua fuori . EL a Taflinaca marina comumerata nelle jfetie de i pefei piatti, & cartilagìnofi , come è la raia, la torpedine, Paflinaca ma- & altri fmilì . Chiamano la Tafiinaca ipefeatori Venctiani pefee colombo ,& i Romani Bruco . Enne di due jpe- & 1,11 hl' t!£ ,&dmniuepiu uolte uedute da noi , imperoche una ha due faine nella coda, & l'altra ve n'ha ma fola , quantun- Pefee "coloni. quefieno alcuni, che chiamino Aquilalaprima. alt opinione dei quali non fottofiriuo . Imperoche non ritruouoche bo- oltreall’e(fereellanonpocodifferentendlaformadelcapo,comeneUalungheiprcideUa J. “ 1 ? “Slinaca . Et però io crederò piupreSlo ài pefeatori , i quali mentre , che io me ri àndauo in I Sìria peri li- I lime effammando i pefei , che con le reti fi tirauano à riua , mi moSìrorno eglino piu , & piu pafiinache nonin al- j o >’« ferenti , ebenelhauere alcune due ,& alcune ma faina nella coda, dicendomi , che Cuna era il mafchìo , cioè quel ‘ «u firn fila , & l’altra lafemina . Ma è grande marauiglìa , comeferifehino crudelmente le Taflinacbe , hauen- lu“i um ’h’^MMain una barca Stuccata da un pefeadore ficcare muouendo con impeto la coda piu di tre dita ^ Iti" nel legno. Sono quefle faine forti , lunghe, &robufle, pìugroffed'mapemad’occadafcnuere , mapiatte, Cé C‘ ’T 1 & ^ sfitti > à’un faafimo uniuerfale di tutto il corpo . Il perche nonfen\a caufa tid/d <7^XLVI 11 rCaP°^s.x. libro, chè niunoueleno era piu crudele, chelafama, che flaleuatafopra alla °° ", ’lif & applicato l’unghielle de gli occhi ? Sepie, &lpro N ° le Sepie conofeiute per tutte le pefearìe d'Italia, ouc fi portino uiuì ipefei marini , Sono affai fanti eflarain. eccetto che quelle fon maggiori di corpo, & quello piu ab ondante di gambe . Hanno le Sepie fopra Ufi endici ^ bianco : il quale nella parte di fuoriè affai duro , & lifeio ,&di dentro tenero ,fongofo , & leggieripenternni °> ^ pieno difottilijfimi , & rit orti lineamenti . Vfanlo gli orefici , per ciocbe facilmente in quella parte fongofa Wf10 . le flampe dell anella,& d'altre cofe, chelauorano digitto . Hanno le Sepie quefta afiutiainloro , che coinè Jet auicinarfi ilpefcatore , o gli altr ipefei , che fe le mangiano , lafciato da fe quello liquore nero, che hanno rie coty » torbidano l acqua per non effer uedute « Tartorifcono ( fecondo che riferifee Tlinio al li. cap. del i X. Imo ) ^ fe ,& il piu delle uolte in terratra le cannelle , & trai' alga : manonuiuo.no piu, chedueanni • Il chefir parimente de ipo.lpi al xxxv 1 1 . capo del i x. libro dcll'hifìoria degli animali . Et imperò fopra ciò direno , c(J Polpo grandjf- $°ria •> che recita Tlinio al xxx. capo del I x. libro , di quel grandi fiimo Volpo , la cui tefia era cofi gì ni e> c • Jfambrquq a una, botte di te\iutqdi quindici amphore , & le gambe lunghe di trenta piedi , Nel fecondo li b. di Diofeorìde . SEPIA. 349 hacchnM mollitele braccia , è uera , chejìa necejfaria cofa, chepoffano i Volpi urne le decine de gli anni : co. maneborapuo ìntmcmrc nelle Sepie , & nelle Loligini, chiamate da noi Calamari .-percioche nel luogo medcfimo af- fcrmTlmotftrfeneritreuatene ilidi di Spagna della medefima grandetta delpolpofu ietto. Ma ritornando alle Se- 3° pie, iife JnafiUo , che me/Jb quellor nero liquore nelle lucerne., tolto uia ogni altro lume , fa par ere tutti gli huomini Miri . Ma fe contagio ne , ò con ingiuria mi riprenda qui il Cefnero, per non entrare in contentioni lo lafciarò nel giudi- io iicolom che intendono , nonrecitando io le parole formali d’^tnaftlao , mafolamenteilfcntimento. SonoleSe- £aec^|en& loco pie ,& [miniente ipolpi , le loligini , & tutti quejli pefei coft moUicchioft , molto duri da digerire . ( Ir però fi coftuma fmpreprm dibatterli auanti , che fi cuocano , quantunque diceffe Mbeneo , che le Sepie cotte [effe conferifcano allo fornaio, &aflbttiglmo il fangue , & prouochìno l’hemorrhoide . Ma infomma , per quanto s’ha da Galeno al ili. del lefacultà dei cibi, barinola carne dura, malageuolìnentefidigeri/cono, & generanone i corpimolti crudihumori, dando però laudabile nutrimento à coloro , ne cuiftomachi ualcntemente fi digerirono . Et per quanto ne fcrijfepur egli thniccim delle facilità defemplici , mie tojfo della Sepia abbrufeiato alle uitiligim , à i quojì , & alla rogna : & cu- LOLIGINE. OVERO CALAMARO. G G ra oltre ìjoipi- Difcorfi del Matthioli fit oltre à ciò inficine con fale minerale le unghielie degli occhi . Il crudo fregandone i denti , li fa rilucenti , eHiurt & difecca t ulcere quando tufi mette [opra . Le loro uoita ( come dice ■Plinio ) francano mangiate t arna&tum la uifeofità delie reni. F fanìi alcuni di mangiare co» fagliata, per ejferf infoienti nelcoito. chiamami GnaU Sepia 2»w ii Latini Sepia igliMabi Samba» , efr Sqrtban : li T edefehi Blacfich ; li Spagnoli sita : i FrmefiSttk, Del Multa pelce, Cap. XXI. Crederi, fhel'ufodelcontinuomangiareilMuUoingroffilachiarezzadellauifta.Taglj, to crudo , & impiaftrato medica i morii del drago marino , de gli fcoip ioni , & de i ragni,6 li MuUo &fuaT "Pesci, che anticamente i Latini chiamarono Mitili, lafciato il nome Latino , fi chiamano boggi in " ’ Xslie> hiftoria • ESCI.» IVC amiLUJHCIUC f iwwnwi vnv irj.w , *•«*/ T fìMt , come gli chiamano i Greci . Sono i Mulli di due frette ( come uedo effer anchora, fiato fenato dal dottifi mrn dico Hippolito Salutano ) differenti non folamentenel colore , ma anchora nella granària . I maggiori, tqMifflI uolte fono lunghi un piede fono rofìi con certe linee d oro tirate di lungo dal capo alla coda . I minori fono purpinm certe macchiette , parte roffe, & parte liuide fu la fchena , & non eccedono la lunghetta d impalmo . Sono amen batì , &però chiamati Barboni da i pefeatori Vcnctiani , & Triestini. Bugia in gran prezzo apprejfo ag lM^!^ mafìime a igolofi,fapendofì, che molte uolte furono à quei tempi comprate le Triglie da priuate perfine per una ' t Triglie ferine puro argento t una: tanto fodisfaceuaàgolofiillor fegato ,&lalortefta .Et impero diceua Galeno a UT e 4 J- r^.l ...... . - .7.. •• j ir .... mni ri mp (idMll jMJW*8' u yuru uigctnu i- mia . l'Uiii-vjvittòj uicnuugvLvy ti, uui j — - • \ r I' tattBh da Galeno . tàdei cibi . il fegato della Triglia mirabilmente fi loda da i principi degoloft , quantunque mai à mefia eg to foaue , che meriti d’effer tenuto cofi in prezzo , & cof honorato , ne ancho perche dia al corpo troppo cete tn J. _ . ^ r.„:i :: ja r... a li../, a rnan¥n non Patendo io perche «tufi cit tojoaue3 eoe menti uejjcr tenuto cojimpre^o , coji nonor aiv 3 ncuniuv r- ■■■» .. trimento : & fmilmente dico del fio capo , il quale dopo al fegato lodano coloro . Ma nonfapendo ioperce c forno andaffe cercando di queftipefci ipiugroffi , per ejfer i piu piccioli piu faporiti , grpiuaggradeuouo ^ domandandone un giorno ungolofo , che n’haueua comprati de igrojjìper una gran quantità di denari , mlf» ’ ^ cercauano i prodi per hauer eviino mavvior fevato , <& mavvior teda . Et nel medefimo luogo nel principio e cercauano igrofiper hauer eglino maggior fegato, & maggior tefla . Etnei medefimo luogo nel principio ^ diceua . Le Triglie hanno la carne piu foda , & piu fragile di tutti gli altripefci . & imperò non e uifcofd, nc&.,CHOil( difapore aggradeuole , & molto famigliare alla natura dell’huomo , Figliano le Triglie ( come diccT mio ^ Nomi» difapore aggradeuole , & molto famigliare alla natura dell'huomo , Figliano le Triglie ( c l'anno , & fono tanto ingorde , che fi pafeono ne i corpi morti degli huomini . Quelle piu fi lodano, che ninno pendenti dal mento : & le [{ornane fono affai migliori , che quelle del Pregno, & di V inegia . pffe doue fia annegata una Triglia , beuuto impedire il coito ne gli huomini , & nelle donne l impregnarli • Greci il Mullo Tpiyha. : i Latini Mullu ; ; li Spagnoli Sahionete » Ddl’Hippopotamo. Cap. XXII* I testicoli deU'Hippopotamo leccati , & triti fi beono al morta delle ferp1 • ^ippopotamo & Tua biftorù > "T~t l'EinopoikMB ( [fecondo cherìferifce®lmoalxxv.&xxvi.cap,deU’Vlll-M-}m‘‘.^hfr(i » • jTs Uaffei maggiore fiel coccodrillo : il quale ha due unghie ne piedi, come hanno i buoi . Ha la fchena, - c . I nitrire di cauaUo : il grugno leuato , la coda torta , & i denti, come di porco cignale, eoinewe n° J ciui . Ma Mirinotele al vii. capo del III. lib . della, natura de gli animali (dal quale pare che tranfcriiict ^pip-- Nel fecondo lib. di Di ofcoride. 35-1 HIPPOPOTAMO FINTO. del Bippopotaoin quello modo. La bocca in alcuni animali è intagliati , come ne i cani , nei leoni, & in tutti gl' ai- tei, che hanno ideati, come jega : ISlegl buoniini e pìccola ,ne gl' altri è mediocre , come nelle fpetie de iTorci,&nel- t Hippopotamo, il (pelale nafce in Egitto con crini di cannilo , unghie bolline , & nafo riuolto ,&l’offo del calcagno , co me barn tutti gl animali di dite unghie . Hai denti fuor della bocca, ma non molto . La coda di porco cignale , & la uo cedi cauéo , & e, cófi grande , come un afillo . Ha lafua pelle nella fchcna coflgrofja , che fe ne [annodai cacciatori fette, & dardi, & parimente feudi, elmetti , & rotelle , per effer impenetrabile, fe prima non fi bagna . Ma fe uoglia- jO tuo credere aT eufemìa & Greco , & antico bifonico , l H ippopotamo hancllamafcella di [otto due "panne , cbegl'efco - no piare di bocca, come ha il porco cignale , manoncofi elùdenti , & grandi , per cioche ferine egli ejfere flato incirca dkimfmuUcrodella madre di Diìidimena fatto d oro , la cui faccia in cambio d'Auorio era fatta di denti d'Hippopo - tomo . Ma pormi neramente , che poco f per non dire nuda ) fi raffi’ ornigli al nero H ippopotamo l'imagine in quefiìo luogo tìompeu i (> «anturi (ine per l Hippopotamo lójjipingeffc prima il Bellonio , & dipoi il Ge fiero pigliandolo da lui : Inope mhemahamo ìfuoi pieci le unghie sfefife , come i buoi , ne manco fono limili nelle calcagna , ma come i cani , &i lupi, Ctt le ndpi , ocdcndofì hauer le dita & le unghie (inali a loro . La bocca (imilmente-non è in queflo animale mediocre , ue- dendofi thè il Bellonio lo dipinge con un C occodrillo m bocca. Tiu oltre non fi uede , che babbi opime fuor di bocca , co- inè «porco cignale , non ha crini , ne [ornigli ampi ueruna con il cauallo , & con l' afino . La coda èpiu predio d’elefante , che di porco cignale . Le orecchie fono comed'Orfo,& il moftaccioporcino , ilquàle [e bene è riuolto in fu , farebbe in 48 atto fimi iipnpofito & di ragione uolereper quello figlio filo affermare, chefujfe l'animale , che rapprefenta la qui fi detta figura, t Hippopotamo tlmperoche in tutta la forma del corpo, eccetto che ne i piedi, & nella coda , piu predio famiglia un porco , che qmlfiuogli altro animale . Tfe mi rimuoue dalla mia opinione la diatua di pietra del Jfiilo in Rj> m, appreffo alla quale è [colpito l’animale , di cui è qui la figura con il Coccodrillo in bocca , imperochc non fi raffomi- glrndo eglmpme ueruna all' Hippopotamo , del quale fcriffe Arijlotile , Taufania , Tlinio , & altri antichi fritto- ti,mon mpoffoperfuadere, che quell’ animale rapprefenti iui l’ Hippopotamo , & maffmamente non trottando ioferit nia mimo, cbegl’Hippopotamipiglino i Coccodrilli , & che miti interi li portino in bocca : Ma bene piupredlo mi Mamgltodel Bellonio che ferina hauer e uifìo in C ondi antinop oli un Hippopotamo ftmile à quedìo , il quale era munto già tre ami, &éteutt anchora in luogo [ecco : Imperoche ferine Midlotile al fecondo capo del ottano libro dell’bifio- ru degl ammali effere alcuni animali, comefonoleTeflugginimarine, iCoccodrilli, &gl’Hippopotami , iqualinon ;o (fino mere per propria lor natura lontani dalle acque , come la ifìeffa ragione della natura , & l’efpcrienga ne fanno limonio . Il che m’induce à credere affai piu ad Ariftotile , che al Bellonio . il quale credo io che fifa ingannato , ò éll‘r‘1 fmn ihaUer mÌ“t0 °Sn‘ C°fa ’ mU° d‘ 5 ueUo ’ chei non uiieSia • & di ciò mene fanno teflirno ‘VnJcolt,tc medaglie antiche, battute dal rarififmo Antiquario Cefareo M. Incorno Strada Mantouano, &rarififi- mej igatore delle antiquata Ramane , & Eflenie , uedendofi ne i rouefei loro le nere imagini de gl'Hippopotami, nancl fi ° e^ote che gl affegnano tutti i fu detti Infiorici . Erano gl’Hippopotami anticamente non folo nel Telilo , uono Stri Umh°tho in ^lca aPPreJT° al monte alante , & parimente nel fiume Indo dell’India , fecondo chefcri- £ quell a ^ S°tin0 • 'Hpnfìtrouanopiu i ueri Hippopotami in luogo ueruno , come ferine jlmmiano Marcellino . fauenut a'fima C ^ ianta aftutia , che entrando ne i campi delle biade allapafiura } u entra all’ indietro per parere , che t donelb U0r.l>Per ^0ìf eIFeruÌpJ‘eft> • *4 Poma fu portato uiuo infiemecon fei coccodrilli da Marco Scauro edile, facen no en Ret ane i fuoi giuochi • Hai Hippopotamo questa natura infe, che quando (ìfente carico ,& troppo ripie- J cmmi: d°Me alcun tronco di canna già fiata tagliata ui frega fufo la urna ,fino che fi cauafan an 0ne uen^rfuor tanto, quanto pare a lui che gli bafii , pofeia ferra la piaga conbelletta , ò con fango . , GG 2 La cenere Virtù dellq Hippqp.qcam0. Scorni. Caftqreo , & fua hiftori^. Pllcorfì del Mattinoli «IPPOPOTAMO VERp.: n » la cenere delfìto cuòio impalata con acqua fana lepoHeme, che fi chiamano pani . Meggerìfet il fuo graffo il freddo, c he uiene aitanti alle febbri : & fimilmente il fuo Jìerco fomentato . I denti della mafceUafua fmiflra, fregati alle grufi ue ,fino che efea il fangue , fanano il dolore de i denti . La pelle della fmijlra parte della fronte legata appreffo all an- guinaia , probibifee il coito. &brufeiata in cenere fa rtnafeerei capelli . I teflicoli beanti al pefo d'ima dramma m- gliono al morfo de ferpenti . Chiamano i Greci l' Hippopotamo lWoTOTaf/or : j Latini Hippopotamus , & frinititi’ liseqms , ' P DelCaftoreo, Cap. XXIII. EI l Caftoreo ambiguo animale ! percjoche conuerlàinfiememente interra, &nellacqua dotte fi ciba di pelei , & di granchi , Hanno i fuoi tefticoli uirtù centra i ueleni de ferpenti fanno ftarnutare , & ufanii in diuerle cofe uniuerfàlmente , Beuuti con pulegio al pelo di due dramme , prouocano i meftrui, % cacciano le fecondine, & lq creature del corpo , Beoplì con aceto alle uentofità , à dolori di corpo , al linghiozzo , à mortiferi ueleni , & aìl ixia . Suegliano meli ne i crifteri i lethargici , gli addormentati, &glifopitiperqualfiuogliacaufi. Dilfoluti con aceto,. & olio rofado , §t odorati , ouero fattone fomenta fanno il medelimo . Beuuti , & applicati ini™- iji ma di linimento gjouano à gli (pafimati , & à i tremori delle membra , & à tutti i difetti dei IW) ■ Hanno uniuerfàlmente uirtu di Scaldare . Quelli fono gli eletti , che nafeono da un medefiiJiopM cipio ( percioche gli è impoflibile ritrouare due uefciche ferrate in una fola tonica ) che hanno dea tro uno liquore cqragginofo , di graue , & faftidiofo odore, forte , mordace al gufto fragile i * circondato intorno da proprie & naturali pellicole . Contrafannogli alcuni truffatori mefcolanw l'armoniacQ , oueramente la gomma co l fangue di quello animale, & con gli fteffi teCUcoli, accon dando pofeia tutto nelle uefciche àfeccarfi , E ueramente falfo quello , che fi dice , che lega® quello animale dai cacciatori fi ftacchii tefticoli nelfoggireconidenti.'impcrochenotiWiP1' pigliare per effer ritratti, come fono quellidel porco. E necelfario neltorlifuoiadimdend<>1;,Pc le, conferuare quel liquore limile al mele con la uefcica, doue ftà dentro, £c poi quando e ;t riporlo, CO me fi uede per tittt al’ \Alamagna baffa, ouunque trascorrati fiume del Rjjenot per t^ufiria, & ouunque paffi il Danubio :& per altri luoghi cìrconuicini , per cui tr afcorranola Draua , Usatici , & ampli jjìmi fiumi ,fono i Caftorei ( come dice Dìofcoride ) neramente animali all'acqua , & alla terra comica11'1 > ^ dofi quiui bora nuotare nell acqua , & bora trafeorrerefra terra , & caminare dietro d i lidi de i fiumi • H annua ^ to fienile alla lodria , come che alquantopiu grande . Ha il capo quafi tondo , i denti & gl’ occhi come i Topi , ^ di porco , le mafcelle come di lepre, con il mof accio tondo ferina acutezza ueruna . & con alcune fetale im0™ \.ra[r aiponu, IO mai cccu, come ai lepre , con U mojtaccio tondo fenica acutezza ueruna, & con alcune hanno i gatti , & parimente ha le medefme fetole neUe ciglia , 1 denti dinanzi , i quali fono due di [opra • & 1 ^ to ,fono lunghi , larghi , quadrati , taglienti, uacui dì dentro , & d’nn colore , che nel giallo remeggia , mal ^<0^ che fono da ogni banda otto , fono incquali , & emidi , come ma lima . Hapicciole orecchie , ritondette, P ;1 Jm piccolijfmi occhi rifletto alla grandetti del capo , & del corpo Nel fecondo li b . di Diofcoride . apparati molto fittili allo Marmotte ,& atti Scoiuoli amati di ugne ferme ,&robufle . Onde non fono in parte iter ma rajfmhmli à i piedi delle Simie , come ferine un dottiflimo tutore moderno . Li altri di dritto fono quafi fìntili ài pie didcltoca , ne i patì fono parimente cinque dita collegati da una nera Cartilagine . Ha la coda larga 'quattro dita , fi- ttile ama lingua piu lunga d’ma franta, difiprafiuamofa, comepefce, & di fitto lifeia , & fetida peli tanto daU'una $0 patte, quanto dall'altra, della quale ft ferite quefto animale per nuotare, come faparimente de i piedi pofieriori. Ha il fe tifai grande, nerigno , & diuifi in cinque ali , douetra le minori fla attaccato il fide . 1 Rognoni fono maggiori , Mtmlrp minore, che fi richieggo in tanta quantità d’animale . La uefeica è come diporco , & i testicoli fono pìcco- MrSketti , & attaccati di dentro uia allafrina del doffo , li quali non fi poffino cattare ( per mio giudìtio ) finga tor * MMU* ritmo appreffo Tlinio effer flato diligentemente offeruato da sefl io medico . Onde è co fa manifefia che Solino, Jndrmctcbo , ‘ Elmo Apuleio , Gimtcnale , Cicerone , & Tlinio famlofamente fcriffero , che il Cafiofeo/i ut girila I tejlicolìami denti , uedendofi figuitarie da i cacciatori . Ma non poffo finoti marauigliarmi, che Tlinio refiaffe in quejlafalfa opinione battendo egli letto appreffo il medefimo SeSUofcome egli tslcffo ferine aliti, capo del xxxi r, libo) tutto ciò efrerefaudefo , & effer e quello errore confutato da ScHìo . Ma c [fendo cofa manifefia , che i Caflorei ìmimteilMiattLKoatiaUa fritta del doffo poco maggiori di quei de i galli. Infogna dire ( come è la iteriti) che i Ca- ffi 1"*! */ m * Kf° 'medicina , non fino i tcfìicoli deli animale , ma fino due uefciche cefi fatte , le anali fono in quelli animali tanto neintafehi , quanto nelle f emine in amatine le anguinaglie di fatto f otto la pelle graffe cerne uuo- " & mlta maggiori , le quali hanno un'orificio l'uno appreffo l'altro fuor del corpo dp prefio alpe tee melilo come due tridenti pen-ugietti ,peri quali efee fuor e un humore gialliccio , qttaft come olio di friaceuole odore, il file quello mimale lecca con la Unga , & fette unge per tutto l corpo . Quello liquore ne i nini ( come ho detto ) è li- ftieeme olio, mtir atti follicoli uia dall' animale ,& attaccati al fumo , diuentaìl liquore groffo , come mele , & ** U col°re . & dipoi s’indurifce , come cera . Ma che quefte uefciche , metro follìcoli pieni del fi detto li - prenon fieno 1 tefticoli di queflo animale fi cognofie manifeflamente ,percioche fino tanto ne i mafehi, quanto nelle Itene duna medefmagrandeepqa . Oltre à ciò non nifi uede meato alcuno , che entri nella ucrga deli animale ,fc l-ene d. ” munelmcqp di loro . Jfipatifie la ragione , che in fi piccolo animale debbino effere testicoli dì tanta grandetta . i° « minte ntmandofi ne i mafchifaifatamente itefiicoli ( come s’è detto ) attaccati di dentro alla fritta della fihena, eoe ag,o„e , che confronta, che iftt dcttifoUicolifteno i tefìicoli di quello animale . Tsfroi adunque iiifignati primamen- /? ' liotrifrrnoRpndoletio,cfrit!ttidaUanouitàdeUacofa, battendo hauti in dono due Caflorei fimo mafihio , & tilt 7 m dal Ser,enifimo 'Archiduc* d’Mufiria Ferdinando . &c. mio Signore , & Tadrcnc , ne uolcmmo u edere in tl,tt0 1 “«“tomìa ; la qual fu fatta in cafra noftra prefentigl’EcceUentiffmi Medici Ce farei , il Signor Dot - fin 1 & il s iZnor Dottore Stefano Laureo, & M. Claudio Riccardo Chirurgico dì fra Madia , in- M. Ah ‘ T7re Mrea Blauio * il Dottore Giotmni Villebrocbio , il Dottore Giorgio Handfchio mici colleghi , & et'rcrìu 7 j Chirurgico dì fra altera , i quali uedemm 0 queflo fatto non fare altrimenti dì quello , che ibi 1 ' ,Bmo fytóoletio , à cui ne debbe rendere gr atte non follmente tutta lafchuola de i Medici della età no- r'cì , °M tma lapoflerità ; Mmenga che da pochi de gl’ antichi per molte & molte etàpaffate , ò forfè da nìf- ' ff#„. ° 1 V‘ÌJ‘ ‘ìmpi ’ èfiat0 con°Jiiuto tot al errore, effendofi tutti ingannati , credendo manifeflamente , che il Ca , (r tm’r miicim ‘ dtr° nonM^ chei neri tefticoli di queflo animale . La flemma ua del corpo, pifiia, t mpe per un filo meato concomndoui il collo della madrice , & parimente quello della uefeica . Mangiafi la co- G G 3 da infame Falfìtà ne i tefti coli del Cafto- reo. Caftoreo ferita to da Gal. Virtù particola ri del Cafto- reo. Nomi. 3) 4 Di fc ori! del Matthioli da infame con i piedi poHeriori ne ì giorni , che non fi mangia carne , tenendofi che quelle parti fieno piu prefiopefi, che carne , nondimeno almioguHo non ni, fi /ente dipefiefapore alcuno . Ha il Caftoreo ferociJSimi ,&tMijlmtaù ti , con i quali tronca i rami de gli alberi, li quali pofeia acconcia con mirabil arte infarfi le flange di piu palchi nelle uerne Jone egli fi ripara nelle ripe de fiumi . Morde crudelifiimaniente , di modo che mai non sferra , doue afferrali, denti, fino che notificate ilfracajjò dell' offa . Ma è bene d'auertirc , che pochi Caftorei di qucfti, che unno, gono da Finegia in mercantia ,fono , che non fieno falfificati . D el che nc fa fede la grandetta loro . Corromponlìcolo - ro, che ne fanno incetta , peftando ( come dice Tlinio ) itefticoli, & i rognoni infime , & acconciandoli poftum bell' arte nelle uefeiche àfeccare . Io riho bene battuti di non contrafatti Botimi portati d’MuHria, molto affermimi la grandetta , nel colore , nell'odore , & nella bontà da queBi , che fon communi nelle frettane . Scritte Tlinio aliti, cap. del xxxi i . Uh. che il piu ualorofo Caftoreo fta.quello che nafeein Tonto . Il che prima hauea detto Strabati li terreo libro della fina Geographia , con quefle parole . La Spagna produce affai capre falmtiche, & cannili falmtkH. I fiumj producono i Caftorei; ma itefticoli dì queflinon hanno quella tòrti, che quelli dì Tonto, perciochi è propria natura del Caftoreo di Tomo d'hauere efficaciffima mutine i medicamenti d’ importanza , come anchorain molti Uni- tri . Onde fi uede manifeftamente, che interpretò male affai lo interprete di Strabono quefta parola uolendo dire non uelenofo , ma medicamentofo come proprio ftgnifica quel uocabolo Greco in quefto luogo, cioè «jtiist per li medicamenti , come fiotto molti altri medicamenti chenafconoin Tonto, come bUffenrp tanto commendato daCt leno, l' Acoro, il Thu, l'Mmomo & molte altre uirtuoftffime piante . Il chefapendo molto bette il Dottifsm Damma- te mette il CaHoreo politico come il piu uirtuofo nel fìto Mitridato . Etperciò non fio io , come Damerete coftlé nella compofitione del mithridato il Caftoreo di Tonto :& mafìimamentc uedendofi che Mndromacho neh compofitim (iella thcriaca loda quello del Danubio . Scriffe de i tefticoli del Caftoreo aU'mdecimo libro delle f acuità di [empiiti n Galeno, in quella forma . E' il CaHoreo medicamento neramente molto celebrato , & molto ufato da i medici ( dell ufi del quale per le mirabili f acuità fue fcriffe Mchigene tutto un libro ) c alido, & fecco. Ma quantunque molti altri fai pliriftritrouino aneboraeffer tali ; nondimeno per ejfer il CaHoreo compoBo diparti piu fiottili, affaipiuule ,ckgU tri chefcaldano, & difeccano anch’eglino . Oltre à ciò è dafitpere, che di gran lunga s'ingannano quei medici , chi i» ogni ffietie di tremore , di fpaftmo,& di paralifia ufano il CaHoreo, non ricor dandoft, che tali accidenti pofftno inm- nire per piu ditterfe , & contrarie caufe del corpo . La onde hauendoft bene HudiatoHippocrate ,poffono benjjfimu mentarft i medici, che lo fra fimo de iteriti boraper troppa abbondami , & bora per mancamento d’bumori ftcafa ut ì corpi . Et però beniffmo, &con molta utilità, doueper abondanga fia di bifogno di cacciar fuori , & di difettarti}, può il CaHoreo &dar per bocca, & applicar di fuori. Il che non fi può fare Je non con gran nocumento, oumquefi nin- ni caufarft lo fraftmo per ferità , per difetto d’humori,& dì nutrimento . il medeftmo fi debbe atterrire ne i paralitici, & p in coloro che tremano . Debbefì quefto conftderare finalmente ne i lunghi fmghiotpfi dello stomaco: impernile doni futi fino da troppa picnespga , ui uale mirabilmente il CaHoreo, facendo pofeia Scontrano quando fi fanno daficcitaiisti- muco, ò da mordaci, & acuti humori . Ma come che faccia credere dì iouer effere il CaHoreo in qualche parte militi corpi l’odor e, & il fapore affai graui, che fi ritrattano in lui ; nondimeno non fe ne uede malitia alcuna, oue s applichiceli- venientemente . Hollo [fermentato io (diceuapur Galeno) tratto prìmaperòfanguc dalla netta appreffo alla gmiM delpiede , à darlo conpulegio , onero concalamcnto ne i meHrtti ritenuti, & fempre ho ritrouato bauerli provocatila rLa alcun nocumento . Tale brufeiato in fu i carboni,& toltone il fumo per bocca à i difetti del polmone ,& d- ' ' Fattone fumo fiotto alnafo (oltreàq Fa il medeftmo prefo inpilule alpefodi merp /crepolo con altrettanta Mff refenda : Baiato alpefo d una dramMjaa* dare del corpo & caccia la uentofttà, così di fopra, come di fiotto . E' oltre à ciò f aiutifero, & fiacco rimedio dato « f re, ouefi tema che ne i dolori colici,& in quelli della madrice ( come freffo ho io ueduto accadere in Germania ) i patii" ratti,& flroppìati delle mani,& delie braccia,oueramente che non fi frafmino.Dafiì ammali i li beo- ti non diuenghino conte atti, & flroppìati delle i mente à bere à ipar alitici, & centra il fingono ; Gioua alle fciatiche bcuuto alpefo d'una dramma con tre o panaco : Dicono alcuni che i denti dinanzi del caftoreo guarirono il trabocco del fiele, tenuti nel bicchiere con ti ^ noli ammalati il nino, del che (fe ben pare hauer non fio che del fuperflitìofo) fe riè però ueduto qualche fai ie»lf ‘ uà (come riferifee Tlinio à 1 1 i.capitolidcl XXX I r .libro ) al mal caduco . MUeggerifce il dolor dei denti, far nell’orecchia di quella ìfteffaparte, oue è il dolore . DifliUato medefimamente nell' orecchie con opio , gioua mira i à i loro dolori . L'orina del caftoreo fi mette ne i compoftti, che fi preparano cantra à i ueleni,& riferbafi tu afa fauefcica. Chiamano i Greci il Cast orco Kdcap ; i Latini Fiber : gli .Arabi Incinera Mlghide Bedttfter,Giev t c i & GiendibideHar : i T edef ibi Byber : li Spagnoli Biuaro,& Biuerio ; li Francefi Bieurc. Della Donnola. Cap. XXIIII. L A Donnola , che ua per le noftre cafe, abbruftolata prima, pofeia cauatole l’int^10^ , falata x j j. .<15 j /Ir/imDlC & ferbata fino che s'inuecchi, facendola feccare all'ombra , data à bere al pefo di due in poluere nel uino, è efficace rimedio al morfo di tutte le ferpi , Vale beuuta nel mede: lio 1 ^ al tofsico . Oltre à ciò il iuo ftomaco empiuto di coriandoli,& inuecchiato, fi bee polca u . n l: O. i 1 1 1 T in TX 1-1 CArtfy in un Udiv “ al morfo de i uelenofi animali, & al mal caduco . La cenere della Donnola brufeia» in un terra, & applicata con aceto in forma di linimento gioua alle podagre. Vngefi il fuo fangue u te alle fcrofole,& gioua al mal caduco . ° sono Nel fecondo lib. di Diofcoridc . 3 y y DONNOLA. SONO le Donnole, fagaciflimi ammali , & quantunque piccioli, ammofi(fmi,&ferocifìimì, in Italia conofciutc,& Dollari . Bjtromnft ( come dijfe "Plinio ài ni .capitoli del xxix.libro) Donnole di due forti : una che uiue,& con- l0 infamile campagne , & ne i hofchi, chef chiama faluatica : & l’altra, che fi ripara nelle noflre cafe, chiamata dome- nica . Sono amendue cofigelofe dei loro figliuoli, che mai non gli lafciano fermi in un luogo, per paura, chenongli fie- no tolti i mifmpregli uanno trafportando di luogo à luogo . Et però ben dijfe Mrilìotele alvi, capo del ni. libro iella generarne degli animali, che ejfendo fiate uedute le Donnole, quando trasferifcono li figliuoli loro con bocca, fi fonfilfamente imgiMti alcuni, che partorivano eUe per bocca, come poetando par che fi creda Ouidio nelle fue meta- mrphofi . He mnc0 pipare di dar fede aU’Encelio huomo altrimenti dotto , ilqualeal liiii. capo del tergo libro del Imam deiminer ali, feguitando egli forfè piu il uulgo , che Mrifiotele,& altri buoni authori , ferine affai Sconfiderà tornente, cbelefepie, le loligini, le locufie,& lefquille marine ufano il coito per bocca ,&per bocca parimente partorì - fcom:&ilmdem dijfe pure egli de i corbi,& delle galline falttatiche, cofa ueramente piu da ridere , che dafaruifopra iterala confider alone . jpetic di donnola fono anchora le Mortole, di cui habbiamo in Italia due Jjietie , [una delle quali jg kilpelo,cbenelrojfonereggia, eccetto fotto Ugola, laquale è bianca, & quella mila chiamiamo Faina. Quella odia »p impacci ittilkni.perciocbe fuole ella jpeffo entrare nelle cafe loro, oue non fellamente {canna tutte le galline del pol- laio bcendonc il l'angue, ma fi mangia anchora l’uuoua, che fono ne i nidi . & molte mite entra nelle torri , & ammagga tnttelc colombe & ipipioni, che può arriuare . Il altra fe ne flanelle felue,& rare uolte ita fuori,& quella propriamen- teft chimi Uartola,& da alcuni Martorello . E' differente dalla Faina per effere alquanto piu lunga di corpo , per ba- rn kgoligiiUa , il pelo piu chiaro,&piu dolce al toccare . Onde le pelli fue fono filmate molto piu delle altre da i Ma- gati per le fodre delle ttefiimenta .Sono alcuni, che dicono, che di quefia ultima jjietie fe ne ritrouano di due forti , una che Sa nelle felue tra i faggi, tra le qttercie,& tra gli Elici: & l’altra tra i pini, tra i Teggi , & tra gli abeti molto piu beh di u edere . Di cotale jjielie fi crede, che fieno anchora i gihcllini, i quali fecondo che fi può giudicare dalle pelli lo- ro, mmfonodigmdeggadicorpo,& di fattione molto difeimili dalle Martole, quantunque pure alquanto minori . Le |0 p tlliloroftmo di Impelo, cbenelnero rojf :ggia, eccetto che miagola, laquale è come bertina . Ejtrouanfi in copia in M o {coma, iti Lituania , & in altre uicine Trouincie , onde fìportano à noi le pelli loro . Di Jpetie di Martole, ò di Faine è an ebollii Furetto chiamato da i Latini y morrà . Quello non è maggiore d'uno feoiulo , quale altri chiamano fchiratto,& dipelo, che gialleggia . £' animale ferociffmo,& molto audace, & quafi nimico di mùgli altri animali, & (jietialmen- le de i conigli, de t quali caccia fuor delle cauerne i bianchi con mirabil maniera . Fi molto uago del fanguedi modo che me pili di queliti, che di carne . Kjtrouanfi ( come intendo) in Germania, Tolonia, & altri luoghi circomicini altri ani- «didifimile jpetie , iflualiperchc fin bora non ho ueduto, ne manco ho intefo certamente della forma , & natura loro, pera sonili) butto che feriuerne . Ma ejfendo io ridotto bora in Bohemia,Jpero che con l’aiuto del Seremfe.Trincipe Ferdi Madojrchìiuca di bulina, & mio colendiffmofìgnore, non fellamente potrò io uenire in notitia diquefii, & d'altri ani MI . iqitali {introitano in quelle HSgioniprenominate , ma di confeegmre anchora molte altre cofe , che non poco fi con 1 lìjnmneU'bifloria cofi delle piante , come de i minerali . Combattono umilmente con le feerpi ,fempre però preparati ofipmii con la ruta .&( come fi legge in Tlinio alxxi. capitolo dell’vi II. libro) ammalano le Donnole i bafi- Hi morendo però anch'effe nella battaglia per lagranputga . Dicefi , che accecandoli le Donnole , con punger loro V occhi con l acora, racquiflano di rnouo la luce, come fanno le lucertole . Lo lìerco di tutte quelle flietie d'animali ha ° di rnofcho : incorporato con mele , & con farina di lupini, ouer amente di fiengreco , rifeolue lefcrofole , Stigli altri tumori flemmatici .Ffano alcuni il fiele di quefti animali alle argeme degli occhi , & mafeimamente ac- ' Jfapato con [ticchio difinoccfeto : & parimente per leuare uia le lentiggini ungendole con ejfo mefehiato con mele , & ? *'? ‘sdis di brionia , ouer amente di aro . Mitri dicono , che il lor polmone conferifce nelli huomini à tutte le in- tona 1 polmone. La cenere della Donnola uale al dolor del capoimpiafirataui [ufo ,& alle Mufloni de zìi occhi. ( ^mlaDomolaiGrecix^:ÌLatiniMuflela. “ Donnole, & lo ro effamin. Erronea opinio ne d’alcuni . Natura delle Donnole. Nomi. GG 4 Delle Nel fecondo lib. di Diofcoride. } )7 f MlepimicdcUaftatelapolucrc del terreno ; & ‘lueflebcmnobreue urta , ne s’ufimo in cofet alcuni. 7 'defono ) aulir dell altre , che nafcono fecondo (ordine legitimo della natura ne i mari , ne i fiumi , nelle paludi ,&nei la - T litromfeneanchora diterrcftriJeqMinoi in Tofcana chiamiamo Botte, & altri le chiamano Beffai . & di quel jt chi particolarmente per reflare ne i canneti fi chiamano Caiamite ; ma amendue uelenofe , & mortali . 7{e i fiumi', “il ùaIudi, & nei laghi conuerfam quelle, che fi mangiano, diuerde , & dibigio colore nome che quiui anchorafe ^tritrouinodì quelle , che fon uelenofe limili alle botte temfiri . Tartorifgono le Ranocchie (fecondo che al li. capo pJrto , & gene IX libro firme Tlinio , & noi del continuo fenfatamente ueggiamo ) neri , & minuti pelinoli di carne ; che non fo rauolie delle 1 litro, (Ite gechi, &coda:ncj quali crefeendo fi formano pofciale gambe , diuideniofi laeodain quelle di dietro . Rane- yiimo ( iiflìpurTlinio ) fellamente fei mefi , &pofcia fcn\a tffer nife fi comiertono in fango , & rinafeono all' acque IP J immura quelle iSieffe, che primamente erano nate : effendone occulta la ragione , perche cofì operi la natura in lo- ni Jl che fi contrapone l'cfperienypt , che fe ne uede il uerno nelle paludi delle maremme , che non fi ghiacciano , oue domi tempo fi ueggono , &fi ritrouano . Et però è da dire , che fe ( opinione di 'Plinio è pur uera , fi unifichi fidamente inqtfelle detti di fipoh che nafcono l' e fiate alfe de , oucro fatto bollire nel bagn o di Maria , t olle, ungen dofi caldo }i dolori delle Sciatiche & delle gotte . E oltre accio una parata à credere (come diremo piu diffuf amente nel [eftolibro fiche le rane fieno uelenofe , come fi fono fognato alcuni Scrittori de i tempi noHri , uedendofi che Diofcoride loda illor brodo con olio & confale centra i morfi di tutti li animali udenofi : & fi faper cofa certa , che fono le ranoc- chie per gl' nettici & confumati cofi Salutifero cibo , che alcuni fi fono fanati da qucflimali Solamente con il lungo ufo di mangiarle ogni giorno pw cibo . Immo che bumettando elle il corpo prouoc ano dolcemente il forno . Chiamano i Gre ^omì. die I[at!£ ttdrtxtyji . i iffad .. g/* Mrabi Difdaba , & Drfda Tedefcbi Frofch : li Spagnoli l\ànas : liFrancefi Cranoille, & Binine . Del Siluro pefee . Cap. XXVI. M Asciato il Siluro frelco ne i cibi nutrifee , & mollifica il corpo : ma fàlato da pochiffi- mo nutrimento . purga il gorgozzule , & chiarifica la uoce . La carne pur del falato impia- gata caua fuori le fpine , le faette , & ogni altra colà rimafa fitta ne membri del corpo . Conferi- sce ledendoli nella fua làlamuoia à i difenterici : imperoche ella tira in pelle i Aulii . Guarifce i dolo n delle Iciatiche adoperata ne i crifteri . NO n poffofenon marauigliarmi } che Theodor o Ga^a nato Greco ,& huomo ueramente dotto anchora nella Un- Errore manife gua Latina 3fuffe cofì innamorato della lettione di Tlinio a che piu prefio uolejfe feguire egli i fuoi errori , nel tra Gazza . uve eh eifece Theophrafto netf fattoria 3 & nelle caufe delle piante , & Mriflotele nell’hifìoria delli animali , chela > 60 Swuina fentenqa de uocaboli Greci cofì ne i nomi delli animali , & delle piante come in altre uarie , & diuerfe cofe . Il (>e fi uede manife fi amento hauer fatto egli nel Siluro 3 conferendoli il tefio di Tlinio coti quello d’Mrifìotele , Impcroy oc tutto quello chefcYijfe MrìHotcle ddGlanide ,fcriffe Tlinio , errando mani/ eoamente, del Siluro . Dal che nacquq l'errore , Difcorfi del Matthioli S I L V R O, 18 terrore , che Theodor o traslatando jtrìjìotele chiamò il Glanide Siluro . La qual [alfa traslatione 3 ha dato poi adito A molti d'errare , ìquali fidandoli della traslatione Latina in frittotele del Ga^fa non fi curarono di leggere il tejlo Greco del Glanide ; come interuenne parimente a me . Imperoche confidandomi troppo nella traslatione del Gam j non conofccndo l'errore di Tlinio > contradijji alla opinione del dottifiimo "Paolo Giorno Rapendo io che lo Stormitoli haueua denti da far quello , che ferine "Plinio del Siluro . il quale effendo armato ( come fcriuegli errando nel nom)ii 1 ferocijjimi denti , afferrando i caualli chenuotano ne ifiumi con effiffieffe uolte glutira fiotto acqua & li [ommerge . Mi battendo io dipoi conoficiuto gl' errori cofi di "Plinio 3come del Ga?p[a,non ho poffutofar di non accufiare (intendile , cjfenio fiati cagione di farmi errare . il perche fono bora forcato , laficiata la miaprima opinione , difiottoferiuere ddottijjìm lo Saluiano , il quale con J aldi argomenti difende l'opinione dottifiima del Giouio 3 contra quello 3 che ne fcrìuono Ugnilo I letio , & il Ge fiero 3 per uederfi che il Gefnero dipinge piu prefio il Glanide 3 che il Siluro, & il Bpndoletio mpefiepi» prefio marino che fluuiatile 3 armato di acutiffimi & lunghi denti 3 il quale dice egli batterli mandato il Gefnero ; fi bene il Gefnero lo niega manifefiamente.Onde non poffo accodarmi a i friuoli argumenti del fiondoletio addotti coma al Gio ùio 3 & al Saluiano , auuenga che il Saluiano gli batte tutti per terra . Ma fermino pur ciò che fi taglino , ionon fino piu per partirmi dalle dottifiime ragioni delli predetti fe io non uedrò che gli fcritti loro fieno confutati . Chiamami I Greciil Siluro 2/A«/>of : i Latini Silurus : gl’ Italiani Storione : i Tedefchi Stor onero Styrle : iFrancefi Eflwgèòn,&li Spagnoli Suillo . LA cenere della tefta dello Smaride fàlato, confuma la carne fuperflua delle labbra dell’ul cere : ferma l’ulcere , che pafeono ; & caccia uia i thimi , & i porri . La cui carne gioirà, colico* me la iàlamuoia , à i morii de i cani , & alle punture de gli feorpioni . LA testa delle Mene brufeiata in cenere , cura impiagata le callofe Allure del loro falamuoia tenuta in bocca, & lauandofene , cura l’ulcere putride di quella . QV a n t v n Q^v e ritolto mifia affaticato di uoler chiarirmi , chepefcefia lo Smaride : nondimeno a Tlinio, ne appreffo frifiotele 3 ne manco appreflo a tutti gli antichi ho potuto io rintracciai e pel Smaride pefcicolo . Cap. XXVII. SMARIDE. ? Delle Mene. , ne manco apprejjo a tutti gli antichi ho potmo ■ ll[C na. Eccetto che pure ho ritrouato 3 che è un picciolo pefee fintile alle Mene 3 che noi hoggi 110 l ^ W chiamiamo Menole . Et però non credo , che faUaffe 3 chi diceffe , che le Smaridi fuffero quei pefei *** •> . to fimili alle Mene , i quali à Vinegia fi chiamano uolgarmente Gir oli* Chiamano i Greci lo Smari i na. Eccetto che pure ho ritrouato 3 che è un picciolo pefee fintile alle Mene 3 che noi hoggi uoga chiamiamo Mende . Et però non credo s che faUaffe } chi diceffe 3 che le Smaridi fuffero quei pefei Nel fecondo lib.diDiofcoride. MENE. i Latini Smrìdes : gli Arabi Abfamaris . Le Mene poi chiamano i Greci M aivfìte : i Latini Mona : li Spa~ 10 gioii Tandelbas. DelGobio. Cap. XXIX. LA oecottione del Gobio frefco meflb , & cufcito in uno ftomaco di porco , & fatto boi lire in dodici feftari d acqua, fino che non rimangano le non due, &poicia colata, & tenuta al fereno, beuuta folue il corpo lenza alcuna moleftia : & applicata in forma di linimento uale al moifo de i cani , & delle ferpi . GOBIO II. OVERO PAGANELLO. io ! GOBI I Gobij , & Tue elTamin. Gobij , & fue facilità . Ih che fiatino nelle bocche de fiumi , nelli slagni d'acqua dolce , ò di mare , non fono cofi alguHofoaui , ne di cofi buonnu «■ trimento,ne cofi facili da digerire . Ma è da fapere (come fcriue Galeno ) che i Gobij non folamente fi ritromno in mare, ma anchora ne i fiumi, & ne i laghi, come fon quelli che producono il lago di Como,& il lago Maggior e, filmati molto per l'aggradeuolefapore, che lafcia nel palato ilguflo de i fegati loro » Imperoche quantunque questi pefei che chiamano in Lombardia Bottatrifi ^ non fieno i Gobij de i fiumi, de i quali fcriue jtufonio ,fono nondimeno in tutte le pani loro , & gobio ini. fi> et talmente nellapolpa della carne cofi filmili à i Gobij, che non ho io punto che dubitare , che non fipofino connumera- re nella fi etìe de i Gobij dei fiumi, & de ì laghi, come parimente quelli che ne i fiumi uniuerfalmente fono piu piccioli , quantunque qualche uolta di due,& tre onde l'uno f ? ne ritrouino . In fui Trentino pochi fono i fiumi , che non ne porti- no afidi , come l Mdefo, il Lauigio, il TJoce, & la Sarca ne fanno giornalmente buona tefiimonianga. Chiamanfi quefli. Capitoni, & Mar fimi • In T ofeanafe ne ritrouapur qualchuno,& chiamanfi Ghioggà, quafi Gobij , Et fono nonfolamen tefacilijfmi da digerire , ma anchora algufio foquiffimi,& gratiflimi , maf imamente quando hanno le uoua . Impero- ^ 360 Difcorfi del Matthioli IG 0 B j fono abondantifiimi pefii nelle pefearie di Finegia ; imperoche in quelle lagune ini circonuicìne affiti olii, guano , Et però diceua bene frittotele, che i Gobij Hanno uolentierinelle lagune de ì mari,& dotte fta poca acqua ap puffo ài lidi ■ Chiamanfi i Gobij uolgaruwnte 4 Finegia Co . H annoia teftagrojfa, &fono al gufo aggradeuoli,&de licati, per effer la carne loro tenera, & graffa . La onde al III. delle facilità de i cibi diceua Galeno , l Gobij fon pe- fei, che Hanno ne ilidi del mare, nel numero di quelli, chereHano fempre piccioli ■ Sono al gufo foauìffmi, facili da di- gerire,& di buono nutrimento, & maffime quelli cheftpefcano ne i lidi arenofi, &faffof,& fagli feoglì; come che quel GOBIO IH, GOBIO V. Nel fecondo lib. di Diofeoride. L j6i GOBIO VI. MARSONI OVERO GHIOZZI. the inloro fonografie & copiofe3& molto dilettcuoli alguflo . Onde i pefeatori prattichiche fanno i nidi delle loro uo~ M fitto à ifafiùfapendo quanto elle aggradino al gufi o , con non minore diligentia le pefe ano }ch e gli ftefiipefci. Cbia- Nomi. mno i Greci il Gobio KaGlof .* i Latini Gobius:gli jLrabi Kamen : i Tedefcbi Goeb; li Spagnuoli Codoqes : i Fran- cai Gouiones. DelTonno. Cap. XXX. Chiamano omotaricho la carne del Tónno falata : laquale mangiata , & beuutogli fopra af lai nino, di modo che fi prouochi col molto bere il uomito,uale al morfo di quelleì'orti di ui- pere,lequalichiamanoprefteri:&fimilmcnteualeàfareuomitare5oue fi fodero mangiate cofc acuulsune . Applicata uale al morlb de i cani. TONNO. HH r tonni Tonni pefci , & loro cfiam, Pefce fpada» ComeG pefchi 3 i tonni nell'i- fola di Gnde t Tonni, & loro facilità . Nomù Garo, & fua eflàmiu. Nomi. Cimici , & lo- ro efl'amin, Difcorfi del Mattinoli I Tonni, de iquali fifa la Tomìna,grofft,& polpmipefci.fmli à i porci, fono notifiimi ouunque fieno porti di nut re, in fui Tinhcno molto piu, che in fu l’Adriatico : imperoche quelli pefci al tempo del Maggio uengono dal mare Oceano, & entrano per lo fretto diGibilterra fiale colonne d' Hercole , partiti in grandifimefcbiere, in quelìono- ftro mare d’Italia, che fi chiama Tirrbeno,& Mediterraneo : onde pofcia [correndo pur qualchefchiera, entrano anco- ra nell’Adriatico, come che in afidi minor quantità , Qjtefli (per quanto recitano alcuni femori) fon cacciati da unpe- fce molto grande , ilquale fi chiama uolgarmente pefce Spada,per hauer egli in fui mufo uno duriJftmo,&acutifiimo offb, filmile ad una fpada, co'l quale ( come dice Tlinio al li .cap.del XXX 1 1 .libro & riferì [cono anchora i marinari, che na- uigano per l Oceano ) sfonda,?? pafià queflopefcc le naui . I T onni adunque per effer fempliciffmi , & timidifiìmi pefci, fi Inficiano cacciare da quello pefce Spada, come un branco di pecore dal lupo : e? co fi ufi :endo dell'Oceano fe ne uengono ne i nofiri mari d’ Italia , Ma non [enrpgranfi’afi'o degli Dettatori, fi prendono il Maggio, el Giugno nell'ìfola di Gaie, j concorrendo à quella pefcagione tutto il popolo con grandifsimo r amore & dì noci , <& di tamburi , & di tirare d'archi- bufi . Il che molto gioita alpefcare di quefti pefci: imperoche per la timidità,&fcioccheiga loro, Damiti dal gridare, & dallo firepitogrande,fi riducono in certi lindi appreffo à terragne pofcia agevolmente ne prendono congraniifiime reti lina fchiera alla uolta : de i quali paniti in peipqi, & falati ne i bariglioni, fe ne fa la tonnina . Hanno i Tonni diutrft no- mi, fecondo che fono piu giuliani, ?? piuueccbi , Imperoche quando fono picciolinì,&nati dipoco, fi chiamano Corni- le, & fatti alquanto piu grandi Limarie, & piupofcia crefcendo Talamie, lequali fi chiamano poi Tonni, come fon cre- fciuti maggiori d’unpiede . Tlinio mole , & fimilmente Atheneo, che umano i T onni affai, & crefcano in ijmefurati pt- fci . come che Arifiotele tenga il contrario : ilquale mote che non umano i T onni piu di due anni . A fidiamo i Tonni ni i dì canicolari punti da un certo uermicello,come affiliano i buoni punti dal mofcone, & da i tafani . Il perche fi effe ul- te cacciati dal dolore , ufeendo dell'acqua faltano , come fe uolaffero , in fu i nauiglì , nel qual tempo fi damano ne i cibi, y come ritolto nocini . Le pancie loro ,come che molto aggradino algujto ; offendono nondimeno pofcia tanto piu lo fio- maco. Fanno ileontrario le parti loro piu magre , lequali fe non cofi bene contentano il palato fino però affai manco moleHe allo chimico . Benché, fecondo che riferifee Galeno alni, delle facilità de i cibi,tuttì quelli pefci cofigrofii bau Ilo la carne dura, malagevole da digerire, di poco nutrimento ,& di molte fuperfiuità . Et imperò piu fi mangiano [alati quelli pefci, che frefchi,per effer il fiale buona caufadirompere la durerà , &lauifcofitàloro. Chiamano i Greciil Tonno Bèrme i Latini Thunnus :glì Arabi Kefam,& Aliena ; liFrancefi Tbun : li Spagnoli Atim , Pel Caro. Cap. XXXI. LA Salamuoia tanto de i pefci, quanto della carne d’altri animali férma ruicere,che uannopa- y Icendo, fomentandole con ella . Medica à i morii de cani. Faffene crifteri alla difenteria, & an chora alle fciatiche : in quella , accioche difecchi,& cuoca l’ulcere : & in quella , accioche ulceri le parti non ulcerate. Del Brodo de i pelei, Cap. XXXII. IL Brodo de i pefci frefchibeuuto coli folo,& fimilmente con uino folue il corpo . Fafsi portale effetto particolarmente con i phicidi, con gli feorpioni, con le iulide, con le perce,& con altri pe fei fallatili, teneri, frefchi,& di buon odore : liquali lì cuocono femplicemente nell acqua, con olio, &anetho, ^ IL G ARO ( fecondocheriferìfceTlinioàvil.capitolidclxxxi.libro ) fu cofi chiamato appreffo à gli antichi, per cicche fi faccua deli interior a d' un pefce, macerate , & rifolute con fiale, che fi chiamaua Caro . Il che pofcia fi fa- ceva fimilmente con quelle deglifgombri . Et uftuafi quefio condimento nelle cucine con grande folennità ,per condi- mento di diuerft cibi . Ma di quefio non intefe Diofcorìde , pigliando per il Garo generalmente tutte le falqmuoie dei pe- fci , & delle carni . pel Brodo de i pefci non accade dir altro , per effer cofit affai dichiarata dall'ìHcffo autore. Chia- mano il Garo i Greci Tuffar : i Latini Garum : gli Arabi Muri , &Alwvri . Il Brodo de pefci chiamano i GrcciZafft iyfóav : i Latini luspifcmm , Delle Cimici delle lettiere. Cap. XXXIII. 51 Dannosi utilmenteadinghiottirefetteCimicidilittierafèrratenegufcidellefaue,allafel> bre quartana, auantiche cominci la febbre. Et inghiottite coli folefenzafaue, fono utili* morii de gli alpidi . Rifuegliano odorate le donne llrangolate dalla madrice, & beuute con uino , o conaceto fanno Ipiccarele languifughe attaccate. Trite le cimici, &meflénelmeatQdell orina, leuano la difficultà dellorinare . ITff f R. a tutti i notturni nemici , che ne rompono fieffo la dolce quiete del forno , non habbiamo neramente l piu era- deli delle Cimici: imperoche oltre al mordere ,alromperne il fonilo ,& al fucciarneil [angue ; ne lafcianopofcia di fi una talpury.i , che molto piu offende i [entimemi, & ghfpiriti , che non fanno i loro cocenti morfi tutte le membra del ^ corpo . Et quantunque fieno cofi molcfiiffimi,& lordifiimi animali , non gli uolfeperò cofipriuare la natura , che nonba ueffero ancho eglino qualche [acuità digiouare . V fatili alami moderni medici perprouocar l’orina ,nond applicarli tmrti , Nel fecondo lib . di Diofcoride* ^ 6 5 CIMICI. Wflrtj, &trìti, come dice Diofcoride , ma cojt vini . il che d me piu quadra : imperoche quel muouerjt , che fanno nel cmledtlkmga , provoca la uircù efpulftua all' orinare . Trouarifenedeifaluatichi in fu l' herbe , verdi di colore , & ImiUcntc puzzolenti . Ma di quéjìi non ne ritrovo alcuno tifo nella medicina . Chiamano i Greci le Cimici Xófttt : i La Ktui, tua Cìmices : ì Tedefchi Vuantrpn : li Spagnoli Chifmes , Chimefas : ¶uelhos : li Francifi Tmefes . Delle Miilepedi. Cap. XX XI III. I k ** } L} E f e b i , die Hanno uolentieri fiotto à gli orci dell'acqua , fono animali , che hanno *5 ~~/ m° .* piedi,& che fubito che fi toccano,s’abbottonano.Beuuti nel uino uagliono à coloro, che ai poilono orinare , & al trabocco di fiele . Vngonfi utilmente con mele alla fchirantia : &bolliti un un gufeio di melagrano có olio rolàdo, medicano i dolori delle orecchie dìftillatoui dentro. HH 2 Foiga- 3 6 4 Difcorfi del Matthioli millepedi, 9 Millepedi , & *\ Volgarissimi animaletti fono le Millepedi, le quali noi chiamiamo Torcoletti • Et però hafli quello , che loro facultà . V qui chiaramentene ferine Diofcoride . Lodò quefii animaletti Galeno al fecondo libro delle compofìtionide medi- camenti fecondo i luoghi , nelle antiche puf ioni del carpo , co fi dicendo . Gli Mfmelli chiamati Millepedi , i quali nafeo- j no lotto àgli orci dell' acque , cotti nell'olio uagliono grandemente ne gli antichi dolori di tetta . Et però non fi) io come dicejfe Tlinio all'ultimo capo del xx I x. libro , che le Millepedi fono uermi della terra pelofi , i quali nel caulinare fi pie Nomif Zari0 à modo di arc0 • Chiamano i Greci le Millepedi Oyvoi : / Latini Millepcdce , 4 felli, Mulpipeda ;gli Mabi Barn: i Tedefchi Efel : li Spagnoli Gallmilha : i Francefi deporto f Delle Blatte de imolini. Cap. XXXV. LE inter idra delleBlatte,cheftannoneirnolini,.&apprefToallemacine, pelle, &cot te nell'olio leuano i dolori delle orecchie , diftillandòuifi dentro . . 4' Blatte , Se loro QlOtìO ( come fi legge in Tlinio all’ultimo capitolo del XXIX. libro ) le Blatte di piu Jfietie . Ma ciucile che babbitt- noi in T ofeana , & che uolgarmentc chiamiamoTiattole , che fi ritrouano la notte nelle cantine appreffo à ipri - uali , & fimilmente ne i ruolini, & ne i bagni, fon o neramente JporchijJtm » & abomincuoli animali . 1 \aJfomglianfi quafi ài grilli , che cantano di notte , ma fono piu piatte , & hanno le gambe piu fonili , quafi come quelle deiragnit & péro uelocifjìme al fuggire .Hanno mirabilmente in odio la lue e , di modo che andandoli la notte con lume all irnpro- uifo ne i luoghi b umidi , oue fe ne ritrouano in quantità, fubito uelocìjjimamente fe nefuggono , & s'afcondono . Di que fle per pr atticar elle molto ne i molini è dapenfare , che intende (fe Diofcoride , & non di quelle , che noi chiamiamo Bar heggie , & altri Carpe , che fi ritrouano fpeffo ne i copili delle api , & nelle carni falate uecchie : imperoche quelle an- chora fi dimandano Blatte . Le cui molte facultà affegnategli da Tlinio al luogo già detto , mi taccio qui bora , pensan- domi , che con piufaitibri , & aggradeuoli rimedij pojfa fanare quei mali la medicina, che non fono quefii cofi flomacofi, ^ Nomi. bombili , pu^olcnti, & detestabili animali . Chiamano la Blatta i Greci g/Apw ,• i Latini Blatta : i Tedefchi Grillai & tìeymi chen : li Spagnoli T\apa coua. Del Polmone marino. Cap. XXXVI. le polmone marino frefeo trito , & ijnpiaftrato , gioua alle podagre , & alle bugance . Polmone ma- rir.Oj Senta hir fiorii • IT olmo n i mari ni fono fintiti à i polmoni degli animali , & fono quefii ( come nel i x. libro à capi xl V I I- fcyijfe Tlinio ) piu pretto fpctie di piante , che dipefei , come fono /’ ortiche , le fpugne ,gli olothiri , & le stelle . Veg gonfi qualche uclta agallo difopra all' onde, & lignificano uicina tempetta di mare, d'un colore dì nero chrfiallo chiaro ^ & tr ajparente, mcfcclato c on un uiuidijjìno a\urro, ma fono tanto fragili , che non fen\a dijfictdtà fi poffòno tirar interi fuor dell acqua . Quefii fregati fopr a alle bacchette ,& ài baftoni rendono lume di notte come fiaccole accefe . Tocchi ' conte Nel fecondo lib. di Diofcoridc . } & affai uicina al parto nella caccia , ho ueduto io trar fuor di corpo gli or- facchi da i cacciatori formati di tutti i lor membri > come fono gli altri animali quadrupedi , quando fono uicinial nafii- mento : tutto che Mriftotele & Tlinio tengano il contrario . Chiamano i Greci i PolmoniDvd'^.mt : i Latini Pulmo - nes egli Mrabi Kich , & Pfhe : li Spagnoli Leuianos ; i Frane efi Polmon . De i fegati d’alcuni animali . Gap. XXXVIII. IL r e g a t o dell'afillo mangiato arroftito , gioua al mal caduco : ma bilbgna mangiarlo da di- giuno . Il liquore, che cola da quello delle capre , quando s'arroftifce , gioua meffo ne gli occhi à coloro, che di notte non ueggono, chiamati lufcioli : & anchora lor gioua togliendone eglino il fumo con gli occhi aperti , quando s'arroftilce . Mangiato arroftito nelli cibi, uale à tutte le cofe predette . Dicono che mangiato quel di becco da coloro , che patifeono il mal caduco , fubito gli fa cadere nel parofilmo , Quello de i porci cignali feccato fatto in poluere , & beuuto con uino , ua le al morfo de i ferpenti , & de gli uccelli . Crede fi che 1 fegato del cane rabbiofo mangiato arrofti- : toda coloro, che ne fono flati morduti , gli aflecuri dal timore dell’acqua . Altri ulano anchora 1 per i imedio di torre la zanna di quello ifteflò cane, che ha morduto, & legarla in un facchettino di cuoio al braccio del patiente . II fegato del mergo falat o, &inuecchiato caccia fuor le fecondine, beuendolì con acqua melata alla mifura di due cucchiari . FEGATI D’ALCVNI ANIMALI. Nel fecondo lib . di Diofcoride * 367 Oltre al Fegato dell' afino, della capra , del becco, del tignile, del mergo tifano molto d i dì noflri alcuni me & Ioro dici tenuti nel numero de piu u aleuti} quello del Lupo , dandolo fecco in poluere,per cofapiu che diuina , ne iflufji \)Mtiri>& nelle hidropifte . quantunque poco ualerli affermale Galeno all'x 1. delle facultà de femplici, cofi dicendo . £ Jgj lobo fin uoltemeffo il fegato del lupo in quel medicamento per il fegato, che fi fa dell'eupatorio : & nondimeno non ho ' trovato, che quello cefi compoHo piugioui , che quello chef compone fen\a effo , Ma altrimenti ne ferine poi egli all'ot- tano capo delfvill Mbfo delle compofitioni de medicamenti fec ondo i luoghi » doue tratta de medicamenti del fegato , con felle parole , 'Prendi la carne di tre chiocciole, & falciala ben trita in tre ciafhi di uino nero, & dalla pofciacofi a bere . Mapare che fieno queflc cofe efficaci non per uirtu delle qualità lóro , ma fecondo il ualore ffiecifico di tutta lafu- f infioro . Come fi uede parimente nel fegato del lupo, il quale infinite uolte habbiamo ifperimentato . L'ufo di quefio è IO fide a quello delle chiocciole ; imperoche prima fi trita molto bene,&dàfiipoi d bere alpefo duna dramma con uino dol ce, come è H Thereo, il Candiotto,il Scibelite,& il Vrotropo . Imperoche tutte queste cofe fono al fegato molto benigne, frpojfonlo parimente nutrire, tenendo elle il me^o tra il caldo e l freddo . Et però pare che quegli medicamenti fi conuen ' gano in tutte le compie fiioni, come quelli che per proprietà della fufìan^a loro giouano , & non nuocono alle complefiioni calde, ne meno alle fredde . Similmente dijfe egli , che quel del Cane rabbiofo dato con altre cofe ifperimentate , haueua curato alcuni da i morfì di quello : ma chefe ne erano morti di coloro , che confidandoft follmente in quello rimedio l’haueuano ufatofolo . Di quello del Mergo uccello ac quatico , quantunque non lafciajfe memoria Galen 0 ; nondimeno Fegato, & ue„_ Taolo Eginetafcriuendonc di fife, che prouocaua le renelle , doue Diofcoride dijfe delle fecondine. [el che facilmente po- tre di Mergo , irebbe effer errore del tefio di Taolo, Dol uenprp del Mergo fece ben mentione Galeno , dileggiando coloro , che tengo- no, che mangiato tanto leffo , quanto arrosto conforti lo Homaco alla digefìione. Et fecefi fìmilmente beffe di quei modi- io ci, c hanno nel mcdeftmo ufo le pellicole interiori dei uentrigli delle Galline : imperoche dice egli hauer fatta la ifperien - d'amendue fengafucceffo alcuno di giouamcnto.Ml che poco attendendo alcuni de moderni medici, fubito che uoglion ■ ordinare da confortare lo fìomaco, hanno fempre in bocca quel loro, Recipe flomachi gallinarum . Chiamano i Greci Nomi. il fegato H "aq:i Latini Dopar ,& lecur; gli Mabi Bedib : i Tedefchi Leber : li Spagnoli Figado. Della V erga del ceruo. Cap. XXXIX. La Verga del ceruo trita, & beuuta con uino, uale à i morii delle uipere. 30 TTy s s E \ffts, che la Verga del ceruo, oltre all’eJJ'er appropriata al morfo delle uipere , come dice Diofcoride, m- Verga di ceruo ]_Jlcd’ormritenuta,& à i dolori colori, lauandola bene,& heuutonepofeia la lauatura . Vfaft trita ne i lenona- & fue £ic"lti • tij, thè promettilo al coito fecondo l'opinione d’ alcuni . Vfanla alcuni fecca nel forno , & trita in poluerc nella difente- tia:& lìmo effer in ciò efficacijiima medicina . Chiamano i Greci la Verga del ceruo MKiov incori Latini Geni- Nomi. tale cerni. Dell’Vnghiedell’afino3& delle capre. Cap. XL. LA Cenere dell’Vnghie dellafino beuuta alla quantità di due cucchiai! per alquanti dì gio- ua, per quanto fi dice , al mal caduco : & impattata con olio , & applicata Lana le bugance , & %eIagioM 5“e-Laceneicdi quelle delle capre unta con aceto, farinafeerei capelli calcati per Oi r a e alt Vnghie dell’ afino, & deUe capre, fono in ujo appreffo à Fqfis nel trattato de ifeffanta animali, quel- Vnghie Jidi- lc Ielle iucche dei piedi dinanzi, brufeiate in cenere & heuute, per provocar il latte alle balie : & quelle di mu - Sf|fi a”imf yctpnhtbirelmgrauidare nelle donne, le quali uuole egli chefcaccino anchora i topi delle cafe, facendone fumo, fan °' ° 1C“ tichijibmfcmo mfui carboni per tutta la caft . Chiamano le Vnghie i Greci O \oXts : i Latini Vngues, & Vngula: l Urtili ClMjit,Stes,& Dalef : li Spagnoli Vnbas de animai • li Francefi Ongle . Nomi. 5= De i Porri, oucro Calli delle gambe de Catialli. Cap. XLI. T mrM- ì 0llct;°LCal!bche lì ritrouano nelle gambe de caualli nelle parti di dentro fiotto alle ei- d mal c d Ui* Ch' Mandolini dolore de ì denti triti, & mefiineU’ orecchie con olio . Ma Galeno, & frnil JT & loro f. tuli . chi tre a 1ue^ die neferiffe Diofcoride, differo che alcuni gli ufauano à qual fi uoglia morfo d'ani- c“Ità . !» ' G> ,TO * nafcononeUe gambe de caualli, tmum ; i Latini Lichenes equorumtgli Nom,‘ » Mie. li Spagnoli Impigenes dellos cauallos : li Francefi Cai des iambes des chenas. HH 4 Delle Scarpe uee- chie , & loro facultà fcritte fJaQaleoq* ^ fé 8 Dimorfi elei Matthioli VNGHIE DELL’ASINO, ET DELLE CAPRE. Delle Scarpe uècchie. Cap. X L 1 1. LA Cenere delle Scarpe uecehieuiàtaà modo di linimento, uale alle cotture del fuoco, alle intertrigini, & alle fcorticature, che fanno le ièarp e ne piedi. Giova la cenere delle Scarpe uccchic (come fcrifle Galeno aitici. delle facultà de (empiici) alle fcorticature de j i piedii che non hanno altra infiammagionc attorno : imperoche quitti per ejjer calida3 & f ceca piu presìo noccrcb he , Ma oltre a quefio il fumo delle [carpe ueeelnepofte in fu carboni , tenuto f otto al nafo 3 è cofa mirabile à plenarie donne Nel fecondo lib. diDiofcoride. PORRI, OVERO CALLI DELL[E GAMBE^DE CAVALLI. ItmoM. \tedaa‘‘m‘“Irice‘tomeperuero poffo affermare io, per baitene già curate di quelle, che tenute per mor- riè inni j” n“U ^ m“' Mirabile quello fumo à diacciare le Jirpi,che praticano per le cafe,& fio ‘’Umm':nc lt Tdi dormend° eSli”° aUa campagna con la bocca aperta, tacitamente fe n entrano . Il tmme f irr„„ CLfUT"a medic0 de noJÌri temfi cftcr l,ccadut° ad m cen° hu°™° tempo à Tauia : à cui quan- vuljl „ !* ‘ mo n rmeil’ niente “tiro gli giouò , che’ l fumo delle fearpe uecchie . Imperoche come lo fentì l’ani- rfU di tutti i ^opjfma mpera ,fubito fen^a moleHia alcuna fe nufcì fuora per il culo con non poca mara- ’^iCdda Utiehe-Usp’a' ‘ i ’ Girec' k scarpe uecchie KaSvunn :i Latini Coria ueteramentaria '■gli^L- Nomi, Dei 37? Difcorfl del Mattili oli Dei Galli, & delle Galline, Cap. XLIII. LE Galline aperte,& applicate cofi calde, granano à i morii delle ferpi : ma bifogna rimutarle fpeflò mettendo di nuouo dell’altre. Dafsi il lor ceruello à bere iìmilmente contra à i morii de uelenofi animali : & applicali à ftagnare il (angue, che efce de i pannicoli del ceruello . Quella pellicola , che c dentro dal uentriglio dpi gallo limile à una iottil lamina di corno , che li gitta uia quando fi cuoce, leccata, & fatta in poluere li da utilmente à bere con uino à coloro , che hanno lo fìomaco debile. Dafsi la decottione de galli gioueni utilmente à bere per temperati gli humori cat puì ne gli ardori dello flomaco , Scine la decottione d’un gallo uecchio il corpo, Gallatogli l interio ra,& meifogli in corpo del fiale, cufcito, & fatto bollire in uenti feftari d'acqua, tanto che folo ne re fti tre hemine : & coli tenuta pofcia quella decottione una notte al fereno fi bee tutta . Sono alcuni, phe u’aggiungono la brafsica marina, la mercorella, il cartamo, & il polipodio . Solue cotale decot rione gli humori, che fon neri, crudi, graffi, & uifcofi : & gioua alle febbri lunghe, à ilrettura di pet- to,à dolori di giunture , & alle ucntolità dello llomaco. GALLINE, GALI f ET VOVA, Galli, Agalli- c o N d o che dice Galene all’x i. delle [acuità de [empiici, il brodo femvlìcc delle Gattine,riflagriail corpo, quan 4 cultà^critte da tunque quello de i Galli uecchi catti lungamente con molto file , lo [olita . Vfino i moderni predici ì i morfi delle fer- Galer,o , & da Pl le galline , & i galli non aprendoli ,& applicandoli , come fi crine piofioride ; ma cofi nini gli pelano il cUlo,& applicati 1 1° lufi i morfi ; co l qual tira afe quello animale il ueleno, come fi fujfe ma uentofi, è coppa di Hetra,&muomji pofcia in breue tempo . Et impero e nece/fario applicamene del continuo de gli altri.? fino oltre à ciò il brodo delle Pollafire giouaniper pareggiare gli humori nelle reliquie delle febbri, dandolo co’l truccherò la mattina in forma di firopo.I tetti- celi de i Galli , eh anchora non calcarlo le gattine ,fin molto risìduratiul, & Imperò gli ufajio alcuni àgli hettici,& efie- nuatiper infi imita lunghe . Moltiplicano. quelli la fi erma, & fortificano la natura al coìto . 'Parlando Plinio delle Gal- line a 1 1 1 1. capitoli del XX I X. libro cofi dic'eua . Io non la fiderò di fcriitere un miracolo , quantunque nonsapparten ga alla medicina , il quale e , che fi nel{ oro liquefatto al fuoco fi mettono le membra delle galline , tutto loconfurtuno infi stoffe : cofi fono ette ueletiofifiime all oro-. T^cn cantano i Galli fi fi gli cinge il cotto con un fermento dilogia . l\e i- q , quali nòne uolgar cofi il confider arei ifiinto datogli dalla natura del cantare la notte à certe bore determinate, alle qua m* fi mauianft rìtrouano ejfere ingannati dal fanno, quantunque fieno le notti hor molto lunghe, & bora molto breui. Chia- mano i Greci le Galline A Wf/JV : i Latini Gallina :gli Mrabi Dcgedi,& Giarfiudiuch : i Tedefchi Han,& tiemiafi Spagnoli GaUinas : li Frali cefi G allinei , & Coque . Delle Vou^. Cap. XLIIII. LO Vouo molle, Serenerò piu nutrifoe, che quello che fi bee.- & piu del molle nutrilce il duro. Il tuorlo dello uouo è utile à i dolori de gli occhi,cotto duro,& diflòlto con olio rofado,& zar farano, pale alle infiammagioni del lèdere : & con meliloto alle polleme &: enfiagioni del me- ( defililo ■ Mangiali fritto confomachfiouer galla per riftringere i flufsi del corpo: il che opera ancho pa elfo IoIq . La chiara dello uouo crudo rinfrefoa, ferra i porri della pelle, &aileggerifce applicò* l'infiam- Nel fecondo libidi Diofeoride. 37 1 finfiammagioni de gli occhi . Meda pretto in fu le cotture del fuoco , non ui Jafcia leuare le uefei- che : & ungendofene la faccia non la lafcia arroftire dal foIe.Metta con incenfo in fu la fronte, riper cuoce i flufsi, che feendono à gli occhi, & mitiga abbombatone la lana infieme con olio rofado, me le, Suino, rinflammagiom de gli occhi . Beelì cruda al morfo dell'hemorroide: & tepida à rodimeli - ridetta uefcica, attuicele dette rem, all’afprezza del gargatile, à glifputi del fangue, & à i catarrhi, che difendono dalla tetta alle parti inferiori del corpo, & mafsime al petto. LI voU, dell: quali qui intefe Diofeoride , fon quelle delle galline , comi; migliori di tutte [altre, & più aio- Voua ferme tintone i cibi , quanto nelle medicine . Imperocbc, fecondo che recita Galeno alili, libro delle facilità eiTamVn. i! gli alimenti, & Ifacb nelle diete fuep articolari, fono quelle delle galline [apatite, aggradateli, dimaggio- rt,&ii migliore nutrimento di tutte 1 altre . Hutrifcono , & riflaurano in bene [patio di tempo , confortano', molti- fidano li [fermi , & fortificano al coito, operando in tutte quejìe cofe tanto meglio , quanto fono piu fiefche, & di gal line , che bMìmo burnito nel generarle il gallo : percioche le [lamie poco fi comengono di bontà con le fiefche . Se"uo m dopo quelle quelle delle farne , & de fagiani , quantunque in tutto non fieno cofi eccellenti . Quelle dell' anatre , del- iache, & d'àtri uccelli acquatici, aggrauano lo filomaco , generano bumori graffi, & digerifionft malageuolmente, co- me clieuegliSlomachiuigorofi , & forti , digerendoli bene , dieno d i cqrpipofcìa molto nutrimento . C alide molto fon pelle ielle colombe, piu pretto da ufare nelle medicine , che ne i cibi . Cattine, & bombili di fapore, malageuolida di getm.&mrnhh dellacomplefiione dell’ bicorno fono quelle deipamni,& degliftruggj . Delle uoua molto migliori u fono i tuorli, che le chiare : per effer quelli temperati , aggradeuoli al gufio , di buono nutrimento , & facili da digerì- uovi, & il u.i- re:&q«efie[m[rìgiie, flemmatiche, &durealloftomaco.CuoconfileFouainuarij,&diuerfiniodi.laondcpofiia rio mod° di ' imamente mtrifeono , & operano ne i corpi . Lodanfi cotte nelgufcio : & in quello modo quelle piu dell' altre che tre cuocerIe ■ mano , come fu il latte apprefo. Quelle , che per beuerfelefi cuocono manco di quelle, fol tanto che fieno ben calde , non mtrifcom cefi eccellentemente . Et quelle che pur e tielgufcio s’indunfcono ,fono malageuoliffime da digerire, generano gtofii bum), of filmo ,fi putrefanno nello ftomaco , generano le renelle & la pietra , ttringono il corpo , & fanno ue- nire dolori colici, & di ftomaco . Di quelle , chef cuocono fuor de i gufici ,fon buone t aperte cofi intere nell' acqua , che bolla, le qudinoi chiamiamo [perdute , mangiate però cofi tremanti , & tenere ; perche indurite nuocono medefimamen te , come [annoi altre già dette . L affrittellate nell olio oueronel burronuocono allo filomaco, commuouono i rutti, fono makgemlì da digerire , corrompono il cibo , danno cattiuo nutrimento , & generano corrotti uapori . Quelle pofeia , cbeùmfiiifmo mfuimui carboni, òinfutcgole affocate , fiìringono il corpo, &fonodure da digerire aneti effe . $ Ma fallandone come per l’ufo della medicina , Galeno alt undecimo delle [acuità de [empiici ne fcriffe , cofidicendo. VoM &rucf, U cima dello Vom ènei numero neramente dì quelle medicine , chenon medicano . & imperò fi può ufare non fola coki ferita d* nelle cofe de gli occhi, mamtutte laltre, chericercano medicamenti piaceuoli , & nonmordaci, come fono tut- G jlci*0 • teldcere maligne, & malageuoli da [aliare, del federe, & demembri genitali. Il perche fi mettono utilmcn - temi medicamenti per rifiagnare il fangue, che uiene da i pannicoli delcemello. Et fimilmente s adopera me- fcoUrdok con cofe , che non mordano , come è la mia lanata , & altri minerali , de quali habbiamo [penalmente fcrit- to di [opra , nelle licere maligne , ommque elle fi fieno ne i corpi . Di confinale fi acuità è aneli or a il tuorlo : & imperò fi nette cotto lefib duro , onero atrofìa nei cerotti, chenon contengono in loro mordacità alcuna . Maèperò cofacer- ta, ebetn ilejìì &gliamttitì non è gran differenza .difettando poco piu quatti, che quelli: dal che fi caufa, che quanto acquistano eglino dì [leciti .tanto perdono di [acuità mitigatila . Mettefi parimente il tuorlo ne gli impia- ga 1 1 mfimmagioni , come fon quelli , chefifanno dimeliloto per lemalattie del federe . Ffanfi infieme la chia u, t Intono battuti con olio rofado , all'infiammagioni delle palpebre, delle orecchie, & delle poppe, cheuengono ò per fhcojfic , opcr altra cagione : & fimilmente in quelle de luoghi neruofi .come fono gombiti, dita , legamenti, & giun- ttmanto in piedi , quanto delle mani . Cotte le Fona nell'aceto , & mangiate fanano ifluffi di corpo : & fitte àfuù ■ co aito, et finga fumo con qualche cofa che habbia del cottrettiuo, come agrcflo.fomachi .galle .gufici di melagrani, imw e rifilate con t gufici , fiocini d’uua , mortella , neffole , & corniole .gionano à i flufii tanto ttomachali , quan Jl ma ' m mettendo con effe thipocitto.i balaufli, i citini onero i fiori del melagrano . Sono oltre à ciò tdltrn- 1 • CrU Ca c°tfwe del fuoco tanto applicandoiiifi la chiara fola con lana fujfice , quanto tuttofi’ uouo infieme mici °!mfmcbe, rmfi’eftano mediocremente , & dificcano finga mordacità alcuna . Dcbbonfi » far le Fona in 5° tifati iti Tu’ Cbjfccano ^umidità òleffe.ò fitte , ò arrottite : ma in quelle , che incidono gli bumori lenti , & ‘ofmcdJm ° ’ j j ^ debhmo ufm dcl bere • cotte nell'acqua fola fino à tanto , che fieno ben calde : & d.VelLl r , 7 “B”ro H gorgozzule , ò per troppo gridare , onero per flufii di qualche humori acu- fcj; \‘er >0 °b,loda”° “nchoraneWaffregge detto ftomaco , delle budella , & detta ucfiica . Quello tutto diffe Ga heéamJji’Jjf,"" ff^ionc^cauìdaituorlideUeuombcniIT‘mofrim^‘‘rr0ftitinellapadetta,gioiia ungendo- Olio di ùìdolori dell'ul*1 c lalleuolatiche allef>IP‘re Slabbra .delle mani , deipiedi, & del federe :& itale' d'uoua- alle cotture & * Mti ‘ lu°shi mrHoli ’&ii dolori ’ & ulcere Crecchie . Fngefi utilmente io bonomie L la’T mrabllmenteJif‘ “ » pannicoli del cencllo le partì contufi dalle fané, come con gran « «alatili ‘ouJr ■ “m!“. ho f‘ iu uolte ‘ ''tormentato in cinigia . Generanft in oltre delle Fona tutti gli ani Animili che rad it[reJ,lnr m,lue'^lclm^ora;eccettoalcuni, comefonoidelfini, iuitelli marini, & alcuni altri . Gene- «ttolamera Ttl ‘ ‘ com coccodrilli , ramarri, lucertole, & altri fimìlì: & parimente le ferpi, ec- U1 ’ hit il poH0 n,ir clj“‘nt0 ‘cc Hippocrate nel libro del parto, & de fanciullìni (fi non è errore de gli firitton~) prs dottrina dille a- ^ ' mtr‘fce chiara . La qualfentenga è neramente contraria à quello , die con n otc,ea 1 1 1 • cap. del V I . libro della natura degli animati : & fimilmente contraria aU'cffe- rienga , tuorli Votia diteftug gini. Nomi, Cicale, &lprq sflimin. Errore d’ Albe? to Magno , Cicale fcritte da Galeno r Diicorfì del Mattinoli rietina , che ogni giorno ne mofirano le donnicciuole , che fanno couare i pulcini in cafa . imperoche cauandofi il pulcino deltuouo un giorno , ò due auanti al tempo del nafcere ,fi gli ritroua gran parte del tuorlo nel corpo . La chiara delle uom delle Tefiuggini » anehoya che lungo tempo ( come jf effe uolte n ho fatta io laproua ) fi bollano nell'acqua , non fi condenfa , quantunque il tuorlo di uenti durifsimo . Et in oltre ho ritrouate io di quelle tefiuggini , che n hanno battute nel corpo fino a fette to l gufeio già fatto . Il che uogliono alcuni che facciano anchora leferpi . ma ciò non fi uedein al- cuno de i volatili . Chiamano i Greci lo Vouo sdì v : i Latini Quota: gli Mali Tipid , Beid , & Baid .- i Tedefcbi Ein, ■ & Ey : li Spagnoli Hueuo & Ouo : i Francefi Oeuf . DelleCicale. Cap XLV. l B Cicale mangiate arroftite ne i cibi > {occorrono à i dolori della uefcica * SO no le Cicale per tutto tant o not e in Italia , & tanto uolgarì , che fieffo la fiate affordano con il lor lungo can- tare nelle campagne i lavoratori, & i mandanti . Ma per quanto fcriue Mrifìotele a xxx. cap. del v. libro della net tura de gli animali , & Tlinio togliendo da lui a xxvl. dèlTx I . fono le Cicale di due forti , ciò è minori , & mag- giori. Le minori uengono piuprcHo , & finifeono piu tardi . ma le maggiori nafeonopiu tardi , & fini f cono piu prefio , & fono quelle , che cantano . Figliano ne i campi , quando fon ricolte le biade , cauando la terra con la coda : & fimi- mente nelle canne , che fi mettono per pali aUe uiti . Gioua a farle moltiplicare ilpiouere affai. Crefcono dalpartoloro in prima dalla terra q modo di ucrmicelli : li quali crefcendo diuentano finalmente quegli animali , che chiamano i Greci 40 tettigometra , foauiffime al gufi 0 auanti che efeano del gufeio che le circonda : del quale circa al folfiitio della fiate fé n efeono la notte notando le cicale . V iuono quefie di rugiada folamente , & fono di quegli animali , che non hanno boc- ca . Tirano però afe la rugiada con ma certa linguetta, che hanno fopra al petto : il quale è concavo a modo di un cana- le , onde rifi onde ilfuono del canto loro . Mmano mirabilmente gli oliai , ma però gli ombrofi manco degli altri ; quan- tunque fi godano communemente di tutti gli alberi : & imperò nonpoffono nafcere douc non fieno alberi . Hanno oltre ì ciò le Cicale in odio i luoghi freddi : & perciò non Hanno nelle felue ombrofe & opache, ne manco s odono ne ipaefifred. di . La onde fi penso Alberto Magno , che le cicale fuffero i Grilli , che cantano la notte : percioche in Jlamagna , paef e fuo frigidi fimo , & fiotto al polo , quantunque ut fieno i grilli in affai copia ; non ui fono però le cicale. InTar- thtafi mangiano le Cicale , &fimìlmcntc in certi luoghi dell’ oriente . Et però non è marauiglia , che Mirinotele diceffe , \ che elle fieno foauiffime al gufo prima che comincino d uolare . Di quefie parlando C aleno all’xi . libro delle [acuiti p de 1 [empiici , diffe che oltre all'hauer elle proprietà a i dolori della uefcica , fecondo f ufo d' alcuni medici ; uagliono an j chora ai dolori colia con il pari numero di granella di pepe . Tipi qual ufofe ne danno à mangiare bora tre , bora cin- que ,& bora fette in diuerfi tempi , fecondo che uengono i tempi de i dolori , & i loro parofifmi . Chiamano i Greci le Cicale t ìfiiya ; i Latini C icada : li Spagnoli Ciguattregas : i Francefi Sigaie . pelle Locufte, Cap, XLVI. 1 L fumo delle Locufte uale alle difficultà dcll’orinare, & maflime nelle donne , La carneloro X non s ula in alcuna cola . Quelle che fi connumerano nelle lpetie delle Locufte, che fi chiamano . a“1? j1 : & a“n-eQ 3 lenza ali , & con grolle gambe , Leccate frefche fi beono utilmente con uino à ^ f ' ^ 1 ' corPloni ' Cangiatile ne cibi fino che ne fono fati; coloro , che habitano'Lepti, pas- ca 1*- Nel fecondo lib. di Diofcoride ì l O C V S T E. CHIamansi le Locufie in T ofcana , & in altri luoghi d' Italia per diuerfi nomi , cioè Grilli, Saltelli , C anale t- Locufte , & Jo- te, Smppi,& altrimenti anebora, fecondo i co fumi & varietà de ipaeft. Sono notif imi animali, quantunque mot ro Ill^ona * to dmeuoli all'berbe & alle biade ; per deuorarf elle ben ffeffo il tutto in breuìfimo tempo, oue in gran copia fi ritroui- ■no.Semdo che d' effe fcriffe frittotele al xxv li I .capo del v. libro dell' hittoria de gli animali , fono imafehi minori delle [emine . Tartorifcono quefle ficcando in terra la coda, di cui mancano i mafehi ; & tutte in un mede fimo luogo , di mio che i loro parti par ono quafifaui . Di qui nafeono ucrmicelii, che hanno figura di uouo : liquali fono coperti da cer- tatemfottiliffma , comcpellicina . quefla rompendoli pofeia, efeono fuori le Locufie,& fe ne nolano via. Queflo lorpar toètanto tenero, che appena toccato fi disfa & more . Tartorifcono nel fine diprimauera,et fubito dopo alpartomuoio no fimgokte da alcuni vermicelli, che loro nafeono intorno al collo neltempo delparto . Tfiel medefimo tempo muoiono mima, i mfebi . Tifile montagne, & altri luoghi frigidi pocbifiime locuttc fi ritrovano : ma per lo contrario affai fe ne ut '$0110 nelle pianure, & ne i luoghi, oue per li gran caldicrepano i terreni: percioche nelle fifiure partorirono le fue uo- va . Tafano le locuttc volando lunghi fimi mari, & qualche uolta ne fono p affate Affrica in Italia ( diceva Timo ) in tanta quantità, che le loro fchicre ojfufcauano il fole, come toffufeano i nuvoli, con non poco ttupore degli huomini , & dubitanza che fermandoli ne i fuoi paefì, non gli difertaffero . imperoche molto r umano, & fanno flerili i luoghi, oue elle fipùfano, mangiando le biade & l herbe fino in fu le radici . Del che à i tempi noflri ci han fatto teflimomo l'anno m. d. Xlii. linnumcrabili fchicre , che uejiendo delle paludi Meotidi coperfero non folamente tutta Ungheria , & grandiffi- m parte d Jlamagna ; ma anchora tutta Italia, dove fecero infinitiffimi danni nelle biade minute , & nell’ herbe de i prati , mangiandoci i legumi , il panico , il miglio , & la faggina fino alle radici . I Tarthi mangiano le Locutte ne i Locufie ufate cibi .& imperlinoti èmarauiglia ,fe nelle fiacre lettere ( come fi legge all’ xi . capo del Lenitico ) le lodò Moife nei cibi neici^- al fio f oppio Hebreo . T{e ancho è da marauigliarft , che fan Giovanni Battifta le marigiaffe infieme col mele faluatico ìleideferto . quantunque fieno alcuni ejpofìtori , che vogliano , che per le Locufie s intendano alcune radici : & altri, cer te cime d alberi , M che non confentendo io , tengo per uero , che per effer egli Hebreo , & grande offeruatore della leg- gtMofaica,mangiaffe veramente quette Locufie animali . Il che tiene anchora finto fgofiino nell efyo fittone dcll’epifio ladifan Taolo à i Romani . In alcuni luoghi , come nella regione Cirenaica , nell’ifola di Lemno , & in Sorìa , uannogli nomini apopulo due e tre uolte l’amo nelle campagne àguattare i nidi loro,&pofcia ad ammalarle, quando fono na ttycomc s andaffero à combattere contra a grandi efferciti . Dicefi , che in India fe ne ritrovano di quelle , che fon lun- ule tre piedi, di modo che legambe delle femine , quando fono feccate , s tifano in vece di feghe . Chiamano i Greci le Nomi. l^cuHe A xfifof ; i Latini Locufia : gli Spaglinoli Lagottas de tierra , & Gafanhotes grande s : i Francefi Locufie. DeirOfsifrago . Cap. X L V 1 1 . Dicasi, che’l uentriglio di quello uccello , che chiamano i Latini ofiìfrago , beuuto à poco a poco fa orinare le pietre infieme con l’orina . |) ro v O dell Ofiifrago diuerfe opinioni. Imperoche appreffo ad frifiotelc è l'ofìifrago uno uccello fumile al- Ofsifrago , & V aquila , quantunque maggiore, ma di bigio colore . Quetto quando l'aquila caccia i figliuoli del nido, avanti che lua e^amin* 0 en grandi , & finiti d'aUeuare, per uederlifar quettione fra loro per il cibo , che gli porta , li raccoglie , & li fi- 1 1 nifee 574 Pifcorfi del Matthioli ossi fr ago; mfce i allenare .Hai Ofisìftago cattata uijla , per battere una certa muoia manti alla lamella dell'occhio . Ma Timo al III. capo del x. hbro , conmmerando l’Ofiifiagofia lentie dell aquile, lo fi, figlinolo deU'Halibeto, ciò è Ma pila di jJw.r4 e n77°l~'$,chrehabl’,“ propria frette, ma che nafta d’aquila calcata da diuerfi mafchi . Jpprejfo pa> mi, che l Offift ago fila quello augello, che egli in lingua Arabica chiama Kirij coftjcriuendo . llKirij è uno fì ‘°. •' “ V Hale e prolifico & gouerna no» fidamente bene ifiuoi polli , ma ancbora quelli dell'aquila , quando rii din-ai h7ma' d,rm7f‘ ' tmtef°no tarolediMberto.il quelle affai piu chiaramente ne diffe f«lep > , ^/-/ ° ; GUC C°j ncfcriue • La (juinta jpetie dell’aquila è augello affai picciolo 3 & da alcuni è chiamato 0j$- rÀ ' 7fT,cheqUandlelrmanFaU farneuoU con le offa ben in alto in aria, & le Inficia caficarfiopra qualche pan dandoli b ou ’ "Tj ^ md°Ua ' Maf^cbe * ‘luefl° d>ftordi eglimanifettamentedafrifiotele,uc- endot c he appreffo frittotele l Oftifiago non è altrimenti frette di aquila cofi piccola, ma uno augello piu grande di tut tela^^daUaCemanamfuon.Ondenontoffoftnoncredere,cheMbertofifi,aqmmgLaio,come0cbo>a Plinio , Nel fecondo lib. diDiofcoride. ■tliuìo wtrochermeUaJq»ilaMlorofìfiimamarma(comffcnueMttotele)balauiftaacutifi;ma,&perfuariatu- i! \obmgeifglSoU, Swtó che faccino le penne à rimirare il fole, & ejfeniouene alcuno , che lagrimi fuhito (amman- ti Il che dimoflra chiaramente l errore di Vlinio & che egli legge jf e ^drijìotele con poca attenderne . Imperoche hancn Errore di Pii- Ijya, note «rati}?» »°» mifar> che Rabbia da fare punto con l’ofsifi-ago.hauendo qucflo gli occhi in- ' fimi indebolì, &nonuede>idomoltolonta«o ,Io giàfapiutempoperhauerehamto illibro delti animali d’Mberto [corretto, dotte era ferino ofsifiagam cambio de ofma, m eraridotto à crederebbe l'ojiifi-aga apprejfo Alberto fujfe uno mollo tutto bianco affai maggióre del cigno , che noi chiamiamo tigrotto, & pratica nelle noftre maremme intorno Ìort'hercolei& Orbetellopafcenioft dipefee in quello S lagno di mare . Ha grandifiimo becco , & nella parte apprejfo UnUcartilaginofo, & pendente a modo d un Jacco • Ma bauendo dipoi ritrouato uno altro Alberto piu corretto , otte io inflitto ofma, & non ofsijraga riconobbi l errore,in cui era cafcato per negligenza del Stampatore, Chiamano i Gre - ^om'* lil'ojiijrago tira t i Latini Ofifragus. Della Lodola. Cap. XLVIII. E La Lodola uno uccellino, che ha un cappelletto in fu la cima del capo, come hanno ipauo- ni.Qnefta arroftita,& mangiata per cibo medica à i dolori colici. T I [LMefinòconofiiutiucceUmi.. VJtrouanfene ( comenlxxv. capo del IX. libro deli hifloria dcglidnimali , , LbftJrifioteleJdidue/Jictie, ciò è con cappelletto ,& ferina . Habitano nei campi, mangiando boraucrmi- huteria’. •&oonjemididiùerfej]>etie . Imafchi cantano affai bene, & fono fempre eglino i primi uccellini, che pronuntia- mlTfC° m>t° l°r° ' T em°n° ^ Lodo^e ttofigfandement'egli^aruieri^gUfmerigli , ebefeguite molte mite da cbh ‘nfeno àgli huoimi . T cnendofi per cantare i mafehi nelle gabbie , diuentano fficjfo ciechi dim oc - *é‘ Pef ijicrien7xa fi uede . Chiamano i Greci la Lodola K-opvJ'an\àe: i Latini Caler ita : gli Mrahi Hanabrccb , Nomi. io ma iocb : i Tedef ibi V ualdt Lercio :gli Spagnoli Cucuyada : li Francefi Mlouette . Delle Rondini. Cap. X LIX. * s n d o s i i Rondinini della prima figliatura delle Rondini , auanti che la luna fia tonda, ■ ? 1 rltr?Mno nel uentriglio due pietre : una d’un fol colore , & l’altra uaria . Le qualiicrra- tanto oh10 CiU°Ij> ° una uitella , ouerodiceruo, & attaccate al collo, ouero al braccio giouanoin teneidhi i uc,° > c“e fpelI"° con alcuni fé ne liberano . Oltre à ciò l'ifteife rondini mangia- li cenere del I k che mangiano i beccafichi, rifehiarano la uifta .Alche gioua fimilmente la # Mente alla f l6cc . ’ ^ gi°uani abbruciate in un uafo di terra, unta con mele : & uale pari- mente imn!r’1^tlu ’ &infiammagi°ni dell’ugola, &delgargatile. Le rondini fecche, &pari- cunini , beuute con acqua al pefo duna dramma, giouano alla fchirantia . II 2 L E ROM- 2^6 Difcorfl del Matthioli RONDINI. ■Rondini , fuaefl'amin. E rondini no tgaripimì uccelli .fono dì tre frette : delle quali una è quella , chef ricoura nelle no fri afa la feconda nelle muraglie degli antichi edificij , & nelle grotte , & [cogl, de i monti : & la tej, nell alte ripe dei fiumi . & quefte due ultime fretie chiamano chi Rondoni , & chi T art ari . Quefle partendofi ogni anno d Afri- ca ( come alxxmi.cap.delx. libro fcriue Tlinio ) f affano il mare , &fe nc uengono il Margo memo all equino t- tio in Italia àfare i nidi , & le uouanelle cafe , tanto fi confidano nella benignità degli huomnn . Dotte battendo parto- rito due notte , & allenati i figliuoli , fenerìtornano con loro infieme nell’altro equinozio dell autunno neipaefilon. T a Chelidonia he Rondivi fole fra tutti gli uccelli , che non fono rapaci , mangiano carne . Dicefi , che la Chelidonia herba , che u o- fi, ritrouata dal garmente vuoi dire Rondinaria , fu ritrouata dalle Rondini . perciochefii ueduta portare ne midi per franare gliocc n le Rondini. ',jej fa figliuoli accecati. Et di gii s è provato ( come fcriuono alcuni) che fungendofi loro gli occhi ne midi, efrue- dutopofeia, che le madri gli rifiutano conia Chelidonia . llche effendoftatopoi notato daimedui, hanno anch efii, ammaestrati da qucfto uccellino , ufata la Chelidonia nelle malattìe degli occhi . Ma contradice all opinione di coitolo mamfefiamcntc Metile come diremo difetto nel coment o della Chelidonia maggiore . Fa contrario effetto lo fieno lo ro, percioche cafcando caldo ne gli occhi , fa accecare , comenefa tefiimonio nelle fiacre lettere Ihiftom diTotm, Rondini fcrit- Scriffre delle Rondini Galeno all' XI . libro delle facilità defemplici ,con quefte parole . Molti fono che hanno tifato non te da Gal. fidamente gli animali , di cui habbiama detto ; ma anchora le Rondini, abbruciandole, & mcfcolandopoi la cenere in- ficine con mele , & ungendone lefchirantie , & tutti gli altri malori , che uengono con enfiagione nel gorgoglile , & nell'ugola . Mitri fono , che ufano la medefma cenere per ajfottiglìare la ueduta . & altri danno le rondini fece le a er Nomi. hi fottìlifiima poluerc . Chiamano i Greci la Rondine XimPcòv ■ ì Latini Hirundo egli .Arabi Thai taf, Cbatas, onci taf: i Tedefchi Schumlb : li Spagnoli Golandrina , & Mndorinha : li Francefi MronieUes . IO 20 31 4' PeH’Auorio, Gap. L. L a Limatura dell Auoiio Tana applicata i panaricci delle dita . Ha facultà coftrettiua . Elephanti , & loro eflamin. Enottissima co fa à ciafcuno,che lAuorio non è altroché dente d Elephanti : de i quali per un tei capi toli continui feriffe Tlinio al principio dcll'ottauo libro . Tslafcono in Africa di la dalle Sirti , in Mani ltania’l~ Etbiopia, & in lndia:& quantunque fieno di datura maggiori di tutti gli altri animali ; nondimeno (coinè Arinotele ) fono manfuetifsimi , & piaceuoliffimi , quando fon fatti domejlicbi . I \ajfomiglianfi ( come dimoi ro que ^ ^ 5 che fu al tempo di Tapa Leone decimo à poma ) nella pelle molto d i buf ili, come che uifienfufo rarifiimipe 1 • H-ann° tejla groffay il collo corto , & l’ orecchie larghe per ogni uerfo due (panne. Il nafo hanno lunghifìimo concauo, fatto a do d’una gran tromba y che gli pende tra i denti dinanzi quaft fino à terra : & ufo, quejlo in cambio di mani . Ln occ ^ uicina alpettOy affai ftmile à quella del porc-o : nella quale ha nelle mafcelle di (opra due grandmimi denti ( come,[l veggono affai in Merceria à V inedia, & in altre città d,' Italia) li quali riguardano con le punte uerfo terra . I pie 1 ritondi, come taglieri, di larghe vppz di due,& di tre palmi > circondati di callofq materia : con cinque unghie ■ tn ~ , Errore d’alcu- grandi , come mediocri nicchi . Le gambe fongroffe , & forti, ne come alcuni fciocchi fi penfano ,fono tutte d un 1 ni • ma hanno le giunture nelle ginocchia, come gli altri animali quadrupedi . Et imperò (come rifenfee Aluigi ^ A ^ nelle fue nauigationi fatte per la Ethiopia,& à Calocut ) s7 inginocchiano gli Elephanti al montami fufo quan cano 4 La coda è come quella de i bufali, lunga circa tre (panne, con rarifime fetole . Et pero molto male (1 potreo ^ < riparare dalle mofche,fe la natur anon gli baueffe preparato altro ingegno d’ ucciderle : il quale è , c hauendo c£1*' pelle piena di graticolate feffure , le fùngono rannichiqndofi fi-a quelle , & cofi le ammaino . Jfonnuocono ag Nel fecondo lib . di Diofcoride , 577 ELEPHANTE. ™m>fenonfigli da impaccio . ma fe pur gli nuocono , gli pigliano à traucrfo con il loro lungo nafo,& coji gli gittano in la aria una grande arcata . la onde muoiono fojfocati dall'aria, prima che caggiano in terra. K(pn fi troua huomo,che ’ C,° ! 11011 eor?idore , che gli Elepbanti non l arriuino, anchora che cammino dì f no pajjò : imperoche la lungheria de i fcdb °‘ ° aUfn^a ^^ran Iwg* la velocità de i pajjì de glihuomini . Viuono difrondi,& di frutti d'alberi : ne è cofìgrof- cml °r C r n°n roinPano c 071 ^ naf° l°ro * Crefconofino all’altera di fedici palmi . & però coloro , che non fon ufi a coi/ T/ 1 r COntminano 3 come fanno in fu le naui coloro , che non fon ufi in mare . Sono sfrenati , ne fipoffon ritenere datìTj-6 * 1 1 PeYCbefemprefì lafciano con la teHa in libertà. Ma per effere ubidientijfimi,& per inten- tò w ?aì ^u:mini de i lor paefi , non efcono de i mandati di chi li gouerna . Hanno tanto paura del fuoco , che lo na pp! acIuedo non fipoffono riuocare dalla fuga . Il che non fapendo coloro, che gouernauano quello, che erad I\p dicitò /r ^ cafìe^ett0 3 C begli bancario accommodato in fu lafchena il giorno , che il Signor Giuliano de Me- U C ° e ^*1$ menò In moglie di Francia ,fcaricandofi certi archibufi lo mijfero in tanta fuga , che mai non lo po- li 3 terono j ;• g « v . Difcorfi del Mattili oli 1 t crono ritenere, fino che non fi caccio infime con loro nel fiume del Tenere. Non generano ( per quanto dice Mriflotele al XXVI I .cap.del V i .libro della naturategli animali ) fi non-hanno ueriti anni . Nel che fi uede manifefi amente er- ettore di Pii- rar ’plinio , dicendo , che i mafcbi in cinque , & le [emine in dieci pofifion generare . Gli Elephanti fon cafii animali : & imperò non ufano [e non con una fola [emina, ne piu la toccano, come la ueggono pregila . Non fi può di certo fapere, quanto portino le [emine nel corpo i figli loro , per guardtf.fi gli Elephanti di non ejfer ueduti quando l’impregnano . Et però dijj'ero alcuni, che le [emine portauano diciatto mefij& altri chi duc,&. chi tre anni . Tartorifcono le [emine con do lore , come [anno le donne : &[ubito che hanno partorito, leccano il figliuolo, il quale pofcia gli camma dietro. V mono (i dijfe ydrifiotelc ) fecondo alcuni dugento anni, tome. che altri dicano, che non piu di cento uenti : ma il fiore dell' età lo- ro è circa à fejfanta, ò fi 'manta anni . Temono il freddo molto il uerno, & piacegli molto filare apprefifo à i fiumi, ne ìapua- ìoro intelle^ # entrano uojentieri , come [anno anchora i bufali . S ono d'intelletto affai propinqui à gli huomini . Il che fi uede per I So . intendere eglino i parlari de i paefi loro, per l’ubidiengd ebepr e filano, per la prudenza che. hanno, & per la religione che ofiferuano . \d dorano gli Elephanti il fole, & la luna . Et di già fono flati ueduti in Etbiopia, & Mauritania, ouefiono fen^a numero , andare la notte à filiera , quando la luna è nuoua, à lauarfi ne i fiumi, & [atti pofcia ben mondi, adorare il pianetta in ginocchioni, & andarfenc poi uia alle felue . Rfiferifcono alcuni , che [ono di tanto intelletto, che ejfimdo già filati condotti alle nani per menarli per mare in altri paefi, non fi uolfero imbarcar e, [e non gli fu promefifò prima diri tornarli ne i paefi loro . Vanno per le [elite gli Elephanti quafifempre àfchiera ; mettendo fempre dinanzi per capitano il piu uccchio : & di dietro quello, che piu di tempo, & d’anni figli auicina . Dicefi che come fi ueggono affiditi da i caccia- tori, [apendo d'efiferpiu [eguitati per i denti, che per altro, urtando forte conefii negli alberi [e li cattano, & lafciandoli in terra fi e ne figgono per campare la ulta . il che facilmente potrebbe efifierfalfo , come fimilmente è la bugia , chel Ca- floreo ueduto il cacciatore fi tagli con identi (come dicemmo difopra) itefilicoli . Sono naturalmente gli Elephanti tutti 2( [aluatichi,ma s addomeflicano con arte, come fi [a con molti altri animali : & parimente allenandoli [ufo da piccioli ; co me che dica Tlinio, che s’ addomeflicano anchora i grandi con le hafionate, & con la fame , tenendoli fia quelli che fono domefikbi .Ma ben ne [ono in alcuni luoghi di quelli, che non fi poffiòno per la ferità loro addomefilicare, come fon quelli, fcicukà J ^ ^efi ritvouano ( fecondo che nelle fine nauigationi ficrifife M luigi Cadamofiìo) in Senega regno d'Ethiopia . V fia fi l’Mo - . ? rio macinato in fui porfido in fi ntilififima poluere à i flufii bianchi delle donne, beandolo in latte di fieme di lattughe, catta ^o;ni* to con acqua ferrata . Chiamano i Greci l'Muorio £\eW : i Latini Ebur : i Tedefchi Heljfatitbeyn: li Spagnoli Dien- te de elefante , &Marfil : li Frane fi L’yuoire. Del Talone del porco, Cap. LI. IL Talone del porco brufeiato , fino che di nero diuenti bianco,& pofcia fatto in poluere, & beuu to uale à i dolori colici, & à i uecchi dolori di corpo. TALONE DEL PORCO, Qual oflo fia il Talone. E/ l 7 alone negli animali quello ultimo\ofifio del piede, che fi commette con loflinco della gamba , chiamato da t ^ Greci astragalo!. , & da noi uolgarmente l’offo della calòcchia . Chiamano i Greci il Talone del forco AVf*r“- ni . i Latini Talusjuillùs : li SpagnolìT orniglielo de pie de f aereo : liFranceft Talon deforceau. . _t n*~**A*\ /-pmnKmfrinfoincenerc,&lauato. hpiinrn ni rv-fr» A\ j: | fenteria, àgli Iputi del langue5 attuisi itoiiiacnaii, a trabocco di fiele, & à doloridi uefcicacon " gomma di draganti . vaie pai ùntine à i uuTsi de i luoghi naturali delie donne con qualche ltquo iead0conueneuole.il modo dibrufciarlo è coli .Tagliali in minuti pezzetti , & fi mette poicia in un uafo di terra crudo, & lutatoui fopra benifsifflo il coperchio, fi mette in una fornace,& lafciauifi tanto, che diuenti bianco . Quello pofeia lauato , comefilaua la cadmia , è utile ne i flufsi , & nelle V ulcere de gli occhi . Fregato a i denti-li mondifica . Il fumo del crudo bruiciato in fu i carboni brac- cia le ferpi . Bollito in aceto, & lauandofi la bocca con quello caua il dolore delle gengiue, & delle mafcelle caufato per il nafeimento de i mafcellari . Sono ìCeruinoti/ìmi animali . Ma piretiche à ciafimo noni nota la natura loro , per fiedisfare ad ogni candido Cerai, sdoro letture, ne dirà qui quanto i'Mrifiotele nel vi.&nehx. libro della natura degli animali, & nel II li . delle par hilioria • Idm, nho mollato . Sono adunque i Ceni animili faluaticki , grandi come afini , uelocifiimi al corfo , & armati di mojecom . Quelli , quando uanno in amore , diuentano tanto furiofi &pagrj , che fio ne «anno gridando per le felue tato forte, che fumo con non poco lìrepito rif mare Echo nelle concauità delle ualli ,&dei monti . Et fimo tanto fit- n«li, & sfrenati nel coito , chefjiejfio in quell’atto fanno andare le f emine à terra , onero che per non potere elle patire < deh «erga loro , cofi caminando , & correndo , Impregnano . Tsfon fi contentano filma feminafiola , mafia ‘ o come il becco con le capre , in breue /patio di tempo , molte & molte ne montano . Etfie per fiorie fi riti ottano piu a/ni tetro ai ima femina, combattono con ìdue piu appuntati bronconi delle corna , che hanno [opra alla fronte , * ‘ P°rcÌ!t d temP° dell'amore nella fine di Settembre safe ondano nelle caltene loro, battendo quafi duìni “ V™ofe oiore ’ che givano , filmile à quello de becchi . Et coffe ne fanno, fino che uiene il uerno , nel Itib fi n"T > &per le campagne alla paflura . La date per efifier molto graffi corrono poco . Il htem ' T s afcondono.per non ejfier prefi . Vanno in amore il mefie d’Mgofio & di Settembre . Empionfi tmmìimj"11- ’ & m°lte C°n ml°l° mafchio •• portano il parto otto mefi . Le [emine quantunque qualche uolta ninitk'ùì "uTfW ; ” ondimene il piu deUe mite nepartorificono un fiolo . Tartorifcono come prudenti in luoghi 11 II mali (r l,cy’Per‘,cume 'figliuoli dalle fiere rapaci : & nel partorire fiempre fi mangiano l’inuoglie del par- ti,' j- 1° dcm‘ ham0 mirMeProP»rià in molte cofie . llprimo anno igiouani non fanno altre coma, pertt tlltt !■ n f 10 m menduc le parti [opra alla fonte . Ma il fecondo anno gli /puntano , come manichi di lefime ,co Si Mh 'fene uer ° ’/ m}0^nn0,d“e rmi > , ^ranct,1 fami minori del miglio ,dei quali nafeono pofeia piccioli uermiceUi , che infra tre , ò lt,,n‘m!,kj-iien^n0 grucì,i rofri . Quefli fatti già uecchi fi mutano di forma , & ricopronft d'un certo gufeio duret- ^ pupe , fintile nel colore all'oro .&impcrò ( dijfe ^iriHotele , & dopo lui T beophraflo nel v. libro del chiamar fi, A ice cip . Tfion fi muoitonofe non fi toccano , ne fteonofee inloro bocca, ne altre mem- Iciiuli ‘‘ r , ^ efeonne fuori i pauiglioni , che uolano . Mangialo i Bruchi ajfai , manti che fi permutino in lafiunonmangiano , poiché fono dittatati, Aurelij . Dei quali mi ricordo io offendo fanciullo pereffe- ultri mi ■ • ; ^ ma infinità di Bruchi in tutta Tofana , hauerne ritrattati infiniti attaccati col culo in fu, non filo w ", - , [.Aheri , per dell' herbe ; ma affai anchora à i muri delle cafre , di colore cofi lucido , come fi fia quello del- ‘^olic clic itene fufero alcuni anchora di colore d'argento , dì modo che ciafcuno fi baierebbe penfato , chefujfero * fifa & d’argento mafiiccìo ,fc non fifuffero minti palpitare . La forma loro era proprio d'mfanciullinofafcia- !fl f 1 iMtadidifegno bimano , conunamitria intefla , con due corna. Dei quali horitrouati pofeia fempre K>t'nno dcm&fftiklmente attaccati aUe muraglie degffiorti,& degiardiniimanon però cofi diurno color d’oro. (f Ha tal fonda loro di faccia humana fi tacque Ariflotele . il quale come che dicejfe , che i Bruchi fi gener aitano delle Br„chi ; & Io_ f ' iiidtlxrhefenga altro animale , che gli generi ; nondimeno fi ueggonofenfatamente i Vauiglìoni fqmifufo le uo- t° fattoria . a- clown fimo altro , che quegli gr anetti bigi , come fanno anchora quelli , che nafeono di quei bruchi , che fanno la "ru Minonperòper quello uoglìo affermar io , che non pojfano , come dijfe Ariflotele, nafecre qnchora per loro Mi ‘come fanno molti altri animali . Triplo mole , che quelle granella , che fi ueggono attaccate in fu l’ herbe , ni m- r ino di miada:& che di poifieno condenfate dal fole. Ma non però l’appruouano coloro, che fono neri jbeculatori IO Itile lofi naturali . Il rimedio dì far fuggire i Bruchi dpglì borri (dijfe Tlìnio ) è di mettere il tefehio dima cauaUa in fu la cima d'mpallo in meipydl'hortà , onero appicca/ui un granchio difiume . Al che uale fimilmente toccando [ber- le & i cauoli , con una bacchetta difanguino . Scriffe anchora Columella circa la fine dell x. libro della firn agricolta n comefpofm [cacciare i Bruchi de campi , & degli borri , con quefie parole . Accadendo , che ne i luoghi aprichi dopo lep ioggie nafern quelli nocini animali , che noi chiamiamo Bruchi , bifogna ò coglierli con mano , onero fcuotere ti nuttmper tempo le piante , oue fi riparano . Imperoche lofi facendofi mentre che fono quafi del tutto fopiti dalfred io iellanotte, enfiando in terra non faglionopiu altrimenti fopra le piante . Ma libera da quefla curagli hortolani ,fe aliati che fi firmino l’bcrbe , s’infonde ilfeme nel fucco delfemprcuiuo : per fioche prohibifee quefio ,cbei bruchi non ui i accodino . MaDemocrito nel libro , che è intitolato alla Greca trai imitatisi , afferma che fe una donna , che hab- hiailmefimo Scapigliata , & f calappi corrette uolte attorno à ogni brafee , onero area dcll’borto , enfiano in terra del jO Ikrletmìììmhì.&cadutifubitomuoion'o. Ma per mio giudicio quefli fono efferimenti da lafciare à coloro , che finn ttendom akfuperftitioni , che alle enfe ragionatoli . Chiamano ; Greci i Bruchi Kd/inai : i Latini truca egli A- rèì ttfapfa : li Tedefihi J\aup , & Holt\uurm : li Spagnoli Bruchi , Nomi. Delle Cantarelle, Buprelìi, & Bruchi de pini. Cap. LIIII. SO n 0 buone à conferuarc quelle Cantarelle , che fi ricolgono nei fermenti . Mettoniqqucfte in un uafo di terra non impeciato , & ferrafegli la bocca con un pezzo di tela rada, & polcia uo! tatoloconla bocca in giu lì tiene fopra al fumo d'un fortiflìmo aceto , che bolla , fino che per il caldo muoiono le cantarelle : le quali pofeia s’infilano in un refé , & fi ripongono . Le migliori di vjo tutte fon quelle , che fono di uarij colori , con linee roflè, & ritorte neileali , lunghe di corpo , ben piene, foraffe, come fono le blatte. Et cofi per lo contrario uagliono poco quelle, che hanno ■l'ali d'un fol colore . Serbanfi in quefto medefimo modo , quelle altre Ipetie pur di cantarelle , che li chiamano Buprefti , & cofi ì Bruchi de pini . Quelle melfe in un criuello , & tenute al uapor della cenere calda in piubreue tempo fi feccano , & fi ripongono . Hanno tutte una medefima uirtù in ro dere, ulcerare, & tirare il calore in pelle: & imperò li mettono nei medicamenti de icancari, del lalepra, &dellemaligneuolatiche. Prouocanoimeftrui aggiunte nei peflòlimollificatiui. Al- cuni dilfero, che indie ne gli antidoti giouano à gli hidropici , per hauere elle poteftà di fare ori- mie . Altri hanno detto che il uero rimedio delle cantarelle bcuute, fono le lor proprie ali, & i lor proprij piedi, ‘5° EOno le CantareUe uolgariffimi animalctti nelle fpetiarie , & ahondanti nei piu caldifiuoghi d'Italia , oue non fo- Cantarelle, 8c fjlmntefi ritrouano ne campi del grano ,ma copiofifiime f opra à ifrafiìni . Tfion accade , che qui fi dica quali fieno loroeflamin. !c migliori, per hauere in quefio à pieno fodisfi atto Diofcoride . ma è però d’ auertire, che quefli animali inuecchian- '.tarlano, & cofi diuent ano pofeia del tutto inutili . Le Buprefli , come diJfeTlìnioà n II. capitoli del XXX. Buprcfli , Se ' " ]fom rarifiime in Italia , & raffembranfi àgli fcalabroni . Ma i Bruchi de pini , &' de perpfi fono abondantifiimi ^rlitl“ Pm,‘ ,n Italia, ornnquc fieno bofihi di cotali alberi . La onde per tutti i monti , & le Halli del T tentino, doueper tutto i pini, f' [tifine firmo ne i bofehi , <&r mafiime nella uallc Anania , & di Fieme ,Je ne ritrouano in fu ipini infinitifiim , rof- . ; [filanti pelcfi ,ferratiin fu le cime de i rami in certe loro fottilifiime tele : le quali tejfono d'infinìtifiime inuoglie ì mo riìappa , doue refiandofi quefli animali cofi fenati, fi riparano la dentro ìluerno dal freddo . lemmi alcune fa 0 te accaduto adoperargli per alcuni miei particolari (ferimenti, & home ritrouato in tal marpp piu di mille .Lama [('" E®a ttbt > ‘1 1 cui fi ferrano , filata , & tcjfuta da loro , non è manco forte & tenace , che fi fia lafeta , ne ad altro c 11 ti [miglia, che àfottilifiimi udii dì feta bianca . QueHaper riflagnare il fanguc non ual meno di quel , che fi ua- glia la Errore di mol ti moderni , CSrarelle ferie tp da Galeno . Nomi» 2$ -ì Difcorfìdel Matthioìi CANTARELLE, BVPRESTI, ET BRVCHI DE PINI, glia la tela de fragni . V [ano affai de i moderni medici , & maffime quegli , che feguìtano le dottrine degli Mrahi, quan do ordinan o le Cantarelle , fargli fpmprc tor aia l’ali , il capo , & i piedi . il che è del tutto contra ali' opinione di Gale- no, il quale all' XI. delle f acuità dei [empiici mole , ch'elle s adoperino tutte intere 3 come dice femprc hauerle adope- rate anch’egli . Mi chefcmi rifonderanno quegli tali , che non fia il far levare tefiremità alle Cantarelle , ne loro inm y tiene , ne degli , Arabi ,• mad' Hippocrate al UH. del modo di minifirare i cibi ne i morbi acuti , gli rifonde ualente - mente per me G aleno 3 cofi dicendo . Fu certo medico audace molto 3 non intendendo in querto luogo la mente d’Hippo - crate 3 leuò nia dalle Cantarelle tutte quefìc particole 3 & cofi le diede pofeia a bere ad uno hidropico : al quale compar- fe il primo giorno in una gamba unapoftema 3 da cui ufcì fuori offendo tagliata il tergo giorno gran 'quantità d'acqua : & come chepareffeper la molta acqua ufeipa , cbefujfc curato l hidropico in quello Urtante , nondimeno in breui giorni fene morì . 1 1 per che fu a tal medico d' alcuni imputato , che male haueffe fatto à dare le Cantarelle fenica piedi , fenga ali , & fenga capo : imperòche non cofi intendala Hippocrate , ma che fi doueffe dare à bere àgli bidr epici privatamen- te il corpo , & pofeia il capo 3 l'ali 3 & i piedi , & non il corpo delle Cantarelle fenga l'eftrcmità . Del cbcnoufacendofi fiima il troppo audace medico 3 le diede di nucuo nel medefimo modo ad uno altro hidropico : à cui uencndopoi ùmilmen- te una portava nella cofcia , onde ufcì pofeia gran quantità d’acqua, ne fegu] Ùmilmente la morte . Tacila qual mala in - ^ telligenga effendo concorfigli strabi , & non hauendo faputo intendere Hippocrate 3 ne hauendo manco porto mente alle inter prctationi di Galeno , f ma fiati caufa di fare errare con loro tutta la turba de medici , che gli feguono . E'adim que da dire , che leuandofi dalle Cantarelle nell' amminirtr are l’ertremità loro , fi privano del rimedio , che loro ha dato la natura , per la maluagità del lor ueleno . Mi che hauendo bene l'occhio Galeno le daua intere , fapcndo che cofi non potevano nuocere , per portare elle fecola theriaca . Ft però fcriu end one egli all'x I . delle [acuità de [empiici ,cofi di- ceua . Habbiamo delle Cantarelle [ufficiente efpcrienga , ciò è , che applicate con cerotti 3 ouero empiartri [opta le un- ghie [cabrofe 3 le cauano uia tutte intere . Mettiamole anchora in quei medicamenti > che fi [anno per larogna ,& per lafcabbia : & parimente con alcune medicine corrofme , & mafi imamente con quelle 3 che cauano i calli . Oltre a ciò fo- lata un certo mio precettore metterne un pochctto di effe nelle medicine , che fi danno per provocare l'orina, citrini mettono [olament e i piedi 3&l ali , dicendo che qucfti [ ino il rimedio 3 & il vero antidoto à coloro 3 che hauéffero tolto ^ prima il corpo loro intero . Mitri [anno tutto il contrario . ma noi le diamo tutte intere . Ma è da fipcrc , che quelle fon in tutte querte cofe le migliori , chef ritrovano ne i campi nel grano con cinture roffe 3 che loro attrauerfano le ali ; & mafìimamente quando elle fi mettono in un uafo di terra cotta 3 & pofeia fi ferrano dentro , mettendo alla bocca del M- fo una tela rara : & fi [offendono con la bocca del uafo uoltatafoprafortiffirno aceto , fino à tanto che il vapore dell ace ito / ammarai . Cofi parimente bifogna preparare le Buprefii : perciocbe fono anchof effe una jfetic d animali fidili nfie cantarelle , non foto diffetie , ma anchora filmili nelle [acuità loro , coinè fono anchora i Bruchi , che nafeono ne ipeffi & ne i pini . Chiamami Greci le. Cantarelle KaySoplìif ; i Latini Cantharidesj gli Mrabi Dberarie 3& Carariha.i Tcdefcbi Goldtfieffer : li Spagnoli Cantaridcs , & parimente i Francefi . Le Bvprefii chiamano i Greci cuf • i ha- tini Buprefles : gli Mrabi Xofofiis : i T edefchiKnoelficr : li Spagnoli Mrebenta buei , I Bruchi de pini chiamano i Gre - ci nnvoHdy.™ ; i Latini Tinorim eruca :gli Mrabi Tytoriapfa ; i Tedefchi die uum non fichten : li Spagnoli Gujanos t del pino, Della Nel fecondo lib. diDiofcoride. Della Salamandra. Cap. LV. LA Salamandra animale pigro , & uario di colore , fi connumera nelle fpetie delle lucertole . F una (ciocchezza il credere, che non fi brufci nel fuoco. Le facilità lue fono di mangiare, fcaldare, & ulcerare la carne . Mettefi nelle medicine ulceratine , & in quelle della lepra , come ui li mettono le cantarelle? & riponi! nel modo , cheli ripongon quelle . Disfatta la fitlamandra nel- l'olio fa calcare i peli ; & ferbafi nel mele , trattegli prima l'intenpra , & tagliatale pofcia la tefta , & ipiedi, per l’ufo mcdefimo. SALAMANDRA. \Jl g g o n s I le Salamandre allaforcfia per ogni firada nella usile Anania, & per ogni altro lu ogo del T renti- no,nei tempi delle molte pioggie, la priniau era maffime,& l'autunno : ma nella fiate per lo caldo , & nelucrno per. lo gran freddo, rariffivie mite efcono di fiotto terra , Sono animali di corpo , & di quantità filmili à ramarri: 40 M hanno piu grojfa tefta, maggior corpo , piu alte gambe ,& piu breue coda. Quelli fiono uelocififiimi , & quefic tardiffi - mejiell andare . Sono tutte nel colore pedate di nero,& di giallo, amendue uiuiffimi colori, & co fi lucidi , come fe con ar tefufiero bruniti . Sono flomachofe,& abominpuoli alla uiHa . Di quefie ficriucndo Tlinio al ixv 1 1. cap. del x.libro, ècm . La Salamandra non fi uede fie non ne i tempi delle pioggie; &nellafiua natura è tanto frigida , che toccando il fuoco lo fregne . il che fra bene mettendola , come ho prouato io, in fu i carboni, come fra la carne cruda di qual fi uoglia male . Ma gittata nel corpo del fuoco, oue fiagran uigore di fiamma, s'abbrufcia . E' adunque una melenfagine il cadere, che ella non brufci, & che urna di fuoco, come wue il chameleonte dell’aria . Et però alludendo G-alejio all’ opi- nione diDiofcoride, & parimente à quello, che beffi erienga uero paragone di tutte le controuerfie, ne dimoJìra,diJfe reai mente al 1 1 1 .libro de itemper amenti, che quantunque ftia la Salamandra alcun tempo nel fuoco fien^a ahbnficiarfiv,non dimeno finalmente pur ui fi confuma, il che fa, che non fappia dichiararlo come dicejfe v drifiotele al xix.cap.delv.lib. yo dell hifroria degli animali, che non ab brufci la Salamandra nel fuoco ; repugnando però questo all'efi>erien^a,cbe f enfia- tamente fe ne uede . Tge oltre à ciò fio io come fe gli p offa credere, che (come pur dice egli nel luogo mede fimo ) in Cipro, done lungamente sabbrufeia il Cbalciti, da cui fi caua il rame nelle fornaci, nafeono in me\o all' ardentifi ime fiamme al- cm ammali uolatìli maggiori de i mo/coni ; iquali caminano , nolano , & [aitano continuamente fra f ardenti fimo fuo- co&fubito che quello lor manca ,fi muoiono , imperoche le ragioni naturali non lo confentono . ne manco fi uede, che il Magno Galeno, ilquale congrandifima diligenza >& arte andò inuefiigando tutte le minier e, & fornaci di Cipro, faceffe 1 tal maraiiiglia mentione alcuna, effendoperò egli fiato diligenti fimo in ifcriuere cotali biftorie degne dimemoria . lo !T f°^U U°^e Xn ^€rmaniay oue fono fornaci di metalli, da cui ho riportato meco la cadmia , la pompholige, lo ffio- a fiore del rame, & altre cofe filmili ; ma non però mi fu conceffo mai di uederui animali , che à modo di mo fiche ui uo- ajjero nel fuoco . Et però non fio io come faluar fi poffa qui v Arifiotele ; fe non uogliamo dire , che etic>& $e , cioè } & picciolo . Qu,efio non teffe tela, come che il maggiore la teffa picciola,& afrra apprcjjo a terrq,&} f Nel fecondo lib. di Diofcoride. [iepif Di quelli niedcftma flette fono qnchora quelli, che fanno le tele grandi, chiamati Sapienti : dei quali /intronano Unente de grmdi,& de piccioli . & quefli fon quelli , che tèffono nelle noflre cafet&d, quelle due jpctie per mio giu- dtti, intefe Dieftonde . Chiama Vlinio quelli , che col mordere Inficiano ueleno , Thalangi ; ma dice, che di quefli non pha,ai . [nitriti' ottano in Italia . Et fecondo che recita egli alili!. cap,del xxjx.iibro,fotio quelli d’ affai piu ffetie , che non ro hìiif' ' [ailfeJriSìotele , fir fimilmente chiamati particolarmente per diuerfi nomi, come quiui fi può chiarire eia [cimo , chef a Jitii udirne piu lunga Infima . C anfano quefli nel mordere diuerfi accidenti .facondo che fono diuerfi di forma, & di pitrn ■' impernile alcuni fanno punture dolorofi , filmili à quelle delle ueffe ; altri come quelle degli feorpioni; altri con umano le ginocchia ; altri fmagrifeono i corpi ; altri fanno enfiar la bocca ; altri fanno perder la uifla; & altri uomi- tirt, & orinare cofe fintili alle tele de i ragni, nel modo che alcuni rnorfi da i cani rabbiofi orinano con gran paflipne ca- w mltmdicarne,digrande^ad’unattejj>e , Scriffeiie parimente ^Letioal Min.capodelgiii. libro, cofi dicendo. Piangi de- ItfrtticieiVbalangifpw ueramenpe mite, come (he fidamente fiei fff tiene rkrouiiodpficritte da coloro , che tratta- f"*“i il Ac' mode gli animali uelenofi , Chiamarono adunque cojloro il primo Fhagio , il fecondo Lupo , il ter\o Formicario , il fitto Crmocolapte, il quinto Sclerocephalo,& ilfefio Scoletio , Il Bjiagio , cioè acinofio , è filmile à un acino d’mi ne- rt, inciti sl>a egli prefio il nome . Ila la bocca nel meup del uentre,& i piedi da ogni landa breuifiimi. il fecondo chiama to lupo, prende , & ammargp le mofiche perfino cibo cofidkno .Ha il corpo largo, & uolubile,& le parti, che fono ap- preso iti eolio, intagliate : &ha la bocca in tre luoghi rileuata . Il Formicario cofi chiamato , per ejfier di corpo fintile al Itpìutfìjfe formiche, è di colore fuliginofo, con certe macole per tutto’ l corpo,& majfime in fui doffo come lìdie. il Cra tmlapteèdì figura lunghetto, & di uerde color e, & ha ma [firn appreffo al collo, co la quale trafigge off elidendo limo neper il piu «elle parti ideine alla cefi a. Il Sclerocepbalo ha la tefla dura come un faffo,& i lineamenti del corporei tut jo tofimile alle farfalle. Lo Scolefìo poi è fintile à un uerme macchiato tutto , gir mafiimamente appreffo al Capo . Quello lutto de i pluhtigifcriffh Metto . Et però ardirò di dir i« d'bauer nedttte tutte quefle [ferie in Italia; quantunque non uo- glMim.cheiThalangiuinafcano . Immo , che oltre à tutti quefii uifene ritratta uri altra ffetie di pefijmifiqua- Tarantole, & li da Taranto atti id regno di Tgapoli, dotte ne nafcegraji copia, fi chiamano Tarantole . le quali fanno ucr amente di - l°r° h'ft* uetfii&ftramaccidentine gli Intonimi, che elle mordono ; imperoche di quefli aldini catana, alcmiiridorto, alcuni pian gono, alami gridano, alcuni uomitano, alcuni dormono, alcuniucgghia.no, alcuni [aitano, alcuni tremano, alcuni fudano, & ficmi patìfeom altri diuerfi accidenti, & fanno parpf e , come fiffuffero ffiritari ■ I quali effetti non fi può dir effe non (he procedano da diuerfe nature di quelli ammali, & parimente di coloro, che fono mordati da loro -.come che uogliano aleni, chele Tarantole face iano quefli diuerfi effetti fecondo i dì ch’elle mordono ,tfir ancho fecondo [bora . Di quefle ne [onommltilmgbineUenoBre maremme di Sipna,& nelTatrimonio ■; mquniuerfalmente ne fono affai inVuglia , & 30 fiamofi nei campì del grano afeofe in terra, dotte (fi effe mite trafiggono i mentori, che per non fapere l'ufian\a,non han- uglifimletnìngainha. De i quali già mi ricordo battere ueduto io alcuni patire affai de predetti accidenti . Ma è gran Rimedio con- (i[uhèlmlemunimfqlmntcdiqueTlianmxliftmitigbi,&fiitincaconlamufìcddcfiióni. Tcrcioche ho ueduto io tra al ueleno tre, ò plettro di cojloro affiliti da diuerfi di questi accidenti, effer menati douefi fontmano diuerfi UrQmcnti dà ballare, jj^e 1 *"•* & [libito calargli l affiittioni, & ballare anebor eglino gaglìardifsimamente ; di modo che alcuno noti haurebbe penfa- to, che fttfiero Hati quelli, che erano mordati dalle Tarantole . Ma enfiando il fuono ritornammo pofeia ne i loro primi mti,&rientramo ne i tnedefimi accidenti pian piano . Et però fi cofluma di farfernpre fonare dì & notte ,fino che fi fa uno . Imperoche il lungo [nono & il lungo ballare prouocqndo il fiufiore gagliardamente uince alfine la malata del un- iate it quelli miniali : come che in quel mego, che fi fitona, figli dia della theriaca, del mithridato,& dell' altre cofe, che miuc/filmeiiteiuglmoài morfl delle ferpi,& degli affidi . chiamano i Greci i Fragni A ’fdgyrt : i Latini jftmeusigli Nolm, 4° rlrahiffimdebut,& ttqncbebut : lì T cdcfcht Spinti : li Spagnoli strana; li Francefi Mrcmc. Delle Lucertole, Cap. LVH. LA T i s T A della Lucertola pefta, & .applicatiui (opra , caua fuori le ipjne, i bronconi, & ogni altra cola fitta nelle membra del corpo . Tira fuori i porri , i calli , i quofi, & quelle forti di for- miche, chependono . Il fegato niello nelle concauità de i denti , ne leua uia il dolore . Meifa tutta la lucertola aperta in fu le punture de gli icorpioni , u'alleggeriice il dolore . Della Sepa , Cap. LVIII. Liftcffi morlf quale cl)‘amano alcun* luccrt°la Chalcidica , beuuta nel uino è rimedio à i fuoi j 1 lucertole notiffmi animali , partorifeono ancho effe le uoua , come fanno le fierpi, &fono inimicifiime delle ’ ft nocciole. InMrabia fonlunghe ungombito , fecondo che ahqxxix. cap. deliri ijj. libro fcriffcTlinio . In lorohift. mute yTT* ‘f-mdofhefcri,te Strabane ,fe ne ritrouario di quelle , che fono lunghe duegombiti . & in India nel gùllt far "edere à Tlinio , fe neritroumo di lunghe uentiquattro piedi , di colore quali roffe, quali le,iì m 1 cer^ee '^.e fono anchora ( come pur diffe egli nel sii) nell' if ola Capraria, la quale è una delle fortuna 1, lù éì °rU' J ’^inSrm‘lifiima copia. Le Cbalcidice non fono in Italia , ma per quanto fi dice , nafconoinLi- Chalcidice.St gliono 1 • f.r^ ouj! ftannopw la piu parte fra fa/fi . Velia, forma di quefle ritrouo nane opinioni . percioche alcuni uo *oro e^am* Ceraftl o ° e^-'yw^[a^ Lucertole noflre nolgari : & altri , ch’elle fieno quella fpetie diferpenti , che fi chiamano m° m t0 a quelli . 'meandro in queflo tiene con Diof :oride } ch’elle fieno fmili alle noflre Lucertole . K K & però Dilcorfidei Matthioli &pcro dìceua, nelle fue thcriache . Guardatati dalla Sepa , ciò è dalia Ckalcidica lucertola , animale neramente ftnìh , alla lucertola. Mastio al libro xm.diceua. Ilferpcnte, che fi dimanda Sepa , è lungo due gombìti , dir offendo grojjo dinanzi ,ft uà pofeia affottigliando fino alla coda : ua tardamente ,ha il capo largo , la bocca appuntata, & tuf to c picchierato , & fiaccato di bianco : & mordendo ammala in tre , ouero in quattro giorni . Taufunia pofeia , par andò d uno Epito I{c d Arcadia ,dice , che efjendo egli d caccia fu morduto da ma Sepa ,ferpente firmile à una piccio - a uipera , di colore di cenere nanamente penticebiato , con capo largo , colb fittile, corpo graffo , & coda corta ; il cifi andare efempre in Horto , come quello del granchio . Il che è proprio delle cerafte . Et però è neccjfario dire , ò che aldi ni i coloro fi fieno ingannati , ouero che la Sepa fa di due diuerfe forti , & che alcuni dell' una, & alcuni dell altra bah Terran * ianoferitto . Ma non lafciero pero di dire , che in terra di Poma fi ritroua una certa fietie di lucertole tutte ficcate ' ^5 *ena \ chiamate per tiare fotto terra , T errantole . le quali per effer molto uelenofc , ho piu noltepcnfato , che , fen0 e falcidie e di Diofioride; afe non quefle , quelle che gli antichi chiamarono Stellioni . Della S^paptuanpiamen - 1 tedin0 Nel fecondo lib. di Diofcoride. 387 «armo Hil0oMrotraglianmdiuelenofi,mcpmchfcramenic4imoflraremoerferdidHclp»ic. Chiamano i C-re Nomi. (il ^Lucertola , SaCp* • i Latini , Lacerta : li T edcfchi 11 eidcx : li Spagnoli Gartixa . La Sepa chiamano i Greci 2*4 „• iltliniSep!, & lacerta Chalcidiea , Dello Scinco . Cap. L I X . NAsce Io Scinco in Egitto , in India , nel mare Rodò , Se in Lidia di Mauritania . E' lo fcinco il terreftre coccodrillo di fuapropria fpetie . Conferuafi con fale , & nafturtio . Dicono , che la carne delle fue reni beuuta al pelò d' una dramma con uino accende molto i defiderij di ue- I* nere : ma che beuuta con decottione di lenticchie , & mele, oueroconfeme di lattuga, & acqua, opera il contrario . Oltre à quello lì mette lo Scinco ne gli antidoti . 4» QV ahtvu q^v e chiami Diofcoride lo Scinco Coccodrillo terreftre ; fono nondimeno quelli , che fi scinco, & fui portano à Vinegia , marini dal mar Foffo , <& quelli d'Egitto del Tfilo. Et come che fieno nella fattela loro fi- hiftoria . tallì ài coccodrilli 5 nondimeno quefìi , che fi portano d noi , non fon maggiori delle piugrojfe lucertole : & han- no le loro fiume bianche , che tendono al giallo , con ma linea bertina dal capo alla coda . il che non hanno i Cocco- drilli,ma fono di fita natura tutti neri in fu la febena . Scriuendo degli Scinchi Taufania diffe,che fe ne ritrouauano in Lì ha di quelli lunghi duegombiti . Lfafcenein fu quel di Vicenda una forte di picchimi , &nexi , in certi laghi : li quali Scinchi d’ac- ciopcranojpe fogli ffetiali in cambio di marini , quando non ne poffono hauere d’altri . Ma in nero penfo , che poco ua- 4ua dolce • tfhio per gli effetti , che fanno i marini . Onde non fcn\a ragione gli reproba il Fuchfto nel I . lib. delle compofitìoni de medicamenti con quefìe parole . Lo Scinco è uno animale acquatico ftmile a una lucertolagrande , ma piu corpolento : Jo coniarla coda atta annotare , come hanno le anguille . Et però quelli che ufanogli fpetiali con due code , non fono i uc- raina fon quelli, che fi portano del territorio di Vicenda . Tutto questo delli fcinchi diffe ilFuchfio . Il quale mentre che Errore del Fu- m m‘tamente gli errori altrui , cafca anchor egli in un altro non minore errore , tutto che fio, neramente huomo de c^° • tmphiojlrìdottifsimo ; credendofi che gli Scinchi leghimi , di cui qui habbiamo l'effigie , habbino la coda largaper nuo fot, come hanno l anguille . Imperochelo Scinco , di cui intende il Fuch fio , & di cui ab onda la patria del Friuli , & Wwmcmlefoffe dell'acqua morta , che fono nella città di Vdinc , di corpo ftmile alle lucertole , ma conpiugroffo uen- pcc lerato per tutto di roffo , con tefìa ritonda , coda d'anguilla , & nera fchena , non è in modo alcuno da effer con Wimto tra le fpetie delli Scinchi, ma piu prefìo tra le Salamandre ,per raffembraft neramente molto alle Salamandre e n ' ragìoneuolmente chiamano queflo animale i Furlani Salamandrie acquatiche ; & hannole in odio mol- >cme animali uelenofi. I quali neramente non hanno da far cofa alcuna con gli Scinchi , chef esportano d’Egitto, tori' 16 ^U£l ìanno ^ caP° lmZ° » d d°ffo alquanto alto : il uentre non maggiore delle lucertole, & ricoperto per tut i minute f juame , di colore che nel bianco gialleggia : & la coda tonda , & non larga , come hanno le Lucertole , ma 1 Mito piu corta, conunalinca come di color bigio , chefcorreloroperildoffo dal capo alla coda . Coft neramente K K 2 fon fatti a g fj DifcórE del Mattinoli fon fatti quelli che fi portano d’Meffandria d'Egitto ogni anno d Vinegia . Scriffe de gli Scinchi Plinio alt ottano J6 fall' vent lotto libro , fon quelle parole . Simile al Ctìameleone e lo Scinco , il. quale chiamano alcuni Coccodrillo ter fa fi ke ila cui pelle è però piu bianca , & piu fattile . E egli apertamente differente, dal C occodrillo acquatico , per kfqm me che fi rivoltano dalla coda alla tetta . I maggiori fono gl’ Indiani , à cui fuccedono gli A rabici . T or tanfi falati . il mufo loro , & parimente i piedi bevuti con nino bianco accendono altrui al coito : come fanno parimente quando fene fanno trocifci con una dramma di fatinone, & una di fame di ruchetta, & due di pepe: &fe ne toglie una dramma alla volta . Credeft che la carne de fianchi al pefa di due oboli tolta con altrettanta mirrha , & pepe fi a per far ciò molto pju efficace . gioita lo Scinco bevuto per avanti c meramente dapoi alle ferit e delle flette aucktiate , & mettefi ne i nobili COCCODRILLO. lorolutf?1 Antidoti . Tutto quetto dello Scinco feri ffe Tlinio . Ma hauendomi gli Scinchi revocati à memoria i Coccodrilli, chi chiamano acquatici , fiere particolari del failo , dico che fono grandijjìmc , & maluagiffime fiere , & molto nimiebede gli h uomini . Crefcono (fecondo che riferifee jlrifiotile ne i libri della natura degli animali ) alla lunghe ipgi di quindici cigombiti ; come che Tlinio diceffe di diciotto . Tartorifcono le loro uoua in terra fuor dell'acqua ; manonperò maggi? li ( fa ben fon grandiffime hefiie ) di quelle dell’ oche : delle quali pofeia al fuo tempo efeono i piccioli, fecondo la propoli tione delle uoua , nella grandezza loro . Ma è neramente gran cofa , che un cofi picciolo animale di nafeimento , diuen -r ti pofeia cofi gan befìia : imperoche quando nafeono , fono minori de i ramarri . Ha la lingua il Coccodrillo di tal forte intricata, che pare neramente , ch’egli nefìa fernet . Egli falò di tutti gli animali muoue le mafi celle di fapra, & quelle di fatto tien ferme . Ha occhi di porco , denti crudeli/fimi , che gli auangano fuor di bocca : unghie acutifiime nelle grif- fa: & pelle tanto dura , chevefifie ad ogni percoffa d’hajla , òdifietta. Di giorno ttà la maggior parte interra, < ti‘ d^Cocco! notteclmflfemPYe nell'acqua . S crine Tlinio aU\ III. cap. del xxv 1 1 1. lib. che ne fono di due ffetie , maggiore > dr^j . ~ & minore ^ . la maggiore è quella di quefii già ferini : & della minore fono quelli , chefcriffe egli, che Marno fempre in terra fia L herbe , &fia i fiori odoriferi . Vagliono , fecondo che egli dice , i denti della mafcella defira de i maggiorili- gati a raccio deflro nelle co fa veneree . Delle budella de i minori , le quali fono odoriferìffme , fa ne fa un certo medi- camento chiamato Coccodrilleo , molto utile à i uitij degli occhi . Mefcolato con acqua fuanìfee tutti i difetti della fac- , età , come fono lentiggini , pani , vitiligini, fimili infettioni , facendo hellifìima pelle. Dicono, che il lor fiele uale oltrta tutte e medicine , a levare i fiocchi degli occhi , & altri humori , che ui fieno ingroffati , che intorbidano la nifi • :t nere et cuoio d amendue impiaflrata con aceto fapra à i membri , che fi debbono ò tagliare , ò fegare, ne leuadital fot- te i fieni menti , che gli ammalatiteli operare con ferro non fentono dolore alcuno . llfangue dell’ uno.,& dell altro , uth toneg Uccù , > if chiara la uifia . llcuoredc i Coccodrilli ( fecondo che fi diffe ) involto in lana d’ùnapecora delptiM > parto , che fia tutta nera fango, macola alcuna d’altro colore , portato addojfofana la febbre quartana . Cura le [ciati- Che i corpo del Coccodrillo leuatone prima il capo , & i piedi ,&poi mangiato cotto leffo nell’ acqua . Tutto quello € . . j ^ 11110 ' Yltrcuo •> (hc tutto quel , che diffe egli delle budella de i minori Coccodrilli, [cùffie Dio feoride dello Merco &Sre? V • Mf.C'f0miloScm^ d cui non poco fi rajfembra : & offendo • eg i aa.ma ef ut mente conueneuoleper l ufo della medecina ; non m’èparfa dilafciare adietro l'bifioria , & lefac'H Jue f Onde dico, che il Chameleone (per quanto recita jLrifiotele atfx i . capo dei 1 1, libro dell' fattoria degli (&WalV jSJel fecondo lib. di Di offende, 3S9 è imo animile neh forma di tutto il corpo fiutile alla lucertola . Ha il cofiato piegato in giù , & congìungefi col neutre come (jucllo depefci ; à cui parimente fi rqffomiglia nella [pina del doffo , quale ha egli eleuato Come dipcfce . il mufo ha fmile a una [mia por caia : & la coda affai lunga , & molto uerft 1 la punta fiottile , con piu cerchi infìcmemente [errati . 30 E nondimeno di fiaturapiu alto , che la lucertola . Ha i piedi sfiejji in due partii le quali hanno traloro tal proporzione , c falba il pollice con tutto ilreflo della mano , appaiono nella maggior parte alquanto le dita , con le nnghiette ritor- te. La pelle ha egli ruuida come il Coccodrillo, Muta gonfiando fi il colore . Fra tutti gli animali , che partorirono imo - u.i, e egli neramente ilpiu debile , per hauer manco [angue di tutti gli altri , La cagione di ciò fi dà alle pajjioni del fuo animo . Onde per la molta timidità fi cangia (peffio di diùerfi colori . TSfon è manco pigro nel cambiare , chef fieno le tc- faggini. Impalidifce tutto nel morire: & morto poi non muta altro colore . H abita nelle cauerne : in cui fic nc J la na - fc4°> come [arinole lue ertole . Scriue Democrito che bruficiandofi il capo , & Ugola del Chameleone con legna di Vjr.n'1 ^ Cha quercia, fa uenirela pioggia con tuoni . Et il medefimo mole egli , che faccia il fegato bruficiato f opra una tegola ajfor- ^ e°ne * cata . L occhio dejlro canato dall'animale uiuo , incorporato con latte di capra, & meffo negli occhi, ne leua uia le mac àie bianche , che, nifi generano . La lingua portata adoffo dalle donne grauidc nell' bora del partorire , le fiteura da ogni 4° Fl'ico^-bìcefiJ chela medefima canata dell'animale uiuo faportata adoffo canfeguire uittoria nelle lìti auanti al gin- ilice . Et che la r/iafcella deflra naie cantra le paure , & contrai timore . Il corpo dell'animale trito & untone i peli (co me fì dice) glifa Cadcrc . Et il fiele leua uia l.e fuffufioni degli occhi , & fuanifcé gli impedimenti , che i Greci chiamano glmmata . il che inamene, quando l'humore chiamato cristallino diuenta di colore ceruleo chiaro . Chiamano i Gre Nomi, cito Scinco flàym ii Latini , Scincus : gli Arabi , Afchanchur , & Schanchur : li Spagnuoli, Stinco , Dei Vermi della terra. Cap. LX. 1 Vermi della terra tagliati minuti applicati, fonano le ferite dei nerui: guarirono la feb- bre terzana . DifHllaniì utilmente ne i difetti delle orecchie cotti con graffo d'oca .. Gioua l'olio jp de doio decottione à i dolori de denti, diffidandolo nell’orecchia della parte contraria del dolo- re . beuuti con uino paffo prouocano l’orina. ^ 1 A m à n s 1 iV ermi della terra in T oficana Lombrichi , & fono da i moderni medici affili adoperati cotti nel- y.ermJ tcrrc‘ \J 0 io , per mitigar i dolori dei luoghi neruofì,& delle giunture . Ma fallano fi) effio alcun ìfp e tiali nel fare l'olio lo Erróre di fpe- | ro-Wperochegli mettono à bollire nelle ramine fi opra al fuoco de i carboni,& cofi in un tratto bruf ciano l'olio , & ano- tiali . r[c^ * ^ tlCY0 m°do di farlo è à bagno di Maria , in un uafio di uetro ben ferrato : perche cofi fe necaua l hu vai' ' a U^tu(en^-a Sfilare, ne arrofiire l'olio, & i lombrichi anchora . In questo , quando fi fa con buona diligen- '$ÌMiltr°rUat0 i° giramento ne i dolori delle gotte calde, ungendo prima con l'olio il dolore, &pofcia impia- i tetr' * uermi^ cotti, peSìi,& incorporati con ugualpcfo dicerotto di litargirio , chef chiama commmemen ° 3amaC0 ' ^ c^e me(^efmamente al IX. cap. del x x x.libro lodò Tlinio la cenere loro impiastrata con mele,& Vacuità de Ioni tre&0Yni co’ntmi‘-i,& fìmilmenie meffiuifufo cotti con olio uecchio . Oltre à ciò , tolti i Lombrichi , & ben buuìl * co« mno ? & pofiia mefii efii cofi foli in una boccia ben ferrala di uetro à bollire à bagno di Maria per un dì natu- KK 3 rafie. Nomi, JC)0 Difcorfi del Matthioli tale ,fi conuerfifeono in un certo liquore uifcof b , jlqualeper fe foto confilida le ferite de i nerui & delle budelli . Af* molto piu eccellentemente fa l'opera, accompagnato col balfamo artificiale , [cripto di [opra nel primo libro al capitol0 del nero Balfemo ; ò in cambio di quefio con olio di ragia di larice , onero d olio d Mueppo . imperoebe cofiì in breue temp ® confolida marauigliofiamente tutte le ferite fi efiche di qual fi uoglia luogo della perfena ; eccetto che quelle della teHa . Dannofi utilmente i Lombrichi brufiiati , polueri\ati fertilmente à bere con acqua di marrobio , ò d’ajfeny , à coloro à quali è traboccato il fiele : ouero compofli in qualche confetto con altre cofe appropriate . nel che, &pcr romper le pie* tre nella uefeicagli lodò Galeno nel libro della pheriaca à Tifine . Et parimente applicati triti con olio rofado nellmfiam magioni delie podagre . Vel che con non poco giouamento de patientipiu &piu uolte gli ho efperimentati io . chiù* Viano i uermi terrefiri i Greci, r»7? i'mp* : i Latini, ucrmes terreni :gli J.rabi,Cbarqtin; i T edefebi , Eegen mrm; li Spa* gnoli, Lumbriges detierra : i Francefi ucrs de terre. Del Topo ragno. Cap. LXI. I l Topo ragno uale à i Tuoi iftefsi morii tagliato in pezzi, & metto fopra alla piaga. & fua°hiftSn° * TZ T 0 P ° ra£n0 ( fecondo che recita JLetìos) è di colore fimile alla Donnola , ma di grandetta Cimile à i topi uolgA - X)7; & ba la hoc ca appuntata come la talpa : nella quale tanto difepra, quanto di [otto ha due ordini di denti, l’uno den tro dall altro, feti ili, & appuntati :& ha la coda affai piu corta di quella de i topi . focene [ milmcnte mentione Tfecan- dro nelle [ite tberiache,& diffe, che [e il T opo ragno paffa [opra alla carreggiata delle ruote de i carri, fubito fi muore.Et impero gioua molto a i[uoi morfi la terra,- che fi ritroua attaccata alle ruote de i carri : quantunque quefio piuprefìofia ^ cofafeuolofa, che nera . Di quefli animali, quantunque ne fieno in tutta Italia contra l’opinione di Tlinio , ilquale feri- ne nell ottano libro non ritrouarfi T opi ragni di là dal monte M pennino -, nondimeno affini riho ueduti io nella ualle JLna« via della giv.ridittione diTrento . Ma quiui mai non ho intefio, che fieno cofi uelenofii fi noi morfi , come ficriuono molti de gli antichi ferittori . Il che accade forfè per la natura del luogo, come interuiene con gli [cor pioni : li quali fimilmentenon Nomi. ui nuocono, quantunque trafiggano le perfine, come difepra al lor proprio capitolo à lungo è fiato detto . Cbiamanoil Topo ragno i Grecife^voyetM; i Latini Mus araneus; li Spagnoli Murganho : i T edefebi Zififmaufis. Tei Topi. Cap. LXII. E Cosa certifsima che i Topi, che Hanno nelle cafe, tagliati minuti, & impiaftrad medicano alle punture de gli feorpioni : & che arroftiti, & dati à fanciulli ne i cibi eli difeccano la iàliua, che gli abonda in bocca. hUìoria ? l0t° T? ° p 1 fono * diuerfe frette : imperoebe fe ne ritrovano di grandi , di piccioli, & di metani ; di domefliebi , difil- J _uatichi,& di montani . Ma parlando prima di quelli, che ne Hanno nelle cafe,& di quelli , che premiamone i campi, fecondo che recita Miflotele all ultimo capitolo del v i .libro della natura degli animali .generano queHi piu figliuoli i che ogni altra forte i ammali quadrupedi . Del che diffe egli hauerne fatto fede mui ferma loro : imperoebe ejjenio Ha- ta ferrata pregna in un ripoftorìo di mìglio, aprendofi pofeìa il luogo , ui fi ritrovarono cento uenti Topi piccioli infiemt con la madre . Il perche m alcuni luoghi in tanto numero moltiplicano allimprouìfa nelle campagne, che penftmdofi qual oeuo tagi muovimi di doppi mietere il profifirno giorno il grano , t hanno tutto in una notte trouato mangiato daiTo- ^ pi. ’t impero fe nonfiuffe, che alla campagna n annegano nelle cane loro ma infinità grandifiima le pioggia > nanrm^c ^ano i porci afifiai,& affai anchora ne difiruggono le uolpi, i gatti feluatichi, &le ferpij in tanto moltiplicarebbero que- lli animali » Nel fecondo lib . di Diofcoride , 35* fli animali , che ne cacciarebberofuora delle caffi, come già cottrinfero alcuni popoli di Tbrigia à partirli dalle città lo - ro.É tanta la inclinatione della natura algenerare quefii animali, che (come diffe pure frittotele ,ffi tanto fi può ere - dere all’ autorità d' un tanto huomo) in un certo luogo di Tcrfìa effendo à cafo aperta una /emina pregna , gli furono tro- vate in corpo dell' altre f emine pregne , prima eh' elle f uff irò nate . affermarono (diffe pur egli) alcuni per c ofa certa , che gufando lefemine il fale , s impregnano fenga altro . I Topi d’Egitto fono (fino fi , come à noi i Rjcci . Spetie dìT 0- pifono anebora i Ghiri . Et imperò (come riferifee "Plinio al primo capitolo del XXXV I .libro) uietauano le leggi J\oma~ Mjcbcnonftdouefiero mangiare nelle cene i Ghiri . Ma à noflri tempi fono Siati pofli in ufo ne i cibi ; parendo àgli Imo- mini, che fifacejfe torto al palato, & alla gola, à lafciar perdere cofì grafi animali ; non hauendo rifletto, che per lagraf 30 feqaloro dijlruggano l'appetito, generino grò fi, & frigidi hurnori , & fieno duri da digerire . I Ghiri che nafeono nel - le jelued'unpaefc confinato ò da monti, ò da fiumi non lafciano intrare nella loro fchieragli altri foreflieri,& uenendoui ’ combattono con effi fino alla morte .Gouemajio,&nutrifcono i padri con non poca pietà, quando fono impotenti per la vecchietti. Finifcono la uec chieda ripofandofi tutto il ucrno : impcroche dormendo nafeofifi ringiouenifeono pofeia la Hate. Di ijucfii nelle montagne uicine à Goritia, in Carniola, in Stiria , & altre prouincie circonuicinefe ne pigliano la notte con certa arte, quando i faggi producono affai faggiuola, numero infinitifimo , di modo che fe ne /alano i bariglio ni, come far fi cofiuma delle Sardelle . È utile medicinalmente la carne loro , quando fono ben graffi ,à coloro , che pati - , / cono la fame canina, laquale chiamano i medici Bolifino . Cuocónfi i Ghiri /corticati, &fuifcerati nel mele in una pignat tanuoua inficine connardo, fino che cali la ter^a parte dell'acqua : & ferbanfi pofeia per queimalori delle orecchie, che malagevolmente fi poffono curare con altri rimedi 'j . JL’V Agricola huomo neramente dottifìimo,& nelle cofe metalliche 40 primo de i tempi noflri per non hauere mai forfè ueduto, ne cono fiuto i ueri ghiri,/ perfuade nel libro, che ei \ ferine ,delli animali fotterranei, che i Ghiri fieno gli Scoiuoli chiamati da altri fchir atti . Ma che egli fi fi a in ciò apertamente in- gannato , credo che fia cofì noto à ciafcuno , che non accaggia à prouarlo altrimenti . I T opi ultimamente montani fio nogrofii di corpo, come conigli, & qualche uolta piu ; ma fono piu baffi di gambe . Hanno la tetta come il lepre, ma tan- to brevi orecchie, che à fatica fi ueggono (puntare dal capo . Hannoilpelo quafi. come Ut affo , poca coda,& legambe corte, con le griffe armate d'unghie affai acute. Crefcono quetti animali piu in gr offesa, che in lunghetta, & diuentano mamiglìof amente grafi . Chiamanfi in fui Trentino , nelle cui montagne, & ma/ime in quella di T anale , fe ne ueggono affai, Mamontane : il quale uocaholo corrotto non mole rileuare altro , che Mus montanus . Stanno quetti animali uo- htieri inpiedi, come fanno gli orfì , &fleJfo adoperano i piè dinanzi à mangiar e in cambio dimani . Hanno quattro denti dinanzi molto appuntati, con i quali mordono crudelmente chi gli fa difliacere . Ma è però gran cofa che taglian- jo dofeli i denti con le tanaglie, accioche non mordano ( come piu uolte ho (fermentatolo) in un giorno & una notte gli ri- nfilino, Tenute nelle caffi, come che l’origine loro fa nelle cime degli altiffimimonti alfaluatico, nondimeno s addome- Smno affai bene , ma fono molto danneuoli : imperoche rodono panni, & ogni altra cofa, che trottano malripotta.il uer no fi cacciano volentieri ne i monti del fieno , & della paglia , doue dormono i mefì tutti interi , come fanno i Ghiri . Gri- m ‘ìm‘do hanno paura, con fiottili, & ftillanti Strida, di modo che la uoce loro piu pretto pare unfiffibio , che altrimen ?! ^wgiafila farne loro piu fidata , che freffia : perche il fale oltre al preparar la molta humidità loro, gli leua afìai del P tattico odore , che reflirano . Ma tanto falata, quanto freffia , è la carne loro duri f ima da digerire , aggraua lofioma- co&coinmouefuperfìuo caldo in tutta laperfona . Lodafi però il lor grafo per mollificare i nerui , & le giunture de i ,m. mitratti. Pftrouanfi anchora molte altre fletie di topi, come fono i Tontici, i Lafìici,i Teorici, i Tannonici,gl In altri cofì nominati dalle Trouincie, oue fi ritrouano . il Tontico è bianco , come La neue, eccetto che nella coda , e piu lunga d'un dito, ma nellaparte di f opra molto nera . E' grande come lo Scoinolo , & uiue di topi, &di l> * W* naturalmente perfeguita . Duetto credo io efìere quello, che noi in Italia chiamiamo Ermellino . Il Klp- co grande, come una donnola . Il colore del pelo è come di lepre . Ha la coda corta . non ha orecchie , ma bene i per - KK 4 ttigi. Ghiri, &lor© hiftoria . Topi montani, & loro hift. Scoiuolo&fu» fwftori*. KfoiaiL m pifcorfidéj Mattliioli M A R M 0 N T A N A, to Amili a i Topi Tornici. Sono quelli animali notifimì à tutti, de ì quali fcrìuendo Tlin.xxxvni.alcap,dcU ottano liti- ghfiouioli (diceua) preveggono U mal tempo , ferrando la bocca delle lor caverne da quella parte , dove debbono t*' re li venti contrari j , & aprendola dall’altra . Hanno la coda pannocchiuta, laqualcfcufa loro per couerta. il ueno, fiati oji ne le caverne mangiano alcuni quello, di cui A fono prima proueduti,& altri fi pafcono folamente di dormire ipero t tutte iT mio. . tlon mancano, chi mangino la carne delhfcctiuoli, come quella di molti altri animali faluaticbi, lappa e nonfo amente e dilettevole al gusto, ma aneboradi buon nutrimento , eflenio animaletto che non rìpofa il porno uni a efercitio . Il fio grafo ba anebor egliilfuo ufo nella medicina , ove fa bifogno di rifoluere ,& di mollificare. 1°. J et co e Topi ti ito con l aceto cura l alopecìa . Et bevuto rompe le pietre della ucfcica . Chiamano ì T opi i G'peci ' 'J IqtimMmesi tiTedefchiMauf eli Spagnoli Barnes ; i.Frmceft Soritfs, „ , tufi, per iquali ode .Il Lafico è alquanto maggiore del Tontico,& ha la fchena bertim, & il corpo bianco. 0 uello chic miamo noi Taro , tlTamonho è quafi d'un colore uerdiccio,& grande come un topo denofiri, L’Indiano hailpelodelco lare della Marmontana, ma con parafai peli bianchi mefcolati con gli altri. Ha la tefla lunga & parimente il mofimio, le orecchie piccole .La coda apprefo al nafeimento grofa, laqual fi ua ajfottiglìando fino alla punta , come parimente fi vede ne i noflri topi , Le gambe fono lunghe un palmo . La grandetta del corpo è come del gatto , ma non ha cofi grati pie di & ha il pelo afai ruvido, & mafi imamente, quando fi frega alla rouefeia . Lodò per le medicine Galeno lo Sterco è Topi nel libro della tberiaca à Tifone, cofi dicendo . Totrebbenfi anchora commtnerare nelle jpetie de i Topi liscimi, che noi chiamiamo fcoiuoli, imperoche dal bavere eglino uillofa & pannocchiuta la coda in fuor e , nel resto fimo ieltut ; SCOIVOLO, Nel fecondo lib . di Diofcoride . Del Latte. Cap. LXIII. /-vEnera communemente ogni latte buoni humori, dà buon nutrimento , Se mollifica il cor- ( Tpo, come chefaccia uentofità di ftomaco,8edibudella. Quello della primauera è piu acquo- : foche quello della fiate, & piu mollifica il corpo quello, che fi genera d'herba uerde . Lodali il bi^ui [ !»VuaIinenteJgroflò,& quello- cheinftillato fopra l'unghia, ftà raccolto in fe fteflò , & non fi fpar- « Quello delle capre folue manco , che non fanno gli altri , per ufar elle il piu delle uolte paffuta ì coftrèttiua , come fono le quercie, i lentifchi.gii oliui,& i tcrebinthi . la onde è utile il latte loro al- it lo ftomaco . Quello di pecora è graffo , dolce , & molto graffo : & però non coli conueneuole allo ftomaco . Il uaccino, l'afinino,& il cauallino, fono migliori per muouere il corpo : ma lo conturba- n0 0"ni latte generato dipalcolo, oue ila fcammonea, elleboro, mercorella , & uolubile ( come è (Ilio feritto filler quello de monti Giuftini) mette fottofopra lo fiomaco, e'1 corpo: &imperò le ca pre che pafcono quiui le fiondi dell'elleboro bianco,che di nuouo fpuntano di terra, uomitano elle | nrima, &rendonne pofcia il latte, che beuuto fa uomitare,& riuolta lo ftomaco. Ogni latte, che lia | [0tt0) riftagna il corpo, &mafsime quello, doue fieno fpente dentro pietre marine affocate. Gioua : comnmnemente il latte à tutte l'ulcere delle interiora, & mafsime à quelle del gorgozzule, del poi mone, delle budella, delle reni, Se della uefcica . Dafsi il latte frefeo con mele crudo , acqua , & un poco di fale nel prurito dellapelle, alle brozze ulcerate, & altri cattiui humori . Quello chejè cotto io |,na uolta, è manco uentofo . Il cotto con le pietre marine affocate, fino che cali la metà , medica ne iflufsi l'ulcere delle budella . Ha ogni latte il luo Siero, ilquale feparato è piu efficace per foluere il corpo . Dafsi nelle malattie, oue uogliamo purgare fenza cofe acute,& mordaci, come fono humo rimalinconici, ma! caduco, lepra, fcabbia , Se brozze , che nafeono per tutto il corpo . Fafsi d’ogni latte quello, che chiamano i Greci fchifton , facendolo bollire in una pignatta nuoua , & mefcolan do con uncino di fico tolto coli uerde dall’albero, Se aggiugnendoui, come ha bollito tre, ò quat trobolloriper ogni hfmina di latte, unciatho d’aceto melato rpercioche coli fi fepara il fiero dal latte. Mabifogna, accioche mentre che fi cuoce, non trabocchi fuor dcluafo, di continuo con una fpognapiena d'acqua fredda bagnare l'orlo della bocca della pignatta, Se fommergergli un fe- llatio d’argento pieno d acqua fredda . Dadi pofcia à bere di quello fiero fino à cinque mine, inter 30 ponendo da mina à mina nel berlo palleggiando alquanto di tempo . E buono oltre à quello , che filato detto, ogni latte frefeo à tutti i ueleni corroliui , Se incenfiui , come fono cantarelle, bruchi de pini, falamandre , bupreftidg , iufquiamo , aconito, doricnio, & ephemero . Al che priuatamen teuale il latte uaccino . E utile il latte gargarizato all ulcere della bocca , Se del gorgozzule : & par ricokmcnte per ftabilire i denti , Se le gengiue uale l’afinino . Il latte di pecora , di uacca , Se di ca- pra cotto con picciole pietre marine ferma l’ulcere de i Aulii , 8e fimilmente i premiti delle pondo- ra, fattone crifteri d’elio fòio con ptilàna d orzo , Se fpreffione di Ipelta : imperoche coli mirabil- mentcrammorbidifee, Se mitigai dolori delle budella . Infondefi fimilmente nell’ulcere deiluo- ghifecreti delle donne. Dolessimo è il latte humano, Semoltonutritiuo. Gioua quefto furto dal- lepoppeàrodimenti dello ftomaco, 8e à thifici . Beefi utilmente da chi haueffe beuuto la lepre ma- lie rina . Mette!! con manna d'inccnfo ne gli occhi, che per percoffé uengono fànguinofi, Se ungefi util mente nelle podagre con opio,8e con cera . E neramente ogni latte nocino à difettoli di milza, à fe gatolì, alleuertigini, al mal caduco , à malattie di nerui, alle febbri , Se à dolori di tetta : eccetto fe non li delle di quello già detto, per purgare.Dicono alcuni che il latte del primo parto duna cagna unto fa caderci peli, Se beuuto uale conpraà mortiferi ueleni, Se fa partorire le creature, che fon notte ne i corpi delle madri. DelCafcio. Cap. LXIIII. IL Calcio frefeo fenza fale mangiato in cibo nutrifee : è utile allo ftomaco, 8e diftribuifeefi facil menteperlemembradituttoilcorpo:facarne,Semollificalcggiermenteil corpo . Tanto l’un calcio fupera feltro di bontà, quanto è migliore il latte, di cui egli li fa . Il cafcio cotto lellò, Se po- lca lpremuto,& arroftito riftagna i flufsi del corpo. Fattone linimento gioua aH’infiammagioni,& iiudezzede gli occhi . Il frefeo falatodi poco, nutrifee manco, fminuifee la carne , è contrario allo l*iaco,& difturba l’interiora . Il uecchio riftagna il corpo . Il fiero, che efee dal calcio nutrifee be- ll1 amo 1 cani . Quello che chiamano Hippace, è cafcio cauallino, Se come che fia d odore faftidio- Mondimeno nutrifee efficacemente, Se corrilpondeproportioneuolmente al uaccino . Sono ai- Iu’ che chiamano parimente Hippace il caglio del cauallo. DelBoturo. Cap. LXV. fe1U ot!*to Boturo fi fa del grafsifsimo latte, come è quello di pecora . Fafsi di quello di capra ' c ora battendo ne iuafiil latte, fino che fi fepari il boturo da quello. Il Boturo difua natura è oliofo. }9* Difcorfi del Matthioli LATTE, CASCIO , ET BOTVRO, Boturo in fuo fcambio contra à uelen;. Mefcolato con mele, & fregato alle gengiue de fanciulli!» gli gioua al far de i denti : & Umilmente al prurito delle gengiue, auanti che gli facciano ; & all’ulce- ìl boturo, che non è rancido, ne uecchio, alle infiammagioni,& alle durezze de luoghi naturali del le donne . Mettefi ne i crifteri per la dilènteria , &per l'ulcere del budello, che chiamano colon. Ag giugnen utilmente ne gli cmpiaftri maturatiui : & {penalmente nelle ferite de i nerui , de ipannit® h dei eeruello,& del collo della uefcica : percioche mondifica : riempie : & incarna . Giouaimf®' l -1 jCa dub- bio flufo di corpo. Jccoiiuienfì l'ottimo lattea gli huonuni dimeno tempo, àiuecchi, che nonfteno naturalmente fri- a chi comien- ‘ pii, à chierici , àgli hètti ci, & àgli efenuati , & uniuerfalmente doue gli flomachi fieno mondi da catini hurnori . gal’ufo dellac . Marnocc per lo contrario alle febbri , à i dolori di tefa , à i difetti degli occhi , alleparalife , àgli fpafmi , à i catar- ce'y & 4 ehl no * • ri , alle renelle , alle oppilationi , ài denti , alle gengiue , à igiouani, à i flemmatici, & uniuerfalmente à tutti coloro , che lo mangiano dopo patto , & tanto piu gli nuoce , quanto è piu grò fo il latte di fuflan\a . Et però ben diceua Galeno qo d luogo citato . il latte , che abonda di fero , non apporta alcun pericolo , quantunque l'uf fempre . Ma quello che ha poco di tallmiiditàfierofa , &a fé gr offesa di cafcio , èpericolofo à tutti coloro , che fpefo l'ufano . Ma ènecc fario Regola da tene £ Difcorfi del Matthioli Il uecfhjt) , che perii pìgficqye falla lingua eh' eì fa , è molto grato ad alcuni , è uer amente di tutti il peggiore : infiam, ma il [angue ,fafete , digerifeefi malagettolmente , genera pietre & renelle nelle reni & nella uefcica , oppila il fegato, rifilagnail corpo , & genera cbolera & humori malinconici , & rnaffme ne j corpi che troppo fon rifcaldati: & tunque perla caliditàfuafuffe conmcuole per afiottigliare jgroffi humori ; nondimeno tanti , & tq!ifi,npofciaglij„. conueijienti , che nefeguono , che l danno e affai piu il doppio , che il giovamento , Et pero e aa guardayfene per non ba- ttere egli ueruna buona parte , ne per aiutare la cottura del cibo , neper muovere il corpo , nc per provocare l'orma , nc manco per dar nutrimento lodevole , Di queflo parlando Galeno al X. delle faculta de [empiici diffe , che cfjendogkflatt portato un Cafcio uecchio , fattofene poco conto , lo dette à i famigli con animo , cbefe’f dotte ffero mangiare . Ma che offendo pure oltre al fuo uolere riferbato da loro , dopo alcun tempo gli domandarono un giorno iferuidm, portando- glielo auanti , quello chefe nc doueffefare -Et che uedendo egli , che per la molta vecchiaia era del tu0> mutile à nati- giare , fattolo macerare in certo brodo d‘ una gamba di porco falata , &peftar pofeia in un mortaio , fino che fi fece co- me ma palla , lo meffefopra à certe pofleme duriffime , piene di tufo d’ungottofo , che quel dì meiefimo sera fatto por- tare da lui in carretta , per bauere rimedio per quei fuoi fiitriffimi nodi delle podagre .Il per chefeguì, che rompendo fri ma queflo rimedio la pelle fenga altro taglio , & fenga alcun dolore , gli tannerò fuori affai pcepp di quel tufo . Et impc ri è piu da tifare un limile Cafcio nelle medicine , che ne i cibi , Ma quello che non è nefrefeo , ne [ecco ; òpcr dir meglio , nc motto , ne uecchio , non è anche egli lodato per buono, come che affai meno nuota , che non fa il uecchio . Oltre à ti» il migliore di tutti è quello di pecora , Ma fecondo che molto lodò Galeno quello della fila patria , nonpenfo , che mi fa- rà imputato fe Ioduro anchora io quello della mia, chef fa in Tofcana , in [il Sane fé, & in fui Fiorentino : ilqmkft chiama Cafcio marzolino, & Cafcio dolce , per non effere il latte di cui fi fq , apprefo con caglio , ma dii fiore dima certa ffetìe di Cardo ; il quale volgarmente in Tofcana fi chiama "Prefura , Et finùlmente quello , che fifa in fui Samfc j di capra il mefe di Settembre , che fi mangia fiefeo , chiamato Ifauaggiuolo , del quale fe ne mandano fino à fornai io tiare à igran Trelati le fomeper cofa rara , & eccellente : imperoche [pira proprio dell’odore delle molto odorìfere her- be di quelle amene nofire colline di T ofeana , & muffirne di quelle , che non fi ma guari lontane dalla città no fra di Sie- na . Quella di Tacca , come che fia&piu nutritiuo , & piu graffo ; è nondimeno piu malagevole da digerire . Il Capri- no tanto che ( fiefeo , è, buono , ma uecchio è peggiore di tutti : percioche diuenta duro , & terrejlre , Quello di Bufala, di cui fi fanno quelle palle ligate coni giunchi , che noi chiamiamo Mogge , & àfioma fi chiamano Triuature, èalgu- Ritotta, &fue fio diletteuolìjiimo ,do che diffe Galeno al X. dolio f acuità do femplici , è aflerfiuo. Solile beuuto il corpo :&meffo nei crifieri k- Mdùc. ’ ' ua , & mondifica gli acuti humori delle budella , & finalmente ('ulcere corrofiue : imperoche fetida mordacità alcuna fa egli gli effetti fiuoi.Lodò Mefite per lo migliore quello del latte delle capre nere,& dopo queflo quello delle pecore, &pt>- feiafoggiunfe , dicendo , il Siero è calido , & fi ecco nel primo ,& fino al fecondo grado . E' lauatiuo , aflerfiuo , operiti - uo , fottilìattuo , & fola, tino por la nitrofitàfiiia finga mordacità alcuna. ‘Perfifolo fiolue debilmente : & mpenpiò sufi per infonderai , & diflemperarui dentro altre medicine , che altrimenti , le [acuità [uè fono di fioluere la Mera, & altri humori adufii facilmente , & di conferire alla phrenefia , alla malinconia , & à tutti i mali caufdti per oppila- tione , come hidropifie , trabocco di fiele , & difetti di milga . Conferifice il fiero alle febbri ch<)kriche,& ffetiahnmt a tutte quelle , che deriuano da oppilationi .Talea tutte l'infettìonì fuperficiali della pelle , come uolatiebe , flemma fd ( fa, rogna ficca , brogge , & lepra . Beucfene per fioluere il corpo ,fino al pefio d'una libra , Il modo di fare (ottimo firn, & quello che fila migliore nella medicina , (riabbiamo infognato noi nostro uolume delle Lpiflolo medicinali . Scrijfcdel Galeno ' le uirtu del latte Galeno nel luogo allegato qui di fi opra , con quejìe parole , Il latte , 4 cui s aggiunga uirtù costrettola, diuenta ottimo rimedio per la difinteria , & per ogni altro fluffo di corpo cqufato da humori acuti . Cotale facultàprm de egli ageuolmente dalle pietre affocate , che ut fi Jpengono dentro . Ma uogliono effere di quelle , prie chiamano i Greci y.ccKt.ry.ic • Et debbefi co fi cuocer tanto, fin che fi confituri affai della fua parte fioro fa. Il che facciamo noi molto meglio ff c gnendoli dentro i peggi dell acciaio affocati, E' oltre à rio utile ogni latte à tutti iflujjì caldi degli occhi, tanto viettendo- uififiolo,quanto accompagnando fi coti qualche collirio molle , Tale anchora à quei malori pur fa gli occhi, che chiamano hypopia & bypoffbagmata. Matura parimente ^ infiammagionì delle palpebre applicatoui fi opra con oliorofado,&uo- ua,quando ipatientife ne uanno o dormire. Mottcfi in forma di crifilero nella madrice ulccrata,& parimente nelle hudel la pei la uia de, federe , ouefii uoglia mitigare II dolore fieli' ulcere caufiato dalla marcia l ò dotte [afferò infìamrnagìonii o feffupe,o per fe foto, (meramente aggiuntola alcuno di quei medicamenti,con cuifipoffa egli ageuolmente accompagnare che hanno [acuità di curaro fonga morder punto. Tf amoli cofì anchora all' ulcere delle membra genitali, & à tutta malo ri, che ricercano d effere mitigati, caufati ò per ih favini. spione , òper rodimento, ò per malignità d' humori . Et pero s ufa nelle ulcere cancherofe , accompagnala coti medicamenti anodini'., come fono quelli che fi fanno di pompholige . Et che accade à narrare, che gqrgarigato, tenuto in bocca, & lauatidofenela, iti mitighi ualorofiamente 1 infiammagionì 1 miti- gando egli ipblernnioni dell ugola, delle f alici, & di tutte quelle partì, tfr parimente lafchirantia ? Ter dirne adunque in una fola uolta, è il latte un medicamento mitigamo,'. nelle cui parti non fi ritroua mordacità alcuna, & tanto piu è egli M le, quanto nel cuocerlo [egli toglie gran parte del fiero nel bollire . Cofi mi pare, che lo dienoi medici à hereneiu‘l‘- ni, iqualioccido.no corrodendo le interiora , come fono la lepre marina, ir le cantarelle . Sono anchora di quelli, chelhen Nomi* no dato à bere à coloro, che haucuano prefo la thapfia,& l'aconito . il che non fecero però fenvgt ragione. Chiamanti i Greci il latte , iMip : i Latini , Lac .-gli Mah Lehen : i Tedefchi Milich : li Spagnoli , Leclie ; i Francefi Laifl- ACa- Nel fecondo lib . di Diofcoride, 577 I km W t Grec/, i Latini, Cafeus :gli ^ ir ahi , Za&o» , é* Gietra ■■ i T eiefchi, Kefen: li Spagnoli , Quefo : i m"'u J7 ottrmge. fi Fiero chiamano i Greci, .• j Zatmù Sera»; ; /< Tedefchi,Molkeu:ti Spagnoli Sue- Alalie ■■ i Francefi Ser du laidi. Il Burro chiamano i Greci, Boó?yj*t : i Latini, Butyrum.-gli ^ lrabi,Zehd : i Tedcfchi, l^& Jnchen.' li Spagnoli, Manteca : li Francefi, Be,trre,& Buyre. Delle Lane, & della loro fordida graflezza , la quale chiamano i Greci Efipo. Cap. L X V I. LA Eccellentifsimà lana fucddà è quella, che al toccare è piu foffice, & che fi tofa dal collo , & dalle cofcie intcriori delle pecore . Applicali la lana bagnata in aceto, & oIio,oueramente con nino nelprincipio alle ferite frefche utilmente, & fimilmente alle percolfe, alle fcorticature,à i liui- | jj all'offa rotte : perdoche facilmente fi fuechia ella i liquori , oue s'infonde : & co’l fuecidume della graffezza fua, ilquale chiamano efipo, ageuolmente mollifica. E buona la lana infufa nel me- o 39 ò Difcorfi del Matthioli defimo modo in aceto, & olio rofado à dolori di tetta, di ftomaco, & di tutte l'altre parti del cotpo. La cenere della lana abbruttita metta in fu l'ulcere, ui fa fopra la erotta , coofuma la carne fuper- fiua, & confolida . al che fare prima fi purga , & pofeia carminatali brufeia m un uafo crudo di ter- ra, come fi brufeiano l'alt re cotti . Brufcjali anchora nel modo medefimo quella materia limile alla ftoppa, che fi ritroua nelle porpore marine . Alcuni non purgandola altrimenti dal fuo fuccidume, ma carminatola coli lorda, & irroratola di mele la brufeiano , Alcuni altri mette prima alcune uer- gclle di ferro alquato dirotto luna dall'altra in un uafo di terra, che habbia la bocca larga, &fopra à quelle mefsi piu fpefsi molti (lecchi di teda, pongono pofeia fopra la teda la lana irrorata talméte d'olio, che non goccioli: & coli con teda,& co n lana fanno nel uafo forati fopra Arati, & accefoui ni timamente la tetti, la brufeiano, & ricolgono la cenere , fra laquale le pur ritrouano qualche parte io di pece colata dalla teda, la ricolgono, & la ferbano.Lauafi poi quella cenere per le medicine de gli occhi in un uafo di terra, mettendogli fopra dell'acqua, & fregandola pofeia gagliardamente con le mani : ma Jafcjafi poi far nfidenza alla cenere nel fondo del uafo, & gittafi ma leggiermente quella prima acqua, & ui fe ne rinfonde dell’altra, fregando pur di nuouo la cenere con le mani: & coli fi fa tante uolte, fino che attagliandoli cotal cenere con la punta della lingua colìringa iieuemente, & non morda . Ma à cauare il gratto fuccidume delle lane, il quale chiamano i G reci Elìpo , fi fa coli. Prendonfi le lane (uccide molli, non altrimenti curate con la radice dell’herba , che fi chiama lana? ria,& lauanfi con acqua calda, (premendone fuori beni! simo il fuccidume, & metta pofeia quelìala uatura in un uafo di larga bocca s'alza tanto con un'altro uafo,lattiandola cadere da alto,oucro che li rimena con un fattone ualorofamente, ch'ella faccia lafpuma ben alta, & coli pofeia fina ir- » forando d'acqua marina :& rabbattutala fputna fi ricoglie quella graflèzza, che nuota fopra, & mettefi feparata in un'altro uafo . Tornali fatto quello à far fare nuoiia fptuna,& irrorarla pure con acqua marina, & ricarne la graflèzza con lamedefima arte. & cofi fi fa tante uolte, fin che ellendone tratta tutta la graflèzza, non faccia l’apqua piu fpuma. Maneggiali pofeia l'ciìpo con le mani, caiian done fuori le ui fi troua dentro fporcitia alcuna : & fcolatone finalmente tutta l'acqua, ui fc n’aggiu gne di nuoua,& molto bene lì laua,& li metto la l'efipo con le mani, fino che gufi andolo con la lin- gua, fi fenta leggiermente coftrettiuo,& che non morda, & che appaia all’occhio Iplendido, &bian co : & coli fatto fi ripone in uafi di terta . ma fi debbe far tutto quello fotto à caldifsimo fole . Sono alcuni, che colando la graflèzza deH’efipo lo fregano nell'acqua fredda con le mani nel modo me- defimo, che iauano le donne la cera : imperoche diuenta di quello modo piu bianco. Trouanfi dico 30 loro , che tolto quel fuccidume (premuto dalle lane lo cuocono in un lauezzo à lento fuoco con ac qua, & ricoltane pofciala graflèzza, che ui nuota fopra, la Iauano, come s’è detto, nell'acqua, &po feia la colano ì n un uafo d’acqua calda coperto con una pezza di lino,& lo mettono al fole, fino che s'ingroifa à baftanza,& diuenta bianco . Ma fono alcuni altri, che ogni due dì gli rimutano 1 acqua, Se gliela rinouano . Lodali quello, che fi caua dalle lane non purgate con fherba lanaria , che non e ruuido al toccare, & che (pira d'odore di lana luccida,& quello che fregato in un catino con acqua fretta, diuenta bianco, & che non ha in fe durezza alcuna,come è quello che fi fàlfifica con con cera , Ha l’efipo uirtù di fcaldare, riempie, & mollifica l’ulcere , & mafsimamente quelle del e- dere,& de luoghi naturali delle donne, infierire con meliloto,& boturo. Fattone fqttopofte con li- na prouoca i meftrui,& fa partorire i fanciullini morti ne corpi delle madri . Conferifce macola» 40 con gralfo d'oca à difetti d'orecchie, & di membri genitali . Gioita à i cantoni de gli occhi, che fi cm rodono, alla rogna, & calli delle palpebre, Scpelagione delle ciglia. Bruttiali l'efipo inulj,t^. di terra nuouo, fino che confumata ogni graflèzza diuenti cenere. Ricogliefi anchora delle ip la fuligine, nel modo che s’è inoltrato in altre colè ; la quale utilmente s’accornmoda nelle me C1 ne de gli occhi, Lana, & fua ef- fiminacione. Lanafucidii c nota a ciaf cimo quale ella ffa:& fmilmentc l'Efipo, chiamato (battendone corrotto il i ^ Nel fecondo lib.di Dicfcorìdc: j c, -, ni de Capricorni» delle camozze, deeerui, de uitelli,& de bufili: li quali uagliono tutti beuuticQij nino conta all'aconito, & con aceto centra al latte apprefo nello ftomaco . Ma priuatamentequeìr lodelcapriuolo fa le donne iterili , lardandoglielo per tre giorni nella natura. Quello del uitelk marino talemedcfimefacultà del caftoreo : & credglì, che mirabilmente giouj al mal caduco, & al le ftrangolagioni della madrice , Conofcefìfe ueramentelìa di uitello marino , in quello modo . Prendili caglio diqual lì uoglia altro animale,& mafsimamente d’agnello, & infufolo d’acqua, & lafciatolo coli Ilare alquanto, togli pofaa quella acqua, & mettila nel caglio del uitello marinorper cjoehe effbndo del uero, fubito lì liquefar,! i ma effondo il contrario,!! rellarà nel fuo elfor di prima. Caualì il caglio da i uitelli marini, quando non poflono anchora nuotare . In fomma ogni caglio la liquefare le co fe apprefe,& fa apprendere Je liquide. Ti Cagliti de gli animali (come fetiffe Arifiotele alXXI.capo del III. libro deU’hifioria de gli animali) duna fu- Cadilo, I fiata dilatte, ehefiritroua Allo ftomaco di lincili, che lattano . Tutti gli Animali , che ruminano, hanno il caglio : & tflàmin» ■* tra if Itili, che hanno i denti tanto di [opra , quanto di [otto, la lepre fola ha il caglio . Tanto èmigliore il caglio, qrnn ttìtglipinuecchio . Cotale adunque è il piu ualorofo per medicare neflufti del corpo : nel che s’adopera anchora quello dii lem ■ ma il piu eccellente è quello de capriuoli , & de cerualli. Quefto tutto dijfe Andatele . Che il caglio poi della Uptefiimenganelfangue, cbefirigettaperbocca, come ferme Diofcoride, non par che uoglia Galeno: ilquale neferif- ftttlnmlibro ielle fatuità de [empiici, coft dicendo . Ognicaglio è acuto ,&digeftiuo ,& parimente dtfcccatiuo. Caglio , Ornilo iella lepre beuitto con aceto, cura il mal caduco, & i flujsi delle donne , & diffolue anchora il latte apprefo nello fjculd- J0 flautato . lidie babbiamo prouato certamente noi, non [diamente col leporino ; ma con ogni altro . Nondimeno il lepo- rino per far cioèilpittualorofo. ma diffolue anchora il J angue apprefo nello Homaco , hecndofi nel medejimo modo: nel che ìfórfepi» efficaceil leporino . ma nonfolamenteper quello chefe ne ritroua fcritto da molti , ma per ejier cotale fa- tuità collimine in tatti i cagli .Seri fero alcuni, che quello della lepre rìjlagna beuuto il [angue , che efee dal petto . ma non bo peri corniciato io alcuno che l'Io abbia mai tifato , ne manco fon io mai fiato ardito d‘ ufaro rimedio ueruno acuto, cuc fu fiato Ufipo di riflagnare . Alcuni hanno fcritto che il cauaUìno uale nella difenteria, gene flufii dello ftomaco. Et altri affermano , che quello del uitello marino facciagli effetti medefmi del CaHorco . Ma quello che poffa fare ogni firn di ciglio per propria, & fetide [acuità , non è bora tempo di narrare . QueSlotutto del caglio fcrijfe Gaietto . Nomi. Chiami Grecai Caglio, .-iLatini, Coagulum:gliArabi,Anfea,Anfhae,&Anfhaa;i Tedefchi Lypp , Kjmi l)pp ,&Kaef lypp ; li Spagnoli , Coalbo : i Francefi , Treffeure , 3° Del Graffo, Cap. LXVIII. IL grasso d'oca , & di gallina frelco , ferbato lenza Tale , è ueramentc commodo à difetti de luoghi naturali delle donne tal che nuoce il falato, & quello chepcruecchiezzaè diuentatoran do. Prendeli di qual lì uoglia di quelli del frelco la quantità che piace, &leuatcgli ben dintorno lefue pellicole, fi mette in un ualb di terra nuouo , che lì a di doppia capacità del graffo : & coli po- Iciabencoperto fi mette fotto à caldiffimo fole , doue liquefacendoli li cola in uiValtro uafo impe- riato, fino che tutto fi confumi: poi lì ripone in luogo freddo, &s’ufa. Alcuni altri in cambio di metterlo al fole, collocano il ualb nell acqua , che bolla , ouero fopra à lentiffimo fuoco de carbo- ni, m . Curali anchora il gradò in altro modo . imperoche nettatolo prima dalle fue fottili pdlicine, (ùnta , & metteiì à liquefare in un uafo di terra , fpargendogli fopra un poco di fale trito : & polcia colatolopcr una tela , di lino , fi ripone . Quello fi mette utilméte nelle medicine , che fi preparano per le laflitudini.Quel di porco , & quel d’orfo lì curano in quello modo.Toglicli da quelli animali upmfrelco,eipiu graffo, come è proprio quello de i rognoni : & coli fpogliatolo dalle fue pellici- nyimetteinalTaiacquapioitana fredda, nella quale fiuaben disfacendo con le mani :& polcia premendolo fi gli rinoua l’acqua fpefle uolte . Toglieli poi quefto coli molte uoke lauato, & rnet e inuma pignatta di terra d'altrettanta capacità, con tanta acqua dentro, ch’ella fuperi il graffò, & ormprai&cqfifimcttefopraàlentoftocodicarbonkcontinuamente mefcolandolo có una “ etta>& come è ben liquefatto, lì cola con una tela neH’acquaJ& lafciaiì apprendere : & coli fe- 51 J 3 0 ? P°‘cia ®dl acqua li metterà un'altra pignatta di terra ben lauata, & indiagli fopra di nuo- fmiAl e r ^ ritorna a &r lentamente liquefare . Toglieli fatto quello fatto dal fuoco, & la- l. ? Polare, fino che fe ne uada la fua feccia al fondo, lì mette poi in un mortaio di pietra , fatto tot imanftt0JC0n una‘rPugnaabb°mbata d'acqua = & ridirà lafciatolo apprendere, & baiatone tondaccio> clle ui lì ritroua, lì ritorna fenza piu metterui acqua di nuouo à liquefare, & ben fnB;„ 1 ne^ mortaia Onde cauato ben netto, fi ripone in uafo di terra «tim k°3& » ,a “loffolcràffràto luogo . Il modo oltra quello di curare, & di preparare quel di dl P5 j0ra’ P cofi • Prendeli qual lì uoglia di quelli, laualì,& IpogHalì dalle fue pel tolimllifi k ' s ° °eC,t0 in 1 f "rimano i medici tenafmi . Ma è d'auertire, che f mo alcune cofe , che per effer fottili di fujlan^a piu ripercuotono, c wp(tfe } dotte fi ritroui ejfere il male piu in alto ,& piu indentro : percioche piu penetra per la lunghetta del carni óo noneic°rpi illiquido , chcl duro , <& meglio fi mefcola con l'bumorc , che corrode . Et però ne i rodimenti , che f mornel Pl“ alto del corpo }piu reprime il grafo d'oca , come che fa anchorapiu caldo di quello di porco . nel ? nego de i qua- Pfcia quello delle galline, il graffo deimafehi è femprepiu caldo di quello dellefemine,come che quello de gli animali , LL ^ caflrati Galeno contri Diofcoride. Pomata odori- fera. Nocumenti de cibi grafsi. 402 Difcorfi del Matthioli caflrati fi a men caldo & men ficco , per raffembrarfifempre di fina natura ìmafcbi caflrati alle f emine della fetido, ro. É differente il graffo fecondo le nature , & i temperamenti degli animali , che lo generano . il perche ejfen - ì do qua.fi il porco inferiore nella calidità , &ficcità à tutti gli animali quadrupedi , ha lafua grafcia manco calda , & ' piu humida di quelli . Ogni graffo uniuerfalmcnte bumetta , &fcalda ne i corpi humani piu & manco , fecondo la na- tura (come è fiato detto) deglianimali . Et però la grafcia delporcopuo abondantemente bumettare, ma non però co fife al dar e come l’olio ,per effer ella fmile àgli buomini nella calidità, fua . Il graffo di toro è molto piu caldo , & piu fecco di quello di porco : & quello de mafehi ( come fu detto ) che quello delle f emine , quando non fono caflrati . Quel del uitello è men caldo & men fecco , che quello del toro : & quello di capretto meno di quello delle capre : & quello del ; le capre meno di quello de becchi : & quello de tori meno di quello de i leoni . imperoche quefìo è il piu potente , il piu digefìiuo ditutti gli altri grafi degli animali quadrupedi, per effer egli molto calido , molto fottìle . La ondemet- tendafine i medicamenti, cbefìconuengono all’ ulcere, &à flemmoni, no folo non ui gioua , ma grandemente uinuoce, aggiungendola affai maggiore mordacità di quello , che nifi conviene . Ma nelle pofleme vecchie nodofi , & indurite , & fmilmente ne i nerui ritratti , è ualente rimedio . nel che ual poco , ò niente quello del porco . Quello di toro è di- fi ante nelle f acuità fue dall'uno & dall'altro di quelli ugualmente: percioche quanto è piu caldo , & piu ficco del porci- no , tanto èfuperato egli dal leonino. Et però come co fa di mezp meritamente fi mette nell'uno & nell’alltro di quefìi me dicamenti , in quelli cioè delle pofleme uecchie , & indurite : &fimilmente in quelli , che fi fanno per maturare i flem- moni , come è quello impiastro , il quale chiamano tetrapharmaco , che fi fa di cera , di ragia , di pece , & di graffo . Et imperò mettendo fi in quello quel di toro , ò di uitello , ò di becco , ò di capra , ò di porco ,fifa fimpre lodevole medica- mento per commouere la mar eia, & per maturare le pofleme . Ma è d’auertire , che piu fi conviene quello del porco d i fanciulli , alle d ènne , & à ciafcuno altro , che fia molle di carne : & quello d i toro piu à i lauoratori , zappatori , meti - tori , & à tutti coloro , che hanno la carne dura per naturale complefìione loro ,ouero per li co fiumi del loro groffo uiucre. Ogni graffo quanto piu s invecchia, tanto piu diventa (aldo , piu fittile , & difeccatiuo. Il che accade fimilmen te à tutte le cofi che s invecchiano , & non fi putrefanno perauanti ; percioche il nino , il mele,! aceto , il grano , il bur- ro, & ogni forte d'olioinueccbiandofi diventano pine alidi , & piu fittili ,& però fono al gufio piu f orti, & piu acuti: & applicati à i mali , che f mo malagevoli da rifoluere,& da maturare , molto gli fi conuengono . Oltre à ciò come che J)iofcoride(diffipur Galeno) diceffe beniffimo molte cofi nella materia, della quale egli fcrijfe ; nondimeno non conobbe à bafìanza il panificato nero de i uocaboli , & delle uoci Greche . Et però quando dijfe egli che Igr affo di capra era piu coflrettiuo di quello del porco , uolfe fignificare , che puffi piu forte , &piu acuto : perche shaueffe egli intefo della vir- tù cofirettiua , filmile à quella che fi ritrouane i fimachi , ne i balaufii , & nell'hipocifìo;fi potrebbe neramente dire , che haueffe egli errato di gran lunga. Intefero fmilmente male i neri lignificati delle uoci Greche affai de gli altri, chia- mando aneli eglino fapore coflrettiuo quello del pepe , delpirethro , dell' euphorbio , delle cipolle , & dell’aglio , come fi * nonfuffe differenza dall’acuto fapore di tutti quefii , al coflrettiuo , il quale propriamente è delle galle , de i balaufii , de i fimachi, & dell'hipocifto . La cui mala intelligenza agevolmente potrebbe ffre errare chi inauertentemente non ui con fidcr affé f opra . Et perche diffe Diofcoride infume con altri , che unto il grafo della uipera ,doue fitto le diteh fide- rò sbarbati i pelifdife pur Galeno)p.on ue gli lafiìapoi mai piu rinafiere , è d'auertire , che non è la uerità : & ftmilmen te che prohibifea i principi) delle fufufioni . percioche dice egli hauerloprouato in amendue quefii e f etti fin7xafuccoffo alcuno . Sono anchorafdiceua pur G aleno) alcuni , che hanno fcritto che il grafo dell’orfifa rinafiere i capelli cafcati per pelagione : quantunque per cotali effetti non ne manchino molto piu ualorofì rimedi . Ma dicendo anchora cofìoro , che quello di uolpefana i dolori delle orecchie , fenz^a ef licare che forte di dolori , per non faperli diflinguere , non èdat tendere a quello che e fi dicono , Lodano alcuni altriper le fufufioni il graffo de pefei. Et altri non intendono di tutti i pejci , mafilamente di quelli de i fiumi : come che altri dicano di quel filamente de pefei marini , accioche paia che lap- pino piu del uulgo . Dclgraff > del taffo , il quale fi uede con manifefta ifferien^a conferire à mollificare le durezze del le giunture ,&dei nerui , non fecero mentione Diofcoride , ne Galeno , ne Taolo Egineta . TSfe manco fcrijfe Galeno , ne Taolo , come ampiamente fece Diofcoride , il modo di preparar igr affi , & di farli odoriferi , per ufarfi in quei tempi nel modo , che ufiamo noi la pomata, la quale compongono i profumieri in quefìo modo . Trendono cofìoro due libre di graffo di ceruo,o di capretto , & mez^i libra di grafcia di porco fiefea ; & fatti ben prima netti tutti quefii graf- fidalle pellicine loro , & lauatolipofiia beniffmo nel uino bianco , & fremutoli con unapczga , tanto che fin efcafuo rituttoiluino, limettono inunapignatta nuoua bene uetriata , &gittangli fopra tantaacqua ro fa, fino chericuopra la mifura di quattro buone dita il graffi ì : mettendogli appreffo meza oncia di garofani , un quarto di noce mofinda , & quattro grani di figo , & oltre à ciofei onero otto mele Oppinole , ouer fanatiche , ben diacciate , onero tagliate in pezzi • & cofi fanno pofeia bollire la pignatta à lento fuoco ,fino che cali quafi tutta l’acqua 3 mefcolando conunabac - c Kttafeffo , & tenendo la pignatta ben coperta . T olgonlapofcia dal fuoco , & colanla con una pezga di lino in vii uafi ennetto , & ben abbombato d acqua rofa ,fino che uien chiara ; & come è poi apprefa,la prendono ,&metton la di nuovo inunapignatta uetriata con quattro onde di cera bianca ,&fii d’olio di mandorle dolci : & come è lique- fatto ognicofa , la colano m un catino ben uetrìato tutto bagnato d'acqua rofa ; & come è apprefa la maffa la laurino fpc(JL lo tef ang poggiandola bene con aqua rofa mofeada , ouero con altre acque odorifere ,■ la ripongono in un uafi di rnro ben ferrato alfrefco. E' in ufo la "Pomata alle crepature delle labbra , delle mani , & deipiedì.che per tifi». f"1 tanfate dalgddo. Valle al lattime defimciulli, & alle feorticature della pelle. Marnandola fare, ch'ella ferri pmprejlo , mfi mette di coralli bianchi fottilmente macinati > & uolendolafar coffa, del cinabro , quanto dargli mio colore Iemalmente (fecondo che al III .dell? f acuità degli alimcn tiferiffe G aleno, & Ifach Jr aboliti- (o lejue diete ) il graffo degli ammali ufato ne i cibi slangfiiifce lo Homacho , oppila, aumenta la flemma , mtrifcefoco, genera mal f angue, indebolire la uirtù rìtentìua dello fiomacho , caufa fluffi dì corpo , tanto difenterici, quanto d'alt'* Nel fecondo lib. di Diofcoride . 403 fitti .'/ita man^ ^ ^’to c^° 1 tubalordifce ifenfi ,&l int elicti o : fi l'huomo fonmccbiofo, & conuer- gjjf^ililìomachicddìmchdera.&inmpori. Chiamano i Greci il graffo, X-réapti latini Mdeps & pingue- Nomi. i Ifj Arabi , Meniti t , & f'xaham , onero Salmi ; i T edefchi,Feyft,Fcttigkeit,& Sthmalteg, li Spagnoli , Cordar a ; Hmcefl>CreJI'e' Della Midolla dell’offa. Cap. LXIX. LA p 1 v lodata di tutte le Midolle è la ceruina , dopo quella quella di uitello , & pofeia quel lj di toro , poi la caprina , & la pecorina . Ricolgonfi le midolle nell’ultimo tempo della fta- 0 teuenendo l'autunno : percioche ne gli altri tempi li ritroua nell’olla àmodo duna carne liquida. E' diffidi cofail conofcere la midolla di quale animale ella fi fia , fe non li caua per fé Hello dallof- £1, toiponli. Mollificano tutte le midolle , alìòttigliano , & {caldano : riempiono 1 ulcere . La cer- uìnahaquefto di piu , che unta difcaccia le lerpi . Curali la midolla dell’oflà frefca,come licura- noigraffi , lauandola , maialandola , fcegliendone fuori l’ollà, & fremendola per una pezza di li no, fino che fe ne goccioli fuori l’acqua ben chiara. Faffi liquefare pofeia in un uafo doppio leuan done con una penna ogni fporcitia, che ui nuotalfe fopra,& poi (5 cola in un mortaio di pietrmdon de fi caua, cornee condenfata , & li ripone, rafehiandone prima uia ogni fondaccio , in un uafo di terra nuouo . Ma uolendofi lèrbare fenza altrimenti curarla , lì fa nel medelimo modo ,.ch e flato Botato à fetbare il graflo delle galline , & dell’oche . o LJ MIDOLLA dell offa de gli animali (diceua Galeno attui, delle facilità de [empiici) ha uirtù dimoili- Midolle d'ofli, ficmattckimife , come che elle fi ritrouino ,òrte i mufcoli ,òneì tendoni ,ònei legamenti, ò nelle interio- * ’j* n. OttimiUceruina,&dopoqueftaqueUadebuoigiouam,&deimtelli:ìmperochequeUadebcccbi,&de no. " 3 3 e ttriìpiuf«rte,piumrdace,&piiifecca. Il perche non mollifica le diireoge nodofe . Fannofì adunque di quelladiui- tcllo , & li cimo ìf efolì per mollificare nelle dome le darete della madrice : & fmilmente fene fanno untioni difuo- riperftrimilefmi effetti . Camfila midolla degli animali non foto dall’offa ; ma anchora dal filo della fchena , quella ciò i èifnceie iella nuca , quantunque firn quefiapiu dura , tir piu fecca dell’altra . Trendo io (diceua Galeno ) per mfemdaMa muffa , & dall’ altre conottìoni , la Midolla degli animali nel principio del uerno , come fo anchora i P affi, &ripongoUfrafrondi di lauro in ftanite fecche , oue non fta punto d’humidità . Ma uolendola riporre ne i tem- \1pctliHeUfititeliifognaTiietterla Miluoghi alti, che fieno frefehi, tir ben feoperti dal fettentrione , oue ftenoalcune ftkjlrelle aperte ,accioche tanto digiorno .quanto dinotte ui ffiri ilrouaio .percioche tenendola nei luoghi caldi, fi ìmfi,&iwmrancia,&neglibumidiappreffoàterrafùpofcialamuffa. Quellaehefì caua dal filo della fiche- MidoIla,& fie «fj-l impiline icibi, opera ne i corpi quel medefimo , che operano leceruella . Et imperò il fitto nutrimento è flemma- facnItì ne cibi. tìcógamhmongyoffi, digerifcefì malageuolmente , nuoce allo flomacho , irfanaufea : come che fi connetta in af- [iiMemkrMr.mentoffe per forte fi ritrouanoftomacbi, chela digerivano . oltre à ciò quella, che fi caua dell'offa, auniimgc coptamente mangiata faccia anchora e fifa naufea,& generi flemma ; nondimeno digerendoli bene , nutrì - fie affai ,&mlto piu aggrada al gallo , per efferpiu faporita, che l'altra. Chiamami Greci le Midolla M vendei Nomi. Unni Meditila: ghJrabi.MochicdHalhadam , ffr MochtliTedefcbi, Marcitili Spagnuoli , Tuetanos ,& Tuta- MiiFractft, Metile, 1» Del Fiele de gli animali. Cap. LXX. 0?RtAS 1 ogni Fiele in quello modo. Prendefiil fiele frefeo, &legatoglilabocca conunfì- 01° grollo li mette nell'acqua , che bolla , per tanto fpatio di tempo , che poteflè correre un’huo- n? il camino ’ pauafene pofeia fuori , & feccafi all’ombra in luoghi , che non fieno humi . Ma quello , che particolarmente fi ferba per le medicine de gli occhi , legatogli parimente con Il , pag0 j , oc“ ? fi mette in un uafo di uetro pieno di mele , & lafciato lo fpago di fuori auolto diffpm cr e U j , p0o e PoPciaben coperto. Ha ogni Fiele facultà calda , &acuta, mafono c. a- 11 “no dal1 altro fecondo c'hanno nell'operar maggiore , & minore efficacia . Credei! ef- 1 nVmimrri !1?,?,lJueP°ci^oPc°rPÌoncmarino3delpefcechechiamanocallionimo,dellateftuggi lto„ri„„a’ddlkentdelIaPcrnice> dell’aquila,della gallina bianca, & della capra faluatica . & que *all, jlente a 1 pdncipij delle fulfufioni de gli occhi , & alle caligini , & ulcere di quelli, fino fedi nadje! C PalPebre • H fiele di toro è piu efficace del pecorino, del porcino , delfor- ciuiH dibecco .Irrita ogni fielela uolontà di far andare del corpo , & mafsime ne i fan tamia inlL™ ° m C Ìe ^°?P?^e Patte ft°PPa • Quello di toro fi unge priuatamente alla fchi- nano & COn mfe;Pana Pubere del federe fino al far della pelle . Guarifce l’orecchie , che me dìflillàtoni “r j perco.^e fluelle , diftillatoui dentro con latte humano, ouer di capra: ma ferite &neol' uccodlPor«medicaàfuffolidiquene . Mefcolafi con mele ne gli ìmpiaftri delle Bielentilmpn,1 u.tJSlfieritl3che s adoperano à i morii deuelenofi animali. Applicali anchora con nitro 1- e corrolìue , & à i dolori delle borfe , & del membro. Accompagnato con àtuttè oiipfl-p rOr °-ila mor|d'fica efficaciflìmamente la fcabbia , & la farfarella del capo . Vagliono co c u pecorino, &1 orlino. -ma fono aliai meno efficaci. Dadi l’orfino utilmente à L L 4 leccare 4-0:! Difcorfi dei Mattinoli chi patifceil mal caduco . Medica quello della teftuggine la fchirffltia, & l’ulcere corrofi e >occa de fanciulli : & mettefi utilmente dentro alle nari del nafo per il mal caduco . Sana i leccare a ue della bocca de fanciulli «articolarmente quello deila capra faluaticamefìb ne gli occhi, coloro che nel uenire della notte perdono la uifta . lì medefimo fa quello di becco : rituale di piu conluma 1 thimi , & i tumori, che crefcono ne i lebbroii . Il porcino uale aU'ulcere delle orecchie , & ufafi anchora utilmente à tutte le cofe predette. fieli, & loto h a n t V n Q_v e fia fiato detto affai da Diofcorìde dellamtura,et delle uirtùdi diuerfi Fieli d‘ animili, chili ; culli. / 1 rufodelkmdicinajbnonecejjàrij ; non però per quefio mancherò io d'aggiugnere quanto da Galeno al x.Àl j le facilità de [empiici [e ne [crine. £ adunque il fiele l’ifieffa cholera degli ammali , & il piu caldo tumore , che 1 fìritrouiinlora . Ma è ne fieli differenza fecondo la diuerfità delle fpetie de gli animali , per effere quelli piu caldi, & : manco caldi l'uno dell altro fecondo che importa la natura della fpetie loro, come anchora nifi ritma differenza fecon- f do diuerfi animali d'ima medefima fpetie. Terciochef nerbi grada') ne ifieli canati da due tori , l’uno de i quali fiafulo . accanato .fatto correre , & patir fàtue , & fete ; & t altro fia fiato alla pajlurainripofo ,fi ritrouanmno iliqmUn quelli due fidi affai diuerfi di colore, & di[uSlan\a . Imperoche nella fu/lan^a piugrojfofarà,& nel colore piu nero, ò \ piu u orde , ò piu ceruleo , ò piurugginofo , &per confequengapiu caldo , quello deltovo accanato, che non farà quello ' dell'altro lìatofi fermo alla paftura . Ft imperò i liquori de ifieli quanto fon piu liquidi ,& piusinclmam alpallìio, pietra, die fi ti pQn tmo m[noymm caldi degli fpeffi ,&dei coloriti . Fffrouaft nel fiele del toro , quantunque fe lo taceffero Dio- “d tom '& fila fioril/ e , & Galeno , ma pietra gialla come un zaffar ano . la quale (fecondo che s afferma da diuerfi autori)gioua be- facultà. ’ / iuta in polirne à far romper la pietra, che fi genera nella uefeica. Queflamedefimatrita ,&fofjìata nel nafirifihk M ra la uiSta , & prohibifie l'acqua , che fende negli occhi , quando fi dilatano le fue toniche . Toluerfiata alla quan- tità d’malente ,& tirata fife ’lnafo conficco di bietola, conferifce al mal caduco ; rf fono alcuni che conbelftic- ceffo la damo à bere inpoluere col nino nel trabocco di fiele . Oltre àcio il fiele decorata pefee , del luccio, ddlapcrnì- N°n>' ' ce , & del gallo dilettano marauigliofamente le dorme nel coito . Chiamano il Fiele i Greci Xi/aì: i latini, Fel : gli J- rabi , S arane, & Menerà : i Teiefchi , Godili Spagnoli, Ilici ; liFrancefi , Fiel . Del Sangue . Cap. L X X I. MEtte si utilmente il fangue dell’oca, dell’anitra, & del capretto ne gli antidoti. Quello di colombo faluatico, di tortora, di colomba, &diftamaiiconuengono in forma di lini- mento alle ferite, & percofle frefche de gli occhi , al fangue che ui concorre dentro, & à coloro che nel uenirlanotte perdono la uifta. Qiiel di colomba riftagna particolarmente iflufli del fangue, che procedono da pannicoli del ceruelio . Quel di becco , di capra , di lepre , & di ceruo mangia- to fritto nella padella , riftagna la difenteria , & i fluifi ftomachali : & beuuto con uino uale à i uele ni, che chiamano toffichi. Il leporino applicato caldo in forma di linimento fpegne le lentigini, & l’altre macole della faccia . Beuefi utilmente il canino pur al toffico , & à morii de cani rabbioii. Dicefi , che'l firngue delia teftuggine terreftre beuuto gioua al mal caduco : & quello della marina beuuto con uino , caglio di lepre , gc cimino uale à morii de gli animali uelenofi, & à ueleni delle botte , che fi tufferò beuuti . Rifolue quel del toro , & mollifica le pofteme dure applicatoui con polenta . Quello delle caualle , che fono ftate montate da gli ftalloni , fi mette nelle medicine cor 41 rofiue . Credei! , che quel del chameleone , & Umilmente delle ranocchie uerdi , unto alle palpe bre, ne faccia calcare uiai peli. Et credei! che quel de melimi delle donne applicato informadi linimento , ouero paffandouifi fopra , faccia diuentare le donne iterili. Quello ungendoti lcuaido lori delle podagre , & il fuoco facro , Sangui, & loro / f .A l e N o nelprincìpìo del x.lìbroparlando deiSangui di diuerfi animali^, quantunque del tutto non rileghi, Vaneefperien- Vi che nonfipoffa cauare da loro qualche utilità fecondo le uirtù , che gli affogaci Diofcorìde , & altri che K [riffe- ic de lingui. ro ; nondimeno dilli offra egli effer per la maggior parte la bugia quello, che fi ferirne delle operationi ,& fhcult aie ! [angui . Terciocbe , fecondo che dice egli , è neramente [alfa il crederebbe l, fangue della emetta beuuto liberi h ffmi- tici . & che quello del nottolo , ouero pipistrello unto alle poppelle delle fucinile vergini , non le lafci crefeere : & che 51 pur unto prohibifea il nafeere de peli . come medefimamente non è la uerità.che quello d’agnello gioiti al mal caduco •& queUodeUeranoccbicucrdi,lequalicbiamanoBreffanti,prohibifca,cbe non rinafeano ì peli canati dalle ciglia- Li quali ultime parole dimostrano , che fia in queSlo capitolo del [angue di Diofcorìde corrotto il teSlo ,& male ffntto.m- peroebefi legge quiui , eh' el fangue di quefle ranocchie unto alle ciglia ne fa cadere ipcli : udendo però dire Jean" che qrn fi uede in Galeno , che prohibifie , che non uirinafcanóuntoui quando ne fono flati canati . Vnaltn co, tot tela fi può facilmente dire , che fa in quello medefimo capitolo per dir Galeno del fangue de gliflalloni quello, che fi cg gemDiofcoridedelfanguedelkcaualle,chepenoflatemontatedagliflalloni. Oltre àcio dice Galeno ,qMntmp molti adoperino nelle tefle rotte , & trapanate il fangue della tortora,& della colomba , 1 ione non ha pari tolioroff do benfatto ; & altri lodino il [angue de i galli , & delle galline à i fluffi del fangue de i pannicoli del ceruelio ; del crocodilo terrestre a fortificare la uifta ; & quello de gli ftalloni per corrodere, & per caufare l efìcara, pc, noiipt' ; re io qurìofo nepaip-o , non ho uoluto taf dar màii molti rimedi] prouati da me perlo paffuto à tutti questi difetto Pe confidarmi piu ne [angui di quejìi animali , che in quelli perfapere io , che coloro, che li pr oliammo in quefle Nel fecondo lib. di Diofeoride. 405- Dello Sterco degli animali Cap. LXXII. LO Sterco de buoi, che Hanno alla psftura in mandria, mitiga applicato frefeo l’infiammagio- ni delle feriteinel quale ufo s’inuoka nelle frondi,& fcaldaiì in fu la cenere calda, & pofciacolì bencaidqs'impiaftrainfulmale. Mitiga quello i dolori delle fciaticheapplicatoui fufonel medefinio modo . Fattone linimento con aceto disfa le durezze, le fcrofole , & i pani. Quel del bue mafehip fumentato ritorna particolarmente la madrice, che efee fuori del luo luogo . Il fumo ddbrufciato difcaccia le fanfale . Lo fterco delle capre , & mafsime di quelle, che paftu- uno nei monti, ualebeuuto con uinoà trabocco di fiele ; & beuuto con cofe odorifere prouo- ; meftmi , & il parto . Ma per lo contrario riftagna i meftrui trito fecco con incenfo, & ap- plicato con lana alla natura delle donne . Riftagna fimilnienf e mefqhiato con aceto ogni altro fluifo di (àngue . Vnto con aceto puro, & melato fa rinafeerei capelli ,& i peli cafcati . Medi- ca alle podagre iuipaftato con grafeia , & meifoui Tufo . Vaie applicato cotto nel uino, ouero nel- lo jeeto , ai morfo delle ferpj, dii’ ulcere ferpiginofe , al fuoco lacr® , & alle pofteme , che nafeono dopo Forecchie . Cauterizafingllefciaticheconlofterco di capra in quefto modo . Mettefi in 10 quella parte concaua, doue il dito grofto fi congiugne con la mano, della lana ben bagnata nell’o- lio, & accefe pofeia pel fuoco le cagoje delle capre , ui fi mettono ffifo l’una dopo l’altra , per fino che paflando il dolore per lo braccio, & feendendo alla fciatica, ne leui uia la doglia : & chiamali quefto cauterio Arabico . Il pecorino applicato in forma di linimento con aceto medica l'epinitti- di,icdli,iporri,&ithimi;&impaftatocnn olio rofado,& cera, uale alle cotture del fuoco . Quello dpi cinghiale trito fecco, & beuuto nell’aceto, onero nel uino ferma gli iputi del fangue , & alleggeriìce i dolori uecchi del coftato , Medica } rotti, & glilpafimati beuuto nello aceto ; & fana le dislogagioni rampollo con cera,& con olio rofftdo, & Impiaftratoui fulb . Quello de gli afini, parimente de i caualli crudo, oueramente brufcjaf o, & impattato con aceto riftagna i flufsi del {àn- gue. Mail tolto da gli afini,& da caualli, che Hanno nelle greggi alla paftura, fecco prima,<3c poi in- !5 l'ufo nel uino, & beuuto gioua alle punture de gli fcorpjoni. Il colombino fcalda fortemente, &bru foia . Accompagnato con farina d orzo,& aceto, rifolue le fqrofole: rompe icarboni trlto,& incor- porato con olio, mele, & fané di lino,& medica andiora alle cotture del fuoco. A tutte quelle eo- fe uale Umilmente quello delle galline, come che fia afta? merio efficace . Beiteli particolarmente quello contrai ueleni de fonghi mortiferi, 8? à dolori colici, diftemperato nel pino , ouer nell’ace- to. Credei] che quello della cicogna gioui beuuto nell’acqua al mal caduco . Dieefi che quello de gliauoltoi fumentato fa partorire. Quello de topi gtoffi unto con aceto fa rinalcere i capelli! beuu- to con incenfo , & uino anelato caccia fuor le pietre delle reni , & della uefcica: & meflo nelle fop- polle de fanciulli gli incita la uogha dell’andare del corpo . Quello de cani colto ne i dì canicola- ri, fecro&beuutotritonellacqua,Quernel uino riftagna il corpo, L'humano impiaftrato frelco u Icuakinfemmagioni delleferitc,& le confonda • ungefi fecco col mele utilmente ( fecondo che fi lice) alla Ichiratia . Quello del cocodrilo terreftre ferpe ne lilci delle donneper far buon colorc,& fplédidalapelle della fàccia : & di quefto quello piu fi loda, che bianchiamo, frangibile, leggiero, finile all’amido, che predo fi dilfolpe ne i liquori : & chepi llamioli (pira d'uno odore acido , come difermento , Sophifticanlo alcuni dando mangiare à gli ftorni del rifo , &c ricogliendone polcia lo Serro limile à quello, lo uendono . Alcuni altri togliendo dell'amido , & della cimolia macerano ogni colà infieme , & datogli ij colore con l’anchulà , lo fanno paflàre per un criuello fopra una ta- i»la,dpuereftandoinformadiuermicelli lo feccano,& uendpnlo per fterco di cocodrilo ter* reltre . Tratutti ritrouo che l’humano, & parimente il canino melfo in fu la gola giouano al- to miranda. IV / > 5 M t al x. delle facu Iti de f empiici afferma Q aleno, ha lo Sterco uirtil grandifiima digefliua. Et come che l'hte- \jtUnofia per lo fuo fetore abomincmlc ; nondimeno quel de buoi, delle capre, de cocodrili terrestri, & de cani, che «BUM loffa, non fono molto pm&alemi, & fonofi efferimentati dame( diceita Galeno) & futilmente da altri flati di me in molte cofe . Et imperò s'ufa lo fterco n onfolo nelle medicine , che s applicano difimi, ma anebora in i che fi danno per bocca . Et quantunque diceffe egli, che l’ bimano fla abominatole per lo fuo male odore ; non- *» finjfe pero effer di mirabile uirtùncllafcbirantia, coft dicendo . Vn ceno buono patiua ffefiiflime mite la n tu,& cofi grauemente , che ogni uolta era in pericolo difoffocarfì , Il perche gli era neceffario di cattai fi cia- . ** ’Vftgffe •Scontrofiì finalmente cofluì in uno, che gli pronte ffe di fiaccarlo da tal difetto, ogni uolta che lo chia ma^Cl aitanti chefifacefic cattar fangue .Et cofi effóndo al bìfogno chiamato da coflui , in breue * mimi 1 er°^!nale ìfubito che Phebbe unto del fuo rimedio , llquale battendo pr ostato già ilpatientepiuuolte , & ili ini 1 in i diri , per effer egli & ricco & liberale, promeffe di dare d colui affai buona merccde,fe mi'- fedelmente ilfecreto . Et bauendo finalmente conuenuto infieme del premo , diffe colui, che uendetia biffe- rmento. Nomi. Sterco, & lue fa cultà. Hiftoria di Gl leno. 4 o (J Difcorfi del Mattinoli rhneAta, che nongiouaua à coloro, cbefapeffero di che cofa egli fi componeua.Et impero dimando, che fi gli doueffi api. gnarenna ter.ga perforici, acuitegli fi fot e ffe infegnare , congiuramento di non adoperarlo mai in alcuno fino cbeuiueffi egli, & efiendofi cofi coclufo di far-e, morto il ucnditore, no [blamente ogni tratto guariua quel firn huomo colui , che har usua, imparato l’ifyerimento , maanchora molti degli altri . Mofio un giorno cofiuidafefiefìo gli piacque di nianìfcflar- Dii tal cofa, quantunque ijiai non ne lq rifercafìi . Èra quello medicamento fiercofecco di fanciullo, trito fottilifiimamen ' te conmelc ^ittico . jìl fanciullo facenafolamcnte mangiar coflui co l pane lupini , di quelli cioè , che indolciti fono in ' ufo ne i cibi, dandogli à bere uino ue echio, &i lupini d mangiare mediocremente y accioche perfettamente lipotefiedig$ - rire . Et cofi ne ricoglieuafolamente lo fieno U ter^o giorno, ilqualefeccaua pofcia,& ufaualo nelle fcbìrantie.jqe per altra caufa cibaua il fanciullo di lupini, fe non per che lo tterco, che fi generaua di quelli non puippua . T utto quefio difie dA?"rcJo huraa Caleno . Vale oltre à quefio l’ acqua fatta per lambico di fieno humano,& mafiime di quello d' un huomo rofìo , alle no. fittule, albulcere.corrofiuc,& malagevoli da confolidarc,, alla tigna, ài, fiocchi & telebianche de gli occhi, & ài canea- ri applicata di fuòri . Vale bevuta al mal caduco, alla pietra della uefcica,& alle reni, à gli hidroptei , à i morfi de i ca- ni rabbiofi,& di tutti gli animali nelenofi . Il fuo olio, che dopo l’acqua, crefcendofi il fuoco al lambicco, ne diiliUafuor Sterco di fc’joi meciica maggiormente, le fittole, i cancan, &■ tutti gli altri mali già detti . E quello de i buoi (fecondo che pure al no! *° 2 medefimo luogo difie Galeno ) difeccatiuo,& attrattiuo , come mauifefiamente ne fa fede ilgiouamento , che fe ne uede, quando s’impiafira in fu le punture del fi api, & delle ucfpe . Et come che quello de buoi che fanno alla fioretta nelle par fiure loro, conferifca alle infiammagioni.applicatoui caldo ; è da papere che tali medicamenti piu fi conuengono ne i cor* pi duri de i uìUaui, lauoratori, che altroue . Et però simpiafira loro con aceto nelle enfiagioni , & nelle dureige . Sterco di capra Quello di capra è digeftiuo,, afierfiuo , & acuto, di modo che conferifcc alle potteme dure , & nodofe non folamente & fiie faculcà. jgiia mifia , douc fpefio [applicano i medici ; ma anchora di tutti gli altri membri . Lodollo G.aleno( comecofaijjerimen « tata, da lui ) nei corpi de i uillani, alle vecchie. enfiagioni delle ginocchia, impiagato con acqua, con aceto, & con fari- na d'or^o,& fimilmente à quelle d' ogni altra parte del corpo . I mpiafirafi loflexco ài capra brufciato,ouero fecco ne fot ni, fino che uadaiu poinere, utilmente con aceto in fui corpo dcglihidropici : imperoche marauigliofimente fa disfare l'enfiagione . Ma per, efìer eglìmolto acuto , non fi comiene in quefii difetti ne i corpi teneri ,& dilicati, come fono le don Sterco di capi , ne,& if uncinili . Quello de i capi , che mangiano f offa , oltre all' efìer il migliore, & ilp.iu bianco ,fana foffiato nella lue faculcà. gQy iapcjjjr(tntìa . beuuto con, latte. , doue fieno fiente dentropietxe affocate, onero acciaio, gioua alla difenteria: & naie mirabilmente per fe folo in poluere, $11’ ulcero uecchìe,& maligne, Oltre a ciò tolto, inpoluere alla quantità d’m cuc chiaro, & dato à bere con uino nelle febbri tanto tcr-gam, quanto cotidiarie libera fenica fallo ipatienti,pur che eglino & Sp £acultà.°s n0K faP-0ano cofcL ’ Quello del lupo beuuto in poluere gioua à i dolori colici . Il perche afferma Galeno Imene ve- duto. di quelli, cbe.patiuano cotali dolori ,efierne liberati inperpetuo, battendo ma folauolta beuuto lo tterco del lupo ; & altri che fe pur del tutto non. ne fono refiati liberi, non gli fono però mai ritornati i dolori cofi grani , ne cofi afj>ri co- me.prima . Beuefi iti quefii difetti lo tterco del lupo benpoluerigato con. uino bianco, c con un poco di fiale, ò dipepe, per, dargli alquanto di fapore aromatico . Ma è gran cofa, che non folamente gioita in quefio cafo lo tterco del lupo cofi bcuu to ; ma mirabilmente portato addofio inuolto in pelle di ceruo,& appiccato cinto attorno à i lombi , & all'anguina* glie . Del che fa tettimonio (per batterlo prouato) ampiamente Galeno . Di quetto il piu lodato è quello eh' è bianco fi- Sterco di cico mi^ * de 1 cani’ c^e ungiamo l’ofìa . ma il ualorofo in quefio cafo è quello , che fi ritroua in fu gli fterpi , in figli gna improba - l herbe j, che fono alte da terra : imperoche quello, che fi ritroua in fui terreno, non conferifce , Che quel- to da Gal. lo della cicogna gioiti al mal caducò negò ejpréfiamente Galeno , dicendo efìer grauement e da riprendere coloro , che lo fcriuono . Di quello di pecora, di colombo / di Gallina, di topi, & di cocodrilo battendo afìai fcritto Diofcoride,& non ri* trottandone io altro piu da Galem,nedagli altroché mi paia importare alla medicina , non ne farò qui altra meifime. Ma bene e d auertive , che come dicemmo effer differenza ne temperamenti de i fieli, cofi medefimamente è differenza nel- lo fler co : imperoche l uno è men caldo,&piu caldo dell’altra, fecondo la natura degli animali di diuerfe fictic'.& finiU del ^ Etereo' del ^ ' mente fecondo la natura dei cibi in quelli d'una medefìma Jpetie . Oltre à ciò non ho uoluto Inficiare di dire il bellifiimo Ubico. commento, che dello fierco dell ibice, che noi chiamiamo Capricorno ,& i, Tcdefchi Stanbocco, ferine Marcello pupi-. rico per le fciatiche,& altri dolori digionture con quette parole . Incredibile, & unico rimedio per lefciatichc, & peri dolori delle giunture e quefio, con il quale fu fanato jLufonfo Medico, <&• molti, che fe ne giaceuano in letto , ne fi pone- vano muoucre fenica gran dolore . Quetto è di tanta uirtu , che in cinque giorni fa fare inpiedi , & in fette caulinare, &■ fafìi in quefìp modo . V.igliafìi del fierco di quefio animale II decimo fettimo giorno, della Luna,ouero qual fi uogh altro, quando ella cala, che pur che fi componga quefio medicamento il decimo fettimo dì della Luna bafia . dico adunque che fe ne piglia quanto fe ne può pigliare in uno pugno bene pieno , pur chele cacale fieno pari . Tefiafì dipoi in uno mortaio ^ aggiontoiii uinticinque grani ài pepe, gir. copie è ben peflo infieme ui fi inette una bemina di ottimo, mele , & due [efori di uino antico & buopo, & di tuttofi fa un corpo, & ferbafi in uafo di miro, accioche al bifogno fi poffa (idoprare. Voleri dofì adunque, dare a ipatienti, bifogna cominciare ilgioucdi per fette giorni continui, facendo ttare ilpatkntefipu uno banca à federe uerfo l Or.iente,& fe ciò far a offeruato, ( come è qui fcritto ) fe bene [infermo f uff e contratto mti.Etperò diffe egli non effere da tifare quefte cotal cofe fe non in campo, et in ogni altro luogo, ounmfiritrouajferoaltripiu ufitati,&:piu ueri rimedi j. Che l'orina de fanciulli gìoui àgli afmatici,& àgli fretti dì ftttomtdijfeDiofcoridegnon accètta Galeno.-dicendo hauer egli conofciuto uno, che fe la bebbeper cotal difetto feti dame • La toda dell’ òro, che dice Diofcorìdc,cbc fi fi d'orma di fanciullo , la quale gli jpctiali , & gli orc- iài è i mjlri tempi chiamano Bmrace , & i Greci Cbryfocolla , infogna in due luoghi àfar Galeno: prima ciò è ai capi- D le o proprio della Ckrifocolla nel ix . <£rpcfcia parlando egli dell'orma al X. delle facilità de {empiici . Et come che ( emnil V . libro fi dirà) fìa la nera Chrifocolla minerale ; nondimeno fi fa anchora artificialmente d'orina di fanciulli Mi ZTnm * um ’ & mciutau‘ dentro con unpeftello del medefimo metallo fiotto à cdldffmofole , tanto che t /WJM ■ come mele . Mdoperafi quefta cofi preparata utilmente nelle medicine dell' ulcere maligne. É cofa uera- mtnte fauolofa {come ferme Diofcoridè, & dicemmo noi à battangaparlando nel primo libro del fuccino, ouero elettro') “ orina dlupo cerniere pifeìata interra fi condenfi,& fi communi quella pietra , che fi chiama Linafrioipercio- w* PerProPria matura tira afe le piume ; come gli altri fuccini tirano le ‘ 1- ,&l’rUcl>Ì delfieno ■ quale quanto fia differente il Lapis lyncis tenuto hoggi nelle ffetiarie , tini» 0' vr md'u ’ cl’e nonfamo • ne unchoft curano difapere la uera bidona de {empiici, coloro lo giudichino, k.lmtr'"l ' 1° arC‘>t0 ’ & tUtU uia P>“ cenan0 di confeguìre la uera cognitionc della materia medicina ' linLl\‘TrCheUmd0n0 almnÌ truffatori P^ H Lapis lyncis, che mai fi ritrouòal mondouero, nonèneil I ffmcdiritrl'10 ’ che^amente «ogUono alcuniuhefia la pietra dell’ orina del Lupo cerniere : ne manco al- >«,&ndl ir a ’ che&l‘%a eV,uul com S inganni l’Encelio nel firn libro delle cofe metalliche . Impcro- ^Vo'cmmr 'es\P,ufefmolcdciToeti’cì,e aU’biftorie de buoni authori , uuole.ad ogni modo , cheCorina femi ' TgCh mmcmo ’ “ggiongendoui ielfuo anchor queflo , cioè che l’orina del mafehio lo fa roffo , & «lite nnuL IL ‘ ^ Pmtm quefta fua chimera , dice che ciò non è merauiglia per haucre egli piu limmiiarJ,., KneUn,fachede cignali , & de porci domeftichi . ma quanto fia leggiera , & dinffuna confiderà ■■ • f°,lc>colorone fieno giudici, che fanno m olto bene , che Corina de porcinon fi congìcla altrimenti , '■01 udiato le cofe della natura, che non dimollra hauere fatto l’Encelio. Ma perche la saliva Orine, & loro faculcà. Orine impro- bate da Gal. Chri(bcol!a ar tificiale com; iì faccia. Fauolofa opi- nione. che acp 1 'tadclowP0‘comcl'orin!l^l0flmo>nonneritrouandoio memoria appreffoà Diofcoridè, g uolmente può giouare medicinalmente in alcuni difetti del corpo , ne dirò quanto n 'ho cauato da Ga- Saliua huma- na, & fue facul- B Difcorfi del Matthioli lenoaln. deUefacàtìde fcmpW £' adunque prima da fiapere, che quella medefima differenza, che fi ritrovameli orine dall’ effere ùtu , & meno calda l'ima dell altra ,fi ritroua finalmente nella f aiuta . Imferoche quella , cbefipigU dopoalpaflo,èajfaìpiudehnediqneìla,chefitogUcdqdiriuno,&miriri‘edach,hahb,apautoSranfame,&gutl rete . pemoebe queSìa è la piu acuta ; & lapkpotente di tutte : come infra quelle due è mediocre quella di colon , che hauenio digerito henifiimo il cibo , fono anebora digiuni fenga batter punto patito ne fame ,mféte . Curanfi con la_sA. UualeuoUticbe.cheuengonoàìfanciullinifiegandoudafufocomm dito , fino che m penetri bene dentro . Olirei, ciò la Salina è totalmente contraria à tutti gli animali uelenofi , che uccidono ghhuomm , come riferifcàTHicandro mUe fue therìacbe . Et imperò fi uede , che (fiutatala dglifcorpioni.gli a menala, &fimi Imente meffd in bocca «Uefrerpj . Il perche fimpre fi cofiuma di metterla in fu i morii, & infra le punture de uelenofi ammali, frubito che offendono gli km, Nopi. mini, chiamano i Greci Corina , i Latini , Verna , Lotium : gli Mah, , Eaul , La Salma chiamano i Orni, 1 ZhMr,ZUtor,& Tln'oani Latini , Salina : gli Mabi , Bufiteli , Be^ach , & Lhab , Del Mele. Cap. LXXIIII. TIene il primo luogo di bontà il mele'Attico , & di quello quello , che fi ricoglie da Himetto monte di quella, regione . Lodali dopo quello , quello delle Loie cne li chiamano Gicladi,& quello che fi porta di Sicilia , chiamato Hibleo . Il piu eccellente fra tutte le fpetie del mele è quel lo che piu dolce , Se odorato , acuto , di colore roffigno , grolle di tuftanza , graue, fermo , mira- lo, & tenace , di modo che tirandoli, per feltrilo fi ritiri nelle dita. Ha il mele uiitù afterfiua, apentiua, & attrattiua& impero s adopera utilmente nell ulcere , & nelle fi (Iole profonde . Ucot- ; to confonda le crepature della carne, applicatoui Tufo. Cotto con alume liquido fana l’impetigini, ungendole con dio . Diftilla.fi tepido con fale minerale trito nell'orecchie utilmente à i dolori , & à i fuffoli , che ui fi fentono . Ammazza unto i lendini , & i pidocchi . Ricuopre di preputio il metn bro , pur che non ila flato circoncifo , ungendolo trenta dì continui dopo al bagno . Purga gliimpe diménti , che affiliamo la uifta . Medica il mele i difetti delle fàuci , del gorgozzule , & la lchiran- tia , gargarizandolo , &lauandoféne la bocca rprouocal orina, gioua alla toife, amorfi delle ferpi, & all’opio che fufle flato beuuto . nel quale ufo fi beuc caldo inficine con olio rofado . Bendi an- chora,ouero che fi lambe al ueleno de fònghi malefìchi, & contra a morii de cani rabbi oli . Il crudo di qual fi uoglia forte empie di uentofìtà il corpo , & prouoca la toffe , & pero e neceffàrio ufarlo fpiumato . " Il primo luogo di bontà ha il mele della primauera , & il fecondo poi quello della Ila - ‘ ' *1 .... ». »rr1ì Ornili 01 nr\fr» Olipllo. fhfi t*e . quello del uerno è il peggiore : iitiperoche è egli piu graffo , & piu ceraginofo . Quello, che nafee in Sardigna amaro , per pàfeerfi quiui le api de fiori d’aflenzo, fa bella la pelle della faccia, & e. In Heracle leuane ogni forte di macole . In Heraclea di Ponto fanno le api in un certo tempo il mele : il quale mangiato per propria malignità di certi fiori , fa diuentare furiofi , & fidare copiofamente coloro, che fe lo mangiano. Il quale nocumento fi cura con darloro à mangiare ruta, &falumi,& a bere lo mangiano. Il quale nocumento fi cl „ , uino melato, facendoli uomitare fpeffo , reiterando però dopo à ciafcun uomito il rimedio . E que fio cotal mele acuto, & fa fiammate odorandolo. Lenifce in forma di linimento infìeme con colto la ruuidezza della pelle : & unto con fale fpegne i liuidi. Enne una fpetie di condensato in India, & parimente nella felice Arabia chiamato Saccharo . il quale fi ritroua in certe canne indurito a mo- do di fale,fragile al dente, conueniente al corpo, & utile allo flomaco beuuto con acqua. Gioua 4 quello a le reni , & à difetti della uefeica . Mellò ne gli occhi rifolue ogni impedimento , che ofru.f fca la chiarezza della uifta. Mele, & fu^ ef- T L mele, ilqu.de fanno le api, notìjfimo a tutti (dìceua Galeno nel in. libro delle facultà degli alimenti) aa- faipin. X.fce nelle foglie delle piante, ma non però fi può chiamar egli ne fuoco , ne frutto , ne parte di quelle : auengacbe a tre non fa , che una fpetie di rugiada , quantunque non cafchi egli dall'aria cofì continuamente ,ne cofi copiofamente, come fa quella . Effene ritrouato alle uolte ( dìceua pur egli ) grandiffima quantità la Hate fopra le foglie de gli alberi epa tici , & delf herbe : di modo che gli agricoltori fcher^ando cantavano , Gioitene pioue il mele, il che conferma mio alxn . capo del x i . libro , con quefle parole . Il mele uiene dall'aria , & maffimamente nel nafeere delle fte e, gencraf fpeùalmente ne giorni canicolari , ma non del tutto auanti al nafeere delle uergilie, la mattina nelfar^ ' no . Et peròf vitro nano nella prima aurora le fondi de gli alberi irrugiadate dimele : di modo che coloro, che in qui tempo fi ritr ouano al difeoperto fatto laferenità del cielo ,fì fentono le uefli per tutto unte di mele , & i c^peJc tengono infeme . Se egli è fudore del cielo , ò faliua d' alcune felle, ouer amente fucco d’aria, che fi purghi , uoleffel che eifujfe cof liquido ,puro , & difua natura , quale dee effer nel fuo primo cadere . Ma bora quantunque cciggm cofi grande altura .* & che neluenire s’alteri molto ,per i uapori della terra che fe li fanno incontra : & effendo o tre ciò beuuto dalle fondi ,&da ipafchi , & pofeia colto dalle api , & conferuato nelli Homachi loro ( imperoche ne lo uomitano ) & anchora effendo corrotto dal ficco de fiori ,& macerato nei cupìli ,<& tante uolte mutato , np° feco nondimeno foauità grande della cclcHe natura . Quiui è fempre ottimo il mele , oue da ottimi fori lo ripOÌ wn° api nelle caf e loro , Talee neramente quello d'Mthcne , & dì Sicilia , tolto dal monte Hibla & da H immetto . a cM gue quello , chef fa nell ifola di Calidna . T utto queflo diffe Tlinio del mele nel luogo predetto . il quale diffefot ai ^ MeleH^radeo c^ora 1 1 1 • capo del xxi. libro, che le mofche non toccano quelloche nafee in fui monte Carina di Cani ticg. qtiq.1 monte per ffietial dote della natura ( come pur dice egli )non fi xitxouano mofche di fotte alcuna « pel Me £ p ^ Nel fecondo lib . di Dioìcpridc. 405) H/iiro ‘‘“n e^r‘,K Di0ft°riie mfiere m Heraclia di Tonto , fece parimente memoria. Tlinio al XI II. capo del fu det- Mntr'iien'“t^m/C ntr°mrJi"l! m° altr0 tme in Tonto nelpaefie dei Satini , il quale fa impattare . il che fi repu- HMtli /W?r difiori d’oleandro , di cui fon piene quiui le felue . SJtrouanfi oltre à ciò altre fpeeie ftiimo' tli7- 'l°nl<>n0 * ‘ ma Mi , & creati dalle piante: come è quello che fi caua dagli „ tmeardi , di cui arti lini, y.n " ' , C°?e fanc,,l*& Well° chefi caua(come ferine Strabono nelxv. libro della fila Geographia ) da ’e dieci dita. Il quale ammala chi fe lo mangia. Cauafi anebora ilmele delle Sìlique , che j &Carobole : con il quale gli Indiani, & parimente gli .Arabi , che fon contermini Altre fpetie di mele. ^«fetónte * e"ld^fadfe^onf,deSli^beri‘M>mperòe^lkaegU,fefiadingìada,òpmliqH - oro >:,:A,noai(m l e, Oltie di quello non època difautatione infra i moderni me dici , fidi Saccharo, che fiotto , ; - , MM Opinione dei Maliarda, & dei Fuchlìa riprQr tuta. IlSacchara de gli antichi. Onde fia tratto rartificiodifap il zucchero, Errore d'alcu- ni. 410 Pifcorfi de! Matthioli melo Urllfèn Bltfiwifìe , & Galeno nafcere in India , & nella felice J ritbia,\fia una medefma eofa co l noSìro Zuchi ro Et come che molti fimo flètti > che hubhmt tenuto, (bel zucchero nojìro ufuale ,& quello che gli amichi dm. màrorio Saceharo , fieno una medefima cofa , per efere liquori d'm mcdefimpuma; nondimeno ,1 Umrdo iaVemt ra , & ilfuchfio WgUono , (he molto differenti fieno [antico fiaccherò , & tl moderno piccherò ; credendofi . che in al. tralietie di canne differenti da quelle , da cui fi cauano à tempi nofiri i zuccheri m Modera, m Calta, in Ceti , in ty,. di in Cipro , &in Egitto ,fi condenfaffe ,& fino ài tempi noflrifi tondenfl dt rugiada a modo d, manna quello, di ,ui nel capitolo del A te fi ronfierò Diofcoride , & Galeno , fi perche pami neramente che m quefto errino di gran lm - Za quefii hi, omini altrimenti dottilfmi , nellmagìnarfi eglino , che à modo dt manna fi condenfaffe d, rugiada il Sacche- rodegliantichiinfulefiondidenecameneUdndia.&neUUrahia. Imperoche nonr, trono .che Diofcoride ,ne Ca- leno , ne alcuno altro degli antichi , ne de i moderni autori diceffero , cbel Saceharo fi congelale in fu le fondi delle can j ne di rugiada dal fole , come in fi le fiondi degli altri alberi fi condenfa lamanna. Il che fa cofi fuffe uero , cmecofibro fel uamo invaginando ; per efere flato D iofeoride diligentiffmo fcrittorc , & abondanuffimo nell hiflorie de ifemplici, non fi farebbe taciuta tanta bella operatone della natura ,me manco fe l'baurebberiferbata nelpetto Galeno , comenon fi riferbò dipoi f hi fioria , che eifcrijfe , parlando pur del Mele al terreo delie f acuità degli alimenti , di quel mele d'aria caduto 4 i tempi fuoi in fu gli alberi ; il quale i moderni hannq poi chiamato manna . Et però con piu ueritàmipare, che fi poffa dire , chel Saceharo degli antichi fuffe il liquore di quefte medefme canne ufcitofene fuora , comefe n'efco - no le gomme da gli alberi , & condenfatoui pofeia fopr a dal fole . Tfella cui opinione mi fa cadere oltre alle predetteci gioni l’hifìoria , che concor dando fi con Diofcoride con Galeno , nefcrijfe Tlmio all' VI I l.cap.delu Ulib. cofi di- cendo.il Saceharo è prodotto dall’India, & dall'Arabia, quantunque il piu lodato fa quello dell'india , & quello non è altro, che un mele bianco, t f agile al dente, condensato in fu le carne, comefìcondenfano le gomme, grò jfo il maggiore co- 2, me uria nocciuola . Le cui parole mancamente dimofirano , che non di rugiada, come fa la manna, fi condenfaffe il Sac c baro de gli antichi fopr a le fondi delle canne \ ma bene, che rifudaffe per i pori del tronco Uro , ufeendo dal midollo di quelle, delle quali facciamo noi artificialmente il noftro . imper oche per quefla uia , & per quefto modo rifudano legom - me,&le ragie da gli alberi. Dopo quefla un’altra mito piu efficace ragione èfimilmente contraria 4 cofìoro : laquale è, che fecondo che fi uede in Calabria rifoluerfì la manna in aria, che è rifiatata dal fole (come difopra dicemmo al capi- polo della Manna dell’incenfo;) cofi medefìmamente è dapenfare, che auerrebbe in quel Saceharo de gli antichi Jefujfc pofì generato di rugiada, come s imaginano coftoro , fmperoche l.fole rarefacendolo lo rifoluerebbe in fumo , & non lo feccarebhe altrimenti* Et tanto piu, che nonritrouo io , che Diofcoride , ne Qaleno diceffero, chef ricogliefe il Saceharo fn fu le fondi, ma bene in fu le canne . Come parimente fame S trabone nel XV, lib. della fiua geographia : doue dice egli apertamente , chele canne in India generano il mele fen\a api, & non che nifi condenfi fopr a di rugiada, quantunque^ ^ non manchino inuidioft, che perfoftenere le loro f alfa opinioni, & per ftarfene fermi nella pertinacia loro, corrompano à loro intentione gli faritti di Strabone, come piu ampiamente habbiamo faritto nel libro delle nocive lettere . Oltre acio il dire Diofcoride, Galeno, & Tlinio, chel Saceharo è duro, bianco come fiale, & fragile al dente, dimoftra, che nonfia con denfato di rugiada ; percioche la manna fatta pur di rugiada non è f agile al dente, ma piu preHo tenace , & uifeoft . Il perche penfo, che ucramente fi pojfa dire, che'l Saecharo, del quale fcrijfero Diofcoride, & Galeno, nonfujfe altro , che la parte piu fattile di quello, che era nel midollo delle canne, uf :itaf me fuori per i pori di quelle : oue rimafta per effer ui- feofa attaccata alle canne, riera pofeia facca fafo dal fqle,& condenfata : come fi condenfa per arte di fuoco, & di caldo quello, che adoperiamo noi. Il che confìder andò poi l'ingegno degli huQmini, fatti già dotti dalla natura, di qual laon- tà fuffe il liquore f& come col calde fi condenfaua, s ingegnarono di torre le canne del Saceharo , tagliarle, cuocerle , & fpriemerle,& pofeia condenfarefiliquore col caldo del fuoco, hauendo imparato dallanatur a quello , eh ella focena cot ^ fole. Et come che di quefto cofi faremuto, che noi ufìamo, non ne fia mentione apprejfo à Diofaoride , ne Galeno ; nondi- meno non mancano chi dicano ejferfi fatto il noftro zucchero ufuale pur affai tempo auanti dell'età loro, confidandoli nel - l'autorità di Solino : il qual fariue ritrouarfi nelle paludi d'india canne di t ant a gr offerta, che d'un fiolo cannone taglia- to da nodo a nodo fa ne fanno barchette cofi grandi, che gli buomini fa ne feruono per nauigare i fiumi , & le paludi : & che delle radici loro fenefa un liquore per bere cofi dolce come è il mele. Ma in uero s’ingannano non poco co(loro,chc credono , che quel liquore che fi cauaua da quelle radici, fuffe il nostro Truccherò ufuale : per effer cofa chiara, che gli In- diani fi preparano le beuande loro, quali ufiano in cambio di uino, non folamente delle radici di quelle canne ; ma di ra t- ci d altre diuerfe piante . Imper oche quiui per una faetiale clemenza di quel cielo, & di quella regione, infinite fono e ra dici degli alberi,& dell' herbe, che fonpiene di melliflua dolceT^a : come tefiifica Strabone nel luogo detto difopra , con quefte parole, filiffuno anno fi ritroua in India , che nonpioua nell'uno & nell'altro tempo. Et di qui uiene che tutti ^ gli anni ui fonoferaciffimi , effendouifempre la terra feconda : & che gli alberi ui generano infiniti frutti : & che lera t ci de gli alberi , & faetialmente quelle delle canne grandi fono dolci , & per natura, &per maturità ,per effer quiui ac qua tant o piouana , quanto de fiumi intepidita dal fole . di modo che quella , che appreffo d’altre nationifi chiama mata rita appreffo loro è una cottura : Iccquale opera folamente in far dolci le co fa, come fa quella chef fa permeilo del fuoco* la quale addomeftica tutte le aufterità delle cofa, come fariue Galeno nel un. libro delle f acuità de fenilici alv II >c XV. capo. Corrobora la opinione'noftra parimente Lucano con quefto uerfo, quando parlando degli Indiani diceua . Quiq-, bibunt tenera dulces ab arundine fiuccos * ‘ Ciò è , Et quefli fon, che quiui dolci fuc chi • Beon canati da tenere canne . Il clic conferma fimilmente M. Farrone.il quale fu huomo quafi di quella ijìeffa etadc.con quefli tre uerfifottofcntti . Indica non magna nimis arbore crefcit arando , Itlius & lentis fremitur radicibus bumor , Nel fecondo lib. diDiofcoride. 411 Pulcia cui nequeant fucco contendere mella . Cioè, crefcc in India una canna, ma non molta Grande fi ltu“, dalle cui radici Lente fi /preme , &trahefi un liquore , Il qui non cede di dolcetta al mele . amiche fitonofee certamente, che tutti coRoro intendono delle heuande artifinali, le quali hanno in comune ufo gli In- liaiiii cambio di nino, come hanno gli oltramontani la ceruogia :&non che delle radici di quelle canne fi facefie il guc- clim ì.m/erocbe anchora noi fogliamo far diuerfe forti di heuande dolci per «fare inuarie diffofuioni de corpi noHri , litri con le radici diglicinbigga, boraconcarobe^r bora con una paffa Al che fanno alcuni altri coni dattoli , & con i diriHttidolcì, come fanno la maggior parte di quelli, che hahitano le Indie occidentali : i quali ufano cotali liquori milhro continuo bere, come noi tifiamo il nino . Et però non è da dire, che fi ben fon dolci cornee Untele, & il cuccite- li, tk fieno lille fio mele,& l’iftefso cuccherò . TS/e è neramente da marauigliarfi , che dalle radici delle canne indiane fi (ano dolcilfmi liquori, & quelli nonf riamente da quelle granii, di cui ferine Solino , ma anchora dall altre che fon fi-, mllinofiieÀforfenonmoltomaggiori ; uedeniofi che le radici delle noflremafiicate rendono anebor efìe alquanto liUcaga- Che polle canne Indiane, che non fono molto grandi gabbiano il medefmo liquore nelleradici , che hanno pelle trinili fa dette, lo ejflicò Marco Fanone ne i iter fi fopraferitti . Dal che fi può concludere, che in India tutte le fjte ticitìecmehabbianoleradicidolci. Ma effendo hormai oltre à ciò cofa certa, che il ette, citerò delnofiro cornmme ifmonfifl ielle radici ielle canne, che lo producono, ma della midolla, di cuifonopiene,comefon quelle della Saggina, che altri chiamano forgo; la qual midolla nonfiritroua nell altre canne ; cafra la nana opinione di coloro , che credono, ! chtfitfse\Mcknfmile al noflro il liquore, che fi cauaua dalle radici di quelle cofi grandi canne , di cui fi fanno le bar- chette depilare \fu)ni,& parimente dall altre . Ma per difendere purel opinione fica il Maliardo da Ferrara,& per pituite che ISaccbaro degli antichi frtfiefpetic di manna fatto di rugiada , adduce nella quinta Epifioladel 1 X. libro una autorità!' Juicma tante altre uoltc biafimato daini, dicendo, che per itaucr lanuto egli quefiamedefima opinio- ne, chiamai! Succitato de gli antichi Manna, all. ultimo capitolo del feconda libro, cofi dicendo . Zuccharum alhufar efl lumi calcili fupcr dbufar ,& eSficut fiuflafalis. Mi che nonpotendomì inclinare io dico , che Alhufar, onero Alhaf- fer ( come corregge Andrea Bdlunenfe) ifitufignifica in Firabico canna ; ma un altro albero di Egitto, & d'Arabia cofi chimato Impcmbe gli Arabi chiamano la canna, come fi uede in Serapione Cafab.ll che mene manifestamente à di - mirare, ebe qutilogucdjero alhafìer d’.Amecmia fia ma manna di queflo albero,&non il faccharo degli antichi, che fimglieuim file carne. Conoboradipoi [ opinione nofira quello, che foggimfe quitti Auicenna dicendo Etritrouafi t>i« fiSo\mhm,oltrrM’efierrfolutiuà,&afierfmo,eiMfieritàx>r amaritudine. Imperocbene della aufierità,ne del- Umiritudine fecero mentirne Galeno, ne Diofeoridc, ne manco che conferire al polmone, ne àgli hidropici,come fog- gunft piananti Auicenna .il quale fe ben difiepoi , che fi conueniua à ì difetti degli occhi , alle reni , & alla uefcìca ; non pero per quello fi può dire, che fiali guccharo Alhaffer f Auicenna quello degli antichi . Ma ben fi può manìfeRa- mttfrmre coma al Manardo per .Amccnna, da che pur egli l'accetta in queRo luogo per tefiimonio in fico fattore, tbtfumdcnftjiepertrajfimionemfii le canne à modo digomma: imperoche al capitolo proprio del guccharo facendo jameia il quello degli antichi, cofi diceua . Afsumptum ficut gamma ah aruniine abftergit oculata .ciò è. Il tolto dal la canni, fintile lìla gomma, netta & mondifica l’occhio . Ma accìocbepiu chiaramente fi uegga , che l Alhafìer è un al hn,émcmt, & che IJÌwàqiccbaro, anchora che da Auicenna fi chiami manna , per efier forfè fintile aUa manna nòie granella, mnnafee, nefteondenfa di rugiada, ma difilla anch’egli come gomma dall'albero , lo prona mxnifesìa- 0 mente Serapione, cofi dicendo alfine del capitolo del guccha.ro. . Alhaffer habet lata folia , & habet guetharuh , qttod tgrttàurab oalis rmorumfuorum,& àlocis foliomm eius,et collìguntdeeo bomines rem comenientémAàr in guccha ro eius c/l amrìtttdo: & egredimtur ab hac pianta mala qmdam, ficut tefliculi camelormij quibus liquor quidam ema ultimi, ai cauteriaperidoneus .cioè. L’Alhafser ha le fiondi larghe, & ha il guccharo , cheefce dagli occhi de i ililuogbìdoue efeon le fiondi, del quale ricolgono gli huomini tanto, quanto gli bifegna, & in quello co- li ipcomi dentro amaritudine :& dalla pianta efeono alcune mele gtofle come teHicoli di cameli , da cuiefce un li- fm enfi acuto cj- àrdente, che ferite in ucce di cauterio . il perche fi può iter amente affermare , che’l guccharo alhaf- imlrnr ^ michi ma be>le’ che 1ueUo deSli antichi diflillafieftwr delle canne , &per il caldo del fole ui fi fé - >C T'“ a mdo ihfiks come difilla quello dell’ Albafier da gli occhi de i rami, feon of ante. che' l Fucbfìoper (1 e'TT* ’ ‘f clle 1 Sllccìl‘‘ro deSli antichi fufie condenfato di rugiada,&per farlo parere diueifo dal noflro, dica, ' tic mi T C<" Ulld°f comeWm ilmelc,&che mangiato f a fet e . Il che non uuole Galeno , che faccia ilfuo : impero- rfm C dCl. tMt° comam. alt riferimento: co’l quale concordandofi Galeno alvi 1. libro delle f acuità beri ,‘!’f‘"mdfde[Sacclmo, ilqmlefe bene era fatto dalla natura ; era però d’una medefima minerà, chef noflro, toj ' , acchmèr,m! | al mele, quanto allefier.c aflerfmo, difeccatiuo,<& digesiitio,ma certamente men dolce.Et im , ne c °f‘ come il melefa eglifete . Ter la cui dottrina fi uede manifeflamente , che per •h&n’T f 0 del Mele‘ e' confeìmntl:mente men caldo . Et però mole Galeno , che faccia manco fete che’l come male il • ha onde lolodò egli al mi. capo dell’ ottano libro bktìnflro C C h r>er r‘‘Sion‘ adunque mipare,chefìpofia neramente concludere che’l Saccharo degli an himiah 7ycdKn‘,ano ameniue liquore d’una medefmapianta : ne fio. inloro altra differenza ,fe non che quello & cotto dal fuoco. Lodò Auicenna, & prima di lui kncùf^ri °f’e ,° dallct natura 1 il clual d' autorità d'Arcbigene per portarfi d'india , chiamò egli Sale In- tapeiofo ' ,mta daellx nclle aoutiflime febbri . Ma di queflo non fe ne porta à quefli tempi à noi : quan- pM tempo j cito fatto chiaro daalcuni che fono fl ati nell' if ola di S.Thomafo 3 & parimente in Modera, M M 2 che Mala Jntelligé 13. del Manar- do in Auicen- na. AI ha fier de- relitto da Se- rapione. Mala intelligé- zadelFuchfio in Gal. Sale Indo. 4 fi Difcorfidel Matthioli fhctimm Mojb ne ritrovi in fu le carme che fanno il Recherò , fintile al Recherò candito per arte , ufeitofent dalla mi- ioUa intcriore! di cui fon piene quelle came.Et queHo non penfo, che attenga per altro, che per nonfe ne ritmare fi non poco- imperoche al tempo, chefe ne portava affai, non effendo cofi iiuolgato il modo di canario per arte , era neceffam, che rollando le canne pregne di liquore piu,&piu annifenrpt effer tagliate, lo nfudaffero fuori, come fanno infiniti albe- ri le gomme, & le ragie . &peròfe ne ricr ovatta all'hora qbondantemente. Mapoicbc la dolcetta del guadagno ha infi - guaio .! gli huomini d canario piu copiofamente , èuenutoìn ufo di tagliare per affatto le canne ogni anno . Et cofi è fiata Zucchero f ap- poffia impedita l'operationc fua alla natura, & efii cofi perduto il Saccharo de gli antichi. In uece del quale adoperano (*>> fu/faro cafcati da prima . La Tropoli chiamano i Greci, nfavoMs : i Latini, Tro Nomi. 1 * ^ um * ^ tdfach alcut : i T edefehi , V orflofa ^ : li Spagnoli , Betum de colmena MM 3 Del Difcorfì del Matthioli Del grano. Cap. LXXVII. LO EecnuNiHsiMO Grano per la conferuatione della fanità ne i fani , è il nuouo , & quello che è crelciuto , & chi maturato à ballanza , & che rofieggia nel colore . Lodali dopo quello quello di tre meli , chiamato da alcuni fitanio . Mangiato il grano crudo genera nel corpo i* uermi lunghi , & ritondi . Gioua mafticato al morfo de cani applicatoui lopra . Il pane, che fifa del fiore della farina del grano , nutrifce aliai piu di quello , che li fa della farina non burattata , il quale chiamano i Greci lìncomillo * Quello che li fa di farina di gì ano di tre meli , e piu leggiero, & digerirceli piu ageuolmente. Quella medefima farina impattata con fucco diiufquiamos'ap- ,s plica utdméte in forma di linimento alle uentofità delle budella, & à Aulii che difendono à i nerui: GRANO. Nel fecondo lib . di Diofcoride , 415- impattata con aceto melato lpegne le lentigini . La fembola cotta Ieflà con fortiflimo aceto , & notata calda guarifce la fcabbia, & mitiga nel principio ogni forte d'infiammagioni. Cotta «Ldecottione della ruta rifolue l'enfiagioni delle poppe, che uengono dopo al parto : fouiene ? orli delle uipere , & à dolori di corpo . Il lieuito , che fi fa di farina di grano , per eflèr egli cali- dò & attrattalo, gioirà ài difetti delle.piante de i piedi, & maffimeài calli: perciocheglidimi- nuilce . Matura , & rompe infiemecon file le picciole pofteme , & i foroncoli . La farina del gra- fie meli impattata con nino , onero con aceto fi mette utilmente in forma di linimento in fu i otti, ouero in fu lepunture di tutti gli animali uelenofi . Cotta quella à modo di colla gioua lam bendola à gli Iputi dei fangue : & cotta con menta , & con boturo conferifce alla toife , & all'afprez » radellefauci . Il fiore della farina del grano cotto nell'acqua melata, ouero nell'olio con acqua pu ra rifolue impiaftrato tutte le infiainmagioni . Il limile fa il pan crudo , & cotto nell'acqua mela- ta’per eflèr egli mollificatiuó , & alquanto rinfrefeatiuo : & maffime mefcolandofi con elio herbe, òfucehi , che ui conferifcono . Il pan duro , &feccoriftagna il corpo mangiato per fe folo, & con altre cofeconuenienti. Sana il pan frefeo infufo nella falamuoia l'impetigini uecchie. La colla, che per incollare le carte de i libri , fi fa del fiore della farina , prefa tepida in beuanda alla milura d’uncucchiaro , riftagna gli fputi del fangue , VJL RI E remente fono le [fette del Grano , come riferifee Tbeopbrttjìo al IIII. capo dell’ ottano libro del - Grano , & he (Infimi ielle piante, con qiiefle parole . Il Grano è di diuerfe fpetie nominate dai paefì: come l'africano , il diuerfe fpetie. 10 Politico , il Soriano , l’Egittio, il Siciliano , & tutti gli altri , che fono tra loro differenti dì grofiegpa , di colore , di Jpe~ tic, & di proprietà' Ma altre fitto anebora le fpetie del grano , che d’altronde fi nominano per le differente delle facili tàloro , cefi pertinenti al cibo , come ad altro : come eilCacbridio , l Mleffandrino , cl Stlengio . le differente degnali fpojftmo mentre agevolmente in quelli yche fono flati detti dif opra, fac fi deuia dalla ragione numerandone altre fpc- tie in altre diuerfe proprietà loro , ritrouaniofi dì quello che fi t maturapcr tempo , & di quello che tardi : di quello che produce affai, & di quello che poco : di quello che produce grojfe granella,& di quello che minute : di quello , che produ- ce le Ififie grandi ,& di q nello che breui : di quello che malagcuolmente , & dì quello che ageuolmente,fì fgufeia dal- linwglie,cmfit{JfrÌcano : di quello che produce graffo gambo , come fa pur l’africano & il Cachridio :&di quel- lo che lo fa fattile. Di quello che fià ferrato co» molte inuoglie, come è il T brado: & di quello che con poche:& di quel- lukproimtmfol gambo, & di quello che ne faccia pur affai. Mite quali differente fìpoffono aggiungere anchora del- 30 (altre fintili per la ragione delle f acuità loro : imperoebe cotali differ ernie appaiono neramente piu naturali . Tuo fieli a- Imjue aggiungere il trimeSlre, il bimefìre,& fi altro uife nc ritroua , che crefia & fi maturi con manco tempo , come è judo dona propria fpetie , il quale affermano nafeere in Eubea, & maturarfi in quaranta giorni, & efier duro gir pefan Hj eh noti leggiero, come e il t-rirnefire . Et pero dicono che qucfiolo danno à ì famigli, & che non faccia molta fembo - la . Quello diijueiìa forte e il piu ticloce a maturarfi , ma non fi ritroua fi non difficilmente . Di quello che dapoi che è fc- imito, fi mtmam due me fi , fi ne ritrouain Mchàia fiatoni portato di Sicilia . ma quello rende poco , & pocafecon- dìttui frittomi quantunque fia algujìo diletteuole, & facile da digerire . Tfafconne alcune altre fpetie in Eubea , & jfetitlmtc apprejfo Cariflo . Il trimejìrc e c opiofo per tutto . quello è leggiero , produce poco , & fa un fol gambo, & fthiel tutto [agile . llleggerijìimo, intendendo femplicementc, è il Tonico: & il piugraue di quelli, che fi foglio no portare in Grecia , è ilSciliano : ma e anchora piugraue di quello il Beotico . Dicono uederfine l'effetto con la prona, 40 ptitiocbe gli dtiilcti fiondo in Beotia nonne poffono c anfaniate piu che tre megi feSlarij : & sìando in lichene agcuol- menuitemfmm cinque . E' anchora affai leggiero quello , che fi matura in Laconia . La cagione adunque di tutte jttHtcofefidee augnare al cielo, & alla terra, che le produce. Onde dicono che in rifila dilà dai Borni im certo "V>«tilgramproducelegraneUa grafie come noccioli d’ oliue .Tìuoltre dicono che apprefioài chiamati Tifioti •‘failgramcofì [aldo, & ferrato in fi flefioche manigandofene piu del bifogno fa crepare lo Stomaco .Tale manca ti >'4aw, chilmdefmohabbipiuuoltefattoqueUo di Macedonia .Tutto quello del Grano fcrifie Theophrafio . MiTlinioatipofel’ Italiano àtuttigli altri grani alvi I . capodel'pcv I u .libro, con quefie parole. Le fartide Grano Italia- pmifom affai denominati dalle genti duuenafeono . Mal Italiano non ha compar atione nella biancheggi , nc nelpc- n0‘ [■t‘r mmaffmamentefi difccrnc.Et queflafucommimc opinione fino al tempo d’Meffandro magno, effondo all’ . « ‘Gmìaftorìdiffma , &potcntif[ma tra tutte l' altre prouincie del mondo . Di modo che qttafi cento & quaranta - [ ««tórbe moriffi Mejfadro , Sophocle poeta nella f amia di Trittolemo lodò il grano Italiano fopra tutti Et celebrar l’Italia fortunata , fer il bianco frumento , che ricoglie . all- ° ■ dell'italiano. Onde maggiormente mi marauiglìo, che i Greci pofleriori nonfaceficro al- lihlécT- ^ &rmo • T“tt0 quello difie Tlihio . TSfe ci dobbiamo marauigliare, che Sophocle Intorno Greco tan t'iics' Pmita^mo • imperoebe par che di tal forte lunatura babbitt amati gli Italiani, &ornati,& priuilegia- p^",\’^^^&iì'eruiueKpiupoliticamented'ognìaltranatione ,che meritamente anebora habhia dato loro grano, chef ritraili nel mondo, infime con molte altre cofe , nelle qualifupera l’Italia molte al- ' Fr^Cr‘,no,‘tfi,il&‘fottiliradici,&producedaprimaunafoglìiifola,&dipoimenefuorencnpochiger Grano & tua * re. t'ariraj>na?m^<ì, ' ^tafiene tutto il uomo in berha , ma come l'aria laprimauera fi comincia à bonaccia- li;liona' cbifirratT m:~ e^‘ “ mm^ar fuore iigambo , & come ha fatto il tergo , onero il quarto nodo , produce poi le Jpi- ■c cerne in una guaina , ne fi uede prima che quafi tutta intera , ufeita che fe nè fiore ,fiorifce dopo al quarto , ò M M 4 quinto Grano eletto , &modo di fa- re eccellenrifs, pane. '|$uale fia otti- ma farina per fare il pane. Olio di grano, Grano fcrittQ da Gal. Fermento In- diano , & fua liiftoria. 416 Difcorfi del Mattinoli mùnto giorno, & altrettanto dura di fiorire. Dopo al che il grano s'ingroffa , & maturafifra quaranta giorni dal fiorire, come che in luoghi caldi fi maturi piu preflo . In alcuni luoghi d’Italia , & finalmente nella Maremma di Siena , sèpk uolte ueduto una pianta di Grano hauere uintiquattro [fiche . Imperoche tanta e la fertilità del terreno, che alle mite fi fono trouati agricoltori, che da un moggio difeme, rihanno ricolti cento . Onde del Grano , frinendo Tlinio , non è ue. \ rumente ( diceua ) cofa ucruna piu fertile del Grano : et li fu dato ciò dalla natura, per nutrire egli gagliardamente glhuo mini, auuenga che in Bigatio di africa, douefia buono il terreno, un moggio difeme ne rende cento & cinquanta . Fu già 1, mandata di queHo luogo al Diuo Auguflo dal fuo procuratore una pianta di Grano nata da un folo granello (cofa quafi j incredibile )che haueua poco meno di quattrocento [fiche, & à perone ne fu mandato un altra pianta, che n haueua tre .cento & quarantaMa in Sicilia, in tutta la Betica,& lo Egitto fa il grano cento [fiche & piuperpianta.Tutte le ffetie fanno le foglie come le canne, ma piu frette, che quelle dell'Orbo : & i calami piu lifei , & piu forti . Vedefì nelle ffetie K del grano manifefla differenza nelle J fiche . Imperoche alcune fono tofe, &fenga reHe, come è quello chef [emina, &f ricoglie in tutta Boemia , & alcune altre, come nelnoHro di T ofeana ; ilquale e piu ferace, hanno le reHe lunghe & ap- puntate . il Grano adunque per far l ottimo pane, uuole ejfer ben maturo, nato in graffo terreno , nett 0 da ógni me - fcuglio malageuole da rompere, pieno, grane, lucido lifeio , di colore d oro,&di quello di tre mefì . Terciocbc , come dice Galeno al primo delle f acuità degli alimenti, interuicne qualche uolta, che l grano a uederlo di fuori di bel colore, dima- i Jlri ejfer ben pieno, & nondimeno ingannando l occhio e frappo, & leggiero, il perche facendo egli nelmacinarfi affai fent boia, fa pofeia il pane fembolofo : il quale non folamente non nutrifee, ma riempie lofomaco di molte fuperfuità. La fa - . fina, che piu fi loda, è quella che fi fa del buon grano, non macinata troppo trita , ma che habbia la fembola groffa , & quella che non è macinata di frefco,ne dilungo tempo. Imperoche la troppo trita fa il pane fembolofo: la macinata di fiefeo è piena d’un certo.caldo non naturale, datogli nel macinarla dalla pietra della macina:& la uecchia fata macina - 20 ta lungo tempo il piu delle uolte fa di muffa , ò dipoluere , ò d' altro faflidiofo odore . A uolere adunque fare uno eccel- lenti/simo pane, cerckifi oltre all' hauere la buona farina, buona acqua per imp afarlo : chefìa chiara, di buone fonti, & che non fappia ne di fango, ne d’altro malo odore ; mettendola tanta portione di lieuito , che non habbia pofeia il pane il diuentare acetofo . & come che noi in T ofeana non ui mettiamo fale , come fi fa altroue ; nondimeno fecondo l'opinione * de medici molto ui conferire, oltre al farlo piu faporito . Fatta , & formata la pafa , non troppo tenera , ne troppo du- raci malaffa prima, & fi rimena benifiimo, formandone pofeia i pani di mediocre grandezza : i quali come fono lieuiti à baflan\a,fì cuocono in un forno caldo a fupplimento, bene franato dalla cenere . il forno dee e fiere proportionato ah quantità del pane : perche cofì come in un forno grande il poco pane òfì fecca troppo, ò fi brufcia;cofì l’affai in un piccio- lo sammaffa, & cuocefi male . Et però ben diceua Galeno nel luogo predetto, che quello è ottimo pane da digerire , il- quale ben fermentato & ben rimenato fi cuoce in un forno, chefia moderatamente caldo . Imperoche il troppo calore al 30 primo tratto arroflifce,& indura la corteccia di fuori come un teflo, lafciandoui le parti interiori della midolla merp cru de . Onde accade , che diuenta cotalpane non folamente brutto da uedere , ma doppiamente cattino , per reflar egli di dentro crudo , & imperfetto, & di fuor fecco,& troppo arrofiito . Ma quello , chef cuoce piu adagio ugualmente per tutto, fi cuoce & fi digerifee molto bene nello flomaco . Conuertifcefi il Grano feminato ne i campi ageuolmente in lo- glio, quando il tempo dell'anno ua molto piouofo, & molto freddo . del che fe ne dirà poi al fuo ifteffo capitolo . Fafìi del Grano fretto fra due lamine di ferro mediocremente affocate , un olio: ilquale commendano alcuni alle fiflole,ah ruuideTftì della pelle, & alle crepature caufate dal freddo . il Grano applicato di fuori ( fecondo che diffe all'v III. delle facultà de femplici Galeno) fcalda nel primo grado, quantunque non fi a egli difeccatiuo , ne ìnfrigidatiuo : ha al- quanto deluifeofo , & dell’ oppilatiuo . il Amido poi , che fifa del grano, è piu frigido ,&piu fecco.Magl'impiaflri,che fi fanno di pane, hanno uirtù molto piu digefliua , che quelli che fi fanno di grano, per hauer il pane infe& lieuito, & fa- 40 le . Imperoche il lieuito ha poteflàdi tirare,& di digerire quelle cofe, che fono inprofondo. Il Grano mangiato cott()(co me hauer prouato in fefefio affermò Galeno al primo delle facultà degli alimenti ) § malageuole da digerire , grano ah fiomaco, uentofo,& euapor abile molto alla te fa . Tuoffi ragioneuolmente connumerare fra le ffetie del Grano, quel- lo , che malamente chiamano alcuni Fomento Turco . & dico malamente , percioche fi deue chiamare Indiano , & non T ureo, per efferfi portato dalle Indie occidentali , & non d' Afta, ne di Turchia, come crede il Fuchfio. Di queHo ne fo- no fate portate a noi quattro forti differenti folamente nel colore delle granella . Imperoche di roffeporporeggianti,di ner e, di gialle, & di bianchiccie uene fono , Fa queHo grano il gambo come di canna , come anchora le foglie, groffo, tondo , alto, & nodofo come propriamente fanno le canne, ma però pieno di bianca midolla , come le canne di cui fi fa il Zucchero, <& quelle della Saggina, che i Lombardi chiamano Melega, nella cui fommità produce certe panicole, come pen macchi , ma pero inutili , per non efferui dentro feme . Il frutto doue fono i grani, produce egli ferrato in certe guaine car j c tilaginofe,& bianchicgie, lequali efeono dal me%o del gambo dall’ una deUe bande. quefto frutto è filmile à quello del pe\- \°> dico cosi di gr affigga, come di lunghezza • intorno al quale per tutto fono i grani calcati infieme nudi, lifei, tondi, & grofii come pifelli , & accommodatiui dalla natura per diritte linee, le quali in ogni [pica non fono manco di otto, 0 didie 1 ci . Tende dalla parte di [opra della guaina una chioma , come di capelli del medefimo colore del frutto . Ha molte radi- ci dm,& neruofe, ma non però molto groffe . Seminano gli Indiani queHo fuo grano , il quale chiamano M ah 1 1 quefi 0 modo . y anno ferie nel campo alquanti infieme, & acconcianfi per diritta linea equalmente difcoHo l’un dall altro, <& dipoi con la mano defira fanno unpertugio in terra con un palo bene aguzzo, & con la fìniftra ui mettono dentro quat tro, onero cinque grani dì feme, & con un piede ricuoprono il pertugio, acàoche i Tapagalli non mangino il feme, & cop 1 con quefi 0 ordine facendo un paff ì in drieto femìnano tutto il campo intero . Ma auanti chefeminino , tengono in maie ra il feme due giorni, ne lo femìnano, fe prima la terra non è bagnata dalla pioggia . Efafce fra pochi giorni , & in quat 6 tro mefì fi matura,& fi miete . Euuene una ffetie, che in due me fi fi femìna ,& fi ricoglie, & un'altra , che in qua) anta giorni foli fa il medefimo , ma queHo è piu minuto , & manco buono, ne fi femina ,fe non quando fi teme dicarefìia ’®e Nel fecondo lib. di Diofeoride. 417 TORMENTO INDIANO. filfluZhT dclf°™ent0. al noFtro, à poco piu caldo, il che ne dimofira la dolerla, delfuò UfZ£Z . Onde la fai di lì mL; ' V P' ^' maturM'ti delie ragionemlmente edere utiliffima. Imperoche renando con la Cua miceli timmi, non LfirZr LtUmm ri,&,onemlmeme eJT"e «tilìjfma. Imperoche ferrando con la fua uifeofi *muU s olmi,* Jenonbuon‘‘Per maturare . Ma poi chel’hauer qui ragionato del fomento d’india mi riduce i ' (fimo io me ,w,T * nm rcri"m V^h> l’hijloria , & le uirtii fue . OueHo adunque , .7 • r . \ r coà> j ''Vt'wiiJuicmuji} come fa la polenta, che fi fa di farina di miglio , ufiata per il piu da i carbonari, & da coloro che tagliano le legna ne 1 0 fichi . Et fe bene è la polenta del Saracino alquanto uentofa-, non gonfia però ella, come fanno le faue,i pifelli, & if a£iu0 ' li . S'ingannano manifefiamente coloro, che fi danno ad intenderebbe quella Jpetie di grano, fia quella forte dipajtur > che da gl' amichi fu chiamata Ocimo , ilquale feminauano per purgare il belìiame , onde fi ue dein. ciò efiferfiing^^ Nei fecondo libidi Diofcoride. 41 9 ORZO. Dell’Orzo. Cap. LXXVIII. Idra V° *1 ° *tZ° 6 ^ue^° bianco, &ben mondo. Nutrisce l’orzo manco del grano . non- 1 hpolen110 pÌ-^1 Per il groffo humore , che rende nel cuocerli , nutrifce molto piu , che non fa Miai 1 ' a*' ^ ^ or*°‘ Accommodafi la ptifitna,che fi fad'orzo,à tutte l'acutezzc de gli hutno 1 " Ple2ze “die fauci, & fimilmente all'ulcere,al che gioua mcdefimamente quella, che fi fa del grano: 430 DifcorfidelMhtthioli Zi erano.-laquale nutrice maggiormente il corpo, &prouoca l'orina. Data la ptifana d'orzo cotta con feme di finocchio in beuanda, prouocail latte. Afterge 1 orzo, prouoca l'orma, ma genera uen- tofità §c nuoce allo ftomaco : matura le pofteme. La tanna d'orzo cotta con acqua melata, & fichi Lecchi, rìfolue le pofteme :& mefcolata có pece, ragia , & ftercodi colombo, matura le durezze. Lena i dolori delcoftato mellàui Tufo infieme con mclilgto , & stufa di papaucri . Applicali util- mente in forma di linimento alle ugntofità delle budella con feme di Imo, di fiengreco, & ruta. Impattata con cera, pece, liquida orina di fanciulli, & olia matura le fcrofole. Mefcolata con flutti di mirto & pino , ouèro con pere fanatiche, ò con more di roui , ò con gufei di melagrano mal ma- turo , riftagna i flutti del forno , Comporta con aceto & mele cotogne alleggerire l’infiam- maggioni delle podagre , Cotta nell'aceto fortifsimo,& fattone impiaftro nel modo,cheiifa i di quella medelima farina d’olio, & d'acqua , & applicata calda guarifee la fcabia . 11 liquo- re , che lì fpreme della infufa nell’acqua cotto dipoi con pece , & con olio , è maturatine . II caua- to daH'infufa prima nell’aceto , & polcia cotto con pece, gioua à i catarri , che feendono alle giun- ture . La polenta , che fj fa di farina d'orzo riftagna il corpo , & mitiga l'infianjmagioni, Orso, fra J« ftqria. 0 no (cricco daG^Ifno. Ptifana , &fua efsamin. Opinione del fyUqardq . Pane di orap^ &fueiacukà. Poletmfisfu^ ff$4W* Non meno è in Italia uolgare l'orbo, che fi fia il grano, pel quale ( fecondo che recita T heophrafio al mi. capo dell’ y ili .libro) fe ne ridonano piu faetie, come fi uede nelle granella » & nelle falche loro . Impernile le granella fono in alcune (piche rotonde , p;cciole,& raccolte in fefieffe , & in alcune altre lunghe , & maggiori . La dif- ferenza del(e faiche è , che alcun ? hanno folamente due ordini di granella , altre tre , altre quattro , & altre per il piu fino a cinque , fei . Da quegli è differente l' Indiano, per produrre egli rami lunghi un braccio.Qltre à ciò fono alcune 2C faiche lunghe , & rade : alcune corte , & folte di granello : alcune alte , & lontane dalle fiondi ; & alcune baffe,& circondate da quelle , come è l'achilleo . tanto sè dilettata la natura di uariar nell’orzo . Vedefi fmilmente differenza nel colore falle granella , ritrouandofene di bianche , & di reffe ; le quali fi crede, che facciano piu farina , che le bian- che , il roffo vefitte piu al fieddo del uern o, & quella delle faue monde . Ma mangiato l'onp fie i cibi è migliore , che le faue : percioche lafcia per la cottura la uentofità fua . Il che non fanno,, le fané , quantunque fi cuocano lungamente , per effer elle di piu gr offa natura , che l'orbo . & però nutrife orto anchofa piu ualorofamente . Ma per effere amendue poco lontani dal temperamento , perciò fino molto in ufo . Ter che fintili medicamenti sacconi- ^ pugnano con molti degli altri , come materia di quelli , non altrimenti che s’accompagnano le cera ,& l’olio con molti degli altrii La, polenta poi difecca molto piu che non fa l’orbo, . Et nel primo libro dellefacultà degli alimenti; Qfjfi fio feme ( diceua ) è molto in ufo tra gli huomini per effer egli d'altra natura che il grano . Impernile quefto [calda euidentemente ,& l oi"go non folamente non fcalda ( come alcune cofe che tengono il ?nezo tra il caldo , è l freddo , co • tneèl amido , <& ilpane launto ; ) ma ufato in qual fi uoglia modo , ò fatto in pane , ò cotto, in ptifana , o acconcio iit polenta ,femprp nifi uede uirtu xefriger atiua, E oltre à ciò differente l'orza dal grano, per propria mura deU’hunioret che egli genera, imperoche de gli kttmori che l’uno & t altro può generare , quell j che fi generano in noi dal grano , fi- no uer amente graffi itifcofi : & quelli che dall'orzo , fono fiottili & fa quanto afierfiui . Tr epuri fi adunque l’orzo, come fi uoglia , maj n.on può pero egli [caldure : ma bene inuarimodi humettare , & di ficcar e , fic&ndo H modo delprepa-> Tarlo , ‘Bercmhe ueggiamo , che la polenta fatta d’orzo anofiito manifettamente difecca s &la ptifana per il contra- ^ rio humetta, quando ella fi prepara fecondo che fi colimene , ciò è , lafciandofi cuocer tanto , ch’ella crefia quanto pof- fa creficre , &■ dipoi macerare à lento fuoco ,fin tanto ch'ella fi riduca in chilo . Quetto tutto di fi e Galeno , Dal che fi conofie efier non poca differenza dalla polenta alla ptifana . La quale non bauerido fecondo l'ordine di Galeno , 6, de gli altri antichi ,faputa rintracciare i moderni medici , prendono in uece di quella l’orzo beniffimo. cotto : & pefìamO bene in un mortaio di pietra , lo pafianopoi per tl fetaccio ; aggmignendouì , (hi peniti, chi Truccherò, chi latte di man- dorle , & chi feme dipapaueri . Fero è che il Manardo da Ferrara non laudaper i tempi nofiri ne la moderna ptifana, ne quella de gli^ antichi : p?r e fi ere ,fec ondo che dice egli , cibo non confuso à noi Italiani , & finalmente perche il no- ttro orzo non e di quella bontà , che era quello de gli antichi . La cui fieni en7xa è del tutto neramente aliena da tutta moderni medici dell'Hippocr atica , & Galenica fitta . ilpane, (he fifa dell'orzo , oltre all' aggradare egli lo stoma co ,& al gener are frigidi, & groffihumori , nutrifie poco ,& genera afiai uentofità .'quantunque dicano oleum fa conferifia alle podagre . Oltre a ciò facendofi la Tolenta di farina particolarmente d onfa , & rìtrouanàofr in me, V luoghi interporla da Diofiorifa tyq le medicine de i f empii fa , accio f he fappia (iafcuriQ, j ch( cofi in.tendfferogli Nel fecondo lib. di Diofcoride . 421 Mper liTolenta, ne dirò qui quanto n’horitrouato fcritto.Et però dico prima, che infognando Tlinioalvi I . ca- porfc/xvl II- libro il modo di comporla, in quefìo modo diceua . Bagnano i Grecipcrfar la polenta dor/yo con acqua , Lltfcktllo «ficcare una notte , & ilfeguente giorno lo friggono , & pofeia lo macinano in farina . filtri di nuouo bJiao con m poco d’ acqua il già prima arroHito , &poi lofeccqno , & lo macinano . Mtrì prendono l’orbo fi-efio A», dalle §>tcbe anebora ucrdi , & mondanlo , & pofeia lo bagnano , &peflanlo , & poi lo lattano nelle corbe; ^[toltolo al Sole di nuouo lo pettano ,& lo purgano ,& lo macinano. Trendono admqueperfar polenta itemi libre fi ergo in qual fi uoglia di q affli modipreparato , tre libre di feme di lino , & mcrxa libra di coriandoli, inferno con un acetabolo di fiale: & fiatto prima ben fico care tutta quefila mifitura infìeme, la macinano parimente tutta di cow- pipi» ,& fatinone farina , & quella chiamanofietialmente polenta , Baffi anebora in Italia con tutte le cofie mede fi, l« irliiial'orpùrroSìificefen^a bagnare :& fono alcuni, che ti aggiungono una pane di miglio. Tutto queflo della filata dijìtvlinio ■ Ma altrimenti ritrouo efler io la polenta , di cui intefie Galeno . Impcroche ( fecondo che fi legge rifritto libro delle [acuita de gli alimenti) uuol egli , che fiala polenta di fola farina d orrp prima arroflito , & pofeia meinato ,&m di tanti mefiugli , come ferme Tlinio . Ilpercbe direi io , che ogni uolta , che [introita in Dioficori - IqdaU.fiiebbaìntcnderefetnpre della farmad’otzpprima arroflito, & maffimamente di quello, chef anebora mietmperochedi quello intende Galeno , Quello adunque ho uoluto dir io , accioche non fi penfiafie alcuno, che Polenradeuil- imndilìt Diofcoride per lafuapolcnta quella, che ufanoiuillanideUemontagne.fattadifarinadi miglio ,&■ d'ai- lj“- tre mtbora , à modo dì dura polte con caficìo , & boturo : quantunque queflapiu ragioneuolmente Tolmcnta , che Ttltmfi ioùefie chiamare . La cenere dell'orbo abbruciato fi fiparge utilmente [opra le cotture del fuoco , & fi opra virtù partico- tkame , che fi ficca dallofio . La farina impattata con aceto, & con mele ,fi>egne le lentigini impiafirataui fi opra . Dell'Orzo. 10 Òttime i Gita lo Qr\o,K-rM\i Latini, Hordeum : gli graffi, Xabaer , & Shair : iTedefchi , Gerfien.-gli Spa - Nomi. poli .Cernii ■■ & i Francefi ,Orge. Del Zitho ,& del Curmi. Cap. LXX1X. IL Zitho, Che fi bee, fi fa d’orzo. Queftobeuutoprouocarorinarraanuoce alle reni,&à i limi, &fpetialmente à i pannicoli del ceruello . Genera uentofità , & cattiui humori nel cor po,& fadiuentareglihuomini leprofi . L’auorio che s'infonde nel zitho diuenca trattabile da poterne fare ogni opera . Fallì medefimamente d'orzo quella beuanda , che fi chiama Curmi, &chesìifadìbeuerdn cambio di uino: ma fa dolere la tetta, genera mali humori , & nuoce à i ;o nani . Fatinoli confinili beuande anchora di grano nelle parti di Bcrtagna , & d’Iberia, che rimi- raall'ocddente. IL zitho, Ter quanto]] caua da Diofcoride , fi uede ejfere manifefilamente una beuanda , chef fa d'orqo , & Zirbo , & Cur. iigrm [milcàquelli , che fi chiama Centifia , come dimottra Tlinio all' ultimo capitolo delxxil. libro, cofidi- loroef" mio. Fdfi delcbiabc ima beuanda , che in Egitto fi chiama zitho : in Ijpagna celia , & cecia : & in Trancia cerili - fit.Dmmtt cgu ari differente il Lumi : impcroche anch' efifo fi fa d' or\o ,& di grano macerato nell'acqua, & becfi n cambio lì me. Il perche fi può ageuolmcnte dire, che! Zitho , & il Curmi de gli antichi f afferò poco lontani dalla Ctmfit.ouer Birra , che s’ufit à i tempi noftri nelle parti fettentrìonali in tutta ^ {lamagna , Boemia , Tolonia , Pian- òro , Fruiti» , & altre regioni d'Europa . Ific credo che fipofifa dire ejfer altra differenza dal fitho al curmi, quantun- p.e fieno aiolà beuande fatte d’oivp , & di grano ; fe non che fieno fatti , òper diuerfi modi , <5 Inficiando cuocere, & ptrifm [01^0, e l grano piu nell'uno , che nell'altro , come fifa in Mamagna , & in Boemia con le Ceruifìe . Tercio- ck jtati aque elle fi fieno fatte d 01-^0, efi di grano ; fe ne fanno però in diuerfi modi delle dolci .delle amare, delle gar- 1, elletorbide, &deUe chiare. In Bauieraprouinciad' Mamagna macerano per farla Ceruifìa l'orzp, e' l grano eoo decottione dei fiori de i lupoli . liquali per queflo effetto coltiuanoneì capi loro fuper le pergole ,& fu per gli et‘,cme colmiamo noi le nottre uiti: di modo che chi gli cogliejfe , òguaflafife, ni farebbe non leggiermente punito, eccioc 1 fecondo che riferifeono c ofloro .danno quelli fiori fapor dìuino alla Ceruifìa ,& fannolapiu aggradeuole aguj 0 . laleruifia imbriaca beuetidone troppo .come fa il uino ;&piu dura il firn nocumento, che quello del uino . ^«otóthoiGreci.ZJfciiLatmi.Zythum, Nomi. Della Zea , ouero Seme . Cap. LX XX. I rio ' C ^ -^Ue ^Pet*e ■ una Semplice d’un folo grano : &l’altra , la qual chiamano dicoccos. Piu eh e“ld°PPI0gran°T per hauer ella congiunte due granella in due gufici . Quella nutrifee ^ q ùello de l'g rarto^20 5 ^ ne 1 d ^oaue • Nondimeno ilfuo panenutrilce alfaimenojchcnon uh'èt jE k .f"‘tta‘^aI)‘0fcor^e nor,ò quella .che per tutta Italiafii chiama Spelta, neramente apprefifoànoi Ze«.*tfuaefli- Mttrljfìj '“fi' . c' k 2ea fin la Spelta, fi può coniettuv are per quello, che ne fcriue Diofcoride ,facen- mm‘ ^tiltppie ? e>u‘ JemP^ce granello , & di doppio : imperoche et amendue fette ritroua in Tofcana . Quel- ftrro , Pillole *> jT ’ Fur^ni Tina fan a : per cicche ne fanno l'halica , quale effi chiamano peruerfamentc finalmente r a^vlll-eaf. delxv ni. libro , dice , che la Zea nafceua copiofìfiHma in Campagna , & 1 catmaua Seme . Il che dimojlra ( efiendo cofi filata la Zea copiofa in Italia ) che ageuclmente ella NN pofifa Zea & Tua $e- fcrittione. Zea feruta <3a Galeno. Difcorfi del Matthioli ZEA, pofìa efìeruì durata fino a tempi nojìri , Il che efiendo uero , non può efìerla Zea. altro, che la Spelta , la qualenoìk T ofeana chiamiamo priuatamente Biada: imitando quafi gli antichi , che la chiamarono Seme . imperoche come firme nome commune a tutti ificmi 3 cofì è biada commune a tutte le biade jChiamaJi la Spelta in alcuni luoghi di Lombardia ydlga . il che uiene anchor a a corroborare , che la Zea jìa la Spelta ; per cieche /’ Malica appreso a. i uecfbi non era A tro 3 che Zeapefla , & trita nelle pile di legno . La Zea adunque , la quale noi chiamiamo Spelta , nafee quafi fimi- _ le al grano 3 ma con il gambo piu fiottile, & piu fermo . Troduce le fipighe piane fon i grani d'amendue i lati > dalla cui cima eficono le refle lunghe , & fiottili , Enne di due ffietic . la maggiore produce il gambo piu fermo & maggiore,^ 11 fipiga molto piu grande 3 la quale produce due grani per guaina 3 per efifier fatta dii due gufici congiunti infittine . Lam 1 nore produce il gambo 3 & la fipiga parimente minori 3 & non ha fie non un granello per guaina . Tefitafi l una & la - tra per mondarle da 1 gufici , & rompenfi in pe^i 3 come fi fa con la ptifiana dell'Or^ , come piu diffufiamente fi dii a po co qui di fiotto alfiuo luogo , Tarlando della Zea Galeno al V I . delle facilità de fiemplici dififie > che nelle faMfiiC^ Nel fecondo lib . di Diofcoride. 4 2 j , ;; , e l'or\o . Chiamano la Zea i Gricci Znà : ì Latini Zea : gli ^irahìH ais : i Tedeschi Spelt ^ ,S,Te- «g “ìink$m,& Dinchplkorn :gli Spagnoli Spelta : li Franceft efteltra , & E/pautre . DelCrimno. Cap. LXXXI. 11 Cik»o è piu graffo di macinatura, che non è la farina: tanto di grano,quanto r paflidelCriranolapolte, la quale abondantemente nutrifce , quantunque malage- uolmenté fi digerita . Quellachefì fa di zea,riftagna piu il corpo , & maffime della zea pri- ma arroftita . I'° ^ nu m n 0 7s Jcn è altro , che un grano , ouer una %ea macinata grossamente ; la quale u/auatiogli antiichi per fa Involtele fu à loro gran tempo in ufo in uece dipane,come alivi 1 1 .capitolo del xv ili. libro affermai? linìo. Cijimno il Crimno i Greci Kply-m ; i Latini Crimnum : gli Spagnuoli Farina atorcolada,& l\plum . DeH’Olira . Cap. LXXXII. LA Olirà è fpetie di zea, ma mitri Ice però qualche poco maco di quella.Fafsi di quella pane co me della zea.Fafsi anchora dell olirà quella farina grolfa, laquale chiamano i Greci critnnon. io |- ’o l i k a , come fi può uedere per quello , che ne fcriue Diofcoride , come che à tempi nojìri non fi femini in Ita - I Ifaèumjjictiedi^ea, onero fpelta. Et però parlando delle [acuità loro Galeno quel medcfimo diffe del T Olirà ,che della jjielta, mettendole amendue co’l temperamento loro in mego tra’lgrano3& l’orbo. Credefì quafi Marcello interprete di Diofcoride, che la Olirà fia la fegala uolgare , di cui fanno il pane in Italia i contadini,& in Germania , & inBoemiaunmfalmente tutti gl altri 3t auto nobili quanto ignobili, ilperchepare chenon legge f e diligentemente Tli- nio,altrimenti fio famigliare, non battendo auuertito, come egli [riffe, & della olirà & della fegala particolarmente ; Uguale fegala chiama egli Farraginc,&però nell ottauo libro al decimo capo fcriue dell olirà chiamata da lui Arinca, ù quello modo . Fafii dell’Arinca dolci fimo pane . E" ella piu ffejfa del Farro , & produce la fica maggiore , & piu pe- pante. In moggio del fio grano rare mite p e fa piu di dicia fette libre . In Grecia fi monda malageuolmente & però (di- ceva Homero) fi da ài caualli . Quefia è quella che chiamalo olirà . In Egitto non f riamente ui nafee ella facilmente, ma. JO ni èmolto fertile . Et feriuendo della fegala al XV I . capo del xvm .lib.diceua quefìe parole . Quella che fi chiama fe- cale,onero farragine, quando fi [emina, bifogna ben appianare la terra con l'erpice . I popoli chiamati T aurini f otto le Jlpi la chiamano Afta, della quale fefa trifio pane 3 utile Solamente nel tempo della fame . S ono i fuoi culmi fatili & fertili : ma il ftmeper effers nero, non buono, fe bene èpefante. Mefcolafì col farro per mitigare t amaritudine del f dopa ve,m con tutto cioèanchora ingratifimo allo fìomaco. T^afce in ogni forte di terreno . Quefio tutto difcTlinio . dal chenon folo manìfeft amente fi conofce , che la fecale di Tlinio non è la olirà , ma che chiaramente la noftra fegala non nitro, che quella di Tlinio, la qual egli chiama Farragine . Imperoche oltre al ritenere ella il fitto proprio nome in Ita - lia, dotte per tutto è chiamata fegala, corrifponde con tutte le fue note alla fccala di Tlinio , imperò che è ella fertile con i culmi piu fittili del Grano, nereggia di colore , come è parimente il fuopan.e:& uedefi anchora che i uillanipex mitigare li fu amareggia mescolano con il miglio in cambio d'or 7^0, con cui la mefariauano gl' antichi al tempo di Tlinio . della 40 qui misura non ha bif bgno l' olirà, facendo ella daperfe dolcif imo parie . Appo ciò che l’olir a fa diferente dalla no - fia fegala , nefafcdcdcgrio teHimonio il granii fimo Galeno nel primo libro delle [acuità de i cibi, feriuendo della Zìpha, iellolira, & della Zea con qitefle parole . il feme della Zipha ha ilgufcio di fuor e, come la Olira-3& l’Orgo,ma del moti io,& [corticato fene fa pane. &poco di f 'otto diccuapure egli d ella nobilif ima Olirà mondata , & [corticata 3 come fi ricerca, fe ne fa nominatamente il Trago . il che diffe di nuouo nel libro della fiottile dieta con quefìe parole . Ma è da fpere, che l Or^o , l' olirà & [Aliena hanno bif igno de fere mondati & j fogliati da igufci3et dalle fico i\etEt però di- urni anchor Tlinio (come s è detto) che in Grecia l Olirà malageuolmente fifgufciaua . Le quali autorità manifefiamen te concludono , che altro feme fia la Olirai altro la noftra fegala, e fendo noto à tutto’ l mondo ,che quefia fi (gufi ria & ]i monda foUmente nel batterla ,& nel tribiarla3comefa il Grano, ne è bi fogno dipcftarlancllepilc , come peftauano gli Micini Olir a per fgufeiar la . Oltre à ciò ui fi conofce manifefla differenza per il colore , imperoche , come testifica Galc- 50 no nd luogo fu detto delle [acuità de cibi,nell’ or\o & nell! Olirà il colore è bianco ,& nel Grano r off etto , il che non fi uid - 0 Minella fegala . Igei mede fimo errore ritruouo e fene il Brunfelfio & il Cornario , contra le cui opinioni f rno tutte le J1* otte lagioni. Oltre di ciò non mipofio fe non grandemente marauigliare d’Hermolao, del Manardo , & del l\uelliof quantunque fieno fiati tutti dottifiimi, accordandoli tutti, come per una bocca à dire (ilcheperò non fi ritruouo) che Vii Menanti l Olirà Siligine , e fendo cofa chiara, che ei chiama la Olirà Arine a, & nonfiligine,& che ei firife di quefia 'qne la per capitoli, & hifioric particolari, come di cofe uer amente diferenti, alt ottauo , nono , & decimo capo del jJVi 1 1 '^ro • Imperoche Tlinio intende per lafiligine una (ferie di Fomento piu di tutti li altri eccellente , della cui Fjfe ta farina faceuano gl’ antichi un pane leggieriffimo , & ottimo fopratuttigl'altri,etper la olirà intende egli un al ji* ^ biada, della quale fi faceua (come sé detto ) il pane dolce. le parole di Tlinio fono quefìe • Fafii della fili- un ottimo, & laudatifiimo pane,quando è ben macinata,& bene gouernata ne i mulini. In Italia fi fa migliore, quan ° A mai 4 C^e nafce *n cmPagna c° quella che nafee intorno Tifa, laquale è piu bianca, & quell' altra piu rof nò a^e * cjtenaftene 'campi cretofi è molto piu grane , il douere uuole che dfun moggio di quella di campagna refti- q att, ofeflarij difiligine (cioè dcllapiu fletta farina) & ài quella che non è cafirata cinque » Oltre à ciò me%o mog- N N 2 gio Nomi. CrimnOj&fua etìTam. Nomi. Olirà , & fiia elfam. Errore di Mar- cello. Siligine & fua hiltoria. Difcorfi del Matthiolì SEGALA. gio di fiore & di feconda farina per far il pane commune quattro fcHarl,& altrettanti di fembola . Della Tifanti poi fi campo cinque fejlari di filicine , & tutte le altre parti fono pari . Et al decimo capo del medefmo libro , lafmilagh ne , direna, fi fa laudatijfim del erano , cioè fomento , & il douere uuole , che dell’africano fe ne caui i'ognimoi- gio a meta , & di polline cinque fefìari, che cofi fi chiama nel fomento quel, che fi chiama fiore nella filigine filq111" !» ujo nelle librarie, & nelle botteghe del rame per incollare . Et all' onde cimo capo del fudettoliiro ,Hfat piu amato (dicala) è quello , che fi fa di buona fìligipe buratata fottìliJHmavnente . U' Tlinio par che fottofcrive Galeno pel primo libro delle [acuità de i cibi ,doue fervendo egli del fomento .dice queSle parole ■ » apprefoài Romani , & apprejfo tetti gl altri , che fono f additi al loro imperio l'ottimo & pur if imo pane è il filìginite , cioè fibf neo , & quello , eoe e à queHo ilpiuprofiimo è ilfcmidalife ( cioè Amilaceo. ) Ma in uero quefto uocabulo ttplùn* ( nome Greco & antico , ma nnlyw non è Greco , ne io lopofio esìmere altrimenti, però adunque dico , che il fdigrnc° da graniamo nutrimento ,& doppo quejlo ilfmilacCQ . fltenp luogo fi da al melano , il quale chiamano i Crea Nel fecondo lib. di Diofcoridc . V/4 2 y oixlM fr'w7mvpof, ,& il quarto à tutto l’altro pane nero ,&fordido, fra ì quali fi dà l'ultimo luogo al furfuraceo. Tf ‘finendo dell' olirà & del fuo pane diceua quefie parole . Veramente il pane> che fi fa d’olira, facendo fi di buona , ha 'limo luogo doppo à quello di fomento , & il fecondo quello .chef fa della Zipha . Ma fe la olirà non è buona, * Ho che fi fa della Ziphanon farà punto inferiore . Qiiefio tutto dijfe Galeno , per le quali auth or ità manifefiamen f fi pruoufmfr a l'opinione d'Hermolao , del Manardo ,& del I{uellio , che la Olirà non fia la fìligine , la quale quan- l ‘ ...v . . 1 .11 * «mi Cnln In -hntY/r rr\vr\CrPYP rhì rYP/h* /iitvimevii-i rl*II* LutJ r/n. J k differente dalla'no fra fecola, non fola lo potrà conofcere chi crede altrimenti , dalia bontà , & fìngularità del [ito 'Lc,mmcboradalU hiftoria, che della filicine ferine Tlinio al decimo capo delxy ni. libro con quelle parole . Le fililine non fi matura mai tutta in una Molta , nefìritruoua uerunaffietie di biada , che putiferi manco dilatione à mitcrfiperlafMtenmrpptt&gentilifimia natura .imperò che come è matura fnbito cafcanoi grani delle ffiighe;ma 0 i falserò , cìie porta manco pericolo , quando è nelle fighe . imperoche fiando fempre diritte non ritiene la rugiada , imi ìftcìufalaruggine.QjteSletuttefonoparolcdiTlmioJequalibenifiimodiftinguono le differente della fìligine, (e Mi fetale nomare , uedendofi che quella fi matura tutta infetne , ha le Jfiighe pendenti à terra, non le calcano i ird,K hifina cm tmta frem Seteria . Ma è neramente non poca marauiglia , che la posterità feguitata da i Bp- moifnoàinoHrìtempi fa Stata coft negligente , che non babbi conferuato di età in etàilfeme della fìligine , auuen- peknon fi ritmi piu in Italia, doue era c apio fi fimo , mane ancbora( che io fappi) in tutta Europa. La farina MtftaUmlgare per ejfere tenace , & uifcofafi mette utilmente negl’impiafìri maturami . La decottione della fe - ali indi caccia fuore i nerumi, del corpo , ilebefa ella molto meglio , quando ni s’aggiongono i Coriandoli . Et però fi Umilmente k ficcala cotta à mangiare per i vermini à i cavalli . yfano i uiUani la paglia macerata nell’ acqua per legare Imiti. Chiamano i Greci [olirà Ori fa gir parimente i Latini . Ma la fìligine chiamata da i Latini filigo non ha altro N0Jn;. io mute apprefio all altre natimi . La fecala uolgare chiamano i Latini fecale , onero fanago ; i Tbedefclói Ko migli fpa- gmoli Celi tao l tlanpto: i Francefi Seiglc bianche : '& i Boemi Zito, Dell’Athera. Cap. LXXXII1. LA Attera fi fa di zea macinata fottilmente: & è una uiuànda da forbire, come un fugolo,com moda:affai à fanciulli . E utile quella ne gli empiaflri . Dichiara per fefieffo D iofeoride , che cofa fifa l’^thpra . & però non accade dirne altro, fenon chefecon- Athera , & fui do altri diuerfi autori, ella fi può fare anchora di grano, d' olirà, et d’amido . I Tedefchita chiamano Mofa,& ufan eliam- laper dar mangiare non folamente à i fanciulli, chelattano,comeufiamonoiilpan cotto ; ma nelle proprie menfe, fatta di farina, di latte, & di burro : come ben fanno coloro , che hanno conucrfato in M lamagna . Chiamanla i Greci, A.'fapz- Nomi. iLatini,Jtbera:iTedefchi, Muos : gli Spagnuoli, Tapas • Del Trago. Cap. LXXXIIII. IL Trago difigura è Amile all halica . Nutrifce aliai manco della zea , per eiler molto reflofo : & per dò non facilmente li digeriice nello ftomaco ; ma mollifica maggiormente il corpo. IL Trago , àpule alcuni rajfembrnno al farro, & altri althalica , neramente non penfo che l’habbiqmo à tempi no Trago & fui Liukltdk. M.i non è però gran marauiglia ,percioche ( fecondo che commemora Vlmio al X. capitolo del xv III. edam. ’ Hip) era egli piato portato à noi dd Oriente, come alla giornata fi ci portano diuerfe altre piante. Et cofì per ejfcr egli fi mcforcjiiero in Italia, non è gran marauiglia feper la lunghetta degli anni fe nè perduto fra noi il feme, ritornando. faCMUatictfuipatrìa tdonie ci fuprimamente portato : comeìnmoltealtre piante forefliere è alle mite interne - IMO . Chimanloi Greci, Tfdyu-j Latini , Tragus : gli Urabi , Suiti iTedefchì , tìamelkprnM Francefi, Du- Nomi. tltturgm. Della Vena. Cap. LXXXV. TJ A t * Vena la fua paglia compartita da piu nodi , nella quale, & nelle fiondi fi rafsimiglia al r ifran°i- nt1^e fommità fue alcune dependenze Amili à picciole locufte di due piedi , deiv ro le quali fi contiene ilfijgfemeàl quale ne gli empiaftri non è manco utile dell'orzo. Fafsidi «loro che n s u^ Per r'ftagnar il corpo • Dafsi utilmente la fua efprcfsione in beuandaà • "A ! ìc Vf *1'“*“ uol&M'itìima,&conofciutd 1“ eìafemo: & come che ella fin fiata prodotta dalla natura piu pqr VetU;S, c[_ 7^0 * 11 }ePer&1 huomini ; nondimeno appreffo àiT edefehi sufa monda dalgufcio ne i cibi, come ufiamo noi in fam. ncif^u c tfano :&fimilmente ne fanno la polte , laquale chiamano eglino Mòfa,nel modo che dicemmo ° toikj’chò 0 ^Cì'a ' La ^ena (fecond° che riferifee Galeno alvi, delle facultà de fempliei ) è nelle uirtùfucfi- Vena fcritca da fkfhiìi T -li ÌmPiaftrata difeccà,& digerifee leggiermente, & fetida mordacità alcuna . Ma è di natura alquanto Galeno. a'® m ancb°ra alquanto dell' àfiringente, di monche ella può gioirne à ifiufii del corpo . Et fornendone NN 3 pofeia Nomi. 426 Difcorfi del MattliioJi VENA- pofcia al prillo delle f acuita de gli alimenti , coft dìceua. QueHo feme è ab ondanti filino in J[fia,& mafime ìnMìfia,ehe e [opra Vergamo 3 oue fi [emina piu per cibo dei caualli 3 che de gli huomini , quantunque qualche uoltacoHringak careflia , & la fame a farne . Ma fuori delle carestie fi magna l a Vena cotta con nino dolce , ouer con fapa , onero coli nino melato . Oltre à ciò. fecondo che dijfe Vivaio a xx v . capitoli delxx.ll. libro 3 la farina della Vena toglie uia i noi, empiaflrataui fufo con aceto . Chiamatila i Greci } B />&»^iliiiènte,ma diurna pòi dilettatole al gufo .Daffiutil- ^amac0 3 nc^a difenteria , & altri flujji di corpo , prima abbruLlolato , & dipoi cotto nel to'KM’ìttocm it '^enti ' ciott^[ de ifittmiprima affocati . Cogliono alcuni, che il affo cotto nel latte uaccino , o't'Un'r,,,, ... .jij'.tu, una ajj unii. . e ognuno alcuni, are ui\ijo cotto net latte uaccmo, :'Ci'° ’ ‘de un poco di cinnamomo aumenti il femeuirilc. Faffidella decozione del Rffo'crifteri itti - c'-tci u ,nel che itale anchora non poco beuta, & maffmamente facendoli nell'acqua ferrata .Metteft NN 4 la farina 428 Difcorfi del Matthioli : la farina utilmente negli impiaflri ripcrcojfw , & mpìaHrafi la medcfnna con non manco utilitàin princìpio ruUem- Rifo ferino da fiammagioni dette mammelle. ScrijJedclSjjoGdèao allvlll ; delle [acuità de i /empiici cofi dicendo . Il gjf0 j, Gal. alquanto del coHremuo : & però riftagna egli il corpo mediocremente . Et al primo delle [acuità de i cibi ; vfano ( dì. ■ caia ) tutti il Ej/o per rìflagmre il corpo cuocendolo, come fi cuoce l halica : come che pittdi quellafta egli maialatele Nomi, da digerire , & nutri[ca manco , come aueborafi fonte di quella manco [oaue al gufo nel mangiarlo. Chiamano il iu[i Greci, O'f v&! i Latini ,Oryga: gli Mairi ,Mg_& : i T edefilit , Heis^ ; li Spagnoli , jt tro^t j f ntn\cfi,tys. DéH’Halica. Cap. LXXXVII. LA halica fi fa di zea , di quella ciò è , che per hauer due ordini di grano, chiamano dicoc- 11 con . Quella nutrifeepiu del rifo , coftringe piu il corpo , & piu è utile allo ftomaco . Cotta nellaceto , & unta con elfo guarifee la fcabbia, fa cadere l'unghìe corrotte, & medica ài princi- pi; delle fittole lagrimali . I crifteri della fua decottione uagliono à i dolori della difenteria , Halica, & fna / — "tosTVMAVAS I difar l' Halle a dagli antichi di \ea,pcHandola(come all' XI. cap. del xv l iMb.fcrifse'Pli) ■ diana. in certe pile di legno fino chelfuo grano era ben [epurato dalle refi-e,& da i gufeì : & pof :iafi ritornaua , qim* do era monda , a ripesare : & co fi pefiafi criuellaua , & fi fep avana la fiottile dalla megana , & quella dalia piu graf- fa : & cofi nefiaceuano di tre farti, mefcolandoui in ultimo una certa creta bianca, la quale fi portaua da Toluolo, per farla piu tenera, et piu hianca.del che non mi pofiofenon marauigliare , chef mangiafie a quel tempo la terra.niefcoU- taneicibi ,& ilgefio anchora : imperoche l' Halica che fi portaua fopbifiicata ( cerne, dice Tlinio ) d' Africa, & 20 d’altri luoghi in cambio di creta bianca, era compofia congèdo , il quale mangiando fi oppila le uie de gli (piriti , & [af- focagli huomini . Se forfè non fi dicefìc, che quantunque uifi mefcolafie da chi creta , & da cbigefiopcrfarlapiubm ■ ca , & piu tenera, che [egli tollefie però uia collaudarla prima molto bene, quando ella fi uoleua ufare ne i cibi ./Poiché uediamo anchora a i tempi notivi dare la terra rofìa al gengieuo , per conferuarlo che non fi corrompa : la quale fi Imi perciò uia, quando fi unol peHarc . Il che mi fa confederare Galeno al primo delle [acuità de gli alimenti, quando dice. B fogna fiarc auuertenti diligentifìimamente , quando fi preparano i fugali dell' Halica lanata, &c. Imperoche polen- do egli , che fi laui l' Halica , èfegno che per quefia uia ella fi foglia fie dalla creta , & dal geffo . Che anchora nonfi Halica fcritta piangiate ella con quella creta , ouer goffo, lo dimofirail medefimo Galeno, cofi dicendo. L’ Halica è una fpetie di ualcntffimo grano , dotata di uifeofo humore, ò fia ella cotta nell'acqua con uino melato , ò nel nino dolce ,ònelauJlero, ò con olio , ò con fale . Qjiesìa benifìimo cotta, & poi colata , et condita , gioua a coloro , ebepatifeono mordacità di budella , ò per humorhhol&rici,òper qual fi uoglia altra caufa . Tercioche non cofi l'haurebbe lodata Galeno fiefifuf- Diflferéza tra’l fe cllamangiata fen\a purgarla prima dalla creta , & dal gejfo. Faceuafi anticamente l' Halica non folamentedi farro, & l’alica. ^ea chiamata da i Greci dicoccos , ciò è doppia di granello ; ma anchora di grano , & d'altre fpetie di biade : come fi può ageuolmente intendere da Galeno, da Taolo , & da Metio . Faffi parimente a i noflri tempi in Italia inuarij& diuerfi luoghi , quantunque fi chiami falf amente dalla piu parte farro , per ejferle affai filmile : & dicofalfamente , per- cioche il farro è a fai differente dall’ Halica . Et che firn il nero , che il farro fia differente dall' Halica , la quale chiama- no i Greci chondros , & che fia egli una propria fpetie dì grano chiamato da gli antichi ^ìdorco di cui fi fa, & fi pre- para il farro , ciò apertamente è manifefio dal tcHimonìo delli ferini di piu autentichi & approuati femori . Dichia- ra adunque quefia co fa primamente Tlinio all'y in. capo del xv 1 1 1 . libro , cofi dicendo . Le fpetie del grano non fono in ogni luogo le iffidefime , nedoue fonole medefime , hannoi nomi medefmi. Volgarifiimo èil farro, il quale ^ chiamarono gli antichi Moreo.Tiu oltre per dimoHrar forfè , che altra co fa [ufi e il farro , & altro la gea , di citi fi fa l' Halica , dife nel medefimo capo . Coloro , che ufano ne cibi la %ea , non hanno farro . Et alv II. capo del medefimo libro : Scrifie V errio ( diceua ) che il populo Promano haueua uiuuto trecento anni folamente di farro fatto di grano. ’Lfel qual tempo non era l halica anchora in ufi 3 appreffo di loro , come fa tefiimonio il medefimo Tlinio a XXV • cap . del xxii. libro , cofi dicendo . L Halica è co fa Promana , ma non però antica , ne p enfio , che ella [affé anchora in ufi al tempo di Tompeo Magno . Corroborafi quefio per Mfclepiade , & per Galeno nel vii. libro delle compofitionide medicamenti fecondo i Luoghi, doue d'authorità d’Jfclepiade defcriue egli un lettouaroperlo ffuto delfangue , con quefie parole .Toglie di Farro chiamato Chiucino meyp fefidrio ,& di decottione di marrobio un feftario. Mette tutto in macera in un uafo di uetro , & lafcia cofi per un giorno , & una notte . Et ilgiorno feguentc difiempcra quefio medi- camento mollificandolo nel modo, chenoi fogliamo fare con l bulica . quefio tutto fcriffe G aleno V Dal che fi conofie ^ manifefiamente , che il farro è differente dall' balie a.jL Galeno poi fiotto fcriue ^etioaXLV . capi del IX. libro, doue d autorità d Jlrchigene fi leggono quefie parole . Quello , che ladinamente nelle regioni uicine a Peonia chiamano Fu) ro ififi1 in quefio modo . bagnaft per un poco di tempo il grano nell'acqua : & pofeia fe ne caua fuori , & mettefi ne a pila,& mondafidall inuoglie , come fi monda laptifana. & come è ben mondo ,fe ne cauafum, & feccafialSole . fregatolo dipoi con le mani fino che fia netto dalla lolla , fifa rompere grofììflimamente f otto la macina , di :]C c granella fi [enfino in quattro ,0 al piu in cinque parti :& pofeia fìfecca molto bene & riponfi . Vfafi p°i c0 ^ teìiIP0’ & cuocefi nel modo medefimo , che fi cuoce l bulica per cibo dicoloro che fon farli . Imperoche per gl infermi fi p'tff11 in navi modi , & mettefi anchora nelle epithime. Mi l tri togliono le ffigbe del grano uerdi , & di quefio fanno il l°'ffr ilqualeè piu foauc , & piu aggradeuole al gufi 0 .Tutto quefio diffe Metio. Ter tutte adunque quefie ragioni e cofi chiara , che il farro è digran lunga differente daU'halica . Et di ciò diremo (concedendocelo Iddio ) piudiffufamW Nomi, nel uolumettq delle no fir e lettere. Chiamano l Halica i Greci : Wt*s : iLati\ii , Halica : gli JrabhCbandaros. Del Nel fecondo lib. di Diofcoride. 429 Del Miglio. Cap. JLXXXVIII. NVtr isce meno di tutti gli altri pani quel pane , che fi fa di Miglio . La polte Tua riftagna il corpo , ma prouoca l'orina . MelTo il miglio arroftito caldo ne i facchetti , uale applicato à i dolori del corpo , & d ogni altro luogo dellaperfona . Ti miglio produce le foglie come di canna,& fintili a quelle del V anice , & ilpiede alto affai piu dim gombito, Miglio & fua Uoffo,comemditodellamano,nodojo,&pertuttopelofo. Leradicihaeglidure,& /j>arfe,& leftighe aperte, & hilforia- li 1 hìjiin cima, inchinate uerfo terra, nelle quali fono copiofif ime granella, tonde, falde , & uejìite da fonile gufeio , lìfcic,^F gialleggiante, .poco maggiori, che dì panico . Il pane della fua farina , quando uienefattocon certa arte, (co- " caua del forno , lafcia nel MIGLIO. gufo 4j Q Dilcorfidel Matthioli ptsìo una certa dolcetta , che molti & molti lo comprano , &fe lo mangiano con diletto: &però non mancano homi- rii, che lo portano attorno pei’ la città gridando Tane di miglio caldo caldo , Ma come fi raffredda, & diurna dm, per de tutto il fio buqnfapore . I Bofchicri, che fanno il carbone, & tagliano le legna nel territorio di Trento, non limo- no d'altro, che di mangiare collii latte la polenta fatta di farina di Migliò . Imperoche ( come eglino dicono) nonpof- fono durare à quella fatica con altro cibo, che con queHo,& con bere acqua frefea di fontana; & però fi nutrifmoM- Vinù del ini - to l’anno dì quefio cibo . Mejfo il Miglio ne iftccbetti di tela,& applicato , dotte bif igna , difeccafenga mordacità, & s1'0, rifolue i dolori uentofi,& mafìimamente mefcolato con fiale, & con fiori di chamomiUa . I medicamenti, che predio fi cor rompono, & fi tarmano, fepultì nel miglio ,fi conferuano lungamente, come parimente fanno i cedri,! Limoni , gl Jr ali- ci , & ancho (come he intefo da alatili) i pomi Granati; come fanno parimente le carni frcfche de gl’ animali; imperoche Miglio , St lue rauolte in tela rara, & fcpolte nel miglio , mfì conferuano affai bene, il miglio per quanto fi legge in Galeno al vii. 1 £**** delle [acuità de [empiici , è frìgido nel [rimo ordine, &fecco nel principio del tergo , omo nella fine del fecondo ; mah» PANICO, Nel fecondo lib.di Diofcoride. 4 3 r tocbctto del fittile , onde per cotti futf naturi mangiato per cibo nutrìfce manco di tutti gli altri grani , di- ilcorpo,&rifolue applicato di fuori caldo ne ifacchetti, quelle infimità,chenonricercano d’ejjìr me t?’6 nordici ■ Difeccq medefimamente applicato infirma d’impiafiro , ma è tanto trita , & ficca la fuafa- mlatréuólmfnte s’mpìfla foni liqupri.M che forri/ponde quello, che dijfi poi al primo delle [acuità degli T’ ‘ ’i cioè- llpanedel miglio è arido, gr frangibile , fintile alla rena , gr alla cenere ; inferocite non fi ritmata nel "f? ’nrre„n , ne uifeofità alcuna . Mangiano la farina fia i lauoratori , & i uiìlani cotta nel latte . Il che fino ài '^pliueiìamonoi fare nella Italie Mnania à i bofiatori , che fagliano le legna , & fanno i carboni per i forni del ***. . pìm hanno piu mite con giuramento affermato , che non ritrouano altra forte dì cibo , co’l quale pofjàncpcr- 1,1 e à tal fatica, firn con qucfto di farina di Miglio ,& di latte , Chiamano il Miglio i Greci, &cyxf°r •' < Leti- ^itìiiìn ; "lì Jlrabi , leuers , Geguers , & Giaures : li T edefehi , Hivs\:gli Spagnuoli , Milito ,gr miyo ; i Fran- ji {i,0ct, P A N IC O SALVATICO, Del Difcorfi del MatthiqJi Del Panica» Gap. LXXXiX. 1 0 N N v M E R A s I il Panico tra le biade . E' limile al miglio , & faflène lìmilmente pane : I). / quale è nelle facultà lue fimile à quello del miglio , quantunque manco ijutrifca, & menori- ftagni il corpo. panico , & fu^ r L Tattico notifiima pianta , nelle foglie , ne i calami, & nelle radici è qmjì del tutto jtmile al Miglio , ma è dìfera. Il . . _ „ te nelle /fiche .imperoche il Tonico fa le /fiche .ancipiti pretta panicole , lunghe un piede, non aperte , come nel ui- . glio, ma (n racemi tutti fetratiinfieme,& pieni di copiofi/sime granella , tonde, gir pelofe . Enne ima Jfetie,i citi ra- cemi efcono alquanto in fiore , come fe fujjcro altre panicolette, & queftoè molto piu fertile . Il colore delle punitole in MIGLIO INDIANO, Nel fecondo lib. di Diofcoride. 433 f ttlbitncbiccio , in alcune è giallo ,& in altre rofliccio. ,& in qucjìofono le (fighe molto minori .Enne di fal- 11101 tic IbUrnente per gli augelli . Queflò è molto minore del domeHico,& nafte confottilijsimi culmi, alto imgom- Tfr confittile (figa, con foglie piu frette, piu corte, & piu fonili, & parimente ruuiie . Sono le fue panicole rof f'fj mìde, che /attaccano fortemente alle ueflimenta. Ila le medefme uirtìt , che il Vanico domefiico,ma èpiu } ntimfirefrigeratiuo.il Vanico ( per quato ferine Gal.al vi. delle faciliti defemplici) è finale al miglio, et nelle fa i'(ttìiitec<>rtutrmetito,et difeccatiuo. Bjjlagna alquanto ancho egli iflufrft del corpo, come fa il miglio, et applica- ifiiiri rinfrefca,& difetta. Il Rpellìo erra dicendo che Iranico fi chiami in Italia Melega . Terci oche la Melega in imbardili l veda » ehe in molti luoghi fi chiama S orgo,& in T ofeana Saggina . Ts/efo io luogo alcuno in Italia , oue %ìmiilvmcoalni<>>enti,cherajtico,&ram^o. Imperochela Saggina, che chiamano chi Melega, I Iteti: Sorgo )èunalj,etie di biada , che produce il fuo gambo filmile alle canne : di modo che quando è crefciutofino alla II fitìgufutgraieigane i campi , oue egli èfeminato , non paiono altro , che canneti; come che le fue canne non fieno litotro oicuc , ma piene duna midolla bianca fintile a. quella , che fi ritroua nelle canne , di cuifìfiiìl ficcherò. I.e tnocchii del freme, che hanno nella fommìtà loro , fono gr offre come pine domeniche ,& qualche unita maggiori , di tèrt, ck nel rojfro nereggia : ouer amente del tutto fono nere, come fe ne rìtrouano in piu luoghi della patria del Friuli, uni uriche dì nmerofo frème . del quale, fanno iuillani farina ; & di quella pane afrfai 7p>tico,& ruuido ; quantunque jiTéatfiafrifeminila Sagginaperdareài colombi ,& alle galline, che per l’ufo degli huomini. Cotalffetic di bulichitela Timo alv II. capo-dei xv 1 1 1 . libro Miglio Indiano : quantunque ciò non auertifrfe il l\uellio altri- tatinmiifrfrmmitatordi Tlinio . il quale lo deferiue con quefrle parole . Il Miglio Indiano è flato portato in Italia ! fi pili dieci ami . nero di colore ,grofrfo di granello ,& di gambo frèmile alle canne .Crefce alt altera di fette piedi , j8 imp-inim-jficcbie in cima, lequali chiamano lobe. E' fertilifrfmo piu che tutte l' altre ìfrctic di qual fi uoglia biada : lindo cbemfolognno ne produce fino à tre fefiarij . Tutto quello dijfe Tlinio . E mi alfe a jpetie di Miglio India - n, ilqulrmfrmnitto da Taioua dal nobilifrfimo Signor Iacomoantonio Conufo , molto migliore del fopr aferitto, ftrejfrerceglibmcoy&perfrìioglìarfifiicìlmentedalgufcio ,&perfaregli molto migliore pane . E' quefrlo nelle fo- llìe ,yeictkm,@nellcpamcole filmile all'altro fu detto , quantunque feminato in Boemia tutte questi parti nac- i/momiri,forfrcper ejjbre il paefe piu freddo. Fafrfi della midolla del Miglio Indiano chiamato da chi Melega, & hcUSergomniedictmnto'utiliJfimoper il gorgo in quefrlo modo. Tiglianfri dieci cannoni delle fue canne, lunghi quan- ttiUéiikiiqi die; nodo aìl diro , & cauafene fuorela midolla & abbruciali in cenere infieme con una [pugna nuo- ta bui nitriti, &h n, ferrata infume, & aggiuntoui dipoi dodeci grani di pepe crudo fene fkpoluere , al quale s’ag- Memmdìfarmaiigrano,&incorporaft ogni cofa conunuuouo ,& fajfene pafla , della quale fattone poi p mifocitcitttt, fumee infui focolare fiotto aUacenere. Dmidcfi questa , come è cotta, in fei pani, & ferie piglia m[enfi,& (èra nò nelfrandare à dormire una parte, manicandola bene , & inghiottendola fetgabere ,& cofi (in facendo, fin che fi mnginó tutte fei queUe parti > ma bifogna cominciare ci fare ciò doppo la quintadecima della Lm, il primo giorno, ebe comincia afeemar e, & ciò facendo per due , tre, & quattro Lune , è ficuriffimo rimedio, ifiorirojjì delle panicole della Melega chiamata da noi Saggina , beliti inpoluere con nino rojfo rifiagnano i mejlrui rojfi ielle donne , conte i fiori delle panicole bianche rifiagnano i bianchi , & dannofi amenduc con il pari giouamento m hmnella iifmtem , & in tatti gl' altri fiuffi di corpo . Fanno il mede fimo anchora i gufei de i grani fatti in poluere, & incorporati con un tuorlo d'ouo cotto, & mangiati da digiuno . Chiamano il V anice j Qrcci ^'kv^os; i Latini, Va- èm ‘glUrdi , Dochon ; i Tedcfchi , Tfnich , Heydclpfnich pray , Fuchsfchuuaìitz : gli Spagnoli , Tanno , & Ta~ nifo:iFrmefi,Tanfy, 1 f Panico ferite» da Gal. Errore del Ruellio. Saggina ,& fu* edam. Miglio India- no. Miglio India- no piu gentile. Nomi. 4“ Del Sefamo. Cap. X C. IL sesamo nuoce allo lk>maco :& fa puzzare il fiato, ogni uolta che mangiandoli ne reità mi denti: Rifolue impiaftrato le grollezze de nerui , gioua alle contulioni , & infiammagionì delle orecchie , alle cotture del fuoco , à dolori colici ,& à i morii delle cerafte . Vnto con olio ioadoalleggerifceidoloriditefta,caufatidal caldo delfole.Fa il medelimola fuaherba cotta te Moi&ualepartic'olarmentealleinfiammagioni, &grauilfimi dolori d'occhi . Falli del feme «fefamo olio, il quale è ln ufo in Egitto . I / fALE f/L* il frìtte del S sfamo , che s adopera à far olio, ùnotif ima cofanelle [penarle : mapochi [frettili \^];mpero , come fifa fatta la pianta , che lo produce : auenga che poco , ò niente ,per ifmagrireegli mar aul- ir ‘‘frmtt‘tenen‘ >fen£ femini in Italia , ma nifi porti di Grecia, &del Tcloponnefo . E' adunque ( per r:uuirc ^ Tbeopbrajìo , epr da Tlinio ) il gambo delScfamo affai limile à quel del miglio; comeche tlìil 1 ^fr°n^ fon rofrTe • &.produce il femed entro à certi capi, fintili à i papaueri , Tlinio jIìMmiiì ‘lo. ^efam0 ucme dal! Indie , dono fi [emina copìofvmente per far olio ,ii quale ufanonei cibi fj)(j , ’ [ ’ ufìamo noi quello dell’ oline . npnfengpa ragione ferine il Fgiclho, che none legume , ne C tant0 tenem> quanto fa il Sefamo ,per batter egli piu grofii calami, & affai piu , che il mi- PifcpffoT'r ' te^‘“r.af>c‘ ' ’Perc‘ocbc ritrouo hauerlo detto Theophrafrìo anchora aliti, cap. dell’v III. lib. con faàtmltJifr M , Aefifemmn la Hate ,mfrfrunoèpiu molejlo alla terra del Sefamo :& però fi crede, /tri difrathic C°me ‘1“^° ‘ C^e mo^‘ fiu cubimi , &piugroJsì , & molte piu radici del miglio . Ma è ktjfafu y ‘ ' laquale è qui fcolpitaper il Sefamo, mi, fumandataper tale daTifadall’Eccel- IC0 impiicit/a rari fimo M. Luca Chini . Ma feto debbo dirne la mia opinione , non mi par e che mol- SefamOj&ftw eflara. Opinione del- l'autore. OO to fe 4?4 Difcorfi del Matthioli SESAMO. tofe liraf ornigli , per nonbauere elidi calami piu grofli del miglio , ne piu copiof, ne piu lunghi, ne piu r adici anch ora, ma unfuflo onero gambonefimile à quello delle faue . nel quale fono le filique di grado in grado quadrangolari inelle qua Sefamo ferino UL ^emef °r ?y C acc(°^efue foghe no roffeggiano, (cheio habbimai ueduto)ne il fiore è uerde.Io ne dico quello cberne 4a Gal, ne pare: laf uando a dirne anchora àgi' altri la lor o opinione . Ha il Sefamo (fecondo che diceua Galeno alivi 1 1 lefaculta de /empiici) non poco dell' untuofo , & del uifcofo :& imperò è tenace ,& mollificamo , della cui. [acuiti eme e/imamente l olio , chefe ne /preme fuori . Et fecondo che di/fepure egli al primo delle facultà degli alimenti . I Jc.ne - Scarno per ejfer graffo, pre/lo fatta coloro, che fc lo mangiano . Gualìa mangiato lo ftomaco, digerifcefi ma a gcuo nte , & genera ne i corpi gr off ì nutrimento , Il perche è ben chiaro, che non può eglifortificare , ne corrobora^ Nel fecondo lib . di Dìofcoride, 435- t come non lo fortificano, ùmilmente gli altri cibi grafi . Genera il Sefamo grafi humori t & però malage - lthlhmc » f Chiamano i Greci ilSefamo , S»W ; i Zafra , Sefamm :gli Mabi; Semjìm , onero Nomi- spjoii iorgilim , & Megria ; i Francef, lugioline , Oe\ Loglio. Cap. XCI. •ri Loglio nafte in®a le biade : 1* cu* impìaftrata con fale , & con raphani , ferma l’ulcere 1 mride, & corrofiue, & Umilmente le cancrene. Quella medelìma mefehiata con folpho uiuo , 8c " y’nj i£ uojadehe maligne, & la fcabbia . Cotta nel nino con fterco di colombo , & feme di Saceto LOGLIO. 43Ó- DifcorfidelMatthioli lino rifolue le fcrofole,& rompe quelle pofteme,che malageuolmentc fi maturano . Cotta nell'ac- qua melata fi mette utilmente in iu le Iciatiche. Applicata in modo di fomento con polenta,incen- fo,mirrha,ouero zaffarano, aiuta à fare ingrauidare le donne. Loglio , & fua TX Logli o, che in Tofana chiamiamo noi Gioglio, è notiffimo veramente à ciafiuno. Tfafce ne i campi dell’ orge, eflàmin. J onero del grano , quando il terreno è troppo humido ouero che’l uerno uapiouofo,& freddo, come dicemmo di fan parlando dell’orbo , & del grano , Ma quantunque dicano alcuni , che nafea il doglio nella primavera ; nondimeno, '■ per quanto fi legge in TbeophraBo «VII . cap. dell VITI . libro , nafee egli nel principio del verno, confiondijlret- 1 Natura del Lo te , pelofe , & graffe . Ma non foltamente il grano , & l’orbo diventano loglio ,malo ijleffo loglio diventa grano glio. degenerando dalla fuaffetie riama . Il che non folamente affermano gl’ agricoltori , &bifolcide ìnoflri tempi, m I anchora lo dice Theophraflo al feflo capo del quarto libro delle caufe delle piante , con quelle parole, E uer amente coft ‘ marauigliofa che alcune cofe fi trasformino in altre , come quando ilgrano diurna loglio , & il loglio fi trasforma in Contri alcuni grano ,& la Spelta diuentaVena&c. Dalchefiuedechemeritanoumgranfifliatainofiricalumiatori negandolon maligni. chelepiantemnpofsonodegnerarenccomerttrfim altre piante migliori di loro ,& udendo che le pcrmutationilon fempre rie fchino in peggio,cioè in piante peggiori. Ma fi attendeffero quefli traforellipiuà direil uerocheà lacerare, & biafmaregli altrui ferini & l'altrui fatiche ,& legge fferoi libri de buoni autori, ritrouarebbeno appreffo Tbeo- pbrafìo non folamente che il loglio ( come s'è detto) fi trasforma in ottimo grano , ma che al quinto capo del fecondo libro dell’hijloria delle piante , che la Tipha & la Spelta ogni tergo anno in alcuni luoghi fi trafmuta ingrano , ò voglia- mo dire fomento . Oh non ferine egli anchora che il cipreffo femina fi trasforma nel mafehio? Hippocratepoifedt- digniffimo autore , non ferine anchor egli cantra quefli cervellini , dicendo alla fine del feslo libro delle epidemie , che 20 Thaetufa moglie di Tìfea, la quale per mangi era fecunda ,fi trafmutòinunohuomo pelofo ,& burlato? Bor non ferine anchora "Plinio bauer eì veduto con i propri occhi in .Africa Lucio Coffico cittadino Tifdrìtano , il proprio giorno dellenogge effe r fi tra flautato di femina inmafchio i Hor adunque chi fard quello di loro cofì sfacciato, & finga uergo- gm,che hauràpitt ardire di dire che la fagaciffìma natmanon operi fempre in meglio ? neramente dicendo eglino il con. trario fi potrà poi ben dire loro in fu gl occhi che fieno diventati paggi &fvriofi . Hor non fanno costoro che del putrido letame fi generano piu forte d'animali, & del putrido corpo d’un giouencho le ape , lequali ne producono cofi dolce & utiliffmo liquore come è il mele ? Hor non fi generano di putredine alcuni ferpenti , Topi, le Anguille , le ranocchie , & altri ammaliÌHornon fi generano nelle uifeere della terra dittile & roga materia ,i Metalli tutti,& le gioie pretiofif- fime? li sor taccino adunque & uergogjiiv.fi quelli bcfiioli, i quali fono nati folamente coirne i camper abbaiare, &per mordere,& piuper guaflarele cofe che recano utile & bollore alla Igepublica , che per farle giovamento veruno . Ma lafciamo Bare hor mai di ragionare piu di cofioro, per non far loro tanto honore : & ritorniamo al fatto noftro.Et dìcia mo che il Gioglio altro non è che un uitìo delle biade, il quale nel principio del uerno nafee fuor di terra , con foglie lun- ghe, graffe , gir pelofe; con il calamo piu fatile , che digrano,nella fommità del quale è ima finga lunga , con alcune ft- liquette acute poBe in amendue le bande à faioni, nelle quali Hanno come ammontiate tre, ouero quattro granella, ri- Virtù panico- coperte da mgufeio affai malagevole iafgufeiare . Maturafi infteme con il grano . Ha uirtùd' affottigliare , dì rifil- ati e ogio, uere> & cUmond-ificare . llf arte doue è deUafua farina imbriaca, & nuoce alla tcflct , di modo che chi ne mangiamene non poco trauagliato da grane , & moldhjjvmo forno ; & caufa anchora alle mite i capogirli : nuoce alli occhi & [co- rifee la uiffa , Et però in Italia con alcuni crivelli fatti à poBa lo feparano diligentemente dal grano .Etto ferbanoper le galline ,&peri capponi . Impcroche non folamente non nuoce loro , ma mangiandolo copiofamente diuentano in bre - Fu chilo ^ uetemP°SraIf’ • Credefi LeonarioFuchfìo (comefileggeneifuoiampliffmicomentarij deU’hifloriadellepiante) chìl 40 vero Gioglio fiailTfeudomelanthìojlqual molti chiamano Gittone,ouero Ghiottone , cof a neramente non filo del tutto aliena dalla comune opinione de i buoni femplicifìi de i tipi noflri;ma anchora dall'bifloria, che ne deferiffero gli antichi, iqrnli firiffero,cbe il Gioglio nafceua nelle fpighe,» non in capi, come fanno ipapaucri,et il melanthio , Et quantunque fi sforgi egli di uoler provare con autorità di Theophraflo, che il Tfeudomelanthio fm il uero Gioglio, panni uer amente, che affai piu parole egli ù aggiunga , che io non ho mai lette in Theophraflo. Et però non fi maramgliono ìlettoriffegiàdifsi io fchergando che forfè haueffe il Fuchfio mangiato pane me furato con Gioglio il giorno , che ei fcrifle di luì ,fer bauer queflo feme ualorofa uirtù Bupefattiua. Ma che ueramentefia il Gioglio iiero,quello che non filo conofeono hoggi imedi ci,ma ogni villano che lavora, & femina la terra, fi dìmoflra per Diofcoride al cap. della Thenice nel liti. hb. dove dice , che la Thenice fa la ffigafimileal Gioglio . Il che ne dìmoflra manìfeflamente , chel Gioglio produce laffga , & non capo , o uer calice , come fa il Tfeudomelanthio , il papavero , & altri fimili . Difcerneft oltre à ciò battere in j, queflo non poco errato il Fuchfìo , per la elùdente operatione che fi uede del Gioglio del commune ufi • Impcroche (come dicemmo poco quivi difopra) il pane , in cui ne fia notabile quantità, fa diuentare glihuominì chefeloman- giano , (lapidi, & come ebbriachi , prefi dagrauifiimo fonno . &però cauìamo noi inTofcanacon grandiffima iìligen- L oglio ferino ga dalle biade il Gioglio , per fuggire il nocumento , che fa egli alla teBa imbracando, & facendo dormire . É il loglio- da GaL fecondo che riferifee Galeno alvi, delle facilità de [empiici, calido nel principio del tet^o ordine }& [ecco, nel fine del Nomi, fecondo . Chiamafi il Loglio da i Greci , A ìpa, : da i Latini , Lolium : dagli jLrabi , Sceìlem , & \euen : da i T edefehii Tuualch Trejpe , I \ueuueyfen , & Lulch ; dagli Spagnoli X oio da V rance fi Iuayra , &Yuroie . Del- Nelfeconclo lib. di Diofcdridc . 4^7 Dell’Ami lo . Cap . X C 1 1 . 1 ' . - , v*vs / m 1 1 0 è cofi chiamato per farli egli fenza macina . L’eccellentiflìmo è quello , che fi fa Lv * ”n0 tre meli in Candii , & in Egitto . Falli l' Amilo à quello modo . Bagnali il grano ttoditremeficinqueuolteil dì, &fepolfibile,è,anchorala notte, &come ^ comincia ad nec. pe ne fc0la fuori l’acqua pianamente , accioche infieme con quella non uada fuori la intenerì > jej gr3IJ0 : &c oli come è ben fatto macero , & tenero , mellògli fopra dell'al- n parteu s i,eniflimo con i piedi : & ritornatagli di nuouo pur dell’acqua , medelìmamente ®.ac? 4:imjmente fe ne cauano con il criuello le fembole, che ui nuotano fopra : & quello che lltlc f en pUroato dalle fembole fi cola prima , & poi fi mette à condenfare in fu le tegole nuoue i^oàcddiifiinofolerpercio'chelhumidodif’attodiuenta acetofo, E'buono l’amilo allefcefe, heuen^ono ne gli occhi , & all’ulccre concàue , & puftule di quelli . Riftagna beuuto gli fputi del fineue-knifceraÓ)rezzedellefauci:&mettefioltreà quello co’l latte, & conle uiuande . Fallì 1 amilo limilmente di zea, la quale fi macera un giorno, òdue, &pofciafi rimena beniffimo con le mani, come fi fa con lapafta, quando fi uuol fareilpane:& fatto pofeia cornee fiato dettò, fi lecca lotto àcaldiffimo Iole. Quello quantunquenon fiabuono nell’ufodella medicina; è non- L JunenoCdnueneuole in altre cole . ■ L’amido co/i uolgamente chiamata nelle jftetìarìe a t tempi noflri,è notifiimo à tutti . £ eletto, e' l buono è Amido, & fui qKkficomrifmfceTliniodvi I . capitolidel xv il i . libro') che è leggiero , bianco, lifeio, & fiefet». Et cffamin. ernie che Diofcoritldodafj e quello , che fi faceuain C india ,&in Egitto ; lodò nondimeno piu di quello Tlinio quello , éeiltmptfuoftpottauidi Cbìo : onde uuole egli, che babbitt l'Amido hauuta lafua origine. Il Amido fi fa di Amido ferino jre»c (iiceu Galeno al primo delle f acuità degli alimenti ) & ha uìrtù di lenir e, & ammorbidire, le rmidesptp delle da Gal. méniUpduirtùècomnwne àtutte quelle fuHamp, che fono fecchenella loro confluenza ,le quali nonhanno ne lei ssfimtm,nedelfi acuto, ne alcuna altra /acuità apparente,come tra le cofe bumide è l’acqua . E' oltre à ciò l'Amido 30 nelltftcìilUfuefimile alpine lattato, quantunque manco mtrifea: ne può £ Amido /caldure, come /calda il pane non la- ao.Oltre iciò, per quanto fi caua da Tlinio à XXV. capitoli del XXI l.lib.impedifce l'Amido la uifla, et nuocè alla go- bmtu quello, Ae fette creiet& riHagna ilcorpo,& ifltiffi del /angue : & dafii ne i dolori della uefcica alquanto cal- kdhamtitàdi miopi oncia con uno uouo,& uua paffd tepido, dopo al bagno. Chiamano £ Amido i Greci , Aij.ot.oc i Nomi. Llìic, Afeli: fio .Arabi, Ifixcil Tede fibi,Ainliingt 1 Lranecfi,A.mydum: gli Spagnuoll Arnydon. Del Fien Greco. Cap. XCIII. jjo T A Farina delfieno greco mollifica, & rifolue.èbuonaàiflemmonitanrointeriori, quanto citeriori cotta con acqua melata : & compofla con aceto, & nitro, & applicata à modo di empia Uro fminuifee la milza-. Sedendoli nella decottione del fieno greco gioua alle malattie della madrice,& luoghi naturali delle donne, caulàte ò per oppilatioriì,ò per pofteme. I mucillagini del- feno greco cotto nell’acqua, modificano i capellina farfarella,& l’ulcere del capo, che menano.Met I ton(ìcongraffod’ocanepeflolipermollificare,& aprire nei luoghi naturali delle donne . Il fieno I greco uerde con aceto uale all’ ulcere, & alle debolezze de luoghi medefimi teminili . Gioua fimil- f “tc li decottione del fieno greco alle forze delle pondora , le quali chiamano i medici tenafini, Similmente à i flufsi puzzolenti della difenteria . L’olio del fieno, greco infieme co’l mirtino mon 1 ficai capelli, & le cicatrici delle membra genitali. | !» E’d c 1. g a r x stiMo fcmeilT-iènogreco nelle ffictiarie . la citi pianta fa le fiondi filmili al trifoglio, & al1 Fico terreo , & ' ramo dentate. Haifufli,&iramifottili,&piugambechema. {fiori piccioli , <& biancbi&il ferite m fnihittoria. I ^'iwnettiÌMrcatilmghi, fittili, & appuntati, grojfo,&dinoiofo odore. Hamoltc,& fonili r adici . Sentii I uh 1 rafie di Morrei , & di Feltraio . La farina del feme incorporata col folfo, & confalnitro,jpegnele lentiginifre- VirrùdelFien- P èioi opta 0 impiastratimi con mèle .. Guarifceforogna ulcerata , aggiontoui la quarta parie di feme di nafiurtio ,& 8reco- «corporata con aceto . Bfifolue £ enfiagioni della uerga ,&dei t esticoli cotta nella acqua melata : & impiaSlra- ti JTac0>>^M^Pmo : & gioita parimente alle posteme , che nafeono dietro alle orecchie, alla podagra , & à tut itll-1'1 ° °r! ^Pontlire eattfati da komori freddi : incorporata con uino mondifica i cancheri. Dafii la decottione '■ (( 7 Gl 1:0 ut^mente à bere per la loffie , ete all’intrìnfeche ulceragionì del petto . La medefima applicata alla firon- fttnpli^u ^ ^anca prohibifee il jìuffiodelliocchi . E ' il Fien greco , fecondo Galeno all’ VI lì. delle f. acuità die Fien greeoferit n,a y infecondo ordtnc,& /ecco nel primo : & imperò impiaftratoinfu le pofteme calde, maggiormente le fdi todaGaleno. OO 3 gnu Difcorfi del Matthioli 438 F I E N GRECO. Nomi. gna,& infiamma . llperche piu fi colimene alle men calde , &piu dure . Chiamano il fiengreco i Greci, riunir s“!' poci Latini, Fcenumgracum: gli jtr ahi, Olba,Halbe, onero lì ebbe : i TedeJchi,Fcnigrec,& Bocksborn: li Spagnoli, fornas & alholuas : li Francefi Fenigrec,& Senegrate. Del Lino. Cap. XCIIII. IL L 1 no è uolgarmentenoto.il Teme del lino ha le uirtùmedefime, che hailfieno greco, per- cloche anchor egli rifolue , & mollifica i flemmoni tanto interiori, quanto efteriori cotto con me ■ |e> °^0’ & un poco d acqua , ouero impattato con mele cotto. Spegne applicato crudo i quofi,& t I altre macole della faccia . Rifolue le pofteme, chenafcono dopo alle orecchie,& fimilniente le da rezze, impattato infieme con nitro, & con lilcia fatta di cenere di fico . Purga cotto nel nino l’ulcere corra- Nel fecondo lib. di Di ofcoride. ,49 9 LINO. te. Tol rn J&llVCo?1PoftoconlaParicìllantitàdinaftLirtio)& mele fa càder^unghie corrot- t0 colimele g,me 6 m forma dilettouario purga il petto facendo Iputarc , & lenifce la toife . Cot- liiècottinL c?!?PePe>.& 'cangiato copiofamentc- induce gli appetiti di venere . Fannoii della dntito. Non m nc 1 r^13?enti dellc budella,& della madrice, & per cauar fuora lo ftcrco in- r lc donne> che ft-‘gg°n0 nella decottion fua per le infiammagioni de 6 11 ‘oro naturali, che fi faccia la decottion e del fieri greco. . dira boaria ■ Cauaft del Lino, & fui «f- & de fabbri , tir- ^ nonf° amente in!ifò de medici , ma de i dipintori, de i muratori , degli [cultori, de i legnaiuoli, famin. ^KiiàM.^/Tpr^^^W'v^twùvd’crefifteTiulHngamentedfmco.cbenonfa quello delle oline. 91,10 dl jf|T' * ofixiftmci: ualed mollificare le darete de i nervi, & delle giuntine t & conferifie mirabilmente à feiihi.’ ' O O 4 tutte 440 Difcorfidcl Mattinoli Bambagia , & fuahiitoria. htte le infermiti del federe , & d mollificare le dure-qfide i luoghi naturali delle dome . Lanate con acqua rofa , orno dinempharo , conferifie molto alle cotture del fuoco , & a fare cadere lefchara de i cauteri . Vfano alcuni di darlo p„ lecca al pelo di tre, ò quattro onde nella doglia del coliate , la qual noi chiamiamo, f enfia : del che ho ueiutoio mirali - le effetto, & mafiime dandolo fiefeo nel principio del male , Oltre à ciò perche (come ferme -plinto al primo Ufo dd XlxMbro) da alcuni fi connumera la Bambagia, chiamata dai Greci xylon.&uélgarmentempm luoghi Co- tone , tra lefpetie del lino , non e fendono (ch'io fappia) fatto memoria alcuna apprefo Dtofconie , ne manco appreso Galeno , non ho uolufo lafiiar di nonfcriuerne in quefio luogo l'billom . La pianta adunque che produce la Bambagia, re bene non è delle grandi , ha nondimeno nonpochi rami . Le foglie fa eUa mangdan,& il (lutto barbato comelen oc duole, ma grafo quafi di piena mano , il quale è pieno di bianchifiimd Bambagia , tra laquale e ,1 finte , & cauafi come ilfiuttièmamot&nettaft:pettimfi,& filafi, periufodimolte,6'moltecofi:comepanmentesadoperalabamla-. , BAMBAGIA, Nel fecondo lib. di Diofcoride. LINO SALVATICO. 44Ì IVI Lino faluatico. aua tojje31- an^J r^1 eenfiagi°ni>& mitiga l’infiammagioni3 & mollifica le durer^e delle gìonture . & rifolue itinconi nelle Jf ’ £ ^ femc del lino ( per quanto piace a Galeno alyii, delle f acuità de femplici) quafi caldo nel pri- Seme di Imo 15 Àrabi r >temn^° ^ me\0 infiali fecco 3 & l'humido . Chiamano i Greci il Lino 3 A im: i Latini3Linum : gli nc^tto a G“ e 1 a7^nc ^€n* & Be\erchetan; i T edefchi 3 Lein , & Flachs ; li Spagnuoli Lino : i Francefi 3 Lin . Nomi. De DeiCeci. P3?* XCV. fifeminano, fon buoni al corpo, prouocano l'orina, ma generano uentofità, Iceci, che li laminano, lon emoni ai corpu, [jiuuuoiiu 6“»™ «caluma, fanno buon colore, «tacciano il parto, & i meftrui,!& generano alTai latte. Impiaftranfi utilmen- te cotti con eruo alle infiammagioni de tefticoli , & à quelle fpetie di fomuclje , che li raffembrano à i porri. Cotti con orzo , & con mele paglione contraalla rogna , & all ulcere del capo , cheme- nano alle impetigini , &all ulcere incancarite , & maligne . Ne fono d una a.tra fpetie chiamati arietim Prouocano amendue l’orina , dando la loro decottione con rofmanno al trabocco di fie- le, & a Ni idropici : ma nuocono alMcere della uefcica , & delle rem . Sono alcuni, che per gua- li pire i porri , & le pendenti formiche, quando la luna è nuoua, le toccano particolarmente con fanr C E C I. Kgrani Nel fecondo lib . di Diofcoride. 4 4 j CECI SALVATICHI. iaKSrntl f(Jn° iPorri’ &Je formiche : & ligatoli pofcia in una pezza di lino fi gli git- *■ P-i, & lefomù- «mecheil «quello. «medtelìfè1 ^ffolC/alUatkf Ìfjno à <3ueIle de 1 domeftìchi , ma fono'd'acuto odore: & Wtu »differentedal domeftico ; è nondimeno utile à tutte quelle cofe , che s'u- 0' duo ì ini ■ egme m Italia ’ & rtommfine di bianchi , di neri , & di rofii. I bianchi chiamano alcu- Ceri ,& loro hi • U'renem.perprouocare eriinoal coìto. ■& ineri. Arìetini. CrrCrc la aha fto™- y°*‘o,ìpocoLZTìr"tT0':‘t1'' Cglimal coito:&i neriMietìni. Crefce la piantadei ceri alta Vf m moki, ami ; fi , • lmZhette dc»^> bianchirne , pelofe, &piu attaccate à un picciuolo . Ha il fatto Pii non fyo piu c/,e / onporpongni , da i quali nafcono i follicoli corti , gonfi con una punta fiottile in cima , ne i gameti cea.Ha la radice dura & legnofa , & da per tutto fibrata , & profonda . Seminatili la prima 444 Difcorfidel Mattinoli Ceci ferisci Galeno « *> Ummamuinvurro termo, & ricoglionf, la fate . Scriffc de C'àGalcno nel primo libro delle faeultì de dii, con « nelle parole . ICeci non gemano manco muffiti .chele faui ,ma damo perèmaggwr nutrimento . Tnnocm al coito ■ & crcdefì , che generino anebora frema . onde fono alcuni che gli danno a mangiare a gli frulloni . Hamo uirtà alkrlìua , & piu potente affai , che non hanno le fané : di modo che ne fono d'rna cena frode, (he rompono , & limolano le pietre .che fi generano nelle peni , Ojcefrifon neri , & piccioli ,®mfcon» particolarmente in $ithinia,& chiamanti Jnetini . Et bafia per far ciò , à beuer. filamento la loro decottione fatta nell acqua . Mangiano alcuni i Ceti uerdi come le fatte. Quello tiftto, dijfe Galeno, chiamali Merini iHinio, per cffereglma nella forma frnili alle téle *'■ 3 J J: } „ t F.orà I PCTIimp UPntftCa fl(Tnì 1*++o n Si I } uerdi, carne te faue.i+uejfubifHu, uyy ywy •?* — "r e - . , Od feruti da deimontoni. ScriffeparimentedeiCeciMtio.coJ, dicendo. 1 em legume uentofo , fanno affa, latte, & pari- Accio . ... .... n. r - tn'/iHA tip ì nevi rnm-tìp l.p pietre delle reni . Enne d una altrafpetie chiamati Orobtni , i quali ban- de imontom. bcnjje parimente uc^ cu ; • / :: . “ , . . r— mento- (berma . La decottione de i neri rompe le pietre delle rem . Enne d una altr affi ette chiamati Orobim 3 1 quali han- no uirtà ditirare , di ricolme, incìdere, &di afiergere.il perche tnondificano il fegato, la mx\a,& lereni:& X, parimente la rogna , & le impetigini : & rifohmo le pofieme ,che nafeouo dopo l orecchie , & le darete de iteflicoli i Vira deieeci. & nell' ulcere maligne fono dinonpoca efficacia, quefro tutto difeMo . Laf.imadeiCecicottanell'acquàflil- lata d’endiuia,rifoluc mpiafrr.ata i tumori delfegato.&gimia à i morfi de iferperiti uelenofi cotta nella decottione del- [ nimico . I ceci bianchi macerati nell acqua .pefìi , & aprati fanano le gengie putrefatte . Fffii de, Ceci iofii con altre cofe una beuanda molto utile per gli ardori della orina in quello modo. Tigliaft di f eci rofh una Uhm & me_V'& mettonfi in maceraper m giorno in dieci libre d'acqua,& cuoconfi dipoi fin che calila terrea parte, colafi dipoi la decot- tione, & metteuifi dentro una oncia di regoliti* , & di maina cori le radici , & radici di gramigna & dì Maluauifchio , 0- dì cufeuta , & foglie d’agrimonia di dafeuna uno manipolo . Jggimgeft appreffo dieci febefieni ,& altrettante giuggiole , & due onde difrne mondo di melone , & dì bacche d'M^hvgi , di folatro , & de litofono di ciafcu- no quattro dramme, ultimamente ui fi mettono tre dramme di nofioli di Pqttoli pefli ,& fannofi bollire, fin ciccali j, la teria parte, & daffene ogiiì mattina quattro onde . He accade ddir qui altro de ifalmticbi , effondo uolgmen- \e compiuti , & baueiìdo delle f acuità loro affai detto Diofcoride , & Galeno, Se non che Timo dice che mangiati Nomi, coptamente foluonoil corpo ,mageneranouentofità,& dolorinelle budella. Chiamano i Greci, i Ceci, £>»*« i Latini , Cipcr : gli strabi , Chemps , Homo, , & Mamos : li Dedefchi , Kichern ,et Kicberirbs , Zifet erbs : li Spa- gnoli, Grauamcos t i Francefi , Ciifs . Delle Paue, Gap. XCVI. LE F A V E gonfiano , & fanno uentofità , digerifcqnfi malageuolmente , «fanno fognare colè ■ paurofe , & terribili, giouano alla toffe,& fanno il corpo carnofo ; fono mediocri ne tempera- ^ ' nienti loro infra'l caldo, e’1 freddo.Cotte le faue con acqua, & con aceto, Stmangiate infeme co l gufeio riftagnanola difenteria, & i fluffi dello ftomaco , Vlate le faue nei cibi fono utìliài «orniti. Gonfiano maco il corpo, quado fi gitta uia la prima loro decottione.Le uerdi nuocono piu allo ftomaco , & fono piu uentofe . La farina loro da per fé , & mefcolata con polenta mitiga iin- fiammagioni, che foprauengono nelle ferite : riduce le cicatrici al colore naturale : gioua al latte, che s’apprende nelle poppe, &lpegne le infiammagioni di quelle: & eftingue il latte . Impaftata con latina di fien greco , & mele rilolue le pofteme , che uerigono dopo all’orecchic , i formicoli, & Umilmente i libidi della carne . Mefchiata con chiara d uouo , rofe , & incenfo riduce gli occhi dislogati , l’uue , & l’gnfiagioni di quelli . Macerata con uino medica alle fuffufioni , & percofle pur de gli occhi :& per riftagnarei fluffi loro fi mettono lefauemafticatefenza gufeio utilmente ^ jn fu la fronte . Quelle metjefime cotte nel uino fiutano rinfiammagioni de tefticoh : & mene in llx'l pettinecchio de fanciulli non ui lafciano per lungo tempo nalèer ipeli : guarilcono le uitilìgini. I gufici delle faue applicati in forma di linimento , doue fieno flati canati fuori i peli , ue gli lann0 rinafeere piu lottili , Queftintedelìmi mefcolatoui con polenta , alume fciffile, olio uecchio, & fattonepofeia impiaftro lopra alle fcrofolele rifbluono . Tingonfi con la decottione delle rane anchora le lane . Riftagna meza una faua fenza feorza il fangue , che efee da i morfi delle pignat- te, legataui fufo, Falle & letphi iloria. Faue, & loro fa calta feriste da Gal, Notissime fono le Faue à ciafcuno: nondimeno feguitando il noHro ordine , dico , che le Faue producono, il gambo quadrato , non dritto , mattono ,& artìculato ,uoto didentro non fen\a concauità, oue nafeonot < fiori, i quali efeonopiu infteme attaccati l'uno fopra l'altro da un folo picciuolo da una banda fola,& fono di di- uerfi colori , pelo (etti , & creflati . 'Nafcono i rami da i fufii diffari , da i quali nafeono le foglie graffe quattro per banda ,T^afcono parimente dalle fummità de ir ami alcuni fempliciuitìcei ,ma cofifottili, che. facilmente fi perdono. Fanno le Faue i primi baccelli nella piu buffa parte del pedone , & fono maggiori , piugrofii , & piu earnofi di tutti g » altri legumi , con unapunpaìn cima à modo di (fina , ne i quali, fono dentro le Faue groffe-, & piccole, fecondo kffe- :hefeneritrouano di grandi , di piccole , di ritondette , & di fiiacciate , delle quali alcune fono ian* tieloro Ampcrockefen chiede , alcune rofiìccie , & alcune nerigne . Ha una fola radice con alcune fibre capillari all’ intorno . Godonfi le Fatte della pioggia , mentre che fiorifeono, ma nel disfiorire piu pretto le nuoce. Seminano alcuni le Faue fidamente fcì t .■ graffare i campi, imperò che come le piante fono crefciute ben morbide , & che già cominciano Sfiorire gli agrico tori > le uoltqno. con l aratro ,& le fepelifcono interra .& cofi infracidandafì. ingraffano il terreno, la cenere fatta et gamboni fecchi delle fune incorporata con fogna di porco , gioua impiattrata alle fciatiche , & àgli antichi dolori et miti , Et fecondo, che commemora Galeno alyìi , delle f acuità de [empiici ,fano le Fané, poco lontane dal teìì1^^ Nel fecondo lib.di Diofcoride. 44> F A V E. BfWoiie difcccm,& nell infrigidire . La polpa lorohaunpoco di uirtù ajìerfìua , come hanno i gufò alquanto del rettine . Et imperò le dettero gja tf/cawi medicicotte injìemecon oxicrato } alla difenteria 3 à i fluffi Homachali, & ne ni muti , che chiamano i Greci ipmuòt . Ata cowe cibo ,f m le Faue mal'ageuoli da digerire , quantunque * m°n^c are ^ Pett0> & & polmone per uia dello fiuto . Ma applicate di fuori difeccano iterameli - ft' .. ° £ laalcun‘l> Et habbiamole ufate noi nelle podagre cotte prima nell'acqua , &poi accompagnate congra - nditof0' f VaYvmcnte Gabbiamo la fua farina nelle per coffe, & nelle ferite de nerui , incorporata con aceto impilili' ' t) ln,!e™e conP°lentaneUe infiammagioni caufateda percoffioni .E' oltre a ciò cot al farina ottima per fare ) tornito i / l^.m™a&on* mammelle ,&dei teflicoli . Imperoche quando quefte parti fono infiammate , ama - dentro R f / e^l&erat*u* J & fietialmente le mammelle , quando ciò gli interuiene per il latte , che ui s'apprende dptttìnecchìo d^f ** C°^ emPia^f0 anQhora il latte : come prohibifee che in lungo tempo non nafeono peli fopra J c ì minili , quando ui s applica fopra . Et al primo de li alimenti cofi diceua . Quantunque fi cuocano PP le Eaue fava s al vati C a. vlvw Nel fecondo lib. di Diofcoride. 44” ' Se»d»ewfi da di^rire ' J>ifceniona cm tarditd dallo fiomaco , & generano groffo nutrimento in tutto' l laraSione commune di tutti gli altri frutti .che fintai t*?\ ~ ■ „ncrm molto humido nutrimento, & confeguentemente maggior copia di Juperfluità , non follmente Si#l,'®je nutrirne, & interiori; ma uniuerfalmeme in tutto’ l corpo : & però nutrifcono eUe affai meno , 0- **. ‘ rml) # Sono alcuni, che nonfolamente mangiano le fané crude, ma le cuocono infieme con carne di porco, co ^fcomiliherhaggi de gli botti : & altri in mila le cuocono con quella di capra,& di pecora . Et perche fono alcu * iT (oso htuentofttà, che elle generano, ui mettono nel cuocerle le cipolle, & mafiimamente quando ne fanno poi-' "siili) oltre à ciò alcuni altri, che fetida cuocerai cip olle, le mangiano pofcia crude con il palmento . Il perche è da T°'chcficomggmo mtti ' cibi umtofi con ‘tuelle COfe’la cuifMldtd è difcaldare , & di difeccare . Bjtrouafì an- ] i Imtfitiu, di cui è j che non ne rimanga qualch'una in qualche luogo f1 Quefio uer amente è una fcioccheria ne è cofa da credere , & tero t0 m accordo à dire con molti altri , che quefia pianta non fia altro , che una ffetìe di Mro, uedendofi che cofi nelle f°gue> , come nella radice non poco glifi raffomiglia,, come fi uede dalla qui effreffa figura portata da ConSlantinopoli , & dovu- tami dal nobilijfmo Signor Mugcrio de Busbecke Fiamengo , &già Mmbafciatore dell* Imperator Ferdinando aigran Di questa fornendo Theophrafioà x. cap. del ini. libro , cofi diceua . La Faua d’Egitto nafte nelle pa- Turco . ludi, & negli Slagni.il fuo piu lungo fuSlo , il quale è fimile ad una canna tener a,fen\a nodi , è alto quattro goni tth come che non fia però piu groffo d'un dito . Ha quefio di dentro per tutto certe fiffure à modo di gigli :& nella capo fimile ad un uefpaio: ne i pertugi del quale ( imperoche ogni pertugio ha la fua ) fono collocate le faue , fono al piu trenta per capo , alquanto di fuori apparenti . Il fiore è noffo fimile di colore alle rofe , & altrettanto nuig ri. Le fiondi larghe nuotano fopra all'acqua : & la radice , la quale è grofiifiima, e affai mag giore di quello de ipapaueri. giorc di quella della canna , di dentro feffa, come è anchora il fufio .. Vfanla ne i cibi cruda , & cotta g paefi , che habitano alle paludi . Tfafce per feflejfa abondantemente ; feminafì anchora nel fango rauolta nella p^ glia*. Nel fecondo lib. di Diofcoridc . FAVA D"E G ITTO. 445* ! rìcuopra , & non sinfr acidifica : & cofi fanno ì f aneti loro . Imperoche come una volta fola rr&nvwap01 mperpetuo. La radice è dura , non troppo meno di quella delle canne , ma è (fiìnofa : & però la fug- fkJ}o°CCO ’ acCl^e non gli guitti gli occhi . T^afce aneli or a in Sorta , <& in Cilìcia . Quefio tutto diJfeTheo- battere la faua d Egitto grandiflimefoglie ferine Vlìnio al xv . capo del xx r . libro 3 con quefle parole . Fané d'Egitto t0 mr C C°l°cafia 3 la quale. chiamano alcuni Clamo . Quefta fi ricoglie, dal ^ ilo . il fuafnfto mangìcìr I'cnue da PJl * folk klkf * m ^ t0r^° ’ C^e nafce tra le foglie , è molto hello al guardare , le foglie fono larghifiime , filmili à h Mie rfjYOna^a 1 c^e ne inoltri fiumi : di modo che godono quelle genti delle doti de l orinilo . imperoche W,te ^ Commeffe ìnfremc fanno diuerfe forti di uafi da ber e fi quali gli folio granfimi . Seminafi hor- Ya}n*talia% Tutte quefie fono parole diTlinio . Le Fave d'Egitto ( come dijfe Galeno al primo delle f acuiti PP 3 de Difcorfi del Mattinoli degli alimenti ) come fono maggiori delle nojlyc communi ; cofi fono piu , & maggiormente htmìde di quelle , & gene- Sforai, remo ne i forpipiufuperflujtà. Chiamano i Greci la Fauad' Egitto, Kda^calyASKr.i Latini, Faba JegyJ}tk:&g‘> Spagnoli , Inhqme . Delle Lenticchie, Cap. XCVIU. LE lenticchie ufate frequentemente ne i cibi ingroffano la uifta, fono malagevoli dadi- gerire , nuocono allo ftomaco,& gonfianlo inllememente con le budella. Mangiate coni gufcio riltagnano il corpo. Le buone fon quelle, che fi cuocono bene, & quelle, che ftando in one 11 acqua non uilafiriano punto di nero . Hanno le lenticchie uirtù coftrettiua. Ilp^c e nftagnano elle il corpo, le prima Corticate Q cuocono benilfimo, gittandofiperò uia la prima ®io Nel fecondo lib. di Diofeoride . 4 fi Jc fc110116 : Pe''cioche ella folue ageuolmente il corpo . Fanno fognar le lenticchie cofe tremen- di 'Panr0flrK5fono noc‘ue al capo àinerui, & al polmone. Corroborali la uirtù loro, la quale ‘opa,anffidfci corpo, mefchiandole con aceto, & indiuia,ò portulaca, òbietole nere,ò boto lmi'rt0’ ° S'jfci di melagrano, ò roie fecche , ò nefpole , ò Torbe , ò pere Thcbaice , ò me- tano ° cic?rea’ ò piantagirie, ò galle inrd-e ( imperocché quelle, dapoi che fon cotte, lìgie- t®binoi°COn li quali fi debbono cuocere diligentemente nell’aceto, altrimenti con- io doma C°Ìm utilmente trenta granella di lenticchie fcorticate nelle fouueriìoni del- 1* «e pod° ‘ U *enticchie cott£ » & applicate à modo d’impialtrocon polenta , mitigano i dolori rf • Cottefì ! ■ C°i,n mc'c, fidano ìulcere concaue , rompono l’efchara, & mondificano l’ ulce- ®dccotopC en?cc,"*encll’acetord'oluonole durezze, &lc fcrofole. Mefchiate con meliloto, °nc > & olio rofado fanano linfiammagioni de li occhi , & del fèdere . Il medefimo fan- PP 4 no 4 )-2 Difcorfi delMatthioli no nelle maggiori infiammagioni, & ne l’ulcere concaue pur del federe , cotte con gufci de mela- grani , & rofe fecche , aggiuntola mele . Vagliono alle cancrene , che mangiano la carne , Meme con acqua marina . Giouano Umilmente alle pulitile , all’ulcere che cambiano , al fuòco faào & alle bugance applicatela fufo nel modo predetto. Cotte le lenticchie nell’acqua marinaj&impia- Arate in fu le poppe non ui lafciano apprender dentro il latte, & rimediano all'infopportabile abon danza di quello . Lenticchie, & lorohiftoria. Noti issimo legume fono le Lenticchie in Italia, produce le foglie minori della Veccia timore non n to difiimile, onde nafcono le filique picciole compreJfe}& larghette, nelle quali fono dentro tre,ouero quattro leu ticchie, tonde, picciole,& piatte, & ricoperte da fottiliffìmo gufcio . Enne di due Jpetie, l'ima delle quali fa le len '■ ticchio bianche, & ne i cibi molto piu grate . l! altra le fa bertine , & alquanto piu grandette . Quefio. fa i fiori , che nel bianco porporeggiano, & l’altra fimplicemente bianchi . E' nimica della lente L'herba chiamata riparine ,imperocbe intricandofi attorno l’ ammala . Le lenticchie imbrattate di flerco uaccino aitanti , che fi feminino 3 uengono Lellifìime, & piuprefto fi maturano per quanto ne fcriuono i diligenti agricoltori . Le lenticchie cotte , pefle , & paffute perla jìa - megna giouano applicate alt ulcere della uerga, de i tefìicoli, & della bocca. Sono alcuni che fcriuono hauere efperimen tato, che la decottione delle lenticchie caccia fuor e i uermini del corpo de i fanciulli , & quantunque affai à. pieno nbab - Lenticchie , & bia fcritto qui Diofcorìde; è nondimeno da fapere ( fecondo che ferine Galeno alivi 1 1 .delle facilità de [empiici) eh’ el- icane da. Ga- ^ tengono ne i temperamenti loro il luogo di mego infralì frigido, el calido, & fono difeccatiue nel fecondo ordine. Oltre leno. Nomi. à quefio è da notare, che Diofcorìde dice, che le lenticchie fi corticate da i gufci loro , & gittandofi uia la prima loro de- cottione fono cof rettine .Mi che non confate Galeno, dicendo egli al primo delle f acuità degli alimenti. Lafcor^a del- 20 le lenticchie è molto coflrettiua , come che pocofia cofìrettiuala fuflan\a di dentro , la quale genera groffo nutrimento, & parimente teneflre . il brodo primo, che fi fa delle lenticchie, è fiutino: & però quado fifa d’acqua, et difde , heuu- to con falamuoia, & olio folue il corpo . Ma quello , che fifa nel modo medefimo delle lenticchie due uolte cotte , opera tv.tt ol contrario . I mperocbe rifi agno tutti i flufii del corpo, fortifica la bocca dello slomaco , l’ interiora , & tutto 7 re- fi0 del neutre . il perche fi da egli commodamenteper cibo ne i fluffi Homachali , & difterici. Oltre a ciò le lenticchie infrante,& fcorticate , cofi come perdono laforga loro coflrettiua ; perdono parimente tutte /’ operationi,che nefegui- tano : &cofi diuentano piu nutritine delle intere, come che elle generino groffo, & cattino nutrimento, tardi fi digerito no,& non rifìagnano il corpo, come fanno quelle , che fi cuocono con lafcor^a . Et però diuentano meritamente canche- rofi,& leprofi coloro, chcfen^a riffetto alcuno le frequentano ne i cibi : percioche quei cibi, che di natura fono fingili, & fecchi,fi conuertono ageuolmente in humori malinconici . Ver ciò adunque utilmente fi danno le lenticchie à coloro, che jo fono preparati all hidropifìa : imperochc tanto giouano à quefìi tali , quanto elle nuocono à i fbrdidi, & àgli adujli . Ter quefta medefima ragione off tifano la fonigliela del uedere , ciò è per effer elle molto difeccatiue: & però fanno il con- trario in coloro , che per contraria cauja , cioè per fuperflua humidità malamente ueggono . Sono neramente molto ap- propi iate ne i cibi per ristagnare i fluffi delle donne : percioche ingroffano il fangue . ma ben fiXonuengono molto ne gli feorfi grandi de i mestrui. Vefìime neramente ne i cibi fono le lenticchie, che i cuochi de i ricchi condirono con fapa : im- peroche nonbifogna mefehiare con effe cofe, che ingr o (sino , ma co fi liquide, & quelle maffiimamente , che fono incifìue, Ouellc adunque, chef condifcono con fapa , fanno oppilationi nel fegato, & aumentano l' infiammagioni in pjfo,& pa- rimente nella mi fa ,fe non fi corregge la malitia loro con mele. Oltre à ciò è cofa chiara, che cotal cibofdegna,etaumcn ta le durezze delle predette interior a . Mangiate le lenticchie cotte con la carne di porco falata aumentano ncs i corpii grojfi humori : percioche anchor effa genera fangue malinconico, & nero.& però non fa in modo alcuno alpropòfito,cbe 40 tifino le lenticchie coloro, ne cui corpi fi ritrouano humori molto groffi,& del tutto cattiui . (Quefio tutto delle lenticchie . diffe Galeno . Dal che fi può ageuolmente concludere, che le lenticchie non fono da frequentar fi ne i cibi,fe non da colo- ro, a cui per qualche mala difpof mone figli conuengono . Chiamano i Greci , le Lenticchie : i Latini, Lens:gli tArabiUades : li Tedefchi, Linfen : gli Spagnuoli , Lenteyas : i Fr ance fi , Lentile . DeiFagiuoli. 1 Cap. XCIX. Fa ci voli gonfiano, & generano uentofitànel corpo, digerilconfi malageuolmentc : & mangiandoli cotti , quando fon uerdi , mollificano il corpo . Vapliono oltre à quello i fagiuoli perriftagnareiuomiti, b Fatinoli, & lo ro hiftor. SONO > Fag wok a tutta Italia volgari ,oue copiofi fi [minano nei campi. O; ne di borri. Et fi ne ritmano di pmforti .cioè di bianchi , di rofii , di gialli , & di penticchiati didiuerfi colori . i quali penfo .che non f4en *• cogniti gì antichi come che ttoglìno alcuni, che nuovamente fieno fiati portati in Italia . Seminanfii bianchì, lì quali fono di granello piu picciolo di tutti gli altri , ne i campi , come gli altri legumi . Ma i raffi , i gialli . & ?«0> di dme.fi co. lons ufano di femmare ne gli boni, & in altri luoghi, oue fiuoglia far ombra per la fiate, impernile oltre al rendere eglino il frutto , ncuoprono auolgendofi , & falendo in alto , pergole , loggie, capanne . & feneflre .pa- rando 1 raggi del fole , come fanno le uiti , i lupolì, le uitalbe , la matnfelua , & t alt re ffietie di piante , che volentieri svolgono & s au, lappano a gli alberi alle fiepi . il perche non penfo , che s allontana^ dal nero chi dicejfe , chequefia ffie.ie di Fagiuoli fuffi lo Smlace degli borri , fcritto in quefio medefmo libro da Diofcorìde : tanta cor- Errore del Mar rW°ad"nga mamj eflamente mfì ueie .come fi diri piu alianti . Et però direi io , che mancamente erri Marcello cello. Vergili0 Fiorentino amie troppo di correg^ereHerneUp., dicendo non effer pofiibile , che un legume pojfatanto alto c refeere , jSJcl fecondo lib. di Diofcoride, 45-3 F A G I V O L I, c ^>e,c mueftìfct con le fiondile capanne, & ricuopra le pergole : imperochc ripugna ueramente à queHafua Miti V!°n^mente che per autorità di Diofcoride è contra di lui ; ma anchora quello , che fe ne uede ogni gior- no ! °rjl ltma Ita^a>d°ue sauolgono ad alt ifl imi pali , <&■ ricuoprono pergole , & capanne . Oltre à ciò non ftiùd' I' r^an ^un^afa^alfe ckì diceffe , che lo Smilace de gli horti , il quale non è altro , che quefli Fagiuoli,fuf- ^ Tkeopbraflo alin.cap. dell’ vi 1 1 . libro deU’hijloria delle piante , & da Galeno al primo delle ^oce/o m\nf ’ ^ffm^ment:e al primo di Taolo Egineta . imperoche , come piu ampiamente diremo ( conce - {ouifljone J • f gitolo dello Smilace de gli horti , non forni Dolichi quel legume, che in Lombardia fi chiama il ^fcrilf g / m H ^ ^ren^lno tArabcia ,ftmile a i Tifelli , come mole il Manardo da Ferrara, imperoche dell’ara- iUQa PaY'mentz Taolo j otto il nome deU'Ocro , come manifeflamente fi uede al luogo predetto . & fillio ieJ0jcri^e^0fcor^e follmente de i Fagìuoli bianchi ,per effer eglino ipiu ufitati , & non dell' jtt ab eia , L anar do. & nel capitolo dello Smilace di quelli, che fono di diuerfi colori . I bianchi adunque , & i piu uolgari Errore del M* nardo. Virtìì,& nocu- menti de i Fa- giuoli. DifcoiTidcl Matthioli uokm, i quali fi femìmmo communcmentcne i camp i , Hanno perfemeiefimne, hanno bìfogno de pali, &feneua„. no slattando per terra i rami, & le foglie, le quali fono maggiori, che quelle dell bcdera,pm molli ,& uenofe , nafte». do tre per picciuolo . Fanno i fiori bianchi , minori di quelli de i Tifelli , da » quali nafcono i cornetti , lunghi una ffianm , tondi , & acuti in cima , & nel principio fono uerdi , & Vinchi , quando fono maturi , dentro da quefttèil feme.che noi chiamiamo Fagiuoli.eomp rognoni d’animali tutti bianchi,eccetto che nelbeUico il qual e nero. Scalda^agmli & Immettano nel primo grado. Mangiatile i cibigonfiano ,& affannano lojlomacbo , ma generano ilfew n itili , & foUecitanO al coito , & mfiimamente mangiati con pepe lungo , ficcherò, &galanga , Sono m ciopm efficaci cot- ti nel latte uaccino , fino che fi compiilo . %on fanno tanto affanno allo filomaco , quando fi mangiano con fenapej con carni . Fanno oltre à ciò fognare coff terribili, come fanno anchora le lenticchie . I cornetti teneri fi leffano, & mcoh- cianfi in infoiata, & mangiaufi faporfiamtnte e olpepe, ne manco fono eglino dilettatoli lejh prima, é~ poi inuoltimh io farina , & filiti nell'olio , onero nel fofuro, & acconci con pepe, & con agrefio . 1 Fagiuohfeccbi mafiicatwm i da ti , lMme i Morii de i candii, & lemme i dolori. Hanno imparato le donne d fare anchora de i Fagiuo- n i,in , . ' Cl>et Perfare ciò pigliano una libra di Fagiuoli,& altrettanta midolla di pane bianco, & aggiungon- & dipoi uU* Un^a '^ca 1 & tenera tagliata minuta ,& mettono il tutto in macerapsr una notte nel latte di capra, °nC^e d*feme di melone) tre di mandorle di noccioli di per fichi mondate , & me^a libra unii ,&u /? l> n ^flmcL daPer fe nel mortaio tutte quefie co fe }& ultimamente ui mettono. un piccione gio- 'Muco J r accinto in pezzi con le benne toltone ma Cnla.mp.ntp Iphwì pii i . t/n* me> Ml”e >& dompfl' fi ■ r J l.w/1. IV HWHMIttCWt /«etti ^ w boccia di uetr racc*at0 ln p&$ con le penne toltone uia folamcnte lebudella ,& meffe poi tutte quefie cofe in ^kftUendrltesl deflilUno l acqua per bagno , & fe la ferbano diligentemente , lauandofene la faccia . Imperò l°ndn i r * r > i ;o-y -, . ^ .. rr C h tanna tdlCiuo in qucfto modo. Eleggonfi ipiugrofl‘L,&ijiiubuL]d)igr^n,& mettala aramia-ucn ci uu in mucilvj r. o a _ . v r r- r~ „La era dell'acqua fi mefcolano , &lafcianfibcn abbombare, & ìnhunndire ifriggonfi polcia, hnoche *- fu „„0.;ln.s,fof-:L„n rprrhi (i marinano. & cofi fcicltane la farina per fiflo lettacelo fi ali rompe il gufcio:& fatti ben fecchi fi macinano, & coli fcieltane la farina pe fi ripone . Quella mollifica il corpo , prouoca l'orina , & fa buon colore , come che comoiamente mangiatalo beuuta , faccia flufiò di fangue per il corpo , & per la uefcica con dolori dellebudeUa. Purga infieme con mele l ulcere; fpegne le lenngim, & mondihea 1 ìnfettiom della pelle della tac- y eia , & le macole di tutto il corpo . Ferma f ulcere, che ferpendo caminano : raffrena le durezze, & ~ • * • 1 i n — — — ^ & ùltìh i ftiui , & 1 ulcere che le cancrene : & rifòlue le durezze delle poppe : rompe i carboncelli , „ — _ ■ ■ , . , chiamano i Greci theriomata. La farina dell'eruo macerata con uino, & applicata medica a iraoin • • - - i dolori di cor- de gli huomini , de i cani, & delle uipere : & con aceto mitigalangofcie dell’onna , i dolori di cor- po, & i premiti delle pondera , li quali chiamano i Greci tenafmi . Fl irta alla quantità d unanoce, & mangiata con mele fi conuiene à i thifici, che non fentono il uigore del cibo . Gioua ladecattio- ne fua alle bugane? , & al prurito di putto il corpo facendone fomento . Eruo3 8$ fua Bi- naria. Errore del Era faiiola , & FijchfiQ. L'E b y o fi chiama uolgar mente nelle Jpetiàrie Orobo, & cof lo chiamano anchora i Greci . £ ld pi^tat e produce piena di foglie & uajfene ne i campi per terra con molti rami , & fattili, intrigati infame confcg ie picco ^ line, lunghette, & minori di quelle delle lenticchie . le quali nafeono in quantità di qua, & di l* da ut} filo piccino o,ou yo ramofcello nella cima del quale ne rimane fuore dell' or dine U(ia fola , Fa piccioli fiori, che tendono alporpoieo , qualche uolta li fa anchora bianchi . Sono i fuoi baccelli quafi come quelli de i pifelli minori , ma affai piu corti y tili , n? i quali è dentro un feme tondo , poco maggiore della neccia-, & molto minore de i pifelli . i baccelli fra gì > gr alleilo fono cofi ferrati copie fefuffero diretti con un filo . Enne di bianco & di roffo , quantunque '°ne fpetis di pallido, melano fra le due fu dette fpetie . Tfon è troppo tempo , qhc il nero sè cominciato a conofici e in ^ douc bora per tutto quafi fi femina . nonne ueduto una fi etie portato di Candia^ affai filmile al nofiro, ma con pu- * del t0 feme & cod ì baccelli piu fittili . Ma non fapcndo forfè quefio il Brafauola fi credette , che l Eruofiffei pe, chiamato da Galeno, da Tbeophrafio,& da Taolo, Ocro, ingannato forfè dalla fmilit udine del nome, ‘fic C^ynon fio hauere errato parimente il Fuchfio , per hauerfi egli creduto ( come fi uede nel fio grande h erbario) che 01 o o 5 fuffe altro che la cicerchia . come che altro non fia la cicerchia apprejfo Galeno , fecondo ip eviti femplicifi1 de t^l.\ ^ fri, che quel legume, che ei chiama lathiri . Oltre àciòècofa chiara , che nella cicerchia non fi ritruoua quella facu quale ferine Eiofcoride ritrouarfi nell' orobo . Imperoche oltre al non ritrouarfi nella cicerchia ueruna amanti'- » > sè mai ritrouato, che mangiata copiofamente facci ella orinare ò ufeire il fangue per la uia del corpo con do or , < ^ ^ %a : come dicono dell' orobo Diofcoride,& Galeno . Dal che è chiaro , che cofi il Fuchfio,come il Brafauola ji pa in ^ difesamente ingannato . Ma è da papere, che quantunque fi feminìt orobo, nafte anchora per fi fleffo tra e effendo conofeiuto da pochi, è tenuto, che fi a una fietie di ueccia. Oltre a ciò è da notare, che quantunque per fa * ^ ^ Virtù dell’Er- mo. JIU Uncljpe llC Ut UCt Clu% UH t e il CIU t llu IIUIUI C, C.r/C l 1 t ’llÌMCO rina elegga Diofcorìde ipiu bianchi grani ; Galeno nondimeno al primo delle f acuità de gli alimenti vuole eoe ^ af] ài men vaglia ne Ile -medicine del roffo, & del pallido . Et però male infegna il Brafauola al fuo vecchio P'Op . bianco à tutte t altre fietie . Vale la farina del feme dell' Eruo mangiata cori mele, à coloro che hanno ne pò w ^ t prie gr offe, & rnalageuoli da cacciar fuore. Imperoche caccia ella fuore della concavità del petto ciò che taccqto digrofft bomori,& oltre à ciò prefa nel modo medemo fminuifee la mifiafimpiafiratacon u Nel fecondo lib . di Diofcoride . 4 j 7 E R V O. ojteme delle anguìnaglìe . I baccelli fi efebi petti inficine con i f atti, & foglie , fanno neri i capelli im- yipcn f ' ^ettC^ ^ far*na dell’Eruo nella Tberiaca , imperò che fen^a ejja non fi pojfono fare i T rocifci di fadrffcc d Cjl °h° ^€€0tldo c^e Pur dilfe Galeno all’v ni .delle f acuità de femplici ) caldo nel primo, & fecco nel tomjJCOn ° °J U1C} ^ certamente quanto è egli amaro , tanto nell' operation fue è afierfiuo , incifiuo , <& aperitiuo. ìinìime lT.°^nte^a fipafcono d'Orobo indolcito prima nell'acqua . Ma èperò dannato ne i cibi de t ^fmjfeancl ' ^ ‘ dl^acenoje algutto, & di cattino nutrimento . Quantunque ne i tempi delle grandi carefiic, m<> cornei lui Wa I!^0CYatefi^a ^at0 ufit0 nei cibi degli buominìper grandifimanecefità . Vfiamolo noi prcpa- wittojio tier me^e com€medic amento, che purga ilpetto c’I polmone da i grafi humori.il bianco è man ria, onero gialleggia nel colore . l’or obo due uoltelejfo ,&indol- Q£L> cito Firuo fcritto da Galeno. 4y8 Difcorfi'del Matthioli OROBO DI CANDÌ A, (ito nell acqua, lafcia lietamente tutto il fuo difpiaccuolc,& injìeme con ciò tutta la facilità incifua , & ajlerfwa . w el Nomi, cyq ni rimane, che [affianca terreHre . & coji diuenta egli cibo ,cbe fen^a amaritudine alcuna difecca . Chiamano l’Eruo i Greci O>0« : j Latini Eruum : gli strabi Keifene, Herbum,& Kerfene : i Tedefcbi Eruen egli Spagnoli lerrns . jFrancefiErs, Dei Lupini. Cap. CI. ILvp ini domeftichilbnonotiàtutti.LambendofilafarinadeiLupiniconmele,oueiolre uendofi caccia fuori i uermi del corpo . il medefimo fanno ilupini infulì nell'acqua, & mangi,- > che freno anchora amari.Beucfi per il medefimo có la medefima utilità la decottion loro conia- Nel fecondo lib. di Diofcoridc. 4 J9 L V P I N I. wnlaCdccorri^La4°"f e §ÌOlP ai3chora à coIoro , che patifeono nella milza. Bagnanti utilmente oprinomi i» 6 f- 1 ■ lIP1.ni (c càcrene,& 1 ulcere,che i Greci chiamano theriomata, la rogna quan kfcaiw l nafcimenti del] a GinauKiuu uicriomara, ia rogna quan -&dd, “(cimenti dellebrozze, lulcere del capo,che menano, & le macole del tliralideilc^nL ■ ' <^LeftamedefimaMlìemecon mirrha , & con meleapplicata ài luoghi na- Itj&fpeane : li,,: jf lj Prouoca i meftrui , & il parto . La farina de i Lupini mondifica la pcl- '^i&fforonml! ' JTlPa“ata con acqua, Se polenta mitiga le infiammagioni : 8e con aceto le feia- toni.Cottiin ' °tU * vin* ne^ acet0>& impiaftrati rifoluono le Icrofole, 8e rompono i Car- li wleonte nero ai!ìlIar,10Ua1na,"nc> cde d dlsCacciano3módificano la faccia : 8c cotti con radice di ca fiJa'La radicele ì’t ■ ° a roSna de gli animali quadrupedi, lauandoli con quella decottione te- wincll'àcauj,, sTm COtta ne^ accllla : & beuuta prouoca l'orina. I Lupini maceratì,& ìndol- > > beuutrconacetomitiganoifaftididelloftomaco,&iànnoappetito.Nefo- Qiì. i no 4(jq Dilcorfidel Mattinoli Lupini} & JoF9 fattoria. TI V P i N i Crefcono con unfilogmbone 4M forteto». foglie imfi m fitte pam molli pelofe &b, ancheggimi . 1 Fai fiori bianchi, &i baccelli piatti & (remi, per intorno, & bianche a di colore. ne , qual, fono dentro i lupini . & nonpiu che cinque òfei per baccello, & diuifi l'uno dall’ altro da certa membrana fittile . forni lupm predetti tondi, piatti & concavi nel nje^o, ricoperti d' un gufilo che nel bianco ha un non fi che dell incarnato,#1 di dentro fono gialli, Cto temente amari, hanno le radici SiaU,ccie * dafì,p„etm urbi Ce ne uLono infiniti il Maggio per le campagne , fonti di colore rofado . I domestichi s indolcirono m Italia, & rUpin^H«i Soso f Lupini ( fecondo aderto al éJaUoo. ^lodeUefacultàdeglialimem^ ÌftanVloZ.llperchegeneranoneicorpibumorigrofii,&cr^ dei Semplici: l Lupini (direna ) fi poffono mangiare cotti effondo pero puma indolciti,#- fiati lungo tempo nelUcqm, c ^feamentofonod, quelle cefi, che hanno nirtù di mollificare . Ma quelli , in cui fi ritroua la marna loro amaritudine , hanno mrtu d, moni, fiacre, & parimente di digerire applicati di fuori ; & finalmente inghiottiti con mele , onero beimi con acqua, & aceto amrq- {ano i uermini *11 che fa anchora la loro decozione , la quale ufata in modo di lauanda gioua all ulcere del capo , cbt menano alle uitiligini , alt ulcere .che chiamano i Greci exanthemata , aUarogna, alle cancrene ,&altulceremM 2o sne & contumaci. Il che fa ella mondifiumdo , digerendo , & difeccando finV mordacità, alcuna . Tolt, con pepe , & con ruta per farli al guSlo piu foaui , manducano il fegato , & parimente la ml\a . Applicati con mirri, a & con mele à i luoghi naturali delle dome prenotano i mensìruh& par, mente il parto . La fama loro digerifee fenv morda- cità ■ & però rifilile non filamento i liuidi , ma le firofile ,& le ghiandole , facendofi ella pero prima cuocere ì nel- l'aceto melato fi inacquato , & ,l Le piu lodate apprcjfo 'plinìo f mo le 7s{orcwe } forfè perche quiui nafeono elle piu dolci, piu tenere, & ping ''°Ue' , « 1p uaoe molto Utili ,c°pal in Lombardia , & mafsime apprcjfo alle alpi , doue non fino troppo abondanti le biade , le Rape molto utili , huomini , come anchora al bestiame . Et imperò non farà male il dire , che fi confinano , quelle muffirne , I no la Fiate , da i pidocchi , & bruchi , i quali molte uolte tutte fe le diuorano , mefcolando affai {uligine co Jerne^ ^ rio elle fi {eminano : onero infondendo prima il feme per unanotte nel fuoco del fempreuiuo . Il chepercofa ptQi- X? Nel fecondo lib. di Diofcoridc . 461 RAPE RITONDE. fotiftritftDi r La^uu ^ ^apofaluatìco , quitti e/preja da noi , quantunque non fa di quello Rapo faluati- . •l,raU°mSl“t nondimeno non foco al domestico , & però l’habbiamopoHo , come nojìro prò- codelMatihio ••rafonWd Mttou moderni che uogliono , che il F\apofaluatico[ìa fen'^a fallo il noflro minare , & torà- lo‘ '''Pii fa dentro ilr ^ ,mn&“tnej*e infoiate, alle cui opinioni non mi poffo io accollare. Imperocbe i recettaculi ^‘ilfme.èe ITi^' r ° T ^ m°‘ne hmn° dem° dife “ltri ricettaculi:ne nianco fi può giudicare algu- ll^totfiltnuìice ' entro fa ajìerfmo . Onde dico che il I{apon\olo è una pianta , che produce piu fufìi fottili , Rapandolo , & nterft: perciò che quell cvmcL • Ha Sfoglie lunghette , ma non però jlrette , quelle dico cheghiaciono ua 1^oru* l'afro foglie fole L ; C 6 trmifon°pìu frette, & piu corte : Fa i fiori nelle cime celejlì , à modo di gigletti 3 ma con • ^Ua 1 naJce u fraie ferrato in un picciolo , & J 'empiite capitello , minuto , & nereggiante , ha 3 la ra~ ta radice bianca , lunga quattro dita , groJJetta in me\o , tener a, & dolce ,ìl che (per mìo giuditio ) non Mìe e ^ ciuto Diofcoride , fehauejje tenuto il l\apon\olo per il fuo Fapo faluatico . Trofie ne i campi non colmati , & nc^{. ameni. &feminafi anchora nelli borti accioche coltiuato facci piu gr offe radici, per effer ( come ho detto ) grate a ' nelle infialate , nonfolamente crude ma anchora cotte . Ma in qual' ufo della medecina fi poffa accomodai e il ^ . ! {olo fin bora non ho ritrouato , quantunque dichino alcuni che genera egli affai latte , mangiandofi cotto cont ^ ■ lungo . Ma ritornando al nofiro ]\apo faluatico , il quale nafce in Boemia per tutto coptamente , & Perla ? ■ nelle e fremita de i campi , dico che egli nafce con foglie ,fuHi ,fiori,& feme del tutto filmile al domestico , ^ 1 le fogli? fieno piu groffe, & piu ruuide affai. Fa la radice lunga, &grof]a, come il Rafano dome fico , il cui jap° ' » è putito dijfirnilc dal rapo domejlico ; & di qui mi fio mojfo io à chiamarlo J\apo faluatico; Ma quello che io ^ Difcorfì del Matthioli RAPE LVNGHE, Mei fecondo lib. dìDiofeoride , RAPE SELVATICHE. tmo uatìco biofcortde, nafte copìofamente in Tofana per quanto ho intefo da ì mìei compatrioti, che fi dilet w delle piante . Ilfeme del noHro e (fendo euidentemente amaro,& babbi però non poco dell'eHerfi- toee 6 a H l!m' C^C n0n^ Hfare *n luogo di quello , di cui f crine Diofcoride , cofì in nettare le mfettioni cu u/vi* flC i™ ammaTkare l vermini del corpo nei fanciulli . il feme delle B^ape, fecondo che diceua Galeno Wire ero d t* tU C lfempl*cb aumenta leforvg di Venere, per generar egli (piriti uentofi : & la radice è dura da di- l^Jì&perà C°rP°h &£enera$erma * al fecondo delle f acuità de gli alimenti diceua . Laradice delle rape cruda lo falli . Tm° n°ri U°na ^ man&are *' mct cotta nell'acqua non nutrifee manco che faccino l' altre piante che le fono tìlorofi genera ne ° ^!uer^ moe^ come *n acet0 » & in falatnmia per conferuarle per tutto l'anno . L'humorc che lofi bene > tene™ ' C°^-5 \U ^ro^° ^ d°uere . Ut però mangiandofene fuor di modo , & maffmamcntcnon digeren- te ita nelle uene . Ver mollificare il corpo nongiouano3ne manco nuocono,& maf imamente quan- 4 do fono Rape fcritte da Galeno. 4^4 Difcorfì del Matthioli raponzolo. do fono ben cotte . Debbonji le rape cuocere lungamente : caperò quelle fono migliori , che fi cuocono due uolte . roche lemal cotte fono difficili da digerire, nuocono allo fiomaco, generano uentofità,& qualche uolta mor dicano i u Nomi, tre . Chiamano i Greci il Rapo r oyyóxm, i Latini : Rapum : gli .Arabi , Seliem , Selgem, Selgicm,& * 1 e felli Rueben : li Spagnuoli, TS^abo : i Francefi Rane, ouer TS^aueau blanc de iardin. DeiNapi. Cap. CHI. LA Radice de iNapicotta,& mangiata gonfiailcorpo.&nutrilcepoco.Sminuifceillu0^*^ 1 beuuto la forza de iueleni mortiferi : &peròiìmettene gli antidoti. La radice deinapm ba condita confale. C Hi*- Nel fecondo 1 ib . di Diofeoride. N A P O. e 1 A m an s i i ln 3* ofeana Isagoni , & fono fpetie di I{ape, conofciuti però da cìafcuno,& quantunque oro ' ie>& nette radici fieno piu fimili à i Rapbani, ne i fiori nondimeno, ne i fufii , nelfeme,& nelfaporefi raf- 1 atte rape . Hanno i Isagoni, come riferifee fbeopbrafio,& Tlinio , piu fpetie » come che à tempi vifoUn A ■/• i »■«•«««/* ivmerycryic x ucvyui ujw3k? ì.-hh»ujp^chuh"«i. ,v„T. ih j0 , f0BSeate,. e 1 ^lanc^h& de i gialli fe ne ritrouino . I gialli quantunque fieno piu grofìi,&piu aggradeuoli all’oc t'imdo fi0'1 mn0 fomiti * & meno aggradeuoli algufio3che non fono i bianchi . Sono al gufi o affai miglio- virtù del Na- to h efficaci C^°COu0 nc ìjwodi delle carni graffe , nondimeno con tutto ciò fono uentofi & gonfiano lofiomaebo 3 & fono P°- frtferpot eCC^are^ ku°mnì al coito 3 & maffìmametite mangiati con il pepe . Mettefiil feme loro nella Theriaca, kotticnc di m & dette lenticchie fa ufeir preHo fuore il uaiolo,& la rofellia , nel cbegiuoua nonfolamente per Difcorfi del Matthioli per cacciare egli fuore dal centro alla circonferenza li Umori che fanno quelli mah : ma perche perjua propria mura ■fi pera la malignità loro . Dafii utilmente in potage alia mifira fup cuccbiaro,con una dramma di farina difeme di Lì - 'no, con nino bianco caldo , per prouocare la orina, hcuuto con oJS imele,& acqua calda, fa gomitare le eruditi dello fa, maco . Et dafii anchora utilmente per piu giorni continui al trabocco di fiele con decornane di Marrobbio, &pamentt ne i principi all'hidropifia . fila giu delle fie-Wtù baciamo noi detto nelle nofive Ef iSlolp medie, itali . In ESmfifmi. nano in gran quantità: pere fiche del ferri: lorojicaua òlio abondant emerite . chiamano il fi(apoi Greci ìioiiviàiiì La- tini, Hapus; i Tcdéfchi, Steckgueben ■■ li Spagnoli, Uabicas ; i Erancefi , filauet , Del Raphano, il qual chiamano i Romani Radice, Gap. Olili. LA radice, la qual chiamano i Greci Raphano , {calda & genera uentofitfc-è grata al gu- fto, ma contraria allo ftomaco, fa ruttare, prouoca I orma, & lubrica il corpo , mangiata però dopo al cibo ; perche coll piu aiuta la digeftione . Ma mangiata prima fofpendc il cibo fopra dì fe : il perche fi dà per far uqmitare fempré iiynzi al cibo . Acuifce la radice i lenii . Mangiali cottalef- ìà utilmente alla toife pecchia , & contra i groffi Immoli , che fi concreano nel petto . La corteccia fua beuuta con aceto melato fa molto piu pretto uomitare. Applicata in modo di empiaftro è utile à gli hìdropici , & à coloro , che patifeono nella milza . Spegne inlieme con mele i liuidi, ferma l ui perecqrrQfiue,& gioua à i morii delle uipcre . Fa rìnalcerei capelli cafcatii&inliem? con fari- is na di loglio toglie uia le lentigini . Beuuta, ouer mangiata uale contra à i fonghi malefichi , & pro- uoca i melìrui . Fauomirare anchora il fuo feme , prouoca 1 orina. Schernito con aceto fìninuifee la milza . Applicato con aceto in forma di empiaftro fopra le cancrene le fcarifica ualidiffimamem te . Cotto nell'aceto melato fi gargariza utilmente contra alla Ichirantia : & gioua beuuto con ti- no contra al morfo delle cerafte . Il Raphano faluatico , il quale chiamano i Romani Armoracia , : produce le frond i fimiìi al domeftico , ma piu filtrili alla lampfana . Ha la radice fiottile , tenera, & alquanto acuta . Le frondi , & la radice s’ulàno ne i cibi , come l’altre herbe . Ha la radice uirtudi fcaldare, &prouocar forma ; ma fcalda però fuor di modo , Raphano, ouer radice,8tfuahi ftoria, ,ì ”T L raphano chiamiamo noi in Tofcana uolgarmente Radice quantunque in altri luoghi d’Italia fi chiama fyi- I agnello . Del faluatico ritengono anchora il uero nome i Bimani : imperoche à Roma fi chiamano le Badici faluati- j l'itancuu . ucl j cananeo ritengono anco ora u uero nome i L\omam : impero co e a t\oma ji colammo ic j\auiu j numi- che Bampracci . Ma ejfendo à tutti chiaro , che il faluatico è molto piu duro , & molto piu acuto del domcfiico} facil- mente può accadere , che in quejìo luogo fa il tefito di Diofcoride feorretto , come in molti altri luoghi habbiamo diino - firato , leggendoli in eff > , che la radice della Bgpjior accia è tenera , molle ,& non molto acuta . Fa il Bapbano le foglie fimili ni Lgapo , & piu frette , che quelle delle rape , & parimente piu ruuide 3 &piu pelofe, il gambotondo 4 il fior bianco 3 & le fi lique gonfie 3 acute in cima 3 quattro mite- maggiori di quelle delle rape ; in cui è dentro il feme ton- do 3 rojfo 3 & maggiore che, di rape , & di nagoni 3 & parimente piu duro , &piu acuto . Varia il Bapbano nelle radi - ci 3 auuenga che alcuni la producono lunga , diritta , bianca , non molto piu grojfa d’ un pollice tenera, & mediocremen- te acuta 3 la quale in Tofcana è la piu filmata : gir alcuni la fanno filmile à i nagoni , & fpefio piu grojfa , dura da man- giare , dell altra molto piu acuta- 3 ma non cofi grata al gufilo . Sono anchora differenti nel colore, per efiernene di bian- che , & di nere 3 quantunqucrpieFìe non fieno fe non vare. Le frefebe. tagliate minute, & [caldaie con un poco di uino bianco in ma padella , gir mefifie ben calde in un fiacche tto di tela fiottile , & pofiìe fopra al pettinecchio prouocanola phano dometti onna ritem’ca • Fail medefimo anchora il loro fucchio beuuto al pefo di due óncie con altre! anta maluagia . Tolto una co, oncia di corteccia della radice con altrettanta mcr cor ella, quattro grani di Tuffavano ma dramma di cafiia lignea uol- gare , gg due dramme di fucchio di fabina , &peHo tutto infierite nel mortaio , & meffo inuolto in fottilifiima tela nella natura delle donne , gioua mirabilmente per farle partorire prcflo , quando lungamente fientano . Vale il fucchio delle radici bollito un pochepto con olio di mandorle amare , ouer amente dolci , & un poco di uino bianco, & me\ofc) opolo fi coloquintida , a ifuffoli delle orecchie , difìillatoui dentro caldo . Credcfìil t'ucbfio, medico de i nofiri tempi nomi- rqatìfimo , che altro nonfia la Bftnor accia , che quella pianta, che uolgarmentefi chiaria Raphano mdiuerfi luoghi d l- talia , che produce le foglie molto maggiori del lapatio acuto: & radici acutifìime , tifate in tutta Germania, angaria.' gV altre regioni fettentrionali per falfa delle carni , che mangiano. "Nel che, quantunque fia egli huomo neramente dot- Errore del FuchfiQ. altre regioni fettentrionali per falfa delle carni , che mangiano. Igei che, quantunque fia egli huomo ucr amente ot- fifiimo , panni nondimeno , che in quefio fia in non poco errore , forfè ingannano dall' acutifì imo fapore di quella > adice • Ma fe egli fi fuffe dilettato di uedcifc r ow.n . Anup i n -nmnvftrrì fi u * il. <- rri-hi/ìfi fimii . gg4 che bairn . J 1 j vi/v j in, m, itvii, L I I Ut C , J Ul J C ItlgClM/lUlU) j ™ [ Mafie egli fi fuffe dilettato di uedere Bpma.,doue' i P^am oracci fi portano dalle campagne copiofi fimi , & <■ parimunte confi dorato , che le foglie del lapatio non hanno fimilit udirle alcuna fon quelle del Bapbano domeftico , non haur ebbe forfè cofi in ciò errato . il Bapbano domeftico ( fe credere fi deue à-Theophrafto) è di varie & diuerfeffetie . onde fcrinendone egli almi .capo delvi i . libro dell’hifioria delle piante , cofi diceua . Le fpetie delle Pedici fono unuc ja i/icnuu/ip egu «ni II. capottavi I . libro dell hijtona delle piante , cofi diceua . Le Jpetie aeuc r- fiiuerfe , ciò e Corintbie , Cleonee , Liothalafie , gV Beotie • Le Corinphie crefcono affai con difeoperta r adice jjjmpeto che fecondo che l altre fi profondano con le radici in terra,quefie efeono con le fue fopra terra. Le Liothalafie^^1 c)l * di bvuY.i . gir dolci R ime , ne fono coji lunghe, •* j r 1 wj invili i i in uccra, qucjic cj cucio con te jue j opra cecT-a. ^ mano Thracie ; refifionoualorofamente alfìeddo. Le Beotie fono ritonde di figura , & dolcifime , ne fono coji lung )e come le Cleonee . Tanto fono piu dolci & piu fioatti le Badici , quanto le foglie loro fono piu lifcie : &per il contrai ufi acute fono quelle che hanno le foglie ruuide , &. afiprc » Trine una fpetie , che produce le foglie fimili alla ruchetta • * BÉB Nel fecondo li b . di Diofcoridc . 467 EAPHANO I. chereciuGalenoaU\iiiMefacrità. de femplici, calie Mce fcritc vomitoti, 1 ualor C JecoMo > come che 1 I{amoracci foprauannj.no amendue queSli termini . Jlfeme oltre à da Gal. lumie ài 1^ r°J0,Cjjmta laPianta- Ha tartà di digerire: & imperò per bauer egli cotal f acuità è molto con- fola & U eJ>erc°^e ’ 11 ‘delle f acuità de cibi : Mangiano ( diceua ) gli h uomini nelle cit- L M t die n nettino ' ^ ^ ^ *• ^ ^ Pr™cipio del pafio infìemecon garo , per muouereil corpo :<& pochi fo- bici Ln aceto. Ma i uillani la mangiano JpeJJo co l pane non altrimenti , che gli altri companatici ?i la natura & "l“'‘óWrtU JFCJJU tu 1 Fanc non nutrimenti , che gli altri companatici ^’ttftrpillojani non PreP^ratl per arte , come è l origano uerde } il nafturtio 3il thimo ,la tbimbra , il pu- C/1ta> a calaminta , il pirethro ,& la ruchetta, imperoche tutte queste herbe uerdi fono com- panatico 4 6 $ Difcorfi del Ma tthioli R APUANO I I. fanatico del cibo . Mangiaufi parimente qualche uolta (tnchora le frondi , & i gemini delle radici , ma pia P fio nelle neceffità , che uolentieri. É la Radice nel numero di quelle coj'e che fi mangiano continuamente, flap ^ fagnia de cibi , &per dar loro fapore , che per nutrimento , Ha uirtù di fmagrare , & di fcaldare : imperoc e * %a in quella qualità foprauan^a. produce il fuflo al tempo della primauera, come fanno la maggior parte dell a r te , che lo producono , Mangiafi queHoleJfo , &pofcia condito con oglio ,garo, & aceto , come qi,plln dr.flcrape > la fenape,& della latpuca.& cofi nutrifeepiu il gambo , che laradice cruda, per lafciar egli tutta ì oue fi cuoce i quantunque habbiq poca uirtù di nutrire. Sono alcuni, che non folamente cuocono ^ ^ ^ fe radici ? & eofì fe le mangiano , come le rape . Tslpn mipofio fe non marauigliare d' alcuni medici ignoranti , Nel fecondo lib . di Diofcoiide. 469 RAPHANO WLGARH, H.tkkb bukfaZ "Z’ lc niki d°p° cena > dicenio hauer cièPer f™? ■ m non però fo io alcur & Mei ■ ìt7x ri- Ìam0 ‘ Chimano « Grea il A“fbano , P «wwV : i Latini \aphmus , gttjfra- i ■ j caejchi gettici) ! gli Spagnuoli Renano > & nauxnillo ; li Francefi Rpfort . DelSilàro. Cap. CV. E/Uoca I orini cu* radice leflà è aggradeuole al gufto , utile allo ftomaco : pro- RR j^vak- 47® Difcorfi del Matthioli SISARO I, Si faro & fua hi iloria. il Sifaro fujfe cofi noto àgli antichi , che non fi ritruoui ueruno di loro (per quanto riua le note, & l'hifìoria , nientedimeno è egli à noi in tanta poca cognitione , che e coja QV A N T V N Q^V E il i ueggia) che ne defcriua le note, & l'hifìoria, menteaimeno e egli a noi m cani* yocu n/y»*"** > - , - -a cilifiima à rintra celarlo in quella noftra età , non ritrouandofi ueruno , che ce lo [appi dimojìrare . il peTC )C 10 P ' da prima da alcuni, che mene faceuano fede, fcrifìi ritrouarfi il uero Sifaro, in Germania nel territorio di preffo ò intorno al Bj eno . Ma accadendomi poi conferirne con alcuni dotti fcmplicijli di quel paefe, m ^ ejfere nero, per ciocie quelle radici che mi dipingeuano quei primi per il Sifaro , mi dicono ejfer quella ifiejfa, crt n0 ^ liamo delineata, chiamata da i T edefehi rapa gialla . Ma fe pianta alcuna à i tempi noHrifi ritroua 5 eoe pojj^ ^ Sifaro, crederò io ageuolmente ejfer quella, eh e nelle foglie fi raffomiglianon poco alla pastinaca domenica c dici, di cui è to li antichi , i -hu o io cjj ci ‘i in tuì , tue litui jognc ji ì mjj vnnguu iiu/t jjucv ctuu- * u ui è qui la figura . Inducommi adunque à ciò credere piu cofe . Et prima , confidcrand ofi quanto m ^ ichijparmi che apprejo loro debbi ejfer il Sifaro come jjietie di pajìinaca . ImperocbeTlinio ( lafaan o Nel fecondo lib .di Diofcoride. 47 1 SISARO II. h ° ' x X' ®ri’’ doue fcriut egli della paBinaca, ferine fubitopoi del Sifaro, come congenere di quel ffotnj; f“m mc"m n01 effer H noftro qui delineato . Appo ciò per hauer la fua radice dentro un neruo , il quale ‘dibfun^lUU,:0me e CotU ' 0ltn * cIue^°>P' erfeminarjì & ripiantarli il nofiro,flirp, andò le piugiouene radi- Hot il fcine ‘no nP,tlflt:and°le in terra, come fi fa con l’Helenio, coni Aro, & con i Gigli:& queffo perche ferninan- tmhmt rncdfij f ^ Um° mnSiarefi n°n il ter\° anno dipoi, & pìantandofene le radici fi mangia ma- mf‘nukoiac hu°h / i- ÌKe M‘trceIio Vergdio che faceuano li antichi, & parimente il l\uellio, i quali quantunque fatù, che Mi c ii 'T trasfer't0 nc * Volumi loro, nondimeno, io crederò che in ciò fipoffa creder loro, perperfita- li 7 da bene, non loferiuerebbenofenon l'hauefero trouato ferino dalli antichi . Hpl- c°lmella, al tergo capo deli undecima libro della fua agricoltura , cofi dicendo . la palli- atitipujfniu C0H i'' X> men^ano piu beile & piitgrojfe quando fi piantano nel terreno ben fcajfato con la uanga,& % ante , ma bifogttt piantarle, & pone rarifivme , acciò che pofìno crejcere, & che non occupandofì R R 2 inficme Homi, 47 2 Difcorfi del Matthiolì Virtù del ro. fiere che il tifar* fìfmum, & nonfifeminauà: &'cheper effer ècopiofe di radici, come èUmphodilh.hubif^m I di effer piantato difeofio affai (ma radice dati altra, amache generando poi quelle ciafiima molte radici , habhim un po ow fi pollino difendere . Imperoche quanto fono elle piu groffe , tanto fono piu grate , 0- piufoam alguflo .&pt, j ben dica, a Timo d quinto capo deldecimonono libro con quelle parole . Fu Hfifaro nobilitato molto da Tiberio Cefi, re facendofela egli portare ogni anno di Germania . Chiamafi Celduba il caflello appreffo al ffhm.doue wfceìl finge mofo . Dal che appare che deflden il fi faro luoghi frigidi . Ha dentro di lungo un neri, o, il quale fi caua dipoi che eglii cotto . Tutto quefto del fifare fcrìffe Tlinio : Dal che è chiaro , che i fifa n di Germania , piffero cofi grati aTìbc io fa effer quelli che mfcotio in luoghi freddi piu grandi , & migliori . Oltre di ciò ferine Diofccride , che la radice del fi, fi. ro, è non folamerite grata al guélo, ma anchora utile allo (tornato . il che fi uede manifefiaìtiente nel nofircfifarogm io dòlejaeracidiprimaiefie&dipoimfarinate.&frittenelboturofimangiano , Tffeho io altroché ma cofi fola, ebe olii alla mia opinione, cioè che nel tioftro non ui fi conofcc qrnfi «erma amarena, auuenga , che appreffo Diofcorìie, & Tlinio il tifare m fidfenga amaritudine . Ma quefto non mi toUc dalla mia opinione , per fafere che il terreno, &itp, e ' fe molte uolte alterano i fapori, nelle radici . Copie ueggìamo chele cipolle Gaetanc,fe bene fono le maggiori che fi ritn tòno in Italia , fono tanto dolci, che à pena ui fi ferite acutezza alcuna , il chef, vede molte notte ne i rapimi, &neltjL- ro cirenaico, come ferine Galeno . Quella adunque è la mia opinione, la quale lafcio a confermare nettarbirm di coloro, che fono in ouefta facoltà piu di me effer citati . Ffitromfi {come fcriue Tlinio) anchora il fifaro faluatico , come la pafti - ] naca ,&però dìceua egli al quinto capo del uigefmio libro . U fifaro erratico è fimile al domcftico , cefi nella forma, co - pie nell’effetto : eccita fi appetito , 0- prefio con aceto laferpitiato netoUe uia la naufea & il faHidio , ouermentepnfo con pepe.o con u ino melato, è confalamoia dipefee , Trouoca Ut orina ( come ferine Opionc ) & parimente il coito, il- „ che conferma anchora Diocle : appo ciò gioita ne i comalefcenti à i difetti del cuore ,&doppoi lunghi nomiti allo flo- maco : Heraclide lo dà contro (argento uiiio . Il fucchìo del domefiico uale priuatamente bcuuto con latte caprino fer riflagnare ifltifii del corpo . Fece del fifaro memoria Galeno nell ottano libro delle facilità de ifemplici con quelle foche parole . La radice del fifaro cotta, è utile alio fiomaco, &fa orinare fcaldando nel fecondo grado, con un foca i ama- ritudine,& diuìrtù coslrettiua . Il Sifaro chiamano i Greci S/o-sfoo i Latini, Sifier egli Mah, Culcas, Tlfarnhi" Seifaron : li Tedefchi, Gierlin,& Girgclin :gli Spagnuoli, Chiriuias : li Funcefi.Cheruy , & Gyrolos. pel Lapatio , ouero Rombica . Cap. CVI. della Rombice , ouero Lapatio fono piu . Trale quali quella fi chiama oxilapa- p o in li.Anbi iioIucIaIi con /-Jnrf» {-rrxndi Rr cmnntifat-p in niTìJl . NsfctnCafiCflOril LE SPETlE MVii«uvau/iw j U„V*V , r-~- ~1 -I— , - , tho,che nafee in luoghi paludofi, con dure frondi , & appuntate in cima. NalceneancnoR un'altra fpetie ne gli horti aliai da quella diffimile . Ritrouafenc una terza fpetie di laiuatica breue , & fimile alla piantagine , tenera , & Arata per terra . La quarta fpetie è quella, che chiama- no dall'acetofo fuo lapore oxalida, come che fieno alcuni, che la chiamano anaxinda , oueio rom- bice faluatica . Le cui frondi fi raifembrano à quella terza fpetie di faluatica, che fa le fiondi coite. Il fufto di quella non è troppo grande : il feme è appuntato , rolfo di colore , & acuto di lapore , qual nafee nella cima del tulio , & de fuoi ramufcelli . Tutte le Rombici mollificano il corpo raa^ giate cot te . Impiaftrate crude con olio rofado , & zaffarano rifoluono le pofteme , che chiam jneliceridi . Il feme della faluatica , dell'oxilapatho, & di quella che chiamano oxalida , ji ee niente nell'acqua, oueramente nino contra alla difenteria, flulfi ftomachali , faltidi d.iltcm r , p & punture di feorpioni. Imo che, fe alcuno ha prima beyuto cotal feme,&fia polcia tra rii feorpioni , non fente nocumento alcuno. Le radici di tutte le rombici crude , ouer cotte p K, .. .a ... . _ . ... i • ma di- faceto banano applicate in forma d'impiaftro la fcabia , l'impetigini , & 1 unghie corrotte • ^ fogna prima fregar il luogo al fole con nitro, & con aceto. Sana la decottione delie rom^^ uaqdofene nel bagno il prurito di tutto il corpo.La decottion loro con uino gioua lattando^ |a bocca, à dolori de denti :&fimilmente ualeà dolori dcll’orecchie diftillataui dentro. rombici nel uino , & impiaftrate rifoluono le fcrofole , & le pofteme , che uengono “V0® nmnc chie : Se cotte nell'aceto firiinuifcono la milza . Sono alcuni * che per rifoluere le fcrofojej por^an^ attaccate al collo le radici loro. Le radici delle rombici trite, & applicate alla natura delie ^ ^ ftagnano i flufsi loro:& beuute cotte con uino uagliono à trabocco di fiele,rompono le P'e® n0 ' la uefcica , prouocano i mcftrui , & medicano alle punture de gli feorpioni . Quello cmje^ j ^ i Greci hippolapatho, è grande, & nafee nelle paludi, ha quefto le medefime uirtù , tre lpetie delle rombici fopradepte . Lapatio,, ouero Rombice , & fua efsam. Pxilapatho. Chiamasi il Lapatio inTòfcana uolgarmente bombice. & quantunque à tempi noflri non fta inU- re la Bombice ne gli boni ;ui nafee però per f e ftejja 3 come anchora il faluatico, ne iluoghi n°n^ J ^ ^ con foglie Jìmili alla bietola ner a , ma piu piccole , come di piantagine , Sirate per terra , con il.fi1fl°J rta * gombito , con fiori rojji ,& feme minuto /lucido ,& nereggiante , la radice ha ellagialla» carnoftjv 'Ret- ina Diofcoride Oxilapatho , ciò è Lapatio acuto, quello , che nafee ne i luoghi paludofi , & a c quaTinn ^ per ilcbe fhefia egli acuto ,&acetofo nel fapore , come è la Oxalida , la quale chiamiamo noi uolgarmente ^ hauer egli le fiondi appuntate . imperoche oxy in Greco fignifica qualche uolta acuto ricettando ^/^Por^^ w0- liolta appuntato ricettando la forma, come medefimamente lignifica molte uolte quefto uocabolo acuto ne. t> é9 Nel fecondo lib. di Diofcoridc . 47) OXILAPATHO. Oxalida di due fpetie. acetofe » come il fatto & le foglie » La minore fa le foglie molto piu piccole fimilià i ferri dette lancio iuuuc , «r/r* giunti) & pione d humore » & affai al gufo piu acetofe di quelle della maggior ffetie. il feme è fimilo in amendue, eccct {Jippojapatho; t0 fa queu0 jfa mim;e 6ì pu mim£o ? Dell' Hippolapatbo poi habbiamo offeruato due frette doWjM cioè » & faluatico. il domefìicofì [emina boggidi negl* botti» & ne i giardini» & chiamatilo pf abarbaro do i frati . 11 peroche quejìo nelle foglie » ìlei gambo , nel feme » nella radice ,& uniuerfalmentc in tutte l’ altre parti > fi rafio0$ del tutto al legittimo hippolapatbo , Ma il faluatico non folamente ho ueduto io crescere congran fiondi, ó ^ Rombici ferir- A0 nc\e Pa^Ì j ma anchora in fu i monti » ouefia graffo , & morbido terreno, & maffimamente ne i luoghi , ouc e /■ £e da Gal. fbe,& le pecore fogliano stani tare la notte . Scriffe delle Rombici Galeno alyil, delle [acuità de fiWlcl,c^ Nel fecondo lib, di Diofcoride . 475* OXALÌDA MINORE. »>/. « L^uyano na uirtu moderatamente aigestiua. Ma nell oxilapatboji ntroua mijtaì per ciò che quantunque bah - u del iigeflìuo ; ha però anchora del ripercuffiuo . Il feme loro è manifelìamente coftrettiuo , & mafime quello del- oxi apatho , di modo che fona la difenteria , & gli altri flujii . Oltre di quello Ihippolapatho , che nafce nelle paludi , e e mtu medefimc de ifopraf -.ritti ; ma non cofi ualoroje .Etnei II . delle fatuità degli alimenti : La bombice (di- ttila) fi può chiamare , come habbiamo detto per aitanti , Bietola faluatica , auenga che non folamente nel gufo , ma 0 “tic tra ncile lùnule fia ellafimile . Ma perche la Bietola qualche uoltaèpiu diletteuole della Bombice, però è piu ufa- ag i Immilli. LOxilapatbo ( come ferine ^ietio ) hauirtù particolarmente dimorfi dei cani rabiofi, fomentan- ti prima a piaga con la fua decozione ,& mettendoli [opra dipoi l’herba, àmodo d) mpiajìro ,& dandofi poijiibi- RR 4 toa Virtù detl’O xilapatho . Difcorfi del Matthioli HIPPOUPAIO. to a bere la dee ottiene delTberba , & delle radici . Fajsi del medejhno un'acqua diHillata , che lena uia tutte lepu uh & macchie della faccia, & d'ogni altra parte del corpo in quefio modo . Tiglianfì dì acqua lambiccata d OxiUpatio, & dì meloni ben maturi , di ciaf chunadue libre , & aggiungonuiji dentro dieci uuoua di rondine , meta oncia ija nitro t & due onde di tartaro bianco , tutti prima poluerit^ati mettonft poia lambicareinun lambicco diuetr > & cauafene l acqua 3&con questa fi laua la faccia la mattina 3& la fera fi onge con olio di tartaro , & di man or dolci mefcolati infeme . La decottione dell Oxilapatho fatta nel nino , beuut a alquanti giorni guarifee il tra ocCO ^ fiele 3& reHituifce al corpo il prillino colore . credono alcuni chefìpreferuino dalla caccola de gl occhi co oro > ^ portano f opra dìfe una delle fue radici canata à luna feema , & inuolta in hianchifiima tela * Chinano i Nel fecondo lib, di Diofcoride. 477 HIPOLAPATHO SALVATICO. fytnlìccMzaSw i Latini , Lapathum :gli strabi tìttmadh , Hrnadh , & Hamad : i Tedcjcbi , s (mpffer : li Spugnati- Nomi. ' ' •' l imiceli , Lampe . L'^icetofa chiamano i Greci O’JaA/r.- i Latini , Oxalis: i Tedcfihi , Saiter ampjfer : gli Spagnoli , Arpderilha : li franceft 0\eiUe , V inette , & Salette . Della Lampfana. Cap. CVII. LA l t . w ip s a n a è una herba faluatica,piu nutritiua della rombice , Sepiu utile allo ftomaco . Le cui fiondi , & i cui torli fi cuocono ne i cibi . La ' 47g DHcorfidel Matthioli Lampfana a & fui eìsaw. LA lampsana quantunque fia qui con l' altre herbe , che fi mangiano ne i cibi , c onnumerata da D nondimeno noti ne defcriffe egli cofa alcuna delle fattele fue , per effer forfè a quel tempo nelpaefe, jL^nuruuinc/wnon ne aejcnjje egli coja alcuna delle fattele juc , per ejjerforje a quaiemyu •w tifima à ciafcuno . Il che non interuiene hoggi in Italia . Et però diremo inficine con Tlinioagli i X ,caP ‘ ' lib . che la Lampfana è una fbetie di canaio (abiatico alta di filalo un Diede . Le cui (rondi fon ruuide , & finn ■ a ’ • ■ J J "WH »» «» li* UH» -L-t' y-’l - lib . che la Lamp fana è una fftetie di cauolo f abiatico alta di fuHo un piede , Le cui fiondi fon rmiuc , v j * • • i nagoniy ma feti fiore piu candido. Vafce quefia in Tofana, & in molti luoghi d' Italia abondantementene ‘ _ „ - . . che nonfilauorano ; quantunque teliamoli fìa d i tempi noHri troppo in ufo ne i cibi , ne nelle medicine ,fe nonne i ~ ci |a Gal.^ t delle careflie . La Lampfana ( diceua Galeno alv il. delle f acuità de i femplici ) mangiata genera cattila nano . ^ Nw&i* me che applicata di fuori habbia ella uirtù digcftiua , & ajìerfìua » Chiamano i Greci la Lampfana , Min*119 tini Lampfana* Del Nel fecondo lib. di Diofcoride Del Blito . Cap. CVI1I. tL turo ft mangia come l’altre herbe d'horto .Non ha alcuno ufo nella medicina :impero- Jchefolamente lemfceil corpo . Il blito èdiduefretic , bianco cioè ,&rofifo .Sono ambidue uolgarmente conosciuti, per nafcere ab ondati - temente tintone i ampi, quanto negli boni . Il rofifo produce le foglie, & parimente ifujli porporeggiami , fintili all amaranto , cbenoi chiamiamo Fior /iellato . E rojfa parimente la radice , di modo che rompendoli pare , che fi angui - ìiimtu- Enne diquesla forte uti dltrajpetie chiamato danoi blito maggioreper crefcere egli cofi grande che pare iin’itrboretto , con foglie fintili all'altro ,fie ben maggiori , & con fiori grandi , con gran numero dipanicule all’intomo , blìto maggiore. Bliro,& fila ef- faminadone. Blito Maggio re,& Tua hiito- ria. 48 o Difcorfi del M-atthioIi B L ITO R 0 S SO, piegate uerfo terra , come pennacchi & roffc come quelle dell'amaranto . Ilfiufio produce eglìgrojfo come un / wcuj* duro ,& per lungo Jìrifciato . il bianco dal colore inpoièdel tutto fintile 3& nafce nei luoghi medefimi , con joò ‘ però alquanto piu larghette , & biancbiccie . I fiori , &. parimente il feme producono qmendue fu per ilfuft0 m rac mi limili alle canicole del oamr.n Calu/i.tì.rn. rUìamnfì nel tpwìtfwìn m t vpntr\ ìl J-.lìtn nìprlnnp. . p't wanziafi nc ci hf mi fimili alle pqnicole del panico fialuatico. Chiama fi nel territorio di Trento il Mito Eledone , e fie uolte . C uo conio prima nell acqua , &pofcia lo friggono nella padella con olio , ò con burro , aggiuty dell aceto, onero dell agrefio. benché molte uolte ( come pojfo io far nero teftimonio ) faccia uomitare ,geneuax Jìomaco3& di budella , & parimente fluffi diforpo jmouendo la cholera.il per fhe'Tlinio al XX 1 1 •capo deh X. i • ^ ^ il Blito ( diceua ) efifiere una pianta infipida , fetida alcuna acuteg^a . & però apprefifio Menandro i mariti ciò remore con le mogli . Tfiuòce allo filomaco , & in tal modo lo conturba , che muoue in alcuni lacbolera . I dimeno d bere nel nino al morfio degli ficoxpioni : & irtipi altra fi in fin i calli de i pidei,& parimente ne i dolon^^nio # ^5 ■> ^ della mil'ga vnfieme con olio . Ilipocrate ferme > che frangiato rìHagna il mefiruo , Qgefio tutto dijjc ^ • Nel fecondo lib. di Diofcoride. ScrìJJene Galeno al vi , lib . delle f acuità de [empiici, con quefie parole . Il Blito è unherb aggio, che fi mangia , frigido Biiro fcritto & humido nel fecondo ordine .Et ahi. delle [acuità de cibi : Chi intende ( diceua ) la qualità gufiabile del blito & da Gal. dell atriplice , & chi ben fi ricorda del fapore della brafiica , non hauerà da dubitare , che la lattuca non fi pofifa colloca te nel nte^o tra la brafiica , & tra quelli : ìmperoche quella difecca udentemente , & quefii per il contrario fi mo forni- ti ,&acquofi. Et però non follmente fi mangiano con olio fole ,& congaro , ma meglio , &piuffiefje uolte aggiun- gendogli dell’aceto : altrimenti fono inimichi dello filomaco . Hanno quefii herbaggi ( come dicemmo ) alquanto di uirtu per mollificare il corpo, & mafiimamente quando s'accrefce lefor^e loro con qualche cofalubrica,& uifeofa . Que- fto tutto dijfe Galeno . Onde non è fe non da marauigliarfi , fe uogliamo confiderare le parole di Vivaio , & di Galeno, IO c^efCfiueffie Diofcoride , che il Blito muoueffe il corpo , & non haueffe alcuno ufo nella medicina . Chiamano i Greci Nomi . il Blito, B i Latini , Blitum : gli » /ir ahi , Bachala iamenia , ouero Bacale aliemante : iTedefchi , Mayer : gli Spa- glinoli , Bredos : & li Francefi V orree rouze . * SS Della 48 2 Difcorfidel Matthioli Della Malua. Cap. CIX. SONO OVE fpetie di Malua , una domeftica , & l'altra faluatica . La domeftica è piu comiene- uole per roangiatlèla ne i cibi , che non è la (ài natica , come eh ella uà mutile allo ilcmàco . Le- nire il corpo , ma molto piu lo fanno i fuoi fufti . E utile la malua alle interiora , & alla uefcica , ! Le lue fomie crude mafticate con un poco di (àie , & fattone impiaftrocon mele guarifeono lefi- I' ftol e lacrimali : ma nel faldate la cicatrice s'ufano pofeta fenza fale . Giouano con applicate mede- | imamente alle punture delle api, Se delle uefpe ;& però chi s unge con la malua pefta crudainlie- 1 me con olio, non può dlèr punto da loro . Fattone impiaftro con orina humana mondifica la farla- lo relia , & l'ulcere del capo , che menano, Le frondi della malua Ielle pefte,& applicate con olio me- dicano alle cotture del fuoco, & al fuoco facto , Sedendoli nella fua decomone mollificale durez- Nel fecondo li b . di Diofcoride* MALVA MAGGIORE. u°ghlkcreti delle donne; & facendone crifteri gioua à i rodimenti delle budella, del fede- la decottion della malua fatta infieme con le fue radici beuendolaà ^bifognache coloro , chela beono, continuamente la uomitino . Vale nino infi” a m°nfi d,C ! fagn^ che chiamano phalangi, & prouoca il latte . Il feme beuuto nel nino interne con quello del loto faluatico mitiga i dolori della uefcica . , . rM A 1 V A ma deUep>« volgari ,&piu conofiiute herbe , che fi ritrovino tra le piante, nondimeno gl’anti- I J arano difeminarla negl'borti ,percioche a loro era ella ordinariamente inufo neicibi. Bjtromnfene di SS 2 piu Malua , & fua hiftoria. piu fpetìe : imperoche quella > che crefce in albero , non è altro , che Malua commune tirata con artificiosa coltura > ^ me recita Theophrafio al v.cap. del i . libro deltbifloria delle piante , co fi dicendo . Sono alcune piante , che per il $ olmate diuentano diuerfe 3 & s allontanano dada natura loro , come è quella Malua , che crefice in alto , &ft twft- pia in albero . il che neramente non fi fa coniando tempo , ma in fei , ouer fette mefi 3di modo eh ella può cofi crefiei alla lunghezza 3&gr offesa d una haffa . il perche comodamente sufano i fuoi fufli per baffoni: quantunque fiu lungo tempo affai piu crefca . Queffo tutto della Malua arboreaferiffe Theophrafio . Jpprejfo di Vlinio al IH • ir' cap . delxix . libro oltre alla Malua 3 che in Arabia crefee in albero in fette mefi 3 & fanfene bafioni , fi legge fra Malua arborea , eh? nafte ip Mauritania apprejfo Lm salitilo 3 doue fi dice ejfere fiatigli botti delle J Nel fecondo lib. di Diofcoridc . MALVA QUARTA. *uenti piedi y & di groffe^a di piu del? abbracciare d'un buomo >& di quefia medefima grandezza dice ritro- J ’ canape . Di Malua arborea uidi già io in fu lariua del Bcnaco nella uilladiGrignano alcune piante * Me per arte in un chìoHro di Frati di fan Francefco . Éfìmilmente fpetie di Malua quella , che Malua Magg are a tutti glihorti d'Italia } crcfce alta corti un arboscello > con fuFlogr aride , tondo fimile re- 'e >et con foglie ben larghe y rare ,& all' intorno dentate ■> quantunque quelle, che fono fu per il gambone ,fie- ° fi i^lCC° ^ debutto fmili alla malua uolgare: produce i fiori in cima , & fu per il gambo 3 grandi fumili alierò- che^t ^tC di foglie > Enne didiuerfi colori peroebe alcune nel porporeo ac cefo nereggiano altre fonobian- a tre incarnate , di modo che cofi nella fio- 4 > come nel colore imitano le rofe . durano quefli fiori affai piu SS 5 lungo Malua della ter za fpetie. Virtù della Maina. Malua fcritta da QaJ. Nomi. Atriplice , & Tua hiltoria. Errore d’alcu- iu. Spinaci , & lq- ro hilloria. 4g£ Di fcorfi de I M atthipli turno tempo folle rofe .mafono inutili & fetida ueruno odore. Troduce la radice lunga mucida , &armdemk, me quella ddUlthea QueHa adunque non è cofi cheprohihìfca , che non fi f off chiamare maina maggiore, puntim- ene fieno alcuni che la chiamano matita arborea, ma errano , imperoche come fa testimonio Galeno aly li.&x. Ufo delle [acuità de [empiici IVvnS'ivfyoy.a>» è altro, che il fuo proprio nome Latino corrotto nel uolgare . V [affienii piu à far torte alla Lombarda, mfciffldo- lo con cafcio , burro , &uoua . TSfionèherba , che piu pr elio nafta ,& piu prefio crefca negli horti, che fa quejhuptt- ciochc in jpqtio di quindici , ouer uenti giorni fi [emina, & fi mangia crefhiuta nei cibi . Tr oduce le fiondi difateitf ■ larghe appreffo al fusi o , & appuntatèin cima , à modo di faetta , graffe , piemie d'humor e , di colore piti prejlo giallo , che uerde . il fusto , il quale il piu delle mite roffeggia, , crefcecon piu ramuf celli all' altera di tre , ò di cpia,ttro goin- biti } fu per i quali nafte il feme in certi follicoli hiac ciati fimili d quel del paHurtio , ma di forma affai maggiore . Vfiì1 l Atrìpiice ne i cibi per tutto il mefe di Maggio : imperoche fecondo che uelocemente nafte , cofi anchora uelocemente s’muecchiaj&fi perche la tenere n^a delle fuè fiondi . E' neramente uana l'opinione di coloro , che fi credono , ce l uAtriplic e ,& lo Spinace fieno una pianta medefima .Ter cioche lo Spinace èherbanuoua, non cono fiuta , ne fritti fe non da i maderm.quantunque il Manardo da Ferrara uada fofticandq,che fieno l\A triplice ,&to Spinace > 4mcn ut . fpetie di Chrifolachano . Il che neramente non mi contenta •' per cioche Chrifolachanon in Greco fuona in Latino aurei® j olus 3 ciò e herba aurea . la qual qualità fe ben fi conuicr\e all’ ^triplice j nonperò per quefio fi conuietie allo Spinace j , quale nelle fiondi , nel fufioynel fiore , & nel feme fttnprc uerdeggia . Seminanfigli Jpinaci il Mefe 4 MgoBo , &prt mente di M,ar\o : ft[aftouo il fettimo giorno , con foglie da prima triangolari 3 le qualipoco dipoi diventano fagW j» ,, & intagliate p.reffo al picciuolo, come quelle della cichorea : Hanno picpiola radice > con molte fottilifiivie fi - c ‘ . i ilgambo alto un gombitq , & alle uolte maggiore y concauo dentro } tenero y & fi agile . I fiori fa egh uerdicci , pW ^ fondi 3 & raccmofi , da ?' quali fi genera ilfemejpinofo , & triangolare T ’UfiftmgU fittaci & campaio in Nel fecóndo liB. di Diofcoride 487 ATRIPUCE DOMESTICO. ^tn coltiuato , & graffò , & maf imamente negl'horti , curando fi poco del verno , & del freddo, come fi uede in Boe- ww, dotte in Tragafi uendonogli fornaci bellifiimi in fu le piazze piu il uerno che la fiate . Sonno di due foetie , mafebio M è, et f emina, & conofcefi quefla , perche non fa feme. Vogliono alcuni che gli fornaci ne fieno flatiportati di Spagna, onde dicono , che di quindi hanno riportato il nome, ciò è corrotto il nome di foagnaci in fornaci, ma s ingannano , pofeia c cjiucde che ilnomeloro uiene dall' Arabico, attenga che Serapione chiama lo fornace foanacli . Mafeio debbo dirne, 0 quello , che ne credo , dico che piu prefio crederà che fieno flati chiamatigli fornaci cofi da noi Italiani , per il loro feme ipmojo.Cuoconfi il piu delle uolte nella padella fen\a acqua,& mafiimamente quando fono teneri . Imperoche fono cofi SS 4 pieni 4 88 Difcorfì del Matthioli Virtù dell! (pi- llaci. Atriplice falua fico. atriplice salvaticoi. pieni difucchio 3 che come cominciano a fcaldarfi fenefce fuore3& cuoeonfi nelloro ifiefio liquore . Sono gli fiinacifo gidi 3 & humidi nel primo grado : Mollificano il corpo, ma fono uentofi . B.eefi utilmente illor fiucchio contro, le puntiti* dellijcorpioni 3& dei ragni 3 & mettefi parimente in fu la puntura . ammorhidifcono gli fpinaci mangiati cotti la miti desga delle fauci 3 & della canna del polmone . Sono anchora due altre fpetie di ^triplice uno faluatico 3&un° mori no. Il faluatico e dipiujpetie . delle quali habbiamo quipoHo tre diuerfe figme : Tgafcono per il piu appreffo alle muiO , delle citta , onero cafiella3nelli horti3 & nelle campagne non molto difiimili dal domejìico . Il Marino , di cui ( per clucin io to ho letto )none memoria alcuna apprejfo Diofcoride 3 & Galeno 3 ageuolmente fifa conofcere da coloro > che I Nel fecondo lib. di Diofcoride. 48 y ATRIPLICE SALVATICO II. forcando le altre piante , che nafcono ne i lidi del mare . Jfafce copiofifiimo fuori della città di Triejli non lungi dal - cjalme nell iftcjfo lido del mare , molto diuerfo dall’halimo , come ben fi può uedere per la fua imagine 3 che qui ne di- ttojìriamo. Imperochefe ne ua firato per terra largendo i rami in diuerfe partii ne i quali ha le foglie biancheggianti , Atriplice ma - mi 1 a clue^e detti Jpinaci 3 ma piu picciole .Troduce il feme nella cima de rami in certi bottoncelli inequalì , come in rm°‘ grappoletti : Ha la radice con molti rami,& capigliofay& le uirtkmedefime delli altri atripliciyma per la fai fedine che 0 mani fellamente uifìfente nelgufiarloi foluepiu il corpo di ciafcuno altro 3 & è parimente piu afierfiuo 3 quando fi man- ica cotto ne i brodi della carne. In quefio medefimo luogo nafee parimente copiofifiima quella altra pianta y che li Arabi chiamano Difcorfì del Matthioli chiamano Xali , di cui fi fi quella cenere , la quale s'adopra d fare iluetro 3& di cui fi fh anchorailfak>ck chiamano alcuni, fai Mkali.Queslaberb a nel fuo primo nafcimento produce le foglie tonde fmilialfempreuiuo minore. Klel crefcere poi s allungano quanto è lungo un dito 3 & fanno per pari interualli alcune fottilifìime gionture , come fi uede nell equifeto ; & crefcendo piu auanti efcono da quelle gionture alcune foglie gr offe , & parimente graffe , conca- ite nel me%o a modo di canalejarghe nel nafcimento , & appuntate in cima , & piegate all'indrieto uerfo ifufti • quando la pianta e cresciuta , quanto debba crefcere 3 & che già comincia a inuecchiarft ; produce nella cima minutifi i- j0 me foglie , roffeggianti , dal nafcimento delle quali efqono alcune minute bacche , in cui è dentro ilfeme affai minuto» Nel fecondo Jib.di Diofcoride. 49 1 ATRIPLICE MARINO. taful^r' ’iy^'lunt‘> & • Tutti la pianta è al guflo falata, come il Cretbamo . Vogliono alcuni che quefla pian - te letto rC °i'r * Dtofcoride.Ma ( per quanto porta il mio giiiditio ) s’ ingannano , come è flato Imgamen- PcGalne'ime^0’&”eaanoft™^PoloZi‘lcmra^mathoLur,l:‘mo- E '^triplice (fecondo che riferì- Erri)re d'aio,. ferì uni ^ '■/ 1 ’ [ac"^a defcmplid) humidonel fecondo ordine, & frigido nel primo , Il che babbiamo detto ef- ni. meliti ‘‘s^-'ì Cf'^ fcome clue^a rofe ■' ml non però è ella cottrettiua , ma acquea , & non terreflre , come è la, k ani ’r' C ^treac‘° velocemente dal neutre, come fa quella per la lubricità, che ui fi ritraila . ma è poco neramen- i ■ cueji truma m lei di digefiiuo . Oltre à ciò tj. triplice domeflico , & parimente la maina fono piu frigidi, & piu llUKlidi 49 2 Dilcorfi de 1 Matthio li humìdi delle faluatìche . Et però le domeniche fono pm commode per mettere f opra t flemmoni , che cominciano , no in augiment o, molli } & f cruenti , che non fono le faluaticbe : le quali fi conucngono nello flato , & nelle dee ma ^ & quando s indwifeono . E ilfuo feme aflerfìuo : però è utile d trabocco difiele caufatopcr oppilatione ij f ^ ^ Bjferifce Serapione 3 che ferine fafìs hauer ueduto uno , chehauendo beuutodue dramme di queflo feme , uovnt > ^ andò del corpo fino che fi condujfe in eftrema debolezza .il che foio per certo non effer bugia, imperoc-he un medico , che molto l'ufaua per far uomitare , &per foluere il corpo a i uillani . il che faceualoro nonpoca • percioche oltre alfoluerglifuor d'ordine per di fiotto 3gli faceuapiu &piuucke uomitare . La qual uh tu fio !Ì°‘ ynn0t Nel fecondo lib. di Dioicoride. K A L I. 4 9) limi ccmfimlo, per quanto io fimo. Chiamano i Greci l'jC triplice, i Latini, simplex: l i Jrabi, Cataf , & Cara f : li Tede fichi, Molten,& Milteu : li Spagmoli,Mmolet : li Francefi, Follete, & Fernet . Della Bralsica. L Cap. CXI. A * r a s s l c a domeftica mangiata mal cotta muoue il corpo : & per il contrario lo riftagna la molto cotta, & molto piu la cotta due uolte, ouero la cotta nella lifeia . La fiate è piu acuta, l & nuoce alI° ftomaco . Quella , che nafee in Egitto , per eflere amara non fi mangia . Vlàta la sica ne cibi gioua al tremore delle membra , & alle debolezze della uifta . Mangiata dopo pa- ti fi? ° Ue 1 nocumenti della ebbriachezza, & della crapula. I bromboli quantunque fieno piu acu- ito nondimeno piu utili allo ftomaco , & piu efficaci à prouocar l'orina : ma conditi nel Tale fo- TT no 45^4 Difcorfi del Matthioli brassiga liscia. no inimici dello ftomaco , & conturbano il corpo . Il fucco della brafsica beuuto crudo con nitro, & iride , mollifica il corpo : & beuuto con uino gioua à morii delle uipere . Faifene impiaftro util- mente con farina di fiengreco , ■& aceto à i dolori delle podagre , & altri dolori di giunture ,& al- Imcereioididej&uecchie. Tirato fu per lo nafo purga perfefoloil capo :& applicato con farina defoglio prouoca 1 meftrui . Le frondi empiaftrate per fe fole , ouero trite con polenta conferifeo- no a tutte le ìnfiammaggioni, & pofteme : & fanano il fuoco facro , la fcabbia, & l'epinitidi . Rom- pono con lale 1 carboncelli, & ritengono i capelli, che cafcano . Cotte, &aggiuntouimeleuaglr°' no ali ulcere , che pafeono , & allecancrene . Mangiate crude con aceto , giouano à coloro, che p* tilcono nella milza . Mafticate , & fucchiatone il lucco, riftaurano la uoce perduta . La decottionc I9 loro beuuta iolue il corpo , & prouoca i meftrui . I fiori applicati ne i peflòli dapoi la concetnone, i. anno fconciare le donne . Il feme della brafsica, & mafsime di quella d’Egitto, beuuto cacciafu°' Nel fecondo lib . di Dìofeoride. BRASSICA CRESPA. 11 * C0rP0- Mettefì quello medelìmo ne gli antidoti theriacali ilpegnele Ientigini,& ®ondihcalafaccia.Itorfiuerdit)rulciati infieme con le radici, & incorporati congralcia di porco Kcnta, mitigano applicati i uecchi dolori del coftato.Ritrouafene una Ipetie di faluatica , la qual a ce per la maggior parte nelle maremme, & in luoghi rumati, limile alla domenica, quantun- que piu bianca , piu hirfuta, & piu amara . Non fono i Tuoi bromboli dilpiaceuoli al gufto , quando mangianocotti nella lifeia. Le fiondi empiaftrate faldano le ferite, & rilbluono le infìammagio- Louepofteme. Quella, cheli chiama marina, è del tutto diuerfa dalla domeftica.-percioche 0 f,!l°^ucer e.ond*alquanto piu lunghe dell’ariftolochia ritonda , fottili , & pendenti ad una per Qa nuoi rolfi ramulcelli, attaccate con unfol picciuolo, come l’hedera. Ha il lucco bianco, antunque non ne fia copiofa , & è al gufto laido, & alquanto amaretto, & denfo di fuftanza. T ut- TT 2 tala Brafsica , cauo Io 3 hiftoria. 4y 6 Difcorfi del Matthioli ERA S SICA CAPPVCCIA. ta la Tua pianta è acuta 3 & inutile allo ftomaco : fblue piu che tutte l’altre il corpo , cotta ne i cibi» Cuocefi , per eller molto acuta 3 con la carne grafia . ^ Riamiamo noi in T ofcana la Br affoca Cauolo 3 & in Lombardia Ver%a . Sono adunque ledetti del Catto Ua 1° ( quantunque fe le tacejje Diofcoride) come fi uedeper Theophrafìo alili, cap. delvi i. libro , &fer'V ! nio agli v r 1 1 . del x i x. & ultimamente per quello 3 che ogni giorno ne ueggiamo noi negli horti di tutta Italia ^uarie & diuerfe . Catone dijje cffere il Cauolo di trejpetie. delle quali l'uno produce il torfo grande con larghe fiondi- a tro produce le fi- ondi crefpe , il qual chiamano Apiario : & il tergo produce fottìi fufìo 3 sfrondi parimente fittili , tjcl > & tenere : compofio diparti fattili , & di tutti gli altri piu acuto , & piu medicinale , Ma Tlinio ( come s e detto ) t ce memoria di diuerfe frette .Tra le quali dijfe 3 che quello fi chiamaua S abellico 3 che ìncrefpqndoft molto nelle M ie ’ IO ferrain mego 3 come fa la lattuga : bianco di dentro , tenero 3 & dolcetto : tenuto danoiil migliore 3ilpia dilicatOy piu aggradeuole alguHo . Onde diceua egli , il Cauolo chiamato S abellico produce le fue foglie mar auigliofamentt ere * Nel fecondo lib. di Diofcoridc . 45>7 B R A S S I C A MARINA. di Mi gli altri aiuoli . QjieUoche chiamiamo noiCauolo tutto fortemente infeflejfo , grane , & ritondo di figura , altro non credo , che fia appreffo à Tlinio , mrr ° ’r>C cì,im‘t e&‘ Lc,cutm'f ■' ^ quale fcriuendo egli nel luogo medefìmo , cofi diccua . buonamente fono ue auoli , che chiamano Lacutorri , dallauaìle Jlricina ,douc già fuùnlago ,& mia torre, la quale è anchora in pc, grafi dì tefla, & mmerofijiimi di fiondi : delli quali ue ne fono alcuni, che fono ritondi, & altri piatti & mufeo - kìì e a‘^tMte mte eorrifiondono bcnifsimo al parer mio à i noHri capacci. Enne ma fietie hoggi in Italia, la qua mem' ne^av‘bo 1 come um raPa > & mondafi & cuoceft ne i cibi , come fi erneono le rape . Del quale non ritrouà W* appresi a Tlinio, ne alcuno altro degli antichi : come non ritrouo fimilmente , chi fcriua quefla Jpetie d'inta- ' UrtiJTr"1"^ na?fmdi‘ faoSÌÒpfatilMre ( quantunque non troppo corrifpondaalguflo ) à mùgli Uto il i ’ DÌ^er° T beoPhr^° ‘ Marrone ,& Tlinio, che tanto odio è trai cauolo , & le uiti , che offendo pian- ° . uSolo'it ‘tuo o app) cjjb ad un pie di uigna ,fì dife ojìa la uitc mar auigliof amente da quello . Il perche fi credeua jtndro- le uiti. 1 T T j cide. Difcorfi del Macchiali tide , che tanto ualeffe il cauolo àgli ebbriachi : come che ■ A rifiotile naffegni miglior ragione ne ifuoi problemi. Del Cauolq filtu - j.me mchÌQ dei CaHOi0 jeminato (tome riferifee ' 'Plinio à x. cap. del x I xl librò , tiafi 'ono le rape 3 & di quello delle tlco* rape nafeono i Cavoli . Il Cauolo faluatico nafee copiosamente nelle maremme disiena 3 intorno al monte Argenta- rio , & in altri luoghi fi del mar Tirreno, come Adriatico : & nella cofia di T erracina andando f uerfo Tripoli 3n ho Cauolq & fye fieduo io gran copia confondi ( come dice Diofcoride') fìmili al domeflico 3 pelo fe 3 qu0.fi come quelle deliufquiamo , & «irti V amare algufto . il feme del cauolo peHo grojfamente , & bollito nel brodo di carne 3 beuuto infieme con il medejìjno brodo 3 gioua prefentaneamente à i dolori colici . cotto ilcauolo due volte , riffagn.a il corpo , & toilette il dolore }& majfvmamente aggiuntovi del ciminoceli olio3delfale3 & della farina p{U eletta d or^o , & maffìmamente mangiandoci fen\a pane . llmpdefimfa il biodo del cotto con un gallo uecchio :& gioua queflo mede fimo, à ifegatofi,àidifettofi di mil\a > & a coloro che patifeono della pietra delle reni 3 & renelle ; Gioua ben cotto à i Vtifìci, mangiandofene ffcf- lo fe mite, ilfucchio del cauolo cotto con mele rifehiara la uìfla ; mettendofene un poco per uolta nelli angoli delli occhi: Dajji il fucchio del cauolo con utilità grande à bere al ueleno defonghi mal e fichi : Cotto il cauolo 3 & mangiato con pe- pe lungo ; & beuutone poi il brodos genera copiofifìirrio latte nelle donne che lattano i piccioli fanciulli. Cotta la midol- la de i ganiboni ne{ latte di mandorle , & dipoi pefta3& compqfla con mele ouero con zucchero 3 à modo di elèttuario , gioua 3 lambendo^ à gli fretti di petto & alla toffe . Infomma il cauolo è utile à ogni forte di male 3 come fece àgli Antichi tefìimonio Chrfppo ualentifl. medico . Imperoche egli fcrijfc del cauolo uno intero uolume , accommodanéo- ■ 10 à tutti imali3 che accader pofiano ne i noftri corpi : Onde non ne debbe parer marauiglia3fe i Romani Immini di tan- C-lo ferito f0‘ uaiore } i2auend0 caccaiati i Medici di I{pm ; Si curarono feicento anni continui da tutti i mali folamente con il ca- volo . e' il Cauolo domejìico, fecondo che riferifee Galeno alv II. delle f 'acuità de i femplici3 tanto mangiato , quan- to applicate di fuori difeccatiuò , quantunque egli non fia troppo acuto , nondimeno fana egli 1‘ ulcere 3 anchora che 20 fieno maligne 3 come fa anchora i flemmoni già induriti & malagevoli da rifoluere3 & parimente l'erifipilccofi fatte. SJtna con là f acuità mcdefima l’epimtyidi 3 & le formiche . Ha il cauolo anchora alquanto dell'afierjiuo 3 con il quale cu- ra la fcalphia . Il fuo feme beuuto ammala i uermini del corpo , & {ferialmente quello del cauolo , che nafee in Egitto. Imperoche il feme è amaro 3 come fono tutti gli altri medicamenti , che (tmma^ano i uermini. Et per il medefmorijjietto anchora leua uia le lentiginì 3 & l' altre macchie della pelle 3 che non hanno bifogno di molta afterfione .1 gambonidel cauolo brufeiati fanno la cenere molto difeccatiup di modo che par eh’ ella partecipi del cauflico . Onde per queftm- gione l'ufano alcuni inporporata con graffo uecchio à i uecchi dolori del c oliato, & in altri fìmili . perciocbedmntacofi ualor ofo medicamento digefiiuo .Il faluatico è à un certo. modo piu caldo 3 &piufecco del domejìico , come fono quafi tutte, (altre piante fanatiche comparate alle domeniche dèlta loro ffetie . Et però non fi può egli mangiare fenr^nocn- mento 3 per ejfer lungamente differente dalla complefiione hvman.a . Et per quella cagione è egli piu amaro al guflodel J0 domejìico 3 come che partecipi anchora il. domejìico dell' amaretto 3 & dell'acuto . ma moko piu ha dell’uno & dell altro 11 faluatico { & però aflerge egli digerifee piu ualorofamente del domeflico . Il marino oltre al foluere del corpo che " egli fy come coffa che ha del falfo 3 & dell'amaro 3 fi può ufare anchora ad altri malori efi priori del corpo 3 acuì fi con- vengono le qualità che eipoffieàe . Et al fecondo delle f acuità degli alimenti : Mangiafi il Cauolo ( diceua ) ne i cibi , come gli altri herbaggi . Ha il fuo fuoco una certa uirtù di purgare : come che il contrario operi il fuo corpo , riftagnm- do egli con la Siccità f che pofiede . Et però quando fi uuol foluere il corpo 3 et cacciarne fuori le Superfluità 3bÌfogntt poco lejfarlo nell'acqua :& co fi mal cotto mangiarfelo ben condito , con olio 3 & con fate . Et uolendofi risidgnare il Puf- fo del corpo 3 bifogna farlo ben cuocer e 3 & come fi vede che h abbia bollito mediocremente 3 gittar uifl il brodo , & rnet- Cauolo mari- ter li fopra dell'acqua calda : & cofi farlo bollir e tanto inlungo , c he del tutto smtenerifea . llche non facciamo, quan- ppj&fua effam. do vogliamo foluere il corpo . Quefto tutto diffe Galeno . ilMarino quantunque dica Diofcoride bavere le foglie fot- 40 fili , & piu lunghe dell' antologia ritonda : nondimeno non fi può dire ejfer e altro la Brajfica marina 3che la Soldand- la rnlgare delle Jfetjarie ffmper oche ella nafte appreffo al mare cqn fiondi piene di latte, che ordinatamente à wafer dc,trione una fono appiccate conillor picciuolo alloro fufio 3 roffeggiante 3 & lungo àmodo d’hedera 3& hanno al gufi 0 e falfo 3 dell' amar ett o.3& dell acuta . Et però ho piu noli; e penfato 3 che facilmente (ìa qui euprotto quello fello di Dio feorideper negligenza de gli feritori 3 come in molti altri fi ritroua .imperoche può agcuolmente accadere, ciuf1’ errore doue.. fi ritroua ferino tt^tupd , che uitot lignificare lunghe , uoglìa dir itiipà, che fignijica ptcciolc . Ilche0.fi Errore delRutl ueramentt; credere, chela itera Brafiica rparinafia la Soldanella .-per uederfi manifefiamente , ctì ella m confondi con tutti i fegni , eccetto che con le foglie , che fono minori & nonmaggiori della arifiolochia ritonda . Errainpn Errore del Sii- fi0 manifhfìamente il fi itellio , imperoche udendo egli prouare , che la Soldanella fia la Brafiica mutimi ì> Diofconlh uatico. dice , chela Soldanella fa le fiondi piu larghe- dell ariflologia lunga • il che non firitroua. però ejfer itero • quella herhafimilmente Mattheo Siluatico , uolendo egli , che quella , che chiama Serapione Chachile ,fia (« Solitimi- fa. Del cui errore fa nmìfefiafeie il dir Serapione , chelChachikfa k fiondi fintili all'ufnea , ouero . fendo amendue quefie del tutto nella fama lontane da quelle. della Soldanella . Bolla pii), uolte ricolta io Imi0 del mare in fu queldi Triesti , & d jlquilea., & copia grande fe ne uede in fitl lidfi poco lontano daTÌTTl--- ’ ^om;- r.icolgono gli fpetiali .per ejfer ella in commune ufo de i mediciper thidropifie . Dafii.con utilità grande lafiia imtm- ne à bere conreubarbaroagl hidropici, &il medefìmofh lapoluere dell'bcrba prefa con reubapbaro, & cubebe CW pianola Brafiica i Greci,Hpà/a^o: i Latini , Brafiica , gli strabi , Coritmil , ouero Karunih: llTcdcjchi, Koel-- 1 ? inoli , Cqlhes , & Couues ; li.Franceft , cboils , Della Nel fecondo lib- diDiofcoride , 45>5> Della Beta, o'uero Bietola. ' Gap. CXII. LA B i stola è di due fperie. delle quali quella che è nera, fi cuoce con le lenticchie, per riftagnare il corpo. Il che fa molto piu la fua radice , L'altra, Ja quale è bianca, lenifce il corpo, nondimeno amendue per la nitrofità loro generano cattiui humori:& imperò il lor fucco mef fo nel nafo infieme con mele purga la tetta . conferifce Umilmente à i dolori delle orecchie. Oltre à quello la decottione delle frondi , & delle radici loro nettano il capo dalla farfarella, & dalendini, Fanfene bagni alle bugance anchora . Le frondi loro impiaftrate crude , conferifcono alle uiriligi ' io ni, alle pelagiom, & all'ulcere che pafcono : ma bifogna ftegarprima le uitiligini con nitro, & grat- tare i luoghi pelati molto bene conl'unghie.La bietola cotta Iella fana lehrozze,le cotturedel fuoco, el fuoco facro, BIETOLA BIANCA. Bietola, & Già eflam. Bietole fcritte da Gal. LyA. beta in T ofcanafì chiama Bietola . & amendue y la bianca ciò è , <&la nera fi ritronano hogginegh >or - ti. In Jl lamagna , & in alcuni luoghi del T Tentino fe ne ritroua ma ter\a ffetie di roffafìe cui radici non fono p un to ài filmili nelle, fattele loro da quelle delle Carot e r offe , come eh' elle Jìenodi forma piugroffc,&al0 0 dolci. Vfanfì quefle commodamcntc iluerno cotte nell’ infilate ,leffe prima nell’acqua , ò cotte fattola cenere ca da,& dipoi tagliate in fette fottili & acconcio con olio fteeto & fale.^icconcianfì anchora prima un poco lefìe & lP01 tagliat e in fette , & mefie in macera nell’aceto forte , per mangiare con gli arr.ojìi ; & le cofì preparate fono in covimi ne ufo de i Tedefchi , & dei Boemi,i quali per accommodarlc meglio à i gufi loro , u' aggiungono nel condire > delle 1 a dici del Rafano uolgare delle foglie grandi tagliate ben minute , & cofì le conferuano lungamente . Trapiantanti tut te lefpetie delle bietole quando hanno già fatto cinque foglie . ma diuentano fuor di modo grandi , & belle , fe ne- * ' 1 i piantarle s imbrattano le radici nelfìerco de buoi, & delle uacchefìefco . Sxriucndo Galeno delle Bietole allVl1^ delle f acuita (lefemplici , diceua . E la Bietola nitrofa;gfì però è digcfliua , & afierfìua , spurga, per il nafo . yo 0 Difcorfi del Matthioli BIETOLA NERA. Nel fecondo lib. di Diofcoride. BIETOLA ROSSA. C,Cn nePr'lM > & fafìi leggiermente digefìiua , contraria all’ infiammagioni, E' piu aSterfiua ,& piu digestiva la lanca y che la nera ; imperoche la nera ha in fe alquanto del cofirettiuo , & piu nelle radici , che altroue . Et al fe- tw o elle [acuita degli alimenti diceua : La Bietola ( come fi ucde ) ha il ficco aSterfìuo , di modo che folue il corpo, qua eoe uolta morde lo Stomaoo ,<& maf imamente in coloro ,che naturalmente hanno lo Stomaco fenftiuo : onde agiata largamente nuoce allojlomaco . Quefta nutrifee poco , come fanno finalmente tutti gli altri herba^gi . non - Meno molto meglio s accommoda alle oppilationi del fegato , chenon saccommoda la malua , & maf ime quando ella fretti C°n >&con acet0 * Gioua marauigliofamentc a coloro, che patifeono nella mil\a, di modo che piu Uf l CY C^e ^ ^ ° °^a mc^cma 3 c^e Cl^° • “Plinio mole all’ vi 1 1. cap .delxx. libro , chef ritroui anchora Bietola faluati- r ■ 3 & C^ef!a clMc^a ehef chiama Limonio , commemorato da Diofcoride nel quarto libro ,& da Galeno nel ca‘ dkce°i' yCU^ de^L M chenon accetta Galeno: imperoche nel luogo predetto delle f acuità degli alimenti, \ 1 • cr amente habbiamo detto ritrouarfi malua non f riamente domestica , ma anchora faluatica come fi ritrona pari - jo2 Difcorfldcl Matthioli p arimatte lattuga . Ma non ho però io.mai conofciuta alcuna Bietola Jaluatica * eccetto fe non uolejfe dire alcune chi Me quella la rombìce.ouerMufiatio . Del che non mancano alcuni cberiprendono Galeno, ne fieno uergognano ,p„a- do loro ben fatto per difender Tlinio, il quale feguendo la hijìoria, & la fede di diuerfi autori s ingannò in infinite enfi, Eie laBietohbianca'(fecondocheqlkog0predett0famemoriM IOU mi del corpo . Il falco purificato ( come piu #he ho ijfier-imtntato io ) applicato ne i enflen alpefo d una libra foluck coftipatiom del corpo, che nonpojfonfolueregli altri criteri, & difoppilq le uifeere. La radice della biancarafchu. ta con il coltello , & ricoperta di mele ,& un poco di fiale ,& adoperata per foppojla ,fk andare commiiamentidil corpo & Intiera bollita nelf acqua , & imjiafirata folle il prurito., oue egli, firn. Il fucchio della medefma, beato, & applicato naie al morfo ielle ferpi «eleHofc. ha bianca cotta , & mangiata con aglio , ammala i «eremi del corpo. Mo1#ì . Chiamano i Crediamola, Toòtmv i Latini, Beta .-gli Arabi, Decka , & Celi i Tedefcbi,Mdnplt,& Tifati i I( ' Spdgnuqli , Afelgas ; li Francefì , Tonte . PORTYLACA DOMESTICA, Nel fecondo li b . di Diofcoride . j o ^ Della Portulaca. Càp. CXIII. T A PORTViACA è coftrcttiua . Giona applicata con polenta à dolori di tetta , all infiamma- L g‘owdf gJl occhl » & altre pam del corpo , a gli ardori dello ftomaco , al fuoco facro , & ài dolori della ijeicica , Mafticata toglie lo ftupore de i denti , & mangiata mitiga gli ardori dello ftomaco , & delle budella , & Umilmente i fluffi loro . Gioua à rodimenti delle reni , della uefcica &dellepamloro. Prohibifce gli impeti di uenere: al che medefimamente gioua, & alle febbri an ’ chorail fuo fuccobeuuto.La portulaca bemffimo cotta uale contra à i uermi lunghi del corpo à eli , fputi delfangue , alla difentena, all’hemorrhoidi, & à fluffi del fangue . Gioua al morfo della Vepa Mettefi utilmente nelle medicine de gli occhi : & fanfene crifteri ne i flufsi delle budella, & corro- PORTVLACA SALVATICA. Goni y04. Difcorfi del Mattinoli fiorii de i luoghi naturali delle donne . Applicali con olio coiti ninne , &rofado ai dolori ditefta «tifati dal caldo. Sana inficine con uino le brezze, che nafeono in fui capo: & applicata con polen- ta uale à imembri feriti, che fi uogliono corrompere^ mortificare . Portulaca, & r A P 0 K T v l a c. a fi chiama itiToftanaTrocacchia ,& in altri luoghi d’ Italia Torcellana .E’herbamtìf- fua htftnm. I icj0jllino , quantunque Diofcoride non faccia maitione ,fe non cl'una forte ;fene ritrova peròàitempim, fin negli boni uriafone di domeflica , che produce il gambo tondo , & elevato , con fondi graffe , come fon pelle del - la Eabana , lucide , & bianchiccio da rouefeio , al gufo infipide , con alquanto dacidita austera . Traduce ilgmbt grotto , lifeio , diritto , & alle volle roffigno , graffo , & ramofo , & il [emanerò ferrato in alcuni bottoncini unii,® la radice ramofa . La altra è lafaiuatica , laquale nafte fen%a [minarla netti botti, nelle vigne , & in altri Imgbiiml- IO ti , cori i gambi tondi , frati per terra , uencidi, & rofigni . Le foglie ha ella filmili alla domeflica, ma minori ,&lm. ghette , & in tutto il retto parimente fi inile all'altra. Maflìcata cruda , tanto luna quanto l altra ,guarifcehken Procacchia della bocca , & ferma i denti che uagittapo , & tenuta fotto la lingua , efiìngite la fite . E la Troeacchiaf fecondo feriti» ja Gale memoria Galeno alvi, delle facilità de Amplici ) ne temperamene fiuoi, frigida, & acquea, poco partecipe d'a- fierità . Il perche riflagna ifluffi , & quelli muffirne , (beffino colerici, & caliii : imperoche effendo molto frigida gli al- ter a nelle qualità loro, per effer ella frìgida nel tergo ordine , & bumida nel fecondo . Ter quefla ragione gioita quanto ogni altra co fa ne i calori meffa ffipra la bocca dello Jlomaco , & parimente ffipra amendue i fianchi , & majfmamatc nelle febbri hettiebe, Lena oltre à ciò lo flupore de i denti caufato da coffi acetoffi , &garbe . Et perche ha anchorJd cojìrettiuo ,fi dà ella utilmente à mangiare à ì difenterici , & ne ifluffi delle donne, & ne gli futi del [angue . Mapa queHp effetto è mólto piu ualoroffi il ficco, che l'berba . Et al II. delle facoltà dei cibi : Vfafì ( dicala ) la Pro tu- 20 chia ne i cibi : ma al corpo dà debile nutrimento, & quel tanto èpoficia humido ,& frigido, & uifeofo . lena come me- dicamento lo flupore dei denti , per effer ella & uiffioft , & ferina mordacità alcuna . Di quefla babbiamo detto affai Ilei libro di quelle caffi, che facilmente fi preparano. Impiaflrata ( fecondo che riferifie Tlinio a! XX, cap, delxxJih) riHrigne le rotture delfombilico , & gioua con Cimotia alfinfiammagioni delle poppe,& delle podagre . Vale inftm- Jloipi. ma à tutte l' infirmò à calide. Chiamano i Greci la Tomlaca, A 'tfyiynti Latini, Tortulaca .-gli Mal i , Baklelmcht, & Bachele Mhanica : li Tedeffihi, Buttai brani; ,& Tortai brand li Sfaglinoli , Verdolagas ,& Balinegas: li francefi , Tourpier , & Tqttrcbaille , Dell’Alparago. Cap, C XII II, 3° LO aspauagoc uolgarmente noto . Le cui cime cotte ne i cibi mollificano il corpo ,& fan- no orinare . La decottione delle radici loro beuuta gioua allori na ritenuta , à trabocco difie- le, alle malattie delle reni, &alle fciatiche.La decottione latta neluino gioua dimorfi di quei ragni, i quali chiamano phalangi,& tenuta in bocca dalldparte de! dolore gioua àidenti, che dogliono . Conferifce à tutte queftecolèillor lèmebeuuto. Dicono che beuendoicanilade- cottione loro fi muoiono . Dilfero alcuni , che peftandofi , & fotterrandofi le corna de montoni, ui nafeono fopra gli (potagi , come che non paia quello à noi da credere . E l’alparago , quantun- que picciola pianta; nondimeno ramofa, con frondi numero fe, & lunghe, limili à quelle del finoc- 40 chio . Ha la radice lunga , tonda , fpugnala . Le cime pelle , & beuute con uino bianco leuano i do- lori delle reni . Cotte tanto Ielle , quanto arroftite, & mangiate ne i cibi medicano alle dilHllsti°- ni , & ritenimcnti dell’orina , alla difenteria . Le radici cotte con uino , ouero con aceto , gioua- no à membri fmofsi, & cotte ledè con fichi , & ceci , & mangiate nei cibi conferifcono à trabocco di fiele ; medicano à dolori delle fciatiche , & dell'orina. Portate le radici addolfe legate, ouer Leuuta la loro decottione fanno Iterili tanto i mafehi , quanto le femine , Afparagi&lo- ^fONo gli ^[paraginotifì imi à tutta Italia , come che ft ne ritrattano dei domeflichi coltivati ne ghiotti > & ro hiftotia. de i fall! atuhi , che nafeono perlor mrdcfmì. pi qnefline fono tre fpetiecioè Taluflre , montano ,& Tetteo> chiamato propriamente corroda dalli agricoltori . Il pomeftico fi coltiuane gl’ horti, piu notoà tutti di quello, chef ;o ile poffia dire. Gittaqucflo prima i germinili quali noi chiamiamo propriamente , jparagi , la Trimauera dalle ta - teneri, grafi, & grofiiin cima come fino quelli delQrobiimcbe i& quelli (refendo poi s’afiottigliane trami pieni di foglie fittili, & capillari , piu corte di quelle del finocchio ,& piu fittili .1 fiori fa egli piccioli , quali nafeono poi le bacche roffe,fìmili à quelle del rufeo , in cui è dentro il ffime .Ha la radice piu preflo al ffijlo frójr ■ fa , dalla quale efeono dì fiotto altre copiofe radici , cor/te nell’Elleboro ,& nel Eufto bianche ,& lunghe piu ^ | ffianna . Il Montano , & il ValuVire fono quafi del tutto filmili al domestico , qv gl’ afp stragi loro fono parimente ocl, . & dilettevoli al gufo . Lgaficono quefli inBoemia copiofi ,& cofi grofii , chefiuperano alleuolte lagroffegffi le 19 : mignolo della mano . Maquclli delTetreo fono fiottili , ne molto meno aniaridi quelli del Edifico ,&peronon fon01 ^ : (ibi apprettati molto, quantunque ne i medicamenti apeyitiui uagliono affai piu de gl’ altri . Tfrafte quefla jfet iepv Af ara i & [ A?- m luoghi aridi & [afe fi, & maf ira amene c nelle fiepi,& nelle macchie , conifufli legnofi ,& bianchicci, ^ (y rofacuftà fcrit piccioline , & pungenti .Toffonfì hauere gli [par agi tutto l'anno eccetto duerno , [(aitando la terra le (U Galeno, radici onde efeono igamboni , fiubito dipoi che fi colgono gli Jparagi . Sono, fecondo che commemora Galeno o Nel fecondo lib.di Diofcoride. ASPARAGO, SSSSlf difesamente caliti, ne mmifejtamente {rigidi. ^Slihoni- &Utro chiamato Helio ,che nafte nelle AriteWj tlTfZ rnmfmn0tMteUkrC garagi, che producono tutti. gli "^■C^'OMperywofirmTatio alx. capitolo del XX . lihrn . vaiati aluìi. P >& del filo della fcbena: prouocano al coito , & mollificano il corpo. Vngendofi l'huomo VV con Difcorfi del Matthioli ASPARAGO SALVATICO, conficco d! cifrar agi dicono , che noti può ejfere trafitto dalle api. Oltre d ciò ( fecondo che recita Jl uicentid tiell u^ina Nomi, Feti del ili i . libro ) fanno gli biffar agi buono odore in tutto il corpo , ma fanno pulsare l'orina . Chiamarlo i Gì t- ci l'jlfrmgo,h’(nmyos: i Latini,jLff>aragus : gli strabi , tìalion , onero Helium : li Tedefcbi , Spargen : li Spaimi Ejfaragos : li Frane e fi , Efiarge , Della Piantagine , Cap. C X V . LA piantatine è di due fpetie , maggiore ciò è , & minore . La minore ha le frondi piu ftret te, piu piccole, piu tenere,piu lifcie,&piu lottili : i Fufti angolofi, inchinati a tena. • jo fiori pallidi :& il ferne nelle fommità deifufti.La maggiore èpiu grolla, & piu bella***» frondi piu larghe . Il cui fufto è angolofo 5 rofsigno 5 alto un gombito , tutto pieno dal mez0?a Nel fecondo lib. di Diofcoridé. PIANTAGINE M E Z A N A. cima di picciol Teme : le cui radici fon tenere , pelofe , bianche , graffe un dito . Naice la piantagi- ne in luoghi humidi, appreifo à laghi, & appreflò alleiìepi. La migliore, & la piu efficace è la mag- giore . Le cui frondi difeccano , & coftringono . & imperò s'impiaftrano utilmente in fu tutte 1 ul- cere maligne, & fordide, che menano , & che fono ipetie di elephantia . Riftagnano i flufsi del {àn- gue : fermano 1 ulcere, che cambiano, i carboni, lepinittidi, & l’ulcere che mangiano. Saldano le frondi della piantagine l'ulcere uecchie , & inequali , & quelle che chiamano chironie : iàldano lenitole cauernofe : conferifcono à morii de cani , alle cotture del fuoco , alle infiammagioni , à i pam , alle pofteme , che uengon dopo le orecchie , alle (ero fole , & alle fittole lagrimali impiaftra- lo rem iufo con fale . Cotta la piantagine con aceto, & (àie , mangiata gioua alla dilènteria , & à fluf- 1 “omacali.Dafsi in uece di bietola cotta con le lenticchie:& mangiai! contra I hidropiiìa acquari- ca;con quello però chemangiano prima gli hidropicicofe iècche fenzabere,& mangiandolain VV a mezo Difcorfidcl Mattinoli PIANTACI N' E MAGGIORE. rne?,o del cibo .Dafsi eontra al mal caduco, & à gli ftretti di petto . Lauandofi la bocca con ìlfucco delle frondi purga l’ulcere di quella. Quello mefchiato có cimolia,& cerufa medica al fuoco lacro} giouaalle fittole, ài dolori delle orecchie, & ài difetti de gli occhi infufoui dentro . Mettehan chora ne i colliri), che fi fanno per le malattie de gli occhi . Conferifce bcuuto alle gengiue che in guinano, & à uomiti del fangue : mettefi ne calieri per la difenteria : dafsi à bere à rifilici : apph® con lana alla natura delle donne per le Itrangolagioni della madrice, & per i flufsi loro. Oltreac il feme della piantagine beuuto con uino riftagna i flufsi del corpo , & gli fputi del fangue . Lanini con la decottione della radice utilmente i denti che dogliono:al che gioua anchora mafticare a 1 dice . Danfi à mangiare con uino pattò le frondi , & le radici nell’ ulcere delle reni , & della uc c| Credefi che beuendofi tre radici di piantagine intere con tre bicchieri di uino, & tre d acqua, g rifcanole febbri terzane; & quattro le quartane. Sono alcuni, & che portano le radici alcoliop cacciar uia , & rifol uere le fcrofole , Nel fecondo li b. diDiofcoridc . yo^ PIANTATINE LVNGA. - Q, >N jVftq'VE ^ Liofcoridc ,da Tlìnio , da jLpuleio , gin da tutti gli altriantichi foldmente fieno Hate teÌUe'PefeiiTkntaghie,maggioreci<>è,& minore ; nondimeno non ft può fe non dire, che quella, che h'iìell, r‘ m lft L“m!‘ol‘t Per kfimlitudine , che le fiondi fue per ejfer elle lunghe, & appuntate, hanno con i tinahia „JTi ’ C"C m“xerttt frette di Tiantaginc . Chiamafi notamente la Tiantagine in Tofana Cen- & it • * °‘° conm° ia Qumquenemia . La maggior per battere larga fi-onde , ha fette nerui , la melano cinque , piu Cline 'Z Z ' irM* ‘ ^ chiamn0 asiatica ’ produce lefogltepiu robufle di tutte l’ altre , & piu ferme , & lumini o/u- Um ’ krSheaPPr£lT0 al picciuolo , & acute in cima , comedi ferro duna lancia : produce il fitflo piu rtjL . -A.® ,t0. ?er tu*t0 ramofo, i fiori bianchi , & picciolini: Ha molte radici come d' elleboro, bianche , & Imi- ti con uno oii, CS,n,U°- tumidi, & paluiofi, Ilfeme de tutte le tre fretie predette trito inpoluere , & incorporato HìmvaJ,TZV‘COt‘,°r m0d° d t:m frit‘eU“fopra una tegola affocata, gioua mangiato caldo alla difenteria, & pimenta »»; • ’j mangiarlo frego . Le foglie fiefihe. pelle , & impiantate , guarifeom le miotiche , & a.fctti e federe , cioè le fetale , i fichi , l enfiagioni , l hemorroide , & i chimi . Tagliano anebora nel V V 3 principio Piantatine , & iua hiftoria. Piantagenea- quatica. Virtù delle pia tagini. fio Difcorfi del Mattinoli PIANTAGINE A Q. _V ATI C A. principio alle podagre calde , & a tutti i mali delle dita . Impiaflrate nelle distogagìoni non folamentene teu - lore , maprohibifcòno , che non fi enfiano , & non s infiammino , ma bifogna aggiunger ui un poco di [ale quan e P filano . Vagliono oltre à ciò alle percojje de /afri yò delle baronate ‘,&à coloro che cafcano da alto , nonfotam , piaflrate , ww anchora, prefe dentro per boCcat II fucchio incorporato con olio rofado , &mej]ofopra la fio il dolore del capo caufato dahumori caldi ; Da fri con utilità grande anchora inficine con bolo jlrmenìo > Pe matite nellifputi del /angue . Mefcohto con [ucchio di millefoglio , uale à coloro , che orinano il [angue , contin,i ^ di berlo piu giorni da digiuno ; &. mafiimamente aggiuntoui una dramma di Filonioperfico . fo da Gal. ' piante de i piedi, in fu le palme deUe mani , &(òpra la regione del fegato . picena , commemori W* IllUJJII/lUlllCfttC UgglM/UUlll UIIU Iti UllllllU Ul rH.VIlfVpt.lJt>.v • *>■*> ■}"- /litiian- fucchio difolatro , & di [empreuiuo , '<& applicato conper^e di tela uecchk fana l'erifipile . I acqua difti ata tagine incorporata con laccio ben forte riftagna il J àngue del nafo ,fe bagnandomi dentro ifaigoìetti , fi WP c tii/intfi tip r ■hipiiì. in. Cu In-h/tlma riolla r/A* - 7- J„7 C**.**.* ^/wnvnPVtlDYandola GaUli delle /acuità de /empiici: La Tiantagine ha in [e mi fio temperamento : imper.ocbe fi ritrotta in effa certa quea , & frigida , & auflerità anchora . Il perche ha del terrefire frigido , & fccQ& : &pero infrigida , ^ ^ fecondo grado . Le medicine adunque ( dice pur Galena ) che infrigidifcono, & infiememente difeccano , M v mente Nel fecondo lib. diDiofcoride . IIT mente eonueneunli alt ulcere maligne , & mdagettoli da curare ,ài flufii & alle dìfenterie : riflagnano i flufii del /an- gue , injrigidifcono le catture , con/blidano le fili ole, Mcere cauernofe , & le nuoue ,&le uecchie . Ideile quali ffetie di medicamenti tiene la Viantagine il principatq.il che glìaccadeper la conuenienrp. , & mifura del fuo temperamento : ptrcìoche nella ftccità filano» è mordacità, ne tanta è la frigidità , che p offa /lupe far e .La uirtù del feme ,& delle raf dici , non c dijfmile dalualore delle fiondi ,come che piu di quelle difeccano , & meno injrigidifcono . Benché il femelia mfe parti piu fittili : & le radici le hanno piu graffe . Le foglie dell'berba fecche fono di piu fecea , & di piu fittile fa- eultà '. per efferfi rifolto in effe tutta quella parte acquea foprahondante , che ui fi conteneua . Ver quelta ragione ufano . alami le radici per i dolori de i denti ,ò manicandole , ò facendole bollire nelle lauande . V fatto oltre à ciò per Loppila doni del fegato ,& delle reni non folamente le radici, ma anchora le foglie , & molto piu il feme . Imperoche quello ha io rnfe Ùna cèrta ùirtà aflerfma, la quale fi può anchora affai conafcere neU’hcrba verde , quantunque ella fia muta dall' bu- iniiità . Chiamano i Greci la Viantagine, a'ttlynamv: i Latini, Vlantago :gli strabi, Life n , onero Lefan Mhamcl ; jj0(ni i Tcdcfchi Vuucgcrich : Il Spagne, fiLbantcm , Tamckagcm : li Francefi , 'Piantai» . - , S I O VER 0. Difcorfì del Mattinoli Del Sio ». IL sio nafce , & fi ritroua nell’acque , E' pianta graffa , dritta , con foglie larghe, .limili alMu. farro , come che minori, & odorate. Quelle mangiate tanto crude , quanto cotte rompono le pietre, & le fanno orinare: prouocano 1 orina, i meftrui, & il pai to . Giouano mangiate ne i cibi al- fa difenteria.Crateua herbario di Ut, che 1 Sio era unapianta fruticola con poche fiondi, ritonde, maggiori di quelle della menta, nere , & che s’accoftano in figura à quelle della ruchetta , Sio, & fua ella. \ T^scb uolentieriilSioneiriuidelle fontane , che la fiate fono fredde ,&il uemo calde. Maceramente fin. lg miiucione. I ganano coloro , che. per il Sio prendono il Crefcione tanto quello , che e dolce , con fiondi , & fapore fintile alla Erioic di mol» * ’ . „mto quello 1 che prodm le fiondi fumili aUa ruchetta , & che mangiato rapprefenta al guHt Cifiefi S IO VOLGARE. Nel fecondo lib. di Diofcoride. j 1 3 frpore del naflurtio : imperocbe queflo non e altro , come diremo nel foffeguente capitolo , chel Sifembro acquatico di Diofcoride , & non il uero S io, il quale propriamente chiamiamo noi Sanefi Gorgolefiro , nonpunto difìimile da quello , che ne ferine Diofcoride : per ciò che la fua pianta e graffa, dritta , con fondi fìmili allo fmirnio , onero olufatro , il qua- le chiamiamo noi Macerone , affai odorate , ne guari diflimili da quelle delle pafìinache domeniche . Tochi uer amente fono iriui dell' acque, nei quali nafea il Crefcione , che nonuifìritrouianchora copia di Sio .Tlinio àx< li. cap. del Errore d] pIi. XXI I. libro confonde il Sio con il Crefcione , il quale nel feguente capitolo chiama Diofcoride Sifembro acquatico : mo. imperocbe attribuire al Sio anebora le f acuita del Crefcione , ingannai 0 dal uocabolo . Tercioche , come ben dice Dio- fcoride, chiamano il Sifembro acquatico anebora alcuni Sio. &peròcredendofi Tlinio , chefufferouna medefima pian- ta folto unfol Sio pofe le uirtu d'amendue , quantunque prima à xxn. capitoli del xx. libro haueffe fcritto egli del 0 sifembro acquatico particolarmente .Chiama Serapioneil SioSenacion, quantunque Senecio appreffo à Diofcoride, come fi uede nel li il. libi 0 ,fia altra pianta diuerfa dal Sio . Gioua il Sio mangiato fpeffo per fortificare la uirtu Virtù del Sio. vàfiua , & parimente à i difettofi di mibxa, & a i cacetici: caccia il medefmo,ouero la fua decottione i uermini del corpo ; Mamolto per ciò fare è piu efficace il feme peflo inpoluere , <& beuuto alpefo d'una dramma con uino brufeo . Il fucchio fregne le lentigini ungendofene piu ,& piu mite la faccia, ò doue bifogni , la decottione del Sio fatta con fiale , & con nitro , guaritela rogna de i caualli . fherba quando è tenera fi mangia per i difetti degli occhi in infialata . Fece del Sio memoria Galeno all'w ili. delle f acuità de ifemplici , cofi dicendo . Ouant 0 il Sio è odorato , tanto è egli parte- dz cipe di calidità . Et imperò è digesìiuo ,fa orinare , rompe le pietre delle reni, & prouoca i mefìrui . Chiamano i Gre- Cn°‘ ci il Sio, 2/or :i Latini , S ium .-gliMahi , I{or cathalmi , & Inhamehanella , onero tìamchaneUa : i Tedefchi , Vuaffer- merc{: li Spagnoli, I{abacas : li Francefi, Berle . Del Sifembro. Cap. CXV II. IL sisembro,ì1 quale chiamano alcuni Serpollo fàluatico , nafee in luoghi incolti , limile alla menta de gli horti : ma con frondi piu larghe , &piu odorato . Fanfene ghirlande . Ha uirtù di fcaldare.il feme beuuto in uino è buono à diftillatione d’orina, &aile pietre della uefcica. ferma il finghiozzo , & acqucta i dolori delle budella . Impiaftranh le frondi in fu le tempie , & in fu la fronte peri dolori di tefta, & in fu le punture delle uelpe , & dell’api . Beuuto il fifembro rifta- ?0 gna i uomiti. Enne un’altra fpetie, il quale chiamano alcuni Cardammo, & alcuni Sio. Quella her- bafi gode de riui dell’acqua : & imperò nafee in quei proprij luoghi , doue nafee il fio . Chiamanlo alcuni Cardammo, percioche al gulio fi ralfembra al cardamo ciò è al nafturtio . Le frondi di que- llo nel principio fon tonde , ma nel crefcere diuentano intagliate , come quelle della ruchetta . E fua natura di fcaldare , & di far orinare . Mangiali crudo . Ipegne le lentigini , & l’altre macole del- la faccia , impiallratoui fufo la notte , & leuatone la mattina . Banche dica Diofcoride , che, nafea il Sifembro in luoghi incolti , <&• fodi ; nondimeno , per quanto fi leggein Sifembro , & Tbeopbrafìo al V 1 1 . del v I . libro dell'hiftoria, & all'w 1 1 1 . del V. delle caufe delle piante ,fene ritroua ancho- Z"111 elìam. ra di domeflico colmato , & tenuto negli horti . Et queflo , per quanto fe tic pojfa credere , altro non fi fi ima che fia, ^0 die quella fpetie di Menta fatta hoggi uolgare à tutti gli horti d'Italia , chiamata communcmcnte da gli fetidi Balfa- mita,& dal uulgo Menta Bgmiana : imperocbe ella producete frondi quantunque creffie , ritonde ,& piu larghe di quelle della menta uolgare , col gambo quadrangolare , di colore quando roffo, quando uer de , d'odor e ,& di fapore alquanto piu acuto della menta.Et che cofi fia, ne fa manifeflafede , oltre alle raffembran\e già dette, il degenerare , che n Sifembro de fa la Balf imita , quando con grande arte non fi coltiua negli horti , & il permutar fi ella affai ageuolmentc nella menta genera in men- commune . Vercioche diceua Tbeopbrafìo al VII. capitolo delvi. libro dell' hifl or ia delle piante: il Sifembro ( come u’ sedotto) facilmente degenera. Et all'w 1 1 1. delle caufe delle piante diceua : La permutatione , che fa il Sifembro in menta , non uiene per altro , che per negligenza di non colmarlo , & di non haucrgli la debita cura in cattargli fuori le radici : imperocbe generando egli molte ,& profonde radici , la uirtù , la bontà ,& l'odore fe ne feende in quelle , & reHala pianta fuanita: & perdendo la forma conparte anebora del fuo naturale odore, fi conuertifce in menta . Ilper- che uer amente parmi , che malageuolmente fipoffa dire , che quefla fpetie di Sifembro domeflico , & quello che nafee alfabetico fcritto da Diofcoride , fieno una cofi medefima . Lofcritto da Diofcoride ho ueduto io nafeere nelle campa- gne ,&nei luoghi poco coltiuati della ualle „ Anania della giuridittione di Trento , con tutte quelle parti , che Diofco- ride gli attribuire, il che dimoflra la differenza manifefìamente , che è infra quefle due fpetie di Sifembro . Oltre à que- llo per una altr abuona ragione fi può dire , chel Sifrmbro di Diofcoride non fia quello , che ne fcriue Tbeopbrafìo : per- ciocbefefuffero una cofa medefima, degenerandoli Sifembro non colmato, impofìibil farebbe ritrouarlo altrimenti, che permutato in menta alla campagna, non hauendo quiui colmatore alcuno .il perche interuerrebbe poi , che i luoghi, tue prima fu fi e flato il fifembro , & crefciuto , tutti fi ritrouarebbeno pieni di menta : il che non ho però mai ritrouato *o. M che poco confiderando il Brafauola , meffe la Balfamita , la quale chiama egli Menta Fiorentina , per amendue Errore del Bra Jc)t nel crejcere diuentano poi fimilià quelle della ruchetta. Il cui fapore, odore non è punto lontano da quello del na ur tio. Fece memoria di queflo 'Plinio ^ xx 1 l .cap. del xx. libro: come cheaU’v ni. delxix . apprejfo adafinef^M mentione d un altra (petie di Sifembro } la quale dice nafeere in fu gli argini, , & in fu le riue delle pefeine ,&deò ,l m &fmilmente nelle parete de ifo&i , U che à molti ha fatto credere , che intenda quiui egli della menta >: oM 9^ l0 labro'1 taHr° acWatico > Ma notiflima à ciafcuno . il Sifembro tanto dell’ una , quanto dell’altra fette ,pU inpoluere » o neramente beendofi lafua decozione caccia fuox del corpo i uermini , & il uento. V ale parim£l1^ f nv- SISEMBRO DOMESTICO, Nel fecondo lib . di Diofeoride. f i j S I SEM B'RO SALVAT1C O. prima ffctiefcaldandofì infìeme con matrìc aria fopra una tegola calda , & sbruffando fi con nino bianco odorifero * ^ mettendofi dipoi caldo [opra al corpo alla uentofità della madrice . Gióua. il medemo anebora maggiormente àido- 0Yl>cke rimangono alle donne doppo al parto ,fe tagiandofi minuto , infi eme con matricaria 3 & fiori di camamilla , s incorpora poi con tre , ò quattro uuoua sbattute , &f afone nella padella ima frittata con olio di gìgli bianchi , & cofì Cil a Ji mette in fui corpo fopra il bellico . Impiaflrafì tanto fecco , quanto uerdc fcaldato con la maluagia utilmente per lo ! 0 ori uentofi, in fu lo flomaco. il fuccbio applicato ài teflicoligioua d coloro , che fi corrompono infogno . Ljdquà- tuo fcaldato nella padella, con radici di petrofello ,& di rafano trite minute , con boturo ,& maluagia , & meffo opra alpettinicchio , prouoca l'orina ritenuta. Il fuccbio del medejìmofi mette utilmente fopra il capo de i letbargici . Enne Sifembro della terza Ipetie , & Tua hiiìoria. Enne di queflo una altra fietie , ma con foglie , &fuHi molto minori , coni fuoi fittili ramo fedii filamenti ino0> . ne * quali fino i fiori piccioli & bianchi , & quello nafee non filamente in luoghi humidi>& acquastrini , ma nc ! tj' |aG aleno.1" tl 3 & lungo le uie} con acni of aporp. Fece de i Sifimbri memoria Galeno all’v ili. delle / acuità defimlpici 5 cofi ,c^n. L do . il Sifimbrp è compojlo di fottiliparti : è digefliuo , & dificca , & fialdaneltcrT^o ordine . Et pero lo danno a cu [ nelfingbio^o. a bere con uino ,& ai dolori di corpo . Ma quello 5 che chiamano rb{afturcino , per e fiere egli \ie Jap ^ fio jìmile al naHurcio , quando eficco} è calido, & ficco nel ter^p ondine; come che uerde non ecceda il fecondo . * _ ty, manoi GreciilSifimbro , «.* i Latini , Sifymbrium :gli Mrabi, Sifnabarion , &Sinasbar: tjl0i L m,mt\i & Bachmunt\: li Spagnoli , Hterua buena de aguq : i Francpjì * Mente acquatiche . Lo acquatico ». Difcorfidcl Matthioli SISEM B R D A G Q_V ATICO. Nel fecondo lib . di Diofcoride. V N A L T R O j S I .S E M 15 R O 4 C 1 vy A T ICO. ?‘Z 1e r 1 t h m o , ouero,come dicono alcuni, Crithamo, è un’herbetta frunicofà , per tutto pie- trondi , la qiial crelce all'altezza quali d un gombito . Nafce nelle maremme , & in luoghi 1 con a‘ial «ondi, al gufto falfe, graffe, biancheggianti, come fono quelle della procacchia,' J no Un^UC ,arShe > ^ P‘u lunghe • Produce i fiori bianchi , e’1 Teme come quello del rolinari- eranpH 5 0a0ra^°’ & tondo. Rompeli quando è fecco, & ha di dentro un nocciolo limile ad un 0 dl §rano • Le radici , le quali hora fon tre , hora quattro , fon grolle un dito , & lpirand XX d’un Crithamo ? fua elìaca. yi8 Difcorfidcl Matthioli CRITHAMO I. d'un gioconde* , & aggradeuole odore . La decottione delle radici , delle fiondi , & del feme : a . , nel uino , & beuuta uale all’angofcie dell'orina, à trabocco di fiele, & à prouocare i meltrui . giafi il Crithmo crudo,& cotto , come l’altre herbe de gli horti:& conferitali anchora in lalamu N-yt s c e il Crithamo non f demente per tutta la rimerà del mare Tirreno ,&ma(ftme attorno al monte^‘jt[ taio nelle noflre maremme di Siena , e r I » l. a } V rir^ijr-r- Il P fìlli •* per tutta U colla , che da f{oma fe ne gira ucrfo'Nflpw ìma ^ anchora del mare Adriatico , otte fieno fi cogli , & riue fafilofie . Et però non pocofe ne ritmaaniw \ mano uerfo T riefli in alcuni filogli nella riua dì quelgolfo. Chiamaftil Crithamo àEoma ,& qwfiper m>‘ JLji | Finocchio marino : come che in altri luoghi d Italia » dotte dal maree filato trafifiortatone giardini, &r,eg ‘ > ’ chiami uolgfirmenteberba di JatiTietra.il chea molti ha fatto credere .chenonfiaaltroquejla piantale c ^ t tron , thefcrifife pìofcoride tra ifemplici folutiui , tptafi apprejfo al fine del mi, libro ,pÌHperfwfi ^ ‘m ,4 it\ Nel fecondo hb, di Diofcoride. j 19 fitlTHAMO IL ^ M vocabolo , che da famigliatila alcuna , che nc ritrouino firitta . Tacila cui opinione ritrovo io Tietro Collinuccio nelle difanjioni , che fa egli per Timo contra al Leoniceno : imperoche mole , che fa corrotto il uocabolo Empetron in San petra herba . Mi che non acconfacendomi , dico , chel' Empetron di Diofaoride è molto diuerfa nell’ operare fuo dalucro Crithamo chiamato herba di fan Tietro : percioche quefta , quantunque fi mangi copio famente , non faine ne lacholera , ne la flemma , ne manco l’acqua degli hidropici, come farine Diofaoride , che falue l Empetron ; & imperò collocato nel mi .libro nel mexp all’ordine di tutti i famplici falutiui faritti quitti da lui. Oltre à ciò non fi può direbbe ]ia Empetron l herba di fan Tietro ,auenga che niente fariua Diofaoride in parte alcuna , come ella fi fìa:ma faolamente ijje nafcere l Empetro ne i monti, & nelle maremme con falfo,& amaro fapore . M a bene è da credere , arnfl da tener per certo:ch ellafla il Crithamo per le corrifpondenti famigliano^ , che fi ueggono nelle radici , nelle fondi , nel fapore , & m tutta spianta . Dell' Empetron diremo pofcia l’hiHoria al fuo proprio cap.nel un. libro . Enne del Marino ancho- ta ^U€ ^tre ffetie , l una delle quali mi fu primamente mandata dal Tfobiliffimo, & uirtmbffìmo Signor Iacomo Mnto- XX 2 nio Errore del Col iinuccio. Due altre fpe- tiedi marino. Crithamo ter- reftre& Tua hi iloria. Difcorli del Mattinoli CRITHAMO III. filo Cortufo gentilhomo'Padouano , Quello dico è -quali limile al fu detto , ma ha le foglie piu Hf ette in cinto acu- te ,& pungenti, al guflo falate, & acute ,& i gamboni piu groffi,pm robuHi , &piu fucchiofì . Ha oltre a do in : cima ,hor due ,hor tre > & fino à quattro ramofcelli . & tutti con una ombrellain cima di fiori bianchi, dai palina v. fce ilfeme quafi limile al finocchio , come anchorala radice . l'altro ho piu uolte colto io ne i lidi del mare non lontano ■> dalle faline di Trìefli , con piu f ufi 3 cbeefcono danna folar adice 3 diritti ,& fottilim}& tuttidal capo al piede nco > perù di foglie , le quali di mano in mano efcono à Rocche da un f do picciuolo, lunghette , groffe , & falate . Ffce appo ciò dallaloro origine una, foglia particolare di fiotto, il doppio piu lungha deU'altre; dallacui cauità nafconole altre K, fu dette hor fei hor fette infieme, come fi può manifefiamcnte uedere dalla fua imagine qui difegnata. Fa i fiorita cin | tondi , & peloft , di color giallo finar rito, & la radice lunga, accompagnata da piu altre all'intorno . Quella uog iono ^ jc cimi, che fai empetro di Diopcoride . alla cui fententia non ardifco d' accollarmi ucdendoui piu note , che non oc' cedono. lmperoche quef apianta nafce al mare , & nonne i monti, ne folue mangiandoli il corpo. Fjtrouafi aìlcì0^ j Nel fecondo lib. di Diofcoridc . CRITHAMO IIII. «Utltrit puntala quitte non follmente fi raflomiglia alcrithamo nell odore, & nel fapore ,manonfo come anchora »e e [ite fattele ,&però non riè parfofuor di propoftto chiamarla Crithamo terrejlre , Tffafce copio fa in Boemia , & ^Imamente intorno alla città di -Praga , fra le biade & lungo le uie nelle ritte de campi , con foglie lunghe , frette, «rette, le qualiefcono tre infieme da un medefmo picciuolo affiti ben lungo, & da ogni parte dentate , come le fal- ” mietere il grano, & quelle che fono nei fufli fi ueggono molto piu picciole& piu Hrette : Il fuflo produce con oteconcauita di de ,&parimente nodofo , nella cui fommitàjì fpargono i rami, nei quali fono le ombrelle bian- t e , & ponte , che producono poi unfeme lunghetto , picciolo , acuto, & odorato . Fa la radice fimile alla Pastinaca J natica, ma minore, al primo gufo dolce , ma maSlìcandoft bene , è nell’ultimo acuta ,& odorata. Scriffedel Cri- ) te'T ^ a V 1 facu^[ ^i f empiici , cofì dicendo. Ile rithamo è al gusla falato , & alquanto amaretto : il 'tìant ^ ‘ ll€^C fuc difettata10 , & afierfiuo . Quantunque fi ritrouino in lui , tali facilità minori , chenelle mar 1 ’ c^'an“tno iGnci >} Crithamo. i Latini , Crithmum,& Crithamum : li Spagnuoli,Perexil de la • > mas de agmlayerua : li T edefehi , Baciteli , & Meerfenchel : li Francefi , Badile , & Fenoil marin . XX 3 Del Crithamo fcrit to da Galeno. Nomi. Difcorfi del Matthiol* Del Coronopo. £ap. CXIX. IL coronopo è una herbetta lunga, che ua ferpendo per terra: le cui fiondi fono incife.Man elafi quella cotta , come l'altre herbe . Ha la radice forale , & coftrettiua , la qual mangiatane! cibi gioua à i fluifi ftomacali-Nafce in fu gli argini de 1 foffi,appreflo alle me,8t in luoghi incolti. Coronopo, & no3atcropmonidegUbuomini , chefi JcnQ ajfiaticatiàrmtraccmeiuerifimplici.qu \ fu» tffam. ' y lej-t j" ^ Coronop0 di Diófcoridc , il qual uolgarmente non uuol dir altro , che piè di cornacchia . Tra li quali fi, ; per lunga diceria neficriffe il Leoniceno;conchmdendo infine cfifiere il Coronopo qudl'herha , la qual chiamiamo in jy «' renna Sanguinella, & egli nel fuo uolgare Vicentino Capriuola , adoperatala Hatefic^ da i fanciulli per farfi unite , [angue dal nafo . Quefla opinione non accettando il Manardo da Ferrara , accoftandofi piu pila fiamma dil)wfcari ma piu preflo paflura del bestiame. Oltre a ciò , non manca , chi creda , che Opinione d’ai il Coronopo quell’herba}che uolgarmente in alcuni luoghi d' Italia fi chiama piè cornino , <& in altri piè di gallo > il cuni dannata. Io ® m ufo dai medici , & dal uulgo per far uefcicàre qualche patte dèi corpo , oue fa bifogno dicof fare. D ella qua- e °Plmone nonfolamcnte fono Siati i commentatori diAuicenna ; ma anchora qual eh’ uno de i moderni , di quelli maf- XX 4 fme Opinione del Leoniceno ri- prouaca. Gramignafpi- noia di Plin, Fattele del co ronopo. Serpentina, Coronopo fcritto da Gale no. Nomi. Soncho,&fiia hiftoria. j 2 4 Difcor fi del MatthioJi fiime , che hanno Jcritto i uolumi ben grandi delle (acuita , & dell hijloria de i fi 'empiici . Tra i quali è Otkone Brunfelfo Tedefco s il quale quantunque habbia benfaputo ejfier dannati yagionewlmente da i moderni , & dotti medici tutti co- loro 3 che hanno tenuto , & tengono , chel uolgare piè cornino fila il C oronopo di Diofcoride ; nondimeno ( tanta è alle uolte la pertinacia degli huominì ) che piu pretto ha uoluto errare con gli ignoranti , che conoscerne il nero infime con i dotti, & buoni ficmplicifii, Terciocheuuole egli manifefi amente , chel piè cornino uolgare fi a il nero Coronopo di Dio - ' floride, il quale , come al fino proprio capitolo fi dirà , è mamfefìo non ejfiere il Coronopo ; ma bene il batrachio , onero ranonculoficritto da Dioficoridc fiotto diuerfie ffetic , le quali manifiejl ament e fi ueggononel uolgare piè coruinó. che fila oltre di queflo il Coronopo di Diofcoride la Sanguinella ,ouer la Capriuola , come fi crede il Leoniceno , io ueramente non pojfio credere : percioche , quantunque fiaccia quefta herba in cima alfifluco cinque picciole J fiche , le quali yuan* do s aprono , rapprefientano nella forma foro un piè di cornacchia , ò d’altro uccello ; nondimeno ( come dice il Menar- io do ) non è in alcun ufo ne i cibi , come fcriue Diofcoride : non è tenera da poterfi mangiare , ma arida come èil fieno : ne manco produce le fiondi intagliate , ne fi fiemina negli boni , come diffie "Plinio alxix. cap. del xxi i . libro : Uguale fie uogliamo pur Seguitare nel dire egli al XV I .cap. del xx I . libro , togliendolo dflll’V 1 1 1 .di Tbeophrafio , chelfuflo del Coronopo, herba fiino fa , uà ferpendopcr terra , diffidi cofafiarà il prouare , chefia la Sanguinela , ouero la Capri- uola ; ìmperoche ilfifituco di quetta non fa cofiì, maleuandofi in alto fa cinque picciole (fiche, il che ne perfiuade d dire chefia quefta Sanguinella quella (fede di Gramigna fi in ofia commemorata da "Plinio al'xix. cap. dclxxini. libro co fi dicendo . Sono alcuni , che dicono effier la Gramigna (fine fa di tre J fede , tra le quali chiamano quella Dattilo , che per il piu ha cinque (fine nella cima del fufio , le quali rauoltc tutte infieme fi mettono nel nafiope trarne fuorail (angue. Et cofì terminandone egli quitti l’hittoria non diffie ( come fi crede il IQicllio ) che fiujfie quetta (fede di gramigna il Coro i nopo . Oltre à queflo è d’amertirc , che Diofcoride non fece memoria alcuna , chefiuffie il Coronopo herba (finofa,nem- 20 no nell' ordine dello ficriuerlala pofetra leffinofe ;ma tra quelle , che fono in cornmme ufo da mangiare nei cibi, fe bene Theophr atto la connumerò fia le piante (finofie ,pcr hauer hauuto egli rifiettoper aaentura à gli appuntati iuta- ' gli delle fine foglie quafi firmili alle fiine , quantunque non pungenti , come hebbe Diofcoride a quelle dell'acantho . lidie \ mi fa ageuolmente crederebbe l C oronopo di Diofcoride non fia differente da quello , che intende Tbeophrafio . Et im- però Plinto nel xxi .libro, imitando Tbeophrafio ,fiece il Coronopo fiinofio ; & nel XXU .imitando Diofcoride3non fece quiui di (fine memoria alcuna . Oltre à ciò è da fiapere , che di quella gramigna , la quale ufiano ifianciullipercm - re il fiangue del nafio, cofì in Carniola come nel contado di Gorida , ricolgono gli fichiaui il fieme, & lofgufciano , & mon- dano , come fie fiujfie panico , & fiannone poficia mineftrc nel brodo di carne affai algutto aggradatoli, di modo cheli T edefiebi chiamano quetto fieme minor affai di granello delpanico , Himetdauu , cioè manna celette : & li fchminel- la lor lingua chiamano la pianta Piede di cornacchia , come piu ampiamente diremo nel proceffo diquefio uolume trat- .q tando delle (fede della gramigna . il perche ho io per certo quafi creduto , che hauendoper auentura ciò fiaputo il Leoni- ceno , s habbia egli poficia imagmato , chefia queflo il uero coronopo di Diofcoride . appreffio à cui non ejfendo fiinofo , & naficendo , & jeminandofi in Italia , non credo , che fallino coloro , che uogliono , che (herba Stella finii Coronopo : auengache altra non uifie ne ritroui, che piu fi gli rafiiìmigli. Il Coronopo adunque ha le foglie lunghe, & Hrette, inta- gliate a modo di corna, (Irate per terra al tondo à modo di J Iella , onde ha ella dalli Italiani il nome, Procuducc i gam- boncelli , lafiica , il fiore , & il fieme del tutto filmile allapiantagine , di modo , che non ui fi uede differenza alma; Ha una fola radice , ma tutta uillofii ,& bianca . Il fiapore delle foglie non è differente da quello della piantagine. Onde crederò io che fia il Coronopo una (fette di piantagine cofi fatta, Tjaficene di fialuatica almaiyo in diuerft luoghi : ma copia fie ne uede lungo al fiume del LiyptpnXp , & in altri luoghi nel contado di Goritia , douela chiamano Serpentina: imperochc la (ita radice fiecca in poluere , & beuuta nel uìno è ualorofio rimedio al morfo delle uipere , come io ho offerì- ^ mentato piu uolte . Scriuendo del Coronopo Galenoalv 1 1. delle (acuità dei (empiici altro nonne diffe ,fe nonchela fua radice mangiata gioita a i flufi i ttomachali . Quefta p enfiano alcuni , che fia il uero H oleflio di Diofcoride . il cui parere non mi dispiacerebbe fife non haueffie di nuouo ueduto il uero, mandatomi dall’ Eccellenti fimo M. Jlfonfo Tan ■ tio Modonefe . Chiamano i Greci il coronopo , K opuyó-Tnsc : i fintini, Coronopus : li Tedefichi , Kraenfiuoff : li Spagno- li > Guiabelba : li Frane e fi , Capriole . PelSoncho. Cap. CXX, IL s °*c H° è di due fpetie, uno piu fàluatico,& piu fpinofò:& l'altro, che fi mangia piute- nero.Hailiuftoangolofò, concauo,& qualcheuolta rofio:& le sfrondi con alcuni internala attorno mtagliate.Hanno amendue facultà d’infrigidire3& coftrignere mediocremente: & imper° ìmpiaitratnn fii gli ftomachi caldi, & infurinfiammagioniuigiouano. Illorfucco beuuto miti- : lTie”tlj . lI°ftomaco,& genera aflailatte. Applicato conlana giouaall’infiammagioM dei ledere, & dei luoghi naturali delle donne. Confierifce tanto l’herba, quanto la radiceimpu- ftiata alle punture de gli feorpioni. Enne una altra ipetie di piu tenero, che crefce inalbero con larghe t rondi , le quali diuidono il fuo ramofo fiifto , Queflo uale tanto , quanto gli altri . CHI AMASI il Soncho uolgzrmente in Tojcana Cicerbita , & Credine anchora , delquale[enc tfo ‘ cmphper ^inmh&fer le uigne. amendue le Ipetie, producono l’uno ,&l’altrole foglie intdgliM Nel fecondo lib . di Diofcoride, S O N c H O ASPERO. T2J cìchorea > le quali nell' mìo fono ruuìde}-& frìnofe , & nell'altro li f eie , & ferina frìne > & in amendue rojficcie . Sgonfi del lifeio due frette differenti folamente alquanto nelle foglie > percioche luna le ha piu ttfeie , piu difiefe , & f20 lntagHate . Ma tutte hanno il gambo alto un gombito , ò poco manco , toncauo , tenero > fragile , latticinio fo, & euolte porporegno. Fanno i fiori in cima al gambo in diuerfi ramof celli gialli filmili al fenetio,i quali feccandoft fi con - vertono in lanugine , la quale feoffa dal uento fe ne noia uìa . Ma quella ter\a frette di cui fcrijfe Diofcoride nel fine o c capitolo y non folamente ( per quanto io me ne ueggia ) non nafee in Italia , ma non ritrouo che Theopbraflo ne Vii - ni° ne ferine fiero cofa ueruna - VfiamonoiinTofcanail uerno nell infialate le fiondi , & le radici : le quali per ejf ere virtù del -Son- Anc }0Ì a m°h° tenere , & dolci > affai aggradano alguflo . Cotto il fonco nel uino y rifiagna ifluffi . dafii il fuo latte util - Co. Difcorfidel Matthioli mente i bere atti afmatici , & al ferramento del fiato. Me fa caldo nelle orecchie ut mitiga il dolore , & m4mmt> Sqnctio ferino C!>cen‘lol}cm^‘0‘^mS,lfeio di melagrano .Beuutoalla mifura d’un cìatho , gioua alla Hrangttria dell'orma. Ufi diGj). glie manicate togliono ìlputppre delfiato . Il Soncbo .quando è maturo , fecondo cherccita Galeno all V ni ■ 1 le facilita de ifemplici , èfpinof i .• ma quando è anchor tenero , &giouane fi mangia , come f altre herbe fallitile e. temperamento fuo èquafi miflo di tenefire, & acquatica effettua : quantunque t ma , & l' altra fta leggiermente K’ da ■ Oltre di quena è partecipe d alquanto di uirtù cofirettiua . applicato di fuori, ouer p mangiato itifiigidifce ",‘‘l IO fellamente . Ma come èfecco , diuenta terreflre , & nflagli pochi/ima calidità . quefto tutto dijfe Gaietto . D»?** iella ter\a fj>etic non ne ritrouo memoria alcuna apprejfo Theopbrafio , ne Vlinio , ne manto ho io mai ueiatt) ® SONCHO LISCIO. Nelfecondolib.diDiofcoride. 5-27 VNALTRO SONCHO LISCIO. Soncho , che cvcfcain albero , Chiamano i Greci ilSoncho , 'Zór^on i Latini , Sonchut : li Tedefchi Builder hafen kp- u, Gens dyttel : li Spagnoli Serrala , & San alba : li francefi , Lateron , & Valais au lieme . Della Endiuia. Cap. CXXI. [ \ rNf 1 VI\èdidueforti.Vnafaluatica,laqualefichiamapicra,&cichorea,& un'altra' r-'- che la fiondi piu larghe , che fi femina , piu utile allo ftomaco di quella de gli horti . La quale e medehmamente di due Ipetie: delle quali luna fa le fiondi piu larghe limili alla lattuca , & 1 altra I Plu frette , & è al gufto amara . Riftringono , & infrigidilcono amendue , & conuengonfi al- zi tomaco Cotte, & mangiate conaceto riftagnano il corpo. Lafaluaticaèpiuaggradeuoleaiio omaco : percioche mangiata alleggerilce gli ardori , & le debilità in quello . Tutte quelle fpetie impia- Nomi. Difcorfi del Mattinoli ENDIVIA maggiore, Endiuj'^ &fua eflanio ' nrJLcriv* r ^ n C r° e 5 ^C?n P°l?nta uagliono à dolori dellabocca dello ftomaco . Giouanoal e ^ ‘f j y rin ammag1oni de gli occhi. Impiaftranfi inficine con le radiciutilmente in Tuie hmpIIp Y c?FP10nG^:in fui fuoco facro, mefcolatecon polenta. Vngonfico’l Iucca loro ^ jC e ann°bdògi}o d’elTer infrigidite, aggiuntoui però biacca, & aceto. P , , !!e[ uolu^ eci ^ IHofcmde , che ummper le librarie , il principio di quefìo capo & in alcune ’ & n?nCtx deU, Eriki- ’ & tidMrt» r’ rimua f Meato , & confitfbj farmi , che per pantol» ZT, ?7rne ‘hn d 0r‘bf° ' * fcW egli do [empiici , & d’ alcuni noi, mi di Diofmide molto antichi finiti * p.rna f, debba U pome, f, od, quello capo leggere in queSìamodo. L’Endmaédiduc ffetic , falu. etica , &faéf< IT* ‘ Ì‘dueZn,lÌ “Tu ‘WMwfiw - & Ciohorea : & C altra , che filmina , & producefìglì'pif'; gbe.&epiugcatacdgujlodella domenica ,L„ domenica fo, è anchora ella di due ftetie ; una che frodacele- H> Nel fecondo Kb. di Diofeoride. 52S> ENDIVIA MINORE. t ,e “U* lattuca •• & l altra , che le fa piu sirene , & algiiBo amar e. A Ila qual lettione coniftonde bettif- iid ì cl,e da D‘0J'eori^e nefi™e Serapione , uedendofi , che egli ha d'Endiuia tante jfetie di fanatiche, quanto CM* K,e • M ekeueggiamo anchoranoi cotidianamentene gliborti ,& nelle campagne, battendo cichoreafaluati- ™ cwpi, oue nafte per feHeJsa, con foglìepiu frette , piu rtmde ,& per intorno intagliate; & di quella, che fi nt alguflo aggradatoli; come medefimamente habbiamo chicrcd' 1 Endiuia domenica, differenti di foglie, & di fapore . Oltre à ciò è da faperc , che non manca fio med r C n0n ia ^ff'eren^.a dall Endiuia domeftica , che produce le foglie larghe , alla fcariola ,per ritrovare c[ue- 10 duce le r aPPreJToa Serapione ; & ancho chi voglia ,che ella fa l' Endiuia domenica della feconda Jpetic , che pro- porci no- g/r^r / * C^C * 6 ^ amert*rc » c^e la Scariola in S erapione è cofi dell'interprete , & non dell’autore : &- (he Scali li- ** firefìarefede‘ ll che ™anifcfiamcnic dimofìra la forvia del uocabolo corrotto da i Barbari . Impero - o a altro non rileva,, che Seriola , cioè Endiuia picchia: per ciochei Greci chiamane l endiuia Scris. il che Y Y manifeflamente S3° Difcorfi del Matthioli endivia crespa. manìfejl amente dimoflra , che la Scariola non lignifichi altro appreffo à ì Barbari , che l’Endivia della feconda frette . quantunque anchor a tra le faluatiche fi pofia parimente chiamare Scariola quella , che fi (emina ne gli horti, c en0 chiamiamo Cichorca domenica, per effer ella affai fimile all'Endivia minore . In filma tutte quefieffietiefino nottjt in Italia, per efìerne del cotinuo in ufo nell infalate. Onde gli hortolant le ricoprono il verno fitto la terra, et fitto negli horti per farle diventare tenere, & bianche, confidandole cofì tutto il verno, h avendo ciò imparato dalla natu ■ i per hauer veduto Jpefio nelle campagnc,come diventi bianca , tenera, & dolce la cichorea , quando per il cnfccre e Jtuliuu terza, que viene ricoperta dalla belletta, et dalla rena . Oltre à ciò fi ritrova una ter%a fpetie di Endivia, laquale fa i cefi nto^ grandi, & parimente le foglie grandi, & crefpe per intorno, & ìntagliate:et ifufii molto piu alti, grò fi, & teneri ‘ tu^ le altre fi etie,& molto buoni nelle infalate : Ma nel refio non è differente dall' altre . Ma coinè che dica qui Dl°JcorJ ] chefia la Cichorea, cofi come l Endivia, fidamente di due fife tic; nondimeno la Chondrilla , che ferine egli di dttefrd ■ . feguente capitolo , e veramente jfietie di Cichorea ; come é anchor a della medcfima (petie quella , che chiama 7 c ^ Nel fecondo lib.di Diofcoride. GI C CREA DOMESTIC A.'; jìo all xi ,fàp. delvil. libro deU'bijìoria delle piante Aphaca , & noi in Tofcana Tìfcia al letto 3 altri Grugno di por- t: 5 dtri Dente di leone , altri Dente di cane , altri Capo di monaco , & altri ^Ambubeia : quantunque apprejfo à Tlinio fiulAmbubtia, chiamata parimente ^Ambugia , la islefja Cicborea. Efce di terra quefta pianta nel primo entrare Aphaca djj • della Trimaucra } con foglie di Cichorea,ma moltopiu intagliate , & in cima Jìmilialic faette ,& (irate per terra: Fa Theophrafìc. il gambo alto un palmo , tondo , lifcio , rsfiiccio , uacuo , fragile , & pi eno di latte : Et il fiore giallo , & stipato di fo- glie . sfiorendo queflo fi conuerte in un capo tondo lanuginofo , come di Tragopogono : fatto con non poco artificio di 1 muYa • la qual lanugine ageuolmente fe ne uola aia fóffiandouift dentro con bocca : Ha la radice quafi come di Cicho- *ea ipiena pero tutta di latte , & molto piu amara . Tutta quefia pianta cotta , & mangiata, conforta lo ttomacho: Virtììdella A- Ìq &cr uda ristagna il corpo : & però fi loda per la difenteria non poco , & mafi imamente cotta con le lenticchie . il fuc- P^aca< c l° tenuto gioua a i fiuffi della (fi erma . Cotta nell'aceto , mitigai dolori dell’ orina. La deccottione di tuttala pian- *4 Ufi dà utilmente nel trabocco-di fiele » Scriuono alcuni fupersìitiofij oueroffimmentatoxi delli occulti fecreti di nature, YY 2 che 532 Difcorfi del Matthioli CICHOREA SALVATICA. j. .. B „ e^e Hfuo picchio incorporato con olio, & unto per tutto il corpo , fa impetrare fauori appreffo à i grandi magnati, & de de|l?fpena confe£uir da ìoro cio > che fi. defederà . Mapamicofa neramente [ciocca , & negligenza grandigia degli fretialMi !*• tutta Italia , che hauendo èglino pieni gli horti d'Endiuia eccellentijjima , & buona domeftica , & le campagne piene di Cichorea , la quale non e altro , come dice Diofcoride , che l’Endiuia faluatìca , tolgano per far l'acqua d EndiiM una certa fpetie di lattugacciafaluatica , ffinofa , dura , & tutta piena di latte : cofa ueramenre reprobabile, . Tento che , dato che nella lattuca faluatica pafrigide^a ; nondimeno oltre al non hauer quella conueneuolei^a co l fegato > che hanno l endime , & le cichoree > ilfuo molto latte ha in fe alcune parti tanto calde , che brufcia , & uèfcica : & a cune cofi [umifere ( come dice Diofcoride poco qui di [otto ) che fono alcuni , che lo mefcolano con quello delpapa uè r° 3 Tan- ne (mi° l’°pi0 * Htroliafl ma altra IPetie di Cichorea , laquale chiamano alcuni ycintha , fe be»W p dall effetto , eh ella fa nel guarire i porri & le uerruche , la chiamiamo cichorea uerrucaria. Fa queftala radice qM j come un rapon^olo , ma neregna , & per tutto all' intorno fibrofa. Ha le foglie cichoracee , ma piu afpre , & i f'j Nel fecondo lib. di Diofeoride . T33 e I C 0 R- E A CON STANTINOPOLITANA, ml * colore celcHemuidifimo , le foglietto de i quali fono tutte all' intorno intagliate , (fendo «««« re SS unfqmmojb bottone , Ha una fola radice , ma ali' intorno capigliofa . Il maggior poihale foglie piuUrgbe afrahP fjlofe&mtemtere.fmilidqùeHedeUalichnidecoronariac&ìficmpiugroBiJiubiancbi.mpet^ & t fiori molto maggiori , &piu larghi : Tfafie ,ie i monti piu fieffo , che ne i campi . Di quello non ritmo io alai" « gli antichi fcrittqn , che ferma f acuità alcuna ; quantunque lo metta Guglielmo piacentino nel fuo (tropo di pwp Nel fecondo lib. diDiofeoride . DENTE DI LEON E. il qual deferiue egli per le febbri peflìlcntiali , & per ogni \ materia ’uelenofa . Kfcl che , fecondo cht dicono alcuni altri de i moderni3uale mar auigliof amente il Ciano per fua particolare proprietà datali dalla natura . La poluere delle foglie, delmaggiore (i danno con utilità à bere à coloro , che cafcano da alto ; & à chi [futa il fangue con acqua dipiantagine, ferodi confolida maggior e 3 ò di coda di c amilo: Il fuccbio applicato alle ferite frefche le confolida3 &guarifce l ulcere della bocca. Le foglie d’ammendue le ffretie , & maggiormente il feme cotto nel uino 3 & beuuto , giouanoalle punture dcllifcorpioni3&de i ragni uelenof. 3 & parimente à tutti gl’ altri ueleni. Il fucchio guarifeele infiammagioni delli oc~ (hi , ungendogli con effo . Fece dell' Endiuia,& della Cìchorea memoria Galeno all'v 1 1 1 . delle f acuità de i fetnplici , j0 cofifce>1do • L’Endiuia è una herba amaretta , ma molto piu la faluatica 3 la quale dall' eff etto alcuni chiamano Ticris , do e amara 3 & altri Cichorea.É frigida , & feccanel fecondo grado .ma certamente ladomeflica infrigidire molto piu , che non fa lafaluatica:& ffregnela fua fìccità la molta humidità3 che fi ritroua in effa . Lgondimeno luna & l'altra t del coflrettiuo c orpe la chondrilla : imp epoche anchora ella è (frette di fende * o di cichorea . Et all' ottano libro delle Y Y 4 com- Virrìi del Cia no maggiore. Endiuia fcritta da Gal. j j 6 Difcorfì del Matthioli CIANO MAGGIORE, compofitionide medicamenti fecondo i luoghi : La Cichorea , <& l'Endiuia ( diceua ) fono neramente fretie dicibi x& apprejfo di noi mangiano l’uria & l'altra tanto cruda , quanto cotta i uillani . É la [acuità loro frigidetta , & amaretti* & pai imente alquanto cofrrettiua : per le cui qualità fi conuengono grandemente nelle difreniperan\e calde del fegato- imperocbe oltre all infrigidire , che fanno moderatamente, fortificano effo fegato per la [acuità coslrettiua , che pon- gono . Oltre à ciò manducano, & nettano le commiffure delle bocche delle uene, le quali dalla concauità del fegato Han- no a quelle della fua gobba . però offendono neUe frigide diflemperany , come fanno quelle cofr che fono frigide, & h umide , in cui non fi ritroua alcuna [acuità amara , ne cofrrettiua . Tuo oltre à ciò giouar e la fufran%a di cotali ber e al fegato , anchora che in effo non fi ritrouino humori alcuni ferofì , ò altri putrefatti , & che la diflemperan\afi caiip pei fe fola , oper corrottela d altri humori , & mefcolandoft con mele conducono gli humori per orina . il perche quan do fi beono anchora feccheinpoluere , fanno ingiouamenti medefimi : & non poco giouamento riportano , quando fene ec la decozione . Ma doue anchor non fi ritroui alcuna calda difemperamg , & ui fra qualche oppilationc , gioliti vio^ Nel fecondo lib. di Diofeoride. y 3 7 CIANO MINORE. to il berle con nino bianco fittile infieme con quelle cofi , che poffin prouocar la orina . £ utile non filamento il ficco loro tanto frefeo , quanto [ècco ; ma anchora la herba iHeffa ficca beuutain polvere cofi parimente la decottione . Chiamano i Greci l'Endiuia , 2 fa : i Latini , tntybus fitiuus ;gli Mabi , Dmbe.bc , Hundebe , & Endeba : li T edefi Nomi'. (hi, Indiuienili Spagnoli , Endima: li Francefi , Endiuie . , La Cichorea chiamano i Greci, ^fady? fa Klxfav> «Vici Latini, Cichorium : li Tedefihi, Vueguueiff, & Vueguuart : li Spagnoli , „ ilmerones , & Cichoria: li francefi Cichor ce . Della Chondrilla . Cap. C X X 1 1 . LA c h ondulla, la quale alcuni chiamano cichorea , & alcuni endiuia , fa il fufto , i fiori, & le frondi limili alla cichorea faluatica. Laonde dilfcro alcuni , ch’ella era una fpetie di ci- chorea : nondimeno è quella in tutta la pianta piu lottile . Ne i cui rami fi ritroua una gomma limi- Difcorfì del Mattinoli 310» NOn è dubbio, che la Chondrìlla , tome dice Dìofcoride , fta altro , che (fi ette dì nera dchorea: ma piu minuta chondrilla , & di fi ondi , difuHo , di fiori , & di feme. Della quale fe ne ueggono per tutta T ofeana, & in ogni altro luogo d'ita- fiu eflàn. ^ pieni ifodi , &gli argini de ì campi apprcjfoalle uie , non manco in ufo per mangiar nell' infialate {come chefiapiu amara) che firn U dchorea . Fame fimilmente un'altra (pelle , come dice Dioficoridc , non guari da quella dififimile , tome che ella non habbia le foglie cofi lungamente intagliate , & i fiori d’altra maniera : la quale dal molto latte , che firitroua nelle radici fine , nelle fiondi , & nelfufio , chiamiamo noi in T ofeana Lattaiuola . Vfiafit anchor efifia da i con- tadini nell infialate in cambio di dchorea . Fece della Chondrilla memoria Galeno all' vili, delle f, 'acuità de (empiici, ch 5{jri]ja wl proprio cap » detfendiuìa,<& della dchorea ; non dicendone però altro ,fie non ch'ella era una fifietie d'endiuia . Della ta e a ? „cmbt ■ s :c.a „ ,hp e,™ il marmerò intendami Greci dell Anguria. y la comparare ai aomemeo , ma ti gin -n ■ pcuiom imperò manifcjìamente errail Brafauola ; credendo , che perilCocomero intendami Greci de ngun tre alle ragioni fopraferitte , ferine Tlinio als . delxix. lib, che iCocomerinafconoin Italia uet ■!, , P ^ i inclinine prouincie grandiffimi.hor gialli di colore , & horaneri ,& che mangiati /tanno ne ^ Cedrmoli> manCUCUbre yHJKHpiitG — - o ' . , > giorno feguente.il che manifeflamenteft uede in quelli , che da i Lombardi fi chiamano Cocomeri, «- & nonnelle Angurie : imperoche le Angurie in l tqliq uengom grojiiffime, & per ejjer.quan °Jono ì0mb vtnvi f/trmn i nnflri cedrinoli chiamati LOCO? quofe,& dolci gnrie ; imperoche le Angurie in Italia uengono gromme, &per ejjer — - Lojnhardi, ^ filtro inHrumento in lungo pertugiato, ui crescono dentro in mìrabil lunghetta : & che Jlando pendenti i Cocomeri an- cora attaccati alla pianta [opra un uafo d'olio , tanto odio fi ritroua tra l'uno & l'altro , che fi riuoltano i Cocomeri in- dietro , & torconfi à modo d'uncino . Le quali cofe ho uìfto manifefiamente prouar io con i noHri Cedrinoli di Tofcana, doue negli horti fono fatti uolgarìffimi i lunghi , & i ritorti a modo di ferpenti , flati piantati del feme di quelli già fiat- tiper arte nelle canne , ì quali per lungo circuito d’anni hanno fempre prodotti i Cocomeri lunghi. Et finalmente fi pu* dire , che’l torcerfi in uncino filato fa , chepiuprefio poffa accadere nei Cedrinoli, che nelle Angurie .Ter ciò che que- lle per effer tonde, è quafi impofiibile, che pojfano prendere la forma : come che per effer lunghi poffa quefio ageuolmen - te accadere à i Cedrinoli . Toffonfi ferhare i Cocomeri ( fe tanto fi può credere à Tlinio) fino alnuouo tempo degli al- lo hnon fittamente nella falamuoia, ma mefii in unafoffa canata in terra : oue non tocchi il fole, collocandoli fopra la rena , Emettendogli fopra del fieno ben fecco ,&pofcia della terra , fin che la f offa fi empia . Hanno tutti in odio il uemo9 & il freddo: Lfafconoil fe§ìo,ò il fettimo giorno dopo algittar del feme in terra . Tfafcoìio tenerifiimi &giocondifiimi ZZ 3 al gufo Difcorfidel Matthioli j Aj N ,Q V H I 99 al gufo quando fi macera il lorfeme 3 auanti che fi femìnino nel latte . Ma uolendofi hauerei cocomeri primaticci ino to 3 bifogna paffuta che fio, la bruma 3 cioè me%p iiniefe di Dicembre , hauere delle caffè piene di terra ben gt&ff1 » f minameli dentro con annaffiarli qualche poco dentro in cafa & come fono nati 3 & che fuccedino giorni fereni & te pidi bifogna metter le coffe fuore al fole in luoghi coperti daluento appreffoalle mura delle cafe , & tanto cheigiW faranno freddi , & il tempo conturbato , tenere le caffè al coperto in cafa fotto il tetto }& ciò bifogna fare fio c tf j, pajfato me\o il mefe di Marino dopo l'equinottio della V rimaner a ; cioè quando non sha d’ hauere fo fretto alcuno brinata} cofì all' bora tutte le caffè fi poffono mettere in tcrra3& cofì sharanno poi i cocomeri molto primaticci gitati i cocomeri in fette & applicati fregneogni forte dinfìammagioni : & tolle uia nelle febri ardenti ogni peci > Jopeponf &?ó ^uu^e^a dì lingua penendofi continuamente in bocc#^ Oltre à ciò , che cofa intendano gli antichi to cifrai. 3 & Melopeponi , non fo io fieramente affermare > quantunque freno alcuni , che uogliono , che Calcno all 1 • - menti intenda per i Melopeponi i nofìri communi Melloni : per i Tcponi quella frette pur di Melloni , c re cj dVinegia Tifone . Ma Udir Qaleno nella fine del capitolo de 1 Melopeponi 3 ifre quella parte ultima Nel fecondo lib . Hi Diofcoride . 5-47 mlcfi chiude dentro il feme ,fe ben non fi mangia ne i Teponi; fi mangia nondimeno nc i Melopeponi, mi fa ftarfofie- , Io in determinare , che cofa uoglia per quefii due frutti intendere Galeno : perche in amenduelejpetie tanto de i communi ' Melloni , quanto delle Tipone quella parte apprejfoalfemefi mangia , & non fi mangia, fecondo che tali frutti fono piu fiativi ) & manco maturi . Ter cicche amendue quefii, quando fono maturi t Infilano perfefle fida loro il feme con -pitta quella parte carnofa , oue s afcondc , quando fi tagliano , & all’hora non fi mangia : ma fefono alquanto men ma - X turi, rimane, tal carne attaccata infieme con l altra ,& cofi.fi mangia ,hauendone però prima con il coltello tratto fuo- ri il feme . Vero è , che l'animo m inchina à credere , chef e de i noHri Melloni intende in uno di quefii due capitoli Gale- no , fia in quello de i Melopcponi . Et quefio non uoglio chefia detto per altro , che per dirne la mia opinione , la qua- le Infoierò à decorrere d coloro , che non hanno il uelcno della uipera ne i denti, & nella lingua . Imperochenonfi ritro ^ , .a cofa tanto dolce , tanto foaue , tanto buona & tanto proficua , che non diuenti amarifiima nella bocca di coloro , che Unno per natura le labra uelenofe . Ma che cofa habbia egli intefoper i Teponi, non fo io neramente in alcun modo de - terminare . Et imperò non dirò , che intenda delle pipone V enetiane, ne manco delle Angurie , come fi uanno imaginan- do alcuni . Tercioche ritrouo , che Serapione hauendo. prima fatto mentione d'autorità di Galeno di tutte quefie ffetie, fece delle Jnguriep articolar capitolo, & chiamale in lingua Arabica Dullaha . nel qual capitolo non, adduce autorità alcunadi Diofcoride , ne di Galeno, mafolo d'autori Mirabici . il chemi fapenfare, che nonfuffero conofciute l’AngUr rie da gli antichi Greci . DimoHra parimente non hauerlemai uedute il Fuchfio ,huomo de tempi nofiri dottiamo , impembe nel fuo grande berbario,fi crede egli , che i communi Cocomeri di Lombardia chiamati da noi in Tofcana Ce- drinoli fievole ucr e Mngurie, ingannandoli però di gran lunga.Tcrcioche quantunque chiamiamo noi Tofcani leAngu rie Cocomeri , non però chiamiamo per lo contrario i Cocomeri Angurie , come ferine il Fuchfio , intendendola alla ri- ) uerfeia. Ma ritornando hor mai a i noHri Teponi , i quali quantunque fieno piu noti ,& piu conofciutì dà ciafcuno di quello ch'io pofjadcfcriuerli, non però mi par di douer tralafciare dinon fcriuernel'biHoria loro . Onde dico che la pian- ta che gli produce fe ne ua ferpendo per terra ; con lunghi f 'armenti , come fanno parimente i cocomeri con foglie come di uiti , ma però manco intagliate , ruuide&pelofe . I fiori i quali fono gialli nafeono da i farmenti fu detti, & da quefii Ufi-atto grande come la tefia d uno huomo , & qualche uolta molto maggiore . La cui f correa ha del cartilaginofo , di diuerjì colori : Imperoche in alcuni è uer de, in altri bianca , in altri gialla , in altri pallida , & in altri bigìa:& ue ne fo- no anchora di quelli che fono uefiitì d unric amo fatto a modo di rete con non picciolo artificio della natura, & quafi tutti fono fatti à [picchi onero à fette rileuate . La polpa lóro interiore la quale ègratifiima alguflo, è anchora ella di diuerfi colori . Tercioche in quefii-è bianca , in quelli è roffa , & in quelli altri verdiccia . I buoni ( auuenga che molti fe ne rfi .trottino difeiapiti) oltre all'effer eglino ripieni di gratiffimo odore, fono alguflo molto dolci ,& foaui . Hanno oltre 0 à ciò nel uentre copiofifiimo feme lunghetto quafi come di cocomero, & ricoperto di bianco, & fragile gufeio, nel quale è dentro ferrata l'animella dolce & foaue. Godonfi. i Teponi de i luoghi grafi & apricbi:et d'hauer libera pianga ouepof- fitno difendere i [armenti loro: Defider ano d'ejfere annaffiati, quando non pioue a baElan%a,ma come i frutti cominciano à ■mtimfinonè cofache piu nuoca loro che la pioggia , per che gli corrompe , gli fa infipidi ,& lena loro l'odore ,& .la gtatia del gufo: Ma èbenperò nonpoco da marauigliarfi , che di molti che ndfeono da una medefima pianta >(pejfe Molte ftuede che alcuni riefeono di tutta bontà , & alcuni di tutta [cioccherà . Manno inditio d'effer buoni ,. quelli che fono piu gr ani, & che hanno piu groffo picciuolo . Euuene di quelli che hanno odore , chi di rofe , & chi di mufchioy ma fatti però cofi dall’induflria & dall'arte dclli hortolani, i quali aprendo quella parte del feme da cui efice il primo germi- nela macerano per alquanti giorni in acqua di rofemufchiata & lo feminano . Enne fra gl' altri una [fette , li melloni della quale fi ferb ano f aldi & fermi tutto il tempo del uerno nelle cafe dipoi che fono colti l'Autunno , & tutti fono con p la buccia gialla , & in Tofcana fi [emiliano piu per condirli nel Zucchero , & nel mele , come fi conducono le fcor\e de i cedri i deili aranci . Sono i Teponi in gratin delle Donne non folamente per mangiare , maper hauerfeli conuertiti in ufo di filli molto piu belle , che non l'ha fatte la natura . Ter il che fare gli tagliano in perdetti con radici d'Aro , & di Brionia & aggiontoui del [uccbio de limoni ben maturi, mettono il tutto in una boccia di uetro : & dip oi ui mettono ultimamente [opra tanto latte fiefeo di capra che ricuopra & [ opra auanrfi quattro dita il tutto , & mefioui poi fi òpra il cappello di uetro fanno lambiccare il tutto nel bagno dell'acqua boglienteiet di quefia fi lauano la faccia & fe la fanno ■Iplcndida ,& bella . Il feme poi purgato& mondo dal gufeio è anchor egli in grande ufo nei medicamenti. Imperoclpefi da il bitte chef ne catta mefcolato contornata utilmente ài felicitanti, auenga che non folamente [pegno la feto con mani f e fio refrigerio , ma apre pian piano le oppilationi del fegato , & delle ucne , & prouoca l'orina . Dafìiparimente contea latoffe,à i pthifìci ,& ài marafmati , & parimente nelli ardori dell'orma , agiuntoui rnafìimamente i Trocifci 0 dèJlcacbingi , fucchio di pegolitia , & un poco di mumia , di gomma Arabica ,&diT ragacantha ; ma opera in ciò maggiormente quando ni Raggiungono le bacche ifìeffe fiefche dell'Halicacabo , illatte del feme del papaucro ,& la decozione della maina : & quefio bafii intórno à i Teponi ò Melloni che gli uogliamo chiamare . V^efia adunque, che fcri- ■uiamo anchora qualche cofa delle Angurie le.quali noi in T ofeana chiamiamo Cocomeri. Terò dico che l' Anguria, chia- mata dalli Arabi Dvll aha è una pianta che fa le foglie intagliate filmili à quelle della coloquintida , ma maggiori , &piu ruuide , & i farmenti che fi difendono lungamente per terra, come quelli de cedruoli -, & de i Teponi, i fiori gial - H& il fi-uttomolto piu groffo de iTeponiuerde ,lifcio ,equale , & pepante & qualche uolta macchiato di bianco. La polpafia interiore è humida molto & ac quo fa. La quale in alcuni è dolce , & foaue ,& in altri infipida, con qualche poco dell acetofo ,& molto ualorofa per fpegnere la fete. Ha dentro fiala polpa per tuttoil corpo quafi in ogni parte 1 eme aJfii copiof 1 piatto , & il doppio maggiore di quello de i Teponi ma con piu duro,& piu fermo gufeio di colore in 0 alcmfi‘cttirofio , & in alcuni nero . Colgonfì i frutti dell' Angurie nel principio del! Autunno & ferbanfi dipoi qual - ine me[e nei granai foprai monti del grano, percioche quiui fi conferuano dall' infracidarli fi ui maturano quando fi colgono immaturi * Sono le Angurie frigide „ & humide nel fecondo grado , & ualorofifiime per la fete , &però su- Z Z 4 fino Errore del Fuchfio. Cocomeri fcrit ti da Gal. Peponi, Seme, lopeponi fcrie- ti da Galeno, 5" 4- 8 Difcorfi del Matthioli i„ Tofani l'Agoftò quando fono igran caldi per refrigerio dcUi affilati. Vagitomi adunque nelle ardentifimtft- bri,& Rettalmente per l'aridità della lingua tenendofila fila polpa fredda in bocca , uincono l acuitàdellihmoriifr però giouano fatalmente à quelle febri le quali fi generano piu per malignità , che per abortdamfi di homori, imperi, che l'Anguria ( come ferine Serapione ) nel principio non muoue molto il corpo , & però fi conuiene à doloro che fa debili di natura , magri, & con poco fangue, effóndo che quefii tali hanno piu bifogno di medicamenti alteratila, che li quelli chefoluano il corpo. Ma quantunque ciò far fi f offa con i medicamenti acttofì ; nondimeno glmfipìii, i qmlibm. no qualche dolcetta appreffo , come fono le Angurie , in quefii cafi molto meglio fi conuengono : Impemhc è coftm. pofiibile che le cofe acide onero che fi preparano con aceto , non incidino & afiotìglino gl’humori , la qual cofa non f off fono utilmente fopportare i corpi debili , & magri, per efer propria natura dell' aceto & delle cofe acide dì far dima - grate ,& di nuocere allo fiomaco ;& febea da qualcuno fi danno medicamenti acidi, & afiringenti, non fipuo peri fo fare , che non aumentino le oppilationi , & maffime quelle che fono nel fegato , & nelle parti circonuìcine, & tanto piu, quanto totali medicamenti fcccano , ferrea punto bumettare . Ma le cofe infìpide , di grofiafuflan^a , nelle quali fi ferita qualche dolce^a.come fi fate , & fìgufla neW Angurie , himtettano per fita propria natura . & rinfrefeano , &gm- rano nel fegato un fangue acquofo , il quale raffrena il femore , & la malitia della colera gialla tanto nel fegato, quan- to nelle uenc . Tutto quello delle Angurie fcriJSe Serapione.-le quali molto piu perfette & dilicate mfeono nelle rifai calde, che nelle altre, & pcròintotno fama ,&Vapoli ,in Taglia, in Calabria, & in Sicilia fonale Angurie di tutta perfettìonc , tic fono in modo alcuno da comparare à quelle, quelle che mfeono in Ungheria . Scriffe de Come- ri Gaietto all'v III. libro delle f acuità de [empiici, con quelle parole . il Cocomero, cheflt^ mangia, è di piu fattile effet- \a .quando è ben maturo :& di piu graffa quantiche fi maturi ; ma participano di uirtù afieifma,& incifrn .onde promeano [orina , & fanno il corpo jplendìdo,& mafìimamente fregandoli con la poluerc delfeme .Sono di frigidi, ir » humida natura , non però eccefiiua , per non eccedere in ciò piu auanti , che nel fecondo grado .come chela loro radice fecca habbia poteftà di difcccare nella fine del primo grado , ò nel principio del fecondo . Ha anchora la radice tòtip» afìerfiua , che il frutto , & la polpa loro. Et al fecondo libro delle facilità degli alimenti . I Cocomeri ( dicati) Imm proprietà di fare orinare , come hanno anchora i peponi : ma però manco di quefii ualorofa . Ma per e fere i cocomeri manco bumidì , non cofi agevolmente fi corrompono nello fiomaco , come fanno i peponi . fatrouanfi alami, chetimi- gìando i Cocomeri,benifrimo gli digerifeono , cofi tutti gli altri cibi malageuolì da digerire : nondimeno mentre che con- fidandoli [opra ciò.fe ri empiono copiofamente fetida timore , figli raguna pian pianonelleueneunhumorefrigiia,& graffo , il quale malageuolmente può conuertire in buon fangue la uirtù digefiiua , che fi rìtroua nelle uene . Et p eroi di fapere , che quantunque i cibi, che generano mal nutrimento , fi digerifeono ualorofamente da alcuni ; nonpero mi- glierò io alcuno altrimenti , fenon che ferie debba guardare: percioche il mal nutrimento loro , che occultamente ,& p pian piano [accumula nelle uene, putrefacendoli poi con ogni leggieretta occafione, genera febbri crudelifsìme, lunghe, , & mar amgliaf intente pertinaci. Etfcriuendo egli poco auanti dei Teponi: Sono ( diceua) l peponi frigidi , & Urge- ■ mente bumidi, & hanno ma certa f acuità afierfiua . & peròprouocanola orina ,&piu prefiofe ne Hanno à baffo, che non fanno le yucche , & i melopeponi : & leuano uia le macchie caufate dal fole , le lentigini , & parimente le iiitiligi- ni della faccia. E il feme loro per tutte queste cofe molto piu efficace, di modo che può egli molto giouare alle pietre de - lereni , Generano iTeponi nelcorpomolto cattiui humori ,& mafìimamente quando nonfi digerifconobene,&nfi fanno pofeia c affare altrui in quel morbo .che fi chiama cbolera : imperochc prima , che fi corrompano, fanno noma- re .Et però mangiandofi copiofamente , fe non fé gli mangia f òpra cibi di buon nutrimento ,fenga alcun fallo in uco no il uomito . Et fcriuendo anchora poi de i melopeponi : Quefii ( diceua ) fono manco humidi > che ipeponì > ncgffl ra?io coft come quelli cattiui humori . & però non cofi gagliardamente fanno quefii orinare , ne cofi prefio iifcnMO ^ dallo fiomaco . 'ìfon fanno cofi come i ; peponi uomitare 3 ne cofi uelocemente fi c orrompono nello fiomaco , quantunque fia egli pieno di cattiui humori , & di materie corrotte . Oltre a ciò , quantunque manco gìouìno allo fiomaco , c en fanno i frutti autunnali; nondimeno nontanto però gli nuocono 3 quanto fanno i peponi. Quefio tutto fcrijfe Gacno. Ma non pojfoperò fare di non ammonire i lettori3 che auuertifchino alla calunnia d un maligno 3 il quale non conojccn la fua ignoranza , ò forfè hauendo piu t animo à lacerare i mei f '.ritti che à dire la uerità 3 ha hauto ardire di di) e c ic ^ babbi fcritto che quefio nome Greco & atutti li altri filmili: & per parer che egli non mi riprenda fcn uer amente cfrlicaremo con chiarezza le cofe 3 quando eleggendo i uocaboli uolgarmente ufati 3 offerita) emo e o)^ ^ ficationi. D alle quaUi parole fi uede con che bèlle ragioni io fia riprefo da quefio maligno calunniatore . cJJen^ ^ ^ ifiejfe parole di Galeno tutte militino coltra di lui . Io neramente non ho mai negato , che queflonome eim* n ^ ^ .j y e ferir e generalmente a tutti gl' altri frutti fu detti , ma ben ho dett o , che appreff ) Diofcoride non fignifica a , ^ ^ cocomero chiamato da noi Tofcani cedruolo 3 come anchora apprefio Galeno , nelle cui opere non mi ncor o me inganno) d'bauer mai letto 3 che fcmplicemente fcritto uogli fignificare altro 3 che il cocomero, do femore il fu detto Galeno in quello medefmo libro del nutrimento chen^daileoeemero, dipoìche he c ^ ^ Nel fecondo lib. di Diofeo ride. 5-45) tofoipeponb & melopeponi , [riffe un [articolar capitola del cocomero con quello titolo idei ehwav,conte fece anchora nell’ottano libro delle facilità de i medicamenti femplici, doue trattò del cocomero domefiico, & [abiatico . Chiamano ileocomero i Greci , S irne i Latini, Cucumer fatims .-gli Mali, Chathe , & chetila : i Tedefchi, Cucumern : li Spagnoli, Cogombro : li Franceft, coccmbre . Chiamano i Greci ilMelloneUém: i Latini, Tepori • gli strabi Bathe- Nomi. 0,0- Bathiech : i Tedefchi V febea , & Melaon : li Franceft Meloni : li Spagnoli Melon . L’ Anguria chiamano i Lati- ni , Anguria :gli Arabi Dttllaha : li T edefehi , Gurchen : li Spagnoli , Cogombro : lì Franceft, Cocombre . Della Lattuca. Cap. CXXV. 0 T A uttvc* domeftica è aggradatole allo ftomaco,rinfrefca,fa dormire , mollifica il cor- |/po,& genera affai Iatte.La cotta è piu nutritiua. La non lauata mangiata ne i cibi è utile à colo rocche non ritengono il cibo nello ftomaco . Il feme beuuto caccia uia le imaginationi libidinofe del fonno,& inhibifce il coito.Magiata troppo frequenteméte nei cibi, nuoce alla uifta: gioua alle infiammagioni , & al fuoco facro . Salari , & ferbafi , come l'altre co fe falate . Quando ha prodotto il fufto , acquifta uirtù rimile al latte , ouer al fucco della faluatica . Quella è rimile alla domeftica, mahapiulungoil gambo ,& le fiondi piu bianche, piu fottili, piu afpre,& piu al gufto amare. Le cui facultà fono alquanto rimili à quelle del papauero : & imperò fono alcuni , che mefehiano il fuo latte con il meconio,che fi fa de i papaueri. Beuuto quello latte al pefo di due oboli , con aceto melato purga l’acqua del corpo, & leua uia i fiocchi, & le nuuolette de gli occhi. Vngonfi con que- ;0 (lo , & con latte humano utilmente le cotture del fuoco . In fomma è la lattuca faluatica fonnilera: &peròfacendoelladormire, alleggerire per cotal uia i dolori, prouoca i Meftrui . Beeii contra le punture de gli icorpioni , & di quei ragni , che fi chiamano phalangi . Il feme , come quello della domeftica, rimoue gli appetiti uenerei , che uengono ne i fogni , & fininuifee il coito . Tutto que- llo faancliorailfucco,quantunqueconminore efficacia. Serbali il latte della faluatica inualòdi terra , prima fecco al fole , come gli altri fucchi . LJ. Zattvc Aè notifiima a ciafcuno . Et quantunque ella fta , come fi uede manifcHamente hoggidì negli bor- La mica, & fua ti , & in fu lepiote , doue fi uende , per tutta Italia di diuerf ? fpetie ; nondimeno non ritrouo altra differenza tra €fl'aan loro 3fe non che l'una molto piu che l'altra aggradile alla uifta al gufto : per effer qual di loro tenera , crefpa ,fer- jO rata, & bianca: & qual dura, lifeia , aperta, & uerde . Enne di quella che per hauer il gambo largo fi chiama lattuca Lituanie : come la ritondic aule per hauer e il gambo ritondo , & la feftìleper giacere con tutto il cefto in terra, uocabo- li tutti dati loro da i Greci. Ma noi la diuidiamo in capitata , tonda , & crefpa . Sono differenti le lattughe anchora nel 1 colore . Imperocbe alcuna produce le foglie molto ucrdi, alcuna poco , alcuna bianchiccie & alcuna con alcune macchie rojfe come di fangue , la quale dicono effer nuouamente fiata portata di Cipri . La crefpa fa le foglie crefpe , & per tutto ali intorno minutamele frappate ftmili à quelle deU'Endiuia maggiore: la tonda {farge le fue foglie egualmente al tondo le quali in cima parimente tondeggiano, tenere al dente & ben Pipate infìeme . La capitata poi fa le fue foglie poco dif- ferenti dalla tonda , ma queftefi ferrano cofì forte infìeme come fanno i cauoli cappucci , onde da molti è chiamata lat- tuga cappuccina . Enne una quarta fpetie , che nell' infilate è la piu appregìata di tutte , & chiamafì uolgarmentc lat- tuca Promana . quefta fa foglie grandi, &piuuerdi& piu gr offe di tutte , le quali poi con il tempo fi dirigano &ftrin- |0 gonfi infeme facendo un cefto lungo di figura ouale, nel qual tempo le legano gl'hortolani in cima & tir angli la terra attorno , & cofi in breue tempo non folamentc fi ferrano le foglie infìeme, ma diuentano di dentro uia bianche & tene - rifiline da mangiare , & uer amente fra tutte l'altre fpetie piu dilicate , &piu piaceuoli al gufto : T utte fanno il gambo bianco pieno di latte , & ramof 1 in cima con foglie piccoline intorno lunghette , dure & amare quando s'inuecchiano : I fiori fono in tutte le fpetie gialli nelle fommità de i ramof celli, iquali maturandofì fi comertono in ma bianca lanugine tra la quale è dentro il feme lunghetto , piatto , & appuntato in alcune bianco , & in alcune nero . Tsfafce la lattuca il quarto ò alpiù tardi il quinto giorno doppo al feminarla ; & come ha quattro ò cinque foglie fi trapianta & fi coltiua : auuenga che fetida effer trapiantata non riefee bella ne buona, fe non per le oche , 0 per gente uile . Soleuafi anticamen- te mangiare nella fine della cena , ma dipoi , mutando gl' huomini quefto uf 1 la mangiano f riamente nelprincipio , onde diceua Martiale ;o Claudere qua ccenas lattuca folebat auorum , Die mihi cur noftras in cohet illa dapes ?* ciò è La lattuca , con cui foleuan gl'Mui Chiuder le cene : hor dimmi per che bora Sempre il principio fta de noftri cibi ? M che fi può rifpondere che ciò f aceuano gl' antichi, ò perche mangiata la lattuga nel fine della cena fa foauemente dor- mire la notte, ò perche temeuano che mangiandola nel principio non infrigidaffe loro lo ftomaco, ò uero non gli eftingueffe luenerei calori : Ma che poi fu meffa in ufo di mangiare nel principio della cena per eccitare tato piu l'appetito à i buoni occoniche lefuccedano. Il fuccbio della lattuca meffo con olio rofato in fu la fonte & fopra le tempie , non folamente nelle febri induce il forno, ma mitiga anchora il dolore del capo : gargari^afi il medefimo utilmente co uino di melagrani ’o ^bifiammagioni dell'ugola . untone i tefticoliprohibifcc il corromper fi in fogno, & parimente lagonorrhea, & maff finamente agiontoui un poco di canfora , ma ffegne gì' appetiti uenerei. il medefimo fa il fuo feme beuuto con latte di fine di papauero , & quefto medefimo gioua parimente àgi' ardori dell' orina . Guardinfi dall'ufo della lattuca gli fret- ti di 57° Difcorfldcl Matthioli UTTVCA CRESPA, Lattuca faluati la affai nota , & nafte ne i campi ti di petto ìCoIoyo che fiutano il ftpngue : ma piu di putti quelli che fono defìofi di generare figlioli . Lafaluatica e tino y&nei luoghi non coltiuati , raffembrandofì alle fiondi della domeflica , che pi ° ce ella Juper il gambo, quando por if ce, ma è amara, et molto piena di latte . Scrijfe di quello The ophraflo al vi.c^r VII .lib.dell'hijloria delle piante, con quefìe parole. La lattuca faluatica ha foglie piu breui della domejlica , eclu . fine diuentanofimoft. Ilfuflo è parimente minore . E' piena di acuto , & medicamento fio bumore . TSftfce neJcaf Cauaftne il latte nel tempo , che fi miete il grano , utile ( come dicono ) per purg Lattica fcritta uia i fiocchi , & le caligini degli occhi , mejfoui dentro infieme con latte bumano . La domenica jjeconaocw y"" da Gal. mora Galeno alvi . delle facultà de ifimplici , è frigida , & b umida : ma non ecceffiuamente > imperoche ft cop ne i cibi . J\ajfimbrafila frigidità fua à que ! la dell’ a qua delle fonti : & perciò uale alle ca jT ^ non fi mangiar ebbe ne i cibi l mangiar cuuu nc i uui. j\ajivmurajiLajrigUMi:a jiiaaquc i,.iucu.u ^ , & alle leggiere erifìpele : percioche alle maggiori non è bacante à fodisfare . Mangiata ne i cibi e contri ' ftte . I{ifiagna il fuo feme beuuto il fìuffo della fiem.i ; & pero fi da egli anchor# ì coloro, che fi corrompono in] ^ Nel fecondo lib.cfiDiofcoride. 571 LATTVCA FIORITA. M chetiate parimente il fcme della faluatica , di cui fi ricoglie il fucco per le nmòlet't e , & caligini degli occhi : & per le cotture anchora mefcolato con latte di donna . Et al fecondo delle f acuità de cibi : Molti medici ( diceua ) antepon- iamo la lattuca à tutti gli altri herbaggi domefiicbi , come i fichi a tutti gli altri frutti dell’autunno . Impero che tra tut - ^ ili altri herbaggi tunon ritrouerai chi generi migliori humori. Ma quello , che molti biafimano,le dà finalmente l*andifiima lode . Et fe ueramente la cofa fiejfe cofi , non folamente fi potrebbe anteporre à tutti gli herbaggi ; ma an- (b°raà tutti gli altri cibi» che danno grandifiimo nutrimento , dicendo eglino affermatiti amente , che la lattuca genè- u [angue . Mitri poi non dicono, che ella generi femplicemente [angue, ma u aggiungono anchora, che ne g enera mol- to . Ma quantunque cofioro ciò dicano piu prudentemente ; fono nondimeno piu difcofii dal uero : anchora che non fia ò c‘)lP°J]a meritamente dannare qucflo , ciò è , che ella generi molto [angue . Imperoche è cofa chiara , che questo cibo P ette Jlim.tr e effere di lodeuole nutrimento, & atto à generare affaifìimo [angue, & nijfuno altro humore. Ma fe pen- ano , che fi debba dannare la lattuca , per che ella generi molto [angue , à quello male fi può ageuolmente rimediare , efiendo DifcorE del Matthioli L A T T V € A S A L V A T I è A. Affetti# in Arbitrio di cMVufa,òàì mungkrtie poca , i fejfercitarfi affiti . Et queflo balli eontra coloro , cbeintuftr^ la lattuca fen\a ragione. Ma è però, da fapere , che fe tutti gli altri h erbaggi getter ano pochifi imo [angue, &ca 1 ’ la lattuca non ne genera anch’ella molto , nonperò cattivo, ma ne ancbo in ogni fua parte lodeuole . Mangiali a a ■ communemente cruda, come che s'ufi di mangiarla la fiate, quando s apparecchia di far il [ente, cotta con olio , garo , & aceto , over amente con altri condimenti , ò cibi , eie penalmente con quelli , che fi fi Sono oltre à ciò alcuni , che ufano di mangiarla anchota avanti che faccia il gambo leffa nell acqua ; come fio to qua > che i miei denti comincialo d effer cattivi • imperoche fapendo un mio amico c (fermi la lattuca in commiij- -v — i cibi , & uedendo che malagevolmente la pope ua manicare fenica molefiia , mi dimoHrò il modo di mangia) a ffl ' ^ jqeper altro haueua io. (lofi la lattuca in ufo 3fe non per moderare il caldo , che nella giouentù mia mi efcìtauala va contìnuamente alia bocca dello filomaco . Ma effondo già pervenuto alla età matura migiouo ellamoltopei fiati) . : bolc - yac unire. intimamente alla bocca dello filomaco . Ma effondo già peruenuto aua età matura mi gioito cuu n»jL,vr- , . . percwche efiendomi tifato à potta in gioventù à dormire poco per hauer piu lungo tempo di Uudkre , ? 'c Nel fecondo lib. di Diofcoride. } yefdth età alla ueccbiet^a , la quale per pia natura fempre è piu dedita al uegliare , che al dormire , nonpocopatiua MAvJt>vf> tipi Conno . cont'td i ejudic mcoimnodoritroudi ejsere rimedio inolio preientdneo ld Idttucd widìwidtd ld fe- ci i Greci , ì Ld. ro Mfdlfd : i Fr due e fi , Del Gingidio. Cap. CXXVI. M chiamano la Lattuca i Greci , QplJ'aZt i Latini , LaSucatgli strabi, Cberbas, onero Chas : li Tedeschi , LaBuckp lì spagnoli , Lechtiga , onero A Ifalfa : i Frqncefi , LaiSue , IL g i n c r d i o,H qual chiamano alcunilepidio, nafte abondantemente in Cilicia, & in Soria . E' una herbetta Amile alla pattinata iàluatica , ma piu fottile,& piu amara. Produce laradice 0 picciola , biancheggiante, & amaretta. Mangiali come laltre herbe cotto, & crudo , & ferbato nel [ile. E utile allo ftomaco , prouoca l'orina . La fua decottione beuuta con uino, gioua alla uefcica , Nomi. y ) 4 DifcoiTi de 1 Matthioli T Oueramentenonmifonpoffutomaiqccofl4reaU'opmmedicoloro,cbeuoglionocbe il cerfoglio cofi Mlgarmatc &3am. ’ I chiamato fu il GmgMio, come fi uede negli nitri nojlri commutarti prima fiampati, et però battiamo fmfre contn ... „< . • '....jjt, ah. ApI p urbi! n . rMnl che bora conopeo chiaramente non effermi punto imannato , haum- detto all opinione aei '■ J r d do via in mano , anzi auanti à gl’ occhi la nera pianta del Cingidio y la quale portata di Sona mi ha mandato il^obilf fimo Signor Incorno Antonio Comfio gentilbomo Vado, uno infierite con una altra punta pellegrina cbiamatadtlui Fifnaga di cui fieno qui ejprefie’le, figure: £ adunque il Cingidio poco difìmle dalla paflmacafaluatica , rnperò mit- ro il a ambo ha egli tondo ,nodofio& pieno dirami i'mpiede &me\odi lungheria , {Incelato , & megno.&k ombrellabianca earipicctàl^fogliette all'intorno , nafte di qmndiìljerne, nelmaturarfì del quale l ombrelle fimi, rana allumilo chiudendoli come quelle deUa paHinaca: ma fieno al toccarleuificofie -Fa la radice lunga m*ém. _ r .■ /v- r il Cavuo eri * U/wm/tì (i -hnrta. in Italia. Sono alruni rano all'intorno chiudendoli come quelle della pastinaca: ma qono ai lottane mjtujc . , » »« raim, bianca, & al tutto amaretta : Hafce copiofioin Sorta, o, , deUfiemcgiabormaifiportamltalia.Sono alcmicku- ,0 . . «« /» fhptip Ai nuplln . tlPY haUP.Y ella Le fnvlifi /ll/wntl- bianca, & al gusto amaretta : l\alce copiojom sona.onacujcm.&m ™ „ , T7 gliono che la yifimgafiu detta fia il legitimo Cingidio, alteramente una jfietie di quello , per hauer ella le foghe ttlqutn . VISNAGA. to piu fintili alLi pafiinaca > ma ’à me non piace la loro opinione , per efìer- la piatita della ni piaga , molto maggiore della P^ftinacafaluatica per far oliale ombrelle molto grandi & robufledi modo che Uovo fifiuchis tifano da molti per tyCttaie i denti . Ma io neramente piu prefio direi che fife la uifnaga , la TaHinaca faluatica maggiore : Imperocbe n^0 mente fi raffi miglia alla pafiinaca con tutte le fue note , ma anebora ha ella le nirtn medefime . Ma per dire an ,°r Wdcbe cofa del Cero foglio di cui s è fatto mentione , & mafiimamente ufandofi egli ben JpeJfo ne i cibi,& hauen- oaiic torà qualche ufo nella medicina;dico che il Cerofolio è un berba notifìima d eia fimo, la quale tiafie uolgarmente ~ljl J0' ti fragile, & tenera . Troduce fei foglie pendenti da ogni picciuolo intagliate per intorno come quelle del petro- °>p‘ ifufii alti ungombito & merp, graffietti , ro.fììgni , nodofi, & uacui di dentro . Troduce /’ ombrelle bianche in 10 ma c 1 ramo fielli} da i fiori delle quali nafeono alcuni cornicelli diriti & appuntati in cima pelofi , &fino à tre ò quat - 0 per picciuolo , &per la piu parte rojfigni , ne i quali è dentro il feme lunghetto , & nero . Ha la radice corta & di - )lma. • La pianta $ tutta algufio dolcigna , odorata con una certa acuità che à pena fi finte fi non fi mafiica bene . À A A 2 Ilcbe Diicorfidcl Matthioli Il che fa che mefcolato il Cerofoglio con li altri herbaggi , gli fa molto più aggradatoli alguHo . Fece del Configli,, mi- moria Plinio al ottano capo del decimonono libro coft dicendo . Seminafì ancboralequinomo dell Mutuano ilcmim- dro , l'anetho , U triplice , la maina , & il C erefillo , il qual chiamano i Crea Tederota , cofi acuto di [apre come il fuoco , & falcifero al corpo , Ma da quelle parole fi conofie chiaramente che il C erefillo di -plinto non è staratili noftr’o Cerofoglio , non ejfenio egli coft acuto ette abbrufei come il fuoco . Ve manco crederò io che fa apprpffo Tlim il Cerefillo la feconda fpetie dell’ Mentitilo il quale chiama parimente egli Tederota ; auucnga che quello fia debutto Gingilo ferie prill0 d-oz„i acutezza . Sniffate Galeno alyi. delle fatuità de ifemplici , cofi dicendo . Il Gingidio , come dimoiti, to da Galano. ^ „ Amaritudine , & {Unicità ; cofi parimente dimostra ttjfer ne ifuoi temperamenti caldo, & frigido . Ma fecondo luna & l'altra qualità è difcccqtiuo , & amico dello Stomaco, come c afa che non ha poco del caftrettmo : & imperò irn ha molto apparente calidità . Difecca nel fecondo ordine . Et al fecondo delle facilita degli amenti , cofi dice . T iffee Io il cìnzidiocopiofifimo in Scria , & mangiafi quiui , come lafcandìce apprejfo noi, Ctoua allo ftomaco tanto mangiato cotto , quanto crudo ma non patifee lunga cottura . Memi lo mangiano con olio ,&garo:& altri u aggiungono ili nino & dell'aceto : & in quello modo è molto piu gìoueuole allo fornace , Mangiato con aceto nHaura l appetito ptr dro t neramente noto à ciafamo, chel Gingidio è molto piu comcneuole nelle medicine , che ne i ab, , per efrer egli non poco amaro, & cofirettim.il che mancamente piane, dimofira , chenonfiammoio alcuno tlCerofèoil i Gingidio penioche nel Cerofoglio nonfifentono tali mamfefle qualità , amare & cofìrettiue : come mole Galeno , & Nomi, parimente Diofcoride, che fi ritrouino nelle foglie , & nelle radici del Gingidio . Chiamano il Gjngidio i Greci, %(, tm ; i Latini, Gingidium : i Tedefcbi , Koerffel , & Kerbel^aut « li Francefi , Cerfueil . Della Scandice. Cap. C XXV II. EL e scandice herha faluatica , 8f amara, con alquanto, d'acuto . Mangiafi cruda, &cot- ta. Conferifce allo ftomaco & al corpo , & prouoca l'or ina. Eeuelì la fua decottione utilmen- te à i difetti delle reni , della uefcica , & del fegato , Seandice,& fua eflaminatione. QV A N T V n E fuffe la Scandice apprejfo àgli antichi notìjfima pianta , & familiarmente tifatane idi tra gli altri herbaggi ; nondimeno non ritrovando io ueruno antico , & autentico fcrittore , che narri come dii £ n ^ \ rT J J 1* «’« Tt-nlirl V/tVnl.fW Scandice fcrit- cada Gal. \ J Tradii (Ut-ri uà ... . , fifafatta in parte alcuna , nonfocomefipoffa con verità affermare qual hoggi fia la Scandice m Italia . Vero i , che Hermolao Barbaro homo veramente dottifiimo, firme d’hauerla ueduta dipinta in uno antico Diofconde Greco, con fiondi quafi fimili al finocchio .fiori rofrignì , oneramene bianchi , & con certi cornetti nelle Sommità de ffuJh.OpeJtt ]0 tale piu mite ho ritrouato io il Maggio tra le biade, & anche il Giugno , & /penalmente mfu le me , & infiligli y- decampi . Et quantunque dica Hermolao rafiimigliarfi la già ueduta da luì nelle fiondi al finocchio ; nondimeno i m piu pare , che fi raffembri à quelle del fumufterre , &cofianchora alquanto à quelle della chamamiUa.I pori fomiti : tutto filmili à quelli del cerofoglio bianchi, & minuti : da i quali fi generano pofeia alcuni cornetti , come acoro lunghi, dritti, & appuntati, alquanta nel nafeimentogr affetti ,& poco veramente dijlmdt da quei , che produciti gemm maggiore , llche parimente ueggiamo nel cerofoglio , quantunque i cornetti di quefto piu fragili, & piiimmnlu no, di modo che chi ben confiderà la cofa , par che quafi fieno ornative quelle piante d una medefim frette .11 chef che confermi non poco ilfapore , nel quale non fonofe nonpoco differenti . Et però coloro , chefcriffero ,che » era il cerofoglio , non fenra bella occafione lo fecero . penioche cndendofi [ternamente , che la pianta , dicrnim m- tiamo Juffe'la uera Scandice , gli pareva lecita cofa I affermare, che il cerofoglio fuffe il gingidio, per effere c0“l"£ 4 ne di Diofcoride di mettere » & d'accodare infiemc luna dopo l'altra le piante 3 che piu tra loro fi rafiwng l^16’ veramente mi difriacerebbero tali opinioni, fe pur ritrouafii io nel gufare quefla mova Scandice, quel tanto «« tò- ta, & d'amaritudine ,cbe ritrovavano gli antichi nella loro, penioche tali apparenti qualttanonfotocolmom in quefanuomritromre.come parimente non ritrouonel cerofogliole qualità , che fi danno algingìdio . tp«t- clima y&la ragione nofira non hanno permutato i fapori > & le qualità di quesìe piante , malageuo mente m credere d'hauer ueduto fin bora la uera Scandice . palla quale opinione punto non mi difuia la pittura uc uta a lao in quel fino cofi antico Diofcoride . impernile non ritrotiandofi alcuno ,cbeladef iriua , non fio come dipinti « fida uera, fe già l'ifteffo Diofcoridenonuel'haueffe dipinta di fua mano. Fafiembrò Plinio la Scandite all » 1 ' • ma per efierne anchora egli del tutto incognito , niente ce ne ferimmo per rintracciarla . Scrifie della Scandic no alivi n. delle [acuità de ifemplici, cofi dicendo , La Scandice fi comumera tral'berbefalmMhe-t ir ! amara ,& alquanto acuta , di modo che è calida , & fecca nella fine del fecondo ordine , onero nel principio Prouoca I orina ualorofamente ,&difoppila le uifeereper virtù delle qualità predette, llchemifajtcuraum re , che quella , che prende Hermolao per la Scandice, & ne dimoflrano alcuni moderni, non fia in mo oa am t ima . imperoche ne l’uno ne l'altro fapore ui fi conofee cofi apparente . che puff il primo grado del ca o, ■ ra quefla che ne dimoflrano per uera , Mafie pianta alcmafiritroua , à cuifipoffa raffomigliare quej a, iti parmi veramente , che la rapprefenti in ogni parte quella, che chiama Plinio alxix. capo del XXI I U ■ > . di Venere , per effere ifuoi cornetti fimili àun pettine da pettinare il lino . Imperoche questa fa la i a ice ^ maggiori di merp piede ; fiondi fiottili , non difiimili allapaftinaca faluatica , & alla chamamilla. &fioH > .[ piccioli nelle cime defufti , da cui nafeono quei cornetti appuntati , & [epurati l uno dall altro , di mo o . t t piccioli nelle cime defufli , eia cui najcotto quei cornetti appuntali, a joyaiau t a,™ •.**>» , cassetti' raff ombrano à i pettini-, con che le dome conciano il lino. Le quali tutte f ofefi ritrovano certamente m co ^ .. _ i • j .1.. * rsrt * muri funvp dplì.P. Fpyitclc CftCttC 3 IO IPm > YaJJemvrano ai pcwwih con epe ic ciuwe conciano u tinu. cevjvjo i tu- — dice . La radice del pettine di venere pefla coni malua & applicata caua fiore delle ferite lefaettc , «irf c’ ^TetJù. poni , faldata (herha con i fiori & con le radici in ma padella con vitto bianco & homo infieme con !oi -j Nel fecondo lib. di Diofcoride . j J7 PETTINE DI VENERE. fello, & auffa in fui pettinicchio prouoca la orina ritenuta , & mafUmamente ne i fanciulli , Chiamano la Scandite i Greci , Sk'iJ'iJ: i Latini, Scandix . Della Caucalide. Cap. C XX Vili- LA cavcalide, la quale chiamano alcuni dauco faluatico , fa il furto lungo una (panna, & qualche uolta maggiore , alquanto pelofetto : con frondi limili all’apio,incife nell’eftremi- tà , come fon quelle del finocchio, anch’eflè pelofe: nella cui fommità produce il fiore in orn- ata biacco , & odorato . Mangiali quella herba cruda , & cotta : prouoca l’orina . AAA 3 f’BDHSi Homi. Difcorfi del Mattinoli C A V. C A L I D E. Canealiàe, & fua eflamin. Caucalide ferie ta da Galeno. nth VE d e S I la caucalide in Tofcana per tutte le campagne , ne i campi maffime non coltiuati , &fimihnente ne ualle Anania della giuridittione di Trento , nonpunto difiimile da quella , che qui ferme Diofcoride . Chi • in quel di Siena , &. altri luoghi di Tofcana Vetrofetiofaluatico : per effer le fondi , le quali produce piu uicinc à tei M molto Cimili all'apio , & al petrofello degli horti : & le piu alte tutte incife , quafi come quelle del finocchio . Fa i p fmile alla paHinaca , nelle cui fommità produce una ombella di fiori bianchi 3 & odorati filmile al dauco . diceua Galeno al vii. delle f acuità de [empiici . Chiamano alcuni la Caucalide Dauco faluatico, per ejfergli Jtmi e nelguHo , & nelle operationi . imperoche fcalda come fa quella , & difecca iprouoca l'orina , &per ferbarlacon i) con falamuoia, Quefio tutto difie Galeno i Ma noi diciamo che la caucalide è dotata di piu}& affai maggiori uirt t- f ■ ^ per, oche è ella principalmente cordiale . Il fucchio di tutta lapianta beuta caccia fuor a delle reni le pietre , & ar tày & difìolue , & ajìottiglia la flemma . Il feme beuuto acuifce la uifla , &prouoca i mettrui : daffi il medefiwo utlCn.^ te nella gonorrhea infiem con affieno & feme diuitice , Beuuto alquanti giorni continui c on uino fa le Nel fecondo lib. diDiofcoride . j)p , jfm ' dona impiajlrato al trafiggere della Tajlinaca marina,& delfcorpione , & drago marino, l’kerbaman- dipoi uomitatapurga lo Stomaco , & il uentre ■, & eccita l'appetito tallendo lanxufea &il fastidio . Gioua ii melimeli olici , ò l’herba mangiata ne i cibi, & ilftccbio beuuto , ouer amente ilfeme. Il che fa parimente la dee o t- tìone di tutta la pianta, & però fida utilmente nelle f ehi quartane , & per la rogna : come anchoraà chi patifie di Nomi. mie frmcefe . Chiamano i Greci la Caucalide, jCaoiuttiV; i Latini , Caucalis . Della Ruchetta. c9p. ex xix, L A ivchetta mangiata cruda, & copiofamente ne i cibi , defta uenere . Il che fa parimen- te il fuofeme: commodo anchoraà prouocar l’orina. L'herbafa digerire, & è conueneuole al corpo . Vfarjo il fetrie per condire le uiuande , & ferbanlo , accioche duri piu lungo tempo , RVCHETTA DOMESTICA. »! 'il fri Ili : l'É impattandolo con latte , & con aceto , & formandone pofcia paftelli . La faluatica na c p larmente nelllberia occidentale, oue hanno gli habitatori in ufo il feme in uece di cn p tto è molto piu acuto del domeftico , & prouoca maggiormente l’orina . elHuii C ^ u ^ T ^ fcVCHETTA coft da noi chiamata in T ofcana , in Lombardia ft chiama Fecola . E tanto la do ^ ^ tà. I / quanto la faluatica , herha uolgare , & nota à ciafcuno : imp‘,v/'rh'’ ^nn dantemetàe frequenta e a / quanto la faluatica , herba uolgare , & nota a ciafcuno : imperoche abondantemente jrequc fai fi felli l’ infoiate, la domeflica fa le foglie lunghe intagliate profondamente in tre luoghi per banda, corno que. ^ bro aquatico , al gufo acute con un poco d'amaritudine . Va il gambo alto un piede , & me\oton o, i 0J ^ rjuàth il feme tondo come di fenape ferrato in alcuni cornetti . Ha la radice bianca , fittile , & al gufo mo) ™c' pju[j,cfi fa nafcein luoghi feccbh dimodo che fi effe mite nafce nelle muraglie, con foglie piu frette della omej ic , ^mnt$ Nel fecondo lib. di Diofcoride. j 6 r fané nei cornetti copiojì fonili acuti & diritti come quelli dettinone. Il femeècomedi fenape acuto & amaretto al Cotta la Ruchetta & mangiataguarifce la toffe de i fanciulli , aggiontoui però un poco di Zuccaro. Scriffero al- ì & piu mordenti &piu faporite al gallo . Troduce dalla radice affai rami . i fiori fa ella gialli , & il fecondo delle [acuità de gli alimenti, di modo che malageuolmente fi mangia ferina mefchiarla confondi di lattucca :per cioche cofi mefchiando il freddo col caldo fifa quindi un’uguale temperamento . Credefi che mangiata aumenti la fer- ma & provochi gli huominial coito . Mangiata fola efìhala ageuolmente allatefla . Ilfeme ( fecondo che differo alcu- ni degli antichi ) gioua battito al morfo del topo ragno , ammala i uermi del corpo , & fmimifce la milga . Trito & mefchiato con fiele di bue ,fa bianche le margini , onero le cicatrici, che refìano nere . Mondìfica facendofene linimento con mele , le macole della f accia, & fregne le lentigini . Chiamano i Greci la Ruchetta , E tvffriuov : i Latini , truca : gli pjomi. Jrtbi, lergir, Ergit, & Giargir : li T edefchi, Vueifqfenff : li Spagnoli , Oruga , & jLvugua : i Francefi , Roquette. IL basilico è uolgarmente conofciuto. Mangiato copiolàmente ne i cibi ifcurilce la uifta, mollifica il corpo, corninone la uentofità, prouoca l'orina, aumenta il latte ima difficilmente fi dmerifce . Impiaftrato con fiore di farina di polenta , olio rolàdo , & aceto , gioua all'infiam- magioni del polmone: & per fefolo, alle punture del drago marino, & de gli fcorpionii&inlte- o me con uino di Chio, ài dolori degli occhi. Ufucco menonegliqcchimondifica le caligini, & difecca i fluiti di quegli . Il fème beuuto gioua à coloro , ne cui corpi fi generano humori malinco- nici , alla difficultà deH’orina , & alle uentofità del corpo . T irato fu per il nafo fa ftarnutare : il che fimil inente fa l’herba.ma bifùgna nel ftarnutare comprimerli gli occhi. Aftengonfi alcuni dal man- giarlo nei cibi : imperoche mafticato , & pollo al fole genera uermicelli. Diilero gli Arabi , che ef- fendo trafitti da gli lcorpioni coloro, che quel giorno han mangiato bafilico,non fentono dolo- re alcuno. E IL basilico odoriferiffma pianta, & notifrimaà ciafcuno in Italia . imperochepochejono quelle ca- Bafilicoj&fm fe ,&mafiimamentc nelle città , che non habbiamo la Hate il Bafilico in fu lefineHre, in fu le loggie , & ne igiar ^min. ■o ditti . Enne à itempinofiri in Italia ditte forti: di quello ciò è , che produce le fiondi larghe, lunghe, & graffe, tifiti maggiori di quelle dell'amaranto , & quafi fintili à quelle degli aranci , & de cedri : il fecondo fa le foglie & ita- mi minori affiti del fu detto, & quello è di due forti l'uno ciò è che ha nero odore di bafilico ,i£r l'altro , fegnalatamente di cedro, come la meliffa, & però chiamato particolarmente da gl Arabi Ocimo citrato come lo chiama Mefite .Il ter epper far egli le foglie molto minute ,& per effer molto piu odorato di tutti li altri , fi chiama Bafilico gentile. Et di queSte ttt frette intefe Serapione , facendo di ciafcuno particolare capitolo , ciò è per Lo Bafilico commune mela- no, di cui intende qui Diofcoride , intefe quello , che effo chiama otfimo non gariofilato : per il gariofilato , il minuto , il quale èpiu odorifero di tutti: & per il citrato quello, che ha odore filmile al cedro, come leggendo in Serapione tutti que hi capitoli può moltofrene conofccre ciafcuno di buon ingegno . Etperònonfocomefipoffonouantarei Fratidcigoc C ... tolicommcntatoridiMefue nei cimento dcllcttouario di gemme d’ejfrreffìflatiritrouatoridelBafilicogariofilato:auen gachc quello , che fcriuc Serapione , produca le fuc foglie piccoline ,& il fufio quadrangolo , come fa à puntoilno- flro chiamato gentile : sfi il Frate fico faccile fioìidi maggiori di quelle della meliffa , per intorno dentate ,& il fuHo feltra cantoni. M che confiierando molto ben io, credo piu preflo , che fe l’habbiano fognato , che altrimenti . Tfie d’al- tro , che di que fio nofiro gentil intefe Mefuc . imperoche perefierc molto piu odorifero , & aromatico de gli altri due, ragionevolmente debba egli effer piu confortatiuo , &piu cordiale , & piu degli altri comeneuole per mettere nel let- tourio digemme compoHo per l’infirmità delcuore. Etperò fidaeglìà odorare pefio con aceto nelle fincopi & altri difetti del cuore . Scrive il Br rifattola nel fuo libro delle cjfaminationi de i fempliciftampato in Roma , che tanta con- Err01.e ,jel Era trmetàènel Bafilico traTlinio ,& Diofcoride , che neceffaria cofa è , ch'uno di loro habbia ueramente fallato .im- limola. feroche, fecondo che dice Diofcoride , che coloro , che quel giorno hauramo mangiato Bafilico , effendo trafitti dagli fiorpioni non pentiranno dolore alcuno ; Tlmioper il contrario à XII .capitoli del XX.libro dice , che non può guarire, j0 battendo quel giorno mangiato Bafilico , chi fia fiato trafitto dagli feorpioni . Tfrel che poca patienga nel finir di leggere il capitolo , dimostra bavere bauuto il Brafauola : per cioche fe haueffe egli letto quel capitolo di T Limo fino all' ultimo, hmrebbe conofciuto quanto bene l'ifteffo Tlinio rifolua la controuerfìa, & rifronda à gli obietti , che Crifippo , & alcu- ni altri fanno cantra il Bafilico. Hplcheaccioche n apaia il nero ad ogni candido lettore, cofi diparola inparola neferif fiPlim. BiaftmòChrifippo grauemente il Bafilico , dicendo nuocere allo, ftomaco , all'orma, &allauifla: & oltreà <» caufare parpia, lithargia, & difetti nclfegato:& cofi come le capre non ne fanno flima , & non ne mangiano ; deb- biaftmilmente non mangiarfi da gli buomini. Differo alcuni, che mettendofi trito fiotto una pietra nenafconoglifcor- pioni: & che mafticato, & pofìo al fole fene generno alcuni uermi. Magli Mr ahi differo , che fe alcuno farà trafitto da gli fiorpioni il diche baurà mangiato del Bafilico , nonpotrà guarire . Ma la età , che èfeguita dopo costoro , difen- de allegramente il Bafilico ,prouando , che le capre il mangiano : & che beuuto concino , & con unpoco di aceto fatta fa h punture de gli fiorpioni marini , & terrefiri ,non meno che fi faccia la ruta ,& la menta. E oltre di quello flato fermentato effe-re il Bafilico falutifcro à farlo odorare con aceto à coloro , che tramortifeono , & fi vengono meno ; &>nedeftmamenteàilethargici,&àgli infamati . Gioua applicato con olio rofado, ouèromirtino à i dolori del ca- Del Bafilico. Cap. CXXX. por y 6 2 Difcori i del Matthioli BASILICO MAGGIORE, po: & con nino alle nuuolette degli o$cbi:& ! confevifce anch.oxa allo Jìomaco . quello tutto del Bafilico fcriffe Mutatiotie del 3^/ c/;e manif eoamente fi conofce reprobar 'Plinio l’ opinioni di tutti coloro, che coft agramente lo biasimarono- ray ; a 1 Icp' formafi il Bafilico , come ferine, Theophraflo all' Vi ii.capo del y. libro delle caufe delle piante, ageuolmenteinffp0 lo , quando fi femina in luoghi ualoyofamentè Scaldati dal fole . nella qual permutatone perde egli la grandetta fiondi, &. acquila maggior \ odore . M,a e però dapenfare , che cotali trasformationi non facciano con effetto laff uera delle coffe, in cui fi permutano ima Solamente in un certo modo fi gli rafìimiglino . Difcorda oltre a quei o cerna da Diofcoride in dir egli nel fecondo trattato delle forr^ del cuore, che genera l'ufo del Bafilico fangue ter j » malinconico . Fece del Bafilico meptione Galeno ala. delle f acuità degli alimenti > co fi dicendo . Sono affai c e 'vj no il Bafilico nelle uiuande , come chepoco fi commendi . Mentonfi coloro , che dicono , che mettendofi trito i- di terra ben coperto , & muffirne poflo al fole , generigli Scorpioni >• imperoche queflo è debutto alieno daliieì a- può ben dire con uerità quettg di lui , ciò è , effe fio, nimico dello Jìomaco. I per effer egli molto duro da digerì) ^ Nelfecondolib.diDiofcoride. BASILICO ME ZA NO. <11 : perche di qiièfìo pafcolo non f blamente fi nutriscono i buoi , & i caualli ; ma fi purgano anchora nel tempo de af matiera.il che fi fa anchora ài tempi noHriin piu luoghi d' Italia ,& (penalmente conformo, con lento, & c° ueccia . Tqe. mi.piace. l' opinione di coloro , i quali fen^a ragione alcuna , & fenica teflimonio d’ apprettati frittoti pf fuadono , chel’ocymofia una pianta cofi chiamata di fifa propria Jfetie . Imperoche ( per quanto io ho mai letto ) . ho ritrovato alcuno de gli antichi fcrittori , che habbia fatto memoria di pia^q alcuna di quefio nome . H avene ) ricattata , che cotal uocabola non fi comicne piu à quefia forte dip.afcolo, chea quella : ma cbcfipojfa accommo ar , ogni f irte dip.afiura d’berb.a , che fia la prima. , che. vafea , & che crefea la primavera . Onde non e in mo o . . d'accettare la opinione d'Adamo Lonicero , il quale non fienai ridicolo errore mole , che quella pianta , che w'u ^ tino fi chiama F ormentone ,& in Friuli Saracino dalla neretta del fer/ie ,fia l' oeymo , tenendofi cioper certo. \ ballandogli quello , erra poi molto maggiormente in attribuire à cotal fuo oeymo tutte le f acuità , & le uh tH 1 c danno all'altro ocimo odorato , c Nel fecondo lib.di Diofcoride. ) 6j uM. 'Neper altro mola egli, che il Formentone fial'ocymo de gli antichi ,fe non perche ( come dice egli ) nafte tre {ioni inpoi che èfeminato ne i campi . Ma locymo (per quanto io me rie Siimi ) non è chiamato cofi per cotal ragione, ntpcrcbccrefca&uengapiupreftoallaperfettionenel tempo della primauera d' ogni altro herhatico . Terciocheje tinti ife > clie f nclfcono ’fi ‘iomjfero chiamare ocymo , neramente infinite farebhono le pie Jpetie . Chiama- no ( come sé detto ) i Greci il Bafilico , Si'xiftsr ; i Latini , Ocimum :gli fraisi , Bererfdaros : <&■ Beiarog : i Tedefchi , Btftlien , & Bafdgram ; li Spagnoli , Mbahaca, : i praneefi , Bafilic , DeirOrobanche. Cap. CXXXI. LO oroianchjs è uno genuine d'un pie & raezo , & qualche uolta maggiore , rofsigno , nclofo , tenero , graffo , & fenza frondi . Produce il fiore bianchiccio , che tende al rodò . Ha la radice gro’iià un dito, la qual nel leccarli del fufto diuenta uana . Nafce tra alcuni legumi, li qua- OROBANCHE, Nomi, BBB li (Iran- Difcorfidel Matthioli li ftrangola: dal cui effetto ha egli prefo il nome. Mangiali crudo, & cotto, come gli fparagi . Mef- fo con i legumi , quando fi cuocono , fi crede , che prefio li faccia cuocei e . Orobanche, & s c e £ orobanche con tutte quelle note , che gli affegna Diofcoride , nella ualle „ Anania della giuridittione fua effam. di Trento , & in ogni altro luogo non folamente ne i campi tra i legumi ; ma frequentemente tra le biade , tra il ^ lino, & trai canape, &fiefìe uolte lungo le fiepiper lepublichc me . Et come che dicaTheopbrafio alivi u. dell'hifioria , & al v. delle caufe delle piante , che l’ Orobanche ammala , & ftrangola l’orobo , auinchiandofegli at- torno ; nondimeno quefto , che del tutto rapprefenta lo fcritto da Diofcoride , & da Tlinio all ultimo capitolo del XX 1 1. libro j ammaina i legumi , il canape , & le biade , che gli nafeono attorno , folamente con laprefentiafuafen^a toccarle, ne auinchiarfegli al piede. Et imperò ilauoratori lo chiamano Herba lupa y per diuorarfì egli le piante, che l0 gli nafeono appreffo . Jfafce quefia pianta ( come dice Diofcoride ) fu daUa terrafen^a alcuna fronde , con un [ol fer- mine grojfo , come unofparago ,maroffigno ypelofo, tenero ,& graffo , alto bora piu , & bora meno d un piede , fecon- do la bontà del terreno , oue nafee . Efce il fuo fiore da certi bottoni r amolti nella cima a modo di mayga , li quali fono medefmamente rofiigni, quantunque piu bianchicci , che non è ilfufto . La r adice e gr offa un dito , & tenera , fragile, | & fongofa . In alcuni luoghi fi chiama quello gemine , Coda di leone , & in alcuni Herba torà : imperoche per nero l flato ijperimentdto , che fubito che le uacche la mangiano , uanno al toro . Il che non fi può dire , che proceda da altro, che da una fua propria , & particolare occulta operatiune . Chiamano l Orobanche , fecondo che diffe Tlinio alluogo fopr adetto , alcuni Cynomorion , per effere egli fimile al membro genitale de i cani . 1 1 che uer amente non fife non beh comparatone : pcrciocbe per effere t Orobanche grò ffo in cima , & fottile in tutto il refio del fufio , nonpocofigliuf- fembra . Et però non mipoffo fe nonmarauigliare , che dicefie Theopbrafio , che ammali , & flrangoli l Orobancbei^ 20 legumi y auinchiandofegli attorno : & tanto piu ueggendo che fe lo tacquero Diofcoride Tlinio . Onde b fogna 0 che Theopbrafio in questo fi fia ingannato : ò che per l orobanche habbia egli intefo altra herba , forfè fimile alla cufcu- , . , ,,>0 ta , la quale ammansa. I altre piante , auinchiandofele attorno . E l Orobanche ( fecondo che fi legge in Galeno ah rolv-nche. /'vii I . delle facilità de femplici ) frigido , & fecco nel fecondo grado . Chiamam l Orobanche i Greci ,Q ^hyr.i Nomi. Latini , Orobanche , & Etui angina . Della Barba di becco. Cap. CXXXII. LA miA di becco produce il fililo breue: le frondi limili à quelle del z affarano : & la radi- 1 ce lunga, & dolce . fopra il cui furto è il calice grande : nel quale è dentro il feme nero 5 da cu . s’ha ella acquiftato il nome . E' herba , che fi mangia . Barba di becco & lua^flamina (ione. Errore di Her- tnolao. Ljt barba di becco , la qual chiamiamo in T ofeana Saffo fica , è affai conofciuta , & uolgar pianta . Vfanfi le radici il uerno nell'infalate , per efier elle dolci , & algufio aggradeuoli . Le fi ondi produce come i ¥Ìldl* no , ma uer amente alquanto piu larghe , & piu lunghe . Il fior e è giallo , fimile a quello delTifcialletto ,6 grande, raccolto in un uafo , il quale s'apre , & s'allarga quando uede il fole : & ferrafi la notte , * ' """ n' '1l 0 nuuolo , come fa quello del chameleone . Tfzfiembrafi quando è ’quafì ferrato ,per cfìere alquanto appuntato mc^na> L per hauer alcuni peli bianchi, che efeon fuori , quafì alla barba d'un becco . Et però di qui, fecondo che recitaT eop r Ho à vii. capitoli del v 1 1 . dell'hiftoria delle piante , è fiata chiamata quefia pianta Barba di becco. ^ l PCl c ’ afai mi marauiglio d’Hermolao Barbaro, che fenr^a renderne egli alcuna ragione : non uoglìa , che fia quefia ta pia' la nera Barba di becco fcritta da Theopbrafio , & da Diofcoride . L acqua di quefia fatta al lambito , appbe^ con pe^e di lino in fu le ferite fiefche della carne , le falda marauigliof amente . D eì che ho piu uolte ueduto i o n0^\ gari ifferien’ge . pitrouafi anchorauna altra forte di Tragopogono , chiamato porporeo dal colore de i pori . adunque produce foglie fimili all'altro, ma piu copiofe à bafo attorno alla radice ,piu uer di , piu larghe , &pi,lìCl ^ Fa anchor a il gambo parimente fimile & articulato , con apparenti concauità d'ali apprefo ài nodi, onde nt ’g ^ nafeono le foglie & i ramofcelli . Troduce i fiori in cima de rami porporei ma minor del uolgar elargendo ejog torno al fuo ricettacolo à modo di fi ella . La radice ha egli maggiore , piu lunga, & piu dura & piena di latte, ^ come quella dell'altro dolce , ma algufio amaretta , & cofirettiua . Tarmi oltre a ciò neramente , che fia jpetie^ i ^ gopogono quella pianta che chiamano gli Spagnoli S cvrzonera, onero S corzONEr a , perfino! loro che fono fiati mordati dalle uiperefie quali chiamano in Spagna Scurii. E" quefia una pianta nuoua, ne ere ' ° c no ne babbi fcritto auanti da noi . fu dimo firata primamente in Catalogna di Spagna da un Moro fchiauo ^ homo Leridano chiamato Ceruero. il quale mietendo in un campo il grano infieme con altri, & effendo alcuni i o fi da una uipera,corfelo fchiauo fubito à canaria Seminerà; la quale baueua egli prima conofciuta in Jfrica > . . canato il fucchio della radice glielo diede à bere , &gli liberò preferitane amente : come fece poi con molti a tri c 1 ^ concorreuano, & per che ei di ciò trabeua non poco guadagnò teneua la pianta fe creta , ne la uoleua dimos i no. Ma deliberandoli alcuni di uoler ad ogni modo conofcer l’herba con cui il Schiatto curaua cofi felicemente i ^ le li-pere , & altri fer penti uelenofi , fi pofero à farli la guardia di lontano quando egli fe ne andana a cog ‘ >(Q hauendo ueduto dalla lunga il luogo doue ei fi chinava in terra, & notatolo molto bene,come lo fchiauo di là fe nand orno in quel luogo , doue ritrovate le foglie in terra che il fchiauo haueua troncate dalla radice , venne) ^ ^ cognitìone- delfecret ó, & fattone con il tempo laffrerìenifiift diuulgò poi queft a pianta à cìafcuno , & dall! effetto* c iella faceuafu poi chiamata S cor zo er a, che tantouuol dire,quanto V I p e r ina. Quejìa primamente vi fu mandata fecca dall’ Eccelentifi imo M oj fo,daìle altre due per altro nonmolto diffimilc3 della quale mi fece copia il famofiffimo,& liberalifìimo Signor atomo r 1 BBB 5 Jntomo Nomi. J 7 Difcorfi del Matthioll SCORZONERA DI BO E'M I A, Dell’Ornithogalo , Cap. CX XX III. LO OIUIIHO GAL o è un genuine dun pie & mezo , tenero , bianco , lottile , con tre otier quatti o ramuicelli in cima , anchor elfi teneri : da i quali efeon fuori i fiori di color d’herba, co mecneanrendofidtuentmo di color di latte: in mezodeiqualiè un capitello intagliato', limile a fj C0’I{,a?le» coflaeljnigella. Nel fecondo Kb . di Diofcoride . J71 ORN ITHOGALO. I. 5 e e COmthogalo copiò/, mente per i campì trai grano , tra l'orbo , & tra tutte t altre biade inciafcm htì£ g° } come fi può chiarire eia feuno , eh non lo conofcejfe ricercandauelo ilmefe di Maggio : per ciocbe hauendoft inviente tutto quello 3 che fcriue Diofcoride , lo potrà ciafcuno per fe ftefio conofcere .Qecita il Quelito , che nelfuo pdefefi ritroua l'ornitbogalo copiofifìimo ne i campi , doue ne ricolgono i fanciulli le radici , che uoltano i bifolcifuor della terr a c on l'aratro 3 per effer in uolgarufo apprejf 1 à ciafcuno per mangiar crude , & cotte Jbtto alla cenere calda . “Producono quefìe il fuo germino la primauera , & la Hate : & cauandofi pofeia l'autunno con l'aratro ,fi ferbano lun~ go tempo , & imperò ne i tempi delle careflie fono in grande ufo alla plebe in luogo di caftagne.H abbiamone qui noi tfprejje due piante per credere che ue ne fieno due fpetìe . Hannomi quefìe radici ridotto à memoria quelle 3 che non na . 1 0 ftono in tutta Italia , fe non in fui Veronefe 3 chiamate T rasi, dolci , & di fapore fmili alle cajlagne . Sono adun- que 1 trafì radicate gr offe come faue 3 ma lunghette 3 le quali nel feccarfi s inui^ifeono & diuentano creffìeda cui pianta . t quajì del tutto fimile al piperò ; imper oche produce ella le foglie lunghe & appuntate in cima : il gambo alto ungom - B B B 4 bito Ornithogalo , & Tua efsamin. Trafi, & loro h!'ftoria,& fa- cilità. J7\ Difcorfi del Matthioli ORNITH5GALO, II. Nel fecondo lib. di Diofcoride, T R A S I. J73 lodanti dcuninclletteneree compojitionì , credendofi che ne temperamenti loro pano i Traficalidi, humidi,<& uen~ - ' Chiamno i Greci LOrnithogalo , O'tidhiyMa : i Latini , Ornithogalum . Dei Tartuffi. Gap. CXXXIIII. SOno ì Tartuffi radici tonde, fenza frondi, & fenza fufto , di colore roifigno . Cauanfi la pri- mauera , & mangiaufi crudi , & cotti . Sono Nomi. Difcorfidc! Màtthioli TamtfE,&!oro C*°N0 i Tartufi notifiìmi à ciafcuno . l\ìtrouanfi in Tofcanacibondantcniente per tutto belli grojiì JUllb hifloria. forti. Et come che una uencfìa, la cui polpa, dentro alla fcor\afìa bianca, &l altra bertìnafcur a; nondimeno amen . r-i n . ■ i I r /ri», -vi „ -• *- f' Urti su, tifi.' /-/wt} n(i A si » ■unirvi muti- ttì imi -/i ov 7. fj/yr». « come twe «//« wi- w v ' — - j».,, "vtmmcno amen due queste frette hanno la feorqt muda , & neri. Cmm{j quìtff copiofi da i nojbi contadini, per effer molto inpmx appreso à i magnati . Tromnjenè nella mUestnania della giuridittione di Trento, di quelli , che oltre alt effer pimtli hanno kfcentfl lifeia, érpallida jciapiti , &poco aggradatoli alguHo . Fece de i T artuff mentirne Tlinio al ii.m j '» 1:1 .£ j: ólT ; "r„v tuffi nUuntthi ferriti . tfo /trenolt tra. vii dorili - ttrtrtiii/rnfì Ai fjurutu MJIUI Irt/l 3 V I ”’ò . -- - - --- - Ut, x l , Cflpt del XIX. libro , coft dicendo . Tfifcono i Tartufi in luoghi fecchi , & arenop traglifierpi , &troumft di quelli, éi fon maggiori duna mela cotogna , che pajfanouna libra iti pefo. Sono didue Jpetic ,areno/icic i calcimi, etniniinìddc i denti :'& alcuni altri pari , &fmc?ri .£ differenza anchora traloro del colore nero, &rojso; come che di dentri fieno tutti bianchi . Lodanti gin degli altri gli africani . Ma diremo noi che i Tartuffi/ieno intio della terra f Ferma- . r . . . ... j -L „ 'F*.~ilvhAntt> fì bur\ ititpnrlpv? . Ct* da. tvrìnr.itìin (t r.anrrpinn Ai nuo.il ^ 1. . ju,nu • A, w yen ‘-•j' w conien- te non fi può intendere j che fieno altro : tua non 'jfociltl&nte'ff può intendere } feda pi incipit) fi concreino di quella gran- ij Hiftoria recita; ^e— „a tfjgrfì yitr oua.no >òfc aiutino } ò nò . Sono pochi anni , che effondo^ Laertio Licinio pretore di Spagna in-Cbar - ta da Plinio. - - ■ - ... ~ - > » j-.— 1--1- tì.lìj: — a..- . . 1 , ujc.jt mì vH*nv j * »■-> • ■ .. . r j J ; JJ 1 ^uar- tagine ,ft guajlò i denti dimmffm mgìaado un Tartufo , nel quale era dentro un danaio . Il che dimoSlrn, chela terra dì Nel fecondo lib. di Diofcoride. j~j re Oltra di quefio diceua al II I.cap.del mede fimo libro. Ifafcono i Tartuffi, quando nell’ autunno fi e ffo pioue,& Jpeffo tuona: fono teneri la primauera . In alcuni luoghi nafcono , & fi feminano tranjp orlati da i fiumi , come nel paefedi Mitilene : dotte non uogliono , che nafcono , fe non peri' 'mondatimi de fiumi fi quali li trafrortano daiTiari , luogo oue nafcono i Tartufi copiofifiimi . I T artuffi ( diceua Galeno alll. delle f acuità de gli alimenti ) fipofìono connu - Tarruffi ferirti mure con le radici , & con i bulbi , per non ritrouarfi in loro alcuna apparente qualità . Coloro adunque ,. che gli ufa- da Gal. no ne i cibi , hanno una materia atta à riceuere tutti i condimenti , che figli danno , come fono tutte le altre cofe , che non hanno in fi qualità ueruna euidente , & che fono al gufo acquo fe , &fciapite . Le quali tutte communemcnte dan- no al corpo un nutrimento priuo d' ogni qualità , &folamente alquanto frigidetto , & cofigroffo , come è quello , che fi mangia . Imperoche quello de tartufi è piugroffo , & quello delle Truche piu fonile : & la medefima proportene è an- cora negli altri, che fono difmile natura . Scrijfene altrimenti Jtuicenna aln.de fuoi canoni , cofì dicendo . I Tar- tufi fon comporli di piu terrefir e fifian^a 3 che acquea ,& fonpriui d’ ogni fapore .Generano melanconici 3 & groffi hitmon , piu che tutti gli altri cibi : & oltre à ciò paralefìa 3 & apoplefia . Digerifconfi malagcuolmente 3 & aggr am- inolo filomaco . Chiamanoi Tartufi i Greci 3Y'J'va, : i Latini 3 Tuberà: gli strabi , Ifamcch 3 Mchamech 3 Tamer , Nomi‘ eSr tema : i Tedefchi 3 Hirt^brunjì : li Spagnoli , Turmas de tierra : li Francefì 3 T ruffle 3 LO smilace de gli horti è una pianta, il cui Teme da moki fi chiama lobia . Produce le fron- ti d’hedera , quantunque piu tenere : & i furti fottili , de i quali efeono i capriuoli : con i quali attaccandoli à i propinqui arbufcelli, tanto rt dilungano , & crefcono, che ricoprono d’ombra le loggie,&ipauiglioni. Produce lo rtnilacei baccelli limili à quelli del fiengreco, ma piu lun- ghi, &piugroiIi: dentro ài quali fono le granella del Teme limili ài rognoni de gli animali , di di- uerfi colori , i quali in parte fon rolli . I baccelli cotti co l feme, li mangiano come gli Iparagi . Pro- uocano l’orina, malanno fognare cofe Ipauenteuoli , & graui . Come dicemmo di fopr a in quefio medefimo libro al capitolo dei Fagiuoli bianchi 3 & communi 3 fotto il nome Smilace de gli de i quali ingannando fi il Manar do uuolc 3 chehabbia Diofcoride fcritto dettar abea , onero rouìglione , non fi fcminarione6*" può dire altro , fi non che lo Smilace de gli horti fieno quefìi Fagiuoli di diuerfi colori , li quali uolgarmentc chiamiamo in Italia Fagiuoli T urehefehi . imperoche oltre alt ejfer loro per il piu rofii , & di diuerfi colori ,& ( come fcriue Dio- fcoride ) fintili à i rognoni degli animali 3 fono fimilmcnt e anchora le fiondi fìntili à quelle delthedcra , & ifitfìi fottili: leno 3 allegando Theophrafio ai primo delle f acuità degli alimenti Dolichi 3 cofi dicendo . il D olicho mettendofigli ap- preso un Lungo palo, ui figlie 3 & diuenta piu fruttifero : imperoche altrimenti andando per terra diuenta rugginofo 3 & guafiafi.il che manifefiamentc uecliamo noi in quefìi Fagiuoli T urehefehi . psrciochc quelli, che non hanno fofìenta- colo alcuno , andandotene per terra yfubito fi guastano , & arrugginirono . Ma meffogli appreffo ogni lunghiffìma ha- fia , auolgendouifi , come è noto in Italia boggi à eia felino , fagliono fino alla cima . Et imperò digran lunga mi pare, che s inganni il Manardo da Ferrara 3 uolendo egli foftenere nella terga epistola al primo libro 3 che i Dolichi fcritti da Ochro . M che non ofìa il dire egli , che l’Mrabea è quella , che fi guafla , quando non ha foflent acoli 3 & pali 3 che la folleuino da terra : & che folo di quefio legume, quando è tenero , fe ne mangia ilgufiio , come fcriffe Galeno nel prolo- go del fecondo libro degli alimenti , & parimente Taolo Egineta , che fi mangia quello de i Dolichi . Imperoche quan- tunque rade uoltefi mettano alt Mr abea picciole frafche,non ui fi mettono però mai lunghi pali : percioche non ui sar- ramparebbe,come ui sarrampano manife blamente questi Fagiuoli . Tfe fi guasta , ne s arrugginifee t.Arabea , fe ben uaper terra , come fi uede per tutto il territorio di Trento , oue fe ne feminano infinitifìimi campi . Oltre à ciò non ofìa fimilmentc il dire egli , che filamento tra tutti i legumi fi mangia l' Mr abea cotta nelgufcio . Imperoche quantunque ella fi porti in fu le menfe,quando c tenera, cotta con i fuoi baccellino però fempre ueduto io tirarne fuori il feme con i denti, &lafciare neipiatto igufei . Tfe mi ricordo hauermai ueduto io alcuno cofì affamato , che fi mangi i gufici dell’ Mr abea duri fimi, & cartilagìnofì , & cibo proprio da porci . Ma bene fi cofìuma in Italia mangiare i cornetti di questi Fagi- uoli, quando fin teneri, per effer molto fragili ,lefìi prima , & pofeia acconci in infilata , onero altrimenti fritti nel burro , & acconci dipoi con agreflo , &gengeuo , ouero con pepe . Il perche mi par piu prefìo da credere , che quefìa fretic di Fagiuoli fieno i Dolichi,che dire,che i Dolichi fieno l’Mrabea . Oltre à ciò mole il Manardo 3 che doue in quefio parlò ,& fcriffe Diofcoride àxcix. capitoli dei Fagiuoli ,habbia egliintefo dclTMarbea , & dei Fagiuoli pofeia qui al capitolo dello Smilace , dicendo per corroborare la fua ragione, che non haurebbe Diofcoride fritto de i Fagiuoli per due diuerfi capitoli. Mi che non credo neramente che falla ffe , chirifpondefie , che Diofcoride fcriffe primieramen- te de i bianchi uolgari , che fi feminano ne i campi alla campagna , doue generalmente trattò delle biade , & degli al- tri legumi, eh e fi fiminano nei campi :& che fece pofeia mentionedi quefìi altri, per fiminar fi eglino filamentene gli horti ,fra f altre cofe che fi feminano , & fi coltiuano in quelli . Et imperò per diflinguere quefìi da quelli , diceua : Lo Smilace degli horti è una pianta ,&c. Le quali par ole dimoflrano la differenza , ch’ei intefi tra quefìi degli horti , Dello Smilace de gli horti . Cap. CX XXV. da i quali nafcono i capriuoli , con i quali appiccandoli pian piano , non folo sauolgono intorno à i pali , & àgli alberi-, ma ricuoprono ne i giardini per far ombra la fiate , loggie , pergole , capanne , & pauiglioni . Quefìi chiama Ga- Dolichi fcritti da Gal. Galeno fieno il rGuiglione , ouero l'ar abea : auenga che Galeno, & Taolo Egineta chiamano iMrabea mamfefìamente & quelli Difcorfi del Matthioli SMILACE DE GLI H O R TI, & che fi feminano ne i campì . rNsel che piu uolte mi. fon marauigliato , che oltre à c/uejìo il Manardo buono cojt dotto fi mettejfe à dire , che fusero i Dolichi l'^Arabea , douendo hauer egli pur ueduto 3 che Galeno , & Taolo la chia- iSIomia man0 * Chiamano lo Smilace deglihorti i Greci , i Latini , S.mìlax hortenfis.'gli ^4tabi , Lubidì li T ed,efchi 3 Vueljfch bonen : li Spagnoli 3 Feyones : i Francefi , Fafeoles 3 77 V J medica (fecondo che rifertfce Titillo dxvi . capitoli del levili . libro ) fu cofi chiamata per effere Medica , elio, giaftata portata m Italia d, Media. Ut come che ella fuffe gidmlgare.&fifeminaffe per tutta Italia per <=<&■*>■ ’ li beffami ; nondimeno a tempi noHn par che fifa ella del tutto fuggita da noi . quantunque fieno alcuni moder- ili fmplicisli , che penfimo d batterla rintracciata . dimmene gli anni paffuti da alcuni miei amici mandato il feme , ma jbniuto non nacque, anchora chcniponeffi molta diligenza. & però noti ne poffo per bora fare altrimenti giuditio &fe ben dipoi me ne fono fiate mandate dìuerfe piante dalli amici, pofeia che mi pareva che in poche note fi raffomiglia } fin damedica nonlio hauto ardire di meter qui le figure loro. Quefiaf fecondo che riferifee pur Tlmio.et de ili altri de gli antichi) fermata una fola uolta,dura di rigermogliare fino à trenta anni. Enne copiofa (per quanto riferifeom alca ni) àitempinoftri molto la Spegnatone con grande arte la coltiuanopcr il befiiame:& chiamatagli Spagnuoli Mfal oft, ritenendone quafi il vocabolo Mrabico.quantunque corrotto.Imperocbe.come fi uede in Muicenna al capit.Cot, fi chia m queBa berba anchora dagli Mrabi Mlfafafat. 1 1 Quelito dice, che quantunque ella non/nafea in Italia , che nafee non dmtnoperfefteffa coptamente in Francia , & che la chiamano i lavoratori Trifoglio maggiore . Chiamano i Greci la Nomi. Medica, Muta : i Latini, Medica ,-glUrabi ( come di [opra s'è detto ) Cot,& MfafafatdiSpagnoli, Mfalfe.Eruaye, A P H A C A. i 1 *■ i1- è Mi N -1 i m Ili Difcorfi del Matthioli Dell’Aphaca. Cap. CXXXVII, Nasce r Apbaca ne i campi , piu alta della lente : le cui fiondi fono lottili, & i baccelli mag- giori : ne i quali fon dentro tre , ouer quattro granella di fame nero , minori della lente . Le quali fon coftrettiue: & imperò abbruftolate rotte,& cotte à modo di lente , riftagnano ifluf- fi dello ftomaco , & del corpo . Aphaca,&fua e il a mm. NiA s c e tAphaca ab ovantemente inpiu luoghi d’Italia per fie medefma , & fi /emina anchora da molti , co- megli altri legumi . Fa le fiondi filmili alla neccia , ma maggiori , & piu grafie : il fufio quadrangolare, il fiore incarnato , & i baccelli filmili à quelli de pifielli, ma piu corti afidi, & maggiori di quelli delle lenticchie: ne i qua- li è dentro il fiemepoco maggiore di quello della neccia . ^Stuficene affiti per fiefiefid in fini contado di Coritìa ferii m- VECCIA. Nei fecondo libi di Diofcoride. 1 y~9 fi , & lungo alle fiepi . La onde exr ano neramente , coloro , che p enfiano- che 1 „ Aphaca fia la neccia , che nafce commu- nemente tra le biade : percioche la uéccia fa foglie piu minute ,fufii piu fiottili , fiore che nel rojjo porporeggia , & bac- cellifiu lunghi , piu fiottili , & piu tondi . Et però Galeno trattò della Veccia , & dell' \Aphaca al primo delle facoltà APhJca>&VtC degli alimenti , coft dicendo. La figura del finte dell'Upbaca ,& della Feccia non è cefi tonda , come quella delle faue. Gal, ‘U ma alquanto comprejfa.Ripongonne i uillam i haccelliinfieme con tutta la pianta ter il beHitfine . quantunque qualche .uolta per faine habbiu io conofiiuto di coloro , che fi rihanno mangiato il fime nella primauera aneborafrefeo ne ibac- edi , come fi cofiurn mangiare U-faue ,& ice ci. Ma neramente non filo fon quefii fimi paco aggr xdeuoli al gusto ; m nulagettoli da digerire , & cofikttm del corpo . Il che fi manifeflo , che’l nutrimento, che fi genera i'efii.fiagrof- fi,& coHrettiuo ,-apparecclnato à conucrtirfi in humori melanconici , Tutto quefio dell'Mphacafcrijfe Galeno . Ma j0 dicono oltre à ciò alcuni fperimcniatori , che la farina dell Mphaca & della neccia prouoca ualentemcnte Corina, & che conferifce non poco ài T tìfici pigliandoli fieffe uolte conia THìfana , Impiafirafi anchora incorporata con nino non filo à i morii de ferpenti , ma de nani , detti huominì , & di tutti i quadrupedi , Incorporata con mele & applicata jpe -, gne le lentigini fiquofi ,& ciafcunaaltra infetti one della pelle. Oltre àcio è dinotare , che Tbeopbrafio alvi I . Apluca fpetie {fiali' z I . capitolo deCv I , libro ieli'hifioria dette piante, colloca l'Mphaca tra [effetto della arborea .Ilperchenon è dl cicl,orcs' mamiglia, fi qualche uolta difteria egli da Diofcoride, come [suede nel coronopo , nell’ orobanche ,& inaltrepur afai piante . M che battendo auuenen\a Tlinio , recitò al V. capitolo del XXVI I . libro thifioria di parola in parola, che fcrijfe dell' Mphacq Diofcoride : &alxxi. libro commemorò la fcritta da Tbeopbrafio tra lecichoree, & altre ber - „ beftluaticbe. Chiamano i Greci l Mphaca , : ; Latini , Mpbaca , & Mphace : gli Mrabi , jLpabfi , gr afalfi. grMhibfa •' li Tcdefchi , Vuilie miclgen , & Vogels uuicken . Del Porro Capitato. Gap. CX XXVIII. IL p o r r o capitato fa ucntofiti, genera cattiui humori,fa fognare cofe terribili , & fpauentofe, prouoca l’orina , è buono al corpo , fmagrifee , nuoce à gli occhi , prouoca i melimi : ma nuoce alla uefcica ulcerata , & alle reni. Cotto con ptifana, Smangiatone i cibi gioua al petto. Cuo- , confi le lue fiondi nell’aceto , & in acqua marina , & è utile quella decottione à ‘lèderai dentro le donne per le oppilatio ni , & durez ze de i luoghi naturali loro . Diuenta dolce il porro , & manco ueotofo mutandogli due uolte l’acqua nel cuòcerlo, & infondendolo nell’acqua fredda. Il feme 3° del porro è piu acuto, &ha alquanto di virtù coftrettiua. Il perche riftagna il fuo fuca» inficine con aceto, incenfo,ouero conili fua man na,i fiulsidel fingile ,&■ -malsane del nafo. Stimola il porro venere: & còinpofto con mele à modo di lettouario conferifce à i difetti dei, petto, & à thifi- ci . Mangiato ne cibi purga il gorgozzule, S la canna del polmone : ma nuoce il troppo diàrio al- la uifta, Se allo ftomaco . Beuuto il fucco del porro con mele , conferifce à i morfidc vélenofi ani- mali, & parimente nnpiaftratoui fufo, Gioua infìeme con aceto, incen lo, & latte, Queramente con òlio rofàdo diftillatQ nell’orecchieà dolori, &à fuffolidi quelle. Le fiondi impraftrate con fomachi fanano i quoii , & lepinittidi, Mefchiato il porro con fale , & iinpiaftrato rompe l’efchare de caut erij . Il Teme beuuto al pefo di due dramme inficine con altrettanti mirti , riftagna l’antico rigittare dd fangue , che vien dal petto » 4° Sono iPorri , che per ilpiufi ucìidono la quarefima con gli altri h erbaggi de gli borrì ,pìciritfinotìfimc à ciafcu- Porri, & loro «o. Et quantunque, s affatichinogli hortoUni dei tempi nofiri in farli lunghi) bianchi > teneri) & grò fi ; non gli efsamin. [unno però far crefccxc la tcHa } & farli capitati , come le cipolle: quantunque fuffero questi in cómmnne uf ) dpprejfo agli antichi , per ejfer migliori , &piu teneri di quefii lunghi , li quali cbiamamno Scttiui . Vfarono adunque còfioro per farli diuentare capitati di cefi fare. Scminauanlì prima radi , & c aitatigli fuori al tempo deltr apiantarli ,glita- gmuaiio le fiondi , & le radici , & pìant aliagli con un di tegola , ò d'altro tetto fiotto , accioche effcndogli { cofi facendo ) uietato lofccìiderc al baffo , & parimente di nutrire le fiondi, fi fargafero, & fuc ejfer o groffa la tefia.'Scrif- fi adunque di quetti Diofcoride come d\pÌH teneri,, & dei piu appresati: ma nonperò perche fuffero .di altra natura differenti da i lunghi , de i quali'per arte fi fanno ì capitati . Ma tutto quefio fi debbe riferire à Columella , il quale al- 5° l XiJib. della fua agricultura all'ultimo capo:Folendofi diccuafarc i porri fettiui comandano gl' antichi che fi debbino foltamente fermar e, come fono crefciuti fegar loro uia le foglie-: Ma-ànotha infegnato l'ufo a far ciomolto meglio ; & do fi fife fi piantano come i capitati-quattro dita difeofio l'uno da l'altro:& come fono crefciuti fedifegemo le fòglie* Ma uolendofifare i porri congrofio capo ,bifogna che nel trapiantarli fi taglino uia tutte le radici , & fi tondino le ci- me delle foglie , & dipoi metterli fiotto a f capo nel fott errar Uà ciaf uno impcpo dì tegola ò qualche concha marina * il che cau.fa che il capo diuenti piu groffo,ma à uoler che ucngbino, belli Ufi )gm che non fi fi ar agni il dar loro del letame > Ò* ilfarchìarli fieffo , ne altrimenti bifogna coltiuare if etimi fe non che tante mite bifogna alletamarli , annaffiarli, & far chiurli , quante uolte fi tagliano . "Produce il porre le fòglie come l'aglio , ma piu larghe & piu lunghe , & piu piegatene / doJJò , & acute in cima , Hanno il collo lungo, bianco , & cipollino , & piugroffo uerfo le radici, che uer- 6o Sfoglie ' Ha molte & f ìttili radici come le cipolle, bianche , & diftefe come un fiocco , & tutta la fufianga è fatta, di molti inuogli l uno [opra l'altro : Fa ilfuflo il fecondo anno come la cipolla coricano & lungo , nella cui f mmità pro- duce un capo dQue. nqfco.no i fiori & il feme del tutto come le cipolle. . Seminanfi i porri negli horti . le foglie cotte & im- C C C 2 piattratc Porri fcritti da Galeno. j 8 o Difcorfi del Matthio li PORRO CAPITATO. p f ra e giuliano etile enfiagioni dolorofe delle btmmhoiile miràMm'eMe,& incorporate con mele fi pongono utilW' ‘■ J°p'a -« morfure de i ragni chiamati phalangi , & parimente dì tutti li altri animali uelenofi . Cotti i porri & »«»“ p a uonme.e& inghiottito pian piano mie à tutti gl’impedimenti del petto & della canna del polmone , ctufttih grolji &mfcofi humon .■ molliti fono la cenere calda , & mangiati fuperano il ueleno de i funghì malefichi, on la C) ap.i a , & a ebbriaccherpgi . il feme beuuto con fapaguarifee le difficultà dell'orma . / porri non trapi atuti cotti nel Olmon lombrichi terrestri fino al calar della terKa parte fanano l' ulcere antiche, &malage«oti delle orecchie- ■Iti ma iti ea-ro o io fu .detto, oue fumo cotti, Fecenementìone Galeno generalmente parlando dei porri ,de‘ lag. ,o ,& delle cipolle, all ultimo capitolo delti, libro delle f acuità degli alimenti , cofi dicendo . Le radici di punte J caldano il corpo , afottigliano i grafi bumori , & incidono i uifeofi. Nondimeno cotte due, ouer treuoltentl- io lactjuaperdono Incuteva loro : come chenon perdano però la f acuità dì ' affottigliare gl, bumori , ani) che cofi acf>- Itane una certa occtdtiftma uirtù dinutrire il corpo : la quale non fi ritrouaua in loro , auanti che fi coeefen ■ Ha JSìel fecondo liB. di Diojfcoridc „• j 8 1 PORRO C O M M V N E. Dell’Ampeloprafo . Cap. CXXXIX. 10 P0RRO faluatico , il quale fi chiama Ampeloprafo, nuoce piu allo ftomaco, che non fa il “Offleftico : ma è nondimeno piu efficace in fcaldare , in fare orinare , & in prouocare i melimi. Mangiato ne icibi , gioua à i morii de uelenofi animali . CCC 3 X.ASCE Ampeloprafo, & fua hiftoria. Porrandcllo fcritto da G^le no. Difcorfìde 1M atthioli N^scb il Tom filmico copiojametite ferie uigne, onde hapofciaprefo fame tt Jmpeloprafo, demi, mol dire altro , che Torrofaiìgnatfaafapannteinè per tutù Tofana in figli argini de i campì fa dami chiamato Torrandello . Quefio mangiano uolgarmenteiuiUani, & ilauoratori coni infilata in cambio d'afa I frefeo : come che fa afidi faro da maficare , & d odore molto acuto. E ilTorrandeUo , fecondo che commemora Galeno alvi, delle f acuità de [empiici , piu acuto, &piu ficco del domestico , cgme è natura di tutte le piante filmi- che , comparandole con le dome fiche . La onde nuoce piu allo Homacho : fe ben incide , &, ajfottiglia paggìormentei grojsi , & uifioft humori , & difoppila piu gagliardamente . Et imperò ha egli jfieffo fitto orinare coloro , ne \ qual, sera ritenuta l’orina per grofii,& ufjcofi humori . E ilTorrandeUo talmente calido , che iwpiafl rato ulcera .Mae fis- co detto piuuolte,che quelle cofe,che foriocofi c alide , fono neU ultimo orfine . Queflo tutto del Torrandello dijfe Gale- no . Ma nonpretcriròpcrò di dire , che attribuìfce egli all Mmpeloprafi queUo , che Lignificato del wcabolononcm- jg porta, & che piu fi cenatene aUo Scorodoprafo : imperoche nel luogo predetto efione nel principio del capfoM fin- AMPELOPR ASQ. Nel fecondo lib. eli Diofcoride. 5-8 3 eelopra/o , cofi dicendo .Se tu ti magherai una copi, che fui di natura me\ana tra l'aglio, e'iporro .troueraiqual L la /acuità dell’ampeloprafo , Il che neramente piu fi comiene allo Scopodopra/o , che uuol dire aglio porro , che al- [Jmpeloprafo , che uuol dire porro dì uigna . Il che conferma poi il medefmo Galeno all’v 1 1 X. parlando dello Scoro- dopnfo , cofi dicendo . Cofi come lo Scorodoprafo poffiede mefa uirtù d'aglio , & merpt dì porro ; cofi anchora ritiene celi leforrp d’amendue loro . Et al II. delle /acuita de gli alimenti : L ^Ampeloprafo ( diceua ) tanto è differente dal t„0 , quanto fi ritrouano t altre piante fanatiche effer differenti dalle domefliche . Sono alcuni , che lo /erbario nell aceto per tutto l’amo , come le cipolle : con il quale preparamento fi puopiu commodamente mangiare ,<& genera nutrimento manco nocino . Chiamano lo Jlmpdopra/o i Greci, A'^TÌKoarpcteoii i Latini , Torrum agrefte ,& ama Nomi, piloprafum egli Mabi , Tfiabathi : li Tcdefcbi, Vuild lauch : li Spagnoli , ^ iyas , & Tuerros de las uinbas ; li Vrance- o fi, Potimi lecbien. CIPOLLA CAPITATA. Difcorfi del Matthioli Cipolla Capitata . Cap. C X L , LE cipolle lunghe fono piu acute , che le tonde : & piu le roffe , che le bianche : &piule fecche , che le uerdi &pin le crude , che le cotte, & che le falate . Tutte nondimeno fono uentofe, hanno del mordace, prouocano l’appetito, fanno fete, difeecano, generano feftidio, 1 & muouono il corpo . Aprono le uie alle fuperfluità , & maffime a quelle , che efcono per l’hemor, ihoide quando fono mondate dalle fcorze , & applicate con olio per foppofta . Il fuoco loro s'un- „e con mele per rifchiarar la uiftaipercioche giouaài fiocchi, alle nuuqlette, &alle fuffufìoni, che principiano ne gli occhi. Vngefi conefTo anchorala fchirantia. prOuocat meftrui ritenuti. „ Tirato fu per lo nafo purga la tetta. Impiaftràfi con aceto, ruta, & mele m fu 1 morfi de cani . Guari- CIPOLA SETTILE, ice fcelemtiligini,chesàingonoconeflo, & con aceto al fole. Cura con il pari {podio gli occhi cac- cololi . Mefchìato con faie difecca i quofi . Vngonfi con quefto , & con graffo di gallinale fcorti- cature de i piedi caufate dalle fcarpe . Riftagna il corpo : gioua alle grauezze , à i niffoli , & al me- nare della marcia delle orecchie, & al trarne fuor l’acqua, che ui fi raccoglie . Freganfi con effoi luoghi calui del capo , onde fon cafcati i capelli : imperoche piu pretto ue gli fa rinafcere , che l ai- rinnìrv 1 — — 11 J Annrt rlrvlcr Ti? fpfl-n T f* rfisttf' rii ncntUflO PIU conio . Mangiate le cipolle copiofamente ne i cibi , fanno doler la tetta . Le cotte diuentano piu efficaci àprouocar l’orina. Fanno diuentare lethargici coloro, che nelle infermità le mangiano cotte in troppa copia . Lette , & mefchiate con vua patta , & con fichi maturano le pofteme . SO n o le Cipolle (fecondo cbefcriueTheophnBoal tilt, rapo delvu .libro deltbifloria delle piente ) di di- Cipolle & lo- '‘effe forti .delle quali ferine egli conqueBe parole . Sono differenti gli agli & le cipolle diffetie.Ma le cipolle j,° T'he'opc™a fino di piu foni , come quelle , che sfanno prefo il nome da i luoghi , onde furono portate .Tali fono le Gardie. , le Cnidie, Difcorli del 'vlatthioli S C. A Q G N E, Cnidie3 le Samthracie , le Sciatile ylc fiffili } & le. tAfcalonìc , Le Setanìefono lepìu piccioledi tutte quelle, iMpM dolci. Le fi) fili ,& fAfcalonie fono differenti & di natura ,<&di coltura . Le fiffili fi la filano con le lor fondi tutto il uerno 3 & laprimauerafi tofano , & coltiuanfi le radici .• rinafc onlc- poi le foglie , <& fèndonfì fotte terrale cipolla onde fono fitte chiamate fifiili . y ogliono alcuni 3 che le foglie di tutte lefpetic delle cipolle fi debbano taglile, accioc- ché la uirtu rimanga a baffo , & non fi diffonda a fare il fernc . Jfotafi nelle ^Afcalonie ima frenai natura : imper oc ti fono filamento sf effe 5 <& quafifierili dall ili cffa radice, nepoffono iti quella parte ne crefcere ,ne moltiplicare . LtiM però non le piantano 3 ma le feminano : & dipoi nella primauera le ripiantano . .Ingroffànfi cofi prefio , chef pofono cauare , quando fi cauano l altre , & ancho qualche uolta piu prefio . Lafciandofi in terra oltre al douere s infracidano . "Piantate fanno il fallo , & poi il freme : dopo al che fuanifeono , & feccanfi . tale è la propria natura loro . jlhrcfrno j differenti nel colore ; imperoche apprejjò Ifo nafiono filmili alt. altre bianche, ma fino però molto piu bianche , & 'fiWr {i alle Sor diane . Le candiotte hanno anchora effe la loro propria natura , alquanto, pero fmile alle jifea onie , fi Nel fecondo lib. di Diofcoride . jSy forfè non fi poteffè dire , eh' elle f afferò le mcdefime . Terciocbe in Candia ue nè d'ano, forte , che feminate s ingroffano nella radice , ma piantate fe ne Hanno tutte in foglie , & infime ,fih\a ingroffarfi punto nel capo della radice 3 & fo- • no dolci . In ciò hanno quafi contraria natura à tutte l’ altre : per effer propria natu ra di tutto il refio di ingroffarfi me- glio &piuprefio trapiantate . T utte uengono dopo .Arturo 3 effendo anchora tepida la terra 3 acciocbe trapiantate pre- occupino le pioggie . Tiantanfì col capo intero 3 & tagliato : mafonpofeia nel germinare differenti. Quello che fi chia- W: Qtfkio , è ferina capo , ma quafi con lungo collo : & però il fuo germinare è tutto nelle fiondi: onde fieffo fi egli fon- dano , come à i porri . il perche fi [emina fen?xa trapiantarlo poi altrimenti . Tutto qucHo diffe Tbeophrafio . TJafco- no le Cipolle copiofamente per tutta Italia : ouefono anchora ( fecondo che commemora fimilmente Tlinio al v i.capo del xiX . libro , & fecondo ancho che ogni giorno ueggiamo à i tempi nofiri ) di uarie 3 & diuerfe forti . Imperoche di io offe 3& di picciole ; di lunghe 3 di tonde 3 & di fchiacciate ; di roffe di uerdi , d'incarnate , & di bianche ; di dolci , di mediocri , & d'acute fe neritrouano . Le maggiori 3 che à i tempi nofiri habbiauedute io in Italia 3fon quelle 3 che fi tonano à {{orna da Gaeta . le quali quantunque fieno rofiifìime 3 & groffe di fcogli 3 nondimeno fono molto dolci 3 & tenere . il che per la maggior parte inter uiene in tutte le roffe , che naf :ono in T ojeana : doue le bianche per effer fortifi fime , piu fi conferuano per far medicine 3 che per mangiare . quantunque forfè in Grecia intervenga il contrario 3 affer- mando Diofcoride , che piu forti fon le roffe 3 che le bianche . S ono ffetie di Cipolle ( come à i luoghi citati differo Theo- phrafto ,& Tiralo ) anchora le Scalogne 3 cofi chiamate per effer ci elle fiate portate da Afcalonecaflcllo di Giudea, jlle quali fi raffembrano affai 3 come che non fieno cofi acute 3 quelle Cipolle 3 che ufi amo di mangiare noi fiefche inTo- : ^cancl } chiamate Maligie . Dannofi le cipolle le fife 3 ò cotte fiotto la cenere calda con ypgccaro utilmente a mangiare ag- |: giimtoui un poco di boturofiefeo àgli fretti di petto 3 àgli affiatici 3 & parimente à chi patifee la tofie . Scauanfi le 20 bianche in quella parte doue fono le radici 3& empionfi di buona theriaca incorporata con fucchio di cedro , & fcr- ranfi dipoi, & cuoconfi pianamente fitto la cenere calda fino che fieno ben cotte ,&benmacerate, & cofi calde fi ffire- . meno , & moglie ficne il fucchio ucr amente utilìfiìimo per color o3che fono infetti dipefle,ma bifogna chefubito fi faccino f fidar e. Scauanfi parimente 3ct empienfi di cimino poluer i%ato 3& cuoconfi J fremendole nel medefìmo modo & ricoglienfe ne il liquore, il quale è utilìfifimo medicamento alla forditàdifiiìlato caldo nelle orecchie. Vagliono anchora con non picchi giouamento all’antico dolore del capo 3fe cocendofi fittola cenere fi piglia unpe^etto d’uno depiugrofii fcogli ben caldo 3 & mettefi dentro nell’ orecchia della parte contraria mettendoui fopraun poco d'olio rofado}& laurino 3 & tanta lana fticida che ricuopra tutta l'orecchia . Il fucchio della Cipolla mefcolato con aceto ben forte & tirato Ju perilnafouirifiagnailfangue. Sono le Cip olle, per quanto riferifee Galeno alvi i .delle f acuità de [empiici 3 calde nel quarto grado: ma la loro effendi è piu prefio compofia di parti grofie. Et imperò applicate 3 onero unte con aceto p aprono l'hemorrboide3guarifcono le uitiligini fegandofi con effe al fole , & fanno rinafeere ipeli cafiati 3 piu prefio che f l'alcionio Spremutone fuor il ficco , è quel che refia filmile à una fufian^a terrea , ma però calida : quantunque la cali - diti del ficco fila acquea 3& aerea . & imperò ual quefio alle fiffufioni degli occhi , & parimente per acuir la mela in- golfata da grofiibumori . Tutte adunque le Cipolle per cqtal temperamento mangiate fono uentofi : & imperò quelle 3 che fino ne i tampcr amenti loro piu fecche , fino manco uentofi . Del nutrimento poi , che danno elle à i corpi 3 di [opra parlando de i porri, affai è fiato detto di mente di Galeno . Chiamano la Cipolla i Greci, K Póy.y.voV: i Latini , Crepa, & Cape : gli Arabi , Bafil , & Buffai : li Tedefchi , Zuuibel : li Spagnoli , Cebolha : li Franccfi , Fiboule,& Oignon . Aglio DomefticoOphiofcor. & Elaphofcorodon ; Cap. CXLI. ,0 T 0 aglio domefticoèdiduefpetie, uno, il qualenafce in Egitto, con unfolcapo, come 8 , il porro , picciolo , & dolce , di colore di porpora : & l’altro , che nafeein altri luoghi , graf- fo, bianco, con molti fpichi. Enne una fpetie di (abiatico, il qual chiamano ophiofeorodon , ciò è Aglio ferpentino . E' ogni aglio acuto , caldo , & mordace, genera uentofità , & muoue & per- turbali corpo , difecca lo ftoraaco , fa fete , caccia la uentofità , ulcera la pelle , & nuoce mangiato alla uifta. t II che fa parimente il Serpentino. Mangiato l'aglio ne i cibi caccia fuor del corpo i uer mi larghi , prouoca l’orina , & gioua à i morii delle uipere , & dell’hemorrhoide , piu che ogni al- tra cola, togliendoli in tal cafo trito conuino. Mangiato nei cibi, & applicato di fuori gioua ài morii de gli animali rabbiofi: è utile à gli hidropici . Chiarificaia uoce, alleggeritela ralle uec- chia tanto mangiato crudo, quanto cotto. Beuutocon decottione d origano ammazza ipidoc- jo chi, 8ri lendini. La cenere del brufeiato impattata con mele, & fattone untione,rifoluei Infidi: & con unguéto nardino fa rinafeere icapelh , cafcati per pelagione . Sana infieme con olio , & con ' fale le bolle , che efeono per la perfona : & con mele le uitiligini , le uolatiche , le lentigini, bilicete del capo che menano,la fcabbia,& la farfarella del capo . Cotto con teda , & incenfo , gioua la de- cottionetenutainboccaal dolor de denti . Impiaftrafi infieme con fiondi di fico,& cimino in fui morfo del topo ragno. Sedendo le donne nella decottione delle fiondi prouoca loro i meftrui, 8rie fecondine. Il che fa anchora il fumetito dell’aglio. Il pefto che fi fa d’aglio, Std’oliue nere, il qual chiamano iGreci myttoton,mangiato prouoca l’orina , è aperitiuo , & utile à gli hidropici. E L’a g l i o notìfsimo , & uolgayijjìmo à cìafcuno . Et quantunque dica Diofcoride , che quello , che ha il capo intero ,&fen\ajpicbi , nafea m Egitto; nondimeno nafee anchora in Tofcana, &inaltri luoghi d' Italia ,& chiamali ciglio mafehio . Scriffe dettaglio Tbeophrafio dilli, capo del vii. libro delthiHoria delle pian- te , con quefie parole . Vaglio fi [emina dìuifo in Jpichi, auantiilfolflitìo , onero poco dipoi . Enne dipiujpetie ,di quel- lo do è, Aglio faliiati £0. j 8 8 Difcorfì de 1 Matthioli AGLIO DOMESTICO. lo ciò è , che prefio fi matura , & di quello , che tardi : ìmperochefe ne rìtruoua ma forte , che in fe ([anta giorni fi màtu ra.E parimente differenza trai aglio per fìngular grandezza , come è fecalmente quello di Cipri , il quale non cuoco no , ma lopeflano in quel cibo che chiamano myttoto ; & non è neramente fen^a marauiglia la crefcen\a della (pum^ > che fa nel pejlarlo. Oltre a ciò fa differenza tra l'aglio, per ritrouarfene di quello, che non fa fichi . La dolcezza, l o o re , & la gr offesa loro fi caufa dal coltiuarli , & parimente dal tempo 3 come nell' altre coffe . Tuo fi hauere l aglio an chorafeminandolo , ma tardi ; imperoche il primo anno fa il capo come il porro , il fecondo fa li fichi , & ilter\odh uenta perfetto , del che niente è peggio . Ma è non poca differenza del nafcere delleradici de Ili agli, & delle cipo c- imperoche come lo fico dell'aglio fi gonfia > fi torce tutto, &cofi ere fcendo fi diuide dimoilo inficbiy&dunfiW ne fanno piu , mentre che fi forma il capo . Ma le cipolle fanno i figliuoli fubito dalla radice , come fanno i bulbi ,& ~ fcilla , & altri filmili . tutto quello difìe Theopbraflo , Il faluatico , qual chiamano i Greci opino f cor odon, ciò ca- gliofermentino , nafee abondantemente per tutto ne i monti > & ne i colli fen\a fichi : è piu picciolo afaidei dome j tei » Nel fecondo lib.diDìofcoride. j8p A G J. I O SERPENTINO. nt £ odore , & dì fidpore fintile à quello . Le fiondi fon piu frette , & il fitto è fittile : in cima del quale efie il fiore , cknel rojfo porporeggia , dal quale procede poi ilfeme nero . Simile à queflo è quell' altro cbe chiamano i Greci Elapho- , fcorodon,&però fi uede qui la figura deli uno , & dell'altro infieme con quella del domefiico mefifio in me\ofia loro . Ma n cogliendo io alle mite quetto infitti monti infieme con altri compagni , ne diede materia di ragionare infieme in quanto tmr fino fiati gli Mr ab i , & i feguaci loro , togliendo per mettere nelle loro theriaebe quetto .Aglio faluatico in uece dello Scordio , herba filmile al ebamedrio , della quale intejero Andromaco , <& Galeno. Il quale errore era nato tra ^ gli Arabi dalla conformità de uocaboli Greci s Scorodon , che uuol dire aglio , & Scordion, quefi'herba fiopradetta , come piu ampiamente (concedendocelo Iddio ) diremo al capitoloproprio dello Scordio nel fieguente libro . Ma in ue Errore d ’iytt Ip-JUtlayMptiaTlv ’Sfmpd'j ovaniìmhbK ■npxrtSm ;(«"*!* e° F*)? wv mmitUb J’ifttr. do è, l’Elapbofcorodo chiamato parimente a- fliofaluatico;& da i Rimani aglio cernirlo nafee in luoghi montani, & ne i colli alfieri, è filmile all’aglio fierpentmo , ha uirm,& qualità calda, acuta, mordace & uentofa.come aneli or a di conturbare il uentre, di iifeccarc lo fìomaco , & di ftrfiete, SCORDI) O P R A S O. DDD 2 Dello Nomi. . .'Uly -, , : . ,j. : .-. Difcorfi del Matthioli Delio Seorsdoprafo, Cap. CXLII. b Sco*6iiopR*s6.è grande , Cóme li porro > & è partecipe delle qualità dell'aglio , & di quelle del porrò . Et imperò ha tìirtù mifta d am'endue, dando gli effetti dell aglio, & del por- ro , ma nondimeno con minóre efficacia. Cotto diuenta dolce, come il porro, & mangiali Scorodoprafo, & Tua elsathinà rione. he i cibi , come f altre herbe , N ie I altre neroe * On S i rittóUd irà. gli antichi ,da Diofcoride,G aleno, & Vado infuori ; chi hahhia fritto delloScorodopr^ fo tofa alcuna a Et però s imàginò Marcello Virgilio Fiorentino , che nonfuffe lo Scorodoprafo pianta prodotta *^■*«4.» v>«i-uvh , m/i biu bffr(ln Fatta mn artificio da vii hoHolani -, facendo cteCccrè con certa loro arte in- - j ^ Jq£oJ O. alcuna i£t perù s tmagiou iriuu.cutu r uguiv rwicwtnv , Erro re Ci Mar- fiatUtdlmèntè daUdtlaiufà , ma piu preflo fatta con artificio dagli boYtolani , facendo crefccrè con Celio Virgilio, (Jerìie ima pianta di porro t & ma d’àglio . jil che ripugna manifestamente l’ejferfi égli ritrouato in piu luoghi d'ité» ■-.-Ir. ; nftrnt/irnì.n A ri.ifnmnj tinto tralhortato ne i giardini da chi molto r " ftcnie una piatita di porro s&urna aglio .eAtcnenpugna manifestamente t ejjerji egu rurimaium piu mogma Italia nelle campagne ì onde per farne oflentdcolo à cidfcuno.è fiato trajp ottetto ne i giardini da ehi molto fi diletta de [empii- I# ci , ione i’ho Uedùto in VadoUa , & in Cinégia , & parimente perle campagne in piu luoghi d’Italia , uerimcntemn punto iiffimile delle fiondi dal porro ì & nelle qualità da quelle , che gli atttibmfcOno Diofcotide , tir Galeno , chi.- ■ Itomi, marni Greci il Scorodoprafo , Ewfo/òrfarà i Latini , Scoroioprafum : li T édefehi , Uhet kjtoblmht li tronfia viilporredui C C M 1 T) r* V» t A Nel fecondo lib. di Diofcoride . Della Senape. Cap. CXLIII. LA $ e n t b de gli horti chiamano alcuni napi . Debbefi eleggere la matura , ben rolla , & quella che non è troppo fecca,& che rompendoli fia uerde di dentro, & chebagnià modo di certo fucco , di color ceruleo : imperoche la frefca coli fatta è di tutta bontà . Ha la fena- pe forza , & natura di fcaldaré , di difeccare , & di tirare . Mafticata tira la flemma del capo . Gio- ia il fuo fucco gargarizato con acqua , & mele contra le uecchie , & callofe afprezze delle fauci , & del gorgozzule . La fenapc trita , & melfa nel nafo fa flarnutare : gioua al mal caduco : rifueglia o le donne ftrangolate dalla madrice . Impiaflrali à i lethargici in fu i capo , rafo però primieramen- te la capelli. Gioua mcfchiata con fichi, & applicata, fino che faccia bene arroflìre il luogo, ài SENAPE II. T5>4 Difcorfìdel Mattòidi SENAPE III; dolori delle fciàtiche . Gonfèrifce alla milza, & uniuerfalmente à tutti i lunghi dolori, douepet permutare la malattia è bifògno di tirare dal profondo dei membri alla lbmmità della pelle. Gio ua impiaftrata alle pelagioni : mondifica la faccia : & mefchiata con m?l? , con gradò , ò con cerot- to , rifolue i liuidi caufati dalle percoffè . Vngefi infieme con aceto cantra la fcabbia 5 & le maligni impetigini . Beefi fecca in poluère per le febbri , che ritornano . Mettelì utilmente ne gli clT1Pia' uri attrattiui , in quelli che difepcano la rogna . Mefchiata con fichi , & melfa neirorecchieipe" cucaallefordità,&fuffqlidi quelle . Vngefì utilmente il fucco mefchiato con mele alle grolle2- ze della uifta, & aliali 1 " ’ A •• * - '* n r r — o-i^nnie. Senape s & fua efsamin. E lA Senape, della quale fi fa la moflarda , nqpfiima à ciafcuno » pitrouanfcne , come riferifce ^nI0Jl[ y-/ V 1 1 1 . cap. del xix. libro , di tre.fpetie : una , che produce le foglie fiottili : l’altra , confondi di rape • ferina 3 che le produce quafi [urtili a quelle della ruchetta . Veggonfi tutte tre quelle ài tempi noHri in Italia • imper°c jc quelU, che è piu picchia, minuta di pianta, & di [eme, èia faluatica. Quella , che baie fiondi, come le rape xfan' tunque rumori , & piu ifuuide 4 che crefee in afro qon molti rami ,èla, commune » chef [emina , La, te^a^£ìW^.'(e> Nel fecondo lib . di Di ofconde . y 9 y t mente , & produce il feme bianco , il quale chiamano Mochetta , molto meno acuto di tutti gli altri . Quella me fa nel motto • tt:e non babbitt anchor bollito , lo mantiene coft dolce a fai giorni.. Et però l' adoperano coloro , che portano i mofti dolci del Trentino per Mudagli in Mamagna . La farina del feme della fenape incorporata con aceto , & impia- gata naie al morfo de i ferpenti uelenofi , & alle punture detti fcorpioni , & beuta conferifce contrai ucleno dei fun- ghi maleficbi . il feme mafticato mitiga i dolori de i denti , & dafii ancbora con non poca utilità à coloro , che rnatagc- ■uolmcntc fibrato . & parimente àgl’aftmatici . Targa oltre à ciò ifentimenti& prouoca l’orina , & i vie fui , Fafene impulito in fulcorpo degl'hidropici incorporato con orina difanciulli.TSlettatuttelefordide^e del corpo fregandoli con H[emepolmri\qto , ritornando la pelle nella fica natiuafplendidey^a . Fafene la mojlardaper l'ufo de i cibi, la quale è mirabile irritamento per prouocarc l'appetito . ma per eferfumofafe ne ua con il fio uapore in alto penetrando qualche [0 unita condifjnacere nel nafo, &nel ceruello, E la Senape (fecondo che molto brenementc dife Galeno all’v m, delle factdtàde /empiici ) calida , &feccanel quarto ordine . Chiamano la Senapei Greci,-Zlmt> & adenti La- tini,Sinapi ,& Sinapìs : gli oirabi , Cardel, ouer Chardeltli Tedefchi, Seneff : li Spagnoli , Motta\a t li Frati- Non,i- cip, Scneue, NASTVRTIO. Facilità della fé nape. Difcorll del Matthioli Del Nafturtio. Cap. CXLI1II. NAsce l’ottimo Nafturtio in Babilonia . Ha il Teme del nafturtio nato douefi uoglia, uirtù di fcaldare , è acuto , nuoce allo ftomaco : conturba il corpo, ma ne caccia fuori i uermi : imi- nuifce la milza, ammazza le creature nella madrice, prouocaimeftrui, &ftimolauenere. 'E limile alla fenape , & alla ruchetta : mondifìca le impetigini , & la fcabbia . Impiaftrato con me- le lini nuifce la milza , & purga quelle ulcere , che li chiamano fauine . Cotto , & datone i fugoli, purga il petto , & il polmone . Beuuto uale contra à i ueleni de ferpenti, & cacciali uia, facendone profumo . Ritiene i capelli , che cafcano ; matura , & rompe i catoncelli . Impiaftrato con polem ro ta , & aceto lana i dolori delle fciatiche , rifolue i tumori, & le pofteme . Impiaftrato con falamuo- 1 ia , matura i foroncoli . Tutte quelle cofe fa l’herba , ma con manco lùccellò . Nafturtio , & H iamasi il Efatturtio uolgarmente Agretto ,notifiìmo , & famigliar e hoggi a tutti gli hortì d’ Italia. Et d ’ è unherbetta , che produce minute , & intagliate fondi , & il gambo , quantunque fottile , alto unpie&meip. Fa il fior bianco , cl feme roffo fcuro , ferrato in ceni follìcoli ritondi, & fcbiacciati , del tutto filmili à quelli del thla- jpi . Enne di nero , & di bianco ,per quanto ft legge in Vivaio ahi ili. cap. del XX. libro , doue fe ben dice egli, che impedifce il “Elafi ur dogli appetiti di uenere contra al fentimento di Diofcorid e , fi può chiaramente dire , ò che’l tetto fila corrotto , ò che manifettamente fifia egli ingannato , come Jp e fio fuol fare : imperoche fene uede ogni giorno ilcon- trario . Scalda iluafiurdo , & ajfotiglia , & abbrufcia , tira , rifolue , & incide , & mangiando fi acuifce l'animo . Il w perche il proverbio eshorta gl’ingegni addormentati à mangiare il nafiurdo . Il fucchio tenuto in bocca & parimente me Jfo caldo nell'orecchia dalla parte del dolere mitiga il dolore de i denti . Il feme beuto alpefo di dieci denari con acqua 1 ,'Cr't cacc^afuor ^ corpo la cholera. Vurga i dijfetd del capo , & acuifce il vedere . E il feme del E[aflurtio ,per quanta fi uede fcritto da Galeno alvil. delle f acuità de femplici , caufiico , & calidiffimo , come la fenape . La onde fi mette negli empiattri delle fciatiche , de i dolori frigidi del capo , & in ogni luogo , doue fia bifogno di rubificare la carne. Mettefi anchora ne i remedij degli afmatici , come cofa che può ualorofamente incidere igrofii humori , come fiala fena- pc : per efièrle in tutto filmile . L’herba , quando è fecca , è cofi uigorofa , come il feme . quantunque uer de per l’humidi- tà , che ritiene ,fia molto meno ualorofa : & imperò è in uf > il mangiarla infieme col pane , tanto è moderata la morda- Nomi. clt“ fua • Chiamano i Greci il Elafi urt io , KdpJ'a.uoy : i Latini , Elafi urtium : gli Arabi, E[orf alcbcf , & llarf : lì Tedefchi Krefien , & Gartenkrejf ; li Spagnoli , Elafiurcyo , & Malpica ; li Francefi, Crejfon de iardin}&7{afinort» ^ Del Thlalpi . Cap. C X L V . IL thi,a sp 1 èun’herbetta, che’producele foglie ftrette, lunghe un dito,uoltateà terra, graffette, & intagliate in cima . Ha il fufto lottile, lungo due Ipanne , non lènza ramufcellì, che lo circondano per ogni intorno : ne i quali è il frutto , il quale dal naicimento lì ua slargandola forma di quello delle lenticchie: con feme dentro limile al nafturtio, eccetto che nella cima e al- quanto sfeflo , & da una banda compreiiò , dal cui effetto s'ha acquiftato il nome . Il fiore bianc- cheggia . Nafce nelle uie, nelle iiepi, Senei fofsi.il lèmeal guftoè alpro, Sccalido : del quale beuutone un acetabolo purga la cholera di lotto , Se di fopra . Meffo ne i crifteri gioua alle fciati- che. Beuuto fa il fluffo dellangue,ronipeie pofteme interiori, prouocaimeftrui, ma ammazza lè creature nella madrice. RiferilceCrateuaherbarioeffer un'altro Thlalpi, chiamato daalcu- ni Senape di Perfia . Produce quello lefrondi piu larghe, Sda radice maggiore.Mefcolalicon quel le cofe , di cui fe ne fanno i crifteri perle fciatiche . Thlafpi , Si fua efsam. QA n t v n Qjf ,e il T ’hlafpi , della. cui piantai qui la prima figura , doppo aUhaiier fatto il gambo non ha * le foglie tagliate in cima nondimeno battendo egli tutte le altre note che del fuo Thlafpi fcrifie Diofcoride ,non cofa che mi difiolga da credere che quefio fia il uero & il legittimo, et mafìimamente hauendo io già ofiewto quello nel principio dellaprimauera aitanti chefacci ilgambo produce le foglie firate per terra , & diuife dall una, l'altra banda prefio alla punta . Ma cofi pretto fi perdono, che pochi fono , che u auuertif chino . Quelle poi che fino intorno al gambo fi ueggono manifettamente efier ( come dice Diofcoride) ttrette, graffette, & lunghe un dito . il bo parimente è alto due (panne sfottile ,& non fetida alquanti rami , intorno all'ambito de i quali nafeono i fio grandi come lenticchie comprefii di fopra, nei quali è dentro il feme del tutto filmile al natturtio d’ acuto faporc . pero parmi ches inganni quel certo nuouo femplicitta , & cen fiore , che mole che quetto fia il Thlafpi di Crateudy non di Diofcoride . L’errore è chiaro pofeiaebe ferine Diofcoride che il Thlafpi di Crateuaha le foglie larghe >& fi \a ' ci grandi , delle quali chi non uede che il nottro manca , fi può ben dire neramente che del tutto fia cieco . Ma alcuna fi ritruoua che ne fia nota , & che riferifea il Thlafpi di Crateuafio non crederò chef offri effer altra pania Raphano uolgare , di cui babbiamopofto di Jbpr.aU figurami coment» del raphano domefiicoipeniochelm1 fo foglie larghe, & leradìdgrandi.&nonèmancoutìlendle fciatiche che l’iberìiee'l lepidio. mala piantate 1 doTblaJfi cofiabiamato da noi per bauer il feme di Thlafpi nafce in Boemia poco lontano da "Praga inlaoghijajfh^^ v per hauer il feme di Thlafpi nafce in Boemia poco lontano da Praga i Nel fecondo lib. di Diofeoride. 597 T H L A S P I I. tff'h & Corifee la primauera, & il Giugno fa il feme parimente acuto . Ma fi fono maginati alcuni , che unamedefima tofa fieno il T bluffi , & la Buy fa paHoris ; nondimeno per non ejfere le fiondi fue fittiili al Thlajpi 3 come che fieno on~ hggiute da banda , & non ejfere il feme , come lo fcriue Diofeoride & Galeno, dimoìlra manifeHamente ejfere non po- u differenza tra amendue . Ma il uero Thlajpi nafee in Italia copio fo , & io L'ho piu mite ricolto nella Halle t Anania . bine copìofo il contado di Goritia , parimente le mura di Gradifca , in quella parte dotte batte il fiume del Ligon\o . tyiof° & (tento nafee nella uiUa di San Tictro , non guari lungi da Goritia , & in altri luoghi circonuicini , con feme acutifiimo Difcoriì del Matthioli T -IH IL A-S P I I I. àcutifiimo al guHo, ferrato in follicoli alquanto sfèfii in cinta fintili alle lenticchie , quantunque ài J opra t Thlafpì fcrittt> me quello del naflurtio , ne punto difiimile da quello 3 che ne fcriue Diof :oride . S crijfcne Galeno a v . , $a de ifemplici , coft dicendo . il Thlafpi ha anchora egli il feme calido , di modo che heuuto rompe epoj emc . ^ ■i . n -j- •/ . . .. -.n a; . +.ovrinrlip pudCUdlMO (UJ* & . Nel fecondo libidi Diofcoride. T H L A S P I I ! I. di figura picciolo , & tondo , di modo , cfa wzo/te Molte d egli minore del miglio . 7/ migliore pcritfare è Meramente quel- lo , chef: porta di Cappadocia : il quale è qmfinero di colore , & di figura ,&di grandetta è molto maggiore del pre- detto . Il cui follicolo è dama banda compreso , dal che ha ottenuto il nome di Muffi . Ma è da fapere , che tanto quel primo, qua-, ito queflo fecondo .naficmo in Cappadociaabondantifiimì . llperchenonèda (enfiare, che tutto ilThla - lo fi* *c',e di là ft porta, fia ottimo: ma folamente quello, che nafeein Sauro , il qual non è filmile à quel di Candia ,neà quel che nafte per tutto . Quefio tutto del Tblajfi dijfe Galeno . Dal che ft può ageuolmente giudicare , che non firn il nofiivo ó'oo Difcorfi del Matthioh T H L A S JP I I I I I. ®fuefacultiir’ >w^ro italiano equiperare in bontà à quello di Cappadocia . Ma eflendo detto qui di [opra della 8 VR s sroirs, non cffcndone altra memoria appreffo àgli antichi ,dirò delle fatuità fue quello , che ne trono • • m . E' adunque la Bufa pajìoris frigida ,fecca , & fiittica . Et imperò giouapefta , & impiaBrata con moni, & alle eriftpele . Confenfce la decottione firn fatta in acqua piornna infime con piantagine, nerbo o ^ ladifenteria.&àgliftmtidelfangue . llfucco fialdalc feritefiefche.&l'ulcereputride ,cbe fono dentro a o I? la decottione fatta di quella , & dellaperficaria riflagna fedendouifi dentro i rneSlrui . yak à tutti i/wf> e t Nel fecondo lib . di Diofcoridc . BVRSA PASTORI S. 601 & impero fattone frittelle , & mangiata. rifUgna j meflrui , &gli altri fluffi . Mette fi ne ì cerotti capitali , & in moki litri unguenti . Chiamano il Tblafpi li Greci , Gkdam: i Latini , Thlafpi : li Barbari , J^asìurtittm tcHorum : li T ode- fhi tBifemkgaut : li Spagnoli , Vamquefo de fior blanquo : li Franceft 3 Seneuc f munge . Dell’Arabide , ouero Draba . Cap. C X L V I . LA aia bidè è alta un gombito . Ha i furti lottili , da i lati de quali fono le frondi da ogni partefimiliàquelledellepidio, ma piu tenere, &piubianche. Fa nella cima un flore in onv bella come il Tambuco , tutto bianco . Cuocefi queft'herba con la ptilàna , & mafsime in Eappadocia . Mettefi il feme Pecco nelle uiuande in luogo di pepe . Motti fatto gl argmentì che chiaramente dimoBrano che il capitolo prefente della Draba , ouero dell’ Ma- rne fin slato aggiunto in Diofcoxideilmpcroche fe primamete coufderaremo il nomeageuolmenteciaccorgere- EEE mo Nomi. Arabide, & fwa efsam. 6 02 Difcorfi de 1 Matthioli D B A 3 A. m (tome ben fe ri accorpo Marcello Vergilio ) che non è egli ne greco , ne latino . Oltre a ciò uedcndofi che ne * ' neOribafio,ne 'Paolo , ne Metio ,ne ueruno altro greco fcrittore fecero della Draba ouer Arabide mentane a ^ fi può fare ageuolmente coniettura che ne ancho Dioffcoride ne fcriueffemai .Tiu oltre afferma tutto questo ejj _ ^ auuenga che in un greco effemplar fcritto à penna due uolte fi ritruouaffcritto il capitolo della Draba,cio è in quel Q . & alla fine del libro fubito doppo al guado , ma iui fottìi nome di Mrabi & qui di Draba , quantunque nt ^ amendue quefti capitoli d’ un medefimo tenore , dimodoché non fi può hauer c ertela ne del nome , ne e a ^ donde , ne da chifia Hata la Draba qua dentro trajportata. Ma ftia pur la coffa come fi uoglia io però non °fl ' ^ ^ dubitare che la pianta di cui è qui la figura non fia la nera Draba , di cui fi ferine nel preffente capito o. ferine per una fpetie di nafiurtio & chiamala jqafturtio orientale , che la Draba laj eia nelguftarla fegna a ' - . %a ; & uedendofft , che nella no fra nonue nè molta , non ffo io per uero affermare ,ffe la noftra d Italiap l di cui intende egli :ffe già non accade ffe ciò alla noftra per rijpetto della regione , & del clima , come n em y . jj Nomi, to dell' .Aro di mente di' Galeno . Chiamano i Greci l’ Arabide , A 'pctfiis , & J'pd/2n ; i Latini , Ara ls > Mrb ari 3 Waftmium orientale ;• li Franccfi , Draiie , pC- Nel fecondo lib. di Dio/coridc . 6oj Pelinone," ouero Erifimo. Cap. CXLVII. Chiamano i Latini l'Erifimo , Irione . Nafce attorno alle città , ne i cortili delle cafe , ap- preso à gli hom , & tra i uecchi calcinacci de gli antichi edifici) . Produce le frondi limili al- la ruchetta fàluatica , & i hi Iti uencidi , come correggie . I fiori fon gialli, da quali nafcono i bac- celli fonili, informa di cornetti, come quelli del hengrecome qnaliè dentro il fané picciolo, limile à quello del naftumo , al gufto forte , & acuto . Quello è utile à i Aulii del petto , & doue rodendo li fputa la marcia . Vale à trabocco di fiele , & alle fciatiche , Inghiottito pian piano infic- ine con mele gioua ai u eleni moitifeii. Conferilce applicato conacqua ouero tneleà cancheri occulti, alle pofteme che uengono dopo Torecchie , alle durezze delle poppe, Stalle infiamma- gioni de i tefticoli . E' lerifimo uniuerfalmente calido , St Lecco . Diuenta piu piaceuole uolendo- IRIONE OVERO ERISIMO. 6 04 DifcorfidclMatthioli V N’ ALTRO IR IONE. fenefarcrifteri, infondendolo prima nell’acqua, & pofcia abbruftolandolo, ouero legando una tela, & circondandolo pofcia di palla , & arroftepdolo . Irione, SBrifi a n t v n q_v e Tbeophraflo, & alcuni altri de gli antichi éonnummnol'Erifmftra le biade, ^ rij». minzione! M V / brino , & lo facciano molto fimile al fefamo ; nondimeno quello, che ne ferine Diofcoride nafeere con ^ li alla ruchetta, come cofa difìimile da quello ,è dà lui connumerato tra l herbe acute , & non tra le ia e» ^rdCOftt egli del fefamo . il perche ageuolmentcjì può credere , che altra cofafia l'Erifmo apprejfo Tbeopfoaj o, ^ui. appreffo Diofcoride. Et imperò "Plinio bora tenendo dall* una, & bor dall'altra parte alv il >&a x- c^\,, jftorja,cbe libro , connumerandolo tra le biade , lo fece fimile al fefamo . Et al xx v . del xxi I . lo defcrifefecon o ' fcce ne dà Diofcoride 3con foglie alquanto minori della ruchetta , & feme fimile al nafiurtio . Il thè me ejt q^o’. Nel fecondo lib. diDiofcoride . 6 oj Cileno : imperoche al V 1. delle f acuità defempliei lo pofe con l'herbe , che fono acute , come è ilmflurtio , & la fena- pc: & al primo delle facultà degli alimenti lo connumcrò tra gli altri grani, che fi mangiano infime col fefamo , dicen- iocheUrifimondlafufiantqafuaèalqmntofmìleàqueUo.machenelmangiarlononècofifoaue. Ter queHoadun Errore del que, & per batter detto Tlinió , che amendue quelle piante fanno le fondi rojfe , & che tanto , che fon uerdi , il he - Kudlio. fiume non le mangia , s'imagina il RjieUio , chefia l’Erifìmo , che fi conmimera tra le biade, quella freno di grano , che ; tifili Tremino fi chiama Formentone ,& in Frioli Saracino, per effer nero. Ma fi conofce ingannarfi in quefio il livel- liti ,per non corrifrondere il F ormentone all'Erifimo , che ferine Theophraflo , & Tlinio tra le biade : percioche il For- mentone ha rojfo il fiifto , c ir non le fiondi , ne uien riguardato dal befliame , anni che ogni animale , che uolentìeri fi pa- fice d’berba , avidamente , & fenica alcun rifritto fe lo mangia , ne fi rajfembra in pane alcuna al fefamo. Ma per uenire 1 0 finalmente à dire qual Jìa hoggi in Italia l’Erifìmo di Diofcoride , dico che l’Erifìmo è una pianta , che nafee uolgarmen- tepcr le piarle , & per le firade , con fi ondi di ruchetta , fiori piccioli, tir gialli: da cui nafeono fiipcrli fufti i cornet- ti fonili , duri, & appuntati : ne i quali è dentro il fuo feme d’acuto fapore , nel modo che lo deferiue Diofcoride . Et non ilErifimo lamellata, che chiamiamo noi Italiani gentile , come fi crede il Queliti ,& parimente Hcrmolaodaluiin ogni parte feguitato , fetida allegarlo mai in luogo alcuno ; ma altra pianta differente, di cui fi ueggono due fretti , co- me fi ueie qui per le due efrr effe figure . Ma ben crederò io che quella riferifcail uero Irìone di Diofcoride , che ha le fo- glie minori , & i cornetti piu fermi , & piu robufti , quantunque nonfipoffa negare che anchora l' altra non fia firme. Intuendone ella tutte le note ;& ciò mi par d’affermare ,fc bene fon certo che non mancheranno cani che mi abbaino. Chiamano i Greci l’Irione , E •phi/ur; i Latini , Irti , & Eryfwtum : li Spagnoli , fiincbaon : li Tedefchi, I-Iedericb , Nomi. ir Vuilder fenff ; i Francefi , Pelar , ou de la tortclle . Del Pepe. Cap. CXLVIII. IL pepe fidice,chenafceinlndiadabreue arbufcello : il qual dal principio produce il frutto lungo à modo di baccello, il quale ii chiama Pepelungo. Ha queflo dentro di fe un certo che , limile àpicciol miglio , che diuenta dipoi perfetto pepe . Percioche aprendoli co’l tempo , n’efco- no fuori i recenti tutti carichi di granella, come gli uediamo . Le quali colte acerbe fanno il Pepe bianco, conueneuole ài rimedij degli occhi, &per metterene gli antidoti, &nelle medicine, che ii preparano contra à ueleni , le quali chiamano thcriache . Il lungo è piu forte , & piu mor- dace, maperche fi ricoglie immaturo, ritiene in fe alquanto dell'amaretto: nondimeno è egli inol- io topiudeglialtriconueneuolene gli antidoti, & nelle theriache. Ilnero per effer piumaturo, è piu odorato , piu foaue, piu grato al gufto,& piu utile nei condimenti, che non è il bianco, il qualepereifemcoltoacerbo,ha di tutte quelle cofe manco de gli altri. L’eletto è il grauifsimo, il pieno , ilnero, nontroppocrefpo,frefco,& non fembolofo . Si ritrouano oltre à do nel nero alcune granella marcie , uane , & leggiere , le quali chiamano brafma . Ha tutto il pepe uirtù di fcaldarc ,prouoca l’orina , fa digerire , tira , rifolue , & leua le caligini de gli occhi . Beuuto , ouer impiaflrato fouuiene al tremore delle febbri, che interpongono quiete . gioua à i morii de ferpen- ti : fa partorire . Credei] , che niello ne i luoghi naturali delle donne fubito dopo al coito , le impe- dita lingrauidarfi. Gioua alla toffe,&à tutti gli altri difetti del petto, compofto in lettouario, onero beuuto. Applicali con mele contra alla ichirantia.Beuuto con fiondi frefche di lauro , toglie 40 i dolori del corpo . Mafticato con uua paflà purga la flemma della tefla : conferua la fanità , toglie i dolori , muoue l'appetito , fa digerire, & maflìme meffò ne gli intingoli delle uiuande . Applicato iiifeme con pece riiòluelefcrofolc;&con nitro ipegnele uitiligir.i. Brufciafi il pepe come le len ticchie , in uafo di terra nuouo pollo in fu i carboni , mefchiandolo continuamente . Non è ( come pur hora dimoftraremo ) il gengeuo , la radice del pepe, come fi penfarono alcuni : imperoche ella è limile al coito , al gufto è forte , tira la faliua . Impiaftrata con aceto , ouer beuuta rifolue la mil- za . Maflicata con ftaphifagria , purga la tefla , LE navigationi fatte àitempìnoHri dai Tortughefi per l’oceano Mtlanticonelmceqo giorno, uerfo il pepj.&fuahi- leuante all’ifola Taprobana , & à Calecut,& dopo loro dagli Spagnoli aU’Indienmue , al Terù , & altre diucr- ^orli- 50 fi regioni fiate non fidamente incognite ànoi , ma à Dittigli antichi , & vecchi cofmographi , non fidamente han- no ripiena tutta l'Europa di Tepe , & altri ar ornati eccellentifiìrni ; ma ci hanno riportate le chiarelle, quali & cheti- ti fimo le piante , che li producono . Il che neramente fa parere , che Thcophraìto , Diofcoride ,& Tlinio non fapeffe ro,ó per la lontananza dei luoghi ( feguitando forfè piu prefio in quello la fede , che far ne fogliono i paefani, che uedejfeno quello che ne fcriffero ) ò per altra qual fi voglia cagione, come fuffe fatto l àlbero , clic produce ilpepcin India, neinebe modo faccia egli il frutto .-cioè fe in grappoli ,ò àmodo dicorimbi, ò ferratoìnbaccelli ,ò nelmodo òu molti alberi producono le bacche loro . Imperoche Tlinio alvi I . capo del XII. librone fcriffeitt quello modo. dd ' Gli alberi , che communemente fanno ilpepe,fono filmili à i noftri ginepri . quantunque fcriffero alcuni ritrouarfi fola- pepe approdo lente nella fronte del Caucafooppofia al fole. Ilfeme è differente dal ginepro , per nafcereegliin picciole filiqiie , gli antichi. tome ifagiuoli . Qjiefie , auanti che s’aprano , colte , & feccate al fole , fanno quello , che fi chiama pepe lungo . ma a- So Prei,dofi à poco à poco nel maturarfi , mostrano fuori i grani delpcpe bianco , il qual fecco pofeia al fole fi muta di co- lore , & increfraft . Quefie fon tutte parole diTlinio . Le qualinon fono però difeordanti da quelloche ncfcriffcDti- fcmde , fi non nel far egli la pianta delpepe limile al ginepro .imperoche Diofcoride nonne deferiffe bifloria ,nenota E E E 3 ueruna. 6 o 6 „ .. Difc.orfi del Mattinoli uerma3ne mane o lo v.ajfomigliò ad alcuna altra piatita . TheophraHo poi quantunque ferine ffc alxxil-e ap° ^ 1 ^ ' libro dell b istori a delle piante 3 ritroiiarfi due forti di pepe , ritondo ciò è 3& lungo j non dijfeperò come fuffer fatte e piante s che lo producono . Ma coloro ,cbe à i tempi noflri hanno con le naui3&con le galee [oleato granài fimi mai i > ueduto ipaejì , oue nafeono lepiante dell uno & dell’ altro pepe copiofifìime , dicono , cheil pepe nero , che cifiporta 1 ritondo granello , nafee da alcune debili uiticelle fimili alla clematide , che noi chiamiamo uit alba , le quali * arrampa* no in fu gli alberi y che gli fono piu uicini zie cui foglie dicono e fiere fimili d quelle de nostri cedri, dalle quali piante ni fee ( come affermano cofioro ) il pepe tondo in grappoletti fimili d quelli della lambrusca y ma piu pieni di grane a- quale colgono effendo maturo ilmefe d' Ottobre , & lo feccan.o f otto a caldifiimo fole , largendolo [opra alcune fio» fatte di palma 3 fino che diuentà nero , & crejpo : il che fifuolfare il piu delleuoltc in tre giorni . Ma il lungo ( come » ; cono ) nafee da altra forte d albero fimile alle gemme 3 che fanno i nocciuoli , quali chiatnao i Latini itili , difap or _ fepe : ma non però di quindi nafee il pepe nero 3 ne manco il bianco , Galeno poi dando fede qnchora egli alle tt^ Nel fecondo lib . di Diofeonde. d o 7 / P EPE DI E T H I OPI A. «pwowi , ^ àqrielchenefcrife Diofc'oride , fori f e anebora egli che tun& l'altro pepe , lungo ciò è , & tondo, nafte- Pianti del pe- iwho a una medefìma pianta . La pianta del pepe nidi già io in JLapoli,la quale corrifpondeuain tutto à quello , che Ped’-Ic^ia- * rp°ftU&,efi 1 $eY eJfere e^a f1m^alla clematide . Ma da quettaèafai diferente un'altra pianta fonile à Vii a>C}e H0,/Sarincnte uogliono alcuni , che fi a il l\ibes , la quale produce il pepe in racemi . Quetta uidi già io in già nell ho, to del clariflimo medico M. Mapheo de Maphei, doue fono anebora molti altri [empiici rari. Onde non u del m° m€rau*&*are>fo cofi varia fi legge appre fogli antichi l’ fattoria del pepe . Oltre à ciò è da fapere che la figu- 'Port me non vidi giamai io in luogo ueruno ne uerde , ne [ceca , ma l'hebbi difegnata da un fidato 0 dipeT >C e * 1 l lJaueua r^ortata foto d India , doue era egli flato con l'armata . Ma bene igrappoletti carichi Vale Ai nC 1 ^m^c^acc^e fintamente fi congiungono ho io hauti tutti interi dal diligentifomo Sempliciflia , & Jpe- ancefo° Calcolar is Veronefe . Raffi anebora un altra forte di pepe chiamato Ethiopico , onero Tiper ni- ■i Se rapirne. Queflo produce piu. & piu flique in racemi lunghe quattro dita , comedi pifelli ,ò di f agiu oli-, EPE 4 ma 6oS Difcorfi del Matthioli PEPE D’ I N D I A, m piu fìttili , affai fiere, & ritondette , dentro alle quali fono le granella poco minori che di pepe comune, le qua [F fono cofi fortemente attaccate allefilique , che malageuolmente fìne J piccano , t/fanlo gl' Ethiopi per il dolore e t ^ ti, & già fi porta a noi <£ jLlefìandria d'Egitto infieme con altre ffetiarie . Sono alcuni che non hauendo ofieruato ^ fioria che ne ferine Serapione à ccc. xxxvii. cap. oue tratta del grano chiamato zelin ,non fi ptrfua ono^ pimenti fe non , che quefìo pepefia il Carpefio , la cui opinione effer falfa è fiato prouato fufficìentemente danoi n hro delle nofìre Epifiole feniuendo al Dottor Giouanni Beffo medico in TSforimberga , Connumerafi anchoi a fra del pepe quel cornuto che uolgarmente fi chiama pepe d'india , ò come uogliono altri Siliquafiro , acutiffmo a g Jfafce quefio tr afìortato ne i noftri paefi, & hormai fatto per tutto uolgare,d'una pianta che produce lefogte j ri , & piu lunghe delfìlapo comune ,il gambo alto ungombito & piu,con molti rami uerde , & articulato,i fon ^ da cui nafì ono le guaine filmili a cornetti prima uerdi , &poi roffe come bruniti coralli , tanto acute algufio c f ^ no in ciò ogni altro pepe ,rNsei fu detti cornetti è dentro il feme minuto , & bianchiccio del medefimofapore • ^ Nel fecondo lib. di Diofcoride. 6 09 fiu Ifetie, imperoché urn’è di quello che fa' la pianta piu picchia, & i cornetti minori , & di quello che fa in ucce di cor- netti alcune filique qua.fi come tonde , anchora che tutti fieno acutifiimi nel mcdefimo modo . Sono tutti caldi fino al quarto grado : &però ulcerano udentemente la carne.dal che infognati alcuni peflanoi cornetti fi efebi ,& pomonli [oprale fciatiche per fecurifiimo. medicamento. Scrìffe delVepe Galeno aU’vi 1 1. libro delle f acuità dei f empiici , I cmqueHeparole . La radice del pepe è nelle uirtùfue fintile ueramente al coflo.il cui frutto nel primo germinare c il pe- : pe lungo: & però è piubumido del maturo . della quale bumidità dà manifefio Micio il tarlarfi prefio quando fi ripone, : & parimente Uno» mordetegli prcfionel primo maflicarlo , ma alquanto dapoi,& durandomi poco di piu la fitta 1 mordacità . Quello , che è immaturato , è il pepe bianco, ueramente piu acuto del nero , per ejfere quefio quafi arroflito, & difettato pu> del dovere, nondimeno difeccano , &f caldano amendue ualorofamcntc . Ma perche non ritruom, 0 fi e Diofcoride facejfe.de Garofani memoria alcuna, hauendomegli 'ridotti bora à memoria il pepe ,& portaniofida ' quelle Sleffe regioni , non mèparfo di Infoiare adietro l’bifioria , & le f acuità loro , per ejfere medicamento iionfoU- GAROFANI AROMATICI. Pepefcritto da Gal. Garofani, & Io ro hiltoria. mente 6\o pifeorfi del Matthioli mente odoratifsimfi ,& reneabile ,m mkroftjlimeper diuerfi malori. 'Nafte adunque lapitmta che graduici oabofani in oriente in alcune ifole del inai \c indico , non molto lontane da Badali . Il tronco dell albero è [mille j al boffo , gir parimente, la materia del legno . Le [rondi produce fintili al cinnamomo continuile , chiamato volgarmente cannella, ma piurìt.onde. Il cui frutto fono inoSlri garofani,! quali perejfer notifiimi, noti accade defcriuerli. Col- gonfi battendo l'albero con canne, & mettendogli [òtto [loie di palma . Fece de Garofani memoria Fimo alvi i ,Cafo del un .libro , con quefic parole . X anchora in India filmile al pepe quello , che chiamano Garofano , ma piu grande , piu fragile . fiafce ( come fi ferine ) in una felua d’india : &portafi per lafoauità delfico odore . Vnramufcel lo del- [albero che produce i garofani tutto carico d’-efii come dimofiva la quifiampatafigmq mi mandò già da Verona Ufi, in toM. Francefilo Caloplaris. Scaldano i Garofani, & difeccano iti terga grado, corroborano incidono , & aprono man- giati nei cibi giovano ài difetti dello Stomaco, del fegato , del cuore ,& del capo .trìti in poluereè beminelmmi U co# [uechfo.de pmicofigm riBagntm i vomiti , rimonono la naufea , & efeitano l’appetito. Giovano alla frigniti Q ARQfQ L I DOMESTICHI. Ne i fecondo lib .di Di ofcoridc. 6 1 r ; jj(i • fegato ; tarperò fi dumo utilmente in quella Jpctìc d'kidropifia , che chiamano i medici slnafaroa . Odorati vaglio - (IO nelle /incapi moeìmdo [ubico ipatienti. Mafiicati fanno buono fiato , & rimuouono il fetore della bocca . donano ■a gli epilettici, à i paralitici, àgli fpafimati ,àgliftupidi ,&àì letargici . Mutano a digerire il cibo , & rifiagna ~ •no abbrttfiolati i flufii del corpo . Impiantir anfi molto utilmente conmaHice , fotimiachi , coralli , & fiori di melagra- na ne i difetti dello fornaio , (ir mafiimamcnte in quelli dotte è bif tgr.o di fùngere, gir di corroborare . Batti inpoluere tlpefii dì quattro dramme con latte diuacca, atteramente di capra corroborano aUoito.iAfiottigliano ,& acuifcono Uitifla, & Iettano le caligini, & le mgolette degl'occbì meffiui dentro triti fottilijsimamente , Mangiati oltre ì ciò, ■& parimente fattone fi mento vagliano per preferuatiuo centra la pcfle i fomentati fimilmente ,& profondi fumo con il tufo liberano dal ferramento dì quello , & giouano al catanbo . Mettcnfi anchora utilmente ne gl’ anthidoti , & IO ri '.[cachettiche fi fitnne per corroborare lo stomaco , » cima dentati à modo di corona , dai quali efeono poi i fiori bellifiimi con uno edere pregna- lo mente di Garofani, onde s’hanno prefo Unente. Sene dinari colori . Imperale altri, fononi colore cremefino fao.ffi tridipiu chiara porpora, altri bianchi, altri incarnati, & altri macchiati di tutti i pref cripti colorì , fatti et# per arte da i periti giardinieri, i quali ferrando infieme in una penna d'oca ilfeme di tutte le fu dette ffietie ,& piantai o- la poi in terra- ne nafte di tutti una (olarMice & mfol'gambo , dal quale nafeono poi ifiorìcofi uarigati di dirnfuo- ìori Hanno quafi tutte le forte copiofe foglietto calcate infieme come quelle deUerofe , ma 'deperimmo dentate, di modo che non cedono punto dì beitela, & d'odore alle refe . Onde mi par non poco da maranigharfi , che non fine ritrovi aPtìrcffio dii antichi fciiittori memoria uerum. Enne ahchoradi faluatìchi cefi dirofiicome di bianchi. .mi in tutte le parti loro piu gracili & piu minuti con fiori parimente piccoli mi cinque foglie folamente per intono , frfim veruno odore di Garofani ò d'altro . Kafcojio quetti in luoghi inculti & aridi. Che fieno i domateti & majffiumm i porporci calìdi&feccbi ,nc dà manifeslo indico illoro marauigliofo odore, & quel tanto d amaro che fi fatemi jo manicarli I fiori uagfiono à tutti i difficili del cuore , & fetalmente quelli che nel porporco feuro quafi nereggiano, i quali fono i migliori per le fimeopi , & tremore del cuore . Vagliano parimente nelle vertigini , neU'Epilefiu, nella pt- ralìfia , ne * li fpafimi, & nelle fiupidetgge , beati con acqua di betonica ò dì indonna . F affane la conferita con fide- rò come delìe-fofc , la quale è utile non folamente à tutte le cofe predette , ma àtuttele forte de iuelem,& amorfi ^allepmm'edituttig(anìàaliuelenofi,&peròftdfiCongiou4mentppp,-amma^areii,erminidelmpo,&petf!e- remare i funi dalla petti. Il che molto piu efficacemente fa ilfucchio canato da tutta la pianta. Tercioche beato alpefi di quattro onde libera coloro che già fono infettati di p ette . Laraiicedei faluatichi beuta al pefo di tre dramme Oli v ino potente, fana coloro, che fono fiati mordati dalie vipere .F afide i domefiicbi t aceto , infondendovi dentro , & dipoi mettendolo al fole. -il quale è ottimo per riuocarei tramortiti ,& per frefermfi dallapefic oiomiofr,& bagnandoli coneffioipolfi&lemani . De Garofani Indiani, non ritrovo che faccia mentirne Galeno in luogoiitrm, j, quantunque Serapione nelfuo libro de femplici dica pur affai cofe de garofani d'autorìtàdi Galeno. Il perchefipm credere ò che il libro , in cui nefcriffie.fiafinanito : oleatamente chetoUeffiecio Serapione da -paolo Ignota. Ofm- che feontrandofi le parole di Serapione con ' quelle , che d e garofani fcriffie Paolo nelvH.lib.fi vede «#■< effere le medefme , in queflo modo.I Garofani, che fi portino dindin , fono come fioretti dm albero , imi mio®. Muchi neri, lunghi quafi un dito , odoriferi , acuti, amaretti .cqlidi&fecchi quafi nel tergo or fine, brnnm wm Nomi, i code non Colamenti ile medicamenti; ma anchoranei condimenti dei cibi. Chiamano i Greci il Pepe - ir i i: j./ii . 1: rn i o,ni ah t-rf • li Vr/rnrp.Cl .VOWtC • »* tini , Tiper :gli [Arabi, Fulfcl , & Fuiful.-li Tefiefcbi, Tfefferdi Spagnoli, Pimenta : li Franccf, ,Toym . Garofano chiamano i Gred,K*fmoMv:iLatmi,CaryopbyUum: gli strabi, Camnfel, onero CarunfUl-i > Gariofilus : i Tedefchi . TSfaegel : li Spagnoli , Ciano de effiecia , onero (lauel : li Francefi , Girophles . , 4' DelGengeuo. Cap. CXLIX. ^ è una pianta di fua fpetie, chp nafte per maggior parte nella Tr^MtiaAHi bia .Vfano le fuefrondiuerdi in molte cofe, nelle quali ufiamo noilaruta,& me: Ito ai ■ le prime beuande , & ne i primi lor cibi . Sono le rabici del gengeuo picciole , limai 3 H . del cipero , biancheggianti , Odorate , di fapore limile al pepe . Eleggonfi le non. tarlate. ^ ' Peonie molti , per tarlarli elle ageuolmente : & portanfi pofci.3 cofi condite ne 1 uali d‘ te™ b > j| ìia . E il gengeuo conueneuole ne i cibi , & cqftumafi di mangiare ne i condimenti . a _ fcaldare , & di digerire . Muoue leggiermente il corpo , è utile allo ftomaco , uale a tut g tj | dimenti della uifta , & mettefi ne gli antidoti . In fomtna cornlpon^e il gengeuo a tutte . j del pepe, ^ I gengeuo s & fua hiftoria. Dicono coloro , che. à i tempi goffri hanno ueduto il Gengeuo in India , dotte nafie. coft a^01^an^2r occ^ me nella Trogloditica w Arabia , che la fua radice ua [erpendo fra terra , compartita da diuerji wb ^ .«r,; fa ,hVP . -Produca le fiondi due , ouertre uolte l annoti da i quali efeono alcuni germini , onde pofeiafi generano altre radici . Troduce, le fr ondi due x ouertre ito miti a quelle delle canne : come che quella , che fono in cima d$l gambo , noti fieno pero maggio» / j ^ qna : ne in quella regione nafee pianta piu copiofa del gengeuo .Dicono oltva ciò effere alqm ":f_ » fidie; & - ” ’ ^ ’ - • ■ T' — ^0 diricorlo è quando fe gli jeccan 'che fi ricoglie immaturo » & quello, che filafeia maturare .il ucro tempo d 1 non tutte fino H altrimenti pretto fi tarla ,& fi corrompe. Cfluafi qualche uolta radici del pefo duna libra: ma f i0 reinm ■ ' dpiu quattro palmi. Ufcmo necuu ; ftagrandeggu.Tslpnfonoleradici piu profonde interra, che tre ò alpi :unocchiettodeUaradiceneUafoffia,&ricopronloconUt.erra:peróocherigeminamoueur.r-- Portafi il Gengeuo à i tempi nottri da Cdecvt famofijfma città dell India , & dalla Trogloditica r g ^ Nel fecondo lib. di Diofcoride. fi 13 mi piamente [ecco ingrandiffima copia ; ma condito uerde nel \uccharo , ouer amente nel mele , che cauano dalle caro- bok loro . Et quello è molto piu eccellente di quello , che fi condifce f ecco in Vinegia , & altri luoghi d'Italia , perforai di. capitelli fatti con cenere forte , & con calcina . Imperoche quelle infieme con l' acque falate , & dolci , oltre al dar- gli, & lafciargli buona parte della malitia loro , per il lungo tempo , che ue lo tengono in mollo, gli leuano non folametir- te l'odore; ma totalmente anchora il fuo fapore acuto , &per quefìo nel coft fatto non (ì fentefe nonpochifimo fapo- re di Gengeuo . Uct altrimenti è il condito fae fico come fi caua. di terra 1 per poche non effendo b; fogno di macerarlo con capitelli , & con falamuoic non perde punto delle uirtù, &f acuità fue. Come che dica il Brafiauola, ingannandoli ( per mogiuditio ) che il condito [ecco in Vinegia habbia molto piu dell' acuto dell'indiano , che fi ci porta condito , infieme con /' altre sofie aromatiche & odorate . Il che quanto s allontani dal uero , & dalla ragione , giudinchinlo coloro , che 1 0 hanno lauera notitia delle cofe aromatiche delle faetiarie . Fece del Gengeuo memoria Galeno alvi, libro deUefacuU rìde [empiici* con quelle parole . vtile eia radice del Gengeuo , che fi porta di Barbaria. Scalda ualorofamente , ma imperò cofi prcflo come fall pepe : onde fi può filmare neramente , che non fieno le fue parti cofi fiottili , come quelle del pepe . imperoche fe cofi fife ,fi difoluerebbefottilmente , & far ebbe fi nell'attuario cofi prefio caldo come quello . Dal che appare,che fu nel gengeuo una certa fufian\a grojfa , & indigefia : ne però fecca,ne terrefirc , ma piu prefi» burette y& acquea. La onde fi caufa che facilmente fi tarli, attenga che contenga egli in fauna fuper fitta humidità . Imperoche nìffupa di quelle cofi: , chef m del tutto fiecche, oueraihente bumide , fono atte à tarlar fi , ma firn quelle , che contengono irife una humidità dìgefla , & famigliare . Accade quefio mede fimo anchora ai pepe 'lungo . Et di qui urne', che la calidità , che nafte da quefio, & dal gengeuo , dura piu lungo tempo, che quella che procede dal pepe 20 tondo,, tanto bianco, quanto itero . imperoche come prefio le carni? fiecche s accendono , & corre itele) cernente per effe la fiamma, cofi medefimamentefii la calidità , che procede dalle cofe fiecche . Ma il fuoco , che procede dalle legna uerfi ,fì ben s accende tardi , dura molto piu in lungo . Il che dimofira , che differente fia l’ufo d'amendue quefli me- dicamenti . & imperò neramente otte fia di b fogno di ficaldar e itelo cernente tutto un corpo, fon quiui quelle cofenecefi- fiirie , che f libito che fi.an tocche dal jiofìro calore , uelocememente J caldino , & uadano per tutto il corpo • Ma doue fia intcntione di ficaldar e una fola par te del corpo, debbefì fare tutto il contrario, ciò è amminafirare quelle cofe, che [cal- dano piu tardi ,& che piu in lungo dura illor calore . Ma quantunque il gengeuo , e l pepe lungo per quefid ragione fie- no differenti dal pepe nero ; non è però grande la differenza , come farebbe nel nafiurtio , nella fenape, nella thafiia» & nello fìcrco de colombi fiilnatichi, per accender fi tutte quefie cofe con piu tempo perfettamente ,& durar pofeia in lungo. Quefio tutto del Gengeuo dij] e Galeno. Simile al gengeuo nelle fattele fue, quantunque fia piu odorata, jo alquanto amaretta, & non cofi acuta, è quella radice de gli Arabi , che uolgarmcnte fi chiama zedoaria, non conofeiuta dagli antichi Greci , come chefiainterpofia da Actio,& da Attuario , come piu moderai , ne i medicameli-' ti loro . La Zedoaria adunque ( fecondo che al clxxii. capitolo fece memoria Serapione ) fi ci porta dai Sini po - fidi ultimi dell'India : & fono radici tonde , cofi di fórma come di grandetti , come quelle dell’ Arifìolocbia tonda ; ma nel colore, & nel fapore quafi filmili al Gengeuo , Bj [calda & difeccala Zedoaria nel fecondo grado ; difìoluela uentofììà ; & con certa fina par ti colar uirtù , ingraffa . Mangiata dopopafio toglie dalla bocca l’odore dell'aglio & del- le cipolle , & parimente del nino , &gìoua à i morfi delli animali uelenofi : rifiagna i flufii del corpo , rifoluc lepofteme della madrice , rifiagna i vomiti & mitiga , &guarifce i dolori colici . Tutto quefio fcriffe della Zedoaria Serapione • \elLicuiaut or ìt.ì fidand ofi (ile uni, uedendo che le radici della Zedoaria che fi ucnde nelle faetiarie fono lunghe come quelle del Gengeuo, & non tonde, non vogliono per alcun modo confentire che fieno di nera , & legitima Zedoaria , ma cogliono che elle fieno il nero , legitimo cofìo . Mafie glinouede fiero le radici della Zedoaria ritonde , le quali fono bora apprejfo di me , mandatemi dal diligentifiimo Semplicifia M. Francefco Calgolaris Veronefe , le quali fiotto nera- mente come d’Anftolocbia tonda , efir cofi parimente falde , & dure : io non bopunto che dubitare che eglino non mu- tafiero opinione . Imperoche uederebbeno fi enfiatamente . La Zedoaria tonda efifier del medefimo , & dello iflefifio fapore , odore & colore che la lunga.-et che non fono differenti in altro, che nella forma.il che non f do farebbe affermato, da toro, ma confeffqrebbcno ( coinè io fiimo , an\i piu prefio tengo per certo) che fi ritrouino due fa et i e di Zedoaria , cofi come d'Arifiolocbia : cioè una lunga, & l’altra ritonda. Ma infra tanto minafee nonpoca fufaitione , fe la Zedoaria di Serapione & quella d’ A uiccrina fieno una co fia medefma ;fcriuendo Auicenna che la migliore naficc apprejfo al Kfia- pello ,& che è ella la fuatheriaca.il che mi induce à credere , chela Zedoaria di Auicenna non fia altro che quella radice che alcuni chiamano Antora ( io la chiamo Antitora) auucnga cbequefla ( come tutti dicono ) nafea appref- 50 f° tl'Hapello : & che è il proprio fuo. antidoto : & perche il Tfiapcllo è. chiamato uolgarmente herba Torà chiamano al contram la Zedoaria fi Auicenna Antora , onero Antitora ; che altro non rilieua contra Torà, per haucreUa uirtù & [acuità di fuper are il Tfapelio prefittane amente . & aumentamene la opinione che cofi fia uedendo io che Auicenna deforme la Zedoaria di Serapione & parimente le uirtù fue fiotto il capitolo del Zunmbeto; come piu dififufamente hab- biamoferitto nel uolume delle nolìre cpiffole all'Eccelentifi.medico M.Guglielmo Quaccelbene « Hanno Filmato alcuni, che l Arnabo fcritto da Taolo Egineta fia la isìejfa. %edoaria degli Arabi . ma, per quanto ritrouQ.io in Serapione al capitolo c cixx 1 . fi Arnabo Greco , & il giirumbet Arabico fono una co fa medefma : percioche quiui Serapione recita ddzurumbct tutto quello , che fcrifie Taolo dell' Arnabo.. QueFto (fecondo che dice Serapione fi autorità d'ifach) t un albero grande , che nafee in oriente , che produce le fiondi lunghe , di colore di quelle de i falci trai uerde , e l gial- lo , & cofi parimente è laficorga de i rami . Tfion produce frutto alcuiio , & rifaira un odore , come di cedro . il che ma- nifefiamente dimofira , (he non folamente l Arnabo non fia la Tpdoaria ; ma che non fi porti ài tempi noftri in Italia, 60 nemanco in Europa. Onde è chiaro.fi errore di Valerio Cordo , il quale mole, che il giirumbet fia faetic di ^ edoaria . Erra ancho in ciò [ciaccamente il Bnmfelfio , efaonendo nel fuo onomafikó , che l' Arnabo è un unguento odorifero , ha- yndoperuerfamente intefo egli Taolo : il quale diffic , che fi Arnabo fi metteuaper il fuo buono odore negli unguenti , FFF &non Errore delBra fauola. Gengeuo fcrit- to da Gal. Zedoaria3&fui hiftoria. Arnabo, &2u- rumbet, & fua hiftoria. Errore del Cor do, & del Briui felfio. Difcorfi del Matthioli Nomi & n°» Cht fujfe unguento, come fi fogna il Brnnfelfio . Chiamano i Greci il Gengeuo , z,yyiUr , , & ' TryyifcpK : i Latini, Zìngiber , & Gingiber tglijrabi , Lengibel-, & yngibel ; i T edefihi-, Ingber : lì Sfagliali , Gm- giurali FrancefuGingimbre . Chiamano i Greci moderni la Zedoaria , Zntaf^dfnf, & Zdhpa. i Latini, Zeiomp li Tedefchi , Zituuen ; i Fr.ancefi , Cretopart Pell’Hidropepe , cioè Pepe acquatico , Gap. C L . Nasce il Pepe acquatico appreffo all'acque, che Hanno ferme, ouero à quelle che lentamen- te difcorrono . Produce il tuffo pieno di nodi , fodo , con alcune concauità, done efcono ira- 1 ^ LC UllGOiTUIlU . nuuucc Ili Ulte/ uj. 3 '-iwnv.iril- mi . Fa le frondi fimili alla menta , ma maggiori ,piu tenere, & piu bianche, acute algufto,come 10 ilpepe, ma non odorate . Genera il Teme ne i fuoi ramufcelli in racemi appreffo alle frondi , il qua- Nel fe condo lib . di Diofcoride, 6 1 f PERSICARIA, leèanch'egliacutodifapore. Lefrondiimpiaftrate infiemeco'l fcme rifoluono le uecchie du- rezze, & le pofteme , & tolgon uia i liuidi della carne . Mefcolanfi le fecchepefte,nelle uiuande in ucce di pepe . E la radice fua picciola , & di niun momento in medicina . Sforzasi con affai belle parole il Euellio di uoler farft credere , cbefia il Tepe acquatico frìttone da Diofco- ride quell herba, che fempre hanno adoperata gli fpetìali( quantunque falfamente ) perii nero Eupatorio . Tffel che ,ancbora che Intorno dottiffìmo,& confumatiffimo non folo nella fcientpt dei femplicifia flato il Bjtellio ; ma an- chora nelle buone lettere , mi pare che egli s'inganni di gran lunga. Imperoche ilTepe acquatico di Diofcoride prò - IO ducete fiondi .come la menta ,fe ben fujfero alquanto maggi orette ,& piutenere , & piu bianche ,alguflo forti, & di fapore acuto , cornai pepe 3 non amaro ( come corrompendo ilteflodi Diofcoride dice il l{uelho , per faruenire lacofa àfuo propofto .) Et quello , che chiamano gli fhetiali Eupatorio , produce le fiondi canapine , dure ,pelofe , al F F F 2 guHo H idropepe, & fua edam. Errore del Ruellio. La Perticarla » è il pepe acqua tico. Hidropepe /cricco da Gale no. Nomi. Prarmi ca , & fua hiftoria. Facilità della Pcarmica. Nomi. 6 1 6 Difcorfì del Mattinoli gufilo mare , & non foni , & acute , comeèil pepe . Oltre à ciò nel Tepe acquatico non è odore alcuno .&in quefilt chiamato Eupatorio , è uer amente non pòca rifi-agran\a d’odore: per il quale è flato fi limato ejjer pianta ( fie bene in- cognita àgli antichi ) di non poco mlore.Mpprefo à queflo il Tepe acquatico produce ilfuoftij lo pieno di nodi, con al- cune concauità ne i luoghi , onde hanno origine le fiondi, & i fuoi ramufcelli, & il feme in racemi fu per li rami appnf. fo alle fiondi , anchor'cgli d’acuto fapore .Et queflo , che chiamano Eupatorio , non produce nelfuflo nodo alcuno piu apparente , che fi producano [altre herbe , ne produce fu per quelli feme alcuno in racemi d’acuto fapore : ma ben prò- ducei fiori nelle cime de inamidi colore incarnato, nonguari difìimìlida quelli dell’ origano faluatico , li quali nelmt- turarfi diuengono lamginofi, producendone pofeia il feme amaro, come è anchora [berla, & tutta lapianta: non ofitn te che dica ejfer acuto il RJiellio.il quale per nafeere queflo Eupatoriomfulermdeifofiiappre]foaWacque,sim- ginò , che fufieilVepe acquatico .nonhauendo riguardo alcuno alt altre Jùe circoflamp. La onde, come per le ragie- io ni ajfegnate può ejfer noto à ciafeuno ,parmi atramente, che in queflo non habbia hauuto il Ruellio quel maturo giudi, ciò, che fi richiedala alle fue buone parti . Terciochc doueua almeno penfare , fe nel gufare egli queflo Eupatorio, ni baueua [entità dentro amaritudine , che non l'baurebbonoglianticbi ufato di mejcolarlo eoi fiale in cambiodi pepe (ir condimento de i cibi , e fendo le cofe amare coft odiofie alla natura bumana . Ma neramente ( quantunque miipiac- cia al Ruellio )fe il Tepe acquatico fi ritroua in Italia , non fi può dire altro , fe non che firn quella jpetie dì Terfiaru acutifiima al gufto : nelle cui fiondi non fi uede quella macola nera, che fi dificerne apparente nell' altra . Terche le firn- di fue fono lunghe, maggiori , di quelle della menta, piu tenere , &piu bianche . llfufio è tutto groppolofo , &dm. Sono apprefo à ì rami le concauità . Il feme nafte fuper quelli in racemi di cofi acuto fapore, che morde maflicata ualo- rofamente la lingua . Ritrouafi oltra di ciò perla piu parte nafeer quefla pianta in luoghi acquaflrini , come èffe Dio- fcoride:& però reftarò io nella mia opinione, anchora che nonfienoper mancare calunniatori & maligni che torcerà- io no il nqfo per non fiutarla . Ma curandomi io poco di cojloro neramente piu intenti al calunniare [ altrui fatiche, chea manifeflar la uerità delle cofe: crederò fempre chelaTerficaria fu detta fiailuero ,& legitimo Hidropepe fintato che rinafea un altro piofcortde ,chenemoftri un’altro piuuero. Spargefìla Ttrficaria comodamente la flatcmllc camere per ammalare le pulci , & il giorno feguentefi Jpattfafuore.Legafi uerde attorno alla carne di porco fidata per conferuarla dalle barhegge che ben fefo ui fi generano . & però conferifce il fucchio dell'herba mefio nelle orecchie, nelle quali nafeono i uermini. Ma l’altra che produce le foglie macchiate, non è cofi potente ne uirtuofa : Imperochemn hauendo ella punto dell’acuto , come ha ella del afro & dcll’aflrmgente , nonpuo ella in modo ueruno [caldure, come l’altra . Scrifie dell' Hidropepe Galeno all'V HI. delle [acuità de fi empiici , cofi dicendo . L’Hidropepe è {tato cofi chiamato dai luoghi ouenafce,& dal fapore acuto ftmileal pepe, che rifonde egli al gufilo .E' ueumente alide, tu non tanto quanto il pepe . Tslondimeno me fa l'herba uerde informa d’mpiafiro in fu i lìuidi ,&infu le pofieme indori- te ,le rifoluc , Chiamano i Greci [ Hidropepe : i Latini , Hydropiper; iTedefchi, Vuaferpfejfer,& Mttcbgn kgaut : li Spagnoli , Hierua pexiguerafm manchas . Della Ptarmiea . Cap. C L I • LA ptarmica, la quale chiamano i Latini fternutamentaria , è una pianta fchè ha molti ritondi , & lottili fufti , limili à quelli dell'abrotano : attorno à i quali fono molte frondi, lun- ghe , & oliuari : nella fommità delle quali è un picciolo capitello , rifondo , limile à quello della ^ chamamilla, acuto di fapore. il quale odorato fa ftarnutare,1 dal che ha ella ricauato il nome. Le frondi impiaftrate inlìéme con i fiori toglio no i lìuidi . I fiorifànno ftarnutare efficaciflìmamente . Nafce ne i monti , Sane i luoghi falfoli . N^s c e la Ttarmica copiofifi ima in Bornia non folamente ne i monti & nelle felue aperte , &fajfofi>^ft coltiua uolgarmente ne gl'horti,credendofi il uulgo3per il fuo acuto fapore ebefìa ella il Timbro .Produce p» gambi da una r adice f utili alti una ffanna & me^o , tondi ,con foglie intorno oliuari , lunghette , & c0P°r * I fiori fa ella come di camemilla ; ma con men giallo ombilico. i quali odorati ò me fi nel nafo fanno con il fuo acuto o n difcujfiua, pe- re ageuolmente ftarnutare . dal quale effetto s’ha ella prefo il nome . Ha la Ttarmica uirtu aperitiua uocatiua : affottigliatiua , & inciftua . La poluere della fecca meffa nel nafo fa ftarnutare . La radice gerifee il dolore de i denti , & tira la flemma dal capo. Enne d'una altra f irte la tie di Ttarmica . per far ella parimente il gambo fonile & le foglie oliuari , con fiori & capitelli , i fo fanno anebor eglino ftarnutare . Ma in nero questa non è la Ttarmica di cui qui fcriue Diofcoride . no ali’Vl li . delle f acuità de f empiici, cofi dicendo . I fiori della Ttarmica fanno ftarnutare t& ne i . è calda > & fecca : & quando è uerde , è ella calda nel fecondo , & fecca nel ter\o grado . Chiamano i Greci W mica t riTÉtftW ; i Latini , Ttarmica , & ftcrnutamentaria . r- 5° Sniffine Gule- Della Nel fecondo lib. di Diofcoride . 6 17 P T A R M I C A. Della Radicetta, oueroHerba lanaria. Cap. CLII. EL’b e r e a Lanaria, la qual chiamano i Greci ftruthion, nota , & uolgare . Vlànla per purga- relelanc coloro, chele lauano.E'la radice di quella acuta, & prouoca lorina. Tolta con mele alla quantità d’un cucchiaro , gioua alla tofle , à i legatoli , & à gli afmatìci . oltre à ciò wlue il corpo . Prefa con opopanaco , & radici di cappari , rompe le pietre della uefcica , & caccia* le fuori con l'orina: confuma le durezze della milza. Applicata à i luoghi naturali delle donne pro- uoca i meftrui, & ammazza efficacemente le creature nella madrice. Sana impiaftrata con polenta, lo & aceto la fcabbia. Cotta con farina d'orzo neluino, rifolue i piccioli tumori. Mefcolalì ne gli cmpiaftri, & ne i collirij, che fi fanno per rilchiarire la uifta . Odorata fa ftarnutare . purga per boc- ca , trita con mele , infufa nel nafo . FFF 3 Ira £i8 Difcorfi del Matthioli VN’ALTRA P T A II M I C A. HerbaUnaria, & fua cflamina cione. Ef^A al tempi) di Dio (c avide l'H erba lattaria hi tanto minare ufo apprcjfo a tutti glì'huominiptrtyuM e * che non fi curò egli di fcriuere quali fuffero le noie delle fattele fue . il che fa , che ejfendonepofcia ijwt z\\ 0 - &noncofi uolgarmente conofcendofi à i tempi nofiri , che mal fi p offa giudicare , qual & chenti ella fi Jta Italia . Gli Arabici chiamano quest a radice Condifi ,&ufanla molto per far e flambare • ma non¥ero'lY!?r0llnon 0f0 nelle (peti arie , quantunque molte uolte ui uada nelle ricette . Et imperò fe ella naf ba, à tempi nofiri in Ita ta, -to affermare , per non batter fin bora ritrottato ubicela moHrì , Theophraslo colloco loStuttbio allll.capodelvi.librodeU'bilìoriadeUepMnte. Plinio pofciaà HI, capitoli del* IX. m modo . Quella berba , che fi chiama B&dicetta , ha il fucco neramente molto atto allattare delle lane : & ‘&im „ glia, quanto ella le faccia candide, & morbide . Tqafcefeminata per tutto , ma l eccellente , che najceperje ^ fi ritrom in ^ ifia , & in Scria in luoghi afliri,& fajfofi ■ Enne di là dal fiume Euphr ate della piu lodata t « fia produce il fujlo , come la ferula , ma fonile : il quale fi mangiano ne i lof cibi i circonuicini hamttton , . .. Nel fecondo lib. di Diofcoride. 6 1 5? STRVTHIO FALSO. Ijiogni enfia , con che fi cuoce . Ha pondi limili all'olmo, i Grecilo chiamano Strntbion. ‘Produce! fiori Usiate affai aggradatoli al£ occhio , quantunque fieno dìtliuno odore . Sono le fiondi fpinofe , &ilfufio lanuginofo . 'Sgonfia ficaie . f radute kradice grande , la qual fi taglia pcrtufio già detto . S ono alcuni che uogliono , che Siruthiù fiala piantadi ài dqtàftolpìta la figura ; chiamata da nói Hmbiofalfo. Ma non effóndo ella [pino fa, non facendo il gambo ferulaceo, ne'bmgmofo , ne battendo ella moltogroffaradic* , ne fia cofi fortemente acuta , che f offa fcaldare ,tà> difeccarenel Herbl ljnJria pariogrado , non puffo fottoferiuere all' opinione di costoro. 2' la Bjdicctta , onero l’Uerha lanaria ( fecondo che ferina da Cia- f“ mentirne Galeno all'v ili. delle facilità defemplici ) al gufo forte , & di temperamento calda & fecca quafi nel lcao- quarto ordine . E 'afierfma,& fa Starnutare , come fanno tuttel'altre cofe.cbe fono calde nei temperamenti loro , Errore d & al gnSio acute . Et però s’inganna manìfefi amente il Euchftonel fuo grande berbario , dipingendo perl'Herba FuchGo. lineria quella , che uolgarmente fi chiama Saponaria . Impcroche quefla ha fiondi dìpiantagine , lifeie , & non come 0 l°°li‘io,&l],inofe:&UfuftolifciocondifHntìnodi,&nonUnuginofo!& nel fapore è neramente piuprefio inftpi- Nomi. da, clic altrimenti . chiamano' i Greci Inerba lanari* ,Xvn'tar ; j Latini ,Struthluni , Sradicala , & nerba lana- ria :gl Mahi Cor.ies , Chmies , & Kunder r i Barbari Condifi , FFF 4 De! £ 2 o Difcorfi del Matthioli Del Ciclamino. Cap. CLIII. IL ciclamino halefrondi d’hedcra , porporee , uarie,con alcune macole di fopra, &(Ji fotto biancheggianti . Fa il gambo lungo quattro dita , nudo : fopra il quale fono i fiori rofsi in forma di r ofe . la radice è nera , fchiacciata , limile ad un rapo . La quale beuuta con acqua melata, purga per le parti di fotto la flemma , & l'acqua delle hidropifie .beuuta , & applicata prouocji mettrui. Diceli , che fi fconcianole donne grotte, che gli. palfan fopra: portata addolìo fa predo partorire. Beefinel uinocontraà tutti i ueleni, & particolarmente al lepre marino. Impiaftrata gioua ài morfi de ferpentómella nel uino, imbriaca . Beueficon uino palio?, ouero melato ,inac- ic quato , à trabocco di fiele, al pefo di tre dramme.ma bifogna pofcia mettere gli ammalati in luogo caldo, oue non entri il freddo, con aliai couerte addoflo à fidare rimperoche il fudoreuien fuor C I CaL A' M I N O. Nel fecondo lib. di Diofcoride. 62 1 giallo del colore del fiele. Il fucco della radice lì tira fu pe’l nafo, perpurgarelatefla. Applicali conlanaalfedereinformadifoppofta, per fare andar del corpo . Vnro quello all’ombilico, &al pettinecchio fin giu apprettò allecofcie , mollifica il corpo,& fa fconciare le donne . Vnto con me- le à gli occhi, naie alle fuffufioni, & debolezze di quelli . mettefi nelle medicine, che fanno fron- dai?. Vnto con aceto al federe, quando efce fuori il budello, lo riduce. Cauafi il fucco dalle ra- dici pefte, & cuoceli , fino che s'ingroifacome mele . La radice purga , & netta la pelle , ripercuo- te,&prohibifce il uafcere delle puftole, & delle bolle, guarifceper fefola,ouc-r mefchiatacon jjiele , le ferit e . Impiaftrata fa disfare la milza, gioua alla faccia cotta dal fole, & fa rinafcere i ca- pelli calcati per pelagione . La fila decottione è buona da far bagni à i membri finofsi, alle poda- io gre, al! ulcere della tetta, & alle bugance. L’olio uecchio,doue iiafrittadentro la radice, unto falda l'ulcere . Scanali la radice, & empiefi dolio , &mettefi pofcia à cuocere in fu la cenere calda, &aggiugneuifi qualche uolta della cera Tirrhena, accioche diuenri limile ad uno unguento , utile principalmente alle bugance. Serbali la radice tagliata in fette, come la fólla . Dicono alcuni, che s'adopera à gli incantiamoroli , pefta , & formata inpaftelli . Nafceil ciclamino in luoghi opa- d,j j & ombrofi , & maffimamenre fo tto à gli alberi . DVn’altro Ciclamino. Cap. CLIIII. Evv 1 un’altro Ciclamino, il quale chiamano alcuni cilfanthemo, ouerociflòphyllo , che ha le fiondi d’hedera , quantunq; minori . Produce i fuftinodofi , & grotti , i quali sauolgono at- torno à glialberi circonuicini à modo di uiticci . Il fiore è bianco, &odorato : i frutti io no ari- noli , come vua, limili , quantunque iìen piu teneri , à i corimbi ddl’hedera , il cui fipore è acuto , & la Manza uifcofa .èia fua radice inutile . nafce in luoghi alperi . Il feme beuuto in due ciathi di uino bianco al pefo d una dramma quaranta di continui, rifolue la milzaper orina , &per il cor- po, Beueii all ’afma , & altre ftretture dipetto . purga beuuto le donne di parto . Chiamasi volgarmente il Ciclamino Tati porcino . È pianta notifsima, gr volgare, quella dico, che è in Ciclamino & ufo hoggi nelle frettane .-imperoclre l'altra fretie fcritta qui da DiofcorideàitempinoHrinonèìn ufo , ne fico- fuaeflàm. ’ nofce( ch'io fappia) in Italia, quantunque uogliail frucllio , che finii Ciclamino della feconda fretie quella pianta, Erroredcl jO che volgarmente dai femplicifii , & da gli frenali fichiamaSigillum fanfta Maria. Maper ilsigillum fanilx Maria Rollio. imintende egli la Frafsìnella, onero i Ginocchetti , ne 'manco il Secaculdi Serapione, ne quella fretie di Terficaria, che ha [opra le fiondi quella macola nera ,come tengono mìuerfalmente gli frettali ; ma intende d’maltrapianta , la quale fecondili lineamenti , gr la forma , che egli le attribuifee , mi pare, che veramente non fia altro, che la l'ite nera, fcritta da Diofcoride nel fine del quarto libro , la quale chiamiamo noi in Tofcana Tamaro. & quefla dice eglicbia- rnrfi dagli Jrabl Bothomarien : onde dice batter tirato gli frettali , gir il uulgo il vocabolo del Sigillum [ància Marito . Ilei che manifestamente s'inganna : perdoebe Serapione , gr tutti gli altri Mrabici , per il Bothomarien non intendo- no altro , cbc'l Tati porcino della prima fretie . Vane neramente fono le piante che da vari, gr diuerfi amici mi fono fla- to mandate ver il fecondo Ciclamino accioche ne diceffe loro il parere mio : ma mnbauendonc ritrovato alcuna acuì libi mancaffero di molte note, date al Ciclamino fecondo da Diofcoride , non mi fon curato di farne capitale . I \itro- j?™ Porcina 40 1 fecondo che ferine Mefite , del Tali porcino due fretie, maggiore ciò è , gr minore . Il minore fa la radice graffa cerne mccìuole, gr come ceci . & il maggiore lafagroffa come un rapo , ma nera; la quale ( Comes èdetto ) èuolgar- mente conofciutaia tutti ,& nafce nelle felue&in luoghi ombrofi. limivore fcrittoda Mefite ,nonho uedutoioin Italia dtnue , che nella ualle Marma della giuridittione diTrcnto ,doue fene ritrattano rafinitifiimc piante . Oltre à rio difle pur Mefite, che tolto il "Panporcino perbocca ; onero mejfo ne icriSleri follie la flemma uifcofa , gr conferifce 0 i dolori colici , flemmatici , gr fìmilmente à quelli , che fi fanno quando s'indurifcono , gr fi ritengono pofcia le feccie nelle budella .Tiratone il fucco fuper il nafo , conferifce a i dolori antichi del capo , alle frigide emigranee ,ài paraliti- ci, & atutte le infirmiti frigide del cervello . L’acqua diftillata dalle radici del Ciclamino maggiore tirata fu per il nafo, « iriflagna mirabilmente ilfluffodelfangue.Bcutala meiefimaalpefo difeì onde con una oncia di Zuccbaro fino polveri V-torifiaguil munito del f, àngue che fitto dal petto, ò dallo filomaco , ò dal fegato ,ò da qual fi uogli altro membro jc mm"e ,gr conglutina & falda le rotture delle vene .del che pofiiamo far noi ficuro teflimonio.il fucchio dellera- dìciprefo per bocca con affimele al pefo di due dramme fa andare del corpo , g' apre le oppilationi del fegato , gr della mikpc , & perògìoua magnificamente a gl'hidropici , & al trabocco di fiele : manon bifogna darlo fe non accompagna- to con ma/lice , ò con noce mofeada , ò con uno fcropolo di rhabarbaro : Imperocbe quefle cofe fmimìfeono Inforca eia fua malignità . Le radici frefebe pefte , & impiaftrate conferifcono marauigliofamente alle pofleme indurate , gr ‘ cfctofole , gr mettefi il fucchio con non poco giouamento Velli unguenti che fi preparano per ì tumori gr per le ditrcrp- f della milga . &poflb molto bene affermare che molti chepatiuano quefli difetti dìmili>afono flati guariti con quefto '‘medio flquali haueuano prima tifato affai delti altri fenga giouamento ueruno: Mettefi il meiefimo fucchio congioua- mei>toprefentaneo ne i crifleri che fi fanno per i dolori colici ,& delle budella . La radice frefea fregata intorno al fede- rc,°ueropoftouifopra il fucchio con lana., provoca le hemonhoide . Sanano le radici lafordità , & i fuffoli delle orcc- 5o a,eJe fi fanno bollire,, tagliate minute , in olio rofado , di mandorle ,grdi chamemilla con un poco di uino , & fi met- c poil olio caldo nelle orecclne,& le radici già cotte fi impiaflrano fi opra ben calde la fera quando i patienti fe ne uan- no“ letto ; ma bifogna perfeuerar co fi qualche giorno leuando uia la mattina le radici , & lavando il luogo conuino bianco 6 22 . Difcorfi del MatthioJi Pan porcino fcritro da Ga- leno. Nomi. bianco caldo. . tanno il medeftmo fe peSìandofi con alcune mandorle amare , & altrettante animelle dì noccioli di pt. febe, & dipoi macerandoli in acqua uite per tre giorni continui : Imperoche ffremendofene dipoi il [ticchio & mittm- dofi nelle orecchie conferifee non poco giouamento;facendoft però ciò piu iiolte nel medeftmo tempo fu detto . Il [uccido incorporato con altrettanto mele , & tenuto in bocca f dna i difetti della lingua, delle gengiue,& dell altre par ti circo- lanti , & mitiga il dolore de i denti , Gorgon## il fucchio con acqua di piantagìne per tutti gt impedimenti lek fauci, & del gorgoglile. Fece delficlamino mentirne Galeno alv 1 1 .deile [acuità de [empiici ,cofi dicendo. Uail Ciclamino norie , & diuerfe for\e •' imperoche è aflerfmo , inciftuo , aperitiuo , attrattine , & digefliuo . Il che è chia- ro porgli ejpcrimentì particulari, chefe ne ueggono. Et tanto è forte nelle [acuità fue, che ungcndofi, onero impufnt- doft in fui neutre , follie il corpo , & animala le creature nella madrice . Chiamano il Ciclamino i Greci Koal/um: i Latini ,Cydaminut ,&rapum terra: gli strabi, Bucbormaricn , Buthermarien ; & Botbormaric ; i Barbati, Cy- tl clamai , Tanisporcims, & Mtbamita .; i Tedefchi , Sckmeinbrot , Erdaffel ; li Spagnoli, Tan depuerco ; i Frtnck, Tain depourceau , Della Dragontea maggiore . C L V . NA s c h la Dragontea maggiore in luoghi ombrali appretto alle fiepi . Produce il gambo di- ritto , alto due gqmbiti , & grotto come un battone , diuerfo di colori , &lifcio , di modo che nel tutto rapprefenta un ferpe: fono le fue macole per la piu parte porporee . Produce le frati dipuna inuolta nell'altra* limili allarombice. Il femenafee nella fommitàdelfufto, racemofo, prima di colore di cenere , quantunque nel maturarfi diuenti di colore di zaffarono , & rotto . E la Jc fua radice grande, ritonda, bianca, ricoperta di fottìi uelame. CoglidU’herbanel maturarfi, & fpremefenc pofeia il fucco , & feccaii all'ombra , La radice fi caua , quando fi mietono le biade, & tagliali in fette , le quali infilzate fi féccano all'ombra , Quefta beuuta con uino inacquato falda. Letti , quero arroftita con mele, & fattone lettouario , gioua à gli afmatici , à ì rotti , à gli fpafitna- ti , à i catarri , che difendono dal capo,& alla toffe.bcuuta con uino muoue i uenerei appetiti . Pe- fta , & fattone unguento con mele ferma , & purga l'ulcere maligne , corrofiue , maffimamente ag- giuntoui la brionia. Fanfidi quefta, &dimelelauande da fchizzare nelle fittole, & nella madri- ce, per tirar fuori le creature . Vnta medefimamente con mele fpegne le uitiligini , & ftirpai poli- pi, & j cancheri.E' utile il fucco nelle medicine de gli occhi : imperoche gioua alle caligini, fiocchi, & nuuolette di quelli . L'odore dell’herba, & della radice fa fconciarc le donne . Il che fanno fimil- jq mente trenta granella del fuo feme,beuute in aceto inacquato.Hanno ufato alcuni il fucco d’amen due ne i dolori delle orecchie , diftillandouelo con olio : & le frondi , come coftrettiue , nelleferi- te frefthe , & nelle bugance , mettendouele fitto cotte nel uino . Oltre à ciò fi dice, clic coloro, che fi fregammo le mani con le frondi di quefta pianta , onero. che porteranno in rn^no la fua radice, pon potranno eflér motti dalle uipere , Della Dragontea minore. Gap. CLVI. Dragontee » & loro elTam. L A puQOBTH* minoreproducelefrondid’hedera, ma grandi, tutte pintìcchìatedibiatc j ,co.IIfufto produce ella diritto, alto due gombiti, di diuerfi colori, tutto pinticchiato di ^ porporee macole, di modo file rapprefenta in tutto un ferpe , grotto come un battone . Il frutto è racemofo nella formalità del furto, primauerde,& pofeia nel maturarfi di colore di zafferano, al gufto feruente, 8t mordace. La radice è alquanto ritonda , bulbofa , fimile all’aro , urite di lot- tile inuoglio. Natte in luoghi ombrofi appretto alle fiepi. Il fucco del ttme diftillato nplle °fecI chie , mitiga i dolori di quelle : metto nel nafo con lana, ne ftirpa fuori ipolipi : & ferma 1 cancheri applicatoui fufo . Beuuto il Terne al numero di trenta granella con aceto inacquato , fa fconciare le , donne grauide . Dicono , che l'odore de i fiori , che fono fracidi, ammazza il parto anchortenero. E- la radice calida , eonueneuole i gli afmatici , à gli fpittmati , à i rotti , à i catarri , & alla tolte . Mangiandoli letta , ò arroftita con mele , ouero per fe fola , facilita allo fput° gli humori del petto. Il che fa parimente la fua farina lambendoli con mele, fa orinare, &beuufa nel uino accende i uè" jC rei appetiti . Applicata trita inficine con brionia , & con mele , falda l'ulcere maligne , & fiue . Soglionfi far detta colliri) per medicare le fìttole , & per far partorire . Dicono , che chi 1 " ga le mani con la radice , non può eflèr morfa dalle uipere , Fattone linimento con aceto , jpA le uitiligini . Mettonfi le frondi in cambio di pezze, & di fila conuenientemente nelle ferite ^ tthe : cotte nel uino, & applicate giouano alle bugance . Il cafeio che s’inuolge nelle frondi, u ra dal tarlarli. E'conuenennle il fiirrn canato Ha 11 e radici . all ecalmini, fiocchi, &nUUOie ■ feruadaltarlarfi.E'conueneuoleilfuccocauatQdalleradici,allecaligini, fiocchi, gli occhi, Mangiali in finità nei cibila radice cruda, & cotta. Cuoconla nsllifole Balear molto mele , & danlane i confati in luogo di pan dolce . Cauafi la radice al tempo della meri la quale prima lauapa fi taglia in pezzetti, & feccafi infilzata all’ombra , & pofeia fi ripone • Qv A nt v Nq_VE [intronino ne gli antichi teffi Greci di Diofcoride amendue quelli capitoli della Di maggiore , & minore ; nondimeno per efferc fioco , ò niente differenti di tenore , & Uw» batter a ^ ^ Nel fecondo lib. di Diofcorid c. DRAGO NT E A MA G G I ORE. 0 H^cta , & Serdpiohe diligentifiimi imitatori di Diofcoride , fatto mentione fe non dì una fola ffietie y ha fatto ere w, dere a molti , che l'uno di quefii due ui fia fiato da qualch'uno accrefciuto . Jfella cui opinione non pojfo fe non anchor 10 quaft concorrere , uedendo tanta fimilitudine di fcrittura ; come che fappia hauer di certo ueduta in Trento , & in Vinegu l una & l'altra . La maggiore , confi ondi filmili all'aro , & alquanto alla romhice ,inuoltt luna nell' altra : &. 1 fiuto alto duegombiti ,groffo come un bafione , pinticchiato , morbido , & del tutto fìmile à una uipera . Et la mina- le, conofiinta da tutti , con fiondi , che tirano aU'hedera , per tutto pinticchiate di bianco , & fu fio , & frutto fimile o. maggiore . Tercioche nella fommità del fuofufio nafce ma guaina groffa nel piede , & appuntata in cima , lunga pcntyiw due {panne ,& come che tuttafìauerde di fuori ynondimeno aprendoft nel maturarft perfe fleffa ,èpertutto S 1 dentro ben tinta d un color porporeofeuro . Quella fia poco tempo fatta languida cafc a f opra fe fleffa, laf dando in ^o 'fna biglia fimile ad un cornetl o di capra , pur di roffo colore : il quale tanto ui rimane , chelfeme , il qual gli nx-< leene piede, uicrefce,& fi fa grande, E quefio acinofo , di color uerde , quando è immaturo, & roffo come è il co- rallo f ^24 Difcorfi del Matthioli ... £> R A G 0 N T E A MINORE. vailo , quando è perfetto . Jfelrefio pofcia di tutta la pianta firaffembr a ferina altra controuerfia **•-*-■ - giore y che qui fcriue Diofcoride . Et imperò come che l' opinioni fopr adette fieno affai ragionevoli y& uerarnen e ^ effer lodate ; nondimeno l’hauer ucduto io quefle due f diedi Dragontea fenfat amente ycome ho detto > igotee ferie mm0re » non affermerò però io effer fuor di proposto il credere > che Diofcoride babbi a potuto fcriue > ite u or li . 4 Pii. mendue . Del che m'ha fatto crefcere la credenza Tlinio y fornendone egli di quattro fpetie. Di Prefetti ftf ijft XVI . cap. del xxi.1 1 1 .libro , cofi dicendo . Quello che chiamano i Greci Dr aconito ,mi è fiat ombrato di -trejP ^ Uno con frondi fìmili alla bietola , non fetida fufto , & con il fiore por por eo , fimilc all aro.l altro con lunga / nodofa , con tre germini • & la terrea con fondi minori di quelle del corniolo y con radice come dì cairn , con a _ ^ ( come affermauana ) quanti erano gli anni, eh e ella haucua y & con. altrettante foglie . Della eCC*c[jefo egli mentione ahi. capitolo delxxv, libro , dicendo. In Lufitania conobbi in un campo del miohojtemut jp Dragontea quitti di xmm riportata , col fufìogroffo , quanto., èildito primo deUamcmo^ tutto pinticc n ^ Nel fecondo lib.di Diofcoride. 6 2f D R A G O N T E A A C Q^V A T li C A. di uipcra : il quale dicettano cffere rimedio contro, ai morfo di tutte le ferpi . .Altre fpetìe di Dragòrlt e a fono , delle qua- li[otto il medejìmo nome dicemmo nel libro paffato : ma qucfta ha neramente altra figura . Ma è però miracolo, che quefle piante efcono di terra ali’ altera di due piedi , nel tempo chei ferpenti efconodi fiotto terra ,& fecchinfi poi quando fi nafcondono : di modo che dicono , che fecche quefle piante non fi ueggono piu fopra terra ferpenti .Tutto que- llo difje Tlinio . Che oltre à ciò fi ritrouino due Jpetiedi Dragontea,cene fateflimonio Theophraflo all'xi . capo del Vi I. libro dellbifioria delle piante , con quefle parole . Laradice del draconculo ( fono alenili, che chiamano dracoh- culo una certa fpetiedi aro , per hauer il fuo fufìodi uarij colori ) non è buona da mangiar e , ma commoda folamente- perle medicine . il che conclude , che di piu fjxetie fieno le Dragontee: come ho pofeia ferì fat amente ueduto in un nobi- le giardino di rari , & gloriofì femplici dell' ccceUcntiffmo medico M. Mapheo de Maphei in Vinegia , doue due (petie ^ Dragontea , & unaJ’Aro ui fi ueggono il Maggio. La farina della radice prefa per bocca infime- con mele al pefo di due dramme, taccia per di fiottala flemma , tanto la grojfa quanto là fiottile , & purga le. renir& maf imamente prefa.. G G G con 6 2 6 Dilcorfi de 1 Matthioli dragoncello. con il ! Succhio dell' ima paffa , & un pocbetto di maflice . La radice frefca ben cotta , & ben macerata f otto la ccncrt calda j & dipoi impiafirata mitiga il dolore ,& rifolue parimente il tumore delle hemorrhoide sdegnate. liC medesima le darete , le fcrofole , & la milita indurita. , & infìemementc le mollifica » & mondifica , & fuanifce tut., te le macole della pelle . Impiaflrafi anchora utilmente con flerco di capra » alle podagre , & alle contufioni ouero^e[ Dragò tea ferie coffe de i nerui . & mefìa nella natura delle donne prouoca i melìrui . Scriffe della Dragoni e a Galeno alvi. « W da Galeno. jracufr.£ ifcmplici , in qiieHo modo .Ha la Dragontea un certo che di fimilitudine con faro nelle frondi > & nc a ^ dice , ma è piu acuta , & amara di quello :& però piu fcalda , &ècompofla di parti piu fottìli . Ha oltre à ciò egg . mente del cofirettiuo , congiunto con le due già dette qualità . Il perche è medicamento efficacifìimo : per cloche a r* ce purga tutte le uifccre 3 diseccando , & affottigliando igroffi ,& uifeoft humori : & è ottimo rimedio di tutte ut j< maligne , & contumaci . Di quefla parlando Mefue diffe, ch’ella folueua la flemma tanto gfpffa > quanto Jo * *' Del che fu egli agramente riprefo dalManardo da Ferrara . Imperoche doue Galeno , & Taolo dicono j.che.e _ Nel fecondo lib . di Diofcoride* tmeleuifcere ,non intendono pertiche follia il corpo , ma che fia aperitiua ,& che ella afflittigli i grofìi ,& uìfcofì mori . Ritrouafi una altra frette di dragoncolo ouero Dragontea , la quale io crederò infieme con il Fuchfio dottifìima W ‘co‘chefia la nr\a frette appreffo Tlinio : Imperoche produce le foglie quafi come il corniolo , & la radice come di cima lunga, & nodofa, & coft acuta come è quella dell'ara . da i quali nodi nafcono copiofe & fattili fibre, con le qua , ilo dì mmnte Rigata ‘n terra; Dalla radice nafcono alcune foglie lunghette quafi come quelle dell'-Arifaro fecon- °> a nafcimento ielle quali nafcono dell’ altre foglie , attaccate à lunghi picciuoli , le quali ( come hahhiamo detto ) Può t d‘ COmwl° •maPerè fi" grandi , &piu fonili : da alcune delle quali , che fono ferrate infe Beffe , ( come fi PM en il edere dalla fua figura , qui difegnata ) nafce fuor e un frutto in grappoletti con le bacche coffe quando fono „ mire, nelle quali è dentro il feme nero picciolo & lunghetto circondato dalla polpa del frutto . Jqafce ne i monti , ma m Mg ihumidi, & acquaflrini . Quefla ricolfi io la prima uolta in Morauia lungo la firada che ua da "Praga à Pierina, ■m a cafo alquanto fuor di firada , Guttandofi la radice , par che fia infipida , ma poco dipoi morde di forte la G G G 2 bocca , 6 2 8 .i: DifcorfiiW Matthiofi bocca Ja lingua , & la gola ,fhe,parchmtte quelle fateti fieni. piene di acutifme fine? & però falda dU,&diJh, ca ecceffiuamentc , & però ‘Mrttfiid ulcerala carne ptrò àjfottiglìa , & incìde gl hrniori grofti,® uifeofi, Dragoncello, come fanno tutte le alt'fe Dragontee . £ affai differente da tutte quefte fpetìe il dragoncello, che fi colti. & (ila hiftor. m , • honiii mtaItdk t fapore , per [infilate ,&per lefalfe : con foglie lunghe , & appaiate : &m li- ci , chefe ne rnnno [correndo per terra , come fa la gramigna . Quefio dicono alcuni ejfere berba artijkiofa , ir nonni- turale , nata di few di lino mejjofotto terra in una cipolla , onero fcalogna , quantunque à molti non ne riefea lapmu. Di qoetto none memoria alcuna , che fi fappia , appreso àgli antichi Greci , ne manco àgli Arabi . Ma conftienuk mordacità, che lafcia nel mafticarlo, non fi può dire altro, fe non che fiati Dragoncello ne gli ordini dì quelle ufi , che udentemente. fendano . TQtrouafi oltre à tutte lepredette piante , ma berba à i «offri tempi in Italia non cono - Lingua ferpen- [cinta anch’effa dà gli antichi , chiamata da chi M NOVA ferpentina, da chi Argentina , & da chi Lucciola . I tina, &fueuir- fce queStanei prati' , manonui dura peraltro tempo, che damerò Maggio fino a merpGmgno .-pemoebeper ejfae lù- ella molto tenera , in hreue tempo fi perde . Troduce una fola fronde, che per il nego non ha coSìola alcuna: & peri la chiamano alcuni Herbafpiza coftola . Efce da questa fronde un breue , & fottìi fusto , la punta del quale t tram in una picciqla linguetta , che nel colore gialleggia : & perche fi raffembra alla lingua d un ferpe , la chiamano almi Serpentina , & altri imitando il Greco la chiamano Opbioglofo . Difecca queSia pianta feqV apparente caldera. £ auefla berba ( fecondo che recitano alcuni ) per confolidarc le ferite frefche mirabile , & maflime lofio, che fi fa con offa al fole, come fi fà quello delle refe .Et imperò molto k lodano allerotture inteflmaU,&ma[Sm dei fanciulli. Daffi à bere ittpoluere con acqua di coda di attuilo nelle ferite delle budella , & caffqli,& parimente di miele altri parti intrinfeche det corpo : & però gioita aqchora à i mutiti , & aUi fiuti del [angue . & beefi utilmente perijkfii del mestruo , con acqua di fòglie diquercia. La diccottione di effa fatta nel uinobrufeo lauandofi gl occhi mefiti - « fia>ni.i il Ruffo dellelachrmc.-rnta frefea infieme congrafio di gallina rifolue Cinfiammagioni delle ferite, l'olio omphi- ano , nel quale fieno macerate al fole le foglie frefche , & aggiuntola un poco d'olio onero lagrimo di Abete , hntiir Nomi. C amento mirabile & apprètto per conofoliian prestamente le ferite frefche. Chiamami Greci la Dragona, Oftutórrut : i Latini , Dracunculus : gli Arabi , Luf, & AUuf : li Tedefchi , Wftter uurtg : li Spagnoli , T angmtu: li Francefi , Serpentine , Dell’Aro. Cap. CLV1I, LO ARQ, il qual è chiamato da Soriani lupha, produce lefrondi didragonteà, ma piuliin- ghe,& manco pinticchiate . Fa ilfufto roffigno, lungo una lpanna,come un parelio: dal j, quale nafee il feme di colore di zaffarano. Produce la radice bianca , come quella della dragontea: la quale , per elfere men forte , fi mangia cotta ne i cibi , Condifconfi le foglie nel (ale peri ulo de . i cibi , &'mangianfi parimente fecche , cotte Iper fe fole . Hanno la radice , il feme , & le «ondi e uirtù medefime deila dragontea. Priuatamente giouala radice dell’aro impiaftrata con 1 «codi bue alle podagre. Serbali nel medefimo modo, chequella della dragontea :& per eiler ella men forte, è piu ufata à mangiarli ne i cibi , Aro , & fua hi- iloria. • Ty T^sce laro coptamente nel contado di Goritia 3 fofi come per tutta T ofeana ne i campi , ncHe uigne, ne ifofii , & apprèffo alle fiepi 3 & maxime nelle noHre maremme di S iena , douefi chiama uolgarmente Gigaro uocabolo corrotto da laro , come fi fuol chiamar uolgarmente nelle fpetiarie. Vroduce l’Jro le foglie he etaM ^ di forma quafi come dicitore 3 & maggiori di quelle della Dragontea 3 ma non intagliate , fe ben per tutto ma.ee M ^ bianco ; le quali il uerno uerdeggiano 3 & la fiate fi feccano ; il gambo fa eglid impalmo 3 dalla cui fommiu efie guaina fimilc à un cartoccio della mcdefma Imghe^a , nella quale è inuolto dentro il frutto . Quefia co tempo s ap ^ & lafcia un gemine diritto fintile à un pifiaglio3 ouer perielio di colore giallo 3 da baffo del quale per intorno ^ tifiime quanto dir fipoffa . Vfanlc alcuni per trafiuUo à cacciar uia dalle lor tauolc igolofifiimi parafiti , vi ^ iingm, poluere delle fecche con i cibi piu dilicati , Impero.che mangiandone abbrufeia, & pungie cofì fidamente 01^ il palato 3 & il gorgoglile 3 che nonpoffonoin modo ueruno piu mangiare unbocone,feprirna.non t0^-.ejfjnci gargarittfandofi con latte 3ò ingiottendo pian piano del hoturo fiefeo.. Ha l’Aro uirtù d afottigjare , „ giudei dere , & diprouocare . La radice cotta 3 & incorporata con mele è rimedio ficurifìimo per tutti 1 ifjct * petto , percioche ne fa fcreare legroffe , è uifeofe fuper fluita ? che ut fi contengono , &però gioua e a ^ torrc fi cbt gl'afmatici.Dafiiparimentc cotta nell'acqua 3 ouero fiotto la, cenere calda con olio di mando) econja con- 'onfmfce parimente bcendofi il latte nel quale l'itteffa radice fta slata cotta . Impiajìraft la medefma prima lejja nel- ic1M m le liuidc^e , & infiammagioni del gorgoglile , ma però incorporata con farina di faue ,&confapa. ImpiaHraft ancbora utilmente con olio all' enfiagioni dell’Hemorrhoide . il fucchio della radice guarifce l* ulcere , che Mmgeuolmcntefi confoUdano , & i polipi del nafo , & le foglie fanano le cotture del fuoco . Mettonft le medeftmefre- imbrattate tonflerco mccmo caldo fopra le podagre . il feme trito , ouer amente il fucchio delle bacche mefeo- con olio rofado conferifce non poco al dolore delle orecchie , il feme trito & beuto con uino prouoca i mejlruì , & ejecundine . Ma hauendone l'Aro riuocato à memoria un'altra pianta chiamata da chi Serpentina , & da chi Colubri- na > la qual chiamano i Thedefchi bono Henrico , non nèparfo fuor di propofto farne in quefto luogo mentione . Tro- ia uce quefia le foglie non guari difìimili dall'Aro . Fa piu gambi che uno , tutti pieni di foglie , nella cui fommità efeono wwm grapp olctti di uerde colore 3 da i quali nafee il feme . Biancheggia quefla pianta tutta non altrimenti , che fe [farfo [opra fotilif ima farina 3 & al toccarla è cofi lifcia , & molle come fe fufe tutta unta d'olio , ò di graffo , GGG 3 il per- aifi'ìl itti II il# 1 ■Ili 1 i il % ' s| 6)o DifcorfidelMatthioli ARO MINORE. Aro fcritto da Galeno. ilperchela chiamano anchoraiThedefchi Schmerbeli. Ha la radice dura ,grofa ,& dìuifa,inp-. i - colore , come quella della rombice . Ts^afce quafiper tutto nelle piagge , nelle firade ,& ne i cortili delle utile . pt di calda ,&fecca natura. Il fuccbio della radice ungendo fene guarisce la rogna , & mondifica le macchie e A?e/ & mafiimamente applicatoui con aceto . Sono atichora alcuni che la lodano non poco per i morjì de i ferpen t t Tanno delle radici di queHo le nofir e donne acque , & lifciper polirfi , & far fi bianca la faccia, di non poco tt imperò quella miflura , che fifa del ficco fpefiito al fole fintile allacerufa , chiamata^Gerfa , fa mirabilmente ua^ & bianca la carne . Dell'or ofece mentione Galeno all’v I . delle f acuità de ifemplici ,coft dicendo . L l'Uro è tenebre , ma calda . E oltre à ciò afierfiua , ma non cofi forte , come la dragontea . Scaldai Uro , ^ ^ nel primo ordine . Le fue radici fono utihffime ; in che elle fon buone per tirargli dal petto : come che piu ualorofa fta in ciò la dragontea . Et nel fecondo de epa ^ gli alimenti : La radice dell’Uro ( diceua ) fi mangia , come fi mangiano le rape . 'Nafte in alcuni luoghi Nel fecondo lib. di Diofcoride. 6 3 1 BONO ENRICO. acuto , di modo che qitaft è [tritile alla dragontea . Volendofi preparare , bifogna gettar uial acqua della prima decot- t»e , & metterlo fubito in altra acqua calia . Ma in Cirene nafie al contrario del noSlro : imperoche quitti non ripor- ta [eco acrimonia alcuna , & però non è conueneuole nelle medicine , dimoio che e egli piu utile delle rape . onde fette portano le radici in Italia , come quelle che fi pcjfono ferbare lungo tempo fenga rigerminare , ò infracidirft . Le quali parole fanno fermiflimo argomento , che dotte le cofe mancano delle proprie qualità loro , ingannano jfejjo i medici » chele adoperano . Et però non bafila folamente cono/cere le piante , & tutti gli altri fi empiici ; ma è cofa molto necef- faria conof :ere . g? papere [■ e quelle , che fi hanno alle mani ,habbiano le qualità ifleffc , chefe le attribuifeono . impero - J cl,e mancando di quelle , alter ano il proprio temperamento loro ,& cofi poco, ornila conferifcono , oue elle bifogna - M • Chiamano i Greci l’Mro x'p°r : i Latini Àrum :gli\Jrabi , larus,& Sara : i Barbari , Maron,Barba aaron, Dra- lmteaminor,ir Serpcntaria minor: li Tedefcbi ,Clànnatter mrt\ :li gagnoli, rarotiFrancefiyiddecbien. C,GG 4 Del- Arifaro , hiftor. 6 j 2 Difcorfi del Matthioli Dell’ Arifaro. Cap. CLVIII. LO ari saso èunapicdolaherba.lacuiradiceègrande,comeunaoliua,moltopiuacuta che quella dell’Aro . Et però ferma impiaftrata l'ulcere , che mangiano . Fanno!! d’ellà effica! ciffuniiMllirij contrale fittole, Impiaftrata la radice ài membri genitali di tuffigli animali quadrupedi, gli corrompe . -]V t^ici l’ Mif aro , per quanto ferine Tlinio al XVI. capo del xxi ni. libro, in Egitto fintile alljtro,m J_ con foglie minori , minore di pianta , & parimente di radice , la quale è graffa come una grande olititi . Moftrm- It qe boggi ifemplicifti duefiietie ■. & amendue mi furono primanote per me^o dell’ eccellente medico, intimo. Nel fecondo lib, di Diofcoride . 6}} V K A L T R O A R I S A R O, wc figliuolo M. Gio. Odorico Melchiori Trentino : il quale del giardino di T adotta , oue all'hora eglifludìaua , mi man- to l imo & l’altro A rifarò , ricolto ( come mi [cùffie hauer intef ) ) in quel di l\pma,douc nafce copioftfìimo , non guari lungi dalia citta » Quefte medefime piante mi furono pofcia ancbor mandate dall' Eccelenti (limo , & rari fimo [empiici - fin U, Luca Ghini. H onne qui mejfo l’effigie d’amendue, nonperche creda}cbe tanto luna quanto l’altra fia il uero Ari- faro ( imperocbe quello delle foglie lunghe] non tengo io per uero ; ) ma acciocbe ancbor a altripoffanodicio giudica- rf • Sniffine Galeno alvi, libro delle [acuità de [empiici , con qneUe poche parole . L'Arifaro è molto minore del- lo | aro : ^la radice grande come una olino.; ma è molto piu acuto dell’aro . Chiamano i Greci l Arifar o > Spiratovi i Latini , Arifar um , Dei- Ari faro fcritto da Gal. Nomi. I 6 ) 4- Difcorfi del Mattinoli Dell'Alphodelo, puerp Haftuja regi^, gap. CLIX. LO AspHpDELO è pianta quali nota à cialcuno . Produce le frond j limili al porro massi». re : & il fufto lifeio i nella cui fommicà è il fiore, il qual chiamano antherico . Haleradicilun- ghe , & ritonde , limili alle ghiande , al gufto acute . Le quali di fua natura (caldano , baiate prouocano l’orina , & i meftrui . Beuute con nino al pelò d una dramma , medicano ài dolori del coftato , à i rotti à gli fpafimati , & alla tolfe . Fanno uomìtare mangiate ne i cibi alla quantità di uno dado. Dannoli utilmente al pelo di tre dramme contrai mojfo de ferpenti: mabifogna im- piantare anchora'l morfp con i fiori , cqn le tendi, & con le radici cotte nel ulno . Impialhanfj con quelle medelime l ulcere fordide, & quelle che mangiano. Applicanfi lìmilmentg jtlje infìam- ° A S PHODELO, Nel fecondo lib . di Diofcoride. magióni delle poppe, & de tefticoli , à piccioli tumori, &ài foroncoli. Cotte con feccia diurno le radici , uagliono alle pofteme , che nafcono nelle parti carnofe : & con polenta * alle nouelle in- •fiammagioni . Cuocefi il fucco delle radici con uino uecchio dolce, mirrha,& zafferano , & faf- fene coli efficaciflimo medicamento per gli occhi. Diftillafi il fucco per fe fteifo tepido, onero iniìe me con incenfo,mele, mirrha , & uino nell’orecchie , che menano, marcia . Diftillató nell'orecchia della parte contraria mitiga il dolore de i denti . La cenere della radice unta fa rinafcere i capelli, calcati . L'olio cotto nelle radici fcauate , conferifce alle bugance ulcerate , & alle cotture del fuo- co : &diftiUato nell’orecchie gioua alla fordità . La radice fpegne le uitiligini prima fregate al lo- ie con una pezza di lino, Scpofcia impiaftrataui fufo . Il feme , & i fiori beuuti nel uino, refiftono i inarauigliofamenteài ueleni della fcolopendra, °lifcorpioni. Purgano quelli medefimi. il corpo... LVsphodelo coft chiamato da i Greci , è pianta folta di foglie , ftmili à quelle del porro , ma piu lunghe ifrpiu frette , con il filo della fchena co fi prominente & acuto , che quafi paiono le foglie triangolari . Troduce il lembo alto ungombito , & qualche uolta maggiore , lifcio &fen\a nodi , & i fori nella cima fpicati;quantunquefe ne trmi una fietie che fa i fiorigiallid modo di fella , da i qualLmfcono poi le bacche tonde , éruerdi , graffe come pi- felli, nelle quali fi chiude il feme triangolare , & nero . Fiorifce particolarmente comela Scilla ,& il uerh afe o, comin- ciando dal fondo della fiica.F dotata quefla pianta, ( come qui flùide nella fua imagine ) di copioftjfme radici nereg- gianti di fiore , & di dentro uerdiccie , graffe come fono le dita della mano , ma fonili nell’ origine, &groffette da baf- 3 fi, come nella peonia, con una certa coda fonile infine . Sono quefle piene di fucchio , & al gufo amare , & acute. E' ueramente “Pianta l'Affhodelo dillettcuole alla uifia , & mafìimamente confiderandofì bene quando tutta intera fi uede cauata di terra con lejuc radici , le quali per la molta copia , & beitela loro fanno un troppo bello feti acolo à chi con diligenza le rimira;auuenga che molte mite eccedono il numero di cento;quantunque nel luogo di fopra citato dica Tlinio che jpeffo fi ritmami’ afpboddo con ottanta bulbofe radici . Il cui gambo ( come ferine Vlinio alxvi 1 1. capo delxxi. libro ) Theophrafio , & quafi tutti gli altri Greci chiamano antherico : & la radice , ciò è i bulbi , afphodelo : m i Latini chiamarono quello albuco , & 1 afphodelo haflula regia . S crine T heophrafio , che genera l'Amphodillo nel- lo[capo , doue è dentro il feme , alcuni uermì : li quali fanno pofeia Cali , come quelli , che fanno la feta , & uolanfene uia, quando per la maturità detta pianta fi gli rompe Cinuoglio. Mangiauanfì anticamente ( fe H-efiodo ne riferifccil nero ) le radici dell Amphodìllo ne i cibi cotte con fale , & olio fìmilmente compofle con fichi fecchi . Lodolle TqJ- o condro poeta molto nelle fitte theriache contra dimorfi delle ferpil& punture degli fc or pioni . Impiaflranfi utilmente le radici dell' Jfhodelo cotte nell' aceto per guarire le uolatiche maligne, & parimente alla fc abbia . le medefìme bol- lite con biofeiamo & incorporate con pece liquida curano, &lehano il pur^ore delle ditela . Laradice fregata fopra al capo ufo, farina fiere i capelli ricci. Scriuono alcuni chela radice beuta fortifica gl' appetiti di ucnere : la medefi- m beuta con uino gioua al trabocco del fiele , & parimente dgl'hidropici : cotta & applicata fana le pofteme , che uen- gono dopo le orecchie : Beuto il nino della decottione delle radici caccia fuor e le pietre delle reni fanano peftandoft& facendo fine unguento la rogna de buoi & de caualli , &fu rinafcere prefìo i peli nelle cicatrici dell' ulcere . Fece del- l'Jmpbodillo mentionc Galeno alvi . delle f acuità de f empiici , parlandone in quefto modo .E la radice dcll’Ampho- dillo utile, come è quella dell’aro , deli ari faro ,& della dr agonica , per effer anchor ella aHerftua , & rifolutiua . La cenere delle radici è piu calda, piu fecca, piu fiottile ,& piu potente nel digerire . il perche fa rinafcere ualcntemen - o te i peli, che cafiano . Et fecondo che riferifee A etio , il uino della decottione delle fine radici prefo alla quantità d un bicchiere ,prouoca dopo al bagno fubito imcHrui ritenuti : ma uuole effereil uino bianco , & parimente uecchio . Cbimanol’ jlnipbodiUoi Gre ci A Goìhonites : i Franccfì , Aphrodilcs . Del Bulbo, che fi mangia. Cap. CLX. Il mio, che fi mangia, è uolgare, & noto à cialcuno . Mangiato ne i cibi è utile allo ftoma- co.IlroflQ,ehefi porta d'Africa,muoueil corpo. L’amaro , cheli rafièmbra alla fidila , fa di- gerire, & mólto piu è conueneuole allo ftomaco. Tutti i Bulbi fonoacuti, fcaldano , fono uene- o rei, fanno àfpra la lingua, & il gorgozzule: nutrifeono affai , generano carne, fon ucntofi . Impia- ntatili ài membri rotti , & dislogati , & in fit i dolori delle giunture : cauano i bronconi , & le fpi- ne. Applicati foli, ouero inficine conmele, giouanoalle cancrene, & alle podagre. Giouano anchora ìmpiaftrati con mele , & con pepe pefto à gli hidropici , &.à i morfi de cani : prohibilcono tl fudore, & leuano i dolori dello ftomaco . Mondificano la farfarella, & l’ulcere del capo , che me- nano, quando ui fi empiaftrano inficine connitro brufeiato . Spengono infiemecontuorlidiuo- uatliuidi, &i quofi : : & con mele, ouero con acero le lentigini . Medicano alle percofle dellorec- due, & dell’unghie delle dita, applicatati fufo infieme con polenta. Arroftiti fotto alla cenere cal- da : i & .fìmilmente applicati infieme con la cenere delle mene , guarifeono i fichi . Brufcìati , & me- icolati con alcionio , Ipengono le macole della pelle della faccia , & le negrezze delle cicatrici , & 3 tnaffime facendone untioneal fole. Cotti nell'aceto, &mangiatifono conuenetloliàirotti.Ma eda guardarfi dal troppo mangiarne , imperoche nuocono à i nerui . Amphodillo, & Tua hiil. Amphodillo fcritco da Gale no. Nomi. Del Difcorfi del Matthioli Del Bulbo, che fg vomitare. Cap. CLXJ. L BVLBO | lunghC 3 che CllldJ.'j/ il mangia • i_.«. v» ** j --- — j- p- — r- v ‘■jf 1 mangiata , ouer beuutone la fua decottione , gioua à i difetti della uefcica , & fa uomitare , il qual chiamano vomitorio, ha le fiondi piu lente, &piuuencide, & molto pi ^11^ T n ri i rf> F* iirrì 1 1 P1 O n IIP 1 I rt . V I CODPVtCt M 1 rìf*r3 mAfrl io Hnn/l Bulbi, & loro / — 1 H’H tanto ibulbi che fi mangiano nei cibi, quanto quelli che mangiati eccitano il vomito guferò Miflmii eflàmin, gli antichi, fi può agevolmente conofcerc per non fcriuerne Diofcoride , comefiifi fujfer fatti. Il cbedimjlrci, che tanto fuffero ameniue noti à ciafcmó, che nonfuffe altrimenti bifogno diferiuerne (hiHoria , Ma ciò non interne. Il ned noi tpenioche per ejjfcrfene perfo l'ufo del mangiarli , ne fono di tal forte incogniti , che Benino fin bora ho pomo Nel fecondo liB. di Diofcoridc . 6 j 7 ritmare, che ueumentemiglidimoflrffebenefi rìtruouano alcuni nuouì Efculapij & Apollini disgradati , che ne dimoflrano alcune forte di bulbi da mangiare ne i cibi & da far uomitare , confidati folamentc nella loro opinione . Ma io che non mi lafcio ridurre 'a credere , ne perfuader delle piante cofa ueruna fenon conte ragioni in mano ,uedend° manìfefiamente che cofloro fe ne nonno alla cieca , non mipojfo in modo ueruno accollare alla loro opinione , & mafiì- jun ante ardendo che Diofcoridc nonfcriffe dì quefli bulbi hijloria ueruna . Ma non maìicano però prefientmfl, & mali- gni che mi riprendono dìgnorantia, dicendo chenonmi fiapoca uergognaà non conofcere anchora quejli bulbi tanto uolgari . La dottrina de i quali à chi piace di feguit are, far anno forfè meglio à non leggere quefli mei commentarli : Im- ' p crocbe io gl' ho folamente fatti per i candidi , & /inceri lettori , & non per coloro che gli torceno il nafo'fopra . Vfa- mli gli antichi cotìdianamcnte nei cibi, & «infimamente in quelli, che mangiauano per fortificarli al coito, come 0 cofit contteneuoleper tale cofa . del che fa fede Martiale , con quelli due uerft . CÙm fit anus conimx , cùm fint tibi mortua membra , jqilaliud bulbis quàm fatar effepotcs . Marion mancano chi credano, che le nofire Scalogne uolgari , oueramente le Cipolle fiflili, lequali noiin Tofcana chiamiamo Cipolle maligie, fuffero i Bulbi degli antichi . Ma fi conofce l’errore di cofloro per quel che ferine Tbeopbra- fjo , il quale & delle fcalogne , & delle cipolle fiffilifcriffe fra le Jfietie delle cipolle almi, capo deh li. libro del- tbiHoria delle piante ,& non tra le ffietie dei bulbi , de quali feriffe particolarmente alani . capo del medefimo li- bro. Scrijfede Bulbi Galeno alvi, libro delle facultàde femplici, con quefie parole .Il Bulbo, chefi mangia, è freddo, & graffo , & genera Immoti uifeofi . Imperoche malageuolmentefi digerifee , genera ucntofìtà , & prouoca al coito . Nondimeno per effere amaro , & cofìrettiuo , aflerge , & infiememente conglutina , & difecca anchora cer- 0 temente . percioche è flato dimofirato , che l’ amaritudine è in quelle cofe , che hanno poteHà d’aftergere : & in quelle , che conglutinano , la Hitticita : & dall’ una , & dall'altra dì quefie fi confeguifce la ficcità .Ma il Bulbo, che fa uomi - tare, è neramente molto piu caldo del predetto .Et al II. libro delle facultàde gli alimenti:! Bulbi ( dìceua ) fono nella medefima fpctx de ì predetti . Imperoche fi mangia la radice loro gittando uia le foglie: come che alle uolte nella primuera fi mangino anchora i germini. Sono i Bulbi euidentemente aufleri,& amari: & imperò eccitano alquanto fluidità dell’appetito ne gli flomachi infermi. Ile manco fon contrari] àcoloro , à cuibifognifar ffiutare la marcia dal petto ,& dalpolmone , quantunque nella fitjìanga loro fieno groffì ,& uifeofi .percioche l’amarena loro è contraria alia grafema, come cofa atta à incidere le cofegroffe , &uìfcofe, come habbiamo detto ne ì commenti de i medicamen- ti . Il perche Ufi due uolte nutrificono affai , ma per fare (fiutare fono del tutto inutili, come priui di tutta l' amaritudi- ne. In tal cafo adunque, oue fi uogliano mangiare per cibo , bifogna condirli con olio, garo , & aceto: imperoche 30 cefi fono piu aggradatoli al gnslo .generano manco uerttofitd,& digerifeonfi meglio. Chiamami Greciil Bulbo, chef mangia , tiskdòsìdlliu.v: :& il '/ omitorio , Bua/3oV luci A: . i Latini quello , che fi mangia , Bulbus efculentus : & [ altro, Bulbus uomitorius . gli Arabi quello da mangiare , Bafitr akftr : & il uomitorio , gir . Della Scilla. * Cap. CLXII. LA scilla è feruente,& acuta. L'arroftitadiuenta piu utile in molte cofe. Et perciò fi cir- conda , & lì ricuopre di palla , ouero di creta , & mettefi nel forno , oueró fiotto à carbonifino ,0 chelìaarroftita fiufficientementela palla, che fi gli mette attorno. Toglidi poficiauia,&fe ella li ritroua , che non fia ben cotta , & fatta tenera , & fiappa , fi ricuopre di nuouo di palla , ouero di luto, &ricuocefi: percioche quella, chenonècofiarrollita, nonli può dare lenza graue peri- colo de i membri interiori . Aito {tificeli anchora melfia nel forno in un uafo di terra ben coperto. Prendefi della ficilla,gittando uia gli fcogli di fuori, le parti , che fono piu di dentro , & cuoconfi ta- gliate in pezzetti mutandogli , & rimutandogli l'acqua , fino che piu non gli fi ritroui nc fortezza, ne amaritudine. Infilzanti pofeia, di modo che non li tocchino l’una con l'altra , & feccanlì all'om- braperfare l'olio , il uino , & l'aceto fcillitico . Vagliono gli fcogli della forila delle parti piu inte- riori fritti nell’olio, & pelli con ragia contra alle crepature dei piedi. Impiaftrafi la follia cotta nell’aceto in fui morii delle vipere . Dalli una parte dell'arroltita , con otto parti di fole pur al pefo j0 d'un cucchiaro , ouero di due da digiuno per fere andare del corpo . Mettefi nelle beuande , & nel- le medicine odorate , & in quelle che fi fanno per prouocar l'orina , per le hidropifie , per li uomi- ti dello llomaco , & debolezze di quello . Gioua fattone lettouario con mele al pelo di tre oboli , a trabocco di fiele , à dolori di corpo , alla tofle uecchia , à llrettura di petto , & à uomiti . Cuocelì con mele, & mangiali nei cibi pertuttequeltecofe,&particolarmentepercorroborareladige- ftione.folueperilcorpolepnaterie uifcofe,& tenaci. Lelfe, & mangiata nel medefimo modo, fa i medefimi effetti : ma non è da dare à coloro , che hanno ulcerato alcun m embro interiore . Vn- gonfi utilmente con l’arrollita le bugance , i porri pendenti, & i calli . Il feme dellafcilla trito , & impanato con mele , & con fichi fecchi , & mangiato mollifica il corpo . Appiccata la fcilla fopra fa agli ufei delle cafe prohibifee gli incantamenti . Errore di mol- ti. Bulbi fcritti da Gal. Nomi. HHH Del Pifcorfi del Matthioli SCILLA. DelPancratio,cioèScilla minore. Cap. CLXIII. IL pancrat i O) il quale chiamano alcuni Scilla , produce la radice limile al bulbo maggio- re, di colore rodo, porporino ; il cui làpore è feruente, & amaro. Le fiondi lue fon limili aqu ' 1 ’ ! 1 ' ” " la uirtu medefima della fritta, & preparali, & da S1 à , oue fa ella di bifogno, quantunque lia m ■ l0 forte della fcilla . Impaftaliil fucco cauato dalla radice con farina d’orobo,&fanfene troci c ■ le del giglio , ma piu lunghe . Ha quella la uirtù mei medefimo modo , & al medefìmo pelo per le infirmiti , forte della lolla . Impattali il fucco cauato dalla radiu quali commodifsimamente lì danno à gli hidropici , & à coloro , che patifcono nella milza io Nel fecondo lib, di Diofeoride. 6} 5) IO verame nte hofentpre tenuto per lo paffuto , che le Stille, che fonoin Italia in communc ufo de medici, Scilla, Panerà - & in tutte le fietiarie ,f afferò le legittimi , &ic aere : & queflo per piu ragioni , & conietture . Trima per ritro- r'°’ &Ioro e^1 uar da Vlinio al v.capo del x 1 x.libro , che non è radice bulbofa alcuna , che fa maggiore della Scilla . onde ueden- minatlone * doftalle iiolte di quelle , che communemente sufano , groffe poco meno della te fa dì un huomo , non poteua fe non cre-> dere, che elle fufjero le aere . Oltre a ciò ritrouando daThepbraflo atx 1 1 . capo del Vi I . libro delìhifloria delle pian- te , che la Scilla produce prima il gambo , & i fiori , che le foglie ( il epe chiaramente fi uede nelle noflre ) refiaua nel - lamia opinione . Via oltre hauendo io alle uolte uedi&o alcune Scillettepoco ueramente maggiori dì un pero , miperfua- dev.a , che queste fuffero il nero Vancratio , & le communi delle feti arie le nere Stille : & tanto piu ritrouando da Dio- fcoridc , che la radice del Tancratio è cojneun bulbo groffo, effondo però co fa chiara , che i bulbi fono radicipiupre- p Ho d’infima gr offesa , che di grande . Ma confìderando poi piu altamente intorno alìhifioria di quefle piante , & ri- tmando che Diofeoride , & parimente Vlinio fcriuono , che l’Mloe fa le foglie filmili alla Scilla j & uedeudo , che le noflre del communc ufo fanno le loro firmili al giglio ,& non all'aloè, tra le quali è non picchia differenza: &ritro- mdo anchoradaTheophraflo,& da Vlinio , chele Stille fiorifeono tre uolte alì anno ( il che non fi uede nelle com- uni )bo dubitato non fen ici ragione fiele noflre fieno le nere ,ò no ,&fe fi ritro nino altre Stille con fiondi filmili al- l’aloè, fin tantoché pur ho intefo da alcuni medici Spagnuoli , che nelle maremme di Spagna nafeono Stille il doppio maggiori delle noflre , con foglie filmili all'aloè , ma non però del tutto cofi groffe , molto piu acute > amare , & ualoro- fe di quelle che s’ufano. il che mi fa hor conchiudere , che le noflre fieno il nero Vancratio di Diofeoride , il quale prò - duce le foglie di giglio , quantunque piu lunghe , imaginandomi , che non uoglia dir Diofeoride , che il Vancratio fac- cia la radice grande corri un bulbo de piu grofìi , ma bulbofa , & groffa , pigliando egli in queflo luogo queflo nome 0 bulbo in genere )& non in fpetie.Et però forfè non fanno le noflre Stille gli effettiloro cofi ualorofì , come far ebbe- ne le ucr e', non hauendo quelle del Tancratio , come ferine Diofeoride ,f acuità cofi ualorofe .Io dico qui liberamente la mia opinione, anchor a ch’io fi appi che non mancar anno maligni , che la ripr endino . Ma offendo mio inftituto d.' attac- carmi fiu alte fiimonio chiariffimo di Diofeoride, afidi Vlinio, che alle fophiflerie di quefli feiamoniti , ho poco da. curarmi del loro cicalare . Vfano à i tempi pò Ari alcuni medici per ì infirmiti frigide del ceratilo ,&deinerui ,di Preparatione mettere la Scilla cruda, tagliata però in minuti percoli con mele in un uafo di uetro tutta la fiate alfe de, tifando pofeia «iella Scilla. quel mele diligentemente colato per rimedio eccellentiffinip al mal caduco . Ma in uero altrimenti faceua Galeno : per- tiche non metteua egli la Scilla infieme con mele , ma bene in un uafo doue prima fuffe flato il mele per trarne il ficco, thè ne liquefaccua il Sole ne i giorni ardenti fimi canicolari . Et però male intendono la co fa coloro , che uolendo cauar fecondo Gdcno il ficco della Stilla , fanno ( non accorgendofi del loro errore ) il mele Stillino. E' la Scilla ( fecon- delI;l I® d0 Udir di Galeno alìv IH. delle f acuità de fcmplici ) ualentemente incifiua , ma non però cofi ualentcmentc calida : hipcrochc non paffa nel caldo,che ella pofiiede, il fecondo grado . Chiamano i Greci la Stilla , S/./aaci : i Latini , Scilla : Nomi. gli Jrahi , Hafi ti, Haiffel , Mfchil : & Mafilnl ; li Tcdefchi, Mcer xuuihti ; li Spagnoli , Cebolha albatrana : i Er an- tefi, StipouUe , Charfintqire , & Oignon mar in , Del Cappato. Cap. CL,XIIII. Il c * p p s * 0 è una pianta fpinofa , ftrata per tetta in ritonda figura . Sono le fue (pine ritorte àmodo d’Iiamo , come quelle de i roui. Produce le frondi tonde limili à quelle de i pomi coto- gni . Il luo frutto è limile alle oliue , il quale aprendoli produce un fiore bianco , dopo alquale ui rimane qn certo che , come una ghianda lunga, il quale dimoftra nell aprirli le granella , limili à quelle del melagrano , picciole , & rode , Ha molte , grandi , & legnofe radici . Nafce in fottìi terra in luoghi afpri , nell ifole , & nelle mine de gli edifici) . Condifcefi il fuo frutto , e'1 fufto nel (àie per ufo dei cibi. Conturba il corpo, è inimico allo ftomaco,fa fete: benché cotto è piu conueniente allo ftomaco , che mangiato crudo . Beuuto il frutto quaranta giorni continui alpefo di due dramme, fininuifee la milza, & fa orinarci trombi del fangue. Gioua beuuto medefima- ment? à i dolori delle feiatiche, à i paralitici, à i rotti , & à gli fpafìmati : prouoca i mefrrui ,&pur- galaflemmadella tetta. Giaualadecottione del feme lauandofene la bocca, ài dolori de denti. 0 La corteccia della radice fecca uale à tutte le cofe predette : mondifica tutte l'ulcere uecchie , & for didc,& quelle che fon fatte callo fe. Impattata con farina d'orzo, & fattone impiaftro,giouaà coloro, che patifeono nella milza. Gioua mafticata ài dolori de denti. Trita, & unta con aceto frégne le ustiligini bianche . Le frondi, & le radici pefte , rifoluono le durezze , & le fcrofole . Il fucco,, che fi fpreme dalle radici, diftìllatonellorecchie,u'ammazza dentro iuermi.Ucapparo, che nafce nella Marmarica Libia , è grandemente uentofo : & quello che nafce in Puglia , fa nomi- tare . quello , che fi porta dal Mar rolfo , & di Libia , è acutiffimo ; la onde ulcera Ja bocca , & rode le gengiuc per fino alleila . Ilperche fi danna nell’ufo de i cibi , u QOho i Cuppnri notìjìimc pimteìnlt4i‘i,&firnilmmtenotifiimìfonoifuoìfrutti: liqualiufiamone i cibifet- !o' IJ Itti nella, falamuoia , ma molto piu dili tati fono ferbatineU aceto fortìjiimo, come fanno benfare alcuni in Tofca- HiTortanfieli eccellenti àyincziad'lAlcffandria, cerne che dica Vlinio all VII I. cap. del XIX. libro , che i piu lo- é ' HHH ì dati Difcorfì del Matthioli 640 Cappari come fi feminino. dati fon quelli di Caria , & di Thrigia . Tortanfene affai di Tuglia , ma non fono coft aggradeuolì al gufo , ne coft e li all’occhio , come fono gli Mejfeandrini , ne fatino però uomitare à i tempi no fin , come ferine Diofcoride :fegw h0ìl haueffero cotal uirtù mangiandofì coft uerdi 3 auanti che fi fidino . 7s Jafcono i Cappari abondantementeanebo) a a ^ ma per le ruine de fusi antichi , <& fuperbi edificij, & muffirne attorno al tempio della Tace : & parimente nella cit t nofira di Siena , i quali non fono men buoni de Tulgefì . Theophraflo ferine al y. cap. del Vi. libro , chenonnajcono cappari in luoghi coltiuati . M che ripugna il feminare , che fe ne fa in piu luoghi a i tempi noflri , & che Jen cena al tempo di Tlinio . il quale al luogo predettogli infegtiò à feminare , coft dicendo , jw»»,*-- -v- <1 , mett erti in luogo fecco in ma aia , che fìa ben canata ,& circondata di fo fi per ogni intorno , & per tutto cerchiate di fafii ; altrimenti fi fpargono > & fi dilatano per tutti i campi circomicini , & fanno amen terra fiorile . Fiorirono la fiate , &fianno uerdi fino all’ occafo delle Vergdie , Codonfide i luoghi arenofh a 1 ciM Nel fecondo lib. di Diofeoride. 6 4 1 nofamiliarifiinii . Tfdla corteccia delle radici de C appari ( fecondo che alvi I . delle f acuita de [empiici commemo- rò Galeno ) fi ueggono tre manif ette qualità , ciò è amara piu apparente dell’ altre , la feconda acuta ,& acerba la terza . Il perche è manifeflo , che uifi ritrattino diuerfe qualità contrarie : imperoche è per l'amaritudine , ajìerftua , ape- ritiua , & incifìua :per l’ acuità , c'alèfattiua , incifìua, & digejìiua:& per l’acerbità, contrattìua , indur attua, & coHrettiua . Et imperò fe medicamento alcuno può giouare alle durezze della milz^a , quetto è il piu ualente coft appli- cato di fuori compofio con altri idonei medicamenti , come pref 1 per bocca tanto cotto nell’aceto , ouero nell’oximele , quanto tolto [ecco in polirne , mefehiato coni medefìmi già detti liquori . percioche offendo apertamente manifeflo , ebe purga egli igrofli , & uifeoft humori tolto in queflo modo , & quelli non folamente per orina , ma per il corpo : conduce anchor jpeffo i f anguinolenti . dal che fono fiate curate le durezze della mil%a , finalmente le fciatiche . Tro- ica dopo quetto la corteccia della radice de Cappari i meflrui: &maflicatatirala flemma dalla tetta , & conferi- re d i rotti , 6' àgli Jpafimati . Sana applicata à modo di empiattro , le ulcere maligne : percioche le [acuità fu e fono dimondifìcare ,&non poco di difeccare . Giouaper lepredette fue qualità à i dolori de i denti ò cotta nell’aceto , oue- ro neluino > & parimente maflicata . E' cofa chiara per le precedentiragioni , che ella fia incifìua , aflerfiua , digefliua , contrattino, : &però incorporata con aceto leua uia le uitiligini, fana le fcrofole ,& l' altre durezze, quando però s'accompagna con altri conueneuoli medicamenti . Corriffonde proportionalmente il flutto dei Cappari in ognifua f acuita alla fcor\a delle radici , come che in ogni fua operatone fi ritroui egli piu debile . il che interuiene fìmilmen- tc ài fujìi,& alle floridi. Onde mi ricordo batter e alleuolte rifolto conle fondi alcune durezze filmili alle fcrofole. ma bifogna mefcolarle con cofe, che pojfano ribattere la uehementia delle for^e loro . Et però none marauiglia , che con l amaritudine , che poffeggono , pojfano ammazzare i uermini dell’ orecchie . Oltre à ciò è dafapere , che i Cappari , ebenafeono nelle caldijfme regioni , come fono quelli di Arabia , fono molto piu acuti de i noflri ; &però hanno mag- gior [acuità di [cattare .Et al fecondo delle [acuità de gli alimenti diceuapur egli : Ffafcono i Cappari copiofamente in Cipro , &[on compatti ài fottiliffime parti : & imperò mangiati ne icibi nutrifeono poco , come fanno tutte l' altre cofe fiottili. I flutti de i cappari [uno neramente piu in ufo come medicina , che come cibo . Tortanfi à noi conditi nel fi- le : imperoche ferbandofì cofi f ili fi putrefanno . É adunque cofa chiara, che i uerdi , aitanti che fi falino , f ino piu nutri- tiui : imperoche perdono per il fiale affi zi del nutrimento loro , onde fe non figli caua il fiale , non nutrifeono : ma foluo - no il corpo . Lanciti , & tenuti in mollo , fino che Inficiano ognifiapore di fiale , ejfendodi pochiffimo nutrimento fi fanno à i corpi cibo , & medicina : percioche per far tornare l’appetito perduto , & per radere , & cacciar fuori la flemma , che s'attacca allo flomaco , fono molto conueneuoli , & cofi per aprire le oppilationi del fegato , & della mìlzp . ma debbonfi fempre mangiare alianti à tutti gli altri cibi, acconci à modo d’ infialata con olio ,& con aceto, ouero con 1 aceto melato .Mangiano alcuni i germini de cappari , come quelli del tcrebintho : & ferb anli mentre che fon uerdi , ò nella falamuoia fatta d’aceto , 0 nell'aceto puro . Chiamano il C apparo i Greci , KgWdip/sv i Latini , C apparii : gli Jrabi 3 Lappar , & Kappar : i Tedefchi, Kappren : gli Spagnoli , Mkaparras : i Francefì, Cappre: ^ . Del Lepidio ; Gap: C L X V. Chiamano alcuni il Lepidio, gingidio . è hérbetta uolgarmente nota, ferbafi con latte nel- la falamuoia . Le fr ondi fono acute , & ulceratiue . il perche applicate inlieme con radice de > noia per un quarto d’hora, è rimedio prefentaneo alle fciatiche . Gioua Umilmente nel medefimo modo à coloro, che patifcono nella milza: cura la Icabbia. Stimali, che tenendoli appiccata al co lo la fua radice , leui uia il dolore de i denti . Essendo di fi opra alla fine del primo libro al capitolo dell’lberide fiato detto qualmente fieno il Lepidio , & l'iberideuna cofa medefìma , non accade qui'replicarne l’hifìoria : percioche quiuifìpuo ciafcuno fodisfare . Ma da quello è Meramente differente il Lepidio , che commemora Tlinio all’v III. cap. del XIX. libro : imperoche dice egli effer pianta alta un ipmbito, confondi di lauro, & non di natturtio . I cui lineamenti ( come dicemmo difiopra al capi- tolo dell' iberide) dimottranochel Lepidio diTlinio fauna medefimacofà con quella fecondafpetie d’iberide ,che ) [crine Taolo nel 1 1 1 . libro al cap. lxxv li. per la cura delie fciatiche , produrre le fondi dì lauro .La quale nera- mente ( come dicemmo nel luogo già detto ) non è altro , che quetta herba fatta hoggi uolgare in Italia , chiamata da alcuni per l’acutifiimo firn fapore Tiperitis . Oltre à queflo non mipoffo fe non grandemente marauigliare,che shab- biano creduto il }\ueUio , Hermolao , & il Manardo , che'l Lepidio fia queUa uolgare , & nota pianta à tutta Italia , che uolgarmente fi chiama paphano . percioche per produrre ellagrandifiime fondi , maggiori di quelle del uerbafeo, &pocominori di quelle dell' enola, non fi può inmodo alcuno rajfembr are il paphano al Lepidio di Diofeoride , ikqua- lc ferine effer picciola herbetta : ne manco à quello , che fcriue Tlinio , deferiuendo egli il fito alto ungòmbito, &con fiondi di lauro . fegià cottoro , huomini de i nottri tempi dottifìimi,non intendefferoper illor raphano, il lepidio di Tli- 1110 • Chiamano i Greci il Lepidio , iwttm : i Latini , Lepidium : gli Arabi , Seitaragi , Haufab , Afceitaragi , & ) Sitbaregi ; i T edefebi , Gaucbbluom , & Builder li Francefì , Tajferagie , & Tfafitort fauuage . Cappari fcritti da Gal. Nomi. Lepidioa& fùa eflam. Lepidio di Pii nio. Errore del Ruellio , del Manardo , d’Hermolao. Nomi. HHH 3 Del Nel fecondo lib . di Diofcoride . £43 LEPIDIO DI PAOLO , ET DI PLINIO. Del Ranuncolo, ouero Batrachio . Cap. CLXVI. LE s p e t i e del Ranuncolo fon piu : come che habbiano tutte una medelima uirtù , acuta ciò è,& ualorofàméte ulceratiua.Ha quello della prima Ipecie le frondi di coriandro,ma però piularghe, bianchiccio, &gralfe:produceilfiorgiallo,& qualche uolta porporeo : il fuftó è lottile , alto un gombito: produce la radice bianca, picciola, Scamata, .con molte radicette ca- pillari, ma con piu Potili radici per intorno, come l'elleboro, nafce inluoghi humidi,& appreflò allacque. Quello della feconda Ipetie è piu lanuginofo, hailfufto piulungo,&lefrondipiuin- tagliate . nalce abondantemente in Sardigna , acutiffimo al gufto , doue lo chiamano apio làluati- [0 co .11 terzo è picciolino , di fpiaceuole odore, Se produce il fior giallo . Il quarto è limile à quello, riafa il fior bianco limile allatto. Le frondi, ifiori,&i fulli di tutti quefti, quando fon uerdi,& teneri ulcerano, Se brufeiano con dolore. &imperò impiaftra ti fanno caderel'unghie corrotte, HHH 4 guari- i thimij^ guarirono larogna, fpengono le margini, cauano leformiche cheli raflèmbrano - fanano la pelagionc . La dccottion loro applicata tepida , gioua alle bugance . La ra . trita meda nel nafo fa ftarnutare : & tenuta tra i denti ne leua il dolore , ma gli ra rompe Chiamasi ( quantunque male ) ilSjmuncolo,ouero Batrachio fcrittme quieta Zi ta Italia , come ben dicemmo di [opra al capitolo del Coronopo , Pie contino , onero “Pie diga 0 ■ menu Nel fecondo lib . di Diofeoride. 6 4. j R A N.V-N COLO II. s mente nota d ciafcmo , & ritrouanfene in Italia piu Jpetie Et quantunque Diofeoride non fcriueffe di piu che di quat- tro ; io nondimeno pojfo affermare hauerne ueduto & la quinta 3&la fella jpetie . Tra le quali uenè una ( quantun- que fe la taccia Diofeoride ) non punto diffmile da quella prima , che produce la radice jìmilè d una gr offa castagna > 0 ^nca ,& ulceratiua: la quale ho JpeJfo ufat a io duerno per far uefcicare , quando non ho potuto hauer l’herha.ll cheho parimente ueduto fare ad altri . Oltre à cio'quello3che nafee in Sardigna , piu lanuginofo, ò ( come dice Vii- ^pjQ r;f0)0iie- mo)piu cejpugliofo j acutifimo algujlo tnonper altro chiamauano alcuni jlpium rifus, fe nonperche fcriuono alcuni > rodi Sardigna. che ^4^ DifcorfidelMatthioli RANVNGOL© HI. thè fe iie muoiono rìdendo , come_pcr. allegrerà A coloro x che lo mangiano . Ma in nero (per quanto io mciicAcj 4 Ift cofàfia altrimenti . Imperoche ferme Vaufinia , qbe mangiandofi questa herba fa ritirare i nerui, dimodo oc slungarela bocca , di forte che nel morir e par propriamente , che ridano coloro x chefie lo mangiano . Onde dicesti \ l/tJHoiJ^afce in Sardigna ma certa herba , la quale fi chiama Sardonia , firmile all'apio, [abiatico : la quale am ii-h j zzandogli huomini 3 talmente loro fi or ce la bocca , & le parti circofianti , che pare neramente , che ridano ne mor > • ' Il che dijfie fimjlmente Dioficoride nelfefio libro [emendo dcueleni , oue particolarmente tratta degli acci en b -< Nel fecondo lib . di Diofcoride. 6 47 RANVNCOLO IMI. falherba Sardonia , quando ella fi mangia . Ma uolendoft falere in quanto errore fieno coloro , che tengono il Ra- nuncolo per il Vie cornino 3 onero Vie di cornacchia , leggafi il commento nofiro fatto difopra al capitolo del C orono- & ritroueraffene quiui quanto fa il bifogno . ScriJJe del Ranuncolo Galeno nel V 1 .libro delle f acuità de fempli- cl>conquefte parole . Il Ranuncolo è di quattro forti . Ma tutte fono nelle facultà loro acute , di modo che ulcerano la carne con dolore . Ver quejla adunque ragione , ufandofi con difcretione s guarirono la rogna , & lafcabbia : flir- tano le unghie guafle , leuano i fegni delle cicatrici x& cauano uia i pòrri pendenti chiamati acrocbordoni 3 & le for- miche. Errore di alcu- ni. Ranucolo ferie to da Galeno. 648 Difcorfi de 1 Matthioli RANVNCOLO V, ìttiche, Gìomìio fimilmente alla potagione , lafciandouìfi [opra poco tempo : ìmperoche lafciandouifìfopra^ ’ non follmente Scorticano la pelle , ma abbruciando la carne ui generano l’efcara . Tutte quefle cofe fanno ifu h ^ foglie , quando s impiaflrano. uerdi . La radice fècca faflarnutare, come fanno t altre cofe , che difeccano ua or ofó ^ ^ te . Giona anchora à i dolori de i denti , di modo che li rompe per ejfer ualorofamente difeccatiua . Et per ir 0 1 Kqqi.u volta fola, fono tanto la radice , quanto tutta l'herba, eccefìiuamente calide, & fecche . Chiamano i Greci 1 Ai* loMi •: i Latini, E^nmmlus ; i Tedefchi , Ummfmfa^ li Spagnoli , Hima b elida 1 i Fr ancefi * I Nel fecondo lib . di Diofconde, 6 45) R’ANV.NCOLO VI. Dell’Anemone. Cap. CLXVII. LA ne M o n e è di due fpetie , l'uno delle quali nafee in luoghi faluatichi , l’altro in luoghi coltiuati. Il quale è di uarie fpetie : imperoche l’uno produce il fior rolfo : l’altro bianco , co- meilIatte,oueramenteporporeo. Lefrondidi quelli fon Amili al coriandro, ma intagliate piu minutamente oue s’inchinano à terra. I fuftifono lanuginofi,&fottili: fopra cui fono i fiori limili a quelli del papauero, in mezo ài quali fono leteftenere, ouer cerulee. Hanno la radice grande , come una oliua , ò poco maggiore , cinta come da certi nodi . Il faluatico è in tutte le ue parti maggiore . Ha le frondi piu larghe , & piu dure : & il capo 'piu lungo . Il fiore è rollò : & le radici lon molte , & capillari . Enne di quello, che ha. le fiondi nere , il quale è maggiormente acu- ii I to. to . Sono amendue acuti : & per quella cagione il fucco tirato per il nafo purga la tetta .La ' ce mafticata tira la flemma . cotta in uino palio , & applicata in forma di linimento , medica • fìammagioni , le debolezze , & le cicatrici de gli occhi , & mondifica l'ulceré fordide . I lui > frondi cotte con ptifana,& mangiate ne cibi, fanno abondare il latte: applicate con lana a etie ,& i gamboncelli fotti i tmg* me^o, & tondi, nelle cui fommitàefconoi fiori bianchi con cinque foglie attorno , ma gran icome ro e fattili alquanto porporewino , & maf imamente di fiotto preffo alpicciuolo . La ra ice mc^o ,%y LUIlUl . nelle LUI* IVI/UIMlcU CJLVIHUJIfVI vnr^wv ' O quali nell’ aprirfi par cbealquantoporporeggino , & majiimamente di fiotto preffo alpicciuolo . — • •- flj0. & fibrata : & nafte in Boemia ne i colli. Il quarto poi & il quinto de i quali fono qui alfiuo luogo efig ’ 0,tUtfe Icfye- due le foglie minutamente intagliate , & con fiori nell’ uno porporei &neU altro di color d oro. fiorycJ» ^ ; # j, tic , la Trimauera nel mefe di Maggio . Ma nonmanca chi creda , cbe’lpapauero faluatico fritto a ^ l’Anemone fieno una cofa medefma : o fepure non ma cofa medefma, almeno piante duna me ejtmtf m pare , che fia mamme l’intento di Diofcorìde , impernile fe hauejje egli intefo , che l Anemone , Nel fecondo lib. di Diofcoride. 6$) ANEMONE IUI. faluatico fufjero fiate piante d'mia medefima (j>etic,non baurebbe dìuifo egli le fpctie dalle fpetie : neper due diuerfi captoli cofi l'un dall'altro lontani l' baurebbe egli fcritto : ne come Jì uede nella fine del capitolo , baurebbe differentia- t0 l^nemone dal papauero faluatico ; dicendo , che l'anemone non (farge nel romperlo liquore alcuno , come fa il papavero , che gitta fuor il latte ; & che'l capitello } che ha l'anemone in me%o al fiore , non fi rajfembra punto à quel del papavero , ma alla cima d'uno (far ago : Quantunque il Brafauola voglia , che l’anemone di Diofcoride fa quel papavero faluatico , che produce i fiori piu rofìi , non s accorgendo) che rompendofì queflo gocciolano fubìto i fuoi fufti 1 atte * óbe piu oltre , ha queflo la radice lunga , & non tonda à modo d' oliva , & il fuo capitello , come tutti gli a hi papaveri non punto fimile alle cime de gli (far agi* IlFuchfìonclfuo picciolo herbario compilato dopo al 0 m£Zlore > dipinge per tjinemonc porporeo » quella pianta , che molti chiamano Pvlsatuia, molto uera- me,nte diuerfa dall' Anemone , per non fi gli raffembrare ella in parte alcuna « Imperocbe quefla nafcenell'ufcirdi ter- *a con fiondi del tutto hirfute , minutamente intagliate, & cofi ualorofamente acute , che non altrimenti uef 'deano la III 3 pelle , Errore del Bra fauola. Errore del Fuchfio. Pulfatilla j & fila hiftoria. pelle , che fi facciano quelle della fiammola , & del ranuncolo . il fiore , il quale tìcn forma di fie a , efte^. ^ primauera aitanti alle fiondi , tutto per intorno parimente kirfuto , di, colore di feunfiima porpora . ne fono alcuni fioretti gialli filmili à quelli , che nafeona nelle rofie : in me\o à i quali: fi uede un piccio poccjc. > ^ oreafeta . Sotto al fiore intorno ahfiufio è fimilmenteun fiocco comedi bigia , & fottilijfima piuma ' ^ di disfiorire nella fommitd del fuHo un fiocco tondo & canuto di fiottiliffitni capelli, della grofficT^a d ' uru ' ili UHJUJl ll’C' flLLl-UJ'U l/llllli-tt U.CL I MJ t-U lui’ Jv-ULL U LUllUU V' C j J O *■ - , ~ finVP d (IliCU1* duce la radice per ilpiu lunga due palmi , sfiejfa per lungo , quafi del tutto filmile, nella forma , & ne jnp^ ^ ^ Errore del «Wto Carlina. Qitcfla laudano alcuni marauigliofiimente cantra iapefie , & cantra i ueleni mor tifen^ Kuellio. * ferma , che nafice l'anemone in Francia cqpiòfiamente , & che.eglì è quella pianta , che chiamano g ) uenti uenti . Ilchenon c or rifp onde d quella , che ri trono io da Simon Gcnouefe.; il quale cjpreffamente c ice >CìC,a^l^cl‘ Anemone maggiore è la uctriuola, ouer paritaria, & la minore la confiolida minore . S cùffie dell Anemone . a ^ ^ fritto _a a t,r‘lf“Per ilnafo . ^flottiglia que/lo le cicatrici de gli occhi . Oltre à ciò gli Anemoni purgano 1‘ ulcere fordi- e.&lafiabbia . Vrouocano applicati i melimi ,& il latte anchora . Chiamano i Greci tMmme.Kniuintil*’ Nomi. trn , .Anemone : gli strabi , Iacbail^alnahamen , Sakaih^anheamcn . Dell’ Anemone , Gap. CLXVIII. LAroemo NE è del tutto limile al papauero làluatico . Hale fiondi intagliate, comel'ane- mone : il fiore rollo : & la tefta nella parte piu alta del gambo , piu lunga di quella del papaue- » ichiam?rheda/^PluHanelkcima • FaIa radice ritonda , & il fuoco di colore dì j 1 in liammàgion'111’0 ’ ^occ^i > &lenuuolette de gli occhi. Le fiondi impiaftrate mitigano Jv V r/>I.AN S 1 a^ Nel fecondo lib. diDiofcoride. ANACALIDE FEMINA. Dell’Anagallidc . Cajp. CLXIX. LA anagallide è di due fpetie, ma differenti però fedamente nel fiore, imperoche la femina il produce celefte : & il mafehio, roffò . Sono amendue picciol epiante,chegiacciono per terra . Le frondi loro fon picciole, & alquanto ritonde , di figura Amile all’helfine, & pro- cedono da un gambo quadrangolare . Il feme è ritondo. Hanno amendue uirtù di mitigare.- lpengonole infiammagioni , cauanoi bronconi, & le fpine fuor de membri, & fermano l'ulcere che mangiano . Il fucco loro gargarizato purga la cella dalla flemma : & tirato fu per la narice del- la parte contraria , leua il dolore de denti . Meflò ne gli occhi con mele Attico , ne leua uia i fioc- chi , & giouaalle debolezze della uilla . Beuut o con uino , gioua contra al morfo delle uipere , & contea à ì difetti del fegato , & delle reni . Dicono alcuni , che quella , che fa il fiore celefte 5 ritor- na dentro il b udello , che efcie dal federe : & che l'altra impiaftrata lo fa uenir fuori . L’*- Difcorfi del Mattinoli fua edam. Anagallide fcritta' da Gale L\^nagàllI de tanto mafchio, quanto femìna , la quale commmementefi chiama Morfus gallina è not'f firma à ciafcuno , quantunque ài gran lunga s ingannino coloro , che fi p enfiano 3 che fa l'Mnagallide quella che chiamiamo noi in T ofcana Centone , & in Lombardia Tauarina 3 che produce il fior bianco . imperocbe la 'itera Jlnagalliàe produce il fiore o. cele fi ino 3 ò roffo:& il fuslo quadrangolare , &■ non ritondo 3 come fa il Centone Scùffie dcllf^nAgaUide al v I. delle f acuità d,e femplici Galeno, cofi dicendo . L'uria & l’altra Mnagallide , (io ètan to quella 3 che fa il fior cele fiino, quanto quella, che lo faroffo,è molto afierfìua: & oltre à ciò poffede alquanto di calore , & di uirtà attrattiua , di modo che può tirare afe le cofe 3 che fi ficcano ,& rimangono nelle membra di tut- to il corpo . Et per la mede firma ragione purga la tefia il fucco loro tirato fu per il naf r . In fomma le Mnagallidi hanno uirtà didifeccare fen\a mordacità alcuna :& però confondano le ferite frefche , &giouano alle putride . queflo tutto Morfus diabo- diffe Galeno . Ma barrendomi il Morfus gallina , cofi chiamat&da gli fpetiali , ridotto bora d me- moria il m o R s v s diaboli j&fapend’ io di douer fodisfareà molti defcriuendonc l'hifioria , & le f acuità dico Nel fecondo lib. di Diofeoride. éTyc) ' t cjjC H Morfus diaboli è una pianta /che nafee in luoghi inculti , nelle fèlue , & tra gli j pini 3 con /rondi apprejjò à terra ftmili à quelle di quella piantaginé 3 che fi chiama Lancinola : ma fono lijcie 3 & polite con un folo ner netto per me- la . Quelle poi , che nafeono all'intorno de ifufii, i quali crefcono alti due gombiti , fono piu dirette 3 & piu breui > & alquanto intagliate . Troduce i fiori la fiate fìntili à quelli della Scabiofa . Fa molte radici > che di colore quafi tendono al nero > tutte corro fe,& {puntate : onde truffe ella il nome di Morfus diaboli . Vercioche alcuni fciocchi denoftri an- Opinione ple- tecejfori fcrijfero 3 che hauendo il Dianolo inuidia grande delle uirtùdi quella herba,ua mangiando 3 & rodendole foia. faradici . Sana , fecondo che fi dice , pefiacofi cruda 3 & applicata informa d'impiaflro i carboni & le anthraci , one- ro heuendofi il nino della fua decottìone . il quale tengono alcuni per ficuro rimedio da preferuarfi nella pefiilen^a 3& ■per li dolori della madrice . M gufi o è ella molto amara : & però fi può fieramente affermare 3 che fia nelle qualità fine c alida , & ficca . il perche fi dà la radice trita inpoluere per ammalare i uermini , <& impiastra fi fu lepcrcofeper ri- foluere i liuidi , & il /angue firauenato . Chiamano i Greci l’M nagallide , Mvst.ya.Khis : i Latini 3 Mnagallis : li Tede-? Nomi' fihi, Gaucb beyl : li Spagnoli 3 Muruges : li Francefi 3 Morgelline , & Mouron . HEDERA ARBOREA. Del* 66 o Difcorfi del Matthioli |I E D lì II A HELIX. H Deli’Hedera. Cap. CLXX. nelle fuefpetie molte differenze, le quali lpetiegeneraliffime perilp||!^_ __ ::percioche una è bianca, l’altra nera, &la terza chiamano helix. produce il fior bianco: lanera, la quale il vulgo chiama Dionilìa, nero, o fimile a ,^eujjan, la chiamata helix non produce frutto alcuno , ma alcune fottili uiticelle, & leh 011 L j goridi A LBtDEti golofe , & piu acconcio . Sono tutte l’hedere . acute , & cofirettiue . nuocono a 1 nerl ' ^ ouilp tutte alla quantità di quanto fe nepoffa torre con tre dita, beuuti dueuoltc i lui con 1 i^- feono la difenteria : & ungonfi tutti con cerotto utilmente in fu le cotture del fuoco . ^ ^ nere , cotte nell’aceto , ouero trite crude con pane , medicano la milza . Il (ficco de e . i corimbi meffo nel nafò con unguento irino , mele , ouer nitro , gioua à gli antic 1 te{iat nere , cotte nell’aceto , ouero trite crude con pane , medicano la milza della Nel fecondo lib. di Diofcoride. 66 r tefta : al che fi fparge in fui capo anchora, con aceto , & olio rofado . Diftillaft con olio nell’orec- chie , che menano , & in quelle , che dogliono . I corimbi della nera beuuti , oueramente il fucco delle fiondi» fanno il corpo languido, & conturbano la mente; tolti però in maggior quantità del bifogno . Diftillafi nell’orecchia della parte contraria l’olio rofado , nel quale in un gufeio di me- lagrano habbiano bollito cinque acini d’hedera tolti dal corimbo , per il dolore de denti . Fanno i corimbi impiantati i capelli neri . Le frondi di tutte le Ipetie cotte nel uino , medicano à tutte fui- cere, quantunque maligne , & alle cotture del fuoco . Spengono cotte nel medefimo modo le ma- cole della faccia. I corimbi triti, & applicati, prouocano i meftrui , & beuuti al pefo d una dram- ma dopo lepurgationi de meftrui, fanno diuentare fterile . I picciuoli delle frondi infufi nel mele, ,0 & applicati alla natura delle donne, prouocano i meftrui, & il parto. Il fucco infufo fanale ulce- re putride , & il puzzore del nafo . La gomma dell’hedera unta ammazza i pidocchi , & fa cafcare i peli . Il ficco delle radici beuuto con aceto gioua al morfo de i phalangi . L’ H e d E r. a , di cui fece Diofcoride tre ffetie generali/s ime , come che dica egli effer le ffetie dell' H edera mol - ?edera ' & te, è pianta per tutto nota.Machi fujfepcrò defìderofodi faperne piu ffetie , non contentandoli di quelle , di P 1 ’ cui fcriffe Vlinio ab ondant esente al xxx 1 1 1 1 .capo delxvi. lib. legga nel ili .libro di Tbeophratto al xvi i r. apo dell' hifloria delle piante , dove ne trattò egli molto diffufamente , & per ordine: onero oda qui le fuc par ole, le quali fono quefìc . L’H edera anchora è di molte Ipetie: tra le quali ue nè di quella, cheua ferpendo per terra :& di quella , che s’arrampa in alto . Le Ipetie di quella , che faglie in alto , fono piu , ma tre però quelle , che ne fon note ; la ì0 bianca ciò è , la nera, & quella che chiamano helix . Quefic hanno tutte diuerfe fpetie : imperoche l'una fi chiama bian- ca per produrre il frutto bianco , & l’altra per hauer bianche frondi . Tiu oltre tra quelle , che hanno il frutto bianco , alcuna lo fa mafehio , ferrato , & come aggomicciolato infieme . la quale chiamano alcuni corimbia , &gli jl thenieft acharnica : & alcuna lo fa minore , & piu fparfo , come la nera . La nera ha anchora ella le fue differente , ma non cofi apparenti . Ha della helix fi ueggono grandifrime differente : imperoche è molto differente nelle foglie , cofi per effer 1 minori, come per effer angolofe ,& piu acconcie di forma: auengache l’H edera l'ha piu ritonde ,& piu femplici. So- no differenti .anchora nella lungheria ile gli internodi , & ancho per la flerilità , per effer uene di quelle, che non fanno frutto alcuno :per non tr asformar fi in Lederà , come uogliono alcuni . Ma fe ben tutte diuent ano hedera , come dicono alcuni altri , qvefla neramente farà differentia ò dell’età , ò della difpofitione , & non del genere , come del pero dome- fico alfabetico . Nondimeno le fue frondi fono molto differenti da quelle dell’ hedera . ma do rare uolte accade , & in 3° poche ; ciò è che per ueccbiesga fi notino le frondi , come fanno nel popolo bianco , & nel ricino . .Adunque la helix è anchora ella di piu Ipetie : ma tre fono però quelle , che ne fono piu euidenti . Vna uerdc ftmile all'berba , la quale è co - piofiffima : t altra bianca : & la terrea di color uario , la quale chiamano alcuni T brada . Et tutte queflefono differen- titra loro; per cieche della uerdc ue nè di quella , che ha le frondi piu fottili , piu lunghe , & anchora piudenfe: & di quella , che mn ha coffa alcuna di quefle . Di quella di uario colore ue nè forte , che produce le frondi piu larghe : & for- te , che le fa minori , & differente nell' habito d’ alcune macchie : & parimente fono differenti nella grandetta , & nel colore . Lauerde chiamata hcrbacea ageuolmentc crefee , & fi diffonde molto . Dicono , che quella, che crefce in he- dera , fi conofce non folamentc alle frondi , le quali ha ella maggiori &pìu larghe ; ma à i germini anchora : imperoche ella gli produce diritti , & non torti , fottili , & lunghi . Ma la herbacea fa i fuoi piu groffi , & piu breui . Et l'hede- ra , come comincia affare il frutto fa ifuoi germini alti , & diritti. Tutte l'hedere hanno infinite radici , denfe , torte a 4° & legaofe , non troppo profonde ,& fi) edulmente la nera : & tra le bianche , quella che è afprifiima , & faluatichif- fima . il perche guafia gli alberi , auincbiandofegli adoffo , & ammalali tutti al fine , & falli feccarc , togliendo loro detrimento . lluesla ungroffa molto, & di tal forte che diuentaperfe fleffa albero . nondimeno per lapin vane fuo- leellàfempreattaccarfi àgli alberi ,&uiuerfenc [opra quelli ,à ciò deflinata di fua propria natura. Et però genera continuamente radicene da i fuoi germini tra le fi- ondi con, le quali fagliene gli alberi, & nelle mirra ,& attaccafeli adoffo: onde pare, che indufircuolmente gli fieno quelle radicette fiate date dalla natura . Et cofi tirando con quelle l’hu- more,& fucchiandofclo fa Jeccar egli alberi: di modo che fe ben fi taglia dal piede , può nondimeno uhi ere anchora , & durare affai. Ha una altra non mediocre differenza anchora nel frutto: imperoche l'uno è dolce ,& l'altro molto amaro , tanto nella bianca , quanto nella nera . Del che danno manifesto inditiogli augelli : percioche uno ne mangia- no>&l altro lafciano . QucHo tutto difre dell'H edera T heophrafio . Ma quantunque ne fcriueffe Theophraflo di tante JO fretie , nondimeno appreffò di noine fono in confideratione folamente due ffetié: ciò èia maggióre ,& la minore . La maggiore adunque la quale chiamiamo arborea , non folamente nafte nelle felue abbracciando gl’ alberi , & foftentan- dofi [opra di loro , & jlringendoli tanto gagliardamente che ben jpeffo gl’amma-^a , ma occupa cofi anchora li antichi edifici], ifepulchri , & le muraglie delle città , che finalmente filtrandone le pietre con le radici che à uiua fiordo, fi cacciano nelle commeffure loro : che finalmente gli mina , & infìeme con loro fe ne cade in terra . L'Mrborea adunque file prime foglie che tendono allungo quafi come quelle del pero, ò per dir meglio, del popolo bianco . il quale crefccn - do & inuecchiandofi diuentano triangolari come quelle dclpopolo bianco, fimo oltre à ciò groffe, &rcbuflc & molto lifeie al toccare , & attaccate per lungo & fiottile picciuolo, d'un faporeche partìcipa dell'amaro , dell’acerbo ,& dell acuto.Comincia à fiorire quafi nel fine dell' Autunno con piccioli & mofeofì fiori dì giallo colore , da i quali poi riffe 0 no i Corimbi ingrapoletti maggiori di quelli del ligufiro,le bacche de i quali prima f rao uerdi et nere poi quando f mo ma fo tli?c il mefe di Gennaio , & di Febraio . La minore chiamata Helix non produce ne fiori ne frutti . Questa rarìffime uol- te fi uedefopra gl’ alberi grandi :Tercioche la fua natura è d'arrampicar folamente intorno ài faffi grò fri, ò andar fc- ne ferpendo per terra , ò intorno alle macie , à ì t erragli , & alle fiepi con foglie fempre triangolari & macchiate . Ver- K K K deggiano deggictno amendue perpetuamente , we y? ueggonofen\a le frondi : Amano l’hedera.non poco i ferpentipe > JIC0UC rarfi eglino il Verno ccmmodamente fra effa , godendo fi del fuo natiuo colore. il fucchio delle foglie beuto conuino ni feo fana i diffetti della milrxa . Cotte fette frondi d’hedera con altrettante animelle monde di noccioli di pefcbe,nc o & nell' aceto ,& dipoi pefle in fu la fronte & in fu le .tempie guarifeono il dolore del capo , che procede dal ccrue o. j no le foglie dell’hedera molto commodamente coloro che hanno le fontanelle nelle gambe ò nelle braccia, om a ' ghi del corpo : Tercioche mettendouif fopra aiutano a camme fiore gl' humorì che ui concorgono & corroborano ' go.faffene berrette tonde cucendo fi le foglie infieme per i fanciulli che hanno il capo ulcerato & fcan\ofo i a . Tercioche ne tir ano fuor e l'acquof.tà , & la marcia , & guarifeono il male . La gomma che difilla dal tronco * ^ ^ re ammala , ungendo fene, i lendini & i pidocchi . È anchora un ber ha chiamata uolgar mente Hed era restre la quale producendo lunghi funicoli fe ne trafeorre lungamente per terra , da i quali nafeono e;g> tonde , crefpe , ruuidette &pcr intorno intagliate : fa i fiori pie ciolini &porporei, i quali fene uengon fuor e a 1 I nafeimen to delle foglie la T rimaner a nel mefe d’ Aprile . Le radici ha ellaf utili , la maggior parte delle qua t «te ^ , da i nodi de i fitoi lunghi famenti , & pian piano penetrano poi in terra . Tfafcc per ilpiu in luoghi ombro]! ^ | Nel fecondo lib. di Diofcoride. fiutiti & le mura dcUt città , & delle cafe , ór de gl borti . Tuttala pianta è amara, onde può ella ageuolmente aftcr- gere , affottigliare , Ór aprire . Credono alcuni ór affermanlo anchora che babbi quefla pianta una fietial uirtu di con- fohdare le ferite intrinfecbe del corpo , oue elle Ji fieno, beendofene la poluere neUa fua ifteffa decottione . ma per far il rimedio piu efficace u aggiungono radici di Bibbia , & di Dittamo bianco , Betonica, Telòfella, VimpineUa Italiana , Stellaria, Coda di cauallo , Virgo, aurea, Virola , foglie dicanolo roffo ór radici di cinque fogliosi Bifiortq , ór di Tor- mentila , & facendone decottione nel nino ne preparano la bcuanda , ór donnone à i feriti un bicchiere che fa caldetta alla uolta la mattina & la fera tre bore auanti mangiare , aggiungendoui tanto mele rofado che bafii per farla dolce . di modo che tutta la beuandafìa alpefo di quattro onde per uolta . ór par che qucflo medicamento facci molte uolte miracoli : come iopoffo con lievita affermare . il picchio accompagnato con uerde rame s adopera utilmetite.per fanare lefìftole . L’berbafrcfca & pedo fa due pietre uiue ór legata fopra iporriglìfecca & falli cadere . L’ Il edera ( di- Hed r r • cena Galeno alvi I . delle facilita de femplici ) e compofla di f acuità contrarie : imperoche ella ha un certo che di fu- da Gal. fianca coflrettiua , la quale ^ è neramente terrea , & frigida . Ha anchora alquanto al gufo dell'acuto : il che arguifce , fi ella fa calida . Ut oltre à ciò fi conof :e , & mafiimc nella uerde , una certa fallanti acquea , & tepida : la quale nel feccarft fuanifce , &folo gli refla la qualità terrcfir e, frigida , & coflrettiua, & quella che è calida, ór acuta . Chia - Nom‘* mano i Greci l Hedera , Kmos : i Lai ini , Heder a ; gli ^Ar ab i , Cuffus : li T edefcbi , Mauer , Epbeuu baum , Upheuu : li Spagnoli , Edera , Era : i Francefì , Lierre . Della Chelidonia, ouero Hirondinaria maggiore. Cap; C L X X I : LA chelidonia maggiore produce il fufto , Tortile , alto un gombito , & qualche uolta maggiore, con frondolì ramuicelli. Lefrondi fa ella limili al ranuncolo, ma piu tenere, di colore, che tende al ceruleo . Sonoi Tuoi fiori limili alle uiole bianche, li quali elcono fecondo l’ordine di ciafcuna delle lue frondi. Ha il fucco giallo acuto, mordace, amaretto, & di graue odo- re . La radice nella parte di fopra è folamente una , ma nel ballò lì diuide in piu capillari9, di colore limile al zafferano . Produce le fìlique limili à quelle del papauero cornuto, Tortili, lunghe , di for- mapiramidale: nelle quali è il Teme maggiore di quello del papauero. Il fucco cotto à fuoco de carboni in un uafo di rame inlìeme con mele,rifehiarala uifta. Spremefi dalle frondi, dai filli, & dalle radici il ficco nel principio della fate , & feccafi all'ombra , & fanfenepofeia palmelli . La radice beuuta con uino bianco , & aneli , conferifce à trabocco di fiele : impiaf rata con uino guari- fcel’ulcerc ferpiginofe : mafticata lena il dolore de denti. Credelì, ch’ella fi chiami Chelidonia, perche nafee nei tempo, che tiengonò à noi le rondini : & feccafi, quando elle fi partono . Dilfero alcuni , che accecandoli i rondinini nel nido , le madri gli guarifeono , mettendo loro quella her- bainfi gli occhi. LJ chelidonia chiamata da Diofcoride maggiore , fi chiama uolgarmentc Celidonia . Questa da alcu- chelidonia ni ignoranti , ór maffime alchimisti impartiti , non fapendo bene eglino, che Chelidonia uuol dir Hirondinaria, maggiore, & 1 è chiamata Donnm cedi . Ideila cui fenten\d confdandofì fieffo predicano cauarfi da quefla pianta una certa lor van^d*Alchi quinta effen?xa , non filo utile à condurre le loro fallaci opinioni à perfezione ; ma anchora mirabilmente gioueuoleper mifti. la ulta deglihuomini in diuerfi morbi pericolofì . Ifiafcc la Chelidonia in Italia per tutto , & mafiimc apprejfoalie fiepi lungo le uie , ór in fu le muraglie uecchie . S crine Diofcoride nella fine del capitolo, che narrano alcuni , che accecando- ft i Rondinini mentre che fono nel nido , le madri con la Chelidonia gli rendono il uedere . Ma non afferma ciò Dio floride per cofa nera. Impero che tutto qucflo fa per fi Sìejfa la natura , & non l'arte , ne la medicina . Del che fa chiaro testimonio Mrijìotile al v l .capo del 1 1 1 1. libro dellageneratione de gl’ animali con quefle parole . Sonò anchora alcu- ni augelli che fanno i figliuoli ciechi , ór qucHi fon quelli che offendo piccioli generano molti figliuoli, fi- a i quali fono le cornacchie , le Garage , le paffere , ór le Biondini, ór però pungendofi gl' occhi delli Bondinini nouellamente nati di nuouo Anfanano, imperoche non efiendo aneboraperfetti non fì corrompono, ma pullulano , ór di nuouo rinafeono . ór nel vi. libro dell hi fioria degl animali, pungendofi ( diceua ) gl’ occhi delle Biondini nate di frefeo rinafeono , ór rac- quietano di limitò la uirtu uifiua . L’herbamefia nelle fc arpe ., ór calcata coi piedi ignudi gioua ( come credono al- cuni) al trabocco del fiele, & meffafoprale mammelle delle donne rifi agno, il fluffo de i mefirui ; pcfla infi eme con la ra- dice , & cotta con olio di camomilla & applicata fi opra l'ombelico mitiga i dolori del uentre , & della madricc . La poi -* ■nere di tutta la pianta fana l' ulcere & le ferite fi) arfaui fopra . Il ficchi o è ottimo medicamento per leuare t fioccln , le nugolette , ór le cicatrici de gl’ occhi, ma per effere acutifìimo non fi deuc adoperar filo , ma incorporato con quelle cofe ebepoffono in parte raddolcire la fua acutc^a , come è il latte di donna . Mcffo il medefìmo nelle cauità dei dentigli rompe ór li fa cafiare , & il medefìmo fa ne iporri ongendoneli fieffo . Mofirano alcuni herbolattiper la chelidonia Maggiore una certa pianta, la quale chiamano alcuni ,/^vilina, altri Aquilegia . Tsfafie l'aquilegia confo- Aquilina. g ienon guari lontane da quelle della_Chelidonia maggiore , intagliate però all'intorno quafìcome quelle delcoriandro. Produce il mefe di Giugno piu & piu gambi lunghi , & fittili , nella cima de i quali nafeono i fiori in alcune piante por- f°) ei in alcune bianchi , ór in alcune di color d’oro, tanto è il piacere , che fì prende la natura nel uariarc di diuerfi colo- n nelle piante , Spar gonfi i fiori in modo di fella con cinque raggi d’intorno , ór quattro cornetti nifi ueggono dal- • K K K 2 la parte 664- Difcorfi del Matthioli CHELIDONIA MAGGIORE. la parte di fatto intorno al picciuolo con la punta ritorta , & meni di dentro , da i quali nafeono alcuni Img come di melanthio,ne i quali fi contiene dentro il feme minuto lucido & nero, il ^m}e ^ifogu come di melanthio.ne iquali fi contiene dentro il feme minuto tucido&nero, U quale ( comejcriw" ‘ mentatori)beuto con malmgia al pcfoi'una dramma, & un poco di \affar ano gmrìfce il trabocco de jte e, t che ipatienti fi mettino fubito nel letto à fidare . Mtri lo danno à bere àgi epilettici : mapernon faperio coi Chelidonia damento,nonfo con che uerità affermare fe ui uaglia come dicono coHoro . Fece della Chelidonia ™m0J’11 maggiore fcrit /'vili- delle f acuità de femplici , cofì dicendo . La Chelidonia è fortemente calida , & ajlerftua . I juoju tada Galeno. ... t . -a . ' j. ^ n: • . 7; — L; „«//,» /•«* fenili* frnPYirr/i .oYnfTeyrad’huinoriilW1*1' ' , . : /’vil I. delle [acuità de [empiici , cojt dicendo . LaChelidoma e fortemente cauaa , v ajtcrjiitu . ./ j Jiricbicfr re la uifla è molto commodo , & mafìime in quegli occhi , nella cui pupilla fi genera grofjhga d humor t> i £ 0.pH^\oì\t gono medicamenti digeftiui , & rifolutiui . Alcuni hanno ufato la radice al trabocco di fiele , che pi oce a Ai Cnrr A A ni rt A U OV O 11 pi Clivi 1\ Ui /ili P f\ Ìvtfì PVH P C/1W PVt p(ì . C (YììFpYI.Cc ‘ P. YMt.Hlf.Ctt O, t} artiflCìltC al dolOY C CI Nomi. gono medicamenti digejtim , & njolutim . Alcuni hanno ujato La radice ai traoocco utjw , cu r ^ di fegat orandola à bere nel uino bianco infieme con an efu C onferifee maflicata parimente al dolore et .^00, ^ mano i Greci la Chelidonia maggiore 3 XìkiS'oviqv y-fy* : i Latini , Chclidoniummaìus : gli Arabi Kaur oc ^ ll-M*** n/vwmmr» v Chilodomonthoma ,& Memiram :li Tedefchi , Scheluurt\y& Schelkraut :li Spagnoli golundrinhas ; i Frane efi , Chelidonie , &Ffclcre . Nel fecondo lib. di Diofcoridc . 6'6'j A Q_y I L I N A. Della Chelidonia minore . Capv CLXXII. LA chelidonia minore , la quale alcuni hanno chiamata grano faluatico , è picciola her- betta. Le cui fiondi eiconocol picciuolo di fatto dalla radice, limili à quelle dell’hedera , quantunque piu ritonde , piu piccìole , piu tenere , & alquanto graffétte . Ha molte , & picciole ra- dici procedenti da una medelima bafe , aggomicciolate , limili al grano : delle quali folamente tre, ouer quattro s’allungano. Nalcc appretto all’acque, & dilaghi. Escuta, & ulcera le parti fuper- j 0 Sciali , come l’anemone : fa cadere 1 unghie corrotte , & guarifee la rogna . Tirali il fucco,che li fpre me dalle radici, fu per il nafo per purgare la tetta . La fuadecottioncgargarizata con melefa mol- to bene gli effetti medelimi, & purga i uitij del petto , & della tetta . ICKK 3 Qs ella V Difcorfi del Matthioli Ckelidonla'm i /^v p'fLLA, che tifi Umoftra hoggi per la Chelidonia mìnpre , najfce abondantifiima in ogniparte di Italia fiiptr nore,& Ai a efla ^ Ifc nae de gfoj lUOghi acquatimi : Con fiondi federare e, ma piu piccioli , &piu ritonde , & ahjmn- nwuuone. tograjj-et:tc ,Tjpn produce alcun fuflo ,& fa il fior giallo (quantunque fe lo tacefie Diofcoride ) nel princìpio dèi primauera, attaccato confimi picciuolo .Ha affair aditi , fintili neramente à granella di fomento , benché qualche uolta maggiori , bianche , & pendenti , tra le quali fetlipre ne fono alarne di lunghe capillari . Dura quella pipata poco tempo : perciocbe [cvipre nafte ,& fi perde nella primauera. Chiamatila alcuni perla fimiglian\a delle radici, Scro- pholaria minore : copie che fia anchora chi uoglia , che cotal nome gli fia lìato poflo per fame ella le fcrophole. liti in Tofcam la chiamiamo Fauqfceilo , per batter forfè ella le foglie graffette , come le faue. Tfe per altro fi tiene , ch'il, la fia chiamata Chelidonia. , che per nafeer neluemre delle rondini , come parimente la maggiore .Mafie quella fia quel- la , di cuifntefero Diofcoride , Galeno , non, fi può fi non dubitare : perrioebe ne nelle fiondi , ne nelle radici file, fi ri- I J tr oua punto d'acnterg,a , douendopcrò ella effere acutiftima , & mordacifiima al gufici affai piu della maggiori . (Jfenlo calida ( come ferine Galeno ) nel quarto ordine .Il che dimoHra , che nonfiaqueflalauera . fienche ageutkimiir Nel fecondo lib. di Diofcoride. 66 7 JS potrebbe, che colite dice Galeno alti, delle f acuità degli alimenti , che l'Aro nafte m Cirene ftn\aacuter^a,& acri moi[ia alcuna , & che però fi mangia quitti ne i cibi come fi mangiano le rape ; & in Afta , & in Italia nafte di tal forte acuto , che non sufi, per altro , che per le medicine ; cofi parimente poffa internarne della Chelidonia minore , ciò è , che in Italia ella nafcefe fetida acutezza alcuna ; & in Grecia doue forfè la gufò Galeno , acutiffima ; imperoche ' 1 dall' acutezza in poi fi ritrattano nella noRra Italiana tutte le altre note , che gli affegna Diofcoride . Il che ne perfuade deridere che fe ben la mitra manca £ acuteqf* ; non peróne manchila Chelidonia minore . quantunque dire non fi poffa, che la cofi fatta conferifc ad quei morbi, dettila lodarono Diofcoride ,& Galeno . Imperoche mancando ella delle qualità proprie , che fe gli affegnano , non può in modo alcuno operarein quei morbi, in addicono efferellaua- kntifshna . Onde nonpoffo per modo uerrno accollarmi alla opinione del Fuchfto, quantunque fta eglifamofo medico. 9 Imperoche ei nel firn libro delle compofmorii de i medicamenti ultimamente Rampato , & da lìti aumentato , & emen- dato , mole che la chelidonia fta ima feconda fpetìe d’ balera tenera , & molle . Ma non ritrouando io di cotali hedere, hiftorn alcuna ,fenon appreffo'l Fucbfto,& uedendo che la non èfarmentofa , coinè fono tutte le altre fjretie deWbcde- U, credo che il Fuchfto fi fta qui, come inaltri infiniti luoghi ingannato . Ma èmoltppittda effer riprefo quel coftma- lirno ciurmadore , il quale ffrappindo li fermi noRrì , uftito per propria rabbia de i ftntimenti non sé uergognato di contendere meco che quefia pianta nonfia la Chelidonia minore, ma I Amelio di cui nella Georgica fcrijfe Vergilio trat- . uniodeivteiicaptcntiperle api-,& di qui fi conofce che non è cofa che faccia diuentqre gli hitomìnipm pazqq , & piu temerari! , che l'inuidia , & ( arnbitioqf. Scuffine Galeno all'\ j 1 1. delle ficultà de femplici , cofi dicendo. Chelidooiami La Chelidonia minore per cjfer piu acuta della maggiore ^ulcera applicatala carne piu mlorofamente , & fh cadere Gal' CmU * t unghie fcabrofe . Ilfuo fuetto tirato fu per il nafo purga , come cofa acuta, la teRa . Et però fi può dire .ch'ella fiadi- 10 feccatiuq ,& calidanel quarto ordine . Chiamano la Chelidoniai Greci, Ht/jMvm iwcftt t i Latini, Chelidonìummi- Nomi. m: gli Arabi, Memipettl.&Chilodomon: liTedefchi, Feiguuartgen , Blanterhjaut , Tfafenhoedlm , & Meien- brant : li Spagnoli, Scrofularia menar : li Francffi , Caullons despreRe ! , & Efclere petite . DelfOchonna. Cap. CLXXIII. SO n o alcuni , che dicono , che l'Othonna è fucco di chelidonia maggiore : altri di glaucio : al- tri fucco di fiori di papauero cornuto. Altri dicono eflèr l’othonna unamiftura fatta di fucco d’anagallide celeftc , di hiofeiamo , & di papauero , Sono anchora altri , che lì credono , ch’ella fia il fucco d una certa herba Trogloditica, la qual fi chiama othonna: & che ella nafea in quella I© parte d Arabia uerfo l’Egitto , con frondi limili alla ruchetta , fqualide , & poche , ma pertugiate, come un criuello,& come fe fulfero mangiate da bruchi : & che’l fiore fi rafièmbra à quello del zaf- farano, quantunque fia egli piu largo di frondi. Il perche fi penfarono alcuni, ch’ella falle una Ipetie d’anemone. Cariali di quella il fucco per le medicine de gli occhi, doue fia bifogno di mondificare ; imperoche rode , & lena tutte quelle cofe , che impedifeono la chiarezza loro . Di- cono oltre à quello, che da quella pianta diftillaun certo liquore: del quale ben lauato,& ben netto da falli, fi formano padelli utili ài predetti difetti . Dicono alcuni, che lothonna è una pietra , che nafpe in Thcbaide d’Egitto , bianca di colore , picc jota , mordente , & acuta , calida , & coftrettiua \ 7T D£s I manifejì amente , che le molte opinioni recitate da Diofcoride dell' Othonna dimofirano , che ella Othonna & V gh fujfe incognita , non foggiugnendo egli à quelle cofa alcuna del fuo . % Nondimeno con tutto do. non mancano fua cflam. periti femplicish che uogliono , che quella pianta , che produce quei uaghif imi fiori chiamati uolgar niente Garofani d'india ( de quali fi tr olieranno due figure nel fine del quarto libro ) fia la othonna . alle cui opinioni anchora io mi ac- coflarei,fe quefia pianta baueffe le foglie fumili alla Falchetta fragili , & pertugiate à modo dì un criuello , ò come man- giate dalletignuolc ,& poche . Ma offendo ella piena è copiofa di foglie , le quali piu predo fi rafìo, migliano al tana- ceto che alla Buchetta , & che non fono pertugiate , non ueggo uer amente come poffa io ragìoncuolmentc uenire net- l opinione di costoro , Imperoche non mi marne- a far ciò il colore de i fiori , ne la grande zza delie foglie loro , non ui fi uedendo le altre piu import antinote , effetto un numero grande di piante che producono i fiorigialli , & larghi. Io neramente fe mi f uff e dato liccntia difar fopra ciò la mia determinatione direi che quefia pianta apprejfo agì Indiani Q fyjfeunafpetiedi Chrifanthemo, ; ma lafcio à determinar do à coloro , che piu di me in quefia facoltà fi fono effer citati: Et dico che ella è una pianta frutte ofa con i gambi lunghi duigombiti , & qualche mica maggiori , slrifciati diritti >& rofiigni , da i quali efeono copiofe foglie minutamente intagliate , qtiaft come quelle del tanaceto , ma maggiori, &piu profondamente diuife . Le radici ha ella forte ma copiofe, le quali non molto fi profondano in terra . Di quefia Ito io offerito tre ffetie differenti f riamente rie i fiori : Imperoche quella che è di tutte la maggiore produce i fiori gialli , & grandi quanto le rofe , fìipatiper tutto di numero grandi fimo di foglie : l'altra produce i fiori minori con due , ò al piu tre ordini di foglie alì intorno, con alcuni filetti in mefo come nelle rofe ■: quefìi fiori nel color e, & nella fórma fon differen- ti da ifìt detti , percioche fono d'un color d'oro , & porporeò interne , & hanno le fòglie grojfette & cofi fplen- dide che paiono fatte propiamentc di uelluto dalla natura . La ter^a minore di tutte non è dalla feconda diffe- rente in altro fe non che non crefcctant'alta , & fai fiori con un fol ordine di foglie , & di tutte ìaltre fpetie mi- non, ne altra differenza ui fi uede. Ifafcono tutti qucfli fiori da un calice ouer recettacolo diftmtodi lungouia 0 ^ alcune cofiole euidenti firmile quafi à quello della liebnide coronaria, .gr tutti pendono da lunghi , & ìtrifeia - ti picciuoli : \afce di quindi ii feme nero. , lungo , fragile , & f Utile » Scalda quefia pianta * & difecca , onde fi può KKK 4 ella 6 6 8 Difcorfi del Matthioli ella ragioncuolmenteufarenelU medicina, efendoanchóra un foco amaretta , otte ftabifogno iaprirè ,iaSltxgm, & di fot figliar e . Quefla mettendo qualche mica Vado Egineta con lefue medicine, dichiara in alcuni luoghi effen JUcco di chelidonia maggiore , flandofene forfè alle opinioni di coloro , che coft fcrijfero , come riferifee Diofioridt . Homi, chiamano i Greci l’Othonna , 0'9s m: i Latini , Othonna . Dell’Orecchia di topo; Cap. CLXXIIII. LA orecchia di topo ha piu filili tutti procedenti da una radice , alquanto toiletti, & con- caui dal nafeimento loro. Le frondi fono lunghette, & Erette con il dolio alto , & eleuato, nereggianti . procedono per interualli à due à due, & fono appuntate in cima . Produce dalle con- cauita de fufti alcuni forali ramufccelli : ne i quali nafeono i fuoi piccioli fiori celefti , come quelli [0 dell anagallide . La radice è grolla un dito , tutta piena di capelli. Sana quella imparatale fitto- le lagrimali . Sono alcuni , che chiamano falline orecchia di topo . ORECCHIA DI TOPO. Nel fecondo lib.di Diofcoride. 669 RItrOVANSI alcuni uolumi di Diofcoride, che hanno in quefìo luogo il capitolo dcll’Mfme , chefeguita nel Orecchia dito mrnto libro dopo Chelfme , per chiamarfi ancbora ella Orecchia di topo . Dal che forfè incitati alcuni fcrittori la tolfero dal quarto , oue era il proprio fuo luogo , & la meffero apprejfo à quefla altra . Ma perche la iflejfafcrit- mmmoae' tura dimojìra , ch'ella doueua feguire dopo aU'helfme per raffembrargliela molto Diofcoride , & dire , ch’ella farebbe hta una cofa 'mede finta conl'helfme, fenon fujfeHatacofi picchia, mi pare di douer dirne nel fuo proprio luogo nel . mt0 ij[,..0 _ Ma parlando pure della prefente , dico che neramente fi uede fiorita il Maggio ne i prati , ne i campi , ne ^ lumi , lungo tenie , & in °gni altr0 lmZ° ■ Mct non f°Per° > habbia ella alcuno uolgar nome in Italia . S criffe tiauefta’breuemente Galeno all vili, delle fatuità defemplici , cofi dicendo . Difecca l'Orecchia di topo nel fecondo oriinetma nonperòpofiiedeeUa alcuna fatuità calida. Chiamami Greci l'Orecchia di topo, Wf fot'. • i Latini, jturic'ula muriseli Tedefchi , Vualdtmangolt mìtblauuen bluomen : li Spagnoli , Oreyadcratonyerua: li Francefi, Qrdgc du ratte . GLASTO DOMESTICO. Orecchia di tp po fcritta da Gal. Del- Difcorfi del Mattinoli 670 Dell’Ifatide, ouero Glafto domeftico. Gap. CLXXV. IL citsTo domeftico , il quale ufano i tintori per tingere le lane , produce le fiondi limili al- la piantagine , quantunoue piu graffe , & piu nere . Il fuo f ufto auanza l'altezza di dee gombi- ti . Le frondi impiaftrate rifoluono tuttele pofteme , faldano le ferite frefche, riftagnano ifluf. fi del fangue , guarifcono il fuoco facro , l’ulcere che mangiano , le putride , & quelle che uan fer- pendo perii corpo. GLASTO salvatico. t Nel fecondo lib. di Diofcoride . 6" 7 1 Dell’Ifatide, onero Giallo faluatico. Cap. CLXXVI. IL g l a s t o faluatico è limile al domcftico, come che produca egli le frondi alquanto maggio - ri fimili à quelle della lattuca : & i fufti fottili , ramofi , alquanto roftèggianti : dalia cui fommi- tàpcndono molti follicoli,cherapprefentano una certa figura di lingua, ne i quali è dentro il Te- me . produce il fiore rofiìgno , & fiottile . Vale à tutte quelle cole , alle quali conferifce il domefti- co .Beuuto , & impiaftrato gioua à i difetti della milza . GH I a m a s I il Glctjlo , onero Ifatide volgarmente in Tofcana Guado : & è adoperato da i tintori de i panni dilana y ouunque fe n efferati l'arte : imperocbe queflo conferita uiui tutti i colori , coni quali egli fi conviene . Tajjcnc incetta nella Marca apprejfo à Tfocera in una terra piu particolarmente , che nell’altrey chiamata Gualdo , nome neramente datogli dal molto Guado , che ui fi fi emina , &vifi ricoglie . D el faluatico fece memoria Tlinio al VII. cap. del XX. libro tra le lattuche faluatiche : percioche affai fele raffemhra . Fafìi del Guado l'indico , il quale adoperano i dipintori per li loro cclefti feuri , &per altri colori : imperoche mefebiato con orpimento fa bellifimo uer- 1 fa fa cui piu ampiamente diremo nel v . libro al capitolo proprio dell'indico . Scriffe del Guado Galeno al\ 1 . delle [acuità de femplici , &in queflo modo dicendo . L' Ifatide domestica , la quale ufano i tintori , difecca ualentifsimamen- j te fer^a mordacità : & è infierrìemente amara , & coHrcttiua . Ma la faluatica è manifefiamente acuta : il che fi cono- f [ce al gufo > & all' operare . Et però è molto piu difeccatiua della domestica :la onde piure fife alle humide putredini . L chiamano i Greci il Guado domcftico , iVm : il faluatico , Vaóns dypla. : i Latini il domcfìico , l fatis fatiua : i & il faluatico, I fatis fyluefìris : gli Arabi chiamano l'un & l’altro Dili , Dileg , Vefme , Chate , Chatis, Alchat , Ad ! len ,ouer Adhlen ,& Ts[il: li Tede [chi , Putidi : li Spagnoli , Taftei : li Frane e fi , Taftei de languedoc . Del T elephio . Cap. C L X X V 1 1. IL telf. phio è limile alla portulaca , tanto nelle frondi , quanto nel fufto . Ha due concauità in ogni nodo, onde procedono le frondi. Produce dalle radici hor fei, hor fette fufti, pieni difron di di colore celeftino , gralfe, uifeofe, & carnofe . Il fiore è hor giallo , & hor bianco . Nafce ne i luoghi coltiuàtij&maftime tra le uiti la primauera. Le frondi empiaftrate per ifpatio di feihore o fanano le uitiligini : mabifiògna poftia largii fopra un linimento di farina d’orzo . Il che fa ancho- ra ungendofene inficine con aceto al fole, lauando però il luogo , come è fecco il linimento . QV a n t V N qv e fi tenga hoggi dalla maggior parte di coloro , che fanno la profeffìone de i femplci , che fa ilTelephio quella pianta , chiamata da chi F ab aria , da chi Faua graffa ,& da chi Fava inuerfa ; nondimeno per non ui fi ritrovare al gufo alcuna qualità , per cuifì poffa ella giudicare fecca , & after fina , come afferma Galeno ejfere il T elephio , & il produrre ella le fondi molto maggiori della portulaca , ha fatto credere à molti , che non fa la mbaria il Telepbio , quantunque neramente nonpoco figli rafiimigli . Smffene Galeno all vm. delle facultàde i [empiici y cofi dicendo . il Telepbio è fecco , & afterfiuo , ma non pero troppo apparentemente caldo : & forfè per que- llo Rimano alcuni , che eglifìa caldo nel primo grado . Difecca nondimeno nella fine del fecondo , over amente nel prin- 0 àpio del tei\o:& però vale egli con aceto all' ulcere putride , alle vitiligini, & alle bianche macole del corpo . Qiiefto tutto del Telepbio fcriffe Galeno . Ma cotali f acuità non fi ritrovano nella fabaria , quantunque ( come poco di fopra dicemmo ) babbi ella molte note , che corrifpondeno fenici dubioal Telepbio , come fi vede per la figura qui dipinta . "Però [e altro oracolo non habbiamo , che la fabaria non fiail telepbio, fi non che le f acuità nonni corrifp ondano , in queflo parmi , che molto vaglia quella ragione detta dif opra nel commento della chelidonia minore . Imperoche fe (co- me [crine Galeno ) l'aro in Cyrene è infipido , & in Grecia , & in Italia acutifiimo , non è da maravigliar fi , che alcune altre piante uariaffero in quello perla diuerfitàdei luoghi oue le nafeono, come facilmente potrebbe intervenire nel telepbio , [alvo però il giudicio di ciafcuno . Le cui qualità nella Faua graffa non fi ritrovano : quantunque non poco ( come s è detto ) corrifponda ella aU'bifloria.come fi uede parimente cor rifondere alla fua, quella che teniamo per che- lidonia minore : la quale manca però anchor ella in Italia delle doti , che debbe à mio giuditio pojfedere in Grecia , oue ■q forfcla Fava graffa nafte parimente acuta . Chiamano i Greciil Telepbio, Tyikìqwi i Latini , Telephium . Ifatide , Gia- llo, & fua elfa- minarione. Guado fcritto da Gal. Nomi. Telephio , & fua edam. Telephio ferie to da Ci alena. Nomi. Fabaria. 67ì I DISCORSI DI M- PIETRO ANDREA M ATTHIOLI Medico Sanefe , NEL TERZO LIBRO DELLA MATERIA MEDICINALE Di PEDACIO Diofcoride Anazarbeo . Proemio . Abbiamo fin qui,cariffimo Ario,narrato ne i due precedenti libri delle cofe odo- rifere , de gli unguenti , de gli olij , de gli alberi , & de i frutti , & de i liquori loro: & oltre à ciò de gli animali , delle biade , de gli herbaggi de gli horti , & delle her- be, che fono acute. Ma hora in quello, che è il terzo della noftra giàpropofta ope- ra , trattaremo delle radici , dell'herbe , de i fucchi , & de i femi , tanto domeftichi, & che s'hanno nell’ufo cotidiano per il uitto, -quanto di quelli,che folo all’ufo del- la medicina fi conuengono . Dell’Agarico. Gap. I: LO agar i co fi dice elfere una radice, limile al laferpitio, ma nelle parti fuefuperficiali piu folida, piu rara, &per tutto fungofa . Ritrouafene di due fpetie , mafehio ciò è , & femina . Precede di bontà la femina, che ha dentro di fele uene diritte. Il mafehio è tutto inuolto in fe fteffo, ritondo, & ferrato. Amendue nel primo gufto fon dolci, ma amari comefi Ipargonoper ribocca . Nalce in quella regione di Samartia, che fi chiama Agaria. Dicono alcuni eflèr f agarico i radice duna pianta : & altri generarli di certa putredine ne i tronchi de gli alberi , nelmodo che ut li generano i funghi . Nalce in Galatia d’ Alia , & in Cilicia ne i cedri , mafragile , & fenza fermez- za. Ha l’agarico uirtù coftrettiua , & calida . E buono à i dolori delle budella , à gli humori crudi, àirotti, &àcoloro, che calcano dall'alto. Daffi nella febbre con acqua melata:&doue non ila febbre , con uino melato al pefo di due oboli. Daifene utilmente una dramma àifegatofi,à gli (fretti di petto, à trabocco di fiele , à mal di reni , alla difenteria , & à prouocar lorina ritenuta : ua- ip le anchora alla prefòcatione della madrice , & à coloro che fono (coloriti , & pallidi . Daffi à i thi- lici con uino palio :& à i dilettoli di milza con aceto melato. Daflì coli puro lènza altro liquore à chi uomita il cibo per debilità di ftomaco , & à gli acidi rutti . Beuuto con acqua al pefo di tre o- boli reftringe gli fputi del fangue . Tolto con aceto melato al medefimo pelo , conferifce alle feia- tiche , al mal caduco , & à dolori di giunture , prouoca i meftrui , & uale alla uentofità della madri- ce :leua dato il tremore, & il freddo, che uienenelprincipio delle febbri. Beuutoneilpefod’una dramma , ouer di due con acqua melata , purga il corpo : toltone una dramma con uino inacquato, conferifce à i ueleni.Soccorre grandemente al morfo, & alle punture de i ferpenti , beuuto con ui- no al pefo di tre oboli . In fomma è conueneuole l’agarico a tutti i mali delle interiora dato fecon- do l’età, Srie forze de gli huomini, à chi con acqua, à chi con uino, à chi conaceto melato, &à jo chi con acqua melata . EL a carico un fungo , che nafeein fu gli alberi . Et come dicemmo di fopra nel primo libro trattando del Ao. Larice, ne nafee dell' eccellentiffimo per le montagne di tutto il Trentino in fui larici: dai quali con le proprie c£, nianìn ho ricolto , & (piccato io infinite uolte bellifììmipeift . Ma quantunque dicaTlinio agli vili, capitoli del XVI. libro , che nafea l’agarico in fu tutti gli alberi , che producono le ghiande; nondimeno (per quanto io me ne ucg- gia) in fu l T remino , & in altri luoghi d'Italia , non nafee però egli fenon in fui larice . Diofcoride dice , che in Ga- Utia d jifia , & in Cilicia nafee egli in fui cedro , non facendo di quello del larice , ne di quello delle piatite ghiandife- vc 3 dejcrijfe Vlinio , mentione alcuna . Commemorò Galeno l’agarico , chiamandolo radice ,alv l . delle facultà Agj defemplici , in quefio modo fcriuendone . La radice dell'agarico , che nafee nel tronco , al primo gufilo è dolce : ma nel to ^ So Procefi'° amara, con alquanto d’acuto,& di leggiero cofilr etimo . è nella fua fufilan^a raro. Et imperò è manifesto per tut- te quefilc cofe, che quefio medicamento è compatto di fufilan\a aerea,& terrea, afifottigliataperò da calidità.E' neramen- te nell Agarico pochifiìima fufiìati^a acquea . Et per quetta ragione ha egli uirtìi calida , digefiìiua , incifiua,& aperi- L L L tiua ■ico, Se fua ico fcrit- Gal. 6 7 4 Dilcorfidel Matthioli AGARICO. tino, di tutte le alfiere * Et però guari fcc egli udentemente coloro , à cui per oppilatione di fegato e tra occ*^ ^ Ciouaper le mede fime [acuità al mal caduco 3& ài rigori periodici , caufati da humori grofii , & uifcojt . 1 ^ ^ mente à i rnórji , & alle punture degli animali uclenofi , che nuocono con la frigidità del loro veleno , tant0.A ^ plir. fuori in fui morfo , quanto prefo dentro per bocca alpefo d'una dramma con uino inacquato^ . Ha ancioraM gare . Et al primo degli antidoti : L'agarico ( diceva ) non fi puofophiHicare . L ottimo e quello , t qucl^ c ^ ^ fimo : & trìtto quello , che è denfo » grave , & legnofo : & quello che è tra questi due megano , tanto A garìco fecit- buono , quanto è egli difiante di fegni ò dall'uno ò dall’altro . Scùffie dell t, Agarico Mefite nel fino tratta o to da Mefue* ci fallitivi 3 cofi dicendo . Solue t Agarico la flemma groffa & la cholera roffa * La fuaproprieta e i ^ cjrco0^ j cervello , i nervi y i pentimenti , & i mufcoli : & di tirar fuori le materie } che fono nella nuca , 6 JJe e? ■ at0)U cine . Mondifica t Agarico il petto , el polmone da i putridi , &grofii humori . & fimilmenteloj °™aC°’^cjnaf0n-- milga t le reni , & la madrice ; & tira le materie dalle giunture , Et imperò chiamò Democrito Agrico » ^ig Nel terzo lib . di Diofcoride LLL 2 nore, oliare ,fapeudo egli come bene fi confacela à tutte le membra interiori, & eBcrìori del corpo . Vale t Agarico àtut- ti i dolori intrinj'echi; & bit uirtù neramente non debili à moke infirmiti del capo , del ceruello , <& de fusi pannicoli . Onde è egli mirabile ài dolori antichi del capo, al mal caduco, alla apoplefiia, alla mania , alla metanebolia , all’in- mtninagioni del ceruello , & alle ucrtigini . Cura tutte l'oppilattoni . & imperòfi conuieneal trabocco di fiele , àgli idropici, & à coloro , che pati fono nella milga . Trouoca l'agarico l' orina , & i mefimi : ammala i uomini del corpo , &fa buon colore . Gioita alle feiatiebe , & alle febbri lunghe , kfafi utilmente l'Agavigo in luogo di fattone per biliare il capo à chi patifee fredde indijpofttioni , & malattie del ceruello . Chiamano i Greci 1‘ Agarico, Alyogim: Nomi. iLalini , Agaricum : gli Arabi , Caricbum, & Cariami ; Il Tedcfchi, Dannen fchmarn : li Spagnoli , Agarico : li puncefi , Agaric . Del Rhapontico . Cap. 1 1. IL rhapontico chiamano alcuni rha , & alcuni rheon . Nafce in' quelle regioni , che fono fopra al Bolphoro, donde lì ci porta. Ha la'.radice nera limile alla centaurea maggiore, ma mi- RHEVBARBARO. 6y6 Difcorfi del Matthioli nore , & piu roiTa , fungofa , alquanto leggiera, & lènza odore . Il migliore è quello , che non è tar- lato : & che m albicato li Tento mucillaginofo , & leggiermente coftremuo : & che diuenta di color pallido , ò che s'appreffi à quello del zalfarano . Medica beuuto le uentolità , & le debolezze dello ftomaco , & ogni forte di dolori : i rotti , gli fpafimati , i difett oli di milza , i fegatofi, le reni, i dolori di corpo , le malattie del petto , quelle della uefcica , i dolori de i fianchi , quelli dellama- drice , le Sciatiche , lo fpiito del fàngue,& le flretture del petto, ilfinghiozzo, la difenteria , i fluifi ftomacali, i periodi delle febbri, & i morii dei uelenolì animali. Daffi come l’agarico, in ciafcu- na delle infirmità predette , al medefimo pefo , & ne i medefimi liquori : ciò è , nella febbre conac- qua melata : doue ella non è , con uino melato : à i thifici , con uino paflò : à i difettofi di milza, con aceto melato : & à chi uomita il cibo, coli puro fenza altro liquore . Spegne il rhapontico iliui- lo di, & le uolatiche, poftoui Tufo con aceto : & con acqua rifolue tutte le lunghe infiammagioni . Ha uirtù coftrettiua grande , iniieme con alquanto di calore . RhaponticOj& lua eflam. Chiamasi uolgarmente il Rhapontico nelle • fistiarle Rheupontico . & chiamali Rhapontico dal fiume Rha, il qual difeorre [opra alla regione di 'Ponto , nelle cui ripe nafee egli copiofamentc . Del che ne fi, uero teflimom jLmmiano Marcellino nel XI 1. uolume delle fue fattorie, cofi dicendo . il fiume T anai , il qual nafee tra le ripe Cauca- fie, difeende per lunghi giri , diuidend o l'Mfia dall'Europa, fino che fe n'entra nelle paludi M cot idi .J.' quello è rìci- no il fiume , nelle cui ripe nafee una uegetabile radice nominata del medefimo nome del fiume, utile in molte medi- cine . EJJici cominciato à portare il uero da pochi anni in qua . imperoche prima sera fempre ufato per lo Rhapontico Errore di mol- la radice della Centaurea maggiore . La quale fino à i dì nottri tifano anebora alcuni medici, & frettali :per nonha- 20 ti. uer e anebora mai veduto , non che conofciutoiluero Rhapontico : tanto neramente èia pertinacia d’ alcuni . Oltre i ciò fi crederono alcuni buoni medici de i tempi noflri paffuti , chc’l Reubarb aro fuffe il uero Rhapontico di Diofcoride , per non e fiere à i tempi loro flato ueduto anebora il uero in Ital ia . il che uedendofi pofciafece mutar loro opinione, co- me nelle fue epiflole dimoflra apertamente il Maliardo da Ferrara . per cioche nella feconda epittola dclvi .libro tent- ila egli per fermo , chel Reubarb aro nofiro u fiale , & il Rhapontico di Diofcoride fufiero una cofi medefìma. Quan- tunque pofeia nella ultima epittola del V. libro dimofir affé egli il contrario: perefiergli flato pur all' bora portami uero di Mofcouia . E" qucfto , che di nuouo ci fi porta , & che piu uolte ho ueduto io in Vinegia alla frettaria del Medi- co , portato da Coftantinopoli , & dipoi in altri luoghi , portato d’Mleffandria,del tutto filmile alla frittura di Diofco- Auerroe à tor- r^g . j’afìò Muerroe nel v. libro de i fuoi CoUiget Galle.no , & tutti gli altri , che haueano detto , chel Rheuhaèm compre e Ga e ^ coflrettiuo , & ttittico , non conofcendolofolutiuo . Del che è egli molto maggiormente da efiere riprefo: impero- p che Galeno , & tutti gli altri antichi nonparlarono , ne fcrifiero alcuna cofa del Rheubarbaro de i tempi noflri ; maben del Rhapontico fritto da Diofcoride , nel quale non è uirtù , ne forila alcuna fluttua . Et di quetto medefimo frinendo del Rhabarbaro intefe Serapione à ca. 2 o 6. & Muicenna à cap. 585. del i 1 . libro de fuoi canoni .perciochc amen- due recitando le opinioni di Diofcoride , & degli altri antichi fritte fopra al Rhapontico , non fecero , che fuffe illo- ro Rheubarbaro fluttuo :pcrciocheperil Rheubarbaro loro altro nonintendeuano ( per quanto io mene uegfia ) che il Rhapontico . Il che manifcftamentc dimottra l’attribuire eglino al loro Rheubarbaro quello , che attribuì Diofcoride al Rhapontico . Ondò non fen^a ragione fi può credere efier ciò occorfo per l’ignoranza de gl’interpreti , per barn egli- no permutato il Rhapontico in Rhabarbaro . Conobbe però il uero Rheubarbaro de i tempi nottri ( fe non m inganno) TaoloEgineta.del che chiaramente fi egli mentione nel vi i.<*xi. cap. in quelle tre compofitioni, le quali afftgnn per la cura delle podagre : delle quali chiamala prima diacoraUion , la feconda antidotus Mgapeti , &■ la ter\ncom- 40 pofìtio ataffos . Mapenfofiipcrò egli , eh e fufiero il Rheubarbaro , & il Rhapontico una cofa medefìma. Del che cene fi fegno il dire egli à xli 1 1 . capitoli del primo libro, eh e data la terebenthina nell'andare d dormire alla quantità du tia faua ,muoue il corpo .-mauolendo ,che maggiormente ellafolua, ni fi debbia mettere un poco di Rheopontico . Onde appare , che egli fi penf affé non efier tra quefie piante differenza ueruna : come fi credettero queimedici nomina- ti di fopra . Imperoche fe apprefio Taolo fuffe differenza alcuna fra il Rhabarbaro, & il Rhapontico, haurebhe eglifcnt- to da per fe d'amendue ne i libri , ouc particularmente f cùffie de i fempliei medie amenti. Ma ritrouandofi , che non a tro fece egli quiuì memoria, che del Vomico , fi può far e uer a coniettura, che non face (fe egli tra Inno & DifFeréra tra’l differenza alcuna . Contende il Ruellio affai contra coloro, che fanno differenza dal Rheubarbaro de i tempi noi a rheubarbaro^ ^ Rhapontico : imperoche uuole egli , che fieno ma cofi medefìma : & che fe pure qualche differenza uifi ritmi ,no n co! 1 aPoncl fa per altra cagione, che per la contrarietà delle regioni, doue nafee. 7s(e per altra caufa mole egli , che mane )i 50 Tontico l’odore , che per lafiigidità de i luoghi aquilonari , donde fi ci porta. La qual ragione è totalmente friuo a > di niun ualore , per non efier la regione diTontocofi frigida ,che fi poffa però accettare la fua opinione, imperoc feguitarebbe che l’ altre piante , che fi ritrouano in leuante ,&in mezp giorno odorifere , fufiero in fettentnonej \ odore alcuno . il che è manifeft amente falfo : per cioche quantunque le piante , chenafconoin fettentrione ( 1 <[ parlo , chenaturalmente frirano d'odore ) per la frigidità de climi fieno & deboli, & rime fife nelrefrir are , &Pan te in ogni altra qualità loro ; non però fe ne ritrouano elle talmente priue , che non fi cono fcano , & non suflno 0 conuengono. altrimenti perdendo per la frigidità delle regioni del tutto le qualità loro naturali, immutar ebbono jp tie , ne farebbono conofciute per quelle che fono . Il che in modo alcuno non fi ritroua efier uero : perciocbe uc W j ffC , «6 Jl*l vuuuwv JVIIU .li tfJC Irt I/IVUU UILHftU nvirfl IIMU»» JJ * diCllÌ che fe beniafrica Celtica, la quale fi ci porta da alcuni monti di Stiria ,& di Carinthia proùincie d ^am^a^plCi ^ à pena quattro mefi dell' amo fi parte le neue , & parimente l’acoro , che hoggi sufi per il c alamo aromatico , ^ porta di Lituania , di T art aria , & di Tonto, non hanno le qualità de i loro odori cofi uiuacì , & apparenti , quella ffica Celtica , che fi ci porta di Liguria , & parimente d’ifìria , & come ha quello acoro , che ne portano Nel terzo lib. di Dio fcoridc. 677 Cadria • non rcfia però che non rigirino anchora che rimeff, irniente de propri] loro , & naturali odori , Onde (per quan- to io pojja itedere ) pormi che molto debile fia la ragione del Ruellio , il perche uoglio inferire , anffi determinatamen- te concludere , che il [{haponlico nonèpriuo d'odore per la frigidità del paefe, mie egli nafce , ma per effer altra [fietie di pianta diuerfa dal Rheubarbaro . Oltre à ciò dimoieremo effer molto dìuerjo il Rheubarbaro dal Rjupontìco la uir- tùfolutiua , che fi ritroua in lui , l’odore di cui non poco rijpira , la denfità della fufranrp fua , il colore molto giallo , 1‘ amaritudine , & larditi , che ui fi fonte al gufo , & la granosa del fuo pefo • Vercioche nel Rhapontico non è odore alcuno , non [olite , augi piupreflo frigno ; non è amaro , ma acutetto ; non è arido, ma muciUaginofo ; non denfo , ma uro ; & non è grane , ma molto leggiero . Il che mi fa credere , che non poco in quello fifiaingamato il Ruellio , & R®'j“ '' mifsinumente dicendo egli non ejjìretra’l Rhapontico, e'I Rheubarbaro altra differenza, che nell'odore .E oltre à tri. j ^omij-ci0cchezgailcredere ,cheper cffercmolto fìmili al fentimento dell’ occhio il Rheubarbaro , &il Rhapontico paio però una cofa medefima -, ucdendoll pofeia noi ejfere del tutto differenti , & nelle qualità , & nelle fatuità loro . In quello medefìmo errore ( molti queflo fi credono ) fono coloro , che fi perfuadono , che l’olio , ouer amente il lagrima M fleto fia unacofa medefima , quantunque piu chiaro , off piu limpido , con la refina che difilla dal larice , chiama- tampropriamente Tcrmentina ; per uederfi, che nella fuflanga del corpo , nel colore ,& iti ogni altra pane , di cui poffat occhio giudicare , tanto fono fintili, chenon fi conofce coll fentimento dell'occhio, che fia fra loro differenza mm . Milfacendofcne pofeia il parogone co’.l fentimento dell’odorato , & parimente delgufio , fi ritroua l'olio del- labcto effere odorifero, off mjiemementc amaroiil che non fi ritroua nel liquore , che distilla dal larice . Eh chi conofce- : febbelagommadelginepro , chiamata uolgarmente Sandaraca, dal mastice propria ragia del lentiffo ,fe ilguSìonon ■ ne Me giudice t Eli chi faprebbe dìflingiicre Cincenfo dalla ragia delle pine ,& parimente da alcune granella digom- 3 0« , fenoli fe nefaceffe la prouaco’l fuoco, & col gufo I Tanto oltre à ciò fi raffomigliano i pistacchi , & la ghianda unguentaria ,chefe questa maSticdndofì non fi [entiffe amara ,& quelli non fi fentiffero dolci, diffidi cofa neramente i farebbe àdiflinguer quelli da quella . Eh che cofa i piu fintile, che lacafìia e’I cinnamomo , dicendo in piu luoghi Gale- no, che la cuffia fi trasforma in cinnamomo , quantunque fieno realmente differenti diffetie ? Il perche fi può conclude- re, che dìpoco ualore fieno gli argumenti di tutti coloro , che ingannandofi giudicano delle c ofe foltamente fecondo al- cmqMlitàloro,incuiffieffem>ltesiìigamano , come fanno coloro, che perfuafi da cofi debili ragioni , fi credono, che fieno il Rcubarbaro,&il Rhapontico una cofa medefima . Fece del Rhapontico mcntione Galeno aUv Ut. del- Rhapontico le facilità de [empiici , cofi dicendo . Ha il Rbapontico mifla temperatura , & miSìe fmilmente le [acuità fue . Impero- diGa- ebeha egli del frigido, qfrddtcrrefire .del che ne dà indichi' effere egli coftrettiuo : alche s aggiunge una certa cali- iòti , la quale ne dimofira il fuo alquanto acuto fapore , che Inficia quando di lungo fi mafika . E appreffo à quello par- to tecipeanchora d’ima certa fuSlan\a aerea , & fiottile . del che ce ne fa fegno la rarità , & leggierczga fitta , &fmil-. vitìite le operationi. Impcrochcnon [diamente ji dà egli agli ffiafìmati , mani rotti , , .. I 1 1 .... :l .1 . C. • . . J’ 1. J sili et vcurinnp Tv/\crlinìitir/l - quello fia il legittimo ,&uero t{l)eubarbaro , il quale fi ci porta d' Ethiopia dalla regione Trogloditica \ mente ci potrebbeno ageuolment e portare appartato dall'Indiano i mercanti , cbejpejfo uanno in Meffandm Sl to con le galee Vinitiane : per fapcr io per cofa certa , che oltre alle mercantic , & aromati , che nifi portano In « » ue ne uengono infiniti &di Ethiopia } & della Arabia felice portami dalle carouane Arabiche. Maèptro fiegate uerfo terra come fi uede dalla fua qui fcolpita figura .Jfion fono quefie punto dentate per intorno , ma ( ^ date da una certa pelofa lanugine , Mentre che crefcono fempre uerdeggiano. ,& inueccbiandoft diuentano fene cafcano in terra. Efce dal inerbo delle foglie un gemine dalla cima del gambo, nella fummità de r lie t cuni fiori non guari difiimili dalle uiole , ma di colore che nel celefle biancheggia , & unodore acuto , che dispiace non poco all'odorato . Troduce le radici lunghe due J panne , è qualche uolta piu , le qua ’■ if u°}“1 . che dijpiacenonpoco all oaoraco , rroauce leraaici lunguc nucjjjunuc "v”* r— > 1 ;(ìne roffeggiano.Ma non fono tutte d'una medefimagr offesa, imperoche alcune fono piugroffe , & alcune pn-J ^ Jfuol accadere in tutte l' altre piantc.Tqientedimeno quelle che crefcono quant o porta la natura loro fono ^ ^ ba d' un huomo. Hanno all'intorno copiofa quatità di fibre, co le quali tirano ilnutrimento dalla terra. Lapo p va a un nuomo.ncinnu un ut^ui nu m^mju ^uuuuu ut jii/i o,lu hg *•»« - /ile p(t ejfet riore ègiaUa come d'oro, mamtif fiva il Ifcn roffo itene, & di coffiofi [ticchio giallo « efi fwfotft ? ' Nel terzo lib. di Diofcoridc. 677 ■HÌfeofo s attacca alle mani , & le tinge non poco , mentre che fi mondano le radici , & fi tagliano inpèqgi : Imperoche fubito che fono canate le mondano ,& le tagliano , ma non però fubito che l'hanno tagliate le infilano ,& le appic- cano aceioche il fucchio non ne goccioli in terra, & fi perda . Il perche le diflendonoper ordine a parte per parte fopra tauclc , &le uoltano , & riuoltano piu uoltc il giorno 3 & cofi facendo il fucchio fi ingroffa pian piano, & non fi perde* ma refia tutto nella fica radice , & dipoi paffuto il quarto giorno l'infilano , & le appiccano all'ombra in luoghi aperti , ma doue però il Sole non le poffa toccare . Cofi adunque fi feccano aluentoin fiatio diduemefi ,& pofcia fiuendono a mercatanti. Cauanfi le radici nel principio della primauera quando comminciano a (puntare fuor e le foglie , imperoche camndofi la fiate quando la pianta è crefciutafono come nane , ne hanno quel fucchio giallo dentro di loro , & però fi reputano di poco ualorc . Leficfchc f mo in vàie prezzo , Imperoche un carro pieno non fi uende piu che quattro dramme P d argento 3& però fe non ueniffero molti mercatanti i quali vengono à còprarlo,gl’habitatori di quei luoghi nò tifandolo , ne b avendolo in veruna confidcr adone , non lo cauar ebbero mai per l'ufo de i loro medicamenti . Sono alcuni che non ere dono che il Bf cubar baro nafea in altro luogo , che in quefiopaefe y offendo cofa certa che gl' Indiani,& gl’babitatori del la Chima uenghino ognanno à comperarlo quivi. Ma fe queHofia uero3io non lopoffo affermar e, & mafiimamente effen- domi fiato detto ( fepcrò non è bugia ) che il Bfeubarbaro chef porta in Meffandria non folamente vi fi conduce dà In dia, ma anchora d' Ethiopia,& forfè d’altri luoghi di mezzogiorno. Mi Cataio & nelle cir cornicine regioni iffjjeubarba ro non è in ufo per altro che per metterlo ne i profumi de i facrifici,chefanno a gl' Idoliloro.Diconoànchora che il frefeo è tanto amaro., che a pena fi può gufare . Ma non effondo del Bfeubarbaro folutiuo fiata fatta mcntione alcuna da Diofcoride , ne da qual fi uoglia altro degli antichi > ne narrerò qui l'hifioria fua , togliendone la maggior parte ila Mc- fuc : percioche folamente egli trai medici d' àmendue lefattioni nè fiato il piu vero fcrittore . Mae prima da fap ere , !0 che erronea , &falfa è veramente l’opinione del uulg 0 ,& di ciafcuno altro , che fi creda , che fia il Bfeubarbaro for- tifiima medicina , & chef riamente fi dia dai medici ne i cafi diffierati . imperoche ( come nel procefio fi dirà )fi può il Bfeub arbaro dare ài fanciulli in ogni età ,& in ogni tempo, & fimilrncnte anchora alle donne gravide . Ma è nata quefia nana opinione nella mente degli h uomini , percioche nei tempi paffuti erail Bfeubarbaro in molto pre^o,& uendeuafi àpefo d’altrettanto oro . il perche non lo davano i medici per ifchifar la fiefa ,fe non ne i cafi grandi , &pe- ricolofi.il chebapofcia fatto credere alla gente, che l’ ultima.medicina delle malattie fia ri pjjeubarbaro . Ma per ca- var talfalfa opinione della mente degli huomini , afcoltifi quello , che piu diligentemente di mùgli altri ne ferme Me- fite nel fio trattato de i femplici f (fiutivi , cofi dicendo . E' ri IfE vbarbaro medicina benedetta ,\ eccellen- te , & folennc: nella quale fi contengono molte doti , & belle qualità, che fi ricercano in un medicamento folutiuo . En- ne di tre fictie : imperoche uno ne nafee in India , & chiamafi Ifaued fieni: uri altro in Barbaria, & chiama fi Baued- barbaro: & uri altro in Turchia ,<& chiamafi I{auedturco. il migliore , & ri piu lodato è l'indico, & dopo quefio il Barbaro , percioche ri men buono è il T urehefào . là ottimo è ilfi’efco , che nel roffo nereggia , grane , quantunque raro di f fianca : & che rompendoli fi ritrova di colore roffo , & celerino : & che manicato tinge di giallo , come fa ri ^af- favano. /endefì di quello , che vale per le medicine poco ,0 niente , quantunque all'occhio habbia egli qualche com- paren\a . Imperoche fono alcuni , che infondono il Bfeubarbaro nell’acqua per cinque giorni contraili : & cattando- gli l anima, & tutta la virtù folutiua , difcccano pofeia l'infufione , & di quella fanno trocifciper le medicine deipe , & d'altri grandi fignori . & cofi fatto fioccare glj interi pez^i di quel Bjoeubarbaro, da cui hanno prima canato per que- lla uia ogni bontà , lo uendono per buono . Ma fi conofce la fi aude ponendovi mente : percioche ri cofiguaflo non tinge, ha perduto il colore , che fioccandoli fi ritrova nel buono , diventa leggiero, & fentefi al gufi 0 molto piu ài ittico . E' il Bfeubarbaro caldo , & fecco nel fecondo grado , quantunque dicono alcuni che folamente nelprimo . Ma concorrono 1 0 ne tempe)'amentì fuoì alvine parti acquee , & terrefiri , le quali gli datino la facilità convettiva , &gli conferanno la furiant^ : alcune aeree , che gli danno la rarità : & alcune fiottili di focofa natura , che gli danno t amaritudine ,• con l'aiuto però delle terrefiri anchora. MalaterreHreitàfuaè nel profondo , &la calidità nella fuperficic. & imperò fepara la infifionc luna dall'altra queste fufianzg . làopcratione fua folutiua nelle oppilationi non è per altro neramen- te , che per il dominio del calar fuo , il quale ha nella fua fuperficie : & la coàlr et trita non è per altro , che per la fufian- 7afua terreHre , &Jìhtica . "b{on è neÌi\bcnbarbaro nocumento alcuno apparente :& imperò dafiiegliin ognitem- po , & j)i ogni età , di modo che fi può agevolmente dare à i fanciulli , & alle donne grauide . Magnifica il fiero del- le capre lefue opcrationi , & fimilmente figli aumentano infondendolo in acqua di endiuia , & d'apio , ò nelle loro de- cottioni . Cofiumaft dimettere fempre con effo rinardo , per efferui molto conveniente : ne ciò bifogna dimenticarli . Mcttefi fempre nelle infufioni fue un poco di vino bianco aromatico , & mafìime quando intendono i medici d’aprire le '0 °PP^aà°ni . L infufione dell’eletto è periluero folamente convenevole per foluere , astergere , & difoppilare & il darlo trito infufian\a , quando fi ricerca , che dopo ri foluer fuo lafci egli ri corpo fiittico . il che fi confeguifce meglio dallarroflito , & molto piu dall' abbruciato . Tuoffi pefiare in fottìi polvere quello , che è puro, [aldo , denfo, &gra- ue.&perlo contrario perde la virtù fua nel pefiarft l'impuro , laffo ,& leggiero . Cauafegli ogni uirtù,cocendofi nel- l acqua , ouer amente nel nino . Solve ri Rjpeubarbaro per ri corpo la cholera , & la flemma : & la maggior fua proprie- tà e di mondificare ri fegato ,&lo ftomaco , <& di conferire à i loro dolori pungitiui . Chiarifica il Bfeubarbaro ri fan- gue >conferifce à tutte t oppilationi delle uifeere ,& à tutte le malattie, che fi caufano da quelle , come fono bidropi- fri, trabocco di fiele , difetti di mil^a , & molte forti di febbri . Ha proprietà per vigore dellafuftan\a fua di conferi- re a gli fiuti delfangue ,&ài fuoi fluffi di qual fi uoglia membro del corpo . Giova à coloro , che cafcano dall'alto ne i precipiti] , &fana tutte le rotture intrinfeche , & efirinfeche , & mafiime dando fene una dramma con uimfiittico in— lo con mum^a j & rubbia di tintori . E' ri Bfeubarbaro medicina delfmghioz^o , & della difenteria , & propriamen- te larrofiitobcuto con fuoco di piantatine, & nino fiittico . Conferifce alle febbri periodiche , à quelle delle oppilatio M alle antiche . Conferuafi il buono tre , ò quattro anni . al che molto giova ri coprirlo di cera , ri tenerlo nel mele , LLL 4 nel Erronea opi- nione. Rheubarbaro fcritto da Me- fite. Difcorfi del Mattinoli Wwk>ém Mio & nel mizlio : pei -cloche cefi fi f onfempùi inlungo. £ anchord un'altro Rbeubarbmfiu preHo filfi fa Rullano o unlvarmente chiamano Rheubarbarum Alonacorum già fatto uolgare in ogni luogo . Ma nonha però celi ’c febea credono alcuni il contrario ) uirtùuerunq di nero ^barbaro . Imperocbe io tengo per mode altro ehi non Ita che Hippolapato di Diofcoride , comepiu diffufamente fi detto difopra al fuo luogo : mqnon peròlafcia. Macon tutto ciò è cofa certa che la radice prefa inpoluere cop nino bianco poterne apre le opp, lattoni deh reni caccia» ione fiore le pietre , & le renelle . La medefima beuuta quaranta giorni contimi , & mfiememente impmfimafopm Noni. U piaga , è potentìjfimo rimedio per imorfidecapi rabbiofi. Chiamami Greci il ^apolitico Latini, Rfaponticum egli Mali , l\aitcd , & \auend . GENTIANA MAGGIORE, Qentiana Nel terzo lib, di Diofcoride. 68 1 Gentiana maggiore. Cap. CR E b E s i , che la Gentiana fuflb ritrouata da Gentio Re della Illiria , dal quale li prefe ella il nome . Le fiondi , le quali produce appreso alla radice, fono limili à quelle del noce, oue- ro a quelle della piantagine , di colore ralligno : ma quelle, che fono da mezo il fufto in fu, & muf- firne quelle della fommità, fono alquanto intagliate, produce il tulio concauo,lilcio, graffò un dito , alto due gombiti , & compartito da piu nodi , nel quale fono le fiondi con maggiori infer- mili. E il femc, il quale li contiene ne i fuoi recettacoli, largo, leggiero, fcagliofo, limile à 3 quello dello Iphondilio . La radice è lunga, limile à quella deU'ariftolochia lunga, graffa , & ama- ta. Nafce nelle fommità de gli affidimi monti, in luoghi ombrali, & acquaftrini. Halaradice GENTIANA MINORE. 68z Difcorfi del Matthioli fua uirtù di fcaldare, & di riftrignere. Beuuta con ruta , pepe , & nino al pefo di due dramme, gio- mài morii de i'erpetitì . Vale lina dramma del fuo fucco a i dolori laterali , a coloro che caggiono dall’alto à i rotti , & à gli fpafimati . Beeficon acqua utilmente per li difetti de fegato, & dello ftomaco Meda la radice in forma di collirio nella natura delle donne grauide, le fa partorire ;& meiTa nelle ferite , come fi fa col lido , le confolida : & è uera medicina delle ulcere cauernofc.il fud fucco maffimamente ualc per tal effettoiè utile linimento alle mfiammagioni de gli occhimet- tefi ne i collirii acuti in cambio d’o.pio . La radice Tana le vitiligini . Ricoglielene il fucco in quefto modo . Peftafi la radice, & lafciafi cinque giorni continui in mollo nell acqua , con la quale iicuo- ce pofcia tanto , che reftino quali fole le radici : & come e fredda ogni cofa , fi cola la decornane, la ijuale pofeig, fi ricuoce , infoo che s ingroffi come mele , & cofi fi (erba in un uafo di terra « J genti.ana mini ma. il : lirdj ;Sv,: ■ Àll ì» : ■ li !1|’Ì ! T„- fi»:#! ; il { ; ' V li h Nel terzo lib.di Diofcoride. 68) ELa genti ana pianta uolgare ,& nota àciafcuno . Vafcene copia infinita per tutte le piu alte moti- Gentiana , & tagne del Trentino , doue in fu i monti della ualle Anania fpejfe uolte riho canate io le radici della gr offesa del fiia braccio d’un huomo , & della lungheria di due gombitì . Quefia effer fiata ritrouata da Gcntio ì\e della Illiria , da cuis'acquifiò ella il nome, nonfolamente tefiifica Diofcoride > ma molti altri degli antichi fcrittori . Et imperò dice - uaTlinio àvi l.cap. del xxv. libro : La Gentiana ritrouò Gentio della Illiria: della quale quantunque fia lati- lirica eccellentìffima,ae nafee però copia grande ne i monti,che fono fiotto all’ Alpi. Scriffene Galeno affai breuemente Fatuità della al VI . delle facilità defemplici, cofi dicendo. La radice di quefia herba è efficace molto doue fia di bifogno d'ajfottiglia- Gentiana. re ,mondificare , adergere , & difoppilare . Et non è marauiglia , ch’ella pojfa fare tutto quefio , e fendo ella amarìf- fma . E' la Gentiana, fecondo che commemora Auicemm, calda nel tcrrp , & fecca nel fecondo ordine :prouoca l’ori- na , & i mefirui,& è ella l'ultima medicina alle punture deglifcorpioni . Inacqua fatta dalle radici al bagno, che chia- mano di Maria ,fana mirabilmente , come piu uolte ho ifperimcntato io , le febbri caufate dalle oppilationi , ammaina, iuermininel corpo dei fanciulli , &purga tuttele macole della faccia , lauandofene fefo. Tfafce oltre à ciò una Cruciata^ Tua voltar pianta in luoghi inculti &fodi, chiamata da alcuni moderni Cruciata , & da quelli della ualle Anania Tettitn- eflam* brofa . la quale quantunque picciola fia ; nondimeno & nelle fattele , & nelle qualità non poco fi rafembra alla Gen- tiana . Il che m’ha fatto credere , che fi po fa ella neramente chiamare Gentiana minore . Elafe e adunque quefia ne [odi con fufto tondo alto una [panna ,&uerfo la cimar ofìigno : fu per il quale dittanti quafi di pari [patio fono alcuni nodi , dalle cui concavità efeonoà due per due le fiondi grafette , lunghe, & quafi filmili à quelle della uolgar Saponaria , & però nonpunto difiimilì da quelle , che produce la Gentiana nel piu alto delfutto.l fiori, iquali fono celetti,na- feono in cima delfufio, & all’ intorno delle fiondi , che fono piu apprefo alla cima , quafi tutti in un fiocco ritondo . Fa Li radice bianca , lunga , amariffima , & pertugiata in piu luoghi àmodo di croce : onde s’ha pref > ella apprefo alcu - ni ilnome di Cruciata . Sonitene due altre jpetie , la minore delle quali ha molte radici fiottili è bianche , & i rami , oue- ramentc garzoncelli per il piu firati per terra , & i fiori che nel ceruleo porporeggiano . Lodanle tutte alcuni non Virtù della poco per la peHe , per li ueleni , & per li morfi,& punture degli animali uelenoft .lofio ben certo , che impiattrata la Cruciata. loro radice in fulcorpo , ammala i uermini , & fana le fcrofole ulcerate , mefaui fopra in poluere . Dicono alcuni che ha tutte le uirtu della Gentiana. il che per le ragioni predette ageuolmente fi può credere .Et però credo neramente che coloro, che la chiamano Tettimbrofa , uhabbiano corrotto il nome : percioche Mettimborfa fi donerebbe ella chia- mare , auenga che per le molte uirtù fine fia degna come co fa pretiofa d' e fere tenuta , & [erbata tra l'oro nelle borfe . ^ ' chiamano i Greci la Gentiana reynavà : i Latini, Gentiana :gli Arabi , Gentiana , Genthiana Bafilica , onero Bafa- teca : li Tedefcbi , Entrp.au , Bitter uurt ^ , onero Creut?x mrtrp li Spaglinoli , Gentiana : li Francefi , Gentianne . ? Dell’ Arillolochia. Cap. Il II. E'La aiìIstolochi a, cofi nominata, imperoche mirabilmente aiuta alle donne di parto. Ritrouanfene tre ipetie. La ritonda, la qual fi chiama femina ha le fiondi, chefiraflèmbra- no all’hedera di buono odore,ma acuto,& fon tenere,& ritonde . Produce quefia da una radi- ce molti germini , & lunghi fermenti . Fa i fiori bianchi , limili à cappelletti , nei quali quella par- te, che ui li ritroua roffa , fpira di graue odore . La lunga fi chiama mafehio , & da alcuni da&ilitc . Quella ha le fiondi piu lunghe . che la ritonda : i rami lottili , & lunghi una (panna : e'1 fiore rollò , cherifpiradigraueodore,ilqualematurandolì diuenta tondo comeunpero. La radice della rì- 0 tonda è tonda à modo duna rapa ima quella della lunga è grolla un dito, dilunga una fpanna,& qualche uolta piu. luna & l’altra hanno color di bollò , & iono al gufto amare, & di graue odore . Enne una terza Ipetie pur di lunga chiamata clematite , che produce i ramofcelli fottili , per tutto carichi di fiondi ritondette , limili à quelle del minor fempreuiuo . Genera quella i fiori limili alla ruta rie radici piu lunghe, & Lottili, ueftite di grolla, & odorata corteccia, molto conueneuole per ifpelfire gli unguenti . Vale la ritonda contra à tutto il redo de ueleni . Ma la lunga uale contra àiferpenti, Scontra ài ueleni beuuta,& impiaftrata con uino al pefo d’una dramma . Tolta con mirrha , & pepe prouoca le fecondine , i meftrui , il parto , & tutte le fuperfluità della madrice : & il medelimo la applicata di Lotto . T utto quello fa anchora laritonda . Gioua oltre à ciò lingular- mente'beuuta con acqua , à gli llretti di petto , al finghiozzo , al freddo che uiene nel principio 0 delle febbri, alla milza , à gli fpafimi , & al dolore del coftato . Óltre à quello caua applicata à mo- do d’impiaftro le fpine , le flette , & le lcheggie dellolfa : ferma l’ulcere corrofiue : purga , & mon- dificalefordide:& riempie le concaue, melcolata però con mele, & con radice d'iride: mondi- ficaie gengiue, & i denti. Credei!, che la clematite poflàfar tutto quello, ma con minore efficacia. L’i^RlsTotocHlA, la qualuolgarmcnte chiamano gli jfietiali ^frìSlologia ,èdi tre ffietìe , ciò è tonici , Ariflolochie, l«ng“>&Uter^tchUmtMaclematiteconofciutada pochi. La tonda, quantunque nonna/caper tuttoinlta- oroe am‘ Ha; nafee però copioftffima , bella , & di buono odorenei contado di Goritia, benché non futanto eccellente, ■quanto è quella che fi ci porta di Taglia dal monte di Santo Angelo . Luna & l’altra produce i fiori , in tutto l fufto lunghetti, iquali dall’ origine d’un picciol capitello s’ allungano in forma d'ima orecchia come di topo , d’un colore che 0 iifuore nel uerde gialleggia , & di dentro nel nero porporeggia , da ì quali nafeono i frutti . ma èperò differenza tra loro : percioche i frutti della lunga fono lunghetti ,fmilialle pere , maggiori delle noci :& quelli della tonda ritondi, l!o & tumori . Onde non puffo fe non molto rnaramgliarmi,che f crimjfe Vlin.all'V I II .capo del xxv.lib.che II una & l'al niCèno. tra 684 DifcorficielMatthioli ARISTOLOCHIA RITONDA. tra nonfaceuano maggior frutto de c appari . cofa che mi fa credere , che Tlinio non uedejfei frutti loro fe non nel M* po che crefceuano , & non quando erano finiti di ere fiere alla loro debita grandeggia . & cofifipuo agevolmente^ i ^ ciò [enfiare . Ma ben egli ficufiare ( fecondo il mio giuditio ) nonfipuo dell’haucre detto piu oltre , che fin datoi non alle Mrifiolochie dalle donne gràuide : immo che oltre all'errore , dimostra manifiefiamente d'ejfierfipoco effe) citato ^ nelle lettere , & nella lingua Greca . imperoebe cotal nome fu poflo loro dalle donne di parto ( come ben dice Dio ride ) & non dalle grauìde . Del che dà manifieflo inditio , an\i nero tefiimonio il nome loro , fapendofi che quel on . me Greco apKohoxj&altro non lignifica , che buona alle donne di parto , & non( come dice Vlvnio ) a e Q ® come parimente raffermano le uirtù loro , offendo elle medicamento ualorofoperprouocarcle fecondine dopo a p i ' » & i me fimi anchora . Il che nelle donne grò fife non fi ricerca in modo alcuno , immo che farebbe loro piu pre ] fima cofa , & mortale , che conueneuole : auenga che tutte quelle cofe , che prouocano i me fruì, & parimeli ^ condine jproiiocbino anchora il parto, ,et non folamente fanno ufeire le creature del corpo auanti al tempo, ma 1 r * ^ . uolte t ammalano , & maf imamente quando cotali medicamenti fono amari 3 come ueramente fono dì amen - . due leMittolochie . Efe manco poffo fare di non marauigliarmi delLeoniccno buomo denoflri tempi di buon in- telletto 3 ritrouando io , che uolendo con troppo fludio correggere gli errori degli altri 3 cafcò ancbor egli nel medefì- mo errore 3 che Plinio 3là douc lo tajfa deU'Miflolocbia3& del Ciclamino : imperocbe quiui diffe 3 che l'arijlolocbia sba- ueua prefo il nome dalle donne grauide . Et acciocbe non parejfe 3 che ciò dicejfe egli d'autorità di "Plinio 3 diffe con- trala iierità 3 che Diofcoride lo diceua , non ricor dandofi bene che ciò non diffe egli mai. Sono oltre à ciò alcuni moderni 3come Valerio Cordo ; ^idamo Lonicero 3 & i Frati comentatori di Mefuc che uogliono , che la nera ^ 4 rifio - locbia clematite fìa quella3 che è in comune ufo per la lunga nelle fpetiarie: per uederft manifettamente, che produce que io & ^ fii{ 'tznsprtyyukoifi y.iKpZ toiKo vi, f ciò è ha i r armo f celli fonili , con rivendette fr ondi , fraili alfempreuì - M M M uo mi- Nel terzo lib. di Diolcoride. 68 f ARISTOLOCHIA LVNGA. Opinione di al cimi riprouau. m 686 Difcorfi del Matthioli :■ I Mainerei non uogliono, che fi legga W > cioè, fimiliaU'afaro minore, & nmfimlidfm- frenino minore . La quale opinione non follmente non ho mai potuto feguire , ma neancho credo , ch'ella fipotf, accettare da i periti femplicifti , per piu uarie ragioni , & autorità . Imperoche Orihafio , il quale di parola inparoU afferma batter traforino da Diofcortde , non ha altrimenti di quello, che fi legge communementene Diofcoridì,cbeum. no attorno : ne altrimenti fi ritroua in Serapione imitatore grandiffimo di Diofcorìde : come parimente non ha altri- menti jLuicema . jippo ciò non effendo apprejfo Diofcoride altro afaro .che uno folo ,& non hauendo egli fat- to in luogo alcuno ueruna mentione dell afaro minore , che fi fappia , non e cofa neramente ragionatole , ne confentct- nea , che egli hauejfe rajfembrato l’ Miflolochia dematite alt afaro minore , di cui non è memoria alcuna apprejfo àgli antichi . Tiu oltre non producendo l’ MiHolochia , che uolgarmente fi chiama lunga , fiori, che in parte dctmfinf. femhrino à quelli della ruta & facci le foglie molto maggiori dell' rifarò : non può in modo ueruna efsevelaclmatitt, le M che s'aggiunge , che fé noi confideriamo bene il tefio,& la frittura di Diofcoride.pare , che la lunga comnmemn poffa effere altro , che la lunga di Diofcoride , ouer amente frette di quella : per uederfi chiaramente , ch’ella proimle fiondi filmili alla ritonda , quantunque piu lunghe , & piufratiofe di larghetta : i rami lunghi una franta: ilfioreclit frira dìfaUidiofo , & grane odore , da cui nafee il frutto ritondo , come un pero . Tffe fio ritrouareio, cbefiriuDw- feoride, che la clematide produca frutto ueruno , ne le foglie coft lunghe, & cofi larghe , comefiueggono nellalmgi delcommune ufo , ma ben ritoniette, & filmili à quelle del femprettiuo minore .Mafie fuffe alcuno , che emanan- done diceffe , che la lunga fu detta nonfia quella, di cui ferine Diofcoride , per non produrre cUa il fiore porpore o , u piu prefio gialliccio , & per non hauer la radice lunga un palmo , ne gr off, a un dico : ma molto piu lunga, & moltopiu fiottile ;fe gli può ageuolmente rifrondere , auenirecio perla uarietàdei luoghi, & delle regioni, & Mamma nelle piante prende non poco piacetene i fiori di uariareloro i colori, come ueggiamo inaine diuerfe piante, che affa- io do una cofa ifleffa, fanno qual il fior bianco, & qual uermiglio , qual celeHe , qual giallo, & qualporporeo : & che già nidi io una radice d’Miftolochia lunga portata di Calabria , lunga ( come fcriue Tsficandro nelle tl teriache) un godì- to , & grò fa quanto il dito grafo della manode cui foglie non feppi però io mai difeernere dalla noftra lunga covami. Tiu oltre la radice deUa Clematite , per quanto fcriuono Diofcoride , & Tlinio , è ricoperta da grò fa corteccia, lidi non fi uede però nella lunga, che è in ufo commmemente producendo ella manifeSlamente le radici ricoperte difettila corteccia, il cui odore è piu prefio fafiidiofo ,& grane , che aggradatole ,& odorato , come debbe effere ttekn- dice della Clematite . Il perche non ho mai potuto inchinarmi à credere , che la uolgar -AriSlolochia lunga , di m l pii Piflolochia. la figura, fiala legittima clematite . Ma piu preSlo fon trafeorfo affricate , che fta ella forfè la Tifi olocbia, chia- mata coft da Tlinio , per ef erelodata per le donne diparto, imperoche oltre al conmmerarla egli tra CMifiolochit nel quarto luogo , dice e fere quella piu fiottile della clematite , con radici firmili à giunchi piugrofìi, per tutto pialli jc radicate capillari. Et hammene crefciMala fufritione , per hauer io ueduto di quella, che produce la radice Imgiu palmo , & grofa un dito : ma in tutte le altre pani tanto filmile alla lunga commune , chenonmfipoteumtare altri differenza ueruna . Sono oltre à rio alcuni moderni nella fatuità defemplici dottifftmi , & efenitatifsm , cbcftpn- fuadono , & non fenici qualche ragione , che [ MiSlolóchie lunghe , oltre alla clematite , fieno dì due frette : morn t, che produce la radice grofa ( come dice Diofcoride ) un dito , & lunga una fratina : & t altra lunga & fittile ditt- mata da Andromacho ( come dicono )&da Galeno nel primo libro degli antidoti , A’f «A . £<° chia fottile.Et quejla dicono effere uer amente la lunga del comune ufo, di cui è poHa qui la figura. Di modo che no frm che quella firn quella, che fi debbe mettere nella theriaca , fondandoft fopra la deferitone ielgiomie MtmmK » & parimente di Damocrate : i quali uogliono, & ordinano , che quellaradice d Mrijlolochiafi metta nella t iena , che fi chiama fiottile . Il che par che dimofiri , che ue ne debba effere una altra frette pur di lunga , oltre alla c eliciti , q di piu fiottile radice .Et qucflopare , che confermi Galeno nel luogo fu detto , dichiarando queflopaffo con pie epa le . Se altro ci rejla anchora , che non fta fiato dilucidato dal padre Andromacho ne i uerfi elegiaci, dotte ejet ^ theriaca , può bora ciò effere chiaro à i lettori , che leggono quella che deferiffe il figliuolo ìnprofa . lincee no r> macho mette nella fttatheriaca ferina alcuna diftmtione la centaurea, gr il gioitane fcriuendo in profa difie cento, ^ fiottile, per ritrottarfì anchora centaurea chiamata grofa. llmedcfmo fece egli nella Ariflolocbia ,per itti eoa: rfllrr JviFlrtlnrUir, retile IMA stviFlnlnrUift rii (TYCt (Tri YrltUr P. .C^T Una. /lltYO. teY7CL che le fdtOlldZ . QjiCilO tU 0 Opinione non accettata. tre alla AriSlolochia fottile una altra ariftolochia di groffa radice ,& una altra ter\a che le fa tonde . fe Galeno , fopra le cuiparole fi fondano cojloro . Ma io tengoper fermo , che per l AriSlolochia fottile altro non ^ dano Andromacho , & Galeno , che la clematite . Imperoche non ritrouandofi apprejfo Diofcoride , & Ga cn0^.^ tre fbetie dì AriSlolochia , ciò è tonda 3 lunva } & clematite , non mi pare uer amente , che fi poffa conclude i e a < Jr t, «Yi^.orr rfTere ella (come ferine Diofcoride) . ti y fenon che Aadromacho ,& Galeno intende ffero della clematite prima , per effere ella ( come ferine 'Dio c dici : & pofeia per ritrouar io } che Tlinio ferine a una Jpetie di lunga , che produce fonili , & farmentofe radici : & pofeia per cap.del xxv. lib. che la clematite fupera di iiirtù tutte le altre ,& che quantunque tutte Jpirino d odore me ’ ^ dimeno fi fente egli nella clematite molto piu foaue 3 & aggradeuole . il che conferma GaL nel Vi.« ^ ^ fottile» femplici 3doue ferine le uirtù di tutte l’AriStolochie .Et però non è da credere 3 che per Ariflolochia lepta,cio intendino Andromacho f & Galeno una quarta Jpetie dì AriSlolochia. perciocbe M7r™ queSto U0^^-(.Q > cj)gji Jpetie ueruna 3 & non f blamente ftgnijica f utile 3 ma minore : & tale delle due lunghe è la clematite . On c ^ ^ /’ AriSlolochia as^th facejfe , ò fuffe una Jpetie per fe 3 farebbe parimente necejfario dire 3 cbefllpe nnc Jpetie di centaurea oltre alla maggiore 3& alla minore chiamata (penalmente A£^t>ì , come la chiama „ ^ Jnefor- Ma queSlo per due ragioni fi ritroua efferfalfo .prima per non ritrouarji apprejfo Diofcoride , & Ga C/WJ^V^ ^r0 In ^ ti di cent aurea 3 ciò è maggiore , & minore :&poi per uederji 3 che deferiuendo Tlinio alvi • caP° cj]Cnon centaurea lepta3dice di lei di parola in parola tutto quello 3che f trine Diof :oride della minore . Onde conc„ 11 ’ > ^ ^ effendo apprejfo Diofcoride 3 & Galeno piu che tre AriSìolocbie 3&la clematite delle due lunghe a pi" 6 UtiO' Nel terzo lib. di Dioico ride. 687 udorofa , & la piufioauemente odorata , non poffia.no eglino hquer intefo d'altra per mettere in la theriaca , che della clematite . Cofa che neramente conclude , che la lunga qui figurata da noi , noti fia altrimenti quella , che deue entrare nella theriaca : ma piu prefio ò la Tiflolochia ferina da Tlinio , come poco qui di fopra sé detto , ò altra fpetie d'Ari- ftolochia incognita à gli antic hi . Ma, altra piatita è quella , che ne fuoi uolumi dipinge il Fuchfiopcr la Tifiolochia , come {he punto non fi rafifiomigli alla Tifiolochia , di cui ferine Tlinio. Quefia che deferiue il Fuchfìo,è una pianta di fion- di s& di fufii tener ifi ima : la quale nafee nel principio della primauera infieme con la chelidonia , & dura tutto il mefe di Maggio , ò al piu per tutto Giugno . Troduce quefia le fiondi tenerelle , & bianchiccie , filmili al coriandro , onero al ranoncolo della prima fpetie : & la radice quafi ritonda , ma piatta uerfio terra , & acuta uerfio il gambo , per tut- to di dentro concaua , ricoperta di nera ficor^a , di dentro gialla , d'odore filmile all'arifiolochie, & algufio amara . ) 'Et però l ufiauo i Tedefichi in ucce d arifiolochia ritonda 3 per non nafeer la uerane paefi loro . Ma non però fìdcuecre - d&c, che quefia fia laTi ftolochia ficritta da Tlinio . Imperoche la fina non produce radice tonda , ne concaua , ma piti fittile dell’ arifiolochia clematite. Onde parmi ( per quanto il mio giudicio porta ) che piu ragioneuolmentefìpofifia dire , chefia quefia pianta apprejfio Tlinio quella altra fpetie di fumaria eh' ei deferiue alxn. capo del xxv. libro , con que- fteparole . E un altra fpetie di fumaria fiuti cofa , tenera , con fiondi di coriandro , di colore cenericcio ,& fiori porporei . Tfiafcc negli horti , & nelle biade. Di quefia credo che parimente ficriuejfe Aetio alli. capo del x 1 1 . libro nella cura del fegato oppilato , doue fia mentione d una fumaria chelidonia, per nafeer ella ( come s’è detto ) infieme con la chelidonia nella primauera nel uenir e delle rondini 3 come piu diffufamente diremo poi nel quarto libro 3 doue fi trat- terà della fumaria . E' opinione del Fuchfio, chela radice di quefia pianta fipofifaufare in ue ce dell' Arifiolochia ritonda, come chiaramente fi legge nel fino libro delle compofitioni de i medicamentiultimamente aumentato da lui: j ma come fi pojfa con ragione fieguire la fitta opinione , non ueggio offerirli uerv.na ragione . Terò (per miogiuditio ) molto meglio fia flarfeue con Galeno , il quale mancando la Arifiolochia ritonda , tifa in firn luogo la lunga . Seri fi- fe di tutte tre le forti dell' Arifiolochia Galeno alvi, delle fiacultà de fiemplici , cofit dicendo . La radice dell' Arifiolo- chia è neramente molto utile ne i medicamenti: è amara , & alquanto acuta . Ma di tutte le fpetie la ritonda è fiottili f- fma , & in tutto piu efficace . Et delle due altre fpetie quella , che fi chiama Clematite , è piu rifra gante d'odore : come uh’ ella fia manco buona perle medicine. & imperò molto l' ufiano i profumieri per gli unguenti odoriferi, la lunga è manco utile, che la ritonda ; quantunque non fia anchor ella fienon efficace, per effiere afierfiua,& calefiattiua : ma però meno afterfìua , & digcfliua della ritonda, come che non ficaldi manco di quella , immoche forfè anchor a piu .Et imperò doue fia di bifogno d'aflergerpoco , come farebbe nell' ulcere della carne , & nelle fiomentationi della madrice , f piu conueniente la lunga . Ma doue piu ualidamente fia di bifogno d’affottigliare i grò fi humori , è ualentifilima la ri- 0 tonda. Il per che affai piu gioua quefia ne i dolori, che fi generano da crude uentofìtà , caufiate da oppilationi , & grofi- fi humori. Tir a quefia fuori delle membra i bronconi, &kfiaette, fanale putredini, mondifica l ulcere fior dide, fa bianchii denti, & lelgengiue . E' conueneuole àgli afìnatici , al mal caduco , al finghio^o , & alle gotte, mafiimc quando ella fi bene con acqua : & naie parimente à i rotti , & àgli (pafmati quanto ogni altro medicamento . Com- memorò Mefiue l' Arifiolchie trai fiemplici fiolutiui ( quantunque fie lo tace fiero Dio feoride ,& Galeno ) cofi dicendo. L’Jrittolocbiafolue per di fiotto l'bumidità flemmatiche: & fecondo che differo alcuni, fiolue anchor ale coleriche. & oltre à ciò è ella neramente una di quelle cofie , che mondifìcano efficacifìimamente il polmone , e'Lpetto dalla flem- ma , & dalle putredini, come ne fia manifieflo fiegno ilgiouamento, che ella fia àgli afmatici . Chiamano i Greci l' Ari- fiolochia , AV« 'oKoyj* : i Latini , Arifiolochia : gli Arabi , Zaraund , Mafinocra , onero Zaraued : i Tedefichi , Oflcr- lucey : lijpagnoli , Aflronomia : li Fr ancefì, Fot orile, ouer de la S arrafine: i Boemi Todra^ecà Toloni kpkpronal \ Llugij. Della Glicirrhiza. Cap. V. LA GUciRn.Hr za nafee abondantemente ituCappadocia, & Ponto . E breue, & làrmen- tofo arbofcello : produce i rami alti due gom'biti . Le lue fiondi fono limili à quelle del lenti- feo , denfe, graffe , & al toccarle gommofe . Produce il fior hiacinthino : & il frutto limile in gran- dezza à quello del platano , ma piu afpro , in alcuni baccelli limili à quelli delle lenticchie , ma rof- fi , & piccioli . Sono'le fue radicilunghe, come quelledella gentiana, di colore di bollò , acerbe, & dolci . il fucco delle quali fi condenfa à modo dilicio. E efficace quello nelle afprezze della can- na del polmone , ma bilogna tenerlo à disfarli fotto alla lingua : è buono alle infiammagioni dello 0 ftomaco , al petto , & al fegato . Sana beuuto con uino palio la rogna della uefcica , & i dolori del- lerenì . disfatto in liquore, caua la fete : lana applicato le ferite : mangiato gioua alloltomaco . Va- leatutte^ueflecofeladecottione della radice frefea: la cuipoluere utilmente lì mette fopraài pterigi de gli occhi. Chiamasi la Glicinbi\a in Tofcana uolgarmente \egolitìa , ma quafi da tutti glijpetiali,& dai medici, che piu fi dilettano de i uocaioli corrotti , & barbari , che de i Greci , Liquiritia . E' pianta neramente da pochi rum cono fiuta , Ma per dire il uero è ella di due fpetie , ma ciò è ferite , & l’altra fruttifera . Enne abondantifiima la 'Puglia , & [penalmente in tutta quella prouincia il monte Gargano : donde fi porta ogni anno à noi il fucco condenfa- to in pani, & parimente gran [afri delle fue radici . Veiefi anchora in piu luoghi d' Italia trapiantata negli horti, & 0 nei giardini , nimfolamente per ornamento di quelli ; ma aneboraper l’ufo della medicina . Imperoche leradici frefchc, &cmatc dimtouofono molto piuualorofe delle fecche, & molto piu aggradatoli algufio mefe nelle medicine. La frut- tifera deferite a da Diofcoride nafee copiofa in Germania nel territorio del Fefcouado di Bamberga , non molto lon- M M M 2 tono Opinione del Fuchfio rifiuta ta. Ariftolochie fcritte da Gale no. Ariftolochie fcritte da e- fue. Nomi. Glicirrhiza, & 688 Difcorfi del Matthioli Errore di Pli- nio. GLICIRRHIZA. terno da "Norimberga come intendo , in alcuni altri luoghi . Produce adunque quefìa il frutto magpon ' ^ lo del 'Platano 3 ma piu ruuido , & piu pelofo conformato tutto di piccioli follicoli, come di lenticelle > t fieme , pelofi , & circondati da fottilifiime fpine , d'un colore , che nel nero rofieggia . Ma non e Je non . ^ da marauigliarft , che Plinio commemorale la B^golitia tra le piante fjiinofe al principio de ix. c XX li. libro co fi dicendo . £' fenica dubbio la Pegohtia di quelle piante , che fono fiinofe : percioc ie e ap^ ^ fiondi rie cinte, grafie , & gommo f e . Et al xv. cap. del xxi . lib. connumerando quafi tutte 1 herbe frinoje, 1 , Le pi iute jjnnofe fono di molte fietie . In tutto ftinofo è l’afiarago , & lofeorpione . v Alcune fono fiinoje ne^.^ . ^ come èil cardo , Siringo, laregolitia 3& l'ortica, imperoche in tutte le fiondi di quefte è una $‘n0fi*n°D-0rcori(le , perche fi può comprendere 3 che Plinio non uidc mai la Regolitia , la quale produce le fiondi come ijje non in modo alcuno fiinofe , ma fimili à quelle del lentìfco 3 denfe , grafie 3& gommo fe . Del cui er roi efl*0,^7A tccfiere flato cagione l' battere hauto Plinio il tefio Greco di Diofcoridc fioretto, doue tal'hora era Jcnt o ^ Nelterzolib. di Diofeoride. 689 che uuol dire filmili al riccio , cioè finofe , in luogo di che uuol dire fmili al lentifco , effondo da ipoco diligenti pittori fiato mutato il aine. onero che non effóndo egli per auentura troppo dotto nella lingua Greca , ingannato dalla fimilitudine delle parole ( come in altri luoghi anchora babbiamo dimostrato ) errò inauertcntemente anchora in aueflo . Imperoche cotal opinione ha tanto del uerace , che fi può ageuolmente dire che non poco s allontanino dalla ve- rità coloro , che per difender Tlinio differo [ciaccamente , che già era la tegolàia finofa, maper cjfere ellapofcia fiata diligentemente coltivata , hauerf perdute le fine :percioche fe ella non era finofa al tempo di Diofeoride , come per la defcrittione appare , manco doueua ejfer finofa al tempo di Tlinio , nato piu ,& piu ami dopo e fio Diofeoride. Ma che diremo noi di quella , che nafee per feftcfa fetida alcuna coltura , non ritrouandoft in alcuna parte finofa ? ne- ramente nonaltro fe non ch'ella faccia uero teftimonio dell'errore di Tlinio ideila [cioccherà de Jìfoi difen fori. Chiama 1 Tbeophrafio la l{egolitia ,alxill. cap.del IX. libro dell'hiftoria delle piante, S cùbica , per e fere cofa certa che li Scithi mono alle volte , & pafano dieci ouer dodici giorni di tempo folamente mafticandó & fucchiando la Bagoli- ti* }fen%i pigliar e altro cibo . Imperoche ( come egli ferine) nafee copiofifisima attorno alla palude Meotide la Bego- litù afterfiua , mitigativa , & lenitìua , & temperai' acuità degl'humori , & però fi da ella utilmentane gl' ardori del- Urina . Ldradice maficata frefeanon folamente fegnela fete , ma ritarda anchora la fame , confer'uaìido piu &piu giorni leforrp . Il medefimo fa il fucchio delle radici condenfato , & ritenuto in bocca fino che fi liqucfaccm. Gioua il ■ medefimo alpetto , & al polmone , & però fi dà utilmente à i T bifici , à i.Tleuritici , & à coloro che malagevolmente ! xifiuno . . Galeno commemorò la Bpgolitia alvi, delle [acuità de [empiici , cofìi defcriuendola . Il fucco delle radi- : ddella Regoliti a è primamente utile , <& (imilmente dolce come fono le fue radici , & leggiermente coftrettiuo . Onde può lenire Infrena non folamente della canna delpolmonc , ma anchora della uefcica : &. quefio fà egli per la medio- > crità della fua temperatura . Et imperò è famigliar e al temperamento nofiro : percioche cofi fatte è fiato dimoftrato ef- fer le coffe dolci . Ma e fendo à quefio aggiunto una certa facoltà cofirettiua , tutto il temperamento fuo quanto egli fi fio. per calidità,& facoltà cofirettiua, è uer amente calidod' un tepido calore, accofiandofi molto al temperamento. Oltre ■ à ciò perche femore ha alquanto dell'humido quella cofa , che è mediocremente dolce , è ella ragionevolmente medicina 1 convenevole alla fete . Chiamano i Greci la l\egolitia , Txvxupp/gt: i Latini , Glycyrrbi?xa , & Dulcis radix :gli .Ara- bi, Sussi Tede febi, Leckrit ouero Suefbolt\: li Spagnoli, Regalila: li Fr ance fi, P^eclife, onero Bcygaliffe : i Boemi Leforice : & i Toloni bakarijcija , Della. Centaurea maggiore . Cap. VI. D T A centa.vre A-maggiore produce le frondi limili al noce, lunghe, dicolore di quelledel I 7 cauolo, intorno per tutto dentate à modo di Tega. Rafièmbrafi il fuo fufto à quello della rom- bice , è alto due ouero tre gombiti , & ha aliai rami , i quali produce fu dalla radice : nelle cui fom- mità fono alcuni capi , come di papaueri , che nel tondo s’allungano . Il fiore è di color ceruleo : & il Teme limile à quello del cardiamo, inuolto in certi lanuginoli fiocchetti . Produce la radice grol- la, graue , falda , di lunghezza di tre piedi , piena di fucco , ralligna , & alquanto cofirettiua , con alcuna dolcezza, & acutezza infieme. Ama luoghi graffi, & aprichi, le felue,& le colline. Trouan- fene copia grande in Licia , nel Peloponnefo , in Helide , in Arcadia , in Melfenia , & in molti al- tri luoghi circa à Pholoe , Licia , & Smirna . Conuienfi la radice à i rotti , allo Ipafimo , à i dolori del coftato, àgli ftrettidi petto, alla rafie uecchia, & allo fputo del làngue , data al pefo di due 0 dramme con acqua , douc fia la febbre : & doue non è febbre , con uino . gioua à i dolori di corpo , & della madriceprefà nel medefimo modo. Rafchiata,&mefiàinforma di collirio nellepartife- crete delle donne prouocai meftrui , e’1 parto . Il fuo .fucco -fa quello medefimo. Gioua la radice alle ferite : imperoche frefea, ouero fece a alquanto inanzi bagnata, & poipefta , le confolida . Co- cendofi la radice peftà con la carne in piu pezzi tagliata , la congiunge infieme . In Licia fe ne Ipre- me il fucco , il qual s’ufa in cambio di lido . Li A cesta v r e a maggiore , per quanto il mio giuditio porta -, altro uer amente non è ( come trattando del Rhapontico difii anchora poco di f òpra ) che quella molto notabile radice, la quale tennero i nofiri piu nuoui ante - ce fori, per il uero rhdpontico: come fanno parimente à nofiri tempi alcuni , i quali piu pr e fio vogliono errare 3 con gli ignoranti de tempi paffuti , che accofiarfi al giuditio de periti femplicifti moderni , da cui potrebbero fenfata- mente cognofccre i veri & legittimi [empiici medicamenti . Ma quantunque con alcune fue ragioni contenda il Bra- fauola medico de nofiri tempi dottifiimo , che non fia radice di Centaurea maggiore quella -, che il piu delle uolte sufa nelle fetiarie per vero rbapontico :, parmi però che s inganni egli manifeftamente , auenga che in cotal volgare rha- ponticofi ritrovino uer amente tutte le note , che fi richieggono nella Centaurea maggiore : e fendo egli ( come fi vede,) una. radice grò fa , graue , denfa , lunga tre piedi , & tutta piena di fanguineo. fucco , il quale non folamente fi fi ente nel gufiarlo alquanto acuto; ma dolce anchora con alquanto di coftrettiuo. £' come ho diligentemente oferuato io fi vede quefia radice per lungo firifciata,& ravvolta come una fune, il che confermano le foglie , ifufli , i capi , i fiori , & ilfeme ,per efere del tutto. quelli , che feri fero alla Centaurea maggiore Diofeoride , & Galeno . Ffiafce la Centaurea maggiore , che fi porta ànoi, in Tuglia in fui monteGargano chiamato volgarmente difanto Angelo : & per quanto ) Pm u°lte à bocca m’hanno riferito coloro , che di là ce laportano , no.n ritrovo io , ch’ella fiapianta punto difiimile dal- la maggior Cent aurea , cbedefcriueDiofcoride . SNafcene anchora , benché non molto copiofamente , inmonte Baldo jopra al lago di Garda : ma non cofi ui fi matura , come fa in Tuglia . Sono oltra quefio alcuni de i tempi nofiri del MMM s tutt:0 Regolitia fcrit ta da Galeno. Nomi. cétaurea mag- giore , & fua ef faminacione. Errore del Bra fauola. Errore di alcu ni. s?. Wà'M- tutto ignoranti della materia de [empiici, che dimostrano per la Centaureamaggiore ma certa pianta, e ena ghi humidi , conflitto quadrangolare , lungo due gomhiti , foglie fmili a quelle del falcio , & fiori ìojji , < ■ quale prendono alcuni per la lifrmachia : non hauendone però altro inditio ,fe non per uederft prò uy re que , fufii quadrangolari , & il fiore rojfo come fa la Centaurea minore . Ma quanto mi fer amente s ingannino c Error de gli di eh ini o coloro , chemolto piu ne fanno , Fece dell' ma & dell'altra Centaurea mentione Mefite ^ ^ ^ ' ma coft confufamentc mefcolando le [acuità dell’ una con quelle dell'altra , che -non è da marauig iarj i ,je. fiato riprefo da alcuni ualentiffìmi femplicifii de i tempi nofiri -, quantunque non manchino alcuni nuota c0'!m^.rn(f ^ con affai deboli argomenti fi sformano di uoler contradire alla cenfura de ifu detti ualcnt huomini in ^ yt ^ ■ re.jqcl quale ritruouo anchora jLuicenna,& parimente Serapione. il quale fcriff ? d authorita di J- cn • wr dice della Cent aurea maggiore f tlueua infiememente magiata la cholera , & la flemma, & che ellagioua ua ^ ^ ^ h ore x i ^ quali uirtu non fono però della maggiore, ma della minore , come fi dirà nel feguente cap. Sci ijfcne. ^ Arabi. Errore nìQ Nel terzo lib. diDiofcoride. 6 9 \ cap del XXV. libro , douc in ucyità fi farebbe affai bene concordato con Diofcoride , fe non bauejfe egli detto , che fuffe injiememente la Centaurea dolce , & amara : imperocbe l'amaritudine non fi ritroita fe non nella minore . Dafìi la Virtù della cé radice della Centaurea maggiore tanto infufa nel uino , quanto trita in poluere , à bere dgl'bidropici , a ifegatofi , & C3urea maS&‘° a coloro a cui è traboccato il fiele. Il fucchio canato dalla radice frefcagioua beato al pefo d’una oncia al morfo de i fer- ii uelcnofi: & parimente meffo fopra la morfura . Scùffie della Centaurea maggiore Galeno alv il. dell^facul- Cctaurea mag- ù defemplici, cofi dicendo . La radice della Centaurea maggiore , come dvmoHra algutto effer comporla di qualità con - giore (cricca da mric ; cofi mcdefimamente nell' tifarla fa ella contrari j effetti . Sentefi manifefìamente e fi ere ella algufìo acuta , coflret - Galeno' tìua , & leggiermente dolce . Ma nell' operare l'acutegga fua neramente dimostra leiefier calìda . del che dàinditioil py ornare de imeflrui , il far partorire le creature morte, e l corromper delle uiue , che ella fa. Oltre à queflomanife- [0 Jìano la f acuità fua cofìrettiua , frigida ,& terrea , il faldare che fa ella delle ferite , & delle ulcere , & ilriHagnare de i nomiti , & degli /fiuti del fangue . Danfene in cotali cafi due dramme , oue fia febbre , con acqua : & oue non fifa , ! con uino . Conuienfi oltre à ciò fecondo L'operare di tuttclefue qualità infieme àirotti , àgli Jfiafimati, àgli tiretti di petto , &à gli afmatici , che malagcuolmente ricolgono il fiato > & parimente alla tojfie uecchia . Imperocbe in cotali 1 patienti non folamente bifogna euacuare le fuperfluità , che non fono naturali ; ma confortare anchora , & flabilire le membra , che fi fono notate . Ver uotare adunque è atta Incuteva fua,& mafìimamentc non eflendo ella fola , ma accompagnata dalla dolce^a, ouer amente non del tutto dalla amarena . Imperocbe cofi non può efjere in lei ne Molen- da , nc fierezza , offendo mefehiata con tale temperata fu fianca , quale è la dolcezza . Ma douc bif igni corroborare , è i ncccffaru la facilità cofìrettiua . il fuccofai medefimi effetti , che la radice. Sono alcuni, che f ufano in cambio di li- [ c(0 m chiamano i Greci la C centaurea maggiore , dupiovptya „• j Latini , Centaurium magnum :gli Mrabi , Chantu- Nomi. JO rm kibir , Sacurion habre , onero Cantburium : i Tedefcbi , per errore , Ifeupontic : li Spagnuoli, Ifiuipontico : li Pran- j cefi,Ffiepotitico. Della Centaurea minore: Cap. VII. LA chktiviea minore è ftata da molti chiamata limnefio , per nafeere ella ne i riui , & luoghi acquaftrini. E' limile all'origano, oueroall hiperico. Produce il fufto quadrangola- re, piulungodun palmo. Fa il fiore limile alla lichnide,di colore rodò porporizante . Le fiondi fono limili alla ruta , alquanto lunghette , & piccioline . Ralfembrali il feme fuo al grano . La radi- ce è picciola, leggiera, inutile, & al gufo amara. L'herba frefea pefta,& meffainfule feritele jo falda: purga l’ulcere uecchie, &le confonda . Mangiata cotta purga perii corpo lacholera,&i graffi hu mori, Fanfi della fua decottione criferi allefciatiche.- imperoch ella folue il fangue, & caua il dolore . Il ficco è utile nelle medicine de gli occhi : percioche melfoui con mele , ne toglie le caligini, applicato di fotto con lana prouoca i meftrui, e'1 parto, beuuto gioua à i difetti de i ncr- ui. Cauafi il ficco in quello modo.Cogliefil'herba quandoèpiena difeme, &lafciafiin mollo nell'acqua cinque giorni , de pofeia tanto fi cuoce , che l'herba foprauanzila decottione : & come è fredda, lìfpreme,& fi cola con pezza di lino, & gittata uia l’herba fi rimette la colatura à bollire, tanto che fi riftringa come mele . Tolgonla alcuni uerde , &piena di feme , & peftanla, & fpremuto ne il ficco , lo mettono in un uafo di terra non impeciato, Scmelfolo alcole , & Ipeffò mefcolan- dolo con una fpatola di legno, lo (pelfifcono : & fepur qualche poco fe n'attacca all'orlo della qo bocca del uafo, lo fpiccano,& lo mefcolano con il refto . la notte diligentemente lo cuoprono: imperoche la rugiada non lafcia condenfare i liquori. Spremei! fin liquore dalle radici fecche , & daU'herba,cocendole, come facemmo mentione nella gentiana.Ma quelle cofe, che ficauano dall'herbe pefte , & dalle cortecciefrefche, come è già detto, fi difeccano al fole . Cofi li prepara I il ficco della thafsia, coli quello della mandragora , & altri limili : & cofi dell’agrefto parimente, nondimeno il lido, il ficco d'alfenzo, l’hipociftide,& limili, ficondenfano cocendofi,comeè fiato detto. LA cisrATK minore da tutti neramente conofcmta,perciochi cotta nella lifeia fa biondi i capelli , chia- Centaurea mi - filiamo noi in Tofcana Biondella . Quella adunque , che s'ufa per tutto nelle [petiarie , non è dubio ueruno , cb'el- nore,&;iiu elfi 50 lanonpala itera, & legittima Centàurea minore: per uederfi in leituttele fomigliange , che le affegna Diofco- ml0atlonc' ride . E' pianta molto amara , non folamente nella radice , ma in tutto il reSìo delle parti fue . & però ragioneuolmente èflata ella da alcuni chiamata Fiele della terra. Calcito multato dallerare, mirabili, & molte uirtùfue fcrìjfe d'ejfa fola un libro ùarticulare , il qual dedicò a Tapia. Solue del corpo la Centaurea minore la cbolera ,& flemma : delta qual [acuità è del tutto priua la maggiore, io affi la decottione della Centaurea minore utilmente àbere nelle febei Virtù della; CJ tentane per cacciar’ ella per difotto la cbolera, & però da alcuni mene chiamata Cacciafebrc . Apre la medefma onera - nurea mmo • mente il fucchio le oppilationi del fegato , & della milga , & rifolue le darete loro, il medcfimo bcuto con mele al pefo duna dramma , & parimente unto fopra il bellico , caccia fuori i itermini del corpo . La decottione dell’herba , &dei fiori aHerge, &leua uia le lentigini, icuofi, gli Alpbi,&tuttel’ altre macchie della pelle applicatoui foprapiu,& piuuolte .Diflillafi il fucchio nell' orecchie uerminofe , & ungeft utilmente all' ulcere del capo , che menano la marcia, 60 & alle brorp^e . Qr.de manifefìamente [ingannano tragliArabi Mefite , Auicenna,& Scrapione , confondendo egli- CentJureami_ noinauertetttemente lefacultà dell’ una con quelle dell'altra . Scrijfe della Centaurea minore Galeno , oltre al panico - „ore fcrirra ii larfuo trattato , al vii. delle facilità de femplici, cofi dicendo . La radice della Centaurea minore èfen^a alcuna effictt- Gal. MMM 4 eia. 6^2 Difcorfi del Matthioli CENTAVREA MINORE. eia . ma i fiuoi ramufceUi , & mafiimamente le fiondi ,che uinaficono , & parimente i fiori fono utilifiimi . Vince in <{ fle parti la qualità amar a, la quale ba in fie un pochetto del cofirettiuo :-per il qual temperamento èia minor en. ^ rea: medicina, molto difeccatiua fenica mordacità alcuna . Sana quefia berba impiafitrata fiefica tutte le gran jen corpo : & tute ere uecchie , & quelle che difficilmente fi confi didano . Mettefi fece a con tutti i conglutinami , ^ catini medicamenti , & con quelli mafìime , che fono nati per fi mare l’.ulcere cauernofie , maligne, & Wcl_ 1 > ^ ftole , & per mollificare le durale antiche . Meficolafi fimilmente con quelle cofie , che medicano à i moi i , i ^ toèdarbeumatifimi ; nel che ualentifiono quelle medicine, che difieccando ualentifiimamente con una flrettiua, non hanno in fie mordacità alcuna. Fanno alcuni della decottionedi quefia berba crifierine ej per effier cofa,cbe euacuainfieme conia cholera anchora igroffiihumori : & come che nel mo^°fuo o^^e j & al J àngue ; nondimeno per quefìo affiti piugioua . Il fine co certamente yper effier c egli difimil uirtu , ciò e ijecc > ^ afierfiuopuo ageuolmente operare tutte le-eofie predette . Mettefi negli occhi infieme con mele,prouoca ime > Nel terzo lib- di Diofcoride. 693 ynUU’VIff V.V. ^ / 1 1 LJJJ ChiMMoi Greci la Centaurea minore ,K-irrdvpm /tirpv.-i Latini , Centaurionminus : gli .Arabi Cbantunon fege , Nomi> & fezir, onero Katarion fages : i Tedefchi , T aufent guldent kgaut , Fieber kgaut : Erdtgr all, ouero BibcrKr metili Spa- 3 tL chameleo.ne biancoè chiamatoda alcuni ma, perritrouarfi in alcuni luoghi intorno I alle radici fue un certo uifchio , il quale tifano le donne in cambio di maftice . Ha le foglie fimi- X li al filibo , ouero al cardo , ma piu afpre , piu acute, & piu ualide di quelle del chameleone ne • ro . Non fa fililo , ma produce nel mezo Ipini , limili al riccio marino , & alla rinata . I fiori fa rof- lì , & lanuginofi . Il fuo feme è limile al charthamo . Nelle colline amene fa la radice grolla , & ne i monti fiottile, bianca nella fiua profondità, & alquanto aromatica , al gufto dolce, & graue d’odore. Queftabeuuta con uino auftero , &fucco d'origano bollito al pelo d’uno acetabolo , ammazza i uermini larghi del corpo . Dalfienc una dramma con uino commodiffimamcnte à gli hidropici : perciocheglidifiecca. La fiua decottione ualeà prouocare l’orina ritenuta. Beuuta la radice con uino, è buona al ueleno delle lèrpi .- Mefcolata con polenta, ouero con acqua , & con olio ammaz- 3 zaicani,iporci,&itopi. H Avrebbe il Chameleone nero le frondi limili al cardo , le non fulfiero di quelle alquanto minori, piu fiottili, &diftinte di rollo colore. La gamba produce alta un palmo, grolla un dito, di colore rofsigno.I fiori Et ella nella ombrella Ipmofi, hiacinthini, didiuerfio colore. La radice ha grolla, nera , denfia , & qualche uolta cortola , la qual rotta gialleggia , & nel mangiarla morde. Nafice nelle campagne in luoghi Lecchi, montagnoli, & nelle maremme. La radice trita con un poco di uetriolo, olio cedrino , & grafeia, ungendofene guarifee la rogna , la medelima ag- 0 giuntoui folpho, & bitume, cotta nell aceto, & meda in fu 1 impetigini le lana . La decottione del- la radicelauandofene la bocca, leuail doloredei denti:& ancho pollala radice (opra al dente , che duole, con altrettanto pepe, & cera. Cotta nell'aceto conforta i denti, & gli rompe ancho- ra , mettendomi! calda dentro con uno Itile . Spugne applicata inlieme con folpho le macole della pelle della fàccia, & le uitiligini. Mefcolaficonle medicine, che corrodono: lana l'ulcere corro- dile,nere, & fordide. Chiamali chameleone dalla uarietà delle lue foglie , per mutare elle il colore fecondo i tcrrenidmperoche qua uerdi, là biancheggianti,& altroue cerulee, & rolli: fi ritrouano. I a m a s I ilbimco Chameleone uolgarmente ìnTofcana , come quali per tutto il rejlo d'Italia , Carlina, im- Chameleoni, N-3 perochefi crede il uulgo ( come fi dice ) che dall'angelo fuffe ella dimostrata à Carlo Magno per nero rimedio del- & loro rifalli. ■° la peste . Et però alcuni lo tengono per cofa eccellenttflima contro lapeHe : alla quale , per ualere ella contro à i uermi- tii del corpo, & parimente ài morfi delle uelenofeferpi ( come fcriuono Diofcoride, & Galeno ) nonnegareiio , che molto non iti potejfe giouare . Errano di gran lunga coloro , che fi penfano, cbc'L Chameleone bianco fin quella (petie ^1rrorc ^ a'cu’ di Cardo filmile à i Carciofi , che noi adoperiamo in Toficanaper fare apprendere il latte in ucce di caglio . Del che dà mmifejìomdicio il produrre egli fiopra lunghi fittili il fuo pinofo,& ben ricciuto frutto ; efifendo però chiaro, che il bianco Chameleone non produce alcungambo . Quello dmo/ìranon hauer mai ueduto ilFucbfio, huomo dei tempi Errore del » oflri altrimenti chiarìfiimo : percioche quantunque dicejfie egli , che non produce fufio alcuno , nondimeno dimentican- FuchEo. iofielopoilo dipi-afe co'l fufio ben grande . Et cofi parimente panni che affai fi fia ingannato nel nero , per non raffem- hrarfegli punto , Errano oltre ì ciò i Frati commentatori di Mefite , perfuadendofi certo , che la Carlina ( per dire Errore de frati come dicono loro f che fa il gambo, fia [alpina bianca del medefimo , chiamata dagli Arabici Bedeguar ; & l altra , che “^m|.c”tatori [0 mifafuflo ,fialapina Arabica chiamata Suchaha. Imperoche producendo lapina biancail fufio maggiore didue gombiticoncauo, biancheggiante, &i fiori porporei: & quella petie di Carlina del fufio non piu alto duna [panna , roffeggìante , pieno ,& nonconcauo ,& ifiorihiacintbìni,nonpuoin alcun modo fiate , eh' dia fia [affina biancadi Diofcoride: mapiupreflo fi potrebbe chiamare pina rojja . Come manco fi può credere che l’altra Carlina, ebenonpro- iiiceilfuflti , fiala pina Arabica .imperochenon diffe Diofcoride , eh' ella non produca fitto ,ma checca fmilealla pina bianca . Dal che fi può realmente arguire , & parimente concludere , che producendo la pina bianca il fufio ,lo producafimilmente l’Arabica , Sono oltre à ciò alcuni altri , che uogliono che la Carlina , che produce il gambo , non opinione di al fia diperente dall’altra , che nafee fetida effo ,fcnon in quefio, ciò è che l'ima fia forfè il mafchio,& l altra la femina : & cani ripronata. piegano ujfolut amente , che quelle piante fieno i neri Chameleoni, ri" maffimamente quella , che produce il gambo . Et fi fondano [opra l’hauer ferino Galeno nell’v ni. libro delle f acuità de femplici, che la radice del Chameleone nero ha io ln fe alquanto del uelcnofo:& che però non s ufa, fenoli per medicamenti eflcriori . Ma uedendofi , chemoltila man- giano copioftmentein cambio di raphano con [infiliate ; però concludono,che in modo limino popi la Carlina del gambo opere il Chameleone nero, nepetie alcuna dì quello. Al che fi puoagenolmciite rìpondere, che in Grecia, ò forfè in Ton- Del Chameleone nero . Cap. IX. / Difcorfi del Matthioli CHAMELEONE BIANCO. to j & in altri luoghi uicini la radice del Chameleone nero nafea uelenofa : & in Italia , & parimente in er ^ ^ tiferà lafciando per la clemenza del cielo, de paefi noftri ogni facoltà uelenofa , come la Terfca : la qua e cludì\~alt "Perfiafìa ella fempre uelenofa ; nondimeno in Egitto , per la bontà di quel clima , fi mangia il fuo frutto 00 ‘^•^0 j.'Crjiajfu cuu/cr/tyic 0cu.11.uju. , nvnuuiicnu in z^gn,tv c/wwi* o - ì ffldfflM fen\a nocumento uer uno . Lo Aro oltre à ciò in Cirene è di forte dolce , che fe lo mangiano ne ci 1 >comeC iecYtt^0) noi le rape : & nondimeno in Grecia , & in Italia nafte egli cofi acuto , & forte , che non fi può ny--J cotto . .Appo dogli feorpioni in molti luoghi ammazzano gli huomini , che trafiggono , quando ji iaJll“"vf. 1 t • • ’ ■' ' - — ■ 1 ' •" - r J~ — '■'"’o fenon tanto , quanto fare ^ & in altri luoghi , come nel territorio diTrcnto , trafiggendo non nuocono } e non tanto , q“untl/ J '".'Jji u!0 d'unaco , ò duna (pina . Il che nel medejimo territorio fiuede parimente neU heUeboro nero ,pernonri ^ folutiua uer una come ueggiamo parimente nel ephemero Colchico , ufandolofen^a nocumento ( quantun ^ * iuce $ mente ) i medici peri' Hermodaffilo . Ma fammi credere oltre à tutte le predette cofe,cbe a Cai ni portelo gambo ,fia il nero Chameleone , per uederft manifejì amente , che cotal C ariina in tutto, &peì tut 0 3 * ^ Nel terzo lib.di Diofcoride. rapprefenta . Imperoche produce ella le foglie fìntili al cardo , ma minori, & piu fonili conia, coHoladi metp coffa : il fulìopoco maggiore d'una (panna ,groffo andito, & rotfeggiante-.ifionmuna ombrella finofa , di diuerfì colorì : la radice groffa , nera di fuori , denfa ,&corrofa , la qual r-ompendofi gialleggia . & mangiandoli morde ; nondimeno , nonpoffo dir altrimenti ,fe non che non produce ombrella ueruna, ma una tefla (finofa ,comefkil bianco. Maquejìo non mìrimmue del tutto dalla mia opinione , uedendo tifare à Diofcoride in piu luoghi uocaboli impertinenti . Ture con tMtociononhomlutomancare dinondar qiiil’imagine d'm'altro negro Chameleonc il quale mimando da'tqapoliil ■ iottilfimo Mar anta , che fe bene fa (ombrelle hiacinthine , nondimeno non hauendole egli penticchiate di roffo , ne i fil- ili rubìcondi,ne la radice in parte alcuna conofafne ili fifentetido algudo acuteg^a ueruna,ne nifi ueggcndo gialler^a , , ne che fieno i gambi grofii un dito , non po/fo però affermare che ella fta il nero , & legittimo nero Chameleone , come piu diffiifamente habbiamo frittomi quarto libro delle noftre epìttole medicinali rifondendo al Marimta.cioèinfom- ■ m il parer mio , il quale lafcio in confideratìonc di coloro , che ft fono lungamente effercitatiin conofcere le nere ptan- te,& Difcorfi.de 1 Matthioli V K ALTRO CHAMELEONE NERO. Errore de gli Arabici. Nel terzo lib. di Diofcoride. 697 ■thìHom delle piante, conquejle parole . I Chmeleoni Jono due, uno bianco ,&[ altro nero . ma fono differenti le ra- dici nelle [acuità loro , come fono parimente differenti di jpetie . La radice del bianco è bianca, dolce gr offa , & di gra- ne odore . È utile ( come fi dice ) à ì fluffi , quando tagliata in fette , come il raphano , & cotta s'infilza poi in ungiun- co àfeccarfi . Gioua mangiata con uua pàffa , ouer bcuuta mutino brufco alla mifura d’un acetabolo , per ammalare ì vermini larghi del corpo. ^ìmmarga i cani, &i porci ,-dandofià quelli impafiata con acqua, olio, & farina d’orbo: .dr à quelli infieme co’l cauolo . Volendofi faperefel'huomo ammalato fiaper uiuere, dicono , che potendo tolerarel in- fermo d'efier lauato tre giorni con quefia radice , nonbada morire . TSJafce communemente per tutto con foglie maggio- ri del cardo ,[par[cpcr terra i & capo grande , fimile à quella delincano : &però lo chiamarono alcuni Ucano . Il ne- rohafogliefmilialbianco , quantunque minori, & piu lifeie . La pianta ha intatto forma d’ombracolo, producela radice graffa , nera di fuori , & gialliccia di dentro . Tffafce uolentieri in luoghi frigidi, & humidi . Caccia la fcabbia , drleumligìni, trita & fattone linimento con aceto . ^.mmaypqa mangiata i cani . Tutto queflo de i chameleoni fcrif- fe TheophraHo . 2' oltre à ciò dafapere , che quel uifchio , il quale chiamano i Greci Ixia, che fi ritroua nelle radici del Cbamcleonebianco, quantunque fia neramente mortifero ueleno ; nondimeno prefoincertapoca quantità naie cantra lafomolentìa . Onde le donne di Candir per uegghìare la notte fen\a effere oppreffe , ò molestate dal foimo , mentre che f esercitano in iiuejfi lauori , ufano di tome dopo cena ma certa poca quantità fen\a nocumento ueruno . Fece dcl- llxia memoria ‘Biffo in piu luoghi , chiamandola femplicemente uifchio ; non accorgeniofi egli, che fuffe differente dal- l, diro uifchio, che nafte in fu gli alberi . Onde fi credette che il uifchio de gli alberi fuffe uelenofo, ingannandoli non poco, chiamami Greci il Chameleone bianco, x*tutaim Mutrie ;Q- il nero, xapaiM'wfttW.» Latini il bianco, Chamdon albus.& il nero , Chamrleon niger . gli strabi il bianco , Chameleon beute ,& Chamalium • & il nero che - * mele onmelamos .li Spagnoli chiamano amendue , Cardo pinto .li Francefi il bianco , Carline: & il nero ,Chardonet- te. iTedtfchi ilnerofolo chiamano E ber luirl-q: i Boemi Tupamta cerna . DelCrocodilio. Cap. X. IL croc od i lio fi raffimiglia al chameleone nero « Nafce nelle felue . Ha la radice lunga , leggiera,alquantolarghetta,dbdore acuto, fimile al nafturtio . Bollita la radice nell'acqua, &beuuta, prouoca copiolamente il Lingue del nafo . dalfi nelle malattie della milza , doue gio- ua manifeftamente . Il Tuo Teme è toqdo , & doppio à modo di feudo . quello di fua p ropria uirtù ^ prouoca l’prjna. Vogliono alcuni de tempi uofiri , che il nero illegittimo Crocodilio jia quella ffetie di Carlina , che prò- duce il gambo . Ma in uero quefia loro opinionenon quadra punto con la mia , ne manco con la ragione . impero - opinioni ri - che ( come è flato detto nel precedente capitolo ) la carlina del gambo talmente rapprefenta il chameleone nero , che probate, non mi potrò maiperfuadere , chepoffa ejfer ella il Crocodilio : & fecalmente uedendofi , che cotal Carlina ( come di - moflra l'ejperiet}\a ) manca di tutte quelle f acuità > & uirtù , che danno gli fcrittori al Crocodilio . la cui decozione beuntafa fuhito ufeire il fatigue del nafo CQpiofimenteùl che non fa ne luna ne 1 altra Carlina.Oltre à ciò il Crocodilio produce la radice lunga , leggiera , larghetta , d'odore acuto copie di nafturtio :& quella (petiedi Carlina la produce grojfa , nera , denfa , & corrofa j & non larga , ne leggiera , ne d'odore di nafturtio . ^Alcuni altri uogliono , che'l Crocodilio fa llringo marino . Ma nafeendo egli lungo à i lidi del mare , & non fi raffembr andò punto al Chameleone nero , ne facendo ufeir il / angue del t(afo: <& il Crocodilio nelle felue , ne rajfowigliandofeli di figura ; nonpojfo in modo alcuno accollarmi all' opinion loro ,0 quanto fiimarebbono i medici noftriil Crocodilio ,fe nafe effe egli in Italia , doue mi l ho potuto io rintracciare , ejfendola decottione delle fue radici di tanta uirtù , che folamente beendofi poffa prò- mare ilfangue del nafo. CommemorolloTlinioallWl II. cap. del xxvi I. libro , ma non però altro ne dijfe di quello, che ne recita Diofcoride: amf difeordò egli da lui errando nella interpretatione , nel dire chenafceuail Crocodilio in luoghi magri , & arenofì , doue.feluof doueua egli dire . Scriffene Galeno alvu. delle f acuità de i femplici , co fi di- jrjj?' Jj1® ^ cendo . É il feme del Crocodilio. acuto , & odorifero , gioueuole à prono care i meflrui > & forma . Et imperò è egli cali - no. do , dìgefliuo , & difeccatitw . Il fucco tanto del fuflo , quanto del' feme , per ejfer di fimile fatuità , prouoca l’orma • Confcrifce ualcntemente la radice à farjputar le materie dal petto , per effere ella meno acutadel feme, come ch’ella non fa però meno amara . Fa oltre à quefio ufeire anqhora ilfangue del nafo Chiamano i Greci il Crocodilio, &pono.SleiAiov: Nomi. i Latini , Crocodilium. Del Diffaco, oucro Labro di Venere. Cap. XI. IL d i s s a c o è nelle fpetie delle piante fpinofe . Produce il fililo alto , pieno d'horride fpine . Raffembraniìlefuefrondià quelle della lamica, ma fono lpinofe,&à dueàdue abbracciano ciafeun ginocchietto del fufto , fono lunghe , & hanno di dentro & di fuori alcune bolle appun- tate nel mezo del dolio loro , nellali fono affai concaue . & però fpelfo la rugiada , ò la pioggia ui rimane : onde haprefo nome di diffaco . In cima della gamba tuttii ramufcelli hanno una tefta, al- quanto lunghetta , & ipinofa à modo di riccio : la qual pofeia nel feccarfi biancheggia . Ritrouafi 0 dentro inquefteteffe alcuni uermicelli , quando fi diuidono per lungo fino alla midolla . La radi- ce cotta nel uino , & pofeia pefta , fino che uenga à modo di cera , fana le feflurc del federe , & le «itole , Ds;bbefi ferbare quello medicamento in uafo di rame . Sana ( fecondo che fi dice ) iporri , NNN &le Difcorfi del Mattinoli & le pendenti formiche. Dicefi* che i uermini delle tefte legati in cuoio 3 & appiccati al collo -, ouc ro al braccio , fanano la febbre quartana . -TL dissaco, a qual chiamano Labro di Vanne, è notijiinio intutta Italia, & muffirne intatti quei luoghi & I doue fi lauora di lana . Imperoche con la ricciuta tefia , che produce egli con ritorte fine nelle fommiti de i fifa, fi cardano i panni, & le berrette per trarne fuori il pelo. Chiamafi uolgarmente in Tofcana Cardo , & in molti luoghi, dr mafiime infu'1 Bologneje fi [emina , & con molta curafì coltimene i campi. Comecbe communemente nemfudel faluatico per le campagne in figli argini de ifo(fi,& de i campi , &per le publiche firade apprejf o alle pepi , con tutti quelle nere fembiangc , che Diofcoride gli ajfegna . Itcomeche dica Marcello Fiorentino non hauere egli potutomi ritrattare nelle te He del Dijfaco uermiceUo alcuno; nondimeno fermamente nifi ritrova nell1 autunno quando fomhen I0 mature , come t ejfrerien\a chiaramente ne dimoftra , & fanno i pefcatori , i quali ufano cotal uermipcr efca delpcfie. D I S S A C O. Cbiamdft il Diffaco uolgarmènte da gli fpetiali Virga paHoris maggiore . Tercioche la minore anckora ne dimoflrano virga patto - molto Jìmilc à quefla : ma non però è nelfiifìo cofì / infoiata , ne cofì fpinofa , ne fono le fue f rondi cofì groffe , ne le tejìe ris > & lue fpe- cofi grandi , ne coft fpinofe: an\i che la quantità loro non è maggiore d'una oliua , raffembrando unuerde , & ben riton- ne' do fiocco . Ma è da aucrtire , che queste due fpetie di Diffaco chiamate Verga di pajìore 3 non fono la Virga pafloris di Serapione , ne manco quella , che ferine jtuiccnna . Imperoche quefla è il uero poligono , onero fanguinaria 3 che fotto leftetic di mafebio , & di f emina nel quarto libro fcriffe Diofcoride . Et però ho penfato io che non da gli .Arabi fa Eia- Errore deI Pan to dato il nome di Verga di paflore al Diffaco ; ma da quelli fpetiali 3 che piu f fono confidati nelle loro Tardette , che deteario. M tutti gli altri buoni , & approuati autori . perciochc quid Mattheo Siluatico autore di tale opera al cap. c cv. chia- ro mcl ^ Dl[fac° Verga di paflore , confondendo fcioccamente queflo con il poligono ,• non accorgendofì , che la Verga di p diore de gli strabi è la Correggiola , onero Centinodia uolgare , chiamata fanguinaria , & poligono da Diofcoride , & noti ilpiffaco piu differente da quello , che le Lepri da gli orfi . Fece del Diffaco memoria Galeno al v l. delle /acuir- NNN 2 tàde 700 Dijfcorfi del MattHioli VERGA DI PASTORE. Nomi. tà. de femplici , con ma fola riga di fcrìttura , cofi breuemente fornendone . La radice del Dijfaco difeccant ' f ^ dine y&ha alquanto dell'ajlerfwo . Chiamano i Greci il Dijfaco a/4*xo? : i Latini , Labrum Veneri s . g t ^ * facos : i Tedefchi , KartendiLìel , Garden kraut , Buobenjìrel 3 & Vueberkarten : li Spagnoli , Cai enc M > teador ; i Franccfi 3 Cardon à cardcr > & Verge à bergier : i Boemi Stietka , & iToloni Sjc^otki . Della Spina bianca. Gap. XII. L A SPINA bianca nafee nc i monti , & luoghi feluofi , con frondi finali ^ ¥anc? Agguanto ] ne, ma piu ftrette,piu bianche, & alquanto horride, Se fpinofe.il lutto, 1 qua rlnp aornhiri . nrnrlnreellp p-roffo un Dollice*>& Qualche UOltapiUj e>P _ maggiore di due gombiti, produce ella groflo un pollice, & qualche uolta carino, ma & dì dentro concauo : nelle cui fommità ha una telticciuola lpinola ? limile ai r ^ pm Nel terzo lib. di Di ofcoride. 701 piupiccioIa,&piulunga.Sonoifuoifiori porporei.-e’l fetneè fimileà quello del carthamo,ma piu tondo. Beuefi là radice ùtilméntécontra àgli’fputidelTangue, & contraal uomito,& flulfo dello ftomaco.-prouoca I’orina:& impiaftrafì in lu le pofteme. Lauandofi la bocca con la decottione di quella, gioua al dolor de denti. Conferifce il lème beuendofi à i fanciulli fpa(ìtnati,& dimor- fi delle fetpi. Dicefi , che portato attaccato al collo difcaccia tuttii ferpenti . Chiamano uolgarmcnte gli fjietiali imitando gli ^{rabi,la Spina bianca Bcdeguar. Et non poca queftione è tra loro , & parimente tra la piu parte de i medici , quale tra le molte jpinofe piante prodotte dalla natura, fta la Spi- na bianca . Del che norifupendofi eglino rifoluere , pigliano che il Cardo benedetto, chiamato berba Tuneci , onero Tur- ca : chi la Carlina , come fanno i Frati de Roccoli contentatoti di Mefue , riprejì fi opra ciò da noi poco qui di [opra nel di- morfo de i chameleoni ; chi quel Cardo , che noiinTofcana tifiamo in ucce di caglio per fare apprendere il latte : & chi SPINA BIANCA ET NERA. Spina bianca, & Tua eflam. Errore dimoi- NNN 3 altre' Fui. ÉÙJ'!!Ì , , altre frette di Cardi fahiatichi , cofi caminandofiene fin\a alcuna làmia luce nelle tenebre de gli «tot. Fu SSL ritrorn io ejfer Leonardo Fucbfìo buomo de tempi nojlri dottijiimo ipercioche, come fi legge nell ultimo cupi mo libro ielle fue ptirndojje ,fi crede , che fio. la Spina bianca quella ffietie di Cordone {abiatico, chejof ira ^ iìfsimc fi'ondi ha infinite macole bianche , ilquale chiamano alcuni C ardo di {anta Maria , & altri Her a . accorgendoli , che qucfia naj'ce nei piani, &nelle campagne , comene {atefiimonio tutta Tofiana , crono , non yyuojo -~jj - ,™ , - - ?««’ nel primo luogopofla la figura , la primo uolta dal Magnifico & gentilifiimo Sig. lacomo Antonio Cortufio gentiluomo T adotta J f cb- fmo de i tempi noflri, la quale roppreficnto con tutte le {ue note la nera : imperoche biella lefog leji w[e aie, Nel terzo lib. di Diofeoride. 705 mdcone ; fe bèni fono elle alquanto piu jlr ette , piu bianche , & pclofette ; &finofi; il gambo alto due gombiti , & goffo come il pollice ,& qualche uolta piu , bianchiccio & uacuo . nella cuifommità è un capo finofo,& bianchic- cio, ma minore di tinello del chameleone, con fiori dentro porporei,& ilfemccomedi Cnico .Tfonèda quella guari dijiimile quell* • ehe nafte nelle montagne della Halle Anania, di cui ho ueduto io copiofe piante tra lefelue grandìpime, che ut fino . Et imperò bene auertifcanogli fanti , imparino ,dr [appiano , che ài monti, & non al piano firitroua ilBeieguar. llchenonfolamentclorgiouarà.perhauerlo nero .per le loro compofitioni ;ma conofteranno l'errore di coloro , che fi credono ( come [a il Ritellio ) che la Spina bianca , ouero Bedeguar (la il Cardo , che per apprendere il latte chiamiamo noi TofcaniTrcfura . Sono alcuni che p enfiano che la [pina bianca fi a quella , di cui habbiamo pofito la figura nel fecondo luogo . ma in uero nonni fieueggono tutte quelle parti , & quelle note , che debbono ritrouarfi nella 10 j firn bianca . il quale errore fi conofice apertamente confiderando, che queflo fi [emina ne gli borri , che produce le fion- di affai maggiori del bianco chameletìie , &fiono le [uè tette molto piu grandi de i ricci marini . Mefife Mefite quefla pianta , & fmilmcnte la fina Arabica , ouero Egittia , la qual chiama egli Suchaha ( come diremo nel fieguente capi- tolo ) nel firopo d’eupatorio , il qual compofieegliper le febbri lunghe , & propriamente per quelle , che corrompono la jiirtit, & la forma dello filomaco , & del fegato . Contea al qual contendendo affai il Brafauola biafima il metter , che fi fi di quejìe due piante in quetto firopo, dicendo che per efifere elleno cofilrcttme.fono di fatto contrarie all'mtcntione del [tropo , il quale è filamento per aprire ,& per difoppilare. Tffel che dimofilranon fiblamente nonhauer intefo [inten- timi di Mefite ; ma di non hauere ( fatuo peròfempre l’bonor fuo )fe non poca pr attica di medicare . Tercioche ejfendo qoefiìo [topo campo fio per quelle febbri , che corrompono ,& debilitanolo Stomaco, meritamente ui convengono la Spina biblica , & C Mabica , per hauerc elle proprietà di confortategli Stomachi rilavati , languidi , & indeboliti . al 10 che ftmpre [occorrono i irnienti ,& ben pr attici medici con le cofejlittiche , & aromatiche . Et imperò tale erronea opi- nioncnon è a conto alcuno faccettare . Kfie fi debbe ( come mole egli ) in uecedìquejìe due Spine pomi il polipodio, & la fabina , per farlo piu aperitiuo . Tercioche fe ( come pur dice ) doueffe e fere del tutto aperitìuo , farebbe necef- fario rimuouere da quello firopo non fola-mente quejìe due \ pine ; ma le rofe , i maflici .la fica, e l folio : cofe tutte , che ui fono fiate mefife con gran confiderai ione , & aumenta, accioche irritata la natura dagli aperitivi forti , fatta già debile in tutte le fitte operationi da lunga febbre uniuerfal morbo di tutto il corpo, non fi caufafc un flufto irremeabile > & mortale . Seri fette Galeno «ivi. ielle [acuità de [empiici , in quello modo . La radice della Spina bianca è dife- nduti ,& alquanto coflrettiua . Et imperò conferifce ella ài flufii Stomacali , & difenterici: fana gli futi del fi angue , & rifilile l’miimia. Lauandofi la bocca con la [ita decottione , fana i denti , che dogliono . Il filo feme è di fittile effen- di , ma caldo nelle [acuità fue . Et però b imito fi contitene àgli fafmari . Chiamano i Greci la Spina bianca , AViSa fio nmil Latini, Spina alba: gli strabi, Bedeguar d . Della Spina Arabica, ouero Egittia. Cap. XIII: LA spina Arabica è limile alla bianca : & è anchor ella coftrettiua. La radice è molto utile àifluffi delle donne , allo fputo del fangue , & à ciafcuno altro fluffo del corpo . Nafce inluo- ghialpri. Ebbramente da credere, che errino manifejlmente coloro , che fi credono , che la Spina Mabica qui ferina da Diofeoride ,fia quell’albero ftinofi f Malia , da cui fi ricatta l’acacia. Del che dà. manifeflo iridirio 40 primamente il non efer cofilume di Diofeoride di repeterc per diuorfi capitoli uria' medcfma pianta , ne manco di mefeo- hregli albericonl'herbe . Impecorite hauendo egli defirittocon lunga hifiorial’ albero dell' Acacia , chiamata pari- mente SpinaEgittia , di [opra nel primo libro tragli alberi , parrebbe neramente coftfuor fogni propofito .fi qui tra 1 herbe Ipinofe n berne fife egli tornato à referiuere . Onde fi può concludere ragioneuolmente , che hauendo fcritto Diofio- riie di quelle piante in diuerfi luoghi .fieno anchor elle tra loro diuerfe, & differenti . Klella diebiaratione dell' Ma- lica.filini di buon fimo neramente donnina il Rjtellio , non attenendo , che qui parla Diofeoride fuma pianta d’un her- be fintile alla Spina bianca, cofi chiamata per nafiere ella in Mahia f Egitto , &non dell'albero dell'acacia, come fi crede egliper uero .Del che, per e fere filato Intorno imamente dotto , molto mi marauiglio : & tanto piu per efergli minio familìarifiimo , il quale difilintàmentc famendite fcriffe al X 1 1 . cap. del xx 1 1 1 1. libro , & prima di quetta , chequi fi tratta , cofi dicendo .Le lodi della Spina Arabica dicemmo di fi, opra tra gli odori : imperoche ella f epifite , &■ 50 ruffodtt. Ristagna la fua radice ualentemente tutti iflufsi, gli furi del [angue ,&( abondanga deìmettrui. il che di f cuoia in parola tolfeTlìnio dal pre finte capitolo di Diofeoride , come quello, che ben s’accorft, che quefla Mabica Ifìm affai era differente da quella dell’ acacia: della quale nel. medefmo capitolo trattò egli distintamente da quetta, cofi dicendo . £' anchor a da dire della fina dell'acacia: la qttalfi fainEgitto f un albero , nella cui ferie e' l bianco, cipero firitroua , & parimente il uerde degli altri molto migliore . Di cui intefe egli fimilmente al I X. cap. dclxlil. hbro, quando battendo già celebrate le lodi del Terfeo albero, cofi dìceua . Jqon meno neramente uiene celebrata la fina Egittia , quantunque filamento la nera , per efifer quefla nell’acqua perpetuamente duratole , & imperò utilifima ferie coltole delle naui; ma la bianca facilmente fi corrompe .Dai quali luoghiè chiaro nonhauer crcdutoTlinio , che iaffintMabica fife ma fila , come fi crede il Rjtellio. Il quale oltre à quetto non attefe à quello, che fcriffe Galeno al VI. delle facilità de fi empiici > cofi dicendo. Chiamano alcuni la Spina Egittia Mabica anchora. E' filmile alla 60 n°fira fina bianca : marnile [acuità fue è piu cofilrettiua , & piu difeccatiua . Dalla qual dottrina finga dubbiofi ca- «a efifere la Spina Mabica ne lineamenti defiq fua pianta, limile alla fina bianca, ne fi può intendere , come fi crede ‘ Bjtellio , eh ella le [m filamene jìmlt nelle [acuità fue: imperoche Galeno fecifiica ottimamente l'una, & l'altra fem- NNN 4 bianga Errore di alca ni. Cahimnia d. Brafauola co. traMefue. Spina bianca feruta da Gale no. Nomi. Spina bianca, & fua ellamina cione. Erro re del Ruellio. Spina Arabica ferina da Ga- leno. Difcorfi del Mattinoli 704 , iSlatM , dì mente di Galeno , ella il fifa de i melimi , & di tutti gU altri fluffi , à cui fi conmene k Ima, che nafte à noi. Ma quelle tali operationi fanno piu efficacemente lefuc radici, e l frutto, il quale giorni 1 difetti del - Zok &aUe enfiagioni del federe : confidai’ ulcere .per effiereeUaJènV moleflta mediocremente cofimtm . 15» r, tortài i tempi noftri in Italia : &. però in fuo luogo fi può ufare commodamente la bianca . Quefla cbumm gli Mabi , Suchaba : 1 Greci , AVA. dea0m' : & i Latini , Spina Arabica . Del Cardo. Cape XI III. -tT cardo ouero Scolimo hale foglie limili à quelle del chameleone nero, oueroà quelle I della fpina bianca, ma piu nere, & piu groflè. Ha il fufto lungo, &frondofo: nella cui fommi- io tàha il fuo fpinofo capo . La radice ha nera , & grolfa . La quale applicata le ua mal odore delle di- CARDO SPINOSO. Nel terzo lib. di Diofcoride. 705- rella , Slmilmente ogni altro odore grane del corpo : & il medelimo fa cotta nel uino , & beuuta. prouoca iimilmente beuuta , l'orina copiofamente , ma puzzolente . L’herba teneretta , & nata di nuouo , fi mangia cotta come gli fparagi . QV a N t V N Q_V E qui habbia Diofcoride brevemente d’uno foto Cardo trattato ; nondimeno, per quantohab- Cardi ,&loro bùio potuto cattare daTheophrallo , Tlinio ,& altri buoni autori, affai fonole fietiedei Cardi. Ma parlati- fpetK,i coofi- doprima di quelli, che colmati dallanatura nafcono faluatichi nelle campagne , & che noi uolgarmentein Tofcana ep J* pem,\\ fi- diritto, il quale è aubar egli ufitato ne cibi . Cauafì quando fi uml mangiare prima dei jraa ^ ^ yfeof/jra- orlerai .Lauaji ifiiuiiuvjt twva r- ■ - , rntc cT"eor le è filmile à qufUo degli altri cardi , & mangiafi quello , che ui refia , fumile al camello c ape’ . J(j-0 fio di quelle palme , che fi chiamano in Sicilia , & àlgapoli Cefaglioni , & da Galeno ^ cj0 j j uff JlO Ut t/MGLfl- ut,."." IV/V.-J' *™'5T • ■■ - ' ; ' •• , 1/ ,iT chene ferine Diofeoride ,fe non che lo deferiffe ejfere caldo nel fine del fecondo , ò nel principio del ter^o ordì- da Gal. ne , & ficcò nel fecondo . Et al fecondo delle [acuità degli alimenti , doue lo chiama Cinara , diffe che il fuo nutrimento nonerabuono , per generare egli humori melanconici . Chiamano i Greci il Cardo , i Latini , Carduus -, Chiara , & Strobilus :gli Arabi , faxos , Harxos , ouer Sacolomas : i T edefehi , Strobildorn : li Spagnoli , Cardo de corner } ouero Cardos : i Francefi , Artichault , & Charchiophe . POTERIO. « 7o8 Difcorfi del Matthioli Del Poterlo . Cap. X V . 1 L E 0 1 1 R I O , gli Ionij chiamano neurada. E' frutice grande , con i rami lunghi , molli, fotti, I li & arrendeuoli a modo di farmenti, limili alla tragacantha : & con le frondi picciole , & riton, de Velteli il poterlo d una fattile, Sdanofa lanugine :& oltre a quello è per tutto fpinofo, Produce i fuoi fiori piccioli , & bianchi : & il feme di fapore al gufto acuto , & odoratola inutile, Nafa-in luoghi àcquoli . Sonde fue radici lunghe dueouer tre gombiti, ferme, & neruofiple auali tagliate apprelìò terra diftillano pofeia un liquore fumile alla gomma . Pelle , & impiantate, confolidano i nerui tagliati . Accommodafi medefimamente la fua decottione , quando ft bee,ài K difetti de iiterpi, • A CANTHI O. Nel terzo lib. di Dioico ride. 70 p Il (OIUIO è tanto, limile alla Tragacantha, che parche fieno ctmamedejìma/petie , fe non chebaegliin cimaiumimar&occhiuti ,& lanuginofi ,il chentmfi uede nella Tragacantha. La pianta di cm è qui la figura, mi fu mandata da Confiantinopoli dal Clarijfimo Signor Augerio de Busheke amhafciatore deU'lmperador Ferdinando pri- mo al gran Turco Solimano . Onde non poffofe non molto marauigliarmi del Cornario, il quale fi perftade , che il Tote- rio altro non fta , che il Truno faluatico : fcioccheg%t neramente grande , & però dannato in ciò meritamente dal Fu- clifio ■ Scrife del Toterio Galeno , qual egli chiama Tfeuras all’ottauo libro delle f acuità defempliei con quelle paro- le . ilToterìo , il quale chiamano alcuni Tdeurat , ha uirtù di difeccare fempt alcun morfo , di modo che fi crede , che eì coffa conglutinare ineriti tagliati. Le fitte radicibanno tnedefimamentc cotal facilità, & fono alcuni anchora , che ne danno la decozione à coloro,cbepatifcono infirmità di ncrui. Chiamano i Greci il Toterio^lnn’pm.-i Latini, Toterium. Dcll’Acanthio.- Cap.- XVI. HA l’acantahio le foglie limili alla ipina bianca , fpinofe nell’eftremità loro , coperte d una lanugine limile alle tele de i ragni . della quale colta ,& filata fe ne tellòno uelli limili à quelle di feta. La radice, ouero le frondi beuute uagliono à quella fpetie di fpalimo , che li chiama ópifthotono. SE pianta alcuna nafte in Italia, che del tutto rajftmbri il nero , & legittimo Acanthio , è quella , di cui bo qui po fta la figura , bauenfto ella foglie di bianca [pina , fpinofe per intorno , & ricoperte d’una lanugine firmile alle tele de ir agni . Et imperò è ftn^afraude , da credere , che dì gran lunga s ingannino coloro, che per l’Acan- thio ci dimoftrano una certa fpetie di Cardo montano , lanuginofo in tutto il circuito del firn ricciuto frutto . Terciochc oltre al non bauere egli lanugine alcuna fiopra le frondi ; è quefta del frutto f ittiliffima fenici alcun neruo , & del tutto frangibile , & difigregata . Chiamano i Greci l' A cambio , -CArìrv : i Latini , Acanthium . Dell’Acantho. Cap. XVII. LO ACANTHOj il qual chiamano i Romani pederota , nafte ne gli horti , & in luoghi humi- di,& faffofi. Sono le Tue frondi piu lunghe , & piu larghe della lattuca , intagliate come q uelle della ruchetta) nereggianti, liftie,& graffe. Prnduce il fufto lungo due gombiti,gronòun » dito , lifeio 3 ueftito per interualli fino alla cima da picciole frondi, lunghette ,concaue, &fpino- fe, dalle quali efee il fior bianco . Produce il feme lunghetto , di roffo colore . il capo del fufto ha figura di thirfo . Sono le fue radici molli , uencide , uiftoft, lunghe , & rolfeggianti . Le quali fo- no impiaftrate conueneuolialle membra fmofle , & alle cotture del fuoco . Beuute prouocano l’o- rina, ma riftagnano il corpo : & fono grandemente utili àthifici , à i rotti , & à gli fpafimati . DelfAcantho faluatico. Cap. XVIII. NA s c,e l’Acantho faluatico limile al cardo , fpinofò , & piu breue di quello , che fi femina , & fi coltiua ne gli horti . La cui radice è tanto in ogni cofa efficace , quanto la detta di fopra. Tengono [ternamente tutti i piu irnienti {empiici fti de i tempi noftri , che l'Acantbo efifier nonpofftì altro, che quella pianta ,cbe noi chiamiamo Branca or fina . il che non ofio io negare , ne meno mi confido d'affermare . per- tiche quxntunque mi coftringe accederlo oltre all’opinione di coft fatti huomini , il uedere io hauer la Branca or fina , le frondi molto piu larghe, & piu lunghe della lattuca , intagliate à modo di ruchetta , nereggianti , graffe , & lifcie : & batter lifeio parimente il fufto ,& alto alla quantità di due gombiti , graffo un dito , & ueftito da interuallo ad inter- uallo da certe affaipicciole frondi , da cui nafte il fior bianco, &da queftoil feme lunghetto ,& roffeggiante : &pin oltre l'hauer ella la radice molto conforme à quella deU' Acantho ; nondimeno il uedere io mancare le [pine à quelle fue piu picc iole frondi , che fono fupcr lo fufto , & effere per quanto fi può confederare pianta poco babilepcr inteffere ,& iieflire negli boni , & ne i giardini l'eftremitd dei quadri del terreno, che fi coltiua , come riferifee Tlinio à XXI I . cap. ) del xxi 1 . libro :& il uedere , che quefta in nim pretto fta à i dì noftri , offendo coft apprezzata , & celebrata da gli antichi ; mi fa alquanto fofpcttar e fe fta , ò non fiala Branca or fina il nero Acantho. Tsfe ofta a quefte mìe ragioni il dire di coloro , che le frondi Acanthine , che fi ueggono in alcuni luoghi {colpite nelle colonne antiche, & in quelle maf- ftme , che ad imitatione delle Cor inthic furono fabricate , fono quefte ifteffe naturali della Branca orfìna. imperorhc fi può loro ageuolmente rifponderc , che le fembianzetrala Branca orfina ,&T Acantho poffono effer fimili ,* ma non pero effere una pianta medefìma . Et però parmi , che dubbiofofia l’affermare \, & parimente uitiofo il negare , che fta, 0, non fta la Branca orfìna l'Acantbo qui fcritto da Diofcoride . Ture per ritrouarfì nella Branca orfìna tutte quelle fa- cilita da coloro , che l'hanno in>uft ) nel medicare , che affegnano Diofcoride , & Galeno all’ Acantho : & il confìderare io , che tal bora il dire di Diofcoride , che ella habbia le piu picciole frondi , che fono nel fufto fpinofe ,fì poffa intendere mute in modo di fpine ffen^a ch’elle fieno fpinofe con effetto ; pare che mi conuinca adire , che fen\a riprenftone fieno ) tuttì c°l°ro » che dicono , & credono effere l’Acantho , & la Branca orfìna ma pianta medefìma . uedendoft manifefta- mente > che tutte l’ altre note ui corrijpondono . Et maffmamente udendo io che Tlinio nel libro , & capo, xxi I .fa due fpetie d' Acantho , una crefpa , & [pino fa , & l’altra lifcia & ftnga (pine , la quale chiamano alcuni Tederota,& OOO altri Potorio fi a efiam. Poterio fcritto da Gal. Nomi. Acanthio , & Tua efl'am. Errore di alcu- ni nomi. Nomi. AcanthOj&fwa eflam. L‘ Acatlio è di due fpetie. Acantho fcrit- todaGal. 7 io Difcorfi del Matthioli ACANTHO. altri Melamphillo . Onde non ci dobbiamo marauigliare fe l' Acantho de ì noUri giardini non e fimo fi • ^ ferina Vlinio , che uefìifee l'Mcantho ne gli borti l eHrcmità de quadri del terreno . imperoc te ^ fe atto àinuejì ir e;, nondimeno effendo le foglie fue , & parimente ifufti uencidi >& arrendono i,Jt pwag ^ noncrrino dere , che fi p offa egli accommodare a cotali ornamenti .Ver queHe adunque ragioni credo pedice Di°' coloro , che tengono che lo . Acantho 3 & la Branca orfmafiano ma pianta medefima . Trouajt { c ^eeUa finii- feoride ) anchora l’Mcantho faluaticofmile al cardo , di fiondi affai piu breui , che l domcjlico. t W . fcfenipltói j mente "Plinio , che era /’ \Acantbo di due diuerfe fi e tic . Scriffe dell ^ Acantho Galeno al Vi. e e cofi dicendo . Chiamano bjtcantho alcuni Melamphillo , & altri Veder ota . Hanno le fion i me toc) . , come che fia la fiat radice difeccatiua > incifiua 3 & di parti fiottili compofia . Chiamano Mant o . Nel terzo lib . di Diofcoride, 7 1 1 j Latini , J cantimi ! i T ede fichi . Ber cn klauu : li Spagnoli , Tenia giguante , & Branqrn urfina : i Francefi , Brande Uffine . incantilo fialuatico chiamano i Greci , A'imJ» a'jfia: i Latini ,Acanthns JylueJìris . Dell’Anonidc, ouero Ononide. Cap. XIX. HA l’ano n i de, la quale chiamano alcuni Ononide, i rami folti, piu lunghi dunafpanna, cinti da molti nodi , & concauità d'ali . Sono i Tuoi capitelli ritondi , & le fiondi picciole , & lottili limili à quelle delle lenticchie , ouero della ruta , ò del loto de i prati , alquanto pelofe, &odorate, d’odore non ingrato. Serbali l’herba nel Tale, auanti che produca lefpine,per edere ° coli molto aggradeuole ne i cibi Producono i fuoiramufcelli ferme , fòrti , & appuntate Ipine . E’ la fi» radice bianca, calida, & difeccatiua. La cui corteccia beuta con uino prouoca l‘orina,& rom- A N O N I D E. Nomi. OOO 2 pe le 712 Difcorfi del Matthioli ne le nietre- corrode le labbra delleulcere. Bollita in aceto inacquato, &lauandofenelaboccà, mitiga i dolori de i denti . Credei! , che la fua decotuone fam le hemorrhoidt . Anonide,&fu* edam. Na s c e /', Ononide ne i prati , & altri colmati, & non colmati terreni per tutta Italia , confondi mmn. te fìntili à quelle del loto , & con tutte l’ altre fembiange , che gli attribuire Diofconde . E compiuta hmjjmo da, lauor acori: imperoche oltre al far ellagran refìftenV all'aratro con le fon, rad, a, & rana, ibernimi, zana, dal anale effetto k chiamano alcun, B,cfìa bouis-Jentonoffeffo leSambel loro ,l Macere, ‘he glifi ngomleml to appuntate (bine , di cui per tutto dama nel maturarf, . Clnamafi la Ononide m affa, luoghi d, Lombardia, Bonaga. Et quantunque belfiore mente ferii, effe Diofconde , nondimeno nafte eUaper ilpmconfiot, marnai, porporeggiami: come che fé nc rimai di quella , che li produce gialli , la quale in alcuni luoghi non effmoja . Enne m Boema di «/fa io che produce i fiorì bianchi da me piu mite uedutanon molto fiore della città di Traga per la diritta mai andare àSan Anonidefcrit ta Margarita . Scriffe del/ Monide fattoi nome d Ononide Theophrafio alv.cap.delvi.hb dell hiftom delle piate, ÙTneÓph. con queHeparolc . l' anonule hai rami [finofi, & durafolamente un amo . Lefogheha ella firn, li atlante, ehm- no per tutti i rami , di modo che rapprefentano quafi maffetie di ghirlanda . Ta il fior e minuto , , quale non è per » to ferrato daU’inmglio , che lo circonda . X«fee in terra uìfeofa , & graffa , & [penalmente tra lebiade ,& al, nlm. ghicoltiuatii&peròènimicadegliagricoltori.E'piantamuacifimaiimperochedouermouabmn^ fa le radici profonde : da cui nafeendo poi ogni anno dalla banda nuoui rami , l’amo feguente fi prof ondano anclmlm m terra . Et però à uolerU difiruggere bifogna canaria , &Jlir parla tutta . Comincia a gemmare la fiate , & mtmfi l’autunno. Sniffine .melma Tlinio al 1 1 1 1 . cap. del XXV 1 1 . Ub. cefi dicendo . L Ononide, la quale Ononide amimi fi chiama , è pianta folta di rami , &. farebbe, fìntile al fiengreco ,fe ella non fujfe piar amofa ,&pm birfu a . Hakm jo odore , & dinenta lìinofia dopo la primiera. Il che diffe TheophraHo accadere nell autunno, come per il uero fii, [cer- ne .Onde pare, che qui Tlinio non intenieffe ben TheophraHo,nefapeffe la natura dell Jnomde. Fntu grande hi hfu radice à fare orinare le renelle , & romperle quando oppiano le uie dell orma . Il perche affiti da quefla mfiuemp. fifa liberati, ufando di bere ffeffola poluere delle radici conuino. Ho conofcmtoio chi coni ufo diquefiafu liberatoti Virtù mirabili um he.nm camora , di mtabile grande W , la quale non penfauano i medici d, curare , fe non co l taglio . Lipo mi deltAAon.de. ^ rtd.a u callofa circonferenza dell’ ulcere , l’ affettigli., , & [piana equamente dellem- defime fatta nell’acqua , & nell’aceto tenuta in bocca calda , mitiga il dolore de i denti caufato da ficài, humon.Vpn manca chi ferina che f, fanano l’hemorrhoide beatone fidamente la decottione , la quale fio ben io ejjer nmpocogmm- le nelle oppilationi del fegato, & delle reni. Fa/li delle radici fiefi che, inacqua, la quale beuta non follmente mp, è caccia fuore le pietre delie reni, &pm,oca parimente l orinala difoppila ,1 collo della uefcica quando fin.ni p J0 noditenaci, & uifeofi bumon. Laqualacquafi fa in quello modo . Tiglianfi difforme di radiai. Moni e [refi j quattro libre, & maccranfì prima minutamente tagliate in otto libre d, maluagia,& dipo, fi lambiccano per bagno ■ j . j.’Ap ferir quacalda.&ferbafenel’acqualaqualeèualorofiffimaperifudettimalori. Commemorai Mai, de Galeno a . «da Gai. Ielle fatuità defemplici , cofì dicendo . La radice dell’ Ononide è calida nel terreo ordine . La fua cottemi ugra j te utile . Ha alquanto dell aHerfuto , & dell’, nc, fino . Et pietre. Ter la medefima facilità leua anebo uia preftamente lefchare . Valeai dolori de, denti, coca ■ ^ . d crato.&lauandofikboccaconlafuadecottione. Chiamano i Greci l’Monide, A’mnr.&O ’ onis , & Ononis : ì Tedefchi , llauuhechel, & StaUkraut : li Spagnoli , GatiUhos, & Gatbmos : li Itane fi, X Ufi Bugrundes : i Boemi Gelhice : i Toloni Tglica, onere Liftogon , Nomi. Della Leucacanthav XX. 40 LA levcacantha ha la radice Amile al cipero, foda,& amara. La quale mancata I» il dolore de i denti . Gioua la fua decottione, beuuta con umo al pelo di tre «atnM y dolori del coflato, alle fdatiche,àirotti,&iglifpafimati. Fa il medefimo anchora radice . Leucacatha, & fua eflam. Errano manifefiamente coloro, che tengono , che la Leucacantba ,cìoèBiancaffina, fermaci fi capitolo daDiofcoride ,& la Ipina bianca , dicuipoco quidi [òpra s’è detto , chiamata Bcieguir ^g ^ Errore del Ruellio. «« jjiujluiwc ì umici.» j ». j ■ n-r J Trali ci , fieno ,& s'intendano per una cofa medefima , come alcuni dei piu dotti dei tempi noftri fi ere ano. ‘g ;o uede tacitamente eflere il Ruellio : imperoche douendo egli fecondo ilfuo ordine fubtto dopol Moni ‘ cui capofegnò ìnfiertiemente il capo della Spina bianca anchora, la qualdoueua eglia fi cren, a ,^04. Bianca Spina , trattare di quella l’hifioria , non ite neferiffe , trattato chea lungo hebbe dell Moni e ,p Il che ne dà manifejlo Micio , che fi penfaffe effere quefle due piante una cofa medefima , & Me- f atto al capo proprio della Spina bianca . Doue quantunque ( pofeia che di quella, cbcBcdeguarp ,,rewtfta- tiali , hebbe detto ) commemoraffe egli un altra [ferie di Spina bianca , la qual crefce in affai g, an e 0 , "ofeana, & in altri luoghi d’Italia per far le pepi de campi; nondimeno per f cello , ufata da noi in Tc a per far le pepine camp,; nonm Jfece crii àdimoBrare , che quella fuffela Leucacantba di Dio feoride : perciocbe parola alcuna ‘ e> ryU. 1 0 di quale eglifi ferina, attribuì alla radice “1 0 Hi fi legge . Mff che non accorgendoli nel fine del capitolo di quale eglifi ferma , attrwui aia 1 lo I linofo , ilqu.de (fe non ni inganno )è il rhamno bianco di Diofcoride.tutto quello , cheallaju p ^ ^ Bedeguar de gli Mabici , attribuifee Diofcorìde : cofaueramente erronea ,& in tutto da nero a spinai credere , che òfonmcchiofo , ò conpoca attentione fcriueffe di ciò il Rgtellio . Conofccfi femamen en Haiti, bianca , & la 'Bianca, faina una co fa medefma ,non folamente per Dìofcoride diligentifiimo femplicifla; ma anchora per Galeno , per Vaolo , & per Vlinio.. li quali dell una , & dellaltra fcriffero diligentemente per diuerfi capi , dando a ciafcima unric & differenti facultadi . Della Spina bianca, di cui [opra dicemmo , fcnffe Tlinioalxi I. cap.del XX i ii i . libro , cofi dicendo . Il feme della Spina bianca aita contra alle punture degli fcorpioni : & le ghirlande , che fi fanno d'effa , portate in capo leuano il dolor di quello . Ma altre lode da quefìe differenti dette egli alla Leucacantha al xvi. cap , del XX 1 1 , lib. quando cofi diceua , La Leucacantha , la qual chiamano alcuni phiUon , altri ifchiada * & altri poligonato , ha radice fimile al cipero : la qual mafiicata toglie il dolore de i denti : & parimente quelli de i fian- chi ,&deì lombi , beuendoft ( come fcriffe iqicefio ) otto dramme del fuo feme , ouero del fuo ficco . Gioua anchora à 3 * rotti ,&agli fpafimati .il che doueua pur uedere effendoTlìniatn il puellio , ouer amente hàuerlo creduto ad Hemo- lao , da cui ha prefoi capitoli tutti interi in ogni femplice , cheei defcriue : percioche chiaramente auertifce egli eia r Errore del Bia fimo, che non fi debbia credere effer quefle due piante ma ffietie 'mede firma , Oltra di queflo parmi da dire, che qui fauola. OOO ? fiala 7r4 Difcorfi del Matthioli i fu la Lucacantba umpìq/ita d' ’unherba , & non d'arbufieUo , chenafcaper le pepi , come fi cjeie il BrafamU «tifi, trattato de i [tropi nel firopo d’eupatorio . Tetcioche inquino luogo d' herbe ,& noti d’alberi tratta Dio floride , il ?IM_ ; le , come colui che delle piante Irebbe uera notitia Jcrifife di quello arbufcello fecondo ( il mio parere ) al capitolo del : rhamno di [opra neiprimo làto, dótte parla egli di quella /pene del bianco . Ma neramente per non ferirne Dìofcori- I de , ne manco vlinio quali tfr clienti ftenole fiondi, ilfuflo , il fiore ,e’hfeme della Leucacqptha, diffidi cofa mi pm$ \ fapere apporli qual pianta fipoteffe hoggiperla Leucacantha mofirarc in Italia, quantunque non fuffie ieltmok biafimqrc chi diceffic , che quella Jpetie di Cardofie faluatico , le cui fondi fon per tutto macolate di bianco colore, il qual ( biadano alcuni Cardo di f, anta Maria , & altri Herha del latte , fuffie la Leucacantha per lenote che ni fi ucggi- no.Tcrcioche oltre al poterfì conielturare ,che attualmente le bianche, & fpeffie- macole , che produce ella infili grandi , & fipinofefue fondi ,gli haupgjeffio dato nome di Leucacantha.' tfi uedeeffier mamfetlamente la fua radice fida, » c Jr aqiara.Ma non peràqueflo dico io ; perche lo uogli affiermarenon hauenio uedutò fin hor apianta ucmu che lutti Cardo di S.Ma tutte le note che alla Leucacantha fi conuciigono . ' Mia battendomi la Leucacantha ridotto àhemorìa il Cardo di finta ] ria & fua hifto Mariajfiu ^0, „0„ mèparfo fpfiipropofito.di [affitene qui l’hifloria,& le facoltà fue . Onde dico che quefioCario, il quale io piu prejlo chiamarei affinino , che altrimenti , per effier egli la lattuga de gli affini ( come dìffie quel gran no- mano ) è una pianta che fale foglie grandi ,groffie , intagliate ali intorno ,& cinte , di acutiffi ime fine , &o Incìda I tutte penticchiate di bianco . Fa il gambo alio due , &fino à tre gomititi , tondo ,&ffifnc fo, da cui nafeom diuetfi | rami , nelle fommità de i quali fono i ricci acutamente finofi ,i quali fiorifeoffió la fiate, come gl altri Ctrdidicolm ! porporpo , & capiglioffi , & nel maturarfi diuentano lamginoft , con ilfemefimile à quello de i carciofi . Trpdrn Un- dice ferma , profonda, frattura . nafee nelle campagne in luoghi incititi, & quafi per tutto lungo lepublicbp aie, tufi Virtù del Car- fmtimente in Italia , fe ben in Germania lo [minano ne gl'horti . La radice [calda, monda, apre,& affiottiglit.lt 10 io il S, Maria. n decottime fi dùttilmente nelle oppilationidel fegato & delle uene , & per provocare ( orina ritenuta . I ìpcfkm- ferifee ncU’bidropijìe , nel trabocco del f eie, & nei difetti de le reni , Vrouocala mede filmai meftrm imfJEmlc beuta tfna anchora fedendouift dentro . Danno alcuni la poluere della radice nella f tifami infteme con feme di finoc- chio , 0r un poco di pepe lungo per moltiplicare il latte alle donne . Mtri, damo l'acqua lambicata delle foglie àiplcu- Leucacantha yftfcp & per farla piu uìgorofa u aggiungono alcuni me\a dramma del fi ito feme in poluere . Scùffie della Leuctcti- fcmea da Gale thaffirem nente Galeno alvi I . delle [acuità de [empiici, caffi dicendo. Chiamano alcunila Leucacantha poligam, Sforni, graltri ifchiada. La cui radice è amara, &incifiua, Difeccamlter\o ordine ,& fcaldanel primo, Chi/umU : Bianca fp in a i Greci., M.jy.dratta; i Latini ,Mlba fina , : Della Tragacantha. Cap. XXI, ò5 L A tragacantha è una radice , che nafee nella fuperficie della terra , larga , & legnofa: dalla quale procedono fermi, & baffi rami , li quali ampiamente s’allargano. Producono • quelli molte , picciole , & fornii fiondi : le quali ascondono fotto di loro le fpine bianche , ferme, & diritte. Chiamai! anchora Tragacantha il liquore congelato, che diftilla dalla fua intaccati radi- ce : Del qnale quello è migliore , che è trafparente , liicio , & lottile , puro , & alquanto dolce . La uirru fua c di ferrare i pori della pelle , come fa la gomma . Hafsi in grande ufo per le medicine de gli occhi , alla tolde , all’alprezza della gola , alla ucce fioca , & à tutti i flufsi del catarro , acconcia in lettpuario con mele : tieni! fotto alla lingua , Se lalciafi à poco à poco liquefare . liquefasi nel uino palio , & beuefi al pefo duna dramma per li dolori delle reni , §t rodimenti della uefeie»» ag- 40 giuntoui corno dj cqruó abbruciato , & polda lauato , ouero un poco dialume fcifsile. Tragacantha, T 7-70* piantadi Tragacantha ,dacuiè filata ricattata la prefentc figura , hcbhtgw 0 dadcmiaW "JL & i'ua urani. V/ di-pugliaddlmpnte G’argino: Ufficiale ,compfi uede ,c.otriffiondein ognifuaparte all bistorta, atne] 1 D\ofcoridt . La gomma poi , che difilla dalla radice , quando in dkterfi luoghi fi ferijce , chiamata ag Ir li Gomma draganti, è da tutti conofciuta , per ritrattarti copiofamtuttelefipetiarie:.& portaficidiCan *> eia ,& parimente d'^ffia. E' oltre àciodaftpere ,chenon folamente difilla qtfefla gomma dalle radici primi Errqrs 4? 1 Fra (mpem . md. mcfiortl f cofhe ferine TheophraHo ) per fe medefima .rompendo dalla banda la corteccia. ^ l vo i uencrabih Frati commentatori di Mefite* chejagomrpadragantidellejpetiarie non fi dette m demmo » ‘ ’ - quella , dì cui intefe Diofcoride : percioche quefia tenuta [otto la lingua fi liquefa , & la uolgare , che è in pò 1 ^ tìarie , non fi liquefa mai , ma intenta mollicchiofa , & uifeofa , come ima palla . Ma farmi neramente , c e ^ htefomokomàe il tifili., ■& la mente dibiofeoride , imperoche non dice , ne intende egli che flit lagommp Tragacantha , che tenuta [otto alla lingua, fi hquefacci : ma dice che ciò fa ella acconcia, in. lettouitno con n ^ rifiionanote fucparole. Éufodileièper le medicine de gli occhi , per la toffie , per l affirapp dmefiMa , fr fioca, 6' per tutu t flufii del cattano , acconcia in Imouario con mele ttienfi [otto aUaUngM,& .r^. pianpiano .'D-il che è chiaro-, che mtolc Diofcoride , che fidebba tenere la gomma cSpofla emme e m euo^ .alla lingua, etiion Li gomma pura: come faimo tenere gli fermentati medici le pìlule bcchicbo,& con 1 i“ ^ fi , dotte emradentro la Tragacantha . Et pèrche medicamenti, che hanno da purgare la canna e p« ^ mone , & ilpetto , hanno bìfi’ogno di liqitefàrfi in bocca conhm^rerpfi di tempo, accioche rifuiar 0 prae' ^ ^ detti luoghi ,. uoìfe in quell u luogo Diofcoride , battendo de fcr.itto il lettouario , darne il methodo , com cìxfeD& penare . Imperoche mangiandoft , & ìnghiottcndofi in un tratto , niente ni giouerebbe . Et è da pia, j[jìr. ficorife bauejp: intefo della fempliceg.omma\baurebbcfoggiunto,feuheeffettqfit dquejfc far quel 0. p Nel terzo lìb. diDiofcoride. TRAGACANTHA. folmenpe , tienfi fiotto alla lìngua , &iaf ciaf liquefare , fendaci ir e ne perche , neper come , non ha apparenza alcuna c e inteiùjejfe egli della gomita :"maberifiel lettouar io fatto con mele , ditui già, prima haueua detto i giouamentiper a t0JJe 1 Per l affreifia dèlia gola , per la uoce fioca , & per iflufii del catarro . Dal che è chiaro ejferfi in quefio come in Wo te altre c ofie ingannati i Frati fu detti. Mefja la gomma della T ragacantha ne i collirifnonfolamaitc tifìagna l'a- Virtii dellaTra tutela degl humori che fi corrono ne gl' occhi } magli corrobora per efifer piu coHrettiua che la far co fola. La medefima gacantha. Macerata nel latte , & mefja ne gl' oc chi } guari fee l’ tignole * & fana le puflole } il prurito , & la rogna delle palpebre. Pale la medefima à tutti i difetti del petto 3 del polmone ■£& del gorgOTgule >& [ferialmente all’ ulcere loro . Infiom- Ma la Tragacantha è proprio medicamento di tutti ifùfili che nuocono alle fauci , alla gola , & al petto , & che fanno atojje , & maf imamente facendofene Tronfici con ycccaro , & tenendofi fiotto la lingua . Dafisi con non poca utilità * c) e nell ulcere delle reni : ne manco uale prima arrofiita , poi polueri^ata , & beuta nella difentcria con nino di Meo cotogne , ò mefifa ne i crifieri . Informa otte fia di Infogno di lenire , ripercuotere , prohibire , & correggere la OOO 4 Tragd - / i $ Difcorfi del Mattliioh 1- 1, Travacantbqfta Sempre ottimo medicamento Setfflt -(?$<* TragacanthahreuementeGal.allviii.delleficultàit JcùToal! Cìclici, in questo modo . La Tragacanlbn V* mnùfm, lenita gomnà , con ma certa uifiofm, &piu rimeffa acute^ n mi za & disecca nel medefmo modo . Chiamano i Greci la Tragacantha, Tw«* ■ » Ifm Tragacantha ;glUu , bi Cbitira , Lticar'j qèteteth , Mcutei , &Mkhatbad : i Tedefcbi : Uragani : li Spugno!, , Mqueùra . , Prinain montano. r*n. Y YTT. E- c o N N V M E R A r p l'Eringio tra le piante fpinofe . Le cui giouanette fiondi s ufano nei ci- bi condite con fate .Sono quelle larghe, per intorno afpre , & al gufto odorate ima crefcendo pofcia intorno ài fufti diucntano fpinofe . nelle cui fommita fono alcuni mondi bottoni, ar- 10 matidadure,&pungentiffimefpine, le quali per ogni intorno informa di delle gli circondano. eringio montano, Nel terzo lib. di Diolcoridc. 717 ERINGIO MARINO. è il color loro hor uerde , hor pallido , hor bianco , & qualche uolta celeftino . La radice fua è lun- ghetta, larga, grofla un pollice, nera di fuori, bianca di dentro, & odorata. Nafce nelle campa- gne , in luoghi afpri . Ha uirtù di fcaldare . prouoca beuuto , i meftrui , & parimente l'orma : rifol- uele uentolità , & i doloridei corpo. Beuefi utilmente con nino nei difetti del fegato, al morfo de ì uelenofi animali , & contra i ueleni beuuti . Beuefi il piu delle uolte al pefo d'una dramma con feme di pattinaci faluatica . Dicefi , che portata addoifo , ouero beuuta , rifolue i tumori . Oltre à rio beuuta la radice in acqua melata , gioua al mal caduco , & à quello fpafimo , che fi chiama opi- fthotono . Eringio , & fua ERRANO fetidi t alcun dubbio i noBrì fpetidi Saneft, togliendo per le radici dell'Eringio , che uolgarmente chia- Errore de gli mano lrìngo, le radici di quella Ipinofa , crejjia , & breue pianta , che chiamano inTofcana Cacatreppola . Del (petiali Sautfi. Difcorfi del Matthioli ERÌNGIO PIANO, che dà manifesto indicio ilnon rifonder e ella punto alla fembian\a del nero Iringo. 'Nafte pero il ucr ovviai u uerfi luoghi d'Italia ♦ Naftene una fpetie di marmo appreffoà i lidi del mare intorno Vinegia ,.con fiondi mo top ghe del montano : le cui radici pcr-effer piu tenere ,& piu lunghe, fono per condire moltopin eonueneuo • r Error? di mol rionfece Dioftoride mentio?ie , mane trattò ben Tlinio à vii.cap.del xxil .libro* Et pero nonpojjoiom . ^ ti. veruno convenirmi con coloro , che vogliono che questo Iringo marino fa il Crocodilio , come ho detto dijop ranofmilmente coloro , che fi credono. , chel’Iringio appresagli .Arabici fi a il secacuk.il (he appare per n . re Scrapione in quello campitolo Dio fiori de Galeno citati ,& pjer tutto imitati da lui ftmmo & ■recitati fé ■ di parola in parola nel Juo libro dell’hi fioria , & [acuità de [empiici : ma fi blamente ufare autorità A>a Seeacu], cp fa Ha. ai parola in parola nei juo auro acu mitona , er / acuita ae j empiici : ma joiamcmc hjui t rimie\ ^ ^ & il Secacuifojjcro una co fa medefima -non baurebbe poftia Serapione [atto dell’Iringo aftro particola? capito te di Dioftori.de , &diGaJcno , ne fattolo nefieaAr tu lungamente differente da quello , lAaper dire i uer o K Nel terzo lib •. di Diofcoride. 7 1 e> èrnia radice Indiana^1 che ciò fia la verità, ne fa ieft intorno Mcenna nel w .libro con quelle parole. Secaculfunt radi ces gngiberisfimiks.qua comebmur ex India, & fitex eh cu fune recente s conditu in loco fuo, apud nos autem hume dtmmitt primis in aqua calidaiCio e il Secacul fono radici frenili al Gengeuo, le quali tifi portano d’india douefi con- dirono quando fono verdi: Ma apprejfo noi fi bumettano nell acqua calda . & il medeftmone ferine Strapiene nel trat- tato de i conditi. Ondami poco s ingannano alcuni , cbepenfimdofi effereil Secacul , & l’Iringo una medefima pianta , danno le radici del aero Irrogo condite bor con laccherò, & borcon mele per aumentare le forge veneree negli buomi- il i.llchenonritrouoio, chefcriueffero Diofcoride ,<& Galeno dell Iringo , come cheSerapioneal Secacul l’attribui- fct,ttoncOBofiiMa danai. Oltradi quefloèda munire , che confonde Scrapionet^fler Unito di Diofcoride, & Err(,rcjistra- iiCaleno coni Ir mgo , ingannando fi delle Belle, le quali fai Iringo attorno a i fiori , cioè quei bottoni , che eglipro- pione. > duce . la decottione delle radici apre beuta le oppilationi del fegato , & della mihpi, & però fida ella utilmente nel- v,mì dtll'Irin l'bidropifie ,&nel trabocco di fiele. La poluere dellaradice itale bemtanelbrodo delle ranocchie , chefi mangiano, £°’ cantra alueleno delle Botte, del Cofiico eie dell ./Iconito i onero , nei brodo d oca , dotte le ranocchie non fi ritroiiafse- j no.Mpilamedefmiautìlmenteàtiatiidifettidel cuore conacquadibtiglojfafi dimelijfa . Vale parimente alla firan- , gioii, alle oppilationi delle reni, & della madrice. Impiafirata con mele tira fuor le fiine, ibronconi,& le faette che ì fono fitte in qnalfi itogli parte del corpo;&rifoluelefcrophole , i tinconi , &le pofleme , che uengono dietro alle orec- chic • Trefa auanti alciboprohibifce l’ebbriacbegjpt , ■& ri/lagna il corpo . L’acqua lambiccata dalle foglie tenere fi da ] con mani fi fi o gioii amento quaranta giorni a bere a cbipatifice ulcere di mal Francefic a Imperocbc molto conferifice ella i alfigtto ,& da/Ji parimente nelle febei quartane , & cotidiane , con ìlmedefimo giovamento. Commemorò finn- ir[ng0 fcrj:co j1 go Cileno alo l, delle facultadei f empiici , cofi dicendo . L Dingo fupera di poco di calidità quelle cofe ,cbc finitela- daCìal. 0 perite .ntaueramente none pocaficcita , quella chef ritrova netlafua fiottile ejfenga . Chiamano i Credi' Eringio, Nomi. | ìi’pvyyiov.'i Latini , Eringyum : i Tedcfchi , Eracbcndisìel , Manlìrcuti e li Sp agnoli , Cardo carradore & li Franccfi, • Tmicatdt. Dell’Aloè. Cap, XXIII. LA A LO E pi'odiicelefrondifimiliallafcilla^groffe.graffe^difattionìpocolarghe, riton- de , & aperte di Cotto : le quali da ogni lato hanno inordinaramente certe corte Ipine difpofte j per affili lunghi intcrualli. Produce il fufto limile all'anrherico : il fior bianco : e'1 frutto limile I all'amphodillo . Spira tutta la pianta , la quale è amariflimaal gufto, di graue odore. Procedcda 0 una fola radice .limile ad un palo fitto nellaterra-Nafce abondantilfima in India, onde fiportaà ‘ noi condenfato il fuo Cucco . Nafce parimente in Arabia , in Alia , & in alcuni luoghi maritimi , & 1 ifole , come in Andro , non troppo utile per cauarne Cucco , ma per làldare le ferite molto buona , quando uilì mette Copra pefta. E iluero Cucco condenfato di duelpetie; unocioè arenofojche j pare elfere il fondaccio deH’elettiliìmo : & 1 altro è congelato à modo di legato. Debbonfi elleggc- re l’odorato, il lineerò , che liafersza Cafsi ,&lènza rena, Iplendido, roflcggianre, frangibile , che | lìraflembri allegato , che ageuolmentelì liquefacela , & che lìa amarifsimo . Riprouali per lo con- trario quello, che è nero, & che non facilmente fi rompe . Ealfificalìl’alae con gomma : ma fi cono- fee il frodo nel gii farla , all'amaritudine , al fuo grande odore,& al non ftritolarfi , quando fi frega tra le dita, lino all'ultimo granello . Failìficanla alcuni altri anchora con l'acacia . Ha 1 aloe uirru di ò riltrigncre , di difeccare , di prouocare il Tonno, di ralfodare i coppi, & di loluere il ucntre. Beuu- ta al pefo di due cucehiari con acqua frefea , ouero tepida , ò con fiero , purga lo ftomaco , & ritta - gna gli fputi , e 1 rigirare del làngue . giouafimilmentebeuuta al pefo di tre oboli , ouero d’una drammaaltrabocco del fiele. Toltaconacqua,ò conragia,òcon mele cotto folue il corpo: ma j purga perfettamente togliendocene il pelo di tre dramme . Corregge l 'altre medicine purgariue quando s'incorpora con elle , & le fa manco nociue allo ftomaco . Secca , & poluerizata , confoli- da le ferite : (erra, & cicarriza ['ulcere, & priuatamente quelle delle parti genitali, ricongiungei preputij de i fanciulli , quando li rompono .Medica incorporata con làpa le pofteme del lèdere , & parimente le fiffurc : riftagna labondanza delle hemorrhoidi , & i fluffi del làngue : filda le reduuie delle dita. Impiaftrata con mele luanilceiliuidi, addolcile le fcabrofità delle palpebre, &miti- o ga il prurito de gli angoli de gli occhi. Applicata alla fronte, & alle tempie con aceto, & olio ro- iado leua il dolor del capo . Fennacon uino i capelli , che calcano , &gioua con mele , &con uino ai difetti del gorgozzule, & delle gengiue , & aìl’ulcere dellabocca. Brulciafi laloeperleinedi- cine de gli occhi in un tetto affocato , &ben netto , melchiandoiacon unabacchetta , accioche piu ugualmente li brufei . Lauali pofeia , & gittali uia la fabbia, chedifcendeal fondo, & lèrbaiì quel- lo, che è grafsifsimo, 8deggiero . NOn é neramente da dubitare, che l'Mloe, la qual s'ufit copiofarncntc nelle [petiarie di tutta Italia, non fin quel- Aloe, & fm hi- la nera , che ne ficriue Diofcoride . imperocbc mqueUa,che per la piu eccellente ,&piu pura fi tiene f come *iona' che dedafalfificata affai [introni) fi veggono manifeflamente tutte quelle note , che fi danno alla migliore . So- 3 ,w a ttempi noflri le piante deUa^iloe in Italia mtifiime ,douemnfdamenteìn fiapoU , & incorna fe ne ueggono u- fi lenncfirc , eri in fu le loggic in dinerfi uafì di terra infinite ;maquafinniuerfalmente ( quantunque noncofi in gran copia ) per ogni altra città d'Italia , tenute piu per ornamento , che per medicina, confiorinon follmente bianchi come ficriue 72 0 Difcorfi del MattHioli ; A L O È. Difenfione di fcriue Dì°ftoride , ma che nell'incarnato porporeggiano . Riprende agramente il Manardo da Mefue. jcnue uwjcoriae , ma eoe ncu incarnalo porporeggiano . i\iyrcuuc ugrumcnn **• .. orp0)Clpit te Leonardo Fuchfio , Mefue ; per bauere egli affermato , che l’alce , chef toglie per bocca per f°f‘!eì tlltt0 coni- le bocche delle uene facendone ufeir fuori il fangue 3 per efferecofa( fe però cefi creder fe gli de e J ^ nofcoridc >& Galeno ,iAl che ageuolmente fi ridonderebbe mofrando loro , come bens™&aniin teliai ageuolmente fi ridonderebbe ’.teria : & [e io non haueffi uedi Siluio medico de i nostri tempi fegnalato , ne gli fcrìtti fuoi fopra Mefue, & auanti traria à Dio fcoridc ,oflo loro^ n0 òuuio medico ac i nostri tempi jegnaiavo ,ne gu jcrnii juut.jvyru mcju c, coricò quali con cofi urne , & uere ragioni hanno difef ) Mefue , che nulla re fa piu bormai al Manardo, & a poffano lacerarlo . Scriffe dell'aloè Galeno al vi. delle facoltà de femplicì, cofi dicendo . LJoe/M^ mt^~ ^ appreffo ànoi ,& quella , che nafce nella gran S or ia, è piu acquofa,& manco potente: nondimeno pu j & feccare , che può ageuolmente faldare le ferite . Ma quella , che nafce nelle regioni piu calde , come e mcyicame^ l’*4rabica>è molto migliore. L'ottima è l'indiana-, il cui liquore è quello , che fi porta à noi nominato > Aloe fcritta da Gal. to neramente utile à molte cofe , per difettare egli ferirla mordacità alcuna . É certamente di non fempliee natura y ma fecondo ilgiudicio del gufio , è infamemente coHrcttiua, & amara : coftrettiua dico leggiermente, ma fortemente ama - r‘1, Solite anchora il corpo. Et imperò è manifefio ( feuer amente ci ricor diamo di quello , che fu detto nel quarto li- bro ' cb cllafìa difettatila nel ter?xo ordine , & calefattiua nel fine del primo, ò nel principio del fecondo . Del che dan- no nero te limonio le fue particolari operationi : percioche l'Moe è medicamento ,fe alcun altro , utile allo Jìomacó: fana l ulcere maligne , & contumaci , & mafìime quelle del federe , & de genitali . alle cui infiammagli giòua ella quando s impafia con acqua : nel qual modo confolida anchora le ferite , & naie alle infiammagioni della bocca y delna - J° , & degli occhi . Infomma può ella infiememente ripercuotere , & digerire . E' alquanto aHerfma y ma tanto poco > > cJe ni€nte mole fi a l ulcere pure . Et all’ ottano libro delle compofìtioni de i medicamenti fecondo i luoghi ; Coman- a jinàromacho ( diceua) che l'^Aloe per far laniera fila lanata , come anchora alcuni altrihanno detto: ma alcuni tn foìio , che ue la mettono fen\a lattare . il perche è da fapere , che per foluere il corpo è molto piu atta la non laua- PPP ta. ‘Biffe il, 72 2 Difcorfì del Matthioli Contradittio- ne di Gal. Aloefcritta da Me/iie. U , la quale damo alcuni nelle febbri molto deboli ,&non grandi . Dpronla de gli altri in cotali deboli febbri , & nofcendo non hauer fatto nocumento alcuno (a (fermentarono pofiia con gran damo nelle altre . Molefìa grandemen- te ancbor quella che è lanata coloro, che s infermano fermala comflefiione calida , & fecca fetida alcuna prefeny d’humori corrotti . Pruina parimente fimile fentono ancbor quelli , chef qtifcmo per distemperata compleffione frigida, & fecca , & tmiuerfalmente tutti coloro , che per fola qualità fono afflitti in qualche membro del corpo . ira pende quando il cattiuo temperamento è ne gli bumori , all bora bene ui fi ricercano quelle cofe , che li poffano enucleare :ma quei corpi , in cui non fi ritrovano cotali bumori , diventano con tufo de medicamenti fatti coni aloe tbifici ,<& mau- fmati. Et però la biera dell’aloè è utile per purgarelhumidità corrotta nelle toniche dello Stomaco . Fafli cotale emeu- tione di quefìo cofi nocino humore folamente coni Alee, come con cofa , in cui èfaculta non moka di purgare : ma tan- ta piamente, chepuopurgare quella regione dello flòmaco, ch'ella tocca.,& qualche uoltaeSìenderfi finoài luoghi lo del fegato , quando piu coptamente ella fi prende : ma non però può ellapurgarc miuafalmente tutto il corpo . Tu le cofe piu conucneuoli,cbe s accompagnano con ejfa , è il mafiice , come cofaftomacalc, di grato odore, & che puonm- pere Inforca medicamentofa , che eUapoJfiede . Oltre àcioè connenientifsimo compagni) dell' ’Aloéil cimammo, per ejfcr egli nelle fue parti fittili fsìmo , & aperitivo delle uie dello Stomaco , aSlerfmo , & cofa che a flottìglia gli hmo- ri graffi, & uìfcofi , ebeui fi ritrovano. Terciocbe offendo l'Aloè debile nella facilità firn folntiua non può tirarci groffì bumori .Et però è egli ualentiffimo rimedio delle coleriche difpcfitionì dello Stomaco , di modo chemolte mite in uno filo giorno ha curato di quelli , che nonpoco ne patinano . Quefìo tutto in quel luogo iìffe Galeno , affermalo che l’Alpe non può purgar tutto il corpo . Ma altrimenti contradicendo fi diffe egli nel libro della thè-finca à Tifone ( fe però coiai libro è di Galeno , del che ho io fempre dubitato ) cofi dicendo . L’A Ice cofirìnge , & parimentela firn u del rame , la carne dell’ ulcere , & difeccano ifhtffi che ui difendono . Ma quando poifiprendono perbocctt,purgam 20 uniuerfalmente tutto il corpo . Solue l’Aloè (fecondo che riferifee Mefite ) la cholera, & la flemma :& monlifn la tefiàda quelle, & parimente lo fiomaco: & gioua àilor dolori,& particolarmente alfinfiammagmi dedottomi fcaldato per abondamp. di cholera . Libera l’ufo quotidiano dell’Aloè da i morbi mortìferi : & tolto infteme con mirrila preferua non filamento i corpi morti dalla putredine; ma anchoraiuiui. Applicato con (angue di drago, &mnbi fina (ulcere maligne & difficili: perche può egli dificcare fimp ueruna mordacità . Acuifie i, pentimenti ,&(mclln- to . Difippila il fegato ,& curati trabocco delfiele.ma nuoce ali hemorrhoide ,& àtutte ( altre infiammngmi id federe . Et però bìfigna chefe n'aflengano coloro , chepatifcono di cotali infirmità . QueSlo tutto diffe Mefite . J.rmic oltre à ciò tolta con mele oueramente con latte i uermini del corpo : il che fa fimilmente mpiaflratn di fiori intorni} aliombilico , impastata con aceto , & fiele di bue . Chiamano l Aloe i Greci , A’ao'ii : ì Latini , Aloe: gli Mài, Nomi. Saper , ■paber , onero Sabar : i Tedefihi , Alepatic , & Biter aloes : li Spagnoli, Hierua babofa : & i FnaceffiJlm, j0 oueroTerroquet: iBoerni Aloe , Deìl’Affenzo. Cap. XXIIII. LO A s s E N z o è herba uolgarifsima , & nota . Trapala ogn'altro di bontà quello , che nafee in Ponto , in Cappadocia , nel monte Tauro . E calido, & coftrettiuo, fa digerire , & purgagli humori colerici , che s’attaccano allo Itomaco , & alle budella : prouoca l’orina . Mangiato da jrima impedifee i nocumenti del crapolare . Beuuto con feleli,& con nardo Celtico , gioua ai do- ori dello ftomaco , & uentofità del corpo: prouoca l’appetio.Sana la fua inluiìone,ouero decorno- ne beuuto ogni di al pefo di tre ciathi, coloro, àcuiè traboccato il fiele, beuuto, oueroappuca- to con mele , prouoca i meftrui . Beuefi con aceto utilmente contra à i funghi malenchi : & con Fé umo contra l'ixia , cicuta , morfo di topo ragno , & dì drago marino . Vngefi con mele, & con ni- i acqua , alle epinittidi : con mele , à i lùridi , alle caligini de gu tro utilmente alla fchirantia : con acquatile epinittidi: occhi, & parimente all’orecchie , che menano. Gioua iluapore della decottione applicato per fumento à i dolori de i denti , & delle orecchie . Cotto con uino palio , & fattone impialtrogio ^ Iti, OC UCUC U1CLU11C . V>ULIU tUU umupuv j w.iuicviiv.-f — J” firol ài dolori delli occhi, trito, & incorporato con cerotto liguftrino , conferifcealli precordi), fegato:con cerotto rolàdo allo ftomaco lungamente languido : & con farina di loglio , fieni & aceto à gli hìdropici , & difettofi di milza . Fafsi dell’allènzo il uino principalmente in Prop 1 in Tracia, il qualeufanoà tutte le cofe predette, doue non fi ritroui febbre : ulanlo ì mente la Hate, credendofiper quello di conferuarfi fanì. Credefi che niellò lalfenzo nc ■ ’ S« niente ld Itale 5 utuuiuun^n.1 «ax wiuuuain ahi» . « lillà & ne gli armari, conferai le uefti dalle tignuole. credei! parimente, che unto con oli . ipulici da dolio. L’inchioftro fatto dellafua infufione , prohibifee che“0Pin0”f°^atl(.liancie(Ì :e uie i lupi uuuwv.»--- con cui fi fcriuono . A tutte le cofe predette fi dice ualere ilfacco, nondimeno nelle euan danna: imperoche nuoce egli allo ftomaco, & fa dolor di tefta. Falfificafi mefcolandou ca dell'olio cotta. Dell’Affenzo marino . Cap. XXV. O a s s e n z o inarino,il qual chiamano alcuni Seriphio, nafte copiofifsimamentcìn fub»» _ u Tauro apprcllo à Cappadocia, & àTaphoriri d’Egitto .Vfanlo gli Ilìaci f"! » rami d'oliuo . E herba, che produce i Tuoi rami fottili, limili al picciolo abrotano, car i - - acoj di grauifsimo odore , & con qualche candita L lìmo feme , amaretta, nimica dello ftomaco. Nel terzo lib. di Dioìcoride. 72 3 A S S E N Z O. tini. Cotta per fe fola, ouerocon rifo, mangiata con mele, ammazzai uermini tanto larghi, quanto rifondi . folue leggiermente il corpo : fa il medefimo cotta con lenticchie , & nell'altre ui- uande. Ingrafl'afi grandemente patendola il beftiame . Enne una terza fpetic,del quale ne nate in Francia oltre allalpi gran copia, chiamato Santonico : percioche Santoni fi chiamano quei po- poli. è limile all’alfenzo, ma non coli copiofo di feme, ma bene amaretto .Può tutto quello, che ilferiphio . Tts SONO le flietic dell' aflengo ,che quìper due dìuerfi capìtoli commemora Diofcoride ,cio èilnofrano ,& molto minare , il Seriphio , e’I Santonico , che nafee in Francia di U dall' alpi . Il uolgare fail gambo ramofo ,le 0 fyHc canute, & intagliate ali intorno come d\Arthcmifia , & di Tarchemìo ,i fiori piccolini , & gialli, iacuinafcono pìcciolc bacche ritonie , in cui è dentro il fané . La radice ha egli /par pagliata , ma ferma, & legnofa . Commendò Ga- leno ali gl. del Morbido per iinfiammngioni del fegato , & dello stomaco piu di tutti gli altri l .Afonop , che nafte in P P P 2 Tonto, A(Teni;t}& loro eflam. 724 . Difcorfi del Matthioli ASSENZO DI PONTO. Tonto , cefi dicendo .. Conciofia che in ogni jfjfewsp fieno due fi acuità , & qualità , come ne i libri de in, biamo trattatoci Vomico però fi ritroua la [acuità cofircttiua maggiore. Et come che in tutti gli altri difesi1 ? lità amara firn uer amente ualorofi fiima ; nondimeno la cofirettiua poco , ò nulla ui fi [ente , & uifi conofce colgujt • però per ùnfiammagioni dello fiomaco , & del fegato fi debbe fempre eleggere il Vomico . QueHo nelle fi oglie , ' ^ fiori c molto minore di tuttigli altri Affenyf 3& nell' odore non fidamente non èabomineuole ,comc [ono gbatn> piu prefio ui fi [ente alquanto dell' aromatico . Et però non fideue ufiare altro , che il Vomico , Inficiando tutti gì* quefilo tutto dififie Galeno . Ma è però da [apere , che queflo Mfifen^o non nafice fi blamente in Tonto , ma arie r ^ Boemia , in Ungheria , & in Tranfiluania con tutte quelle note , & qualità , che gli ajfiegna Galeno . Imperoc re ^ g voemia, in r ngnena , imperoche la nera pianta del femefanto di cui è qui la figura mandatami daino h lifiimo Signor I ac omo .Antonio C ortufo gentil'huomo V adottano 3 & femplicifìafamofo de i tempi noriri, non ha poi 10 che fare con l'AJfenyp marino . Oltre d quello è da auertire chel Canabel diScrapione 3 il qual interpretano a coni perla Sementina 3 è del tutto diuerfo da quella . Imperoche come quiui b en leggendo fi ue de 3èil Canabel ma certa ter ra , areno fia, che cafca dall’aria quando pioite 3 adoperata non folamente per ammalare i uermini; ma per fa1 aict uafi di terra , quando fi rompono . il marino Affengo adunque nafee in piu luoghi in Italia lungo alle ritte de mare, dotte piu nolte l'ho io ricolto nelle ritte d' Aquile a , & di Triefli 3 & uifiopofeia piantato in diuerfi giardini di Vinelli • Quefio non conobbe il Fu eh fi o ,fe ben nel fuo maggior ito lume delle piante ne dipinfe un ritratto .perciochei marino Affengo produce il fino feme minuto ab ondantifiimo fu per Virami , come fa l abrotano : & non nelle filique , come o ^ pinge il Fuchfio . al quale parendo pur poi d' battere errato , ritrapiantò poi quell iHe fifa pianta 3 che prima bavetta p^ tata per l'Ajfenrp Seriphio , nell’ultimo fuo picciolo herbario appreffio alnaslurtio per ilnaflurtio f abiatico A F ^ ^ %o adunque marino fa nel primo fitto nafeimento appreffio terra le fiondifimili all ajjen^o commune, mapiugrojje . ecp 11 nel crcficere & nel maturarli diuentano fiuper i fimi gamboncelli lunghette : ma non però cofi minute , come fa o a inno , a cui par pure che fi v affamigli alquanto : quantunque piu nel feme 3 che nelle fi ondi : il quale produce eg i mi ^ nonfolamente tra le foglie >ma nella cima de i gambi racemòfo 3 come fi uede nella preferite figura > difiapore mente amaro , & còjìrettiuo . Vrì altra pianta d'^Jfen^o marino portata d'Egitt o 3 di cui è qui parimente t * hebbipur io dal fu detto Magnifico Signor Iacomo Antonio Cortufo 3dalla quale feben vogliono alcuni c c \i ri ^ il ficme Santo , io nondimeno non ne ho chiaverà ucruna . Alcuni vogliono che fia l’Abrotano mafehio , ma irjeZ rebbe flato d dir lafemina ; il che però io non affermo . Bfiferifcono i Frati che hanno fcrittofopra Mefite, vp èfolamente amaro nella fuperficie efieriore 3 & che di dentro è dolce , & al gufi 0 aggr adertole : & c h pei 0 ^ che fé ne lambicca 3 è dolce . T^cl che uer amente dimofirano batter pocafcien%a delle cofe natura i . impero ^ dolce Ì acqua dell' AJfen^o lambiccato 3 non procede perche 1‘ Affen^o fia di fuori amaro >& di dentro < yc, 3 che quelle parti efieriori , che gli danno l'amaritudine , tocche dal calore del fuoco per effer elle fintimi , y ^ uolmcntefi rifolmno ; il perche refi a pò f data equa priua u amaritudine , La dolce poi» che nifi finte , ^ Nel terzo lib. di Diofcoride. 727 SEME SANTO, OVERO SEMENZINA. de punto daU'Ajfien^,ma dal piombo del lambicco : dal quale ( come dimofira Tefiperien^a ) nafcetal qualità dolce non Ho nell'acqua dell' Afifien\o , ma in ogni altra , che fi faccia d' herbe di natura calde . percioche tocco il piombo dai ua- pori di cotali herbe molto caldi , & fiottili ageuolmente fi calcina nella fuperficie , di modo che l' acque , che ne difililla- *0, fanno nel ripofarfiun fedirne di cerufa dolcifiimo al gufilo . il che non interuiene nell' acqua d'A(fen\o, che fifa à bagno di Maria col cappello di uetro. imferoche quella è fiufificientemente amara , ne ui fi fiente punto di dolcezza . Ac- cade questo , percioche il bagno dell’acqua con lafiua humidità confierua , & non laficia cofi rifioluere quelle parti fiottili, & vaporabili , come le rifiolue il fuoco puro del carbone, ouero delle legna . Et la dolcetta non ui fi fiente, percioche dal mro » di cui fi fanno i cappelli per tale ejfiercitio , non riporta fieco l'acqua qualità alcuna , che non gli fia naturale . Et 1 pero farebbe meglio , che i Frati attendejfero al breuario ,& àdififi enfiar e il tempo, che loro auan\a , intorno alle cofie cbrifliane : & i Medici à disenfiare il loro nella medicina ; fieguitando ciaficuno la fi acuità , di cui fia profiefiione . Fe- ce dell Affienilo mentione Galeno alvi, delle facilità de J empiici , cofi dicendo , £' l’AJfen\o infiememente amaro , co- P P P 4 frettino , Aflenzo ferie - co da Gal. 72g Difcorfi dclMatthioli Hrettiuo , & unito , & parimente calefattiuo , aflerfmo , corroboratine , & difeccatiuo . Etperò purga} er difetti gli bitmori cholerici del corpo Jmilmenteper orina : mapmpùrgaper orina quelli , che fono nelle itene, \onmfiri- j jie in modo alcuno alla flemma , che fi contiene nello flomaco : ne manco d quella delpetto.&delpolmone. impenck la uirtù fua cvlìrettiua è piu potente , che non è l'amara. Oltreàcioper effere cgltacuto, è neramente piu caldo, tk frigido . il perche diremo effer l -/Iffcnrp caldo nel primo ordine fecco nel terreo : come che flailfuo JìiccoaJfaipiu caldo j che l'herba. Ala parlando egli pofeia del Seriphio all Vili, libro delle fa cult a de [empiici ; IlSeriphio f dice- j ua) è dijpetie ,& di uirtù fintile all' Jffen-tp.ll che diffe Diofcoride del Santonico .facendo il Sabbio jfiM'ai, rotano . Ter la cui difcrcpampt , credo che non fallarebbc , che diceffe , che uno di queHi due tcfti fuffe comm . Et crederei che tal ccrottclapiupreHofuJfe in Galeno, che in Diofcoride: per uedernoi che il marino chiamato Scripbw, Ncmi. molto firajfembra alt abrotano . Chiamano l jlflcnry} i Greci , A ■fi'/jr. :i Latini , .Abfiilthiuin : gli jtrahi , al f adii- ^ um : i Tedefcht , Vuermuot , Elt{: li Spagnoli , Jfentios Mofna : & li Franceft , Muyne, ouer Mftnce ;iBoemi?i- lymekj & i Toloni Tyolirij. ABROTANO MASCHIO. Nel terzo lib. di Diofcoride . 725) Dell’Abrotano . Cap: XXVI. L 0 abrotano è di due lpetie . delle quali la femina è folta à modo d'arbufcello , & bian- cheggiante , le fiondi , le quali ha intorno à i rami, fono sfelfe, come quelle dell’alfienzo Seri- phio: è piena di fiori, i quali ui nafcono nelle fommitàla Hate, aurei, &fimili ài corimbi: rifpiradifoaue odore, febene alquanto graue:& è al gufto amara. Di iìmilefpetie dicono eiferé il Siciliano. L’altro fi chiama mafchio,larmentofo,con rami fiottili, limili à quelli dell'affenzo. Nafcene copia in Cappadocia , in Galatia d' Alia , & in Hierapoli di Soria . Il ieme d'amendue tri- to crudo , & bollito nell’acqua beuuto gioua à gli ftretti di petto , à gli affilatici , à i rotti , à gli lpa- limati,allefciatichc,ailepafsioni d'orina, &à imellrui ritenuti. Beuuto conuinoè rimedioài abrotano femina. 73° Difcorfi del Mattinoli iieleni mortiferi . Vngeli con olio al tremore delle febbri . Sparlo , & fumentato fa fuggire leferpf &beuutoconuinoualeìi morii loro, ma priuatamente conferifceallepunturedeglifcorpioni, & di quei ragni , li quali chiamano phalangi . Impiaftrafi utilmente con mele cotogne cotte, Olie- rò con pane all'jnfiammagioni de gli occhi. Trito confannad’orzo,&poiciacotto,nfolueìpic- cioli tumori • Oltre à quello s'aggiunge nella compolitione dell unguento Inno . Abrotano , & fua eflam. Abrotano é pianta uolgarifiima . & conoficiuta : & maxime il mafchio , di cui fi ungono due Jf et ie ufi fai differenti di foglie . mperoche per tutta l’Italia non folo firitroua domefiico ne glihoni ,m abonimìfiim nelle campagne , con foglie molto piu fiottili . La f emina , chi ben rimira Ufmbùaaf di quello , che chiamino il- ìicue campagne t turi p***/ ««•*•***. *—./ ' — ■; L 1 cuni Ciprelfo , & altri Santolina , dimofira ’mamfieflamente ejfer quella . Del clic ne certificano Uffa folti dirmi, 19 (battere lefi-ondi biancheggianti per ogni intorno de firn rami minutamente intagliate ,i fiori aurei, & rito, idi ìm- \ VERONICA MASCHIO. Nehterzo lib. di Di ofcoride. 7^1 VERONICA FEMINA. do di corimbi , li quali produce- la Hate , l'e fere odorata con alquanto dì granerà , & al gufilo amara . Et però non è da dubitare , che non fi a il picciolo Ciprefo degli horti chiamato Santolina la femina dell abrotano : & non altrimen- ti fi^etìe dì Seriphio , come ingannandoti filmano alcuni . Erra nell' [Abrotano femina manife [ì amente il Fuchfio , buo- no però de nofiri tempi celeberrimo , imperocbe al proprio capo dell' abrotano femina dipinge una pianta a fuo modo fatta } a fai lontana dalla mente di Diofcoride , & pofcia nella fine del uolume frinendo di quefio picchi Ciprefo , non accorgendoli , chefufe la femina delf Abrotano, lopofeper cofanon cono fciuta da Greci . In Frioli chiamano l Ab- rotano V cronica . quantunque la veronica dei moderni , di cui fi ritroua il mafhio , & la femina ,fia non po- co dall abrotano diferente. Imperocbe il mafhio della ucra Veronica è una pianta , che fe ne ua frpendo per terra : & ìo nondimeno produce il fuHo alto un palmo , & qualche uolta maggiore , rofeggiante3& lanuginofo .Le fiondi fonone- re , lunghette , pelofe , & all'intorno dentate . I fiori i quali fono porporei,nafono attorno alla fommità delfuHo : & il fime fi ritroua in certiuafetti filmili à mah or fa. La radice potè, afai fiottile.- La femina feneua anch ella frpendo er 'Errore del Fuchfio. Veronica , & Tua hiltoria. 73 2 Difcorfi del Matthioli per terra . produce i funi lanuginoft : le foglie piu tonde , piu uerdi ,&wott dentate , quafi fintili à quelle deh lunari, grufola chiamata parimente Xumolaria. [fiori nel giallo porporeggiano: il feme fi ferra in ceni tondi Uttanv.fr la radice è 'fintile à quella del mafchio , Tffiafie in luoghi inculti , &faluatichi,fiorifie il mefe dì Giugno . Al gufo ho- Sìrcttiua, & amara : & però è da credere eh' ella fia calida , & ficca , ma il mafchio i molto piu efficace deh femìnt. Conferire alle ferite frefihe , & parimente ali ulcere vecchie , Dicono alcuni che un Re di Francia fu fanato con quella herba della lepra da un cacciatore . Rifolue applicata i tumori in ogni parte del corpo , & [penalmente del collo . lo- dala ritolto, alcuni nelle febbri pefiilentiali , nell’ ulcere del polmone , & nelle oppilationi tanto del fegato , quanti) dtl- Virtù della Ve ' DaJìiàgiinfettidipeiletrìtam poluereal pefo dì due dramme ,& una diTherìacidiffoitaneluinbm- romcJ' „ , &famofifubito fidare i patienti . Baffi parimente netta fua ifieffia acqua lambiccata , contea tutti i difetti del ptt- Abrotano ferie to , & nelle opp, lattoni delle reni , & della uefeìca . Scriffie dell'abrotano Galeno al princìpio del V ! .librò , afidi- to da Galeno. cendo . L’abrotano ècalifio , & ficco nel tertqo ordine . Ma trotteremo la temperatura fua togliendone cornatura dal guHo [per effiere egli grandemente amaro : il quale fapore , effendo di terrena effienga, É neramente affoltigliato da mi- to calore . il perche adunque non poco falda l'abrotano , & difetta , & imperò mpìaflrandofikfiie fiondi ^pari- mente i fiori ( per effiere i filili del tutto inutili ) in fu ( ulcere , fi ritrvua effiere mordace , & pmgitrn : fi ritroua eglifcaldare mgendofi col fio olio il capa , oneramene il corpo. Cof anchora ungendofene coloro , cheptti- fono freddo, & tremore nel principio delle febbri , auanti che cominci il male, neramente affini manco tremavo; Sentcfi queflo calore Slmilmente dalfnfo , effiendone in qual fi uoglia pane del corpo' fattone untione . E cofa marna, te ragioncuole che ammali egli i uermini , e fendo amaro . Et chefia alquanto digeflm , & meifmo , & maggmmn- te , chdAffienzo.fì può primamente fapere per ilgufto : impcroche nell Abrotano non fi ferite fi nonpachifma acer- bità , come che non poca fi ne ritroui nell' affiena , &ficondariamenteper effiere l A brotano umico deMomm.a- Vita 3 come eve nufiyvtujc hg imi j w j~~~ J , . me è anchora quello , che fi chiama Seriphio : & per il contrario grato , amico , & non nocino l ajfmtp . Il che ( a „ 1 \ . r-, .1 r, (InfTn i», /ifTM/ -hstrtp nnrittn al In (ìnm.irn : (frtifiril t Nomi mecancnoraqueuo ycnejt * _ «. v è fiato dimoflrato ) interviene , perewebe il fapore amaro è perfifteffio in ogni pane nocino allofiomaco : & per il m- trario amicifìimo l’aiifiero , l'acerbo , el coHrcttiuo .Et però dove quefic qualità fi ritrovano compofte , & incorpora- te inficine .quella uinccrà tra loro , che farà piu potente . Ma (abbruciato è calido ,& ficco piu anchora , chelttpc- ca fecca abbruciata, & la radice dell’anetho . Et però fi conuengono nell ulcere burnite , & callofe , otte noti/iaafain- magione ; &per qtiefto par chegiouino nell ulcere delpreputio , gffi dette membra genitali . Ma la cenere iellabnttm morde tutte ( ulcere :& perciò incorporata con qualche olio caldo , comeèil citino, il rapbamno, il ficmio, mera- mente il uecchio , & mafsimamente il Sabino ,fa rinafiere i capelli cafiatiperpelagione :& fatufark barba, tue ' ellaflenti à {puntar fuori , mefihiata con alcuni degli , olij predetti . nel che non è manco efficace il lentifirno . Impero, cheter efrer e?lirottìle hafacultàdi rarefare , di mordere , & difialdare , Chiamano l Mbrontanoi Greci , fi*- ■wiw : ; Latini, Abrotonum: gli Arabi , Catfum.Kefum, onero Caiffium : i Tedefihi , Stabuucrt\,Schefimeni,&Ger- tutmm li spagnoli , Abrotano , & hierua lombriguera : & i Francefi , Auron , Auromie , & Carierebbe: i Bum Bratan :iT aloni Bogedr\uukp . V Abrotano f emina chiamano gl’italiani Santolina 1 i Thedejcbi Cypr ejjen .fri ol- mi apre fan : i Toloni Cyprijfi ; & i Fmpefi Cypres de larditi . DH’Hiflopo . Cap. XXVII; O h i sso po è herba conofciuta datutti.èdidue fpetie, montano , L'eccellentifsimo è quello , che nafee in Cilicia . Hauirtù di dileccare , & di fcaldare . con fichi , acqua , mele , & ruta , & pofeiabeuuto . conferifce à i difetti del polmone, fe uecchìa , alla ftrettura del petto , al cattarro , & à gli afmatici ; ammazza tutti ì uermi po . Il che fa egli anchora, quando fi lambe con mele . Beuutala decottione con aceto me P ga per difetto i grofsì humori . Mangiali con fichi frefehi triti per far muouere : il corpo . c p ra maggiorai enfe , quando uis’aggiugne l'iride, il cardamomo, &lirione. fa buon c • — c,.u; ufi ritrrr, -, i Aìlt-rri milro . Rr à oli hidroDici : &con uinoputo aUemMin L piaftrafi con fichi, & nitro à i difètti della milza , & à gli hidroplc; : & con uinoput _ , ^ magioni. Applicato có acqua calda fuanifee iliuidi delle percollè . Gargarizafiutilifi rantia con decottione difichi. La decottione dli'hiflbpo fatta in aceto,lauando w ìeuail dolor de i denti ; il cui uapore applicato in modo di profumo, rilolue le ue l'orecchie . HiffqpQj&fu* elTamm° NO N folamente hanno dubitato alcuni ,fel nostro uolgare Biffopo degli hortì fa quello , chefcrìjfe ma fono anchora altri che s hanno wanifeH amente creduto ( tra li quali fono fiati i Frati de i Roccoli coì,mcn ta.+iri di Mefite ) che in modo alcuno non poffa effer queflo Hijfopo nofiro quello di Diofcoride . DtU e , primamente cagione il non battere egli fcritto alcuna fembian^a > nota 3 ne fattela delle fiondi , de i fu^1 > c 1 ’ ytUHUIItCIHrC tugtunc tt ItUty UUHCFP Cglb JLIUbU Uit, MiU. JCUWlUn^U y m/bU 3 «CT JUUleCifiUUntCJ' i”" ■ j , • ■aie del feme , per hauerla egli riputatapiantanotifiima . Etpofcia il uedere } che nel capitolo dell'origano co fecondo le interpretationi di Marcello } uuole egli che habbia l'origano le fiondi filmili all'hiffopo : ma non poro re y come quello dell’hifiopo , ridotto in ombrella ritonda , & rotante , ma in piu parti diuifa . C ofa che ucraine corrijponde al fiore del nofiro Hijfopo , il quale ( come è notifiimo à ciafcuno ) ha nera forma di [pica . Di mo r. I j.A.a ...ai: r-i'TTtrr,. „ Vo. i h nvnn creduto , CO currijpome aiijwrc ucl tiujcrv nijjupu ,u quale ( come c nonpimo a ciascuno j ( efc0 fetida legittima cagione hanno dubitato quelli ,fe T Hijfopo uolgare fia il legittimo :& quefti hanno c’caU J^r[Ci. nonh abbiamo il uero in ft alia . Ma è folamente di queflo dubbio fiato cagione la mala Interpretatione Mala ’nterpre- nonbabbiamo il nero tatione di Mar , lo: cello. KOV ■igano . Nel terzo lìb. di Diofcoride. 733 H I S S O P O. mmù ancìma Cimila , produce le fiondi non diffimili da quelle dell' hiffopo : l'ombrella non è ritonda à modo di ruota , m m Plu pwti diuifa . Ver le quali parole può ciascuno ageuolmente conofcere , che ninna comparatane fa Diofcoride dei fiori dell origano con quelli dell' hiffopo , come peruerfamente interpreta Marcello , ma affolutamente diffefen\a eomparatione ale ima : jqon è l'ombrella dell’origano ritonda à modo di ruota , ma in piu parti feparata . Oltre a ciò ha fitto dubitare dell' Hiffopo quello , che nel ini. libro fcriffe Diofcoride del Chrifocome, cofi dicendo. Crefce il crifoco- incalto una (panna , & produce la fua corimbacea chioma fmile all'hifopo . Ma confiderandofi diligentemente le paro- la di Diofcoride con intero , & eleuato giuditio 3fi conofce che non ottano punto all'opinione di coloro , i quali uoglio- n< c^e l HiJT )P° del commune uf ) fia il legittimo. Imperoche Coma nelle piante ( come fi può far fede per autentici ferit- ori ) non s intende folamente de fiori , & de corimbi ; ma anchora delle foglie , & fiondofi ramufcelli , & (penalmente quando tutti infieme crefcendo fanno come \a^era riuolta al cielo , come propriamente fi uede nel noftro hiffopo , di cui e uJo . Onde dicciia Vlinio al xxv. capo del XI I . libro ,fcriuendo del balfamo . Folium proximum ruta perpetua co - QCÌCL ma. 734 Difcorfi del Matthioli G R A T ì 0 L A, ma . Doue fi itede che per la coma non intende d’altro > che falle pondi . il che dimostra parimente fergilio ve I libro della Gcorgica , con questo uerfo , lUe comam mollis ìam tum tondebat acantbi , . .. ^ Dal che penfoeffer chiaro, che il chrifocomc fin firn ile aU' hiffopo piamente nella chioma , & non nc'1 conm, 1 jcnencimjocoìne pa jmueaamjjopo joiamente neua emonia • — , . , ^ forfè egli per tutto carico , perche può molto ben fare , che il chrif icome , & 1 hiffopo ftraff miglino tic *r C} nte , & non ne j corimbi , di cui manca l'hifsopo , Onde parmi i che non refti piu cofa che poffafar du t & > ineiiLtjKy nuli nc (lui iuiui j ui t/if luuncu t iJijsupu , urlile yarmi » vuc nufi icjit yu* t-iy y V ? _ . . jj $0- Jìro hiffopo fia H nero . pimofìranc appo queflo , che il nostro Hiffopo fia quello , di cui intende Diofcoo e >1 phito petreo da me nouamente ritrouato , percioche produce le pondi del tutto frnili all’biffopo > » lua e r ^ * fintili all'origano Heradeotico , alle quali raffembro Diofcoride quelle del Simphito petreo . Veggiamo o < che dice Diofcoride ritrouarfì dell’ Hiffopo il domefìico , &■ il montano . le quali fpetie ritrattiamo c ìiar*™™-iengQ\trt' ftro : percioche in diuerfi monti d’ Italia, puede il montano copiofìjfimo 3 & dell' alti o tutti «W Nel terzo lib. diDioìcoride. 73 3 à ciò vediamo che fubito dopo al capitolo dell Hiffopo firiffi Diofcoride della Stecha, la quale in ogni fua parte, & ?naf- fimamente ne i fuoi fiori Jpicati molto fi raffimbra all hiffopo nofiro ufuale . Et però non mi pare in conto alcuno da dubi- tare , che firn il nofiro Hiffopo altra pianta da quello , chefcriffero gli antichi . Et tanto piu uedendo noi , che ualente- mente fa tutti quelli effetti, che sattribuifce all' hiffopo da Diofcoride, con tutti gl’ altri fcrittori . Vltimamente firiuen- do Diofcoride che f hiffopo è pianta conofciuta da tutti , non poffo fe non marauigliarmi , che coloro che contendono che il nofiro non fin il nero, non cclofappino dimagrare, & mafiimamente frinendo pur egli che non folamcnte nafce l' hif- fopo , & uerdeggia negl’horti , ma anchora ne i monti . Dicone la mia opinione, dalla quale non fono io per partirmi fin che coloro , che altrimenti credono , non ne dimoflrano amenduegl'kiffopi , che habbino l’ombrella . Kfafcc copiofiffimo il montano nel contado di Goritia in fui monte Saluatino con foglie , fufìi , & fiori filmili al domeriico , ma ben fono le ) fi,, foglie piu ruvide, yiu amare ,& molto meno acute, quantunque trapiantato ne gl' horti s addome flichi , laficiata U faluatica fua natura . Onde dico che L’ hiffopo è una pianta notiffima & volgare , tanto dico il domeftico , quanto Hiffopo , & fua il fanatico , la quale produce da una radice una chioma folta di gamboncelli legnofi, fittili , alti un piede , & mego , in hlftoria* cui dal capo alla cima fono le foglie lunghette attorno attorno ugualmente difìanti , durette , odorate , acute , & ama- rette :i fiori produce egli fincati nelle fummità de ifurii di celefle colore .Ha molte r adici, & legnofe. E' comporlo Vim'1 delfhif- l' hiffopo di parti fittili ,&però incide , affittigli , apre , afìerge , & mondifica . Trito con fale , & cimino fi mette fopo‘ utilmente fopra i morfi de i ferpenti uelenofi ; Vnto con olio ammala ì pidocchi , & tolle ma il prurito . Gioua à colo- ro che hanno il mal caduco , dandofi loro in qual fi voglia modo. Ma con molto piugiouamento fi da egli in pilule com- pofle in qucHo modo:Tigliafi d’ hiffopo , di Marrobio,& di cafloreo mega dramma di ciafcuno , di radice di Teonia due dramme , & uno foropolo d\Affafetida . peflafì dipoi ogni cofia infieme , & con fucchio dell'ifleffo hiffopo fe ne formano > fette pilule, & fi nc piglia ima per uoka diuifa in piu parti ogni fera nell’ andar fene al letto . Scriffenc all'w III. del- Hiffopo ferino le f acuita de femplici breuifiimamente Galeno , cofi dicendo . L' Hiffopo è caldo , & fecco nel tergo ordine : & fono le ^ Mefue° & parti fuc tutte fottili. Scrìfie delle f acuità dell'Hifiopo anchora Mefue con quefle parole. LHifsopo domeflico folue facilmente la flemma : come che dice fiero alcuni , che aggiuntoui il fai gemma purga anchora lamelancholia. Ma che purghi egli la flemma , è manifesto per l’cfpericnga , chefe ne uede , & {ferialmente quella , che fi ritroua nel petto , & , nelpolmone . Gioua alle flemmatiche infimità tanto de i nerui quanto del cervello , per hauer egli potcflà nonfolamente di mondificare , ma di fortificare anchora . Mondifica il petto , & il polmone , & {ferialmente ne i uecchi , che l'hanno pieno di flemma grò fi a , & uifeofa : & però gioua àgli afmatici , & alla tofie . lìffolue l'ufo dell'hiffopo le uentofità , \ che malageuolmcnte fi fcaccianofia appetito; prouoca i mcftrui,& l’ orina: & gioua al freddo , che precede alle febbri . Ammala incorporato con mele , & alquanto di nitro i vermini del corpo . L’olio dell'hcrba , & de i fiori unto guari- ti fee i -acmi infrigiditi , & li fortifica . LH ijfopo montano ha le medefime facultà, ma molto piu efficaci . Hannofì ere- Gratiola,& fua àuto alcuni , che quell’ herba poco nota à i medici , quantunque affai ualorofa , & ucr amente degna et effere conofciuta, hlftoria* che chiamano alcuni gratIola, & altri Gratiadei , & in Friuli Stanca cavallo fuffe l'Hiffopo montano . TSfel che apertamente s'ingannano . Crefce in luoghi humidi, & mafiime nei prati paludofì poco piu d’una j fama , con fiondi piu larghe di quelle dell'hiffopo : produce il fiore bianco , ouero incarnato : le fiondi quafi fu per tutto il furio . jtlgurio è amarìffima , con la quale amaritudine fi fonte anchora dello ftittico . Mangiata , onero bevuta folue finga alcunamo- leriia la cholcra , & parimente la flemma dd corpo , Toluerfiata , <& meflfa in fu le ferite , le falda in breuifiimo tem- po . Chiamano l’Hiffopo i Greci ,T"csc>~o: ; i Latini , Hyffopum :gli Mrabi , Cyfe , Iufa , ouero labes : li Tedefchi , Nomi. Firch byffvp , & Hofler hyffup : li Spagnuoli , Hiffopo Inerita , & Hijfophilho hierua : & ì Francefi , Hiffope : i Boemi Hiffopo : & i Voloni ignp . Della Stecha ; Cap. XXVII. NAsci la Stecha nelle ìfole di Francia uicine àMarfilia nominate Stechadi: onde s’ha ella ulurpato il Tuo nome . Produce quella herba i ramufcelli fottili , la chioma limile al thimo , male frondi piu lunghe : al gufto è amaretta , & alquanto acuta . E' efficace la fua decottio- K , come quella dcl'hilfopo , à i difetti di petto . Metteli ne gli antidoti . difecca tutte l'interiora , &parimente tutto il corpo libera da tutte l’oppilationi. Chiamano communemente gli frettali U Stecbade Sticttios , U quale non folamente nafte uerfo Vrouen\a nelC ìfole , che chiamano Stecadi, nelgolfo diMarfdia; maanchorainMahia,dondeferU maggior partefi porta à i tempi noHri à Vinegia infieme con le molte altre merci , che ci fi recano d’Meffandria .Et di quiui uiene , che ufmlmente la chiamano gli jpetiali,&la piu parte de i medici Sticados Arabico . quantunque molte uolte quel di Tro- mba ni fi ucndaper quello , che fi porta d'Arabia . Tftaftcne finalmente in piu luoghi d’Italia : tra le quali quella è piu odorifera migliore , che fi ciportadiTugliadalmonte di fanto Angelo .chiamato Gargano: ma uer amente fono migliori della nofira affai [ altre due peregrine :& di amenduc quefle , C Mabica . E la flecade pianta non guari dif- J & fu: 1 hl ftmile dalla lauanda , con foglie lunghette .groffette , & canute , intorno à piu gambi fottili , & legnofi che nafeono da ma foia radice , i fiori fa ella come il Thimo , che nel celefle porporeggiano in alcuni fficati capitelli , ne i quali nafte il feme come di meliffa,& la radice legnofa . La qualità della Stecbade ( diceua Galeno all VI II .delle facultà defem- jj'q plici ) è al gufto amara , & mediocremente coflrettiua . Sono i temperamenti fuoi compoflì d’alquanto d’una terrena ef- 3 fenrp frigida > che la fa coflrettiua : & d’ un altra pur terrena affottigliata, & piu copiofa > che la fa amara. Et impero per la conuenen^a d'amendue quefle e ffen\e , può ella difoppilare, affottigliare , aHergerc,& corroborare non fila- mente patte le interiora ; ma uniuerfalmente tutte le parti del corpo , Impcroche è flato dimoflrato dì fopra , che i medi - QC^Ci_ 2 camentì. 73^ Difcorfi del Matthioli S T E C H A. Stecha fcmta c amenti, che f m componi di cotali effcn^e,poffonofare ageuolmente i predetti effetti . Scrinane Mefue tra ifuoiJM da Mefue. plicifolup.iui 3 co fi dicendo . La Stechafolue la melanchulia , & la flemma . Mondiflca il ceruello , inerui , & tutte e membra de i fentimenti , & parimente gli conforta . Gioua à tutte le infermità frigide , & al mal caduco injiem ^ falla , onero co’lfuo aceto . Conferifcono ì bagni , & leZìufe , che fi fanno con la decottione fua ,&co Ifuo uapore che difoppilare il colai or io del nafo : à tor uia i dolori de i nerui , & delle giunture :&à confortare tutte le intono) a > Nomi. fuffero off tfe da frigide^ , & maf imamente materiali . Ma non fi debbe dare à i cholerici , & mafìi'fiarnentc & hanno nauleaj&cal do ne i precordij . Impiaftratì con polenta rifoluono le pofteme . r» itrvovo tra gli antichi fcrittori non poca differenza nelle frette de gli Orìgani. mptrocbcThophra- SSEffiT J\ fiottili, cap. del vi. libro dell’ Infiorici ielle piante , dice effendi bianco fruttifero , &di nerofierile .&Tli- Io tùidxnu cap. del xx. libro , poiché deU'Onite , & del Tragongcmo bebbe ferino , diffe ritromrfi l'H eracleotico TRAGORIGANO. Nel terzo lib. di Dioicoride. 741 V di trcftctie , nero ciò è , uifcofo , con piu larghe fiondi: l’altro con fiondi piu fiottili 3 & piuuencide , filmile alla maio- licai chiamato da molti marrobio : & l'altro d’una terqa fieno tra quefii melano , ma manco buono . 'Nelle quali ■parole fi uedehauer errato Vlinio , per hauer egli confiufiamente meficolatoilTragoriganocon le fietie de gli origani • Imperoche fiotto il nome dèli Heraclio , il quale è uer amente fietie d’ Origano , pope le due fietie di Tragorigano deficrit- te da Dioficoride} come che u aggiunge fifie anchora il ter\o, canato fiorfie da qualche altro autore . fiegià non fi uolefific dire , c’hauefifie egli prefiò quefio per qualche altra fifietie d'origano , & haucfifielo confiufio infiieme con quelli . Ma Infician- do da parte i opinioni degli altri , & fieguit andò Dio feoride propostomi dal principio per authore ,& per guida, dico ò cbel’Heracleotico : & l’Onite non naficonoin Italia, òche fin bora, fie pur ni nafeono ,non ui fieno fiati ritrouati Quantunque uoglia ilBrafiauola medico fiamofio de i tempinofìri , che il nofiro chiamato uolgarmentc Orìgano ,,di cui 0 è piena tutta Italia, fia l'Heracleotico . Mila cui opinione mai non ho potuto io acquietarmi : ma piu prefio ho fiempre fii- mato che l'Origano nofiranofia una fietie di fialuatico , per naficer egli da per fie nelle campagne , ne i colli , nè i monti , & luoghi forili. Tercioche quantunque ficriua Dioficoride d' una fola fietie di fialuatico, che producei fiori bianchi ; non impcdifice però quefio , che in altre regioni fuor di Grecia ìionpofifia naficer egli con fiori porpore! : onero che il fialua- tico nonpojfa efifiere anchora di piu fietie che d'una , & mafijìmamcnte uedendofi , che Vlinio ne deficriue due fietie . Ma fie pur fieno alcuni , che non uoglino che fi debbi chiamare quello Origano fialuatico , potranno ( fie piacerà loro ) chiamarlo Origano fialfio . Tortafene à Vìnegia di Candia una certa fietie di [ecco , il cui fiore è bianco , acutifiimo ; algufo , & odorato, il che piu uolte m’bafiatto credere ( fie henper iluero origano Hcradeotico il moHranogli fie- tiali ) che quefo fia il nero Origano fialuatico , di cuificrififie Dioficoride , &per hauer e egli il fior bianco , & per e fière • acutifiimo alguflo :percioche il Jaluatico ( come dice Galeno ) è molto piu ualorofio . L'origano Hcradeotico, & pari- lo mente l'Onitc mi mandò già da Tifili l' ecccllcntifiìmo & peritifiimo medico M. Luca Ghini ( c’ofia che dà manifiefioindi- ‘ tio nonfiolamentc della fina rara dottrina, ma della nobiltà grande , & liberalità del fiuo animo : ) filino & fi altro uenu- 1 to ( come egli mi fcrififie ) di Candia . Et perche mi pare , che amendue corri/fiondano molto bene all'hifioria che ne fieri - ’ ue Dioficoride . perciò n'ho pofio qui la figura d'effi . il Tragorigano poi , di cui anchora ho mefio il ritratto , nafice co- | piofio in piu luoghi diFrioli , con fiondi di fierpillo , & fiapore dipulegio . Et però non fien^a ragione fieri/] è Dioficoride ! de/ pulegio [abito dopo al tragorigano . Fece di tutte le fietie per un fi )lo capitolo memoria Galeno all'v 1 1 1 . delle fiacnltà de i [empiici , cofi dicendo . L'Origano Herocleotico è neramente piu efficace delfiOnite : ma il fialualico è molto 1 piu ualorofio dell'uno & dell'altro di quefii . Hanno tutti uirtu di difieccare , d’incidere , & di ficaldare nel ter\o ordine . Ma neramente quello , che chiamano T ragorigano , ha oltre allef acuità predette anchora alquanto del coflrettiuo . Ter la qual dottrina non credo , che errino coloro , che in uece di tutti gli altri Origani ufiano , mancandone quelli , il nostro |0 d’Italia . Chiamano l’Origano i Greci , O'plya.vor]i Latini, Origanum :gli Mrabi , Fandenigi , Fudenegi , onero Fau- \ denegì : i Tedefichi , Vuolgemuot , Fiondo fon, & Coftent\ : li Spagnuoli , Oregan os : & liFranccfi, Origan, onero Ma- I riokìnc bastarde :i Boemi Dobr amisi: i Toloni C7grruuonalcbeQtka . Del Pulegio: Cap. XXXI. IL pvlegi o èherba notifsimaà cialcuno. Difecca, fcalda,& dlgerifce . prouocabeuuto i meftrui, il parto , & le fecondine . Tolto con mele , &aloc fa fputare i difetti del polmone : gio- ua à gli fpalimati. Mitiga beuuto con acqua, & aceto, la naufea, & i rodimenti dello ftomaco. pur- [ gaper di fotto la cholera nera . Soccorre con uino à i morii de uelenoii animali . fa ritornare i tra- 0 mortiti meilogli fotto al nafo con aceto . Secco , brufeiato , & fattone poluere conferma le gengi- ! ue . Impiantato con polenta mitiga tutte le infiammagioni . Gioua alle podagre pofto in fu 1 male, fino che diuenti roifa la carne. Spegne applicato con cerato i quoiì:& gioua impiantato con fale ài difetti di milza . Mitiga la fua decottione il prurito lauandofene : & ritorna la madrice ritirata al fuo luogo: &fedendoui dentro le donne,rifolue le uentolità, & le durezze della madrice. Chia- | manlo alcuni blechona : imperoche guidato quando fiorilce dalle pecore, dubito le fa belare . IL pvlegi o èunberba che fi di/ìcnde per terra come il fierpollo , ìcui gamboncelli fiono lunghi una fianna , & fiottili j Ha le foglie di Maiorana , fie bene alquanto maggiori : I fiori produce egli ne i gamboncelli disienti per in- t er ualli ap prefio all’origine delle foglie , cbenelporporeo biancheggiano ,& la radice fiottile , & capigliofia . Na- ,Q fceinluoghihumidi , & acquafirini .É piantava tutte le fine parti odorata ,& acuta , ma non pero ficaia qualchepo— co d' amaritudine . Ma quantunque , habbiano dubitato alcuni de moderni ,fie ilTulegiouolgare fia 0 non fia iluero , dì cui intefierogli antichi , per non f criuere Dioficoride nota alcuna delle foglie » de fu/li , & de fiori , per efifiere fiato il Tu- legio al fiuo tempo à tutti noto ; nondimeno non mancano pcritifiimi fiemplici/li che uogliono,che ilTulegio del commune ufo fia quell’ ifiefi/o , di cuificrifie Dioficoride .Et quefio non fien\a ragione , imperoche non fola-mente fi uede per cffiencn- \a efier egli dotato di tutte quelle uirtu , & qualità dateli da Dioficoride ; ma corriffiondere anchora molto aU'hiforia, che ne deficriue T liuto . il quale alxm l.capo del X X. libro , cofi diceua . Il Tulcgio è di due fi mi : la fieniina , chefit ilfiorporporeo : & il mafichio,che lo fia bianco . L'uno & l'altro fi ritroua hoggi in Italia , & amendue parimente na- ficono odoratifiimi in Toficana . Onde non pofifio fie non credere , che di gran lunga s'ingannino coloro , che uogliono , che'lTulegio ufiuale fia chi la prima , & chi la feconda ffietie di C alamento . & tanto piu, quanto io fon cer tifi imo ( co- fo me diremo al fuo proprio luogo ) d'hauer già piu tempo ritrouate tutte le ffietie dei Calamenti deficritte da Dioficoride . Dimofoa oltra di ciò , che il Tulegio mitrano fia il nero , per ritrouarfi efier filmile di foglie al dittamo di C andia , raffi fiembrato al pulegio da Tbeophrafo ,&da Dioficoride : come che ficriua egli hauere il Dittamo le foglie piu grandi , cor me Errore di Pli- nio. Opinione del Brafauola rifili tara. Origano fcrit- to da Galeno. Nomi. Pulegio , & fua eflam. Errore di alcu- ni. 74^ 3ifcorfi del Matthioli P V L E G I O. pie manifejlamente fi uede in quello > che fi ci porta di Candìa «, Colpiuano il Tulegio le donne Tedefche negli horti > ne i uafi di terra con non poca diligenza , per ufarlo pofcia ne b fogni loro . Et però per la molta coltura ,fi uede quitti molto piu nutrito in tutta la pianta s di quello che nafte per fe H'efo alfaluatìco , & fmile alla feconda fpetic di Cai fcnttQ tnento > come dice Dio feorid e , ac ut fimo al gufo, con alquanto d' amaritudine . Laonde dima. Galeno al Vi, delle fa- calta d&f empiici . il Tulegio è acuto con alquanto. dl amaritudine , [calda , & difecca ualorofamente ,£ usto- m tcl della motta calidità fua l’arrofire della carnet che fa egli quando ui s’impiajìra fufo y & l ulcere che ui caufa lungo tem po lafciandouelo . Oltre à quello dimofira, che difccchi, & afiott.igli il fare facili allo (puto gli humidi x uifcofb & & 0 virtù del Pule • ^ humori , che fi ragunanonet petto , & nel polmone , & parimente il prouocare de i. meflrùi ritenuti . n up 0 u ?l0‘ del Tulegio fcrife Galeno . al che aggiungo io che il decotto, del Tulegio beuto > pxouoca l orina > il parto > & e fec0 , & gioita nelle bidropifie , & nel trabocco del fiele , & parimente in tutti i difetti del capo , & de ineriti c< w 1 • da freddi homori , & ac-uifce il uedeve . Chiamano i Greci il Tulegio , i Latini 3 Tulegium :gli Ara 1 ’ \ dine , eaainamon ac-wjce icueacre . cmamanoi (jicli il rmcgiv 3 i j * "'v. ^ j- • nam , Alnegen , onero Aluegcn : i T càefchì , Toley 3 & Hert\\poley : li Spagmtoli > Toleio : i Francefi, Tu ege j TòdÀot : i Boepi Tolcg ; & i Tolòni Tolcij ^ £jcj Nel terzo (ib. di Dio feerie! c . 743 Pel Dittamo ; Gap, XXXII, Chiamano alcuni il Dittamo, Pulegio faluatico . E herba , che nafee in Candia , acuta li- icia, & limile al pulegio: ma fono le lue fiondi maggiori, ricoperte di borra, & d’una certa pelofa lanugine. Non produce fiori, ne Teme, Ha ilmedefimo ualore , che’] pulegio domeftico; ' ma è molto piu efficace , imperoche non {blamente beuuto , ma applicato , & profumato tira fuori del corpo le creature morte. Piceli, che in Candia fa il dittamo ufcirele faette da dolio alle capre , ferite, che lo paféano .11 fucco impiaftrato , ouero trito con polenta, ha uirtù di purgare. Impia- , i ftrata j'herba alle fuole de i piedi , ò in qual li uogha parte del corpo , caria fuori i bronconi , & le {pine . E buono il dittamo al dolore di milza ; imperoche difecca , & rifolue , Coglie!! la Hate , & DITTAMO, l’au- D’un'al /44 Difcorfi del Matthioli l’autunno . E la radice fua al gufto calida : accelera il parto . Il fucco beuuto con nino (occorre à ì morii delle ferpi. Nel che lherba ha tatua uirtù, che folo il fuo odore le fa fuggire: & fa morire tut- ti gli animali , che auelenano gli huomini col mordere, & col trafiggere , quando fi toccano con ella . Melfo il fucco nelle ferite fatte da ferro , ouero da i morii de uelenofi animali , le fana , fe però fubito anchora fe ne bee . Del Dittamo fallò. Gap. XXXIII. QV e l l o , che chiamano Dittamo falfo , nafee in diuerliluoghi , limile al già detto : ma ème- no. acuto ..Ha le uirtù medelìme , ma non però coli ualorofe . Nel terzo lib. diDiofcoride. 7 4y D’un’altro Dittamo di Candia. Cap. XXXIIII. Portasi di Candia una altra forte di Dittamo , che produce le fiondi limili ai fifembro , ma i rami maggiori , ne i quali fono i fiori limili à quelli dell’origano faluatico , neri , & molli . E' l’odore delle foglie giocondiffimo , mezano infra il lìfembro , & la faluia . Vale à tutte le cofe , che uagliono i predetti , ma non ferifce coli l’odorato . Metteli quello ne gli empiaftri , & nelle medi- cine theriacali , che li fanno contra à i ueleni dei ferpenti . 3 \ Dscs il nero, & piu ualorofo Dittamo [olamente nell' ifola di Candia: ne quitti però nafte per tutto il paefe; Dittamo, & (ita I ^ ma filamento in un priuato , & picciolo luogo , fi nero è il teflimonio di TbeopbraHo . il quale al XVI. cap. del & efla- I X. libito dell’biftoria delle piante , cofi ampiamente ne firijje . Il Dittamo è proprio dell’ ifola di Candia , di uir- mu““°“c- DITTAMO FALSO. RRR turni- 74^ Difcorfì del Matthioli tà mirabile, & in molte cofe utilifiimo , & particolarmente mlorof, fimo diparti delle donne. Son e fue fiondi firn, uZeÙedelpulegio , & di fifone anchora molto neramente fatili : ma fono, ram. fio, benp,ufot,l,.LufiefoUmn e, dlfitdijnderaminedel flutto: le quali fono d molte cofe gwueuol, ,&Pma^ pattdeue a ? U Inoro, che la produce, è piccwl, fimo. Tafconla volentieri le capre per , li tetano il ferro , fitto che mangiano il Dittamo . llfilfi Dittamo baie fiord, fimi, al «ero m, rem & le Z Ziminon & come che mtutte le predette cofe anehoeglig,ou,; nondimeno non e cefi uah^ ZZTZtJfma . Imperocbe dUono , che degenera il Dittamo infalfo Dittamo quandonafieegh.nluogh.piu domefiichi & piu grafi, : percioche il nero ama il terreno de i luoghi afin , &filuattch,. Enne oltre a cine fi ma dira . fietk, quantunque quafi equìuocheuolmente fi chiami Dittamo , per non raradilìgenkmorintraccUtoredefemplicigiàdipochim^ à noi , fia il nero , ò ilfalfo Dittamo , hanno nonfenV tanfi dubitato alcun, , per neaerj, co ' Che’l Dittamo Ce cgl, il fiore centra à quello , che ne dice Diofcoride, come chemogn, altra ' dicanidmnm- produca i fiori. ^ U0ien^0pur dire il nero ) nonfo per qual authorità , o ragione fcnuejje tofeoi i \>c\ ‘ randia • ma ancho- ducefinefime.nefiori.-ueicniojimanifeftamen^chenonfolamentef,^ r.ì i ramofeetti carichi di fiori nelle fornati loro alquanto porporeggiami , con tutte queUe note fi lro.Chef,acoficerta,cheilDittamodiCandiaproduca&firj,f-rm foddDìttamoèdeUefoglie.&nondeiramfiiedelfiutto.Dalcbefipuoconiettu^ faccia anchora fiori , comeferine Damocrate nell impiafiro del Dittamo pojloda Galenonelv. libro delle compofm ni de medicamenti in genere con quefli uerfi . Et dramme uenti d'herbafecca 3 & lifeia Di Dittamno 3 che fecohabbiaifuoi fiori. 3( Il che conferma mancamente V erg, Ho nel X 1 1 . libro della fia Eneide , cofi [emendo . Qui Venere sbattuta dal dolore Indegno delfigliuol 3 dal monte d Ida Di Candia coglie il Dittamo 3 che cinge Delle lanofe fiondi il gambo 3 & orna Diporporeofior la chioma bella . Herba alle fiere capre nota 3 quando T?crco[fc fon da ueloci faette . T>linio imitando forfiDiofioridedifie parimente che il Dittamo non prodnceua, fiori, ne fufli, nefiutto.u lamente ripugna alt authorità preferitte , ma à quello che focatamente fe ne uede . il Vfeudod, turno , fi 4 da i Greci, ci i Dittamo fai fi, credo che fin’ bora da pochi fia flato cono fiuto . il nero bebb, già , da T ,fa Ut Z&qualcheuolumaggiore.ifumproduceeglil lanugmofi Dittamo bìan- torno al fitto , come fa ilmarrobio ,&la meliffi . Hafipore dipuleglo , Zcandi^lmperocbeiegli co&liu hifto- mat0 fr0prumcnte Dittamo bianco .nonhamamente dafar cofi veruna comi Di turno d,C » • P * “ l mJpiantadauedere. Le cui fogliefino tanto fmiUi^^ lo II gambo fa egli alto duegombiti , tondo , & nodo fi, nella cmfommità e fono 1 fiori , che nel bmeopop^^ non guari diflimili da quei del cedro che ne produce , cedri , d uno odore acuto , ma non pero [pace,, . ^ ( mofi, & qualche voltafieno rami , bianca carnofi , & con un neruetto da dentro nm™oltof°f ’ f f m. ' to mignolo della mano , amara , con uno odore , quando èfiefea , come di hecch>”° ; di [calieri, drangolari & ruvide al toccare , nelle quali è dentro tlfeme. Tsfifce ne 1 coll, ripidi , 6 f fi fi - ‘ mouoU ,& afiet- Virrùdel ditta & dfdifeccare . Laradicedicuièfolamentel’ufoneUefietiarie.a^mg^ » bianco. ge . Mettefi con utilità grande nell 1 antìdoti che fi preparano penuelem , per ■lapefl , &f ’ J ^ henof, ammali. Beuta inpoluere alpefo duna dramma , ammala , 4. no al pefo di due dramme ,ò applicata allanatura,o fattone fumento di fitto con puegio. fi e fa fi far ZtJLigi^iidoloriJ^o^cacciafuorcle no per le ferite intrinfeche . H annoia ufita alcun, per il mal fi ance fi dandone ogni gì *; «r- digiuno, con la decottione del legno Guaiacane . Dafii con giovamento a gl, epilettici, dJèmne àwL Hello .Valeà preferuarfi dalla contagione peflifera prefi in qual fi . Colme- te cofe . Le (Urne & i fiori toccandofi eccitano il prurito :&nei luoghi piu caldi fono «jorà Tfeudoditta mo. Nel terzo lib.di Diofcoride. 74/ boi 'ò Galeno il Dittamo alvi. delle fatuità de femplici , cofi dicendo . Il Dittamo è piu fiottile nella fua efjenrptdelpu- Diramo fcrit- feg/o ■' tu nel reflogli è egli del tutto fintile . Quello , che chiamano falfo Dittamo , è in ogni fua operatione affai men t0 Galeno. ualorofo del uero . Chiamano i Greci il Dittamo , Auittfem; : i Latini , Diclamnum : gli . Arabi , Mefcatremefir , Al- Nomi. negem araba, onero Bari : i T edefchì , Vuilden poley : li Spagnuoli , Ditamo , & Ditamo reai . Il Dittamo bianco phìa- mano i Tcdefchi Óememer Diptam: I Francefi Diptam batard : i BoemiTreuudauua falefnai, eS ri Volani Diptamtr- -tpmdala . Il falfo Dittamo chiamano i Greci, 'VwleS l/.rao.vw : i Latini, Vfcudodiciamnum , & falfum Diclamnum . ' Della Saluia . Cap. XXXV: LA salvi* è una pianta ramolà, lunga, con uergelle quadrangolari, & biancheggianti. Le frondi fi raifembrano à quelle de i meli cotogni, ma fono piu lunghe, piu alpre, & piu grof- fe,rmiideà modo duna uefte ipelata, hirfute, biancheggianti, che refpiranodi giocondiìfimo SALVIA MAGGIORE. Difcorfi del Matthioli SALVIA MINORE, odore , quantunque alquanto graue . Produce il feme nelle fommità de i fuftt, limile al faluatico. Nafce in luoghi afpri.La decottione delle file fiondi, & parimente de 1 rami "eu" r , uocaimeftrui,fa orinare, &fimilmente partorire. Gioua alle punture della paltinaca ir i ■ neri i capelli : riftagna il (àngue delle ferite : purga ('ulcere maligne , & fordide . La eco i rami , & delle fiondi fatta nel uino , & lauandofi con eifa fpegne il prurito de i teiticoli . Salma}& Tua ef t- « ' ;tanto volgare ,& nota la Salvia domeflica, cbepocbiJJimihorti.fi ritromno per le cittadi, casella •& lamininone, mnc fi Italia , che non vi fio. la Salma abondantijiima .Ma è dafapere, che oltre a quella, che Ji co OfteeL? ^ ti :fc ne ritraila nelle campagne , & parimente ne i monti difaluatica , molto limile alla domeflica, come c ‘ ' ^ ^ biancheggiante , &piu per tutto pelofa . Ma errano manifeHamente coloro , che per la Salina Ja natica Scarleggia faluatica chiamata commmemente da gli Jpetiali CaUitri co, onero Centravi galli . Ma e pei o alt ' > Nel terzo lib. di Diofcoride. 749 per U Salma faluatica intendo qui io di quella , che cofi uolgar mente fi chiama da tutti , & non r di quella , che nafce per li parami j ouer amente campagne di Spagna infieme conio (frigo , & conia lauanda , & parimente nella cofiadi •prouen^a . percioche questa none altro , che quella , di cui intende Diofcoride ,& quella ifiejfa che habbiamo di quin- di trapiantata negli borti . Et però non diceua Diofcoride , nafce la Saluta negli boni, & nelle uigne : ma bene dijfe egli, che ella nafceua in luoghi affrri. Tbeopbrafioal 1 1 .capo del vi. libro dell’ hifioria delle piante , fece della Saluia due (petie, cofi dicendo . Lo Sphacelo , & la Saluia fono tra loro differenti, quafi comefe l'una fuffe la Saluia domefìi- ca, & l'altra la faluatica . lo Sphacelo ha le foglie piu lifeie , piu contratte , minori , & piu brutte : & la Saluia piu fcabrofe . Le quali J fretiefi ueggono hoggi in Italia negli horti,& ne i giardini , come dimoftrano qui i ritratti pofii da noi , di modo , che fi può ragioncuolmente Himare , che la Saluia fila la f emina , & lo Sphacelo il mafehio . Il quale ha 1 di piu della Saluia tutte le foglie nella parte pofteriore due picciole orecchie fep arate . Chiamafi la Saluia da i Greci elelijpbacos . onde fi pensò Tlinio al xxv. capo del xx 1. libro ingannato dalla fimilitudine de i uocaboli Greci, che fuffe la Saluia una ffretie di lenticchie : percioche quelle chiamano i Greci phacos . Ifell'ifola di Candia, & parimen- te in alcuni luoghi del regno di Jfapoli , come in Taglia , & in Calabria , produce la Saluia un frutto benino , fimile al- leggile delle quercie : di cui mi fece già copia il Magnifico M. Giouan battifia pamufio Secretano dell' llluflriffimo Con- figlio de i Diecc della Serenifiima pepublica di Venetia : à cui era di nuouo fiato mandato di Candia dal Clariffimo M . Giouan marco Molino fuo Cognato , che all’ bora era Configliero in quell’ ifola . Vale la Saluia mirabilmente à tutti i difetti frigidi , & flemmatici del capo , & parimente delle giunture tanto pr e fa per bocca , quanto applicata dì fuor e . llperche è ella utile al mal Caduco , alla lethargia , allo Hupure , & allaparalifia , come anchora à i catarrhi flemma- tici , & à tutti i difetti del petto caufati da frigidi humori . Le foglie della Secca facendofene fumento rifiagnano il fluf- ) fi delle donne ,gioua mangiata dalle donne che facilmente fi fconciano per ogni leggiera cagione, imperoche ritiene ella ilparto,& louiuìfica . Vale à tutte lecofe fudettelaconferuadei fuoi fiori , fatta con ì^uccaro . in fomma oue fia di bifogno difcaldare ,didifeccare ,& di corroborare fia S aluia è commodi fimo medicamento . E' la Saluia , per quel che ne teflifica Galeno alvi, delle f acuità de f empiici, euidentemente calda, & leggiermente cofirettiua . Seri fife della Saluia alcune uirtù. eccellenti fiime Metio , cofi dicendo . La Saluia J calda manifeHamente , & coflringe leggiermente . Dicono alcuni, che la Saluia fumentata rifiagna il fluffo del mestruo, & tutti gli altri flufii muliebri . M grippa chiamò la Saluia herba facraja quale mangiano le donne grauide quando patifeono i flufii dell’humidità della madrice: ìmpero- ch’ella ritiene la creatura , & la fortifica di ffririto uitale . Beuendo la doma , dapoi che quattro giorni fia dormita fo- la fenga huomo, una hemina di fucco di Saluia con unpoco di fiale , & dipoi congiungendofi con l’buomo fubito s ingra- ndii. Dicono, che in un certo luogo d'Egitto dopo ma crudclifiimapefiilen\a , furono cofirette le donne da gli huomi - 3 ni, che u annusarono , à bere il fucco deUa Saluia , acciochehaueffero à generare affai figliuoli . Diffe Orpheo, che da- to il fucco della Saluia alpefo di due ciatln infieme con mele da digiuno , à coloro che fiutano il fiangue , che fubito fi ri- fiagna. Fannofiper i thifici della Saluia pilule in quefto modo . T oglie di fiico nardo, di gengeuo, di ciafcuno due dram- me : difeme di Saluia arrofiito , pefto , & criuellato dramme otto : di pepe lungo dramme dodici : & incorpora con fucco di Saluia , & danne la mattina da digiuno , & parimente la fera ma dramma alla uolta , & fe gli beua dipoi un pochetto d’acqua . Chiamano i Greci la Saluia , ~£.\ìki DelMentaftro. Cap. XXXVII. LA minta faluatica chiamano i Latini Mentaftro. Produce le fiondi piu pelofe della menta, & maggiori per tutto di quelle del fifembro, & di piu graue odore.& imperò è ella à i fani mi- normente in ufo. LJ. menta tanto domenica , quanto faluatica, la quale noi chiamiamo uolgamente inTofcana Mentaftro , ètantonota, &uolgare,che non richiede altra chiarella , ejfendo che fer feflefaèchiara.Et quantmquefi ueggano àitempinofripiujpetie di Mentane gli borti, di cui non ferine Diofcoride ( ciò è una conpiu hreui, &piucre[jie fiondi, macai fufto ,& colfiorroffo ,& l'altracon bianco ;) nondimeno per mio giuditiononè dafar , di ciò gran conto. E' herba molto uiuace : imperoche piantata, ouerfeminata una uoltane gli horti malageuolmente [e ne ftirpa uia , ch'ella nonni rinafea . La jrefea pefta,&pofiafopra le mammelle delle dome di parto, probibifee che il latte non ui sapprcnda. Odorata nelle fmeopi, reuoca facilmente gli [piriti uitalì . Beuuta con amido , & acqua RRR 3 gioua Sphacelo & fua hiftor/a. Errore di Pli- nio. Lafaluiiin al- cuni lu^hi (p duce le galle. Virtù della fai uia. Saluia fcritta da Galeno , Se da Aetio. Nomi. Menta, & fua ef faminatione. Virtù della Me ta. 7J0 Difcorfi del Matthioli MENTA I. gioua à i flujjì fìomacbali.ImpiaSlrata in fui capo de i fanciulli fina le ulcere che menano marcia: Beuuta con • / melagrani fana il fmghio-^o, & rifiagna il uomito : Impiastrata {opra le tempie tfminuifce il dolor del capo cauja o humori freddi . Sana applicata le uolatiche l’acqua lambiccata nel bagno da tutta lapianta , beuuta a pefo 1VIU ^ onde ( fe ben forfè non farà fenyt rnarauiglia ) rifiagna [ternamente ilfluffodelfanguedalnafo . Fauorifce a en for^e ueneree , non folamente fecondo la fenten^a di Diófcoridc , ma anchora di Galeno . quantunque T imo a X Menta fcrìtta cap. del X x. libro tenga il contrario . l{efe di ciò Galeno la ragione alvi, delle f acuità de [empiici , quan da Gal. ceua . La Menta odorata chiamano alcuni Hediofìnos, per efferne un altra (fede , la qual non ha odo ) e, ^ ^ mintba.L’una >& l’altra è al pufìo acuta s& ne puoi temperamenti calidanelter^o ordine . Tfon imeno o 'lafaluatica3& l'odorifera ladomeShca. Etm piudebole manco calidaiperciocbc quella, che è fen-tytodore 3^ -j-- aaximen- però quefia per l’humidità acquistata dalla coltura , muoue ageuolmente gli appetiti di Venere . I c je fanno p ^ te tutte quelle cofc> che hanno in fe una certa humidità ucntofa, & me^a cotta .Ter la qual temperami a uj t incorporata con polenta in fu le pojìeme . Il che non fi dee fare con la faluatica , per rifcaldare ella , & di Recare affai piu forte 9 chef ricerchi in tal cofe.Ha infe la Menta un certo che d'amarezza , con la quale ammala ella i ùermini : &ftmilmentc alquanto d'acerbità , con la quale quando fi beeeon aceto melato , nflagna i mmiti del fangue,chedi frefeo accagiono . S ono le parti della fuHanga fua fottilifime , quanto fi fieno quelle fogni altra herba . tutto queflo dijfe Galeno . Ma è qui d'auertire , che Galeno non intende in queflo luogo quefìa (fede di Menta faluatica per la nera Calamintha , ma per lo mentaflro noHro uolgare . per cioche della Calammtha odoriferiffma ( come nel feguentc ca- pitolo diremo ) parlò egli piu ampiamente nel principio delvil. libro. Il che dimoHra il non dirlo egli qui afermati - uamente , ma che cofi chiamano alcuni la Menta faluatica . Ha anchora il mentaslro le fue proprie uirtù . Imperoche ta]rtu e " me i cuto purga le femitie di parto dafi la fua decottione utilmente à bere a coloro che fono fretti di petto ,& (pira- nomalageuolmente d chipatifce dolori di corpo .fparfo per terra , ò nero fattone fumo , caccia uia ifer penti ,& Mettcfi il fucdjio utilmente nelle orecchie uermimfe . il mede fimo beuto , ouer amente unto fopra i tcfiicoli, giouaàco - R R R 4 loro 75 2 Difcorfi del Matthioli mentastro. loro che fi corrompono la notte infogno . Baffi ancboratonnon poco gìouamento à bere nel trabocco le fcrofole ungendole con ejfo caldo . Beuta con aceto ammala i «erma, del corpo . wU>& ta greca j& plicateuaglionoìlimorfiditMtiglianmaliuelenofi. Vafce ,&femimft anchora negl or i p Wft. Rigare chiamata in piu luoghi , come nel contado di Corica Menta greca, confrondipiu lunghe, ^ fallila , filmili quafi à quelle della betonica , che nel uerde biancheggiano : ifuflt alti ungombito , co- rion : nelle cui, fommità fono i fiori gialli , come nel tanaceto , quantunque minor, . E pianta «°S”P* ^ ftrettiua , & d'odore grane ,& acuto. Xoi in T ofeana la chiamiamo bei -ha di finta Man , , J . ^ ^ naw.il qualnome , per hauer ellafoglie piu di folata , che dimenta , piu ueramen. efe g ‘„UUK. feròdi' , la chiamano Laffulata : ma donde canino coHoro ilfignificato di tal nome , nonfo io ueram n Marciato canloeglino.ScriueValerioCordo nel dififienfario fattofier ledane, «ella maino , e [fere due Ibetie di menta , una crefpa , & l altra chiamata Saracemca : &pei la S mfetite infinte pianta, chiamata Menta greca da molti .fopra'l che determina , eh e quella fi debba mettere nella compofì - itone dell'unguento predetto .Maper non prouar egli ciò ne con authorità , ne con ragioni , non mi par che dobbiamo àfiicurarci di credergli: & mafiimamente uedendofì , che nel Tqjcolao nuouamente fatto Latino dal Fuchfìo , nella com- postone del Marciato non è alcuna mentione di menta Saracenica, ma ben dir offa faluatica folamente . Il che ageuol - mente ne dimojìra , che fi poffa liberamente dire , che non manchino errori in quel difr enfiano . Chiamano quefiapian- ta, ( come dice egli ) i T edefehi F’nfier fiauuen mmt7x, ciò è Menta di nofìra Donna . Ma il Fuchfìo fiotto quello nome ne dimoflr a un altra affai diuerfa . Coloro adunque che meglio di me intendono la lingua Tedefica potranno ragioneuolmen tegiudicare chi di loro habbia errato . Tutta la pianta dì quella Menta Greca ha uirtù di ficaldare, di difieccare , v;rtù della me i aPrire>aJfottigliare , afìergerc , prouocare , & corroborare . Gìoua ài difetti della madrice >& àgl'bidropicì . Im- ta greca. por oche ficalda il fegato infrigidito , & apre le fiue oppilationì. Vngefit ilfiucchio con olio Irino utilmente nei difetti della mil^a , Scaldata con uino bianco , & meffia fi opra al petùnie chio , prouoca l’orina ritenuta , & fregne le lentigi- ni. 7^4 ‘ Difcorfi del Matthibli nì.gl’alphì, & altri difetti della pelle , ungendoti ifi [opra il [ticchio Infera . ufana le donne dimetter lefoglienelle fo’caccie,& mangiacele , credendoftthe gimmo loro per i malori della madrine . M Uri inuoltano le foglie fiefche nella pafta di’ farina liquida, & pofeia le friggono nell'olio, ò nel homo & fe le mangiano con lì altri cibi . Il fuco di quella pianta bevuto ammala i ueminidel corpo : & giovanile frigidità della madrine . C orrobora lo Homaco tanto beuuto , quanto impiaflrato di fuori , & riflagna parimente j «orniti . Scaccia tutta la ptantafrarfaper terrai ferpenti . ilche Nomi- fa fimilmente il fumo dell’ abbruciata. Ciotta oltre à ciò alle oppilationi ,& confortala tejla. Chiamami Cucila Menta , I WVacrftof ; i latini , Menta : gli Mrabi , Tfahanaba : i Tedcfchi , Munt\ : li Spagnoli , Hierua buetia , & or - telano : &i Fr ance fi , Mente : i Boemi Mata . La Menta greca poi chiamano in Italia , chifaluia Romana, & chi ner- ba di Santa Maria, : i Tedcfchi unfer frauuen muont-q: i Boemi krecka : i ToloniMarrpq Mietka . i Francefi Grand coq . Il Mentaflro poi chiamano i Greci , » Tedcfchi Hvilde Muont\.- ì Boemi -plana mata : t Francefi Mente Io (he valine ; & i Poloni Cobijla Mierka . Della Calamintha . Cap. XXXVIII. FR a le Ipetie della Calamintha ne una, che nafee ne i monti, che produce le frondibianchic- cie , limili al baiìlico : i rami fecchi,i fuftiangolofi,e'lfior porporeo . L'altra e fimilcal pule- gio ma maggiore : & imperò alcuni lo chiamarono pulegio faluatico, per 1 auembranegh nel- l’odore . q uefta chiamano i Latini nepeta . La terza è iimileal mentaflro, ma produce le fiondi piu lunghe , & 1 furti, & i ramufcelli maggiori dell altre , ma è manco uirtuofa . Le fiondi di tutte fon feruenti , & fortemente acute . la radice è inutile .Nafee nelle campagne in luoghi aipn, & ac- jo quofi . Beuuta , ouero impiaftrata foccore à i morii delle uelenofe ferpi. I a decottione beuuta pro- lioca l’orina , & i meftrui : conferifce à i rotti , à gli fpaiimati , à gli afmatici, ai dolori di corpo, al uomito cholerico , & al freddo , & tremori , che uengono ne 1 principi; della febbre ; gioua a tra- bocco di fiele . Tolta per auanti con uino uale contra à i uelem . Beuuta con mele , & con Meam- mazza ogni forte di uermini del corpo . Il che fa parimente trita cruda, & cotta . Mangiata, & eu- tole pofeia fopra del fiero del latte, gioua alla lepra . Le fiondi pefte , & applicate alla natura delle donne con lana , prouocano i meftrui, & ammazzano le creature . Fumentate , & ipai le ranno ug- gire le ferpi. Cotte nel uino,& impiaftratefanno diuentare bianche le cicatrici nere , & lpengono 1 fluidi . Impiantatili in fu le fciatiehc, accioche tirino dal profondo gli humon , bruciando la pelle di fopra. Il fucco diftilkto ndl'orccchie u'ammazza dentro i ueimini . jo Calamintha, & fuahiftoria. Errore del Bra favola. Errore del Ruellio. Errore de i Fra Herba Gatta- ria, & fua hifto pia, CHIAMASI la Calamintha uolgarmente Calamentho . del quale quello e piu hoggi adoperato nelle fretitrìt, che commemorò Diofcoride nella feconda [fietie,& dijfe che particolarmente era chiamato Tfepeta da i LatmJ mal nome ritiene egli fino à i tempi nojlri in Tofana : perciocheper tuttofi chiama Ti, poteUa . Tfafcem luoghi imi- ti lungo le uie publiehe, & appreffo lefiepi, & parimente ne i colli , con foglie ntondette.pelofe , & aU intorno denti- tè I gambi ha ella alti ungombito , quadrati , pelofi , & fonili, & i fiori piccioli & porporegm, i quali nafeono di m- xoil gambo fino alla cima , come nel pulegio , quantunque nella calammtbaficno pmcopwfi nelle cime . Le fitte radia fono fiottili & copiofe . Et imperò parrai , che fi inganni affai il Brafauola , nel crederfi.che l Calamentopoflo iaM- ficoride nella feconda {petie fia quell’ herba , che per rubare con effiauolenticn le gatte , fi chiama per a piu parte d (■ Ha Herba gatta . Il quale errore apertamente ne manifefla il vedere noi , che l herba gatta produce le fiondi delta 4 filmili à quelle dell’ortica , & della meliffa , le quali quanto fi raf miglino nelle fattele, & nell odore .nel qual fondi il Brafauola il [ua fornimento à quelle del pulegio .giudichilo ciafcuno , che brama di favorire il imo . Espcro fi ut , che equivocano coloro parimente , che chiamano in Lombardia Tsfeueda l’Herba gatta .Miche bauendo forfè fi» «- (petto il Brafauola , che al confiderare alle fate erge ,note,& lineamenti , che dà Diofcoride a queUa feconda frette, er- ra manifeflamente . lmperoche , come può uedere ciafcuno , il uolgar C alamento , che s ufa nelle Jfietiane , ha e poti i non fola nelle fattene , ma anebora nell’odore ,&nel fapore , tanto finiti al pulegio , che non e mramgl, a firn ferine Diofcoride ) che l'habbiano chiamato alcuni Vulegio [abiatico . Efesiamente nell odore la Efepetap rafie al pulegio ( come par che voglia il Brafauola ) ma nelle foglie ,&nei fufli. Ter queflo adunque diremo , che mmio alcuno non fi dee credere , che l’Herba gatta fia U feconda [fetie del Colamento : ne mancala tery.come mole, W- lio : imperoebe quefla fi raffembrò Diofcoride al mentaflro , & non all’ortica , efr alla meliffa , a cui ( come qui i J f 5 dicemmo ) fi rafiimiglia non poco fi Herba gatta . Et tanto piu ardìfeo d'affermare io queflo , quanto ogn boi piu fa fede t battere ritrovato’ ambia terga { petie di Cala-meato filmile molto al mentaflro , ma affa, piu acuto ,& fi» chiedo di colore , nella ualle Mnania , & in piu & piu luoghi del contado dì Gontia , doue parimente ne tfiioi piu monti ho Itclfo ricolto anchora il montano , con fiondi biancheggiami [miti al bafilico , con rami quadrangolari, efP rollo porporeggiarne , come nella prima fpetie ferine Diofcoride . Credonfi errando i Frati commentatori dotarlo di Mefite , che la Tfepeta polla da Diofcoride per la feconda fretie , con fiondi filmili al pulegio ,fia ?»» If de , che nafee ne i monti , con fiondi filmili al bafilico , Tfel che dimoblrano d hauer conpoca attentione J » >« floride , & di non hauer mai ueduto il C alamento montano : ne meno s accollano alla verità , per le ragionila e formandoli co’l Brafauola , tenendo per certo , che [herba gatta fia il Calamento iella feconda frette . r a ; ^ do all’ herba Gattaria , dico ch'ella è pianta volgare , & conoficiuta , Troduce le foghe di meliffa, ove m mori, & bianchiccia Ilgamho alto due gembiti, quadrato, & conmolti rami parimente qua rati, ..0rexa- i fiori bianchi per intorno à i rami , ma quelli , che fono nelle cime hanno nonpoco del fricato immite, <3 P 1 ^ Nel terzo lib. di Diofcoride . 7 j 5- CALAMINTHA. ■dici . Spira di cofi acuto odore 3 che offende il capo ; & è alguBo acuta 3 & amaretta . 'Hqfcc ne i tonagli de i campii lungo leuie , & in luoghi humidi . Scalda}& difecca , come la calamintha ; di modo che dotte non fra calamìntha 3 fi può Scuramente tifar quefra in fuo luogo . Vale (penalmente la Gattaria a tutti i morbi frigidi del capo 3 del petto 3 del- lo fiomaco , & della madrice . & caccia fuor del corpo le uentofità . & imperò gioita ella a coloro che patifcono lungo dolore di tefla3à i uertiginofì 3 alli (ìupidi, à i fonnolenti 3 à i paralitici 3 alti (pafìmati 3& à chi patifce il mal caduco » come anchora, àgli fretti di petto > à gli afmaticì 3 & a coloro 3 che malageuolmente Spirano . Scalda lo Stomaco , & uiguarifce il dolore caufato da uentofità.prouoca tutta la pianta i meftrui tanto prefa per bocca 3 quanto fedendofr nel- la fita decozione . Vfandoft jpeffoSk diuentare fruttifere le donne Sterili ,* & maffimamante oue la caufa fra per frigidi- tà 3 Imperoche fcalda ella non poco la madrice . Tirato il fucchio per il nafo purga il capo della flemma 3 & acuifce la uifra : Infomma oue fra di bifogno di Scaldare grandemente3 la Gattaria è ualorofa s & buona . La Calamintha ( di- ceua Galeno al.vn. delle f acuità de Semplici) è di fottile effen\a calida3& fecca quafì nel ter^o ordine . delle cui quali- tà Virtù della her ba Gattaria . Cafofnintha feri tra da Gal. Diicorfi del Mattinoli CALAMINTHA MONTANA. fi s hanno gliindìcijmmifettì parte per ilguflo ,& parte per l'ejpmempt . Mguflo è ella chiaramente acuta , &u i- da» & alquanto amava, & all' efrerimento è mamfefio , che applicata di fuori fcalda da prima ualorofamen e » morde tirando » & leuando la pelle » & finalmente ulcera la carne . Oltre a ciò tolta fecca per bocca pei fefo a con nino melato » fcalda manifestamente ,fa fidare » & matura » & difecca ogni corpo . Isella qual ragione con ^ dofì alcuni tifarono la Calamintha cotta nell'olio per ungere coloro» che nell entrar delle febri fon conquajja ^ tremore »& dal freddo » fregandogli affai forte »& parimente dandola per bocca nel modo predetto. Impia ^ altri anchoraper ualorofo rimedio alle fciatiche :percioche per tirare diagli humori alla fuper fide, che fono nePr. ^ do delle membra » fcalda molto la giuntura, & brufcia apparentemente la pelle . Trouoca ualorof amente i me ru ^ fo beuuta » quanto applicata . È' ottimo rimedio à i leprofi » non tanto perche ella digerirai fiottili humor * > feccare ella , & incidere ualentemente i grojfi da i quali fi genera il male . C ofi anchorafa diventare tane ie e , ^ ci del( ulcere » che refìano nere » & fregne i liuidi . nel che molto piu gioua frefca , che fecca » cotta pero ne ntcffauì [opra : impcroche (ecco, diuentapìu gagliarda, & piu pronta àbrufciare .Et però offendo citatale , s’ufit nei morfi de uclenofi animali , cornei canteri] ,& ogni altro medicamento calido,& acuto compoflo di fottili pani , <&■ come quelli tutti , che dal profondo ,& da tutte le partì cìrcomìcine poffono tirare à fe ogni humore . Oltre à quefto tornarcela , che fi ritroua in lei , è neramente poca : nondimeno in alcune cofe opera ella cofi ualorofamente , come fefuffe affai. Del che è cagione l’effer ella congiunta con gran calore, & con fottìle éjfcnqt. Et imperò il fuo ficco heuuto , onero crijleri^ato ammala tutti i uomini del corpo ,& parimente deli' orecchie ,& et ogni altro membro , dotte fif- fero nati ,ò per putredine di pofteme ò d' altro . Et cofi heuuta , oucr amente applicata dì fatto .ammala la creatura, & la fa uenìr fuori atlanti al tempo . E' la Calamintba incifma , per effer calida ,f ittile , & amara : ma afierfìua fola- mente per l'amaritudine . Et imperò per tutte le qualità predette gioua ella àgli afmatìci : ma à trahocco di fiele con- ferifee fidamente per l’amaritudine , come fanno [altre cofe amare, aHerfiue,& difoppilatiued’ognioppilationc del fegato .Ma à tutte quefle cofe è piu dell’ altre utdorofa quella, che nafee ne i monti. Chiamano la Calamintha i Gre- Nomi. SSS ci. 7)8 Difeorfì del Mattliioli herba gatta. :i,Ktx^!,S«;i£atini, Calaminta ; gli Mahi Calmatimi : i Tedefchi , V uilden póleycli Spagnoli, triFrancefi , Toulliot farnage : i Boemi MarulketTolnij . La Gattariapoi chiamano i-Tedefchi Katìfn nept: K ouniik} i Francefi Herbe de cbat . DelThimo. Cap. XXXIX. folto . Gioualafua dccottionc con mele à gli itretti di petto, & a gii aimanci : ” j. jj ni del corpo , i melimi , le fecondine , e'1 parto : prouoca l'orina . Facilita inghioti j't. — T ' 1 1 tu imo eonofciuto da cialèuno , una pianta farmentolà , circondata da . ’ ftrette , & fottili frondi . Ha nelle cime piccioli bottoni , pieni di porpora non ■ a u. reno magro , & faflòfo . Ha quella uirtù , che beuuto con Tale , & aceto purgala ® P , 'ito . Gioualafua dccottionc con mele à gli ftretti di petto, & à gli afmatici: caccia uo Nel terzo lib.diDiofcoricfe. 7)9 lcttouarloeonmelelolputonei difetti del petto. Impiagato con aceto rifolue le pofteme fre- fche del corpo idilfolue il fengueapprefo: lcua quelle uerruche , che pendono , che fi chiamano thimi . Impiaftrafi utilmente alle fciatiche con polenta, & uino . Gioua mangiato nei cibi alle de- bolezze de gli occhi . E utile à i fani nell’ufo de i cotidiani condimenti . Il x h I m o ( dicevi Tbcopbrafio ahi. capitolo del VI. libro dell'bifioria delle piante ) è di due fpetie , bian- Thimo , & fu* co ciò è , & nero . Fiorifce tardi : imperpche non fiorifce piu presi o , che nelfoljlitio della fiate . Da i cui fiori ricolgo- h'ftoria. no le api il mele abondantifiimo , & di qui predicono coloro , che hanno la cura delle api , la douitia , & la careflia del mele . Vercioche fé’ l thimo presto sfiori/ce ( il cheperle molte pioggiegli fuole (peffo accadere ) il mele nonfuccede in „ran c0pia . Il feme della fatur eia , & parimente dell'origano manifefì amente fi ueggono : ma quel del thimo , per ef- fer in un certo modo incorporato coi fiori, non ci fi dimoftra apertamente .Et però fi feminano i fiori , & cofinafceil THIMO. o Difcorfi del Matthioli IlThirno è ii ln0rhi r, porti diclina bornie. Tacquefi qui Diofionie , che fuffie il Thrnodt due frette. ma quando nel qumoh- duc fpetie. T&..J y i.,.„ .... » „W fM»« niu duro.dr fin fatile alla fama» , dimoflrapet ciò , che ancbor egli limbi fi torti ditutta boutade. Tacque» qui uwjcu, neconoM^rneM^tieicioèilmmreidicuifaeéUquimemìonei&d ti & piu duro , di cui foto pieni tutù, monti , & i coUidel contadod, Conca-, fi opra IqualenafcelEpithmoueroia nr J1Thi mluoltericoltoneUafinedeltiflate.&pertutto t autunno . DiMaddTbimoun obogiaUo.ilqualeuienfuo. Olio diThi- j^irUovU* unJp infame conefTa . Qucftoha odore neramente di cedro , & è al gufa ine piu mite ricolto nella fine della Jtate,w per limo * ^y * . L J mo. re quando fi lambicca l'acqua dall'berba ucrde , infime conejfa. Quefioba odore neramente d, cedro ,& è algufy Thimo ferino putimmo, & utile * tutte quelle cofeche hanno bìfogno di ftaldare efficacemente. Scnjfe Galeno delThmoal da Galeno j & -h .... - ... Ai- j. »? .5 wi*v,lFo£J-si'Mpntp mitici . pty me da Aetio. Nomi afflino, & utile à tutte quelle co e che hanno oijo&nu ™ v i delle facultà de i [empiici , coli dicendo . IlThirno è manifeHamente caldo , & incifiuo : &pero prouocai meilm, & Corina : fa f, conciare k donne . Targa beuuto [interiora , & facilita allo fiuto le materie del petto , & Io ZztlperòèdaeffiereeglipoflotraqueUecofe.cbefcaldano^^ Tbimo anchora jtetio in quefto modo .Haffiper ferimento , oltre a quello , che ne fa ffie Galeno , che iatoilThmo [ecco & rettilmente macinato al pefo di quattro dramme da digiuno con un aatbo d oxmele a coloro , che pai, fieno dolori delle giunture , folue la cholera , & Mùgli altri hi, morì , parimente tifarne acuta :gioua a i difetti della uefii- ca confeùcfetoltoalpefod’unadrammaconoximelediprincipij delChidropifia . GiouaparmenteaUe fcmche, a, dolori de lombi , del coflato , & del petto , alti uentofttà hipochondnaca , dandofi a pallenti al pefo di tre dramme di z-l 1 m, cucchiate di oxmele. Diffida digiuno , & innanzi alti cena dgl, impedimenti , & dolor, egli occ ,. Co,iferirceàigottofi,chehonpoJfonomuouerfi.Ìpfiemeconumo;&al pefodi tre dramme all enfiagten Mcoli. 1 J luardarb damelThimo ,cheènero: percioche corrompe ti complefiione ,& genera cholera. Quello i Metti Scbe% il fiate porporeo: quantunque fia molto piu mlorofo quello , cheti fa bianco. Chiamami Cuciti JO Thimo , &C,L : i Latini, Tbymm egli arabi , Hafce : i Tedefcbi , 1 \omifcber quendel , & yuelfche r quendel . Spa- gnoli , Tomilhofalfero : i Fra), cefi , Thym , & Marittime dilettene . Della Satureia. Cap. XL. T A satvreia è herbatriuiale. Nafcein luoghi afpri, & magri , Amile al thimo, maminoEC, T & oiu tenera. Produce nelle fommità una fprca piena di fiori, d herbaceo colore . Ha défimeuirtù che'l thimo , tolta nel medefimo modo . è anchor ella nell ufo de fani . Enne^ ho- jo ra draoSica^antunquc affai minore della faluatica , ne i abrallai più utile, per non effere el- la tanto acuta. Thimbra , 6 c fuahiftoria. T ismu.A o ueramenteThimbraèdiduefieùe.Quellachedefcriue^ I minore &piutenera,& produce nella J ornata aet ramiunu -y ; y , luoThi ficchi ’&in magri terreni . alle quali note nonpoco fi raffembra quella di cu, èqui la figura. Imperocb ? f S:“S— aoì con auefie parole. Bifogna che la medefimaregtonc fia abondante di piccoli frutte ,& J rr.„.ucl,ii- uocabolo Meramente corrotto dal Latino, mperocbe Cumula chiama J , mentionUlcm 5 Sauoregzìa , & doue Teuerella per ejfer acutìfiima come il pepe . Tfion ritrouo eh f fi # rhimbra ferir- ^ rhimbra ne ifuoi libri de femplici . Ma fcriuendone Taolo Egineta : La Tbrnbra ( leena f 1 JoperaùoneialLfa.maladomeHicaèpiudebole^^^^ ZnoiOreùMa,e^i ^Th^ra , Guniti^ K„ nel , Zmibd byfop , & Saturey : li Spagnoli , Segurelba : i Franccfi , Sauoreie , Sane , & rege; iToloni Cgmbr. Del Difcorfi del Matthioli V N' ALTRA SATVREIA. XLI. Del Serpillo Cap. TL serpillo è di due fpetie . L’hortolano fi confa d'odore alla mìfuo minino ^ghirlande . Ha ritrouato illnome di Serpillo per andar ferpendo : imp fov aU orjgaro, ramufcello, che tocchi terra, fubitoui fa le radicr. Produce le frondi & ^ & piubelo'. ma alquanto piu bianchi . Quello , che crefce appreifo allefiepi , diuentap g fonili, St e- li faluatico , che fi chiama zigis , non ua ferpendo , ma crefce all alto , & & piu dure . Hai- gnofi, carichi di piu lunghe fiondi , che non fono quelle della ruta, piui > P 0it0 pu no i fuoi fiori foaue odore, ma fono al gufto acuti . le radici fono inutili . Nafce tatìm, & & q . t • • - • r o_ — RpllIlfO DTOUOC3. 1 nidi 5 ]£* calido , ecuaioroioaciuomcLuuj, cxpiuactw din. mv- «*»-*** ; nare : conferifce à i dolori di corpo , à i rotti , à gli fpafimati , & alle 1 Nel terzo lib. di Diofcoride. 7 6 3 11 e(ì parimente , & impiaftrafi à i morii delle ferpi . Cotto , & bagnato con aceto , & polcia incor- porato con olio rofado, mitiga i dolori di teda: & priuatamente cóferilce alla lethargia, & alla phre nefia . Beuuto il fuoco al pefo di quattro dramme con aceto riftagna il uomito del fangue . Coltivasi il Serpillo in Tofcana coti grande diligenza ne gli boni, & mettefi ( come dice Diofcoride ) nelle ghirlande . il faluatico-è di due fpctic : uno ciò è, che produce il fior bianco , che /pira d’odore fintile al cedro , come fa la meliffa : & l'altro, che lo fa porporeo, alguHo molto piu acuto, fintile alla fatureia . Uafcono améndue nel contado di Goritia in fui monte S aluatiHo , dotte è il piu bello , & il piu odorifero , che fin bora io habbia ueduto . Scnjfe ddSerpiUo TbeophraSlo ( apprejfo al quale non penfo che fi ritroui altra jpetic di domefiico , che il falmtico trapianta- . SERPILLO. SSS 4 to Difcorfi del Matthioli V K ALTRO SERPILLO. tonegli borti) al v 1 1. capo del vi. libro dell'bifloria delle piante , con elette parole. E anch or a una fi ette 1 crPl lofaluatico , il quale trapiantano coloro , chèlportano da i monti , comefifuol fare appreffo Sidone ,&in [ )CÌ * oue fi porta dal monte Himetto . ma appreffo altre genti , come in T brada , tutti i monti , & i piani fon pieni i Cl lo . Crefcono in que(lo Rettalmente i germini , i quali fi poffono tirare tanto lunghi quanto fi mole, pur c te ntrouino /tentacolo , oueropur che fi fiemìni appreffo alle fiepi . Delle Retie del domefiic o non accade dirne altrimenti, conte t biamo detto : perciocbe tutto diconoeffer faluatico , & che queflofiritrouanei monti di due forti- uno ^ tardato , a cuti fimo : & l'altro d' aggradeuole odor e, & piu tenero . il tempo piu conueniente per trapiantai ’oe . i( tunno .Tutto queflo diffeTheophrafio . Dalle cui parole fi'puo affai chiaramente raccorrebbe due fieno e^ Serpillo faluatico . Et però quantunque manife, (ì amente nonfaceffe Diofconde mentione d altro , c te una jp ^ Nel terzo lib. di Dio fcoridc. 76) di faluatico ; par pero , che tacitamente faceffe egli 'memoria di due , quando diceua.ll faluatico chiamato \ìgis,non t ta fervendo , ma crefce all’alto . Imperoche fe non haucjfe egli bitumo notitia dipiu , che d’una fpetìe , non gli farebbe fiato neccfario cognominare quell osfigis,per dimoUrar la differenza tra queflo che crefce all’alto , & quello che fe ne uaferpendo . lldomcfiico uaferpendo con le radici , ma germina però in alto, come lamaiorana: come fa parimente quella Jfetiedi faluatico , che Jj> ira d’odore del frutto del cedro . Onde diceuamolto ben Timoni xxi I .capo del xx. libro. Tafano alami cheli Serpillo fta flato coft chiamato per andarfene ferpendo . il che è proprio del faluatico, &mfs imamente di quello , che nafee tra le pietre . Imperoche il domeflico non uaferpendo , ma crefce lungo ma ff an- ni, Te cene mentionc brevemente Caleno alvi, delle facultà de femplici , dicendo . il Serpillo, è cofi calido,the pnuocaimejlm , & l’orina: & è molto acuto alguHo . chiamano i Greci ilSerpillo, E'ymKKw.-i Latini: Scrpyl- , tm .'gli Arabi, Tfemen : i T eiefehi , Qucndel ,<& Hucner hpel: li Spagnoli, [Serpo Ilio ,& Serpam : i Frane efì Scr- pmlct . I Boemi Materij danjfka . MAIORANA. Serpillo fcrit- todaGaì. Nomi. Della yéó Difcorfi del Matthioli Della Maiorana; Cap. XLII. LA ottima Maiorana è quella , che nafce in Cizico , & in Cipro . la feconda poi in bontà è quella d'Egitto. Chiamatila i Ciziceni,& parimente i Siciliani Amaraco . E herba ramo- fa , che ua ferpendo per terra : produce le fiondi ritonde , & pelofe , fìntili à quelle della cala- mintha, che fa le fiondi fottili. è odoratiffima,& però fi mette ella nelle ghirlande. Ha tumidi Scaldare . Beueii utilmente la fua decottione ne i principi; dell’hidropifie, ne i difetti dell’orma, 8c à i dolori del corpo .Le fiondi feccheimpiaftratc con mele fuanifconoiliuidi: applicate di fotto. ne i peifoli prouocano i mefttui . Impiaftranfi con aceto, & file alle punture de gli fcorpioni : & in ■ „ corporate con cera, alle giunture finoiTe, & alle pofteme . Mettefi in fu gli occhi con fior di polen- MAIORANA GENTILE. Nel terzo lib.di Diofcoride. 767 ta per le loro infiammagioni . Mefcolafì con le medicine , che fi fanno per le lafsitudini, & negli empiaftricalidi. FV di fopra nel primo libro al capitolo dell’unguento Sanfuchino chiaramente dimofirato ejjère il Sanfucho , & Maiorana & l’jmaraco una cofa medcfima ; non ottante che Galeno , & Taolo ne trattino per due diuerft capitoli . Et però foadTam. * non accade qui replicare le ragioni , potendofi ciafcuno là Jòdisfare . In Tofcana fi chiama il Sanfucho , Ter fa; per cf- fer forfè da prima à noi ttato portato di Verfia : ma in ogni altro luogo d' Italia , Maiorana . E' la Maiorana tanto gr ti- fa, alle donne per la- giocondità del fuo odore , che pocbifiimc fé ne ritrottano di loro , chenon l'hahhiano piantata ,& coltiu.ata con ogni pop ibil diligenza , hor neglihorti , hor nelle loggie , & hor nelle finefìre in uafi di terra , oueramen- ) te in capette di legno . Onde facilmente può ella hauer acquietato appreffo di noi nome di Maiorana , per ufarfi mag- gior cura nel coltiuarla , che ìn qual fi uoglia altra pianta. Et queflo non folaménte per quella ragione , che di fo- pra fu detta , ciò è perche ella fa odorifera , ma perche anchora dà ogni tempo uerdeggia . È' adunque l Amara- Mai-orana & co una pianta ramofa , con gambi fiottili, & arrendeuoli , & foglie lunghette bianchiccio , &pelofe , le quali abbrac- tua hifioria’. ciano per tutto all'intorno i ramofcelli ; produce i fiori nelle cime copioft , & fiicati , di uerde colore ,fqumofiperò co- me quelli dell'origano, da i quali nafce ilfeme picciolo , & minuto . Ha la radice uillofa , legno fa , & mutile . Seminafi 5 con il fcme , & piantaft con le radici , & ancho fenga : piu però che piantandoli i ramofcelliftirpati dalla pianta alligna- ? ito non meno , che faccino le intere piante , piantate con le radici . E la maiorana herba odorifera , & utilìfjìma in mol- 1 ti medicamenti . Imperoche può ella digerire , affottigliare , aprire, & corroborare . Vale oltre à ciò à tutti i inali Virtù della Ma ' frigidi del capo , delceruello ,&dci ncrui , cofi prefa per bocca , come applicata di fiore . il fucchio difiillato neìl'orec- |> cbie , uifana i dolori,lafordita , & ifujf oli che nifi fentono . T irato fu per il nafo tirala flemma dalla tefla , & mondi- ] fica , & conforta il ceruello . T cauto caldo in bocca con decottione di pirethro, & pepe lungo , ouer amente d'origano , > ò di acoro , gioua alla paralifìa della lingua : Vale l herba , ouer amente lafua decottione à tutti i difetti delpetto , che t prohibifcono il refi ir are . Gioua allo ttomaco tanto mangiata , quanto applicata di fuor e . Conferifce non poco à i fie- | gatofi,& ài difetti della milita . Imperoche nonfolamentefgom.br a le loro oppilationi, magli corrobora anchora . Gio- ua à tutti i difetti della madrice ; & alle uentofità . Fftrouafene una altra ffietic , chiamata Maiorana gentile , con Maiorana gea - foglie minute , & fattili , come anchora è ella in tutte le altre fue parti , la quale è piu odorata , & al gatto piu foaue . tile. Vogliono alcuni che quettafia il Maro , ma le note non tutte ui corrifiondono . Scriffcne Galeno brcuemente all’ VI 1 1 . Maiorana ferie delle facultà dei femplici, cofi dicendo . il Sanfucho è compofio di parti fiottili : ha uirtu di digerire, difeccando ,& ta da Galeno. ifcaldando nel tergo ordine . Chiamano i Greci -la Maiorana , & A'y.d.pay.ov: i Latini , Sampfuchum y Ama- Nomi. 3 racus , & Maiorana : gli Arabi , Mer tennis , & Morfangius : i Tedefchi , Meycron , Maioram, &Meyran : li Spagno- ; li, Maiorana : i Francefì , Marone , & Mariolaine : i Boemi Maiorana : i Toloni Mdiorani . Del MelilotOj ouero Sertola campana. Cap. XLIII. LO eccellentissimo Mcliloto è quello , che nafce in Attica , in Cizico, & in Chalce- donia , di colore limile al zafferano , & odorifero . Nafcene in Campagna intorno à Nola, di colore rodò languido, &poco odorato . Ha uirtu coftrettiua . Mollifica tutte l infiammagio- |0 ni, &maflìme quelle de gli occhi,de i luoghi naturali delle donne, del federe, & de i tefticoli , quando fi cuoce nella fàpa , & applicali in modo d’impiaftro , aggiuntoui qualche uolta un tuorlo di uouo arroftito , ouero farina di fiengreco, ò Teme di lino , ò fior di farina di grano , ò feorze di tefte de papaueri , oueramerite endiuia. Sana per fefolo con acqua quelle poterne quando fon : nuque , che chiamano meliceride, & l’ulcere del capo che menano, impiaftrato con creta di Chio, &uino,oueramente galla. Mitiga crudo, ouero cotto nel uino con alcune delle cofe predette i dolori dello ftomaco . Il fucco del crudo diftillato con uino palio nell’orecchie , gioua à i dolori di quelle . Bagnato in aceto , ouer olio rofado , leua i dolori del capo . NASCE ilMeliloto eccellente nel Bearne di Jiapoli in Campagna in molti luoghi . del quale han cominciato à MeliIoto3& fua portare à Vinegia il feme , & i fioripure à i tempi nottri : per effiere fiato cqnofciuto , che quetto che commune- e^am* mente s’adopera nelle (petiarie , non era ,ne fi raffcmbraua al uero . Scriffene Tlinio al I X. capo del XXI. libro .cofi dicendo . Il Meliloto,il qual chiamano Ghirlandata di campagna , nafce eccellentifimo in Campagna d’Ita- lia : quantunque lodino i Greci quello di Sunio , di Ch alcidia ,& di Candia , & quello piu d e gli altri , che na fce in cia- feuna di quette regioni in luoghi faluatichi , & afri . Chiamafì Ghirlandettaper hauer lo ufi atogli antichi nelle corone. E ilfuo odore uicino à quello del gajfarano, & l’herbaè bianchiccia . Quello è migliore , che ha le fiondi pie ciolifi ime, & graffifìime . É adunque il uero , & legittimo meliloto una pianta alta un gombito , con i gambi . copiofì da una fo- **ua la radice, fottili.Troduce le foglie di trifoglio , frette nella origine , & larghette in cima ; con lungo picciuolo . I fio- ri ha egli gialli da cui nafeono le filique riuolte,doue fi contiene ilfeme minuto, rofetto , & odorato , di cui debbe effiere l ufo, & non dei fiori . La radice ha egli inutile , & da niente . Scalda nel primo grado , di modo che non eccede molto Meliloto fcrit- 3 ù temperamento ,& però rifolue egli leggiermente ,digerìfce, mollifica ,& mitiga qual fi itogli dolore. HailMeli- roda, Galeno. loto ( fecondo che teflifica Galeno alvi I . delle fi acuità de fem.plici ) mifte le [acuità fue , con alquanto di coflrettiuq : MeHiocofia^a maèdigefiiuo ,<& maturatilo: imperoche piu ualorofa firitroua in lui la fuftan%a calida, che la frigida. Ma con ufare. tutto tutto quello non ritmo io ne i Greci ,fe fieno in ufo del Melihto nelle medicine le fiondi .ile radici ,ò UfO», » 1 ► ri , è il feme . ma ben ne fanno teflimonio gli .Arabici , & mafiime Serapione , cofi dicendo d autont fiat • litotomia berba , che produce le fiondi ritonde , & uerdi: & fono i fuoi rami fot fili, & le fimi i 'are' n ' n feme in certe guaine ritonde , & fottili: nelle quali fonorari grani, tondi, minori di quei della fenape , i |t( lo. Et quello , che è in ufo del Meliloto ,fonquelle guaine col feme , che ui fi ferra dentro . Dal c e fipuo c ^ cbenon fia maraviglia fé ( Impiafiro di meliloto, il quale è in ufo nelle fpetiavìe ,[pe]fo inganna X MetluaPl’ , Nomi, auuenga che non ui fi ritroui dentro la farina del feme del legitimo meliloto . Chiamano il Mei otoi i latini , Melilottis,& Sentila campana : gli strabi , Mlchilelrnelicb : li Spaglinoli , Corona ciei , pel Nel terzo lib. di Diofcoridc. 769 Del Maro. Capi X LI III. 1 L maro èlierba uolgarmente conofciuta,& ramofa. Produce i fiori fimili all'origano, ma I fono le fue frondi piu bianche, & i fiori piu odoriferi . Sono le uirtu fue parimente fimili al fi- -1 fembro : è leggiermente coftrettiuo , & leggiermente caldo . La onde ferma l'ulcere corrofiue, & mettefi ne gli unguenti che (caldano . Naice abondantilfimamentein Magnefia,& in Traile di Lidia. MARO. 77° Difcorfi del Mattinoli Maro3&fuamé ' tione Gal. fatta da Q» V a N T v N Q_v e nonfaceffe Galena memoria alcuna , eh io [oppia , ne i libri delle f acuita de i [empiici del Maro : ne fece però egli mentitine nel pf imo libro de gli antidoti nella compofitione dell’Hedicbroo , con qu e - fteparole . fiitrouanfi alcune deferittioni d'bedicbroo , che non hanno ne l’Amaraco, neilMaro: & altre che hanno Manente uno di quefli. He tutti i profumieri gli conofcono attienine : imp eroche comprano filamento qutllbhbe, che fi portano di Candia infieme con ifemi , & con ifucchi . Ma iofo bene , chenafeono quefl herbe in Afia , & che elle fono in Ci-ico abondanti ,&rare in altre regioni . E Amaraco ho uedut’io anchora m Italia , come alcune altre herbe, ma molto meno odorato del Maro . Imperoche ilMaroèmoltoodorato , & penfarebbefi alcuno perfuafo fidamente dal nome , che l’unguento Amaracino , chef, fa in Cufico , contenere in, fe pur afa, Amaraco. & forfè anchora potreb- be e [fiere che oli antichi lo facciano cofi.-ma bora m mettono fidamente il Maro. La onde battendo io gufato quell ber- la alcune notte , & ritrouatola neramente affai amara , & poco acuta , eshortai un di coloro , chefogliono fare U- K mancino , che ui metteffe dentro tanto Amaraco , quanto Maro . &parfemt, che cofìfufe queHo unguento meno odo- rato , ma non però di uirtà men ualorofo . queflo tutto fcriffe Galeno. Il perche fi può confi derare , che’l Maro [muffai filmile alt amaraco , mapiu amaro , & piu odorifero . Et imperò quantunque non fu del tutto da reprobare l opinione i, coloro , che tengono , che quella ffietic di maiorana , che è piu odorifera , piu bianchiccia , &piu minuta di fiondi, & . ^ 'TnCm-nn 'DpyTrt minutar . fi/t. il Maro : l altra.. rht> pm amara , la quale 'alcuni chiamano maiorana gentile , & noi in Tofcana Terfa minuta ,fiail Maro : & l'altra, che [ 1 1- I rr..(ln r/rr* iwtrtvirn rtlYJ.'tYP tirili UPYfì /PW/lYclrfì OUPY ha piu morbiderpta , piu larghe fiondi ,piu uerdi,& ptuàcuteal gufto.&manco amare , fiali nero amaraco, om fanfucho ; nondimeno mi fa penfare, che non nafea il Maro in Italia il dir Galeno , che „ haueua «cinto l amaraco , non facendo d’hauerui ueduto il Maro mentione alcuna , come fece di quello ,cbe haueua ueduto in Afta , & m Ciyco co- ll Maro nó na- piofifiimo . Et di qui ageuolmente mi perfuado , che il Maro non nafea altrimenti m Italia . HpUa cui credenza pi- •' rimente mi conferma Tlinio : imperoche dimoHra efiere ilMaro peregrinoin Italia, per hauerlo collocato con quegli « odorameli , che d, longmqui paefi fi ci portano, cofì al XX 1 1 1 1 . cap. -del XXI I . libro fcrmcndone . HafccdAa- fee in Italia. UI LUI tv inoliar f J •* . . , Il / • ro in Egitto ,maè peggiore di queltodi Lidia, imperoche queHo produce le fiondi grandi ,& uane:& quello irai, 1 <-5C> 1 .i i r ii ti - . . ^ .Li,.. Il bri iiisi/TpYst 1 .1 mm av nitri nn- minute, & odorate . Ma neramente credo bene ,o ,cbenon fallafiero coloro, che per il Maro ufajfero la mamauto- Hra piu odorifera , per far teHimonio Galeno, che quello unguento .che fece fare egli filamento conpuro «manco. Maro & fui hi quantunque fufie meno odorifero ; non era però molto piu debole nell’ operare . La punta del Maro , dt cui equi kp- ftotU- gura bebbi io dal gentiliffimo Signor lacomo Antonio Cortufo gentìlhomo Tadouano , fempltcìHa neramente dei mjtn tempi fegnalato tQueHa adunque perche mi pare che in tutte le parti fue coniftonda all’kifloru del Maro, non bop of- fro credere altrimenti fe non ch’ella futi uero.Tenioche ha ella le foglie d’origano.ma pm bianche, odorifere, & alpi- fio acute. & amarette : I rami fonili & legnofi , & i fiori porporegni , &foauemente odorati . Hon nafee queHa pun- itomi. tainltalia.fenonuifiponad'altronde.ch’iofappia. Chi amano iGreciilMaro,Mi(„:i Lami,, Marmi. j, Dell’Acino. Cap. XLV. LO acino produce iramufcelli fottili , Se fecchiiè Cimile al bafilico, odorato, ma fonie fue frondi piu pelofe : fannofi d'effo ghirlande . Seminafi da alcuni ne glihorn.Beiratori- ftagna i meftrui , e’1 corpo . Sana impiaftrato il fuoco fiero , & quelle pofteme , che chiama- no pani. Acino,&fuaef faminatione. r ì^Kantvnove credano alcuni, che l’Acino fu quella fi, etie di bafilico odorifero .che produce le fiondi I 1 > , . ,... ^.1™/. /1....VJ a.I inodore UHate ne i telhmfiilelog- ,4' V ANTVNQJ VE crcaanu uj g 1,^.1 ... -..j ^ z : . V / minutUSime , il quale ufiamo di tenere per beller&a , & per la fornita del fuo odore la Hate ne i tefh in fu e og- in fu lefinefire ; nondimeno il dir Tlinio al xV. cap. del XX I. libro , che l’Acino non fior, fee mai, affa, gl, ri- pugna . imperoche è à noi uolgare cofa , cbc’lnoHrofiorifce di fioretti bianchi la Hate, & nel principio deUamm- Oltre à do non confonde punto all' opinione di cojloro quello , che ferme parimente Tlimo alxxvi l. capo ■ libro, douecofi dice. Semmanogh Egitti] l’ Acino & per li cibi ,& per le ghirlande . Sarebbe qudlapiant il > che’l bafilico ,fe non bauefe egli i rami , & le fiondi piu pelofe, & nonfujfe molto pm odorato . paUe qua p à baHanra chiaro , che l’Acino non fu il Bafilico gentile , auenga che queHo non fi fu ma, ueduto con firn i&f f Opinione del p-M0/e 0ltre à ciò il Manardo da Ferrara , buono uer amente dottifiimo , che l Acino non fu altro th accettata. " bietta .che nafte ne, [odi , & ffietialmentene gli » co , chiamata da alcuni Bafilico faluatico . Il che quantunque altre unite m t, rafie nella ^r'f^nobòru Hate meno hauendo io pofeia ueduto, che quefla pianta produce tfion cantra i sfocato à mutare opinione : Sfittando co l tempo, che opermu.ofer altrui diligenza ,& «errano in cognitione .Macon tutto ciò , ho uolutopero io dar qui la. figura di quella pianta la quale fi JJ Nomi. Min0 n dottifiimo Manardo Fa rarefi . Chiamano i Greci lo A tino , A "um ; i Lami , Acmm . Nel terzo lib. di Diofcoride. 771 ACINO. Della Bacchara. Cap. XLVI. LA baccarà è una herba ramofa , ufita nelle ghirlande . Sono le lue frondi alpre , di gran- dezza mezanc tra quelle delle uiole , & del uerbafco . E il fuo fililo angolofo , alto Un gom- bito, alquanto ruuido , dal qual procedono i ramufcelli . Produce i fiori odorati, di colore porporeo biancheggiante . Sono le fue radici limili à quelle dell’helleboro nero , d’odore comedi cinnamomo . Ama luoghi afpri , & Pecchi . Cotta la radice nell'acqua , conferifce à gli (palmati , à 1 r°tti , à coloro che calcano d’alto, à gli ftretti di petto che malageuolmente refpirano , alla toffe 0 uecchia,& ài difetti dell’orinarc . prouocaimeftrui: &beefi utilmente con uino contra al morfo de i ferpenti . La radice frefea applicata di fiotto tira fuori il parto . Conuienfi la fua decottionc al- le donne di parto per federui dentro . Secca , & poluerizata fi (parge addoflò per far buon odore. TTT 2 Le 772 Difcorfi del Matthioli Le fiondi per hauer airtà coftrettiua,s’impiaftrano utilmente al dolore di teda, & parimente al- l infiammagioni de gli occhi , & delle poppe per cagione del parto , allepofteme frefche de gli an- goli de gli occhi , che chiamano egiloppe , & al fuoco facro . Il fuo odore prouoca il fonno . Bacchara3&fua eflara. Scrissi giàne gli altri mei difcorfibormaìpiu , & piuuolte Rampati inlihgualtdUana ,nonhauer fino allho- ra ueduto la ima , & legittima Baccbara : riprendendo coloro , che per la Baccbara dimojlrauano la S carteggia . Ma emmi pofeia uenuta in cognitione per merp deli ecceUentifiimo drfamofo medico M. Andrea Lacuna . il quale ba- ttendola rìtrouata mouamente nel territorio di Roma , defiderofo d'accrefcere queRa cofi gloriola facilità de /empiici, dr d aumentare & ornare dicofiraro femplice quefii nofiri dìfcorp, mela mandò l’anno paffuto da Berna , per fua inna- ta uìrtù , & humanitd ; acciochc ne poteffi dare qni publicamente ilritratoà commodo, & beneficio de gli bu omini . I £ra queRa ( come qui fi uede ) ornata di timide foglie , melane di grandetta trai uerbafeo, & le u iole : il /«So era al- to il» Nel terzo lib. diDiofcoride. 77^ io un ambito > ruuidetto , & riquadrato : le radici fimili allhelleboro nero , et odore ,& di fapore uìcino al cinnamo * mo . Ma neramente non fu poco miracolo che quel medefimo giorno , & quafi nella medcfima bora , che marriuò quefìa pianta da Poma , migimfe anchora la medefima mandatami da pimino da M. Giuglio Moderato frettale de no^ìri tem- pi raro , & diligentissimo , & nella faculta de femplici effercitatifiimo , come à tutta Italia fa fede F amenìffimo giar- dino tutto pieno di nobili , & rare piante fatto da lui per commodo , & utilità cornmme . Di modo che dalla pianta del Moderato , per cfferepiu intiera della l\omana poco auanti uenutami , conobbi fenfatamente ch'ella rapprefentaua del tutto la Bacchara fcritta da Diofcoride . Imperoche oltre all'hauere ella ruuide foglie , melane fra’ luerbafco ,& le uiole ,&ilfusìo d un gombito , quadrato ruuidetto ; baueua anchora fu per il fujìo foglie minori ,& non germi- ni , ne ramuf celli . Onde e dafitfricare , che il tesìo di Diofcoride fa in quello luogo corrotto , & che doue f legge ne i [0 tetti di flampa > che Hanno attorno , ^apa.ipudS'eif, fi debba piu correttamente leggere , ciò è che fu per il fufto mnafcono foglie ; come legge parimente Oribafo . Vedeuanf oltre di ciò in quella pianta anchora i fiori, diati mancaua la uenutami di poma, che nel porporeo alquanto biancheggiauano ,& (pir aitano di giocondo odore . Le ra- dici erano come nell' altra fimili dlfhelleboro, d'odore di cinnamomo . Onde uedendo io corrisponder quefla pianta in ogni fua parte aU’hilloria , che ne ferine Diofcoride ,nonpoffo fe non affermare , che ella fìa la nera , & legittima Baccha- ra . Et di qui fi può molto ben conofcere hauere di gran lunga errato il Leoniceno , & il Brafauola fuo feguace , ha- uendo eglino fempre creduto , che la itera Bacchara di Diofcoride fuffe quella , che chiamano chi Sclarea , chi Scarleg- gia ,& chi Matrifaluia: nelle cui radici non è odor ueruno di cinnamomo 3 ne fomìglian\a alcuna conquelle dcll’helle- boro . Ma non mancano moderni femplicifli , che dicono , & fcriuono , che il capo della Bacchara non fìa di Diofco- ride , ma che ui fìa da altri Flato aggiunto 3 fra i quali è l’Anguilari , il quale connoti poche parole contende queflo IO mede fimo 3 dicendo che tutto quello , che della Bacchara fi legge in Diofcoride, fìa Fiato cauato dal capitolo dell’ A faro, & per prouare egli , che ciò fìa la ueritàgdice primamente che Baccaris non è nome Greco , ma Latino . auuenga che non fi \ ritrouifcrittorc Greco uerunno, il quale fìa fiato auanti à Diofcoride,ò al fuo tempo , ò poco dipoi che habbia mai fatto memoria della Bacchara : come fi può uedere appreffo di Galeno , & d’Aetio . & dice poi non ofiare à quefta fua opinione , che Atheneo face ffe memoria della Bacchara fra gl’ unguenti , percioche quitti pone egli la Bacchara per uno unguento , & non per una pianta . Ma quanto egli fe inganni , & quanto babbi egli letto diligentemente i buoni autori , onero come bene gl babbi egli intefì , lo potrà bora qui ageuolmente conofcere : Imperoche non mancano autori Greci anticbiffimi , i quali fecero mentione della Bacchara auantià Diofcoride . Di ciò fa testimonio manifeftifiìmo Tlinio al fefto capo del uigefimo primo libro , dicendo , fcriuendo egli che della Bacchara fcriffe Ariflophane autore delle pri- me commedie, & che peròfalfamentc fcriffero alcuni , che Barbaricamente era ella chiamata Bacchara , per hauer ella jo prefo quel nome de i Greci ,&nonda altri . E' chiaro poi oltre à ciò che l' Anguiilari babbi letto molto negligentemen- te Jtbeneo ; Imperoche egli non folamente fa mentione dell' unguento chiamato Baccharis , ma anchora della piatita * & delle radici della Bacchara con qttefte parole . £' uno unguento il quale fi chiama da i Comici Baccharis ; ma qualche uolta Baccharis non Significa unguento . Imperoche Efchilo nel fuo Amimone ,diffe feparat amente & difiint amente . Io bo ueduto le tue Bacchari , & i tuoi unguenti. & Simonide diffe .Io fon unto di unguenti , & di Bacchara . Arifio- phanepoi , in Cerealia celcbr antibus, difìe ; 0 Gioue uenerando in che modo la federata caffa , continuamente lanata, mandò fitorel odore della Bacchara , & delli unguenti . Dal che è manifefio che gli antichi Greci ufarono non folamen- te l’unguento , ma anchora la Bacchara ifleffa , ò neramente le fue radici. Ma concediamo digrada all'AnguUari , accioche ei non cofi prefio arrofiifea , che Atheneo non babbi mai fcritto della Bacchara , come herba : Onde dirà egli finalmente che fuffe denominato quello unguento. H or negéràegli che non babbi prefo il nome dalla Bacchara, perle .0 fueradici,che uifi mettono ? 'bjfeghilo , ò affermilo , bifogna, che refi prefo per ogni uia. Imperoche negandolo , Tlinio fubito gli farà ferrare la bocca ; come quello che ferine d'autorità f Arìfiofanc, che gl' antichi feleuano preparare gl’ un j gitemi con radici di Bacchara : & affermandolo poi , manifeFìaràper fe Fi effo la fua ignorane . Che uerament e l'un- guento chiamato Baccharis , dalli antichi fa denominato dalla Bacchara ne fa teflimonio Fauorino fedeli fimo interpre- te della lingua Greca, con qucFìe parole . /xupov noidv dirò @oTctv>is-]óy.avoy.ov eV/ «fe ngì fypòv d'ict^da-y.ATo «tVo p i$K.cioè. Il Baccharis è uno unguento del nome medefimo dell'herba,& è anchora ma adergine fecca,la quale fi de- ; nomina dalla radice . Dalle quali parole fi conofce chiaramente , che Baccharis appreffo à gl' antichi non folamen- > tefignifica uno unguento odorifero , ma anchora la pianta , & parimente una poluere odorata (forfè per attentarti fi- ■ mile alla nottra poluere di Cipri ) la quale fi) ar gettano f )pra la carne del corpo , non folamente per farlo odorifero , ma anchora per fcaldare , difeccare , coftringcre , mollificare , & indurire , fecondo il bifogno dei patienti. &que- 0 fie tali afpergini, onero polucri fi face nano di uarie forte d’ herbe, fiori , & radici fecondo il bifogno di chipatiua que- . fio > ò quell’ altro difetto . Oltre à ciò per rifondere à quello che dice, per fchiuarfì dal teflimonio che fanno con- , tra di lui li Autori , che gli perturbano il ceruello , che ne i libri di Taolo Egineta , & di Oribafìo fìa parimente , fiato aggiunto il capo della Bacchara , auuenga , che Taolo , & Oribafìo fermino folamente di quei femplici medica- ' menti , di cui fcriffe Galeno,il quale non fcriffe mai in luogo ueruno della Bacchara : Si può ragioneuolmente riffondere che ha egli malamente e fiammato la cofa : Imperoche Taolo traforine non folamente da Galeno , ma anchora da Diofco - 1 vide . Tercioche dell’Agattoco , del Tslarcaphto , del Cancamo , del Fr affino , della Othonna , deli Acanthio , del Bo- tri, del Geranio, della Ethiopide , della Epipattide, dell’Apios, deliAlipo , del Cinocrambe, dell’Hclitropio, & d alcuni altri , non fece memoria Galeno : & nondimeno fece di tutti queFli memoria Taolo traferiuendo da Diofcori- de : come fece parimente con la Bacchara. il che fa conofcere quanto in ciò uaglia quello che ne fente l'Anguillan , men Jo d)e uuole egli far falfo il teflo di Taolo , & d' Oribafìo , il quale traferiue tutte le hiflorie delle piante, & altri [em- piici medicamenti , folamente da Diofcoride , & non da Galeno . Appo di quefio quanto uaglia il giuditio dell Anguil- lari nella cenfura che fa egli dell' A faro , & della Bacchara , lo potrà ageuolmente conofcere ogni accorto fempUcifia , ITT 3 medico Errore del Leo niceno3&; d’al- tri. Opinione del- l’ Anguiilari nó accettata. 774 Dilcorfi del Mattinoli medico è lletiale , immo ciaf cimo altro , che nonfia uno infenfato , che noterà molto bene le fut parole, le quali dice egli nel ultimo luogo , doue fi sforai diprouare che il capo della Baccbara fta fiato fmembrato dal capo dell rifarò , come potrà molto ben conofcere chi conferirà il capo della Bacchara con quello dell Afiaro. Ma acciocbef, conofcalaucri- tà io nonni fio ilmigliore efrediente che uenirne alla prona. La quale è quefia . L Afiaro ( come fcriue Diofcoride ) fa le fiondi filmili aU'hedera , ma minori , & piu lifeit : & la Baccbara fa le fitte melane fi a le mole , & il «erbafio , & tu- uide al toccare . I fiori poi dell' Afiaro fono fintili à i balaufii, onero alleftlique del Hwfctamo di purpureo colore : & quelli della Baccbara fono incarnati & dm altra maniera . Oltre à ciò ba Ufaro tfufltceUt copwfi , rumò, & arre», deuoli & eia fama di loro ba una foglia in cima ; & la Baccbara fa fidamente un gambo alto ungombito , quadra», ritiare , altro , & non fenica qualche ramofcello : Appo ciò le radia dell' Afiaro fono fiottili , nodofe , ritorte, quelle della Gramigna ;fe bene piu fiottili, odorate, & come diccTlinio ,&ne dimoftra l efrmemqa d’odore filmile al 18 nardo -Ma quelle della Bacchara fono come quelle dell’ Elleboro nero, dotate digramma odore filmile al anmmcmo.Vlti mamentef dico) che Ufaro nafte ne i monti ombrofi.et la baccharain luoghi afrn.ctfiecchi.Dal che è piu che mnifefio, che quefle due piante non fono muco difiimtlifrafefieffe.cbe dafeflejfo dificordi t Augnila» mentre che adduce & porta nel confi etto di tutti quel frammento dì Crateua,con il quale tato s affatica diprouare, che il capo della Bacchara in Dio feoride Cu flato fmembrato dal capo dell Afiaro.lmperoche leggendofi in quel frammento (come fla frutto neipamM l'Anzuillari) t do è herba odorata coronaria con igabi nodofi,fioriporporei. La radice odorata fintile à quella defili leboro nero co uno odore filmile al cinnamomo: bifognarà che fu ben cieco, et infenfato colui che non tempieri che quello frammento di Crateua fretta alla Bacchara, & non alt Afar o come fi perfiuade l Angullari . Impernile^ l A faro (come fcriue Tlinio ) è fiato cofi chiamato per non conuenirft egli nelle ghirlande : & uedefi anchora. , che ifuoi gambonceUi 29 non fono nodofi , ma fidamente le radici fono animiate , le quali fono come di gramigna , & non come d elleboro, ne fri. rana d'odore dì cinnamomo, ma di nardo ,&pcrò da alcuni uien chiamato l Afiaro nardo Bjiflicano . ne nafte l Af- ro in luoghi afrri &fiecchi ,ma ne i monti ombrofit ,bumidi , & opachi. TeròfelAngmllarihaueffebenconjiim- toà tutte quefle cofie, non farebbe forfè coft ageuolmente traficorfio à produrre quel frammento di t rateua contri la fu ifileffa opinione. Ma forfè che egli fi prendeuapiu fodisfattione di uolerfar intendere à tutti , che e\ haueua cofi pretio/i frammenti , che non haueua di uoler difrutare della materia medicinale con quella falder^a , che nifi richiede . Vnrnfi anchora che il capo della Bacchara non fra flato fmembrato dall' Afiaro , non folamente per Oribafio , il quale trtfcnf- fefedelifrmamente l’hifloria delle piante da Diofcoride, maanchora per Serapione, Imperocbcuermo di loro «osta nel capo dell’ Afiaro parola alcuna che fi ritroui, firitta nel capo,& ndl'hiftoria della Bacchara , ma folamente quelut- to che fi legge neUatraduttione di Diofcoride, fatta dal Bl* m cheji H tuue le filatila tenitura loro , & è la fua piantapiu alta della Bacchara . Le quali pam nrnfr ■ . . nZ. ì ; nudi Aii»nFh-nnn il. Combreto certa manta , che ba un cefbuzlio di yk- lottili, che Jt ueggonotuue icjbbuucuu ^ ». r , 1 n «■ r ci no neramente fiate bene mtefrda coloro,! quali dimoHrano per il Combreto certa pianta, che bauncefrugMi ^ menti fiottili, quaft come capegli lunghi due ,& tre fra, me: Ipperoche leparole dfPhmtm deformano , che lm tali le foglie del Combreto , ma filmili à quelle della Bacchara, fi ben cofi fiottili , che fi ueggbmo t filamenti iella tep- ra loro Onde diremo , che Tlinio altro non ha uoluto dire fi non che le foglie della Bacchara fieno piu falde, pm pai, & piu robufle di quelle del Combreto . & quelle di queflo , non ( come habbiamo detto ) lunghe , & fiottili come flaò due , ò di tre fratine , ma cofi lunghe , come fono quelle della Bacchara , quantunque cofi fiottili , che ut fi poflmo W* frìomi rlcre tuli! i filamenti che le teffono . Chiamano i Greci la Bacchara , Ba»x* fu: ( Latini , Baccharis * Della Ruta, Cap. XLVII. LA rvta montana, & faluatica è piu acuta di quella, che f:femina,& di quella de gli ■ 59 & imperò il fuo ufo è dannato ne 1 cibi . Dell hortolana quella è piu all'ufo de cibi conuere- uole , che nafee lotto à gli alberi de i fichi . Amendue brufeiano , fcaldano , ulcerano , «P uocano i meftrui , & l'orina . mangiate , ouer beuute riftagnano il corpo . Beuuto il teme con " ' ài mortiferi ueleni. Tolte per auanti le fiondi p al pelò d'uno acetabolo , è antidoto contra à T_r.„„WTW_r„_ , ìaoto concraai mordici i ucicujl. a fole , oueramgnte infieme con noci, & fichi fecchi fuanifeono le forze de i ueleni , giovano ne à i ferpenti . La ruta beuuta , ouer mangiata confuma W. uirtu a g ■ defimo modo anchora contra à i ferpenti . La ruta beuuta , ouer mangiata comuma ia nerare. Cotta con anetho fecco , & beuutaleuai dolori del corpo . Datanel roedeiin» glia per li dolori delpetto , & del celiato , à gli impedimenti del refpirare , alla lolle, a m • cioni del polmone , alle fciatiche , & ad altri dolori di giunture , & al tremore , « rred r _ o- , ii. "r. 1.1. • t.j : j.ii c.. s. A,,™,, rriftpri fa Darimente alle eli cipl delle" febbri . La deepttione della ruta fatta melMio , _& 0 fiagioni del budcllache fi chiama colon, di quello anchora del ledere , uc , donne . Applicata con mele in quello fpatio , che è dalla natura al federe, nfuegua q cj,e Nel terzo lib. di Dio fc onde. 77 j che per fumofità di raàdrice come ftrangolate tramortifcono . Cotta nell’olio , & beuuta ammaz- za iucnnini del corpo. Impiafìrafi ài dolori delle giunture con mele, &àglihidropici con fichi: al che naie Umilmente la decottione fatta nel uino , fino che ne toanilca la metà , beuuta , & ulàta per lauanda . Mangiata ne i cibi ferbata in iàlamuoia , & parimente cruda conferiice à chiarificare lauifta. Impiaftrata con polenta mitigai dolori degli occhi :& quelli della tetta accompagnata con olio rofado , & aceto . trita , & meflà nel nafo ui riftagna il fluito del fangue . Medica applica- ta inficine con frondi di lauro le infiammagioni de tefticoli: & incorporata con cera, & mirto le rotture delle brozze . Sana le uitiligini bianche fregataui Tufo con uino , pepe , & nitro . Impiaftra- taconle cofe medeiime toglie uiale formiche, & quella forte di porri, cheli chiamano thimi. Mettefi utiliflimamente con alume,& mele in fu le uolatiche. Scaldato il tocco in un gufciodi melagrano, & diftillato neU'orecchie, ne leua il dolore . Vngonfi gli occhi deboli con quefto , fuc- R V T A. TTT 4 co'.di 77 7 6 Difcorfi del Matchioli mdi finocchio, & mele infieme.Vnto conaceto, cerufa,& olio rofadogioua al fuoco facto, ah ! ulcere che ferpendo caminano , & à quelle del capo, che menano . Doma la ruta mangiata 1 acu- tezza & l’odore dell'aglio , & delle cipolle . La montana mangiata copiofamente ammazza . Co- eliendofi quefta per mettere in falamuoia, quando comincia a fiorire, fa enfiare, &arrofsire la pd- le infiamma fortemente , & fa prurito : & però bifogna auanti che fi coglia , ungerfi le mani , & a faccia con olio. Dicono, che fpargendofi ilfucco della ruta fopraaipolh non gli s accotono le gatte, ^ le mariolerie faine. Dicefi, che quella, che nafcem Macedonia intorno al fiume Haliac, moVammazza coloro , che fe la mangiano . è quel luogo montagnofo , & pieno di uipere . Beuefi il fuo feme à i difetti dell'interiora . mefcolafi utilmente ne gli antidoti . Daffi ìlfemearroftito fet- te dì continui à bere à coloro , che non poffono riftagnare 1 orina . La radice della Ruta faluatica fi chiama Moli montano. E la ruta faluatica fintile alla domeftica . Beuefi con utilità per dmalcadu- co ,3& per le fciatiche , prouoca i meftrui , & ammazza la creatura nel uentre . La faluaticae piuaf- pra della domeftica , & piu ualorofa : & impero e da fuggirla ne i cibi come cofa nociua . Ruta, & fui cf- T , RVTA inItaliaènotiff,mapianta,tantodicoladomeftica,quantolafaluatica:nonparlandoperòd,qml- faminationc. la feconda petie di jalMtica, cnenujcguemc j . J egli memori nelprc finte capitolo , & diffe effer [mite alla domelìica : mperoche quella a tra e molto f ira- te ^ niella Ttafce adunque quella faluatica , che è fintile alla domelìica , quafiper tutti i monti -, ,& ‘Colli del co mio rii Goditi” ^ Melffigine de cheproduce U fi ondi minori , & èalgufto piu acuta, & piu amara d, quella, llche ripugna deltuttoàquel.cbf J0 1 Fra“’ fognarono i uenerandi Tadri commentatori di Mcfue t per bauer eff, ferino coma la uenta , nana quefta Alita faluatica d, Dìofcoride in quello luogo deferitta, & l androfemo , onero h, per, co . ^ kh fi «»- fee quanto flagrando l’ignoranza loro , per uederfi .cheinm medefmo tempo commettono, ire grand ìff m muD ctiil primo fin uolerfitrft credere , che la Anta faluatica nonfia differente dall androfemo ,oucro fe appartatamente Diofcoride nel fine del terxp libro, come di piante molto differenti dalla Aula . I fecondo m re crederfi ehi che A androfemo , & l'biperico fieno ma cofa medefima, non accorgendoli gli ignoranti, che per due diuir f capitoline firì/fe Diofcoride , comedi piante diuerfe luna dall'altra .Oltre à ciò fanno un altro tcr^o errore to conforme conl'Hiptrico . Tftel qual modo di parlare fi conofie che per oche non è moltiplicato due uolte m alcuno Diofcoride queflo della prefinte Aida, ma quello , 3» \o (come ampiamente diremonelfu. commento) della r , ■ cheauertifcanoidiligentiffetialiAenongliconducanoquefiibuomVadnimlabew ithomlaltrtr. Horduott» ftoU”à que , che la Alfta è una pianta , ebefimpre uerdeggia con foglie grò fette &can lofi,- le quahnafi me opiu nnfimà unfoloramufieUoJottilenellaloro r— ‘ cal Vlx i X. libro , dopo Acquinotelo autunnale, nello. frirare , che comincia A a, mio . Teme il uerno, fono il letame & A humido. Ornala terra, chefiabuonadafareimattom ,& pmfeechi, &p,u aprichi luoghi io ZèlTZnZ.eM Jemc fiv}cfcola,per ficurarla da i bruchi , che non fe la mangino, munta amiti" fio che molto piu fatto alllfua ombra crefie , che in ogni altro luogo & di ciò rende la problemi.Samobemffimoledonnolelauirtà.chebaeUaconkaà^ f^/'^ZcZmfdaù Quando debbono combattere conte ferpi . Xitempinoftrisufa laAuta \nftotile nei fuo, problemi centrale fafeimnonì. le lofepho biftoricoal X X V. capo del finirne libro delle guerre dei Giudei) in, Macherontafo dea. Quefta pianta di Auta era nel palalo Aggio di quel luogo pm grande affai dm albero di Ti ,& J . . „ fìatafiantata perfino al tempo di H erode, & farebbe rimafta cefi anchora lungo tempo ,fi la Rutta ferma t H^ni ^ ; luogo _ commemorò la Auta Galeno all Vili .delle fatuità d f f Pop dicendo. La futa faluatica òdi quelle cofe, che fcaldano nel 5» folamentealgufto acuta , ma amara . il perche può eUa digerire , & tagliare , grafi, , & f . Jtofh lìti fa ella anchora orinare . Oltre àcioè compofia di parti fittili , & caccia il uento . &tmper f _ j. tà,& fregne le fiamme di Venerei digerifee ,& difeccaUoro/amcnte . Nomi . Mon } & Befafa , è neramente anebor egli nelle flette della I{uta faluatica . Cbiam n K. § latini, Auta .-gli Mabi , Sadeb , & Scdeb ; i Tedefchi , l\aut,& Vuien rautil, SfagmofiJnuda.; Arane / ,K Della Ruta faluatica . Cap. XL Vili. , H i A M A N o parimente Ruta faluatica quella , che in Cappadocia , & i fflolto chiama moli , E' pianta, che da una fola radice produce molti fornii fu • . bottoni jn 6 piu lunghe, & piu tenere dell’altra ruta, di graue odore . Fari fioie bianc , dentro il ft- ptrtu commeflì di tre parti , poco maggiori di quelle della ruta domeftica . ne q ,ne C Ne I terzo lib . di Diofcorid e. 777 me triangolare , rofiigno di colore, & al gufto amaro . & quello s’adopera : maturali l’autunno. Tritali con mele , inno, zafferano , fucco di finocchio, & fiele di gallina cont'ra gli impedimenti de gli occhi. Sono alcuni, chela chiamano harmala :i Siri la chiamano befafai&iCappadoci moli, per hauer ella co I moli alcuna fìmilitudine , di radice nera , & difiore bianco . Nafce nelle colline & nei terreni graffi. RI t R o V A N s I alcuni mimi di Diofcoride Greci , & Latini fedelmente tradotti da quelli :i quali ò per errar grondiamo de gli fautori, ò per troppa arroganza d’ alcuni, che uogliono parere piu fatti de gli altri, hanno nella prima fonte di quejlo capitolo piu di me s-o quello dell' Hi perito, del quale fcriffe Diofcoride nella fine di que- 0 Ho libro . Dal che effondo ingannati alcuni fi credettero , per non hauer bene esaminato [errore , che nonfujfc differen - Tfuerma tra l biperico, & quefia Sjctdfalmtica . Ma èfiatopofciaconofciuto l'errore di cofloro , & parimente la fai- rvta salvatica. Ruta faluatica d’altra fpetie, & fua eflam. fità della fcrittura in quello capitolo da alcuni dottifìimi buomini , & nella f acuita de femplici effet citat f ' ^ ^ ^ ritrovati alcuni Diofcoridi antichi , in cui non erano quefle aggiunte , ne manco ritrovandole ne t.i a ^ r -mU. Serapione , i quali fedelmente traferiffero da Diofcoride , hanno poi agevolmente conofimto la faljita a Jg Onde non è piu da dubitare [opra ciò. Ma Infoiando andare tutte quelle cofe , dico, che due Jono e jp fanatica : ma fìntile alla domenica , di cui è flato detto nel precedente capitolo: & l'altra, di cut aaejj g ^ ^ HarmolaSi Tua chiamata da alcuni Harmala . Quefla ( per dire il itero ) nonfo io chenaf la perfeftefam Italia . erp ^ la pianta, di cui è qui la figura , mi fu mandata da CoHantinopolt da M. Guglielmo Qitaceloeni meii™ jati t cerio de Busbecbe oratore dell'lmp'eradore Ber dittando primo al gran Turco Solimano . 0ar,M , il cui , la quale manda fuorc piu gambi dama radice , con foglie molto piu funghe , & piu fotti ‘ t. <■ a V rrili „llcl - odore è grane, & fpiaceuole, produce i fiori bianchi nelle cime , da t quali nafeono alcuni ptctioa p . li della Ruta domeflica, & uefliti per intorno da alcune fogliette molto fornii , & appuntate in ama , t m Nel terzo lib. di Diofcoride. 777 tro un feme triangolare , che nel nero rojfeggia , & al gufo amaro , di cui è l'ufo in medicina . Chiamatagli .Arabi , comefiuedcper Serapione , & per Auicenna , Harmel , per hauer detto Diofcóride , & parimente Galeno 3 che alcuni a c lamano Marmala . Ma errano inducendo non poco pericolo ne i corpi humani tutti quelli (pedali , che fcguitan- Errore detefìa- 0 a dotirina di quel loro Lumen apothecariorum , mettono in cambio di quella l\uta per l'Marmel nelle pilole fetide , de §1‘ &e~ a$gregatiue> & altre loro compojìtioniil feme della cicuta, il quale non folo nelle qualità & f acuità fueèdel tutto contrario all Harmel ; ma è ueleno mortifero deteflabile . Del quale errore è flato lungo tempo caufa Onirico de gli ugufti da Tortona : imperoche quando nel fuo Luminare e (pone alla defcrittione delle pilole fetide , che co fa fi a Har- ne > ice allegando Matheo Siluatico autore delle Tandette , che in quel luogo Harmel per effere fcritto con h , figni- ™ in Arabico feme di cicuta : quantunque fcritto con a femplice fenga h , lignifichi il feme della Puta^ faluatica . co fa rumente erronea , falfa 3 & bugiarda . Imperoche Harmel adirato 3 & non afp irato , jempre lignifica in Arabico W a puta faluatica , come manifeflamente fi legge in Serapione } & in Aule ernia ne i libri 3 oue trattarono partico- larmente * 7g o Difcorfi del Matthioli Errore del Fuchfio & di— fènfione d’Aui renna. Errord’alcuni, & luogo d’A- uerroe corret- Virtiì deU’Har mola. Ruta faktatica d’altra fpetie fcritta da Gale no. Ruta capraria, & Tue uirtù. Virtù della Ru ta capraria. lridd ^rUom derni , tmo eft fremei Ruta ipj ) > , confc,ifce d i morfi delle uipere . Ma acctoche qui qualcb unomn s'hanno imaginato alcuni, ma fpe ic fi ff u0[end0 qui correggere Amcetma non intendendolo, JfltracofaèlaRutauerafaluatica, per bauere egli detto , che la Ruta & altra coja è quefla altra ter- , della quale fece erra Uuicenna, quando dice ; Ruta fyluellris ( & non efi Mhamd, rf fl fl ' Tubtus - ) impero che , cefi dicendo , dmoHra beniffmo , che in quello luogo mcndern egli di quel- „ fed efi fremei Ruta ipfm. J mperocne.c 1 ^ ctówMtt Ml„md Ma quale di /opra poche la prima fpetie di Rutafaluatica. fnnile all Mharmel efl de meiìcinis liber antibus . Quiui intefe della r mpmhe mai non manca chi babbi* JrVlpetieM,fcrenVdeUa quale d,fe^ f ,«^^^««.**1*- «e*»-/-»-* SMierroe di Ruta in Cicuta , per ejfere nomi umfom , .fi D:0rcorjde & parimente Galeno, frigida nel qm- J0 lòia nel terrp £r‘“j°’ COB,e d‘ce ebe quanto fiionumgaL^queU^due ’compófitioni dipilole fetide , & agire- to , & impero è ella uelcno mortifei o . Il che qua J g [ rninYo il giudichino , che piu a fami- gatiue compoflc per cacciar fuori , & incidere ,&afiottig ,aJe'&'° ‘ purLreM'bumorimalinconici , comi on pu- re al nero , che al cauillare fi difpor.gono . / e,ne . n f quindici granibenlauati nell'acqua, & ca utilità .Ter il che fare fipreparain quello modo. fopra quattro onde d’ acquati dipoi, fi mettono m un mortaio, & fi pefiano con mpefe J ’lama s’aggionge tre onde di elcttifiimom- fontana , & colafi dipoi il tutto con unfayp ettofo i , jcrc \ melancholici , & li fato- le , & due onde di olio difefamo, onero di mandorle dolci . & tutto quello ! i p ^ > f(je j( pio/d>»t- Vafiicon giouamento grande ìbere ilfucchw agli ammor ‘ ' di j,ar fubito fidare ilpatientt .èie - ta nell aceto, con un poco di theriaca ,& iandofene à bere la ieto*’ „a queflo mcdeftmo parimcntencUefebripcflilentiah ó nelle f letecch, ,& Jj lifacdUfono prof» ’ tione fatta nell ac qua con cardo benedetto rad, c, di & occulte di quella uirtuofiffima pianta . Ma è f cr0 “ f ? ’nd qulno libro al proprio luogo à bafm\i da Nomi» Del Moli. Cap XLIX. I ha frondi di gramigna , ma .pmlarghe,&^ ■ L m o 1 1 ha frondi di gramigna , ma piu “rShe ’^ff^Xddìe'porporee . Il follo è bianco, milià quelli delle uiole bianche , ma minori ,uguali a HaJa radice piccioni Squarcio gombiti: nelle cui fommita è ^«nafimihmdin^djl.o • ltIno aito qu che per il T anace chironio dimo frano una pianta di cuihopofio qui la figura, con foglie lunghette & affai gami once Ili fiottili , & legnofi il fior giallo, maggiore di quello del cinquefoglio , & radici rofi- fìgne ,dure:& algufio cofìrettiue .mauedendo io che Diofcoridé affegnaal panaee chironio foglie di maiorana,& radierai gufo mordenti , non poffo credere , che quefia pianta , la quale alcuni moderni chiamano fiosfolis , ciò è Fio- PA N ACE HE RACLE O. V V V a re del ina ce Gal. 784 Difcorfldel Matthioli PANACH ASCLEPIO. re del Sole, fu ilmoTmace cbironio; Ma fami cbejìa egli piu preSìo una/fetic di Simphito.pofcia che uolmente le ferite frefcbe 3 &riflagna parimente il [angue . & nonfolamcntefa egli tutto qucf 0 maguarijce ( ulcere delle membra genitali 3 & ddlabocca. per il che fare s adoperala fìia dee ottione fatta ne nino auan effa l’ ulcere. Dafii la poluere dell'herba & delle radici utilmente à bere nelUftuti del fangue, & _ Utili/'* tv V V I v <• t V Ò , Y Olì mente per riflagnare i fl ufi delle donne . Infomma oue fa di bifogno di conglutinare 3 riflagnai e , & con 0 or \ è queflapianta meno ualorofa 3 che fi fieno tutti gl’ altri Simplici . 1 cognomi di tutte queflcffictie (fccon crìtto è queflapianta meno ualorofa 3 che fi fieno tutti gl altri Simplici. L cognomi cu lune u , , tkeucleO hanno hauuto l'origine da i loro mentori . imperoche XjLfclepio ritrouò Efculapio, il Chironio C mene 3 H ercole : & imperò è chiamato anchoraH erculeo , del quale è fidamente in ufo il liquore chiamato Op opcnac . & la radice ( quantunque cifuffero affai neceff arie ) non ci fi portano . Et però 1 diligenti chirurgici perne?^ ^ fa 3 con gran diligenTa cattano per far poluere di quei frammenti delle radici 3 quali eglino fi fieno 3 ctej gomma condenfata . Scriffe de i Tana ci Galeno all\ III. delle [acuità de i [empiici, in queflo modo 1 ' ' ^ Nel terzo lib. di Diofcoridc. 785- PANACE CHIRONIO. p inacetì fa dì quel Turnice , che fi chiama Hcradeo , tagliandoli le fot radici ,& parimente il fufto.E'l'opopariacc usamente attifmo à molte cofe , per e fere egli calefiutmo,tnollificatiuo,& digeUiuo.-è caldo nel tergo ordìne,&fecco nel fecondo . E futilmente la corteccia della radice calida, & fi ceca : ma però meno del ficco, con il che ha ella anchora deU'aflerfmo alquano . Et però Infamo allo fa. difeoperte , & all' ulcere maligne , & contumaci, imperoche queflc ta- li cofe generano fujficientemente la carne , di feccando , & adergendo infeme , & non fcaldando troppo forte . licite è tutto nece fario per generare la carne, cóme haltbiamo dimo fratone i libri di curare i morbi. Il fi-utto è caldo aneli cj- f° > & mólto commodo per prouocare i meflrui . LtAfdcpio è men caldo del fopr adetto :& però sufi egli, & parimen- te ilfnofeme , & i fiori mefcolati con mele all’ ulcere , aÙepofiemette chenafcono intorno alla tefla del membro genita- le ,& all ulcere che mangiano .Del medefimo untore e quello , che fi chiama Chironìo .Solue l’Opoponaco (fecondo thè riferifee Mefite) la flemma grofx.&uifcofii dalle parti piu remote del corpo ,& propriamente dalle giunture . VVV 3 Mon- 78 £> Dilcorfi del Mattinoli Noni- Mondile a il ceruello , & i ncrnigi oliando molto alle loro frigide malattie. Chiamano il V anace HeradeoiGreti , JUvtKicnfdiAHov : i Latini, Tànaccs Heracleum : gli Mabi , Stenfir , leufìr , & Giaufir . La [ua gomma, la qual noi chiamiamo Opoponaco , chiamano i Greci , OtmwM;: Latini , Opoponax : li Spagnuoli , Opopon'aque . L'aff- clepio chiamano i Greci , ww àaiCKiamr •' i latini , Tanaces^fclepium : gli Mahi, Tanax ^ tfchjlibet , Il chi _ nonio chiamano i Greci , crdva,r.tsxf1f>®VHOv: ? latini , Vanaces fhironium egli .Arabi . Vana* carornon . DelLiguftico. C-ap, IL III. IL uovrrico, il quale p hiamano alcuni Panacea , & altri Panace , nafee abondantifsimo in Liguria , pnde s’ha prefo il nome , nelmonte Apennino , che termina con le Alpi . Chiaman- 11 lo non fuor di propoOtoipaefani Panace, per effere egli ueramerite nel fufto, nelle radici, & parimente nelle uirtù lue limili al panace Heracleotico . Nalce in mopti altifsimi, alpri, & ombro- Nel terzo Jib. di Diofconde. 787 fi, & maflime apprettò ouc rifòrgono Tacque . Produce il furto fiottile Amile all'anetho , nodofo: attorno al quale fono frondi limili al meliloto , ma piu tenere, & piu molli , odorate , uerfio la cima piu fiottili, & molto piu diutlè . Ha nella fommità del baftone una ombrella, nella quale è il Teme nero , duro , lunghetto , come quello del finocchio , di fiapore acuto , & aromatico . E la fiua radice bianca , limile à quella del panace Heracleotico , & odorata . Hanno il fieme , & le radici uirtù di ■ falciare, & di maturare. Giouanoài dolori dell' interiora, & alla digeftione:& parimente alle uentofità dello Itemaeo , & ài morii de i uelenoli animali. Beuute prouocano 1 orina, & Umilmen- te i meftrili . Il ehe fia la radice applicata di fiotto . Mettonli il fieme, & le radici nc gli oxipori, & nel- le medicine digeftiue . è aggradeuole allabocca , & imperò l'ufano quei di I iguria nelle uiuande i in cambio di pepe . Sophifticafi con un fieme , il quale gli è molto filmile : ma fi conoide al gufto, per edere amaro . Alcuni lo fiophifticano , mettendogli dentro fieme di finocchio , ouero diìèfeli , V N' A L T R O L I G V S T I C O.i VW 4 So- 7$ 8 Difcorfi del Matthioli liguftico ,& nOGNANSI neramente coloro, che fi pcnfano, che’l nero Liguftico chiamato da Galeno Libiftko, fa quella pian- tai efiàro. iJca tenuta in piu luoghi neglihorti , d’acuto, & grane odore, che miramente fi chiama Lenifico . impernile que- sto produce il fallo altifiimo , concauo ,& graffo :& non fonile , come dice Diofcoride del fuo . Le (rondi non fo- no in modo alcuno di meliloto , ma intagliate come quelle dell'apio , quantunque piu gr offe, & afai maggiori . tifarne , come che fi raj] emiri alquanto al finocchio ; nondimeno non è egli faldo , ne aromatico , an-qp frangibile , & fquamofo. Il uero Liguftico adunque , tutto che à Genoua , &per tutta la Liguria , onde s’haprefo ìlnomc,fia abondantifiimo , grufato il feme uolgarmente ne i condimenti de cibi; nondimeno nonfìportapublicamente per il relìo d'Italia . Delli- guliico fono qui efprefe due piante , mandatemi dalli cimici, i quali fanno profefsione di buoni femplicifli ,maàme pare che la prima riferifca molto meglio il uero , che la feconda , nondimeno accio che altri ne pofiino anelerà loro di- Ligiiftico ferie relafua opinione, ho uoluto metterli quiamendue. Fecenebreuemente memoria Galeno alvi i. delle f acuità de Ic to da Galeno, (empiici , cefi dicendo . La radice , el feme del Libidico fono di quelle cofe , che (caldano : di modo che prouocmo i me- Brui, &l’ orina, &rifoluono le uentofità. Chiamano i Greci il Ligustico fiymeiù'v ; latini , Liguflicum , & Lì- Nomi' byflkum. PASTINACA DOMESTICA. Della Nel terzo lib. di Diofcoride. 785) Della Paftinaca. Gap. LIII I. HA la PaftinacafaIuaticafrondidigingidio,rnapiularghe,&amarette:ilfufto diritto, & ruuido : nella cui fommità è una ombrella limile à quella dell’anetho : i cui fiori fono bianchi, nelmezodeiqualièun certo chedi porporeggiante , quafi di colore di zaffarano . Produce laradice grolla un dito, lunga un palmo, & odorata, la quale cotta è buona da mangiare. Ilfe- -nie beuuto,ouero applicato di fiotto prouocai meftrui . gioua parimente beuutoà chi non può orinare, à glihidropici, & à i dolori del coftato : uale à i morii , & alle punture de iuelenoli anima- li . Dicono, che coloro, che lo mangiano da prima, non pollòno ellére offeli dalle ferpi.aita àfareingrauidare. Prouoca parimente laradice l’orina , & fauorifce à i uenerei appetiti : applica- ta difiotto là partorire. Le fiondi trite con mele, & applicate mondificano l'ulcere corroliue.La PASTINACA SALVATICA. dome- 1 Paftinaehe 3 loro effetti. Errore dei RuelJio. 7 c> o Dlfcorfi del Matthioli domeftiea è migliore da mangiare, chela faluatica : & è utile alle njedelùrie cofe , quantunque non fia ella coli ualorolà, SONO le Taflinache tanto domefliché , quanto fdmtkhc uolgariflime in Italia , delle quali fi mangiano nt i cibile r alici faporit amente la qmrefma. Mapercheforfein Francia le domefliché nonfifeminano, penfofHU^uel. Ho , che piffero le Taflinache domeniche quelle , che noi chiamiamo Carote ,& che tifiamo duerno cotte per [infoia- te. Del che nonpoffofe non mar ampliarmi , penfandomi chef Bjtellio huomo neramente dotto non confideraffe , che niu no autore di qual [maglia fattione [introna , che ferina , che le Taflinache domefliché hatteffen la radice porpmea, drfanguinofa : effondo una delle piu notabili parti , che era di bifogno di manifeflare . Del qual errore danno mamfefló indicio le nere domeniche , che abondantifìime fi coltiuanoper tutta Italia per la quareflima negli horti , bianchijlìmt, & faporite: & mangiaufi pofeia fritte in cambio di pefee ,& «infimamente in quei luoghi ouen è careflia. comiche CAROTE. Nel terzo lib . di Diofcoride, 791 fufiero dlepi^fre/lo dalafciar fi are da coloro , che in quel tempo digiunano per macerare la. carne : per rìoche muouo~ no elle nonpocole fiamme di Venere . oltre à ciò S ingannano manìfefiamente tutti coloro, che prendono per il Dau- co il feme della "Pastinaca faluatica : di quella dico , che produce nel merp della firn ombrella quel picciol fiore di color di porpora . Tercioche altra cofa è il Dauco , come poco qui di fiotto al proprio luogo diremo, dotte tre fpetienenotò Diofcoride . Et quantunque , per quello chefiene uegga ferino & da lui , & parimente da Galeno ne i libri de i [empii- ci , & delle facilità degli alimenti .-fieno qrnft quejle due piante d'una medefma qualità , & uirtù , per la qual ragione fen\a riprenfìone [potrebbero l'uno per l’altro adoperare ; nondimeno queHa ragione non conclude però , che’l Dauco, ir la Taflimcafaluatica fieno una cofa medefma . Ma poi che lepafiinache mimmo ridotto à memoria le carote , nonpoffb neramente tralafciare di non far memoria dell'hifioria , & facoltà loro . Onde dico , che fino le carote di due fpttìe , una che fiali radici rojfe ,& fimguìgnegroffì molte mite poco manco del brac rio d'unhuomo ; & l’altra fa le fuc che nel bianco gialleggiano , della medefma gro/fiee^a . Hanno amendue le foglie , il gambo, l'ombrella , i fiori, & il feme quafi del tutto filmile allaTafiinaca faluatica . Vfanfì le uermiglie fidamente neU’infalate ,&le bianche cotte nel brodo della carne grafia come le rape ; T/on hanno dentro nemo , nefifluco , coni hanno le Taftinache ,ma ne fono fim\a come i T/agoni . Sono amendue gutteuoli, per efier elle dolcette, con un poco di non fio che d'amarena cofì foatie- mente contemperata , che dà loro nonpocagratia ne i cibi .Sono{ per quanto io ne pofio giudicare ) una Jpetie di Ta- Simaehe ,fc bene pernonfentirfi in loro punto d'acute^a , non fono cofi aromatiche ,& aperitiue: & peròdiremo, che fono bumide nelpri mo grado ,& calde nella fine del medefimo , oueramente nel principio del fecondo , nutrifeo- 110 manco ielle rape , ne fi dìgerifeono cofi farilmente,& però non è marauigliafe generano anchor elle uentofità , & non danno troppo buon nutrimento ,fe ben prouocano l'orina . Vogliono alcuni nuoui Semplicisti ( come forfedefìde- rofi di far intendere qualche cofa motta ) che le carote rofie fieno il Behen roffo degl! Arabi , & le bianche il bianco . Ma ejfiamimndo io quel che ne fermano Serapione, & Auicenna , non mi pofio in modo alcuno conuenirecon la mioua opinione di coBoro . Scriue Serapione , che il Behen ha le radici come quelle della Vaftinaca minore , Jlorte , odorate , & al masticar mfeofe ,& che le nafeono in Armenia :& Auicenna dice, che fono alcuni perpfidi radici legnofe riti- rate infejlefie , & ftanite per la molta ficcità loro . & nel libro delle fatuità del cuore dice , che fono rugofe , /inficia- te, afiottigliatiue, aperitiue , & calde, & feccbe nel fecondo grado .Ma non tieggiogià io che le carote noBre fieno cofi ; fiottili , come le radici delle pastinache fialuatiche , ne al masticar uifeofe , ne Jlorte , ne fegnalatamente odorate , ne che ‘ le fi riportino d’Armenia, come ferine Serapione . ?Jc manco fi confiamo con quello che ne ferine Auicenna . Impero- \ che non fono elle ne rugofe, ne /Inficiate , ne contratte , ne legnofe , ne flittiche, & anchor a che elle fi [eccitino , per ef- [ fcrcalide,&humiit,nons'indurifcono molto. Oltre à ciò efienio elle di poco nutrimento non pofiono ingrafiare,ne confeguentememe generare il feme uirile come fa il Behen . Le quali tutte note ripugnando à quella mioua opinione di coBoro , non lafciarò per bora piantare cofi fatte carote nel mio giardino;& mafiimamente bauend'io una radice di Be- li, ben bianco portata da ConSlantinopoli , che del tutto corrijpondc alla deferittione de gl’ Arabi . Scrifie delle Tafii- l nuche Galeno all'v 1 1 . delle [acuità de i [empiici , cofi dicendo . La Tafianica domeflica è meno ualorofa , come che piu \ potente in tutte lefue operationi fia la faluatica . T tornea l'orina , & i meflrui non folamentel'herba ; mxgraniemen- l te il feme, &laradice. Ha neramente in fe alquanto dell' à/lerfiuo : & peróne impiafirano alcuni le fiondi conmelc : in fu l ulcere corrofme , per mondìficarle . Chiamano i Greci la PaBinaca ,XrafvMK : i Latini, Pajìinaca : gli f strabi, legar , Gettar , & Gie-gar : i Tedefcbi ,TaJleney , Taftinachcntli Spagnoli ,Canaeria blanquaei Francefi, • Taflcudes. Del Sefeli Ma&ilienfe . Cap. LV. IL seseli Mafsilienfe hale frondi limili, &piu graffe del finocchio: il furto piu groflo:& l’ombrella filmile all'anetho , nella quale è il feme q uadrato , lungo , & al gufto fubito acuto . la fua radice è lunga , & giocondamente odorata . Scaldanole radici, e’1 feme beuonfi utilmente al- le diftillatiomdeH'orina,& ài difetti del relpirare : giouano alle prefocationi della madrice,& almalcaduco : prouocano i meftrui,e’I parto : uagliono à tuttii difetti dell'interiota : fanano la tolle uecchia.il feme beuuto con uino corroborala digeftione,& caccia uiaidoloridi corpo:è Utile à quelle febbri , che chiamano epiale . Beuonlo i uiandanti contra al freddo con uino , & con pepe . Dafsi alle capre , & à tutti gli altri beftiami , accioche ageuolmente partorifeano . Del Sefeli Echiopico. Cap. LVI. IL seseli Ethiopioco crefce con frondi d'hedera, ma minori , & lunghette, come quelle del periclimeno. E pianta, che nereggia: producei farmenti lunghi due gombiti, dai quali efeo- no riami lunghi due Ipanne : la fommità fi ralfembra all'anetho . Il feme è denfo , come quello del grano, nero, amaro, piu odorato,& piu acuto delMafsilienfe,&moltofoaue.Faimedefimieifetti. DelSefelidelPeloponnefo. * Cap. LV1I. IL seseli, chenafcenelPeloponnefo, produce le frondi di cicuta,ma piu larghe,& piu graf- u n §rande del Mafsilienfe , ferulaeeo , & largo : nella cui cima è una larga ombrella, dalla quale pende il feme piu largo, odorato, & piupieno . Ha le uirtù medefime . Nalce in luo- ghi alpri , hurnidi , & in fu le colline . nafee anchora nelle ifole . Errore di alcu- ni. Carote & loro hiitoria. Paftinachefcrit te da Gal. Nomi. Del 7.9 2 Difcorfl del Mattinoli DelTordilio, cioè,SefeliCretico. Cap. LVIII. IL ronDino, il quale chiamano alcuni fefeli Cretico , nafee nel monte Amano apprettò à Cilicia , E herba breue , ma con affaifufti .produce il feme doppio, tondo, limile àgli feudi., aromatico , & alquanto acuto . Prouoca beuuto l’orina ritenuta , & i meftrui . Il fucco (premuto dal fufto , & dal feme quando fono uerdi, & beuuto con uino paflò dieci dì al pefo di tre oboli, Ta- na i dolori delle reni . La radice incorporata con mele in modo di lettouario , facilita lo fputo nei difetti del petto, SESELI MASSILIENSE. CHI*' Nel terzo lib. diDiofcoride, 79} SESELI ETHIOPICO. Chiamano gli Arabici il Scfcli Sifikos , & uolgarmente gli jpetiali Siler montano . rt{afce il buono , & nero Scfch Mafsilienfe copio fifiimo per tutti i monti del T ventino . Ma quantunque in affai ffetiariefe neritroui di buono ; nondimeno in molte altre riho ueduto io di quello , che non confonde in conto alcuno ad alcuna di queHcJpeticfcrittc da Diofcoride : imperoche non ui fi f etite altro , che amaritudine , & un certo odor accio , come di ci- mici . L Etbiopico , & quello delTeloponnefoper auanti da me nonconofeiuti , credo d’hauer ritr ouato io in quello an- no, come dimoftrano qui i ritratti loro. Quello poi che chiamano T ordilio credetti già. io chefuffe nafcjuto nel mio hor- o m feme fìat orni mandato dal giardino de [empiici di Tad.oua . Ma contemplandone poi ogni fua parte , & guftan- (nc il fapore y conobbi neramente non effere il nero . ilSefeli (come [dicono) fu primamente dimefirato dalle cerne, XXX Onde Sefeli , & fua ef faminatione. 7.94 Difcorfi del Matthioli S E S E L I ETHIOPICO II. Sefeli fcritto ‘onfi ci deferimmo . Chiamano i Greci il Sifone, EiW : ì Latini, Sifon . Nomi. XXX 2 Del- 7? 6 Difcorfi del Matthioli PeH’Anifo. Oap, in fomma fcalda , & difecca . fa buon flato, allegerifce i dolori , prouoca l’orina , - - ’ ’• 1 • 1 io è buono ài morii, & alle ’ LO a n I s o in lomma lcalda , óc cmecca . ra uuun naiu, ^ hauirtù dirifoluere. Beuuto da gli hidropia, toglieloro la lete punture de i uelenofi aniniali, — fir,- «fienai flufli de Anifo,&fuahi t > rN I SO èuoharifsima pianta ,& parimente moltouolgareèilfiiofeme.Crefcel'Anifo con foglie mimi ft0Iia- L- deltapio , ma manco intagliate , quelle ( dico ) che fono appreso terra , imperocbe quelle che fono nelgamU, A N I § O, Nel terzo lib, di Diofcoride. 797 ne 1 rami) fono molto pii* intagliate . Il gambo produce egli tondo , alto ungombito con molti rami , ir l'ombrella j Hanca d’odore Jìmile al mele , dotte nafee il feme lunghetto giocondamente odorato , con unfapore mefcolato di dolce, ì i’ acuto , & impoco d'amaretto , il quale è utile à molte cofe , Imperoche è egliaperitiuo , conctiBiuo , digeftiuo , inci- ì rtlt0 1 prouocatiuo . Oltreàqueslo cacciaeglila ucntofità,&fa buonfiato. Mef] onci pane , lo fa piaceuole,& odorato . Daffi anoflito con Menta per ifluffi Bomachali . Beuto , & odorato acqueta il fmghìoTtfo , prouoca il forno , ir caccia le pietre delle reni . Ma per non preterire il noHro ordine , non fi ha da tacere quello, che ne fcriffe Galeno al . VI . delle [acuità de femplici , doue cofi dice . Il feme dell'Mnifo è molto utile , acuto , ir amaretto , di modo che sacco- fa alla natura di quelle cofe, che brufeiano . E calido , ir ficco nel terrp ordine, ir perciò prouoca l’orina , digerifee, .0- rifilile [e uentofità dclcorpo. Chiamami Greci l'Mnifo , Kmw: i Latini , Mnifimtgli .Arabi , Mneifum ,& Jnexifm : i Tede fichi, Mif\, & Enif\: li Spagnoli , Matahalua , & Terna dulce : i Francefi , Ms . Anifo fcritto da Gal. Nomi. CARO. 79 8 Difcorfi del Matthioli Del Caro ; Cap. LXI. E' Il caro uolgariflìmo feme.Scalda, prouoca l’orina: è ftomacale , fa buona bocca, aita al- la diseftione . Matefi utilmente ne gli antidoti, & ne gli oxipon. cornfponde propomonal mente con lanifo . Mangiafi la fua radice cotta,come le paftinache . Caros Si fufthi ftoria. Cr A M A s i il Caro miramente nelle frenane Carni . è freme notifiimo per tutto . Tfrafrce ne , prati ,& nelle col Virtù del Ca-f V j line , non dipimile. dalla pajtmaca jaiuanca tonyiii^umui u* «*<*<« J d . r , „ 'ùJito , da i qual i nafreono i rami con le ombrelle bianche in cima , & il freme piu lunghetto dell jtmfro , angolofo, g& pregno , o dorato, & acuto . Ha la radice lunga acuta , & infiemente amaretta ma il freme e quello, cheén ntfro ^inmedfcinl. Imperocbeè egli ap enfino , prouocatiuo, dilfrolutiuo , ejfrulfriuo , & meifiuo . Cmaatumidiftufiei. TdelaLrìce.&delJpo^ &dtriherbaggì & le radici comelepaHinache . La farina del freme fi mette utilmente ne gl, ,mp, afriche f, fame, Zcertagiont, & lucide™ delle per coffe . £ il fruo freme affa, in afro appreffoài Tedefrcbi per metter nel panerò, , affai lor condimenti di cibificome frano gli anifrt à noi Tofrcani . mdeparmi ,chenonpocodebbanoefierenpefi queir, Errortde.lt II Tddri per hauerfieglino congrande errore apertameme creduto , che , Icaro dihit- y? ritrona qualità neruna , che corrifrfronda à quelle del Caro:& mafiimamente nonritrouandofi &£**';*£ sn, nipitrrp con audio cote che feddano , & difeccano nel ter^o ordine ; come del C aro fcnuc Galeno alvu. libro ìteZ7TrZlicitn qXparoC. £ Utero cal,do)& frecco quafr, nel teno ordine, & Jfiioereme Caro fato da deUefr fr P £ a lorimnonfrolamente il freme , ma anchora l berla . ChiammiGr, gl Mah, Canna, Karauia.é r Karuitli Tedefrcbi, Mattaci,, & tm:k Spagnoli , Mtarauca : i Fxancefii , Carili , Dell’Anetho . Cap. L X 1 1 . -r A tleoHio». delle fondi fecche,& del feme dell'Anetho,beuuta fa ritornare i 11* ; T ì rrilolue le uentofità, &leuai dolori del corpo : nftagnail corpo , ■ ■‘“^nronoca lorina, alleeserifce il finghiozzo . Beuuta condianamente nuoce al uedue,«oi feccahfperma. E utile per federai dentro le donne per li difetti della madnee. La ceneie me dell’anetho impiaftrata , rifolue le pofteme del federe . •ua T 'iNBtHO è ne gli horti uolgariffma pianta , tanto frmile al finocchio , che frf effe mite ,fre l gufilo Anetho,Sifua eflimmatione, tfre il giudice , ui singannarebbe [occhio . crejce egli coi gamuu caco ~ -tv-- - ' ' ' ~ite are> da Galeno!'™ fife , fiori gialli , & con ombrelle , & freme _ comelfinochm . La radice non ha egli mltobmZ * r rif& d ‘ Seminali ne Morti, per condimento degl altri berbaggi , auuenga che mefrcolato con cj]t ,g f p frf tuHo piu grati . Scalda tanto Unetbo ( diceua Galeno alw I . delle fraculta de , fremphe, ) che «"«« ^ mar caldo nell'ultimo del fecondo grada , oneramene e nel principio del tergo : &. ’,& mimi nel principio del fecondo . Et impero meritamente cotto nell olio digenfrce ,leuai dolor &„. crudìhumori . Fafii dell' Unetbo olio : la cui temperatura frana propinqua a quei medicami neranolamarcia.freeUanonfuffealquampiudiqueUicalida, & fonde &ftnio digft • ’ mm,lledptiie, & frecco nel tenqo ordine & imperò gioua egli all ulcere , che fono troppo bum, de , &m , fi (,wjJ che fono ne ì membrigenitali, & che fono inuecehiate nelpreputio , facendole ali Jichi „* do ,& manco calìdo : & però piu matura , & manco digenfrce. Trouoca 1 /»»»“■ ?* / & lept & stbet: li . ghirlande . chiamano i Greci Unetbo , A"w0.r.- 1 Latini , Arnthum : gli Mah, , Xebeth ,& N°mi' Tedefrcbi , DyUem , & Hochkraut : li Spagnoli , Eneldo : i Trancefi ,Unet. Nel terzo lib . di Diofcoride,. 7^ 9 A N E T H O. DelCiminodomeftico. Cap. LXIII. IL cimino domeftico è grato alla bocca, ma molto piul’Ethiopico,ilqual chiamò Hippo- crate regio . Tiene il fecondo luogo di bontà l’Egittio,à cui fon polcia doppo tutti gli altri . Na- fte in Galatia d’Aiia , in Cilicia , in Terentia , & in molte altre regioni . Scalda , ftrigne , & difèc- ca . Cotto con olio , & fattone crifteri , ouero impiaftrato di fuori con farina d'orzo , conferifte à i dolori , & alle uentolità del corpo . Dalli con aceto inacquato à i difetti del reipirare : & con uì- no , contra à i morii de uelenofi animali . Giouaimpiaftrato con vua palla , ò farina di loglio , ò fà- ua franta, ouero cerato, ailepoftcmedei tefticoli , Trito , & impiaftrato con aceto, &melfo nel nafouiriftagnail fangue :& parimente applicato di fottoimeftruifuperflui.Beuuto, ouero im- piaftrato di tu ori , impallidifce tutto il corpo . XXX 4 Del 8 OQ Dilcorfi del Matthioli Del Cimino faluatico Cap. L X 1 1 1 1 . TL cimino faluatico nafce ualorofo , & abondantemente in Licia ,Galatia d Alia, & Car, T thagena di Spagna . E picciola pianta: producè il tulio lungo una fpanna,& fonde : fu per d +3 fon quattro , ouér cinque picciole , & fonili trondr , dentate a modo di fega , & siede co- mequelle de^ingidio. Ha oltre di quello in cima del tulio cinque, ouer fei bottoni teneri, & ton- CIMINO DOMESTICO. le me- Nel terzo lib . di Diofcoride. 8 o i le medelìme cotte gjoua alle pofteme de i teflicoli. Enne pur di faluatico una altra ipetie limile al domeftico, il quale produce daogni fiore un cornetto: nel quale è dentro un feme Amile al melan- thio . Il qual beuuto è rimedio contra ài morii delle uelenofe ferpi . Gioua oltre à ciò à dittili ado- ne d’orina , alle pietre ,Jk à coloro che infieme con l'orina orinano il làngue appretto in pezzi ; be- uendogliperò ttopra il tteme dell’apio cotto , Il .cimino domestici} è uer amente notìfìmo a clafcuno , E'ùerònonfa bifognodi recitarne qui altra hifloria . Cimino, & fiu Ma il faluatico tanto della prima , quanto della feconda [feti e , di cui fono qui le figure, bebbigià io dalgentilijjìmo, efTam. &Smpliciftararo de itempi noflri. Signor Incorno Antonio Cortufa , gentilhuotno Vadouano, di modo che per fua liberalità non potrò piu dir io , come per guanti haueua fcritto , di non hauer mai veduto i Cimini falltatichi , conofcen- do che amendue , con tutte le note riferirono i legittimi, & ueri. Il che bora è cagione che io non tenga piu (come pri- CIMINO S A L V A T I C O I, g o 2 Difcorfi del Mattliioli CIMINO SALVATICO II. Confolida Re- gale & fue uir- tù. m teneua ) che la pianta chiamata da i Tedefchi l ^tterfPorn.cio è fronda caualiere U il Cimino faluatico della, [ecundaftetie . Ma nonperi battendone w r.u l occaftonepofo ^ncandn un Jc ^ Horia , & parimente le uirtù di qiiejla pianta non fulgore . Vjifce adunque ella pei i pai n ? yftfo :onìlfaJlofottile,dal quale efconomolti ramofieBi lunghi .folti, & parimente fotti t.comfuiegg porp0,tì, ralmtico . Le foglie ha egli lunghe .frette , & capigliofe , raccolte mfieme , come m un cefi g ; - _ > ^ tome le mole, con un cornetto dalla banda , fumile àgli Speroni ac gl antichi .On etra “ . fewr ìiTedefcbi ■ Il feme è come di Melaathio .ferrato in piccioli cornetti . Lodafi q ■ „ . r^cofibeuU, viale calmai de fiocchi. Lamedefmaguarifcetutte le infiammagioìii tanto in trinfcc ) q *• _ ■ Cmilfucch\o> come C applicata rfi fiore ,& però fi rilette ella nelle bciumde delle ferite .come H!' Vogliono oltre à ciò i uenerabtlt : Padri commentatori di Mefite , eoe il Cmm[, confideme ragioneuolm‘K e gella citrina delle Jpetiarie . Il che è fàlfijìimo :imperochecomefen\a altra autorità può conjiderar g Nel terzo li b. di Diofeoride. 8 o 3 CONSOLIDA REGALE. tkfcuno , che cieco , ite payfio fia , lei Tsjfgella citrina non è altro , che una feconda fpetic di Mclanthio : uedendofi fen- fitamcnte , che trai melanthio nero 3 & effa non fi ritroua differenza alcuna in qual fi itogli parte di tuttala pianta ,fe : non nel colore del feme : il cui odore, <& parimente la forma , dall' effer dì colore citrino in fuori, è quello itteffo del Melanthio nero . Il che ueggiamo parimente accadere ne i papaucri , ne però efìi per uariar nel color del feme fono altra cofa , che papaucri . Il che fi uede parimente nel feme della lattuga , & in altri di uarie piante , ritrouandofene di nero., & di bianco . Si che dimoftrano qui i Frati d'hauer mal confiderato quefio tetto di Diofeoride . il qual dice , che il feme di quefla fpetic di Cimino è fquamofo , forfè nel modo di quello, che fi fcuote dai bottoni della uolgar pimpinel- ll!& non'folido , & duro , come quello del melanthio' citrino . lldomcfiico produce le fiondi quafi filmili al finocchio , & imo ò al piu duo gambi , da i quali nafeono diuerfì ramììfcelli . Fiorifce in ombrella , come il finocchio : nella quale fi matura pofeia copiofifiimo il feme . Ha la radice bianca , quafi ritonda nella fuperficie della terra . .Ama luoghi putre - fabili , & caldi . & imperò afiai abondantementc fruttifica nelle noflre maremme di Siena , & parimente nel patrimo- nio 8 ©4 Difcorfi del Mattinoli ir ** *1 ri mo (tiRMa, V Vano di mangiare {beffo il fime del Cimino parimente di prfumarfi con ejìo alcuni Hipp aeriti per Virtù del Ci- V J 'j-vj; linur/nm/tdnì 1. mondo amiche (beile di Pdntità . ValeilmedeCimn vnpfTn Cimino fcrit %q da Gal mo chioma, Vjano ai mangiare ^ ^ r , i i n ■ j-h tt- i -i jr farfi pallidi , & cambiaci il celòreper dar dife ìngannado il mondo qualche fate di/antita . Vale il medeftmo ^ n eUanatm «far fertili , le donne Mi . Gioua applicato per fe fola «Uè epipbore de gl occhi , & all enfiagioni de i medefimi mejfoui con mele . Zaffi utilmente mi trabocco del fiele [abito dopo ai-bagno , & con t «no dolce ne gl «rieri dell orina . Vfafi ilfemefuo , fecondo che testifica Galeno al V 1 1. delle fatuità de i [empita, come quello degli « nifi , de i cani del ligufiico , & del profilino . I mperoche è egli caldo, come ciafamo di quell, nel [are ormare , $ rifoU Nomi uereleuentofità.Édiqmllccofe.cbefcaldanonelterygrado. Chiamami GreciilCmmo domestico ,M„L ptpr il fanatico , hf" : ì Latini il domestico, Cymimmi [atìrnm : & ilfaluatico, Cymmmifyluejtre . gli Jrt- jfi , p «mimi , & Kemrnn : i Tedefchi , Kirpmel . gli Spagnoli , Cornino . i Francefi , Cornili . A M M I. Nel terzo lib . di Diofcoride. 8 Dell’Ammi.- Cap. LXV. PH r * M, NO alcuni 1 Animi cimino Etluopico, & alcuni fi credono, che (ìa tra loro differcn- feme «rigare, & noto minuto & molto minoredel cimino: ha fapore do rigano L'eletto e quello , che e puro , non fembolofo . F alido, (bruente, & difeccatiuo . Beni con «ino conm a i dolor, di coippjBt paffiom d orma, & morii de uelenoii animali.- prouocaimeikfi lle 1 moaicamenti corroiiui , che li fanno di cantarelle , accioche fi contraponga à i difètti del orina cadati da quelle . Impiagato con mele nfolue i liuidi . Benuto , oueramente unto con o indc.mpallid.fce il corpo. Fattone profumo di (otto con uuapaffa, oueroragia, purgala madr.ee. P,IV, &diuerfefanidiminutofmemìfonoriate moflratc per Ummi chiamato conm, mencnteAmeos darli , - neueggo io , che fecondo, l mìodifeonfo .mifodiifacciaper f1rmc, edere .Minerò fi ci frntid Mleffandria .Quello ,che è piu commune , & piu sadopera nelle ffietiarie , douindoper imitare iluero effe, feraV alcuna non m conoscerebbe ,1 [enfio del «edere .fi quel delgurioper ridonarlo acuto , non ne palese per ilL forenoneferle^adeUuno.&ddlaltroconforme.Oltreàqueaopernonmfintrouarefaporeal^ ^^‘^or^.nico^anucr^MAmiimrofiaiitim^n^nebfi^t,^ Quan- Errore del tmpchf^elUomtotlcomranononaHenendobeM RuelHo. 0 t ocrate nefenffie a X V. cap del X X. boro , cefi dicendo . E ’ neramente frnile al cimino quello , che chiamano i Greci jmu. Stonano alcun, chef, a qneflo ,1 amino Eth, epico . Hippocrate il chiama regio, per efferein Egitto piu effica- ce. ila fono altri .chef, credono eier qneflo d altra natura, per effere egl, p, apice, olo, & piu bianco. L’ufo d amen- due e ,1 mcdefimo : mperochem Aleffanina mettono queri o nel pane , & ufanlo par, mente ne i cibi . Ma non però per ^oiiroto.chenonnafcalMmmnnltalia.febennonfìntrouailuerone flato mandato d, quello,m cu, ,per mio,& altrui giuiuio, fi difeernono alcune note, che non pocofi raffembrano à quel- ' 'fB rT ,fi ^ efori Boraci f? bdmfle^mmo.&ucro.condqualenoneinmodouenmdaconfenrelltaUano.cheficìportadiTmUa.minu- to& conpoco uigore : fe pur fideue egli chiamare Minarti . Ma non però. frnile àque0queUo , che imannandofi Errore de fa. d,r barn ufatoper Animi , uencrabd, Frati commentami di Mefue . perciocbenel loro non fi ritrouaffipor alcuno * fcritto o i organo . Il feme del Arami come teflifica Galeno alvi, delle f acuiti defemplici, è utiliffmo . Ha cali , & fec- di Gal camma : è composto dipani forni, ,&eal gufio amaretto , & acuto . Et però è cofa chiara , che digerirà , & fa ormare . per la qual ragione debbe egl, effier calalo , & fecce nell ultimo del terKo ordine . Il che oltre alt altre ragioni òfopuafficgnateconclude.chclAmminonfianelleffietiane d’Italia: pereioche à «oltre effere calido , & feccoccli forte, donerebbe iffilprofamente mordere nel maflicarlo : ne donerebbe effere egli cefi minuto, ne di cofi fofcocolore, ma bianco corneale filmo . E nel feme dell animi chef, riporta nero d’AleJJimdria uirtà marauigliofa di far le don- ne maritate prolifiche, & fccondeiimperoche dandofi loro d bereridotto in fottiliffima poluere al pefo d'ima dramma Mimo, mg, orno fi , & l altro no, la mattina da digiuno ,fafen¥ dubio , cono, per le donne , «fondo loro con il mari- to , giorni intermedi], ne , quali non pigliano la polirne ,- & barin il pigliarlo al piu cinque u ohe , quantunque ue ne bod, quelle, che aBaterysmgrau,dano.-& chiamano, Greci l’Ammi, N . 3 li l ',mi‘m ’ Amm ‘ S ‘ lA rdhi> Mmoch‘tch ‘ ^m\ue » rH?nachua,& Tfianachue : i Tedefchi , Amey: li Spugno- ° " Del Coriandro . Cap. LX VI. 1 L c o r i a n e r o e conofciuto uolgarmentc da tutti . Ha uirtù dinfngidire : & però impia- 1 arato con polenta, & pane medica il fuoco l'acro , & l'ulcere corrode & (e rpiginofe . Voto con meL,ouero con ima paffii, fina lepinittidede poftemedeitefticoli,&i carboncelli. Impia- ! ^dantanfoJue lefcrotole, Stipa, li.n feme beuuto con ninopaiTo caccia fuorii ic mmidd corpo : aumentala fpenna . Mangiato in quantità fi ufcircdel fenno , non fenza peri- oloi&pcroedagmardariidinonufiriod. continuo, & copiofimente.Ufuo ficco incorporato ’ delk pelle 1 PumadalgeM0facet0’&oll° rofido , s'unge utilmente all’ardenri infiammagioni E lL coriandro in Italia notifiima pianta > & parimente è notiamo il fuo feme chiamato uolgarmen- Coriandro , & te Coriandolo . Crefce il Coriandro con il gambo fottilc , ma però lungo ungombito , & mego , tutto circonda- facilità fcrit to '■ rami , le foglie da baffo ha eglifimili altjldianto , ma f ino piu f ittili , & piu minutamente intagliate quelle, c ic verdeggiano nel gambo ,& nei rami, nella fommità de i quali nafeonoi fori 3& di poi il feme in ricimoli , tondo , de. ^ Itrijaato , l'herbafrefca ha neramente faflidiofo odore ,quafi comedi cimici , & cofi anchora il feme mentre chere*- a uer^c>fe benfeccandofiy fi {foglia di quelmalo odore , & diuenta aromatico , & utile in molti medicamenti . Ma è pero da papere che nell’ efiaminare le uirtu del coriandro Galeno è non poco contrario à Diofcoride al VII. delle fa - U ta de.l empHci, cofi dicendo. Chiamano ipiu antichi uecchioni il Coriandro C orlano: ma tutti i moderni medici lo cbia - mm C0l'l°n > come lo chiama Diofcoride . il quale peruerfamente diffe , che'l Coriandro era una berba refrigeratoria : mpei oche è egli comporlo di contrarie facultadi ,hauendoin fe molto dell’ amaro. Il che habbiamo dimoiato effere . YYY fen^a 8o6 Difcorfi del Matthioli CORIANDRO. fina* compoSa di fittili farti , & terrena . Oltre ì quello ha egli in fi non poca humidnà acquea, Mqu ale^^ (j 1 >. .f -i~-~.~n:Cufircttwo.Terle quali tutte cofi per dmerjem 1 i teditepida natura: alle cui qualità è aggiunto alquanto di cofirettiuo . re, » ?«»» ''Vj:;/;,»»* tatto audio , che ferine Diofioride : ma non filamene perche fia egli frigido .Hora quantunque u ^ Cito di uoler in quello libro dire duna cofafola ; nondimeno narrato particolarmente le confi < ogn ■ 3. . „ ! a...*,™ nette diComam alcuni empiici g>°mr‘ /ito di «ofer i» quello libro dire duna cofafola ; nondimeno narrato particolarmente le can e g , firùenteonorì,ani(fi-lueropurdirf,debbe)ilrepetere leragtonidet che coft . V miniente adunque è dafapere, che non filamele mofeonde; ma altri n fi ecceuc,iti , d>‘ mattano le cure de i morbi , come à quefli nollri tempi fi ne ritrouano anebora di que t , £. ck k fltiio tra l altre co fi s ingannano in queflo bmttifiimamcnte .Tsfi fono di quelli , che fi eng a ? ^ c/,e lerifipela J infrigidito & fatto liuìdo ,&nero, &non CM tinfrìg»- > nero , & non richiede piurimedq frigidi , cornerei ’ . : jl- pofiano cimarne quello humorefuor di natura , che ù è fenato dentro, nondimeno pur PerJeu"“n° dicamntì f> v”1* triuengono à ì digeftiui , dicendo che con quelli fi fanano l’eriftpele. . quantunque firmano, • < ungono Nel terzo lib.di Diofcoride. 8 07 / vengono nel principio , aìtrìnel crefcere , altri nell aumentarli ,& altri nel declinar/, & finir# l’eriftpele. Mula, cofa DifcorfodiGa non sia cofi: imperoche non fi debbo piu chiamare crifipela dapoi il partire del femore , deU'mfiammagime , & di quel- le"» «w al 10 htrnore chierico . Et però non è dapenfiare .che quelle cofe, che fono di natura frigide , pojfano dami rimedio : ma Urcl,rj1 delle<:' che ben quelle, che pojfono digerire , & [caldure , comeftfdrebbe nel principio di quei tumori caufati da percojfe ,òda “ 'fde' qual fi voglia altra caufa in alcuna parte del corpo , chcpereffer liuidi , & neri fi pojfono Jlmar frigidi . Ifiel medefmo modo adunque penfoio , che fi debba procedere , quando un morbo calido termina pofcia in frigido : percioche non è da taerfi conto delprimo, ma chiamare il fecondo per altro nome: oueramente fe pur difriaceil mutare delnome, èal- mm iapenfare , che (fecondo chefcriuono alcuni ) altri fono i rimedi] del principio, & altri quelli delfine , non pena ' fandofiperò , che fieno i rimedi] frigidi del finet&à quefio modo fi può concedere (fe pur piace à qualcb’uno ) che que- 1 0 Jlo tale male fi chiami pure criftpela . Ma il dire , che cllafia anchora calida, ejfendogià fatta frigida, non è mai da con- cedere. Et però non è in modo alamoda crederebbe vòglia di'bora ejfere il fuo medicamento frigido , comemole ; Diofcoride cbel Coriandro impiafirato con pane, & polenta curi l’erifipele .Imperoche la nera erifipeli , la quale èpo- 1 flmia infiammata, & gialla .nonmaipotràfmareilCoriandroinfieme conpane ;maben quella, che giàè diuentata | frigida . intendendo per nera erifipela , quando il membro è ripieno d'un ffujfo di nera cholera . Ma prnfii neramente fa- ! pere, clic non fia il Coriandro frigido per quelle ifieffe cofe , che nejcrijfe pur Diofcoride, per hauer detto egli, che infic- ine con faua infranta rifotuc il Coriandro le fcrofole. Imperoche mipenfo , che Diofcoride non dubitale, cheniun fri- giiomciicamentofiritrouafifeidoneoper rifluente fcrofole, come colui, chene fcriffe piu di feicento , che le pojfono fame , i quali tutti fece egli calidi , & iigeSliui . QueJlo tutto impugnando à Diofcoride iijfe Galeno . M che non Coriandro & confentendo Muicennuglicontr adite al c X L. capo del II. libro dej'rni canoni, cofi dicendo . Dijfe Galeno, che la uir- lire facilità fèrie jp tù del CÌìrUndro era compofta , ma che nondimeno il maggior dominioera della tcneflreità infilane con ma acquofità '^d»A"ic™a tepida , & alquanto difiitticità . Ma apprefio di me l’acquofità , che fi ritroua in lui, è ferina fallo frigida ,&non tepi- COnt“ 3 ’ da .-eccetto fenoli ui fu jfe mef colato qualche poco di fvflanga calida, la qual welocernentcfeneUaporiuia.il perche dife parimente Huihain •> Galeno rimoue la frigidità dal Coriandro contradicendo à Diofcoride . Ma io dico cofi , che fanno tefiimonio della fm firigiderga 1 \ufo , Mrchigene , & altri anchora dopo loro . £ frigido di natur anelli fine del j (rimo grado , &fino al fecondo, & ficcatici fecondo . ma apprejfo di me è fecco .declinando in qualche parte al culi - ! do . Ma Galeno fa che del tutto fm il Coriandro calido . 1 1 che può forfè accadere per quella fujlan\a fiottile .che è in lui, I la quale fi rifiline , & non ui rimane quando fi beue . altrimenti non /irebbe di bifogno ammalando egli gli Imomini con | kfuafrigideoga , che fe ne deffeper tal cjfetto molta quantità . Dijfe Galeno , rifluendo il Coriandro le fcrofole , come ) adunque può ejfere egli freddo* Miche figlipuo agcuolmentc rispondere , che fa egli quefio per firn occulta proprietà : j0 mero che fia in lui una fuSìan\a fiottile, che penetra, & fi profonda, Inficiando indietro la fuStan^a fua frigida . ma quando fi bcue,fi rifolue la calida ueloccmentc, & rimane fidamente l’operatione alla frigidità, che ui refia . Le qua - J?*n,"one di 11 ragioni quantunque habbiano in fe qualche apparenza ; nondimeno per conofcerfi che Galeno (come neramente fanno Auicenna!”"* itero & indubitato tefiimonio ifuoi cinque primi libri delle /acuità de jèmplicifinon ha hauuto pari in inueSiigare le nata re , t£r nere qualità delle piante, parte co l gufilo de i fipori , parte coligli odori, parte con le fujlaieqe , parte con i colo- ri , & parte con la lunga efberìemqa accompagnata daprófondififmaphilofophia ; è di necefiiità piu accoStarfi al fuo pa- rerebbe à qual fi uogiia d’altro finitore della medicina . Quantunque piu con Muicennafitenga il Brafauola , il quale Errorc del Bra nonfapendo ,cbe per tuttaToficana ne i prati , & ne i campi per fe Sìejfo nafee il Coriandro , dijfe , che non fene ritro- PatI ma che giovi grandemente , oue egli fi convenga .Imperoche ritrovo , che anchora Galeno non fi fi chinò di darlo, co- mefi legge apertamente almi. capo dello ili. libro delle compfitioni de i medicamenti fecondo i luoghi , dove d authorita d' Mrchigene ne dà a coloro , che hanno l rutti acetùfula 'mi fu? a d’un cuccluaro peruolta. Corrifif onde alla • opinione di Galeno fra i piu moderni Greci Simone cognominato Sethi, il quale frinendo del Coriandro afferma ejfere molto buono per lo filomaco per fortificarlo ,&per tenere il cibo [aldo .finche fiaben cotto ,& digerito . il che però dobbiamo credere , che egli intenda , che ciò faccia il Coriandro dato, & tolto con la debita rnifura. Di qui adunque pofiiamo noi raccoglierebbe non fia d'accettar e, ma piu prefilo da dannare l'opinione di color o,i quali dicono, che per mo do veruno fi debbi ufare il Coriandro . Io boranoli pofifo per le fu dette ragioni , fenoli lodare l’ufodel Coriandro per lo i filomaco , <& uituperar folamente bufarlo in maggiore quantità di quello, che facci di bifogno . Ilfemetrito ,&fipar- Virtù del Co- fofopra la Carne frefea , lapreferua la fiate non poco che non figuajìi . Beuto trito con acqua , gioita a iflujfifilomaca- mndlc* l& del corpo . Ifiondiincno il feme non fi deue ufare in medicamento ueruno , fe prima non fi macera tre giorni nell’ace- l:' Chiamano i Greci il Coriandro iifr,v,&Er.ftar.v :i Ialini , Coriandrmnigh .Arabi , Ifiiltbor , I{atbera , Kurfia- jjom; ** dileguar a : i T edefebi , Ottunder , & Coleandar: li Spagnoli , Culantro , & Ciliandro . YYY t Del 8o8 Difcorfi del Mattinoli Del Hieracio maggiore. Cap. LXVII. t L H I E * A c I o madore produce il fuo fufto ruuido , roffeggiante , fpinofo , & concauo : fu 1 per il quale fono compartite le fue frondi , & raramente intagliate , limili al foncho: produce 1 fiori Gialli , in certi lunghi bottoni . E frigido , & leggiermente coftrettiuo: & però ìmpiaftra- to stonai gli ftomachi ribaldati, & allmfiammagiom. Il fuo fuccobeuuto conferiTce ai rodimen- tidello ftomaco.Dherbaimpiaftratainfieme con la radice ,nmediaalle punture de glifcorpiom. hieracio maggiore. $ Nel terzo lib. diDiofeoride. 8 oy Del Hieracio minore. Cap. LXVIII. IL hibucio minore ha parimenteper intorno intagliatele fiondi, compartiteper inter- ualli . Fai tulli teneri, .& uerdggianti: nei quali fogo ifìori rondi, & gialli. Hale medeiime uirtù del predetto. NJscs il Hieracio maggiore , abondantìfifimo per tutta fi Italia , non punto iìjimile dal Jbncbo , il qual noi chiamiamo Cicerbita, oueramentedallaUttucafaluatica , &.il minore quaft filmile alla Ckhorea , ma fono però le fue foglie minori ,& piu.nmide . I fiori fono in amendue gialli, i quali feccandofi fi comertono in lanugine , & coffe ne uolanopoipcr aria. Il Maggiore ha una fola radice diritta , tome il foncho ,&la lattata; & il minore ha pur affai radici fiottili & lunghette .Hanno amendue come hanno prodotto il gambo , il fucchiolattidnofio,MUto algu- HIERACIO MINORE. H l'erario, & iua eflara. Hiftoria, &uir tu del Hiera- cio, fcritce da Pliuio. Nomi. 8iq Difcorfi del Matthioli no & amaro Di metti non ritroso io , chefcriueffe Galeno , ne manco Vado Egineta ne i loro trattati de [empii- ci ’ Fecene nondimeno mentione Vlinio al via. capo del xx. libro ,eofi dicendo . Dicroto dnome alla Emaciagli * , r r ' i lum im-herlitsT . fi. mp.Aira.nn mn aup.fla herha . flirti andnld con i tiiedi . fa ci, Fecene nondimeno memorie w*n.lT 7 , 7 “ " .7."^ (baruieri • wperocfe comefifentono battere la luce impedita ,ft medicano con quefia herba , fidandola con tptcit , & mettendone pofcia il fucco , che ne ttien fuori , in fogli occhi . E' il fimo di amendue le [pene bianco come latte, & di uirtù rimile al papauero , Coglieft nel tempo , che fi mietono le biade , taghandofi input luoghi il fuflo : il qual pofeia fi ripone in un rnfo di terra mouo.utilifiimoper molte cofe . Terciochefana egli mefcolato con latte humano tutte lem- firmiti de ili occhi & mafiime le numlette , le cicatrici , & le caligini . Beuuto al pefo di due oboli nell'aceto mtc- ’ paria il corpo : & nel nino naie dimorfi delle ferpi . M che fi beuono anchora le fiondi trite , ci fuflo . Impia- Lanft con utilità grande in fu le punture dcglifcorpioni . Ma centra al trafiggere d, quei ragni , che fi chiamano pha- IJ 7ÌOMno conrnno, & aceto. Contrapongonfi parimente anchora a gli altri «eleni, eccetto quelli, che frango- lo Lo onero quelli, che nuoccio alla uefcica, eccettuando la cerufa . Mettefi con mele infd corpo & parimente con aceto per leuarne i malori. 11. fucco naie alt orina ritenuta . Crateua lo dà a gli hidropici alpejo di due oboli con aceto , 1 un datbo di «ino . Hanno oltre àcioi Hieraai altre uirtù . imperoche rifoluono le uentofita , fanno ruttare leggier- mente fanno digerire , ne mai generano crudità . Mangiati copio/amente foluono ,1 corpo , & in poca quantità lo n- arinlòno DiierirconoUuifcofitàdeUaflemma,&purgano(comefcrifieroalcimi)ifentimenti.Dannofiouelaflem- ’l la graffa feonuino Sajfenzp , alteramente fallino : & dotte fia la toffe con nino d biffopo .Danf, ne, MiB» I ir ielle durezze de i precordi t con deh or e a. Vagliano alle cotture del fuoco , quanti chef, leumo leuefe, che , ap- tUcatiuifopra confale . Fermano lulcereferpiginofe , mettendo,, ifi prima [opra con fi, ma di nitro :& metto,,,, info Leo riero triti con uino . 1 fatti trìti , & incorporati con polenta , & acqua. fiefea , gtomno àgltfiafimati , &ah membra fmoffe : & con «ino, & polenta aUebro^ecbe nafeono . Deronli stessi » p Mia ■ nel che fono utiUffimì ifufli , quantunque amar , . Mcunigh infondono nel atte . I. fé, cotti freddi. fono mhf- (mi aUoftomaco. Tutte quefle uinùdicdeTlimoàiUtcracij ,& infamemente alle lattughe falsati che. Chmm il Hieracio i Greci , l'ipd/uw : i Latini , Hieracium . Dell’Apio. Cap. LXIX. _ A «ERBA dell' Apio de gli horti è conuencuoleà tutte quelle cofe, .che fi colimene il co- I riandro.Impiaftrafi con pane,& polenta all 'infiammagioni de gli occhi : mitiga gli ardori del- /W,„m.rifnluele durezze delle poppe cantate dal lattea; Cftom T Skfcze delle poppe caufate'dal latti apprefo Mangiata cruda, & mrimente cSta ne i cibi , fa orinare • La decottione delle fiondi , & delle radictbeuuta , è contrari^ P ' Tnel eni nrouocando il uomito : rìftagna il corpo). Il feme prouoca 1 orma piu ualorofamen- Te rioua à 1 ùeleni delle ferpi , & à coloro che haueffero beuuta la [puma dell'argento : nfolue le uentofita ì Mettefi ne i medicamenti , che mitigano ì dolori , nelle theriache,& neirimedij.che fanno contra la tofl’e . DeH’EleofelinOj ciò è , Apio paluftre . Cap. LXX. N Asce l'Apio paluftre in luoghi humidi,piu grandedel domeftico ima è parimente come enli in ogni cofa ualorofo . Dell’Oreofelino, ciò è, Apio montano . Cap. LXXI. LO A P I o montano fa ilfuftoalto una fpanna, che nafee da picciola radice: attorno al qua- le fono i ramufcelli : nelle cui fommità produce certi piccioli capi ùmili a quelli de ip P > nolto'piu1 piccioli : ne i quali fi riferra il fhne lungo , acuto, fiottile , & odorato , ^ no ‘ nafee ne i monti , in luoghi faftbfi . Ha uirtù di prouocare l'orma , beendoinl feme , & laud ce nel uino . prouoca i meftrui . Mettefi ne gli antidoti , ne i medicamenti che qU£ quelli, che ualorofamente fcaldano . Ma e da auemre, che non ci mgannaifimo , ftiman 1 fio apio fuife quello , che nafee tra fallì , chiamato petroielmo . DelPetrofelino. Cap LXXII. TL Vetroselino nafee in Macedonia, in luoghi precipitofi. Produce il feme 1 mi , ma piu odorato , di fiipore acuto , & aromatico . Prouoca 1 orina , & i oftat0) le uentofita , & dolori colici , & parimente ftomachah . Confenfce beuuto a ì doiori dd _ delle reni , & della uefcica . Mettefi ne i medicamenti , che fi compongono pei prou Dell’Hippofelino , Cap. LXXI II. chiamano i Latini lHippofelino okifatro : altri lo domandano fimirnio, altra pianta da quella che propriamSte fi chiama fmirnio,come poco i o 'feon3ta giore , & piu bianco dell’apio de glihorti iproduce il fufto alto , di dentro uacuo , tener , » ^ Nel terzo lib. di Diofcoridc . 8 1 1 da alcunè linee: leitondi piu larghe, &roffigne. La chioma fa egli limile al rofmarino, piena di fiori , & raccolta infieme , alianti che sfiorifca , à modo di corimbi : il feme nero , lungo , làido , a- cuto , & aromatico . Fa la radice lottile, bianca , odorata, & aggradeuole alla bocca . Nafcein luo- ghi ombrali , & approdo alle paludi . Mangiali ne gli herbaggi, come l'apio : & parimente, li man- gia la fua radice cruda, & cotta.-mangianli anchora cotte per le fole le frondi , e'1 fufto , & prepara- te col pefee., ouero condite crude con falamuoia . Il fuo feme beuuto con uino melato prouoca i melimi : beuuto anchora , & impiaftrato fcalda coloro, che tremano per lo freddo : uale alle diftil- lationi dell’orina . Quelli medelimi effetti fa anchora la radice . T£ngono manifeftamente tutti i moderni medici , quelli dico , che non poco fi fono affaticati di rintracciare Apio degii hor i neri [empiici , & di rammendare i molti trafeorft errori , che l’apio domefico , che feminauano gli antichi ,fia »» & Tua diami natione. APIO HORTENSE. 8 1 2 Dilcorfì del Mattinoli APIO PALVSTRE. i noi il no, Irò domeftico , & volgare Tetrofello . Dalla cui of imene non mi pofìo in modo alcuno partire io, P* cono feerui tutte quelle note , che danno al loro Upio gli antichi f amori . Il che non poco corro • on i q ’mmn0 ,(„i •plinio all'x. i ■ capo del xx. libro , cofi dicendo . Ha l \Apio. volgarmente grana : imperoc h g ^ rami nei brodi, &fono ne i condimenti non poco aggradatoli . Il che parimente conferma a eno ■ ^ ^ de gli alimenti, cofi dicendo . Tra mùgli altri herbaggì de gli boni datone è familismo , &g J giallo flomaco.il che uediamonoi chiaramente nelnojlro ‘Petfófello volgare: mperoc te anco r0 chriflppeì piufamiharedimtiglialtrihcrbaggiMacomechemoltofiacommmementeinuro^ t£r Dionifio (come teHifica Plinio ) che molto è l ^dpio biafimato ne tabi: per ejfcre g ‘ mangia ■' & parimente per mfcerenel gambo idi apio ferma alcuni vermicelli , iqualmaua en . mjderni fi vitupera fierili coloro che fe li mangiano . Et però non è maraviglia , fe in quelli tali cafi moli Nelterzo lib. di Dio fcoride. 8ij PETROSELINO MACEDONICO. l'Apio . Conofcendofi adunque foni alcuna ripugnanza efferc il nojìro Vetrofello l'apio domestico > non fi può fe non credere 3 che quello , che s adopera nelle fpetiarie , per ilucro Apio , fia altro , che ilpaluHre , onero acquatico , chiamar o da Diofcoride Eleofclino , per nafcere egli in luoghi humidì , &paludofi , & ejfer di fondi , & di fujìo affai maggiore del domejlico . Et imperò diceua Theopbrafto alvi, capo delvil. libro . L’apio paluflre , il qual nafce ito- kvtieriapprcffo à gli acquidotti , & nelle paludi 3 ha rade 3& lifcie fiondi 3 ma quafiperò fimi li all'altro Apio , come gli è egli parimente fimile nelftpore , nell’odore , & nella figura . Quefio da Columella al ter^o capo dell’undecimo libro della f ia agricoltura uicn chiamato femplicemente Apio , con quefte parole . L'Apio fi può hauere negl'horti non fidamente trapiantato , ma feminato ancbora . douc adunque ci fi fìa fi diletta d'efifer pofio apprejfo all’acqua 3 & però fi mette l'apio commodiffimamente uicino ài fonti ; & uolendofì che facci le foglie ben grandi /fi pigli del fuofeme , quanto fi pojfa pigliare con tre dita , & leghili in un poco di tela rara , & fepilifcbifi in terra di mano in mano 3 & uó- Icndofifarc con le foglie ere fi c pefiifi prima in uno mortaio di legno con un palo di falcio , fino che fi fogli dalgufcio & Apio paluftre, & fua eflamiua cione. Apiofcrittoda Columella. 8 14- Difcorfi del Mattinoli dipoi fi leghi in tela, & fi fepelifca .Tuofiiancborafarficrefro , fe come è natovi fi r votola [opra quella pietra , chef, chiama cilindro : perprohibire che non crefca cofi ageuolmente . Dal che infegnati alcuni moderni hortolani fanno l'a- pio creffo , & lo tengono per {pelatolo netti boni loro . Ma non poffo fio tanto fittofirivere alla opinione del Rjtellio . il qual mole , che fio t Apio delle paludi quello , che noi chiamiamo in Italia Macerane . percioche ( come poco qui di fiotto diremo , & fimilmente anchora nel capitolo fiffequente dello Smirnio ( nonpoca differenza fi ritrova trai Ma- Apio notano, cerme > & palustre , & t Hippofelino . Di quello , che chiamiamo Oreofielino , cioè Mpio montano , non & fuaeffamina ^iorcoride [imbianca alcuna delle fiondi fiegià nonfuffe quivi corrotto il teflo , come fi può agevolmente fvffi- care . Ma tbeophrafio al luogo fiopr adetto , & Tlinio all'V III. cap. del x I x. libro , differo che egli batteva fiondi di cicuta , radice fiottile , &fieme limo , & l'altro fiufto minore dell ambo . Il che ha fiatto credere à molti , che firn il teflo diTbe’ophraHo,dacuìhaprejoTlinìo,falfio,&ficorretto,imagmandofi,che dotte dice in Greco ,0 me icìL , do è , & ha le fiondi filmili atta cicuta ; voglia dire , *“>"* «W. f‘ccwU ‘“P fin- ii dovetti dei papaveri. 71 ella quale opinione gli ha ageuolmente tirai, la [crini, radei tefiodi D, effonde, dtmftfy milione di capi firmili à ipapaueri , & non di foglie di cicuta . Tfientedimeno credo io p,u prefio ( come pur Ima Uff) che fita corrotta lafcrittma di Diofcoride , che di TheopraHo : quantunque fi creda d contratto Hcrmolao . Imperni, , oltre al itederfit che fcriue il medefimo Tlinio , togliendolo di parola in paróla da Tbeophrafio ;fi vede anchora , cheap- preffo Orìbafio , il quale ir a firiue da Diofcoride .none mentionc alcuna di capi dipapauen , ma ben di cicuta .Oltre J, cioè fiata ime piu volte dimofirata quell affette di metano molto coniff Sdente all hifiona di Tbeophrafio, et di Timo, ciò è con fio,, di di cicuta , radice fiottile , &fvfio , & ombrella d'anetho , cofi tutte che ben, fimo cornff ondano riU- pio parcioche è piu proprio dell'Mpio batter le fiondi intagliate come fono quelle della cicuta , & l ombrella ,e l firn filmile alt anctbo ,pcr batter piccioli capi, franili quellidei papa, ieri, llT etto filino poi Maceipmo, quantunque » PerrofelinoMa tj c, jiat0 co„ofimto in Italia , nondimeno tanta grande e Hata la diligenza d alcun, femphcijh de. tempo £££** rtoftro, che shanno fatto portare il fuofime di Macedonia, &hamolofiemimtoinnali^ in vari , & diuerfì giardini. & io primieramente l’ho ricettino dal DottiJJìmo,& rarofemphciHa de i tempi nélu, il Si- gnor Incorno -Antonio Cortufio Gentili, omo Tadouano , dal quale non follmente quefia pianta ho io ncemto ma, malte dell' altre rarìfiime & pellegrine . Fa adunque il Tetrofielino Macedonico le foghe filmili all -Apio camme, & volga- re ma minori , & piu fiottili : il gambo groffo, & ramofio con non poche cattiti di ale , ove naficono i rami . Sfiori ban- chi & ilfieme non molto dìfimile da quello dal noHro petrofclino Italiano , odorifero , 6' amaretto .Onde pumi, he errino mancamente coloro , i quali dicono , che il noHro uolgare petrofelmo non e punto iifiimile dal Macedonico.. Hippofelino & L' nippofelino poi, fi non è quello che volgarmente fi chiama leuiHico , io veramente non conofico altra- pianta che piu reMinfinirii.lmperochefienoirimiriamomoltohenelafiegnaUtagt-anderppt dette foglie, delgamho , de, rum, & 30 di tutte t altre pani di queHa pianta, & parimente l'altera, fi bene non coniff onde atte note dell H ippofimo i, D,or feoride, ciò è atta chioma , & al finte , nondimeno effendo ella molto piu grande di tutte l altre ff ette cofi, dell apio come dal petrofiello , & chef, raffomiglt loro in ogni parte. -non fi deve maravigliare alcuno, fi Ihocnamata Hippojclm. Ma con tutto ciò, per non parere ch'io voglia tenere afferrata quefia mia opinione con li denti , io mi Infiltro tirare age- volmente nell opinione di coloro, che altrimenti fi perfuadono . Maperò con quefia eccètto erte;. che fra tanto quefia pm- ta fia il mio Hippofelino .Sono alcuni che vogliano ,chefia il Leuiflico, il Lafierpitto , & altri il libanotide il Theophra- Sto:ma(perqua„toiomene veggio )ui fono molte fua eflamma tione, Errore del Bra fauola , & del Marcello. Sto :ma( per quanto tome ne r-* L - • fi pentì il Brafauola , che quefia fia il Macerane .ingannato forfè dattmterpretauone di Marcello Vergàio, Aqule pLrfamenteinterpretaniomquefiolu-ogoDiofioride.diffechel’Htppo^ ca & di fuori nera : auenga che nel Greco nonfiaalema mentione , cheellafianeradifuon.il che conclude .chtrn 40 fia l'H ippo filino , producìndo egiziamente la radice bianca , & il noflro Macerane , che la produce nera, una pun- ta medeima . H ormi per quello maginato , che erraffe Marcello nell' aggiungere in Diofcoride, che la radice MBff- pofelino è di fuori nera .fondandofi in quello , che ne firiue Tbeophrafio alluogogia detto , cofi ducendo . LHippofi no fa le fiondi ideine allUpio Palafitte : ma produce il fio fuSio grande , & pelofi : la radice graffa .cornei rapb«- ma nera : il frutto parimente nero , maggior ddl’orobo . Ma èia allenire, che TheophraHo non intende qui e ff felino , che intende Diofcoride , per non s’ accordare egli con lui nel difègnarlo ; ma piu preHo intende egi e nio, alle cui note molto meglio s'accofia . Et imperi diceva Diofcoride, & parimente Galeno , che alcun, fetenza dall’ Hippofelino allo Smirnio: trai quali comprefiro agevolmente Theophnfto. Erra infime co anchora il Fucbfiorimperoche anchora egli fi crede, che il Leuiflico uolgare fia lo Sminilo di Diofcoride . 7f f minore fia l'altro errore, che rifa nel fio libro dette compofitioni de i medicamenti nuovamente uenutom luce.lmp_ ,< che quantunque firma prima ragionevolmente che l'-Apìodel commvne ufo , non fia altro, che il pa uftre, no erra poi (per mio giudìtio ) quando dice , che nelle fietiarie ilfime del petrofelmo , fi chiama finte dtaf m >,& , fi ufi in fio luogo . Imperocbe inoHri ffetiali-,come anchora ho veduto m Germania &mBohema , tut 1 uj 1 Apio ferino da dell'apio paluHre , per quello dett'Mpio nero, & non quello del petto filino, il quale nonhahhtamo . A. Gl1' Galeno att\ III. delle facoltà de i [empiici , cofi dicendo . l’Mpio è cofi caldo, che può fare o,mare,&p t ^ uocareimeflrm.lgifolveleuentofità,&piuilfeme,chelaherha.MahMpiomom l’Hippofelìno : ma quefio è manco uìgorofo , e'I montano put potente . Scriffe p armeni g ^ I defimo libro poco aitanti, cofi dicendo . il fime del Tetrofielino è in grande ufo, come che la uirtu medefmaf . ebora neU'hcrba , & nella radice , fi ben meno ualorofa : & come fi ritrouaegh alguftoacu toJon^"r^tor,td . i , troua nell' operare calido , & incifmo . Onde provoca egli largamente imeflrm , & orma : ^ (omfc. 6 caldo, & ficco nel terpp ordine. Madri Macedonico fece egli ampia menttonenel L g navale chi ti- finone della tberìaca , cofi dicendo . Il lodatifimo Tetrofelino piu d, tutti gli altri e quello d, Macedonia . q ^ Errore del Fuchfio. Nel terzo Jib . di Diofcoride. 8 i y mano alami EHreatico , cofi nominandolo dal proprio luogo , oue nafcc . Ejtrouafene poco, pcrciocbe quel luogo pre- cipitofo ,&ruiiiofo ,douenafce .(Spicciolo. Et però quello- Eftreaticoè poco anchora in Macedonia ; nondimeno par che fe ne porti à tutte le natimi . Ma accade àqueflo quell o , che parimente intenderle al mele M ttico , & al nino Tba- lerno . imperoche come il mele M ttico , el nino Tbalerno fi portano quafi per tutto : cùfi anchora ii Tetro felino Mace- donico , quantunque non fa tanta la fui fertilità , che balli à tutte le natimi . Tffffcene in Epiro grandiffìma copia , co- me di mele nelle Cicladi ifole:&comc di quindi fi porta quello mele per diritta uia in Mitene , oue fi uende pofcìaper ittico ;cóM porta il Tctrofelino d' Epiro in Macedonia in gran copia , donde pofeia per nero Macedonico fi ci porta. Intcmicne il medeftmo nel nino Tbalerno : perciocbe fe ben nafte egli in Italia in affai picciolo luogo ; nondimeno molto l folto quel nome fe ne ff accia uia contrafatto per tutte le regioni foggette à i Bimani . Ma mancando il Tetrofelìno Ma- cedonico ,& nero Eftreatìco ,nonperò per quello fi farà la thcriaca menbuona, mettendomf l’Epirotico in ucce di quello . il Macedonico fa la tberiacapiu amara , & ma/sime quando uift mette fref co .perciocbe cefi come è egli piu ua- lorof ) 8 1 6 Difcorfi del Matthioli Nomi, lorofodi tuttigli altri , è anchora molto piu metro . Chiamami Greci l MpìodomeSlico , Ss rant imam :ìlpaluSlre, E’mws'miw ; il montano , O’pètrénim : il Tetrofelino , mrpttium : L'H ippofilino , i mmrinim . 1 Latini chiamano il domestico , M fium hortenf : il paluflre , Mpium piduSire , & paludapium : il montano .Mpium montammr.il Tetrofelino , Vetrofelimm , & t Bippofelino , Hippofclìnmu . Gli Mrabi chiamano il domeflico , Charfs , Carfi , & Chaycs : il p’altiSìre .Mfalis : ilmontano , Mcrafelimm: l’Hippofdino ,Salis . ITedefchi chiamano il domestico, . Teterfilicn , & Tcterlin: il paluflre , Epffich, & Eppicb t l' Bippofelino , LìebSìockeel . Li Spagnoli chiamano il do- mestico , Terexil : il paluflre .percxil dagoa , & JL pio : il montano , Terexìl montefino . 1 Francefi chiamano ildo- meflico , Terftl de i lardili : il paluflre .Tcrftl de leau; ilmontano , Tcrftl des montaignei: l’Hippofelino ;Mhe,& >Acbe Urge , Io Dello Smirnio. Cap. LXXIIII. LO smirnio, il qual chiamano in Cilicia petrofelino, nafte abondaniffimo nel monte A- mano . Fa il fuflo come l’apio,con molti rami '■ le fiondi piti larghe, inchinate a tei ra , alquan- to graffe .ferme, d'odore medicinale, &con una ccrta^acutezza gioconda, di colore giallo languido. Ha la fua ombrella nel capo de i fufti, ritonda, & fimi.e all anetlio . E il feme come quel- lo del cauolo , ritondo ,& nero , acuto ,& di fapore di mirrha, di modo che li poflono parimen- te l’uno per l'altro beniffimo ufare . Produce la radice odorifera , coli al gulto acuta , che mordele fauci, tenera, & fuccofada corteccia della quale di fuori è nera,& la fuftanza di dentro uerde.ouero bianchiccia . Nafce in luoghi làlfofi, colline, luoghi inculti, & nei cantoni dei terreni. Lai adì- 20 ce , le fiondi , e'1 feme hanno uirtu di fcaldare . Serbanti le frondi in falamuoia per 1 ilio de cibi : 11- llagnano il corpo . La radice beuu ta uale à i morii delle ferpi : addolcirne la toile , & gioua a gli ai- utatici ; prouoca l'orina ritenuta . Rifolue impiantata lepollemefrelche, leinfiammagiom,&le durezze : falda le ferite . Bollita , & pofeia applicata alla natura delle donne , le fa leonciare . O10- ua il feme alle reni , alla milza , & alla uelcica : prouoca i meftrui , & le fecondine . Beueii coniano Utilmente alle fciatiche : alleggerifce le uentofità dello ftomaco : prouoca il (udore , & fa ruttare . Beuelì priuatamente alla hidropifia , & à quelle febbri , che non fon continue . Smirnioj & fu» efiara. CO noscesi, che lo Smirnio , chi ben confiderà le note , i lineamenti augnatagli da Diofcoride, corri - fbonde benifimo al Macerone nòHro di Tofcana . imperoche queHo hafufio d apio , molto ramojo : le fondi piu . , _ n . rr .t ^ . J: r-nlnve f/n* empiì ! rtn n I P fui (VfP. .V 0. llCllCl JpUTUlc ucnijill/w aiiviuLCi vnc iiutu v ut j- « ""T1" ^ ' 7 ' r - t i 11 larghe , graffe, piegate uerfo terra , gr offe , alquanto acute, di pallido colore ,& medicinale odore. Fa nella fuafommiti ma nappa fumile aU’anetho : in cui fi genera il feme alquanto maggiore di quello del cauolo, ma pero la- ghetto , nero .acuto, d’odore proprio di mirrha. E' la fua radice aromatica .acuta , piena d humorc ,& tenera: lem corteccia è nera , & lafuafuStanrpi di dentro d'un colore , che nel bianco verdeggia . Ter le quali femb tanfi fi comjce elfere il Macerone il nero Smirnio di Diofcoride . Ma fc contendere alcuno , à cui nonfodisf icefse la noftra opinione , dicendo che il feme dello Smirnio delle ejfcre rifondo , come quello del cauolo ,&non lunghetto , come fi vede nel h <1 ce- rone ,fegli può agevolmente rifondere, che coniffiondendogli la radice Je foglie, i fufti , & le nappe :fipuofaalnm credere che nella deferittione del femefìa forfè falcata la frittura , come in molti altri luoghi di tutto tl Holme,'~ troua . Et quantunque non dica Diofcoride , ebefifemini lo Smirnio ne gli boni , come fi fa à 1 tempi nofln, majoo perfe flefo nafta m Cilicia nel monte Minano , & fimilmente nelle colline , & in luoghi faff fi , & meniti ; non m era però egli fatto domestico fino al tempo di Tlinio . Il che fi uedeper quello , che ei ne deferire all ultimo UP‘00 X 1 x. libro , coft dicendo . Lo Smirnio berba bortolana fi fenitna ne i medefimi luoghi , la cui radice ha odore di min . Dimoftra parimente Galeno alll, delle facilità degli alimenti , chefujfe al firn tempo lo Smirnio molto cofì dicendo. E' lo Smirnio al gufo fome: &però molto fe ne vende in floma . E piu acuto, & molto pili caldo . cap- & però alquanto piu odorifero ,& piq prouoca £ orina , ebenon fai’ apio ,l’ bippofelino ,e Ifio .provoca 0 tl a che fono nel gambo , le quali fono tonde : & pare che fieno paffate per il me^o dalfuflo , & da i rami , oue fi riti Guano , come quelle della Terfoliata , ne manco fono all'intorno dentate . Il gambo ha ella fermo & ftrifciato , & parimente articulato f otto le foglie ; dal quale dalla banda oue le foglie fono traforate efcono dal feno di ciafcuna i ra~ wofcclli parimente firif :iati . Fa le ombrelle in cima di ciafcun ramo, partite in ricimoli con bianchi fiori ; da cui nafee il jC / nonperò filmile à quello del cauolo , ma tondo , fatto à cantoni , & nella parte dinanzi appuntato, d'un colore che ne giallo nereggia , & d’acuto , & amaretto fapore , con picciuoli lunghi, & medefimamente fìrifeiati. La Fradice fi-e- lea non ho io paffuto uedere ; ma coloro , che mi mandarono quella pianta , dicono che fa ella la radice -finale alnofiro m‘ ai0 J nòn fittamente di forma , ma d'odore , di fapore , & di uirtù. Ma ( per quanto io me ne poffa giudicare ) il no fr 2.TL fìro 8 1 8 Difcorfi del Matthioli SMIRNIO di candì a. Smirniofcritto da Gal • • faitto fi™ Smmio * f‘u “Uxoria ’ che "'fcW DioJior,de • che f“ ?Uf° IZlJflmt ,n”°r [oaltvill.deUefacultidefemplici.inqueflo mododicendo. Sono alcun, , che mtico .il.qualtè Ima medefma ftetie con Upio,& cdlpetrofelm: tJ0 ordine. Ha* manco potente del petrofelmo. Et imperò pròuoca egli i rnefim, & orma, & “ ^ ch( n0„ cofi acuto, lidiCiliciachiamanopetrofelinoqHellocbenafcenelmonteUmano.miaeanc, g diliccare egli fe*Q *** come è ilpetrofelino , & lo fummo , Et perciò pmfii utilmente mett ere -in f ^ 4 ^ ^ fetrofdmo. molelììa : può fimilmcnte digerire le pofleme indurite : &m ogni altra f /• , Mirare . Qiiefto ‘mt° Et però tifiamo noi ilfuofcne à prouoearei meflm,& l quella molto nominata radice, cbt '** Galeno, Oltre àcioftfom ingannandoci magma» alati», che falò 1 0 ,chenele fondi, neilfSt' mano imperatoria , per ejfere ella nera di fuori, & dentro mrdeggiantcynon confiderai, d »< Errore di alcu- m* mano Imperatòria Nel terzo Iib. diDìofcoride, 8i acuto > & aromatico. La radice è lunga quattro l!a ’ °P°wpÌH y &groffa uno , ere foa , dura , & legnofa „ di fuori nera , & di dentro verdiccia : la quale è acutifììma a gufto., mordace , alquanto amaretta , & molto aromatica . Et imperò nonpenfo , che fallar ebbe chi la metteffe cali- bi principio del quarto ordine ,& fece a nel terzo. Caccia valorofamentelauentofìtà dello Homaco, del corpo, & ! 4 ma^ce • & però giova ella à i dolori colici , &flomacali : & provoca i mettruì , & l'orina . Rilegger ifee la fua ecottioae il aolor de i denti . Giona tolta con nino alle prefocationi della madrice :fa ingravidare , oue fìal’impedi- mm Pei'f}'Wda caufa. aita alla digejìionc . tira maflicata la flemma dal cervello . La polvere della radice bevuta gio~ T.'LT^ 2 vai 820 Difcorfi del Matthioli «« 4 •• tì' f rra Wt>fcp Po^r^ «-? cf ,««^«*0 ^ <è . D/c^ , cfcf «fce- Ud a tutte le mp I éH ^ f : ■ _ ., •■ $ Uor(:Hi nò u) ri ora auarm al Pdrofifmo, Fa buon fiato, con- /wW tutti membri de ifinfi , iconfrrifci àgi' bidropici ,&i coloro ,cbe patijcononella ticiy&a^lnmpcdimen i c refr '?. che fra infrigidita, Onde meritamente haprefo ella ilnomed'impc- tini , Smyrnim , & Olufatrm ; gli MraU , Saiiwon ,• li Spagnoli M (pi Macedonico . H Dell’Elaphobofco. Oap. LXXV; ^ A io upho.osco ilfuftonodofo, Cimile al finocchio, ouero al ro&arino . Produce le frondi larehe due dita , ma molto piu lunghe , come quelle del terebmtho ^intagliate per intorno ,& alquanto ruuide . Hall fuo folto molti rami:!, qual, producono le nappe fumi, Nel terzo lib. di Diofcoride. 8 2 1 aU’anetho , &parimente il feme : & i fiori giallicci . La radice è lunga tre dita , & graffa fedamente uno , bianca , dolce , & buona da mangiare . Il fillio quando è tenero, fi mangia come l’altre her- be. Beuefi il feme dell'elaphobolco conuino contra à i morii de ferpenti.-percioche fidice,che parendolo i cerui lì liberano da i morii loro . QV a n t V N rqy e fi sformino alcuni di dimofirarne l Elaphobofco in Italia ; non gli corrififiondono però le fiondi, che produce quello', che ne mofiràno ,thùlto intagliate lìjcie:fe piu fede dar fidehbe alla hifloria diDio- feoride , che di 'Plinio . il quale al xxi I. cap. del XXII. libro , lo difegnò con fiondi di Smirnio , & con corimbi, cofi dicendo. L elaphobofco ha il fuHo di finocchio ,grofifo mdito:ilcm femependedai corimbi : le fue fiondi fono di I figura limile afiolufatro , ma non però amare . Sopra al che confidar andò il Manardo da Ferrara difife, che era Plinio in quello luogo euidentemente fi corretto . Il puellio dice , che pochi fono hoggi, che conofeano l’ Elaphobofco, quantun- que nafta egli per tutto , & che il nero è quello , che fi chiama uolgarmente per le jfetiarie Grafia dei : la quale ha dato il nomea quello unguento , doue ella fi mette . Il che poco mi corri]} onde ,fe intende egli per la Gratta dei quella , di cui di fi opra al capitolo deWhififopo fu fatto mentione, & che in tutte le (penane d'Italia è in ufo per comporre il fuo linguai to.impcrocbe quefia è beri a fintile allhififopo ,& nonai finocchio : di fufilo ,& di foglie al terehintho . Ilperche non mipofijofe non perfiuadere , che in Franciafiala Gratta dei altrapianta differente dalla nofilra, la quale forfè agemi- nante fi cornitene con l’ Elaphobofco .lobo ben ueduto in piu luoghi della ualle .Anania , & del contado di Goritia ma piantatantofimile all Elaphobofco , che non poffofe non credere , ò chefia quefia il nero Elaphobofco , ò pianta che del tutto fegli rafifomiglia . Scriffene breuemente Galeno alvi, delle facilità de fi empiici , cofi dicendo . fi Elaphobofco 1 ha urttìudi faldate ,per efifièr compofio di parti fittili, & di difeccare anchora nel fecondo ordine . . Chiamano i Greci l\ Elaphobofco , u’nap Igmotti Latini , Elaphobofcum , & Cerili ocellum . Del Finocchio. Cap. LXXVI: IL finocchio mangiato in herba , oueramente il feme beuuto con ptifana , genera copiofo latte. La decottione delle fiondi beuuta , perche prouoca ella l'orina, conferifce à i dolori delle reni, & mali della uefcica . Beuuto con uino gioua à i morii delle ferpi : prouoca i melimi . beuuto j conacqua ftefea nelle febbri all eggeri Ice la naufea, & gli ardori dello ftomaco . Le radici pelle in- corporate con mele, &pofeia impiaftrate fanano i morii deicani.il lucco Ipremuto dal tulio, & dalle fiondi , & pofeia lecco al fole , lì inette utilmente in quelle medicine , che fi preparano per li diletti degli occhi, che impedirono il uedere . Spremefi parimente il fuccoutileà tutte quelle cole, dal feme uerde, da i rami, & dalie radici tagliate nel primo (puntare delle fiondi . Dillilla dal Finocchio ngiflberia occidentale un liquore limile alla gomma . & però quando fiorifee , tagliano iuillanii furti per mezo, & gli accollano al fuoco, accioche piu ageuolmente per la forza del caldo nerifudi il liquorefilquale perle medicine de gli occhi è molto piu ualorofo delfucco . j Del Finocchio faluatico. Cap. LXXVII. IL r inocchi o fiiluatico è grande: produce ilfeme fimileal cachri. Ha la radice odorata, la qual beuuta gioua alle diftillationi dell orina: applicata di fotto prouoca i melimi . La radi- ce, e'I feme tolti inbeuandarillagnanoilcorpo, giouano ài morii delle uelenofe ferpi, rom- pono le pietre, & purgano il trabocco di fiele . La decottione delle fiondi beuuta genera abondan- tiilimo latte , & purga le fonine di parto . Dartene una altra Ipctie , la quale ha lunghe , fotttili , & tette fiondi : & feme tondo , limile à i coriandoli , acuto , & odorato . Ha quello uirtu di fealda- re,&corriiponde nelle uirtu fue all'altro già detto, quantunque in ogni colà fiamen ualorofo. a IL finocchio tanto domeflico , quanto faluatico è notififima pianta in Italia ,& fipetialmente inTofcana . Seminali il domefiico nelprincipio della primauerail mefedi Febraio fin luoghi aprichi , & alquanto fafifofi: per efifere egli non meno al gallo aggradatole ne i condimenti dei cibi, chefi fia ualorofo nelle medicine . 'Nobilitarono ( fecondo che ferine Plinio) il Finocchio le ferpi , jfioglìandofi la ueccbietpga co' l gufarlo , & rifacendoli la uifiagìà ''vilificata acutifiima . dal che fu conofcìutoda gli buomini efifere egli per gli occhi ualorofo rimedio . La fecondafpctie di faluatico commemorata da Diofcoride , che produce il feme fintile à i coriandoli, non rìtrouo iodi tempi nofiri chi ce lamofiìri iti Italia. Il Finocchio ( diceua Galeno alvi I. delle f acuità de femplici) fcalda cofi ualorofamente , che merita d efifere connumerato traqtielle cofc, che [caldano nel t ago ordine, & difeccano nel primo : & imperò genera il Finocchio il latte . Il che non farebbe egli ,fefujfepìu difeccatiuo . Ver la qual ragione aitaàtrabocco dì fiele : pro- ) uocal °rina , & fimìlmente i melimi . Oltre à do è uno altro Finocchio , che per efifere molto grande lo chiamano Hip - }omarathro,la cui radice, & feme piu ualorofamente difcccano , cbe'l domefiico . & imperò , pare che per quefia ragio- nt rifi! agnino il corpo , quantunque lafacultà loro cofircttiua non fiueggia manifefia . Di quefio nonfolamentela radi- IfiVL 3 ce. Elaphobofco , & maeflamina tione. Errore del Ruellio. . Elaphobofco {cricco da Gal. Nomi. Finocchio , & fua hifloria. Finocchio ferie to da Galeno. 8 2 Difcorfi del Matthioli FINOCCHIO. ìK ce ,'manchorailjcme è fintile al cachri : & imperò può rompere le pietre , fanare il trabocco difiele, & prouocarei me fimi , & l'orina ; ma non però generare il latte } come quello già detto di fopra . Enne ma altra (petie pur lè'ah ’ il cui [enne è acuto , & tondo , come i coriandoli yfimile nelle fue operationi all altro , quantunque non coffa eg tua mi. rofo. CbiamanoiGreciilFmoccbia,'M'cpa$rt,:i Latini , Faniculum : gliMabi, %aienigi:iTedefchi,Fencbc ■ Spagnoli , H inoio , & Funcbo : i Francefi , Fenoli . Del Dauco. Cap. LXXVIII. IL DA V CO chiamano alcuni daucio . Quello, che nafee in Creti , fa le frondi limili al ma minori, & piu lottili . produce il fufto alto una Ipanna : l'ombrella fimile al cortandro • bianco :& bianco [parimente il jitme, acuto, & pelofo, il quale manicandoli fpiradi *oaojore> Nel terzo lib. di Diofcoridc. 823 odore . E' lunga la fua radice un palmo , & graffa un dito . nafcein luoghi faffoiì, & aprichi . Enne una altra fpetie limile all’apio faluatico, ruuido, aromatico , & al gufto feruente . Il miglior di tut- ti è quello di Creti . Affegnafene anchora una terza fpetie, che fa le frondi limili al cori andrò , i fio ri bianchi, & la teda c 1 teine d anetho .eia fila ombrella limi le a quella delle paltinache : c’1. feme lungo come di cimino, & acuto . Il feme di tutti ha uirtil di fcaldare : prouoca 1 orina , i melimi , e'I parto : toglie i dolori di corpo : mitiga la toffe uecchia . Gioua beuuto nel uino à i morii de phalan- gi: rifolue le pofteme irnpiaftratouifufo .Delle altre fpetie è fidamente in ufo il feme : ma del ere- tico anchora la radice , la qualeper ualorofo rimedio fi beue contra à i morii de uelenolì animali . Qva n t V nq^v e contendano alenili , che l Dauco, & la Tafiinacafaluatica fieno una pianta medefima, uolen do che cofi habbiano intefo Galeno , & Taolo Egineta ; nondimeno à me pare , che manifestamente s ingannino. D A V C O I. Dauco, & fua eflaminatione. ili 4 Imperoche Difcorfi del Matthìoli D A V C O I .y& w/,# Errore di Mar- cello , & Ruellio. Imperocbe quantunque benifiimo dirfipojfa , che fin neramente il Dauco Jpetic di pastinaca faluatica , & è però egli quella iflejfa paftimea , della quale poco difiprafaceua mentì one Diofcoride . Ter cloche fi per il > per la Taftinaca faluatica haueffe iute fi una pianta medefma, non gli farebbe certamente flato necefanojci far- due diuerfi capitoli . Et come che paia ad alcuni , che Galeno non faccia differenza dal Dauco alla Taftmaca fi > dtJ nondimeno chi benconfidéra ,chcnetrattòegliperduediucrftcapitolinelvi. prima ,&pofct* nellvI ‘ j... ' / irmro-mrR . rhn errano Marcello Fiorentino , elRuellio . Il cui errore manifesta, Galeno 1J cjj • y nondimeno chi ben confiderà , che ne tratto egli per due diuerji capitoli navi, prima , f " . .n * . mcj0 - tri ageuolmente accorgerà , che errano Marcello Fiorentino, el puellio . Il cut errore manifesta Galeno tj ] - V che oltre all' batter egli trattato del Dauco, & della Taftinaca faluatica come di diuerfi punte per ducerti c p > ^ rifee egli però nel vi. libro , che quitti intende folamcnte del Dauco , & non della Taftmaca , quan o coji i ■ cofaluatico , il qual chiamano alcuni Taftmaca , è meno idoneo ne i cibi del domeftico .Le cut paro e I dimostrano , che non Galeno , ma altri fi crederono , cbefujfiro quefìe due piante ima cofa me cftm . • . I fede effe Galeno ,per batter pofeia neU’s III, libro ferino particolarmente della Taftmaca , come die] h ^ Nel terzo lib.di Diofcoride. 82 ) M Dauco . Et però dirò io infteme con Diofcoride , che i Dauchi fono di tre Jpetie . delle quali quello è piu frequente in Italia > che fi raffemhra alle pattinacbe faluaticbe : del quale nelle maremme di Siena , & in piu altri luoghi di tutta To- fana ne nafconoper li fodi infìnitijfime piante . il eretico fi porta di Candia,& quello della terza jpetie fimile nelle fion- di al coriandro , & nel feme al cimino , nafee nonfolamente in piu luoghi d' Italiana di Germania >& di Boemia . La fi- gura di quella pianta nel noflro herbario T edefeo per mera negligenza de gl' imprejf ori, mentre che ero ajfente di Draga, ■per la pesle che ui regnaua sfuposìa contradmio uolereper la feconda jpetie del Teucedano. Scrtffene Galenoal Dauco fcritto V I . delle facilità de (empiici , co fi dicendo . il D auco faluatico , il qual chiamano alcuni Tafiinaca , è manco conitene- da Galeno. noie da mangiare del domeflieo, come che in ogni altra fua operatione fi a egli piu ualorofo. Ma il domcflic oc da mangia- re , quantunque di uirtu piudebile . E acuto ,hauirtà di fcaldarc , & di difeccare . La fua radice oltre alle cofegiàdet- 1 te , ha un certo che di ucntofo , & di uenereo . il feme del domeflieo ha anchora egli poppando, di fauorire à uenere . ma quello del faluatico non è neramente uentofo:& imperò prouoca egli i meflrui ritenuti, & l'orina . tuttoquefìo del Dau- co dijfe Galeno, come chefacefe egli fubito dipoi particolar capitolo , & mcntione del feme , cofi dicendo . Il feme del Dauco ha uirtu ualorofamente calida , di modo che fi tiene tra le prime medicine per pr ormare i meflrui & l'orina . Itn- piaftrato di fuori fa euaporare gli humori . L herba ha quafl uirtù equimlente : nondimeno è ella affai men ualorofa del feme , per la mistura della humidità acquea , che ha infe, quantunque ne i fuoi temperamenti anchora effa fi a calida . Chiamano i Greci i l Dauco , Aa* koc i Latini , Daucus egli Arabi , Ducu , Gessar , <& Gìe^ar : i Tedefchi , Beruwt\: ^onii' li Spagnoli , Dauco eretico : & i Eranccfì , Carote fauuagcs . Del Delphinio. Cap. LXXIX. IL d e 1. p h 1 n 1 o produce i fufli da una fola radice, lunghi due palmi, & qualche uolta mag- giori: da i quali efeono le frondi picciole , fottìi! , intagliate, & lunghe :lc quali [nelle fattezze loro h rafembrano alla forma de delphini . da i quali ha prefo ella il nome . Il fuo fiore è fìmile alle uiole bianche , ma è di porporeo colore . Produce il feme ne i baccelli limile al miglio, utile da be- re piu che ogni altra medicina alle punture de gli Icorpioni. Dicefì, che meflà quella herba fopra gli fcoipioni, gli fa quali immobili , &pigri : madie Libito , che fi toglie uia , ritornano nel fuo pri- mo elfere . Nafee in luoghi alpri , & aprichi . E anchora un altro Delphinio , il qual chiamano al- cuni hiacintho,& i Latini buccino, limile al fopradetto:mafonole fue frondi, & Umilmente i rami molto piu fottili . Le uirtù fue3 come che non fieno coli efficaci: fono nondimeno quelle me- 3 defilile delprimo. QV a n t v n qjv e ferina il Elicili 0 nafeere in Trancia ima certa berla fernet nome alcuno del tutto corrijpon- Delphinio 5 & dente in ogni fuo lineamento al Delphinio di Diofcoride ; nondimeno in Italia non è chi à i tempi noflri la dimo- fua eflam* ftri. ne manco fi ritrouaeffere fiata deferitia da Galeno , ne da Taolo : i quali tutti hanno tr aferitto da Diofcoride . il che ha fatto p enfiar e ad alcuni , cheflaflato il Delphinio aggiunto in Diofcoride . Sono oltre à ciò alcuni , che uo- Opinioni diai gliono , che fui il Delphinio quella pianta, la qual chiamano i T edefebi Bjtterfporn , ciò è (perone da caualiere , al- cuni riProuate* tri Confolida regale collocata di fopra da noi tra le jpetie del cimino faluatico . Ma uedcndofl , che quella non fa piu che ungambo folofudalla radice, & il Delphinio ne fa piu, & che ella non produce foglie di figura fìmili à i delphini, ne fio- rì , come fon quelli delle uiole bianche , & che nafee piu prefio al domeflieo tra le biade , che in luoghi ajpri ; non pojfo 3 cofi ageuolmente credere , che quefla pianta fila il nero Delphinio di Diofcoride . Et majfimamente non hauendo io ritYo- uato il Delphinio in un Diofcoride antichifjìmo , fcritto con lettere lombarde , deli autorità del quale fpeff )fi ferue Mar- cello Vergilio , del qual mi fu fatto copia in Vienna dall' eccellentifiimo Dottor dileggi ,& peritifiimo in ogni forte di lingue M. Gioitami Alberto Vuidmanfìadio , altrimenti detto il Dottore Lucrctio Cancelliere dell’Auflria inferiore, il che fa non picchia credenza. , ò che la hiftoriadel D elphinio fia una chimera , ouer amente che la fia fiata aggiunta in Diofcoride . Altri fono che penfandofi d'haueruelo ritrouato , fi mifiero d dire , chel Delphinio era la Sena degli Ara- bi Jondandofi nella gobba dei fiuoi follicoli, & non accorgendofi , che Diofcoride dice, che fono le fi-ondi del Delphi- nio gobbe , & non i baccelli . Et però fi può ageuolmente dire , producendo la Sena le fue frondi quafi oliuari » & i fiori gialli, che mani fellamente fi fieno c oft or 0 ingannati* Ma pofeia che dragionare della Sena m'hanno indotto l’ opinioni di cotai medici 3- non ritrouandofene mentione appreffo à Diofcoride, ne à Galeno, ne à Taolo Egineta,ne dirò qui quan- 3 to&per autorità Arabiche , & per [enfiata ejperienga n ho potuto ricattare . E' adtmque da fiapere , che la sena ^em & flU non è albero , come fi fono imaginati alcuni ; ma una herba, che fi [emina nei campì {come pojfo io infieme con tutti ftoria. ■gli fienali Sanefi , &Fiorentini , far uero teftimonio )&fi ricoglie ogni anno in T oficana : la quale produce ( come po- co qui di fopra dicemmo ) le frondi quafi oliuari, ma ritondette in cima , graffette, d 'odore quafi filmili à quelle delle fa- né, & molto nell' ordine rafjcmhreuolià quelledellagalcga.il fufioè alto un gombito ,0 poco piu, dal quale hanno origine affai , & folti ramufcelli uencidi , & arrendeuoli. E' il fuo fior e giallo , quafi filmile à quel del cauolo, ma tut- to pieno di fottiliffme uenette, che rojfeggiano.l fuoi follicoli, i quali noi chiamiamo baccelli, fono ritortiper la piu par- te in arco , diacciati , & comprefii , di modo che l'una banda tocca l'altra : ne i quali è un feme ordinatamente fepara- to , che nel nero uerdeggia , filmile quando è ben maturo , & pieno , à i fiocini dell' ma . Tendono quefii da tutta la pian- ta attaccati con loro fottili picciuoli di modo che ageuolmente quando fono maturi, gli fcuote il uento , &gligitta per ) terra .E pianta nimica del freddo . & però bifogna feminarla il mefe di Maggio , ne fi può conferuare , fe non per fino ame'^o l’autunno . ScriffcdeUa Sena Serapione ,cofi dicendo. La Sena fi ripone quando è fecca. Ha le guaine ritorte, & lunghette , nelle quali è il feme ordinatamente dijtìnto .Sono attaccate per fottìi picciuolo : & imperò quando fon pere effe Errore del Ruellia. 826 Difcorfi dèi Matthioli S E N A. per còffe da i uenti , ageuolmentc cafcano , & ricolgonle i pajìori . Onde agéuohnente ingannandofi fi pensò ^ lio , per non ejfer egli forfè mai slato in t-of cana , dotte la Senafifemina copio fisima, & (penalmente nel territori ^ ventino , che la Sena non fuffe herba , ma quell'albero 3 che T heophraflo al XVII. capo del ili. libro de l n < ' le piante chiama Colutea . Conofcefi oltre àcio il fuo errore manife fornente y attenga che la Colutea pi o uce e / que , che nel principio porporeggiano , &nel proceffo biancheggiano , di tal forte gonfiate di ucnto , c x reng ^ con mano , non fanno picciolo feoppio : nelle quali è dentro un picciol fèmetonào quafi come una lenticc ia .n menti fono i follicoli delia Sena , per effer eglino inarcati 3 fernet alcun uento dentro }non gonfiati , ma c tu* o ’ ^ ti in fe He fili : con il lor feme dentro filmile à i fiocini dell' ma. Tiu oltre la C ohitea è albero , che dm a, 6 uu.cn ^ moti anni : & la Sena uiuepoco piu di quattro , oucr cinque mefit. Onde può effer a tutti chiaro quanto in aop nife fornente ingannato il Fjtellio, & quanta gran differenza firn tra la Sena , & la Colutea. %t „ eh fio ne i firn commcntarij deU’hifloria delie piante , che la Sena ,& la C olutea non , mo di facu ta. , & ferenti. Nel terzo libi diDiofeoride. 827 C O L V T E A. diferenti , parrni neramente che fra egli in grande errore , perfaper io di certo , che il feme della C oluteanon firouoca 'manco il uomito , che fi faccia quello della ginefra , Ma per dire qualche Co fa anchor della ColVtea, ferme fheopbrafto nel luogo fu detto, effer la Colutea propria pianta di Lipara, & albero piu prefio grande , che picciolo :il quale produce il frutto in ftlique , grande come le lenticchie , che mangiato dalle pecore l’ ingraffa marauigliofaménte . 'Kqfce femmandof il feme , oue il terreno fa bene ingra/fzto con letame , & (ferialmente di pecora . Il tempo di femì- narlo e nell' afe onderfi di jLrturo, facendo prima far in macera il feme nell'acqua fin che comincia à gmninare • Lefo- g,he fon filmili d quelle del fiengreco . I primi tre anni fa un fot gambo, & il quarto mette fuori i rami, & diuent a albero . Quefio tutto della Colutea fcriffe T.beaphrafìo , Dalle cui parole ageuolmentefi comprende quanto fid grande la diffe - ren^a tra la C olutea & la Sena . Ma è da faper e che altra pianta è appreffo Theophraflo la coll tea, &al~ tra la Colutea , come molto bene nota il Fuchfìo nell' una , & nell'altra lingua dottifiimo . Del che fa teftimonio T beo- phraHo nel luogo predetto , con quefle parole . L’albero , che naf ce intorno il monte Ida , il qual chiamano Colitea , è d' un altra Coluteij Scful hiftotia. Cólitea , & fua hiftona. 8z8 Difcorfi del Mattinoli è d' un’altra frutte differente dalla Colutea . Imperché $egli fruticefo, aamofa, con affai ale raro,&non per tutto im- mune : con fiondi, fintili al lauro , che produce le foglie piu larghe , ma fono piu tonde, & piu ampie , di modo chepaio- rtofi J! - * ”J1"' "" Errore di Me- ,.3 (imiti à quelle degli olmi , quantunque piu lunghe , dall una parte uerdi , & dall altra biancheggianti , & neruofe. La corteccia di tutta la pianta non è altrimenti lifeia , ma quafi come è quella delle ititi . Le radici fono fittili .finite, ritorte , & moltogialle , & non profonde in terra : & per quanto fi crede , non produce ne frutto , ne fiore . Dalle quali parole fi conofce chiaramente noy cfjcrpoca differenza tra la Colitea ,&la Colutea: la quale quantunque al tempo dì Tbeopbrafiofuffe ella (articolar pianta di Lipara; nondimeno àitempinoflri l'ho veduta io nata per fefleja infili luoghi d'Italia , & mafiimamentc nella Halle .Anania nel diflrettodi Trento , doue à molti già la dimoflraià dito. Ma per ritornare hormai nel ragionamento di prima, ntrouo che ferine Mefite , che perfoluere il corpo i follicoli iti- - J.YJ.U WG! r ovvi lieti u la w i * o * wia W ' * i* Sena firn molto piu ualorafi delle foglie . Il che reproba non f blamente il dottiamo Mattarlo da Ferrar* ma anche- K . a l’ejperienga ch’ogni giorno fi ne uede ; quantunque tutto il contrario uoglià il Br. ifauola , difendendo Mefite . Ma ac - fioche coulicomemioninongenermoconfufione nette menti de gli huomini ,ne dirò qui tutto quello , che veramente n'ho ritrouato piu & piu uoltc (fermentando & le foglie , & i follicoli . Il perche è da fapere , che di due ffetìefm i follicoli , che fi ferbano feschi : per efferne di quelli cbefifeccano, & fuanifeonfi fopra lapianta, & che per fi flefii ce- fi ano: & di quelli che fi rìcolgono alianti che fieno maturi ,grofii , pe fanti , uerdi , & pieni di ficco , i quali fi ficcano fopra fiale , ò fi opra laude all'ombra -, ne fi ritrouano da pendere, fe non rare mite . QjieSli ueramentef come milleml- te ho efperimentato io ) nonfolmno punto meno , che facciano le foglie , per effer ricolti uerdi , & pieni di fimo . Il che non fanno quelli , chefecchi da per loro fopra le piante, & ftaniti fi uendono per ilpiu ì V mogia : (tronche i co fi fatti non fidamente fono manco ualorofi de predetti, ma perfoluere il corpo quafi del tutto inutili . Onde fi può uermm- te dire , che non firn in queSìo da dannar Mefite fetida limitarlo . Imperocbc fecondo il miogiudicio intefieegli di qucifol- « licoli chef ricolgono uerdi , & non fiocchi , i quali hanno f fermentato coloro , che lo tafimo. fenga ragione . Del nume- ro de quali già fuianchor io . Ma battendo poficia fatto. fieminar quafi un campo intero di Senape;- far efferiengaiefol- lìcoli ricolti uerdi, & ficcati poficia all' ombra, rinomi che la cofa flotta altrimenti , uedendo quanto ualorofmcntc folueffe il topo la loro infufione . Et però coloro , che uogliono tifar i follicoli .fumino della Sena, ouer amente compri- no de buoni ,fe però ne poffonoritrouare:fenon, ufino le foglie , dalle qualinon reflaramo ingannati . JfaocelaScna ( come firme Mefite ) alquanto allo nimico : & però uuol egli ch'ellafi corregga , & fi fortifichi ctmgengeuo.&m qualche altro medicamento : la cui facilità fia di confortar loflomaco , & il cuore . Mi che par che ripugni ( compri- ma di noiferiffero alcuni ) il ritrouarfi nella (ceca & riìtticità , & non fio che poco d' amaritudine Acquali qmlitìpiu prerio dimoftrano , che debbia ella confortare lo flomaco , che indebilirto , ò nuocergli in alcun modo .Tfalla quale » f i- ■iritmouo anchorio: imperocbc quantunque intemenga alle udite , che beendofit l’infufione ,ò decottmc della j. Sena faccia in alcuni, & (betta Intente nelle dome dolori non nello flomaco , ma neUóbudella , bofempre penfato MN . ~ t n rt'. ..:r-.r. lunnlti : dotte venir ciò non per propria facultà della Sena , ma per la flemma groffa , & uifeofa cacciata da lei à quei luoghi ■ eoi! lafita groffegga di tal forte riempie ì meati di quelle parti , che non è merauiglia fe difendendo piu del dome quei luoghi , ui caitfi qualche dolore , mentre che ricercano rirada d'ufcire . Io imamente non mi ricordo mai hauer iato Se- na ad abetino , che fi fta lamentato meco eh’ ella gli habhia nociuto allo ftomaco.Et però bàttendo ben ciò confidente At- tuario medico tra i Greci di non poca authorità , fi -.riffe che la Seria fohtcua la cholera & la flemma fenga noemnent alcuno . Il che fece alcuna uolta tacere Iacopo Thilippo da Setmedico, il quale piu ( fecondo il mio giudici o ) per par- fi bello, clic per altro , uituperaua una medicina d'infttfwne di Sena, di rheubarbaro ,&di agarico data da M- Mirto- Gallo Tridentino medico ecccllentiflimo , hoggi per le fue buone parti medico de figliuoli della MaeftàdelRe ic I[om- ni,in una tergami nota à ungiouane defedici anni, nipote del Bqpuerendifiimo, & Illuririfiimo mio Signore il Sigilli Ce ^ ftophano Madrucio Cardinale ,Vefcouo , & Trìncipe di Trento ; dicendo, die ne l'agarico , ne la Sena nifi conmuu , per effv medicine molto nociue allo Stomaco , non ricoriandofi , non uo dire non fapendo , quante lodi dieno Dio/con de , Galeno , & Mefite all’agarico nell’ oppilatìoni, & gr offri bumori :&non ihauendo ueduto quello, che contri Mllu‘ Virtù dell'infu della Sena ferine il Manardo, & quanto la lodi Mtuario. Cauafi delle fiondi della Sena, della quale è uertmene fione della Se- migliore quella , che fi pòrta d'Meffandria , la itimi fila Jolutiua piu efficacemente con la infufione , che cm-ltia*- na* tione , ò altro qual Jì uoglia modo . Della quale cinque , ò al piu fei onde f iluono il corpo fen^a alcuna moleftia . 6 p °) fi fieramente dare alle donne groffe , & à i fanciulli . Et imperò meritamente diceua , Attuario , che fen\a no^umn^ alcuno folue ella il corpo . Diuenta nell' operare piu uigorofa affai , accompagnata con rbabarbaro , ò con cajjìa ,oco infufione di rofe , ò con firopo rofado folutiuo } ouer uiolato}ò fe fi fa l infufione , con fiero di capra . La nona, benualorofafifacofi.Tolgonft feidraynme delle fue fiondiben nette pongonfi comma dramma di gengeuo ,out < di cinnamomo pefio , & alquanti fiori cordiali in un uaf o di terra ben uetriato , ouero di fiagno , che ^a^af!cc^^hrf Infufione di Se *Ua tCI 1 M J ‘ .. ea : &*pofciafe le gittano fubito fopra dieci onde , ò una libra al piu di fiero , ò di brodo di carne , o d acqua , che bolla : & fubito conunape^a , ouero Hoppa ben rifiretta infieme s empie per for\a } & fi ferra la bocca e che non poffa in modo alcuno refpirare : & fubito s’muolge il detto uaf ) in mi guanciale , ouero capperone i fui i che fin ben prima faldato al fuoco . & cofi bene fretto fi ripone in unacaffaper tuttala notte : imperoc yepo q aia conferuandofi dentro nel liquore lungo tempo il caldo , ne calia fuori tuttala fua uirtufolutiua . Io ho piu uo . . r .. „ A ,Al * H A ^ìl r, n Cn nfft, ( A MI D r f\*ì 11 r r\.t PY flYfitìl (il l UtÌUiaC COTflP a7 flUtl 1)0) C 01 to fare la infufione della ucrde , come fifa delle rofe , & fattone con zucchero firopi folutiuiaccompagnati )0i c 1 ' - ' r~ «»*• u — —a altri medicamenti , di cui felicemente fempre mifonferuito . Sono ci barbaro ,hor coninfufione di rofe ,&horcon at,u .«•» ehc ne fanno un nino folutiuo , mettendone le fiondi à bollire nel mofio altcmpo della uindemia, utile uo amento, i.:n ^ / i„; .i~i fipttn - ddfevato , dellamihu Vi no. detta Se- na«. TOC 7« piHV hwbwi'J ' J i .. .» ri* (ICh ficuo non foltamente à tutti i morbi flemmatici , & melancohci del capo , ma delpetto , del fegato , e a m\ ^ madrice,& oltre à ciò è egli domcsìichifiimo medicamento per molte altre infirmila» Solile la Sena , J eco ^ ^ yiferifcè ■ Mefite , agcuolmentc la melanckolia , & la cholera adufia . tylondifìca il cent elio , il cuore , i fegato , ^ Nel terzo liB. di Dìofcoride. 825) ■p, j fentimentì , il polmone , & conferire alt infirmiti loro: apre l' oppilationi delle uifeere ,& conferita chitufain gmeutù,&fa l Intorno allegro. Mcttonfi le fue fondi nelle lattando , chef fanno perla teHa ,& maf imamente con camarilla : imperoche cofi conforta ellail camello ,i nerui 3iluedere , & l'udire . £' in fontina ottima medicina , per le febbri malincoliche , & lunghe . Et però ben diceua Serapìonc : La Sena gioita tulorof, traente à i melancbolici , & à coloro , clic parlano fuor di propoftto , aUe ulcere dì tutto il corpo ,à i paralitici , à i dolori di teHa , alle pitHule , al prurito ,&al mal caduco .Conforta il cuore , & maffimamentc accompagnata con cofe cordiali , come fono le uiole . Chiamano i Greci il Delphinio , Canfimr.-i Latini , Delphinium . La Sena chiamano i moderni Greci .Sfw.-j Latini , Nomi. Sena :gli Mabi , Sene : i T edef ibi ,Senel : gli fi agnoli. Sonde Mexandria . PIRETHRO VERO. m M: { A A A A Del 1; " Difcorfì delMatthioli Del Pirethro. Cap; LX XX. IL pirethro da Latini fi chiama fai iuare . Produce le frondi , e'1 f ufto come il dauco , e'1 fi- nocchio faluatico: l'ombrella ritonda , limile all’anetho. La radice è graffami pollice, lunga, di feruentiifimo fapore . Tira la flemma : & imperò lauando la bocca con la fua decottione fatta nell'aceto , mouaà i dolori de denti . Mafticata tira la flemma . Vnta con olio fa fudare. E efficace à i lunghi tremori , & ualorofìffima à i membri infrigiditi , & paralitici . pirethro,& fua Ti p irethro ènotifiimo dtutte le Jfietiaricd Italici , parlando pero folamente della radice fila , la qualeèin II ,iram' I continuo ufo nelle medicine , & mafiimamenteper il dolor de denti ,fe bene la pianta intera è poco nota à molti, for- A fe per riafe er ella rara appreso dinoi.La pianta adunque del nero, di cui è qui la figura, babbiamonoi ritmata Nel terzo lib . di Diofcoride. 8 j i non fetida fatica . Ecci anchora un’altro pirethro noto , & uolgare yil quale -non fa altrimenti ombrelle 3 ma fiori maggiori che di Camamilla il doppio 3 & del medefimo colore . Le foglie fono come di finocchio 3 ma piu gr offe , la radi- ce è al guHo acuta come è quella del fu detto . Lfon mancano oltra ciò femplicifii3cbcper il Tirethro dima fir ano 3 urìher- .badi forma poco lontana dalla pajìinaca domenica, che nafceper tutto per i prati, la cui radice , quantunque mafti - s condola nel primo gufo non fi fenta acuta ; nondimeno afiaporandofi alquanto lafcia , & nella lingua , & nel gorgo^- •nde grandi fiimo incendio : ma non è pero fintile à quello del Tirethro uero : pcrcioche quefìa oltre all’ incendere molto piu del pirethro ilgorgo^ule, ha anchora dell'amaro. Quello di cui è qui nel fecondo luogo la figura uidi io la prima uol- tainBolgiano terra del Contado di T ir olo in uno horticello del Dottore Biagio Sbaicher medico 3& femplicifia . Ma ■:opia grande n’ho io poi ueduto in Boemia non folamente ne gl' boni > ma anchora ne i monti . Fecene memoria Gale - Pirethro ferir- lo alivi 1 1 . delle f acuità de [empiici 3 cofi dicendo . La radice del Tirethro , la qual molto ufiamo 3 ha uirtù caufiica , to da Gal. J fi combufiiua : corylaqual mitiga ella ì denti infrigiditi . Vngefi con olio atlanti alt entrar delle febbri 3pcr lo freddo^ fr per li tremori . Oltre à ciò gioita àglifiupidi 3 & paralitici . Chiamano il Tirethro i Greci , nCpiSpov: i Latini , Ty- Nomi. cetbrum , & S.aliuaris berba :gli strabi , Macharcaraha , & Hacbarcarcba : i Tedefchi , Bertram : li Spagnoli 3 Te- line : i Francefi , Tyrethre . Del Rofmarino . Cap. LXXX1; IL rosmarino è di due ipetie: una Aerile, & l’altra fruttifera , il cui frutto lì chiama cachry s. Le frondi di quella fon limili al finocchio , ma piu grolle , & piu larghe. Arate per terra al tondo > in forma di ruota , di giocondo odore . Produce il fu Ao lungo un gombito , & qualche uolta maggiore , con molte concauità d'ali, nella cui fommità è l’ombrella copiofa di leme bianco. Umi- le allo fphondilio , tondo , angolofo , acuto , & ragiofo , il quale ma Amandoli cuoce la lingua . Ha •la radice bianca , grande , d’odore d’incenfo .Enne una altra Ipetie in ogni colà limile à queAa : la ' quale produce il fonte largo , & nero, come lo fphondilio , odorato,ma non è incenliuo nel guAar- ' lo. La fua radice di fuori è nera, ma rompendoiiè bianca. Ma quella Ipetie Aerile, come ch’ella dìa Amile alle predette; nondimeno non produce ne fuAo , ne fiori , ne leme . Nafce in luoghi làf- Ìlolì , & alpri. L’herba communemente di tutte le Ipetie trita, & impiafirata riAagna le hemorrhoi- f di ; mitiga l'infiammagioni del federe , & le fue pollane: maturale fcrofole,&le poAeme,che Snaiageuolmente fi maturano . Le radici fecche incorporate con mele mondificano l' ulcere : medi- tano i dolori delle budella, &beuonlì con nino contrai morfo delleferpi, prouocanoimefirui, |& parimente l’orina ; rifoluono impiaArate le poAeme uecchie . 11 fucco della radice , & Umilmen- te dell herbà unto infieme con mele acuifce il uedere . Il Teme beuuto uale à tutte le predette cofe : fgioua al mal caduco , & à ì uecchi difetti del petto . Daffi con pepe , & con nino à trabocco di fiele. |Vnto con olio prouoCa il fudore : uale à i rotti , & à gli (paiìmati . ImpiaArato con firma di loglio , s • & aceto conferifce alle podagre, fpegne le uitiligini incorporato con fortiffimo aceto. Debbefi Snelle beuande urite il feme di quel Rofmarino , che non produce il caditi : imperoche quello per ileifere acutiffimo , nuoce alle fauci , & alla canna del polmone . Scriffe Theophra Ao nafeere infie- ;me con la erica il rofmarino, con frondi limili all amara & faluatica lamica, ma piu afpre,&piu Sbianche , con breue radice : & purgare queAo beuuto per amendue le parti . DelCachri. Cap. LXXXII. IL c a c h r i ha uirtù di fcaldare, & di fortemente difcccare . & imperò fi mefcola con le medi- cineafterfiue . ImpiaArafi infu’l capo , con queAo però , chefe ne letti uiail terzo giorno , perii Aulii che difeendono à gli occhi . Del Rofmarino coronario. Cap. LXXXIII. IL rosmarino, cheufano coloro, che fanno le ghirlande, producei fuoirami Lottili, & attorno à quelli le frondi minute , denfe , lunghe , & Lottili , di Lotto bianche , & di fopra uerdi, ; grauemente odorate . Ha uirtù di fcaldare . lana il trabocco dijfiele, beuendofone la decottione fatta nell'acqua, auanti che fi faccia effercitio : & pofeia lauandofì, & beuendo del uino . Mettefi ne i medicamenti delle laflitudini , & nell’unguento gleucino anchora . IILosmar t n I mafchideUaprmajfetiebopiumlteuedutoioinVinegia, nell ameniJSimo giardino dell eccel- lentifiìmo medico M. Mapbeo de i Maphei , con tutte quelle fembianrp , che gli attribuifee Diofcoride . Ma la femi~ na della feconda fpctic , non ho anchora io ueduta in Italia ,fe ben forfè ni naf :e , quantunque dal non portare ella il j^Qfmar)-n0-c(^ frutto in poi,fta limile al mafcbìo . llcoronario Rofmarino noflro è pianta conofciutada tutti , per uederfi in tutta ronario & tua Italia , & in malti altri luoghi piantato ne gl boni , nelle uigne , & ne i giardini , & per ejfer egli non folamente utile hilìom. ne i medicamenti , ma anchopcr i cibi nelle cucine . I mperoche aggiunge non poca gratin a gl arrofii & altri dilicati cioi.qgafce ( per quanto intendo ) copioftflitno per fe Hejfo in Vrouenqadi Francia ,& tanto uolgare che l abbrufeia- no nelle cucine ,&nc i forni come ogni altra forte di legna ,& cofi grofl'ofa egli itti il pedone , che fene fanno c etere, AAAA 2 lenti. lenti ,&tanole da mangiami fo fra . In Italia fi piantano appreffo alle muraglie degli boni , per ornarlh come > § liete . Fiorifce il Rofnarino non folamente la Trimauera , ma anebora l ^Autunno , ingannanti alcuni m° n0 Virtù del Rof- dofi forfè , che il R^of marino Coronario fia il Cneoro, come fa l’Mngullari . V ale il Rofmarino à ifi’eddi difetti ic marmo corona mac0 } £ i flujJìdeU’isìeffo 3 & al uomito del cibo > & maf imamente mangiato con il pane , oueramenle eimto 1)1 . nere con nino. Giouaài difetto fi di mil\a,& all' oppilationi del fegato . Imper oche non folamente ficai a, • aJJ . ^ r/m eivlm 1> ri i fhtìdiil nt VU7/1 t'fìvvnlinv n /twrhnY/l rfìTt ì ri fijsf flUiilit.A mlì.YPttlUa . V die oltY a CÌ0 a l flu^il J tto\i ai milita , i difetti freddi del capo , ciò è al mal caduco , allo stupore , al fonno profondo , & alla par ali fi a , & perofme^ ..L i , aljonno projonao, w mente nelle lattando , chef fanno co fi per corroborare il capo , come le giunture delle membra efleriori . Rj V • " ~ " bi delle donne. Mangiandoti fiori con le piu propmq l fo inpoluere ogni giorno , per qualche tempo y i fluffi bianchi delle donne . Mangiandoli i pori con te piu p> ^ glie ogni giorno la mattina con pane > & confale tutto il tempo che dura di fiorire , acuifce mirabilmente la siicato ffcffofa buon fiato , & cotto nel uino brufeo , & nell' aceto rifiagna iflufii de i denti , & e e gcnòi ^ Nel terzo lib.-diDiofcoride. 833 ROSMARINO CORONARIO. fine la decottione in bocca . La poluere del fecco confolida le ferite fre fiche 3 ma bifogna prima lattarle con uino3nel qu ile (ìa egli prima fiato cotto ,& dipoi fi) argenti fi ìpra la poluere . Fanfi de i ramuf :elli Stecchetti da denti 3 & carbo- ni,per i dipintori . Conferuanfi i fiorì nel Truccherò per tutti i difetti predetti , & filialmente del cuore , <& del petto » &mctt onfi ne ipreferuatiui ^Antidoti cantra la pefie.^qafcein Boemia una pianta quale ho uoluto chiamar io J^osma RIno Salvatico per efifir non poco ftmile al domefiico .Crefce quefia pianta alta un gombito con molte fiottili uer- gelle, legnofe>& fi agili 3r offe come ficfiujfiero tinte di minio .nelle quali fonale foglie di Bofmarino di fopra uerdi,& di fot to rojfe , & rofiì parimente fono i picciuoli . 7 Velie cime de i fiamufcellì 3 f mo alcuni rofìi corimbi , da i quali nafeono i fiorigiaUicci . La radice è debile3& dipoca confifien\a . è pianta odorata , ìmperoche le foglie 3 & i fiori fiirano d'un odore come di Cedro , & lafciano al gufi o non poco dell'aromatico 3 con alquanto di coftrettiuo . Lodano quefia pianta i Koemì c entra le tignuole 3 cheguafiano le uefiimenta . & però la tengono fra effe nelle caffi . Ma per quanto io ho pofi- futo kmfiigare naie ella à tutti i difetti a cui fi conuiene il Bofmarino coronario 3 eccetto , che ne i cibi non ha quella gra- tta . Vogliono alcuni che fia quefia la Erica di Diofcoride ; Ma s ingannano 3 per non hauere ella conuenienga alcuna A A A A 5 con 8 J4 Difcorfi del Matthioli ROSMARINO SALVATICO. Rofmarino fcrifto da Qal. con il T amangio . Ma uaria affai ne i frofmarini ( per mio giudicio ) T heophraflo alxn.cap. del ix.li • c n ria delle piante , con quefie parole . ì ìfopjiarin.i fono di due Jpetie , uno fiorile , & l’altro fruttifero , di quej ojonou li le foglie , & il frutto : & di quello folamente la radice . Il frutto fi chiama Cachrys . Il fruttifero ha le foò ic all'apio pahifire , ma molto maggiori : ilfufio lungo ungombito , & maggiore : la radice grande , g) offa , ianca , dorè come d'incenfo : il frutto bianco , ruuido , & lunghetto . TS^afce per ilpiu in luoghi inculti , & è utile per i medicamenti dell' ulcere, & per i mefirui, beuuta con uino nero aufiero . il frutto naie alle difii ^ l' orina , alle orecchie , alle urgerne , à gli occhi caccolofi , & à generar latte copiofo nelle donne - Lo fic> ‘ c )a lattuga amara , ma piu ruuide , &piu bianche i & la radice corta . Tsfafce ne i medefimi luoghi bela fimo . . a ^ purga parte per di fotto,& parte per di fopra , impero eh e quella parte fuperiore uerfo ilgermincfa uomitare. ^ I ino feriore uerfo terra muoueper di fotto. Meffa tra le ueslimcnta non ui lafcia entrare le tignuole . Ccg iefi ne n p i G*l- fi miete il grano . Qugflotutto de i B^ofm arivi fcrijfc T heophraflo . Commemoro Galeno i Jfofnanm al V i b ^ Nel terzo lib.di Diofcoride. viltà dei [empiici , eofi dicendo . Tre fono i Rofmarini , unoflcrìlc , & due che hanno il frutto : ma fon tutti d'ima uirtù medefima , mollificatiua cioè , & dìgefiiua . Il ficco tanto della radice , quanto dell’berba mefcolato con mele affotti- glia il ueicre impedito iagrofi humori. Oltre à ciò la decottione di quello, che chiamano i Romani Rpfmarino coronario, cita bautta coloro, à cui è traboccato il fiele. Et imperò i Rofmarini partecipano di uirtù aHerftua, & incip.ua . Que- Cachri che co- j So tutto dìffe Galeno . Ma è oltre à ciò dafapere, che per il Cachrì non folamente t'intende il fiore del Rpfmarino ;ma 6 £»■ quella ccrtatramaancbora .chcproiuctmo alcuni alberi caduca auantialprodur del frutto, come è quella de nocciuo- ' li frnile al pepe lungo : & quella de i noci , & delle querele . Chiamano i Greci il Rpfmarino, Ai Carmi! ; ; Latini , Li- Nomi. btaotìs , & Rpfmarimm : gli strabi , Xaier almerim , Mpinalfach,& Cachola . Il Rpfmarino coronario chiamano i Greci , A Attinie rtf®».™ : i Latini , Rpfmarimm coronarium : gli Mabi, Elkialgeber : i Tedefchi , Rpfpnarìn : li S spagnnoli , Ramerò .- i Franceji , Hofmann . 8)6 Dilcorfi del Matthioli LXXXIIII. L Dello Sphondilio . Cap. O sphondilio ha fiondi quafi limili al platano, ouero al panace : il follo di finocchio al- 1 1 ridilo rni fminiM P il (pmpHonnio fimilpal fpfpli j/uicauv — gombitó quache uolta maggiore : nella cui finmità è U ^me doppio piu largo, piu bianco, & piu fquamofo,di gr: A. „ r i- • _ .. ’ : r-.-, /TmilAol rat ire . ilClid. blU IlIllIIlLa b- xx iv-im. nume ai IH CU, ma piu largo, piu bianco , «piu i4— g«ue odore. Ifooi fiori fon bianchi oueramente pallidi : & Fa radice parimente bianca , limile al raphano . Nafce nelle paludi , & luoghi acquallri- ni . Il fuo feme beuuto folue per di lotto la flemma : medica r diletti del fegato , il trabocco difiele, il mal caduco, gli afmatici , &le prefocationi della madtice, fueglia foipentatoi lethargici.Met- efi commodamente con olio in fu 1 capo,& gioua à coloro , che Hanno fopiti come fe dormiffcro lo à pfoenetici , & à i dolori di tetta . Ferma imparato con ruta 1 ulcere correline . Dalli a radicai trabocco di fiele & difetti di fegato : rafehiata , & metta nelle fittole ne lena ma le «liofila delle labbra . Vfafi di mettere il fucco del fuo fiore frefeo nell ulcere deUorecch.e,che menano.Spre- mefi , & riponfi nel modo , che lì tiene con gli altri nicchi . Sphondilio, & fua eflàra. ^rissimi veramente fon quei frati della valle Anania , che fieno alquanto paludof, , che non halhmo . Vira molte altre loro herbe infinite piante di Sphondilio : & mafiime quell, , che partecipano del monte che del . Vedefi quivi adunque lo Sphondilio con fiondi quafi di platano ouero di panace i fuflo molto [mule a Ifirn- rìdo , maggiore il piu delle volte d’ungombito : nella cvifommitàè l ombrella , che dopo allo sfiorire de, lunch, firn fi elica fvnfemedopp io, uguale al Siler montano , come chef ivlargo , p,v bianco ,& p.ufquamfo.alg,, fio d, lire- :o no favore quafi comedi cimici .la radice èfìmile alle nofire radici, che fi mangiano, le qual, eh, amano acun^rn- nelli f bianca , di non ingrato odore . Vfano alami il fuo feme in cambio d, Sder montano penfandofichepof fin _ , , i medefmi effetti . Il ficchi è aperitivo , dìgeftiuo , & incìfmo , & unto in fui capo ,fa , capelli ma . Qucfto no» co- ....... , .t 0La. ScrifedelloSphondilioGalenoafivIll.deUefacultadefemplia.cofiiicendoAlfiuttodedoSplmUm la radice anebora , per bavere ella la metà medefma. Corrode quettarafibiata le callofi a delle bocche Me fittole A Nomi. ponfiilfHcco,chefifaidfHofiore,pereffcrconuenien^ all ulcere antiche dellorecchte. Chufmm.Gm lo Sphondilio, VpotJ'vxm; i Latini , Sphondilmm . ■ Della Ferola. Cap. LXXXV. ir A midolla della Ferola uerde beuutaè utile àgli Iputi del l'angue, &àiflufli ftomacali. T a fi Li „inn contri àimorfi delle uipere.riftagnailfanguedel nafomeffaui dentro. Il ie- uro pioua ài dolori delle budella:& prouoca il fudore , quando fe n’unge conoliod rom^T fotti auando fi manoiano , caufano dolor di tetta : condifconlì nella falamuoia . Produce la Ferola fpelfo il fottio alto tre gombiti : le . fiondi Amili al finocchio , ma molto piu afpre , pi larghe . Tagliata nel piede del lutto diftilla il fagapeno . Ferola, & fua ef faaiin. T I tmou in Tuglia fono abondantiffime per le campagne : delle quali non toche 2; 4< T gmo lei patrimonio di I{oma tra Cometa. ,&Tofcanella,& nelle nottre maremme ^~~'^da quelle quafi nel primo Uafiimento, un certo cuore firn, le à un tuorlod, uouo duro .il qual cott / Ferola fata cibo ,& convenevole ajfaiper fortifica, e, . venere, appetiti . crtjft , e e J & Juare _\uè pe, Udite da Theophra- m,r0 dell’hiftoria delle piante, cofi dicendo. Le frette delle Fero efon p ,La ielle anali per matofc" ft0- Principalmente di quella ,cheè commme i i tutti , ciò è Ferola , & Fcrolagme . La natura deUe qua loggia, fi conofce ejfer veramente confmile , eccetto che della, grandma, mpereche la Ferola £ * tabi alteW-., naUFerolaginefcncreftamoltopiu bufa , «ir /-«fan-rfe ; »rp- dofo.Lefiondi.&alcmiramufcelliefconodatnodr.manonperodaqueimedefim fi ^ ’ fpfrljf„te- , fieno le fiondi la maggior parte del fatto , come fan quelle delle canne : eccetto ch^c0J f ? J dil„ nere, gr^i,et molto diuife^mftàmodo dicapeUi.Gradifitme fon queUefchefinuicineatena.pmwebe^p^^^^ go in luogo, con certa conuementepropomonefinmmficono.Troducela Ferola t fi g fi ! ;j b l,o,maLggiore.Troducononell-ombreUe,lfio^^ Quefio tutto ficriffeTheopbrasto.Sonofeomejcnjje i ii.atpTimoc^.^ — “ ' delyaJibro.mum' cibo, ma d mugli altri giumenti mortifero ueleno.Etfecodo cbepurdiccua egli a • V- . -xue cbj„0 con la Ferola queipefci.chefi chiamano Morene , fubito muoiono . Crefcono le Fero emù Fer<,Jj Gikn° Ferola frtada u Morion, tanto grandi , che ui diventano alberi . Inpugliafibrufcianom vece ’£■ cio ?aci/„ , che Ga ‘ all’v III. delle [acuità defemplic, , cofi dicendo . Il feme della Fe, ola fiali , & fi g . ^ JèdentrofilqmlfiehiamailmdoUo.panecipade^^ Nomi fi flomachali . Chiamano i Greci la Ferola . n apùnZ : i Latini 3 Ferula . li Spugno , Dei J\el terzo Iib. diDiofcoride. 8 37 T E R O L A. Del Peucedano . Cap. LXXXVI. IL pev cedano produce il fufto fonile, & debole, limile al finocchio. Ha la chioma (libito appretto à terra , frondofa , & denfa:&il fiore giallo. La fua radice è nera, grotta, piena, fuc- cofa, di graue odore . nafce ne i monti ombrofi . Ricoglieiì il liquore del Peucedano, tagliando- gli le radici quando fon tenere , & riponi! pofcia fecco nell'ombra : percioche meifo al fole fe ne ua in fumo . Cogliefi ungendoli prima il capo, & le nari del nafo con olio rolàdo , accioche non cauli dolor di tetta, & uertigini . La radice fuanita al fuoco per cauarne il liquore, è pofcia inutile. Suol- ai cauare tanto il fucco , quanto il liquore , del fufto , & della radice , come della mandragora : ma è ueramente il liquore , che ne diftilla , manco buono del fuo fucco , & piu pretto fuanifce . Troua- fi qualche uolta il liquore congelato, come granella d’incenfo , in fulfufto,& parimente in fu la radice. Difcorfì del Mattinoli ridice Quel fucco auanza gli altri di bontà , che fi porta di Sardigna,&di Samothracia, rollò dì colore graue d'odore , & fornente di'fapore . Vnto il Peucedano con aceto , & olio rofado gio- ua à lediamo, à phrenetici , à uertiginolì , al mal caduco , à gli antichi dolori di tetta , à paralitici, alle fciatiche, & à gli fpafìmati . vnto con olio, & con aceto conferite umuerfalmente a tutti 1 di- fetti de nerui Sujj&lia odorato le donne fuffocate dalla madrice , & Umilmente 1 fopiti . caccia uia fomentato le ferpi. Diftillafi utilmente con olio rofado perii dolori nelle orecchie: metto nelle concauitit de i denti ne lena il dolore . Tolto in un uouo , è efficaciffimo rimedio perla tette: gio- uaalle anguille de gli fpiriti, ài dolori, & alle uentofità delle budella, mollifica leggiermente il corpo fonìnuifee la milza. Facilita beuutoiparti difficili: conferite à dolori de la uefcica,&fi- milmente à quelli delle reni : & apre l’oppilationi della madrice . E a tutte le predette cofe gioue- l0 uole anchorala radice , ma è [neramente meno ualorofa : nel qual ufo lì beue la lua decottione . Nel terzo lib. di Dio fcoridc. 839 Mondifica trita in poluere l'ulcere fordide 5 & confolida le uecchie : caua le fquame dell'offa . Mct- tefi ne i ceroti , & ne gli empiaftri , che fon calidi . Elegge!! la radice frefca , non tarlata , ferma , & piena di odore . Liquefàfsi il liquore condenfàtoper mettere nelle beiiandc-,0 con mandorle ama- re , ò con ruta , ò con pan caldo , ò con anetho . PER NON hauer dato Diofcorìde ulema notitia , come fi fieno fatte le fiondi f&fìmilmente à cui firaffembrino i fiori, e‘l frutto del Teucedano , per effere fiato à luifamigliarijfmo ; è ueramente malagcuol co fa il potere affer- mare quale egli fi Ila , & fe nenafea , o non nafea in Italia : & tanto piu per non ritrouarfene. in Tbeophrafto , "Plinio , Spulcio , & altri autori piu lunga , & piu aperta bisioria . Ma facendofi fondamento , &penftero fi opra à quel dir di Diofcorìde , cbc’lTeucedano ha la chioma fubito appreffo à terra , frottdofa ,&denfa ;pare che per quefito ne dimofiri Urne egli le fondi fiottili , capillari , & lunghe , come fon quelle del finocchio , & dell' anetho . Il che aiuta altrui ad imginarfi , che l Teucedano produca il firn fiore giallo in ombrella : per cicche uediamo , che tutte quelle piante ferula- cte , & che fon filmili al finocchio ,& all anetho , producono la fina ombrella : da cui fi genera pofeia un fiemenongua- ri diffimile da quello del fino echio .Ilcbefecofièf come creder neramente fidebbe ) affermarci io chiaramente battere ri- tmato il Teucedano nei monti , nero jpcttacolo di bellifiimi J empiici , della ualle Mnania , doue in piu luoghi fi ueggo- m cotali piante , le quali non fidamente fii raffemhrano al Teucedanopertutte lepredette note ; ma per la radice ancho- U : la quale hanno gr offa, nera ,fiuccofia , & d'odore affai grane .Et in quefila opinione refiarò io per fino à tanto , che non ritrovarli altra pianta che piu ad effofiraffomigli , che fi facci quefila di cui è qui il ritratto . Quelle radici, che per ilveuceiano communemente s’ufano nelle frettane , poco neramente confondono à quelle deluero Teucedano : per- meile oltre al non efier nere nella lor prima corteccia ; non Inficiano all’ odorarle quel grane odore, ne al guflar- | lequeUaaaiteg^a,chemfidouerebbefie)ìtire.Etperònonucdendone noi altro, che la radicefecca, riputata dipoco I tialore da Diofcorìde , malcigenolmentepofiliamo affermare di qual pianta ella fi fila. Lodò Diofcorìde per molto eccel- f lente quello, che naficc ne gli ombrofit montidi Sardigna, il quale potrebbe ciaficuno diligente /fienale farfi portare in Italia, andandouiftcofifi-equentementeconmcrcantie. EccedelTeucedano memoriaGaleno all'vill. delle fiacul- t tà de /empiici , cofi dicendo . E la radice del Teucedano maggiormente in ufo , quantunque s tifino anchera il fuoco , e'I | liquore .Sono tutte quefle cofie d’ima uirtù medefima : ma piu ualorofo è però il ficco . il qual fortemente ficalda , & di- | gerifee . Et però fi crede , chefia egli molto conueneuole à tutte quelle infirmità , che uengono ne i nerui , & medefima- .1 mente ài difetti del polmone, & del petto cattfiatida grofiì ,& uificofi humori , non fidamente tolto dentro nel corpo, I manebora odorato . Oltre à do per effer egli incifmo , & iifeccatiuo , mefifio nelle concavità de i denti , ti Ita ffeffe uol- te amato il dolore ,per effer egli caldo , & fiottile . Gioua alle durale della milqa incidendo , digerendo , & difeccan- ! cffigrofiihumorl .alche è lecito d’ufiare anchora laradice : la quale in breue tempo fa fquamare l’offa , per dìfcccare [ cllaualorofimcntc , & per effer mcn calda del ficco . E' neramente ottimo rimedio meffa fiecca ncll'ulcere maligne, & l\ contumaci: imperoche ella le mondifica , le incarna , & le falda . E calida nel fine del fecondo ordine, & fiecca nel prin - | àpio del tcrrp . Chiamano i Greci il Teucedano , Usuici favai: ì Latini ,Teucedamm :gli strabi. Barbatimi . Del Melanthio, ouerGith,ouer Nigella. Cap. LXXXVIL TL melanthio è una pianta , che produce i furti fottili , che {petto pattano la lunghezza di 1 J_due {panne . Produce le frondi minute, come il lènecione , ma molto piu fottili : nelle cui cime * è un capitello , come di papauero, malunghetto , compartito di dentro con cartilagini : tra le qua- | li fi rinchiude il feme nero , acuto , & aromatico , il qual fi mette ufualmente nel pane . Quello | impiaftrato in rtila fronte gioua ài dolori di tetta. Rilolue le nuoue fuffulioni degli occhi, trito * con unguento irino , & metto nel nafo . Guarilce la Icabbia , le lentigini , le durezze , & le pofteme l uecchie, impiaftrato con aceto . Caua i porri primamente fcalzati , mettimi fufo con orina uecchia. » Cotto con aceto , &,teda , gioua à i dolori de denti , lauandofeli . Vnto con acqua in fu l’ombìlico ) cacciafuori i uerminì tondi del corpo . Trito in portiere , & legato in tela , & pófcia odorato , gio- ; ua à i catarrofi . Beuuto molti giorni prouoca l’orina , i mcftrui , & rtmilmente il latte . Leua bcuu- i to con uino gli impedimenti del relpirare:& con acqua al pefoduna dramma gioua ài morii di ■: quei ragni, cheli chiamano phalangi. Fattone fumento fa fuggir uiale ferpi. Dicefi, che beuuto in gran copia ammazza . IL g 1 t h cofi chiamato da ì Latini , fi chiama da i Greci Melanthio , & da altri 1s[igclla . Enne di due Jpetie3 do- mefiico ciò è , & faluatico . il Domefiicofa i gambi fottili alti un gomhito , con foglie fimili al fenatione , ma però piu profondamente intagliate > & con fiori in cima celefiini aperti à modo di ftella . Onde nafeonopoi i capi piccioli, ' & lunghetti con una corona appuntata in cima ,ne i quali è dentro il feme tramenato da alcune membrane , come fi uede ne i capi de papaueri . il qual feme Spicciolo , in alcuni nero & in alcuni roffigno ,f lauemente odorato , & al gufi 0 infamemente acuto , & amaretto . & quello fi femina negfhorti . il faluatico è di due jpetic . Hanno amendue le foglie molto piu fottili del domefiico , & però quafi come di finocchio ma non cofi lunghe ,fe ben capigliofe : Tsje i fuHi & ne i fiori non uificonofcefe non poca differenza, ma fono bene differenti nei capitelli. Imperoche l’uno glifa maggioridel ( domefiico , & non guari difiimili , & l’altro gli fa piu lunghi , & {partiti in cima in cinque , ouero infei cornetti , appun- titi in cima; &però bifogna dire , che del tutto s ingannano coloro , chejconnumerano il Gittone fra le fpetie del Melan- thio faluatico . Il chebauendo auanti à noi bene auertito tìermolao , & medefimamente il I\ueUio , dijfero che non era in conto Peucedano, & fna elfaiu. Il Peucedano delle fpeciarie nonèiluero. Peucedano fcricco da Gal. Nomi. Melanthio, & Tua eflam. 840 Difcorfi del Matthioli MELANTHIO DOMESTICO. conto alcuno da credere , che quello fu [fc il Gith uero , che confondi di porro , fuHi ben ahi ,&hirfuti , & for pOÌP°" reo j fumile duna pie cìolaro fetta y nafte tra le biade per le campagne . Imperoche queflo è affai lontano dalla fcrttt^ di Diofcoride : prima per non corrijpondergli nelle fondi , nel fuflo , ne nel fiore : & parimente per non fi ritr oliare « l Bra fuofeme ( quantunque nero , & affai Cimile al Gith ) altro , che amaritudine, & ruuide^a nel manicarlo . Et per* s inganna nel primo fuo uolume fiampatoin Poma mamfefl amente il Brafauola, dicendo, che quello è il Git tino 1 Diofcoride , che nafee tra le biade , chiamato da Ferrar e fi uolgarmente Gittone . Lfel che dimo frano coloro , eie 1 tone lo chiamano , benifìimo accorgerfì , che non fa il uero Git : percioche quel nome Gittone fgnific a , che fui que un Gitfaluatico , & baflardo , affai inferiore , & difìimile al uero , & legittimo Melanthio . c ome uediamo , che Por mentono , chef f emina in fui Trentino, & in altri luoghi afai ,fìgnifica efer un Tormento bastardo , & molto meno uà JC lorofo del uero . Del che accorgendofì egli dopo lungo tempo , fi corre f e per fe flefo , come fi legge bora nell ultimo ju uolume Campato in Vinegia nel 1545. La onde è da concludere , chel uero Git fi femini ne gli horti , doue Nel terzo lib. di Dioicoride. 8 41 MELANTHIO SALVATICO. tifino fi ritroua in u Alemagna: & il Gittone , il quale chiamano alcuni Bjtofola, nafte per fe (ìeffb tra le biade nelle cani pagne . Ma ucr amente affai maggiore (flato l’errore del Fucbfio, medico altrimenti dotuffmo , credendofi ( come fi («?- ienelfno grande herbario ) che q e e fio Gittone fia il ucro loglio, di cui dicemmo à bafimga nel fecondo libro . l\itro . uafi in Tofana feparato dalGìttone anchora il nero Git faluatko , con le medefime fattele del domeftico : ma produ- ceicapìpmgrofii.&ilfemcaffaìmancoodorato. SpettediGit, quantunque fa di rofiigno colore, pare neramente quelfeme aromatico , che uolgamente fi chiama Tfigella citrina nelle [petiaric , ufato da molti per una flette di Carda ®w , come fu detto di fopr and primo libro .Terciochc la forma del fitto granello , l’odore , elfaporeèuna cofiame- defima col Melantbio: dì modo che non nifi uede altra diftonuenenga, che nel colore . Et però, come di fioprafiu det- pto trattando noi del Cimino fialuatico > errano groffamente i reuerendi Tadri de piccoli à credcrfi , che la Ifigcìla rofii- ' gna delle fletiarie fiala prima flette d’effio Cimino , che deficriuc Dìoficorìde. Scrijfe del Melantbio Galeno alvi I. delle f acuità de fiemplici , cofi dicendo , Il Melantbio fcalda , & difecca nel tergo ordine : & pare , che fia egli compo- BBBB fi» Melanthio fai» uatico. Errore de i fra- ti. Melathio fcrit to da Galeno. J Nel terzo lib. di Diofeoride. 8 43; PSEVDOMELANTHIO. DelLafcrpitio. Cap. LXXXVIII. IL laser pi tio nafee in Soria , in Armenia , in Media , & in Libia : con 'furto di ferula , il quale chiamano malpeto : le frondi fono limili all'apio , e l Teme largo . Ha la fua radice uirtù di fcaldare . Digerirteli mangiata ne i cibi malageuolmente .■ nuoce alla uefcica . Impiaftrata con olio , medica ài liuidi .• & con cerato alle rtrofole , & à i tumori : conuienfi con cerato irino , oue- roliguftrino alle feiatiche . Cotta in un gufeio di melagrano con aceto , & applicata al federe , ne lena uia ogni carne , che ui crefce fuor di natura . relitte beuuta à i ueleni . Vfafi nelle falle , & me^ 1 fcolafi col fale per dar fapore piu aggradeuole à i cibi . Il liquore chiamato Lafero , fi ricoglie dal- ia radice ,ouero dal furto, amendue prima intaccati con ferro. Lodali per lo migliore ilroffigno,' teafparente, limile alla mirrha, non di colore di porro, divalente odore, foaue al gufto,& che BBB?, 3 ageuol- 844 Difcorfi del Mattinoli ageuolmente lauandofi diuenta bianco, Il Cirenaico gallandoli coli leggiermente che a fatica fine fente in bocca l’amehiffi&ó odóre , fa fubitofudare tutto il corpo .Quello di Media , & me- d diinamente di Soria è meno ualorofo,& ha odore piu taftidiofo Falfificati tutto alianti che fi fecchi , con fagapeno , onero con faua infranta . Il che ageuolmente fi conofce all odore, al gallo, all'occhio , & al liquefarlo con qualche liquore . Chiamano alcuni il folto del Laferpitio filphio, la radice ma 4 mancavano buon, in, dotti, & effercitatindlafacuhàdefemplid , i quali teneuano infieme meco la medefma opmm. Ma hauendo dipoi cominciato ad esaminare molto piu diligentemente Uhiftoria del lafero ,& afe, pitto , 1 raccolto da Theophrafto, da Dìofcoride , da Strabane , da Galeno , & daTlinio alcune cofe ,che ripugnavano flra credente , mi riduJSi ageuolmente à rimuovermi dalla prima mia opinione , deliberando di uo et pm pres alla verità, che filar pertinace ( come fanno alcuni) in uoler difendere il f ’alfo . Leggendo adunque io in Stra one timo libro della fua Ceographia , che il Silphiofino alfuo tempo era del tutto perduto m Cirene ,cio fu cagione I tonfare piu avanti . Le parole , che egli ferine fono queSìe . La Regione , che produce il Stipino ( cioè il Ufapimj fina con Cirene , & di quindi fi fortuna il liquore chiamato Cirenaico , il quale èuenuto al manco per o io ri , i quali danneggiando quel paefs ne cauorno fuori tutteleradici . Quegli furono ìTdoma 1. ,^ues oti 0 . bone. MaTlinio vuole, cbeilmancamento del liquore Cirenaico nonfia proceduto da iTfomd 1 ar ari, ni amministratori delle intrate di quel paefe , come fi legge nelfuo volume dell hìHoria natura e a t crepo cap libro con quefile parole . Dirafii appo ciò delclarifiìimo laferpitio , il quale chiamano 1 Greci ip io, < gione Cirenaica , il cui liquóre chiamano Infero , magnifico per il fio ufo, & per 1 medicamenti , ■ perue ^ pefod' altrettanto argento . Sono già molti anni, che non fi ritrova piu in quel paefe. Imperoc e g che vendono ipafchi di quei luoghi, & rifeuotono le entrate publiche , ritrovando maggio, cuti ita Umili- mi àpafeere, hanno lafciato guafilare il tutto dalle pecore, & altri, animali . ynaftdapìantanefugiar, r , le fu mandata àTSfer one Imperaiore. Le quali parole diTlimo fi confrontano affai con ,e0P,ra jiuentam mare- che i beHiami fi purgano con ilsilphio, & chefe ne ingraffano poi. grandemente: On c cca „aperiu- uigliofamentefoaui.Horuedendofì adunque conti. teStimomodi Tlmio,&di Theop r • ■ . parilo o to ,&uenuto al manco fino alf età loro ,& che piu non fi ritrovava m quel paefe, otte eg f > . maravigliare, feàitempinoSìrinonfiritMcbenon^^ no non fia altrimenti il lafero , il quale anchor.a alianti al tempo di Strafotte tnalageito f ^ Nel terzo lib. di. Diofcoride. 8 45- Vw j & ti Iteti* • per fir fiere egti> c^,e ‘ Cirenefi faceuqno cujlodire il Silphio con gradifiima guariti, acciocbe nonfuf- f portato fuori del fio paefe , & chef: pure nc ufcfiq fmr qualche poco , era portato afeofamente da i mercantiti- freme con il nino , che di lift conducala altroue. Etperònonè marmàglia , che fcriuaVlinio , che fi pagana per ugual pepo d’argento , & chef uff e tanto ffimato da Cefare , che lo giudicale -degno d’effere ferbato nell’erario fra t argento , & fra l'oro . Dal che fi può fare nera confettura, cheti Belgioino non Jia.il aero Lafero , udendo che continuamente fi porta copiofo , non [blamente in Italia , ma per tutta Europa . Oltre à ciò ferfiendo Diofcoride, che il Lafcroè acuto, & dicendo Galeno ejferecalidiliimo ,.&hauere molto del fottile , non ueggio parimente , come il Belgioino pojfa èjfere il Lafaro , amenga che queflo non babbi acuterptpt.uertma . Tilt oltre alcuni pegpi di corteccia molto duri , i quali Ipèfi feuoltefiritrouanonelBelgioino .dmoflrano , che egli fiapiu preffo liquore di qualche groffo albero , che di ferula, J ì d’altra fimile pianta , come mi ha affermato un medico Cipriotto ( fe però tanta fede fe li può prejlare ) il quale dìce\, che il Belgioino diffilla in Cipri da un albero affai grande . Doue non fi ritroua chi babbi mai firitto , che nafta il Lafer- pitio , ne manco ìnGrecia , ma appreffi, Cirene, come fa testimonio imbora Hippocrate . Ma perì con tuttoquejlo potrebbe dire alcuno i che fe bendi laferpitio è mancato nella Regione Cirenaica , & ti ogni altro luogo di quei confini, qucjiononprobibifcc, chetinoti fi pofsaritrouare anchora altroue , firiuendo-Theophraffo , Diofcoride , & Tlinio, chemfccil laferpitio non fitimente in. quel paefe mino detiene .ma' anchora inTcrfia ,in Mediatiti Sorti, & nel monte Varnafi . Al che rijpondemo , che è itero , che il Stipino di quei luoghi per muentma ci fi poni ,ma purulente, & abominatole , come è l'afa fetida , la quale ageuolmente pofiamo credere , chefia il Silphio di quejìe altre Regioni . IjnperochcfcnueDiofcoride.chcilLaferodiMedia.&diSoriatitreaWeferemenoualomfodelCircnaicotiiacat- \ tuio-odore, Et oltre à ciò , che auanthchefi ficchi uien tutto contrafatto ,& fofifticato conSagapcno ,& [armadi 3 fatte., lidie doppoluifcrife anchora Tlinio nel libro fu detto . Onde per tutte quejìe ragionimi par , che fi pofa ragio- ncitdmtnte affermare , che il fmcerifsimo , & ecccllentifiimo lafero non ci fi poni altrimenti . Ma che cpfa pofa e fere ilnojlro Belgioino apprcfogli antichi Greci , io neramente fin bora non ho fipttto -ritrattare., fjep ero pojfi- punto ac- axflanm alti opinione di coloro , che uogliom , che il .Belgioino fiala ellettijiima Mirrila .la quale con iitejìimonio di Diofcoride deuc effe, e oltre alle altre note mtadiim colore ,& clienti romperfi dimofiri alcmieuene bianche, &U- fae , come fimo le ungine , minuta digranello , amara , &. acuta al gufo , le quali note ,& qualitdnonfi ritromno. nel .Belgioino . Il quale , febeneèper tutto macchiato di bianco, nondimeno quefie macchie paiono piu preftopc-qff dì man- dorle che unghie di qual fi uogli forte , nc fono cotati macchie d entro fidamente-, ma-in ogni parte della mafia, ■ Di-mo- do che m pa& di Belgioino non par altro , che ima quantità di mandorle monde rotte , che fieno impaciate con il me- le : Appo ciò ( per quanto io babbitt letto ) non ritrouo , che I labbia mai fcritto , che la Mirrila nafta in Cipri, & in 0 Seria, ma in Arabia inficine con lo tue enfio , come firn tono Tbeophraslo , Diofcoride , & Tlinio , il quale dife anche - racheti Mmhanafceuainlndia , ma ficca ,& dipoco ualore . Scrifc del Laferpitio per lunga bìfloria Theophra,- floallll.capodclvi.Iibrodell'hijiorìadcllcpiante , con quatte parole , il Laferpitio ha molte. J$r grofe radici: & '® * cop gambo temi aito quanto la feruti , & qitafi della medefima gr.ofierppi. Le fiondi, le quali chiamano alcuni majpeton .fo- no fintili à quelle dell'apio . il feme è largo , sfoglio/ o , filmile à quello , die fi chiama folio . llfuflogli dura un anno .co- me alla ferula.. Germina adunque il mafpeto nel principio di. primauera.il quale mangiato dal beffiamo. , nonfilameit- te lo purga , & ( ingrafia, ma fiala carne fina inaraitigliof aulente al gitilo fedite .Appo ciò predace il Laferpitio il gam- bo attutisi cibi de gli buomini ti tutti 1 modi tanto le fi , quanto .arro/tìto . & dicono purgarli i corpi , togliendo/} per quaranta giorni continui . Cauanfidel Laferpitio due liquori , uno del gambo , & l altro della radice . & perone chiq- ’ inailo uno [caparlo , & l'altro radicarti , Laradice è ricoperta di nera corteccia , la quale figliano fcortecciare . Tslcl q tagliar della radice s'o ferita ima certa mifura : itìipcroche nc Inficiano tanta quantità , quanto penfiino clic baffi per ta- gliare hanno figliente ,& troncatine uia tutto ilrefio . 'Ne bifogna tagliarle fen^aregola .nepiudi quclche bifogni: per cioche fi corrompe, & fi putrefa ffando troppo. Quello clic fi conduce nel porto chiamato Tireeo ,lo fanno in quefio modo .Come l’hanno mefo ne iuafi ,& mefcolatolo con farina , lo faitaggiauo per lungo \ patio di tempo : dal che preti- de egli color e , & conferitali lungamente condito ,& cofi fi taglia, & fi prepara . Dicono che il luogo , otte egli nafte-, occupa ne gli botti delle Refi ecidi maggior larghetti di paefe di quattro miti dadi/ : ma che fi ne ritoglie però fa maggior parte apprefo allestiti. E' per quanto fi dice , di fuapropria natura batter in odio i luoghi coltiuati. Onde coltiuandofi al domefìico degenera, come nimico della coltura , C" amico de luoghi incititi .Sono alcuni altri , che dico- no, che il Laferpitio produce la radice limgaungombito ,òpoco maggiore : & che ella fa nel mc\o una mundità à mo- do di un capo , il quale crefie in alto .dimodoché quajì fi ne ttienè [opra terra . Ondecfce prima quello che chiamano ■Q latte: dapoi efie il gambo , & da queffo il magidari . & quello che chiamano folio.:, il quale è ilfemefcofo iallauflro ' dopo la canicola . & cofi nafte il Laferpitio , & in uno anno mede finto fi perde il fillio , & ti radice . Qmtfio tutto 'tuf- fi Theophrajlocon altra piu lunga diceria , ti quale volentieri tratifeio, per non e fere il metterla fi non di poca imporr taiiipt. Scrife del Laferpitio Galeno all’v II l. delle facilita de [empiici , coft dicendo . Il liquore del Laferpitio e ceti Laferpitio ferie Udifsimo , & fono fortemente mieli ora le [te fiondi calde, il fuflo , &la radice .Ma tutte quefie cofi fono di piituen - to da Galeno, tofa natura ,& imperò piu malageuoli da digerire .'Nondimeno applicate di fuori fono piu efficaci , & piu di tutte il liquore : il quale ha tifi utitù potente di tirare , & di mollificare anchora le pofteme dure per li temperamenti giàdetr ti. Fece di quefloifleffoliquortmentioneGalenonelmedefimo libro prima [‘paratamente fitto generai titolo di fuca- to , oue cofifirìffe . Li ficco Cirenaico è uer amente molto piu caldo di tutti , & di parti molto piu fittili : la ondeanàfi iffaipiuchetUtiiglialtrieglinfiliKi quantunque fino certamente gli altri anchoramolto calidi ,& ripieni di fpni- ;0 to .-pcrcioche la maggior parte loro è di effendi d’acre , & di fuoco . Et benché tiifìano molti ficchi ( imperoche tagliali dofi qualunque radice, ò fuflo .quello cheti efee fuori , è ficco -, ) nondimenopiuffietialmentc ,& comeper unacerr ta eccellenza fi chiama cofi il Cirenaico ,& quello di Media ,& di Sorti, chiamano il Laferpitio i Greci , ciò c ijt 7 BBBB 5 pianta. 846 Difcorfi del Matthioli pianta, •sltim •’ il fuflo, MAwn» i&VMmn* qualche Mólti anchor le foglie: il liquore , Admt°s: & la radice,MayoPd- f,c. I Latini chiamano lapianta,l aferpitium :& la gomma ,ouerfucco,Lafer .Gli Urabi la pianta, S ilfion : le fo- glie , Mnuidcn , & Mafcajìcn : & il f ufo , Mafcattes . Del Sagapeno. Cap. LXXXIX. IL sagapeno èliquore duna herba'ferulacea,chenafcein Media. L'ottimoèil trafparen- te , rolfo di fuori , bianco di dentro, con nó fo che d’odore mezano tra i lafero , e 1 galbano , & al gufto acuto . Gioua à i dolori di petto , & del coftato, alla tofle uechia ,_à i rotti, & à gli fpaiìma- ti : mondifica il polmone da i graffi humori . Dalfi al mal caduco , allo fpalìmo , che chiamano opi- I0 ftohotono , & à i difetti di milza : & Umilmente uale beuuto à paralitici , al freddo , & alle febbri , che non fono continue, mettefi utilmente ne gli unguenti . Beuuto con acqua melata prouocai meftrui, ma ammazza le creature nella madrice:& beuuto con uino,giouaài morfi delle ferpi. Odorato con aceto , rifueglia le ftrangolate dalla madrice : leua uia le cicatrici, le caligini, le debo- lezze,&le liiffufioni de gli occhi . llifoluefi come illafero, con ruta, con acqua], con mandorle amare , ò con mele , ouero con pane , che fia caldo . Sigipcno.Mii» / — ^ Hi a m a s I volgarmente il Sagapeno nelle ffietiarie Serafino .dove quantunque dì quello , che fi fophìflict edam. 4 , con aitr[ mefcugli di gomme ,fi ritroui affai ; nondimeno fene nenie à Ciliegia à chi ben lo paga , non poco del- l'elettiflimo . Tefiafcono ( come tejlifica il Brafauola ) à i tempi nostri le ferule , che lo producono , anchoraìnltt- 2'0 Ha , &■ mafsime in Taglia .Ma io fin bora nonbodicio tal nero Micio , che lo p offa affermare . Quello , che fi porta iì Sagapeno ferie Leuanteper uiadl Meffandria {come ènoto à ciafcuno ) è ilmiglioredi tutti .Tengono gliMrabiciil Sagapenotra to da Mefue. . j-emp[jcjj-0iutjuj : [a qual proprietà ,per quanto fene uede , non conobbero i Greci . Et imperò diceva Mefite : Il Saga- penofolue igrofii , & uifeofi humori , &la flemma graffa , & C acqua gialla • E'cofafua propria dimondificare ilcer- uello , i nerui , & di tirare le materie di quelli : & di conferire ài loro difetti frigidi , come dolori antichi di tefla , mì- granee , mal caduco , uertigini,paralifia , tortura dì bocca :&èdi quelle cofe , che molto fono valide per umidificare le materie , che fono nel petto , & majiime , quando fi bene in acqua d’enola , onero di ruta : & conferifice a i fi noi dolo- ri 1 & parimente à quelli del cofiato > Impiaflrato , & tolto di dentro , gioita alla tofjc ueccbia , a flr ottura di fiato ,& è medicinagrande per l'hidropìfia , & propriamente infieme con doppiopefo di mirabolani citrini . E in queflìcafi mirà- bile imbeuuto , & nutrito come se detto di [opra . Impiafìràto con fuoco di cappati ,&con aceto , rifiline le dm erge, p & le gomme delle giunture . Imbeuuto , & nutrito con fuoco di ruta ,&con fiele d'augelli rapaci , conferifice à coloro, cbebannolauiflafcura: &è medicina grande all' acqua , che difeende ne gli occhi, & muffirne facendofime collirio. ImpiaHrafi con aceto in fu gli orioli delle palpebre . Gioua , applicato come fi uoglia , à i dolori delle giunture ipercio- che è egli mólto potente in eradicare le materie loro, quantunque fieno nelle anche, & altri profondiffmì luoghi . Beuu- to , ouero meffone i critteri gioua à i dolori colici frìgidi , & uentofi . Trouoca i mestrui , & ammala le creature un- toapplicate di fiotto alla natura , quanto toltoper bocca . Vale a 1 dolori , & alle prefocationi della madrice: nuoce Sagapeno ferir nondimeno allo flomaco,mafi corregge quejìo nocumento incorporandolo con maftice ,òconffica. recedei Sagapc- to da Galeno. no mcnflme Caicn0 a/f v III. delle facilità defemplici , cofi dicendo . il Sagapeno è un liquore calìdo , & tompofio 1 fiottili parti , come gli altri liquori . Ma ha alquanto dell’ ajlerfiuo , con il quale mondifica , & affottiglià le cicatrici de gli occhi. Et oltre à ciò non è trillo medicamento alle fuffufioni degliocchi, & deboletppdel vedere, che proce ono ^ da grofli humori. Ma Iq pianta , donde difilla, filmile alla ferula , è del tutto inutile . La pianta del Sagapeno fin torà non ho veduto mai io ,’fe non dipinta & impreffanel Mefue del Marini. Manonho però milito trafiportarlain que » Nornià luogo, pcrciocbe non fo come fidarmi di quel mercatante Terfiano,da cui dice il Marini batterla hauutainpa.ro e. f mandi Greci il Sagapeno ,Càa.ydanvt>r: i Latini, Sagapenum : gli -Arabi , Sacbabenigi , & Sechhinegi .gli ffictia h o Spagnoli parimente , Serapino . Dell’Euphorbio . Cap. XC. LO bvphorbio è uno albero di Libia , di fpetie di ferula , il qual lì ritroua nel monte Tm - lo di Mauritania . E pianta piena d’acutifsimo fucco . dal cui grandifsimo femore lpaunti g j, habitatori di quel paefe , legano nel ricorlo intorno all’albero ucntri dì pecora ben iauati, polcia con lande pertugiano di lopra il tronco dell’albero : dalla qual piaga , come da un ua 0 ro to , efee fubito un copiofo liquore , che fe ne feende in quei ucntri , come che per 1 impero e p mo ulcir fe ne Iparga deU’akro per terra . E cotal liquore di due Ipetie : uno cip è, che nipien e me la farcocolla, della grettézza d’ un orobo:& l’altro, cheli condenlàinqueiucntn,dj co or uetro . Debbelì eleggere il tralparente, & l’acuto . Contrafalli con làrcocolla, & con colla. ma perimento di conolcereil frodo , è ueramente malageuole ,-percioche per ritenere egli, quan ^ que leggiermente li gulti , la bocca 1 ungamente accelà,pare che do che li gufta , ha euphor • ritrouatol'euphorbioaltempodi luba Re di Libia.Hail liquore uirtù difcaldareirtlo ue u fuffufioni de gli occhi . Beuuto brufeia tutto il giorno : & però per la fua acutezza h de i e ^ 6° incorporare con mele, ouero con i collirij: gioua beuuto in alcuna beuanda odorifera a . che . Fa in un lol giorno fquamare l’offa : ma bifogna nell’applicarlo difendere la carne, c Nel terzo Jib . di Diofeoride. 8 47 pre l’ofTa, con pezze, ouero con cerotti. Ditterò alcuni, che niente patirono coloro, che fono morduri dalle ferpi,fe fi gli taglia la cotenna della tetta fino allotta, & empiali pofeia la piaga d’eu- phorbio petto , & cufcian la ferita . Non f da dubitare , che non fia il nero Euphorbio quello , che communemente è in ufo nelle fretiarie , per il Euphorbio , & mani fc sio indizio , che ne dà il fuo deutifiimo fapore ,per lo quale mal Volentieri gli fretiali lo pefiano . Impero- fua eli'ara“ che quantunque nel pejìarlo fi ferrino benìffimo ilnafo} & la bocca ; è nondimeno tanto fottile s& acuto , che penetrando infieme con l’aria nelle nari del nafoyUi inducemo infopportabile ardore : il quale malageuolmente fi fre- gne, quantunque ui fi rime dij con efficacifiimi medicamenti frigidi . Dal che ammaeftr atti prudenti fretiali fe l fanno pelare dai facchini, ò da altre perfine uili ,& meccaniche : ejfendoperò prima certijfmi d’effereda coloro, che lo peflano , molte uolte maladetti . Et però non è marauiglia fi coloro , che lo ricolgono frefeo dalt albero , fianno lontani dalfuoferuentiffimo fumo . pitr mollo ( come dice anchora "Plinio ) Iuba I{e di Libia nel monte Atlante di là dalle co+ lonnc d'Hercole:& chiamollo Euphorbio dal nome del fuo medico , fratello d'Antonio Mufa medico di Cefare Auguflo. la piatita che produce l euphorbio non nidi già io mai in tempo di uita mia , quantunque la dipingano alcuni , & dichi U fodaActio^ac no d’hauerla riceuuta da uno S arac in», al quale m indurrei à credere , fi me ne mofirafiela pianta uiua , che riportafie da Attuario. fico qualche particella di liquore . Galeno , & Diofeoride non firifiero , che hauefie l’ Euphorbio uirtu f dutiua . il che molto ben conobbero dapoi .A et io , &L Attuario : li quali cofì ne firifiero concordeuolmente dicendo . l’ Euphorbio filue la flemma per di fitto , ma piu anchora l’acqua . E acutifiimopiud' ogni altra co fa , che fi conofca , & ardentif- ftmo : &però fi dà egli à coloro , che hanno i dolori colici , el corpo infrigidito . ma conturba gli altri grandemente , & fa gran fetc . Debbefi accompagnare con qualche feme aromatico . dati fine tre oboli con acqua melata, quantun- que fia buonifiimo torlo inpilole con mele cotto . Conobbe fimilmente Paolo Egineta la uirtu fuafolutiua : pèrcioche nel libro v 1 1 . ( quantunque tra i femplicinon ne f ac effe mentione ) alili i.cap .connumerò 1‘ Euphorbio tra le medici- ne , chefoluono l'acqua , & la flemma . Sniffine fimilmente Mefite tra i fuoi femplicifolutiui , cofì dicendo . L'Eu- pboborioc unagomma , che eccede tutte l’ altre in ifcaldare , & afiottigliare . E calido ,& ficco nel quarto grado , adujliuo , rubifteatiuo , penetratili 0 , aflerfinio ,cfcoriatiuo ,& di quelle co fi, che operano con fatica ,& angustia grande , & ciré conducono altrui in fìncopi , & fudore frigido . TAuoceper la fua efìrema calidità al fegato , & alloflo- maco ,& perciò fi cofluma di darlo con cofi , che frengano la fua acuità . Solitela flemma gr offa , & uifeofa da i luo- ghi profondi del corpo : & mondiflca le uacuità delle giunture da igrofii humori , tir malageuoli da eradicare . nel che non ha egli neramente pari . Mondiflca i ncrui, & confuma l'humidità , che fono incarcerate , & imbibite in quelli . Vn^ to con olio di che'tri conferifce mirabilmente alle infirmità frigide de i nerui, come par alifia , tortura , frafimo , tremore, &flupore . Vale applicato di fuori à i dolori frigidi , & ucntofi del fegato , & della milita . fa starnutare gagliarda- mente . Vitto alle partipoflcriori del capo conferifce à i lethargici ,& à gli fmemorati . E l’F.upborbio di quelle cofi > chefoluono l'acqua deglbidropici . dafj'cne da uno fino à tre carati . Imperoche fcriuono Serapione , pafìs ,& Accen- na,che tre dramme d’ Euphorbio ammarano chi lo beuc , in termine di tre giorni , corrodendo lo flomaco, & le budel- la . Confiruafi ( fecondo Mefite ) buono per quattro anni . Quello , che non pafia uno anno , per la fini molta acuità non è da ufare . Serbafi nel miglio , nelle fané , & nelle lenticchie . Scrificnc Galeno al VI I . delle f acuità de fimplici una Euphorbiofcrit filar iga , cofì dicendo . E l' Euphorbio compoflo di parti fittili . Ha uirtu cauflica , & combnfliua filmile à gli altri to a a eno* liquori .Et ahi. libro delle compofitioni de medicamenti fecondo i luoghi , trattando la cura della H emicrania : La fa - culti dell' Euphorbio ( diccua ) preflo fi rifalli e : & però in cotali medicamenti non fi dette mettere il uecolno . Et già è- flato detto che il frefeo è piu bianco , il nocchio èpiu roffo , & piu giallo . Chiamano i Greci /’ Eupborbio,E’vtpóp&ovi i Latini , Euphorbium : gli Arabi , Euforbion : & Farbium : li Spagnoli , Alforuiam , alforfion > & Euforuio : i Frari- ceft,Eupborbe . DelGalbano. Cap. XCI* IL galbano è un liquore duna ferula , che nafee in Soria , il quale chiamano alcuni metopio. Lodali il granello fo, e’1 Lineerò, limile all'incenfo, grado, non legnofo , che habbia feco alquan- to del fuo leme,& dei frammenti della ferula, di graue odore, non troppo humido,ne trop- po Lecco . Fallìficafi con faua infranta , con ragia , & con ammoniaco . Ha il Galbano uirtu calida , combultiua , attrattiua , & refolutiua . Applicato , ouero fumentato per le parti di Lotto prouoca i melimi, & parimente il parto: unto con aceto, & nitro fpegne le lentigini . Inghiottirceli per la tof- feuecchia, per li difetti del relpirare.'&dalfi nel modo medelimoàgli afmatici,ài rotti , Se à gli fpafimati . Beuuto con uino,& mirrila uale contra al tofsico:prefo nel medelimo modo , fa par- torire le creature , chefon morte . Impiaftralì in fu i dolori del coftato , & in lu i foroncoli . rifue- gliaodorato coloro, che cafcanodal mal caduco, le ftrangolate dalla madrice,& coloro chepa- tifeono le uertigini . Caccia uia brufeiato in fu i carboni con il fuo cattiuo odore tutti gli animali uelenofi, ne lamia mordere daloro quelli, che fe riungono. Ammazzale ferpi incorporato con olio , & lphondilio , & meflbglid'intorno . mitiga i dolori de i denti meflòui d'intorno, ouero nel- le caueme loro. Crederi che giouiàprouocare l'orina ritenuta. Rifoludì per l'ufo delle beuande con mandorle amare, con acqua, ò con ruta,ò con pan caldo, ò con acqua melata: altrimenti con opio, rame brulciato , ò con liquido fiele . Se uorrai purgare il Galbano , mettilo nell'acqua , che bolla, imperoche come farà egli liquefatto, le fue immonditic nuotaranodi fopra:le quali BBBR 4 fedi- g4g Difcorfi del Matthioli facilmente fepararai in quefto modo . Sofpcndafi «ano legatoin unatela net a&rada m un imfocfi terra, ouero di rame, di modo che non tocchi il fo ndo : & dipoi ben coperto fi metta tliiafo iti acqua, che bolla.- & còllii fihcèro fatto liquido fe ne colata fuori, e 1 legnoio reftara ferrato.ad- 1 „ «.,,1., la tela. fua effàm. „ . QV a n t v n ov s II nero , & perfetto Galbmó fittimi in piu fondachi , & finirne di yinegia, tenuto piu per un paratone , che per ucndere; nondimeno quello .che per lapin parte snelle fintane, poco conifion- ‘ ‘ . . • > ■ <- pfTerp. non Colamente robbilucatoima tutto ripieno diftpr- i 1 per un paratone , che per ucndere; nondimeno quello, epe per lapin panca naneue Retane .poco com/pon- ^tlonepanitcbe aur, bufile Diofcoride alfmcero :f er efiere nonfolamentefoplnfiic^ TU Umile altri m^U.Xtpe^fid^id'^^.^i^f^^^!f‘ l¥ffi mlritro uano.pHrgbinloalmnonelwdo.ckemoi^ ^ A' umile cole chelofalfiftcano ,& corrompono. ScriJJe del Gallano Galeno all vili -delle facilita de femplt ^7'“' * có^ digerire, &,l&1phirama queUo , che ha della terra , & de falsi . Nafce in Libia apprello di oracolo di Gioue Ammonio, dimando fuori il liquore da uno albero difenda. Mollifica 1 Ammoniaco, ma, & {balda •rifolue i tumori, & le durezze . Solue beuuto il corpo : la partorire .Rifolue la milza beuu- tocon aceto al pefo d una dramma: guanfee i [dolor, delle giunture , & le fciatiche : aita gli Urea, di petto , eli afmatici , coloro che hanno il mal caduco, & gli empimachi, lambendoli con . mele, o beuendolf con fucco di ptifana . Fa orinare il fangue , leua uia 1 albugini de gli occhi ,& lenitela ruuidezza delle palpebre .Trito con aceto , Supplicato , mollificale durezze del fegato , &. della milza Impiaftrato con mele , onero con pezze , rifolue i tufi , che fi congelano nelle giunture . E utile un-endofene inficine con nitro , aceto , & olio liguftnno , in ucce di quei medicamenti, che j,0 fi chiamano acopi , per le lafsitudini , & per le fciatiche . CHIAMASI quefto liquore notamente neUe fienaie Mmniaco . del quale pumi , che poco di quello, tht è tranelloPo, rimile all meenfo, (introni. Imperoche tutto quello , che peri ufo della mediana ho uedutq ,o«l ~ -r Miai r/timrlr men-uvli dei Caffi, & de ?Li (lecchi. Et pero fi può ave- Ammoniacoj V j è Tranello fo , fmileàll incerilo ,ji ntrom . imperocac tu»» w r- * ^ — - 7—7" 77 lUftUne è ammuffito inficine cometa ragia, ne m mancano de mefcugli de ifaffi, & de gl, (lecchi. Et pero fi può ep- uolmentc dire che cofi fiato finii manco buono, chiamato da Diofconde phirama, del quale finge miefimmaU ■Plinio al XX 1 1 1 cip. delxii. lib. cofi dicendo . DiftiUa Ufiica, che è fiotto qlfEtbwpia , nelle fitte arene l Jntrn- liaco Luore coli chiamato dall' oracolo dtGioue ammoniaco .apprejfo al qmlen^ono gl, alberi eh, i molo! rag, a onero d, gomma . Enne di duefietie : uno ciò è piu eccellente chiamato „ 1 Calerò trafio -, cir ragwfo , il qual chiamano phirama . Vfaronloglt antichi , come fi uedeper Vado Egmetap* 4, Lo Compre il migliore , ciò è di quella prima fietie .graneUofo , firn, le allo meenjo . Del che da mamfefio m dm {befileggene.medicamentijoue entrai Ammoniaco, appregoàTaoloE^ . eglino (Ammoniaco thimiama , come à dire Ammoniaco eletto . Scrtjfe dell Ammoniaco Lo- Ammoniaco £ dicendo. L’ Ammoniaco 'e liquore duna certa ferula, il quale ha mtenfa fatuità di no lupare ,ei ho delle compofitìoni de medicamenti in genere: Cofi cornei Ammoniaco (direna) tiene ft * Am. core in modificare; cofi parimente tiene il merp nel digerire. Et impero quando fi compone con olwmno ,pm Nomi, immote digenrc,& mollificare , & fionda dubbio difettare . Chiamano lAmm ' tini , Animo, imam ; li Spagnoli , Aguaxaque , & Armomaque :glt Arabi, Raxacb ,& Affi ■ Della Sarcocolla. Cap. XC1II; L A sarcocolla è un liquore d’albero di P erfia , limile alla manna dell’incenfo , di re rolsigno , & al gufto amaro. Salda le ferite : prohibifee iflufsi,che feendonoagh mettefi ne gli impiaftri . Falfificafi con gomma . Sarcocolla , & ! ' Stato chiamato quefto liquore Sarcocolla da i Greci , che altro noli uuol dire , ebe colla foa cflàm. frlidare egli marauigliofamentc le ferite ,& parimente Idem. Tqnafene a noi anebora affai ( come habbiamo detto di fopra di piu altri liquori , & gomme i alberi ) g altre gomme . Al che pojfono molto bene orniate i diligenti fienali , guaflandola : perirne £ do , fa[- éfalfificata.&eomtta.Tlmioàglixi.capitolidelXlll.l^ Nel terzo lib .di Diofcoride. 845) fi nella Smocolla. ( cofi fi chiama l'albero ) una gomma à i dipintori ,& ài medici molto cotmeneuole , filmile alla man- na iellincenfo : & imperò è migliore la bianca , chela roffa. Et nix mi. capo del XXI III. libro; Sono alcuni (diretta) che f enfiano .cheUSmocolUfimile alla manna deltìncenfo ,& dolce con un certo che d’acuto, fia liquore A'mapiantajpinofa . Tefiac orinino ferma if tuffi : ungonft con cjj'a ì fanciulli. Inueccbiandofi diuenta ancbora queliti molto nera : tanto è ella migliore-, quanto è piu bianca . Tutto quejlo diffe Tlinio . Il quale nondimeno fu in ciò affai dif- ferente da Diofeoride ,& da Galeno ,hauendo eglino fempre affermato effer la Sarcocolla amara ,&non dolce. La inugine dell' albero, da cui diHilla la Sarcocolla ,houedutoioinun Mefuenel trattatodei / empiici Solutiui fomen- tato dalMarini .Manonho cofacofi chiara dì quella ,chepof]a con ragione affermare , che fiaella la nera , ò lafalfa auuenga che non ferina ragione babbi io da dubitare , fe quel Tafano narraffe fauole ò biflorie , come fogliono ben fpejfofauoleggiare quefì tali, & piantar carote, per effer carenati in quelle mitre bande . Oltra di quello non ritra- ilo io alcuno degli antichi , ne dei moderni Greci , che conofcejfe ejferc la Sarcocolla folutiua , come fermano , & han- no conofciuto gli Arabi :& imperò fcrìuendone Mefue trai fimi femplici folutiui,cofi diceua.Soluela Sarcocolla la flemma cruda , & parimente igroffi humori , & propriamente quelli, che fono nelle giunture , & nell’ anche . Mondifi - ctt il cernito ,i nerui , c’I polmone .-onde conferire alla toffe , & aU'afma .E' di quelle cofe , che gìouano à i uecchi , & prop rio flemmatici . Diuentano caliti coloro , che Jpcffo tu fino . E' Medicina eccellente per gli impedimenti degli occhi, & [ferialmente per i fiocchi , numlette , & cicatrici , & altri filmili impedimenti , nutrita per cinque giorni in ma feu- deilauctriata con latte d’ afma: infondendogli però ogni giorno (opra nuouo latte . Le tajìe bagnatenell’acquamela- ta,& limite pofeia nella poi nere della Sarcocolla , & meffe nell' orecchie , che menano , uì guarifee 1 ulcere , E' medi- cina eccellentifìima per le ferite fi-e fiche , & ulcere uecchie : percioche diale mondi fica ,le incarna, & le falda, per ef- fer quella fua propria operatione .Solile tardi ,& conturba coloro , che hanno dominio di cholera nello filomaco : & imperò à coftoro none in modo alcuno da dare . Aumentafi la itirtù fua folutiua, aggiungendo con effagengeuo , & car- damomo. Sai fono breuemente Galeno aU’v I T l .delie fatuità dei femplici, cofi dicendo. La Sarcocolla è un liquore ; dim albero di Terfia : & ha uìrtù mijia di fojìan\a uifeofa , & un poco d’amaritudine . Et imperò dìfeccafen\a morde- re , & può benifìmo faldare le ferite . Chiamano i Greci la Sarcocolla , Xap kommh: i Latini, Sarcocolla egli Arabi, ■ Anfana , Ar.araron, & Auyqmit : li Spagnoli , Lancarotcs : iFrancefi , S arco colle . Del Glaucio; Cap. XCIIII. IL gl a v c i o è un fucco d’una herba ,.che nafee in Hierapoli di Soria : le cui f rondi fon quali limili al papauero cornuto , ma però piu graffe , Iparfe per terra, di malo odore, & al gufto ama- re. E quella pianta tutta piena di fucco giallo . Scaldano gli habitatori le lue fiondi, metten- dole in ualì di terra ne forni mezi caldi , fino che tranlifcano : & pofeia le pedano , & ne Ipremono il fucco . Il cui ufo , per eifere egli frigido , uale daprincipio ne i difetti de gii occhi . Chiamasi il Glaucio Arabicamente dagli fpctiali, & dalla piu parte de i medici Memithe , per hauerlo cofi chiamato Serapione , & JLuicenna . Et per quanto fi pojja confider are perde. note dategli da Diofcoride i fmilmente da Serapione , quello , che commimcmcntc è in ufo , corrijponde neramente affili bene al nero . percioche ol- tre alteJJ'ere fiato piu uoltc ifperimentato per rimedio falutif ero degli occhi ; è di fuori rofìigno , & di dentro giallo , & alguflo amaro , & difafiidiofo odore : come che f ritrouino alcuni jpetiali , che lo fanno di fucco di chelidonia maggio- re* Ma è d’auertire , che in Serapione oltre al capìtolo proprio del Memithe nero Glaucio de i Greci , fi legge al capitolo , della Curcuma , che la chelidonia minore fi chiama Memithe . Il che ageuolmente fi può comprendere effer e errore del- ; l'interprete : impcroche Diofcoride 3 di autor ita del quale parla in quel luogo Serapione , non fa alcuna mentionedel Glaucio .Dal che è proceduto poi , che in due modi errino quelli fpetiali : prima per far eglino il Glaucio della, chelido- nia : & poi per torre la chelidonia maggiore in cambio della minore , per bauere ella il fucco giallo . Scrijfe del G lan- cio Galeno al V I . delle f acuità de i femplici , cofi dicendo . il Glaucio rifiringe con fastidio : ma rinfrefea cofi ualoroft- mente , che fpejfoejfo folo cura l'erifipelc , che non fono troppo grandi . £' comporlo di terrea , & acquea fiftan^a : lu- na & l'altra è frigida }ma non però troppo . & però fi può egli ra/fembrare all'acqua di fontana . Chiamano i Greci il 1 Glaucio , thcLuziov : i Latini, Glaucium : gli Arabi 3 Memithe . Della Xilocolla, ciò è, Colla di carniccio. Cap. XCV. LA eccellentissima colla, laquale chiamano alcuni colla di legno, & altri colla di toro , è quella, che delle cuoia di toro li fa in Rhodi, bianca, & tralparente . percioche la ne- ra è manco buona . Disfattala colla nell'aceto guarifee la ftabbia & 1 impetigini : rifoluta nell'acqua calda, & meda fopraallecotturedelfuoco,nonuilafdaleuare leuefcicne. Inteneri- ta con mele , & aceto gioua alle ferite . Della Colla di pefee. Cap. XCVI. LA colla dipefceèiluentre d’un pefeedi fchiatta di balena. Lodali la piu bianca, cheli porta di Ponto, alpretta,ma non però molto, ruuida, & quella che pretto li disfa .E utile ne gli impiaftri , ne i medicamenti del capo , & della ftabbia, & in quelli, che lì fanno per diften- aerele grinze della pelle della faccia . IA Sarcocollafcrit ta da Mefue. Sarcocolkfcric ta da Galeno. Nomi. Glaucio , & fua eflaminatione . Glaucio forie- ro da Gal. Nomi. 8 )° Difcorfi del Màtthioli Colla , & Tua cf faminationc. T JL/r J c 0 ,IA tmt0 a carniccio , quanto dipefce , è notifiima à cìafcunb : & imperi non ricercano altra dice- ria -NondmenoèiafaperecbelaCoUadicarniccio hogginonfi fastamente delle cuoiadi toro; madiquelle anchora detti altri animali quadrupedi . Di quelle colle non ne lafcìò alcuna memoria Galeno ne , firn libri del- le f acuiti de [empiici , ma ben d, quella , che per incollare i tibri , fi fa di fior d, farina , & falamuoia , lodandola per maturare in ogni luogo del corpo . Di quella de i pefeifece mentirne Taolo Egineu ; ma non pero altro i, pu, ne Aiffc Nomi chfenedicefreDiofcoride. Chiamano la Colla di carniccio i Crea, quella* ÌeL.tMmJl Lamicbwnano quella di carniccio .Glmimm .ouero Z,iGVraUMamanocmeniue,Zire,&Gara.iTeief^ del :&la feconda Colla de pefee . i Francefi , Colla . DelVifchio. Cap. XCVII. T O ottimo Vifchio è quello , che è frefeo , nuouo , di dentro di colore di porro , & di fùo- T rirofsieno , & che non ha nc dell'afpro nc del fcmbobfo .Falsi d> certi acmi , chc nafcono m ^ fu le querele da cerca pianta , che hale fronde limili al boffo . Peftanli gli acini , & lauanf. & pofeia fi cuocono nell acqua . Sono di quelli, che lo fanno manicandoli. Generafi anchora ìnfui meli in fu i peri, & in molti altri alberi . Trouali oltre a ciò in alcune indici d aibufcelh . Mollifi- cali uifirifio frifolue , & caua : matura le potane, cheuengono dopo leorecch.e,imbercol. & 1' /'rrn rorril R' CPVCÌ . Sana le eDinittidi, applicato in una faldelctta . Mollifica ap- yircblo.&Ku Ft hiftoria. T /ce'? il y;rci]io .il (lime im? armante cmamianw ut i uji'Un* * >r j l 1 < piu naturale/, a quello ! che fi chiama Quercino , d i cui principalmente intende Dwfconde . D, quefioadmpupn- mamente parlando , dico , che copia grand, fiima oltre à quello , che m fu, per, , & mfu , mel, nafte d, monomio- libro deli Eneide ,cofi dicendo . Qual [midi nuoua fronde nelle felue M freddo uerno uerdeggiare il uifeo , ZtpcròTcc[aVti!ÌoM^ mi trucio', nafolamenft dello Pie reo de , tordi, & de , colombi non nafeere fe prima nofifi matura nel uentre de gli augelli. Il che prima iti lui ftnff p del 1 1 libro delle caufe delle piante . D, queUo , che najce neipmi,& negl, abeti , il quale (ficondo > M in Eubea Stclin : & in^ÒcadiaHìphear ,fe ne uede copia ne i bofehi della u^€ doue fempre quando è maturo ,fi , leggono infinite tordele . Ma e anchora queHo .per quanto ft \ wW, to , di poco udore , come quello de iperi ,&dei mel, : mperocbe nel cuocerlo , batterlo , & p . mnimli,af & ogni tenacità . La pianta, che produce il rifililo nc , pini, negl, abeti , ne tpen, , cafta«„i, fruii ferua le fiondi uerdi cofì nel uerno , come nella fiate . il che non fa quello , che nafte nelle qu , .. ceni. Del che uolendo affegnare la ragione Theophrafio al luogo poco di [opra c, -K j;e f„„0f le Thn'rphr»fto ( diceua ) chef, ritruoui uifchio , che habbia fempre le fiondi nord, , & di che in pcfììgH tijmuata. attaccato à alberi che fempre uerdeggmno , & l altro a alberi che perdono le fi . ^ Theof\,ufio , che fchinQ* manchi il nutrimento. , & in quelli ri babbi quanto gliene bifogm .Dalle qualtparoj , - uewì,entefd - fo ipercioche tutte le piante del rifehio chenafeono [opra i pei i, &tmeh m f , ^ [dmniew»- 1 in ogni tempo fempre uerdeggiano :& pure à quelli cafcano le fiondi ogni, mno . p dfcmmiipopritneìpri- 1 galacaufa. Oltre ìciofafiiil Vifchio de ifebeften.il quali eh, amano, Creo . • Lmbardiadarm'lit\ mo libro , parlando di tal frutto , Et quejìo è quello che ft porta feria maggioipa t p Nel terzo lib . diDiofcorìde. 8 f i VISCHIO. & quitti da Damafco , & però chiamato Damafchino : affai però meno ualorofoper uccellare , & per ogni altro effet- to, del nofiro di Tofcana . Tafferie delle concede delle radici dell’agrifoglio :& parimente di quel picciolo arbufe cello chiamato da molti Lontana ài quale tengo io per il nero Viburno, la cui hiflorìa fu feruta difopra nel primo Loro a ca pàolo del rhu . Tolgono coloro , che di quefli alberi fanno il Vifchio , le feoraf di qitefie radici , & Jepetlifconle m ter- ra in luoghi burnii tra le fi ondi dei loro alberi ,& quitti le tafeiano putrefare alquanto tempo : & pofeia le cattano, & lepeHano in ma pila tanto, che diuentano beniffvmo uifeofe, & pofeia le lanario all acqua corrente dalle fite immon- ditie . In quejlo medefimo modofe ne fa anebora dalle radici deU'lbifco , il quale noi chiamiamo althea , & malttauifco. llche fipendobenijìimo Diofcoridc ,diccua ,cbc anchoraft ritromuail Vifchio inalcmeradici darbofcelli. Hanno alcuni per fecreto dare trami del Vifchio quercino in poluere per ilmal caduco: con il quale ^perimento dicono effer- fene ajfai liberati . Ma è però bifogno che lo piglino i p attenti quaranta giorni continui, & che fi amertifea, eliciu- titi che fi [piccano dall’ albero non tocchino terra. Ho ben io conofciuto alcuni mal prattiebi medici, che ritrottando fcrit- to in alcuni medicamenti , che fi compongono per il mal caduco il Vifchio quercino , in cambio del legno , ut mcttciiano In piante. Vifchio Tcti&o da Gal. Nomi. Difcorfi del Matthioli U pianta & parimente la datano in pillile, il cbtnonftmy rifa fa da pie uefiuto . Il medefimo legno portato al ah . meramente al braccio con la fica corteccia intorno , prohibifie ( fé tìnto però fi ite credere alle fuperfiitimi ) che le donne gracido non fi fiocino . Il Vifchio che nafce nel pero fanatico, pefio ( cioè i ramo fieli, , & le foglie ) in un mor- taio con graffo fiefco dicanone, fin chetano s incòrpori bene infieée,& meffo dipo i m un uafo di uctro alfoleardmif- firno fin tanto che ne difilli illiquore ,guarifce ( come piu mite ho «editto io) le contrìttioni delle membra, ungen- dole con effo caldo Fece del Vifchio mentane Galeno alpi, delle fatuità defemplici, cofi dicendo . Il Vifchio i topo Sio di pur affai Manza aerea , & acquea , & di pochifiima terrea : imperoche lafua acutezza trapaffa t amaritudine. Vedef, pet,nueflo , che l’effcto corriffiondc allafuftan^a , per tirare egli gli htmon dal profondo, & nonfdameme i/o t fili mai grofiianchora , rarefacendoli,'& digerendoli . Ma è dì quei medicamenti che non fcaldano fólto ebefonopo- SiiLra la carne, ma che ciò fanno con tempo come fakthafiia. Chiamami Creali Vifchio, 'vni Latini, Vi- i famigli Mrahi , Dabach , & Dibach : i Tedefchi, Vogel licim : li Spagnoli , Vifco . A P A R I N E. Nel terzo lib. di Diolcoridc . Dell’Aparine. Cap. XCVIII. LA jFUisE crefce con molti piccioli rami , afpri , & quadrati : ha le fue frondi compar- tite per interualli intorno intorno al furto à modo di ruota, come la rabbia, produce il fior bianco , il feme tondo , duro , bianco , concauo in mezo à modo d'uno ombilico . l'herba è fi ruuida, che s’attacca alle uefti . Vfanla i partorì in uece di colatoio , per cauar fuori i peli del latte . Il fucco del feme , del furto , & delle frondi , è ualorofo beuuto contra à i morii delle uipere , & di quei ragni, che fichiamano phalangi : medica i dolori delle orecchie diftillatoui dentro. L'herba o ulta con fogna , & impiaftrata rifolue le fcrofole . L’J. p AH i NE nafie per tutto, & muffirne frale lenticchie , come all'v III. capo dell’ vili. libro riferifee Apatine.&fua Tbeopbraflo. Chiamatila molti, per produrre ella le fiondi lunghette attorno attorno alfujlo à modo d’ima rotei- eflimin. la di {perone, Speronella . E' molto ruuida, &però quando è matura , s’appicca tenacifiimamente allcucsìi . sfa- tto alami il fino fucco con non poco fuccejfo à faldate le ferite fiefche della carne, & parimente à riSlrignere le fetole de i capitelli delle poppe . L'acqua dijlillata da tutta la pianta ,fi da utilmente à bere à i difenterici, & Lapoluere della fec- ce fana le ferite , & parimente [ ulcere fparfaui f ìpra . Fccene breuemente mentione Galeno alvi, delle facultà de i fcnt“ [empiici, coft dicendo. E eparine è poco ajlerfiua ,& pocco difeccatiua .Hainfe alquanto delfottile. Chiama- Nomi." no i Greci l' Aparine , A ’mplm: i Latini, eparine : i T edefehi, Kleblqraut : li Spagnoli , Vrefera : i Francefi, Grateron. Dell’Aliffo. Cap. XCIX. LO a l i s s o è picciola pianta d’un Ibi furto, ruuidetta, con frondi ritonde: approdo alle qua liè il frutto , che fi ralfembra à doppi feudetti : nel quale è dentro il feme alquanto largo . na- fte ne i monti, & in luoghi afpri . La fua decottione bcuuta ferma il linghiozzo , chenon è con feb- ! bre. Il medefimo fa tenendoli l'herba in mano, oueroodorandolì.Tritaconmele, fpegnelema- i cole della pelle della faccia , & parimente le lentigini . Credefi , che peftandofi , & mettendoli ne i jo cibi, gioiti alla rabbia de cani. & credefi che attaccata per le cafe ila falutifera,& che fia buon ri- medio tanto ne gli huomini;, quanto ne glianimali contra alle fafeinationi . Legata in tela rolla al collo al beftiame , difcaccia uia le malattie di quelli . Vjn i a iter amente è appreffo gli fcrittoril’hiftoria deli' Aliffo. imperoche per quanto [legge in Tlinio altxi. Alido, & Tua ef cap. del XXIII I . libro non è altro , che quellapìanta chiamata da noi uolgarmente Ujtbl’ia minore , per effe- (amiIutlone- j re ella (dall’ batteri trami alquanto piu fottili ,& le fiondi piu picciole in fuori ) del tutto fonile alla rabbia. del che iàmmifejlo indicio , cofi dicendo . L’crithrodano , il quale noi chiamiamo rabbia , con la quale fi tingono le lane , & fi ceti ciane le pelli , prenota l'orma . Beuutacon acqua melata fatta il trabocco di fiele : & impiastrata con aceto , le uo- latiche . Tramano la radice , e’I feme i me finii , ristagnano il rorpo , & rifoluono le pofieme .È da quefta pianta non lo in altro iifiimile quella , che chiamiamo Aliffo , che nell'bauere ella le frondi, & i rami piu piccioli . Hafii prefo tal no- ; me per non Inficiar uenire , ne diuentare rabbiofi coloro , che fon fiati mordati da i cani rabbiofi . Del che darebbe qual- ' che indicio [batterla Diofcoride di fatto mejfa dopo l’A parine, la quale raffembrò egli alla rabbia ;fe le fembiange , & i lineamenti ut corriffondeffero . imperoche (Miffo fcritto da Diofcoride ha le fiondi tonde, el frutto filmile à doppi feu- detti, nel quale è dentro un feme larghetto. Il che in alcun modo non ftuede nellanofira rubbiaminore .Che altra co- j fa firn appreffo Diofcoride la dubbia minore , fi dimofira per battere egli trattato & della maggiore , & della minore | piu auantiinun medefimo capitolo . Il che nonhaucrcbbe fatto egli ,fe per l’Alt fio haueffe intefo di quella. Et però fi 1 prn dire ò che di gran lunga erraffe ‘Plinio ,òche per l'Alij fio intenda egli altra pianta diuerfa dall! Aliffo di Diofcoride. Oltre à cioreflone molto piu conftfo , udendo dire. Aedo : Dicono alcuni , chel’Aliffo è quella herha , la qual chia- Varie opinioni j mano Siderite heraclea , che nafte per tutto appreffo àgli argini delle uie , con fiore porporco , & foglie groffe . à cui *r jo fu dato il nome d’Aliffo , per giouare ella à ì tnorfi de cani rabbiofi mar auigliof amente . Dallequaliparole non folamen- te fi uede , clic Aetio non definite l’Aliffo di Diofcoride ; ma che anchora non offrirne , ne dichiara qualffetie diSide- rite intenda egli per l’Aliffo. Imperoche effondo tre le fidenti fcritte da Diofcoride, delle quali laprima,& l'ultima han- no il cognome d'heraclee ; non ueggio neramente comèfipoffa determinare , di cui egli'habbia intefo . Ai che non cor- rìfftmie quel , che ne ferine Galeno alll. libro degli antidoti, narrando alcuni rimedi] d’ Afclepiade, ne i morfì del can rabbiofo , cofi dicendo . L' Aliffo t neramente una berba fintile al manobìo : ma nelle fommità de i furti ha le rotondità piitfpinofe , & piu affre ,doue nafeono i fiori di colore che tende affai al celefie . Et però uedendu dell’Aliffo tante uarie opinioni , & Infiori e , palmi , che diffidi cofafìa i affermare qual pianta fi poffa per l’Aliffo uero mofirare in Italia . ' 'nientedimeno fapendo io che non mancano buoni femplicifii , che tengono la piatita dì cui è qui la figura per il uero A- liffo , non ho milito mancare di non porne il rìttratto in qttefto luogo , fe bene non ut rifonde egli con tutte le note. V ito- Errore c;ej 6o il fiuelho , che lo fcritto da Diofcoride fia quell’berba , che fi chiama Canape faluatico . la quale quanto fi gli raffem- Rueìlio. bri , lafiio, per nonfempre correggere altrui , nelgiudìcio di coloro , che fanno laprofefiione de i femplici . Quello , che ferine Galeno , è per tutta Italia uolgare : & cofi parimente quell' altro , che ferme Aetio . ma qual di quefti poi fi deb- C C C C ha 8)~4 Difcorfi delMatthioli GLISSO. ha u[ttn , lo lafcio in arbitrio di ciafcuno , come che piu mi piaccia flar con Galeno : il quale fece * L,®. AlilTo fermo al VI . delle fatuità de [empiici, co fi dicendo . £Hata da G al» tYcZ::^ tati rabbiofi : il che fa ella per frettale proprietà di tutta la fua fuflan^a. La quale operattone, t*f ^ detto , non fi conofceper ragione alcuna , ma fola perefrerieny . Ma uolendofi ^ [hc fpegnc egli, nofee battere egli uirtùmediocrementefecca,&digefiiua,& con quefie alquanto dell ai J , e Kami. ’& caccia uia fe uolatiche del uifo , & parimente le macchie caufateui dalSole. Cb, amano, GrectloM'M » Latini, Aliffim. Del- Nel terzo lib. di Diofcoride. Sjj Dell’Afclepiade . Cap. C. LA jscniiiOE produceiluoi ramilunghi .-nei quali fono le fiondi lunghe, che fi raffèm brano all hedera : le radici lottili , copiofe , & odorate : ha il fuo fiore odore graue : il leme fi raffembra à quello della fecuridaca . nafce nei monti . Le radici beuute con uino leuano i dolori del corpo , & uagliono parimente à i morii delle lerpi . Impiaftranlile fiondi , contra le ma- ligne ulcere della natura delle donne , &parimente dellepoppe loro . P,A R m I ueramcntc , che errino coloro , che tolgono , per l'>A fcle piade , la qual diffe Diofcoride , & parimente Tlitiio nafeerene i monti , quell’ berba , che con fondi ritonde , & rade, ruuide , &per intorno non troppo minu- VINCETOSSICO. Afclepjade, & lua edam, littore di mol- ti. tamente 8 Difcorfi del Matthioli Errore del Fuchfio. tamentehtagUate.attaccatcperlungopiccmolodlungafebenfottilefune.&cheappreffioamt e ie publkhe fonie con fiore picciolo , & rofiigno , & confottilifime radici uà ferpendo per terra , la qual chiamano alcuni H edera tene. Sire Imperocbe oltre aU’hauerfi taciuto Diofconde , de uada per ogni uia ferpendo lungamente per terra , diffie, ch’el- la haueua le fiondi piu lunghe, che thedera : & non piu tonde , come ha quefla , la quale chiamano Sedera terreft re . Et però f, può fieramente dire, che differenti fieno di gran lunga quelle due piante . Ma la nera Afclepude , la quale e- conLalcmialtriGreci.&buoniamoriifetantafedefidebbepreHarealiottoMarceUoFiorenmo^produceiljio- re à modo di rofa . Et quantunque piu notte l’babbiaper li monti della valle Anania fendi firn, menata : non la ho io però anchòra potuta vedere. Tfe manco pormi, che errino coloro, de quali nè uno il Fuchfio medico Segnalato de tempi noSìri, che credono , chefia l’Afclepiade quella pianto , chiamata damohiVicentoffico Imperocbe nonrm- uandofi nelle fiondi , ne nelle radici odor • ermo aggradevole , ne ne ifion odor veruno /piacevole ne che , Ifemefia firn- t« le alla fecuridaca ( per coche delfeme ,&non de cornetti ferme Diofconde ) non fi può fe non dm , che affioro fi fie- no ingannati . Appo ciò non fi legge ne i libri defemplici d’Onbafio , il quale traforine di parola m parola da Deri- de, che l’Afclepiade faccia le foglie lunghe : ne anche nella interpretatione di Marcello Fiorentino, ,1 quale bette for- r . fi usa pi„ corretti . Tìu oltre ho ueduto io un tefio molto antico di Diofconde , m cui doue fi deferimmo le radia no » m lZ^Z\fileg£eL^',cioèmolte,mafolamente^d^ di lauro ( quantunque fieno elle in cima piu acute) ferme , & parimente lifcie : -Produce dalle radici affai gambi, » eri, , &anenLoli,i^orMài^fm>Ufogfiepofieìdiu:,àiue,d^di^«^uEa,SimpK^,&{ottt: li che nel pallido biancheggiano , da i quali mfeono alcune filique piccole piramidali , & acute , piene di cendamgi- ne,fia la quale è ilfeme. Ha copiofifiime radici , bianche ,& fonili , le qual, fi diffondono attorno Attorno alla firn- ta, ma non però odorate, febene al guSìo dolcette, con una quafi mfenfibile aditela : delle qual, e l ufo m medium: Virtù del Vin- 'Nafce ne i monti , ne i colli , & in altri luoghi aridi , & fajft )JJì . Le radici / caldano , & difeccano nel pt imo graà o , di cetofsieo. .prono 3&rifoluono : Hanno uirtùpotentiffima contro, tuttii ueleni ;& diqui shacghprefo iLnome,& però fi danno fieramente àbereà coloro , che fono Siati mordati da qual fi uogli animale uelenofo Damofiancboram notabiliffimo giovamento alpefo dì ma dramma , & merp , o gm giorno , quaranta di continui a bere con la decorna del l ardo benedetto, à i morfi del cane rabbie fo , & beute nel meiefmp modo ogni mattina profanano dalle c m ago- ni pethlentiali . Beute , le medefime alpefo di una dramma , con acqua d, acetofa , o d, buglojfa giovano a tutte leinp 1- JJ del cuore , nel che operano con piu efficacia ,fe ui s’aggiunge un poco di feme di cedro : Trefe con umo gaggio, & puro , mitigano i dolorUeUe budella : La decottione delle medefime fatta nel umo bianco, beuta p,u,& pmgmn,, guarifce gtbidropici , ma bi fogna procurare, che fidino nel letto /libito che hanno beato la decozione fu e . radici con feme di peonia nel mal caduco , & provoca t orina, & giovanile infirmiti a, malinconie, oneramene con perle . Ammalano i vermini del corpo beute con polvere di radia d, dittamo mento ne i bagni , che fi fanno alle donne per , dolori deUa madrice & per provocare , mefirui. ni , che le radici del Fincetofiico , fieno molto falcifere per dare a bere con umo , caramente con la decottmeieu radici del S.mpbito maggiore, à ifiacafati , & d coloro , che enfiano da l’alto . Tfo n manca oltre a ao, cbidiapu fa, virtù à quella altra pianta , di cui dicemmo nelprincipio di quello difeorfo , chiamata da ^‘federa^ ^ /penalmente per mettere nelle bevande , chef, fanno per le ferite del petto penetranti &deUe budeUa Alm m » il Tuo Cucco ne gli unguenti , per bauer virtù di faldate le ferite .Scùffie dell Afilepiade Galeno al V • f fernplìci una fola riga , cofi dicendo . S cùffie di quefla herba Diofcoride nclterrp libro, mano, nonne battute fi. Nomi, anebora effieùen\a . Chiamano iGrecii A fclepiade, a Wn».' i Latini, Afclcpias . Dell’ Atrattile. Cap. Cl. L’Atrattile è una pianta fpinofa , Amile al carthamo , quantunque habbia ella le frondi molto piu lunghe nella fommità defufti : i quali nel piu del refto fono fenza frpni , & ' quelli ulano le donne in uece di fufa per filare . Produce in cima certi bottoni meni d acute p me Fall fior giallo, quantunque anchora in alcuni luoghi lo produca porporeo : la radice : fottJe, inutile . La chioma lua , il leme , & parimente le ftondifi beono con umo , & pepe utilmente ^ tra le punture de gli feorpioni. Dicefi , che tenendoli 1 Atramlein mano da coDio, che on t ti da quelli 3 non ient ono dolore alcuno : ma come la lafciano , ritornano nei medeiìm Atrattile3&fua cflam. Errore del Ruellio , & d'Hermolao. -r y-jFoLE il pueìlìo , & parimente Hermolao, chefia l Atrattile fcùtta da Diofconde qve api ,m Jp ^ \ tbamofaluaticochìamatoCnicodaGreci, che fcriueTbeopbrafioalilii.cap.delvi.il n e ^ piante. Maùtrouo io apprcffioàTheophraSlo differenza tra l Atrattile ,e l Carthamo fa va ic ■ che piu mani/ eoamente conofiere fi pofia, cofi di parola in parola èlhifloria, che di turni &rduttiu: & dell’AtrattileparticolarmcntcfcùffeTbeopbrafto ,cofi dicendo. Diu, defili Carthamom fi Lndmtto:& quefio fi diuide meiefmamente in due fipetie , dette quali l'uno è filmile al domefitco , con , fuo fuj imperò Bufarono anticamente le donne per lerocche loro da filare. *rod»c* ro.L’altroèpiufoltodifiondh&produceìfiuoifuflifmiUalfmchoAnchimndofiatenape^ di , & giacendo fi in fui campo. Genera ,1 frutto amaro , copiofo , &pelofo come una ber J È ^ ^ j me , come che molto piu ne faccia ilfaluatico .Hamfe quefla particolarità tr ale pi f ’ , ■ , & que/ìapropùanamralorod’effierefemprepiudure.&piulpmofe delle domestiche , qu fi t ^ Nel terzo lib. di Diofcoride. 8 y 7 ATRATTILE. piu lìfcio. Oltre à ciò (ricama è anchoraella Cimile al cantiamo domejlico .rofiigna di colore ,& fuccofa. Mal' ri- trattile è piu bianco di tutti quefti, &haneUe fue fiondi una particolarità, la quale è , che fiirpandofì quelle ,& acco- dandoli alla carne, gocciolano fitbito unfanguigno liquore :& però chiamarono alcuni quefla pUnta r,mturafenon tardi," fucco , comefangue : la onde è chiamata da alcun, phonos . E d, grave odore .,f f. 1 ^ ^ prima che nell' autunno : quantunque co d,r f, pojfa diurne le piante ffnnofe. ? j , m dm -, che lecitamente ft polfa concludere ,cbenonfial ritrattile alcuno dei Cai J (art* Nel terzo lib. di Diofcoride. 8 yy Urc,&perfe Jleffapianta > & ?«<&« ’fleJTa >c^e vfauano anticamente le donne per [uffa da filare . Et imperòTheo- Joro Gaza aalentifiima Greco interpreta Petrattile in Theophrafio fufofaluatico ,& nonrocca, come interpretòil Carthamo f abiatico . Il che par , che dimoflri, che anticamente uf afferò le donne per rocca quella ffctic di Carthamo , & fah petrattile .Sono alcuni non mediocri [empiitali , i quali tengonopcr certo che la pianta di cui è qui la figura, ila il itero attrattile alla cui opinione m'accofiarei anchoraio, fi rompendofile foglie , ne diftillaffe un [ticchio fintile al imene & che haueffe ella i gambi diritti. Vero ne lafiiarò ilgiudicio à coloro, che confideremmo bene tutte le notedel- Petrattile ■ Oltre à ciò tiene il Ritcllio , che quella fpmofa pianta , la qual noi chiamiamo Cardo benedetto , & altri Cardo finto ,& altri herbaTurca ,fia quella [econda fpetiedi Carthamo [aluatico , cbefiriucTbcopbratto . Mlactti opinione nonpojfo non accollarmi . Imperochc il Cardo benedetto fi ne giace con denfia chioma di fiondi , & uedefi an- dare coni gambi per terra . Va appo ciò il frutto amaro, &pelo[o àmodo dibarba , & ifiifliroffeggianti comcilfon- cho . Di modo cheper cotali fomigliange imamente comeneuoli tra la [econda ffetie dclCnico jdmtico , & il Cardo benedetto , r.on fi mar aitigli alcuno fi bora fin coftretto à mutare opinione , & ad affermare bora quello che già negai, battendo io per fimpre deliberato dì mantenére, & difendere molto piuUuerità.chclemìe opinioni. Ma ben mi Errore del puaauHìo , che diceffeil Fjtellio Intorno de tempi noHri neramente dottifiimo , che da quello Cardo rifudi fanguinofo Ruellio. picco . imperochc , quantunqe quello fia uer amente contrario all' efieriment offe fuffe , come pur uuole , egli il itero , fa- rebbe tutto centra al f, ito fintimcnto : non ritrouandofi , che mai diceffero Theo'phraHo , ne Tlìnio . che da i Cartbamì filiiatichirifiiaffe alcun [angue ,& majlimc da quella feconda fietie , la qualenon accetta in modo alcmoil Bjtellio per t ritrattile : & imperò coiifìtfamente ne firme . Terciocbe fi pure batte ffe itoluto affermare , perfoflencre quefiafua opinione , che fuffe l’Mrattìle quella prima ffetiedi Carthamo [aluatico, doueua attribuire il diliillare del [angue à . . ) quello, & noni quello fecondo , il qual tòglie egli per ilCardo finto . He manco in ciò mi piace l'opinione del Fu- C cbfm , il quale ne [noi commentari j , & parimente ne i libri delle compofìtioni de medicamenti fi crede , che il Cardo be- ta. vedette fiat ritrattile pm hirjuta : & dico piu biffata, per farne egli due jpetìe , una meno ,& l’altrapiu biffata: quantunque non fi rimili appreffo Theophraflo , & Diofcoride piu duna ffetie d'Mrattile . la quale , per quanto io me inneggia , non può in alcun modo effere il Cardo benedetto . Imperochc non ha egli alcun picco [anguineo , ne i fufli in alcuna parte nudi, augi che non produce egli alcuno diritto gambo, ma rami arrendevoli , con i quali fi ne uà per terra, omramenteittfi corca. Mapofcia [che à dire del Cardo finto, m’ha indottoil Bjteliio , non farà finou buono qui dime qttanioda piu moderni neritrouo fcritto.Et però dico, che ì C ardo santo chiamato da alcuni berba Cardo Turca , è notifiima pianta à tutta Italia , dotte non nafeeper fifteffo nelle campagne , come fanno i cartbamì faluati- °r‘a chi ; ma fi [emina , & fi coltiva in ogni luogo negli boni . Dove fi uede ere fiere con gambi tondi, & arrendevoli , pe- ti lofi,& Hratiper terra , foglie lunghe , intagliate da amendue i lati , & mentre che fitto tenere , pelofe, & fimo fi per intorno quando fono mature . V roduce i ricci nelle fommità de ir ami lunghetti , de acutamente ffinofì , circondati da ffi— nofe foglie , le quali per ogni intorno li abbracciano : Efiono da quefiii fiori giallicci , & il finte fi ritraila dentro in ma lanugine come né i carciofi &nel carthamo : La radice ha. egli bianca , & diuifa in piu fibre . Tutta la pianta è , alfapo- rcamariffima però direi io , che fuffe compolla diparti terree affottigliate dafaculta c alida . Ila quella volgarmen- te in Italia grandijìitm nome ,& iffetialmcntc cantra la peflc ,& contrattimi veleni mortiferi , tanto dico contea quelli, che fi mangiano , ò fi bettono , quanto à quelli , che lafciano col morfo , & con le punture tutti i itelenoft anima- li . Beueftla pia decornane per la quartana ,& per ogni altra febbre , che cominci con freddo, al che fida parimente della polvere dcll'hcrba con nino , onero della fua acqua lambiccata . Vale nel medefimo modo alla epilefiia de i fanciul- liìii lìeurn la fua decottione fatta nel nino con stop dramma della fua polvere alleggia mirabilmente il dolore dtfian 0 co . Sana tutti i dolori del corpo , & prouoca ualorofamente il [udore : ammaina i vermini , & giova alla madrice . V fa fi ài [empi noHri per fare quell' acqua , ouer nino del legno d India , clic fi da per il male Fi ance fi , per batto e p) o- prietàmirabile diffidare tutte [ ulcere vecchie ,& maligne ,& di rifanare ( interiora. Chiamami GrecilMrat- Nomi. tHeffifémutti Latini , MraBylis , & Fufits agrefiis . DelPolicnemone.- Cap. CII. IL POLI CNE MONE èurupianta farmentofa. Produce le frondi limili all'origano : e'1 fufto, come quello del pulegio , compartito da molti nodi : lenza alcuna ombrella , in ucce della qua- le ha egli in cima piccioli corimbi, di buono odore , & d acuto làpore . Impiaftialifrelco , & pa- rimente lecco con acqua utilmente per fàldare le ferite, ne fè tic lena uiaper lino al quinto giorno. Beueii con uino alle diftillationi dell’orina, &alle rotture . Non ho finallora, per quanto io habbia conofiiuto .ritrovato , ne veduto il ueropolicnemone in Italia. Dove p„,;frem0;gt quantunque fi ritrovino alcune piante, che da alcuni fi mofirano per il nero Tolicnemone ; nondimeno per mancar ersam, ’ loro pur affai note , che fi ricercano nel Tolicnemone , non poffo neramente [opra ciò determinare coffa veruna. Et però lo afeiarò tra [altre piante incognite fin tanto che ne confegitifca maggior cenema . Il Tolicnemone ( per quanto fi n’ha da Galeno al \ ili. libro delle [acuità de [empiici ) [calda , & dìfecca nel fecondo ordine . Et però falda egli le da Galeno. O ferite. Chiamano ilTolìcnemone i Greci, Tbtówipmiti Latini, Tolycnemum. Nomi. CCCC 4 Del S6o Difcorfi del Matthioli Del Clinopodio . Cap. CHI. IL ciinopodio è una pianta , che produce le frondi limili al ferpollo , farmentofa , alta due fpanne. nafce in luoghi fattoli . Raflèmbranfi i tuoi fiori à quei del marrobio , compartiti perdi- Itimi internali!, limili nella forma loroàipiedi delle lettiere . Beuefi laherba,&lafua decot- tione à gli fpafimi , alle rotture , à diftillatione d’orina , & à i morfi delle ferpi : prouoca i melimi, & parimente il parto . mabeuuta dilungo alquanti giorni ftirpa fuori quelle fpetie di porri, cheli chiamano acrochordone. La decottione fatta bollire fin che cali la terza parte, nftagna beuuta il corpo, fatta con acqua, douelìa la febbre : ma altrimenti, con uino. Nel terzo lib. di Diofcoride. 8 6 r DV e fono le piante , che da molti fcmplicilli fi ci dimojìrano boggiper il Clinopodio . La prima ha le foglie unpo- Clinopodio co maggior ette del Ser pollo , & alquanto piu larghe , igamboncelli quadrati , & pelo fi & i fiori purpùrei attor - fua edam. no al gambo , & in cima , come nel marrobio . La feconda poi ha le foglie lunghette ; & appuntate in cima , & alt in- torno leggiermente dentate , con certi fior etti piccioli & por por ei , come piccioli balaufii, i quali però per uguali inter- valli abbracciano alt intorno ilgambo.Maparmiperò che la prima piu fi rajfomigli al ucro Clinopodio , chela feconda; per rajfembrarft le fue foglie molto piu alferp ollo,& perche i fuoi fiori che fono nelle fommità de i rami, par pur che in al- cun modo ft pojfinoajfomigliare à i piedi, ò bafamenti delle lettiere antiche.il cbemibaueua indotto à creder e, che fitjfe quella pianta il legittimo clinopodio . Ma battendo gallata io dipoi therba , fui forcato à mutare opinione: Im- pernile battendo molto bene auuertito , che il Clinopodio è compoflo diparti cofi fonili , che fcalda , & difecca nel ter- ordine , & che bifogna , che quelle piante , che fono di confimile temperamento fieno acute algufio, ouer amente ama- rijfwie;ne ritrouandofi uerunadi quefie qualità ne in quefla ne in quell' altra pianta : io non ardirei fiora cC affermare V NT ALTRO CLINOPODIO. 8^2 Difcorfi del Matthioli che u ermi dì mette Me il Clinopodio . Se ben à compiacenza delti ft'tdtofi di quefla [acuita io le ho pojle qui menine- Clinopodio ni quello fcriffe Galeno al vii. delle fatuità de i [empiici, cofi dicendo. Il Clinopodio ha uirtu di fedine , ma non fenico da Ga- dih„fciare . É comporlo difettili pani :&però è da giudicare, che fa calido, & parimente [ecco nel tery orii- lcn°" Nomi. ne. Chiamano i Greci il Clinopodio JSMvmJ'm.-i Latini, Clinopoiium . DelLeontopetalo. Cap. CII1I. o fa il fufto alto una fpanna , & qualche uolta maggiore : fu per il quale fo- li- nella cui fommitàin alcuni baccelli , intuii à quei de ceci,lono didimi due jò tre piccioli grani di feme. rafifembranfii floridi rodo colore à quell, dell anemone, ha fiondi di cauolo, ma fono intagliate , come quelle de papauen . le radici loro lono nere , ma limi- Nel terzo lib.di Diofcoride. 863 li nelle fattezze loro alle rape 5 in piu luoghi fcrofolofe . Nafce ne i campi , & nelle biade. La radi- ce beuuta con uino uale à i morii delle uelenofe ferpi : ne li ritroua altra cola 3 che piuprefto ne fi- nifea il dolore . Mettelì anchora ne i crifteri delle fciatiche . IL leontopetalo, & la fua nera , & nodofa radice , limile alle rape , ho non folamente ueduto trapian- tato io in piu,& diuerfi giardini al domefiico in Italia ; ma anchora al faluatico in molti luoghi di Tofcana . 7 '{afte copiofo in Vaglia . Fecene mentione Vlinio all'x r . cap. del XXV li. libro ,cofi dicendo. Il Leontopetalo , il quale chiamano alcuni rhapeionc , ha f rondi di cauolo , il fufto alto mego piede , con molte concauità d'ali . Ha il feme in ci- ma in certi baccelli , come quello de i ceci . La fua radice è fintile alle rape , grande , & nera . nafce ne i campi . V fia- tilo ( diceua Galeno ) la radice del Leontopetalo grandemente . Ha f acuità di digerire , & f calda 3 & dijecca nel ter\o ordine . Chiamano i Greci il Leontopetalo , Amrorf x *hov: i Latini , Leontopetalurp . T E V C R I O I. Leontopetalo , & fua ellàmina tione. Leontopetalo fcritto da Gale no. Nomi. Teucri©, & Tua eflaminatione. 864 Difcorfidel Matthioli Cap. CV. DelTeucrio. T-,' lL TEVCRI0 una herba, cheli raffembraàuna uergella,fimilealla triffagine. Produce S*ew^o£epo;™^eo.C£»mil>a,perlidIfénìd=l!aHuateSimplaftrac»nficMfc^&,«- to : & à i morii de i ferpenti con aceto folo , fenza altri tieni. „ , ,, . .. s~in altri luozhi anchora, una p, ìantatanto, fintile alla triffagine , che jfef. lo o Teucrio (fc però nafte egli in lidia )faittone da Dioftoride . TEVCRIO II. , che nafta il Teu- Nel terzo lib . di Diofcoride. 8 6y crioappreffo a Gentiade,& a Cifadc ; quello non offa però, che non poffa nafcere anchora in Italia. Fece del Tenerlo memoria Tlinio per due diueifegietie , coft dicendo . Rgtrouò Teucro nella medefima età d Teucrió herba chiamata da alcuni Hermio : la quale fparge i ramtifielli à modo di fottìi giunchi , conpicciole foglie . 7 qafee in luoghi affici, ilfapo- re fuo è auftero ,&non produce ne fiori , nefeme . Conferire ài difetti della mil^a. Il che dicono effer Slato ritrottato da alcuni , i quali battendo meffo le interiora di certi animali fopra effo in campagna ritrouaruno efferfi attaccato alla nufa , & batterla gtàidel tutto disfatta . Chiamano alcuni Tettcrio un'altra pianta , la quale produce trami ftmili al- l'hijjopo con afiaìgàbi,& foglie fintili à quelle delle fatte . Comandano ch’ella fi ricolga, quando fiorifee . il che dimoflra, chepur fi erèdefero cojloro , che quello producete ifiori. ■ & quello maggiormente lodano, che (intronane montidi Tifidia, & di Cilicia. Quello tutto dìffe Tlinio . Il che ha fatto penfare à molti, che imendejfe egli di quella pianta chia- mata da chi Fatta graffa , & da chi Faua inuerft : la quale prendono alcuni ingannandofi per il Tiepido ferito nella fine del fecondo libro da Diofcoride . Del T èucriofcrife Galeno all’v III. delle f acuità defemplici, coft dicendo . Il Teu- Tcucr.o fcritto erto ha uirtù inciftua : è composto di fonili parti , & imperò fatta la milrpt , E'fecco nel ter\o , & caldo nel fecondo gra- da Gal. do . Chiamano il T eucrio i Greci, is»V» •• i Latini , Teucrium , Nomi. CAMEDRIO I. DDDD 866' Difcorfi del Matthioli J Della Triflàgine, ouero Chamedrio . Cap. CVI: CH A M E D R I s dicono i Greci , & i Latini triffagine . Sono alcuni , che la chiamano teucrio , per la fembianza, che ha ella con elfo . Nafce in luoghi afpn & aflofi E pianta lunga una fcanna : le cui frondi fonopicciole , & amare , di figura , & intaglio limili a quelle delle querele : ha if fior picciolo , quali porporeo . Coglicli quando è piena di feme . Cotta uerde nell acqua gioua à oli fpafimati , alla tofle, alla milza indurita, all’orina ritenuta , &a i principi) dell hidropihe :pro- uoca 1 meftrui , & fa partorire . Beuuta con aceto rifolue lamilza: Schernita conmnoe ualorofit i morii delle lerpi uelenofe , Se parimente impiaftrata . Tritali , & fanfene padelli , utili a tut- k r™e cole predette . Mondifica infiemecon melel'ulcere uecchie : Scuntacon olio toglie le caligi- ni de gli occhi . La fua natura è di fcaldare . CAMEDRIO II. Nel terzo hb, di Diofcoridc. $67 Il C II iMtMIO berba notifiima à ciqfiuno, chiamano i Tofani mcr itamente Querciuola. ìmperoche Cium- Chamririo.fc. iris non uuole rileuare altro , che picchia quercia . In Lombardia ft chiama per la maggior parte Calamandrìna: & fui co , o o ifi , rjmpU&' : efta J fette adunque di Giglio chiamato Martagon .arnie il Fuchfiio in quel Jbo grande berbaric v ch fonino,. Ma hauendolouedutolo mutare opinione nel fitto kerbano picciolo .none hora.p /S Ma accioche anchora no, dinamo qualche cofiadclle uirtà del Giglio: è dafiafere chela reo uecchia,& applicata per tre giorni continui, auliti chef rimuom.urafimre, ca i , ’ k ^ ctt iodi.Lamedefmapeflacongrafcia.&olio.famaJccre.imgeiidofene.ipeli.cl f J ■ „/,« tino dolce , ò confapa f caccia fuore per difotto il / angue apprefo, & ufeito delle itene . Matura la medefma le pote- rne , & mollifica tutte le darete . L acqua diflillata da i fiori beuta Refe uolte nel parto ,fa ageuolmente partorir e , & aggiuntoti ^affar ano & cartella , prouoca anchora le fecondine . L’olio che fifa de ifioriuale d tutti i morbi frigidi de i , nerti , & Rettilmente allo fra fimo , & allaparalifia . Vale anchora à mollificare tutti gl' impedimenti delle giunture, & tutte le pofleme molto indurite. £' il medefimo molto falutifero medicamento per i dolori , che rimangono alle dotine do- po diparto , & majfimamente mefcolato con oglio di freme di lino, & applicato caldo con lana fuccida fopra tutto il uen- tre . Mettefi anchora utilmente ne i clifieri , che fi fanno per mollificare la feccia indurita . 1 Gigli chef fono lungamen- te macerati nell' oglio , faldati , & applicati , maturano le pofleme calde fen^a dolore , & maffmamente quelle che na- G ^ ^ fono nelle giunture . Scriffe de i Gigli Galeno alv II. delle f acuità de [empiici, cofl dicendo. Il fiore del Giglio è com- Ga^‘ 11 p.ofto di mifla temperatura : & imperò ha egli parte d' una effettua flottile , & parte d' una terrena , dalla quale nafte l amaritudine , che ui fi troua col gufo , & parte dima acquofa temperata . La onde l'olio , che fi fa di quetto fiore , di- 3 ganfe,& mollifica fen\a mordicare : & però è egli conuenientiflìmo alle darete della madrice .Oltre à ciò le radici , & le fiondi trite per f fole , difeccano , adergono, & digerifeono moderatamente : & imperò confcrifono alle cotture del fuoco . al che fi contiene la radice prima anofi.it a, , &pofia trita , & incorporata con olio rofado ,ufandola fino DDDD 4 che $ pl|i| !l f , mm • ■li! W' II, mbm 1PHÉ iti ■ ! i 8, che fi m la mia . E' neramente aueHo con, temente •medicamento 4 tutti l altre ulcere del corpo , per farle faldate, & indurai la pelle . Mollifica appreffo quejìo la madrice ,& prenotai melina . Cuocono alcun, le fiond, & iyU- Uranio per far (aliare , & ricoprire di pelle nonfolamente le cotture del fuoco ma tutte l altre paghe . Min le (era- no condite nell- aceto per potòrie pofeia «(are alfuo tempo infule ferite .E nella radice p.u {acuita aflerfiua che nh i nelle fondi : quantunque anchora in quella non ne fia molta , come hahb, amo detto per effere filamento gterfmand primo ordine. Et imperò quando migliamo adergere le miotiche , la rogna l ulcere del capo che menano & alterni- li impedimenti , l’incorporiamo con alami altri medicamenti , piu forte aflerfim , come e A mele :,l quale quando m f, mefiola moderatamente, conferme alle diuìfwnide memi , & uniuer fa mente a tutte quelle cofe , che hapno b, fogno d'effere d, ficcate fenaa mordaci alcuna . Mettemmo noi alcune mite mfieme ,1 ficco delle fiond, con aceto & melcot- to mettendo però cmquepartip a dificco di ciafcuno d amendue gli alfa . Uqumt&fiucmm ecccBmffntomi^. mento, ouefuhifignodidifeccarefen^nwrdacità, come mtermcnemtuttelc fer, te gr^ « queir, che fono ne i capi de i mufioli , & quelle anchora, che fono molto molli, ant, che , &makgeuol, da fidare chia- mano il Ciglio i Greci , , i Latini , Lilium .-gli Arabi , Sufi,, : , Tcdefcb < , Lilgen. , & Cilgen: h Spegno- li , Accetta , & Lirio bianco : i Francefi , fi*. A' l - i, o T E Nel terzo li b. diDiofcoridc. 873 Del Ballote. Cap. CXI. I L E A r L o r E , il qual chiamano alcuni marrobio nero , produce piu fufti da una fola radice _[ quadrati , neri, &peIofetti . Ha le frondi maggiori del marrobio , ruuide, & alquanto l’una dal- l'altra dittanti , quali ritonde , nere , di noioio odore, & limili all'apiaftro .• & imperò lo chiama- rono alcuni apiaftro . Tutti i fuoi bianchi fiori circondano come ruota per dittimi mterualli il fil- ilo per intorno. E lauirtùfuaualorofacontraà i morii dei cani, quando uis'impiaflranole fron- diinlìeme con lale . Fannolì sbalìre le frondi in fu la cenere calda, per ripercuotere le pofteme del' 10 federei&purganoinliemeconmelerulcerefordide . r Nasce il Ballote, onero Marrohio nero , il qualeper lo fuo Jfiiaceuole odore chiamano anchora alcuni Mano- Ballote,» fua bio fetido , in fu gli argini de i campi ,&perle publiche firade , tanto fintile aUamelijfia , ouer amente apìaHro , cfsam- Alfe il fuo fetido odore non lo manifeflaffe all'odorato, fpeffo ingamarchhe [ occhio in farfi ricoglierein ificambiodi fello. In Italia è per tutto notiffimo, & chiamafi da chi Marrobiafiro, & da chi Marrobio bafiardo. Scrijfene Tao- Ballote ferino lo pineta ( quantunque fe lo taceffe Galeno )alv II. libro , cofi dicendo . Il Ballote , il qual chiamano alcuni Mar- da PaoIOi rnbio nero, è acuto, &afierfiuo. Impiagato confalemedicaàimorfideicanirabbiofi . chiamano i Greci tlBal- Nomi, late, BtòAoà & Ména, rpómr , ; LMini > uarrubium nigrum , & Mambiaftrum : i Tedefichi, Schuuam andom : li Spagnoli , Marmo negro : i Francefi , Manubin noir . io Dei Meiiflophillo, ouero Apialèro . Cap. CXII. TL M E L L 1 s s o P H I u o, ouero melittena,cio è apiaftro , s'ha ufurpato quello, nome, per dilet- tarli le api della fua herba.I fufti, & lefrondifarebbono limili al ballote, del quale habbiamo detto poco di (opra , fe non Mèro maggiori, piu fottili, & manco pelofe .• hanno odore di pomo cedro . Le frondi beuute con nino , oueramente impiaftrate , giouano à i morii di quei ragni , che fi chiamano phalangi, & parimente allepunture de gli feorpioni, & à i morii de i cani . Al che gio- ii.! anchora il fomentarli conlalorodecottionerèbuona medelimamenteperfàrui feder dentrole donne, che non li purgano . gioua lauandofene labocca à i dolori de identi : & fanfene crifteri per 30 ladifenteria . Le fiondi beuute inlìeme con nitro giouano alle prefocationi de i funghi malefìchi , &à 1 dolori delle budella : dannoli inlettouario à gli alìnatici . Impiaftrate in fu le fcrofole con fa- lde nloluono . Mondifìcano l’ulcere , & mette in fu le giunture ne leuano i dolori . CH iamas r uolgarmenteinTofcdnal Apiafiro dall'odor del cedro , di citirifpira , Cedronella ,& parimen - Apiaftro,&fua tcMelijfa, come fi chiama anchorain Lombardia ■ É pianta uolgarifima ,& di buono odore. Édi: due jpetie d”m‘ domefiicacio è , &faluatìca . Quantunque il Fuchfio famofio medico de i tempi nofiri dica effere la Melijfa di tre Ifetie nel fuo ultimo libro delle compofitìonide i medicamemi . Mauolentierì intenderei daini, perche caufa conti u- meraj]e egli le prime due /penetra la melijfa, fe ( come dice egli ) hanno odore pugyq, lente, comedi cimici, douen- do e/fere la melijfa odorata d'odore di cedro , come fcrìue Diofcoridc , tenuta da ì medici dell’ Arabica fetta molto ua- }0 tonfa ( quantunque fe lo taceffero i Greci) nelle pajfioni del cuore .Et imperò Scrapione cofine fcriffie . La proprietà . della Melijfa è dir allegrare [.mimo . Conferire àglifiomachifrigidì, & burnii! : fa digerire, apre foppilationi del cer- dagli Arabi” Hello, & gioua à quelle debolcgpe di cuore , che impedifeono il forno . Rjmoue il batticuore , lefalfe foìfecitudini , ima- Sfeatiom ,& fantafte ,che caufano glihumorì malincolici ,&U flemma adtijla.il che confermata Auiccmanel fuo libro delle for^c del cuore , quando cofi dìceua . La Melijfa è calda, & ficca nel fecondo ordine . Ha proprietà mirabi- le dirallegrare , & dì confortare il cuore : al che l’aitano la aromaticità Jfiitticità , <(r lottigliela apctitlua , che firi- trmno in effa . con le quali qualità conferifce ella aneli or a à tutte le ui fiere . Ha uirtù leggiermente folutim ; ma tan- te pero , clic bafiaperfoluerc dagli \ piriti , & dal [angue , che è nel cuore, i impari malincolici . Il che non può fare el- “ negli altri membri , ne manco in tutto' l corpo . Vna piantale cui foglie non erano guari difiimili da quelle della Mdifsa coniti vielijfa , uidigia io portata da Conflantinopoli , in Traganell’amemfshno fiegio giardino , la quale ho chiamata io per tlnoi’oI,tanJ- o non ftperne altro nome , Melijfa Costantinopolitana . E qitejla alga [lo amara, fenici ueruno odore dicedro, &pcr incuto dicono alcuni è antìdoto di tutti i uelcni ,& delle pajfioni del cuore. • Scriffenè Galeno al v II. delle facilità ^ e [empiici , cofi dicendo . Il Melifsophillo è delle facultàfue fintile al marrobio , quantunque fia men ualorofo :& però da Gal. «inno l adopera . perciochefuperchio farebbe l’ufo del Melijfophillo , battendo alle mani il marrobio , del quale per tut- to i mondo gran copia fi rìtroua. Ma iter aniente fe per forte non fi póteffe battere marrobio , fi può certamente itfare , porche la qualità aggiunga à quel piu , che di ualore ènei marrobio . Ter la quale dottrina fi uede effere fiate occulte à aem,gr djjfi altri Greci le buone parti, che gli affegnanogli Arabi : per le quali è ella in tai cafì molto frequentata ci medici, che per ualenti prattici fi tengono. Tlinio alni, capo del xxi. libro fcrìue che l'Apiaflroin Sardegna porejfer iui uelenofo è dannato da tutti . Ma dubito chtegli non fi fia qui ingannato , come in molti altri luoghi , & che non babbi egliprefò l'herba Sardonia che nafte in quefia ifola , chiamata da alcuni Apiorifo in cambio dell' ApìaHro . < ' c i Greci la Melijfa , tdtMÓ fanno, ; ; latini, Melijfophyhtm , &ApiaUrum egli Arabi , Bederangie ,. Sedar- nl‘, Bederengegum , T urungen , Trungian , &■ Marmacor : i Tcdefchì , Mcliffeit , & Binenkgaut : gli Spagnoli 1T0- 1 Ulema cidrera : i Francefi , Meliffit , & Tom cirade . Del Nel terzo lib.diDiofcoride. S/j MELISSA CONSTANTINOPOLITANA. DelMarrobio. Cap. CXIII. TL vuoilo è una pianta fu dalla radice raraofa , biancheggiante , & pelofetta. Pi oduce i JL filili quadrati .• le fiondi d’un pollice, ritonde, pclofe,ruuide , crefpe, & amare . Produce il leme luperii follo compartito da piu interualli: e’I fior parimente à modo di ruota, ruuido.Nalce apprelfo à gli edificij , nelle ruine , & ne i calcinacci . Danfi le file fiondi Pecche infieme col leme , cotte nell’acqua , oucramente il fucco delle uerdi infieme con mele , à gli ftretti di petto , alla to - fe , ài thifici . Caua tolto infieme con iride fecca la flemma grolla dal petto: dalli alle donne di par- to, che non fi purgano, per prouocarcloroi meftrui,&le fecondine :& parimente a quelle, che non poifono partorire : à coloro, che haueffero beuuti i ueleni, onero che follerò morduti dalle > ferpi. nuocono alla uefcica,& alle reni. Le fue fiondi s'impiaftrano in fu le ulcere fordide per mon- dificarle .■ fermano i pterigi delle dita, & l'ulcere, che corrodono la carne : mitigano 1 dolori del co- ftato . V ale à tutte quelle cofe il fucco fpremuco dalle fiondi pelle , & polcia ficco al Iole . Knchia- 1 1 ra quello Difcorfi del Matthioli ra quello unto con mele s & «ino la uifta : & meffp nel nafo uale à trabocco di fiele . Diftillafi per fc folo , oitero con olio rofado , per li dolori nell oreccnie . Marrobia , & fiia efsamin. E' u. MARROBIO notifiìma pianta, & uolgare in Italia, del quale al il. capodelvi .libro delibinoti, delle piante affegnò Tbeophrafto due frette, cofi dicendo .limnobio è di due frette. Cimo dei quali ha «crii „ .. . 6 _ 7- :ì 1» nn in ufo rnlnrn . rhe fanno vLi unguenti odoriferi : tfrl’altrn . ri,* delle piante aljegno Tbeopvrajtoaue jpcLMjivj* un.L't'.cv. iv a -, c ■ l ,» , frondi , & piu attorno intagliate , il quale hanno in ufo coloro , che fanno gli unguenti odoriferi : & l altro , eh: fa le fiondi piu tonde ,& non cofi intagliate, afrre ,& nitide .Il che dimoftra , che mlendefre eghper qttefia ultima Virtù del Mar- a,etie audio che nel capìtolo precedente chiamò Diofcoride Ballote . Dafii la decottione del Marrob, o utilmente i i fegatofi , & però fi conuìene nelle kidropifie ,&nel trabocco del fiele , & ammarai per efrer notabilmente antera , « . Chora i uermini del corpo , il che fa parimente la poluere dcUe foglie . Le foghe ucrchpefte con grafia franano appi,. , tate à ì morfi de i cani , & le enfiagioni delle mammele.Le medefime appi, cale con aceto , guari fono le volatiche . lof- fi delMarrobio ma bevanda utilifiima , & certa , per guarire il trabocco dd fiele , dove ,1 male fu confato per oppila- robio. tionc< Nel terzo lib.di Diofcoride. 8 77 tiene . Trendonfi dico dì foglie di Marrobio due oncìe , di radici di Bugio fa , di H elenio , & di eupatorio uolgare , di ciafcuno una dramma &jhe^a,di Rpubarbaro,et di legno Aloe di ciafcuno una dramma.? anno fi tutte quelle cofe bollire in tre libre di uino bianco potente, fino alfeemare della terrea parte , & poi fi cola , & daffi di quefia decornane , purga- to che fiat infermo , ogtn mattina due onde ,conunpocodi^uccaroper dieci giorni continui . ma quando ui fufecom- plicata lafebre fifa cuocere il tutto nell acqua , & non nel uino . Scrife del Marrobio Galeno alivi 1 1 . delle fa- Marrobio fcrit culti de ifemplici,cofi dicendo.il Marrobio come è egli amaro, cofi ufandolo alcuno lo ritraila po federe contlenicnte ope » da Galeno. r adone à talfapore : imperoche lìbera il fegato , & la milita dalle oppìlationi ,& mondifica il petto , el polmone , & prouoca ì mejlrui . impìaflrato di fuori mondifica , & digerifee . Tongalo adunque ciafcuno calido nel fine del fecondo ordine , &fecco nel merp , onero nell’ultimo del terrp . Vfafi il fuo ficco incorporato con mele per quelle cofe , che ofu- fcano la uìUa . Tirato fu per il nafo purga il trabocco di fiele : & mettefi nell’ orecchie per li uecchì dolori di quelle , & per aprire ì meati , che e fendo oppilati impedijcono l'udire . Chiamano i Greci il Marrobioflpdaw : i Latini , Mar- ^omi* rubimi > : gli Arabi , Far afio,& Frafium : i Tedefchi , Andarli, & Lungen kgaut : li Spagnoli , Marruio.-i Francefì , Marrubio . S T A C H I. Stachi 3 hiiloria. 878 Difcorfi del Matthioli Dello Stachi . Cap. CXIIII. o s T A c H 1 è una pianta limile al marrobio , mapin lunga . Produce affai frondi, pelofe ra- de dure , biancheggianti , di buono odore : & molte uerghe , che efcono da una fola radtee, ae, uuic, o5 , . ì mnni-i . in luoghi afon. Ha uirtucalidav& & Aia ^ piu’ banche 'dlqueflc del marrobio . Nafce ne i monti , & in ìuoghialpri . Ha uirtù calida , & acuta'. & imperò la decozione delle frondi beuuta prouoca 1 meftrui , & le fecondine . No n hoiopmtoda dubitare ebe la pianta di cui è 01*. figurano» fiailueroj legittimo fiachi Imperni,' ( come Mutamente fi uede ) è ella frutice ajjai'fimile al marrobio . Ma ha le foghe ptu lunghe, copwfi.pelofe , 10 Laute. dure.& nocondamente odorate . Oltre à do produce da una r adite piu gambi, et piu bianchi che di mar- Nel terzo lib. di Diofcoride . 877 robio . Il che è flato cagione, che la piatita che ne precedenti mieicomentarij haueuamcffaper lo Bachi, bora fia da me chiamata pfeudoBachi , cioèflachifalf i. Imperoche non ueggio comefipoffa ragionenolmente dire, che fìa queBa pian- ta lo Ubacelo , come mi parche uada fognando un certo sfacciato u irchifempliciBa . Tercioche ,fe debbiamo credere d Theophraflo , lofphacelo , il qual io chiamo faluia minore ,fa le foglie piu picciole della faluia domeflica , piu contrat- te , è manco fqnalide . Ma per quanto fe ne uede , nelpfeudo Bachi fi difcerne tutto il contrario , auuenga che le fue fo- glie fieno piu del doppio cofi lunghe , come larghe di quelle della faluia . Scrijfe Tlinio al X V. capo del xxi ili . Errore di Plin. libro , eliclo Stuelli producala fiondi fimili al porro , ingannato dalla fimilitudine de ì uocaboli Greci . imperoche prafon fignificailporro.&prafionilmarrobio. LafciomememariaGalenoall\ilI.dellefaadtàdeifemplici,cofidicen- SncJli ( . do .Lo Stachipianta fimilealmanobioèalgufloacuto ,& amaro:&èdi quelle cofe , che (caldano nel Corpi ordine . daGal. ° Ut però ragionenolmente prouoca egli i meftrui , fa fi conciare , & tira le fecondine . Chiamano i Greci lo Stachi , Nomi £7 igniti Latini, Stachyt. P H I L L I T I D E. EEEE Della 88 o Difcorfì del Matthioli Della Phillitide , Cap. CXV. LA phillitide produce le fiondi di rombico , ma piu lunghe, & piu uerdi : le quali fono fei ouer fette , diritte, di fopra lifcie , ma di fotto hanno certi fegni , come pendenti uermicel- li Nafce in luoghi ombrali, & nei luoghi opachi deglihortirè d'acerbo fapore. Non fa fil- ilo nefiore nefeme. Le fiondi beuute nel uino fono contrarie ai morii delle ferpi: nel che aita- no gli animali quadrupedi, dandofegli à bere. Giouano beuute à i fluffi del corpo, & alla dlfentem. Phillitide , & fua dsam. Errore del Ma- nardo, del Leo niceno, &del Ruellio, & del Fuchfio. Virtùdella phil litide ferma da Galeno. Nomi. CH i B E n diligentemente effemina le note date da Diofcoride alla Thìllitide.nonpuo fe non conferve , chef, a lo ella quella pianta chiamata uolgarmente Lingua ceruina , & pemerfamente Scolopendra . pemerfamente dico : percioche la nera Scolopendra, come fe diri alfuo proprio luogo nel medefimo libro, è quella , chef, dimanda da i Cu- ci affieno & cetrach dagli Arabici . Sforane adunque i credere . che f, a la TbiUitidela Lingua ceruma , ,1 «eden no, manifeSìamente nafeere ella per il piu in luoghi ombrojì , opachi, & hmidi: Chauere le fondi maggiori, pu, lunghe, & piu uerdì della rombico , diritte , del tutto lifcie dalla parte di fopra : & il uederfinel loro muerfao .che uerfo terra rimira , certi rilenat, lineamenti tranfuerfali dirofiigno colore , fimiti i pi ittioli, uermiceUi , come ferme Dwfconie Ol- tre i ciò aumenta la credenza , che coffa, il ritrouaruifi manifefa acerbità nelguHarla : & il non produrre ella fu fio, nefiore , ne futi o in tempo alcuno .Et febea fi ritr oliano d'effa affai piante , che in mi cefruglio hanno piu che cinquan- ta , ò reffanta fondi contea alla feirttma di Diofcoride , la quale dice batterne fei , ouer fette per pianta ; quefio non però conclude contèa di noi . Teniocbe ( come piu mite l’efferiemqa riha mofrato ) cauandofi di terra tutto il cefiuglw io mamfefi amente fi uede procederle molte fiondi feparatamente dapiu,& dìuerfe radici : le quali feparate l maiali al- tra non hanno uer amente piu che fei , ò fette foglie per una . Il che fi concorda benifimo con Diofcoride . Et impero farmi , che non poco s’ingannino il Manardo da Ferrara , il Leoniceno , & il Bgiellio huommi uer amente confi, mnml- le buone lettere di medicina ,&c topo loro moltamente ilFuchfiofn crederfì coft facilmente , che non fa la uolgarc Lin- gua ceruina la Thillitide ; ma quella , che non molto qui di fotto nominò Diofcoride Hemionìte . Temoche quantunque questo non produca fufio , fiore , nefeme : produce però le fiondi filmili à quelle della dragontea , le qual i fece Diofio- ride filmili ì quelle deWhedera ( quantunque grandi ) lunate , & ritorte, come fi , leggono nella uer a Herman, temou- mente rìtrouata . Ma di ciò potrebbe agcuolmente effere flato cagione Chauere eglino piu riguardato aU operatimi ,chl fono in bocca del uulgo , ciò è chela Lingua ceruina fi, a medicina della mihqa.cbe à i lineamenti , & alle feabian\ej«e . Il che quantunque poffa agemlmente fare CHemionite ; fi dimoflra però , che la Thillitide non medica m modo alcuno la 30 miha . Ma ( come diffe Galeno infegnato da Diofcoride , alivi II .dette faciliti de femplici ) per effere acerba nj la- ma ella non fienaia ragione iflitfii Immorali del corpo, & parimente la difenteria. Queflo tutto diffe Galeno , ma non tuli cano moderni fempliciSli , i quali danno i bere l’acqua diflillata iella Thillitide in tutte le paJStom del cuore , & conm il fmrozzo . Vfanla anchora nelle relaffationi dell'ugola facendola gargari-qare à i pati enti . Lapoluere del e fog ic incorporata con l’acqua delle medefme , & applicata , refrigera gli ardori cofi del fegato , come dello fiomaco , collie ritrouo fcritto da i medefimi i qualità comandano anchora lauandofene la bocca aU’ ulcere del palato ,& alle gag fanguinofe. Chiamami Greci la Thillitide, fonnhmi Latini, TbyUitis.-i Tedefchi , Hirriq pungenti, Spagnoli, Leonga ceruma : i Francefi , Lang de cerf . Del Phalangio ; Cap. CXVI. - 40 Chiamano alcuni il Phalangio , phalangite , & altri lo chiamano leucacantha • Pioduc due, ouer tre, ouer piu rami, fparti in diuerfe uie.ilfioreè bianco, fimileal giglio, m intagliato . Ha il feme nero , largo , limile à una meza lenticchia , ma molto piu lottile . duce la radice picciola , fonile , & uerde di colore , mentre che fi caua di terra : & come e caua ritira & rientra in fe IteiTa . nafce nelle colline . Le fue fiondi , il feme , & parimente 1 fiori be _ con uino , aitano i trafitti da gli feorpioni , & Umilmente da quei ragni , che fi chiamano phala „ ■ ° & leuano i dolori delle budella . 5 Phalangio, & fua efsamin. Scrisse Tlinioi-g.il. capitoli del xxv II. libro del Thakngio tutto quello , che qui fe ne legge da Dio/c^ ride, con queSle parole . Il Thalangìte chiamano alcuni phalangio , onero leucacantha . Iffon p\ roduce me ,-Ub n BÌicvcrzttuì in ua.ru modi. Traduce il fior bianco , Ornile al viglio , rollo , & il Cerne nero , come t 7 \ride, con quefìe parole . UThalangite chiamano alcuni pnaiangw , onero wiaiunwu , ,ja rami , che fi allargano in uarij modi. Tr.oduce il fior bianco, filmile al giglio , raffio , & il feme nero , come sfeffa per merp , ma molto pm fiottile . Ha la radice uerde . Le foghe , , fior, , e l feme giouano i 1 trafitt ni „ daiphalangi, & da ifirpenti Quagliano parimente cantra, dolo» delle budeUa.Tutto qutf , .. . r. fcriffe Tlinio , togliendolo quafi di parola in parola da Diofcoride . ScriffedelThalangioGalen Nomi gì- E' compoflo di fottìliparti,& difettatine. & pero gioua i quelli , che patifcono dolor.neUeUu ■ i Greci ìi Thalangio , f.udyyiui : i Latini , Thalangium . Del Nel terzo lib. di Diofeoride, 8 8 1 P H A L A N G I O. IL trifoglio, il qual chiamano i Greci triphillon, altri oxitriphillon, altri menianthes, & altri Io chiamano afphaltio, & alcuni cnicio, è una pianta, checrefce fopra l’altezza d’un gom- bina, con furti Lottili, neri, & limili ài giunchi: donde nalòono alcuni pendenti picciuoli, da ciafeun de i quali nafeono tre fiondi limili al loto albero . Hanno quelle , quando fono nate di po- co,odore diruta:macomefonbencrefciute, odore di bitume. Produce il fiore porpore© : elic- ine alquanto largo , & pelofo , da una banda lungo , con un cornetto in fuori : la radice fua è Lotti- le , lunga , & dura . Giouano il Leme , & le frondibeuute nell'acqua à i pleuritici , all'orina ritenu- ’ ta , al mal caduco , & à i principi; dell’hidropiiìa, & alle donne che fon difettofe del mal di madrice: prouocanoi melimi, danfi del leme tre dramme:& delle fraudi quattro. Le fiondi trite, &be- uute con aceto melato , fon contrarie à i morii de i ferpenti . Dicono alcuni , che la decottione di EEEE 3 tutta 88 2 Difcòrfi del -Matthiolii tuttala pianta, delle radici, & delle frondtapplicataper fomento, toglie uiai, dolori à coloro, che fono flati morduti dalle fetpi . ma fe con quella acqua medefima, dhe Ha alcuno flato liberato/, fomenta pofciaalcunaltrorchehabbiaqualdreulcera^ruentacoficomefefuffe anchoreghmor- duro dalle forni. Dieronne alcuni tre frondi,ouer tre grani di fané a bere con mno nelle febbn ter- zane, & quattro nelle quartane, come cole da rifolucre 1 circuiti. La radice fi mette ne gli antidoti. ’ C J Mi votifi tei è Cìafcnno ; mniimrio. non trottò di peto dtrimenmn. quello unpnok Dwfioyde , m okmtn- ^JJ0,chepa-h«Hereodored^hJto,cioèMtmoJtcbima,^ai™ Ma non però per pollo è dapenfare t che gli altri Trifogli , che mfiono per i prati , fujjero incogniti a Dwfconic.Im- trifoglio asphaltite. Ne! terzo lib. di Diofeoride. 883 TRIFOLIO DE PRATI. penebe ritrouo batterne fatto égli 'mentitene nel quarto libro , defcrìuendo il loto [abiatico , con queHe parole . Il Loto [abiatico nafee copto fi fimo in Libia , confufio alto due gomititi ,é f Ipefo maggiore, con molte concauità d’ali . & con fiondi fintili al trifoglio de i prati . Dalle quali parole fi conofce quanto erri il Gefnero nel [ito libro de gli animati, uo- lendo egli che il Trifoglio de prati [ta il Loto . Di tre [petic di Trifogli fcriJfeTlmio alix.cap.del XXI. libro, cofi dicendo. IlTrif aglio è di tre forti, i Greci lo chiamano menianthes ,& altri ajphaltion , dì maggiori fiondi ni quale «fatto coloro , che fanno le ghirlande . il fecondo produce le fiondi acute, & imperò è chiamato oxitriphillon , ciò è Tri- foglio acuto . Il t er\o è motto piu minuto di tutti quefti . Scrìffene ma [petie d’acuto Scribonio Largo , in quello mo- do dicendo . ■Nafte il Trifoglio acuto copioftfimo in Sicilia : & non [ho maiueduto io in Italia ,[e non nel porto di Lutti, ^ - EEF.E 4 quando Trifoglio acn to fcritto da Scribon. 884 Difcorfi del Matthioli TRIFOGLIO DE PRA;TI SECONDO. quando con ecfore andammo in Bretagna , doue affaiflimo nera per il circuito di quei monti. Ha queflo ^ i mero , & di /petiefimili all’ altro trifoglio , eccetto che fono piu graffe , & cofipelofe comefe bauefjerojop ^ ^ , lanugine , & nell' diremo lor parte fono cofi appuntate come ima /pino . Ilfitflo è alto due piedi , cr qua c ’ Trifoglio jet- giore . Tfefpira tutta la pianta di grane odore. delle quali cofeniunafe ne nttoua m quella dei prati. tie ^ ^ j tofo& fui hi- piamo ma altra jpetie in Italia d’acetofo , chiamato da alcuni alleluia, & da altri Pancucu o. r ^ ftoria' gbi omlroft , & coperti dal Sole, con piu gamboncelli fottilì , tondi, & piccioli, che «atti nafeono i a ( _ 0Ktt fommitd de i quali fono in ciafamo tre foglie in forma di cuore , uoltate uerfo il picciuolo a mo o i capp ^ wl) , dìfungo , tenere molto, &acctofcalgtiJlo.l fiori proditceegli bianchi, diuifià modo di stela manali p > ^ Nel terzo Iib . di Diofcoride . 88f TRIFOGLIO ACETOSO. f « et uno pergamboncello .naia radice rofiigm, & fquamofa, come fi uede nella fua figura . Ha tutta la pianta uir- " raT COme ! acet°ra‘ &Per° mangiata fregne la fete , & gl’ ardori dello Jìomaco . Hjnfi-efca il fegato , & to 1° T ‘ CUT ' Lacrì"a iiIiiUata da mta la pianta , fi da utilmente à here nelle febbri acute , quantunque fta mol- J‘“'Pc,ace llf“cch>° bado con ascaro \ Impìaflranft le foglie trite fopra tutte l'infiammagioni , & naie il fucebio ) le &r ■“ “** U lÌ,‘S'M ’ ilPalat0 • & iefaud r,en0 ial tàtarrho caldo . infomma il trifcgluracetofo è uti- dei XX COm,e!‘e atu“' mali • * cui I ' tenutene l tuttofa . Stimafi , che fta quello medefmo quello , che à X 1 1 .cap. l1U,b-MamaVlinìoOxis,coftdicendo. COxishamfrondi.dafiiàiUomìtìnegliHomxcbidi/foluti:&man- ... . , ‘ e‘ mmnu coloro, che hanno le rotture inteHinali.il trifoglio, ebenafee ne i prati, in Italia è di tre frette. Il primo ° ' file Trlnitas,< hiltoria. 886 Difcorfidel Matthioli T R I N I T A S. nel fiore : percioche l'uno lojk bianco , l'altro roffo porporeggiarne ,& l ah irò giallo.. P ed :e Sg ^ me ferme Plinio ) la tempejla , percioche tutto s arruffa . Mapofcia , cbefiamo a dir ^ r,rUM uoktW »" 1 me fcriue Plinto J la tempera , pera oche tutto s arruffa . tua j™, ua , «« ~~ fo m modo alcuno da tacere quella pianta , che per produrre le fue fiondi diuifem tre pu in , 1 & „#( tr I N I t AS • 'Hpfce quella per il piu in luoghi bumidt tra gli fterpi,&m luognop nicciuolhcbepw1^ 1 tr I N I T a s .Tfafcequetta per ilpiuin luoghi humiditraglifterpi ,&in luognop ejccìmli,cheproc‘il' H «ae/fc (fez Pa» porcino , ma fono ( rame se detto ) compartite m tre parti, & attacca a. * Tanfoni0,& no dalle radici loro .Sono il piu delle mite ucrfo terra.di colore porporeofeuro, conie^ p p ^ crftffe difopra in piu luoghi macolatc di bianco.Troduce nel principio diprimauerafopraa ] j . Nel terzo lib . di Diofcoride. 88 7 Hi molte, & minutijjìme radici, che nelroJJÒ nereggiano . Quefia ( nonfo da che ragione moffo ) connumerò tra l' Epa- tiche Othone Brunfelfto Tcdefco nel I . libro delfuo herbario . ìfpn neritrouo dagli antichi tanto Greci, quanto Muti- ci menf ione alcuna , quantunquefìa ella da i moderni molto filmata per faldate le ferite , & molto piu perfanare le rot - tmeinteflinali , che fendono nelle borfe de itejìicoli, dandone ogni mattina ìnpoluere rat epe cuccbiaro con nino Jlitti - CO . Ma per ritornare al T rifoglio ufuale , & communc , errano mancamente coloro , chef credono , che l’Mda- coci degli M abiti fta il Trifoglio : mperoche .come dimoPlra Serapione .nonialtro .che illotoEgittio firitto da Diofcoride nel 1 1 1 1. libro , del cui feme fi fa quello olio lodato da gli giratici nelle infirmiti dei nerui ,& maflime nel tremore, chiamato olio d’ Mdacoca.il quale fi penf ano alcuni ingdnnaniofi , che fi faccia del feme del nofìroTri- foglio uolgarc . Scriffe delTrifoglio Galeno alitili l. delle facultà de femplici , càfi dicendo . Chiamano ilTrifoglio I 0 alcuni affiliatiti , alcuni oxiphillo , alcuni minianthe , & alcuni cnicio . t primi tre nomi fono dagli accidenti di quella },crbtt : magli altri due non fo io donde dentino . La uirtù della pianta è calda , & fecca nel tertp ordine , come quella jclbitume , al quale è egli fintile nell' odore. Et imperò beuuta gioita à i dolori del copiato , che fono per oppilatione : & prema i mcftrui , & l'orina . Oltre àcioè da uederefe Galeno nelle facultà del Trifoglio habbia bene intefo Dio fio- rile . Imperocbe firiuenione eglifirauagantemente nel libro della theriaca à Tifone , doue fa mentione di piu n/edtca- lìienti.in cui fi ritrouano facultà del tutto contrarie :llT rifoglio biacintbino ( diceua )nel tempo , che partorifie nel- la f rimaner a , & che già ha prodotto il feme fintile al etico faluatico , cuocendo fi affai, & applicandofi pofeia per uia di fomento à i morfi delphalangio , ouer amente della uipera ,gli fana , & leuanefubito i dolori . Ma mettendofi la me- dcfima fomentatione in qual fi uoglia membro d'huommifani,& non fiati mordati, gli induce i mede fimi accidenti , & i medefìnti dolori , che patifeono coloro , che fono fiati morduti • di modo che pare effere quefìa cofa neramente miracolo— SO fi, panando unberba medefimai morfi uelenofi, & caufando ellapèril contrario i medefimi accidenti nelle perfine fané, che fanno i morfi dì quelle fiere . Quello tutto diffi Galeno . Il che ucr amente à chi bene intende Diofcoride non pare I quella cofa altrimenti miracolofa , ma del tutto naturale . Tercioche dice Diofcoride , che non ogni decottione di Tri- [ foglio fa quello ; mafilamcnte quella , con cui già fia flato da uelenofi morfi liberato alcuno, quando ella s applica à qual fi negli altro , che non fia morduto , il gitale habbia ulcerate quelle membra , à cui ella s’applica . Il che appreffo di me tonfa ffietie di miracolo alcuno : percioche tirando la decottione del Trifoglio à fi il ueleno de morfi , & rnefcolandofi ' con effo, iiuenta infallantemente ùelenofa . Onde non è marauiglia ,fi applicata pofeia quefta ifleffa ad alcuno non mor- iuto in parte doue la carne fia ulcerata , entrando il ueleno nell’ ulcere , gir rnefcolandofi col f angue, caufi poi gli acci- denti , & ì dolori iflefsi di quei morfi .Etcofi è matifefia cofa, che il ueleno tirato dall'herba , & non l'berba medefima I faccia tal effetto. Che fia oltre à ciò cofa certa , che il ueleno , che fi tira da morfi uelenofi , poffa toccando qualche luo- 30 go ulcerato negli Intorniti allenarli , lo dimoftrano non pochi tanto Greci , quanto Mabici autori. Imperocbe frinen- do effere ottimo rimedio per cauare il ueleno de morfi il fucchiarlì con bocca , auertifeono molto bene , che chi fucchia, non habbia la bocca ulcerata • acetiche il ueleno , che figgono, non gli ammali . Et quelle fono le ragioni , che mi mimmo à dire, che Galeno in quefio luogo non habbia bene intefo Diofcoride . Benché fono alcuni, iqualiper difender Galeno, dicono, & affermano , che il libro della theriaca à Vi fine non fia di Galeno : & lo prouano con affai buone , & efficaci ragioni, come già mi dimoHrò t eccéllemifiimo M. Giulio Meffanirino medico per le fue rare parti , & uirtù del Screniffmo EerdimndO J\e de Romani. Dal cui maturo, et ragionatole gmditio non mipoffo neramente partire . Chia- mano i Greci il T rìfoglio, Tpipv/Aw: i Latini , Trifolium : i Tede feti, Euyfenkf.ee: li Spagnoli , Tre noi . Del Polio; Cap. CXVIIh 4= IL polio è di due lpede.Il montano , il quali! chiama teuchrio , & che s’ulà , è una pianta Lot- tile , bianca , alta una (panna , tutta piena di Teme : nella cui fommità è un bottone , che fi rallèm- bra à una certa Ipetie di corimbi , picciolo, & limile à capegli canuti ddl’huomo, di graue odore, ma non però Lenza qualche foauità . L’altro , il quale è piu folto di rami, non è coll ualoroLo d'odo- re, ne di uirtù . La decottione del bollito gioua à i morii delie Lerpi, à gli hidropici , à trabocco di fiele , & con aceto à i difettofi di milza : nuoce allo ftomaco , (a doler la tefta , fa andar del corpo, &prouoca i mcftrui . Sparfo , & fumentato caccia uia le Lerpi . impiaftrato falda le ferite . IL folio montano è una pianta biancheggiante, con foglie lunghette, & all intorno dentate, le quali fono intor- no à igamboncelli dal capo à ì piedi , diflinte per uguali inter ualli , & nella bafi delle piu grandi uene fono molte di picciolinc come molto bene fi può uedere nella prefinte figura .-Traduce dalla radice copiofi fiiHicelli, diritti, tondi, bianchì, & legnofi , nelle cui fommità fono i fiorì racolti inficme come inun capitello, quafi come neltbimo,di bianco colore. La pianta è odorata tutta , ma però d'uno odore, che ha del acuto , & alquanto del moleslo.Enne anchora una fi conia ffietie, ti quale chiamano alcuni Ina mo fiata fia quale nonho dubitato io di comumerarla.per una Jpetic di Tolti, per uederfi tnànifefì amente cbenelle foglie,ne i gambi, ne i capitelli , nell odore, dr nelle uirtù fi raffembra in tutto &per tutto al Tùlio: Ma nonperò affermerò io per quefio .che fia la Ina mofiatail fecondo Tolti fritto da Diofcoride , per non effere ella piu folta dell'altro ,nedi piu rimejfo odore .Tfiafie per il piu qucHa piantati luoghi magri, & penal- mente ne i colli , Pirata per terra con foglie lunghette copiofi come di rofmarino coronario , ma minori, ducette, & bian- che darouerfiio . IfuPii fa ella fittili , tondi, anendeuoli , & bianchi , & i capitelli, & i fiori fìntili à quelli dell'altro io ‘Polio, à cui è anchora fintile nella radice . L’odore di tutta la pianta non è meno acuto dell’altro, ma none perir cefi fina- eemle alnafi . Scriffe Vlinio alv 11. capo del xxi. libro .togliendo la prima parte dell hìfloria dal xxi. capito- ti del 1 x. libro diThecphraPlo , cofi dicendo . E' il Tolto herba glorioft appreso i Greci, per batter predicato He fi odo, &Mu- Errore di alcu- ni. Trifoglio ferir to da Galeno. Opinione di Galeno non ac cercata. Nomi. Polio, & fua hi ftoria. 888 Difcorfi del Matthioli PO LIO PRIMO. & Mufco , ch'ella fta utile à tutte le cofe , & mafilime àfareacquìflare fama , legniti , & honore . Oltre àcto è» ^ .7SC?i cfcr f pepte Arabi- non accorgendoli , che Scordo» , che mol dire aglio , & Scordio n non erano ma medefima ceffi. Diede cagione i erra- Nel terzo lib . di Diofcoride. 8 9 1 A L L I A R I A. Kpofcia a i medici de ì tempi paffuti jtuìcenna , ouer amente l'interprete , per batter meffo in una deferitone di theria- c* lo Scordion, & nell'altra l'aglio faluatico . Tercioche ritrouandoui i medici l'aglio faluatico euidentement e ferino » fipenfarono , che non altro fujfe lo Scordio , che era meffo nell'altra tberiaca , che l’aglio faluatico» uedendo manifesla- mentc > che jl ni cerna diebiaraua fe fìeffo . Il uero Scordio adunque molto fmile al chamedrio , che nafee ne i monti , & anebo ne i piani in luoghi acquaHrini , &paludofi con uno odore molto fimilc all'aglio , è hormai fatto noto à tutti : <& impero non accade d dirne piu lunga bifloria . Loda Galeno nel libro degli antidoti per lo migliore Scordio quello , che Scordio otti- Pporta di Candia , cofìdicendo . L'ottimo Scordio fi porta di Candìa , quantunque fe ne troui d’ affai buono anchora in mo* altre regioni . Quefìo ( fecondo che hanno fatto mentione alcuni fcrittori molto degni di fede) conferuai corpi morti I dalla putrefattione . Del che diedero indicio alcuni corpi morti nelle battaglie : li quali effendofopra terra giaciuti in fu 0 Scordio affai giorni, furono ritrouati molto manco corrotti de gli altri ,& quelle parti muffirne , che batte uano toc- cato lo Scordio . Et però sèpofcia perfuafo ciafcuno , che ripugni ualorofarnente lo Scordio tanto à ucleni di quelli ani- F F F F 2 maliy 8_9 2 Difcorfi del Matthioli mali, eh' potono putrefarei corpi, & ammalare; guanto igeili, che fi prendono per bocca: Scriffène melma scoralo lenito t , „ >• j. ' ^ AirovtA n T n ^rnvAin p mmtinFhì th rHupvfo r/trultA rfa» Ai da Gal. Alliaria, &fua hiftoria. malli cuepojjonopmrcjuic t wyn ^ a x L. • ■- * 1 r " oltre àqueflo alivi 1 1 . delle f acuità de [empiici , cofi dicendo . LoScordio e composlo di diuerfe f acuità, & di uarij fapori . imperoche ha egli del! amaro , dell'acerbo, & dell'acuto, affiti fintile all'aglio : donde ( fecondo il miogiudmo) ha egli prefo il nome . Mondifica lo Scordio , [calda tutte le uifeere , &prouocaparimente i mestrui, & l'orina . Sana he, iuto i rotti .gli frafimati , & i dolor, del cofiato , che fono caufati dafieddo , ouero da oppilationi . Impiagato «cr- ic .[aria le ferite , quantunque grandi elle fi fieno : &fecco mondifica , & confolida l ulcere putride , & contumaci. Odore , &fapore fintile alle [cardio , & all’aglio ha parimente ma certa pianta , che nafee in figli argini de i campi, & appreffo alle ftepi, chiamata da i moderni alliaria. Quefla produce nclnafcere le fiondi quafi tonde, filmi- li alle madri di uiole : come che nel creficere diuentino all'intorno intagliate , raffembrandofi alquanto alla mellijfa , ma piu lificie , manco crefre , & piu larghe uerfio il fiufio . le quali fregate con mano , & parimente gufiate rìfrham uno 1 o odore , & Slmilmente unfiapore fintile all'aglio .Troduce il fiufio tondo , lungo due gomhitt : il fior bianco : e'ifemt mi- nuto, & nero in certi piccioli cornetti , come fono quelli deU'irione . La radice , la quale è lunghetta , ha anchor ella il medésimo odore . E' intuita la pianta f acuità calida , & fiecca : ma non però cofiualorofia come nell’ aglio . Et pendi- remo , ch'ellapojfa aSfiottigliare i groffi btmari, & incidere i uifeofi . Il fimo applicato aUa natura delle donne inforna Nomi, d’ impi adiro , le libera dallaprefocatione della madrice. Chiamanolo Scordio i Greci, Sa'fJto ti Latini, Scordimi, & Trixago paladini .-gli jlrabi , Scorieon , & Scordeum : i Tedefchi , Fuajfer batcnig , & Knoblochs kgaut ; k Spa- gnoli , Scordio: i Francefi , Chamara\ . Della Tofsilagine. Cap. CXX. LA tossillagine ha le fiondi maggiori dell’hedera . Producene fei , ouer fette da una foia radice , uerfo terra bianche , & di fopra uerdeggianti , con piu cantoni per 1 intorno . Ha il furto alto una (panna. Produce nella primauera il fiore pallido, del quale in breue tempo, & parimente del furto fi fpoglia : & però (limarono alcuni , ch'ella fulfe fempre fenza elst . E la Ina radice fiottile, & di niun ualore .Nafee inluoghi ameni , & herbofi , & ne irmi dell'acque . Medica- no le fiondi trite con mele, & impiaftrate , al fuoco facro, & à tutte le infiammaggioni. Tolto il u- mo della fecca à bocca aperta per uno ombuto , guarifee coloro, che fonoinleftati da lecca to le, & dall’afilla : rompe le pofteme del petto .11 medefimo effetto fa la radice fumentata. Cotta nel- l'acqua melata , & pofeia beuuta , fa partorire le creature morte . Tofsilagine, & fua edam. Errore di Pi in. Efca mirabile per accèdere il fuoco. Tofsillagine maggiore qual pianta fia. Altra fpetie di Tofsilagine, & fua hiftoria. C "Chiamasi la Tofiilagine in Toficana uolgarmente Farfara , & Farfarella , & in altri luoghi d Italia Vti- jghia di cornilo . E' notiffma , & uolgar pianta . Tlinio fi pensò , ch'ella non producete nefudti , ne fiori : nonbt- uendo bene auertito alle fitte parti nella primauera, & non battendo ueduto , che Dioficoride auertifee molto t- ne fopra talcofa , dicendo , che molti fipenfano , che la Farfara fia fempre fien^a fiore , &fcnga fi fio , per nmfapm , che nella primauera li produce , & lì perde quafi in un medefimo tempo . Scriffène adunque Tlinio alvi. cap. del XXVI. libro, cofi dicendo . Mitiga il Bechio , la qual chiamano Toffilaginc , la loffie . Ritrouanfene di due fretie :t ma, ette dil- ue ella nafee ,fi credono e/fier fiotto dell'acqua coloro , che di trouare tacque fanno profeffione . Troduce fc i fiondi maggiori dell’hedera , uerfo terra bianchicci :& di fopra pallide ,fen\a [ufo ,fenga fiore , &fm\afemc-& 1 radice fiottile . L’altra è filmile al uerbafeo , la quale chiamano alcuni Salma faluatica . Di ' quella ultima non fece min tiene Dioficoride , ne manco faprei dire io qual f„ffe ellahoggi in Italia : fé già non uole/femo dire , che fuffe quella, cK 40 chiamano gli frenali Centrum, gaUi . Trouafi neUe radici deUa Farfara, quando fon ben mature, nel principio del «ti- no una cena lana bertina : la quale nettaniofi beniffimo dalle fquame,& dalle reSìc:& pofeia cuocendofi, come p eno ce il filato nella lifeia , con un poco di falnitro , ouer fenga : & àfeiugandofi pofeia bene al fole , diitenta lapin mira 1- le efca per accendere il fuoco con [acciainolo, che fia à i tempi nofiri in ufo in Italia. V fianla i Tedefchi, & poi tajen fu le fiere loro affai à uendere.Quefia lietamente fempre alla prima battutafenga fallo s accende . Oltre di ciò 10 eng per certo , che quella pianta , la quale da tutti coloro , che hanno ferino h erbari è tenuta f aframente per c ’ tro uer amente non fia che la Tofiilagine maggiore . Imperoche la ueggio cref -.ere fidamente in luoghi humi 1 , ‘ «ì Urini , & frctialmente appreffo à i riui delle acque , come fa l'altra T ofiilagine . „ éppo ciò fa ella il gam 0 anali ^ mandi fuore le foglie nel principio dellaTrimauera , lungo una fratina , concino ,graJfo ,porporegno , e are . _ /' intorno di foglie picciole , & lunghctte,nella cui fommità nafeono i fiori frìcati , che nel bianco porp oreggiano, ■ ? JC li poco dipoi fi conuertifcono in lanugine, & infieme con il gambo fi perdono. In quello medefimo tempo nalcm0 . ra le foglie dal rouerficio canute , le quali auanti che crefchino fono fimili à quelle dellaT ofiilagine, ma crejeen diuentano moltopìugrandi , & piu ampie di quelle della perfonata , i picciuoli delle quali fono po, pò, ei, 'lc bianca , & fiottile lanugine . Troduce la radice lunga , &groJfa alle mite quanto il braccio d'un huomo, di den ca , &fungofa , amara alguHo , & anchora odorata. Onde tengo per certo , che s ingannino coloro, cheta fg per ilpetafite . Imperoche il petaf’tc produce un gambo altoungombito , & graffo unpollicc ,fopra du"^s gliamolto grande nel modo che fanno i funghi fopraillor piede ; il che non fi uede nella Tofiilagine maggio , foglie non hanno altrimenti il picciuolo fitto nel me\o come hanno i funghi , ma nella parte inferiore, come ^ ^ lagine & tutto’l retto delle foghe create dalla natura . Rjtrouafi anchora un altra pianta, a qua e pe, qu tancnora un aura ... ne ueggia fi può ragioneuolmente continuare fia le T oflilagini . Troduce quefla le foglie poco piu ampie , fi ^ del popolo nero , ne molto dìfiimili da quelle della T ofiilagine, ma non hanno pero tanti cantoni per intorno : j_ del popolo nero, ne molto difiimili da quelle dellaTofiuagme,manon hanno pero tanti laoioiaye' ^ roueficio cofi bianche. Failfufloaltomafranna&mega.dalquaknafcono fiutami, neUe.cntcme.ejcon ^ Nel terzo Jib. di Diofcoride. 8 T O S S I L A G I N E. * ’ &Krandi j fatti come le rofe . La radiceha ella biancba & amaretta . Fìorifce laprimauera il mefe d'aprile, & di Maggio y& nafce lungo i riui delle acque , & nelle Halli . Vogliono alcuni che fia quefia la Caltha , ma non mi piacela m opinione. .Altri uogliono che fio. il Farfugio di Vliniojdi cui fece egli mentione al xv.cap.del xx 1 1 1 1 . lib. alU cui oppone io facilmetcfottofcriuerei)& di qucfla credo che fcriuejfe anchora egli nel luogo fu detto ,doue fcrijfe della Tof- b jigine. Imperoche dicendo egli dipoi chebbe fcritto della Tojjilagine , che alcuni chiamarono il Farfugio Bechio & a trimeuti Chameleuce ( cioè popolo bianco minore) fi può facilmente far coniatura che fin attempo diVlinio erano JMip iciJHyche connumermam il Farfugio con le Tojfilaginiyconnofcendo che ui corrijpondcua anchora con le uirtù , & Farfugio & Tua y imamente a fermando ilmedefìmo Tlinio che il Chameleuce , onero Farfugio naie commodamente alla toffe uecchia , hiftorù. ■ -i cura 3fc mettcndofi le fue radici fopra carbonadi radici di cipreffo acceft , & che mentre s abbruf ciano fe tte pigli ^.irtu de51a tof 1 fimo in boctaconunó ambutcllo . La radice poi dellaToffi lagine maggiore fcalda , affettigli a , & mondifica , co - giore?6 F F F F 3 me me dimoftra la fua elùdente amaritudine . E' anchora rimedio fferimentàto lentiali dandofi à betel* poluere della ridice alpefo d,due dramme con umo,& dipo, facendo], JMar g ^ /„ chiamano i TedePcbi laradice della pelle . Vale la medefima prefa nel medefimo modo alle pi i . fsilagine ta da Gale '&do però la chiamano i Tedefchi laradice della pefie . Vale la medefima prefa nel medefimo mono atte ^ lori della madricc.Damola anchora i pallori à ifuoi quadruped t per ammalar i ucrmm e emp ’ GllnH li boljì , & fretti di petto . Kel refe poi fa i medefmi effetti die la Tofidagme . Senfi ° Jckffm0 idlher- v I . delle f acuità de i [empiici, cofi dicendo . La T ojhlagme e fiata cofi chiamata, p ff J ^ „;ffj difetti ha Inficiata fecce in fu i carboni, onero della radice , riceuuto per bocca, gnu, a a W’ J iffi, eh r»i»- pere tutte le poftem interiori delpetto. donano le fuefiondumpiaflratefiefcb Imcemhe le fiondi f“cl,t la [affanna acquea , che fi riti oua in chi piu , fff in chi meno nelle uerdi , & tenere pia ■ p dcS« Nel terzo lib. di Diofcoride. 8 9 $ FARFARVGIO. Dell’Artemifia . Cap. C X X I . LA artemisia nafce per la maggior parte nelle maremme , ramofa, & folta come l'affen- zo,mafonolefuefrondi maggiori, &piugralfe, E di due Ipetie.unapiu bella, & piu graf- ie la, con piu ampie frondi , & fufti piu groffi . L’altra è piu fottile , il cui fiore è bianco , picciolo , mi- nuto , & di noiofo odore . fiorilce la Hate . Sono fra terra di quelli, che chiamano Artemifia unicau k una fottile herba , che produce un fol furto , & minuto , pieno di fiori roffigni : & quella refpira FFFF 4 dipiu Nomi. Difcorfì del Matthioli di piu giocondo odore. Scaldano amendue, & difeccano . Mettonfi bollite utilmente nei bagni, che fi fanno per federai dentro le donne , perprouocare i meftrui , il parto , & le fecondine, & per l’oppilationi, & infiammagioni della madrice: rompono le pietre, &prouocano l’orina ritenuta. Impiaftrate in fu 1 pettinecchio , prouocano i meftrui . Il fucco indio con mirrila nella natura del- le donne , tira tutto quello , che tirano i bagni fatti per federai dentro . Beuefi la chioma dell'arte- mifia al pefo di tre dramme per tutte le cole predette . Dell’ A rtemifia delle frondi fottili . Cap. CXXII. ri. ARTEMISIA UV-UCIIUIIUI lULLiii Iiaic-v- af/puivut ucuuv,«.|uc 3 u. in luoghi coltiuati . Le frondi, & parimente i fiori fregati refpirano d odore dt maiorana -Tri- & incorporata con olio di mandorle, &meifa in fu lo ftomaco,ndeua il dolore . Il fuo fuc He co unto con olio rofado uale à i dolori de nerui ARTEMISIA. rt b Nel terzo lib. di Diofcoride. 85)7 Tj^e fono le frette delU rtemifia firitte da Diofcortde . Due prima , ne i cui lineamenti non è altra differenza ,fe Attente & non delteffere una piu grande , & l'altra minore , che producono il fior bianco , picciolo], & di grane odore . Et la fiu effiun. ’ tex\a,la quale è una fiottile berba d'unfolfuflo pieno di minuti, & rojiigni fiori, chiamata da alcunipure Mtemifia . lidie conferma Tlinìo alv n. capo del x xv. libro, cof, dicendo . Crefce [Mtemifia folta come [affmrp.ma con fiondi maggiori , & piu graffe . He fono di duefretie . una , che produce le fiondi piu larghe : & l'altra è piu tenera , & produce le foglie piu frette ,& piu fiottili. Sono alcuni infraterra.che chiamano parimente Mtemifia una pianta, che produce un folfufto : minute, &picciole fiondi : & copiofiffimi fiori , dibuono odore , nel tempo che fi matura Ima, li qual chiamano alcuni Botri , & altri Mnbrofia . Tutto quefio fcriffeTlinio . Il quale quantunque nelle due prime EjrorediPIin nondifeordipunto da Diofcoride ; nondimeno errò egli in deferiuerne la terza frette , ponendo per effa l’amhrofia deferit- ici ti da Diofcoride nelfeguente capitolo : & credendo, che queSla & la terza M rtemifia fuffero una medefmapianta . Ma però panni , chele due prime frette fieno affai note à i tempi noSlri in Italia , & mafsime in Tofcana , doue apertamente I hicggono la maggiore , & la minore M rtemifta : frale quali ne nell'odore, ne nel fapore non fi conofce differenza alcu- na ; ma filo nella grandetta de i rami , delle fiondi , de i fiori , & delfeme: Ilpcrchenonfo come poffa applicare il Bra- fauola nel fuo primo uolume de [empiici jìampato in fromaquella herba,chenoi chiamiamo inTofcana Mmarella,& parimente Matricaria, nelle frette dell' Mtemefie .la cui hifloria confonde egli manifeflamente , coft dicendo .Tslpn j dubito ( come han fatto molti ) che nonfìa la nera Mtemifia quella, che appreffo à noi fi chiama Mcemifi : imperoche . haedajrondi filmili alTaffen%p , come dice Diofcoride .& diquefiane fonodue frette urna chiamata Monoclonon , ciò è i'mfilfuflo : & (altra Toliclonon, ciò è di molti fuSli . Le quali fretietutte benifiimo conofceil uulgo Ferrarefe.fe purjapeffe egli adattarfi à distinguerle : penioebe l’ufa fen\a differenza alcuna . Et però è da faperc , che quella , che jo chiamiamo noi MqrclU.oucro Matricaria, è quella frette £ Mtemifia .che ha cattino odore . ofia , che fieno d Eer- ; raradue frette d'Mtemifia diuerfe , per produrre luna un folfuflo ,& l’altra molti: imperoche quefìa marellaènella \ frette di quella , che produce piu rami . Quefio tutto dell Mrtemifia diffe il Brafauola . ISfel che neramente , per mio Piu errori del giudicio ,fi conofeono piu errori . De i quali il primo è, che Diofcoride non diffe mai, che Hi quelle due prime frette ne IraCwok- j f affé una, che produce ffe un folfuflo ,&[ altra piu, come interpreta il Brafauola: ma diffe bene .come dice anchora j Tlmio , che chiamano alcuni infra terra Mtemifia una picchia , & fittile berba , che produce m fol fuSio , & fiottile, , pieno di rofiigni fiori . Il fecondo pur manifeflo errore è il uoler porre Amarrila, la quale è il nero Tarthenio, per quel- , | li frette i' Mtemifia (fecondo che dice egli ) di cattino odore. Imperoche quella feconda frette, la qual diffe effer Dio - j fronde iigraue odore , non produce il fiore come [-Amarrila, bianco per intorno ,& giallo nelmczp ,come bene haue • rebbefqputo dire Diofcoride : mabianco .picciolo , & fittile , come uediamo produrlo alle dette due frette noSlrc , ciò 30 è maggiore, & minore , chenafcono nonfolamente ( come ho detto io ) in Tofcana ; ma in altri luoghi d' Italia . il ter- zo errore è il non uoler egli credere , che quelle due frette d’ Mtemifia molto fimili , che afferma nafeere egli in Ferrara, fieno le duefretie ferine prima da Diofcoride filo differenti nella grandezza . Del che accorgendofi pur egli nell' ultimo firn ilo himefiampato in Vinegia nel 1545. mentre che uuole con lunga diceria fiSìenere , che la Marella , & volgare Matricaria fia una delle frette dell' Mtemifia , & che il nero Tarthenio fia la C otola fetida chiamata da F errar éfi Bru- | {cuculo, confonde di tal forte fi Jlcffo ,& la frittura ( come può ben notare ogni candido lettore ) che non fi puofinal- 1 mente giudicare quel, che fi uoglia dire. Imperoche quando dice haueregli efrerimentato , che la Marella, & uolgar Matricaria follie .toltone il ficco al pefidi quattro onde , la cholera , La flemma , & parimente l'humor malinconico ; confeffa manifestamente, ch’eRa fila il nero Tarthenio di Diofcoride , il quale ha /ferialmente quefl a [acuità . Del che fiordatof: poche righe di fitto , fondandoli in alcuni friuoli argomenti , duole finalmente che il nero Tarthenio fia il Cp fino grufatalo . Oltre à ciò , quantunque ritmò il Hucllio benifiimo nelle prime due frette confarfi con l'opinione di Errore del Diofcoride ; nondimeno parmi egli errare in queUaterzafretie che produce un fol fiifto , dicendo , che questa è quella, > Rucllio ■ che fi chiama uolgarmentc Mthanafia,& da altri Tanaceto . percioche il Tanaceto, che fi conofce in Italia , produce da maradicemolti , grofli , alti ,& forti fiifii : confondi lunghe , grandi , minutamente intagliate :& fiori grandi , di giallo colore nelle cime de i filli. & [Mtemifia drilàlcrrp. frette è tmapicciola herbetta, con un fol gamboncello . Que- sta neramente ( per dire il uero ) non ho ritrouata io in Italia , ne manco uedutola ritrouata da altri . Mogi parmi da credere , che il ritrouarla fia cofa difficiliffima . imperochehauendone firitto breuiffmamente , & con affai ofeure paro- le tanto Diofcoride , quanto Tlinìo , & hauendofi taciuto [hifloria del fiflo , delle foglie , de i fiori , del freme , & .della-, radice , non filamente mi par cofa difficile ; ma impofiibile ch’ella fi poffa ritrouare . Ifre in ciò fi debbe dar fide à Tli - nw , il quale ( come habbiamo detto di [opra ) fcriffh [aframente , che quefia era l'Mnbrofia . Imperoche oltre al non efi 50 fer cofa tagioneuole , che haueffe fcritto Diofcoride l’ hifloria d una medefima pianta per due cofi propinqui capitoli ,fi . uede manifeflamente, che l'Mmbrofìa fcritta nel feguete capitolo, no corrifr ondc in parte alcuna all’ Mtemifia predetta. In quefio mcdcfimo errore ritrouo parimente iuenerandi Tadri , che hanno commentato l'antiiotario di Mefite . impero- Errore de i Fra che feguendo ancho eglino le opinioni del Brafauola, & del fruellio , dicono , che la feconda fretie dell' Mtemifia è la Matricaria chiamata Mmarella , & la terza il Tanaceto : non accorgendofi , che non uifìa conformità alcuna , & non eonofeendo , come di f opra s’ è detto , che la Matricaria è il uero Tarthenio di Diofcoride , & imperò chiamata dalla fia amaritudine Mmaraco damolti. Tienela medefima opinione anchorail Fuchfio huomo altrimenti dottifiimo .non Errore del dubitando nc 1 fuoì commentarli dell' hifloria delle piante, che la Matricaria non fia lafeconda fretie dell Mtemifia, Fuchlìo. & il Tanaceto la ter\a , & contentandofi d'errar piupreflo con gli altri , che di riconofcere filo il uero . fion manca- m oltre à ciò diligentiflimifemplicifli , acuì ita del continuo Diofcoride per le mani , ne Inficiano fatica alcuna d’illu- ;0 frare , & uerificarc quefia bella parte di medicina , che credono facilmente, che fia Stata aggiunta in Diofcoride la ter- Mtemifia, per uederfi nel principio del capitolo, che di due file frette fa egli mentitine . Il che par che confermi il ritto uerfi alcuni Diofioridi antkhifiimi, ne i qualinon fi legge cofa ueruna della terzi Mtemifia , come parimente non fi leg- ge nel 8^8 Difcorfi del Matthioli „ nei nativo Jlampató , nel quale Inibiamo raccolte molte mrettioni canate da i uecchifimi tefit diDiofcoride feriti, à penna , &'daUacollationefatta d’Oribafio con il medefmo. Delche riferifeo , & riferirò tempre grane all eccelle 9- Ultimo, &zentili(3momcdicoM. Gabriele FaUoppia Modenefe : il quale con infinite lodi, & mar auighadiMtikg- Je boni nella fame fa' academia di Tadoua la materia de [empiici ,& del corpo bimano . a cui neramente per ligu- lare amore , & affettile che egli mi porta , perla liberalità grande del cuorfno , & per [Immanità , quale ufa uerfo ■ tutù , mrtuofi , & [inceri , mi ritrovo molto piu obligato di quello , che corriffoniergh pò fa con , atti, & con parole . ■Effondo adunque ( per ritornar nei ragionamento di prima )fo fretto in Diofconde tutto quello che ni fi legge della ter - ua.Artemifia \nonè da marauigliarfi, [ciucio ccffitaffe ,ò smgannaffe Tlinio : „e manco [e non nè fecero raentim . ■ ’ Calcno , ne -Paolo . , qual, fogliano nondimeno riferire doue firmano de [empiici, fedelmente gl, feriti, di Diofconde. Oltre à questo è daftpere, che tengono communementeipiu dotti moderni medici , & interpreti , a cui non e mere- Io Càuta la fatica di dare una nera forma alla dottrina de i femplici : & di cauar fuori la iptpni a dal perfetto grano , che fu quello. fecondo capitolo delUrtcmifia minore delle fiondi fattili Hata da qualche p,u cimofa per fona di quello, che fi ricercami, meffo in quello luogo cantra ogni ragione . Perciochenon. faceua di b, fogno a Diofconde Muendoegliml capitolo procedente à pieno trattato di tutte [Artemifie, ritornare di nuouoa ritrattare delle mcdefme DeUhe di manifefioìndicio il ritrwafi , che ne i pìuanticbitefli’fimi mfikgge,«efiritromi almcy^. cbclfnmm, fi uede , che d'altra lìetiefacefie melinone Tlinio, che di quelle fopr adette . quantunque 1 1 gelilo uoglia , come m tutte [altre è fuo cofiume , che nafea anebora quella taleMtemifta m Francia lungo i rim dell acque , chiamata da loro ber- ha di fan Giouanni. -Nella cui opinione non mi pofo io conuenire : percioebe non ntrouaniofene memoria alcuna afa lo ,Oribafio ,& Scrapione ,i quali tutti traferiuono da Diofcoride:& non battendo fermo Diofconde diche forma Artetnifìa & rww /e rm fponii> UfuHo, ilfeme, e’ l fiore, malageuolmente la può bauer conofctuta, & verificata il Buelho . LJr- io fuahiftoria. temifm ud remJle qmfi pcr tmo in ogni luogo , producendopiu& ptugambt da una filar aitee .alti m gomhto, & Lo , & iclfo maggiori , rofeggianù, tondi , & {Infoiati . Le foghe ba eUa piu larghe deU affengo, &pmcamofe, & bianche dalla parte di [otto , quantunque quelle che fono nel gambo ,&nei rami fieno affai piu piccole . Fa , fon copìofiimi in grappoletti , nelle formiti de i ramufcelli, piccioli, pelofi , odorati , & biancheggianti , dai quali «afeli feme affai minuto. La radice produce ella legnofa , ramofa , & graffa come il dito picciolo della mano . Bjfrtra mula pianta di non ingrato odore . Onde fi mette da molti nel pane & nelle foccacie . Enne un altra ffetie, che fi «duce m gambo filo ,-manelrefto del tutto fmilc all’altra ,fenon che in tutte le fuep am è minore, & piu fonde, onde ma V'rtù dell'Ar- chiamata atrtemifia minore . SSù? & Olio inno , uagliono à tuitìi difetti della madrice , & /penalmente per provocare, mefirn , & le fecondine ap pica- te di [otto alle parti naturali delle donne .La radice delle medefime beuta purga cofi efficacemente la mànce, chea fo- cacciafiore facilmente le creature mone . TeSlaf, la medefma [con graffia , & mpiaftrafh con mamfefiogmmn in fu le ffrofole , che naffono intorno aUagola . Immo che mitiga anebora , dolor, del collo , nel che opera pm ejfic te- mente , fé ui fi mette con ,1 Belis , che naffe ne i prati . llfuccbio delle foghe beato , o neramente l herba , poco Lamento ì coloro che hanno prefe [o pio . Lapoluere delle foglie. fecche bevuta con urna , e ottmc ’ • . feiatiche . -Portandoli [Mtemifu adoffo ( come dicono alcuni, che danno opera alle fuperfiitwm J non Artemifìa fcrit & appiccata Copra leporte delie cafcyfaficuri gl habitaton dalle malie ,& d.i g incan . - Gllen0- ZS: fall ufi Ideile [acuita de , [empiici . cofi dicendo . L’herba Mtemifia òdi dueffetie .ScaUtnomeiF fiondo . Sono alquanto di partiaffai fittili . & imperò mediocremente prouocano le pietre delle rem ,&f Nomi. L^mmLinelUfmmatìm.cbèM^^hmiiice. Clnamano.GrealMtemifia 4» tini , Mtemifia ; i Tcdcfchi , Bey fuo fr, &fant lohansgurtel : li Spagnoli , Mtmifia : i Fi ancefi , M moti ■ Ddl’Ambrofia . Cap. CXXIII. r A ambrosia è una picciola pianta , ramofa , alta quafi tre fpanne . Ha alpiede ^ J , fiondi fue piccioline limili à quelle della ruta. Sono ì ftioi fufticelh 8rau*^i.^' fottfc > li à ben pieni racemi, che mai non tìorifcono, d odore diurno, & foaue • La f . . „n n.vae s, mc/o . In Canpadocia sufa perfar ghirlande . Ha uirtu di ripercuotere. In ben pieni racemi, che mai non tionlcono, aoaoic tu uniu, oc ìwuc . ^ • lunga'un1 piede & mezo .In Cappadocia s'ufaperfar ghirlande .Ha 5° tigare , & riftringerc , impiaftrata , gli humon , che feendono nelle membra , & o Ambrofia . fua eiram. t^TUmbrofianonfial-ambrofìa iHeffa òalmancomafret,ediel.a,auuenga te le note , per il che non errar ebbe per mio pud, no , chi diceffe. che l una fuffe d mfch , nob,lifiim una medefma ffetie . Quella che è collocata nel primo luògo m, fu mandata da Tadoua dal & ■ & Signor iacom Antonio CortufoCentilbuomoTadomno,&l‘altra, [bori trottata ' . Ipetialmente intorno alle mura del castello di Vipao uniti miglia da Gonfia an Un J ’ ncU’anim0,à’et- ({ tre : doue incontrandomi con effa all improuifa, & vedendola racemofa. fintile al ho , f ^ ^ f „ riper- la fuffe [Umbrofia. La quale quantunque non fia da Diofconde celebrata, coni ^ . :ù.^JLalm fiali» la fuffe Umbrofia . La quale quantunque non fia da Diffonde celebrata .irne ^ ^ ^ enotere , & per riflagnare ; nondimeno è opinione d alcuni poeti 3 & ancho d alti J > quella gloricfa pianti chiamata jLmbrofia,finonperche prolungando ella molto la ititi a chi tufi, par che fia fintile all Umbrofia , cibo degli Dei . con cui fi conferanno in perpetuo immortali > CSC fenoli macola alcuna » Scrijfcne V lenii alili i. cap. del xxvi i. libro , cefi dicendo . L'& da altri ^Irtemtfia. Di quefla fine fanno le lo ghirlande in Cappadocia . L’^Ambrofta ( dìceua Galeno alvi, delle facilità d; ifemplicì ) ha uirtìi di ripercuotere , & dirijtagnare . chiamano L'umbro fi a i Grecifi’pUfvcU: i Latini , ^Anibrofia , Nomi. Del Del Botri. Cap. CXX1III. IL botri è una herba folta, rantola, roda tutta, & Iparta in molte ali.Illiio fetiie lia^e. torno à tutti i fufti : le fue fiondi fono fintili alla cichorea . Refcira tutta di loaue oc ore ■ però fi mette ella tra i ueftimenti . Ritrouafi nelle riue de i torrenti , & nelle nani • eu gli afmatici . Chiamano quella quei di Cappadocia ambrofia , & altri artemifia . Botri, & tir» ef- T l vero Botri nafce copiofoper tutto in fu [Trentino infili la ghiaia, della Fcrfiena , & del Lampo famùutione. ver etiti , & fiiìitlnienle in piu ualiltellc della Italie .Anania , corna in fin l contado diGotitia, oue e om sa- nano negli boni , Himandofi eh’ égli gioiti alleprefiocationi della mirice ■ Crefice con fiondi dì eie m e a , ^ di rami , carichi per tutto del fiuofeme , molto al tocccarlo tenace , &gommofio , il quale rejpira dijouue , u < * 9°° Dilcorfi del Matthioli Nel terzo lib. di Diofcoride. 5? or BOTRI. odore . Il che diffe parimente Tlinio all'v 1 1 1 . cap. del x x v 1 1 . libro . Ha il Botri uirtu di fcaldare , d' àffottigliare, d'incidere , di astergere , <& di aprire . Vale à tutte le infirmila del petto caufàte da freddi bomori , Immo che gioita àgli cmpicmaci , à gli afmatici , & àgli jtretti di petto cofi becndofene la decottione , come pigli andò ferie la polite- nere dcll'berba fece a con decottione di regoliti a . Vale anchora à iT ifici che (pittano l a marcia , prefa nel medefmio mo- do.l' ber ha firefea fcaldata fopra una tegola , & irrorata con maluapa & applicata in fui uentre , mtiiga i dolori della madrice . &pcrò è buona per i dolori delle donne dipartoffe infieme con matricana , & fiori di Chamamilla >fì cuoce ta gliatàminuta nel olio di gigli>& dipoi con tre ò quattro uuoua battute fenefa una frittata, & mettefi cofi calda fopra il uentre loro . & io poffo affermare effere in ciò medicamento ualorofo & prefentaneo . Fomentano ofile donne con il vapore della decottione di tutta la piantaprouoca loro i mefirui, & tira fuore del corpo le creature morte . Meffa fec- cafia le ucjìimenta nonfolamente le preferita dalle tarme dalle tignuole , ma dà anchora loro buon odore. Di quefla non ritremo io , che faceffc mentione alcuna Galeno : quantunque la deferiueffe tra gli altri femp ’ici nel vii. li- bro Vaolo Egineta 3 cofi dicendo . Il Botri , il qual chiamano alcuni ambrofia , & altri artemifia , è una pianta ualoro - finente odorata . Ecuuta quella nel uino aitagli afmatici . Chiamano i Greci il Botri , Bhpvf : i Latini , Botrys : i Tedefchi , T raben , Krotten kgaut : i Francefi > Tijmen . Virtudel botri. Botri fcrittoda Paolo. GGGG Del Geranio,& fua eifatuin. Difcorfi del Matthioli Del Geranio. Cap. CXXV. IL c»*mo ha le fiondi fimili all'anemone, ma piu lungamente intagliate :la radice quali ritonda , & dolce . Beuuta quella al pelo duna dramma nel uino , «follie le uentofità della ma- drice . Enne una altra fpetie con fufti minuti , & pelofi , d'altezza d'un piede , & mezo : le cui fion- di lì ràffembrano à Quelle della malua . Sono nelle lómmità de fuoi fufti picciole tette di gru , con i fuoi becchi, che riguardano in fufo, oueramente denti canini . Non ha alcuno ufo nella medicina. E' SlfEEUNU trai Latini, & i Crcci nel Geranio . Et imperò Picena "Plinio àxi.cap.delxv I .libro : Chiamano il Geranio alcuni mirrhide, & altri morbida . £ fumile alla cicuta : ma Imperò le fi-oncli minori , &pì„ brcuefufto , di giocondo odore , & fmilmente fapore . & cofi la deferiuono i soffri .Mai Greci la fanno con fimiìpm > 1 bianche , & piu picciole della malua , con fujìi fittili, pelofi , & ramofi , pieni di fiondi : tra le quali nelle fomiti de i fièli fono teHe con il becco filmili i quelle delle gru . F annone anchora una altra ffetie con fiondi fimi!, all'anemone ,m piu lungamente intagliate : con una radice ritonda ,& dolce .Il che dimoftra , che tre fieno le fpetie del Geranio ( che GERANIO I. altro non uuol dire , che Gruaria ,per batter ella per femc quelle tefle di gru ) ciò è una dei Latini-; <&Mtrt duedei Grea./e qu ahtutteài tempinoflrift conofcono ,&fi ueggononelle campagne ,& appreffo alle fiepinelle publicbe ìrade . Quella , ebeferiue Vlinio effere la Gruaria de i Latini ( quantunque non manchi chi uoglia che ella non fia dif- ferente dalla mirrhidedi Diofcoride ) ucr amente non fi può negare , ch’ella non fia quella , che uolgarmente chiamiamo mWrmgruis ,& altri^ofirum cicoria ,& altri jtem ratificata: per battere ella ( come dice Vlinio ) foauifiimo 0 ore .Imperoche queBahalc fiondi intagliate come lacicuta, maminori :& il fufiohreue ,&rìtondo:& produce pofiia il feme fintile àtefle di gru, dalche hanno prefo tutte quelle Jpetieil nome di Geranio .cioè diGruaria, onero ■ ma. oltre a ciò quella , chefcriue qui Diofcoride battere minuti , &pelofifufii , d1 atterga di un piede & metp , le cui fon i fi rajfembr ano d quelle deltamalua,& che produce nelle fommità picciole tefle di gru ; parrai , che nonftpojfa negare , eh ella non fia quella, che uolgarmente chiamiamo Vie colombino , per non uifiuederc nota alcuna , che ripugni Io aUl,lcr,ttura d> Diofcoride :fe non che le fiondi fono molto minori di quelle iella maina , come ben diffe Vlinio, fe ben fi Diofcoride. L altra pure de i Greci fcritta nel primo luogo da Diofcoride, ho ueduta io molte uolte nella ual - 1 nm‘ '’&'n altri affai luoghi, con fiondi tenere ,& lungamente intagliate filmili all'anemone , con fiori quafiin- .. tra 'ìlv ' //■ '■ bt cri radice è bianca ,& quafiritonda , didolce fapore. Et imperò parmi, che qui pJJcUk», io . peiciochc mole egli , che l .Acus unificata , la qual chiamano ^deus pafloris , fia quella fcritta nel primo G G G G 2 luogo m luogo do Diofcoride . Impemhe l'Mus mufcata non fu radice alcuno ritonda, ne monco tagliate di quelle dell’anemone ; ma bene è ella ftmilenelle jromii.ne ifufh , & nell odore a quella , / ^ f Jm tagliate di quelle dell’anemone ; ma bene e ella JmileneUe jromai.nc tjmtt , v ne* r ■ ■ 'hefmUm ejfere la Cruaria de i Latini . Oltre à ciò riprende il Quelito contro a Hemolao coloro , ch e fi p f ’ [k ^ pqftoris quella , che chiamiamo noi pubertà . Ma egli in ciò maggiormente deue effer nprefo, crei s quella, che chiamamonoi^toerta. Ma egiuncw maggw,,,^^ u/- ■ r altro non p4“‘r bertafialamraMirrhide.MapetdireilmioparereintornoaUalfuberta, farmi fcr ella, che specie di quel Geranio, ilqual ferine Timo ejfere de , Lami, ipcrhaucrecUa li , odoremolto acuto , fiore rofiigno , & capi parimente dtgru, come l altre ffiene di Gru . ? Mkc dj Dit, rhide, come fi penfa il BjieUio , non mi pare in modo alcuno di confenme.mperocheo ■ ;a wio- feorìde , che quando cofifujfe.dourebbe il capitolo della Minhts ejfere difatto j/c yhbit k tlHt ta una fbetie di Grrnria ; non ueggio, che Diofcoride dica, che la Mmhufia tutta r0P& ’ & nei ■ M tt4Y0j]eggMnVEjìK ~ & & che la fua radice è molle , & ritonda, non ingrata ne i eh . Ile Bermolao , cbul la t\ mena , come piu ampiamente diremo nel quarto libraal proprio capitolo . . * dcmi u C;®*W> Geranio de i Latini fia la Mìrrhis di Diofcoride : ingtmandofi anchegh perbauerde ftmile alla cicuta , Errore d’Her- la Bjiberta , come piu molao. Minbi1) Nel terzo lib. di Diofcoridc . 5»0)- GERANIO IIII. Mirrbis , Mirrhida. & non mettendo , che Tlinio fece della Min-bis uera particola r mcntioneal XVI. cap.del XX 1 1 1 1 . lib. paia péro marauiglia , che Vlinio chiamale Mirrhida , & Mirrbis il Geranio de i Latini : pcrciacbe fu egli cofi chiamato anchora da alcuni Greci quello della feconda feerie, come fi può uedcre in quei esemplari di Diofco ride , ne i quali nel principio de capitoli fono uarie , & diuerfe. forti di nomi . Erra parimente nell'bijloria del Geranio il Brafauola , dicendo , che in modo alcuno non è da credete à coloro , che dicono cael uolgar Vie colombino fut il Cera - ■rio : per oche produce egli le fondi con maggiori intagli di quelle dell anemone .1 non accorgendoli che'l Vie colombino non è creduto effcre quefìa prima feerie ; ma la feconda , la quale per non hauer fedito di leggere forfè tutto il capitolo- , ■non ritrouò il Brafauola nel fuo Diofcoride . . Vna altra forte dì Geranio , che produce le fondi ritonde, & intaglia* te>come,queUedelTie colombino , ma grandi > come fono quelle della maina-, la qual uogliano alcuni, else fa la uera Momordica , ho piu uolte ueduta io piantata in diuerfi giardini . E oltre d tutte le altre feerie lodata per lebeuande , che fi fanno per le ferite caffali , & iute rimali , per confolidare ella ( come dicono ) mar auflìof amente . Quella , fecondo il ynÌQgiudicìo,pm corrifeonde alla feconda feerie di Diofcoride , chcnonfa ilTic colombino : pcrciocbe fono le fue fon- di piu fa miri alla malua . Et imperò non p enfo , che fqllarebbe , chi dicejfe che Diofcoride mendejfc diauefa . quantun- GGGG 3 que Errore del Bra- fauola. Momordica , fpetie di Gera- nio. Difcorfi del Matthioli GERANIO V. Gerani j & loro qt te non fi pojfa negare , chel Vie colombino non fa la minore fictie di qucjlo Geranio grande , chiamato Mo-aoì dica. ucnonjipojja negare , cne i L'ic coiommnonon jia la minore jpcnc ai qucjw . - La prima fpctie del Geranio fritta da Diofcoride fa le foglie dell'anemone 3 ma con piu profonde diuifure , \ ‘’lul'J° no per ogni foglia fei . Troduce il gambo dalla radice diritto , f itti le , & articolato , & i fiori porporei fatti amo o ^ JLU jJCf 1/^14 J Udirli* JK • A [ I tu/ W . i. * 1 1 > ~ 1 — J J J rofe,ma molto minorila i quali nafeono i becchi di gru dalla parte di fiotto lunati. H a la radice toda, maggio) c una noe ciuola , nerigna , & dolce di fapore . Tslafce in luoghi inculti , & Jpetialmente in Dalmatia , donde po'ndta in ta mi fu la prima uolta mandata dal nobili fimo, & Fccellentifimo medico > &fcmplicifta M» Vh[fe *Àdrouan o Bo ogn^ fé . il fecondo fa le foglie come di maina , marninoci , attaccate à lunghi & fiottili picciuoli, tutti di roffoco ore • hi produce egli fiottili, tondi, & arrendeuoli , & i fiori pauonaggi , da cui nafeono le punte filmili à i becchi de e&tt* radice ha egli fiottile lunga una {panna, & fibrofia. TSJafice lungo le uie in luoghi fiodi & qualche uolta neg i miti, x 5*0 di cui fcriffe Vlinio fa foglie come di cicuta , ouer amente di mirrhide , ma minori , & meno intagliate , & Ma c terra , le quali inuecchiandofi diuentano. rofifie . Fa i gambi corti , tondi , pelofì , & rofii, nelle cui fomnnuijoaoi ^ ^ piccioli porporei ,&fiellati, da cui nafeono poi gli appuntati becchi come di cicogne, con alcuni capite i picciuolo informa di balaufi . La radice fua è bianca tenera , dolce & piugrojfadi quella della feconda fp ette . ^ nelle ruine delli edifici , nelle macie, lungo le uie , & in terreni magri , &faJfofi .Sono oltre d i predetti anc ioi a < ^ Nel terzo lib.di Diofcoride. geranio vi. S>°7 trefpctie di Geranio.il pruno de i quali nafcecopiofo àuafi in tutti i prati di Boemia , con foglie maggiori di tattili altri , fintili quelle del fanone olo , ma diuife all’intorno in otto parti , firate per terra , & appiccate à lunghi , & fermi pic- ciuoli: Fa piu, & piu gambi da una radice 3carnofi ,& parimente articulati 3 nella cuifommità fi ueggonoi fiori mag- giori che in alcuno degli altri * informa di rofa , & d'un colore , che nel celefte porporeggia , da i quali nafeono final- mente gli appuntati capitelli maggiori di tutti gli altri , ne i quali fi uede particolarmente la cima ritorta & in tre parti diuifa , à modo di corona . La radice ha egli anchora piu grande di tutte l' altre [peti e , & parimente piu grojfa , & piu ferma , dalla bafe della quale nafeono molte , & molte fibre rojfeggianti 3 & ncruofe . il fecondo fa le foglie come il cin - sfoglio , fe bene moltópiu per intorno intagliate , attaccate à lunghi , & pelofi picciuoli .1 fuoi gambi fono alti una {panna, fiottili & lanuginofi,& i fiori che nel rojfo porporeggiano , da i quali nafeono alcune pie ciole s & appuntate fili - que , moiette , & pelofe , in cui è dentro il feme .Ha la radice lunga una j panna , ma fiottile . il Tergo che mi fu man- dato da V erona da M. Francefco Calciolario femplicifia non indotto ,fa quafi le foglie come di maluauifchio, oueramen te ahbea : i gambi copiofi , arrendeuoli , nodofi , &pclófi . i fiori piccioli 3 Rojfeggianti à modo di piccioli balaufli , da i Wall fi fermano gl' acuti capitelli 3 come ne gl’ altri . la radice del quale è lunga ma /panna & mega y grojfa un dito & G G G G 4 uicino ? B HI. 1 i' ,r Difcorfi del Mattinoli uicmo à tetri top . La radice di quella , che ha fiondi d’anemone ( pondo che ferirne -Plinio al luogo predetto ) tuie per ripiantare i debili : & per i tbiltci, heuendofcnt una dramma alla uolta con tre ciatbi di uino due 'tolte li giorno : & parimente per leuentofità . ilcbefaella anebora togliendoft cruda . Il ficco fino gioia à ì dolori dell’ orecchie. Il feme un- te à gli fiammati beuuto al pefo di quattro dramme conpepe , &mirrba , Qjtella , che chiamano Pie colombino , v,m. tmque al tempo di Diofcoride non fife ella in alcuno ufo nella medicina; nientedimeno nonmanca hoggi chi la lodi puh ■Pie tolombino uolgare fta quello , che in Serapione è il ucro Amomo di Diofcoride , il quale interpreta il traduttore per Tic colombino: imperoche ìlcomenirfi aU’mtrmfecbe ulceragioniè proprio dell'Umomo, & non del Pie colombino uolgare . Del Geranio nonritrouo appreffo à Galeno memoria alcuna . quantunque Paolonelvi l. libro, togliendo da Nomi. Diofcoride , ne fcriua quel medefimo . Cbiamanoil GeranioiGreci ,Vefimri Latini, Ceraniumii TcdefcbfStro- 1< cfenfcnabel : li Spagnoli ,Tico de ciguenba : i Francefi , I[pJìro de cìcongie . GNAPHALIO. a? ì*JS LV tv m* Sfflk. il n m Rei > p Nel terzo lib. di Diofcoride. 5) op Del Gnaphalio . Cap. CXXVI. Sano le foglie del Gnaphalio , le quali fono tenere, & minute, in cambio di tomento . Be- uonfi utilmente le frondi in uino auftero perla difenteria . ztsro èbreue del Gnaphalio l'bisloria in DioJ doride, che imponibile mi pare ,cbcfcncpo(fd venire in cùgni- Gnaphalio, & ione . Ter ciò che non ritrouo altri 3 che piu ampiamente lo deferiua . Tlinio fe ne pajfa con la medèfìma hreuitd al tua edàm. X. cap. del xxv 11. Hhro . 'Nondimeno il Fuchfio dipinge nefuoi commentari / una certa piantaper il Gnaphalio ,f or- lo jgpey ejfer ella canuta , &pelofa . Ma queHa a miogiudicio molto piu rapprefenta quell'herba , la qual chiama Tlinio Impia al x 1 x. capo delxx mi. libro , deferitta da lui con quejìe parole. L'herba,cbc chiamano Impia, è canti • GNAPHALIO VOLGARE. Impia herba di Plinio, pio Difcorfi del Matthioli BAMBAGIA. U , ftmìlc nell' affretto al rogamo , con capi, e ir uefiita àrnie dithirfo . & di chefamoparìmenteicapi.ChìamaronlaImpia,penbeifiglmoli{cioèquei ramufcell p )fP ^ c(,et> madre , ò del padre . quantunque uoglitmo alcuni, eh' ella ftacofi chiamata, pernonnrou f mefcbiM- tocchiper cibacene . Quefla pejla fra due Mi f, [calda , &fà un ficco difienai mrtu cornala fichu ^ , fi ^ doft però con latte ,&con nino . £' cofa marauigliofia quello , che [e ne dice , ciò è dieci gfi ? _ $m 4;cWi pati/ce la fichirantia . Dafii per quejb à iporci : & quelli fe ne muoiono , che non IdfiOg J j„Mottifconoil ci- Nel terzo lib. diDiofcoride. pii libro Li fitte fuferiore dell’ Egitto , che contermini con t inibii , produce uni pianti, la qual chiamano alcuni Gof- fipio ,& altri ti ilo . É picchietti pianti , da cui nafce un frutto barbato ,fimile alle nocciuolc : dentro al quale fi gene- ri uni lanugine , che fi fila : la quale non ha pari in biancheria , & morbide rgi . & però fe ne fanno grandìfiime uefli per liftcer'ioti . Qjieflo tutto della Bambagia fcriffe Vlinio .Ma ài tempi noftri fi [emina la Bambagia in Cipro , in Can- dii , in Sicilia ,inTuglìa,& in altri luoghi : la cui lanugine è neramente c alida ,& fecca. Brufciata riflagna il [angue ielle ferite , otte f afferò tagliate le uene . La midolla del [ente conferifce al petto , & aumenta il coito . Cauafene fuo- fi olio. Cóme fi fadelle mandorle : il quale è ualorofo per tor uiale lentigini ,& altre macole della faccia . Ma ritor- nando al Gnaphalio , dico che delle uirtù fue fcriffe Galeno al v I . libro ielle [acuità de [empiici , cofi dicendo . Il Gna- pluliofu cofi chiamato , perufarfi le fue foglie morbide in cambio di borra .Sotto bianche , & mediocremente cofiret- ii’tc &però le danno alcuni con qualche nino auflero nella difenderla. Chiamano i Greci il Gnaphalio ,Tvnpàw.i Latini, Gnapbalium . Gnaphaliofcric co da Gal. Nomi. T I P H A. Difcorfi del Matthioli Della Tipha. Cap. CXXVII, LA t i pii a fa le frondi limili allaciperide : il fufto bianco , lifcio, Searrendcuole : abbraccia- to nella fua fommità dal fiore ben ferrato.-il quale lì rifolue in lanugine, & da alcuni è chiama- to panicela . Medica il fiore di quella herba incorporato con graffo di porco lauato alle cotturedel fuoco . Nafcc nelle paludi , & nell'acque , che non corrono . Tiphai&fuatf Tp ’ 1 A tipha notijsiaa pianta in Italia, imperoche poche fono le acque delle paludi, de litighi ,°lifla. \ famina’tione. ,gni, che non producano infittite piante di Tipha . Cbiamafi la Tipha in Tofcana,cioèil fiiflo- conila ma^ain- Vf°>& u,mì nell’ orecchie . Di quefta lanugine delfino fiore, da cui è ( come dice Diofcoride ) abbracciata finitamente lauergt C 1 lp>a’ lifciadclfuofuflo Jannoalcunidibaffamanomataraogidaletti: &dcUcjrondifuefene ueflono per Mtaltdki fio- fichi, & tcjfionficne lefedic, ò uogliamo dire cadreghe per le donne,& quefie chiamiamo noi in T oficana uolgamente Stia ce . La lanugine delia fitta malga pejia infìeme con frondi di betonica , radici di gladiolo , & d'hippogloffo , toglien- do ugual parte di tutte , tanto chepefi.tma dramma,& poficia incorporate con due tuorla di menta frejcbe cotte dure, tir mangiata orni mattina da digiuno per un mefic continuo guarifice le rotture inteflinali non fidamente ne i fanciulli , tu anchora negli Intonimi giouani , tenendo però fiopra la rottura qualche cerotto conueniente con la debita legatura . Di questa apprejfib Galeno , & 'Paolo Egineta nonritrouo io memoria alcuna, quantunque fila da TheophraHo , nominata j alxiu.cap.dcl primo libro tra quelle piante delle paludi , che non hanno nodo alcuno nel fino fufto , come fono igiu- Nomi. chi , & il gladiolo . La Tipha chiamano i Greci , Tóf » .■ i Latini , Typha : i T edefebi , Moffkplbcn , 'Karmplbtn.di Spagnoli , Babordo , & Pinco amacorocado : i Francefi , Machc , & Mafifie . LA cuce», laqualec'iiamanoanchoralcuniDircea,producelefrondifimilialfolatrodo ineftico de gli horti . Ha molti rami : il fior nero , picciolo , & copiofo : il feme come miglio, ; che nalce in certi come cornetti: fa tre, ouer quattro radici, lunghe unafpanna, bianche, o- dorate , & calide . Nafce in luoghi aprichi , fàflòlì , & uentofi . Infdndonfi quattro libre delle lue radici in tre feftarij di uino. dolce per un giorno , & una notte , & beuoniì tre giorni , & purgano la madrice . Il feme dato ne i fugoli empie le poppe alle donne di latte . Ljt circe* herba à i tempinoflri non fio fie ritrouar fi potejlc in Italia ; quantunque fujfe ella à gli antichi notifjìma . Tcnfianfi alcuni ch'ella [i chiami Circea , per ejficre Slata tifata forfè da Circe incantatrice , mieto da leiritrouata , perle fine malie, & incantamenti . Il che quantunque non ardifica di riprouareio ; nondimeno (cr nonritrouare alcuno , che ferina, clic uaglia la Circea in coft fatte cofc, penfo che d'altronde gli fta dato tal nome. Di t queHa fcrijfe Tlinio all'v III. cap. delxxvll. libro , togliendone , come fi ueile , di parola inparola l'hiftoria di Dio- floride . Ma nel narrare poficia le uirtù fuc corrompe al contrario la fentarqa d'cfjo Diofcoride , dicendo che l fuofme beuutofa afeiugare il latte . Mi che non folamentc è contrario la fcrittura di Diofcoride , ma anchora quella di Galeno: Circe.! ferirti ^ quale al VII. libro delle facilità de (empiici , coft ne fcrijfe dicendo . La radice della Circea bautta in acqua melati purga le donne dalle fecondine : imperoebe è c alida , &di buono odore . Il fuo feme dato ne i fugoli è ottimo al gena ite Nomi, elei latte . Chiamano i Greci la Circea , K ipnai*; i Latini , Circaa . fierne , Manga fonda : percioclic è Slato ijperimcntato , che la fua lanugine fa diuentare fiordi coloro, à cui entra Della Circea . Cap. CX XVIII. Del- Nel terzo lib. cfi Diofcoride. Dell’Enanthe . Cap. C X X I X . LO enanthe hafrondifimiliallapafl:inaca:ilfiorebianco:e'lfuftogroiro,altounafpanna: il fuo feme fi raflcmbra à quello dell atriplice .-produce la radice grande , la quale fi fpande in molti ritondi capitelli, nalcetrafafli.il fufto, il feme,&le frondi beuute con uino melato» prouocano le fecondine . La radice beuuta con.uino , uale alla diftillatìone dell'orina . F IL I P E N D V L A. HHHH lo 9*4 Difcorfi del Matthioli Enanthe, & fi» q enanthe, del quale fece memoria T heophraHo al VII. cap. del Vi. libro dell hijìoria delle piante , & del Tlinio x xi 1 1 1 . <4p. del xx i . libro Jixrcde il Fucbfio nel fuo grande h erbario, & parimente è opinione di mol- . 'ritmo xxii ii. «et. am. u* I» ■» , ■ i i ,, Fuchfio, & di ti moderni femplicifti , che fa quella pianta , tfe ctaw» * Filipendula . M* per ueder io , che la Filipendula na~ molti altri. ^ rati & non trafafii , comemficme con Diofcoride ferine Tlinio : & per non produneeUradice.grande.che . r ìJbia per intorno piccioli capi , & ritondi :■& non effere ilfuofemefmileàqueUo delUtriphceinonpojJo in mio al- Enlnthc amo affermare, che, fieno lo Enanthe, & la Hipenddo ma cofa medefima .. Ma le tre ftet, ed Enanthe, delle qrnlifo. nomile fauredoPolaFilipendula,mifurnomandate dal.nobilifiimo.& dottiftmo Stgnor Incorno MntmuoCmufi Gentil' buono Tadouano , &fegnaUtofetn{lUma de i tempi noftri . Il quarto poi , di cui e ambo, a qm l magmi bibbi E N A N T H E I. Nel terzo lib.di Diofcoridc. $ fi y ENANTHE II. gin io dall'Eccellentifiimo medico M. Bernardino Triuifano projfejfore publico di quefia facoltà gloriofa de femplici . Tra le quali tutte Jpetie fe pure ue riè alcuna, che fa il nero Endthe di Diofcoride crederò io ejfer quella della radice gr of- fa , & inequale , la cui figura tiene il primo luogo dopo la Filipendula , Imperocbe in quesìa fi ueggono molte note , che puntalmentc ui confondono . Ma tutte le altre direi io , che fujfeno fpetie di Filipendula , uedendofi che nelle radici , &nelle ombrelle molto figli rajfomigliano. Ma non uorrei che fi' a tanto fi marauigliaffe alcuno ch’io habbia nomato per Enanthi tutte quefie fpetie di piante non effendo ciò fiato fatto da noi fraga qualche ragione . Tercioche quantunque non fieno legittime fpetie di Enanthe , nientedimeno non ritrouando io alcuno fcrittore , che auanti da me babbi fatto di loro ueruna mentione , mi pare che non fila fiato fuor di ragione à porle in queHo luogo fiotto 1‘ Enanthe ,feben fon elle mol- HHHH 2 topht Difcorfi del Matthioli ENANTHE II I. to piu 'flirtili alla Filipendula, con la quale anebora l habkamo accompagnate . Dii Elianti? ^ Virtù dflla Fi- trono io memoria alcuna appreso Galeno . Ma fecondo che della Filipendula ferimmo alca > ^ lif enduk. cofe f Ute uirtH . tmperocbe pr cuoca l orina ritenuta , & guaritele dilli lattoni di quella . G ^ le pietre delle reni : rifohte le uentofìtà dello fiomaco : conferifce àgli fretti di petto, vrqu f chinano Nomi. tecia frddi humori : &gioua al mal caduco , ufandoft lapoluere della radice fecca lungarno l'Enantbe i Greci, OivdvQn: i Latini , Oenanthe. Della Nel terzo lib. di-Diofcoridc . P 7 ENANTHE III I. Della Conica. Cap. CXXX. LA coni za è di due Ipetie . La minore è piu odorifera:&la maggiore è pianta piu alta, Se ha piu larghe frondi & piu graue odore. Sono le fiondi d’amendue limili à quelle de gli oliui, pelofe , & grafie . Il furto della maggiore crefce all altezza di due gombiti : & quello della mi- nore aggiunge à un piede . Il fioreè fragile, di colore giallo , &amaretto , il quale fi fpiuma in uola tili fiocchi . le fue radici fono inutili . Caccia tutta la pianta le ferpi ,. Iparta ciò è per terra , & pari- wentefumentata: caccia i artici , & ammazza le pulci . Impiaftranfi conuenientemente le frondi in fu i morii delle ferpi , fopra i brulchi , Se in fu le ferite . Beuonlì i fiori , Se le frondi con uino per pro- uocare i melimi , c'1 parto : & parimente alle diftdlationi dell’orma, trabocco di fiele, & dolori del- Icbudella : beuuti conaceto aitano al mal caduco . Ladecottione meda ne ibagni , che fi fanno per HHHH s federai Conila efiam. 2 1 8 Difcorfì del Mattinoli C o NI Z A MAGGIORE, federai dentro, medica idifetti della madrice.il lucro applicatola fconciareledonnc. Vng^, l'herba efficacemente con olio al freddo , & al tremore . Vnta leggiermente la ramore la“ .di tetta. Enne una terza fpetie', che produce il tutto piu grotto , &piu tenera . & ^ mo- rette della minore, non gratta, & minore della maggiore: ma di molto piug , condo odore, come che non coti ualorofa . Nafce in luoghi humidi . T jt coniza tanto maggiore, quanto minore, na[cemn[olamenteinTofcana,mquafipertut , __ di fufli i’ r ’ ' ai Ttì Afa /\vì ti* rhiamafì uolparmentel ulicar >y r ) n I z a tanto maggi ore y quanto minore ynajce non \ oiamemc m i vjw* > ■ i r diy fufli ,& fiori del tutto concordanti conta fcrittura dì Diofc or idc . Chiama fi uo gai menu u £ ^ , mattare ella le pulci, come dice Diofcoride : & Tulicaria parimente la chiama Tieo oro a uliuriaffui- ThcopbraHo -il quale alll.cap.delo 1. libro dell biftorìa delle piante , cofi neJcr'"e lcn‘ jan’ altra. I n>[c,0~ il mafchw : & la [emina : tra le quali ffetie è differenza come nelle altre, &f‘ dtfcern cfce teoria Nel terzo lib. di Diofcoride. CONIZA MINORE. tbelafemìna è piu compresa , & ha fiondi piu fittili , & in tuttala pianta è piu picciola . Il mafcbio è piu ampio,!)» piu grafia fusto, &piuramofo ; & ha lefioniipiu larghe, & piu grafie, il cui fiore è affai piu fplendido . Sono amen- iue fruttifere .quantunque tardi germinino, &fiorifihino ;percioche ellenon producono il fiore, fi non dopo il nafii- mcnto di Mturo . Il mafcbio ha piu grane odore, & la feminapiu acuto : & imperò è piu commoda al rnorfo delle beflie. la ter\a fietie , fecondo che fi legge nella fine del capitolo di Diofcoride, è melarla trai mafcbio , & la femina . Tda- fce quella abondantifiimamcnie nella ualle Anania per le publiche firade .nelcontadodi Coritia per tutto ,& inai- lo ,r' ^hi , oue riforgono , & trapelano dalle riue de campi ,& prati alcuni rampatimi d’acqua . Quella da molti è lo data Ijtctialmente nella difenteria dandofcne ogni giorno inpoluerc altere una dramma con nino rofio brufco. Scuffi *"‘1“ della Conica Galeno al v II. delle facilità de ifemplici , in queflo modo dicendo . Sono la Conica maggiore , & minore HHHH 4 fintili Jimili di [acuità , & di temperamento : appaiono alguHo amare ,& acute. Scaldano apparentemente,’: ?r, rmtdio. jimili di [acuità , &dt temperamento : appaiono al gusto amai e , w acme . «««“*» -rr . , conl te [ondi con i fuài raraufceUì (impernile é ella folta pianta) in il [ci- . doue eUa fia Hata coita . per cicche fi uede, che taleolio fami tremori periodici , & circolari , vy ^ ^ ^ . do . Hanno anchora i Icrfiorifmik tòrti : & imperò fono alcuni , che li danno triti mjteme con e > (0- Nomi do . Hanno anchora i Icr fiori fimile uirfu : & impero fono alcuni , che li Hanno triti ini“ acmafirinì , i »' per prouocare fortemente i mefirui, r iparto . Urne una terrea fpetie,che nafee in uogn lumi , ^ or(liiic. dorè piu grane ,& di «irti minore delle altre .Male prime già commemorate fcaldan o , V !/« _ , . : jttadcg« “■ ji- Chiamano i Greci la Cenila , Kfof« •• i latm,Cony^:i Tedefchi.Geele munt\,et Dumurtrp mp g /; Difcòrfì dèi Matthioli C-Vk I Z A M E z a n a. Nel terzo lib. di Diofcoride . 921 DelfHcrnerocaiic, ciò è, Giglio faluatico . Gap, CXXXI* IL g icm o làluatico ha le frondi,e'I fufto limili al giglio, uerdi come quelle del porro. Produ- ce tre, ouer quattro fiori cialcuno nel fuo fcapo , diuilì come il giglio di colore molto pallido , ne! tempo che lì cominciano aprire . la fua radice è grande , & bulbofa . Quella trita, & beuuta, &meiraconIananeipeffó!i prouoca alle donne l’acqua ragunata nella madrice,e'l fangue me- ftruo. Mitigano le frondi trite le infiammagioni delle mammelle dopo al parto, & limiimente quel le de gli occhi . Mettonlì utilmente le frondi, & le radici anchora in fu le cotture del fuoco . L’/ìem e r oc a l le , cioè. Giglio faluatico, nafcequajì per ogni luogo d' Italia , tra le biade, per limanti, Hemerocalle, per libojcbi , per li prati , per le tulli , & altri luoghi: & chiamafi propriamente Giglio Jaluatico. Le fue radici fono fumili à quelle del Ciglio domcflico : ma gialleggiano alquanto , come quelle delMartagon . I fiori ( come i fcoride ) nell’aprirfi fono d’m colore cofi fieramente pallido, che fi che paiano difplendidifiimo oro. Enne una a ^ tie , la qual ndfce copiofa in fui Carfo , con fiori molto piu intagliati , come manifeflamente dmoflra i pi ejene ^ to . Et però parmi , che euidentemente errino coloro ,che prendono per l Hemerocalle quello, che chiamiamo i ^ uallium.imperoche quefio produce le fiondi quafi filmili alla piantatine , fi ben piu fiottili, & non cofiapparen ftrifciate . Sono i fiuoifufii fi ittili , triangolari , & arrenderli , non piu grofiipur di quelli della piantarne . , ^ quali fono uerfio la cima L'uno alquanto difiante dall’altro piu bianchitimi , & odoratifiimi fiori , rumori c forma quafi di balaufli,& molto filmili à i fiori dell'arbuto, da i quali il mefie di Giugno , & di Lugi io fi jor bacche filmili d quelle della fiafìinella , cioè prima uerdi , & dipoi rojfieggianti . Le radici fono afe , ung > ^ lari, fienai alcuno bulbo. Cofe che tutte ripugnano alLhifloria, che ne ferme Diofcoride , il qua pece Nel terzo lib . di Diofcoride. 523 LILIVM CONVALLIVM. fiondi ,& fufii fìmili al giglio , con fiori pallidi , & radice grande , & bulbo fa . Vfano il lillivm cornai - lim iTedefcbi per corroborare il cuore, à cer uello , & tutti i membri [pirituali: & però lo danno al batticuore , à i uer- tiginofi , al mal caduco , & nella apoplefiia . Oltre à ciò à i morfi , & alle punture de uelenofì animali , a far preHo par- torire , & alle infi ammagioni degli occhi . Ver le quali infirmiti coliumano di fare con i fuoi fiori al tempo della uinde- mia il uino, & altri l’infondono in nino ue echio per quaranta giorni al fole, & pofeia lo lambiccano , & rilambiccano piu Mite , infieme con fiori di lauanda , & di rofmarino , & alcune cofe aromatiche . Et cofi fe la ferbano per queiìi tali me- dicamenti per una delle piupretiofe cofe , che fi poffa ritrouare : & però la chiamano acqua aurea , & la ripongono in u*fi d’ oro, & d'argento peri fu detti mali. Immo che fi credono, che dandofià coloro, che fono in articolo di morte , 0 pojfa ella prolungar loro lauitaper qualche bora di tempo .quantunque il piu delle uolte s ingannino , come ho molte uolte ueduto. il che febene anchora à loro non è occulto ; nondimeno tanta è f autorità di cotale acqua appreffo dilo- ro > che anchora ch'ella non faccia quelle oper adoni > che fe ri affettano , non fi fanno attener e altrimenti di non tifarla : & molte Virtù del Liliù conualliutn. Hemcrocalle' (cricco da Gal. Nomi. Difeorfi del Matthioli & molte mite la danno nelle malattietaldifsìm; d cui del tutto Contraria ifetiyc. alcuna ragione . Credeft il Fttchfió, che (la il Liliutlt conuallium TEpbemero fcritto da Diofcoride nel quarto libro . Ma s inganna manifestamente } come in quel luogo pofeia diremo . Scriffe della radice dell’Hemerocale Galeno al vi. delle [acuità de [empiici , cofi dicendo, itpnfolamcntc è fintile à quella del giglio nelle fattele [uè la radice dell'Hcmerocalle;ma anchora neUeuirtù non mi manco di quella : ne manco conferifce alle cotture del fuoco , per hquere ella uirtu leggiera , digejliua : & alquanto re- percuffiua . Chiamano l' Hcmcrocallc , onero Giglio faluatico i Greci, H y.tpoya,hkn : i Latini , Lilium [ylueStì e : i Tede - [chi } Heydimifch lilien : li Spagnoli , Lirio amarilho : iFranceJi , Lisgaulne . Del Leucoio, do è, Viola bianca. Cap. C XXX II. LA viola bianca è notiffima à ciafcuno. ma è nondimeno differenza ne i fuoi fiori: impero- chefono in alcune bianchi, in alcune gialli, in alcune cerulei, & in alcune porporei. Quella è migliore nell’ufo della medicina , che hai fiori gialli . La decottione di quelli fecchi feden- LEVCOIO BIANCO ET PORPORE O. Nel terzo lib. di Diofcoride. LEVCOIO GIALLO. douifi dentro cura le infìammagioni della madrice , & prouoca i meftrui . Incorporati con cera jfà- nano le ferole del federe : & con mele l’ulcerd della bocca . Il Teme beuuto con uino al pefo di due dramme , ouero applicato di fotto alla natura con mele, prouoca i meftrui , le fecondine, e’1 parto, le radici impiaftrate con aceto fminufcono la milza , & giouano alle podagre . QV a ntvnc^ve Leucoio uoglia folamcntefignificare Viola bianca ; nondimeno fi piglia anchor per la gialla, Leucoio, &fua per la cerulea } & per la porporea . QueHa chiamano volgarmente gli {frettali , & i medici dell’arabica fetta e am‘ Cbeiri . S ono fiori in Italia uolgari à gli horti , alle loggie , & alle finejlre ; alle mura , & a i tetti : imperoche in tutti quelli luoghi , bora in tejìi y & bora in c affette le molto curiofe dome per la bontà del loro odore , & uagher&a del colo- re diuerfo loro, le coltivano per le ghirlande , Le cerulee veramente à i tempi nofìri non fi dimoflrano in Italia . & irti 1 1 1 1 però ^2 6 Difcorfi del Matthioli però crederò io injieme con il dotto Marcello Fiorentino , che fieno quelle cerulee moltiplicate , & fiate aggiunte nel te- Diofc. fio Greco : perciochefit ritrouano alcuni Dio fiondi ferini con lettere Lombarde mtklnffime , ne i quali delle cerulee non fi ritvoua alcuna memoria: come parimente non fe ne legge parola in Oribafio ,nein Serapione .iqualiii parolampt- leucoio & fue \oU trafcrj„ono da Diofcoride . Crefcono tutte lefretie alte comunemente ungombito , con il gambo firmile al carni o, fpciie & hift. . mto ramoj-o _ m nonfono nelle foghe tutte cùnfimili . Terciocbe quantunque fieno in tutte lentie lunghe , nien- tedimeno quella frette che fa i fiori gialli , le produce piu lunghe , piu copiofe , piu uerdi , & piu appuntate . Le altre due Ihetie poi che fanno i fiori bianchi , & porporei , hanno le foglie piu corte , piu larghe , & meno appuntate , & daltu- na & dall' altr aparte hianchiccie . De i fiorì delle bianche ne fanno in Verfia per cagione dell odore l'unguento , il qua- le chiamano Infilino , come à baflanqafu detto nel primo libro , contra à coloro , che fi credono farfi tal unguento di i Leucoio ferii- /;or; de ì noliri uolgari Gelfomini . Di quefle facendo mentione Galeno al VII. ielle facultàdeifemplici: Lapianti lo to di Gal. , d.cem j) di tme leViok ha afterfma , eJ- è compofia di parti fiottili : nel chefupcrano ogni altra parte i fiori , & di quelli quelli che fono fiocchi , fono piu efficaci, che i uerdi , di modo che ajfottigliano legrojfe cicatrici degli occhi. Trouoca la Loro decottione i meftrui.la fecondina , e’I pam mono : & hecndofi ammala il uiuo,&lo caccia fuori, per effer medicamento tale, qual fi firn ogni altro ,’ che fia amaro . Mcfcolandofi quelli fiori con molta acqua, ò con altro, che frenga la grandetta della for^a loro, diuenta buon medicamento de i flemmoni. Et cofi medefmamente la fui decot- tione non effendo pura ,fana applicata difetto i flemmoni della madrice , & majfme quelli , che per lungo tempo fifoni) induriti Mefcolati i fiorì con cerato fanano l ulcere , che malagemlmentcfi guarirono .Sono alcuni , che l ufm con mele all’ ulcere della bocca, ilfeme effendo egli della medefma natura , fi crede , che non Solamente fia egli molto come- neuole applicato di fiotto , oucro dato à bere , per prouocare i meflrui , ma che pojfa ammalare le arature nel corpo, & far partorire le morte . Sono parimente le radici di uguale f acuità: ma fono alquanto diejfcnga piugroffa, &piu jc terrena . Quelle trite con aceto fanano la mihqa indurita . S ono alcuni che curano con effe i flemmoni induriti nelle ginn- ture Chiamano i Greci le Viole bianche, gialle, & porporee indiferentemente Momn : i Latini , Viola alba.- gltj- N°m'’ rabi, Cheiri, ouer Keiri ,& Mcheiri.-i Tedefchi.Gelb uiolcn, & Vuyffueihli Spagnoli .Violetas amarilks,& Violetas blanquas : i Francefi , Violetta , & Giroflees . DelCrateogono. Cap. CX XXIII. IL cuteooodo produce le fiondi limili al melampiro , & piu nodofì folti da una fola radi- ce ■ ha il feme limile al miglio . Nafce per il piu in luoghi ombroli , & tra gli fterpi , molto acuto in tutta la foa pianta. Sono alcuni, che dicono, che beuendo le donne dopo alle purgatami loro, auanti che (ì congiungano con l'huomo, il fuo feme tre uolte il dì, al pelo di tre oboi con due datili d’acqua da digiuno, cótinuando quaranta giorni, & parimente anchora 1 huomo altrettant tempo innanzi al coito , generano pofeia un maìchio . CrateoRono Se TI crateogono, quantunque fieno alcuni , che uogliano, che fia ma fecondacene diTerficma, il ckpo- fua cflim. ’ I c0 m\ corrifponde , ne mi pare dacredereper non eff cigli la Terficana in uerun modo Jhmle ,fe non forfè ne i /« >. „„„ ho potuto anchora rintracciare in Italia ; ione però non negherò io , che non ui pojfa egli nafcerc . Chiamo Nomi, p crateogono i Greci, Kf« tu^mi i Latini , Crateogonum . 4 DelPhillo: Cap. CXXXIIII. TL tHiuo, il quale chiamano Eleophillo, nafce in luoghi falfofi. Quello che chiamano - I liaono , come mofeo , ha le foglie piu uerdi di quelle de gli olmi , il gambo forale , & cor > radice fottile , il fiore bianco , & il feme limile al papaucro ; ma pero maggior e . Que! Ilo c mano Arrhenogono è del tutto in ogni foa parte limile all'altro, eccetto che nel feme, il qu P duce racemofo limile al fiore dell olmo , quando già sfiorito , comincia a . inoltrare il trarre 5 no che beuto il feme dalle donne , genera quello dell’ Arrhenogono mafehio , & quello gono femina . Tutto quello fcriìfe Crareua : & però non ho uoluto dirne piu oltre , che 1 n I O non poffofe non credere ( come fi perfuade anchora il Dottifiimo Marcello Fiorentino ) che que 0 ' Thillo fia fioretto , ò per dir meglio peruerfamente intrigato per trafeuraggine dell) foratori 1 — in quelle parole cioè, ('Quello che chiamano Theligono, come mofeo ha le foglie piu uerdi 1 q ledeglioliui; Imperoche queUaparola (comemofeo) nonparechein modo alcuno m fi conuenganon le foglie de gli olmi conformità uernna con il mofeo ; & panni che di ciò ne facci qualche fede T eop ira ' , finuendo del Tbillo alxlx.capo del I X. libro deU'hifloria delle piante. Il flutto del Theligono ( d"eua^ . ; re mofeofo de gl olmi , ma piu pallido . Onde crederei io , che fi deuefic leggere m Diofcoride tlcapodelTh ? modo. Il PhilloilqualechiamanoalcuniEleophillonafcein Theligono ha il frutto limile al fiore mofeofo de gl olmi , ma piu pallido, & le foB p 927 Nel terzo lib. di Diofeoride . P H I L L O. d’oliuo &c. Che poi il Vhillo babbi foglie oliuari ce ne fi tèflimonio Diofeoride nel nominarlo quando dice ifvKhov « li èKeuÓQvKkov Ktthovai- imperochc i*-cuófia uer amento il legittimo Vhillo Tbeligono ,per hauerneella tutte le note compite . Il pjicllio mole che il nero Vhillo fiala perficana maggiore > ma s inganna manif eoamente ; percioche quefia nafee in luoghi humidi , & acquaftrini} & il Vhillo ( come ferine Diofeoride ) in luoghi fajfofi 3 & aridi : ne man- co fa quefla perficaria fiori fmili al Vhillo. 7qon fece del Vhillo memoria ueruua Galeno , ne manco Vaolo , ne Oribafio; 8 # Qbc arguifee che ne i loro efemplari di Diofeoride mancaffe questo capo del Vhillo ; onero che l’baueffero per non legit- timo di Diofeoride . IIII a Del 4- P2 8 Difcorfi del Matthioli Del T efticolo di cane . Cap. CXXXV. IL testicolo, il qual chiamano i Greci cynofbrch'is, produce le fiondi attorno alla piu baf fa parte del fuo furto , Arate per terra , fiutili à quelle dell’olmo , ma piu lunghe , & piu Arene, & fobie Crefce il fuo furto all'altezza duna fpanna : fopra al quale e il fiore porpor.eo . Sonole faradici bulbofe, lunghette , doppie , & riftrette à mododi.una cima: delle quali lapin balla è piena, & carnofa : & la piu alta fiappa .languida, & uana . Mangiaufi quelle radici , come ibulbi, lef- fe,&arroftite. Dicono, chela maggiore mangiata da ghhuomini, fa generare! mafchi:&la minore mangiata dalle donne , le fonine . Oltre à quello dicono , che le donne di Theffaglia dan- le no per prouocare i uenerei defiderij la piu carnofa à bere nellatte di capra:& la fiappa per lo contra- rio effetto : di modo che l una guafta-la uirtù dell'altra . Nafce in luoghi faflofi , & arenoli . con T T P Tì'T TF.STICOL O I, Nel terzo Iib . di Diofcoride. 5) 2^ D i vn’akroT eftieolo . Cap. CXXXVI. L’A l t k o tefticolo , che per effer la fua redice in ufo à molte cofe, è chiamato da Andrea me- dico ferapias , ha le fiondi Amili al porro , lunghette, ma piu larghe , & graffe , le quali efcono inchinandoli dalle concauit à dedali . Produce i f ulti alti una fpanna : ì fiori quali porporei & la radice limile àitefticoli. Quella impaurata rilolue le pofteme, mondifica l'ulcere,& non le lafcia corrodere: Tana le fiftole, & mitiga l'inliammagioni. Le radici lecche ralfrenano l'ulcere cor- roliue , & fanano le putredini, & l'ulcere della bocca, che fono difficili da confolidare . Beuute con uino riltagnano il corpo . Diceli di quella quel medelimo , che li dice del tefticolo di cane . io SPETIE DI TESTICOLO II. Difcorfì del Matthioli SPETIE DI TESTICOLO III. Del Satirio. Cap. C X X X V 1 1 . IL satirio chiamano alcuni trifoglio : imperoche produce egli tre fiondi diftcfe m terr , limili à quelle della rombice,ouero del giglio, ma minori, & rollò. Produce il fufto “tou gombito,& nudo:il fiore bianco, di figura di giglio: la radicebulbola,grollacQmeunam v > fulua di fuori , & bianca di dentro come un uouo , al gufto dolce , & non ingrata alla bocca • ' ftabeuuta nel uino nero ualeà quello Ipalimo, che chiamano opifthotqpo . Debbefi uiare a loro, che affettano il coito : imperoche affermano, ch’ella gli fa piu pronti ne gli efierciti) uener ■ , Del Nel terzo lib. di Diofcoride. SPETIE DI TESTICOLO IIII. 93 1 IIII 4 £ R R ANO 9Ì1 Difcorfi del Matthioli SPETIE DI TESWCOLO V. ti. Errano neramente ài tempi noHrìla maggior p arte dei media, _ -0 „ - ~ . xjj. teperilSatirioneamendiieiTeftUolidicane.mpei-ochelelpetiedeiSatirmnfcntt,^ uerfe nelle fattele loro da i T eilicoli di cane-, quantunque in uirtu non fieno troppo t fiìcren ■ . i&e Diofcoride ,che i Teflicoli di cane producono due radice fintili à due teflicoli: ielle carnofa , & pender ofia : & la piu altafiappa,& me^a nana . & che , S, ftedelabbiamo noi di «mio »' nirlrt vr>rfrt rii fuori, /r di dentro bianca come un uouo. Li Satmonipoid amenduel jy ,/Vm). mela,ro{Ja di fuori , & di dentro bianca come un uouo. Li Satmom poi d amendue ejp umpana doro, trouati per opera et diligenza de i peritiffimifemplicifti M. Vr ance fico Calceolarie I eronef lf „mfiiJ.me di cofe & di M. Cecchino Man, nello penale in VenedaaUUngelo . Imperò che dal Calceolato , di M. Cecchino Martinello gettale in Venetia all Angelo . Impero die aat caie J . ;cw,j Trifoglio , 1 r«,e,bo conferito quefto anno il Salinone della prima fretie , chiamato, ( come tee f ^ nm gliene di cui è quipofta dal timo la figura ; con tutte le note compite augnateli da Dtofcon , r iw^ai manca:& dal Martmeìlo hebbigià fanno due anni da Damafco di Som l Enthromo .& j,„ Nel terzo lib.di Diofcoride. SA T I R I O P R- 1 M O. A m Palma Chrifti, & fua hiftoria. di menine , accio che imparino coloro che uogliono che i teflicoli predetti fieno i Satirioni . & che 'con ciò conofehino terror loro . Mà de i tetticoli riho ueduto io ne i monti della ualle Anania , & in altri affai luoghi uari , & diuerfe fpe tie, fenyi quella fftetie che fa dueradici fimili alle mani dell'huomo, le quali uolgarmente chiamano Valma Chr. isti, & Auicenna chiama Digiti citrini . quantunque fen\a allegarne ragione alcuna lo nieghino i uener abili Frati de Roc- coli commentatori dell’ antidotario di Mefite . Di quella fono parimente due jpetie . delle quali la maggiore ha fondi co- me di giglio , ma piu lunghe , & quafi come quelle dell'aglio ,fe ben piu larghe & piu corte , aperte , lifide , & macchia- te in piu luoghi di nero :fufto ritondo , & lificio : con fiore molto uario di porpora , di bianco , & di rojfo , d’ affai buo- no odore . le cui radici farebbono quelle medefme de ì T efiicoli de i cani ,fe ( come sè detto ) non haueffero le dita fimi - il alle mani dell'huomo . La minore fa fondi filmili al Tuffar ano: & produce il firn fiore nella fommità del fuflo , il quale è alto una [panna , di colore pauonar^o [curo , lificio come un uelluto , in forma piramidale , quafi fimile a quello dell’ama- ranto, il quale noi chiamiamo fiore uelluto . Kefir a da quefito fiore foauifiimo, & grato odore , mentre che è fi- e fico, qua- fi come di mufebio ,& d’ambra. Et fecondo alcuni ifferimentatori , è la poluere dei pecchi rimedio prefentaneo perla difenteria : &fimilmentc l’acqua , che fe ne fa à lambicco. Le radici fono come quelle della maggiore , ma piccioline , & molto di quelle minori . Sono quefie , fecondo Auicenna , calide , & fecche nel fecondo grado . Bjfoluono le fiuper finità, groffe del corpo , & mondificano la faccia applicate di fuori : conferì [cono à i maniaci , & à tutti i membri neruofi . Et fecondo alcuni iferimentatori , tolto il feme della maggior e none mattine un grano per mattina , trito con uinoguari- fice il mal caduco : & parimente fa la decottione della radice , ufandolaper adaquare il nino . Vale oltre à ciò alla quar- tana . del che fa fede Lfiicolò Fiorentino , come appare per l' hiftoria , che egli recita d'hauer curato Bilioto , quartana- nario } dandogli tre uoltc di quefie radici . Quefta pianta non fen?xa errore connumera il Fuchfiio nei fimi dóttiffimi Errore del commentari^ delle piante , trai Satirioni. Imperoche (per mia opinione ) era piu pretto da mettere trai Tetticolidi Fuchfio. cane .Tsfe manco p armi che egli erri nella figura del Satirione trifoglio , nella quale fi conofce non hauere egli ben com- prefio Diofcoride :perciochelo dipinge con due radici 3 come hanno i ueri Tetticoli di cane . il che non hanno i neri Sati- roni , ma una fola , & graffa , come ma mela , & producono i fiori fimili al giglio .fe già non fufie errore del dipinto- :o Ye. Errano parimente infieme con Mefite i fu detti uener andi Tadri , che hanno commentato il fiuo antidatarlo ’. per- Errore je j Era cuoche uogliono , che i Satirioni habbiano , & producano due radici , come fanno i tetticoli di cane : non accorgendo (ì , ti. come ben s ingannino anch'effi ,per hauer poco confiderato ì hiftoria , che ne fcriue Diofcoride . il quale fe hauefjero let- to con 93 4 Difcor fi del Matthioli SATIRIO ERITHRONIO. to con piu dttentione , haurebbono ageuolmente conofciuto il fuo errore . Ha per ritornare i , Satirioni ,& dei Teflicoli canini ; ritorno à dire , che i ueri Satirioni non fi ci moftrano hoggi in Italia , majoo m _ go loro ufiamo quefii Teflicoli di cane , li quali quantunque habbiano uirtù di far generare ( come dice Dtojcoi ) maggiori mangiati da gli huomini , i mafehi ,& i minori mangiati dalle donne , le femine ; nondimeno non u r che prouochino coft gli huomini al coito 3 come fi fcriue , che fanno i Satirioni ueri . Et imperò non e marauig ia , ne confeguifcono gli effetti , chef defiderano 3 & chef predicano da i medici antichi , & moderni, m co oro ne no con poco fuccef > . Segidcionongliauenifepermangiarfene amenduele'radici.configlnMacia ni ' poco auertifeono atl’hi/toria , chefe ne fcriue : c fendo cofa chiara ( come dice Dwfemde ) che una r la uirtù dell'altra , quando fi mangiano amer.due : hauendo [una fatuità di fortificare al coito ,& r0nofàu- trario . Il che non intemerrebbe loro ,fc liauefero i ueri S atrioni : onero quella altra fette >ei a U , della quale fcrife Theophrafio al XX. capo dell’ I X. libro deU’hiftoria delle ciante -r ’ ’uudo . ^ Nel terzo lib. di Diofcoridc. PALMA CHRISTI. rabile per eccitare gli appetiti uenerei una berla » la quale baueua portato uno Indiano . Imperocbe non Solamente man - Hiftoria fcrlt- giata; ma toccata tanto incitauagli buomini al coito, ch'ella gli faceua potenti a esercitarlo quante uolte lor fuffepia- M da Theoph, cinto . Di modo che diceuano , che coloro , che l’haueuano ufata, l’haueuano fatto piu di dodeci uolte .come che piu uol- tefujfe flato udito dire quello Indiano 3 il quale era di corpo grane 3 & robufto , batterlo fatto tal giorno fettunta uolte : Papero con spargimento di poche gocciole difeme per uoltayil quale finalmente fi conuertiua in gocciole di puro [angue. Et diceuafì, che molto piu fi fcaldauano togliendo queflo medicamento le donne 3 che gli buomini. Tutto quello . fcrijfe Theophraflo . Fece d’amendue i Tcfticoli mentione Galeno all’v III. delle f acuità de i femplici 3 cofi dicendo. • ]' CnC* Hanno le radici d’amendue iTeflicoli di cane uirtu calida , & humida , & fono al gufo alquanto dolcette .Oltre à ciò la maggiore pare hauer unahumidità , & fuperfl.ua , & uentofa : & però beuuta eccita ella i defìderij uenerei . Ma nel- la minor e è il contrario : imperoche in quefla fono le parti piu ajfottigliate 3 di modo che il fuo temperamento s'inchina d calido , & alfccco . & imperò non può quefla in alcun modo prouocar gli buomini al coito 3 ma piu prefìo operare il 936 Difcorfi del Mattinoli PALMA CHRISTI MINORE. contrario.Mangianfiqu'SlcradiàamMe.corncfimangianoilulbi.flueUo.chefi^ cultàpiufecca ,chelprimo qui detto dì [opra: & impero non e egli cofteommo p Mlomfamctte: {Irato Cuniìmitt : purga f ulcere fordide , & leformicofe . Quello {ecco , ‘ fc[,„e alquanto co- &però ageuolmente fatta t ulcere putride , & quelle che malageuo '.mente fi fa" ■ ^'defililo , de i Satino- >»' fi* fircttmo, magna bemto con nino iflufft M corpo. nfw”e ® l 'rZleTdólce al gallo . J ni, cof, dicendo . IlSatirioneènefuoi temperamenti cahdo,& «pf ^ 'Nondimeno poftiede una humiditàfupcrflua , & uentofa , con la quale metta eg i ■ .. ^cfcw- LCntedeulrad,ceMquale(fecondochedifferoaUuni)fanabrtaco^ Nomi- ma opijlhotono . Chiamami Creciil feditolo ,o\, e W<:i Latini, Tefticulu Mahi.chafi alktb,& Chafi alchch : i TedefchUKnahenkraut :li Spagnoli, Coyou deperto : i ' d, Il Satiriopoi chiamano i Greci , Sjwtfpw*’ i Latini , Satyrium : gli sArabi,Gafi alcha e , f • defchijStendcl ourt\ : li SpagnolixSatyrioni& Supinos de l{apoJd : i Frane eft , Satmon. DeirHormino . Cap. CXXX1X. LO Hormino domeftico è una herba, che produce le frondi fimili al marrobio : & 1 mezo gombito, quadrato : attorno al quale fono alcune eminentie limili a li ique > H ■ , «, guardano uerfo le radici, & hanno dentro di fe diuerfo ferne . imperoche nél faluatico e 1 1 tofeo : & nell'altro nero,& lunghetto, del quale è l'ufo . V ogliono , che lì beua con un F gliare i uenerei ardori . Applicato con mele, mondifica l'argeme,& 1 albugini de g i occ • ue con acqua le pofteme .-Caua quello applicato le fpine fitte nelle membra del corP° • nt; chora l'herba impiallrataui fufo . Il faluatico è piu uirtuofo ; & impero fi mette egli ne g a gtmafsime nel gleucino, QV h'At V K q_v i il Rjiellio,tir parimente il Fuehfio tengano per fermo nei loro dottiffmi uoIumì, ^ mino domeftico fta quella molto odorata pianta , chiamata da chi Sclarea,da chi Scar eggta , a eli , : . j, r... ' 1 . * A ...1 Re Mieti a che Menano r hi GaUMcO, & chi Centrimi gam , Hormitfo , 8c fua edam. Opinione ^ prowia» & fa cJjì berla di fan meno per uedernoh che crefcono tp ifia quella molto odorata pianta , cmamata aa cui òciarea,uu «/*-•.** Giouanni : & chei faluatico fia quella, che chiamano chi GaUitric o, & chi CaMumg » . \e crefcono quelle piante (pcjfe uolte *U' altera di duegombiti, hanno le frondi i gr < ^l0;\ maggiori di quelle del marrobio,& che ì recettacoli del feme loro rimirano uerfo la cima, & non uerfo la radice ; non mi poflo in uerun modo accofiare alle loro opinioni : & tanto piu , quanto fi uede tanto nella domestica, quanto nella fatua- tica Sclarea il feme tondo, & non nell' una tondo , & nell'altra lungo , come afferma Diofcoride ritrouarft fieli' Remino. Corrobora pofeia la noSira intentione il uederfi , che Diofcoride non diffe , che Ì nomino domestico fujfe odorifero . Et pero è dapcnfarc , chefeper IH ormino haueffe egli intefa la Sclarea , ouero herba diS. dottarmi , non fi farebbe mai taciuto egli la rifragan^a grande del fuo odore , di cui fpira ella marauigliofamente . Ma la pianta del nero H ormino è neramente queUa , di cui è qui il ritratto , fiatami mandata da Tifa dall'ecccllentijiimo medico M. Luca Chini . la quale ( come fiuede ) con tutte le fue fembian\e altro non rapprefenta , che il uero Hormmo domestico . Ter ciò chele fue $orm,-no ieo;t 0 figlie fono [imili à quelle del M anobio , ma maggiori , & piu ruuide , & i gambi fono alti fne^ogombito , & quadrati, timo & fua hi- & i fiori fono porporei , i quali fi ueggono ne i gambi apprejfo alle foglie, che efeono , diflanti per uguali interuaUi , da i ^or‘a' quali nafeono alcuni ricettacoli lunghetti , r nitidi, & Sìrijciati , che riguardano à terra , come quelli dell'agrimonia , K K K K ne i Nel terzo lib . di Diofcoride * 557 HORMINO. Difcorfi del Matthioli «ORMINO SALVATICO, Hormino tiro,& dia hi fiori S i ‘rea & fu > hi ftoria & uirtiì. r,|,,j ne i quali fi genera ilfeme nero , & lunghetto . llfaluatico poi produce le foghe quafi fintili alla [alma , Ig m piede ,&mcy , rumilo , quadrato , pelofo , & Hrifciato ;&i fiori fi>. itati .porpore, comedi fai m : io? de puah nafcono i ricettacoli douefla dentro il feme tondo , & ncregno , come digastrico , i quali ricetta J miti quali à quelli del domenica. Ma la pianta chiamata Sclarea, fa le foghe quattro mite piug ^ mino , & altrettanto piu larghe, ruuidettc , crefj’e , & fratte per terra, & il gambo alto mg mino , & altrettanto piu larghe, ruuidettc , crelpe , entrane pei m ra, ngamuuu^ fé mite maggiore, pelofo,. fermo, & quadrato .dal nmp del quale nafcono affai rami, nei quali fono P che nel bianco porporeggiano, & foauemente odorati , dai quali nafcono i recettacoli con un feme che nel bianco porporeggiano , & foauemente odorati , da , quali najcono , recenac, n eon» ^ tondo . Ha copiofe radici di nerigno colore .Onde fe bene non e quefla pianta lUoimi f refogliciel che Inolia chiamare fenqa riprenfione ageuolmente Hormino maggiore , o neramente formicoli, auanti che mettine j Nel terzo lib. di Diofcoridc. SCLAREA. 9)9 caliginosi nè ne lo cavano yfe prima gl occhi non fi chiari [chino , nel che ha egli marauigliofa proprietà ; onde ha prefo Impianta il nome di fclarea . Fece degli Hormini mentione Tlinio all’ ultimo cap. del *x 1 1. libro : ma dovendo egli legittimarne ut e dire , che le /rondi loro fi raffembraua.no à quelle del marrobìo , diffe , che elleno erano fmili à quelle de i porri, ingannato ( come dicemmo anchor di fopra al capitolo dello Stachi ) dalla conformità de i vocaboli Greci prafon, &prafwi : non accorgendo/, che prafionfignifica il marrobio ,&non ilporro , come fignific a prafon . É oltre à que- llo una altra (petie d’Hormino connumerato da Theophraflo , da Tlinio , & da Galeno alla fine del primo libro delle fa- cultà degli alimenti tra le biade : il quale , fecondo che riferifee effo Galeno , ha infe poco del nutritiuo, & è di megana o natura tra Ieri fimo , el cimino . Ma dell'altro qui ferino da Diofcoridc non ritrono io , chefaccffe mentione alcuna Ga- leno ne i libri delle f acuità de femplici: quantunque Taolo Egineta ne dica quel tanto , che ne fcrijfe Diofcoridc . Chia mano i Greci l’ H omino : i Latini , tìorminum . Errore di Plin. Altra fpetie d’Hornùno. Nomi. KKKK 2 Del- 5)40 Difcorfi del Matthioli Dell’He difaro. HedifarOj&fua edam. r O H ED t SA R o, il quale chiamano i Latini fecuridaca , &i profumieri pelecino, e :una pian- I ta folta , le cui frondj fono limili à quelle de i ceri . produce alcune filique piegate a modo di ^ cornetti : nelle quali è dentro il feme ròfio , fintile a una fcure d. quel e , che hanno duetefte, donde ha prefo ella il nomadi lkuridaca . è di fapore amaro . Beuuto e ut.leallo ftomaco Mettefi ne gh antidoti . Meflò à modo tfrfoppofta con mele nella natura delle donne auanti al coito, le fa diuentare Iterili . Nal'ce ne i campi tra 1 grano 3 & tra 1 orzp . y a n t v n q v e nafc*maffailmghip«licmtMlirw T,r!TT '^e piante , che quefia talpianta è propria pejle deU'apbaca: imperché fi genera da quella, come d loglniel SECVRIDACA MAGGIORE. a Nel terzo lib . di Diofcorìdc. 9 4 1 SECVRIDA C_A MINORE. grano, & dell'orbo. Errò in queflo Tlinio, ingannato dalla Similitudine de i uocaboli Greci, al XVI I .capo del XVI 1 1. Errore di Plin. libro, dicendo che la Securidaca auìluppandofi amrha^a te lentie clné : penfandofi che apbace , che umidir e ( comedi ccmmo difopra al fuo proprio capitolo nel fecondo libro) Una fpetie di neccia, fignificaffc la lenticchia: la quale non apha ce,mapbacos chiamano i Greci . altra che in ciò dncho gli ripugna Theophrasìo : per ci oche eglifcriue al medefimo luo- go , che una pianta chiamata jlraco ,& nonla Securidaca', ndfee tra le lentie chic, & è loro nimica. Bgtrouanfì Hedifaro,&fua d Hedifaro, 0 uero di fecuridaca due fpetie, fe bene non fecef Diofc aride fe non di una mentionc : l’una delle quali è la mag- hiftoria. giore, & [altra laminore. La Maggiore fa le foglie qttaft come di ce ci , le quali in ogni ramo fcello non fono manco di none gamboncelli fottili,& arrendeuoli. I fitti por por ci chiari come nei pifelli, dai quali nafeono alcuni cornetti piatti, per lapin parte arr oncinati , & nóUa cima acuti , nel quale è dentro il feme roffo frniile à una feure , d'amaro fa- pore . Fa una fola radice , bianca , non fcnyftMli . La minore , è quaft del tutto frnile alla maggiore , ma è piu copiofa di foglie ile quali fono per la piu parte moTwnella cima-, & minori fonoanchorai gamboncelli ,i rami, &ciafcunaal- KKKK 3 tra Virtù dell’ He - Rifarò. Hedifaro fcrit- to da Galeno* Nomi. 5) 4 2 Difcorfi de 1 Matthioli tra parte . I fiori fa ella parimente filmili à quelli dell’altra , mapicciolini , da i quali naficono i cornetti tondi, inarcat’’ & appuntati in cima , i quali maturandoli rojjéggiano, ne i quali è dentro il ferite filmile all altro, ma minore, &pm fiot- tile , La radice ha ella lunga , fiottile , bianca , & profonda . Il fieme di amendue fida utilmente à berene i morfi degli animali uelenofi. La farina del medefimo mondifica le ferite ,&l’ ulcere putredinofie ,& fregne le lentìgini, falphi & tutte l' altre macole della pelle , facendojene linimento con mele . Incorporata con mele, & leccata jpejfio conia lin- gua, purga irnientemente il petto dalli flemmatici & uificofi bomori. il che fa parimente incorporata con fiapa. Beutacon lificia dolce, ammala i uermini del corpo ; alteramente con uino , ò con latte , con un poebettino di tuffavano . Fece dell Hedifaro mcntione C aleno alvi, delle fiacultàde [empiici, cofi dicendo . Il fieme dell'Hedifiaro c rojfio di cote ,co n capo da Ogni lato filmile à unafeure . E al gufto acerbetto , & amaro . & imperò è egli, quando fi beue, utile allo filoma- co , & apre le oppilationi delle uificere . Il che fanno anchora igermini di tutta la pianta . Chiamano l'Hedifitrb,me- j( to Securidaca i Greci H’ìóaapèr: i Latini, Hedyfarum , & Securidaca • O N O S M A. Nel terzo lib. di Diofcoride. 94.3 DeirOnofma. Cap. CXLI. HA i/o nos ma le frondi lunghette fimili all’anchufa , le quali fono lunghe quattro dita,& larghe uno, tenere, & Arate per terra. Non produce ne fufto, ne fiore, ne ferne. Ha lunga radice, fonile, debile, & rolfggiante . nafce in luoghi afpri.Lefue frondi beuute co'luino fanno partorire . Diedi , che fe una donna graffa gli camina fopra, fi fconcia . NA S C E ma pianta moltamente da me uedutain alcuni afrri colli del contado dì Goritia : la quale per raffem- Onofina & fin brar/ì nelle fiondi all' anebufa minore , & per produrre le radici cofi roffe .come fon quelle della rabbia; non ho eiTam. ’ “* pomo fenoncredere, ch'ella ftalauera Onofma .Etperòho uolutodarnetl ritratto, acciocbe anebora gli al- tri ne poffano far giudicio .Ma (per dire il aero ) io fin bora non fo affermare , fe ella faccia frullo , fiori , & freme : per- cioche frempre l'ho ueduta freisa ejii . Delle uirtù dell'Onofrma fcriffe Galeno di'vi 1 1 . libro delle f acuità defremplici, °n“r™ fcrit- con quelle parole . L Onofrtna e amara ,& acuta: & pero fri crede cb ellapoffa ammalare le creature nelle donne gra- * a * ni de, & farle partorire ,beendofrene le foglie co'luino. Chiamano i Greci la Onofma.O'voeii*: i Latini .Onofma . Nomi. Della Nimphea : Cap. C X L 1 1 . LA nimphea nafce nelle paludi,& ne gli ftagni : con frondi, che fi ralfembrano à quelle del- la faua d Egitto , come che fieno però minori , & piu lunghe : delle quali alcune nuotano fo- pra laequa, & alcune ni fono iommerfe dentro : proccdonne aliai da una radice . Il fiore è bianco fimileal giglio, &nelmezoèdi coloredi zaffarano : dal qualedopoil disfiorire figenera ; una tefta tonda , come una mela , ouero come un capo di papauero : il cui feme è nero, largo, fodo, & al gufto uifeofo . Fa il fufto lifcio , nero , fottile , limile à quello della faua d'Egitto . La fua radi- j ce è nera , afpra, nodolh , limile à una mazza , la quale fi caua nell’autunno. Quella fecca, & be- uuta con uino , gioua à i Aulii ftomachali , & alla difenteria , Iminuifce la milza . Impiaftrafi à i do- li lori dello lìomaco , & della uelcica . Spegne con acqua le uitiligini . Applicata con pece gioua alla | pelagione . Beueiì contra al corromperli , che accade la notte in fogno . Beuuta affiduamente alcu- i ni giorni , infrigìdifce la uirtu generatiua : il che fa parimente il feme . Credefi , ch'ella s'acquiftaf )0 fe il nome di N imphea , per amare i luoghi acquali . Ritrouafi copiolà in Elide , nel fiume Anigro , . &inBeotianell’Aliarto. | Di un’altra Nimphea. Cap. CXLI li. NAsce una altra Nimphea , il cui fiore fi chiama blephara, con foglie fimili alla predetta :ma ha la fua radice bianca , & rafpofa : e 1 fiore giallo , & rifplendente , limile a una rofa . Beuefi utilmente il fuo feme, & la fua radice con uino nero à i fluffi delle donne. Nafce in Thelfaglia i nelfiume Penco. » ClHl AMASI la Himphea da glifretiali communcmente Tsfenuphar , detta quale fi dell' una , come dell'altra fe Nim hca & V-/»c ritratta copia infinita ouimque fieno laghi .ftagni , & paludi : & però è pianta notìfima , & uolgare . Quan- fiu e'ifam! ’ tunque creda il Fuchfrto nell'ultimo filo libro delle compofitioni de medicamenti , che le 'Njmpbec degli Arabi fieno del tutto differenti da quelle de i Greci , come fi può manifeflamexte uedere , & intendere per quello , che ci ne freriue con quelle parole . Diofcoride , & Galeno non fecero alcuna memoria delle uirtù de fiorì della Mimphca . Onde la loro opi- nione è.che non fi debbi tifare peri medicamenti altro, che il freme , t& la radice : i quali dicono ejferc frigidi , & freccili. Gli Arabi all'incontro uogliono , che [ufo frtadei fiori .la uirtù dei quali fra tuono ejferc frigida nel terip ordine, & humida nel fecondo . Ma quefiì fono fiori della quarta fpetie del Ifenupharo . Imperoche li Arabi hanno due altre fre- tte di jqemtpb aro oltre alle due, di cuifrcriuono i Greci :& di qui écofa chiara, che ne manchi quella frette ,i cui fiori fimo frigidi & Immidi . Et però errano mamfeflamente hoggi tutti quei medici , clic uogliono , che le lor Tslfmphee 0 ( atteramente Tqenttpbari ) le quali fono quelle ijleffe de i Greci , habbitto anebora uirtù di Immettare . Cofi gli ferini de gli Arabi frefriflime uoltedamo caufa à ì Medici, di errare , & non è pocamarauiglia , che Strapiene ferina ritrouar- fiwia fretie dijqimphea ,la quale è calida ,& fonile . Di modo che niente di j labile , & di fermo fi ritroua nelle dottri- ne Arabiche .Tutto quefio delle Tqimpbee fcriffe il Fuclifio . Dalla cui opinione non fenga manifefia ragione fon io ne- ramente del tutto lontano , di modo che non folamente non iapoffo lodare , ma fon conHretto à contradirli .per mante- ner eia uerità di quefio fatto, & la ragione degli Arabi, come quelli , che in quefio luogo fedelmente riferì feono li ferir- ti de tCreci , & ui aggiungono anchora del fuo tutto quel dìpiu , che per indufiria , & diligenza loro hanno ritrouato. Che adunque le Tfiimphee degli Arabi, quantunque dichino , che le habbino uirtù di humettare , oue fanno mentionc de i fiori , fieno quelle ifteffe , di cuifrcriuono i Greci , i quali non fecero della uirtù de fiori alcuna memoria , fi può ageuol- niente protiare con il tefiimonio di Serapione , & d’Auicemta, i quali ( Inficiando flare di dire, chefcriucndo delle Vjm- ÌA P'l>ec traferiuono quaft il tutto da Diofcoride ) tifano non folamente i fiori , dotte fia bifogno di humettare , ma anchora il feme , & la radice oue bìfogni rifirìngere . Ife ci debba ( per miogiuditio ) parere marmàglia , elicgli Arabi attribui- febino alle loro Ifimphcc ma frigida , & humida uirtù , battendo eglino efrerimentato cofi come noi, che i lor fiori htt- KKKK 4 menano 5>44 Difcorfi del Matthioli nimphea bianca. mettano , & inftememente refrigerano.il che non mi pare, che contradicaptinto alla opinione dei Greci.lmpcroc . i Greci firmano, che le Jfrimphee hanno uirtù di difreccare,& d'infrigidire, intendono fittamente del freme, & dell < di cui ratamente è Infra apprejfro di loro : & doue dicono gli Mrabi , che le refrigerano , & parimente b, mettano , ' ofolamente de i fiori , come chiaramente freme Muicenna . Jfe per quefio a allontanare, no dalla ragione , _ che in ma meiefrma pianta fi ritrovino diuerfi temperamentifrecondo la diuerfità delle parti frue .Del che c r ^ mjdiwi/wii.uiimwj* - j - •» x J- JT /1VP e/fere tefrtìmonio Galeno , ove egli freme le facilità della Mandragora , dicendo che la radice ha mrtu i tfea > infriguHre.&Ufiuttodmfrigidire.&dibumettare.Uperch^ ( P^^°PmffB^^J.ib'^ conto fon piu prefio da effere lodati , che odioframente vituperati , come mi par , non frenga grande utilità degli Imo, nini hanno pofio in afro i fiori de i Jfempbrn.il che^^r^^^^}Vià- temente trala freiato da i Greci. Oltre à ciò non è uerfrmile, che gl, Mah, nonhabhnofaputo ^asf ^ ^ viento Nel terzo lib. di Diofcorid c, NIMP.HEA LVTEA. mento non Uariajfe in quelle partì , egli non bar ebbe commendato il femc , & la radice alla di fanteria al corromper futi fogno yàiftujsi delle donne, che procedono dalla madrice ,&ad altri morbi %la cura de quali ricercano medicamenti frigidi , èfecchi . Ma forfè che alcuno ne contradirà con dire , che lejqimphee de Greci , & degli Arabi fono differen- ti, per ritrouarfi }che Serapione fcriue d’authorità d'Albafari ,ritrouarfi una forte di Jffimphea , la quale è calida , & fonile . Alche diremo noi , che quefìo non contradice alla noflra opinione , ne manco ce ne marauigliarno, come par che facci il Fuchfto . Imperoche come tra le ffetie de i Sempr etimi fcriue Diofcoride efferuene ima , la cui f acuità è di fcalda- re cofinalorofamente , che può ulcerare la carne , quantunque t altre due frecie fieno frigide fecondo Galeno nel tergo or -r dine ; Cofì può molto bene interuenire , che , come fcriue Serapione , oltre alle Ts[impbee ferine da i Greci ,fe ne ritroui j ww terga ffetie de ferina dagli Arabi , che fia acuta , calida , & f utile’, Tfe quefìo prohibìfee , che le altre due [ferie di J'ienuphanfcritti digli Arabi non fieno le 'JSfimphee de i Greci. J^afeene in alcuni laghi di Bòhemia una ffetiedi 'Himphcapicriola poco maggiore della foldanella , con Uff or e bianco parimente picciolo , come quello dell’ Ornithogag lo,& Difcorfi del Matthioli N I M P H E A M I N O R E. lo , & capi Jìmìli a i cappari , in cui è dentro il feme , come di papauero , la quale mi pare , che fi poffa legittimami chiamare 'Eljmphea minore , hauendo ella , quantunque molto picchia fia , tutte le note della Tfmphca . Qiiesta pian ta non ho ueduto io altroue } che in Bohemia . Di quejìa facendo mentione Galeno allv in. delle faculta de Jn'lPia*' Nimphea fcrit Cofi diccua . H anno la radice , el feme della Efimphca uirtu di difeccare , ferula mordere . Et impero rifiagnano ipjih ts. da Geleno. ^ ^ C0rp0 } & parimente il fluffic ) della Jperma , che fa per fogni , ò per altra cagione : gioua alla difenteria . Qjjc ,l >• che produce la radice bianca , è piu potente : & imperò può ella riftagnare i flufii de i meflrui : ma fi beuono pero amen due con uino nero , & auHcro . Hanno anchora alquanto deli ajlerfiuo , con il che fanano gli alphi , & l alopecia, ap plicandole à gli alphi macerate prima con acqua , & ali alopecia con pece liquida . *Al che è piu efficace quella ,oe ^ Nomi. la radice nera , come è ad altre cofe piu ualorofa quella , che la fa bianca . Chiamano i Greci la jqjmpbea , n vlÀ^cUtl/ Latini 1S[imph Launetde ean i& Lis defatiga .. ^ Nel terzo lib. di Diofcoride. 94-7 Dell'Androface. Cap. CXLIIII. LA androsace nafte nelle maremme diSoria : & è una herba lottile, amara , che fparge al curii lottili giunchi , lenza alcuna fronde : nelle cui fpmmità fono i follicoli, nei quali fi con- tiene denti o il aio fcme. Beuuta quella nel uino al pelo di due dramme, prouoca mirabilmen- te l’orina ne gli hidropici. Fa il mede/imo effetto anchora il Teme beuuto, & la decozione dellhcr- j 0 ba . Impiaftrafi utilmente l’herba in fu le podagre. L^nd nosACf noìi fi porta , eh io fappia > di Sorta inltalia.Ma perche è pofiibìle , che ella nafta ancho- Androface, & ra in Italia dico effer fiata ritrattata una pianta nuouamcnte nelle maremme di Tofcana : di cui tri è parfo por qui €^am* H ritratto , per effer opinione d’ alcuni , eh' ella fia la uera Androface . Quefia infieme con molte altre rare piante mimando già da Tifi l'eccollmtifi imo medico ,& femplicifia famofijjìmo M. Luca Chini .dalla cui opinione (fé però egli cofitencjfeper certo , & che l Androface nafea in Italia ) non mi potrei partire : & mafiimamente uedendofi , che oltre all altre fembianqc ( come trafeiuendo da Diofcoride ferine Oribafio ) è ella pianta tutta bianca . Vna altra pian- ta molto diuerfa dalla predetta , mi mando già uenutali di S oria , il gentili/simo Signor lacomo Antonio Cortufo Gentil- intorno V adottano ; la cuiimaginc babbi-amo qui meffiyacciochc anchora altri ne pofìino fare il gittdicio loro . Scrif - A . , fine Galeno al v l . libro delle f acuità deferitici breuemente , quefie parole . L‘ Androface è una herba humida & ta L GaLno?' acuta .Ha uirtu datafecca , & parimente ilfeme ydi prouocare ualoroftmente l’orina , & di rifolucre , & di difeccare . Nomi. Chiamano i Greci l Androface y kvf'pórst.Ms: i Latini 3 Androfaces . Del- Difcorfi del Matthioli Scolopédria, & fua effam. Dell’Afpleno . Gap. CXLV. o A s P L E N 0 chiamano alcuni fcolopendria , altri fplenio , & al tri hemionio . Produce^^ frondi da una radice , limili alla fcolopendra uelenofo animale • N^e nelie mura fpl ' fi,&inluoghiopachi,fenzafufto,fenzafiore,&fenza feme.Lecui f r » frondicotte orno , come quelle del polipodio, di fotte gialle , & raiu^, &di fopxaj^^ & llaceto, &beuute quaranta giorni continui, fminuifcono la milza, ma bit b ‘ P ara con uino in fu la milza, uagliono alla diftdlatione dell'orma , al con ^ iozzo:romponolepietrcnellauefcica.Credefi,che legateadolfo i lza di mulo, le facciano diuentarc Iterili : & per far quello comandano , che il colgano andò non luce la luna . "'IH i amasi la Scolopendra uera dagUfjietiali, &da uffa Scolo- .-Meperòègrmtempo,cheèuenutom cogitinone dei medici, che queHo fiat u f * Djorcorjde,come ndria , imperoebe in ueceiii^^tmiufi^oUm^anUt^ce^.cbii^^y^, Hondi, «- "ai d lungo poco qui difopra dicemmo . Il che quantunque fui cofa notifiimahoggi ^ ^ iluero , a fi ritr Oliano affai dei uecchi fretiali , che stando in una certa loro oBmatme m .ui aUa „HV . odo alcuno non fi Ufciano pervadere, che la phihte non fiala Scolofcr“^m ’ deuiarcdalCufoiegl' finn 2t reutoaraSi<,i,£/a,(«oa%are,fer/oiieHffC/aPfftn,arIa/o1-c >, finche. « ^IZnZor conofiuto, c*l>°- 1- rr„..: ur*vnvn fcrn-hYP l/l T iìMJUd. CCYUìndVeYldUCYd Scolopendra 3 1.J* ninfeo- e altra ragione fanno allegare , perfofìenerc la pertinacia loro , Je non c j€ ^ ■ J1 jjaliCndo ior conofciuto , chep0' cebi antecedi : i quali «furono fempre la Lt,%ua ccmnaperla nera Scolof •endr , mi>cheda pil- etta mlorofamente alla mìl\a . nel che mnifeftamnte s ingannano , come le note, & rj* f, ride fi danno alt \A fileno , apertamente dimofir ano : per le qualibcnifiimo fi conofcenon efiere altro l’ M fileno , che il Cetrach , il quale alcuni chiamano , per effere egli ben giallo di fiotto, Hcrba indorata . Vannofi imaginando alcuni > E.rrore ^ ^cu' chenon fta il Cetrach l’Mfileno , per hauer detto Diofcoridc , che produce l'jifilenòle j rondi fimilial polipodio : detti nonpare , che corrifiondano quelle del uolgar Cetrach . Ma fe cojìoro hauefiero ueduto quella fietie di polipodio di mol- to f: bette , & uerdeggianti fiondi , che nafee per le montagne , che fi pafiemo per andare da Goritia d Lubiana città di Camola , non lor o farebbe piu dibtfogno di dubitare in qnctto . per cloche produce le fiondi parimente intagliate quan- tunque alquanto piu grandette, come quelle del Cetrach nfualc:di modo che la prima uolta , che io lo nidi, mipenfaiche fujfcil Cetrach iHeffo.L cccellcntifiimo nafee in Creti, doue ferine Vitruuio e fiere fidtorkrouato apprefio il fiume To- tereo : il quale tr afe orrendo p affa tra due città , ciò è Gnofone, & Cortina . dalla cui banda per nafeerui affai Scolopen- di ia , le pecore da quella parte pafeendofene cotidianamente non hanno mil^a ?iel corvo : il che difie egli non intentati- 1 e a quelle , che fono dalla parte di Gnofone . La poluerc indorata che cafca dall' M fileno fecco , beuta al pefo fi una Virtùdel Afple dramma , con me^a dramma di fuccino bianco poker igeato fiottile , con fucchio di procaccila, ò di piantagine , naie ef- a0* focacemente alflujfofcminale. Dafii la decottione deltherba utilmente d bere in tutti i morbi melancholici, & mafiìma-. ^ je ... Tncnte nel mal Franccfe . Scrifie dell' M fileno Galeno alvi, della f 'acuità defempliei, cofi breuementc dicendo. Quan- da Gal. L L L L tunque Nel terzo lib . di Diofcoride. 5) 4^ c> j o Difcorfi del Matthioli tunauefia Cileno compoHo di fittili parti ; nondimeno non è però egli calido . Ter la quale ragione rompe le pietre, <£r fminuifce la milita. . quello dell’alieno diffe Galeno. Ma uogliono però alcuni , che nonfta poca differenza tra l’A- fflcno,& la Scolopendria, credcndofi che fieno piante dìiierfe Cuna dall’ altra, per ritrouarfiche Galenoal XU.’capo del quinto libro delle f acuità de [empiici ,fa mentione per difoppilar la milza , & dell affieno , & della Scolopendria , come di diuerfe piatite , cofi dicendo . Le maggiori oppilationi della mibgt ricercano medicamenti , come fono le feorrp de i cappati , tifile radici del tamarigio , lafiolopendria , la fidila , & quella berla , che fi chiama affieno dagli effetti, Luogo di Gal. che fa ella fectodoilnome. Dalle quali parole fi uede , che fiepara Galeno l' affieno dalla Scolopendria. Ma credo °‘pe“°' neramente , ò che in quello luogo firn corrotto il tefio in Galeno , per non ritromrfì ne i libri delle facèti de f empiici , che egli fiaceffe per differentiati capitoli memoria dell’ Affieno , & della Scolopendria : oueramentc , che intenda egli in quel luogo «radi quelle piante per la Hemionite, di cui diremo nelfeguente dtfcorfo.perciocke quefla ( come fa teiìi- Io monio il medefimo Galeno nel XI. libro delle compofttioni de medicamentifecondoi luoghi , fcriuendo della cura de gli fflenetici d’authorità d’Andromacbo ) fu chiamata dagli antichi parimente affieno, & S colopendria . Onde non fareb- be marauigUa , fi in quel luogo per C affieno intendejfe Galeno dell’ Hemionite , battendo ella propria tòrti < di fmimirc Nomi. la milza . Chiamano i Greci t Affieno , K'rrtom: i Latini, Affienami gli Arabi , Scolofendrion , &Sculufendrim: li Spagnoli , Doradilba : i Francefi , Cctcracb . Della Hemionite. Cap. CXLVI. 20 LA hemionite, la quale chiamano alcuni (plenio,produce le frondifimili alla dragontea, lunate, &curue.Hamolte radici, &fottili. non produce furto, ne fiore, nefeme. Maiccin luoghi faflòlì, & è al gufto auftera . Beuuta neli’aceto fminuifce la milza . Hemionite fuaeflam. EI^r a n o uer amente ( come dicemmo di fopra nel capitolo della Thillitide)il l\uellio , il Manardo , & il Leoni - j j .ri c ~ i . it.™,™;». Lad, -, a* ; uni mivi p Ari Atn rit /i Tino-ua. rpvu'md. ofy falCamente Sco- lmiti* mino- re,& Tua hift. A Ntj uer ameni e ( come uucwmu uijujji a rtcb tuyibULu ucmm. j. ‘v?11"'' 3 ’ ‘ , ceno, credendoli che fìa la Hemionite quell’ herba, che da i nolgari è chiamata Lingua ceruina, & falfiimente Sco- lopendria . Et perche nel luogo predetto fi può manifettament'e di tali errori chiarire ciafcuno , legga chi defide- ra itederne il nero , il capitolo della Thillitide : percioche quiui fi fodisfarà del tutt o . Quefla , fecondo che mi hanno ri- ferito alcuni moderni , & femplicitti degni di fede , nafee abondante in l\oma in alcuni luoghi uicini al Colijeo: donde riportandola 3 l'hanno pofeia piantata ne i lor giardini : donde anchora à me fu mandata dall jlnguidarì . imaginaronfi j 0 oltre à ciò Hermolao , & parimente il Piteli io 3 che Tlinio fcriueffe di quefla herba , fcriuendo del Tenerlo al quinto ca- po del xxv. libro ( come anchor io ho lungamente creduto ) ingannati dalla corrottela di quel tefio , dotte efìrtjf amente fi leggeua : Inuenit & Teucer eadem aitate teucrion herbam 3 quam quidam hemionion uocant . 1 1 che dimostra , che per il Teucrio intendejfe Tlinio dell’Hemionio . Maejfendomipur poiuenuto un Tlinioalle mani molto ben ricorretto, & emendato , ritrouai che non fi doueua leggere hemionion 3 ma hermion . onde fui pofeia forcato anchor io à mutare il mio primo concetto , & credere che il T eucrio quiui fritto da Tlinio fìa quell' ifleffo , di cui fcriffe Diofcoride,& non l’ Hemionite . H annotai óltre d ciò le lunate fondi della Hemionite ridotto à memoria quella pianta , che chiamano gli alchimifli I V naria minore , & altri Lunaria del grappolo 3 & altri Sferracauallo . Crefce questa in beate & picchia pianta 3 di modo che rade uolte paffa l'altera d'un fommeffo . Troduce un folfufto tondo ,nermfo,& fìt- tile : dal cui me\o efee alla banda una fola cottiola piatta , fu per la quale fono da ogni banda le fondiceli [cambi etto,- 40 mente attaccate 3gr offe , neruofe , & dure 3fmili ( quantunque molto piu picciole ) à quelle della foldanella . Ti 0 li- ce nella fommità del fitto un fiore rofiigno , filmile à quello della acetofella minore : da cui nafee ilfeine tondo , 6 Minu- to quafidel medefimo colore : il quale quando è maturo 3fi rajfembr a propriamente à un gr appolctto di una . La «itt i tutta la pianta è neramente mirabile in fanare le ferite ,& parimente tutte le rotture intrinfeche ,& cflrinfìc e . però molto fi loda nelle crepature inte finali . Conferifce alla difent&ria 3 & rifiagna i meflrui > & mafiimamente 1 m chi . Chiamanla Sferra cauallo : percioche ( fecondo che fi dice ) tutti i caualli 3 che la ttatefi mettono all ber a , otte . Errore d’alcu - ella nafee 3 ageuolmcnte fi sferrano . Ma neramente s ingannano ,per che non è quefla la pianta , che da quel 0 eÌJet^ to 3 fi chiama Sferracauallo . onero per che produce ella le fìlique firmili à i ferri de i caualli . Ma pofeia che anci M quefla uien anchora chiamata dalli Mchimifli Lunaria maggiore , non ho poffuto Ufi Tiare di non farne qui mentione . Onde dico , che La Sferracavallo è una pianta rara , che nafee ne i monti , con foglie di Semi oca m re 3 picciole 3 in canate in cima , à modo di cuore . produce le fìlique lunghette 3 compreffe ,& diuije dalla parte 1 jo * da inarcate clini far e, comcfefuffero piene di pertugi . la cui circonferenza da ogni banda è notabilmente ri euata jt A un ferro di cannilo, di modo che pare, che la natura no mett effe poco artificio infabricare quefle fìlique. lg am 1 f' quadrangoli 3 &flrifciati , tutti pieni di fiottili fimi ramofcelìu, fiorì iquali fi fieno fin bora no ho poffuto ueder e. J ^ che fi contiene nelle fìlique è come la luna nnoua cornuto da amendue le bande . Onde ha prefo quetta 1 n° ^ Lunaria appreffo alli Mcbimitti . li quali aliano la uirtu di quefla pianta fino al cielo : per far argento e argon & ^ uo . Ma come finalmente fi uadino intorno ciò beccando il ceruello dichinlo coloro 3 che uolendo fcguiie c fauc ' ^ menzogne delli Mchimifli 3 di ricchi fonodiuentatipoueriffirni3& sbeffati da tutti . La radice fa ella fotti e; Sferracauallo & Tua hiftoria. 5° CC 3 UH ILCIJI jvriu UlHCHLUbl yUFlCI JJHM 3 KA Jt /Ly wn mw ^ quattro dita . Lo quando douejfc nominare quefla pianta àmodo mio , non la chiamarci altrimenti che Seciin a tana , udendo che non ha poca conueniemff, con la Secmidaca minore ,nonfolamente nelle note ma “n:cq^mUtim tana, uedendochenonhapocaconuemenza.coniasecunaacammore , minima, . mattino» tue . Mafie finii nero , che calcandofi quefla pianta da i caualli , cani loro i ferri, & cbiouide i piedi , ciò nei a puffo io affermare . Ma fcriuendo Tlinio , che il Ticchio augello ( al iS -capo delx. libro ) cauti juore 1 c Nel terzo lib. di Diofcoride 9P H E M I O N I T E. cacciato nel pertugio del fuo nido qual ha nelli alberi, con metterui f ìpra certa berba , & uedcndo che Trebio antiquif- fimo autore dice il medesimo , non p off o contr adire à coloro , che dicono chela Sferracauallo cauauiai ferrià caualli, m ben dirò io d' bauerne fatta la prona con la fecca ferina fucceffo ueruno . Chiamano alcuni parimente Lunaria mi- ^unM. . noreuna altra pianta , che nafce fu per gli argini de ifofsi . Le cui chiome fe ne uannoferpendo per terra , con fufli fot- re d'altra fpe- tilifimilì à quelli della clematite , chiamata uolgarmente Trouenca : fu per li quali da amendue i lati dal principio fino tie* ■alla fine fono le foglie effe , graffette , tonde come quattrini , ordinatamente attaccate :& però chiamata da alcuni LLLL 2 Jumo- Hemionite fcritta da Gal. Nomi. jqumoLzria . Sono le f acuità (liquefici parimente di confolidarc , & di ri fiatare . Sono alcuni , che fi credono quefla l'Elatine . Ma per non batter ella le fi- ondi pclofè, ma li fc eie : & per nafccrc in luoghi humidi, & nelle ripe epo fi ,<£r non tra le biade , & in altri luoghi coltiuati, non fo come fi poffa approitarela loro opinione . DeUfi enimitev à cui è hormai tempo di ritornare, feriffe le uirtu breuementc Galeno alvi . Uh. delle [acuità de [empiici , coli liceiu°\ L’ Hemionite è coflrettiua , & amara . onde bautta con aceto gioua. à ì difetto fi di nitida « Chiamano Hemiom e Greci , Hfwhtf’i Latini , Hemioniiis * De! Nel terzo lib.di Diofeoride. $ j 3 L V N A R|I A MINORE. ne i luoghi fallì, & aprichi, & è al gufto falata. L’altra ne i rami,& nelle frondi è limile all’aiuga, ma piu hirfuta , piu breue , & piu afpra . produce il fiore porporeo , di grauilfimo odore : & la radi- ce, come quella della cichorea. Quella beuuta al pefo di quattro dramme, gioua moltoàcoloro, che malageuolmente orinano , & parimente à ì difetti delle reni . Trite amendue , & applicate con , olio rofado,& latte mollificano le infiammagioni della madrice:& oltre à quello medicano an- chora le ferite. Quella, che è limile all’aiuga, gioua particolarmente beuuta conaceto melatoal mal caduco. 3 K.* LLLL Difcorfidel Matthioli 'AnthiUide], &. TE la prima , ne la feconda faetie etic difebre , gliguarifce,fe fubito che fono unti ,fi mettono in un letto caldo ben coperti à fidare . Imperò che colóro , che copiofamente fidano, piu ageuolmente guarifcono . Scriffe della CamamiUa Galeno al ix. cap.dcl 1 1 1 . libro ìlei - le fatuità de [empiici , cofi dicendo . E ia Camamilla nella fottilità fina firmile alle rofeima nella calidità s accofia piu piu pr e fio allenimi dell’olio , che fono all’huomo familiari , & temperate . Et però ha ella il principati digiouare nelle Camamilla lafiitudini , piu che ogni altra co fa . Mitiga , & lena i dolori , rif due i tumori , mollifica le mediocri durerpp , & rari- cntta a a ' fica le coflipatìoni . In oltre rifolue ella le febbri , che fono fenici infiammagione alcuna delle uifcere : & prillatamene te quelle, che fi generano per gr offesa d'humori cholerici, & acuti . Et però da i fapientifiimi d’Egittoe fiata confecra - ta la Camamilla al Sole ,& riputata unico rimedio di tutte le febbri . Ma neramente errano cofioro in quefio : percio- tbenonpuofanare ella Je non quelle febbri } che ho detto 3 & quelle non fina ,fe non quando fono gli bumori loro cot- L L L L 4 ti,& Ìli \ Wi 9^ Difcorfi del Matthioli ADONIDE. tì,& ben dgefii . quantunque ella gioiti anchora affai bene a tutte l altre caufate da bum ori flemmatici, &mincoii » & parimente dalle infìammagioni delle interiora • Et alvi, pure delle [acuita de [empiici dicena . Fu e a am la detto di [opra nel ter\o libro copiofamente . Et imperò diremo adeffo [ommariamentc 3 che [calda , & fiocca nc Nomi, mo ordine . è ccmpofta di [ottiliparti 3 &però ha ella uirtù digefiiua , mollificatiua » & rarificamo,. C 1 . ci la Camamilla, A’v9i/xtf,& : i Latini , Mbemis 3 & Charmmelum :gli jLrabi , Debonigt 3& Ba u £ • i Tedefichi 3 Camillen : li Spagnoli 3 Man^aniUa ; i Francefì 3 Camemina 3 & Camomille . Del Parthenio : Cap. CXLIX. L paethenio chiamano alcuni amaraco . Ha frondi limili al coriandro , ^°nou. fuoi fiori bianchi per intorno , & gialli nel mezo : è pianta di fpiaceuole odore , ^ Ilo . Beuuta fecca in aceto melato 3 onero in uino con fale , purga come ta i eprt p , ^ I Nel terzo lib. di Diofcoride. <))7 lacholera, &Iaflemma,giouaàgli impedimenti ddrelpirare,&/ùhilmenteài malinconici. Da£ fi à bere l’berba lènza i fiori à coloro , chepatilcono mal di pietra, & àgli ftretti di petto. Vale fe- dendo le donne nella loro decottionealle durezze, & infiammagioni della madrice. Impiaftrafi in- ficine con li fiori aU'erifipele , & alle infiammagioni . NV c e ilTarthcnioper tutta Ita-liane gli boni , confondi uguali al coriandro , con fiori ili dentro gialli, & di Parthcnio , & fuori bianchi, d' amaro, &fpiaceuole odore. Chiamali uolgarmente in Tofiana da chi Manicarla ,& da chi tuieBkm. Smarcila :nel che riferha in parte l antico fuo nome dtAmaraco.il lirafattola , c l Fuchjto huomìni fieramente de tempi nofiìri dottifSimi , & parimente i uenerandi Tadri , che hanno commentato t 'antidot ario di Mefite, s ingannano 3 quitti mnìfcflamentc : imaginandofi ( come di fopra dicemmo al capitolo dell’Artemifia ) che fitjfe fi Amar ella quella feconda fpetie d’Artcmifia di noiofo odore , non attendendo , ch'ellafuffe il Tarthenio . Oltre à ciò s ingannano affai Errore di alcu- coloro ,cbcfi penfmo ,che fiail Tartbeniola Cotula fetida , come ficredeil Brafmola. perciochc qticfia producete ni> PARTHENIO. c, 5-8 DifcorfidelMatthioli tanaceto. Tanaceco , & fue facultà. Nomi. -ondi di finocchio , & non di coriàndro : ve ha in fe quella tanta amaritudine , che ha la Marne aria, orn 1 i Diofcoride.Ma ha eUaunfapore acutifiimo,& di forte che ulcera la carne , il che non ntrouoto che vi J _ •tòrca al Vartbenio , ne manco Galeno . Chiamarono alcuni Varthenio anchora l Beffine-, ciò e quel a ,cl> s ^ e chiamiamo noiVarìetaria , per nafcerc nelle pareti delle muraglie : & Vetrioli , per fare e a nei > ^ ome fi uede affermare Galeno alvi . delle facultàde i [empiici al capitolo > dcllhelfine : & v'n,0‘l olL ■.XII. libro. Mettono oltre à quello alcuni frale ffetiedel Varthenio l Mhanafià,oua 0 anace 0, . (_ r armente Daneta . quantunque ( come fu detto dì f rpra ) s'imaginaffero ìngannandofi il Kpc io >' uc ’ ■andi Vaiti , che hanno commentato ( antidatano di Mefite , eh ella fuffe la terrea /ferie 1 ncrmp.a . ^ jj-fe empi noftriper. le uentofità dello flomaco , ■& delle budella , per ammalare 1 uermmi , &ferptouocm ■enelle .Mala lodano molto piu negli huomini , che nelle donne : alle quali vogliono, che affa p J * :ariaJ)elTarthenio non rittouo,che faccia alcuna mcntione Galeno ne ilibri delle {acuta eje p ■ ■he noi chiamiamo Manicarla , & Mmarella , chiamano i Greci , n «ffleW i Latini Varthemim ighJrah, Vchuen , jLchuan , & Machuam : i Tedefchi , Mitotter ffraut , & Mettram : 1 Franceji , Man icaire . ^ Nel terzo lib. di Diofcoride. 9)9 Del Buphthalmo, ciò è, Occhio dibue. Cap. CLs IL bvphtalmo, il quale chiamano alcuni cadila, produce teneri, & fiottili furti. Le fiondi fono Amili ai finocchio . I fiori fono gialli, maggiori di quelli della camamilla , limili à gli occhi, donde ha prefo il nome. Nalce nelle campagne, dattorno alle cartella. I fiori impattati con cera rifoluonoi tumori, &le durezze . Dicefi , che beuuta fubito dopo il bagno per alcun tempo refti- tuifce il colore naturale à coloro , che hanno il trabocco di fiele . Diverse ritrouo io ejfere l opinioni de moderni , circa al tioler chiarirne qual pianta hoggi (t pojja mojlrare Buphthalmo, per il Buphthalmo . Ter cieche alluni fi credono , che fi a una certa pianta alta piu dun gombìto , che nafee nei & *lia e^am' prati , & fu per gli argini de i campi : la quale ( per quanto io me ne creda ) non è altro che il Bellis maggiore, con BVPHTHALMO. Difcorfi del Matthioli bell-is maggiore. fiondi poco intagliate , & fiore di dentro giallo , & di fuori nel circuit o bianco , molto maggiore della carnnJl ' ^ altri dicono ejfere il Buphthalmo quellapianta fimile alUuolgar camamilla , chiamata uolgarmente Cotula non come infieme con coftoro tiene il Fuchfìo . Ma panni , che alle opinioni foprafe flit e nonfia da a eden pe< cl0CI- ^ tmque le fiondi della Cotula fi raffembrino à quelle , che dà Diofcortdeal Bupbthalmo inondimene ijìtot fior i > ^ nel merp gialli , &per tutto l'ambito del circuito di fuori bianchi , molto ripugnano alla fc> it,ura u Infiora parimente intermette in quellapianta , che dicemmo da prima . T erciochcfe uso egli >& nella Carnami a, » thenio la [olita diligenza di deferire , che anebora effe fanno di dentro il fior giallo , &fer mgnobgg°g‘ piente da credere, che fetale fuffe fiato quello del Buphthalmo ,1’baurebberaffcmbrato anno iquej i > ^ li te deferitto ,& non fatto particolarmente del tutto giallo, il nero Buphthalmo porto giacerne. .a a oi ' ,((W Mi Odorico Melchiori Trentino medico , &philofopho dottiffimo ,&àme noumeno di figliuola emj.aw- ^ pgmfuafembian\arapprefentail uero,& leggittimo Buphthalmo , come chiaramente dtmojra quii J Nel terzo lib .di Diofconde. $6 1 BEL L I S MELANO, ’ Scriffe del Bupbthalmo Galeno alvi: dette [acuità de [empiici, cofi -dicendo . Il Bupbtbalmo è flato cofi chiamato dal - Buphthalmo a figura de [mi fiori : perciocbe paiono ej[ere [imili àgli occhi de buoi : ma di colore [on fìmili à quelli detta camamilla , ferino da Gal. 'ome che neramente affai maggiori , & piu acuti . Et però [ono piu digefliui, di modo che [anano anchora le duregge me- "colati con cerato . Ter la qual dottrina è da intendere , che doue qui Galeno raffembra il colore de i fiori del Buphthal - no à quelli della camamilla , intende di quella, chi produce i fiori tutti gialli . Ma hauendomitt trattare del Buphthal- no ridotto à memoria il Belli s [critto da Tlinio , che noi in T o[cana chiamiamo Trimo fiore , ne dirò qui tutto 3 juello , che me ne è uenuto in cognitione . Bjtrouo adunque ,[e bene è il Bellis di piu , & uarie [orte , che tre [ono le di- lintioni delle [ue frette, ciò è maggiore minore , & megano . Il maggiore produce le [oglie larghe in cima , & Jìret- cpreffoal picciuolo, quafipoco manco che tonde ,gr offerte , all'intorno dentate , & flrate per terra , attorno allara- lice a modo di ruota . Ma quelle , che [ono intorno al gambo ,[ono lunghette , come quafì di [enatione .Fa piu gambi k una [ola radice , alti un gombito, tondi ,.& [ermi : nette cui cime e[cono i fiori , maggiori che di camamilla , ò di ma- M M M M tricaria, $6 2 Difcorfi del Matthioli bellis minore. ( tricaria , ì quali durano tutta la fiate , nel me\o gialli & all intorno bianchi : La radice ha egli dimfa m put ' ( fe fibre 3 non molto profonda : il melano poi nafte per il piu ne i prati 3 con foglie minori del fu detto > frate f 1 ^ per terra , & molto manco dentate . I gamboncellifa egli fottili 3 lunghi una J panna , tondi , uenc i i} ^ ’’ la r adice come l'altro 3 ma affai in tutte le fue parti minore . I fiori produce egli in cima de igam once i ,Jimt i d quelli del maggiore , ma piu piccioli . il Minore 3 il quale per il piu fi ferma, ne gl horti 3&nei giar ini ft ' ^ ^ qa3 ha uarie & diuerfe fpetieje quali fi conofcono per la uarietà de i lor fiori. Tercioche quantunque efo ^ te q ^ ^ tele fpetie fieno lungente in cima 3 quafi tonde 3 fernette , & firate per terra al tondo 3 & parimente e$£\er jnaiC0 tate : fi uede nondimeno 3 che i fiorì fono differenti 3 cofi nel colore 3 come nel numero delle fog ie . mPeì° { fi ueggono gialli nel me\o , & rofìi all’intorno ; & in altri fono all’intorno d un colore che ne lanco roj e > . ^ ^ mente fono cinti di diuerfi colori 3 &fono hor gl'imi , hor gl' altri piu & manco copiofi di fog le. um ^ ^ dentro fono rofii3et nella circonferenza bianchiti di quelli che fono cofi per tutto pieni difottnij ime} ò ^ Nel terzo lib. diDiofeoride. BELLIS MINORE DI TRE SPETIE fi colori che altro non paiono, che fiocchetti di feta. T utti à quefti tempi fi mettono nelle ghirlande, pcrcioche per e fere i ’jor picciuoli arrenieuoli ,& atti à colligarfi itifieme,& per e fere i fiori molto «aghi alt occhio, pare che fieno à quefto effetto fola creati dalla natura . Fiorifcono qttafi tutto l'anno ,fefi coltimno come fi conuiene . Lodano tutte queflefe- ^ Bel" tieimoderniperle fcrophole , perle ferite della teBa,& parimente per le beuande delleferite caffali penetranti nella ' S’ concauita del petto. Le foglie manicate fanano le puftule ulcerate della bocca , & della lingua, & pelle & applica- le le infiammagioni delle membra genitali • L’herbafiefca mangiata nella infialata , mollifica il corpo flittico : & il me- ’defirno fa ella mangiata cotta nel brodo delle carni. Vfanle alcuni ài paralitici, & parimente nelle fciatìche. Chia- Nomi. ii’ieno I Greci il Buphthalmo, che noi chiamiamo Occhio di bue, Bso'eto/w i Latini , Buphthalmum , & Oculus bouis: M M M M 2 Della ag4 Difcorfi del Matthioli Della Peonia. • CaP' CLL T a ....... L procedono molti rami . Ritrouafi in efla limai , t> 9r „Pu,, ad furti L' procedono molti rami • I^tr°, ^ oduro^ fommitTde i'fufti & la lemma le ha intagliate come lo ; ‘ ndo s-apr0no,lì ritrouano molte lolle granella, alcuni baccelli limili all e mandorle . e q . .q ^ P. ouer Tei , di colore che nel porporeo I Nel terzo lijb. di Dio fco ride . PEONIA FEMINA. \ taalla quantità d’una mandorla, prouocaimeftrui. Dadi con nino per li dolori di corpo .-gioua al 1 trabocco del fiele, &ài dolori delle reni, & deila uefcica. La Tua decottione fatta nel uino,& be- uuta riftagna il corpo . Beuuti dicci , ouer dodicfgrani del fuo rolfo feme in uino auftero (lagnano i melimi rofsi : mangiagli medefimamente per li uomiti del cibo , & per li rodimenti dello ltoma- co . Beuuti dai fanciulli rompono loro le pietre , che cominciano à nafeere . Le granella , che fono nere, uaglionobeuutèal numero di quindici con acqua melata , louerocon uino , al grauacuore, che compreme la notte nel Tonno, & oltre à quello alle prefocationi, & dolori della madrice . Na- fte in monti altifsimi , & in luoghi ruinoli , , T *A peonia f, 'emina è uolgarijjìma pianta in tutta Italia : ma la mafcolina inpocbi luoghi firitroua . Queliti I , ho ueduta io stata portata d\/l tamagna , del tutto fonile alle note , che fi gli danno da Diofionde . Et bolla anello dipoi hamtd da Tifa dai dar filmo medito , ef femplicifla M. Luca Chini . Scrìffe delta •peonia l’hifioria,& MMMM 3 parimente Peonia, & fua ef famin. Peonia fcritta da Plin. Difcorfi del Mattinoli Peonia fcritta da Gal. Hiftoria recita u da GaL Quale debbi ef fere l’ufo della peonia. Virtù della peo ma. Nomi. parimente le «irti, Tlmio al K.capo del xxv 1 1 , libro con quelle parole .La Teoma fa due, o fregami, alt , due godi, ti rafani , la cui corteccia è come di lauro , le foglie come diguado , ma piu carnofe , fu, tonde, & minori II femefi, ella nelle filique in alcune coffa, & in alcune nero . Enne di dueffietie , mfchia cioè , &fcrmna , la quale fi, circa otto radici ò almanco fa piu lunghe deUc ghkndc.il mafehio ne ha piu perche non e fermato [opra una cuòce , lunga impal- mo di dentro bmea&alguflo coSlretma, Le foglie della f mina fono piu dcnfe,&hamo o darti, mrrha.yfio- no nelle felue . Dicono cioè b, fogna canarie di notte per Impeto, chef* ,1 Vi ceka augello agl occln d, colui che la tana. Ma quando fi caua la radice èanchora pericolo che non efea. fuoco il budello de federe . I ebeperopenfo chef, a mau- nità finta per dar maggiore ammira, ione . QgeHo tutto fcrijfe Timo , ,1 quale éfiorda da Diofvonde fermento egli thcil mafihio ha piu radici che lafemina.il che mi fa fumicare ò che egli nefemeffe confufamente , o che ,n quello luo- ro il t elio ria fioretto . Scnffene Galeno alvi, delle f acuita de fempht, , cof, di tendo . Ha la Teoma la rad, ce kg. „ iicmemecmrettiua con una certa dokeW , ma majlicandof, bene, mfi ntroua una certa amaretta acutc^a Bpeio prò, loca ella i meftrui , quando fi bene alla quantità d una mandorla con acqua melata : ma b, fogna peftadakne,& follmente crollarla ,&pofcia metterla nella bcuanda. Mondata il fegato opp,kto,& le rem, & queHofaellaper effert acuta , & amaretta : &per effere coftrcttiua , rifiata iflufii del corpo ,& pero e d, b, fogno berla co ta in qualche nino auftero . Z' anchora certamente difeccatiua : & pero non dubito , che attaccata al collo de i fanciulli , ella L tona meritamente fonare il mal caduco . Terciocbe certamente da quello eff cemento ho veduto ,o liberato un fanti! , che per otto continui mefi era stato pafliona $ da tal male . Ma accanando per d.fgmia , che tal radice gl, cafeò iaUoUo,fubito ritornò egli nel male come prima : dal che fupoì dimeno liberato , ntornanioglimaaltunit. ceni collo Alche uedendo io , per meglio chiarirmi di tale efferimento .gliela feci, mouelcuar ma &f„ ito ntaco egli nel male . però comandai , che fubito gliene fuffe ripoflo al collo un granfio di fiera , dalla quale fu pofiu 20 egli totalmente fanato . A che ccnfidcrando ne patena , che ragionevolmente fuffe da credere , oche e«a„ioal- eme parti da quella radice fuffero dal continuo recare ritirate nel corpo, & che cof, eiitr afferò ne , luoghi iifctt ofio- neramente che l'acre ciré osi ante fuffe mutato , & alterato da quella radice. Tercmhe ,n quefic Cirenaico alt ugola infiammata : & il melantbio abbruciato d, fiocca chiaramente i cattarti, & fluffi , chcf™w° al nafo , legandofi m una tela calda , & rara , & tirandof, l’odore fuofuper il nafo . Oltre a co toghendof, del filo & , naffime dì quello, s be fìa tinto nel liquore di porpora, & ftrangolaniofi\con quello unauipera, legatopofaM attorno al collo, giouarà mirabilmente à tutte le poterne della gola . Ma forfè d, tali cofe fermerò io pofciapiu pw te- mente . 1 {pfta bora adunque d, dire del temperamento delta.Teonia : il quale è difeccqtmo , ma non però fortemente elido , ma temperato , onero poco pm caldo del temperamento Saetto tutto delire minore . Il maggiore neramente è il aero Lithofpcrmofcritto qui da Diofeoride, del quale fi ritraila affai p _ na< in tutto corrifpondente alla prefente hiSioria.ma il minore figurona molto pm abondantemente per “ . Lithofpermo OiieSlonon uà , come fk l’altro ferpendo per terra , ma crefee diritto à modo d'alborfceUo con i gam ita ^ fi minore, &fua tondi ,ne i cui rami fono le foglie lunghette come nel maggiore , ma maggiori ,& fui f , • J naftÀo i fiori, & di poi ilfeme bianco , & lunghetto fmile almiglio, ma cof, lue, do & ! , feroperlc. ilmaggiore neramente non conobbe il Fuchfio , febei, lo dipmfc nell, ino, 6 Mmeiicaom- SSEs* ^en fuonotar ciafcuno.cheloconofca.Zfcmancof, ingannò d^ ti uen rito ultimamente in luce 3 oue nude , che quella pianta 3 che produce le Ificbr im , ^ ^ Nel cerzo lib. di Diofco ride. 5*67 LITHOSPERMO MAGGIORE. ììc de Tater noHri,fia una fpetie di Lithofpermo ./opra al che fuper fino farebbe dire altro , ejìendo fiatone detto à ba- flwty nella noflra .Apologià contra al Lufìtano , la cui [alfa opinione mi par , che babbi fcguito il Fucbfio fenici ricer- carne altra ragione . Del Lithofpermo fcrijfc Tlinio con grande ammirati one all'x l.cap. del XV 1 1. libro , in queslo LitKofpermo modo dicendo . Tra tutte l herbe n lente è piu marauigliofo del Lithofpermo , il qual chiamano alcuni egonico , altri dio- ^crict0 ^in* fpiro , & altri heracleo . E herba , che produce le fondi lunghe cinque onde , & il doppio maggiori di quelle della ru- ta: 1 cuiramifono durctti , & graffi, come un giunco . Ha appreffo alle fondi certe barbolette : nelle cui fommità fono certi IqpilU bianchi, & ritondi come perle , di gr offesa d'uncece ,& duri come pietra .T^af ce in Italia, ma lodatif- fmioìn Candia . ne neramente ho ueduto io alcuna cofa tra tutte l'herbe coft miracolo fa : tanto è il decoro d uedere ( co- me fé fuffe fitto per mano cC orefice ) difpofle à due à due tra le foglie , biancheggianti perle . E neramente difficultà grande , che tra l’herbe nafeano le pietre . Dicono gli autori , che qttefìa herba giace , <&ua fer pendo per terra : ma io ^ Lidio l ho uedutac aitata ,& non piantata . Dafìi il feme d’amendue le fpetie àberc in polirne al pefo di una dramma & fpermo! M M M M 4 mega Difcorfidel M attlnio li LITHOSPERMO minore. me\a con me%a dramma d'ajplcno , & due fcropoli difu crino bianco , con fucchio di Tiantagine , di pi ocj!™ , di lattuga utilmente nella gononbea : il medefimo dato inpoluerc al pefo di due dramme a le onne eie lithofbet- Ph aiaride fcrit torbe , con latte di donna ,è medicina piuuolte dame Jperimcntata per farle prejlo fedire . ^onJece .y c0jj fa- ti da Gal. mo nei libri de ifemplici alcuna memoria G aleno . quantunque della Tbalaride fcriuejfe egli a V • cendo . il ficco della Tbalaride , <& parimente le fondi , e'ifeme fi beuono utilmente ( pei quanto fi ere . , . ^ N°ra‘* Yi deua uefcica , come cofe che habbiano infe alquanto del calido , & del fottile . Chiamano i Gì eci i ^ A$óaxnp[Aov :i Latini ,Lithojper munì: gli .Arabi, Kulb } Culb , Calt,& Calab:i Te defili • Meei nrj\> men ; i FranCeft , Gremii , & herbe aux perles . Della Phalaride; Cap. CLIII. L À phalaride produce affai fufti da minute, gemutili radici , limili alle g2™bede lunghi due palmi, & nodolì, ma fono piu fottili, & dolci al gufo . Il fcme e & beuut0 po- lo del miglio , candido, & lunghetto . Il fucco {premuto daìl’herba prima j * , pcja in Nel terzo lib. di Diojfcoride. 969 fcia in uino , ouero in acqua , lenifce i dolori della uefcica ♦ Il che fa parimente il Teme beuuto alla mifura d’un cucchiaro con acqua . Non è cofia ueruna 3 che me impedifca 3 che non debbi credere , che la pianta , di cui è qui la figura 3 non fia la aera , & legittima Tbalaride 3 uedendofi manifefi amente , che fa ella i calami come di folta , il feme in alcuni fo- cati capitelli lunghetti , bianco , lunghetto ; & molto filmile al miglio > & le radici minute , & inutili . Scrìfilene Galeno all’v 1 r I. libro delle f acuità de i fiemplici con quefie parole , Il 'feme , il fiucchio , & l’bcrba della Tbalaride beuti > fi crede , chegiouino à i dolori della ueficica come medicamento che babbi del caldo 3 & del fiottile. Scrijfiene parimente .« pUnio alxii. capo del xx v 1 1 . libro cofit dicendo . La Tbalaride ha il gambo fiottile come un calamo , & nella ci- ma il fiore inchinato 3 & il fieme come di fiefiamo » il quale rompe le pietre delle reni beuto con uino ò con aceto 3 & con mele 3& con latte , fianail medefimo beuto anchorai mali della ueficica. Chiamanlai Greci & parimente i Lati- ni Phalaride &fua hiftoria. Phalaride ferie ta da Gal. Phalaride ferie ta da Plin, Nomi. PHALARIDE. c)yo Difcorfi del Matthioli Dell’ErithrodanOjOueroRubbia. Gap. GLI III. LO erithrodano è una radice roflà , con la quale fi tingono le lane . Enne di làluatica che nafee per fé fteflà : & di domeftica , che fi femina , come in Thebana di Francia , & Rauen- na d’Italia . Seminali in Caria tra gli oliui , come li fa ne i campi . Quella non feminano fenza guadagno ; imperoche ricauano d ella grandifsimo prouento . Sono i Tuoi tulli quadrangolari, lun- ghi , ruuidi, & afpri , non difuguali da quelli dell’aparine, ma piu forti, & piu grandi : ne i quali fo- no le frondidiftintc per interualli in tutti i loro nodi ritondamente cominelle à modo di ftdla.il frutto produce tondo , nel principio uerde , pofeia rollò , & come è maturo nero . La radice è rot- tile, lunga, & rolfa. Prouoca l’orina :& però lì beue ella al trabocco di fielecon acquamelata, & parimente alle fciatiche, Stalla paralilia. fa copiolàmenteorinarerorinagroflà,& qualche uolta 1 il fangue : ma è neceflàrio à coloro, che la beuono, di lauarlì ogni giorno nel bagno, & uedere ogni giorno la differenza dello Aereo loro , che uanno del corpo . Il fucco della radice , St delle fiondi RVBBIA DOMESTICA. Nel terzo lib. di Diofcoride. RVBBIA SALVATIGA. 97 « gioua à i morfi delle ferpi , quando libeuecon uino . Il Teme beuuto in aceto melato , fminuifce la milza . Oltre à ciò la radice applicata di fotto prouoca i meftrui 5 il parto , & le fecondine .* & Tana impiantata con aceto le uitiligini bianche . NJOtissima èia Bibbia in Italia , la quale chiamano ì Greci Erithr odano .è di due fpetic , domenica cioè , Rubbla , & iu» J & faluadca, la domenica fa le foglie afsai maggiori, &i far menti piu lunghi , & piugrofii, & parimente le «fora. radici . le quali fuperano quelle della minore non f riamente in tunghe^a , ■& groffey^a , ma anchoranel colore . QueftainTofcanaènotifimanonfolmente ai medici , & à gli (pedali ; ma alle douniciuole, & à uillani ,&à quel- li maf imamente , chehabìtano in luoghi , ouefìa arte di lana y&di tinger panni fini; per ejjerleradici della dubbia i molto in ufo per le tinture . Et imperò fapendo le uillandle 3&i contadini, chei tintori comprano ogni anno quantità quafi infinita di radici di Bibbia , ne cauano quafi tutto il ueruo infiniti fafei , &lc uendono per fofìentamento loro , & delle lor famiglinole . K[af tene per tutta T ofeana infiniti f ima copia , <& maffime in fui Sanefe ,& nel "Patrimonio di l \oma • ''ÉÉMrfr fiii' -• ..■‘tv. ’ ... : ... - Difcorfi del Mattinoli >7 2 X oma. le fiondi, &ìfuj!i per efferrnoltoruuidi, adoperano le nofire donne per polire, & per far nettiìlor ufi dilla- Rubbis fette Scritiendone Tlìnio al iil.capodelxiX.libro,la Rubbia{diceua ) è primamente ncceffana pertjngtrele da Plinto. * w ^ & . cmmi _ Lafiu loiaH è u Italiana , & quella jpetìalmeijte, che nafie intorno a Berna .&quafi tute le pn- uìncie ne fono piene . Tsfifie # ontaneamente da fife fa , & fiminanfi finalmente , come lermUa , ma ha ella il gambo Ibinofo, & noiofo; & ogni nodo ha cinquefoglie mtormtFa ilfemc r offo. Ritromfinttoda alcuni cbegimìjce la {ab- bia il trabocco di fiele non filamento prefa per bocca, ma rimirata jpejfo , quando fi ne [offende m enfia ma pianta tu- Rubbia fcritta - . ^ „ t ; ... mlì Jirèwdn V la radice della Rubbia de tintori ni «ra- da Gal. o aipeienoìijoiameMcprcjuyci uvllu , wu. « ■ r t aiuterà . Scrififene Galeno al vi .delle facilità de femplici ,cofi dicendo .E laradtce della Biibbu de tintori al gu- fo acerba , & amara . Et imperò tutto quello , che pofionfare quelle cofi , dono fi r, trottino fimi, qmltta ; ,1 medeftm anchora fi ritroua operare quefia radtee . perciocbe ella mortifica il fegato , & la rmlga , &fi abondantemente orina- _ ‘ , , . t n rr, „ - . ufo nlìfViTP mClilO rYPmP.Ht.P. - f\11P Ctrl rii /li' ancboraji ritroua operare quejtaraciice.pcruuivt: cua --a. -, - ' " re l’orina grò fa , & qualche uolta anchora finguinolenta . Trouoca i melimi , & afterge mediocremente , otte fu di In- i0 fogno : & peròjbegne impìaftrata con aceto le uitiligini bianche .Sono alcuni , che la danno a bere con acqua melata à . r , . , i n - . ■ / . i^tìa.UUia ; nvprl F,ntj„'WJW}V _• l Latini . Ervthrniìanum- forno :& pero tpegne impiaizrara cvnatcLv cc HiLHigmc i Nomi i paralitici, & à coloro che patifiono lefciatiche . Chiamano la Rabbia i Greci, ; > Latta .Erytbrodamm, & Rubici : gli Arabi , Vane , Fuie , alfabagin : i Tedefchi , Ferber roet : fi Spagnoli , Ruma ; t Francefi , Garante . Nel terzo lib . diDiofcoricIe Della Lonchite . Cap. C L V; La lonchite ha fiondi di porro, ma piu larghe, roflèggianti,. delle quali , ne fono aflài Arate per terra , apprettò alla radice , & poche attorno al f ufto : nel quale fono i fiori in forma di cappelletti, limili à quelli de gli hiftrioni delle comedie, che sbadagliano, neri, ma però gittano dall'aperta bocca uerfo il labbro di fotto una certa linguetta bianca .11 fuo feme è dentro à certe inuoglie di forma triangolare, limile al ferro duna lancia, donde s’ha prefoii nome. Ha la radice limile al dauco . nafce in luoghi fccchi , & afprì . BeUcfi la lua radice utilmente per protio- care ferina. Di vna altra Lonchite. Cap. CLVI. E'Vna altra Lonchite , chiamata da alcuni Lonchite alpra . Quella ha frondi limili alla fcolopendria, ma però piu afpre, maggiori, &piu intagliate . E mirabile per le ferite : impero che non ui lafcia uenire infiammagione . Beuta con aceto Iminuifcela milza . LONCHITE ASPERA MINORE. 97 4 Difcorfi dcIMalthioli lonchite aspera falsa. ' y inchiteA (ila V A N T V M Q^V e affai & per monti , &per altrUuoghi avidi, & afri babbia io cenato per ritrouare la i *m. V / cinte della prima fictic ; nondimeno ne l’ho potuta in alcun modo fin borarintracciare , ne manco io _ mchite fecon c;_,j mel'habbiafaputadmoHrare . Ma quella della fecondatale , dì cui fu già lunga coniamone trai , & fua hifto- & me ,fa ic f0gHe quafi come l’M fileno , chiamato uolgarmente C etracho , ma piulmghe , & pm mtag m • . ^ chenonpocoficonfannoconquclledclToUpodio.litnghc ma fianna.& difiarimente dà ogni an a m ^ quali intagliature fono per tutto alt intorno acutamente dentate , & rumile . TSjon produce gam o tieruno, ^ feme , come fa il polipodio & fileno à cui fi raffomiglta . Ha molte & fottih radici •ro^’“ ’’ CJ' f sc*. Thillite : Hafce folamentc in alcuni luoghi particolari in Italia , douc il terreno e bumtdo, . cw. ta . Enne di due fietie , maggiore, cioè & minore . Quefla mi fu mandata dal dottilo >^or ^ tufo GentilhuomoVadouano , & quella dalfamofo Medico , & femplicifla ranfinio M. > ;w. mente non fi può defiderare cofa nentna . Ecci una altra pianta la quale il Maranta uoleua , fiJJ ^ Nel ccrzolib. di Dio fcoride. 97 y etite ■ Me offendo àfufficiemp flato mostrato da noi come egli smgamaffe.habbiamo chiamata quefla Tfeudolonchite, & chi ne mole uederepmdìffufamentc le prone , legga le noSlre cpifiole Medicinali. Della prima fcriffe Tlinio all’x I. cap. del XXV. libro quaft quel medeflmo , che ne ferine Dìofcorìde , coft dicendo. La Lonchite none (come fi Slimano alami) il xifihio , onero phafganio , quantunque ellafiafimile à un ferro appuntato : per cioche fono le fondi, fue' fintiti- dporro , & piu fono apprejfo alla radice , che fu per lofuflo . Ha certi capitelli fintili à i recitatori delle comedie, che j tengono la bocca aperta , & buttano fuori una picchia linguetta : le fue radici fono lunghe . Tfafce in luoghi affiti ,& aridi . Feccne parimente mentione Galenoalvu. delle facultà de i femplici , cofi dicendo . Stuella Lonchite , chefit ilfcme triangolare , d ì figura di ferro di lancia , ha la r adice fimìle à quella del dauco : &peròprouoca ella l'orma . Ma quella , che ha le fiondi fimili alla fcolopendria, è ualorofaper fatture le ferite, meffauifufouerde : mafecca beuuta con aceto, guarifee le miltg indurite . chiamano i Greci la Lonchite, Aoyyjns: ì Latini, Lonchitis . NNNN 2 Del 1- 1 M' 976 Difcorfì del Matthioli Dell’Althea. Cap. CLVII. LA AL T BB A la qual chiamano alcuni ibifco, è una fpetie di malua faluatica: le cui fiondi fo- no ritonde , come quelle del pan porcino , & ricoperte di canuta lanugine : raffembrafi il fuo fiore à quello delle tofe : el fufto è lungo due gombiti . ptoducela radice uifcofa,& arrende- uole, di dentro bianca. Chiamali althea,per effer ella primamente utile, & molto ualotofa per J.-J „i-ilinpnre cotta nel uino , ouero nell acqua melata , oueramente per fefo- uole , di dentro bianca . Chiamali althea,per eller ella primamente utile, « molto uaioroia per molti rimedi) . Metteli utilmente cotta nel uino , ouero nell acqua melata , oueramente per fe fo- la in fu le feri e frefche, & parimente in fu le fcrofole,& m fu le pofteme, che {tengono dopo 1 orec- chie . E buona anchora alle altre pofteme, alle infiammagiom delle mammelle, rotture del federe, percofle & frigidità de nerui : impcroche ella rìfolue , matura , digertfce , rompe ,& falda . Cotta (come è flato detto ) & accompagnata con graffo di porco , ouero d oca , & ragia di terebintho , & ALTHEA, OVERO ABVTILO DI AVICENNA. ( A/ I iM ridotta Nel terzo Iib. di Dio Icori de. .977 ridotta à forma d’impiaftro tenace , & applicato di Lotto , gioua all'oppilationi , & infiammagioni della madrice. Il che fa parimente la fua decottionc, prouocando nelle donne diparto le fuperflui- tà.cheaggrauanolamadrice, &le reliquie delparto . Ladecottione della radice fatta nel uino, &beuuta, gioua alle difficultàdell'orina, alle crudità della pietra, alla difenteria,alle fciatiche, à i tremori , & à notti . Cotta con aceto. Lutandoli con elio la bocca, mitigai dolori de denti. lì feme uerde , & fecco unto con aceto nel fole , fpegne le uitiligini . Vr.gefi con olio per prohibiré il morfo , & le punture de gli animali uclenolì . La decottione del feme uale alla difenteria , al rieit- tare del fangue , & al flufiò del corpo . Beuefi in aceto inacquato , oueramente nel uino per le pun- ture delle api , delle uefpe , & dt ciafcuno altro annnale,che trafigge. Le fiondili mettono util- ;o mente con alquanto di olio in fu i morii , & in fule cotture del fuoco . La radice trita, & meflànel- làcqua , che ftia pofcia la notte al fereno , la fa gelare . AI t n E a non mot dire altro , che Medica . il cui nome ( come beniffimo e/piicò Diofcoride ) sha ella acquijìa- Althea & fuaer to per cjfer molto in ufo nelle medicine. E' pianta noti/fima , chiamata uolgarmcntein Italia Maluauifco .Fece feminacionc. di quefla pianta memoria Theophraflo alxix. cap. del I x. libro dell’hifloria delle piante 3 cofi dicendo . Sono alcuni , chefcriuono , che mejja una certa fi ina nell'acqua fubito lafagelare . Il che uoglìono 3 che parimente faccia la radice dell ibifco , mettendoli tritta nell acqua di fuori all’aria . Ha l’ibifco fondi di maina , ma maggiori , & piu pelofe : il fujlo è tenero , & arrenderle : il fiore giallo : la radice neruofa 3 & bianca : il frutto fimile alla malua : & il fuflo an - cbora è difapore di malua . Ilfuo ufo è alle rotture , & alla toffe , cotta in uino dolce 3 & all' ulcere cotta neUolio . En- o ne ma certa altra, la quale cocendofi infieme con la carne tagliata , la fa ( fecondo che dicono ) r appiccar e infume . Di- cono anchora effer quella attrattiua , come la pietra calamita , <& come il fuccino . Ma io non nidi giamai Mlthea con il fior giallo come ferine Theophraflo . Diofcoride dice che fa l'Mthea il fiore come , le r.ofe 3 ma del colore non fece egli memoria alcuna . Moflrafì oltre à ciò ma pianta , la quale uoglìono alcuni che fiala Mlthea fcritta da Theophraflo, per produrre ella il fiore giallo & altri uoglìono 3 che fa l’jLbutilo di Miicenna . Ma non corrìffiondendo , ella Abutilo diAui ■ne all una ne all altra ( per quanto porta il miogiuditio ) , non mipoffo accóHare ne all’ una ne all’altra opinione . Ma cenna. nonmièparfoditralafciare di non porne quila figura 3accioche anchora altrine poffino dire laloro intentione 3 quel- li ^lC0 cbe non l bamo per aitanti ueduta , & anco accioche fappìno le fue uirtù : Ter ciò che è Hato piu uolte fermenta- to 3 che pigliandofì una dramma 3 & me^a del fuo feme in poluere nel uino , rompe 3 & tira fuor e le pietre 3 che fi ge- nerano nelle reni tprouocalà orina 3 &guarifce il dolore caufato da quella . Scriffene Galeno al v i . delle f acuità de Althea ferita 0 i [empiici , cofi dicendo . L ibifco , oueramente Mlthea ( è ella malua faluatica ■) ha uirtù digefliuu., mollificatiua , ri- Gal. folutiua delle poterne 3 mitigatiua , & maturatiua di quelle pofteme 3 che malagevolmente fi maturano . Le radici , el feme fanno quel medeflmo , che le fiondi: ma dimoflrano però d’effere compofle di piu flottili parti 3& d’hauere uirtù piu difeccatiua 3 & piu aflerflua 3 di modo che fiengono le uitiligini 3 & il feme rompe le pietre . La decottione delle ra- dici uale alla difenteria , alfluffo del corpo , <& al rigittare del fangue per bocca , per poffedere ella uirtù coHrettiua . Chiamano i Greci l Mite a 3 A hSoIa. , i filano? , & E &Vx.or .gfl jfrabi, Chitini, Chathmie , & Trofia 7xaueni : i Tede- Nomi. fchi3 ibifch 3& HeyluurtT^: gli Spagnuoli , Hierua cannamera , & Marmale : i Franco fi 3 Guimauues . Dell’ Alcea . Cap. CLVIII. 3 I A alcea è anch eflà fpetie di malua faluatica . ha le frondi intagliate ? limili alla uerbena . !_✓ Produce tre , ouer quattro fufti ueftiti di corteccia 3 come di canape : il fiore è picciolo 5 fimile alle rofe :le radici bianche , larghe , & fono cinque , ouer lei , lunghe un gombito . Le quali beuute nel uino , oueramente nell’acqua giouano alla difenteria, & alle rotture . C "Chiamano ai tempi noflri nella maggior parte d’ Italia l’ .Alcea chi Bifmalua3chi Malua faluatica, chi Alcea, & ftu ef J Buon uifchio , & chi maluauifc ofaluatico . £' pianta fimile affai ne i fiori 3 nel feme ,& ne i fufli alla malua do- meflica : ma fono le fue fiondi maggiormente intagliate . Tfaflce perle campagne infu gli argini dei fofìi , dei campi , appreffo allefìepi . Le cui radici ufano alcuni in cambio di quelle dell' althea 3 quando non ne poffono hauere , per rifoluere, ouer o per ammorbidire qualche parte del corpo. Scùffie thifioria deU'Mcea Tlinioal quarto capodel AIcea&fueuir 5 XXVI i. libro 3 nella cui deferittione tanto fi concorda con Diofcoride 3 che pare neramente , che il tutto traferiueffe da tù feriteeda Pii bù. Ma frinendo poi particolarmente delle uirtù la lodo per le rotture interne delle uiflcere , per il tremore delle mem- nio* ra 3 &per lo fpafìmo . nel che da egli la radice à bere con l acqua melata . Lodolla anchora per rifoluere lepofleme3ap- p icatauiflopra la radice a modo de impiaflro . Di quefla non ritrouo io 3 che faceffe mentione Galeno 3 per p articolar ca- pitolo :fegia non intendeffe di questa anchora , quando al vii. libro delle fi acuità de [ 'empiici 3 parlando uniuerfalmen - te della malua 3 cofi diceua . La maina faluatica ha un poco di uirtù digeftiua, & leggiermente mollitiua : & la domefli- ta quanto piu ha difuftan^a acquofa , tanto e meno ualorofla . Il fuo frutto è tanto piu potente , quanto è piu fecco : del- ti cui fpetie e quella 3 che fi chiamd'Mnadendromalache . ma la piu efficace in maturare è quella , che fi chiama Mlthea • Taolo Eginetaflcriffe dell Mlcea per proprio capitolo' 3 cofi dicendo . L'Mlcea è fpetie neramente di malua faluatica: Alcea faitea'da U Wh bemta nel uino gioua alla difenteria3& alle rotture:& molto piu fanno queflo le fue radici,che alcuna altra par PaoI°- te della pianta. L’Mcea chiamano i Greci 3 AW*.- i Latini, Mcea : iTedeflchi , Sigmars kraut: li Spagnoli, Mal- ua de V ngria , & Malua montefina : i Francefi , Bimauue . Nomi. NNNN 3 Del 97% Difcorfi del Mattinoli A L C E A. Cap. CLIX. I Del Canape domeftico. ~ r r wiffime domeftico è di molta utilità all'ufo dellauitadell’huomo, per ar c ,uflc funi . Le frondi fi fimigliano à quelle del fraffino, & fono d'abomineuole odore • ^ ^ 2ene- L canape domeftico è « Lt 1LUUU1 H liuilguduu il ejueut ~ ~~ ~ lo ni rf lì dCl aclK-- uacui, & lunghi : e’1 Teme tondo . il quale mangiato copioiamente eltingut < cfolori rare. Il fuoco fpremuto dal uerde,& diftillato nell’orechie conuenientemen e3g diqUClIC- — - • Cap. CLX. Del Canape faluatico . I L canape faluatico ha i fufti fimili all’althea, ma però minori, piu neri , & piu , 1 gombito, le cui frondi fono fimili al domeftico, ma piu nere, & piu alpre:n n ^ ' quello della lichnide . Il feme è limile à quello dell althea , &paume pa come et Nel terzo Jib. diDiofcoride, ^79 fla cotta, & impiaftrata mitiga 1 infiammagioni, rifoluel’enfiature, &disfàle durezze.che come tufi fi generano nelle giunture . E la fua corteccia utile per far delle funi . JL canape domestico è tanto noto ai tempi noflri in Italia, che fitperfluo è uer mente narrarne altra hijloria. Canaoe s-fiu J « , quantunque fia egliuolgariftima pianta è utile però molto in molte cofe , & non fot amente nel farne le fimi ’ grofftffinie per ufo delti edifitfi , & delle nani , per foflencr e ilgraniifiimopefo di molti legnami, & pietre fonder off- Y Vlitì glmdi fme, ma per fare ielle Tele per le uele delle mai & camifce , & altre cofe per i contadini & altre pouere genti , & per ““aPe' farcanchotende,&pauiglioniperifoldati,cheiluem>,&lajlateejfercitanoin campagna la militili . Ma beneèel- la in difgratia de i ladri , & d altri mafnadieri , Imperoche non fidamente il canape , è cagione che legati cofloro alla fua pianta , confermo à lor malgrado tutte lefccleraggini , & imasfatiloro ,ma cheancbóra pendino poi fopra tré legni {Ir angolati dallafcbirantia canapina . Troduce il Canape un fol gambo .-Mafie ne ritroua di mafebio , ir di fanti- na . Il mafebio il quale crefcepm alto d uno Intorno, produce dal gambone affai rami , di modo che fi r affertilir a à uno al - CANAPE. 5)8 Difcorfi del Matthioli hor fallo , di rotte , che fono deuni , che fanno del fio duro gambone il carbone , per far la polirne per li anhìbuf, . U Feminafa i fuoi gambi fonili ,&fenKa rami , &fe benfiorifee , nonfafeme : Hanno amendue le foghe come difrafiim, ma minori , & piu fonili, & leggiermente all'intorno dentate ,fe bene nel Mafcbwftmo alquanto maggiori , & piu ne- reggianti .nafeono fei ò fette infieme da un fola picciuolo .Hanno una fola radice, con affa, fibre intorno. Mail fal- uato , quantunque dichino molti che nafte in Italia,: nondimeno pochi fono hoggi , che ne dimostrino il aero . Onde fin bora nonpoffo affermare, d'bauerlo mai ueiuto.ll ftme del domeflico opera nelle galline ,1 centrano d, quello, che ne feri ue Dioftoride . imperaci, e nc gli buomini fregne , & mina la uirtù del generare : & m quelle aumenta , [generare delle uoua .Tercioche quelle galline , che mangiano il uerno il ftme del Canape , fanno uoua abondant, filmammo , anebora che Valere pochi ne facciano „e i gran freddi il uerno. E' oltre i rio dafapere , che la decoritene del Canape, che fia fat- ta con la debita efrrefi ione gittata in terra , oue fieno lombrichi teneflri nelle camme loro , ubico gl, fa ufi, r. fuori .Rio però quello è artificio de i peftatori.quando uogliono hauere i uerminiper l efia del pefiemfug, barn, . Manon fidamen- te tira fuori ella i uermini teneflri ; ma anebora ( come firn ■ Plinio alxx III. capo del XX. libro ) « uemmi , & ogni altroanmale.checafcbi.&entrinelleorecchie.Ondefipuofar coniatura, che habbiail Canape non poco ualore Virtù del «,»- anebora per i uermini del corpo . Cioua la decottione delle foglie del Canape beuta al fluffo di corpo de buoi & in caualli , per hauer ella uirtà di fare apprendere , & di qui è che alcuni danno la poluere delle foghe fioche nel fluo è- . _ , . »• rMitv/ittei . Mn defemptici. come che Vado ne firme con quelle parole . La Cepea è firmile alla portulaca . Beonfene le fiondi per la fcabia della uefeiea . La radice bernta con ajparagi fialmtichì gioita alledifliUatiom dell orina , tanfate da op- Nonli' pilationi * cbiamanoiGrecilaCepea,lLwr'ùa.:iLatiniCepita.. CLXIII. Dell’Aliima . Capi A ALISMA, la qual chiamano alcuni Damafonio , ha le frondi limili alla piantagine , come che piu ftrette , & riuolte ucrfo terra : il follo femplice , & lottile , piu alto d’un gombito , con alcuni capitelli , limile al thirfo . I fiori produce fottili , che nel pallido biancheggiano : le ra- dici limili all heltéboro nero, lottili, odorate, acute, & alquanto grafie . Nafce in luoghiacqua- io ftrini . La radice beuuta al pelo d una dramma, ouer di due.gioua à chi hauefle beuuto il lepre ma- rino , à i morii delle ucknole botte , à chi haueife beuuto l'opio , à i dolori di corpo , & alla difen- Nel terzo lib . di Diofcoride. y 8 f teria.perfefola,oueroconilparipefodifemedi:dauco.Giouaàgli fpafimati,& ài difetti della madrice . L’herba riftagnail corpo , prouoca i meftrui : & impiaftrata mitigale pollane . Q^antvnqVh affermi il Bjfdlio , & parimente il Fuchfio ne fuoi dottiJSimi commentarti delle piante , cono- fcere l’Mifma, la quale io fin bora non conofco:& dicano chiamarftda alcuni Fatila di.pafiorc,& da altri ■ Tiantagine acquatica; nondimeno fi uede mamfettamcnte non conifrondere le note della Tiantagine acquatica, \ chiamata d' alcuni anchor Barba filuana , à quelle che diede Diofcoride alt Mi fila . Tercioche quefla produce le fiondi j piu Hrette della piantagine ,& firatte per terra : & ilfufiofemplice , efi fiottile . & la piantagione acquatica fi. le file fiondi affai maggiori della piantagine commune , che tutte à modo di ferri di lamie riguardano con la punta uerfo il cie- lo : & produce non tmfemplice fujìo , ma diuerfi , che procedono da una fola radice . Et però fi può malageuolmcnte af- (! fermare che fieno la Burba filuana, & l’^llifma una pianta medefima.La pianta ddl'Mifma,dìcuiè quila figura. mimoHrò primieramente l’Eccellente Medico , & femplicifla M. Marno Leonoro . Onde parendomi , che rapprefen- tila ma, con molte note, che ui fi ueggono ; mi pare dibattere ardire d'affermare, ò che fia diala ucra,& legitti- ma Alifma , ò Ipetie uer amente della medefma :&però ne ho uoluto dar qui la figura , accioche nepofiino dire ancho- ra altri la loro opinione . Quefio fo io ben affermare , che uale ella à tutte quelle cofe,à cui dice Diofcoride , che è buona l’Mifma , onde la terrò io per quella fin tanto, che mi fi rapprefentarà un altra pianta, che piu di quefla figli raf- I fonigli. Tlinio al X. cap. del xxv. libro fece memoria di due frette , cofì dicendo . L’Mifma, la quale chiamano alcuni I Damafonio , & altri Uro , baurebbe fiondi di piantagine ,fe elle nonfufferopiu Sirene, piu intagliate , & inchinate d j terra, altrimenti finaanchora elle ucnofie .Traduce infoi fufio,& fittile, d.’ atterga d’mgombito; la cui fimmitàè come di tbirfo . Le radici fino folte .fittili , come quelle dell'beUeboro nero , acute , aromatiche ,& graffe . Hafiem luoghi acquastrini . Enne ma altra fretie , che nafie nelle filue , piu nera , & di maggiorifiondi . Fu quella pianta cognita àGalcm>,& imperò diceua alvi, delle f acuità de fi empiici : Ddl’Mifma trattò Diofcoride nel ter\o libro , & diffe , che la radice beiatta fina la difenteria, rifilagna il corpo, & mitiga l’undimia: ma noi in talicofinon l'habhia- tuo frollata . Ma che la fitta decottione rompe le pietre delle reni à chi fida bene , babbiamo bene ifrerimentato . Et però fi conofee , ch’ella ha in fi alquanto dell' afiler firn . Chiamano i Greci l'Mifma , AàV.im: i Latini , Mifina . Dell’Onob richi. Cap. CLXIIII. L 'Onobricbi ha le fiondi Amili alle lenticchie , ma alquanto piu lunghe : il fufto d'una fpanna : il fiore porporeo: & la radice picciola . Nafce in luoghi humidi , & inaliti . L’herba pefta.& impiaftrata rifoluelepofternette.Beueficon uino alle diftillationi dellorina . Viltà, con olio prouoca ilfudore. Njl s c e , fecondo che recita Tlinio al XVT. cap. xxi ili. libro , /’ Onobricbi apprejfo alle uenc dell’ acque , & alle fontane : con j rondi piu lunghe di quelle della lente , fiore roffo , & radici piemie , & fiottili . Ma non però per questo l'ho potuta fin bora rintracciare in Italia . quantunque non manchi , ingannandoli , chi uoglia che fia lOnobricbi la Puta capraria chiamata parimente Galega : come che quefla non habbia fembiange , che corrifpondino all’ Onobricbi. perciocbe la Galega produce le fondi quattro uolte maggiori delle lenticchie , ilgabo il piu delle uolte lun- go duegombiti , & non picciola radice . Scriffe dell’ Onobricbi Galeno all'v ili. delle [acuità de [empiici, cofi dicen- do. L Onobricbi bauirtù di rarefare ,& di digerire :& imperò le fue foglie fi e fiche applicate in forma d' impiastro, naturano le poterne picciole. Ma beuute fecche uagliono alla diflillatione dell orina : & unte con olio prouocano il fu- dore • Chiamano i Greci t Onobricbi; O'voQpvyjs: i Latini , Onobrychis . Dell’Hiperico. Cap. CLXV. Chiamano alcuni l Hiperico , androfemo , altri corio , & altri chamepitio, per hauere il filo feme odore di ragia di pino.E pianta ramufcolofà, dima ipanna, & rollèggiante. Ha le fron- | di limili alla ruta : il fiore giallo , limile alle bianche uiole : il quale fregato con le dita , rifuda un 11- : quore limile al l'angue : &però è flato cognominato androfemo . Ha le filique pelofette , di forma I lunghetta ritonda , di grandezza delle granella dell’orzo : nelle quali è dentro il feme nero , di ra- giofo odore . Nafce in luoghi coltiuati , & afpri . Prouoca l’orina : applicato di fbtto , caccia fuori imeftrui , Beuuto nel uino curala terzana, & parimente la quartana . Il feme beuuto quaranta gior ni continui, guarifee le Iciatiche . Le frondi impiaftrate inficine col feme, giouano alle cotture del fuoco. Dell’Afciro. Cap. CLXVI. LO ASCIRO, ou ero afeiroide , ouero androfemo, è anchor egli una Ipetie d’hiperico , ma differente per la fua grandezza: percioche è piu folto, & i rami fono anchora maggiori, piu le- gnofi,&roffeggianti. le frondi fono fiottili , & i fiori gialli. 11 feme produce ragiofo, limile a quello dell’hiperico . il quale fregato con le dita , lùbito inlàguina le mani: &però Io chiamaro- 00 alcuni androfemo . Gioua beuuto il feme in un feftario d’acqua melata , alle fciatiche : percio- OOOO che Alifma , &fua edam. Opinione ri - probata. Alifma fcrittt da Gal. Nomi. Onobrichi, & fua edàm. Errore di alcu- ni. Onobrichl fcritta da Gal. Nomi. 2 8 6 Difcorfi del Matthioli H I P E R I C O. che folue molto gli humori cholerici : ma bifogna continuare il beuerlo per fino alla perfetta falli- te . Impiaftrafi anchora pur il feme utilmente in fu le cotture del fuoco . Dell’Androfemo . Cap. CLXVII. t O androsemo è differente dall’hiperico , & dall’afciro . percioche crefce con i^mi £ : attorno a ì quali 1°»® la ruta . le quali quando fi tritano , rendono un liquore filmile al uino . S i fiuoi Mi aliai concauità d ali, dalle quali eficono alcuni pennati ramulcelli : dd i fiori gialli , & piccioli . Serrali il fuo feme puntato di piu linee in alcuni i nata, 1 ^ ^ papauero nero. Le chiome tritandoli, fpirano odore di ragia. Ilfeinebeuutoalp me. me. Nel terzo lib. di Dioìcoride, ^87 A S C I R O. me , folue gli humoricholerici dal corpo : fana le fciatiche , ma bifogna dapoi alla purgatione bere un poco d acqua . L'herba impiaftrata medica alle cotture delfuoco , & riftagna il fangue . Del Cori. Cap. CLXVIII. IL cori, il quale chiamano alcuni hipcrico , è una pianta , che produce le fiondi limili all’e- rica , roflè , piu graffe , & piu picciole : non piu alta d'una fpanna , d'odore aggradeuole , & acu- to. Il femebeuutoprouocai meftrui, & l'orina . Prefo con uino giouaài morii diquei ragni, lo che fi chiamano phalangi, alle fciatiche, & allo fpafimo, che fi chiama opifthotono. Vngefi con .pepe ne i rigori , che precedono alle febbri , &all’opifthotono utilmente con olio . OOOO 2 L'h I- [iperico, Arci T 'HimlcO, Ufciro , & Undrofemfono neramente ( come ferine ) , Androfe- medefima . quantunque fra tra l oro alquanto di differenza ne ifu i, Mirandi, & chipiupieciole foglie tie notifsime , & veggo nft fiorite nel Giugno feparat amento l una dall JJC fJn0 Ufi* , & ferme Diofcoride . Ma quella frette , che chiama egli Con , non cefi t < & ,fc«0»o , Undrofmo . imperoche crefce ella alta al piu una franila ,con m’™te fi™ jffljoin ciò ho potuto difeomre, cn- & graniamo odore : & confiiÉt rojìigm . lèmmi piu uolteflatamoflrata.&p ? udgmimte imperito va- do cerniamo , che fra il nero Cori , & che non ne manchi mogm luogo d Italia .Ch J ! , [icfor(i mo,Corij& lo- ro eilazn. do certifìimo , coejw u nero l ori s^luc nvn m. ,muw -5,- forata \ per hauere egli (come dimqjìra la trafr arenosa ) le fiondi Juc tutte t Errore di Win. »o» alieni Diofcmie , ne manco -Plinio , il & (Ufi Wt» c" Errore Q Difcórfi del Matthioli Hiperico fcrit to da Galeno. J rm troprio capìtolo fi può chiarire ogni candido lettore . Et di qui è proceduto , che , merendi -Padri, che ha- Errore de i fra- cmJmt0 [antidatar io di Me fuèf credendo piu al Br affinola di quello , che m tal cofa figli conueniu, r, fono anchora efri ingannati , credendofi , che la pina faluatica , & [Hiperico, fieno una cofa medefima, come nel com- mento delle pillile fetide ,& parimente in quello dell unguento del bdeìlio hanno lafciatofcritto.il che non farebbe lo- ro a,icmto fe haucff&o ueduta la pùt a faluatica uera , iti cui à baHam-a alfuo proprio capitolo è Hata ietto difopra, oue è fiato difeopeno l'error loro. Ha [ Hiperico uinit aperitiua , rifolutiua , conglutinatala , & forfè anchora com- boratiua llfeme beato con nino , caccia fuor e le pietre delle reni , & mie conm iuelem , & i morfi dell, ammali ut- tenofi beendofene il ferve . de fi burba mangiata , & applicata pefla [opra la morfina , lodano alcuni l acqua iìfiilku da mta la pianta, p er coloro, che p atifcono il male caduco ,& per: i paralitici , . dandof, loro a bere llfeme pefiìofot- tìlmente fi da con non poca utilità à bere netti fiuti , & nomiti dclfangue . Ilmedefmo beato con brodo di carne caldo , io fy andar commodamente del corpo: Udii. fiori, & nelfeme è uirtii marauighofa di confohdare le ferite, eccetto quelle , della tefia & però [olio nel quale fieno lungamente macerati al fole i fiori , & lefiltque uerdi peflemfieme con . I firn rana marauigliofamente le ferite frefebe , il che fa egli tanto piu efficacemente , quando fi mefcola con la lacbmna aine- tma,ouer, amento con olio di Tcrebintina uolgare. Vnto in fui corpo gioua alla dateria, & beutonem cuce baro am- mazza i uerrnini . Scriuono alcuni ejferc [Hiperico tanto in odiai i Dianoli , che abbrufaandof, , & facendo) [mento, conetTo nelle enfi , oue fi fontano , [ubilo, fine partono uia , &però è chiamato da alcun , caccia diami,, ouero fuga de- mon Delfi H iperico fcrifife Galeno all'\ III. delle [acuità de [empiici , coft dicendo . L Hiperico [calda, &difecca : è campo fio di cofi fiottili pani , che prornea egli i mejìrui , & l'orina .Mche bifogna non piamente prendere vrandofi ficco in poluerefana l' ulcere , che fono molto bumide, & putride . Sono alcuni, che lo danno a beuere alle firn- io t che olmàcioparlaniodeU’Mndrofcmo.&delfMfciroalwi.deUefacultàdeifempUci.cofi diceua.LMiro- femo ramofa pianta è di duefietie : ma , la quale chiamano M [eira , &Mfcirmde , che è fieno d hiperico :& lai tra, che chiamano alcuni Dionifio . Ha il feme dàmendue uirtA purgatala : & la uirtu delle fiondi e alquanto d, ficcami, & aHerfiùà.di modo che fi può credere , ch’ella poffa curare le cotture del fuoco. Ma la decottione loro fatta nehm è ualorofa medicina delle ferite grandi . Del Cori ne i libri de i [empiici di Galeno non ntrouo io melatone alcuna . qrn- tunque Taolo Egineta ne reciti tutto quello , che nc ferine Diofcoride , da cui ne prefe eghl biftona. Bimunifo alcuni tedi Greci di Diofcoride , che hanno nella fine del capitolo alquanto di piu. Ma per e fere opinione di molti, eh m (infilato aggiunto , non ho puffi cura di tradurlo nel teflo . Tur accioche mafia occulto a i lettor , , quefio e quanto piu in alenili testi fi ritroua . La radice cotta neluino (perquantof, crede) I che fi gli dì à bere, coprire ipatienti molto bene: percioche fa fidare per tutto il corpo . ,1 che e caufa d, far loro ncqui qo Nomi. dare lapriflma [duce . Chiamano i Greci [Hiperico, Vanpmòv : i Latini , Hypericum egli Arabi, Ifieielricon , iofaricon ■ i Tedefchi , Sant Iohans kraut : li Spagnoli , Cordoncino : i Franceft, Mille perirne , & Trucberam . LJ- 1 faro chiamano i Greci, A™,.» : i Latini, Ufcyrrn egli Mabi , Mbirach . L’Androfmo chiamano i Greci , Mp;- I acuitovi i Latini, Androfamum : gli Mabi. Midrofeman, Androfion,& Mndrcffigian. Il Con chiamarne, ea, Kcpr; i Latini, Corri : gli Mabi, Coras . Dell’ Aiuga, ouero Chamepitio. Cap. CLXIX. T A A i VGA è una herba,cheua ferpendo per terra, ritortetta. Le fue j I fempreuiuo minore , ma pelofe , piu fornii, & intorno ai rami ‘ ^ fiore èfotrile, aureo, oucr bianco : & le radici fono finiiIiaqudledelkcK^JLeta 4c beuute fette giorni nel nino medicano il trabocco del fiele : fcbeuute m acqua tta ta dì, uagliono alle fciatiche . Dannofi à ifegatofi , alla ntenrione deU .orma, lori delle budella . In Heraclea di Ponto ufano per antidoto di datela fua decottione cannala nito . La polenta macerata con la fua decottlone , & applicata per nnpiaftro , naie a tutte lec^ ^ predette . Trita in poluere , & incorporata con fichi, & tolta in pilule moMca ìlcoip ■. & le , fquama di rame , & ragia lo folue. Applicata di fottocon mele P«rga durezze delle mammelle : faldale ferite: & applicata con mele raffrenai ulcere , cheuano leipca Di uno altro Chamepitio. Cap. CLXX, ' E" Vna altra fpetie di Chamepitio , che produce i rami alti un gombito , ritorti à mo o d’una anchora , & fonili . La chiomaè fimile all’altra : il fiore bianco , il feme nero . ha anc ella odore di pino . Enne una terza fpetie , la quale è il mafehio , le cui fiondi tono piatole , db - che , & hirfute . produce il fùfto bianco , & ruuido : il fiore roffo , & il feme approdo alle 5oncf“ delle fue ali. Relpira anchora quefìa d’odore di pino. Amenduequefte hanno le medelimc della prima , quantunque non coli efficaci . Chamepitioi& fua eflam. CHIAMASI [Mitiga , ouero chamepitio uolgarmente Ina artetica , per effer ella proficua molto a e fi che , & altri dolori di giunture , & delle tre ffietie ferrite da Diofcoride , non ho potuto fin bora nei en io J la prima , & fi ultima , la quale none però cono) cinta fenon da pochi . Errò il Tcdefco , che h'fif10 “ ( fiauola , che nella lingua loro fi chiami Vergiff mein nit . percioche queHci ,pcr quanto l ufo dciTcdcfc n ni al Chamepitio & to , è tanto differente dall’Ina , quanto i corbi dalle colombe . E' adunque la Ina della prima {[fette mia p ^ fuahiftoria. fe ne ua per terrai con foglie lunghette , & frette [come di rofmarino coronario, ma pero molto piu Jtret >r ^ pelofette , & quafi come canute , le quali fono collocate all'intorno di tutti i ramofcelli , i quali fono fottili , & arrende- voli. H a tutta la pianta odore di pino , al quale per raffomigliarfi anchora molto nelle fattele , s'ha ella prefo il nome dichamepitio, che altro non mol dire, che infimo pino . Fa i fiori di colore d’oro , quafi fu per tutti i gamboncclli,ma pic- cioli, & fottili . La fua radice è uillofa,di lunghetta d' una (panna .Jfafce in terreni magri , & arenoft , & nei cam- pi non coltivati. É al gusto amara , ma non però fen\a qualche parte d' acutezza , la quale uiene però fuperata dalla Virtù dèi cha- amaritudine . Onde fcalda , ajfottiglia , incide, mondifica , & asterge . La polvere dì tutta la pianta prefa ogni gior- raepitl0‘ no , per quaranta giorni continui , al pef i de ima dramma , con mega oncia di T erebentina vera , ò della volgare ,fana tefiiatiebe . La decottione della medefima fatta nell'aceto , caccia fuor del corpo le creature morte. & fatta nell'acqua , vale a tutti i difetti del cervello & dei nervi, & parimente delle giunture , caufati da bumori flemmatici . Fa fi de i fio- n > & di tpccaro una conferva , la quale prefa ogni fera nell'andare al letto al pefo di due , ò di tre dramme , guari [ce 4 paralitici : Ma opera molto piu felicemente , quando fi piglia di quefla conferva due dramme , con due fcr opali di radi- ti ci d Moro volgare cotte, & altretanta poluer e di foglie di Saluia. Faflidel Chamepitio ,perilmedeflmopilule uti- Hflime in queflo modo. Trendefi di Chamepitio , di betonica, di Stechade , di fiori dirofmarìno ,diciafcmo una Pilule di cha- dramma ,diT urbit una dramma , & me\a , d'agarico due dramme , di coliquintida metti dramma di gengcuo , di Jale mepitl0‘ OOOO 4 gemma il Difcorfi del Matthioli c H A M E PITTO TERZO. gemma diciafcuno dieci grani , di T^habarbaro ma dramma 3&me\a , di nardo Indiano grani fette , di frette di bw femplice metta oncia , di diagridio una dramma . TeHinfi in poluere tutte quelle cofe,che fi debbeno fi Mare , _ poife ne facci una palla nel mortaio , della quale fi formino noue pilule di ciafcuna dramma & ogmferanep g ^ Chamepitio ; pattenti tre, quando nanna à dormire , che nefentirano marauigliofo giouamento . Fece dell Ina mention fcricto ài Gale. f r Me faculti defempUci, cofi dicendo . il Chamepitio ha piu ualorofofapore amaro nelgujtarlp, co & ucdefi per effetto , che mondifica , & asterge piu i interiora , che non lefcalda . Et pero e cg i non i me tot ' , co di fide, &à coloro , à cui facilmente s’oppila il fegato . Trouoca oltre à questo beuuto, ouer amente app i . ^ to con mele , i meftrui, & fa orinare .Sono anchora alcuni , che lo danno cotto con l acqua me ata a ejm , ^ quella herba tierde le ferite grandi, & [ulcere putride . rifolue le darete delle mammelle . E Jecca nel ^ calda nel fecondo . Chiamano il Chamepitio i Greci , xafiaorhut: i Latini, Chamapitys, J.iuga * ** hi , Hamefitheos , & Chamefithim : i Tedefbbi , relengeryelieber .-gli Spagmoli , Tmilho , & Tua arte IL F I E DEL T £ R Z 0 L I B R, 0 ; Di- 931 I DISCORSI DI M. PIETRO ANDREA MATTHIOLI Medico Sanefe, NEL QUARTO LIBRO DELLA MATERIA MEDICINALE Di PEd’aCIO Diofcoride Anazarbeo . Proemio . Abeiamo fin qui. Alio carifsimo,in trelìbri trattato de gli odoramenti , de gli olij , de gli unguenti, de gli alberi, degli animali, delle biade, delle herbe degli horti , delle radici , de i fucchi , delle herbe , & de i femi . Ma in quello , che fata il quarto , trattammo delle radici , & delle altre herbe , che reftano . Della Betonica* Cap. I. IL. cestro, il quale i Latini chiamano Betonica, fi chiama pfichotropho, per nafcereellain luoghi frigidi. E' herba, che produce il fililo fiottile, quadrato, alto un gombito, & qualche f nolta maggiore: le fiondi di quercia, lunghe, molli, per intorno intagliate,. & odorifere, delle ! quali quelle fono le maggiori , che fono piu propinque alla radice . Genera il teme nella fommità ! 0 dei filiti à modo di fipica , come fa la thimbra . Ricolgonfilc frondi , & feccànfi per l'ufo di molte cole. Sono le fue radici fiottili ,come quelle dell’heUeboro . Le quali , quando fi beuono nell’ac- qua melata, fanno uomitare la flemma. Danfile frondi à bere al pefo duna dramma in acqua fiem- plice, ouer fatta con mele , à gli fpalìmati , a i rotti , & à i difetti , & prefocationi della madrice : & al pefo di tre dramme in uno {citano diuino à i morii de uelenoli animali.il chela parimente l’her- baimpiaftratainfu’lmorfo. gioua co'ntraiùelcni beuendofene una drammanel uino. Mangiata per alianti , non Inficia nuocere 1 ueleni mortiferi , che fi beuono . prouoca l’orina , & folue il corpo. Beuuta con acqua fanailmal caduco, & limilmentei phrenetici. Dafsi al pefo duna dramma in aceto melato.à i fegatofi, & à i difetto!! della milza . Mangiata dopo cena con mele fpiumato alla 0 quantità d una faua, fa digerire . Dafsi nel medelimo modo à i rutti acetoli,& inghiottitone il fuo- co., &pofcià beuutoui fopra uino inacquato , gioua a gli flomachi indebiliti .Dafsi in un ciatho di uino inacquato al pefodi tre oboli, àgli fputi del Lingue. Beuuta nell'acqua gioua alle fciatiche, & à i dolori della uefcica , & delle reni . & con acqua melata al pefo di due dramme à gli hidropici, che patifeono febbre : ma doue ella non fia , con uino melato . lana il trabocco del fiele . Prelà con uino al pefo duna dramma, prouoca i meflrui, & con dieci ciathi d acqua melata al pefo di quat- tro dramme, purga il corpo, conferite à i rifilici tolta con mele, & à gli fputi della marcia. Serbanli lefuefrondi fpcche , & trite in uafo di terra.. LJt betonica è veramente herba uniuerfalmente conofiiuta da rinfilino , & piena d'infinite utrtù . La onde Bct0„:c, &(-ua inaio quel proverbio, che fi dice :Tubaipiuttirtà, che la Betonica . Di quefla fcriffe un trattato Antonio Muft, elìim.' ’ medico di Cefare siugufìo , in questo modo dicendo . Tdafie l'berba Betonica nc i frati, & nelle colline nette , & opache appreffo àgli Hcrpi.Cufiodfce ella [anime ,& icorpi de gli huomini : & i uiaggì notturni da i pericoli , & Betonica,» Ine maleficij . ^[sicura , & difende i luoghi facci , & i cimiteri dalle uifioni , che inducono timori, & paure . £ ueramemte oltre à queflo [anta in tutte le cofe. }{itruuafì in luogbifiigitii con fittili radici, con f ufo fittile , & riquadrato, alto fin d m gombito .Traduce le fiondi fimili alla quercia, di buono odore .E' il ftofime nella cima del fitto d modo di (pica, come fa la thimbra . La pianta tutta è dotata d’ infinite uirtudi . imperoche trita primamente , ir impiastrata in fu le fio- rite della teSla, le falda con marauigliofa proficua . Il che fa etto, piu efficacemente , fi ui fi rimette fi e fi a ognitempo giorno . Dicefi , cioè è di tanta pojjanga , che calia fuori anchorale offa rotte . La decottione delle radici fatta alla confila nutione dellaterqa parte , naie à i dolori degli occhi Aumentando fine : & parimente meltendofcnc le fiondi trite in fu bifronte . llficcojjiremuto dalle fiondi trite per fi file ,oueramentc prima infife nell'acqua, infime conolio rofado, .„ vale à ì dolori delle orecchie , quando ui fi difilla dentro . Bevuto. al pef i d’ima dramma in quattro ciathi d’acqua calda, 1 t,ra “Ve parti inferiori quel fungile, che fàgli occhi torbidi , & caliginofi ,&però mangiandofene le foglie affittiglìà- 10 la uifla. Trite fiefee contili poco di fiale , & mefjc nel nafi,vi rift ugnano .ualorof amente il [angue , che ne difilla fuo- ■ 'L „ .. .. g . .. .. ri.La 5>94 Difcorfi del Matthioli BETONICA. ri . la decottione fatta con [berta nel nino ttecchio , omo nell aceto , leua lauondofene a occ , ciolA. Semita alpefo d'urta dramma nell acqua tepida , naie alle frettare del petto, & a a tri { e t .mmowco11-' no tre dramme delle fue fondi incorporate con mele , à i tbiftct, che fiutano la mar età . angia a > o . $ eoo finiti alpefo di quattro dramme , onero betmtain quattro datili d acqua frefea, gioita t o «li , mnone- , acqua calda d quelli del fegato . La decottione fatta nel nino medica i difetti della mifia.Seuuta • & ^ ? lato al pefo di due dramme , rifolue i difetti delle reni . Toltone tre ir ante in u ino ttecchio coti «enti) i ^ ^ s naie al dolore dei fianchi, & parimente dei lombi -Trefa in benandata due ciani acqua fi £ wUtt ». * i- ... Reno murati da mrdihumari . Quattro dramme delle fondi beiate motto cut ttale al dolore dei fianchi, & parimente dei lombi .Trefa ut benandata due eia i ? (f)i £ wliU corpo , pur che non fieno caufati da crudi Immori . Quattro dramme delle fon t , ■ { fallili, quanto perche fieno ugualineUeuirtù.&faeultdloro . Onde occorendo bora di ragtonan.cn on ine <1 ' cerne ne l'hifloria , ne leu, ni, . E' adunque la to.mbht il l a una facciola pianta .che p roucej^ picciole del cinquefoglio , ma confette intagli per intorno : la radice corta, & ferrata in fi fi fi ., [hffm 0- coBrcttiua .Sono ifuoi gambmceUi fottìi, , & rofiìgni : & i fiori gialli .di modo che non fi p g > ^ & fia una fietie di cinquefoglio . Dicono gUfierimentaton.chequeHa pianta ha le virtù & cono , che amenàue fanno ritenere il parto à quelle donne , che fono ufate ( hi n(J„ fu0 ritenere ZranoinfHlcqrpo.&mffereniconaceto.Giouanofi^ Nel quarto Iib. di Diofcoridc. 997 bistorta. alcuni di mangiare in lettouarìo le radici della Tormentala per preferuarf dalla pefte,& nelle febrì peflilentiali, & [ ferialmente nelle petecchie . Dafi anchora la decottione di effe fatta nell'acqua , utilmente per i uermmi , à i fanciulli • Sfagliano amendue la difenteria sfaldano le ferite , & mafiime delle interiora , non folamente applicate di fuori ; ma tolte anchora in heuanda . Conferirono all’ ulcere maligne , ritrofe , & corrofue . Lapoluere delle radici riflagna i no - , miti , & gli (futi del fangue , & beuto con acqua di confolida maggiore , giona ài facajfatì ,& ài cafcati-da l’alto. Impernile non folamente fanale rotture intrinfeche , ma rifolue il fangue apprefo, ufcito fuor delle uene . Mejfo nelle cauerne de i denti con un poco di pirethro , & alcune ynon folamente mitiga il dolore , ma prokibifce anchora il fluffo degl'hunwi . Le radici della Bistorta uagliono particolarmente à i morft de i ferpenti uelenofi 3 onde ha prefo il nome di Jerpentina apprejfo à molti . Ma per ritornare nella Jlrada , dotte- hamualaf datala Britattica } dico , che d ejfa fcrif- Btitanìca fcrìt- . fe Galeno alvi, delle f acuità de femplici , cofi dicendo . Le fondi della Britanica fono coflrettiue , & faldano le ferite . ta ^ Gaieno* K ajfembranfi al lapatio faluatico , come che elle fieno Piu nere , &piupelofe . Il ficco , chef freme dalle fondi , è co - ’i PPPP frettino . Difcorfi del Matthioli ■ T O R M E N T IL L A. frettino . & però alcuni lo cuocono ,&lo ferbano per udoroftfiimo medicamento jìomacale : & pare ancora ché f Ca ,'col adul le ulcere putride . Oltre à ciò è da fapere, che fi ritrouano alcuni Diofcoridi Greci } che dopo quefìo capito o t ' * cerino! ° tunica , hanno uno altro capitolo della Betonica : il quale fi uede mani f e fornente effere fiato tolto dal trattato , ce ^ Betonica fece ^Antonio Mufa medico di Cefare ^Auguflo .Et però fi conclude dai piu dotti dei tempino nlcìC Diofcoride da qualche piu curiofo del bifogno fiato qucfìo fecondo capitolo aggiunto , & trameffo . Del eoe ***** te inditio il uedere, che' l modo del dire nonfi confa punto con lo file y& con il trattare conflitto di Diofcor . e' ^ feia il confiderai , che d’una co fa medefma non era neceffario fcriuerne per due uarij , & cofi propinqui capi che ha fatto , che tal capitolo nella nofira interpretatione nonfi ritrouiferitto , quantunque altri interpreti o ^ Nomi, nelle loro . Chiamano ì Greci la Britanica 3 fyeTcMwni i Latini 3 Britanica , Della Nel quarto lib. di Diofcoride. 999 Della Lifimachia . Cap. III. LA lisimachia, la quale chiamano alcuni litron , produce i filili d'un gombito, & qual- che uolta maggiori , ma fertili , &ramofi : da i cui nodi efcono le fiondi fertili limili a quelle de i falci , al gullo coftrettiue : è il fuo fiore rollo , ouero di color d'oro . Nafce nelle paludi , & altri luoghi acquoli . _ Il ficco fpremuto dalle .fiondi , riftagna conia uirtù fua coftrettiua , gli (puri del (àngue , & la difcntena,beuuto,&meironei crifteri: applicato di fiotto ferma iflufli de meltrui. Serrali con l'herba utilmente il nafio , per raffrenare il fangue , che n'efice . riftagna il l'angue delle ferite. Brufciata m fu 1 carboni fa acutiflimo fumo : & però fcaccia le ferpi , & ammazza le mofehe. D/ede alla Lifimachia il nome Lifimacho ve , il quale fu il primo , che laritrouaffe , fecondo cheriferifce Vlinio tlivu.capo del XXV. libro , cefi dicendo . Rjtrouò ilre Lifimacho la Lifimachia, da cui s'acquiftò ellaìlnome , & fu pofeia grandemente celebrata da Eraffrato . Ha fondi di falce, ma piu iter di : cl fiore rojfo , (Moramente . LISIMACHIA. Lilimachù. Se filabili, Difcorfi del Matthioli V N' ALTRA LISIMACHIA. IO 0 0 ,rro»-e del Lucilio. machia fe Ai color d'oro . Sono i fuoi rami folti , diritti , di noiofo odore, nafte in luoghi acquatimi . Ha queHapiant tu , che meffa in fui giogo de buoi , ò £ altri quadrupedi , che non fi accordino infime, fubtto gli paca. Vjtellio , che la Lifmachiafia quella Inerba , con la quale dopo al bagno del guado fi tingono '.j m. per- de , chiamata da noi Tofcani C erutta , onero Broglia , & in Frioli Cofana . Kel che ■ aj. pi [me ut cìoche la Cerretta produce ifufii , & le fiondi filmili al lino , & non come fon quelle de i fa et. fi A ■ ^ ibacceUi,comefiilagineara:mficeneiprati,&nonfifientemlei alcuna filettatane ma c " & che dimoHrano per la Lifimachia una altra pianta, che orefice con fiufio quadrangolare ,t g ! ’ Machia- ZcTo LaUf^onrapprefieJ mar Lifimachia feconda ; per bauerui ritrouato quafile medefme fhcultà . Et pero dine ejL . . ck eS„i machia, che quefio anno miha mandata da I{oma à Contea M. Hmcen^o Cantonm ^ Ma cittì quella ijìejfa , che ne deferiue Diofcoride . Ma dipoli’ ho ritrouata anchora in Boemia cof f p lOOI Nel quarto lib.diDiofcoride. tpftat , appreso al fiume della Multa , &in altri luoghi . Oltre i do quantunque ( come s’è detto di / opra ) fi credef- fe il rt^ellio , cbcftjfe la nera Lifimacbia la Cerretta ; nondimeno nel fine del capitolo dice egli , che già gli fu mofira- ta un altra herba da certi uillani , con la quale molti fi curarono in ma crudeliJSmapeflilcn\a , legandola, Solamente due ditadi [opra al tumore della pofiema:& che quefiatale herbain ogni fua nota fi rafembraua alla nera Lifimacbia . Il che dimoftra, che due piante per la Lifimacbia deferiua il Rjtellio , forfè per bauer ferino Diofcoride , che la Lifimacbia produce il fior giallo , alteramente roffo . il che arguifce ch’ella fìa di due jfietie . Leeone mentione Galeno al vii. del- Lifimachia le fatuità de [empiici , enfi dicendo . Supera nella Lifimacbia la f acuità cofirettiua : con la quale falda ella l' ulcere , & fcrltH Gal" ristagna il [angue del nafo , optando nifi mette dentro . Il che può ella parimente fare in tutti gli altri flufii del [angue , che uengano di qual fi uoglia parte del corpo , & maggiormente il fuofucco . Guarifce beuuta la difenteria , il flujjo de o meflrui, &gli [fiuti del [angue . Chiamano i Greci la Lifimacbia , Aiaiy.dxwì:i Latini , Lyfimachia . Nomi. POLIGONO MASCHIO. 1002 Difcorfi del Matthioli Del Poligono mafchio, ouero Sanguinaria . Cap. IIII. IL poligono mafchio è una herba , che produce i fuoi rami fottili , teneri , arrendagli , tut- ti pieni di fpeffi nodi , & uannofene ferpendo per terra à modo di gramigna . Produce le fiondi di ruta , piu lunghe , & piu tenere , & fotto à ciafcunafì ritroua il feme : & però fi chiama mafchio . Sono i fuoi fiori hora di bianco , & hora di roflò colore . Il fuo fucco beuuto ha uirtù frigida, & co- fìrettiua : riftagna gli fputi del fangue . & i fluffi del corpo . gioua à i cholerici , & alle diftillationi dell’orina : percioche fa orinare euidentemente . Beuuto con uino , medica à i morii de i ferpenti . Beuefi nelle febbri , che non fon continue , una hora auanti al principio . Riftagna applicato di fot- : to i fluffi delle donne . Diftillafi nelle orecchie, che menano, & in quelle , che dogliono . Cotto nel uino , & aggiuntoui mele , medica egregiamente l'ulcere delle membra uirili. Impiaftranfi util- POLIGONO FEMINA. mente Nel quarto lib . di Diofeonde. 1003 POLIGONO MINORE. mente le frondi à gli ardori dello ftomaco , à gli Iputi del Lingue, all'ulcere corrodile , al fuoco fa- ao, alle inlìammagioni, alle portone, &alleferitefrefche. Del Poligono, ouero Sanguinaria femina. Cap. V. LO poligono, ouero Sanguinaria femina , è una picciola pianta , che produce un fol fillio, limile à tenere cannelle , con affai nodi raccolti in le ftelli , come quelli delle trombe : intorno ai quali in ritonda figura efeono le frondi limili à quelle del pino . La fua radice è inutile . na- lce in luoghi acquallrini . Ha uirtù di coftringere, & d'infrigidire , & uale à tutte le cofe , che’l pre- cedente, quantunque però fia egli meno ualorofo . PI PP 4 Oh i a- 1004 Difcorfi del Matthioli Poligono , & fua elfam. Chiamasi volgarmente il Toligono mafcbio Correggiola , onero Centinodia . della quale & per li campò & per le publicbe Brade fe ne uede uniuerfalmente in ogni luogo . Ma uer amente la f emina non è cofi frequento Poligono mi- nore &fua hi- ii-oria. Poligono fcrit to da Gal. Nomi. ^ JZF per le piwucne nraiic jc nc ... — -- - - i & abondanteper tutto . il mafcbio per andar con ifuoi ramiferpendo per terra , è chiamato da Mpuleio Troferpimca- Ritrouafi. una altra pianta , la quale ne piace di chiamare Toligono minore, produce quefla t ramofcelhflranper ter- ra , rottili & geniadati , ne i quali fono le foglie piccoime. , & lunghette ,& il feme parimente picciolo & racemofo , tondo & biancheggiante ,& coficopiofo ,chepare, che la piantanonfià altro che feme .& pero la chiamano alami Mille grana : Menni anchora la chiamano Hemiola dalli effetti mirabili , che fa ella nelle berne , onero rotture intefli- vali prefa nelle bevande. Ho iute fo da alcuni degni di fede .che il F alloppia Modanefe focena nelle rotture mteSìnuli con anelici fola cvremarauigliofe . La polvere dì tuttala pianta beuta con nino non folamante provoca orina ritenuta, ma rompe le pietre delle reni, & le caccia fetore . Immo che dicono alcuni altri che rompe anchora le pietre della uefiica, beendofi la polvere lungamente ogni giorno con nino al pefo de una dramma . Tffafce m luoghi arenofi , aridi, & i acui- ti . Focene mentione Galeno alivi li. delle f acuità de i fempliei . cofi dicendo .Ha il Toligono alquanto del colet- tino : & tanto neramente .è in In d'acquófità frigida , che agevolmente fifone tra que, medicamenti, che fono figli, nel fecondo ordine , onero nel princìpio del tenp . Et però cefi giova impiaftrato di fuori a coloro , che hanno lo Bornio troppo caldo ; come anchora aU'erìfipele ,& ài caldi flemmoni . Effendo adunque egli tale , meritamente infame i Raffi, & per tal ragione iifecca .Et di qui viene anchora , che conferifee non folo all ulcere emofilie , & maligne; ma parimente à tutte (altre : & è efficacifamo rimedio di quelle membra , chepatifeono o perfluffo d humori , o per mimi- magione . Confohda oltre à quello le ferite : & conferifee à tutte (ulcere delle orecchie , nelle quali difecca egli la mi- cia , & (afeiuga . Ejfiagnaper le medefme facilità il {tuffo de i mefirui , la dìfenteria , lo fiuto del f angue ,&>!' " Il del medefinto di qual fi voglia pane del corpo . Biferifce Diofcoride , che provoca il Toligono l orma a odoro , da cu, gocciola à gocciola difilla dalla uefcica . nondimeno non fa egli queBo cofi ualorofamente , che fiali nono per ufi fia gran bifogno . Il mafcbio in tutte queste cofe è molto piu ualoro/o della {emina . Chiamano i crea il Tolgono m- febio , n»A óyim Sffm & lafemiw, n°nvy°m Ma», i Latini , Tolygonmn mas, & Tolygomm flemma . gli Mah a f due indifferentemente , liafialrag, : i Tedcfchi il mafcbio , Vneggrafa : li Sp agnoli , Corrida : i Francefi , Corniole, Del Poligonato. Cap. VI. tL poligonato è una pianta piu alta d'un gombito, che nafee ne 1 monti: le cui fiondili taf- Jo 1 fembrano à quelle del lauro , ma fono piu larghe , &piu liTcie di le cotogne, ouero ài melagrani, con un certo che di coftrettiuo.I fiori, li qua p 1 efeono fuori da ciafcuna origine delle fiondi , & fono affai piu di numero che le fron > c P tandole dalla radice fino alla cima . Ha la radice bianca , tenera , lunga , piena di nodi, fa un dito , & di graue odore . La quale conferifee impiaftrataalle ferite : & fpegne quelle .. della tàccia , che chiamano i Greci fpili . Poligonato, & fua eìfaai. poligonato & fua hiltoria. Errore del Ma- nardo. Il Poligonato non è il Seca- cul. Secacul che co fa fia. Poligonato fcritto da Gal. / — S H I am a s I volgarmente ilToligonatoinTofcanaFrafmeUa,& in altri luoghi Itata.irm an o ‘ V j la chiamano Ginocchietto .- delle cui radici fanno (acqua volentieri le donne per li faci oro . j adunque è una pianta, che fai gambi alti ungombito ,& qualche uolt a maggiori , ton i, 1 c * 4 quali nafeono le foglie come di lauro, ma piu Urge, firifeiate, ferme, difiari, & al gufo alquanto , bianchi, i quali nafeono dalla cavità dì tutte le foglie appreffo algabo, tre per picciuolo, da cm nafcmo lebmnj^ come pifelli, che nel nero ro foggiano, ouero del tutto roffeggianti. Troduce le radici come di cam'*’ ’ ’ #£ j molto profonde, lunghe però, & per tutto gcnicvlate , denfe ,& alquanto gravi all odo^- , , ’se,mi colli. Oltre à ciò fono alcuni altri, che la chiamano chi Sigillo di finta Maria, et chi Sigillo di a • rendere io in modo alcuno la caufa . Mitri fi penfano , come fece il Manardo da Eerrara.che a rapine ^ degli Mabi . nel che manifestamente s ingannano . Tercioche ilToligonato non ha lefog te coinè ? ^ i fiori porporei maggiori delle viole . Oltre à ciò il Secacul appreffo Serapione fa crai tei joffe un p > ^ come u dito fecondo de ^ mano. Ma il contrario fi vede nel Toligonato, facendole fuc tre volte , & / P ^ Mppo ciò (come ferine Mefite , & parimente Serapione , dotte fcrìuono il modo di condii e I ecac JJ (() . di fiore di colore di cenere, con la matrice dentro dura, & nenofatilche nonfi ritrovane era c jiseacull Tercioche la radice di que B o è bianca fenga batter dentro {Buco alcvnoiMa ( fe dir ne t olo a uni Gw, ma Radice Indiana , come fa teslimonio Muicenna nel quinto libro cofi dicendo . Il Secami fono 0 j &[, geuo , le quali fi portano di India: 6' condifconftfrefche nel paefe ove nafeono : Ma appreffo 1 1 n ^ cq/j, macerano le fecche in acqua calda, & poi fi condifcono.il chcdiffe parimente Serapione , o di- che fi condifcono.con mele, & con guccherc : oltre accio non fi ritrova appreffo agl Muton , c > , ’ /c iella gonato habbino le medefme virtù . percioche queBo fi loda da i Greci per le ferite , &per beffenati *&*• faccia : & quello lodano gli Mrabi per aumentare la fierma, & Icfory veneree. On e j in . ^ c0ic iqualiperfarfipiumioroficonledonne.ufarónodimangiareleradici della Frafime . Jr^ìli Galeno^ , mgliono alcuni ) à i fi ufi bianchi delle donne , ufandofi di mangiarle lungamente . i > „rettiuc , & /'VIII. deUe facoltà dei fempliei, cofi dicendo .Ha ilToligonato le mrtujuemifle , con peperò none: «ulto parimente dello acuto ,& ma certa fajìidioft amaretta, da cm rifultauna mfoam ■ Nel quarto lib. di Diofcoride. i o o y POLIGONATO. Della Clematide! Cap. VII. LA clematide fe ne ua ferpendo per terra . nafce in terreno graffo . Produce breui uiti- celle , della groffezza de i giunchi . Ha le frondi di forma, & di colore limili a quelle del lati- ro, ma molto minori. Le frondi fue,& parimente i fuftibcuutinel uino, riftagnanola difentf- ria, & gli altri Audi di corpo. Applicate di fótto ne i peffoli con latte, & olio rofado, ouero unguen- ti to liguftrino mitigano i dolori della madrice . Alleggerifce mafticata il dolore dei denti. Impia- ntali utilmente al morfo delle ferpi uelenofe. Diedi, che beuuta nell'aceto gioua parimente ai morfi degli afpidi . Nafce in luoghi graffi , & inculti . Nomi Clematidi , loro ella ni. iooCT Difcorfi del Matthioli ~ Di una altra Clematide. Cap, Vili. E' Vna altra Clematide, che produce le fueuitieellerofsigne,uencide,&farmcnto(e: le cui frondi Ione al gufto acutifsime , & ulceratiue . auiluppafi quella intornoà gli alberi, & iaglieuifopra,comefalofmilace.IlfuofemetritQ,&beiiuto inacqua femplice, oueromclata, folue per di lòtto la cholera , & la flemma . Le frondi impiaftrape , guarifeono la feabbia . Serbanfi nella falamuo ia jnfieine co l lepidio per l’ufo de cibi . Chiamasi la Clematide della prima deferittìone miramente in T o frana Trouenca : di cui ufamli dome li fare le ghirlande à ifanciullini,& parimente alle verginelle , che muoiono . He però fo ritrovare io in (jaeSn no- ta alcuna, ciré ripugni , ch'ella non fia la Clematide meffa nella prima frette . 1 mperoche fa ella i fammi CLEMATIDE PRIMA. Nel quarto liB. diDioìcoride. 1007 CLEMATIDE SECONDA. arrenderli come i giunchi , ma molto piu fonili , & diftefi di lungo fopra la terra , ne i quali fono le foglie al pari da nu&Tfiuhifto ogni banda oliuati , ferme & del tutto ucrdeggianti , dall'origine delle quali, nel principio della primauera nafconoi ria. fiori celeHi ,&uagbi,diflinti in cinque foglie , acconcio inun uafetto ucrde ,oue fla attaccato il picciuolo afai lun- go & fonile. Ha copiofifìime radici, fonili , bianche ,& lunghe , che fe ne uanno fer pendo perterra. Sta fempreuer- de , ne mai fi ritroua fen\a foglie . Quefta legata attorno le cofcic , risìagna il fluffo de i mcHrui , &probibifce che le eIr^e donne grauide non fi fconcino . Mejfa fopra il capo , & circondata intorno al collo , rifiagna ilfangue delnafo , & met- nfi utilmente- nelle beuande , &ne gl'impiafiri delle ferite . Et però parmi , che manifesto afaifia l errore; di coloro, Errore ^ moj_ che fi credono , che fila la Vrouenca nofira la Chamedaphne ferina tra i femplici folutiui in qucHo quarto libro da Dio - ti. fonde , la quale richiamiamo uolgarmcnte Laureola . Imperoche produce quella i fuoifufìi alti ungombito , che pro- cedono da un piede folo , diritti , fonili , & lifei : & un fem: ritondo , & rojfo qpprejfo alle fiondi fue laurine . Ma quel- la i che nella fec inda Jfietie per particolare capitolo fcriue pofeia Diofcoride , è neramente dalla prima molto dijf urente • Ter- Clematide fe- conda &fiuhi ftoria. Clematide ter-r za & fua hiflo- rja. IO08 Difcorfì del Matthioli \ CLEMATIDE TERZA. TeYcioche quella ( come habbiamo detto) è frigida & fecca,& parimente conflrettiua : & quella cofi eccefiumen e calda , & acuta , che meffa f ipra la carne ageuolmente la ulcera . Vroduce quella dalle radici afìai lunghi far men i , uencidi , arrendeuoli , & roffigni , con i quali ua inteffendo gl alberi , & lefiepi non altrimenti , che faccino 1 np° > Jr lo fmilace de gl'horti . Imperoche con i fuoi uiticci sarrampa per tutto . Le foglie efcono da i f armenti, quafi come '’bedera , intagliate in unaparte fola , d’ima , ò al piu di due diuifure . I fiori fa ella porporei, molto dell altra maggiori, va però folamente di quattro foglie aperte in croce, da i quali nafice il feme acutiffimo,& feruentifiimo alguflo . £ lI. * adice appreffo à i farmentigroffa;ma diuifa poco di fotto in fottili affai fibre, acuta parimente, & feruente . Enne 11 ^ iltra fpetie , la quale noi chiamiamo Vitalba in Tofcana . Imperoche la uitalba ,fai farmenti roffigni , & arren eno^ > 3 le foglie filmili alla predetta fe ben piu all’intorno intagliate , alguflo acute , & mordaci , & atte a ulcera > e a c ^ ! e . Ma ben fa ella i fiori molto diuerfi , uedendofi , che lifh bianchi, odorati, &grappolofì , & quafi del tutto . nielli del mirto ; dopo al cadere de i quali nifi genera una chioma 3 come di bianchi capelli 3 la qual finalmente JcoJ^0i Nel quarto lib . di Diofeoride. flammola. 1005) uèntojafeia il frutto nudo triangolare , acutiffìmo al gufìo.Dìmodo,che non ho punto da dubitare , che la Vitalbanon fìa unafietie di Clematide, onero la clematide fi le [fat .Il Fuchfio errado anchora egli tiene , che quella Clematide fìa la Vi - té nera fritta da Diofeoride quafi nel fine di queflo quarto libro. Il che, come in quel luogo fi dirà,non putito corrifpondc od nero . Jqon è nella forma delle fiondi, del fiore , del feme,& anchora nel fapore acuti fsimo da quella Clematide difu- gnde quella, che uolgarmente chiamiamo Flammola, quantunque ella nons’auiluppi àgli alberi, & alle fiepi: ma produca ifuoifufii alti due gombiti,et le fiondi di fmilace d’ in fopp or tubile acutezza , dal che sha ella acquifiato il nome f immola . Quefia ho piu uolte al bagno di Maria ridotta io in limpìdiffima acqua no molto meno acuta, che fi fìa l'her ba.ctpofcia tifata con bel fuccejfo nelle frigide malattie. E la Fiammola, fecondo che riferi fcc Vlateario,calida,& fece a 1 nclter^o grado. Ma uedendofi ch’ella uefcica,et canterina potentifiimamente , mettendofi pefìa in qual fi uoglia membro delcorpo , cipofiiamo ageuolmenteprefumere, ch'ella fiacalidifiimafino al quarto grado. Datinola alcuni per boccanella quartana : et altri hanno in ufo il fuo olioperficurijfimo rimedio per le fciaticbe,& altri dolori di giunture , ne i dolori d Q Siisi fianco, i Fiammola , & iuahiftoriaa& uirtu. IOIO Difcorfidel Matthioli fianco, nell’ orini ritenuta, et per le pietre delle reni, ungendo con ejfo , luoghi -del difeto, et mettendolo anchoram i crijle r, M che fare prendono in ma boccia dell’olio rofado,ct mettomipofaa affai fiondi di Fiammola tagliate co l coltello: 2. c0fi ferraio bene il mfo, lo mettono la fiate al fole. del quale danno anebora ne tabi de pallenti fino a tre dramme per Clematide tolta. Ma per ritornare alle Clematidi , dico che fece d’ emendamenti oneCaleno alvi t. del e [acuita de femplici fcrUcadaGaì. cofidice„do .Hanno le fiondi della Clematide fhcultà cantica ,& a^.ia^cUfmao [corsia fcMno.i perche fi può dire efifcrc ella cali dauci principio del quarto ordine . Chiamafi anebora Clematide quella , che chiamano daphnoide , mirfmoide , & poligono, de. ma queflawn è in modo alcuno ulccrauua ne acuta cornea predetta: anrf che beatila con nino rifiagna le difenterie , &gli fi commenti del corpo : mitiga mafihcata i dolor i de denti . & mfifa ne- pcfifoli , quelli della madrice . & però è uano il credere , eh cÙa pojfa ulcerare , & brufciare , come lafofradetta. Et llqucfioèdaetfcreriprefo?ampb>lo,perhauerecgliconfufamentefcrittodam fio di tutte le cofefue . il che non fece D.ofcoride , per cieche di qucUa adufima.che chiamo Clemamde fece egli men- ane nella fine del quarto libro , 6~ dell’altra nel principio . Et pero nonenecefiario , che io ne dipingale note, come fn LnonbofamnelefiodeUealtnpìanU f ‘T Ilo della Clematide ulceratiuafia da qualche curiofo fermare Hata leuato dal fine di quello libi o , ione tra le piane folutiue fi fiaua egli ben collocato, & riportato pofeia m quello luogo per lafimilitudmedcl nome appreso aU altra ele- ttomi matide Chiamano la Clematide della prima frette i Crea , Km/uvc Sapone :t Latini, Clematis , & Fmcaperm- cl : i Tedefchi , Singrien : li Spagnoli, Teruinqua.i Francef, , Lyferon . QuelUdeUafeondafipcUechiamanoiGre- à,U*tMTÌc s’ts/m ; i Latini , Clematis altera: i Tefiefchi, Lynen . IO Della Polemonia. Cap. IX: T A polemonia produce i fuoi rami rottili, & pennuti, con frondipoco maggiori dcllara- T ta : ma piu lunghe, come fono quelle del poligono , ouero della nepeta . Sono nelle cime de fuoi rami alcune eminentie fimili ài corimbi, nei quatte dentro il feme nero. Fa la radice lunga un gombito bianchiccia , limile àquella della herba lanaria • con^cquaal- & afpri Beuefi la radice nel uino contra a 1 morii de 1 ferpen ti , nella difenteria, & con acqua ai l'orina ritenuta & alle fciatiche :& con aceto al pefo d'una dramma a 1 difetti di milza. le6afi file p^ntni^de ji fcM Dicono alcuni , che coloro , clic l’hanno addoifb , fere trafitti da gli feorpioni : & fe pur fiderò, non gli nuoce illor ueleno . Mitiga mafticataildol - re dei denti. Poiemonia 3& fua effam. Opinione del U Tdemoniaf Ilfìchfionel fuo librodeUe compofitioni de medicamenti , penfa chela .«era ‘ j# “ Val Zbecommunemente s’adoperaperilBenbianco.Maenacgli, quanta^ filinua , ouero capitelo , come quello deU’ocimoide : & non fidamente nafte ne i monti, ma per tutte ,, ,&^ ^ Polemonia ne ; prati . Fece della Volemonia mcntione Galeno all vili, delle [acuita dei [empiei , cop I c ■ n.j^c, da Gl1' nia compofia difettili parti , & ha uirtù difeccatiua . Et pero danno alcun, la fua Nomi alla difteria , & alla mUV indurita . Chiamano , Crea la Tokmoma.TU^m. i Latini , Tolemon Del Simphìto petreo . Cap. X. tLsimphiio petreo , natte tra i falli : i cui rami fono fornii limili ^ ‘ ™-ouoca -0 1 & le foglie come il thimo . E' pianta tutta legnofa , & odorata , di d.„n dito . ^ mafticata agcuolmente la faliua . produce la radice lunga , F°rP0re8”a ’ con ac- La deco ttione fatta in acqua melata , & beuuta , mondi&a 1 difetti 3cl polmone^Ja^si qua ne gli fputì del fangue , & ne i dolori delle rem •Beue^0ttaneJ.^1'1? ^jflicata ftegne 'a *c' li Aulii rolli meftruali: & nell'aceto melatoa ilraccallati, & agli fPaf™au:"J rotturePintefl:inaU, , & conferifce all'afprczza del gorgozzule : confolida ìpiaftrataui Tufo . Cotta la carne tagliata co 1 fimphito , fi iilalaa , & nc g D te ìm XI. Di uno altro Simphito . Cap. •y L si mph ito, il quale chiamano ; ikunipc&or, produce il ft' * luolta maggiore , angolofo, grolfo , leggiero , & concauo di den , q quelle dd- X nrromo al nnale fono le frondi non troppo dittanti, pelofe , ftrette, lungne , la Nei quarto hb.diDiofcorìde. 1011 simphito p e t r e o. labugloflà.c il fatto per lungo ài fuoi cantoni tutto pennuto: Stefcotio dalle ali alciine piccioli; frondi: tra le quali fono i fiori gialli, nel fatto è il feme limile à quello del uerbalco . Sopra alleirori di, &panmente à tutto il fatto è una afpra lanugine, la quale nel maneggiarla cauli prurito . Sono le fuc radici di fuori nere, &didentrobianche,&di(uftanzauilcofe:dellequalièrulò. Beuonlì quelle trite utilmente allo Iputo del (angue , & giouano à i rotti : confolidano impiaftrate le ferite frefehe. Mette à cuocere con la carne tagliata, la rattaccano inlìeme . Impiaftranfi utilmente con frondi di fenecione nelle infiammagioni , & maflime del federe . QV a n t V n Q_v e già fcriuefii io negli altri miei dijcorfiper aitanti Stampati non batter fino alt bora ritr Oliato Simphiti,& Io il itero Simphito della prima (pelle cognominato petreo ,* bollo nondimeno finalmente rìtrouato il me fedi Settcm - rc bre Haiti miglia dìfcojlo da Goritìa nella eolia del gran monte di P'ipaopoco [oprai cajìcllo, & dipoi in [il Car- 2 fouerfo 1012 Difcorfì del Matthioli CONSOLIDA MAGGIORE. Cófolida mag giorc. crfo Senafecchìa , in filmante uaghifimo difm’Vrbano ,&i infuh m , che gli affegna Diofcoride . E' egli in tutta la pianta ,& maffmamente quando *&m pc- ;)di modo che con non poca giocondità inulta i mandanti afarfi contemplare per piai, g ^ ^ latore . L'altro poi , chenel fecondo luogo collocò Diofconde non e dubito alcuno , «ti ondenti note la Confolida noHra maggiore , la quale anebora chiamano dc"m^ ° ’ f& tocW j Mtti p «'» ti. -della quale non folamente ho veduto io di quella, che producei firn gialli ,n p p > Spunta, namedelaforma. Errano neramente coloro , che tengono efsere il ■ chiamano gli frenali Confolida minore : imperoche punto non gli corrifrc mie di f g‘ ^ & i"0' 1 tetfer quella, le cui fondi han molto del ceruleo, chiamata Confolida medie ,< ti „onhopojfutoma“- Jf, Mirandola . Mapofcia che i Simphiu m hanno tirato d far melinone d> q> ■ « * ^ TrmdU . li non deferiuerne le hiSlorie loro. La Consolida adunque mi fot fa igumboncelli quadri , peloji , lunghi una Jpanna , le foglie come di menta , ma ruuidette , i fiori in cima de i gambi falcati , porporegni , & qualche uolta bianchi , & la radice capigliofa come di piantagine . Ma quella che chiamano Consolida media, forfè che piu propriamente fi potrebbe dalli T edefcbi chiamare Trunella^dal colore del- le foglie , Imperoche quefie , le quali f mo maggiori , & piu larghe di quelle della minore , f rno dal rouerfcio porporee > quafì come quelle del Ciclamino . Produce il gambo alto un piede , uacuo , quadrato , &pelofo . I fiori fa ella celefli , chenafcono partetra le foglie , che fono intorno al gambo , tarpar te nella fommità à modo di [pica aperta. La radiceji ^0nf0Hja Uede capigliofa , come nella minore , &poco profonda . Delle quali piante , come che niuna mentione facciano i Gre \ n0re,& media, ù >& parimente gli Arabici ificre.de però > che molto poffanogiouarc perle rotture interiori, & efleriori ,& fìrnil- & loro uirtù. Mente per confoiidare le ulcere ,& le ferite . Dicono alcuni fperimentatori , chela melina beuutacaua fuor dello faor- maco , ouero d'altra parte del corpo il fanguefir astenuto , & appref i:& la lodano per ualorofi fiimo rimedio di tutte l ulcere corrofìue della bocca , de i teflicoli , del membro stirile, & parti naturali delle donne . T utto qucfto fa parimene QSiSSL 3 teCfi Nel quarto lib . di Diofcoride . CONSOLIDA MEDIA. 10-1$ rio. t4 Difcorfi del Matthioli c O N S O L r.D A M I N O R E. Sanicula pti- ina. . te (fecondo derni moderni ) anebora la minore : <*r per quanto lefrerienga ne dmoftra,, i “ lidarc .flrìngere , & riflagnarc . ConmmeranoiTedefchitraleConfolideloro que a.c ' inCammentoli le nelle fiondi al cinquefoglie : le cui bianche radici fono cof, daUanatura artifici ofamentefà v ^ ^ Sanicula fecon nodi, che non confano poca marauigliaà chi diligentemente confiderà tanto magifterto . J A_ ptrref- dl- . ferite interiori, & mafiime enfiai, ,& delle crepature inteflinal, . ^chiamano alcuni D penrana & fua ' £ ^ com um s imti . MaJ, rltm,a anchora una altra pianta etna jfi„ deUa Trimauera , & produce, gambi lunghi um fratina .grafi, .bianchi , tener.fi g Uf^ ^ ^ robanche.lfiorichenelbiancoporporeggunofonopelofetti.&accompagnt l^ ^ lunghe del medefmo colore . Da , fiori nafeono poi alcuni ricettaceli, ne 1 1ml'^ * «■»¥'« * m Béri, Halaradice bianca, grande, fucchiofa,& fingile, fatta a fqume.com Jf I w„, Nel quarto lib . di Diofcoride. i o i j DENTARI A. tura . £ dgullo acerba , non fengq qualche poco d' amaritudine : Moflrano oltre à codiejfe Saturnie piu j}cuc,di coinè una chiamata da alcuni Orecchia di orfo , che produce le fiondi della grande W d, quelle della piMagme ,ma f rcffi.quaf, come quelle della, fabìria, con uno orlato per intorno fatto con grande art, fico della natura, d, colore che nel bianco gialleggia . Tfiafic quefla copiof, filma à Coritia in fui monte Sali, anno .& fecondo che piu mite c fiato ifierimentatOf è mirabile per le rotture internali, & per le betoniti delle ferite cajfali , & di ogn, altra peate. Han- no unchora la Confolida regale, la quale in lingua loro chiamano Sperone di caualiere . I cmfufli Jono alt, mgombtto , pieni di lunghette , & affai fottili fiondi . I fiori fono neramente porpore, , di grandetta delle mole : dal cm fondo ejcc in fuori un cornetto d modo di fierone allagianetta . Lodano quefti fiori per le r offese degl, occhi : al qual ujo gl, pe- to nano, &ue gli empiaHranopofciafufo con acquarofa. Commendano la decornane di tutta laprnta per gl, ardori, tofie , pofieme , ueleni , uomiti , paf ionì choleriche , ritenimento d'orma , pietre , j natiche , & per nfoluerc il corpo . Ma questo parmi , che molto finfimigli al cimino fanatico iella feconda^ ette , Confolida re- gale. Simphiti fcrit- tidaóal. I o 1 6 Difcorfi del Matthioli VN'ALTRA DENTARIA. d'amenduei Simphiti memoria Galeno all' VI 1 1 . delle f acuità de fetnplici , co fi dicendo . il Simphitopetreo è compofto dì contrarie uirtudi : imperocbe ha egli una certa uirtù incifiua , con la quale può purgare la materia raccolta nel petto , nelpolmone : &ha oltre à ciò una certa uirtù contrattiua 3conla quale gioua àfiufii del fangue . Jll che fe neaggtu* ge una terga , ciò è una certa humidità non troppo calda , per la quale pare egli dolce nel guatarlo , & aggradatole nel- l’odor arlo . Spegne ma/licato la fete , & lenifce l’afpregga della canna del polmone . Et però può egli , per la commifliO' ne delle uirtù predette , infamemente digerire affai 3 & parimente coflringere . Et per queflofi pone egli in fu le rotture interinali , & beuefi con aceto melato àgli fi) a fimi , & alle rotture , Coloro , che damo lafua decottione fatta nelumo per li fiufiì muliebri 3 tuf ano come medicina difeccatiua , & cofirettiua : & per prouocarc l orina , comecofa incifiua > & mondificatiua . Ma l'altro Simphito > il quale fi chiama grande , ha le uirtù fine uguali al predetto : manonèpero egi al gufo dolce s ne odorato , ma diuerfo . Fallo la uifcofità fna , & mordacità fintile alla cipolla fidila : & puofii tifare Nomi, tutte le cofe 3 chesufa il Tetreo anchora * il Simphitopetreo chiamano i Greci f %fpfv-7WMWvor; i Latini 3Syvip I ttmfet riunì, l'altro chiamano i Greci, si! potimi i'mpm ti Latini, Symphytm alternimi Tedefchi, Vualuurt\. li Spagnoli , Sueldamaiore ,& Confiteli a maior : i Francefi , Oreylle dafne . Delì’Holoftio . Cap. XII. LO BoLosTio è breue herbetta , che non crefce p iu alta da terra di tre, otier quattro dita . le cui fiondi, & parimente le uiticelle fono Umilia quelle del coronopo, oueramente della gramigna, al guftocoftrettiue: fono le fue radici fottili , come capelli, bianche, & lunghe quattro dita. Nafce nelle colline . Ha uirtù di far rattaccare la carne, quando li cuoce con ella, tìe- uefi utilmente con uino nelle rotture . QV K NT V nq^v e per alianti , per non hauti io cono fiuto il nero Holoflìo miperfuadeua , che non poco fe gli rajfembrajfe quella pianta , di cui dicemmo di [opra nel coronopo , chiamata à Gonfia Serpentina , nondimeno , la pianta del uero di cui è qui la figura , ni è Hata moltamente mandata da Ferrara , dall Eccellentiffimo Me i- coM.MfonfoTantioModanefe.Connumerafil’Holofliotralefpctiedci [impiliti. Marnano però manifeftamcnte coloro ,cbe fi credono che fa l'Holoftio quella , che uolgarmente chiamiamo noi Velofella . Imperoche , quantunque m- fca quella ne i colli, \è nondimeno del tutto differente dalcoronopo in ogni firn parte . Ter che ( come uggiamo ) la Telofella fe ne uaferpendo per terra , con foglie lunghette oliuari canute , & per tutto euidentemente pelofe, frate per terra al tondo, à modo di fleUa . I gambi , i quali fe ne [corrono per terra fono fottili , arreninoli , tondi , bianchi , & per tutto pelofi . Quefli mentre chefe ne «anno [correndo, mandano fuore dicline picciole radicene , con le quali fi Hanno ftabifaido per terra »■& di. quindi poi germinano monetante . Fa i fiorigialli ,& ftipatì 'per tutto di picciole foglie :» Nel quarto lib. di Diofcoride. 1017 SANICVLA OVERO ORECCHIA DE ORSO. Holoftioj&fua edàm. Errore di alcu- ni. Virtù delia iòfella. 1 018 Difcorfi del Matthioli ■ Il O L O S T I o. /vJVDw i quali maturandoci generano una lanugine , la quale finalmente tutta fc ne noia uia .Ha le radici copiofe , & fottI [ ’ * 1 quali fi fiirpano con non poca difficultà. l\Tafce in luoghi magri , & ficchi , & mafìimamentcnc i colli . bìfidi* > opip™ dofi un latte amaro , il che dimofira che fia la Velo fella difeccatiua , & afierfiua . E la Telo fella in tutta la coflrettitia : & però fi guardano i periti pafiori di non papere i greggi > ouene fia abondan^a . Imperoche mangi ai ne affai le pecore , loro rifiagna talmente il corpo , che le fa morire . Et da queflo è flato conofeiuto ualcre ella a a h teria , à iflufii delle donne , & à faldarc le ferite , tanto interiori , quanto efìeriori del corpo ; & ualcre a iflufij oìn^ cali , & cholerici , à gli fiuti del fangue , & alle rotture viteflinali , & d'ogni altra qual fi tioglid parte del priuatamente a quelle della tetta . 'Efon mancano anchor a alcuni moderni fierimentatori ,i quali lodano la Tc 0 J0 grandemente per i difetti del fegato , & della mifa ,cioè al trabocco di fiele , & à principe , della hidropijia , P ^ mente alle enfiagioni della mifia , per battere ella f acuità di corroborare le ui fiere . Mettefi anchora utilmente ne ^ uande}& nelli unguenti, che fi fanno per le ferite, il "picchio dcll’herba non folamente conglutina le ferite, majm aj^ ■fÉ? Nel quarto lib. diDiofcoride. i o ip PEL. OSELLA. thora le ulcere maligne , & quelle che Hanno mangiando la carne ; & maffimamente quelle della bocca, & delle mem- bra genitali . Ha l’Holoftio (fecondo che all' v I ri . delle facultà de [empiici riferifee Galeno ) uirtà di difeccare , Holeftio fcrit- & di coftringere : & però lo danno alcuni à bere nelle rotture . Chiamano l’Holoftio i Greci , O'nkm: i Latini , Ho- rad^Gal. leflium HoloSlim , Della Stebe . Cap. XIII. LA stese è notiflima à tutti . Il cui feme , & frondi hanno uirtù coftrettiua : & imperò fi fan- no crifteri della Tua decottione,perla difenteria:& diftillafi la medefima nell’orecchie che menano. Giouano le frondi impiaftrate, per .rifoIuere.il fangue ftrauenato negli occhi per quache percoiTa:Saiftagnanoiflulu del l'angue. Errore del Sii- «ittico. Difcorfì del Matthioli Stebe, &fiuef- farain. QV a n t V n q^v e fuffe la Stebe notifiim attempo di DiofcorUe a ciafcuno ; nondimeno per non ite dare egli noma alcuna delle fattele file , malngeuolmentefi può affermare, quale fi pojfa è fere ella fra tanta gran cater- va di piante, che non fi conofcono . Tlinio al xv. cap. del xx i . libro , conmimerò la Stebe tra le piante ffimfe,toglìm dolo però da TheopbraHo nel Vi. libro deU’hifloria delle piante , coft dicendo .Sono alcune piante , che hanno le fri- tte ne Ile fiondi, &parimentenel frullo, come ha il Thleo , il quale chiamano Stebe , Ehall’x I . cap. del xx I i.diceut : la Stebe , la qual' chiamano alcuni Thleo , cottami nino , medical’ulcere putride dell' orecchie': rifolue il [angue de gli occhi caufateui da per coffe : & mefrfra ne i crifterigioua all’hemonhoidi , & alla difrenteria . Ter la quale dottrina fi può veramente afermare , che fieno il Thleo, & la Stebe nnapianta rnedefrma . La quale ( fecondo che riferifce Theopbu- fto all’x I . cap. del li il. libro deU'hifìoria delle piante ) nafrce nel lago Orchomeno , con frutto frcfiiàcckto , & molle, di rofo colore : Et di qui fi uede il manifeflo errore , che fa Mattheo Siluatico nelle frue pandette interpretando Ipjfrebe tc per quella pianta , che volgarmente è chiamata Scabbiofra . della quale ne apprefoà i Greci , ne manco àgli 'Mabìciri- tmuo io meritoria alcuna . Se ben fiife, chi fri crede f] e effrere la Scabbiofra quella, che chiama MtioT fora, della qua- lei io» Nel quarto lib. di Diofcoride. SCABIOSA MINORE. 1021 le mi di egli , ne deferirne nota alcuna . DimoHro.fi , che la communi Saibbiofa non ita la Stebe , per le note che qiiifu- bito diremo nella fua defcrittionc . La S cab [osa adunque èdi due ffietie , maggiore , cioè ,& minore , di cui Scabiofa mino per il piu è tufo . Crcfce la trìinoróconfoglie intorno aUa radice per tutto all’ intorno minutamente , intagliate , & dille- re Se fua hrlt. fi f opra terra , bianchiccio, & pelofette , ma quelle che fonone i gambi hanno le intagliate molto piu fpeffe & piu pro- fonde . Va ilgambo fottile , tondo , & diritto , da cui nafeono itami difpari , i fiori celestini , onero pallidi , come ft ueg- gono per tutto in Boemia , & folti di foglie , da i quali nel disfiorire nafeono alcuni capitelli uerdigni &fqttamoft tut- ti pieni di certi occhietti tondi , d'm colore de gl' occhi delle pennese i paltoni, con tanto artificio dittatura, che non fanno poca marauiglia à chi attentamente gli rimira . La radice produce ella lunga un palmo , [partita in diuerfe fi- bre . Quella poi che noi chiamiamo Scabiofa maggiorerà nel primo germinare le foglie lunghe ,fenrpi alcuno intaglio Scabio(.a mag_ per intorno , ma quelle che feguitano dopo quefle , fono come di Valeriana maggiore, delle quali fono molto minori quel- giore & fuahi- le, che nafeono nel gambo, & nei rami ,& molto piu minutamente intagliate . -produce il gambo la fiate alto un «°ria. Zombilo , & mero , tondo ,Mfciato , & canuto , con ifuoi rami , che nafeono non lungi diHanti dalla cima , nelle fom- RRRR mita 1022 Difcorfi del Mattinoli ' miti de i quali fono alcuni capitelli appuntati fatti àfquamequaf, del tutto fintili à quelli del ciano , da cui efetmoi fiori quafi fintili , di rofiiccio colore . Onde nafeepoi il feme picciolo , & nerigno , come dilichniie coronaria . La radicchi Irolfa un pollice ,&freffo maggiore , &in piu parti diuifa di dolcignofapore , & quafi comedi pajtimca . T^afce ,ra le biade , & ne i campinoti colmati, & /penalmente ne i gretofi . le quali tutte note arguirono manifeftamcme ,chc „ r , r j-.r. /- c rnt>vrir\rhp la. Stelle r.hiamataThlco , oroduce le {rondi thinnC* ^ fui non ’e,& ne i campinoli cornimi, * J : poca differenza fra lefcabiofie, & la Stebe . Tercioche la Stebe chiamata Phleo , produce le fraudi frimfe,® le i laghi , nelle paludi , & altri luoghi acquaflrini . Et imperò facendo parlare A riftoplune comico Greco le n- ^ fi ir'.. I - - . ~ n ertilo + . J . mfceneilagln, nelle paludi ,& altri Luogmucquuji'"“-^""r —— -r- -q-r nocchie in una firn comedia , diceuano rallegrandoli tra loro , d'bauere nelle paludi, tutto l giorno fallato trai cìpero, e Iphleo.Maper dire anchora delle uirtigraridi della Scabiofa , è dafapere , cheluna& l altra falda , dìfecca,& aflerge. Onde è ella medicamento molto idoneo , & ualorofo per mondificmtlpctto,& il polmone , dalle flemmatiche, . ^ i- „ a • \ ri . i.r. irntttìuPYr .mmn dandone il Cuccino con mele . ilchc fa ■fìarinwn. aflerge. Onde è ellameclicamentomoiro idoneo , «j "'v" j r r J & Trofie fuperfluità ; cofi dandofi l’herbafecca à bere inpoluerc , come dandone ilfucchio con mele . Il che fa parimi M te beendofì la decottione dell'hevha • Vale oltre à ciò non poco per cacciare ma la rogna, nonfolamente beuendonek decottione ■ ma anchora mettendone il ficco negli unguenti . Vfafi in tutti i difetti del petto , del ffaphramma , & del- le membra (birituali ,& pei f. «erompere le posteme, che nifi generano . Impiaflrafi in fu laminaci ,& carbonipejìi- feri ■ perciockeft crede per certo, eh’ ella gli ammali m fratto di tre bore, baffi ilfucchio della Scabiofa utilmente alfefo di quattro onde con una dramma di Tberiaca aldi ammorbati il primo giorno , ma bifogna dipoi farli fidare in letto , & tornar a dargliene altrettanto piu,& piu uolte : & il meiefimofa queflo rimedio per liberare chi fuffe fiato morène di ferpenti uelcnofi : Come fa anchora fberbafrefea peSla , & impiagata fopr a la morfiira . Fitto il fuccbto iella frahio- fa con borrace , & comfora .fregne le lentigini , gl’Alphi , i quoft , le uolaticbe, & tutte le altre mfettwm della pel- le , & lena uia [albugini cioè i fiocchi de gl’ occhi . Ma uaglionofr edulmente le radici della Scabiofa maggiore , alle uo- latiche maligne , che occupano uarij, & diuerfì luoghi del corpo, anchora chefujfero con qualche infettione è mal fra- 10 cefi, Imperochelaloro decottione beutaper quaranta giorni continuif comenepoffo far io fidedegno teff mmo) fi- na perfettamente coloro , chepatifcono cotali ulceragioni . & il medcfimofa la poluere delle medefme radici , benio- S.ebe Icrituda fine ogni giorno una dramma conferò caprino . Ma ritornando alla Stebe , ritrouo , che ne fece mentitone Cairn al- Gal IWili.Mefacultddefemplici.cofidicendo.Lefrondi.&ifruttideUaStebefonomgrandeufo.pahamemrà coflrettiua finga mordacità alcuna. Difetta ella e, ridentemente nel principio del tery ordine :& pero fi mette la fu decottione ne i crifteri , che fi fanno per la difenteria : parimente nell orecchie , che menano . Saldala Stebe le ferite grandi . Il che fa affai piu cuidentemente col nino nero , & auflero . Dif '.cca ualorofamente le bumidita innaturali. Le fiondi impiastrate ucrdi .rìftagnano ifluffi del fangue : & rijoluono quello , che per percoffe fuffe flrauenato ne ginn- Nomi. chi . Chiamano i Greci la Stebe , 2t»iC» ; i Latini , Stcebc . Del dimeno . Cap. XIIII. TL cl inno produce il fufto quadrato 5 limile à quellodelle faue.ha frond.di p.antagme I & nelle fommità de ifufti i follicoli rauuolti in fe fteffi , come fi uede ne i cirri dell mde , & d i X polipi . L-ottimo è quello de 1 monti . Spremefi il fucco da tutta lapiantainfieme con la radi ce. il quale per effere frigido , & coftrettiuo li da utilmente a gli fputi del fangue , ” li, & parimente à nftagnare i meftrui rofsi delle donne: nftagna anchora il fangue, che efee d fo Le fi ondi , ouero i follicoli triti , & impiaftrati m fu le ferite frefche, le faldano , & cicamzano 40 CHmenOj&fua eflàm. Errore del Ruellio. SE i tvstl, & parimente t fiori di quella berta, che uolgarmentefi chiama Saponaria ■■ fatte-m del dimeno , come gli conifrondono le fiondi , le quali produce ella uguali alla piantagme , coti e ficmecolKudho , che fuffe la Saponaria il nero dimeno . Ma in nero nedfufio ,,l quale produce fo, nem. anco,. fior, punto Ricorri fiondano. * però qual pianta fu il dimeno hoggimM^^^^^ inueftigare . Ma non oftante queflo non ho milito mancare d, dar qui a contemplare la figura du . quale non poco mi pare , chef, raffomigl, , per hauere ella foglie follicoli fopra’l gambo piegati infiflclfi, & ritorti. Quella pianta hebbt io dal Magnifico Stg tufoGentil'huomoTadoano.alqualenedebbenoYiferiregratiemtt coloro , che di quefla cofi g ■ f I ;o tana. Fu quefla pianta (fecondo che riferifee ■Plinio alvi i. cap. del xxv. libro) ninnata dalre Clmeno.u^ n r • . -A.- OlT.»/ y.if l.imrn OVV /1Y! A CIV /l’tlììlllV O. . di tana. Fuqueflapianta (fecondo che riferifee Plinio al VI i. cap. del xxv -libro J ella pofeia ufurpato il nome . 7^1 cui luogo , errando di gran lunga , diede egli al dimeno . meno attribuì Dio fi oride. Di queflo non ritrouoio appreffoa Galeno, ne mcnoa PaoloEg Komi. Chiamano i Greci il dimeno, EMimik i Latini , Clymenmi . Del Nel quarto lib. di Diofcoride. 1023 C L I M E N O. DelPericlimeno. Cap. XV. tLpeucli«e»o crefce femplicemente con fiondi bianchiccie , & diftmte per mtermUi , {che lo uellono , di figura hederacea . Efcongli tra le fiondi alcuni germini, ne i qua . e il fune li- mile à quello dell'edera . Produce il fior bianco, uguale a quello deUefaue, ^quanto to , che quafi fi diftende fopra le fiondi. E il fuo feme duro, & malageuole da ficcare ® “ da, & graffa . Nafcc nei campi , & nelle fiepi, & auiluppafi a tutte quelle wante, che pinque. Il feme ricolto, quando èben maturo, & fecco pofcia all 0 dramma con uino quaranta giorni continui per diminuire la milza, & tome tua Vfinshioz- lafsitudini , & prouoca l'orina, ma dopo al fello giorno fanguinofa : *o : accelera il parto. Hanno le uirtù medefime anchora le fiondi, le quali ^c°"°^che2bcuutteafette 1024 Pendimene», & fua eflam. Errore di alcu- ni. Difcorfi del Matthioli tafette giorni , fanno cimentare iterile: & che unte con olio , giouano alfreddo , &à i tremori del- le febbri periodiche . Chiamano uolgarmentc il Verìclimcno chi Matrifclua , chi Fincibofco , & chi Caprifoglio . Et ci coflinge à credere, che la uolgarnoflraMatrifeluafla il Tcriclimeno, non folcii ritrouarnoiin quella opinionetuttii ualentiffimi femplicifli de i tempi «offri ; ma il conofcereper noiftefli anchora ,per lefembiamp , che ne recita Diofio. ride , che cefi fia . Tercioche produce la Matrifclua il filo fuflofemplicc : fu per il quale , à due à due, per alcuni inter- ualli dittiate fi ueggono le fiondi heieracee , & bianchirne . il fiore fimile à quello delle fauc : e'I feme d’hedera , duro , &malageuole da [piccare ,commeffo nei germini, che gli efeono dì frale fiondi . Oltreàqueflo ritrouiamofahe'lfm fii/lo , il quale procede dalle radici , mar auigliof amene sauiluppa attorno à gli alberi , & àgli tterpi , per le fiepi, di 1( modo che faejfe uolte tanto gli Siringe , che ut fa dentro apparentiffima imprefaone : dal quale effetto è flato egli da al- cimi chiamato Fincibofco . Ma errano uer amente coloro , tra i quali ritrailo io il Euellio ,& Iacopo Manlio , che fece PERIGLI MENO. Nel quarto lib . di Diofcoridc i 0 2 j il luminare maggiore àgli fpettdi , che fi credono , che’l Caprifoglio , & la Matrifelua , onero Veri dimeno fieno una . lutto li quali fono di cofi ine i fina , & calida natura , che bettendofene troppi giorni fanno ormare il fungile , quant un- n0‘ mie in principio provochino folamente l’orina . Ialiti con olio di fuori rifcaldano : giouanà à i difettofi di mik/t, &à co- loro che malagevolmente rigirano . La competente quantità è una dramma pei • volta bevuta nel vino . Il feme è difecca- tiuo : & però dicono aitimi , che fa diuentare Herili coloro , che l' tifano .etiche fare , fecondo il parere d’altri ,fì ricer- ca il numero di trentafettc giorni contenni , come feriffe Diofcoridc . il quale dice anchora , che dopo alfefio giorno fa o- rinarc l’ orina fanguinofa . Chiamano i Greci il Vendimene , nifmà/xem : i Latini, Vridymcmm: i T edefehi, Geifgp Nomi. blatt : li Spagnoli , Madrefylua ; i Francefi , Vinibofcum . IL tribolo è di due fpetie , uno ciò c terreftre , & l’altro acquatico . Il terreftre produce le lue frondi limili à quelle della portulaca, ma piu Lottili. Vannolenejle Lue uitìcelle per terra: nel- le quali fecondo l’origine delle frondi fono le fpine rigide , & dure , d'acerbo fapore . Nafce ap- .prelfo ài fiumi , & nelle mine delle cale . L’acquatico nafce ne i fiumi , fopra le cui acque tiene egli , ja chioma, & di Lotto le fpine . fono le Lue frondi larghe , attaccate per lungo picciuolo : il fufto è molto piu grollò in cima, che in fondo : ha alcuni capillamenti fatti à modo di (pica : il frutto è du- ro , come quello dell'altro . Sono amendue coftrettiui , & refrigeratiui : & imperò s’impiaftrano utilmente fopra à tutte l’infiammagioni . Sanano inficine con mele l’ulcere della bocca, le putredi- ni, le »engiue,e’l gorgozzule. Spremei! ilfucco dell’uno & dell’altro perle medicine de glioc- S chi . Beueii utilmente il feme uerdc d'amendueper il male dellapietra . Il terreftre tolto per bocca alpefo duna dramma , & parimente impiaftrato , conferifce particolarmente à i morii delle uipe- re : tolto con nino , conferifce à i ueleni mortiferi . La decottìone d’amendue fparfa per terra am- mazza le pulci . In Thracia coloro , che habitano appreflo al fiume Strimone , ingrallàuo con l'her- bauerde dei triboli i caualli:& macinano in farxnail frutto dolce, facendone pofeia il paneper ; loro ufo . QV eri a V N igV e folamente d’ima ffetie di Tribolo tencHrc habbia ferino Diofcoridc; mole nondimeno Theo Tribolo^ fui phraHo, che fta egli di due fietie, cofi al V. cap.del VI. lib. dell’ bidona delle piante dicendo .Ha il Tribolo infitta effigi ^ :/ particolarità di produrre il fino frutto jpinofo . del quale fi ritrouano due Jpetic : delle quali luna ha le frondi fintili à i ce- ftrc. ci,& l'altra le produce fjnnofe . Sono amendue terreni , & abon danti di [armenti . 'Nafce quello delle frondi fpinofipm ; tardi , & fìiolfi ritrattare appreffo alle fiepi delle uille . il frutto del primo è filmile alfefamo : ma quello del piu tardino | è tondo , nero , & ferrate nelle fìlique . Tutto qucfto dìjfe TheophraHo . Quello , che con frondi di portulaca feriffe na ^ I fiere Diofcoridc , mi ricordo hauer veduto à Fincgia in fidi Lio appreffo alla chiefia di fan Tsfjcolò . Ma qttefio di cui e qui il ritratto , belli già da Tifa daU'ccccllcntifimo medico Al. Luca Gbini femplicifla peritiffmo . Credefi il Bjtel- Errore del Ho , che fta il Tribolo Jpinofo di Theophrajlo quella pianta , che volgarmente chiamiamo noi Cacatreppola , per nafiere Ruellio. ella lungo le riue dei fiumi. Ma per non faperfidiebe formaftffero le fiondi di tal pianta fritta da Theophrajlo, & per tiedcr noi, che la Cacatreppola non fa farmenti , ne produce alcuna ftliqua , ouefia dentro feme alcuno , non mipa- • re, che punto ui cor Affonda . I nofiri fienali Sattefi condifcono le fine radici , togliendole per quelle dcll’Iringo , ingan- ! tundofi, come dicemmo di fopra. Maritornando alTriboh .dico che dell' acquatico fine ritrotiain affai fiumi, & Tribolo acqui : laghi d'ltalia,& muffirne in fui Mantonano, & F crrarefe . & nonfolo nafce nell’ acque dolci ; ma nelle falfe anchora, uà i « ^ come fono quelli , che fi uendono infili le piagge di Vìnegia chiamati marini , nati in quelle lagune circonuicine . Hafcc quello con foglie ritondette , grojfe , neruofe , all’intorno dentate , & dalla parte difitto macchiate , con molto lunghi, &grofsi picciuoli ; il gambo ha egli graffo , & carnofo ; ma piitgroffo nella cima , che appreffo la radice , la quale è af- fai lunga con alcuni ciuffi , come di capelli fpìcati , & fiottili : il frutto fa egli nero , grojfo come caflagne , ma triangola re ,&con tre punte , linde sba egli prefo il nome ; la cui feorga è cartilaginofa , & la polpa di dentro bianca al gufi» ' finite alle caflagne . il perche nengono quefh frutti chiamati dal uulgo cavagne acquatiche , & come caflagne gl' ufino ne i cibi. In alcuni luoghi oue il grano è caro , la povera gente li fcccano , & f annone farina ; & dipoi pane , come fan- no alcuni altri nelle montagne delle caflagne fecche : & altri li ctiocono fitto la cenere calda , & fi li mangiano alt uf- 3 timo del difmare, & della cena per paffar tempo . Di quefli adunque fanno fieffi coloro , che vanno in pellegrinaggio , le corone de pater nofiri per portare al collo , per dar piu credito alla religione , per non dire hipocrifia. Fece ditut- Triboli ferirti ti i Triboli memoria Galeno alt vili, delle facilità de i fi empiici , cofi dicendo . Il Tribolo è comporlo d’una efifenga hu- di Gal. •rifeltia il fio caprifoglio , il quale per quanto nelproccfifofi legge , è la Vixacamha di Diojìoride ,&non il Tcriclime- . Del quale errore è fiato cagione Mattbeo Sìluatico autore delle pandette, percioche chiamò egli Ma- 10 di cui particolarmente fitto il titolo di Matrifelua fece egli mentione . Del che non àccorgendofi coHoro ,fi fin po- lla creduti , che’l Caprifoglio firn la nofira volgare Matrifelua , onero Tericlimcno . Ffafi commimemente la Matrifel- 11 ne 'di unguenti capitali per cofa molto f iugulare . del che appreffo àgli antichi non ho ritrovato io fin' bora memoria dami . Loiolla Gioitami di Figo chirurgico famofìfiimo per l’ulcere delle gambe per batterla ( fecondo elici ferine ) i quello effetto commendata Galeno ald’v III. delle f acuità de fimplici . Ma veramente nel mio Galeno non ho ritroua- Periclimeno •oio tal cofi •• percioche quitti ne tratta , in quello modo dicendo .Sono del Tericlimeno utili le frondi , & parimente il ferino da Gilè Del Tribolo. Capi XVI. RRRR 3 mida Nomi. 10 2-6 Difcorfì del Matthioli mìda poco frigida , & duna fecca non mediocremente frigida . Kfel terrestre fupera una terrejlreitafrigi a , a ^ coflrettiua : & ridi' acquatico una acquea . Et però per l’ima & per l’altra qualità prohibifeono ilgenerarji t oi magioni y & il calare de iflufii.il frutto del terre fìre » per efjerc compofìo di parti fottili , rompe ernto e pie fi generano nelle reni . Chiamano i Greci il T ribollo terreflre , TpigohosxtpedZof ; & lo acquatico» T pdohos m p f . ^ tini l'uno » Tribulus terreflris : & l'altro » Tribulus aquaticus : gli Arabi » Hafach , & Hafei kj i Spaglio i > yos ,&abrolhos . Nel quarto Iib.di Diofcoride. 1027 TRIBOLÒ A C QJ À T ICO. Della Safsifragia. Gap; X VTI; ' •< -■■■■■ "> LA -sa s s i f b. a g 1 a è una pianta fbrcolofa, che nafce tra fafsi, & in luoghi afpri, limile al- l’Epitimo.La cui decottione fi beue utilmente fatta có uinoalle febbri, perlediftillauoni del l’orina , & per il lìnghiozzo : rompe le pietre della uefcica , & fa orinare . QF A n t v n Q_V B fta cornmme opinione di tutti i dotti femplicifli de i tempi ndttrì , che non fin pilette capito- Safsifragia , & lo della Saffifragia di Diofcoride, per non corrifpondere il uotabolo Latino alla Greca lingua ; nondimeno per n- fot affimi. trouarfi egli quafì nella maggior parte de i Greci esemplari di Diofcoride , non ueggio neramente cofa uerma che ne prohibifea di credere, che quefto capitolo della Safsifragia nonfia legittimo di Diofcoride . Ma è ben acro ,cbe ef, fendo fcorretto,& mal ferino hacaufato , che nonfolamenteio , maancbora altri hamonon poco travagliato à. pojfer RRRR 4 trottare 1028 Difcorfi del Matthioli SASSIFRAGA VERA DI PIOSCORIDE. trottare una pianta fintile all' Epitimo, la quale rapprefentafe legittimamele la uera Saffi agia dì Diffie^p dofi dipoi ritrouati alcuni antichi uolumi di Diofcoridc ,nci quali non fi legge 7» .marcita, a 1 Thimo , & non all'Epitbmo , sèpofiia ritrouata la nera ,fcn\a molta fatica , di cui è qui la Prifna ^ntd fm[c al *~n > / 1 « *fr» tv/i I p -hiftvp in luntrhi rt(hvi CdlJot stani J Thimo , & non au Lpitmmo , s epojaarnrouava ia nera - r- ■■ , nt0 Cimile al mililìima al Thimo. EUa è adunque una pianta forculofa.che nafte tra le pietre in luoghi afri , & fa/JoJt , tal 11 Thimo , che malageuolmente ft conofcerehbe.fenonfi guflafe . Enne m’ altra fetiepoRa qui nel facon 0 1 g > le fa i gamhoncelli fottili , nei quali fono le foglie picciole , frette , lunghette al pan una per ban a, 1] 1 ? ^ interuaUi dall'origine delle quali efemo alcuni ciuf etti d’altre foglicelle molto minori ; quantunque nella c 1 ^ te piu, & per minori interuaUi lontane. I fiori fa ellaporporei nelle cime di non ingrato odorc.Qye a cogli do anchora afai giouene in Roma , & ricordomi hauerlaricoltafotto il Capicollo /opra certi faffi non mg * , ^ . le di Santa Maria della confolatione . Quiuì fui io condotto da un medico , il quale haueua 0 “ J ef mcchio mìo amicofer la pietra delle reni,aceioehe uolendola ufare la potefje ritmare a Jno fi , Nel quarto lib. di Diofcoride. io 29 SASSIFR AGIA D'ALTRA SPETIE. tempo non fiapeua , che cofafujfe medicina . Delia prima fece mentione Galeno al quinto libro, & capo del modo di con- finare la fanità , cofi dicendo . Ter coloro che patifeono lapietra,bifogna metterai della betonica ,& del ceftroche nafie in trancia , doue chiamanti qtiejla herba Safiìfraga. Et di qui fi può credere cbepigliaffì Taolo Egineta la fila be- tonicaSafiifragia. Maio oltre àqueslo cognofco tre altre Sajiifragie le quali fionoper rompere , & cacciar [toro le pietre non poco ualorofe . La prima adunque è quella iflejja , che penfimamo per auanti e fiere la nera di Dioficoride.TSla- fiefiopr a grandi , & dar ifjimif affi , b in luoghi aridifìimi , con foglie come capelli, piu lunghe, piu fiottili &piu rare di quelle ielEinocchio . ilgambo ha parimente di finocchio , ma fiottile ,& poco alto , nella cima del quale fionole om- brelle , & il fieme come di petrofello , ma piu longhetto, & odorato ; La radice fa ella bianca di fiapore come di pattina- celi, &cofì quefia come tutta la pianta, ha del dolce ,& dell acuto inficine .La feconda fa le foglie quafì filmili allauol- gare hedera terreflre ma minori , tirate fiopra la terra , & all'intorno dentate : il gambo fiottile , tondo , diritto , pelo- fio, minore d’ungombito , dal quale nafeono alcuni pochi rami, nelle cuifiommità eficono i fiori bianchi , come di ocimoi- Safsifragia ferie ta da Galeno, & da Paolo. Safsifragia di tre forte & loro hiftorie. Virtù della fe- conda. 103 Difcorfi del Matthioli SASSIFRAGIA IH, de , ì ciudi enfiando non producono fime «erano . Ha la rad, ce fittile , & éfferfi ,fia le fmt tondi , & bianchi grofii come coriandoli porporegni ,& amari. Sono alcun, che credono che cem di quella pianta cof.per che non produce fime «cruna , come anche per che fimnat, producono a p, m J , farebbe il fime, onde diremo che marauìgliofa è la natura di queft herba a proda, rei fime nc u irti maggiore . t queSla herba dificcatiua , calda , apermua,a]ìerf,ua,& efpulfma . Ladecott, m Ta fatta nel ir- fi— le «latra delle reni , mondifea la uefaca ,&prouoca l orina , ma rat um-i f. mi-»» a- ' " Safsifegùmag ftóaa£ io COfi dagl' effetti , come dada forma Safiifiagia maggiore, ** «*» s&,r»ab- SemFllciftaMMfi0 calcar» fienale allampanai oro queèpiar,taebedifomanferifieunarborfieUo,conmoltigambilegnofi,chenafi Jò, Nel quarto lib.diDiofcoride. io ji S A SS I F R A G I A I I I I. fo iftorto ,gro([o un dito , duro , & di bianchiccia corteccia . Le foglie fono pìcciole , lunghette , & appuntate in cima , i fioretti bianchi , da i quali nafcono alcuni piccioli uafetti , deltutto fimili a quelli dell Ocimoide , dentati nella fommità all'intorno , à modo di corona , dentro à i quali è il feme rojfo , minór.e che dipapauero . Lar adice biancheggia , ma tanto grettamente cacciata nelle pietre , che non fengafcarpello fene puocauare . Lodommi mirabilmente quetta piantail fu detto Calcolarti per cacciar fuore le pietre delle remi , & accioche io piu ferì fit amente mi chiarijfedi ciò , mi mandò unafcatolina tutta piena di pietre 3 fra le quali molte ue rierano maggiori d una fatta , tutte cacciate del corpo d'un cittadino Vcronefe chiamato M. Girolamo de Tortisi quali pietre ferbo anchora apprejfo di me, quafi come per uno Spettacolo ,auuenga che molte uè ne fono che paiono piuprefìo pietre della uefcica,che dellercni. Sono oltre.d ciò altre herbe affai, che appreffo il uulgo hanno nome di Saffi fagia , come il T rich ornane , l’ A dianto ,1’ Affieno , il Cretamo , la Filipendula , la Pimpinella che pUT&a di becco , & altre affai, le quali s’hanno acquìflato il nome di Saf- fifragic , per gli effetti , che fanno ella di rompetele pietre delle reni, & diprouocar V orina . Chiamano i Greci la S*f- 'f frogia, Zctpfo&yo v; i Latini ,Saxifraga . \ Piante chiama te Safsifragia. Nomi. J,0p Difcorfidei Matthioli S A S’S 1 FÌ A fe'I A ’M: A G G*I Ò R E, Del Limonio. H Cap. XVIII. •A il limonio frondi di bietola, ma piu lunghe, & piu fornii, al numero^ diea^8t , , fpelTe uolte di piu . E .1 fuo fufto diritto , & lottile , uguale a quello del o , & P ^ rollò feme , al gufto coftrettiuo . Quello trito j & beuut0 ■ piati, & rìftagnai fluffidello ttomaco ,idifentelici,&panmenrei roffi delle donne. Picene ( luoghi paludofi. LimoniOj&fua effam. TV R M I cbechibenconftderaiìebenroirodeUefccnmewn^ Pò almeno untene di quello . Impubi, come bornie perii preente _ fAe [c illudi, & piu fittili di quelle della bietola 3 & piu di dieci ; ifuftì fino fittili : il Jeme rotfo, & & nC Nel quarto lib . di Diofcoride, * - L I M 0 N I G. /» '* ■ v I neiPra^humidi : & ha le uirtù medefime ( come piu uolte ho fermentato io ) che attrìbuifeono Diofcoride , & Ga-' * monto . Et pero non m è parfo inconuenicnte di porne qui il ritratto : & tanto piu , quanto iofo per cofa certa ' unici! dirà nel commento della ghianda unguentaria) che quejìo non è il ucro Behenrojjò deferitto dagli girali, i a . Wo V 1 1 1 • cap. del xx. libro , il Limonio Bietola faluatica : quantunque ( come al proprio capitolo del- [ditto al U -° ) aJferm l Galeno al fecondo delle f acuità degli alimenti lontra di lui di non battei mai cono- dcr ir CUnC] Btet0^a fanàtica : eccetto fegià non uolcffe alcuno per quella intendere la rombice . Et però fi può concltt- ejjcre i Limonio herba per fe sleffa . 7gel quale fe ben le note , le quali fi ueggono nel gambo del Ben roffo del tut- 10 Elicli ‘ 'jrf“uun0: 'Hiente dimeno uedendouifi tutte le altre note , & parimente le uirtù del Limonio , io me ne re- » r * m‘‘l °pinionefin tanto ch’io ueggia , ò ritruoui alcuno che mi dimoflri un'altra pianta , che piu del Ben roffo uol- .t . al Limonio di Diofcoride . Ma non però intanto mi uoglio- accomodar e all' intentione di coloro che uc~ Limonio > perciocbc battendo ella le foglie quafi come di pero 3 m S S S S tondettCy Pirola & fua hi ftoria. irtù della Pi- mdette,&mmm,ondeshaeUaprefoilnom,&parimenteuedendofiilluogoouek^ do uemno , chefm ella il nero Limonio , uedendoft che nafee questa non m luoghi bum, di , &p ■ - ’ , «d nelle felue , con foglie minori del fero , r olitile , &femprc uerdi , con il gambo lungo ’^0re j @ co» quale fono i fiori difiinti per internala bianchi , d modo di Velia , con alcuni pelaci nel ce, ' ^ _ j. ^ èin ■ radice bianca poco profonda . Haperòquefiapiantamrtud, illeccare , di Siringe, ■& Jfmte ilt„ ufo grande de i Chirurgici T edefehiper le ferite ■, Impe roche non fedamente le foghe app m\uU,nmte le incorporato negli unguenti fanano le ferite frefche , ma la decornane loro fatta"el™ & Ue che s'„f„n o in feritecalfaU,&dituttel’altremembraintenoriielcorpo. E neramente untumi, «««/« ™nda perle Gemmh fa . Ma n0n fi preparano folamente con queSla pianta auucnga eie con^ p^ ^ MchimiUa , la Betonica , la Fregarla , la cauda equina , l jlgrmoma ,la CarnfiU , (0O , mslrana 3 la Telofella 3 la Virga aurea > & le radici del S imfbito maggior e 3& della il >ì ^«4/ Nel quarto liB. di Dioìcoride, PISOLA. 105; uptimifura d'acqua, & di nino . Della qual beuanda dandofcne àberc mattina , & fera quattro onde calda, fana mi - rA '*nente le ferite interiori , che fono reputate mortali , come ho piu & piu uolte ueduto io , & prouato con maraui- Limonio ferie— ^ . J* Soffine Galeno al vii. delle [acuità de [empiici , cofi dicendo . Danno il feme del Limonio , come cofa acerba, aifapiftomacbali,& difenterici ,& parimente àgli (futi del [angue , & flufìi muliebri, etiche fare bada darne per 110 te la mifura d'uno acetabolo . Chiamano i Greci il Limonio , i Latini , Limonium . DelLagopo. Cap. XIX. |L ìacojo beuutoneluinoriftagnailcorpo.-ma doue fiala febbre, fi dà con acqua . Legali l° lebiade1^11^6 ’* Perc^oc^e u* Pr°lùbifce 1 infiammagioni . Nafce ne i folcili degli horti , & nel- SSSS 2 Tanto Lagopo ,&fua «(Tarn. Errore delSil- uadc'o. Gariophillata, & fue facilità. Gariophilata, & Tua hiftoria. Gariophilata montana. v; Difcorfi del Mattinoli lag o p o. Unto breuemente del Lagopo fcriffe Diofioriie .felina dare difuc fattele nota alcuna, ' ^ pofiibile mi pare il potere determinare, quale egli fi fiatra tanta gran ‘fi ‘P ’ yò neramente fi fognauaMattheoSilmtico coUettoredeUepandette.credendofi ci g p f ff « i/M*. «•*- aUefiepì. Di queflanonritrouo io apprejfo. a gli antichi memoria alcuna. ef , {emdici fittili .nereg- 0 da Vlinio al vii. capo del xxv I . libro : douedice cheli Geo e una berba.cb f ^ dalle fi* inodorate. Maèperòdacreiereperlotcflmiomo dell aromatico odore e,g LUer’m,idette ,pelofe ,& » 1 onde s'ha ella prefo il nome, che fia ella pianta di non poco ualore. F*P? J perintorno dentate . tripartite, condue altrepiupicciolealpari nella parte pm ,«/er/01-e rfeZ z rfi «'»- face il gambo ramofo , nongrojfo , tondo , .articolato .mudo, & alto piti mg P J f^jci) l0f. oglio fia i quali nafeono i capitelli per tutto pelofi , ne , qual, fi contiene ilfmc ,B p J J fwco. con un odore firn, le à i garofani . Enne uri altra ff et, e d, montana r, ternata da me mwm „os, gariophillata. nos> wdenafce il fiume dell' Albi . Quefla produce le foglie piu gr offe , & piu crefpe, & piu pelofe dell'altra , & piu an- 1 > che procedono da una radice fola frate per terra , con lunghi picciuoli , r nitide alquanto ,& per tutto all' ‘in- w>«o dentate . F a i gambi fen^a rami , f Utili, ne i quali fono alcune picciolc, & rare fogli ette ; & nella fommità un fio- eJ°odi color d oro molto bello , & giocondo , treuolte maggiore, che di Gariofillata uolgare ? il quale sfiorendo gene- ìa Ma ruota pennuta fatta con mirabile artificio di natura. E lafua radice lunga una (fama , ègrojfa come il dito pie - °delkmano , ma nondiuifa ne fibrata come l'altra , roffigna , alguHo coflrettiua con odore parimente de garofani . * e virtù medefime dell altra , ma molto piu ualorofe , & e fficaci . La prima nafte lungo le uie , &apprejfo le fiepi , MMogbipiuprefto ombrofi , che fcaldati dal Sole . Ma battendomi le Gario filiate , & il loro gratifiimo odore riduto lo * Vlente ufi a^ra pianta non forfè di minor uirtù , la Quale io ho chiamata Cortufa , dal cognome del uirtuofi (limo Si =• ■ Iflor ia.com Antonio Cortufo Gentil’huomo T adouam fuo inuentore , non ho pojfuto lafciare di non farne qui memoria f j E a^unclue lei C ortvsa una pianta con foglie come di uite , ma molto minori ntondette , alquanto ruuidc , & & *“a \Mnto aljapore coflrettiua , con affai lunghi picciuoli.il gambi fh ella fonili , diritti ,& nudi , nella cui fommità SS SS j? fono Difcorfi del Matthioli GARIOPH ILLATA MONTANA. fono i fiori, i quali con non foco linificio di natura fono di fuor porpore!, &di dentro gialli , con alami peliti parimente di color d’oro ; Ha copiofc radici Junghe sfottili . T ruouafenc di quella , che fa ifioi i uio ac.i, • ^ bianchi 3ma la prima fi ritruouapiu copiofa . 'N.afce in luoghi ombroff3doue non tocca mai il So e, ,n bianchi 3maiaprima jimruouapiucopwja. ixajLci/u.nu£vujiHuivj ~ Pntinoin Virtù della cor bianco terreno ; Ve altroue ha mai ritr oliata quefla pianta , nc ueduta il Cortufo fuo muentore , fé non ne ic tufa, mUe Starna . Spira quefla pianta 3 mentre , che è uerde d’m odore gratifiimo , quafì come dlfaui i e c, * r r u n . .. n.-.r. .. r?' a virtù Tua e fTer non poca perniiti^ valle Stagna •Spira quejta pianta 3 mentre 3 cne e uercie min ouurc grat-yjw J vrato , & maggiore , Il che netta fecca del tutto fuanifee . £ flato (fermentato la iurta fa tjfer non poca p re i dolori de ineriti, & delle giunture caufati da qual fi uoglia materia , imperoebe mefi tfioifion alSolelmgJ te in ugual parte d’oglio Bifido completo , & di mandorle dofb fatto difiefco , & untone poti uogii ^ , fo tepido , gli mitiga , &gli leua . La pianta tutta ha poi uirtù dipingere ,& di confortare , ,* le ferite. Vfanla imoderni nelle heuande delle ferite cajfali ,& penetranti: & infondono anc MnteMi ficco nelle fijiok maligne . Conforta odoratagli Jjnriti, cl ceriteli* i&uale beuta peri, flufi fioccai, ,dij ^ Nel quarto lib.di Diofeoride. i o 39 C O R 1 V S A. & muliebri , & per gli [putì del [angue . Conferire à i rottiprefaper bocca, & parimente impiagata . E' ne i tempera - mentì puoi cahda , & [ceca . Del che dà manifejlo indicio ilgujìo delle fue radici , delle quali è l ufo : per ritrouarfì elle dgujlo aromatiche , [ittiche , & coftrettiue . Ter le cui qualità può ella attenuare , rifoluere , cojlringere y & confor- tare. J4a ritornando al primo noflro ragionare , dico che uolgar mente chiamano i Tedefchi Tic di lepre una certa pianta lek produce le fondi fintili al trifoglio lunghette : i fufti fottili , tondi , & p e lofi : & il feme in certe pannoc- cbiepicciole , mofeofe , & lanuginofe . in cui è neramente [acuità coflrcttiua . Quejìa nafee tra le biade ,ma non pero foto affermar e fe fia ella il Lagopo legittimo di Diofeoride , non ritrouando alcuno , che ne fcriua l'hiftoria . Sfondi- virtù ^ Ljg0 meno fi danno le foglie , le pannicolo, & il feme inpoluere à bere con uino brufeo utilmente ne i flufli difìnterici ,ftoma - po. lo ca^ >& d'ogn altra forte parimente nei nomiti colerici anchora con Uino di melagrani. Ladecottione di tutta la punta infime con métta fatta nel uino dolce ,fi dà utilmente ne i difetti della uefcica , & ne gl ardori dell orma : Il ftwegioua àgli (fiuti del [angue ,& la cenere delle panicole à i flujji dell emorrhoide , ffiarfouifopra . Credono alcuni S S S S 4 de I o 40 Difcorfi del MatthioJi Laeopo fcritto che forbmdofi il. federe conlepanicole del Lagopo .giorno non poco per rìflagnare la difenteria . Del lagopo fcrijfe da Gal. ima fola riga Galeno alv II. delle facultUe [empiici, cojì dicendo .Ha il Lagopo facilità di difeccare , di modo che può Nomi. l .i.-.o. ; a,.m a»l mvtm . chiamano i Greci il Larovo . A&ya-vvt : ì Latini . Larotìus . uriti J Ulti I H.OCir'J ccc I i. J i a •* egli benijsimo magnare i flujsi del corpo. Chiamano i Greci il Lagopo , A*>»W : i Latini , Lagopus . Del Medio. Cap. XX. NAsce 11 medio in luoghi opachi, &faffolì. Ha 'fiondi Amili all'iride: il Mo alto tre gombitbi fiori porporei, grandi, & ritondi: il fuo Teme mimico, fimile al cardiamo: &]a radice è lunga un palmo , & grolla come un bullone , d acerbo laporc . Quella trita in polue- io re , & fattone lettouario con mele , & coli prelà per bocca alcuni giorni , riila gna il ffuflo rolfo del- le donne . Il femebeuuto con uino, prouocai melimi . MEDIO, OVERO VIOLA MARINA. Nel quarto li b. di Diofcoride. 1041 Njscu il Medio .fecondo l opinimeli alcuni .follmente in Media . Ilche fecofi [riffe , non ne parrebbe ma- Medio.&fua ci miglia ,fiii tempi nofiri no» fi ritrouaffe in Italia . %ajfemfoa.nlo alcuni non all'iride , ma alla fende , ciò è alla firn. cichorett: trali qualièil BpteUio ,& Marcello Fiorentino .i quali forfè trottarono in alcuni cefi Greci ferino dilli & IIP» '**> • cmc anc^° io r,croH0 ,n Oribafto. Et quantunque neramente nel mio Diofcoride, il quale. È di ttam- tict mmiaeift^P>?XK^MÌ'lim“‘f‘h‘cioè ’l,‘‘ le fondi fimili all'iride ; nondimeno in ciò poffono facilmente liner errttogl‘ftamPatori , per la molta di quelle due parole. Onde confidatonell'autorità d’Oribafiobo ih tini timàgine d una pianta, la quale mi pare che molto bene ci rapprefenti il Medio.tmpcroche nafee ella in luoghi \iU1tmbrofi,et afciutti.comc dal Sig.Iacom -Antonio Cortufo huomo uer amente faggio, mi fu ferino, qudio me ne man là la pianta: ma ha anchora le foglie diEndiuia , ilgambo lungo , & il fiore grande, & porporeo,& il feme piccolo co io sfili Cn ko ile quali tutte note fono del uero Medio. Scri]Jene Galeno alvit. ielle [acuità de [empiici, coft dicendo. La fcri"° ri lice del Medioha una temperatura contraria al feme. impero che quella è aufiera,& rijlagna non folamente gli altri Mi; t»1 particolarmente quelli ielle donne . Del che in tuttofi il contrario il feme; perciocbe prouoca egli i mcflrui, ‘pacifere compoBo di parti fittili , & battere mrtìt incifiua . Chiamano i Greci il Medio, m, ìlari i Latini , Mèdium. t&m;. Deli’Epimedio . Cap. XXI: LO tiiMioio produce il fuo furto non troppo grande , con frondi firnili aHhedefa, le qua- li fono hora dieci, &hora dodici: non produce ne feme, ne fiore. Le fue radici fono fonili, nere , di noiofo odore, &al gufto feiapite. Nafee in luoghi acquaftrini. Lefue fronditrite jo conolio,&impiaftrate,non lafciano crefcerele mammelle. La radice prohibifee chele donne non s'ingrauidino. Le frondi beuute pefteal pefo di cinque dramme per cinque giorni continui nel nino, fubito dopo la purgatione de i melimi , tanno diueiitare le donne Aerili . Non e" ( per quanto io hopotum inuèfligarc ) chifappia dimoflrarne in Italia l’Epimcdio . Et peròèdapenfi- Epimedio , & re, che fia egli pianta, che nafea in altri lontani paefi , onero che fi pur nafee in Italia ,nonfia ella anchora perue- *”ua e^am' unta in cogitinone . Quantunque fappia io effere un medico ih Italia , il quale fi nonpoca profefiione nella ma- Opinione re- rem de [empiici ( il nome per hora me lo taccio ) che fi nel leggere, & nclragionarenon Jìcura di perfuadereà chi prosata. l'ole, che fia iluero Epimcdio quella pianta , La quale per far le foglie triangolari , chiamano alcuni moderni [empiici - r jiirkitas : come che ciò perfuada forfè egli a coloro , che pm danno fede alle fue [ciocche parole, che all' hifioria ferit- ane da Diofcoride . Ma che fia cofa certa , che gli inganna non folamente fi, ma anchora chi glielo crede, facilmente pittano conofcereifuoi auditori , fi diligentemente effaminaranno Cbifloria dell' una, & dell’ altra di quefie piante. Inferocite II Epimcdio appreffo Diofioridc , è un gambo non grande , che produce dieci , ouer dodici foglie fimili à quel- le Modera: & la Trinitas non produce fitto iterano , ma folamente foglie , le quali arriuano il piu delle uolte al ho- mo di «enti, & di trenta, tutte raccolte in uri cefpuglio : fiefeono nondalfufio, ma dall'ifleffa radice , come quelle Id panporcino . .Appo dola Trinitas nel principio di primauera fa il fuo fiore celefie attaccato à fittile picciuolo , fi I fi[cuil[eme:&l'Epimeiio ( come ferine Diofioridc ) non producene feme , ne fiori. Viu oltre la Trinità* froda- te ulte radici di non ingrato odore , & alguflo cottrettiue , dicolore bianchiccio : fi l’Epimedto fa la radice fitti- le, ma, di noiofo odore ,& al gusto fiiapita .Dalchefipuo manifestamente conofiere quanta grande fiala diffro- prtione dlamendue quelle piante, fi quanto fia nana l opinione di quefio buon [empiicela . “Plinio do ebefiriffe del- Epimcdio ferie - tipmeiioal Ir. capo delxxv il .libro tolfe ( come fi uede) tutto da Diofioridc . Ilche parimente panili cbcfaceffe loda Galeno. f eden alvi, libro delle [acuità de [empiici, con quette parole . L’ Epimcdio ha uirtà di refrigerare moderatamente , fi fumate dilmmettare la fia acquea humìàità: et però non ha egli ueruna apparente qualità. Impiastrato in fi le mam ielle delle donne le confirua , uè le lafiia dilatare. Dicono che beuendofi fudiuentarc le donne flerili. Chiamami Noni. beici tipi-medio , Iter fidai: i Latini , Epìmedium . DelXiphio, ouero Gladiolo. Cap. XXII. TL xiphio chiamano i Latini Gladiolo . & è coli fiata fletta pianta chiamata dalla forma di X Ipada , che hanno le lue frondi . Sarrebbe fiata limile all ’iride , fe le frondi non fulfèro piu breui, 50 &piu ftrette , appuntate à modo di coltello , & neruofe . Produce il fililo d’un gombito : fu per il quale fono i fiori porporei, dittanti l’uno dall'altro, & ordinatamente compartiti , ha il feme ton- do. Genera due radici, luna fòpra l’altra , limili à piccioli bulbi, delle quali quella è minore, che è di lotto , & maggiore quella, che è di fopra.Nalce perla piu parte ne i campi . La radice, che ftà di lopra , impiaftrata con incelilo , & uino tira fuor del corpo i bronconi , le Ipine , & le làette . Incorporata quella medefima con farina di loglio,& con acqua melata rifoluei pani, & però li mette ella in limili impialtri . applicata prouoca i meltrui . Dicono , che la radice , che natte di fo - P^bemita con uino rilueglia gli appetiti uenerei: & che lalttafa diuentarc Iterile . Dicono ancho che quella difopra data a beuere con acqua , guarifee le rotture inteftinali de i fanciulli . 6° \ e il Gladiolo M quale chiamano i Greci Xiphio, abondantancnte per tutta Tofcam ve i campi tra le bia- fua e{fam# * 1 ^ de ; & cbìamanfi notamente i fuoi fiori Monacuccie . Le fiondi fono affai piu corte , & piu dirette di quelle del- l'iride jiienofe 3& appuntate . Il fufioè alto uri gombito : nel quale ordinatamente fi ueggorio i fiori porpòrei > lontani 1042 Difcorfi.de! Matthioli x I p H ! O. lontani timo dii' altro di pari [patio , li quali nelle fattele , & figura loro molto fi raffembrano a quelli dell i ) he , cw che affai piu piccioli fieno , & d'un fol colore . Generano queftt nel maturarli ilfeme tondo , come dice Diofcoi i e . on le radici doppie , ritonde , comprese come fufaiuoli , bianche , & bulbof i , l una fi opra l altra , ricoperte da un fintile à quello , che fi uede nelle radici del ^aff arano . Oltre à ciò , quantunque ferina Diofcoride , che la radice i Jop fia maggiore di quella di [otto ; nientedimeno in quello , che nafee in Italia }fenc uede il piu delle uoltc il conti a > io . ^ feorda l'hiftoria , che ne ferine Tlinio da quella , che ne recita Diofcoride : per cieche nafeere il Gladiolo nelle dice Diofcoride ,& Tlinio affermò ritrouarfi ne i luoghi acquafirini , & paludofi . Il che mi dà facilmente a che per il fuo Gladiolo intendere Tlinio quello , che uolgarmente fi prende per l'acoro . Scrìffe del Xtp no _ _/J’«rTTT Afille f/iri/lt-rt Afi finitili fi enfi AiretiAn T YstA 1 f P A pi YÌfìhÌ(ì . OUeUa ttiaflìme » cIlC i UClllt pAttC < il juo Giaaioto intenciejjc Turno quello, eoe uolgarmente ji preme per — 'vr * .. * adiolo fcrit- noall'vill. delle facultàde /empiici ,cofidicendo .Laradice del Xipbio,& quella muffirne > che enfila parte 1 daGaleno. ^raj)a uj rtft attrattiva ,digeHiua ,& difeccatiua . Chiamano i Greci il Gladiolo Sipw i Latitili Già io e. 0 • difeccatiua . Mabici, Kafiflon : i Tedefcbi , Schuuertel ; i Francefi , Glaìs,& Glaitd . Dello Nel quarto lib. di Diofcoride. 1045 / Dello Sparganio. Cap. XXIII. HA io sparganio frondifimilialgladiolo,mapiuftrette,&piuinchinateàterra. pro- duce nella cima del furto certe pilule , nelle quali è dentro il fuo feme . Beuonlì la radice , e’I femeperli morii de iferpenti. e d e S 1 ilHuell io che quella pianta fia il uero Sparganio , che chiamano ipiu volgari fempliciHi Sfattila f e - Sparganio , Se tida : non accorgendoli , che quejìa come fi dirà nel feguente difeorfo , non è altro cheilxiride deferitto da Dio- ^uaellara‘ feoride . Et però non è in quello d! accettare l'opinione del J\uellio, quantunque altrimenti dottifiimo . Impcroche £rrore ^ li SMtula fetida coft chiamata dal fuo noiofo odore , produce le fi- ondi piu lunghe , & piu larghe del gladiolo , diritte-& Ruel lio. o ,0 inchinate à terra . J.ppo ciò lo Sparganio produce nelle fommità de fufii alcune pilule , in cui è dentro il feme : & SPARGANIO. 1044 Difcorfi del Matthioli Errore dei Sii- ^ Sfattila fetida produce alcuni follicoli riquadrati ,&lunghi quattro dita. Definite Mattbeo filmico la Spattt- uatico. la fetida d' autorità diTaolo ÈgincuL-il chepcdfo , che piu prefio fi fignaffc egli, quando ceto tanta diligenza compila- va le fine pandette . Fanno della Sfatala fetida alcuni il ficco , & tifatilo per la rogna ,& perle volatiche . Ma per ri- tornare allo Sparganio , io dubito non poco, fi la pianta di cui è qui la figura, fta la nera , fi ben la maggior parte di co- loro , che hanno ferino delle piante , la tengono per tale , Imperoche quella fa le foglie piu larghe molto , & non piu frette del Gladiolo , diritte uerfo’l cielo ,&non Hrate per terra .Onde ne la filo ilgudicìo melma àgli altri femphei- Sparganio ferir Scnfiebreuifiìmamcnte dello Sparganio Galeno all’VI il. delle {'acuità dei /empiici, coft dicendo .Lo Sparga- ci dl nio è anchora egli difeccatiuo . Chiamano i Greci lo Sparganio , Ztrdpymn : i Latini, Sparganhm .-gli Jrabi , SaT farheramon. I0 DelXiride. Cap. XXII II. r L X I K I D E ha fiondi limili all'iride , ma piu larghe , & piu appuntate in cima : dal mezo del- } le quali efee il ftifto affai gróffò, alto un gombito , dal quale pendono alcune lìlique triangolari: ! nelle quali è il Tuo fiore porporeo , .& nel mezo ralligno . hail feme ne i follìcoli limili alle finte. I! Nel quarto Iib. di Diofcoride. 1045- tondo , rodo , & acuto . la radice è lunga , nodolà , di rollò colore . La quale è utile alle ferite della Kja, & alle rotture dell'olla. Impiaftrata quella medefima con la terza parte difiordi rame,& con la quinta di centaurea maggiore, & mele , caua tutti i bronconi , & le faette che fono fitte nel- la carne lènza dolore alcuno . Impiaftrata con aceto , lana i tumori , & tutte l'infiammagioni . Be- ndi trita con fapa allo fpafimo , alle rotture , alle fciatiche , alle diftillationi dell'orina , & al flullò del corpo . 11 feme beuuto al pefo di tre oboli nel uino , è ualoroffimo à prouocare l'orina : & nel- l’aceto , à iininuirc la milza . NjL s c e il Xiride in piu , & diuerjì luoghi d'Italia , & mafìmamente inTofcana . Imperoche , quantunque non xiri(Je & fua £i manchino alami , che non uoglino , che la pianta di cui è qui la figura fia la legittima del Xiride per non hauer el- ramin.’ [0 Uhtradice lunga, rafia ,&nodofa ; Tipi nondimeno uedendo , che in tutte [altre note eorrijponde al xiridede- fcritto da Diofcoride , non poliamo credere altrimenti ,ft non che fta la nera , & minimamente fipendofi , che uariano latita nelle piante fecondo i luoghi , & i Climi , oue elle nafeono . Ha dato anchora fufpitione à molti che non fia la , il feme ritondo difiimile dalle faue ; ma cejfa il fojpetto per ìlteflìmonio d’Orihajio nel quale fi legge GpóQoit cioè filile ili Ombo . Tfiel che cofidandoci noi , & hauendo il feme del Xiride ( come può ejfer noto à ciafcuno che lo odora ) m odore fimilcà quel delle faue fiefche , credo neramente che fi debbileggere in Diofcoride , Ha il feme nei follicoli [odore [mille alle falle . Chiamatilo uolgarmente Spatrila fetida : imperoche fregate le fue fiondi con mano lafciano un odore affai ftSHdiofo. Sono alcuni , che ne f fremono il fucco,& ufanlo per la rogna , & per le uolaticbe. Di queflo fcritto j faine Galeno all'v 1 1 r . delle frenila de i [empiici , cofi dicendo. E' il xiride composto di fonili parti: ha uirtù attratti- * M,digefm , & difeccatma : & quello nonfoiamentefi ritroua nella radice ; ma molto piu anchora nel feme , il qua- le k fmualorofamcnte fare orinare, &fmare le ditregge della milga. ' Chiamano i Greci il Xiride 3 Sapidi Latini, Nomi. Xyris'.gli Mabi , Caf rras : il iiulgo , Spatulafetid a:iT edefehi , V uandtleufg: li Spagnoli , tino fpadanal : i Francefi, [ Giaietti famage . Dell’ Anchufa . Cap. XXV. LA anchvsa, la quale chiamano alcuni calica, Sconoclea, ha le frondi limili alla lattuca, appuntate in cima , hirfute , afpre , nere, copiolè, Iparfe per tutto appreflò alla radiceper ter- ra , & fpinofe . la fua radice è grolla un dito , la quale toccandoli al tempo della fiate imbratta le mani di languigno colore . nafte in luoghi graffi . Ha la lùa radiceuirtù coftrettiua. quella cot- jo facon olio, & cera gioua alle cotture del fuoco , & all’ulcere uecchie . Sana impiaftrata con polen- tail-fuoco facro , & con aceto le uitiligini , & la lcabbia : applicata di lòtto , fa partorire . Dalli util- mentela fua decottione al trabocco di fiele , à i difetti delle reni , & della milza . al che dotte fia la febbre , fi dà con acqua melata . Le frondi beuut e con uino riftagnano il corpo . Viano i profumie- ri la fua radice peri ipeifireilor unguenti. Della feconda Anchufa. Cap. XXVI. E’ Vna altra Anchufechiamatadaalcunialcibiadio,&daaltri onochile, differente dal- la prima, per hauere ella folamente le frondi minori, ma della medefima alprczza . fono i fuoi f ramifottili: ne i quali è More di colore porporeo , che s’inchina al rofsigno. Le radici fue fon lunghe, &rolfèggianti, dalle quali al tempo della metitura diftillaun liquore fanguineo . Nafce ! inluoghimagri.&arenofi. Le frondi, & le radici fue mangiate, beuute,& allegate, giouanoà morii de udenofi animali, &fpetialmente delle uipere:& imperò fi dice , che mafticando alcuno lefuefrondi , & fiutandole pofeia in faccia d'uno animale uelenofo , fubito l’ammazza . Della terza Anchufu Cap. XXVII. LA anchvsa della terza fpetie è limile alla precedente : ha il feme rofsigno , & minore . Quello mafticato , & Iputato in bocca delle ferpi , le' ammazza . Beuendoii della fua radice il jo pefod'uno acetabolo con hillòpo , & nafturtio , caccia fuori del corpo i ucraini larghi . TH.e sono le fpetie dell' [tnchufa , chenel prefente luogo ne fcriue Diofcoride .quantunque appreffoàTli- & ttiaalxx. &xxi. cap. delxxi I. libro ,fe ne ritraiti anchora una quarta fpetie , la quale chiama egli .Xnchu- Molto fintile d quella della prima fpetie : come che fia però ella piu hirfuta, piulamginoft, & manco graffa :& w ^^frendipiu fonili , & piu languide dell' altra . Quefla quarta fpetie neramente nonho ueduta io , ma ben le al- ,n tre in piu, & ditterfi luoghi d’Italia , & cavatone il fiacco rubicondo dalle radici loro al tempo della fiate . Vroduco- uo tutte i fiori cjuafi per tutto il fufio , che nel chiaro porporeggiano , non guari dijjìmili nella forma lor 0 da quelli della Anchufe fcritte °&fflbuglo{fa y come che alquanto piu rofiigni , &piu aperti . Commemorò Galeno alvi, delle fi acuità de /empii- da Gal. 0 u>tra lejfietie delle jl nchufie anchora la Licopfide , della quale fi dira nel fieguente capitolo , cofi dicendo . Le jlncbu- y° ^ pttttro fpetie : ma non però hanno elle una uirtù medefima . Imperoche quella 3 che chiamano Onoclea 3 ha la 1 lcc molto refiigeratiua , & difeccatma 3 coftrettiua , & amaretta , atta neramente à condenfare i corpi 3 & ad efte- T T T T nuarli ,04^ Difcorfidel Matthioli ANCHVSA PRIMA. morii. alquanto, & parimente ad aftergerela Mera . Ma nelle fiondinone tanta urna, quanta nella ’J * tunque anchora effe difecchino , & coniugano . Quella , che chiamano L.copfide Imperni* molto piu cofiringe lafua radice di quella della onoclea.Ma la Onocleaepm calia ,&pu tn ;£$#> hampocbettopiu dell acuto algufto. Tilt calida di queHaèla minore , piu amara ,& pm dette:&pirì detto iifiopra, che la qualitàacerba mefcolata coni' amaritudine può facilmente applicata i ella utile al trabocco di fiele, alle malattie delle reni ,& ài difettofi di mil\a . E rcfiiger ■ • . . & con polenta gioita aUerifipele . E' oltre à ciò attenua non folamente bautta, marne J le fr0„iifoM fanacllaleumlìgm.&larognacciaconUcetoMqualioperationmt^ aJfiaimenoualorofe,qmntmiqueeUenonfiemperofrmd,umUfecca,&co^ ' imenel^domeiefmoak fanno elle de iflufii , quando fi beuono con nino .Quella ,ch° r' *M****i* 1 icotmde , - , l'erifipele ,& ìiipi» Nel quarto lib. di Diofcoride. 1047 ANCHVSA SECONDA. tu piu medicata : peraoche nel gufarla è ella molto piu acuta , & gioita affai beuuta , & impiastrata a coloro , che fono fìatimorduti dalle uiperc . La quarta finalmente , la quale è picchia , & priua di cognome , è fimile all * Alcibiade , ma notamente piu amara , & piu medicamentofa . &pero è ella conueneuole per li uermini larghi del colepo , quando fi be- tte con biffopo , & naSlurtio al pefo d’uno acetabolo . Chiamano i Greci l’>Anchufa} ti'vyweti: v Latini iJtftchufa : i Tcdefchi , i{odt ochfen \ung : li Spagnoli , S oagem : i Fr ance fi 3 Orchanctte . Della Licopfide . Gap. XXVIII. LA iicopside, la quale è anchora da alcuni chiamata anchufa, produce le fron di piu lun- ghe della lattuca, piu afpre, piu larghe, & piu grolle, le quali appretfo alla radice ricaggio- no uerfoterra.il cui fufto è lungo, diritto, ruuido,& hirfuto : dal quale nafeono affai ramufcelli pdofi j di lunghezza d’un gombito . Produceil fiore picciolo, & porporeggiarne : la radicenel co- Nomi. 104$ Difcorfi del Matthioli *A N C HVSAT E R Z A, Iore rofleggia , & nel fapore è coftrettiua . nafce nelle campagne . La radice impiaftrata con olio medica alle ferite : & con farina d’orzo , al fuoco facro . Vnta con olio fa fudai e . licoplide , Se yiiEREi io (come neramente fi crede ancbora il Ruelho , & parimente il Fucbfio) che fofiel . ? ^ fua dCun. 1 mUtl uolgarijiima pianta , che prendono gli frenali muerfalmente per tutta Italia p, Kit C mg U >■ ^ dice fruafiufre rojfia , & non bianca : le fiondi afrre ,&non lificie , piegate a terra , & non ■ ^ ^ ^ n . . nido ,& nonmorbido t&feTliriiomnrnenedmofirafreanchora apertamente ilcontrario. delxxv.parimenteperparticolarehifloria;fon corretto à tener diuerfa opinione ■ Tm toHo Jnch«fi‘> „ fia la Licopfide mapianta molto filmile alla anchufia, & impero commemorata da G*».* ««jW- come nel capìtolo precedente dicemmo . Io hopm i tolte ueduta una punta nelle ca,,PS < conmn&eHole iiiicbu- le all’ Anchufia ; che appena fi dificerneua da e fra. Ma perche piu altroue, che m pieft & 1 xitt rare Nel cj uarto lib.di Diofcorìde. 1 o 45) miti fluid nera Cinoglo/fa , &feper CinogloJJa fi poffa prendere quella, che uolgarmentes'ufa , al proprio capito- Tr -ad pr ocello diquefio libro lafciarcm addirne à fodisf attiene di ciaficuno . Crefce adunque( dìceua Tlinio ) la Licoptide ferie * ■ \fideconfiondipiulunghe ,&piugroJ]e della lattuca. Trodnceil fufio lungo con molti hìrfuti ramufcelli, di lun- B 1 ‘- ^Liiungoinbito:& il fiere picciolo, & porpore0 . Hafce nelle campagne . La Licopfide chiamano iCreci, Au- Nomii lJa:ì Latini, Lycopfn. ' Dell’Echio. Cap. XXIX. LO echio, il quale chiamano alcuni Alcibiaco, ha le fiondi lunghe hirfute , alquanto rot- tili & Amili à quelle della anchulà , ma minori , roffette , grafie , & fpinofette . Ha molti , & lottili ramufcelli :& da ogni parte di quelli fono alcune frondicelle aperte, pennate, & rof- ECHIO. TTTT 3 ieggianti, IO) o Difcorfi del Matthioli fegBianti „ le quali tanto fono piu minute , quanto fono nel piu alto del fufto . Produce i fiori por- pora appreifo alle fiondi : da i quali li genera pofeia il feme filmile di forma a 1 capi delle uipere . E' la fua radice neregna , & men grolla d’un dito . La quale beuuta con uino , non fidamente guavifee coloro, che fono flati mordutidai ferpentisma non Inficia mordere , chi prima fe la bene. Il che parimene e fanno le fiondi , e’1 feme . Mitiga l'echio il dolore de 1 lombi : & beuuto nel uino , ouero in altre benande , genera latte aliai nelle mammelle . Echio, & Tua hi ftoria. 'echio (fecondo che riferire Tffcandro nelle theriache ) è fiato coft chiamato per battere egli il feme fintile ì i capi delle uipere, & è fiere ualorofo medicamento dimorfi dì quelle : impcroebe fyji in Greco non uuol direal- tro , che uipera . E oltre à quelli) , fecondo che pure riferìfee egli , fiato chiamato anchora A Icibiaco . Impero- 1 « che dormendo un giorno fopra una aia un certo buòmo chiamato Alcìbio , & quiuiejfendo egli morduto da unattipera folto un ginocchio ,'fuegliato dal dolore , & conofcendofì ejfere nato ferito dal uelenofiffmo animale , tolfe per bocca il fuoco dell'Echio , & meJJ'e (barba , da cui [balletta egli [fremuto , in fu la morfura , & coft fu liberato dal u eletto . dal che fu pofeia l'Echio cognominato A Icibiaco , per ejfere ejjo Alcibio flato il primo , che dmoflrajfc quanto fujfe mi o- rofo l'Echio dimorfi de iferpentt . TJttmenio antiebìflimo ferittore riferìfee , ritrouarfi dell'Echio due /pene . delle quali dice chiamarft il minore Ocimoide , per hauer fi ondi filmili al bafilico ; & l'altro , il qual produce le fiondi fimofe, nominarfi primamente Echio. Del che pare far fede Diofcoride , per haute fubito fitto al capitolo dell'Echio meffo l’ Ocimoide . Allude à tal fomenta parimente Vlinìo al IX. capo del XXV. libro , coft dicendo. L Echio e dì due Jfetie : .. mo cj0 ì , che crefce con fiondi fintili alpttlegio : & l’altro , chele produce con una certa lanugine ff ino! a , nel quale fo- Errore ai un. ^ ^ { ^ ^ d ?aeffi deUe uifcte . Ma non però per quefiofeppe egli , che ! Alcibio fujfe il medefmo , 20 che t Echio : pcrciocbe al V. capo del XXV II. libro affermò non fapere , che cofa fi fujfe l Alcibio , per non batterne fre- nata hifloria da ferittore alcuno .Ilche dimofìra , che non baueffe egli ueduto Tqicandro , & Diofcoride diligentemen- te. Oltre à ciò non è picchia marauiglia il penfare, che la fagacifiima natura babbia prodotto l Echio con tefie diuipera, notìficando coft à ghbuomini , dei quali è ella amorcuolijima protettrice , cjfer cotal pianta ualorofo rimedio ài mi fi di coft uclénofi , & mortìferi animali . Ho quefia pianta piu uolte ueduta io, & ricoltone il feme fuo viperino inTofca- i «a, & in fui territorio di Trento, & del contado di Goritia . E pianta molto fintile all anebufa minore, & molti la chia- mano Buglojf a fduatica . ' Produce i fiori , che nel rojfo porporeggiano da mego il fufiofi.no alla cima tre picciolc/rondi; e’I Jeme nero , & minuto , fintile alle tefie delle uipere . Dell’Echio non ritrouo io , chefaceffe mentionc alcuna G'alcno ne i libri , che fcriffe delle facilità de i femplici . quantunque Taolo Egineta lo fcriu effe egli imitando Diofcoride . L E- chia chiamano i Greci , tifa : i Latini , Echium ; ì T edefebi , V itili ochfcngepmg : li Spagnoli , Tema della bittora : i jo Francefi , Bugloffe fauuage , Nomi. Dell’Ocimoide , rio è , Bafilico faluatico . Cap. XXX: LO ocimoide, il qual chiamano alcuni phileterio , producete fiondi limili al bafilico , & i rami hirfuti, alti una Ipanna: neiqualifi generano le illique, limili à quelle del iufqutamo, piene d’un feme nero, limile à queliodel melanthio. Quello beuuto nel uinohauirtucon- tra à i morii delle uipere , & d’ogni altro uelenofo ferpente . Dafii nelle fciatiche con mirrila, me- 40 le , uino , & pepe . La fua radice è lottile , & di niuno ualore . Ocimoide, & 'V ~\A s c E il Bafilico faluatico copiofamentc in ogni luogo d'Italia, & mafftme tra le biade con fiondi ftmili al do- tai edam. I\l meJlico : rami hirfuti , riquadrati , &piu alti d’un palmo : nelle cuifommità nafeono i fiori bianchi , & qualche uolta rojsi porporeggiami, i quali fi tacque Diofcoride : & dopo quelli uift ritrattano alcuni uafetti fintili a per li del iufquiamo , dentati per intorno nella bocca : dentro à i quali fi ritroua un feme, nero , quafi filmile à quello c me- lanthio . 1 \icolgonft quejli uafetti coft fatti dalla natura , quando fon fecchi, da i noflri fanciulli di Tofcam ■ imperoc >1, quando fono uacui di feme ,foffiandouifi dentro con le labbra , fuffolano acutijiimamente . Fece dell Ocimi e memo ria TCicandro nelle fue theriache tra le jpetie dell'Echio, coft dicendo . L’echio è di due forti ■' uno , che pi oditee e Jog te fbinofe ftmili all’ anebufa : & l'altro minori , fiore porporeo , & fufto lanuginof t,con capi fintili a quelli delle uipere . j0 Ocimoidefcrit Scùffie dell' Ocimoide Galeno alla fine dell’v Iti. libro delle f acuità de i femplici , coft dicendo . La radice e cimo to da Galen. ie ^ ;; qmie aicmi chiamano philiterio , è del tutto inutile : quantunque il femefia compofto di parti fiottili, e? mie fenga mordacità alcuna. Chiamano i Greci 1‘ Ocimoide, A MU-m-tòtt : i Latini, Qcymoides, & Ocyrua/lrum. 1 pegno > N°ml’ Albahaque montefina ; i Funceft , Bafilic fauuage . Del* Nel quarto lib. di Diofcoride. i o j i O C I M O I D E. Dell’Erino, ciò è, Bafilico acquatico. Cap. XXXI. NAsci l’Ermo apprelfo alle fonti, &àriuideiracque, con frondi minori del bafilico ,& in- tagliate in cima. Produce cinque, onero lei fufti,alti una fpanna.-ilfior bianco, &il femc nero , picciolo , & acerbo . Le fiondi, e’I fililo fon pieni di liquore, limile al latte . ! 1 lume tol- to al pefo di due dramme , & incorporato con quattro ciathi di mele , Iriftagna ungendofene i fluf- “jdiefcendonoàgli occhi. Ilfuccodiftillato nelle orecchie con folpho,& nitro, mitiga idolo- tifi quelle. Io Qv A n v t N QJV e fi ridonino afilli tefli di Diofcoride Greci , ne i quali non fi legge , che produca l Urino alcun ficco latticinofo ; niente dimeno Je ne ritrovano alcuni , oue fi legge apertamente il contrario : à i quali per buone TTTT 4 ragioni F.rino, & fuaef fatnin. 10)2 Difcorfidel Matthioli ioni parmi , che piu uev. mente fi debbia credere . Terciocbe quella tal punta appreso a, tm ielle acquebo p,u mi. ZcJa ,o , & ricogliendola imbrattatomi le manidei 'fio latte . Et perche anchorafi uede, che Vlimo al va. cap. del XXI i X libro Lue ejfier l’Ermo punta latticinofa , cofi dicendo . L herba , la quale chiamano iGrec, Ermo .eia etere commemorata m quello luogo per la gentilità fua . Crefie adunque ella al alterai impalmo, & producete , In Lm al bafilicoplfior bianco, e’ifern nero, et piccolo:, l qual trito con mele , naie alle caligini degl, occhi. E àbon- fdLed molto atte &dolce . [herbaèueramenteutilifimaàiiolorideUeoreccbie^^ tìtaolìonocoiitra à i , ideiti . Del che non fece mentione Diofcoridc , come che Tgtcandro lo commemorafie a tale effetto Echmo fcntto - ■ u Echino . di cui alvi, delle [acuità de [empita, cofi efio Galeno dtceua. Il [enne dilChtr- tSXLbf: & imperò è egli n ferculo , & d, ficcatine . Vfafi i ifiufi, de gli occhi , &■ parimente de Ile orec- „ \hL l’Ermo chiamano i Greci, B>.« i Latini , Erinurn , & Ocymum acquaticm: li Spagnoli , Bafilg de Ibagoa . da Gal. Nomi. Della Gramigna. Cap. XXXII. t A gramigna ua ferpendo pertcrra , con nodofi farmenti : da i quali Spargono affai dol- T mente nodófei Produce le fiondi dure, come fe fusero duna picc ola can- “ar larghe & in cima appuntate : delle quali fi pafcono i buoi , & l'altro beftiame . La radice trita , & impiantata , confonda lefente . La decottione fuabeurta , giouaa 1 dolou delle budella, M & all’orina ritenuta, & rompe le pietre della uefaca . Della Gramigna cannaria. Gap. XXXIII. L A ........ ammazza iibeftiame , che la mangia : & ipetialmente quella io alle (brade. Della Gramigna diParnafo . Cap. XXXIIII. L A.— .»«., l«palc»fa "'1 X, Produce le frondi filmili all Lederà : il fiore bianco, & odorato : il lc^cP1L“° uando fecinque,ouerfeitadici,grofl-eun dito, bianche, ficuoceconlaequalpartedimele,&diuino,&lametadim , pfinofri^ferbateinunua- te di pepe , & d'incenfo , diuenta ottima medicina de gli ocài : ma p M cam]o. fo di rame . La decottione delle radici gioua a quel medefimo , che 1 e ■ alidada qual „ rofamente l'orina : riftagna ì uomiti, & i Aulii del corpo . La Graimg , . ndo è uerde. 4 chiamano glihabitatori Clima, infiamma r buoi , che la frequentano di a g q Gramigne , & loro edam. f'f Oso-fe Gramigne di piu, & diuerfi fietie : perciocbe oltre a quelle tre ^ Marnimi tra (herbe moro Tlinio tre altre (fietie difiinofie al x i x.-capitolo del xx 1 1 1 x. li ro , c [ ■ & parimente dalle cime fiarge ella nuoue radici . Le cui fiondi in tutto il refio e mon o[ [ jaon i dbeWme al- te Tamafiofi ritrovano ellefimili all'hedere , & [otte , tra le quali e i fiore tan , * * £0B acqua . Dico- cuna altra herba piu grata di quefta tanto dico uerde , quanto feccanc fieno. \ veramente ai tuffo dolce, incanì- «o , che il ficco fi cava da quella diTarnafi.pereffcr molto copio ad humore. E J^^hefiZhor l’berbaje- ! bio del quale in ogni altro luogo del mondo s ufi per confilidare le finte afia eco decottione m no , & Ha , & impiaflrata : imperoebe ella leprefina dalle itifiammagiom . jlggmgon a , ^ ^ ^ & M#|e mele , & ni pongono tre parti dipepe ,dincen[o ,& dìmirrha ,& cuoconopojcn 9 hudella & £0»/cnj'cc'lii perildoloraeidentiZmacoledegliocchi.Cottalaradicenelu^ Lnaritenuta,& ali-ulcere della ue[aca,& rompele piene .Il [eme pmioca,^^ nomiti , & iflufii di corpo. Quella , che ha ne t firn [armenti [ette interno tj , effi J p ^ djta ; fc taui [ufi . Menni nefiriuono tre fietie difiinofi , per bavere eUa neU^ommUÌ‘[f’ | èlitra fi lefrondifilM lifiLL,ofiperilna[oper[arneu[cireilfingue,&qucnafie^^ li al [empreuwo.&ufinla di mettere con grafica nelle enfiente de team > t appiicataU ( malignità dell’ ulcere conofiue : ma mefia intorno alla tefia nfiagna il [angue e [ .IL fionda»! f Cramizne .Et però fi può agevolmente di [cernere , che quella di Babilonia, non nafee m Italia fimi 1 ^ Nel quarto li£>. diDiofcoride. i o GRAMIGNA. [ma ncfia u minime, & fin uolgare della prima frette : & parimente quella, che produce nella [ommita de ìfuJB quel, dita , che fi mettono nel nafo àpromeare il [angue , la quale chiamiamo noi in Tofiatia j Sanguinella ,■& altri Sanguinella ca hthimano Capriola , come dicemmo dì [opra trattando del Coronopo . Lslpn è da prejìar fede all opinione del l\ucl- del leoniceno , che fia quella il Coronopo [crino da Diofcoride : del quale particolarmente[crif[e Timo a X I X. tip- del x\l i. libro . Di quefta ultima [e ne [eminano i campi in molti luoghi di Germania , con quella diligenza , che fi !mnm tutti gl' altri legumi , per e fere il [uo minuto [eme , il quale loro chiamano Manna , in grande ufo de t cibi apri ptfoàùro . Imperocbe cotto ne i brodi ‘grafi delle carni ,nonè manco grato al guHo , chef fia il Rj[o , am} pareà n“bitBmtaggiol'auan\i . E'fime bianco come il fi[o,ma molto piuminuto del miglio, &del Tanico. Ha[ce Gramigna di , ”E&> 1 & frogliafi dalla [cor^a peftandofi nelle pile , come il [ano , ldor{0*& gl altri grani , che fi mangiano .La Già-, ama o. “i upoìiiTama[o di cui è qui la figurami diede prima à conofere il mrtmfifimo , & molto da bene Signor Incorno Gramignefai[ Umilio c ortufo , che per manti mai non l'haucua io ueduta . Scrife delle Gramigne Galeno alvi, delle [acuita de tedlGalmo. 1 0^4 Difcorfi del Matthioli S A "KG-V IN I L L A. i [empiici , cofi dicendo . Mangiaufi & radici della Gramigna , dotte fi ritrouino tenere , pemocbe poffcggon ta dolce m , come d'acqua, la quale ba in fe alquanto dell' acuto ,& dell’acerbo .E' queflaberbaalgul o • te acquea . dal che fi può ageuolmente giudicare ejfere lafua radice alquanto frigida , &fiecca : & mPer0^ t" fondare le ferite fanguinofc ,&frefchc . Ma l’berba impiagata noninfrigidifce troppo, per effercella n te bumida , &fecca . Oltre à queHo la fottilità ; & mordacità , che fi ritroua effere nella radice , è aerarne, y ^ benché foglia qualche uolta la fitta decottione heuuta rompere le pietre . Il firme dell’ima e di poco ita ore , / ^ quella di Tarnafo prouoca [orina , & rittagna i fluffi Jlomachali , & del corpo . E difèccatmo.a Japoreac Nomi. di Cottili parti compoflo. La Gramigna chiamano i Greci, tì'ypms: i Latini , Gr amen: gli Ma h g ’ Thel, Kel, 'Hegil, & Hegicn: i T edefchi , Grafia : li Spagnoli, Grama , & Gramcnha , i fraqcefi , ni Della Nel quarto lib , di Diofcoride, i o y y GRAMIGNA DI PARNASO, Della Siderite, Cap. XXXV, T A siderite, la quale chiamano alcuni Heraclea , produce le frondi piu lunghe del mat- •1— , robio, affai limili nella forma loro à quelle della quercia, ouero della laluia, quantunque li quelle minori, & afore . Produce i furti quadri , alti un palmo, & anchora maggiori, non ingrati " gallo , conalquanto di coftrettiuo fapore : fu per li quali per diftinti interualli (come li uede ne marrobio ) fono alcune rotelle : nelle quali è il feme nero, nafce in luoghi làlfofì . Le frondi hanno lo Wrtu di conlolidare le ferite , Lenza lafciarui nafcere infiammagioni . Di 10)6 Difcorfi del Matthioli Di vna altra Siderite , Cap. XXXVI. E' Vna AttRA Siderite, che crefce con rami alti due gombiti, & fonili; le cui molte fron- ti fono fintili à quelle della felce, per tutto intagliate nell’eftremità loro , & attaccate per lun- go picciuolo . E tòno dalle fuperiori concauità delle fue ali alcuni ramufcellilunghi>& lottili : nelle cui fommità è un bottone ritondo , & afpro : nel quale è dentro il feme , fimile à quello del- le bietole , quantunque piu tondo , & piu duro . La cui uirtù , & parimente delle fiondi , è di fal- ciare le ferite frelche . SIDERITE PRIMA. Della Nel quarto lifc . diDìófcoride. SIDERITE SE-é-O N D A Della terza Siderite. Cap. XXXVII. Die o n o clTere una altra Siderite,la quale parimente chiama Cratcua Heraclea,che nàlèc nel k mura, nelle macie, & nelle uigne : le cui numerale frondi procedono dalla radice , & ii.rafh fembranoà quelle del coriandro.I fuftifono alti una Ipanna, lifei, teneri, &d'un colore,, «ilei rollò biancheggia . Il fiore è rollo , picciolo , uiicofo , & amaro . Ha quella uirtù di confo-' Mare ogni ferita frefea lànguinolà . 1 spet i e di Sideriti fermi t ^Achillea , della quale feiHrà nel figliente càpìiòto, fitrouo io cornmtmorarfi T daHiofcoride ; delle quali fc ben dijjìglì non batter potuto aneli or a ucderc quella della feconda feetìe ; bolla iloti- i"l,a>‘lipoilwtutadìill'ccctllentiBimo medico, & femplidfia rdrifimo M.- Luca Ghiri. Male altreduc ho piu udite V V V V uedute. e^r l’intaglio d'intorno , come di quercia gono tutte t altre, note che fé le dumo . Simile adunque Meramente mi, par che fia quella , A ^ Jn(unofcìm ejfreffa la figura . Imperochefirajfomigliain ogni {ita pane alla Siderite 1 ’ ^ ritromU all'arido, & chela nafte molto piuM0 in l«°Shi humd‘ > che ne >Hm'mnClue tm . ■ & mfiimmenteptr aU'afcMto.&queJloèueramentecagwnecheiononardifcodafemarlapei d g , & Jafmtto, , che ho di mio HO ritrouato un altra pianta intorno Vienna, & malta luoghi • » S ^ la quale puntamente fé gli raffomiglia . Imperoche ha queflad gambo quadra , am f, ^ foglie piu lunghe che di Marrubio, & qmfi come di [alma crejfe, biancheggianti, in g ■ »ni Nel q uarto hb.di Diofcoride. i o jc, SIDEBITE q_v arta. tienilo -A fiori per Hfltnti infermili attorno al gambo come fi uede nel Marrobio , & apertamente nella qui imprefi- fer'ntomomh‘'‘t‘fi‘mam;nte dentate, & lifeie nella loro fuperficie . I fiori produce CjiI|'ftoru,{c del fuflo /pienti ( nonfmili à quelli della camamilla , come ne ifiuoi herba, fi la dipinge il Fucbfio ) d'aureo mmi' ^ •‘fdinelmaturarfi fi conuertificono in leggerifiima piuma, & fette uolano all'aria, yfanla i chirurgici Tede- VVVV 2 fichi io 6 o Difcorfìdel Matthioli V I R G A A V R E A. rchMemndedeUeferit'interiorìr&deUeWole,&parimntem^ no) è mirabilUfima per confoliiare .LodoUa Arnaldo da Villanouaper cofia mirabile a fare or pietre delle reir , manon però da altri , che da lui l’ho ridata ferina Quella «> pietre delle reni : ma non però da altri , che da lui l’ho ritrovata ferma .£ucj a cuti J V ulceratimi & ui^' fi del corpo . il che non fa meffa ne i crineri . Lauandofi la hocco, con la decottione, u g fi _ ^ ritona- bilifce i denti fmofii . & gioita gargari^ata alla febirantia , all infiammatone e fauc'’ aJea. Sono alami d>‘ do pure alle Sideriti , dico , che quello della prima /pene non può m modo alcuno effe g _ Ttraochc uogliono che la noflra -pimpinella fu la terga Siderite, conia opinione de i &*•’*" . ymia à modo iipenM non ha ella foglie di Coriandro , ne nafeono intorno al gambo ,ma ne i picciuol ■ g * > ,&co- > È 'rancho perche hai gambi duri ,& non teneri,- ne fimo, fino, fiorane ^fj^endo.L neramente la Sidcn'1 erìti [cótte ftrettiui . Scùffie delle Sideriti Galeno aU’v III. delle fhculta de i fiempl , rj jia Ha mpoco del una certa frutti afterfma : quantunque firn eUa per lapin parte burnita, & mediocremente fi g Sr(»i«o* Ne! quarto lib. di Diofcoride. io^i tedilo :& imperò faldate ferite , &• uifrohibifce le infiammagioni . Quefiotutto diffe Galeno, fcrìuendo folamente e0a fola Siderite, ma di quale delle tre intendere egli, malageudlmente fi può determinare. Chiamano i Greci la Nomi siiaitc, SJty ms: i Latini , Sideritis :gli ^ ir ahi , Sidrichis . Dell’Achillea . Cap. XXXVIII. LA ica i uea, la quale chiamano alcuni Achillea Aderite, produce i filiti lunghi una {pan- na , & qualche uolta maggiori, quali di figura limili à i futi : circondati da minute fiondi , inta- gliate minutiffimamente per trauerfo , come il coriandro, di color ralligno, arrendeuoli, di , molto medicinale, &non ingrato odore. Produce nella fommità una ombrella ritonda, di bian- chi,di porporei , &di aurei fiori . Nafce in terreni graffi , & fruttiferi . Trita la fua chioma , & im- periata , falda le ferite frefche , & le afficura dalle infiammagioni . Riftagna i Aulii del fangue , & ACHILLEA. liiì VVVV 3 pari- m 'ISm Ali io6 Difcorfi del Matthioli parimente de i meftrui applicata di fotto con lana: & imperò lèggono nella fua decottione le don- ne , che patifeono il Bullo della mpdricg . Bendi anchora per la difenteua . ■ r T7v7 gannansi » m„mmemetmticoloro,chefipenfam,chefialMh,UeatlMtUefogUoUfuale.Temoche dfanì ea* T Lio ( come piu diffufamente diremo nel procedo di quello libro al coitolo dello Stratm ) non produce fiondi h- Eta di alca. 1 rju al fiandre , mafimilià penne d'uccellini, Me minut, finamente . Et fé ben fi ntroua , che Mille ni' fogldproducnbornl'ombrell^ defoglio & l'achillea fieno una cofa medefma.Vereiochenon intende .ned, ce D,ofconi( come fi , Jell, o)ck produca l’ Achillea il fiore hor bianca >h*r porptreé-t^bora palla-: vuebt la fua ombrella fia uanatad, tutti queft, ^colori TJ alce in Toftauauna punta, & parimente nel conudod, Gonna nelmnte Saluatmo .confali, lungbum .0 gombitoPfogliefimili al coriandro , di odore alquanto grqUetto.ma non pero noiojo : con ombrella marna ritonda , eir Loia di colore che nel bianco porporeggia, ma però tutu puntata di mmutifimcpunti gialli . Qtfeflahofempre tem- ampm . rL0„Crò da cotale opinione, fin che non mifia dmoftrato dira punta , che pm ummrn- tc Hi rapprefenti l’Mhidea fcritta. da Diofeoride . Ma tbefia l'achillea il nojlro Millefoglio ,ha fatto credere à cojlo- c™ratPr * rao del XXV libro dijfe .che! Mbillea fi chiamai da i Lami Millefoglie . Ma per quanto fi cendoZadiconoaÌum,xhelauerJchiUeaproduccilfuaoce^ ErrorediSera- LL L/Ì^er,Pio»o fondite ) il ficco rofro limile dfangue . Sangue di drago , benché d, qtiefio errore fi pofra datela colpa aUmterprcte. io ZJoche LfcMenon faine MchiUea facciali f^ crime del commi, ne ufo , ma gomma & liquore d'm ceno grande albero d J finca . In luogo del quale e fucccfro quello , che per [angue di drago fi acide contrago , falf, ficaio per tutte le frenane , con ragia , [angue di cocco [orbe /fe- erie - cìjjmnie diri mefcugli . Scrijfe Galeno delUcbillea infime con la Sdente attv 1 1 1 . delle jùcultì de , [empii- ci cofi dicendo .Sono anchora dami, che chiamano Achillea Siderite , per e fere nelle mrtufue p la quantunque fia ella piu coflrettiua . Et imperò per rMagnare il [angue , la difentcna , e Iflufro delle Nomi, aipropofif. L’MhiUea chimmoi Greci, Latine, MkUea.-gl, Mah , Demdocbotten : ,1 fucco &U ’ pianta ,Siclmis,& Egilos . pione. Achillea fcrit- ta da Gal. Del Rouo . Cap. XXXIX. I L rovo da ciafcuno conofciuto, ha uirtù didifeccare , & di coffrignere : fa neri i capdli-Ia decottione de i ramibeuuta riftagna il corpo , & parimente i Buffi de le donne : ; ™ del nreftero ■ fortifica le gengiue . Le fiondi mattate giouano alle idee e della bocca, & rame delpreltero rorcinca g s r,no.che menano:&a gli occhi, che pendono m capo,che&menano;&à fuori . Impiaftranfi le fiondi in fu le pofteme del federe , & finalmente in fu 1 hemorr ^ - ^ quandt fono meze mature , riftagnano il corpo . Il che fanno parimente i fiori beuuti nel nino . 4o Del Rouo Ideo. Cap. XL. Q Vesto Rouo è fralmente chiamato Ideo, per nafeere egli folamente in l /ro del primo già detto, & armato ai minori : "inftratoconme- u&o i>a ogni cofa , à cui uaglia il fopradetto . Oltre a ciò gioua ilfuo fiore impmft atm co_ ^ le alle infiammagioni de gli occhi : fpegne il fuoco facro . Dafsi a bere con acqua n lo ftomaco Roui , & laro hiftoria. T n_ov I fono uolgarifiimc piante , & di diuerfe fretie , come ben ferme Tbcophrafloa x\ i * 1 pe m 5 T libro . imperocbc alcuni crefcono in alto, &s mgro frano : alme m. lappano alle ftep ,& g . ^ ^ uanno ferpendo per terra, & radicando .come fila gramigna ,&pero eh, amai, F,m km,he quadrate eir uarij modi crefcono . Q,,elli adunque che nafeono per tutto nelle macchie , cT nelle fi pi f * , ^ JJ- nc d acute ,& arroncinavc pine . vai uiun 'Me.»»» . t Erbio per 'lecuicime nafeono tre foglie ritmile , & appuntate ,non difiìmili dai quelle ^y^ofcelli raceM0!’ > tutto nel dorfo frinofe , di fine afaipicciole , & piegate m ama . E anno, fiorini fornmm * ^ ^ ^ ^ Rouo Ideo Se fua hittoria. tJTÌlf/llC cl uc titoli viv ^ & biancheggianti ,dai quali nafeono poi le more . Hanno le radia lunghe , c^e^ '^c^r^ficpirm^i « larramirna. Mail Bjuò chiamato Ideo dal monte Ida ,doueperauuenmauf g l rhr molti ne ne fono tut- ammonti anchora . Imperocbe in Boemia non folamente fi «ede in alcuni monti men0 figldo dell'altro ■ ( ti ricoperti di quefti foni , ma anchora trapiantato ne gli horuperuaghc^a . R , , è mfrW •' Or fi, le foglie piu larghe , piu morbide ,& pii, moli,, & le uerghe fragili ,& , IP t _ Tenioàìl[mopn I fiori & i frutti fono fimili alle more dell altro , ma fono pero differenti &nel color ,0 J P mertj Nel quarto lib. diDiofcoride, i o 6$ tàwiydolcigni, cofirettiui,& con una certa fciapite^a giocondi : Beffeggiano continuamente , & mai cimentano neri , &fopra l roffo biancheggiano, come fe f uff ero carichi di rugiada.Chiamanfi nella ualle . Anania , & per tutto il diflret- Ampomele, todÌTrentoMmpomele,&fe ne mangiano come lefraghe.Sono oltre à ciò gratti fiime àgi' or fi, Il perche fono molte uol te c<*£!'0He di condurli nelle mani de i cacciatori:^ mangianfele anchora i p attori che guardano ne i monti le pecore , & h capre. Credefi il Fuchfio ( come fu detto anchora di fopra neiprimo libro nel difcorfo del ligufìro ) che le more de l{p- ni fieno i y acinij. Ma perche non mi piace ffe la fua opinione , fu ampiamente detto in quel luogo , doue fu prouato , che i ^ V Acinij fono fiorii & non frutti . F ecementione de i Poni Galeno alvi- delle fdcultà dei femplici ,cofi dicendo. Le ' 1 Fendi , i germini , il fiore , il frutto , & la radice de i I\oui partecipano tutti non poco del co frettino , ma fono differen- te: tu. nquejìo, ciò è, che le fiondi tenere ,& nate di poco , hanno in fepur affai dell' acquofo ,& poco del coftrettiuo : & 1 mdcfmo fimilmentc dico de i germini . Et imperò quando fi manicano , fanano f ulcere della bieca, & poffono ancho- u COnf°lidare le ferite . E' il temperamento loro compofio parte di frigida , & terrea effenza, & parte d'ima acquea te- VVVV 4 fida io<3 4 Difcorfi del Mattinoli ROVO IDEO. Nomi. fida . Ma il frutto , quando è maturo , ha non foco fuoco caldo temperato : il quale è nel to . La onde & per quello , & per un poco dtfapore coflretttuo , che fi nirmi '"ftf0’ £ ^ afeccamo Xmo mangiarlo . Quello , che non è maturo, ha infe pur afai del terreftre : & pei quefro eg » f ■ & l’altro fi conferita, fecce , &fono cefi piu ualorofi , chefre/chi . Il fiore ha lamedefm f\, fi djfi>ftifiu. & però uagliono amendue nella difenteria , nelflufo di corpo, & ne gli futi ‘ jjr0,„pere le fie- re . Laradice oltre all’ e fere coftrettim , ha infe non poca, ftijlampt, fiottile , per tur u ? J & ;s wre , tredeUerem. Chiamano il *o»0 i Greci .W« :& le fite sfrutto, W«- Mora rubi . gli Mrabi, Buleich, & Haleicb . i T edefehi chiamano la pianta , Bramai , & \ her,& Kratifer . li Spagnoli la pianta , Car\a . i trance fi , Idonee . Nel quarto lib. diDiofcoride. 1065- Della Helfine. Cap. XLI. LA h e l s r n e cognominata ciflàmpelos , fa le frondi fimiii all’hedera , ma minori . Sono i Tuoi rami Tortili , con i quali abbraccia ciò ch’ella tocca . Nafce nelle fiepi , nelle uigne, & nel- l ‘biade . Il fucca, che fi (preme dalle frondi , purga il corpo . . tqu e' neramente inmodo alcuno da dubitare , cheta Helfine nominata cififiampelos, cioèuìtehederacea,non |\| rtauna jbetie di Conuoluolo , onero Volubile . Maquale ella fi fita, non fi può ageuolmznte determinare . Ture il di- I ” re Diofcoride, eh' ella fu le frondi fimiii all'hedera, ma molto minori : i rami fiottili, con i quali abbraccia ciò eh' el- la tocca : & che nafce nelle fiepi , nelle uigne, & nelle biade ; pare che dichiari , ch'ella fìa quella > che ne i campi s’auol- ttorno aiie biade , al lino ,& ài legumi , & nelle uigne à pali , & alle uiti , la quale noi chiamiamo Vilucchio , & infili Trentino Minatola . Quantunque non manchi chi uoglia , che T Helfine jia quella pianta , che sauolge attorno Helfine , & fua elfamm. Opinione di al cuni. HELSINE. j o 6 6 Difcorfi del Matthioli alleftepi , che fi. i fiori bianchi à mio di campanelle , poco minori de gìgli . Quella chiama Tlinio Conuolmlo al v. ca- po del xx I . libro , dicendo , che la natura imparatici à farei gigli, quando ella fece i fiori ielC munitalo . Chiamano al. ami quello fiore ( come ingannaniofi fece Senio Grammatico) Ligufiro.ma fette dimoftrò l errore di fopraalpo- HelCne (irta prio capitolo nelprimo libro . Scriffe delCHelfmebrcmmcnte Galeno alvi, delle ficuid de fcmplici.cofi dicendo > daGal'N ■ l’Melfiw chiamata ciffampelos , ha uirtU di digerire . Chiamami Greci la H tifine citfampelos multa*,?. I Latini, Uelxtme ciffampelos : gli Mabi , Mfii : i Tedefchi , Alitici tmind : li Spagnoli , Campanelayema , Deliziatine. Cap.: XLII. LA elatinf ha frondi fimili all’helfìne , ma minori , pelofe,&piu tonde. Sono i fuoi ra- n mufeelli fottili , lunghi una fpanna , di numero cinque, ouer fei , pieni di frondi dalla radice in fu , al gufto coftrettiui . Nafce era le biade , & ne i colti . Gioua à i flufsi , & alle mfiamma- ELA T INE. Nel quarto lib. di Diofcoride. jo 67 NVMOLARIA. SOno alcuni y che uoglionoche la Elatine fia quell a pianta, che chiamano alcuni moderni T^umolaria . Et a tr 1 ito- lliono , ch'ella fta quella , che noi chiamiamo Solbafirella , & "Pimpinella , di cui el ufo per le infalate • Ma in uno iPe>' dirne quanto io nefento ) non mi piace ne luna , ne l'altrd opinione . Imperoche parimente la limolai ia non] a kfandipelofc , & non nafte nelle biade , ne in luoghi coltinati , ma per il piu nette rinè de foffi , & maffimamente oue 1 tewenofia humido. jlppo ciò la Pimpinella fh molti piu ramuf celli , chefei , tuttifiratiper terra , & ha le fuefron 1 io "lleper tutto all'intorno intagliate, come ma fella . il Rollio dice , che in Francia la chiamano I{apifiro : & che 1 mi - lfufmo il uerno nell' infalate in cambio di rap ondali . Mafe apprcjfo à i Frane e fi il\api!lro è quel medefmo che noi~ c lmiMo B^pafiretto , io, fo per co fa certa , che non può in modo ueruno e fere l -Platine . la quale fe nafea , 0 non na Difcorfì del Matthioìi Elatj'ne fcritta da Sai fca in Italia , non fo però affermare . Scriffe Galppo q.1 v \ . d$lle fhcidta de [empiici } cofi dicendo . La alatine poco infrigidire , & è poco coflrettiua . CbiarAaifo f'Grécil Eltitirie't farm: i Catini, Elatine ; gli strabi , Jìtbift • Dell’Eupatorio s Cap. X LI 1 1 . Nomi. LO evpatob.1 ò è herba foka : & produce un fol fufto , legnofo , nereggiante , dirito , fot- i - r. i Q, ^..-.^.1 mi orrtr\r<>* » fìi npr il rmolp-ionr» lo frnndi EVPATORIO C iiciua iUAUi . lx piuuuee u» 5 a A wbb . ^ 1 tile 3 hirfùto , lungo un gombito, & qualche uolta maggiore : fu per il quale fono le fiondi di {tinte per interualli , limili à quelle del cinquefoglie , ò piu pretto del canape , diuifsin cinque , 0- uer piu parti 5 nereggianti -, & dentate per intorno . Il {ème nalce dal mezo del futto in i 11 , pelofo, pendente uerfo terra, & appiccali quando è fecco , alle ueftimenta . Le fiondi pelle, & applicate [0 con tratto di porco , medicano {ulcere , che malageuolmente li confolidano . Il Teme , atteramen- te l’herba beuuta con uino , conferifce à i difetti del fegato , alla dtfenteria , & à 1 morlrdelle fer- Nel quarto lib. di Diofcoride. 1069 pi Chiamano alcuni , errando manifeftamente , l’eupatorio argemone : imperoche quella , come Subbiamo dimagrato , è di gran lunga diuerfa dall’eupatorio . Pj^h n d o n o alcuni , antf quafi la maggior parte degli (penali , per l'Eupatorio ma certa pianta , che nafee El,pat0r;0 & nelle riue delle acque ,&ne gliargìnide ifofii alta fino dtre gornbiti : le cui fiondi fono , quantunque maggiori , fua dìam. ’ , .Ifnnbreudi à quelle del canape , bianchicce , pclofe , & al gufo amare . Il fuHo è rojsigno , tondo , folido , & pe- I é • intorno al quale , ouc nafeono ir ami , fono molte concauità d ali .Tslafcono i fiorii modo d’ ombrella aperta nella Immiti de i fi‘fi> • di colore incarnato , & quafi come quelli dello origano nofiro ( quantunque falfo ) d’ Italia , i quali I mtiaarfi fi Jpiumano, & fette nolano all'aria . La radice , da cui affai altre molto piu pìcciole germinano , è inutile, 0 il ninno ualore . Et quantunque fappiano, ebeì nero Eupatorio de i Greci fta quella pianta, che noi chiamiamo s Igri - 10 1 mùthcom chiamammo anchora alcuni al tempo di Diofcoride ; nondimeno per non ufeire del loro antico trotto , ma- EVPATORIO COMMVNE. 1070 Difcorfidel Matthioli POTENTILLA. Eupatorio di Auicenna. Eupatorio di Mefue. leuole feto Infoiano pervadere per l’ufc o delle compofittom tratte da i Cuci . . fio . I» l Eupatorio loro , il quale è quello ifteffo , che deferme auicenna ; tufo o pere le firn delnonaicro, ben certo , che per quanto ne -mitra l'amaritudine delle fondi, & l aromatico odor mm fcfò li' aprire l'oppilationi , & nell' incidere igreffi, & uìfeofi bumon, non può eg i efferef * „ nc j/jfcri del iffo io affermare , chefia il uero Eupatorio de i Greci: ne manco, che fi rttrom fo o . Jr^felfarneW il i antichi, fe non in Auicenna . quantunque ( come a baflantfl dicemmo ne fa™ j dall'uno ,&i‘U uellio.chePal'HidrotepediDiofcoride. Oltre d do litro de i predetti. Tercioche produce da ma radice piu fuftì , con fiondi finali rimile à quella deltbiHùn- , tomo : i fiori nella cima de ifufii , gialli , & lunghetti , comporli ,n donnenclui - . Quefio chiamiamo noi Sanefi berba Giulia, la quale per uccidere luermint t nf „ ^ BCjfe CW- ibianco.&dannonepofcialamattinaàbereàfancmllimeqpbicchiereconmirab j II • V yogurt Nel quarto Iib.diDiofcoride. 1071 rn(. & pSr mio giudichi è egli il nero Ager atofcritt 0 in queflo iJleffo libro da Diofcoride ; perciocbc in ogni fuafem- hr raffomiglia * eiuantm(lue non Manchino di quelli che difcordano dalla mia opinione , tra i quali è l’eccellen- Z Carini , il quale ba contentato tutto il trattato de i [empiici folutiui di Me fue . Ma fe babbi egli bene , & dili- Opinione dei internate effeminato l’Agerato lo diremo di fotto doue al proprio capitolo faremo il difcorfo noslro . Ma in quello Marini non ac ^ Ouoglio ammonire i lettori , che Uoglino diligentemente rimirare la figura che per t Eupatorio di Me fue trapiantò ceccata* al le i nofiri ne i fuoi commentari , il che facendo loro, conofceramo ageuolmente, come fi fia ben egli efer citato nel- MJloria , & fatuità delle piante . Imperoche non trapiantò egli , dal noHro Diofcoride l'Eupatorio di Mefite fia cui fì- ali ufupoft* d* n01 ne^ caP^°^° dell’ Ager ato al primo luogo , chiamato da noi in Tofcana , Herba Giulia , ma un'altra géodiueffe chiamata da noi Ager ato fecondo . E' co fi alle nolte interuiene , che mentre che uogliamo coltiuare gl' dl- 10 triti giardini , ci diamo della gappa in fui piede . Dì qui adunque imparino coloro , che feguitano gli Arabi , come bah - ìhw à preparare i medicamenti , ritrouandofi tre diuerfi Eupatori 'j . Fa loro di bifogno, che ne compofiti di Mefite met~ tm il fio: l'n °iue^ ^ geenna , il fino : & in quelli di tutti i Greci , l'Agrimonia , Ma uoglioperò auertiregli fietict- Errore «jeiCor li chc.11011 uoglino in que fio fieguitare il dijpenfario del Cor do: per fcriuereegli contrala ueritàf per quanto portali do. Iff: ,rjKditio , faluando fiempre la pace fiua ) nella compofitione delle pilule aggregatine 3 & parimente del firopo d'Eu- MoriO) che per f Eupatorio di Mefite ui fi debba mettere la Grati ola , chiamata da altri Gratia dei, Imperoche que- fta oltre al foluere del corpo , che fii ella con non poco trauaglio 3 non ha conformità ueruna con quello 3 ne nelle fem- hhrc , rx manco nelle fhcultà . Imperoche per foluer ella con grandiffmo impeto 3 & difturbo il corpo 3 indebolire non fioco il fegato , & l' altre membra interiori . Ma per tornare all'Eupatorio comune 3 egli ha neramente uirtù da non firfm beffe , imperoche ficalda , ajfottiglia 3 afierge 3 taglia 3 & apre . Tefianfi le foglie 3 & cauafene il fiucchio 3 del j^0110 comu jo fale fecco al Sole ,fe ne fa T rocifci 3 i quali fono utili in molte cofe nelle medicine . La decottione dell'ifieffo beuta 3 & parimente il fiucchio uale à tutti i difetti del fegato caufati dall' opilationi ; Il perche fi danno utilmente nelle hidropifie 3 nell enfiagioni uniuerfali , nel trabocco del fiele , & nelle oppilationi , & durctpge della mil\a.Dafi il fiucchio à bere con profitto grande per le pofteme fredde 3 dello ftomacho 3 nel che è parimente buona l'herba impiafirata di fuor e . Gioua la lecottione dell'berba allefebri lunghe 3 & flemmatiche caufate dalle oppilationi . Trouoca la medefima i meflrui 3 & piarifce la rogna , & il prurito , & maffimamcnte cotta con il fumujìerre nel fiero di capra . Tfel che il fiucchio è molto pimialorofo , il quale beuto molto naie ne i principi] della Lepra . I fiori fanando applicati le ferite 3 & l ulcere 3 &fa- ccnioftfm coni' herba fecca fi fcacciano tutti gl' animali uelenofì . Dicefi effer Rato conofciuto dai cacciatori 3 che i 1 Cerili feriti dalle flette fi fanano pafeendofì di que fi' herba. La quale fi conuiene utilmente alle pecore 3 & altri animali I qtuidrupcdi per la toffc , & per la strettura del fiato 3 & però fi da utilmente à i caualli bolfì , & addolorati . il fiucchio *0 dpefodidue oboli prefo in pilole , ammala i uermìni del corpo . L’ifiejfo fatto difiefeo fi ongc commodamente con fa- Eupator!o fcric le, 6- con aceto per cacciar uia la rogna , Fece dell'Eupatorio mentione Galeno alvi, delle f acuità de femplici 3 cofi to ^Gal. imdo.L'berba dell'Eupatorio è composta di parti fiottili, & ha uirtù fuori di manifefìa calidità d’incidere 3 & di inori - Uficm . la onde apre , & netta le oppilationi del fegato : al quale gioua anchora fortificandolo con una certa. parte , .f bebadel cofircitiuo . Qitefio tutto dell’Eupatorio fcriffe Galeno, F^affembrafì non poco nelle fattele fue all'agrimo- Potentina , I n aquila pianta , che molti chiamano Potenti l la. quantunque produca ella le fiondi pelofe 3 uerdi difopra 3 J’jV oru> ■ fruerfo terra bianche : & ifufli 3 chcfc ne Hanno per terra , come quelli della pelofella : con fiori la fiate di color d’oro3 limili à quelli del ranuncolo, che naf cene gli h orti 3ciafc uno attaccato da perfe al fino picciuolo: la radice di fuori è rofii- di dentro bianca.Vafe lungo le Rradc,& in luoghi Umidi , E tutta la pianta al gufo ualorofamentc coflretti Mj&difcccatiuài & però fi può dire 3ch 'ella poffa ri fi ugnare i mesìrui,& parimente la difentcria , & tutti gl altrifluf- pfiddcorpo. Il che ( come dicono alcuni )fa ella mettendofi nelle f carpe fiotto le nude piante dei piedi. Daffi utilmen- te à bere negli fiuti del fanguc 3 & naie la decottione dell'berba fatta nel uino 3 & beuta per i dolori di fchena , & di corpo . La poluerc della fecca beuta con la fua iRejfa acqua lambiccata naie ne i flufii bianchi delle donne . Isfcl che ope- umggicrmcnte dandofì con coralli , & con Auorio polucri\ato . Lodanla alcuni molto nelle rotture intefiinali , cofi tifatane i cibi , come nelle beuande , Confolida le ferite 3 & parimente l’ ulcere , & fietialmcnte quelle della bocca 3 & Mie membra genitali . Tencndofi in bocca la decottione fatta nell'aceto , & lauandofene ferma i denti fmoffi , & le pigine rilaffate } &fana il dolore de i denti. Gar garbata con almne riftaura l'ugola cafcata . E co fa neramente mara - ùgliofa, cbeicgata in fu le palme delle mani, & fiotto ìepiante dei piedi 3fiegnc il calore di tutte le febri . Chiama- Momj. no i Greci l' Agrimonia , z'vucnuf>nv> & hV^ts/p/w; i Latini 3 Eupatoriu7H3& H epatorium : gli Arabi , faf it 3Cifit Ctfetb Tedefchi 3 Odemenig : gli Spagnoli, Agrimonia : i Francefi , Aigr emonie . 50 Del Cinquefoglio . Cap. XLIIII. IL c I n QV E F o G I- 1 o hai rami lottili , come fiftuchi , lunghi una Ipanna , ne i quali è il Teme. Sfrondi fono limili à quelle della menta, & inciafcun picciuolo nefon cinque, &rade uolte piu, dentateper intorno. il fiorcnel pallido gialleggia, come di color d'oro. Nafce in luoghi acquaftrini , & appreflò à gli acquidosi . E la fua radice rofligna, lunghetta, & alquanto piu grò C- fideU’helleboro nero : la quale è utile à molte cofe . La decottione della radicebollita, fino che fe- neconfunii la terza parte , tenendoli in bocca , mitiga il. dolor de i denti : & lauandofene la bocca uifermal’ulcerecorrofiucclenifcegargarizata l'alprezza della canna del polmone: gioua alla di- fentcria , & altri fluffi di corpo : beuuta conferifce alle fciatiche, & altri dolori di giunture . Cot ta nell’aceto , & impiaftrata , ferma l’ulcere lèrpiginole : rifolue le fcrofole , i tumori , le durezze , le pofteme , le enfiagioni : & fana il fuoco facro , le reduuie delle dita , le pofteme del federe , & la ro- & XXXX 2 gna. Difcorfi del Matthioli C I N QV EFOGLIO. gna.il fuoco cauato dalle radici , quando fono tenere ,ualeài difetti del fegato , & del po > & contra i mortiferi ueleni . Be uonfi le fiondi con acqua melata , ouero con uino poco di pepe nelle febbriperiodiche : ciò è nella quartana, quelle di quattro ramuiceUi. n • zana , ditte: & nella cotidiana, dun folo . Beuute le medefime fiondi trenta giorni cont h|j(. pano al mal caduco. 11 fucco delle fiondi beuuto alquanti giorni al pefo di tre ciani, gì ' In - fimamente al trabbocco di fiele . Le fiondi impiaftrate con mele , & con fa!e uagUono a t ^ & alle fittole : & giouano alle rotture mattinali . Riftagna il cinquefoglie 1 flu. 1 » j; ;n. to beuuto, quanto applicato di fuori. Cogliefi finalmente perle purgatiom de i peccat , p o cantefim.i , &per la caftimonia . '■ Cinquefoglie , ^ ('jmvNH.VE ferina Diofcoride duna fola frette di Cinquefoglie) ; nondimeno d) qMttr o enJn lieggja qualche ‘ dice egli ) flato Veronefe. Ma non per quello lafeiaro io d, riprendere luno 6 * Ir ^ forgici Te- Dilptnfia’ pianta di Cinquefoglie , che producale fraghe La quarta fifictie fi comengmle AeTchi nelle beuande delle ferite mtrmffche , delle rotture , & delle fiftole , É in i c«- i°7f Nel quarto lib. diDiofcoride. FRAGARIA, confolide . Ma è dafapere , che quefta Sanicola non è quella pianta , che produce pur cinquefoglie , eH? ar adice bianca congrande arte intarlata dalla natura , della quale dicemmo di / opra al capitolo del Simphito : ma di gran lunga lon- tdna . Scrijfe del Cinquefoglio Galeno all’v III. delle f acuità de [empiici , cofi dicendo . La radice del Cinquefoglio dificca grandemente , & non è punto acuta : & però è ella molto in ufo , come fono tutte quelle altre cofe , che ejfendo compofle di parti fottili , difeccano fen-ga mor dicare . E adunque quefta radice difeccatiua nel ter^o ordine , rie ha alcu- ni calidità , che euidentemente fi poffa conofcere . Ma hauendomi il Br rifattola ridotto qui a memoria le Fraghe, non ho uoluto che'l noftro giardino ne retti fen\a . Et però dico , che la Fragaria fi può conftituire , per gli efrcri- to > che fe ne ueggono 3 frigida nel primo ,& [ceca nel fecondo ordine . Quefta confondale ferite, & parimente de nicerc : riftagna il [angue , i mettrui , & iflujji di corpo : prouoca l'orina , & conferifce alla mil^a . La decottione tan- t0 della radice , quanto dell'herbagma bautta alle infiammagioni del fegato , & mondifica le reni & la uefcica . La- XXXX 4 uan- Sanicola. Cinquefoglio fcritco da Gal. Fragaria, & fua hiftoria,& wir- tù. 1076 Difcorfidel Matthioli E V FRA G I A. uandofene la bocca conforta legengiue , ferma il catarro , & i denti fmoffi . Le Fraghe p 010 tre a e - dettoli la Hate ne i cibi , conferirono à glifiomachi colericbi, & fpengono^ lafete . il loruino me lca - jeiuifo . la faccia , & chiarificagli, occhi , quando ui fi mette dentr 0 : & fpegneui l infiammagioni , ijccc ^cefi Eufragia,& Tua Tfon manco mi pare di lafciare di dire della Eufìagia ridottami bora a memoria dalle Fiag e , qmn ^ ^ ^ej-ce hiftorja,&uir - fe Dio f cor idee on gli altri Greci fittìi fucceffori . Et però dico , che la Evfrag I a e una et e > ^ _ift0Jlit~ r 'immunemente all’ altana d'un palmo , con creffie , & minute fiondi tutte per intoi no fot t 1 m*n * traigli he , & alquanto amarette . produce ifufìi fiottili, & rofiigni : & ifiori di color bianco , c eni_ _ . . loddfirnol - ] elporporeo: & rare mite fi ritroua l'Eufiagia fiorita piu pretto, che nel fine del aj ate è necejfiano ufi* . tiche lo to tanto mangiata fiefea, quanto Jecca per tutti gli impedimenti, che offuficano 1 uc e .p . . rreconie altre la lungamente ne i cibi . Sono alcuni, che al tempo dellauindemia nefannoil nino, come ji Nel quarto lib.diDiofcoride. 1077 (jti'fc di citi fcr'uwdo . Arnaldo : ti nino dell'Eufragia ( diceva ) fifa ponendola nel moflo . L’ufo del quale fa ringioueni- jj occhi de uecchi, & lena uia ogni lor difetto , & impedimento in qualunque perfetta di qual fi uoglia età , quando pò fi caufìno tali difetti da materia frigida ,& graffa. Etfappi, che fono Siati alcuni quafi lungo tempo ciechi , & con L, t menomo di quefto nino fi fono pofeia ralluminati . £ queSìa herba calida, &fecca : &per ifretialdote della na- puonfaifee àgli occhi. Optando la fùapoluere fi mangiam tortelli di tuorli d'uoua, onero che fibeue contano, fai. tuicfmì effetti . Et noi babbiamo teflimoni degni di fede , i quali nonpoteuano leggere fetida occhiali, & con l'ufo del- leffero pofia fetida e/Jì ogni fottilijjìma lettera .Tutto quefto dijfe Arnaldo. Chiamano il Cinquefogtioi Nomi. end, n tnóttoMf. i Latini , Ouinquef olimi : i T edef Uhi , Vueisfunf , & Cinger kjaut : li Spagnoli , Cinco en rama -. i ftacefi , Quinte furide . io P H E. N I C E. 1078 Difcorfidel Matthioli Delia Phenice. Cap. XLV. A p h b n 1 c h ha fi ondi d orzo , ma piu corte , & piu «rette : la fpiga fimilc al loglio : 1 fufti lunghi fei dita , che efcono d'intorno alla radice , con fei , ouer otto fpighe . Nafte ne 1 campi , ^ & ne i tetti fatti di nuouo. Beuuta in nino «ittico, riftagna 1 fluffi del corpo, de meftrm, &del- tprina . Dicono alcuni effe re buona per nftagnare i fluffi del fangue, portandoli addoffo muoltam lana rolla . L cflim la Tbenìce in Tofcana doglio [duina : & nafte communemente nelle utile lungo alle fi, aie, in „ .uè, .. j.n~ ninreoride.Tlinioalxxv.cap.delxxu.lib. dille , che da i Latini i cbiamam la -yuemee 01 ut- < ^ yJ u,j , — «5—; -a < - - linfe . Copia no nafee m Gontu biffi Uimiterio di fan Francefco , dinanzi alla porta grande deUa eh, efa.& berne - . Utilmente veduta affaiprcfto à Pinegia in fui Lio, intorno alla chiefa tifandolo, & tn mo ktalmluoght. Urte- fottìi* J L 1 • » /• : «ii. Lrn«d«lltH «lUVIllMfll mumeme UCUHba UUUI vn-iJV u r a - , ' nicc chiamano i Greci , tM : ì Latini , Thcenix , Lottun munitimi , & Horieum munitimi . Della Radice Idea . Cap. XLVI. L A radice Idea produce le fiondi limili al rufeo : appreffo alle quali fono certi come pie- • 1: ,z-moUpfrpìlfìnvc.Laradiceèualorofanientecoftrcttiua,&conueneuole iroauce le rronai mmii miw. ----- i doli captinoli , da i qualiefce il fiore . La radice c ualorofamcnte coftrettiua , &conueneuole in osn/cofa , oue bilogni riftagnare:& imperò fibeue utilmente per li fluffi di corpo, &. dei - - - » ' i Ara 1 fononp III ugni G. . . . A mfcftrui . Riftagna oltre à quello tutti 1 Aulii del langue . Radice Idea & Tua eflam /--V TESTA Radice à i tempi noflri non fi porta in Italia , ne ritrono io chi fenua , oue ellamfca; quxntmqml 1. ’ C / cognome fuodmoftriejftrepianta particolare del monte Ida ò di Candia, odi Trota, cape fu foce >f detto del remo Ideo . Dimoftrane le virtù fuc Galeno alvi, delle [acuita de [empiici cefi dicendo. La n- ^pra detto del rovo Ideo. Dinwjtrane leuumjui vuiuluui, v i . r Radice Ide, £ dL è d „fi0 mlorofamente acerba: & facendone efferien^a ,fl ritrom manifettamente operare, fecondo ctF al* . ' , ? .c/rr/ifualiratadi fuon ,rifìa?naladife)iteiia,ijtiif- fcritta da Gal. 'CCTUu: icrjaiC/iuvjtnc cjjjgi contai yj‘ v»** i - ■ -nr UdimoHra *1 tutto , mprncbe tanto beuuta , quanto impiagata , & applicata di fuori riftagna la difiMcm,>^ p ' ' ” li, &rfogni altro luogo della perforici. La radice ld,cci chiamano i Gicci, » > Noni». Jt del fungup^dcl corpo , de i me flrui fifa i Latini, l\adix Idea < Della Radice Rhodia . Cap. XLVII. L A rad 1 ce Rhodia nafte in Macedonia , limile al collo , ma piu leggiera , & Peftandofi quella , refpira odore di rofe . Applicata trita in fu 1 fronte con olio rofado , stou al dolore della tefta . Radice Rho- dia,& l’uà efla- minatione. Ljl radice Ri, odia è conofciuta da pochi in Italia, quantunque agevolmente ni poffa eUanafcerc&mlm te A pennino , & in quel di fiato Angelo . Quella , che bolo piantata neìl'horto in Gonna, mi fu mania ■ c-A..: , J A.iir rrrplipnt.iRim.fi mpdim M. Vìetro Saliceto .quantunque l’babbiapofcia riti oliata p J * te ^pennino ,& in quel di fanto Angelo . lineila yCW no io piamaLa ncu ,jvi hv u ~ , rnh:nrrnd Stiria da Gramo dàUlccettemfìimo medico M. Tietro Saliceto3quantmquethabbiapofcia ritmata J f monteZi^ noU.Dicoadunque.chehKadieeAhodiaproducedafepiufuH,^ coabito , da 1 quali efcono le fiondi lunghette , appuntate .graffe , come quelle della portala a ,& per diventa rofiigna.U radice è b acquale grafia come quella del to quando è fiefia : via quando è [ceca , è leggiera , roffa d, dentro &fquamofadi fuor, ,■ Jkl 5° laturalifi'mo odore di rofe : da cui s ha ella acqui, tato u non,, • - - ■ ■ - • iatam , uacifima : mperocbe cavata ; * ripoBa ,fe non fi tiene in luoghi molto lecchi f ‘ Ja : fl fof. [Aito germoglia, ^àfie in monti alt, filmi .fafiofi, & precipito], , dove a pena ha in fu Ufi» fa attaccare . Impìàftrafi utilmente morata con acqua rofa, onero d, lavanda, fe.ond q ^ te , & m fi, le tempie per il dolore del capo. Corrobora il cervello con ilfuo giocondo fj tejUm- re in ogni mal di tefta caufato da qual fi voglia confa , per effere ella cmpoBa di qua, ta *'«£££ lk, , cof, Radice Rho- n.o Jj. >conil 9Mfc imita le rofe . Scrifie di quefta Radice Galeno all V I ’ ? ■ "* Ì f‘Ja iigcfii- GilenÓ? 1 Accado . la Radice Rhodia , quella cioè, che nafte in Macedonia , e compoh d‘t"^ ■ fa %aJe Rhodiaft^ Nom, ua.Fftaliianelfineddfecondogradoftalpiunelprmapiodclterrp. (biamano 1 Greci la RI. adicc R fila. : i Latini , Radix Rhodia : 1 Tedefchi , Rofen mrt\. (0 Peto Nel quarto lib. di Diofcoride. io 79, RADICE RHODIA. Della Coda di cauallo . XLVIII. NAsce la Coda di cauallo in luoghi acquoli,&perli folfi. Sonoifuoi fufti uacui, nodolì, pieni in le fteffi , rolfeggianti, & ruuidi : intorno à i quali fono le fiondi limili à i giunchi , fol- te, & lottili . Crelce in alto foprauanzando i uicini arbufcelli, onde pendono poicia le fue ne- rec“l0me, come una coda di cauallo . è la fua radice legnofa , & dura. L'herbaè coftrettiua : & Pa'o tiftagna il fuo lucco il lingue del nafo. Beueli con uino per la difen teria, & per prouocare l’o- 10 ffV* ^10n^' trite , & impiaftrate, conlolidano le ferite frefehe. Gioua la radice infieme con eAaallatolTc,àgliafmatia,&àirotti. Dicono alcuni, che le fiondi bcuute con acqua,con- 011dano le ferite delle budella, & della uelcica, & parimente le rottur e inteftinali . Di 1 ! O 8 o Difcorfi del Matthioli Cap. XLIX. Di vna altra Coda di cauallo i L-a l t » a Coda di cauallo è un fello diritto , ugnale, alto un Bombito, & qualche uolta mag- giore uacuo : le cui chiome , le quali Ita diftinte per interualli , fono piu breui > piu bianche * & piu tenere della foprafcritt?.. Quella trita con aceto laldale ferite , & ha le u.rtu medaune della prima. Code di causi- lo, & loro elfa- mùutione. Chiamasi la Coda di cauallo per il piu Cauta cquim.delU quale quantunque facci Diofcoride folamcntc fretie , nondimeno noi quattro ne conosciamo , come fi uede qm per le figure loro . Utiella della prima jfiene elm- I0 CODA DI CAVALLO PRIMA. Nel quarto Jib. di Diofcoridc< io 8i CODA DI CAVALLO SECONDA. "uno Coda di cannilo , per efferlcdel tutto fintile. 'Produce quefìa quafi nel nafeimento fuo un certo germoglio graffo, & tenero , fintile d una ghianda , il quale chiamano i noflri maremmani Sanefi Taltrufali . ufati da loro ne i cibila qua- , pìma cotti le fi nell' acqua , & poi infarinati, & fritti nella padella in cambio dipefee . Ma di tal forte qualche u>ttegliriftYÌngono il corpo , che cofìipandofi incorrono ageuolmente nel male ( come dicono ) del madrone . Sono al - CUni 1 d)e Hfcccano , & ufanli pofeia la fiate nella dif viteria . per il che fare gli mettono a mollo nell'acqua tepida , oue I^Moffento dentro l'acciaio affocato , per tutta una notte : & pofcla gli frigono , & dannoli à mangiare à i patiniti. 'dnendue quefle dipinfe il Fuchfio nel fuo maggiore herbario affai diligentemente .ma non fo dipoi, che grillo gli ue- Io Snella tetta dimofirando nel fuo picciolo , & ultimo herbario la maggior Coda di cauallo , per il poligono f emina . fhno li Coda di cauallo le donne per polire , & nettare i uafi di flagno , & parimente coloro chclauorano al torno virtù della co- Pc> farefflendorc all' opere loro . La decottione di tutte le ffctic , onero l'acqua diflillata beuta %ioua mar auigliof amen- da di cauallo. YYYY teaVdccre 1 0 8 2 Difcorfi del Matthioli 1 CODA DI G AVALLO III. Code di estui- te ali ulcere delle reni / , & della uefcica . Saife della Coda di calmilo Galeno al V I. delle f acuità de i femplw ,<4 lo fame da dicendo .Hata Coda di calmilo infierite con amarena , uirtà coflrettiua : & impero difeccae a intcjHné. Ga ' mordacità alcuna .Salda le ferite grandi , quantunque tu fu fero tagli ati ancbora i nerui : e - ^ ion L'herba beuta nel uìno ,ouer amente nell’acqua, lattali Cucco beiiuto ha f“l~ Nomi i Grci.i Wsf>« : i Latini , Equifetum igliMabi , vnenoen aicoau, amm. fafcbmcmt\: li Spagnoli , Coda de mula , & l\abo denudati Lranceft , Quelle de chetial ,er Della Nel quarto Jib . di Diofcoride. 1083 CODA DI CAVALLO III I. Della Grana. Gap. L. ' LA 0 r a n a , la quale adoperano i tintori , è una pianta ramulculoià , & picciola : alla quale fono attaccate certe granella limili alle lenticchie, & quelle fi ricolgono,& fi ripongono. L’ec ’ aliente nafce in Galatia, & ih Armenia : & dopo quella in bontà è quella, che li porta d’ Alia , Cilicia. La manco buona di tutte è la Spagnuola. Ha uirtù la Grana di riltagnaré: mettefi util- lo mcnte trita con aceto in fu le ferite, & in fu i nerui tagliati . Nafce in Cilicia in fu le quercie , fimi- * c a Plcciole chiocciole , & la colgono le donne di quel paefe con la bocca , & chiamanla Grana . YYYY 2 Sva»- 1084 Difcorfìdel Matthioli Grana, & fuaef y A N T y N q_VE la Grana , con la quale fi tingono à i tempi noflri in Italia infinitifsimipami di lana , & fimin. ( ì parjmìlte di fetau notifiima molto à ciafcimo ; nondimeno nonfo io , che in alcun luogo d'Italia fi ritroui il fuo arbufcello . Quello di cui è qui il ritratto , fu portato da Conjlantinopoli fecco con t fuoì frutti . Quella , che fi tiene nelle ftètiarie, è tonda di granello, &uacua di dentro :& imperò non firaffembra punto alle lenticchie, come afferma Diofcoride . il perche è da credere, chefta la Grana di piuffetie , & che flagella ageuolmente quella , che dò. cena -Plinio nafcere in Mica , & in ^fi-ica : la cui midolla fi cornette preflo in un picciolo uermicello. E la Grana tra le donne in ufo per prohibire, che non filoncino legrauide : nel cui timore la danno con biionfucceffo inpoluere con in ■ _ f i ccnfo mafchio in uno uouoffefco à bere . Quella che nafce nelle quercie ( come dice Diofcoride che nafcein Cilicia) fi Boemia & Po- ritmo, ecorgeìlmentecatto che leggendo egli luarptaipa di a dna. fa il Dìttamo bianco alto poco pili d un gombito, mag- ia 2't,e del Lentifco albero non picciolo non folamente nelle foglie , ma nelle uergbe, ne i rami, & nel frutto ? Il che qtian- to fafalfo,& diftomteneuolclo conofcono non folamente i dotti nell'ifloria delle piante , ma ani: bora i rofi cor.ladi- "‘‘Clicctmafcono ammendue queSte piante, Hor diciamo m poco: non è egli il Dittamo bianco tanto minore del Lai- i o 8 6 Diifcórfì del Matthioli PIMPINELLA SASSIFRAGIA. tifco y quanto il Chamedrio della quercia , e’I Cbamepìtio del pino ? 'Eh come adunque far à maggiore il Dittamo e en tifco ? 0' che Diurno ingegno da ingannare altrui . Ma che uiparerà egli del frutto , ò uoi che fete coltiuatori de cPw; te ? Ah ditemi di gratin uedefle mai uoi in Italia , in Scio , in Candia , ò in qual fi uogli altro luogo del mondo ueruna di Lentifco , che produca , come fa il Dittamo bianco lefilique con cinque angoli ,doueè dentro il feme , opur * bacche rofie in grappoli come d’uuay dalle quali fi fpricmc l oglio ? Hor nonfate uoi differenza dai grappoli a c(nf Horfu horfu qui nefabifogno delle forbici , accioche nell' auuenire quefìe pcftifere , & uelenofc lingue non grcorrompino iltanto ben coltiuato giardino delle piante gloriofe medicinali. Quello della feconda fpetie e da giu u re piu pr elio efìcre herba , che arbufccllo , mangiandofi la radice co fi cruda ,& cotta ,& effondo fintile a la ram°r^ Opinione re- eia . Ma nonritrouo chi mi fappia mofirare alcuna pianta, che produca le Jr ondi fintili alla fcolopendria,c )c i Grecie . io probità. mano affieno , & cetrachgli Arabici , che habbia odore di becco . 'ìsfeperòfo io affermare , che pa quel o fifragia.e quella uolgar pianta chiamata da chi Timpmella 3 & da chi Safffragia hircina , quantunque nifi finta o ore c ^ Nel quarto Iib.di Diofcorìde. 1087 PIMPINELLA MAGGIORE. co ttcutijìimo , & nero : imperoche , le fiondi non corrifpondono à quelle della fcolopendria ,ue è • appreso ad alcuno il fioufoperladifcnteria ; ma ben per prouocarel' orina ,& per aprire l’oppilationi . E' quella Pimpinella di due jpetic , maggiore ciò è ,& minore . La maggiore produce la radice lunga , con fiondi albini omo intagliate . i Mi fono quadrati , & i fiori nafcono in ombrelle piccioli , & bianchi . La minore poi fa ifufìi rofìcggianti , & le firn- di minori , non cofi intagliate , ma ben per tutto minutamente dentate . jlmcndue hanno odore di Lecco. La radice, incuifià la uirtu, dimofiraefier calda , & fecca nel fine del fecondo ordine , onero nel principio del tergo . Vale per wondificare le reni , & la uefcica : &pcrò prouoca mar auigliof amente l'orina , & caccia fuori le pietre , & le renelle . H ficco (premuto dalla radice gioua beuuto con uino à i ueleni 3 gir parimente al morfo de i uelenofi animali . il perche da woltifi loda non poco contrala pelle . L’altraTimpinellapoi ,chenoi Sanefi chiamiamo Soleastrella, co IO tiofeitita da tutti per efiere in comrnune ufo nelle infilate , è neramente da quefla nelle uirtù fue molto diuerfa, quantun- ^ nelle fi ondi fieno afai fimili . Imperoche al gufo dimoHra haucre non poco del cofìrettiuo ,& uifeofo . il che ne fa chiari , che le f acuità fue fieno di riHagnare di cofliparc . &però è ella efficaciffima ne i flufii del meflruo , nella di- YYYY 4 finteria , Pimpinelle & loro hiftoria}& uirtù. Solbaftrella4*C fue u irti*. io 8 8 DifcorfidelMatthioli p I M RI N E L L A MINORE. 7?S I /«itera , neflu/Si d’ ogni forte ,&nei nomiti colericbi: confolida le ferite , & t ulcere . Mettcfi negli li, & parimente in quelli, che fi preparano peri cancan .Quella lodaua marauigliofamentc il Corte me i co noslri dottijjìmo , per le fehbripefiilentiali , & contagiale . alcuni uogliono , che fia la 1 pimpinella a E atme. ^ quanto io meneperfuado ,fono in manifcflo errore , per le ragioni dette di fopranelfuo proprio dìfcotfo. p ^ quejla di due jpetie maggióre ciò è , & minore . La maggiore nafte in Boemia nei prati ahhondantipitnajmi e a Tragìo fermo yj nm tKtte lefKeparti molto maggiore . Scrijfe delT ragio Galeno allvilt- delle factt ta ejenp > da Gal' dicendo . Le fiondi, ilfufio , & Ingomma del Tragio, hanno girti di digerire ,& di tirare . Sono compoi e tf tili:, & imperò calde nel principio del ter\o ordine . Ingemma tira fuori le fine , i bronconi >&°£m a tra‘ m ni. tata , chefuffefittanel corpo : rompe le pietre , &prouOca i meflrui, quando fi ne bene ilficfo€mna ra ^ fee fidamente in enti , fintile al lentifco . L' altro affai minor di quefiofìuede m molti luoghi . fi f j it0[u lopendria . il quale ònonpoco coflrettiuo : il perche fi conviene affai ne ifluffi . Tìafce ne t monti ,Cj g p Nomi. Chiamano l’imo & l'altro Tragio i Greci jTpcfjwr? i Latini, Tragium . Del Nel quarto lib , di Diofcoride. i o 8 9 !■' Del Trago. Cap. LUI. 'L trago è una herba , la quale chiamano alcuni fcorp ione, oueramente tragano. Nafce abon 1 dantemente nelle maremme, crefcendo all’altezza d’un palmo, & qualche uolta maggiore, ra- innfailofa, biffa, alquanto lunga , & lenza frondi . Produce attorno ài rami affai piccioli acini, colie granella di grano , appuntati in cimi , roffeggiantì , & molto al gufto coftrettiui . De i quali beuendofene dieci nel uino , giouano à i flufsi ftomachali , & muliebri . Sono alcun i , che gli pcfta- , Sciamone trocàici, & conferuanli , & ufanli quando fa loro dibilbgno . I no N 9ft folamente Diofcoride fcriffe il Trago effe! chiamato Scorpione; ma ancbora Tlinio alt ultimo capo del Tra°o, & fua XXVI I . libro , con fette parole . £ ancbora una herba chiamata Trago , la quale chiamano alcuni Scorpio- elìirn. , alta me\o piede, ramnfculofa , & fetida fiondi : con piccioli racemi , roffeggiantì i, con granella come digra- TRAGO. I 1 . :'i f i 10^0 Difcorfi del Matthioli no , ma appuntate in cima : & nafce aneli or e[fa nelle maremme . Et al xv . capo del xx I . libro : Le frette , diceua , del. le piante frmofefono neramente molte . Spinofe in tutto è l'afrarago , &. lo [carpione : impernile non ha foglia mima. Il che prima di lui baucua ferino Theopbr atto al primo capo delvi.i libro dell'Infima delle piante, cofi dicendo. Tra le piante frinofe itene fono]alcune , che fono del tutto frinofe , come è l'afrar ago [abiatico, & lofeorpione: impernile quefli non hanno altre foghe , chele [pine'. Dal che ageuolmente ci pepiamo pervadere , che altro non fia il nero Tra - go , che la pianta , di ode qui dipinto il ritratto-, quantunque non manchino alcuni , che peno di contraria opinione , de ì quali poco mi curo, poppa che li aedo piu intenti a occultar la iter ita che a cauai la delle tenebr c . Quefla nafce nelle ma - vernine , (V,-- copta non poca fe ile ritroua in fu l lido del mare di Triefli & del monte ./fi geni aio in Tofcatia , cori tutte quelle fembian^e , elicgli diedero , i fu detti autori . Galeno per quanto io me ne ueggia , ne i libri de i [empiici non fe- Nomi. dd Trago memoria iicruna . Chiamano i Greci il Trago , t pagar, & Sxo/Jwor • i Latini , Tragus , & S corpio. io G I V N C O. V v\ W W f r J D e‘ Nel quarto lib. di Diofcoride. i o i Del Giunco. Cap. LI III. Ir 0ivnco èdiduelpetie . uno, chefi chiama l’altro acuto, per effère egli bene ap-i puntato in cima. Dìquefto fono parimente ;due fpetie. uno Aerile :& l’altro, che produce il ne nero > & ritondo , & quello è piu graffo di canna , & piu carciofo . Enne una terza fpetie chia- mato olofchqno , piu carnoib , & piu afpro deipredetti: il quale produce in cima il fuo femefimi- ■ ofsi delle donne .'prouoca l'orina, & fa dolore di tefta. Lefrondi tenere piu propinque alla ra- dice s'impiaftrano utilmente à i morii di quei ragni, che fi chiamano phalangi . Il feme dell’Ethio- pjc0 èfonnifero : & imperò è da ollèruare nel darlo un certo modo , accioche non faceflé dormire oltre al douere. GIVNCO FLORIDO. 1 OlVN- I05>2 Difcorfidel Matthioli Gjimco , & Tua g I V N c H I fono notifsimi à ciafcuno,& ueggotifene in Italia apprejfo all' acque tutte le frettile in quello lue Igo ne ferine Dìofcoride . ìqàfcene m tfoemia una fpetie intorno al fumé della Multa , it quale babbiamo ìiqì cbia- effamin. Giunco fcritto dÌ.Gal- . ^mató Cimelio florido, daifuoibeUiffimi fiori, le cui fatuità fono però le meicfme de gl' altri . Scriffene Cileno giunco «ti- j j _ falle facilità defemplìci , cofi dicendo . De i Giunchi tifati è una fretti , che fi chiama oxifcbenos : & una al- tra chiamata oligofehenos . Il piu fittile, el piu duro è l’oxicheno:& il piu groffo,& anendemlc l oligofchem.il frutto ■ icll’oligofihenofa dormire.Sono di queUo,chefi chiama oxifebeno,due fretti : una Herile, laquale è di nim udore in me dicina'tet l’altra che fa il ftme, utile parimente per far dormire, ma no coft efficacemente,comefa quello dell’ oligofeì, eno: quantunque faccia però noia alla tefta.Fritto l’uno & Ìaltro,& pofeia bernti con nino , rifiagnano ilftujfo delcorpo,& parimente de i medimi raJSi. Dal che fi conofce chiaramente, cbe'l temperamento loro è d'ima effenga terrena leggìermm I te frigida, & Ì una acquea leggiermente calda : di modo chepoffono dificcare le materie inferiori, & tr apportare al ca- po fenfitiuamentc frigidi uapori , da i quali fi caufa il finn o . Il Giunco chiamano i Greci , : i Latini , Imtcus : gli Arabi , Dis : i Tcdcfcbi , Eint\en fchmelen : li Spagnoli , Imco : i Francefi , Ione . Della Nel quarto lib.diDiofcoride. 10 9} DellaLichene . Cap. LV. a trcMENE, la quale è familiare de i làfsì , chiamano alcuni brion . Attaccali quella alle Lietreirrorate'dairacque,comefail molco . Riftagna impiaftrata i fluffidel fangue: lpegne | infiammagioni, & fana l'impetigini . Applicata con mele , uale al trabocco del fiele, &pro- I Jibif cc i flulfi , che Rendono alla lingua , & alla bocca . 4 hchene (fecondo che tengono! piu dritti fempliciHi) è quella, che chiamano gli frettali tìepatica,& ^ Linai atonia i Greci Lichen , per curare ella le uolatiche , le quali chiamano effi lichene . Le fiondi fue fono cani- e£,m. e’ “a / ir inofe , trafitte , apprejfo le radici frette , & larghette uerfo la cima, intagliate in tre , oucro in quattro par- ■ attaccate alle pietre , oue rifuda qualche rampollo d'acqua : di [otto alle quali efeono alcuni fufticelli , dai quali na- 10 "f Co alami piccioli capitelli , Hellati , & mafìime nel mefedi Giugno . Tlinio almi. cap. del xxvi . libro fece mc- ilia Aiiue frette , cefi dicendo . La Lichene herba nafte in luoghi faffofi , con una fi-onde fola , larga apprejfo allara- | If • & produce un fol fuflo picciolo , & fonile , dal quale pendono alcune lunghe fiondi . Enne anebora una altra fre- POLMONARIA. ZZ.ZZ tic. f io5>4- Difcorfi del Matthioli tie , la i[mle s'attacca in fu le pietre , come fa il mofco . Quetta meffa in fu le ferite , & parimente in fu le pojleme , ui ristagna ilflujfo del fangue : & fattone lettouario con mele,fana il trabocco di fiele . Ma coloro , che fi curano per que- sta uia , bifogna, che fi lamio con acqua falata, fi ungano con olio di mandorle , & s’ attengano dagli herbaggi . si- mile alla Lichene nafce fopra le querele, & altri alberi filuatichi ne i folti bofehi una altra pianta mofeofa , & piu lar- ga , arida , &fecca,di fopra di colore uerdc , & gialla difetto , macchiata i’ alcuni punti , di modo che fi raffemluà Polmonarie, & un polmone humano : & però da moki è chiamata polmonaria. V fatila alcuni , confidandoli forfè molto piu loro hiltoria’. nel nome , che nelle f acuità proprie , nelle ulcere del polmone, & negli fiuti del fangue . -Alcuni altri la lodano per con- folidare le ferite , per ( ulcere delle membra genitali , & per rifiagnare amendueì flufii delle donne . nel che predicano ejfere efficacifsima : & parimente nella difenteria , & ne immiti colericbi . Vfanla anebora alcuni à gliafmtici,& àgli Stretti dì petto con fuccliio di ìiegolitia , d'Hifiopo , di radice d' ernia, & oxmelefquìUiticà . Vale la medcfmu al- i o la tofie dc'de pecore ,& di tutti gl' altri animali quadrupedi ,& però ipafiorì che la conofceno la tagliano fottilmente, Polmonaria fe & dmn0U alle pecore confale . Rjtrouafi anchora di Tolmonaria una altra fette da quella di gran lunga difiimìle : fiorar * ' la quale nafee in luoghi opachi con fiondi affai fimili alla borragine , ruuide ,pelofe, & tutte macolate di bianco, di fa- Nel quarto lib . diDiofcoride. 105) > p , j0 ji farragine. Troduce il fuflo nel principio di primauera3& in cima di quello i fiori pauonaypf fimili d quel- S' olzar cinoglofia . jC quefla parimente attribuifeono i periti femplicisliuirtù non mediocre per confolidare l'ul- '• \ ; 00lm0ne . M che 3 & parimente per rifi ugnare lijputi del [angue y mi ha detto hauerla prouata piu mite con f /' fi no fuccefso M. Giuliano da Marofiega medico prouifionato in Ciuidale di Ausivi a 3 facendo firopo del fucco di siropo di Pol- C berb a con \uccaro, et dandolo pofeia à bere con l'acqua lambiccata della medefima. Fece della Lichene memo- monaria. Gdeno ni VI 1 • delle [acuità de i [empiici 3 cofi dicendo . La Lichene , che nafee ne i [affi 3 è uer amento come un mo - Llchene fcnt ' ta da Gal. fi può connumerare giufiamente tra le piante . E' fiata cofi chiamata per curare ella le lichene . Ha uirtà afierfi- 'c0>. Ytfrizeratiua 3 ma l una & l'altra dì queste difeccatiua . L’afierfiua , & difeccatiua ha ella dalle pietre 3 & t’cVdttiiM dalla acqua'.imperoche ella nafee nelle pietre humide , che hanno faftidiofo odore . Et però e fendo com - W' j;tan qualità , conferì fee ella à i flemmoni . Ma [e ella conferita à i fluffi del [angue, come [crine Diofcoride , io 10 ^ l fo affermare . Chiamano i Greci la Lichene 3 Ae^w : i Latini 3 Lichen :gli Spetiali 3 Hcpatica :gli Arabi, A\e\ Nomi. Ifiehir ■ iTedefchi , Stein leberkjraut ,& Brunnen leberkgaut : li Spagnoli 3 Hepatica 3 & Figadella:i Francefi , *+•**-"" • PARONICHIA. m, t I: 1 rii - Kit ■ lI -, ! . • . mi 2 Della m Ili' .. 1 ' Paronichia, fuaefl'am. i o ^ 6 Difcorfi del Matthioli Della Paronichia. Cap. LVI. LA pakonichia è picciola pianta, che nafee in fu le pietre, limile al peplo, ma manco lun- ga, & hale fiondi maggiori . Quella pefla , & applicataè il rimedio delle paronichie, & faui delle dita. Njl S c E la Tar onichia non folamente ne i fafiì.ma anebora nelle muraglie tieccbic, quafi per tutto . Quella dico di cui è qui la figura nel primo luogo , con foglie tanto fintili alla ruta , che da molti è chiamata folamente per ciò Putamuraria. MafaiuendoDiofcoride,cbelaTaronichiaèfimìleal peplonon mancano alcuni , che [culmo , !0 aliando il nafo , contra di noi . delle cui calumnie foglio io ridermi , pofeia che Diofcoride fàtejìimonio, che le foglie del Teplo fono alquanto piu larghe , che di IQita . Onde piu prefio pojfo io biafmare con ragione l'opinione, &il mal fem- V N' ALTRA PARONICHIA. Nel quarto lib.di Diofcoride. 10^7 Virtù della Pa di coloro , i quali uogliono , immo oftinatamertte affermano , che la nofira Paronichia fi a la feconda fi cric del - 11,11,0 j- fbcopbrafto , chiamato da lui.il bianco . Conofcefi manifefìamente l'errore di co fioro ; Impero che T beo - i ‘lì lon fa nefuoi Jldianti differenza alcuna nelle foglie , ne manco ne igamb onerili, ma folamcnte nel colore , chia- ‘ ione l'un bianco , & l’altro nero , per effere ìgambonceUi di quefio neri , & di quell’ altro bianchi . Le foglie del- 1 Jiinnto (come ben fanno i dotti femplicifli ) forno come di Cori andrò, & che meffe nell’acqua non fi bagnino , & non . Comc fon quelle della noflra Paronichia , le quali nonricufano dì bagnar fi nell'acqua . Oltre di quefio i gambon- ' Il di quetta pianta fono uer di, & non biancheggianti , ne lucidi , ne fimili alle fetolc porcine , ne nafee mai in luoghi c joue nenc cauerne trapela di fopra l'acqua, come dice T heopbrafio , ma in luoghi fccchi , & aridi come fono !' * [e muraglie . & di qui manifefìamente appare quanto fia cieco ilgiuditio di cofioro . Kfafce quefìa Paronichia . fa per tutta Italia , ma copiofifima l’ho uedutaio nella gran felua chef ritroua nel maggio chef fa da Goritia a 10 Vitina città principale dì Carniola , doue fopra grandi fimi faffifi uede {predando il freddo , & le nieui tutto il uerno ^dMuire . Onde fi può far coniettura , che chiamaffe Diofcoride quefia pianta frutice , & non herba . Chiamanla al- - . “uni Safifragia , ò fua fietieper hauer’ella uirtu di prouocar t orina & le renelle ,& dirompere, & cacciar fuor eie ^atthiolo C C . jcue reni jppo ciò ha una fietial uirtù nelle rotture intefiinali de i fanciulli dandofi lor à bere in poluere xxxx. . 'ni continui :& io conofeo di quelli, che haueuanò le budella nelle borfe, che bora fono fani . Enne un altra fietie, dì cui é parimente qui la figura , la quale uogliono alcuni , che fa la legittima di Diofcoride , ma. io ne lafcio il giuditio Ài altri piu pCÌ'iti femplicifii . Quefiaha le foglie piu lunghe del Peplo, i fiori, piccioli, copiofi , & racemofì di bianco co- lore ma io non ritrouo chi ferina che la Paranichia facci i fiori ne manco ho certezza alcuna fin’ bora che nafea ellafo- lc pjetre . scriffene Galeno all'v III. delle facultà de [empiici, cofì dicendo . La Paranichia ècofi chiamata dal- lo [detto , eh’ ella fa nella medicina : imperoche fana ( comc dice Diofcoride ) le paronichie delle dita , & parimente i fa- lli La uirtu fua è compofia di fottili parti . Difecca fen^a mordacità alcuna . imperoche co fi bif igna che fieno quelle co- cche fanano le paronichie . Tale adunque ejìer deue il medicamento atto à tutti i morbi , oue fia bifogno di digerire . imperoche tali fono quelli , i quali effendo calidi , &feccbì nel ter^o ordine , come è quefio ,fono d una offenda di fottili farti . Chiamano la Paronichia i Greci,Xletpawxl i Latini , Paronycbia . Paronichia ferir» da Gal. Nomi. Del Chrifocome . Cap. LVII. tL cbusocomh crcfce all'altezza d’una fpanna: la cui chioma è corimbacea, Amile all hiD I fopo . ha la radice pelofa , fottile , firn ile à quella dell’heileboro nero : di fapore al gufto non di- ì0 X fpiaceuole , & aliai limile al cipero , ciò è con una certa dolcezza auftero . nafee in luoghi opa- ‘ chi,&falfolì. E la fua radice calida,&coftrettiua,conueneuole alle infiammagioni del fegato, &del polmone . Togliefi cotta con acqua melata per prouocare le purgationi delle donne . Il crIsocome non ritrouo io chi fino à quello tempo mi [appio, dimofirare . Et impero lo Inficia) emo dopar- Clirifocotne)& te in quel giardino della natura , che fi fi erba ella d'incogniti [empiici per non fi prillare d’ogni cofia , & farnetici fi- 111 el am- jjmiì, fintante ebefi faccia egli noto ò àme,òad altri. Chiamano i Greci il Chrifocome, Kfcmtyo/aei Lati- Nomi. re ,Ci:ry focone . Del Chrifogono . Cap. LVIII. „ tL crisocono è folta pianta, le cui frondi fon Emilia quelle della quercia, & il fiorelimi- I le à quello del uerbalco coronario . produce la radice limile al rapo, & di dentro e rolsilsima , &di fuori nera . Quella trita , & impiaftratacon aceto , conferilce al morfo del topo ragno . TIcrisogono fe d'altronde non fi porta ne i giardini d'Italia, reflarà anebora egli incognito a noi , come tut- I tìglialtri, che ci afeonde la natura nel fuo fecreto giardino . Chiamano il Chrifogono i Greci , K-pvaoyovov : i Lati- ni, Cbryfogonum. Dello Helichrifo. Cap. LIX. ,,T Oheuchrjso, il qual chiamano alcuni chrifanthemo , & altri amaranto , di cui coro- I .nano le ftatue de gli dei, ha il fufto diritto.bianco, uerdeggiante , & fermo:fu perii qualelo- nolefrondiftrette,fimili all’abrotano, diftinte tutte per interualli. Produce la chioma n®n" da,di colore d’oro , ridottain ombrella, come di fecchi corimbi pendenti , la radice è fottile . Na- fceinluoghia(pri,&nelleriue,&lettideifiumi.Giouala fuachiomabeuuta conuino almor o (Ielle ferpi , alle Iciatiche, alle diftillationi dellorina, & à i rotti : prouoca i meftrui. Beuuta con ui- nomelato rifolue il fàngue apprefo nella uefcica , & parimente nel uentre : beuuta medelimamen- te da digiuno in uino bianco inacquato al pefo di tre oboli , prohibilce il catarro , che lcende a opo . Mettefi nelle ueftimenta , accioche le conferui dalle tignuole . fo \ T^sce l'Helìchrifio ahondantemente in Tofana ne i prati magri , per lì terreni non colmati , perle colline, & Hel.dmtb, fL i\fimilmente al magro in fu la renafiaffofia de i fiumi . Crefice ali altera d'mgombito , confondi d abrotano, com- partite per internala fu per il fufto ben diritto , & falda : neUe cuìfommità è una ombrella di color d'oro , fimi- Errore del Fuchfio, Elichrifo d’al- tra fpetie. 105)8 Difcorfi del Matthioli IH E L I C H R I S O. le nelle fattele fue a quella del uolgare millefoglio , & di quello eupatorio , che ferine Mefue . Il colore de i qua ij con^ ferua , dapoi che fonfecchi i fiori , affai in lungo : & imperò il verno nel mancare de i fiori , s ufano ifeccin de - e ■ ' fo , come quelli dell \Amarantho , il quale chiamiamo Fioruelluto . il Fuchfio ne ifiuói dottifiimi commenta 1 y fioria delle piante lo dipinfe con fiondi firmili all'echio , fpinofe , & con fiori iter amente poco conformi aluero H c ^ fio , il quale non produce piu luna ombrella perfufio : &però credo che di gran lunga singanni . Scrijfene T moa* .• cap. del XX I . libro , cofit dicendo . L'H elichrifo , il qual chiamano alcuni chrifantemo , ha ifufii bianchi , 6 1 ^ ^ bianchiccio i filmili à quelle dell abrotano : la cui ombrella è piena dipendenti corimbi , che mai non fi putrefanno . ~ ^ douìen per co fa dai raggi del fole ,rifj>lende come fe fife d’oro: la onde fi coHuma d incoronare gli Dei . I c>e grandifìima diligenza offerito Tolomeo re d’Egitto . Tfafce tra gli Herpi . Tsfafce anchora un altra pianta in l la quale tengo io per una ftetie d‘ H elichrifo per hauer ella le foglie Hrette, &jottilh & nelle f vomita e tga > ri di color d’oro . Ma ben s’ingannano coloro che credono che quella pianta 3 che uolgarmente fi chiama J ec ia ^ Nel quarto life.diDiofcoride. 105^ helichriso di altra shetie. fa illegittimo Helichrifo di Diofcoride . Imperoche non produce egli altrimenti foglie cofi fiottili, come d'abrotano, marniti) piu lunghe , & piu larghe biancheggianti , &pelofe , <& i gambi alti un palmo , & maggiori , lanuginofi > & come canuti , nelle cui fommità fono i fiori di color doro ferrati à modo di bottoncini , raccolti come in un ombrella di Mingrato odore ,& la radice corta & nereggiante . Scalda la fiecade citrina , difecca , appre , & afterge , come dmoftrailfìio amaretto fapore con un poco del coHrettiuo . La decottione de fiori , ouer amente l infusone fattanel ui- Jw apn l’oppilationi del Fegato. Il perche fi da utilmente nel trabocco di fiele , & ne i principi di hidropifia . Anima 7^ \ala medefima beendofi i uermini dell’interiora.Gioua tutta la pianta a tutti i difetti del ceruello caufati da freddi hu- woù ydoc ài catarrhi flemmatici , a gl' antichi dolori del capo , al mal caduco , alla paralifia, & altri filmili malori tan- 10 beendofene la decottione , quanto pigliandoli la poluere dell’ ber b a con l ofìimele , onero conilMele B^ofado . Cotta nell alifda non folamente gioua lauandofene il capo d tutti i fu detti mali , ma lena uia la farfarella , & ammaina li pi - tocchi. Dafii utilmente l'herba in poluere ò la fua decottione all’orma ritenuta , percioche purga le reni ,& fa orinare. r ZZZZ 4 Mettonfi Stechade citri» na. Virtù della Ste cade citrina. Difcorfi del Matthioli STECADE CITRINA. 17 'Helichrifo fcritto da Gal. Amaranto por poreo,&fua hi lloria. ìtonfii i fiori ne i fomenti che fi fanno per /’ oppilationi, &per i difetti della madrice . Dell He ic n ifo fece Galeno fotto il nome d'amaranto nelvi. libro delle fdcultddefemplici3con quejle parole. L Amaranto ) fina s & difeccatiua . Trouoca la fua chioma beuuta coti nino i mefirui : & credefi , eh ella poffa anc torà i ^ %ue congelato non folamente nello filomaco , ma anchora nella uefcica : ma all bora bifogna berla piu pre o c° ^ ’ato . Difecca beuuta femplicemente tutti i fiufii , ma nuoce allo filomaco .Tutto quefilo difife Galeno. ^ ^ N T 0 ’Helichrifo chiamato Amaranto tanto da Galeno , quanto da Diofcoride , ridotto d memoria ^MA R ^ , chiamato da noi in T ofeana Fioruelluto , non mi pare di lafciare di non recitarne l hifiìona > purt /r' ....... r i r. r. ... .u. Vv, Ht Ir fìnp.Hre fiorito . perpotetjci j ijoreo 3 chiamato da noi in Tofcana Fioruelluto , non mi pare di lafciare di non recitarne Ihifitoria p tù : & mafifimamente fapendofi quanto fta grato alle fanciullette uederfelo in fu le finestre fiorito , per pò et rfecco il uerno ( per cioche mai non perde il fuo uiuidot colore ) per le ghirlande , quando tutti l^ar f11 Hori . Ottetto farmi, che ieferiueffe Tlmio aUv III. capo del xxi. libro , con queste parole . Marnici i itimi dall’amaranto . £ egli piupreftojj'ica forporea , ebe fiore alcuno : & ambo efio ejen& e ■ ' I uigltofa , che ci fi goda d'effir colto , per rinafcerpoi piu bello . Fiorifce il mefe $Agofio,& dura per tutto ì autunno, tipitfflimato è l’Meffandrino , il quale fi f erba colto . TSfon è fen^a marauìglia , che dopo al disfiorire di tutti gli altri fiorì, mejfo in mollo nell’acqua ritorna uiuo , &f affine ghirlande il uerno . La maggior fina natura è nel nome, cofi chia- perche non s'infracidifce. Tutto qttefio dell’amaranto porporeo fcriffiVlinio. E' quello (per quanto dicono al- orni moderni ) di natura frigido , & ficco . Onde può il fino fiore beuuto giouare di flufii fiomachali . piflagna i me fimi tonto rofii, quanto bianchi . Vale àgli fiuti delfangue , & maffunamente oue fuffi rotta qualche uena nel petto , ò nel polmone . chiamano i Greci l'Helichrifo, E ’*d%gv7\jv,& fhió^g^ov; i Latini , Helichryfum , & Heliochryfum . DelChrifanthemo. Cap; LX. loTL chrxsanthemOjÌI quale chiamano alcuni caltha,& altri buphthalmo, è una hcrba tenera, i &folta , che produce i fuoi fufti lifci , & le frondi minutamente intagliate . fono i fuoi fiori fopra modo fplendenti,d un colore, che nel giallo rolTeggia, di forma limili alla rotondità dell’oc- chio, Nel quarto lib . di Dìofcoride. noi AMARANTO. Nomi. Chrifanthe- mo3 & fua elfa- minatione. 1102 Diìcòrfi de 1 Matthioli chio , onde s'ha egli prefo il nome di buphtalmo . natte attorno alle muraglie delle caftella . Man- giaufi ifuoi fufti 3 come l altreherbe de gli horti . I fiori triti > & incorporati con cera ( fecondo che fi dice ) rifoluono quelle pofteme , che fi chiamano adipine . Giouano al trabocco di fiele , facen- done pretto andar uia il mal colore/e dopo al lfigo ufo del bagno fi beuono, quado fé n'efce fuori . QV a n T V n <^v E fieno alcuni , che fi credano , chel Buphtalmo , e'I Chrifanthemo fieno una pianta medefmt, per la pari corrijfiondenqt , che fi uede tra loro ; nondimeno confìderandofi alcune particolarità dell'uno , & del- l’altro , pare che ageuolmente. fi pojfa credere , che fieno piante l’ima differente dall'altra . il che dimoftra primamente Diofcoride , per banane fatto due particolari capitoli , l’uno prima nel tengo , & l'altro pofeia qui nel parto libro . I o percioche gueHo non baierebbe fatto egli , fé non batte ffe ueduta tra loro gualche differenza : la gitale fi conofce , per di- re egli , che’l Buphthalmo fin le fiondi fintili al finocchio , le quali fono capillari :&il Chrifanthemo minutamente inta- gliate . Oltre à ciò diffe , che ifufli del Chrifanthemo fi mangiano ne i cibi , come gli altri herbaggi degli boni . Il che fi CHRISANTHEMO. 4 a Nel quarto lib. di Diofcoride. 1105 ucqit pvìvM del Buphthalmo , i cui fiorir affembro egli a quelli della camamilla: ma non però gli rajfembrò quelli del ChrifantbemOjil quale fcriffe cffere una herba tenera , & folta : il che non recitò in quella del Buphthalmo . Oltre à ciò parlando delle uirtù, & operationi loro , dific che i fiori del Buphthalmo triti con cera , rifoluono i tumori , & le pote- tte dure parlandone miuerfalmentc , & affermati uamentc : & pofeia diceua , che i fiori del Chrifanthemo. incorporaci con cera (fecondo che fi die e ) rif t tuono quelle poterne , che fi chiamano adipine ,& dai Greci fleatomata parlando particolarmente, & dubbiofamente . il che mi fa credere , che imaginaiidofi alcuni de gli antichi Greci, che fujferoil Buphthalmo , el Chrifanthemo una cofa medefima , habbiano qui trafiortato tutto quello , che del Buphthalmo fcriffe J terp libro Diofcoride : come fi uede effere flato fatto della ruta faluatica , & ddl'biperico , & parimente dell'afiiro, & 04 baccbari . il perche direi io , che in quefio modo fi doueffe leggere il capitolo del Chrifanthemo in Diofcoride . io il Chrifanthemo èunaherba tenera, & folta , che produce if ufi lifei , & le fiondi minutamente intagliate : i cui fio- ri fono d’uri colore , che nel giallo roffeggia ,fopra modo fplendenti . Mangiaufi i firn fufti come gli altri herbaggi degli borti> l fi0i'i triti con cera ( fecondo che fi dice ) rifoluono quelle pofleme , che chiamano fleatomata , ciò è adipine . Cofi adunque fi dimoftra\effere rimeffo il Chrifanthemo nella fua nera hifloria : la quale chi ben confiderà , molto fi ritro - uudiuerfi da quella del Buphthalmo . Ho ueduto io il Chrifanthemo abondantiftimo nel territorio di Monte nero caflel- lo della noflra magnificentifima città di Siena , del tuttofimele alla riformata hifloria qui notata da noi : il quale fi man pano cotto i noflri contadini , come fi mangiano le bietole, gli fpinaci , el cauolo , & nafee parimente copiofo in Boe- mia,in Morauia, & in Auflria ne i campi tra le biade . Ma il Buphthalmo, il qual prima non baueua ueduto ( come trat- tando di Imdifii difopra ) mi fu poi mandato da Tadoua dall eccellente medico , & mio come figliuolo dilettifiimo M. Cioiiani Odorico Melchior i Trentino : & dipoi anchur da Tifa dall' eccellenti fimo medico M. Luca Ghini ,còn tutte 20 quelle fembm\e che figliconuengono . Il che mi dà ardire d’affermare piu certamente , che l’ hifloria del Chrifanthemo fa Hata non poco alterata in Diofcoride , Tarmi oltre à ciò che nel chrifanthemo manifeftamente c inganni il Fuchfio nel fio dottifiimo uolumc dell' hifloria delle piante , credendofì cbefiail Chrifanthemo quella fietie di ranuncolo , che nafee ne i prati, con fiondi d’apio , & fiori gialli . Imperoche affai da quefio è differente il uero Cirri fantbemo . del qua- le non ritrouo io memoria alcuna appreffo à Galeno ne i libri , che trattò egli delle f acuità de femplici . Chiamano i Gre ci il Chrifanthemo, i Latini , Chryfanthemum . Dell’Agerato . Cap. L X I . LO agerato è folta pianta, alta una {panna, fempliee, baila, molto limile all’origano . Pro- duce una ombrella, nella quale fono i fiori limili à bottoni d’oro , minori di quelli dell’heli- chrifo . Ne per altro ha egli tal nome d Agerato, fe non perche conferua lungo tempo il fiore nel Tuo colore. E la decottione fua calida molto . L’herba applicata in profumo prouoca l’orina, & mollifica le durezze della madrice . NA s c e l’ Agerato communementc per tutta T ofeana, con fi- ondi, & fufti d'orìgano : quantunque fia l'ombrel- la fua piena di minuti , & aurei fiori , fintili à quelli dell'helicbrifo . Quefia pianta prefe Mefite per l'Eupatorio , [ come piu dijfufamcnte nel difeorfo dell' eupat or io è flato detto difopra . L' Agerato chiaman 0 le noftre donne Sane fi ber- baGiulia . Ma contradice alla noflra opinione l’Ecccllentifiimo medico A ndrea Marini nelle fitte annotazioni f tpra i femplici folutiui di Mefite nel cap. dell'Eupatorio con quefie parole . Ma io non mi poffo ridurre à credere , che quefia ij0 ifeffaherba ( intendendo egli della Giulia) fia l' Agerato di Diofcoride ; Imperoche Diofcoride diligcntiffimo fcrittore imbarebbemai laf ciato di dire della manifefia amaritudine di quefia pianta , la quale fi dimofira à ciaf ermo che lagu- na , quantunque ignorante delle qualità delle piante , la quale amaritudine fi ritruoua in quefia pianta cofi confpicua,& apparente, che è una delle note maggiori , che ce la fa conofccrc per l'eupatorio . Le foglie poi non ha ella putito d’Ori- gano; mapiu prefto di ccntaurea minore, le quali quanto fieno fi-a fe differenti ciafcuno lo può conoficerc. Appo ciò l'A- leuto ( come ferine Diofcoride ) mollifica le darete della madrice , & prouoca l brina , delle quali uirtù non fece me- moria Me fue il quale traferiffe diligentemente motte cofe da Diofcoride . Tm oltre l' Agerato ( come ferine Galeno) ha uiwì di digerire , & di rifioluere alquanto le pofleme , il che però non fcriffe Me fue , ne manco diffe Galeno ebefuffe l'A- leratocalido ,& fecco in qualche grado , come fcriffe Me fue facendo il fuo Eupatorio caldo nel primo ,& fecco nel fmdo grado . Le quali tutte cofe fono fiate appreffo di me dì tanto mbmento , che m’hanno coflretto di partirmi dal- 50 1 opinione del do tifiimo Mattinoli . In quefio mego fin che egli ferina qualche cofa di meglio ( come fiero) fopraquel rapitolo ; ilche potrà egli facilmente fare , habbiamo noi fatto qui dipingere un'altra pianta , la quale il Magnifico M. dietro Antonio Micheli gentiluomo Venetiano diligentiffimo itine fugatore di quefie cofe tiene per il uero Agerato Al ia cui opinione non poffo fe non confentirc ,uedendo che quefia pianta ha tutte le note dell' Agerato . Tsficnt'c dimeno fe H preferito Mattinolo, ò altri eccellenti huomini nella facultà de i femplici barattilo ragione alcuna contra quefia opi- nione fio cederò uolenticri alla cenfura , &giuditio loro . Quefio tutto ferine il Marini . Ma fe babbi egli bene efami- nutol Agerato , & fegli argumenti fuoi contra di me fieno buoni , ò cattim , facilmente lo intender annò gli fìudiofi di ^efla facultà dalle parole qui fubito notate . Hor dico adunque che non mi fa punto rimouere dalla mia opinione , che biofcoridenonfaceffe mentione che l' Agerato fuffe amaro, come è manifeftamente al gufiò ;& quefio pefueder io, ebe defiriue egli affai altre piante euidentemente amare , & nondimeno non fa egli dell’amarena loro uerunx merttio- 6q tle • Ornare fono la Scilla , il ciclamino , i Bulbi , che fi mangiano , l'Affen\o , la i\uta,fHarmola , il Hi cruci 0 , il sené- ti°>U Fumaria , la Conin , la Brionia , terno , le foglie de i cappari , L’Hedera , il Maro , il Dòlio , il Chamcpitio , là Còrnea , la Betonica , le foglie , & i capi de i Tapaueri , topio , & molte altre piatite della cui amaritudine nonfe- tè rifa* Capitolo del Chrifanthemo ridotto al nero fenfo. Errore del Eu chilo. Agerato, & fua eflamin. Herba Giulia. Opinione del Marini impro- bata. 1104 Difcorfi del Matthioli ce mai Diofcoride mcntione . Il perche interuiene , che poco mi curi dell argumento del Marini, fe ben fi tacque t ^ ride l'amarena delXjtgerato . Mppo ciò le foglie ( dijfc pur egli ) non fono d Origano , ma piu preflodi Coitali nore , le quali foglie tutti fanno quanto fieno tra loro differenti . Quefie parole criuellandofi bene faci mente an ranno , che il Marini non babbi diligentemente rimirate ,& effaminate ambedue quefie piante .Imperoc )C ^ ~ della Centaurea minore & quelle dell'Origano onite fono pochiffimo differenti, onde meglio harcb c detto egu ^ fta differenza fujfe nota à tutti eccetto che à fe fiejfo . Oltre à ciò che Mefue nonfcriuejfe > che ilfuoEupatoi u ^ ^ chi l’orina , ciò forfè fu tralafciato da luiper non hauer faputo che il fuo Eupatorio fujfe l Mgerato t Diojc c ' ^ ^ fcriuendo egli , che fia l'Eupatorio caldo nel primo , & fecco nel fecondo grado , & compofio duna fi., aììJlC j fiottile , non fo neramente mai qual buon medico nieghi , che non pojfa prouocar l orina, & mo ificarc c u ^ ^ Madrice ,& altre fecrete parti delledonne fapendofì che l'Iride , & il cocomero faluatico piante • piu ’■ ca fiecche , fanno ciò efficacif imamente . Tiu oltre che Mefue non dicejfe che il fuo Eupatoeio bauefje un ti 1 1 ^ }>J_ Nel quart o lib. di Diofcoride. 1 1 o j ij filiere alquanto ^ P°fieme > hauendopero ciò dell digerito firitto Galeno storno à replicare che ci'o non harehbe giglieto à dietro fe hauejfie fiaputo , chel ^ ìgerato , & il fitto Eupatorio fujfiero Siati una pianta mciefivma . Impero- \tm veggio cofa, che prohihifica, che lEupatorionon pojfiacio fieemamente fare , dicendo Mefiuecbe ajjottiglia, ^rifilile cotiuenientemente fien\a tirare .ultimamente che Calenonon ajjegnaffc alt lAgerato grado uerttno dicaldo, •iikco, come al fitto Eupatorio fece Mefite , quejla ragione non ha ueruna efficacia . Imperocbe Galeno ( come potrei mitrare in uarie > & ditterfie piante ) non fiempre ua graduando le qualità delle piante, &mafiimamente dotte egli ulto lt tStrkeue . Ma cbifiara colui tanto rogo , & ignorante nelle cofe dimedicina che creda, che Galeno non fiapefìecbe [J(crtt tobadelcaldo,èdelfieuo,ficmendoeglichebauirtùdidigerire,la qual fiacultànafice fidamente dallequa- liticéde, cilecche; il che fiapedo molto bene Diofic già che fia tra quefle duepiante molta differenza di foghe , & di fiori come s m g «oli Nelquarto lib. di Diofcoride. 1107 verb'en ac a . HlWiìH 1,1 -lii iS:ii I ifi IM;:) 111 :i,. i il; Bf. «érittmpi dottiamo : il quale nel fuo maggior uoluvie deU'biBoria delle piante diffe , che la Ferii enaca retta fucata 'me giallo . Il che non ritrono io , che diceffe Diofcoride, ne Tlinio : il quale al I X. capo del xx V. libro neferiffe , cofi MMo . Sono di V erbena due fpetie , ma fiondo fa , la quale chiamano f emina : & l’altra con piu rade fiondi , la qual Ornano mafihio . I rami d'amendue fono affai , d'alterna d'ungombito , fornii , & riquadrati. Le fiondi minori di J* e cluer ù* > piu frette , & maggiormente intagliate . il fior glauco , ciò è , che nel celcfle biancheggia , La ra - mia , & fittile . 'ìfafconopcr tutto , nelle pianure ,& nei luoghi acquaflrini . Sono ale uni, che notile difìinguo- -Ma ne fanno d'amendue una fola fpetie , per hauere le medefime uirtù lima , che l’altra . La qual dottrina dimoflra, mmifcftamentc fifia ingannato il Fuchfio ,feguitando forfè il Brunfelfio : il quale nel fuo herbario dipinfeper Ver- Errore del lo Mìnima , quella pianta , che uolgarmente chiamano alcuni Cardoncello , & altri Spcllicciofa : non accorgendofì , Fuchfio. Wta e l Eriger on , ouero il Scnecio fcrittone nel proceffo di quello libro da Diofcoride. Galeno fapcndo , che Mn tra tra luna,& l’altra gran differenza , ne fcriffe breuemente fiotto una fola Jfetie , cofi dicendo . Il Teriflcreon T/d* Galeno!' AAAAA 2 è flato m\ il dii f MIO, 8 Difcorfidel Matthioli i flato cefi chiamato per comm fare , ouc cUa nafte , le periflen , co è le colombe . la cu, metà òfcccaUm cefi ualo ro fa , che può confidare agilmente le ferite .Stalli, libro delle compofmom de medi cameni, fecondo , luoghi • trattando della a, radei doloredcl capo antico : La yerbenaca retta ( diceua ) leua p,u che ogm altra cofa , Udore ielcapo.&fertificailmer&o.&méhna&ntcUiwietq**^^ /' olio infime con, ferpollo . Imma chela iHeffaVerbenacacottaper fe fola nell olw,& «agendone pofeud capo ara Nomi . ; mtic0 i0l0r di tefia confato da frigidità , * dagrofS, bmori . Chiamano , Greci la yerbenacapnm, &mf,nfiSv ipìi'-é r Infeconda, W HW* fa"! » UM Ufnm . VcAcnaca nfia : & falera, /'erbe- naca fiipina : / T edefebi .3 Eifen kyaut . Pell’Aftragalo . Cap. LXIIIÌ. LO A » i ag alo è una pianta poco alta da terra : le cui fiondi , & ramufce.lh fono Amili a quelU dei cea . prqduceil fior porporeo, & picciolo: & la radice monda, grande, come quel- la dekafancK con altre radicettc attorno , ferme , dure , nere , & intrigate m fe ftelfe come corna , aj eufto coftrèttiue . Naice in luoghi uentofi , opachi , & doue lungo tempo giaceia tieue ■ Troua- fen e corda irr Menu>hi d’ Arcadia. La radice beuuta neluino riftagnail corpo: prouoca lorma. Polueru^i fecca fopra l'ulcere uecchie: riftagnail fangue.maè tantodura, che malageuolmen- tefipefta. Aftragalo , & fua edam. H Avendo midiUgentemnteconfiieratolapiantadicmpanemmolafiguraiiiqK^ Iflirnpati, federici, euimancanoalcunenote,leV^^^ dicendo°HaC^ftragalo lunghe fiondi , & molto intagliate , ritorte apprejfo allaradtce, Nomi, nolefueradìcicottcnelmno.liafceneafai nelmnteVhen", dArcad,. a. Chiamano , Crea Mi g p yLM< ; i Latini , jlflr agalus. Dell’Hiacintho. Cap. LXV. I ce la radice cipollina . La quale li crede , che applicata m fu lpetti^a^^ai™^^. ^ g ficabeuuto con uino il trabocco del fiele . Hiacintho , & fua edàm. "»* xpici ilHwmtbo «mnerfalmme ne icampiper tutte le u l^v] ime fufto.ako una (panna 3 fattile , lifcìoì& ucrde di colore . Fionfcc a ufi , / \ fiori che nel ni- uinoalmboccodelficle.Dìfcccandter^ordme.&ritronafrquafn^ mano ! Gnci il Hiacintho , MU. : i Latini, Hyacinthus » Tedefebt , Mertyn blmmn.UPp g i Francefi , V aciett . Nel quarto lib. di Dio fronde. mi VN’ALTRO HIACINTHO ORIENTALE. Del Papauero (àluatico . Cap. L X V I . IL papavero làluatico , il quallì chiama rhea, nalce la primauera nei campi, con fiore del tutto caduco, daljquale ha egli prefoilnomé apprellò ài Greci. Sonde lue fiondi limili alla ruchetta, ouero all’origano, onero alla cichorea, onero al thiino ima pio lunghe, intagliate, “ niuide . Il tulio è come un giunco , diritto , alto un gombito , & ruuido . Il fiore è limile afi’ane- mone faluatico , rolTo, & qualche uolta bianco : & il capo lunghetto, maperò minore dell’anemo- ue . Il teme roffèggia : la radice è lunga, bianchiccia, men grolla del dito picciolo , & amara al gu- . Puffi la decottionc di cinque ,oueiTei de ifuoi.capi fatta in tre ciathidiuino alla confuma- lo tioncdella metà, à bere per far dormire. Beuuto il lème con aequamelataalla m'ifura d'uno ace- ™ I > mollifica leggiermente il corpo . Mettelì ne i confortini , & in altri cibi dolci , & mangiali pdoniedefimo effetto . Le frondi impiaftraté infieme con i capi Ipengono le infiammagioni:& AAAAA 4 fomen- Difcorfi del Matthioli Il 12 fomentandoli con effe, onero fpacgendofi ladecottioneloro fopra al capo , induce agcuolmen- teilfonno. Del Pauero domeftico . Cap. LXVII. N Elle spetie de i papaueri , che fi feminano , il feme di quello , che nafce ne gli horti , fi mette nel pane per l'ufo de fani:& ufali anchora incorporato con meleinuecedifdàmo. chiamano quello thilacite.il cui capo è lungo ,& pieno di candido feme. Il faluaticohail capo piano, & comprello, e’1 feme nero , chiamato phitite : come che fieno alcuni , che lo chiami- no anchora rhea , per ufeirne fuora il liquore limile al latte . Il terzo piu faluatico di tutti , & piu ua lorofo nelle medicine , è piu lungho de predetti, & ha piu lunghii luoicapi. Hanno tutti com- munemente natura d'infrigidire :& imperò la decoraone delle fiondi, & dei capi, fatta nellac- PAPAVERO SALVATICO. Nel quarto lib . eh Dìofeoride. ir 15 PAPAVERO DOMESTICO. qua, induce fomentandoleneageuoltnente il Tonno. Beueli la Tua decottione per far dormire. 1 capi uacui triti con polenta, & impiaftrati, giouanoal fuoco facro,& parimente alle irffiamma- gioni. Pedani! frefehi, & fanlène trocifci , & ferbanlì fecchiper libifogni. Cuoconii i meddimi capinell’acqua, fino che fè nc confumi la metà , & meflòui pofeia del mele, tanto li cuocono inlie- mc,che filàccia in forma di lettouario : il quale è poiualorofo medicamento per leuarei dolori, perla toffè, per il catarro, che feende alle fauci, &allacannadel polmone, & perii (fluffi ftoma- cali.ma diuenta piu efficace mettendomi l'acacia, e'1 fucco deH’hipociftQ. Dalli il Teme del papa- uero nero à bere trito con uino , perii fluffi di corpo, &de meftrui. Impiaftrafi con acqua concia alle lunghe uigilie in fu le tempie, & in fu la fronte. L'Opio, che li fa d elio piu infrigida , & piu dilecca . Tolto alla quantità d'uno granello d’orobo, mitigai dolori, matura, fa dormire , gioua alla tolfe,& à i fluffi ftomacali. ma tolto in maggior quantità, nuoce: perche facendo diuenta- o re iethargici coloro , che (e lo beuono , gli ammazza . Incorporato con olio rolàd.o , & latton e un- 'Ione, mitiga i dolori del capo . Diftillalì per li dolori nell orecchie, con olio di mandorle, marna, ^affarano. Incorporato con tuorlodiuouo arroftito, conferifce alle infiammagioni degù oc- ili 4 Difcorfidel Matthioli chi ■ con aceto , al fuoco facro , & alle ferite : & alle podagre con latte di dotta , & zaffarano. mef- fo per foppofta nel federe , prouoca il fonno . L’ottimo è quello , che è denfo, graue, amaro al gu- fto , forinirero nell’odorarlo , ageuolc da rifoluere con l'acqua, lifció, bianco, non ruuido,non eraneìlofo, che nel colarli non s'apprenda, conte .fila cera, che metto alfole nonfi liqueficela, che accefo non faccia la fiamma nera, & che fpento feruila uirtudelfuo odore Falliscali lbpio mefcòlandoui il glaucio , la gomma , ouero il iucco delia lattuca filuatica . Ma iiconofceil frodo: percioche quello, che è contrafitto col glaucio, metto nell’acquaia tinge di coloredi zaffarano, Il contrafitto con ficco di lattuca ha poco odore , & all'occhio pare afpro . Il mefchiato con gom- ma è luftro , &ageuolmcnte fi rompe . Alcuni à tanta pazzia , & ignoranza il riducono , che lo fo- phifticano, meicolandolo anchora co'l feuo . Brufciafi i n uafo di terra nuouo per le medicine degli i o occhi , fino che diuenti piu tenero , & piu rollò di colore . Biafimò Diagora ( fecondo che rifinite Erafiftrato ) 1 ufo dell opio nc i difetti de gli occhi , & dell orecchie , uetando che non udì doirfe mettere dentro , dicendo che indebiliua la uifta , & faceua lungamente dormire . Al che aggiinfe Andrea mèdico , che chi fe n'ungèua gli occhi fenza adulterarlo , diuentaua cicco . Lodollo'Mne- lidemo folamente per odorarlo, dicendo effere coli conueneuole penndurre il fonno, uituperando lo pbi ino fieno lunghe uigilie : & hammi fatto libero da un certo timore, che alcuni medici piu notte nell artmtmUram * tettano addofifo . Tafsi del latte , che diftiUa da ì capi de papaueri l’opio , comebenifstmo , & dihgentement Diofcoride , il quale quantunque fia tenuto da tutti frigido nel quarto ordine ; nondimeno fe dalfiaporefi coiiofi ^ peramento delle cofe , & parimente dagli effetti , ritrouo io , che l Opio al gatto e amaro ,&cic tenuto tn fcicalalingua . Ilcbemofira manifestamente , che fi a in lui callòtta non mediocre . Del che aumenta a ere et\ ^ ^ acuto ,& grauififimo odore .Ture per non effere tenuto sfacciato, & contrar.ioà tuttala catena cime tc » ^ rimetto al giudi ciò di coloro, che auanti à me hanno benififimo effaminatoi temperamenti firn . Temone potrebbe ageuolmcnte accadere, per effere egli per la piu parte fopbiflicatocon il glaucio, come lenite Del che cida manifeflo fegno il color giaUo, che lafcia nel disfarfi nell'acqua . -Iltbc può anche ’J filo, chehabbiamonoi in colmane ufo, èueramente quello men ualorofo , che chiamano Mecom & dalle frondi dei papaueri :& non quel piu nalorofo bianco ,chefifiidelhqmre,chcnedifti a, J 5° Nel quarto li b . di Diofcoride. 1115- UmliitnomfegnaDiofcoride . . ScriffedetTapaueriGalemalvi l-deUefitcultàdeifimplici .cofidicendo .Sonode Panieri ferii j ’Papaucripiu frette . de i quali chiamano una l{hca, imperocbepreflogli caggion i fiori . l’altro è il domestico , che qual r‘ da Gal. die licita [lecitina. Telefono anchora due altre [frette difaluatico : de i quali lutto hail capo groJ[o,& ritondo : & l' al- tioUngo frntuttopiugrande t &piitaJpro . Difilla da quefloil ficco, &diqui é che alami lo Marnano Ehea.Ma tmmmte la uirtu di tutti ed infrigidire . Il [enne deldomeflico bianco chiamato Th'.lacite ,fa dormire mediocremente : il perche lo fjtargonófopra al pane , & lo mangiano compoflo con mele • Ma il fime di quello , di cui facemmo mentione tei primo luogo , & à cui enfiano ageuolmente i fiori , infrigidifie molto piu mlorofamente : & imperò non lo può ufi- re alcuno cofi filo fcn\a nocumento , come il domejlico mefihìato con mele . Cofi adunque mangiato fi. grandemente dor mire . onde ne mettono alcuni un poco con quelle pafle , che fi compongono con mele , & conpane . Il fime nero di quel- lo lt, che dicemmo nel tergo luogo, è parimente mcdicamentofo , & ualorofimente frigido . Ma quello, di addicemmo Kl parto., è di tutti gli altri ualoroftffimò , cofi nel fime , come ne ifitfli , nelle fiondi , & nei ficco . Infrigidifie que - ilo potentiffimamente., di modo che f lupefacendo , conduce altrui fino alla morte . Ma i medici, che l’ ufino con difire- [ ioni ,gliindcbel[cdno la forqa della molta frigidità fua , mefiolandolo con altre medicine : imperoebe è egli frigido nel parto ordine . Come adunque [i debbia egli preparare ragioneuolmente , non s’appartiene à dire in quello trattato : stia quello , che contiene le compofitioni delle medicine, dicuìtrattaremopoi dopo qttefla opera ,, Et trattando del- opioferitto da l’Opìo al fecondo libro delle compofitimi de medicamentificondo i luoghi nella cura del dolore del capo eccitato da cau- Gal. [tmnmanifejle : fiqre uolte ( diceua egli ) fi amo cofiretti à ufire medicamenti fitti con opio per non efferqueflo con- II amie [e non in quei morbi , ouefi teme della uita degli buomini . quantunque anchora in tal cafi s’ off endino con ef- fe iì f irte le membra folide , che hanno poi bijogno d’ejfere corrette . Il perche à molti nell'infirmità degli occhi hanno lo nocciitto i collirii fitti con opio , di modo che fono relìatipofcia con debilità ,& detrimento del uedere : come anclmra cofano gratterà, & [ordita quei medicamenti opiati, che fi mettono nelle orecchie per i dolori delle lor infiammagio- i.EtfiuaUantineltertplibro trattando la cura delle pofleme calde delle orecchie: I medicamenti ( diceua ) che fi fimo con opio , tutti fono flupc fittiui , & addormentano i [entimemi : & però fiamo neramente corretti ufarli alle mlteper grande neceflità , ouegli altri medicamenti mitigami nongiouano . Qitefio tutto dell Opio firiffi Galeno . Et però alieni fcano qui bene i medici, & imparino di adoperarlo anchora loro , come faccua Galeno, il quale allottano j libro pure delle compofitioni de i medicamenti fecondo i luoghi: Mefcolanfif diceua') coni medicamenti refrigeratiui [ li cofi calde, che poffbno far penetrare la uirtù Jlupefattiua loro, auenga che per fi foli penetrano tardamente. Et I fi alcuno iiorrà far queflo , confideri molto bene la quantità de i fimplicì, che fi mettono nel cempofito .Imperoche di qui | mi eglià conofiere, fi il medicamento compofitopoffafire piu , ò manco di quello , che promette . Oue adunque le co- pro fi rifrigeratine fi dimoHr erano èffere affai, tanto piuflupcfarà il medicamento il [enfi de pati enti : & cofi [fognerà quel tanto di calore, che fi ritroutrà nel membro p attente . Ma dotte le cofi calde faranno in maggior portìone, il medicamen- to'opererà ueramente manco, & manco farà egli nocino . Imperoche è hifogno di fapere , che i corpi de i irnienti per l'u- fo de i medicamenti, che contengono in fi opio , biofiìamo , & mandragora patifiano finalmente un certo che fintile al- I la mrtificatione , facendo infirlfibili le caufi , che fanno i dolori . Et però molti di coloro , che ufino continuamente totali rimedi! , conducono finalmente le membrain una immedicabile frigidità. Chiamano i Greci il Vapauero fai - Nomi . ; Mito , Mnr.wfcia: ; Latini , Vapauer erraticum: iTedefihì , Klapper rofin : li Spagnoli , Amapollia ,& Tapo - , diati Francefi , Coquclourdeis . Il domenica chiamano i Greci , Milacy ti'/jtpc: ; i Latini , Vapaucr fitmmn egli .Arabi, ■ Tbdxtbax,& Chafias : i Tedefchì , Magfiomen : li Spagnoli, Dormiderati Francefi, Vauot : L’opio chiamami | Greci , 0 riov,& Mi udvnov . 1 Latini , Opium , & Meconiurn :gli .Arabi , Afìun . f Del Papauero cornuto. Cap. L XV III. HA ir papavero cornuto le fuefrondi bianche, &pelofe, limili al uerbalco, dentate per intorno come quelle del papauero falllati, co: da cui non è il luo fuftopunto difuguale. Produ- ce il fior pallido : e'1 frutto picciolo , ritorto come un corno , limile à i cornetti del fieno gre- co, donde s'ha prefo il nome .'dentro dal quale è il feme fimileà qucllode papaueri, picciolo, & nero. Ha la radice nella fuperficie della terra, nera, & grolla. Nafce in luoghi a(pri,& nellcma- remme. Giouabeuurala decottione della radice fatta nell’acqua fino al calare della metà, alle (eia- fiche, & à i difetti del fegato, & à coloro , che orinano materie grafie , alpré ^ & come tele di ragni. Bleme beuuto al pelo d’uho acetabolo in acqua melata , purga leggiermen te il corpo . Le fr ondi , ( 0 &parimentei fiori empiaftrati con olio leuanouial'efcara. Melfe con olio ne gli occhi del beftia- me,chiarificanole nugole, & albugini. Stimarono ingannadofialcuniper la limilitudine delle fron di > che! glaucio fi facelfe di quello papauero . Del Papauero lpumeo; Cap. LXIX. IL papavero lpumeo , il quale chiamano alcuniHeracleo , produce il fililo alto una {panna : le fiondi piccioliffime , limili all’herba lanaria : & apprello à quelle il fuo frutto bianco . É la fua nerba bianca, & tutta come una Ipiuma : ha la radice in fommo. II feme fi ricoglie la Hate , quan ™ è interamente maturo, & che feccato calca . Quello prefo con acqua melata al pefò d uno aceta fiolojfàuomitarei&giouapriuatamentequellapurgationeàcolorojchepatifconoilmalcaduco. o ^ ( KrC B ^ Papauero cornuto abondantemente nelle noHre maremme di Siena in fui territorio dì Grojfeto, nu,0>&(uaef- '' L \ lori: stello , Cy- diporto iter cole , & muffirne in piu luoghi del monte Argentalo ,& parimentenelidi delmare famin. Adriatico non lungi dal fontedelTimauo ,ne guari lontano dalla città di Triefli ,doue piu & piu uoltel ho ri- colto Difcorfì del Mattinoli Ilio colto io tea ì falsi che copiarmi m fono : ma alerone in Italia non tho ueduto io, fe non femnato f ? blico Spettacolo , come fi fuol fare £ altri rari ,& non troppo uolgarifempbci.ScriffeneTheophraHo a, (XI ^ J del IX. libro deU'hiflorit delle piante, cof, dicendo .Sono diTapaucri fanatiche pm frette: ■M'fah'pM, chiama Corniciare , produce fondi fimUi à quelle del uerbafeo nero , ma pero manco nere e attorni ^ la radice corta ,&poco profonda in terra : & fono ifuoifem dentro à certi cornetti ritorti. Ricogi ^ _ metitura.piirgailcorpoilefroniilemnol'albuginidegliocchidellepecore.'N.afceapprcJfoa ma * ■ Errore di al- TenrJonf, alcuni .che ilGlaucio ,ìl qual chiamanogli strabi Memitbc ,fi faccffcdel Tapauerocorn ■ • Papaùero fpu< me beiamo gli auertifee doride ) s ingannano mancamente . , . ho neramente fin bora potuto ntrouare chi me lo dimostri m Italia . &pci o lo lafcuro f- aimct 11 ne fono incognite . Ma nonperò lafciarò io di manifeflare un errore diThmo , il quale fi ■_ J ***** f. àxix.capldelxx.liMffe.cbekfrondifiraJfembraua™ ■ - - - ' i questo nome Strmhmni Croco nonfoUtnentefigniJicacotip mirjta. nieo . Errore di Pii nio lettere Greche , che. fapeffe confi derare, che questo nome ammanili Greco »™/»> J— ^7; , „ r - wtrlM- lojVia anebora quellapianta dberba, che fum grande ufo apprefio a gli antichi per p g ■ > Nel quarto lib. diDiofcoridc. in 7 tutte chiamataherba lemma ; di cui fono queSìo nome Struthio fcriffe Diofcoride nel fecondo libro, &àefTa , & non ilef“lftre rajfembro egli il Tafanerò [fumea chiamato parimente Heracleo . Del Tafanerò cornuto Jcriffe Galeno I>'lpauero cor' ilvn-dtlle facilita de i [empiici, coft dicendo . Il Tafanerò cornuto è cof, chiamato per produrre egli il fe me terrier- Gaf il enteritorto ,fmile a quello del fiengreco , di modo che pare fintile à m corno di bue . Chiamatilo alcuni Taralio , per alfiere egliabondantemente apprejfo al mare . Ha uirtù incifma , & aflerfma : & però la decottione della fua radice bollila fino al calare della metà, gioita à ì difetti del fegato . Le fiondi, tir i fiori conferìfcono altulcerefordide, & con- tumaci; ma non s tifano fe non fatta prima la mondificatione delle piaghe. Sono le fiondi cofi aflerfiue che rifoluono qual- che nolta alquanto della carne pura . Et impero con la for^a di tal uirtù , non folamente caua la marcia dell' ulcere, ma aebora l’efcara . Il Tapauero , che chiamano Her acleo, onero ffumeoper ejfere jfumofo , & bianco, è picciola pian |0 t t,&haìlfeme che purgala flemma. Chiamano i Greci il Tapauero cornuto , Mùumxtfmimii Latini ,Tapaucr Nomi. cmiculatum ; gli Arabi , Almacharm : i T edefehi , Celbolmagen , Moen , & Beel magfamen : li Spagnoli, Dormi- ta manna; i FrauceJÌ, Tauot ocorim. il Tapauero /fiume o Chiamano i Greci, Mijmv dppàJ'K ,■ i Latini , Tapauer fbu- rstm :$li oirabi , Dabre , & 3 ebeolij . ‘ H I P E C O O. SI!# BBBBB 11 ni8 Difcorfidel Matthioli Dell’Hipecoo. Gap; LXX. L O H I p E c o 0 , il quale altri chiamano Hipopheo, nafce nelle biade, &ne i campi, con fron di fimili alla ruta , & Cottili rami . Ha là medefìma uirtù del liquore del papauero . Hipecoo,& fua effam. T H I p e c o o facilmente f, ritrova ne campi Uopo al mietere delle biade, & de legumi Queflo primamente mi 1 dimoHrìMaefiroVieroSpe^lancialpemlegìdinClefiodM * — ' „ ... ..... A - .7, flirtici tra. ale uolte ufato per la ruta {nimica per fomwluMi dimoHrò Maeflro Tiero Sp^alanaa /pettate gta m ~ cora nonconofauta , dicendomi che da alcun, (fetial, era alle uolte ufato per la rutafalmuca per fomgharfegl, nelle fiondi come che appreso di lui faceto errore . Sfcfc* , comeM detto . ne camp , , con foghe poco maggior, del- lo nafcLntolL.neleuiombihcoèuncertofiocchetto di color loro : da que® ricoperti da fottiliffmo invoglio , tutti pieni dinero feme , rumio , quafifmile a quello del gittone . Ma ben foto che non mancano alcuni cenfori ,che bufmano dUlcea • ma fiele foglesefaminaranno duna per una, conofceranno man, feflamente , che non fono mo to lontane^ )!4,.t(lauaììllu OyllUVim- , uvee, a TZ^to rnot'finocbénonmifimoarardHnaahrapianta.cbepmdclU HijWcri.- girine brevemente Galeno al, HI. delle fatuità de ifemplici, cefi d, tendo . L JNomi. re nel ter^o ordine , dì modo che poco è egli lontano dal papauero . Hypccoum . Chiamano i Greci l'tìipecoo^mwìLatini, 20 DelHiofciamo, ouero herba Apollina ria. Cap. LXXI. L hi ose iamo è una pianta , che produce i fuftì graffi , & le fiondi larghe, lunghette, ima- I di-te nere &pelofe.I fiori efeono ordinatamente dalla banda del fufto, fimili a quelli de 1£aÌanuS i luoghi fecreti delle donne. Mefcolati con farina, ouero con poli ti * „iouaalla ni de gli occhi , de piedi , & d’ogni altra parte del corpo . 11 feme fa tutte : quefte ■ Stg ^ & tnlle a i catarri , ài Buffi de gli occhi , & a 1 dolori loro . Beuefi al pelo d -no obo , Daoauero & acqua melata per il Buffo de meftrui,&. altri fluffi di fangueiconfenfce a R ^ Impiaftrafi trito con uino allenfiagiom dei tefticoli , & alle raan™t iCjXriCVettoniìutilnien- to , Mefcolafi anchora con gli altri empiaftri , che fi fanno Per *?'**'; V rj°*^ ancho* infieme con te le fiondi con tutti i medicamenti , che ^mitigano i dolori , coli per fe ■ « ■ quattro polenta . Impiaftranfi frefche con nino per mitigare ogni forte di doto ; • Tm* d ^ ra]trcher J0 beuute con uino, fanano quelle febbri, le qualichiamano mezo pazzo. 11 che be d’horto , & mangiate alla mifura d'uno acetabolo , fanno d uentar ^ dJman0 colon, fanno parimente, quando fi mettono ne ìcriften peri ulcere q oer li dolori de i denti . La decottione delle radici fatta in aceto , e buona lauandofene la bocca , per li do H'.ofciarao, & fua effatn. Ti H I ose I amo (fi come ferine Diofcoride ) è di tre (ferie . La prima c,o è jbw aio- lek lofarojfo , & la terqa che lo fa bianco. Le qual, (ferie come ono differenti ne ^ ra nel colore de i fiori . Imperocbendla prima fono porpore, , nell altrag,alh,& foo fi„ „olte& ho ni hiogbi intuiti, &yi' ho io ueiuto in luogo ueruno pianta di Hwfciamo , che, fateli. fori porpore, , (e ^ 0 Jmhmadt, ,&l^ HLofcbmo del vedute , & molte. Quella del fior giallo , & delfemerofiigno nafte bt&* » r " oo le uie & intorno à i camp, , con foghe come d, cauedo , larghe iuenofé,graJf, ^mno; l mbi Relitte- ì hnghe , & appuntate in cima , & quafi fimili à quelle dell Mantho :pelofe& m ^ ^ 0 ^ ] neri , grafi, tondi ,pelofi '& bianchicci , dal me^o de iqualiefcono trami coptof , n ‘ lo, fiore giallo. Nel quarto lib . di Diofeoride. H I O S C I A M O. 0 J acu* fi generano alcune ftlique fintili à i halauHi , intagliate in cima , & pungenti , come fono quelle deli ocimoide. nc c yiai e dentro il finte ferratoui dentro da certo coperchio tondo che chiude la parte fuperiore del uafo.& però quan m matUrarfi fi /piccano i coperchi il feme tutto fine cafca fuor e . La radice produce egli lunga una J panna , bianca , tCnc[a J & fìtechiofa . Ha tutta la pianta cofì fafiidiofo odore che molefia nonpoco il capo . La bianca poi fa le foglie Mi limili, ma ritondette , piu grafie , piu tenere , piu pelo fi, piu rare , & piu bianche . I fiori fìntili alt altra ma bian- ( 5 meramente giallicci , da i quali nafiono te fìlique come nell’altra fpetie, ma men folte . & men dure,& manco F MgcMi , nelle quali èilfime bianco. Hanno portato alcuni di nuouo in Italia una pianta , neramente molto bella occ no , la quale connumerano alcuni fi a le /petie de Hiofiiattii , con foglie ampie , grafie , tenere & f utilmente pe- 0 Lp ccluab par che alquanto fìrafiomiglino al folatro finn i fero : di fpiaccuolc odore con gambi alti ungombito , & ‘ n" ’ ' ginofì , da cui nafiono i ritmi affai copiofì , ne i quali fono i fiori gialli come di Hiofiiamo , cui fuc - i > che tendono al tondo , i quali hanno però non fi che delle ftlique del Hiofiiamo . Imperochefo - B B B B B 2 no Hiofciamo bii cho. Hiofciamonuo uo. I lf Difcorfi del Matthioli HIOSCIAMO BIANCO. no coperti & chiuft in cima con coperchi del tutto limili , con ma corona intorno, & con il ferite^ faOT J fu radice bianca , lunga madama , & per tutto capigliofa , & grojfa un dito .fammi quefla ipiant ^ temandatad’uaUamBoemiadalgentiliffmoSignor Incorno Antonio Conufo .fcrigno uer m re & pellegrine . Scrijfene Scribonio Largo, coft dicendo . L Alterco , il qual chiamano t c(,wS,4t» beuuto la tefta , & fattili ingrojfare le itene , fa farneticare , & altercare clu lo mangiai a te < ddu eoli Alterco . Il che ho piu mite ueduto io in alcuni fanciulli , che haueuano mangiato 'l/emn‘cUe” C ,£ „;c. le Anania : imperoche facendo mille pa^ic.dauano à credere à i padri loro che fujfero JPmta‘ • J (j <((rj ne, che quiui lo chiamano volgarmente DiSlurbio , per diflmbare egli gravemente il cerile ■. g } & j ucelti , chef: lo mangiano , in breue tempo fi muoiono . Mangiatilo i porci faluaticlii (J c0[,lUihn- Hi.fci.mo finpefannof, tutti . Ma corrono per iflìnto , J,e produce HfM Verme mentione Galeno all V II fcritto di Gal. s. Nel q uarto lib-di Diofcoride. 1 1 2 1 HIOSCIAMO NERO. mo, fa impazzire , & parimente dormire . Quello , che ha il femcrofiìgno , ha quafi anchoya egli una fìntile natura . Et però fono amendue da fuggire , come inutili , uelenofi , & mortiferi . Oltre à ciò quello , il cuifcme e bianco , bian- to parimente il fiore , è utile grandemente nellamedicina , frigido però quafi nel ter^o ordine . Ma il fiore di quello , che fi ilfeme nero , è mediocremente porporeo : & quello , il cui feme è rofiigno , e come di colore delle mele . quefio tutto diffc Galeno . Ma ritornando aU'hijloxia del Hiofciamo , non mi par di tralafciar di dire, che non ho pocafufpicione , che Utefìofu qui corrotto ìlei principio del capitolo , otte fi parla de fiori . Imperoche quitti s attribuifce a i fiori tutto quel- che fi uede nelle ftlique , le quali fono quelle che hanno dentro il feme, ferrate , & chiufe in cima da ritondi fendetti, &non i fiori . Et aumentamene la credenza Scrapione . imperoche al proprio capitolo del lufquiamo , otte traforine da Oiofcoride tutto quello , che qui fi legge de fiori , in e [fo fi legge de frutti . Onde per mìogiudicio fi può agcuolmente pre- 0 falere, che ni fiacorrottela, ò mancamento di fcrittura . Chiamano i Greciil lufquiamo , 'forniva.^ : i Latini ,Hyo fams , Mpollinaris berla , Alter cum : gli Arabi, Bengi:i TcdefcbijBilfomen,&Bilfen:li Spagnoli : Velcnbo : ìFmcefi, Iufquiamc, & Hancbane . j Nomi. 1122 Difcorfì del Matthioli Del Pflllio . LXXII. I L (sullo fa le fiondi limili à quelle del coronopo, ma pelofe. E'herba in tutto (armento- fa } fimile al fieno : i cui rami fono alti una fpanna : la chioma fua principia nel mezo del tulio , & ha nella cima due , ouero tre riuolti capitelli : ne i quali è dentro il feme nero , duro , & limile al- le pulci , onde ha tratto egli il nome . Nalce ne i campi , & ne i luoghi non colmati . Ha uirtù d'in- frigidire, mollificare, & ingroffare. Gicua impiaftrato ài dolori delle giunture, alle pollane, che nafeono dopo all'orecchie , alle poftemette, all'cnfiagioni, & alle dislogagioni dell'ofTa . Met- tefiin fui capo perii dolore con olio rofado, acqua, ouero aceto. Medica impiaftrato conaccto io le rotture inteftinali de ifanciulli, & il dar fuore delfombilico . Tritafene ia milura d’uno acetabo- lo, &mettefi in infufione in un feftario d'acqua, & come s’ingrolfa l'acqua, fe nefa linimento: imperochc rinfrefca ualorofamente , & meffo nell’acqua calda l’infrigidifce. è medicina cfficacif- fima contra al fuoco lacro . Dicefi, che portandoli uerde nelle cafe , non ui lafcia generare pulci . Mo con graffo , mondifica lulcere fordide, & maligne . Il fucco gioua inficine con mele à i uernfi dell’orecchie , & al flullò di quelle . E II psillio notiffìma pianta in Italiani cui introitano duejpetie . il primo fa le foghe canute , lim - pfiIljo primo> gbe & pelofe fìmili à quelle del coronopo, ma non però cornute. Traduce numero fi fimi rami,tondi,alti una (panna fittili, & tutti carichi di foglie , i quali piu prefio fi dijfondono uerfo terra , che in alto, nelle cui fommita nafco- Io no alcuni bottoni fquamofi , come nella fcabiofa , attaccatiper lunghi piccino li . Efcono da quegli i fiori piccioli laringi - nofì & fottili , quafi come capelli , & biancheggianti , come fono quelli della piantagine delle foglie frette , la quale noi Amiamo lancinola . Il feme , quale fa egli nero -, &r ducente , fumile alle pulci, fe ne Ha raccolto in qitefii bottoni , Fa B B B B B 4 la Nel quarto lib . diDiofcoride. V N’ ALTRO PSILLIO, 1124- Difcorfi del Matthioli Pfillio fcritto diMefue. Mio fccódo. la radice h'mUt lunga una /panna & per tutto capigliofa; "Nafte in luoghi incititi, & feminafi anchora da molti. L'al- tro è molto piufarrnentofo 6' piu carico di foglie pili lunghe , piu fittili , & piu folte : pelofe & parimente canute & intricate in fi flefie . Fa i capitelli ftmili all’altro , ma mpoco\mmori & piu copìofi , ne i quali fi genera il feme del tut- to fimile alprimo : Halaradiceramofa ,&per tutto capigliofa; Nafte nelle campagne ; ma piufipefifo nelle marem- me . Vfafi nelle Ipetiarie tenere il feme per il bifogno de i'.’fuoi mucillagini : li quali fono atti ad infrigidire , & prohibire i flufii caliii , à Spegnere lafete nelle ardenPtfiime febbri , & per la [lecita iella lingua , & delle fauci , & parimente per lubrificare il corpo. Scriffene Mefue tra i fuoi fi empiici folutiui , cofi dicendo . Il Tfillio idi quelle coft , che alterano la complefione , & cbefoluono il corpo lubrificando . Del quale fe ne troua di quello, che biancheggia ; altro, che re fieg- gia :& altro che porporeggia . il migliore è quello ,che èperfettamentematuro.graue , & che mefifo nell acqua, ferie ua al fondo . È compofto didue fuflan^e ,& didue Hirtù contrarie , le qrnlifi po/fono feparare ,ftparandofi la fiory w dal midollo : imperoebe una nè nella fufianga fua midollare , & l’altra/fiarfa [oprala fua corteccia . La midollare è cal- da , & ficca nel quarto grado , udore fremente acuta , incifiua , rubificatiua , ulceratimi , & difpctie di ueleno . Quel- la , che fi contiene neUaficor\a, è {come 'fcriue Fjffa) diquelle coft , che molto infi-ìgidiftono ,& Immettano nel mqo ordine . Quando fi sbatte ilTfiUio con acqua frefra di fontana, fino che fi faccia mucillaginofa , & pofeiafi bene quella acqua con olio , onero con [tropo molalo .purga il corpoper di fiotto . Ma fritto , & sbattuto con olio rofado , èmeiki- na del flujfo del corpo , & della diftnteria , & Jfietìalmente itale à iflufisi caufati da acuti medicamenti folutiui , come è la ftammonea , tolti in troppa quantità . Ma è d’auertire , che non fi dee dare il Tfillio peHo in polirne ( il che però tt, imperano alcuni moderni medici ) per bocca à berci n modo alcuno : imperoebe il pestarlo [copre la fuHanqafta mi- dollare ulceratiua,& feorticatiua, con cui [conica , & ulcera t interiora, & infiammali fegato ,el [angue. Solite sbattuto con acqua frefra ( come dicemmo ) la cholcra: & imperò conferifie alle febbri , che ualorofamcnte infimi- 20 mano , aUaftte grande, alle infiammagioni de gli /piriti, & all’ a/pre^e del petto. Sbattuto cón aceto, giova alle pobie- me calide, ciò è eriftpele , formiche , & altre infiammagioni , applicatovi [opra : /penalmente conferifie egli ài dolori del corpo caufati per caufa calida. Quello tutto del Tfillio dìfife Mefue . recedei Tfillio brevemente memoria Gale- no alla fine dell'v 1 1 1 1 . libro ielle finalità de i [empiici, coft dicendo . Il Tfillio ha il feme , il quale èutihlftmo . E frigi- do nel fecondo grado : ma in ballettare ,& dificcare è parimente mediocre . Chiamano i Greci il •pJilho.tóUMni Latini , Tfyllìum : gli Mrabi , Barbara chathona , Berfr cothume : i T edef chi , Tfylien byaut : li Spagnoli , largatomi i Franceft 3 Herbe à pauce* . Pfillio fcritto da Gal. Nomi. Del Solatro hortolano . Cap. LXXIII. IL solatilo de gli horti è una pianta non troppo grande, che srifa nei cibi, con moltecon- cauìtà d'ali : le cui fiondi nereggiano , & fono maggiori, & piu larghe di quelle delbaiilico: pro- duce il frutto uerde,& ritondo, il quale dopo al maturarli diuentanero,ouero giallo . mangiato ne i cibi non nuoce. Ha uirtu di rinfrefeare: & però le fue fiondi empiaftrate con fiordi polentagio uano al fuoco (acro , & all'ulcere ferpiginofe . Sanano trite , & applicate per fe fole , le fattole agri- mali, &i dolori della tetta: conferirono àgli ardori dello ftomaco:& trite con lale , & fattone imniaftro rifoluono lepofteme, che uengono dopo alle orecchie: il fucco mettolato con olio rola- doP, cerufa , & fpiuma d'argento , conferilce al fuoco fiero , & all'ulcere corrofiue : & lnc“P°®° con pane alle fittole lagrimali . Fattene utilmente linimento in fui capo a ì fanciulli con olio ìola- do per le infiammagioni de pannicoli dei ceruello . Mettefi in cambio di uoua , & parimente d ac-- 4„ qua Fnquei collirij , che li fanno contea gli acuti flutti de gli occhi : diffidato nell'orecchie,ne eu uia il dolore-: applicato di fotto con lana, riftagna il flutto del meftruo . Il fucco con ftei ^ b gallina , che ftia ne i cortili , & impiaflrato con tela , e rimedio prefentaneo delle fittole lagi ima • Del Solatro Halicacabo. Cap. LXXIIII. E' Vna altra foetie di Solatro, che chiamano alcuni particolarmente halicacabo, &- tri phifalida,cio è uefcicarianl quale produce le fiondi limili al predetto , ma piu “[o e' fotti , poi che fono crefeiuti à baftanza , sinchinano uerfo terra .Produce quello il f uo tondo , rotto , & lifcio , fimile à gli acini dclluua , ferrato in certe uefciche rotte : ilqiiale u n< . & P° L uomitarla . QV A n t V n q_v e negli altri difeorfi noftri uolgariper aitanti flampati già fcriucfti io non batter notìtnt che di due fietie di Solatro , ciò è dcll'hortolano >& dcll'Halicacabo , il qual chiamano gli fistiali cerniva, neri te tAlcachengi ; nientedimeno ho dipoi hauuto , & conofciuto anchora il S onnifero , di cui è qui il < iti att0 > Nelquartolib.diDiofcoride, uzy solatro sonnifero. iuc^o dell'écceUentifiimo medico 3& fcmplicisla de tempi noflri f amo fi fimo M. Lucci Ghini.Ma quello della quarta fotie, chiamato Manico , non ho fin bora potuto uedere : ne manco ho intefo, chefia egli fiato ritrouato da altri . Lt O R- Solatro horto- T 0 L a n o , il quale mangi arano gl' antichi ne i cibi , come gl' altri herbaggi ; fa le foglie maggiori del Bafilico 3fmi- jano & fua hi- b a quelle dell' Halicacabo , mapiu nere 3 piu tenere 3 & lunghette . Troduce all intorno piu gambi , & piu rami , in cui fono i fiori bianchi , & nel me\o gialli 3 & perintorno flellati 3 dai quali nafeono le bacche tonde 3 adocchiate infie- w > piene di uinofo fucchio 3 non minori di quelle delginepro3 dentro alle quali fi contiene il feme bianco et minuto . Sono qucjli di uarij colori . Imperoche & di nere , & di gialle 3& di uer diede fe ne ritrouano . Vroduc e la radice bianca , ^ fo]^ faramofa , i{afce ne gl'horti , ne i giardini3lungo le publiche uie, apprefìo lefiepi3 & le muraglie degtedificij . ilfuc tro hortolano. IO cbio cofi delle foglie , come de i frutti mefcolato con olio T\ofado & un poco d'aceto naie mar auigliof, mente per i dolori uidi del capo . Gioua à i frenetici 3 & all'infiammagioni de i pannicoli del ceruello applicato con peiypdi Uno fopi a la fonte la parte dinairfi del capo3 & naie anebora alt enfiammagioni degl occhi applicato nel medefmo modo . Gar- Halicacabo iua {littoria. 1128 Difcorfi del Matthiolì VN'ALTRO SOLA. SONNIFERO. garì^afi anchora utilmente con alquanto d'aceto per l’enfiammagioni dell’ugola, & delle fauci, & mettefi ne gl ungen- ti dell’ ulcere maligne , & che malageuolmcnte fi fanano. In fomma doue fa bifognodi infrigidire , di feccare , &dt fùngere , iui uer amente molto fi conviene tufo del Solatro Ortolano . Quello poi che fi chiama Halicacabo 0- uer amente V efcicarìa , jLlkehengi come communemente fi chiama nelle jpetiarie ,fkle foglie ftmili à quelle dell ortola- no , mapiu larghe , piu ferme , ruuidette manco nereggianti ,i gambi arrendeuoli ,i quali crefcendo agevolmente fi difendono per terra . I fiori fa egli bianchi come nell’altro fu detto , da i quali fi generano alcune uefciche groffe coinè noci ,& qualche uolta maggiori , nel piede larghe , & apuntate in cima ,& compagnate daotto coftole,mef)e da natura ugualmente disiami . Quelle prima f m uer di , & maturandofi diuentano d'un colore come di minio , & hanno 1 dentro una bacca roffa , & uinofa fopra al picciuolo gr offa come un'acino d’uua , lifcia , & polita, al gufto infienienien j 0 te brufca , & amara , & tuttapicna di minuto , bianco , & copiofffimo feme . Vagliono quefie bacche marauig UoJJ mente non foloperfhr orinare , ma anchorapcr mitigare gl’ ardori dell' orina. Iwperocbe bcendofi il fucchio loro con ^ ^ Nel quarto lib. di Diofcoride. I12C) SOLATRO MAGGIORE OVERO HERBA BELLA DONNA. m 1 lllllp ,ò di meloni , ò di yucche , ò con decozione di maina , ò con orbata è medicamento gìoueuolifimo ,ie& ardori dell orina. É l'Halicacabo tanto nimico de gl' affidi , che mettendoceli appreffo le radici gli fi cefi fiera - MMe addormentare , che mai piu non fi rifuegliano . Le bacche macerate nel mollo simpiafirano utilmente [opra i car ocelli de gl' occhi nel principio . TeHanfi la uendemia infieme con l’uua matura, & lafcianfi co fi bollire infieme alquan giorni, et cofififa un nino utilifiimo per coloro, che generano renelle, et pietre nelle reni,perciochele netta & mondifica tendofene quattro onde per uolta.E' anchora un'altra ffetie di Vefcicaria3ma molto diuerfa da quejìa,la quale fe ne fa- *n a’t0 Mràpandofi dalle ferriate delle finefire, & fu per le pergole, doue fi uuol far ombra.Troduce quefia le foglie lun Inette, & all intorno intagliate, i fiori qualche uolta bianchi, & qualche uolta che nel bianco gialleggiano , da i quali na Io Imo leuefciche uerdi & quafi tonde con fei compartimenti all'intorno, nelle quali è dentro il feme nero,groffo come un ,Cro 0)0 poco maggiore , nel quale è fcolpita di bianco l’imagine d'un cuore . Il che per auuentura non fecefew^a cagione datura , uolendoci forfè ella moftrare,cke uaglia queflo feme non poco ne i difetti del cuore , come , ueggiamo che fece C C C C O ella Solatro fomni- fero & Tua hi- itaria. Solatro Sonni - fero d’altra fpe tie. 1 1 j o Difcorfi del Matthioli V E S I C A R I A. ella nell'Echio il feme fimile à i capi delle uipere . Quello oltre à ciò , che chiamano S olatro Sonnifero Pr0 molti gambi ramo fi malageuoliàa rompere : foglie copiofe 3 grafi ette ,& fimiti a quelle de i meli cotogni- 1 ^ roffigni intorno à i rami per uguali interualli : ilfi'utto inzaffar anato filmile alle bacche, maferrato in alcuni pe o t ^ coli : La radice fa egli lunga , &grojfa molte uolte quanto il braccio deU'huomo , & ucslita dirofiigna coitecc ia. ^ fee per il piu nelle maremme fra i fafii : di modo che non mi refia 'punto da dubitare , che la pianta , che > appi e'en. ^ il Solatro Sonnifero nonfìa la legittima , uedendofi che ha tutte le nere , & legittime note ;fe ben non mancano ^ ^ maligni beffeggiatovi , inuidiofi dell' altrui fatiche , i quali con argomenti di poco ualore tengono il contrario. m°. 1(J- iiendo io ambe due le orecchie fatte forde all' importuno abbaiare di cofloro, poco mi curo della temuta oro. ^ uafi anchora un'altra fpetie di S olatro S onnifero , di cui è parimente qui la figura , che fa le ^ foglie piuj ret c ^ & inchinate a terra , il gambo quadrato , i fiori à modo di campanelle , porporegni, & all intoi no enta i , ^ ^ ^ à lunghi picciuoli, da i quali nafeono le bacche ( ciò è una per uno ) nere ouero nelporporeo nereggianti) uni > ^ Nel quarto lib. di Diofcoride. ji V te piene di minuto feme , come ne i frutti di tutti gl altri Solatri . Quette fono uettite , & circondate final mczo d’una tonica uerde per tutto aU intorno dentata a modo di corona . La radice ha ella grande, tenera , bianca , & nodo fa. fio- rifceilmefe di Maggio , & produce il frutto di Giugno .'FfiaJ ce copiofonel monte Saluatino prcffo Goritia, onde piu notte l'ho riportato . Ma benparmi ( per miogiuditio ) che nonpoco errino coloro , che uogliono , che’l Solatro fonni- fero fta .quello , che chiamano alcuni S olatro maggiore 3 & altri , come i Venitiani, Herba bella donna . Impercche que- sto non produce ilfuflo in follicoli di color giallo inzaffar anato ,ma nero : quantunque mangiato copiofamente anima? ■- v, come fi io efferc inter uenuto ad alcuni fanciulli : i quali non conofcendo il pericolone lo mangiarono in cambio d’uua. U onde anchor che fieno quelle due piante confìmili nelle f acuità ;fono però non poco difiimili nelle fembianre . dal che Jhonofce, che l’ Herba bella donna non è in modo alcuno il Solatro fonnifero di Diofcoride . Dell' opinione di coti oro io ritmo cjferefiato il Fucbfio nelfuo maggior uolume dell’ fattoria delle piante : come cheaccortofi pofcia dell' errore, ri- ponejfe egli quejla pianta nell altro fuo picciolo uolumetto tr ale mandragore 3 perla mandragora Morion , faltando (come mi pare ) d’un errore in un'altro. Imperoche la mandragora chiamata Morion 3 produce le fiondi fimili alla man- dragora mafchio , lunghe un palmo , tutte frate per terra 3 all'intorno della radice . Il che dà manifetto inditio , ch'ella noìi produca futto ucrv.no 3 come fanno l' altre due frette . imperoche i picciuoli , à cui ttanno appefìi frutti dell' una & dell'altra mandragora , non fi poffono chiamar fujìi . Ondeparmi, che l' Herba bella donna non fi p offa per alcun modo porre legittimamente per ueruna frette di mandragora : auenga che produca ella le foglie di Solatro hortolano, & fe bc - nedquanto maggiori , non però lunghe una fratina 3 ne biancheggianti 3 ne firate per terra ,• ma fu peri fufiti alti piu d'ungombito affai , duri , & legnofi , & per tutto ramufcolofì . Lfe forfè, per quanto io me ne creda ,fia fuor di ra- gione il credere , c he l'tì erba bella donna fi a una quinta frette di Solatro incognito àgli antichi . Imperoche per quan- 20 to m'ha infegnato tefrcrien\a cotidiana , ritrouoche i Solatri fono di molte piu frette di quelle , che fi leggono nell'hiflo- rie . 'Nafcc quetta pianta , la quale io chiamo S olatro maggiore nelle felue de i monti , con foglie piu grandi dell'Or- tolano , conil gambo alto fino a tre gombiti , & qualche uolta maggiore , di roffigno colore, da cui efeono numcrofi , & folti rami , concaui nelle loro origini , ne i qualinafcono i fiori lunghi , come fono quelli dell’herba Digitale , concaui co- me campanelle ,& d'un colore pallido & porporegno ,& di dentro capigliofi . Da quetti nafeono le bacche , ci afe una àperfe, pendenti da ifuoi picciuoli ,&incafjate in un picciolo rccettacolo all'intorno fi ellato . Quefie maturandofi nereggiano , & singroffano quanto mi acino d’uua , cofi frlcndenti , come l’ambra riera , & parimente uinofe , & pie - ne di minuto , & copio fo feme . Ha la radice lunga, graffa , bianca & fuccbiofa . Scccafi quetta piantali Verno ,ma mafie ogni anno la prima ucra dalla fua itteffa radice fempre ere fendo molto piu grande . Leuirtù , & facoltà fue fo- tojìmili à quelle del S olatro Furio fo , quantunque fieno nelle fattele difiimili ; imperoche mangiandoli il fio frutto fa p diventare gl buoniini , come patfìi,.& furiofi ,& fimili àglifriritati ,& alle uoltc ammansa facendo dormire fino al - hviorte.il che fo io effer inter uenuto ad alcuni fanciulli che mangiarono quetti frutti ignorantemente in cambio d' una. Seno alcuni che uogliono , che fi a quefio folatro la Mandragora di T hcophrafto , ma non deferiuendone egli fattoria , nenota ueruna non fo come fe l'babbino fognato . Defcriue ben Theophrafio il frutto della fua Mandragora dicendoef- fir egli acino fo,&uinofo3 il che Ciritruoua non folo in quetta pianta , ma in molte altre. Vero ( per quanto io ine ne ueggia) uogliono cofloro defcriuereil Leone per hauere folamentc ueduto alcuni ugnoni ,non fapendo forfè , chegl’Or- ft,&leT igri non fono fen^a ugnie . S ono alcuni che tifano quefia pianta in medicina ; imperoche ( come fcriuono ) l acqua diflillata da tutta la pianta beuta alla quantità di due , ò al piu di tre cucchiari fana tutte le infiammagioni delle iiificre , <& membra interiori fen^a danno ueru.no , non bcendofenepcrò maggior quantità , & applicata di fuore all'e- rifipelle ,<& altre calde materie fi i medefimi effetti . Le foglie pcjìe & applicate rifoluonole potteme caldcde gl'oc- 40 chi , & delle palpebre , & mitigano il dolore . Mirabile è iter ameni e la uirtù della radice f ceca infognatami dal diligen- tifiìmo fimplicifia M. Franccfco Calcolar is primo inventore di ciò. Iperoche infondendoli trita alpefo d'unfcropulo nel nino perfii ò feti bore beendofi poi il nino colato dalla radice da digiuno fa che non fi poffa mangiare cibo «ermo , on- de ne nafte dilettemi giuoco faccndofi quefit' inganno ad alcuni golofi parafiti , i quali pcnfandofi d'empire il ucn - tre dibuoni , & dilicati cibi fico andò fi ferina vergogna alle tauole ben apparecchiate 3 & fiandofene à federe à bocca aperta a ueder mangiare glabri ,fcivga poffer eglino mangiare boccone ,fe non fi dà loro à bere dell’aceto, con il quale fuhito fi liberano da quefio trauaglio . Scrìffe del Solatro fonnifero , & manico T heopbrafio al Xl I. capo del I X . libro dell hifloria delle piante, cefi dicendo . I Solatri fono di due forti . Vno fonnifero, la cui radice è roffa come un [an- gue 3& bianca quando è fecca : il frutto piu r off) del cocco : le foglie fono fimilial titbimalo , onero à quelle de i meli dolci, pelofe , & grandi da baffo . Dannofi per far dormire le feor/^e della radice prima ben pctte , & pofcia infufe nel jo wno • 'Hpfie nelle ripe, nelle fauci, & appreffo à i fcpolchri . L'altra frette fa im patire. Ovetto chiamano alcuni Bric- ron , & altri Veriffon : la cui radice è bianca , lunga ungombito , & concaua . Daffene una dramma per far alquanto impalare altrui ,& per farfi tener bello : ma volendo che maggiormente simpatia , hi fogna darne due dramme : & tre , non udendo che figuarifea mai della palaia : ma dandone quattro, ammansa . Vroducc le foglie fimili alla ruchet- ta ,ma maggiori : ilfufio lungo quafi quattro gombiti : il capo come di gethio , ma maggiore , &piu pelofo ,fmilc al htto del platano . Dei quali [rivendo Galenoall’vi 1 1. delle [acuità de fi empiici , cofi dìceua . Il Solatro hortolano j àie fi mangia ne i cibi , è noto à ciafcuno , & ufafi à tutte quelle cofe , oue fi a bi fogno di rifiringere , & d’infrigidire : im- peroche in amendue quefie qualità è egli graduato nel fecondo ordine . Degli altri , che non fi mangiano , nè uno , che fi chiama Halicacabo , che produce il frutto roffo , fintile di grandetta, & parimente di figura ad uno acino d una , il qua - bufano nelle ghirlande . L'altro è ramofo , & fonnifero . Il tervp poi per far diuentarcgli huomini furiofi , chiamano 60 mico • £ Halicacabo adunque nelle [acuità delle fue frondi è fimile all'hortolano : ma il frutto è conueneuole a far 0- rinare • Il perche fi gli aggiungono affai uirtù compofle ,gioueuoli al fegato , alle reni,& alla uefcica. La corteccia fradice di quello , che fi chiama fonnifero , quando fi bene con vino al pefo d'una dramma , fa dormire i& in ogni CCCCC 2 altra Herba bella dor.ua. Errore del Fucbfio. Virtù del Sola tro hortolano Solatro mag- giore &fua In- itoria. Virtù del Sola tro maggiore. Solarri ferirti da Theoph. Solatri ferirti da Galeno. » Ilj Difcorfi del Matthioli ultra co fa e fidile all’opip , eccetto che i alquanto piu debile .per ejjer filmate nel tergo ordine delle coft , che infH- mdifeono , & l'opio nel quarto . nondimeno ha ilfuofetne tòrti di prouocare 1’orina ; ma come fe ne toglie piu didodici "corimbi ,fa farneticare , & andare infima . L’ultimo chiamato Manico è neramente del tutto inutile per ciucile medici- ne , che fi togliono per bocca .-.percioche quattro dramme uccidono chife le beue, &fe manco fe ne toglie , fanno impag- liti . Vero è , che ma dramma non fa male alcuno ; ma in uero.nonfe neuede giouamento . Quando fe ne fa empiafko di fuori , cura V ulcere malageuoli da confidare , & queUe che corrodono . M che p, ufi loda la corteccia iella fi, a ra- dice : imperoche difccca nella fine del fecondo ordine , & nel principio del tergo ; & mfHgidifce nel principio del fecon- do Il Solatro hortolano chiamano iGreci^affymmrra:,; :i latini, Solanum hortenfe : gli Mrabi.-Hamebatha- ' naleb, Uameb alcbaicb,ó" Banab althaleb : i Tedefcln, 'Hachtfchait : li Spagnoli, T orna mora : i Fntnccfi , Morelle . L’Halicacabo chiamano i Greci, i Latini, Veficana,& Kalicacabits: gli Mabi gekengi, 10 jlUkstm > & tekenegi : i Tedefchi , ludo, kirfen : li Spagnoli, Bexiga de peno : i Francefi , Beguenauies . Il Sola- tro fomif ero chiamano i Greci ,x-i(fyr°- C C C C C ^ un il J4 DifcorudelMatthioIi . MANDRAGORA li E M I N A . mm mibeuuto, purga la madrice: & applicato di fotto con folpho unio , nftagna 1 fluii tolsi ■ l nc.Intacca(ilaradiceprofondamenteinpiuluoghi,& coli ne diftilla , & fe ne ncog ìei 1 in un uafoconcauo. benché lìa piu di quello efficace il fuccojma non pero in ogni luogo jo riha dimoftratorifperienza, lì ritroua, che làgrimi dalle radici quello liquore. Dicono, <- ritroua una altra mandragora chiamata Morion , che nafee in luoghi pmbroh, attoi no a c 1 cheilecuifrondifonfimiliàquelle della bianca, quantunque minori, lunghe una pumi. , che & lìtuate all’intorno della radice : la quale è tenera , & bianca , poco piu lunga i 1,11,1 1“’ & eroda come il dito grolfo della mano . Dicono, che beuuta al pefo d una dramma . , oiie ‘ giatacon polenta nelle focaccie, ouero uiuande , fa impazzire . Dormec ula mang . ce I ^ ritroua nel mangiarla, perdendo per tre,ouer quattro hore tutta fow ■ ‘ .Nicoli quandoglifadibifognodifegare,òdidareilluoco. Dicono edere antidoto a il folatro, che chiamano furiofo. ■ Nel quarto lib.dipiofcoride. 1 1 5 y MELANZANE. Nascono le Mandragore per fc Beffe in piu luoghi per li monti in Italia , & maffimein Taglia nel monte Mandragore,' Gargano , il tinaie chiamano di [auto Angelo : onde ci recano le corteccie delle radici, & i pomi alcuni herholat > & loroeflam. ti,cbe ogniamo uengono à noi . Home piu notte uedute io ne i giardini , & ne i tejli in Isfapoli , in Roma , in Vinegia , & altri luoghi d.' Italia piantate amendue le ffetie , E' uer amente cofa fauolofa il credere , che babbiano le Mandrago - j^rore t'eI 1101 abradici diformahumana , come fi crede il uulgo ignorante ,& le [empiici donniciuole : & che non fi poffano cauar Sterra, fe non conpericolo , attaccandoti lineane impeciandoci /’ orecchie per non udirne il gridare , per crederli ‘Ingente [ciocca , che le radici gridino , & ammaino chi le caua fentendofenc il grido , Imperoche (fucile , che por - La foripa hu- tano attorno alcuni Ciurmadori, & Cer etani , dando falfamente ad intendere alle [empiici donniciuole fierili > che man - mana deHe^Ma IO Pedone , fanno far figliuoli ,[ono radici di canne di brionia , & d’altre piante intagliate di tal [orma , & artificiofa- ™nzne. Mente fatte : & pofeia ripiantate con granella d'orbo attorno à quei luoghi , ouefi mole , che nafeano (fucile radicate, Sfanno i capelli , la barba ,& gli altri peli. Del chepoffoben iofarebuona tefiirnonian^a tpercioche battendo una CCCCC 4 uolta. 1J3 6 Difcorfidel Matthioli Difenfione d’Hermolao. mica in \om uno di quefli Circonforanei, il quale arnum del malFraneefe con il uino del legno, mi dimoflrò appref. fo à molte truffane loro, con le quali ingannano la pouera gente , il modo che teneua in far quejle Mandragore , delle quali kaueua pur affai delle fatte: affermandomi , che qualche Molta le ttendeua piu di ucnticinque ,& trenta ducati l'ima . Et però ho mimo qui auifareil mondo di cotal manifesta truffaria , &far palefeà ciafcuno, come tal falfitàfia regnata ,& regni anchoraài tempi nojlri nelle mani di cotali affafsi/ii . I quali , per dar piu fede alla copi , allegano , che Tithagora chiamò la Mandragora Anthropomorphos , cioè forma d’huomo . Sopra al che è da fapere che Tìtba- gora non gli pofe tal nome ferina cau fa .-percioebe per il piu fi ritratta la Mandragora haucre la radice biforcata, fimilc alle gambe dèltbuomo . & cauandofi quando ha il fuo frutto , il quale è fintile à un pomo attaccato per breue picciuolo tra le (rondi in fu la fommità della radice , fi vaffembra neramente alla forma d’un buomo ferina braccia . Il che pochi hanno faputo dichiarare : ani} che per il piu ferito i modernì]fcrittori biafmare , & Tithagora , & Columella , non in- 1 o tendendo la cofa , che habbiano fi 'molando ferino , che habbia la radice della Mandragora forma humana . Mape , finire di dire la fabula .nella quale recitano effere grandiffmo pericolo à cattare laradice della Mandragora , fenon fi fi cattare daim cane , dico che ciò , ne pare Slato canato da Iofepho billorico bebreo , il qualfe ben ferme , che ciò fi of- fcruaua in Giudea nel cauare d'una altra pianta ,fi può però penfare , che tutto quello fia flato transferito nella Infiori a della Mandragora appreffo al rnlgo da coloro , che ingannando la gente uanno uendendo le Mandragore . Mi acciocbe meglio fia noto à ciafcuno quella truffarla ncitarò qui quel , che ferine Iofepho al xxv.capo del V n. libro delle guerre de Giudei . Egli dice itti quefle parole. Veda ualte, che cinge la Città iaUap artefettentrìonale è un luogo chiamato Baa- ras dotte nafce una radice .parimente chiamata Baaras da quel luogo , la quale nel colore fino è fimilc à una fiamma di fuoco , di modo che la fera Splende come imafteUa . Quella radice non fi può cauare .fenon malaga, olmate . Imper- ché come ui s'approfiima alcuno ,fi ritira continuamente fotto terra , ne mai fi ferma ,fe prima non fe li gitta foptao 2o fangue menfiruo , ò orina dì donna . Ma con tutto quellonon bifogna toccarla con mano , ma portarla pendente , altri- menti Cubito fa morire chi la tocca . Cauafiperò in quello modo . S cauafi la terra intorno intorno alla radice , tanto che la fiaquafì del tutto fuori, & dipoi ui fi lega un cane ,il qualeuolendo feguire ilpadrone tirandola corda con impeto calia fuori quella radice j&ftibito muore, in luogo di colui, che la uuole battere. Onde non è dipoi piu pericolo toc- . caria . A' tanto pericolo fi mettono gli huomini per confeguire la tòrti di una cofa fola. Imperocbe meffa adoffo que a radice àgli Spiritati, che non fieno poffuti fonare per altra uia ,fubito gli libera , cacciandone fuorigli Spiriti ■ Que o 1 tutto fcriffe Iofepho. Da cui può effere hormai chiaro à ciafcuno , che quelli truffatori , che uanno portando le Mandra- gore attorno , hanno canato Moria , che falfamentc attribuifeono alla Mandragora, da Iofepho , & accomodatola à loro intentione . Oltre à ciò quella terga ffetie chiamata Morion , che nafee in luoghi ombrofi .non n trono io chi m dimostri à i tempi nostri in Italia . Del che trattando il Brafauola , & il Fuehfio riprendono affai agramente ( qmntm- }0 M , ,am, * que contea ogni ragione ) Hermolao Barbaro , dicendo hauerfi creduto, che quei pomi , che fi chiamano in tomba, ’i Lhl a, zi N b, fi*** Mandragora Alche legge,, Perranciani. h hHemoUo , non ho faputo in modo alcuno ntrouare : mperoche folamente ne Jc me egli m queflo modo dicati • Del Morie frette di Mandragora non ho io cofa alcuna , che fi poffa aggiungere d quello , che ne ferme Dwf emide. Ut perche ì frutti della Mandragora fi dimandano Mele tenefiri , & canine, mi fanno Mentre alla mente quelle .che fi da- mano Melanzane , piu prcllo da nominare (come ,o penfo ) Mele infane . delle qual, non m maramgho .che non ab- biano fermo gli antichi feri, tori, per ntrouare io molte co fe non effere fiate eonofeiute da loro , come anehora molte ne furo à t tempi loro , che non fi fanno , ne (e «ha certegga alcuna à « tempi nofln . Le Mele mfane adunque , le qual, « chiamiamoTetranciani , fono frutti d’una pianta uolgare , che nafee prrtmo.^fmtoi^dm.&Ur^M quali fi colmano nel medefimo modo , con foglie quafi di fico , fiori lunghetti, bianchi, & bell, da «edere . Manga 4< lolgarmente. fritte nell'olio, confale, &pepe, come i funghi. Quefio tutto diffe Hermolao . Dal chef, può ben compm- defe , che con poca ragione [acculino cofioro .Sono adunque le Melangane, frutti i una pianta .che fa + laflLonia Meramente al Solano maggiore, ma n, indette, f elafe ,& all, «torno ondegpa c^conung, mboflU ramofo, & altoungombito ,& qualcheuoltammore , tondo, fermo, porpougno ,& pc offe fg egli bianchi .òche nel bianco porporeggiano , ì modo di {Iella , de I quali naf cono, frutti ung retti, come caco , , tondiincima.&ricopertidaunalifcia ,&porp_orcgnacorteccia,conlapolpadiientrobianca,&fu > f , ^Co Cerne ^qifafi fintile à quello del Siliquafiro .che uolgarmcntc chiamano Tepe d India . Ha la radice poco profonda ,& uL quejìapianta malageuolmente neipaefi freddi , &però inGermamarare mLe.feUflat not'tocM*, turano i fuoi fruttun Italia ione fi maturano in gran copia fi mangiano freffo ne , cibi, Irnperoc re ami , - > •> 51 Melanzane, & aggnimoli. Vfanfiin Italia di mangiare quefli frutti per prouocare a luffima. i : ‘ ■ ^f. m_ loro nirtù- j-m & mtaf, & duri da digerire : & imperò bufarli troppo ne 1 cibi , generano ( co li «conici , oppilationi , cancan , lepra , dolor di tefia , , riflètè , oppi lattoni di fegato , & di w**,* le , & buono quando fi preparano come egli ne , «fregna . Tortafene a , tempi noi ^ _ & Pomi d'oro. Ufi chiamano POMI d'oro . Sono quefle [chiocciate come le melerofc,& fatte f-> ^ „rf«ofetWW modo . Scriffe della Mandragora Galeno al vii. delle f acuita de Semplici ,eofi dieend . „ , g la uirtàfrigef ittiua , di modo ch'ella fi pone tra quelle cofe, che fono frigide nel terg ^ ^ Ma fuoi pomi alquanto di caldegga , & parimente d'humidtta : & impero hanno mnt f radice per effere ualorofifsim, non Solamente infrigidifee; ma anchoradifecca.M q chiamano Mandragora feriteada Gal. Nel quarto lib.diDiofeotide. 1137 chiamino U Mmimgéta i Crai , < latiti Mandragora! .-gli girali , labór FEcb de gli i/iconiti Diofcoride due {petie per due diuerfi capitoli. Dì cui chiamò quello della prima {petie , per , . . efere egli mortìfero ueleno à leopardi , 'Pardalianche : & quello, della feconda {petie ,per ammalare egli i cani, roeflkm. & i lupi , CinoBono , & LicoBono . Diuife quejlo dell’ultimo capitolo in tre ) petie , de i quali follmente del tcnp ACONITO PARDALIANCHE DI DIOSCORIDE. nj 8 Difcorfi del Matthioli ACONITO PARDALIANCHE DI PLINIO. Tetto di Dio- fcrilTe egli l’hifloria . ilpercbefipenfaronoHermlao.&panmenteMarceUol VirgihoTi ,clr",t'"°’ ^fAj^cbc fcoride fainui „ 0 ultimo capitolo ( come credo anebor io) mancamento di [cattura. Imperochepare ,c Jiitori ufi'-' ** ^unoufidto [cacciatori , & l’altro i medici , ni fin mancamento del modo , che fieno eir anche nifi uede mancare IhiHeria delle fiondi, del fufio , delle radici , del fiore f ^ chiavare nella terza (petie, la quale chiama T antico, ne aumenta a credere , ch ff l'r, im0 due gom- »«»•. tutnifiecret, della natura, niegarimuarfi Monito, eh f rf Nel quarto lib. diDiofcoride. u39 ACONITO pardaliache di theophrasto. nilì fiori : quantunque però fe ne ritroumo i monti tutti pieni , i quali mani/ diamante tefiificano contro, di lui . Chia- mo alami quello , Aconito dall' effetto Luparia . quantunque in fui Trentino , ne cui monti nafce copiofifiimo , l ai - dimandino Herba della uolpe: peni oche trite le fue rad icì ammalano le uolpi , i lupi ,i cani ,i gatti, i topì,& tutti gli animali che nafcono come ciechi , che fe le mangiano con la carne . Quello della prima jfretie , che ammalai leopardi, &lepambere,hoiopmuoltericoltoiomfulTrentino,oue nafce copio! amente in luoghi oue malageuolmente fi può ^ andare ,fe non con pericolo .È neramente pianta molto rara ,& da pochi conof luta ,& crederò anchora che da pocn , Unche & ful parimente fu fata ella ueduta , &in poehi luoghi , fe non da quelli à cui lahoio dimoftrata , tra iqualifono alcuni no- hiftoria. mmt, & demi Medici , che di quefagloriofa facilità fi dilettano, che [ hanno ueduta ,& palpata, i quali jaran- 10 nodi Ciò teflìmonioà confatone di coloro , che fcrijfcro , clic la figura del! Monito Tardalianche poHadanoim quejti "Uri difcorfi era una nofira Chimera . Hannola uijla ( dico ) appreffo di me tutti gl ecceUentifimi Medici , che turno Z'adclk felice memoria dell! Imper udore Ferdinando primo ,& che fono horade MafSirmliano fecondo, trai qua^ H40 Difcorfi del Matthioli ACONITO PARDALIANCHE MINORE CHIAMATO falfàmente doricnio . Teftimonì che V Dottiamo Dottor Giulio Mandrino da Trento, Il Dotttor Stefano , Laureo Fiandrefc.il dottor hAconito par- gmolo , il dottor Crato daFrati/fauia , il dottor Trancefco Tarlino da B^eto ,&il dottor daliache ha ap ^/co della Imperatrice . &non folamente q ucjh.mi molti degl altri Dottori , &feg * J thioh.1 M“~ pUcifli Italiani , T edefebi , Boemi, Tolacchi, Troiani, Francef, , + Spasoli, guanti Trinchi fi ritruouano alla corte Ce farea ,fen\a infiniti altri Siudenti di Medicina ,i qua ipajfai. p ediono ( per Immanità loro ) uenire à uifttare,à i quali tutti foglio dir io palpate , & uedetc moto eoe q * ^ ta dell Monito, accioche facciate aurnque ui ritrattarne teflmonio , cheti Matthioli non ferme fiutole , f * mere . Quella pianta U furbo io appreso dì me cantra le obiettimi!, & le calunnie de i maligni , cr f p£ R«. fiàgtamici.come àglinemici: àquefti dico , accioche conofciutalauerità mutino lenifichino della nafta integrità . £' adunque £ aconito p a r d a i. I a n c h e * cu e q ^ la figura ,chenafce nelle piu alte , nude , & quafi maecejlibih fommità de ki monti m luoghi fol ■ ^ Nel quarto lib.di Diofeorìde. ACONITO PARDALIANGHE FALSO. $e mpù{ di quattro, quafi come di cocomero ruuide pelofette , il gambo il quale uiddi io già rotto per quanto fiimar a ito una (panna parimente pelofo, come fono anchora ipicciuoli delle foglie . Il fiore non ho io ueduto , ma ( fe non inganno ) non credo che fia differente da quello del Doronico uolgare . La radice fin egli bianca alabafilrina ,& \ en“ente quando èfirefea ,grofifa un dito nella parte di fopra, acuta in cima , torta , & nodo fa, come la coda d’un ficor- tlone > alla quale in tutte le fue parti fi raffomiglia , come potrà chiarirfì ciafcuno dalla pianta qui pofla nel primo luo- ^°’& Ugnata di mano di Maefiìro Bolfio Meierpeck pittore da Friburgadi Mifnia. Enne un altra fifietie che fiala Jf lcecon due braccia nella parte di fopra , ma nel refilo quafi filmile alla fu detta , Imperocbe è ella parimente bianca , l? adente , nodofa , & nella parte ultima appuntata come coda di feorpione , & ha le foglie filmili all’altro , ma un po- 1° copiu ritondette , manco pelofe , & i fiori gialli come di Doronico . Ouefilo credo io che filai Aconito Tardalianche ■j lìno > facendo egli la radice del fiuo filmile al gambaro , à cui non poco fi raffomiglia . Euuene appo quefiìo un’altro, '■ quale fo io che fiìa ilT eliphonodi Theophrafìo,percioche non fiolamente ha egli la radice filmile à uno feorpione intero , DDDDD ma H42 Difcorfi del Matthioli ACONITO II. I Doronici a mazano i capi. x le foglie di Ciclamino , & le propaghi delle radici nodofe come di Gramigna, le quali mto differenti dall’altro, i quali tutu fono gialli, come diCbrifantaemo . rimatore di punte ; in- tal nobilifiimo Signor Incorno Antonio C o rtufo, gentil boemo Tadorna» , g f ^ ^ ^ ^ ^ con ma pianta di Doronico uolgare:& egli fu il primo , che mi ami c r(edall s Manmcnent micidaUaniglm, magano. lointendendo^ mangiare à un mio cane quattro dramme con la carne cruda, il ‘lu“le''°“' ? ‘ _ llber0 & jj, edite fe«P ■n mar auigliare , che quel cane tutt il tempo di quelle fette bore ,femp f fl ^ ^ ^ ^ > fal- lente iterano . Inrno ( che fa anchora maggior marmaglia ) monto Pm‘&t mlfacetta credere che non faf- i al [alto , & mangiò di buona uoglia ciò che fe gli dalia mentre che cenali* • /<• u:r0 , Nel quarto lib. di Diojfcoride. 1 143 fatto, cbiiboronicifuffero adertoli; ma pocodipoi, fiore d’ognimio propofito, enfiò egli in terratome chi h'ait Old caduco , & cofi tutto fpaftmato , & contratto , con la fjnma alla bocca , tirò le caltqe . penda adunque la età noHra intie dì quello ampliamo dono,& parimente la poHerità tutta al nobitiffìmo Co R. t v so chiamandolo ad alta noce mjematore della uitanojìra , {purghino le Tfiimpbcfoprailcapodi colini Cigli ,&Violc, uefiinlo tutto di foa- I«flm rofe,i£r cinghialo di Hedera , & di Baccare . Et intanto Ufi ino i Medici che hanno à cuore la aita degfhuomi- ’iijel tutto l'ufo de i Doronici uelenofi , & mortiferi , &gli fietiali gli gettino al fuoco , & li bandifihino fuor delle fattane, & comandino i Clementifinii , & ottimi Trincipi, che gommano il mondo , che queHo ueleno prefintaneo fi» ronfi uenda , ne sufi . 0' quanto è Hata mifirai, & infelice la età paffuta , & la conditione de glimomim di quella, IO l'“i‘lialipocbiJJìmi {intronarono ,ò forfè niffuno, che conofieffei {empiici medicamenti, & che però tifarono i neleni ■ fa WKiramptin luogo di {Umiferi antidoti, come babbiamo piu & piu uolte detto innari) ,& diuerfi luogbidique- lunoilrì difiorfi . Chiamifi adunque da bora in poi il Doronico Demonico ,pofcia che altri che il Demonio nonpuo balie -, W4 Difcorfì del Mattinoli ACONITO mi. & le radici per mera dapocaggine delti Medici pacati .Onde intemette che di ciò npren jotlferin Znhauefiò UtoconfenJcll Marche ,1 Derogo — ufo contimo de gl’huommifengafarloronocumentoueiuno.Ma bcndiroio.c * midt0 icllarmti- ammao^a i cani fin egli però falche medicamento àgthmmm , come dicono alami ,c ? f ^ u[eìieler0 fera natura [uà . mafolo intenenir queSlo , che pare , cte no;* »«»" «£Ì buommi , fJmedJM & antidoti cor- tanta quantità che bafti per far ciò , onero perche fempre , o il piu delle «olite fi mf ^ ^ Kobilifiim cor- diali , i quali distruggano la firn uelenofa natura . & chi altrimenti crede i facci f ^ ^ il Doronico tufo unaletteradelCefnerofcrittadifuapropnamano.ncUaqualeeiconfelf . & con Meri. Som infemedefimoconnonpocopericolodeUauitafuaricuperataconantidoti, cor, . g . m{ ott0carcdel- rò fempre che quei «eleni che ammalano Uopi , & t cani, ammaino ancbordgl huomm.cm p p Nel q uarto lib .di Diofcorìde , 1145- ACONITO V. Unoce Vomica, , dalla quale fu ammalata una dotino, ueccbia , la quale battendo- grattato del cafciofopra una gratta- gli conia quale un fuo figliuolo baueua pruno grattato le noci Vomiche per ammainare certi cani che abbaiavano bnotte , <& mangiatoli il detto cafcio in ma minestra mi fer amente fe ne morì . S ono anchor a d altri Aconiti fei(J>c- tjc ide ì quali non trono mentione appreffo iter uno, le imagini de i quali mi fumo mandate già dipinte a itiui colori dal - hcceUentifiimo medico M. Girolamo Donzellino , il quale diceità e ferii Hate mandate da V erona dall eccellenti^ imo Montef wo , ritrattate però ( come boiate fo dipoi') in monte Baldo d l diligentifjimo Semplicità M. Francefco Calgo- kris . Le cui bìjlorienm mi fon curato di fcriuere rapprefentandole qui molto bene le imagini loro canate dal uiuo . Ben lo ^f0 > Qbe nel quarto , & nel nono i fiori fono gialli , & ne gl' altri quattro porporci . Dell Aconito della prima fpetie binato thelipb ono ScriJfcTbeopbrafio alxix. capo del ix. libro dell'bitoria delle piante, con quefle parole . il The fybono , il quale chiamano altri Scorpione, per battere egli la radice filmile allo feor pione, dicono che ammala gli fcoi - Ì>‘9nì> [be fi toccano con effo : madie però ritornano uiuijtoccandofi con la radice de'Xbelleboro bianco . Ammaina que - r DDDDD 3 Sei fpetie de A conici. Aconiti fcritti daTheoph. 1 1 4<3 Difcorfì del Matthioli ACONITO VI. . fio il medefimo giorno le pecore, i buoi , & finalmente tutti i quadrupedi, ligandofene loro una, fog ^ pra i t eflicoli . Giona beimto contro le punture degli fcorpiom . Ha le foglie fintili al ciclamino .& > , ^ to detto , come uno feorpione . nafte come la gramigna, & con ginocchietti fimih , m luogn 'hrlHo dll quel che fi dice deglifcorpioni , non doniamo credere che fieno fiutole le altre cofe filmili .Quei fi ^ Tbelipbono in quefio luogo. Imperoche d'uri altro fece egli memoria al xv I. capo delmedefim , ' & uii. conito nafee in Creti , & in Zacintho, ma infinito , & ottimo in Iteraci m diTonto, confimi i o ^ ^ ce di Ipetie , & di colore filmile à una noce : in cui dicono e fere la mnumortifera, & non n fi > ^ j & però non nuocere quefte in uerrn modo . Ilfiutto dell’ berla è di materia non ha fa, come " L„ente j„ Jco- , non habbia cofa , che gli auangi . £ filmile al grano , ma non perofk ilfieme nelle ffiicb i-Ki ' ' _ (fa. fCKt ne uiUa de i Tcriandìni , ma per tutto . J. mafetìalmentc luoghi Jafofii . Ti™ ebefi'am’ mn f rio compone ». pafea , Dicono , che per nuocere fi prepara in un tato modo che tutti non lo fanno .Op IT 1147 Nel quarto lib.di Diofeoride. aconito vii. werf/ci l ufano per putrefattolo . Quefo difje pur anch’egli della feconda fpetie dell’ Aconito . il quale agevolmente Puo e!fete uno de i due ferini da Diofeoride , & forfè quello , che ( come dice egli ) era in ufo de medici . Ma credo che ' fwuefie anchordel ter\o ilmèdefmo Theophraflo nel medefimo luogo , douepoco di fatto foggiunfe quefte parole . Di - . cono ejferfi ritrouato un ueleno che ammala in un giorno , & effere una radice , che produce le fondi dhellcboropian- ta a nota . Dalle quali parole fi può fare coniatura , che qui deferiua TheophraHo il ter\o _ Aconito di Diofeoride . bnperoche anchora l'helleboro ha foglie di platano, comediffe Diofeoride haueril fuo ter^o ^ Aconito . Scriffe dell'a- conito Vardalianche diligentiffimamentc anchora Tlinio al fecondo capo del xxv 1 1 . libro don quelle parole . Ma chi potrebbe a bafian^a hauere in ueneratione la cura , & la diligenza de gl’ antichi , effondo manifeflo , che l'M conito fia il IO ^luu^oce di tutti i ueleni che toccandofi con effo le membra genitali del feffo feminino , il me defìmo giorno induce smorte? QueHo fu il ueleno , con cui diffe M. Cecilia accufatore effere fiate ammalate dà Calfurnio Be fiale mogli Mentre che dominano . Di qui è quella horribile oratione s effere elle morte nel dito di quello . Le f duole narrorno effer DDDDD 4 noto Aconito Parda lianche feri tea da Plin. 1148 DifcorfidelMatthiolì ACONITO Vili. noto l’aconito dalla franta di Cerbero cane quando H ere ole lo tirò fuor dell inferno. &.però generar/! in Ton Co Heraclea , doue fi dimoBra effer l’intrata dell'inferno fu demo: Tsfqndimenofu pofio m ufo ancho pj gChuomini.effendoftatofrerimentato.chebeutoneluino caldo è contrario alle punture eg lfi°rP'oì"' aimi.ue natura , che ammala limonio fe non trotta nell' Intorno qualche cofa d ammainare , che fia uè . , conquelfolo.compnnioritrouato.&èfolaque^ uirliofa, che ejfendo ambi due per fe fiefli ueleni mortali s ammalano Imi l altro, acci c Cenare li debbi- vi’antichi , ne difeoprirono , & dimoflrorono anchora i rimedij delle fiere uelenofe , mfegnan one co f no^Imperoche toccandofi glifcorpiom con l’aconito , diuentano Stupidi , infenfati,& ^chéfeal- Mtanfi toccandofi conlHelleboro bianco ,& cofi cedei Monito aduomali ,alfu , q /«t datori toccano le carni con l’ Monito , le qual, gufiate dalle Pantere le ammalano , & fe quefio I io Nel quarto lib. di Diofcoride» 1145) A C O N I T O IX. empirebbe tutto' Ipaefe } &per quello ì hanno chiamato alcuni Aconito Tardalianchc . Ma è flato dimostrato che elle fi liberano fubito dalla morte con il mangiare dello Stereo humano . il che certamente, 'chi dubita che non fa flato ritro- vato a capo? & quante uolte ciò ft facci hora,nafce come co fa nuona , pcrcioche le fiere non lopoffono dimagrare fra lo- tose per ufo j neper ragione . Ha l'aconito foglie diciclamino pelofette dalla radice in fu , ha picchia radice fimile algambaro marino 3 & però alcuni la chiamarono Gambaro , & altri Theìiphono dalla cali fa per auanti detta da noi : La radice èuri poco ritorta come di feorpioni , dal che alcuni anchora la chiamarono Scorpione : jqe mancarono chi la chimaffero piuprefto Myottonon , per che co fi da preffo come da lungi fo’lamente con l odore ammansano i topi . rb{afcc nelle nude pietre quali chiamano jlcone , & per queflo lo chiamano alcuni Jl conito*. Jfon haappreffo dife nonfolamen lo te terra, ma ne ancho ma poca di poluere , che la nutrifea . Quello tutto dell' Aconito Tardalianchefcriffe Tlinio . On- de s ingannano 3 & errano mani fedamente coloro , che uogliono che l' .Aconito Tardali anche fauna certa pianta con due foglie tonde \fole a meto il gambo , & con molte radicene picciole , come d'Mmphodillo , qui fcolpita da noi , per lafciarne Errore del puchfio. Herba Paris. lafcìarnc ancbora ad altri ilgiudìcio . ma quanto s ingannino cojloro potranno conofccrlo per loro (loffi >fe L0H f>ac,'r' ci occhi riguarderanno le figure qui pofle da noi ritratte dalle uere,& legittime piante . Nfe in minore errore riti uouo^ _ ejjer , il Fuchfio ancbora che bicorno illustre de i tempi nofìri udendo egli che l Aconito Tardaliancbe fia L h E .pARls. Ipiperocbe quefla produce un folfufto ritondo alto due (panne, dal me\o del quale daterra alto una IPa1 produce quattro foglie ugualmente distinte in croce [imiti à quelle del Sanguino ,& nella fommità quattro a coline , & lunghette , in me^o alle quali è il frutto porporco a modo di un picciolo acino d una , uinofo , & pieno i . nato f me bianco , La radice la quale è affai capigliofa nel bianco gialleggia , ma non nifi uede figura di co a i c° ' ^ ne , ne fplendidc^ga d’ Mah afro, come nel primo ^ Aconito fcriue ritrouarfi Diof :oridc . Le fiondi de l Aconito, ^ fcriue il medefimo , & parimente Tlinio , oltre all’effer [imiti à quelle de i eoe omeri , & del Ciclamino , non noe i merp al gambo, come neltberba T arti, ma efeono pelofe fubito dalla radice , & difiefe per tei ra . 'Ne fi utto , ^ me dell'berba Taris , come anebo in tutta la pianta non follmente non firitruoua facoltà ueyuna mo, t^crai^a}jien[e Nel quarto lib . di Diofcoride . NAPELLO. IIP uermente ualorofffmo Antidoto contro, i ueneficij , come ferine quel bon Dottore che fece L .Appendice nelle Tandet - te> otte fa egli te fimo-aio d'auer ueditto alcuni ufeiti fuot del fenno per lunghe malattie, & altri per fhtture,i quali furno . _ fanati filamento beendo uenti giorni continui una dramma difeme d tìcrbaVaris in poluere. Delchepojfo anchor io far njone Ftrcli ne qualche tefiimonio . Credeft oltre ciò iifleffo Fucbfio che l' Monito altro non fa apprejfo àgi' Arabi , che il ^a- fio. pollo tMicenna.Jfel che pormi che apertamente s inganni, percioche quantunque io non fa per negare , che il IffapeW lo fia una frette d' Aconito , di cui molte , & molte fono lefpetie , come fi può uedere per le imaginì qui di man in ma* no Rampate, ritruouo nondimeno cheAuicenna nel fecondo libro fcriffe d'ambiduegl Aconiti, chiamandone imo Stran - guitto)- adip,& l'altro Strangulator leopardi, che rilcua quel medefimo , che i Greci dicono Licottonos, &.T?ardalian- ebes :&chepofcia fece egli del Tsfap elio particolare memoria per proprio capitolo , del tutto differente. Ma pofeia IO $ Aconiti, & le diuerfe opinioni d'altrui ni hanno indotto à parlare del pello, non m c parfofuor di propo & fa difiriuerne qui , & l'hiforia , & le facoltà fue . È adunque il Impello u?ia pianta con cinque foglie chenafcono m Clmi & un me defimo picciuolo , come nel cinque foglio , intagliate affai profondamente nella parte dinanzi , & di fot- 11J2 Difcorfi del Maf thioli ANTORA. to bianchiccie , II gambo alto duegombiti 3 rofìiccio 3 fragile / &fìrifciato > cuifommitafi ucggono t fi0*1!? porporeo colore 3 iqualiprima che s aprino , quafi che fi raffomigliano a un tefchio humano }ma apertine ono pa come di lamio , dopo a i quali feguitano alcune filique , che rimirano in fu come cornetti , & tre pei piccino o, ne uè- 1 uelenofitd in ammalare gli buomini tanto è grande 3 & crudele, cuc non si può a mirilo ho uc- fcfubito inghiottito non f e gli proucde.il che non interuiene nell ^ conito. Deluclcno cru e ijjimo c ly - duto io C effetto 3 che fa egli in ammalare gli buomini , à I{pma in Campidoglio al tempo i C emen e ^ ^ f0_ duto io l effetto 3 ebe p egli in ammalare gii nuomim3 a . . :i auaie pey co- lmano, percioche uolendo fina Santità uedere l'ifferien\a d’un certa olio 3 comporlo contra a i uc etn , ^ Nel quarto lib. di Diofcoride. t fa fiata baiti* Frate Gregorio Caramta Bolognefe, già mio precettore in chinirgia , comandò , che forfè dato il uelcno ì ine Corfi affatimi , i quali douemno crfere impiccati , & che con cojìoro fe ne facerfe iirferìenra .Dei quali quello , che piti naPcll° fi ”'MZ‘Ò m m ma'VPa«e> «0‘firoi medici A furfe unto dell’olio : & quello , che meno, uolfero per indire l'effetto del uelcno , Infilar morire fenici rimedio alcuno . Et cofi in termine di poche bore quello fi ne morì mifi- , unente , con tutti quelli crudelirfmi accidenti , che Accenna firme fiere il JqapeUo . dei qual, quantunque ne ueniffero affai è quello , che fu unto ; nondimeno fu egli per tal untionc liberato in tre giorni . Il medefimo uedanmo anchora Hiftoria d'ai™ ’ in fraga cittàprincipale del Rpgno di Boemia l'amo del M. L. ni. ilmefe di Decembre in imo affamino condenna ni che preferì 1 to alle forche, è cui fu dato dal Boia una dramma di radice di ttffapeUo in poluere incorporata con ttpiccaro Bifido inpre- 11 NaPell°- ferqt di tutti i Medici Cefirei per uederefi un Antidoto molto famofi co cui era flato liberato un’altro pochi giorni auan IO tifi quale bauem prefopcrboccaduedrammed’Arfinicodelpiufino,haucrfeanchorale medefime uirtù cantra ilKfa- p dio . Mangiojfelo coftui allegramente non fidamente imaginaniofi , che hauendo à morire , meglio era per lui che ciò fi ftceffe fecrctamente inprigione, che erfere punicamente impiccato ; Mapercbc [ficrauci anchora, che noiMedicigli falufjetno la aita .Maerfendo paffuta già mi bora , & merp. fen^a uenirli accidente aerano dubit aitano , che do intcr- i taiiffe ò cbel Kfapello in Boemia per la frigidità del paefi non nafeerfe uclenofo , ò che la radice filanda per hauergia la. pianta fitto i fiori , & il fine hauerfeperfi la uirtù fua , il perche fu ordinato che gli furfe data uri altra bcuanda fitta è i gambi , delfime , delle foglie , & de i fiori del medefimo Tffapello , & nondimeno con tutto ciò pajjorno uia due bo- ri infoi all’ultima bcuanda finga, che quel mifireUo fi lamentarfe d'accidente ueruno .finalmente fu egli ritornato in fri- gio nt,& partitoli tutti gl’ altri Medici ne fu laf data la cura à me filo, come à quello che habitaua poco lontano da quel ! [rogo . Tuffata un bora fui amifito dalla guardia , che t arfarfmo già cominciaua à fintirfi male , & andatomene là fill- io bit o , non d’altro fi lamentauafi non che , fi fendila tutto lacero , che era debile, & con una grauettfa intorno al cuore; Jll’bou adunque quantunque parlaffe meco affai audacemente , & che gl' òcchi furfero umili & cottami , nicntcdìme- m udendo, che tutu la fronteabbombaua d'unfudorfieddo, & cbel polfo cominciaua à ritir arfi, gli diedi fubito (jtn Moto, dopo al bener del quale uoltando gl' occhi , & ttorccndo la bocca, & laf dando enfiare il capoà dietro , fiuen- mdital forte meno , che dubitai , che in quel punto fi ne marirfe , & neramente farebbe enfiato come morto in terra , | fili guardia della prigione non t hauerfe tenuto fermo , in tanto comandai , che gli gittarfero deluino nella faccia & ; chlotirafienopcrilciuffo ,conilchefubitoritornòimo ,& andodel corpo, dipoilo feci porre à giacere fopra certa I paglie che ini era in un cantone , ttando à u edere quello che ne figmtarfe ; & incominciò lamentandoli , à dire che h. me- ta feido,& poco dipoi uomitò una materia putrida, parte liuida ,& parte colerica , conferfando di fintirfi nonpo- co alleggerito. Voltofiì dipoi infili la parte finiftra , qttafi come fi iwlerfe dormire: Il che gli prolnb't , & mentre , che co- I JO fune, lettami all' improuifo ammutolì, & moria un tratto . Ma ciò intcruennc parte per il duplicato ueleno , parte per- che l Antidoto era neramente perla uecchìegpa molto fuanìto.Imperoche con il medefimo fatto di fiefeo fu liberato uno mdideà cui fidato unadramma di napello , &ma di noci Comiche infime ,& anello perche gli fu dato l’antidoto | pili per tempo ; ciò è la GloriofiJSima polirne del Sereniamo .Archiduca d' -Inficia Ferdinando mio Signore . Ma d'altra I fmìe fumo gl' accidenti d' un altro parimente con damato alle forche , à cui fu dato fimilmente una dramma di napel- lo, per farla pruouafilaTictra b ego arfup graffe , come ferimmo gl’. arabi la facoltà mortifera di que fio ueleno. Era - il feci gioirne di xxv 1 1 . ami , il quale pref ’),cbe hebbe la mortifera beuanda, dìceua di fintire cofi ardere ilgorgorpu- , le, come fe furfe fiata tanto Tepc . T affata ima bora hauendo già cominciato à uomìtarc glifi dato di detta pietra in poi , me à bere nel uino il pefo di fitte grani , & baiato l’Antidoto, cominciarono à uenirli uarif, et dtuerfi accidenti. y omi- | io ( dico) [beffe uolte materie uerdi , dicendo che fintiua intorno al bellico una certa cofi tonda come una palla, laqita . 40 le palma che afienderfe uerfi ilo fiomacho , & mandami un uento freddo alla fronte , <& alla cicotola .Vaco dipoi coni- [ porfe imo ttupore.non guari difi inule dalla paralifia, il quale in un tratto occupò il braccio, & la gamba della par- tefinittra , di modo che à pena muoueiia le dita . Il quale accidente poco dipoi lafiiata la parte ffnìfira fina , fe nepafi [ le in un trattò nella delira , fiualrncnteicfiò queflaparali fla , & egli dice.ua , che tutte le acne del corpo erano fredde . Ih dopo ciò moleflato da fperfe uertiginì , & da molte altre perturbatimi del cerucllo , di modo che dìceua che gli bolli- ni come fa una pignatta. al fuoco. Strauolfepiuitolte gl' òcchi, & ftorfi la bocca con dolore acutifiimo d’amendue le ma - ftdle , Ilperchefficrfo.fi le toccarla con le mani , & le teneua ferme , dubitando che non gli cadcfjero . Dì fiore fi uede- ìunogl occhi ingrofiàti , la faccia liuida , le labra nere , & il corpo gonfiato , il polfo fece iiarie , gir diuerfi mutatio- uane [terno le pertitrbatìoni della mente, per gl’acerbì accidenti, che l'un dopo l’altro fuccedeuano . tir imperò ho- h[i dìfferaua della aita fiora fficraua di uiitcre , horafiàua in cerucllo , & bora anfanaiia , bora parata che piangerfe , 50 & borapareua che uolcrfe ridere , defi derana bere dell’acqua frefea , penfindofi , che quella fola [‘bluette potuto libera- re , tre mite diuentò cicco , & tre uolte fi riduffefino alla morte . Solamente la linguarcttò falda , & ferrea nìffùno ac- cidente , imperoche mai non amutoli ,,ncfi finti traglieggiare finalmente erfendo fiato ci fitte bore in cofi fitti traua- battendo già arato l'Antidoto il ueleno , ccrforono tutti gl’ accidenti prefiritti, il polfo tornò al figlio, mnificofii il color naturale, & tutto il corpo cominciò à rifiorarfi, & cofi il mifirello combattendo con la morte finalmente la fupe- rt . il che fa tcfìimonio , che non firiueffe Auìcennafauolc del ttfapello . Riprende oltre àquefio efìo Fucbfiofegui- Ehfenfìoncd'A rottoli Lecitile cno fionda ripieno alcuno Auicenna , chiamandolo non principe , come fimo la maggior parte de media ti,Mtìramo,& homicida,& parimente biafrna tutti quei medici, che gli frettano fede : per hauere detto ( come dice egli) nel capitolo del napello primamente e/sere uelcno pernitiofo : & pofiia dire , che mangiandoli, & becndofi fatta fella infirmici , che chiamano gli Arabici alberai , & i Greci uitiligini . ttfcl che non mi pofiofi non maraniglìare del 5o hiicbfìo , che efiendo egli altrimenti huomo dottiflìmo ,& chiaro , cofi immodefiamente ,& acerbamente trattiAui - tema . Imperoche ho io fimfre penfato efi ere il debito degli huomini morigerati , & dotti ( quantunque tal uolta an- dir iofia jn c;0 trafeorfo ) di non biafmare , ne uituperare gli altrui fcritti con uillanic , & nane contentimi! : ma oue EEEEE alle 1 1 5" 4 Difcorfì del Matthioli aUe mite fi trottino bauer errato , riprenderli modeflamente con efficaccifime mimiti , & ragioni , & mafiimamcn. tc aitando fi mglino riprender quelli , i quali fon morti già piu , & piu centinaia d'anni , nefipofono piu difendere dalle calunnie. Debbefi oltre à ciò manti che fi riprendano .molto bene confiderai ,fegli errori , che ui fi ritmano, fieno deU’authore , ò dell'interprete , ò de gli Stampatori . Imporoche lafciando da parte le fette tanto degli A rèi , quan- to de Greci , non mi pare in modo alcuno da douerfi credere , che Auicenna tenuto da tutti i i talenti medici huomo di mi- rabile ingegno , & rara dottrina , fi fife in un medcfimo luogo contradetto , & mafiimamente fcriuendo egli d’tm cofi at roce ueleno , come è il spello . Del che ne dà manifesto inditio la nuoua imerpretatione df Auicenna fatta da An- drea Bellunenfe: in cui non fi legge altrimenti , che il Napello beuuto curi quel morbo, che chiamano gli Arabi alberai , ma che ciò fu ma confettione di Napello chiamata Albergali . & che quefio fia il uero , le parole d’Amcenna emen- date dal Bellunenfe fono formalmente quefie . il NapeUo applicato in forma di linimento cura t alberar , & il medefimo 10 fit loffia confettione chiamata AlberVchali , tolta in bemnda . Dalle quali parole confiderà , che oltre all erme del- l’interprete uecchio d’ Auicenna.fi può egli feufare ,& mantenere con altre ragioni, coè.ò che quella confettione contenga info tanta poca quantità di NapeUo , ouer amente che quella quantità fia di tal forte coretta da gli antidoti, j che ui fi mettono , che non folamente non poffa ella ammansare , ma ne ancho nuocere punto à chi la toglie . Ouer amen- I te che il ■Napello che entra in quella confettione , è quello , che chiama Auicenna Napello Moifi, & altri Antou . m- peroche quefio è efficaciffmo antidoto centra il Napello , & uale contea la lebra, & contea l albera . Oueramcnte ohe uientraquel topo, che fi pafcedelle radicidel Napello, il qualche ueduto piuuolte,& prefonellemontagne della Halle Anania, imperoche anebor quefio è chiamato da Auicenna Napello Moifi, forfè non per altra cagione, fe non per- che habbia l’iSlefa uirtù cónte a al Napello uelenofo , che ha l'altro Napello Moifi kerba poco qui di fopra nominata. Ma parrà forfè ad alcuno , che piu mi fia dilatato in.queSto ragionamento dì quello , che ui f, richieggo. . Il che non per io altro ho fatto io uolentieri , che per difendere Auicenna daU’ingiuflu calunnia : &pofciaper dire ingenuamente quello ch’io prefuma di coloro , che lacerano i buoni autbori, & mafsimamente Arabici : i quali doueneno efiere infinitamen- te lodati , & ring-canai i .Ver effere Siati ritromtori d’infin iti gloriofi medicamenti , coni quali molto maggior timore fi fanno hoggi i medici , & f ferialmente nelle medicine filatine , che con qual altri fi uoglìmo intronati dai Greci . M è bella cofa& ficurail uituper arei morti, che piu non fi poffono difendere . Tiene oltre a cioilManar o, ■ pan- mente il Leo niceno , che non fieno d, ferenti il Napello degli Arabi ,&ilT office dei Greci , Ma quanto fi fieno mgan- nati quefti huomini dottifiimi, diremo piu ampiamente nel feflo libro , doue fi trattari del Topico ,& e juoirme tj. Ma bauendomi il Napello ridotto a memoria l'Mora , ouero Mima, la quale nafee infieme con il forfè °> m ePa fole cito diferiuerne qui l’biftoria ,&le facoltà fue. E' adunque V antOra comerefirifcono cdoroc^mU portano delle montagne del Genouefe.&delTiamontefe, una pianta che nafte apprefo alle piante del Napello! è uirtù marauiglìofa cantra à i ueleni .- Quefiafa il gambo alto ma fama & meV ,& fino a ungombito fermo, 0 * tondo , nel quale fono le foglie fornimento intagliate , polle in ugualmente , da ogm banda, come a caffi, cimadel gambo molti, & porporei , ne guari difmili da'quei del NapeUo ,fi benepm piccoli fono . Troduc edere dici , come due oline lunghette , & qualche uolta maggiori , come fa il Nardo montano , nere di fiore _ . .... dentro . Quefia crederò io che fia la gedoaria d’ Auicenna , fcriuendo egli mamfcflamente , chelagedoanacr utccntu.1 fiemeco’l Niello , & che le fue radici fono firnili all’ AnSìologia ciò è tonda . Nella quale opimone w fice l’ Eccellentifiimo Medico Giulielmo Quacelbenc Fiandrefe femplicifta non uolgare , il quale miniati J f da Confiantmopolialcuneradici di Antera orientale, le qual, come diceua egli , i menatami, da àe re, chiamami, jdoana.llperè^ Anfora &liu hiftoria» re , cbiamauano ydoarta . Iipercbe crederò io , cneje i ^mu,u uun «. « Pi ^ , v foto M- „ il Napello May fi. ferino dal medefimo , & che nafee anebor egli infame comi Napello, di cui e , nero &jf 4- t,doto:&crederòancbora .che appresicene Virtù dell* An torà. Aconito fcrit- to da Gal. ta , replicata da luì per non hauerne bauto l'intera cognitione . Vagltono le radici dell Anton '^”^‘^‘^1,. al Napello, ma ancho cantra à tutti gl’ altri ueleni , & parimente ne imvrf, delle > & damof, utilmente nella peStilentia , nelle petecchie , à , Vermini del corpo , er per tutti idolo; dclhm fetti del cuore. Scrifie dell’Aconito Noniimcnoè Tardalianche , e neramente mortifero : & impero e da efiere fuggito tanto mangiato ,qua ^ ^ però egli buono , ouefife di bifogno di putrefare fior della bocca, & del federe : al che fai f ’ f Nomi- & quello i leopardi . Chiamano l Aconito della prima fette 1 Gl eci , rmrrlhd ■ irrancefideUto- . interficiens pardos , ac pantheras : i Tcdefchi, Vuolfs heer ,& Dollmrt^U Spagn , 5 ra. Quello della feconda ferie chiamano. Greci, AwnwMWTm* ., Latini, Ac f vatelouine- mim : i Tedefchi , Vuolfs m nV li Spagnoli , Terna mata louo , & Tema de balbefieros : « Irancefi , Ta Della Cicuta . Cap. LXXXI. A c 1 c v t a produce il fuftoHodofo^oraeilfinocchio^ran^: le la ferola , ma piu (tette , di fpiaceuole odore, producono 1 rami me . ^ ra(Jice è conc.iu;i, Wle,icuifiori biancheggiano: il femeeugualeaglianeii,ma piu frigidezza, di cui &poco profonda. E la cicuta ueleno mortifero ^ammazza aga iffecchi il feme, , il rimpdio il uino Duro beuuto . Spremefene il fuccopeftando ie cin , Mettcii L 1 mio b'euuto'.'spremefcne il (uccopéftando ie .c'me^u^j^® inette?! ' & la chioma, & ri. N cJ quarto li b. diDiofcoride. 1 1 j j & l'ulcere , che leneuannofèrpendo. L herba parta inficine con le chioma, & itnpiartrata attorno a ! tefticoli, coglie 1 imaginationi , che dormendo prouocano altrui à luiiuria : ma nuoce al membro u pile, rifoluendoui il calore. Meffa in fu le mammelle delle donne di parto , difecca il latte : & mef- fa in fu quelle del,e ucrgini , non lelafeia crefcere . Impiaftrata attorno à i tefticoli de fanciulli , gli foca, per prohibinu il nutrimento . La ualoroMma è quella di Creti , la Megarefe , l'Attica , & quella che nafee in Chio , & in Cilicia . LA ci cvta ènoti{fimamItalM.imperoch'eUanafcefemprcperUpmapprejfoaUecaHeUa,confiilìo,etfondì Cicuta, Sciita [imiti ah ferola, ma di [placatole odore.F alorofiffìma & uelenojijsima ( fecondo che riferìfee Tlinio ) è queìla.che elknl- i" nafte in Tartina, in Laconia , in Candia.in Afta , in Megaria,& attiene di Grec ia : & imperò in Italia non pare ' ejìert cefi uelen afa . Gli afini, chela mangiano in Tofcana,di tal forte s'addormentano , che diuentando [hip idi, paiano C I C V T A. Iiyó' Difcorfi del Matthioli moni . La onde è piu mite interuenuto , defaticandoli i m Ulani per batterne la pelle .fi fono fuegliatimerj [conica- Cicuta fcritta ti non Cerna gran terrore di chi gli leuaua il cuoio}& rifo de circondanti. ScriJJene breuemente Galeno al vii .delie fieni dl GaU tà de [empiici , cefi dicendo . La Cicuta per effire frigidifiima è nota à ciafcmo . Et nel libro , che e, pur fece , che i co - fiumi dell animo feguitino i temperamenti del corpo , diffide la Cicuta beuuta genera negl, bmrtum quellaffitic J, paz- zia , che chiamano i Greci conio . Il qual effetto ho io piu mite ueduto in alcuni . che [e ne mangiarono ignorantemente- Nomi. Ie radici m cambio di VaHinache , come piu ampiamente diremo nelfeHo libro . Chiamano i Greci la Cicuta, mm i Latini, Cicuta ; gli Mahi. Sucaram : i Tedefchi , Ziger kpaut, Schirling, &Sucttencb: li Spagnoli, Ceguda : i Iran, cefi , Cigue . Cocue , & Segue . Dello Nel quarto lib.di Diofeoridc. Deilo Smilace , ouero Taflo . Cap. LXXXII. Lo smilace, il qual chiamano i Latini Taflò , è un albero , che crefce alla grandezza del l'abete , à cui fi raffembrano parimente le frondi fue . Nafce in Italia , & in Francia di Narbo- na , che termina con la Spagna . Gli uccelli , che fi cibano delle bacche di quello , che nafce in Italia, diuentano neri:& gli huomini,che le mangiano, incorrono nel fluffo di corpo . In Narbona è di tanto ueleno , che fe alcuni ui dormono fiotto , ouero ui fieggono all'ombra, s'ammalano, & fipefi fieuolte fe ne muoiono.la onde habbiamo uoluto dire quello del taifo, accioche ce ne guardiamo, io NJ SC e il Taffo coptamente nella mite jlmnii in fu i monti in luoghi faffoft , & difficili , tra gli abeti, di fon - ii,& di forma affai fìntile à loro, ma non crefce però à quella procerità;& chiamafì uolgarmente Raffio , Trodu- ce il futto roffo , fìntile à quello dell’agrifoglio , al gufo dolce , & uinofo : il quale mangiando qualche uolta i pa- limi, & altri che tagliano i legnami ne ì bofehi, incorrono fubito nella febbre, & pofeia nel fluffo dì corpo: percioche in- jimmmoltogliffiiriti .Sono in prerffo affai le tauole , chefifimno del fuo tronco, per efier falde, uenofe molto , & co- lorite: &fono apprefìoà i T edefchì in grande ufo per le Stufe loro, per le tauole quadre , che fanno da mangiami fufo . tir per far bajle da picche, & altre armi . Scrifìene Theophrajìo alx.cap.del 1 1 1 .libro dell' hiSloria delle piante, cefi dicendo. Il Taflo e d una fola ffetie ,alto , & grande , fìmile all’abete ,non però cofì grande ; ma ben piu ondeg- giato di itene nel fuo legno, (duello , che nafce in Arcadia è di nero , ouero di roflo colore: ma quello di Ida è giallo , & io [mille al cedro . & imperSfì dice, cbefpeflo ingannano i uenditori chi lo compra, uendendogliffcfle uolteil taflo in cam- bio di cedro . Tfoii ha midollo alcuno , & la [ita corteccia e fìmile al cedro , tanto nella ruiiiderpga, quanto nel colore . Ttoiuce le radici corte , & flottili fpoco profonde in terra .In Ida è egli raro : ma abondante in Arcadia , & in Mace- donia . dotte produce il frutto coptamente tondo ,poco maggiore d'una fatta , roflo di colore , & tenero al toccare . Le frondi firn mangiate dal befìiame , chenonrumina ,lo fanno morire: ma non offende in modo alcuno lebefìie , che rumi- mo. Sono alcuni Intonimi , che fe lo mangiano fen\a nocumento alcuno .E dolce ,& aggradeuole alguflo . M che par che ofli d fiaperfì pcrcofa certa , che ammala mangiato aneli or a i buoi , che pure fono animali , che ruminano : & cbcìlfito frutto ( come s è detto ) induce mangiato le febbri , & la dìfenteria . Scrifìene anebora Timo al X. capo del xv I . libro , cofì dicendo . il T afìo è nell' affetto fìmile ali' abete , & al peggio , però manco ucrde , flottile , inaline o- anm.&afjiro '.fìnga fuoco , & egli folo fra tutte le piante , à cui fi raflomìglia, produce le bacche . Il frutto delma- Jo fA)io è mortale , & fpetìalmcnte in Ifpagna . Effi parimente ritrouato i uaft da portar nino peri mandanti fatti del Taf- fu, clic nafce in Francia , eflere flati mortali, SeSlio difle che i Greci chiamano il Taflo Smilace : & efl ere in Mcadìa dicoji poflente ueleno , clic dormendouifì , ò mangiandouifi all'ombra iti muoiono gli huomini . Sono alcuni clic dicono ef- fcredi qui chiamato il ueleno tafiico, che bora diciamo toffico, col quale stogiamo le flette . S’ha ritrouato , che fic- candoli un chiotto di rame nel tronco del T aflo,gli fa perdere ogni ueleno . Il fumo delle frondi ammagga i topi . Scrìf- fìne parimente Dio floride tra le piante uelenofe nel V I . libro, cofì dicendo .Il Taflo chiamato Smilace , mangiato cari - . fitfhddo grande in tutto il corpo. Strettura di fiato, & ammaina prestamente. Mi che itagliono tutti i rirnedìj , che ■ imfcnfcono alla cicuta . Galeno ne fcrìffe molto breuemente affivi li. delle faciliti de [empiici , con queste parole . Lo Smilace, onero Tuffò , è albero di facilità uelcnofa . Chiamano i Greci il Tuffo, Xffhafì : j Latini , Taxits : i Tede- fìlli, Eyben barn : li Spagnoli, Texo : l Urancefì, Tf. 1» Dell’Apocino , Cap. LXXXI1I. LOapoci no, ouero brafsica canina , è una pianta , che produce picchile uiticelle, di.no- iofo odore , uencide , & arrendeuoli come là rmenti , & malagevoli da rom pere : le cui frondi raflembrano quelle dell’hedera, ma piu tenere, & piu appuntate nella cima, di (piaceuole odo- re, &alquanto uifoofe , &piene di giallo liquore. Produce celti baccelli limili à quelli delle faue , di fpetie di follicoli , lunghi un dito .-nei quali è dentro un fieme nero, picciolo , & duro . Le fron- diincorporatecon giallo, & conpafta ,& fattone pani, ammazzano icani,i lupi,leuolpi,&le panthere , quando li danno loro à mangiare : imperoche fubito rifoluono le co foie loro . T ^ Ì_jdì Apocino il qual chiamano alcuni Brafica canina , quantunque già per il paffuto non mi fuffe in c ogni t ione, ✓ ài modo che l’bauefìi lafciato à inuefìigare à ipofieri all amplifìimo giardino della natura tra l altre piante , che ne fono incognite ; bollo nondimeno pofeia conosciuto per me^o del clarifìimo medico M. Luca Chini : il quale non è gran tempo , che mi mandò due piante, luna delle quali rapprefentaua in ogni fuo, parte l’apocino di Diofcoride . Snif- fa egli in fieme con effe hauer già riceuuto in dono da un gentiluomo fuo amico due piante fiate portate diSoria,fo - Palina delle quali era fcritto Teriploca repens , & fopra l’altra Teriploca non repens , forfè perche cofì le chiamino i Spiani . Soggiungendo che cotali fìiltque erano molto fintili à quelle delrhododendro : ma che quantunque quella della Twipocla ferpeggiante fuffe cofì lunga , come di rhododendro , & piu fiottile ; quella dell’altra era nondimeno piu bre- uc> bella lunga feminata ( come egli mi fcriffe ) nacque una pianta , la quale non fidamente fe ne ua ferpendo per terra, nafiiglie auolgendofì fopra ogni grande albero : & feminata lapin corta nacque questa , che con ogni fembianga rap- Pfefenta l’ .Apocino . L’ma & l’altra non hanno manco latte de i tithimali , il quale nella ferpeggiante è bianco , & ncl- dtu gialliccio . £' anco differenza nelle fìlique : & quantunque fieno nell’ una , & nell’ altra fpetie come di J\hododen- ÉEEEE 5 dro. Taflo, & ftia ef-t faminatione. Taflo fcritto da Theoph. Taflo fcritto da Plinio. Taflo fcritto da Gal. Apocino,&fua cflamin. ny8 Difcorfì del Matthioli APOCINO. Apocino fcrit- to da Gal. nondimeno nella non ferpeggìante nafcono diritte ,& una fola pei picciu ,& Jjf^ibucl:elii fimilii ite & ritorte à modo di Luna, ne fono tanto acutein ama. Dwfcor.de dice ^^TLerocbefi «edeck ielle fané , da i quali fono molto differenti lefihque dell apocino , il cui fono qui fig _ ’ ^ f ^ l, liima differenza è fra quelle , & quelle delle fané . Ma fornendo Ttoiw.fi> f f i;,.T,fjc o luogo intendendo per ilfeme le filique , & ciò che dentro m fi cmt,tne)& eh f Jrimmipcrfic'- oride il WmoJ' cui filique fono fimilifime ì quelle del nojìro Apocino, non a ipff ^ „„„ al„a pwi- ffe non , che queste due piante fieno l’apocino . Onde non muterp opinione fi, , ^ fc jj, ^ he piu di quelle due fogli r affamigli . Mafe fi a tanto fi ntrouar a alcuno, , * MamK ^fic dm .LhmnrcntireallanoSlraopinione.nondoHerapcrohaimpcrmak.t p JJ r.ndtàdeifcm-ì ’i quelle due fogli r affamigli . Mafe fin tanto fi ritrouarà alcuno, che nc f' '^o noi chiamare quelle dm e non uo gl, Mentire alla nosìra opinione , nondouera v , . Mc facoltà de ìfc«- ■ Tapioche, come faccia ,1 Dottili, mo Luca Ginn,. Se effe dell Apo _ . , & & cofi dicendo . L'Apoc>no ammaina i cani in bremffmo tempo , come c fuomim- Nel quarto lib.diDiofcoride. APOCINO SERPEGGIANTE. US9 l’ nomini . E berla , che reffira di gremiamo odore : il perche è neceffario , che fin grandemente calda , quantunque non fin tanto per corrifpandarqa fece a ,& imperò impiaflrata è molto dipo fina . Chiamano l'Ap ocino i Greci, a Wmw : i Latini , jlpocynum , & traffica canina . DelNerio. Cap. LXXXIIII. Chiamano il Nerio alcuni rhododaphne,& altri rhododendro. E pianta uolgariffima,le cui fiondi fon piu lunghe di quelle dei mandorli, & piuaipre.il fuo fiore fi raflembra alle io r°fe : & il frutto alle mandorle , limile à un cornetto , il quale aprendoli dimoftra una certa lana fi- dile alla lanugine delle piante fpinofe . Produce la radice lunga, appuntata, legnolà , & al gulto la- uta . Nafce in luoghi ameni, nelle maremme , & lungo alle riue de i fiumi . Sono i fiori , & le fron- EEEEE 4 diueleno Nomi. Nerio, ouer O learfdro,<ia effluii. 1 1 6 O Difcorfidel Matthioli di uelcno mortifero ài muli, ài cani, àgli afini , & à molti degli altri animali quadrupedi . ma à gli huomini fono falutilere centra àimorfi delle lerpi, quando fi béuOno con uino:&tanto piu, quando ui s’aggiunge la ruta • Oltre à ciò gii animali quadrupedi piu deboli, come le pecore, & le capre , muoiono quando beuono dell’acqua , ouc le fiondi del Nerio fieno fiate infide . CHIAMASI il Tfcm , onero Rododendro in Italia volgarmente Oleandro . del fiale ne nafte , per quanto piu volte ho veduto io , affai quantità tra i mirti , & i lauri in fu le riue del Benaco , che volgarmente chiamano hoggt Lago di Carda : & quantità grande anebora ne nafte nel monte Argentalo nella noflra maremma di Sie- na . E' pianta neramente pìaceuole , & dilettatole alla uiffa , & muffirne quando è ben carica delle fie refe . Dalle qua- li fu quaft per effere ingannato il mifero spulcio , quando offendo convertito in afìno , cercaua di mangiare delle rofe, per ritornare nella fua pralina forma bumana . Imperocbe battendole vedute dalla lunga , imaginandofì che fujfero le NERIO. Nel quarto lib.diDiofcoride. n6\ metofi.con mumidrìm enfi per durarle, che apmafiritieme.chc non file diuorò ,fima guardarle altrimen- ti- *f" efendoghanchora ammorta, che erano Reagii afìniucleno prefintaneo , & mortifero , ritrouandoft Cjfcre aftno > bef“t0 dall^ fortuna le kfao finalmente fare , & ritornofene indietro con [orecchie ha[Te . ScrilTene Céeo di'vi 1 1 • ielle. facilita de, [empiici , cefi dicendo . Il ^erio , onero fihododaphne albero noto à daremo ha im- pwflwto di fuor, , mtu dtgeflma . Ma togliendofi per bocca , è cattino , &uelenofo non fidamente à gli buommì ma Hichon al Defilarne . Il che affai ripugna allafenteny di Diofcorìde , & di Tlìnìo : per cicche amendue lo lodarono per ulorofo rimedio àgh huomim contra al morfio delle ferpi . Come che agevolmente dir fi potrebbe , che tolto il 'Noria per ■ medicina dei morfi deferenti , mpotefie conuenire nelmodo , che fi conuengono le cantarelle ( come dijfie Muicenna) ntmfidecanirabbiofi,rcuphorbionellepmtmcdegliJcorpioni,&alcum altri «eleni contra diuerfi u eleni come IO nel fello libro & ampiamente diremo. Terciochenon è dapenfare, che Diofcorìde maggior fempliciHa dì tutti gli altri iicefie tal coft felina ragione . Il Tyerio chiamano i Greci , N»f;w , PWWpni , & PW'o'JWp» .• i latini , Nerìtm ne, & rfitododendmn : ì T edefihi , Olander : li Spagnoli Melfa , & Eloendro ; i Francefi, lfofagine . Dei Funghi. Cap: LXXXV. SO n o i Funghi di due Ipetie , do è buoni da mangiare , & mortiferi . Le caufe perche nafeono uelenofi , fono molte 5 ciò è , quando nafeono oue fieno fòtto chioui di ferro rimginofi , ò pan- ni fracidi , ò che fieno appreilo à qualche cauaerna di ferpenti , ò in fu gli alberi^ che produco- no i frutti loro uelenofi , & mortiferi . Quelli, che fono tali , hanno fopra di loro una certa uifeofi- 20 tàmollicchiofa,&fubitochefonoricoltiditerra,fi putrefanno ,&s’infracidifcono. Quelli, che non fono uelenofi, fono ne cibi aggradeuoli,& foaui:come che mangiati copiofamentenoccia- no , & ftrangolino , quando non lì pofiòno digerire , & generino quel morbo , che fi chiama chole- ra. Al cheli rimedia, beuendo del nitro, ouero della lifcia,con falamuoia acetofa,ouero della dccottione della fatureia, ouero d’origano . Ipegne parimente il lor uelenolo fierco del gallo , be- uuto con aceto , ouero lambendolo incorporato con molto mele. Nutrifcono, ma mala^euolmen- tc lì digerifeono: & imperò per la piu parte fe n’efcono interi per difotto, infieme con l’altre fuper- fluità dei cibi. Pf 0 n o I Funghì notijjìmi à ciafcuno . Ma quantunque effer f blamente di due fpetie affermaffe Diofcorìde , hauen- J ]0 do fidamente ricetto d i buoni, & à i cattiui ; nondimeno ( come è ben noto à ciafcuno ) ne fono di piu, & didìuer- ì fi Ipetie . Enne la T ofcanafertilijsma piu che tutto il refio d Italia : oue tra tutti gli altri tengono il principato quelli , che chiamano Trignoli , che nafeono ogni anno l'aprile alle prime pioggie : imperoche quefii fono odori/ enf imi , ag- [ gradeuolifiimi alguft o , &fin\a perìcolo . S timanfi oltre à quefii , quelli che fi chiamano Tonini : imperoche prima Icf- Jt nell ac qua , & pofeia fritti , prima bene infarinati ,fono molto ghiotti algufio , quantunque fi ano di tutti gli altri piu l pericolo fi: percioche di quefla fpetie piu che di tutte l altre fe ne ritrouano di malefichi , & mortali . Ma da chi ha qual- che di fi orfo ,/z conofcono beniffimoi maligni nel mondargli ,& neltagliarli quando fi uogliono cuocere: percioche fi imitano di piu & diuerfi colori : & fecondo che piu uolte ho ueduto io , rompendofi diuentano prima iter di , & pofeia' di colore roj/'o nereggiante , & ultimamente di celefie filtro , il quale alla fine fi conuerte in nero , & putrefannofi fubito . r il che tutto fanno in pochi fimo momento di tempo . Et però ben diceua Miti cerni a alla v I . fai del mi. libro, che i piu 40 Mortali fino i neri , ucrdi , & pauona^i . il perche bifigna 3 che fi a ben pa fona grafia > & ìnfinfita 3 che uedendo que- fli mouimcnti non s’accorga della malitia loro: & majfime che tali repentine mut alieni , che ej]i fanno , inducono in al- trui un certo (pauento , & timore . Et imperò ritrouo io > che la maggior parte di coloro, che fono Fiati fiffocati da i Fun- 1 ghi , ouero che fono fiati in pericolo , gli hanno mangiati cofi interi cotti in fu la graticola , ouero in fu i carboni . percio- che cofi cuocendoli , non fi pofìono manifefiamente cofi ben cono fiere , come fifa nel romperli . Ma non però fimpre nuo- conoiFungbfi come dice Diofcorìde) per efìer uelenofi, ma fiefie uolte per mangiarfine troppi . percioche per cfiermol- touifico[t,&gro(fi , oppilano il tranfito àgli fpiriti arteriali , & cofi qualche uolta foffocano . il che fapendo afai bene- inofiri contadini di T ofeana , rarifime uolte gli mangiano filila l’aglio , ò il pepe . Salanfi i iteri Tonini in Tofiana pri- ma le fi , & poi acconci nel fiale à fuolo a fittolo , & mangianfi pofeia la quarefima, & altri giorni magri di tutto l'anno. Gabbiamone oltre à quefii altre uaric ,& diuerfi fpetie,come fonoi T rat aiuoli ,i Tur ini , i Boleti ,l' Or celle , le 1 " d »o» foderò ^ ^ «o»/? conf«»0 « che l'Epbewro Colchico uelenofa, & mortifera pianta , non è altronguardandofi bene •modattilo , che s’ufa nelle /f et iarie . Il quale quanto nocumento pojfaeghmdu "e ne’corf'’'f‘’ J,jcandn, &Tli- dicare , che intenda quello , che nonfolamente Diofioriie , & Galeno ; ma anchora Vao o > g < ^ ìlio nefcrijfero per Jpetiedi mortifero ueleno. Il quale fe bene atempinoflnnon ucc ■ f ^ rayeWtw medeme, può accadere facilmente ò per non effere egli cefi m Italia «elenojo.com io ^ ? cmfM fg/i te tanta quantità , che fia {ufficiente per ammalare un buono . Ma non opero da b « ljfef0 tieicorpinoSìrigrandiffiminocimcnti, Del qualecrròreejlato neramente cagwiif Ser f >f yy» Errore di Se» pione. Nel quarto lib . di Diofcoride, COLCHICO SENZA FIORI. fvl° capìtolo trattato confufamentc d'amcnducgli Ephcmeri , & parimente dell’ Hermodattilo fotto il titolo deltHer- '‘Odattilo , non allenendo >che altra cofa appreffo à i Greci autori , onde traffe egli il tutto , fono gli Epbemeri 3 & al - ti d ì Hermodattilo . Del che fa manifefìa fede Taolo Egineta , imperoche nel vii. libro trattò & de gli Ephcmeri , 6 dell Hermodattilo per particolari capitoli : & di qucHo prima, co fi dicendo . La radice dell' Hermodattilo perfefo- a ’ & Parimente la fua decottione , ha uirtu di purgare ,& dajfi priuatamentcne i dolori delle giunture , quando gli bu- tto < i fono iufluffo : manuocc grandemente allo jlomaco . Et poco piu alianti fcriuendo degli Epbemeri , cofi diceua. L E - penero , non dico quello che è uclcno 3 ma quello che fi chiama Giglio faluatico 3 è composlo di fhcultd mijle , ripercuf- iWc>& rifolutiueperuento.il che manifejìamcnte dimoflra efferei' Hermodattilo affaldagli Epbemeri differente 3& Io Uano:& imperò hauer qui digroffo errato Serapione 3perhaucre egli riflretto tutto in un fafeio amenduegli Epheme- '•'■ìZrl Hermodattilo : il quale imitando pofciagli altri Arabici 3 & i nofìri anteceffori 3 fi fono dati la mano del con- ino errare . il perche è da conftderare 3 che in modo alcuno non fi può concedere , che fi debbiano piu gli Hermodatti- FFFFF li ufuali -A, 1166 Difcorfi del Mattinoli: tOLCHI eo ORIENTALE. Coniettura del l'Hermodatti- lo. fiali delle frenarle ufare : imperoebe non filo. fi uede per le ragioni predette , ohe non fono j conofce e ITere eglino ueleno mortìfero , & detestabile . Ma qual pianta , 0 qual radice ! p fi *S . rerilLLrnodattìlo.febenenelli. altri difcorfi per aitanti flampàt, non foternm dttermi 2^norM- no [trebbiamo di già conofciuta, & beuta in mano, & poflone qui la. figura, coni ‘"Trenti, Lofi dono cu fi- do de Busbeke Handrefe, da cui mi fu • mandata da Vienna bauendola portata foco da C P oerfette anni continui ambafaadore per ilSerenifimo Imperadore J plLinfiémc conmolte alberare, &feUegrine,^ ! che intendo chef, chiama in Conjlantinopoli uolgarmente HemodattUo 6 la fecond p r- mdmnpocafomigliangaconleditaMendofimcboraneUaJommtM pianta le foglie lunghe quafi due franile filmili a quelle de 1 porri , 0 degl amplio , P /eròe 1 1 6 7 Nel quarto lih.di Diofeoridc. HERMODATT I.L'o VERO. le che fono piu appreffo terra, fono piu corte dell' altre . Ha quattro radici , che nafeono da una ifleffa origine , come di- ti ,d un colore che nel pallido roffeggiano , & con le unghie bianche in cima , ferina barbetta ueruna ifebene alcune ne fono intorno all' origine di effe radici, nella bafi di fopra. Dal me?xo delle foglie efee un gambo fiottile di uerde colore , nella cui fommità efceun capitello lunghetto fvmile d unpicciolperetto , quafi come fi uede nel Ephemero colchico , ma benminore . Onde fàcilmente può effer interuenuto , che il Colchico fia flato intrufo nella medicina in luogo dell’Hermo- dattilo . Il fiore non ho io ueduto , nefo come fa fatto , ne di che colore . Da quefta pianta è non poco differente , quella che nafee in Italia tenuta da molti per l’H ermo dattilo , la qual noi chiamiamo Hermodattilo falfo ; & di cui è anchora quila figura. Oltre d ciò ritrouo , che gli Hermodattili bianchi , & rofìi altro non fono appreffo . Attuario , & Tsficolao IO Mìrepfìco , che il Ben bianco , & il Ben roffo degli .Arabi , come fi uede inlslicolao nella deferittione dell'aurea Alef- imrina,et in Attuario nella compofitione dell’antidoto del diamofco.Ma nonperò è da dire, che l' Hermodattilo di Ta- u°lo , & di Serapione fieno il medefimo , che quefli . imperoche ha egli uirtu folutiua de gli humori , & de flufìi delle F F F F F 2 giunture. ii6 8 Difcorfidel Matthioli HERMOD AITILO FALSO. H giunture . Oltre àcio quello Ephemero ultimo chiamano Indefaluatica , nafte abondantemente nei pi ' J(e j le degli alti monti della uallc Anania , & chiamante gli habitatm Giglio matto : mcmfi uegg ^ Errore del che gli attribuifee Dwjcoride .Et però erra manifestamente nel fuomagg, or uolume garmente Lilium comallium : la quale produce quel picctolfior bianco , quafi di fot m . ;;y-0)l0 /ot- ri/ero . Terciocbe le fiondi prima non fi raffembrano à quelle del giglio: ne manco g ifo? g ^ ^ ' Ibernerò . Ol- tili come fila . La radice poi è capillare, diuifa inpmpam, & nongrofa un dm, ,com qj P ( ;(CMWBtc tre àcio non ritrouo , chef fiore dcU Epbcmcrofia odorifero , come e quello Jmn0, outronon i< cofi odorifero , & grato al nafo , che pochi fono gli bttomini.che l me/e d, MaSS’ fJeuwim Diofcoride, per fa- lò tengano nelle camere loro . la quale odorata , & rara qualità non e dapenfare ,ct j 11 r au- re[Ephemero maggiormente notabile, & fegnalato.il che /alierò argomento, che 1J 1} wli«B» Nel quarto lifc.cfiDiofcoride, 1 1 6> HPHEMERO. Ài cui dicemmo di f )pra L’biftoria al capitolo dcll'Hemerocale nel terreo libro , da quefla feconda ffetie d’Epbe- ™cro ' MlZ storniamo hormai al Colchico . Fiorifce egli l'autunno d'un fiore fimile à quello del \ajfar ano 3 ma non mette Hor ^ fondi fino alla primauera : tra le quali fen^a piu fiorire genera il feme roflìgno in certe borfe gonfiate 3 come noci. ln tempo la radice non è dolce 3 come nell 'autunno 3- ma latticiniofa 3 <& amara . & però bifogna dire 3 che Dio- jtoutie non la gufiò nel tempo della primauera . Quello neramente non feppero i uenerandi Vadri , che di nuouo han- Errore de i Fra m commentato l'antidotario di Mefue . percioche per quanto fi legge nel commento fatto [opra alle pilule d’Hermodat- ! lì1ÌOn forno alcuna differenza tra gli Hermodattili uetb el Colchico fcritto qui da Diofcoride . Il che 3 per quanto y° C0nfJderareper le ragioni predette 3 affai importa per la ulta degli buomini . & però auertifeano in queflo molto Io enf gli frettili . oltre à ciò è da fapere 3 che i fiori del Colchico mcfjì neluino 3 fanno fubito imbriacare . & quesii ufa- no i Turchi nelle fue lìraui^eper andar meglio in cHafi . il Colchico ConHantinopolitano di cui è qui la figura mi fu ^Ithiopolka rumente mandato dà Confiantinopoli dal fu detto Signor jLugerio di Busbeke . La quale habbiamo chiamato Colcbi- no. FFFFF 3 co Difcorfi del Matthioli tidaGal. co ter barn ella bradi" bulbo. fa con Usfeffuu per metro , & le foghe , & , fio n quafi del tutto firmi , al Colei,, co mi - Ephemeri ferie * . scùffie de gUEphemen Galeno alvi, delle fruiti de i fempUci , cofi dicendo L Ephemao non d, co quel mortìfero &uclenofo ;ma quel altro , che chiamano emebora Iride faluauca .produce le fiondi, elfuHo fimi, alg,. olio ■ la rad, ce lunghetta , & non monda , come il Colchico .groffia un dito , coflrcttma , & d, buono , & foaue odore. Et però fi, conoficemanifcftamente efiere il. firn temperamento mifio , & hauer fruiti npercufim ,&r,folMmap„ un- tori Del che fanno indubitata fede V opere , che fa egli : imperoche la decottione fua s adopera efficacemente a Innaffi la bócca nel dolor de i denti : & mgliono appi, rate lefuefiond, tanto nell aumento, quqntoncUo flato de umor, . Ma bifoona applicarle cotte nel umo bianco Manti che fi maturino . Ch, amano , Crea ,1 Colei,, coirne , Latìm, Col- Nomi- chien & Mence . L’Ephemerd chiamami Greci,?? ,Latm .Ephemerum.LHemodam lo ch, amano i moderni Crea, > Latini , Hcrmodaflylut : gli Mabi , confondendolo co l C olclnco , lo ch, amano Smn- gen,&Surengiam. H E L S I N E. Nel quarto lib di Diofcoride. Dell’Helfine. Cap. LXXXVIII; _ da GaL r t, r , ir . ..... J v tmutn: «et Lrciumcruv io- ™ ■‘moalh fut0 • & m*ne 1 caUd‘ ■ 11 Pmhe f“ cU* ^ora nel cominciare de i foroncoli, & altri tumori impia - flMMififo . Gwua ,1 ficco difliUato nelle orecchie per li dolori apoHemofl di quelle . F. annone alcuni garrarìfmo nelle fojlemc delg0rg07pp.de : & fono alcuni medici, che la danno à coloro , che fono del continuo mole fati dalla tofje uecchia . fi * c^Cj! maWefiamente ** uirtufua afierfìua ne i uafi di uetro . Chiamano i Greci l’Helfme, *■'*&»>& «pJ'iW.* i Latini, Nomi. Hclxine : i Tedcfchi , Tag mdnacht : li Spagnoli , Tenta del, muro :i Francefì „ Taritoire . La alsi n E, la quale chiamano alcuni anthillio, & altri miofota, per raflembrarfi le Tue fron di alle orecchie de i topi , nalce nelle felue ombrofè , & luoghi opachi, dal che è Hata chiama- ta aliine . Sarebbe quella Hata la medelima , che ['belline , fe non fullé piu picciola, & non ba- io J}™f. ‘ro . 1 mln01'i > & non p’elofe . polla refpira odore di cocomero . Ha uirtù di riitagnare , & ? ™nSldlrt • Impiantai? con polenta per le infiammagioni de gli occhi . Il fuo fucco diilillato nel- 1 orecchie , ne caua il dolore 3 & uale à tutte quelle co fe , che Thelline . Chiamasi / cAlfineÀnTofcand Centone : della quale fe neueggono però piuJpctie,ritronandofi la maggiore, .... 6 a minore , quantunque una fola ne rccitajfe Diofcoride. filmila chiamano in Italia Tauarina, altri Ti\%a faminàtkme.* ga Una , & altri Cent onice . Rjtrouanfì alcuni tefli Greci , che hanno quefio capitolo nella fine del fecondo libro , appi effo all Oì ecchia di topo . Ma come fu quitti detto à bastanza , è piu fuo proprio luogo questo , che quello . Scrìf- Alfine ferita fine Galeno alvi, delle facilita de ifemplici ,cofi dicendo • L .Alfine , onero Orecchia di topo , ha neramente le f acuità ’nc efime dell beifine , ciò è infiigidatiue , & humidc : impcroche ella è d’una effendi acquea , & frigida . Il perche rin- jo rejcafen\a cofirinvere : imbevo è ella conuenientp. aìlr ttnH.rmp r/tlAp nìl? mpAìarvì *vì(ìnpL> r damano tjtl- ^ fingidetta. . & impero fina tutti i flemmoni nel principio , & parimente nel crefcimento lo- le i r -ri iA i Tl r...., I. _ C- -Il . t . . « . J Dell’Alfine. Cap. LXXXIX. FFFFF 4 Della Nel quarto lib.di Diofeoride. 1 173 Della Lente dei paludi. Cap. XC. LA lente de i paludi fi ritroua nell’acque , che danno ferme . E un mufeo fimile alle lentic- chie , la cui uirtù è d’infrigidire . Il perche s ’impiaftra conuenientemente per fe fola, & con po lenta in fu le pofteme , alfuoco facro,& alle podagre -Sana anchora le rotture inteftinalide i fanciulli. iamasi la Lente de i paludi communcmente Lenticularia . fr co fa notìjjìma d ciascuno . Tfafce per ilpìu io nelle fojfe dell acqua , che circondano le città , & le cartella . Tsfafce con foglie tonde 3 & minutifìime 3 & po- co maggiori delle lenticchie 3 da cui haprefoil nome. Sono attaccate le foglie à fottilijfimi capelli , & nuotano fo- pra alle acque 3 che non correno . Quefiefe ( come alle uolte fuole auuenireper t inundationi delle acque') fon tranfror- tate nelle acque correnti 3fubito che sacco fiano alle riue 3 ui filinole radici 3 & dipoi uanno tanto crescendo 3 che diuen- Uno una pianta fimile alfifemhro acquatico , chiamato uolgarmente crefcione . Il che con non poca ammiratone è fia- to ojferuato da i diligentiffimi irne fiigat ori dell' opere della natura . Lodano alcuni non poco l'acqua diflillata di que- lle picdole foglie per le intrinfeche infiammagioni di tutte le nife ere 3 parimente per le febbri pefiilentiali . Lodatila anchora oltra ciò per la r offesa de gl' occhi , & infiammagioni delle palpebre, de i tefiicoli 3 & delle mammelle nel prin- cipio , imperoebe applieataprohibifee manifefiamente il flujfo dclli hurnori . l’berba fefea cauata dell'acqua , & pofia ! p0pra la fronte mitiga il dolor del capo caufato da caldi hurnori. Mangianla auidamente le oche 3 & le L Anatre 3 & pa- tti -, intente le galline, canata deUacqua,& mefcolata conia fembola. rTfafce anchora un'altra pianta nelle paludi, la quale uien chiamata parimente Lente paluftrc farfarella il feme quafi come lenticchie . Ouefla fi il gambo quadrato , & ferpeggiante , dal quale per difiinti interuallinafcono infieme piu foglie quattro per picciuolo aperte informa di cro- ce , &fono i lor picciuoli lunghi 3 & fiottili . Il feme fe bene è firmile alle lenticchie , non però lo produce ella ne i baccel- li , tu in Rocche dif coperto in piu luoghi del gambo fra i picciuoli delle foglie , nereggiante , ne co fi piatto come le lentic- chie , attaccato à lunghetti picciuoli 3 denf ),& duro da rompere . Mi fu quefla pianta mandata ( non hauendola io prima ueduta )dal nobiliffmo Cortufo, nero ricettacolo di tutte le rare piante no frane & pellegrine . Scuffie di quefia Galenoall'vi II. delle ficultà de i femplici , cofi dicendo . La Lenticula de i paludi è quafi nel fecondo ordine frigida , & humida . Chiamano i Greci la Lente de paludi, w» retytaW : ì Latini , Lenspaluflris egli Mrabi , T a- baleb , & Thaleb : i Tedcfcbi 3 Pitaffi :r linfen : li Spagnoli 3 Lenteya dellagoa : i Trance fi 3 Lentille de mcr . P LENTE PALVSTRE. Lenticularia & fuahiftoria. Virtù della len ticularia. Lente paluftre d’altra Ipetie. Lenticularia & fue facultà ferie te da Gal. Nomi. 1174 Difcorfi del Matthioli VN ALTRA LENTE PALVSTRE. DelSempreuiuo maggiore . Cap- XCI. tL semprevivo maggiore è coli flato chiamato , per cfler fempre le d jtogrol!:> X duce quefto i fuoi fufti alti un gombito , & qualche uo °hxìdo Le fi ondi fon grafie, della mano , graffi , uerdi , & intaccati , come quelli 4^7 m^dcHEUneue*- delle q uali le piu haf- carnofe , lunghe quanto il dito groflo della mano , in cima a modo diUng • >.hio _ Nafte ne fe fi diftendono per terra , & quelle di fopra fi conformano infieme , & di nftrignerc . i monti, &fopra le tegole : piantanfi anchora nei tetti. ■ ferofiinofè .■ conteriicono Le fiondi medicano alfuoco facro , alle ulcere imhgne, c°ntum ,& F s liatcpcr fe In- aile infiammagioni de gli occhi , alle cotture del fuoco , & aU le, quanto infieme con polenta. Vfafi mfufo utilmenteil ficco inficine c P 0,10 Nel quarto lib. diDiofcoride. ; i ijj olio rofado ne i dolori del capo . beuuto naie al morfo di quei ragni, che fi chiamano phalangi , al- la difenteria, & altri Aulii di colpo 1 beuuto nel urna caccia i uermini lunghi del corpo . Appficato di Cotto con lana, attigna il flullo delle donne. Conferilce ungendocene ài difetti de shocchi caufatidaliangue. 6 > Del Sempreuiuo minore . Gap: XCII. \TAsc B 1 1 .Sempreuiuo minore nei Caffi, nelle muraglie, nelle macie, nelle corone delle i N mura , & ne 1 fepolchn , oue non batte il fole . Produce afidi rami , che efcono da una loia ra- > dlce> Iol*lh’ «tu pieni di fiondi picciole, monde, graffe, &appuntate . Effe dal mezoil (uo ftftoalto una lpanna: nella cui fommitàfauna ombrella, con fiori piccioli, & pallidi di colore Hanno le fiondi lue le turni medefime del predetto. r SEMPREVIVO MAGGIORE. n7 6 Difcorfi del Matthioli SEMPREVIVO MINORE. Sempreuiui,& loro affamili. Di uno altro Sempreuiuo. CaP- xCI11' , IEtlo Sempreuiuo , il quale chiaiMn^lcuni portulaca ® iillecebra, produce lefrondi piu graffe, &pelofe, limili a . . Ha uirtù calida , & acuta , & ulceratiua tra ~fA E SONO lentie de i Semprcmui ,mejfi quid* tìM ’ dmc "Z de : de i quali u maggio, - > - r~y~ /{r, ‘ m kulan* , ione nerba graffa , & ione CraneUofa . della qual ! J _ £f Wtw produce le fin chiamano nerba pip111^' liu lunghe ,piu rade,& fiugrofje , quafi frenili a i pinocchi mondati, 6 fero fr0ÌIICe n77 Nel quarto lib . di Diofcoride. SEMPREVIVO MINIMO, io produce piu f/tfii fattili : nelle cui fammità fono i fieni, che nel iterde biancheggiano , dnrodo di ombrella (partita. & que- llo fi può ageuolmente credere , chefia la fantina . Quello della terga fpetie di contraria natura à questi due , fi ritroua in alcuni Dio fa or idi , con piu circo flange de faritto . Ma noi babbiarno in quejlo feguito l'ordine della correttione Midi- u,oue fono ri ficcate uia afilli Jiiper finità .Tifa manca oltre à ciò chi creda , che quefio tergo Sempreuiuo fata siato ag- giunto in Diofcoride , per uederfi , che Galeno non fa memoria di piu , che de i primi due . Tfiientedimeno la terga fpetie di Sempreuiuo , di cui è qui il ritratto , cofi al gufo acuto , che ulcera la lingua , mi mandò da Tifa già piu tempo tee - ccllcnpi/fmo medico , & molto f lino fa femplieifìa M. Luca Chini, accompagnato da queHe parole, le quali riferirò qui, confidandomi dell' Immanità fica . V edefi ( fariucua egli ) nel giardino dell' Illuftriffimo Duca di Fiorcnga ima ccrtafpetlc difuttililfimo Sempre; duo , algufto cofi acuto , come ogni forte di ranoncolo : il quale ho anchora uednto nafacre nelle muraglie antiche , & mllcfcffure de faiffi . Qj-'.cfio per miogiudicio è il tergo Sempreuiuo . Ma effondo in quello luogo 20 lei frittura di Diofcoride fama , & difficile non ho fatto per il paffuto poca fatica ,infìcme con molti altri periti fampli- dfli,pcr uedere fa ritrouarfi poteffe Sempreuiuo , che haueffe le foglie pelofc , di forma fifntli alla portulaca . Ma con- federando pofeia con piu diligenza , & attenti onde parole di Diofcoride , mi par che cofi fi debbano intendere .Eran- chora una terga fpetie di Sempreuiuo, il quale rifpettoalla portulaca , produce le foglie piu graffe , <& piudene ,&c. M che dando io questa cfpofìtione , & quefio fan fa , il quale ( per mio giudicio ) efplica beniffimo la mente di Diofco- vde , facilmente ho poi conofaiuto quefio tergo Sempreuiuo, come credo , che potrà far ciafauno altro , che cfponga que- Radittione S'carUjdenfe, & non birfute : & che interpreti r* thV cèvJ'p&xync, comparate alle foglie della portulaca. Impcrocbe le foglie di quefio Sempreuiuo della terga fpetie , compar andofi alle foglie della portulaca , quantunque fie- no di fama molto piu picciole ; fono però euidentementepiu denfa , & piu gì -offe di quelle . Tutto quefio riceuei io da ‘ptcl mio fmeeriffimo amico . Dalla cui dotta opinione non fono per partirmi mai , per fin tanto che non ritroui chi mi di- moflii quello tergo Sempreuiuo , chefiraffembriconle foglie alla portulaca : & che fia al gufio cofi acuto, che ulceri, Jo f" mor^a ualorofamente la lingua. Del Sempreuiuo fariffe Tbcophrasìo al x 1 1 1 1 . capo del x v 1 1 . libro dell’hifioria Me piante , cofi dicendo . Mi Sempreuiuo diede in dote la natura di durare fampre humido, & nenie . Troduce lefacn- » lunghette , lifaie , & carnofa . 'Nafae nelle mw agite piane ,& f ipra le tegole , ouc fi raccolga qualche poco di terra G G G G G arenofa. Seprcuiuo fcrit to da Theopb- 1 1 7.8 Difcorfldèl Matthioli S E M. E R E V. I v o . A R E Q R E O. arenofa. Oltra ciò , le due piante dì Semprcuiuo , di cmfon qmle figure ,& che crefconomdbero,f ^ borei. gerio de Busbecbe Fimdrefe , & l'altra dal gentiliffimo , & dottiamo Semplici fila il ^ * i Sépreuiui ferie * cui fu mandata daltifola di Corfu . Deferire Galeno le fatuità filamene di duejr, m _ & medl0cre. ti da Gal. femplici , cofi dicendo . L'imo , & l’altro Semprettiuo , maggiore cioe,& minore , éfec gg ^ ^ . Ma neramente non è la uinùfua mfi-igidamm mediocre : mperocbefi commn.er t q & a4t(„-t _ tero^ordinc .Ilpercbes’accomodaeglibcniffmo aUeerìfipele ,& aUepofimecalde^,^ . io Nomi. Nel quarto lib. di Diofcoride. V N’ ALTRO SEMPREVIVO. 1179 > Mfchram , Handrachabara , & Tìlafon . I Tede fcbi il maggiore chiamano, Grofr battfa uurt\ : & il minore, uànhmkmtr . Lì Spainoli il malnote chiamano , Sempreuiua , & verna punterà : i Frttncefi il maggiore ,Ioubar- h-'& il minore , loubarbc petite . ** Dell’Ombilico di Venere. Cap. XCIIII. LO oubi Lieo diVcnere ha la foglia difigura ritonda, limile à uno acetabolo , & coficon. caua, che malageuolraente fi difeerne : dal mezo della quale nafee un gamboncello breue, nel lo " il feme . la fua radice è tonda , come una oliua . Il fucco diftillato , ouero unto con uino 5 'ooprele parti genitali, che fono ricoperte di carne : & gioua parimente al fuoco facro , alle infiam- Magioni , alle Icrofole, & alle bugance : Ipegne gli ardori dello Itomaco . Le foglie mangiate infie- G G G G G 2 Difcorfi del Mattinoli 1 1 8 o me con la radice , rompono le pietre , & prouocano l'orina : dannofi con mele à gli hidropici . Vfa- no alcunil’herba per cofe amatone . Cap. XGV. Di vno altro Ombilico diVenere . Ji'^i 1°?° gra?e ’ & P1 " ^1 femprwiuo mggiore ,& fimo al gufto coftretti ue . Pro- srssKfc giore . Vale à tutte le cofe , che fi cornitene il fempreutuo . OMBILICO DI VENERE Nel quarto Jib. di Diòico? ide, u8 1 VN5 ALTRO OMB. DI V E N, N^s c s l'Ombilico di tenere della prima Jftetie ab ondanti filmo pettutta Tofcatia fu per le muraglie vecchie: & chiamati fi uolgarmente lefue fondi cupertoiuole , per ejfer limili alle cupertoie di terra , che fi fanno per co - pire le pignatte. & nonfolamente nafce in fu le muraglie , ma anchora in fu le pietre , ouunque fi uoglia . Quello del- •iiccondajpetie ho dinuouo ueduto io in un giardinetto difemplici di M. Giuliano da Maroflica , medico eccellentifìimo tìL Fi ioliin Ciuidale d'^AuHria . V fanoi medici , & gli fpetiali di Lombardia per l’Ombilico di V enereunherba che na-r jee , & pende dalle muraglie àmodo di. chioma con numero grande digamb oncelli f Attili , & arrcndeuoli , da ì quali na- Jc ono le foglie tenere fimilià quelle dell’ H edera con piccioli fornelli giallettiyi quali na fendo da fonili fimi picciuoli Io 7r° mte^end°fi ’ & arrampandofi come i uiticci . Viene l'errore di co foro , penfandofi che per chiamarli Cimb alaria ° ! H0te° > fia il ^ro Ombilico di Venere ,.per batter detto Diofcoride , che chiamano alcuni Cimbalion quella della fe-. Majpctie . Tfientedimeno è però.opiniane di molti , che quejla Cimbalaria babbi le uirtu medefime dell' Ombilico, eme^alla cui opinione io non contradicQ . Mabenfoio che. mangiataper infilata gioita nonpoco a i flujfi bianchi G G G G G 5 colerici Oipbilico di Venere, Aia eflam. Errore d’alcuni Apertali. Cibalaria uol- gare, &fua hi- S.oria. Virtù della cx- balaria uolga - I1&2 Difcorfi del Matthioli CLMBALARIA. Em>« ià delle qome _ b-,finge n Flichf10 in qml f,w ultimo , & piu picciolo berbarioptr l'Ombilico di renne dcUmt «jr dell’altra fietìe , due foni di Fatta graffa , le quali nel primo fi to grande beri ario dmoflrau egli peni 1 e tftm> errando manìfeftaniente coft dipoi , come da prima . Dipoi erra parimente latenza uolta nelfito ultimo ino tea i ^ pofitioni de i medìcamenti,ioue «itole egli , chela fabarìa fa la feconda [fette dell ombilico di f enei c ■ Matte ut± in manifefiiffimo errore, fi conofcc per quello , clic ne ferine Diofcoride , il quale raffembroil ficon o orni 't0.‘ ' re al fempreuiuo maggiore , il cui fi-fio fece egli fonile, & i fiori, & il feme fumile all » iperico . de e ‘fi- fe ne utde il cruna nella filaria . Tcrcioche quefia produce le foglie maggiori della -portulaca domejhca , q hanno fimgliangauenma con il femprcuiuo ,ne fanno forma alcuna appreffo alla radice, finn e aque. _ jilico a; produce ella il fitfto fittile .magroffo , & fermo , come che ambo i fiori non iti con® ondino . -cccnc me ^ nere fate» ien0 alvu. dette fiatiti de i [empiici , coft dicendo . L’Ombilico di Venere e compofto di /molta mi , Gl1’ dafrigidetta,&d'tinacertanonapcrtamentc co£lrcttiun,& coneffadiuna altraleggiementc amara . ” uchfio. Ombilico IO Nel quarto lib.diDiofcoride. 1183 giiifce , ripercuote , after ge , & rifo lue. Laonde cura ì flemmoni erifipelati , & l'eriftpcle flemmonate : conferirce im- parato di fuori mirabilmente agli ardori dello ftomaco . Credef, , che le fiondi mangiate poffano rompere le pietre , &fmocarelorma . Chiamano L Ombilico di Venere i Greci , i Latini , Metabulum , & Vmbilicus Ve- neris : li Spagnoli , Scudetes : ì Franccfi , Efcudes . L’altro chiamano ì Gyccì^ivkìììùv ìrtpa]; i Latini Vwbilicuc u? ncris alter , & Acetahulum alterum . Dell’Ortica. Cap: XCVI. T A ortica è di due Ipetie . Vna delle quali produce le frondi piu faluatiche , piu afpre nin j J^. laighe 3 &pi u nere e 1 ieme come quello del lino, ma minore. L’altra non è coli afe il Teme minuto . Le frondi dell una,&deH’altra impiaftrate con Tale, giouano ài morii dei cani- fanano le cancrene , 1 cancari , 1 ulcere fordide , contumaci , & malageuoli da confolidare , & pari- ORTICA PRIMA. Nomi. GGGGG 4 mente i 1 8 4- Difcorfi del Mattinoli ORTICA SECONDA. Ortica , & fua di am in» mente le membra fmoffe, ipani, i piccioli tumori , lepofteme rotte , & quelle, che chiamano pa- rotide . giouano applicate con cera à i difettoli di milza . mefite trite inficine co 1 ipcco nel na o , u riftagnano il fluffo del fangue. pelle inlìeme con mirrha, & applicate di lotto, proiiocano i meltrui. toccandoli con effe frefche la madrice rilaflàta , la ritornano al Tuo luogo . Il leme beuuto con um palio, muoue à lufluria : aprela bocca della madrice : lambendoli con mele , giorni i i diretti c 1 pe to, à i dolori laterali, & alle infiammagiom del polmone: purga il petto . mettelì con i medicarne ti corrofiui . Le frondi cotte con gongole, mollificano il corpo, prouocanol'orjna,riloluono uentolità : cotte con ptifana uagliono à i difetti pel petto: beuute con un poco di mirrha, prouo no imeftrui. Il fuccogmrgarmato tifolue le inliammagioni dell’ugola. t ... E' c OSI notìjiima. fianca l'Ortica , che peonofee da ciafcuriofino nella notte [cura : & impero non acci ea 10 re quale ellaftfta . Quantunque non fia male il faperc quante pano Icfuc pene .- le quali fe ben folamente euer.^._ recitò Diofcoride ; nondimeno tre ferie ritrattano in Italia. Due fonole fopudette .La tetta nafte confiti ^ Nel quarto lib.diDiofcoride. n8) ORTICA TERZA. ne jr ondi , & breui fufli , affai piu pungenti d’amendue l altre : & fi chiama da alcuni Ortica (aluaticd . Scriffenc Gu- fino alvi, delle (acuità de f empiici , cofi dicendo . Le j rondi , &il feme dell'Ortica , di cui è l'ufo , fono molto digefliuet di 'modo che fanano le pofieme , & mafìime quelle che nafeono dopo all’ orecchie . Hanno in fe alcuna parte uentofa * con dchemuouono ageuolmente a luffuria , & muffirne quando fi bene il feme loro nelmofìo . Oltre à ciò , che non ifcaldi ua~ ^orafamente; ma che fa di molto fottìli partì comporlo, ne fa teflimonio il cauar , che fa egli dal petto de graffi, & de ttifcofi humori , & parimente il prurito , che caufa nelle membra , che tocca . La parte fua uentofa , della quale s è detto cJfir partecipe , gli nafee , mentre che (ì digerifee : & imperò non è l’Ortica uentofa attualmente , ma potentialmente . ^olue alquanto il uentre ,nonperò perch’ella fa folutiua ; ma.per effere aferfìua , &titillatoria . Sana l'ulcere canea - lo )0fcì & tutte quelle , oue fa di bifogno difeccare fenica mordacità alcuna : percioche per effier nelle parti fue fottile , & ficca di temperamento , non è però ella cof calida , che poffia mordere .Et al li. delle facultà de cibi diceua pur egli : t Ortica } la quale è pure herba faluatica -, ècompofla diparti fottili • Et però non fi può ragioneuolmente ufare per ci- bo. Ortica fcritta da Gal.- ii8<£ Difcorfì del Matthioli . . C A B D I A C A.. Cardiaca , & fin hiftoria,& facilità. ,à , fegiààcio)umnlceJ]ita{feU famét Ma è ben utile , come companatico ,& con ic medicamento , per fiat .1 :orpo. Tutto quello dell’Ortica fcriffe Galeno. Ma battendomi ella ridetto i memoriale 1 Cardi *e* e ^ ■Marnano boggi i moderni una pianta , che fi raffanbrt in nonfo che modo all ortica ) ne diro qui quel tanto , c a j tri n’ho molato fcritto.La Cardiaca adunque tiene quafi forma d'ortica , ma produce le fondi fm «*» ’ >■ fe t„re & intarliate allo intorno , come quelle del ranuncolo . Troduce il fufio quadrangolare , fu pe, 0 qua c (rondi àdue à due iiftajin di pari infermilo , ma piu ali'mtorno intagliate . I fiori , t quali nel no molto limili , febea minori , à quelli dell’ ortica fetida , di cui nelfeguente capitolo diremo. T^afconoqm ^ „o del fujlo , date i picciuoli di tutte le fiondi hanno la loro origine , come fa il marrobio . Viro ut c ' ' ’ & ^ lo gialleggia , con altre picciole radici aUo intorno . Tfiafce nelle piange , & lungo le firade . f • alfe murf delle cajlella . Mguflo è cefi amara , che facilmente fi può giudicare cjfere ellaCfd‘‘”jJncUo àl0 \ & nel ter^o ordine. Lodatila imodcrnipcr.il batticuore, onda ha ellaprcfo il nome di cardine . J ^ Nel quarto lib. diDiofcoridc. 1187 per li paralitici, ^fpre loppiUtìonicaufitteda M* «tf». «« /» « , .«rfjfc, ; nOT; , & an-m-, . P^l>mwuVrouMlilwm,&m^rle.mmcuilpatoir,a4Ìlcmmrt,&imv ir™ i nermmi T/£Tf mf olmata a bere con nino aUedonne.cbenonpoffonopamrire.fa ( come bo ucdm ) mM effetto d£ N ■ mmiGmil Ortica, r ^.tttUtim.r menigli Arabi, Hmiure , ycaitb latiim ,& Angine, x : iTedcfchi Ver ^ ’i Spagnoli » Ortica : i Francefi Ortic . ° 1 eaeJCIJl » i\£/- ■ ’ ftl : li Spagnoli , Ortica. : i Francefi „ Or tic Della Gaiiopfi. Gap.- XCVII, T A «ali om. èunapiantandfùfto ,& nellefrondi del tutto fimilc'aUortica, ma fonole 10 i£r ^on^1 Plu ^ trite %rano difpiaceuole odore : il fiore produce porporeo&foti le . Nafce apprello alle fiepi , ne 1 cortili delle calè , & pei- tutto lungo alle uie Lefrondi il furto il femcj&parnnante d fucco , nfoluono le durezze , & ì cancari : & g uanfeono le crofole ipa^’ n88 Difcorfi del Matthioli & le poftcmc, che uengono dopo all'orecchie. Al che fare s’impiaftrano tepide con aceto, due noi te il giorno , & fomentanfi con la fua decottione . Mettonh; anchora con falecon giouamcntom fu l' ulcere putride, cancrenate, & corrolìue . X T^*cb la G«liotm»op»b,ogo,ne iMn'Uem f f"* Cium. pv ■ Itdi onÌM fetida , impcrocke molto puiftt maneggiandola . 1 -roduce le fiondi, e Ifufilo fintile ottica , ma pSC?" 1 N noti fungono.- & il fiore porf orco, sfottile. £ in nero not, filma pianta. Et impero parrm. che nonpoco s logon- SCROFOLARIA. pr (72 Nel quarto lib .di Diofeoride. nSy niiift & cm110 coloro > i quali fi penfano, chelauera'Gali^pfi Jtp quella pianta , che communemente fi chiama Scrofola- ,UmsS'm>M‘,amr"“tl Fenana, & frangola: fondando/! forfè fopra la forma dei fuoi fiori, i quali firaf- fejnbr ano à ma celata, chiamata da i Latini galea. Ma fi confonde l'opinione di cofloro apertamente, .per quanto io pof- ft confiderà , per uederfi , che là Scrofolaria maggiore, non produce le foglie molto fimili alt ortica , ne hanno odore uoiofo ueruno . Oltre a ciò la Scrofolana ha una radice groffa , bianca , & per tutto fcrofolofa , onde ha ella forfè pre~ fo il nome di Scrofolana , di tal forte notabile , & mar auigliofa , che non è da credere, che Diofeoride principe de’ fem~ fhcilH lofi negligentemente fe l baueffe taciuta fetida defcriuerla ,fe hauejfe egli tenuta la Scrofolaria per la Galiopfi. Jppo do la Scrofolana nafte per il piu negli argini de fofii , ne i rim defiumkelli , & altri luoghi acquafirini ■ & non ( come ferine Diofeoride ) lungo lefiepi, & ne icortili delleeafe. Di queSìaifteffa opinione ritmano io effereilFu- 10 tbfm, Intorno però de i tempi noflri dottiamo , nel fio commentario delle piante : il quale fi perfuaic , che la Scrofola- rii fu fiata chiamata da i Greci Galiopfi da quello nome Latino galea ( cioè celata , onero elmo ) alla cui forma fi rdf- [oiiiigliano ì fuoi fiori. Il che non mi pare , che confenta alla ragione,pernon ejfer mai Hata colìumc de gli antichi Greci, topìofifiimi de uocaboli propri] , di comporre nomi di piante , & di ogni altra co fa , infamemente di Latino & di Greco’, [tpmioft che galea non fu mai nome Greco. Onde per tutte quelle ragioni non poffo in modo ueruno ridurmi nella opinio- ne iti Fuchfio , & dì tutti gli altri , che credono il medefìmo : immo che fono coflretto à dire , che non fia per uerun mo- ie dada lorfsde . Vedefi oltre à ciò una pianta filmile all' òrtica.cbc purppi : la quale per hauer fopra ogni foglia una macchia lunghetta bianca come latte , chiamano i noflri SanefiHerba del latte. QueLlaueramente (per miogiudi- cio) fi potrebbe molto piu ragioneuolmcme da quella macchia lattea, chiamare Galiopfi da JW. uocabolo Greco , il ■ quale nella nolìra lingua, lignifica latte , che quell altra da galea . Et che ciò babbia ragione in fe , fi può comprendere , io & farne coniatura dall ordine offeruato da Diofeoride . il quale fubito dopo laiGaliopfi fcriffe del Gallio , à cui di/fe ef- fe/ Slato pofto quel nome, per effer egli tifato in ucce di caglio , per apprendere il latte .lidie dimoflra , che dada con- formità del nome di amendue dcriuato dal latte ,fuffe mo/fo Diofeoride à fcriuer quelle piante l'ima dopo l'altra . Que- fia adunque affermarci io effer la nera , & legittima Galiopfi , fe Tlinìo non diceffe alxmi.capodelxxil. libro , che quefia fi chiama particolarmente Lamio, lodando quella parte bianca per il fuoco (acro , & il refio di tutta la pianta cfiaie confaleper le contufioni , fcrofolc , tumori , cotture di fuoco , podagre , & ferite . Et però ne cofirmge Tlinìo d credere , che fia la nera Galiopfi quella prima jpetìc fu detta . Se già non uolejjìmo impugnar Tlinìo , dicendo , che an- tboreglibaueffe errato , non cono fendo la nera Galiopfi ,come [fieffo fml fare : imperoche molto uiua ragione è quella ultimo noSlra . Oltre a ciò e da fapere , chela Sckofolaria ha uirtù mirabile in rifoluere le f cyofole, & parimente le hemorroidi . nel quale ufo fi prende nell autunno la radice lanata , & netta dalla terra , & pefiafi con ho - :c turo Jrcfco molto bene infieme ,& pofeia fi mette ferrata tra due catini di terra all' humido nella cantina per quindici lMiji continui :& di quindi pofeia toglìendofi, fifa liquefare à lento fuoco il boturo ,& colafi ,& ferbafi per unge- re limale, quando fe n’ha di bifogno , & maffimamente l'bcmorrboidi . Chiamano la Galiopfi i Greci, Tank 4 u : i La- tini, Letica labeo , & àrtica feetida : li Spagnoli, Ortica muerta . Del Gallio: Cap: XCVIII: IL gallio èftatocofichiamato,pérmetterfiinuecedicaglioperfarapprendereilJatte. Pro- duce quello il furto diritto , & le frondi fimili allupatine : & il fiore nella fommità giallo , folto, fonile, copiofo , & odorato . Il fiore s'impiaftra in fule cotture delfuoco:& riftagnaifluffidel fangue . Mettefi il gallio ne i cerotti , che lì fanno con olio rofado, & fi lafciano poi al fole, fino che fantino bianchi, &ufanfi pofeia perle laflitudini. La radice prouoca al coito. Nafce inlugohi paludolì. NI-^SC e il Gallio copiofiffimo per tutto lungo alle uie, affai fimili alla aparine . Et quantunque fcriua Diofcori- j de , che produca egli il fior giallo ; nondimeno nel contado di Gerititi fi ne ritroua di quello, che lo produce anclior bianco . Ma non però è nota à tutti la uirtù , che ha di fare apprendere il latte : imperoche s’ufarebbe anchor ef- fe in cambio di quell’ altra herba , che noi chiamiamo Trefura , di cui è l'ufo per far il cafcio dolce per tutta la Tofana . jo Di quello fcriueua Galeno alvi, delle {acuità de i / empiici , coft dicendo . il Gallio s’ha ufurpato tal nome per fare ap- pendere egli il latte ,oucfi mette dentro . E' fintile all’ aparine , & ha uirtù difeccatiua , & alquantoqicma .Ilfuofio- nutle ài fluffi del fangue , & alle cotture del fuoco . Ha buono odore ,& il fuo colore ègiallo. Chiamano il Gallio iCreci,lMit!c i Latini, GalUum : i Tedefchi, Vnfer jrauuen ,VueUro : li Spagnoli, Coaia leche ycrua : i Erancefi , ptitmuguct. HHHHH Dèi Errore del Fuchfio. Galiopfi quale efl’crpoflà. Lamio di Pli- nio. Scrofolaria , & fue uirtù. Nomi. Gallio,& fua ef famin. Gallio fcritto da Gal. Nomi. IIJO Difcorfi de 1 Matthioli Del Senecio , ouero'Erigero ; Cap. XCIX. S.secio, ouero Erigerò', fa ilfuo fufto altoun gombito rrofligno, ■c , & intagliate,come quelle della ruchetta , ma affai minori : produce 1 fiori g , < a j £fopjo,sfte»ei»i„pi™. Neper irimaueraifuoi fiori diuentano canuti, come fanno ‘capelli. non q ntd fiori hannouirw ifce perii piu nelle macie , & attorno alle cartella . Le frondi , c p- fanano le in- frigidire . & imperò impiaftrate le fiondi con un poco di uino , ou<^ P d’incenfo medicano nmagioni de i tefticoli , & del federe : & oltre a ciò mefcolate c°n . olarmente . Fa il medelimo n tanto communemente à tutte le ferite, ma a quelle de 1 nei ui pa f p hi Angolano, ùuma dei fiori impiaftrata perfefola «,«-o il fufto. fcheuuto con uino paffo , fina i dolori choleuci de _ Nel cj uarto lib.di Diofcorìde. 1 15» i I uolgamenteilSeneciochiamatoiaGrecìEngeron,CardpnceUo,oueroSpelliciofa:& è pitti- Stnecio & fi» tei aflai nott t ciafcuno . rfuoifujìi f come ferine Diofcoride ) fono rofligni: & Le fondi lunghe , & intagliate, cflÀmia. come quelle della ruchetta , come che minori ,& piu afre : produce i fiori gialli , i quali diuent andò pofeia canuti frpclofi , fene nolano uia all'aria .‘Ifafce per tutto ,& fino fopra alle mitraglie secchie .Verdeggia il Smetto tutto limo , & ogni mefe fiorìfn , & però anchor quello uien chiamato da molti. Fiord’ ogni mefe . Quello non conofcen - gjj?1* del Br“ ioOthonc Bntnfeljio Tedefco , lo meffe net fio herbario per una (petic di Verbena. Tarmi oltre deio neramente che Sragione nug fu ma/fetic di Senecione ( & credo, thefia il maggiore ) quella pianta , che chiamano t Teiefchi Fiore dì Santo Iaco- 8,orc & fa» fu- sili , imperoche fa. ella le foglie fi miti à quelle della Michetta faluatica , intagliate all'intorno , nereggianti , & dama- ftom‘ nfapore ,&ffarfe per terra auanti chefacci il gambo , il quale crefce mgombito , & merp quali come quello dell'M- 18 umili, ramofo dal me\ofino alla cima . I fiori, fa egli gialli , minori che de Buphthalmo , i quali sfiorendo , Inficiano una lanugine ,la quale ageuolmente poi uiene feofia dal uentd . Ha la r alice breue , & [ partita : Fiorifce il mefe di Luglio , ir d'Jgoflo • Uffce nelle campagne ,&il piu delle unite in luoghi non coltimi . Scriueno alcuni, che mangiandoli S E N E C I O. Iip2 Difcorfi delMatthioli S E N E C I O MAGGIORE. M, 'àJ ii fp >34 A-, w Senecio fcritto che pouoca efficacemente i meflrm . Sagene Galeno alvi, delle ffiacnt ? J JjGndil Senec,oip:tW‘<:‘ PelThalittro. Cap. C . A IL T H A L ! T T K o ' fiondi di conatldro, ma alquanto piu graffe: il foto c°^d‘ ^ 10 quale fono le fiondi . Le quali trite 3 & impiaftrate faldano 1 ulcere antiche . Naice p nelle campagne. IL H Nel quarto lib. di Diofcoride. nyj fi «A li TU o ^^^f^^he^acl^tadagUherb^jtrgentìM.imper^mltomUu- \_i0nolefueh»diconandme:&cheUa[mtróuapertutto,éa piu freffo nelle campagne)® nelle macie II che non fi io negare , ne meno affermare , per non battere fin bora ritrovato chi mifappia dimoHrare il nero Thaìictro Quello chiamò Galeno Thalietro , di cui frinendo ejfoalv i. delle f acuità de i [empiici , cofi dicena . Il Thalietro ha fiorii di coriandro , & il fallo produce grojfo come di ruta . Ha uirtù di difeccare Jenyt mordere : & imperò rana egli «tlorofimente [ulcere uecchie . Chiamami Greci iLThalittro.&d-ymplv: i Latini, Thaliarum.&Tbalietrum. * Del Mofco marino. Cap. CI. IO tL mosco marino nafce negli fcogli, & nei nicchi deipefciapprertoal mare,fottile,capi- J gliofo , fenza alcun furto . Ha uirtù ualorofa di coftringere, & di rifoluere le portane, parimen- te le podagre , oue fia bifogno di riftagnare . r M O SCO MARINO. HHHHH 3 -E'cou- Thalittro , Tua eifam. Thalittro ferir co da Gal. Nomi. 1194 Difcorfi del Matthioli fV N' ALTRO MOSCO MARINO, ilofco mari. , & fua cfla- inatione. E‘ C o M M V N i opinione di ciafcmo femplicijla de i tempi noflri , che futi Mofco £ ^nullt «»- fcoride, quella che uolgamentefi chiama Corallina . la quale fogliano jpeffe uo c p ^ t. . le opinione non mi poffb neramente parure , Japcndo io che coloro , che uanno pejca ' ^ f ke pattaKd il i mito to il nome , la ritrouano attaccata àgli [cogli , a t nicchi ,& anchor attorno a cor , . > ^ y defcmp ,&ài rami degli alberi . Mahdano per la miglior queOa , chen ™ Vj f„ c0 nofii«U da fpetie neuendono infiniti faccbi delfakra . Qiiefla proprietà , ^ gli antichiipercioche non ritrouo alcuno, che la defcnua. Scnjfe del Mofco m . ^ ^ toww, libro , coti quelle parole . il Brio ('fio è mofco) è fetida dubbio radice . ' ìlafce negli fiolgi , &>“ 1 crejpa comefefujfe contratta ,fen\a alcun fililo , & kf°g* efcono a ^ pÌOl,jbire le pofteme , & l'l!~ nicchi attaccati alla terra . La uirtùfiia è di difeccare , & d mgrofìare ,& pai t //<»»- Nel quarto lib. di Diofcoride. nc,j fummgioni, & fpetialmentc delie podagre . Vale oucfta bifogno d'infrigidire in ogni cofa . Queglo tutto del' Moto ma rinoferìffe Tlmio , del quale credo neramente io chef, a la uertimagine la qui [colpita da noi : uedendofi manifefiamen te , che gli corriffionde con tutte le note . Quella fu canata da una uiua pianta attaccata à un Ticchio marino la qua le mi mandò il nobilifitmo S ignor Incorno Antonio Cortufo .& do mi fi, ricordare £ un altra pianta , ( fe però pianta è lecito chef, chiami )non molto difilmile dal Mafie, la qual nafte ne i fiumi ,& anche ncUe fonti £ acqua dolce quafi fi mite à ma mataffa oneracela difeta uerde fottilifiima , chiamata da Tlinioalviii. capo dclxxvii fibrose o# f E * V a ; 6' da noi in Tofana In». Terò uedendo , che Tlmio ferine effer quella pianta rimedio miracolai per le rotture dell offa , non bopojfuto tralafciare di fenueme quìconle ifieffe parole di Tlinio , le quali fono quelle É propria cofa dei fiumi delle montagne quella , che fi chiama Conferì, a dal conglutinare , che fa ella dell' offa, la quale è I'J fmpnfiouna fpogna d’acqua dolce, òun uello accanatalo, che mofco.à barba. Con quella adunque fappìamo effere Stato curato un potatore , il quale cafiando da un’albero affai allo ,fi roppc, & fraccafiò tutte l’offa ,& effondo impia- strato con qtiefta C onferua , & bagnato , quando fi feccaua con l'acqua doue fu ritmata , & non fiioglicndola neri - mutandola ,fe non quando era mega confumata, in breue tempo fi rifanò . Scriffcne Galeno alvi, delle f acuità de i [empiici , cefi dicendo . Il Mofco marino è compofio di terrea ,& acquea fuglan\a, l'ima & l'altra fredda . Il perche è egli al gallo cofirettim , & impiafirato in fu le malattie calde , le rinfiefea , & leguarifee . Chiamano i Greci il Mo- fco marmo, i latini , Mufius marinus egli Arabi , Tahaleb , & Timbri , confondendo il mofco marino, & la lente pal«Hre : i T edefehi : Meermicft , & Mermofi : li Spagnoli , Malhorquinayerua i Francefi , Corallina . io Del Phuco marino. Cap. CII. T L PHVCO mari no è di piu fpetie : uno ciò è largo : l'altro lunghetto , & roflèggiantc : & il ter- J 20 , clic nafee in Candia , bianco , floridiflìmo, & incorrotto . Hanno tutti uirtu infrigidatiua , utile non {blamente alle podagre, maaiichoraalle infiammagioni : il che [fanno efficacemente , quando ni s'impiaftrano fuio : ma bifogna ufarli frefehi , auanti che fi fecchino . Nicandro diede il rollo per li morfi delleferpi. Credendoli alcuni, che quello luffe quel phuco, che adoperano le donneper colorirli la faccia, non fapcndo che quello, che ufano,è una radice di quello nome medefimo. Scrisse del Thuco marino Tlinio al xxi i r . capitolo deismi, libro , cofi dicendo . Tfafiono nel marefier- pi, & alberi, ma nel noBro fono minori, perciache il mar Raffio, & l’Oceano orientale fono pieni difelue.tfpn ha m altra lingua nome proprio quello , che i Greci chiamano phycos : imperoche Alga è piu pregio mcabolo d’herba: m quello èfierpo . TX al X. capa delXKVI.il Thuco marino ( diceua ) i di tre fpetie, uno largo , l’altro lungo , & il tertp crefpo,con cui tingono in Candia le uefti . quello ferine Tlinio . Il perche efficndomi tal pianta incognita, altro non me ne accade à dire :Je non che , fi ella non é Alga , ne fila almeno ima fpetie . Tbeodoro nella ànterpretatione di Tlieo- pbrasio non chiama il Thuco marino altrimenti , che Alga . Onde fe ben Tlinio in queflo luogo diffie non fi conuenìre tal nome, in altri luoghi ( comediffe anchora Marcello Fiorentino ) lo chiamò però Alga. Ma non per quello affermarci io , che fujfe egli quefia Alga che fi mette à Vinegia tra i uetri , accioche non fi rompano : ma ben direi , che fìa il Thuco 40 chiamato anebor egli Alga, per non battere altro nome Latino. SpetiediAlgaè quella, che ftchiama uluameal- tra differenza è tra loro,fe non che quefia nafeene i fiumi , ne i laghi ,&nei paludi : & quella folamcnte in mare , co- me iimoflra quel uerf , de gr amatici . Alga ucnit pelago ,fed nafeitur ulua palude, ciò è. Igei mar uien l’alga , & l’ulna ne paludi . Onde diceua Vergilio nel vi. dell Eneide Tandem trans fluuium incolume s , uatcmque uirumque , Informi limo , glaucajue exponit in ulua . ciò è • Finalmente oltr al fiume in faluopone Soprai confufolimo ,&fopra l’ulua j 0 Celefle , Enea , & la Sibilla infume . Et nel 11. libro pur dell’ Eneide diceua anchora-: Limofoq; lacuper nocicrn obfcurus in ulua Delitui . cioè. Afcofo ,& feltro flei tutta la notte Dentro al limofo lago, & dentro all', ilua. Fece del Thuco marino mentione Galeno attuili, delle facultà de i femplici , cofi dicendo. Il Timeo cefi tumido canato del mare , difecca , & infiigidifee nel fecondo ordine , & ha alquanto dell'acerbo . Chiamano il Timo mari- no i Grecismi Sanda, ov: i Latini, Thucus marinus . Mofco roarir» d’altra fpetie fcricto da Plia. Conferita &fUa hiftoriaSc uir- tù miracolofa . Mofco mariti» fcritto da Ga- leno. Nomi. Panico marino, & fua(hiftoria fcritra da Plm. Alga, & uiua. Phuco marino fcritto da Gal. VI HHHHH 4 Del Hc)6 Difcorfi del Matthioli POTAMOGEIO. DelPotamogeto . Cap. CHI. I T potamogiio produce le frondi fimili alla bietola , ma pelofe, &alquanto fopr^^ eminenti . Infrigidifce , & riftagna : è utileal pronto, & ' flato meffo il nome di potamogeto , per nafcer egli nelle paludi , & altri luoghi acqu Potamogeto , : fua effamina ione, aetta & fua hi toria. V£ D e s i il Totamogeto nuotare con le frondi fimili alla bietola ne i laghi, & nelle paludi in molti u ^ ' con la nimphea . Ma fa il : Votamogeto , chem, mocci, bora d, quella pianta non aetie mJiore chiama Timo Saetta ,pofcia che anchora ella nafte ne .fiumi ,& ne i ftagn, . E quella ^ ma minore. cio è , & minore . Le foglie della minore fono del tutto firn, l, à ma Saetta fa 'iote , fe- dì dietro , tra le quali è attaccato ilpicauolo triangolare concai, o lungo due gombit, , & qualche uoltamagg co»dolaprofunLdel[acqua,„cuinafce.Fa,lgambodi^ con alcun, ramofceUi .nei qual, fi ueggono i fiori bianchi con tre fole fughette da , J , & „pr/- poregni , grofìi come una nocciuola , incutè dentro ilfeme minuto , Lara ice lanca , f . de[ mtofi- .etra maggio i0fa>comcnedapiantagineacquatica,dicuicredoìochefiaUSaettaumJpetie. Lam gg ? -Nate l'ima, mite alla minore , ma è però ,n tutte le fue parti affai maggiore , & le fue foghe non & [altra copiofa in Boemia ,doue la chiamano Saetta d Hercole , nel fiume della Mu ’ , fjkeua Calcno fono frigide , & humide , & hanno le uinù medefme , che la piantarne acquatica. I g t(w quel dirvi s«bM» Nomi. 1“ del poligono. Chiamano il TotamogetoiCreci Lhaupoynrev : i Latini .Totamog krautj&San kraut . io 20 Dello nc>8 Difcorfi del Matthioli SAETTA MINO RE. Dello Stratiote acquatico . Cap. CI III. LO stratiote, il qual nafcenell'acque, nuota fopraà quelle, &uiue lènza radice: o - de ha egli prefo il nome . E' quello una herba limile al fempreuiuo , fe egli non hauelle pero frondi maggiori . Rinfrelcano quelle : & beuute rillagnano il l'angue , che mene da e r • prohibilcono 1 infiammagioni nelle ferite, che minacciano pollema. Impiallranli con aceto a co facro , & parimente à i tumori . N: 0 N fi' cap. del xxi ni •a 3»i .confondi maggiori . marauiglia ,fe in Italia non nafea lo Stratiote acquatico . imper oche ( come riferifce imo a xxi in. libro ) nafte folamente in Egitto nell’inondationi , che fa il Vjlo > fimi e a [empi eu riori. Chiamano i Greci lo Stratiote Mfoc i latini , Str atiotes aquaticus . ^ io Nel quarto lib. di Diofcoride. 1 199 Dello Stratiote millefoglio . Cap. C V . LO sutioti millefoglio è picciola pianta , alta un palmo , & qualche uolta maggiore : le cui fiondi fono ralfembreuoli alle penne de gli ucellini , breui molto , & nel nafcimento inta- gliate . Rafièmbranfi le itondi al cimino faluatico , & maflime nella ruuidezza , & breuità lo- ro: fono però piu breui: ma l'ombrella è piu denfa,&piu piena. Produce nella fommifà del fufto fottili fiftuchi , de i quali fi forma l'ombrella come d’anetho : di cui fono i fiori piccioli j &bianchi . Nafce ne i campi afpri ,& lungo le uie. E in grande ufo all'ulcere uecchie,&alle nuoue, al fluitò del fangue,& alle fittole. Il millbfoglio StratioteritieneanchorainltaliaaltcmponoftroilnomediMillefoglio.impcrocbe fiue- Strariortmille < U il crnmune Millefoglio nafcere ne i campi non colti nati , nei prati lungo alle uie , con fitfli maggior d'un pai- Jjjjjj* cf MILLEFOGLIO A C QJ A II C O. mo: 12 0 0 Difcorfidel Matthioli MItlÌEFOGLIO MAGGIORE. mo : fu per li quali fono le fiondi fimili qmft alle penne de piccioli TZlxZm. fola ombrella di fiori bianchitimi , quantunque alcune uolte nel bianco > mc J J r fia ^ radicela quattro , bora cinque , & ho r piufufli . Il chedmoHra , che l MiUefogU y^^Zie‘1^ e delBra Stratifte .. &ncn il Miri opinilo poco qui d, f Mo fermo da Diofconde , come fi, ■ . f f . ;( " pbiUoèungambotenero,&folo,chen4ceneUepalud,concop,ofe,&l^ lu.^rlà.rl.elMiUcfodiocOmmme.&ufualefialoStrattoteteneftre.qmdefinttodaDi^ phiUo è mi gambo tenero l&folo , che nafee nelle paludi , con copiofe , & lijae fr , J _ q ^ ^ m Fche conclude , che'l Millefoglio commune, & ufmlefia lo Sfratiate tei reflre , quid f , che ra- ffi etie di molto piu grande nel contado di Corina mfu l monte Saltiamo , dirne qui ^ & ?rf Millefoglio ì be- gioneuolmcnte fi pojfa egli chiamare millefoglio maggiore. Daffi con Milita g fluide re negli {futi , & nomiti del fangue , & m tutte le rotture intrmfeche delle u » , m _ u mc_ MeSlrui , & il medefimo fa la polirne dell'herbafeeca beuta con acqua di tia>MS f J . - , del- , , .. ’r. :^i^rn,,irmaa„ailRurrodeiraiime,&metteficonmnpocogmamentoiniieiii j 12 01 Nel quarto li b. diDiofcoride. MILLEFOGLIO MINORE. Itfcfcanei trifori , che fi fanno per la difentcria . La fiefcapeSla & meffia nelle parti piu fecrete delle donne ,&pa- rmcnte applicata in fui pcttineccbio , riflagna il flujfo de i mestrui . il Millefoglio poi che fa i fiori bianchi petto in- fume con t ombrella , & beuto con la fua ifieffa acqua , oueramente con latte di capra ristagna ne gl'huomini il flujfo fc- mìnalc & nelle donne de ime fimi bianchi . il che però fa egli beuto infieme con coralli rojìi ,fuccino , & limatura d'A- m‘° , La poluere del Millefoglio beuta alpefo di uri oncia , infieme con una dramma di Bolo Armento nel latte Vacci- no per tre giorni continui gioua efficacemente à coloro che orinano f angue . Le foglie del Jrefco masticate mitigano il do- lore de i denti , & il medefimo fa la radice parimente maflicata , & tenuta un buon peggio dipoi fotto al dente , che duo k • Baffi la decottionc utilmente à bere con poluere di fiori di Lambrufca per ristagnare i nomiti . Fece d amen ditegli Stratioti memoria Galeno all’ VI 1 1 . delle fatuità de i femplici , cofì dicendo , Lo Stratiote acquatico è neramente frigi- lo do , & humido : ma il terreftre ha alquanto del coflrettiuo . Il perche può egli faldare le ferite , & effiere utile all ul cere. Sono alcuni , che l' tifano ne ifluffi del fangue , & nelle fiflole . Chiamano i Greci lo Stratiote millefoglio , vvtàos; i Latini , Stratiotes millefolim : i T edefehi , Garbcn : li Spagnoli , Miboyas verna: i Francefì 3 Mille fueille . IIIII Del Str/tioti feris- ci daGalcao. 1202 Difcorfidel Mattinoli DelVerbafco. Cap. CVI. IL verbasco è in fomma di due fpetie , bianco ciò è , & nero : nel che s'intende il mafehio , & la fanina . Le fiondi dejla fernina fono limili à quelle del cauolo, bianche , molto piu pelote, & piu larghe : il fufto bianco, pelofetto , alto, un gombito , & qualche uolta piu: i fiori bianchi , oueroWialli pallidi : il feme nero : & la radice lunga , acerba al gufto , grafia un dito . nafte nelle campagne . Quello , che fi chiama mafehio , produce le fiondi lunghette , dirette , ^bianche , & d fùdo fiottile jTnero neramente farebbe limile al bianco, fenon hauefle le fue fiondi piu nere,& piu larghe . Quello che chiamano faluatico , crefce con fiondi filmili à quelle della (alma : con , fil- iti alti , & legnolì , & intorno à quedi fono i rami limili à quelli del marrobio : il luo fiore e gial o , 1 Nel quarto lib . di Diofcoride. r 2 0 5 della fplendideza dell’oro.Sonuene due altre fpetie di pelofi , & bafsi, che producono le fiondi ri- tonde. Oltre à quelle n'e una altra terza fpetie, chiamato da alcuni lichinite,& da altri thriallis,che produce al piu tre, ouer quattro frondi , ouer poche piu, ruuide, groire,& gralTe : lequali fono à prò polito per brulciare nelle lucerne . La radice de i due primi è coftrettiua : il perche li dà ella con ui- noaila quantità d un dado ne i flufsi del corpo . La fuadecottioncgioua à i rotti , à gli fpalìmati, à i fraallàti, & alla tolte antica: & lauandofene la bocca , mitiga ildolore de i denti . Il uerbafco, che produce il «ore aureo, tinge i capelli, & radiò in qual lì uoglia luogo, tirai fele tignole . Ladecot- ' [ione delle frondi fatta nell’acqua, cótc-rilce à i tumori, & infiammagioni de gli occhi. Acconuienlì con uino,& con mele all’ulcere eftiomcnate,& con aceto alle ferite; medicano àimorlì de gli fcor- io pioni. Le frondi del fanatico s'impiaftrano anchora in fu le cotture del fuoco. Dicono, cheferban- doli i fichi fecchi nelle frondi della fcmina, non lì putrefanno. VERBASCO SECONDO. 2 CHI A- 12 04 Difcorfl del Matthioli . jjMjsj volgarmente il Vefhafco , Tajfo barbaflb . di cui le prime duejpetie del domcjlicofono note à eia- C, fetmo. Mail faluatico, il quale fruiticele fronti finiti aUa filma, & fiori aurei, non penfa, che fiacofinotoad ogni uno; come che ne ancho il lichnite , di cui è qui il ritratto , [e ben con piu foglie dì quello , che ferine Diofco- ride ile quali per effer tutte cariche di fonile , &hianca lanugine , agevolmente fi poterono adoperare dagli antichi . nelle lucerne per lucignuolo . Home ueduto io una fpetie con foglie di papauero Cornuto , di cui è qui nelfejto luogo la fi- gura , & però non è marauigliafefcrijfe Diofcoride , che il papauero cornuto haueua foglie di Verhafio . il quale come mifcriffeil Firtuofi fiimo Signor Cortufo, fi trotta alonieuohnente nel lido di Vinegia. Male altre frette northo pome vedere io in Italia . Et quantunque uogliano il BjccUio, il Puchfio, & alcuni altri dotti moderni effer dueftetie di Vcr- f/afeo quelle due poco diuerfe piante , che efeono nella primauera con fiondi creffe molto , & quafi, fintili al diffaco , & VERBASCO TERZO. Nel quarto lib. di Diofcoride. js Qf VERBASCO II IL OVERjO SALVATICO. fiori nell' una gialli > & nell'altra bianchìcci , ritondi , &per intorno intagliati , chiamati da alcuni Fiori di primaucra , & da altri herba Taralifìs ; nondimeno non me lo pojjo io per alcun modo pervadere . Terciocbe primamente non fi raf- firnbrano le fiondi di queste due piante , le quali in una fono ritondette , & nell'altra lunghe , in alcun modo al l'erba - fico : ne fono in modo alcuno pelofe , come le fece Diofcoride , anfiper il contrario lifeie 3 & ben crefpe . Oltre à ciò non ritmo , chef ac effe del fiore memoria alcuna Diofcoride , ne altro degli antichi , che ne fcriua lefpetie dei Verbafchi . Il che non era da tacere nell’ herba Taralifìs : perciocheera da effere celebrato ilfuo aureo fiore , per effere neramente il lo primo che ne annuntij la primauera . Qucfle tifano indefferentemente alcuni moderni per li dolori delle giunture . Le un radici ( fecondo che dicono )fì cuocono , & beuefene pofeia la loro decottìone utilmente per le oppilationi delle reni3 & fótta ne fcica . Daffi il fucco dell’herba à bere 3 & parimente s impiastra di fuori nelle rotture , & dislogagioni del - IIIII 3 l’offa. Virtù dei fiori di Primauera. 120(5 DifcÒrfi del Matthioli VERBASCO LI.CHN1DE. [ojja . la decozione mie con foluia , & Mamma à i difetti frìgidi de i nerui , tó~ del ccrucllo,&pr f j bere nelle debile W del cuore ,& di tutto il corpo , Impcrocbe ( come dicono rff . ■ udemfi . fherba, mirabilmente il cuore. I fiori smpiaflrano utilmente [opra le punture de gli j.aii mirabilmente il cuore, ifiorisimpiaftranoutilmentejopraicpunm rea, egujimy , ^ AjJjftaM *?' & parimente i fiori , & le radici anchora conofciuta per fé fatano p f J ,• filinelmno bianco f" plicatafopra alla fronte mitiga il dolore del capo . Le donne che, dilettano a, W- /tf ^ ^ fenc l0 infume con radici di Frafrinella , & dipoi ne frtnno acqua per lambicco * u mcfcoUno cu acqua di ....... lei tana del letto , dandoli cofi non poca Splendide^ , ma quando uoghono dille J^g [McricHa, fono u»mcr- rouUtùJ11^ ° Limoni diftiUata • Ma ritornando à i neri yerbafchhdico , che per quanto m ha fornente 120^ Nel quarto lib . di Diofcoride. VN’ALTRO verbasco. fornente tutti molto cojlrettiui , & difeccatiui . Et imperò uale il fumo de i bottoni de i funi fori fecchì , infieme con te- nbinthina, & fiore di camamilla riceuuto per una bancaforata, al federe , alle rilafjationi del budello, per li premiti nel la difenteria , che chiamano i Greci tenafmi,& noi male della pondora. L’herbafrefca della femina pefla con due pietre ni ue > & mcffa nelle inchiouature de i caualli , fubito gliguarifce . Ilfucco delle radici della f emina , quando non ha pro- dotto anchorailfuflo, dato alla quantità di due dramme con altrettanta maluagia calda, ò altro uino aromatico nel prin cipiodel parofifmo , cura ( fecondo che riferifee ^Arnaldo ) la febbre quartana : ma Infogna farlo tre ,oucr quattro lo u°lte . Il fiore fregato in fu quella (peti? di porri,che fono ruuidi,gli manda uia.ll mcdefmofala poluere della radice fre- gttauifopra . Dannoft i fiori commodamente triti in poluere à bere ne i dolori delle budella, & (pctialmcnte Colici. La decottione delle radici giouagargari\at a all' infiammagiorii del gorgo^ule . Le foglie peflc,& faldate fiotto la cenere IIIII 4 calda 12 o 8 Difcorfi del Matthioli FIOR DI PRIMAVERA I. calda, rifoluono impiagate i tinconi . Di tanta uirtà è il Verbafco , chefana toJSìfcono , ma ancbora i bolft , & che hatteno i fianchi . Ilfeme cotto nel inno , er dipo p , ? fok&iig07c dislogagionì dell’ offa, leuandone l’enfiagione , & il dolore . Le foglie applicate con aceto if < , & fc/u»- %o ■ Le foglie , & il feme cotte nel uino pefie,& applicate tirano fuor e tutte le cofcfit e n p > faCM difitUata de i fiori , mejfa negl occhi tu prohtbifce tlfluffo degl Immoti, & h«P c / 1210 Difcorfi del Matthioli ' B L A T T. A R I A. duri , & P iu Hfci, dove è dentro il fané . Mire uirtu non ritrono io di rfuefla punta . ma per ejjcre ■ella, ami u, f può dire ,fe non chef, a apcrìtiua , & ajlerfiua . Scr.if(delyerbafco6almaaUvill. eef ■ J lu^he, afa malnoti . Enne oltre a queflo uno altro faluatico . i cui pori jono aurei ,vrr.i v , y .ino- Nomi. La b t h i o P i D E produce le fue fiondi limili à quelle del uerbafco , molto pelofe & eroi" fe , ridotte xn terra al tondo fopra alla radice . il fuo fufto è quadrangolare , ruuido , fixnile à quello dell’apiaftro , ouero dell'artìio : nel quale fono molte concauità d'ali, il feme è alla grof- iezzadi quello dell’eruo, & doppio in un folo inuoglio . Ha dal medelimo cello molte radici, lun- i2i2' Difcorfi del Màtthioli ghc , piene , & al gufto uifeofe : le quali feccandofi ; diuentano nere , & indurifeonfi come corna . Nafcene aliai copia in Ida monte di Troia, & in Meflènia . Gioua à gli fputi della marciatile feia- tiche , à i dolori del coftato , & aira,fprèzza della canna del polmone , quando fi beue ladecottio- ne della radice . Il che fa ella anchora comporta in lettouario con mele . ftuèflam6 ’ & A N T v NTV e per atlanti hauefii femprc creduto , che la Etbiopide nafcejfefolamente in Ethiopia,&pa- V / rimente in fui monte Id.i dì Troia, per ritrattare io ferino da Diofcoride,& da Tlinio,che nafte ella quitti copiofif finta ; nientedimeno m è fiata dipoi portata da Tadoua dal mio come figlimi dilettifftmo M. Giouami Odorico Melcbiori Trentino medico di non poca afpettatione . Qjtcfia neramente per miogiudicio è la uera Etbiopide ,per corrifondereel- io la con ogni fuafembiantpt all’hiliona , che ne [crine Diofcoride, come dimoHra ilprefente ritratto . Di quella nonritro- uoiOyCbeneilibrideifemplìcifaceJfealcunamemorìaGaleno.SebcnTauolo Egineta ne fcrijfc egli, togliendo, & Nomi, (raffittendo da Diofcoride . Chiamano i Greci la Etbiopide , hìiunrìt : i Latini ,^ìethiopìt. Dcll’Ardio . Cap. C V 1 1 1 . LO arctio, il quale chiamano piu predo alcuni Arfturo , è limile nelle fue frondi al uer- balco , eccetto che fono piu pelole , & piu ritonde . Il furto è lungo ,&tenero:e’l feme piccio- 20 lo , limile al cimino : la radice è bianca , tenera , & dolce . Quella cotta con il fuo fcmecon ui- no, mitiga il dolore dei denti, tenendoli la decottioneinbocca:conla quale fi fomentano util- mente le cotture del fuoco , & lebugance . Beuefi la radice nel nino per le iciatiche , & per prouo- care l'orina ritenuta . Ar&i®,& fua er faminatione. Errore del Ruellio. Ar&io fcritto da Gal* Nomi. Cj^e desi il Bjicllio , che fin V^fr&h quella uolgnr pianta , che nafee lungo alle ale , la quale chiamano noi* gamentegli (penali Lappa minore . Ma fecondo il miogiudicio non mi pare l'opini on fua troppo efficace. vn- peroche chi legge nel proceffo di quefto libro il capitolo del xanthio deferitto da Diofcoride , ritrouard manifesìamen- te effere quello ifteflo la Lappa minore ufuale : la quale nafee abondantif/ima tic i laghi af ‘citati, & dif recati dell acque. Ma neramente qual pianta fi poffa dimoflrareper l'Mrtfio hoggi in Italia, nonfaprei io già per bora affermare . Seri] - fe dctfjlrBio Galeno alvi, delle facultà de i femplici , cofi dicendo . ìfjlrBio , il quale è frenile aluerbafco , che ha la radice tenera , bianca , & dolce , il f ufo lunghetto , & tenero , & il femefmile al cimino , è compojì o di fonili par- ti: & imperò è egli difeccatiuo , & aslerfiuo , quantunque poco . il perche laradice ,e l fuo Jeme cotto nel nino, me- dicano qualche uolta al dolore de i denti . Oltre à ciò conferire alle cotture del fuoco , & alle bugance , non folamcnte il bagnare della loro decozione ; ma anchora l' applicami fufo ifuoifufli , quando fono teneri . Chiamano i Greci l Jr ilio , A>7/cv : i Latini , Mftium . Della Perfonata, ouero Lappa. Cap. CIX. 40 La pek sonata produce le frondi maggiori di quelle delle zucche, piu hirfute, pie nere, & piu gralfe:& il furto biancheggiante, quantunque fi l in oni anchora qualche uolta lenza furto : e la fua radice nera di fuori, & bianca di dentro. Quella beuutaalpefoduna dramma con le pine , gioua à coloro , che fputano il fangue, &la marcia . Pcfta , & impiaftrata, mitiga 1 do- lori dei legamenti delle giunture . Impiaftranfi le fiondi utilmente in fu 1'iilcere antiche . Perfonata fua efTam. QrANTVNQJVE d'ima fola frette di Tcrfonata faccia qui mentionc Diofcoride, noi nondimeno di due forti ?0 nhabbìamo nedutoin Boemia , &in altri luoghi anchora .differenti folamentc nelle lappole. Imperociem - [una fono piu grandi ,&fiu dure con lefrine piu rigide , & piu umide , & nell'altra piu molli , non cofi dura- mente frinofe , & per tutto circondate d’una bianca lanugine . QucHa crederei io chef alfe quella , che chiama _ r, ahx.capodclxxv. libroTerfolata.nonTcrfmata.conqucfie parole. LaTeifolata.laqualeenouatMhC - r,Co mano i Greci Maon . produce le fiondi fimil, ì quelle delle yucche , ma però piu afrre , più pelale, piu fe & la radice grande , & bianca . Le cuìnote del tuttofi rafembrano à quella fecondacene , di cui credo te che rcriuclfe egli . Imperocbe dell’altra Tcrfonata baueua fcritto parimente nel medejimo capitolo cojt icen ■ Terfonata, la quale alcuni chiamano Mcion, & le cui foglie fono le piu grandi di tutte l altre, produce lelaPP° i ... di. dalle quali parole fi conofcc mancamente , che appreso di lui UVerfmata è quella che fa t iapp c > . . ^ ^ Errore del Leo J- • . u ■peyfoUu quell' altra che le produce minori. 7*el che panni che non poco fi debbi danna, 6o mCm°- tlZom , dai /„oSo -Prinio, cb, ^ f-i- Brafauola mole , che la Lappa fia l’^ panne di Diofcoride . Il che lafc io al giudico d, coloro , f Errore delBra fauola. Nel quarto lib. dìDiolcoride 121} PERSO NATA MAGGIORE. P^me non è altro ( come dicemmo di fopra nelterrp libro al f no proprio capitolo ) che quella pianta molto (imiletdla r ubbia minore , la quale uolgarmente fi chiama Speronella, & nafce per il piu tra le lenticchie . Ma battendomi la Ter &fua filata per la confonan^a del nome ridotto à memoria la 'Perfoliata cofi chiamata da i moderni femplicifli , 1 °m‘ non ho po fiuto tralafciare di non farne qui mentioue . E' adunque la Ter follata una pianta che produce le foglie riton - ^ette >fe ben appuntate in cima , come quafi f imo quelle de i Tifelli > con alcune itene groffette , che per lungo camina- 10 dal picciuolo alla cimai le quali auanti al na fiere del gambo fe ne fanno dittefe per terra . Fa il gambo fiottile , lifeio , & tondo con molti rami. Le foglie che fono nel gambo , & parimente ne i rami paiono come perforate da quelli : &però virtù dell3 Per pupreHofi dotterebbe chiamare quefla pianta Terforata , che Ter follata . Fa i fiorigialli che e fono d' alcuni bot- follata. KKKKK toni Perforata ferie ta da Gal. Nomi. j 2 1 4 Difcorfi del Matthioli VN’ ALTRA PERSONATA MAGGIORE. toni à modo di /tella . T^afee ne i campi tra le biade, ne gl’ argini, & ne i prati , &fiorifce la Hate. M guffo è ella ama- ra, & coflrettiua .Daffila decottione dell'herba fatta nel uino onerammo la poluere alle rotture, & difetti de l inte- riora , & però fi da con giouamento à bere nelle rotture intejìinali , & parimente del Bellico : Impìaftratafopia e uo fole le rifolue , &guarifce, & il medeftmo fa in tutte lepofieme,& infiammagioni . Scuffi della Terfmatafottono - me d' un altro jtrttio Galeno alvi, delle facultà de i [empiici, coft dicendo . L altro Mdio, il quale chiamano r*. fopide , le cui {rondi fono fmilifsime à quelle delle yucche , {e non che fono & piu dure ,& parimente maggiori , tgen fee infiememente , & difecca , coflringe anchora alquanto . Ilpercbepoffono le fue {rondi medicare l ulcere Chiamano i Greci la Terfonata,M’pr.em : i Latini , Terfonata : i T eiefehi , Grofi kletten : li Spagnoli , Bardana, p gamacera maior : i Francefi , Glotcron , & Bardana. De! Nel guaito lib.di Diofcoride. perfoliata. DelPetafite. Cap. CX. LA p et a s i t e è un gamboncello maggiore d’un gombito , grolfo un pollice : del quale na- Ice una fronde mólto grande, dell'ampiezza d'un cappello, attaccata à modo d’un fungo. Im- piaftrafi quella efficacemente in fu l' ulcere corrofiue,che mangiano la carne,& che fono mala- geuoli da confolidare . QV axt e ferina il Rjiellio , che ìlTetafitenafce in Francia ; non fo però io uedere , come fi pojfa coft Pctafìrc,& fu» a^cuo lucente feguire la fila opinione ,uedendofi , che uuole egli,cbeil Tetafttefia laTofìlagine maggiore, di cflamin- ™< fa detto di fopra nel tergo libro : come uuole parimente il Fuchfio ,feguitando forfè l'opinione del Fjiellio. RucJir°,rc& j£i i ninnando io,cheil Tetafite fk il piede pia alto d'm gombito , dal quale pende una foglia di forma di cappello , co- Fuchfio.’ l' : fi',! KKKKK * me Petafite da Gal. 1 2. l'io Difcorfi del Matthioli me un fungo , non fo come glipoffa comffiondere lafudettaTofsiUgine.uedendofi le fue foglie attaccate al pìccmo- lo , come quelle della Terfomta . Onde fon coflretto à dire, che nana fin t opinione di co fioro, quantunque Intonimi ul- tamente dottifiimi come babbiamo piu diffidente dichiarato nel primo T omo delle noHre Epiflole medicinali fcriuen- do al Dottiffima medico Girolamo Heroldoda Tforimberga . Quella pianta io finhoranonho potuto «edere :& non poffiofe non credere , ch’ella non nafea in Italia, pervadendomi , cheje uinafcejfe , non potrebbe coft, gran, fonde effer- fcritta flaut mto tempo nafeofa . Scrijfene Galeno aU\ III. delle fatuità de i femplìci , cofì dicendo . Il Tetafne difec- Nomi ca nel terrp ordine .& però l'ufano per 1‘ ulcere maligne , & corrofme . Chiamano il Tetafite i Greci , Un, arine: i ‘ Latini, Tctafitcs. . Della Epipadide j ouero Elleborina. Cap. CX1. LA epipactide chiamata anchora da altri Elleborina , è una picciola herba , folta , che produce picciole fiondi . E utile beuuta à i difetti del fegato , & contra i ueleni beuuti . elleborina. Takta Nel quarto lib. di Diofcoride. 1217 (belli nifccun <» Greca , & m M fu . Ma fé t Epifanie è chiamata Elleborina per rajTcmbr L ella lÈeliboZ io mrrò chef:! la una frettale Epipatlide la pianta di cui è qui la figura : non già per che io credi chemiaÌm”rZ’ borni di Diofcoride , ma perche fi r affamigli! m un ceno modo all'Elleboro nero , nelle foglie nei bori «*. n 5 .fi tUDiofcondc . Chiamano l Epipachde 1 Greci, BW»/,.. i Latini, Epipafìis , & Elleborine ! ’ Della Fumaria. Cap. CXII 0 T A f V,M A 1 A è f°Ita herba ’ & molto tenera j limile al «riandrò : ma fono le fue fiondi piu L' bianche , di color di cenere , & per tutto folte : il fiore è porporeó . Il ficco è acuto , & chiari- to la alita , ma ra lagnmare : onde s ha ntrouato il nome di Fumaria . Vnto con gomma prò- F V M A R I A. Epìpadlide, & Aia eflàm. Nomi» KKKKK 3 hibilcc Fumaria, & fu* effara. Fumaria, & fue fpetie. 1218 Difcorfi del Matthioli -, hibifee il nafeer dei pelicauati dalle palpebre. L'herba beuuta, purga copiofamcnte la cholcra per orina . Chiamasi commimemente à i tempi noftri da i medici , & dagli [petiali la Fumaria . Fmmts terra . E' i tut- ti notifsimapianta :&nohper altro è Hata ella chiamata Fumaria ,fenon perche mejfo il fucco , chefe ne [preme, negli occhi per chiarificare la uiHa.fa cofi aboniantemente lacrimare, come fi fàccia ogni acutifmo fumo . Danno gli Arabici , & i feguaci loro alla Fumaria molte piu uirtù , che non le diedero i Greci.come mar.ifeftamcnte fi tiedeper Sera pione, per ^4uicenna,& per Mefite . Quefia appreffoViinio alxi II. capo del XXV. libro e di due Jpetie , delle quali fcriffe egli in quello modo. La Fumaria della prima jpetie , la quale chiamano Viedi di gallina , & che nafte nelle mura- K glie , & lungo le ftepi , con ramifottiliffimi , & fparfi , & con fiore porporeo , quando fi caua il fucco della uerde , lena uia le caligini degli occhi : &però fi mette ne i medicamenti di quelli . L’altra i fintile à quella nel nome , ir negli ef- V N’ ALTRA FVMARIA. Nel q uarto lib . di Di ofcorlde. C.ORIDA LI. fitti) & nafte ramufcolofa , & molto tenera , con / rondi fi mi li al coriandro , di colore di cenere , & con fióre p ir mente forporeo . nafee negli borri >& ne i campi tra le biade , & tra gli or^i. Mefifia ne gli occhi chiarifica , mafia lacrimare come il fumo , dal che sha ella prefio il nome di Fumaria. Qitcjlamedefimaprohibifice ,che nonrinafeano i peli (ìir pati falle palpebre . T utio quefio diffie'Plinio . Ma qual fra quefla feconda fifetic di Fumana deferitt a parimente da Mtìo , dicemmo di fopra nel tergo libro , trattando deli MìHolochia t& Tifiolochia . dotte potrà ricorrere chi fia defiderofio d intenderne piu lungamente. Oltre à ciò ritrouo ne i nomi delle piante , che attribuifeono alcuni a Dioficoride , che la Fu\ Maria da alcuni è Hata chiamata Corydalion . Onde ho molte uoltc meco ftefifio dificorfio , fie Galeno nell'x I . libro delle facilita de /empiici ficriuendo della lodola , chiamata da i Greci corydos , doue fa mentionc d’uria herba chiamata Cory- IO dalios , haueffie qui intefifio della Fumaria . Imper oche tali fono lefiue parole . Quefio ho aggiunto al nofìro ragionameli-, t0 pcrttoler chiaramente manifeflare queHo animale , ciò èia Lodola ,& quanti peli diritti h abbia ella in fui capo ,.per. batterla io Jperimentata con utilità ne i dolori colici : & ho uoluto 3 che per queHo ella fi a ben dimoflrata à coloro , che KKKKK 4 k non 12 20 Difcorfi del Matthioli Coridali & fu» non laconofcono . Tcrciocbc ai confcrificeparimmtcqud'iherba chiamata Corydalìs . Qucslo tutto diffe Galeno . Ma elianuna rione, fe Galeno babbi qui intefio della fumaria nostra uolgare , ò di qualche altra fila ffetie, io neramente non ho ardire Raf- fermare , Imperoche frinendo della fumaria Galcnopel VII. libro delle facultà de /empiici non fece memoria alcuna , che itale fé ella ne i dolori colici. Il che mi fa non poco fumicar fiche intenda Galeno per la Coridali qualche altra /petit di fumaria : & però notimi dìffiacc la opinione d' alami , i quali uogliono , che la Coridali fìa quella pianta di cui ho po- llo qui la figura, chiamata dualcum Spl I T. lmperoche questa è congenere conia Fumariamaggiore ,& fio an- ebora che ne i dolori colici è ejficacifima , & fa anchora i fiori quafi di forma, d’augelletti filmili alle Lodole . Crefce qui- tta pianta con foglie come di conandro , ma piupicciole , & piu fiottili ,fa igamboncelli alti un fommeffo fiottili , ramoft, & ben carichi di foglie , con fiori ( come ho detto ) filmili ad augelletti . Ha molte , & copiofie radici , lunghe, bian- cbiccie , & fiottili Dafii la polutre di tutta la pianta utilmente à bere nel nino ne i dolori colici , & molti affermano ha- ucr qucffberba altre nane , & diuerfe Mirti , le quali per bora mi tacciò per non bauerne alcuna ftcUrcfffia . Et però non ■ni è oaiTo ( anchora che fuor d’ ordine ) di tralafciàrc quefiopajfio. Ma ritornando alla famaria, dico che di lei Coridali &fua Jliftoria. Virtù della co. ridali. M&dS nt’è farfara che fuor Mefue. ^ _ ordine ) di tralafciàrc quefio pajfio, ficriffe Mefite, cefi dicendo . il fumus terrà fi connumera tra le medicine fiolutiue benedette . ma pare , che la troppa fra ab ondatra gli bùi non poco tfauthorità,& di ualore . Ve {blamente degli fiolutiuo ;ma corrobora, & confortaan- chora leuifcere .facendo unire inficme i mitro . Tip» ha in fie ( per quanto fi uede) parte alcuna nottua e&perònon rnolefla punto chi lo toglie . Bene ha egli di hi fogno d’effer fortificato alla fila operatone : il che fi fa , mettendo con tffo i miribolànì , la fieni , li fiero caprino , la grana , & Urna paffa. Il migliore è quello , che benuerdeggia , le cui fondi fono aperte , & non creffe , & il fior e quafi di colore di uiole . Il tempo piu congruo di ricotto è nel principio della prima- nera , & cofi di farne il fiacco . Diffiero alcuni efficr dì temperamento frìgido , & altri iijfiero altrimenti . Ma dicendoli il nero declina neramente egli al calido, quantunque fìa meno delta frigidità fiua , nondimeno dqmìnapiu la calidita nella 2C fiuafiuperficie . É ficco nel fecondo ordine , & il firn freme è calido . Conoficefì la qualità calida, che firitroua in lui, dal- la fua amarezza , & da un certo poco d'acutezza , che nifi fiente . Onde è egli affottigliatiuo , penetr attuo, apentim iel- le oppilatìoni , fiolutiuo della natura ; & ha dalla qualità frigida lafiitticità , l aggregationc , & lauìrfà confortatine: ma la ttitticifà è piu , che non è la fiua amaritudine . Solite agewlrncnte il corpo , & purga la t boterà , & gli Immoli adufti . Efìendcfi non fidamente la tòrti, fiua fino al fegato , ma anchora alle uenc , & mondifica , & chiarifica il {angue, fi ualorofia medicina à tutte le infirmiti coleriche, & che procedono dagli hitmori adufti, come cancari, lepre, ro- ana, v.olatìche , efr filmili : & parimente à tutte le inftrmità ,■ che procedono dalle oppilatìoni . Confort à il Fumus terra io {tornato il fegato , & tutte l' interiora , & corrobora le membra mollificate: confierifice alle febbri cholerlche , & ù Fumaria ferite» „uepe c\)e procedono da oppilatìoni. Serijfiene Galeno alvil. delle {acuità de ì [empiici , cofi dicendo . La Fumaria daGal. è partecipe di qualità amara , & acuta , ne neramente è ella del tutto fogliata dell acerba . Il perche prouocacopiofa - ;c mente f orina cbolerìca,& frana le. oppilatìoni , & le debolezze del fegato, llfuofucco ajfiottiglia U tutta ; facendo non poco però lagrimare , come fa il fumo , dal che è ttata nominata fumaria . S olcua tifar quella berba un ceno ple- f ciò, por confortare lo fi ornato, eft per lubricare infiememepte il corpo. Scccaua cosini l herba , & layìpimeua , pofeia cuando la uoleuaufiare per far Joluere il corpo , la daua con [acqua melata : & quandoper confortare lo filomaco ,con uj„0 bene inacquato . Chiamano i Greci la Fumaria, KWc; i Latini , C apnos , & Fumaria : gli Arabi , Scebiterig , ufi saheteregi :gli Spaiai, , Fumus terrà ; i Tedefichi , Erdtrauch ; li Spagnoli , Talomìlha : i Franceji , Fumé terre . Nomi. Del Loto domeftico. Cap. CX III. I L l 0 T o domeftico , il qual chiamano alcuni trifoglio , nafte ne gli horti . Il fuo Cucco mfieme 4< con mele, rifolue 1 argeme , le nuuolette , Albugini , & ogni altra caligine de gli occhi . Del Loto faluatico . Cap. CXIII1. 1 L L o r o faluatico , il qual chiamano trifoglio minore , nafte abondantiffimo in Libia , con fii- fto alto due gombiti, & fpeffe uolte maggiore, & pieno di moke ali. le uondi fono lumi > 1 ? o_:i fipnmwn. ma molro minore ■> di gulto le del trifoglio dei prati :& il Cerne limile à quello del fiengreco, ma molto minore, igu 0 medicinale . Ha uirtù ai fcaldare , & di coftringere leggiermenre^ unira^n Loti, & loro ef famin. Opinione di al cimi. Cbn toedi-iàtaa rilnat'ndmo, puero nel palio contra à i dolori della ucl cica . fi fia il Loto domeftico fritto da Dioficoride , non fi può neramente affermare . Ma fimo alcuni, tra . \ . .......... -.j: ,1 rU, il r^Uccmc tiro Rat Triforio comi- Qv A L E jljiau LUlvuuiriGjtn,u «‘“'■‘'J r ,J r i-r.:Clìirli qual, è il Gefnero nel firn gran uolumc de quadrupedi, che uogtìono , che il Loto domeftico fia U r>l „echenafiCeneipratì,&mogmaltroluogo,mgannatìforfieperhauerficrittoD,orcor^ chiamano il Loto domenica Trifoglio , come diffe parimente del Loto faluatico. Ma fi cono fie error. di ctt f re Dioficoride , che il Lotofàluatìco ifimle al'trifoglio de i prati . ballato Udire, ojawabiLucjii/iuc tu uit/ j u & - . , « •/ j fótte il Trifoglio de i prati , haurebbeficritto , che nafceuanei prati, efinonne gli hortì:&fare e i a a che il Loto faluatico fuffe filmile al domettico . Il che conclude , che altra pianta fia il Lotosa' a rat g ■ fiondi dipìntili da quelle del trifoglio , & nafice nonfiolamente ne t prati ; ma anchora ne igi , g ^ £ non ho io co fa che mi induca aprono care , ò à contradire all opinione di cofloro .uedend f t dmejìico fia quel Trifoglio odorato , che chiamano afonia Tribolo ,& inoltri luoghi d Italia 7 ri foglio cauallino . Impernile non foltamente ha egli le foglie tanto fintili al trifoglio uolgarescbe uien chiamato parimente Trifoglio > tu per banco io per certa Jpericn^a , che il fuo fucchio lena aia , & ajìcrgelc nugolette degl'occhi . Le fpetiarìe di 6’er- rmia.&di Boemia anchora , bufano per il Meliloto , & forfè con miglior fucceffo, che non fanno quelle d’Italia . E' pianta fiamme nte odorata ,&però i profumieri ne fanno l'acqua lambiccata per dar bon odore alle loro compofitioni. Il [abiatico , il quale nafte in Libia cofì copiofo , non ho fin bora ueduto io in Italia , quantunque forfè ni nafca.Mafo bene tCheinBoemia nafte egli copiofo con foglie di Trifoglio , gambo alto un gomb ito ,& ramo fi ; fiorine icapitelh celefiì, & ilfeme di fien greco, fe bene affai minore, & del medefimo odore di cui e quipofla la figura . Scriffei amen- Loti feruti di lo àe i Loti Galeno al vii. delle [acuità de i [empiici , cofì dicendo . il Loto domefiico , il qual chiamano alcuni trifoglio, è mediocremente digefliuo , & difeccatiuo : & parimente è mediocremente calido, & frigido , & imperò temperato .Il [émkoiiafieabondantifimoin Libia . il cuifeme è calidondfccondo ordine.&haalquantoielt^fierfmo. Chia- mano 1222 * DifcorfidelMatthioli LO T O S A L V A T I C 0. Del Citilo . Cap. CXV. IL citiso è una pianta tutta bianca, come il rhamno:& produce ifuoi rami alti un gombito. & qualche uolta maggiori : attorno à i quali fono le fiondi Amili à quelle del fiengreco , ouero del loto trifoglio, ma minori, & con il dorfo piu eminente. Quelle trite con le dita, Ibinuw odore di ruchetta, & gufiate fono limili à i ceci. Hanno le fiondi uirtù d’infrigidire : pelle , ix t( impiaftrate con pane , rifoluono i tumori , che cominciano . la decottionebeuuta , prouoca orina. Semina no alcuni il Citifo apprelfo all'api,credédofi,che'l fuo grato fapore le alletti, & le intera ga- Nel quarto lib. di Diofcoride. c I T ISO. 122 ) TmSsa ìSX rm SSiN MI 4» VI HE b b i già io opinione , che il Citifo ( feperò nafceffe egli in Italia ) non fuffe altra pianta , che quella fietie Cittifo , & fua di Trifoglio odorato , che chiamano à lfoma Tribolo ,&in molti altri luoghi Trifoglio cauallino 3per efferne elJa“lin‘ i caualli auidifìimi alla pastura . Isella qual credenza andana per feuerendo , per non ritrouar pianta 3 che piu mi pur effe rajjèmbrarfì al Citifo 3 che quefla . In cotale adunque opinione mi fece primamente cader Tlinio , per hauer egli fritto 3 che il citifo tanto piace 4 i buoi ,& ài caualli , che gufandolo non fanno fiima dell'orbo . imperoche fapendo 10 per certo , che i caualli tanto fon ghiotti di quefla pianta , che non fi curano d’orbo , ne di uena 3 ne d’ ogni altra for ■* te di biada ; mipareua di douer credere 3 che fuffe ella il uero Citif i3& maf imamente uedendo io in lei molte fembian\e di Citifo . il che tanto piu credeua 3 quanto uedeua , che Diofcoride fcriueua del Citifo tra l’ herbe , & non tra gli alberi, io & tra i frutici 3 cofa neramente 3 che mi faceua del tutto perfuadere\ che il Citifo fuffe herba , & non albero : & maf- mamcnte effendo cofa chiara 3 che i buoi 3 i caualli 3 & altri fìmili animali atti alla coltura de terreni 3 piu prefìofìpa- .mo dberbe , che di fiondi d'alberi . Imperocbe ritnmo , che gli antichi paf cenano il lor befì.iame d'eruo , & di medi- ca. 1224 Difcorfi del Matthioli Il Citifo è albe ro , & non her- ba. Citifo fcritto da Colum. Citifo fcritto da Flin. Errore del Gef nero. Opinione di al « .feminanio coiai baie nc i campi per queSìo effetto . Onde offendo indotto da Vf e ragioni, ne curandomi al- l'bora di inuefiigarpiu nuanci, mperfmdeua , chejì berla fuffe in Italia , che rapprcfentajfi ,1 Citifo , non poteffe effer altra pianta , che onci Trifoglio odorato il tjuale babbiamopoi cono fiuto ejfer il aero Loto domefreo . Ma confideran- dopofciapiuaccuratamentefopracio ,&leggendopiu auantine i buoni autori , conobbi neramente ejjenom mani - Mo errore. Et però bora nonmhincrefcerd à hfeiar da parte la prima opinione , & affermare confiantemente , che ,1 Citifo Jia altra pianta ,cbe quella , che gii p enfaua : & che fa albero , & mnberba. Imperochenon uogho » «alcun modo effere delnumero di coloro, che per foftentare le loro opinioni pertinacemente , piu Prcfio uoghano mantenere il falfo , che ritir arfi dall’errore . A mutare adunque opìmone , cheti C, tifo fuffepiupreflo albero , che herba ,mm af- fé prima Galeno leggendo io itfuo primo libro degli antidoti , doue ferme , che il Citifo e una pianta della grandetta ^ del mirto , con quelle parole . In Mifìa anebora in quella parte , che confina con la noHra frenine, a, e un certo luogo chiamato Brittone , nel quale ritrai, ai il mele non finga gran merauiglìa fmile a quello diMhene. linai era nncdle non grande , faffofo tutto, & pieno d'origano , & di tbimo : & in un altra parte era per tutto il C, ufo. da , cui fio, , ferimmo oli al, bori tutti , come per una bocca, che le api ricolgono copiofifimo mele . E ilcmfo pianta frutKofa che eyefee tanto alta, quanto il mirto . Qi,eHo tutto diffe Galeno . A' cui par che fottofmuuTlmw al 1 1 1 . capo d i XI I libro , cof, dicendo. Kitrouafi anebora un'altra forte di ebeno fruticofo, come il Citifo , diffcrfo per tutta l India .Et al xxxvil I . capo del XVI. libro connumerando il Citifo tra gli altri alberi , diceua pur egli : Tutto duro come un affo è l'elice , il corniolo , il r onero , il Citifo , il moro , l’ ebeno , il loto,& tutti gli altri , che dicemmo non bauer midollo . Ma tutto quello banca auanti diluì fcritto TbeophraSìo alili I .capo delv. libro dell Infima delle piante . okreac,° che il Citifo fia albero ne fa tcWmonio Strabane frinendo del Balfamo nel XVI. libro deUafua Geografia con quefie ^ parole ; Il Balfamo è un albero, odorifero firnile al Citifo ,& al Terebmtbo . Queflo medefmo pare .che affermi Calu- mila nella fine del v. libro doue trattò egli degli alberi . Imperatile hauendo quiui lungamente fcritto del Ci f , J] ponendo fine , effer Siate detto affai degli alberi. Ilcbe dimostra, che tra gli alberi comprendeffc egli anebora il Citifo. Ter tutte adunque quefie ragioni , & autorità non fi può fe non dire , che il C, tifo fia un albero non molto grande ■ me fono ì mirti ! La pianta del Citifo di cui è qui la figura , mi mandò già a donare il %ob,l,ffìmo conufo gcnnlbuomo Tadoano , & per quanto fi uedeper tutte lenote demolirà apertamente di effe, eia è nera & molto dura , come quella dell'Ebano . Tiaffe ( come afferma , l Mar amba ) il Cmfo copiofo nel Bjpo éK poh , & forfè anebora in altri luoghi d'Italia non anebora conofciuto . Tgon mancano pe, Tfc 'altri lefa,lGefneronelfuograni:olumcdequadrupcd,,d'haner«eduto,&r,colto,U luoghi faluaticbi , natoti perfe fleffo.Ma temo che s' ingannino di gran lunga . mpcroche ,per quanto ,o poffa cauare J Inferiti loro , prendono cofi. per « Citifo l* Colutea chiamata da Theopbraflo . Vf pero queflo d,co,o P^Zlma d U Citifo nonnafea perfe medefmo , rapendo che ferme Columclla almi, capo del IX. libro della firn m efticofiriffe Columclla. all'ultimo, capodel V.. libro, che fieno i luoghi delle uiUe abondanl di Citifo , per effer egli utilifiimo alle galline alle capre a , bu o , &doS,'d- trarrne di biffarne. -p, erciocbefapreSlo, ingraffare ,& generancllepccon tcop.ofiff, mo «Par uerde oer fatturare a li animali otto meft continui , & dipo, [ecco tutto l refto dell anno . Oltre a cefi può cglipian tZìc^llfZèZTo~ preLafane.&fficbeifhnciuUiritrouano abondantiffmo latte. Scnffene anebora Tlimoal xxiiil.capod XII i libro cofi dicendo, il Citifo è un arbufcello predicato da MriHomacbo Atbemefe con mar amghofe lodi p la paflura delle pecore , & ficco per i porci . E' utile quanto terno , mafatiapiupreSlo , & quantunque poco fendi, Zralflì lenctempl TdMochc il bestiame fapiuflima del Citifo , fmolatte.llchcècaufa.cbeifanciumcrcfia™ ^Mfucobc^nellctc^.Scrijrero *^o,&Art*mcbo,tennM^ ^ non manchi loro la paftura del Citifo . La pianta nel ri mirarla e canuta , & ho en ofi tra(bortato neU'ifole glie fintili al trifoglio piu Sirena .Fu il Citifo ricreato prima nell fola d, Citbno, & di qu mi, fu fi 5 Chiamate Cicladt, gir dipoi in Grecia , per bauer maggior abeudan^a di cafcio . !l Psrc Tli- raro inltalia : & muffi inamente non temendo ne caldo , ne freddo, ne grandine , netemp fi - SL^ "fc( nìo . La onde non poffofe non merauigharm , del Ge fiero , tl quale nel libro de ’Derimriti che te api ban- gio fia il Liburna dì Tlinio , firme Jaluando la pace firn, affa, mauertentemente aUeg _ ^ ^ ^ f tf_ no in odio il Citifo : non ricordando.fi che non. molto auanti baueua egli fcritto d autor, ù i l d 0(i(lww ftura di Citifo , le api nonfipoffano perdere , ne uemre al manco . Oltre a cw ntro , I &quantmque, di cui è Slato detto di fopra.fnceffe memoria alcuna Dwfcon del VII Ub dell' bifloria delle piante, tiogliano alcuni, ebe fia egli quel che chiama TbeophraSìo alx III 1fca^lv ' tfJlo,ii modo ebefo- Melfiugum, cof, dicendo. Sono alcune piante diuerfe ■d,. &d, fiin.trale qualifico,, no equiuocbe, cornee il loto . Le ciafiene fono pw , differenti difoghe, difufi ’ egUnci ,UOghime- mrnera quello, che chiamano Meljrugum , ma pero luerfo cofi nc uf ’ fio : prima perebenon è defimi -Dalle qualiparoleficonofte , cheti Trifoglio odorato non e il Melfiugum di Tbeopb) J p f Nel quarto lib. diDiofcoride. ali in ufo ”e ' cihi: & t°fcia Perche mfce ne ‘ luoShi medefimi, oue nafcono i loti . Oltre deio ttppreffo Tlinio all' ulti- citìk (Mito m capodelXxllMbrocolteJlimoniodi.Dioel^il Mei frugumnonè altro che il Tonico. Scrijfe delle uirtù del Ci- diGal. tifo Galeno nel vii. libro delle fatuità ite fempltcìquéfte fioche parole . Le foglie del Citifo fono digefliue, come le fo- /" / • t »vl/i i il t .'Tirm*.* . I 7 ~ , < Z'» .i.1 n . - Kfnm* IO TN E G i r T o è anchora Un Loto , il qual nafee ne i campi inondati dal fiume . Quello produce Jun gambo limile alle faue : il fiore picciolo , bianco , limile al giglio , il qual di cono , che s'apre allettar del fole , & li ferra nel tramontare, & afeondefi il capo fotto acqua, onde pofeia efee fuori, come il fole leua . Il capo fuo è come de papaueri , ma piu grolfo : nel quale è dentro il feme come di miglio, il.quale leccano gli Egittij,& tarinone pane. Ha quello Loto la fua radice limile alle mele cotogne , la quale li mangia n e i cibi cruda , & cotta . mangiandoli cotta ha il medefimo fapo- re, che le tuorla delle uoua . DUI LOTO d' Egitto fcrijfe per lunga hifloria Tbeophrdjlo al X. capo del un. libro deU’hiJloria delle pian- Loto d’Egitto, te , cofi dicendo . Quello , che fi chiama Loto , nafee per la piu parte nei piani , quando s inondano le uiUe.llcui dl'xheo so follo è fintile à quello della faua Egittia , & il frutto quafi come quello , ma minore , & piu fiottile . Ttafce il frutto nel phrafto. capo in quel medefimo modo , che najce in quella fatta . Troduce i fiori bianchi, quafi come di giglio , de i quali molti fminfiememente ferrati . Quefli nel tramontar del fole fi ferrarlo , & fi ritirano con la tejìa fotto acqua : & nel leuarfi pofeia s’aprono , & efeono difopra all acqua . Il che continuano di fare ogni giorno , fino che'l lor capo fia ben perfet- to , & che enfiano effi fiori . La grandetta del capo loro è tanto grande , quanto fi fia ognigrojfo papattero . alla cui fi militltdine è quello parimente per intorno intagliato . E piu abondante di feme , il quale produce filmile al miglio . Dico- no , che quello, che nafte nel fiume Euphrate frfovimcrge i fiori , e’L capo nel coricar del fole , & che Jempre fi ne feende albajfofhio alla mera, notte ,& che fi ne ua cofi à fondo , che non fi può ritrouare con la mano : & che la mattina ritor- ca poi di f opra all' acque , aprendo i fuoi fiori nel nafcerdcl fole , & che fino à mego giorno s’ aha tanto alto fopra all'ac- qua , quanto nifi ritirala notte . Fjcolgonogli Egittij quefli cafri, & ne fanno i monti ,percioche fcaldandofi inferno, p fi putrefanno le forge , & come fono putrefatte , le lauano nel fiume , & pepar ano il feme : il quale macinano come è ficco infirma , & fànnonc pane per il cibo loro . La radice di queflo Loto chiamato Corfio , è ritonda , & graffa come ma mela cotogna , ricoperta da nera fi crcpa , fintile à quella delle caflagne . il corpo fuo di dentro è bianco : il quale cuo- cendoli tanto lejfo , quanto atrofico è fintile ne i cibi alle chiare delle uoua , & molto aggradeuole al gufo . Mangiafi & quali artifiirofamente polito, nafee nelle paludi . Prohibifcc le infiammazioni, che uengono nel le ferite, 'quando ui s’impialtra con aceto tanto uerde , quanto lecco ‘Dalli con acqua, & lale a be- jo re à coloro , che fom> calciati d’alto . QV/ctfrv n'qjv e fieno alcmi,che uogliono ( come qui poco di fopra dicemmo al capitoli del Millefoglio Ara- Mirioptiillr.s dote )che fia il uolgar Millefoglio , che s'ufacommunemenie da ciafcunoin Italia, queflo Miriophillo deferitto fìueiìam. m queflo luogo da Diofcoride ; nondimeno il ueder noi , che'l uolgar noftro Millefoglio producebor quattro, hor cinque, borfiì ,&hor piu fufli procedenti da una radice : & che le fiondi fue fono affai differenti da quelle del finocchio : & che nafee nei pr ati, nei fidi, & lungo alle firade, &non perle paludi ; dimofira tnanifeflamente , Comes’ ingannino costoro . Ma bene ho ueduto io il uero Miriophillo nelle paludi della Halle Anania del tutto limile à quello , che ne dipin- ge Diofcoride . il cuiritratto ho quipoflo io nel primo luogo , & nel fecondo quello d’uno altro Miriophillo , mandato- M; . da Tifa dal clarifìimo medico , & famofo femplieifla M. Luca Chini . Fecene breuemente mentione Galeno nel fi- fcritt0 J, GJ. $0 « del vi I. libro, coft dicendo . Il Miriophillo è cofi difeccatiuo , chefcalda le ferite . Chiamano i Greci il Miriophil- Nomi. Chiamano i Greci il Citifo, Xwo-of ; i Latini , Cytfus • Del Loto d’Egitto. Cap. CXVI. glio f blamente }cheft chiama ajphaltite . Trattò Galeno di queflo Loto infieme congli altri alv II. delle facultà de i Loto d’Egitto anchora crudo , ma è molta piu grato cotto , tanto nell' acqua , quanto in fu i carboni . Queflo tutto del Loto d'Egitto fcrijfe Tbeopbr affo . " Quefla pianta chiama Scrapione indifferentemente infteme con gli altri due loti foprqfcritti Handachocba . Del cui feme pefìo fi [preme fuor l’olio , che tifano gli strabine [dolori delle giunture . Tfe fifa l'olio d'Handachocha del trifoglio uolgar e , come ingannandofi firn ano alcuni , ma del feme di tutti i Loti , & di quel trifo- femplici . ne 4tro ne dijje ,fe non che del fuo feme fe ne fu pane . Chiamano i Greci il Loto d'Egitto , AcjtcV oJyvonia , 40 i Latini, Lotus cAegyptia : gli Arabi , Handachocba . De! Miriophillo . Cap. CXVII. IL uiyopHiuo è un gambo tenero , & folo, procedente da una fola radice. Ha copiofe fiondi, ìifeie , fintili à quelle del finocchio , onde s'ha prefo il nome . Il fililo folleggia , è uario. b,Ui/fiì'fUU„. i iatìni t Myriopbyllum , & Millefolium aquaticum . LLLLL Della Della Nel quarto Iib. di Diofeoride. V N ALTRO MIRIO.PHILLO, 12 2 y Della Mirrhide. Cap. C XVI II. LA m m *. H i D s e limile nelle fiondi , & parimente nel fiifto alla cicuta : la cui radice è lun- ghetta, tenera, & tonda, foaue nei cibi. Quefta beuuta nel nino , gioua à i morii di queira- gni, che chiamano phalangi : prouocai meftrui,ilparto,&le fecondine: & purga le donne ai parto.dafsi cotta ne i fugoli utilmente à i thiiici. Dicono alcuni, che beuendoii ogni dì-due , ouer Kuolteneluino lafuaradice, èfalutiferanellapcftilenza,&preferuadaquella,chifelabeue. •0 |\ I ^ s c E per tutta Italia una pianta fintile alla Cicuta , quantunque alquanto minore ,&non purpplentf , chia- M'rrhWe ,-fc 1 \ mata da alcuni Cicutaria , la quale fecondo l'opinione d' alcuni fi tiene , che fia la nera Mirrhide : imperoebe pare,- U1 c vm‘ ‘ m ““togli fi raflembri. filtri vogliono , che la Mirrhide fia quella pianta, la qualfroduce quella molto algtiHo aro~ LLLLL 2 natica 12 28 . Difcorfi del Matthioli HIRRHIDE. natica , & odorifera radice , che chiamano uolgarmente Angelica. Maàrne cefm lodata cantra lapeftilen^a , effere la Minhide : mpcrocbc U fio, «fa , mini , to- naca domenica, & non della cicuta . Oltre à queflofeper laMmhde h‘ufe.^°* f f jfa f& d {m f0auif- *- sgS&ssssiSf^^ Nel quarto lib . di Diofeoride. ANGELICA DOMESTICA. dunque che ■ [ angelica èrnia pianta , che crefee all'alterna di piu d'ungombito , con il fallo concimo ,&»o- dofocon molteconcauità d’ali , onde efeono i fuoi rami . Le fiondi fono lunghette , & intaccate per intorno . & di co- t'(_ oria’ (ore. che nel uerde nereggia . Traduce nella fommità del fuflo una ombrella con bianchi fiori : da cui nafte il ferne fcliiac- ciato , & fiottile . E' la fua radice affai graffa , /partita in tre , ouer quattro rami , acuta , odorata, & foauc . Enne di pm/petie, ciò è Domefiica, Saluatica , Acquatica , & di quella che f femina , &fi coltiua ne i campi . Quella con non foca diligenza fi coltiua in Mifnia , prouincia contermina alla Sajfonia , gir in altri luoghi di Germania ne i campi , & ogni tergo amo fi caua con le radici, percioche ne cauano non picciolo guadagno. H. a molte radici nere , non molto grof- fe , Sun odore coft eccellente , & foaue , che meritamente è Hata chiamata Angelica . La Domefiica cofi chiamata nu- lo feda per fene i monti medefimi, doue nafte la faluatica, ma con foglie , gambi , ombrelle ,feme ,& radici molto mag- giori : ir però la chiamarei io piu prefio Saluatica maggiore , che Domefiica . Troduce quefta la radice affai groffa,fm- àiofa , bianchiccia , algufio acuta ,& di foaue odore . La Salpiaùca poi , fe bene è la piu picciola di tutte , c nondime- LLLLL J noia 12)0 Difcorfi del Matthioii angelica salvati c a. no U piu uirtuoja . è la fia radice grò fa un pollice , &M' mite maggiore , piena fimo Copra modo al guflo , & parimente odorata . L Mqmtkaèdt tutte lamggme ,ma d, minore urtu ■ , ,6 » rf._ Quella ( fecondo l'opinione de i piu moderni medici ) è calida , & fccca nel principio del ter\o or ’ ’ ? . , ^ feccatiua, & rifilatimi . Vale unicamente contra à i « eleni . Giona mangiandoci a Prefm'^’ * .. 'hmoriL0fi gli homi flemmatici , & uifcofi ■ & imperò guarifce la luffe , che fi prende ("ficàio, & fi (P > „rfÌHS ,7 /ì del petto . Semita la fin decozione fatta nell acqua, oneramene nel umo , confili da u tg . ^ ^ ; fingueapprefó, fortifica mangiato lo filomaco. Vale net difetti del cuore : fantornare pp J . ,, . ,/j ora. Et aerò molti la mettono a i tempinoftrinegliantidotiloro . Dafstalpejo dime^ eto " A TkriJf & Ma,L «»-• refiglie, ledaaltrcttanta.&conqueflofoloantidotoalcmkfifmoh^ ^ IC Nelcj uarto lib. di Diofcoridc . 1231 unità dèi denti ui mitiga il dolore ,& fa coft buon fiato , che occulta l’odore dell'aglio ilpa^ore della bocca. Della Mirrhide , à cui è borimi tempo di ritornare , fcriffe Galeno alv II. libro delle facilità de i femplici , coft dicen- io.La Mirrhide ha la radice dotata di giocondo odore , dolce , & atta à prouocare i Medimi , & cauar fuori le mate- rie del petto , & delpolmone . Onde fi può mettere con quelle cofe , che [caldano nel fecondo grado , & che hanno qual- che poco del fottile . Chiamano i Gyccì la MiYYbide3 Muffir: i Latini , Myrrhis . Del Miagro. Cap. CXIX. IL M 1 A G R 0 , il qual chiamano alcuni nielampiro , è una herba farmentofa , alta tre piedi : con fiondi fimili à quelle della rabbia , pallide : è il fuo feme oliofo , limile al fiengreco . Quello ar- rolìilcono prima ben petto al fuoco , & untone pofcia le uergelle , l’ulano per far lumenelle lu- cerne . Credei! che la graifezza del leme pofli polire , & far morbida l'alprezza dellapelle . MIAGRO FALSO. Mirrhide fcrit- ta da Galeno. Nomi. LLLLL 4 Uvaìì 1 2 3 Difcorfì del Mattinoli Miagrò , & fua effa mi QTantvnclve dica il mille naficere per fefleffo >l MiaSr0 trale baiein Fr ancia, & ancho feminarfi nc i campi per l’utilità , che camno del fuo [ente perfine olio non fola da brufeiare nelle lucerne , m da ufare pari- mente ne i cibr& che fi chiama in Francia da lai, oratori Camelma , & Camammà ; nientedimeno non ar.difco ,o d'approuare la fua opinione , per non defcriiiere egli lefiembiange della fua Camelma : & ancho perche non mi uergogno à dire , che fin bora non habbia ueduto io pianta in Italia , che mi paia rajfomiglmfi al néro Miagro . Oltre a co credo, che errino di gran lunga coloro , che uogliono , che fia il Miagro quel fiume uolgare , & commune chiamato da eh, Dro- da , da chi modella , & $a chi Dorella . peuiocbe non fa egli fondi di rabbia 3 ma lunghe , & intagliate , come Jono quelle della ruchetta fanatica , ne manco produce il fieme filmile al fiengreco . 'Ffion mancano altra co alcun,, che pigline- noperilMìagro.ilMiagrofalfiodicuièquificolpitalapianta.ManonhauendoqiiefilalefiogliediPiibiamapiuprcJto dì Guado, &ilfeme come di^aftunp ,& non come di fiengreco , non pofifio confiemre alla loro opinione .. WfiJ.ced Miogro fairp. Mm„ofaifo „e ; campi fia il lino , &fia le biade, del cui fieme, fi pafeono copiofiamente gli augelli, per effer egt& dol- Miagro fermo ceJ&molto [od fa, Galeno fcrifife delMiagro alvi I. delle facultadeijimplici ,cofì dicendo . Il fieme del Miagroègraffo: imperoche pcjlo fa olio , il quale ha uirt fi di mollificare . Chiamano i Crea il Miagro, Moaypot : » Latini y Myagrum . Deil’Onagra. Cap. CXX. LA O N A c K A , ouero onothera , ouero; onura è una pianta molto grandefimile à un’albero : 20 le cui fiondi fono limili à quelle dei mandorli, ma piu larghe, non dimmih da quelle del gì elio.- ilfiore è grande come le rote : la radice è bianca, & lunga, la qualecome e lecca , relpira odo- .... a, ,,inn mfrpnp ì mnnri . ! .'amila oue fìa Hata infuià la radice , data a bere, mitiga la feiocitadi elio.- More è grande come le role : la raaice e manca, uc maga, m ^ j. re di uino. nafee ne i monti . L’acqua oue fia Hata infufa la radice , data a bere, mitiga la tei ocita di tutti gli animali,& gli fa humani,& domeftichi. Impiallrata, mitiga 1 ulcere maligne,& contumaci. QV A n t V n q_v e ferine [fé Theophrafto al xx I . capo del ir., libro dellfiifioria delle piante, che beendofi la radi ce dell’ Onothera ,fia chi fida bee piu allegro , &piu manfueto ; non però ho io fin bora ntrouato ueruno , che me _ . _ n m l’i •- , - ft.fTo olici ri ri FlivnrtYP MrtJ7 tllìm . tlP.Y lìlìtiv ClY C nOtllO ■* eflamin. V /cé dell Onothera, facmje La oee pmauegru Uùtffe dimoiare , ne per mefiejfio l'ho ritrattata : quantunque fujfe ella da amare non poco , per mitigare non fi >- lamente la ferocità d’ alcuni huomini befliali, ma quella de fierocifiimi leoni, & d’altri rapaciffim quadrupedi . Mafinfi- femi però già il darijfimo medico, & rariffimo femplicifla M. Luca Chini bauer trapiantato nel fino giardino m Tifa una 3o piantatoltadalmonteMpennino.altapiud'un Imomo : con foglie filmili al mandorlo, quantunque maggior,: fior, fil- mili al nerio : fieme minutiamo ferrato in alcune fi, lique lunghe , ritonde ,& fiottili molto incerta bianca lanugine: &Uradke bianchiccia, & [arpeggiarne per la fommità dellaterra . La qualeconogm fembmppar chef, rami- gli ali Ormgra , quantunque egli però [criuejfie non hauer ardire Raffermarlo , per non bauer anebora £ la radice Cecca habbia odore di nino , & fie beuuta l’acqua della fina infufione mitighi , & amica la ferocità delle fi - Onaera fcritta re come ferme Diofcoride . Dell’Onagrafcnffe Galeno nell’V III. libro delle [acuita de [empiici , cofi dicendo. La da Gal. radice dell’Onagra , ouero Onothera fecca ha odore di nino : onde ha anchora l ifteffe f acuita di quel 0 . 1, amano 1 Nomi. Greci la 0nagra,O'vdypct ; i Latini , Oenagr a > dr Onagra . DelCirfio. Cap. CXXI. 40 TL c 1 a s 1 o è un gambo tenero , alto due gombiti , triangolare - Produce certe fro^celk da T ballò à modo di rofa , le quali fono ne i cantoni per alcuni intervalli fpinofe , ma J' tc“® chPic_ ne. Produce le fiondi limili alla lingua di bue , leggiermente pelolè , ma piu lune eie &nelleftremitàfpinofe.Lafommità dcl'fùftoè ritonda, &fpmo&: nella quale fonoaku™ bottoncelli porporei , che fe ne uolano pofeia in lanugine . La radice ( dille Andrea ) eu delle uarici , legata in fu'l membro , che duole . „.r r ^rbdonsi fa ««sior jMrte de rfrf fa CirGo, & fua er A ^ £j(. 0pmomnon poffo coft io ageuolmente che non fieno il Crfio , & la Bugoffa una co fia medefima : do iti non ueder no, .nella a « , ma tondo : il non produrre da baffo fiondicene à modo dirofie per internali 1 ffmofie pianta di cui è qui il ritratto , & che per mio giudico ( come egli dice ) in luoghi da Tifa l'eccelkmiffimo medico , & femplicifla penttfiimo M. Luca Chini . Lfi fic q fi ( j. Nomi. {Uci faccffc memoria alcuna Galeno . Chiamano 1 Greci il enfio, K it,m : 1 Latini , Cirfium . 5° fa min. 6c Del- N el quarto lib . di Diofcoride. CIRSIO. 12 lì Dell’ After Attico, ouero Inguinale. Cap. CXXII. LO aster. attico è un gamboncellofegnofo,il quale ha nella iommità il fiore porporeo, & giallo, & per intorno intagliato, con un capitello limile alla camamilla , con frondicel e limili à una ftella : ma le frondi , che fono attorno al follo , fono lunghette , & pclole . Oioua • no impiaftrate al femore dello ftomaco , alleinfiammagioni de, gli occhi , & dell anguinaie , & al- l’ufcire del budello del federe . Dicono , che la parte porporea del fiore beuuta con acqua , gioia alla fchirantia , &à i fanciulli, che patifeono il mal caduco : ma alle infiammagioni delle anguinaie io bifogna impiastrarlo frefeo; Stirpato il fiore lecco da chi patifet il dolore conia mano iimitra,« legato in fu l’anguinaie , ne leua uia il dolore . t/f S T E l. After Attico & tua efiaroin. 12^4 . .Difcorfidcl Mattliioii AStsr attico rileva in uotgar noSlro Stella d'Mthene : perciecbe quitti piu copiofiamente nafee , che al- trove . filtri lo chiamano Suborno , & Inguinale ", per tjjer egli \ molto efficace rimedio per le pojìeme dell' angui- naie . Il nome di Stella s’ha egli acciuffiate , percioche ì fuoi fiori , i quali all'intorno porpore i , & di dentro gialli fi dificernono ,fono filmili per l’ambito di certe fiondicene , che gli circondano , alle Sielle . Ma non manca chi contr adita alla noSlra opinione, per hauer noi creduto che fita l’Mflcr Mttico quella pianta che produce i fiori gialli nel me^o , & ali intorno porporei , & quella ffieffiachc certamente Crediamo effier l’Mmello dì Fergilio . Ma non però cofi ageuolmen- te mi rimuom dalla mia opinione hauendo io due esemplari antichi, doue fi legge ai mppi ifi&v Ttòirtmt ;cioè porporeo nel fiore . Le quali parole arguifeono manualmente ,che il fiore dell’ytfter Mitico fila di due colorì . il che mi fa credere , (he nel principio del capitolo , doue fi leggénu^defienucrc il fiore itubam fi debbi leggere ugiiuum ,m quejìo mo- do ói9>s mpeiifàr rsl lailnmr , cioè il fiore porporeo ,& giallo . del che mirimetto al giudìdo de ì buoni fiemplieffii . Ma IO MOn però per quefio uoglio io tenere cofi Stretta con i denti la mia opinione , che non uogtia metter qui la figura d uh al - ASTER ATTICO, OVERO AMELLO. Nel quarto lib.di Diofcoride, 12^ ,V N' A L T R O ASTER ATTICO. tu pianta > la quale dimofirano alcuni dotti fempliciBi perii uero'Mfler ittico . Ma esaminino ancbor loro come fi ri- truoui fcritto ne i noBri antichi ejsemplari de i colori del fiore. QueBa pianta mi fu primamente mandata dal dottiffimo, & Eccellentiffmo Medico , il Dottor Giouanni Cratone da Vratislauiagià medico del Imperadore Ferdinando primo, &hora di Maffìmiliano fecondo . La qual pianta facendo il fiore con ra^i à modo di fella ( fe bene è egli fidamente gial- lo ) il nome dì ABer non figli difconuiene . Et imperò erra manifefiamente Serapionc ( come fu detto di fopranel Errore di Sera tcr^o libro al capitolo dell’Iringo ) non facendo differenza dalTuno ali altro , ingannato dalla famigliarci, de i fiori flel- pione. luti d amendue quefle piante . Oltre à quefto è da Jqpere , che fi ritrouano alcuni teBi diDiofcoride Greci , che hanno à capit olo deltjlfier attico affai piu di fcrittura , che qui non ho poBo io , Bataui aggiunta ( come tengono i piu 10 Stride i tempi noBri ) da alcuni piu del bifogno curiofì fcrittori . Et di ciò fa fede il uederfì , che ne Scrapione , ne Ga- leno j ?ie TPaolo Egineta, ne Òribafio , tutti imitatori di Diofcoride,fcriffero di tale aggiunta parola alcuna . quantun- <[ucfc ne ritroui una parte in spulcio in quel trattato de i femplici , onde facilmente può effer qui fiata tr afforcata . Et accioche Difcorfi del Matthioli STELLARIA. acciocbe non fta tal aggiunta afiofi ai alcuno , cofi nella lingua nofin t urgore , f . pjZ- nel Greco . 1 raggi delle Stelle rivendono di notte : & impero eh, non fi la cofi, /crede eJJere u T ’tiaft per il piu lanotte dai pastori del befiiame . Ma delUmeUo „lquak, «»« ^^ZfneSH^fi. tmfenvragmepeMtenotecbewrene*^ ‘ le prati è anchounfior chiamato Amelie Di porpora, m colorale* 'elio Da gli agricoltor figgi ila cui herha Delle nere uiole.on egm ai Ageuolmentefi dimoflra à quelli , Tanfi, chefiefio a Dei orn g ^ Che cercando la uan : perche d’un filo Afiro alla bocca e f f f ■ Ceflo fi, lena , & crefce in ampia felua . Chefigatefin l herbe delle «all, , ^Dorato cl fiori ma nelle molte fiondi , ^^TZtauS. Che d' ognintorno lo circondari , luce Del ferpeggiante fimi Nel quarto Iib.diDiofcoride. 1257 Marron P°tf°fe nm rnarauìgUarmì , che di cofi poco ingegno fieno alcuni , che fanno prof effione di riprendere gl' al- Erro,. j- . tri , & difapernepiu , che a baflan^a, , quali vogliono che 1 Amelio di Vergilio altro non fa che la uolgare Chelidonia ni Arrogi,?' more . & cofiffefe uolte internate , che coloro , che uOglìono riprendere gl' altri fieno cofi accecati daU'inuidia , & tìl'mbitione , che non folamente perdono il lume ma diuentano peggio che infenfitti . Vernilo adunque ( dico ) uo- laio dcfcmcrc il fiore dell' A niello , lo fece con quefte parole formali . Ufi etiam flos in pratis , cui nomen Ametto lecere agricola, ciò è Tfe prati è anchora un fiore , chiamato Amelio dagli agricoltori . et" poi foggiunfc Aureus ip- jeffed in folbjs qua plurima circum Fmimtur.uìokfublucet purpura nigra; intendendo egli qui delle fogliette, che amo il) di /Iella circondano il fior giallo per intorno . & ben dijfe eglifublucet purpura , imperoche il color porporeo delle fu dette fogltettine none cofifj>lendido,& apparente , come nelle uiole , ma molto piu rimeffo , & piu chiaro . Onde può ef- 10 fcr di qm manifesto à ciafemo quanto fcioccamcnte s ingannino' coloro, che uogliono , che Vergilio babbi qui intefo del- le foglie dell'herba . Ma nel fiore della Chelidonia minore non uifiuede parte ueruna , che porporeggi, vi ppo ciò la Che- lidonia minore fi uedefempre Strato per terra, ne mai [idrica in alto : ma altrimenti fa lo vinello dicendo Vergilio, namque uno ingentem tollit de ceffrite fyluam .cioè da un foto ceSìofi lena , & crefce in ampia felua . Al che s’aggion- ge, che la Chelidonia min ore non fi uedefe non laprimauera , percioche in tempo di tre mefi rnfee , fiorifee , & ftfccca. Mal Amelio produce il fiore nel fine della fiate , ouero nel principio dell’Autunno, dicendo Vergilio.tonfis in uatlibus il lm Tafiores , & cuna legunt prope filmina Meli x, cioè &poi chefcgatefon t herbe delle udii, Lo colgono i pallori ap- preso à t lidi Delferpeggiantc fiume della Mella , & cofi bifogna.che per dimofirare la poltronaria per non dir mali- gnità di cofloro , che io diuenti qui commentatore di Vergilio, & che io ritorni dalla Medicina alla Grammatica . E'adun tjue t Amelio m’herba , la quale fa i gambi dalla radice diritti ,fildi ,& legnofi d’m colore che nel nero rojfeggia , da J0 i pali «afono i rami preffo alla cima , nelle cui fommitàfi ueggono i fiori rameggiare à modo di fletta , come nella cha- mmitla , & nel Bettis, nel meap gialli , & all'intorno porporei chiari. Lè foglie fa egli lunghette , come d’oliuo, ma (trìminori , ruuide ,pelofe , nereggianti , & alguflo amarette . quelle poi che fono nei gambi, fono molto minori . Fa la radice iiuifa in piu pani , di non ingrato odore , & quafi come di garofani . Fiorifee nel principio dell Autunno, one- ro nel fine della State , & nel ditfiorire diuentano lanuginofifacendo il feme quafi come di Endiuia . Biffe Crateua her- lario, che peSta uerdeinfieme con grafia di porco , conferire al morfodeicani arrabbiati, & parimente ài tumori iella gola . Caccia uia , quando fe ne fa fumo , lefcrpi . Fece dell'Afler Attico mentione Galeno alvi, delle facul- Afler Attic0 tède femplici , cofi dicendo . L'Afier Attico chiamano alcuni Bubonio ,nontanto perche impìaftrato , ma perebepor - [™t0 Gl* tato aiioffo ■ filmane , fi crede fanare le pofteme dell’ anguinaie chiamate buboni . Ha un certo che del digeSliuo , del rt/rigeratiuo , & del rcprefiiuo , di modo che è composto di mifta uirtù , come la rofa : ma non è cofìrettiuo . Oltre à Stellarii, & li, a j0 ckhmendmi la Stella d’Atbene ridotto àmemoria la uolgare Stellaria , non ho milito mancare , perhauere ellaaffai hi*°ria>& f*- ! itgvemrtudì, di non deferiueme l'hiftoria fua offendo fiata lafciata da gli antichi . Dico adunque chela Stella- III a, la qual chiamano alcuniViede dileone ,& altri Alchimilla, è una pianta, che nafte per lo piunei pratidel- It montagne ile cui fiondi fi vaffembr ano affai à quelle della maina ; ma fono piu dure, piu neruofe,& piu crefbe , gir [orni [mi cantoni, che fono otto , affai piu apparenti , & per tutto dentati , dimodo che quando le fiondi fono bene aperte, fi raffembrano ucr amente ad una fletta. Il fio fusto crefce alto una jfiann a, & qualche uolta piu , dal quale efeo no tffairamuf celli : nelle cui Jommitàfono i fiori fitnili alle Stelle , che fiorifeono , di colore, che nel uerde gialleggia . La radice è graffa un dito, lunga qualcli^lta piu d’ impalmo &.megp . Tgafce il Maggio, & fiorifee il Giugno . E mirabi- le per fallare le ferite tanto interiori , quanto esteriori : & imperò molto 1 tifano ì chirurgici Tedefchi nelle beuande del- le ferite affali, & dette budella, & parimente delle fifìole . Sana lapoluere della fecca le rotture inteflinali de ifanciul- ^ li baiata nell'acqua lambiccata della fiefea , onero netta decottione della fecca . Dafii per quindici ouero uenti giorni un torchiavo per uolta dì poluere detta fecca in nino , ouer amente nel brodo , con non poco fucceffo alle donne Sterili , oue per lubricità àlbum ori notigli rimanga il feme nella madricc. L'acqua lambiccata riftagna i meflruì bianchi bautta pri- ma , &pofcia applicata alle parti di fatto :& riflrìgnc continuandola dì tal forte la natura alle dome , che quelle , che fimo corrotte ,f aparere effere uergini , gir mafiimc quando figgono alcuni giorni nella fina decottione . Lagnate lepeq- \e di tela netta firn acqua; gir applicate in fu le mammelle ,lefa ritirare di modo, che diuentano ritonde , & dure . il che fifa con maggiore efficacia , aggiungendola l’hipociflide ,lerofe fecche, la coda di cauallo berba , & l'allume . Cbia- Nomi. nano l' After Attico i Greci , A’cof diJiAe : i Latini, Afler Atticus egli Arabi , Aflaraticon : i T edefehi. Sterri Igeanti i tmcefi , Affergoutte , minewr . 50 Dellìfopiro. Cap. C XXI II. LO nonno chiamano alcuni Fagiolo dalla iimilitudine : imperoche torce le lue fiondi , le quali fono limili all'anifo , di modo che paiono uiticci Produce nelle fommità de i filili al- cuni fiottili capitelli j pieni di ième , limile al gufto à quello del melanthio . Beucfi il ième con sequa melata per la tolìe , & altri difetti di petto : & parimente fi conuiene à fegato!! , & à gli Iputi delfangue. QV a n t V N egy e babbi io fcritto ne gl’ altri dìfeorfi prima Stampati di non hauer mai veduto l’ifopìro , non- dimeno hauendone hauto una pianta da alcuni miei buoni amici,non ho poffuto mancare di non dimostrarne qui a la figura , la quale parmi che con tutte le noteui coenfponda . nondimeno con tutto ciò ne lafcio anchora il giudi- co à coloro, che fi dilettano di queftafaculta delle piante . Chiamano i Greci lo Ifòpiro,l's-Lruiiv) i Latini , Ifopyrum . MMMMM Delle 1 2 3 8 Difcorfi del Matthioli I S O P I R O, Delle Viole porporec. Cap. CXXIHI. LA viola porporea ha le fiondi minori dell’hedera , piu fottili , & piu nere , ma non però troppo difsimili . Produce dal mezo della radice i gamboncelli , nelle cui fcmmitanafcono ì fiori porporei , i quali relpirano di foauiffimo odore . Nalce in luoghi opachi , & alpn . Ha la niola uirtù d’infrigidire . Impiaftranfi le fiondi per loro medefime , & fimilmente con polenta in iu gli ftomachi caldi, & in fu ririfiammagioni de gli occhi,& in fu'l federe, quado efce fuornlbudello. CH I A- '*1 Nel quarto Uh . di Diofcoride. 123^ ne fono anchora delle bianche : &quefic nafeono per lo piu in luoghi piu frigidi , &J0110 [entra alcuno odore ^Et pero copia ne™fce tr* 1 altrc nc““ ««& Untata della gmrdittione di Trento , che mìrabilmmte biancheggiano & nonfolamcute di bianche fe ne ritrovano , ma anchora di gialle , tanto fi diletta la natura di produrre fiori di uarii & *** nl0rJ m ^ & CmpÌa,& mmc°f°£U' » « fiore che in un'altro. Imperoche pur aucHo tmo ho deduco io m Infrrucb città principale del contado d, Titolo Viole porporee non manco cariche dì fole che [, fieno leroje dmefiicbe . le quali mole come di vagherà tengono il principato , cefi parimente fuperano tutte falere Ji firn, fimo odore Enne ma frette che orefice à modo d'albor frollo , la quale nafte in monte Baldo , come fa te/limonio M. Tmiccfio Calcolar, s Verone fr che me la mandò i cu, fiorivano di u ero odor di mole, ma quafi, del tutto frenili 4 IO quelle deUaConfoltdafreale. Orefice la fiut pianta all altera di due gombiticonpiugambichenafronodaum Colora dice . Veggonft oltre a co nelle, npo della fiat e , il Maggio ciò è, & parimente il Giugno alami fiori porporci nella par- te di [opra , bwicpi nel me\o , ingialli di fitto , molto neramente ftmili alle viole porporee , quantunque non m fi finta VIOLE PORPOREE. Viole porpo- ree, & loro dia minacione. MMMMM 2 odore 1240 Difcorfi del Matthioli VIOLA ARBOREA. odore deuno . La pianta , che li produce nel naficerfa le fiondi tonde, & per intorno dentate , ma nel crescere s allunga- no . 1 fufltfiono triangolari, alquanto firif ciati , & didentro cencaui: JU per li quali, quafi per pan internili ,Jono al- cuni nodi, dalle cui concauitd efeono i ramufceUi, che producono i fiori . Chiamano alcuni quefia pianta 1 accia. & altri barba della trinità , dalla diuerfità dei tre colori, che fiueggononei fiori, ma non pero foia determinare je auefia fta quella Iaccea, di cui fannnomentione alcuni moderni nelle medicine delle rotture intefiinali. comecie pe- lo alcu„i , che l' affermino , dicendo che ha uirtà filmile alfimpbito : altri dicono , ch’ella conferme a gli afimatici , a infiammazioni del polmone , alla rogna, & altre ulcerazioni della pelle . Sornione di quelle due Ifietie , minori ■ ciò . é&mazeiore,& però nella minore i fiorifiono piu piccioli, & fiolamentedi due colori celeste ciò 1 ’& :anc • i. : r amente bianco, & giallo. Lodanfii ambedue ,& lacualmente la loro acqua lambiccata per i dolori i corpo > • ir- fanciulli l’herba impiagata, oueramentedatadmangiareguarificei porcidella fichirantia.&nongli '.laficu fi ccea.& Tua hi rtù della Iac 1241 Nel quarto lib . di Diofcoride. il A C C E A. tendo . Sonole l'iole medicina temperata , & conueniente , con le quali fi permutano le maligne qualità , ir fi folue la natura. Le migliori fono quelle , cheefcono fuori da prima, non rifolutc dal caldo, ne lattate dalle pioggic . Sono le 'mole frigide, ir tumide nel primo ordine : come che le fecebe manco humettino, & manco refrigerino . 'Nelle frefche è una cena bumidità , la quale raffrena la calidità , da cui è la perfettione . Et imperò quando fi fecca , & fi rifolue Umidità loro , la quale hanno nella ftperficie , fi [copre , poi l'amaritudine , la quale non è per altro , che per cali- dùd ,cbe primateneua oppreffa l'bumidttàloro : la onde all'hora fono piu calde ,&men bumide. 'Nelle fiefeheiue- ramente una bumidità fupcrfiua , con la quale foluono il corpo lubrificando: male fecche foluono diffoluendo . Oltre trio fono le l'iole fonnifere , infrigìdifeono , mitigami dolori calidi , ffengono le infiammagli , lenifcono , & [ol- iti M,1° • Il fucco loro , & parimente il [tropo , che fi fa d’ejfo , folue il corpo lenificando : quando fi cuocono , uogliono bollire poco , & leggiermente , & [miniente il lor fucco . Fafii l'aceto con la loro infufione : impcroche cofi diuenta mi- ribik per le febbri . oue fta grande infiammagione . Il migliore olio titolato è quello , che fi fa con olio omphacìno , oue- MMMMM 3 rodi 12 42 DifcorfidelMatthioli V N' A T-. T;:R À 1 A C C E A. Siropo uiolato foluciuo. Viole fcritte da Gal. * di mandorle dolci . Soluono le Viole la Colera , & alterano l acuita di quella Conferirono a tutte U li , eir lemno il dolore del capo , che uiene per caliditd grande . Fanno domare , lemfcono tipetto & a canna ^eip none , & conferirono alTugola , & all* fchirantia.il giouamentohro e trdeUepartifue.&parimenteneUapontiatjflengonolafete . Conferirono quelle , clic fon fece , PP 'e?ato,allecaldepoftemcdiquello,&altraboccodifiele.QucHotuttodelleVioledi[fcMcfue. fafi empinottri ,& din pratticaquaficommune dei medici Italiani il firopo molato folatim, il qua non f » lartefolutiuafeparata dalla terrejìreitd , che hanno : & ufafi darne fino a quattro once ”eUefl™f’& ** lipetto pecencmentioneGalenoalvi.dellefacultàdcifcmplici.cofidicendo. uperan . {acuita acquea , & fiigidetta : 0- imperò impiagate per fe fole .onero conpolenta , mitigano i flemmoni cali ■ ^ Nel quarto lib. di Diofcoride . tonfi infu gli ealidi, & parimente infiligli occhi . Queflo tutto delle Viole ficrìffe Calcilo . Dal che fi cede che egli non conobbe , come non conobbero parimente altri amichi Greci , che le Viole hauefifiero metà folutiùa , ferva far memento ucnmo . Chiamano t Greci le Violeporporeefi'atplw, & 1“„ *omoiv; ; Latini Viola nigra , 6' Viola pur menigli Mabi.Seneffgi .Sonofig.&Benefefegi :i Tedeficbi, Merton uiolen: li Spagnoli, Violetti franali i pìoletes ,uioles de mart\, & Carefime . La cacali A; che fi chiama leontica, produce le frondi grandi & bianche: intra le quali cre- fee dal mezo il Tuo fufto diritto , & bianco : il quale produce il fiore limile alla quercia , ouero ìll’oliuo . nafte nelle montagne . La radice infufa nel uino, gioua lambendola , ouero mangiando la per fé fola , alla toile , & all’afprezza della canna del polmone , come la tragacantha . Le m-anel- la , che genera dapoi il cafcare de i fiori , pelle , & incorporate con cera , & applicate alla faccia la conferuano fenza grinze , & diftendono la pelle . P£n qvan io fiiritrouaficrittodaTlmioairxi.capodelxxv.Iibro.è laCacaliamfieme fimile à minute per- Cacalia le : il quale Ha nella fina pianta , la quale nafice ne monti, attaccato fra grandi foglie . Ma non però per queflo ho cllamm. mi fin bora uedutola io m Italia ^ fie ben piu uolte l’ho ricercata ne i monti, come che per queflo non uoglia io affermare, che ella non uì nafica . Imperoche il clarijfimo medico M. Luca Gbini nella facilità delle piante effenitatiffmo , afferma J0 lima piu uolte ucdutoinfk l'alpe deU'Mpennino ma pianta con foghe maggiori della tofifi lagine , piu bianche ucrfio ten- ui , & manco per intorno fcantonate : & finito alto un palmo , diritto , & bianchiccio : nella cui fommità eficono i fiori ernie pani cole , mofeofi, come negli oliai . Quella pianta fuffica egli effer la Cacalia . Mila cui opinione anchor io age- minante ni accosto ,&■ per hauerfi lungamente effercitato nella cognitione delle piante , & per effer tra gli Italiani, che di ciò fi dilettano , tenuto meritamente uno de maggiori fiempliciHi de tempi noflri . Galeno nclvu. libro delle fa- Cacalia culti de / empiici chiama la Cacalia Caricano, cofi dicendo . La radice del C amano non ha in fie mordacità, & è poco di- da Gl1' leccatina , per effer di natura , & efifenga graffa , & uificofia . Et però infufa nel uino , come la tragacantha , lem lam- bendoli l'ajpregga della canna del polmone :& il medeflmofa mangiandofl.il fuoco, che ne diHilla, non gioua meno darterudel polmone , che fi faccia laglicirrbhpfft . Chiamano i Greci la Cacalia,Ka*aJtu ì Latini , Cacalia . N . IL itsio produceilfiiftoquadrangolare,alto,grolToundito:nelquaIefonoiramituttipie- ni di minute frondi , & minuti fiori . Le frondi , le quali fono apprelfo alle radici , fono limili al- l’apio,ma moltopiu fotdii, & limili à quelle del coriandro . I fiori li ralftmbrano à quelli del- l’anetho . Il feme è odorato , minore di quello del hiofeiamo. Prouoca l’orina, fcalda, tira le fecon- dine: è utile alla milza , alle reni , & alla uelcica . Viali fecco , & uerde : & è in ufo il fucco Ipremu- to da i filili , dalle frondi , & dalle radici , dandoli con acqua melata . WA s c e il falfo Bunio in Greti all’altezza d’una Ipanna , con fiondi , & filili limili à quelli del napo, d’acuto fitpore. Beuuti quattro de i fuoi ramufcelli nell’acqua, giouano ài dolori di corpo , allorina ritenuta, & à i dolori del collato . Impiaftrati con lille , & con uino , & appli- catitepidi , rifoluono le ftrofole . IL B V N I o chiamiamo noì'Lqauone fialuatico . & imperò diceua Tlinio al Hit. cap. del XX. libro : I Greci fan- ^ no nelle medicine due fpetìedi Ldapi : di cui riè uno , che fioriefie , & produce i fuHi dellc fiondi angolofì , che cbia- ‘ "Jc mano Bunio , utile alle purgationi delle donne, & àprouocare ( brina, bcmtto nell’acqua melata , oucr amente toglien- doli ima dramma del fucco . Il feme arroflito , & heuuto in quattro ciathi d'acqua calda , gioua alla difentcrìa : ma probibifce l'or ina, fie non fiihee infieme con feme di lino. L'altro chiamano Bumada ,& queflo è fimile al raphano,&, allerape: il cui feme è preclariffimo contra i ueleni: &peròfimette negli antidoti. Ilcbe manifefiamente dimoflra e fi- fitte quello , che noi chiamiamo in Toficana iqauonc fialuatico . J[afice ne i campi non coltiuati , & mafìime in luoghi fri- gidi . Ma il Bunio falfo, il quale chiamano i Greci Tfeudobunio , non ho ueduto io anchor in Italia . ne però è da mar a-, uigliarfene , per e fiere ( fecondo che recita qui Diofcoride ) pianta piu prefio particolare di Candii , che d'altre regioni. Entra il feme del Bunio nella theriaca d’ Mndromatho : & imperò diffe Tlinio effere mirabile contra à i ueleni . Lece Bunio ferir» dd Bunio memoria Galeno alvi, libro delle fatuità de fiempheì , cofi dicendo . Il Bunio ficalda cofi iialorofitmcmc , che Gal- prouoca [orina , & parimente i mefirui . à cui è fimile il falfo Bunio . Chiamano i Greci il Bunio , B»W , & il Bunio Noaù. falfo, Violigli ótwr{ j Latini Bunium , & il falfo , Tfeudobunium . Della Cacalia . Cap. CXXV. DdBunio;1 Cap. CXXVI. Del Bunio falfo . Cap. CXXVII. MMM'MM 4 Del 1244 Difcorfi del Matthioli Del Chamcciflò , ciò è Hedera m inore. Cap. CXXVIII: Cliameciffo, & ina efl'am. Errore del L-uchtìo. Chameciflo fcritto da Gal. Nomi. IL chameci sso ha le frondi fue fimili all’hedera , ma piu lottili . & piu lunghette .-produce cinque, ouerleifufti, lunghi una fpanna, Iparfi per terra, tutti pieni di frondi :tlfuo fiore e lì- mi le alla uiola bianca , ma minore , al gufto amariflìmo : la radice e lottile , bianca , & di muno ualore. nafee ne i luoghi coltiuati. Danr.ofi utilmente le fiondi à bere al pelo di tre oboli in tre cia- thi d’acqua trenta , oucr quaranta giorni continui a coloro , che patilcono le Iciatichc . Bcuute nel modo medelimo fei , ouer lètte giorni , liberano dal trabbocco di fiele . CK.E d e s I Leonardo Fuchfio , come apertiffmamente fi mie , &fi legge nel filo dottiflimo maggior uolume de [empiici , che fia l' Hedera terreflre di Diofcoride quella , che communemente fi piglia ddmlgo , di cui facemmo meni ione di fopra nel tery libro al capitolo del! Mf depiade . Ma dimoStrafi queSìo errore nel ueder noi , che la mirare Hedera terreflre ha le fiondi tonde ifufti , anrfi piu prefio cordelle , lunghe hor tre , bar quattro braccia , di- flefe per terra . & quefta , che ne ferme Diofcoride , ha le fiondi piu fonili ,&piu lunghe dell hedera : & i fufli non piu lunghi d una /panna. Oltre ì ciàìl fiore deli' Hedera tenebre di Diofcoride è fintile alla uiola bianca.- & quella, che prò- duce quefta uolgare , èpiu prefio , quantunque fia piu picciolo , fimile alla porporca . Et imperò non e da credere , che fia quefta la uera . Tlinio oltre àquefl o diffe al xv. capo */ XX 1 1 1 1 . libro, ch'ella producala lefiighe , come fa ilgra - no ,& che quando fiorifee ,fi raffembra del tutto alle iride bianche . Il che afferma il BjieUio hauer veduto in Francia in quella , che nafee in quel paefe . Ma quefta non mi par però effere quella dì Diofcoride : perciochc di [fighe , eh ella pro- duca, non fa egli mentione alcuna . Ili Italia fin bora non ho ueduto io pianta alcuna , che peri Hedera nera terrestre fi polfa tenere . Fccene breucmentc memoria Galeno allw III. lìrbo delle [acuita de i [empiici, cofi dicendo. Il fiore e [ Hedera terreflre apre, per effere amaro, le oppilationi del fegato, & dafii nelle fciaticbe . Chiamano i Greci il Cha- mecifìo , Ka+uumroi: i Latini , Cbamacijfus • Delia Chameleuca. Cap. CXXIX. LA chamelevca èpropìtiaàidoloridelombi.E herba, che uerdeggia con frondi. Stra- mi piegati , & fiore limile alle rofe . ChameW, Qc a I s s E cefi breucmentc Diofcoride tbifloria della Chameleuca , che & ma eflimin. [Sella fi fia . Et quantunque fcriuendola Tlinio , & nominandola Chamepeuca al xv. cap. del XX 1 1 I . libro, aicej- ^ re, ch'ella fiele fiondi fimili al larice (ancipiti prefio , come dirci io , alpino ; ) impero bafla quello per faperla dimoftrare , Impcroche molte herbe ho già uedute io , che producono le foghe fimili al pa pjo: ma non pero ne indi mai ue- Chameleuc* runa, che produceffe il, fiore fimile aUcrofe. Scriffene bramente Galeno aU v mi. fama da Gal. dlcendo . La Chameleuca è quaft calidaneltenp ordine, & ficca nel primo . Chiamano i Greci la Chameleuca, Nom1' X* iuummk: i Latini, Chanueleuce , & Chamapeuce . Della Buglofla . Cap. CXXX. Nasce labuglofla nelle pianure. & ne iluoghi arenolì Coghelì il mele di Luglio . Dicono, che quella, che produce tre filiti, tritandoli conilfuofeme,&conla fua radice, giouabe- contra al rigore della febbre terzana : & quella , che ne produce quattro , conna a quelli dcl- leauartane • cuoceli nel uino . Dicono eflere quefta utile anchora alle pofteme . E fimile al uerba- feo & produce le fue frondi fparfe per terra, le quali fono nere, & afpre, fimili alle lingue de i buoi. Meflelefrondineluino, rallegrano, & confidano lamino. Cw ! B e n confiderà l'hiftoria , che della Bugloffa ferine Diofcoride , ritroua manifestamente, che piu prefio fipofia dire effere la nera Borragine noftra degli borri , che quella che notamente s adopera nelle aura loro aluerbafco,& parimente al fmpbito della feconda frette, il qual dice Diofcoride ch'tr° ^ fmiliaUa bugloffa : le cui pungenti foghe fono fimpreffar fi f lertcrra ,, affi te, &'MUld fi» checommunementesadoperaàitcmpinoSlrineUeffetiarie.falefiond^ cejbuglio rimirano allatto, ne m modo alcuno, fi raffembrano a quelle del uerbafeo, & dell ( ,* „f;_ deialoro alle lìngue de buoi . Ma no nperòper quefto nego io totalmente, che quefta peri> le Campagne, nonne f, a anchora ella una ff etici imperochefi bene le fiondi del tutto v f J0 ef_ &nelgtftarlefono una cofamedefma. Et quantunque! unaproduca fere però d,ftnibiauV non molto lontani, & mun medefmo modo produrre di Spagna , con fogliemoltopìu la^tUqnalefcitndelt^^fir^aal FormadcUefogliefiraffembranonpocoallclmguedebuoi.Mafiacomefiuogha,iocoti J P Nel quarto lib. diDiofcoride. BV GLOSSA VERA. 12 4) Ima & dell'altra fieno molto fimili ,fe bene in amendue non del tutto uguali . Ma non mancano alcuni ,i quali (predan- do ogni ragione ajfegnata , uogliono che la Bugio fa del commune ufo fiaper ogni modo una fpetie d’echio , parendo le- vo , che con ogni fembiand fegli raf ornigli . Et altri fono , che penfano chejìa ella il C ir fio. Ma io fon a fai lontano dal- la opinione di cojloro , come con efficaci ragioni ho infegnato , & Jcritto a i proprij luoghi . C he poi la Borraginepof- fa ageuolmente cjjere la nera Buglofa3fìpuoprouare per jtuicewna , il quale nel il, libro defuoi canoni ne fcrifje con quefle parole . La Bugio fa è una herba larga : le cui fondi fono come d'Mmaru , afre al toccarle : & i fuoi rami fono mchor efsi afpri > come i piedi delle locufle . Et quella è ottima , che nafee in Corafcemi , che produce lefue fondi grof- 10 fe: .[oprale quali fono certi punti 3i quali fono labafe 3& la radice delle (pine3& de i peli , che nafeono fopra quelle . Il che cojì manifef amente fi uede nelle fondi della Borragine , che non ft può negare , che d altra y che di lei intendefje Micenna . 'bge per altro la fcrife egli ,fenon perche al tempo fio in cambio della uera Bugio fa s ufaua una altra her - BuglofTà fcrit- ta da Au.c. la . lt imperò dìceutt poi : Quella , che /introna in quefiopaefe ,& che ufano i medici , è per la piu parte ftetie < l M- mrtt , & non è la Bugio fa , ne di quel gionamento . tutto quello differì mcamma di domefiica > & due di filuatica . la do- meflicaha le foglie ben grandi >& ' maggiori di quelle della Borragine . La prima delle faluatiche piu uuolgare , & che nafte per tutto ha le foglie maggiori della feconda , & i fiori porporei , i quali nell'altra fono neri , & le foglie minori . Hanno tutte le Bugloffe infieme con la Borragine uirtà mirabile in tutti i difetti dehuorc, & ne i morbi malinconici , & ^ labialmente le loro decott ioni fatte cofì nell'acqua come nel uino . La radice della Bugloffa uuolgare trita con aceto e * Bu- io guarifee ungendofene la rogna . llfucchio canato da tutta la pianta beuto , uale contra li ueleni , & contra le morfure di a tutti gl' animali uelenofi . L'acqua dijlillata data à bere , uale à coloro che uaneggiano nelle febbri , & gioita , & mitiga fcrjcta. l'infiammagioni de gl' occhi applicata tanto di dentro q uanto di fuori . Commemorò la Bugloffa Galeno al v I .delle fa- da Gal. ■ culta 124-8 Difcorfi del Matthioli cultà de /empiici , cofi dicendo . La Bughjfa è nel temperamento [ito calida, & humida : &peri fi crede, che meffa ne ■ nino , fàccia rallegrare , Cotta nell acqua melata , gioita aÙatojfe tanfata dall affrerppi delle fauci . Chiamano i Gre- K0“"' ci la Bugloffa , Kytamw : j Latin}, Bugio jfum , & Lingua hubula .-gli Mcthi , Lifen althaur, &Lefm althaur : i Tc- defehi , Burretfch : li Spagnoli , Borr aia , & ljerraiens : i Francefi , Bo nache . Della CinogloiTa. Cap. CSC XXI. LA cinoglossa produce le fue fiondi limili alla piantagine, che produce le fiondi larghe, ma però piu ftrette , piu breui , & lanuginofe : non fa/ufto , & giace per terra . nafee in luoghi arenofi. Le fiondi incorporate con grafeiadi porco uecehia, medicano àimorfide icani, io allapelagione , & alle cotture del fuoco . La decottione dell’herba beuuta con uino mollifica il corpo. ‘ Ljt vera. & legittima Cinogloffa , di cui è qui il ritratto, ho piu uo Ite ueduta , & ricolta in poma fuor dcl- laportadi Cufici fan àgnolo .incerti luoghi arenofi, non troppo lungi dalle muraglie. Quefla non foto, che produca fufto ueruno,ne manco fiori, ne feme: impcroche in ogni tempo dell’anno fempre thoritrouata ammo- do medefimo : eccetto il uerno , perfeccarfegli la maggior parte delle foglie . E' pianta molto differente dalla Cinoglof- ft del vulgo, di cuièanchor qui la pittura . imperoche le fue foglie fe ne uanuo ffiarfe per terra , raffembrandoft alla figu- ra del Sole , come fi uede nel preferite ritratto .graffette pelofe , & biancheggianti , felina alcun fufto . Et la uolgare , CINOGLOSSA VERA. Nel quarto lib.di Diofcoride. CINOGLOSSA VOLGARE. la qual è in ufo per tutto, produce mfufio lungo piu d' un gombito, con affai rami uerf > la cima : nei quali fonai fiori por- porci , (Jiiafl fimili à quelli dell'echio , ò della uolgar bugloffa: da i quali hanno origine alarne lappolette fatte non felina grande artificio della natura , le quali tocche con le ueHimenta ,uis attaccano fortemente , & mafiimamcnte quando fonofecche. Scriffe della CinogloffaTlinio aU\ II I .capo delxxv. libro, con quelle parole . La Cinoglojfaftmilc alle lingue de i cani, è pianta gratifftma , per effer atta à inueflire le fiepi de gli horti . Dicono , che quella che fi tre ra- mofcelli difeme ,gioua beendofene la radice con acqua , alla febbre ternana : & quella , chene fi quattro , alla quar- tana . Enne mia altra fpetie fintile , la quale produce minute lappole . Quelle fon tutte parole di Tlinio . Ter le quali mi par effer chiaro , che ne luna , ne l’altra fpetie di quelle , che ferine Tlinio ,fia la Cinogloffa fritta da Diofcoride . Im- '0 peroche quella della prima fpetie , che ferine Tlinio ,fit i fuHi ouer amante i rami cofi arrenderli , che fono attiflimi per imieflirc ne gli horti, & ne i giardini i cancelli , le trame?, aglio , & le fepi:& quella, di cui ferine Diofcoride .non fifuflo.ne ramo ucruno , ma fe ne sìa femore con le fondi ftrate per terra . Dal chef può far nera coniettura , eh ella NNNNN fa del 12 JO Difcorfi del Matthioli CINOGLOSSA VOLGARE FIORITA. fa del tutto imitile per intejfere , & uettire cofa veruna . Appo ciò la Cinogloffa apprcffo Dtofconde conferire a i mor- fide i cani , alla pelagione , & alle cotture del fuoco , & per mollificare il corpo & apprcffo Timo non naie ad altro. Errore di Firn- cbe alta febbre terzana, & quartana. Le quali uirtàdiede DiofcorideaUabugloffa,& non alla Cmoglofia or orafo che Cta già chiaro d ciafcuno , cbe Tlìnio confondere inauertentemente le facoltà della Btigloffa, con la C mog ]- la u ‘quale errore non è Piato ( per mio gìudicio ) auertito da coloro , i quali con [authorità di Timo vogliono tajfa- re Diofcoride , che non fapefe che la Cinogloffa produceffe il fatto , i fiori , e’ifeme . Quella poi, cbe ferme ?*>»<<> » MluogÒ.chepróducelelappole.noncredo.cheeUa Errore del . . mmi cfK non poco habbiano in ciò errato il Bjtellió, & il Fuchfto., cbe l ha imitato , quantunque amen So.’ & fièno buomini de tempi nottri dottami :per efferfì creduti , che la Cinogloffa deUo”,mne‘f '£ me fu detto di f opra nel fuo proprio difeorfo : non bauendo ueduto , cbe Timo ne fa ijfe wfieme con a tr &Jche Nel quarto lib. diDiofcoride. uji &ck appartatamente ferine poi egli della Licopfide.all'x t.capo de xxv 1 1 .libro L*Cmn,Urr*,„l „ - ra nme refiigeratim, & difeecatiua , le ci foglie meffefi-efchefopra le infiammagli delle ffd U fona Tffiff" miracolofamente, &fmmfce ti tumore & la enfiagione . Della Cinogloffa non ritratto che ne i libri delle fi \hJ r fliciferiueffe Galeno . Chiamano UCinogloJfai Greci, Della Phiteuma. Cap. CXXXII. T A P H I T E V M A ha le foglie dell’herba lanaria , ma minori.-produce il feme perforato & rn P H I T E Y M A. Cinogloffa de fitc uirtu. Nomi. NNNNN 2 Tc- J 2)2 Difcorfidel Matthioli Phitriima & & Ina elfamitu cionc. Poscia che la Vhiteuma naie piamente nelle cofe amorofe , lafiiarcmola negli beni ,&nei giardini di mada- ma Venere , oue cercar fe lapofono coloro , à cui farà ella in alcuna cofia di bìfigno. Ma nonperquefio Infila- . i ..*~Um** +U» ! . tìì riti d aui Iti ìld y e/lCY€ y 0U6 CCYCdY Je LdvOjJOTlO COLVìU 3 a uu jui u tuoi ut vy” • r *n : rò io di dire che non mancano buoni fempliciJH, che uoglfino che la pianta, di cui è qui la figura, fa la Thiteurr.a uc- ra,perhauercUailCapiteUopert«giato,&lcfogliehmghecomediStrut!ùo.Dclcbenelafiicro,lguÌK,oanchoraad Nomi. aicrj , chiamano la Vhiteuma i Greci, iórto/m: i Latini , Vhytewma . DelLeontopodio. Cap. CXXXIII. I T i eontopod i o è una herbetta lunga due dita , che produce le fiondi ftrette , ma lunghe tre ouer quattro dita , pelofe , & approdò alla radice lanofe , & biancluccie . Produce nella fom- rre uuci qua , rr . , , . ■ ■ . * : cJrn„ nuo toner tutto m unafol- tre ouer quattro aita , pcìuic , oc duumiu aua,iau.vv ~ ~ — _ . r . mità del rullo alcuni capitelli' quali pertugiati : i fiori neri : & il feme inuolto per tutto in una fo - ta lanugine : il che fa, che malageuolmente li conofca. ha picciola radice . Dicono, che quella por- tata fopra di fe , è gioueuolc nelle cofe amatorie : & che rifolue le poftemette . Leontopod & fua hiftoria " TV TOn ho io punto da dubitar che la pianta, di cui è qui la figura non finii uero, &, legìttimo Lcontopodio.ini- '• l\| per0che è ella ma herbetta lunga non piu di due ò tre dita , con le foglie Sirene , pelofe , & canute dal rouerfcio , ^ „//„ Chotirtlwwtp rhp Cnno intorno alla radice \ & coti i capitelli in cima ; maft come • perti Errore del Bru fellìo. Nomi perocheècUaunaheYbettalmganonpMdiclueotYeciitayConieroguebjrcncyyc^-,^ ' & quelle [penalmente che fono intorno alla radice , &coni capitelli in cima ,'quafi come pertugiati , i fiori neri, & il reme ( come dice Diofioride ) molto per tutto in ma folta lanugine . & la radice piemia , & fiottile . Quefia na- fte in monte Baldo , & mi fu mandata da Verona dal mrtuofijfmo & rarofiemplicisìa de itempi noflriM.Framcfio Cai zolaris (bctiale aUa campana d’oro.Vnaaltrapianta nafice anchora in Boemia. La quale quantunque babbi ella i gam- bo molto piu lungo , ha nondimeno quafi, tutte le notte del Leontopdìo . &pcrò ne habbiamo mefifo qui la figura per una m feconda fibetie : & chiamalo Leontopodiofalfio . Tfe però è da credere , che fa il Leontopodio quella pianta , cheqto- t tornente fi chiama Stellaria , come ingamandofi fi crede il Brunfelfio nel fuo Onomafihce . Chiamano il Leontop l'* i Greci, À60V7377ÓJW.' i Latini , Leontopodium . LEONTOPODIO VERO. Dell’Hippogloflo . Cap. C X X X 1 1 1 1 . E' L’hi,sp oglos s.o una pianta, che produce lefrondi limili al rufco,& la chioma /pino- fa , & nelle fommità alcune linguette , che efcono dalle frondi . La chioma melTa in ghirlan- de in fu’l capo , ne leua il dolore . Il fucco , & la radice li mette ne gli impiaftri . Chiamasi l’Hippogloflo inToficana Bislingua , & in alami altri luoghi d'Italia Bonifaccia . Copia infinita Hippogloflb.fc nenafice in fiule montagne di Genoua ,& dello fiato d’Vrbino ,& inalcune felue nonmolto lontane dal contado fiucflim. [0 di Goritia , donde fi un per le JelueìnHidria,ouefi caua l'argento nino : con fiondi maggiori del rufico ,inme\o ode quali è ma altra molto piu piccìola , & appuntata fiondicella . Ma è da fiaperc , che queSla noni quella , che fi ^ " chiama Lauro utletTandrino > onero Ideo , come nel fino maggior volume delle piante fi crede il Fuchfio . percioche il Lau- NNNNN 3 ro Virtù dello Hippogloflo. re MetTanimo nonproduce in mnp delle fi, e fiondi altra fiondiceli* ffinofa .■ ma fole il frutto roffo . Danno aquc&a manta alcuni de i moderni affai piu uirtù, che non fece Diofcoride .percioche (fecondo che affermano) ha maggior me- tà ne i difetti matricoli d'ogni altra pianta . Il perche dandofi un cuccbiaro della poluere delle fue fiondi , onero de a - dice nelle prefocationi della madrice, libera fubito da quelle. E' oltre à queHo rimedio ualoropfrimo, & quafr min ter le rotture , ebefeendono nelle borfe, beuendvf, continuamente una dramma & meV ogni mattina con decottmec i fimphito maggiore . Ma pare che ne i primi giorni , che ella fi toglie , uoglia fare ufeire fuori le bu e a per e ■ Nomi, f- yaie ancbora particolarmente a quegli , che malageuolmente parlano . Chiamano l H pp g I] > [mÀm Latini, Hippogloffum: i Tedefchi , Zepffin kraut : li Spagnoli , Lengua de cauallon Francefi, Lingua pagan . Nel quarto lib. di Diofcoride. 12 yj Deff Antirrhino . Cap. C X X X V . LO A N T I R R H I N o il quale chiamano alcuni anarrhino, & altrilichnide faluatica, è una her ba j che produce il rullo , &le fiondi firmili all anagallo: & il fiore porporeo , limile alle uiole bianche , ma minore , &però lì chiama lichnide faluatica : il feme fi railembra al nafo d’un ui- tello . Dicono , che diuenta piu apparente , & piu gratiofo , chi s'unge con elio , & olio di giglio' & diliguftro : & che portandoli addollo , è contrario à i ueneficij , & à i medicamenti nociui ° antirrhino I. NNNNN 4 Difcorfi del Mattinoli ^ntirrhino,& ita e (Tarn. Ritrovo dtBUntinbino diuerfe opinioni appreso àgli antichi finito» . [cadde , che produca egli le foglie [miti altanagallide ; nondimeno mole £ fglic comc Sa- r ine.Manoi.cbeneconofiiamofinodiuatmfr'tic.nonbabbumofinbo^^^^^ nagaUideMoparine, cornitene fipuoHederepcrleqmm^ mente degl’ altri alx. capo del xxv. libro . doue dice che l \An unh.nomfi. .firn aetimtc mria la for- ni tanto di Diofior.de, quanto diTheophrafio. fieno fen^a alcun dubbia to» otti . M porporeo bian- ma, & la figura, coft , .aria parimente ne .fior. .1 colore; Imperochenett una e porpo ^ ; L/j i dentro il ■ cheggiantc, & nelle figuc, dì bianco . Ma con tutto co m tutte nafiono alcun, cap. come dimetto ,n ? ^ l'iue minuto . Le foglie I fiori , & ilfeme simpiaflrano utilmente con olio rofado alle prefiicagioni della madrice , & Virtù del An- ptr prenotare il meftruo ; l’berba è cofì nimica delli fcorpioni , che ucdendola [olamente refiano come ìnfenfati . La me- Clrr imo‘ fofim ligatafopra Ufi-onte ,fuanifce i fiocchi bianchi de gl' occhi r Scuffine Galeno alvi, delle f, acuità de [empiici, Antirrilino cefi dicendo . LlAntirrhino , ouer amente ^inarrhino produce il feme fìmile al nafo d’un uitello . E nelle [acuità fue quaft faitto da Gal. fimìle all', Asler attico ; ma noncofi efficace. Chiamami Greci l'^dntirrhino,tCn!ié«n: i Latini , aìntinhinum :i Tedefdn , OrantjSterck.hreut , & Streickffraitt : li Spagnoli , Cabe\\a de temerà ; i Francefi , Homi uiolet . Della I2f 8 Difcorfi del Matthiolf ANTIRRHINQ I I I I. Della Catanance. Cap. CXXXVI. LA catanance è dì due fpetie . delle quali ne una , che produce le fiondi limili a coro- nopo, lunghe :& la radice fottile, come quella del giunco, fa fei,ouer fette capitelli, nei quali è dentro il feme fimileaU’eruo. Seccandoli, fi uolta uerlo terra, & finora m e, come fanno l’unehie d’un nibbio morto . L’altra è coli grande , come un melo picciolo : & la lua ra ice è limile à una picciolaoliua. Leftondi nelle [fattezze, & nel colorefi rimembrano a quelle de oliue , molli , inchinate à terra , & intagliate . Ha ne i fuoi folli il feme minuto , rollo di colore , & tutto pertugiato. Dicono, che luna, & l'altra uale in cofe amatone, & chelufano le donne di j Thelfaglia. Ia Nel quarto lib . di Diofcoride. 125-5, Lj catanance tanto della prima, quanto della feconda fj>etic, non ritrouo io chiù tempi nojlrìci Tappia dìmoHrare m Italia . Et queflo non penfo , che troppo imponi alla medicina : penioche per conferire elleno fola- mene incofe veneree , & amatorie ,fi pojfono fetida gran danno lafciare in Theffaglia , oue l'hanno in commune ufo le dome di queipaeft. Ma non reflaroperò di dire, che quella della feconda fretie, non è ( cerne fipenfa il Ruellio ) quel U , che da femplicilìi del tempo nollro fi chiama morta . imperoche quella fi, le fiondi lunghe fimili al lapatio : & le radici qualche uolta groffe , come il braccio d’uno huomo, ritorte inftcme ,& non come picciole oliue. chiamano la Catanance ì GrecfiKamdyta j Latini, Catanance . Del Tripolio. Cap. CXXXV1I. 1 TL nelle maremme, non in mare, ne manco in fecco, ma doue proprio è il J_fluiIo , & rifilino dell onde. Sono Je lue fiondi fimili à quelle del guado, ma piu erofle. 11 fufto è alto un palmo , & diuidefi nella fommità Tua . Mutano i fuoi fiori ( fecondo che fi dice*) il co- lore tre uolte il giorno : & dicono , che la mattina fono bianchi, da mezo di porporei, & la fera raf- fi . Produce la radice bianca , & odorata , al gufto feruente . Beuuta quella al pefo di due dramme nel uino , folue gli humori acquofi per difetto , & prouoca parimente l'orina . Mettefi ne i medi- camenti , che fi compongono per li ueleni . CHIAMA S empiane àjqo. capitoli del fuo trattato de femplici , il Tripolio Turbit . Il che ha fitto credere à molti , che'l T Urbit , che sufi à i tempi noHri nelle fretiarie ,fia il nero Tripolio , per uedcrf, egli bianco , & fi- liamo . Ma dimofira tutto il contrario , il non fi ritrovare nel nofiro tifiate ne odore aromatico alcuno , ne acutezza nel gufarlo imafolounpoco difalf :dine , & d’ affretta . Il per che fi può neramente dire .che’l Tripolio , ò vogliamo di - rcTurbitdiSerapione.nonficiportiàitempi nofiri in Italia: ne manco quello , dì cui fcriffe Muìcema, ilquale per mio giudicionon intende altro per il Turhit, che il Tripolio di Diofcoride. Maparmida queflo differente quello ÈVA bit, di cui ferine Mefue . quantunque ftpoffa beniffimo giudicare per le filmigliene della pianta , che fia quel- lo ìfìeffo, che s adopera à i tempinoftri per il migliore . Tercioche dice prima , che la pianta , che lo produce , ha le fion- di fidi à quelle della ferula , ma minori , & che fi ne ritroua di bianco , di nero , & di cineritio . I quali colori fi veggo- no neramente in queflo ,chcè in ufi: perciocbein quello , che fi porta di Leuante , il quale chiamano bianco ,fì veggono Ifitfo ejfere tutti quefii colori : non già che fieno colori naturali della pianta , & della radice , ma acquiflati accìdental- jo mente ò peruecchiezpgt ,òper bauer le radici prefa Ihumidità dell'aria , che le corrompe ,&lefa diuentar nere . Il che può ancho ageuolmente interuenir loro per portar fici per Imghifsimi. mari , doue freffoper fortuna J aitano t onde fopra lemui , & bagnano fondamente le merci : il che ui caiift la muffa , & la nerezza . Et effendo uero quel , che dice Mt- tmriopiu moderno Greco , ciò è, che’l T urbit bianco è la radice dell'Mìpia, dimofira, che non di gran lunga erraffe Me- fite , come fi penfano alcuni de i piu dotti de i tempi nofiri , nel dire , che'l Turhit era radice dima pianta , che produce le fine fiondi piuminute di quelle della ferola . imperoche l'Mipo , come nel proceffo di quello fi uede tefiimoniare Diofco- ride,produce le fiondi minute : il che fanno parimente le ferole . Et imperò ageuolmente fi conclude, che’l Turhit di Me- fiiefu la radice dell Mipia ,come ferine anchora -Attuario . oltre à ciò quello, che fi ci porta affai piu groffo,&piu nero di fiorerà dal monte di flint Mgnolo , è differente da tutti quefii . imperoche coloro , che lo portano , dicono ricor- lo & dalle radici della thapfta , come al proprio capitolo diremo , & parimente da quelle della pitiufa . Onde non fcnzgt 40 ragione fcriffe Attuario, che il T urbit nero era radice dì pitiufa . Ma queflo ( per quanto io ne poffa giudicare ) non fa- rà mai il T urbit, di cui intende Mefue . auenga che altro non fia ( come ho già detto poco auanti ) che la radice dell’Mli- pia . Quantunque uoglia il Brafauola ,fen\a darne ( ch’io fappia ) ragione, ò aut borita veruna, che il Turbit di Me- fue fia ai ogni modo la radice del titbimalo mìrfmite . Ma quanto fieno differenti le foglie del mirtho da quelle della ferii la , cerchilo chi non lo fa , dai famofi fcmpliciiìi . IlFuchfìopoinel fuotrattato delle compofìtioni de medicamenti, fi crede, che il Turbit di Mefue fia radice di thapfta . Ma p armi, per dirlo liberamente , che la fia opinione non fi deb- bia per modo veruno accettare . Imperoche nonritrouo alcuno degli antichi , che dica, che la thapfta faccia latte come fumo i tìthimali . effendo però il T urbit di Mefite radice d'ima pianta tutta piena di latte . Il migliore fia tutte le forti àelT urbit è il bianco , che fi ci porta dì Leuante, gommofo,& non tarlato. Quello folue la flemma, & glibumori grof- fi>&uifcofì, che feendono alle giunture ,& ad altre parti rimote del corpo .Turgaio stomaco , & levane aia tutte 50 lefuperfluità , che uift ritrouano attaccate : & netta anchora tipetto dalla flemma uifeofa . Dafii con grandifsimo gio- vamento nelle hidropifie , & nella lebbra , che chiamano i Greci clephantia : & parimente à coloro, chepatifeono il mal Vrmcefe : & ancho in ogni forte di morbi , che procedono da humori adufii . Giova alle febbri dilungo tempo contrat- te : & uniucrfalmentc ove fia , ò fòpraboitdi la flemma . Ma guardifi chilo toglie , di non mangiar pefce,& dal vento attirale . Ma ritornando hormai al Tripolio , ritrouo , che nella fia hiftoria errò manifeSìamente Tlìnio alvli. topo del xxi. libro , oue malamente lo confonde con il polio : di modo che non averti di fcriuere , che il Tolio mutava il celare delle fi ondi tre volte il giorno . Il che di fiero de fiori del Tripolio Diofcoride ,& tutti gli altri antichi. Fece del Tripolio brevemente memoria Galeno alivi 1 1. libro delle f acuità de femplici , con quefie parole . La radice del Tri- folio è al gufilo acuta , & calda nel ter^o grado . Chiamano i Greci ilTripolio,Tfm\m: i Latini Tripolina . Dell’Adiantoi Cap. CX XXVI II. LO adì anto, oueropolitrico,producele fiondi picciole, fimili à quelle del coriandro, & intagliateper intorno . Sono i gamboncelli , onde elle nafeono , neri , lucidi , fottili , & alti un Catanance, & fua efiam. Errore del Ruellio. Nomi. Tripo]io,&fua cflàmin. Errore del Bra fauola. Opinione del Fuchfio ripro- uata. Errore di Plin. Tripolio fcrit- to da Galeno. Nomi. 1 2 £> o Difcorfi del Matthioli un palmo : è la fua radice inutile : non produce fililo , ne frutto , ne fiore , Gioua la decottione del- l'herba beuuta à gli ftrctti di petto , à coloro che malageuolmente refpirano , à i difetti di milza , à trabocco di fiele, & all'orma ritenuta: rompe le pietre, riftagna il corpo, & conferifce à i morii del- le ferpi . Beueli nel uino per il catarro , che difccnde allo ftomaco : prouoca 1 meftrui , & le fecon- dine ;& riftagna gli fputi del lingue. Impiaftralirherba cruda in fu i morfi delle ferpi: fa rinafce- rei capelli calcati :rifolue le fcrofole:& fatta bollire nella lifeia, mondificaia farfarella, & lui- cere del capo, che menano. Fattone untione con ladano, hiffopo, olio mirtino, di gigli, &ui- no prohibifee il cafcare de i capelli . Fa il medelìmo la decottione fatta nella lifeia , & nel uino , & infula . Fa piu arditi alla battaglia i galli , & le coturnici, quando fi mefcola loro nel cibo . Piantali per elfere utile alle pecore , appreflo à i loro ftazzoni . Nafce in luoghi ombrofi , & paluftn , nelle mura , oue trapela l’acqua , & parimente nelle tombe de i fonti . A D I A N T O. Nel quarto li b. di Diofeoride. 1261 Del Trichomanc. Gap. CXXXIX, V TAsce ■' L. yr^h°mane nei luoghi medefimi, oue nafee l'adianto, fimile alla felce, ma mol^ lM " FUFcciolo: e cui fiondi fono Umili alle lenticchie, fonili, & ordinatamente da orni! ban- Chiamasi volgarmente l Mùnto Capelvenere, di cui fece Theophraffo due jpetie alxi 1 1 cap del vi 1 libro dell’biflom delle piante , cofi dicendo . Le fiondi dell Mùnto, anebora che fi gittino nellacaùa.ncmf, ba- < gumo ,dal che s baeguprefo tlnome . E di due feerie , bianco cioè ,& nero . maantendue però utili al cafcar deica- TRICHOMANE. OOOOO ìzGz Difcorfi del Mattinoli pelli triti con olio . nafcono in luoghi humidi . Scriffene parimente T limo alxxi.cap.dclxxu. libro , coft dicendo . Va' altro miracolo fi itede nell Adiamo , il quale la Hate Sìa uerde, cl iterilo non sinfiacidifce . S ommerfo nell' acqua non fi bagna, & però trattolo fuori è fimilc al [ecco , tanta contrarietà hanno infime , dal elicgli hanno i Greci dato il no- me . Chiamatilo alcuni callitrìcho , & altri politricho dall'effetto , che fa egli . Erme di due frette , bianco ciò è, & ne- ro , il quale è piu breue . Il maggiore chiamano Politricho , & il minore Tric homane.I rami d’amendue rifrlendono di nero colore , & hanno fiondi di felce attaccate con i picciuoli l'una all' incontro dell’altra , denfe, & ferrate infume •• la cui inferior parte è afrra , & parimente fofea :finV ueruna radice . Hafie ne i fafii ombrofi , nelle muraglie humide , Errore di Pilo, nelle Miotiche de i fonti , & nelle piene inorate dall acque . del che non cipofiiamo fé non marauìghare , non bagnan- doft nell'acqua . Ter la qual dottrina non ftpuo,fe non giudicare , che Tlinio intende ffe per La feconda frette del Ca- pei ucnere il Trichomane , onero Filicula , la qual uclgarmente chiamano gli frettali Tolitnco . Il che dmofira , che ma- 1 1 le intendeffe Tlinio Theopbrafio : perciocbe come al luogo predetto fi legge in ejfo Theopbrafio ,fiuede mamfeftamen- te che fece egli Jubito che hebbe trattata l'hiftorìa damendue gli Mianti , particolare mentione del T ritornane , Trichomane, ou’ero mcula , cofì dicendo . Il Trichomane , onero Filicula è ualorofifiimaper prouocare ferina, quando à gocciola fuahiftor. ferir , aorcjo[a nfiiUata dalla ucfcica , fecondo che hanno filmato alami . Quefiaha il gamhoncello finale all adianto nero, a daTheophr. ^ , .iolinejolte , poJìe contra palt/a . UfM radice è piccolifiima, &mfce in luoghi opachi .Terla qual dottrina chiaramente fi conofee , che TheophraSìo non pofe il Trichomane, onero Filicula per alcuna di quelle frette di Capelttenere , delle anali dìffe prima. & dame mamfefiifiimo Micio , quando dice , che la Filicula ha il gambtmcel- lo fintile all' adianto nero . Il che dimofira, che differente dalla Filicula fia 1 Adiamo bianco, & per conjeguente non fia, come fi crede Tlinio . Il perche non penfo chef Adianto nero fia altro, che il Capeluenerc del communeufo .chiama- to nero da i fufiicelli fuoi , per rifrlendere eglino di nero colore . Il bianco poi credeuqgìà io effer quella pianta , che na - 2 fee infteme col trichomane , & uolgar polirne o delle frettane in fu le muraglie uecchie , & parimente nelle grotte , & humide tombe de i fiumi : con fiondi uerdi feure , minutamente intagliate , & punteggiate di fiotto di color giallo : con Mi fiottili che nel uerde biancheggiano , fermi , & arrcndeuoli , la qual chiamano alcuni Ruta muraria , & alt» Saf- fifiagia. quantunque tenga io bora effer qttefla appnffo à Diofcoride la Tar onichia, come al proprio fio dt fior fi fu det- to di fiera . Credefi il Fuchfio Intorno de tempi liofili clariffmo, che queSla pianta fia la fafii fiagia, clic fi rifiata fera ta in Diofcoride .come fi uede ne i fuoi dottifiimi commentarti delle piante . Ma hauendo quella fiondi di ruta , & quel- Adianto.&Tri rottj[i(fmc come fepithimo , capillari ,& lunghe, non mipoffo in modo uenmo accollare alla Jua opinione . Scnf- chomane ferir- . Galeno alvi, delle fatuità de i femplici, cofì dicendo . E' l’A dianto tra l caldo , c l freddo mediocre : ma ti da Gal. ^reccd per(, , rifilile , & digerifee . RiueSlc ucr amente il capo cairn , onde per malattia fieno enfiati i capelli : & ma- tura le Scrofole , & le pofìeme . Beuuto rompe le pietre : conferifie molto per mondificare ilpctto , e l polmone daigrof- 5 • n n rr. 1 «ir,,*,* *yi a™ (l si rstlìAka . manca frividc'Z'za . Oli- li & uifeofi bumori : ristagna ilflujfo del corpo : ma non caufaperò alcuna manifefla calidità 3 manco Jrigide^a . On- de Ci Può dire , che tenga, egli limerò trai caldo elfi-cddo . Et ifcriuendo pofeia del Trichomane nell Vi 1 1 . libro ,fotto- ^ . . e* t f ■ J. — « f ì A ,, 4 ,/tì efawin rl-ip ì /rytrl 1 /lyit Fi . Oltre O. CIO folliC il Capei liCne — Capei uenere Icritto da Me- fite. mano l' Adiamo i Greci, a'JWot.- i Latini , Adiantumtgli Arabi, Berjcegnajceo , Tedcfchi , Frauuenhar : li Spagnoli , Culanmllo deporto : i Frane efi , C apil uenere . ci, Tp,ria*vis: i Latini , Trichomane s .Tolytrichum , CaUitrichum tiTedefiht, Sten. Francejt , Tolytricen . Del Xanthio. Cap. CX L . Chi a- Nel quarto lib.di Diofcoride. 1 2 6^ Chiamasi miramente il Xantlno Lappola minore: è notifiima pianta à tutta Italia . Vafce copiofamwte r per tutte le publicbe Arade, & piu [penalmente nei laghi, quando rimangono afcimti'.THon dìfcorda puntoni cilimin.’ Ut teimrtiJiiedall'biHona , che ne ferine Diofcoride . imperochc oltre al produrre ella il fitto riquadrato , & graffo, f, le fondi [ite bianchitele , raffembreuoli affai à quelle del atriplice , magliaie d’intorno , di odore affai uguale al na- fiurtio . Le file lappole fono [jmofette , & lunghette , come l oline : le quali s attaccano fortemente , quando fon quaft neutre , alle ueftimenta . Scriffene hreuiflimamente Calcito all'v 1 1 1 . delle f acuità de femplici , cofi dicendo . il Xaluhio rwit- Xmtbiofi chiama phafganio . Ilfmfcme ha uìrtù di digerire . Chiamano i Greci il Xanthio , xdrSm : i Latini , x 'an- Nomi?1'’ tbiim : i T edefebi , Bcttlersleijs , & Spitrjtfetten : li Spagnoli , Lappa menar : i Iran cefi , Cloteron , & Grapellas . OOOOO 1 Del- 12 Ó4 Difcorfì del Matthioli Dell’Egilopa. Cap. CX LI. r A eciiopa è una herbetta, che ha le frondi limili al grano , ma piu tenere .Produce in ci- L ma al capo due , ouero tre femi rolli : da i quali efeono certe reftefimiUai capelh. Impuli- ta l’herba con farina, gioua alle fiftok lagnmali : rtfolue le durezze . Imputiteli il fuccocon farina , & leccali , & riponlì per le cofe predette - EgiIofi,6tfaa "V T eflàmin. y ■E DISI tZzilopa tv agli orti abondantiffma ne i campi : le cui fiondi fono fìntili d quelle del grano. & produ- ce in cima del io fifluco affai rade granella, noleggianti, le quali cofi nella feor fa, come nella forma fono quafi . a *11* nu^ti t>rmnnt)UY j.CTa.i rette Cottili benlunibCoC'fr appuntate . £ V ce in cima del fuo fiftuco ajjai rade graneua, rojjeggmm» -j; 'TT A 7 T 7 77 T come {Corteo, mapm corte, piu piene &Jlrifciate, dalle quali efeono pur affa, reSle forni, ben lunghe, & appuntate . E EGI L O P A I. Nel quarto lib. di Diofcoride. 12 6j egilopa II. anchora una altra pianta, la quale io per aitanti tettata perla Egilopa, coft perche è cojanotetà gli agricoltori che Ione fi conrtcrtc in effa,come perche produce ella piu che tre ouer quattro grani di fané roffo per ciafiunajfica, confot- ■ tilìffmc. rette . Et però non È [Egilopa fcritta qui da Diofcoride la Vena , come fipenfano alami . imperoche , quan- tunque nel primo affetto paia molto filmile alla urna ; nondimeno è tra l una , & l altra quefia differenza , che fecondo che la Vena ha nelle formiti fue attaccate per lungo picciuolo le fue granella in alcuni follicoli filmili àpicciole locutte, l'Egilopa m ha alcune picciolijsime ffighe di tre , ò di quattro granella roffe , lunghe , & fittili , con refe capillari m ci- ma , che pendono , come fan proprio le granella della uena : la quale fa le fue bianche , piene , & piugroffe . Del che da rnamfeflo indìcio il non effere flato neceffario à Diofcoride haueme firitto la feconda uolta qui nel quarto libro, bauen- 10 tane prima detto à bafianga nel fecondo . Oltre à quefia, fi ben fi nota la deferittione della Vena , la qual chiamo egli Bromos ,&non Egilopa , meffa da lui difipra nel fecondo libro , fi ritroua manifettamente effer quella da quefia tanto nelle fimiglìange , quanto nelle uirtu del tutto differente. Ter fioche quella dìffe egli produrre il gambo compartito da i Errore di alcu- ni. 1 2 6 6 Dilcorfi cfel Matthioli nodi , nella cima del quale fono certe deperirtene , filmili quafi à picciole locufle di due gambe , nelle quali fi riferra il fe- me. Et questa dice , che fa nel capo del fufio due , oucr tre femi rofii , da i quali e fono' certe rette fiottili , come capel- li . Oltre à quello friuendo delle uirtù loro , direna nel fecondo libro , parlando della Vena, ch’ella è negli empiaflri non meno ualorofa , che fi fa l’orbo ; che lafua polte efficace perrittagnarc il corpo; & che ifugoli della fua farina fi dan- no commodamente per la tojfe . Ma parlando qui dell’ Egilopa , la lodò per le fittole lagrimali , & per rifoluere le du- Egilopa , Si fua re^e . manìfeflamente dimoflra efer quefiedue piante differenti. Che l’Egilopa poi nafea deU’orgp , come il generinone, jei ^nn0 _ p„ troppa hirmiiità , ne fa tcflimonianZjt Galeno nel primo libro delle facultà de gli alimenti , cofi dicendo . Bjtrouafi ffeffe mite trai grano pur affai gioglìo ; ritruouafenc aneborn nell'orbo , ma poco . Imperochetra l’orbo èfempre maggior copia d’Ègilopa,& mafiimamente quando non fuccede l'opera della natura nel primo nafimen- to , & parimente nel crefcere . il che udendo faper per certo mio padre, effendo già fatto uecchio , & dìlettandofi del- I o l'agricoltura , fece piu uoltefemìnare il grano, & l'or jp del tutto feelti , & netti da ogni forte d' altro feme , uolendo fa- pere la certezza f fi potefferotrafmutare'ingioglie , & in egilopa Muterò fequefli fuffero femi proprij di lor natura. Ma battendo finalmente ritrouato tra l grano gran quantità di gioglio , & trai orrp poco gioglio , & pur affai egilopa , fu manifettamente chiarito . fuetto tutto diffe Galeno . Del che ho io fpeffo udito lamentare i dilani della ualle Mnania, che'l loro oi\o , & la loro ffelta erano diuentati Squala ( pcrcioehe cofi chiamano cofioroT Egilopa di Diofcoride ) co- Egilopa fcritta mc a^euolmcnte f, pu0 certificare ciaf imo , che con diligenza ricerchi tra l’orbo la fiate , quando fi matura . Dell'E- G* gilopafc riffe Galeno alvi, delle facultà de i femplici , cofi dicendo . L’Egilopa ha uirtù di digerire . Il che appare nel gufi aria : percioche fi ritroua leggiermente acuta . Et però fi uede , eh' ella fina i flemmoni , & le fiflole lagrimali indu- rite Mi perche fi conofie, che anebora Galeno fece differenza dall'Egilopa alla Vena cbiamatada Greci Bromos : per- Nomi. cloche piu manti fece di quetto particolar capitolo, per dimoflrare, che era differenza dal Bromos all Egilopa . Chia- 2 o mano i Greci l Egilopa,Myihof:i Latini, Megilops : gli Mrabi, Daufir ,Dalifit , Dofana , Daufcr ,& Duffer. Del Bromo. Cap. CXLII. IL bromo è una herba limile all'egilopa . Ha uirtù difeccatiua . Cuocefi nell'acqua inficine con la fua radice , fino che cali la terza parte , & colali , & aggiugneuili altrettanto mele , & tor- nauifi à ricuocere , fino che habbia corpo di liquido mele . Nel quale bagnandoli una pezza di tela , & mettendoli fu per lo nafo, è efficace rimedio per il puzzole dell ulcere, che ui nalcono. Aggiungonui alcuni aloe polucrizato, & ulanlo polcia nel modellino modo . Cotto nel uino infic- ine con rofe fecche , leua il puzzore della bocca . 50 Bromo , Se tua | ' E CE Diofcoride del Bromo un altro capitolo difopra nel fecondo libro . Tf altro pero è il Bromo , che la Vena , d3àm. chef femina per li caualli . Ma è da fapere , che quando ne trattò egli nel fecondo libro tra lebiade , legumi ,& altri grani, che fi fminano , intefe egli neramente della Vena domeflica .&in qiiefioluogo narrando, & trattando dell’ herbe , che perfe Beffe nafeono nelle campagne , intefe della faluatica , raffembrandola all’egilopa , di cui habbia- mo trattato nel precedente capitolo . Quefla è nottifìimapiant a, fìntile alla V ena domcttica , mafia il granello fuo mol- to maggiore , nero , & pelofo . Di cui facendo memoria Ttinio al XXV. cap. del XX U. libro, cofi diccua . il Bromo è feme d’una birba, che predacela ffiga,& nafte tra le biade, & cofi lo commmera tra i imploro : ne è ella altro, che una jpetìedi uena Greca .filmile nelle fiondi ,& nel fufto al grano . Troduce nelle fommitàfue alcune dependenze .filmili al- inomi. le locutte . Ha le medefime uirtù , che la domefiica . Chiamano i Greci il Bromo , : 1 Latini , Bromus , eh J-uc- na fyluettris . Del Glauco. Cap. CXI-III. IL glavco ha le frondi limili al citifo,ouero alle lenticchie, le quali difopra fono ucrdi,& di fo tto bianche . produce da terra cinque , ò fei ramufcelli fottili , alti dalla radice una fpanna . I fiori fono di figura limili alle uiole bianche, minori, & porporei. Nafce appreifo al mare. Cuo- celì ne i fugoli fatti di farina d’orzo con olio , & fale per fare ritornare il latte perduto . Glauco Si fua a N tv N Q^V £ affermi ,&fcriua Diofcoride nafeerc il Glauco appreffo al mare ;noniimcnonon foche alcu- jo efiàmin.’ I) no ài tempi noftriceloporti.Segiànonuoglianionoidiremfiemeconil Bjtellio , che fiail nero Glauco quella spianta notiffma à tutta Italia , che {farge i rami per terra , con fiondi da ogni parte uguali maggiori non fola- mente di quelle delle lenticchie , & del citìfo ; ma anchora di quelle del fiengreco , chenafce wlenticri in fu le riue de i ffìffi , & altri humidi luoghi , con fiori porporei ,& feme nero , rifenato in piccioli baccelli : la quale chiamiamo noi in Opinione ti- Tofana Lauanefe , & altri chiamano Galega ,& fiuta capraria. Mailuedere ,che la forma de i fiori di quella prnuata. pianta ,& irami lunghi qualche uoltapiu di due gombiti , non corrifpondono punto à quelli del Glauco , non potfiamo però affermare , che fìa la Galega il Glauco fritto da Diofcoride : & tanto piu , che nafce il Glauco folamcnte appreffo al mare , & la Galega in ogni luogo bumido copiofamente . M cui danno i moderni affai belle uirtudi , & maffime con- tea la pelle , & i uelcni de i frpenti , mangiandofì , & impiafirandofì in fui male . Lodanla alcuni per l epilefia dei fanciulli , dandogli à bere me\a oncia del fuoco . Ma che ella faccia moltiplicare , ò che generi latte , come dice fare il g0 . Glauco Diofcoride .nonritrouo alcuno de moderni ,cbene firiuacofa alcuna. Et imperò credo , che fia la Galega dif- £ Gal° aiCt° ferente affai dal Glauco . fece del Glauco mentione Galeno alvi, delle facultà de i femplici, cofi dicendo . Il Glauco herba Nel quarto lib .di Diofcoridc. bàba ha àuchora 'Baiarti di generare il Ulte . il chef, i cof, è, farà ella alquanto calida , & bumida . Glauco i Greci, Tk&v^: i Latini , Glau-x . 1 2 quali fono le fiondi nere , come dì lino :& ilfeme ne i rami nero nel principio , & dipoi muta il colore ,& dìuentarojfo . Ifielche fi uede errare egli manifeflamente: percioche Offe del fané quello , che doucua dire delle fiondi , fecondo lafentenga di Diofcoride, da cuitolfe egli tutto quello, che nefcrijfe,quantunque affai male l’intcn- "20 dejfc. Scrinine Galeno allvui. delle f acuita de i femplici , coft dicendo . L Ofiride; di cui fi fanno i medicamenti per polir la faccia ,o (come uoghono altri ) le feope , è amara , dal che ha uirtu aperitiua , & difoppilatiua . & impe- rò lena ,& apre le oppìlationi del fégato . Chiamano i Greci la Ofiride, O’avfs; i Latini ifjfyrìs : Tedefchi , Harn franteli Spagnoli, Linaria. Of5iride,& Tua edam. Errore di Plin. Ofiride fcritra da Gal. Nomi. Della Smilace afpra. Cap. CXLVI. LA sm i la ce alpra ha le Tue fiondi, come quelle del periclimeno :& molti minuti fermen- ti , (pinoli , come quelli de i roui, onero del paliuro . Sale arrampandofi , & auolgendofi in fu gli alberi da ballò per finoalla cima. Produce alcuni piccioli grappoli , li quali quando fono jo maturi, rolfeggiano, àfono leggiermente al gufto mordaci. Nafce in luoghi paluftri,& afpri, condura, & grolla radice. Le fiondi, & gli acini beuutiauanti,&dapoi, fono antidoto contra i uelem . Dicono , che dandofene in poluere alquanto à i fanciulli nati pure all'hora , che pofcia non gli nuocono mai iueleni.Taglianfi,&mettonfi con quelle medicine, che fi fanno per caccia- rei ueleni. Della Smilacelilcia. Cap. CXLVII. LA smiuch lifeia ha le fue frondi limili à quelle dell'hedera , ma piu tenere , piu lifeie , & pili fottili : non hanno i fuoi fermenti fpine . Auolgeli quella à gli alberi , come l'altra prima . 40 Fa il Ilio frutto nero , limile à i lupini, picciolo : & Tempre in cima molti fiori bianchi, & riton • di . Fatinoli di quella loggie, capanne, &pauiglioni la Hate, per fare ombra, le frondi cafcano l’au- tunno . Dicefi che'l feme beuuto con doricnio , ciò è d’amendue tre oboli , fa fognare cofe horri- bilì,&paurofe. /^Ikhmasi la Smilace afra in Tofana , dono per li bofchì fi ritrouafu per gli alberi, abondantifiima , in Smilacs afprj, \ j alcuni luoghi H edera Jpinofa , & in altri T\ouo ceruleo . Scriffene Theophrafio diligentemente ■ all’ultimo capilo- & Eia hiftoria, lo del ni. libro , cofi dicendo . La Smilace è 1‘ hedera di Cilicia , che fi uà anchora ella auolgendo à gli alberi . 3minatlo~ Produce il fufio fpmofo , & umido .• & le fiondi fimilì à quelle dell'hedera , ma minori ,& fenga cantoni , hunjide ap- preso al picciuolo .Ha quefia particolarità, che ha la cofi ola, che per lungo diuide la fronde, molto piu fiottile, nepro- cedono da offa le fila , che per internali i teffono le fiondi , come fanno nell’ altre ; magli uamo dintorno , hauendo l’ori- gine dal ligamento del picciuolo . Traduce parimente nel fufio da quel medefimì nodi, onde nafeono le fiondi , alcuni ui - Ucci fottili ,conì quali s’attacca . Ha il fiore bianco , che re filtra difoaue odore, il quale fiorifee attempo della primaue- ra . Il fuo frutto è filmile à quello del fotatro , ouerodel melothro ; ma molto piu à quello dellalambntfca . I grappoli fo- no pendenti , come quelli dell'hedera ; ma in uero piufi raffembrano à quelli della lambrufca: percioche i picciuoli de gli acini efeono da uno medefimo punto . Il colore del frutto è rojfo , & uniucrfalmente ha due noccioli per arino*, quan- tunque qualche uolta ipiu granii nhabbiano tre, & ipiu piccioli uno . Il nocciolo è molto duro , & nero di fuori . I ra- cemi hanno quefia particolarità , che circondano ifufiì da ogni banda, & nelle fommità del fufio pende poi il maggio- re, come fi uede nel rhamno , & nel rouo . Il perche-fi uede effer la Smilace fruttifera nelle efir entità ,&dai latti lar- gamente. Quefio tutto della Smilace afira dijfe Theophrafio . Quefia uogliono alcuni , che fia la pianta , che chiama- "«hspagnuoli^ar^a Tarlila , di cuih abbiamo à bafianga detto dì fopranelprìmo libro nel difeorfo dell'Ebano , & ferò non accade à ridirne qui altro fenon che la pianta dì cui è qui la figura mi fu mandata dì Cipri dallo eccellentiffimo Medico M. Bartolomeo Bjjoelli : & dal molto perito Spettale li. Cofiantino Siluefiri da Rimino ; del tutto filmile duna altra 12 70 Difcorfildel Matthioli SMILACE ASPRA. altra putititene poco alianti mi uenne di Spagna ; & fi bene amendue hanno foglie di Smilace offra .fono pero minori , ne fino ffiuofi da rouefeio , ne manco fono jjnnoft i fioi f armenti .Onde poffo ben bora affermare che fu qualche dijfc mira tra la Smilace offra , & la ^ar^a panila .fi bene io refto nella mia opinione che fieno piante congeneri .& dima itirtii medefma. La Smilace lifeia poi fi non è quella, di cui è qui la figura , non fio io altra pianta al preferite che pili fi gli raffomigti di quefia , in la quale fi ueggono tutte le note dal fime in fiore , il quale non ha conformiti «cruna .coni lupini . Quefia adunque nafee abondamiffima in Tofana , & cbiamafi Vilucchio maggiore . Quefia produce lefion t file fimilùll’ altra , & uaffene fmilmente fu perglialberi : ma non fono ifuoi fornenti ffinoft , ma fifa , & arrendalo t. I fiori fon bianchi , fintiti à campanelle : & il fime nero , maggiore delle lenticchie . Cbiamafi «olgarmente nelle fetta- ^ rie Volubile. Di quefia firmano gli strabici piu ffetie,& tra effe connumerano anebora il L V P V L o . il quale quan- tunque fia à i tempi noflri per l’ufo della medicina molto stimato , & necejfario ; nientedimeno non fi ne motta mcn- tione alcuna apprejfo à Diofcoride , Catino, & gli altri amichi Greci . Benché corfntamente chiamandolo Lupo fi \- Nel quarto lib. dìDiofcoride. ZARZA PARILLA. ( coft fi credono alcuni ) nefaceffe mentìone Tlinio tra quelle piante , che nafeono per loro HeJJe , & che fono in ufo per li cibi, al xv. cap. del XXI. libro . Coltiuanfi i Lupoline i campi con grandijfima diligenza inCermania , Eoe- Lupulo,& fu» 'mia ,Tolonia ,& altri luoghi Settentrionaliper farne la Ceruofa.lmperochc fen\a i follicoli loro non fi può ella fare . hiftori». Sono i Lupoli di due [parie domeHichi cioè,& faluatichi . quelli nafeono per f: Jlefii nelle fiepi , & nelle macchie , & quelli fi feminano ne i campi , doue fi foflentano con lunghe pertiche , come leniti con i pali . Ma non f ono in altro di fe- renti che nella grandetta, e fendo i domeHichipiugrofli ,& piu grandi de i faluatichi . Mrrampanfi i Lupoli fu per gli alberi, & fuperleftcpi ,& fono molto attiper intefere pergole , capanne , gelofìe , & altre cofe per far ombra, & verdura . Sono le loro foglie come di uiti , ò di Brionia , hor con tre , borcon cinque intagli per intorno , & emide conte Iq fono quelle dei cocomeri. "Produconoi fermenti ben lunghi, ruuidi , peloft , & quafì come finofi, i fiori pallidetti racemofidaiqualimfconoifollicolicopiofì ,che pendono àmodo dune dì gialliccio colore , in cui èdentroilfemericrò virtù dclLnp» & amaro . 1 fiori , i follicoli , il feme , & le radici [caldano , aprono , difeccano, mondificano, & purgano ; ma le eia lo. me izy 2 DifcorfidelMatthioli SMILA CE LISCIA. me ftmili digli garagi, le quali tifiamo cotte nelle infialate , per batter molto dell'humido : [caldano, & difieccano affai po- co . ^Nondimeno mangiate cotte in qual fi uoglimdo, {enfiano & per cibo, & per medicina,percmbc mondificano tifan- te , mollificano il corpo , aprono l’oppilatidni, & fono infiememente grate al guSlo . La decottione de i fiori ,& dei follicoli fi dà utilmente à bere à gli amelenati ,& parimente per guarire la rogna, per Untai francefe,& per tutte [altre ulceragioni che fogliano infettare la circtmf eren^a del corpo. Dafii parimente coti manifella utilità nelle febbri lunghe caufate dalle oppilationi del fegato. Ilfeme trito , & beato al pefo di metpt dramma ammala iuermini del cor- po , & prouoca i mcHrui, ó~ Corina . I fiori, & i follicoli aggiunti ne i bagni giuouanofedendouift dentro alle enfiagio- ni dei luoghi fecreti delle donne , & à provocar Corina ritenuta . Mafcriuendonc pìuparticolarmente Mefite nel trat- tato , che eifece de i [empiici folutmi , cofi diceua . E' un altra /fette di Volubile , la quale produce le fitte fi- ondi affre , fintili à quelle de i cedrinoli, i cui fiori fono attaccati come ampolle, & chiamafi Lupolo. S olue quefio un ceno che di dio- ttra gialla , & mondifica il [angue, da quella , &la chiarifica , &fpegne la fitta infiammagione . Mmentafi affai il fitto Nel quarto lib. di Diofcoride. 1273 udore 3 quando s'infonde nel fero . Il fuo [tropo beuuto rimuoue iltrabocco di fiele . Ma è neramente gran cofa > che cofi poco l' ufano i medici de i tempi no fri , effendo egli medicina cofi buona . L’berba , & parimente il fucco incorporato con polenta d'orbo , fatta il dolore del capo , caufatoperhumore calido , & conferire alla rijcaldagionedcl fegato , & del - lojlomaco . Gìoua il fuo [tropo grandemente alle febbri coleriche , & fanguigne. Ma per ritornare alle Sfilaci , on- Smilaci fcritte de i Lupoli m batte nano difilato , dico, che d'amendue ( chiamandole Milaci , & non Smilaci) fece mcntione Galeno al VH. delle [acuità de i [empiici , cofi dicendo . La Milace afra è piena di uiticci,& auoltafi fu , & giu àgli alberi ua- riamente , Le fondi fono al gufo leggiermente acute : & imperò calide nell'ufo , & nelle [acuità loro . Ha quaft le me~ j dtfmc operationi , & uirtudi quella , che fi chiama lifcia • Chiamano i Greci la Smilace afra^lha^ i Lati - Nomi. nh Smilaxafpera , & tìedera Cilijfa : i Tedefcbi , Scarpfi nuiden . La Smilace lifcia chiamano i Greci hai; bèta, : j La- tini, Smilax lenis ; li Spagnoli, Cerreguela maior : i Trance fi , Lifet maior . PPPPP Del 1274 Difcorfidel Matthioli Del Rufco. Cap. CXLVIII. IL svsco chiamato da i Greci Mirto faluatico , oximirfìne , & mirtacantha , ha le frondi fimi- li al Mirto , ma piu larghe , & appuntate in cima à modo di lancia : il frutto quando è maturo, è rollò, & ritondo , il quale Ila attaccato intra mezo alle frondi, con un nocciolo dentro duro co- me olfo : i rami crefcono dalla radice all'altezza d'un gombit o, uencidi come fono i farmenti, ma- lageuoli da rompere , & frondofi . La radice è limile à quella della gramigna , acerba, & amaretta. Le frondi , &parimente i frutti beuuti nel uino , fanno orinare , & prouocano i meftrui , rompono le pietre della uefcica , & giouano alle diftillationi della orina : fanano il dolore del capo , & il tra- 1 o hocco di fiele . Nafce in luoghi afpri, & precipitofi . Fa i medefimi effetti la decottione della radi- ce beuuta nel uino . Mangianfi ifuoigamboncelli, quando fon frefchi, inluogo d'alparagi : ma fo- no amari , & fanno orinare . DEL RVSCO. V lì- N el q uarto lib . di Diofcoride. 1275- IL n v s c 0 , che per tutte lefpetiariefi chiama. Brufco , è pianta ff'mofa , & notijjima à ciafcmo . In Tofcana fi chiama uolgarmente dall’ effetto , chefa,Tungi topi : perche s’ufa di mettere attaccato fopra à graffi , oue fi foffen- icla carne falata , accioche i topi pmgendofi nelle fue acutiffime fiondi , non ui poffano fendere . Trcduce alcuni ger- mini affai fimili àgli afparigi : ma piu grofii , piucorti , &piu pelofi , alguflo molto amari : ma ualorofit per far orina- te,& per aprire le oppilationi : & però piu conuenienti nelle medicine , che ne i cibi . Diofcoride , & gli altri Greci lo chiamano Mirto filuatico , per lafimilitudine , che hanno le fine fiondi con quelle dei neri mirti . chiamano i Greci il tifico , Ofruupi», «V» dy,U : i Latini, Bjtfcus ,& fylueHris Myrtus :gli Arabi confondendo le Cubebeeoi Or- fico, chiamano quello parimente Cubebe :i Tedefcbi,Bruofchi;li Spagnoli ,lus barba ,& Gii barbera : i Francefi , Brufco, io . ' ! LAVRO ALESSANDRINO. Rófto, & Tua ef faminatione. Nomi. Difcorfi del Matthioli Lauro Aleflan- drino3& fua ef- faminatione. Lauro AIcfTan- drino fcritto da Gal. Nomi. Laureola , fua eflam. Errore di mol- ti. Camedaphne & fua eiìamin 12 76 Del Lauro Aleflandrino . Cap. CXLIX. IL lavro Aleflandrino, ouero Ideo produce le frondi limili al rufeo, ma maggiori, piu te- nere, & piu bianche : fa il frutto intra mezo roifo, di grandezza d’un cece . Sparge i rami per ter- ra, i quali fono lunghi una Ipanna, & qualche uolta maggiori. Ha la radice limile al rulco,ma maggiore , piu tenera , & odorifera . nalce ne i monti . La radice beuuta al pefo di fei dramme nel uino dolce , la partorire predo , & gioua alle didillationi dell’orina : ma fa orinare fangue . SE v n a medefma cofafujfero Itati l’Hippogloffo,& il Lauro Meffandrino , non farebbe flato ncceffario , che lo nbaueffe Dio fonde fcritto in quefio quarto libro per due cofì propinqui capitoli : ne fi uederebbe effere differente l'hifloria loro, come fi uede. Terciocbe quantunque ferina Diofcoride che amendue quefle piante habbiano le fiordi mag giori del rufeo ; diffe nondimeno che l’Hippogloffo haueua la chioma frinofa, & che dalle fue fiondi ufi 'ciuano alcune lin- guette: & lodolla poi filamento per li dolori del capo , & per gli empiaflri . Et ifcriuendo pofeia qui del Lauro Alef- j'andrino , ouero Ideo , non fece alcuna mentione , che haueffe egli fipra le fiondi linguette alcune , ma filo dtfie , che haueua le fiondi maggiori, piu molli, & piu bianche del rufeo , & che fipargeua i rami fuoi lunghi una ffanna per ter- ra . Oltre à ciò che la radice fua era filmile al rufeo , ma maggiore , piu tenera, & odorifera : la quale lodò egli per acce- lerare il parto , &per le difiillationi dell' orina . Al che s’aggiunge queti altra differenza ( come dice pur Diofcoride ) rio è , che il Lauro Mefifandrinofk il fiutto della grandetta d’un cece tra le foglie , come fi uede qui nel prefitte ritrat- to , & non in mego alle foglie , come fa l’Hippoglofifo , & il rufeo . Onde parmi , che per la ripugnanza , che fi uede tra 20 quelle due piante nelle fembiange , & nelle facilità , che di gran lunga s’ ingannino coloro , che fi credono , che l’Hippo- glofifo , & il Lauro Mefifandrìno fieno unamedefima pianta . Io credo neramente , che la pianta, di cui è qui il primo rìtrattto , fia il nero Lauro Meffandrino : come che anchor l'altro nepojfa effere fipetie , fi però fi può concedere, che d Lauro Meffandrino faccia il frutto in mego alle foglie . Scriffe del Lauro Meffandrino Galeno alvi, delle facilità de fimplici , cofi dicendo . il Lauro Meffandrino è euidentemente calido , & algulìo acuto , & amaretto . Bciiutoprouo- ca l’orina , & i melimi . Chiamano i Greci il Lauro Meffandrino , fina ; i Latini , Laurn Alexandri- na : gli Mabi , Gar Alexandria . Della Daphnoide, ciò è, Laureola. Cap.- CL. 3° LA dahpnoidb crefce con alfai rami uencidi , & arrendeuoli , all'altezza d un gombito , frondoii dal mezo fino alla cima : la correda , che uedifee i rami , è fopra modo uifcofa . Pro- duce le frondi laurine , ma piu fiottili, piu tenere , & malageuoli da rompere , le quali quando fi sudano , incendono la bocca , & parimente le fauci . Fa i fiori bianchi : & le bacche , quando fo- no mature, nere, la fua radice è inutile. Nafce inluoghi montagnoli. Le fiondi tanto fielche, quanto fecche beuute , foluono la flemma , prouocano i medrui , & fanno uomitare : madicate ti- rano la flemma dal capo , & fanno dammare . Beuute quindici delle fue bacche, purgano il corpo. Della Chamedaphne. Cap. GLI. PR o D v c E la Camedaphne le uergelle alte un gombito, d’un folo ramufcello^diritte , fiottili, & lifeie. Le frondi produce limili à quelle de i lauri, ma piu lifeie, & piu uerdi . Fa il teme mon- do, rolfeggiante, attaccato con le frondi. Le frondi trite s’impiaftrano in fui capo per tome il dolore : mitigano gli ardori dello domacho , &beuonii con uino per leuarei dolori delle budel- la. Il fucco beuuto parimente con uino , prouoca l'orina ritenuta , & i medrui : il che fa medeiima- mente quando limette ne ipelfoli. 5° LA iavreoia è notifiìma pianta, &nafce abondantiffmaper lì monti iella Italie Anania & quafi in ogn al tro luogo con rami alti due palmi , uencidi , & arrendeuoli : con fiondi laurine , & fiori, che nel bianco porporeg- giano: ne le manca altra nota di quelle, che le ajfegna Diofcoride ;fe non che quefiafa il fiore incarnato , & que - la bianco . come che fipra rio nonfia da fare gran fondamento , uedendofi , che la natura uaria in molte piante il color ne i fiori fecondo i luoghi , oue nafeono . Il che può ageuolmente accadere nella Laureola, chiamata da i Greci Dap moi- - des . Ma errano manifeflamente coloro , che fi penfano , chefìa la Laureola il Megereon . percioche quello e la Cba- melea feruta da Diofcoride nel proceffo dì quello libro , come dimoliraremo , quando là faremo giunti . Oltre a quel o \ none nelle fiondi , & nelfeme dalla Laureola molto, difiimile quella , che chiamano Chamedaphne : eccetto che eia non fafe non un fililo , à cui fimo le fiondi per intorno , dì modo che nella cima filmo una rifonda ombrella , oue fi uede po- feia il feme fmile à quello iella Laureola , ma molto piu cacciato all’origine delle fiondi . Et però bene diana DioJ ton- de , chela Chamedaphne ficcua il feme attaccato aie fiondi , rio è alla loro origine . Quefla chiamano gli frenali Lati- Nel quarto lib.di Diofcoride. DAPNOIDE. i277 reolaparimente ; ma dicono cffere il mafihio . ChiamòTlinio Chamcdaplmcla Clematide firitta da Diofcoride nel Errore di ilcu- principio di queflo libro , la quale noi chiamiamo Trouenca . Il che ha fatto credere à molti, che piu auantinon hanno ‘ ricercato, che ftalaTrouenca la nera Chamedaphne di Diofcoride .nel che s ingannano: perciochechìben rimirale fembianrp , che dà Tlinio alla Vincaperuinca aUxi.capo ielxx i . libro , le ritroua effere affai lontane da quelle , che diede poialxv.cap. delxxilll. libro allauera Chamedaphne , la qual defcriffe parimente con Diofcoride. Mag i piacque chiamare chamedaphne anchora la Trouenca, per battere ella le fiondi mede finamente di lauro . Chiamano al- I0 cunile bacche della CbamedaphneTepe montano : quantunque nonmanchino anchora chi uogliano, che il Tepemonta- t & nafta il frutto della cbamelea,et parimente della thimelea,come al fuo luogo diremo . Le foglie uerdi della Laureola pe- Camedjplwe sic , & impiantate fopra lefiiatìche fino che ui fi leuino le uefikhc ne leuano il dolore . Fece della Laureola, &Cha- aure i i2 7 8 Difcorfi del Mattinoli CHAMEDAPHNE. medapbne unfol capitolo Galeno alvi, delle facilità de J, empiici , cofi dicendo . Sì foglialo mangiare anchora i gemmi teneri della Cbamedaplme . E ella molto fìmile nelle uirtù fue atlauro Mcffandrino : come è anchora quella, cheli chi. t- k'oro'' maDaphnoide . Chiamanola l)aplmoide,cio è Laureola ,i Greci ^mcSis: i Latini, Daphnoides ,& Laureola:' gli Mah, Daplmides. La Cbamedaplme chiamano i Greci m .■ j Latini, Cbamadaphne : gli Mabi , Cbamedapbnes • Dell’Elleboro bianco. Cap. CLII. HA l’elleboro bianco le fiondi limili alla piantagine. Olierò alla bietola faluatica, ma I0 piu'fereui, piu nere,& rofièggianti : ii fililo concauo,alto quattro palmi, il quale come li comincia à Peccare, tutto fi fcortccia. Ha molte radici, & lottili, le quali nafeono da un capo lun- ghetto, Nel quarto lib.di Diofcoridc. ELLEBORO BIANCO. 1 2 79 ghetto, &piccioIo, di cui elcono come fanno quelle delle cipolle. Nafte ne i monti , & nei luo- ghi afpri . Debbonli ricorrele radici quando fi mietono le biade . L’ottimo è il bianco , frangibile-, carnofo, poco diftefo, che non fia appuntato, come fonoi giunchi , che nel romperli feccia pol- uere, & che habbia il midollo fiottile , che non fia acuto troppo al golfo , & che di dubito non tiri la faliua alla bocca rpercioche quello , che non è coli latto, ftrangola .Tiene il principato il Cirenai- co . Quello , che nafee in Galatia , & in Cappadocia , il quale è piu bianco , & piu poluerofio , è piu ftrangolatiuo . Purga l’elleboro bianco peruomito uarij,& diuerfihumori. mette!! neicolirij, che chiarificano le caligini de gli occhiiapplicato di fiotto ammazza la creatura nella madrice, pro- I0 uoca i meftrui , & fa Ifarnutare : incorporato con mele . & polenta ammazza i topi : fminuifice la carne , quando li cuoce con ella . Dalli per le folo da digiuno , & con fiefiamo , ouero con fuccco di ptifana , ò d’halica , ò di lenticc hie , ò con acqua melata , ò con polte , ò con qual li uoglia altro fiu- PPPPP 4 golo. 1 2 8 o Dilcorfi del Matthioii ELLEBORO NERO. L~— gelo . mettefi nel pane , & coll s'arroftifce . Il modo di darlo , & la quantità flato trattato da co- loro , che hanno trattato particolarmente della fua medicinal cura , & maffime a noftr3 fe Siciliano, al quale ci riferiamo noi. percioche farebbe cofa troppo lunga natta q ‘ opera della materia medicinale , & del modo del curare . Dannolo alcuni nc ‘ ‘ P f’ ò in aliai fugoli Malica , ouero che cibano prima alquante >,& poi danno lìme à coloro, doue fi teme, che non iftrangoli, ouero che fono molto debili. L> te, percioche rifondo il cibo nello ftomaco, non può coli pretto, ne coli iunofamente operare. Fattone fopofte con aceto , fa uomitare . Nel quarto lib. diDiofcoride. 1281 VN'ALTRO ELLEBORO nero. Dell’Elleboro nero . Cap. C L 1 1 1 . LO muoio nero fi chiama Melampodio : percioche fi dice , che Melampopaftore di ca- pre fu il primo , che purgò , & fanò con elfo le figliuole di Preto diuentate furiole . Produce le fiondi uerdi , limili à quelle del platano , ma minori , & quali limili à quelle dello fphondilio, ruuidette , piu nere , & affai piu intagliate . Produce il fullo alpro : & i fiori, che nel bianco porpo- reggiano , racemofi : & il Teme limile al cnico , il quale chiamano in Anticira fefamoide , & ufanlo perle purgationi . Le radici ha l'elleboro nero fiottili, & nere, le quali hanno origine da un capo lo quali limile alla cipolla, delle qualièl'ufo. Nafce nelle colline, & luoghi alpri,& lecchi. Il piu ualorofo è quello , che fi porta da gli infraficritti luoghi, come d’ Anticira , doue nafce il nero nera- mente ellettiffimo. Debbefi elleggere quello, che è ben carnolò, & benpieno , che ha poca midol- la, 128 2 Difcorfi del Matthioli la, al gu fio acuto, & feruente,come è quello dHelicona,di Parnafo,& dEtoha: nondimeno palla di bontà tutti gli altri quello d’Helìcona . Purga 1 elleboro nero lo ftomaco : fohiela cho e- L & la flemma , da°o coli lolo , ouero con fcammonea , & tre oboli, ouero unadramma di fate. Cuoce!! con lenticchie , & con brodetti , che fi tolgono per purgare . Gioua al mal caduco , a 1 ma- linconici , à coloro che impazzirono , ài dolori delle giunture , & a i paralitici . I rouoca applica- to di lotto i meftrui : ammazza il parto . purga le fittole , quando ui fi mette , & ui fi Ialcia pei tre giorni continui , & poi le ne cauafuori. mettefi parimente per la fordita nelle orecchie, nefi ne caua , fé non dopo due , ouer tregiorni. Vntocon incelilo, ouero cera ,& pece, & ohoceduno. Tana la rogna : & con aceto gioua alle uitiligini , alla fcabbia 5 & alle uolatiche . Mitiga il dolore i denti, latrandoli la bocca con la fua decottione . M efcolai 1 con le medicine corrohue : mettefi uni mente in forma d impiaftro, con farina d'orzo, & uno in fui uentre de ghhidropici . Pian tato ap- pretto alle radici delle uiti , fa il uino purgatiuo . Crcdeli , che purghi le cafe , fpargendouifi la fu a Fnfufione.la onde quando lo cauano, ftandoin piedi, chiamano in aiuto, & pregano Apolline, & Efcu lapio , & fuggono la prefenza dell’aquila : percioche dicono , che uolandom fopra aquila non è fenza pericolo . percioche è augurio di morire colui , che caua 1 elleboro , quando e ued“° cauarlo dall'aquila. Bifogna cauarlo pretto: percioche il fuo uaporeaggrauakteftan1 perche col^ ro.chelo debbono capare, fi prepafano, mangiando prima dell aglio , & beuendo del umo , & coli lo cauano pofeia Scuramente . Cauafi fuor di quello il midollo , come fi la t.el bianco . Ellebori, & 16- rr0NO amendue gli EUcborital bianco, qual riero notiffimiin Italia, ione quantunque non hahbia uedutoio del Sbianco piu duna frette ; ubo nondimeno ueduto del nero tre diuer fi frette , differenti pero fi non nel fiore .Vno co K-S . r „ , , ,r -r n . V rho in ttvnrlijre huiìlCO : fa L altro , clic o eifam. ìbiajicopiudunalpetie ; ubo nondimeno ueaiuo aemeroire umcijc r •' v, . , è , che produce il fiore t fecondo che riferifee Diofcoride , porporeo : l'altro , che lo produce bianco: & altro , eoe nel uerde gialleggia . Le quali tutte frette cefi come ne i fiori dimostrano differenza ; la dimorano anchora nelle uirtu, & opcrationi loro . percioche poco giouamento ho ritrcuato io , &poca operai, one m quelle due ultime frette : le qua- liho qualche uolta ufate con pocofucceffo , non hauenio pomo hauere d, quello , che produce ,1 fiore raffi . Con quejto ho piu mite nel mero del frigidi fimo uerno ( quantunque nonio concedano , medici ) dopo un lungo fi, opare , fiana quartane perfettamente, ’ffe mai mi ricordo haucrlo dato conia mia preparatone (fiocamente dico invnfufione ) a qiial fi uoglia quartanario , chefc non la prima uolta, almeno la feconda non firn egli, ni calante l aiuto d, Dio , r franato . parimente operato piu ,&pìumlte con la infufione del bianco in alcuni melanconici .con grand, {fimo fucceffo . n p_ mfonmaipomoLrgere.chchabbiaeglicaifratoalcunofaSlidiofiaccidente.^ 3° re forfè egliinful Trentino, p cr efferepaefe affai frigido, cofipotcntc, come era quello, di cui [affé Diofcoride: & fin mente alla molto appropriata conettione.chefigliprepara nel darlo .il modo di prepararlo Ihabb iremo fcntt0 zo libro delle noflre epiflole medicinali diffufiamente , fieriuendo alt Eccellente Dottore Giorgio Handfchw.I gg fi mefie di Marzo , & d’ Mprile fiorite tutte lefretie predette nel nero , luna appreffo all altra nella grandffma fieli , fot Elleboro nero del fior porporeo in Muftriafuperiore non molto lontano da Lmrp , & appreffo la citta di S , deogniannomenemandaleradici l’Eccellentiffmo dottore M. Martino Stoppia medico Ewidrefi Sono I \eradadi queUo.chefailfioreporporeo.moltopiunere.pìucarnofi.&pmfaldedelUltn EUeboroedl aa bianchiccie ,& imperò molto meno ualorofi . mon, delfiorporporeobalefogliecopiofe.feme.&bcnuerdi.lequaliàlettepe^^ 4° mo.&fcLtopiccwolo.dicuUltrifmUifeneu'ggonopiu&pmnmtalapianU & tre d, la nafeono unitamente infieme ,fic ben la fettima , che fila in mer? d, loro ,nafce fredda p» fi filo . llgam ha egli poco manco alto d’ungombito , lifeio , & ben falda , & , fior, fiuti a modo d, rafie, chetiel bianco porp gg no^aLezodeiqualitracerticapeUiefeonooUopicciolefiUquecomecornemcmgmte^ ilemelunihetto.Hacopioferadicilungbe.fottili.bennere^ bofa , da cui efeono i gambi, alguSio amare , & acute ,&che ageuolmente muouono la naufea , bauer elle un odorefaftidiofo , & ingrato , & fretialmente quando mondate fi fanno ficca, e J ^ le quello , che fa il fior bianco . Il terrp , H qual penfo io , chef, a Uf emina , onero un Elleboro falfo .fa lefig • none pani fino al picciuolo ànodo di Sieda , & quafi come l Monito C mattono , ma pmdimfi ,& fi r tu dentate . E a i gambi pieni , & rumdetti , & i fiori uerdicc, , ma pero fimi, agli altri fu detti. Le radio p _ ^rfiobenaiquantopiulunghc , &quafi delmedefmo odore, & fapor e . Tificene 1 monti ,&n^eua 5° li,fibenalquantopiulungbe,erquajiaeimeacjum,uaure,Ku . „ JnoilMefidiGennaro,&diEebraro,&ilMarzofiorifiono,&henfreffonelgemina^^^ Sentéza ài He phUo antichlfim0 medico comparaua l’Elleboro ad un fortifiimo capitano : imperoche fimpre efee J • J, J.U., ,1 irnouanaua eoli oli antichi , che ne demmo troppo poca quanta., per uolta , aper - J rophilo a, iticbifiimo medico comparaua l Elleboro aa unionismo capanno. r—r-v-- nata *‘ ° ' Rumori concitati da lui. Il perche impugnaua egli gli antichi , che ne dauano troppo poca quan ita perù l , ff landò, ehepiuprefio,&megliooperaua,quandofidauapiuabondantemente.MaqueSìa^^ rò non lo mangiano , quantunque mangiando il bianco, non fintano alcun nocumento . Le radici dein g quadrupedi morfi dalle ferpi , fanno mirabile giouamento , quando fatto prima un pertugio tra crune >&P PPJ fi al morfi, m JafcondoJ dentro: percioche tirano àfi tutto il ueleno. Il medefmofa egli contea ‘*P^J aedeglianimalì.pertugiandolorolorecchicdabandaabanda.&parimentelapellc de p , f] 60 fradici MUhe ha fatto credere à molti , che meffa una radice {Elleboro nel medefimo modo tra carne , & calcagna de gli huomini, gli pre fini daUapeSìeficurifiimameme ne i tqmpifofrc tu .luffe Metile , che q gl ^ Nel quarto lib. di Diofcoride. 128 j quali chiamano coturnici , mangiano nitidamente il firn dell'EUebtro &però fumo eUe vietate dagli antichi nelle ce- ne . Hpn mancano oltre à ciò alcuni tra i moderni, fempliciHi , che uogliono , che l Elleboro del commme ufo , & fbf tialmentequeUo,chefaifioriuerdi,nonfiaEUeboro,neuenmafuafpetie,ma quella pianta chiamata da Colui, el- la , & parimente da Vlinio C onfiligine : lodata da loro marauigliofamente per la peflilen\a , & per i difetti del polmo- ne del beHiame. He altro fondamento hanno di ciò ( per quanto io me ne ueggiajfe non quello , che ricattano da i pre- detti authori : i quali fcriffero , che perforandofi con ferro dall’un canto all’altro l’ orecchie de gli animali ammorbati , fr metteniofi pofcia nel pertugio una radice di Conftligine , che tutta lauelenofttà ui concorre , & per quindi fe nefee * tir fi purga- Imperochc uedendo cofloro, che ài tempi nojlri ufano di far ciò con le radici dell" Elleboro nero ( come bal- liamo ietto anchor noi poco qui difopra ) & che nefeguita loro la falute ; hanno per certo creduto , che quella fpetie 10 ([Elleboro fi a la nera Conftligine . Ma per mio giudicio s ingannano di gran lunga . imperoche Mfirto , & parimente Hierocle affermano , che l'Elleboro nero fa il medcfimo effetto . Mlle cui opinionifottoferiue Tlinio al v, capo del xxv. libro , con quelle parole . L’Elleboro nero fona la flemma , & i morbi del befliame , mettendofene un tronco della radice nell' orecchie loro, prima pertugiate, & cauatone pofeia fuori il giorno feguente nella medepma bora . Ter quelle adm ■ que ragioni , & authorità panni , chepoffa effere à ciafcun chiaro , che non folamente le radici della Confiligine faccia- no effetto tale ; ma anchor a quelle non folamente di quella ffetie di Elleboro, ma di tutte l’ altre anchora . Imo che quel- le di quello Elleboro .che fa il fiore porporggiante , come migliori ,&piu ualoroje , fanno molto\piu prello '[effetto , come piu &piu uolte ho ueduto io /fermentare . Sarebbe imamente una fcioccbciga ( nerbi grafia ) il dire che la fa- bina fuffe il calumano , ò che il calumano fuffe la fabina , per hauere amendue proprietà diprouocare i melimi ritenu- ti: quafi come fe la natura fuffe cofi auara , che non baueffe uoluto generare fe non un folo medicamento per morbo ; 20 non e [fendo però morbo ueruno , à cui nonhabbia cllaproueduto dimoiti, & uarij medicamenti da applicarfi in un mo- (himdefmo,& con un ordine iflcjfo. Oltreà cionon ritrouandofì authore alcuno ne antico , ne moderno , per quanto io habbia lettofinbora , che ferina l'hifìoria della Conftligine , ne che dia pur una fola fembianrp della fui pianta ; non fo come cofi femplkemente poffano affermare cofloro, che l’Elleboro nero del commme ufo fiala Conftligine . Ma altra di quello non mi pare qui da tacere la uana,& affai inetta opinione intorno all’Elleboro nero , di Vgo Solerio , buo- no altrimenti ( come dimoftranole fcholie da lui fatte fopra i primi libri d’Metio ) de noftrì tempi dottiffmo . V una di- co,per efferfi egli nonfo m che modo imaginato ( come fi legge nelle predette feolie ) che l'Elleboro nero cofi quello del fiore prorporeo , cornei altro del fior bianco fieno quelle due fpetie d’M conito , che chiamano i Greci licoSono , & cino- Bono : & che quello , che io connumeroper la teropt fpetie , che produce il fior uerde ,fia la Conflligine , recitata da Tli- n io , & daColumella , feguendo in quefto il giudicio degli altri . Ma quali, & quanto ualorofe fieno le ragioni, con cui lo fi sforma di prouar ciò fi può qui uedere dalle fue ifieffe parole , le quali formalmente fono quefle . Se alcuno effaminarà diligentemente le radici delle già commemorate piante , ritrouarà molto piu euidentemente di quello , che fipoffa dìmo- flrare con piu lunga diceria , che non hanno elle con le radici dell’ Elleboro nero fembtanga ueruna : per efier quelle del- l’Elleboro, comefaiue Diofcoridc , bulbofe come cipolle , dalle cui infime partì hanno origine molte radici . Sempt che dica io altrimenti, che da quefle piante, mentre che fi (lirpano dalle radici di terra , non ne rifluita alcun dolore di tefla, per vapori che fe ne leuino , come io ho mille uolte efperimentato ; douendo pur però ciò accadere , come teftifica Diofco- riie , [e fu/fero quefle piante il uero Elleboro nero . Ter le quali ragioni fi uede , che niffuna di quefle tre piante può ef- fere il predetto Elleboro , ma ben le due prime l’ ultime fpetie dell’aconito lìcociono, & l’ultima herbaper fe fieffa. Que fio tutto diffe il Solerio . Ter le quali parole fi conofce batter egli detto ciò contea di me , Cr cantra la mia opinione, qua- tmque, non ni habbia uoluto nominare . Imperochc nìffuno , ch’io fappìa , ha fermo avanti dime , che fi ritrouino que - 40 5ìe tre jpetie dell' Elleboro nero in Italia, & ffetìalmentc in Camola , differenti però folamente nelle foglie . Ma non però per que] lo uoglio hauerlo per male , per udir io volentieri le u arie , & moue opinioni , che intorno alla facilità del- le piante alla giornata uengono in luce . Benché farei defiderofo.che ciò fifacefiepiu apertamente ., & con migliori au- thorità ,& piu ferme ragioni . Ma ritornando al Solerio .dico , che non hauerò troppo d’ affaticarmi ( come (pero ) à confondere i fuoi argomenti , ejfendo affai leggieri ( faluando però lapacefua ) & del tutto dal uero lontani . I mpero- che reputo ejfer fenica alcun dubbio falfo ,& detto forfè troppo temerariamente , che quelle fpetie dell’ Elleboro , di cui è [lato detto di fopra , non facciano le radici ( come affermailSolerio ) fottili , & nere , pcndentida impicciai capo àmodo di cipolla : effendo piu che chiaro , & manifeflo , non folamente à i periti femplicìfii , ma anchora àgli fpetiali , per non dire àgli herbolatti , & alle f empiici donniciuole , che le radici dell'Elleboro nero del commme ufo , non nafeo- no d’altronde , che da un certo capitello cipollino .nere, ir fottili , ir non bulbofe còme cipolle .come diffe egli . il per- j0 che facilmente mi riduco a credere (feperò mifia lecito dire quel ch’io ne giudico ) ò che l Solerio habbia qui corrottala fcrìttura diDiofcoride , ò cbenonl’babbia egli intefa , ò che fi fia fin bora poco effercitato nell'biSloria , & fàcultà del- le piante. jC quello poi chediceegli .cheilnoftroEUcboro non fanelcauarfi ditcrra dolore alcuno di tefta,&però noneffereiluero;firilponde,cheappreffodimequeflaragme è friuoliffma . Imperochc non è da mar auiglìarfì, clic non fàccia egliqueflo. perche Diofcoride nondice che l’Elleboro nero faccia dolor di tefla à coloro che lo emano ; ma. che gli aggrava il capo con il fuo uapore . La qualgrauerftt ho ueduto piu uolte caufare da quello , che produce il fior porporeo , ir maflimamente fe nel canario fi glirompono conia pappale radici ,& che iluento fpiriuerfo coloro , che lo cauano. il che accade forfè maggiormente in Mnticira, in Helicona, in Tarnafo, & in Etolia : pernafccre quivi l'El- leboro ( come fcriue Dioforide ) acuto al guflo , fervente ,& di tuttigli altri piu ualorofo , per effer tale la naturadi quel clima tcofachenon intermenc forfè in Francia, nein Germania , per la fiigidegga , & aufierità del clima, del- 60 l’aria, & del paefe . Che poi le prime due fpetie dell’Elleboro del fior porporeo,& bianco fieno l' Monito lieoBono , & cmclono ( comefalfamente , per mìo giudicio , fiperfuade il Solerio ) nonfo come fi poffa credere , effendo cofa tanto fuor di ragione . Imperoche quefle due fpetie d' Moniti già fa piu tempo fono fiate conofeiute , & hamofene per tutto. Opinionedial cimi reproba - ca. Opinione di Vgo Solerio rifiutata. 1284 DifcorfìdelMatthioli le viete , <& legittime piante , con foglie di platano , fujìi fmili alla felce , lunghi ungomhito , & piu > & cadici cofi fit- tili, che non è mar auiglia ,fe Diofcoride le rajfembrajje di cirri delle fquille marine . Le quali tutte fcmbian\e ,10 fo ben certo» che non trouerd veruno iteli’ Elleboro nero . Tiu oltre fi conofce l Elleboro nero del commune ufo effer e 1 ver 0, per l' operatimi che fe ne ueggono corrifpondcnte alle virtù fue . Imperoche io ho già mille volte ijperinièntat 0 ,c )c piu ** ga , & fana tutti i morbi malinconici » leva i calli induriti’ guari fce i fordi , la rogna , le vitiligini >1* fcabì ia, e vo an- tiche, & tutti gli altri incommodi del corpo, à cui lo lodarono gli antichi. Delle quali virtù ( come fi fa ) e dotato l’Elleboro , & non Ì Monito cinoBono , ne manco il licoBono uelenoft , & mortali . Ter tutte quefle adunque ragioni penfoefferefmcer amente chiaro, che non fìa per modo ueruno d’accettare in quefto l’opinione del Solerlo: il quale per mio giudicio, erra anchora inmolte altre cofe, le quali per bora mi taccio. Ma per non tacere anchoranoi qua Jia a nofira opinione intorno alla Confiligine , afermiamo non hauerlafinqui conof cinta , per nonritrouar ueruno authore tra quelli , che fanno mcntione della virtù fua , che ne dcff riva nqtaynefembian\a uemia . Et di qui interviene che non CONSILIGINE OVERO ELLEBORO FALSO. Nel quarto Jib. di Diofeoriefc i 28$ OTRI. fofiiprouarc , che la pianta , di cui è qui la figura , fta la uera , & la legittima Confiligine . Ma nondimeno per faper io , che le fine radici tur ano ibeftiami da uari,& diuerfi morbi , non [blamente fitte nelle orecchie , ma fiatarne ,& pelle lo diuerfi luoghi di tutto il corpo loro , come fa propriamente l’elleboro nero,non pofo fare dinon fumicare fe forfè fife quella la Confiligine di Cotimella , & di Tlinio , ma non però uoglio io afermarlo : il perche parmi che piu prefio chia- mar fi po fa Elleboro falfo . Quefla pianta depinge il Trago , il qual tanto approua il Gcfncro , per il u ero , & legitti- mo elleboro nero . Ma erra egli molto piu euidentemente , che pofiino auuertire coloro, che fi fono mediocremente e fer- itati nella cognitione de i femplici . Il che in lui non è marauiglia , hauendo una infinità grande di errori nel fmuolume Io delle piante ,per eferehuomo fen\a feienga uertma , & filamento un femplice femplicifla . K^afcc la pianta della noflta Confiligine copiofiffima in Bohemia , produce ifufii fiottili , arrendeuoli , all'intorno de i quali fono le foglie lunghette , Sfottili non molto difimilì dall abrotano. I fiori fono fimili, à quello del Buphtbalmo, ma alquanto maggioriÀa i qua- li nafiono alcuni capitelli quafi fimili alle more de i roui maggiori. Ha copiofe ,&nere radici, come l'elleboro nero , ma QSXQ9SL-. alanant o 12 8 6" Difcorfi de 1 Matthioli alquanto piu fittili , & pi", nere . E in ufi in Bobemia appreffo à tutti i Medici delpaefe , & alti frettali in luogo dell' el- leboro nero, & la tifano anchora per i malori delle pècore , & altri bestiami, nel modo che altroue è in ufo la radice del - Ellebori, & lo- leUciMa . * j^fla bora , clic diciamo qualche enfi delle uirtù dell'uno , & dell'altro Elleboro . Onde diffe Mefite , cbe'l • f ..... Il .. -Lo + Aw/iMffl ivs* • r/n» ri*/* tìPV/ì M/lw il ApuP ri rrPt.td.YP tlPY I. UtO fìPlldl ouiriù. I elleboro . ]\ejtaliora ,cne cuciamo quatuic luju ynv.™ ^ ~ ~ v./- - bianco è come Veleno , imperoche può egli udentemente Strangolare : & che però non fi dette accettare per l’ufo della medicina: Come che il nero fi pojfa ficuramcntc tifare .nei corpiperòrobufi,&,fi>rti. Il che tanta paura ha meffoad alcuni de i moderni medici, che non follmente non lo uogtiono ufare; ma à fatica fremir nominare ne l'uno , ne l altro . II che m’ha piu i tolte concitato il rifi , penfandoà tanta timidità loro: per docile (infittone, non dico la poh, ere del ne- ro r come infinite mite ho prouato io ) fi può f, caramente dare in ogni corpo, per purgare eglifinyt moleSha alcuna. Ho melTo io in ufo l’infufione à molti medici , per la fede che apertamente gli ho fatto del fio mirabile operare nelle quarta- ne fema alcuna molefiia : i quali ufindola per fiafi dalle mio parole ,& ritrovandola confondere alle preme fe , me IO rihanno poi infinitamente ringr aliato . Ma à uolerlo buono , bifognafibito' che fin canate le radia , purgarle prima , & cavarne fiora tfufìi di mero] & cefi ficcar poi fi fiori? all’ombra , riporle . Quelle date ut poluere fino neramente piu ualorofe , che date in ìnfifwne :nefi debbo,, darfe non preparate , & in corpi robufli , & forti . Et però diceva At- tuario : L'Elleboro nerofilue per di fitto la cholera tanto nera , quanto gialla ; ma non pero finga qualche d, filmila . V Piamolo noi nelle febbri periodiche , <& lunghe . Dafìi à coloro ,che impaci fono , & nel dolore antico della meta del capo il quale chiamano emicranea . È commodifiimo l’Elleboro alle uifeere , alla madrìce, & alla uefcica, quando han- no bifogno di medicina purgatila . La uirtù fia è ualorofifima in cacciar fiori particolarmente tutti i mali immoti, che mefcclandcfi co'l fangue , lo corrompono . Et imperò è utile all’antico trabocco di fiele , alle ruuiderpif della pelle ,fcab - bla rogna , uolatiche , & fumili . E ottima medicina per li lebbrof, . Dajlene il pefo di tre fcropoli fpoco piu, o po- co manto . Daf.i con nino pajfo , & aceto melato, & m s aggiunge per farlo piu fiaue qualche feme aromatico . Douefia Virtù dell'Ebo M Uf di MmcnUre U virtù fra folutiua , ui s’aggiugne un poco difearmonea . V furono gl antichi Media di da- rò bianco. u deU-ÉUebm hitmc0 a gli Epilettici , à ì malinconici , à i fmbfrt, i ipagfi figli frafmat, , a , paralitici, à ididropici, à i gottofi , à i lebbrof, , & à coloro , che tremano , & che palifico le uertigini ,maà , noftr, tempi non èpiufia i Medici Sufi dì darlo .pofciache darnonfipofafen^ pencolo deUauita, quantunque mola «fillodi darne la infifìone finca molefiia. La lifeia oue fieno ftatecottele radici dell’ Elleboro bianco .lauandofene la te fi a ammala, pidocchi , & i lendini , Cuoconfì le radici nel latte per ammalare le mofche , percioche gustandolo fubito f, muoiono. Armarxanfi con effe i topi , & le galline . È affi del fiocino delle radici artificiofamente un ueleno mortifero con il quale untano le frette delle ballcftre ì cacciatori , le quali fubito che ferif cono le fiere , & che toccano il fangue mbremfimo (Patio di tempo le ammalano, come ne poffo io far testimonio battendone piu &piu mite m dmerfi ammali ueduto la prò va . Ma neramente m’ha fitto non poco marauigliare , intendendo , che prefopcr bocca quefio ueleno ( pur che non f, a 3o in gran quantità ) non folamente non ammala , ma non fa quafi fastidio veruno , & pero dicono gl, Spagnuol, , che, cacciatori che l’ufano , ne mangiano cena determinata quantità , quando f, vogliono purgare .il perche non e mar am- ai,a , le le carni de ifalmggiumi moni da quefto ueleno fi mangiano ferina nocumento ueruno. Il qual ueleno nonamma^ ìaalrimentifenonquandofimefcoU col fangue , ne altro Antiidtovivalep^c^Umtafer^die^ddle * J ì ■ U . ■ j; i dfìi rmtìPYtAfìYe Ferdinando mimo , mio Cimentiamo Signore. 20 za altrimenti fe non quando Jt mejcola col \ angue , ne auro j „ mie cotogne , come ho piu mite intefi di bocca propria dell Imperadore Ferdinando primo, mio Clementifìmo Signore Ellebori ferirti Sctijrme %den0 „/ v . delle, facilità de ifeniplic, ,cofì dicendo " J 2 cri; rhr . Crahhia . rama . Il nero meno nelle h to- daGaL Scrifiene Galeno ai delie f acuita aeijompuLi,cujt T, ^ ,, ra. fina, & calida : ilperche fino acommodati molto àgli alphi , volatiche, fcabbia , & rogna . il vero meffo nelle fifl lecaUore ter iue.ouer tre giornicontimine lena uia tuttala caUofità. La decotttone fitta nell aceto, giova al de lare decènti . Sono calidi , & ficchi amèndue nelterrp ordine . Il nero veramente è al guBopiu caldo , & ^wicop'V Ophri , & fiu amro . Qiicflo tutto degli Ellebori dijfe Galeno . Esondi del tutto firn, li all Elleboro bianco produce quellapianta, ^ hii*ona- che ahunimoderni chiamano 0 phr I s, laqvalenonproducepero.fenon due fi-end, per p, anta, Itale qualipaf- fa il fifto .fipral qualemfcono da effe fiondi fino alla cima alcuni piccioli bottoni , lunghetti: da cu, efeono , fior, fian- chi rimili à linguette . Ha la radice fittile con molte altre molto minori , di buon odore . Vfafi tutta Up, anta per far i L atiJ ElìeÌorus albus , 6' Veratrum album .-gli Arabi , Chcrbachtm , & Gbarbecd ab, ad : , Tedefch, , ufZSZl, Verde gambreblanquo , &ycrua de balefie : , F rancefì. Virane .Verarum, Veratre &EUeb- Nomi. „ hlànc . ' Il nero chiamano i Greci, *»»/" « Latini Ellebori,, viger, & Veratrum r bachem, & Charbecd afued : i Tedefch, , ChriSÌ «„nv li Spagnoli, Verde gambre negro , & Elleboro . i Francefi, Vi taire ,& EUebore noir. Del Sefamoide maggiore . Cap. C LIIII. 5G c amano in Anticira il Sefamoide maggiore dleboro.permettafiegUi^J^" cme con l’elleboro bianco . E limile ai V?? ama_ Hi l , inficme con l'elleboro bianco . £ limile ai leneuune, uuaa,nrmr «u* . u.„ . r- - - ^ diìunghe.- il fiorbiancorlaradice fottilei & di niuno u^ore : J lOTe Amile aJfc&r'Oj^S^^^on di lunghe il fior bianco: la radice lottile, « cu mimo uarui e. mum, u,n„. a, = ro Purgalo fìomaco. dalli trito per foluere la cholera, & la flemma, quanto P tre dita fnfieme con un obolo & mezo d'elleboro bianco , & con acqua melata. Del Sefamoide minore . Cap. CLV. TT ...uoide minore produce i gamboncelli lunghi una fpanna : & le frondi limili al coro- ÉC 1287 Nel quarto lib.diDiofcoride. SESAMOIDH MINORE. nel mezo biancheggianti : il lème è fimileà quello del fefamo,rolTo,& amaro: Pala radicefot- tile. Solue il ième beuuto alla quantità di mezo acetabolo la cholera, & la flemma per di fotto: im- pìaftrato con acqua 3 rifolue i tumori , & i pani . Nafce in luoghi afpri . QV a n t v n QJV e ne gl' altri difeorft prima Jìampati babbi io fcritto di non bauer cognitione ueritna del Se fa - moide maggiore & minore . 'Nientedimeno il minore è fiato ritrouato poi da alcuni diligentifimi Semplicijli > in cui p ueggono tutte le note , che fi ui conuengono come può ben ueder ciafcuno dalla figura qui pota da noi , la pianta della quale riceuei io in dono dal gentiliffimo & Magnifico Signor Iacomo t Antonio Cortufo Gentil'buomo Tadoano , & 10 Semplicità rarifìimo de i tempi noftri . Chiamano i Greci il Sefamoide maggiore & U minore, Z»- eaptetiìit ptHpivii Latini il maggiore , Sefamoides magnum : & il minore , Sefamoides par uum . Sefamoide mi- nore & l'uahi- itoria. Nomi. * Del 12 88 Difcorfi del Matthioli Del Cocomero faluatico. Cap. CLVI. IL cocomero faluatico è differente dal domeftico folamente nel frutto: il quale produce egli molto minore , limile à ghiande lunghette . Le frondi ? & i fomenti fono limili al domefti- co . Produce la radice candida, & grande . Nafce in luoghi fabbionicci, &ne i cortili delle ca- le . è amaro in tutta la pianta . Il fucco delle frondi diffidato nelle orecchie , ne caua il doloi e . La radice impiaftrata con polenta, rifblue ogni uecchia enfiagione : applicata con ragia di tercbintho, rompe le poflemette : mettefi ne i crifleri , che fi fanno per le fciatiche : cotta nell aceto , & impia- ftrata , rilolue le podagre . Lauanfi con la fua decottione i denti , che dogliono . La poluere della lecca mondi fica le impetigini, la fcabbia , & le uitiligini : & ritorna nel fuo proprio colore le cica- trici nere , & fpegne le macole della faccia i II fucco della radice alla quantità d uno obolo & mez - COCOMERO SALVATI CO. Nel quarto lib. diDiofcoride. 1289 IO, & parimente la quarta parte d’uno acetabolo della Tua corteccia, foluela cholcra, & la flemma & maflime ne gl i hidropici. purga fenza moleftare punto lo fiomaco. Mettefi una libra & meza dei lafua radice in una Gemina di .nino di Libia ,&dannofene tre giorni continui tre ciarlìi , h'no che fi uede nfoluere il tumore dell hidropifia . Fatti del (uo frutto il medicamento , che chiamano Hate rio , in quello modo . Tolgonfi dalla pianta quei cocomeri, che come fi toccano, faltano, & Coraz- zano il fucco,&lerbanfi cofi per tutta una notte, & il dì feguentemefTo un criuello afilli rado Co- pra un catino , & acconciatoui un coltello con il taglio in Cu , fi prendono i cocomeri con amendue le mani à un per uno , & taglianfi per mezo , fremendone il Cucco per lo criuello nel catino di Cot- to :Cpremefì parimente la carnofitàCua, che s’attacca al criuello, accioche piu agevolmente coli io LaCciafipoi coli alquanto fare refidenza , & poCcia fi mette in un'altro propinquo catino . Il che fai to s’infonde alquanto d'acqua dolce Copra à quei frammenti, che rimangono nel criuello, & di nuouo fi (premono , & gittanfì poi uia . Mefcolafi dipoi il liquore con l’altro nel medelimo uafo , & fi porta al fole coperto con tela: & come ha fatto la refidenza , fi Cepara tutta l'acqua , che ila dì Copra infieme con la Cpiuma . Il che fi fa tante uolte , che fi purifichi dall’acqua , & che’l fondaccio retti afciutto.-il qualepofcia fi mette in unmortaio , & peftafi , & fanfene padelli . Sono alcuni , che perdifeccarpreftol’ElateriodaU’huomoreacquoCojCpargonodella cenere criuellatain terra Se fannoui in mezo una fotta , nella quale pongono una tela à tre doppi , & pofeia u’infondono Copra tutto il liquore fpremuto ; il quale come è afeiutto , pedano medefimamente nel mortaio , come se detto. Alcuni in cambio d’acqua dolce, ui mettono la marina, & altri nell'ultima fprettìone io mettono l'acqua melata. L’ottimo Elaterio è quello, che è lifeio, leggiero,, con una certa bian- chezza , alquanto humido , amariffimo al gudo , & che auicinato al lume della lucerna , ageuol- mente s'accende.Quello, che ha colore di porro , & non è lifeio , torbido all'occhio , di colore tra l'orobo , & la cenere , &ponderofo, non è buono . Sono alcuni, che per farlo ben bianco lifeio, mefcolano dell’amido col fucco dei cocomeri. E' utile l’Elaterio per le purgationi da due anni fi- no à dieci. La maggiore quantità delfuo ufo è uno obolo per uolta, & la minore mezo obolo, co- me che à i fanciulli fe ne dia folamente due chalchi: imperoche è pericolofo il darne maggior quan tità . Purga per uomito , & parimente di Cotto la cholera , & la flemma . è ottima purgatone a gli diretti di petto. Volendoli, che purghi di Cotto, uis’aggiugne il doppio pefodi fale,& tanto di- bio , che badi à dargli colore , & fattene pilole con acqua di grandezza d un eruo , & dannofi : fo- 30 pra alle qualifi connien bere un ciatho d acqua tepida. Ma à prouocare il uomito, fi didempera con acqua, & con una penna fi mette dentro nella gola oltre alle radici della lingua. ma per coloro, chemalageuolmenteuomitano,fidittòlue con olio uecchio , ouero con unguento irino,&pro- hibifcefi il Conno . Ma doue purgaffe egli troppo , bifogna dar bere à i patien ti uino mefcolato con olio, percioche facendoli coli uomi tare, cella la purgatione. Ma quando con ciò fi uomitaflé trop- po,il rimedioèdi dare acqua frefea, polenta, aceto inacquato, pomi, & tutte quelle cofe,che (diligono, & corroborano lo domaco . Prouoca l'Elaterio i meflrui • metto ne i pefloli, ammaz- za il fanciullo nel uentre della madre ; tirato fu per lo nafo con latte , conferifce al trabocco delfie- le, & guarilce i dolori uecchi del capo. Inquadrali allafchirantia utiliffimamente con olio uecchio, mele, ouero fìel di toro . 40 Nascono i Cocomeri fduatìchì abondantìffimi in Tofcana , & maxime nel contado di Siena appreflo alle ca- detta lungo le mura , & appreffo Leuie .Fai [armenti .chefe ne uanno /correndo per terra , lunghi due braccia , & cofi ruuìdi che Jlringendofi con mano pare che punghino , come fefufero/pinofi . Le foglie fono come di coco- mero domestico , ma piu pelofe , piu ruuide , & piu ferme , dalla parte di [otto bianchiccie con apparenti ner netti dal- la parte di [otto, con picciuoli groffi , & molto timidi ; I fori na/cono nei [armenti per tutto dalle cauità dell'origine de iramofceìli.ì quali fono /Iellati ,& parimente gialli , come quelli dei dome/lichi , con un bottoncello didrieto.il qual crefcendo diuenta come una ghianda , quantunque piu lungo , ed' piu graffo . T ali adunque fono ì Cocomeretti fai - uatichipelofi, ma coftgroffamente, che i fuoipelifonopoco manco che [pine. Quefti maturando fi il mefe d/A gesto bian- cheggiam ,& non fi poffono cofi poco toccare , che fi /ficcano con tal furia dal picciuolo ( come è noto à chi n’ha uiHo J 6 la jpertenga ) che [chinano fuore il fucchio & il feme nelle mani di chi li tocca , come fe ufeifiero d'uno fchirppttoìo . La radice fa egli lunga una /panna , & qualche uolta piu ,& graffa cornei braccio dell'huomo bianca , denfa , fucchiofa , & molto amara .come è anchora tutta la pianta : & non folamente nafte ne i fu detti luoghi , ma in altri anchora , do- ue il terreno è magro , & arenofo , & nelle macie . Fafli del fucchio de i frutti l’Elaterio , il quale è in ufi o . imprende Valerio Cordo nel libro delle pie piante non poco Galeno per hauer detto ne i libri delle facoltà de i [empiici che il feme del Cocomero faluatico è del tutto amaro . Ma con fopportation fila dice egli la bugia , & falfamente impugna Galeno. Imperoche egli nel quarto libro delle facoltà de i Semplici al fettimo capo dice . che come fi rnruouano delle mandorle amare , cofi anchora fi ritruouanodc i femi de i Cocomeri amari , non eflicando piu de i dome/lichi che de i faluatichi . Ma ben fi debbe credere , che intendeffe Galeno del feme de i dome/lichi , come quello che uoleua ammonire i lettori , che febennaturalmenteil feme dei Cocomeri domeHichi è dolce , fe ne truoua anchora qualche uolta d’amaro per difetto fa del terreno , oue fi [emina . L’Elaterio ( per ritornare ad effo ) diffeTbeophraflo alxil 1 1. cap. del IX. libro dell hi- fioria delle piante . effer tanto migliore , quanto piu uecchio fi ritroua : imperoche riferifee hauergli affermato un medi- co nonbugiardo , ne uantatore bauere burnito egli Elaterio uecchio di dugento anni, fintogli donato per cofa rara , ua- 3 lorofifiimo Cocomero fal- uatico, & fuaef fam. & hiltor. Galeno difefo dalla calunnia del Cordo. i 2 5) o Difcorfi del Matthioli i oroftffwo nell’ operare .Il che non accettando piofcoride.dijfie , (he la uirtti folutiua non durati a potente nell’Elaterio r fc non da due anni fino à dieci . Oltre à do ritrouo, che Diofcoridc dice, che uno de i fogni del buono, è che quando sac- (ofta al lume della lucerna , facilmente s’ accende ; &Theopbraflo difife , che tanto. Immote ha in fi l’Elaterio , che art - (bora che fini necchio di cinquanta anni .{fregne il lume deUe lucerne , quando ui s' accolta . Il che confermò parimente Plinio al I . cap, del%%. libro , coft dicendo . L' Elaterio accollato alle lucerne , le (fregne del lume loro, fino atleti di (inquantaanni . Et quefio è l'i ferimento del nero, cioè che accollato al lume .aitanti che lo (frenga , lo fa prima sfa- villar e di {opra , & di fiotto . Il perche farmi neramente , che corrotto firn qui il teflo di Dioficoride . Et però è dapenfidr re , che dotte fi ritrova firitto 4 che accollato l'Elaterio itero allume della lucemafacilinente s'accende , voglia dir e, fa- cilmente lo /fregne ; percioche ogni humiditi, che non firn rntuoja, /fregne il fuoco . Ma non ritrovandoli alcuna untuofi - fitta , ma bene hurnidità grande nell’Elaterio, è da penfiare, chepiupre/ìopojfia/fregnere egli il fuoco , che acccnderlo.-im - le per oche accollato alla fiamma , il calore eccita in quella hurnidità un poco divento , il quale uj cendo fuori /fregne ageuol- Elaterio ferita VIcmjllmc ; come per chiarirmi di ciò, ho io {enfiatamente voluto vedere ( ìjfrerien\a . Scrijfe dell’Elaterio Mefite nel “ d* pl0 trattato de i {empiici, dotte bauendo prima detto l’hifloria , & la complefisiàne di tutta la pianta , venendo al cor- reggere alcuni nocumenti fiuoi, cofi diceva . Il Cocomero afinino è eficoriatiuo , & apre le bocche delle u ette : & però ge- nera dolori di budella nclfiuo operare, & fa gran fastidio . lem figli il primo nocumento , mettendo con il firn fiacco al- quanto dì bdellio, onero di gomma di dragamo, onero dandolo con latte dolce monto difiefeo, onero con acqua melata, & fiale . aumentali, & ficilitafi l’operatione fiua , mefichiandoui alquanto di fai gemma : il epe parimente fanno le (fre- tie èlephangine . Solite l'Elaterio , che fi fa del filo ficco , come la ficammonea .Ma fecondo la verità , (olile la flemma tanto per vomito, quanto per di fiotto : &{plue qualche volta anchora la cholera, & mafiìme quando ella fi ritroua pre- parata . Soìue oltre à ciò mirabilmente gli htimori acquofì da quelle parti (fetalmente , che fon difficili da foluere .Ca- 2 c ua le materie , che fono nelle giunture , & cura i dolori di quelle : & quefio fa propriamente il fino ficco , & la fia ra- dice impiaflrata con aceto . La radice cotta con acqua , & olio infieme con affienilo , & impiafirata in filile tempie , ha- uendole prima fomentate con la decottione ; guarifee ogni antica , & malagevole emìcranca .Miche uale parimente ti- rare il fio ficco fu per lo nafo mefehiato con alquanto di latte , impernile tira per la via del naf i affiifsimc fiiperfluità del ceruello : & uale perciò al fetore del nafo , & al dolore antico delcapo , & alla epilepfia . Efifolue impiastrato , co- me s'è detto, lepoficme dure , & lefcrofole , & mafsime quando uifii mette dello Stereo di capra con mele .il fiacco del frutto , & parimente della radice èmedicina ottima per thidropifia : imperocke follie l’acqua gialla ualorififfimamente. Ilche fi parimente la decottione della fiaradice . Gioua oltre à ciò al trabocco del fiele , &alle oppìlationi del fegato, & della milza , & alleficiatiche con manifieflo giovamento , nonfolamente impiagato ; ma anchora mejfio ne i crìfleri]. La poluere della radice incorporata con mele , afifottciglia le cicatrici , & (fregne i lividi delle percofife . Il ficco della ra- gc dice incorporato con farina di fiua ,& applicato informa di linimento , mondifica la fàccia, & tutto il corpo dalle ma- cole della pelle, & le lentigini .Ma è Ì auertire , che non fe ne foglia piu della debita quantità : percioche aprendo le Cornerò fate- pocc^e deue vene , foluc per dìfotto il {angue . Scrijfe del Cocomero Mfinìno Galeno all’v III. delle ficultà de ifiem- tico ferino di Uci ^ coj; dicendo _ Uj-ucco tanto del fhitto del Cocomero faluatìco, il quale chiamano Elaterio, quanto della radice, & delle fiondi , è uer amente utiliffimo per le medicine . L’Elaterio applicato di fiotto , provoca i mestrui , & ammala la creatura , come fanno tutte [altre cofe amare compofte di fittili parti , che habbiano della calmi , come è l Ela- terio . il quale è grandemente amaro, ma caldo fi leggiermente .che non eccede il fecondo grado : & imperò è egli di- gestivo . Mdoperanlo adunque alcuni , ungendolo infieme con mele nella febir amia , onero con olio vecchio ■ Tirato con latte fi per lo nafo , uale à trabocco di fide : & mitiga , & fina i dolori del capo . Il ficco delle radici , & delle fion- di , quantunque habbia uìrti, filmile all’Elaterio ; non è però cofiualorofo . Ma la radice ha vìnti molto filmile: percioche Nomi, èaflerfma , digeftiua , & mollificativi : & la fia corteccia è piu difeccatiua . Chiamano i Greci ilCocomero {alitati- co j %Ims aypiof ; i Latini , Cucumis dngumus , fyluefìris , & erraticus : gli .Arabi , Chef e allimar , Hate , alhenei , & Chetba albamar : i Tede fichi , Builder cucumer, & Efiels cucumer : li Spagnoli , Cogombrillos amargos : i Frmcefi , Co- combrejauuage . f Elaterio chiamano i Gfeafi’EariiraV: i Latini , Elaterium . Della Staphis agria. Cap. CLV1I. LA staphis agria , ouero herba da pidocchi , ha le fiondi limili alla lambrufca , intagliate : & i Tuoi filili diritti, teneri , & neri . Produce i fiori limili à quelli del giallo : & 1 follicoli uer- di, come fon quelli de ceciinei qualièdentro un nocciolo triangolare , ruuido , di colore che nel nero rolleggia , di dentro bianco , & acuto al gufto . Purgano per uomito gli humon groi- fì dieci , ouer quindici grani del fuo Teme beuuti in acqua melata : ma coloro, che li tolgono , oen- bono continuamente paleggiare. Mabifogna conprudenza elTere attento in dargli xontinuamen te à bere acqua melata : imperoche è pericolo , che non ftrangolino , & che non bruicino le tauci . Trita la ftaphis agria, & unta pofeia con olio ammazzai pidocchi, & ualea prurito, Staila ro- gna . mallicata , fa fputarfi alfaifsima flemma . Lauandofi la bocca conia fua decottione , gioua ai dolori de i denti , & riftagna il flullò delle gengiue : guarifee , incorporata con mele , 1 ulceie della bocca , che menano . Mettefi ne gli empiate che brufeiano . Staphis àgria, & lm ettmia Sc I A. T^SCE la Staphis agria, ciò è Vuafaluatica , la quale chiamano communemente gli (frettali, Staphufina.m £o '' piu luoghi d’Italia . Enne affai in Taglia , & in Calabria, & parimente in iSlria, & Schtauoma . Il [ente s hapu- I ^pmluoglnditaua.unneajjaim ragna, w ■ . blicqmentecopìofopermteleJfretìariemuJppcrfiiremaSlicatorij.&perfiireuntiomcontraàipidocc »• K. ^ Nel quarto lib.di Diofcoride. 12 e, 1 STAPHIS AGRI A. 10 Q5SSS- 4 Della 125)2 Dilcorfi del Matthioii Della Thapfia. Gap. CLVII1. LA thapsi a è coli chiamata, per ettèrc ella primieramente fiata ritrouata nell ifoladiThap fo . E di natura , & di Ipetielimile alla ferula , ma ha il iufto piu fonile , & le frondi limili al fi- nocchio, produce nella fommità da ogni ramulcello una ombrella limile allo anethoricui fiori fono gialli . Il feme è quello iftclfo della ferula , largo , ma alquanto minore . La radice è di fuori nera, & di dentro bianca, lunga, acuta, & ueftitadi grotta corteccia.. Cauafene il liquore in quello modo . Fafsigli una fotta attorno, & intaccali la corteccia , ouero che s incaua la radice al tondo , & cuoprefi , accioche il liquore lia piu puro : ma bifogna il feguente giorno tor fuori quel- lo, che ui fi condenlà. Pedali anchora la radicein un mortaio, & Ipremefene il fucco perii torchia- lo, Scmcttefi al fole in un uafo grotto di terra cotta. Alcuni ui pellano inficine anchorale fiondi: T H A P S I A. Nel quarto lib. di Diofcoride. 125^ ma e pofcia il liquore poco ualorofo . E tra 1 uno , & 1 altro quella differenza , che quello , che di- filla 5 o lì caua dalla ìadice , ha piu graue odore , & mantienu piu humido : & quello , che lì lpre- me dalle fiondi , lì lecca , & lì tarla . Debbe auertire , chi lo ricoglie di non illare con la faccia uer- foiluento, ouerod eleggere un giorno aprico lenza uento : imperoche per l’acutezza dello fpiri- t0 s’cnfia grandemente la faccia , & doue fono le membra nude , uengono per tutto le brozze . Il perche ufano coloro, che ne ricolgono il liquore, d'ungerfi tutte le membra nude con un ceroto li quido , & collrettiuo , & coli preparati ui uanno . Ha uirtù di purgare tanto la corteccia della ra- dice , quanto il fucco : & il liquore beuuto nell’acqua melata , purga la cholera per uomito , & pa- rimente per difotto . Danlì della radice quattro oboli con tre dramme di feme d’anethorma del 1 0 fucco lì danno follmente tre oboli : & del liquore folamente uno obolo . imperoche è cofa perico- lofa il tome maggior quantitade. Conferifce quella purgatione à gli llretti di petto, che difficil- mente refpirano , à i dolori antichi del collato , & oue gli humori con difficultà li fcreano : dafsi ne i cibi , & nelle uiuande à coloro , che malageuolmente polfono uomitare . Hanno tanto la radice , quanto il liquore , uirtù di ritirare dal profondo alla cima , ma maggiore di tutte laltre cofe , che operano il medefimo : & parimente di permutare , & rilaffare i pori , & meati della pelle . Il perche il fucco unto , & la radice frefca fregata , fanno rinafcere ualorofamente i capelli cafcati per pela- gione . La radice , & il fucco con ugual parte di cera, & d’incenfo, leuano i liuidi , e’1 l'angue mor- to fotto la pelle: ma non ui lìlafciano l'ufo piu di due hore: dapoilì fumentail luogo con acqua marina calda.il fucco fpegne le macole della faccia, mellòui fufo con mele à modo di linimento : 20 fana la fcabbia : rifoule i piccioli tumori ungendoli con folpho : falfene linimento utile nei difetti uecchi del pollone , del collato , de piedi , & delle giunture . Vale à ricoprire di preputio il capo del membro genitale in coloro , che naturalmente, & non per circoncilìone l’hanno fcoperto :per- ciocheui genera intorno un tumore, il quale mollificato pofcia con grafsi , rifa ualentemente la perdita del cappelletto . Scrisse della ThapfiaTheophrafio alxKli. capo del IX. libro dell1 hiHoria delle piante , cofi dicendo . La Thapfia è ma radice , che fa uomitare : & quando fi ritiene, fa purgare di fotto , & di fopra . Spegne applicata i liuidi : ma caufa nondimeno alcune bolle bianchiccie . il fuo fucco è piu ualorofo : imperoche purga abondantemente per uomito , &per difotto . Il feme non è in alcuno ufo . Hafce inpiu luoghi , cofi come nel territorio d'jlthene , doue lepe- p core pae fané non la pafcono : ma IcforcHierc molto bene fe la mangiano . il perche pofcia gli inter uiene , ò che fi pur- ghino , ò chef e ne muoiono . l\iferifce Tlinio al xxi I. cap. del xi 1 1 . libro , che Tslerone Imperadore pofe in gran ma- gnifcen^ala Thapfia nel principio del fuo imperio: percioche andando egli di notte fconofciuto, facendo mille infulti alle genti , jfeffoglìera pefio il uifo , & diuentandogli liuido , sungeua fubito con la Thapfia mefchiata con incenfo , & cera , con il qual rimedio in una notte fi liberaua : & cofi mostrando il dì feguente la faccia fana nel coietto di cia- fcuno , occultaua la fama & il mormorare, che era di lui tra la gente, che fitffe flato battuto . E' la Thapfia boggi af- fai nota in Italia , & copia grande ne nafce nonf riamente in Tuglia , doue nafcono le altre ferule ; ma anchora nelle no- fire maremme di Siena . in Tadoua , & in Vinegia fi può ella ageuolmente uedere in diuerfi giardini , filmile molto alla ferula . Scorticano alcuni di quefìi herbolatti , che uanno , & uengono ogni anno di Tuglia , le radici della Thapfia , •& uendonne pofcia le fcorzp in cambio di T urbitb, le quali fi pojfono però adoperare fi caramente, oue fi conuenga la T hap- fia : ma non però per miogiudicio fi debbono ufare inluogo delTurbith. Et però fon io non poco lontano dall'opinione del Fuchfio , il quale ( come dicemmo di fopra nel difeorfo del Tripolio ) fi crede che il T urbitb ferino da Mefue non fia altro, che laTbapfia. Scriffene Galeno al vi. delle facilità de i femplici,cofi dicendo. La Thapfia è acuta ,& ua- lorofamente calida , con il che ha anchora dell'humidità , & però tira ella ualorofamente dal profondo alla fommità digerendo quello , che tira . il che fa però ella con un certo tempo , per effer piena di molta humidità , la quale è nera- mente caufa , eli ella fi corrompa preflo . Et però diceua al primo libro delle compofitioni de medicamenti fecondo i luo- ghi : Sappi chi ufa la Thapfia , che ègrandifiima differenza nel fuo operare . Imperoche in uno anno folo perde ella gran parte della uirtù fua , & molto piu la colta di due anni , & ho quafi ardimento di dire , che quella che è di tre ami ,fia del tutto inutile. Chiamano i Greci la Thapfia, ©*4/* : i Latini , Thapfia :gli Mali , Hiantum , & Dri?x. 50 Dello Spartio. Cap. CLIX. LO spartio è una pianta, cheproduce le uerghe lunghe, Stferme, fenza alcune fiondi, malageuoli da rompere, con (eguali fi legano le uiti. Produce il feme, il quale è limile alle lenticchie , in baccelli limili à i fagioli : produce il fior giallo , limile alle uiole bianche . Il fe- me, & parimente i fiori tolti al pefo di cinque oboli in acqua melata, fanno uomitare fenza peri- colo alcuno .come fa l’ellebolo. Il feme folo purga per di fotto. Il fucco fpremuto da i rami ma- cerati prima nella acqua , & poi pelli , beuuto alla quantità d'un ciatho da digiuno, gioua alle feia- tiche, & alla fchirantia . Maceratili alcuni piu uolentieri nell’acqua marina , & fannone pofcia cri- fteri nelle fciatiche : imperoche caua fuori le ralliature delle budella fanguinofe . TA ft T A è la fmilitudine tra lo Spartio , & la Cenefira , cofi nelle fembiange , conte nelle uirtù , che ingannato già fa tempo da ciò credeua uer amente , cbcfujfe in errore , chi penfajfe,che fujje tra l Spartio ,&la Cenefira diferen\a Thapfia, & fua hiftoria. Thapfia fcrit- ca 4a Gal. Nomi. Spartio ,& fui efiamin. Difcorfi del Matthioli SPARTI O, differenti ueruna : & mafi imamente uedendo f opra ciò non poco dubitare Tlinio al I X. capo del XI i t t-H y0 > 0Ut nefcriffe in quello modo . La Gcnejìra è anchor ella utile per legare .Sono ifuoi fiori gr atifimi alle api . Ma du ito , (e quefla fia quella pianta , che i Greci chiamarono Sparto ; battendo io dimoflrato , che di quella fi fanno lini pei uf o e pcfcatori : & fe di quefto intende [fé H omero , quando diffe ; Gli [parti delle nauifciolti . Imperoche e cofa celta ,oe a fuo tempo non era in ufo ne lo [parto Mphricano , re lo Spagnuolo : & fe ben lenaui fi cufciuano , fi ritruouacio a quel tempo ejfere flato fatto con lino , & non con [parto . Quefìo tutto diffe Tlinio . Ma leggendo poi , & effaminan o piu accuratamente Diofconde , battendomi però di ciò prima auifato il clarifsimo medico M. Tietro Cannile™ Spagnuo o protophifico del Sereniamo Ferdinando d'^t ufiria Fede Promani , il quale piu uolte ha uedutom Spagna le piante del- lo Sparto , & della Genefìra c opiofiffime , & differenti ; uenni fenfat amente à conofcere la d iff eretica tra lo Sparto , & la Genefìra . Imperoche ferine Diofcoride , che lo Sparto è pianta fetida foglie : & che ifuoifiorifonoftmilià quelli e - le uiole bianche . Il che non fi uede nella Genefìra : per cieche fh ella affai fiondi lunghette , quafi come di lino ; i fiori Nel quarto Iib. diDiofcoride. i2^y G E N E S T R A. gìaUiin forma di lima , come fon quelli de i pifclli :&il femc tic i follicoli, come quello della neccia . Di modo.cbefmfla- to costretto perfhuorirc piu alla uerità , che alla pertinacia ,di uenirc nell' opinione di coloro , che uogliono , che fieno lo Spano , & la Geneflrt differenti . Ma quefìo non però ch’io creda , che fieno differenti fenondi fpetie . imperochetan- taègrande laconformità traloro , che fe benenon fono una piantamedefmaifonononiimenad'm medefmo generee L'ufo dello Sparto cominciò, fecondo che ferine "Plinio alll. capitolo delx IX. libro ,dopo molti fecoli, ne fu auan Spart;0j & fuo ticbeìcartbagineparmeggiafferolaprimauoltain Spagna .E' anchora queffa herba , che nafte per felìejfa,&che ufo. tmfifemina , & propriamente è giunco di terreno arido , & uitio della terra . Imperoche doue cglinafcenon ffpuofe- minare altro ,& feminandoft non uinafee .In Mphricanafce egli coft picciolo , che non naie per cofaucruna. Buono I0 è piamente quello , che nafee nel paefe di Carthagine nella parte della Spagna dì qua , ne ancho in tutta quella parte c egli buono . Di queflo fanno i uillani i lor letti : di quefto il fuoco , le faci , i caliamenti , le ueSìimenta de i pallori, "nuoce al befiame , eccetto quel poco di. tenero della cima . Stirpafi ,pcr l’ufo ebefenha , di terra auolgcndolo attorno à baffoni J2$6 Difcorfi del Matthioli (f bafloni di legno ò d'offio, & coft Bufandolo dalle radici; mttpercffcr egli pungente nelle fonmità lifognahauer guati ti in mano , & fliuali in gamba , Legafipofcia iitfitfci , &fhffiene un monte , & lafciafì cofi flarc per due giorni : pofeia ft feioglìe , & Jj’argef; nel Jole, fino chef; fiocchi: rilegali dipoi ,&portafi al coperto . Maccrafi poi col tempo molto be- ne coi; l'acqua marina , & ambo con la dolce, oue non fia della marina : & pojììaft fecca al fole , & bagnaft di nuono. Ma uolendoft far prejìo , oue ftimoli il bifogno ,fi bagna in una fina con acqua calda , & puffi poi feccarc , douc flan- do diritto , dimoflra molto bene, che l’opera fia Hata abbreuìata . Battef: quello per l'ufo che Je n’ha nell'acqua , & nel mare , oue non s'mfi'adifcona mai le file fimi .Ma per far fimi da ufare fuor dell’acqua in [ecco , il canape di gran lun- ga fi gli preferire . Ma lo Sparto fi nutrifee anebora /ommerfo nell’ acqua , ricomperando cofi la fete de luoghi aridif- fwi > oueoglinafce . Tare oltre à ciò cheftrimoui per propria natura : imperoche quantunque fia egli ueccblo quanto fi uoglia ,fl mefcola còl mouo. Vero difeorrerà molto ben con l’animo , chi uorràfìimare il miracolo di quanto fia egli in ufo in ogni paefe , per gli armamenti delle naui , per le machine degli edifici) , & per altre commodità della u ita . T ut- Geneftr»,& l'uà tù qHefi0 diffie dello Sparto Tlinio . Maritornando alle GcncBre , diati pur bifogna dir anebora qualche coft, per eira“' mantenere il noflro ordine , dico , che fono in Tofana per tutto abondantiffiime : ; Ione oltre all’effiere in grandifiimo ufo per legare le uigne ; fanno dife marauigliofo frettatolo il Maggio, & il Giugno [opra alle colline , oue nafeono , per di- feernerfì molto di lontano il fulgentiffiimo color d’oro, che rifr tende dailor amenifiimi fiori ; di cui fi caricano cofi abon - dantemente , che qualche uolta , oue fono le piante freffie ,fi uede dalia lunga tutto un monte d'oro. Sonoi lor fiori ( co- me ferine Tlinio ) gratijìimi alle api . Et però fi piantano attorno à ì luoghi della lorpajlura . adoperano il tronco del- la Gencflrt,& parimente le fkfcine de fuoirami coloro, che fùnao lamaiolica di colore d’oro , ne la poffiono colorire fenica ejfi . Mitri macerano le Gencftre , come fi fa il canape , & fattogli la medefima cura , ne fanno canapi groffit per Gencft"* fcrrt- le naui ,& ne teffiono quella tela groffia , che s’adopera per far fiacchi .che noi chiamiamo Carmignolo. Fece della : ta da Mefite, Geneflramemoria Mefite tra gli altri fimi [empiici folutiui , cofi dicendo . La GencBra è una pianta , clic con ognifua parte conturba , prouoca , incide , & affiottiglia , nuoce allo stomaco , & al cuore . Ma figli toglie il nocumento ( co- me difie Thilagrio ) mefcolandola con mel rofado , & parimente con rofe , & con mafiìce . Debbcfi dare ìlfuo feme con acqua , & mel rofado . Coneggeft anebora il nocumento fino con anefi , con feme di finocchio , & di dauco . Il fiore fo- fiienepoca decottione , ma il feme afidi piu . Solue queflo peruomito ,& pei- di fiotto ualorofamcntc la flemma, & le materie, che fono nelle giunture, & mondifica le reni da tutte le fuperfluità : prouoca gagliardamente l’orina ,& rom- pe le pietre delle reni ,& della uefcica ,&non ui lafcia condenfare dentro materia alcuna in pietra .1 fiori beiiuti con mel rofado , onero nelle uoua, rifoluono le fcrofole . Il fino oximele , onero defilo feme , rifolue lepofleme della milyt . Vfandofi jjieffio di uomitare con effio , conferìfce alle feiatiebe , alle podagre , & al dolore delle reni . Dafii de i fiori da Spiedo fcritto due dramme fino à cinque ; & del feme da tre dramme fino à quattro . Scriffic dello Sparto Galeno all'x ili. libro diG*1’ delle fitcultà de [empiici, cofi dicendo. Il feme, & parimente il fucco dello Sparto, con cui fi leganoànoi le uigne, è ualorofamente folutiuo . Chiamano i Greci lo Sparto , tnrdfnm : i Latini , Sp'attium , & Spanimi . La Genefira chia- mano i Latini , G enfia ; li Spagnoli, Genefira , Gicfta , Giefleira , Nomi. Del Silibro . Gap. CLX. 1 L sili ero è una pianta (pinola, larga, cheproducelefrondifimilialchamcleone bianco. Mangiali quella ne i cibi , quando è frefea , cotta con fale, & con olio . 11 fucco della radice be- llino al pelo duna dramma , fa uomitare . Nomi. I L silibro nonnafee ( cheto fappia) in Italia: oue penfo.che ài tempi noBri fià egli del tutto incognito . percioche quantunque ui poteffie egli nafeere , tante poche fon le note , che di luiferiue Diofcoridc , clic in nero non mi paiono baBantiper dimoBrarlo . Chiamano i Greci il Silibo.a'muBnv: i Latini Silybum . 4C Della Ghianda vnguentaria . Cap. CLX I. LA ghianda unguentaria è un frutto d’un’albero limile al tamarifeo , grande come una r •• J — £\ OH1ANUA UlIgUVIIlUiiaV tAAA iAMVVV. VA MA. MAVAV.AVT aaaaaaav. M.A ” ~ ■ ^nocciuola . la fultanza del quale pella , rende un'humorc, come fanno le mandorle amare : il quale ufano in cambio d’olio perlipretioiì unguenti. Nafce in Ethiopia,in Arabia, & in Pietra cartello apprdlo alla Giudea . Lodali quella , che è piena , frefea , bianca , & che ageuolmente h 5 0 monda. Quella beuuta al pefod’una dramma, fminuifee la milza : impiaftrafi con farina digio- glio , & acqua melata in fu le podagre . Cotta nell'acet o , & aggiuntoui nitro , fpegne le cicatrici nere , la rogna, le uitiligini , & la fcabbia : & con orina le lentigini , i quoii , le bolle della faccia, & altri difetti della pelle, fa uomitare :& tolta con acqua melata, folue il corpo. E’ contraria, & nuoce allo flomaco . L'olio, che fe ne fpreme fuori, (olue beuuto il corpo . Il fuo gufcio ftringe piu forte. Il liquore, che li caua dalla parta, s’aggiugnc nei medicamenti afterliui,che fono utilial prurito , & alla ruuidezza della pelle . Ghianda un guentaria Tua hiftoria, lun”T JL ghianda unguentaria , la quale chiamarono gli antichi Greci Mirabolano , & Balano mirepftco , nafce il & | 4 j tempi noftri(come riferifeono alcuni ) in alcuni luoghi di Spagna quella che fi porta à noi,uiene d Mejfandna di Egitto , doue crederò io che fi porti d’Arabia , & forfè anebora d'Etbiopia,ouc diffe che nafceua Diofcoridc . di Egitto — j-r - - — i - i jl n ì f r Della forma delle foglie ritruouo non poca difcordiafiaglifcrittori j Imperoche Diofcoride ferme , che fa ella le foglie^ J25>7 Nel quarto lib. di Diofeoride. L I L A C. fimili al taìnarigio, Theophrajlo fimilial mirto , & Vliniofimili alt berla chiamata H eliotropio . Onde dubito che ò nel- le ffemplar di Theophrajlo , ò in qucUo di Diofeoride non fia qualche errore . cioè ò che in Theophrafio fi legge (Mitrine per fAvplnf , ò che in Diofeoride fi legge fujphwsper pvprim ,pèrcÌO:he in ciafcuno per la conformità del uocabolo pof- fono hauer erratogli fcrittori . Ma non fo neramente di cui autorità fcriucffeTlinio alxx I . capo del x 1 1 . libro che la pianta della Ghianda unguentaria fnc effe le foglie de H eliotropio Joucndonc pur cglihaucrne letto in Theophrajlo mol- to fuo familiare . L'eccellentifimo medico M. Andrea Marini ferine nelle annotationi da lui fatte fopra i fcmplicifo- lutiui di Mefue , anyj dipinge una pianta per la ghianda unguentaria, la quale dice hauer hauta dal Clariffimo M. Ticr- Antonio Micheli gentiluomo Veneti ano , molto differente in tutte le parti dalle altre dette di fopra . Ma non ho ra - IO £Ì°ne con cui poffa prouare fe fa uera òfhlfa quejìa figura . il titolo che uè fcritto fopra fo ben io effere fhlfo per effer fritto Ben bianco, onde ho da dubitare, che la pianta non feguiti il medefimo errore . La pianta poi di cui è quii' imagine portò feco da Constant inopoli molto ben dipinta fotto il nome de L ilac i^ hrffini ^Signor A u- LiUe. 12 c> 8 Difcorfi del Matthioli getto de Busbeke nel tornare dalla fua legatione di fette anni appreffo al grande Imperador de Turchi Solimano ; La quale uedendo io hauere i frutti filmili à i Tijìacchi > andai fubitofufpicando ,fe poteffe effer ella la pianta della Ghianda Vnguentaria,& ne uolfi metter qui la figura , accioche anchora altri ui poffin f opra determinare.Vn ramo frefco di una pianta con i fiori ho hauta quefl'hanno dal uirtuofifjìmo Signor Iacomo JLntonio Cortufo ,& dipoi uno altro coni frutti , lefilique de i quali fono però affai minori di quelli della qui fiampata figura ; ma per altro fono quefìe tra effe del Oftrys. mito fìmili ,onde non ho poffuto non fumicare che fra quefia pianta la Ottrys che fcriue Theophrafio al x.capo del tergo libro della hifloria delle piante : Haucndo quelle che mi mando effo Cortufo fcritto fopra Ottrys di Theophrafio , & firinga dal fior porporeo, cofi uolgarmente detta , & è: pianta peregrina ,& particolare dell ^Africa : della quale tengo molte piante nell’horto mio perle foauità dell'odore de i uaghiffimi fiori fuoi. tutto queflo era fcritto fopra le pagi-' ne di quelle che il ditto Signor Cortufo mi mandò . il che ho uoluto qui porre algiuditio & alla cenfura de buoni & fa - I O uiprofeffori di quefia diuina facoltà delle piante . & fi ritruoua hoggi abondantiffma appreffo a tutti i profumieri, & chiamatila Ben . E' frutto quafì del tutto filmile d i pittaceli? , triangolare , di bianca feorga , ma affai piu fragile : il cui nucleo è molto pieno , graffo , e*r oliofo . di cui cauano quell'olio di Ben , che mai nonfirancidifce , ne diuenta uicto , & che però è in pregio appreffo à i profumieri per difìemperare i loro odori , come fu ampiamente detto di fopra nel trat- tato degli olij nel primo libro . Chiamaft quetto frutto Ben dagli jdrabici : percioche cofi chiama Serapione la Ghian- da unguentaria ( fcritta da Galeno , & da Diofcoride ) a i c clxxv III. cap. deìjuo trattato de ifemplici . C ofipa - MefueT^10 2 rimente lo chiama Mefue nel compendio , che ei fece de i femplicifrlutiui ,-còfì dicendo . il Ben è di due frette , luno fri il fitto frutto grande , & t altro picciolo . Il grande è triangolare , digrandcT^a d’una nocciuola : & del picciolo è co- me un cece . Hanno amendue la midolla untuofa , tenera , & bianca . Il grande è quello , che è buono : percioche il pic- ciolo è come un cece . Hanno amendue la midolla untuofa , tenera , & bianca . Il grande è quello , che è buono : perciò- 20 che il picciolo è maligno . Del grande quello è migliore , che ha la feorga bianca , lifeia , f ittile , & che ha la midolla te- nera , bianca , & untuofa . Il uccchio è fempre migliore del frefco . Del picciolo il migliore è quello , che nel bianco ne - reggia , & che ha parimente la midolla tenera , bianca , & untuofa . Ma Diofcoride lodo per lo migliore il frefco : ne diffe chefe ne ritrouaffe ,fenon di grandetta d’rma nocciuola , come differo parimente Tlinio, & T heopbrafìo: quan- tunque Mefue tenga ù contratto . L'olio à tempi nofiri fi caua dal nucleo , come fi cauaua al tempo di Diofcoride . quan- tunque Tbcophratto dica , che per fare olio , tolgano folamente i profumieri ilgufcio , & che niente per ciò itale il nu- cleo . Il che battendo uitto Tlinio , temendo di contraporfì à Theophrafio diffe , che i profumieri fdceuano l olio della feorga , & i medici della midolla del frutto : percioche quetto nelle medicine , & quello ne gli odori haueua il fuo ufo ; fodisfiicendo cofi ad amendue le parti . Ma in itero à i tempi nofiri tanto da i profumieri , quanto da i medici fi frreme folamente dal frutto . 7fe credo 3per quanto ho potuto io comprendere , che dalle feorge fi caui olio alcuno , per effer e elleno aridifiime , & fecche , come fon quelle de i pifiacchi , & delle nocciuole . Del che fa manifetta fede il tacer felo Diofcoride , tanto nel primo libro , quando infegnò à farne l’olio nel modo , che fi fa quello delle mandorle ; quanto nel Dubbio del Ma pr e finte capitolo . Del che non ricordandoci il Maliardo da E errar a , bicorno peròfamofo , & fegnalat 0 , dubita nel - nardo fciolco. [e annoi atìom, che ei fece fopra i femplici folutiui di Mefue, fel olio fi debbia cattar dalla midolla del nucleo , onero dal - lefiorge : dicendo , che in alcuni Diofcoridi fi ritroua , che fi debbia cattare dalla fu ftaniti del frutto ; & che in alcuni altri non ui fi ritruoua mentione ne di frutti , ne di feorge . Il perche parmi , che fe non gli fodisfaceua l'ambiguità det tetti di Diofcoride, per fapere , che già Theophrafio haueua detto , che i profumieri lo cauano dalle feorge ,& chel frutto era di niun ualore ; lo doueua al meno cauar di dubbio Galeno : il quale efrreffamente dice , che i profumieri , ò uogliamo dire unguentari , lo cauano per l ufo loro dalla midolla , & uerafuflan^a del frutto . Ilche quando bene 5 ba- ueffe taciuto Diofcoride , dimofira apertamente hauere la medefima intentione nel primo libro , doue infegnando àfare l'olio della Ghianda unguentaria , diffe , che fi cauaua nel medefitmo modo , che fi catta quello delle mandorle : il quale fi caua dalla fttfian\a del nucleo , & non dalle feorge del frutto . il che fu argomento , ò chel tefìo di Theophrafio , da cuiprefe Tlinio ciò che ne fcriffe , fra fiato corrotto , onero fia fiato da lui cattato da non uerdico authore . Et queflo non folamente dimottrano le ragioni, & autorità allegate di fopra : ma il commune ufo di queflo olio , che fifa della Ju- ftan\a del frutto , & non delle feorge dagli ifiefii profumieri : non perche uifia alcuno grato, ò ingrato odore ; ma fo- lo perche tra tutti gli olij non fi ritroua altro liquore untuofo , che non s inrancidi fca , fe non queflo olio di Ben, con il quale , per quefia fua particolare uirtu , folamente dittemperano i mufe :hi , i ghetti , le ambre , & le altre loro mifiure odorifere , che sufano per profumar guanti, & altre cofe , che la lafciuia, & le delitie del mondo hanno infegnato agli huomini ; effondo certiffimi , che lungo tempo fi poffono conferuare femga temere , che s inrancidi frano . Imperochcfe fi diftemper affieno quefìe cofe odorate con altri ogli , non è dubbio , che col tempo diuentarebbeno rancidi : efìendo que- ^ Q fio il proprio d'ogni olio , che sinuecchia , eccetto che del Balanino . Onde interuerrebbe poi , che i guanti , & l' altre co- fe profumate , non dopo molto tempo puntar ebbeno piu di rancido , che di mufehio , d’ambra, & di ghetto . Dal qua- le efrerimento fi può molto benconofcere fe quello e uero olio Balanino , che fi fa dal nucleo della ghianda unguentati a Ben,& lue uir- Oltre à ciò trattando pofeia Mefue le uirtu del Ben , foggimfe quefie parole . Il Ben grande è meifiuo , atterfiuo r tù ledete daMe mondificatiuo , & aperitiuo : ma conturba , & uolta lo filomaco per la fua acuta , & fuperflua humidità , che fa U0™1~ lue* tare . il minore è affai piu forte in ogni fua operatione : & però opera congrandifiimo trauaglio , di modo chefrefjofk tramortire , & fa fidare fudor e frigido . Il perche non fi dee dare in modo alcuno per bocca ; ma filo adoperare per le untioni , & altre medicine etteriori . La malitìa del grande fi corregge , arroflendolo al fuoco : percioche cofi fi priua di quella fua humidità , che fa uomitare , & gli refia folamente una uirtu folutiua , che opera per il corpo . Correggon- lo parimente ilfeme del finocchio , & degli anefi . Mangiato , ouero beuuto ,folue per uomito , & per difotto gli Ini- 6q mori flemmatici , crudi . E' medicina mirabile à i dolori colici gemmatici , & uentofì , non folamence tolto per bocca; ma anchora meffo ne i crifieri . Vimpiattro , che fifa del fuo frutto , di farina d'orbo , & di mele, rifoluc lepofieme, & Nel quarto lib. di Diofcoride. ?" il ìumd0 uofmo uCm ?8e^ medicina per purgare U uificre , & mafiimamcnte del fegato , & della m\a, la diamo con aceto inacquato. Godefifopra modo della compagnia dell aceto nelle fue eHrinfeche operationi - di modo che diuenta cefi miorafo, che mortifica la rogna , & lafcahbia , & molto pini altre ulceragioni della pelle di muco cura, come lentigmi, umUgini .quofi, albera, peticchie, achori,& fmili.che procedono da graffi humorie & Ifv1 parimente i fegm delle cicatrici .Ma è da fafere , che douendofi applicare alla mìha , bifogna congiugnerla qualche farina difcccatma , come è quella delforobo , & del gioglio. Lafcorgafm rijlagna ualorofamente & p ero _ ’fi può ella benifimo «fare ,oue fia bifognodiriflagnarc grandemente .Tutto quello delBalano mirepfico, cioè della IO Ghianda unguentaria 3 diffe Galeno . II che hauendomi riuocato à memoria i Mirobalani, che in cinque W'robarani'>& mie , & diuerfe (fetiefono in uf ? à i tempi noftri nelle ffietiariC) non ritrouandone io hittoria alcuna dagli antichi Gre - * °r° ci} quantunque in alcuni luoghi corftuameme qualche uolta gli nominafero ; ne dirò qui tutto quello , thè da Serapio- ìic , da Avicenna , & da Mefite fe ne ferine , Dico adunque, che cinque fono lentie de i Mirobalani nell' ufo de i moder- ni medici , ciò è , Citrini , Chebuli 3 Indi , Emblici , & Ecllirici ; i quali tutti fono diuerfi di forma 3 come ancho di f acui- tà . Et però è da penfare , che piu pretto fieno frutti di diuerft alberi , che d'm folo . quantunque fi babbiano creduto ai- timi ( come fanno cfcrefimcnte i reuerendi Vadri , che hanno commentato t antidot ar io di Me fue ) che i Citrini , & i Chebuli fieno frutti d'un medefmo albero : & che i Citrini fi colgano immaturi auanti al tempo : & i Chebuli , quando fono perfettamente maturi . Mitri fi credono , che l’albero porti i fkoi frutti due mite l’anno 3&hora produca quetti , &bora quelli . Ma in uero piu pretto (fecondo chehabbiamo detto ) è da penfare 3 che fieno prodotti da diuerft albe- rò ri, che altrimenti: percioche hanno tutti qualche particolarità nelle loro operationi. Maquefio però non dico io per affermarlo , percioche effendone fin bora incognite le piante che li producono 3 non fe ne può determinar per uero cofii veruna . Lefigure.de i Mirobalani Citrini , chebuli , & Indiani fi ueggono fiampate dal Marini nelle fue annotationi fio- pra Mefite » ma nonne ha piaciuto di tr affi or t arie in quetti nofiri commentari 3 non già perche habbiamo penfato di far- li con do difpiacere , & mafiimamente haucndoegli feruitofi in quel luogo di molte & molte delle nofire ; ma per non faper noi fe fieno uere òfalfe , per non ritrouarfi ueruno tr a gt Arabici fcrittori) che ne deferiua l’bittoria . Connume - ranfi i Mirobalani tra le medicine benedette : percioche quantunque fieno folutiui , non debilitano 3 angi che conforta- no lo ttomaco 3 & le uifeerc , preparando, & ritirando inficine tutte le parti loro, che f, afferò laffe 3& confortano il cuore , il fegato , & tutto il corpo . Solo questo nocumento hanno in loro , ciò è , che aumentano le oppilationi : & però non fi danno àgli oppilati , ne à coloro , che fon diffofii à cadere in tal difetto . Sono i Mirobalani ucr amente la prepa- ra ratione di tutte le medicine acute folutiue : & però utilmente fi mettono con la fcammonea . I piu lodati de i Citrini fon quelli ) che f j no ben gialli , & tendono alquanto al ucr de , grani , pieni , gommo fi , grò fi di corteccia 3 & che hanno il loro offo picciolo . De i Chebuli quelli forni migliori , che f m piugrofi , di colore che nel nero roffeggia , di tal forte grani ) che mejfi nell’acqua , preflo uadano al fondo , & che hanno la corteccia gr offa . Ottimi fono gli Indi , che fono neri , che rompendofifono di dentro faldi , & ben denfi }grofi ,graui , & fien^a offa . I migliori Emblici fon quelli , che fi ci portano in pe^yf piugrofi , denfi 3 graui , & che hanno piu polpa , & manco nocciolo . Eleggonft i Bellirici groffi , denfi ) graui , & che habbiano groffi corteccia . I Citrini ,gli Indi , i Chebuli , <& i Bellirici fono frigidi neiprimo gra- do ) &feccbi nel fecondo : magli Emblici fono in amenduc folamente nel primo. Vfimuouefi quel nocumento loro oppila- ttuo ) meficolandoli con cofe diuretiche , infondendoli nel fiero , & accompagnandoli con fucco di fumoterrc , con affen- ) con agarico , con rhabarbaro , & con [figo . Freganfi con olio di mandorle } onero di fefamo , acci oche diuentando jo vntuofi, non s’attacchino allo flomaco .Al che fi ripara parimente dandogli con la cafia , con la marnati coni ta- marindi . Dafi la loro infufìone , quando fi cerca f riamente di foluere : & lapoluere , quando fi uuole rifiagnare . Il che fanno tanto piu ualorofamente 3 quanto piu fono macinati fottili . I Chebuli conditi foluono manco 3 &piu conforta- no le membra nutritine : ma i crudi fanno tutto il contrario . L’ufo de i Mirobalani ( diceua Mefue ) fa ringioueni- Mirobalani Se rc >& fa buon colore 3& buono odore di tutto il corpo : generano allegre ì^a3 confortano lo stomaco 3 il fegato , & lorofacultà. parimente il cuore : conferifcono alt hemorr oidi 3& all'acuità della cbolera . jqelcbe fono neramente affai piu degli altri ualorofì i Citrini: percioche la foluono , & conferifcono à tutti coloro , che hanno le compleffioni c alide . Frega- ti f opra una pietra con acqua <£ agre fio , ò con acqua rofada 3 onero con fucco di finocchio , mortificano gli occhi 3 ui frangono le infiammagioni 3 & ui difeccano le lagrime . Triti in poluere con mafiice , difeccano , & confi riddano l'ul- cere • I Chebuli foluono la flemma , chiarificano lo intelletto , & la uifia , & propriamente quelli , che fon conditi : fa mondifìcano 3 & confortano lo filomaco , & uagliono nell’hidropifìe , & nelle febbri antiche . Gli Indi , i quali chiama- no anchora Tferi , foluono la melancbolia , & la cholera adufita : conferifcono à i tremori , fanno buon colore, fon buo- ni alla lepra , rimuQuonola trijleiftì , & fanano le febbri quartane . Gli Embilici foluono la flemma , & fono di quelle RRRRR 2 cofc, / 1°' Difcorfi del Matthioli cofe,che confortiino molto il cernito : aumentano lo intelletto, confortano il cuore, mondificanolo Slomaco dalla flemma , & l' altre putrefattioni , lo confortano ,&lo preparano : fa erigono la fete , prohìbifeono il uomito , & gene- rano appetito. Il che fanno parimente iBeUirià. Scrijfe trai moderni Greci de i Mirobalani attuario, togliendone ( come ejfo confejfa ) tutta l’hifloria dagli Mali : percioche prima di lui, ninno degli antichi Greci ne fcrijfe l hifio- ria . Ma nonfo però io magnarmi per pual ragione fcriueffe egli de Miro balani tra i medicamenti , che fanno uomi- Chrifobohno. tare .■ ejfendo eglino di quelle medicine , che ualorofamente riflagnano i nomiti . Oltre à ciò non fi può per certo fape- reàqueflinoflri tempi, che medicamento fìa quello , chiamato da gli antichi Greci Crifobalana : a cuiajfegnano uirtu di digerire , & di fortificare , fimiliaUa fatica Indiana : & lodanlo per ì dolori colici , per gli ardori dello fornace , & per il fmghioggp , come teftifica Galeno d’authoritd d'afdepiade ncll’v nl.&ix. libro delle compofitiom de i medi- camenti fecondo i luoghi . Et fi bene fi ritruouano alami moderni , che uogliono .che i Chrifobalani fiano le Tfoci mo- fcade ; io però non poffo accollarmi alla loro opinione , per uedere nelle noci mofeade colore bianchiccio ,&non aureo , &fapore al gufìo acuto ,& che nijfimo degli antichi Greci fece di loro memoria . Tiu oltre non ntruouo , che del Chri- fobalano fcriueffe Galeno nel libro delle fatuità defemplici . Il che fa manifeflo argomento , che egli nonio conofief- fe. MahauendomilaGhiandaungucntaria,chiamatadagliMabiBen,ridottohoraàmemoriail B ee n rojjo, & parimente il bianco, che nelle medicine cordiali fono boggi frequentati nelle faetiarie, non tritruouandone io menno ne alcuna apprejfo Viofcoride , ne à qualfìuoglia altro degli antichi Greci , non ho doluto mancar di non dirne qual- che cofa in beneficio del mondo .Et però dico , che niuna di quelle radici , che fono in ufo tanto per lo Eeen bianco , quan- to per lo rolfo .fono le nere . Impero clic Serapione dice, che produce il Been le radici fmili à quelle della pastinaca mi- r “ : . , ,r--r ; a: !’ Juirrnm, Uni . tiriUC . che l BCCll foUO Been rotto , & bianco. Nomi. ler Lo rojjo ,Jono Le uere , ìmperocve strapiove uuc » ujc yi vuiuc n dcciui - r nore , torte , odorate , & uifeofe nel maflicarle , & che fi portano d'Armenia . a niccnna poi , ferme, che i Been fono peggi di radici legnofe , uigge , crefae , & contratte nclfeccarfi . Ma nelle noHre, le quali fi ncolgonom Italia , & non in Mmenia , non fi ferite alcun grato odore , non ui fi ritroua uifeofità , eSrnon nifi conofce conferenga alcuna con le radici della paftinacafaluatica : à cui fono tanto fintili , clic diffe H aliabbate ejfer quelle medefime . Et pero non mi pa- re , che con ragione alcuna fi poffd dimoflrare , che quefleradici .che sufano , fienoi Been aeri, di cui intendono gli strabici . quantunque anchora traloro fianonpoca dijferenga nel deferirgli . Il noHro bianco Mce per tutto alla campagna , & opimamente nei prati : & del rojfofc ne mua copia infinita non lungi da Fmcgia m fu ludo maggio- re . Il quale credo piu prefio io , ebefia il Limonio , oneramene fuafactic , come di [opra nelfito proprio difeorfo fu det- to. Ji ìcolao Mirepfico , & parimente attuario chiamano il Been , Hermodattilo : ma non fo pero per qual ragione , attenga che fia mamfefiameme altra faetic di radice d‘ Hermodattilo di Taulo , & de gli arabi . Chiamano i Greci la Ghianda unguentaria, /tpi*»: i Latini. Giani unguentaria :gh arabi, Habben , & Ben : li Spagnoli a- uellana de la Inditi j T aftdgo , & Miti#* / Nel quarto Jib. diDiofcoride i jor DeINarciflb. Cap. CLXII. Chiamano alcuni il Narcifió, lirio, comefannoanchorail giglio, produce le fiondi fimi- li al porro, lottili , molto minori, & piu ftrettc: il fuftoè concauoJ& fenza fiondi, il qua- le crelcepiu d una lpanna : fa il fiore bianco , & di dentro giallo , come che in alcuni fi ritroui por- RRRRR 3 poreo ijfoi Dilcorfi del Matthioli NARCISSO II. poreo: la fua radice è cipollina, ritonda, & bianca didcntro:ilfemeè quali come ferrato in un» cartilagine , nero , & lungo . Il ualorofilfimo nafce ne i monti , & fpira di foaue odore : tutti gli al- tri hanno odored'herba,& di porro. Laradice cotta tanto mangiata, quanto beuuta ,fa uomi- tare: gioua alle cotture del fuoco , applicataui pefta con un poco di mele .meda in fu i nerui taglia- ti, gli confolida . Gioua impiaftrata parimente con mele , alle dislogagioni delle cauicchie de pie- di Nel quarto lib.di Diojfcoride. lì°ì NARCISSO COSTANTINOPOLITANO. dij&àidoIoriueCchi delle giunture. Spegnecon aceto, & fl-me d'ortica le macole della faccia, &leuitiligini:&purgaconorobo,& melela marcia dell’ulcere: rompe le pofteme, che mala- ■ geuolmente fi maturano . Impiaftratacon farina di loglio , & mele , tira fuori ciafcuna cofa , che 10 infitta nel corpo. RRRRR 4 /i 1304 Difcorfl delMatthioli N A R C ISSO IIII. Nareiflo.&fuà TI narcIsso ( diceuxTheophraflo alvi ■ cap. del VI. libro dell'hiBoria delle piante ) fa apprcjfo à terra hiftoria. I le fondi fintili à quelle dell'amphodilio ,ma molto piu larghe .fmili dquelle dei gigli. 'Produce u )uj ouer e>J - „ alcune fiondi , che produce il fuo fiore nelle fommitd , & il feme rinchiudo in unapellicola , come immetto apat largo , nero di colore , & lunghetto di forma . il quale calcando , rinafee per fe Hejfo , come che lo Jemmmo anc tor i coloro idieloricolgono t & piantinlo parimente diradice , la qualeha egli , ritonda , ampia , & catnoja . rejce at damente: Nel quarto Iib.diDiofcoride. 1305 ••NA R €,1.5;$ 0 , V- damate :& però non fiorisce , fé non dapoi Jlrtwro nei! equinottìo dell' autunno . 'PÌinio alxiX. tap. del xx I . libra fece il T^arcìffo di due fpetic , cofì dicendo . I medici hanno nell'ufo loro due jpetie di T^arcijfo : de qualiimo fa il fio- re porporeo, &l altro lofi uerd e • Quello è neramente nimico dello Uomaco: & però fh uomitarc , grana la.tefla , In nuoce a i nerui , &folue il corpo , Ter la quale dottrìnafi uededeuiare in amendue da quello , che fcriue Dìqfcoride.t pcrcìoche dice egli , cbe'l fuofa il fiore bianco, con alquanto di giallo nelme%o:& Tlinio all' uno diede il fiore porpo- ra. i}o6 Difcorfi del Màtthioli ■K A'R G4 S S O V i. tea ,& all’altro uerde . quantunque nel medefmo libro trattando del Tstarciffo trainigli dicéjfc , concordandofime- glio con Dioficoride, che l’uno producete il fior porporco >& l'altro bianco ,& giallo . Ma neramente nonmi fo iodi quello maraitiglia : perciochc anchor’io ho ueduti i TJarciffi di diuerfè fpetie , & cori fiori di diuerfi colori; come per le .. - . «arie imagini,& figure qui polle da noi può ciafamo manifefiamente e ’fer chiaro, le quali effondo tutte fiate ritrat- tota' Gal. Cnt" te dal uiuo, & mitrando le uiue note loro nonne par ejfer flato bif rgno di deferiuerne qui Ibi fiorie . Scrinine Cale - Nel guaito lib . di Diofcoridc, ■ ' . O ’ N.ARCISSO VII. 1J0.7 M alt VI 1 1, delle facultà de femplici ,cofi dicendo . la radice del T^arciffò è Meramente cofi difcccatiua, ch'ella falda l ulcere grandi ,& parimente le ferite profonde fino à i nenà maefiri . Ha oltre à do deli afierfiuo , & dell dttratiuo • Nomi, lo elùdano i Greci il^arriffoyNdpKtosos: ì Latini itìarciffus : gli Arabi j7{arces ,& 'Nargics: i Tedefchi , Vchtblu- ntSihHornungsblmeni& Zeitlofen . jo8 Difcorfi del Màtthioji NARCISSO Vili. ; j ' r i '< i j ;i t- n Dell’Hippophae.- Cap: CLXIII. LO hijpophae, con il quale i maeftri , che purgano i panni , polifcono le ueftimenta , na- fce in luoghi fabbionicci, & nelle maremme . E pianta farmentofa, folta, & larga : le cui tron- di fono lunghe piu di quelle de gli oliui,& parimente piu tenere: tra le quali elcono biancheg- gianti fpine. fecche ,angolofe,& diftantil'una dalìaltrauna certa quantità di fpatio: producei fuoi fiori in racemi limili à i corimbi dell’hedera , quantunque minori , teneri , bianchi, & in par- teròffeUmti. La radice è tutta pregna di latte, groflà, tenera, Starnata al gufto ideila quale fi IO caua il fucco , come della thapfia : il quale coli per fe fletto ouero impiaftrato con farina iw obf» caiiailluccOs comcacjia fi fecca , & fi ripone per l’ufo della medicina . Ilpuro tolto al pefo d’un’obolo , folue la flemma Nel quarto Iib. di Diofcoride. 1509 cholera , & gli humon acquofi : ma di quello , che s’impafta con farina d'orobi , fe ne danno auat tro oboli con acqua melata. Seccanfi herba,& la radice, &tritanfi in poluere&dannoifcon meza hemina d acqua melata . Cauafiil fuccodalla radice,& dall herba, come dfila thapfa d cui la quantità , che fi da per purgare , e una dramma . ana tnapna , di Dell’Hippophefto. Cap. CLXIIII. QV rL vu- HiPP°Ph^°rche chiamano alcuni hippophae,nafce nei luoghi medefimLoue nafcel hippophae, & e parimente anchora egli ipetie di Ipina da polire le ueftimentà?E her- - ba cheuaferpendoperterra,fenZafufto &fenzafiore:haIe fiondi picciole, & fpinofe, & , capitelli nani : lefue radici fon tenere ,& graffe . Ricoglieh il ficco , peftando infiemementelè fiondi , 1 capitelli , 8de radice il quale polcia fi fpreme , & ii fecca . Dafsi quefto,ouefia dibifo- gno, con acqua melata al pefo di tre oboli , per ioluerela flemma , & glihumori acquofi : la quale purgatione fi conuiene particolarmente al mal caduco , à i difetti de i nerui , & à gli affiatici . Qr a stvs^ve piuuolteio babbi* ricercato [Hippophae ,&•( Hippopheflo nelle maremme con nonpoca , dirigen^nonperofinhorauegribopotuto ritrouarc . Vero è che piu no Ite m’ha detto l'eccellcntifiimo medi- SS£“*' co M. Creiamo Mmaltheo da OderKo,hauere già riceuuto in dono in renetta ma pianta da M. Gtomn Bat- tili* da Vanta medico celeberrimo de tempi noHri , la quale nonfolamente con ognifiuafembianra dimoHraua d'effere 20 l Hippophae ; ma anchora con lefacultà , battendola egli fermentata con mirabile fuc ceffo in un Conte delimitare ca - fa di C rialto . Onde fi può anchora forare , che fi poffa egli ò dame, ò da altri rintracciare . Di qitejlc piante non ri- truouo che fàccia memoria Galeno nei libri delle facultà de ifemplici. Ma ben dell Hippophae fcriffe Vaolo nel firn VII. libro : & dell Hippopbcfto fcriffe Tlinio al X. capo del XXVII. libro . Chiamano , Greci l'Hippophae , IV..- Nomi. : &l HW°pW° ■ r**«H*m i Latini, l Hippophae , Hippopbaes , & l’Hippophesìo , Hippopbtcfium . Del Ricino . Cap. C L X V . |L ricino, oueramente Croto,fiprefeilnomeper eifere limile al ricino animale. E una | pianta , che crefce all'altezza d'un picciolo albero di fico : le cui fiondi fono Amili à quelle del platano, ma maggiori, piu lifeie, & piu nere . Produce i fufti, & parimente i rami di dentro con- caui , come fono le canne : il fe me in grappoli à modo d'uue , ma afpri : il quale , quando ii fpoglia dalla feorza , è limile à quello animale , che chiamano ricino . Cauafene fiior l’olio , che chiama- no cicino . Quello ne i cibi è fordido ; come che fia perle lucerne, &per gli impiaftri utile . Beuu- te trenta granella del fuo feme mondo, & ben pefto , purgano per di fono la eliderà, & gli humo- tiacquofi, fannouomitare.maèueramentepurgatione fàftidiofà,&molefta:percioche fouer- rifee grandemente lo llomaco .11 feme pefto, & applicato , fpegne le macole della faccia, & i quo- ii.Le fiondi trite inlieme con polenta , mitigano le infiammagioni de gli occhi , & parimente rtu- rnori; rifoluono i tumori delle mammelle, che fi caufano dopo il parto. Impiaftrate con aceto, fpen gono il fuoco fiero. 40 Chiamarono i Latini Rjcino quella pianta , che i Greci chiamano Ciri : perciochc del tutto fi raffembra al Ricino , Se fui ricino Homachofo , & fordido animale , liuido", & pieno di nero [angue , che noi chiamiamo trecca , il quale tteg- dlam- giamo foffo addojfo à cani , à caualli , à buoi , à capre , & altre diuerfe beflie. In Tofcana fi chiama lafua pian- tai* chiGirafole , da chi Fugatolo Promano, & da chi Fagiuolo Turche fco,& in Lombardia Mirafole: quantunque il nero Mirafole fia l’Heliotropio , del quale diremo nella fine di qitcflo itolume. Ideile fotiarie fi chiama il fuo feme Cber uà maggiore , & da Mefite Granello difo . Seminaft copiofifiimo in Egitto : imperoche fimno del fuo feme ( come feri- ne 7 lìmo ) olio , per brufeiare nelle lucerne . Correggefi la fua malitia con le medefime cofe , che fi corregge la ghianda unguentaria . Solite ( diceua Mefite )per uomito , & per difott 0 gagliardamente , & con fallidio per uoltar egli' fot- ^Mefu 50 to fi opra lo fiomacho , la flemma , & qualche uolta la cbolera ,& parimente le materie , che corrono alle giunture , & l'acqua citrina . Mitigafi il nocumento Juo fe abbruflolandofì prima fi mcfcola nel darlo con feme d' A ni fi , & di Finoc- chio . auucnga che il coft preparato nonfituomitare . Il ficme fuo fi cuoce trito nella decottione del gallo ueccbio ,percio- ebe conferifceài dolori colici , delle giunture , delle gotte, & delle fciatiche . Cuoccfi anchora nel fiero , onero che figli mongefopra latte di capra ,& cofi fi dà utilmente àgli bidropici . L'olio che fi catta del feme , fattone crifleri mitiga Olio di cher- i doloricolici . Vnto fanti la rogna , & l ulcere del capo , & gioita anchora alle infiammagioni del federe ,& all’ opila- ua& fucuirtù. rioni, & ferramento dei luoghi fecreti delle dome. Scriffcnc Galeno al VII. delle fatuità de [empiici , cofi dicendo, Il fané del Ricino ,coficome eglipurg a , parimente mondifica , & digerifee . Il che fanno fìmilmentele fiondi ; ma critto non fono cofi ualorofe . L'olio , che fi j preme del feme , è piu caldo , & piu fiottile delcommme : & però rifiorite piu ualo- rofamente . Chiamano t Greci il Rjcino , : i Latini, Rjcinustgli .Arabi , Cherua ; i Tede fichi, V under-* Nomi. fa baum,Cjr Creuttjtatm : li Spagnoli , Eigueira de Ihinferno : i Francefi , Taurine dieu , SSSSS De I 1 3 1 o Difcorfi de 1 Mattinoli RICINO. DeiTithimali. Cap. CLXVI. ITithimali fono di fette fpetie , de i quali il mafehio ha nome characia, chiamato pero anchora da alcuni amigdaloide: la femina chiamano mirtite,& altrimenti cari jte, & nur mite: il terzo ha nome paralio , il quale chiamano anchora-tithimalide : l'altro heliolcopio ti qum cipariffio: il fello dendroide :& il fettimo platiphillo . I furti di quello, che li chiama C araci , crefeono all'altezza di piu d'un gombito , roifi , pieni di latteo liquore , & acuto : le cui ron attorno ài rami, limili à quelle de gli oliui, ma piu ftrette,&piu lunghe. Elaiua radice g & legnofa : & nella fommità de i furti è una chioma fimile à quella de giunchi , lotto alia qua > no alcuni incaui fimili à uafi de bagni ne i quali ficontiene il feme . Nafcc ne 1 monti, & ne x ug afpri. Il fucco di quefto purgail corpo: tolto al pefo di due oboli con aceto inacquato, lolue a Nel quarto lib. di Diofcoride. 1311 titijimalo characia. I«a,& la flemma ibeuuto con acqua melata, fa uomitare. Cogliefeneil liquore al tempo delle uindemie in quello modo . Tolgonfi mfierne i rami , & tagliali , & Iafciafi piegandoli fcolare il lat- te da elsi in un ualo. Alcuni impattano con etto la farina de gli orobi, & ne fanno paftelli alla gran Qv zza d uno orobo . Altri fanno diftillare ne i fichi lecchi il fuo latte, mettendone per ogni fico tre, ouer quattro giocciole,& riferbanli pofcia per ufare ne i bilogni . Riponi! anchora etto folo , pri- ì”a Pefto nel mortaio , & pofcia formato in paftelli . Ma è da lapere , che quando fi ricoglie il fuo latte , nonbifogna Ilare contra al uento , ne toccarli gli occhi con le mani . Oltre à ciò auanti che fi ncolga , è neceffàrio ungerli con gratto , ouero con olio mefchiato con uino , la faccia , il collo, & io ic berle dei tefticoli. Inalprifcele fauci, &il gorgozzule.-il percheè neceflario ricoprirlo con enti, ouero con mele cotto, quando fi uuole dare in pilole per bocca, è affittii torre per una pur- gj-tione due , ouer tre fichi . Il latte frelco unto infieme con olio al fole in fu i cappelli gli caua fuo- S S S S S % ri. 1^12 Difcorfi del Matthioli TITHIMALO PARALI O. i, facendogli rinafcere rofsi , & Lottili : ma finalmente gli Fa cader tutti . MefTo neJlaconcamtàde denti , ne caua il dolore : ma bifogna benifsimo premunire i denti con cera ^ ^ciochc ufendo ^ uori non ulceraffe la lingua j&le fauci. Sana untoleuolatiche,& le formiche, &Ieua male ue nrhè i norri & i thimi . Vale ài pterigij delle dita, & à i carboncelli , all'ulcere corrodile, alle ca - rene ’&alle fittole . Il feme fi ricoglie" l’autunno , & feccafi al fole , & poi fi pefta , & nponfi in u ai netro ^Serbanlfle frondi medefimamente fècche • Le frondi , ak^ iefo di mezo acetabolo , fanno il medefimo effetto , che faillatte . Con^nle^ in a e in lungo , con latte , cafcio grattato, & lepidio . La radice beuuta al pefoc l una di amma m acq nelata pur^a per difetto, lauafi la bocca utilmente con la decottione fua fatta in ac«o , qua Siono i dlnd . La femina , la quale chiamano Mirfinite , ouero Cari, te , e lumie d ina ura a la aureola: ha frondi di mirto, ma maggiori, ferme, & nella cima appuntate, &pungent . ^ Nel quarto lib. diDiofcoride. TITHIMALO MIRSINITE. mi dalla radice in fa alti una (panna: produce il frutto fimile alle noci ogni due anni, il quale c al gufto mordace, nafcein luoghi alpri . Il fucco , la radice, il fame, & le (rondi , fono nelle uirtù lo-, ro limili al predetto .-eccetto che quello è menualorofo per fariuomitare. L'altra fpetie , cheli chiama Paralio , il quale è chiamato da alcuni altri tithimaiide , ouero papauero , nafce ne lle ma- remme, con ramirofsigni, alti una (panna, & fono cinque, ouerfei, che inlìcmcmcnte cleono aa una.radice: nei quali fono le frondi limili à quelle del lino, Uretre, picciolc,& lunghe, produce nella cima un capitello ritondo , nel quale è dentro il feme fimile all’orobo : fa il fiore bianco . La pianta tutta infieme con la radice è piena di latte.Serbafi per lo medelimo ufo, che i predetti . Oliti- lo , che lì chiama Heliofcopio , ha le frondi limili alla portulaca, ma piu Lottili, & piu tonde . cleo- no dalla fua radice ,hor quattro , hot cinque rami , rolfeggianti , , all'altezza d .una (panna, fornii , il, #,1 l j : _ 1 - «.«.A- . «./,/Xn «lo oli 'onAtìr/a midlp p il (piti f* riUClllLIlO ^ C 0 ITI CI 111 21CU'* S S S S S j ni ca- Dilcorfi del Mattinoli i)i4- T I T H I M A L O HELTOSCOPI'O. ni capitelli . Chiamali hcliofcopio , per girare egli la fua chioma inficine col Sole . nafee intorno alle caftella , & maflìme nelle ruine tra calcinacci . Cogliéfene il fucco , e’I firme come de gli alni , &haleuirtù medelime, come che non cofiualorofe. Quello , che chiamano Ciparifsio , produce jl fililo alto una {panna, & qualche uolta maggiore, rofsignordal quale elcono le frondi limili à quelle delpino , ma piu tenere , & piu fiottili : raffiomigliafi proprio al pino , che nafica di nuouo , da cuis’hapreloilnome. è abondante di molto latte . Ha le uirtù medelime de gli antedetti.E oltre à quefti quello, che fi chiama Dendroide, che nafee tra fafisi . Ha quello la cima larga , & firondofia, con la quale ampiamente fa ombra: è pieno di latte . fono i fiuoi filili rofièggianti, & le fi ondi limi- li à quelle del mirto fiottile : il frutto Tuo è limile à quello della characia . Serbali nel modo modell- ino , & halemedefime forze de gli altri . Il Platiphillo è limile al uerbafeo . di cui la radice , il lat- x o te , & le frondi purgano per difiotto gli humori acquofì . Quello peftandoli , & mettendoli nell’ac- qua, ammazza ilpefce. Il che fanno parimente tutte l’altre fipetic predette . Chiamano gli frettali commmcmente ogni Tithimalo Tifala , di cui pino neramente l'biiìorie apprejfo à gli Mali affai confufe . il che ha fatto dubitare à molti , quali fieno apprejfo di loro quelli ,cbe con bcllijfimo ordi- ne defcrìjfe qui Diofcoride . Ul che confiderandoio , parrai di dire, che malageml cofa fra il fapere determina- re quali fieno i due Tithimali di Mefite , i quali egli chiama Mfebram , & quali quelli d'Micetma rpcrciocbe non reci- tarono della forma dellapianta cofa alcuna . Credeftil BrafauoU,cbcl' Mfebrammmore di Mefite, &lo Scebram UMicenna fieno una cofa medefima con il Titbimalo chiamato Taralio da Diofcoride . Il che ucr amente à me non pia- cer perciocbe primamente non ritrouo io , che Mefite , ne manco Mticema dicejfe , che 1‘ Mfebram minore mfcejfc nel- le maremme , ne che produceffe i fufli r effigia , con fiondi fumili à quelle del lino , ne che producete capitello alcuno , otte fife dentro alcun fame finale all orobo ; ma foto diffe Mefite, che l Mljebram minore era una pianta latticiniofa , & che froducem le radici fiottili , delle quali quelle erano le migliori , che alquanto rojfeggiauano . &Muicenna diceua : Lo Scebram nafet negli horti confufto fiottile , &pelofo , le cui fiondi ( fecondo il creder mio) fono fimili al tarcon. Ter S S S S S 4 le quali Tithimali , & loro efiam. Opinione del •Brafaiola dan- nata. iji6 Difcorfi del Matthioli tithimalo dendroide. le quali deficrittioni non fi può in alcun modo dire , che fin quella pianta latticinofia ilTaraliodi Diofconde. Oltraii quello , non ni accollo punto aUa feconda opinione del Brafiauola , nel dire egli ,chel Mfebrm maggiore di Me file , & il Mezeheregi d' lAuicenna fieno unacofa medefima con il Tithimalo, chiamato Tlatiphillo da Diofconde : percìoche non ritruouo , che alcuno diloro diceffe , che barn fero le loro fiondi filmili al uerhafico , ne che ammar&afcro dpefice : ma bcnelo Fece Muicerma fintile alio Sccbram. Ma quando pur fioprta ciò douefii determinar io , crederei pm preHo.che hauefero cofioro intefio per lo minore Tithimalo , chiamato dall'uno Mfebram , & dall altro Scebram , quella fette piu per tutto communc , la quale chiamiamo noi Efiula minore , come cofia che nafice ( come dice Jmcenna ) negli bor- ti , & per tutto . Et quella è uer amente quella , che chiama Diofcoride T ithimalo cipariffio: perciocke del tutto fi r af- fimi,, a all'albero del pino , che nafice di nuouo . Et parimente crederei , che per lo maggiore Mfiebram Me^cheregis in- [ o tende f e della pitiufia : percìoche quella dal ere fi cere in maggior grandetta in fuori, è fintile al tithimalo ciparìpio , ca- però da alcuni mmmerata tra lefiue fette. Laonde diretta bene jlmeema, cheli Me\eberegt era filmile alla pianta del- Nel quarto lib. di Diofcoride. 1317 TITIMALO LEPTIFILLO. lo fcebram , ma maggiore 3& cinericio di colore : & Me fue diceua, che le fue radici erano tonde } grò /fé } ueslite di groffa corteccia , denfa , & pondero fa , come dijfe Diofcoride della Titiufa . la quale chiama propriamente Serapione Sebram s a qjl. capitolo , douc di parola in parola riferifee tutto quello , che della Titiufa fcrìffè Diofcoride : quan- tunque prima nbaueffe egli fcritto tra le ffetie de i Tithimali . Il che dimoftra > che per lo Scebram maggiore , fecondo l'opinione noflra , intendano Me fue , & jLuicenna della Titiufa : & per lo minore > del Tithìmalo ciparifììo , à cui fi ue- de ejfere tanto fimile , che alcuni ftpenfarono , chefuffero ma fpetie medefima . Ma ricapitolando tutte le fede di Tithimali quelli Tithimali , dico , che dopo l'hauerio cercato lungamente quello , che chiamano Characìa , l'ho pur poi ritroua - nofeiuti. to ,&ucduto per me^o del clarif imo medico 3 & esercitati fimo fempliciHa M. Luca Ghini : il quale , per quanto di- io mojlra qui il fuoritratto , legittimamente gli corrijponde . il Mir finite , il qual prima nonhaueuaueduto >ho anchora dinuouo ritrouato , con foglie che ueftono il fufto per tutto all’intorno , graffe , acute 3 & fintili à quelle del mirto . il Tar alio poi 3 il qual nafee folamente nelle maremme 3 il quulpenft il Brafauola , chef a quello delcommune ufo 3 nafee 1 3 1 8 Difcorfi del Matthioii nelle nofire maremme dì Siena intorno al monte Argentalo, & in altri luoghi circomicini . & dapoi che anchora queSlo mi fu mandato dall' eccellentìffimo Girini , bollo pofcia anch’icrr brattato in piu luoghi apprejfo Aquileia . Alle frondi di quejìa non è molto dijfmilc un altra pianta , che nafce pur nelle maremme con grojfa radice , chiamata da noi H erba mora . Quefla a noi è in ufo per ammalare ilpefce : impero che peStandofi le fue radici , & mettendoci nelle fiumare fer- rate in un facco , riammalano in breuc tempo il pefce . Ma queSla fecondo il mio parere non ha latte ueruno , & però non bifogna connumerarla tra le (petit de i TithimaU •* quantunque già me ne credefii il contrario , per haucr ella le fo- glie di lino , & i fuStirofiigni . L’Hcliofcopio poi > cofi chiamato per uggir arfuttt orno infieme col Sole , è not tifiimo a tutti , per nafcer egli quafi communemente in ogni luogo apprejfo alle mura delle città , & delle casella , ne i campi , nc gli horti , & ne i colli . Il Ciparifiio ( come fu detto di fopra ) per miogiudicio non è altro , che l'Efiula minore del com- mune ufo. Il Dendroide ciò è arboreo , uidi la prima uolta nel regno di Tfapolipoco fuori di T crracina , nato tra faf- I O fi duna antiquifiima ftilonca in fu lapublica firada , circonduce à TslapoU , doue caualcando la dimoflrai à M. Girola- mo H orario canonico di Tordanone , & aU‘ eccellente medico M. Girolamo Drogo da Tarma , i quali tutti infieme me- co feguitauano la corte della felice memoria di Bernardo Clefìo ampliffimo Cardinale , & Vefcouo di Trento , il quale Tithimafi ferie an(taua per abboccarfi in JJapoli con la Maeftà Ce farea di Carlo V. Ma bollo anchora dipoi ritrouato non molto lon - ii da Theoph. tano dal T imam tra faffì, nella cofia che tira lungo il mare,tra Duino, & Trofecco. T heophrafio a l x 1 1 . capo del I x. libro dell'hijìoria delle piante fcriffe folamcnte di tre ffetic , con quefie parole . il Titbintalo ,il quale chiamano gra- no maritimo , produce le foglie tonde , il fu fio in tutto alto una (panna , & il freme bianco . 1 \icogliefi nel tempo , che l'u- ua comincia à diuentar nera : & daffi del fuo frutto fecco , & trito à bere la tcr\a parte d’uno acetabolo . Quello che chiamano mafehio , produce fiondi d’ olino ,& crefice all' altera d’ un gombito. Spreme fine il latte nel principio della uindemia , & dafii preparato per purgare di fotto , L'altro , che chiamano Mirtario , è bianco , con foglie di mirto ,ma 20 appuntate in cima : & uaffene con i farmenti per terra , della lungheria d’un palmo , i quali non eft ono tutti infieme in un tempo 3 ma d'anno in anno , ciò è alcuni quefì'anno 3 & alcuni l'altro , quantunque tutti babbuino b igine da una me- defima radice . Tfiafce ne i monti . il fuo frutto fi chiama noce . cogliefì quando l’orbo è maturo . Dafii fecco , & purga to infufo con due parti di pap attero nero 3 alla terga parte d’uri acetabolo, & cofi purga per di fiotto la flemma . Ma ho— lendoft dare la noce , bifogna darla con uino dolce , ò arroflita con fefamo abbrustolato . Tutto quefìo diffe Theophra- Tithìmaiì 8c & 0 * 'Nuocono i TithimaU ( diceua Mefue ) al cuore , al fegato , & allo fìomaco , & rompono le itene 3 & fcortica- loro facilità. noie budella 3 <& laficiano dopo fe una certa calidità eccefiiua 3 & non naturale 3 la quale fi’cfjò genera poi le febbri . Ilprimo nocumento fi corregge , mefcolandolo con le medicine cordiali 3fìomach ali , & chegioitano al fegato . il fecon- do 3 e'I tergo nocumento fi lena mettendogli apprejfo medicine conglutinatine 3 come è La gomma della, tragacàntha 3la gomma Arabica , il bdellio 3 la mucillaginc del pfillio , el fiucco della portulaca . Toglie figli il quarto nocumento , dan- g o dolo con cofe frigide , & humide 3 ciò è infondendolo in fiucco di cicerbita , ouero di endiuia , ò di portulaca, ò di fola- tro , ò dell’aceto fitto per arte mucillaginofo con il ficme delle mele cotogne . Solite quello , che è in comm,une ufo , italo - rofamentela flemma ,t acqua citrina , gli humori malinconici ,& le materie , che ficcndono alle giunture . E' medicina grande perl'hidropifìa : nientedimeno difecca il corpo, nuoce al fegato , & difecca la (pervia . & però fi chiama Medi- Tirhimali ferie cma ruftlcorum • Scriffe de i TithimaU Galeno all’v III. delle fhcultà de i femplici , cofi dicendo . T atti i TithimaU tidaGal. fono ahondantemente acuti , calidi , & amari . La parte loro piu potente èilliquore , il frutto ,& le fior, dihannodfe- condo luogo. Tartccipa di tal facultà anchora la radice, manon ugualmente . Qucfìa cotta nell'aceto ,fana il dolore de i denti , & maffime quando fono gitafìi . Et perciò fi mette il loro latte , come piu ualorofo, nelle concauità loro : ma co- me cafica fopra à qualche altra parte del corpo , ulcera ageuolmente doue tocca . il perche fi mette attorno à i denti del- la cera , acciocbe non fe ne poffa uficir fuori . il che arguifee ejfere egli di quelle cofe , che fono calide nel quarto grado . Vnto ,fa cadere ipeli : ma effendo egli troppo acuto ,fi mefehia con olio . Il chcfacendofi fpeffo, di tal forte difecca, & brufeia le radicìloro , che poi piu non rinafeono . Hanno i TithimaU fornài far cadere quelle uerruche , che chiamano acrochordone , le formiche , i pterigi delle dita , l’unghielle degli occhi , & i tirimi , &fmilmentc di fpegnere le uolati - che, & la rogna: percioche per l'amaritudine , che contengono in loro , hanno uirtà neramente anchora aSterfuia , & rnondifìcatiua. Oltre à ciò fono conuencuoli all' ulcere corrofiuc , alla antbraci , & alle cancrene : percioche difeccano , & ifcaldano ualorofamcnte ; ufandofì però al tempo fuo , & moderatamente . Lev.ano anchora i calli delle fistole . Fan- no quefie cofe predette generalmente tutti , come che Le foglie ,& il frutto operino con mancò efficacia . Vfanfi i Tìtìri- mali per pigliare ilpefce ; imperoche meffo nell’ ac qua, gli imbalordifce : la onde effendo meofi morti ,filafciano portare àgdlla fopra l'acqua. Sono i TithimaU di fette (peti e , il primo chiamato Characia piu ualorofo di tutti, gli altri, è da alcuni chiamato mafehio : la femina Mirfìnite : quello , che crcfice in albero in fu le pietre : quello , che è filtrile al uer- ^ Q Nomi hafico : il Ciparifiio : il Taralio , ouero marino : & Heliofcopio . Chiamano i Greci il T Ultimalo, TiSv^d. hot : i Lati- ni, Tithymalus : gli Arabi, Xaufcr , & Ethuha : i Tedeficbi ,Vuoiffs milch : li Spagnoli , Lechr trcjria , & Lccbe tre- gua .'iFrancefi, Herbe àlaich. Della Pitiula. Cap. CLXVII. LA p i t i v s a , quantunque la commemorino alcuni tra le fpetie de i tithimali , è nondime- no differente dal tithimalo ciparifiio . Produce quefta il fufto piu alto d'un gombito , nodolo, con frondi di pezzo, appuntate, & fottili : fa il fior picciolo, quafi come porporeo. il feme e lar co, limile alle lenticchie . là radice è grofla,bianca, & piena di fucco. Ritrouafi in alcuni luoghi que fta piantamolto grande. La radice datain acquamelata al pefodidue dramme, folue il corpo per 6o difetto : del feme batta una dramma : del fucco fe ne dà un cucchiaro incorporato con farina , « fat ione pilole : delle. frondi fe ne danno tre dramme, Nel quarto lib. di Diofcoride. iji^ LJ. V I T I v s a ( come iijfufamentc dicemmo nel precedente capitola ) non è attronchi quella pianta chiama- ta da gli frettali Efula maggiore: le cui radici ne portano per il Turbiti, quejlì herbolatti.che ungono dal monte Gargano , onero di fant mignolo , come parimente fanno con quelle della thapfìa . Et però dìceua /tttuario , cbelTur- btth bianco era la radice deli Mipia , et nero quella della Titìufa . He ojìa à quello il dire Diofcoride , che la Titìufa faccia la radice bianca-, percioche intende egli di tutta lafuflan^t interiore , & non di quella fittile pellìcola ejìeriore , la quale efrendo roflìgna ,diucnta nera nel feccarfi della radice . Et ebefia il itero .che la Titìufa Jìal’Efula chiamata jlfebram , & Scebram da Mefite, & da M uicenna , lo dimoflra manifeHamente Serapione.imperocke tutto quello, che iella Titìufa fcriffe Diofcoride , fcriffe egli di parola in parola dello Scebram . Il che fa manifesto argomento , che erri il Brafauola in perfuaderfi , chefia l' Mfihram maggiore il tithimalo , che chiamano latifoglio .mefo nell’ ultimo luogo IO da Diofcoride. Ritntouo oltre à ciò , che Tfiicolao Mirepfico mette in alcuni antidoti, & pilolc filatine [ Efula cogno- P I T I V S A. PitiuTa , &fua eilarum. vìinata, Opinione del Fuchfi© repro- bata. Pitiufa fcritta da Gal. Nomi. Lathiri , & Tua eflàmin. Seme dellathi ti & fue uirtù. Lathiri fcritto da Gal. Nomi. 1320 Difcorfi del Matthioli minata ehamepitì . Onde il Fuchffo nelle annotatimi fattevi f opra da Ini molto dottamente , dice che non altro ft deue intendere per l' Efula cognominata ehamepitì, cbe-il nero Cbamepitio , chiamato da i Latini Aiuga , & non ueruna ffe- tie di tithimalo . All’opinione del quale non pofj'o in modo alcuno accodarmi . / mperoche ritrouandoft piu jpetie di tubi- ni ali , che uniuerfalmente vanno nel corfo della medicina [ otto nome d’ Efula nonpenfo che quivi intenda d'altra pianta jqicolao , che dell’ E fida maggiore :■ la quale chiama Diofcoride dalle foglie ,che ha ella fimili al pino oner amento al pe^- , vitiufa . Et però reputo , che la chiamajfe TJjcolao Efula ehamepitì , per notare la differenza tra quejìa & la mino- re . Imperoche la Vitiufa è fimile d un picciol pino : & però non fen\a ragione fi può chimare anchor ella Chamepitis . Jgafce la Vitiufa in Italia per tutto fimile all’ efula minore , chiamata tithimalo Cipariffto ; ma è molto maggiore di fu - fio , di rami , diffondi , d'ombrella , di feme , & di radice . In alcuni luoghi , come fa in Vuglia , crefce come uno arbu - f cello . Copia infinita fe ne uefie nella campagna di Verona . ma per efferc luogo molto magro , & molto arido , non ere- 1 o fee molto . Quefia ( fecondo che riferifee Mefue ) è maligniffima , & non è da ufare : imperoche fuol fare grandi fimo (Uff tacere nell’ operare . Et però non è ella in uf 1 altrimenti appreffo a i dotti , & periti medici ì, come ne ancho il Turbiti j, che ftfadella fuar adice : quantunque nonmanchino ffetiali, che attendendo piu al guadagno , che alla confcicn\a ,lo mettono in diuerfe compofìtioni per il nero Turbith : & alcuni medicastri , che lo damo in polvere à i uillani , ammaz- zandone molto piu che non ne guarifeono .La Vitiufa tengono alcuni tra le ffetie dei titkimali , per hauere ella il fuc- co come quelli , & parimente perche purga , come fanno eglino , & per hauere ella in ogni cofa le uirtù medeftme . Il che teflifica manifefiamente Galeno all’ vii 1. libro delle f acuità de [empiici , cofi dicendo . Sono alcuni, chepenfano che la Vitiufa per hauere il fucco latteo ,fta anchor ella ffetie di tithimalo , & perche purga anchor a nel modo medefmo . Et uer amente la Vitiufa è loro fintile in ogni altra f acuità . Chiaman 0 la Vitiufa i Greci , mit owa: i Latini , Vityufa : gli Arabi , Scebram , & Vthictf . 2 o Del Lathiri. Cap. CLXVIII. AL c v n 1 pongono il Lathiri , il quale chiamano anchora tithimalo , tra le Ipetie de i tithi- mali . Produce il furto alto un gombito , & groflo un dito , & uacuo . nella cui fommità fono concauità d’ali, & fu per lo furto le frondi lunghe, & limili à quelle de i mandorli, ma piu lar- ghe , & piu lifcie : ma quelle , che nafeono nelle cime de i rami, fono minori, limili nella forma lo - 10 all’ariftolochia , ouero à quell'hedera , che fa le frondi lunghette . produce il fuo frutto nella ci- ma dei ramufcelli, diuifo in tre ricettacoli , tondo, come quello de i cappari: nel quale fono le gra- nella diuife tra loro da alcunetramezaglie, tonde, maggiori de gli orobi.quefte quando fono mon- de , biancheggiano , & al gufto fono dolci . La radice è fottile , & di niuno ualore . E' pianta tut- ta piena di latte, come il tithimalo. Sei, ouer fette delle fue granella tolte in pilole, ouero man- giate con fichi, ouero con dattoli, purgano il corpo: ma bifognabeergli dapoi dell’acquafrefca: purgano la cholera , & la flemma , & gli humori acquofi . Il latte fuo comporto, come quello del ti- thimalo,fa il medefimo effetto.Cuocófi le frondi con le gallinc,& con altre herbe per lo medelìmo. Chiamasi à i tempi noBri il Lathiri Cataputia minore, perciocbemoltiper la maggiore prendono il Rjcino. Fi notifjìma pianta ,& molto minare à tutti gli boni d'Italia . Hpfcene affaiin Tofcanaperlc campagne. In Lombardia la chiamano dall’ effetto , ch’ella fa di foluere per vomito , & per difotto , Cacapurga . Quefia dico- no hauere le uirtù medeftme , che’ l ricino . & però fi corregge conimedefimi antidoti. Fecenementione Attuario nel fuo compendio delle compofìtioni de i medicamenti , cofi dicendo . Il Lathiri purga la flemma ualorofamente . Danfi del- lefue maggiori granella fino à quindici , & delle minori fino d venti , quando ft vuoi purgare affai : & però fi fanno ma- sticare , & inghiottire . ma volendo purgare mediocremente ,fi fanno inghiottire cofi intere , come che in qual fi voglia modo fieno contrarie allo filomaco . Dandofi à bere in uno uuouo dicci , ouer dodici grani del fu detto feme mondo , & peSìo fa fortemente uomitare . Onde fi damo utilmente à coloro , che fono filati affatturati , & ebe hanno anchora le fat- ture nello Stomaco , & uagliono anchora à tutte quelle cofe à cui uale il feme del lijcino . Scriffe del Lathiri Galeno al vii. delle f acuità de i [empiici , cofi dicendo .Sono alcuni , che mettono anchora il Lathiri tra le fifletie de i titbima- li,&perhauereellailfuoliquorcfimiledloro,& per purgare nel modo medefimo ,& per ejjergli filmile in ogni fa- cultàfua , eccetto che nel feme : il quale uer amente è al gufilo dolce , & bagrandifiima forga di purgare . Chiamano il Lathirii Greci AaSupìt: i Latini, Latliyris : gli Mali , Mendana , & Mahcndane : i T edef chi , Spring hraut, Spring kpemr , & Tereib kperner : li Spagnoli , T art ago : i Francefi ,Fffurge, Del Nel quarto lib. di Diofcorids Del Peplo. Cap. CLXIXt E II peplo unapianta tuttapiena di latte, produce le file fiondi picciole, come quelle del-' la ruta , ma alquanto piu larghe . Ha la chioma ritonda , quali di larghezza duna fpanna , tut- ta fparfà per terra : il feme fotte le frondi , tondo , minore di quello del papauero bianco . ha mol- te uirtù . Produce una fola radice di niun ualore, dalla quale crefce . Nafte tra le uiti , & ne gli hor-L ti . Cogliefi al tempo della metitura , & feccafì all'ombra , uoltandolo continuamente . Il fuo feme li conferua pefto & irrorato d'acqua , che bolla . Solue la cholera, & la flemma, beuuto al pefo d'u- ro noacetabolo in unciatho d’acqua melata. Sparfo in fu le uiuande, conturba lo ftomaco. Condi- icefiin falainuoia . TTTTT Pel 1)21 1)22 Difc orli del Mattinoli P E P L O. CLXX. DelPeplio. Cap. TL huio, il quale chiamano alcuni portulaca faluatica,nafce nelle maremme, ftondofo, 1 & pieno di candido fuoco . Ha le frondi limili alla portulaca domcftica ’ p°"Ì ’f "ffola radi'- to . Ha il feme fotto alle frondi tondo , come il peplo , feruente al gufto . Produce °“ r“d ce fottile , di niun ualore . Coglielì , riponli , dafsi , & ferbafinel fale,comeil peplo:& halemc- defimc juirtudi. r i cani - , chiamano oli IbetUli bolidi il Veplo , E 'fida rifondi : del qmle ne fono in I filli P‘ come i tithimali . 7s(afce per lo piu appreffo al mare , & ha la radice inutile , come il peplo : ma il ficco ha potente , quantunque non molto utile . li fuo feme è utile , & uentofo , & purga come fa quello del peplo. Chiamano i Greci il Teplo frinKos: & il Teplio , 'xtmxìs. i Latini il Teplo , Teplus : & il Tcplio , Teplis . Lilac. Del Chamefice . Cap. C L X X I . 10 TL chamesice, il quale chiamano alcuni Sice , produce i rami lunghi quattro dita , ritondi , JL pieni di fucco , & Iparfi per terra . Le fue frondi fon limili à quelle delle lenticchie , picciole , & TTTTT 2 fonili. Ij24 Difcorfidel Matthioli fottili, raffembreuoli à quelle del peplo, le quali non fi leuano da terra. Fa il Teme fotto alle frondi tondo , comefiuede nel peplo : non fa finito , ne fiore . Ha la radice lottile, &dinìunualore. Iluoi rami triti nel uino , & applicati di fotto ne i petroli , mitigano i dolori della madrice : tolgono em- piaftrati i tumori,& tutte le Ipetic de i porri : mangiati cotti ne i cibi,loluono il corpo . Il che fa pa- rimente il fuo fucco , il quale gioua empiaftrato alle punture de gli fcorpioni : conferifce unto con mele alle caligini, debolezze, fuffuiioni frefche,nuuolette, & cicatrici de gli occhi . Nafce in luoghi fordidi ,& làlfofi . ChameGce & X I. chamesIce nafce copioffiimo per tutta Italia ,&mafiime perlicampinoncoltìuati ,perlcuigne ,luo- f„a eflam. ’ J_ ghìfifoft , & colli Acrili . il quale , per quanto dinwflra la figura delle fue frondi , è ueramente flette di peplo . Et ChameGce però non credo , che fallerebbe chi lo chiamale -Peplo minore : come che ciò non ardifta io affermare. Di quettofm- lerino da Gì- ucndo Galeno ali'v III. delle facoltà de i [empiici , co fi diceua . il Cbameficeba infiememente uirtu acuta, tir atter fi- leno. ua : & perdi fimi piu teneri rami , &fimilmente il liquore , che efee fuor di quelli , applicati fanno cadere quelle uer- ruche , che chiamano acrochordone , & formiche . Mffottigliano incorporate con mele , le graffe cicatrici de gli occhi ; & fortificano la debolezza del uedere, caufata per graffi Immoti , come fanno anchora il principio delle fuffufim . Nomi. Chiamano i Greci il Chamefice, Xttfieue rum: i Latini , Cbamxjyce. lo Della Scammonea. Gap. CLXXII. 20 5° LA Scammonea produce da una radice affai rami , lunghi tre gombiti , grafsi , & alquanto groffi . Ha le frondi pelofe , limili all’helfine , ouero all’hedera, ma piu tenere , & triangolali. Il fior Tuo è bianco , tondo , & incauato à modo di calatho , di graue odore .Ha la radice lun- ga , grolla un gombito , bianca 3 di fpiaceuole odore, & piena d humore. 11 fucco fe ne caua in que- llo modo .Tagliali il capo della radice , & incauafi con un coltello à modo duna uolta , doue niu- dando poi diftilla l'humore , il quale fe ne tra fuori con un nicchio . Altri ui fanno intorno una toi- fa,cauangli dattorno la terra, &mettonui allo intorno frondi di noce: fopraalle quali calca poi il liquore , il quale ricolgono pofeia quando è fecco . Lodali per il migliore il leggiei o , lucido , ra- ro, di colore di colla di toro, fungofo, fpugnofo , & fertilmente uenofo , come e quello .cheli porta di Mifia della regione d Afia .Non balla ueramente l'attendere per conolcere il buono , che bagnandofi con la lingua diuenti bianco (percioche quello fa il falhficato con latte di tithimalo ; ) ma molto piu fi debbono confiderare Faine parti predette : & uedere , che non fia troppo al gufto acuto , perche quello è fegno , che fia adulterato con tithimalo . Reprobali quello , che fi porta di Soria,& di Giudea, per elTèr graue, denfo, &mefcolato con farina deruo,& con tithimalo. 11 fucco beuuto al pefo d'una dramma, oueto di quattro oboli con acqua pura , ouero melata ^pur- ga per di fotto lacholera , &la flemma . E affai per foluere il. corpo, il tome due oboli con efamo ouero altro feme . Dannolì per purgar copiofamente tre oboli del fuo liquore , con due d elleboro bianco , & una dramma d'aloe . Fafsi un fale folutiuo mettendo uenti dramme di liquore di Scam- monea in feiciathi di fale, il quale fida fecondo le forze de gli huomini:& impero fe ne da per maggior quantità tre cucchiaia , per mediocre due , & per la minore uno . La radice beuuta al pelo d'una dramma ouer di due , con le predette cofe , purga il corpo . Sono alcuni , che beuono la de- 40 cottione della radice. Cotta nell'aceto, & fattone ìmpiaftro con farina d orzo, gioua alle (cianche. Il fucco applicato alla natura con lana, ammazza la creatura nella madrice : nfolue impiaftrato con mele le poftemette . La decottione fua fatta nell aceto , caccia uia la fcabbia ungendofene . Dilol- uefi in olio rofado , & aceto , & mettefi in fui capo per gli antichi dolori di quello . Scammonea, & fnaeflam. Auertimento alli fpetiali. QV.k NT V NQJV E d'iAleJJandria . 5° e copio fifiima fi ritroui la Scammonea in Italia , & mafiimamente à Vinegia , dotte , fi porta v / dlAlellàndna . -Nientedimeno uoglio ammonire io tutti gli flettali , che tifino nel comprarla ogni lor arte , & ^^diligenrain, ledere, felafiafincera, ò contrafatta. & che non fi confidino fittamente, che col tocearlaconU lingua diuenti bianca : percioche può queflo auuenire (come dice Dioftoride)pcr cferfififiicata con latte d Efula , d, Tithimalo . Onde oltre di quello b, fogna che, nudino inuefiigando tutte V altre note , che fi damo alla [incera ride . Et à ciò fare non folamente fino tenuti gli fletiali.ma anchora i Medici per confi, enga loro, percioche effendone eUa ueramente la bafe , e l fondamento di tutti i kttomrifolutiui, & della maggior parte delle pilule , che fono, n con, nume ufo tra i medici per le infirmiti de i corpi noftri , mettendofi una mala Scammonea m una compì ofi, none il quali uoglia lettouario folutiuo , può ageuolmente effer cagione dmfinitifsimi , & grand, film, errori : de , qual 'afono neramen- te poi obligati à renderne conto dopo la morte , ogni uolta che per negligenza loro mtemengono tal, mconuemenn.Ma non fi ueramente perche dandofi dodici, ò al piu quindici grani della nottra Scammoneapi,rgh,p,u& p,u mite le rp , ritrai, andò io ferino da Dioftoride , che egli perciò fiire ne da tre oboli infieme con due oboi, d Elleboro nero , & un dramma dì Moc , il che fa , che io mi riduchi à credere ò che il tetto di Diofionde fia 1 n quello luogo [corre , Scammonea gabbiamo in ufi fia nonpoco adulterata con latte di Tithimalo . La pianta della Scammonea mi fu man- data in una affai grò fa radice in ma cafetta piena di terra da Conflantìnopol, dal Clarifmo Signor MugenodeBu £ 0 beke Cerareo Oratore, laquale feci trapiantare da M.Buonode Baldini, doue nfrefeata ,n breue tempo mando fi le foghe, 1 [amenti , & fiori, & da quella fu canata dal muo la qui prefente figura .Al. Mirea Marmi n'UcJ“‘- Nel quarto lib. di Dio fronde. l32ì SCAMMON E A* notationi fopra Mefue mette quefla mede flma pianta , dicendo bauerlariccuta da M. Giorgio Liberale pittore , il qua- le ha difegnato la maggior parte delle figure di queflo nottro uolume , pernonhauer forfè egli faputò , che il Liberale l'baueua prefa dal noflro giardino . Et queflo ho uoluto dire , non perche mi doglia del Marini , ò del pittore , ma per troncar la lingua à gl'inuidiofì)& à i maligni . E' da marauigliarfl, che non face (fé delle uirtu, & operationi della Scam- monea ne i libri delle fkc ulta de femplici mentione alcuna Galeno ,hauendo però fcritto di molti altri diminorc impor- tanza 3 & fitto della Scammonea incidentemente in uarq , & diuerfi luoghi de f noi uolumi memoria . La Scammonea lo ( diccua Mefue ) ha in fe cinque nocumenti , de i quali il primo è una uentofìtà , che morde lofiomaco , facendo naufea , & conturbandolo molto . il qual nocumento figli toglie , cocendola neUe mele cotogne con quelle cofe , che rifoluonoil uento 3 come il dauco , lagalanga , il feme del finocchio ò dell'apio . "Nuoce fecondariamente , infiammando gli {pii iti Scammonea fcritta da Me- fue. Nomi. Chamelea , & Thimelea, &lo ro eflàm. Pepe monta- no. 1326” DifcorfidelMatthioli con l'acuità , & calide^a fua : il che ageuolmente caufa le febbri , quando ritroua i corpi atti à cafcarui . Et quefìo no- cumento fi corregge , mettendo con ejfa quelle cofe, che hanno uirtùdi fpegnere le acuità ,& lecalidità:cioè lamu - cillagme del pfillio , la dccottione delle prune , & parimente la carne loro > il fucco delle rofe , l’acqua delle uiolc , & le uiolefrefche : leuagli anchora que fio nocumento il bagnarla auanti , che fi cuoca , nell' olio rofado , ouero uiolato : il che fu il fucco anchora delle mele cotogne di meup fapore , il fumacho , & lo Jfodio . il tenp fuo nocumento , è che per effer molto attrattili , & aperitiua delle bocche delle tiene , caufa flufii fuperflui , & immoderati . ,Al che fi dee ripa- rare con le cofe Glittiche, & che pojfano diminuire l'acuità 3 & fottilità fua . il che fi fu mefcolandola còl mafticey còl fucco delle mete cotogne 3coni rnircb alani citrini . il quarto nocumento è lo fcorticare delle budella , con una certa fe- rofità , che fi ritroua in lei : dal che fi generano poi dolori acuti , di f enterie ,<& tenafmoni . jll che fi contradice sfacen- dola prefio ufeire fuori del corpo , & fpegnendo l’acuità fua ferofa . >A' quello adunque fi dee orniate con cofe humide , IO & untuofe. , come è il draganto , il bdelliofi’ olio di mandorle , & il rofado : & à quello con il diaprmis femplice } con la mucillagine dello pfi Ilio ,còl mafiicc , & con le mele cotogne tolte dapoi ch’ella comincia ad operare : il che fi fa beuen- do dapoi dell’acqua calda . Et però è in commune ufo de i medici dare dopo le medicine fcammoncate il lauatiuo dell'ac- qua d'orbo con il gucchero roffo . il quinto nocumento è che per fua proprietà nuoce al cuore , al fegato , & allo Ho- maco . *Al che fi rififie con le medicine cordiali , tanto calide , quanto frigide , con le fiomachali\, & con quelle , che fi lo - danoper il fegato . Solue la Scammonea la cholera ualorofamentc , tirandola dal fangue , & dalle uene : & la fua ope- ratone è filmile à quella de gli altri folutiui furiofi . Chiamano la Scammonea i Greci , i Latini , Scammo - nia igli càrabi Scammonea , & Sachmunia . 20- Della Chamelea . Cap. CLXXIII. LA chamelea è pianta farmentofa,& fai fuoi rami alti una (panna: le frondi limili all'olì- uo , ma piu fottili , denfc , & amare , le quali gufate mordono la lingua , & fcorticano il gor- gozzule. Le frondi conformate in pilole con due parti d’a(Iènzo,& acqua melata, foluono la cholera, & la flemma :imperoche coli non li disfanno nello ftomaco, ma efeono dt fotto tutte' intere , come fi tolgono . Le frondi trite con mele , purgano lulcere fordide , & efeharofe . d® Della Thimelea. Cap. CLXXIIII. LA thimelea è quella , della quale fi ricoglie il feme , che fi chiama grano Gnidio . Que- llo chiamano gli Euboici , etolio , & alcuni lino : percioche la pianta fi ralfembra al lino fpar- to. Produce affai fufti, belli, fottili, alti tre piedi, con frondi piu ftrette della chamelea, & piu grafie , uifeofe , & gommofe , quando fi mafticano . Fa il fior bianco , e’1 frutto tondo limile al mirto , il quale nel principio uerdeggia , & nel maturarli diuenta rolfo , 1 inuoglio del frutto è du- ro , nero di fuori , & bianco di dentro. Venti de i fuoi grani interiori beuuti , prouocano per di fot- to la cholera, la flemma, &glihumoriacquofi:mainueroincendonolefauci.& però fi debbon dare con farina, ò con polenta, ò con gli acini deU'uua, ouero uoltati bene nelmele cotto. un- gonfi con il feme trito infiemecon nitro , & aceto , coloro che malageuolmente ludano . Le fron- di , che particolarmente chiamano cneoro , fi debbon ricorre nel tempo della metitura , & beccar- le nell'ombra , & poi riporle . Bifogna , nel darle , peftarle , & lépararle da i neruetti loro . Beuute al pelo d’uno acetabolo con uino inacquato, purgano gli huinori acquofi : purgano mediocremen- te mangiate con lenticchie cotte , & mefcolate con herbaggi triti . Fanfene paftelli , facendone pri- ma farina , &pofcia incorporandola con agretto . E herba nociua allo ftomaco : applicata di fotto, ammazza il parto. Naice ne i monti, & in luoghi afpri. Coloro, che fi credono,che'l frutto della cha melea fia il Coco Gnidio, s'ingannano per una certa fimilitudine delle frondi . 5° Chiamano gli .Arabi la Chamelea , & parimente la Thimelea affai confufamente Mezereo» -, facendone però due (fede , & chiamandone l’un bianco ,& l'altro nero , con le quali mefcótanó anchora la Laureola: di modo che fcritiendo confufamente di tutte infteme , non fi può cattar da loro fiamma alcuna delle loro opcratio- ni . Sono neramente piante, chcoperano ualorofamentc ,& con grandìffma furia :& però tolte da per fotte deboli , fpeffo le ammalano Scorticando loro le uifcerc , & aprendo loro le bocche delle uene . Il perche le chiamarono gli A- rabì , herbe che fanno rimanere le donne ucdoue , & Leoni della terra . Tfafcono amendue quelle piante copioftffme ne i monti della ualle Anania della giuriditione di Trento, & producono l’ima, & l’altra il frutto ( quantunque detta Cha- melea fe lo taceffe Diofcoride ) qrnft fintile al mirto : ma quello della Chamelea è alquanto lunghetto , & piu dì forma otiuare. Quefii nelprincipio nafeendo ,fono uerdi , nel maturarfi refi , & nell'ultimo neri. Chiamano quello fiat- , toiuittanidelpaefe ,per effer molto acuto ,Tepe montano: percioche quando è fecco ,fi raffomiglia al pepe ,&èan- fid chora egli non poco acutouome che chjamano anchora indifferentemente Vepc montano il frutto della Laweola.Tfe mi marauiglio di ciò , percioche Theophrafto al xxu.capo del 1 x.lib.dell’hìl)oria delle piante, battendo deferitto il Tepe, fcriffe Nel quarto lib.di Diofcoride. chamelea'. 1 3 2 7 fcrijft fubito del grano Gnidio : & queHo non per altro ,fe non perche , & nell' denteala , & nella forma mòtto fi egli raffomiglia . y fatto quejlo i uillani per purgar fi , quando fìfentono amalati , penfandoft ( ofi facendo , ingannare i me- dici ,*& fimilmente glijpetiali : non accorgendofi , che ffeffo fanno poi cantare i preti , & fonare le campane , come.af- faiffime uolte ho ueduto io , & mi fono ritrouato à liberare di quelli , che l’haueuano tolto , i quali farebbono neramen- te morti . Il perche nonpoffofenon marauigliarmi di Tlinio , come di quello che ferine al I x. capo del XXVI i. libro che il Coc o gnidio , il quale non è altro che il frutto della Thimelea ristagni il corpo , uedendofi che per il contrario lo fol- ue coft [conciamente, che conduce gl’huomini fpeffe uolte al pericolo della morte . E" quejlo feme come afferma il medefi - : IO mo Tlinio coft fortemente acuto al gusto , che non fi può mangiare fe non coperto dipajla . Et però diccua Mefuc, thè l Megereon è fìmile al ueleno rpcrcioche nuoce à tutte le membra principali , oue fono le minere di tutte le uirtu del corpo , La onde non fi dee dare , fe prima non fi corregge la malitia della fuperflua fua acuità, & calderai con cofefii- TTTTT 4 ghie. ?28 Difcorfi del Matthioli T H I M E L E A. vide , che le pofano ftegnere , come efo Mefueper lungo procefo henifmo infegm . lepilole fue fono in comune uf» appreso i i moderni medici porgli hidropici . ma non fi danno ,fe non ne i corpi robufli . Sono alcuni, che finito prof Ctone di Caperne molto piu de gl' altri , i quali contendano non poco , che il Cneoro di Theophrafpo , i qua e apprcj lui è di due Ibeticf mafia la Thimelea , & l'altro la Chamelea . Il che fi sforano diprouare per Diofrmdetl qual > che le Mie della Thimelea le anali fi chiamano particolarmente Cneoro fi debbano ritogliere quando fi mietono le Ma- de . Ma la noHra opinione è molto lontana da quefli Ciurmad ori ,pofcia che per f alfa la teniamo ,come [tue cape mente nel terzo libro dellenofire Epiftole medicinalifcriuendo noi al Oratone Medico Cefareo,& uomo o ijs tempi nofiri . Ma (fe piacerà à Iddio di prolungarne la uita)ne fermeremo cofì apertamente ne freon , note mi fu mandato dal molto Magnifico Signor Gerardo Cibo ,& a confarne dei maligni nonho pofruto mane ' non metterne qui la figura. Lodolla Galeno per mondificare l' ulcere fordide infieme con mele, all'vi ir. libro delle fatui- tà de [empiici . Chiamano j Greci la Chamelea,Xo.ij.i/,ctlit: i Latini, ChamcUa , oleaftellum egli Arabi , Merpreon , & Nomi. Mmerprion : i Tedefcbi , Z'ylandt : i Francefi , Boys gentil . La Thimelca poi chiamano i Greci , eo/Wa : i Lati- ni,Thymelxa. Del Sambuco, & Ebulo . Cap. C L X X V . IL s a m s v c o è di due lpetie . delle quali ne uno , che crefce in albero , il quale Iparge i fuoi ra- mi limili alle canne, ritondi, concaui, biancheggianti, & alti. Le frondifue lì ralfembranoà quelle de i noci , & efeono hor tre , hor quattro attorno à i rami per dittanti interualli , di graue- °dore , & minutamente intagliate per tutta la circonferenza . Sono nelle fommità de rami , & altri I33° Difcorfi del Matthioli S A M B V C O. fuoi piccioli germini , 1 ombrelle ritonde, cariche di bianchi fiori : de i quali nafeono gli acini limi- li à quelli del terebintho , che nel nero porporeggiano , racemofi , pieni di copiofo , & uinofo lue- co . Quello dell’altra Ipetie chiamato Chamea&e , & da i Latini Ebulo , è molto piu picciolo , & piu pretto da elfer metto tra le ipetie dell herbe . Produce quello il fufto quadrangolare , & nodo- io : le frondi di mandorlo , ma piu lunghe , le quali efeono compartite per interualli da ogni nodo, pennute , di fpiaceuole odore , & intaccate per intorno.Ha l’ombrella limile à quella del Tambuco, & parimente il fiore , & il frutto , ha lunga radice , grolla un dito . Hanno amendue una medelì- ma uirtù : difettano , & foluono perii corpo gli humori acquo!: : fono nociui allo ftomaco . Cuo- confi le frondi come l’altre herbe , & mangiali per foluere la cholera , & la flemma .11 che fanno il lorgamboncelli cotti, quando fon teneri. La radice cotta nel uino, & data nei cibi, gioua àgli hidropici; conferire ài morii delle uipere, quando fi bee nelmedelimo modo. Sedendolinella Tua Nel quarto lib. di Diofcoride. ijp decottione,fi mollificano le durezze della madrice, s’aprono le oppilationi,& correoonfi pari- mente i fuoi altri difetti . Il che fanno gli acini del frutto , quando fi beuono con uino : nnpiaftrati in fu i capelli, gli fanno neri . Le fiondi tenere impiaftrate con polenta , mitigano l'infiamma°io- ni, & giouano alle cotture del fuoco , & à morii de i cani : confolidano l’ulcere cauernofe : òc Im- piantate con feuo di toro , ouero di becco , giouano alle podagre . SONO IL Sambuco, & l’Ebulo piante neramente muffirne à ciafamo,& uolgariflime per tutta Italia. Ma quan- tunque faeffie del primo Diofcoride una f ila fpetic ; io nondimeno n’bo ueduto di due forti : uno do è , che nafte per tutto alpianoperlefiepi ,& in altri luoghi :& l'altro , che nafce nei monti. Sono tra fe differenti , percioche il lo montano è in tutte le fue parti minore, produce le bacche non in ombrella come fa il domeftico , ne manco nereggianti , ma in grappoli , & di roffo colore , & baia materia del legno molto piu debile . Sono ancbora alcuni moderni Jcmplici- SAMBVCO MONTANO. Sambuco , & Ebulo, Sdoro diana. Dilcord del Matchioii Fli , che uogliono che ne fi a un'altra ter\a ffietie dipaluflre , & per quello dimoflrano ma pianta, che nafceper il piu in luoghi humidi , & acquaftrini , con uerghe , & rami nodofi , filmili al fambuco , dentro à i quali è parimente il midollo bianco ; ma la pianta è in tutto fi-agilifiima . Troducelc foglie uitiginee : i fiori bianchi , in ombrella , di buon odore : da i qualinafcono le bacche lucide, gir rojfeggianti , maggiori di quelle dell’ oxiacantha , piene di uinof > fiacco : il qua- le beuutofhgagliardamente uomitare . L acqua del fior del Sambuco applicata in fu la fronte , mitiga il dolore della te- fta, caufiato per uapori c alidi . Il fiacco della corteccia della radice fa ualorofamente uomitare , & purga l acqua degli bidropici . il che fa parimente il fiacco delle radici dcll'Ebulo , il quale purga anchora igrofifì humori ,ficorfi nelle giuntu- re . Il fieme de gli Ebuli , lauato dal fino nero fiacco , & dato pefto in poluerc al pefio d’una dramma in decozione d aiu- ga , mitiga i dolori delle podagre , & di tutte le giunture , & i Gallici anchora . Tefiano alcuni. ler adici degli Ebuli, & ^ (firmane il fiacco, il quale ficcano poi al fole ,& fatinone paflelli per adoperarli, oue faccia poi di bifogno.MeJfo queflo ne i criteri , gioita à i dolori di corpo frigidi, & parimente alle ficiatiche : & applicato di fono con lana,prouoca i mettrui. Nel quarto lib. di Diofcoride. E B V L O. *333 Li fumentatione iella decottione delle radici, rifiline l' enfiature ielle gambe , che refluito dapoi alle lunghe febbri, confortandofi però il fegato con cofe appropriate . Faffi del Sambuco un unguento ualorofifiitno per le cotture del fuoco in quello modo . Trendeft della feconda corteccia uerde piu appreffo il legno una libra, d’olio lattato piu mite con ac- qua di fiori di Sambuco libre due . Fannoftpoi bollire infieme alquanto ,&poifi colano per ma perppt di lino , & pre- monft molto bene, al che s’aggiunge di cera nuorn & di fucckio di germini della medcftma pianta di ciafcuno once quat- tro , & faffi il tutto di mombollirefin che tutto l fucchioft confumi . Fatto quello fi leua dal fuoco ,& fi mefcola con- tinuamente con la filatola, & nel fine ui fi mette di uernice liquida due once , dfneenfo bianco fottilmente polueri\ato once quattro , & due chiare d'otti prima bene sbattute , & mefcolafi ogni co/a bene infieme ,fìn chefe incorporino mol- l0 to bene , & [erba fi l’unguento per i bifogni . I Funghi che nafeono nel pedone delfambucofeccbi , & macerati nell ac- qua refada rifoluono l’ìnfiammagioni del capo applicatili fi opra , & mitigano il dolore . L’acqua diffidata dalle radi- ci dcll'Ebulo , & del Sambuco beendofenc quattro onde diquefta ,& due di quellttmef colate infieme fana thidropifia VVVVV ucr.tofa Virtn del Sani bucOj&dell'E buio. Sambuco fcrit to da Gal. Frangola &fua hiftoria& uir- tu. 1334. Difcorfì del Matthioli FRANGOLA. uentofa , ma bifogna perfeuerare di beerlxper trema giorni contimi . Il Juccbio delle radici deltElulo applicato al fe- dere quando efee fiore il budello lo ritorna dentro , applicato caldo empete dì lino attorno lagolaguarifce la fchi- rantia. Le foglie del Sambuco abbruciate, & poluerirpite rìflagnano il fingile del nafo. Ilfuccbio delle bacche del Sam buco colato dalla reftdempi , & ! cotto con mele fin che refli liquido come ungiulepo mitiga il dolore delle orecchie, met- tendouifi dentro caldo . Le foglie prime che [puntano fuor del Sambuco trite cofi tenere con altre tante radici di pianta- tine ,& grafia di porco ueccbio mitigano prefentaneamente i dolori delle podagre applicandouififopra. Seri f e del- l'uno , & dell’altro Galeno alvi. delle fkcultà de i femplici,cofi dicendo, il Sambuco tanto arboreo , quanto berbace 0.1 quale chiamano Ebulo ha uirtù difeccatiua, & conglutinatiua , con alquanto di digeftiua . Quello tutto dijfe Galeno . Ma fanno le fkcultà del Sambuco, & dell’ Ebulo , le quali babbiamo detto giuouarc neUhidropifta.cbemruducaa memoria una pianta chiamata da i Boemi frangola , la quale ha le uirtù medefme,& che ne ferma qui l bMona&lc fkcultà fue . £ adunque la Frangola cofichiamqtaperejfermoltofi-angibileunalberodimediocregrandey Nel quarto Jib. diDiofcoride. lyyy qt , con foglie quafi come di Corgniolo , ouer difanguino con la fcor?,a , come di odino , ma tutta puntìcchiata di fuore di bianco ,& di dentro cofi gialla , che maslicandofi tinge quafi come fa il ![cubarbaro . 'Produce i fiori bianchi ; Fa le bacche graffe come pifelli , diuifepcr lungo , comefe fuffèro due bacche-congiunte inferno per artificio di natura . Quelle di iterdi diuentano rojfc , & di roffe , nere , & ciafcuna ha di dentro due noccioletti poco maggiori di ima lente , ne i qua- li è dentro l animella . La materia del legno e del tutto debile, & fragile, onde s’ ha quella pianta prefo il nome . Lfa- virtù della Fra fec per tutto in Boemia , & in altri luoghìanchora . La corteccia ha uirtù folutiua , & parimente coftrettìua , & però gola- folue ella il corpo, & corrobora le uifeere , come fi il Bjubarbaro . Targa la cholera, & la flemma, & parimente l'ac- qua de gl’hidropicì . C uoconfì le corteccie con Eupatorio uolgare , Affen-qo Tontico, Agrimonia, Cufcuta^poli, Cin- namomo ,&con radici di finocchio , d .Apio , d Endiuia , & di cicoria , & daffene à bere cinque once alquante mattine IO con utilità grande nelle bidrvpifie, nell’ enfiagione di tutto l corpo, & nel trabocco del fiele, ma bifogtta che prima gl’lm- tnorifaprabondanti che fono nello flomaco , & nelle prime tiene del fegato ne fieno cacciate fiore con altri medicamen- ti . Soluc la preferitta decottionc il corpo fetida niolcflia umilia, purgando, & corroborando ilfégata, di modo che al- cuni che h alienano durcpyp notabili nel fegato ,& nella mibpi , fumo liberati con queflo medicamento , Impcrochc ap- prc egli le oppilationi di tutte le uifeere , & delle uene . La uirtà fila folutiua è nella pane gialla di dentro delia [cor?, a , érlaroslrcuiua nella parte dì fuore . Debbefi feorgar dall'albero nel principio di primauera , & dipoi feccare all’om- bra . Tgonfidcbbc tifare la tarde ,per che fa vomitare . La decottionc della feccafì debbo laj dar ripofare , prima che fi dia à bere due, ótre giorni fino che di gialla diventi nera , Imperoche altrimenti fa qualche unità nemicare , & fe per forte non muove ella il corpo, provoca non poco l'appetito . Quefla pianta dimoflrò prima l'eccellentìffimo , & dottif- fmo medico il Dottor Ciouani Villebrocbio Tantifcano mio Collega, per ornamento di queflo nostro volume . Chia- j,-orojt JO mano i Greci il Sambuco, ira : i Latini , S ambitemi gli Mah , IafaSi : i Tcdefchi , Holder , & Hollcr : li Spagnoli, Sabuco , & C a>iinero : i Franccfi , Sufcau , & Suycr . Lo Ebulo chiamano i Greci, : i Latini , Ebulus .-gli Arabi , KameaBis ; J Tcdcjchl, Atiich , c? Ifidcrcr bordar : li Spagnoli , Hiegguos , & Sabugo pcqucnnoti Fran- cefijHyeble. “ IL pi cnocomo halefrondifImilialiaruchetta,maphiacute,ruuide,&grofIè.Ha ilfufto quadrato , il fióre del bafilico , il Teme del marrobio, & la radice nera , ouer pallida, tonda , fimì- ' le à una picciola mela, d’odore di terra. Trouafi in luoghi faflolì. Il feme bcuuto al pelo d’una dram ma , fa fognare colè fpauenteuoli , & graui : applicato con polenta, rifolue le pofteme : tira fuori le flette, &ibronconifittinelcorpo .Le frondi empiaftrate , rifoluono i pani , & le portemene . La radice beuuta al pefo di due dramme in acqua melata, folue il corpo,cacciandone fuori la cholera . IL picnocomo neramente non ritrovo io fin'hora in Italia . Et vero lo lafciaremo trai numero, delle altre piante , che ne fono incognite : acciocbe anebora quelli , che fcriueranno i volumi de i frmplici dopo noi , habbiano qualche fatica di ritrovar le cofe , che bora malagevolmente fi riconofcono. Chiamano i Greci il Ideilo corno , He»- Nomi. impali Latini, Tycnocamum. 4° LO apio! produce due, ouer tre furti limili ài giunchi, rolsi, fonili, & poco alti da terra. Leluefrondi fono limili à quelle della ruta, ma piu lunghe, & piu ftrette, di colore molto utrdi. Fa il feme picciolo, & la radice limile alLamphodillo , alla forma d un pero, ma piu tonda , & piena cì’humore, di dentro bianca, &di fuornera. La parte fua fuperiore caccia per uomito la cholera , & la flemma : & la inferiore purga per il corpo .-tolta tutta inlieme , fa l'uno , & l'altro ef- .0 fetto . Volendoli cariarne il fucco , fi pcfta la radice , & metteli in un catino di terra pieno d acqua , 5 &mefchiafi bene inlieme , & ricogliefipolciail liquore , che ui nuota , con una penna, & feccafi . Queflo bcuuto al pefo d’un obolo , & mezo , purga per uomito , & parimente per il corpo . Njl s c e l’Apios in Candia , come che uogliano alcuni che fi ritritati anebora in Taglia , con fondi picchme , Apios,& fua hi fintili molto à quelle dell’hiperico , quando nafee la primauera ; ma alquanto piu uerdi , con ma lìnea bianca , che fiorii. le fende per me-qo . ifuflifono roffgni, & tendono al giunco, tutti pregni di latte bianco . La fua radice è di den- tro bianca , & di fuor nera , di forma filmile à un pero, da cui prefe il nome di Apio* appreffo è. i Greci , che tanto ribe- lla, che’Pero . Onde facendone memoria Theophraflo alx. capo del nono libro dtU’hifloria delle piante: il Teroherba ( diceva ) produce le fondi fintili alla ruta , ma piatole . Fa tre , ouer quattro ramitfcelli , i quali fe ne uanno per terra. . La radice è fintile all’ amphodillo, ma alquanto fquamofa. Coglicfi la primauera, & dafiijpetialmentc per purgare il cor- po : terriache . come & il chamedrio , una parte della radice purga per uomito , & l'altra per difotto . La pianta , di Del Picnocomo. Cap. CLXXVI. Dell’Apios;* Cap. CLX X VII, i j 3 6 Difcorfì del Matthioli Errore del Ruellio. Errore di alcu ni. Apio falfo. Nomi* A P I O S. lo da fan Michele Comafco , à cui era fiata mandata di Candia . Il Rjiellio dice e/fere in Francia notiflima herba , & che i uillani poueri nelle caraflie fi mangiano le fue radici . Il che mi fa credere , che'l T^uellio non conofcejfe il nero jlpios : percioche ejjendo nelle radici fuefhcultà di fare uomitare , & di foluere il corpo > trattarcbbe uer amente male chi fe lo mangiaffe ne i cibi . Ingamanfi nel confìderare l’^Apios il Fuchfio , il Trago , & il Lonicero credendoli tut- ti di compagnia che fia quella pianta chiamata danoì iXpiosfhlfo di cui è qui la figura . Tmperocbe quefla pianta fa molti gambi dittefiper terra lunghipiu d’un braccio , quafi come di Veccia con foglie lunghe , & ruuidette . Fiorifce il mefe di Giugno , & fono i fuoifioriy come di Tifelli tutti infiammati diporporeo colore , da i quali nafcono piccioli bac- celli in cui è dentro il feme . Fa tre , ouer quattro radici attaccate come per un filo ,fimile àpicciole pere , & quafi come fichi nere di fuor e , & bianche di dentro , chiamate da i Tedefchi jqo ci della terra . Ma non hanno punto del folutiuo : ^ an\ì y che in Boemia , oue nafce quella pianta copiofa , molti fe le mangiano à modo di caftagne . TJon ritruouo che del- l Jlpios faceffe memoria Galeno ne i libri delle f acuita de femplici . Chiamano l M piosi Greci , temoni Latini , Mpios. Della Nel quarto lib.di Diofcoride. A P I O S FALSO. 1ÌÌ7 LA colocinthida produce i farmenti , & 1« frondi intagliate , limili al cocomero falua- tico , le quali fe ne uanno ferpendo per terra: il frutto tondo, limile àuna palla mezana,& amariffimo . il quale fi debbe ricorre , come comincia à gialleggiare . La fua midolla tolta al- la quantità di quattro oboli, & fattone pilole con mirrha , mel cotto , acqua melata , & nitro , folue il corpo . Peftanfi le fue palle fecche,& mettonficon giouamento nei alfieri, che fi fanno perii paralitici, per li dolori delle fciatiche, & per li dolori colici, per foluere elleno la cholera , la flem- ma, le rafehiature delle budella, & qualche uolrafìnoal fangue : applicate di fotto, ammazzano 10 lacreatura nel uentre.Leua il dolore dei denti, le Icauando uno dei fuoi frutti, figli caua la mi- dolla , & pofeia s’inluta con creta . & metteuifi dentro dell’aceto, & del nitro à far bollire al fuoco, r VVVVV 3 & lauafi Difcorfi del Matthioli & lauafi dipoi la bocca con quello ..Cocendòuifì dentro acqua melata , ouero paflò , & Iafciandofi poi raffreddare all'aria al dilcopcfto, beuendofì, purga per di fotto gli humc ri grofsi, & le rafchia- ture del corpo. E' grandemente nimica dèlio ftomaco . Mellà nelle loppofte, muoue il corpo . Fi e- ganfi con ilfucco della uerde utilmente le fciatiche . Ciò intida 1* Jt coloqvintida è uolgariftima piànta,.Ett come dice Mcfue nel trattato de ifuoi [empiici folutiui , &fi uomini I quantunque ella fia mlorofa per diuerfimorb'i ; m^mèno è nimica dello ftomaco , del fegato, &'del cuore . Cm- «°"f- turba tutto il corpo .fatue con dolori , &faftidw grande , apre le bocche delle uene , fa il ftujfo del fangue , & aortica tutti iluogh, , oue pajfa . Et però non fi dee dare ,fe non i incorporano con offa le medicine cordiali .nomatali, te da Melile. jj. ^ fegato , & le medicine uijcofe, conglutinatine . Solite la C oloquintiia la flemma , & gli humon mfeoft , tirando- li dalla profondità delle membra : & eftendefi la fila operatone fino à i tieni , &fino alle giunture . Mondifica il cer- atilo, i nerui , i mufcoli ,ii petto , il polmone r& imperò fi da ella nelle uertigini , nella epileffia , neU’apoplèffia , nella COLO Q_V I N T I D A . io Nel quarto lib. di Diofcoride. 1 339 medica , &negl, anttch, dolori diteflardajh parimente di paralitici, & àgli ffiajmai :\pMifceil difendere " °“hh& c cof m" , ^ * & “Ua t0jli mica ■ E °Peraii°™ «* tamemLlorofa i tutti idolori frigidi delle giunture, & .penalmente alle [attiche , & aUe podagre , non fidamente data nelle purgationi ; ma anchora ne i crine, i,nei quali e ella ultima medicina ne Mori colici cattati da uentofìtà , & fi-iridi (tumori . Vale edacemente nelle hidropifìe tanto beuuta, quanto me fa ne i crijìeri . folio bollito in fu la cenere nel finito deUa Co- hquintidafcauatt prima dal midollo ,fa dmentarc neri i capelli, non gli lafcia dìuentare canuti , & prohibifee che non cafthtno . Diftillato nelle orecchie , ne caua il dolore , &.il fuffolare , che Jpejfo nifi [ente . ilefcolato con fiele di bue , & unto fopra lombrico ammalai uermmidel corpo. Scrijfe della Coloquintida Galeno alvi. delle faadtàdei [empiici , cofi dicendo . La Coloquintida è neramente al guSlo amara ; ma le operatiom dell' amaritudine , che ha , non IO può ella quando fi bene , euidentemente dimoftrarc per la ualorofa uirtù fua purgatiua : percioche efee fempre fuor del corpo auanu à quegli humori, che ella purga. Il ficco della uerdegioua alle [cianche . Chiamano i Greci la Coloqu n- tida, KcMmiBìt: ! Latini , Colocynthis , & CucurbitafylueSlris : gli Urabì, Chandel, Handel, & H andai ; i Tedefchi, Coloquint , & Vuilder kurbft; li Spagnoli , Coloquintida .■iFranceft , Coloquinte , & Courlefamage . Dell’Epithimo . Cap CLXXIX. LO n p r t « i m o è il fiore del thimo piu duro , & che è limile alla fatureia . Produce alcuni ca- pitelli lottili , & leggieri : in cui fono alcune picciole code , come capelli . Purga, beuuto con mele 5 per di lotto la flemma ? & la melancholia . Gioua particolarmente à i melancolici 5 & à 20 i uentòlì , dandolene loro un acetabolo , ò per fino à quattro dramme con mele , Tale , & un poco d’aceto . Nafcene aliai in Cappadocia , & in Pamphilia . Ebbramente opinione de ipìu dotti femplicifli de i tempi noSlri , & (ferialmente del Brafauola , che dif- ferente afai l Epithimo fi ritto da Diofcoride , & dagli altri Greci , da quello che intende Mefite , & tutto’ l refio de gli Arabi . percioche uogliono , che queflo , di cuiintende Mefue , & che habbiamo noi commune nelle Jpe- tiarie , fìa una fpetie di Cu fiuta, che s auolge al thimo : & quello , che ne ferine Diofcoride , fia Ville fo fiore di quel thimo piu duro , & che piu fi rafembra alla fatureia . Et quello fi sformano di prouare in quefio modo , dicendo , che fi l Epithimd nostro ufualefufe quello , di cui intende Diofcoride : non haurebbe egli detto , che fufe il fiore del thimo piu duro ,• ma che fufe un fiore d altrapiania , che s auolge f e al thimo . Oltre à cioprouano per Tlinio , che l’Epithimo fia j0 di due fpetie , ciò è fiore d’efo thimo proprio, & d'altra pianta, che iti nafiafufo : percioche frinendone egli alt' V ni. capo delxxv I. libro, cofi diceua . Epithymum e fi fios è thimo , fatureicc filmili . Diferentia, quòd hic berbaceus'cSt, al- terius thymi albus . Quidam aliter epithymum tradunt fine radice nafei , tennis , fìmilitudine pili , & rubens . ciò è . L’Epithimo è un fiore , che nafie dal thimo , che è filmile alla fatureia . Ma ni è quefia differenza , ciò è , che quefio è uer- de fimile alfherba , & quello dell'altro thimo è bianco . Mitri intendono altrimenti ,& dicono , che l'Epithimo nafie finita radici , fiottile , & rofo , fimile à i peli . il che dim osìrae fere uero fondamento , che due fieno gli Epithimi , co- me di fopra s è detto . 'ideila quale opinione ageuolmente condcfcenderei anchora io , fi non uedefii alcune buone , & me ragioni militare in contrario , & manifestamente dimostrarne , che potè f e ageuolmente e fere il te fio di Diffon- de, da cui trafe Tlinio la prima parte del fino dir c, corrotto, & dcprauato,come io infiniti altri luoghi se ritrouato.-ouerd chehabbia ciò tr aferitto da altro poco autentico feritore : ouero che fi fi a egli ingannato , come in molti altri luoghi fi ritroua . Et prima dico , che dimostra effer e l’Epithimo di Diofcoride, si nofiro ufuale una cofa medcfma quello, che pa- rimente ne firiuono jLetio , & .Attuario , eccellentifiimi Greci , & ueri imitatori di Diofcoride , & di Galeno , cofi di pmfinten\a dicendo. L’Epithimo purga la melancholia . Dafìi à i ere fiuti fino allaconfìfientia,pcSlo , & criueUato al- pefodi quattro firopoli , infieme con fapa , òcon aceto melato , & unpocheltino difille . Mita anchora à i difetti, che fi-caufanoper uentofìtà ,& à i nocumenti deiprecordij ,& del fegato , & parimente gioua à coloro , che malageuol- mente rcfpirano . Quello , che nafie nella fiche , & che faglie nella thimbr a , dal che f uno fi chiama Epiflebe ,& l’al - tro Epithimbro ,fiolue il corpo , come fa il thimo : ma l’uno , & t altro è nelle for^e fuemen ualorofo. il qual modo di parlare dimostra , che come faglie l'Epitbimbro nella thimbr a , & l' Epiflebe nella Slebe ; cofi faglia anchora l'Epithi- mo nel thimo . ma non lo efplicarono- qui ne Mttuario , ne Metio , per effer e l’Epithimo à loro noti fimo . Il che non uol- ferotacerc nell’ Epitbimbr o , per dimofirare.,. che anchora in fila thimbra,&in fi la fiche filma quella pianta,che 50 fa$e ne^ thimo : & che queSìa non era cofi ualorofa , come quella del thimo . Il che auanti di loro confefìò tacitamen- te Taolo Egineta uero imitatore di Diofcoride , & di Galeno : percioche commemorando nelv il. libro quei fempliei, che foluono la melancholia, peruenuto all’Epithimo, cofi ne firiffe, dicendo . L'Epithimo è laudatiffimo rimedio tra quel- le co fi, che foluono la cbsAera nera . danfi d' effo. fottilmentc poluer fiato cinque dramme in una mina di latte . L’Epi- thimbrò , che nafie fopra allathimbra ,folue fmilmente , come fi l’epithimo , ma è manco ualorof ) . T utto quefio diffe Taolo . Et però uengo à concludere , che filo uno Epithimo fi ritroui : percioche fi Attuano ,Metio ,& Taolo Egi- neta non hauefero tenuto , che l'Epithimo uero fufe quel fiore del thimo , di cui intende, & ferine Diofcoride , & che baite fero penfato , che fi ne ritroua fedi due forti, non è dubbio, che hanerebbono neramente decifo , che nel thimo fino due Epithimi . Ma perche fipeifano effer e una cofa , & un medicamento medefimo quello del thimo , & della Slebe, & della thimbr a , & che iti nafte , & ui s auolge fufo ,parue loro , per e fere l’Epithimo cofa uolgare , che hafiafe il di- fo chiavare , che nafceua anchora {opra alla thimbr a , & alla Slebe , & ( come piu uolte ho ueduto io ) fopra l’aiuga , fo- praIpolio , <& fopra al chamedrio. non tanto per auifare , che mancando quello del thimo ,fipoteua ‘ufarc in fio luogo (niello della thimbra , chiamato Epithimbro , & parimente quello della fiche. , chiamato EpiSlcbe ; ma acciocbefìfipcf- VVVVV 4 fi. Olio di colo- qiiintida Sl lue uirtù . Co oquintida fcritta da Gal. Nomi. Epithimo , & Tua efTatn. Opinione di molci reproba- ta. 1340 Difcorfidel Matthioli Epithimo oue naie a copiofo. Errore di Plin. Vana efpofitio ne de i Frati. Epithimo ferir to da Melile, & da Gal. Cufcutaj&fua hiftoria. fc , che cotal medicamento non era parte propria alcuna di quefie piante , macofaperfcflejja : la cui natura è di falbe* & itiucre f opra altre piante }mtricandofi del loro humore. Et però direi io,ò che l teflo di Diofcoride ( da cui catto Vii - nio la prima fané di do che ne feriffe ) fuffe, [corretto ,& cofi efferne reflato egli ingannato : duramente che d'altron- de prendere egli occafione di defcriucrc due forti d’ Epithimo non finga manifeHo errore . peparmi : > che fàceffe errore Diofcoride à chiamare 1 Epithimo fiore di thimo . imperoche fapcndo egli, che l Epithimo nafceua, òfaliuafopra al thi- mo finga battere in terra ueruna radice , ma nutricandcfi , tir foSienendof, folamente con la pianta del thimo , & che produce, ta egli daperfe i fiori bianchi , i quali flando f opra la pianta del thimo , paiono ejfere fuoi propri) ; pero non gli panie fenon ragionatole lo fcriuere , che l Epithimo fuffe il fiore del thimo piu duro . Ma che l Epithimo produca i fiori bianchi , pare che molto bene dichiareffe Diofcoride , quando diceua : Traduce alcuni capitelli fottili , & leggieri : in cui fono alcune picciole code, come capelli. Imperoche non defcrijfe egli il fiore del thimo di [opra nel tergo libro con que- ta flc fembiange ( come fcriue il Brafauola centra quello , che feneuede; ) ma diffe cheil thimo produccua nella cima al- cuni capitelli tutti pieni di porporei fiori , finga fare ne di code ,nedi capelli memoria alcuna . Oltre àcio è da fapere , che chiamò Diofcoride [Epithimo fior di thimo :pfr cieche fi ricoglie nel tempo , chcfiorifct infime con ifuoiroffi capel- li . Ma cheper [Epithimo non intendere Diofcoride del fior porporeo del thimo , fi dimoftra effer cofa affai manifesta . Imperoche nel tergo libro , oue trattò del thimo , & de fuoi fiori , non di fe cofa ueruna delle [acuita dell Epithimo : cer- t amente non per altra cagione , fe non perche fapeua ben egli , che [Epithimo nonera parte propria dithmo ueruna, ma medicamento perfe proprio , nutrito in fui thimo , comeft mtrifee in fu gli alberi il mofeo ,&il uifchio :i quali non (onopcròparti proprie de gli alberi: cheli foftentano ,ma diuerfe molto di forma, & di facilità. Da quefie adunque ragioni ( per miogiudicio ) perfuafo Diofcoride feriffe del Thimo, & de fuoi fioriti-ale piante odorate nel teufili- bro : & dell’ Epithimo , come di cofa diuerfa dal thimo , qui nel quarto libro tra i medicamenti folutiui . Iljimilc fece 1 o delle piante , che fomentano il uifeo : però oche di quefie trattò egli nel primo libro :& di quello feriffe pofcia nel tergo inficine con gli altrimedicamenti conglutinatiui , & uiftofi . Dimoflra quefl o medefimo Inforca , & il lignificato del fino vocabolo : perciocbe &' in Greco lignifica horafub , & bora in apprejfo à i Latini. & però Epithimo non figmfica al- tro , che in thimo , onero f otto thimo . Il che volendo fignificare [ifleffo fiore del thimo , non farebbe que} io nome a pro- porne : perciocbe cre/cendo il fiore [opra al thimo ,fi farebbe piu prefio chiamato Biperthimo . Dimofira oltre d quello lautamente Diofcoride , che [Epithimo non [la il uno fiore del thimo , dicendo egli , che nafce abondantiffimo in Tam- phìlia , & in Cappadocia.il che dimostra, che intenda del noftroufuale .■perciocbefeintefohaucfedelfioreproprio, non era neceffano dire , che pii, nafcejfe in quei luoghi , che altro,, e ; mafolo baSlaua dire , che nafcejfe egli m fu l thi- mo in qual fi uoglia luogo , oue egli fi ritroui . Ma perche piu in quel paefe.che alerone , onde fi porta ai tempi mitri, nafte infili thimo [Epithimo , per dar cofi quel clima ; però diffe egli efferne la Cappadocia , & la Tampini, aabondan- 30 tifftme . Io l’ho piu mite ritrouato , & ricolto nel monte Saltiamo preffo à Goritia , il quale per tutto ucrdcggia dt thimo maggiore , & parimente in fu quello di Gargarofopra alla mila di Salcano.fretialmente in quella parte , che ri- mira il nino giorno . doue quantunque per tutto’ l monte fia il thimo copioftfiimo -, nondimeno non l ho ritr ouato io con l’Etithimo ruft ,fcnon in quel: luogo piu caldo uerfo , [Aulirò. .. Il chenon fi attribuire ad altro, che al filo p,u caldo, &piu aprico . Onde non è marauiglia, che nafta egli cofi abondante in Tampinila, & Cappadoua . Ma perche fon cer- to che Lofio mi farebbe poco argomento .fenon folueffi quella autorità dtTlimo , oue fi, il fio maggior fondamento il Brafauola , dico ingenuamente , che non hai, ondo bene intefo Tlinio la mente di Diofcoride , da cui pare .cbeprendej- fie la prima parte delle fue parole ; però fece egli dubbiamente due frette d Epithimo , riferendo °Pmom d’altri chela [uà . quale dottrina fi conoftc manifeflamente hauere egli errato : affermando , che il Tlnm mag- giore piu duro produce, l fiore herbaceofimlc alla fatureia,& il minore lo produce bianco : effendo pero chiaroa ciaftìmo , che il minore fk il fiore porporeo , el maggiore ò del tutto bianco , 0 bianco porporino . Dal che f, uede ma- nifeflamente, che del thimo, & deli epithimo feriffe egli cofi confufamente , che malagevolmente fi può camrdalu cernrta ueruna . Errano neldichiarare C Epithimo interprettando peruerfamente ,1 teflo d, Diofcoride , 1 ucncrablU Fr alide -zoccoli commentatori di Mefue.cof, dicendo . Certifìime à fauci, uerus fi infi t, uerborum Diofcondis de Epitby- mo pertipitur . nam elmi ipfe Diofcoride, dicat capitulo de epithymo , Epithymum fio, eli è thymo future, a fimi, , ,non per hoc Lclligit &c. Dal che fi conofie , che mentre che tiogliono efii riprendere gl, altri di non hauer intefo , uerofen- del tetto di Dioftoride, efferne eglino del tutto ignoranti, & d’hauerlo mtefodel tutto alla muffita .'Imperoche Mietimi ’rm . cioè . Lo Epithimo èli fiore del tbmo piu duro ,& filmile alla fattore, a. Ve «>. fi eZ£ ( cono I Erari ) che (Epithimo fia un fiore firn, le alla fame, a : imperoche Dioftor, denon raffembra l ^ 5® reta, ma il thimo ifleffo, per hauer egli molto benfaputo.chc nelle frette del thimo fi rum, a ,1 uff. ; me di [opra fu detto nel terqo libro . L’Epitbimo (diceua Mefuefhaquefia linconicipiu d’ogni altra mediana . Il che fa egli con ageuole^a ,& finga molefiia . Fate nelle mfii « «j de f , me melancholia, mal caduco , uertigini , dolori antichi , & filmili caufat, da humon malinconici 'L^LLbileaUe op- cuore , alle fmeopi , & alle infirmici melancboliche , che nafeono m quelle . E oltre a bJ dlcL fo- pilationi.&aM difettidi milga , manicai, , & dcUe rem .E [ Epithimo freffo ufato da , med a ,* - medie j lenneperilcancaro,perlalepra,per[uUeremel*ncholicbe,& parimi ^ ^ moria dell’ Epithimo Galeno, cofi breuemente dicendo. L Epithimo ha la uirtu medefma d • dfmlnon piu ualorofo , dificca , & [calda nel tergo grado . Ma bauendm, l Epithimo riuocato alla ^ c v s c v t a ritrouo mentione alcuna apprejfo à i Crea , ne dirò quanto dagl, Arabici fi nedfc™‘e- J . f fm foJìi cir_ una pianta , che finga hauere in terra alcuna ferma radice, nafte , & faglie [oprai alti epiant , . f 1 ^ ri filmili à i uiticci delle a iti , dimarauigliofalungbegga : con 1 quali s.auolge , & s amluppa cofi 1 40 60 Nel quarto lib. di Diofeoride. hpithimo. 134; fopra le quali ella nafte , che (fi effe uolteie jlr angola , & legittaper terra , per il troppo pefo de ìgomiccioli , che rami- gendouifì ui genera fopra . T^on produce fondi alcune : ma bene il fiore bianco , & acino fo ftme . Dicono alcuni , che el- la riporta fecole uirtumedefime di quelle piante , in cui nafte . il che ageuolmente dimojìra effe-re nero quello, che di- cono i Greci dell'Epithimo t il quale non è ueramente altro , che Cufcuta . E' opinione de i moderni , che fia la Cufcuta commune delle fpetiarie quella , che chiamò Tlinio Cafìita alt ultimo cap. del XV I . libro , cofì dicendo . 'Haf :e in S oria una herb.a, chef: chiama Cafìita ,la quale non folamente sauiluppa intorno d gli alberi , ma anchora attorno alle (pi- ne . Ma ritrouandofi alcuni tefii Tliniani , ne i quali fi legge Cadytas , & non Cafìytas : & frinendo Tlinio , che quefia l0 sauolge attorno agli alberi , & attorno alle j pine folamente , & la noflra Cufcuta s’auolge all’herbe , & à i fiutici non àgli alberi; non ardifto io affermare , che la Cafìita , ouero C adita di Tlinio fia la Cufcuta, &maffimamente ftriuendo egli, che nafta folamente in Sona . Ha la Cufcuta uirtu aflerfiua,& confortatiua con una certa fua Atticità , che ella contiene . Cufcuta j facultà. *542 Difcorfi del Matthioli . c v. s c y i a. contiene, jlpre le o ppilatìoni del fegato, & parimente della mihfa . Mondificaie 'itene , el [angue da gli humon tanto cholerici , quanto flemmatici: prouoca l’orina : cura il trabocco del fiele , caufato da oppilationi di fegato . lotta a le febbri de i fanciulli : ma il fuo troppo ufo per ejferc coflrettiua , aggrava lo Stomaco : il quale nocumento p gn slie , mefehiando con ejfa de gli anefi . Targa naturalmente per di fono la cholera rojfa . Il che fa ella affai piu ag no - mente , quando fi mefehia con affondo . llpercbc fi dà mergi libra della fua decottione con ima oncia & mera di guc- , cUro. Chiamano . Greci fEpithiLfi***», ' ’ W**™ ’&ti Mab‘ » iSnm,‘ & U S^noh‘ Cabellos , & Flores del thomitho : i Trance fi , T eigne de tbyn . Del- Nel quarto lib . di Diofcoride. 'W Dell’Alipo . V Cap. CLXXX. n Arno è una hcrba (àrmentolà , & rofsigna , che produce lottili rami , & minute fiondi- / 11 c“ hore c. tenero’ leg8l«0 & copiofo : la radice fottile , & Umile à quella delle bietole , pie- na d acuto hutnore : ha il Teme limile all'epithimo . Nafce nelle maremme , & maflìmamfcnte abondantimma in Libia , quantunque affai ne nafca anchora in altri luoghi . Il feme Quando fe 10 1,acet0;& co1 file, purga la melancholia : ma LJ. RADICE dell Mipo (fe creder tanto fi può ad (Attuario ) è neramente il Turbiti bianco , che fi ci por- Alipo.&fraef ta di Leuunte , & che è in comniune ufo nelle Jfetiarie . -Pertiche facendone egli memoria nel fuo trattato delle compofitiem de i medicamenti, nella compofitione della triphera minore (fe non ha errato nel trasferirlo il Rjiel- A L I P O. il lio) 1344 Difcorfi del Mattinoli tio)cofi ne firiffe , dicendo . Se tu uorrai con quello medicamento foluere la flemma , aggiugnegli l’Mipo , cioè il Tur- peto bianco .Et ifcriuenio piuauantìcon alcune altre medicine folutiuedel Turbiti i particolare capitolo , ditemeli Turpeto , che è la radice della Titiufa , & quello , che è bianco,il quale è la radice dell’ Mipia, foluono la flemma uifeo- Opinionccon- fa. Ma perche fece defl Mip^urticolare capitolo .oltre al Tùrpeto Mtuario .dicendo .che’lfeme fuofoluem per fucata. difetto la eh ni era nera , ha fatto credere ad alcuni , che fi a apprejjb ad attuario differente l-Altpla , che intende egli perii Turbith bianco , ualorofo per purgacela flemma uifeofa .dall Mlipo , di cui folo commendo egli il feme . M che fi può rifondere , che la radice delCMipo , onero Mipia faccia uno effetto , & il feme un’altro . Imperoche fi ritroua- no herbe .le quali fanno uno effetto con le fiondi .un'altro co l feme ,& un altro con le radici * Come , uerbi gratta .il Medio , la cui radice ( come tefliflca Diofioride ) ri/lagna i mettrui , & il feme fa il contrario . Et però crederei io , che non fuffe tra l'Mipo , & T Mipia differenza ueruna : & ciò non folamcntc per le ragioni affegnate , ma per quello , che 1° fen’ha da Tauolo Egineta . il quale nel fettimo uolume , doue trattando di quei [empiici , che foluono la cbolcra nera , A.ipofaitto pmenuto all'Mipo , nefcrijfe in queRo modo , dicendo . il feme dell’M tipo ( come è flato detto ) purgala cholera ne- 3 a° °' va , tolto à quella ifleffa mifura, che dicemmo dell' epithimo , con fale , & aceto . Ma fe noiprefliamofede à Diofioride, ulcera egli , quantunque leggiermente , le budella . E certamente l Mlipo , fecondo ilmio gìudicio , quella pianta , che bora fi chiama jl lipia . Queflo tutto diffe Taolo . La citi dottrina manifefiamente conclude effere l’Mipo, & la atipia macofamedeflma . Ma tutto queflo uoglìo ches intenda effer detto Jecondolamente S Mtuario, & non fecondala notlrapreflfiamente , per non hauer noi ueduto mai la pianta del Turbith che fi ciportarotto in peggi . & però non ho con ebepoffa determinarne il uero. Onde ne lafciarò anchora ilgiuditio ad altri periti Semplicifli , & majfimamente im- portando nulla per curare i mali come fla fiata la pianta del Turbith , effendo hormai molto ben note à i medici , le uìr- tù , & facoltà fue . Ma quantunque per alianti negli altri nolìri difcorfi in lingua Italiana haueffi io ferino , che à noi 20 non fi portaua dellfflipo altro , che laradice , & che fino all' bora non haueua ritrouato chi menedimoHraffela pian- ta , oueramente il feme ; honne nondimeno ueduto poi per rilego dell’eccellentiffmo medico , & femplicifla famofifSiao M. Luca Chini quefta pianta , di cui è qui il ritratto : la quale parmi neramente , che molto bene corrifyonda all hi fo- nia , che ne fcriue Diofioride . Del Turbith , quantunque fi ricercaffe trattarne in queflo luogo ; altro non replicarti io , per hxuerne di [opra à baflangi detto nel capitolo del Tripolio , mie fi ne potrà ciafiunfodisfare . Dell' vi lipo non ritro- Nomi. no alcuna memoria nei Libri delle ficultà de [empiici appreffo Galeno . Chiamami Mipo i Greci ,A’ novov ; i Lati- ni, Mypum ,& Mlypia. Dell’E mpetro , oucro Calcifraga . Cap. CLXXXI. LO BMimo, il quale chiamano alcuni phacoide, nafee nc i monti, & nelle maremme, con falfo fapore : ma tanto è egli piu amaro , quanto piu fi ritroua fra terra lontano dal mare . Queflo beuuto con brodo, ouero con acqua melata, purga la cholera, la flemma, & glihu- moriacquofi. Empnro.&fui \ ÌOs ifiriuendo Diofioride , come fi fia fitto l’Empetronelle parti fue , bifognarebbe neramente hauerc un nuo- dbm. I ll0 Edipo, che ce lo indouimffe. Quantunque fieno alcuni, che finga altri indonnii fi mettano à dire, che fia l E m- Erroredialcu- fafp) Finocchio marino, il quale chiamano alcuni berla di fin Tìetro.-dicuià pieno dicemmo nel fecondo li- bro al capitolodel Critbamo , doue di tal contentione ageuolmente fi può ciafiuno chiarire , chefipenfi , che l Empftro, & l’herba di fanTietro fieno una cofimedefima. Doue nafia l’Empetro , & parimente che ficultà firitrouiin liti , in 40 purgare tanto la cholera , quanto la flemma firijfe Timo al IX. capo delxxw li. libro nel modo medefimo , che lo de- firine Diofioride. Ma credendoli poi, che tutta ma pianta fuffe C Empete tm ,& la S ajfifragia diede inconftderatamen - te ali’Empetro folutiuo anchorale ficultà della Sajfifragìa, ciò è diprouocarel’ orina, & di rompere le pietre. Te- ■ ce dell’Empetro memoria Galeno alvi, delle ficultà de ì [empiici, cofi dicendo . L’Empetro par e, che folamente fia com- »mdaG°i.Crit" modo per le purgatimi; imperoche f olue egli la cholera, & la flemma . E algufto filato: la ondep può egli anchora nfa- N°mi. re in tutte quelle cofi, alle quali habbiamo già dimoRrato ualere le cofi filate, chiamano l’Empetro i Greci, 0f°r : ( Latini , Empetrum ,& Calcifraga . Della Vite faluatica. Cap; CLXXXII. 5° LA v 1 te faluaticaproduceifarmentilunghicomeleuiti,afprilegnofi,conlacqrteccjaeut- ta piena di filfure : le cui frondi fono fintili à quelle del folatro de gli horti , ma piu lunghe , & piularghe . produce il fiormofcofo,& capillare: e’1 frutto fintile aH’unapicciok ,11 quale quan do è maturo , diuenta roflò : la forma de i fuoi acini è ritonda . La radice bollita nell'acqua, &bcuu- taindue ciathi di uino inacquato con acqua marina purga l’humidià del corpo : & impero il da el- la à gli hidropici . Spegne la fua uua i difetti, & le macole della pelle della faccia, & d ogni al- tro luogo . Condifconfii fuoi farmenti con fale, quando fono teneri, & ferbanfi,per mangiare nei cibi. Vite faluatica, T Jt VITE salvatIca dicui àquila figura è fiata cofi chiamata da noi, nonperche uogltamo deltutto g0 & fua eflimina [ / affermare , che fia ella la A'ptTeAot dyfU , ciò è la Vite faluatica di Diofioride : maperche ha ella neramente piu "one' 0- piu note , & uirtù che fimo parere che fia quella . Terciocbe ha ella i [amenti c orde di uiti, & le f oglie come Nel quarto lib. diDiofcoridè. 1345? VITE SALVATICA. dì [«Litro , il frutto come picciole uuc , & coffa quando è maturo con glicini ritondettì , le qualituttcnotc [tomo indi- no ebefia qucfla pianta la V ite faluatica. Bene ucce, ebei fiori non ui contendono non ejfenio ne mfcofi.ne capilla- ri .ma uedendofi che Oribdfio , il quale Inferme [ hiftoria delle piante ( come egli confeffa ) di parola m parola da Dio. [roride legge B3Tp M«c ciò è racemofo.et no Botine ciò è mofeofo, nonfenga caufa pormi che fi pojfa dire che futili que sio luogo [corretto il tetto di Diofcoride;et maffmamStc che piu mi pare che riferì fca il nero quel che fi legge m Oribafio.che. mele he fi legge in Diofcoride.lmperocbe non conofco io pianta Henna, che produca il fiuttoàmodo di ima che, non fàc- cia i fiori racemofijdi modo che fi potrà ben dire che firn del tutto ftupido,& fuor di fé Beffo, chi uoleffe contendere altri-, mentì. Oltre à ciò ne anche mi par che otti alla nottra opinione, che la cortecìa.di quefla pianta nonfia sfeffa, non legge» dofi fmilmente in Oribafio quefia parola che s’aggiunge anchora che quefla pianta ha tutte le uinu detta. r q uhe faluatica . Imperochele nottre dome in Tofana «[ano notamente il faccino degli acmi per mbcUire la faccia, & per cacciarne uia le lentmnì,& ogni altra macchia, ne mancano autori,che fcrimno,cbe la decottme de , farmene, , efc delle radici fatta nel nino bianco in un uafo di terra coperchiato, è ottimo medicamento per lahdr^ifu & trabocco * i j 4 6 Difcorfi del Màtthioli fiele , percioebe non /blamente purga il corpo , ma prono fa anchora l'orina . Dalle quali ragioni indotto (fiaò nonfia quella pianta la ulte fahiatica diDiofcoride ) non iti è par/o fuor di propofito, à chiamarla ulte faluatica ;fin tanto che apparifia un nuouo Dio/coride che mene dìmojìri una altra piu fìntile . Ma quanto /ciaccamente s’ingannino coloro , che vogliono che la ttitalba , la quale habbiamo mcj/a fia le Clematidi fìa la uite/aluacica , ceto /orbiamo à dire ( piacendo à Iddio ) una altra uolta con piu lungo ragionare . Tbeopbrafìo all'ultimo capo del v. libro d'ell'hifloria delle piaiitc, chiama la Vite faluatica Mtragem.doue tratta delle e/chc, che adoperammo gli antichi per accendere il/uoco. Impero- che non hauendo eglino anchora jperimcntato l'acciaio , baueuano ritrouatù di generare il/uoco conm legno durij/imo, & un tenero , & fungo/o :per il che fiere era , per mio giudìcio , molto al propofito la V ite /aluatìca . Chiamano il Fu- ch/to , & il Trago infime con alcuni altri quefia pianta cintar a dolce . percioebe mafìicandop la corteccia de i /uoifar- 1 9 menti, fi /ente nel principio del mafticarla amara , & poco dipoi dolce , & mafìimamente manicandola lungamente . Vite faluatica f acuità di queftaferiffe Galeno nel yi . libro delle /acuità de /empiici , con qucHcpxrolc . I grappoli della Vi - feruta da Gal. ^ jcafono afterfiui , di modo che poffonocurarele lentigini , i quofì , & ogni altra macchia, che flanella pelle Nomi, efleriore della faccia . Ma i germini fuoi fono coSìrettiui , i quali fi pofono condire anchora con /ale . Chiamano i Greci , la Vite faluatica, Kfrmosàypla: i Latini , Vitis fylucstrìs . Della Vite bianca, ouero Brionia. Cap. CLXXXIII. LA vi te bianca , la quale chiamano alcuni Brionia , è limile nei farm enti, nelle frondi.tk ne i uicicci alla uite domeftica , ma fono tutte quelle fuepartipiu pelofe . abbraccia con i Tuoi ui- 20 ticci tuttele piante, che gli nafeono appreffo . produce il frutto racemofo, & rodo, con il qua- le fi pelano le cuoia . I fuoi afparagi , che efeono teneri nel fuo primo germinare, cotti ne i cibi,fol- . nono il corpo , & prouocano l'orina . Le frondi , il frutto , & la radice hanno. uirtù acuta : il perche fi mettono utilmente con aceto, & fale in fu l ulcere, che chiamano chironie,& in quelle che h con- nettono in cancrene , che fon corrofiue , & in quelle delle gambe contumaci , & fordide . La radi- ce con eruo , con creta di Chio , & fien greco mondifica il corpo , & fa tirar la pelle : fpegne le ma- cole della faccia, &i quofì, le lentigini, &le cicatrici nere . Ilche fa parimente |cotra nell'olio, tanto che diuenti liquida: toglie uiailiuidi,& le reduuie delle dita. Impiaftrata con uino,rifol- ue le infìammagioni, & rompe le pofteme , mette!! commodamente nelle medicine corrofiue : tri- ta, & applicata caua l'oflà rótte. Dadi per tutto uno anno ogni giorno à bere al pelo d una dramma, ,0 à coloro che patifconoil mal caduco :dafsi nel medefimo modo àgli attoniti, & ài uertiginofi. Gioua , beuuta alpefo di due dramme, à i morii delle uipere : ammazza la creatura nel corpo : con- turba qualche uolta l’intelletto . Applicata di fiotto alla natura delle donne, prouoca le fecondine, & fimilmente il parto ; beuuta prouoca l’orina . Failène lettouario con mele per coloro , che malà- geuolmenterefpirano , & che fono in pericolo di ftrangolarfi,per latoife,pergli fpafimati, rot- ti , & per li dolori del coftato . Beuuta con aceto al pefo di tre oboli trenta giorni , confuma la mil- za : & per il medefimo s’impiaftra di fuori con fichi . Failène decottione per fami federe dentro le donne per li difetti loro : imperoche purga la madricc , ma fa fconciare . Il fucco fi ipreme dalla ra- dice la primauera, il quale beuuto con acqua melata , folue la flemma . Il feme s’unge efficacemen- te per la rogna , & per la fcabbia . Il fucco beuuto con grano cotto , fa abondanza di latte . Vite bianca , Se /'"'’l HIAMASI uolgarmcntc la Vite bianca nelle /diarie Brionia, & tra'l itulgo quafì per tutto Zucca fi binati - fluefl'ainin. ca . £ pianta uolgarifjìma , & cono/ciuta da tutti . Germina la Brionia nel principio di Trimauera mettendo fio- re piu /armenti da una fola radice, teneri & pelofi come fono quelli delle picche, i quali ere f tendo, pian piano, fé no uan- no arrampicando fuper le fìepi, &per i uicini arbo/celli, attaccandouifì con i alticcia quali ha copio/l . Troduce le foglie quafì come la uite umifera , ma minori , con piu cantoni all'intorno ruuide ,& afprc.I fiori fit ella in grappoleiti , che nel bianco gialleggiano, à modo di fella , il frutto come di / datro Portolano, parimente grappolo/ ) , prima di color uer- de , & rafia quando a maturo , & in alcune piante nero ,il quale non uide Dioff aride . QucHobo veduto io copiofoin Vnghcria , in Boemia , & in altri luoghi di Germania , dotte d’altro colore non fé ne uede . Il feme e nelle bacche immer- fo in un picchio uì/co/o ritondetto , & in cinta appuntato . La radice ha egli grande ,& graffa fp effe notte, come la co- ^ q /eia d'unhuomo , lunga un gombito ,uinace ,& c amo fa ,& nella coda /partita di fuorebertina ,& di dentro bianca, & fucchiofa , amara algufìo , alquanto acuta , & coflrettiua . £' il fuo fi occhio ui/co/o , & al naf > Ipiaceuole . Npfce Brionia ferina lungo le uie appreffo le fiepi , & nelle macchie . Di quello /emendo Me/ue , diccua , che per nocere ella allo filomaco , G da Mefite. a[ fegato , fi debbo dare con le fipctie elephangine ,con il mafficc , & con le mele cotogne . Il firn fiacco folue la flemma, prouoca l'orina , & mondifica il ceruello , i ncrui , el petto da gli humori flemmatici , & putridi : appre le oppilatiom delle ui/cere , & delle reni : confenfcc al mal caduco , alle uertigini , & alle frigide infirmità de i nerut : gioua mar.ìf e- fìamente alla tofife: rifolue le poSieme dure , & particolarmente della mìliti ,fhceniofi impiafìro della /ita radice , di fi- chi,dì uino . Sedendofi nella fina decottione , mondifica la madricc, & prouoca i mcftrui , & il parto . Il fucco, ó parimente la radice mondifica la fàccia , & le macole della pelle : & fipegne le margini , che refilano dapoi alle ferite ,& iliafifme quando fi me/chiano con farina di ceci , & di fatte . L’olio bollito nella radice /canata in fu la cenere calda , fipe- gne ungcndofene i lindi delle percoffe . Oltre à cioho conofeiuto io una donna , la quale piu , & piu uoltc ogni mefe pa- ^ r ina la prefocatìone della madrìce molto acerbamente, & effendogli mfegnato, che togliefe una oncia di radice di Brio- nia , & face/Tela bollire in uino biancho ,fino al calare della metà , & che ne beueffe dapoi alla cena un bicchiere , fe ne 1 u lìbero Nel quarto lib di Diofeoride. 1 3 47 VITE BIANCA, OVERO BRIONIA. liberò totalmente ; battendola però per uno anno dilungo tolta una uolta il mefe. Scrifene Galeno alvi, delle facul- vite bianca ti de i [empiici, coft dicendo . I primi germini della Brionia fi foglien j mangiare emmunemente la primauera , per ef- fcr,M <•» Gal- fer cibo cofirettiuo , faccetto allo Stomaco . Hanno inficme con la uirtù cofirettiua alquanto dell’amaro , & dell'acu- to: & imperò pojfono pronatore alquanto l’ orina . La radice ha uirtù aSìerfiua, & difeccatiua ,t& moderatamente cal- ia, il perche rifolue le darete della mil\a , tanta bautta , quanto impiaflrata di fuori infume con fichi: & fatta la ro- gna-, & lafcabbia.llfuofiutto , il quale fi rafembra à i racemi , è utilifiimo per ifpefìire le cuoia. Chiamano la Vi- Nomi. te bianca ì Greci , H'pwiW mvx>ì)& BpuavU : i Latini ,Vitis alba : gli .Arabi , Fcfirc ,Mfefire , Befferà, * Alfcfccra , %ij qrgiefm ,&'Neqtnbafen: i Tedefchi , Stickuun^, & Teufel kjrbft •• li Spagnoli , TdJ,& Coulurce . XXXXX * Della Difcorfi del Matthioli Della Vite nera. Cap. CLXXXIIII. LA vite nera,Ia quale chiamano alcuni-Brionia nera,'ha le frondi limili aU'hedera,ma mag- giori, limili quali à quelle dello fmilace,& parimente anchora limili i folti . Abbraccia con i fuoi uiticci gli alberi: fa i frutti in grappoli , i quali nel principio fono uerdr,& dopo al maturarli di- uentanò neri : lairadice odi Fuori nera3 & di dentro gialla .1 {armenti teneri , che uengono fuori nel primo germinare, &li mangiano come- gli altri hérbaggi . prouocano imeltrui, tanno orinare, fminfofcono la milza , giouano à i uertiginofi , al mal caduco , & à i paralitici : Là radice ha la me- delima uirtù di quella della uite bianca Tina non è coli efficace . Impialtranfilefrondiconmnoal- io l’ ulcere del collo de gli animali , che uanno fotto al giogo , & mettonfi: parimente in fole disfoga- gioni. VITE NER A. C H f A- Nel quarto lib. diDiofcoride. 1345) BALSAMINA. Chiamasi la Vite ma in Tofcana Tamaro , uocabolo corrotto da Tanno , dal quale chiamarono , Lami UriiamaTamina.SonoiruoigermnineUapnmauera.quandonoueUamnteIpmtanodaUatena.linUmelli, fattene loro àgli ajbardgi:& mangiaufi nelmedefimo modo cotti ne i cibi , come chenon fieno pero alga Ho cofì aggra- do,.oli, come gli adorasi . Enne per tutta Tofcana , & parmentenel contado di Gonna abo„danV grande: la onde, fa pacche quella , che nafte in Italia , difcordi da quella , che ferme D, ofcor.de , nel colore dell uue .«per oche lanoftro produce Le rojfe , & quella , di cui fcrife Diofcpride , dopo al maturarli dmentano nere : ne in alerò • f' nJ“f 1 difeonuengono . Ma ciò mai mha potuto indurre à mutare opinione , ne a farmi credere , che quefiapmntafiaaUrp ’ ™* tutta produce il frutto nero , anchora che Diofcoride non facejfe menmnefe non del raffi,. Il buco.mperocbeilmontanofailfrutto^ Vite nera, & fu a eflaiu. \}f<> Difcórfidel Marchio li VN'A L delle donne ; quantunque non fieno fin bora fiate conofciute da medico alcuno . MdoperoUe però egli , applicandole à i luoghi naturali delle donne con mele , ouero con olio rofado , ouero di giglio, ouero irino : & ufolleper prouocare i mefirui , & le fecondine, dicendo po- tere elle fare il medefimo beuute, & applicate . Difiillonne egli il ficco nelle orecchie de i fordi , & unfeuelo con umo uec- chio . applicò le frondi per li dolori in fui corpo , in fi l'epiphore , & in fi la ucfcica per Corina ritenuta , Dettene la 60 decottione con mirrba , & incenfo . Togliefene un manipolo per foluere il corpo nelle febbri , & cuocefi in due fefìarij d'acqua fino che fi confimi la metà , & beuefi pofcia con mele , & con file : ma è neramente medicina molto piu falci- fera , quando ella fi cuoce con unghia di porco , ouero con brodo di gallo . Tonfarono alcuni , che Cuna , & l’altra fi pofi YYYYY 2 fidare Cnicoj&fuae! fami n. Cnico& fitthi fiorii. Cnico feticco da Mefue. Cnico fcrict# da Gal. Nomi. Mercorella , & fiu esamina - rione, & hift. Difcorfìdel Matthioli MERCORELLA MASCHIO. fa dare per le purgatmi , (mero la loro dccottione infierite con maina . Mondificano il petto , & foluom la cliolern ; ma Virivi della nuocono allo fomaco . QueBo tutto della Mercorella dìjfe Tlinio . Le foglie coli dell’ una , come dell' altra onera men- Mi novella. tc il [ticchio cacciano i porri ; Il feme di ambedue cotto con afferemo giuotia manifeBamente al trabocco di fiele . Il fitc- M rcordlaluic chinmefcoldto con aceto, & applicato guarifee le [rpigmi,& leuolatiche. Dellaqualc alvi l. delle facilita dei t.. U Gal. [empiici frinendo Galeno , cofi diceua . yfano tutti la Mercorella folamente per le purgationi . nondimeno uolendo al- cuno ijfermentarla negli empiaBri, la ritrouarà effer digegeBiua nelle fatuità fue . Chiamano iGreci la Mercorella, Nom'’ ìuvI&tk: i Latini, Lmo\oftis,&Mercurialis :iTedefchi,Bingelfiraut: li Spagnoli , Mercuriale , & Artiglia miter- ta : i Francefì , Mercuriale . Della Nel quarto lib. di Diofcoride. MERCORELLA F E MIMA. Della Cinocrambe. Cap. CXCI. TL ci no ckamb* fa un gambonccllo alto due fpanne, tenero, & bianchiccio: le ifrondifo- J no Amili à quelle della mercorella , ouero dell'hedera , & per interualh bianchirle : il femc e ap- preflo alle frondi , picciolo, & tondo. Le frondi beuute infieme co 1 tulio, foluono il corpo. Cot- te come gli altri herbaggi , foluono la cholera , la flemma , & gli humon acquoli . Cinocrambe,!! CE li pianta di cui è qui timagmi non è la Cinocrambe Cinia, altra neramente nàn ho alle mani, che piu foUuf- fuaelTa». * Locato aUc foghe, &perl nonpoffo io affermare , cbefipojìi legittimare . Cndeful ■ «J* «T Icilio. le\\a della ZZZZ.Z i materia. Opinione del uuJgo rifiuuu. Opinione de philofophi, & alchiniiiìi fal- li. Materia metal lica. Caufe, che fan- no generare i metalli , ik le pietre. i j 7 2 Difcorfi del Mattinoli materia . Il perche le pietre pretiofe fi ritrouano il piu delle mite fole : percioche i purijfmi liquori , onde fi generano , condenfati dal freddo , rare mite fi ritrouano in un luogo efiere hor molti , hor grandi. Et però diremo che le molte pie- tre fi generano ne i luoghi porofì , & tr adiratili , onde può ageuolmente il calore ufiir fuori , per diuerfi meati , & fe- pararela materia in piu , & meno quantità di pietre , fecondo che affai , o poche fono le porofita della cofa . Come che poffaejfer cagione di generarne molte anchorala meleti della materia, onde nafeono .mperoche feparando il calore naturalmente una materia dall'altra .genera di necefìitàpìu ,& diuerfi pietre. Il che intemene anebora .quando il luogoè moltopieno di diuerfi recettaculi , dotte lamateria atta à farfipietra , e per fe fiejfa diuìfain molte parti:& in quella può cof. il freddo , come il caldo operare , creandone digrofre , & di picciolc .fecondo laquantìtà del reccttacu- lo , oue fi contien dentro la materia . In quello modo fi generano i ciottoli chiamati filici, & parimente la ghiaia del cor- fo de torrenti . quantunque quella fi faccia alle mite per l'impeto del corfo dell' acque , da cui rompendoli i fafii in minu- I ° Onde le pietre ti fe t fi famofoi agevolmente quafi rifondi , & lifei dal lungo Slroppicciarft , & rotolarft infume . Ifirouanfi fiatodt dtuerfi afp j}olefietredi iiu„f, tferu diuerfità della materia , da cui fi generano : la quale ejfendo pofeia cotta dal' caldo , in cui fi ritrouafacultà di feurire i lucidi colori , & d'Uluftrare gli fimi , frano cotali colori quelli effetti me- deimi di queUi , che fi danno alle uafa di terra cotta , che fi dipingono . mperoche dìffercntifsimi fono i colori , con cui fi dipingono le uafa auanti che fi mettano nella lor fornace , da quelli che ui fi ritrouano permutati dal fuoco , quando fon cotte . Veggiamo manifeSìamente , che la fquama del rame macinata , dipingendofi le uafa con offa , refi a d un colo- re pauona-qqp farro : & nondimeno nelle cotte riefeepoi di uerde colore .Come fa quella del ferro di giallo : & la pietra hertina chiamata trafora di helliffimo a-qurro, come dimoftrano hoggi alcuni fmalti da dipingere fatti nelle fornaci de uc - j...: J; ,, „ è , Cei+iev/rnc, rnìnvp nani /tvuYYn tirrtinCn (iltX CLlìULTYdO • bìd PUcHìl fhcultU di pCYTÌlUtiXì C i CO- tY l Ut I^ldCJl U J/ICLI Cl y * J con u «tir viti/# t- v . ; ‘ fi lori non fi ritroua nel freddo . & però le pietre congelate da effo restano ne i medefimi colori della materia , da cmjt ge- 2 o aerano. Onde fi può credere che i ciottoli de fiumi fieno coloriti di fuori, per effer hor bagnati dal corfo iellacquc,& hor fecchi dal Sole ; il calor del quale , onde s infuocano cofi la fiate , che à pena toccar fi poffono , pud alterare agevol- mente in parte i lor colori nella fuperficie afiaipiu , che nel centro . Di uarif & diuerfi colon fono parimente ì metal- li . Et però diremo efjere l'oro di color giallo accefo , ò perche il calor tìnfe cofi la terra auanti che fi niefcolqjfi con l ac- qua : over amente l’acqua , girla terra infume auanti che fufiero congelate in metallo dal freddo . & enfi fi può dire di tutti gli altri metalli. La luciderà de quali (come è Slato detto difopra ) da altro non procede, che dall acqua . Et pei o quanto Cbumore metallico è piu fiottile , & piu puro , genera metallo tanto piu lucido , &piu netto . Et di qui procede , che l'oro preuale dì gran lunga à mùgli altri , & che quando fi cola, per la terrapurifiima, che contiene , fu tanto po- co fumo , che à pena è finfibile : onde piu prefio rifrìra uno odore pieno di dolcetta , che d altro ■ Jluenga che l argento , perhtwertaterrapiumpura,fàcciapiufumodeWoro,&renda qualche malo odore : ma nonpero tanto , ne enfiano- JO minatole , come quello del rame,& del ferro . i quali per effer fatti di tenapiu adulta, fono confegucntemente piu im- puri . Il piombo poi,& loflagno per abondarc affai piu d'acqua , hanno ragioneuolmente piu rime fi gli odori . Tgeal- troècao one.chefifuggalufodeUeuafadirame.&diferrodachì fabenla cofa, peri ufo de cibi, & delcucmam dentro ,Jc non perche effendo molto amara la terra adulta , che poffeggono , infetta ageuolmente icibi, che ui fi cuoco- no ,òuifi mangiano dentro . Il che non fidamente fr diffiiacereal gufo , mafouerùfee con non poca naufea lo fonia- co . Et però auertifeano qui molto bene i diligenti frettali : percioche per cuocere alle mite alcune cofe acctofe nchcloro ramine, fono caufa dì ftrani & maligni accidenti . Sono oltre à ciò tutti i metalli pondmfifsmi: del che e cagione la den- fità grande della fufian\a loro . Et di qui uiene , ckegittandoft ne i metalli liquefimi qualche cofiponderofiuij.a di jo- pra à gallo &nonfe ne fende à fondo , pur chefia maggiore la quantità del metallo , che del pefo , che ui fi gitta.De chef può fire ogni giorno frerienga con l'argento uiuo : percioche ogni metallo ,cbeui finiate ,ui nuota : eccetto lo 40 ro , il quale non folamente per effere il piuponderofodi tutti ,fubito uififommerge ; ma ancho perche pai ecieu a la egli non poca naturale conformità , tir amicitia . Liquefatti appo queflo , che fieno i metalli , non s attaccano a cofi a - cuna, che gli tocchi, ne infettano, smacchiano, come fimo tutti gli altri liquori tantommerali quanto egniatra. qual fi uoglia forte. We da altro quello procede, fc non dalla tanto-buona, & ferma miSììonc fitta dalfecco , & a u mido.che fi ritroua in loro , orlando la parte feccaali'humida, che nons attacchi , & non inbumidifea : & pio n en 0 numida alia fecca, che non fi fermi del tutto . La qual mifiione efiendo perfettiffima nell’oro, caufa che egli filo tra tut- ti i metalli non sabbrufiia nel fuoco, percioche ejfendo la fina terra puriffma , & ottimamente connefia con l acqua , afta fortificando , & ritenendo l'humore , che il, fuoco non lo faccia cabalare : & per lo contrario prolnbifie parimente l'bumòYe , chela teYYa non s’accende . Et cofi non fi può I’oyo abbYufciaYe , come1 fanno tutti gli altYi metalli . i qua i pcY non batter perfetta miniane , & hauer la loro terra non pura , fino ageuolmente fiperati dal fuoco : quantunque ac- 5 o caggia queflo piu pYefto in un metallo , che in uri altYo , fecondo che limo è piu che laltro teYYcflr e y & ma compo o, come è il ferro, il piombo, & lo Staglio. 'Percioche il rame per hauer manco terra, & piu puradel ferro, non cojtpre^ come e u ferro, upwmuu.w w...» ^l.Ruono Sio cède al fuòco , come fimo efii : come parimente non gli cede cojt ageuoimcmc 1 argento. «1* •r”"”" ".y Moke difTcren è in Ufo pi re nelle pietre lucide, & Nel quinto lib. di Diofcoride. 1373 che pera ufi dnnoflnno pm lucide, &?m chiare di tutte le altre , come è il criflaUo, & parimente l'iride : la quale quan- do èpenoffa da , raggi del fole per l ombra de cantoni , che fi ritrouano in ejfa , pare ingannando l'occhio alquanto piu [cura , &gitta nelle proffime pareti unofpiendorc (come dice Timo )fìmile à quello dell'arco celefte , onde s'ha ritro- Uto il nome . Il diamante poifi generadi\fucco men.chiaro : & però è egli piu feuro dell’iride , & del criflaUo , il quale ( come piu aitanti diremo ) nafte da per ft come le altre pietre , & non fi genera in alcun modo nelle montagne fr^idift fime di ghiaccio, & di nate, come fcriuono alcuni. Quefìa mcdeftma uarietà fi vede parimente in tutte le altre gemme Varietà di co- lucide di qual fi uogha colore , o fieno fatte di fuochi verdi , come fono gli fmer aldi , & le prafme : ò di cerulei , come fo~ lori , & d'altre no ifapphm,! ciani ,& alcune ferie, di diafri:ò di r off, come forni carbonchi iòdi porpor ci, come fono i giachi- {e però fi marauigli alcuno , che cotali ferie de conchìliJj nati nella interna fufianza de fafii , Standovi lungamente ,ui crefcano&ui uiuino : & che il fafjo ceda , & dia luogo dilatandofi. Imperoche io poffo di ciò far fempre uero,& indubitato teflimonio , per hauer tiedu to fitto al caflellodi Baino nella ritta del mare Adriatico-, non molto lontano dal T imauo , rompere da alcuni gen- tiihùomini miei compagni per loro faffo congroffi martelli alcuni fafii, refiati alt bora in ficco per il rifluffo del mare , dentro à i quali fu ritrovato gran difi imo numero di quei conchilij , che chiamano dattoli , per efifer di forma fìntili à i dat- tolì delle palme , nonmanco grati ne cibi, che fi fienale ofiriche . Di quelli avanti che mai prima gli ucdefficauare delle pietre, bavetta io piuuolte ruttati nel carieUo di Gorbia nelle lautifiime menfe dcll'illufire,&gencrofo Signor C onte Fran f * ZZZZZ 3 cefeo 50 fio 1 3 ~ 4 Difcorfì del Matthioli Difcorfo intor no à diuerfe terre. Colorì diuerfi de minerali. Faeultà de mi- nerali. ceffo dalia Torre , mio grandiffmo benefattore , & fautore :& parimente nell'ijlejfo camello di Duino appreffio al mol- to magnifico Signor Matahias Hoffer ,fignor neramente magnanimo , genero fo , & nobilmente morigerato . Bjcordomi oltre à ciò effemi fiato mofìrato dal Signor Don Diego Vrtado di mcndo^ga , oratore Cefareo à quel tempo in Vinegia, alcune lafire di pietra fiate portate del Veronefe , in cui ( sfcndcndofi per me\o ) fi ritrouano fcolpite diuerfe fpetie di pcfci con ogni lor particola corner fa in faffo: & di cotali affermaua fua Signoria ritrouarfene numero infinito la oue quel le erano fiate cauate ; tanto grandi , & marauigliofe f brio le opere della natura . Et quefio bafii per bora per un breue difcorfo intorno alla materia , & le caufc de metalli , & delle pietre . • Et perche trattò Diofcoride anchora in quefio quinto libro delle terre , che all’ufo della medicina fi conuengono , ho giudicato non effcrfuor di propofito di fcriuere an- cbor di effe miucrfalmcnte qualche cofa . Et però dico che ogni terra ò è femplice per fe flejfa , ouer amente compofla con altre cofc minerali : intendendo per femplìce la communc terra , che non però fia fep arata del tutto da gli altri clementi; I o perciocbe quefia a pena ritrouar fi potrebbe , che non conteneffc in fe per la continua, & gran mifìione de gli elementi , ò acqua , ò aria , ouer amente fuoco . Si che per femplice intendo di quella , cfjenonfia accompagnata ò conalume , ò con fale , ò con nitro, ò con uetriolo , ò con altro corpo minerale . Et per lo contrariointcndo per terra compofia ogni altra , che contenga in felefu dette miniere , òfole , ò accompagnate da piu fpetie loro . La femplice adunque , di cui qui inten- diamo , è hor grane bor leggiera , fecondo la mifìione maggiore , & minore degli altri elementi con effa . Imperoche non è dubbio , che piu leggiera ,& piu fpognofia fia quella , che contiene in fe molto d' aria 3 & di fuoco 3 che quella che ha molto piu delle fue ifleffe parti 3 & di quelle dell'acqua . Oltre à ciò per fcfirffa è la terra difeccàtiua : mafafìi cofìretti- ua , quando è mefehiata con l'acqua : acuta , quando è compofla col fuoco : & uifeofa , & leggiera , quando s’accom- pagna confarla : & quando contiene infiememente dell’aria , & del fuoco , è ella leggiera , & acuta . Le altre poi 3 che partecipano di folfo , d'alumc 3 di chalcantho 3 ò di qual fi uoglia altra miftura minerale 3 fi conofcono agemlmente per 20 lifapori , & per li odori delle materie minerali , che contengono in loro : i quali per breuitd trapaffo ,'pcrfuadendomi 3 che di quefio poffa effer facilmente giudice il gufto di ciafcuno , ebefappi difìinguere il dolce dall’amaro ,1 acuto dall’a- ceto fo , il fialfo dall'iìifipido 3 & lo acerbo dall'auftero 3 & con l’odoratogli odori buotii, & cattiui , fulphurei, bitumi - nofi 3 & d’ogni altro minerale . Tgominanfi le terre parte da i luoghi , onde ci fi portano : parte dal colore 3 che pofjcggo- no: & parte dagli effetti, che fanno . Da i luoghi hanno prefo il nome la Lemma, perportarfi dall ifola di Lcmno 3 l’Ar- menia d'Armenia , la Samia da Samo -, la Cbia da Chio , la Cimolia da Cimo , & la Eretria da Erctria città di Jgegro- ponte , come la Tnigite da Tnigeo uilla di Libia. Dal colore fono nominate la ftibrica , & alcune dell' altre . Et dagli ef- fetti l'Amp elite , per ficurare ella le uiti da i bruchi,che non ui mangino le gemme , da cui j puntano le fondi infieme con l'uua . Oltre à ciò è da fiapere , parlando uniuerfalmente de colori de i minerali , che di color bianco fono alcuna fpetie di creta , con cui fognano i farti il panno , quando tagliano le uefiimenta , l’alume, l’amianto , la pietra Arabica, la Giu - daica 3 la melitite 3 lagalatite , l'alabafiro , il crifiallo , l’argento , l'argento uiuo , lo fìagno , el marmo . Di color ne- rofono la terra Tnigite ,il fiori 3& la melanteria . Di colore di cenere fono la terra Eretria feconda ,& parimente la Melia . & di ceruleo , il fapphiro, il ciano 3 la turchina , & la pietra cerulea chiamata uolgarmente lapis lapidi . Di uer- de lofmeraldo , laprafma , la chrifocolla , alcuna creta , & il chalcantho . & di giallo , l’oro , l ochra , il chrifiupatio 3 il chrifolito , & l'orpimento . Di roffb è tinto il rubino , il granato , il balaficio , la corniola , la fondar acha , il corallo , la pietra feiffìle , Ibernante 3 & il minio , & parimente la terra , & la rubrica Lemnia , & fabrilc . & di porporeo il hiacintho , & lametkiflo . Di colore ceruleo biancheggiante è il diafpro chiamato borea. & di ceruleo uerdeggiante l'erugine , & la pietra Armenia 3 & però è chiamato da i dipintori il colore , chef fa d’effia , uerde aberro . Di bianco roffieggiante è l'aphrodifiaca : di roffio biancheggiante il xantbo : di nero roffeggiante la ter\a batrachitc : di nero porpo - raggiante l’alabandico : & di bianco gialleggiante il topatio. Enne di quelle di diuerfi colori fep arati, come fono di bian- co 3& di nero , & d’altri mifii colori le agate . Di roffe ucne ffiarfe nel nero è lo apfito : & per contrario di nere uenc tinto nelfuo campo di fi àngue è il nafomonite . ma uenc che neramente r appr e fontano fangue uiuo , ha nel fuo bel uerde l'beliotropia:& punti di fiflcndentifimo oro fi ueggono ne ifapphiri,et nel lapis Iaculi. Due uene una bianca, et una r of- faf corrono per laegittilla : & di quattro colori , ceruleo ciò è 3fiammenggiante 3 di minio , & di pomo è l’eupetalo : & d' altrettanti ritrouo efferei' orca , per effer e ella doue roffia , doue uerde , doue bianca , &douc nera . Variano alcune al- tre i colori nel modo 3 che fanno i colli de pauoni Indiani -, & parimente de nofìri, quando, fi pauoneggiano al fole, come fi uede nella pederota , & nello enfialo ì perciocbe fubito che s abbuffano uerf r terra , mutano colore . Appo quefio è da fapere , che tra le cofe minerali , che sufanoper la commodità 3 & fatuità grande , che hanno nella medicina , parte ne fono che operano per proprietà occulta di tutta la loro effenga , ò uogliamo dire per certa forma jpecifica , & parte per qualità elementari contrarie à i temperamenti de morbi . Di quelle , che uagliono per occulta proprietà infìujfa dalle flel- ^ 0 le 3alcune ripugnano à i ueleni , & altre à diuerfi morbi . Et tra quelle , che fupcrano i ucleni , altre uagliono ncllape - §ìilen\a , come fa lofmeraldo, la terra Lemnia , & l’Armenia . Altre conferirono contra unfol ucleno, come H fapphi- ro bcuuto nella puntura dello feorpione , elfolpbo pofto di fuori , il nitro à i funghi malefichi mangiati , & . parimente il chalcantho . Et altre uagliono contra uarij , & diuerfi ueleni , come f 1 il fale impiafìr ato ne morfì delle uipcrc , delle cerarle , de crocodili 3& nelle punture de gli fcorpmni : & bcuuto nellamaluagità dell opio , & de funghi uclcnofi. Di quelle poi , che con cotali oc cult e uirtìt curano i morbi , alcune riHagnano ilfangue di qual fi uoglia parte del corpo, co- me fa la pietra hieracite . Altre corroborano , & fortificano la bocca dello Homaco quando attaccate al collo ut fipor- tano fopra, come fa il diafpro uero . Altre legate al braccio finisìro 3 prohibifeono che aitanti al tempo le donne non partorirono , come fa la pietra dell’aquila chiamata da i Greci aetitc : la qual parimente legata alla cofcia fa il contra- rio effetto , come fa anchora il diafpro . Altre beuute purgano igroffi humori , come fia la calamita chiamata Magnete : ^ altre la mclancholia, come fa la pietra Armenia, & la cerulea : & altre prouocano il uomito, come fa lamedefima Ar- menia , la chrifocolla , il chalcantho > & l'argento uiuo precipitato . Ma tra quelle, che operano con qualità manifefic Nel quinto lib.diDiofcoride. 1^75- ' mfi ’%f ‘‘ ’ f, ‘f 1 m«'“ - Jlltn lo infrigidirono , carne fa la terra Eremo, la molibdoide , lo flimmì , U ceruffa, & il hbargmo. Mire con le feconde {acuità , che f affiggono , mollificano le durone .come fiala pietr i e. t gate per il moka bitume ■.che poftede . Mire pedo contrario indurano le pani modi . come la molibdoide, & lo Hibio . Mtie aprono le parafila della pelle . come fu il nitro , & la fua /fuma : altre le ferrano, come fi, la terra Samia, & ogni altra ter, aufeofa , & tenace Mere liquefarne i nodi, le fcropbole , & le gomme crefcme ', & condor, fate nc , corpi, comefia la pietra molar, t, & -lapmu . Mire deattivano l' ulcere , come fa il cbalciti .ilmìfi ,& Volume . Altre con- (umano la carne , come fa ,1 fiore della punta Afi fia , il chalcantho, & Perugine . Mire putrefanno la carne , come fa la calcina urna , orpimento , lafwdaracha, &la chrifocolla. Ernie oltre à ciò di quelle, che hanno dirnrfc facoltà , come IO UCmoha.chtnonfolamnteprobibifce.maahcborarifoluee&il fate, che modifica, & costringe. Di quelle m- ehorafì ritrovano , che fono d una facoltà medefma , di modo che nc i bifognil'una per l'altra fupplìfce , cornee la chri- fotbolla,& a pietra Armenia : [ orpimento ,& Ut fondar cuba: la pietra hematite&la sfeffae&il chalcantho ,il chalciti , il mifi, il fon , & la melammo. . quantunque pii, udorofamente operila chrifocotta dell' Armenia , piu l' orpi- mento , che la Sandaracha ,pml beni otite .che la sfefa , & piu il chalcantho di tutte le altre quattro predette , che li fono cognate . Tfefc mo finalmente di quelle ( come piu ampiamente diremo nelfefio libro de ueleni ) le quali mangiate , meramente bevute m polirne, non fola affltgono miferabilmcntei corpi ; ma loro danno il piu delle uobcla mone , come corrodendo , & putrefacendo leuifeere ,fa la fondar acha , l'orpimento , & la calcina uiua : &comc ferrando i meati a£ lIPn ltl *fa 1 £cfJ°> ceruffa» & lapidi affccularc calcinata . Et quefto bafti per bora à ciascuno intorno alle facul- ta de minerai . Trai quali fie ben fi connumerano alcuni fuccbi congelati , come è il fole , il nitro , l’ alarne , il chalcantho 2 o con ifuoi collaterali , ilfolpho , la fondar acha , l'orpimento , la chrifocoUa , & alcuni altri, di cui non facendo qui men- ttone pai-effe forfic ad alcuno , che mancato liaucffl, dico che per douer trattarci o di tutti questi nel proccffo à i fitoipro- prif luoghi , nonni eparfotteccffario di farne qui altro lungo difeorfo . Facultà ueleno fé. Della Vite umifera. Cap. I. LE uc nb e delle uiti , & parimente i caprioli triti, mitigano , impiaftrati , i dolori del capo: & con polenta , le mfiammagioni, & ardori dello ftomaco : al che giouano parimente le fron- di fole , come colè frigide, & coftrcttiue . Betuitoillorfucco, gioita alla difènteria, allo (pure del (àngue , à gli ftomachi debili , & all’appetito corrotto delle donne granide . Il che fanno mede- qo (imamente i capi ioli infuri nell acqua, &beuuti . Il liquore delle uiti , cheli ntroiui {pefsito à modo di gomma nel tronco , beuuto con uino , caccia fuori ie pietre : cura applicato , le uolatiche , la ro - gna , & la fcabbia , ma bifogna prima fregare il luogo con nitro , fa (peife uolte, unto con olio , ca- dere i peli : & molto piufà quefto l'humore, che efee dai farmenti, quando sabbrufeiano uerdi: c°n il quale anchora lì ftirpano, ungendofene, quelle fpetie di porri , che chiamano formiche . La cenere de i farmenti , & de i uinacciuoli , medica , impiaftrata con aceto , alle nafeenze del federe , & à i thimi: gioita alle membra Imolfe, & à i morii delle uiperc: falene impiaftro alle infiammagio- ni della milza con olio rofàdo , ruta j & aceto . Della Lambrufca. 4° Cap. II. LA i.amb-r v s c a è di due fpetie. di cui ti e una, che non matura La fua tuta, ma laproduce fi- no al fiorire , & quella è chiamata enànthe . L’altra matura la fua , con piccioli acini , nera , & coftrettiua . Le (rondi , i filili , & i tikicci hanno la uirtù medelima delle uiti domeftiche . Della Vua. Cap. III. LA v v .a fi-elea conturba il corpo , & gonfia lo ftomaco . La manco nocitia è quella , che dapoi che è colta, è Hata appiccata :percioche in quella è giàdileccato il troppo humore:& pcròè utile allo ftomaco , & à gli ammalati , & fa appetito di mangiare . Quella , che li conferita ncl- 50 le uinaccie , & nelle pignatte , è ueramente aggradeuole, & grata alla bocca, & parimente allo fto- maco : riftagna il corpo, ma nuoce alla uefcica , & alla tefta : uale allo (puto del (angue . Il che fa fi- milmente qiielia, cheli conferuanei modo. Quella, cheli eondifte nella fiipa,&nel uinpa(Fò,è piu nociua allo ftomaco . Qtpella , che prima s’impafsifce al fole , & pofeia fi riferba nell’acqua pio- uana,èmancotHnolà,èlàlutifera alle febbri lunghe, ardenti, &chc caufano grandifsima fete. Serbanfi le uinaccie , & impiaftranfi utilmente infieme con falealle infiammagioni delle mammel- le , & alle durezze loro, caulàte per troppo abondanza di latte . Fani! crifteri della loro decottione con giouamento nella difenteria, ne iflufsi ftomachali,& in quelli anchora delle donne: nel che è in ufo per (are bagni da federui dentro . I fiocini de gli acini hanno uirtù coftrettiua: fono utili al- lo ftomaco . Spargefi la poluere de gli arrediti in fu’l corpo per la difenteriaà modo di polenta, & So parimenteper li fluii! , & debolezze di ftomaco. UZZI 4 Sviai. loro hift. ijy6 Dilcorfi del MatchioK VITE VINIFERA. // H V Yliri & /~\V A LI, & parimente di quante Jfetie fieno hoggì le Viti , che ne producono il nino , non accade neramente de V /fcriuere , percioche la dolcetti del lor liquore , uero fofientacolo della tata nofira , ha di tal force fattoi eie dome- stiche , che ogniminimo uiUaneUo , ne fa commodamente ragionare . Come che non Jia male il fafere, per conferitane auejìc gloriofijfme piante ,&f armerete per probibire , che non ferie perdano i frutti , che , bruchinoli fi mangino gl occhi delle riti nello /puntar fuori delle fiondi la primauera.ne manco ui nuocano quegli altri anmaletti , che fanno ar- ricciare i pampini (fe di tanta anthorìtà fono gli antichi, finitori dell agricultura ) fe quando nel potare , jt bagna 1 t falcino confangue il becco : almamente fe quando s’è affilato in fu la pietra , fifiegafopra la pelle del col orco . tre a (io è dafapere , che non poco danno fi fa alle riti , quando fi piantano i cauoli nelle u igne , per hauer posto la natura tra quelle due piante crudeliffma nimicitia . Et però dicono i medici , che l’antidoto itero de gli ebbriachi e il catto lo; i pe- , 0 roche mangiandoli crudo per auanti ( come fi coftuma di fare in molti luoghi con i cappuci ) in infilata, prolnbifie e - briachella ; & mangiato dapoì , la fupera , & la urne ualorofamente , Il che fapcndo moltobenei l ‘edcfchi.ra- Nel quinto lib.di Diofeoride. rijjime «alte mangino , che tra l altre uiuande non bahbiano ordinariamente il cauolo.i cappuccibor fiefchi,& bor [erbati infialamela m tamia . In Elepbantine , & parimente intorno àMemphi ( fecondo che recita Theo.phraBo ) le Vitifempre uerdeggtano di fiondi: come che non però producano i fiuti piu dima mila l'anno . In Italia ne fimo di quel ' le chiamate pa^e da Tlinio , che tre uolte fiorifeono ; ma non però maturano altro , che il primo frutto . “Producono le Piti f ma fenga fiocini, quando fi sfendono i magliuoli in tutta quella parte, che fi deefcpellireìn terra , & con art e fi ca- ua loro il midollo , & pofeia raggiunti infime , & legati bene aretti con corteccia d’olmo ,òcon altro legame , fi pian- tano . Ma parlando hormai. dell’ Vua è dafapere ( fecondo che fcriue Galeno al 1 1, libro de gli alimenti ) ch'ella dà V*a , & fuefa- miglìor.nutrime>itod’ogmaltrofrutto,cbepreflotrappajfa;comedimofiranoueramenteicampaiguardianidellc uighc: cul,i percioche in breuc tempo s ingranano .Ma non però tutte le [orti dell'uua nutrifiono à un modo medefimo : percioche la IO dolce , per ejfer piucalida di ciafcum altra ,fa[ete, gonfia lo Bomaco, ingraffa, &fiolueil corpo: l’auneraper lo con- trario , lo rìfiagna , nutrifee poco , & malageuolmcnte fi digerifee : & l'acerba non è da ufarc , per. ejfer nimica dello fiomaco . T anco è piu laudabile l'uua , quanto è piu ella polpofa , & maffimamente. quando fi ricoglie ben matura dalla uite. Et quella , che s appicca ben matura , & ben dolce ,nonè cofì uentofa , come le altre , & muoue conuenientemen- te il corpo . Chiamano i Greci la Vite umifera , A>ró»r rtwpil/w . i Latini , Vitis umifera : gli Mrabi , Harin , Ka- Nomi. rim , & Karm : i T edefehi ,-Vueinreb : i Francefi , Vigne . La Lambrufca chiamano i Greci, aVsm, iypìa: i Latini , Lubrificaci Tedcfchi . Vuild uueinrebti Francefi .Vigne farnage. La Vita chiamami Greci“ZnfvAÒ-.i Latini,. Vua :gliMrabi , Haineb : i T edefehi, Veinbeer : i Francefi , Rpìfin . LA v v a palla bianca è piu coflrcttiua . La carne loro gioua mangiata alla tolfe , alle fauci , al- le reni, & alla uefcica . Mangiali nella dilènteria per le fola con fiocini: decotta nellapadella con mele , con farina di miglio , di orzo , & uoua , Vale eifa per fe fola , & mafticata con pepe à purgare la teda della flemma . Impia Arata infieme con farina di faua , ouero di cimino , mitiga le ' infiammagioni de tefticoli . Trita fenza i fiocini , & impiaftrata con ruta , fana i faui , l'epinittidi , i carboncclli, Sd'ulcere corrofiue delle giunture, & parimente le cancrene . Impiaftrafi infu lepo- dagre conueneuoimente infieme con fucco di opopanace , melfa in fu l’ unghie commollè , le la ca- dere in breue tempo . L’Wa paffa ufuale è cofa neramente notifsmm àtutti . Ma nonperò fi dee credere , che fcrìuendo Galeno ,& gli Vul pa(ja & altri antichi dell' Vuue pajfe , intendejfero [diamente di quefie pie doline , che fi ci portano à Vmegia di Lemme-, liueflamin.’ & di Grecia , & parimente di quelle , che fi fanno in alcuni luoghi d’Italia . Percioche chiama uua paffa Galeno ogni forte d'uua.tanto grande , quanto picchia, che fia impaffita al fole, come s'impafsifconoi fichi. Et però diceua egli al I I . delle [acuità degli alimenti . Coft come la diuerfità del colore non altera in modo alcuno la uirtù dell uue pafi fe , coft parimente non l'altera la grandezza loro . “Percioche la qualità.chc fi f ente nelgujlarle.c fidamente quella , che ne fa difeernere la facultà loro . Dal che fi pilo ageuolmente concludere , che per uuapajfa intendere Galeno dà ogni ma, che fi freccili al fole .come è ilifibibo Damaschino ,& parimente quello che fi porta di Candia,& di Cipro.Oltreàcio fcriue Galeno nel luogo predetto quelle parole . Ma fono alcuni , che mangiando l’Vua paffa gr offa , & dolce, come è la Scibelitidc, r.e cauanoprìma, non fienai ragione il freme . & perche inuecchianiofi quefiafk la frua feorga dura ,&grof- fra : l’ infondono prima nell’acqua , accioche piu fàcilmente fe ne cani il freme. Contraria à quefia è quella , chenafeem Ci- licia , di colore gialliccio, dura , & graffa: la quale non ha freme iterano . La Scibelitidc nafree in Vamphilia, nera di co- lore : la quale , come ho detto , è grandijfima . QueBo tutto difrfre Galeno. Mppo ciò è da fraperc , che tutte IV ite paffre non fono d’una mcdefrmafacultà . imperoche altra facultà hanno le dolci , altra le auficre , altra quelle che hanno il fre- me, & altra quelle che non [hanno . Quelle adunque che non hanno i fiocini , ò quefrto per propria natura , ò che fi gli cauino fuori ,fe fono dolci, non hanno punto del coBrettiuo , anrf che lenificato commodamcntc .&però (i conuengono grandemente àgli firetti di petto .alla lofio , all' a frappi del gorgorgule , & à i difettideUe rcni,&dclla ncfrcica.il che conferma Galeno nelv 11.& neU’v III. libro delle compojitìoni de i medicamenti fecondo i luoghi , ouc loda f otti- mamente l'Vua paffa fenqa i fiocini per lenire il petto , &per i difetti del fegato . Ma il contrario fa quella, che fi man- gia con i fiocini, per efferemanifeBamente coBrettiua . llchefapendo molto bene Diofcoride fcriffe, che l’Vua paffa man giata con i fiocini, era conueniente nella difcntcria . Etperòparmi, che errino non poco alcuni medici grandi de i tetti- . pi noflri , i quali per lenire il corpo à gli ftittici , danno l'Vua paffa picchia del commune ufo, che fi ci porta da i luoghi predetti , à mangiare infieme con i fiocini, Imperoche credendofi di mollificare il corpo , piu prefio lo riBagnano . Il che , tanto piu inter uicne , quando l’Vua paffa è uecchia ,&quafi del tutto afeiutta . Mi che hauendopiu , & piu uolte con- ficcato , parmi ucr amente , che fia mltopiuàpropofito per foluere il corpo la Damafchina , che noi chiamiamo rfbibo, & quella, che fi ci porta di Cìpri, & di Candiaf con quefio però òche fi gli cauino i fiocini, ò fi foglia quella, che nè fenga ) che quella minuta del commune ufo . Imperoche quella contiene infe molto piu feorip , & fiocini , che polpa :fe già none fiefchifìima , & conferuata con gran diligenza. Onde è d’auertirc.che effendo noi alle uolte coBretti didare del- la minuta per mollificare il corpo , bifogna torre di quella , che non ha fiocini, & non ritrouandofene , tor dcllaltra, & sfiocinarla . quantunque per ogni uia ella è fempre men ualorofa della Damafchina ,& della Candhta : di cui parmi che intcndcffe Galeno, lodandola per i difetti del petto . Tra le quali fpctiefi ritroua anchora à i tempi noflri di quella , che non ha dentro freme , come era quella, che al tempo di Galeno fi portauadì Cilicia. “Piu oltre e anchora d aliati) e oue fi uoglia mollificare il corpo , di non dare Vua paffa , che fia al gufio aufiera , ò acerba . Imperoche queBa non può Dell’Vuapaffa. Cap. mi. 20 effere Vuapafia , & fue facilità fcrif teda Qal, Nomi. Enanthe, & fua «Hata» Errore di Mar- cello Veigilio. 1378 DifcorfidelMatthioli tjftrc fa noti frigida , & tencflre : le quali facilita hanno naturai proprietà di ripugnare, di coflringere , & di corrobo- rare , & maffìmamente mangiandoli con il fame . Onde ben dottamente diceua Galeno alll. libro delle facilità de ^li. alimenti [opra ciò quefìe parole . L* Vuapa[faha la medefima proportene conte altre uue , che hanno i fichi facchi \on i jrefahi . Imperoche per la maggior parte è ella dolce , &poca è quella uer amente che fa al gufi 0 acerba . Enne però affai di quella , che ha infamemente del dolce , & del auflero, quantunque tutte le dolci habbiano ancbora alquanto del- t’ auflero : & l'auflere , del dolce.Et cofi come le dolci fono piu calidef auflereper il contrario fono piu frigide . L au- stere appo ciò corroborano lo flomaco ;& cofìipano il corpo ,& molto piu di quefle l' acerbe .ma le dolci hanno quafi tra quefìe una mediocre conflitutione : percioche ne rilaffano lo flomaco ,ne foluono il neutre .Et come hanno le dolci fampre potejìà di contempcrare , cofi parimente l’hanno di mondificare : con le quali facultà acquetano le picciole mor- dacità dello fornace. Et al VII. capo dell' VI 1 1 . libro delle compofaionide ì medicamenti fecondo i luoghi , diceua pur 1 o egli : Tar che fi faccia dell’ Fua pajfa poca fama , per effcr ella in communeufodi tutti , & cofa molto familiare .ma quello la fa anchora piu utile : imperoche effetidone ella familiare , è tanto cofaettiua , quanto ricerca il bi fogno delle ui- fcere debilitate . Ha anchora uirtu. di cuocere le crudità degli humori , & di fuperarc le malignità dì quelli , & ofla fa- cilmente alle putredini . É oltre à queflo fecondo tutta la fua fufiati7xa familiare , & propria del fegato . Et nel libro de cibi , che generano fattili humori : L’Fua pajfa ( diceua ) fa ella non è cofaettiua , non confcrifce à i tumori del fegato , ne della mil\a : come che fta ella ualorofaper i difetti del petto , & del polmone . Delle f acuità poi dell' Fua pajfa , co - me cibo , fcriffe l’ijìejfo Galeno nel 1 1. libro delle facultà degli alimenti , con quefa parole . il nutrimento dell’F ua puf- fo, , che fi difauibuifae per il corpo , è della qualità medejìma , che è la natura di queUa,cio è dolce della dolce ,& auflcro dell' au fiera , & niiflo di quella che partecipa dell' una , & dell'altra qualità . Ma più copiofo è il nutrimento deliagra fa, & della dolce :& piu fcar fa queUo della magra, & dell’ aujl era i& piunutrifcel'Fua pafa sjìocinata tolta alla pari 20 quantità , che non fa l’uuafaefca . Et come che mollifichi manco il corpo , & manco fa afterfwa che i fichi facchi ; con- ferifee nondimeno piu allo flomaco , che non fanno quelli . Chiamano l’Fua pafa i Greci, 'Z-rafn : i Latini, Fua paf- faigliMabi, Zìbib : i Tedefahi, Fueinbeerlen,Mertreubel,& Kofains li Spagnoli , Tafas: i Francefì , foifms en captg, Dell’Enanthe . Cap: V. Chiamano Enanthe il frutto della lambrufca, quando fiorifee. Serbafiinuafo di terra non impeciato . cogliefi , & leccali all'ombra, mefiògli prima lotto un lenzuolo. L’elcttifsimoè quello diSoria , di Cilicia , & di Phenicia . Ha uirtù coftrettiua , & però beuuto èutileallo floma- co, & à prouocare l’orina : riftagna i fiufsi del corpo, & gli fputi del l'angue. Impiaftrato lécco ua- 30 le contra l’acidità , & à i faftidij dello flomaco . Adoperali tanto fecco , quanto frefeo , con aceto , & olio rofado in fu la fronte per li dolori di tefta . impiaflrafi per prohibirc le infiammagioni delle ferite frefche, & i principij delle fittole lagrimali, & parimente fana trito con mele , mirrila , croco, & olio rofado , le ulcere della bocca , &le corrolìue delle membra genitali . Mettefi ne i peffoli per riftagnare il fangue del meftruo . gioua applicato con nino , & polenta di fiore di farina , all e lagri- me de gli occhi. &àgliardori dello flomaco. La cenere dell'abrufciato tra dueteftidi terrafopra i carboni accefi , s’ufa nelle medicine de gli occhi . fana con mele i panaricci , i pterigi delle dita , & parimente le gengiue corrolìue , & fanguinofe . NO n follmente credo io , che’ fi poffa chiamare Enanthe il fiore di quella lambrufca , che non matura il fuo fin t- 40 to ; ma anchora ciucilo dell'altra , che lo matura . Imperoche quantunque fcriua di fopra Diofcoride , che la lam- brufca è dì due forti , delle quali n’è una , che non matura il frutto , ma bcnproduce nel fiorire lo Enanthe ; queflo però non prohìbifce,che anchora il fiore dell’altra lambrufca non fi pojfa chiamare Enanthe : effendo cofa chiara , che O'mtSn appreffo à gli antichi Greci altro non riletta nella noflra lìngua , che fiore di ttite . Il che manifeflameme dichiara Dio- fcoride nelprefente capitolo , dicendo ,cbel'Enanthe non è altro, che il frutto della lambrufca, quando' fiorifee, non diflinguendo piu di quefta , che di quella fpetie , ma fcriuendo generalmente di amendue . Et queflo medefmo conferma pur egli nel proceffo di queflo libro , otte ferine del uitio Enanthino , dicendo che fi fa del fiore di quella lambrufca, che produce il frutto . Ver le quali ragioni parmi effer chiaro , che tanto fta Enanthe il fiore della lambrufca flerìle , quanto della fruttifera . Del che faparimente fede Galeno al primo capo dell’ ottano libro delle compofitioni de medicamenti fe- condo i luoghi , con quefle parole . Aggiungo io in cotal medicamento cofi l’ompbacio , come anchora il ficco dell' a fen- 5 0 HO , & qualche uolta anchora amendue , & per terno l’hippociflo ,& per quarto l’ enanthe : cofi chiamo io il gemine della lambrufca infierite con i fuoi fiori , de i quali con [ucceffodi tempo fi genera butta. Ma Tlinio al umili, capo del XI l. libro intende per [Enanthe, del frutto ,&non del fiore , cofi dicendo. Conuienfi anchora per queflo effetto [Enanthe : il quale è luna della lambrufca . Coglìcfì con il fiore , quando maggiormente rigira d'odore . Queflo dcU’E- nanthe fcriffe Tlinio . Ma dubito che nell ultime parole fta corrotta la fcritma , & che doue dice , coglieft con il fiore , utìglìa dire , cogliefi quando fiorifee . Imperoche non foio , come fi poffa cogliere l'ima infieme col fiore. Tfonnitè parfo oltre àcio di tacermi un errore di Marcello Virgilio , come che fa egli flato altrimenti dottiffimo interprete , & commentatore di Diofcoride, accioche quiui forfè la fua dottrina non ingannale alcuno, chenon ccrcaffe piu tuoniti. Egli adunque commentando queflo luogo , fcriffe quefle parole . Auerùfcano i lettori, che Taolo Egineta nel vi. li- bro fcriue , che t Enanthe della lambrufca è molto in ufo de medici . percioche riflringe egli ualorofamcnte , & conoho- la , & ferma lo flomaco c'I uentn . Ma Diofcoride fcriue effer anchora un’ altro Enanthe, il qualeka uirtùdel tuttoa quefle contrarie : per effer (come fcriue egli ) lodato per prouocare le fecondine , per le difliUathm dell orina, & per Nel quarto lib. diDjofcoride. , . t . „ r , yr \ n . i ' — j biurv aeii h.nantnc berba contraria nelle facilita fu e a queflo altro . Ma parmi neramente gran co fa , che battendo egli interpretato quel ca titolodjCrccomUtino non ^ amente fi dimemkafe egli di queflo .mudi queUo anchora,che commentandolo ni, finjie deljito. Ma ( come fi dice) alenando etiam bonus dormìtat Homerus . E ultimamente da funere che il fiore del le ulti domefhche anchora fi chiama Enantbe . Ma perche quello delle ulti [alitatici, e , è piu cofirettiùo , & piu ualo ufo, ne rutene egUper lafua eccellenza il primo nome . Chiamano i Credi’ Enantbe, O Vm.S» .• i Latini, Oenantbe l o Labrufc.t uitisflos : i T edej chi 3 V uild rsben zi Franccfì } Grappe de uigne fauuage . LO omphaci o è il fucco dell'ima Thafia acerba,ouero dell'Aminea. Spremefi la (tate auan- ' ti al nafeere nella canicola , & metteli il fucco in un uafo di rame rodò , coperto con un panno di uno al loie, lino che ui (ì condenli,mefchiando quello, che fi fecca piu pretto intorno al uafo, con quello di mezo : la notte fi ritira al coperto , & non fi lafcia punto all aria di fuori : percioche la rugiada, che calca la notte, non lo lalcia condcnlàre . L elettilsimo è il rollo , il fragile , quello che foi temente è coftrcttiuo, & che morde la lingua. Sono alcuni, che lo condenfàno cocendolo al fuo so co . Gioua mefehiato con mele, ouero ulno pattò, all'afprezza della gola, del gargattile, & deliimo la, alle ulceie della bocca, & alle humidità delle gengiue,& alle orecchie, che menano marcia . uale con aceto parimente alle fittole, all ulcere uccelli c,& alle corrodile . Metteli neicrifteri, clic fi fan- no per la ailenteria,& per li flnfsi de luoghi naturali delle donne . E medicina conuencuole alla chiarezza, & (cabrofità de gii occhi, & alle corrofioni ! oro . Beuefipergli fputifrefchi del fmgue, quantunqueprocedelfe da qualche uena rotta, ufandolo però in poca quantità , & benifsimo inac- quato : percioche altrimenti molto abbrufeia. LOmphacio chiamato uolgarmcnte danai ^Agreflo , facciamo noi per condimento dei cibi delle nofire mie. Omplueio,o- mmaturc , per non battere le T hafie,ne manco le M «linee, dì cui fifa cena quello, che s’ufitua al tempo di Dio fi onde. llero A^uio , )0 Aia e pero dafapere,che quello fi condenfaua filamento per l’ufo della medicina , perriflagnare,& coftrignerc in '-damiti. ogni morbo , ouc fufebìf )gno di cefi fare :&pero acciocbefufie in questo piuualorofi , lofaceuano condenfarealfolc, in m uafo di r urne , ouer amente al fuoco : come che queflo à i tempi nofln nonfiapìuin ujo . Il piu cofirettiùo di tutti è: quello , che fi fa della tambrufea . Ilnofiro non condenfiamo noi altrimenti al fole , quantunque ue lo lafciamo neibi- SonV infieme con la uitutccia per piu giorni , coperto con telagroffa , fin che la uinaccia fi filleui, & la feccia fe ne inda al fondo , &fi chiarifea 1 agre fio . Il fatto in qucfto modo fi confirua chiaro , & incorrotto per tutto l’anno ,fen\a met- termi dentro punto di fate : & ufaft nonfilamente ne i cibi, ma anchora nelle medicine . L'Ompbacio ( per quanto A»»-.'oinphadofcrit ne Galeno al quarto libro delle fatuità de [empiici) fi può ufare in tutti i morbi calidicon non pocogiouamcnìo. Impero , so da Gal. che e fendo egli acidofinfrigidifie prefettamente : & gioua unicamente negli ardori, quando fi mette in fu la bocca del- lo fiomaco , in fu i fianchi , ò m qual fi uoglia altro luogo, otte fia di bi fogno d’ infrigidire . Chiamano i Greci i amplia 40 ciò , O fifdm : i Latini,Ompbacium .- i T ede felli , M greti : li Spagnoli , jlgras^t i Francefi , Ver luti . IL v i no uecchionuoceàinerui,&àtuttiglialtrifentimenti:nientedimenoèpiufoauealgu- fto. La onde fe ne guardino coloro, che hanno qualche mancamento nelle parti interiori : puof- fene però fenza nocumentoberein fanità un poco per uolta, ma inacquato . Il nuouo gonfia, di- gerirceli con fatica, fa fognare fogni terribili, & prouoca l’orina . Quello di mezo tempo , non fa nc l'uno , ne l’altro nocumento : &pcrò è communemente in ufo per il uiuere de i fimi , éc de gli infer- mi.Ilbianco lottile è utile allo ftomaco , & agcuolmente fi diftribuifee per le membra, llneroè j 0 grotto , & piu malageuole da digerire, nutrifee la carne, & fa imbriacare . Il ucrmiglio mezano di colore tra’l bianco , e'1 nero , ha parimente le fue fòrze mezane tra amendue . Lodali tanto in lini - tà , quanto in malattia primamente il bianco . Sono oltre al colore differenti i uini anchora nel fa- pore . Il dolce è nelle fue parti grotto , & però malageuolmente fi rifolue dal corpo gonfia lo fto- maco : conturba il corpo , & le interiora , coli come fa anchora il motto , ma manco imbriaca : è ot- . timo per le reni, & per lauefcica. L'auftcro patta piu uelocemente per orina, ma fadoler il capo, & imbriaca . L'acerbo è conueneuolifsimo per far digerire: nftagna il corpo , & tutti gli altri fiufsi, & prouoca manco Torma. 11 nuouo nuoce meno àinerni. Quello, che fi facon acqua marina, è contrario allo ftomaco , fa fete , nuoce à i nerui , muoue il corpo , & è nociuo à conualelcenti delle infirmitadi . Il pattò , che fi fa dell’uueimpaff.re prima al fole in fu le grati , ouero fecche in fu la ui- go te propria , chiamato per cognome Cretico , ouero pramnio , ouero protropo , & parimente la fa- pa, che fi fa del motto cotto al fuoco, chiamata da Greci firion, ouero hepfema,lè fono diuino, &uuancra0 fono grotti, &nutrifcono moltoicorpirilbiancoèpiuiòttilei&il mezanodi colore: Dell’Omphacio, do è Agrefto. Cap. VI: Della natura del Vino. Cap. VII. è firn il- 1 3 8 o Difcorfi del Mattinoli è Umilmente mezano tra l’uno , & l'altro di ualorc . Sono tutti coftrettiui , uiuificano i polii : con- uengonfi barati con olio, & pofciauomitatià iuelenicorrofiui.Sonoualorofi contra la cicuta, contra l’opio, contrai toflico, contrai pharico, contrai latte apprefo nello ftomaco, & contrai prurito, rodimento, & ulcere delle reni, & della uefcica: nondimeno gonfiano, &nuocono allo ftomaco . Vale particolaramente contra i flutti del corpo il nero: aggrauala tetta, infiamma, & nuo- ce alla uefcica : ma è piu ualorofo contra i ueleni di tutti gli altri . 1 uini, che fi fanno con pece, oue- ro con ragia, fcaldano,&digerifcono: ma nuoconoàglifpuri del farigue. Quelli, che per effere mefcolati con fapa, chiamano aparachiti, riempiono il capo , fanno imbriacare, & malageuolmen- te trafpirano , & offendono lo ftomaco . Ha il principato tra tutti i uini d'Italia il Falerno : pcr- cioche quando è uecchio , ageuolmente fi digerifce. uiuificail polfo, riftagna il corpo, gioua al- id 10 ftomaco . ma nuoce alla uefcica , & parimente à coloro, che fono deboli di uifta , & non è da ufa- re troppo frequentemente . Gli Albani fono piiigròfli del Falerno : fono dolci, gonfiano lo ftoma- co , mollificano il corpo , non aiutano molto alla digeftione , & non nuocono coli à i nerui : inuec- chiandofi diuentano nel fapore aufteri . Il Cecubo è dolce , & piu groflò del! Albano .■ nutrifce il corpo, & fa buon colore : ma fi digerifce malageuoìmente . Il Sorrentino è molto auftero : & però riftagna egli i flufli dello ftomaco , & del corpo , & elfendo picciolo , nuocemeno alla tefta : inuec- chiandofidiuenta molto piu foaue , & piu amico dello ftomaco .L’ Adriano , & il Mamertino nati in Sicilia , fono parimente graffi nella fuftanza loro, & poco coftrettiui: pretto s'inuecchiano,& nuocono , per eflère piccioli , meno à i nerui . Il Paretipiano, che fi porta dal mare Adriatico, è aro- matico , & piu fottile : & però inganna fpeflo chi copiofamente lo beue. imbriaca lungamente , & jo fa dormire . Quello , che nafeein Iftria , è limile al Paretipiano , ma prouocapiu ualorofamente fo- rma . Il Chio è meno ualorofodi tuttii già detti, & atto all'ufo del bere: nutrifce condecentemen- te, & imbriaca meno : riftagna i flufli, & molto fi conuiene ne i medicamenti degli occhi . 11 Lesbio ageuolmente fi diffonde perle membra , c piu leggiero del Chio , & conueneuole al corpo . Simi- le à quello è l'Ephefio, chiamato Phigelite .mal’Àfiano del monte Tmolo, chiamato Mefogire, fa doler la tefta, & nuoce à inerui . Il Coo , & il Clazomenio: per eflère mefcolati con molta acqua marina, ageuolmente fi corrompono: generano uentofità, conturbano il corpo, & nuocono ài nerui . Ogni uino ( parlandone uniuerfalmente ) puro , & lineerò , & naturalmente auftero , ri- balda , digerirceli facilmente , gioua allo ftomaco , prouoca l'orma, nutrifce leforze , fa dormire, &fabuon colore. Gioua beuuto copiolàmente à coloro, che haueflèrobeuuto la cicuta, il corian- jo dro , il pharico , l'ixia , l'opio , il lithargirio , il tatto , gli aconiti , & i funhgi màlefichi : & parimen- te à i morfi de ferpenti , & alle punture di tutti quegli animali, che ammazzano infrigidando il fan- gue , & che fouuertono Io ftomaco al uomito . Vale alle uecchie uentofità , à rodimenti , & diften- dimenti de i precordij , alla rifolutione dello ftomaco , & à i flufli del corpo , & dell’interiora . Gio- ua à coloro , che per troppo fudare s’indebilifcono , & fi confumano , & mafsimamenrc il bianco , uecchio , &aromatico . Quello, che inocchiandoli diuenta dolce , è neramente utile alle reni, & alla uefcica : & mettefi utilmente con lana fuccida in fili le ferite , & fopra le infiammagioni : & fan - Iène commodamente lauande in fui ulcere maligne, fordìde, corrofiue, 6z che fono caulateda flufsid'humori. Conuengonfi molto per l'ufo de fann uini bianchi aufteri, che nonfono mefchiati _ con acqua marina . Di quelli fono neramente piu lodati tra gli Italiani , il Falerno , il Sorrentino, 11 Cecubo , il Signino , & molti altri di Campagna , & il Paretipiano dell'Adriatico , &J Siciliano chiamato Mamertino . Di quelli di Grecia è eccellentifsimo il Chio , il Lesbio, & il Phigelite d E- phefo . I uini, che fono nella fuftanzaloro grofsi , & neri di colore , fono malageuoli molto da di- gerire, generano uentofità, aumentano il corpo . Quelli , che fono fottili , & aufteri , giouano allo ftomaco , ma non ingroflàno coli il corpo . I uecchi bianchi, & fottili , prouocano piu uJforofaiYien- te l'orina , ma fanno dolore di tefta , & barati copiofamente , nuocono à i nerui . Quelli di meza e- tà , ciò è di fette anni , fono neramente fanifsimi da bere . Debbefi confiderare la quantità , clic ic ne richiede per bere, per la età , per il tempo dell’anno, perla confuetudinc,& per la qualità del _ in- no. Comandali benissimo , che non fi debbia combattere conlafcte. E colli neramente falutifc- rifsima bagnare il cibo con poco uino . Tutte le imbriachezze nuocono , ma molto piu la continua : percioche e neceflario , che i nerui continuamente attediati , s'arrendano . il bere troppo da lempre principio alle infirmità acute . E nondimeno utile il bere alquanto piu del doucre per alcuni gior- ni, quando prima per alcun tempo se beuuta dell'acqua : percioche tira alle fommità , apre ì mea ■ ti,perliqualipurgapofciainuifibilmentelefiiperfluitàdeifenfi. Ma bifogna dapoibere dell ac- qua : percioche ella è il rimedio di quella imbriachezza , latta per fanirà . Quello , che chiama- no Omphacite , fi fa particolarmente in Lesbo d'uua immatura , colta poco auanti alla maturità , & difeccata al fole per tre ouer quattro giorni, fino ch'ella diuenti uizza: da cui cauaco pola.nl uu- no, fi mette nelle botti , & lafciafi al fole . Ha quello uirtù coftr'ettiua , gioua al uomito de gli Ito- machi rilalfati, à dolori de i fianchi, all'appetito corrotto delle donne groffe, & alle erudita : & ci e- defi che fia, beuuto, molto utile nella peftilenza . Quelli uini non fi poflòno bere le non dopo mol- 6o tianni. Quello, che i Greci chiamano deuteria,cioè fecondario,&i Latini lora, fata in quelto modo . Toìgonfitre mifure d'acqua , &mettefi fopra alle uinaccie,dacuififon9cauate uemam^ Vino, & fu e uà rie facultà fe- Nel quinto Jib. diDiolcoride. 1381 fure di uino : & mefcolandofi bene ogni cofa infieme , fi calcano , &il nino , che fe ne caua , fi cuo- f. al calare della terza parte , Sanettonfi pofaa per ogm congio del predetto uino due feftarij di fiale , & coli do|x> il uerno fi tramuta in altri uafi . Beefi l anno medefimo : percioche pretto perde la bo“a ^ : PfP? g Ia!ìlma fP/1 CW non fi puo dare fic“rameMe dell'altro uino , quando iiamo coftrettt di fiodisfare a 1 loro defidenj , & parimente à i conualeficenti . Faffi anchora quello , che chiamano impotente di forza al predetto . Al che fare «prende uguale parte di mollò, & d acqua , & fannofi coli bollire lentamente al fuoco , fino che fi confumi tutta la mifura dell'acqua, & come e freddo limette in una botte impeciata . Tolgono alcuni uguale parte d'acqua marina! diplouana?dimele5& di motto, & mettono tutto inlìemeinuafial folcper quaranta giorni- & io ufanlo a tutte quefte cole il medefimoanno . Quello 5 che di colore ben nero lì fa deliba della lambrusca, e utile ueramente per la uirtù coftrettiua , che egli pofsiede , à i flufsi di corpo , & pari- mente di llomaco , & in tutti gli altri cali, oue fia di bifogno di ftitticare, & riftagnare . EU vino ueramente foauifsimo liquore , uero foflent amento della uita nojlra , rigeneratore de gli fiiriti rallegratore del cuore , & rcfìauratorc potentiffmo di tutte le f acuità, & operationi corporali , & però merita- ..s muu- .c- rnente fi chiama Ulte la pianta prehoftftima , che lo produce . Manonpcrò per quefiopiglino ardire pliebbriachi , C0ntl0 lami,"u Mentendomi qui tanto lodare il uino : percioche offendo ogni efiremo ( come fi dice ) uitiofo , quando fi bee oltre quello , “ dei Ca° uf°* ebebifogna , caufa (come poco qui di fiotto diremo ) horrendi morbi. Et però dico , che beuuto moderatamente , con- ferifice molto al nutrimento del corpo , genera ottimo fangue , conuertificefi prefio in nutrimento , aumenta la digefiione 20 in ogni parte del corpo , fa buono animo , rafferma l'intelletto, rallegra il cuore , uiuificagli /piriti , prouoca l'orina , cacciala uentofita , aumenta ilcalor naturale , ingraffai conualeficenti , prouoca l’appetito, chiarifica il /angue, apre le oppilationi , porta il nutrimento per tutto ilcorpo ,fn buon colore , & caccia fuori tutte le cofie fiuperflue . Ma beuu- to ferina modefiia , & fenica regola ( come fanno gli cbbriachi) infrigidiffie accidentalmente tutto il corpo Soffocando ilcalor naturale,come fi fioffoca uu picciolo fuoco con una gran quantità di legna.T^uoce al ceruello,alla nuca,& à i ner- ui;&pero caufa ffieffo apoplefìia,cio è goccia, paralifia,mal caduco, fpafimo, Ftupore, tremore, abbagliamelo d’occhi, ucr t.igim , contr anioni di giunture , lethargia , fienefìa , fiordità , catarro , & tortura . Corrompe dopo quetto i buoni , & lodeuoli cottami : percioche fùdiuentare gli huomini cianciatori, baioni, contentiofi ,ficredentiati ,luffuriofi gioca- tori , furio fi , dishonetti, & homicidialL Guafia la memoria , & fa molti altri abomineuoli , & p e fiimi effetti : i quali lafciarò per hor a da banda , per non mi far del tutto maliuoligii ebbriachi . Conuienfi oltre à ciò il uino à i uecchi piu, 30 che à tutti gli altri : percioche tempra la frigidità contratta con la lungheria dell’età loro .Ma ài fanciulli ,& ài gio- uanifino all età di uenti anni nonficonuicne il uino in modo alcuno . Et però diceua Galeno ahi. libro del modo di con- feruare lafanità , che il dare à bere il uino à i fanciulli ,& ài giouani altro non è , che aggiugnerc fuoco à fuoco . E' ol- tre a ciò da guardar fi nel tempo della fiate di non bere il uino rinfrefeato col ghiaccio , ò con la neue , oueramentc con acque frigidiffime , per e/fere egli molto nocino allo ttomaco , al ccr nello , à i nerui, al polmone , al petto , alle budella , alla matric e , alla uefcica , alle reni , al fegato , alla mibxa ,& di denti . Et però non è marauiglia , fe col tempo fi ge- nerano in ibi co fi lo bee , dolori colici , &fiomacbali , fpafimo, paralifta , apoplefiia , ferramento di petto , ritcnimento d’or ina , renelle , pietra , oppilationi , hidropifie , & altri pericolofi , & firani morbi . Il perche Galeno nel libro de i ci- bi , che danno buono , & cattino nutrimento : Coloro ( diceua ) che non fanno effercitio la fiate , debbono quando fono affediati da grandifiimo caldo , bere acqua di fontana , &guardarft da quella , che fi liquefa delle neui , & parimente qo dal uino rinfrefeato per arte . impcr oche quantunque paia , che Ubere in quettomodo noncaufi ne i corpi de i giouani nocumento alcuno ; nondimeno crefcendo pofeia piati piano la malignità della cofa , fe n accorgono poi quando comin- ciano ad inueccbiare’: percioche incorrono in alcune malattie di nerui, di giunture, & dell' interiora , le quali final- mente , ò che del tutto fono incurabili , ò che malageuolmcnt e fifanano . Decfi oltre à ciò fempre procurare , che il uino , che fi bee , fiia iietto puro , chiaro , odorifero , & grato algittto : percioche il uinoguafto , il torbido , & l’infetto di ma- lo odore , nuoce non poco , & corrompe il fangue . Et però dirò io , che dotato d’cccellentiffmi nini è il contado di Go- ritia , doue fi ha di quelpucino antico , che nafee in Trofecco non molto lontano dal Timauo , & molto piu lodeuole in & fllc lodi. Vipao ,& d'altri fimili grandifima copia .1 quali beuuti moderatamente , fono per conferuarela fanità negli huomini, à cui fi conuengono , miracolo fi . Come nepoffo fare io fermo tettimouio , per hauergli prouati in me medejmo con non poca utilità mia , in un mio antico dolore di ftomaco , & dcbolcT^a di tutto il corpo . Et però non è marauiglia , che fcvi- ua Tlinio alvi, capo delxim. libro , che Liuia Mugufiafoleua dire , che non per altro crcdeua d'effer uiuuta ottan- ta due anni ,fe non per il bere del uino Vucino , il quale fempre ferina berne d'altro haueua ufato . 'Elafe e quetto ( dice- uapur egli ) nella cofia del mare Adriatico non molto lungi dal fonte del Timauo in un colle faffofo , doue fe nericoglie poche orne . filtro non è che piu fi fiimi conueneuole nelle medicine . Et quetto credo io , che fia quello , che celebraro- no i Greci con non poche lodi , chiamandolo Tittano del mare Adriatico . Del che fanno te/limonio i uillani del Carfo chia mato dagli antichi lapidia: imperoche beuendo fempre nini fimili al Vucino rarifìime uolte s’ammalano , & inueccbian- fi lungamente , di modo che infiniti ui fene ritrouano , ebepaffano nouanta , & cento anni . Quefio è f ottile, chiaro , lu- cido , proprio di color d’oro , odorifero , & algufto gratifìimo . Scalda non inacquando fi affai , & penetra ageuolmen - te per tutte le parti del corpo . Et però ben diceua Galeno al terreo libro delle facilità de: i femplici , che cotal uino non folamente èpotentifimo rimedio di tutte le membra del corpo infrigidite da frigidifimi medicamenti ; ma anchora in tut- ti coloro , che per dolor di fìomaco , ò di cuore fi) effe uolte tramortifeono . Et però credo, che molta felicità fia à gli huo- mini, che nafeono doue fi ritrouano i buoni uini, quando però gli fanno ufare con quella modefiia , che ui fi richiede . Qual forte poi di nini fieno piu commoli all'ufo del bere , non dirò altrimenti qui io , battendone detto à baftan^a Dio- AAAAAA feoride. Il uino 3 qual età conuenga. VinoPucino, 1382 Difcorfì del Matthioli Lori delcricta fcoride . Ma per dire anchora qualche cofa della loia , la quale noi in Tofcana chiamiamo ^Acquarello , & in Frìoli di Gal. fi chiama Cionta , dico che altrimenti fi faceua al tempo di Galeno , che al tempo di Diofcoridc. Della qualetrattò effo Galeno , & del modo di fiala, nel fecondo libro delle facoltà de gli alimenti, con quefic parole . Chiamano i Greci l'infu- ftone delle uinaccie tryga , dagli Mttici fi chiama deleteria ,& da inoltri ttemphylitis ,cio è lora . Mettonfi per farla le uinaccic in alcune picciole botti , &pofcia fe le mette tanta acqua fi opra , che fi pofifano tutte ben macerare . & co- me pare, che l'acqua fta fiata affai, supremi perti igio nel fondo ,& lafciafi fcolar fuori, & ufafi pofeiain cambiodi nino . Hanno coloro , che la fanno , queflo antiuedere ,cioè di mettergli tanta acqua, quanto per certa ragione, & efpe- rienra par loro , che batti fecondo la quantità delle uinaccie , mifurando la quantità dell'acqua talmente , che laloro non fia troppo auinata , ne poco . Et canata fuori la prima, ui ritornano una altra uolta fi opra dell’altra acqua,ma affai man- co della prima , di modo che anchora quella babbia mediocremente del uinofo .& queHa è quella, che uogliono alcuni IO curìofi , che fia propriamente chiamata dagli Mtici deuteria , & non la prima . lima , & l’altra fa dolore di tefla ,fe ella non fi bee bene inacquata : ma la prima offende affai piu . Ha quefto di buono, ciò è, che beuuta pretto s'orina . Ffi- trouauifi perònonpocadiuerfità,fecondocbefonouarie ,&dmerfe anchoraleuue ,di cui fonale uinaccie .Impcro- chefe lune fono dolci, la lora è molto piu foaue , &paffa molto piuprefloper orina : & fe acerbe , ò acide , è molto piu Ipiaceuole , & malagcmlmentc s ovina . Faffi piu potente, quando ui fi conferuano le uinacciefino alla primauera , ò fi- no alla fiate . Vfandof: il uerno , fe ben moietta manco il capo , non s'orina poi fe non con lungo tempo . Tutto quello Vino di libra- falla lorafcrijfe Galeno . Faffi anchora in alcuni luoghi d' Italia uino dell’ ma faluatica di ncriflimo colore , & ufano alcuni di mefchiarlo con il bianco per farlo uermiglio . Beonfelo iuillam, quando è carefiia di inno . Qjiettopcr il piu èdolce , & inficmemente aufiero : maperdepoi col tempo la dolcetta , & dìuenta mfoaue.&ffiaceuole , di modo che . all' bora non è buono per altro , che per medicina, oue fia bijogno dirifiagnare ,& di fortificare. Faffi del unto l' ac- 20 fu^mmbdiuir qua uite per lambicco , co fi chiamata per le marauigliofe uhtùfue , le quali ha per conferuatione della ulta dcll'buomo. là. Impcrocbe fiteendofi con quella diligenza , che ui fi richiede d’ottimo uino , meritamente fi può ella chiamare M equa di- luita . Muuenga che come tutte le cofe che ui fi pongono dentro fono da lei preferiate , ne fi corrompono, cofi parimen- te preferua la uita di coloro , chef ufano di bere , togliendo de i corpi loro ogni putredine , & cuflodifee , ripara , nodri- fee , difende , & prolunga la uita , Impernile non folamente conferua ella nelfuo uigore il calor naturaleima rigenera, & uiuifica gli I piriti uìtali, fcalda lo fiomaco , conforta il ccruello , acuifce l'intelletto , chiarifica la uifla , & ripara la •memoria : & majfimamente ufandoft da coloro , che fono piu prefio dì fredda , che di calda natura , & che congregano crudità, &uentofità nello ttomaco,& che fono fottopottià altri flemmatici, & frigidi difetti ;& però ualc ella mi- rabilmente ne i dolori uentofi dello fiomaco , & del corpo ; nelle uertigìnì , nel mal caduco, nell’vlpoplefiia, nella melan- cholia , nella Taralifia , nelle profundità del forno , nel tremore , & battimento del cuore , & nelle fmeopi beendofene 30 ogni giorno un cucchiarola mattina à digiuno . Ma dùuenta moltopiu ualorofa , & efficace preparandoli ella come fac- Quint» effeirca f-o .g m modo- Tiglia adunque di Cinnamomo ma oncia, di Gengeuo dramme quattro di tutti ifandali di cia- dcl Minino . j-cmodrammj-ciidi Garofani, di galanga, dinoci mofeade di ciafcuna dramme due& me\a,dì Macis.di Cubebe d’ ambedue ma dramma , di Cardamomo maggiore , & minore , di feme di nigella di ciafcuno tre dramme , di s \eioaria meV oncia , di feme, di anifì, di finocchio dolce, dipafiinacafaluatica, di ciafcuno dramma una & mtfi, di radici d’vln- ' gelica , di Gariofillata , di Hegolitìa , di calamo aromatico , di Valeriana minore , di foglie difclarea, di Thimo,di C ala- mento , dipulegio , di menta , dìferpillo , di mamma di ciafcuna dramme due , di rofe roffe,di fiori di fallita , di Beto- nica , di \ofmarino , di ttecbade , di Buglofla , di ciafcuno una dramma & me^a , di corteccia di C edro tre dramme , di fbetìe di Diambra , d’Momatico rofado , di Diamofco dolce , di Diamargariton , di Diarbodon , di lettouario di gemme di ciafcuno tre dramme . Faffi di tutto poluere , la quale fi mette in macera con libre dodici d’acqua di Vita cllettiffma m 40 un uafo , ouer boccia di uctro ben ferrata con cera per quindici giorni continui , & poi fi fi lambiccare m bagno .ferran- do cofi diligentemente le giunture de i uafi , che non pojfino punto refpirare . Mettefipoi nell'acqua lambiccata di Sanda- lo odorato tagliato minuto due dramme , & di Mofco, & Mmbra legati in tela rara come in uno bottone di ciafcuno uno Virtù della qui rcropol0 ,<£. di Giulepo rofado chiaro una libra. Ciò fbttofi conquaffanel uafo moltobene ogni cofafincheil Gmlepo ci cllenza. s‘incorpori con l acqua, & ferrata dipoi la bocca del uafo con cera , & carta pergamena ,fi lafcia cofi ripofare per quin- dici di continui , fino che fi chiarifichi bene , & cofi diuenta ella Mntbìdoto ualoroftffimo per tutte le cofe predette . I m- peroebe non folamente beuta , ma sbruffata nella fàccia ritorna nife gli cpìlittici , le donne fuffocate dada madrice , & coloro che tramortifeono . Reflituifce la loquella perduta , & ritiene in uita alle mite coloro che muoiono tanto di tempo che fi parere à grattanti cofa miracolofa . Mettefi ne i alfieri che fi fanno per i dolori colici al pefo d una oncia coiipre- rentaneo giouamento , doue il male proceda da uentofttà , ò da frigidi homori , & mafimamente aggiungendomi: due j 0 J dramme di Thcrìaca ,&due di Mitridato . In fomma è quella Mquamiico ,& prcfentaneonmeiiomtuttu mor 1 frigidi . Chiamano i Greci il Vino,°‘r« : i Latini , Vinum : i T edefebi , Vuein : li Spagnoli , Vino . Del Vino Melitite. Cap. Vili. IL vino chiamato Melitite fidànelle febbri lunghe, che debilitano lo ftomaco: percioche I muoue leggiermente il corpo,prouoca l’orina , mondifica lo ftomaco. gioua a 1 dolori delle giun A ture , alle infirmiti delle reni, à debolezza di tefta, & alle donne, che naturalmente beuono del- l’acqua : è odorato , & nutrtfee il corpo . E' differente dal mulfo , il quale fi fa di uino uecchio aufte- ro mefehiato con poco mele: percioche il melitite fi fa mettendo un congio di mele,&un ciat di falc in cinque congi di mofto auftero. L' ebbefifare quefto uino in uafi di capacita grande, accio- che ui fia fpatio per bollire largamente: fpargeuifi fopra a poco a poco il fale tanto chcbolle,& co- me ha finito di bollire 3 fi tramuta in altri uaii. 60 Nel quinto lib . di Diofcoride. 1385 Del dino Mulfo. Cap. IX. TRa GLI altri è tenuto migliore quel Mulfo , che fifa diuino uecchio , &di buonmele.-per- cioche il coli fatto genera manco uentofità , & più prefto diuenta buono per ufare . Il uecchio nutrifce il corpo. Quello di meza età mollifica il corpo, & prouoca l'orina: beuuto dopo parto nuo- ce , & auanti fatia : ma poco dopo prouoca l'appetito . Fafsi il mulfo di due metrete di inno , & una di mele . Sono alcuni altri , che accioche piu prefto fi polfa bere , fanno cuocere il uino infieme con mele , & pofcia lo imbottano. Sono alcuni altri, che per ifpendere poco, mettono con fei feftarij di morto , quando bolle nella uindemia , un feftario di mele , & come ha poi finito di bollire , lo ri- pongono nellebotti , & coli retta dolce . Dell’Acqua melata. Cap. X. L’Acc^va melata ha le forze medelìme del uino melato. Vfafi di dareàbere cruda, quando uogliamo fare muouere il corpo , ouero far uomitare , come facciamo dandola con olio à co- loro , che hanno prcfo il ueleno . Et parimente la diamo cotta à gli huomini naturalmente deboli & dipocopolfo : dafsi à chi ha la torte, ne i difètti del polmone , & à coloro, che per troppo fudore fi confumano. Quella, che fi tiene preparata, & ripofia, chiamata hidromele,è coli ualorofadi so mezo tempo , come fi fia il nino chiamato adiriamo , ouero acquarello : & imperò gioua nelle in- fiammagioni d alcune membra , piu che non fa erto acquarello . Dannali quella , che è piu uccchia, per coloro che fono infiammati , & ftittici di corpo : come che ella fi conuenga nelle pafsioni del- lo ftornaco, alla naufea del cibo, &à chi troppo luda . Fafsi, mettendo con due mifure d'acqua pio- uana uecchia , una mifura di mele , & pofcia lafciandola al fole . Sono alcuni , che la fanno con ac- qua di fontana, & cuoconla fino che cali la terza parte, & coli pofcia la ripongono . Chiamano al- cuni hidtoinele l'acqua riferbata, di cui fi lauano i faui . Beeli quella piucopiofamente. Sono alcu- ni che la cuocono : ma nuoce à gli ammalati , per hauere pur aliai miftura di ceragione . L'jL c ctv a melata de gli girali fi prepara in altro modo , che quella de Greci defcritta in queflo luogo da Dio- fcoride. Impcmchc Mefite defcriice la fua in queflo modo. L’acqua melata ( per quanto fc ne ritroui dagli antichi ) èdotatadigrandiffimeuirtà.percioche fpegnc ella la feto , glena d i morbi frigidi , & (petiabncntc del ccriiello > de nervi, & delle gmt lire . B aiuta à patio in cambio di uino ,giouapermondijìcareilpctto dalle bumidità , & parimen- te alla coffe . Caua oltre à ciò dal petto la marcia ,■& la flemma groffa , & uifeofa . sgotta , purga , & lana le dudella , le uifeere ,& iettie dell' orina :&perà gioita a i dolori colici .muove ilcorpo,& prohibifee il generare della pietra. Fafli togliendo una libra d’ eiettifflmo mele , che non fia uecchio , di colore tra l bianco e’I giallo 3 odorifero ,& conia fua dolcetta alquanto acuto , & otto libre d'acqua chiara di fontana t &fhnfì coft cuocere infieme in un uafo di pietra, meramente di terra cotta uetriata à lento fuoco, fin che fpìurnandola continuamente non faccia piu [ piuma : & alt bora fi cola, & fi ripone . Mafie fi uuol bere poco dopo , che è fatta ,mettauifi , piu acqua, & filétto (piumata fi coli . Impe- roche quella , che fi fa tanto bollire , che rcHigrofiacome ilgiulcpo , fi può confiniate molto piu lungo tempo : ma pene- ro tra piu malagevolmente nelle parti longinque del corpo ,& facilmente fi contiene in eliderà per la fua troppa ddcr/pgi. Ut però fa ella fète.fc non fi dijfoluc con afidi acqua , di modo ch’ella reili quafi infipida come acqua . Ma uariailo le fa- cultà dell’acqua melata , fecondo ladiiterfttàdtl cuocerla . Imperocbe quella , che fi cuoce troppo poco , genera Uentofi- tà nello fornace , muoiie molto piu il corpo , & nutrifce manco : & quella che fi cuoce affai , rifolue la uentofità , nutri- ftepm,& natone manco il corpo. Sono alcuni , che la fanno inficine con ar ornati , come gengeuo , macis, 3. affiorano , cin- namomo , & altri filmili. Ut altri ni mettono lagatia mofchaia,& l’agallocho. Fafsi anchora duna parte di mele , & olio di acqua di fontana , & tre micie dì lieuito, ciò è fermento ( queflo baila per farne cento libre ) liquefatto nell’acqua predetta.Et mettefi poi in ima botte tutto infieme ibollire come fi fico' limilo ima bifogna che labotterefti pur affai fuma , accioche nel bollire non fe nefea fuori . Et come ha finito di bollire , fi ferra la bocca del uafo , & faluafi per be- re come fi fa col uino . ma non bifogna berne fenon paffuto il terrp mefe . Toffimfi mettere anchora in queila degli aro- J0 mati legati in una t ela,& Inficiameli fofpefi à un laccio.Tutto queflo della acqua melata fenffie Mefue.La citi ultima chia mano i Tedefchi Medone . ma eglino gli mettono un fermento fattomi! d’ alcuna forte di farina , ma della l puma che fa il moilo nel bollire , & dì fiori dilupoli, i quali ufano anchora nelle loro ceruoge . Infinito Medone beano 1 Polacchi , & i Lituani , per hauere abondantifiimomels , & careftiadi uino . Ma è oltre à ciò d'auertirc , che i tefli Grecidi Dio- fcoride hanno tutti quafi nel principio dì quello capitolo , »*«** *ì ¥& muk, v**JS/* frototub 'a murai, eh ini rSv Qardri{ioy herùrarm , JvJVvr:: ad™ pefìiauw cjG g Vfafi cotta quando uogliamo muouere il corpo, ouero fhr uomitare , come à coloro , che hanno prefo il ueleno , dandogliela con olio . Ideile quali parole è da dubi- tare, che firn carrettella di frittura. Imperocbe attuario nel fuo libro delle compofitioni de i ■medicamenti, defert- uendo l'acqua melata , di parola in parola da Diofcoride , ha in quello luogo , cruda , & non cotta , come interpreta ar.cbora il pueìlio , auertito forfè da Attuario . Sen\a che è cofa chiara, & ragionevole , che la cruda può molto piu 6o muovere il corpo, & piu far vomitare della cotta. Chiamano i Greci l'acqua melata, Mau*f»7»r .• i Latini , Meli- cratm\, & aqua mulfa . Vario modo di far l'acqua me- lata. Luogo tìi Dio fcoride corret- to. Nomi. AÀAAAA ì Del- Acqua , & fue differenti»; , & facultà. Acque miftura te co diuerfi mi nerali ,& loro facultà. 1384 Difcorfi del Mattinoli Pett'Acqua. Càp^ XI. E' Veramente malageuol cofa il determinare uniuerfalmente dell'acqua , per le proprie- tà dei luoghi , per le priuate nature loro , & per le di fpofitioni dell’aria , & molte altre cofe. Nondimeno l’ottima è la dolce , fincera , & che non partecipa d’alcuna qualità , & quella che non ftà lungo tempo ne i precordi; , che difcende facilmente, & lenza’ dolore, che non genera uen- toiìtà , & non li putrefa nel corpo . QV A n t v n Qjv e breuemente trattale Diofi Gride delfi^icqua da bere ; nondimeno toccò egli quafì tutte le 1 0 circoftan^e , che fi richieggono nella buona . TSfe farebbe bifogno di fargli fopra altro difcorfi , quando fi uo- lejfe folamente fodisfare à quelli , che fanno . Ma per contentare ciafcum , & per ampliarne l'hifioria , narra - rò qui non folamente le qualità & lefacultà àitutte l' acque , che fono in ufo per bere , & per cucinare ; ma anchora di quelle , che hanno feco miftura di metalli , & d’altri uarij minerali . Et però dico , che quella fi può chiamare elettiffima acqua j la quale è chiariffima , pura , fittile , fetida fapore, leggiera , che preftofifcaldi al fuoco, & fcaldata preftófi raffreddi , aggradeuole al gufo : che feenda ageuolmente à baffo , & che fi digerifea finga faftìdio . Cofi fatta fu ole e fi fere uer amente quella , il cui fonte rimira uerfi oriente , & corre fopra faffi 3 ò fopra rena 3 ò f ìpra pura terra , & che la fiate è fredda , e’I uerno calda . Eccedenti fiima 3 & migliore di ciafiuna altra è la piouana , chepioùe la fiate quieta- mente . jT cui è poco inferiore la piouuta neltiSìeffo tempo con il romore de tuoni . Maquella,che pioue con furia grati- diffima da qualche fubito nembo , con tuoni h orrìbili , folgori , & tempefia ( come nèl fifio de rmorbi uolgari ferine Ga- 20 leno ) non è in modo alcuno da ufare . Quella 3 che fi firba piouana nelle cifierne , non par che- fia neramente cofi lodcuo- le , quantunque molti medici la commendino . percioche non f damente è ella uitiofa , per effere una mef :olanga di diuer- fe acque piouute in diuerfi tempi dell’anno di grandine , & dineui fcolate da i tetti ; ma anchora perche ogni acqua, & fpetialmente piouana, che fiia infieme raccolta finga muo uerfi, fi putrefa prefio . il che confiderandofi bene , non fi può •cofi lodare l’acqua delle dolerne , come la pura del cielo . Et però diremo , che qucfla delle cisternetanto piuècatt-iua quanto piu ui fi ritroua effere dentro acqua di tempefia , ò di neue , percioche , fecondo che ferine Galeno nel libro della bontà dell’acqua , quella che fcola dalla neue , & dal ghiacciò , impcdifice la digefiione ì ritiene la orina , nuoce al pet- to , al polmone , & alloftomacho , & caufa fpafimo , pontia , & uentofità grande , Et quefio non gli accade per altro , fi non perche quando ella fi congelò nell’ aria, fi rifolue da lei ogni parte fittile . Quella de i poggi è per il piugraue , & digerifeefi malageuolmente , ne fi può dire, ch’ella fia finga qualche putrefi anione : quantunque tanto manco fia ella ni- tuperabile , quanto piu fi frequenta di cauarla , ouero quando la profondità de i p oggi finifee fopra qualche fonte fotter- raneo . Quella de i laghi , & delle paludi non è da ufare ,fi non cotta , oueramènte deftillata . Quella de i fiumi è buo- na ,& cattiua, fecondo le qualità dell' acque , che ui concorrono , & delle cofi putride , che Ui figittano : come inter- uiene de i fiumi ,chepaffano per le cittàgroffe . Et però non fino in alcun modo da ufare le infettate , fi prima non fi ri- fchiarano con lungo tempo ne i giri , & nelle uittine , come fi cofiuma di fare à I{pma con quella del Tenere: la quale ri - fihiarata che fia ,fi confcrua le centinaia degli anni finga corromperli . Oltre à ciò non è dipoca importariga ilfipe- re,che le acque, che contengono in loro gran quantità di fucco pietrifico ( ai cui ampiamente s e detto nel prologo di-que- fio quinto libro ) poffono ageuolmente Strangolare non altrimenti , che fi faccia il goffo bcuuto , per ferrare elle non fo- lamente il tranfito àgli [piriti aitali per le arterie dì tutto il corpo ; ma per proìnbire anchora il tranfito del nutrimento al fegato , & quel del fangue per tutte le uene . "Parimente poffono molto nuocere quelle acque ; che contengono m loro pur affai terra, per effere oppilatiue di tutte le uìfeere, &per generare ageuolmente le pietrenelle reni ,f;u & manco nocendo , fecondo che piu , & meno quantità di terra ui fi ritroua . la qual terra effondo cofirettiua, riduce ageuolmen- te l’acqua nella medefima natura . Il che parimente fi deue intendere d’ogni altra facultà , che fia nella forte della terra, che ui fi ritroua . 1 ficchi poi congelati , come è il file, il nitro , il chalcantho fallirne , & altri fimili , danno neramente alle acque , con cui s accompagnano fignalate uirtudi , & hanno tutte facultà difialdare ,& di difeccare piu , & man- cofecondo che la miftura di quelli è maggiore , & minore . Ma. quelle non f m buone per l ufi 1 definì, ma per diuerfi forti d'infirmità : & per lo piu conferifcono àgli intemperamenti frigidi , & humidi , & a tutti i morbi flemmatici , che (i ge- nerano digroffi , & frigidi humori : & nuoconoper lo contrario alle calide , &fcccbe compleffioni,& parimente a tut- ti quei morbi , che fi generano da cholera,& da caldi humori, come che ne ifccchi,& fidgidi morbi giouino co l calore, & nuochino col ficco . Le acque falfepoi uaglionoper fioluere la flemma ,per disfare il fangue congelato nello fornico, per rifoluere le hidropifìe, & per ifmìnuire , & ifmagrire i corpi . Ma confumata che fia la flemma, fanno fet e , offendono lo filomaco, ulcerano le budella , & caufano il prurito , & la rogna , per acuire con la filfedine loro non poco il fi àngue . Eacendofine crifteri affottigliano la flemma, & mitigano i dolori caufiti da quella, sfatene bagni conferifcono ai principi ’j dell’hidropifìe , giouano all’mfirmità frigide de nerui , à i petti catarroft , aglijtomachi frigidi & humidi , u alla rogna generata da flemma. Giouano parimente tollendone il uapore, alla granerà del capo,& al dolore dell orec- chie : & fattone fomcntat ioni rifoluono i tumori frigidi , & i liuidi di tutto il corpo . Le nitrofi conturbano • il coi po , & parimente purgano la flemma sfanno le donne prolifiche, & rifoluono lefcrofole • Hanno le medeftme uirtu delle f ni- fi } quantunque molto piu efficaci , nondimeno non fono coftrettiue , ma aSìerfiue . & pero guarif cono la rogna , & fi- nano diftillateui dentro l’ orecchie , che menano marcia , & conferifcono alle enfiagioni , &fuffoli di quelle . Le alumi- nofi poi fono uer amente molto coftrettiue . & però non è marauiglia ,fi fortificano gli ftomachi, che fono filiti di uo- 6Q. 7 nitore , & che ristringano i corfì inordinaui de meftrui delle donne , &prohibifcano che noti fi. fiondilo , & non pai to- rifeano auanti il tempo quelle , che ciò far fogliano , Curano le ulcere della ueficica ; & lauandofcneja bocca curano pa- Nel quinto lib. di Diofcoride. , r~ , r-a r 1 , , „ . •* ■> ' 1 Cjjcn, LM„C LVJP a una, Taciuta medefìma , bannc )l ijìeffe [acuita delle alummofe : quantunque fiano molto piu efficaci , per barn elle molta mordacità congiunta con la facilita coHrettiua . & però conferirono all’ ulcere ferpiginofe , & corrofiue . Lefulphuree mollifica - m/ì . Irai /tana ì onovt,! g... . .. n . f-/* ... . ■' no , & [caldano ualorofamente i nerui . & pero fono utilifiime nelle par alifie , ne tremori , nelle contrattioni , & dolori IO di quelle . Bjfoluono i timori delle giunture ,& però ragioncuolmente fi comengono alle cbiragre , allefciaticbe , alle podagre, & ad ogni altro dolore di giunture. Mitigano oltre à ciò non fittamente i dolori delfegato, dcllamiha,& dcllamadrice ; marifioluono parimente doro tumori, fiebcmmocono però allo fiomaco , rilaffandolo piu del douere. Spengono lattando fene le Icntigini , curano leuitiligini , & fonano la rogna . Le bituminofefe ben giouano beuute à i morbi interiori, & per modo di bagno mollificano , & [caldano con qualche tempo i nerui; nondimeno riempiono il ca- po , bebetano ifienfi , & penalmente gli occhi. Quelle, clic contengonopietra Armenia , onero cerulea , ò erigine , ò cbrifocolla, fanno beuute gagliardamente uomitare : & fattone lauanda , fermano l’ulcere corrofiue . Le infette di or- pimento , ò di [andar acha dilatano il petto , & conferifcono àgli aflhmatici , & à tutti quei morbi frigidi , che impedi- feono il rigirare . Quelle , che tengono di rame , conferifcono all’ ulcere della bocca , à ifluffi del gorgoggule , & de gli occhi . Le feri ce ultimamente giouano alloHomaco , alla mihpt ,alle reni , allagonorrhea, & à i fìujfi bianchi delle don- io ne .In fonema ogni acqua , che fa mefehiata con altri minerali , ha l’iftcffa uirtù di quelli , checontienc. Ltpcrò non è bìfogno di farne piu lungo proceffo . Chiamano l’acqua i Greci , YVnp : i Latini, Acqua . LA c q.vj marina e calda, & acuta. Nuoce allo ftomaco, conturba il corpo, purga la flem- ma . Applicata calda nei bagni, tira, &rifolue : gioua ài difetti de nerui, & alle bugance, aitanti pero che fieno ulcerate. Mettelìnegliempiaftri, cheli fanno di farina d'orzo :met- tefi anchora utilmente ne gli empiaftri rifolutiui . Fannofi della tepida crifteriperle euacuationi : & della calda , per i dolori di corpo . Vale il fuo fomento alla rogna , al prurito , alle impetigini , à 3° ilendini > & ode mammelle, che troppo s'empiono di latte dopo al parto : fomentata , leuauiai Infidi . E ueramStitelàlutifèra allépunture uelenolè,&lpetialmentedeglifoorpioni, di quei ra- gni che fi chiamano phalangi, & de gli alpidi,i quali inducono tremore , & frigidità nelle mem- bra Alche ria anchora entrandoli in eflacalda. Gioua , facendone bagni , àcolorocheper lunga malattia s enfiano in tutto il corpo , & parimente à i nerui . Riceuuto il uapor di quella , che bolle, conferire àgli hidropici, à i dolori del capo, & alla fordità dell orecchie . La pura , che non hab- bia in le punto d'acqua dolce , riporta , lafcia co'l tempo lamalignità fua . Sono alcuni, che prima la cuocono , & polcia la ripongono in conferua . Dafsi erta coli fola per purgare i corpi , ouero con aceto inacquato , ouero con umo , ouero con mele : ma dopo l’operatione li dee dare il brodo delle galline , ouero dei pelei , per lpegnere l’acutezza della mordacità fua . Q Vello , cheli chiama Thalaflomele , purga ualorofamente. Fafsid’ugual parte d'acqua marina, d'acqua piouana, &dimcle, &pofciacolatetuttequcftecofeperil colatorio, & melléal fole in un uafo impeciato nei giorni canicolari. Sono alcuni altri, che lo tanno con due parti d’acquamarina cotta , & una di mele , & lo ripongono nel fuo uafo . & quello per purga- re è neramente piu moderato , che none l'acqua marina , & piu piaceuole . LO aceto infrigida, & coftrigne . gioua allo ftomaco , fa appetito , riftagna i fiufsi delfan- gue da qual lì uoglia parte del corpo, beuuto, & fedendoui dentro . Cotto ne i cibi , ualeài fiufsi del corpo: &meflòinfuleferitefanguinofe, ui riftagna il fangue : applicato con lana flaccida , ouero con fpugna , lana le infiammagioni : ritorna il budello , che efee tuori per il federe , & parimente nelle donne la madrice dislogata : riftagna i fiufsi delle gengiue, & il fangue , che n'e- fee fuori .Vale all'ulcere, che uanno palcendo la carne, al fuoco fiero, all’ulcere corrofiue, alla fcab bia, all’impetigini, alla crelcenza della carne apprellò all'unghie , & mafsime quando fi mette con alcuna colà appropriata al male : ferma , facendo lène continuo bagno ,1 ulcere , che mangiano , & corrodono, & uanno lèrpendo : fattone fomento caldo con folpho , gioua alle podagre : impiaftra- 6o to con mele, rifoluei fluidi. Mettefiinfieme con olio rolàdo, con lana fuccida, ouero con lefpu- gne per gli ardori in fu’l capo . Il uapore del bollito gioua à gli hidropici, alla fordità, & fuffoli del- le crecchie : & diftillatoui dentro , ammazza i uermini, che ui fi generano . Il bagno del tepido, ri- DelI’Acqua marina. Cap. XII. Del Thalaflomele. Cap. XIII.- .Dell’Aceto . Cap. X mi. AAAAAA 3 folue i)86 Diicorfi del Matthioli {blue 1 pani , onero appllcatout fopracon una (pugna, mitiga ii prurito. Scaldato, &fattoncbagno, gioua à i morii di quegli animali uelenoii,che ammazzano con la frigidità loro: ma freddo uale nel tnedeiimo modo à i morii di quelli , che danno il ueleno calido . Beuuto caldo, & uomitato , gioua eontra à tuttii ueleni, & mafsime contra l’opio, la cicuta, fangue apprefo nello ftomaco, funghi ma lefichi, latte apprefo,lxia,& tuffo , indente cc n fale .Beuuto fa cadere dal gorgozzule le magnatte beuure : mitiga la toilé uecchia , ma irrita la nuoua . Beueii utilmente caldo per la ftrettura di petto afmatica:prohibifcegargarizato,leinfìammagionideI gorgozzule:& conuienii alla Ichirantia, & al cafeare dell'ugola, tienii caldo in bocca per il dolore de i denti . Aceto, & fu* et faminatione in torno alle fu? facilità. QV a'n T V N Q_V E femplieemente diceffe Diofcoridc efifer l'aceto frigido , per cjjcrfi forfè egli perfmfo , chc I o molto piu partecipi l’aceto del frigido , che del calido ; diffe nondimeno Galeno inuefligatore grandifrimo delle qualità de medicamenti , nel primo libro delle facilità de femplici , che l’aceto era compolìo di qualità contrarie', c ali- de ciò è, & frigide , & che non era egli fatto di parti fmili,come ne anchora il latte .Il che confermò anchora all’v ili. libro pur delle f acuità de femplici, con quelle parole Ifu dimoftrato nel primo libro di quelli commentarli , che l'ace- to era compofro difuftanga milìa , ciò è di c alida , & di frigida , & l’una , & l'altra fonile : ma la frigida fupera la ca- lida . Difeccaudorofamcnte , dimodo che fi connumera con quelle cofe, che difeccano nella fine del ter^o ordine, di quello intendendo, cbeèpotentiffimo. Etnei primo libro delle compofltioni de medicamenti fecondo i luoghi , diccua pur egli: l'aceto, il quale è del numero de i medicamenti incìfim , oltre altejjer egli rifolutiuo , ha anchora frettai uirtù di reprimere , di condurre ,& di ripercuotere : come medicamento poco nella Jua fullanga calido , molto frigido , & fiot- tile .Et nel ni I. libro delle /acuità dei femplici: la frigidità ( diceua ) che nafee dall’M ceto tanto è ella piu ualoro- 20 fa, quanto è piu fiottile. Ma ritrouafi anchora in effo una certa acutcrpp calìda , non però ballatile per /operare lafri- giderppt , che nafee dalla fina acidità , ma tale che può preflamentc farlo penetrare . Imperoche quantopiu facilmente penetra il caldo, che il freddo ; tanto piu è atto ogni acuto ficco à penetrare per i meati apparenti del corpo, che l’acido. Il caldo adunque con l’ acuteggafua precede , penetra , &fa la firada : &il freddo coti l'acidità fina gli fregiata dietro . nel qual tempo fi rende il fieno dubbio , di modo che malageuolmente ne può egli giudicare , come quello che non può del tutto dimoftrare , che l’aceto fia frigido , per ritrouaruifi una certa acutcgga ardente , ne anche che fta del tutto calido, Terciocbe continuamente il freddo , che feguita dall'acidità , afeonde il calore, che fi caufit dal precedere dell acutcgga, & non Polarmente l’ afeonde occupandolo , ma del tutto lo fregne : di modo che il [enfio del freddo e molto maggiore , che del caldo . Quefìo tutto diffe Galeno . Dal che è chiaro , che quantunque l’aceto contenga infe qualità diuerfe, & con- trarie ; partecipa nondimeno molto piu del freddo , che del caldo . Mi chc bauendo diligentemente auertito Diofcoridc , 3 0 diffe femplieemente rifrettando la qualità, che fupcraua,cbc l Mceto era frigido . Ma opero dafapere ,chelM ceto etan topiu calido , quanto c egli piu nocchio ,&piu mordente . Imperoche con lltcjlimonio di C aleno aliti . libro delle fa- cultà de femplici nel capitolo del gr affo, & alni .delle compofltioni de medicamenti fecondo i luoghi , fi pruoua , che il nino, l'aceto , il mele , l'olio,& il graffo tanto piu fon calidi, quanto piu fon uecchi. Onde può ancho interuenire, che (in- troni aceto di molto tempo invecchiato cofi fortemente acuto, che fra piu caldo, che freddo, ò almeno cquale nelle fuc con Nomi, trarie qualità . Chiamano i Greci l'aceto, Q’'h< ; i Latini ,Metum :gh Me ahi, Chal ; i Tedefchi .Effigili Spagno- li, Fin agre : i Franccfi , Via aigre. Dell’Aceto melato. Cap. XV. LO Aceto melato , il qual chiamano oximele, fi fa in quello modo . P rendonfi d’aceto cinque hemine,una libra di fai commune, dieci hemine di mele, & cinque feftarij d’acqua, & fafsibol lire ogni cofa infieme fino à dieci bollori : & come è freddo , mettilo ne ì fuoi uafi. Crcdefi che beuuto , purghi gli humori grofsi,& che gioui alle fciatiche, al mal caduco, & a i dolori delle giun- ture . Conferite al morfo di quella forte di uipera , la qual chiamano fepa , all’opio , & parimente all ixia . gargarizafi utilmente nella fchirantia. Orbimele , & modo dì farlo fecondo Gale- no, & Mef. Tì^e m o di di fard Odimele ritruouo fcritti da Galeno nel ini. libro del modo di confcrnare la fantita : ma non però in ueruno mette egli fale , come fa Diofcoridc , come fi uedepcr le fine feguenti parole . Toglicfi per far l'oflìmele una parte di aceto ,& due di mele frumato , &fanfi cofi choc ere infime à lento fuoco , fin chele quelita j0 d'amendue iiuentino una fola , & cofi facendo nonfi [ente piu crudità alcuna nell aceto . Fafiìanchor prcHo conac- qua in quello modo. Toglicfi una patte di mele , & quattro di acqua , & cuoconfi infieme à lento fuoco, fin che frucian- dolo continuamente, finifea di far la fruma . il che fi fa piu preSlo , ò piu tardi fecondo la bontà del mele . imperoche l'ottimoperfareglimancofruma.piuprefloficuocee&ilmancobuono per la molta fruma, fi cuoce -piu tardi; come che per ilpiufcmpre ne uada in fruma la quatta patte . Spumato adunque che fia, ui s aggiunge la metà del fio pefo d a- ceto , & cuocefi fin tanto , che fi faccia uno mimento di tutte le qualità , & che l'aceto al gusto non babha piu punto del crudo . Faffì anchora mettendo fi in un tratto infieme à bollire tutte le tre cofe predette in queft 0 modo . Toglicfi una patte d’aceto , due di mele , & quattro di acqua , & cuoconfi infieme fino al calare della terga parte , 0 della quarta , (fumandolo intanto continuamente. Ma uolendoftpiuualorofobifognametterli tanto aceto, che mele. quello tutto diffe Galeno. Il quale feguitando Mefite deferiffe il fuo in qéfto modo. Lo ofiimìlefi fa d’aceto d’acqua, & di mele . ÓQ Metteuift l'acqua , accioche cuocendo fi lungamente fi rifolumo quelle parti , che potrebbeno eccitami la ucntofita ,& mbora accioche meglio fi poffa frumare , & finalmente actiothe facendofi la fvHanga di quello medicamento pm fot- tnc jjt Nel quinto lib. diDiofcoride. 1387 tile ,ftdiHribuifatpiu ageuolmcntc per le membra di tutto il corpo . Metteuìft il mele per repugnare egli alla flemma, dal quale , & dall’aceto mefcolati infteme nafce ma certa terxfl [acuità, la quale no» è ne nell' uno ne nell'altro , quan- dofono [eparati . Et quella è efficaciJSima , & certifiimaper ajiottiglian , per incidere , & per rifoluere le fuperfluità graffe, & uffcofe di lungo tempo generate nello flomaco , & nel fegato :& parimente quelle, che fono fcorfc nelle giun- ture , & che generano le febbri lunghe fimperoche le incide , & le matura . E affi duna parte d’aceto , due di mele , & quattro d'acqua : etto cendoft prima l’ acquaci mele, fin cbefifinifcaUfimma, &pofcia ui s aggiunge l'aceto ,&ffu- maft continuamente . Daffene da ma fino à tre onde . Chiamano i Greci l’aceto melato , Ofiffw , , latini t ^ce. Nom;_ tum mtdfum, i° Della Salamuoiaacetofa. Capi XVI. LA Salamuoia acetofa, laqual chiamano i Greci oxalme, uale facendone iauanda , contra lui- cere , che uanno pafcendo,& che corrodono , Se parimente alle putride, à i morii de cani,& al le punture de uelenofi animali . Riftagna il Rullo del fangue , caufato per l’incilione, che fi fa per cauar le pietre della uefcica, fchizzandofi fubito calda nella piaga. Riduce il budello del federe, che efce fuori. Fanlène crifteri nella difenteria, quando le budella fono ulcerate d’ulcere corrofiue: ma bifogna poi fubito fare un criitero di latte . Ammazza , gargarizata,ouero beuuta , le fonguifu- ghe,che beuendofi s’attaccano alla gola . mondifica la farfarella, & l’ulcere del capo,che menano. lo T ,et Salamuoia acetofa chiamata da i Greci oxalme ,uonc à tempi nofiri in alcun modo in ufo . Faceuaft dagli an ) V fichi di aceto, & difale, ouer amente d' aceto, & difalamuoia . Chiamano i Greci/a Salamuoia acetofaP'&tan: Nomi, i Latini, recida maria. Del Thimoxalme. Cap. XVII. IL Thimoxalme ulàuano gli antichi, & dauanne à i deboli di ftomaco tre, ouer quattro bicchie- ri , inacquato con acqua calda: & parimente nelle pafsioni delle giunture, & alle uentofità . Pur- ga gli humori grofli , Se neri . Falli in quefto modo . Toglie!! uno acetabolo di thimù trito , di fo- le altrettanto , di ruta , di puleeio , dipolenta , di ciafcuno un pochetto , Se mettelì tutto inficme 30 in un tiafo: & buttatigli poftia fopra tre feiìarij d'acqua, & tre ciathi d’aceto, fi copre il uafo con una tela , firmateli al feretio . DeirAcetofcillino. Cap. XVlII. LO aceto fcillino fi fo coli . Togliefila fcillaben bianca , & ben netta , Se tagliali , & infilzanfi in un filo i pezzetti difiofto l’uno dall’altro tanto , che non fi tocchino, Se coli fi fanno feccare al- l’ombra quaranta giorni continui: de i quali pezzetti fecchifi prende polcia una libra, Se in- fbndefi in dodici feftarij di buono aceto : ferrali polcia benilfimo il uafo, Se mettefi fette giorni con- tinui, al fole : cariali dapoial detto tempo fuori la falla, & fpremefi prima bene con le mani, Se git- 40 tali fuori : chiarificali pofeia l'aceto , & riponi! . Sono alcuni , che lo fanno , mettendo una libra di Trilla fidamente incinque feftarij d’aceto. Altri togliouo, la fiilla ben netta fenza feccarla altrimen ti , & mettonla con il pari pelò d’aceto, lafciando coli Ilare in macera per fei meli di tempo : & que- fto è ueramente piu ualorofo per tagliare, & aftòttigliare i grofsi humori . Difecca l'aceto fallino l’humidità fuperflua delle putride gengiue,& ftabilifie , Se conferma i denti fmofsi: toglie le putre- dini dcllabocca , & la grauezza del fiato . Beuuto , confonda , & indurifte il gorgozzule : fa buona uoce limpida, & fonora . Dafsi alle debolezze dello ftomaco, à coloro che digei ifiono il cibo ma- lageuolmente, à melancholici , al mal caduco, alle uertigini, à mentecatti, Stalle pietre che ere- ttone nella uefcica; conferifte alle ftrangolagioni dellamadrice , al ctefiimento della milza , Se alle fciatiche . Ingagliardifie i debili, corrobora il corpo , Se fa buon colore : attortiglia la uifta : di- j0 follato nell’orecchie , gioua alla fordità . In fomma è buono à ogni cofo . Ma non fi dee però ulare nell’ulcere dellinteriora, ne ne i dolori di tetta, ne nelle pafsioni , Se difètti de i nerui . Beefi da di- giuno ogni dì, Se nel principio fe ne toglie poca qtiantità;ma fi erette però ogni giorno à poco à po- co , tanto che alla fine fe nebeue un datilo per uolta . benché fono alcuni, che ne danno due ciathi alla uolta , Se qualche ttolta piu . Q^ant vn'q ve affatila flato detto da Dìo fe aride in questo luogo dell’ Jl ceto fciUino;rtondmeno non ni è par Aceto fonino. fo fuor di proposto di narrar qui le rare , & jìupende uirtù , che fcriffedi lui Galeno nel ut. libro di quei medi- & ftc faciliti. camenti , che fàcilmente fi pojfano apparecchiare , con quelle parole . Saluberrimo Cottimo fcriffe Tithago- ra effere l’aceto fallino, il quale tifarono tutti gli Imperadori . [mperocbeitfuo ufo prolunga meltoia iòta confermn- g0 do fané , & intere tutte l’eflremìtà del corpo : & cofift mantenne fempre rffo Tithagora finoche niffe .Cominciò cglià tifare quello medicamento hauendogià cinquanta anni , & niffe tifandolo fino à cento iiecefette fané, &fen\a effer mai mieli t ito da ivfirmità ueruna . Quefìo attribuì egli tutto all'jtcetofcillmo , &per effere flato pbilofopho fi può molto A A A A A A 4 ben Nomi. Vino Trillino, & Tue facultà. 1388 Difcorfì del Matthioli ben credere , che non dicejje bugie . Et però io fotto la fuafede tho ifperimentato : ondefo qui bora nero tcfiimonìo , che le [acuità fue fono fermamente tali . Bifogna per farlo torre una falla montana di pefod’una libra , & mondarla dalle parti piu dure >& tagliar le piu tenere minutamente , & metterle infieme con otto feftarij di buon aceto in un carr anel- lo al fole ne i dì canicolari per un mefe continuo :&pofcia cauarne fiorila falla , & bere di quefio un poco ogni matti- na . imperoche conferua le fauci, & tutte le parti della bocca : gioita alla bocca dello flomaco y facilita il rigirare y chia- rifica la noce, acuifce molto il uedere , affottiglia l'udire , prefcrua dalle uent.ofità y non lafcia oppilare , ne tumefare 1 in- teriora nelle uifcere y & fa buon colore , & buon fiato . Coloro che ufano quello aceto y quantunque fieno nel uìuere piu licentiofi del douere yfa loro digerire tutti i cibi y ne li lafcia offendere da alcuna f me di cibo , ne lafcia riempire i corpi di fupcrfluità , ma li conferua di ben in meglio . Tiene oltre à ciò mondificato il corpo da tutte le fupcrfluità , come uen- to y cholera , feccia y & orina . Imperoche ageuolmcnte caccia egli fuori tutte quelle fuper fluita y di modo che cofi è egli I o medicamento purgamo di tutto l corpo , anchora che la fordidcr^afuffe nell'offa . Vale à i thifici di poca fferan\a : imo che habbiamo ueduti di quelli fanati da quefio medicamento y della cui fatute piu non fi fferaua . Gioita al mal caduco di lungo tempo contratto , di modo che nonritorna il parofifmo fe non per lunghi internala di tempo : ma il uenuto di into- no fana egli perfettamente , ne lo lafcia piu ritornare . Conferifce alle podagre , & d tutti gli altri dolori delle giuntu- re , & alle durcT^e del fegato y & della mib^a . Quelli fono gli effetti particolari dell'ut ceto fcillino . 1 communi fono . infiniti 5 per i quali ci fiamo commoffi à fcriuere di quello falubre medicamento à beneficio di tutti . Quello tutto fi ritro- va, fritto dall'authore di quel ter^o libro chi che egli fi fia , come fi ritroui tra l' opere di Galeno , tra quelle ciò è chef crede non efferfue . L'aceto fcillino chiamano i Greci,^1^™™ ; ì Latini y Acetum fcillinum . Delirino Stillino. Cap. XIX; 20 IL v i no fcillinofifainqueftomodo.TogIiefilafcillatagliata,comehabbiamodimoftratodi fopra , & fecca al fole , lì pefta , & lì Itacela lòttilmente . Prende!! pofeia di quella una libra , & legali in una tela rara, &fommergefi in uenti feftarij di buono, & nuouo mollo: & lafciatoto coli ilare per tre meli continui, lì tramuta pofeia in un'altro uafo,& ferrali bene.Puofsi ufare la foilla frdca , duplicandone il pefo, & tagliandola, come lì tagliano le rape:mabifogna tenere que- llo al fole per quaranta giorni, &inuecchiarIo. Falsi anchora coliinaltro modo.ToIgonlì tre libre di falla tagliata , & ben netta , & infòndonlì in una metreta Italica di buon mollo , & lafckn- li coli macerare in un uafo benifsimo ferrato per lei meli continui : dopo al qual tempo li chia tifica, & lì ripone . E‘ utile alla crudità , & alla corruttione del cibo , & parimente al uomito del cibo , & 3 o alla flemma raunata nello lìomaco , & nelle budel la : gioua à i dilettoli di milza , alla mala habitu- dine del corpo , à gli hidropici , al trabocco difiele , alla difficultà dell'orinare , à i dolori di budel- la, alle uentolità , à i paralitici , al lungo durare del freddo , & tremore auanti alle febbri , alle uer- tjoini, & allo fpalìmo de i nerui. prouoca i melimi: non nuoce punto à i nerui . Tanto è egli miglio- re0, quanto piu s'inuecchia . E però da guardarli di non ufarlo nelle febbri , ne doue l'interiora Iut- iero ulcerate. SCRISSE del Vino JcìUino Galeno nel III. libro de medicamenti , che agevolmente fi preparano (fe però quel- l'opera è di Galeno , & non d'altri , come fi penfano alcuni ) con quelle parole .Il Vino fcillmo beuuto conferva l' buomo infinità, imperoche affottiglia gli humori ,& (ferialmente la flemma, uc la lafcia moltiplicare nello filomaco , 40 ne nel ttcntre , ne nel corpo, ne nel fegato , ne nella mihpi , ne ne ineriti , ne nell oJfa:& cofì fa dogai altro bumore ui- feofo , & atto à oppilare j di modo che rifolne ogni cofa . Solue , & Icnifce il corpo , prouoca l orina , & caccia con ejfa le fupcrfluità . Targa di tal maniera latefla,cheilnaforefladeltutto afeiuto. E' commodo medicamentoper lepoda- grc , per intorbi delle giunture ,&peril mal caduco : & finalmente rifatta quafl ogni male . raffi in quello modo .To- gliefi ma fidila bianca montana vicino al tempo de idi canicolari, dipefo d'una libra: fquamafì quella del tutto, & pon fi per dieci giorni dimpajfire all’ ombra :& pofeia fi mette in un uafo di vetro con dodici felìarij dittin bianco uc echio : ferrafì pofeia in un uafo , & lafciafi cofì attaccato per quaranta giorni . Cauafene pofeia lafcilla , & ttfafiper tutte le co- fe predette. Toglie fette inangi al cibo due onde, ma dapoi alcibojton fe ne da piu di Una onda. Et uolendofì fare piti gt a- to al gufilo , [egli può aggiungere due otter tre feftarij di mele . 5° De i Vini, che fi mifturano con acqua marina. Cap. XX. FA n n 0 s 1 ì Vini , che lì mifturano con acqua marina , in diuerlì modi . Imperoche fono alcu- ni, che gli mettono l’acqua marina, fubito che fono uindemiate 1 uue . Alcuni fanp°Pu™a impafsire in fu i graticci l’uuc al fole , & pofoia le calcano , mettendogli dentro l'acqua lalla . Al- cuni macerano l'uua prima impafsita nelle botti con l’acqua falfa , & pofeia la calcano , & lpi cmon- ne il uino . & quello diuenta dolce . Quelli , che tra quelle fpctie fono autieri , fi danno ne 1 princi- pi! delle febbri , quando non fe ne ritrouino di migliori : muouono il corpo, giouano a coloro , che fputano la marcia , & à gli llittici di corpo . Quelli , che fi fanno dell'uue Aminee , fanno dolet e la teda , nuocono allo ftomaco , & generano uentolità . Ma accioche coloro , che fono ltudiomsimi g 0 di quella arte, ne habbiano copio fa hiftoria , non reputiamo elfere ueramente cofa inutile lo ma- gnare uarie compofitioni di uini : non perche l'ufo loro fia frequente , & necelfario ; ma per duno- Nel quinto lib.diDiofcorìde. 1389 ftrarc di nonhauer tralalciato quello , che in tal dottrina lì ricreaflè . Ne fono alcuni, che li fanno con manco fatica , & ipe a, & che fono in ufo cotidiano : come fono quelli , che fi fanno delle me- le cotogne , delle pere , delle fìlique , & delle bacche del mirto . Del Vino delle Melecotogne. Cap. XXI. T L V,1 N° deUe mele cotogne , altrimenti chiamato Melite , lì coftuma di fare in quello modo I Tagliatili le mele cotogne in pezzi , come fi tagliano le rape , & cauatone fuori il feme , s’infon- dono al pelo di dodici libre in una metreta di moflo,& per trenta di continui ui fi lafdano in ma- io cera : chiarificali pofeia il uino , & fi ripone . Fafsiin un altro modo anchora coli . Peftanfi le mele cotogne, &fpremelene il fucco, di cui fi metton diecifeftarijconunfeftariodi mele, Secoli Im- pone. E' quello uino coftrettiuo, gioirà allo ftomaco, alla difenteria , à i fegatofi , alle malattie del- le reni, & alla difficultà dell orina. Il Melomele, il quale chiamano anchora cidonomele,(ì fa in quello modo . Nettanfi prima le melecotogne dallorfeme,&mettonfiintantaquantitàdimele, che ui fi polfano interamente fommergere. Diuenta buono dapoi uno anno,&fafsi limile al uino melato : Se tanto uale , quanto la lopralcritta compofitione . Dell’Hidromelo . Cap. XXII. 2° T7AsS 1 l’Hidromelo di due mifure d’acqua cotta ,& tenuta al foleneigiorni canicolari, & T d una parte di melomele , fatto di mele cotogne . Ha la medefima uirtù . DeH’Omphacomele. Cap. XXIII. LO o M p H * c o M E L E fi fa coli . Togliefi luua non matura, & lafciafi al fole tre giorni , & po- feia fe ne (preme fuori il fucco , & mettefi con tre parti d efilò una fola d’ottimo mele fpiuma- to : & tramutato polcia in altrfuali , fi mette al Iole . Ha uirtù di ripercuotere, & d’infrigidire: gioua à gli llomachi rilafliti , & à i flufsi flomachali . Non s’ufa fe non dapoi che è paffuto l’anno . 30 Del uino Apijte. Cap. XXIIII. IL vi no chiamato Apijte, fifa dellepere,comefifaquellodellemelecotogne,manonbifo- gna , che le pere fieno troppo mature . Componi! ùmilmente di fìlique , di nelpole , & di foibe . Tutti quelli fono acerbi, &collrettiui. fono utili allo ftomaco, & riltagnano tutti i flulfi del- linteriora . De! uino Enanthino . Cap: XXV. TL v 1 no Enanthino fifàdella uite filuatica fruttifera. Togliónlii fiori della lambrufca fecchi ^ al pefo di due libre, Se mettonfi per trenta giorni in infufione in un cado di mollo, & polcia lì co- ^ la,& riponli. Gioua à gli llomachi debili, alla naufea del cibo, à i flulsi ftomachali, & difenterici. Del uino de Melagrani . Cap. XXVI. IL vino, che chiamano rhoite , fi fa de melagrani maturi , che fono fenza noccioli , fpremen- do il fucco da gli acini, Se cuocendolo, fino che cali la terza parte, & riponendolo ijeiuafi.E . ualorofo contrai flufsi dcH’interiora,St contrale febbri, che cominciano con fluflò di corpo . conferilce allo ftomaco , riftagna il corpo , & prouoca l’orina . IL vi no demelagranififaàitempinoHriinltaliamdmerfi modi. Imperochc fono alami , che fubito ebeime- tagrani fono fgr anati, ne [premono il nino con il torchio : & mettono il uino in uafi di uetro : & Infoiatotelo fin che bol- lendo faccia la refidentgt , &finifca di bollire : tramutatilo poi in altri uafi di uetro , Infoiando la feccia da banda , & mettongli fopra dell'olio , accioche nonfiguafii , ò Unenti aceto. Altri poi , che hanno maggior abondan^a di melagra- ni, mettono gli acmi in una tinella , & calcanti co i piedi , come communementc fi calca Cuna : & pofeia mettono tutto nel medefmo uafoà bollire al fole , coprendolo di modo che ne pioggia , ne rugiada uipojfa entrare , fin tanto che la fec- cia uada al fondo , & che fta ben chiaro : & pofeia lo cattano fuori, & ferbanlo in carrattdli di legno . Et cofificonjer- ua il fatto in quello modo fcnr,a mettergli altrimenti olio difopra , purché la bocca del uafo fiaben ferratacon pece ,o concera. Altri togliono gli acmi dei melagrani, & altrettanta d’ulta nera,garbetta,& calcano tutto inficine in ima tinella , & fen\a [premere altrimenti le uinaccielo lafciano bollire fin che fi chiarifica : & pofeia lo ripongono ne i ba- riglioni . Et quello è piu grato algufto di tutti gli altri. Quello che fi fa dei Melagrani dimeno fapore, che in To- 0 fcana fi chiamano Caiani, bcendofl con acqua d'Acetofii , di Indiuia , ò diBuglojfa ,fi dà utilmente nelle febbri ardentif- fime , & maligne , & fregne la fete ; Beuuto con acquarti Tiantagine , òdi portulaca , ò di rofe rifi ugnagli Jputi delfan- Zuc> Vino di pomi granaci,& di- uerfìmodi di prepararlo» Vino di mela- grani uaiani & Tue uittù. 1 35? o Difcorfi del Matthioli gue,& gioua allinflamnagioni dello flomaco .Dafii con acqua ferrata parimente à bere nc i flujjì nomatali , & di - J enterici , & in tutti gl'altrìflufiidi corpo , come anchora per ristagnare i flufii delle donne . Tolle uia la mufea , & ri - {lagna i uomiti caufati dalla cbolera , che r egurgita dal fegato nello Stomaco . Mefcolato con mele rofado mie all ulce- re ,& ài flufii delle gengie della bocca, & del gorgotppile . Gargari^afi utilmente à tutti i difetti caldi deh’ ugula . Ma dotte fta bifogno di ristagnare piu ualorof amente qudlo.cbcfifa de i Melagrani brufebifarà fempre maggior giouameto. Del uino Rofado, Cap. XXVII. SI fa il uino rofado coli. Togliefi una libra di rofe fccche, ben pelle, legate in una tela, & fom- mergonli in otto feftarij di mollo, & dapoi tre meli fi chiarifica, & li tramuta, & fi ripone . Que- i o Ilo beuuto dopo al cibo , corrobora la digeltione . Bcuefi utilmente contra à i dolori dello filo- maco , doue non Ila la febbre: uale alla feorrenza del corpo, & alla difenteria. Quello, che chiama- no Rhodomele, li fa del fucco delle rofe,& di mele: & è medicamento ueramente conueneuole per lenire l’afprezza delle fauci . Del uino j che fi fa delle Bacche del mirto. Cap. XXVIII. IL vi no, chefitraggedellebacchedelmirto,iìfainqueftomodo.PrendiIebacchedelmir- to nere, &benifsimo mature , & pedale , & cauane il uino per il torchiello, & riponlo . Sono al- cuni , che lo cuocono , fin che cali la terza parte . Altri fono che feccano le bacche al fole , & po- 20 fcialepeftanoin poluere.dicui prendono unmoggio,& l’infondono in tre hernine d'acqua, & altrettanto uino uecchio , &auftero: & coli pofeia lo fpremono, & ripongono . Coftringe ualoro- famente , è utile allo fìomaco , gioua à i flufsi fìomachali , & parimente del corpo : conferifce al- l'ulcere dell interiora , & flufsi muliebri : fa neri i capelli . Del uino Mirteo. Cap. XXIX: CO s i si fa il uino mirteo . Tolgonfi i rami del mirto nero con le frondi , & con le fue bac- che. & peftanfi dicui fi mette il pefo di dieci hernine à bollire in tre congi di modo , fino che calila terza parte, oueramente!ametade:colafipofcia,& liripone.Valealla farfarella, al- l'ulcere del capo che menano, al nafeimento delle brezze , alle gengiue, al gorgozzule, & allorcc- chie che diftillano marcia : prohibifee anchora il fudore . Del uino del Lentifco , & del T erebintho . Cap: XXX. NEl medes imo mododelmirteopreparafiillentifco,&cofiparimenteilterebintho:im- peroche quelli rami di loro fi debbono eleggere, che fono carichi di bacche. Hanno amen- due le uirtù medefime : fono coftrettiui , & ftomachali : conferifcono à i flufsi dell interiora, della uefcica,& dello ftomaco, & fimilmente del fimgue. Saldano, facendofene lauanda, tutte l'ulcere cauiàte da flufsi . Sedendomi! dentro , uagliono^ flufsi matricali , & del federe . 40 Del uino de i Dattoli . Cap. XXXI. IL vino dei dattoli fi fa coli . Prende de i dattoli piu uoigari ben maturi , & mettili in una fi- na, che habbia il fondo pertugiato : & che quello pertugio lia ferrato con Una canna impeciata, & il pertugio della canna ferrato con lino: & aggiugni fopra quaran ta feftarij di dat tolette con- ci d’acqua :& non uolendo troppo dolce , mettene cinque congi : & lafcia coli fiate dieci giorni , & l’undecimo caua il lino fuori della cannella , & lafcia uenire fuori il uino graffo , & dolce , & ri- ponlo . E quello al guflo foaue , ma nuocealla teda, gioua, per eflère coilrettiuo, ài flufsi, alle diflblutioni,& flufsi dello ftomaco ,& allo fputodel fangue . Alcuni rimettono pofeia fopraai J0 dattoli dell’altra acqua , & poi ne fpremono il uino , reiterando coli tre , quattro , &cinque uolte: ma non paifano quefto numero , percioche quello , che lì la oltre al quinto , diuentaaceto . Del uino fatto de Fichi lecchi . Cap. XXXII. FAs s i il uinodefichifecchiinCipro,comequellodedattoli:eccettochefopraifichimet- tono acqua, oue fieno Ilare in mollo le uinaccie frcfche {premute di frefeo. Tolgonfi adun- que i fichi fecchi neri, chiamati chelidonij, ouero phenicei, & fpetialmente i neri, & coli il ma- cerano , come dicemmo : & dapoi à dieci giorni fe ne caua fuori il liquore , & fi fa la feconda , & la terza uólta conl’acqua.pureoucfieno fiate dentro le uinaccie:& dapoi intramettendo un certo fpatio di tempo , fi fa il quarto , & il quinto . ma li caua fuori acetofo , & ufaii pofeia m cambio d a- ceto E' fonile, genera uentofità , nuoce allo ftomaco , fa uenire in faftidioil mangiare: ma non - 60 Nel quinto lib.di Diofcoride. 1391 dimeno muoue il corpo , & prouoca l'orina : prouoca i meftrui, fa copia di latte, genera faneue cat- tino, & fa uernre la lepra, come fa anchora quella beuanda,che li chiama zitho . Sono alcu- ni, che in fei amphore ui mettono dieci feftarij di Tale. Altri ui mettono unaamphora di fala- muoia , accioche non coli ageuolmenteli corrompa : & penfano , che coli muoua piu il corpo Al- tri mettono prima un fuolo di finocchio , & di thimo , & pofcia un fuolo di fichi : & coli fanno Ara- to fopra Arato , fino che 1 ualb lia pieno . Fafsi nel medefimo modo anchora de fichi del licomoro ma fi conuerte in forte aceto : percioche in loro non è tanta poffanza,chepoffa il lor liquore ferua- re troppo la dolcezza . 1 io Del uino Refinato. Cap. XXXIII. IL vino relinato li fa «immunemente tra i populari da ciafcuno . Fafiène copia in Galatia: per cioche quiui per non lafciare i freddi maturare l’uua,il uino ageuolmente diuenta aceto , fe non ui fi mette dentro della ragia di pino. Periàr quefio fipefia la ragia conia corteccia del fuo al- bero , & mette!! per ogni amphora di uino mezo fe Aario di ragia . Alcuni , dapoi che ha bollito , lo colano , & cofì feparano la ragia dal uino, altri ue la lalciano Aare . Quedi uini, diuentando uec- chi , s'indolcilcono . Fanno tutti dolor di teda , & uertigini : ma aiutano però lo Aomaco alla dige- Aione ; prouocano l'orina . giouano al cattarro , & alla tofie , & parimente à i flufsi Aomachali , & à gli hidropici , alla difenteria,&ài flufsi delle donne tmettonli nell'ulcere profonde. Di queAi 20 quelli , che nereggiano , fono piu cofirettiui,, che ibianchi . Del uino delle Pine . Cap. XXXIIII. IL vino delle pine li fa , togliendole coli intere con la Icorza , &pedandole, & macerandole nel modo. Fa queAo i medefimi effetti, che'l relinato . Oltre à ciò, le alcuno cuocerà le pine pre- dette nel modo , farà beuanda conueneuole à coloro , che fono thilici . Del uino fatto di Cedro , & d’alcuni altri alberi , & frutti . Cap. XXXV. p FA n n o s i fimilmente i uini del cedro , del ginepro , del cipreflò , del lauro , del pino , & del- l’abete . Tolgonfi i rami di quedi alberi tagliati di frelco al tempo , cheproducono i frutti : & coli frefchi fi pongono à fudare al fole , ouero in bagno , ò al fuoco ; & mettefi per ogni congio di uino una libra di quedo loro humore , & dapoi à due meli li tramuta in altri uali, & laìciali auan- ti che fi tramuti , per alcun tempo al fole . Ma è da auertire , che i uali de i uini compodi con altre cofe, li debbono lempre empire fino alla fommità : percioche rellando Itemi, i uini diuentano ace- toli . Oltra di quedo è da fapere , che tutti i uini medicinali non fi conuengono punto ali’ufo de fa- ni. Quedi fcaldano tutti, prouocano Torma, Striflagnano. Illaurino nondimeno Icalda piu ua- lorofamnere . Fafsi anchora uino con il frutto del cedro maggiore , mettendo delle bacche fue pe- ,0 de meza libra per ogni congio di modo : debbefi pofcia tenere al fole quaranta giorni , St poi cola- * re , & tramutare in altri uali . Fafs i parimente delle bacche del ginepro uino , come fi fa il cedrino, & ha quella uirt ù medelima .Fafsi della cedria , liquore proprio che didilla dal cedro .quel uino , cheli chiamacedrite, in quedo modo. Lauali la cedria prima con acqua dolce, & pofcia ciafcuna amphora s’abbomba con un bicchiere , & empieli pofcia di modo . Ha quedo uirtù di fcaldare , & d'allòttigliare : è utile alla tolfe uecchia , oue però non li ritroui febbre , à i dolori di petto , & del codato , a i dolori delle budella , alludere dell interiora , allo fputo della marcia , alle prefocationi della madrice,& à gli didropici: uale à i uermini del colpo , & al freddo , che uiene auanti alle feb- bri : conferifce à i morii de gli animali uelenofi : ammazza le ferpi: & medica i dolori dell'orecchie, quando ui fi didilla dentro . 5° Del uino Impeciato . Cap. XXXVI. FA s s i il uino impeciato di modo , & di pece liquida . Ma bifogna prima lauare tanto la pece con falamuoia, ouero acqua marina, ch'ella diuenti bianca , & che l’acqua falfa n'efca fuor chia ra : & dopo quedo lauarla anchora con acqua dolce : mettefi pofcia di queda una oncia, ouer due in otto congi di modo :& come ha bollito affai, & fattola relidenza, fi tramuta in altri uali. Quedo fcalda, digerifce, mondifica, aderge : gioua à i dolori di petto , di corpo, di fegato , di mil- za, & di madrice, pur che febbre non ui li ritroui . Vale à i catarri, uecchi , alle ulcere profonde, al- la toffe , alla drettura di petto , alla digedione debole , alle uentofità , & alle dislogagioni delle g giunture , mafsimamente applicato con lana fuccida . Della Difcorfì del Mattinoli 135)2 Della uino d’Afienzo. Cap. XXXVII. FA s s 1 il nino d’alfenzo inuarij modi . Alcuni adunque mettono in quaranta otto feftarij d'amphoreltaliane,unalibrad'alfenzo diPonto, & cuoconlo fino che calila terza parte: & pofeia di nuouo u’infondono fei feftarij d’aceto , & meza libra d alfenzo , & mefcolano infie- me diligentemente , & ripongonlo in un uafo : & come è ben ripofato , lo tramutano , colando , in altri uafi . Alcuni altri tolgono una libra d’alfenzo pefto , rauolto in una tela , & lo infondono in un cado di modo per due meli continui . Altriprendono d’affenzo , tre ouer quattro onde , di nardo di Soria , di cinnamomo , di cafsia , di fquinanto, di calamo odorato , di corteccia di palma , di eia - io feuno due oncie : & peftano ogni colà, & metton tutto in una metreta di mollo , ferrando benifsi- mo il uafo , & lafciano cofi ftarefino à due , ouer tre meli : & pofeia lo colano , & lo tramutano in altri uafi , & lo ferbano per ulàre . Altri infondono in uncado di mollo quattordici dramme di fpi- ca Celtica, & quaranta d’aflenzo tutto legato in una tela:&dopoi quaranta giorni lo colano, & lo tramutano . Altrfmettono in fei feftarij dimoilo una libra d’aflènzo , & due oncie di ragia di pi- no fecca : & dopo dieci giorni colano, & ripongono il uino . E quello uino utile allo llomaco , pro- uoca l’orina, accelera la digeltione , gioua à i fegato!! , al trabocco di fiele , & alle reni , prohibifee la naufea , conferifce à gli llomachi debili , alle uentofità uecchie che gonfiano i precordi) , à i uer- mini del corpo , & à prouocare i melimi ritenuti . Beuuto copiofifsimamente , & uomitato , gioua a chi hauelfe beuuto quel ueleno , che chiamano ixia . 1 o Del uino d'Hiffopo. Cap. XXXVIII. LOdasi tra tutti gli altri quel, che fifa d’hilfopo di Cilicia . Fafsi parimente come quello del l'alfenzo : percioche fi toglie una libra di foglie d hilfopo pelle, & mettonfi in una amphoiu di mollo, legate in una pezza di lino infieme con alcune picciole pietre , accioche fatto graue l'inuo- elio dell’herba, fe ne uada al fondo : colai! pofeia il uino dopo i quaranta giorni, & tramutali in altri uafi . Vale contrale infirmità del petto, del collato, & del polmone, alla rode pecchia, & ftrettura di petto : prouoca l'orina : gioua à i dolori di corpo, al freddo, & al tremore, che uicne nel principio del le febbri circolari : prouoca i melimi. 30 Dei nini fatti di diuerfe piante. Cap. XXXIX. FA s s 1 quello del chamedrio Umilmente come quello dell’hiflopo . Scalda, rifolue, & gioua à gli Ipalimati, al trabocco di fiele, alle uentofità della madrice,à gli llomachi che tardamente digeriscono , & à i principi) deU'hidropifia . Inuecchiandoii , diuenta migliore . Componi ì nel medefimo modo quello della Itechade , mettendo però una libra di Itecha dc in fei congi di mollo. Diflolue i grofsi humori , lè uentofità del collato , i dolori de i nerui , & i diletti caufati dal gieio. dafsiutilmente al mal caduco con pirethro, & fagapeno . Fafsi per tutti quelli malori della ftecha- deanchorauno aceto, facendoui macerar dentro la herba, come se detto: & ha lemedefime uirtù del uino . A far quello della betonica, fi prende l'herba , quando èpiena di femematuro , con 1 iuoi rami al pelò duna libra,&infondefi in due congi di uino, & traualafi dopo alfettimomele. Vale cofi, come lapianta ftelfa, contra à molti difetti dell'interiora.Et uniuerfalmente parlando, è dala- pere , che tutti i uini artificiati acquillano la uirtù di quelle cofe, che ui fi mettono dentro . & impe- rò non farà malageuol cofa à coloro, che fapranno la natura di quelle cofe, che ut fi mettono, il cono feere pofeia la uirtù de i uini: iquali fono però da ulàre fidamente, oue non iìa la febbre . Fafsi anello ra della betonica l’aceto utile ueramente à tutte le predette cofe. Quello del tragorigano fi fa, met- tendo in infufione quattro dramme di tragorigano, legate in tela rara , in quattro feftarij di mollo, & tramutandolo poi dopo à tre meli . Gioua à i dolori di corpo , à gli Ipalimati , à i rotti , à i dolori di rollato, à ftrettura di fiato, & à gli llomachi che malageuolraente digerirono il cibo . Fafsi de 1 5 0 nauoni, mettendone d’efsi pelli due dramme in quattro feftarij di modo, & il retto li fa, come di 10- pra è detto . Gioua à gli ftomachi debili , & à gli affaticati per combattere , ouero per lungo caual- care . Componi! quello del dittamo , mettendo d'eflo in infufione quattro dramme in quattro feftarij dimoilo. Vale à i tàftidij , & naufea dello ftomaco ; prouoca i meftrui , & le purgazioni ri- tenute dapoi al parto. Fafsi quel del marrobio, togliendo otto feftarij delle fue foglie trite ben ma- ture, & infondendole in una metreta di motto, facendo poi come se detto ne gli altri .Gioua que- llo à i difetti del petto , & à tutti i malori, à cui conferifce il marrobio . Per làr quello del thimo , li prendono cento oncie di thimo pelle , & llacciato : legali il thimo in una tela,& infondeli in una am phora di mollo . Vale alla debolezza della uirtù digeftiua, alla naufea del cibo, alla difenteria,a 1 do lori de i nerui, & de iprerordij, al freddo del uerno , & al morfo di quegli animali uelenoli , dopo al 6o anale s infrigidifeono i corpi, & putrefafsi il luogo del morfo . Fafsi ùmilmente quello de a latu- tureia,& è limile nelle uirtù fue à quello del thimo . Fafsi dell'origano Heradeotico quello, che Nel quarto lib. di Diofcoride. i}9, machi debili, alla haufea, & al trabocco di fide • nerriorhe „!T d p h ' 9'°uano a g]l fto • la coniza mnoprn efficace contea i udeni, & uelcnofi animili di tutri gli altri!' ^ fimilmcntc dd Del uino Aromatite. Cap. XL. TL Vino Aromatite fi facofi. Prendi di palma, dafpalatho, di calamo odorato, di fnicaCeltiri Xdi ciaicuno quattro feftarij : & fatto che n'haurai poluere^ impattala con uhm paffò & ffinne hoc ' io coni grpfsi, & mettigli m dodia feftarij di morto auftero, & ferra bene il uafo"&htoocofirioorà re fino a quaranta giorni : & come l’haurai purgato dalla feccia, riponici . Fafsi Mchora ì^dtro m^ do cefi. Prendi di calamo odorato una onciali radici di ualeriana dramme fe«e, dì corto duTdmm me, di nardo di Sona dramme lei, di cafsia una onciali croco quattro dramme, d'amomo dramme cinque, d afaro dramme quattro . Peftainfieme ognicofa & lega in um mi, • un cado di morto : & dapoi che haurà finito di bollire il morto, tramutalo . Vale à i doTonPdi pmo" di coftato , & di polmone , alla difficultà dell'orina , al freddo che uienenel principio delfo febbri* al ritemmento de 1 meftrui , & à coloro , che caualcano , ò caminano per luoghi freddi aifottMia renfisfderta uei!ficaTI1'na> ^ bu°n ccdore * prouoca il fonno , & leua i dolori: gioua à i malori delle De i uini fatti di diuerfi odoramenti. Cap. X LI. 3° 40 iPdo fi n.’en W P a ^ h Catarn’ uentofit à,& humidità di ftomaco . Et per far JL " n, Pft "1 r d r d a“me dl mif rha’ una dlPcPe b>a>Ko, fei d'iride, & tre d'aneli . Peftanfi tut- te quelle cofe mfieme,&mettoniipolcia in una tela, Stfommergoniì in fei feftarij di uino : co- lai! pofcia i uino dopo a tre meli, & riponli m altro uafo. Dafsi dapoi che se pafTeggiato alquanto, coli puro alla mifurad un ciatho. Componi! quello, che fi Chiama nettante, della radice dellhele- mo, togliendone di fecca d pefo di cinque dramme, &legandola in tela, & fommergendola in fei congi di mollo, & tramutandola dapoi à tre meli. Vale à i fetti dello ftomaco,& del petto,& prouo- ca 1 orina . Falsi atichora uino del nardo di Sona, & parimente del Celtico , & del malabathro , in quclto modo . Tolgonfi di ciafcuno fei onde , & mertonfi ininf ufione in due congi di mollo, & co- ali dopo due meli, &daflòneàbere un ciatho mcfcolato con tred'acqua.E quello ualorofo à i ma- lon ddle rem,ai difetti di fegatosa! trabocco di fiele , & alla difficultà dell orina : gioua à gli Ho- machi debili, & a coloro che hanno mal colore. Sono alcuni altroché lo fànn©,mettendo in unaam phora di molto una oncia, ouer due di radice d’acoro, & tre di Celtico nardo . Quello , che chiama- no aiaritc, fi fa dell afiroherba, mettendone tre oncic in dodici feftarij di morto nel modo predet- to . Prouoca quello l'orina, & gioua à gli hidropici , à legatoli , al trabocco di fiele , & alle fciatiche. Falsi del nardo laluatico coli . Tolgonfi di radici frelche di nardo faluatico otto onde , ma prima fi pefta la radice, & ftacciafi,& infondefi in un congio di morto, & lafciafi coli ripofare perdile meli di tempo . £ utile à i legatoli, alla difficultà della orina, alle uentoiìtà, & à gii ftomachi debili. De i uini fatti di diuerfe forti d’herbe. Cap. X LII. FA s s 1 il uino di dauco in quello modo . Tolgonfi lèi dramme di radici di dauco ben pelle , & mettonlì in una amphora di mollo, & fimilmentelì tramutano . Gioua à i dolori di petto , de i precordij , & della madrice.-prouoca i meflrut, fa ruttare, & prouoca l’orina : gioua alla torte, à i rot ti, & à gli fpafimati . Prendefi per fare il faldato una oncia di filuia,& infondefi in una amphora di mollo . Vale centra à i difetti delle reni, della uelcica,& del coftato : conferire à eli fputi del lin- gue, alla toffe,à i rotti, à gli fpafimati, & à imeftrui ritenuti . Fafsi coli quello , che' chiamano pana- . Q ceo . Mettefi una oncia di panace in un congio di mollo, & pofeia fi tramuta. Conferifce alle rottu- re, à gli fpafimì, alle contufioni, &alla flrettura di petto: fminuifee la milza : è ualorofo à i dolori di budella, &al!e fciatiche : corrobora la digeftione .-prouoca i meftrui,& parimente il parto : & gioua agli hidropici, & a i morii de i ferpenti . Fannofi nel medefimo modo quelli dell acoro , & della ra- dice dolce : ma bifogna metterne di ciafcuna otto onde in fei congi di mollo, & lafciar coli in mace- ra tre mefij&pofda tramutare in altri uafi . Giouano ài dolori del petto, & del coftato, &prouoca- no l’orina . Fafsi dell’apio uino, togliendo del fuo Teme maturo, & frefeo, pedo , & {tacciato noue onde , & legandolo in una tela, & mettendolo in una amphora di morto . Prouoca l'appetito , gio- ua à gli ftomachi debili, & alla difficultà dell’orinare,& diffolue le uentofità . Fannofi nel medefi- mo modo uini di finocchio, d’anetho,& di petrofelino, & hanno la uirtù medefima . Fafsi un uino gQ di fiordi fide molto piu ualorofo perpurgare, che non è il uino temperato con acqua marina. Nuo- ce alle fauci, alla uelcica, alle reni, & allo ftomaco :& imperò non gioua ne in finità, ne in malat- tia . Faflèn e uno, che ammazza il parto, & fa fconciare le donne in quello modo . Piantali appref- BBBBBB fo alle *394- Difcorfi del Matthioli fo alle ulti l'elleboro , onero la fcammonea, ouero il cocomero faluatico : imperoche le urti tirano à fé tutta la loro uirtù . 11 uino di quelle ammazza il parto : del quale inacquato fi dà da digiuno da- poi al uomito, la tnifura d'otto datili . Prendenti per far quello della thimelea de 1 Tuoi rami inflè- tè con le fiondi, & co'l fi-urto trenta dramme, & infondonfi in tre congi di mollo , & cuocefi aleu- to fuoco, fino che cab la terza parte : & pofeia fi cola, & riponfi . Purga l'acquolita ,& fimnuilce la milza . Fafsidella chamelea, togliendola quando fiorifce, mlieme con le fiondi, peftandoIa,& cn- ucllandola, al pelò di dieci dramme, & mettendola in un congio dimoilo per due meli, & poicia tra mutando il uino in altri ualì . E ualòrofò alle hidropifie , à i fegatofi, alle laisitudini , & alle donne che non fi purgano nel parto . Quello del chamepitio fi fa nel medefimo modo 3 & ha le uirtu me- defime,&prouoca l'orina. Toglionfi per fare quello di mandragora , fa oncie della feorza della io fua radice, tagliate prima,& infilzate in uno fpago,& melTe in un cado di uino, lafciandouele fino a tre mefì,& trasportando poi il uino in altri uafi . Dalfcne per meza beuanda mezo follarlo : ma me- fcolato con altrettanto uino palio . Dicono, che mettendone un feftanom un congio diurno ,& beuendone pofeia , fa dormire . beuutone un ciatho con un fellatio diurno, ammazza : beuuto me- diocremente , non lafcia fentire i dolori : ingioila i catarri fottili tanto odorato , quanto beuuto : & fa il medefimo melfo ne i alfieri . Fafsi anchora uino acconcio con elleboro m quello modo.Pren- defi un congio di mollo inacquato con acqua marma , & infondonuifi dentro dodici dramme d el leboro nero trito , & legato in una tela netta : &come comincia a bollire, hauendolo prima molto ben rotto, fi mefcola con quattordici , ouer quindici congi d'acqua marina , & dopo alquanti gior- ni fi cola , & ufafi . Daffene per foluerc il corpo un ciatho con acqua, fubito che li efee del bagno 2 0 hauendofi uomitato dapoi alla cena . Fafsi in altro modo anchora cofi. Toglionfi uentidramme d el leboro , dodici onde di cipero, tredici di fpica Soriana . pedali tutto , & ftacciafi,& legali 111 una te- la, & infondefi in quattordici fedarij di uino di Coo quaranta giorni : colali poicia il uino, & dalie- ne meza hemina per uolta àbere . Fafsi anchora altrimenti .Toglionfi dodici fedarij d acqua ma- rina , & fei libre d elleboro bianco , & mettefi tutto per quaranta giorni in una amphora di modo , &pofciafi cola. Il quarto modo di farlo è cofi . Toglionfi dodici dramme del eboro,& quattro d’aphronitro , & inlòndonfi in dodici fedarij di modo , per quindici giorni : colali pofeia , & ulaii dapoi finiti fei meli . Quedo ammazza il parto , &fe fconciare . 11 quinto modo di farlo e quello. To ol! dell’uua impalata al fole 111 fu i gratticci , & mettila in una metterà di mofto(Ia metterà tiene dodici congi ) & aggiungiui uenti dramme di gelfo , & lafcia cofi ripolare per due giorni :& pofeia 3o infondi trenta dramme d elleboro nero , & altrettanto di giunco , & di calamo odorato , di bacche di ginepro fedarij due & quatto , di mirrha , & di zaffarano , di ciafcuno una dramma : metti tutto in una tela , & fofpendi nel modo per quaranta giorni , & pofeia colalo . inacquali , & danfene per uolta due , ouer tre fedarij . Quedo purga le donne di parto , & che fi fono fconcie : fa partoi 11 e , & gioua alle prefocationi della madrice . Quello della fcammonea fi fa cofi. Toghefi dell e radici dei- fa fcammonea cauate al tempo della metitura il pefo di cinque dramme , & mettonfi legate in una tela in un congio di modo per trenta giorni. Purga quedo il corpo, & folue la cholera,& la flemma. Vini nrtifim. ^nto è chiaro quello, che di diuerfe farti di rini dal principiodì quefto quinto libro fino d queflo luogone li , & loro effa- | fcriue Diorcm.ide t che non È fiato neceffario di fare in ciò alcuno particolare difeorfo , fecondo ilnoftro fohto , 40 mmauone. X I I _ & mtg fapcr noi >chela maggior parte d effi non fono a 1 tempi nofln m ufo J che poteJfcroLlto giouare, quando fitcnef-er, fatti, ouefulfenece^ pbragiagiouare mar miglio famente alla uiflaiquello del T amangio , aliami lp: quello deUefiondièSenafoluuuoem- Il Che togliendolo per, fermiamo argomento, ni imaginai prima di ciafcuno abrogarne d, fi ,pra nel primo libro daPlt°- 10 deWEbcnofu àfufficienta detto ) difhr quello del legno dindin , ouer Santo , per il mal Franccfe: con fi quale hogg, d a i.cyZi-,7? /^««o rii IreWiyJriHn opere . Et prtró «e 1 co» 11 che fapenio, & haurndo conofeiuto [ecceUentifiimopbilofopho , & medico Arnaldo da Villa nuo ta fece d tal, m- ni artificiali un belliffìmo , & ampio trattato , di cui fi può agonalmente fimre ciafcuno , che in tal materia fi Metti . percioebe in Alamagna appreffo à iT edefehi tali medicine hanno ottimo ricapito ,& parimente appreso ad alitelo»- 50 ginque nationi ife ben cofi non fono in Italia apprezzate . Di tutte le Pietre metalliche Della Cadmia. Cap. XLIII. La cadmia ueramente ottima tra tuttele fpetie è quella di Cipro, chiamata propriamen- te botrijte, ferrata , mediocremente graue, & propinqua alla leggerezza , & d ^fPetto a.c“°' ffdiXedifpodioAchetottaècinerulenta.&rugginofa • Tiene 1 fecondo luogo dibon rà ausila che di fuori è di colore ceruleo , & di dentro piu bianca , Amile alla pietra omchite.& coli fono quelle che fi cauano nelle caue uccchie de i metalli . E una altra cadmia , chiamata placodes. Nel quinto lib.di Diofeoride. ” TT T i • ^ ^ ^ucllil5Cllc liraaeiranie. AbDrulcialila cadmia predetta, 39 ^prcndola di carboni , fino che fi uegga lucida , & far le uefciche , come la fpiuma del ferro : & al- 1 nora li ipegne nel umo Amineo , quella cioè , che fi prepara per gli empiaftri : ma quella, che fi pre para per li medicamenti della rogna, fi fpegne nell'aceto . Sono alcuni , che la tolgono coli brucia- ta tritanla nel uino,& pofeia la riabbrufeiano in un uafo crudo di terra, fino che diuenti comepo imee : & ritritatala pur con uino , la brufeiano la terza uolta , fino che del tutto fi faccia cenere , che non labbia in le alprezza alcuna, & utente pofeia in cambio dello fpodio . Lauafi fatto quefto trita nel mortaio, gittandone fuori l'acqua ,fino che ui fi confumi ogni immonditia.-fanfene poi paltelli , & ripongonfi . r LJl cadmia è di due (petie , una che fi fu per arte,& l altra che nafee naturalmente nelle miniere , la quale è di Cadmia, & Tue due forte , unafemplice , & pura , & l’altra meHurata con rame , ò con argento . La fatta con artificio crefce nel- Specie. , Sfornaci, douefi cola il rame , chiamata pcì'ò per tre diuerfi nomi. Imperoche chiamano Botrite quella che ha for- ma cluua , Oflracitc quella che è filmile a i tefii , & Vlacite filmile alle cortecci e . Mostrano alcuni la quarta (petie, la qua- le chiamano C alamite per rafifiembrarfi ella alle canne . Quefia s attacca attorno alle pert iche di ferro , con le quali fi tra mena il rame f ufo nelle fornaci , dalle quali staccandoli poi , rimane come perfidi canne sfiejjè per me^o . La parami- nerale che non hafec o metallo , la quale chiamano i T edefichi Tietra calaminare , non è molto dura, di un colore, che ten- àe al gialliccio , la quale abbrufeiandofi fa un fumo del tutto giallo . ^Adoperatila coloro, che di rame fanno l'ottone , per cioebe ferina effia non fi può fare . Ma quella che ha ficco mifinra chiamata dai Tede-fichi kobolt è cofì córrofìua ,che ulcera ffiejje uolte le mani di coloro chela cauano ,ne è ciò marauiglia ,perciochc becndofit ammala , come mortifero veleno. In Boemia la mefcolano con la ccruofa per ammalare le mofche,percioche gufandola fubito le ammala . Scrif 50 ^ ^ ambedue le Cadmie Galeno nel nono libro delle facoltà de i femplici cofi dicendo . La Cadmia fi fa nelle fornaci , otte fi cola il'rame , non d'altro uer amente che di quella terra, di cui fi genera efforame , andandofent ella per la for\a del fuoco in alto , come una certa fuligine , ò uogliamo putrire , come fauilla . Chiamifi terra , 0 chiamifi pietra quella , di cui feparandofì nelle fornaci , fe ne fa duna parte ilràmc ,d’ una parte la cadmia, & d una parte il diphriges , quefio non importa . Fafifi anchora di miniera d’argento , feparandofì le parti nel mcdcjìmo modo . Faffi oltre a quefio , abbruciando quella pietra , la quale chiamano pirite . l\itrouafi anchora in Cipro la cad- mia fatta fetida fornace :& imperò fi può beniffimo chiamar quefia pietra . Mi tempo , che io feci la mia peregri- natone nell'ifola di Cipro ,fii ritrouaua in Sola pochifìima di quella , che fifa nelle fornaci . ma ben di quella , che è pie- tra canata dalle miniere dei metalli, ritr ouai io nei monti, & ne i ritti delle acque, delle quali portai pofeia meco m jlfia, &diquiuiin Italia à piu miei amici , da i quali mi fi riferiuano infinite gratie : imperoche diceuanoha- uer riceuuto per ciò da me grandifiimo dono , per ejjer quella la piu ualorofa di tutte le cadmie . Et quefia tale nera- mente può ciafeuno chiamare Cadmia di pietra . Ma quella , che è abbruciata , è di due (petie , di cui chiamano i medici l una Botrijte , & l'altra Tlacite . La botrijte è quella , che afeende all’alto della fornace : & la placite quella , che cala B B B B B B 2 nel Difcorfidcl Matthioli nel baffo . E' per quefio manifeflo , che la Botri] te è comporla di parti pili lottili , & la Tlacite di piu graffe: ma hanno però amendite uirtù di difeccare , come tutto il reflo de i metalli , &fouo faffofe , & terreflri . Et imperò oltre alla] uir- tù dijeccatiua , che poffeggono , fono mediocremente afierfiue : come che fin necejfario , che quella , chef toglie delle fornaci , habbia uirtù alquanto piufocofa . Et imperò meritamente coloro , che la lauano , fanno un medicamento , che difecca , & aHerge mediocremente fenga mordacità alcuna , utiliffmo neramente in quelle ulcere , che hanno di biff- ano d' e fiere impite di carne , & negli occhi , & parimente in tutto il corpo . Oltre a ciò è la cadmia ualorofa nell ulcere molto humide , & putride de i corpi abondantemente humidi , come fono quelli degli eunuchi , delle donne , & dei fan- ciulli . ma in corpi piu duri , & piu [aldi ft richieggono cofe , che dìfccchino piu ualorofamente . Difecca la cadmia , & Cadmia, &lua aHerge leggiermente tede nel caldo , & nel freddo è quafi temperata • quello tutto della Cadmia fcriffe Galeno . Li che dfpiin fmtU conferma parimente Tlinio al X . cap.del XXX IIII. libro , cofi dicendo . Le miniere del rame fono in molti modi utili I O nella medicina , per fanarfì con effe preflamente le ulcere : nondimeno tra tutte ui gioita grandemente la cadmia . raffi quefta fenga dubbio nelle fornaci dell'argento piu bianca ,&piu leggiera ; ma non però da compararla à quella , che ft fa di rame . Sono di cadmia piu ferie : perciocbe fi chiama Cadmia la pietra , di cui fi fa tirarne , nece faria per fonder nelle fornaci , uff mutile in medicina . Bjtrouaft parimente nelle fornaci con altra origine di nome . Gencrafi quefta dal- la piu fonile parte della materia minerale , cacciata fuori dalle fiamme del fuoco, & dalfoffiarc de mantici : & ritrouafi pofeia attaccata alle uolte,& alle pareti di effe fornaci, fecondo la quantità di cotal materia leggiera euaporata . Sot- tilijltma fi rìtroua nella illcjfa bocca delle fornaci , doue le fiamme combattono nello uf ciré , chiamata propriamente Cnpnite , ciò è afumata , riarfa, & filmile per la fua troppa leggieregga alle fumile . La ottima è quella di dentro , che pende dalle mite , chiamata dalla dipendenza Botrijte . Quella pefapiu della prima, & manco delle reflantì .E' di due colori , tra quali il peggiore è quello che par di cenere , & il rofo il migliore: frangefi facilmente , & è utiliftima ne me- 2 o die amenti degli occhi . La terrea fi ritraila nelle pareti delle fornaci , la quale per effer fatta di piu grane materia non pttote falire in alto alle uolte : & chiamafi Tlacite , per effer piupreHo crolla, che pomice, di dentro uaria , & utile per la rogna , & per cicatrigarc le ulcere . Di quefia fono parimente due fpetie : l una Onichìte , di fuori quafi cerulea , & dentro quafi filmile alle macchie delle tigne : & l'altra Oflracite del tutto nera , & tra tutte le cadmie fordiiiffma , ma utilifiima per le ulcere . queilo tutto diffe Tlinio . Sopra al che è d'auertire , che errò egli in dire che la C admia minera- le è neceffaria per lefufioni delle fornaci , & inutile nelle medicine : auenga che queflafia in ciò piu commendata da Ga- leno , che tutte le altre fpetie . lobo piu uolte uifia la Cadmia di tutte le forti in uarij & diuerfi luoghi di Germania , & ricordomi hauer ricolta la Botrijte con le proprie mani à Terpene in fui Trentino ne i forni , ouefifa l ottone , & pari- mente in Sbogo luogo d' 'Mamagna, oue fi cola grandiffima quantità di rame . Vn bel peggo di Cadmia botrijte mi mandò già da Zagabria cittàdi Dalmatia l’ccccllentifimo M.Giofeppe Salandi medico Bergamafco . Spetie di Cadmia botrijte 30 è ueramente quella , che chiamano gli feriali Tutta Aleffandrina , la quale quantunque fia in commune ufo per la nera Tutia , di cui diremo nel feguente capitolo ; non è però altro, che la Cadmia artificiale delle fornaci . Et non è gran ma- rauiglìa, che cofi habbia à i tempi noflrilafciato il proprio nomc,& fucceffa in luogo della Tutia : perciocbe fino al tem- Nomi. podi Diofcoride era in cambio dello Spodio , il quale non è altro , che T uria imperfetta . Chiamano i Greci la Cad- mia, Ka/'/ifM.-i Latini , Cadmia :gli Mabj, Climia , & Minia ; i T edefehi , Grame* jLuguflem . Della Pompholige, & Spodio . Cap. X LI III. LA Pompholige è folamente differente dallo fpodio di fpetie . percioche lo fpodio nereggia , & il piu delle uolte è piu ponderofo , & pieno di pagliuche , di peli , & di terra, & è quali una certa fuperfluità , che fi fpazza dalla uolta delle fornaci, doue fi cola la uena del rame. Et la pompilo lise è graffa , candida , & cofi leggiera, che può ageuolmente uolarfene per l’aria . Di quefta ne to- no due fpetie : di cui ne una , che s’inchina al colore dell’aria , graffétta : & l’altra candidissima . , & leogerilsima . Falsila pompholige bianca ogni uolta, che gli artefici di fare il rame , udendola rare eccellente , fpargono fopra alla miniera fufa copiolàmente la cadmia trita : imperoche tutte le mi- nutifsime fauille , che le ne uolano all’alto , fi condenfano in pompholige. Fafsi oltre a ciò la pom- pholige , non folamente della miniera del rame, & induftria de gli artefici, ma della cadmia ancho- ra , fatta euaporareper forza di mantici . Il modo di farla è cofi . Si fabrìca in una cafa , che habbia due palchi, la fornace, nella cui uolta fia un mediocre pertugio nella cima, cioè uerio il palconi muro della cafa , doue s’accofta la fornace , fia tanto pertugiato , che m pofTa entrare la canna dei $ 0 mantici 3 oltre à ciò 5 habbia uno ufeietto picciolo fatto .pér 1 entràre5& uicire dell artefice, aqu fto muro fia congiunta una cafetta, oue fileno dentro i mantici, & colui , che li mena . Accen- donfi pofeia nella fornace i carboni, & come fono accefi, l'artefice tu fparge fopra la cadmia tu- ta fottilmente,ftandonenellapartedi fottoi&ilmedefimo ufficio faunfuo miruftro,gittan la à baffo nel fuoco da da alcuni luoghi di fopra aperti nella uolta. & cofi ua l'artefice aggiungendo il fuoco , fino che fi confumi tutta la cadmia , che ui mettono . Il che fa , che alzandoli in turno la parte fottile,& leggiera, fe ne uoli in alto al palco, attaccandofiad elfo, alla uolta della fornace, alla fornace , & alle pareti . Raflembrafi quefta materia , quando comincia nel principio a tare cor- rodile uefciche,che fi producono nell'acqua: ma pofeia crefcendo molto piu la materia, d iuenta 1- mileài fiocchi di lana . Le parti piu pSnderofe, ricalcando al baffo , ritornano eh. fopra al a fornace, & chi nel pauimento della cafa:& quefta e affai peggiore di quella, che e lottile, &p effer terreftrej& perche nel ricorla riporta feco affai fporcitie . Sono alcuni, che fi penlano , che ^ - Nel quinto lib. di Diofcoride. lo à quello modo fi pofTa fare lo fpodio antedetto . Di cui il piu lodato è quello , che fi ci porta'di Cipro, che melfo nell'aceto refpira odore di rame, di colore quali limile alla pece,& d'odore di fango : & pollo , quando non è fophifticato , in fui carbone accefo, uibolle fufo, diuentando di co- lore d’aria. E' adunque da auertire à tutte le note predette diligentemente, percioche alcuni la con- trafanno con colla taurina, con polmone pecorino, oueramente marino ,ò con fichi primaticci faluatichibrufciati , & altre colè limili . ma facilmente fi conofce il frodo: percioche facendone la proua , non ui li ritroua niuna dellecofe predette . Lauafi la pompholige communemente coli . Le- gali afciutta,ouero irrorata coll'acqua in una tela netta , alquanto rara , & mettefi in un catino j oue fia dentro dell'acqua piouana,& menali la detta tela guazzando in qua, & in là per l’acqua : il che i o fa , che la ] >arte fua piu limofa , & migliore fe n’efce fuori , & il fondaccio piu groflò fe ne relia nel- la tela . lafciafi pofcia fare la relidenza , & colali poi & l'acqua , & la pompholige infiemeper lo co- larono : rinfondefi fopra , fatto quello, dell'altra acqua, &mefcolali,& rimenafi dir.uouo tutto inlieme, & fimilmente fi ricola : & coli fafsi tante uolte , rinfondendo , & colando , fino che non ui fi ritroui piu alcuna relidenza arenolà . colali polcia finalmente l'acqua fola , & feccali la pompho- lige , & coli li rilèrba. Alcuni altri togliendo la fecca, lafdisfanno con le mani nell'acqua , fino che fia ben liquida, come è il mele : & polcia mettendo una tela in fu la bocca del uafo], doue la uoglio- no colare , legata alquanto lalfa, la colano , & acciochepafsipiuageuolmente, aggiungono (opra, la tela copiolamente dell’acqua, conturbando la cenere, & coli polcia ricolgono tutta la parte fpu- mofa colata, che nuota di fopra nel uafo, con un gufcio di gongolarla ripongono in un uafodi 20 terra nuouo. Ma quella, che fh relidenza , la incoiano leggiermente in uno altro uafo , Jafciando però quella parte arenofa del fondo : di nuouo poi lafciano far relidenza alle parti arenofe , & cola- no in uno altro uafo : & quello tante uolte fanno , che (blamente [ui fi ritroui la mera cenere fenza punto d’arena. Altri fono, che la infondono coli intera à poco à poco nell'acqua :& penfandolì, che le picciole pietre , & l’arena perla grauczza loro fe ne uadano al fondo, & che la paglia, & i pe- li per la leggerezza loro fenexellino di fopra, lèparano fidamente la parte di mezo,& mettonla in un mortaio : & coli pofcia la lauano, come la cadmia . Lauafi anchora la pompholige con u ino di Chio , inacquato con acqua marina , nel modo che habbiamo detto di fopra, & coli diuenta ella piu coftrettiua , che non è quella , che fi laua con l’acqua . Ha la pompholige uirtù di coltringere, d in- frigidire , d’empire , di mondificare , di cicatrizare , & di feccare alquanto . connumerali tra quelli ja medicamenti , che fanno leggiermente uenire la crolla . Ma uolendofibrufciare lo Ipodio , fi trita prima diligentemente, & polcia s 'impalla conacqua,&fanfenetrocifci:i quali meffi in un ualo di terra nuouo fopra à carboni accefi , li uanno continuamente uoltando, fino che ficcandoli , di- uentino rolli . E oltre à quello da fapere , che lo Ipodio fi fa anchora dell'oro , & dello argento , & del piombo : ma dopo al Ciprioto fi commenda piu di tutti gli altri quello , che fi fa del piombo . Degli Antilpodij. Cap. XLV. PErche accadelpelìe uolte, che ne mancalo Ipodio, è neceilàrio il dimollrare, che cofefiri- trouino , che riabbiano limile uirtù , & come fi pollino ufare gli antifpodij in luogo dello Ipo- dio, & come fi debbiano preparare . Prendi adunque le fiondi de i mirti inlieme con i fiori , & i frut- to ti immaturi , & metti tutto in un uafo di terra crudo , & lutagli fopra il coperchio , che fia per tutto minutamente pertugiato , & metti coli pofcia nella fornace , fino che lì cuoca il uafo . cauane fuo- ri pofcia la cenere, & mettila in uno altro uafo pur crudo, & come farà poi cotto , cauane la cenere, &lauala ,&ufala. Fafsi nel medefimo modo delle cimepiu tenere degli oliui fiiluatichifc fene può hauere : fe non , con quelle de i domellichi , con i lor fiori : onero con le mele cotogne fquarta- te , & mondate dal feme , ò con le galle, ò con lìracci di tela di lino , ò con le more immature bian- che , lecche prima al fole , ò con il terebintho , ò con il lentifco , ò con il fiore di lambrulca , ò con. le tenere fiondi de i roui ,ò con la chioma del bollò, oucro con il pfeudocipero fiorito. Sono al- cuni , che lo fanno nel modo medefimo con fiondi di ficho prima fecchc al fole : altri con colla tau- rina : & altri con lana fuccida , & ruuida , bagnata di pece , oucro di mele . Le quali cofe tutte s’ufa- no , & s approuano in uece dello fpodio . Chiama Strapiene la Tompholige , T mia . quantunque quella , che chiamano Tutiaglilpctiali, fcconioil miogiudicio , come dicemmo anchora nelprccedcnte capitolo , non fta altro, clic una Jpctie di cadmia . Che adun- qite la Tutìa tifuale non fia laTompholige ,ft proua , per ejfer ella duriflima come pietre:&la Tomphlige, fe- condo Diofcoride ,& Galeno , una fujlampt farinofa aggomicciolata come unalana , la quale toccandofi [libito fi dis- fa. Il perche mi rifoluo adire , che laTutia , che ài tempi noftri , ej- per lopajfato anchora , è slata tenuta fempre in ufo da gli jfietiali , non è altro , che Cadmia minerale . Quello errore neramente non ritrouo io e fiere anchora flato notato da alcuno de i moderni, per non ejferfi forfè cofi dilettati di conofcerc i minerali , come le piante , & le herbe . Et però il dottifiimo Manar do da Ferrara , credendoli che laTutia , communemente ufitata nelle jpcciaric , fufie quella uera Vomphoglie , che deferiue Diofcoride , mentre che riprende Auicenna dello Spodio , che fa egli delle radici delle canne , dice che feguitando la dottrina dì Galeno , dobbiamo piupreflo ufare infilo luogo la T utia , la quale fi ri- troua copiofa apprejjò ad ogni fietìale.chegli Mtijfodij . 'Nel, che fi conofce ejferfi egli manifejlamente ingannato, per 5° 6o Pompholige, & fiu edam. Errore del Ma nardo. i)9$ Difcorfidel Matthioli bauerfi creduto , che la Tutia communementeufìtatafìa la Tompbolige , di cui intendono Diofcoride , & Galeno :per - epoche della nera Tutia non fi ritroua à i tempi nofiri nelle jpetiarie . Copia infinita & di Tompbolige , & di Spodio , che punto non deuia dalla dottrina di coSìoro , ho uifio , & in parte ricolto in piu , & diuerfe fiocine in fui T rentino a Ter- pene , & a Lauigio , & in Alamagna à Sb'oqo quindici miglia lontano da Ifpruch 3 ouefi cola rame , argento , & piom- bo , & non /blamente la pompholige , & lo /podio riho io riportato meco , ma la cadmia , il diphriges 3 la pietra pirite , l’belcifima 3 la molibdena , la pietra cerulea , l'Armenia , & quello che chiamano fiore di rame 3 feparato in minutifìime granella . De i quali tutti non ho però mai potuto io ritrouare apprejfio ad alcuno (petiale d’Italia 3fe non particolarmen- te à quelli 3 à cui òio3 ò alcuno altro de i miei fidelifiimi contemporanci , & compagni 3 l’hanno dimofìrati , & mefifi in ufio .Trai quali è il dottìfiìimoM . Giulio Alejfiandrino 3& M. Andrea Gallo 3amendue gentiluomini Trentini 3& hoggi per la rara dottrina loro medici del Sercnifiimo Ferdinando Re de Romani 3 d Ongaria 3 di Bohemia &c.& della io fina Serenijfima prole . Et però mi rifioluo , che ne lo Spodio , ne la Tutia fi ritrouino hoggi ueri nelle jpetiarie ; ma fola- mente (come ho detto ) uedo ufare per laTampholige la Cadmia 3& per lo Spodio alcuni Antifpodij fatti di radici di canna , & d'offa di (linchi di buoi abbruciate . il che e minor male affai : percioche per la dottrina di Diofcoride pofiia- mo , mancando il uero Spodio 3 ufaregli Antifpodij fatti confondi 3 fiori 3 & bache di mirto 3 con quelle degli olmi 3 con le mele cotogne , con le galle 3 con gli (Ir acci di tela 3 con le more immature , con il terebinto, col lentifco 3 col fiore del- la lambrufca 3 con le fondi de iroui 3 & bel bojfo , co’lpfeudocipero 3 con le fondi delfico 3 con la colla taurina , & con la lana fuccidaabbombata di pece 3ouer di mele .Et imperò fuperfluo mi pare il biafìmare Auicenna,fe fece il fino dì radici di canna > il quale laudò egli particolarmente per le medicine 3 che fi fanno per le pajfioni del cuore . Ideile quali ( di quelle dico 3 che fi danno per bocca ) moltopiu laudabile cofa è mettere quefio 3 che fi fa di radici di canne 3 che met- Etrort del Bra fere infuo luogo la Tompholige3ouero la T utia3come infegna il Brafauola.Tercioche mai non ho ritrouato effere fiato or 20 fauola. dìnato di dar per bocca la Tompbolige ne lo Spodio da Galeno 3 ne da Diofcoride , ne altrimenti da alcuno dell' Arabi- ca fetta 3 tanto antico , quando moderno . Ter che non può effere 3 che effendo ella una delle parti piu fiottili della minie- ra del rame 3 non habbia in fegran malignità di nuocere allo Stomaco, & d oppilare i meati interiori 3 & eh ella non bob bia in qualche parte del uelenofo . Al che moltopiu doueua coìifìdcrare effo Brafauola 3 quando domandato dal fuolpe - tiale quello che in cambio dello Spodio doueua mettere nelle ricette 3fe da qualche medico gli fufj e ordinato, gli rifpofe , che douejfe ufare la Tompbolige 3 ciò èlaT ’utia 3 come faceua Galeno . Tfel che fi conofcono due manifeflifjimi errori . percioche primamente non distinguendo egli,fe cofi 3 ò altrimenti fi debba fare nelle medicine 3 che fi danno per bocca > nelle quali ufano lo Spodio affai medici 3 conclude diuolere ufare la Tompbolige minerale tanto per bocca , quanto di fuori • il che quanto fia conueneuole , confiderando onde 3 & come ella fi fàccia 3 coloro finceramente lo giudichino 3 che piu intendono la materia delle miniere . Secondariamente , dicendo egli . V farai per lo Spodio la Tompbolige ,cio eia Tutia ; dimostra effere in quello errore medefimo , che dicemmo di fopra effere fiato il Manardo. percioche fe egli hauefi- fe faputo 3 che la Tutia ufitata , & commune non fuffe fiata la Tompbolige 3 haurebbe dimostrato l errore al fuojpe- iiale 3 come è fempre fuo coflume di fare in ogni altra fua cofa . Et di qui non foto nafee l errore del perfuaderft 3 che la Tompbolige ucra , che fifa nelle fornaci , oue fi cola tirarne 3fi poffa dare per bocca ; ma anchoraft dimofìra , come ben s inganni nel creder fi 3 che la Tutia commune delle fpetiarie fia la Tompbolige di Diof :oride 3 & di Galeno , il quale fe ben diffe , che in luogo dello Spodio fipotcua commodamente mettere la Tompbolige ; intefe eglifolamente ne i medica- menti efieriori : percioche al fuo tempo non era in ufo di mettere gli Antifpodij nelle medicine 3 che fi danno per bocca , Pompholige, come è pofeia fiato ritrouato da gli Arabi . Scùffie della Tompbolige 3 & parimente deUo Spodio Galeno al nono libro & Spodio, & lo foUefaultà de ifemplici 3 cofi dicendo . Fafii la Tompbolige nelle fornaci del rame , come la cadmia3& faffi anchora , m da Gal! CUt mentre che sabbrufeia la cadmia nelle fornaci 3 come fi fa in Cipro 3 doue ritrouandofi in mia prefentia il maefi.ro delle fornaci del rame à non hauere la miniera preparata , comandò , chef doueffe apparecchiare della cadmia per fare del- la Tompbolige ; facendola mettere nella fornace in minuti pegTgtti 3 di cui n era in terra appreffo a i mantici non poca. La camera del forno era fatta in uolta3 & non era in alcuna parte pertugiata , ma tutta intera : & quefia riceueua tut- te le fauile 3 che fi leuauano dalla cadmia 3 da cui haueuano pofeia la Tompholigc . Ma quella parte 3 che ricafcaua al baffo nel pauimento 3 è quello 3 che chiamano Spodio 3 di cui fi ricoglie abondantemente 3 là oue fi cola la miniera del ra- me . Virtù filmili allo Spodio pare che habbia quello 3 che chiamano Antifpodio. ma io non ho mai ufato lo Spodio : per- cioche ho fempre hauuta larga copia di Tompbolige : & imperò non è neceffario ad alcuno d ufare lo Spodio , hauendo alle mani la Tompbolige , ne manco £ ufare 1 Antifpodio . E adunque la Tompbolige , quando è lanata , un medicamen- to affai piu ualorofo di tutti gli altri 3 che difeccano ferina mordacità alcuna : & imperò conueneuole per l 'ulcere cariche- rofe , & per tutte le maligne . il perche fi mette ne i collirij 3 che fi preparano per li fluffi degli occhi 3 & in quelli che cu- ^ Q vano le boUe 3 & le pufiule 3 che uinafeono . E oltre a ciò medicamento perfettifiimo all’ ulcere delle membra genitali , & del federe : percioche difecca fetida alcuna mordacità . Et nel quarto libro delle compofttioni de i medicamenti, fecon do i luoghi : La Tompbolige lanata ( diceua ) non è meno ualorofa d’ogni altro qual fi uoglia medicamento , la cuifacu - tà fia di difeccare fen\a mordacità alcuna . &però l’ufiamo ne iflufii acuti , & fiottili , euacuando pero prima i- caP° * & uniuerfalmente tutto il corpo . La Tompbolige adunque lanata ual tanto , quanto lo (podio infieme con l amu 0 , può moderatamente difeccare 3 & parimente prohibire , che l’humiditàfuperfiua , che (la rifiretta nelle uene e e tuni- che non fe nefea finora . Et imperò fe alcuno ufarà ne iflufii de gli occhi medicamenti coflrettiui , aitanti c ic 1 capo fia purgato ; non è dubio , che farà nafeere grandiffimo dolore nelle tuniche per la eSìenfione , che ui caufaranno gli bumo- ri 3 che uifono dentro ferrati : imo che per la moltitudine del concorfo di quelli , facilmente fi potranno rompere e tuni- che 3 ouer amente corrodere . Chiamano i Greci la Tompbolige , Uowókv* : i Latini , Tompholyx , & Bulla 6o Komi' bi 3 Thucia : i Tede fichi , V ms nicht , Lo Spodio chiamano i Greci , , & > sWJVf ,• i Latini , Spodutm : 1 Tede* fichi 3 Grauu 3 nicht e Nel quinto lib. di Diofcoride. l}99 Del Rame abbrufciato. Cap- XLVI. IL migliore Rame abbrufciato è quello , che è rollò , & che tritandoli fi raffembra al cina- bro : imperoche il nero è piu abbrufciato di quello , che fi gli bifogni . Fafsi de i chioui delle na- ui rotte , meffi , & acconci in un uafo di terra crudo , fpargendoui fopra à Arato fopra Arato il pa- ri pefo di folfo , & di fale : mettefi polcia il uafo ben coperto, & ferrato con luto, fatto di creta, nel- la fornace , & tanto ui fi lafcia , che'l uafo fia cotto . Sono alcuni , che in uece di folfo , & di fale ui mettono alume . Altri fenza folfo , & fenza fale abbrufciano per molti giorni il uafo . Altri tifano il io folfo folo: ina quello per la fuligine diuenta nero. Altri ungendo i chioui con alume fcifsile, ace- to , & folfo , gli brufciano poi in un uafo di terra crudo. Altri gli brufciano in uafo di rame, bagnan do prima i chioui d'aceto , reiterando coli due , & tre uolte , & riponendogli . Tiene il primo luogo tratutti quello , che s’abbrufcia in Mephi d Egitto : & il fecondo è poiil Ciprioto . Cofiringe , di- fecca , rifiagna , afiòttiglia , tira & mondifica , & cicatriza ['ulcere : conferire à i difetti de gli oc- chi, confuma la fuperfluità della carne, ferma l’ulcere corrofiue:& beuendoficon acqua melata, fa uomitare , ouero lambendoli con mele , ouero impiafirato di fuori . Lauafi come la cadmia , mu- tandogli l’acqua quattro uolte il giorno, fino che non ui fi uegga punto di fplendore. La lpiuma di- poi del rame , lauata nel modo medefimo , ha le medefime uirtu , come che affai meno ualorofe . 2o T? Chiarissima co fa , che cofafia il Bearne abbrufciato : quantunque quello, che fi ritroua nelle Jpctiarie, ^aef l ufi Polla giudicare di poco ualore , per effer egli nero, per hauere battuto troppo fuoco, & non cofì roffo ,come dijfc Diofcoride dottore effere fcletttfiimo.Ma fi può à quefio però ageuolmente ripapare,ogni uolta che fi ttoglia prende- re in farlo la fatica fecondo la dottrina di Diofcoride . &chi non può hauere chioui dirame , i quali per effere molto piu durabili di quelli di ferro., s tifano per le fabriche delle nani , tolga in lor luogo di qualche altro rame uecchio . Scrif- Rame abbru- fe del fqame abbrufciato Galeno nel fine del IX. libro delle ficult a dei [empiici , cofidicendo. litanie abbrufeiatoha dell acuto , & è coflrettiuo . ma quando è lattato , è uer amente bellijftmo medicamento per cicatrigare l’ulcere , come che poffa fare quefio medefimo anchora aitanti che fi lauì, & muffirne in carne dura : ma in carne molle è molto migliore il la- ttato . Chiamano i Greci il Bearne abbrufciato , Xakwì usuaufni m: i Latini , jtcs ujhtm. Nomi. jo Del Fiore del rame. Gap. XLVII. QVel fiore del rame , il quale alcuni de gli antichi chiamarono limatura di chioui uecchi, è ueramente ottimo , cheficilmente fi trita , nelpefiarlo rollò , & di formacome granella di miglio , graue , iplendcnte alquanto , cofirettiuo , & che non fia mefoolato con limatura di rame , con la quale lì faliificaegli fpeiib . Ma quefio fi conofceageuolmente , quando mordendolo con i denti , fi dilata , la limatura . Fafsi nelle fornaci , quando il rame tufo fi cola per li canali à ciò adattati nel fuo ricettacolo: percioche i mini Ari preparati à cotale arte, udendo purgarlo dalla lop pa , & altre fuperfluità , gli gtttano fubito fopra dell'acqua chiara , per Ipegnergli il calore : di mo- do che perla repentina condenfatione , uien fubito fuori il già predetto fiore . E cofirettiuo , & to- glie uia le fuperfluità della carne: letta le caligini de gli occhi, ma morde ualorofamente . Dato per bocca al pefo di quattro oboli, purga gli humt>rigrofsi:rifolue,& corrode le carnofitàdel nafo, & del federe : applicato con uino guardie le brozze . Il bianco trito , & foffiato con una canna ncl- l’orecchie.ualcalla fordità antica . La poluerc impiaftrata con mele, & applicata, ripercuote i flufsi dell'ugola , & delle fauci . 5® Il vero fiore dirame ho piu uolte ricolta io nelle focinc , otte egli fi cola m fui Trentino , in quello modo . Subito che'l rame era colato dalla fornace nel fuo ricettacolo , che daprimagli era preparato in terra , fubito attan - ti che s apprendere perfe flefo , ui gittaua fopra una gran fccchia di chiara, & fiefcbjftma acqua : la onde fubito fi leuaua dal rame congrandijfimo impeto un grandiffmofumo , & io fubito prendala unagranpala di ferro , & la tcne- ua ferma fopra al ramefufo nella furia di quel grandifiimo uapore : & cofi ceffato clic era , ritrouaua .tutta la pala ri- coperta di minutame granella coffe , di colore di rame , con alquanto di rijpletidega . Et quefio interueniua : percioche il uapore tirando feco in alto la piu fonile parte del metallo, fi congelaua potper la frigidità dell aria m mmutifime gra- nella , le quali nel ricafcarc al baffo , cadeuano poi fopra alla pala del ferro . Et dì quefio talefempre ritengo io appref- fo di me : percioche neUe ffetiarie di tutta Italia sadopcra in fuo (ambio folamcnte il Verde rame, il quale chiamo Dio - [tonde ruggine, & non fior di rame . Scriffene breuemente Galeno alla fine del I x. libro delle (acuita de ifemplici, co- fi dicendo . Il fior del rame è ueramente piu fonile nella fua effenga , che noni il rame abbrufciato , 6' la [quanta del ra- me . Et imperò meritamente i colliri, i , che fi (inno di lui , mollificano ualorofamente l affregga deUc ciglia degli occhi. Chiamano i Greci il Fiore del rame, i Latini , Tlos tris tgliMabi , Zar alnhas ,&ger alnbas . Fiore di rame, & fua hift. Fior di rame fcritco da Gal. 60 D Della Squama del rame . Cap. XLVIII. Ella Squama deframe sbattuta da i chioui nelle focine dt Cipro , quella è la migliore , che 1 ' groffa , & che fi chiama Inclite, cip è chiouana . Ma quella , che fi predai “l!e’ & Squama di ra- me , &di fto- moma,& fua ef famin. Errore di Pii - nio, & d’alcuni moderni. Chela fqitama dello Homo — ma fia la fqiu- ina deli’ac- 4'uio, 1400 Difcorfì del Matthioli gare , ouero dal bianco , è ueramente dannabile , per edere & fottile , & di poco ualore . Lodali la grolla , & rolla, & malfime quella , che bagnata con aceto , diuenta ragginola . Ha uirtù di coftri- gnere , d'aflòttigliare , di riftagnare , & di corrodere , ferma l'ulccre, che mangiano la carne : con- solida lulcere . Beuutacon acqua melata purga l’acqua del corpo : il perche la danno alcuni impa- nandola confarina , & facendone pilole . Mettcfi ne i medicamenti , che fi compongono perii di- fetti de gli occhi ; leua la umidezza delle palpebre , & difecca i Audi , che ui concorrono . Lauafi in quello modo . Mettefi meza libra di fquama ben fecca , & purgata in un mortaio di pietra , & mef- fouipofeiafopra dell'acqua chiara, fi conturba ogni cofa intime con mano, per fin che tutta la fquama fe ne uada al fondo raauafipofciauia quello, chcfe ne uaal fondo, & gittafi uia laprima acqua , & ritornali à lauare con una mina d'acqua piouana : & coli fi frega la iquama nel mortaio à 1 o mano aperta , quali come la fi uoleflè purgare , & come fi fente , che comincia à rinuencidirli , li gli gitta l'opra à poco à poco fino à fei mine d'acqua : & cofi fi trita ualorofamente , & fi riduce dall'un lato del mortaio , doue parimente fi preme . & fatto quello', fi cola ogni humore fpremuto in un uafo di rame rodò : imperoche quello è come fiore d'elfa fquama , nelle uirtù fue ualoroiìffimo , & molto efficace per le medicine de gli occhi : & per lo contrario , è il rimanente inualido , & ineffi- cace . Lauafi fino che non ui fi fente piu alcuna uifeofità , & cuoprefi poi quello , ebe è colato , con una tela , & lafciafi cofi’ripofare per due giorni : (colali pofcial’acqua pianamente , & feccafi: quel- lo , che reità nel fondo , & riponfi in un bulfolo . Sono alcuni , che la lauano come la cadmia, & co- ti la ripongono. 20. Della Squama dello ftomoma. Cap. XLIX. LA virtv' della Squama dello ftomoma è la medefima di quella del rame. Lauafi nel mo- do medefimo , & riponfi : ma per lòluere il corpo è molto meno ualorofa . Ljl s Q^v ama del rame, che ne cafca nel batterlo , è trito , & notiffìmo medicamento . quantunque la miglio- re , & piu ualorofa fia ueramente quella , che cafca dal rame, di cui fi fanno i chioui , chiamata propriamente he- lite .Imperoche effondo quefto rame ro^o , &menopurgatodelÌaltro,fala Squama piu grojfa, che quello che piu uolte è fiato nel fuoco, di cui fi fanno Le caldaie , & altri infiniti uafi . Oltre à ciò tanto è chiaro il modo del lattar- la appreffo à Diofcoride , che non accade per maggior dechiaratione fcriuernepiu oltre . Scùffie della Squama Calcito -0 al I X . Uhm delle fatuità de [empiici , ufi dicendo . Tftrouafi Squama dirame , medicamento ueramente moltoutile, di ferro , & di ftomoma . Difeccano tutteualorofamenteimafonoperòtrafe didiuerfa natura, per efifere luna piu difeccatìua dell’altra , & luna d'effen^a piugroffa , & l'altra piu fottile , & piu & meno coftrcttiua . Quella dì rame chiamata halite , è neramente per difettare la piu ualorofa ,per ejferedifufian\apiu che tutte l altre fittile , per ba- ttere tolto infe qualche parte d’erugine . Quella poi diferro ha uirtù maggiormente coflrettiua ,&piu di quefia quel- la dello ftomoma . & imperò fono quelle piu utili , &piu ualorofe per lulcere contumaci , & malagcuoli da medicare , che quelle del rame . Quefia del rame confuma , & liquefala carne ,& molto piu quella di quella fpetie , ebe chiama- no helite . Sono tutte non poco mordaci . Il che fe chiaro , che la conftfien\a dell cfjcrrqa loro non è troppo fottile, ma piu prello grojfa . Quello tutto delle Squame diffe Galeno . Ter la qual dottrina fi può agcuolmentc conofcere, che la Squa- ma dello ftomoma non è fquama di rame , come errando fi perfuade Tlinio , & come fi credono alcuni moderni femplici- fti t che hanno feguito la fua dottrinapiuprefio , che andare inuefligando la ucrità della cofa . Imperoche non man- ca chi tra cofloro fi perfuada , & uoglìa , che la Squama dello ftomoma fia la Squama del rame piu fottile , come fi crede Marcello Vcrgilio interprete di Diofcoridc.lfion manca ancho chi uoglia, che la Squama dello ftomoma bora fignifichi fquama di ferro , & bora di rame, come fi perfuade il Brafauola ; come che non prouino cofloro quefte loro opinioni con autorità, ne con ueruna ragione.Benche il Brafauola per parere di corroborare la fua opinione allega in fuofauore Dio- fcoride .ma con qualragione io ueramente non lo fo confiderare , non ritrouandochemai fcriuefj'e Diofcoride , chela Squama dello Homomafuffieinfiememente fquama di ferro & di rame . Ma perche non fi credeffe alcuno , che ragionafsi io in tal materia arbitr ariamente, & fen^a ragione, dimoflrarò prima con chiariffme , & ferme ragioni , &pofcia con autoritàgrandi d’approuatifiimi fcrittorì,che la Squama dello ftomoma non è di rame , ne di femplice ferro , ma fit- tamente d’acciaio . Et però dico prima , che dicendo Galeno , che la Squama del rame è piu difeccatìua di tutte le altre , j Q ér che quella del ferro è piu coflrettìua di quella del rame, ma che molto piu coflrettiua di/juefta del ferro è quella dello ftomoma : arguifee manifcftamente , che la Squama dello ftomoma non fia ne di rame , ne di femplice ferro , ma d uno af- fiti piu duro , & piu terrefìre metallo , come è l’acciaio . Tercioche effóndo la Squama dello ftomoma piu coflrettiua di quella del ferro ,& quella del ferro molto piu coflrettiua di quella del rame ;nonè cofa ragioneuole il credere , chela Squama dello ftomoma fia di rame, ne manco di femplice ferro , ma benpiupreflo ( come ho detto) dipuriftimo acciaio. Oltre à ciò il dir Galeno nel princìpio del capitolo , che fi ritrouaua Squama dirame , di ferro ,& di Stomoma, dimo- filra mauifeftamente , che lo Stomoma fia altro metallo feparato dal rame , & parimente dal femplice ferro . Tercioche fe hauefife ìntefo Galeno , che lo Stomoma fuffe fiato piu ffetie di rame , che di ferro , haurebbe fritto ritrouarfì Squa- ma di rame , di ftomoma , & di ferro , & non feparato le [flette dalle fpctic loro : ma perche benfapeua egli, clic lo Sto- moma era jfletie di ferro , lo congiunfe col ferro ,&non col rame , come parimente fece Taolo Egineta . Trouafi oltre alle dette ragioni , che la Squama dello ftomoma fia quella dell'acciaio, & che ftomoma in Greco non lignifica al- troché acciaio, per Mùo & Greco , & autentichifsimo autore . il quale frinendo al xlvi i i .cap.del in.libroalcu- Nel quinto lib.diDiofcoride. 140 r ■nirimedijda tiare per bocca nella difinteria , dichiarò quiuì , che cofafujfe lo ftomoma de Greci , con quelle parole . Deinde uimimpurum uctus quantumfatis uidebitur in nouum uafiulum infimdito , & laminarti ignitam ex ferro , quod ftomoma uocant, non minorem libra , in nino extinguito . ciò è . Fatto quello , infondi imm mfo mono tanto nino uec- cbio , &puro , quanto ti balla : & pofeia ffiegnilì dentro una lamina , che non fia manco di una libra , dì quel ferro , che fi dimanda ftomoma . Et nelx.lìbro .frinendo all’xi.capo dd modo dì curare lamica indurita , diceua pur egli :Sit autemferrum , quod in ipjis extinguitur , flomoma . Ipfius autem ftomomatis ferri fquama , quam in fabrilibus officinis forum , diali ìgnitur , & malleo tunditur , abijcit polka agrejlioribus hominìbus ntiliter exbibetur. ciò è . Sia il ferro, che fi dee jpcgnerc nelle predette cofe dì quello , che fi chiama ftomoma . La cui fquama fatta nelle fatine da i fabbri , mentre che il ferro infocato fi martella ,fi da pofeia utilmente à gli huominirobufli , come fono i uiUani'. Et nel X mi. IO al XXI 1 1 l.cap.diceua : Squama antera ferri , prxfirtim ftomomatis , amplioris adjlriftionis particepscSì . cioè. La fqudma del ferro , & maffmamente di quello , che fi chiama ftomoma , è partecipe di maggior facoltà cofirettìm . Le quali authorità manifeftamente dimostrano , che altro non fia lo Stomoma de Greci , che il noflro acciaio : il quale non è altro , che la parte piu dura , canata con certa arte del ferro . Il perche , fegmtando i moderni medici leintentioni & d’Aetio , & di molti altri. antichi , tifano di fare ffiegnere anch’efiì l’acciaio infocato , hor nell'acqua , hor nel nino , bo- ra nel latte ,& bora in altri liquori, nella difinteria , & in ogni altro morbo , ouefi gli richieggo : percioche molto ■maggiore facldtàcoftrettiua uì fi ritroua , .che nel ferro . La onde realmente fi può dire , che gli antichi non intefero al- tro per la Squama dello ftomoma , che quella dell'acciaio . & mafimamente di quello , che fi batte in fui incudine, quan- do fi fa iltaglio , ò la punta non fellamente allearmi ; ma anchora à ciafcmo altro iftmmento, che s'adoperi per lefabrì- ebe di legname , & parimente per coltivar la terra . Et però ben diceua Attuario nel fuo libro delle compofitioni de i 20 medicamenti , deferiuendo l’Egittia d'Andromacho : Multò reddetur utilior ,fi jquamam , acie ,aut mucronibus deenf- fam , quam appcllant ftomomatis , faripondere fili afeifeat . ciò è. Diuentarà afidi piu utile , fefigli metterà dentro il pari pepi di quella fquama , che fi fcuote eoi martello dal taglio & dalle punte, la qual fi chiama di ftomoma . Il che replicò pofeia poche righe di fiotto . Tuofii queflo mede fimo chiaramente conofcerc in Galeno nel primo ,&nel 1 1 1 . libro delle compofitioni de medicamenti fecondo i luoghi, douc mette egli in diuerfi medicamenti per la alopecia la Squa- ma del ferro ftomoma .Mafie purefintrouafie alcuno cofi ostinato , che non fi fodisfaceffe con l’ authorità dicofi degni fcrittori , chiarifchìfcne almeno per quello, che ne fcrifie Ariftotile, infognando à far l'acciaio chiamato da i Greci Slo- mmaal quarto delle Meteore, cofi dicendo. Tihawai ìc tali ùtyaopinc oif,iptu,£ctvyfis ylyn£ ben fi ritroua ferino in quello capitolo in Diofcoridc, cheta Squamadello Jlomomanelle facultà fue è filmile à quella dd rame , quantunque non cofi ualorofammte follia ella il corpo j dico che tale fcrittma ( come in molti luoghi di tutto quello uolume intermene ) può agemlmente efferc fiata corrotta da gli fcrittori : & in quella medefima opinione ritrouo efere flato il iottiffimo lano Cornario nel fuo commento fatto fopra i libri delle compofitioni dei medicamenti fecondo i luoghi di Galeno. Et tanto piu, che fecondo la mente di Galeno, & degli altri Greci , non fi ritroua , che la Squama del- lo ftomoma fia fintile à quella del rame : percioche quella follie il corpo , & quella ualorofamentelo riftagna . Oltre à ciò non ritrouo , che mai fia Slato in ufo per fare il taglio , & le punte alle ferramenta alno metallo, che l'acciaio. Et pe- rò non poffio.fe non max ambiarmi della pertinacia di coloro che altrimenti fi pervadono . Il per che uolendoft pur dire la uerità ,fiamo coftretti à credere , che la Squama dello ftomoma non fia altro , che fquama d'acciaio . Il quale per effie- re finalmente fempre Slato in ufo per fare il taglio , & le punte alle ferramenta, il qual taglio chiamano i Greci , 50 chiamarono l'acciaio parimente flomoma Alche dimoftra Aedo , quando dice : Sia il ferro infocato , clic fi dehbe ffic- gnere nelle predette cofe , di quello chefi chiama ftomoma . Queflo uocabolo derma neramente da Atra, thè miol dire la booti 1 . percioche il taglio , & parimente la punta delle armi , & altri iSlrumenti non fono altro , che la bocca loro . Onde fifuol dire à coloro , chefalmo mala uita ; Tu perirai nella bocca dd coltello. Et cofi comcnoi lo chiamiamo accia- io , per acuire egli itagli ,& lepunte;cofiparimentelochiamaronoiGreciJìomomadaU'effetto, che egli famfar la bocca alle armi . Tlinio quantunque nonfapeffie , che cofafuffie apprejfo à i Greci ftomoma , chiamò pero ah. 1 1 1 1 . ca- po del XXXI IU. libro , l'acciaio , Acie, onde pofeia l’habbiamo chiamato noi Acciaio, come fanno anello gli Spagno- li , i quali lo chiamano Acciel, & i francefi Acier . Ter tutte adunque quelle ragioni , & authorità fi può agemlmen- 1 1 CI fi tiri tUttn All rmU- 6-0 Il il IjHuU IO LUlUflFU/tU t/lGGOGi, i 1 1 o 'il J £ tecnderccheAiaoi^pmpreftoderimdaràiJut.chedaqueSlouerboriialuiquantunqiienon fiapcrodd tutto ria ripu- tare la opinione di coloro , che uogliono , che A papa dermi da copia lignificando queflo nerbo apprejfo 1 Greci Im in- durire , & hor far il taglio , & la punta alle ami . Finalmente non credo , che di gran lunga fallar ebbe , chi connmc- raffie tra la Squama dello ftomoma , quella fottìliffima parte , che lena uia la nota nel fare il taglio delle armi , & d ah tri frumenti dall'acciaio : quantunque pev ejfere mefcolata con la pietra, non fia ella cofi pura , come quella , che fi ne fcuote 140 2 Difcorfì del Matthioli Nomi. fcuote còl martello . Chiamano i Greci la Squama del rame, Wtj;»»»»,. i Latini , Squamarne : i Tedefcbi.Kupfer fchlag : li Spagnoli : E/ quanta de coire. La Squama dello Jlomoma chiamano i Greci ,4 wif soiaé/anot ; j Latini, Squa- ma flomomatis :gli strabi , Tuhel , Batiture fabartam , & Conex aflas : li Spagnoli , Efquama de a\ero. . D eH’Erugine rafile . Cap. L. LA ervgine rafile fi fa in quello modo. Mettefifortifsimo aceto in un barile, ouero altro uafo Amile , & cuoprefi , imitandogli l'opra un uafo di rame concauo , & fe non concauo pia- no, &ferrafi attorno, che non ilpiri da Banda alcuna :&lafciafi cofidieci giorni continui, & pofcia li difcopre,& radei! Perugine, chea tal coperchio fi ritroua appiccata. Fafsianchora inai- io tromodocofi. TolgonfidelIelaminettedirame,&fo(pendonfiin un uafo d’aceto, ma che però non lo tocchino , & dopo à dieci dì fi rifchiano . Mettonfi anchoranelle uinaccie,che non fien fre- fche, ma che comincino già àdiuentareacetofe, una lamina, ouer piu di rame., et cauanfi pofcia fuori, et radonfi. Fafsi parimente delle limature del rame, et Umilmente diquel!elamine,tra le qual i fi batte l'oro , che fi là in fogli , irrorandole d aceto , et uoltandole tre , ouer quattro uolte , lafciandole fino che facciano Perugine . Dicono anchora che Perugine1 lì- genera naturalmente in Cipro nelle caue de i metalli fopra à certe pietre , che tengono alquanto di miniera di rame , dalle quali fiorifce fuori : et che parimente diftilla da certa Ipelonca al tempo , che fcalda la canicola : ma dicono la prima elfer poca , & ottima , & quella della Ipelonca effère abondante,& di buono colo- re, ma molto peggiore, per eller tutta piena di pietre. Falfificafi Perugine in piu modi : percioche 20 alcuni u'incorporano dentro pomice, al tri marmo, & altri chalcantho , Ma ui fi conofce la pomice , oueramente il marmo, bagnando il dito graffo della mano finiltra,& Itropicciando con elio l’erugi ne , & tenendo nell’altra mano il pezzo intiero : impero che coli facendo , l'erugine fi disfa del tut- to : ma il marmo , & la pomice non Colo reflano fiotto al dito intere lenza disfarli , ma bagnandoli bene, & fregandoli, diuentano fenfàtamente bianche, oltre à ciò Perugine lineerà melai fiotto al dente , cede al morii) , lènza fientiruili ne ruuidezza , ne afiprezzaalcuna . Quella, che è fophillicata con chalcantho , li conoide con il fuoco : imperoche difendendoli fopra una lamina, ouero uafo di terra, & mettendoli àbrulciare l'opra alla cenere calda ouero carboni infocati, fimutaràdi colo- re , & diuentarà roda tutta quella parte,oue farà incorporato il chalcantho: imperoche di fua natu- ra diuenta roffo abbrufeiandofi. 3 o Dell’Erugine chiamata Scolecia. Cap. LI. LA erigine che chiamano Scolecia , è di due ipetie : Puna ciò è minerale , & l’altra artifi- ciale, la quale fifa coli . Metteli in un mortaio fatto di rame di Cipro una meza hemina d’acc- tobianco forte, & tanto fi mena attorno con il pedone pur di rame, che l’aceto li fpefisifice, come un linimento :&alI’horauis’aggiugne una dramma d’alume ritondo, con altrettando fiale minerale , tralparente, ouero bianchifisimo marino, & faldo , ouero con il pari pelo di nitro : & co- li li trita tutto infieme al (ole nei tempi piu caldi, quando fcalda ualorofamente la canicola , fino che uerdeggi di colore d'erugine , & che fia fatto bene (petto , & graffo : & all’hora le ne conforma- 40 no uermiceìli limili à i Rhodioti , & ripongonli . Diuenta molto piu efficace , & acquilta affai mi- glior colore , mettendoli nel mortaio due parti d’orina uecchia con una d'aceto , & facendoli il re- tto , come di fopra s'è detto .Sono alcuni , che prendono Perugine rafile , la quale nel farli non riu- fcì bene, & impattandola con gomma, la uendono conformata in formelle . ma quella li uitupera, come colà contrafatra . Fafsi anchora una crugine da gli orefici per làldare Poro , con orina di fan- ciullo uergine , menata parimente in un mortaio di rame di Cipro con il pellellodel medefimo. Sono tutte Perugini fiopraficritte nelle uirtù loro corrifipondenti al rame abbruficiato , come che el- le fieno piu ualorofe nelle loro operationi . E però da làpere , che la migliore erugine , che fi ritro- ui , è la minerale , chiamata fcolecia : & dopo quella , la rafile : & dopo la rafile, quella che li fa per arte, quantunque fia quella mordacifisima , & molto piu collrettiua . Quella de gliorefici corri- j0 lpondeallaralà . Tuttefonocoftrettiuc , aflòttigliatiue,& calide.leuanole cicatrici degli oc- chi , fanno lagrimare, fermano l'ulcere che mangiano la carne, prohibifeono le infiammagioni nel- l’ulcere : & incorporate con olio, & con cera cicatrizano l’ulcere : cotte con mele, & applicate , tol- gono uia i calli , & mondificano l’ulcere fordide . Incorporate con ammoniaco, & applicate in for- ma di collirio , confumano le callofità delle fittole : fono utili alle tumefattioni delle gengiue . V li- te con mele,aflottigliano ualorolàmente le palpebre: ma bifogna Cubito dapoi fomentarle con una Ipugna abbombata d’acqua calda . Incorporate con ragia di terebintho infieme con rame , & nitro, cacciano, &difeccano la fcabbia . Abbrufcianfi tutte trite, & meffè in una padella di terra fopra gli ardentifsimi carboni , mefcolando fempre , fino che fi mutino in colore di cenere , & poi come fon fredde, fi ripongono per il lor ufo . Sono alcuni, che le abbruciano in una pignatta di terra cruda , come s’è detto ; manon fempre però diuentano d un medefimo colore . £’e- Nel qu into lib.di Diofcoride. 1403 LEkvgI ne, per effere di uerde colore * chiamano gli (fiet iati ,& i moderni medici Verde rame, del quale fe n ha ognijpetiariaabmda^a ; quantunque poco fe ne ritroui del [incero , che non fìa fopbiflicato . LaEruginefi ritroua ( fecondo che ve f enfi e Diofcoride ) fatta in diuerfì modi , ciò è dalla natura nelle cane delle miniere , & in diuerfì modi per arte , La minerale ài tempi noflri non fi porta, che iofappia, di Cipro in Italia . Et imperò man- candone la migliore, ufìamo la mediocre, che fi fa con l'aceto, & con le uinaccie : per ciò che la Scolecia non è ancho ella à i tempi noflri in ufo , Tenfanfì alcuni, chel Verderame fìa il fior del rame , in cambio del quale sufi giornalmente nel - lefpetiarie . Ma fono cofloro neramente in grande errore, per le ragioni dette ampiamente difopra al proprio capitolo del Fiore del rame . S cùffie deli Erugini Galeno al I X. libro delle fi acuità de i [empiici , cofì dicendo . L’Erugine è nera- mente al gufilo acuta : digerifce,tira, liquefa non folamcntc la carne tenera , ma anchora la dura . Oltre à quello è Flato 1 0 detto difopra, che fono alcuni, che chiamano quelli filmili medicamenti cicatri\atiui, per ritrouare eglino, che applican- dofi tutti fi ottilmente fob con la punta dello flile inpoca quantità in fu l' ulcere , che fi dilatano , il giorno ficguente fi fo- no rifiìrette . quantunque [appiano quefiìi tali, che fe uc ne mettefifiero maggior quantità , ritrouarebbero l'ulcera non fi mi nuita, ma tutta corrofa,& mangiata . Imperoche uer amente corrodono, & liquefarmo la carne : effondo che i medica- menti cteatriyatiui ritirano , conilipano , fùngono , & indurirono in modo di callo , Ma Perugine morde fenfibilmente il gufilo, non che le piaghe dell' ulcere, Qjieslo è ben uero, che mettendofene poca con affai quantità di ceroto , quefiatal mifiura uer amente adergerà fèn^a mordere , E flato detto di fopra affai della natura di cofì fatti medicamenti, & co- me anchora molti s inganninoin cotalicompofìtioni ,affegnando ad alcunimedic amenti uirtù incarnatimi cicatri ’za- tiua , à cui tali /acuità punto nonfì conuengono . Et però dico , che quefiìe non lo poffonofare , ma bene i compofìti , che di loro fi fanno. Chiamano l'Erugine r afide i Grecifl'èv £uroV & la Scolecia, j Latini, Jlcrugo rafìlisi vle- 20 rugo fcolecia :gli strabi , Ziniar ,& ^ pigiarci Tedefihi , Spangruenili Spagnoli, CardeniUo: i Francefì , Verde- risi Ver det. Della Ruggine del ferro; Cap. LII. LA tivggiine del ferro è coftrettiua . Riftagnaapplicata i Aulii delle donne : & beuuta , non le lalciaingrauidare. Fattone linimento con aceto , medica il fuoco facro,& lebolle.èuti- lifsima alla ruusdezza delle palpebre , à i panaricci , & alla carne fuperflua che crei ce appreflò all’unghie. GiouaallepotìemedeHèdere, ferma le gengiue, mitiga le podagre ,& fa rinafeerei capelli. Il uino,oueramcnte l’acqua, oue fia fpentoil ferro infocato, gioua beuendofi,ài Aulii 30 ftomachali , alla difenteria , à i difettofidi milza , allepafsioni coleriche, & à gli ftomachi difloluti. Della Spiuma del ferro . Cap. LIII. LA $ p i v ma del ferro , la qual chiamano feoria , ha lemedefime forze , che ha la ruggine , ma non però è cofiualorofa. Gioua beuuta con acetomelato,àchi haueife prefo 1 aconito. LyA K V g gina del ferro parimente la Spiuma,la qual anchora fi chiama Loppa , chiamata Scoria dì ferro ,fono cefi notijsime : & però non gli fa hifogno d’altra dichiaratione . Ma acciochc ninno s inganni , la Sco- ria del ferro , & parimente del rame , non fono , come fi penfano alcuni . la fquama , La quale uolgarmente chia- oniamo Scaglia. Terciocbequcflacafcadal ferro , mentre che infocato ftbattein fuf incudine , & puoffi ricolare, & ridurre una altra uolta in ferro .Mala Scoria è quella fupcrfluitàfpugnofa , che a modo ai fiume efee nella fucina dal ferro , la quale noi chiamiamo Spiuma , & altri Loppa . & queflanon.fi può piu ritornare in corpo e perciocbeè tutta materia fuperflua , & terrestre . Scriffene Galeno al 1 X. delle facilità de ì [empiici , cofi dicendo .Tutte le Scorie fo- no medicamento difeccatiuo , ma piudi tutti quello , che fi fa della feoria del ferro . Macino io quejlafottilìffmamcntc nell'aceto fortiflimo , & pofeia la cuoco, & cofi l’ufo per medicamento mlorofiflimo per difeccarc l orecchie , che per lungo tempo hanno menato la marcia : di modo chefe uc marauigliano tutti coloro , che me la ueggono cofi preparare , non credendofi manti alla efperien^a , che 1 orecchie poffano patire un tal medicamento . Oltre à ciò quella dell argento, la qual chiamano belcifma.fi mette anchora ella ili alami empiaflri difeccatiui. Chiamano la Bjiggme del ferro i Gre- ci , Tir aMfoir. i Latini , Bjibigo ferri ■■ gli Mrabi , Seda alhalid : i T dtiefchi , Eyfcn roH : i Francefì , fiuiUeure de.fer . Faffi del ferro un olio utile à molte cofe , in quello modo . Trendefi di ferro limato fonile , & di poi calcinato quanto ' tipiace ,oueramentealtrettantodirugginei’Mchora,&fajfenepoluerebenfottile,& mettefi maceto fortiflìmo dì- flillato in una boccia di uetro , tanto che l'aceto foprauanfl la poluere quattro buone dita , & dipoi fi colloca la boccia in putrefattimi ° bagno d’acqua calda , ò nel letame caldo cauallino , fin tanto che l'aceto diuenti roffo. il quale fi nota pian piano dipoi in un’altra boccia finche uien chiaro, & rimettefi dell’altro aceto lambicato fopra il medefmo fer- ro , & dinuouo fi poneinputrefattionc , come dilato detto difopra ,& cofi fifa piu & piu uolte fin che l aceto non di- uenta pìurofTo . Trendefi dipoi tutto l’acetvrubificato , & mettefi in ima hoecia con il fuo cappello , & diihllafi a for- nello di cenere fin che uien fiore tutto l’aceto chiaro come acqua .Ciò fatto togliefi la boccia fuor del fornello, & rom- pefi,& cauajjene fuoretutta la materia ferrea , che ui fi ritroua in fondo . Quella dipoi fi trita , & mettefi mi m a - tro uafo netto , & gittamfì fopra tanta acqua comune lambiccata , che lo ricuopra , & foprauan-fi alquanto , & mc- , fcolanfi bene infieme ,&di nuouofì mettono in putrefattone per due giorni continui Jipoifittrafiiora.&lanmccap 60 per feltro & mettefi tutto quello che ne dilhlU in un uafo, & lafciauififin tanto che fi cornetti m fiale , il quale finalmen- te fi trita, & mettefi in una ilorta di uetro ben lanata , & cauafene con fuoco ben potente l’olio , il quale lambicca fimi Erugine, & fila efiiua. Erugini fcritte da Gal. Nomi. Ruggine , & fpiuma di fer- ro,& loro efla» minatione. Scoria di ferro fcrittada Gal. Olio di ferro ài lue uirtù. *404 Difcorlldel Matthioli hcn rojjb , &ferbafipoi quejlo diligentemente in uri ampolla di uetro per effe r medicamento raro, & eccellente in tutte le difficili oppilationi del fegato, & della mil^a , dove non vagliano gl’ altri medicamenti „ ina non fi deve dar fe prima non fi purgano i patienti con medicine che ajjottiglinogl’humori , & purghino il corpo. Dafii al pefo d'vna dramma ne i difetti del fegato con acqua d'indiuia , di Cicoria , ò d’agrimonia, & in quelli della mil\a con acqua d' \A [fileno , d'jì- dianto , ò di Tamarigio . Vale parimente à tutti quei difetti à cui uagliono ( come ferine Diofcoride ) la ruggine & la fpiuma del ferro . La Spiuma del ferro chiamano ì Greci la atì dpov; i Latini , Scoria , Stercus , & pecrementum ferri ; gli Ar ahi ,Chabt aladid: i Tedefchi, Schlaken : li Spagnoli , Mo^o diberrera , & Mo\o de fiagua . Del Piombo lauato. Cap. LI III, io LA v a s i il Piombo in quefto modo. Mettefi dell'acqua in un mortaio di piombo,&con un pe itone del medeiimo piombo fi mena tanto attorno, che l'acqua diuenti nera , & che s'ingrofsi à modo di limo , & diuenti lutofa : & colati pofcia per una tela di lino , aggiugnendoui di fopra tanta acqua , che porta finire di partire tutta la materia rifoluta: & fafsi quefto medefimo tante uol - te, che fe n'habbia à baftanza : & come ha fatto la rc-fidenza , fi icola fuori laprima acqua, Staggiun geuifene di nuoua , & lauafi , come fi fa la cadmia, fin tanto che non refti nell’acqua alcuna negrez- za : & poi fe ne fa trocifci, & riponfi . Sono alcuni, che prendono la limatura del piombo , & lo ma- cinano in un mortaiodi pietra con un peftonepur di pietra, ouero che lo fregano con mano.me- feendoui dentro dell'acqua à poco à poco , fino che diuenti nera.- & come ha pofcia tatto la refiden za al fondo, fcolano l’acqua , & formano i trocifci : imperoche marinato fottilifsimamente, diucn- jó ta limile alla cerutà . Alcuni altri mettono con la limatura del piombo un poco di piombaggine, af- fermando il piombo coti lauato effèr molto piu ualorofo . E nelle uirtù tue refrigeratiuo , coftret- tiuo,riempitiuo,mollificatiuo:'& imperò riempie le concauitàdellulcere, riftagna i flufsi de gli occhi, &abbaflalacarnefuperfiuaneirulcere:riftagnaiIfangiie:gioua conolio rofado all’ulcere, pofteme,& hemorrhoidi del federe , & parimente à quelle ulcere , che fono malageuoli da confoli- dare . Ha uniuerfàlmente tutto il ualore dello Ipodio , eccetto che non induce le erotte . Fregato il piombo lineerò, gioua alle piaghe dello lcorpione dragone marino. Del Piombo abbruciato. Cap. L V. ?° IL piombo s’abbrufcia coti. Prendi il piombo fottilmente laminato, &acconcialo in un uafo di terra nuouo , & poluerizagli fopra del folfo: & coti ua aggiugnendo un fuolo di lamine, & uno di lolfo, fino che’l uafo fia pieno : mettilo pofcia à fuoco, & comeil piombo è bene infocato, me- tchia con una uerghetta di ferro, tanto che tutto fi conuerta in cenere , & che non ue n'auanzì alcu- na parte, che non ita abbrufeiato. all hora caualo fuori, ferrandoti benifsimo il nafo : percioche mol to nuoce il fuouapore. Fafsi anchora , mettendo nel uafo la limatura del piombo infieme co’l fol- fo ,& abbrufriandolo . Sono alcuni altri, chemettono le lamine del piombo in un uafo di terra cru- do, come s’è detto, & illurangli fopra il coperchio, che habbia un picciolo lpiraculo,& coti l’abbru- feiano nel fuoco, ouero nella fornace . Mettonui alcuni in cambio di folfo la cerulà , ouero l'orzo. Altri prendono folamentele femplici lame,& coti le brufeiano fopra ardentifsimo fuoco, me- fchiando continuamente con una uergelletta di ferro , fino che diuenta cenere . Ma quefto modo c il piu difficile , & fe s'abbrufcia in lungo, diuenta di colore come ipiuma d argento . nientedimeno à me piu piace l'abbrufciarlo nel primo modo . Lauafi il piombo abbrufeiato, come la cadmia, & ri- ponfi . Ha le medefime uirtù , che 1 piombo lauato , ma in uero aliai piu potenti. Della Spiuma del piombo. Cap. LVI. DElla Spiuma del piombo , la qual chiamano fooria , quella è neramente la migliore , che è denlà, malageuole da rompere, chefiraflèmbra alla cenila, chcnonhainfe parte alcuna di piombo , che s’accofta nel colore alroflò,& che nel fuo Iplendorc fi rafsimiglia al uetro.Hale uirtùmedefime del piombo abbrulciato,maèueramente piu coftrettiua . Lauafi nel mortaio, in- fondendogli fopra dell'acqua, & fcolandola pofcia fuori, come diuenta roftà: & coli fi fatan- te uolte , che fi confumi tutta la Ipiuma : & come lacqua ha fatto la reiìdcnza , fi feoia leggiermen- te^ fanfene trocifci. Della Molibdorde, cioè Pietra piombarla. Cap. LVII. Scoria di piom bo ,&fuaefla- ipinatipne» LA Pietra chiamata Piombaria , per eflèr limile al piombo , ha la uirtù medefima della {piuma del piombo , & lauafi nel medefimo modo. T.A n t o fono chiari gli artifici] di fare il piombo lauato , & dell' abbruciarlo apprejfo à Diofcoride, & coft chia- ramente ietti, che non accade far [opra eia altri difeorfi per maggior dichiaratione . Ma bene è da fapere , che quella Nel quinto lib .di Diofcoride. 14.0$ S piuma ,& altri Lappa, nonèin moda demo polla piombaggine , ebefempre rollanti fondo doluafo , pandofuola il piombo . poniochopefla nonè altro, inbarpm La Spiuma adunpe del p.ombo fi fusamente nello fornaci , do,, of, cola lafua nona . Imperatile come è fufa nella fornace Marno gli artefici fuori ,1 piombo della fornace per un canile in una propinqua f offa : & come è be- ne apprefo a, unti che fi freddi, gli gntano adioffo dell'acqua fredda , eir cofififfioglia dalla, fiorii . La quale ( come ferme Diofcoride ) e molto ienfa , & dura da rompere , roffigna alleuolte , & alle mite bianca , & lucida come un ue- m fallitalo . Di cu, & in fu l Trentino , & in altri luoghi { Ma magna ,fc ne ueggono di fuori dalle forine , gittata uia dagli artefici , non piccioli monti , come fanno anchora con quella dell'argento , & del rame . Seruonft aUc mite di que- lli Itagli artefici quando le miniere , & leuene de metalli fon magre, & difficilmente fi colliquano net forni : imperatili ag- giuntola una pam difcona ,fi liquefiamo affai piu ageuolmente . Honne ritrouato io alcuni perii lineati di diuerfi colo- nperelferdidiuerfimetalli.chepareuanobelliffimofmalto. Et imperò è ucramente neceffiario à chi fiumi chiarire di cofì fatte cofe , non cercarlo nelle (petiarie ; ma ne i luoghi delle miniere , & delle f ocine loro , ouc nafeono , & fannofi parimente con l arte . Ma qualfìa hoggi à noi quella pietra chiamata da Diofcoride Molibdoide,cio è Viombaria , non ritmano però chi mifappia mofìrarc ,fegià non fuffe alcuna forte di Marchefita , che molto fi raffimigliaffe nelfuo colo- re al piombo , come è quella , che chiamano Marchetta diflagno . Benché queHo non poffo io affermare , per non hauere altro autore ritrouato s che piu diffufamente ne parli di quello , che sbobbia fatto Diofcoride . il quale cofi breuemente nefcrijfe , che non e poffìbile per lafua dottrina canar co frutto , che cofa fio quella pietra Viombaria . come che age- uolmentc anchora fi poteffe dire , che la uer apietra Viombariafìa la itteffa uena del piombo , come tengono la piu parte 20 de i femplkifli. . Scriffe del T lombo ampiamente Galeno al 1 X. libro delle f acuità de i femplici , cofi dicendo . il Vìom - bo hauirtu refrigeratoria : imperoebe nonfolamente contiene in fe molta fuflan^a humida congelata , & rijlretta da fri- gidità ; ma anchora aerea , & poca terrea . Che adunque habbia egli affai di humida ejfen^a condenfata dal freddo , te ne può dar manìfefìo fegno ilfonàerfìprefto , che fa egli , quando fi mette al fuoco . Che fra parimente partecipe anchora difuHan^a aci ea ,fì dimoflra cofì « Di tutte le cofe , che conofriamo , folamente il piombo crefce & di corpo , & dipefo , Jèfii ipone egli iti luoghi fotterr anci , doue fta l aria cofì torbida , che ogni cofa , che ui fi pone y faccia la muffa . Et im- pero piu ubltc e fiato ueduto y che l piombo y con il quale s impiombano y & legano i piedi delle flatue y è molte uolte cre- feiuto , & qualche uolta tanto , che pendeua dallepietre in gocciole y come fa il criflallo . Il che è probabile argomento della humidita,& frigidità fua,auanti che tune facci ejperien^a alcuna . Male cofe feientifiebe , & certe fi conofcono con la ejperien\a . Imperochc infondendo che liquore y che tipiace , nel mortaio di piombo , & menandouelo bene dentro 3® con il pefione pur di piombo ,fìnoehc Imortaio y & il pecione ui lafcino della fufìan\a loro yfarà neramente queflo me- dicamento compofio d amendue quefle cofe y molto piu frigido y che non era il liquore y cheuifuinfufo « quantunque tu ui metti 0 acqua , 0 umo picciolo , debole , & acquofo y ouero olio y ouero altro fìmileyche tipiaccia . Ma uolendo anchor fare un liquore molto piu frigido ,fn che l olio fra ompbacino y ouero rofado , ò di mele cotogne y ouero di mirto . Et uolcn- (Lo tu ufare il liquore , che ne fortira fuori , haurai neramente ottimo medicamento alle poheme del federe con ulceragio - ni., onero fiffure , & parimente à quelle y che nafeono nelle membra genitali y ne i tefiicoli , & nelle mammelle : & cofì anchora ottimo medicamento da tifare nel principio in tutti iflufri d’bumori , che feorrono all' anguinaie y à i piedi y ò in qual fi uoglia giuntura delle membra . E fìmilmente utile in tutte l’ ulcere ribelle , & contumaci : & imperò fe tu l’ufarai nei cancheri, tu timarauigliarai ucramente della uirtu fua. Oltre à ciò fe tu uorrai ricorre pur affai fucco di piombo sfor- mati di macinare il liquore al fole , ouero inluogo , doue fra faldata l'aria per qualche altra uia . Et fappi , che haurai 40 molto piu ualorofo quefìo medicamento ,feui macinami qualche fucco refrigeratiuo , come di femprcuiuo , di cotiledo- ne , d'endiuia , di lattuca , di condrilla , di pfìllio , d'agrefto , & di portulaca . Et fe qualche una di quefie piante fi ritro- ua , che non cofì ageuolmente fi conuerta in fucco , come fa la portulaca , mefcola con effe alcuno degli altri ficchi , co- me uerbi grafia , l'agreflo , il quale meffoper fe folo , <& menato nel mortaio predetto , fa un medicamento rifrigerato- rio bellifìimo . Oltre à quefìo il piombo tirato in lamina per fe folo fi mette in fu i lombi degli athleti , quando fono mo- leflati da fogni uenerei : percioche gli infrigidire non poco . Tarimente fattone una lametta fottile , & legato fopra al- lanodofità de i neruì,gli rifritte . Il chebenifìimo s'impara da Hippocrate . Et imperò non è marauiglia , fcl piombo dbbrufeiato , &piu uolte lauato , diuenti rifrigeratiuo , effrndo auanti allauare di mifia natura . Et quefìo medefìmo medicamento , ciò è il piombo brufriato , è uer amente anchora effo buono all’ ulcere contumaci , & maligne . ina quando è poi lattato , certamente è molto migliore -, & per riempire l ulcere , & cìcatrìyjirle . E' conueneuole per quelle ulcere , £0 che chiamano cbir onie,& per tutte le canchero fe ufato cofì per fe folo ,& parimente mcfcolato con altri medicamenti cicatrfratini , come è quello , che fi compone della cadmia . Ma è da fapere , che fe la fanie abonda , bif igna medicare ogni giorno : ma altrimenti ogni tre , ouer quattro giorni . Et bifogna di fuori mettergli fopra una (pugna abbombata d’acqua fredda , riabbombandola fempre ogni uolta , ch’ella fi difecca . Chiamano i Greci il Viombo lauato, M oa//3- S'osTnTrxvfrivos; i Latini, Tlumbum elotum . L’abbrufciato chiamano i Greci , Móa td'osKeKcwy.évof ; ; latini ; Vlumbim uflum. La Spiuma del piombo chiamano i Greci, Zwpia.ixoxIGJ'ov.-i Latini , T Intubi recrcmentum , & Tlumbi feoria . La Molibdoide chiamano i Greci, Moxi/óìoeiJ'nt: i Latini , Molybdoides,& Lapis plumbarius . Dello Stimmi, ouero Stibio. Gap. LVIII. 60 LO ottimo Stibio è quello, che è fplendidifsimo,& che lampeggia àmodo di lucciola , & che appare nel romperli croftofo , & che non ha in fe ne terra , ne fordidezza alcuna , & che è frangibile . Quello chiamano alcuni Itibi , & altri platiophthalmo . Ha uirtù di coftrignere , di fer- CCCCCC rare MoIibdok!eJ& fua dTazn. Piombo ferie-» co da Gai. Nomi. 1 4 o 6 Difcorfì del Mattinoli rare i meati, d’infrigidare, di confumare la crefcenza della carne, di cicatrizare l’ulcere, & di mon - dificare l’ulcere , & 1’immonditie degli occhi : riftagna il fangue,che procede dai pannicoli del ceruello: &uniuerfalmente ha le uirtù medefime, che ha il piombo abbrufciato . maparticolarmen te non lafcia leuare le uefciche alle cotture del fuoco , quando fe ne fa linimento con grado frefco : & confolida con cera , & un poco di cerufa quelle, che di già hanno fatto la eroda . Abbrufciafi , facendogli una coperta di patta di farina intorno , Emetto pofeia fotto à i carboni , fino che la co- perta s’incarbonifca : cauafi coli infocato, & Ipegnefi in latte di donna, che habbia partorito un ma- fchio, oueramente nel uino uecchio . Abbrufciafi anchora, mettendoli fopra à i carboni, & foffian- doli , fino che del tutto s’infuochi : ma quando s’abbrufcia troppo in lungo , diuenta piombo . La- uafi come la cadmia , & il rame . Sono alcuni , che lo lauano come la fpiuma del piombo . I ó Stibio, & fuaef y q stimmi, onero Stibio chiamiamo noi L Antimonio : percioche cofi chiamano lo Stibio Serapione » & Aui- fam* I. cerna : da ì quali ha fortito pofeia tra gii ffietiali , tra i medici 3& alcbimiflital nome .'Enne in quel di Sienala. miniera in piu luoghi : ma ecceUentifiimo fi rkroua nella maremma , in quel di Maffa , & anchora à S ouana , & in fui contado di [anta Fiore a Seluena . A' Vinegia fi porta fufo ingranditimi pani da Alamagna . Dicono i maeflri , che fanno le campane , che mcttendofene una certa quantità tra'l metallo loro , le fa molto piu rifonanti . Adoperatila anchora in piu cofegli flagnari : & coloro parimente , che fanno gli (pecchi : & cofi anchora quelli , chegittano le let- Errore del Bra tere jeue Ramparle . il Brafauola dice , che ì Antimonio folo in queflo è differente dal piombo , ciò è , che l'Antimo- nio fi trita , & non fi fonde : & che l piombo fi fonde , & non fi trita . Ma in ucro l'Antimonio fi fonde anchora egli be~ nifìimo , come ho piu uolte ifperimentato io nel fare il mio olio d' Antimonio : il quale ufo in tutte l’ulcere maligne con 20 molto bel ficceffò .percioche per far tal cofa piu, & piu uolte fi fonde, per purificarlo bene . Ma queflo non è quello olio dì Antimonio , che fanno gli alchimisti per tingere l’argento in color d'oro , ma affai differente : quantunque forfè piu oro uaglia, che non naie il loro . Et però pormi , che fia una fioccherà il dire , che l'Antimonio non fì\ fonda : an^i che accompagnato nel crucinolo con ogni metallo prefìo lo fa fondere , & dico del ferro , & dell’acciaio anchora . & pero affai n adoperano coloro , che fanno le palle per ì art egli erie gr offe per far fondere il ferro . S criuendoncTlinio alvi • cap. del xxxi 1 1. libro , cofi diceua .Ideile medefime miniere d'argento firitroua dicendolo propriamente ,una pietra di candida , & fcintillante J piuma , ma non però tralucente , la quale chiamano chi Stimmi , chi Stibio , chi alabafiro , & thi larbafo . Enne di due fpetie}mafchió ciò è, &f emina. La f emina è la piu lodata : percioche il mafehio è piu arido , & piu Jcabrcfo , manco ponderofo , & manco fcintillante , &piu arenofo . La feminaper lo contrariofcintilla , e fiangibi - Stimmi fcritto /e , rompe fi in lunghe fijfur e : & non in pe^i ritondi , come fa il mafehio . Fecene fimilmente mentione Galeno al jq di Gal. j x_ falle f acuità de i fempliei , cofi dicendo . Lo stimmi ha congiunta alla uirtìi difeccatiua anchora la coSlrettiua :■ Stimmi & Tue & mperò fi mette nelle meditine , che fi fanno per gli occhi, & in quelle che fi conformano in coUirq . Halo Stibio uirtù preparato come qui di fotto diremo , non folamente uirtù folutiuapotentiffma , ma fa canchora uomitare affai , del che ( che io fappia ) non è memoria alcuna appreffo àgli antichi finitori 3 ne manco appreffo à i moderni, eccettuando un certo TheophraSlo Taracelfo , il quale è flato ilprrno , che babbi fcritto dell'ufo delì Antimonio per foluere il corpo , et per far uomitare in certo fuo libro di medicina in lingua T edefea : quantunque paia , che Diofcoride haueffe parimente di ciò qualche notitia , come fi uede leggendo il capitolo del cocomero faluatico , dotte quando ei uuole , che purghi fola- mente per di fotto , comanda , che ni s aggiunga tanto antimonio , che baSìi per darli colore . Onde non uoglio ,nepof- fo lafciare in beneficio degli Sludiofi di medicina di non recitare qui le uirtù fue , & gli effetti , che ne ho ueduto, & udi- Hiltoria prima to da Medici eccellentiffmi degni di fede: Et prima narrarò3quanto io ifleffopoffofkr teflimonio di ciò 3hauendolo toho 40 ildariffimo Dottore M. Andrea Gallo medico Trentino mio collega al feruìtio del Senerifiimo Trincipe Ferdinando Ar~ chiduca d'Auflria . Egli adunque per infinite fatiche fatte parte ne gli (ludi , & parte in lunghifiimi uiaggi con affai di- fagio haueua contratto una infiammaggione non folamente delle membra fpirituali , ma anchora delle nutritine , di mo- do che patina continuamente ma fete intoler abile , la quale nonpotcuajfegncre con forte ueruna di beueraggio . Tiu oltre haueua una ficcitàgrandiffima nelle fauci , & nel palato , di modo che à pena poteua parlare . Oltre di queSìogli Ueniua la notte nel formo un batticuore tanto terribile , che fuegliandofi lipareua , chefuffe unaperfona , che caminaffe. fu 3& giu per la camera y& con tutti quefìi accidenti era inficmemente molefiato da un catarrho fio ffo catino , il qual gli minacciaua grandi fimo pericolo di morte , effendo il corpo indebilito per tanti accidenti 3& effendo molti giorni, che non mangiali quafi cibo ueruno , per effere infettato il gufo di un certo uapore ( come egli diceua ) d un faporc fil- mile al carbone . il che daua manifefìo inditio di grandifiima infiammagione . fiand ofi egli adunque molti giorni cofi ma ^ q diffiofto non ferina molta molefiia 3 & pericolo , & non ritrouando giouamento da i molti rimedi, che di continuo fi fee- uano,una mattina ferina mia faputaprefe delì antimonio preparato ,per hauere folamente udito lodare queSlo medicameli toda un Dottor Giorgio Handfchio fuo famigliare per cofa molto ualorofa in molti morbi difficili . Egli adunque in otto da cofi fatte parole prefe di queflo antimonio folamente tre grani con un poco di 7yuccaro rofado ^ ,& Stando cofiunpoco cominciò à fentire un mcfcolamento di fiomac 0 con un poebetto di caldo , & poco dipoi comincio a uomitare , ne a ti 0 ui fi uidc , che certo poco di cibo anchora indigeSìo del giorno paffuto. Seguì doppo queSlo uno altro uomito firnilc a pi tuo, mafubito fegnitòuna quantità di cholera gialla , la quale poteua effere ilpefo di quattro once . Et tutti queSti nomiti fucccffero in tempo dì mega bora , per ilche cefo fubito ogni trauaglio dello Sì omaco3& operando un boi a ipoi , tie uolte per di fotto un flemma affai groffo con altri eferementi ( che tutto poteua effere il pefo di due libre ) cefo imme- diate il tremore del cuore , il catarrho , ì infiammatone delle fauci , la fete , la naufea , & ogni altro impedimento , 1 modo che ei diceua , che per queSìo f ilo medicamento , al quale Iddio l 'haueua ffiirato , egli fe ritr ouaua hauere ricupe- Hiftona fecon ^ ^ ynQ Atro bel fatto di queflo medicamento da non tacermelo mi narrò hauere ifferimentato inje me orna I Nel quinto li b. diDiofcoride. 1407 Dottore Giorgio. Impube 'fendo 'giunto dalla pefle , &fentendof, mancar' fièito ogni algore & Sìa,, ofene con un tremore d, cuore con un ferramento di petto , & con [anguinaia fi niflra infiammata di p^ilenZ «orthauendolperau^maUromeitcarnento.cbetnquefioamimonioneprefendfiurirdeUa^ à cholcra uerde , & gialla confehciffimfucce/fo . Imperochefubito glifi partì aia il tremore del cuore , J-la flrettu- ra del fiato . Doppo al uomtofegm una notabile «pernione per di fono fieni? alcuna moleSlia , doppo alla anale fu del tutto liberato da ogni pejì, ero trauagho : d, modo che in breue tempo ricuperò le fon? infieme con lafialute.il che fio io che m altr, e accaduto per a uirm mirabile dì quefto medicamento . Et maffimamentc in quella peflilenra che fu Lfi, m tuttaBoema tanno del M d l X I I, & LX i i i. Imperoche molti & mole, funmfiamti daUa peSìe .iJali tre - 1 0 fieno quattro gr am del noSlro Antimonio lacintino con una dramma di Intonar o liberanti s, nel principio del male Cw ua oltre a ciò l antimonio à tutti i morbi melanconici, & mafifmamente alle paJUon, miraci,, al, , ò uogliamo noi dire hi- focbondr,acbe,& d, cw parimente poffo efifiere io testimonio à me Sìeffo.per hauere uifio in Traga un T arrocchiano nel- la cbiefia d, S. Ricalo nella terra piccola , il quale fimo malinconico, & quafi, tremebondo diceua , & ficca mille paz- zie. Et nientedimeno bauendo tolto fino à dodici grani d’antimonio Statoli dato dami medico , andò di fiotto del corpo una grandififima quantità d bumor malinconico , con il quale erano alcuni fir acci, come di budella rotte .(come io Sìefi fio indi effendo mi chiamato da quel medico , come à uederc un gran miracolo ) ì quali per mio giudico non erano altro , che ricettacoli a modo di grafia fime narici , oue fi conte,, eua quello bumore fimilcà un fiangue nero , & molto graffo, che in nero eia uno Stupore à uedere cofi Strana opcrationefi.n^a hauere fintilo di ciò fi amalato ( il qual fu fiubito Ubero della mente, & del corpo ) norma moleflia . Iffe Spunto da marauigliarfi, di ciò, perche effendo il patiente di natura mol- iti to, forte, & robusto colerò fàcilmente la molta quantità deli antimonio, infieme con l'audacia di quel Medico . Daffi [an- timonio utilmente nelle, febbri lunghe .nelle, finlture dclpetto ,& àgli afmatici . E ualorofio rimedionelmal caduco, negli /palimi , & nella letbargia . Confrifce ài paralitici, &à i dolori elioliti . Io tengo appreffio dimenane , & di- tterfie lettele teSìinìoniali di molti ualtnti Medici Italiani de i tempi noSlri.nclle quali fi ueggono, & intendono dello An- timonio nostro miracolo/; effitti .di modo , che da molti di loro fi, conclude , che neimorbi neccia , fieddi , & difficili da cu, are fila l Antimonio la manod Iddio ; fionda il teflimonio di molti altri huomini fognatati, che ri hanno ueduto in lo- ro Slefli, & molti altri mirabili effetti , tra i quali ècofia neramente degna , che io commemori loS. Ottauiano Langofco Signor neramente moto gentile , & cortefie, & parimente il dottrino ,&gentiliffimo Signor Luca Contile gentili,, to- mo Sanefie , & mio compatriota , il quale fu curato ( come egli diplopia mano mi ficriue) infiumemente da molti difetti , che già lungo tempo l affi ig alano fitreqa hauer maifintito gìouamento da uerun altro medicamento datoli per alenanti da f 0 uarfi > & diuerft Medici-, efr fra l altre cofie miracolofie, [crine egli che prefione quattro grani gli fece uomitare dodici boc- coni di Terebintho il quale haucita prefio in due noltepiu di quindici giorni aitanti . Onde nonpoffo fé non marauìglianni d’ alcuni che dannano quefìoxeft Diurno medicamento , & lo battevano per ueleno . Ma dmrrebbono pur hauer ueduto , chepochi fono i medicamenti folutiui de gl Antichi ,& de Moderni anebora ,che non bahbinodcl uelenofio , come ner- bi grana fono ambiduegC Ellebori , tutti i Tithimali , L’Elaterio , la coloquintida, la Brionia , la Scammonea , il cicla- mino , la Tbimelea , drfra i minerali la pietra Cerulea , & Armenia , & la fiquama del rame , la quale ufiarono gl' An- tichi per fioluere l’acqua delle hidropifie , come fi uede m Diofior ideal fuo proprio capitolo . Ma che diremo dell’ufo del- la Sondar acha ccrtijU/no ucleno 1 hor non la loda Diofcoride prefa per bocca con mele oueramente in pilole per gl' aflma- tìcì , & altri difetti pericolo]! 1 bor non da Auicenna per il medefmo anebora l’Orpimento 1 QueSlo tutto ho milito dir io , non già per ch’io tenga lo Stibio onero Antimonio per uelenofio medicamento, non riti- oliando che Diofcoride, ne Ga- leno , ne Taolo , ne Aedo , ne ueruno altro autentico autore lo de] crina per uelenofio . ma fidamente per difeoprire la poca amiertemqt di cofìoro , per non dire laignoran\a , che uon s’amegano.cbe mentre che u.tuper ano [Antimonio, tifano loro ogni giorno la maggior parte de i medicamenti fu detti, fra i quali molti ue ne fono , thè molto piu offendono, &nuocono ,chefyion falò Stibio . Il quale dato , otte fi conuenga fa [/effe mite miracoli fienai incommodo ueruno ,& . maffmamcHte quando fipigha con le pitale dihiera Jemplice,& che dopo alla fuaoperationcfi da à i paticnti ma dram ma di Mithridato . & però beniffimo intendeno , & difeorrono coloro , che dicono, che come purga egli tutti i metalli da ognifuperfiuità , & fiontidey^a , cofi netta parimente i corpi bimani da ogni fuper finità ,&da ogni bruttura . Ma non fi deuc dare , te non quello , che è preparato , & purgato da i itapori uelenofi , che ci contiene . Il modo di prepararlo è cofi. Togliefì delpiu eletto antimonio , chefìpoffaritrouarc ,il qual ( fecondo che ferine Diofcoride ) deuccjjcrcfplen- didifiimo , & che nel muouerlo lampeggi à modo di lucciola : netto dalla terra , & da ogni altra fior dui cypga , fi-angibi- Ic , & uenofio & dipoi fi pefia in un mortaio di bronco ,fin che tutto diuenti polnerc , & di quindi fi inette in un catino hengroffo, ò in altro uafio di terra cotta, che poffa mantenerfi al fuoco : &ponfi fiopra carboni accefi continuamente me- scolandolo con una/patola di ferro . Impcrocbe cofi, facendo l'antimonio non fidamente fi calcina , ma cuapora fuori un fumo di fiolfo , & d’arfenico , il quale entrando nel corpo dell'artefice , fu alle uolte non poco uomitare ,& però dette prepararli in luogo feoperto , facendo clic colui , che minifira miti fempre la felina al unto . Stion bifegna mai ceffate dimefcolare , & agitare l’antimonio fin che fia finita l'opera . Imperocbeper poco di tempo , che fi lafci ripof are, facil- mente sabbrufeia , òfi disfa , come ilpiombo , oueramente fi ammaffa ; anfi che quantunque non fi ceffi mai di mefcolar- lo à pena fi può fare , che non fi ammafsi . Interne, tendo adunque cio,bifogna tor uia il uafo dal fuoco , & tornare à pefia re di nuouo l’antimonio , & fubito dipoi ritornarlo nel uafo predetto à calcinarlo nel medefmo modo , fempre mefcolan- dolo . Et rìtornandofi ad ammaffiare , bifogna di nuouo ripeflatlo,& ritornarlo al fuoco , & ciò far tante uolte , quan - te finn di bifoguo . Finalmente bifogna agitarlo con la /fiutola fin tanto , che non ui fi ueggapiu lucidezza in parte ueru- na ,iion fifenta piu odore di folfo , ne renda piu punto di uapore ,& che diuenti di colore di cenere . Ma il uero fegno , che fia calcinato à baflanyt , è quando mcttendofi fopra uiui carboni , non rende uapore , ne fumo ueruno . Togliefì di CCCCCC 2 questo 40 50 Hiftoria terza. Stibio& fucuir tù miracolofe nella peftilcn- u, Teftinsom del le uirtù mirato lofe del Stibio. Hiftoria quar- ta. 1408 Difcorfì del Mattinoli quc/ìo antimonio calcinato , verbi grafia me\a libra , & vi s’aggiunge nienti dramma di quel borrace, che tifano gli ore- fici, & peffaft infieme ogni cofa in polvere , & dipoi fi mette in un crogiolo , il quale fi pone in unfornellettofhtto d po- lla fopra impegno di mattone circondato da gagliardifiimo fuoco di carboni, ben coperto. & ftfcuopre alleuoltc con le moiette per vedere quando fia ben fufo . Imperocbc bifognafubitopoitorlo dal fuoco , & gittarlo pian pianofopra'l fondo dal rouefeio d'un bacino da barbiere, otteramente fopra una pietra di marmo ben lifeia , & polita , cofi fi diffonde in lamine fottili Jplcndenti , di colore di iacintbo , & qualche uolta di granati , & uolendofene far gemme gr anello f e bi- fogna gittarlo à gocciole pian piano. Oltre àcio boprouato io che nel fonderlo molto meglio mi ferue il fiale minerale tra- Iparente , che non fa il borrace ; & in tre once d'antimonio balìa à -metterne mega dramma . Ma voglio però ammoni- re i lettori , che difficilifiimamente fi può fare l’antimonio iacintino , & traffarènte da chi fi uoglia , anchora che f af- fé alchimista effcrcitatifsimo ,fe prima non fi uede fare da chi n'ha l'arte uera , Impcroche non fempre riefee egli trafila- 1 0 rcnte à coloro che hanno la uera arte di farlo . & però quando reflano le lamine coperte d’tma pelle bianchiccia la qua- le off, tifica la chiaretti , bifogtta di nuovo tricare le lamine , & aggiongemi un pochetto d’ Antimonio crudo con altret- tanto di fiale minerale , & rigittarlo di nuovo . Serbaftpoi , & qua ndofi mole ufare fi p elìa , & macinafi fottilmente , & daffene per uolta tre , otter quattro grani . quantunque ne i corpi robufii fe nepoffa dare qualche cofa di piu . Dafii con commodità grande accompagnato con una dramma ,òdue di \11cchero rofado , ò borr aginato , & un poco di ma- No>»'i ftice> ma piu felicemente nelle pilule di biera come s'è detto di fopra . Chiamano i Greci lo Stimmi, Xrfaiw i Latini, Sti-, bium .-gli Arabi ,Atimad , & Atimad : i Tedefchi, Spyerffgla\, & Ejpoffiefaglafa: li Spagnoli, Viedra de alcohol. D eUa Molibdena, ouero Piombaggine. Cap. LIX. 20 LA ottima Molibdena è quella, che è limile al lithargirio, gialla di colore, poco fplen- dente, che tritandola roifeggia , & che cotta con olio diuenta di colore di fegato . Quella per lo contrario ual poco, che ha colore d'aria, oueramente di piombo . Generali d’oro, &d'ar- gento . Enne anchora di minerale , la quale fi ritroua à Sebaftia , & à Corico . di cui quella fi loda , che non è làflòfa , ne ha feco altre fuperfluità , ma brillante , & gialla . Ha la uirtù medelìma , che ha il lithargirio, & la Icoriadel piombo, & brufciafi,&lauafinel medefimo modo . Mettefi util- mente ne gli empiaftri mollitiui , che non hanno punto del mordente . è incarnatiua , & cicatriza- tiua : ma non fi conuiene ne i medicamenti conglutinatiui , & alterimi . Molibdena, & T" A MOLIBDENA fi ritroua ( fecondo che ferine Dio fiorile ) arteficiale , & naturale . L’artificiale fi gene- 30 Su efiim. I . ra nelle fornaci , otte fi fonde l’oro , & largento .-perciochefe tali miniere loro non tengono tanto piombo natural- mente , che lor baffi à farle fondere , loro sagginane ò ttena di piombo , onero piombo puro : del quale calcinato , qtiaft come un lithargirio , reffa fempre nonpoco nel fondo della fornace . llchefapendo benifiimo Vlmio , il quale & Mo- libdena , & Galena la chiama alavi. capo del XXXI I 1 1 .libro , cofi ne fcriffe , dicendo . L'origine del piombo nero è in due modi : percioche ò fifa egli di fua propria uena , ouero che nafte con quella dall argento , & generafi di tal miflura. Il primo , che ne cola fuori , è il piu [incero piombo : & il fecondo liquore è l argento : & quello, che rimane nella forna- ce , è quella che fi chiama Galena , la quale è la ter\aportione di tal uena . & quefia ritornandofi di mono alla fufione, ftfolue in piombo piu nero . quefto tutto diffe Vlinio . Quefio medefimo fa anchora il lithargirio . Et però mi rifoltto d dire , che la Molibdena non è altro , che il lithargirio rimaffo dapoi al colare delle miniere , come un letto nella forna- ce . La onde dicetia Galeno , che la Molibdena haueua le uirtù medefime , che l lithargirio . Ma parlando della minerà - 40 le , dico , che queffanon è altro , che quella uena, chetiene in fe argento , & piomba infame , la quale ho veduta io di dinerfi colori , ciò è gialla , bertina , brillante , & parimente cerulea , fecondo uarij , & diuerfi vapori delle ^ uifeere del- la terra , che gli danno cotali diuerfe tinture . Et che fia la Molibdena una uena commtme di piombo , & d’argento , ce ne fateftmonio Vlinio d xvi 1 1. capo del XXXII II. libro, cofi dicendo. E la Molibdena , laquale inoltri luoghi bxbbiamo chiamata Galena, la uena commune del piombo , & dell’argento . Et al vi.cap.del xxxl 11. libro : la ue- na delf argento ( diceva') non fi può cuocere ,fe non ui fi mette del piombo nero, ouero della fua miniera chiamata Gale- na . Et però concludo , che la Molibdena fatta per arte , è ma uera ffetie di lithargirio d’oro , ò d'argento , fecondo la Molibdena yjrte della miniera , che fi cola feco nella fornace . Et imperò frinendone Galeno al I K.delle facilità de i [empiici, cofi fcricta da Gal. diceva . La Molibdena ha uirtù filmile al lithargirio . quella è poco lontana dal temperamento , & non ha uirtù afferfi- ua . L'uno , & l'altro di quelli medicamenti fi poffono rifoluere : percioche non fono cofi irrcfolubili , come fono le pietre, 50 la cadmia, & la rena . pifoluonfi dico uelocemente , quando fi evocano con olio ,à cui s aggiunga alquanto d aceto . Il che fanno medefimamente con l'acqua , ma con limghifiima cottura . Oltre à quefio come quando io era in Cipro , toglie- va meco quella fjietie di cadmia lapidea , che ritrovava io nei monti ,& ne i ritti delle acque ; cofi parimente ni uidt la Molibdena gittata con molte altre cofe nella firada , che conduce da Vergamo ad Ergafleria . Chìamafi dico Ergali ena una certa uilla pofia intra Cinico , & Vergamo , nella quale fono le miniere , & è lontana da Vergamo quattrocento ^ quaranta ffadij . Chiamano la Molibdena i Greci j Latini , Molyhdana . Della Scoria dell’argento ì Cap: I. X. LA Scoria dell’argento chiamata helcilma, ouero encauma, ha la uirtù medefima della molib- dena . & imperò fi mette ne gli empiaftri neri,& parimente ne i medicamenti cicatrizatim, per effer coftrettiua,& attrattiua . Gran- Nel quinto Uh . di Diofcoride. Del Lithargirio, ouero Spiuma d’argento. Cap. LXI. .] L L 1 1- n a * g i R 1 o , cioè fpiumad argento , fi genera d’ima arena, la qual chiamano piomba- i ria, ratta abbruttiate nelle tornaci, fino che diuentiben rolla , & infocata : l'altro fi fa d argento • & il terzo di piombo . Loelemfsimo è quello, che fi porta d’Athene : il fecondo in bontà è lo Spa gnuolo : & dopo quello quello, che fi fi m Dicearchia , ciò è à Pozzoli, à Baia , in Camoagna, & in Sicilia . & la maggior parte di quello di quelli luoghi fi fa di lamine di piombo meife nel fuoco . (^ell^chee gModicOlqrej&cherilplende,!! chiama aureo, & quefto èil migliore di tutto, quello, che li fa nrSicilia, fi chiama dalla bianchezza fila argenteo : & quello , che fi fa d’argento , fi chiama calabrite . La uirtfi fua è di riltrignere, mollificare, riempire le cauernofità, abballare la car- so ne lupa flua, cicatrizai e, infrigidire, & ferrare . Abbruiciafi il lithargirio, rompendolo in pezzetti come noci, & mettendolo (opra ài carboni accefi‘,&lbffiando, fino che s’infuochi bene:& dapoi lì gli leuano 1 immonditi e d intorno, & coli li Icrba . Altri lo Ipengono, quando è infocato tre uol- tendi aceto, oueramente nel uino, & loriabbrulciano poi anchora , & fanno come è detto di Co- pra , & coli lo ripongono . Lauafi come la cadmia . Fafsi il lithargirio bianco coli . Prendeii di quel lo, die chiamano argenteo, &fe quefto mancallè, fi toglie dell’altro, & diuidefi in pezzetti come fa ue, fino chefia alla milura d un moggio Attico,& mettéfi in una pignatta di terra nuoua , con altrct tanta milura di grano bianco : & legali particolarmente un pugno d orzo in una tela bianca , & ra- ra ,& metteli dentro, attaccata di fuori con un legameal manico del uafo: il quale pieno d’acqua fi lafcia cuocere, fino che l’orzo li disfaccia ,& pofcia fi gitta tutto in un catino, che habbia larga boc- 30 ca . Cauafene coli fuori tutto il grano , & pofcia ui s'infonde dentro dell’acqua , &lauafi il lithargi- rio, fregandolo bemfsimo con mano : leccali pofcia, & tritali in un mortaio Thebaico , mettendo- gli l'opra dell’acqua calda, fino che del tutto aprendofi , fi disfaccia . Colali poi 1 acqua , & macinali coli tutto il giorno, & la fera fi gli gitta fopra dell’acqua calda , & Infoiali ripolire : colali quella la mattina , & infondeuilène fopra dell al tra, & coli fi colatre uolte il giorno : & quefto fi fuol fare fot te giorni continui . Aggiungonuifi pofcia per ogni mina di lithargirio cinque dramme di fili mine- rale, & medigli di fopra dell’acqua calda, li trita tre uolte il giorno, & colali fempre, aggiugnendo- ui nuoua acqua : & come è ben bianco, lì gli mette fopra dell acqua calda, & tante uolte fi laua, che fe gli toglie uia tutta la falledine . Seccafi finalmente al caldo dell ’ardentifsimo fole , fino che ne Ila dileccato fuori ogni humore, & riponfi . Ma non uolendofi farlo per tal uia , fi prende una mina di j,0 lithargirio d’argento, & tritali con il triplicato pefo di fale di miniera, & mette!! in una pignatta nuo ua con tanta acqua, che foprauanzi : &mefcoIafi ogni dì la fera , & la mattina, & rinfondeuifi fopra dell acqua, non foolandondperò mai quella diprima. &quefto fifa trenta giorni continui: impe- roche fe non fi inuoue, s'ingrodà, & s’indurifce come un tetto . Fatto quefto , fcolatone fuori leg- giermente la falamuoia, fi trita il lithargirio in un mortaio Thebaico, & metteli polcia in un uafo di terra, oue fia dentro dell’acqua,& fi mefoola diligentemente con le mani, finoche 1! gli caui fuori tuttala falfediné . Prendeii fatto quello, tutta la parte bianca, che ui li ritraila , & menvli in uno al- tro uafo,& fattone finalmente padelli, fi ripone in un bodòlo di piombo . Sono alcuni altri, chedi- uifolo in pezzetti come faue,&medòlo in unoftomaco di porco crudo, lo cuocono pur nell’ac- qua, fino che fi disfaccia lo ftomaco,&cauatolo pofcia fuori, lo tritano couilpari pefo di fale,& ,0 lo lauano, come è flato dettodi fopra.Et alcuni altri tritano al fole una libra di lale , & una di lithar girio, mutandogli continuamente l’acqua, fino che diuenti bianco. Fafsi coli in altro modo. Pren- di lithargirio d argento quanto ti piace,& inuoltalo prima in lana bianca , & mettilo in una pignat- tanuoua conacqua, &unpugnodifaue,chenon(ìenouecchie,bennette,& fa cuocere al fuoco: & come uedrai , che le faue crepano , & che la lana diuenta nera, caua fuori il lithargirio , & metta- gli dell’altra lana attorno, & cuocilo una altra uolta, mettendogli però fempre un ciatho d’acqua, & la pari quantità delle faue. quello iftelfo,che è detto di fopra, farai fino alla terza uolta : & finalmen te tanto, che la lana non diuenri piu nera . Dopo al che , mettilo in un mortaio , & aggiugniui per ogni ottanta dramme Attiche di lithargirio una libra di fole minerale , & pefta, macina), & trita be- ne inlieme.Tafciapoiripofore alquanto, &aggiugnigliquarantafotte dramme di candidifsimo ni- g0 tro lauato con acqua,& macinalo di nuouo, fin tanto che tu uedrai, ch’egli fia b en bianco . Mettilo poi in uno altro uafo piu largo di bocca, &gittagli fopra dall’alto largamente dell’acqua, & come haurà fatto la refidenza, fcolane fuor l’acqua, & rimettiuene di frefca,mefchiando bene con le ma- CCCCCC 3 ni Lithargirio, Si &ahift. Lithargirio fcritto da Gal. Nomi. 1410 DifcorfidelMatthioli ni ogni cofa , & lafcia di nuouo far la refidenza,& fcolala . & quello tante noltc reiterarai , che l'ac- qua ultimamente ne uenga fuori pura, dolce, & fenza alcuna falfedine . Colalo ultimamente con deitrezza , & mettilo in un’altro ualo ne i giorni canicolari al fole per quaranta giorni continui, & cornee fecco, riponlo, & ufalo . percioche pare , che coli lauato fia molto commodo per le medici- ne de gli occhi , & parimente per tor uia le macole brutte delle cicatrici, le grinze della faccia, i liui- di,& parimente le macole. IL iithargirIo, che hoggièinufotielle/jietiarie, fi Jàferlapiuparte nelle foche, doiiefiraljìnit l’argen- to f come piu «o/te ho iieduto io in diueift luoghi del T recitino , & d M lamagna ) di puro piombo , cofi ridotto per la molta cottura , & per lo uapor d'altri metalli , che fi mefcolano con lui nel raffinargli . Terciocbe quando gli artefici ho- I O gliono raffinare affai quantità d'argento , fanno prima in fui c enee accio un ampio bagno di piombo : nel quale , quando è poi bene infocato , mettono la quantità dell’argento , che uogliono affinare , il quale per lo piu è mefehiato con piombo , «Sr conrame. Et cofi nel far l’opera fi uede nella fuperficie del bagnoper la forga del fuoco acccfoui continuamente da ttalorofijfmi mantici , affottigliarfi il piombo , come un’olio , il quale riduce finalmente il uento de i mantici all'efiremiti del ccneraccio , & qiieflo è rame ,& piombo , che cofi il fuoco gli cornette in Lithargirio . il quale fanno fcolar fuori gli artefici , tagliando con un ferro alquanto in una banda dell’orlo il tener accio , per il qual luogo fe ne [cola fuori. F affine di colorito come oro , & parimente di manco colorito , come quafi color d’argento : & pero fi chiama l'uno Lithargirio d’oro , (altro Lithargirio d’argento . Et credonfi gliffietiali , che fieno neramente (uno lafpiuma dell'oro , & l'altro la Jpiuma dell'argento . nel che manifeflamente s’ ingannano : percioche, per quanto con l’attentione dell'occhio ho potuto comprendere nello fiate io à ueder farlo , quando fi raffina ( argento, & per quanto gli artefici di tale arte periti , mi han- 1 o no fedelmente riferito , altra differenza non è fra il lethargirio d’oro & quel d’argento, che l'effer queflo manco cotto dal fuoco che quello, il quale per bauer hauuto maggior fuoco diuenta rojfo di color d’oro . V oglino alami con i quali tiene Fiofcoride , che (t pofìifare anchora il lithargirio d’argento, ma queHo come fi facci non ritrouo chi celo infogni . M che in lutto allude Tlinio al VI. capo del XXXII 1 . libro . Eecenc memoria Galeno al IX. delle facoltà de i femplici, cofi dicendo . Il Lithargirio difecca certamente , come fanno tutti gli altri medicamenti metallici , lapidei, & temftri: ma quello fa egli piu moderatamente di tutti gli altri : & fecondo l altre fue qualità, & uirtù , è quafi temperato : impe- roebe nonifcalia,&non infrigidifee manifeflamente, & ha poca uirtù afierfìua,& cofirettiua . Et imperò ematico ua- lorofo de i medicamenti incarnatini, li quali habbiamo dimofirato effir poco afierfiui , & parimente manco potenti di quelli, che rifirìngono, & contraggono . Ma per le grattature , & rifcaldatufe delle cofcie è ucr amente medicina uti- le, per efiere egli leggiermente partecipe dell’ima, & dell'altra uirtù già detta . Il perche giuflamente fi può dire , effer qo 4i mediocre ualore tra li metalli . Et però sufa di metterlo con quelle cofi, che hanno /acuità troppo forte di mordere, di riflringere , ò di far altri ualorofi effetti, come mettiamo parimente la cera in affai medicamenti, che fi liquefanno, come materia, laquale tiene quafi la mediocrità tra quelle cofi, le cui facoltà fono ualorofi . Chiamano i Greci il Lithargirio , Aiictpyupw 1 i Latini, Lithargyrus , & Spuma argenti : gli Mali , Martech , & Merdafengi : i Tcdefcbi , Glett : li Spa- gnoli, Mniamga , Litargirio, & Teges de oro. Della Ceruia. Cap. LXII. 40 5° LA c e r v s a fi fa cofi . Mettefi dell'aceto fortilfimo in uno orcio , che habbia larga la bocca, ouero in un catino di terra corpolcnto di forma , & fopra alla bocca del uafo fi mette un pez- zo di canniccio tefluto à modo di ftoia , & fopra i quefto fi ferma una lamina di piombo , & ai fopra fi cuopre con coperte di tela , accioche non reipiri , & non euapori l’aceto : & come la latr‘ln‘} è diifoluta , & calcata abalfo , fi cola fuori tutto il chiaro dclll’aceto , & la parte grolla , & torbida li mette in uno altro uafo , & feccafi al fole : & pofeia fi trita con la macinella, ò con altro, & ftacciaii: & dipoi fi prende quello , che rimane di duro , & ritornali alla macinella , & ftacciaii anchora egli, & quefto fi fa fino à tre ouer quattro uolte . La migliore di tutte è quella , che fi ftaccia la prima uolta , & quella fi dee mettere ne i medicamenti , che fi compongono per gli occhi . La feconda in bontà è parimente la feconda ftacciàta : & cofi fono di mano in mano tutte 1 altre . Sono alcuni al- tri , che adattano in mezo al uaio alcune bachette di legno , di modo che non tocchino 1 aceto , che danno i Greci alla pietra cerulea , & alla Armenia . Etfcriucndo dell’ Armenia , ne diffe tutto quello , che ne fcriuono i Greci : & ui aggimfi del fuo, che folueua piu ualorofamente gli $0 humori melancbolici , che non fa la cerulea . Ma quantunque tutte quefie cofe fieno nere ; non però uoglio io accollarmi all’opinione di coloro , che biafmano & figgono quefio medicamento come ueleno mortifero . Imperoche io fopcr certa efbenenzi > che lauandofi bene, gioua afiai ,& caufi ò poca t ò nefiuna moleflia . Tfclla cui opinione penf ) , che po[a * canonica- Da Actìe, Pietra Arma nia feritta da Gal. Neui- Pierra cerulea &fuaefsam. Difenflonede gli Arabi. Pietra cerulea fcritta da Gal. Nomi. Indico, & fua efsam. Nomi. Ochra , & Tua efsam. Nomi. 1414 Diicorfi del Matthioli canonicamente condifcendere ogni medico , che fìa piu ragionevole , che ojìinato . percioche fe bene hauejje jluicennx detto , che egli era corrojìuo , quejìo non ojìa , che non poffa pirrgare egli Ih umor e melancholico fen\a nocumento . "Per- che Incuteva fua , la quale è caufa del farlo corrofiuo , fi gli leva con lanario , & purgarlo , fecondo che figli richiede . Vero è , che di quello , che rifplende d’oro ,fi dee pigliare : percioche l'altro , di cui fono fempre forniti gli /peti ali , & coloro , che fanno gli a^urri in tamagna , non è di gran lunga cofi ualorofo . Io fono già flato in alcune caue d’argen- to , douegran quantità & del ceruleo , & dell' .Armento infiememente ho ueduto amontinato ; ma non però ue ne ho ri- trovato alcun pc?fto , che ri(plendeffe di fcintiUe d’oro : percioche quefio non fi ritrova , fe non nelle miniere uere dell'oro: & quefio , che fi ritroua in quelle dell'argento , & del rame , in quelle folo fi ritrova , che tengono in loro qualche parte d’oro , Et però quello a^urro chiamato oltr amar ino , che fi fa del nero Lapis Iaculi di miniera d’oro , è in grandiffimo pregio per prevalere in bontà3& in colore à tutti gli altri a^urri del mondo . Di quello , che fifa di rena nel lido del mare , IO quantunque affai & Plinio >& altri ne dice/fero, fin bora non l’ho io in cognitione . S crifiene Galeno al I x. delle f acui- tà de i femplici > cofi dicendo . il Cianeo è acuto , & ha uirtu purgatiua, & digefliua piu ualorofa del cinabro : & ha an - chora alquanto del coflrettiuo . >Al che non hauendo bene auertito il dottiamo Manardo diffe, ingannandoli , che nef- funo de i Greci baueua fcnttOycbe la pietra cerulea fuffe f ìlutiua:hauend olo però fcritto manifefìamente Galeno. Chia mano la Pietra cerulea i Greci , Kvayor x$os : i Latini , Cceruleus lapis : gli jirabi , Hager alc^aoard j Lagaoard , & tA^iUìT edefehi , Lafaur fiein : li Spagn oli , jÌTpl . Dell'Indico. Cap. LXVI. LO indico è di due Ipetie. uno, che nafee naturalmente in India, ulcendo fuori da certe can 2 ó ne à modo di lpiuma.L'altro,che fi fa nelle tintorie : & quefio è una lpiuma porporea,che nuo- ta di fopra nelle caldaie : la quale tolgono uia gli artefici , & la leccano . Quello fi tiene per lo mi- gliore , che fi ralfembra all’azurro,et che è lifeio , et fuccofo . Hafsi l'Indico tra le medicine, che co- ftringono leggiermente, et che rompono le infiammagioni , et i tumori : mondifica l'ulcerc, et ab- baifaui la carne fuperflua. LO indico, che per lo pius‘adoperadaidipintori,quantunque fi tenga ài tempi nofrinelle ffetiarie, è fo- llmente di quello , che fi fa nelle tintorie , & fafii del guado , con cui fi tingono i panni di lana, tronfi ritraila in alcun luogo iL naturale , che ferine Diofcoride nafeere come ima {piuma in India in fu le canne. Tele manco fi cono- fceua in Italia al tempo diVlinio. percioche alvi, capo del XXXV. libro afferma egli non batterne alcuna notitia : & di-. mostra , che'lfattitio de fìuoì tempi flfaccua nelle tintorie della {piuma della porpora ,cofa affai differente dal guado , onde fifa il nostro . Il che dimofìra , che "Plinio non intende jfe bene Diofcoride : imperochc non ferine egli che fi fàcef- fe l’indico di porpore , ma d’una lpiuma porporea ( cofi è quella del guado ) che nuota fopra alle caldaie de ì tintori .Tfe fo io , che le porpore , con il cui fangue fi tingeuano anticamente le uefii gloriofede i^e ,& degli Imperatori, faccf- fero {piuma alcuna : ne manco , che fi bolliffcro nelle caldaie . Chiamano i Greci l'Indico , l'vltm: i Latini , Indicum . Dell’Ochra . Cap. L X V 1 1 . LA ochra elettifsimaè quella, cheèleggierifsima,&del tutto gialla, ben colorita, non faflofà , frangibile, & che fia Attica . Brufciafi qnefta , & lauafi , comela cadmia . Ha uirtu co- ftrettiua , corrofiua : rifolue le pofteme,& i foroncoli . abbaila la carne , che crefce troppo : ri- empie infieme con ceroto l’ulcere profbnde,& rompe le pietre , che fi generano nelle giunture . L’ O c H R a dei tempi notici è quella terra gialla , che adoperano per colore i dipintori : & quefia non d aititene piu fi ci porta clettiffima ; percioche fino al tempo di Pitruuio era perduto ilfuo uf 1 in Italia . Quella è terr alia- ta di giallo da uapori di miniera di piombo, nelle cui caue fi ritroua . Come che fi facci anchora artificialmente di piombo per uia di fuoco, piu della minerale apprezzata da i dipintori . yngranpeTtfO di belliffima Ochra canata non tuoi to lontano dalla città di Trento mi mandò gli ami paffuti ni adiro Martino Guidottino {petialc all infogna del T ecchio , giouine neramente che molto fi diletta della facilità de femplici . Dì quefia non rìtcouo , che fcriueffe le facilità Galeno nei libri de i femplici ; come che ne fcriueffe egli nel fecondo commento de pronoslici d Hippocratc , trattando del nomi- to , cofi dicendo . L’ Ochra è una forte di terra , di cui quella è f clettiffima , che fi porta dabbene . Chimano l Ochra i Greci , O’^pa ; i Latini , Ochra. Del Cinabro. Cap. LXVI II. SI ingannano manifeftamente tutti coloro , che fi credono , che il cinabro , e 1 minio fieno una colà medefima . Percioche! minio fi fa in Spagna d’una certa pietra mefehiata con una are- na argentina : altrimenti non fi conolce . Fafsi di colore floridifsimo ,■ & ardentiffimo nelle tor- nici. ma nelle miniere gitta un uapore neramente foifocatiuo: & imperò coloro, chelo maneggia- no , fi uelano la faccia con uefciche , accioche pollano uederlo , & che nel relpirare non tirino a le 6Q1 di quel fuo maligno uapore . Vlànlo i pittori per gli ornamenti funtuolìfsimi delle facciate delle muraglie . M3 il Cinabro fi porta d' Africa, & è in grandifsimo prezzo : & portafene cofi poco , clic Cinabro,& fui Nel quinto lib. di Diofcoride. 141^ à pena ne poffono hauere i Afrori affai per ombreggiare le pitture loro con diuerfe linee: è carico di profondo cole* e. & impeto fi pcnfarono alcuni , che filile egli fangue di drago . Ha il cinabro la mrtu medefima della pietra, la qual chiamano hematite iconuienfi nelle medicine degli occhi, nel che e pero piu efficace : perocché epiu coltreremo, & piu ualorofo per nitagnare il fangue . Sa- na, incorporato con cerato, le cotture del fuoco, & le puftole. 6 6 \ Tl * * M E N T E . ( c°™e èlt commme opinione di tutti ifimpliciHi de i tempi noHri ) grandmimi differenza è V trffcn^o fermo da Dtoreonde,& quello , che al prefente è in ufonelle (penarle parimente apprefoà dipintori : percioche queflo fifa artificialmente di folfo , & d’argento imo cotti infume lungamente al fuoco . IO Enne anchora una altra forte di minerale, che nafee cofi perfe Slejfo , come diremo poi: ma non cofi commme , come l'ar- tificiale , ne di cofi florido , & accefo colore . Quello , di cui ferine Diofcoride ,fi porta d’africa in poca quantità : & ha le uirtumcdefme , che la pietra chiamata Hematite , la quale non folamente commendò egli applicata di fuori per diuerje infermità degli occhi : ma anchora la laudò molto tolta per bocca nelle pacioni dell’ orina , per riftagnare ifluf- fi delle donne , & parimente gli [futi del fangue . Al che non fi conuiene in modo alcuno il nofiro uolgar Cinabro , per ef- fere corrofiuo, ulcer attuo , uelenofo , inimico degli occhi , & dell’ interiora . Ma che cofa poffa ejfere il Cinabro di Dio fronde, non fi può neramente affi armare ,fc non per conietture : perche non deferiue egli , che cofa fi fia , ne come fi fac eia , o fi ntroui in Africa , ne fc fia medicamento minerale , ò artificiale , ò parte alcuna di pianta , ò d’animale . Ma aitanti che uemarnoallc conietture , che uer amente ne dimofirano , che cofa fia d i tempi nofiri il Cinabro di Diojcoride, è dafapcre , che Tlinio alvi I. cap.delxxxi il. libro dice ajfermatiuamente , che l Cinabro non è altro , che fangue 2o di drago , ammalato dal gran pejo dell'elefante nel cafcargli addojfo ,mefcolandofi infieme il fangue dell'uno , & del- l'altro animale ; & che non fi ritroua alcuno altro colore ,che imiti piu , che quefio nelle pitture , il nero colore del fan- gue . ur che e egli utiliffimo medicamento per mettere negli antidoti . Il che medefimamente recita Giulio Solino ne i fuoi collcttatici . Oltre a quefio t anchora da fapere , che Sangue didrago ( quantunque non fia ) fi chiama anchora una g^fiTlagrime gomma d un albero d Africa , di colore naturali! fimo di fangue nero , truffar ente , & frangibile , chiamato boggi uol- efsere il Cina- garmente Sangue di drago in lagrime , à differenza di quelfofiflico , & di niun ualore , che fi ci porta in pani . Et meri-, bro di Dlofc* umentefi può chiamare inlagrime . imperoebe ( fecondo cheriferifce Aluigi Moflo gentil’huomo Vinitiano al i ili.. cap. della fua nauigatione in Africa ) è questo una lagrima gommo fa , & liquida , che difilla d'uno albero : il quale per hauei ne maggiore copia , intaccano gli habitatcri con certi ferri nella fiorila , & ricoltone pofeia il liquore , lo cuoco- no nelle caldaie affuoco , & chiamanlo nonfo per qual ragione Sangue di drago : fi già non interuicne quefio per cbia- 30 ^fiforfr la pianta , da cui difiilla , Drago nella lingua loro . il che ne faragioneuolmente conietturare , che fia quefia gomma il Cinabro di Diofcoride . imperoebe prima ritrouo , che tal liquore fi porta à noi d' Africa in poca quantità : è in ufo a i dipintori per ombreggiare , & lineare nel roffo chiaro : uendefì caro per la rarità fua , fi bene è boggi l’Africa piu frequentata dalle nauigationinoHre d’Europa : & nelle uirtu fue è filmile alla pietra hematite . anfi comel’efferien- \a w dimofira , & come parimente afferma Diofcoride , è quefio liquore affai piu coflrettiuo : & imperò bufano i mo- derni medici per li fiuffi muliebri , & difenterici , & parimente per gli j futi , & fluffi del fangue , con affai maggiore fuc- ceffo . Oltre acio chiamandofi quefio talliquorc fino al tempo di Diofcoride fangue di drago, come haperfeuerato di cbia marfi d età in età fino à i tempi moderni ; fipendo molto bene egli , che non era fangue uer amente di quello cofi nomina- to animale , diceua . E il Cinabro carico di colore : & imperò fi pcnfarono alcuni che fuffe fangue di drago, il qual mo- do di parlare par che dichiari , che uoglia Diofcoride dimofirare , che’l Cinabro non era fangue di drago , ma ueramen- te altro materiale: quantunque cofi fuffe à quel tempo chiamato da molti. Et imperò parmi, che tutte quefìe ragioni fac- ciano uerc conietture di farne manifeflamente credere, che fia quefio rubicondiffimo , & uer amente fanguigno liquore, ^ ^ cofi condenfat o , il Cinabro uero fcrittone in quefio luogo da Diofcoride . Tarmi oltre à quefio , che in ciò fi fia mani - fefìamente ingannato Tlinio . percioche quantunque affermi egli che’l Cinabro fia fangue di drago , animale ferocifiimox uccifo dall'elefante nel cafcargli addoffo ; nondimeno dicendo egli, che niuno altro colore piu fi raffembra al uero colo- re del fangue , che’l Cinabro , èneceffaria cofa , chel Cinabro , di cui intefe Tlinio , fia flato quefio mede fimo liquore : percioche quefio è quello , che piu fi raffembra al fangue uiuo , che ogni altro colore , che fi ritroui . Ma ingannato dal nome uolgar e , che riteneua anchora fino al fuo tempo di Sangue di drago, fi pensò con efficacia , che fuffe quel uero fan- gue di drago , ammainato dall’elefante . il quale ( come può ciafcuno , che habbia ingegno , confiderarc ) non può , ef- fendo fecco , & putrefatto fuor delle uene , & pofeia contaminato dalla terra , riferbare quel uero , & uiuo colore del _ fangue puro ,& {incero , che chiaramente fi uede ,&ficonofcein quefio rubicondiffimo ,& accefi fiimo liquore : come uediamo , che non lo riferba quello , che fi ciporta contrafatto in pani con fangue di becco, matton pefìo , rubrica S ino -, pica , &fabrile , & forbe fecche , contrafatto alla uer a fìmilitudine di quello uero fangue di drago ( fe però gli hifl ori- ti non mentono ) uccifo dall’elefante , che già era forfè in ufo . Onde effendone già molti anni mancamento , fi fono inge- gnati alcuni di contrafarlo , come ho qui detto , & in diuerfi altri modi , ciò è con rabbia , rubriche, uerffio , ragia, col - La di draganti , & altre mifturagini . Ma potrebbe alcuno , non fenqa qualche buona ragione , oftando dire , che feri- Obiettioac Ie- uendo qui Diofcoride delle cofe metalliche , & minerali , è da crdere , che con effe non baierebbe inferte le gomme degli ' . alberi , di cui trattò egli copiofamente nel primo libro : & però effere da dire , che’l Cinabro , di cui trattò egli , fuffe cofa minerale . A quefia tacita obiettionefipuo ragioneuolmenterijpondendo dire , che quantunque tratti qui Diofio-, ride dei metalli, trattando di quelli, che fono in ufo dei dipintori per dipingere , come èia cerufa , la chrifocolla ,il ^ nerde amarro , l’agno , l’indico, & l’ochra , de quali ordinatamente tratta, inferi tra quefii anchora il Cinabro, quan- 0 tmque fuffe gomma d’albero ; parendogli, che per il uiuidifsimoffu.o colore di fangue, & per effere connumerato trai colori che piu s’appregiam , meglio tra quefii f e ne fi effe a che tra le gomme . come parimente uediamo bautte egli coli- locato Opinione del Fuchfio ripro- bata. Quale fia il Mi modiDiolco- *ide. Minio fcritto da Plin. Nomi. 14 1 6 DifcorfidelMatthioli locatottaqueflicoiorimineraUillndico ,ilqùaUefcefuorigeminando come fiiumadacerte canne d' India, & fafli anchora artificialmette nelle tintorie. Et imperò per tutte qtiefìe ragioni parmi , che fia coja afai chiara , che il Cim- bro del commme ufo , il quale credo io efere il mìnio di Diofcoride, &perfarfi egli nelle fornaci , &per bauere il colo- re ardentìjìimo, &floridifiimo, non pojfa efere in uermt modo il Cinabro dì Diofcoride . É adunque il Cinabro de tem- pi noflri ( come difopra fu detto ) minerale, & artificiale; ma quello è noto à tutti, & quello à pochi . Il minerale ( co- me diremo anchora nclfeguente capitolo ) ho ueditto io cattare di terra nelle cane d’argento uìuofin un luogo chef: chia ma Bidriajin certe montagne lontane una giornata da Goritia.andando uerfo la Camola. É quello una pietra rof a fi- ntile alla hematite,non troppo dura, magrauifiima, & qualche uolta tanto piena d’argento uiuo, cbeperjefiefo, fetida altro aiuto, ne gocciola fuori . L’ artificiale pofcia(come è noto quafì à cìafcuno)fifa d'argento uiuo,& difolphoper uìa difolimatione al fuoco . Il che opera per fe Èie fa la natura in quello, che fi catta dalla miniera. Tfliuno adunque di queSii, I o per efere uer amente mortifero uelènofufa di dar per bocca. Et dì qui è forfè accaduto, che il Fuchfio medico clarifsimo de ì topi noflri, fi fta perfuafo, che nell'antidoto di Damafonio fcritto da Tficolao Mirepfico fia flato aggiunto il Cinabro da qualche medico ignorante. Ma la mia opinione ù afai diuerfa,& lontana dalla fua. imperoebe credo per cofa certa, che in queflo luogo non intenda Hicolao del Cinabro minerale , ne manco dell'artificiale , ma del fangue di drago in la- crime uero Cinabro di Diofcoride . Tercioche battendo queflo Cinabro chiamato faugue di drago , per quello che fe ne legge in Diofcoride , le pari {acuità della pietra bematite , le cui facilità di fe egli efere di prono care l'orma; non fi può fe non credere , che Tficolao ni mette feti Cnabro de gli antichi conbellifìima ragione , per ualere quello anti- doto fpetialmente per prouocare l'orma . Ma quantunque il Cinabro del commme ufo ,fta tolto per bocca, uelcno- fo,& mortifero; fi può nondimeno tifare ne i medicamenti, che s’applicano di fuori , come fono i profumi , che fi preparano per il mal Francefe , & mafiimamente quando non ui gionano gli altri rimedij . Mettefi anchora ne gli un- 20 guenti , che fi fanno per il medefimo , & per l’ ulcere maligne, & altre ulceragioni del corpo. Oltre à ciò dicendo Dio- fcoride , che manifeSlamentc s'ingannano coloro , che fi credono , che fia il Cinabro , e'I Mìnio una medefima co[a,& per U edere anchora , che nel feguente capitolo , dicefarft l'argento uiuo del Minio, che abufiuamentefi chiama Cinabro ; non ho potuto fe non per fuadermi , che il Minio fcritto da Diofcoride , fta altro, che il Cinabro minerale, da cui (come e fla- to detto , & dirafii anchora nel feguente capitolo )ft catta l'argento uiuo nelle miniere d’Hidria . Del che m ha nonpo- co accrefciuto la credenza il medefimo Diofcoride , per bauere egli lafciato fcritto , che il Minio nelle cane delle miniere gitta un uapore neramente foffocatiuo:& imperò coloro che lo maneggiano, & che lo fanno, fi ttelano la faccia con le uc- fàcke , acciocbe pofano vedere fen^a tirare à fe col fiato il filo maligno uapore . Imperoebe ho ueduto io in Htdria , che nel ricuocere il Cinabro minerale ,ft ferrano gli artefici la bocca , elnafocon alcuni fargolctti , per fuggire tal maligno Uapore: percioche dicono , che non folamcnte è tal uapore Jofocatiuo; ma che corrompe marauigliofamente i denti, & le gcngiue,di modo che fi fono tra loro ritrouati alcuni, che per efere Siati male auertiti , gli fono enfiati tutti i denti di bocca . Et in qucSla opinione mi fa reflare parimente Vitruuio : il quale alvil .libro della fua architettura ,fcrifjedel Minio con queste parole . Il Minio fu primamente ritrouato fecondo le memorie degli amichi , ne i campì Celbiani de gli Ephesij . Cauafi d’ alcuni perpfi di terra , chiamata anthrace , atlanti che maneggiandofi diurni minio. Efce daefo nel camrft perle pcrcofe de picconi non poca quantità d’argento uiuo à modo di lacrime : le quali fubito ricolgono i picco- nieri . Queflo tutto dife Vitruuio . Il che parimente ho ueduto io accadere in lìidria , nelle catte dell argento uiuo, do- ve battendo alle mite i picconieri la uena , efce aU’improuifo l’argento uiuo fuori come d’m fonte . Mpprefo a Tirato lo ritrouo effere di diuerfe fietie : imperoebe al luogo fopr aferitto lo deforme , coft dicendo. Il Minio è un minerale, il qua- le già fi ritrottaua nelle caue dell’argento , & era in grandiftmo pretto tra i colori da dipingere . Theophraflo rifirifee eferne fiato inuentore Callia M beniefe, il quale fi pensò nelprincipio dipotcrne cattare oro , abbruciando quella rena ^ 0 rofìa , che fi catta delle miniere dell argento , & coft fi dice efere flato l'origine del minio. Mafe né ritroua già anchora in Hifiagna , quantunque duro , & arenofo : & apprefo à i Colobi in un certo foglio imccefiibile , donde fi fa cadere albafo, tirandola dentro delle faette . Qjieflo dicono eferefopbiflico , & quello ottimo , che fi fa di certa rena di colo- re digrana .laqualnafcefopraEphefoneicampi Celbiani. Qitefio fi trita, & fi latta la prima, & la feconda uolta. Liba dife , chc’l minio na fetta in Carmanìa, & Hermogene in Ethiopia : ma à noi non fi porta d’ alcuno di quefit luoghi, ne quafì d'altronde , che di Spagna . Falfificafi in molti modi . imperoebe fi ne trotta d'uri altra fietie tanto nelle miniere dell'argento , quanto del piombo, il qual fi fa abbrufeiando certe pietre me filiate mfteme colile itene : & quelle non fi- no quelle , che dicemmo efere miniera d'argento uiuo, ma d’altre ritrouate infume . fiitrouanfi anchora piombi, che fi- no fterihnellor colore , ne mai fi fanno roft.fi non nelle fornaci, &comefono abbruciati , fi peftano in polvere . Et queHo è il fecondo minio conofciuto da pochi , ma molto inferiore à qttcllo.chefifa di naturale arem.llfmero ha il color ; Q medefimo della grana.Saggiafi come l'oro.Il contrafatto tocco con l'oro infocato , diuenta nero,& ilfmcero ritiene 1 IJuo colore . Ejtrouo , che fi JopbiEtica anchora con calcina. Tuofii conofeere ilfalfificato , mettendolo , macando l oro, fi- fra ma lamina di ferro infocata . Tutto queflo del Minio firife Timo . La onde fi può ageuelmente vedere , che l Minio anticamente fi ritrouaua minerale , & artificiale . Onde pofo io agevolmente credere , clic tra le fette dell artificiale intende fero gli antichi anchora il Cinabro fatto per arte del commme ufo . Quantunque à i tempi noflri &gltjpaiaU, & i dipintori chiamino Minio , quello che chiamarono gli antichi Greci Sandice , fatto di piombo , < meramente di ceruja lungamente abbrufeiati nelfuoco.del quale pare che intende f e anchora Tlinio . Chiamano i Greci il Cinabro, Klmgati i Latini , Cinnabaris : li fienali fangue di drago in lacrime; li Spagnoli , Sangrc de dragon . Dell’Argento uiuo . Cap. XLIX. 6a LO Argento uiuo fi fa del minio, il quale abufiuamentefi chiama cinabro . Il modo di farlo e coli . Mettefi in un piatto di terra una concita di ferro, in cui fi colloca il minio, & cuopreli pò- Nel quarto lib.diDiofcorìde. 14,7 • fcia tutto il uaib con un calice fiutato con creta : accendeuifì pofeia lotto il fuoco , & radei! la filli gaie, clic s attacca al calice, laquale come è fredda, fi condenfa in argento ult o . Rit ouafi chora nelle miniere, ouefl canai argento, condenfato in goccio! e, chependono dalle u “te di quel ledono alcuni, che dicono ritrouarfi nelle caue di fuapropria miniera . Serbafiinualìdiuetro di piombo, di Ragno, onero d argento; imperoche fi mangia, & fa liquefare ogni altra materia Bc nu- to, e mortifero : perc.oche rompe con il fuo pefo l'interiora . Il rimedio è il bere dopo eflb moke latte , & pofcia uomitarlo indietro, ouero umo con airenzo , ouero decottione d'apio , onero feme L Argento ^^t^^^^corpo^iaé.&l^uUo.cme^dlodeWaepiacon ma lucm- . , . CM^ioi‘fa con molta foprabondÀa d’bumidità, & &l£e&w. ' difrigidiUinfiemé .La quale compofltione ( fecondo f opinione de ipbilofopbi alchimia ) è cojit molto din, olla al- la gene? aitane de, metodi. Et però dicono e/fere ! Argento uiuo il nero , & originai feme d’ejji metalli : &chc nonti può condcnf ire ; per coche gli manca la calìditd , &f,ccità , che fi gli comerrebhe : & parimente il tempo , che f, oli ri- cerca per farlo perfetto : & , raperò fe ne reHa cofi nell’ejfere , che lo udiamo, come cofa imperfetta .Afa lardando da par te s egli e prima materia di metallo , ouer nò , dirò qui per accollarmi à quel , che di lui dicono tphilofophi , che pottreb- be agonalmente effere materia pro/lima i comertirfì in metallo. Imperoche f accompagna, -fi, che egli fa cofi aoeuolmen- te con tutti 1 metalli ,iimoflra manife/ltment e , chef, a matèria atta à comertirfì in qualftuogliadi loro , &in quelli io tanto pm , con 1 quali pm preflo , &pi„. uolentieri s’accompagna : percioche il tranftto èfaciliffmo in tutte quelle co fé , chefimb olnano mfìeme. Et però par mi , che in queflo s ingannino alcuni , dicendo , ebefe pure l'argento uiuo,quan- Errore dl aJci1 ■do gli fusero flati mimftrati quelli debiti merfi , che figli ricercano dalla natura ,fuffe atto à conuertirfi in alcun metal - lo , pm preflo e da credere , cbefuffe per riufeir piombo , ferro , & Ragno , che altro : percioche ritrouo , che piu ave- uolmente s itnifce con l oro , & con l'argento , che con ogni altro metallo. Et queflo è il fondamento , che Unno vii alcbi - vnfli , perdendofì il tempo , l opera , & le f acuità in penfarfi di rifar con l'arte quello , in cui ha mancato la natura : la quale ( fecondo che ritrouo ) non ha mai potuto alcuno artefice del tutto imitare . Tutti i metalli , che fi mettono nel - l argento uiiw , fanno à gallo , eccett o l’oro , il quale fub ito fc ne cafca al fondo : imperoche l’abbraccia piu di tutti gli altri . Dell t Argento uiuo ho ueduto io , come nel commento di fopra del Cinabro ho recitat o , amplifiime cane, & mi- niere in certe montagne lontane quaranta miglia dà Goritia, in un luogo chiamato Hidria , dótte ferie fin grandiffima ì 0 fian^ta • imperoche lafua miniera , la quale è di colore , che nel nero rofifeggia, & ponderofiffma , uìjtritroua in dìucr- fe cane ,che ni fono , ab ondanti (flrtia . Qucfla canata che l'hanno , la portano di fuori , & la pcflano affai minuta , & Argento uiuo pofeia n empiono alcuni uafi di fretta bocca fatti di terra , & gli ferrano leggiermente con mofeo arboreo ,& uoltangli come fi cani de con la J?occa uerfo terra fupr a un’altro uafo quafl Cimile , fepoltoin terra del tutto , & illutangli le commiffure della hoc- Ia miniera‘ ca con creta, & loflabilifconoy che non può cafcare.Et cofi d uafo per uafo y con certo ordine ne ordinano affai quantità > mettendo l uno poco lontano dall' altro, & pofeia gli fanno fopra fuoco di carbone affai ualorofo,dal quale offendo fcalda ta la miniera , ne tifuda fuori l\A rgento uiuo . il quale fuggendo ( cornee fua natura ) fempre il calore del fuoco y fe ne fiende ,& trapela nel uafo di fiotto . Et cofi lo cauano fiori , & lo mettono in otri di cuoio ; imperoche male lopoffono in altri uafi preferuare y che nan fe n'cfca y fc già nonfuffero ò di uctro y ò di tcira cotta uetriata . Onde non poffo fe non molto marauigliarmì , che ferine (fe Dio floride , che l'argento uiuo nonfìpoffa ferbare fe non in uafi di argentoni piom- bo bo , diflagno y & di uctro, attenga che fi mangi egli ogni altra forte dì uafi fatti d'altra materia . Iffefo neramente come fi p offa folient are queflo ffc già la frittura non è corrotta qui .come in uarffct duterfl altri luoghi. Imperoche queflo e fai foycffendo cofa chiara à tuttoché l’argento uiuo rode,guafìa et diflrugge tutti i metalli che tocca. Il perche non ntrouan dofi cotali parole in S crapi onefll quale traduce di parola in parola da Dio floride ,è ucr amente da fuJjiicarejcIfcHe uì fieno fiate aggiunte da qualche ignorante .<&■ queflo par che confermi anchora la uaria lettione d Oribafio . Trouanfì tra tal miniera nelle cane medeflme alcuni filoni d' una pietra roffa , la quale chiamano Cinabro minerale , come ampiamente ne- dicemmo l'hifloria nel precedente capitolo . Qucfla tal pietra c molto piu piena d' Argento uiuo , che l’altra predetta : imperoche ue n appaiono fpcffetioltc y & quafi fempre le gocciole attaccate . Molte uoltef fecondo che ini re ferirono gli artefici , & i picconieri., che lauorano nelle caue fiotto terra ) nel cattare della miniera , che fanno col piccone y accade , che ritrouano alcune fontanelle y dalle quali nel difcoprirle corre fuori l'Argento nino puro in afiaì buona quantitadc. £0 Tochi fono gli artefici , & ilauor acori y che ui durino foni lungo tempo : percioche quafi tutti , quantunque gagliardi , & forti huomini fieno , non ui fi mantengono fini piu che tre y ò quattro anni che non diuentino tremolanti delle mani , & della tefla ‘.percioche in tale infirmità gli riduce il uapore di tal miniera . Galeno uer amente ( quantunque1 Galeno tafTat». prima gliene haueffe fatto ferma fede Diofcoride )fi pensò contra quello , che cotidianarnente in Hidria , & in altri luoghi d’Europa , ne dimosìra Ceffi crimcnto y che l'Argento uiuo non nafl effe per fc fìeffo nelle miniere ; ma filo , che fi faceffe artificialmente, come la cerufa y l’crugine, lo pforico , &illithargirio : &parimente diffe non hauer mai fermentato ,fc tolto per bocca , ouero applicato di fuori , fuffeueleno mortifero . Fafìi deh’ Argento uiuo quel- ^^nt0 lo , che chiamano Argento fido , & altri Argento filmato , menttendolo con fiale armoniaco ne i uafi à ciofabncati & filmandolo fopra ài fornelli . Et queflo cofi fatto è corrofiuo , & ulceratiuo , come il fuoco ifteffo : & imperò lo chiamano alcuni fuoco morto, infernale. Etmangiandofi , è neramente mortifero uclcno : imperoche attaccandofi $0 allo filomaco , lo corr ode ,& lo sfonda, il perche fi non fi gli foccore con prefio rimedio , poche uolte fe ne liberano coloro che lo tolgono . E affi dell'argento uiuo diffoluto nell'acquafòrte , & pofeia lambiccato al fuoco , come beh- Precipitato. fanno fare gli alchimifti , quel medicamento , che chiamano i chirurgici moderni Precipitato, le cui ifirtù fino jtcra- ODDDDD mente r 4 1 8 Difcorfì del Mattliioli mente marauìglìofeper fanare t ulcere maligne , & fpetìalmente quelle del mal Francese , poluerigandouifi [opra .Sono alcuni , che danno me\o fcropolo della fila poluere à bere , oueramente ìnpilole infieme coti perle, & altre cofe cordia- li nei dolori delle giunture caufati pur dal mal Francese , con bellìfiimo fucceffo . Daffi anchora à i melancholici nel mo- do , che fi dà lapietraArmenia , come è ferino piu lungamente nel nofiro libro della cura del mal Ftancefe : imperoche fi egli S.H effetti medefmi , prouocando il uomito . Danno alcuni altri à bere l’argento lituo puro& finccro non fola- mente à gli taoismi , ma anchora à i fanciulli . Tra i quali ritrouo io effere il Brafauola , buomo de tempi noflri dot- tiffimo ,fcriuetido egli per cofa certa nel fuo libro dell' ejfammationi de fempliti d‘ battere fptffe uolte dato l'argento ui- uoà piccioli fanciulli già me moni per i semini, effendo già differato dogli altro , rimedio . Ma in che modo dar fi gli debba, &àche pefo è mìfira , non deferitte egli altrimenti . Ma aGorìtia le ricoglitrici , dotte le donne fientino à partorire .tifano dì dame loro à bere la quantità d’uno fcropolo finzp nocumento alcuno . il pcrchemì perfuado, IO che l'argento uiuo non ammali chi feto bene , fe non fi eccede la mifnra , ò il pef > : ne credo ( come uogliono alcuni ) Oro.&fiuhi- che fittamente ammali conia fua ponderofìtà .come piu ampiamente diremo nel fello libro . Ma basendomi l'bi- Uoru‘ fioria dell’argento uiuo ridotto à memoria l' 0 to pretiofifiimo metallo , non fe ne facendo da Diofioride in quelli libri de ifemplici mentione alcuna , mi parrebbe neramente fare non picciola ingiuria alla natura , & parimente i co- fi pretìofo metallo , di cui tutto il mondo ha grandiffima fete.fi me lo taceffi .irlo tafiiafiì da parte . Imperoche per la fua molta bellezza , è opinione uniuer filmiate , che in lui fieno uirtii gioiteseli , & mirabili per confcruarc lungamen- te i corpi Immani inulta . Et però non è da marauìgliarfi ,fe tantajlima ne faccia il mondo , & lo tenganogli huomini piu caro d‘ ogni altra cofa . Mauenendo aWhifioria ,& fua maraitigliofa origine , dico , che le fio originali , & pro- prie materie , altro non fino, che fufìange elementari , conuguali quantità ,& qualità lunaall altraproportionate , & fittamente purificate . Quelle adunque congiunte infieme, effendo di pari uirtù conformate .generano una amicabi- jo le , & perfetti ffima mijìione : & dopo quefto una fermentatione , & decottione . & cofi finalmente fi congiungono di tale indiffolubile unione, che fi fanno fiffe , & permanenti , & quafi del tutto infeparabili : talché ,ò fin dalla uirtù del cielo , ò dal tempo , ò dall’ordine della fagacifìima , & fapientifiima natura , oueramente da tutti infieme , fi conuerto- notalifufiamfin quefio corpo metallico chiamato Oro . il quale ( come è detto) per lo fio molto temperamento ,& per la fua unità , & perfetta miflione , fi fi cofi denfo .che non filo acquifia ma permanenza commune ; ma quafi in- corrottibilità ,& una caitfa di non potere contenere in fe fiperfluità alcuna . Ut di qui uìene .che quantunque Iha l'Oro lungo tempo in terra fipolto , onero nell'acqua , mai non s’arrugginifie , & nel fuoco non fi confuma , ne diuen- ta cenere ; ano) che ogni bora piu fi purifica , & fi fi piu bello . Olirà di quefio la fua perfetta unione lo fi prillo & di flemma , & d'ogni uentofità fuperfi.ua : & imperò fempre fi rimane egli lucido , & bello nel fuo fplendidifsimo , & naturaliflimo colore : & fregandoli .non lafcia da fi alcuna tintura , ne gialla, ne nera .come fieno quafi tutti gli altri metalli : ne fi ritrouainlui alcuno odore, ò fapore , che con l odorarlo, onero co l gufo fi comprenda . Man- giato ò uolontariamente , ò non lo fapendo .non nuoce in alcun modo alla ulta , come firmo perla maggior parte tut- ti gli altri metalli : an\ì che mar auigliof amente conforta ilcuore, & conferuala uirtunitalc . & tal gratta uo- gliono alcuni fapìenti, che gli fta fiata conceffa dalla benignità del fole . Diremo adunque , che l'Oro è un metal- lo trattabile , & lucìdodi colore .quafi fintile à quello .che ci dimoflra il fole: & ha in fe certa intrinfeca attrat- tane naturale .che effendo seduto .diffone gli animi à farft difiderare : & per quello molte uirtù fi gli appropriano . Miniere di O- In Italia non fi neramente io , che d’Oro ui fta propria miniera : ma in Germania , in Ungheria , & in Tranfiluania, ,0- fe ne ueggono in piu luoghi le cane, & le uene nere . Finalmente in tutti quei luoghi penfiio che fi poffa ritromre,. dotte il cielo inflitifca cotali caufe,& diffiofitioni elementari. Generaft la firn miniera tra uaneffetìe di pietre , in afirifii mi monti, & del tutto fiorili . ma la migliore é quella.che fi caua tra quella pietra amarra , che chiamiamo communemente Lapis lazuli.tr a la quale firitroua in ordine dì filone intra falda ,& falda di detta pietra, & molte uolte mefeo- lato con offa . Tantaèueramentequeftaminieramigliore,quantoèellapiupot(deropi,&caricadi colorc:& quel- la piu delle altre è ualorofa.in cui fi tieggono piu fcintille ,& punteggiature 'foro . Bjtrouafi anchora l'Oro nella rena,& nei lidi di diuerft fiumi ,& fiparafi ,& cauafeuecon certaarte di lauare la rena . Et quefio non è bu- gia : percìoche fappiamo , che in Hifiagna fi caua del Tago , in Thracia deliEbro , in India del Gange , & del Fat- tolo, in Vngheria del Danubio .in Mamagnadel affieno, & in Italia dell’ Mdda .delVo ,& del Thefmo. manali però fi ritrosa in tutte le rene dei lidi loro: percioche filo firitroua egli incerti luoghi particolari . Quefio uera- Oro ferirteli mente ( fecondo che fa fede Tlinio al UH. capitolo delxxttlil. libro) èilmigliore , e‘l piu /incero dittati. Scnf- Auicenni. yè dell’Oro Muicetmanel 11. libro de tfuoi canoni , cofi dicendo . Loroèneifuoi temperamenti uguale. Mettefi la firn limaturanclle medicine, che fi fanno per la mclancbolia . E' per cauterizare il miglior metaUodi tintigli al- ;o tri : imperoche l'ulcera , che ne feguita , pht preflo ftfana . Tenuto in bocca , toglìeuia il fasore delfinio . Met- tefi la limatura nelle medicine , che fanno rinafiere i capelli , & in quelle delle uolaticbe , tanto meffo ne ì medicamen- ti eHeriori, quanto interiori . Trito fino che fi faccia impalpabile , & meffo ne gli occhi, conforta lauifta : & be- i uuto in poluere conferifiealle infirmiti del cuore , & parimente aUetrifleapif dell’animo . Chiamano l Mrgento ui- °mi’ noi Greci , r'fidfyvfK : i Latini , Hydrargyrus , & Mgentum uiuum :gli Arabi , Zaibar , & gaibact) ■ t Tedefihi , Queckfilber : li Spagnoli , Az»gue . L'Oro Chiamano i Greci , XfecroV i Latini , Aurum : i T edefebi , Guld : li Spa- gnoli i Oro . Della Rubrica Sinopica. Cap. LXX. QV b l l a Rubrica Sinopica è elettifsima> laquale è graue, denfa di colore di fegato , lenza mi ftura dipietre, colorita pertuttod'ugualcolore,&quella che quando fi mette nell acquaci Nel quinto lib.di Diofcoride. 1419 disfa copiofamente.Cauafi in Cappadocia in certe fpelonche , & portafi pofcia quando è ben pur- gata in Sinope città , nella quale li uende : donde è pofcia ftata nominata Sinopica . Ha uirtù di di- fettare, di ferrare, & di coftrignere : & però li mette ella ne gli empiaftri delle ferite , & ne i padelli difeccatiui,& coftrettiui . Beuuta in uno uouo, ouero infufa ne i crifteri, riftagna il corpo, dafsi à co loro anchora, che patifcono nel fegato. \7"£ramente non ritrovo io chi apertamente à i tempi noHri ne dichiari , che cofa fta la vera Rubrica Sino- ' pica de gli antichi. Ma per quanto ho potuto io conietturare ( come che affermarlo non ardifca ) non mi par , che altra cofa piu figli raffomigli , che’l uolgare>& piu uile Bolo Armeno , quello dico , che fi ci porta in certi pani JO quadrati, & che è in commune ufo per gli empiaflri coflrettiui, per riHagnare il fangue,& per gli ìmpiafiri, che fi fan- no per le rotture dell'offa . Quefla lubrica ( come ferine Giorgio Agricola diligentifiimo fcrittore de minerali ) quan- tunque anticamente fi portaffe ella folamente da Sinope città di Cappadocia , donde fi prefe il nome di Sinopica ; fi ri- trova bora nondimeno , & nelle proprie miniere fue , & in quelle anchora dell’oro , dell’argento , del rame , & del fer- ro . Il che tanto piu mi fa credere , che il Bolo Armeno volgare fia la rubrica Sinopica ,per fapere io di certo , che non poco ci fe ne porta dall’Helba ifola del mare T irrheno , cauato nelle miniere del ferro , grave , denfo , di colore di fega- to , & che meffo nell'acqua agevolmente fi diffolue : & quefio iSìeffo ha uirtù di difeccare , di ferrare , & di costringere. Et imperò non effendo quello quel vero Bolo (come eccedendocelo Iddio diremo poco qui di fotto nel capitolo della terra Lemma ) non mi par , che poffa effere altro , che la Embrica Sinopica , per vedere io , che del tutto gli corrifpoìide . Ma non mancano alcuni > che vogliono per vero affermare , che la vera Embrica Sinopica non fia altro , che il Bolo Armeno 20 Orientale ; ma per miogiudicio manifc Si amente s ingannano . Imperoche piu cofe manifefiano l’ignoranza di cofioro • Trima fi vede , che il colore nel Bolo Armeno non è di fegato , ma molto piu roffo . Oltre a ciò non ritruouo chi feriva , ■che la Rubrica Sinopica, fia untuofa, ne che tenuta in bocca fi liquefacela come ilBoturo , come fa il Boi' Armeno Orien tale. Appo ciò confiderandofi con diligenza le uirtù, di queSto ,& di quella non ritrouo veramente che Diofcoride , ne Galeno dichino, che la Rubrica Sinopica vaglia contr ai veleni, &imor fi de gli animali uelenofi , ne manco nelle febbri pesìilentiali , come fenfatamente ueggiamo ualerui il Boi’ Armeno . Imperoche quefio, come confentono tutti i Medici che l'ufano , non folamente ha uirtù di fuperare i ueleni , ma refifie non poco alla malignità delle febbri peflifere , & uedefi manifeSlamente , che meffo intero nell’ acqua non fi liquefa fe non con tempo lungo , il che non fa la Rubrica Sinopica . Sono di Sinopica ( diceva Tlinio alvi. cap. del xxx v. libro ) tre ffetie , ciò c una roffa , l’altra manco r of- fa, & la terza met^na tra quefie due. Le quali diuerfità di colore fi veggono manife fi amente nel Bolo Armeno commu- to ne: percioche di roffiffimo, di manco rofio,& di roffo fmorto riho veduto io pur affai. Il Manardo da Ferrara alla quar- ta Epifiola dell lì .lib. vuole che ne fia una Jpetie di bianca, fondandofit fopra un certo tefio Greco di Tbeopbrafto , non accorgendoli effer cofa impofiibile , che la natura poffa fare alcuna ffetie di Rubrica di colore bianco . Chiamano la la Rubrica Sinopica i Greci , M/xw eamrixù : i Latini , Riibrica Sinopica :gli Arabi , Mogar , & Magra : li Spagno- li, Alm agra. Della Rubrica fabrile. Cap. LXXI, LA Rubrica fabrile è in tutte le fue operadoni manco buona della Sinopica . L’ottima è quel- la, che li porta d'Egitt o,& da Cartilagine , in cui non li ritrouano dentro fafsi,& che è frangibi 40 le . Fafsi anchora nell Iberia occidentale , abbrufeiando l’ochra : percioche cofi diuenta el- la rubrica . Chiamarono queflit gli antichi «pirica fabrile , per effere ella in ufo à i fhbri legnaiuoli per tirare le linee con la chorda fopra i legnami , che lauorano per lefhbriche. Quefla iiffe Galeno alix. delle fatuità de femplici , & parimente nel libro degli antidoti , nafeere an ebora in Lemno,oue nafte parimente la uera terra Lemma ; maejfer peròtralaltuhrica ,& la terra Lemma molta differenza. Ma fe ella fia quella, che di tempi noflri ufano gli artefici de i legnami per tirar le linee loro , chiamata uolgarmente terra roffa , non fo io per uenta affermare , per non batterne nere cometture . La «pirica fabule chiamano i Greci , M/at.i ; i Latini , Rubrica fa- brilis : gli Mabì , non facendo differenza tra quefla & la Sinopica , la chiamano parimente Mogar & Magra : i 5 q Tedefchi , «oetel Jlein. Della terra Lemma. Cap. LXX1I. LA Terra Lemnia, laqual nafeein una cauernofa fpelonca, fi porta dalTrfola di Lemno , da un luo°o paludofo : imperoche quiuilifà elettione della buona , & mefehialì pofcia con (angue caprino . & cofi ne fanno gli habitatori trocifci , & gli figillano con una imagme di capra , & chiamatigli figillo di capra . Valebeuuta con uino quanto ogni antidoto contra i ueleni moin e- , d . tolta per auanti, che fi mangi il ueleno, lo fa uomuar fuori . gioua contralepunture , & modi d. 60 tutti gli animali uelenofi . mettefi ne gli antidoti . Sono alcuni, che 1 ufano ne ifacnficij. E oltre quello utilealladifenteda. DDDDDD j Ri- Rubrica Sino- pica, &lua dia minarioae. Errore di alcu- ni. Errore dei Ma nardo. Nomi. Rubrica fabri- le,& (ita eflam. Nomi. Terra Lenia & Tua hiftoria re- citata da Gal. Terra Lénia3& fue facilità. 1420 Difcorfidei Matthioii Ritrovo neramente da Galeno amplijjìma notitia della terra Lcnmia . Tercioche per conoscerla [erbatamen- te >& per [coprire le falfità dei truffatori , che fino a quel tempo la contra[aceuano , navigò egli due uolted pofia fino nel luogo , oue ella fi caua nell'ifiola di Lemno , il qual boggi uolgarmcnte fi chiama Staimene, come benilsimo lo dimoftra egli per lunga bifloria al 1 x. lib. delle [acuità de i [empiici, cofi dicendo. Sono ancbora altre [petic di terra , le quali hanno in fé mifiura di diuerfi corpi : & imperò bora fi ritroua in effe rena , & bora [affi : le quali fuflan^e fi [e- parano , diffondendo la terra in tanta quantità d’acqua , che batti per [aria ben diffoluere , & andar tutta in materia liquida . & come quetto è [atto , tutte le parti areno[e , & faffofe [e ne calano al fondo , & refia la terra pura di [0- pra . Vede fi quefio nella terra Lemnia , la quale chiamano ale uni rubrica Lemma , & altri figlilo Lemnio , per effergli improntato dentro il figlilo confagrato a Diana . Imperoche una facerdotejja , non ammalando , ne (acrificando al- trimenti animali ; majpargcndo in tcrraper placarla del grano , & debordo , cauadi quella tara con un certo hono- io re della patria , & portalanelia cittade: doue maceratala nell’acqua, & fattone luto intorbidatala prima ualorofa- mcnte,& lafciatalapofcia per un certo {patio di tempo dare al fondo , ne caua fuori tutta l’acqua, che ui nuota [opra , & toglie tutto il luto , cheui ritroua fiotto , Inficiando però { tare quel fondaccio faffofo , & arenofo , come co- fa inutile, & da niente . Oltre à ciò difecca poficia quefio luto , fino che fi faccia filmile di confi ften\a alla cera:& cofi fattone pìcciole formelle, le fogna poficia con il [acro figlilo di Diana . Il che fatto , le ripone di nuouo à pec- care all’ombra ,fino che fi difecchi tutta l’humidità, che ui refia , & facciafi noto à tutti i medici effer quetto quel figil- lo , che fi chiama Lemnio . Cofi chiamano alcuni quefta terra , per efferle impreffo dentro cotal figillo , come che ancbo- ra molti altri la chiamano rubrica Lemnia per il colore roffo . Ma è però differente la rubrica Lemnia dalla terra Le- mnia : imperoche toccandofi la terra , non imbratta le mani , come fa la rubrica . Pitrouafì quefia terra fidamente in Lemno in un colle tutto roffo di colore :& in quefio tal colle non nafeono ne alberi , ne [afii, ne piante . Enne 20 di tre [orti : la prima è quella chiamata terra [aera, la quale non può toccare altri, che quella [ola Jacerdoteffa : la feconda è quella , che neramente fi può chiamare rubrica , la quale ufano Jfieffo i fabri de i legnami ; la terrea, per effe- re molto atterfiua , l’ufano coloro , che cauano le macchie delle ueftimenta , & delle lenzuola , doue gli piace . Ma ha- uendo io già letto in Diojcoride ,& parimente in altri auttori , chela terra Lemnia simpafi aita con [angue di becco , & che del luto , che fi faceua di quefia mifiura , faceua la [acerdoteffa , & formaua poficia i figilli chiamati i Lemnij, defideraua grandemente di uedere il modo fi imp a farla , & la quantità della commifitionc . Et imperò come non mi era rincrefciuto nauigare in Cipro , per uedere & i metalli , & i materiali metallici , che ui fi ritrouano : & cofi ancbora an- dare nella Soria chiamata Caua, & parte di Talefiina, per uedere il bitume, & molte altre cofe ; cofi parimente non mi rincrebbe nauigare in Lemno , per uedere quanta quantità di [angue fi metteffe in tal tèrra . Et imperò ritornan- do io à I{pma per terra per Thracia,& Macedonia, nauigai primieramente da T roia Mleffandrina nell'ifiola di Lemno : j o percioche ui ritrouai una naue , che andana di lungo à Theffalonica . Et cofi feci patto , & conuenni con il mulattie- re , che doueffe per il paffaggio armare all’ijola di Lemno . Il che fece neramente egli , ma non però arriuò à quel- la città , che bifognaua . Mccafcò quefio ,per non fapere io , che fuffero nell’ifiola di Lemno due città : ma mi credeva, che come Samo , Cbio , Co , vlndro ,Teno ,& quafi tutte le altre ifiole del mare Egeo , hanno folamente una città per una, nominata dal nome di tutta l'ifola ; cofi ancbora fuffe nell'ifiola di Lemno , ciò è , che uifuffe una città [ola , chia- mata Lemno . Ma effondo quiui [montato di naue, intefi , che quella città fi chiamaua Mirina & che non era nella re- gione di quella città ne il tempio di Thilotteto , ne manco il monte [acro di Kfettuno , ma nel territorio d’una altra cit- tà, chiamata Hepbefiia : & che tal città non era propinqua à quetta Mirina . Et cofi uedendo , cbe’l nauattiere non mi poteua affettare , differì j à uedere quefia Hepbefiia , quando ritornai da poma in Mfia . il che feci dipoi fecondo che iohaueua propofio . Tercioche offendo io andato d' Italia in Macedonia, & hauendolagià trap affata tutta per terra, & cofi effendomene finalmente uenuto à Thilippa , la quale è uicina , & propinqua àTbracia , mene fi cefi di quindi ucr- fo il mare, il quale era difeofio di là cento uentifiadij : & primieramente trapaffaiThafio difico fio da dugento ttadij : & di quindi in Lemno , che è piu atlanti [ettccento , & altrettanto viaggio : & poi da Lemno à T roia Meffandrina . il maggio del nauigare , & parimente la quantità de gli fiadfi , ho io qui uer amente fcritto à pofia , accioche [e qual- ch'unoaltro fi ritrouaffe , chehaueffe quel de fiderio me defimo ,chehohauutoio d'andare in Hepbettia ,poffa ,cono-- [cendo il fuo [ito , determinare ficur amente la fi ua nauigatione . In tutta l'ifola di Lemno adunque riguarda /’ oriente tìepheftia , & l'occidente Mirina . Et imperò crederci io che’l poeta prendeffe l’occafìone della fauola , quando [c rif- fe , che Vulcano , il qual chiamano i Greci Hephetto , cafcò nell’ifiola di Lemno , per la natura di quel colle ; percioche nell’apparenza è filmile à un monte abbruciato , non folamente nel colore , ma ancbora perche nonui nafeefopra co- fa alcuna . In quefio colle adunque nel tempo , che io mi ui ritrouai , uenne pure un giorno fuori la [acerdoteffa ,& cofi hauendo prima fparfo in terra una certa quantità d’orTp , & di grano , .& [atte alcune altre cerimonie , fecon- do il cottume di quella patria , empì finalmente tutto un carro di quella terra . Et battendola cofi condotta nella cit- tà , ne prepar aua fuori nel modo già detto , quelli tanto per fama de gli huomini celebrati figilli Lemnij . Tarue - mi all' bora d'addimandare ,fe fi ritrouafie,che alcuno haueffe lafciato memoria, che per auanti s'impaftaffe quetta t er- ra con [angue dibecco . Il che udendo cottoro ,[ubito cominciarono fortemente à ridere ,& non folamente i uolgari, ma ancbora molti altri huomini non pure nell' bifiórie della patria loro ; maetiandio nelle aliene dottiffmi . Oltre a que- fio hebbi quiui un libro flato anticamente fcritto da uno di quella patria , doue fi conteneuano tutte le uirtù , & pari- mente l'ufo della terra Lemnia . Et però non mi rincrebbe di farne effierien\a : la onde ne riportai meco uentimilia figilli. Ma colui, che mi donò il libro, il quale era uno dei principali , ufi 'aua quetto medicamento in molte cofe: cioè all’ ulcere uecchie ,& à quelle che malagevolmente fi confondano : al morfo delle uipere, & d’ ogni altra fiera . Confi- gliaua coflui , che ne i medicamenti uelenofi non fi doueffe dare auanti , ma dapoi . Et afiermaua hauere iffer 'mcntato, che quel medicamento, che per entrami le bacche del ginepro ,fi chiama Diaginepro, nel quale fi metteva dentro la ter- ra Nel quinto lib. diDiofcoride. 1 42 1 ra Lemnia , prouocaua il uomito , quantunque fi togliere egli dapoi che il uelcnogiàfuffe attaccato allo Jlomaco . Il che habhiamopofcia ijperimentato anchoranoi in alcuni , che haueuano foretto d’ batter mangiato il lepre marino, &le can- tarelle : imper oche fubito che hebbero beuuto il medicamento compojìo con la terra Lemnia, uomitarono fubito ogni co- fa , di modo che non lor uenne dipoi alcuno accidente di quelli, chefogliono feguitare a tali ueleni , quantunque fuJ[ero congiunti quejìi mortiferi^ medicamenti infieme . Ma [e quel medicamento , che fifa con frutti di ginepro ,& di terra Le- mma, habbia quefte uirtu medefime cotra i ueleni mortiferi , io uer amente noi fo.Ma quello Hephettiano l'ajfermaua per cofa certa , di modo che diceua fanarfi coloro , che f afferò flati morfl dal canrabbiofo , fe l'haueffero beuuto con uino in- acquato ,&l haueffero applicato di fuori in fu l morfo con fortiffimo aceto . Et che ciò faceua egli parimente nel morfo > & nelle punture di tutti gli altri animali uelenofì ,mettendouifi folamente [opra con fiondi d’ herbe , la cui facilità è di 1 0 refi fiere alle putr e fkttioni.Et primamente lodaua lo fioràio, & pofcia la centaurea minore , & dipoi il marrobio . Gioita ( come noi habbiamo ijperimentato ) all ulcere maligne ,& malageuoli da faldare mirabilmente : & ufafi fecondo che ricerca la grande %ga della malignità , che ui fi ritroua . Imperoche doue l' ulcere fieno purulenti , rila fate , fordide , & violli, in tal caf ìfì ricerca , che la terra Lemnia fi rifolua confortiflimo aceto , & pofcia ui fi metta f opra . Oltre à que- llo la terr a Lemnia difoluta nell aceto , b nel uino , ò nell acqua , ò nell oximele , ò nell'oxicrato , onero nel melicrato , diuenta falutifero medicamento per confolidare le ferite fiefebe, & flmilmente le uecchie , contumaci , & malageuoli da confolidare . il che fa parimente ogni altra terra medie amentoft . Queflo tutto della terra Lemnia dife Galeno . La Qìla! [* tenoa onde fi può ageuolmente conietturare , che la terra fìgillata,che fi ciporta à i tempi noflri per elettifima, improntata con Lemnia. ™ quel figlilo Turchefco, non è la uer a , & femplice terra Lemnia .percioche ( come per l'hifloria recitata da Galeno fi ue- de ) èia terra Lemnia rubiconda molto , & la terra flgillata de i tempi noflri è di colore incarnato . Il che arguifee ma- io nifefìamente , eh ella fìa contrafatta con altraterra . Et imperò parmi di dir e infieme con molti altri buoni aut bori dei tempi noflri , che la terra Lemnia pura , & [incera non fa altro , chel bolo Armeno, il qual chiamano gli fpctiali Orien- tale : imperoche ho io per certo, che queflo talbolo non fi ci porti £ Armenia , oue il nero , & f incero bolo fi ritroua , ma dall’ fola di Lemno , chiamata ài tempi noflri Staimene ,da quello iflefo monte , che commemora Galeno . Et imperò non fi penfi alcuno , che queflo fìa il uero bolo Armeno : percioche , oltre al! e fere io chiaro , che non fi ci porta d'Arme- nia , dico , che luero bolo Armeno è nel fuo colore pallido , come l’ oebra ,&nonrofo .Del che fa fede Galeno al IX. delle [acuità de i [empiici , al capitolo della terra Samia , cofì dicendo . Oltre à queflo , mentre che ha durato quefla cru- dcliflima , &grauifima pefìe , mè (lata portata una terra d'Armenia , di quella parte ciò è , che confina con Cappado- cia , molto difeccatiua , & di pallido colore , chiamata da colui, che mela donò , pietra, & non terra. Quefla fi disfa ageuolì fintamente, come fa proprio la calcina . Et cofì come in quefla non fi ritroua alcuna parte arenofa, cofì parimcn- j a te non fe ne ritroua ncll'Armenica . il che fa manifefla fede , che altra cofa fìa il bolo Armeno , che queflo , che fi otto tale ombra fi ci porta . Ma ritornando alla terra Lemnia , per quanto ho poJJ'uto intendere per lettere del Dottor Ste- fano Albacario , il quale fu mandato in Lemno à pofla di Conflantinopoli dal Signor Augerio de Busbepe CefareoAm- bafeiadore ; il luogo oue hoggi fi ritroua & fi caua la terra Lemnia non ha uenma [ornigli an\a , ne comfrondcnga con la hifioria che ne deferiue Galeno . Imperoche il Dottore Albacario fu detto , il quale fu in ogni parte eli quell' lfola , feri- j| juogo oue ue al predetto Signor Augerio , che apofla mio mandò , una lettera di queflo tenore . I Greci che h abitano quefla ifola taua la rena dicono che non ui fi ritroua la terra Lemnia in altro luogo , che in quello oue al prefente fi caua ,ns mai hauer int ef 1 , che _ nei fecolipafati fi fìa cauata altroue , ne manco ritrouarfì ucruno del paefe che babbi ferino altrimenti . Ma non ■ pero teda quello on mipoffo ridar' d credere che al tempo di Galeno fi cauajfe la terra Lemnia in queflo luogo, auucnga che la deferinione del òqja riporto colle fatta da Galeno , dal quale ci riportò la terra Lemnia in Italia , non cornfhonde punto al colle, onero luogo, oue bo- ra fi caua . Imperoche Galeno fcriue che quel code era tutto raffio come fef affi fiato abbruciato, & che non ui nafte al- Tenorc delu beco, ne pietra, ne pianta di forte uemna, & che altronon mè che terra Lemnia. Ma in queflo oue fi catta bora fi uede lettera del Dot tutto il contrario . Imperoche particolarmente in quei luoghi , oue fono le caue , iti fono fa[[ì cofi graffi che fe ue fanno le j°^raobai]a”e° macine de i molini . Il colle poi non è punto fintile à un altro che fuffe Slato abbruciato , ne ui.fi uede fogno uemno di ra LeBmia. rojfo colore . Immo che è tutto fenile , di piante, & di alberi , & ejfendo diligentemente colmato da gli habitat ori, gli rende non poca copia di grano, & di legumi, & fpctialmcntc di f agutoli, Ufiguardail monte l Oriente , il cui fitto è apprej- Differenza del fio d’ima uilla da loro chiamata pepondi, ma la terra Lemnia fi caua nella cima del monte, doue fi dilata in pianura . Qui - ^ufhoggU» ' ui fono tre caue , due delle quali , doue per il paffuto fu cauata la terra Lemnia già fono rubiate , & del tutto ripiene. tetra LÈra„ia Ma la ter^a fatta à modo d'un poz&o , oue bora fi catta , rimira uerfofettentrionc . M piede del monte efeono tre fonta- da_ ^ ne limpidifiime , due delle quali le minori , feorgono uerfo Settentrione, & la terga di tutte la maggiore , [correndo uer- tempo 'di Gal. fio merp dì ,fe ne m ad irrigare un giardino indi non molto lontano . In quella parte è una picchia, & antica chiefafen- 5 jjt tetto , & in piu luoghir uinata, la quale chiamano Satira, doue quclproprio giorno, che fi caua la terra Lemnia uicr.c il sito & fertili- facerdote principale della terra con due Caloiri , & quiui celebrano la fella iella Tramfiguranone di Giefu Chrifio no - “ e'f““ ftro Signore cantando ì lor Salmi in la loro lingua Greca . Ma ciò non fanno per fuperfiitione alcuna , che fi debbi offer- lt cane jeiu UU re aitanti che fi catti la terra , ma perche quel giorno fi debbo celebrare la fella della Transfiguratione dì Giefu Cliri - tetta Lemnia. fio , à cui quel ueccbio tempio è dedicato. Tiu oltre è da fapere , che la terra , che ui fi caua per la piu parte è bianca , o rofiiccia , quantunque (fe ben rare mite ) ui fe ne ritraiti di ruffa , & di gialla del tutto filmile al Bolo Armeno del no - firo ufojfe ben dice Galeno che la terra Lemma è cofi compiutamente roffa , che non è punto differente dalla Rubrica , la quale Rgibrica ufata da imaeSln de i legnami , & altri per tirarle linee ne i Ultori loro fi caua parimente in alcuni luoghi di quella ifola . Ma queHo non può effere la terra Lemnia , perche toccandoli fubito imbratta le mani di rojfo . il che non fa la terra Lemnia, come laiue Galeno. Tutte quefte cofe adunque me inducono à credere ò che fi cauaffe la terra Lemma al tempo di Galeno d’un altro colle , il quale in tanta lunghetta di tempo fi fia minato ò per tremoti ,o per moniatmi di acque .come Pappiamo effer intrattenuto anchora altroue , oueramente , che quel colle ha mutato forma , # co- ra Lemnia a mc ^ ^auata fi traporta hi alcuni facchi appiè chati in alto fin che tutta l'acqua fi coli . Ciò fatto fi caua fuor e , # dime- nali con le mani come unapafia 3 & finalmente fi formano pallone maggiori 3 & minori 3 # fegnanfi con il Sigillo Impe- riale . Lafcianla dipoi feccare3& mandanla tutta figillata con il medefimo figillo in Confiantinopoli al gran Turco. Que- fia terra nell'lfola per denari non fi truoua da comprare , per che non fi lafcia in mano 3 ne in arbitrio di ueruno ,# ff bene fi concede al gommatore delf l fola che fe ne poffi ferbare qualche poca della Sigillata,#- parimente à qualcun al- tro de i primati , nondimeno ne è chi di cofioro ardifea di uenderla , & però la donano à quefio , & à quell' altro amico 3 i o # cofi fa colui che la laua , à cui per priuilegio fene dona un fiocchetto .Ma quefla non ft fegna con il figillo del Tr in- cip e. Qpefto tutto fcriue il Dottore A lbacario3ll che lafcio tutto in la confideratione degli [ìudiofì di Medicina . Ben di- rò che non mancano truffatori che contrafanno quefia terra , & la uendonopcr buona . Io ne ho alcuni pe^xi ufeitì della ffetiaria de Ifufian BaffiàJ quali mi feruo come per un theforo, tra i quali ue ne fono di bianchi , diroffi, & d'incarnati , & fe bene fon diuerfi di colori 3 non per quefio li tengo per fofifiicati , pofeia che il fu detto Dottore Albacario mi fa fede, che nella caua fi ritruoua di tutti quefii colori.Ma pofeia che del Bolo Armeno habbiamo qui di fopra fatto metione non mi par di tralafciare di dirne tutto quello che ne fcriffe Galeno al luogo predetto 3 cofi dicendo. Vale la terra Armenia primamente alla difenteria 3 & altri flufii del corpo , àgli fiuti del J àngue , à i catarri, & all' ulcere putride della bocca. Gioua mar auigliof amente à coloro , à i quali diffondono dal capo fluffì in fu l petto : & imperò gioua grandemente à co- loro, che per tal caufia malageuolmente r efpirano . Conferiffe àithifici: percicohc dificca l' ulcere loro , di modo che non gli lafcia tofìire , fe non fanno qualche difordine nel uitto , oucro che l’aere , che ne circonda , non permuti la tempe- ratura . Et però mi party che come ho ueduto nelle fift ole del fidere , non folamente delle altre parti del corpo, ffn-qa met- terui dentro altro collirio , il quale habbia poteftà di leuarne uia il callo,# la putredine , e fiere fiate con quefio di- fcccatiuo medicamento folamente ferrate , # faldate ; cofiancbora poffa mteruenirc nell ulcere del polmone : & muf- firne uedendofi , che i medicamenti difeccatiui gligiouano -, intendendoli dell’ ulcere però mediocri , # non grandi . Et imperò fi fono ueduti alcuni , che hanno patite tali ulcere , che del tutto fi fono ri fanati . di modo che alcuni , i quali per curarfi di tale infirmità erano andati da l\oma in Libia , # credendoli finalmente d' effer liberi , per effer fiati alcuni an- ni ffìiT^a ffntire tal nocumento, per non hauere ufiato il debito reggimento 3 di nuouo ricaffarono in tale infirmità di pol- mone ;fur ono finalmente curati con il bolo Armeno : & molto piu prefio anchorafifono curati coloro , che fianno ìnBo ma , # che patiffono firettura di fiato . Oltre à quefio tutti coloro , che in quefia grandifiimapefie , la quale non è Ha- ta putito diffmile da quella, che fu commemorata da Thucidide , hebbero di quefio medicamento , prefio furono libera- ti .# tutti coloro, à cui non uolfe gioirne , fubito morirono : per cioche altrononlorpuotegiouare.il perche fi può dire , che non giouò à coloro , che morirono, per effer fiati uer amente incurabili . Beuefi con nino bianco , fiottile , # alquanto inacquato ,doue però fiamma, ò pochifiima febbre : ma altrimenti con uino molto inacquato. Ma nelle febbri peftilentiali non fi f :nte molto gran caldo. Quefio tutto del bolo Armeno diffe Galeno: quantunque à i nofiri tem- pi non fi porti in Italia . Ma hauendomi il bolo Armeno , # la terra Lemnia , per effer cofe molto appropriate contra Pietra Beza - tutti i ueleni , ridotto à memoria la pietra Eezahar tanto celebrata dagli Arabi, ne dirò qui ( non effondo fiata r ta’sif11* taf° conoficiuta da Diofforide, ne dagli altri Greci ) per uniuerfal beneficio di tutti,quanto n ho ritrouato fritto dagli Ara 5 bi. Et però dico , che quella è antidoto infallibile per fua ffetial uirtù contra tutti , i ueleni , che fi ritr ottano al mon- do : imperoche gli fupera , #gli uince tanto tolto per bocca , quantoportata addofioin luogo , che tocchi la carne nel- la finiflra parte del corpo . Bftrouanffne di gialle ,dipolucroJe ,#di quelle , che partecipano diuerde , & di bianco . L' elettiffima è la gialla , & dopo effa la poluerofa . Ma è però ben da auertire di non ingannarfi : per cioche molte uolte uendono i truffatori alcune pietre , che molto fegli raffomigliano , di niun ualore . Lofflla neramente molto Bafis •> Per hauerne egli ueduto gli effetti, cofi dicendo . La pietra chiamata Be-qahar è tenera , di color giallo , fen\a fiaporc alcu- no Aa cui proprietà è di fuperare i ueleni : # io ne ho ueduto l'i(perien7ya due uolte contrai napello . Era quefia di color citrino biancheggiante , come di uino , liffia , # fflendente , come un lume . Il perche poffo fare io uero tefiimonio d’ha - uer ueduto due uolte di quefia pietra molto piu fu fidente ifp orienta , che d’ogni altra femplice qual fi uoglia medicina : immo molto piu , che mai non ho ueduto di tintigli antidoti , # di tutte le theriache . Diceua oltre à ciò un altro grande Arabico .lobo ueduto lapictra Bcqahar d’Almirama cifiode del tempo di Dio : il quale per hauerla , dette in contra- cambio un palazzo nella città di Corduba , nel principio della guerra . Quefla adunque è di tanta uirtù , che data à bere al peff di dodici grani ne i morfì de i ferpentipiu uelenofi , ouer amente polueri^ata fopra alla morfina , libera ficura- mente dalla morte , cacciando con impeto il uelcnofuor del corpo tutto per fudore : # il medefimo opera anchora , quan- do te- 40 5° 60 Nel quinto lib. diDiofcoride. 1423 nendojì m bocca, fi picchia alquanto di tempo .Ma in uero malageuol cofa,flando le cofe predette, credo chefìa à ritto- Maria tura. Scnuono alcuni altri gmerarfi ma altra V Ism, fìntile in tutte le fueuirtùallu pietra Berabar, ne gli occhi de i cernì , & congelaruifi di lagrime . dicendo , che nelle parti orientali, quando hanno i terni mangiato i ferpenti per nngiouenirfì , udendo [operare Inforca del ueleno ,fì mettono per alcun tempo fott’ acqua nelle fiumare fi- no alla teSia : doue Bando m quello modo ,lor lagrima fuor porgli occhiuti ceno uifcofo humore , il quale finalmente ficongela inpietra, filmile di forma quafi ad unaghianda. Quefla neU'ufcire i cerili fuor dei fiumi , fi /picca ( come di- cono) pcrfcfìeffa , & cafca m terra : oue uiene pofeia rittouata da coloro , che riattendono . Il che fi fimola fia , oue- rumente hifloria , coloro lo determinino , che piu di me fon periti nelle cofe naturali . Ma delle miracolofe , & Stupende iiirtii della pietra Begahar contra ì mortiferi «eleni, & f penalmente coatta il crudelifìimo napello ne habbiamo dijfu- 1 0 [amento detto di [opra nel difeorfo dì ejfo Tsfapello,referendo tutto quello che ri habbiamo fatatamente ueduto. Chia- mano i Greci la terra Lemma , An/avia. yà,& A nima.[ith$oe, & trpayii: i Latini , Levmia terra, Lemnium figìUum , & Le- mma rubrica ; gli Mrabi, Teri machtim , & Thim machtum .-gli Spagnoli, Tierrafellada . Del Chalcantho, ouero Atramente) Tutorio. Cap. LXXIII. LO Atramente, furono è generalmente un folo, tenero, & condenfato : ma in fpetie è di tre for ti. Vno ciò è, che li congela in certe cauerne d'humori, che gocciolando ui colano : & imperò da coloro, che in Cipro fanno i metalli, e chiamato Ilillatitio. Peteefio lo chiama pinario, & altri ftaladico . Il fecondo nafee femplicemente nelle fpelonche , il qual poi tramutato in certe foflè ca- 20 uate in terra, ui fi condenfa dentro : & quello è chiamato propriamente condenfato. Il terzo è chia- mano codile, & quello fi fuol lare in Hifpagna: ma è inutile, & di poco ualore . Il modo di farlo è coli . Infondonlo coloro, che lo fanno, nell acqua, & lo cuocono , & pofeia lo mettono in certe lor lagune . doue lanciandolo per ifpatio d’alquanti giorni, ui fi congela feparatamente in diuerfe for- me, Amili à i dadi , le quali fi congelano infìeme in forma di racemi . L’ottimo fi crede dière il ceru- leo, graue, ben congelato, trafparente, come è quello, che chiamano ftillatitio,& altri lonchoto. Il fecondo in bontà è il congelato. Il codile per fare tinture, & nigrimenti,è ueramente piu atto di tutti gli altri : come che 1 Sperimento ne dimoflri elfere eglinellemedicine manco ualorofo . E co- ftrettiuo, calefattiuo, & ulceratiuo . Beuuto al pefo d’una dramma, ouero inghiottito con mele,cac eia fuor del corpo i uermini larghi : prouoca il uomito . Beuuto con acqua , gioua à coloro , che ha- j0 ueflèro mangiati i funghi malefichi . La lana bagnata in quello, che di già è diflòluto nell'acqua, meflà fu per il nafo , purga la tefta . Abbruciali come diremo qui di fotto , quando parlaremo del chalciti . 40 5° 60 Chiamasi il Chalcantho uolgavmente Vetriolo . Troitafene in Italia di due forti: uno ciò è fatto dalla na- tura , chiamato Copparofa , affai piu forte, di uario colore; auuenga che di criftallino , di color dìfaphiro , & di fmiraldo fe ne ritruoui in Germania . & l'altro fatto per arte . Qitefloèpiu forte , '& manco forte , fecondo le miniere , &i luoghi doue nafte . Ma neramente fi tiene , àtei Romano ( quantunque f, lapin f morto di colore ) fia tra tutte le fpe- tie dell'artificiale il piu ualorofo . Tiene appreffo à quello il fecondo luogo il Ciprioto limato però piu che tutti da gli antichi . ìmperoche'l Tcdefco, quantunque per effer di hellifìimo colore ceruleo , habbìapiu apparenza all'occhio ; non- dimeno in ogni fila operaiioné , ò fia per fare acqua forte , ò fia per tintura di panni , fi ritrotta effer fatatamente affai manco ualorofo : onde molti fi fono ingannati , ucdcndolo all'occhio cofi trafparente & bello. Ma è però da fapere, che’l Vetriolo è una fijìan^tt minerale , che ha affai fmilitudine con quella deUalume. E mordente al guSlo , afpro ,pttngi- tiuo , & coHrettiuo : & imperò pare à molti , che contenga in fe proprietà di folfo , di ferro, & di rame,opcratione d'a- lume , acutc?p;a di fai nitro , & liceità difale . Le caue della fua miniera, come fon quelle di Mafia città nella noflra maremma di Siena , & d’altri luoghi del nofiro contado ,fon fempre quafi per la maggior parte in luoghi ftltiatichi in alcune Halli . La fua miniera è piu prefio terra , che pietra , di colore bertino fi morto , con alcune macchie gialle , come ruggine di ferro , & alcune uerdi /fintili al iter de rame . Efihala da tal miniera quando è fiotto terra , tmfetidifsimo, &■ acutifiimo itapore , quafi fìntile à quello del folfo . & imperò fi catta la fua miniera à caua aperta : perciochefe fi dotte jfe canate nelle fpelonche fottcrranec , cerne fi cauano i metalli, gli artefici fi fofocarcbbono dal fuotanto acuto , diofouapore. Cauafì adunque quefla terra, & fiffene [opra ma aia un monte grande , che fi difende in lungo , & cofi fi lafcia per cinque , ouer fei mefì à macerarfi alla pioggia , alla rugiada , & al fole : uoltafiperò qualche uolta con le trippe , accioche meglio fi maceri la miniera . Ma pafiato il detto tempo , uififitbricafopra una capanna , & coprcfi talmente, che piu non uipoffapiouere:& cofi fi lafcia flave altrettanto tempo . Hafii dipoi un luogo , doue fia commo- dità d’acqua , nel qual fifhbrica al coperto un bagno lungo uenti ouero uenticinque braccia , largo dieci ,0 iter dodici,& alto quattro . Et quefio tal bagno s empie alquanto piu di merp dipuriflima acqua ,& pofeia utfigitta dentro àpocoà poco tanta quantità di quella miniera preparata , che pare àgli artefici , che fia ballante : & cofi fi mefcola molto bene infìeme , & pofeia fi lafcia tanto ripofare , che le parti terreflri uadano al fondo , & che l'acqua diuenti ben chiara : & cofi pofeia fi Sturano certi pertugi , i quali fono daU’una banda del bagno, alti però quattro dita [opra alla feccia . & co- fi fi fa p affare tutta quella lifeia , ouero acqua chiara , carica difoSìan^a dì Vetriolo , in una conferita fatta àpofladal- l’una delle bande del bagno, & di quefla fifa il Vetriolo. Trendonla adunque coloro , che ne fanno l'arte, & metti nla in cene caldaie di piombo ( imperoche ninno altro metallo uifipuo mantenere ) murate [opra certi fornelli : & cofi la fan- no bollire fino à un certo termine , & pofeia per ogni caldaia metton dentro ima cena quantità di ferro , ouero di rame , D D D D D D 4 quando Pietra genera- ta ne gli occhi de cerui. Nomi- Chalcantho , Petriolo,& fua cllaui. Modo di fare il Vetriolojtno derno. Chalcantho,& fua hiftoria re- cicau da Gal. Errore delBra fauola. 1424. Dilcorfi del Matthioli quando lo uoglionfare di colore , & di bontà dì 'tutta eccellenza , i quali metalli del tutto tifi diffoluono : & fanno coft bollire ,fino che toltone il faggio, conof cono , che fia cotta à baflan\a . Et cofi all' bora le tolgono il fuoco , &. lafcianla alquanto ripofare nella caldaia, acetiche cauandonclatroppo prefio , il piombo non fi lequefaceffe per lo calor del for- nello . La tramutano poi ò in tine , òin caffè , ò in altri uafi di legno , douefì congela , come fa anchoral' àlume di roca : & quella , che non fi congela , la ritornanonel primo bagno , & la ricuocono . Ma altrimenti era L’artificio di quello , che anticamente fifaceua in Cipro , di cui fcriue l’hifioria Galeno al ix. delle f acuità de i femplici , cofi dicendo . H 0 neramente ueduto io trafmutarfi il Cbalcantbo in quello , che fi chiama chalciti. Tortai già io di Cipro di chalcantho grandiftima quantità , & quello , che mi auan\ò da poi uenti ami ,fì conuertl tutto in chalciti , quantunque dentro nel raevpfuffe anchora chalcantho . Et imperò lo feruo anchora appreffo di me fino à quefio prefente giorno , per uedere , che con proceffo di molti anni fi trasformi tutto in chalciti , come fi permuta anchora il chalciti in mifi. Oltre à quefio non 1 0 è poco da mar auigliarfi , come fia in quefio medicamento una mifiura d’una calidità grande, con ma ualorofiflima /acui- tà cofirettiua . il perche è manifefio , che può egli piu , che ogni altra co fa conferuare le carili h umide : per etiche con la calidità rifolue egli l'humidità loro , & con la uirtu cofirettiua ritira , & ferra la fu fianca loro : con la quale operatione /freme anchor fuori alquanto dell’ humidità predetta . Coftrigne , difecca , & ritira in fe tutta la fu fianca della carne. Il modo di ricorre , & di fare quefio medicamento , uidi io fatatamente in Cipro , al tempo che mi ui ritrouai . Era in quel luogo una gran cafa , ma baffa , di rincontro all' entrata della miniera , & nel monte , che fi conteneua con la cafa , appreffo alla facciata finifira , & defira à chi entraua dentro , era canata una /pelone a tanto larga , quanto toccandofi ui poteffero fi are tre huomini , & tanto alta , che ogni grande huomo ui potefie caminar diritto . TSfon era il camino di quefia caua piano , ma andana del continuo fcendendo , & in molti luoghi fi ritrouaua rouinato . Et quafi nel fuo fine in dentro uno fladio , era un lago d'acqua uerde , &groffa di fu fianca , al toccare tepida . Et nel primo f '.cadere della e a- 2 9 ua fi fentiua un calore filmile à quello , che fi fente nelle prime flange de i bagni . Difilla gocciolando l’acqua da diuerfi pertugi di quel colle , di modo che ogni uentiquattro bore fe ne ricolgono quafi otto amphore Romane . Quefia acqua portauanopofeia alcuni forcati in cathena nella cafa di fuori auanti all'entrata della caua , mettendola in certe pifeine quadrate fatte à pofta , nelle quali fia pochi giorni fi congelaua , & diuentaua chalcantho . Tareuami che giu al fine della cauerna , doue fi ricoglieua quefia acqua tepida ,foffe una aria fojfocatiua , & malagcuole da tolerare , d' odore uer amente di chalciti , & di uer derame : & quefte medefime qualità dimofiraua parimente l'acqua nelgufìarla. Il per- che fiauano ignudi la dentro tutti quelli forcati , & portauano uia quelle amphore con gran prc fletta : imperoche non poteuano fopportare di flarui troppo fermi : & imperò andauano , & ritornauano con molta fetta . Erano accefe nel- la caua per mediocri interualli le lucerne , le quali non ui dur aliano troppo lungo tempo : percioche preflifiimamentefi fpegneuano . Et fecondo che quiui intefi , era quefia (pelonca fiata cofi cattata col tempo di molti anni da loro , i qua - li mi diceuano in quefia forma . Quefia acqua , che tu uedi cofi uerde , che diftilla da quefio moriteti quefio lago, ogni giorno ua mancando . Et imperò quando quafi piu non ne uiene ,fubito i forcati cambiano cauandopiu auanti nel mon- te : & interuiene qualche uolta , che quello , che cauano , lor mina addoffo , & animatagli tutti inficine , & cofi ferra la mina tutta la uia . Il che quando accade , cofiringe , che fi faccia una altra uia ,fino che s’arriui , oue diflilla l'acqua. Et quefio è quanto del Chalcantho poffo per uifia narrare . Ma ricordatati , che io ho detto, che dalla parte finifira del- l’entrata uidi la miniera del fori , del chalciti , & del mifi . acetiche fi poffa confiderai, che l'acqua, che piouefopra quel monte , bagna , & laua tutta quella terra , di cui ffiontaneamente , & naturalmente fifa il fori , il mifi , il chalciti : & artificialmente nelle fornaci il rame, la cadmia , la pompholige , lo /podio , el diphrige . Quefio tutto del Cetriolo , ò uogliamo pur dire Chalcantho ,fcriffe Galeno. Ter la cui dottrina fi può ageuolmente conietturare , che quell’acqua uer- de , che continuamente difiillaua in quella cauerna , non era altro , che acqua di pioggia . La quale penetrando ,&tra- pelando per le porofità di quel monte , il qual doueua ragione uolment e per li molti uapori delle miniere,, che conteneua in fe , effer molto raro , &porofo , lauau a p affando , &portaua feco tutte le parti piu fonili del chalciti , del mifi , & del fori , & parimente della miniera del rame : & in unomedefimo tempo fiiceua quefio effetto , &fi cuoceua nelle uifeere di quel monte con il caldo de i uapori folforei , bituminofi , & metallici , che ui circulauano dentro : di modo che quando difìillando cadetta in quel lago , era cofi cotta , come quella , che à i tempi nofiri fi cuoce nelle caldaie . Et però fi con- denfaua pofeiain quelle pifeine fatte à pofia in quella cafa fuori della cauerna , fen\a altrimenti cuocerla . T{e era bifogno per farla congelare , metterti dentro à diffolucre ferro , ouer amente rame , come fi fa nel far quello de i tempi nofiri: percioche paffando per la miniera del rame,fe ne portaua feco buona pontine : comefaceua di ciò fermo argumen to il color uerde , che riteneua in lei . Et imperò diremo , chel Chalcantho di Cipro era una materia congelata, nella qua- lefi conteneuano le parti piu fottili del Chalciti, del mifi , del fori ,& del rame . Et quefio dimofir a apertamente G a- ^ leno , quando dice : Ma ricordar ati , che io ho detto, che dalla parte finifira dell’ entrata uidi la miniera del fori , del chalciti, & del mifi. acetiche fi poffa con fiderare , che l'acqua, che piouefopr a quel monte , bagna, & laua tutta quella terra , di cui /fontane amente , & naturalmente fi fa il fori , il mifi , il chalciti : & artificialmente nelle fornaci il rame, la cadmia, la pompholige , lo ff odio , è 'l diphrige . Quefio medefimo ho anchor io notato in alcune cane di Vetriolo nel territorio di Trento , doue fo per co fa certa che fi ritrouano copiofi il chalciti , il mifi, & il fori . M che non hauendo auuerten\a il Brafauola , huomo però de nofiri tempi dottiffimo , mentre che mot tuffar Galeno di po- ca auuerten\a , taffa apertamente fe fleffo di manifefta ignoranrxa . T eretiche effaminando egli quel paffo di Galeno, doue recita,che quel fuo chalcantho portato di Cipro inuecchiandofi diuentò chalciti , dice , che fa il medefimo anchora il noflro Vetriolo ima che diffoluendofi nell' acqua ,& ricongelando fi , ritorna medefimamente in Vetriolo ;& impero non effere egli uer 0 chalciti : & che quefio non auertì Galeno . Igei che fi conofce , che mal confideraffe ,& peggio in- ^ tendeffe quello , che uoleua dire Galeno , quando diceua , che l'acqua , di cui fi fa il chalcantho , lauaua la terra , di cui fi fa il chalciti , il mifi,e’l fori . Imperoche non uoleua dire altro Galeno , fe non che l chalcantho era calcitili diffoluto J dall’ac- Nel quinto lib.diDiofcorìde. r . *, p® jj w"'' l'Ut** yu uu/nut;iv;icr parimente la lov~. paro fa preparata , ciò e diffoluta nell acqua rofada , colata , ^ ricondenfata tre , ò quattro mite , per /a rfe , per fa nomare tutti 1 uelem mortiferi . Baffi con grandiffimogiouamento Colio di itetriok ( io Chopiu mite (fermentato J Olio di Vetri» aipefodtmeyfaopok per cacciar fiorale pietre delle reni ,&Corinaritemta,& parimente dgli sfatatici ,& al- lo& f“‘ u,r“- tri difetti di petto , che impedirono il rigirare con acqua di Toffilagine ouer d’Hifopo . £ oltre deio rimedio quaft in - fallibile a pronome l appetito perduto, becndofene quattro, ò cinque gocciole in un pochetto di nino mima aitanti al ci bo. Lena ma la limofna , & la ruggine de i denti fi-egandofi coneffo , facendoli nitidi , è bianchi , cura le fiaole , & 20 l ulcere maligne , -& m fontina è utile à molte altre cofe . Chiamano i Greci il Chalcantho , , Latini , Chal- eantUm,&Mramntumfumium:gli^rM,Calcantum,Cdcaut,Calcand,r& McakadistiTedeCchi , Kupfer Uuajjer : li Spagnoli , Capar ofa : i Frane efi , C opero fe . QV e l Chalciti piu fi loda, che è limile al rame, frangibile, non faffòfo, non uccchio, & quel- lo, m cui rincorrono alcune lunghe, & fplendcnti uene . Ha uirtù afterfiua, calefattiua,& ul- ceratimi. Monditìcaquellecofe,chefonoattaccateàgliocchi,&àgliangoliloro.E gene Talmente connumerato il chalciti tra quellecofe, che mangiano leggiermente, è ualorolb al fuo- co filerò , & all ulcere , che uanno ferpendo . Riftagna infieme con fucco di porro il flutto del fan- gue del nafo,& della madrice . Ferma poluerizato i difetti delle gengiuc , l’ulcere che pafeono la carne, & i diletti delle fàuci . Brufciato,& trito con mele è ueramente molto piu utile nelle medici-- nede gli occhi: Iminuifcele callofità, & ruuidezze dellepalpebre : & meflò nelle fiftole in modo di collirio, le lana . Fafsi del chalciti quel medicamento , che fi chiama Pforico , togliendo due parti di eflò,& unadi cadmia, & tritandogli pofeia , & impattandogli con aceto . ma bifògna poi metter tutto in un uafo di terra, & coprirlo, & iòtterarlo nel letame ne i giorni canicolari per quaranta gior. ni continui : perciochecofi diuenta piu acuto . Il coli fatto ha le uirtù medefime del chalciti . Altri prendono tanto dell uno, quanto dell altro , & tritangli,& impaftangli con uino , & pofeia fanno il medefimo. Abbrufciafi il chalciti in un uafo di terra nuouo, mettendolo fopra à gliardentifsimi cat 40 boni . 11 modo d'abbrufciarlo perle cofe piu humide, èper fino che habbìa finito di boli ire, & che lia perfèttamente fecco : & per tutte I altre cofe, fino cheli muti in florido colore , & die diuenti di co- lore lànguigno , ouero di minio . Debbefi all'horator uia dal fuoco , & foffiare uia co’l fiato l’im- monditie , & riporlo . Abbrufciafi anchora fopra à carboni accefi co'l mantice, fino che diuenti pal- lido : ouero in ualo di terra meflò fopra à carboni accefi , & mcfcolandolo {petto , fino che fi brufei, & muti colore. DE e * e s i eleggere quel Mifi, che nafee in Cipro, che fi raflémbra all'oro, cheè duro, & che- nel romperli fcintilla di color d’oro , & l ifplende à modo di (Iella . Ha le uirtu medefime del; chalciti, & abbrufciafi nel medefimo modo, eccetto che di lui non fi fa il pforico . E differente nel-, la fua fpctie fecondo che è piu , & manco buono . Quello , che nafee in Egitto, è il migliore di tut- ti, per eflennolto piu ualorolb: quantunque per le medicine de gli occhi fia manco ualorofo del predetto . LA uiuurun è di due fpetie : una ciò è ,che fi congela, come fa il fale nelle bocche del- le caue del rame : & l'altra nella fuperficie di fopra delle dette caue , la quale è ueramente ter- reftre . Ritrouafène anchora in Cilicia , & in certe altre regioni di quella , che fi caua minerà- - le di propria terra. La migliore è quella , che tira al colore del folfo, lifcia, dura, uguale, & che toc- ca con acqua, fubito diuenta nera . Ha la uirtù medefima ulceratiua, che ha il «nifi. . y Del Chalciti. Cap. LXXIIII. Del Mifi . Cap. LXXV. Della Melanteria . Cap. LXXVI. 142^ Difcorfì del Matthioli Del Sori. Cap. LXXVII. HAnno, errando , ftimato alcuni , che'l Sori fia la melanteria : imperoche’l fori è di fua fteffit natura , ma non difsimile però da quella . il fori ha piu faftidiofo odore , con il quale muoue la naufea . Ritrouafi anchora in Egitto , & in alcune altre regioni, come in Libia, in Hifpagna,& in Cipro . Tiene il principato l'Egittio, & maffime quello , che rompendofi è dentro nero , fpugno- fo , graffigno , coftrettiuo , & che odorato , & beuuto refpira di faftidiofo odore , & che per ciò fa uoltare lo ftomaco . Quello , che rompendofi , non coli fplende , come fa il mifi , è da credere , che fia& di poco ualore,& d'altra fpetie. Ha le uirtùmcdefime, che i fopradetti , & fimilmentes'ab- io brufcia . Meflo nelle concauità de i denti guaiti , ne leua uia il dolore , & ferma quelli , che fono fmoffi : diflòluro con uino , & fattone crifteri , guarifce leTciatiche : ungefi con acqua per tor uia i quofi . mettefi ne i medicamenti , che fanno neri i capelli . Tutte quali quelle cofe , & parimentele altre , che non fono Hate abbruciate , fono piu ualorofe delle abbrufciate , eccetto il tale , la feccia del uino, il nitrosa calcina, & limilide quali crude fono piu deboli , & abbrufciate affai piu ualorofe. dulciti, Mili, /A/ANTVm^VB babbitt io per aitanti fcritto che il Chalcìti , il Mift , &ilSorì nefienO flati afe otti già per Melanteria, & V, /molti , & molti anni , di forte chepochifimi ò niffuno fi riti- oltana in Italia che mai liane fero veduto i ucrì , Tuon- iate, eftim. dìmen0 mentre che io fono qui in Traga il Chalcitì , & il Mifi m’è flato portato copiofiffimo del ducato de Brunfuicb.Ma ilprimoMifich'iouedeJJègiamaimifumandatodaTrentodamaeflroMartinopiudottìno fietìale diligentìfsimo , & 20 molto flitdiofo della facilità de [empiici , il quale fcintiUaua , & riftlendcua come l’oro . Vedeuafi in queflo da una ban- da il Chalcìti , il Sori, & parimente il Chalcanthofattoui dalla natura con bellifsima arte . Fu ritrattato (per quanto egli mi fcrijfe ) in alcune caue di Cetriolo in fui territorio di Trento tra certe montagne uicine à Lieuigo di ual Sugana . On- de è da ferare, che in breue tutti quefli medicamenti sgabbiano da ritrovare copiofi. Ma della Melanteria ho già uedu- ta affai & nelle bocche dell' entrate delle caue de metalli , & parimente nelle mite difopra : quantunque ella non fia m Errore del Bra confidùratìone di coloro , che cauano ì metalli . Credefì il Brafauola , huomo veramente de tempi notiti dottipimo , fattola. cbel uero Mifi fia il uetriolo Romano . Il che in modo alcuno non corrijfiondcaluero: percioebe oltre alnonejfere egli filmile nel colore all’ orti, & non gittar fuori nel romperfi fcintiUe d’oro, ma di uetro ,ècofa manifefta ( fecondo che ne fa tejiimonio Galeno ) elici Mifi è un minerale , che nafeefontaneamente perfe fleffo nelle ufiere della terra , & non co- fa artificiale.il che dimoflrò egli al 1 X. libro delle f acuità de i femplici nella fine del capitolo del Cbalcantho , cofi dicen- do. Ma ricordatati che io ho detto , che l'acqua che pione fopra quel monte , bagna , & lava tutta quella terra . di cui font eneamente , & naturalmente fi fa il fori , il mifi, e’I chalcitì : & artificialmente nelle fornaci il rame , la cadmia, la pompbolige , lo Ipodio, el diphrige . Et parlando del mifi , chalcìti , & del fiori , diceua , che entrando nelle caue loro vi- de tre filoni nel monte molto lunghi , come tre lifie dìjferentiate l una fopra l altra , & chela fuprema era di Mifi , la me\ana di Chalcitì , & l'infima di Sari . il che manifeflamer.te dimoftra , che quefli tre minerali fono nelle uificerc della terra fatti dalla natura , & che non fi fanno per arte , come fifa il uetriolo Romano . Dimoftra oltre à queflo , che ninna fpetie di uetriolo poffa effere il Mifi , il ritrouarfi da Galeno , che’l chalcitì fi trasforma in mifi , & non il mifi in chalcitì. Et imperò fapendo noi gir per fcntcnqa di Galeno , & per ejpencn\a , che litctriolo f ornano & parimente di qual fi vo- glia altra regione , inuecchiandofi ,fi contiene in Chalcìti , non poffiamo in modo alcuno affermare, che! uetriolo Roma- no poffa effere il Mifi . Ma piu preflo fi potrebbe dire con qualche miglior ragione che tenefe natura di Sori. percioebe ^ 0 (fedi tanta autorità appreffo à ì medici è Galeno ) cofi come il chalcitì fi trasforma in mifi ; cofi parimente il fori fi con- Mili Sori.Chal nette in chalcìti . Et accioche queflo piu manifeflamente appaia chiaro à ciafcuno , cofi al IX. delle f 'acuità id i fem- citi, & loro hi- plici , ne lafctò firitta [infima Galeno . Tfille miniere de i metalli di Cipro , di cui ho fatto pure bora mentiate , in fui Boria icritta da mmi Sola em um &ran wyj, ^ apprefio alla cui defira facciata , & fintata à chi entra , era la uia, cheficndeua in of- fa caverna de metalli : nella quale vidi tre filoni , che aridauano lungamente procedendo auanti , come fuffero tre lifie l'ima fopra all'altra : delle quali l'ultima era il Sori , quella di me\o il Chalcitì , & quella difopra il Mifi. il che hauen- domimoftrato ilfopraflante delle miniere , mi dijfe , quantunque tu fia qua uenuto in un tempo , nel quale fi ritrova qui careftia di cadmia fatta nelle fornaci ; vedrai nondimeno di quefli tra altri minerali grandifiima abondanigt . Et pero bauendone pofeia tolto meco gran quantità, gli portai primi in Mfia , & di quindi pofeia gli transfert ij à Rgmia, & ben- ne bauitti fin’hora , che fon già pajjati trenta armi . H ora a faticandomi io d’aggiugnere queflo nono libro àgli altri ot- j 0 to pàfati , fatti auanti à queflo piu di iteriti anni ,parte per cagione di non haucre io vedute alcune pietre , & pane per alcune faccende, che in quel tempo mi accafcarono , m intentarne in queflo me-qo ima cofa bdlifsima da ucderc , come fe fife fiata fatta da qualch’uno con i Audio , ìnduflria , & grande artificio. Ter docile accadendomi hauer di b figlio del Mifi per prep arnione d' alcuni medicamenti , ne tolfi un pago tanto grande , quanto potcjjc e fere piena una mano , ma afaicrapiiidurodiquello,chefuolccfereilMifi,ilqualeagcitolmente fi flritolaìn fregole. Il perche marauigban- domi di quefla infolita fua condeìifatione , ruppi finalmente il pago , & riguardandolo dentro , rinomi , che quello , che era nella parte piu citeriore, era come un fiorimento : & fitto queflo uifiuedcua una altra li fla melava di colore trai chalcitì , el mifi , ciò è che parata , che fife un chalcitì me\o commutato in mifi . Tfel principio neramente tutto queftopeigoerafiatochalciti:finalmentequellapanedime7xoeratuttoiiero chalcitì, il quale non era anchor punto tramutato.llcbecojnehebbiueduto.&confiderato.pcnfando.cbenafceffeilmififopralchalcm, come nafie fopra al rame il verderame; mi venne alla mente dì uoler vedere , come fife il reflo delSori , che mi auan\ana,per vedere fi ■ anchora egli fi pcrmutafe in alcun modo in chalcitì. Et cofi ni uidi alcuni fegni , clic veramente mi aumentarono la ere - Nel quinto lib . di Diofcoride. ien\a > che anchora effioS ari fi poteffe con lungo tempo trapuntare in dialetti . Et però non è marauiglia y'cbe qnefli tre medicamenti, ciò èfori ..chalciti ,&mifi , fieno generalmente d’unamedefima facilità ,& natura : quantunque fieno di gy offerta , & fiottigliela diuerfi nelle pani , & qualità loro . Il piugroffo di loro è il fiori, il piu fiottile è il mifi , tù- li merino ira quejli due e il chalciti . T atti tre abbruficiano la carne , & inducono l’efcbara i ma fono nientedimeno co- flrettiui. Oltre à ciò il Mifi applicato in fili corpi duri, morde manco. Che non fa il chalciti , quantunque jìadi lui piti calido : ma ha quello per lo beneficio della f bttiglieoga delle [Peparti. Meramente quantunque amendtie qucBiftdiffol- itano nelle decottivni,& piu il chalciti , che’l mifi ; il fori nondimeno non fi liquefa , per effère egli piitj'affio fio , &piu ferrato ; come anchora il mifi , per efifier piu dal fino natiuo calore aJJottigliato,& per confiegucnte piu ficco del chalciti : & imperò meritamente fi liquefa piu malagemlmente . Et al quarto libro delle compofittioni de medicamenti in gene- re : il Chalciti abhmfcìato ( diceua ) & ridotto in poluere, & parimente il crudo è cofi ualente medicamento , che ap- plicato ulcera &fia crofia . Quello , che è lauato , difiecca manco , che il bruficiato , &però è piu placatole , & -man- co mordace.il Mifi, & il fiori fono dima iHeffia ffietie col chalciti, &fiono prodotti da una medefima matcriaino'riimeno il Mifi è piu fiottile , & manco mordace , & ulceratine : & il Sori è piu graffo, & manco difieccatiuo degli altri due . Chiamano i Greci il Chalciti xmìt.i : i Latini .Chalcitis .-gli -Arabi , Colcotar , & Cholchotar . Il Mifi chiamano i N0Im, Greci , Micro : i Latini, Mijy : gli -àrabi, zég ,& Zagì . La Metameria chiamami Greci, Minamela: i Latini, Me- tameria .-gli -Arabi , Bitirias , & Mattina . Il Sori chiamano i Greci , S»P" i Latini, Svry egli Mrabi, Sarte , Mfiu- rie,& Mfiuri. IL iiphii ge è di tre (petie . L’uno è minerale, il quale fi genera {blamente in Cipro, cauafì quiui fangofo'd’una certa fpelonca.-feccafi, come è cauato , al fole , & pofeia figli mettono in- torno de i farmenti , & abbrufeiafi . St imperò fi chiama diphriges , ciò è due uolte abbrufciaco , per dlèr prima arefàtto dal fole , & poi cotto beniffimo da i (armenti . L’altro è una feccia , ouero fondaccio di perfettiffimo rame, & ritrouauifi fotto dapoialgittarui fu dell acqua fredda, come dicemmo di (òpra., parlando del fiore del rame, attaccato nel fondo della fornace, quando Tene caua il rame: & quello è coftrcttiuo come il rame, & ha il medefimo gufto . Il terzo fi fa cofi. Pren- dono la pietra chiamata pirite, & abbrufaanla moki giorni in una fornace , come fi fa la calcina : Se come è diuentataben roda, la cauano fuori, &laripongono.Sono alcuni, chedicono farli quefto go fidamente della uena del rame, quando fatta già arida fopra le aie, fi tralporta nelle foflè, & ui s'ab brufoia: percioche occupando egli all'hora tutto il circuito della foffà , ui fi ritroua dapoi, che fe n’è cauata fuori la pietra della uena.il migliore è quello,cheha fapore di rame,&di uerderame,&che conftringe , & difecca ualorofitmente la lingua : & quello , che non è mefehiato coli ochra abbru- ciata, percioche queftafi uende ,. quando è arfa, per diphrige. Hail diphrige uirtù coftrettiua, mondifica uaiorofamente , aderge, difecca , &confumalefuperfluità : confolida l’ulcere , che uan- no ferpendo, & parimente le maligne. Incorporato con ragia di terebintho, ouero con cera, rifol- uelepodeme. IL diphrige, che come un fondaccio fi ritroua fotto al rame fiufo nelle fornaci , ho piu uolte ueduto io, & Diphrige, &lua ricoltolo nelle fiocine dì Terpene in fui T tentino , & in piu luoghi d’-A lamagna , dapoi che haueua ricotto il, tIsaaain* 1 " fiore dì efiSo rame . Ma quello , che fi calia ftmgofio di quella fipelonca dì Cipro : quello , che fi fa della pietra chiama- ta pirite; & parimente della uena del rame , quando per addomeflicarla fi ricuoce nelle fi offe , non ho ài tempi no- jìrifiaputo ritr ouare io : ne manco ritrono , che fa commemorato da Galeno . it quale al IX. delle fatuità de i [em- piici, coline fa \ffe , dicendo’. Il Diphrige è mifio & nelle qualità , & nelle uirtù fiue . Haueramentcìn fie un Diphrige , & certo che , che ha mediocremente del cofìrettiuo , & mediocremente dell’acuto . & imperò è egli medicamento del - ““ [ ulcere ribelle ,& maligne . Conctufii di quello meco da Sola città di Cipro affai , dal luogo ao v , ouc fono le minie- re , dificoPìo dalla città quaft trenta fladij . Quefto eragittato nel cortile della rafia , che era edificata alianti alle ca- ne della miniera , gir della mila, che gli giace di fiotto . percioche diceuaìl foprailantedc i metalli , effere cofa imi- tile tutto quello , che oltre alla cadmia ui fi ritrouaua : & imperò fi gittaua uia , come fi farebbe della cenere delle legna , chea abbruficiano . Mafiiquefio peròperme utilififmo medicamento & all’ulcere putride della bocca , ap- ^ ° plicato effbfolo , ouero con mele J piumato : & alla febirant 'u. , ciò è doue firn già cefiato il finfio per oper adone del- le medicine coftrettiue . Oltre à quefto , quando mi è occorfio di tagliare [ugola ad alcuno , ho ufiato quello fiolo dal principio fino alla fine-. & molte uolte ho cicatr'tgato con effo eccellentemente & in quefia parte , & parimente nell’ ulcere di tutte (altre membra; & cofi anchora in tutte (ulcere del federe ,& delle membra genitali . nel che s’ufa egli nel medefimo modo , che fi ufia nell’ ulcere della bocca : ìmperoche queffe parti fi godono de i medicamenti medefimi, per effere valide parimente, & humide. Etnei quarto libro delle compofitìoni de medicamenti m gene- re: Il Diphrige (diceua) è attifsimo medicamento nelle ulcere, che per uìtìo de mali bumori malagemlmente fi con- fóndano; imperochedifiecca egli uaiorofamente quantunque fila alquanto mordace. Oltre deio hafitcultà coslret - tiua , apprefifo alla catidità che poffiede . Chiamano i Greci il Diphrige , tntfoyù : l Latini , Dtpbryges ; gli Nomi. strabi , Dipbrigis . Del Diphrige. Cap; LXXVIII. 20 Del- 14 2 8 Difcorfidel Matthioli Dell’Orpimento ; Gap. LXXIX; LO ospimento fi genera nelle miniere medefime , oiie fi generala fandaracha . L'ottimo è il croftofo, che rifplenda di color d'oro, che nonfia m defilato con altre materie, & cheli fenda uolentieri in fquame : come è quello , che nalce inMifia d'Helefponto. Di quello ne fono di due Ipetie . uno è quello , di cui habbiamo già detto : l'altro èdi forma di ghiande, pallido, & di colore fenile alla fandaracha , & glebofo . Portali quello di Ponto , & di Cappadocia , detie- ne il fecondo luogo in bontà . Abbrufciafi l'orpimento , mettendoli in un telìo nuouo fopra à uiui carboni , mefchiandolo continuamente , fino che s'infuochi, & muti colore , & pofeia come è fred- 1 ® do , fi trita , & riponfi . Ha uirtù colìrettiua , & corroiiua : abbrufeia applicato , & induce l efchara con brufeiorg , & uiolenza : rìfolue le crefcenze della carne , & fa calcare i peli . Della Sandaracha. Cap, LXXX. QV e i- 1. a Sandaracha piu fi loda , che è compiutamente rolla , pura , frangibile , di colore 'di cinabro, & che relpira d'odore uirulentodi follo . Ha le uirtù medefime dell'orpimento, at & coli parimente s'abbrufcia . Incorporatacon ragia, riempie di capelli iluoghi calui : & me fichi ga con pece , 6 cadere l'unghie fcabrofe : unta con oIio,giouaài pjdocchiofiimefchiata conj’ralTo , rifoluelepoflemette picciole . Gioua , incorporata con olio rofado , all ulcere del nafo 20 &d Ila bocca, &alnafcimentodellepuftuIe, Stalle poftemedel federe. Dailì infieme con uino multo à coloro , che tolTendo fputano la marcia . Fallene fumento infieme con ragia, & togliefene il fumo per una canna , alla to Ile antica : lambendoli con mele , rilchiara la uoce , & dalsi in pilule à coloro , che non poflòno fe non inalageuolmente relpirare , Orpimento, Sandaracha, & loro eflàni. Sandaracha gomma. Errore delVan jipccio. Orpimento, Si Sàdaracha fcrip ti da Gal. Nomi. SONO l’Orpimento . & la Sandaracha minerali d’una medefma uirtù . & natura: ne altra differenza è in lo- ro . che l’ejjere l’uno piu cotto . & l'altro meno nelle uifeere della terra . oue fi generano . Il che fa anebdra che fta nelle f acuità fue l'uno piu che l'altro Jottile. F.t pero diremo . che la Sandaracha none altro . che orpimento piu lungamente cotto [otto terra .& però anchora piu fonile nelle qualità fue . Del che fi può chiarire agevolmente ciàfcuno , percioche cuocendofi l’Orpimento fopra à uiui carboni . in alcun uafo di terra . onero di vetro (come piu volte ho ifperimentato io ) diventa rubicondiffimo . & fiammeggiante , come è veramente la Sandaracha fatta dalla natura : & tanto piu . quanto piu di calore ha ritenuto egli per artificio . che non debbe la Sandaracha natu- ralmente » Della quale fi può fornire ciàfcuno . che ricercar a in Vincgia nella calle . oue fi uendono i colori : per- cioche quivi tra piu pe^i d' Orpimento ho io piu 3 & piu volte ritrovata rubìcondifììma Sandaracha . Ma è da auertire ( come dì fopra fu detto nel primo libro .trattando noi del Ginepro ) che-questa non è quella volgare San- daracha 3 chiamata volgarmente Vernice da fcrittori: percioche questa è la propria gomma del ginepro. & non materia minerale . L'errore è proceduto da alcuni tnedcci ignoranti, imitatori degli Mrabi , i quali in [uà lingua la chiamano S andar ax . & non Sandaracha . imperoche volendo coftoro fare quejlo nome Arabico Latino .hanno mef- fo cotal confusone nela medccina , Et però panni, che legittimamente fipoffa dire . che dove fi ritrova ferino tra gli ^Arabici . ò loro feguaci Sandaracha . s babbia fempre da intendere della vernice . onero gomma di ginepro : & doue trai Greci .& altri della loro fetta .fi debbia folamcnt e intendere di queìta minerale , Chiamarono anchora Sandaracha alcuni moderni la Sandice . che fi fa di cerufa abbruciata . pereffer quella parimente di ro fi fimo colo- re . Ma queSta ( come trattando di fopra della Cerufafu detto ) è non poco nelle fue f acuità differente dalla Sanda racha minerale .di cui trattò in queSto luogo Diofcoride , Sandaracha anchora fi chiama appreffo "Plinio al vii. capo dell XI. libr orna certa forte di mele ceraginofo . Dimodoché queSìofol nome dato àdiuerfe . & varie coje differenti di natura . di materia . & di f acuità .genera alle volte in chi ne fa manco delbifogno ; non poca confufio- ne . Oltre à ciò èdafapere . che l’Mrfcnieo cri fallino , cofi chiamato perefferc trasparente come il criftallo . non nafee per fe fleffo nelle cave dell’ orpimento, come ferine Vamioccio mio compatriota nella fina pirotecnia . à cui già prcSiai io troppa credenza ; ma fi fa per arte d'orpimento rotto . & di fate : cuocendoli . & fublimandoh infieme al fuoco in certi uafi di terra coperchiati ,f abbicati à poftapcr quefio effetto : al coperchio dei quali s’attacca fubli- mandoft la materia . & diventa chiara . & tra/par ente. & mafìimamente nella parte dimezp - Ecce dell' Orpi- mento mcntione Galeno al I X. delle facultà de i -/empiici . cofi dicendo . L’Orpimento ha uirtù di brufeiare . & cau- teri^are .tanto dico il brufeiato . quanto il crudo . ma è ben vero . che t abbruciarlo . lo fa piu fattile . Vfano que fio come cofa adufliua .per far cafcarc ipcli in qual fi voglia parte : ma fieni fi Inficia troppo . non perdona ueramen- te alla pelle , Et parlando della Sandaracha diceva pur Galeno : La Sandaracbaba uirtù di brufeiare . come quello^, che chiama Mrfenico . Et imperò meritamente fi mette ella con quelle cofe . che hanno uirtù di digerire. & d'a- * flergere . Chiamano l’Orpimento i Greci . A'j>pevtw,& a’fwimv : i Latini . Mrfenicum . jLrrhenicuw . &*Au- ripigmentum : gli Mrabi . Garneth .<& Zarnich : i. Tede fichi . Muripigmont . & 0 perni cnt ; li Spagnoli, Oropimen - te . La Sandaracha chiamano i Greci . ’Szvìa.p&xu * * Latini : Sandaracha : gli ^irabi {a chiamano infieme con l‘Qrfi- mento , H armech Zarnich, 3o 40 5° 60 Del- 142$ Nel quinto lib . di Diofcoride. Dell’Alume . Cap. LXXXI. Tv T T S quali le fpetie dell’ Alume lì ritrouano in Egitto, & nelle fue miniere, quello che chia . mano falsile, è quali un fiore del glebofo . Generali anchora in certi altri luoghi, come in Me lo, in Macedonia, in Lipari, in Sardigna,in Hierapoli di Phrigia,in Africa, in Armenia, & in molte altre regioni , come parimente lì genera la rubrica .Molte ueramente fono le fue fpetie , ma per l'ufo della medicina fe ne lodano folamente tre Ipetie , ciò è lo fcifsile , il tondo , & il liquido . L’ottimo è lo fcifsile , & mafsime il frelco , candidissimo , al gufto molto coftrettiuo , all’odorato io graue , non faftòlo , non ferrato inlieme à modo di zolle,ouero di tauolette,ma che ordinatamen- te fi diuida , in certi fili come capelli canuti : come è quello , che fi chiama trichite , ciò è capillare , & che fia nato in Egitto . Ritrouafi una pietra limile à quello , ma fi conolce guftandola : percioche nonfiritrouapuntocoftrettiua. Vituperali nelle Ipetie del ritondo quello, cheè fiato fatto con mano : ma fi conofee nella figura . Et però fi debbe eleggere quello , che è ritondo di fua natura , pieno di uefciche , uicino di colore al bianco, & che piu ualorofamente è coftrettiuo , & oltre à ciò habbia alquanto del pallido con una certa gralfezza, Lenza arena, frangibile, & che fia nato in Egit- to , ouero nell’ifola di Melo . Del liquido quel piu fi loda , che è limpido, di color di latte , ugua- le , fuccofo , fenza lafsi , & che rilpira uno odore come di fuoco . Hanno tutti uirtù di fcaldare , di coftrignere,& di nettare quelle colè, che fanno caliginofe le pupille de gli occhi : rifoluono le car- so nofità delle palpebre, & tutte laltrecrelcenze. Lo fcifsile è piu efficace del ritondo . Abbrulcianfi, & arroftifeonfi gl i alumi , come il chalciti . Fermano l’ulcere putride : prohibilcono i flufsi del Lin- gue : difeccano l’humidità delle gengiue : mefchìati con aceto, & mele, fermano i denti finofsi. Giouano infieme con mele all’ulcere della bocca : & con fucco di poligono , al nafeimento delle pu ftule, & à i flufsi dellorccchie .Cotti con mele, ouero con fiondi di cauolo,conferifcono alla fcab- bia : & irrorati con acqua, giouano al prurito , alle Icabrofitàdell'unghie, à i pterigij , & alle bugan- ce . Vagliono applicati con fecciad aceto, & con il pari pefo di galla abbruciata, all'ulcere che man giano : & con due parti di làle, à quelle, che corrodendo lèrpeggiano . Fattone linimento in fu i ca- po con orobo, & pece, mondifìcano la farfarella : &impiaftrati con acqua , giouano per ammazza- re i lendini , & i pidocchi , & per fanare le cotture del fuoco . Fallène linimento per fpegnere il puz 30 zore delle ditella , & dell’anguinaie , & parimente per rifoluerui le pofteme . Qpcllo, che fi porta di Melo , melfo nella bocca della madrice auaiiti al coito,non lafcia ingrauidare : fa partorire . mcttelì in fu le gengiue ingroflute, in fu l'ugola, & nel gorgozzule : & lenifcefi con mele in fu i malori della bocca , dellorecchie,& parimente delle membra genitali. Q^ANTVNtj_ve ferina Diofcoride effere piu fpetie i Allumi , non feceperò egli mentirne d'altro, che di tre fpetie , per ejfere fidamente quelle al 'firn tempo in ufo per li medicamenti ,cioèlo fcifiile , il liquido , & il riton- do . Maài tempi noflri molti piu fono gli Munti, che communemente s’ufano ( quantunque ne manchino nelle {penarle il liquido , <& il tondo ) do è l’ Alarne di rocca , quel di feccia , il catino , lo faglinolo , il -zuccherino , & lofcif- ftle chiaviate tonalmente nelle fpctiarie A lume di piuma . Il quale non è ueramente il legittimo fciffile : febene tenni già io per il pajjato infieme con molti altri moderni mirteraltfli il contrario . Ma hauendo io dipoi con molta piu diligenza con ftderato fopra ciò , ho per piu uiue ragioni conofeiuto ( come dirò anchor poi ) che l Alume di piuma delle fpctiarie , non è altro , che la pietra chiamataAmiante :per non effer egli punto al gufo coftrettiuo , ma acuto , & per non s'abbru- feiare egli nel fuoco , quantunque lunghiffimo tempo ui fi tenga : il che è propria fatuità della pietra Amianto . il nero Alume fcijfile mi mandò già da Tifa l’armo paffuto l’ecceUentijfmo medico , & femplicifla clarijfimo M. Luca Chini , dotato di tutte lefemhian\e , che gli attfibuifee Diofcoride , & al gufo molto coftrettiuo . Et di qui fon pofeia uenuto à confermarmi nella mia nuoua opinione, che quello di piuma , che sufi communcmcnte nelle jjretiarie non fa il nero fciffile . il liquido mole il Brafauola , che fa ueramente quello, che noi chiamiamo A lume di rocca . Ma non pojfo io accollarmi alla fua opinione , quantunque fia egli altrimenti huomodc tempi noftri dottiamo .Imperoche per quanto ho veduto io nelle A lumiere del Tapa alla Tolplia , nel tempo che n’haueua l'appaiato Agoftino Gbigi mio compatriota jplendidifsimo mercatante, mi fu dato ampUfiima /acuità di notare ,&di vedere come fi faccia l Alume di rocca , per 5 affermi accaduto à fare fianca in quel luogo per due anni continui . La onde pojfo ben dire , che la materia dell’ Alume di rocca , quando fi caua , non è liquida: ne fi ficca al fole pofeia la Hate , come fi crede il Brafauola ,per battere afferma- to Tlinio , che cefi fifaceua l’ Alume liquido . Et però dico , che l' Alume di rocca non fi fidi terra liquida ma di dttrif- fima.&fortiffima pietra. Dicui fi ritrova di quella , che tende alroffo .molto piu durai: tutte , il cui Alarne piu di tutti roffeggia , & piu è acuto , & ualorofo degli altri . Et di quella che è notabilmente bianca , la quale è piu fran- gibile , & piu tenera , di cui fi fh uno Alume bianco , & trafiarentc come un crìflaUo .affai manco acuto del predetto. Et però è fempre quello piu in ufo per le tinture delle fete,& dei panni fini, che non él’altro. Cauafi qiiefta pietraa caua aperta daUa montagna tutta mafiiccia : ioue ftamo fempre per lo continuo gran numero de picconieri, che con pic- coni , ma-zqzf , & /carpelli la cavano , & la rompono nel modo, che fi fa nelle cave delle pietre , che fi cavano, per gli , edifica de 1 palarvi . Conducefi pofeia quella tal pietra rotta in pcr$ con le carrette à certe fornaci fiutili a quelle , do- 60 ue fi cuoce la calcina , ma ueramente non cofi grandi : & qmuifi cuoce con fuoco digrofiiffme legna dulice, & di quer- cia nel modo medefimo , che fi cuoce la calcina ; ma non però fi gli dà fuoco piu di dodici , ouero quattordici Ime : per- Aiutai, &loro elsam. Opinione del Brafauola re- probar*. Come (ì faccia l’Alumcdi roc ca. Alumi cono- fciuci. Alami ferirti da Gal. Opinione rifiu tata. 1 4 ) o Difeorfì del Matthioli cioche in tanto tempo fi cuoce , quanto bafia ,&fepiu fi cuoceffe , fi gli brufeiarebbe tutta la fuflanyt dell' diurne, Ca- uafi poi come è fredda dalle fornaci , & conducefi con le carrette f ipra à certe gran piatte, & quiui s acconcia con bel - Ufi imo ordine in certi monti lunghi un quaranta pafii , & piu , & larghi un cinque , ouer fei braccia , & alti due 3 fat- ti dà ogni banda a fiarpa 3 come fe fi uole Jfe principiare il fondamènto di qualche grande edificio , accioche non rica- mbino àbaffo. Et come fon finiti queflì ordini3figligitta fopra dell'acqua ( imperoche da ogni banda ui corre ) con cer- te pale di legno incauate copiofamente ; reiterando co fi tre3ouer quattro uolte il giorno , fino che la pietra fi conitene in terra : il che non fifa in manco di trentacinque3ouer quaranta giorni . Condufcefi pofeia quefia terra à certe caldaie gran di f ime di bronco nel fondo , & per l’intorno di mattoni 3 murate fopra à certi forni . Et cofi empite le caldaie d'acqua per certi canali 3 che ageuolmente ue la portano, gli danno per il forno di fotto il fuoco . Et come comincia à bollire, git- tano due lauoranti la terra nella caldaia: fopra la quale Hanno continuamente quattro hnominigagliardifìimi con quat I o tro grandiffime pale di legno , le quali congrandifima fatica maneggiano nel mefcolare , che fanno del continuo, la ter- ra con t acqua . Et come conofcono , che l'acqua ha tirato à fe tutta la fuflan^a dell' diurne , che fi contiene in detta ter- ra , cattano , & leuano la feccia fuori dal fondo della caldaia con quelle pale , & la gittano da una cataratta al baffo fiotto un canal d’acqua , che fe la porta uia . il chefatto ,fubito rigittano nuoua terra nella caldaia , facendo come pri- ma tante uolte , che conofcono battere l'acqua tanta fuHan\a d’ A lume, che baHi . Et cofi poi Inficiata dare alquanto al fondo la feccia , mandano per canali quefia acqua aluminofa in certi cafoni fatti di groffiffime tauole di quercia , di gran capacità . dotte in /patio d’otto giorni fi genera per ogni intorno un fommeffo d'Alume , dimodoché rajfembra la * ftre di grofiifiimi diamanti attaccati con bellifima arte infieme. Et quando fì uuol cauare delle caffè , fi rimanda la lifcia ( cofi fi chiama l'acqua , che uauan\a dentro ) chiara alle caldaie per lo medefìmo canale : & la torbida fi fcola di fiot- to , cattando un zaffo di legno . La feccia poi aluminofa , che fi ritroua nel fondo congelata à modo di grano , fi porta 2 o aneli ella à ricuocere alle caldaie . Spiccafi pofeia dalle caffè l'allume con certi iHr omenti di ferro fatti a modo dtfcarpel 10 largo , & mefio in certe ceHe con due maniche fatte di uergelle di fanguino , &di nocciuolo , fi laua in ma gran caffa piena d’acqua, & come è afeiuto fi ripone in magagno . Il che arguì fee manìfeH amento, che altra cofi fia l Alume liqui do,& altra cofa l’ vilume di rocca. Ter cioche dice Tlinio, che’l liquido è limpido, & di color di latte : che fi catta liquido, t&feccafi la fiate al fole : & che l'ottimo me/fo nel ficco de i melagrani, fubito diuenta nero . il che non fi uede in alcun modo nell' diurne di rocca, il qual piu fi rajfembra al ghiaccio puro, & al criHallo, che al latte : fi fidi duriffima pietra , non di liquida terra: ne diuenta in alcun modo nero, quando fi mette nel ficco de i melagrani ; ma piu lucido , piu chiaro , piu trafparente, &piu criHallino. Onde non folamente nonpoffo io accofiarmi alla opinione del Brafauola,ma ne ancho à quella del Fucbfìo , & del Cornario , quantunque huomìni de tempi noftri neramente dotti fimi : per battere amendue fritto feguitando forfè l’opinione delBrafauola ( l'uno ciò è il Cornario, ne i comentarij fatti fopra i libri di Galeno delle jo • compofìtioni de medicamenti fecondo i luoghi: & l’altro ciò è il Fuchfìo,nel uolumetto da lui fatto del modo di comporre i medicamenti ) che l Alume di roccanon è altro, che il liquido fritto dagli antichi . il ueroAlume liquido, lo fci file, 11 tondo , ilplacite,e'lplinthite m'ha none lungo tempo mandato M. Bartolomeo Mar anta medico, & femplicifta dottif- fìmo,& diligentiffimo: il quale da per lui gli ha nanamente ritr ouatì a Toluolo in Campagna, & per quanto porta il miogiùdicio,fi ueggono in tutti tutte le uere fembian^e, che legittimamente loro fi richieggono . Onde non poco ho io da ringratiare quefio huomo dottiffimo , pofeia che per fina innata cortefia s'è degnato di farmi partecipe delle fuc cofi ho- norate fatiche, perche nel nero mi credo , che infinite grafie , & lodi meritino tutti coloro ,i quali a fua imitationp , non fono auari delle co fe rìtrouate da loro . L Alume liquido , cauato nell’ifola dell'Helba nel mare di T ofiana , h alie- na già prima ueduto per me^o del clari/fimo medico M. Luca Ghini , molto corrifrondente all'biftoria , che ne ferine Tli- nio , ma fi cofirettiuo , che non mi ricordo hauer gufato mai altra cofa, che tanto quanto queHo cofiringa nel gufarla . il tondo Alume degli antichi poi , quantunque uogliano alcuni , che fia quello , che fi chiama Zuccherino , il quale fi fu d' A lume di rocca crudo , di chiara di uoua, & d’acqua rofada ; nondimeno per non effere Hato l’ A lume di rocca in con- fideratione degli antichi, nonpenfo , che à tali opinionifì po/fa dar fede ,&• maffimamente fapendo io certo d'hauerlo bora appreffo di me legittimo , & uero . Oltre à quefio l’Alume , il quale chiamano Catino , ufato per chiarificare il Me- tro nelle fornaci ,fifa di cenere d’una herba , la quale chiamano in T ofeana Soda , &gli Arabi chiamano Kali . 1/a- feene affai nelle noHre maremme di Siena, & fìmilmcnte in fui Lio poco fuori di Vinegia .Quello di feccia fi fa abbru- fc landò la feccia del nino prima fecca in pani al fole ,fino che diuenti bianca . Quello finalmente , che fi chiama S cagli- nolo ,fifk d’una certa forte di pietra fcagliofa , & trafparente filmile al talco . la quale uogliono alcuni ingannati dalla fua trasparenza ,& lucidezza filmile alla pietra Selenite, che fia la Selenite Heff a , chiamata anchora da molti (pecca- re , come facciamo noi in Tofana , che la chiamiamo Specchio d’ afino . doue in alcuni luoghi' fi ritroua ella copio fa ne i campi arati . Abbrufcìafi adunque per fare l’Alume fcagliuolo , cotal pietra nel fuoco, ouer 0 fopra à lamine di ferro infocate , doue fubito fi conuerte in geffo Jottilmente lamino fo , & perde la fua naturale lue rideva . K(e manco er- rano anchora coloro , che fi perfuadono , che non fa differenza trai T alco , & la Tictra (peculare . percioche non fin - Za lunga fatica ,& fuoco d’ardentifì ime fornaci fi calcina il Talco .Daffi la Tictra /peculare cruda nella difenteria, beendofi inpolucre in nino auHero , confelicifìimo fuc ceffo . T/elcbe in modo alcuno non fi conuienella cotta, per of- fre il ?cffo , in cui fi trasforma , uelenofo , & foffocatiuo . Scriffe degli Alumi breuemente Galeno al 1 x. libro del- le fncultàdci f empiici , cofi dicendo . Chiamano l’Alume , fiipteria: percioche è egli ualorofiffimamente cofirettiuo . Ma quantunque fia di groffe parti compoflo ; nondimeno quello è piu fiottile , che chiamano fciffile : &dopo quefio , il ritondo : & dopo il ritondo , il liquido , ilplacite , & quello anchora , che chiamano , plinthite . Et al quarto libro del- le compofitioìii de ì medicamenti in genere , Ogni alume ( diceua) difecca affai nella cura dell' ulcere ,& è ualorofa- mente cofirettiuo : & però non fi deue in cotal cura ufare folo . Oltre à ciò fono alcuni , che non partendofi dal- la dottrina di Diofcoride , tengono fermamente , che tutti gli Alumi fieno notabilmente caldi : & altri che tengono il contrario. Nel quinto lib . di Diofcoride. 1431 anturio , allegando ejfere opinione di G aleno, comef, legge al fello capo del quarto libro delle fhcultà de [empiici che tutte le cofe cofiremue. fieno, /rigide, & tenditi . Ma in uerofe ben fi notano tutte le qualità, & operationì degli Mu mi , che fanno eglino incorrodere lefuperfltàtà della carne , neramente non fi potrà fenon giudicare , che gli Munti fie- no altrimenti , che calidi , come fono il cbalcantho , il chalciti , & il mifi : i quali fe ben fon eoflrettiui ; non però fon ef- fi frigidi, ma [caldano ualorofamente , come fàteffimonìo il medefmo Galenonel primo delle fitcultàde femplicicon quefie parole . A fclcpiade Mete odoro , come colui , che forfè uoleua fuperare Ueroioto in dir bugie di quelle cofe , che fono muffirne alfenfo , niega ejprejfamente , che la ragia , & il bitume cefi come molte altre cofe non pofjono [caldure : ir a ferma , che tutte le cofe coltratine fono parimente refrigerarne , come fe non altro almeno il chalciti, il chalcan- tho ,cl mifi, nonfi ritrouajfero ejfer di tanta calidità, che ne po filino abbruciare . Et però non è punto da marauigliar - iò fi ,fe fi ritrottano alcuni , che ingannano fefiefi con lunghe , ir nane dicerie , non bauendo ardire di fcrìuereil uerodi quelle cofe , che fono chiare , & manifefie . Il che affermò effo Galeno anchora al primo capo dell 111. libro delle com- pofitioni de medicamenti in genere , cofi dicendo , Il iiphrige è conuenientìjfimo medicamento per quelle ulcere , che fo- no difficili da confolidare per troppa bumidità , che ui fi ritroua : hnperoche molto difecca , anchora che morda poco . Ma in itero anebor egli hadel coflrettiuo , oltre alla qualità , & [acuità acuta , come che amendue quelle facilità fi litro- nino piu forti nel chalciti crudo , & nel cbalcantho . Et cofi ogni alume difeccaafiai l ulcere ,& coftrìnge ualorofamen- te . Ter le quali autborità fi uede manìfeHamcnte , quantunque diceffe Calcilo nel quarto libro delle [acuità de [em- piici , che tutte le cofe coflrettiue fono frigide , che non però intefe egli del cbalcantho , del chalciti , del mifi , del diphri- ge, della crugìne , & altri filmili medicamenti ,come è l' Munte di tutte le forti : & maffmamente fapendofi , che le ac - quefurti,che fi fanno alambicco ,d ogni forte d alitine , & maffimc di quello dirocca, non folamente con Incuterla lo- 16 ro mangiano , & diffipano la carne ; ma anchora i mettalli . Chiamano i Greci l’ Alume, Srmnp la : i Latini, Mutuali Nomi. gli Arabi , Sceb ,& Seb : iTedefchi , Mun ,& Mlaun: li Spagnoli , Miumbre. Del Solfo. Cap. LXXXII. LO ottimo Solfo è quello, cheper non hauere Iperimentato il fuoco , fi chiama uiuo , & di quello quello, che riiplcnde come lucciola, lucido, & fenza miftura di fafsi. Di quello poi,che ha Iperimentato il fuoco , l’ottimoè il uerde , &ilben gradò . Naicene affai in Melo , & in Li- pari . Scalda il predetto lolfo, rifolue, & ueiocemente matura . Gioua tolto in un uouo , ouero tol- ^ 0 tone il fumo, alla toilè, al ferramento del fiato, & alla marcia , che toflendo fi Iputa dal petto . Il fe- tore dell'abbrufdato , caccia fuori il parto . Melchiato con ragia di terebintho , toglie uia la fcab- bia,le uolatiche, & parimente lunghte fcabrofe : ma alla fcabbìa è efficace con l'aceto : cura le uiti- ligini. Medica inficine con ragiaallepunture de gli fcorpioni:& con aceto lana le piaghe fattedal drago, Stfcorpione marino. Mitiga, fregato con nitro, il prurito di tutto il corpo riparfo in fu a fronte alla mifitra d’un cucchiaro, ouero beuuto in un uouo, conferilce al trabocco del fiele . Gioua all’oppilatione del colatorio,& al catarro :lparfoperlaperfona,prohibifceilludare . Impiaftràtò con acqua , & nitro , conferifce à i gottofi. Toltone il fuo fetido fumo con una canna dentro nell'o- recchie, lana la fordità. Il fuo fumo rifueglia i lithargici: riftagna i flufii del fangue di qual fi uoglia parte del corpo . Impiaftrato con mele,& con uino,medica alle contufioni dell’orecchie. ^ T O solfo tanto nino, ciò è creato naturalmente nelle fue miniere fenica artificio di fuoco, quanto fattone! Solfo, &fuicf- I , forni per arte , babbiamo in Italia abondantifftmo , & di diuerfi colorì . imperoche di uerde , di giallo , di beni- no ,& di miflo fe ne ritroua . Il uiuo fi caua nelle miniere medefìme di quello , che fi fa per arte collo , cp e creato cofi in peggi dalla natura -.il quale rompendofi rijplende didentro come uetro giallo , ò come dice Tiofcoride , à modo di lucciola , quantunque di fuòriftaegli come bo tino [curo . Ma acciochepofa ciafetm fapere , che materia , & che cofa fia effo Solfo , dico , ejfere egli un minerale notifiimo ;& per quanto appare in molti luoghi , fi genera d'ima fujlanga terreflre ,untmfa, potentemente calila , tal che dagli artefici prattichi , & dagli alchimijìi è tenuto , che molto firaf- fembri off demento del fuoco. Chiamanlo coftoro feme mafcolino , & primo agente della natura nelle compofitiom de i metalli .Haper la fua calidità , & ficcità ( come per efiperienga fi uede ) grandifiima conferenza con il fuoco, percioche ,0 [ubilo che ui saccofila , ni s'accende : & accefo non fi fregne , fino che del tutto non fi confutila la fua mtuofità. Ma ' quantunque fi dimofìoi egli efiltre di natura ualorofamente calida , &fecca :non è però da petifare, che fia una fuflan- ~«ra Plm - imperoche per nonefere in ufo de i medici , ne de i nofiri tintori , non fi ci porta piu di Cappadocia , oue dice Dio - * feoride , che ella nafee . Tlinio non feppe , ch'ellafufe utile per l’ufo della medicina : & però dife , chcfolamen-, te sadoperaua ella per tingere le uefli . Era quefia pietra però in ufo al tempo di Galeno . la onde egli cofi ne fcrij- pietra Phrigia fealix. delle fhcultà de i femplici , dicendo . La pietra chiamata Thrigia , è della natura medefìma di quella , che fi Scritta da Gal. chiama pirite . Vfola fempre io , prima abbruciata , all’ ulcere putride , ò per fe fola , ò con aceto ,òcon enomelite , ò con oxicrato : &fonne per gli occhi un medicamento difeccatiuo, il quale molti barin opoi impar at 0 dame . Mef :o-.- ^ tanfi con efo alcune altre cofe . Et però di tal medicamento diremo nel trattato delle compofitioni de i medicamenti s, ° bafla bora dirne la uirtù generalmente . Difecca ualoro f amente , & ha infe un certo che del coftrettmo , & del mor- dicatiuo . Ma è flato detto di fopra , che quelli fono ottimi medicamenti, & molto in ufo, che hanno infieme - FFFFFF mente 144 2 Difcorfì del Macthioli ^omi' mente del digeBiuo , & del repercufiiuo . Chiamano i Greci la pietra Tbrigia, AfoMtplyut ,■ i Latini , la- pis Thrygìus • Della pietra Afsia. Cap. XCIX. DE e e e s i eleggere quella pietra Afsia, che è di color di pomice, leggiera, fungofa, frangibi- le, che habbia alcune uene profonde , & gialle di colore . E il fuo fiore una falfug ne giallicia, laquale ila attaccata nella fommità della pietra congelataui Tortilmente , di colore in alcune bian- co,& in alcune di pomice, che tende al giallo : ilquale accodato alla lingua è alquato mordace. Han . no tanto la pietra, quanto fi fiore uirtù coftrettiua, & alquanto corrofiua : mefehiati con pece liqui- 1 0 da, ò contagia dì terebintho, rifoluono le poftemette . Il fiore è ftimato piu ualorofo. Ultra di que- llo il fiore fecco lana l’ulcere.uecchie, & che fono difficili da cicatriz jre : abballa le credenze della carne : mondifica con mele l'ulcere maligne , che fono limili à i funghi : riempie le cpneauità defluì cere, & inlieme con mele le mondifica : & inlìeme con cera ferma le corrofiue Fallene inficine con farina di faua impiaftro in fu le podagre : & impiafìrafi in fu la milza con aceto, & calcina uiua.Lam bendolì il fiore.iniìeme con mele , gioua à i thilìci . Fatto della pietra Afsia incauata una pila,& te- nutoui dentro i piedi , gioua à i gottofi . Fanlfene anchora caffè , le quali , quando ui fi fepelilcono i corpi morti , gli confumano tutta la carne , Fattone polucre , & fregata fu per il corpo nel bagno, come fi fa co’l nitro , aflòttiglia la groflèzza , & carnolìtà del corpo. Lauanfi la pietra , e 1 fiore , co- me la cadmia. 20 Pietra Afsia,& / \ y a n t- v n q_v e negli altri nostri difcorfì per aitanti Jlampati , hahhia io {bàtto non hauere bnuutofino all'ho- Uia elìam. ^ L notitia alcuna della pietra Affla ; nondimeno [ho dipoi ueduta , & compiuta per merp di maeflro Martino Guidottiho pende ;& gioitine fludiofifiimodeìlafacultà defemplìci : per battermene egli mandato un gran.pefto da Trento, in cui (• per quanto porta il miogiudìcio ) & nelle {acuità, & nelle fembianrp.de! tutto corri {onde all bijìoria, ne {riffe Diofcorìde . Cauafi, & ritrouafi quella pietra nel territorio di Tremo in alcune Halli tra monti , oue pinole ca - uc del vetriolo non guari lungi.da Lieuego uilla di ual Sugana . E' leggiera, fungofa, & frangibile, come la pomice, con al cune linee di colore, che nel giallo roffeggiano . Quella per ejfer corrofiua , ufaronogli.anticbì per fare i fepolchri per i corpi moni, accioche confumandouifi dentrola carne, i corpi non fi putrefacefjero : & però fu chiamata quella pietra da i Greci farcophagos ciò è , mangia carne .il che dimofira manifefiamente Diofcorìde, quando dice.; «“ VP» yivomou, do è , fanfi di quella le caffè peri morti , le quali mangiano la carne . Et queflopaffo non mi pare, chefia fiato auertìto da alcuno degli interpreti di Diofcorìde : i quali non confiderando à quefio,fi penfarono che itolcffe fignifi- care politere , & non cajfa, onero fepolchro . Tfel che uer amente non mi pare , che habbiano bene intefo la mente di Dio- Jcoridc. laquale fi conofce hauere molto bene intefaTlinio ,& corrijfondente alla nofira opinione al xvl I. capo del Pietra Aftia xxxvi. libro, cofi dicendo. Cauafi la pietra chiamata Sarcophago in Affo di Troia, in una uena che ageuolmentefi sfen- fcritta da Gal. ^ _ £- ^ chiara, che ella mangia i corpi de morti , che uififepelifcono dentro, in patio di quaranta giorni , ne altro ut auanga, che i denti . Dellapietra Afsia {riffe Galeno al IX. dette facultàde {empiici, cofi dicendo ,É unapietra, lacua- le nafee in Affo, & imperò la chiamano Afsia . & quella non è ima come le pietre : percioche di colore, & di confìflen- upi è fimile al tufo , frangibile, & rara . Tpafcegli di fi opra un certo fiore filmile alla farina , che f attacca atte pareti de i violini: & chiamano queflo talmedicamento fior dipietra Afsia. E' uer amente quello compollo di fiottili parti, di mo- do chefen\a mordacità alcuna fk liquefare la carne , chefia troppo humida,& troppo motte . La pietra poi, nella quale egli nafee, quantunque gli fia nelle uirtù filmile ; nientedimenoneU'operarenon è. cofi mlorofa . Il fiore è migliore della pietra non piamente per liquefare egli,& digerire piu ualorofamente, & per conferuare le partì , come fi conferuano uà rie cofe nel fiale ; ma perche fa tutto queflo fen^a mordere troppo gagliardamente . Ha quefto fiore dì pietra Afsia al gu- fo una certa falfedine : di modo che fi può conietturare , che nafea di quello, che nafee la rugiada dal mare fi opra le pie- Nomi. tre ,& feccauifiipopiadal fole . Chiamano lapietra AfiiaiGreci,AÌSes A’irM.j Latini,lapis Afìus,& Af- frn : gli Arabi , Hager Afos. Della pietra Pirite. Cap. C. LA Pietra Pirite è una ipetie di uena di rame . Debbefi eleggere quella, che è fimile al rame, & che fàcilmente (cintili.!, quando fi percuote . Abbruiciafi in queflo modo. Infonde!! prima nel mele , & mertefi pofeia iopra lento fuoco di carboni, & tanto fi foffia co 1 mantice, che Amen- ti roflà .Alcuni altri meflògli intorno del mele copiofamente,la mettono foj ira à molti cai boni ac- cefi , & come comincia à diuentar roflà, la tirano fuori : & foffiatone uia la cenerata rìnfonaono nel mele,& la riabbrulciano una altra uolta, fino che eilèndo ugualmente fecca , fi faccia frangibile: ìm peroche ipeife uolte fi brufeia diamente la prima parte di fuori . riponi! poi coli fecca , & bi uiciata. Eflendo bifogiio d hauerne di lauata, fi debbe lauare comela cadmia . La uirtù tanto della cruda , quanto dell’abbruciata , è di fcaldare, d’aftergere, di nettare le caligini degli occhi , di maturar le durezze,& rifoluere le mature . Incorporata con pece, abbaila le fuperflnità della carne , ma gene- ra un certo calore, & ftrettura . Chiamano alcuni la cofi abbruciata diphriges. La Nel quinto Kb, diDiofcoride. 144 j mata Time , come quella che tiene in ritta*- fuoco il principato uhm r • ’ * , ? eccelÌ€Ka efafola chia~ forti , cJr fmìlmente di piu , & diuerfi colori ■ ma perii tilr ' *H fem m‘u‘te le mnKn de 1 metal1' dl dlu&fi colore, ZendeaU’orl.ZpaùZeaZZnT^ de, chela f tetra Tmtccra maffetìe di miniera di rame. Il ’chenonfapendlforfi Albati , dffZchela Zmh'efitTerl tei tutto manie . La pietm Vinte nulamente fi ritruom fitto terra nelle cane de i metalli mere data con tutù i mine tal , ma fi ritruoua anchora m alcuni fimi m Mifinia di Germania ritonda come ma palla, & molto piu dura di tutte lai tre fiate Io ne ho di quella nata infume con criflaUo.con Berillo, con pietra armeni a, & cerulea, con uetrimlo , con mifi. con chalet,, con mimo, & orpimento, di modo che mi par di dire, che la pietra Virile babbi comunica con tutte le for- te de minerai, . Se r iffe della p, etra Vinte Galeno al i x. ielle, fatuità de i (empiici, cof, dicendo. Vna ielle pietre, che fono ualorofifiime , e quella , che chiamano Tirile.- la quale tifiamo no, di mettere negl, empiaflri digcflm . al che s aggmgne anchora la pietr a chiamata Scijfile . Da quello medicamento adunque fieffe mite la marcii , & i grumi, oc L trlZfehT Z‘'ZHTft,rirQlUtÌÌnfm^ *° k cofifitttlt, che fiemiqmfitmpalpabifigp hfeie, come fi fa con quelle, che fi preparano per l’i infirmità forti occhi . lm~ zZzt't tr7 “ d,crJzpencturnelprofondoden^ tefimili alla rena de i fiumi, & del mare, la quale pofiiede conmmemente ancb'effa la uirtùdì tutte le pietre, percioche d, ficca, quando m effitcaldafi fottenano i patitati, (enfiagioni della carne dagli bidropici. Manonperò luftatnonoi m altro, come le pi edettc , co èncll infirmila degl, occhi , neper magnare il [angue, & ifiuffi delle donne, ne per confi- dar ulcere, ne per matrone .neper Marnare . ìmpcrccbe quelle , che non fino acute .fono neramente tutte utili in tutte quelle cofe, come fino le acute, di cu, farò pofeia mentione , utili per nettare, mollificare, aftergere, nrare.difec- carc, digerite,®- liquefare . La pietra Tirile chiamano i Greci , AHumtfm: i Latini, lapis Vyrites: gli Arabi, Ha- geral , & Alriffcn.it ; i Dcdefchi, Bis , & Ert^fiuoff. 3° Della pietra Hematite. Cap. C I. QV ella è la ottima pietra Hematite, che è frangibile , di colore compiutamente di fanguc, r Um ° n^ra’ ,!?’ n?tur?lmentc aguale, che non fu mefehiata con alcuna Iporcitia, & che nò hatìbtaalcun ducono di linee . E coftrcttiua, leggiermente calefattiua, & eftenuatiua . mon dihcainlieme colimele , le cicatrici , le ruuidezze degli occhi : & con latte fiumano , cura le llip- pitudmi, le rotture, e 1 fangue .che li diffonde ne gli occhi . Beuefì nel uino per 1 orina ritenuta , & per h flulsi delle donne : & con fucco di melagrano, à gli ipriti del fangue . Fannofcne picciole coti per li collii if de gli occhi. Abbrufciafi come la Phrigia , maperò lenza uino . 11 modo , & la fine di bi melai la e , chefaccia lebolle, & diuenti leggiera . Sono alcuni, che fàlfificano la pietra hematite 4o in quefto modo . Prendono un pezzo tondo, & ferrato di quella pietra, che fi chiama fcifsile , come iono quelli pezzi, che lì cuiamano radici di tal pietra, & mettonlo in un uafo di terra ,& coli lo At- terrano nelle ceneri calde, & lafciatouelo per breue Ipatio di tempo, lo tirano poi fuori, & cofi Ipe- rimentano , le fregandolo fopra la pietra d arrotare , rende colore d hematite, & fe rende tal colo- re,lo ripongono : & A non, lo ricuoprono di nuouo nella cenere, & dipoi tornano à riprouarlo fpef- fotperciochelafciandolo troppo nellacenere, muta colore, &liquefafsi.Conofcdi il fal/ìficatopri mamente alle s fenditure limperochc li sfende giuftamente per diritte ucncima 1 hematite non ha coti . Conofcefi oltre à quefto al colore , il quale ha contrafatto, florido,& chiaro: & 1 hematite prò fondo, &pieno , limile al cinabro . Ritrouaft nella rubrica Sinopica , & falsi anchora di calamita luti gamente cotta . in Egitto nafee naturalmente con i metalli. 50 LA pietra chiamata Hematite, ciò e fanguigna, la qualefi chiama commmcmentè Lapisjnotifiima à tutti, & baffene in Italia affai copia nelle /pedane per l’ufo non follmente della medicina, ma de i pittori, de i legnaiuoli, & de farti, per effer atta molto per difignare,& tirar diuerfi lince. Ma non però è quefla quella, di cui hanno iute fi Dio fi oriie , & Galeno . percioche quella del commune ufi è tenera come la creta , & najce ne i monti in luoghi aperti';, ma la uerafi ritroua minerale, la quale rompeniofifi uede di color uiuo di fangue , da cui ha prefo il nome : percioche i Greci chiamano il fangue hama . Sinnle a queflaènonfolamente nel colore, ma parimente nelle [acuità anchora la [tifi file : & però ne fcriffe Diofcoride [ubico dopo l’H ematite . Tfafie l’ima & l'altra non follmente in Egitto , ma in piu fioghi d’ Alamagna , & di Boemia , onde fi ci portano in Italia. Douenho hauute io di quelle, che rompenioft col mar- tello fono fiate piu roffe del cinabro arteficiale . Hafiono quelle particolarmente nella felua Hcrcinia . Bjtrouafi g0 anchora (Hematite d’altri colori , come nera .ferruginea , & gialla , fecondo che in piu luoghi tcHifica l'Agricola hauerle ueduteinfieme con la fciffile . Le miniere della pietra Hematite ha nella mille loachimica del Rpgno di Bobemia b lllulire Conte Ioachimo S chlioh cofi piene di quella pietra , che fe ne fa non poca copia di ferro .& di qui faccio ‘ FfFFFF 2 oii. Pietra Pirite, & liu dìaiULU. Pietra Pirite fcritta da Gal. Nomi. Pietra Rema- tile,& fuiefia- nmucione. \ DifcorFidel Matthioli confettura che quefla pietra non è altro che miniera di ferro. Coloro che indorano il ferro non póffono far ciò feft^ In pietra Hematite ,perciochenon filamentc fremano ifogliforofipra l ferro caldo , ma lopolifcono , come faune Hematite ferie pittoriCOnil dicendo . Vini fi, mie alla pietra hematite quantunque non cofi ualorofa , ha la pietra Scifiile ,1 Ir dopo quefla queUa , che fi chiama galante . Ma la melmte ha( cornei 0 e alquanto del ealido . Onde come ciafcma di queBe s’allontana leggiermente , & à poco a poco dalla finita dell hem - t ìu ■ cofi fi debbe ella ufare nelle medicine degli occhi . Vercioche i medicamenti piu piaceuoh fino fempre piu grati al- le membra infiammate 1 ma doue già, fia ceffata Cinfimmagione.fino meno ualorofe , che quellccbepoffanofimredtja- Chiamano la pietra Scifiile i Greci.MQat tryjscsc i Latini , lapis Schiftus . 40 Nomi. tiare Della pietra Gagate. Cap. CIII. 50 Pietra Gag te , & fua efs minatione. QV e l l a pietra Gagate piu s’approua , che piu prefio s accende , & fpira odore *bitume. piu delle uolte è nera , & fquallida, croftofa , & molto leggiera . Ha uirtù di mollificar e , & d viloluere. Fattone fumento, difcuopre il mal caduco: gioua alle prefocationi de lamadnce tatug gire co’lfuo mal odore leferpi. metteline i«ne^'camenti delle podagre, & delle lajsitudmi^Suol nafccre in Cilicia poco lontano dalla foce d'un fiume,che entra in mare, appiedo a un caftelioclna maro Plagiopoli.chiamafi il luogo, e'1 fiumeGagas,nella bocca del quale fi ntrouano quefte pictr . • T t pietra dàmittaG^ate.firUroiuiAmdM^^ tn <*» I dalffiruch.menatadaU'acquad’uncertofiume.cbefccndedalcunemontagnc.Etquefìami miosro ■ JL"' TJtr0 Merenda Brefcìam medico ecccUentifiìmo 1 la quale non punto denu da quella -, che ne freme Nel quarto li b. diDiofcoride. imferocbc oltre aU' accenderli velocemente al, fuoco , & all’odore , che rende di bitume , è ella veramente nera croMa fimMa leggiera, Bfitrouajene in Fiandra copta grand, fiima , dove per carcjlia dt legna s'abbrufiia continuamen- te nelle cafe Cauaf, nuovamente anchora in Italia nel territorio di Brefcia : della quale mi mandò gii un bel perio da Trento il molto diligente macftro Santo Santini frettale all'mfcgna del corallo . Crede fi il Fuchfo , Intorno de tempi no- fin dottiamo (come trattando difopra del piffafihaltofu detto nel primo libro ) che la pietra Cagate , la qual fi ritro- va in Mamagna nel contado di Tirolo ,fìa ilpiffaffihaltò . Ma erra egli manifeflamente , come inquel Inoro fu ampi t- mente dimoiato. Sono oltre àcio alcuni , che credono , che la nera pietra Gagate fieno alcuni carboni minerali , i qual, ficauano ( come ferine l Agricola bmrno dottifiimo , & dilige, itifìimo intorno ài medicamenti .metallici ) innari, & diuerfi luoghi di Mamagna :ptr vedere coHoro , che quelli carboninon manco abbruciano nel fuoco , chef, facciano 1 0 quelli, che fi fanno di legno . Ma ucienioft.cbe quefli non fanno fiamma da per loro,fe non ui ftfoffia dentro con i manti- ci ,&non ritirano ardendo odore alcuno di bitume ; non mi pare, che in modo uerunofipojfa accettare la loro opinione. Imperoche la pietra Gagate ecofi piena di bitume , che accendendoli al fuoco abbrufeia quafi come una pece , & fa ne - ■ yifiimo fumo: & lambiccando fi fi „e caua copiofijfimo olio . il quale lodò Mefuepergli indemoniati , al mal caduco, à i far alititi , àgliftafimati.à i dolori delle giunture , alle fregagioni della madrice , & alle dome fierili , che non fi pof- fono ingravidare . Ma da quei carboni è neramente cofa imponibile di cauare olio veruno , ejjendo efii frinì fogni humi- dita ,&d ogni graffetta bituminofa , Di queftafcrijfe Galeno al ix.delle f acuità de ifemplicì.cofi dicendo . E una p. altrapictra di color nero, la quale accollata al fuoco .rende un’odore fittile al bitume . Quefladijfe Diofcoride , & fatadfim! alcuni degli altri, ritrouarfi in Licia , appreso à unfiume chiamato Gaga , donde vogliono , che gli fia fuccefio il nome. Io neramente , quantunque con una picchia nauìcella habbia trafeorfo tutti i lidi di Licia , er andar uedendo le coje , 20 che uì (intronano, non ho potuto vedere cotal fiume . Ma crofiofe pietre , che meffe nel fuoco s accendevano di picchia fiamma, portai io affai di S oria , nate in un colle circondato da quel mare , il quale chiamano Mono .dalla pane , che riguarda l’oriente , dove è anebora il bitume . Era l'odore di effe pietre limile albitume , le quali ufaua io per lì tumori antichi delle ginocchia malagevoli da curare , mcfchiandole però con quei medicamenti , che hanno facilità à cotali acci- denti . pcrcioche mipareua che molto aumentaffe la compagnia di quella pietra la virtù loro . MejmUi io quella pietra con il Barbaro , & rìfultonnc apparentemente un medicamento piu difeccatiuo , il quale nonfolameute confolidaua le ferite fiefebe; ma ristringenti anchora le filiale : dati fi. crede , che fia molto giovevole . Tlinio poi alxix. cap. del Erro» di Pii. xxxv I .lib. credendoli forfè che cofi come di virtù medicinale fi ritrovano uguali la pietra Gagate , & la Thracìa ; s’ ac- cendere parimente tanto l'ima quanto C altra nell acqua , & fi fiegneffe nell’ olio ; errò (come fi uede nel feguente capo ) non intendendo bene la mente & l’biflorìa , che Diofcoride ne fcriue . il quale pofeia che hebbe detto, che la pietra Thra- jO eia ha le virtù medefime della Gagate, li aggivnfe pofeia altra ciò quella particolarità, cioècheme{fa nell'acqua s'ac- cendeva dì fuoco , & fpegneuaft nell'olio . Il quai effetto nella Gagate non fi ritroua.ne manco gliel attribuire Diofco- ride . Ha oltre à ciò la pietra Gagate ( fecondo che fcriue Metio al xxxii li. capo del 1 1 . libro ) f acuità miracolofa in rileuare dal parofifeno i tramortiti per fmeopi , accendendola prima nel fuoco , & pofeia fiiegnendtila nel vino , & dar poi cotal vino àbereà ipatienti . Mitri danno la pietra fottilmeute trita al pefo di una dramma per fette giorni contì- nui ne i dolori colici ; profumando però fempre il uafo dotte bevono ipatienti , co'L uapore di quella pietra accefa : & cofi r cadono la inter a f unità. Ma battendomi la pietra Gagate per la conformità del nome , ridottoà memoria la pietra che gli antichi chiamarono achjib, & noi corrompendone il vocabolo , chiamiamo volgarmente Mgata, dico, che quella fu da prima ritrovata in Sicilia apprejfo al fiume Meliate , onde fi prefe il nome . Quella non folamente fi ritrova uaria di colori , ma di diuerfe imagini fattevi dentro come di pittura : non dico formate , ne fatte da artefice alcuno , ma dalla ilìejfa natura . Il che tefiificaTlinio al primo capo del XX'XV I i .lib.cofi, dicendo. Fu dopo quejìa gemma diVoli- cratc in regai fama la gemma di quel Tirrho.ilquale già fece guerra con Romani. Imperoche fi dice egli hauer battuto una Mgata, in cui non per arte alcuna, mafilamenteper opera propria di natura, ui fi uedeano dipinte le notte Mufi,& Mpollo con la cetra in mano : & cofi era fatta la pittura dalle lince , & dalle macchie , che difeorreuano per la pietra , che ciafcuna Mafia fi conofceua all'infegna . Et però ueggiamo , che dagli antichi furono le Mgate nominate per diuerfi nomi , cioè pbaffachate , cer adiate , dendrachate j leucachate , hemachate , cor. illudiate , & altrimenti anchora , per ejfer elle ditate dalla natura hor di colombe, hor dì corna , hor d'alberi , hor di.- colore di fangue , &boradi corallo. Hanno le Mgate virtù gran difiima contra al trafiggere degli feorpioni . Et però in Sicilia, otte n afe otto le Mgate co- Facultà ddl'A piofe ( fecondo che. fcriue Tlinio al X. capo del libro preferitto ) gli feorpioni non fono uelenofi . Le Indiane ttagliono duce. parimente contra tuttele cofe predette ,& diconfi diloro altri miracoli grandi . Gioua moltoàgli occhi , acuendo il j o vedere il rimirare fpejfo nell Mgata , come tenuta in bocca fpegne la fete . Quelle piu uagliono contra gli feorpioni , che fono lionate . Il fumo dell’ Mgata fecondo l'ufo de Terfiani , caccia uia la tempclìa : & mcjfa nell'acqua die bolle.fubito ui ferma il bollore. Quella , che nel colore èfimile alla pelle della hicna animale , è peffima.percioche mette dìfeordia al- ta famiglia di cafa : & quella che folamente è d'un colore filo, fa uittoriofì i combattenti . Qvefio tutto difie Tlinio . Chiamano la pietra Gagate i Greci , nibe: ya.yd.-m : i Latini lapis Gagates , Nomi. Della pietra Thracia. , Cap. C 1 1 II. come fa il bitume.. chiamata Thracja nafee in un certo fiume di Scithra , che fi dimanda Ponto . Ha ime della gagate . dicefi , che tneilà nell'acqua , s'accende, & fi ipegne con l'olio, FFFFFF 3 S.ve- i44 fuoco , Et pofeia fi gli jparge acqua difopra , S’abbrufcia tutta : muffar fogli poi Sopra dell'olio ,fi /fregile del tutto . QueHa tal porta à noi Thracio pafioye Dal uago fiume nominato Tonto f Ma quefla non ha ufo ueruno nella medicina : ne manco diffe ^ leandro , che ualejfe per altroché per fcacciare iferpen- ti con il fumo del fuo molto graue}& ffriaceuole odore . Qu e fio tutto della pietra Thracia fcriff e Galeno . Lacui Nomi, hifioria credo io 3 che fia mito piufauolofa , che nera , Chiamano i Greci la pietra T brada , hi5os ^padets ; j Latini ì lapis Tbacius , Della pietra Magnete. Cap. CV. io Ottima è quella pietra Magnete, che tira facilmente il ferro, dicolore, che s’inchina al ce- ruleo , denfa , & non troppo graue . Dafsi , per purgare gli humori graffi , al pefo di tre oboli con acqua melata . Sono alcuni , che la uendono abbrufeiata in cambio di hematitc . Magnete Se T PIETRA chiamata Magnete , fi chiama parimente Heraclca ,& Siderite . Chiamafi Magnete fecondo al- fa hmoria, I / cuni dal primo fuo imentorc nel monte lda( come dice 'meandro ) chiamato Magno : oucramente , fecondo Lu- cretio , dalla regione Magnefta , oueclla nafte . Heraclca poi la chiamano alcuni dalla città Heraclia :& Siderite per tirare ella il ferro chiamato da Greci fiderò: quantunque uolgarmente fi chiami Calamita . Cauafi in Cantabria di Spagna , & in uarij & diuerfi luoghi di Germania & in Boemia : come che ffejfo in ogni altro luogo fi ritroui à cafo nel- le caue del ferro . Di Macedonia , & dì Magnefta fua contermina fi porta molto buona : ma ottima è uer amente la In- diana , & l’Etbiopica . Fjtrouarfi di diuerfi colori, ciò è di turo ceruleo , di nero rojfeggiante, oucramente di rojfo ne-r reggiane. L'ottimo è il mafebie, il quale non fittamente tira con uelocità afe tifino, ma tenendolo lo infonde tanto della uirtù fua , che quel ferro tira afe ogni altro ferro , di modo che molte mite ho ueduto io otto ò dieci acora l’uno ti - qo rar t altro ,& pendere à modo di lungo filo alla pietra Magnete . Il che ho ueduto far coni alleila di ferro , & pender poi in baffo à modo d'una cathena , quantunque non cofi forte fi fofleuti l'ultimo anello, come fa il primo e l fecondo. La caufa perche fàccia quefio la Magnete , non fi ritroua , ne fi fa e fi licare , fi non con dire , che fi ritroua in lei la facilità del tirare il ferro per fietial dote del cielo , come nel retibarbaro di purgare la cholera , & nella torpedine marina di flu- pidire ogni forte braccio , ch’ella tocchi . Ifi ritrono io cofa , che piu alla Magnete in uirtu fi poffa affomigliare , che la torpedine marina : percioche cofi come la Magnete paffa con la uirtu della fua pojfan^a di ferro in ferro , & d anello in anello ; cofi parimente paffa la f acuità della torpedine di Stupidire per qual fi uoglia lunga hafta , con cui fi tocchi, & per la chorda defiliamo , & della rete . HiférifieTlinio aha 1 1 ì.capodclìixxiii i. libro, che pinocrate architetto di Mlcffandria baueua cominciato àfàrc le uolte del tempio di Mr fino e dì pietra Magnete, acciochefi nedejfe di tcri a pen- der da quello il fuo fmulacro fitto di ferro . Il che gli fu pofeia melato , & per la morte fua ,&di VtolomeO , il quale 40 ficaia fibricare quel tempio allaforella. Dal che efiendo ammaestratigli Mabi hanno (fi però non è bugia quefio che fi dice ) fitto un luogo di Magnete , oue l’arca di ferro di Mahumeto pende nell'aria , per dare affai maggior credito al- la fua filfa religione . Ma è però iafapere , che la Magnete non tira à fi il ferro rugginofo , ne manco l'altro , quando Theatnedapie fi frega con aglio, ouero che gli fi prefinta il diamante . Contrario effetto della magnete fi lapietra Theameda.pei .io ai- cbe mettcndofiglifopra il ferro ,fubito lo caccia uia . & quella nafiefecondoTlinio in Ethiopia in un monte non lonta- no da quello , oue nafte la magnete ; di modo che come c aminando in quefio con lefiarpc ferrate non fi poffono muouerc L'h'ftoria del- ’ Pafi’’ cofi ne^' altro non fi può flarc in piedi . Mafie forfè penf affé alcuno che l' hifioria della Theamedefiiffe fauolofa, la Tbe'amede io facilmente poffo far teflimonio , che fia nera , per bauer alle mani un perpp di Magnete , che dall'ima parte tiraafit non elfer fatto- ferro ,&■ dall’altra lo fiaccia . La Magnete fifa cmilramroffo, lo faiiuentare di colore d argento , come la Ca Monete ferie- mia di colore d’ oro . fece della Magnete breue memoria Galeno nel IX .libro della facultà de femplici cofi dicendo. j0 ta da Gal. Lapietra , chefichiama Magnete , &Hcraclea , ha uirtùfimile alla pietra hematitc . Lapietra Magnete cna- Nomi. tnano i Greci , Atów iaaymTii,& lifutum!; i Latini , lapis Magne s , Magnetes , & H eraclciis : gli Mrabi, Uagcr alma- gritos , & Magnàtbis . Della pietra Arabica. Cap- CVI . LA pietra Arabica è fimileallauorio macchiato. Trita,&impiaftrata,difeccalehemor- rhoidi. La fua cenere è ottimaper fregarli i denti. Non ho io fin bora ueduto pietra alcunafimile all'awrio . Et però pormi dì dire , che la pietra Mrabica non fia à i tempi noftri conofciuta in Italia. Chiamano la pietra Malica i Grecisti’1 dpxHmt; i Latini, lapis Mrabkus. Nel quinto lib.di Diofcoride. Della pietra Galalite. CVII. c Hijmasi quella pietra Galalite : percioche rifuda ella fia di colore di cenere 1 Galactite : percioche rifuda un liquore Amile al latte : quantùnque ■, & dolce al gufto . ImpiaftraA utilmente à i fluiA,& all'ulccre de gli n-irnrlo npirornin Rr n'oorlo L „ ri' i „ J: • i. _ . _ -r occhi, ma bifogna prima tritarla nellàcqua,& riporla poi inunboifolo di piombo, per rifpet- to d'una certa uifcoiità , che fe le attacca . Della pietra Melitite. Cap. CVIII. L A pietra Melitite è in ogni fua parte Amile alla galalite , eccetto che produce il fuo fuo- co piu dolce . Ha le uirtù medefime della galatìite . Queste quantunque babbi iofcrìtto per aitanti non hauer mai uedute , nientedimeno mentre che fono qui in Pietra galafti- Boemia, & l'ima , & l'altra ho bauta da alcuni amici di Mifnia di Germania . Ma fecondo che recita Galeno al te * & mcllt,K‘ I X. delle {acuità dei {empiici , l'una fi chiama Galalite , perche quando fi diffolue , fh un colore fintile al latte : & l’altra Melitite , percioche l fuo liquore èfìmile al mele nel gufarlo . Della GalaSite fcriffe Tlinio al X . capo del xxxv 1 1 .libro , coft dicendo . La pietra GaìaSite è d’un colore di latte . Trita è notabile per il latte , che produce di ne- ro Jàpore . Et però , fecondo che fi dice , portata al collo , genera nelle balie copiofitfiimo latte , & ne ifanciullìni copio- fa faliua : & tenuta in bocca ,fì liquefa fùbito , & fa perdere la memoria . Bjtrouafi nel fiume chiamato Mcheloa . Quefla (fecondo che firme l’agricola ) nafte non folaniente in alcune minieredi Sajfonia in Mamagna ; ma uifiritró- ua anchora nelle riue d' alcuni fiumi , come parimente in piu altri luoghi la Melitite . La pietra Galalite chiamano i Nomi. Greci , httisyttxcutrms , la Melitite, lararlm : i Latini la GalaBite , Galaffites , & l'altra , Melititcs . Della pietra Morochtho . Cap. CIX. JO LA pietra chiamataMorochtho,laqualechiamanoalcunialtriGalaxia,&leugographia, nafee in Egitto & tifa A nelle botteghe delle tele per fare bianche le ueftimenta, per eflere el- latenera&disfarAageuolmente. E' coftrettiua:& imperò è ella utile àgli fputi delfangue. BeueA utilmente con acqua ne i Aulii ftomachali , & per li do lori della uefcica . Gioua tanto appli- cata, quanto beuuta à i fluii! delledonne. mertefl ne i colliri) liquidi, che A fanno per gli occhi: per- cioche ni riempie le concauità, & ferma il fluifo delle lagrime . Incorporata con cera, cicatriza l ui- cere, che fono nelle parti piu tenere del corpo. LJl pietra Morochtho chiamata da alcuni Galaxia nafte ( come 1 crine l’agricola diligcntijfvmo irmeSliga- tore delle cofe minerali ) copiofa in Sajfonia di Germania , di cui mi mandò già uh bel p cippi Giorgio Fabritio Into- rno famofò,& di rara dottrinasi quale può ciòftuno apprejfo di me uedere.Ma non portandofici ella ne dì quindi, ne d’Egitto, non ho di cbepojfa piu lungamente ragionare di lei. Di qui adunque battendo io cagione di dire d’ un altra pie tra ridottami à memoria dalla f acuità coUvcttiua del Morochtho , la quale ha uirtù marauigliofa per confolidarc le rot - . ture dell’ offa, non ho paffuto trtdafciare di non recitarne qui la hiftoritt, & le facilità fue , lequali ( come ho detto) fono ^ miracolo fi. Impernile non potendofì ( come ben fanno i Medici) fallare le rotture dello fa in manco di trenta , è di qua- ranta giorni, nondimeno beendofi di questa pietra in pallierò una dramma,& megapcr uolta,con uino roffo ,per tre gior ni continui fera, & mattina, le fana in tre ò quattro giorni di tempo, ma ben bifogna prima acconciare l offa al fuo luo- go, & legare il membro conte aflclle, come comunemente fi fuolfare , ungendo bene il luogo della rottura con unguento fatto di grafia di porco ,&dìpolucrc di radici di geranio del fiore porporeo . DiSlendefi quello unguento [opra un pc\ Pi tcla incerata di cera nuoua,& applicafi intorno alla rottura, & legauifi fopra . E quella pietra lunga , come il di- to mignolo della mano, ma il piu delle nolte mai grojfa , biancheggiante , fragile , & di dentro à modo di tufo . Tfeafie in Germania lontano dal Bfeeno due leghe tedefebe , nel paefe qual chiamano i T edefihi DicBergflras apprejfo à un ca- pitilo chiamato Deren Stat & ritruouafi fepolta nella rena, di cui quelpaefi è copìofifiimo . Sono alcuni che uogliom che quella pietra fia la radice d’un barba pietrificata dalla natura dì quel terreno , la quale dicono ejfir fimile allaT ojfila* •hne ; mafie ciò fta itero io non l’ardifio affermare , quantunque il molto eccellente Dottor M. Giorgio Tarn già medico ‘della corte di Carlo quinto Impcradore , il quale mi mandò di quefla pietra una feritola piena , me l affermaffe come per cofacerta. Scriffene Galeno infieme con la pietra fcìfìile , cofi dicendo. Sono alcune altre pietre anchora , che fi ri foluono infucco , come è quella , che nafie in Egitto , la quale s’ufaper imbellire le tele di lino. Quefla non partecipa di uirtù coftrettiua , ne aHerfiua, ne mordicatiua : & imperò ha ella fellamente uirtù difeccatiua . Il perche fi mette ne i centi , che fi fanno per cicatrigare l ulcere ne i corpi molli , & mettefi anchora nelle medicine degli occhi , nel modo che i flato detto dell’ altre . Ma quanto ha maggior uirtù di mollificare , tanto è ella piu moderata , & piu atta per leuar i dolori . queflo fcriffe Galeno. Terfuafefi Tlinio all’xi. capo dell’xxv 1 1 .libro, che fife quefla pietra unherba , non ba- ttendone altra notitia. & però ne trattò egli per chiamarfi leugographida infieme con laleuca: forfè ingannato dalla molta famigliai^ de ime abolì . La Tietra Morochtho chiamano i Greci , A/te ; ‘ Latini , lapis Mo- rochthus , Pietra Moro- chtho : & ftia eflam. Pietra clie fa tu le rotture del- l’ofsa in breue tempo. 5° PietraMoro- chtlio fcritta da Gal. Errore di Pii. Nomi. i 1448 Dilcorfì del Matthioli Alabaftro , & fua efsamin. Alabaftro ferir to da Gal. Nomi. Nomi. Pietra Giudai- ca feritea da Dell’ Alabaftro . Cap. C X ; LO alabastro chiamano onix , brufeiato in cenere , & incorporato con pece , ouero con ragia, rifolue le durezze. Mitiga indente con cera i dolori dello ftomaco,& abballale gégiue. L’alabastro è pietra affai cono fidata, & mafflme da chi ha praticato l'antiquità Romane. Ingannanti ue ramente coloro y cbcjì credono che fu alabaftro quella pietra, di cui ài noflri tempifì fannoal tornouarie forti di uafì, piena di nereggianti tiene 3 non tramar ente , ma lucida , & hfeia nella fuper fide , di cofi tenera fuflan^a, che per poco , ch’ella fi urti , ageuolmente fi ffenga . Imperoche quefìa non è MabaHro , ma piu prefio una uena di 10 gufo . iluero jLlabaFìro nafee ( fecondo cheriferifce Tlinio all'v III. cap. del xxxv i . libro ) in Egitto appreffo à T hebe ,&à Damafco di Soria . & queflo è il piu candido di tutti gli altri . Quello che nafee in Carmania , è neramen- te bellifimo : & parimente quello 3 che fi ritroua in India . Il piu uile , el manco (plendido è quello di Cappadocia . Lo- dafì quello , che fi raffembra nel colore al mele . Scriffcne Galeno al I X. delle fhcultà de i [empiici , cofi dicendo . En- tra anchor l’Mlabafiro abbrufeiato nelle medicine . Dannolo alcuni à bere: nelle pajfioni dello flomaco . Chiamano i Greci ì! Mah aftroy dKafia.rpÌ7i\t: j Latini, lapis u4labaflrit.es . Della pietra Thij te. Cap. CXI. GEnerasi la pietra chiamata Thij te in Ethiopia, di colore uerdeggiante fìmileal diafpro: 20 ma non dimeno quando fi bagna , rende un liquor come latte . Morde ualorofamenre : mon- difìca le cofe , che intenebrifeono la uifta. NOn ritrovo chi à ì tempi nosìri ne dimoflri neramente in It aliala pietra chiamata Thij te : ne manco fin bora l'ho potuta ritrouario , per non ritrouarfì forfè altroue , che in Ethiopia ,doue fcriue Dio floride , ch’ella na- fee . Quantunque uoglia il Fucbflo medico de i tempi noflri famofo nel fuo libro delle compofìtioni de i medicameli ti ultimamente flampato , & aumentato 3cbe altro non fia la pietra Thij te che la Turchina , la qual portiamo legata nel- le anella , ouc per prouare la fua opinione fcriue egli quefle parole . La pietra chiamata Iafpis appreffo Galeno è di due fpetie y una uerdiccia la quale chiama Diofcoride Tbijte , come h abbiamo detto in uno altro luogo . Imperoche la pietra Thijtenon è altro , che quella fpetie di lapide fia quale 3per effere fìmile al cielo3 & all'aria matutina dell' autunno , ciò è ccruleayet come bagnata di latte y chiamano i Greci dtpifovva. , ì moderni tur cica ,& i Tedefchi Turcfies , la quale deno- minatione è cofa ueriflmile , che babbi hauuto origine da T hijte , effendo pofeia flato corrotto Tbijte in T urckes , oue - ramentein Tur cica . L'altra fpetie è uerde cofi chiamata dal fuo colore . Di quefìa ne fono dodici forti, come in altro luo- go habbiamo dichiarato . La quinta fpetie di quefle è quella pietra 3 che fi chiama Iafpide T urcica , di cui habbiamo det- to .Tutto queflo è l'opinione del Fuchflo . Da cui molto neramente è lontana la nofìra . Imperoche primamente non ri- trouo 3 che Galeno diuida altrimenti il Iafpis , che noi chiamiamo Diafpro in due fpetie , ciò è uerde , & uerdiccia , come gli afcriueil Fuchflo , ma ritrouo , che nel nono libro delle fncultà de femplici egli non fu mentione , fe non del Diapro uerde , d’una fola fpetie. Tfe ofia , che Galeno nel medefìmo libro oue egli ferine della pietra Tbijte di Dio floride , dica che la è d’un color uerdiccio fìmileal Diafpro . Imperoche in quel luogo Galeno non dice ciò da fe fleffo , ma riferi - fee le parole ifìeffe di Diofcoride 3 come può effere chiaro à ciafcuno , per il titolo di quel capitolai il quale è queflo vipì jZ ùuotrHoQiìx Svtrov ,cioè del Thijtedi Diofcoride . Oltre à ciò non foio 3comela Turchina poffa ef ere la pietraTbijtCy effendo quefìa tanto appreffo Diofcoride , quanto appreffo Galeno di colore uerdiccio ,& non ceruleo accefo , come fi uede nelle Turchine . Tiu oltre fe la pietra chiamata Jipi&u da i Greci 3 la quale ( per mio giudicio) è la uera T ur china, è connumerata fia le fpetie de i Diafpri ( come afferma il Fuchflo ) non fo uedere , comepoffl effere , che quefìa medefì- ma pietra fia il T hijte di Diofcoride , il quale non è connumerato ( che io fappi ) da ueruno fcrittore , fe non dal Fuchflo fia le fpetie de i Diafpri . Vltimamentc dico , che non mi pare punto ueriflmile , che T ur china , ò Turche fa fia noce de- viata da Tbijte , non effendo tra quefle due uoci analogia ucrma . Ma piu prefio mi ridurrò io s credere , che il nome di Turchina fi a deriuato dalla nofìra lingua Italiana . Imperoche chiamando noi Italiani il colore ceruleo , & cele fi e Turchino non può d'alti onde quefìa pietra bauerprefo il nome di T ur china . La pietra Tbijte chiamano i Greci, h'^oi Stoini s : i Latini , lapis , Thyites . 3° 40 5° Della pietra Guidaica. Cap. CXIL LA p i etra Guidaica nafee in Giudea, di figura Amile à una ghianda, bianca, bella, figura- ta con certe linee dittanti l'una dall'altra ugualmente , come le buttero fatte con l'induftria del torno. Quando fi disfa nell acqua, non rapprefenta al gufto alcuna manifefta qualità. La quantità d'un cece disfàttafopra alla pietra d'arrotare , & beuuta con tre ciathi dàcqua calda , pilo prouocare l’orina ritenuta , & rompere la pietra della uefcica . Ljl pietra Guidaica è ài tempi tinflri ficmiliarifsima à tutte le fpetiarie. È in ufo dei medicinon filameli- te per rompere le pietre della uefcica ; ma anchor a quelle delle reniyfeguitando in ciò la dottrina di Galeno: it qua- le ne fcriJTelbiJioria,& le facilità al IX. delle facilità de femplici , cofi dicendo .E ima altra pietra nelle uirtu , fie Nelquintolib.diDiofcoride. 1445? ■fuc ual orofa , la tettai nafce in T alefìina di S orla , dì colore bianca , di forni# di ghianda , con torte linee , come fe fuj se- ro fatte al torno . Clnamanladal luogo , oue nafce , Giudaica : & tifatila trita in futa pietra d'arrotare , &pofcia dan- dola à bere con tre ciathi di acqua calda , per rompere le pietre della ucfcica . Ma neramente in coloro , nc quali noi l’bab hiamo ifperiment-ata , mai non ha fatto alcuno profitto perla pietra della uefcica: ma in quelle delle reni è uer amente efficace . Chiamano i Greci la pietra Giudaica , ddss iWWwV .. i Latini , lapis Iudaicus egli .Arabi ,-tìager alyeudi, Nomi- Hagiar aliheud : i T edefehi , luden fiein . Della pietra Amianto.- Cap. CXIII. 1 0 T A s c e l’Amianto in Cipro, limile all’alume feiifile . Fanfene per edere arrendeuolc, tele per i \ fare fpettacolo alla gente : percioche mede nel fuoco , s’acendono , & fanno fiamma, neperò per quello s'abbrulciano in alcuna parte , ma diuentano piu Iplendide . L' A mi anto pietra fu cofì chiamato perche gittandofì nel fuoco non folamente non s’abbrufcia, ne perde pun- pietra Amian- to del fuo fplendor e ,ma Offendo imbrattato ?fi calia fuoremoltò ben netto > & splendente j, Chiamafi medefima - mente Asbefios perche meffio nelle lucerne per lucignolo non folamentenon fi (pegnéfin che uè gocciola d’olio , ma non s'abbrufcia mai. Quefia pietra fi laua ,fi pettina ,fì fila, fi tefie ; & però come fcrìue Hierocle i-Brachmani phi- lofopbi Indiani fe ncfùceuano le uefie per ìafeiare alla posterità memoria della fua Diuinità . Faceuanfi della medcjma uefiimenta funerali , di cui ucHiuano i corpi de i Bc morti, accioche quando i corpi loro s abbrufeiauano la cenere loro 20 re & affé feparata da quella delle legna per poffcrla pGÌ fepellirc nelle loro fcpolture . Di qui adunque fi uede che Tlinio ò Errore<{; p]jB> qual fi uogli fautore da cuiyglitrafcnffe s'ingannò rnanifeflamentc .»• credendoli che queste tele fi fkceffero di certa fpe- tie dì lino Indiano , come fi legge nel primo capo del dccimonono libro con queste parole . E flato ritr oliato anebor a un lino , il quale non s'abbrufcia nel fuoco. Quefio lo chiamano Vino , & noi h abbiamo ueduto del fuo filo touaglie che leuandofì di tauola de i conuiuanti furno gittate nel fuoco doue effondo arfe le macchie , & le lordure loro , fi cauorono ■del fuoco piu fplendide , & nette che fc f uff ero lanate con acqua . Kfafce ne i diferti dell’India abbruciati dal Sole,doùe non pi-oue mai tra cruddiffimi ferpenti , & affuefajfi à itinere ardendo : Truouafi in rari] fimi luoghi -, malageuole da tejr fere per ejfcre molto corto » & di color rofìo , & fplcndente per il fuoco . Quello che fi ritruoua non fi ucnde manco che le perle . I Greci lo chiamano Asbcflino dalla fua natura . S crine Anaxilao che circondandoli un albero con quefio li- no , & tagliandoli dipoi non fi fentono le botte dell'accetta, adunque quefio tiene il principato di tutto l mondo . Tutto 30 ^uefi° fcrifte Tlinio . Il che appreffo di me in parte è nero, & in parte fauolofo . Imperoche farà ben gr off 0 d ingegno co- lui , che creda , che fi ritruoui lino al inondo che non s’abbriffici nel fuoco . Ma uoglio che Infoiamo paffar e quejia fiutola inficmecon quella dilla Salamandra . Ma io credo ciò effere interuenuto dall'effètto, che fa la pietra A mianto: Impero- che hauendo ueduto gl' antichi che di quefia pietra fi faceua filo, tele, & toltagliela chiamafferopot lino nino dati effèt- to che ella faceua nel fuoco . A lume di piuma : penfandoft , che fia ella il uero A lume fei file .Ma per mia opinione s in- gannano , auenga che cotale Alumc di piuma non babbia punto delcoflrcttiuo , ma ben dell acuto , ne s abbrufei mejjo nel fuoco : il che è propria dote dell’Amianto . Hebbigià io , cofi come altri rmtracciatori delle cofc metalliche , la me- de[ima opinione, fin tanto che l' ecce lentiffìmo medico M. Luca Gbini mi mandò da Tifa il uero, & legittimo Alumef bif- file , cofi filmile all’Amianto , che feil guflo non mi ftffe fiato tcflimonio della fkcultà fua coflrettiua, che ui fi ferite ua- lorofìfiima , non hauerei uer amente faputo dif cerner e con l’occhio , che fuffe tra l uno ,& l altro differenza uer una . co - me che ficognofc-a l’un dall'altro anchora con (efperienza del fuoco , in cui refla l'Amianto fen\a abbrufaarfi, & l Alu- * me fciffìle prefìo ui fi confuma . Onde fi può ragioneuolmente credere , che l’ Alterne di piuma del commiine ufo fia il uero Amianto . Sono alcuni truffatori ( come fcrìue il B raf ditola da Ferrara ) che ingannando le femphci donniciuok * Frwde de i triif uendouo loro l’Amianto per legno della Croce del Saluator nostro lefu Cbrifto . llche perfuadono loro agonalmente t fjcou' per non abbrufeiarfi nel fuoco , & per baiier firn blandi parimente di legno , effondo tutto uenofo. Deh Amianto [of- fe Tlinio alxix. capo del XXX vi . libro , cofi dicendo .L Amianto è fìmile all’ Alumc . Meffo nel fuoco non figuajta », ne fi confuma . Vale contro, tutti gli incanti ,& cantra tutte le malie , & mafìimamcntc contra quelle, che fi fanno per artemagica . La pietra Amianto chiamano i Greci *<&><• àffimtnos : i Latini , lapis A miantus. - Nomi. Della pietra Saphiro . Cap. CXIIII. tL saphiro beuuto fi erede, che gioui al morfo de gli fcorpioni.Beucfi anchora per confoli- I dare l’ulcere delllnteriora . prohibifee le crcfcenze , l’uue , & le puftule de gli occhi , & uniice lc« toniche loro , quando fono rotte . IL saphiro c connumerato tra le gioie. E' pietra à tempi noflri , che fi comfce da ciaf cuna , di colore cionco , saphiro, & fua trafparente . Vfafinelle aneha , & ne 1 pendenti deUe collane ài tempi noflri da molti . Tlinio al nono capo del efsatn. Xxxv 1 1 . libro dijfc , che i Saphiri njfilendono di punti d'oro .Ma in quelli , che fono hoggi in ufo in Italia , non fi di- fettile altro , che colore a\uno trafparente .llperchefipuo credere , che rarifienoiucri Saphmin Italia ,& che questi che rnnno communemente attorno , fieno piu prefìo ciani » che Saphiri , per effer il Cianofinùle molto di colore d fapln- . ro : ouer amente bffiognadire»chein questo habbia errato Tlinio, & prefo forfè per il Saphiro il lapis Iaculi, cofi cbia* 60 muto da ili. Arabi : imperoche non foioaltra pietra che quella , che rifpicndatrale gioie di fcgnì,& di punti d oro .. Trattando dche uimdelSapbiro Galeno al IX. delle (acuità de i [empiici , diff'e folamente , eh e ficredcua,chc beuuto 1 4)“Q Difcorfi del Matthioli Frammenti pre giouajfe à imorft de gli feorpioni . Mettonft boggi nelle medicine cordiali, nei refiauratmi ,&nci pntiofi lettò- tmfi. unri,cbeficompongonoperlapefle,pcrliuclcni,&per uiuificared cuore , non /diamente i Saphiri ,ma gliSmeral- di , i Rubini , i Granati ,& i Cbiacintbi.il che non corrijjwnde alle mite alle opinioni, ebetengono imedici: percio- cl/e rariflimi fono quegli /fetidi , che babbiano i iteri fi-amenti prctiofi . Et però auertifeano i medici di non lafciarft in- gannare .&baucnioncbifogno ,conftglinfi con peritiflimi gioiellier/,&pofcialbpraUpietradel porfido gli fàccia- no ridurre in potucre impalpabile : percioche ffejfe uoltefì prende una gioia per un altra , come fa tmiucrfalmente il alli- go . Il quale pergligbiacinthi toglie i ebrifopatij digiallo colore , e/fendo i uerighiacinthi di color d’ametbifio . Et il fi- milc facciano con le perle ,& coni coralli i& non come fanno alcuni /ciocchi , che macinami, coralli nel mortaio di bronco, & non s accorgono ipoUeriignóranti ( quejìo dico però , che à molte fapute donne ho ueduto far queSlo) che piti bronco, & piu ferro ne traggono, che coralli. Et co/i dandogli pofciaài ponevi amalati del tutto deboli, glidan- IO no ò fa morte , ò tormento maggiore . percioche ho ueduto //effe mite ejfer flato nociutonon'poco ,& quaft fino alla Nomi, morte , per ejfer flato lor dato da ./empiici domiciuole i coralli , & le perle macinate nei mortai di bronco . chiama- no il Saphiro iGreci , nlhoe tràrpapòf ì latini , lapis Sappbirus . Della pietra Memphite.- Cap: C X V . Ritrovasi la pietra Memphite in Egitto appreso à Memphi , grande come ciottoli , graf- fa, & di diuerfi colori . Dicefi , che trita , & impiaftrata fopra quelle membra, che fi uogliono ò fegare , ò abbrufeiare , le ftupedifee fenza pericolo, di modo che non fentono dolore alcuno . 20 Della pietra Selenite. Gap. CXVI. LA pietra Selenite , la qualealcuni chiamano aphrofeleno , è coll chiamata , percioche fi ritroua piena la notte nel crelcere della luna, con cui crefce parimente, & feema. Nafcein Arabia , candida , tralparente , & leggiera . Dannofi i fuoi framen ti à bere per lo mal caduco . Portanlaalcollole donne per le malie . Credefi,cbe appiccata àgli alberi, aumenti il fruttifi- car loro . Pietra Méphi- te , & Selenite, & loro efsam. Criftallo , & ùu hiftoria. Opinione di Plinio repro- bata. Criftal!oj&fue uirtù. LcA pietra Memphite non fi porta à quefii tempi d'Egitto , ch’io fappia : quantunque non pòco la de fi devi- no i chirurgici , quando è bifogno di fegare qualche membro del corpo . Ma la Selenite fe ben prima non ha- u'eua mai ueduto ; bolla nondimeno compratagli anni paffati da uno pellegrino Tcdefcho, il qual ueniua da fan Ia- como di Galitia , & ritornauafene à cafa . £' quefia pietra truffi urente come il uetro , & sfendefi ageuolmente in fotti- liffime lamine . Il perche s’ufa in alcuni luoghi, oue ella nafee in cambio di uetro, per ferrare le finestre delle cafe . Onde è chiamata anchora ffieculare , & per ejfer tr affi avente , & lucida , come fono gli pecchi, & ancho perche fe ne fanno anchora occhiali, i quali chiamano i Latini Jficcilla . Ma bauendomi la traffiaren^a della pietra Selenite ridotto à me- moriali Criflallo ffapendo io , che anchor effosufaffieffeuolte nelle medicine , non houoluto tralafciare di firiuerne l’ hiftoria ;& parimente le uirtù , il Criflallo adunque ( come ferine Tlinio ahi .capo del xx xv 1 1 . libro ) fi conge- la di fiigidiffimo ghiaccio , ne altroue fi ritroua egli fe non doue fempre giace la neue : & c cofa certa , che egli non è al- tro , che ghiaccio , onde gli è flato dato il nome da i Greci . Et quefia è la opinione di Tlinio intorno al generarli del C ri- fluito . Ma da cotale opinione è la noflra molto diuerfa ( come ritrouo efjer anchora quella dell’ eccellentifiimo Jlgri- cola ) & non fen^a efficaci ragioni . Tmperochc non crediamo cff 'cr altrimenti uero , che nafea ,òfì generi il Criftallo di neue , ò di ghiaccio , ma di quello fleffo humore , di cui nelle uifeere della terra fi generano i berilli , i diamanti , &■ altre filmili gemme . Che adunque fi generi il Criflallo d'uno humore piu pur o,& piu limpido di tutti gli altri, panni uera - mente ejfer cofa chiara ; per ejfer egli piu lucido , piu trajfiarcnte , & piu chiaro di tutte, l' altre gemme . Trouafì , che fi generi cofi,& non di ghiacciolo di neue : percioche ogni fiigidiffimo ghiaccio congelato di piu , & piu dicine d'anni ne ifiigidifìimi monti , da cui ne il uerno , ne la fiate mai fi parte la neue, anchora che fia di quello delle parti piu profonde, portato in luoghi caldi finalmente fi liquefa tutto non folamente al fiacco ; ma anchora al fole . Il che mtewervebbe pa - rimentc al Criftallo ,fefuffe fatto di ghiaccio , quando fi metteffe al fuoco , ò fotto à caldifsimo fole * ne altroue fi ritro- uarebbe , che ne i monti , che fempre fono ricoperti di neue . Ma ritrouandofì egli neramente nelle cauc de marmi , de me- talli * & d'altre forti di pietre in Spagna , in Germania , in Scithia , in Cipro , in Carmania, & in Tslerone , & Chiù ifo- le del mare roffo , & alle uolte anchora ne i campi arandoft la terra in grandmimi pcgyj , è cofa chiatrijfma , che fi gene- ri il Criflallo d’altra materia , che di ghiaccio , ò di neue . Imperoche quello, che fi ritroua nella fuperficie in alcuni Jcogli di montagne , non credo io , che ui fi generi d'altro , che d'uno humore purijjìmo atto d. conuerùrfiin pietra :.& che poi uifìa flato difeoperto dal corfo delle pioggic , le quali in cotali luoghi precipitofi leuano uia la terra, fino al fajj'o puro. Et però non fewqz ragione fcriffe Tlinio , che egli poteua per uero affermare , che nafceua il Criflallo nelle montagne in alcuni luoghi cofi malageuoli , che non potendoui andare gli huomini per altra uia , ui fi fanno callare con le fimi ,&cofi lo cauatio . Oltre à ciò mettendofì il ghiaccio nell'acqua ui nuota , & il Criflallo fubito fe ne ua al fondo . il che dàfc- gno , che il Criflallo fia pietra , & non ghiaccio . L’ottimo è quello , che è bianco , & cofi.tr aff avente , come è una acqua chiariffima , & limpidiffima . Ha il Criflallo uirtù di riflrignere : & però fi dà egli con utilità grande trito in polucrc impalpabile , nella difenteria con uino brufeo . Hjflagna i mefirui bianchi , &fa copiofo latte,- il che ho io imparato, dal- ^ ^ le donne di Trento . Faceuano del Criflallo gli antichi alcune palle , in cui battendo i raggi del f de , accendeuano il fuo- co in ciò 3 che fi poneua loro all' oppofito » Onde furono ufate da i medici per cauteri\arc in alcuni , che Jpauriti dal fuoco, uiuo. Nel quinto lib. di Diofcoride. i4)-r uim , ricttfaudmì cmterij . Il chepoffo anchor io por cofa uera affermare , per bauer di ciò fatto piu {una uolta efbe- rien^a . Chiamano i Greci la pietra Memphite , ùih t M ^ , , latini , lapis Memphites . la Selenite chiamano i Greci , xlm minuti ; i Latini , Selenites . Della pietra Iafpide'. Cap . C X V 1 1 . SO N o L E pietre, che richiamano Iafpidi, ueramente diuerfe : percioche alcune fi raflèmbrano «ilio line laido . alti e al eriftallo 3 di colore fingile alla pituita.: altre fono limili all’aria } chiamate aeree: altre fono come affumicate, & imperò chiamate fumofe : alcune fono diuife da linee biam- J o che 5 & ìilplendenti 5 chiamate Afsirie : alcune limili alla terebinthina 5 chiamate tercbinthizone : & alti e li lalTèmbrano al colore di quella gemma ? che li chiama callaida . Diceli 5 che tutte uaglio- no per le malie 3 & che appicate alla parte di fuori delle cofcie , accelerano ilparto . LE p I etre chiamate lafpidi , chiamiamo noi Diafpri ,& fono dimolte piujpetie , che non ferine Diofcoride. Imperoche ue ne fono alcune compiutamente amarre , alcune manco , & alcune d un colore come uerde mefehiato con latte, jfltvefùno porporee , come fono quelle , che najcono in Thrigia . Altre fono & diuerfa . Dicefi che appiccate al collo, ò alle braccia rifiagnauo il fangue in qual fi uoglia parte del corpo, non lafcìa- no fconciare le donne grauide , prohibifeono il coito , & cacciano le febbri , & l’hidropifia.lfe mancano fuperfiitiofì , che dicono , che portate addojfo fanno gli h uomini grati àciafcuno ,& parimente fidai', & potenti ,fe prima che s ap- piè chino al collo , ui fi dicono fopra alcuni incantefimi di parole . Scrijfe del Diafpro Galeno al I x. delle facultd de i femplici , cofi dicendo . Sono alcuni, che danno alcune proprietà alle pietre per fuoteflmonio,come ueramente ha il Diar- (pro uerde digiouare alla bocca dello filomaco accofiandouelo . & imperò fono alcuni , che lo legano nelle amila , & in- tagliangli dentro un drago con certi raggi intorno , come fcrifife Ifichejfo re nel decimo quarto libro.Ver amente ho io piu JQ uolte fatto ifiperimento di cotal pietra , appiccandone al collo una collana fattadi cotali diajpri , di modo che le pietre toccaffero la bocca dello Stomaco : &pareua ueramente , che giouaffero , anchora che non uifufife fcolpito il drago , fe- condo chefcriue TSficbcJfo . Chiamano il Diafpro i Greci , tifa tiamt : i Latini , lafipis . Della pietra Aetite. Cap. C XVIII. QV a n d o fi rimena la pietra Aetite, rifuona come fe fuffepregna , & haueffe dentro'di fe una altra pietra . Legata al braccio finiftro delle donne grolle , fa ritenere il parto nelle lubricità, & rilalfatione della madrice: ma quando è il tempo del partorire, fi debbe feiogliere dal brac ciò , & legarla alla cofcia, accioche fi partorifea fenza dolore . Manifefta quella pietra i ladri , fe el- 40 la fi gli dà afeofa nel pane: percioche il ladro non potrà inghiottire il boccone mafticato. Oltre à ciò non poftònoi ladri inghiottire alcuna cofa, che fra cotta in compagnia fua , Incorporata trita con cera, ouero con olio liguftrino,ò gleucino.ò altro, che fia.calido, gioua grandemente al mal caduco. Ljt pietra chiamata Acute , chiamiamo noiboggi uolgarmente pietra d'Aquila, per ritrouarfì alle uolte ne iloro nidi . Sono diuerfe dì colori ,& di grandetta . Fecene mentitine "Plinio alxxi. capo del XXX v l. libro , cofi dicendo . La pietra Aetite ha gran fama per l’argomento del nome fuo . Vjtromfi nel nido dell' aquile , conte dicem- mo nel decimo ualume . D icono , che ui fe ne ritrouano due , mafehio ciò è , & fi emina :■& che fienai quefie non poffiono partorire 1‘ aquile , & imperò Jolamente due . E me di quattro fpetie . Quella , che nafice in. Africa , è picchia , & tene- vo ra,&ha nel corpo come una creta fioaue , & bianca : & quefla , la quale Bimano fiemina , è frangibile . Il mafehio , il qual nafice in Arabia ,è duro ,&roffigno , filmile duna galla ,& ha nel corpo una pietra dura , La terqa nafice in C i- pro deU’ifieJJo colore di quelle , che naficono in Africa ; ma piu ampia , & piu larga : imperoche le altre hanno forma ri- tonda . Quefla ha nel corpo una arena gioconda , & altre pietre : ma è tanto tenera , che fi sfregola ageminiate con le dita.. Chiamali quella della quarta fretìe Taphiufia, per naficere in T apbiufia appreffo à Leucade . SJtrouafi ne i fiumi bianca, & ritonda, nel cui uentre fi rifierra quella pietra , che chiamano callino . Queflo tutto delle pietre aquiline fcrifi- fie Plinto . Chiamano i Greci la pietra Aetite, xHocdnins: i Latini , lapis Aetites : gli Arabi , Hagcr achtamach . Della pietra Ophite, ciò è Serpentina,. Cap. CXIX. LA pietra Ophite è di piu fpetie . Ne fono alcune ponderofe, & nere : alcune altre fono di color di cenere , ma uariate di certi punti : altre fon diuife da alcune linee bianche . Giouano tutte appiccate al collo , al dolore di tefta , & à 1 morii de i ferpenti • Dicefi , che quelle , che. hanno le linee bianche , giouano à i lethargici , & à i dolori diretta.. ’KP n Nomi. Pietra Fa (pitie, & lue fpetie. Diafpro fcrit- to da Gal. Nomi. Piena Aetite, & fua hiftoria, & uirtù. Nomi. 14f2 Difcorfi del Matthioli PiecraOphite, & iua hift. NON/? ritrattone colonne ( dicetta Tlin.alvi I .cap. del xxxv I . libro ) fitte di pietra chiamata Ophite , fi non picciole . £ quella pietra di due ffietie , una bianca & tenera ,& l'altra nera & dura . Diceft , che amendue ac - quotano i dolori di fella, legatati attorno, & che giovano parimente àimor/ì de i firpenti . Comandano alcuni, che à ipkrenetici,& à i lethargici s’adoperi folamente quella , che biancheggia : & centra al morfo delle ferpi quella , che é dal colore di cenere , chiamata tephria . Qucfto tutto della pietra Serpentina firijfi Tlinio . Ma quella , che noi chia- miamo uolgarmente Serpentino , durilsima quaft come il porfido , non è ne nera , ne bianca , ne di colore di cenere , come fi richiede allhilìoria , che ne firijfiro Diofcoride , & Tlinio ; ma tutta verde filtra , & macchiata di iter de chiaro . Il Nomi, che arguifee , che’l Serpentino degli antichi fujfi molto differente dal noftro . Chiamano la pietra Serpentina i Greci, >.lSos ifhtiti i Latini , lapis Ophites . Delle pietre delle Spugne . Cap. CXX. Pietre delle fpi faci fpugne,&loro :uità. SI ritrovano pietre nelle Ipugne : le quali bcuute con uino , rompono le pietre della uefcica. LE pietre, che fi ritrottano nelle ffugne , fono muffirne àciafcunotìmperoche poche fono le jfmgne ,chenon nhabbiano dentro qualch'una. Facendo di quefie mentione Galeno al IX. delle f acuità dei [empiici , dicctta. Le pietre , che fi ritrouano nelle Jfugne , hanno uirtù di rompere : ma non però cofi ualorofi , che po fatto rompere le pietre della uefcica,& imperò coloro , che lo firifiero , hanno uer amento mentito. Ma rompono bene quelle , che fimo nelle reni , comefon quelle , che fi portano di Cappadocta , le quali dicono nafeere in Argeo . Queste fi rifoluonoin liquore di color di latte . Il perche è manifeflo , che hanno uirtù d'ajfottigliare fetida fcaldar troppo euidentemente . Nomi. Le pietre delle /pugne chiamano i Greci, ritti * aSit tmiyytts : j Latini , Lapidee in Jpongijs reperti : gli Arabi, Ha- giar alfifengi . Della Colla delle pietre . Cap, CXXI. i A s s i la Colla , con la quale s’incollano le pietre , di colla taurina , di marmo , & della pietra 1 chiamata Pario . Quella meila con uno Itile infocato in fu le palpebre , ui raflétta i peli . Della pietra Oftracite . Cap. CXXII. Pietra Oftraci te, & fua eflami natione & fa- cilità. RAssembras i la pietra chiamata Oftracite à un fello: è erottola, Sdaminola. Vfanlale donne in cambio di pomice , per cauar fuori i peli . Beuuta al pelo duna dramma con inno , riftagna il meftruo , prohibifee Impregnarli , beuuta quattro giorni dapoi alle .purgatiom al pelo d’un licilico . Applicata con mele, mitiga le infiammagioni delie mammelle, Sderma 1 ulcere corrofiue. i , — . ;/AL fi fmla pietraofiracite, che ufauanoanticamentc incambio dipomiceper cattar fuori i peli .non ho fin ' ( / hora veduto , ne ritrouato chi me la dtmofiri . quantunque affermi l'agricola ritrouarfi in alcuni luoghi dt Ger- ~ i- rf hVt.irT- ««/ tv hnrn rlpllfl mania , fintile alle feorge deUe oHriche , ma di rofiigno colore . Scùffie delle uirtù fue Galenotiel IX. libro delle fhciiltà de [empiici, cofi dicendo . Tredicano alcuni , che la pietra Ofiracitc ha facilità ualorofa di dificcare , ma tempe- rata nell'acutezza , & nel rifiringere ,come quella che fi chiama Geode. ■& dicono , ch'ella può chiarificare le pupille de N°mi. gli occhi , &fanare le infiammagioni delle mammelle ,&deì tefìicoli, &Jpctialmente applicata con acqua . Chiama- no la pietra Oslracite i Greci , a/8w*e<ùuW .- i Latini, Lapis oftracites . Della pietra Smiri. Cap. CXXIII. L L A s miri pietra, con la quale i gioiellieri polifconole gemme, è utile per corrodere, &ab- brufeiare . Gioua alla humidità delle gengiue , & commendali per fregare i denti . Dell’Arena marina. Cap. CXXI1II. 5° A arena deilididelmarefcaldatadalloledifeccail tumore dell’hidropilie , quandouili fepelifcono dentro ipatienti fino alla tefta. Scaldali in cambio di miglio , ouerdi (ale, per far fomenti dilèccatiui . Smiri, & file fi culti fcritte da Gal. LA pietra Smiri fi chiama uolgarmente Smeriglio ,& è notifiima pietra : & è quella ifteffa, con la qual tri- ta fi polifcono le gioie , & fi bnmifeono le armi . Qucfla figna il uetrò , come fa il diamante . Scriffene Galeno al 1 x.delle fiatiti de i [empiici , cofi dicendo. Che la Smiri fia molto aHerfiua ,fi dimoftra per l’uf i , che fi ne uede appref- fo à i gioiellieri : & habbiamo anchora ijfierimentato , eh' ella fa bianchi , & netta beniflìmo i dcnti.Dcll Arena marina, c fendo cofi chiara , non è che altro piu diciamo , di quanto ferine Diofcoride . Chiamano lo Smeriglio i Greci , « cfaóptc : i Latini , lapis Smyris . L Arena marina chiamano i Greci , A>f«f aiyufàm ; i Latini , Arena litoralis . Nel quinto lib . di Diofcoride. Della pietra Naxia; Cap. CX XV. LA a uotaiv a a fatta confetto , che fi confuma della pietra chiamata Naxia , fa applica- ta,nnafcerexcapellicafcatipcrpelagione.- non lafcia crefcere le mammelle delle fanciulle uergmi . Beuuta con aceto , fmxnuifce la milza , & gioua al mal caduco. Della pietra Geode. Cap. CXXVI. E' Lapietra chiaxnata Geode codrettma,& difeccatiua : rifolue le caligini de gliocchi.Im piantata con acqua , fpegne le infiammagioni de i tediarli , & delle mammelle . LJ. veia p‘etra'Haxia,nondefcriucDiofeoridcconuerunanota,maiomdopercertochealtranonfia che »■ quelU , che adoperiamo noi per agitare i coltelli, & dar il filo alle falci fenaie , chiamata minarmene cote . Ma & S““’ la Geode battendo ella il nome dalla terra crederò dibatterla uedutapiu uo Ite in Boemia , portata di Mifnia , & di SaJÌOìtia . Quella è una pietra ritondetta di colore ruggino foche tende al giallo , la quale è concaua dentro , ma’ tutta piena di terra quafì del medefimo colore . La Tslaxia , per quanto fcriue Galeno , non folamente prohìbifee tingrojfare delle mammelle nelle fanciulle uerginì ; ma non lafcia crefcere i testicoli nei fanciulli, come partecipe difacultà jr ■ ■ da. Chiamano la pietraiqaxiai Greci, Kudnnifrui Latini , lapis rb(axius . La Geode chiamano i Greci, a{|* Nomi. ytcJÌHi : i Latini , lapis Geodes . Di tutte le Terre. Cap. CXXVII. HA ogni terra, che fi prende per l’ufo della medicina, uirtù primamente di rinfre(cate,& di ferrare , & chiudere i meati . ma è però differente l’una dallaltra di fpetie : imperoche con alcune cofe aggiunte luna à queda cofa , & l’altra all’altra fi conuiene . Della terra Eretria. Cap. CXXVI II. LA ««ehi» è di due fpetie, luna è grandemente bianca, & l’altra di color di cenere. L’otti- ma è quella, che ha color di cenere , che è tenerifsima, & quella che fregata in fu’l rame, ui la- . fciafuunalineadicolordiuiole.Lauaficpmelacerufa,o.ueroinqueftomodo. Tritafidaper fe, ouero con acqua: lafciafi pofeia ripofare,& come ha fatto la refidenza , fe ne fcola fuor leggier- mente l’acqua , & feccafi al fole : ritritali, & lauafi di nuouo nell’acqua il giorno , accioche la notte faccia la refidenza, & la mattinai buon’hpra fi cola : finalmente trita al fole ( potendoli fare) fi com partifee in padelli . Ma defidei-andofi d’ufarla abbrufeiata, fi mettono i fuoi padelli , formati prima come ceri, in un uafo di terra pertugiato: Sepolcri hauendogli prima ben ferrato la bocca , limet- te fopra à i carbonibenifsimo accefi,& foffiafi continuamente con il mantice : come la cenerefi con uertilce in fauille, ouero che diuenta di color di aria, ficauano fuori i padelli, & fi ripongono . Ha uirtù di ridagnare, & di infrigidare : mollifica leggiermente, & riempie le concauita dell’ ulcere, Se. 40 confolida le ferite frelchc. Della terra Samia. Cap. C X X I X . LA miglior terra Samia c quella, che è bianca, leggiera, che tocca con la linguali s’attac ca come colla, tenera, fuccofa,& frangibile:come è quella, che alcuni chiamano collirio. . Ne fono di due Ipetie: delibila habbiamo già detto: la feconda fi chiama ader, laquale è crodo- fà,& ferrata.come una pietra. Abbruciali, & lauafi come 1 eretria, & ha le uirtù medefime.Ridagna gli fputi del làngueidafsi con fiori di melagrano faluatico alle donne per lo flulfo del medruo . Im- piadrata con olio rofado,& acqua, (pegne le infiammagioni de i tedicoli, & delle mammelle : pro- j Q hibifee il fudore. Beuuta con acqua, gioua al morfo de i ferpenti,& à tutti i ueleni beuuti. Della pietra Samia.- Cap. C X X X . Ritrovasi la pietra Samia nella terra Samia . ufanla gli orefici per polire l’oro , accioche meglio rifplenda . L’eletta è quella, che è piu bianca, & piu dura . Ha uirtù codrettiua, & infri gidatiua.Vale beuuta à gli domachi deboli : imbalordite ifenlì: ma è efficcacifsima con latte per li flufsi, & ulcere de gli occhi . Credei!, che legata addofiò , faccia predo partorire, & conferui la- concettione nelle donne. TERRA chiamata Samia, non fo neramente io , fepiu di Samo fi ci portiin Italia, quantunque fitffe inufo al tempo di Galeno, il quale adoperò fempre per la migliore quella della feconda Jfetie chiamata after : quantun- que Diofcoride molto piu Mi la prima chiamata collirio , Sono alcuni che fi credono, che quella che fi chiama jlslcr ,fia G G G G G G quello. I4J4 Dijfcorfi del Matthioli IO quitto, che communcmcntc fi chiama Talcho . Ma coHoro,pcr mio giudicio, s ingannano . imperoche il T alcbo accana- to atta lingua non ui s'attacca in modo ueruno, è malageuole da tritare, ne è duro ,nedenfo come la pietra chiamata co- te . non è crollofo, mafquamofo, trapanine come il uetro,& leggiero : & tale , che mcjfo nel fuoco, non uifibrufeiafe- \à lunga fatica, & compagnia d’altri medicamenti, il che non interuient alla terra S amia predetta , abbtufciandofi ella come la terra eretria . Oltre à ciocdafapere, che beendofi il Talcho nonflrangolamanco, chef faccia ilgejfo . Et per lo contrario la terra Samia detta Afler,gioua come la terra lemma,grandcmentc contea i ueleni, contea i morfi, &con tra le punture de mlenoft animali :& attaccafi gufata, come quella, atta lingua ,&alle labbra . il perche crederei io che quella potejfe ejfere la terra Samia predetta, òfua [ petie , laqual danno i ciurmadori , che fanno la profetane delle ferpi, contro i ueleni, chiamata da loro pietra di fan T anelo, portata dall foladi Malta . Imperochc questa e bianca, motte, fuccofa, facile da rompere, & attaccaftallalbigua, come la terra Lemma : &gioua à i ueleni, & al morfo de ue- lenofi ammali . Se non hauejfe io ueduta la nera mandatami da Ferrara dall Ecccttentiffimo Medico M.AlfonfoTontio Modanefe.in cui bel romperla fi ueggono apparentemente alcuni ra\i come flette , da cui s’ha ella prefo il nome di A Iter. Lapietra Samiapoì , concai anticamente poliuano l’oro, & l argento gli orefici, non fio io affermare , fe fl porti inlta- Nomi, ija . quantunque fcriua l Agricola ritrouafl copiofa in Germania . La terra Samia chiamano i Greci, rsuioia i Lati- ni, terra Samia. La pietra Samia chiamano i Greci, niSm'SciyJotiLat ini, lapis Samius. Della Terra Ghia. Cap. CXXXI. LA eletta terra Chia è la bianca, che tende al color di cenere, limile alla Samia, è adunque croftofa , & bianca, ma differente di forma . Ha le uirtù medefime della Samia . diftende la pel le della faccia,, ne toglie le grinze , & la fa Iplendida : fa buon colore nella faccia , & in tutto u io corpo . Viali ne i bagni per nettare il corpo in cambio di nitro. L A TERRA Chia contiate lenote ajfegnateliia Dìofcoridemì fumandata queflo anno da Ferrara daltEcccl- lentìfsimo Medico,& feitfplicifla peritifsimo M. Alfonfo TantioModanefe. Della terra Selinufia. Cap. CX XXII. FA i l medefimo effetto la Selinufia . & quella piu fi loda, che grandemente rifplende, cheè bianca, frangibile, & che prelto li dilfolue, quando lìbagna. LA terra Selinufia, bianca, ^lenirne & frangibile, & prima da me non piu ueduta mi fumandata dal fu detto M. Mfonfo Tantio Modanefe, 3° Della terra Cimolia. Cap. CXXXIII. L A terra Cimolia è di due fpetie: una ciò è, che è bianca: & l’altra, che tende al pomoreo. L'ottima è quella, che naturalmente è graffa, & che fi fente fredda al toccarla . L una & : altra trita, & disfatta nell'aceto, rifoluele pofteme, chenafcono dopo ['orecchie, & i piccioli turno ri . Impiaftrate fubito in fu le cotture del fuoco , non ui lafciano leuar le uelciche : nloluono le du- rezze de i tefticoli, &le pofteme di tutto il corpo : mettonfi in fui fuoco facro . In iomma 1 una , & 40 l'altra è molto commendata nelle medicine, pur ch'ella fìa della uera,& non falfificata. L Della terra Pnigite . Cap. C X X X I II I . A terra chiamata Pnigite è quali limile nel colore all'eretria , ma fono le fue glebe mag- giori, toccata con mano, rinfrefea : & toccandoli con la lingua, è coli uifcola,che penden- do ui s'attacca fopra . Ha le uirtù medefime della cimolia , quantunque non fia coli ualorola . Vendonla alcuniin cambio dell'eretria. I De iTefti delle fornaci. Cap. CXXXV. 5° t i delle fornaci lungamente abbrufeiati caufano l'efchara nell'ulcere : & imperò medica no le puftole , e'1 prurito . Giouano à i gottofi : & incorporati ne i ceroti , nloluono le lcrotole , Della Terra delle fornaci. Cap. CXXXVI. A terra delle fornaci, che per eflèr bene arroftitadìuenta rolla, ha le uirtù medefime, che , hanno itefti. Della terra Melia. Cap. CXXXVII. 60 A terra Melia imita nel color di cenere l’eretria:èruuidaal toccaria, fregata con ledi- la, Aride, come fa la pomice rafehiata . Hauirtùaluminofa,ma piu rimefla.il che ageuo- Nel quinto lib. di Diofcoride. Mente fi comprende nel guftarla . imperoche difecca alquanto la lingua, parificali corpo, &6 ÌHion colore :aflbttiglia 1 peli : & fpegneleuitiligini,&lafcabbia . Viànlai dipintori per ferdu- rarpiulungo tempo lauiuacità de i colori, mettefi efficacementene gli empiaftri uerdi . Di tutta la terra melia , & uniuerfalmente d'ogni altra terrafi debbe elegger la fiefca , tenera , non fallbfa , frangibile , & che àgeuolmente fi rifolua nell'acqua . QV a N r V n q_v e la terra Eretria , la Cimolia , laTnigite , & la Metti fugato nell'ufo de i medicamenti degli Terrt>& loro antichi, & da loro benifiimo conofciute , come fi uedeper l'hifloria , che nejcriffe Galeno al nono delle facilità de a'”' ifemplici ; nientedimeno fono cofi da nojlri anteceffori fate quclìc tene tralafiiatc , che non fmtroua apprejfo à i mo- 1 0 demi fc non pochi che n habbino cognitione . fra i quali è ( cccellentifiimo medico & femplicifia raro de i tempi noflri Ai. Alfonf > Tantio modànefe, con l aiuto del quale fono io uenuto in cognitione della Eretria (& parimente della Tni- gite: le quali poco tempo fa mi mandò egli da E errata . La terra Cbia , Selinufìa , Cimolia , Tnigite , & Metta cbia- Nomi. matto i Greci, .• » Latini, terra Chia, Selinufia, Cimolia, Tnigitis .Me- tta: gli Arabi la Cimolia ,T eri chimolca ,& Tbiti chimulia : & la Tnigite , Teri banem . Della terra Ampelite. Cap. CX XX Vili. LA terra Ampelite , la qual chiamano alcuni pharmacite, nafee in Seleucia di Socia . Lo- dali piu dell’altrela nera, limile à lunghi carboni di pezzo, poco Iaminofà^&. ugualmente lplendida , & che trita , & mefehiata con olio , fi disfa àgeuolmente . La bianca , & parimente 20 la cenerea , che non lì disfanno , non fono buone . Ha uirtù di rifoluere , & d’infrigidire . Viali per acconciare le ciglia , & per tingere i capelli . E in ufo per ungerne le ititi, auanti che gitano gli oc- chi : percioche u'ammazza tutti i uennicelli , che ui nalcono . LA terra Ampelite .fecondo che recita Galeno al IX. delle f acuità dei femplici, fi chiama Ampelite .per Tara Ampelì tffer in ufo per conferuar le ulti ,à cui fi mette attorno : come facciamo noi col uifebio inTofcana , per probihirc, te,& *“a che i bruchi non ni manginogli occhi. Th'armacite poi fi chiama, per ejfere molto medicamentofa , come dimoflra f ammainare, che fa ella de fu detti uermicelli . E' oltra ciò molto bituminofa : amfi ( fecondo che recita Tlinio ,& Tof- ftdonio ) è fimilc al bitume . Del ciré dà nero fegno il disfùrfi ella àgeuolmente nell'olio . Et però crederono alcuni , che fuffe terra Ampelite quella pietra croflofa, che nel predetto libro fcrijfe bauer già ritrouato Galeno nei lidi di Licia, 30 & nella caua Soria'.le quali mefie nel fuoco .s'accendeuano di picchia fiamma . Del che par che ne dia non poco indi- ciò , Udir Galeno d’bauer tal pietre ritrouato in un colle circondato in gran parte dal lago Sodomeo ,oue nafte il bi- tume , che ui cola dentro . Il perche riprendono alcuni Galeno , che non conofcejfe tali pietre non ejfere altro , che terra Ampelite. Laquale e '(fendo ( comeiice Diofcoride ) dura ,comeil carbone di pe-^o , non è mar auiglia , fedimofiri ejfere fpetie di pietra. Et però d da credere , che non fia gran differenza dalla terra Ampelite alla pietra Gagate , di cui dicemmo ili (opra , per ejfere amenduccompoHe di terra ,& di bitume . Laterra Ampelitem'è fiata nouamente por- Nomi: tata di Cxrniola , me fi ritroua copiofa , con tutte le fembiange , che ut fi richieggono . La terra Ampelite chiamano i Greci , yiì A>.wìa/7k : i Latini , terra Ampelitis :gli Arabi Tbìn alcbarin . Della Fuligine pittoria . Cap. CXXXIX, x nvotsi ricoglierelaFuhgine,cheulànoidipintori, delle fornaci di uetri : percioche à que- ** gitali dà il primo luogo. Ha uirtù ualprolà di coftrignere,& di corrodere. Incorporata conce- tato rofado , falda le rotture . Dell’ Atramente) librario . Cap. CXL. LO atkamento, confi quale fermiamo, li ricoglie della fuligine condenfata dal fumo del- la teda . mettonlì in ogni libra di gomma tre oncie di fuligine di teda . Fafsi anchora della fu- ligine delle ragie , & della fuligine pittoria derta di fopra . Prende!! adunque una mina di fu- ligine, una libra & meza di gomma: di colla di toro, d atramente Tutorio , di ciafeuno una oncia & meza . Mettefi conueneuolmentc ne i medicamenti corroiìui . falline Utilmente linimento groffo con acqua alle cotture del fuoco : ma non bifogna leuarnelo, fe prima non è latta la cicatrice : per- S° ciochedapoi che ha faldato l’ulcere,fe ne calcatila perfeftello. Hora finalmente hai, carifsimo Ario, tutto quello, che ci crediamo elfereà baftanza perla lunghezza di quella opera, &per la copia della materia , & di rimedi) medicinali . Che CESA fuffe la E uligine de i dipintori , & parimente t Inchioflro .concili fcriueuano gli antichi i libri lo- ro , èajSaifiato chiaramente ne due prefenti capitoli dichiarato da Diofcoride . Et però non parendomi , ebe-fia di bifogno di dirai fopra altro .faccio qui fine al quinto & ultimo libro. -dando laude di ciò al grande , &. onnipotente Iddio , da cui è il tutto. Chiamano i Greci la Fuligine de pittori, A'Kfon (nmm: i Latini. Tuligo pUloria . ila- Nomi. tramento librano chiamano i Greci, : >' Latini , Atramentum libratimi . lltlHJ- DEL IH.ro LIBB^O. I DISCORSI DI M- PIETRO ANDREA MATTHIOLI Medico Sanefe , NEL SESTO LIB. DE VELENI MORTIFERI, ET DELLA pRESERVATIONE.ET CVRATIONE LORO, DI PEDACIO Dipfcoride Anazarbeo . Proemio . I sopra ne gli altri libri habbiamo trattato, Ario carifsimo, de gli odo- io ramenti,de gG oli; , de gli unguenti , de gli alberi , & parimente de i frut- ti, ragie, & gomme loro: de gli animali, del mele, del latte, dei grafsi, delle biade), delle herbe de gli horti , & delle campagne : delle radici , de ifucchi,deiuini,&dei minerali , Mahorain quello ultimo libro di tutta l'opera trattarono le facultà, & le uirtù di quei medicamenti , che ne pof- fono&giouare,& parimente nuocere. Il perche lalciata ogni prohfsi- tà , diremo breuemente il concetto noftro in tal materia . Ec perche quefto trattato farà diuifo in due parti, in quella ciò è , che n’infegnaad ouuiare, cheiueleninon ne ingnnino nel torgli, onero chequelli, che nafcofamente li danno, non nuo- cano, facendo lor perdere la malignità, &il ualore:&in quella, che n'infegnaà foccorrereàco ^ loro,chegiànefentonoil nocumento . Diremo adunque prima del modo di ouuiare. il quale i ( fecondo che credono alcuni noftri maggiori ) è ueramente difficiliffimo da ofléruare ; percioche coloro , che auelenano altrui nafcolàmente , fono di tal forte cauti , & fonili , che ingannano ogni peritifsimo giudido . Spogliano coftoro i uelenidella loro amaritudine, mefcolandoli con le co- fe dolci. Se incorporando quelli, che puzzano, con cofe odorifere : ouero componendoli con quei medicamenti, che fi fogliqno dare per conferuare la lànità,& mafsimamente nelle malattie, co- me conalfenzo, tragorigano , hìlfopo , thimo , iride, origano , abrotano, caftoreo.,& con ogni altro medicamento, che habbia facultà di purgare. Mefchiano oltre à ciò cotali ucleni con i liquo- ri , che fibeuono ; ciò è con uini, che habbiano alpro fapore, brodi ufuali , uino palfo , acqua mela- ta, & mofto.'Nafoondonli anchora ne i dicchi , nel brodo Ipefsito delle lenticchie, nella polenta, & in altre colè, che s’ulàno ne i cibi cotidiani , Et però coloro , che ftanno con timore di eifere auele- nati,guardinfidaqueicibi,chefi mifturano,&fi compongono di uarij & diuerfi condimenti: & parimente da tutti quelli, che hanno apparenti(fimi,& gagliardifsimi fapori , come fono i dolci , i falati, & gli acetofi . Ne bifogna à coftoro, fe ben fono ailétati, bere molto con auidezza,ne fecon do che l’appetito gli trafporta : ne fè fono affamati, mangiare ingordamente: ma guftare,& con- fiderai- bene il fapore di tutto quello , che mangiano, & beono . Debbefì in cotali timori bere auan- ti pafto dell’acqua frefoa : percioche Ipento che fia l’appetito , malageuolmente fono abbracciate , & digerite dallo ftomaco l’altre qualitadi . Poflonfi oltre à ciò nelle malattie ageuolmente rifiuta- re le medicine,& le beuande,che fotto coperta di dar la làlute, danno i ribaldi,& improbi ueuefici: percioche gli amalati non hanno da far fi ftima,fe ben fon taflàti d’inubidienza . Et quella è la ragio ne, la cautela, e'I modo da guardar/! da gli inganni, & fraudolenze dicotali auelenatori.Mauiè anchora una altra maggiore , & piu efficace cautela ; ciò è che coloro, che ftanno con continuo fo fi- petto , fi preparino , mangiando per auanti di quelle cofe , la cui facultàè d’indebilire,& di diftrug- gere la maluagità , & lapoffanza de ueleni. Il che fanno i fichi fecchi mangiati con le noci , & pari- mente icedri, ouero il feme de i nauoni tolto con uino al pelo duna drainma:& fimilmentelc fion- di della calamintha,ouero la terra chiamata Lemnia, togliendone ilpari pelò con uino.uagliono ol tre à ciò aliai le frondi della ruta, mangiate inlieme con una noce : & due fichi fecchi, & un granello di fiale. Quelle colè adunque tolte per auanti, prohibifcono il nocumento di ciafcun ueleno . Sono perciò rimedio potentifsimo gli antidoti beuuti con uinoitra i quali è il Mithridato grande, & pari- mente quegli altri antidoti, che fi compongono di fcinchi, & di fangue. Refiftono alcune uolte alla, ^ maluagità de i ueleni alcune proprie complefsioni d huomini coftituiri ad un certo modo , & coli temperati con una certa qualità di cibo, & dibere, & parimente con una certa copia di uino, che del tutto Nelfeftolib. diDiofconde. 14)7 “ ?a: y r ' uno ui s mtrametta,. panni pero , che ila ne- eeflano 1 mfognare,comefi gli poffa ouuiare. Etperò dico, che ne i magri fi deono far cucinare le uiuande , & preparare il mangiare ,& parimente il bere di fuori all'aria. & fe pur per forte per q ual- che oftacolo non fi potette far quefto.faccianfitiittequeftecofodentro in catta. Ma attirata biro- li112 auertire molto bene al palco di fopra : imperoche molte uolte cafcano,& dal palco, & dal tetto alcuni animali uelcnoli , i quali q uantunque piccioli fieno pofiono nondimeno riufeire in grandi 1- l.o fimo danno; come fono quei ragni,che chiamano phalangi,ftellioni,& altre fpetie di fcrpi.Bifoain anchora con non poca diligenza riuedere i uafi, donde fi caua il uino.-percioche le ferpi, icntcndSne l’odoredl quale molto loro aggrada, ageuolmente ui corrono: & co fi qualche uolta beuendone, ui ruttano dentro il ueleno, & qualche uolta anchora ui s’annegano,dando la morte pofcia à coloro, che beono di tal uino . Quello tutto habbiamo uolutodire per auertire le caute ,& prudenti perlo- nc , accioche fàppiano,chc molte uolte à cafo, & fenza inganno alcuno fottogiacciano gli huomini à i pericoli dei ueleni . E anchora piu oltre da fapere, che accadendo, che toglieffè alcuno il ueleno perle fi elio, ó che nalcoftamentc glilulfo dato da altri, è ueramente bifogno di focorrergli nel prin cipio . imperoche ilandoii ad affrettare tutti i fogni dei già prefo ueleno, non fi gli puopofoia rime- diare : imo che malageuolmcnte fi gli rimedia , quando ogni poco per negligenza fi lafoia operare , Jo Et però, fo gli auelenati manifeftaranno di che forte fia fiato il ueleno , ouero cheli poffa iàpere da gli aitanti, potrafsi ageuolmente in tal cafo correre à irimedij appropriati, et reftituire i paticnti nei primo naturale habito loro. Il perche non ci accoftiamo all’opinione di coloro, che contendendo di cono, che in uano fi fanno irimedij, che uifi s adoperano. percioche fo quei morbi, lecui cagioni io no afeofe dentro ne i corpi, fi cureranno con le medicine, perche adunque quei ueleni citeriori, che fi danno, & fi tolgono, non debbono effèr curabililDi tutti i morbi ueramente, che accaggiono ne i corpi, parte fono curabili, & parte incurabili, iccondo l'impeto delle caufo, onde procedono, & fe- condo le precedenti difpofitioni,& proprie qualitàde i corpi.Ma fe accademiche alcuni di coloro, che hanno prefo il ueleno, per la malignità d'eflò,perdeilero il parlare, ò che come ebbriachi farne- ticaiforojò che non uoleiforo palefare la forte del ueleno già prefo, per non effèrne liberati, debbe- 50 fiall’hora in tal cafo ricorrere à quei communi rimedi) , le cui facultà fono di refiftere à tutti i uele- ni, che fi tolgono dentro per bocca . Fra i quali mimo è ueramente migliore , ne piu efficace, che il procurare con ogni diligenza di cacciare fuori il ueleno per il profsimo luogo, alianti che la malua gita fua s'attacchi, & crefca nel còrpo . Et però è^eceifario di coftringere gli auelenati à uomitare, dando loro àbcre olio caldo puro, ouero mefoolafaxon acqua. & le per forte il paefenon produce!’ fo oliojdebbefi in cambio d'eilò,dare del burro con acqua calda, ouero con decottioue di maina, di feme dilino,ò di trago, ò di ortica, ò di fiengreco, ò ueraméte di haiica. Imperoche quelle cofo han no non fittamente facultà di far uomitare, per mollificare elleno Io ftomaco , & far naufoa grande; ma anchora per purgare per di fotto:& ifpegnendo 1 acutezza del ueleno, di prohibire,che non ro- da, ne ulceri le membra interiori . Il che iipuo ageuolmente conofoereper manifefto argomento . 40 Percioche dato, che ikalcuno, che uoglia ulcerare un membro ò con calcinauiua , ò con feccia, ò con cantarelle, ò con qual fi uoglia acuto medicamento, ungendoli prima il luogo con olio , è co- là certa, che non fi ulcerala quelluogo . ne meno fi poifono molto ferrare , ne infrigidire quei cor- pi , che da prima fono fiati unti con olio . Oltre à ciò è da fapere, che il uomito non (blamente gio- uain quello cafo per tirar fuori il ueleno, & i maligni humon; ma perche anchora ne manifcfta qualche uolta con l'odore , co 1 colore , co i grumi condenlàti inficine , & con altri fogni , qual iia fiato il già prefo ueleno. imperoche all'odore, & parimente all’amaritudine fi conofoe l’opio: al co lore, la cerufa, e’I geflo: à i grumi, il latte, & parimente il fangue beuuto caldo, che s'apprende nel- lo ftomaco : & all'odor graue, & Umilmente alla quantità del uomito, fi conofoe il ueleno della le- pre marina, & delle botte .di modo che per cotale cognitione fi puopofoia ricorrere ài rimedij 50 particolari di ciafcun ueleno.Mettefi utilmente con l'olio , che fi dàper far uomitare , la decottio- ne della malua , ouero il glaucio , ò il grado dell'oca , ò il brodo della carne grafia , oueramente la lifeia fatta con la cenere delle legna. Fatto adunque il uomito diligentemente, accioche non re - fti nel corpo parte alcuna di ueleno, bifogna parimente euacuare per di fotto co i crifteri acuti, quel che già fi potette edere attaccato allebudella. Alche giouail nitro polucrizato,& bc-iiuto conacqua melata, il uino uecchio copiofamente beuuto, 1 brodi delle galline, i pefcigrafsi, le carni grafie de glianimaliuecchi,& generalmente tutte quelle cofo, che fi preparano con aliai graffo , & boturo . Imperoche ( come di fopra è fiato detto ) quelle cofe foluono il corpo , rikiffà- no lo ftomaco.incitano ualenteméte il uomito, fpengono l’acutezza de i ueleni ; & ferrando le me, & i meati interiori, prohibifeono, che non cofi predo fi fpargano le lor forze per le membra Dan- to nofi anchora in tal cafo tutte quelle medicine , che communemente hanno uirtù,& proprietà di giouare,cio èia terra Lemnia, l'agarico, l'abrotano, l’irione, la radice dell'iringo,il.feffle della palli- naca, & della calaminta, Iafpica Celtica, il caftoreo,il midollo della ferula uerde,il fiore del nerio,il G G G G G G 3 dicco 1 45 8 Difcorfì del Matthioli fucco del marrobio,il Iafero,il fagapeno,il fucco del peucedàno,ouero della panacea, la radice chia mata magudari, l’ariflolochia lunga, il feme della ruta faluatica, & le frondi della betonica. & deb- tonfi qùefte tali cofe dare con uino al pefo duna dramma alla uolta . Gioua per eia anchora la de- cottione del polio, il fefeli ,&parimente la pece liquida inghiottita. Valorofiifimi fono in ciò ancha tò gli antidoti, de i quali diremo nella fine di quella opera.Cofi adunque Ita l’ordine, e’1 modo di ri- mediare communemente à i ueleni.PoHònfi oltra di quello per gliaccidenti, confueti di uenire do po al torre de ueleni, ufar femprei rimedi) communi.impeLoch'e molti fono i ueleni.che con la mal uagità loro inducono ne i corpi confluirli accidenti.perche à molti conferifcono i rimedi) ufitati, & communi. Varie ueramente fono le Ipetie de i ueleni, ma nondimeno non fono molte le communi difpofitioni,che ne feguono.imperoche è co fa impofsibiÌe,che tutti gli accidenti, che fogliono con io correre ne i ueleni, feguitino dopo ciafcuno parckolar ueleno.il che, le coli luffe, farebbe ueramen- te fuperfluo , che gli auttori trattafléro particolarmente d ogni ueleno, & de proprij rimedij , che fi gli conuengono . Malageuolmente adunque fi ritroua un foio ueleno , che cauli infieme eccefsiui dolori di ItomacOjdi budellami fegatosi reni,& di uefcica: che induca linghiozzo, rodimento, pau ra,& frigidità di tutto il corpoiche leui la loquella, faccia fpafimo, occulti il batter del polfo, impe- dita il refpirare, ftupefaccia l'intelletto , cauli uertigini , fornica il uedere, corrompa i fentimenti, induca fere, faccia fluffb di làngue, accenda la febbre, ritenga l'orina , ecciti dolori di budella, prò- muoua la naufea,el continuo uomito:arrofsilca,inli uidifcai& impallidilca: taccia farncticare,doi- mire,& infiememente farnacare: perder le forze , & cauli finalmente moki altri accidenti , & però, ridutte tutte quelle cofe in generali accidenti, dimoltrano ellèr poche, & communi quelle, che fo- i 6 glionoincio accadere. Il perche nonèageuol cofail conofcereper ciafcuna delle cofe predette, qual lia egli (lato il giàprefo ueleno.imperoche il rodimento, che fi fente nella lingua, & nello Ito- rnaco; le infiamagioni del uentre, della uefcica, & delle renifil nó potere orinare, ouero l’orinar del làngue, che qualche uolta ìnteruiene; il fentirfi ftracciare in diuerfe parti del corpo, accade nó fola- mente à coloro, che hanno beuute le cantarelle; ma anchora à chi ha beuuto i bruchi de i pini, le bu-, prefti, & la falamandra'. Parimente non folo dormono , & infiememente farnacano , diuentano fl- uidi , pigri , ftupidi , & frigidi, fentono prurito in tutto'l corpo, & perdono i fentimenti coloro che hanno prefo per bocca 1 opio ; ma anchora quelli, che hanno toltola mandragora, & la cicuta. Coli non fidamente fa impazzire , & dir cofe fuor di propofito il iufquiamo ; ma anchora il toffico , l'a- conito , & parimente il mele , che nafee in Heraclea di Ponto . Non folamente par , che fi ftrango- 3 <3 lino coloro, chehannomangiatoifunghimalefichijma-anchora quelli, che mangiano il Pariglie del toro, il latte apprefo, 1 aconito, la cerufa,e'lgeffo. Et peròdicocheaffaièdifficilcofailri- trouare ilproprio Pegno, che ne dimoftri ficuramente quale egli li lia il ueleno:& maffimamente per generarli anchora tali accidenti communemente nei corpi , che per intrinfeche cagioni, & Im- moti cafcano nelle malattie. Ma in quelli, che prello ammazzano, bifogna fubito conofcerc il nocumento loro per gli fegni , come horainfegnaremo . Ma in quelli, che fi conuertono in lunghe malattie , fe ben per fegni non fi conofce quaJ lia flato il ueleno ; non però per quello è malageuol cofa il curare gli accidenti , che ne feguitano . imperoch e perdendo i ueleni la prefentanea & mal- uama loro operatione , & permutandola in lunghi morbi , fi curano pofeia co i rimedij communi , che richieggono i morbi già caufati,per non rimanerui facilità alcuna uelenofa . Et coli fe l'acciden te, che ne feguita,è lungo, termina finalmente in qualche infirmit à lunga; la qual fi cura pofeia agc uolmente con i proprij medicamenti . Quelle adunque fono quelle cofe , le quali communemente giouano à i ueleni. Al che aggiungeremo anchora i particolari, & proprij rimedij , elponédo prima ad una per una quelle cofe,che in ciafcuno ordine hanno potellà malefica, & mortale . Et apcioche coloro , che fono lludiolì della medicina, polfano cautamente offéruare tutto quello , che fi ricerca per la falute, non mi rincrefcerà punto 1 infegnare quelle colè, le quali quantunque fieno connume rate tra le Ipetie de i ueleni ; fono nondimeno in qualche ufo . Imperoehe la tralcuraggine genera fpellò grauifsimi nocumenti:& parimente il lungo ufo di limili medicamenti molte uolte caufa La morte.Et però è da iàpere,che gli animali uelenofi, & mortiferi fono queftflcioè le cantarelle, le bu- prefti,la falamandra,i bruchi dei pini , la lepre marinale botte terreftri,l e ranocchie mute delle pa j0 ludi,& le magnatte,ouer fanguifughe inghiottite uiue.I femi uelenofi fono, quello del iufquiamo, del coriandrojdella cicuta,del girh,& del plìllio. I liquori mortiferi fono,l'opio,l'opocarpafo,il lue co della thapfia , quello della mandragora, & l’elaterio . Tra le radici fono quelle del clranfowwfe» l'aconito, la thapfia , l'elleboro, l’ixia, l’agarico nero,& l’cphemero Colchico. Tra gli alberi, & al- tre piante fono uelenofi, lo fmilace, chiamato da molti tithimalo,& da Latini tallo, il folatro mania co, chiamato parimente doricnio,lherbadiSardignaconnumérata frale Ipetie dei ranuncoli, il papauero cornuto, il pharico,il tofsico,la ruta faluatica,& i funghi.Sóuene alcuni, che fi amano da gli animalijcio è il fangue del toro frefcofil latte apprefo , & il mele che fi fa in Heraclea di Ponto . Tra i minerali è il geflò,la cerufa,la calcina, l'orpimento, amendue le fandarache, illithargirio, 1 a- darce,il piombo, & l’argento uiuo.Fanno l'effetto del ueleno tra i liquori ufuali; & domellichi,il ui 6o no beuuto dopo al bagno copiofamente , & fenza mifura , il uino paffò , & parimente l’acqua . Discorso Nel fedo lib.di Diofcoride. 145-5) DISCORSO DEL MATTHIOLI. - • ' ' ' primi neramente, chefìa l'obligò , che debbono bàttere non folwmtei medici Obligo che dì tutto il mondo ; ma tutta infieme la generatone bumana,al fapìentifiimo Diofcoride f debbono haue per battere egli illuflrato la faenza della medicina co i cinque paffuti libri di tutte le nere hi * fforic , & glorìófef acuità d’infiniti [empiici medicamenti: fenga cui non fi potrebbe'in mo - do alcuno operare nelle malattie diflruggitrici della uita nostra . Ma anebora molto piti grande obligatione fi gli dee hauere,per bàuereeglipofcia co fi degnamente trattato in que -1 fio feflo libro confcienr^a , & arte marauigliofa , non J blamente in che in odo fi poffa ciafcu- no preferuar da tutti i ueleni mortiferi ; ma anebora come fi poffafìcur amente ouuiare , che non dieno la morte , & non nuocano quelli, che già o per trafckr aggine ,ò per màlitia,ò per inganni fono flati pref dentro nel corpo . Imperocbe quantunque tanto nelle generali , quanto nelle particolari malattie, che giornalmente occupano, & affiggono gli buomini, fieno molto necejfarif , &gioueuoli medicamenti ; nondimeno infini iiffimifono quelli, che ferie fanano, feruando le debite diete , folamente per beneficio della natura. Ma altrimenti interne- ne à coloro, che fono fiati amienati : percìoche fe per aitanti non fi fonò preparati con ualentiffimi antidoti ,ò che dapoi al già pref ) ueleno non fieno fot corfi ,poco ucr amente , ò niente ui naie l'operatìone della natura nel refifiere alle mortifere forge loro : imo che t piu delle mite muoiono gli aùelenati ,fe con profeta grande nonfigli dannoirimedij . Dei quali cofi ampiamente , & con tal ficura dottrina fcrijfe Diofcoride , che il magno Galeno con tutta la caterua de gli %0 altri Greci fuoi fucceffori , & dopo loro Muicenna con tutto il re fio de gli Mrabi l’hanno in ciò diligentemente imi- tate,& daini imporratone la dottrina . Del che fi amplifìima fede éffo Galeno nel fuo libro de gli antidoti . ilper- ebe può effere chiarifiimo à ciafcuno, chef a Diofcoride fiato cofi in queflaf acuità , come in quella de i femplici principa- le,& nero maefiro di timi , Et però bauendogià io per auanti interpretati in lingua uolgare Italiana i cinque fuoi li -> Cagione de i bri dell hifioria , & f acuita-di tuttele piante , de gli animali , & delle cofe metalliche , di c-uif cùffie egli nella fina lingua Greca : &fkttoui oltre à ciò fopr a lunghi , & forfè non inutili difeorfì , & commenti, confider andò poi, che fenga que fio feflo libro tutto il refio era un corpo fenga cuore ; non ho uoluto mancare di non tradurre, & commentare anebor queflo: & maffimamente conof :endo io quanti) fia cefa utile , & néceffaria il far fapere , & cenofccre à ciafcuno il modo , &■ la uia di preferuarfi , & di curarfi da ì ueleni , che non folamente fi prendono per bócca ; ma da quelli anebora , che co i mortiferi morfi , & acutifiime punture infettano , & auelenano i corpi nofìri molte mite i uelenofi , & rabbiofi anima- lo li « Imperocbe la maluagità de ueleni è cofi grande , & potente nimica ( piu che fogni altra ) della natura bimana, & cofi uelocenel fuo crudele operare , che molte uolte fk ne i corpi bumani quel medefimo effetto , che fa il fuoco arden - tifiimo , quando s'accende nella aridifiima paglia . Di modo che il piu delle uolte ,■ quando fi chiamano i medici , hanno di tal forte occupato i ueleni tutti gli bumori del corpo , & mfìememente le membra,, &' le uirtu principali, che poco , à niente ui giouano pofeia i rimedii , & gli antidoti, quantunque ualentiffimi fieno « Onde diceua Galeno al xxl 1 1 cap. del 1 1 1. libro delle fncultà de femplici , che quando il ueleno putref aitino, & corrofìuó ha fatto grande imprefiio— ne nel corpo , è impofiibile che fi poffa piu uincere , ò fupcrare , ò con cibi , ò con antidoti . il perche ho comprefo ,& chiaramente conofciuto , che fc non bauefiì io tradotto , & commentato infieme con gli altri cinque anebora que fi 9 feflo libro y hauerei neramente Ufficiato adietro la piu ncccffiria parteper Id tutela della uita bumana , che nbabbia dèferittó Diofcoride . La quale ritrouandofì bora in lingua uolgare Italiana , accompagnata per maggiore intelligen- jp ga da quefìi nofiri difeorf ,farà potiffma cagione di liberare buomini infiniti dalla morte . Imperocbe ciaf cimo , che fi- dilettar à di uedere , & confiderare bene quefle noflre fatiche , anebora che medico non fia, potrà effere ciò nonfolamen -k- teàfe fteffo gioucmle ;maà ciafcuno altro , che bifogno nbaueffe . '* Perciocbe ufando in cotali accidenti i femplici me-1 * die amenti , & parimente i compofiti appropriati , de i quali dirò io i piu nobili , & i piu ualorofi , & oltre à ciò le debite cautele , potranno alle uolte del tutto ammaggare ilucleno , & alle uolte cofi trattenere i patienti, che fopr allenendo poi i dìligentifiimi medici, i quali il piu delle uolte fono lontani , ouer amente ajfenti , ritrouaranno amplifiimo campo di po- tere ficur amente operare . Ma auanti che uenga io ad infegnare il modo di preferuarfi da i ueleni , èneceflàrio di dir per maggior dottrina f opra ciò alcune c ofe generali > che ne ce ff ariamente bifogna fapere : fengale quali refiarebbé . £ opera diminuta , & imperfetta . ■ Et imperò dico prima ( come parimente ferine il Conciliatore Tietro d’Mbano nel veleno , & fua fuo trattato de ueleni ) che ogni ueleno , che elitra ne i corpi nofiri , è del tutto contrario in ogni fua oper adone al cibo , operatone. . che gli nutrifee . Imperocbe come il cibo fi conuertifce nel f àngue del noflro corpo , & fafii in ognifuaparte filmile al 5 le membra , che fpetialmente nutrifee , intrando in luogo di quelle fufiangc che del continuo fi rifuluono innoi ; cofi per lo contrario tira , & conuertifce il ueleno il corpo , & le membra , à cui prima saccofla ( come nel proceffo piu ampiamente diremo ) nella fua propria uelenofa natura . D i modo che come tutti quegli animali , & parimente frutti , che produce la terra, cbefipoffonoconuertire in nutrimento , mangiati da noi fi conuertifconoM noflro nutrimento ,& in noflra ffietie -, cofi\perlo contrario , lecofe uelenofe, mangiate da noi , fanno diventare le membra de corpi nofìri uelenofe . Terciocbe effendo ogni agente piu forte del fuo patiente ,fupera il ueleno c on la ualorofa attiuità fua lafo fianca noflra ,& la conuerte nella fua uelenofa natura nel modo , che conuerte il fuo- co-conla fua attiuità potentifiima la paglia fubito infefìeffo •. Et però differo gli antichi {peccatori delle cofe na- turali- , che il ueleno uccideuagli buomini , difiruggendo la complefiione , & parimente la eompofìtione de i cor- pi . Il che conferma Galeno alili, libro delle fkcultà de femplici : In queflo ( dicendo ) è differente l'alimento dal 60 medicamento, che queflo altera il corpo noflro neUefue qualità , & quello fi conuertifce, &fìfa fintile allafufìanga del Veleni, & loro corpo . - oUreààoldafapcre.fecondocbe diffeMicimii,&?mmemJitenoe .cheuniucrralmenteinelm fona fpetie. GGGGGG 4 ditre 14^0 DifcorfidelMatthioJi di tre ffetie , do è, ò dì piante , o t/i animali , ò di miniera . Tra le piante adunque tutte quelle fono uelenofe , cta t/e/ tatto ripugnano, & fon contrarie alla natura dedbi : &che non fono naturalmente tali, che mangiate fi poffano conuertire in nutrimento : ma che piuprejìo fon diffotte à conuertire le membra già nutrite in fe fi effe . come è l’elleboro , l'aconito , il napello, la cicuta, l’herba Sardonia, il nerio chiamato dai moderni Oleandro, & altri affai, di cui nel proceffo piu par- ticolarmente diremo . Tra gli animali tutti quelli fon uelenofi, la cuinatura è del tutto contraria alla natura bimana, co- me fono le uipere, gli affidi, i bafilifchi , (e lepri marine , le botte, gli fcorpioni, iphalangi, le tarantole, gli animali rab - biofi, i pefci,& le carni arrojìite , & fubito fo focate in uafi, che non pof ano punto reffirare : & parimente le mortici - ne, & l’ammalate da i folgori, ouero da uelenofi, & rabbioji animali . Intorno al che, quantunque dicano alcuni , che il ueleno fe ne muore infieme con l'animale , dando per e f empio, che i cerui, i lupi, i cignali , & gli altri faluaggiumi , che s ammalano con le faette auclenate ,fi mangiano fen\a nocumento alcuno -, nondimeno è da fapere , che quefìa regola I O non tiene in quelli, che muoiono ò di morbo, ò di rabbia, ò di morfura di uelenofi animali. Imperoche molti ho ueduto io morire, folamente per fcorticare alcuni buoi morti di morbo, & enfiarf tutti , come fefujf ero siati lungamente idropi- ci . Tra i minerali, tutti quelli fono uelenofi, che fi ritrouanohauere maligna, & mortifera natura , come fono l'argento Veleni, & loro u-luo * pay fenico, la fandaracha, l'orpimento, la pietra calamita,& altri fmili . Oltre a ciò è da fapere , che non fola- -h uccìdono?^ meni e uccidono alle mite ì ueleni tolti dentro per bocca ; ma anchora applicati di fuori per uarie,& diuerfe uie . Et però dico , che quelli tolti per bocca ammalano, che fi danno fiotto fette di cibi, ouero di medicine . Ma quelli, che auelena- no folamente di fuori, fonoper la maggior parte caufati da uelenofi ,& mortiferi animali. per cioche quefiinonfolamen te uccidono gli huomini col mordere , & col trafiggere ; ma anchora co'l guardare, co'Lfibilare , & cui toccare . Sono dopo quefii alcuni altri ueleni , che folamente nel gufargli , & nell' odorargli fubito ammalano , fetida intcrmifìione al- cuna , & quefii fono i peggiori, & i piu atroci., che tra tutti gli altri fi ritrovino : per cioche portando ficco la morte pre 2 Q fentanea, non damo {patio dì tempo alcuno di foccorrere à i miferi patienti . Dico adunque , che co’l mordere , & col trafiggere ammalano le uipere,gli affidi, i cani rabbiofi,gli fcorpioni, i phalangi, le tarantole, le pafiinache marine, & altri fimili.Co l guardate, & col, fibilare {come dice Galeno nel libro della thenaca à Tifone, fe però è diefo Galeno) uccide fubito il bafilifco . Col toccare uccide un’altro ferpente , del quale fcrìuendo Auicenna alla V I .fen dell ili .li- bro, dice che efjcndoun di quefii talifiato ammalato con la lancia da un fidato, p affando la fiorai del ueleno per ileor po. dell' batta, & peni muto alla mano , gliela mortificò ìnfieme con tutto’l corpo . Et in confirmatione di quefto, io fio ben certo, che e fendo un contadino in fui difiretto di Trento in una fina uigna fopra un picciol collicello ,.donde riguardaua, che non gli fu [fero, rubbate l’uue , & uedendo un giorno nel bafo al pie del colle ungrofo,& iffauenteuolferpe , gli ficcò, ttando in cima, un afai lungo {pontone nel me^o della tetta : & hauendolo cofi infilzato , mentre che gagliardamente fi dibatteva il feroce animale , ecco che fubito un gran tremore gli occupò tutto l corpo . dal che {faurito non poco , co- 30 minciò cofi forte à gridare , che odendolo alcuni uicini villani , là ove la uoce pentita haueuano, correndo fe ne vennero, & lo ritrovarono quafi mego morto . Et intefa la cagione del fitto male, ricorfero alla thcriaca, <& altri rimedi j , co i qua- li pure gli camparono la uita . ma I lette dipoi piu di due anni in letto quafi ftroppiato di tutta la perfona ,.& molto piu del braccio , co'l quale haueua ferito il mortifero ferpe . Dolche non ci dobbiamo marauigliare, uedendo noi ogni gior- no (come parimente fcriue Galeno alvi,, libro de i luoghi infetti ) che tocca la torpedine marina dal pefeatore con la fufeina, fubito gli addormenta, &gli fiupidifee la mano . il che fa ella finalmente pafando talfua qualità per. la chor- da della rete . Et però i prattichi pefeatori, quando nel far delle tratte fentono fiupidirfi le mani ,fon certi fimi , che qualche torpedine è nella rete, quantunque molto lunga fila la chorda, che tirano. Et pero c da credere, chefe cotali qua lità pafzndo per lo corpo d' unabatta,& duna cofi lunga eborda, infettano correndo fino alla mano ,& auelenano gli huomini , tanto maggiormente pof ano efe nuocere , quando cotali animali fi toccano 0 c on le mani , 0 con qual fi voglia altra parte del corpo .Et però vediamo, che non è cofi ualido , & forte braccio, che pof a fottenere troppo in lungo una torpedine uiua . il perche non ci marauigliaremo ,fe (come dice Galeno al Vi .de i luoghi infetti ) la Jfiuma , che ej ce di bocca de i cani rabbiofi , tocca la carne ignuda d‘ alcuno , lo fa diventare rabbiofo, cofi comefe da efii cani fu f e fia- to morduto: come ài tempinottriindiuerfi luoghi fene fono già veduti. gli effetti . Tfe manco ci dobbiamo maraui- gliare, cheto ffuto dell’affido, chiamato Ttyas, aueleni cìafcuno, che. da effofia infettato . Questo medefimo fanno an- chora alcuni ueleni crudelijfimi artificiali, cofi acuti , & penetrativi, che ungendofene (come dicono) le staffe delle fel- le , penetrano à chi u incorre, gli fi inali, fin che pervenuti alle piante ignude-de i piedi , entrano per li pori della carne, '& corrompono le membra di tutto l corpo . & di cotali ufano ffeffo i T urchi • Del che non ci dobbiamo punto maraui- gliare : percioche (come tettifica Galeno al I li . libro delle f acuità de femplici ) le arterie del corpo nottro tirano à fe dentro nel corpo ogni cofa vicina, che le circonda, nel dilatarfi che fanno continuamente . come ueggiamo ogni gior- ^ Q noconleuntioni,che fi fanno per lo mal Francefe : le quali tirate dentro dalle arterie , caufano molte uolte crude- li fimi accidenti, quando fono troppo cariche ò d’argento uiuo , ò di cinabro , ò di folìmato . JQtrouanfi alami altri ve leni , che odorandofi ( come dice l\afis d'una certa ffetie de funghi ) fubito ammaino , chi odorando fi gli mette al nafo . Di cotale natura adunque doueua e fer quello, col quale hauendo infettato un fiore di garofano un di quefii circonforanei , che fanno la profefione di mangiare i veleni fcn\a nocumento alcuno , & datolo ad odorare ad un fuo concorrente in fu la piarla di Siena , lo fece fubito di banco cader morto in terra . Ammansano oltre àcio, alcu- ni ueleni folamente guttandofi fenica inghiottirgli . & quefio falafaliua dell affido fordo : conia quale mi ricordo io efferfi auelcnatì alcuni inauertentemente . Et tra gli altri vidi io una uolta un uillano , che fegando fieno in un prato, tagliò con la falce per mea un di quetti animali : & pigliando pofeia egli in mano il tronco della tetta per ino - {Ir arto a i compagni , come colui , che fi credeva , che fufe morto ,fi torfe il me^o ferpe indietro, & morfelo crudelmcn- ^ Veleni ,& loro te nei£jfle rra mano : ■& mettendo egli fubito la bocca alla morfura per fucchiar fuori il fangue,cafcò fubito morto in terra fetida parlar mai piu parola . Dopo quefio è da fapere ,che i veleni non operano tutti à un medefimo ino- Nelfeflolib.diDiofcoride. 14(31 io , ve per una medcftma cagione . Et però diffcro ì fapie, itiffmì philofophi , che alcuni operano con le eccefftue epa' litadi de i temperamenti loro elementari : altri con una qualità , ouero forma fpecifica ( onero come dicono i moderni m dici) con una proprietà occulta, introdotta ne i compofiti inferiori per l’influenza delie linee diritte radicali, che proce- dono dallo fplendore delle felle fiJfe,fccondocbericercaU proponiate , ouero ladiffp fittane della materia deidetti contpofiti : & altri operano con qualitadi elementari , infume con quella proprietà loro, che chiamano forma fpe- cifica . Et però dico prima , che tutti quei u eleni , che operano con eccefiìue qualità de i temperamenti loro , rnria- no le operatimi, fecondo le diuerfità di effe qualitadi , per effer chi calido , chi frigido, chi fe eco ,& chi burnido, Quegli adunque, che fono eccefiiuamcnte calidi, ammainano in due modi : do èfcaldando, tolti dentro, & correndo fino al etto * rei mero corrodendo , & mangiando, applicati di fuori , le membra, & la carne fino all' offa, come fa la lepre mari- no na : ouero , chcfcaldando eccefSiuqmente , infiammano dentro , & di fuori fino al cuore , come fa l’euphcrbio , & t el- leboro . Ammazzano fimilmentein due modi i frigidi: cioè .facendo conl’etceJSiua frigidità loro tutto l corpo Jlupi - dofino atanto.cbe fi congela infiememente anebora il cuore , come fal'opio : ouero che ferrandola uia del fiato, foffo- . catto ,& strangolano , come fanno il piombo abbruciato , & i funghi maleficbi . Opera il fecco anchora egli in due mo- di : imperoche <ì che confuma l’humido fanguinco del cuore , come fa la calcina uiua : ouero che fepara , & partifee unii parte dall'altra , fino che tutte le membra fi feparino , Sfi divìdano in minime parti fino al cuore , come fa il rifagaìlo . L’humìio poi , quantunque dicano alcuni non ritrouarft , per non effer cofa alcuna , che fta humida nel quarto grado ; nondimeno fc ne dimofira il contrario per colui , che effondo morfo la notte dormendo nel letto da un ferpente ( come re* cita Gilberto ànglico nell) ultimo trattato del fuo uolume ) S offendo prefo la mattinaper un braccio da un fio fami- gliare , credendo coftfuegliarlo dal lungo forno , cafcò nel tirarlo tutta la carne putrefatta in terra , rimanendo di . car- io ne l’offa del tutto ingnude . Il che uer amente non puoteper altra cagione accadere, che per l'humidìtà ecce fìtta del uc- lenò di quel notturno ferpe . Il che parimente operala falamandra, beuuta la polvere , come nel procefo al proprio luogo fcriue Diofcoridc . Tsfe altrimenti interviene à coloro , che fon mordati dal tenebro ferpente . Et però ben diccua Galeno di mente d’tìippocrate al primo libro de i temperamenti , che effendo flato tutto intanilo piouofo , burnido , & aufìrino , fatale humiditàpotìffima cagione iifarnafcerelafeguente fiate alcuni carboni : i quali per l'humidìtà loro corrotta , & uelenofa in alcuni di tal forte putrefecero le braccia, che finalmente putrefaccndoft tutte ,ft fepararono,ca fcando in terra, del tatto dalle gombita : in altri poi fi putrefece di tal forte la carne delle cofcie , delle gambe, epe dei pie* di , che l’offa ne rimafero del tutto ignudo : & in altri finalmente non foto fi putrefece la carne ; ma infiememente i nerui , le giunture ,i legamenti, & l'offa . Il che chiaro ne dimofira , che fi ritrovino uelenicofi largamente humidi, clic am- mazzano gli bitumini , facendo putrefare le membra : come fa l’argento ttiuo , il quale conia mttnfa fta humiiitàfa alle jq uolte putrefare la naturale humidità del cuore, come cotidianamente vediamo in coloro , che fi ungono per lo mal Francc- fc . à cui non folo ordinariamente fà putrefare le gengive, i denti, ilpalatoconlc altre parti circomiicine : mamolte not- te quando le untimi fono troppogagliarde , ammaraci , putrefacendo tutta la muffa del fingile , folamente applicato di fuori : conte che pojfa anchora egli beuendoft in troppa quantità, uccidere , congelando con la fta frigidità ualorofifimq gli {piriti aitali, & parimenteUftftanza delatore , come intervenne à quello fpetials , che feto bebbein fallo , di cui narra ampiamente l’hiftorìa il Conciliatore Vietro d'ebano . In quello modo adunque, & negli altri fu detti , operano tuttiiueleni ,i quali con le loro ecccfiuc qualitadi uccidono gli Imomini. Maquelli, chefolamente ammazzano con D i formi fpe- la fpecifica forma loro , non uccidono , perche fieno cccefiiuamentc calidi ,ò frigidi , ò humidi , òfecchi; ma per effer di Clhca' flanatura coft fatti , per gliinfluffiinloTo introdotti ( come dicemmo poco qui difopra) dai raggi d' alcune felle fife celefli : i quali gli hanno fatti , & creati del tutto oppofiti alla natura , & complefsione bumana . Qjtefti adunque, quatte 40 tmque fi tolgano in coft poca quantità, ebequaftnonfia fenfibile ; nondimeno tanta è la malmgitàloro ,cbe tanto in ’ breue tempo fi moltiplicano , convertendo in loro Siepi l'humidìtà del corpo, chcpofcia qitafi in un momento distruggo - no,& ammazzano gli huomini , tome ftolfare il napello , il tofiico , & parimente l'aconito, il che benfapeudo Galeno, toccò quella cofa molto bene al primo libro del feme , coft dicendo . Coft come ogni minima particella d’humore udenofo, & mortifero , che entra nel corpo degli ammali , Lo muta tutto iti brcuilftmo tempo , alterandolo , sfacendolo fintile à fe Sleffo ; non altrimenti fanno anchora gli antidoti, che fi danno perfoccorrere al danno de ueleni : percioche quefii per effere contrari) alle cofe uelenofe , & mortifere , immutano , & alterano anchora efii tutto il corpo ; non però perche la fufianzgi fta penetri per tutto (percioche non può cofi poca quantitàdi cofa m breue {patio riempire coft gran muffa) ma ben perche la qualità loro fi diffonde per tutto, come udiamo fuor di noi dffonderfi le qualitadi del lume del fole nel - l'aria , che ne circonda , & innoi parimente dffonderfi le qualitadi del cuore per le arterie , & quelle del ccrucllo per li nerui . Et al XI x.capo del v. libro delle {acuità de femplici : I medicamenti ( dicetqt ) thè ne fono contrari) , con tutta 5? fa proprietà loro , toglimtbfene ogni minima parte , i neceffaria cofa , che ne offendano. Queflo tutto, Antidoti, &lo al luogo predetto diffe Galeno : volendo , che nel modo medefimo , che operano i veleni , operino parimente ne ! ro operinone. nofiri corpi gli antidoti , che fi danno contradi loro , Et al 111. libro delle fatuità de femplici : I medica* menti ( dicala ) corroftui , & putrefattiui , tutto che fi prendano in poca quantità , ammaglino nondimeno , & cor- rompono i corpi : imperoche quelle cofe , chefonfuggette alla putrefacciane , fifoglwno putrefare per caUditì , & bit ~ midità.' Ma certamente ilfangue è calido , & Immi» : & però non poffono affitte di putrefare continuamente . Et di qui uiene , che tolte alcune dì qttefie cofe dopo lungo tempo ammalano , & minimamente quelle , che fono graffe , & terreSìri difuftanza • Tutte quefie fon parole di Galeuo . Ma ritornando àgli antidoti , è però dafapere , che quelli ope- rano con piu fiewezz* , che fi prendono da prima per preferuarfi , che quelli , che fi tolgono dapoi . percioche fe il ucle- no per ualorofo che fta , poco ò niente nuoce à coloro , che per aitanti fi fono preparati ( come internane à Mithndate ) °° coft parimente per quefia ragione poco ò nulla uaglionogltantidoti , che fi danno dap oi.fcnonfitdgqnop iu & piu uoU te in maggiore quantità , accioche maggiormente fi moltiplichi la virtù loro ne i corpi . Del clic fit tcSlmomo G aleno 4 Dall'ima & l’al tra qualità. Veleni nuoce- re àdiuetlè me fera. Se pofsibile fia, cheunuele no ammazzi i termine. 1462 Difcorfì del Matthioli principio del primo libro degli antidoti , cofì dicendo . il mitìmdato , & (ìmilmcnte la tberiaca non hanno in tiero quél-i- la poffan\a, quando fi beuono dopo algiàprcfo ueleno, che hanno quando fi prendono per aitanti, imper oche quella por* tione d'antidoto, che tolta una uoltafola per auanti haueffe preferuato alcuno dalla morte , togliendo ft dipoi ,giouarà neramente niente ,fa non fe ne prende quattro , ouer cinque tanti per uolta : ne quefìo farà ella prefa una uolta fola , ma bene continuando fi di t orla ogni giorno dueuolte . Quefìo tutto , di ciò trattando , diffe Galeno . Quelli uelenì ultima- mente , che operano con le qualità manifeste , & infamemente con le occulte , operano nell'uno & nell'altro modo , che gli amendue ,già detti , come fa l'eupborbio : il quale quantunque faccia la opcratione di ueleno con la ecceffiua cali di- ta , che pofficde ; opera nondimeno anchora con la fua fpecifica forma , & qualità occulta . Il che fi conofce , pcrciocbe data la tberiaca , la cui proprietà è di fuperare tutti i ueleni , che operano con la fpecifica forma loro , opera ualoro fa- mente oue fa fiato prefo l’eupborbio . imperoche effondo la tberiaca non poco calda , ui nocerebbe neramente , ogni uol- I O ta che operaffe l’eupborbio folamente con la fua ecceffiua caldera . Oltre à- ciò è da fapere, che tutti i ueleni non nuo- cono primieramente al cuore . Tercioche fe nc ritrouano alcuni , i quali per loro propria natura fono cofì fatti ( fecondo l'e(p orienta che fe ne uede ) che tolti per bocca , hanno proprietà di nuocere particolarmente chi ad un membro , & chi ad un altro , come parimente fi ritrouano medicine , che confortano fpetialmente il cuore 3 come fa il zaffar ano, & il hia - cintho : altre il ceruello , & la tefla , come fa lofmeraldo , la (ìecha , & la betonica : & altre lófiomaco , come fa il co-, rallo , il cinnamomo , & ilgengeuo : & altre altre membra del corpo .Et però Galeno nel libro della tberiaca à Tifone:. Sono ( diceua ) molti medicamenti , i quali infpetialità conferirono, chi à quefìo , & chi à quell' altro membro . la nude ha molte uoltegiouato l'eupatorio al fegato grandemente: la ghianda unguentaria non poco alla mi faci : la fajfifragia , & U betonica affai alle reni : & altri parimente ad altre membra del corpo ( come per lunga cfferìenrpi habbiamo of- feruato ) [petialmentc fi conuengono . T ali proprietà adunque dico ritrouarfì anchora ne i ueleni . percioche manifcfla - 2 o mente fi uede y che le cantar elle nuo cono fpetialmente alla uefcica , la cicuta al ceruello ,la lepremarina al polmone , & altri ad altre membra particolari del corpo , come meglio nel proceffo dimoftr aremo , quando particola-mente tratta- remo di ciafcuno . il che fapendo benifìmo Galeno , lo dimoflrò nel luogo qui di Jopra allegato , cofì dicendo. Sonoal- cuni ueleni , che hanno proprietà di nuocere particolarmente à diuerfe parti del corpo . imperoche uediamo , che la lepre marina ulcera il polmone , & le cantarelle la uefcica . Ma è però da fapcre , che quantunque ( come dice Gentile ) cia- fcuno di questi ueleni , che hanno proprietà di nuocere fpetialmente à, qual fi uoglia membro determinato, facciano cota - . le effetto ; non però refla per quefìo , che non nuocano infìememente al cuore . imperoche fe altrimentifuffe , non uccide- rebbonogli huomini . Et però non mi difpiace l'opinione di coloro , che tengono , che tutti i ueleni uccidano , occupando la uirtù del cuore . imperoche poco importa , fe facciano cotale effetto nocendo primieramente al cuore , ò pure per al- tri meyf . Del che fa manifeflo teflimonio Galeno al principio del v . libro de luoghi infetti , cofì dicen do . Quali fieno gli ^ ò accidenti proprij del cuore , & quali quelli , che patifeono l’ altre membra per il confan fa , che tengono con effo , fi può intendere per quelle cofe per auanti dimoftr ate in altri libri : doue è fiato dichiarato effere il cuore la fonte del calore natiuo , & che non poffa l’animale morire ,fe il cuore non patifee . Difputafi dopo quefìo ,fepoffibilefìa , che fìpof- fano i ueleni dare à termine , ciò è di forte temperati , che poffano uccidere à uno certo prefiffo termine : nerbi grana in un mefe , onero in due , òfino à uno anno , & ìionpiupreflo , ne piu tardi del tempo determinato . Tfcl che non è da la * feiar di dire quello , che ne ferine Theophraflo approuatiffimo autore al XV 1 .cap. del ix. libro dell’hifioria delle pianta trattando dell'aconito con quefìe parole . Dicono alcuni , che fi può comporre l'aconito di tal forte , che può egli amma^- %are in determinati tempi , ciò è in due mefi, in tre , in fei , in uno anno intero , & alle mite in due. Coloro ( come dico- no} muoiono con grandmimi dienti , che piupoffo?io refi fiere allafor^a del ueleno : imperoche èneccffario , chef corrom pa loro il corpo pian piatto , & uadafì confumando con lunghifìimo languore . Ma quelli , in cui opera con breue tempo , muoiono faciliffimamente . quefìo tutto diffe Thcopraflo . Islondimcno io ritrouo > che quafì tutti i irnienti , & dotti me- dici concludono , che quantunque nel numero de i ueleni fe ne ritrouino di quelli , che uccidono chi piu preflo , & chi piu tardi ; non però per quefìo fi può fapere il termine prefiffo , al quale babbiano da uccidere , come fi credono alcuni . Tcr- ciocbe l' uccidere , che fa il ueleno piu preflo ,ò piu tardi 3nori ficaufa folimente dalla opcratione 3& naturale effetto del ueleno; ma da piu , & manco refifìen^a, che gli fa la natura dell' auelenato . Il che manifefì amente nc dimofìra l'effe- Yien\a . imperoche dato il medefìmo ueleno nella medefìma quantità à diuerfe per fané ,fì uede fatatamente uccidere chi in un bora , chi in quattro , chi uno giorno , & à chi non fare fa nonpoco nocumento . il che parimente ueggiamo coti - dianamente nelle medicine , che fi damo per foluerc il corpo .percioche una medefìma medicina dataà diuerfe pcrfonc opera in chi preflo 3 in chi tardi , in chi poco 3 in chi affai , in chi niente 3 in chi fienili moleftia , & in chi con non poco fa - fìidio . TSfa però interuicne quefìo per altro 3 che per lauarietà delle nature de ipatienti: le qualinonfìpofjono conofce- ^ re cofì minutamente , che fi poffa fapere quanto tempo poffa il lóro naturale calore refi fiere contra il ueleno . Et quan- tunque dir fi poteffe , chef ritroui alcuno cofì fattile allenatore , che per lunga pratica accompagnata dalla faenza, co- tto fica cofì minutamente et la natura 3 e'tualore della uirtù aitale d' alcuno che poffa far conietturafìno à che termine pof- fa durare, dandogli il ueleno à fuomodo preparato ; non però con tutto quefìo potrà egli fapere determinatamente il giorno , ne l'hora della morte dell' auelenato . Terciocbe non è pofsibile , chef poffa limitare , fa non pergiudicio diurno, quanto fia l'humido radicale , & parimente il calor naturale di qual fi uoglia corpo : & maffimamentcpercbefampre non fi ritrouano le uirtù principali in uno fiato medefìmo ; dal che procede poi, chef ritroual'huomo piu , & manco gagliar- do : nel che oltre à ciò non poco alterano le caffè efìeriori , chiamate da i Greci procntartticc . Aggiunge nifi anchora, che gli antidoti , che fpefjò danno i medici àgli auelenati ; quantunque non fuperino il ueleno per effere immòbile ; non- dimeno impedifeono , che egli non ammaliti alcun tempo determinato . Et peròfaiocche^a mi pare il credere , che le ^ cofe interiori de i corpi nofìri fi poffano col fologiudicio cofìageuolmentepefare conte bilancio , come fi pefa il \aff ira - no , Ma è però da fapere ; che quantunque quefìo in buona parte poffa procedere : per forteto, di natura , che piu in un corpo , Nclfeftolib.diDiofcoride. 14-6} corpo, che in uno altro firitroua maggiore; nondimeno procede parimente per ritroùàrft in alcuni le arterie , per cui fe nepaffa il ueleno al cuore , molto dirette , & in alcuni per lo contrario molto ampie . Terciochenon folamente può con uelocità cambiare il ueleno , quando ritroua la dirada larga ; & aperta , ma uien tirato anebora infieme con tarla , che entra per refrigerio del cuore , con facilità molto maggiore . Il che non interuiene à coloro , che hanno ( per ejfere i lo- ro cuori manco caldi ) le arterie molto piu frette , & l’attrattiuadcgli fpiriti uitali molto piu debile. Et peròdiccua Calerlo alili, delle f acuità de i fcmplici ,& al il. degli alimenti , che la cicuta uccide mangiandocela gli huomini , & non gli fornelli . per cieche que fi hanno le arterie loto cofì ferrate , che non può in modo alcuno paffar per quelle la f acuità ueleno fa della cicuta al cuore : quantunque maggiormente s intenda queflo de frigidi che de calidi . Appreffoà queflo è da fapere , che è cofa molto malageuole , che i ueleni , i quali fi danno à termine da i maluagi auelenatori , fieno 1 ó d’altra forte , che di quelli , che folamente uccidono con le qualità eccefiue loro . Tercioche quelli, che ammalano con laffecifica forma, ohe pofeggono , per poca quantità , che fene dia ,malageuolmentefipoffono cofì raffrenare , che non ammaino in b re nifi imo tempo . Ma fono anchor a alcuni , i quali affermano per cofa certa , che tutti i ueleni fi pof- fono con certa arte acconciare , che poffono ammalare chi li toglie piu prefio , & piu tardi . alla cui opinione ìionuo- glio però contradirc , fapendo molto bene quanto fieno grandi i fecreti della natura . Difputafi oltre à ciò , fepofiibil G fa , che fi poffa cofì affucfhrc alcuno al ueleno , mangiandolo à poco à poco ne i cibi , che finalmente fene nutrifea fen^a £ podere fi fiè- nocumento , come recita d'autorità di Pufo Auicenna effer già slata nutrita una fanciulla di ueleno, per auelenarc l«nofenza no- ( per ciò che bellijfima era ) alcuni re prencipi, che carnalmente corner f afferò con lei . Sopra l che dico , che quan- cument0- tmquefi ritr ouino alcuni , che tengano tal cofa per pofiibilej nondimeno non crederò mai , che un corpo humano fi poffa nutrire di ueleno , & maffmamcntc di napello, di cui lapin parte de i commentatori affermano ejfere fata nutrita quel- lo la fanciulla. Tercioche cotale bifioria piu prefio mi pare una delle fauole degli Arabi , che cofa, che chiaramente per nera fi poffa pr ouare con tutta la philofopbia naturale . Et però fi uede , che Gentile fopra queflo paffo, defidcrofodi man tenere cotale opinione , come e l'ufficio (f ogni fedele commentatore , pofùia che à ciò hebbe contradetto con fortifiimi , & neri argomenti ,fi sformò con autorità dÌAuerroc , & di Dino di fofìenere al fine l'opinione fi Auicenna , & di puf» coti affai debili, & inferme ragioni. Tra le quali quella mi par ejfere la migliore, quando attendendo egli piu all'autorità,, che alla ragione , dico che non fopporta Hd ouere , che fieno cofì grandi , & fapienti autori , chiamati mentitori , & bu- giardi: credendofi egli gagliardamente, che pufo, & parimente Auicenna accettafferoquefla bifioria per ucra,& non perfauolofa . Ma per che non mipar di perder tempo in queflo con lungo contradire, per effer finalmente nella cura de uè leni di poca importanza , tengo in ciò fermamente con Galeno . il quale alili, delle f acuità de [empiici uuole,cl>e i ue- leni calidi, & ficchi ( come è il napello, dicui dicono ejfere fiata nutrita quella fanciulla ) non fi poffano in modo alcuno, ■ 3 0 anchor a che in pochifiima quantità fi ■ tolgano , conuertire in nutrimento ; ma fi bene i frigidi . perciochc quefii ( come dice . egli,mettendo in effempio la cicuta, il papaucro, il iufquiamo,& la mandragora ) non auelcnano per natura, ma folamcn te con la qualità frigida loro . Uel che recita eglipofeia /’ hi fioria fi una uecchia fi Athene,che fi mangiaua la cicuta feri- na nocumento alcum:effendofì con effa affuefatta pian pianofino à tanto che da gran quantità, la quale in lei fi connetti ua in nutrimento, non fentiua ella uenina nwlefìia . Dal che fi uede, che non concede Galeno in modo alcuno, che fi poffano . i calidi attu ere al nutrimento: & configuentemente manco anchora quelli, che fono ueleni per forma ffecifica loro: tra i , quali per uno de piu folcimi fi nomina ilnapeilò . Et però errano non poco alcuni interpreti :percioche quello , che con ef- fetto diffe Galeno della cicuta, dicono, confondendo, & falftficando il te fio già detto, ddnapcllo,& del iufquiamo, inter pr et andò diucr famente la cofa , come fece Aule cuna . Quanto poi , che dicono alcuni , clje la qualità del ueleno già dir- gefia , & trafmutata in quella fanciulla ,fi poteffe per uia dell’ anhelito trasferire in altri , & auclcnarli , è neramente • cofa da riderfine , & di poca confiderationc . Oltra di queflo , perche fi ritrovino alcuni animali , che naturalmente Se gli animali, ^ fi p afono fi uuirifcono di cibi uelcnofi , come ( Jecondoche dice Galeno al 1 1 . de gli alimenti, & alili, delle facul- «ekno- tà de ifemplici ) fi nutrì fono gli fornelli della cicuta, & le quaglie dcll'elleb oro : & come giornalmente uediamo ancho- f-c?po(r3no mi~ ra noi , che kamtre , che fanno nelle [offe , fi nutrì fono di botte , le cicogne di ueleno fe,& mortifere frpi , & qualche ;g,andofi,nuoce rnlta le galline fi p afono diforpioni, di ragni, fi affidi, & fi altri uclenofì animali ; non è però fe non buono il fapere, ■ re- fe cotali ammali mangiati da gli huomini , gli fieno uelcnofi , & nocini . Sopralche ritrouo , che La piu parte , an\i . quafi tutti i moderni frittovi tengono fermamente , che mangiati quefii animali non poffano auelenarc , ne far nocu- mento alcuno ; angi nutrire nel modo, che nutrì fonò gli altri : per effer ( come dicono) cofa ccrtiffima , che effi corner- : tifano quei cibi uelcnofi nella natura loro . il che quantunque effer paia affai apparente ,& comeneuole ragione, panni però da credere , che quantunque fi digerì fa , &fitr asformi, il ueleno in quefii animali , che del continuo fe ne cibano ; non però reflipcr queflo , che la carne, che fi genera di colai nutrimento, fia mangiandoli, Jin^a nocumento, & cheforf ? ■ 5° continuandofi di mangiare, nonpoteffe mortalmente nuocere. Tercioche di questo ce ne fanno teflimonio Dio fonde, & Galeno , affermando amendue , che il latte , il quale non è altro che [angue due colte cotto , di qual fi uoglia animale, . che fi pafluri difammonea , d’elleboro , di mor cor ella , di uolubile ,& di tithimalo ,f due mangiandofi ualoro famente il corpo.il chedimoflra apertamente , che le qualità di tali berbe fiume ,& ueleno f , quantunque piu & piu mite di- gefte fieno, non perdono però del tutto la facultàloro fluttua ,& uelenofa Alche parimente fi conof enei tordi, che fi nutnfono di bacche di ginepro , & nelle, galline , che mangiano l’ affeny : perciochc la carne di quelli reffim non poco di ginepro , & fuma di quefìe non poco amareggiano . Dal che hanno imparato i diligentiffmi medici a nutrire le capre fi herbe appropriate , quando firn peufiero fiufare il latte loro per gli hettici ,òper qual fi uoglia altra ma a difffo fittone, acni fi conuenza . Et que fio medefmo afferma pure Galeno trattando della uipera all x I .delle fi acuita de [empiici . do - , ue facendo certo fuo difiorfo, fopra al dipfade , afferma difaper egli molto bene , che le carni de gli ammali fi permuta- 60 no dal cibo , & dal nutrimento , che prendono . Ilperche concludo , che cotali animali non fieno in alcun modo da accet- tare ne i cibi , come per lo contrario gli accettano alcuni . t anchora dopo queflo da fapere , che alcune uoltn ucleru », un ueleno al le uolteèlathe riaca di un’al- tro. Cautele , che fi debbono ufare per preferuarfi da i ueleni. Cautela cómu ne reprobata. Sciocca opinio ne d'alcuni. 1 4 6" 4 Difcorfì del Matthioli & le medicine uelenofe, tanto dico fotte per bocca, quanto a?nminijìrate di fuori, giouano in alcuni morbi incurabili, & qualche uolta anchora fono la uera theriaca di molti altri ueleni, Imperoche uediamo manifestamente , che nelle fuper- flue uigilie , ne i fluffi foffocatiui del catarro , in quelli delle donne , & difenterici , ne i dolori colici , della madrice , & delle reni , oue l’ altre medicine non giouano, dandofi l'opio , la mandragora, & il iufquiamo,ouero i comporti opiati, che fi tengono preparati nelle fpetiarie , liberano jp effe uolte dalla morte i patienti . come dandofi anchora la fcammonea , la coloquintida , il turbith , gli hermodattili , gli ellebori , & fimili , nelle medicine folutiue , doue i morbi fieno renitenti , & contumaci , uediamo ( come che tutte queSìe cofe fieno udenofe ) manifejìigiouamenti , & manifefia fallite . Darifit le cantarelle con utilitàgrande ne i morfi de i cani rabbioft ,, ìeuphorbio nelle punture degli feorpioni , & uagliono e fi fc or pioni mcffi fopra le proprie punture . come parimente uagliono le uipere impiaflrate, pefìe prima fenga capo , & fen^a coda f )pra i morfi loro , come piu ampiamente nel proceffo à i propri] luoghi diremo . Ma auanti che ueniamo al- i q le cure particolari ,feguitando l’ordine diDiofcoride , diremo in che modo , & con che cautele fi poffano preferuare da i ueleni coloro , che temono continuamente d’ejfere auelenati : & come parimente fi poffa foccorrere a quelli , che già ba- ueffero prefo il ueleno . per il che fare , dimojlr aremo tutti i ualorofi rimedili tanto femplici , quanto compofiti , non fola- mente ritrouati , & ifperimentati da gli antichi Greci ; ma dagli Arabici anchora ,& da molti famofi moderni . De i quali appr ouati antidoti , quantunque nel pr e fente prologo prometteffe uolere fcriuere Diofcoride nell’ultima parte di qyefio uolumc-, nondimeno non lo fece però egli , come fi legge al xxx ini .capo di queSìo libro : doue pofeia feufando- Ji , affegnaper che ragione . Ma uenendo hormai alpropofito noSlro di uolere infegnar prima , come fi pofanogli huomi- ni , che temono , preferuare da i ueleni mortiferi ; dico che molti fipenfano , che fa per li grandmimi prencipi non poca cautela ilfarfìfàrla credenr^a ( come generalmente fi cojluma ) delle molte uiuande , che fegliportano. Il che in tal timore per tre manifeflc ragioni poco , ò niente mi par , che fa da J limare .Ter la prima dico , chefe il credenziere , oue- 2 o r amente lo fcalco uuolfare il tradimento, può ageuolmente prep arar fi per auanti di ualentiffimi rimedi] al uclcno , che uuol dare , accommodati : & cofi afficurarfe ,& ammazzare il padrone . Ter la feconda dico, che quantunque ingan- nato dal cuoco il credenziere , mangi nel far la credenza di qualche cibo auelenato , ne prende in tanta poca quantità , che poco , ò niente in quello instante lo può molestare . Ter la terza dico , che la maggior parte de i ueleni , chef danno per uccidere nelle uiuande ,fon quafi fempre di tal forte preparati da i ribaldi , &falfi auelenatori , che non fanno l’ef- fetto loro ,fe non dopo alcuno fpatio di tempo. Et però uengo à concludere , che la migliore , & la piu ficura credenza, che fi poffano far fare i prencipi , è , che procurino di tenere tal uita chriSìiana , & morigerata , & cof diritta giuftitia, che tutti i fuddittigli habbiamo in ueneratione , & infamemente gli amino , & gli temano . Et pofeia , che cerchino d’hauere i miniflri , per le cui mani hanno dapaffare le uiuande loro , nobili , ben nati fedeli, non auari , non inuidiofì , & che lungamente fieno fiati conofciuti per huomini di buona uita , & di migliori cofiumi : & oltre à ciò , tenergli del continuo rimunerati di non piccioli benefici], TSle meno debbono procurare d’hauere alfcruitioloro dottif irni , & pe- ntitimi medici , i quali fappiano molto bene preparare gli antidoti contra i ueleni ( come di fua propria mano prepar aua Galeno ) di buoni , & eletti medicamenti ,&non di quelli , che fi penfano molti effere i ueri ,& non fono. Imperoche quando gli antidoti fono legittimamente preparati , & fpetialmente la theriaca , el mìthridato , fono uer amente ballan- ti per ficurarci da ogni ueleno . Da tutte adunque queSle cofe ritrouaranno affai maggiore utilità , che fe ufaffero mille altre cautele . Tfon minor cautela fi debbe ufare nel tener monde , & nette le argenterie , dandone il carico à perfone fidatiffime : per ciò che in cotali pretiofi metalli , ufati per le uiuande da i gran principi , s'afcondono piu ageuolmente i ueleni , che ne i uafi di uetro , ò di maiolica . Comandano alcuni fcioccbi de i moderni , che quando gli orefici liquefi in- no l'oro , & l'argento ne i cruciuoli per fare i piatti ,&gli altri uafi , che sufuno ui fi debba mefcolare infieme della the- riaca & parimente del mitbridato , affermando , che cofi facendo, dinenta fimilmente il metallo thcriacale. il che quan- tohabbia dello fciocco , giudichinlo coloro (fenza che ui faccia io altra diffuta ) che fono periti ,& nelle cofe naturali, & nelle metalliche . Debbefi oltre à ciò hauer cuSìodia , che i uafcllamenti , doue fi ripongono i condimenti de i cibi , fi tengano ben coperti,& ferrati ; accioche ne ragni , ne feorpioni non ui poffano entrare. Auffa Diofcoride , chef debba ■ no fimilmente tener ferrate le botti del uino . percioche piacendo molto il uino alle uipere , ritrouandole aperte , ui corr tono à bere : & ui lafciano con la faliua il ueleno, & qualche uolta ui s annegano. Et imperò diceua Arifidtile alm i, capo dell’ VI 1 1 .libro dcll'hifioria degli animali , che alcuni prendono le uipere in campagna , mettendo uafi pieni di ui- no nelle macchie , & appreffo alle fiiepi , onde pofeia le cauano del tutto ebbriache . Come fi legge in Galeno all undecimo libro delle facultà de i femplici l’hifioria ,da noi recitata di fopra nel fecondo libro , di quelle due uipere annegate per fe fteffo nel uino , con cui furono infeientemente curati quei due leprofi . Vero è che non dice Galeno , che il uino delle uipe- refia uelenofo : ma cofi falubre , cheguarifce fenza alcun dubbio la lepra . il che pare effer contrario all’opinione di Dio- j0 feoride . Se già non uoleffimo dire , che ne i leprofi fia il ueleno delle uipere falubre, & ficuro : & in ogni altro , mortife- ro ,& diftruttiuo. Schifi chi teme di ueleno , li cibi di bianco , & di uerde colore ,& parimente le uiuande fatte di fan- gue .percioche nel bianco ageuolmente fi poffono nafeondere alcuni ueleni minerali : nel uerde , uarie& diuerfe herbe mortifere : & nel fangue degli animali , che fi mangiano ,fi può facilmente nafeondere il fangue di qualche animai uele- nofo . Bifogna fopra tutto , che i cuochi , & tutti gli altri miniflri di cucina non folamente fieno fedeli , & incorrotti - bili j ma delicati , aueduti , & prudenti : per faperfi molto ben guardare dalle infidie eSieriori: &perfaper ben tenere in custodia ciafcuna uiuanda , ò altra cofa , che fi tenga per l’ufo de i cibi . Ma fpetialmente debbono ufare fomma dili- genza in cufiodire i uafi da cucinare ,che fìanno fopra ,òper intorno al fuoco : accioche non ui poffa dal tetto cadere per la concauità del camino animale uelenofo ueruno : come fono alcuni affidi pie cìolini , che fi rico urano fiotto à i docci , 0- uero tegole de i tetti delle cafe , ragni , feorpioni , & altri filmili . Imperoche ( come recita il Tficcolo Fiorentino famofo moderno ) s’auelenò in Fiorenza, tutto un conuento difi-ati,pcr effere cafcato un ragno molto nero nella pignatta della minefìra loro . Debbono parimente procurare i grandifiimi prencipi d’hauere fedelifiimi camerieri. Tercioche ( come è Ncireftolib.diDiofcoride. 746^ fiato detta di [opra ) fipoffono con alcune foni di u, eleni infettare i letti , le camifcie , & tutto il fello de ì uefiimentì. Et però costumano alcuni di farle prima maneggiare per buono fratto dì tempo à iferuidori, alianti che fe gli mettano addoffo . Costumano fmilmente di far cavalcare à qualche paggio molte mite le felle, fu le quali fono uf afidi cavalcare eglino . Commandano auchora à i maejlri di stalla, che tengano cofi ben ferrate le felle, & le briglie, che non pojfa Coiyerpuli alcuno non conofciuto, ò non fidato hauer f acuità di ucderle, non che d’ accoStaruifi . Tiu oltre è dafapere , che fi ri- che trottano alcune coffi, le qualiperpropriauirtùlorodimollranoperalcUmfegnilaprefen^adelueleno.Tralequalièilcor Cofak’adiot no, ouero la lingua, che chiamano diferpente . laqualfuda ( come dice il Conciliatore Vietro d’ebano) quando fi gli ap {o gli Kl‘a°Ea* prcfintatlaapello,òlauipera,òilfieledelleopardo:ilchcnonfaconaltrafirte di tteleno alcuno . filtri dicono per cofa nera, che la pietra pr affina, chiamata uolgamcnte Tlafma, perde fubito lafua Inciderla, quando fi porta alla pre- 1 0 fenici di qual fi uoglia veleno . Dicono fmilmente, che legandoli la pietra della botta in uno anello d'oro, di forte clic toc chi la carne del dito, fubito che fi gli apprefenta il ueleno (fe di tata fede fon degni coloro, che lo fcrijfero ) induce in quel dito della mano tanta caldera, che par neramente uno accefo carbone, che l’abbrufci: il che quantunque pocofia da ere derc ,• pure per fodisf are à ciafcuno, non houoluto tralafciarlo . Vagliono, fecondo alcuni, cantra à i mortiferi veleni al- cuni figlili, ouer amente ebar atteri, ò uogliamo pur dire imagini , ò figure portate al collo, ò nelle anello nel dito . Et però diceua Mlbcrtoncl filo libro delle imagini , che intagliandofi la figura del Serpentario mutuitele fue flelle in qual fi uoglia pietra pretiofa, itale marauigliofamente portataaddojfo contea tutti i veleni, & mafiimamente dei ferpenti . Il perche diffepoi Tictro d’ebano d'haucr ritrovato ferino in un libro anticamente Stato de ire diTerfta,che facendoli [colpire nella pietra ckidmatahcmatite mhuomo inginocchiato, cinto d’ un ferpente, la cui testa tenga egli conia deflra , & la coda con la fini fica mano&r farla pofeia legare in uno anello di puri fiimo oro, preferua, portandoli in dito, da ogni lo mortifero ueleno . Ilchefc pure effetto alcuno donejfe fare (come che da dubitar iti fin) tengo ferma opinione, che nel tempo, che fi fcolpifce cotale imagine.fia neceffario offeruare alcune coSìellationi , da cui s’influifia tal vinti nella fu detta imagine . Bifferò oltre à ciò alcuni antichi f apienti, che fi ritrovano pietre pretiofe , le quali per ifretial dote della natura hanno amplifiima f acuità di rompere , & di diflruggere la malvagità de i veleni . Il perche dìffe Al- berto Magno , che pcrtandofi un diamante orientale legato al braccio finìfiro tra’l gombito,& la frolla , rompe la for- ila di tutti i ueleni . il che attribuì egli parimente all'agata, al hiacintho ,& al fapbiro orientale . Mitri danno la pa- ri virtù allo filler aldo,& altri alla pietra, che dicono ritrouarfi nel capo del dragone, chiamata dragonitc.Ma pormi in ue ro, che poco fta da confidarfi in cotali fallaci fofrenfionì, per non hauer di domai io ueduto efreriem^a alcuna cofi appa rcute,cbefì glipoffapreflare alcuna finterà fede . quantimqueperò non mi difriaccia il credere , che lo filler aldo , il hia- cintho , l’agata , el fapbiro , macinati in fittiti, fiima polvere ,poffanoprefi per bocca , liberare molte volte gliauele - jo nati dalla morte , per effer e propria natura loro di {occorrere alle virtù del cuore . Ma che portati addoffo po fra- no impedire la fiotta , & parimente l'oper attorie del già prefo ueleno, non crederò io cofi agevolmente, come fe l’ imagi- nano, & feto credono alcuni , Tuo oltre à ciò (come nel prefente prologo fcriffe Diofcoride) prefertiarfi ciafcuno Mododipre. dai ueleni, togliendo per aitanti m preparamento d' alami medicamenti tanto femplici, quanto compofiti ilecuifacul- i«e tà fieno efficaciffime per uinceve ogni ueleno, che fi gli mangi dipoi . I femplici adunque, che laudò Diofcoride , fono i fichi fi rechi mangiati con le noci communi : i cedri , mangiati cofi crudi : il feme de i nauoni , bevuto co’l nino : le fiondi della calamintha , & la terra Lemma tanto celebrata da Galeno, togliendo di ciafcuna di quejle cofe una dramma alia, volta . Lodò parimente eglilefrtmiiddkmamangiatecorumanoce,dtuficbifeccbi,&m granello di fiale . Dei compofitiffopofie meritamente à tutti gli altri antidoti il Mithridato.il quale (come fi legge nelle antiche hiSlorie, & parimente appreffo à Galeno nel primo , & nel fecondo libro de gli antidoti) di tal forte bavella preparato per loculi tinuo ufo il corpo di Mithridatere di Tonto , che uolcndo egli, per non effere prigione de nomavi .torre il ueleno per ammaggarfì , non gli fece nocumento alcuno . Il perche lodò per ciò Galeno la theriaca per cofa pili efficace , af- fermando effere mpoffibilc ,che poffa nuocere veleno alcuno à coloro .chehabbianoinconfuetudine di tome ogni gi or no la quantità d'ima fava d’Egitto, come al fio tempo faceva Murelìo Mntonino Impcradore . Gli altri poi , che fo- no ftietidopo Diofcoride ,& Galeno ,& maffimamente gli Mrabici , hanno anchoraeglino ritrovato , che molto ua- gliono in tal caffi le cafiagne , lenefrolc , i pifiacchi , l'aglio , il raphano, & le nocciuola laudando peròffipra tutte que jle cofc l'ottima theriaca . Et quello dico quanto alla cura, clic fi bada tenere per preffiruarfi da i ueleni. Djianto Ordine di cu- poi all’ ordine, che feguir fi deciti curare ,&faluare doliamone coloro .clic già hanno mangiato .òbemto il ueleuo ; dico prima (comedi fopra brevemente è Slatodctto) che fapere fi dee, che il veleno già tolto dentro nel corpo , non corre fubito, come uoghono alcuni , ad offendere il cuore .fionda offendere prima in altra parte le interiora , & corrom- pere il [angue . Ma per effere egli ualorofamcntc attivo, per la forma , & proprietà atrociffima , che poffiede , con- serte ciò che tocca nclcorpo huma.no , nella fua Jleffa uelenofa natura : & cofi fi ua egli moltiplicando, ctpaffando aitati ti, infettando & convenendo in veleno il [angue, infieme con gli altrihumori , per fin che arriua.già crefciuto in quanti ■ tà trande, al cuore, il quale in breue fratìo comertifce nella natura fua uelenofa . Dal che fi caufa, che non batten- doci fruiti uitali piu il [olito luogo della propria ,& naturale refiden^a loro Jevefcono fuori .cedendo alla for^a del ueleno :& cofi reSla il corpo priuoinfiememnte.de gli /piriti, &deltauita . Dopoqueftoèdafapere.che le arte- rie infierite co i ventricoli del cuore naturalmente, per lo movimento che hanno di tirare afe, & di refrirare indietro fuo- ri l'aria , che ne circonda , per refrigerio della molta caldera de gli fruiti aitali , tirano per tal neceffità à fc ogni friri - M , che fi gli ritrova allo intorno : di modo che le minutiffime arterie , che fi diffondono per tutto il corpo noflro fin fiot- to ’la pelle , tirano à fe per li pori che hanno , l'aria esteriore che ne circonda , 6' la conducono fino al cuore : 6' per le medefme arterie rimanda poi indietro l'ifteffo cuore il calore ,&' parimente il fumo, che gli foprabonda . Et poro , die fe l’aria , che ne circonda è infettata , uelenofa , & peShlentiale , infetta , & ammorba il cuore per la Et quejlo non internane , perche le arterie * cifruore di fua natura babbiano proprictidi marea fe - H H T4 [ 4° 5-a fio interviene , fuiettama I Segni, & acci- denti uniuerfa- ]i dei ueleni prefi. Regola di ciba re gli allena- ti. Rimedij con- tea i ueleni pre 14.66 DifcorfidelMatthioli . il ueleno , ma ben dì tirare continuamente l'aria , che ne circonda , per lo cui me^o tirano contr a la lor natura parimen- te il ueleno. Et di qui procede, che dormendo alle uolte alcuni [otto gli alberi ueleno fi , come fono il taffo , & il nerio , . chiamato da i moderni Oleandro ; ù in terra f )pra piante di napello , & d'aconito ; onero appreffo d cauerne di . ueleno-t fe ferpi ,fi fono inauertentemente auelenati, folamente per eJJ'ere quiui l'aria, che circonda cotali piante , & cauerne , infetta ,& uelenofa . Ma uenendo hormai à dire , come curar fi debbano generalmente gli auelenati , & majfirna mente quelli, che non danno fegni coft manìfejìi,da cui fi pojfa conofcere qual fa la forte del ueleno già prefo ; dico , che. ogni medico di buono intelletto ageuolmente fi può accorgere per li manifesti , & crudeli accidenti , che ne feguitano., quando babbia alcuno beuuto , ò mangiato ueleno . Tercioche fempre dopo à quelli , che operano con la forma fpecifica, ò uogliamo dire proprietà occulta ,fubito cafca la uirtà , & la forga di tutto il corpo : tramortirono con non poco do- lor di cuore i patienti ■’ la faccia lor diuenta liuida,& la lingua infieme con le labbra nereggiano: fannofi le membra. 1 del . f 0 corpo, & maffimamente le unghie di color dìpiombomengono continue uertigini,cpn contìnuo mormorio di uoce,& fra - uolgimento d'amendue gli occhi : dopo al che feguita quafì fempre un fudor freddo per intorno alla fronte , & alle tem^ pie . 1 quali accidenti danno manifesto indicio di cotali mortiferi ueleni , & ifpetialmente quando fuccedono fubito do- po almangiarc , & àperfone che non freno nel reggimento cotidurno faro di for dinate . Tercioche tale potrebbe, ejfere il mal reggimento del mangiare , & del bere d' alcuno , che fi potrebbero di tal forte corrompere ,& diuentar uelenofi gli humoriin lui ( come ferine Galeno alvi .de i luoghi infetti , & parimentenel libro dei cibi, che danno buono , & cattiuo nutrimento ) che muouendofr à far uiolenga alla natura , caufarebbono i medefimi fu detti accidenti . Il perche bifogna , che aueduti , & di buono intelletto freno i medici , informandofi. in fìntili accidenti diligentemente . fogni co fa . Tanno parimente i lor accidenti, & dannone manf e fri fegni gli altri ueleni , clic operano con le qualitàloro mani felle .. Tercioche quelli , che fono eccef inamente caldi , infiammano non poco in breue tempo tutte le membra interiori , fanno. 2 o ardentifima fete, infiammano gli occhi , caufano continua fmania , & continuo fudor e : & fe oltre all’effcr calidi eccef- fiuamente ,fono parimente corrofiui , &putrefattiui , come è l'arfenico folimato , l'orpimento , il rifagallo & altri fi-, mili , fanno punture , & dolori intolerabili nello Stomaco , nelle budella infreme con non poco brugimcnto di corpo : à i quali accidenti feguitano jfieffe uolte nomiti , naufee , fuduri hor caldi , hor freddi , & uarij mutamenti d i colori . I fri- gidi per lo piu fanno profondiamo fanno , dì modo che molte uolte non fìpoffono ,fe non malageuolmente , fuegliare i .. patienti . Et alle uolte stupefanno il c crucilo , di tal forte che i patienti fanno mille frani movimenti con la perfona, con. gli occhi, con la bocca , & con tutte le altre membra del corpo , comefefuffero impaciti, ouer amente ebbnachi . Cau- fano dopo quello frigidità grande intutto l corpo , & parimente frigidi fudori, & nella faccia un colore molto liuido,&. ffiauentofa , con uno Stupore uniuerfale in tutta la perfona. Inducono ifecchi frccità grande nella lingua, & nel gorgon gule fete ineflinguibile, fritticità di corpo, ritenimento d' orina, aridità di tutte le membra,& lunghi/fime uigilie. Gli hu- jo midi finalmente inducono fanno prò fondiffimo,fluffi di corpo, dislogagioni di giunture, et rilajfameti di nerui:di modo che. alle uolte in tanto fi rilaffano i legamenti,& i nerui degli occhi, che ej cono per loro flefii pendenti fuor della tefia:&mol te uolte fr putrefanno le membra eftreme del corpo , come è flato detto di fopra . Ma è però da notare , che quei ueleni > che operano con le qualità eccejfiue elementari , & infìememente con la forma fpecifica , che pofjeggono men ualorofa ,. alla fin dell' operar loro caufano i medefimi accidenti , che nafeono da quelli , che operano folamente con la occulta pro- prietà loro . Imperoche il ualore delle qualità elementari fupera in effr quello della proprietà occulta , che pojfeggono . Et però fanno prima gli accidenti delle qualità elementari eccefriue , & pofeia quelli delle proprietà occulte , che fi con- tengono in loro . Del che daremo pofeia piu ampia notitia, quando particolarmente parlar emo di ciafc uno. Quefli adun- que fono i piu neri , & ipiu manifesli fegni uniuerfali di tutti i ueleni, tra tutti gli altri , chef poffano narrare : co i. cui. indici / poffono i diligentifìimi medici fi cur amente giudicare . Imperoche quando fr uede , che gli accidenti fu detti non fa- 40 lamente uamo per feuer andò; ma aumentandofì fiora per bora di male in peggio , & che in modo alcuno non cedono ai. rimedij , ne alla refìflen^a della natura , è neramente fegno manifesto di morte : & di falute , per lo contrario ,. quando ceffano gli accidenti , & gli amalati ritornano . Dcbbonfr cibare gli auelenati ( fatti però che fieno i rimedij , che fi. diranno ) di quelle cofe , che non folamente hanno f acuità di nutrire il corpo , ma d'ofrare parimente alla maluagità de i ueleni . 'Efal che fi loda molto il latte fi afina , di capra , di pecora , di uacca , & fìmilmente l’humano , beuuto fu- bito che fra monto dall’animale : come che affai piu uagliono ne i caldi ueleni , & corrofiui , che in ogni altra fretie . Sono conueneuolì in tal cafo il boturo , i brodi delle carni graffe, & parimente de 1 pefei , aggiungendogli , accìo- che piu grafi fieno , botturo crudo , & graffa d’altri ufitati animali . Imperoche. quefle cofe untuofe giouano , oppi- lando le uie , dal che fiprohibifee il tranfìto del ueleno . Et oltre à ciò quando i ueleni fon calidi, & corrofiui , jpen- gono le cofe untuofe. la mordacità loro: &per.ò conuenientiffme fono in tal cafo le ceruclla , & le midolla dell'offa .Con* 50 uengouifi parimente dinerfe , & uarie piante , meffene i cibi: tra le quali fi loda il c alamento , l'origano , il ferpollo , il pulegiofil fifembrofla ruta, la borraginc, la buglojfa , l'echio , la filipendula , la cicerbita, la pimpinella, & altre ap-. propriate : di cui ampiamente poco qui di fatto diremo . T enganfì gli auelenati in luoghi luminofi , & doue l aria fra fcnrxa infettione alcuna : abbruciando nelle camere quelli odor amenti , che hanno proprietà di rompere , & di fmìnui- re l' attiene , & la foresi del utleno . T al proprietà hanno i fandali , la mirrha , l’aloè , il belgioino , l'agallocho , lo. fcordioja caffia,la Hiracc , le feorge fecche del cedro , le bacche del ginepro ,& il fuo legno fecco ,&altri filmili .. Lafianfì oltre à ciò i patienti ( come comanda Galeno al li. libro de gli antidoti) poco, ò niente dormire, perciò-, che il fanno ritiene il ueleno nelle interiora , & lo fa penetrare ageuolmente al cuore : & allo incontro lo tirano le uigi- lie dal centro alla circonferenza nelle membra efleriori. Dopo queflo è principalmente da procurare con ogni arte pof- fibìle , & ogni ingegno di cauare fuor idei corpo , & dello Stomaco il già prefo ueleno . Mi che non è neramente mi - glior fnffragio , che con ogni presieda prouocare il uomito, quando il ueleno è anchora nello filomaco: & far dei crifleri quando ficonofce , che già fra declinato alle budella . 2fal che debbeficon ogni diligenza feguir- l’ordine , e l modo, che nel , prefnte NelfeftoJib.diDiofcoride. 1467 prefente prologo ninfegna Diófcoride . pcrcioche di tal maniera trattò egli co fi diurnamente , che tutti i [noi fucceffori hanno ricattato da lui quafi tutto quello, che nefcriffero . Ma quello bene gli aggiugneròio , cioè, che feper forte hauef- fe alcuno pr e jo il ucleno , & che fatto ogni rimedio , nonpoteffe uomitare , fi debba in quejìo cafo ( come dice fiafis) procedere con le medicine folutiue, & parimente co i crifieri . Le medicine adunque Jolutiue conueniénti fono , l’agari- co ,& il rheubarba) 0 . percioche amendue , oltre alla uirtu folutiua , che poffeggono , hanno proprietà non poca con- trai uelcni . Il che dicono alcuni ritrouarfi fmìlmente nella centaurea minore . Totrebbcfi ragioneuolmentc ufa- re anchora in tal cafo la cafjìa , & l aloe hcpatico . percioche quejìo , oltre alla f acuità folutiua , ha particolare in- tentione contra alla putrefattione de gli humori,la qual fempre ,ò il piu delle uolte , caujano i uelcfii : & quella, per lubricare ualorofamente il corpo , {ficca dalle pareti dello Stomaco ilueleno ,fpegne l'acuità de i corroftui ,& con- io duccgli finalmente [eco per di fiotto fuori del corpo . Dopo al che ben fi conuengonopofcia t crifieri ,i quali (fe- condo l opinione di Diofcor-ide ) debbono effere acuti, & molto attr attilli . Dopo à i quali credo neramente , che i fatti con brodi grafi i , latte ,feui , & gr afide liquide , accioche piu auanti nonpoffano penetrare , come fi fittole ufarc nelle difenterie,nonfarebbono fuor di propofito , & mafiimamente , quando fi conofcejfe , che iludeno hauefie nel pa fi- fare ulceratele budella . Et però diceua Auicenna , che molto utile è il bere copio famentc del latte , dapoi clic fi fo- no fatti i vomiti , & i criSteri : percioche rompe , & fana il nocumento del ueleno . Giouano anchora mar auigho fa- mente, fatti prima il uomito , & i crifieri , & le forti , & ualorofie diuerfioni : percioche non folamente prohibifcono , che il ueleno non uada contra al cuore ; ma lo tirano dalle membra nobili interiori alle ignobili efieriori • Etperòdi- co , che molto uigiouano le uentofe , mefific con fuoco fopra le natiche, & fopra le polpe delle gambe . Similmente ut vagli ono le fregag i oni fatte con per^eruuide : & le legature firette di modo , che facciano dolore alle dita delle mani , 20 & deipiediy & parimente , alle braccia ,& alle gambe . Diuertifcefi mirabilmente ilueleno dalle membra intc- riori,mettendo i paticnti in un bagno d’acqua calda , fatto con medicine appropriate , onero in un fudatorio afeiutto : pcrcioche cotal caldo eSl-erme ha facultà potentifiima di tirare fuori ilueleno alla pelle . Tuojfifimi Imentc in luo- go del bagno, onero del fudatorio fare aprire il corpo ad un mulo , onero ad un cauallouiuo ,& fubito che ne fon tratte le interiora , metter ui dentro il patiente : & come fi comincia à raffreddare , far ne fuentrare un’altro . Ificl che i muli,& le ìnule uagliono ( fecondo la volgare opinione , forfè perche habbiano in fe maggior calidità ) molto piu d'agni altro animale . Conquesto rimedio fu. curato dal ueleno il duca talentino , figliuolo di Tapa Aleffandro feSlo . Imperoche ( Conte fi dice ) uolendo egli in una cena auelenare alquanti Cardinali , auelenò imprudentemente feSieffo inficine confino padre . Mae pero da fapere , che quantunque i fu detti rimedi] fieno generalmente tutti ua- Semplici medi lorofi ,& potenti contrai uelcni; non bifogna però lafciar di dare continuamente àgli auelenati per bocca tutti gli _ Sglfonò con- j0 approuati antidoti tanto [empiici , quanto compofiti , che poffono ammalare la malvagità di qual fi uoglia ucleno . tuiueleni. Ifcmplici adunque , che in tal cafo fi lodano da Diofcoride con tutti gli altri Greci fuoi fucceffori , fono il uin uecchio copiofamente beuuto ,la terra Lemnia , l’agarico , l'abrotano , l'irionc , la radice dell'iringo , il, feme delle pastinache & deinauoni ,la calamintha ,la [pica Celtica , il cafioreo, la midolla della ferula ucr de : il fior del nerio , chiamato da i moderni Oleandro ( quantunque non l’accetti però Galeno, & parimente ogni fuofeguace , fi non percofa morti- fera , & uelenofa : ) il ficco del marrobio , del laferpitio , & della panacea: il fagapcno , l’arifìolochia lunga , il feme della ruta fialuatica, la betonica, la pece liquida inghiottitala decottione del polio, & del fefeli,la ualeriana,il cinnamo- mo, la caffia, le bacche del ginepro , il cedro, i limoni , gli aranci , & il lor feme: le ghiande beuute con latte humano , il fuoco delie radici del cinquefoglio , il caglio della lepre-’ la carne della donnola falata , & fecca all’ombra , bevuta con vino, tl latte delle cagne del primo parto , i cappari, la radice della chameleonta bianca, la decottionc dell’apio , la radi- vjh ce della poiemonia , il ficco de i triboli cerrcfiri , gli acini dcllofmilaceafpro, lo feordio, ilthlafpi ,& il dittamo di Can- dia . Oltre à quefii , lodano gli Arabi con alcuni de i moderni le.caSlagne , le nocciuole , le nefpole, i ptSlacchi , la ^ cdoa - ria , le bacche del lauro : la radice della gentiana , del dittamo biancho , della tormentilla , dell'iride , dell' amphodillo , dell’enola , & del millefoglio : il rheubarbaro , le bacche dell’hedera , il bolo Armeno , l’hiperico , la fabina , la murala, la pimpinella , la centaurea minore , l’imperatoria , l’angelica , il fiacco della berbena : il topo , & i mofeoni ., che fi pa- feono di napello: la filipendula, il carpobalfamo, il mofeo odorifero , l’ ambra grigia , loffio del cuor del cerno ,& pa-, rimente le corna , l’alicorno , i teSlicoli dell’orfo , & del montone , l'origano , lofmeraldo , la pietra Bc\ahar , e leardo fanto . Et quefio è neramente il catalogo di tutti i fempheì , che fono ferini tanto dagli antichi , quanto da i moderni . De i compofìti poi dico , che quando la theriaca fi ritrouaffe buona, non farebbe bifogno di ricercare altro per tal cu- ra . Ma perche affai malageuol co fa mi par che [ta, il ritr oliarla debitamente fatta, per mancarne il cinnamomi } , il bai - Medicamenti - famofil petrofelino Macedonico, la mirrba,il foglio,il meo,il chalàti ( il qual {pero pur d.' bauer ritrouato) l'amomo,l'a(pa. comP° ,M' 5 ° Utho , & il calamo odorato , cofe tutte dìgrandìffima importanza ; però non reputo , che la uendereccia fi poffa ficura- mente ufare . Ter ciò eh e fino al tempo di Galeno , nel quale haueuano i l\omani ampliffmo imperio, non fi poteva com- piutamente far la theriaca ( come fi legge al primo libro de gli antidoti ) fe non da gli Imper adori . come che al tempo d'Antonino fuffero alcuni ricchi magnati , che lafaceffero con gran mancamento . Et però dico ., chefe in ciò theriaca alcuna moderna fi debbe ufare, cerchino i diligcntifiimi medici d’hauere almanco di quella , che fa compofla con ogni debita diligenza per collegio de ualentifìimi dottori:& ch’ella firn prouata nel modo, che infegna Galeno , fornendo a Ti- fone . Cofi facciano parimente del Mithridato , il quale non è in ciò men ualorofo, & puoffi piu agevolmente fare , che la theriaca . La onde è da guardar fi dalle theriache contrafhtte,cheuendono in fu le publiche piagge i ceretam di banca: le quali il piu delle uolte da chi non fa le malitie , &gli inganni loro ,fono reputate tra tutte le altre le migliori , & le piuualorofe ; per uederfidai circofianti , che fi mangiano cofioro i pestimi interi deU’arfenico , & del rifiatilo : «1 60 cui nocumenti afano in prefenr^a di tutto il popolo la theriaca loro, llcbe fapendo beniffimo Galeno nellibro dcdicatoa Tifone , cofi diceua . Fannofi nella theriaca degli improbi ingannai or iinfiniti inganni :&cofiiluulgo ignorante, in- J J HHHHHH 2 gannato Inganno dece retani, per ino- ltrar che man- gino il ueleno lenta nocumen to. Vn’alcro ingan no de i medefi- mi. Hiftoria d’una fraude.. 1468 Difcorfì del Matthioli gannato dal nome dell'antidoto , la compra da coJIoyo ,la cui arte è folamente di cattar danari , con affai fiflefa , come che ella fiaperucrfamentc fatta . Ma accioche ciascuno fi p offa guardare da quefii manigoldi truffatori , intendo bora di manifefiare , per beneficio uniuer fiale , la glorio fa , & h eroica ribalderia di cotali affaffini . Et però dico , che quando cofloro , facendo fopra le banche di fe fpcttacolo à i popoli , li uogliono ingannare , con mostrargli , che fi mangiano il ueleno fen^a nocumento alcuno , come fe fuffe pane , ufano diuerfe cautele , & inganni .Trai quali quefii due , che dirò bora , tengono per li loro piu charì ruffiani . il primo inganno adunque , che ufano quefii fiipulati barri , òche fapendo , che quando lo filomaco è ben pieno di cibo ( conte di [opra nel proemio fcriue Diofcoride , & parimente recita jLuiccn- na aUa V I .fen del IH I . libro ) non poffono i ueleni ,fe non poco nuocere , aitanti che faltino in banca , mangiano d cre- pa corpo , mafiìimamentc la siate , quantità grande di Lattiche crude , ac c onde in infialata, con tanto olio chequafi ui nuotino . Et perche di quefie tenere malageuolmente poffono ritrouare il turno in ogni luogo , mangiano in lor cambio l o trippe di buoi ben graffe ,& ben cotte , fino che lo filomaco fia bene te fio , come un tamburro . Il che fanno , accioche quefie conia graffetta del brodo, & grafferà della fu fianca loro , & le lattuche conia frigidità , & col molto olio, che ui mettono , oltre allo impedimento che fanno al tranfiito del ueleno , col ferrare delle uie interiori , (flengónò an- chora l’acute^a corrofiua delTarfenico , & del rifagallo , che i manigoldi fi mangiano . T olto adunque , che hanno il ueleno, il quale per effere lo filomaco ben tefo ,& bene ingr affato , poco ò niente gli nuoce , prendono in bocca la loro falfa miStur aggine : facendo credere al popolo , ch’ella fia il primo antidoto , che fia almondo contra ogni ueleno . il che tantoferuore induce negli accecati circofianti , che con piu folta , che non fi don le pagnotte al tempo della careflia , corrono co i danari à torre la mentitrice theriaca . Di modo che uotandofi in uno momento la fcatola , fmontano i ce~ r et ani fubito di banca , & ridottifi in breue momento alle filande loro , vomitano con certa arte fecreta l’ar fieni co infieme col cibo delle lattuche , ò delle trippe ,prefo da prima : ne mangiano quel giorno alerò , che latte , uomitandolo , & ri- 2 o imitandolo piu & piu uolte . tanto può la cupidità dell’oro in cotali ajf aff ini , che uolontariamente s'effl angario à mani- fefii pericoli della morte . L’altro affaff inamento , che fanno , è in quello modo . Vanfene cofloro una bora , onero due , auanti che faltino in banca , in una (pettina la piu uicina che fia al cantone della pianga , doue uogliono predica- re . Etfattofì mofirare dallo (flettile la fcatoìa dell' ar fenico , ne adocchiano due ouer trepe^i , fecondo lo intento lo - ro :&fannolo piegare in un foglio di eh arta ,& lafcianlo nella ifieffa fcatola ; pregando lo (flettale , che quando fa- ranno in banca , lo uogliono dare à chi da loro farà là mandato per e (fio . Et cofì procedono pofeia alle prediche loro , laudando la lor falfa theriacaper la prima del mondo con un fiacco di bugie. Dopo al che, per dar piu credito alla cofa , mandano uia alla (pettina à torre il già da loro apparecchiato ueleno . M prono intanto una fcatola grande , piena tutta di bofifoli della loro affajjìna theriaca : al coperchio delti quale fono di dentro attaccati con cera diuerfi per^- %i duna miftur a fatta di zucchero candito , far ina d'amido , & altre cofe, che del tuttofi raffembra in fattela ,&■ in go grandezza à quei peqgi di uero arfenico, prima adocchiato daloronella (pettiria . Difcóperchianoi ladri lafcatola, per poter tanto meglio celar lo inganno , blando in alto in fui banco congrandiffima cautela ; tirando la parte di dentro del coperchio , doue è attaccato quell' arfenico contrafatto uerfo loro , accioche niunofi poffa accorgere dell’ affaffina- mento , che fanno . Et cofì danno fubito in mano il coperchio già detto al compagno , ò ragavgo , che fi tengono à can- to : il quale à mano aperta lo tiene col contr affitto ueleno uerf ) il cielo , accioche da niunofi poffa uedere . In tanto arriua il mefifo con (arfenico uero tolto dalla (pettiria : & prcfolo pofeia nelle fuc mani il cer etano , lo moSìra al popolo con le piu falfe parole , che dir fìpoffano . Et hauendo finalmente fattogli fopra lunga diceria , fingendo , per fare ti cofa piu netta , di uoler rimunirfi le maniche dello fcarlato , ouer uelluto affaffìno , fino alle gombita , pofal arfenico nel coperchio predetto : doue per l’altera del cerchio, non fi può in modo alcuno dal baffo uedere . pimunitefi adunque le maniche , & tolta in fu la (palla una fiottile touaglietta ,fifa portare un bicchiere d’acqua , ouero di inno , & lafciato (arfenico uero da un canto del coperchio , prende con cautela in mano un pe\\o di quel contrafatto , & logratta con un coltello nel uino , ouero nell’acqua del bicchiere . Et cofì pofeia fe lo beueficuriffimamente , facendo fen\a fcropoti alcuno credere à gli jflettatori,che habbti egli beuuto di quello iSieffo , che fu portato dalla (pettina . Rjcordomi già hauer ueduto uno di cofloro , che haueua dato un fìmil ueleno contra fatto ad un fuo ragag^o , & fingendo di non uolcrlo aiutare , fino à tanto che non haueffe perduto il polfo , & fuffe preffo alla morte , per dar maggior riputatane alla fua furfantefea theriaca ; hauendo prima bene inHrutto il ghiotto del ragag^o , che teneffe il fiato , accioche fi cambiaj- fedi colore ,&chcinquel tanto flrauolgefife gli occhi, & torce fife ti bocca , è’I collo ; chiamò un medicodi buonapa- fta , quiui falariato dalla tetra , che gli toccaffe il polfo , acetiche à tutti faceffe teftimonio , come l haueua perduto . il che facendo quel buono medico , già fatto , no l fapendo , ruffiano del ciurmadore ,faceua tefiimonio a aafeuno , che niun polfo gli ritrouaua : non hauendo egli forfè mai letto , chef poffa con arte prohibire il battere del polfo , come feri- ^ 0 ne Galeno nelfefto libro dei precetti d’ Hippocrate , & disiatone , cofì dicendo . V edefi nell arterie la medefima natura : imperoebe in effe cofì come ne 1 nerui , quando fi troncano , ouero s’allacciano , non fìfentc piu ne polfo ,nemo- nimento ueruno . Il che fe haueffe egli letto , ageuolmcnte fi farebbe potuto accorgere , che haueua il ragaigp due legature in ogni braccio fopra al gombito cofì (ir ette , che impediuano del tutto il tranfito de gli (piriti uita- li per le arterie , che fe ne fendono alle mani:& che l’altro feruti ore , che lofosientaua , come già fuffe morto , fiot- to alle braccia voltando un certo bottone ,à cui erano attaccate le Strettoie ,flringeua , quando uoleuafar perde- re il polfo, & allargaua poi pian piano , quando hauendo già tolto (ammaestrato rugalo la falfa theriaca, cornine ciana à fingere distornare in fe (teff 0 . Il per che, accioche fi poffa fichi/, are ciafcuno dalle ladrarie di quefii affaff ini, ho uoluto qui lungamente farle paleff. Del che ho io da r ingr at tire non poco il mal Francefe: per etiche effendo egli en- trato meritamente nell’offa d’uno de piu famoft di queSii mangia ueleno ; defiderando egli d’ effere dame curato; mi riuelò, mentre che feci la curafiefifendone però da me ricercato) tutte le fu dette trufferie , che ufano i manigoldi , per ca- ttar i danari dalle borfe altrui .Le cautele poi,& lefalftà , che ufano quelli, che fi chiamano della cafa di fan Taolo ( del Nel feftro lib. di Diofcoride. e. 14 6 9 Antidoto pri- mo, & fua de* fcrittione. Antidoti nó- ftri affai ualo- concra i ue v ; »* *w - • difi-aJSm., d'acetofa , di patema filmica , dindoni., di nigella , di /ieo»|3-, dibafthco, d irime , fathlafr, di finocchio,, fatarmi , di ciafcuno dramme due .■ di bacche di lauro, di ginepro, d bedera , di fin, tace afro ,i, cubebe fri aafimo dramma una & me^a : di fiondi difeordio , di chamedrio , di ebame- pitiofri cerna, ma minore, di ttteba, di frea Celtica, di caUmìntba, diruta,. di menta , di betonica, diberbena , di fcabbiofa , di cardo fama , di melijja , di ciafcuno dramma una & rne\a : di dittamo di Candite, dramme tre : di malora-* na , db, per, co : d, giunco odorato , di manobio , di galega , di fàbina, di pimpinella fri ciafcuno dramme due •• di fichi 20 lecchi , di noci communi, dipifiaccbi, di ciafcuno onde (re. v di mirobalani emblici, dramme quattro ; di fiori cordiali >; di rofe y di lauanda > di faina , di rofmar ino coronario , di ciafcuno fcropoli quattro : di è^aff arano , dramme tre ; di cuf- fia odorata , la quale hoggi chiamano cinnamomo , dramme dieci : di garofani , di noci mofeade , di mace , di ciafcuno dramme due & me\a : di pepe nero , di pepe lungo , di tutti ifandali , di legno, aloe , di ciafcuno dramma una & meyt di corno di ceruo crudo firamme quattro A' alicorno , dramma ma :d'offo di cuore di cerno, di limatura d'auorio , di uer - ga di ceruo , di cafìorio , di ciafcuno fcropoli quattro : di terra Lemma , dramme tre : di opio , dramma una & me\a : di perle orientali, di frammenti difmeraldo}& di hiacintho:di coralli rojjì, di ciafcuno dramme una & me^ai di camphora , dramme due . di maflice , d incenfo,diftir ace, di gomma strabica Ai ragia di terebintbo , di fa^apcno , di opopanaco , di laferpitio , di ciafcuno dramme due & mega : di rnofcho odorifero , di ambra grìgia , di ciafcuno dramma una : di olio di uetriolo , mega oncia : diffietic cordiali temperate , di dìamargarite ,di diamufeo , di diambra ,di lettouario di gemme t di trocifci di camphora , difcilla , di ciafcuno dramme due & mega : dì trocifci di uipera , onde due : di fucco d'acetofa ^ di cicerbita , difeordio , d echio , di borragiae , di meliffa , di ciafcuno libra mega > d'hip oc fiide, dramme due I di theria -* ca eletta , di mithridato ottimo , di ciafcuno onde fei : di uin uecchio odorifero , libre tre: digucchero di Medera , ouero di elet fiimo mele libre otto & mega . Di tutte quefle cofi fcielte ,& elette con ogni po/fib ile diligenza, & arte ,fe ne fhc -* da un lettouario nel modo , chef compone la theriaca , ouero il mithridato . Di cui fi può dare una , due , & tre dramme alla uolta , fecondo il bifogno ,la età ,&lo fiato de patienti . Etpoffo ingenuamente far fede à ciafcuno , che non fola conferifce egli ( come habbiamo detto ) in ogni ueleno tolto per bocca , & parimente in quelli , che laf ciano co i morft loro gli animali mortiferi ; manella pefie anchora fa mirabili effetti , non folamente in preferirne i funi che ne pigliati* ogni giorno una dramma, ma atichora infanaregli ammorbati &gìà infettati di pefie . Dando fine loro due dramme co» acqua di Cardo benedetto , ò di fcabbiofa ,òdiT ormentilla , ò di fi or dio , ogni giorno due uolte. Del che poffofhr à eia - filmo ferma fede per bauer io liberati molti , & molti che erano già infettati di pefie . Ma hi fogna fopra tutto auuerti- re che l antidoto. - fia composto da perfona chefia lungo tempo effer citata nella cognitione de ifimplici , & che gli ricolga à i fuoi tempi , & lo componga con quella arte, fedeltà , & diligenga , che ui fi ricchiede . Il perche fapendo io quanto in* ciò uaglia il uirtiiofiffirao M.Fr ance fio Calceolato Vcronefe (pedale , come fi può uedereper le opere miracqlofe , che . fi ueggono ognigno della fuaeccellcntiffima Theriaca, non ho mai uolutoAapoi che ho cono fiuto il fuogran ualore , che . altri che lui mi componga quello Antidoto y& parimente l'olio degli fcorpionipoco qui di fitto defcritto.Tfel che nera-, Utente non mi fino ingannato, ritr ouando io ogni giorno che. quefìì due Antidoti compolli da lui , operanocon molta piu efficacia , che non faceuano quelli che ho fritto comporre & preparare per manti da altri . Ma uolcndofi , che operi prefentaneamente , fàccia fi in quello modo. T ogliefi una libra del fu detto antidoto , una di [tropo di fi or-gài cedro, & Acqua del pre cinque d'acqua di uitafùttad’elettiffmo uino , la quale fia tante uolte lambiccata , chefia ridotta à forma di quinta e fi detto amido * *o M* • Metti ógni cofa in una boccia di uetro , che fia d' altrettanta tenuta : & ferra pofeia la bocca del uafi , che non.' t0i & ^IC lliuu‘ poffarefpirare ,& con defire^ga sbatte fi cofidentro nel uafi l 'acqua col lettouario , tanto che tutto s'incorpori infie- me , & pofeia lafciala cofìflareper un mefe continuo ; sbattendola però due uolte la fettimanà , come fhcefii da prima , percioche ageuolmente il lettouario fi riduce al fondo. Et cofi paffuto chefia il detto tempo , ritrouarai l'acqua colori- ta , & chiara fipr aliare al lettouario , & bauerne già tratto fuori ogni uirtude . All' bora adunque aprirai la boc- ca del uafo,& declinando pian piano ne cauarai fuori l'acqua chiara in un'altro uafi di uctro.-il quale ferrerai con ogni diligenza con cera , & con charta pergamena . percioche fi ti relìaffe aperto, in un fil giorno , tutta fi nandarebbe in fumo . Quefla acqua adunque è di tanta uirtù , come infinite uolte ho ifperimentato io , che data alla quantità di me\a ■ oncia con altrettanto uino , ouero con qualche acqua lambiccata di qual fi uoglia pianta appropriata , ouero cofi pura. fen\a altra compagnia , à chi per morfo , òperpunturadi qual fi uoglia animale uelenofo fuffe cofi uìcino aliamone > > che baueffe infieme con la loquella perduti i fentimenti ,fueglia con non poca ammiratane de i circoflanti , come da lun~ . gofinno , i patienti , & loro fa il piu delle uolte uomitangran quantità d'humrn già infettati . Del che può far testi- monio la capitaria del cdftello di Vipao , la quale effendo fiata morduta da unauipera , & hauendogià patteggiato del HHHHHH 3 nolo Antidoto fecó do , & fua dc- fcrittione • & ui«ù» Antidoto di fangiie deferii* tQd^Gal, Antidoto di ftinchi defcric- to da Gal. 1470 DifcorfidelMatthioli nolo con Cbaronte ,fu riuocata al mondo con quella acqua miracolo fa . come parimente è dipoi accaduto con tmdpoue - ra Schiaua,pur morduta nella mano fiancha da una altra vipera fintile . Il chefafìmilmente in quelli , che fi prendono per bocca ; percioche tanto è ella fonile , attiua , &penetratiua , che in un momento paffa con la uirtufua per tutte le tie- ne del corpo . Et i medefmi effetti fa parimente in uarie , & diuerfe altre infirmitadi , le quali per breuità rrapaffo : percioche ogni dotto medico potrà 3 conftderando con ragione le facultà fue , applicarla 3 ouc ella fi convenga . L'ah- pogloriofo , & raro antidoto è quello iftcffio olio , di cui di fopranel Jecondo libro al capitolo de gli fcorpioni 3 & nel quarto al capitolo dell'aconito , fu fatto ne i nottri difcorfi mentione . Quello adunque unto di fuori à i polfi piu appa- renti , come fono quelli delle tempie delle mani 3 & de i piedi 3& parimente alla regione del cuore , reiterando leuntio- 7ii di tre bore in tre bore , libera fieramente da tutti i ueleni tolti per bocca , che non fieno corrofiui 3 & parimente dai ^ morfi delle vipere ., de gli affidi 3 & di qual fi uoglia altro animale uelenofo 3 come piu ampiamente diremo nel proceffo di quefio » Et accioche conofca tutto il mondo la liberalità del mio cuore 3 ecco qui bora il uero modo di farlo . T ogli nel principio di Maggio d’olio commune di cento anni, ò fe non di tanto tempo 3 almeno del piu antico , che puoi ritroua re , libre 3 tre : d’hiperico frefeo in herba manipoli tre. Metti l'olio in una boccia di uetro d altrettanta capacità 3 & in- fondigli dentro l'hiperico , alquanto prima petto , & ferra il uafo :& mettilo me^ofepolto in fottiliffima arena, oue tutto il giorno fia fcaldato dal fole ; & lafciatolo cofi ftare dieci , ouer dodici giorni continui , mettilo poi nel bagno , che chiamano di Maria 3per ventiquattro bore , & pofeia fremi l’olio dall' herba . Fatto quefio , togli d’hiperico , di cha- medrio , di calamintha 3 di cardo fanto, di ciafcuno un manipolo : & petta, & infondi., & metti nel bagno per tre gior- ni continui . tiralo pofeia fuori , colalo , & fremilo , come è fiato detto . Trendi dipoi tre manipoli grandi di fiori d hi- perico , & nettagli bene da ifufti, & infondigli ben petti nell’ olio già detto, & riponlo al medefimo bagno per tre gioì-. ^ ni continui : & pofeia cavalo fuori, & fremi , come prima . Et cofi farai, reiterando le infufioni de i fiori tre, ouer quat- tro volte, fino a tanto che l'olio uenga roffo , come fangue . Fatto quefio , prendi dell’ hiperico già sfiorito , & tira dal- le cime quelle granella verdi , filmili à granì d’orbo , in cui è dentro il feme : & pofeia prendine tre buoni manipoli : & pettagli , irrorandogli alquanto con uino fianco ,& infondigli nell'olio predetto , & poni al fole co l uafo confueto ,fe- polto nella arena per otto giorni continui. Dipoi mettilo nel bagno per tre giorni ,& pofciacola,& freminelmodo medefimo di prima , reiterando con quettofeme tre , ouer quattro infufioni filmili ,fino à tanto che prenda uero colore di fangue f curo . Dopo quefio togli di Jcordio frefeo , di calamintha ,di centaurea minore , di cardo finto -, di berbena , di dittamo di Candia , di ciafcuno mc%o manipolo : & petta , & infondi , &poni al bagno per due giorni continui, & po >-■ feia cola ,& fremi , come di fopra . Togli poi di y^cdoaria , diradici di dittamo bianco , di gcnt tana , di tormentala, d’artfiologia ritonda , di ciafcuna dramme tre : di fc or dio frefeo , manipolo uno . Et pefta , & infondi , & metti nel ba- gno per tre giorni continui : & pofeia cola , <& fremi . Infondigli di nuouo difìorace calamita , di belgioìno , chiamato da i Greci lafero , di ciafcuno dramme fei : di bacche di ginepro , dramme quattro : di nigella, dramme due : di cafiia odo- rata , dramme noue ; di fandali bianchi dramme quattro : di fquinantho , di cipero, di ciafcuno dramma una & meya . Tefia ogni co fa , & infondi, & poni à bagno per tre giorni continui, & cola , & fremi , fecondo l ordine fudetto . Hab bi dipoi trecento fcorpioni uiui , colti ne i giorni canicolari , & mettegli in una boccia di uetro fopra la cenere calda : & come uedi , che per lo caldo fidano , & fi fidano , metti lor fopra tutto l’olio già detto caldo ; ma nonpcròcofi bollen- te , che faccia crepare il uafo : & fubito ferra la bocca del uafo , & metti nel bagno per tre giorni continui : & pofeia cola , & fremi . Gitta uia gli fcorpioni già cotti , & r infondi nell'olio di rbeubarbaro cletttfiimo , di mirrha commune, d’aloe hepatico , di tutti dramme tre : di figo nardo , dramme due : di yaff mirano , dramma una : di theriaca eletta , di mithridato perfetto , di ciafcuno oncia me\a . Tefia , & infondi, & poni à bagno per tre giorni: & pofeia fen^a colar- lo piu altrimenti ,ferbalo , come fe fuffe balfamo . percioche ne i ueleni fu detti e miracolofo rimedio , & maljimamen - 40 te contra al napello : di cui furono auelenati quei due Corfi affafìini , la cui bittoria recitammo ai fopra nel quarto libro al capitolo dell’aconito doue ricorrer può ciafcuno, che defìderi faperla . Lodo oltre al mithridato , Diofcoride nel pre- ferite prologo due altri ualorofì antidoti : quello ciò è , che fi chiama di ttìnchi : & quello parimente , che nominano di fangue . ma non però ritrouo , che ne dia egli in luogo alcuno il modo di comporgli . La onde per fodisfnrc à ciafcuno , glideferiuerò qui io nel modo , che nel fecondo libro degli antidoti gli mette l un dopo l altro Galeno ,cofi dicendo . L’antidoto , chiamato di fangue , conueneuole à i ueleni ,& ài morfi d ogni animale uelenofo , fi fa in quefio modo » Togli di pepe lungo , di pepe bianco , di cojìo , di acoro , di ^aff arano , di ualeriana, di meo , di dittamo di Candia, d ar- moniaco , d’agarico , di ciafcuno dramme due : d’amomo , di liquore di balfamo , di feme di ruta faluatica , di cimino Ethiopico , d'anefi , di fangue fecco di anitra , di mafehio ciò è,& difemina , di fangue di capretto , & di oca , di feme di navoni faluatichi , di ciafcuno dramme tre : digentiana , di trifoglio, di fquinantho , d incenfo , di rofefecche , ai eia- 50 feuno dramme quattro : di petrofelino , di polio di Candia , di ciafcuno dramme cinque : di cinnamomo , dramme fci :di fiori difeordio , dramme otto : di mirrha , di figo nardo , di ciafcuno dramme dodici : di cuffia , dramme otto . Tetta tutte quette cofe con diligenza , & pofeia facciale ^ follmente , & incorpora con tanto di quel mele , che fi porta d M- thene , bene filmato , quanto ti bafia : & riponlo poi in un uafo d argento , & tifalo per medicina grande . Qu.e 0 , che fi comporle di ftinchi , lo recita Galeno in quetto modo . L’antidoto , che fi chiama di ttinchi , di Mithr idatc Eupato rio , che conferifce à 1 ueleni, & ad ogni materia, oucro parte mortifera de uelenofi animali, & parimente à i morfi mor- tiferi loro , fi fa in quefio modo . Togli di ftinchi , di fagapeno , d'acoro , di ualeriana , di cofto , d'hipenco , d acacia , d’iride , di rneo , digamma , di ciafcuno dramme due : di rofe fecche , di gentiana , di cardamomo , di ciafcuno lamine , quattro : di opio oboli due : di ftirace , dramme otto ; di polio , di cuffia odorata , difefeli , di bdcllio, di buffiamo, di pe- pe bianconi ciafcuno dramme cinque & oboli due:di ficco di hipocifiide ,di opopanaco, di mirrha , d’ incenfo majcbio , di cattoreo , di pepe lungo , di ciphi , di folio , di ciafcuno dramme fei : difeordio , di fquinantho , di galbano , di ragia di terebintho , di ciafcuno dramme fei & oboli due : di nardo Soriano , fi liquore di buffiamo , di thlafi , di dauco di Can- Nel fefto lib. diDiofeoride. -ÌM di ciafium dramme due & oboli tre : dilatano , digengeuo.di ciafemo dramme fei & oboli due : di fuoco di ra- dice dolce , d agarico , di aafetmo dramme otto & oboli tre . Fa macerare il cifhi, l’hipociflidejl fagapeuo , l'apio , U Sìirace , opopanaco in tanto di nino aromatico , quanto ti bajla , fino à tanto che del tuttofi di/foluano •• & tutto il refi o pefla fottilmente, & faccia con diligenza , & incorpora con le altre cofegià macerate minino : & pofcia com- poni ogni cofa con tanto diquel mele bene Jfiiumato , che fi porta d'^thene , quanto ti bifogna : & in ultimo aggiungi ui il liquore del balfamo , & fi erbaio m uafo d'argento . di cui fi dà per uolta quanto pojfano tolerare i paticnti . HqicSìi fono adunque i due antidoti lodati meritamente da Diofcoride,& ferini per cofe ualorofifiime da Galeno . Mafccon- Succeimei , Si do che di [opra fu detto della theriaca , per mancarne affai femplici , che nifi comengono , non fa come à i tempi notili * 'riT* j 0 '* Poteflero realmente comporre : fe già non uole fiimo ufare i Succedanei , mettendo un Semplice in cambio d’un altro , come fogliano ufare alami medici , & parimente /fietiali . Il che fe ben pareffe ad alcuno , che concedere Calmo , per bauer egli detto , che mancandone il cinnamomo , fi può in fuo luogo mettere la doppia quantità di cafiia ; non però per quefio fi puoconcludere , che fi pojfa fare il medefimo con ogni altro femplice , che ne manchi, come fi credono alcuni , che bene non intendono Galeno . perciocbeuer amente intende egli altrimenti, trattando diquefia cofani primo de gli antidoti , cofi dicendo . Bisognami fire bora mentione di quanto in molti libri di medicina fi ritrouaferitto , della caf- fta ciò e , chehauendofi bifogno di cinnamomo , & non ritrouandofene ,ft può in fuo luogo mettere il doppio pefo di caf- fia . Del che facendofi beffe Satiro mio precettore ,àkeua effere quefio una delle fncetie di Quinto . percioche pile- tta egli dire , che coloro , che commandano douerft mettere il doppio pefo di cafiia , quando ne manca il cinnamomo , fo- no fimili à coloro, ebe dicono , che mancandone quel nino , che fi chiama Tbalerno, poffiamo in tal cafo bere il doppio 2 o ^ ilue^° -> che fi vende nelle tauerne : & cofi , quando ne manca l’elettifiimo pane , mangiare il doppio piu del fembo - ° lofio . Sopr a al che determinando dico , che fe quella fhcctia di Quinto s intende J blamente di una fola qual fi uoglia cofa , la quale uogliamo ufare ,par mi neramente ch'ella fia irreprenfibile:mafe d’ima cofa ,cbe p debba mettere in compagnia con molte altre , dico, che cotale opinione non ènei medefimo modouera . Impcroche fe di.qual fi uo- glia cofa , che fola fi debba applicare al corpo , come farebbe à dire il rhu , l'affemp , l’iride , la gentiana , ouer amen- te qual fi uoglia altra femplice medicina , prenderà alcuno della manco buona in luogo di quella, che fi può chiamare ualoroftfiima , & l' amminiflr arà al corpo , tanto di dentro , quanto di fuori , nuocerà ferina dubbio doppiamente . fe infieme con molte cofe bifognaffe mettere alcuna cofa cofi ottima , che doueffe aumentare lefor\e dell' altre mancan- done in ciò quella , che ottima fia , dico , che non peggio farà per quefio l ufare il doppio di quella cofa , anchora che fi conofca effere manco buona , ebehabbia le proprietà medefvme di quella , che fia della medefma Jpe-tie, ouer amente na- tura . La caffia uerameate è di tal forte propinqua al cinnamomo , che qualche uolta fi genera di lei l’ifìeffo cimiamo - 3° mo ' & veggonfi alle uoltegli interi alberi di cafiia da i cui rami pendono alcune uergelle di cinnamomo . Et però dico, che qttefla cofa è filmile non al uino ,òal pane , come dìceua Quinto , ma alle operationi della uita nofira, in edifica- re cofe* in fabricare naui , & in portare, & trasferire da luogo à luogo materiali di gran pefo . impcroche in tutte quefte attimi della uita tutto quello , che fi fuffe potuto fare da un foto huomo forte , & robuflo , mancandone egli ,fi può ageuolmente effeguire da due , che men forti fieuo . Quefio tutto diffe Gaietto . Dal che fi può chiaramente cono r fiere , che il mettere ne i compofiti un femplice per uno altro, non concede egli ,fe non di quelli , che fono d'una natura medefma ,,come la caffia , cl cinnamomo . Et però concludendo , dico , che pcruerfamente fanno coloro , che altrimenti intendono la cofa . Lodò pofeia anchora Gaietto alll. libro de gli antidoti non poco quell’ altro antìdoto , che fi fa di Antidoto di bacche di ginepro , & di terra Lemma , cofi dicendo . Quefio è uno antidoto, il quale prefo per bocca, fa f huomo ficuro Lemma da i uelcni . £' quefio ufaua il re Tslfcomedc , quando chiamato da i fuoi magnati alle cene ,fidubitaua di ueleno . perciò - che prefo per aitanti, mangiandofì pofeia cibi auelenati,fubito prouoca ia tiaufea,& il uomito,di modo che anchora egli efee delio Homaco infieme co l ueleno : ma fe ueleno alcuno non è ne i cibi , non fa alcuna molefiia , ne fi finite di lui no- cumento ueruno . E affi in quefio modo . T agli di bacche di ginepro , dramme due : di terra Lemma , dramme due & oboli due . Fa di tutto fottilifiima poluere , & incorpora con mele, ouero con olio , & ferbalo : & quando tifi attrai bifogno , datine la quantità d'una nocciuola alla uolta infieme con acqua melata . Et quefio bafìi per bora , quanto al raethodo uniuerfale di tutti i ucleni . perciocbc de i particolari , & degli antidoti loro à iproprij luoghi qui di fiotto am- piamente.diremo . APpaiono ueramente grandiflìmi accidenti in coloro, à cui fono ftatc date ne i cibi le can- tarelle . Percioche fi fentono corrodere tutte le interiora , che fono dalla bocca alla uefeica : & par loro , che il fiato loro fappia di pece , ouero di cedria .■ infiammanfi ne i precordij dalla parte delira : orinano difficilmente , & molte uolte infieme con l’orina efee parimente {angue. Han- no per di fiotto raftiature , come interuiene nella difienteria : tramortirono , Hanno in anfietà gran- de , diuentano uertiginofi , & finalmente eficono anfanando fuori di ceruello. Nel che bifogna, auanti che cotali accidenti s’aumentino , fargli uomitare , dando loro à bere dell’oli o , ouero qual fi uoglia altra cofa delle già dette . & fubito che hanno uomitato alfai , è necefiàrio far de i criftcri con brodo bene fpefsito di halica , ò di rifo , ò di trago , ò di ptifana , ò con decottione di malua , ò c di feme di lino , ò di fiengreco , ò di radici d’althea , chiamata da i Latini ibifeo . Dopo al che fi gli ■° Aerare* ò k^tv* Ae 1 nitro . infieme conacqua melata , accioche quelle parti, che anchora Mero at- Delle Cantarelle. Cap. I . HHHHHH 4 Cantarelle, & loro ueleno. Caufe de gli ac eidetici. Cantarelle, & cura del loro Ueleno. 1472 DifcorlidelMatthioli coli facendo , non lì fpiccalfero , lì debbono medelìmamente tirar f note con i crifteri , fattieol ni- tro , & con l'acqua melata . Debbciì.pofcia dare à bere de i pinocchi , & del feme de cednuoli , pe- lli inlìeme con uino , ò con palio , ò.con latte > ò. con acqua melata , ouero grado d'oca liquefatto co'lpalfo. Dopoalchebìfogna impiaftrare le parti infiammate con farina d’orzo , cotta con ac- quamelata . Ma è però da lapere , che nuocono cotali impialtri, quando s’ammiuiftrano in prin- cipio : percioche eccitando il calore sfanno ritenere il già prefo ueleno , & confeguentemente paffare nelle membra principalli : come che pofeia in (uccellò di tempo giouino, per mitigare e- glino , &lenite 1 dolorimoleftiliìmi di cotali infiammagioni . Debbefioltreà ciò ungere tutto'l corpo con qualche olio , che fcaldi , & pofeia mettere i patienti nel bagno à lanari! accioche apren- doli i pori, fe riefea fuori per quella uia.aU eh ota tutto quello , che di nociuo tulle attaccato nelle propinque parti del corpo . Ne fi dee lafciare in tal cafo di tentare ogni forte di euacuatione > accioche il nocumento non lì confermi ,& non lì flabilifca . Mangino i patienti carni di galline, di capretti , & porceli etti teneri , & graffi, cotti però inlìeme con feme di lino . percioche i coli pre- parati non fidamente foluono il corpo., malpengono ,& ingranino marauigliofiuncnte 1 acutez- za delueleno , BeuanooltreàciocopiofamentedeluinodoIce.Giouaintalcafoil tor per boc- cala corteccia dell‘incenfo,& la terra Samia, chiamataafter ; togliendone di eialcuna quattro drammeconuinopaflò. Giouauianchorailpulegiopoluerizato,& beuuto coni acqua :& eoli l’olio rofado , & l'irino , beuuti con la decottione della rutta : & i tralci teneri delle uiti , pelli , & beuuti con palfo . Ma piu di ciafcuna cofa fono in ciò ualorofiffimi gli antidoti beuuti al pefo di quattro dramme conacquamelata. 20 CU E COSA fieno quefiipìccioli animali , chiamati uolgarmentc Cantarelle , dicemmo noi di fopra fifficien - temente nel fecondo libro . Et però fuperfiuo farebbe il tornar quia rinarrarne IhilUria.. Sono difua natura , per efferc calde nel quarto ,&feccbe nel fecondo ordine ,uelenofe , ulceratine, & corro fine . Hanno proprietà , particolare di nuocere alla uefcica ,& parimente alle uie dell’ orina . il che non fidamente fanno elleno prefeper bocca , ma molte uolte applicate di fuori ne iuefcicatorij : & ma/Jìmamente quando fi fanno in luoghi propinqui alla uefcica , oueramente cofi grandi ( come tntertiiene nelle feiatiche ) che occupano affai fpatio di carne . Ut pero trai molti acci- denti, che fi confano da e/se ( come dice Diofcoride ) il piu manifesto , et piu grane è il nocumento , che elle fanno alia, uéfcica-.comecbefenefentaildoloredilungopertutte le interiora , per effere elleno ulceratine - & ueler.ofe : con la qual malnagità ulcerano , uefcicano , & ifeorticano tutte le uie , per cui pajfano . il che fa , che non ci dobbiamo ma- rauigliare ,fe fanno orinare il fungile , ulceraado ,& corrodendole uenc : &fe alle uolte ( comefcriuono alcuni fumo- fi moderni ) fórno apoftemare la uerga,i testicoli, il pcttinecchio , cl collo della uefcica . Dolche fi caufa pofeia ,che non orinano i patienti, fe nongocciolando , con dolori, &anguHie intolerahili . L odore ,& parimente il fapore , che fentono nel palato , & nel nafo fimile à quello della pece , & della cedria , da altro neramente non procede , che dal uapor e de gli Immori adufli nello Homaco , & nel fegato dalla intenfa caldera loro, nella quale adufiione fanno ima certa commifiiOne , la quale acquifla facoltà propria d infettare il gufo, & l odorato di cot al fapore. Infiammanti i pre- cordi dalla parte detira : perciccbe pajjando la malitia loro ulccratiuapiu pretto nel fegato , che nella milita , confano quitti, & non nell' altro precordio finfiammagìone . Fanfi gliaccidentidella difenteria , facendo ufeir per difotto le rafiiature delle budella : percioche quelle , che feendono dallo fiomaco al baffo , ulcerano , & ifeorticano tutti i luoghi , ch’elle toccano . Caufafi il tramortire, & l'anfietà grande , parte per il dolore , per lardare, & per l infiammatone ^ intolcrabìle ,& parteper la fatuità uelenofa , che fi ritroua in loro : Uqualerifoluendo ,& infettando gli /piriti uita- li, debilita tanto la uirtàdelcuore, che ne feguitano agevolmente i fu detti accidenti. Diuentano. ucrtiginofi , anfa- nano , parlano cofefuor di propofito i patienti : percioche i molti uapori uelcnofi , che fi leuano dagli humori, che fi thjjh Inolio nelle membra inferiori , fumano uerfo’l ceruello , & l’infettano di forte ,che corrompono lo intelletto, i finti- ni enti , & la ragione . Mauenendo alla cura , debbefi principalmente ( come dice. Diofcoride ) procurar di tirare effe cantarelle fuor del corpo co i nomiti ,i quali l’un dopo l'altro fi effe uolte far fi debbono con le cofi ampiamente nar- rate di /opra nel prologo da Diofcoride , & parimente da noi : & finalmente co i crifieri acuti . percioche tirato che fia il ueleno fuor del corpo agemhnentepoifi rimedia à gli accidenti . ratto adunque quello , bifogna pofeia attendere al nocumento caufato nelle membrainteriori già infiammate, ulcerate , & fcorticate ; & màffimamente alla uefcica, à cui per propria naturapiunuocono , che ad ogni altro membro interiore . llchefifaconle co fi frigide, con le uifeofi , & con le untuofe infime . percioche le frigide fpengono l'infiammagione , & mitigano i dolori : le untuofifi conte apon - gono dirittamente alla acuità del ueleno : & le uijcofe , attaccandoft per l interiora , non fidamente fanno rimamela uirtà de i rimedìj ne i luoghi offcfì ; ma difendono parimente le membra , à cui non e penetrato il ueleno . Il perche fi 0- ia in tal cafo il figgere del latte bumanodall'iflejje mammelle , [inghiottire il burro fatto difiefio : la muciUagme del firme del pfillio, & ì.i quello delle mele cotogne ,& della mafia 1 ilfiropo molato , il nenupbarino,& quello che chiama- no dipapauero : il fuoco della procaccia , della lattuca , de i cedriuoli , & deUe^ucche : il latte del feme del papauero, de i melloni , de i cedriuoli : delle yucche , de i cocomeri, che altri chiamano angurie ,& della lattuca , cauato , con ac- qua di uiole , ò di radici d’althea , ò d'halìcacabo : le cui coffe bacche , che fi ritrattano, ferrate nelle uifiiche , inghiottite, fino al numero di dieci , onero dodici , prima diffolute in acqua di procaccia , ouero in acqua d’orrp .fono m quei io ca- fo rimedio prefintaneo , & molto ualorofo . Lodaft in ciò non poco l'olio delle mandorle dolci , beuuto al pefo di WUV'"~> ga bra : & piu di quefio , ilfattodi pinocchi -frefchi:& molto piu d’amendue quefli , quello che ficaua dalle granella del- papauero bianco .percioche quefio , oltre azionamento , che porge conla.graffe^afita , ha pofeia proprietà portico- ControucrC* tra gli Arabi, & i Greci. Nelfeftolib.diDiofcoricIe. 14-7) Und,M„„'le^ ogni acuto dolore. Lodano deuni tacaua, fatta fer bagno delle radiai ’althea , della maina , & delle yucche frefihe per bauereproprieU particolare di Spegnere gl, ar- der, dell orma&dr levare le infiammai interiori . Me budella ulcerate poi fi [occorre co i rimeifi fflefiì fi, e fi convengono nella direna; facendo de , cr, Sieri con brodi graffi , &[euo dii becco , 4 di ceruo : & parimente con olio rofado ompbacmo .lanato con acqua d, plagine , onero diprocaccbia . Sffineiìafi ì i uapori, che fumano al ceri tetto coni, -.medi iene cordiali ,& thenacal, , tolteper bocca , la cui poteflàfm diprohibire la putref anione de gli h, mori : & parimente con le infvfion, ieifucch, , & empia/ìri frigidi , applicati [opra alla commina coronale della tedia , & alla fronte jtmmarpgafi la mahtia delueleno ( comedicei Diofcoride ) congli antidoti piu. fantofi , comefonola thcriaca, e Im, Ibridato: onero [come [erme Galeno al xx.delle [acuità de ifemplici.parlando della terra lemma ) con anello an- 1 0 ti doto da no, [cr, nodi [opra , chef, compone pane con effia terra , & parte con bacche di ginepro . Fanno oltre à co in tal cafo giovamento grande le epitrne cordiali , & le rntioni appropriate : & maffmamente con l'olio nofìro contra i uclem yfcmto difopra. Bfferifce Galeno al fecondo degli antidoti di mente d' Mfclepiade. , che il proprio rimedio del- le cantareRe fono i piedi , & le ah loro , compone con mele in modo di lettouario , lambendo inghiottite pian piano . il che tocco egli parimente all' xi. delle facilità de ifemplici , come difopra nel fecondo libro al capitolo proprio delle can- tarelle fu da noi ne i nojìri difeorft notato . Quello medefìmo ( togliendolo per auentura da Galeno ) afferma parimente sAetio al xi I X.cap.del x 1 1 1 .libro , dicendo , cheipiedi,&leali delle cantarelle , bevute con p affo , fono m ciò piu mlorofo rimedio di qual fi voglia altra medicina . Ma in uero per effer co fa piu prefio foffettofa , che , altrimenti ( quan- tunque fia pero da crederla d Galeno ) non è accettata da molti . Il perche non hauendone io fatto mai efpenen^a , non uogho ne dannare cotal rimedio , ne manco vituperarlo . come che tenganogli Arabici per. cofa certa , che tutta la ma - 2 o lignità uelenofa , che hanno le cantarelle ,fia nel capo , ne i piedi , & nelle ali loro . Et però contra quello , che ne feri - uono i Greci , quando le pongono ne i medicamenti loro tanto interiori , quanto efieriori , comandano effr e ff aulente, che fi tronchino loro da prima il capo , le ali , & i piedi . quantunque fia da credere , che male habbiano intefo la cofa , & la uera opinione d Hippocrate , come commentandolo fcriue Galeno all'ultimo libro d' amminì firare i cibi ne i morbi a- cuti. Tur come fi fia , houoluto qui recitare le opinioni d amendue quefic parti, accioche poffa ciafcuno giudicare fecon- do ilfentimentofuo . Benché fempre fia Hata mia ufan\a , & mio cofiume di lafciare ftare da parte le cofe litigio fe , & fofpette: & attaccarmi folament e a quelle , che chiarifìime , cJr* liquidifiime ne fono . Lodano oltre a ciò alcuni uolgari l aceto , affermando per cofa certa effer e egli rimedio preferitalo contra le cantarelle . Ma non però fo io affermarlo: percioche non ritrouo , che fia alcuno antico , ne manco moderno , che tal prerogativa gli conceda . jlppreffo à quello, non folamente fi f occorre allo incendio dell orina , & alle infiammagioni delle parti naturali co i rimedi ij , che fi danno per JO bocca ; ma con quegli anchora , che s amminifìrano di fuori . Et però dico , che fi dee ungere il petinccchio , i tefiicoli , & la verga , quando Jono infiammati , con l olio rofado cmphacino , co’l uiolato,co'l nenupharino , & con quello an- chora , che fifa di quei frutti chiamati b affamivi , & caranyj , di cui fcriuemmo nel quarto libro nel difeorfo della vite nera . Mettonfi parimente dentro per il canale della uerga con la fìringa delle chiare dcll'uoua , lungamente sbattute in- fieme con gli olij fu detti , ouer amente con quello che fi freme del feme del papauero,ò con fuoco diprocaccbia ,ò di fempreuiuo , ò di lattuca . Gioua in ciò anchora il far e un bagno mucillaginofo di decottionc di radici d'althea , di foglie di malua , di fiori di uiole , di feme di mele e otogne , di pfillio , di fiengreco , d’orbo ,&di frondi di iufquìamo , & farui pofeiafeder dentro i patienti fino al bellico per due , ò tre bore di lungo . Fatte tutte quefie cofe, per confumare ogni radice , che uifuffe rimaf a, per fortificare le membra già offefe ,& leuaruia ogni mala complefjione di quelle , è ne- ramente ficuriffimo rimedio il torre per piu, & piu giorni continui due uoltc il giorno una oncia per volta dcll'infrafcrit- ^0 to lettouario diffoluto , ò con latte di donna , ò d' afina, ò di capra : di cui quefia e la defcritiorie . Togli di pinocchi mon - Gettonano , & di , onde tre : di noce d'india frefea , onde due : di pifiacchi , oncia una & mc%a : & di feme di melloni , di yucche , di fu» delcrittio- cedriuoli , di cocomeri , di papavero , di malua , di ciafcuno me^a oncia : di corteccia d'incenfo , dramme tre : di perle , nc’ di coralli , di fandali bianchi , di ciafcuno dramma una & me^a : di fucco di liquiritia , dramme due : di bacche di gine- pro , dramma una : di gomma rabica , oncia una & me\a : di terra Lemnia , dramme fei : di fucco di bacche d'halica- cabo , diprocaccbia , di ciafcuno onde fei : d’infufìone di uiole , onde otto : di mucillaginc di feme di cotogni , fatta con acqua di uiole, onde fei : di firopo violato , di nenupharino , di quello di papavero , di ciafcuno onde dieci . Et di tutte quefie cofe con ogni diligenza , fecondo che l’arte richiede , fi faccia un lettouario in buona forma : & ufifi , come difo- pra è dato detto . Dei Bruchi de pini. Cap. II. oiEcv ita, fubito che fi fono beuutii Bruchi de pini, non poco dolore nella bocca, & nel pala- ^ to . Infiammali grandemente la lingua , lo ftomaco, & il uentre : & fannofi dolori acutiffimi nel- le budella di modo che par di fentirli rodere tutte le interiora, ogni parte del corpo abbrufeiadi caldo ; & fontefi un faftidio intolerabile . Nel che uagliono tutti quei rimedij , che li conuengono nelle cantarelle . Ma deeli in ciò priuatamente ufar l'olio , che li fa delle mele cotogne in cambio del commune , & dell'irino . Delle Buprefti . Cap. III. tNfetta non poco il gufto di coloro , che hanno prefo le Buprefli , un fapore puzzolente , fi- 60 J_ mile al nitro : & fanfi nello ftomaco, & nel corpo non folamente grauifsimi dolori; ma fi gonfia- no anchora ipatìentij come interuiene àgli hidropici.diuenta la perfonain tutte le lue parti humida: 1474 Difcorfi del Matthioli : humida : & ritienfi l’orina nella uefcica . Al che fi (occorre con gli iftefsi rimedi), che fi danno nelle cantarrelle . Oltre al che, fatte che fieno le euacuationi co’l uomito,&crifteri,fono gioueuolii fichi fecchi , ouero il uino della loro decottione . Ma palfando il pericolo, fono in ciò non poco ap- propriata dattoli, che fi ci portano da Thebé, mangiati cofi femplici, ò triti, & barati con uino: melato , oueramente con latte . Giouano dopo quello le pere di qual fi uoglia forte , mangiate ne i cibi : & parimente il latte humano beuuto . Delle bvpresti, & parimente de i Bruchi de pini fu à fufficien^a narrata di [opra l'hijloria nel fecon- do libro. Qjiefìi adunque , come che bcuuti ,ò preft altrimenti per bocca , caufino alcuni accidenti affai dìuerfi da quelli , che fanno le cantarelle ; nondimeno ricercano la cura medefima con quegli ifleffi rimedi ) . quantunque babbia - I o no anchora efii alctmirimedij particolari , come nel teSlo diligentemente ninfegna Diofcoride. Della Salamandra . Cap. Ili I. BEwta che fifia la Salamandra , s'infiamma la lingua : impedifcel'intelletto,&la loquella uengono tremori , mitezza, paure, & debilezze grandi: diuentano oltre à ciò alcune parti del corpo tutte liuide :le quali , reftando il ueleno , finalmente fi putrefanno , & calcano in terra . Giouano in ciò irimedij iftefsi, che furono detti nelle cantarelle. Come che particolarmente lia in ciò conueneuole,& appropriato rimedio la ragia del pino, oueramente il galbano, comporto con mele in forma di lettouario : & parimente i pinocchi triti , & beirati con la decottione del cha- i o mepitio & le frondi dell'ortica , cotte con i gigli , & con olio . Gioueiioli uì fono anchora l’uoua delle teftuggini marine, oueramente delle terreftri: la decottione delle ranocchie, con cui fieno cotte infieme le radici dell’iringo . Salamandra, & Tua uelenofa na NO N [blamente auelenano le Salamandre , dì cui recitammo fhifloria difopra nel fecondo libro , beante fecchc in poluere , oueramente mangiate ne i cibi ; ma mordendo , come fumo le uiperc.gli affidi ,& ogni altro mortife- j y vinci c , vite i unitine j w.,.. ^ — — f -jj ' — roferpe: & parimente infaliuando con la bocca, & imbrattando con la mucillagine, la quale loro rifuda per tut- ■ to’l corpo , l’herbe , & i frutti , che cambiando calpeflano . Onde fi fono ritrouati alcuni , che mangiando herbe, ò frutti infaliuati del filo ueleno ,fe ne fono morii miferamente . Et però differo alcuni fàmofi moderni , che qualche uolta fi fo- no morte le famiglie tutte intere i per hauer beuuto dell acqua di tqualche po'qtqo , oue cambiando le Salamandre uie\a- ^ o no dentro cadute : & parimente per batter mangiato del pane flato cotto in un forno con legna infatuiate, & infettate da quefli pefiiferi animali . Fero è che non mi pare da dare molta fede à co/loro , non offendo ueleno che il fuoco nonfu- psri nell’ abbruciarlo . Ma ben piu preflo m accollarci io alla frittura di Vlìnio , il quale al ili l.capo del xxIX. li- bro,non diffe altrimenti che già fuffero morti alcuni, per hauere mangiato pane cotti) ne i forni faldati conlegna in- fettate dallefalamandre ; ma per hauer mangiato mia corteccia di pane , la quale arroHcndofi al fuoco banca tocco un legno fopra al quale lafalamandra haueua poflo il piede, cofi dicendo . Tra tutti gli animali uelenofi è neramente gran- dinio il nocumento della falamandra . Imperochc gli altri trafiggono un fio , ne piu d'uno infieme ammalano : per tacermi quello che fi dice , che dopo l'homicidio perifeono di confidenza cotali uelenofi animali , & che la terra piu non gli ricette . Ma lafalamandra può ammalare tutto un popolo imprudente . imperochc fi fi ne fiale fopra imo albero , può infettare tutti i frutti del fio ueleno , & cofi ammazza chi fi li mangia con la potenza frigida , nel che e fintile all a- conito . Immo che toccando co’l piede alcun legno , con cut s'arrofhfia una crolla di pane ,fa il medefimo effetto d atie- lenare : & parimente enfiando in qualche popp d’acqua .Et però non è marmàglia ,fe toccando lafuafaliuaqualfi uo- glia parte del corpo , anchora che toccajfe folamente lapin buffa parie del piede , fàccia enfiare ipeli in ogni parte del- la perfona . Quejìo tutto della Salamandra diffe Tlinio . Inducono ( fecondo che nel XII. libro riferii ce Metto) con il lor ueleno lefalamandre , oltre à gli accidenti fritti da Diofcoride, affai macole bianche per tutto’l corpo : le quali , Salamandra, & diuentando in breue tempo roffe ,&pofcianere, fanno enfiar uia tutti i peli deUa perfona . La cura adunquedi co- cura del tuo ue B(fcw0 fi ( fecondó Diofcoride ) con gli iflefii rimedi) , che fi danno per le cantarelle . Il che par però ad alcuni , l£n0’ che non poco ripugni alla ragione . per fioche effendo il ueleno delle falamandre frigidifftmo , & humìdifSmo , & quelli delle cantarelle calidiffimo , & ficco; par ueramentenon effere per alcun modo confentaneo , elicgli iHefii rimedi), che giouano all’uno, giouino parimente all’altro . M che credo , che realmente fi poffa rifondere , che quando dice Diofcoride ; Giouano in ciò i rimedi) ilìeffi , che furono detti nelle cantarelle ; intenda egli folamente de i rimedi •) uniuer- fali ,cioc di cauar fuori il ueleno dello flomaco , & delle interiora col uomito ,&coi criHeri , & parimente di foccor- rere alle uirtù del cuore conia theriaca , col mithridato , & con cìafcuno altro tialorofo antidoto , clic mmcrfalmentc fi conuenga in qual fi uoglia ueleno . Conciofia che nel capitolo delle cantarelle , primo & principale di quejìo fiflo li- bro, gli fu neceffaria cofia di narrare il methodo uniuerfale , per non hauer femore in ogni capitolo chefegmta , a narra- re una cofa medefima . Et però rimette qui egli i lettori al capitolo delle cantarelle . Mummia dice, che lacma mede- fima fi ricerca nella Salamandra tolta per bocca , clic fi cornicile nell’ apio , per effere amenduc di fiigidìfsmo tempera- mento . Ter il che fare loda non poco la theriaca , il mithridato , la ragia del tcrebintho , laflirace , le fiondi del cipref ■ Stellioni & lo fo , elfeme dell'ortica . Ma hauendomi le Salamandre ridotto à memoria gli stelli o n I mortiferi ammali , non rohiftor.Vc° facendofene da Diofcoride mentione alcuna , non uogUó in ciò mancare , di non dime l’hiHoria ,& parimente in che g0 ramin. modo fi ripari al nocumento del lor ueleno . Ma che animale fieno i neri Stellioni ( quantunque la uolgare ,&piu com- munc opinione tenga, che fieno quelli, che noi chiaviamo Ramarri ,& altri chiamano A acuiti, altri Liguri, & altri Nelfeftolib.diDiolcoride. 14 7f Lucerti) nonfi io neramente determinare . penioche 'Plinio al xxv.&xxv i.capo dell’xi. libro dice,- che gli Stellioni fono d.i figura fìntili alle lucertole , &che non barino, [angue , & che fono di natura qmfì.fimilià.i chameleonti : perciò- thè uiuono di rugiada , & di ragni . Il che dimostra mancamente , che non fieno gli fieliioni , & i ramarri una cofa medefima : percioche i ramarri mangiano naturalmente le chiocciole , le cavallette , le quali noi chiamiamo filtrili-, & altri chiamano locufìe , le rigale , i grilli , & fintili animali . A 'ppre/fo à quefio hanno convenientemente fangue nelle tiene r& fegato nelle interiora , & è animale molto beniuolo all huomo . A' cui ( come fi. leggejn Plinio :al x.capo del XXV .libro) del tutto fono contrari] gli fidimi . Oltre à ciò ( come nel luogo medefimo dice pure egli), fiatino , & s in- vernano gli-S trilioni ne i pertugi' delle cafe,& < maf imamente nei cantoni de gli uf ci ,& delle fenefire , & parimente nelle cantare , &nellefepolture . doue nell’ ufcir fuori fi prendono con le trappole tejfute dicamela primauera ,per ha- 1 0 nere la (foglia loro , di cui fi fgufciano ogni anno in quel tempo , come fanno leferpi , uirtu ualorofiffma contrai male ad- duco : perciorhe e lor co fiume di mangiarfela , come loro efee da doffo . Il che anchora arguifee , che gli fiellioni fiano . non poco differenti da i ramarri : percioche quefiifenefianno in campagna per. le fiepi , &per le macchie : & quelli fe ne ftanno per le cafe.:j & nelle fepolture . Ilche fapendoben Diofcoride ,diceua ,che chi temè di udeno , procuri di fard f tal forte lafua cucina , che dal palco , ò dal tetto non poffano cadere nelle pignatte , ò altri uafi , feorpioni , ne ragni , ne fiellioni . Che fieno oltre à ciò quefii animali in Italia , ne fa teflimonio Arifiotile al XXlX.cap.delTvi 1 1. libro dell hi~ fioria degli animali , dicendo , che in alcuni luoghi d'Italia fono i morfii degli fiellioni uelenofi , & mortali . Ma nonpc- ròfo io ritrouare con nero teflimonio , quali effi fi fieno . Se già non uole fiimo dire , che i ueri Stellioni fu/fero. quell} , eh e fi ritrovano in T ofeana nelle nofire cafe , & mafiimamente in alcuni pertugi delle mura appreffo terra , chiamati da noi T errantole , di cuidicemmo di fopra nel fecondo libro al capitolo della fepa , ouero lucertola Chalcidica. percioche quer 2 0 fio animale è filmile alle lucertole , &. uiue di ragni come dijfe 'Plinio ne i luoghi predetti. Arifiotile-al I . capo del IX, libro dell hifloriadcgli animali dice , che fono gli fiellioni nel dorfoper tutto macchiati come di flelleydal che per auen- tura hanno prefo fi nome di Stellioni . In T ofeana , per faper fi che fono i lor morfi uelenofi , & mortiferi , come firitro- vana, fub ito s ammalano . In Sona ( pef quello che io nodo ) fono quefle T errantole- abondantiffime nelle cafe , & fanno volentieri fopra i camini . Varie uer amente fono le frette di cotali animali , parlando in genere delle luccrtule , de i ramarri , de i chameleonti , de gli flinchi , de i crocodili , degli fiellioni , & delle falamandre : imperoche in ogni fre- tte di quefii fe ne ritrovano de i differenti l’un dati altro di grandezza , & di colore . Et però non è marauiglia ,fe in al- cuni bofehi paludofi d .Alamagna fi veggono c aminar e lungo lepubliebe firade le Salamandre tutte nere di fopra , come unuelluto , & fotta allapanciarojje .-Et fe nel contado di Garitta , in V dine , & altri luoghi della patria del I rioli nel- le foffe dell acqua fi veggono di quelle , che hanno cadaci' anguilla , moflaccio tondo ,fchenanera , & pancia tutta pic- 3 0 cherata , di roffiffimo colore . Come anchora fi ritrovano gli fiinchi in Italia in alcuni laghi in quel di Vicen\a piccioli, & neri, molto difiimilìda quelli, che fi ci portano d’ A Icjfandria. Et come parimente fi ritrovano in Arabia le lucertole lun- ghe ungombito : nel monte Tsfifa d' India lunghe ventiquattro piedi , di diuerfi colori: & fimilmente in una dell’ifole For- tunate , chiamata Capraria , di molto grandi , & in grandiffima copia . fimediafi à i morfi degli Stellioni con la thè - riaca , co’l mithridato , & con altri antidoti , i quali conferì/. cono uniucrfalmcnte à i velali ,& ài morfi uelenofi . Met- tonfi fopra 1 lor morfi con nonpoco giovamento gli feorpioni triti . Et però molto ni debbe conferire il nofìro olio de gli feorpioni, di cui difopra h abbiamo fcritto . Ma doue \nucffe alcuno mangiato, ò beuuto quefto animale , è pri- mamente necejfario di provocare il uomito , & di fiere de i crifieri , & poi foccorrcre al cuore con gli antidoti piu uà - loroft . Scrive T.linio , che beendofi il nino , in cuifia annegato uno Stellione ,fa diuentare tutto il corpo lentiginofo : & che però alcuni , che hanno inuidia aUa b elicla d' alcuna donna, lo fanno morire negli unguenti, con cui fogliano lijciar- fi la fàccia. Ma à ciò fi rimedia ungetidofi con tuorladi uoua, mele, &. nitro incorporati infime . 40 DelfEphemero . Cap. V. SE NT 0 n 0 coloro , che hanno mangiato , ò beuuto l’Ephcmero , chiamato da alcuni Colchi- co , ouero bulbo faluatico , un prurito in tutta la perfona , come fentono coloro , che fon pun- ti dall’ortica , ò che fi fon fregati con la cipolla fquilla. Sentono oltre àcio non poco rodimen - to nelle interiora : & grauità grande con ardore intenfiffimo nello, ftomaco . dopo al che , creden- do il male , nafcqno fluflì di corpo con fangue,& raftiature di budella. Al che fi fòccorre co i nomi- ti , & coi crifteri, come è fiato detto nella "cura della falatnandra . ma auanti che il ueleno s'impa- dronifea del corpo, bifogna dar bereài patientila decottione dellefrondi della quercia, delle 5 ghiande, ò de i gufei de.melagrani mal maturi.. Gioua anchora il dare à bere del latte, in cui fia fia- to prima cotto il ferpollo : & giouaui parimente beuuto con uino il f ucco dell'herba chiamata fan- guinale , ò de tralci teneri delle.uiti , ò delle cime de i roui , ò del midollo frefeo della ferola , ò del mirto.Conuienuifi anchora l’infufione fatta nell'acqua delle. bacche del mirto trite da prima, & po feia macerateui dentro. Il che opera parimente la feconda, & fottìi corteccia delle caflagne,beuuta cruda con.qual fi uoglia dei fucchi predetti :&l'origano beuuto con la lilcia. Tanto in tal cafoè appropriato per bere il latte d'afina, ouero di uacca, &parimente per tenerlo in bocca, che hauen- dofi copia di quefto , non fa bifogno di cercare altri rimedi) . , CH.h co sa fio. l'Ephemero Colchico dicemmo midi fopra nel quarto libro . La cura del quale trattò Diofco- ride qui cofi ampiamente .che non ritrouo alcuno deifucejfori , che altropiu di lui ne defenua . Faccia# adun- que immiti , & i criteri ordinarti : & ufmft pofiia ifuoi rimedij particolari , & mafiimamente il latte d'afma , & 1 di vacca Stellioni, & ri- medij ài loro morii. Ephemero, & cura del Tuo ue Uno. 1 4-7 6 Difcorfi del Matthioli di iucca : bob tralafàanio però gli antidoti , che uagliono cantra tatti i «eleni , di fi fra da noi pia &piu mite ricorda- ti . Ma perche fi connumerano anchora tra i «eleni gli Mtiacardi, di forma nonmo '.to-difiimili da quefio ephcmero Col- chico , quantunque qucllineUa loro cfierior corteccia nonpoco nereggino , & quefio fitto il fino fiottile inuoglio nonpo- co biancheggi : '& parimente la Staphis agria , non molto dagli anacardi lontana ne i temperamenti fiuoi , le cui hiflorie dicemmo difiopra nel primo , & nel quarto libro ; non baueudone fatto Dioficoride memoria alcuna , & e/fendo tutte co - fie, che generalmente s’adoperano dai medici nei medicamenti fiolutiui : mi parrebbe neramente batter mancato della fiolita diligenza ,à non hauerne fcritto , trattato , & narrato i proprij rimedi 'j , che fi gli conuengono . Mafsimamcnte che jpejfio accade , per ignoranza d’ alcuni meikajlri, che non fanno pur leggere , non che medicare , i quali danno cotali medicine folutiue ad occhio , jen\a pe farle , ne correggerle , che incorrono i patienti in grandmimi franagli , & horren- di accidenti : onde fie con le cofe appropriate non fe gli foccorreffe.agemlmentefenemorrebbono ; comeègià auenutoà 10 molti. Gli anacard I adunque , quando fi bcuono ,oucro fi mangiano .fanno non poco incendionella gola , & Anjcjrdi &lo nel gorgoglile , & cofi parimente nello filomaco , infiammando tutto' l corpo , & generando la febbre . Caufano oltre à IO accidenti, & ciò paralifia in alarne membra del corpo , & corrompono lo intelletto: percioche con l’ecceJSiuo calore , che pojfieggono , nirl- abbrufeiano l'kumor malinconico . La cura di quefti fi fatando à bere , poficia che fi fon fatti i nomiti , & i crifteri , del- l’olio delle mandorle dolci , di pinocchi , di noci Indiane , difiefiamo , & di fieme dipapauero : il che fa parimente il hotu- rotantocrudo.qiiantocotto.&illattcdiuaccacopiofamentebcuuto . Conuengonuifi anchora tuttelecofe untuofe , come fono i brodi delle carni graffe , il diflrutto delporco , ò dcfi’oca , le ceruella , & le midolla dell’offa : per battere co- I tali cofe untuofe ampissima facultà (come in piu luoghi s’è detto ) di fpegnere l'acuità , e l femore d’ogni calido ncleno . Giouanui mirabilmente tutte le cofe frigide di natura, & parimente infi-igidate per arte. Et però lodò molto .Accen- na il latte di «acca teetofo , l’olio molato , & la ptifana d’orbo ; ma però che fieno tutte quelle cofi infi-igidate prima * O co'l ghiaccio ,0 neramente conia neue . Ma la loro theriaca, onero antidoto proprio fono lenoci communi , & parimen- te! pinocchi abbruciti. La STAPHIS AGRIA poi ( comepoco qui di fopra dicemmo ) per efièr molto calda, Swphis agfia & adufliua ,fa quafi i medefimi accidenti , che fanno gli anacardi , & le cantarelle , abbruciando il palato , il gorgo gtile , inducendo nomiti eccefiiui , rodimenti di ttomaco , & parimente flufii filmili à i dificnterici : dopo al che ,fc prefio K’ CUr3‘ non fi gli fioccorre, frangola, & ammala . Et però facendo ella di fiua propria natura molto nomi tare , bifiogna dii igen- temente u edere ,fie infime co i uomitifi n’efce ella del corpo: il che non ritrouandofi , fi loda il dare à bere dell' olio delle mandorle dolci con molta acqua melata .facendo caminare i patienti per camera .-percioche fiuoi qucfto rimedio tirarla ualorofiamcnte per tiomito fuori . Debbonfi oltre à ciò fare i crifteri piu uolteda noi ricordati , acciochc fie pane alcuna fuffie ficefia nelle budella , fipoffia con quelli fìciir amente cauare . Tutto l refio della cura fi fa poficia , come fu detto nelle cantarelle, non Inficiandogli antidoti tmiuerfali . 30 DelDoricnio. Cap. VI. BE v v t o che fi fia il Doricnio chiamato da alcuni folatro furiofo , rapprefenta fubito al gufto un fapore di latte : dopo al che feguitano continui lìnghiozzi, humidità di lingua, fputi di lin- gue , Se dilpofitioni di corpo con raftiature di budella , come fuole accadere nella di fenteria . Nel che auanti che interuenga alcuna di quelle colè, giouanoirimedij predetti, ciò è,i nomiti, i crifteri, &ciafcuna altra cofa, la cui poterti fia di cacciare fuor del corpo il ueleno. Sono oltre à ciò particolarmente in tal calò gioueuoli l’acqua melata , il latte di capra, duino dolce oeuuto te- pido infieme con aneli , le mandorle amare , i petti delle galline cotti , & mangiati , & tutte le ipe- ^ tie delle gongole tanto crude, quanto arroftite. Conuengonuifi anchora igambari,& le locufte marine , & parimente i.lor brodi bcuurt. menti, & cura. FV del Doricnio à b a fianca detto da noi di fopra nel quarto libro . Tfe pero e da penfare che una cofa medcfima fia il Doricnio , e’I folatro furiofo : percioche per due diuerfi capitoli l’un dopo l’altro neferiffie Dioficoride . Et come firn ’ “ che diceffie qui egli, che fono alcuni , che chiamano il Doricnio Solatro furiofo .nonio dice affermatiuamente , ma che cofi lo chiamano alcuni : à cui, cofi dicendo , piu prefio contradice, che altrimenti . Mac ben nero , che il Solatro ma- S°!& fuo^noci niaco, ouer furiofo ,fa à chife lo bcue ( come ferine Diofcoride nel quarto libro ) accidenti quafi fumili à quelli del Doric- — ; ‘ jijo . percioche data la radice al pefo duna dramma , infettando lo intelletto , gli rapprefenta diuerfe cofe gioconde : ma duplicandone il pefo ,ft ilare in eflal i per tre giorni continui : & finalmente ammala, quando f e ne bcue il pefo di quat- ^ tro dramme . il rimedio di quello è il bere dell’acqua melata, per eccitare il uomito piu & piu uolte. Tutto quello del So- latro furiofo difie Diofcoride nel luogo predetto : quantunque qui tra ì «efesi bob nefacefe egli mentione alcuna . Et pe- rò dirci io , che tutti i rimedif , che fi conuengono nel Doricnio, fi poteffero ficur amente dare in qucflaffietic di Solatro . Muìcenna chiama il Doricnio uua diuolpe ,ne altro di piu di quel, che fcr inolio Diofcoride , & 'Paolo ,uaggiunfe egli ( come che affai inettamente ) per la cura del fuo . Il perche non è dapartirfi dalla cura ferina da Diofcoride, & da quel- lo , che fermeremo al capitolo dell’opio . Ma non è manco mortifero il Solatro maggiore, qual chiamano berba Bella don - na ; Imperoche non fidamente le fue bacche mangiate , ma anchora la radice ammansa, quando fe ne piglia due, ò tre dramme le bene ( come dicemmo di fopra nella 1 .libro nel difeorfo uniuerfale di tutti i Solatri) apporta quefia radice ne i corniti non poco ffiaflo, quando fi da alpefo d’uno fcropolo infufa nel nino à i parafiti che ne beono la infnfi one, perciò che fubito perdono la uoglia del mangiare , ne pofiono gulìar boccone ,fe non fi da loro ùbere dell’ aceto. Cofa ueramen--/ ^ te da ridere , & ritrouata dal raro feinplicifia M. Francefco Calceolaria Veronefi. Solatro mag- giore & fua ue- lenolà natura . Del- Nel fefto lib. di Diofcoride. H 77 Dell’Aconito . Cap. VII. CV ’ 1 1° l’Aconito , fi lente nella lingua un làpore dolce conalquanto delcoftret- tiuo . & nel procedo poi , quando fi uogliono leuar in piedi i patienti , lor caute uertigini keri- me, granita nel petto, & nei precordi, fa tirare infinitiifimepetta. Nelcheè nfceifariodi tirare d ueleno fuor del corpo co . nomiti, & co i crifteri. Dopo al che è falutifero il dare à bere col umo dell aflenzo, 1 ongano , la ruta , il marrobio , la decottione dell’afTenzo , il fempreuiuo lab- rotano , la chamelea , e’1 chamepitio . Giouaui parimente il liquore del ballàmo , beuuto al pefo d'u I o na dramma con mele , .onero col latte infieme co'l pari pefo di cafioreo , di' pepe ,& di ruta con ui- no . Dafsi oltre a ciò il caglio del capretto, dellalepre, & del cerno: & parimente la fpiuma del fcr- ro . Dal s i co n utilità limilmente à bere il nino , in cui fia fiato fpento il ferro, l'argento, & l'oro in focati . Giouaui a decottione delle galline cotte nellalifcia, & nel nino , & parimente il brodo del lecarmgralfe de buoibeuuto co'l uino. Dicefi anchora, che particolarmente il chamepitio uiiìa molto gioueuole. r CHE lo aconito fia di unric , & diuerfe fpetie , potrà ageuolmente connofcer'e [infoino , che fi diletterà di uedercéfopra nel 1 1 1 l.libro le figure d, dodici ffietie Aconiti tu, ttiuelenofi ,& mortali ; nel ritrai, are de i quali s fi affattteato non poco il diligentifiimo [emplicifla M. Francefilo Calceolaria Aeronefedal quale la mag- io por pane nà fiata ritrouata in monte Baldo, come piu diffufamente battiamo detto di [opra nel mi. libro. Ma quantunque fieno gli Aconiti ( come di [opra fu detto nel quarto libro ) di diuerfe (fietic, ciò è pardalknche , licoSono , &cinoaono , clic rileuafirangolatori di leopardi , di lupi , tir di cani ; nondimeno ricercano tutti queflima cura mede- fma . l{iferifce jlctio , oltre à quello , che ne ferine Diofcoride , che coloro , che fi beuono l’aconito , dopo alla dolcezza, & affretta , chefcntouo nella lingua, /intono parimente amaritudine : dopo al che fi gti cofiringono le maf celle , & ili fuccedono morfi, tir rodimenti di fiomaco . .Al che quando prefio non fi foccore,feguitanpofcia ,facendoftgli occhi tor- bidi, & fanguinofi , tremori in tutte le membra del corpo, con enfiagione imiuerjale, come accade à gli bidropici . Ter la cura adunque di quefio ,dccfi feguire con ogni diligenza l’ordine , tir i rimedi) , che gli attribuifee Diofcoride .-perciò, ehccfficaciffinii fono, uopi, me ritrailo appre/Jo J elio, ne Amccnna. Scritte il Conciliatore Tietro d'Abanonel fuotrat tato de ì utleni ,cbcl aconito fi cura , beuendofi due dramme di terra figillata con l’acqua calda , & procurare pofeia fu- 50 bito iluomito : dopo alche uuole egli, che fi dia à bere con uino , douefta fiata cotta la radice della gentiana, la tberia- ca alpef i> di due dramme . & tiene, che la firn uera medicina, & principale antidoto fia la radice deU'ariftolocbia lunga. Ma ricordandomi io, che fi conmmermo tra i ueleni, le Scille cattine , la Fiammola, ilSeme dell'ortica , & della ferpen- taria;non mi e pai-uto fior di propofìto trattarne in quefio luogo. Et però trattando prima delle Sci lle , dico, che fe ne ritrouano di cattine naturalmente uelenofe , & parimente di buone per l'ufo della medicina . Queftc alloca- no , quando fe ne mangia piu del douere:& quelle con la maluagicà del ueleno , che pojfeggono ,ancbora che in poca quantità fi mangino , come parimente fanno anchora i funghi . Le uelenofe Scille adunque (fecondo che ferine Mefite, & altri della fetta Arabica) nafeono fempre fole in luoghi puzzolenti , & jp orchi , & appreffo alle acque de bagni.Et però cerchino i diligentiffinù (pedali d’ufar di quelle , che nafeono accompagnate , che fieno nel fapore infìememente dol- ci , amar e, & acute, & che habbiano le lamine loro jflendenti : per cloche in quelle non fi ridona malitia alcuna di ue- efl fino, ne po/fono nuocere al corpo, fe già non fc ne mangia/fe oltre al douere . Et però trattandone Auiccimatra i ueleni aliavi, fen del quarto libro, cofi dicco* . La Scilla cattiua, oucramente il troppo lungo tempo ufar la buona, ulcera lo stomaco, le budella, & parimente fi ufi, che tirano al fegato . Onde fi caufano prima punture , & dolori acuti nelle in. tortora : dal che poi ageuolmente fi cauft la difenteria . Et però fi cura la fua maluagità acuta fcorticatiua .beuendofi t' latte -, nel quale fia fiato (pento dentro l’acciaio infocato , & mangiando le tuorla dell’ nona cotte nell’aceto , cibi frit- ti , brodi graffi , boturo crudo, & piedi di uitelli,& altre cojc cormeneuoli ; come piu diffufamente fu detto nel capito- lo delle cantarelle ,douc ricorrer fi deeperla cura della Scilla .pcrcioche quelle cofe , che fon conueneuoli nelle medi, cine acute , & ulceratine -, quitti copiofamentc fcriitemmo . Tfonfa minori accidenti la Fiammola, dicuidi- ccmmo di foprancl quarto libro .trattando della clematide .Terciocbe per effere , oltre alla uelenofità , che p offre de , calda nel quarto grado ,uifcicatitta ,& ulceratila ; caufa ardor grandifsìmo nella gola, nello fiomaco, & nel corpo, fete intoler abile , (leciti di lingua grandiffima .fcorticamento di budella ,& ardore intenfifrimo d‘ orina, di modo che tanto fcortica profondamente alle uolte i luoghi, di ella tocca , che orinano i patienti punfimo [angue con intoler li- bile dolore. M che fi [occorre , fatti prima i nomiti, &i crifteri, col dare à bere latte di uacca infieme con co - piofo boturo frefco:& parimente il dar l'olio delle mandorle dolci.de i pinocchi, delle noci Indiane, &• del feme del papa- nero . per docile ( come piu uolte s è detto) la cura di quelle cofe acute fi contiene nelle medicine graffe , & nntuofc. Au- le oltre à cioìn tal caffo (impiastrare la regione del fegato con picco di lattuca , i' cadmia, di procaccila, d'acqua rofà, & con fandali infiifi in acqua rofa : & il dare per l’ardore dell' orina fi bacche deUhalicacabo , & impiafirare le reni , il p ettinecchio , & lauerga,per far riflagnarc il [angue , con ficco di rofe, di piantagine , di poligono ,& di cìnogloffa. Ciouanui oltre à ciò i crifteri fatti dilatte, di brodi grafi, & d’olio rofado infieme con ficco di bacche di mirto , come piu ampiamente fu detto di [opra nelle cantarelle . Calidiffimo , & uelenofo è anchora il feme dello R r Ica, maffi- mamente quello, che fi raffembra al feme del lino,ufato da molti nelle ueneree medicine. Et però effóndo egli deftinato al- l'ufo degli Imomini , èperò molto ben da auertire, che non fi dia in gran quantità, ne manco perfef ilo , ma compofio, & corretto con quelle coffe , che poffono ffiegnerc (acuità , & calidità ceco finta, che pofiiede ; come fono i pinocchi, le no- mili ci Indiane 3 6.0 Aconito uele- no , Si fua dTa- niinacione. Scilla ueleno - fa , & cura de i Tuoi nocumen- ti.' Fiammola, Se lu a malignità, coni rnnedij Seme d’Orti- c a,& fuoi nocu menti, co la cu ra. 14 7% Difcorfi del Matthioli ci Indiane , le mandorle , le noccìuole , i pistacchi , & parimente il [me delfifamo mondo . Ver cicche quando fi toglie il [ eme deli’ ortica in maggior quantità di quello , che fi richiede, ranfia ( fecondo che alla fella fen del quarto libro riferifice Auicenm)non [blamente tutti quegli accidenti,checaufa la fidila ; ma particolarmente ma continua toffe.Et però fi cura nel modo mcdefmo , che la fidila •' come che per ouuiare alla tojfic , ni fra comeneuole l'olio delle mandorle dolci , ilfiropo molato , il giuggiolino, il rpiccharo candito , il ^ uccharo uiolato , ipinìti , i diadraganti frigidi, laptifiana dell or^o con truccherò , & altre cofie lenitine appropriate . Riferifce il ConciliatorcTietrod.’ Abano , che il nero antìdoto delfiemc me di Serpe dell’ortica , è ilfieme delle mele cotogne trito, & beuuto con acqua calda . Di calidifiim natura è anchora iljemedeU tana, & ilio ma la serpentari a.* & però bcuendoft , òmangiandofi ne i cibi > cau fin affretta , ardore , & punture nella gola , le , con i rime- & parimente nc ; jenti , & nelle gengiue , infiammando tmiuerfialmente tutte le membra del corpo. Al che fi [occorre , dl'' beuendofi, ò mangiandofi il boturofirefeo . Maparticolamenteilfuouero antìdotojonoifiugoli di farina d’orbo con lo piriti ì ò con zucchero candito . Del Mele Heracleotico . Cap. Vili. RItrovas i in Heraclia di Ponto , doue nafee gran copia d aconito, un certo mole, il quar- te mangiato, ouero beuuto, non fa minori accidenti che fi faccia l'aconito. Et però tutte quelle colè , che conferifcono nell’uno , uagliono parimente nell’altro .Nondimeno è in ciò feli- ciflimo rimedio , il dar continuamente à bere il uino melato , infieme con fiondi di ruta . Mele Heracleo MELE Heracleotico dicemmo di [opra nel fecondo libro quanto fette richieder . Tifi, qual luogo dijfie 20 tico , & tuoi ac J / Diofcoride (quantunque in quefiofie lo taceffe.poi ) che fiacotalmcle diuentare furiofi , & fidare, copiofifjrma - cidenti. mente coloro,chefe lomangtano:& che fi cura il firn nocumento , dandofì àberelafialamuoia della carne. Ma per. non fi portare ài tempi noflri in Italia; nonfa bifogno darne qui altra cura ,& «infimamente fapendofi , chemmedefimo ueleno è quello , & quello dell'aconito . Del Coriandro. Gap. I X . Coriandro s & fua uelenofa na tura. Errore de gli Arabi. 1 L coriandro non fi può afeondere per l’odore molto acuto, che pofsiede. Beuuto adun- I que chefi fia,arrochifcela uoce,faufcire dello intelletto, & dire molte uane,& dishonefte paro- le, come fanno gli ebbriachi, inducendo oltre à ciò in tutto! corpo l'odore acuto , che elio lidio pofsiede . Al che fi (occorre, hauendo prima fattoi uomiti,con l’olio chiamato nino, come ne sii altri è flato detto , co’l dare à bere à 1 patienti il uino puro , ouero infieme con alTenzo . Gioua • ui parimente l’olio beuuto : & coli anchora te uoua , cotteui dentro aperte , & beuute poicia lique- fatte con la falamuoia . C onuienfigli anchora la falamuoia pura, i brodi delle galline; & delle oche ben falati : & fimilmenteil uino paifo beuuto con la lifeia . DI sopra nel terqo libro fidami lungamente trattata l’hiBoria del Coriandro : & dìmoflrato, comi s ingan- nino manifestamente hoggituttii medici , che danno il fino fieme confetto con ficcherò Seguitando la dottrina arabica , per ripvimere i uapori , che afcendonoaUa tefla , & per , confortare il cerueUo . perciocbe.fi uede manifcfta- mentc , che Diofcoride dice , che fa il coriandro tutto l contrario . Il perche èdapenfare , che alla roucrfcia intendcf- fero gli Arabi la cofa . Auicenna mole , che {blamente il Coriandro uerde , & nontlfecco habbia. [acuità uelenofa, & ifiupefattiua , & caufi uertigini , furore , tbbriacchect&a , & patria : & che il [ecco faccia tutto l contrario . Il c ie. ne conf 'cutaneo , ne ragìoneuolemi pare iperciocbe quantunque nel fané fecco del coriandro non fia tanto Immore , quanto fi ritroua nelfirefico ,& neU’herba ; non però per quello fi può ragioneuolmente dire , che nonpojfiegga ,fe en meno uà- lorofit, la {acuità medeftma ; come fa il femedel papaucro , del iufquiamo, della cicuta, &d altri.infiniti. Etperojcioc- cherra grande mi pare , il credere , che il feme del coriandro operi [ecco tutto l contrario di quello , che fa cgi ucr e . cheìì [offe uerofeome s imaginano alcuni) farebbe neceffarìo, che fi permutaceli feme del coriandroin altra Ipetie e tilt to contraria alla fua . Som oltre à do alami , che uolenio difendere , & mantenere l'opinione degli Arabici , dicono , che fi lena uia al Coriando il nocumento , che fa egli al ceruello, con la prepar atione , che fi gli fu con faceto c,e de~ condo il parer mio ). non fi può in modo alcuno confentire .-percioche , quantunque le preparatimi , che fi fanno nelle me- dicine tengano alquanto Untela, & malignità loro-, non però le poffono cileno permutare m modo alcuno , che Coriandro ne- operino il contrario di quello .che amati aUa prepar atione operauano per natura Quanto poi [incerchi a‘la 1» ■ eoo , SE fu» cu- fino nocumento , ritrouo oltre à quello , che ne ferme Diofcpr.de , che molto m conferì. fee la themca.beuuta :1' uino ■ & che ilfuo proprio antidoto è quella pianta conofciuta , & uolgare , che chiamano VmatofMO , dicui facemn mentione di fopra nel terrò libro al capitolo dell’afilepiade . Alla rochegga della ucce , che fi caufa da ejfo ,1 J occorre co i gargarismi appropriati, & con le cofe pettorali . Et aldiflurbo del ceruello , fi rimedia con ledette del diamafeho , della diambra , & d’altri medicamenti firmili capitali , & parimente conte cofe cordiali . J ferramento di fato , gonfiamento di corpo , & finalmente tanta anfietà di cuore , che molte uolte tramortì- cura* fiono con freddo [udore i patienti . La cura di queflo è principalmente di far uomitare, ufirei crifieri, dargli antidoti tiniuerftli , &far tultii rimedij ( come dice Diofcoride) che fi contengono nella cura dclcoriandro.. Della Cicuta. Cap. XI. MAngi a t a , ò beuuta che fi fiala Cicuta , ofFufca tanto la uirtù uifiua de gli occhi , & gene- ra co.fi fpefle uertigini, che non lafcia difeernere alcuna cofa . Induce dopo quefto finghioz- zi , anfanamenti , pazzia , & frigidità grande nelle parti eftreme del corpo . & finalmente, ftringen- do il fiato nella canna del polmone , fe ne muoiono i patienti ftrangolati , & ifpafimati. Il perche nel principio (come se detto ne gli altri) fi dee cauar fuori del corpo co i uomiti : & pofeia co i crifteri , accioche anchora quel tanto , che fe ne fufiè fcefo alle budella, parimente fe n’efca: dopo al che è co £1 ueramente utilifsima il dare à bere piu & piu uolte copiofamente purifsimo uino. Giouaui il da- re piu «ohe à bere il latte d’afina, ouero di uacca : oueramente laflènzocon pepe,& con uino: ò il ca ftoreo con la ruta, &con la menta, beuuto con uino : oueramente una oncia d'amomo, di car- damomo, .& di ftirace : ò il pepe co’l feme dell’ortica, beuuto nel uino: ole frondi del lauro.fi- milmente ui gioua il lafero dato con olio , & con uino palio : oueramente il uino palfo puro lagar- 20 mente beuuro. 4° DElla Cicuta diosmmo l'bifloria di fi opra nd quarto libro , & parimente come piu in un luogo , che in uno altro Cicuta , & fua nafta ella uelenofa.. &però non accade piu qui à ridirlo . Mangiata adunque che fi firn , fa neramente ( come, dice ^lenofa nit“- Diofcoride ) occupando lintclictto , anfanare }farpayxie , & perder la uifia . Il che ho io piu uolte [creatamente uedu- to . Tfc lungo tempo è.pajfato-, d)c pappando in una uigna un uillano lauoratore del fi gnor donarmi dalla T orre , ni- {-littoria d’ai - cino al camello diGoritia , ritrouò alcune radici di Cicuta molto belle : & credendoli , cbefujfcro pafiinachc , fe le man - cunicaG, giò la fera cotte ■( perciochc di quarefimacrra ) infieme con la moglie % Dal che fucceffe , che fuegliandofi la notte , & ri k trouandoft del tuttoèalordifieuatifi anfanando fenya lume,& uolendo caminareper cafa ,fi percojfero di forte nelle mu- ra la tefla » la faccia , &gii occhi , chela mattinai per il tumore grande , & per la ricreda del [angue corfoui , parcuano horrendiffimimefiri . M che effendo io chiamato i& iuuesìigando dagli altri di cafa quel , chela pafifata notte man- giato hauejfero , ritrouai effere fiate nere radici di cicuta.Vcrcjochelà , oue quelle canate haueua il uillano in compagnia d'altri lauoratori ,nc ritrouai alcune altre radici, ohe già cominciauano à metter fuori lefrondi.Et coft conoj cinta la co- fa ,gli ridufii in breue tempo nel [olito intelletto . come: che affai fuffe piu lunga la cura delle per coffe , che del ueleno . In- gannoffi aneboi' a infieme con tutta la fua famiglia ndmodo medefimo nella città di Vdene una nobilijjìma gentildonna. da Coloretofioauendo pr-efe le radici della cicuta nell' borio in cambio di radici di bietola.Et già conobbi un frate di fan Fran- cefcOiche diuentò pagyp per molti mefirpcr bauerfme mangiate le frondi in cambio dipetrofello co’l pefee . Et pcroguar- difi ciafcuno da fimili errori. Lodò in qucfla cura jlctio ( oltre à quello , che ne ferine Diofcoridc ) il bere con nino il cicuta ueleno, feme dell'apio ,U -radice dell'iride , & il fifeh M affili mfe , ouero il nitro beuuto con affai acqua , Lodò oltre a ciò, lo, & Tua cura. [caldure tutto il corpo , & mafiimamcntc i precordij : & accioche queflo fi fàccia uniuerfalm-ente , mole egli , che fi co- stringano i patienti à correre , &ifcald.irf . Commenda il Conciliatore Tietro d'ebano in ciò molto la thcriaca dataafi pefo di due dramme ,& beuuta con la decottionc del dittamo : ouero il pari pe fio ddlar adice della gentiana , bemta co l nino , affermando efierc queSio il nero antidoto della cicuta . Dello Smilace, ouero Taffo . Cap. XII. LO smilace, il quale chiamano alcuni tithimalo , chiamano i Latini , tallo . Tolto quefto adunque per bocca, infrigidiice tutto il corpo, ftrangola,& finalmente ammazza in breue tem po . Al che lì conuengono gli iftefsi rimedij della cicuta . Non solamente auelemil Taffo , di cui dicemmo Ibi fi aria difopra nel quarto libro gli bitumini, che f& XaiToj L- lo mangiano, ò ne bctiono il fuoco ; ma anchora tutti gli animali quadrupedi da Corneggiare ,chenon ruminano c lenobnawi. come fono i caualli, i muli], &gli afini , & altri fimili . come che uoglia Tlutarcho nel tergo commentario do ifuoi [imposi], ebenon fìa uelenofo il Taffo, fe non quando , effendo egli pregno d’bumore, già comincia à fiorire .Biffe , trat- tandone Diofcoide di [opra nel quarto libro , che tanto in TfarbonaèuelenofoilTaJìo.cbc dormcndoui , ò fedendone [otto alcuni all' ombrai ammalano , & alle uolte fe ne muoiono . Il che (fecondo che tifirìfee Tlinio alx.capo del XVi.s libro) diffe Sefiio interuenire parimente in Arcadia : & che m[H iffagnafono lefue bacche mortifere : & mortiferi pari, mente in Francia i bariktti.oueramente ijiafchi , che fi fanno per portare il uino per li mandanti, del legno del caffo . ’Na. [cono i Tqffi alberi copiofamente per tutte le montagne del Trentino , & ijpetialmente in quelli di Fìcme , & della uallc Anania, nelle gran Jelue degli abeti , de i peggi , de i pini ,&dei larici . Douefo io per cofa certa ( quantunque dicano , alcuni, che non ammani il taffo ,fe non gli animali, che non ruminano) che molti buoife ne fono morti per batterlo man- 60 nato . Et però l Milani delpaefe fogliono dire , quando nc ipafcolidelle montagne i ammalano i buoi, che fi debba ba- ttere auertenga, che non haitiano mangiato il ì^affo (perciocbe tofi lo chiamano: )fapendo^glmo molto bene, effer loro 1 48 o DifcorTi del Matthioli mortifero,! frutti fuoi fono quìuìparìmenteuelmofr, come che non del tutto mortiferi . percioche mi ricordo batter cu- rati alcuni bofchieri pa fiori , che non conofccndo la malvagità loro , tirati dalla dolerla delfapore ,fe gli bave- Dubitati one in uario mangiati .-dopo diché offendo cafcatì nella febbre ,& nel fluffo del corpo ,flauano affai male . Ma parmi però torno alle qua 0[t rc £ cpuefto non poco da dubitare 3fefia il Tajfo da connumerare tra le piante frigide , ò tra le calide. Dimoflrano ma - lita e Tallo. nifeflamnte Diofcoride, <& tutti. i fuoi fognaci ,cbe fieno i temperamenti del Tajfo frigidi , uolendo , che i medefwii rime- dij giovino al Tajfo, che alla cicuta . il che neramente non mi contenta . perciocbc l’amaritudine, cheftritroua nelle fuc frondi , & parimente nella corteccia ; lo flore egli fempre verde , & fr ondato tanto di verno , quanto di frate , come fan- no parimente i pini, & gli abeti , à cui molto fi raffomiglia : la dolce^a,& acutezza , che fi guììa nelle fue bacche : & il far qu'éfre diventar neri gli uccelli, che fe le mangiano ; arguì fee fen\a alcun dubbio , che firn il tajfo eccejfiuamcnte cal- do . Et però fi uede manifeframentc, che cafcano coloro , che fi mangiano i fuoifrutti,per infiammatigli {piriti , el fan - 10 gue , nell a febbre , & nel fluffo dei-corpo ,fubito dopo al t or gli . Sopra’l che quantunque poteffe dire alcuno, che le febbri , & i flujfi fi generano in queflo cafo per uia di putrefattione,& bollimento d'humori, come interviene per lo man giare de gli altri frutti frigidi della fiate, & deli autunno ; & che il color nero può cofi caufarfi dal freddo, come dal cal. do ; dico però, contradtcendo d queflo , che lenotefu dette de i fapori tanto delle frondi , & della corteccia , quanto de i, frutti ,& parimente il tenere egli perpetuamente le frondi, arguifee manifeframente , che cotali febbri ,& flufisi fi gene- rino principalmente piu per uia di infiammagionejcome interviene negli anacardi)che di putrefattione - Et dico appref- fo,che fe la nere^a,che fi genera negli uccelli,che mangiano i fuoi frutti, procedejfe per frigidità ,fubito fe nemorrebbo - no: percioche la qualità frigida eccejfiua non induce nerezza ,fenon mortificando le membra . ma non però- cofi intervie- ne nella nerc^a, che fi caufa per aduftionc,come neggiamo negli Ethiopi. Queflo adunque ho voluto dire io, non per con tradire alle opinioni, & àgli ferini di cofi glolriofì autori ; ma J'olamentepcr recitarne l’ opinion mia , & per aucrtire gli i0 Oleandro , & altri, che fopracio accadendo confrderino,& perfino anchora eglino . Ma hauendomi il Tajfo rìdono à memoria LO- fua ueienofa na leandro, chiamato da i Greci nerio,& rhododendro, & rhododapbne ,• & ritrovando io, che Galeno con tutti i fuoi feguaci dicono, che non folamente è il Tfrerio uelenofo àgli hudmini;ma anchora àgli animali quadrupedi, noti mi è paruto ( per ejferne l'Italia copiofa)di poffare avanti, fen^a trattarne. Et come che, non forfè fen\a ragione, dìcejft di Jbpra Dio - feoride nel quarto libro,et parimente nelprologo del prefente, che le frondi, &i fiori del Eferio giovano mangiati, ò bevu- ti contrai morfo delle ferpi mortifere , & che fra fermamente da crederglielo, per hauerne egli hauuto,& uifto l'efperien- ga , che non n'hanno veduto forfè i fuoipofleri.'&chefrpotejfc credere, che egli giovi indorarne contro, à i morfr de ca- ni rabbiofì giovano le cantarelle, & gìoua l'euphorbio bevuto alle punture degli feorpioni ; nondimeno uedendofr , che Ga leno infreme con tutta la caterva de Greci,& parimente Avicenna con tutti gli Arabici non accettano tal cofa , parmi però , che ragìoneuol fra di non ufare à i tempi notivi l’Oleandro per rimedio de i morfr deferpenti , hauendo noi altri in- $Q finiti antidoti in cioualorofìJsimi,&fìcurifiimi i Et però fraudo in queflo con Auiccnna, dico , che l Oleandro ammala- gli huomini , & parimente gli animali : & che , quantunque , fi prenda in poca quantità , fa angutlie intolerabif, enfia- gione di corpo , & grandiffma infiammagione , percioche è egli caldo , & fecco, incifìuo,& ulcerativo : & nonfolamen tc nuoce egli bevuto , o mangiato ; ma anchora efleriormente,fiandoui flotto all'ombra , ò beuendofì le acque de i fiumi. Oleandro uele de i Ughi , nelle cui riue tiafce egli copiofo . Curafì il fuo nocumento , beuendofì la decottione del fiengreco, & man no,& Tuoi rime giand0ft dattoli , ò il feme , & le frondi del uitice , ò beuendofì la loro dccottione . C ontl'engonuifi anchora i fichi fecchi mangiati col mele , co laccherò, onero co Igiuleppo , & fìmilmente la fapa,& le cofe grojfe , & untuofe , non Lifcian - do di fare i uomiti, & i crifleri , come in tutti gli altri è flato detto . Loda in ciò il Conciliatore , il diacaftoreo ,datoà be rc al pefo di due dramme : & parimente il pari pefo di bacche di ginepro . albero parimente uelenofo e quello , che chiamano volgarmente, contra la uerità, in Italia Sicomoro , dei cui frutti fi fanno le corone de pater nofrri.Di queflo feri 40 Atadarach, & uendo jluicenna alla y 1 . fen del quarto libio , lo chiama azadaRa cht, cofi dicendo , Le frondi àdljlgada- fuo ueleno & yacht ammarinogli animali , & cofi parimente il fuo legno . Curafì co i rimedij unitierfali de gli altri veleni , & par * cur4* ticolarmente con la iflejfa cura dell'oleandro . Del che ho uoluto qui auertire il mondo, accioche alcuno inauertentemen - te non sauelenajfe con ejfo . Ma fefujfe alcuno, che dubitajfe, chenonfujfe queflo albero l ^i^adatacbt d Avicenna, leg ga i finonomi Arabici del BeUunenfe nel principio del uolume,& cofi fi potrà chiarire . Del fucco del Carpalo. Cap. X 1 1 1 * IL $ v eco del Carpalo induce beuuto, profondifsimo Tonno, Se preminente frangola- Al che 5 d fi foccorre con gli iftefsi rimedi; della cicuta. Carpafo, opo- ^ h e co fa fta il Carpafo à giorni noflri in Italia > à me uer amente non è manifefro : ne penfo , che altri piu di me carpalo,# loro ^ Jappia . Tercioche , quantunque qui tra i veleni lo deferiueffe Diofcoride ; nondimeno non ritrovo , che egli ne i cinque libri paffuti, ne che alcuno altro tanto antico, quanto moderno , ne deferiva cofa alcuna :fopràl che fi poffa far confettura di potere inuejtigare, quale appreffo àgli antichi fujTe il Carpafo. Chiama TaoloEgineta il Carpafo (toglien do da Diofcoride') nel quinto libro, Carpefìa. il che ha fatto credere à molti , che il Carpafo , la Carpe fra , & il Carpe fio, di cui dicemmo di fopra nel primo libro, freno una cofa medefima . Ma non è queflo in modo alcuno da credere: percioche del Carpefìo non fi ritrouafeome fi legge appreffo Galeno, & Taolo) fe non che fra delle iflejfe f acuita della ualeriana,& che non poco vaglia nelle compofìtioni degli antidoti . Et però diceva Galeno , che Quinto lo metteua nel - ^ la theriaca in cambio di cinnamomo , (limandolo egli tanto , quanto l’elettjjfima cuffia . Ma chi diccfje , che l Opocalpafo, del quale fcriue Galeno (ragionando dell’ottima mirrha ) al primo de gli antidoti per ueleno mortifero , fujfe una cofa NelfeUrolib-diDìofconde. 1481 mdcfrna con l’Opocarpafo, di ai firme qui Diofcoride , credo neramente, che non deuiarebbe dal nero . quantunque nel primo libro deUe compofmom de medicamenti fecondo i luoghi narrando alcune cefi, che fanno i capelli ricci:& nel quia to, nella compostone di uno empialo per il dolore de i denti mafcellari.facefiì egli mentione del fuoco del Carpafi.chia mandola opocarpafo,& non opocalpafo.come chiamò quello che già fi mefiolauaconlaminha nel primo libro degli antidoti . Tfion conofcendoft adunque in Italia , non è neeejfario dire altro della fua cura .-percioche farebbe fatica del tutto uam,& inutile. Ddl’herbà Sardonia. Cap. XI III. i° T ,A he.rea Sardoniaficonnumeranellelpetiedeiranuncoli.Queftaadunquemangiata,fa J — , ulcir del ferino , & genera un certo Ipafimo nelle labbra, che par ueramente, che femp re rida- no coloro, che le la mangiano . Dal che tra'l uulgo è nato quello infelice prouerbio ; Il rifo di Sar- il ^ f°CGOrre> fatti che fieno i uomiti, dando particolarmente à bere l'acqua melata , & copioinsimo latte . Gioua oltre à ciò il bagnare, ouero unger tutto’l corpo con medicamenti cali- di, e 1 fare entrare i patienti in un bagno caldo,fatto infiememente d olio commune,& d’acqua:den tro al quale fi debbon pófcia fregare , & ungere con ogni diligenza. Ma per dirne fommariamente, dico, che la cura di quella è quella iftefià, cheli fa nello Ipafimo. QÌ'ul Tra le jpetie de i \anuncolifia quello, ebeper nafierc in Sardigna, fi chiama herba Sardonia, dichiarò jjetbi Sardo - a /ufficienti Diofcoride difopra nel fecondo libro . Di cui firiuendo la cura ^ letio nel XI I I.libro, non deuiapun - nia , & rimedi j to dati inSlituto di Diofcoride : imo che commentando . egli quello luogo , dichiara con quali medicamenti fi debba cura-' tiu ueleno re quella fpetie di/pafimo , per e/fere gli/pafimi di diuerfi Jpetie : & però ricercaruift diuerfe cur adoni . il perche infi - gnq egli,cbejìa conuenientifiimo in ciò il cafforeo , tolto per fi filo, ouer amente beuuto in polirne co l nino dolce. Ma fecondo che firme Tietro d Abano) la cura dell Apio rifo (cofi chiamano i figliaci degli Arabi l’herba Sardonia) fifa imbriàcando i patienti con nini dolci potenti , accioche lungamente dormano : &il fio nero , & appropriato antidoto è il ficco della melijfa , beuuto con l’aceto . Et perche non poco in curar lojpafimo /come ferine Diofcoride') fono gioueuoli i bagni, & lejlufe,faccianff con le decozioni di quelle cofi , le cui f acuità fono di fialdare ,&di dificcare, di conforta- re,& di giouare /penalmente à i nerui : come fino la flecha , l'hijfopo , la filma , la ruta , la betonica , l’hiperico, il cha- mepitio, la maiorana, l origano, il calamento , il pulegio , il dittamo di Candia, la camamiUa, la thimbraf acoro, la jpi- jO ca Celtica, & la S Oriana, l'afaro, la ualeriana , il cipero, il rofmarino,& altri filmili . Faccianfì oltre à ciò le untioni alla parte posteriore della tefla, al coUo,& alla nucha, con olio di gigli, di cafloreo, di uermini terre /in, di collo, d’hiperico, & uolpino,& parimente con l unguento aragonio, agrippino, & altri filmili. Del Hiofciamo. Cap. X V. BE v v t o , ò mangiato che fia il Hiofciamo , fa fare le medefime pazzie , che la ebbriachezza del uino : ma cede però ageuolmente il fuo nocumento à i rimedij . Nel che è molto conucne uile l’acqua melata copiofamente beuuta, & parimente il latte d'afina: nel cui mancamento fuppli- fee quel di uacca, ò di capra , oueramente la decottione de i fichi fecchi . Giouanui oltre à ciò i pi- 40 nocchi, e'1 feme de i cocomeri, beuuto co’l uino dolce, chiamato palfo : il uino falato , beuuto con gradò di porco frefeo , &uino palio : il feme deirortica,& Umilmente il nitro , beuuto con l'acqua. Conferilceui la cichorea , la fenape , il nafturzo , le cipolle, le radici, & l’aglio , togliendo ciafcuna li quelle cofe co l uino . dopo al che faccianfi ripofare, & dormire i patienb , fin che lmaltifcano,co me fi coltuma di fare con gli ebbriachi. RI parasi alla maluagità del Hiofciamo ( di cui firiffe l'hifforia D iofeoride nel quarto libro) agevolmente , Hiofciamo , S: quando pur fi po/fono à tempo darei debiti rimedi/ . Maèperòdafapere (come ferine Actio nel x 1 1 1.libro)cbe ^aLtc'cn0^a na molte mite, oltre alle note preferire, caufa egli storcimenti di membra, debile ttfe di cuore , roj fetga negli occhi, prurito, & tremore in tutto’l corpo : & uannofi gittando ipatienti dì quello luogo in quello, credcndoff anfanando, d ef- rere laftonati . Et però in alcuni luoghi del T reatino ( come, affegnandone la ragione , dicemmo nel quarto libro) meri- ’ 'amente chiamano il hiofciamo Di/lurbio : perciocbediHurba egli ueramente tutti i pentimenti del corpo . Scriffcnetra ueleni del bianco , & del nero feparatamente Auicema , cofi dicendo . Caufa il Hiofciamo bianco moUificatiqne di ginn me, apoffeme nella lingua , /piuma intorno alla bocca, rojfigga , & torbidetga negli occhi , Strettura di fato , uertìgi- ■,i,fordità, prurito nelle gengive, & in tutto’l corpo, ebbriachet^a, patria , phrenefia , epilefiia , & diuerfità di noci: jercioche ragghiano alle mite ipatienti, come fatinogli affai , & i muli , & annitrifiono ,come fanno i candii . Il nero pi infiigidifie le membra e/lreme del corpo, offufia la u i/la , f a perdere lo intelletto ,&pofiia ferrando la uia del fia- to ,/pafima, & affoga . I quali nocumenti attribuirono Diofcoride , & Titolo Egineta alla cicuta , & non al lufquiamo Errore ,]■ Aul- irò, Et però è dapenfare , chequeffo fiacertiJSmoerroremAukema.comcmmoltialtriluogbifiritroumopoftimol cernia. tritimi difimplici mefii fiambieuolmente l’uno in luogo dell' altro , i quali per breuità trapaffo . Oltre à ciò lodò egli ^ pc la cura del bianco gli iflefii rimedij , che firiffe qui indifferentemente Diofcoride : & ampliandone pofaa la doari- nofij & loro cu 60 no, propofi in ciò il mithridato , & la tberiaca adogni altro medicamento .che dar figli poffa .TevUcmadel nero , ra. fati mima i uomiti , & i crifteri , lodò il uinòpuro jpeffe uolte beuuto , il latte di uacca , l'affcmp , il pepe , il caftoreo , IIIIII 3 laru- Mandragora, & fua.uelenofa natura» Madragora uè leno&fuoi ri- medij. Dubitatfone in torno all’olio rofado. Pomi di Man- dragora. Noci Metelle, & loro ueleno, & cura. 1 48 2 Difcorfì del Mattinoli Unita, la menta, il lafero, le {rondi & le bacche del lauro, la fapa, cl feme deli' ortica , la radice del laftrpitìo ,H cardamomo , & la Jiirace , dando cìafcuna di quefle cofe col nino . Tropo/e apprcjfo à qneflo fimilmente la dccottione della corteccia delle radici del moro , l'opobalfamo , bcmito col latte : & parimente l impiastrare fopra lo flomaco , & l'opra l ucntre , la farina del grano incorporata con uino . Qjicslo tutto feriffe Aukenm . Oltre al che ritrouo alcuni fiimoji moderni , che damo à bere per ficuro rimedio contea il Hiofciamo ilpepe lungo alla quantità di due dramme: af- fermando piu oltre, che il proprio fuo antidoto fono i piHacchi , mangiati copiof amente . Della Mandragora. Gap. XVI. LA mandragora beuuta , ò mangiata che fi a , addormenta fubito toglie le forze di tut- io to’l corpo , & fa coli profondifsimo tonno , che non è punto differente da quello, che fi caulà nella lethargia . Al che , auanti che accaggiono quelle cofe , fi foccorre ■ , prouocando il uomi- to , & dando fubito à bere dell’acqua melata , & polcia del nitro , & dell'afiènzo con uino dolce , ouero palio . Gioua oltre à ciò l’infonder lòpra la tefta de i patienti olio rofado, & aceto , fuegliar- li , & farli muouere , & parimente odorare l’eupatorio , il pepe , la fenape , il caftoreo , & la ruta , trite tutte quelle cofe, &infule nell’aceto :& fimilmente la pece liquida , e’1 fumo delle lucerne, fubito che fe ne Ipegne la fiamma . & fecon quelli rimedij non fi fdormentano , faccianfillarnutare co gli llarnutatorij , & ufinfi tutti gli altri rimedij conueneuoli . FV della Mandragora firìtta , & narrata l'bi fioria di f ipra nel quarto libro . Et però qui folamente dir ano 2 o degli accidenti mortiferi , &pericolofì ., che fi caufano dalla fua radice , & da i fuoi pomi : & parimente del modo di f occorrergli . imperoebe lanciando prolungare la malitia del fio ueleno3 feticci ouuiargli co i debiti rimedij, agc - uolmente fe ne potrebbe morire chi fe l’haueffe mangiata . Et però dico infteme con M etio, che malagenolmente fi può el- la afeondere tra i cibi 3 ò tra le beuande , per bauere uno odore molto grane , &fkflidiofo , & effere al gufo amara , & difpiaccuole : & bifognarc , che fe ne dia una certaperfiffa quantità . Tsluoce oltre à ciò non poco, & fi intolcrabile mo- le flia 3 come che non anima ^ ,fe non con lunghezza di tempo . E il fuo nocumento ( come ben diffe Diofcoride ) fnnile àgli accidenti , che fi caufano nella lethargia . percioebe induce ella co fi profondiamo forno , che quantunque chiamati 3 fi fueglino i patienti , fubito fi raddormentano come infenfati. 'Elei che , oltre à i rimedij affegnatida Diofcoride , fi loda ( fatti che fieno i nomiti ) il dare à bere il feme de i coriandoli trito , & parimente il pulegio con l acqua, calda , ò il foluere il corpo con le medicine appropriate . Ma fe dopo al uomito non fi poffono fuegliarc i patienti 3 diafi loro in tal j o cafo à bere l'origano con l’acqua frefea : per cioche molto ui gioua que fio rimedio. Vfnfi anchora in tal cafoi cri fieri acuti : le fregagioni fitte per tutto il corpo conpeyge groffe: le uentofe di uetro meffe con fuoco nella parte poflcriore del- la tefla , fopra le (palle, & fopra le natiche : le ligature dolor ofe fatte alle dita delle mani , & de i piedi : la poluere del- l’elleboro bianco , mefjà nel nafo per fiere flarnutare : & parimente gli empiaflri uefeicatorij , applicati alla parte pofle- riore della tefla 3 & dopo all' orecchie .per cioche tutte quefle cofe diuertifeono mar auigliof 'amente il nocumento del cer- uello . Oltre à ciò è da auertire , che Diofcoride comanda , che fi debbia infondere / òpra la tefla de i patienti per ri- percuotere il uelenofo uapore , che ui afccnde , olio rofado , & aceto . il che pare fimilmente , che conceda Galeno ( ce- rne fi legge alx 1 1 1. libro delmethodo ) nel principio principiante della lethargia . .Al che confiderandofl bene , pir che non poco ripugni alla ragione . Et però fi uede , che Taolo Egineta , Metio , Mleffandro Emiliano , & altri imita- tori di Galeno 3 cono fendo , che la lethargia fi cqufa fempre perhumori eccefiiuamente frigidi , al che l olio rofado , aflmati : ma fi con prefle^a fi gli fanno i rime- dij conueneuoli , ageuolmente fi curano . TSfi fi ritroua in ciò piu ualorofo , & ifredito rimedio , che la theriaca di Mn- dromaco , beuuta con t acqua : percioebe quefta libera in un momento da ogni moleflia . Lodo oltre alla theriaca , Die- tro d’Mbano per le radici , per li pomi, &per lo ficco della Mandragora indifferentemente , lor flar ferina mangiare pv un continuo giorno , il bere affai d'uno elettiflimo uino , & l'odorar dell’aceto col cafloreo : affermando pofiia , che l uero antidoto di tutte quefle cofe è il raphano domeflico , chiamato da noi particolarmente radice, mangiato per tre gir ni col pane , & col file. Ma hauendomi i pomi della Mandragora ridotto à memoria le Tffoc 1 mettelle,!ì cui dicemmo l'hifloria di fopra neiprimo libro, & fapendo , che mangiate non folamente per lor propria natura ammatj %ano i cani , ma anchora gli huomini ; non effendone fatto da Diofcoride memoria alcuna , non ho uoluto lafiiar di dir , che accidenti elle facciano ,&con che medicine fi poffa oflare à i nocumenti loro . Il perche dico, che mangiate, ò hau- te che fieno le noci Mett elle , caufano uertigini ,roffc7ga , &fcurità negli occhi , ebbriache^a , & profondiamo fa- Nel fellio lib. di DiofcoriHe. 1485 m , dopo alche feguita unfudor freddo , itero prefagio della mone nicina . *Al che fi [occorre , facendo nemicare i pa- tiniti con acqua calda , & olio : dopo al che non poco nifi conuienc il boturo ,& pari mente il bere affai d’uno purifìin.o nino infierne con pepe , pirethro , bacche di lauro , cinnamomo , & cajìoreo . Gioita anchoy molto il far mettere à i pa- tiniti le inani, & i piedi nell'acqua calda , &fimilmente fregarli con pc\?,c timide , acciocbe fi fcaldino tutte le membra del corpo t le quali fatto quello , fi debbonoungere con olio dicofìo . oueramente dinoce unguentaria, chiamato uolgar- mente olio di Ben. Oltre à ciò è neceffario di far camìnare , & cffercìtare i paticnti, acciocbe fi [caldi tutto il corpo : & cibarli dopo all effercitio con cibi grafi, & con nino dolce , In fomma è da fapere , che tutta la cura , che fi fa nell’ apio, di cui diremo nel figliente capitolo, fi richiede parimente nelle noci Metclle. 10 Dei Meconio , & Opio . Cap. XVII. PReso che fia il Meconio per bocca, caufo profondiflimo fonno,rifcaldamento, & prurìto in tolerabile , di modo che aumentandoli alle uolte la forza del ueleno , tanto crefce l'acutez- za del prurito , che fdormenta dal profondiflimo Tonno i patienti : & fentefi oltre à ciò l'odor del medicamento in tutto’l corpo . Curali, fatti che fieno prima ì uomiti.co i crifteri acuti, & cofi darei bere l’aceto melato co’l (àie , oueramente il mele con l'olio rofado caldo . Giouaui il be- re copiofamente duno elettifsimo , & purifsimo nino infierne con affenzo , ò con cinnamomo , o- ueramente l'aceto caldo per fefolo . Conuienuifi il nitro beuuto con l’acqua , l'origano conia lifcia , ouero co l uino paflò : il feme della ruta faluatica con pepe , con uino, & con panacea. Daf- 20 fi parimente il pepe con caftoreoà bere nell'aceto, oueramente nel uino, oue fia fiato cotto den- tro fatureia , & origano . Bifogna apprefiò à quefto fdormentare i patienti co gli odori acuti , & abominevoli: &per lo prurito , mettergli in un bagnod'acqua calda . Dopo al che non poco gio- ua il dargli à bere de i brodi gtafsi con uino , ò con paflò : & parimente le midolla dcll'oflà diftem- perate con olio. Del Papauero cornuto. Cap. XV IID IL papavero, chiamato cornuto , quando fi mangia , oueramente fi beue , fa gli accidenti medefimi , che fa l’opio . & però fi cura egli co i rimedij medefimi . 5° NOn s 1 può cofinafcofamente ( come fi parimente detto della mandragora ) dar l’Opio, oueramente il Meco- nio tanto nei cibi , quanto nelle medicine , che non fi fentail fitto abomineuole odore ;& maffimamente per non nuocere egli fino alla morte ,fc non fe ne toglie una certa quantità determinata . Et però rariffme uolte accade , che da i maluagi auelenatorifi dienti , perpama di non effer difeoperti, questi cofi apparenti uelcni . Come che alle uolte interuen ga, che òper poca pr attica de i medici, è per negligenza, & ignoranza de glijpetiali, ò per malitia d’ alcuni, che fanno al cuni fomùferi gagliardi per far dormire un certo tempo determinato , come à lor piace , che dandofi le medicine optate in maggior quantità di qitel , che porta la regola, & la ragione , cafcano i patienti ne i nocumenti fu detti da Diofcoride . Oltra i quali ne feguitono quelli aneli ori , cberecitò Islkandro negli alexipharmaci , con queste parole . ^ tuertifei , che coloro che cogliono il liquore del papauero ,fentono un freddo in tutta la fitperficie del corpo iftanno con gli occhi fena- ti ,ne mttouono punto le palpebre-! il fudorloro ha l’odore me de fimo del medicamento . llcorpo tutto s impallidite , le labbra ardono dicalore ,& lemafcelle ftrilafpmo . Bjjpiranoi patienti un fiato languido ,& freddo : & fpeffo damo prefagio della morte uicina la nerezza deH’mghie , la tortura del nafo , & parimente gli occhi , quando oltre al naturai loro fi rimano in dentro . U' Tqicandrofottofcriuejletionclxi 1 1 .libro , con quelle parole . Quando beono alcuni il meconio uolontariamente ,fi conofce per quefti indicij , ciò è , che cafcano i patienti in profondiamo forno , & in m freddo ,•& prurito di tutto il corpo, di modo che per lo fiimolo di ciò alle uolte fi fdormentano : & fentefi Udore deU’o- pìo in tutte le parti del corpo . Le mafcelle dì fiotto cafcano , le labbra s’ingroffano , con contimi fmghiorpf , il nafo fi torce , tatto ileorpo dimmi pallido , (unghie fi fanno liuidc , i precordij fi dilacerano , (animino manca , & faffi fred- dargli occhi s’annebbiano , & finalmente nafte unofpafmo mortale.. TSfel che uatorofiffmi fono i rimedi / , che ne ri- Opioselcno, corda Diofcoride : nc piu di quelli rimilo apprejfo à gli altri Greci fimi fucceff ori . Come che lodi molto ^ tuie ernia nella &fui cura. cura dell’ opio il lafero , & parimente il «Sorto .dopo al che afferma , non effere per l’opio piu ualorofa medicina , che 5° latberiacajafagzenea, e Imthridato co’l uino :& parimente (irritare del continuo i patienti ornigli ftarmtatorij , col tirar loro la barba [& i capelli , confargli odorare il mufehio, il cafloreo , il lafero , l’ambra , &il fumo del folfo : con unger loro tutto l corpo con olio di gigli , & di coSlo , & con ogni altro ingegno , di cui dicemmo nel precedente ca- pitolo . E' oltre à ciò rimedio prefentaneo nell' opio , & in tutti i ueleni frigidi , la noHra quinta ejfenza theriacale, di cut fu detto di [opra alla fine del noflro lungo dìfeorfo , fatto fopra’l prologo di queHofcfio libro . Tfe altrimenti fi cura , chi haueffe tolto il papauero cornuto . DelPharico. Gap. XIX. QVello, che chiamano Pharico,è Amile nel fapore al nardo faluatico. Quefto adunque beuuto , induce paralifia , lpafimo , &pazzia. Nel che, fatte le purgationi, fi dee dare abe- te il uino delTaflénzo infierne co'l cinnamomo, oueramente conia nurrha,o con la tpica Pharico uele- no, & fuaefla- minacione. Tofsico3 & fua eflam. Opinione del Manardo re - probaca. Tofsicoj&fuoi accidenti ferie ci da Nicàdro, 1484 Difcorfi del Matthioli Celtica : ò dar due dramme di ipico nardo con due oboli di mirrha nel uino dolce, ouero la radice deiriride con zaffarono , & con uino . oltre al che fi conuiene il far radere la tefta , & applicarle fo- pra in forma d ’impiaftro farina d’orzo , ruta trita , & aceto . NOn ritrovo Meramente fcrittore alcuno , da cui fi poffa cauare , ò fapere , che cofafujje il Tharico apprefi- fo a gli antichi , ne ancho fe fujfe femplice pianta , ò comporto ueleno di diuerfe coje . 7s {e ritrovo oltre à ciò , onde fta neramente deriuato il fuo nome , per ritrouare iodi quefio diuerfe opinioni . Tercioche fono alcuni ( tra i quali è lo Scholiafte di Nficandro d'authorità di Traxagora)cbe dicono effer cofi chiamato, per ejferne fiato l'inuentore Thari- co feeleratifìimo venefico : altri , per ritrouarfì in Tharide d'arcadia , ouero di Laconia : & altri , per hauere hauuto erigine à Thera di The faglia. Il perche non effondo egli piu hoggi ne conofciuto , ne in confi derat ione, fuperfluo farebbe I o il ragionarne piu auanti : non effendomi in animo di far lunghi difcorfi fopra cofe incerte . DelTofsico. Cap. XX. CR e d e s 1 , che ilTofsico fia fiato cofi chiamato , per efier cofiume de i Barbari d’auelenar con elio la faette loro,le quali chiamano toxeumata.Quefio adunque beuuto che fia , caufa-in fiammagione nelle labbra , & nella lingua : &pofcia tanto furore, & pazzia , che non fi pofiò- no in alcun modo tener fermi i patienti , per rap] >refentarfi al già corrotto intelletto diuerfe imagi- ni , & chimere , Il perche malageuolmente fi gli rimedia , & rare uolte fcampa dalla morte chi fe lo beue.[E'adunquenecefiàriolegarprimaipatienti,&pofcia cofiringergli per forza à bere dello- 20 lio rofado infieme con uino dolce, & fargli uomitare: nel che, per Teff-etto medefimo,fi conuie- ne il feme delle rape beuuto co l uino . Conferifceuifpetialfnentela radice delcinquefoglio,& fimilmente il fangue del becco, ouero della capra, tolto nel medefimomodo . Giouauila cor- teccia della quercia , del faggio , oueramente dell’elice, trita , &beuuta con latte ; &le mele coto- gne mangiate , ouer beuute pefte nell’acqua infieme con pulegio . Conuienuifi l’amomo , & pa- rimente il carpobalfamo, beuuti conjuino . Ma è però da fàpere, che coloro, che ne fcampano il pe- ricolo , ftanno dipoi lungamente come perduti nel letto : & fe pur fe ne leuano , uiuono il refto del tempo , come infenfàti . NOn fo ritrouare i 0 neramente ne qui appreff 1 a Diofcoride , ne a qual fi uoglia Greco aut ore, che c 0 fa f affé ariti - 30 c amente il Toffico, di cui auelenauanoi Barbari le faette loro nelle guerre ,acciocheficur amente p or t affé ogni faettafecco la morte al nimico . Et però non fi può ,fe non malageuolmente determinare , ficài tempinoHrifi ritroui , ò fi conofca iltofico in Europa : effendo propriamente fiati nomati Barbari da gli antichi quei populi , che habitano in Ethiopia la ragione chiamata Trogloditica . Ma nondimeno fono fiati alcuni de i moderni, tra i quali ritrouo il Manar- do da Ferrara huomo dottiffimo , che uogliono , chef T offico degli antichi fia flato quello itteffo ueleno, che hanno chia- matogli Arabici 'Napello . La quale opinione dimostra uer amente hauere infe,à chi piu oltre non ha confiderato, qual- che apparente ragione . percioche fi ritroua apprejfo Auicenna, che del napello sauelenauano , & s infettavano le faet- te : che fa egli mangiato apoftemare la lingua ,&le labbra : & chepochifimi fono coloro, che lo mangiano , chefcampi- 710 dalla morte . il che fi ritroua fare medefimamente il tofico de Greci . Oltre a ciò il dire Auicenna , che la cura fifa con far uomitare i patienti col feme delle rape , & con dar loro à bere i gufici delle ghiande ; par che non poco fi concordi 40 co i rimedij del tofico . imperoche Diofcoride lauda parimente per far uomitare , il feme delle rape beuuto con uino , & la feors^a della quercia , del faggio , & dell'elice , alberi che producono tutti le ghiande . Le quali corri(f>onden\e indu- cono altrui d credere , che una cofa medefìma fieno il toffico de i Greci , & il napello degli Arabi . Ma uolendofi dili- gentemente ruminar e, & confiderare ben la cofa , non fi può , che cofi fia,ragioneuolmente determinare . percioche quan- tunque per le note fu dette paiano effere il tofico, e'I napello una cofa medefìma-, nondimeno tante pofeiafono le altre no te\ che tra l'uno , & l'altro fi difeonuengono , che fanno cofi forti argomenti in contrario , che non fi può , fe non giu- dicare , che fieno quefli maluagijfimi ueleni affai l'uno dall'altro differenti . Tercioche prima non fi' ritroua appreff) à gli Arabici, che faccia il Napello cofifuriofa fargia , che bifogni legare i patienti , come fa il toffico . Del che poffo fare io indubitata fede : percioche quelli due Corfi affa fini, che fi mangiarono il ?s Japettò in un marzapane ( come , recitando- ne l’bittoria , dicemmo di fopra nel quarto libro al capitolo dell'aconito ) quantunque dimoftr afferò tutti gli altri acci - j 0 denti fcritti del napello da Auicenna ,• non però incor fero in furore , ne in pancia alcuna . Oltre a ciò dice A uicenna , che il Napello fa ufciregli occhi fuor di luogo , caufa vertigini , fincopi , & debile^a grandifima nelle gambe . Del che noti fi ritroua , che ne diceffe parola Diofcoride , narrandogli accidenti del tofico . Vediamo appreff ) a quello, di- re Auicenna , che coloro , che guari feono del Napello , diventano quafi fempre ò hettici , ò epilentici . Il che non. inter- viene à coloro , che habbianoprefo il T ofìico : percioche fcriue Diofcoride , che fe pur qualch uno fcampa dal toffico , ui- ue il refto del tempo , come injenfato . I quali argumenti concludono , che non poca differenza fia tra l'uno & l altro di quefli . Imperoche maggiori , & molto piu crudeli fono gli accidenti del tofico , che del napello , come apparentemen- te fi vede per quello, che ne fcriffe Nicandro ne i fuoi alexipharmaci , con quefle , ò filmili parole . Accioche tu poffi co- nofeere i dolori del Tofico mortifero ueleno , & accioche tu impari il modo di curarlo , quando alcun huomo Ihaueffe prefo jfappi , che la lingua dell' dt offe ato s'ingroffa nelle radici della fua origine , le labbra s’ingroffano , & gli fputifo- ^ no aridi , le gengive fi rilafano nella parte di fiotto , & muouonfi del fuo luogo . Stupefaffi fpeffe uolte il cuore , & tut- ti i fentimenti fi perdono • Mughiano oltre d ciò i patienti , belano , & ufeendo dell'intelletto , & impazzendo , dicono infinite Nel feftojib.di Diofcoride. 1 4 8 f io mi ’imtefaude.&fandomc: & dolcndof, continuameM' , gridano *d dia ucce, um refi uolemurlia, loro U te- ga . "Piangono ancbora gridando agitati dalla rabbia , urlano fuggendo tome lupi, rimirano in tramfo cornei tori, lafiiuma allabocca .. Oiicfio tutto fcriffe "Oleandro . oltre 4 ciò la cu. ra del toffico è differente affai da quella del napello . Imperocbe io ritrouo , che Diofcoride cura il Tofiico con folio rofado , beuuto col paffo , con la radice del cinquef aglio , co'lfangue del becco , & della capra , co* le me. * le cotogne,. con l adorno ,&col carpobalfamo . Et Mi uteenna tur a il Capello col nino , col homo , col marchio* con la radice dei cappari , & con quel topo, che fi pafee delle radici del medefimo napello . tutte cofe neramente non poco differenti da quelle , che per il toffico ne ricorda Diofcoride : il quale nondimeno è imitatoda effe jf uicennanei * rimedi] degli altri ueieni quafidi parola in parola . M che confiderandofì bene non fi può ,fe non concludere , che fieno ilTaffco, cl Spello di gran lunga differenti . Tfc ripugnano àquefii argnmentile ragioni afiignate difopra in fauore del Maliardo . pcrciochc , fecondo che apertamente fi uede in tutto quello trattato, fi ritr.ouano ancbora de gli altri uclcni , che paiano, per la conformità degli accidenti , &per curar fi l'uno cogli ifieffi rimedi] dell altro* una cofamcdefima, come fono la mandragora, ilhiofciamo , Copio , & molti de gli altri » Ma ritornando al propo- fito , credo beneio , eoe non fhllarebbe punto , chi diceffe, che fujfe il Tofiico appreffoad Muicenna quello, che cbia- ma egli ( quantunque incognito gli f uff e ) Tufom ... perciocbe dice ,cbe caufa queflo infiammagione ne le labbra , & nella lingua , alteratione nell intelletto , & furiofifìirna patria . I quali accidenti fono quegli iflefii , che attribuifee Diofco- ride al toffico . il quale non credo , che fuffe ad effo meno incognito , che ad jtuicenna .‘perciocbe fe noto gli fuffe flato ^ n haurebbe egli fcritto l bifloria nel quarto libro doue fcriffe dell' altre piante uelenofe , Dimofira olirà di queflo che il tufom degù jlr obici fila il tofiico de i Greci , l analogia del uocabolo corrotto .'perciocbe Tufom non mi pare , che uoglia 2° vileuare altro , che Toxicon . Ma hauendomì il toffico dato occafione di ragionar ^napello, pormi conucneuol Napello uele- coja , & per non preterire il nofiro ordine , & per dare il modo di curarlo, effendo egli copiofo in Italia, di fenuerné qui tutto quello , che in tal cura fi conuenga , Et però dico, per quanto ho ritrouato fcritto dagli M rabici, <& per quanto ne nidi già io in quei C orfifu detti , beuuto che fio il Ts {apello,fu quafi fubito apoflcmare le labbra, & di tal fortc.infiam - marc,& ingroffare la lingua , che maUgcuolmentcfi può tenere in bocca : & parimente gli occhi di tal forte singroffa- no , ebeefeono non poco fuor della refiden^a loro : le uertigini, & lefincopi fono frequcntifiime,& le gambe per la molta debileg^a diuentano immobili : fafii dopo queflo tutto l corpo liuido , &gonfianfi tutte le membra . di modo che in breue [patio fe ne muoiono imiferi auelenati.il che non è mar auiglia : perciocbe tanta è la maluagità di queflo ueleno,cbe fe nel principio non fi gli fanno i debiti preparamenti , non fi ritroua antidoto , che gli poffa refi fiere : & pochi fono coloro * che nefeampano , che non diuentino ( come babbiamo detto ) ò tbifìci , ò bettici, ò epilentici ; quantunque fi dieno loro 3 o ualorofifiimi rimedi]. Debbefi adunque uenire in tal maluagio ueleno con ogni prefìer^a alla cura, facendo prima i nomi- ti ( come dice Muicenna ) col feme de i namni,& delle rape : & pofeia con dar per bocca piu&piuuolte delboturodi uacca cotto, et mefcolato con uino,et flmilmente la deccotione de igufei delle ghiande fatta neluino.Sonuigioueuoli mol- to le fpetie del diamofcho,et della diambra : & parimente il mufebio , & l'ambra cofi foli beuuti con la terra flgillatd nel nino. Et queflo uer amente è uno de i piu ualorofi antidoti, che darfìpoffano : perciocbe non molto uigiouano la tberiaca * el mitbridato.Et però diceua Muiccnna,che la tberiaca no uigiouafenon fino à un certo termine. Lo dan fi in ciò le radici de i cappari , per bauer detto alcuni degli antichi, ch'elle fimo il nero rimedio del napello. Trepone il Conciliatore Tie- tro dft bano la poluere dello fmer aldo beuuto fino al pefodidue dramme neluino.il che malagcuolmentc fi potrebbe dare ,fe non in gran perfonaggi , come fono i Tapi, gli Imper adori, & altri fognatati prencipi : perciocbe poca fede ten goio nei frammenti delle fpetiarie . Concorrono oltre à ciò tutti i moderni , [cguitando però Muiccnna , che il rime- dio uero , &ficuro del Igapello è un certo topo picciolo , il qual fi pafee delle fue radici .Qucfio ho piu uolte ueduto io* & prejo nelle piu alte montagne deUa ualle Mnania ; come di f òpra nel quarto libro dicemmo , trattando dell'aconito. Ma non però è conceffo à ciafcuno di fapere il modo di ritrouarlo : perciocbe uifa piu bijogno di patien\a , & di uigilan- ■ga , che d'altro . Et però non mi marauiglio * che fcriua un fumo forno derno , che bauendo un gran fìgnor philofopbo , & medico cercato d'bauer cotalt animali , non ritrouandone, alfine prefe per fare il fuo antidoto in uece loro alcunimofco- ni , che ritrouo pafeer fi delle fiondi , & de i fiori del napello . Con effo antidoto , il quale era compoflo di ucntiquat- Antidoti raara tro di quefìi mofeoni , di due onde di terra figillatta, di due di bacche di lauro , di due di mitbridato , & di tanto olio& mele che bafii per incorporare ,fece miracolofi effetti , non fola-mente nel Tgapello dato per far laprouaàdiuerfi anima- li, & prefoàpofia da lui medefimo ; mairi ogni altra forte di crudeliffmo ueleno . Ma che diremo noi ( fc però fi può fenica nido lodare le cofe proprie ) della uirtù miracolofa , che tiene in ciò il nofiro olio de gli feor pioni , fcritto qui di fopra alla fine del nofiro lungo difeorfo , fatto [oprai prologo , liberando egli in breue tempo , untojolamcnte di fuori , dacofi crudel ueleno ? Veramente altro non potremo dire ,fc nonché in qucfio , & in ogni altro ueleno non corrofiuo, & parimente ne i morfi, & nelle punture di qual fiuoglia mortifero animale ( faluando la pace di tutti gli altri) non ha pari tra tutti i rimedi] del mondo . Vngefi con effo freddo ,oue iueleni fieno acutiffmi ,bora per bora:& doue meno i acuti, di tre bore in tre bore, non folamente la regione del cuore fatto la fmiflra mammella ; ma ancbora i polfi delle tem pie , delle mani , & de i piedi . Della Ixia.' Cap. XXI. Bevendosi la ixia, chiamata ulophono, rapprefenta al gufto5& parimente all’odorato odo* re , & fapore limile al bafilico : dopo al che infiamma grandemente la lingua , fa ufeire del fen- v ~ no, ritiene tutte le fuperfluità del eorpQ,& caufa fincopi , & Crepito nelle budella: ma non però efee fuori del corpo fuperfluità alcuna per di foìto* Al che fi rimedia > fatti che fieno i nomiti, & uotato 4° u Ixia die cofa fia. Errore di alcu- ni maligni. Ixia ueleno 3& Tua cnra. 148(5 Difcorfidel Mattinoli clic fi fia il corpo, co’l dareà bere l'infùfionc dell'affienzo con affili uino , oueramente con aceto me- lato: & parimente il feme delia ruta làluatica, & la radice del laferpitio. Conuienuifi anchora Ja de- cottione del tragorigano infieme conalcuna delle cofe predette, ouero con latte , ò ragia del tere- bintho , ò con nardo , ò con calloreo , ò con laferpitio , tolti al pefo d’uno obolo . Giouanui lìmil- mente ie noci communi trite con ragia , caltoreo,& ruta, eia (cuna di quelle cofe al pefo duna dram ma , &beuute con uino . Conferifceui anchora il dar due oboli di fucco di chamelea, ò di thaplia , ò d’affienzo con acqua melata : & parimente il ber l'aceto caldo folo . QV A n t v NQ_y E il nome di Ixia fta commrne alt imo, & ali' altro Chameleone per produrre ambe due unagom ma tenace fimile al uifeo; nondimeno Ixia in qu elio luogo ferina dubbio ueruno altro non riferifee che il nero Cha 10 vieleone,come apertamente dichiarano i uarij nomi delle piante , che firitruouano aggiunte in Diofcoridc , nelle quali fi legge in quello modo , il nero Chameleone chiamano alcuni Flophono , & alcuni Ixia , & Cinoxilo , le quali parole danno dì ciò tal chiaregqpi , che nontnìpoflo partire daqucHa mia opinione, fe bene firitruouano alami maligni, che contradìcono dicendo che quei diuerf nomi nelle piante non fono di Diofcoridc , & però non iouerfeli preflar fede . Al che fi rifonde , ebefe bene non fono eglino di Diofcoridc , non fono ptròfauolofi , nefalft , &fepure à qucfiofi ritroua- rà che dichino itmedefimo tirando dei calci come Jogliono , io gli gittarò ne gl’ occhi Tlinio, il quale al XV 1 1 1 . capo del XXII. libro ne ferine quelle parole ; Del nero Chameleone ,fono due Inette ; il mafehio ha il fiore porporeo, & la fil- mina di colore uiolaceo; ambe due fanno un fol gambo alto ungombito , & grojfo un dito : con le fine radici cotte confol- pho,& Bitume fi curano le uolatiche maligne ,& manicate fortificano i denti fmofli , ouero cotte con aceto ; Ilfucchio guarifee la rogna de i quadrupedi, & le pecche de i cani ; mangiate dalle uaccbe le frangola , come fe baite fero la fichi- 20 , -arnia , per il che da certi fi chiama Vlophond , & cinoxilo . Tutti producono un uifchio utilifimo alle ulcere, queflo tut- to diffe Tlinio , con le quali ragioni parmì d’hauer prouato che l'ixia , & il nero Chameleone fieno una cofa medefma . il perche apertijfmamente s'inganna quel maligno finga uergogna che contende ferrea fondamento ,chcl'Ixianon fta ne l'uno ne t altro chameleone, ma che fin quellapianta che al IIII. capodelx r. libro dell hiftorìa delle piante chiama Tbeophraflo V%m . Conofcefìd'enorc,& l’wgannonon fidamente per leragioni dette di [opra ,ma anchora perla bìfloria,cbenefcrìueThcophraflo. Impcrvche per Vfilvrv altro non intende TheopbraHo ,che il Chameleone bianco , come dimoftrano queste parole del medefìmo A'iplm non può nafccre in molti luoghi . produce da unaradice affai fogile , dal rilego della quale efee un capo fainofo , come una mela , con foglie attorno fainofe , Quello nella parte inferiore rifit- da un liquore odorato ,lo quale chiamano Maflice /finale . Queflo tutto fieri fe ThcophraHo . il che fe fata ben confi- derato da alcuno , & che non conofcerà , che tra A’ffivn tir il Chameleone bianco non è d’jfcrcnga iter una, ft potrà nera- mente dire , che fìa cottui un Hupido, & finga pentimento, & majfmamente non dicendo Tbeophraflo, che quella pian- ta fi a uelcnofa , ne che fi chiami Flophono.dat che fi può ageuolmente conofcere , che le contentimi i di quefli maligni al- tronon fono , che inganni ,&fophifìerie , conte quali ine fe ano ipoucri gioueni fludiofìdi quefla fatuità . Scriffede gli accidenti dell’ Ixia iqicandro poeta ne i furti alexipharmaci quafl tutto quello , che forfè togliendolo da Itti ne fcriffe Diofcoridc , co fi dicendo . La Ixia bautta rende fapore filmile albafilico : fa la lingua tumida nelle parti piu elicerne : caufando ardori neRmteriora : conturba il cuore , di forte che fa qttaft imparare , onde fi mordono ipatienti la lingua, Stanno oltre à ciò come attoniti , il uentre loro fi r iflringe , & non poffono orinare : & peròfarrandefi dentro il ucnto fa •nelle budella non poco mormorio. Scrraft dipoi tipetto, & difficilmente fi rifatta :& finalmente ua del corpo ,cofe come uoutt . quello tutto difcfiicandro . Chiamano gli Arabi l'ixia Aldahac : il che tanto rilieua , quanto itìfehìo& pero quantunque babbi 10 fcritto per aitanti , chela Ixia fa uifchio del Chameleone Seguitandogli Arabi; ciò non mi fi deb- ha imputare, & mafiimamente fapendo io che Ingomma del nero chameleone non è manco uclenofa che la radice . A i cui accidenti fi rimedia col tefiimonio d’Auicenna con i nomiti , & con i crifleri lenitiuì, & leggieri . Lodafi oltre a ciò , il dare à bere la tbcriaca, & parimente il mithridatofaon la decottione dell' Affatto Fumano, onero del Santonico : l ap- plicare alla regione del cuore le cofe cordiali : & il dar per bocca le conferue de i fiori della borragine , & della bugio fi- fa, cofl hoggi chiamata da moderni , compone, & incorporate con perle , coralli , frammenti, faetie cordiali , &wt- fchio : & con applicare ( rafi però prima ì capelli ) fopra la commisura coronale i primi giorni con pergge di tela l olio rofado sbattuto con altrettanto aceto . Co i quali rimedi] non fidamente fi itiene ad occupare , & ad annullare la foi\a del ueleno ; ma à [occorrere à tutti i fuoi accidenti . Et quantunque non habbia mai io ritrouato in Italia radici di bum co chameleone , che producono queflo uifeo : nientedimeno mi fumo l’anno paffuto mandate alcune piante di Chameleo ne dalnpbiliffimo Signor Incorno Antonio Cortufo,& daldiligentifìimoM. Francefco Calceolaria Peronefe tutte ca- ^ riche di quefla gomma uifeofa . Ma bene ho ìntefoda un peritiffmo femplicifla, che in C andiaft ricoglie cotal uifchio dal le radici della carlina, & che s'adopera per incollare le penne nelle faetie degli archi. Et non fc 'riamente dicono ritrouarft nella carlina , che nafte fenga fitflo ; ma nell'altra anchora , quantunque non cofi copioft . Ma con tutto quello non pero tralaftiarò di dire quello , che del ueleno del nero Chameleone , &■ dei fuoi rimedi] fcrifferoTaolo , & Aetio , cofi di- cendo, Beuitto che fi fila il nero Chameleone feguit a rodimento dì Hornaco , & di buddla : ingroffafì non poco la lingua , <£r [ente fi continuo brugimehto nel corpo ; cambiaft , torcendoli la faccia .dopo al chefeguono nomiti faiumoft , tremo- ri, conquaffamento di membra, & noce interrotta . Fa fi la cura di quefla con quelle medicine .che fi comengono nei funghi malcficbi . come che fi gli conuengaprìuatamente il thlafai , il fucco della bietola , il fucco della ptifana fatta di grano , & beuuto con nino dolce , la decottione dell'afcntp) , & parimente il nitro beuutocon l aceto melato . Ma fat- ti che fieno i nomiti ,è molto gioueuole il bere del latte fubito che s’è monto dall’ animale : & tifar dei crifleri lenitili 1 ,< ^ & lubrificami con la decottione del fiengreco, & delle radici dclCalthea. Mettonfi oltre à ciò fopra à i precordi], per ma dodifomentatione , alcune di quelle cofe, che hanno facultàdifcaldare. . ■ . Nel fello hb. di Diofcoride. 7487 Della Cenila . Cap. XXII. DA' mani pesto indicio,chefifiabeuuta là Cerufa, il fuo colore rpercioche fubito lafcia la Tua bianchezza nel palato, nella lingua , nelle gengiue,& nelle commiffure de denti: do- po al che fi caufa finghiozzo,tofle,ficcità,di lingua, frigidità nelle membra eftreme del corpo, anfanamento nell’intelletto , & pigritia in tutte le membra . Al che fi rimedia , dando à bere acqua melata , ò decottione di malua , ò di fichi fécchi , ò latte caldo , ò fifamo trito nel uino , ò lifcia lat- ta con cenere di farmenti di uiti , ò olio di maiorana , ò d’iride , ò noccioli di pefche con decottio- 1 0 ne d’orzo * Giouanui le uoua delle colombe infieme con incenfo, & decottione d orzo. conferiice- ui la gomma del fufino , & quello humore , che fi ritroua ferrato nelle uefciche de gli olmi, beuu- to con acqua tepida : ma però fi dee anchor aH’hora prouocare il uomito.Conuienuifi parimente il . fucco della thapfia , ouero della fcammonea , beuuto con acqua tepida . COme fi faccia la Ceni fa del piombo 3fu àbaflan^a detto di fopra nel quinto libro . Quefìa adunque , quatitun- Cerufa , & Tua que alle uolte molto falutifera fa per le medicine efteriori dell’ulcere ; nondimeno tolta per bocca , ammala, co- uelenofa natu- re fi faccia ogni altro mortifero ucleno . I cui accidenti fcriffe affai piu copiofamente leandro ne i fuoi alexi - ra* pbarmaciy che non fece Diofcoride 3 con quefte 3 ò quafi fimili parole . La Cerufa è di colore ftmilc à un latte , che fa montolaprimaueradifiefco 3 chehabbia anchora la [piuma per fopra. Onde beuuta tinge le gengiue ,& lerislringe 2 o infieme con la [uà frigidezza : caufa oltre d .cio nella lingua , & nel gorgoglile una ajprc^ga grande 3 & eccita una tof- fe fccca , battimento di palpebre , gr auriga d’occhi , & rutti . Dal che nafee non poco diìlurbomeU intelletto , naufea 3 & lamenti.Tare appo ciò à ipatienti ucderefpejje uolte nel giorno chiaro qualche uana phantajma: & siati ferie quaf co mefopiti » con laffez^a grandijjima nelle mani , & ne i piedi : di modo che non . ejfendo aitati 3fe ne muoiono opprefiì dal trauaglio 3& dal dolore. Qucfto tutto diJfeTsficandro . Ma 3 fecondo che ferine Muicenna 3 coloro che hanno prefa la Cerufa 3 non folamcntc pati [cono tutti gli accidenti 3 che nota Diofcoride ; ma anchora fncopi 3a(pr chanci gorgozzule, punture nello fomaco3& nel corpo, gonfiamento ne i fianchi 3firettura di fiato , Hrangolagione , bianchezza in tutto il corpo , & orina, hot nera , & hor di colore di fangue . Ter la qual cura loda pur egli 3 oltre à i rimedìj di Diofc oride Cenila ueleno, (come anchora fece M etiti ) la fcammonea beuuta nell'acqua melata 3 & tutte le cofe , cbeprouocano l’orina .• dopo que &lliac»ra. fio i criteri , il non lafciare dormire i patienti 3 & il fargli uomitare con acqua cotta con mele , con olio di gigli 3 & di ,0 narcifii . Mitri prepongono i nomiti fatti con la decottione delfeme dell atriplice , & delle rape : i crifteri fatti con bro- J do di cauolo , & olio fen%a f ale : il dare a bere con uino il mithridato , & la thcriaca 3 & parimente il inno bianco pu- ro copiofamente . NVc c 0 N o i Funghi, ò per cfTere naturalmente ueIenofi,oueramentcpermangiarfc;ne trop- pi nondimeno tutti ftrangolano, ferrando il fiato, come ftrangolauo i lacci gli appiccati. Al che fi dee communcmente fòccorrcre, & far uomitare i patienti con dar loro a bere dell o- lio , ouero della lifcia fatta con cenere di farmenti di uiti , ouero di rami di pero faluatico , con la- ,Q le , aceto inacquato , & nitro . Leuano in tutto la maluagità , che hanno i funghi di ftrangolare ,le * pere faluatiche , & parimente le fiondi dell’alboro loro cotte infieme con efsi : & il medelimo fanno Fifteffe pere faluatiche, mangiate ne i cibi infieme con efsi loro . Giouanui le uoua delle gal- line beuute con aceto inacquato infieme con una dramma d’ariftolochia ritonda, l'aflenzo melco- lato col uino, &co‘l mele, & beuuto con l’acqua: la melilfa, co’l nitro : la radice della panacea , beuuta con uino : la feccia del uino abbrufeiata , prefa con l'acqua : il uetnolo, tolto coni aceto: OC le radici , ò la fenape , ò il nafturzo ne i cibi . Dei Funghi; Cap. XXIII. 1488 Difcorfi del Matthioli Thilagrio ( decedere bi.tnco , & non d’altro colore f Ts/on fi debbeperò Infoiar di par uomitare 1 pallenti con le cofe ap- propriate , pia uolte dette :& parimente l'ufo dei crijleri alquanto forti . Maè però da faperc, chemolto piu nocini fono tinelli , che fono naturalmente malcficbi , & uelenoft . percioche non folamente affogano , & flr angolano chi fe li mangia ; ma ulcerano le budella , fanno gonfiare lo filomaco, e’I corpo: caufano finghior/rp , punture ,& giallcr^a in tutta la perfona , & ritengono l'orma : dopo al che feguitano altri mortiferi , & jfauentofi accidenti , do è freddo , tre- more , perdimento di polfo,fmcopi, fudor dighiaccio , & finalmente mone . eliche oltre à i rimedii già detti gioua molto il far uomitareipatienti con ogni prcflcrppi , dandogli à bere il ficco delle radici , le fiondi petto della ruta ,l’ori- gano ,& il mele . Dopo al che molto gioua l'ufo della tberiaca ,& del mithridato con fortifrimo aceto, òcon ofjimele fallino , ò con acqua dinne . Et però m tal cafo è neramente miracolo fa la nojlra quinta offenda therìacale , ferina di fopra . Lodò in ciò jluiccma tutte le calide confettioni , come fono il diapìpereo,ildiacimino ,la diagalanga ,eldia- io mufehio . Commenda il Conciliatore Tictro d'albnno il dare in tal cafo à bere ottimo nino , in cui fa flato cotto prima il pepe : & il mangiar dapoi dell’ aglio crudo, come fanno lapin parte de milani, uf iridalo ( come dice Galeno ) per tbe- riaca loro in ogni male . Strangola il Grifo coloro , che felo beuono , per indurirli come pietra nello ftomaco . 11 perche fi conuengono in curarlojtutti quei rimedij , che fi danno per li funghi : tifando però in luogo dell'olio la decottione della malua: percioche per effère ella untuofa,& lubrificatiua, non folamente fa con facilità uomitare: ma prohibilce, che nel uomitare non ulceri, & non ilcorrichi 2Q il geflò le parti interiori della gola, il che fuole egli fare, quando già s’ècondenfito in pietra. G10 uaui oltre à rio ilbere dell'olio con acqua melata , oueramente con la decottione de i fichi lécchi : & parimente la lifeia fatta con cenere di rami di ficaia, ouero di (armenti di uiti,beuuta con aliai nino : & limilmente l'origano , oueramente il thimo, beuuti con la lifeia , ò con l'aceto , ò col uino palio : &.il fitte oltre à ciò de i crifteri con la decottione della malua . Notissimo è il Geffo à ciafcuno : & beendofl , ò mangiandoli ( come dice Diofcoride ) frangola , flringpil- gendo le uie del fiato . Di quello fcrìuendo ahiicenna alla v I . fen del quarto libro , cofi dicala . Il Geffo c'aqfa ì medefimi accidenti, che la cerufa : come che piu ualorofamcnte , & piu pretto flr angoli . Et però fi dee curare, come fi cura [a cerufa , & i funghi . dopo al che fi debbono dare à bere le decottioni mucillaginofe di maina, d’althea , difiengre - , 0 co ,& difeme di lino . Scriue oltre àcioTietro d’ebano , che fi cura il Geffo benino , facendo torre ài padani l'acqua calda inpeme con boturo , &■ fargli pofeia uomitare : & dargli di nuouo , facendogli pur uomitare , l’acqua calda me- defima col mele .dopo al che uuole egli , che fi gli diano à bere con ottimo nino due dramme dì mithridato : & che rima- nendo il corpo /errato, fi facciano de i criHtri con graffo di anitra , & olio : & che fi egli unga il corpo con olio ricino : & finalmente lodaper proprio antidoto lo flerco de i topi, baiato in polucrc col uino alpefo d'ima dramma . jLuiccma poi uuole , che fi purghino piu uolte con la frammenta , & altri folutiui appropriati . BE v v t o il Sangue del toro, fubito fcannato, impedifee il refpirare , & affoga, ferrando la'ftra da dello inghiottire , con grauiffimo lpafimodei nerui.la lingua retta rolla, & parimente le commiifure de i denti : percioche ageuolmente ui s’apprende quel fangue, che ui s'attacca . Nella cui cura non fi conuengono in modo alcuno i uomiti: percioche eliendofi già appretto il (àn- gue in gran pezzi nello ftomaco, ritornando indietro, & incolcandofi nella gola , farebbono mag - giormente affogare . Et però bifogna ufar quelle cofe , le cui fàcultà fieno di farlo difapprendere nello ftomaco , & che foluano il corpo . Nel che uagliono i fichi primaticci mal maturi, & pieni del lor latte, beuuti có uino:& parimente il nitro per fe folo . Conuengouifi tutti i cagli de gli animali , beuuti con aceto , & con radice di laferpitio , ouero con lafero . uaglionui il feme del cauolo beuu- to con lifeia di cenere di fico , le fiondi della coniza con pepe , & il fucco del rouo beuuto con ace- to : & deefi oltre à rio foluere il corpo con lemedicine . Sogliono coloro , che ne fcampano , andar j0 del corpo materia ftercorolà liquida con grandiffima puzza , & infopportabil fetore . Giouaui ol- tre à ciò lo impiaftrare fopra Io ftomaco , & fopra'l corpo farina d orzo , ridotta à forma di empia - ftro con acqua melata . infopportabile ( come recita Tlinio allevili, capo del xx. libro hauer fatto con l'opio il padre di Licinio Cecinna I/o- g mano ) cercafifera di uoler uolontariamente morire .Ondeà queflo propofìto ne i fuoi alexìpharmaci ben dicala Tsfiican - irò quelle parole. Se alcunoperparpfa haiieffe bernto il fangue del toro, di tal forte geme per il troppo dolore, che final-. DelGeflo. Cap. XX IMI. Del Sangue del toro. Cap. XXV- Sàguedi Se iua m tà. , ’V T caldo 3 come fe nefee delle uene , aitanti che s’apprenda , non può fare egli fe non poco nocumento . Et pero con- cludo 3 che folamente fi pofìano ammalare còl fangue del toro coloro , i quali ò per cjfcre cafcati in malincholia , o per ifiigatione di maligni /piriti , ò per fuggire qualche morte crudele , <& obbrobriofa , ò per por fine à qualche infermità NT 0 n si può uer amente dare à bere il Sangue del toro, che non fi cono fica ejfer fangue da chi felo bene . Et pero J non credo 3 che con efjo fi poffa tradire 3 ne ingannare alcuno : percioche fc non fi beue in gran quantità , & cofi mente Nelfeftolib.diDiofcoride. 1485) mefiti fens more ; ptrchche approfrinquandofi quel [angue al cuore , ficondcnfa , &s apprendo nello flomaco , di qui melma s oppiano tutti , meati de gli /piriti , & cof, ferrata la gola fi [off orano. QueHo tutto diffe ■Nnéndro. Ma quan- do co perfine accadevi .debbono, medici , che ui fifiero chiamati da i parenti, ufare , rimedi j . che per ciò [crine Dio- [conde . Ma hauendom il [angue del toro ridotto à memoria il Sangue meflruo delle donne, ,1 Fiele del leopardo , del- la uipera ,& del pefce cane ,,l CerueUo del gatto .la parte eSlremadella Coda del cerno .il Sudore di diuerfi animali . & li Cafìoreo cattino :&non ritrovando , cbefictffc di loro Diofioride mentione alcuna tra i veleni , udendo iofiriue- re i rimedi] diluiti , ho penfito non cfferefi non co[a laudabile il trattane in queHo capitolo . Et però dico prima , che quando fi beue , ouerfi mangia il Sangue mestavo delle donne ,& maffimameme Ai quelle .che fin coleriche ,ro[- Sang“' fi , baldanze , & ardite ..ammalia di tal fine chi [e lo beue , che diuenta lunatico , in[en[ato , & mentecatto . il che ddL uekno. IO molte mite fmno le maluagie [emme , guafiandoòi propri] mariti, ò altri chef prendami,, odio . Curanfi i patienti con dar loro d bere una dramma di perle trite con acqua dimclijjd : & confargli bagnare nell’acqua tepida . Conferifce- ui,H conuerfare ( come dice Tietrod cibano , [e pur [può fir non facendo ingiuria alla legge noftr a )& ufar carnal- mente con gioitemi fanciulle , Handofene con effe loro lungamente infiliamo . Cioua in ciò molto il continuare per alcun tempo di tori c ogni giorno una dramma di theriaca con acqua di fumoterre : edrparimentei trocifci di uipera, toglien- done uno [cropolo alla uolta, con altrettante perle macinate, & altrettanta theriaca . Il fiele dclLeopardo Fiele di leopar beuuto chef a .fi uomitare Mera gialla , atteramente uerde , mandando al nafi uno odore, & aUa bocca un fapore fi - milc all'aloè . Caufaunagialle^aintuttolcorpofimilealtraboccodelfielei&mduce finalmente mùgli accidenti dij.’ del napello , & del morfi della uipera: & però è mortalìffimo ucleno . ma fi in [patio dine bore non ammala, fi può pofiia [per are qualche fallite . Curafì , provocando prima il uomito con le cofc piu & piu mite recitate : & pofeia con 20 tutti quegli antidoti , che fi contengono al napello , & al morfi delle uipere . Come che lodi per queHo particolarmente Mt. c ernia una theriaca pròpria fitta d' ima parte di terra Lcnrnia , d’altrettante bacche di lauro , di quattro partì di ca- glio di capriuolo , dimena parte di mirrha , & dimena di fine dìruta , & di tanto mele , quanto baSìi per incorporare: dando di quella la quantità dì una noce per uolta, pofciaprouocareil uomito, & far poi entrarci patienti in un bagno di decottione di cofe aromatiche .fitta nell'acqua . Qucllodella vipera è neramente tanto crudele , che [ubilo , * «jg* beuuto chefì fìa ,fatramortire . Et pero rare v.olte ni giouano gli antidoti : percioche non concede tempodi preparar - no’jcon la cu- gli . MaJ'c pur per la breuità del tempo qualche cof z uigioua , è il uomito , fatto , beuendo prima il boturo cotto lique- ra. fatto al fuoco , reiterando i uorniti con ejjo l uno dopo l altro . Tste dopo queflo ,fì ritroua in ciò antidoto piu falubre, & piu efficace , che la theriaca , e l mithridato , & parimente il mufehio , t ambra grigia , & le loro confcttioni . Et quan- doperfeuerano lefincopiy& le angcfcie y di a fin tal cafoà bere deluino youero i confumati della carne de polli, che jq fiarifolutainbagnoinuafodinctro yò di terra uctr iuta . Molto uer amente ui potrebbe conferire il nofiro olio di [cor- pioni yfcritto di [opra nel difeorfo fatto f oprai prologo : & molto piu la nofira quinta ej)cn\a theriacale ; percioche con la [uà attiuità potcntiffima penetra in un battere d’occhio per tutte le parti interiori del corpo . Quello del pesce Fjeie pefce cane tolto folamcnte alla quantità d'una lenticchia , ammaina in ma fettimana . Curafì , da ndo à bere à i patien - cane , fuo uele- ti boturo uaccino infieme con r adice digentiana y cinnamomo y & caglio di lepre . Mi che non poco finalmente gioua n Ceruello de ammalia di tal forte gli buomini y che diuentano uertiginofi , pa^i y & infenfati . Il che non fi cura, fe non malage- uelenof"5 tiolmente , & con lungheria di tempo . E adunque ncceffario in tal cafo , far uomitare i patienti , dando loro prima co i rimedij. à bere della terra Lcmnia , & continuando di far quefio due y oucr tre uoltc il mefe . Ciouaui oltre à ciò il torre ogni- giorno della confettionc di diamufebio la mattina tre , oucr quattro bore amanti pafio . Et però di fero alcuni , che il fuo nero antidoto è il dare à bere mcr^o [cropolo di mufehio trito nel nino . Ma è oltre à ciò da fapere , che non fulumen- te infettano gli buomini i Gatti col ceruello , quando ingannati fe lo mangiano ,• ma co i peli , co' l fiato , & col guarda- re : percioche quantuntunque la natura di tutti i peli mangiati inauertentemente ne i cibi fa difbffocare , ferrando la uia del fiato ; nondimeno quelli de gatti fono prillatamene maligni , & ucleno fi . Vede fi parimente tal malignità nel fiato loro : percioche ho conofciuto io alcuni , che per tenergli nel letto à dormire , di forte fi fono infettati , tirando afe l'ariagià ammorbata da questi animali , che finalmente y ejfendo diuentati hettici , & marafinati y fi fon morti mif era- mente . il che interuenne , non è lungo tempo , in un cornano de fiati : i quali hauendo allenato copia grandifiima di gat- ti y & tenendogli à febiera nel conuento , nelle camere y & fu per li letti y di tal forte fi infettarono , che in breue tempa non uifì cantò pinne meffa ync uejpero . Offendono anch or a mar auigliof amente y riguardando fiffo con gli occhi , & parimente uenendo alla prefen^a d' alcuni : & questo non folamentc intcruicneper la qualità maligna > & uclcncfa , che fi ritroua in loro ; ma anchora per una certa qualità , che fi ritroua in coloro y che gli ueggono y àgli fentono miaidarc . percioche costoro hanno particolarmente tal qualità influjfa dal cielo y laqual non fi muouc mai àfar molenda alcuna , fe non fi gli preferita l'obietto y che naturalmente la può irritare . Et di queHi tali, che non poffono uedcrli , ne pentirli , io ne ho conofciuti tra Tedefchi non pochi : de i quali ne Jorio alcuni inGoritia. Et che fa il uero3chc proceda queHo timore , parte per la qualità uelenofa , che fi ritroua ne i gatti, & parte per quella altra propria qualità , che regna in coloro , che gli temono, & non uniuerfalmente in tutti gli buomini, me l'hanno dimoHrato alcuni di cofloro . Terciocbc ritrouandofì meco un giorno uno di queHi à cena in una flufa , doue era nafeofo in una caffa un gatto , quantunque non lo uedejfe egli , ne lofentiffe miaulare , hauendo già gufiato dell’aria lui infettata dall’animale , & ejfendo da effafuegliata in lui quel- . la proprietà , & qualità inimica di cotale obietto ,fubito cominciò à fudare , à uenir pallido , à tremare , à gridare , & hauer grandiffima paura : dicendo , che un gatto era nafeofo in qualche canto della fianca . Miche penfo io , che non foco giouar poteffero i rimedij , che giouano à coloro , chefe n’hanno mangiate le c crucila . l\itrouafi oltre à ciò nel- ^ ^ la punta della coda del cervo un certo humor uerde , ouer giallo , il quale è ucleno crudelifìimo . Imperoche beuu- n0’ & cura. to , ouer mangiati caufa anguHia intoler abile ,fincopi , & tutti gli altri accidenti , che accafcano nel napello . Mi che KKKKKK fifoccor - 5° Sudore d’ani- mali,& Tuo ue- Jeno, coi rime dii. Caftoreo , & fuauelenofa na tura, & curatio ne. Latte mefchia to co*l caglio, &fua eflam. Errore d’alcu- ni interpreti. Latte apprefo nello ftomaco, & Tua cura. Luogo corret- to in Diofcori de. 145)0 Difcorfidel Matthioli. fi fioccare , bcuendo del botar 0 , & uomitando con ejjfo : & dando dopo qucflo à borea i patienti me^o fcropolo di poi - nere di fmtr aldo con uino : & parimente confargli mangiare pi fiacchi , & nocciuole.Dopo al chegioua fregare tutto l corpo con olio difeme di cedro , & dare a bere due dramme di buona tberiaca . Kluoce non poco , facendo grauifiimi accidenti ,iL svdor degli animali , & marinamente quello de i caualli » de gli afini , & dei muli : come che tutti gli altri fieno anchora cattiui . Quefio adunque beuuto , ouer mangiato , fa diuentar la fàccia uerde , & enfiata ,& fa fidare per tutto l corpo un fudore pallente , & mafi imamente fiotto alleditella . Conturba oltre à dolo ftomaco , e’I corpo , inducendo uentofità grande nelle budella : & beuuto nel uino ,fa uficir del fienno . ^.l che fi rimedia , facendo immiti con l'acqua tepida : & dando poficia ùbere del uino infi eme con olio rofado . Confierificeuiil rheubarbaro , da- to al pefo di me^a dramma infieme con fai gemma . come che il proprio fino antidotofìa quello , che fifa di terra Lemma , & di bacche di lauro ; di cui poco qui di fiopra nella cura del fiele del leopardo dicemmo , come fi debbia preparare . 1 0 Velenofio , & mortale è anchora il castoreo putrefatto , nero , & contaminato ; benché ( fecondo Str abone ) fi a uelenofo di fua propria natura tutto quello , che fi porta di Tonto . ageuoltnente affogarebbe. P Pensano alcuni interpreti di Diofcoride , che il latte , che fi mangia apprefo ne i cibi , chiamato da alcuni ca- gliata ,fia quello , dì cui fi debba qui intendere nelprefcntc capitolo : come dimoSlra il 1\ueUio, & parimente il Ma- nardo da Ferrara in quella fua coft lunga epistola , doue corregge l’interpretationc di Marcello in tutto Diofcoride . q qjl che amendue , quantunque fieno flati buomini de tempi noSlri dottjfimi , manifeftamente ,& fenica alcun dubbio s ingannano . percioche il cofi fatto nutrtfee , & non affoga , ne Strangola , come nel tempo della primauera ne fa teSli - monio la molta quantità, che ne mangiano tutte legenti, & mafsimamente quelle , cheflanno nelle montagne. Etpe. rò diremo , che intende qui Diofcoride folamente di quél latte ìthe fi bee infieme col caglw,iiHempcratoui dentro, aitan- ti che s apprenda . Tercioche quello , che lì mangia apprefo ,fubito fi difgrega,& comertefi innutrimento , ne piu fi rap- prende : & quello fubito , che alquanto rifiede nello filomaco , ui s'apprende dentro, & cofifattoft ritrof > alla digefiione, affoga i & frangola , come fa il pingue del toro . Et però iiceua Diofcoride , che il / angue del toro non fa quello effetto, 40 fenon quando fi beue caldo , iuanti che s’ apprenda- . percioche inonnuoce egli , per effere uelenofo ,maper la congcla- (ione , che fa egli nelloflomacò , comefa parimente il latte beuuto co’l caglio , ouerofen\a, quanioper altre cagioni uifi congela . Conciofìa che intcruiene alle uolte, che effendo il lane , che filiate , di moltagroffafuSlanzpi , & la tem- peratura dello ftomaco , & del fegato eccefiìuamcnte calida , & fiocca, fi congela il già beuuto lane , aitanti che fi dige- rifca . percioche per la troppa caldera , & ficcità di quelle membra ,ft rifolite tutta Ihumidità , che uifi ritroua in pic- chi momento di tempo , & cofi fi congela ; &ftjfefsijce ageuoltnente la parte grojfa Il che parimente intemene alle uolte per troppa frigidezza. , {premendone ella ogni parte fiottile , che ui fi ritroua , & congelandoti il reHo, comefa nelghiaccio‘,&nellaneue:comefeneleggcladottrmainMriJlotilealquartoddlametcora . Mcbehauendo aiter- ten\a ilfapientìffimo Galeno , comanda al III. de gli alimenti , per fuggire cotal mortale nocumento, che non fi dee be- re il latte , ne mangiare, fe prima non fi mette con effoò fiale, ò mele ; accioche non sapprcnda nello ftomaco . Tslefi mara- 5 0 itigli però alcuno , che comandi Diofcoride, che non fi debba dare ne fiale , ne cofe falate à chihauejje il latte già apprefo nello ftomaco. Tercioche come il caglio fa apprendere il latte meffogli da prima , & tutto il contrario opera poi , quan- do fi mette nel già congelato;cofi parimente meffo da prima il fiale nel latte,amnti che fi congeli, impedifee la congelatio- ne,& postogli dapoi , l'indurifce nonpocoicome uediamo manifeftamente , che fa égli nel cafcioftefco , quando fi fiala. Ma ritornando hormai à dire della curasdico , che non c differente da quella del f. angue del toro .-percioche tutta la cu- ra di amendue queSti non iftà in altro, che in quelle cofe, che gli poffono difgregare,& difapprendere. -Nel che non e cofa imamente migliore , che gli iSìefsi cagli , & le cofe incifme , come è l’ aceto puro , lo fallino , & la Ufi :ia Oltre a ciò nonho itoluto tracciare dinon auertire i lettori , chedouefileggeìnqueSlo capìtolo nel Greco mlM , ciò è, & la lifeia eli coloro , che fanno le uafa di terra , & non come interpreta il Bjiellio , & lalifcia con il juo fango . penfa il Gefnero nel fuo gran libro degli ammali quadrupedi trattando del toro , che molto meglio fi debba leg- 50 gerC!HÙTÙvwnoTroiim miei , cioè, & lifeia de i cappellari :& riprende in do il Cornano ,per hauer egli creduto, che coloro. che fanno le uafa di creta, facciano una loro p articolar lifeia per lauare quella lor terra fango fa . Maper mia opinione Nel fedo hb. di Diofcoridc. 14511 ta fangofa con forte alcuna dì lifcia ■ non mi fi ve che ni Ha nr ’ , ' ’ chef‘,'mo le ‘ Umno ìueUa lor IO go& non fatta con cenere , ne con edema . Ma offendo quella creta fango fa, di cui fi fanno i boccali ZlreuVal saasr zrm™ùmufTm’ & ^^,^0 ««*raaMta4 fi- r/eiha datela lifciadi quella terra a bere decloro, che haueffero latte appresilo Stomaco . M che non pare che, Zia auerten^a habbia quia, bauuta ilFuchfio ,oue cita queflo luogo di Diofcoridc F * DeJla Spiuma dell’argento. Cap. XXVII. I del horrmno faluatico , co 1 amo , & parimente otto dramme di mirrila , ò affenzo , ò hi medi apio, o pepe, o fiore da hguftro, o Aereo di colombi con Ipico nardo, & ' 2tmVnnVriomTn phr!nriT 3 S?ÌT deI]'argent0= grezza nelio ftomaco, nelle budella, & in tutte interiora con grandifsimi dolori : ulcera qualche uolta anchora, & rompe, per diète mol- torco, limile a quello del piombo . Al che fi {occorre. Hanrlr, ò k,..-» A..; : .lomjtj 3 p perne ò hillbpo, ò fe- umo. CH e c o s A fiala Spiuma idi argento , dicemmo noi difopra ampiamente nel quinto libro .Et peri Ufo ne ua- da, chi brama dtfaperne Ih, fior, a . Quella adunque tenuta, fa (come ferine Diofcoridc) mortiferi accidenti. uhyc a 1 qua t,fecon o c ieri, er-ifce ^Aetio^gr parimente eAuicenna, fa ardore ,& incendio nelle giunture , & ritiene non folamentel orina , ma anfora ferrai fatica il corpo , come che qualche uolta lo folua accidentalmente : aggraua la loquela, fa ufi, r fuor, ,1 budello del federe , & finalmente affoga, frangola , & ammala . Ma , fecondo che ne i fuoi alexjpharmac, firme Vjcandro , coloro che beono d lithargirio.fentono nel neutre graniiffma moleflia , & aggiramen- S0 to divento mono all ombtlico mego al corpo con nonpoco brugimcnto , come internine ne i dolori delle budella, che fono mal, gai . Tfm poffrno ormare , & par loro , cl,e tutte le membra del corpo s abbruciano per il gran cal- do : & alfine diuentano fluid, , come di colore dì piombo . Ma è d’aucrtire , che dice Diofcoridc , che oltre ah’ altre eofe, fi debbano dare a bere ottodeamme dì mirrha . Hel che penfi , che fia feorretto , & falfificato il teflo : pcrcioche 'Htcandrononnedapiudidueobolit&^mcennanonne dàpiu ditre dramme:& Metiononpìu ditre oboli. La Principal cura adunque di quella cofiSÙ nel far mmitare i patterai , &pofciaufare irimedij firitti qui dall’autore. Oltre ài quali loda Tietro ÒjL banoi crifieri fatti con acqua melata ,& graffo di gallina , onero di anitra : l’olio beuuta delle mandorle dolci, i fichi ficchi mangiati ne i cibi , &l ungere lo ftomaco con fucco di apio ,e’l uentre col homo. Loda egli piu d’ogni altra cofa per tuo proprio antidoto il fine della cherua , dato à bere al pefo di due dramme . Ma ef- fondo queflo medicamento molto Meramente ualorofo, io non ardirei dipaffareilpefi duna dramma. 1 medefmi accidenti 40 fi parimente il piombo, limato fittile ,& curafinelmodomedefimo .peniochela (piuma dell’ argento none altro , che piombo calcinato , <£r mefihiato con feccia d‘argento,& dì rame . qqptìua è anchora , fecondo che riferifie Mià- eenna , la limatura del ferro, fimilmentc la fraglia ,& la (fiume . come die tutte s’adoperino preparate nell'a- ceto nelle medicine della difcnterìa,& parimente in alcuni lettoimi, che fi fanno per le rotture iute fintali, & per difippi- larela mifia. Et però è da penfare , che intenda , che faccia nocumento la limatura , & lafquama del ferro , quando ella fttoglknonpreparata.&mtroppogranqmmità. II perche fa ella in tal cafo dolori grauiflmi di corpo Jiccità nella bocca , calore uuiuafale , dolore di tefia , hettica ,&f,ccità di tutte le membra del corpo . Curaf, con dare à bere del latte , con le medicine filatine forti : & pofeia con dare il boturo tanto crudo , quanto cotto cofì lungamente, cbefijfen- gano i dolori : & intanto infondendo [opra alla tefia olio rofado, uiolato, ufi nenupbarino, sbattuti inficine con aceto. Ccnfirifcem oltre à ciò ( fecondo che firme il Conciliatore Tietro d’ebano) il far bagnarci patienti ,per bumettarli, nell’acqua, dotte fieno bollite dentro le teSluggini, le ranocchie, & la malua:& il far de crifieri col brodo de i piedi deca pretti, onero diradici di maluauifco: & il dare ne i cibi boturo crudo affai ,& brodi graffi . Ma (come ferine Muì- cenna) il fuo proprio antidoto e la piet ra calamita , data à bere in polkcre alpefo dima dramma con altrettanto picco di mercoreUa , ouer amente di bietola . Ma non però crederei io , che fi poteffe far queflo finita qualche pericolo, permeile quantunque la pietra calamita labbia proprietà di tirare à fi il ferro ; non però fi può affermare per quello, clic habbia ella parimente proprietà di ffegnere ,& di difiruggere l’acuità ,& la mulina fna. Et tiran- dolo àfi,è Meramente caufa di ritenerlo piu lungamente nello ftomaco , & nel corpo. Et oltre à ciò , offendo ella uelcno- fit,& facendo diuentare , chi fi la bene ,ò fi la mangia non preparata , lunatico , & melancholico , non mi pare trop- po ragionerie il darla per bocca ; come che lo dica anchora Auicema. Lodano alcuni , effe, idofi quella beuta, ildareàbere còl nino la limatura dell'oro, & il pari pcfidc i frammenti fmcraldini : & il fare dei crifieri con lat- te,& olio di mandorle dolci nuouamente fatto:& il fuoproprioantidotoèildareàbcrcneluinotreuoltelapoluerc dello fmeraldo in none giorni , ciò è ogni tre giorni ma uolta . Mortifera & di non poco nocumento è anchora la S q_V ama delrame : percioche beuuta ,fa fluffo intolerabilc di corpo , meramente Umitare con dolore grandifiimo, KKKKKK 2 &pun- Spintili d’ar- gento , & fuoi Spiuma d’argé to ueleno , & fua cura. Piombo lima- to,& fuoinocu nienti. Limatura, fo- glia, & (piuma di ferro, & fuoi nocumenti , & cura. ■50 Pietra calami- ta, & fua uele- nofa natura, co i rimedi;. 60 14^2 Di fcorfi del Mattinoli Argento uiuo, & l'uà natura. Squama di ra- & punture di Bomaco , & di corpo . Ctirafi col fan entrare i patitoti (fatti però prima ì uomiti ) in un bagno d'ac - me,& fuoi acci „ua j dono fieno fiate cotte dentro tefìe di becchi , oueramente chiocciole ; co l dare a bere il ficco della menta : & denti, & rime- e l0fiQmaco,& parimente il corpo con olio rofado caldo. Mailfuopropriomtidotoèditorper bocca due, onero tre dramme di radice d’acoro, onero altrettanto fucco cauato da quelle: benché diffidi coja fujfe il ritrouarle fre- ghe in Italia , come fi ridonano in Tolonia , in Lituania , & nelleTartarìe ideine à Tonto , come fu detto di fopra nel primo libro. _ Dell’argento uiuo. Gap. XX Vili. LO argento uiuo beuendofi , fa i medefimi accidenti, che fa la fpiuma dell'argento. Il per- che fi debbono nella fua cura ufare i rimedi] medefimi : come che fia mamkfto , die molto ut ic gioui illattebeuuto, facendo pofeia uomitare i patientì. Ito uiuo, -V T0 N minare , che Diofcorìde.ne Galeno hauefero in tutto lauera cognìtione dell’argento uiuo , & però non è melenofa ^ ^ ^ ammÌM cofì pmamente ne fcrijfero . QueBo adunque (come fu detto di fopra nel noftro difeorfio fatto fopra l prologo ) uccide beuuto copiofamente con la fua eccejfiua frigidità, & humidità, che poffiede : putrefacen do con quella la naturale humidità del cuore : & congelando con quella il [angue, glifrinu , & lafiflanga di effe cuore. Del che diede fegni manifefli quello frettale, duui recita IbifioriaTietrò-d ubarlo ( fc pero tanto creder fi debbe: ) che andando anfanando la notte congran fete: ò come altrimenti fife lacofa, fi bebbemauertentemente ,o uolontanamen- teCargento uiuo. lidie ficonofeinto .percioche effendoUmattìnatrouatomortoncl letto, fu ueduto l argento mito, che per il federe fe n’ufciua fuori dclcorpo:& cefi effendopofeiafeorporato daimedìci.gh far, munto neUo Bomaco piu duna libra d’argento uiuo, e l [angue congelato infieme con la fi, fianca del cuore. Onde defiderofi , medici di no ter fa- pere.comefufrepatfato il fatto, ritrouatoneUafrctiariailuafodeUargentomuoimuo.fuconfideraH^ fuor di fe per l'ardentilfmafete, fe l'haue[fe beuuto in cambio di qualche acqua lambiccata . Dal cm effetto fi dmoflra. Attenenze in - che ecceffimmentefia egli frìgido . Quanto poi s appartenga di fare intorno alla cura , bifogna confiderare ,fe fia flato torno alla cu. bemg r ò icent0 c(i„ Ufoliua, ò con altri liquori, ò precipitato con acqua forte, ouerofemp , o filmato conue “* triolo , come fifiol fare, o itero con arfenico . percioche tutte quelle fretie ricercano nella cura loro particolari mtentio- ni, per efferc luna piu dell'altra mortifera . Et però dico, che il piu mortifero è il filmato : men di queflo e il precipita- to ■& di queflo affai meno lo freno con la fal.ua , ò con altri liquori : & meno d, tutti quell, il [empi, ce & puro umo percioche queflo , per efferc flujfibilijfimo , & grane , ageuolmentefi caua fuori del corpo co i alfieri . Il che non mte mene ne gl, altri , per attaccarfi aUoftomaco, corrodendolo ,& lacerandolo . Il [empiite argento muo adunque fa , me- defimi accidenti della friuma dell'argento : il che fa parimente lo fremo , e l precipitato , indurendo fempre fetore gran difiimo di fiato, come eu ìientemente ueggiamo in coloro, che s ungono con efio per lo mal Francefe . I che n e da n, in, fi- fio fogno, che co n lahumiditàfua eccefika faccia egli putrefare co, che ntroua nello domato , &neU ^ mangiate [orbe immature. La qualene con gargar, fini aflerfim.ne lemmi fi può torma He cofi prefio lo filmaci che ui s’attacca , ulcerandolo, & corrodendolojnducendofite meflingmbile.&angufltanfoppombile. Do- po al che ingroffa la lingua, induce fincopi.ritme [orina, flringe il fiato, caufa dolori gr and, (si m nello fiomaco ,& ne le ìudella M chefe prefio non fi ficcane , corrode di fonde interiora , che finalmente le paffa ,& pertugia, per efferc a • egli ecce friuamente correlino . Curafi ilpuro (come dice Diofconde ,Mtw ,&Taolo) coirmedqmedefimiì^efi cu- ra. t, Jf d: rono m„ti> che molto rifigga nello Bomaco, per la molta granerà , &flufi,b,hta , che.pofMde . I pero ZfpZtcaZ.^ Zollo & qualche uolta piu di argento nino [en7£nocimcnto alcuno . lidie fanno parimente alcuni altri, .quali ,i f daino à \ fanciulli per , uomini alla quantità di due grani di miglio , con mirabile ficceffo : quantunque nonio Aleno fe non in càfidìfrèrati Ha per la cura degli altri ui fi richieggono i uomiti , i crifleri -,iltor le cefeuntuofe per bocca ,& olila tZ mediana, che refifla alle cofe corrofiue . Et però per nonftare à perdere tempo a nfcrmre m ogni luogo le co- TgUcZ Zi dico in quello elfo tutti , rimedi, narrati di. fopra nel capitolo delle cantarelle : percioche pm effi- quanto artificiale. Della Calcina, Sandaracha,& Orpimento. Gap. XXIX. chemrfcoteco..^ ^ àtem^dè wttitMedeìlènie del lino^di quell’herba che fi chiama trago, oue- ramente del rifo,il latte con acqua melata copiofamente, & i brodi grafsi,& di buon nutrimento. Calcina, fanda curatì’onerJ>& l\pranel quinto libro ,dolori ,& rodimento mtolerabile nello Bomaco ,&nelle bade , f 20 3° 4° 5° óo Arfenico foli- Nelfeftolib.diDiofcoride. 1495 de ; mafete infopportabile , affire^a nella gola , toffe , lettura di fiato , ritcnimento d’ orina , &fiuffo di corpo con fan guefimile alla difenteria . Al che fi dee omiare ( come benijfimo infegna Diofcoride ) con le cofe untuofe , & lenitine , & parimente con alcuni cremori , & mucillagini d alcuni femi , feguitando tutto l’ ordine ferino ampiamente da noi nel- la cura delle canta ì elle . percioche la cura di quefli ueleni corro fi ui non è punto differente da quella, ne piu fegli può ag- giugnere di quello, che quiui è fiato detto : & pero la rimetto ciafcuno , che di bifogno nhauejfe . I rnedefmi acciden - tifiamo parimente /Arsenico folimato ,il V erderame , il Bjfizgallo , l'Acqua forte ,&la Maestra , di che ueleni! fifa il fanone : & ricercano la medefima cura . come che l'acqua forte , & la Maefira del fiutone fieno pm difficili da curare : percioche effondo liquide , fono piu penetratine • La cura di tutti questi è la medefima fu detta della calcinai Arfenico foli— & dell'orpimento : quantunque l’un piu dell' altro fìa acuto , & corrofmo . Soprai ebeferiuendo Tietro d’ebano , dice, ™at°J & fua cu 1 0 che l’A r fenico folimato fi cura , facendo bere à i patienti il b oturo con la decottione delfcme delle rape > & pofeia fargli piu & piu uolte uomitare : reiterando ffieffo la beuanda & i uomìti , co i critìeri fatti di cofe untuofe, & lenitine, & con fucco di ptifiana , & di bulica , & parimente con mucillagini fatte di feme dipfillio , di cotogni , & di mutua : & con ci- bare ip alienti con olio di mandorle dolci , & conbrodi graffidi galline: affermando , cheiluero fuo antidoto è il cri - flallo di montagna macinato fottilmcnte , & dato àbere al psfo d'ima dramma con olio di mandorle dolci. Ma il piu Poluere contm ualorofo Antidoto contra la mortifera natura dell’ Arfenico , è la poluere del Serenifìimo Principe Ferdinando circhi- J‘ ueleni del Se duca d'AuHria , mio Signore ;con la quale fu liberato in Fraga uno , che per i misfatti fuoi d oueua effer impiccato , al ^peFerdinan" quale fu dato due dramme d' Arfenico f ^limato, come fe ne legge llnfìoria di fopra nel 1 1 1 1 .libro nel difeorfo dell’ A- <>o Arciduca conito . Imperoche effóndo coftui ideino alia morte , & già tutto lìuido ,prefo che hebbe la poluere predetta con inno ,fu * Auftr,a’ quafi miracolofamente liberato , di modo che il giorno fegumte , affolto dalla pena della uita,fe ne ufcì di prigione fa- 20 no , & allegro ,<&iobenpoffo far tefìimomo , che con la medefima poluere fono fiati fanati dame alcuni altri che sbet- utuano mangiato l’Ar fenico, & il Bff agallo. M.Francefco Calceolaria ffietiale alla campana d’oro in Verona mi ficriue Hiftoria. d'hauer liberato queflo anno due prigioni , i quali erano Fiati auuelenati in unpefee otto giorni di poi, che fumo auuele- nati con la medefima poluere , la quale ioglihaueua donato .fe bene erano flati giudicati pennoni da altri medici , che prima ne haueuano prefo la cura . il che non era da loro confiderai fenici ragione. Imperoche due altri prigioni, i qua- li haueuano mangiato del medefimo pefee, morirno quel giorno medefimo, per non bauerc hauto perfbna, che di loro pren deffe cura.del che non f blamente ho io il teflimonio del fu detto Calceolaria , ma del Foteflà , & del Capitano di Vero- na chiamato l’uno il Magnifico M. Tsficolo Quirino , & l’altro il Magnifico M* Girolamo Marcello , come fi uede per i publici fcritti loro . Fammene parimente fitto atiifo dall' eccelentiffimo Dottore M. Antonio Capriana Mantoano ,già medico del facrofanto Concilio di Trento , per la fua rara eccellenza, & dottrina . Imperoche ritrouandofi egli in quel 50 tempo in Verona alla cura delTlllufiriffimo,& peuerendiffimo Cardinale TSJauagero feriffe à Fraga all'eccellente M. Fhi lippo fuo figliolo iui medico delf Ardue ficouo , tutta ihifìorid di quefli due prigioni , & le mirabili uirtù di quefia pre- ciofiffima poluere , imponendoli , che riccr caffè d’bauerne da me per mandargliela. Ma è cofa non manco mirabile, che quefia poluere non folamentc beuuta , ma anchora applicata difuore , fatta i morfi, & le punture degl' animali uelenofi, diftemperandofi con acqua di l\ofe , uino eretico , & un poco d’aceto , & mettendo fi fopra la regione del cuore , & fo- pra la morfiura ; che cofì mi [cùffie il nobilifiimo Signor lacomo Antonio Cortufio hauer fanato uno gentil' buomo F ado- ttano fuo uicino, il quale era flato trafitto da uno feorpione , & fe negiaceua tramortito : & parimente un fuo cocchie - ro,cbefumorfoinunpiededaunferpeuelenofo . Fotrei neramente altre affai cofe mir acolo fe narrare di quefia poi- uere,fe non pcnfnffe con la lungbe^a del narrare effer tediofo à ì lettori .Il Verderame poi, oltre à gli acci- denti predetti, oppila , & ferra grandemente la uia del fiato , di modo che alle mite affoga con grande impeto i patienti. ;tno_ 40 jll che pur fi [occorre .facendogli uomitare con hoturo ,& acqua calda , come fi fa nell' arfenico: & col far de ica- : fieri con latte d' afina , & olio di mandorle dolci : col dare 4 bere una dramma alla tiolta di terra figillata inficme con ui- no bianco : &co‘l mettere i pallenti ignudi in un bagno d’olio commmefino allo flomaco . come che il fuo aero antidoto fieno i cor aliirofli ,bemtimacmatifottilmentealpefo di due dramme con uino. M J^isagallo, il quale , per effer e oltre modo difeccatiuo ,fn diuentare t buomo contratto , non fi conmene altra c tira , che quella , che fi fa nell ar- J “° u£ fenico , nel folimato ,& nel iter derame . comò che particolarmente gioui in tal cafo [unger tutto l corpo con diodi mandorle dolci ,fpegner la fete co’lgiuleppo molato , & dare 4 berefei onde d'olio di pino echi , onero di noci Indiane : ricordando però 4 ciafcuno , che tutti i rimedi] fritti da noi nella cura delle cantarelle fono in tal cafo efficacifìimi . Della Lepre marina. Cap. XXX. {-'(Entono ndlaboccacoloro,chehannobeuutolaLepremarina,uno odore limile à quello jS de pefei corrotti . dopo al che li fentono dolori nel corpo , ne polTono orinare : & fe pure orina- no, è la loro orina di pauonazzo colóre . Hanno oltre à ciò in odio ógni forte di pefee , fudano un fudore puzzolente, &uomitano humori cholerici,& alle uolte mescolati con (angue. Al cheli foccorre, dando continuamente àbere del latte d'alina,& del uino palio.: oueramenne la decot- tione delle frondi , &delle radici della malua : ouero la radice del pan porcino trita , & beuuta con uino : ò una dramma d’elleboro nero, ò di fucco di fcammonea con acqua melata, & fiocini di me- lagrani . Efficaciffima è in ciò la gomma del cedro trita , & beuuta co l uino : & parimente il fangue dell'oca , beuuto coli caldo, come fi caua dall'animale . Ma quantunque habbiano in odio coftoro tutte le forti de pefei ; mangiano nondimeno uolentieri i granchi de i fiumi , & beuongli con uino : 60 dal che ritrouano giouamento , percioche gli fanno digerire . Danno manifello fegno di ialute quando cominciano à defiderare ilpefce , & che lo mangiano uolentieri . Lepre marina, & Pegni del Tuo neleno. Lepre marina, & cura del fuo ueleno. Botte, & loro uelenofa natu- ra. 145)4 Difcorfi del Matthioli Fv DELLA Lepre marina detta l’hijìoria di [opra net fecondo libro : de giìaccidenti della quale fcrìjfe Jfican- dro ne i fuoi alexipbarmaci con tali , ò limili parole . Gonofcefi , che fi fa bevuta la lepre marina , all'odore che fi fente ne i patienti fimile alle fquame , & intr agile del pefee . llgufio de i quali c come fe hauefìerojempre in boc- ca pefei putrefatti , Fannofi i patienti tutti uerdi , come fefuffè loro traboccato il fiele : fc uri feonf egli gli occhi , & d poco à poco fe gli contamina la carne nel corpo . ‘ Perdono l’appetito , & hanno in odio ogni forte di cibi . Diventano in tutto il corpo tumidi , & cacetici: patìfeono ardori ne i talloni , gli occhi fi ritirano in dentro ,& legote rojfeggia- no di colore di rofe . Tftienfi appo ciò l'orina : & fepur efee, è d’un colore come porporeo , & fanguinea piu deìdouere . Odiano gli auelenati il pefee , ne poffono t olerare di uederlo , non che di mangiarlo . Tutto quefio dijje egli . .Alle quali parole pare che fotto fermino, eletto, & jLuìcenna : i quali oltre àgli indici] già detti, ne deferiuono de gli altri ,cofi dicendo . La lepre marina fa di forte traboccare il fiele , che ipaticnti diuentano tutti gialli , & di color d’oro : come che 1 0 pofeia facendofi liuidi , fi gonfino nella fàccia . Sentono oltre àcio incendio non poco nelle piante dei piedi ,& impedi- mentogrande nel petto , nel polmone , & nel reffiirare con roffe^a notabile negli occhi . Tatifcono toffe fecca con /fiu- to di fangue , dolore , & angofeie nelle reni , & infiagione nella uerga : di modo che pochi fono coloro , che fcampino di quefio ueleno, che non diuentino thifici . Et però diceua Galeno nel libro della theriaca a Tifone, che il proprio della Le- pre marina è di nuocere al polmone . Daffegli ( come dice Dtofcoride ) à bere in principio continuamente il latte del- l’ afina con uino dolce , chiamato paffo,& parimente la decottione della malua . Jfe quefio peraltro ,comc dichiarò Jlctio , che per provocare il uomito , & [fiegnere in parte l'acuità del ueleno . L’elleboro poi fi dà, & parimente il pan porcino , & la fcammonea , parte per far uomitare, & parte per foluere il corpo : & tutto l retto , per ouuiareài nocu- menti , che fuolfàre egli nelle interiora . Lodano in ciò alcuni moderni il fangue bimano, beuuto caldo : il Latte di don- na , poppato daliifitffe mammelle ; la carne di uolpe , mangiata arrostita : & la theriaca diatefferon , tolta per tregior 2 0 ni continui. Delle Botte tanto terreftri , quanto paluftri . Cap. XXXI. I' Evvti cbefifienoleBottetantoterreftri,quantopalulì:ri,fannoenfìare,&diuenrargial- lo tutto il corpo, come fe filile di bolforftringono il petto, & le uie del relpirare : & rannopuz-, zare il fiato, dopo al che inducono finghiozzo , & alle uolte fanno contra la uoglia de i patien ti, ufeir fuori la Iperma. Al cheli foccorre, fatti che fieno i uomiti,conbere copiolamente duno elettiffimo uino , & con tot due dramme di radici di canna , oueramente altrettanto di quelle dici- pero. Finalmente bifogna coftrignere i patienti à correre, ò caminar uelocemente , accioche lì fciolgano dalla pigritia grande , che fentono in tutte le membra . Bifogna oltre à do anchora , che ogni giorno fi lauino . LE botte, chiamate da molti l{pffi ,fono di diuerfe fpctic . Ma le tenebri chiamate da ì Latini tubefa per iSìarc elleno nelle pepi traìroui ,& da i Greci phrini, deUe quali intende qui Diofcoridc ,fono piu ueleno fe , che quelle , che fi fatino nelle paludi ,& nelle fojje dell' acqua ( quantunque per mio giudicio ,ttón intende fe baila cofaMluigi Mondelta Brefciano all'ottaua epi fola del fuouolume:) & tanto piu fono uelenofe , & malignale terre- stri , quanto piu fi ritrouano in luoghi fi-igidi , & opachi . Et però uelenofifiime fon quelle , che fanno ne i bofehi ombrofi delle ualli , & ne i canneti delle uigne .Hanno legrofe duriffima pelle , di modo che alle mite malagcuolmente fi paffa- no , quando Sniffano ( come fogliono fare nuli. mi ) in qualche bene appuntato palo . Quelle quando uogliono infetta- re alcuna pianta , ò qual fi uoglia animale , che uada pa fendo , ò caminando la entro , oue elle fi ritrouano fi gonfiano, ritirando/! in feflefie ,& muri tratto fchÌ7ppmo,& ifeompifeiano ciò , che hanno d’intorno .Et però molte uoltenel mangiare herbe , fraghe , ò funghi fcompifciati , ò mfaliuati da effe., fi fon già molti auelenati , & morti . perciochela faliua loro none manco mortifera , che fi fia ilnapello: & coft parimente il j angue loro . Et però nonèmarauiglia,fe be- vute feccke , fatte in poluere , caudino le Botte mortiferi accidenti :& fe mordendo anchora , quantunque non fàccia- no grande imprefiione nella carne , parimente aueknino .ptrcicche penetrando il ueleno della mortifera faliua loro per li pori alle ucne , & alle arterie , anelata pofeia ciò , che ritrova ; come piu d lungo fu detto nel difearfo del prologo . Nelfeftolib.diDiofcoride. l4-9) ’btuutc in poluere( fecondo cberecitàMuicenna ) oltre àgli accidenti , che recitaDiofioride , fanno fo- Zl &J^^dcneUagola -.nocumento negl, occhi, uertigini, fiafimo , difinteria.naufia.uomiùjncopi.di- Hmbo d intelletto , anfanameli & molte mite fanno enfiare tutti i denti , ancbora che ne gualcano ì f attenti . il che fanno parimente finti, ,& l herbe infettate da loro , & il lorfanguebemto . Lodaf, , p er curare, UeLo d, que- slc .fatti che fieno t uomm ,la theriaca , & parimente il mithridato , tolt, con ottimo nino perire giorni continui: & firn, Unente ilfangue delle tefiuggim manne infieme con cimino, caglio di lepre, & nino . Mirabile è in ciolanoBra min tacjfen\a ther, acale, feruta difopra nel difeorfo del prologo : & cofi ancbora il «offro olio de gli feorpioni . Loda il ConciUatore ildare a ber con umo uno fcropolodi polirne di fmeraldo , & pofeia fare entrare il patientenel corpo d un mulo ammalato,# ifuentrato , fin che ui durali caldo :& appreso à queflo in, m'altro , trasferendolo dimu- 1 o lo ,n mulo , o d, cannilo m cauallo ( quando hauer muli non ftpotejfero )fin che dopo lungo fidare firifoluono gli acci- denti , c male mfieme . Lodo m ucce di queflo Metto , il mettere i paticnti in un forno tanto caldo , quanto fi polla to- nare , onero m un fidatone artificiale , come fi cofluma fare con alcuni hidropici . La cura de i quali non poco fi conmene ( come dice jLuicenna ) in queHo caf > . Et però ui gioita molto il rheubarbaro , la diacurcuma , & la Salac- ca . come che dica il Conciliatore , che il piu uero , &piu approuato antidoto contra le Botte fia quella pietra , che fi sii ritroua nella tetta. 1 r J * Delle Magnane, ouero Sanguifughe. Cap. XXXII; QVa>d° fibenonoinauerfentemenrek Magnattenell'acqua,feperforte sattaccano alla bocca dello flomaco , fanno fentire in quella parte un certo tiramento, come ’fefufle uno, che luggefle.iJ xhe :dà manifefto indicio , che fe ne fia beuuta qualch’una . Rimediafiàque- fto , dando a bere della lalamuoia , & parimente del liquore , ò delle frondi del laferpitio 5 ò della bietola con aceto, ò la neue infieme con 1 aceto inacquato. Conuengonuifi i gargarifini fatti di ni- tro , & acqua, ò di uetriolo, & aceto.Ma effondo lemagnatte attaccate al gorgozzule, faccianfi en- trare i patienti in bagno di acqua calda , & tengano continuamente in bocca della fredda : perciò - che per quella uia ageuolmente fi ritirano, in bocca . LE magnatte, cofi chiamate da noi in T ofeana , & da molti altri Sanguette , & Sanguifughe , rare uolte Hanno in altre acque , che dipaludi , o dilaghi : perciocbe nelle fonti delle buone acque ,&nci fiumi arenofi , ò 3 a faffofinon uolentieri Hanno cileno, per e fere lor propria natura diftarfanpre nel limo,& nel fango . Et però è da guardacene ne i luoghi , douefonoin ufo cotali acque fofiette . il ebenonfapendo alle mite gli inefieni mandanti, cac- ciati dal caldo , & dalla fete , & beuendo d ogni acquache ritrouano nel camino, fi beuono alle uolte le fanguifughe in- auertentemente .Dopo al che nonfolamentefifentono i patienti fuggere il f angue ( come dice Diofcoride ; ) ma ancbo- ra ( come dice Muicenna alla I x.fen del tergo libro ) (j/utano il fangue , &fannofi malinconici per lo timore , che glie-, nefegmu. Miche uolendofi foccorrere, bifigna confiderai , fe fa attaccato l'animale alla boccadello Homaco, citerò à rnega la gola, ò pur nel principio dclgorgorgptle. Il che ageuolmente fi può conofiere per detto de i patienti : per- ciocbe, là dotte efiifiritono il tirare, quitti manifeHamente è attaccata la magnatta. Il perche fi ella fard attaccata nel- la bocca dello flomaco , uificomicne lafalamuoia , beuendola pian piano fil’ajfa fetida , ò la lifiia infieme con fiale & aceto , ò il ficco del raphano con l'aceto , ò il mangiare dell' olio crudo , il quale per fi filo le ammala : ouer amente con 40 tutte quelle cofi, che fi lodano per ammainare i uermini . Gioitami oltre à ciò , quando elle fono in mesqo alla gola, igar- garifmi fatti dilifcia forte , ouero d'acquaaluminofa infieme con aceto , ò con alquanto uetriolo, ouero d’acqua filatati fcia,aceto,& finape.Quando poi elle fimo nel principio del gorgorpqule.ui gioita molto il rimedio ìnfignato qui del bagno dell'acqua calda da Diofioride.-percioche cacciata la magnatta dal caldo dell’ acqua fi ne corre alla frefia tenuta in boc- ca , onde pofiia ageuolmente fi fiuta fuori . Ma è però dafapere , che quando ella fi ritroua attaccatanel principio della gola, dimodoché aprendofi laboccaconlo ficcalo, fipojfa ella comprendere con l'occhio , facendo federe il paticnte in luogo luminofo, ageuolmente fi ne lena uia con quello injtrumento , che chiamano i chirurgici rofiro di gru , ò con al- tro , fecondo la confidcrationc del buono , & ifierimentato artefice . Dell’Elleboro bianco, Thapfia, Agarico nero, Elaterio, & altre cole , che 50 fi danno per medicina. Cap. XXXIII. VEr'amente bifogna con prudenza trattare, & amminiftrare alcune cofe androni , le quali fi danno per ricuperare la lalute : auenga che alle uolte non facciano minori accidenti , che fi facciano gli altri ueleni. come fono l'elleboro bianco , la thaplìa , l’elateri-o , & l'agarico ne- ro : percioche non {blamente alle uolte ftrangolano i patienti ; ma lor purgano il corpo molto piu del douere . Soccorrefi adunque allo ftrangolare , che alle uolte fanno , con tutte quelle cofe , che ficonuengono à i funghi malefichi : & quando fuperfluamente purgano, ui fi ripara con quelle me- dicine , che riftagnano il corpo . Non fono oltre à do da elfere men confideratc alcune altre cofe , le quali par che niente nuocano , & nondimeno mettono alle uolte la uita in grandifiimo pericolo. 6o nel numero delle quali è la ruta faluatica , il melanthio, & la lanugine frefea de i fiori di quella fpe- tie di cardi , che lì chiama caótos , A i quali nocumenti folamente co'l uomito fi rimedia . Botte, & lor® accidenti,# cu catione. Magnatte,# Io ro nocumcti. Magnatte be- »uice,& loro cu ra. KKKKKK 4 Ha- 145? 6 Difcorfidel Matthioli OrdinediDio fcoride dichù Elleboro bian co, & altri folli tiui,&lorono- ' cu menti, & cu- ?° Elleboro nero, & cura di Tuoi nocumenti. Euphorbio & altri medica- menti , & loro maligna natu- Cura dell’eu- phorbio,6cde gli altri. Ha V E N D o fin mi trattato Dìofcorìde de gli accidenti di tutti i ueleni , che mangiati , ò tenuti ammalano , ò Uroppiano "li buomini , & parimente de i rimedij , & antidoti loro Rapendo egli benifiìmo , che fi ritrouano al - cune medicine , le quali date , ò tolte feltra i debiti , & conueneuoli preparamenti, ò in maggior quantità di queU lo , cbefia necejfarìo , fono di nonmanco pericolo , che fi fieno gli altri ueleni ; per non lafctare in ciò pencolare gli buo- mini , uolfe in quello capitolo ammonirei medici , che nell’ ammarare cotali medicamenti debbano ujare ogni pruden- za , & ogni toro arte. Et come che tra tutti quelli , che fono in ufo , nonnomimffe egli ,fe non l Elleboro bianco , la Tha- pfia , l'Elaterio , & l'Agarico nero ; non però è da effere accufato , che nonfapeffe , che oltre à quelli molti altri fe ne ri- trouano, che po/fono & ugualmente , & maggiormente nuocere . Terciochegli parue , che ajfaifufle l accennare il pe- ricolo, elle firitroua ne i follami à i dotti , & ijf cementati medici , ferina nominargli tutti , con l ef] empio di quelli. Ma accioche in tutto fi fodìsf accia à i lettori , mi sforzerò difupplire qui io à tutto quello , cheparefie ad alcuno , che bauef- fe colfuo parco ragionare tralaf ciato Diofcoride . Et però nonfolamente di quetti ; ma del Van porcino , dell Elleboro nero , del Turbith , de i Tìthimali , della Scammonea , della Coloquintida , della Brionia , della Catapulta chiamata da i Greci lathirì , del Bjcino chiamato dagli Arabici cherua maggiore , della Tbimelea , & della Chamelea con ogni dili- genza diremo . Tercioche adoperandofì tutte quejle cofe cotiiianmente da i mediò perforerei corpo , per far limi- tare nelle pericolofe malattìe , farebbe ucramentc nonpoco errore à lafciarle da banda : & mafitmam t nte, chefipefifo ac- cade per ignoranza d' alcuni medicanti ( deglifiietialihora non ne uogho dire Japendofi che anchor efi, molte mite fa- cendo dormono ) che non fanno pur leggere , non che medicare : i quali danno quette medicine Joluttue forti ad occhio , fienza mi fura , & fenra preparamento alcuno , non confiderando le complefiioni ,nele altre etreoftanze , chefimhieg gono nell'arte , .non fittamente à i uillanì ; ma anchor a ffeffo à perfone nobili mal prattiche di quanto importi [hauerei medici periti . Onde interuienepoì , che il piu delle mite incorrono i patienti in grandmimi trattagli , & horr elidi acci- denti: ài quali fe con le cofe appropriate non fi focconejfe , ageuolmente fe ne morrebbono, come già emtemenutoa molti . Et però dico , che l'Elleboro bianco , la Thapfm , ( Elaterio, l'Agarico nero, cl pan porcino fanno alle not- te anchor effi mortiferi accidenti, inducendo nomiti ,flufii di corpo dolorofi , &fuperflui , frangolagiom , erflrettura di fiato . da cui fi caufa tanta debilità deUe uìrtù principali dì tutto l corpo, che in un momento i patiniti tramortifcona, anfiano , & Mano fudor di ghiaccio : & finalmente , quando prefio non fi gli foccone, cafcanom un continuo fingi] log- yo , col quale miramente fe ne muoiono ttr angolati , &fipafmati . Alche principalmente fi [occorre co i uomm ,& co i criteri piu mite detti: & pofeia coligli antidoti generali , fra i quali è ualorof, filma la thenaca d Andromacbo , quando ella fujfe fatta legittimamente . Imperoche quefia ( come in piu luoghi ferme Galeno) ha parncolar mrtuto- ta dopo medicamenti follami , d'impedire totalmente labro operationc . ■particolarmente pmp erfiegnere la malma dell’Elleboro bianco fi conuiene il dare l'acqua melata , & i fiori della nimphea mpoluere, alpefod, due dramme per uol- ta : percioebe quatto è ilfuo nero rimedio .AlTan porcino gìouano le bacche del lauro trite , al pefo di due dramme : ó il fuo aero antidoto è il pepe bianco polueriKato , al medefimo pefo . L'Elaterio fi cura conlathenaca tolta al pefo di fei fcr opali conia decottionc delle bacchedel lauro ,& calmele : come che il fuo proprio antidoto fiali fuoco della menta . Curafila Thapfm , & C Agarico nero nel modo medefimo , chef, cura l Elleboro bianco : pe, elodie inducono imedefimi accidenti. Fa! Elleboro nero anchor egli alle mite (fecondo che nfertfce Amcem 0 uenteuoli danni , ciò èflufiiintolerabilidi corpo Jrangolagioni , ffiafmo , batticuore .frutta di lingua, ientifopraeffa.ruminfimti.&infiammagioniAopoalche.fenonfitorge^ & muoionfi , patienti . La cura è dare à bere l’affenzO col nino ,& parimente due dramme di pubere , fatta ugudmn- te di cimino, d'anefi, di ffiiconardo ,& di cafloreo , pur beuta con urna: ponendo fopra le mfiammagwnt ielle p £ calde , & delle cofe carminatine : & cibando i patienti con cafc iofrefeo , con mele , con boturo , timo andò , quanto 40 cotto , con brod, di carni grafie, & cannino dolce , chiamato paffo : non Inficiando pero a dietro gli antìdoti valor ofiun- uerCali , & il dare i fiori feccbi della nimphea , come dicemmo nella cura del bianco . L e v p h o p à chifel bene , incendio grand filmo nel palato , nel gorgozzule , & netta gola, infiammgwne , & anguflta : emb, . tutto'l corpo .rodimento intolerabile nello filomaco ,& nelle budella, finghiozzo , & continuo fiufifo duo ipo Ilei Zo pallente ,lrv,,irn.la Scammonea.la Coloquintida .tutte lefpetiede i Tithmalt, .1 Lath, ri & parimente il lMcmo.il qual chiamano Cherua maggiore . come cbenoncof, ho. nafeono anebora dalla th I melea,^1 dalla Chamelea uomm flemmatici ipumofi rodimenti, & dolori intenfr nello ttomaco ,& nette budella , angufiie , mfiammagwm , dolor, m tutto corpo , fe te me Bini ubile finghiozxo ,fibafmó,& perdimento di ucce: accidenti uer amente crudeli,, qual , eccedei,» alle mite quell,, cl fi tifano dliplmbb. Curanfì tutti quefli uniuerfalmente da 50 Ieri , & de gli antidoti communi. Ma particolarmente fi curano con cofe untuofe amache fi frcngal acutog? ■ con cofe frigide , accioche fi fiuperi l’eccefiiua calidìtà , ebepofifeggono . Et pero lodo Au, cernali latte atei fi , plrlb^Lconacquarofarilfuccodeimelagranibrufch^^ Li , & parimente Ì acqua tory infrigidita con la neue , & la t erra fi, g, Hata . Ma l antidoto uno dell ''P^°> ■me del cedro , bcuuto con nino , ouefia fiata cotta l'ernia . Quello della Scammonea , e , l latte , da enfia i fyto c fuor, il boturo , il fuoco delle mele , & delle cotogne , il rhu , & , l. fuoco deh, be,. Ometto detta & di narra ilboturoflefco la terrafmUata,& lapoluere dello fmeraldo , data piu V piu uolte . Quel d, tutti iTitbìmali, èia thenaca d' Andromacbo, beiti, taneluino, ouefia flato bollito il dittamo di Can ta, am - mia ooluerìzata,& beuuta al pefo i’una dramma con puriflimo uino . Quellodella Brionia ,èd dar puma conUdccotnonedeU'enolafattanelumo.&pofciadelpepenero poluerrifito . della 6° Ricino éilfuccodell’hìperico.oueramentelherbabemtainpoluere. Quello ultimamente dell • ' . * ^Woriganodi ^dta.pnmaanottp,^ Nel fefto lib. di Dioicoride. Rimedij à di- uerli accidenti caufaci da uele noi! medicarne ti. to ,i fondali , i coralli , l agrefio , l aceto , & altre cofe fimili . Di fuori giovano poi applicati informa d’impiafiro , one- ro d unitone, lo jjnco nardo, & parimente il Celtico , la menta , le ghiande , i halauHi , il mafliccfincenfo , i mìrolmla- m citrini , i mirti , i fornaci», , l'olio delle mele cotogne , quello dello ftico nardo, il mancino , il rofado , & parimente il mirtino. He f damante vagliano tutte quelle coje per rimagliare i continui vomiti ; ma hanno anchora la pari facilità nel liUagnaregli eccejfmi flujfi del corpo , ungendo ,& impiantando nonfolamcnteconejfilo Jlomaco ,matutto’l corpo di lungo fino al pettmecchio . Igei che anchora gioua non poco ilfafciare le braccia Erettamente dalle [falle fino alle mani, & Le gambe dulie anche fino a i piedi . Gìoua finalmente per diuertire la cofa alle parti efieriori , il farfudare ipatknti » tenendogli ben caldi , & ben coperti nel letto , onero ne i fudatorij , & bagni fatti ■ per arte sfacendo però fempre tener 2 o la tetta di fuori al difeoperto , ouer o col far tenere le gambe, & le braccia nell’acqua calda . dopo al che molto mfi con - mene il dar per bocca le medicine fiittiche , & confortarne , dette qui di [opra .. Confortano molto-in tal cafo tutte le uirtu pi incipaligli odor amenti aromatichi, come fono le rofe [ceche , la camphora , i garofani , l'agallocho , la fiirace , il belgioino ,le bacche del ginepro , iftndali bianchi , & citrini , & altri fimili. Lodò in totali fltifìi J.uìcenna alla quar- ta fendei primo libro per ottima medicina il dar per bocca tre dramme di fame dinattur^o prima arrottito , & pojcia cotto nel latte aceto fa , fino che fi fife fifa . Et quando tutte quefie cofe nongiouano , fi può ficuramente fenica timore al- cuno ricorrere alphilonio , all athanafia , alla requie ,& ad ogni altra medecina opiata.. pcrcioche quantunque in alcu- na parte pur nuocano , per rifretto dell’opio ; nondimeno tanto grande è ilgiouamento , che pofeia ne feguifee , che non è da curarfi in modo alcuno di cotale injenfibile nocumento . Conclufiuamente fe la theriaca d'Andromacho firitrouajfe a i tempi nofìri debitamente preparata non baierebbe cofa alcuna 3 che la pareggiaffe in fuperare la forila de i medicamenti jo folutiui.lmperoche Galeno (come piu alianti (ì dirà ) in piu luoghi del fuo libro Jcritto àTifone ,& parimente nell’altro fritto à T amphiliano , afferma che la prona di conofccr la perfetta theriaca è il darla a chi bauejfeprcfo qual fi uoglia medicina per purgarfi : per ejfer cofa certifìima , che la fatta come fi richiede, di tal forte fupera la for^a del medicamen- to folutiuo , che non folamente ne impedì fc e del tutto l’operatione ; ma non lafcia di ciò fintire in alcuna parte del corpo nocumento alcuno . il che fa parimente il nofiro antidoto tberiacale fritto qui di f opra nel diforfo del prologo . Tnojfl non poc o oltre à ciò giouare ne i nomiti , & ne i flufii predetti , co i cibi appropriati , dando folamente quelli, le cui f acui- tà fieno fiittiche , & cottrettiue , infrigiditi artificiojàmentc con la neue , ò co’ ì ghiaccio , ò col tenergli fofreficon lunga fune in qualche profondo , & fiigidiffimo pof^o fino apprcjfo all’acqua . .Allo frafimo poi , che in fimili forti cuacua- Rimedij tioni fuole accadere , bifogna [occorrere con tutte quelle cofe , che fi conuengono per ritti amare i corpi inanitì , & di- ipafimo. ttrutti . ISfel che marauigliofamente gioua il latte fiumano , poppato dall'ifleffe mammelle : il latte fatto delle mandorle 40 dolci i & parimente il fuo olio , beuuto , & ufato ne i cibi : i pinocchi, i pittacela , le noci Indiane , cl fime de i melloni pefio,&paffatoperlafiamigna con brodi confumati di capponi ,& buona quantità di Truccherò candito , ouerodipi- niti fatti di Toccherò fino . Conuengonuifi 'fimiintente i cappotti, & i fagiani me fi crudi , pelati ,fuifcerati , & tagliati minuti nelle boccie di uetro ben ferrate, & pof infatti rifoluere in liquore nel bagno di Maria, dando pofeia di cotal li- quore freffe uolte à bere à ìp attenti . percioche ( come in quel uolumetto delle for\e del cuore fi riffe Auìcenna ) ha ne- ramente queflo rìfiaur attuo maggior uirtu di [occorrere alle debilc^e del cuore , che ogni altra qual fi uoglia medicina . Conferifionui oltre à ciò le tuorla dell'uoua frefihe rotte ne i brodi confumati di cappone con buona quantità di ficche- rò : & parimente le polpe de polli pefie fono in tal cafo ualorofiffime , & buone . Soccorrefi finalmente alle .ttrangola- gioni, che potejfero indurre quefie medicine forti, & ueleno [eco gli ittejfi rimedi] , che dicemmo nella cura dei funghi malefichi . Fece oltre alle medicine fu dette , memoria in queflo capitolo Dio fonde del melanthio , della ruta faluatica, & della lanugine di quei cardi , che fi chiamano catti . delle quali piante fu da noi à bafianfa fritto di f ìpra à i fuoi luo- ghi negli altri libri . peperò fempre caufano qucftifafiidiofi accidenti . Ma pur quando nuocono , la propria cura loro è , iluomitare con la decottione della malua , & latte , & boturo crudo : dopo al che fi conuengono i brodi grafi, & tut- te le cofe lubriche . jiuer tifi ano adunque benei faggi & fedeli frettali , che nelpefare delle medicine folutiue , ò l’oc- chio , ò la mano , ò qualche trafuraggvne non gli mgannaffe . Et oltre à eia quando gli capitano alle mani alcuni medi - caflrundottì , & ignoranti , non manchino di riprenderli , & di denuntiarli ò à protomedici , ò à rettori delle terre , ac~ elodìe ipoueri infermi fiotto fede publica non fieno da efi a[faffinati,& morti . Delle colè, che fono in ufo cotidiano. Cap. XXXIII 1. T ' A c q_v a fredda beuuta in una gran tirata , & parimente il nino puro beuuto in gran quan- 60 | , tità, ouero il dolce chiamato paflò , & fpetialmente dopo albagno,òdopo al correre ^do- po al grande eflèrcitio, affoga ,.ftrangolaj& induce dolori. Al cheli foccorre col cauar del fangue Cofe, che fono in ufo cotidia- no, & loro no- cumenti. Pefci, carni , & cura de i loro nocumenti. 1498 Difcorfi del Matthioli fangue,&conleeuacuatióni:percioche per quella uia fi liberano dal pericolo ipatienti. Etcofi fin hora habbiamo detto à baftanza de gli accidenti, & parimente de i medicamenti, che conferifco no à i ueleni, & fimilmentedel modo, che tener fi dee à guardacene . Al che fi farebbonoanchora potute aggiugnereledefcrittionidegli antidoti conueneuoli,i quali in quello cafo operano contra i ueleni ualorolàmente & fono del continuo nel noflro ufo , come è il Mithridato , quello che fi fa di fangue, &laItro che fi fa di flinchi . Ma perche fono fiati fcritti in altri luoghi tra gli antidoti di- ligentifsimamente , lafciaremo di fcriuerne in quello luogo . NOn solamente tra le cofe, che fono in ufo cotidiano per nutrimento , & foflentacolo della ulta dcll’huo- mo , l'acqua fredda , & parimente il uin puro, onero dolce chiamato paJfo,pojfono beimi nel modo che ferine Dio I P feoride , caufare mortali &pcricolofi accidenti ; ma anchora le carni , & i pefci . Vercioche quefìi cotti , & fer- iali lungamente freddi in luoghi humidi , & pofeia mangiati , fanno i medefmì accidenti de funghi malefichi : quantun- que non dimoHrino aUc uolte la maluagità loro,fe non paffato un giorno , ouer due . Le carni poi prima ano flit e , & po- feia fuffocate cofi calde tra due piatti ,& coperte , & rauolte tra t Quaglie , che punto nonpoffano euaporare , diuenta- 110 anchora effe uelenofe . Tali parimente fono le morticino, le ammalate daferpenti , ò da rabbiofi animali , ouer amen- te dal folgore, comcjfeffo interuicne : caufando colica , trific^a,fluffo di corpo ,frenefia, lethargia , & morte . Et però è daguardarfì da quefte cofe con ogni diligenza : ne neramente è dafiirfene beffe . pcrcioche ho conofciuto alcuni , che mifer amente fe ne fon morti . Ts(on manco è daguardarfì dalle uoua de i pefci , chiamati Barbi : percioche fono non poco uelenofe , & mortifere , come fanno tefimonio le galline , che muoiono quando le mangiano . Fafi la cura de i pefci , co gli iflcffi rimedili de i funghi malefichi . benché non confente il Conciliatore, che fi conuengano ne i pefci, come ne ifun 2 o ghi, le pere faluatiche . Ffmedia fi pofeia alla maluagità delle carni fuffocate, facendo uomitare ipatienti, amminiflr on- do crifieri , dando à bere ottimo , & odorifero uino inficmc con quello delle mele cotogne . Conuienuifi molto la terra figiUata , beuuta dopo al uomito inficmc con agallocho ,& mafiice -, come chela cura fi a quella medefima , che fi fa nella colica» De gli animali , che auelenano col mor- dere^,& col trafiggere. Gap. XXXV. NOn per altra cagione è flato il configlio noftro di trattare dei ueleni mortiferi, & pari- 30 mente di quegli animali , che ne lafciano il ueleno co l mordere ; fe non perche fi riducdfe al fine tutto! methodo de i rimedij, parimente la ragione del curare, che lpetta alla medicina . Impe- roche quelita parte non è manco necellària à coloro, che s'elìèrcitano nel medicare, che fi fia «alcu- na delle altre per liberarli gli huomini con le cofe , che ui fi trattano , da pericoli , dolori , anguftie, &diuerfi altri mali . Diuidefi adunque quella (come fu detto nel principio) in due fupreme parti . di cui quella , che tratta de gli animali , che lafciano il ueleno co l mordere , & co l trafigge- re , fi chiama theriaca : & alexipharmaca quella , che infegna il modo di ripugnare co gli antidoti à i mortiferi ueleni. Della quale effendo prima fiato trattato, diremo al prefente di tutti gli acciden- ti , & parimente de i rimedij , che giouar polfono nell'altra . Ma bifogna ueramente , che l’artefice habbia tutte quelle cofe apparecchiate, &pronte alle mani , per la necelfità, che IpelTe uolte lo co- ftringe. Imperoche pochi fono i ueleni, che lafciano co! mordere, & co! trafiggere i mortiferi ani- mali , che cefsino,ò che operino con lungo tempo ; auenga che la maggior parte in breue , & quali prefentaneamente diano à gli huomini la morte . Interuicne il medelimo anchora in quelli , cheli prendono per bocca . percioche gli federati , che penfatamente,& fogguattoni uogliono aue- lenare alcuno, preparano in tal modo la colà, che non lafciano il piu delle uolte alcun libero Ipa- tio al medico di poter curare . Il che interuiene Umilmente in coloro , che amorfi dalla confidenza di qualche loro enormiflimo delitto, oueramenteopprefsi da qualche miferabile infortunio, pren- dono fpontaneamenteil ueleno , fatij di uiuere , per ammazzarli pretto : i quali elfendo pofeia ri- trouati in tal fallo , ouero pentiti d’ellèrli audenati, & dettando di uiuere, & d’eilèr curati , ricerca- no prefentanei,& pretti rimedij . Ne manca chi aueleni le làette , le fonti,& parimente i pozzi di tal j0 miftura di ueleno , che polla indubitatamente ammazzare(fenza allettar rimedio ) l’inimico . Del che quantunque non fi fenta cofi fubito il nocumento , ma con alquanto procelfo di tempo ; non- dimeno fe non lì gli rimedia nel principio , in uano ueramente li gli foccorre poi , quando la forza del ueleno ha occupato in ogni parte il corpo. Il perche non fon da trattare quelle cofe, fe non con- fideratamente , & con diligenza grande , accioche l’arte non dia manco falute in quello cafo , che fi faccia ella in tutti gli altri incommodi humani . Credeuano gli antichi , che quello modo di cura- re s'appartenelfe à quella parte, che fi chiama curatiua,oueramente therapeutica : nondimeno^ piu nuoui, ingannati fuor di modo da una leggierilfima perfuafione da non fàrfene conto , la parti- feono da quella , chiamandola precautione , & modo di antiuedere , mettendola in mezo tra quel- la che chiamano curatiua , & quella che conferuala falute . Percioche dicono, che tré fono le cotti- g 0 tutioni del corpo humano . la prima ciò è, in cui liamo fani : la feconda , nella quale ci ritrouiamo inférmi : & la terza, mezana tra amendue quelli . In cui tutti coloro , che fi ritrouano, quantunque in appa- Nel fefto lib . di Diofcoride. .. 17 “ f^vuuuv.iv, uu^iicuiiu uiic picuciimiGiiiu 5 oc uaiir mente il modo di operare nelle malattie, lenza dubbio dimoftrano, che quefti fono rimedi). Et per- che adunque non fottopongonoà quella diuifion loro quelli, che ftando nella peftilenzatragli ammorbati , non fono però anchora appettati : come che per l'infettione dell’aria , & del luogo fie- no dilpoftì ad ammorbarli ? potrebbe ol tre à ciò dire alcuno , che le regole , & fimilmente i precet- ti, che lpettano al cuftodirc, & preferuare la lànità,non tufferò altro, che una parte di preuenimen- to . perciochecon quelli ci sfortiamo di ftabilire, & di fortificare i corpi di forte , che fi conferuino nella famta , & non habbiano coli ageuolmente à cafcare nelle malattie . Et però è da dire princi- 3° pattuente non eilèr di bifogno, chele parti dellamedicina habbiano à corrifpondere con aitretran- tedi quelle 3 che lpettano alla coftitutione del corpo humano,ma bene ellàminare,& cercar di conofcere la natura di tutte quefte cofe, & Caperle diftinguere l una dall'altra per lifuoi propri) fe- gni; come ne i iuoi luoghi particolarmente dimoftraremo . Non è adunque da dire piu contra co- itoro. Quello oltre à .ciò fi dee ben confederare, che iìnorbi, 8f gli accidenti , che fi caudino da ine leni,&da gli animali uelenofi), fi chiamano ciechi, per non. Cene poter rendere alcuna ragione .il che parimente fi può dire deirimedij loro . Et però fi fogliono connumerarc colile queftioni di quella arte, che confitte nella off cruanza delle cole :& parimente con quelle di quella al tra, cheli gouerna inueftigando con la ragione . Ma non però del tutto fi ritroua effer lieto , che fieno quefti morbi ciechi . imperoche non fi può fe non malageuolmente conofcere quella codi , che del conti- lo nuo li prolunga, & che non iain alcune cofe neceffarie giouamento alcuno , quando perfettamen- te è anchora ella priuata del proprio modo di poter ragioneuolmente inueftigarlecaufetilcheè confueto d'interuenire ne i ueleni mortiferi, & parimente in quegli animali, dur auelenano gli lino- mini col mordere, & co’l trafiggere. Percioche quello, che fi ritroua eflèreinutilc nell'opera, & che ne dà occafione di curare con le medicine, non è impercettibile , ne manca del modo di poter con ragione inueftigar le caufe : ma piu ueramente potrà alcuno , fpi rito da quello , hauer la diino - ftratione,& confermar l’opinione della cognitione delle cofe nalcofte. percioche quantunque fpefle uolte fieno minori di quello , cheli polla comprendere co i fentimenti ; nondimeno fi com- prendono euidentementenel conferire l’una con 1 altra inficine . Seguitò quello modo non poco. Diocle in quel fuo commentario dedicato à Piiftarcho , coli dicendo . Può molto bene conofcere j o ciafcuno non folamente in non pochi de gli altri ; ma nelle uipere, ne gli feorpioni , & in altri firn ili: &confiderare infra fefteflò, che quantunque fieno piccioli di corpo, & chea fatica d'ifcernere fi pollano j eaufàno nondimeno grandiffimi pericoli, & dolori . de i quali uelenofi animali non però altro fipuo uedere. fe non una poca quantità di corpo, & che fon piu debili, Sc'menualoroiì de gli altri. Et quanta ueramente, hauendo rilpetto allapuntura, èia grandezza del corpo d’uno feor- pionp , & d'altri limili animali , che auelenano co’l mordere , & co 1 trafiggere ? di cui fono alcuni , che fanno grauifsimi dolori , altri corrodono , & putrefanno le membra , & altri che in breuifsimo tempo danno, la morte. Oueramente quanto è poca colà quella, che fi caccia nel corpo per la mor- fura d'un ragno, & pure afflige tutta la perfona ? non potrà ueramente conofcere alcuno la grandez zaloro,effèndo del tutto piccioli diquantità di corpo. E' adunque chiaro apprettò à tutti, che fi riferifeono quefte cofe alle difpofitioni , & alle malattie . Ma che fia flato molto ben conofciuto , 60 che lìa in quefti animali una certa forza mortifera, la quale, entrata ne i corpi noftri, fia uera cagio- ne de gli accidenti delle moleftie, che ui fi ifentono, è ueramente chiaro, & creduto da tutti. Il per- ijo o Difcorfì del Matthioli Il perche non fi ritrouarà alcuno coli contentiofo ,’& oftinato , fi quale uoglia , che fi caufino que- lle moleftie da altro , che da una materia mortifera , che tocchi in alcuna parte il corpo . Et quello lietamente era quello , che infra tutte le utili operationi dell’arte fu in ogni opera necelfario dire , ciò è , che colali richiegga à fare , che in alcun modo la non incela ragione della caufa commune], che fi ritroua nelle particolari, non ne molefti : perciocheall'horafipuo euidentemente giudicare, quando fia ella ben cùnofciuta . Et però acculando Erafiftrato con grani contentioni la pertinacia de gli empirici , aflegnò le caufe de i morbi ciechi , negando , che fi ritroui in elfi la caufa comrnu- ne,&fuprema incomprenfibile : come diligentemente la diftinfe egli’in quelfuo commentario, che fcrille delle caule . Ne uolfe oltre à ciò, che fu fiero da toierar coloro, che dicono di contentar- li ne i ueleni , & parimente ne i morii, & nelle punture de uelenoii animali, & altri limili, folamen- 1 ° te duna cura confueta , non fodisfacendolì , che fi debba ofleruare quella cura, che fia del tutto fe- parata dal rendere la ragione delle caufe: percioche fi poflono prima commodamente comprende- re in generale . Ma quello , che fia la facultà mortifera , che corrompe, & contamina di tal forte i corpi , che finalmente ammazza , dimoltra , che fi debba far la cura , con cui fi polfano fpegnére , & fuperare in quelle cofe; procedendo generalmente, & non particolarmente . Quando potfóg- giunge Erafiftrato, dicendo . Viene alcuno all'acqua dolce buona dabere,& auanti all'offer uar cola alcuna, fi riduce al uomito, al dilatar della piaga, al fugger della parte della morfina, al metter delle uentofe , al tagliar della carne per intorno alla morfura , all’applicar de i cauterij, & altri cor- rofiui forti , & finalmente al fegar del membro già putrefatto : riputando, & decorrendo in fe ftef- fo , che i rimedij , che fon foliti tarli di fuori , Iutièro per ripugnare alla corrottela già entrata nel- 2 0 le parti piu intime del corpo . Dimoftra ueramente Erafiftrato , che quelle cofe dette da lui fieno ucre, & che non ripugnino all'arte. Ma è ben da marauigliarfi de i methodici, non udendo eglino, che la facultà mortifera , entrata ne i corpi , fia cagione delle operationi , che ui fa ella den tro, ma clfer Solamente modo : tanto inettamente , & fenza confideratione perfiftono_ coftoro ne i fignifi - cari delle uoci, & dei nomi . Vedefimanifeftamentecheapprdlò dilorolafacultàuelenofa, en- trata ne i corpi, fi chiama pSaporaoV, ciò è mortifera : ma l'efl'er mortifera alcuna cofa non può eifere ufficio , ne opera d’altro , che della caufa . Dicono oltre à ciò , che quelle uoci , uerbi grada isof.&MMAi/'dH» ( la prima delle quali lignifica laborfa, &1 altra difeoprire) fono limili a tutti gli al- tri , in cui fi comprendono alcune parti delle dittioni non fecondo la poteftà loro , ma fecondo la nuda enunciatione . Il perche èda dire , che coli come in quelle uoci fu dette^VmwA 50 elle parti non ritengono i principali, ne certe lignificationi; coli ha dimoftrationc di moni mento, & non poteftà alcuna.Da cui pofeia paflano eglino alle differenze delle caufe, affermando ritrouarfì alcune caufe euidenti, le quali caufato che hanno il male,fubito fi feparano,come io- no il freddo , il caldo , la fatica , & altre limili : & alcune altre continenti, le quali dopo al male cali fato da loro , rimangono Arabili , & ferme però clfendo elleno prefenti, & parimente preiente il male, crefcendo elleno, crefce anchora il male : calando elleno, cala Umilmente il male : & mancati do elleno , del tutto fifinifee il male : di modo che dando quelle fole caufe , reftano infiememente le malattie . Et quelle fono leapprouatifsime differenze delle caufe , à niuna delle quali uogliono, che fi polfa fottoporre quella uoce phthoropoeos- imperoche dicono nò eifere ella cauta ciuciente: percioche il male Ha fermo, ne elfa però fi fepara dal corpo . he manco dicono effer cauta corine te : percioche d’altronde uiene quel, che nuoce; come accade à coloro, che fono morii dal cane rabbio- so . Ma fe ella non farà caufa euidente, ne continente , non farà caufa per fe fola, ne per compagnia d’altra caufa. Et però non potendoli collocare quella uoce phthoropoeos fra niuna di quette caule, bifogna confeguentemente concedere, ch'ella non fia caufa. II perche dando le predette ragioni in quello modo, bifogna confeguentemente concederebbe fieno alcuni uocaboli,le cui pattinoli hab biano fignificatione di cofa alcuna , ma che fieno finti con la femplicc loro , &nuda enunciatione. Nientedimeno è da (limare , & parimente da credere , che non tutte le uoci, ma molto ■poche fieno quelle , che habbiano cotal conditione . Et però quello uerbo wum li proferifee in quella uoce ?%- poTuisV.comé cofa finita, ma ottiene però in ciò egli lignificato molto principale . Et coti come que- lla uoce «9»p* lignifica mutatione in peggio; coti parimente tidebbeconiìderare,che queltouer- bo miù, dichiari piu auanti di quello , che poflegga quella uoce phthoraine ueramente del tutto lignifica quello , che tutti apertamente intendono . Raflembranli anchora a quetto , quette uoci , Ma fe concedono, che fi faccia ne fani il male per corrottela d’humon , concedo- no parimente ritrouarfi tal poteftà in quello uerbo »«w (che lignifica lare: ) percioche e pur qual- che cofa , che fa la corrottela . Ma fe dimoftra tutto quello, che fa qualche effetto per «alcuna cau fa , che.fi ritroui ne icorpi: & quello tanto ne i ueleni mortiferi, quanto in quelli, che entrano ne 1 corpi per le morfine, ò punture de gli animali. Nondimeno uogliono efsi elfer cola necellaria, che ciafcuna caufa fia fottopollaà qualche forte di caufe. Errano anchora non facendo eglino m ciò l’intera diuifione come fi richiede . Quelli poi , che li chiamano dogmatici , dicono, che cauta é anchora quella, la quale in parte è preparante , & in parte continente, come e l’ulcera , St ia tenore 6o dell’anguinaia , & parimente quelle che danno inficine co’l male , & che fi feparano da elio , come è il cadere in terra per rottura di qualche membro . Infoinola ogni uolta che alcuna cola tara caula Nelfeflrolib.diDiofconde. iyoi per Tua propria natura, & che non fi comprende in alcuna diuifione di caule, farà quello neramen- te uitiolo,& non accettabile . Ma che quella uoce fhtmmìv fia caufa , ce ne fa teftimonio I iftelfo no- me, &dimoftraficipiuapertamentenegli effetti, che interuengono. Et che altra caufa penfano coftoro , che fiafiopo al mordere del lerpe , che quella facultà uelenolà , che entra nei corpi ? non potendo efsi dar la cagione ne à freddo , ne à caldo, ne à ferite, ne à crudità, nead altre cole limili. Ma polèia che coli piacciono à colloro le differente delle caule,fi può loro rilpondere eller da chia mare quella caulà euidenteperl uno ,& per 1 altro di quelli modi, ciò è per precedere ella al ma- le, & parimente per preoccupare la fuflanza del corpo : Stia continente, per efièrfempre prelènte co I male, la quale leparata che fi a, li leparaanchorailmale,che uennecon ella. Ma non è piu hot i o mai da difputare di quelle cofe . E adunque da llatuire, che la caufa manifeftiffima fia la facultà uè lenola giàpenetrata dentro nel corpo : fk bifogna haucr quello per principale intcntìone . Il per- che è neceflario , auanti che i mali fi profondino ne i corpi, di combattere in diuerfi modi con loro, fino à tanto che tutto quel uelenofe ne tiri fuori rriuocandolo bora per Miete) luogo, che le n'en- tro nel corpo : & bora tirandolo , & riilringendolo in altra parte , che non fia principale , auanti che profondandoli dentro nel corpo, tocchi le piu nobili interiora : & dando delle beuande appropria- te per ilpegnere la forza fua, quando già fi comincia à diffondere per le membra di tutto’l corpo , Et però lì tirano fuor del corpo quelli, che fi fon beuuti, co’l frequentare i uomiti : & quelli che fo- no entrati co’l mordere , & co'l trafiggere de gli animali , con lo fcarifìcare il luogo , co l mettergli fopra uentolè , col fuggere la morfina , co'l tagliarne allo intorno tutta la carne infetta , & qualche 20 uokà co'l tagliar uia del tutto il membro, quando accadetela morfina in qualche parte eftrema del corpo . Rirengonfi oltre à ciò i ucleni , & riftringonfi , che non fi fpargano , infondendogli , & applicandolordilòpraIemedicinecaulHche,& acute. & queftefonolecofe,che poffono infie- mementecacciarfuori,&lcuaruiail ueleiio.Spengonfi,& fuperanfiiueleni co'lbere puriffimo uino , & limilmente di quel dolce chiamato palio , in cui non fia dentro alcuna parte d'acqua : oue- ramente co l mangiar cibi acuti , che lor fieno contrari)' . Conferifceui finalmente il fudore del cor- po , il proiiocare il l'udore , & altre cofe generali , come particolarmente dimofiraremo . Main ne- ro non folamente bifogna confiderare la materia mortifera ; ma anchora la fua grandezza, & pari- mente il tempo: percioche di qui prendono i rimedi grandifsima difeonuenenza. Bifogna dico con fiderare la gran dezza: per ritrouarfi tra i ucleni che li prendono per bocca , & parimente tra quelli j 0 che lafciano co’l mordere , & co’l trafiggere gli animali uelenofì , alcuni che lubiro caufano i peri- coli : altri che putrefanno profondamente , ouero citeriormente : altri , che fanno grandiffimi do- lori , oueramente piu fopportabili : Scaltri , che malageuolmente cedono alle medicine , caufando l’un piu dell'altro ne i corpi maggiori, & minori accidenti . Et però bifogna fuperar quelli, che por tano feco fubiti pericoli , con efficacilfimi , & potentifsimi antidoti : & i manco pericololi , con piu leggiere medicine : percioche non farebbe debita , ne ragionami cofa il metterei patienti in peri- colo , ufando ne i forti ucleni , deboli rimedi; .■ Se pofeia lacerargli, ufiindo medicine forti, ne i man co maligni . Quel poi , che importi il tempo è molto ben chiaro , per fiiperlì , che alcuni ueleni fubito operano, induccndo mole(tie,& pericoli : 8 1 altri con dilationc di piu,ò manco tem- po . Ilpercheè neceffario di rimediare à quelli, che operano fubito, con fubiti, & uarijmedi- AO camenti: &prouedere piu tardamente in quelli, che fono piu tardi . Hora adunque effondo tut- ’ te quelle colè Hate dette da noi per dare all arte qualche forma , ueniamo hormai à trattarne pa- rticolarmente. Ht/l\ ubo fin qui trattato Dicfeerìdc dì tutti i ueleni , i quali tolti dentro ne i corpi no fin li corrompono, lì per nmKa'degli mutano, li distruggono, & finalmente li prillano della uitaiperfodisfkre in tal cofa interamente al tutto, uolfepin animali uele- oltre con ogni diligenza trattare anchor di quelli , che col mordere , & co’l trafiggere lafciano gli animali uelenofì. per fitpere egli molto bene, che non minori pericoli, augi molto maggiori riportano quelli à gli huommi,cbc tutti gli altriipcr ciocbefempre all'improuifo u incorrono, & il piu delle uolte nelle campagne, & ne i monti, ouc malageuolmente fi ritraiti no i rimedi j pronti . Et però fi uede , che non con manco dottrina , & dilgcnqa ne trattò egligcncralmcntc,& partico- - o larmcnte.cbe di tutti gli altri fu detti, onde ueggiamo.cbe non uolfe de i rimedìj uniuerfali per unfol prologo, ma per pia narrarne ogni poffibil dottrina . Il che uedendo alcuni de i moderni interpreti, hanno pcnfatq.cbc quello fello libro fia di- uifo in quattro libri, ciò è fello, fettìmo, ottano, intono. Il che facendo, dimoftrano ( faluando fempre la pace de dotti) non hauere confiderato , ne letto come fi richìedeua quel, che dice Diofcortde nel principio del prologo di qu.efto fe- llo libro: percioche chiaramente lo nomina feflo , & ultimo di tutta quella opera . Et però fecondo l’mtentione deWiSlefìo autore, & non fecondo le opinioni erronee di colìoro cogliamo noi affermare effere tutto quello untume de i velati , & de gli animali uelenofì un libro folo : quantunque diuidereft poffa in piu trattati , a ’tr dare il primo à i ucleni , che fi prendono per bocca : il fecondo alla cura de i morfì del cane rabbiofo : il ter\o à ifegni,& àgli accidenti de i ucle - ni, che fi caufano nei corpi per li mor. fi, & per lepunturede glianimali uelenofì : & il quarto ,& ultimo alia curadi quelli . Ma non però bifogna dire , che fieno libri diflinti l’uno dall’altro, come fi fono imaginati alcuni moderni, &fi>e- - tialmenteil Mtmardo da Ferrara: percioche queHoripugiu del tutto al ttfhifleJfodiDiofcoride . Mche confido- Nuovo ordine ° randa io , per leuar uia tante diuifioni di libri , & di trattati , ho congiunti infime tutti i capitoli dei fegni ,&de gli 1 5“' *■ accidenti di efii ueleni , con quelli della cura loro , aaiochepiu comodamente {offa ciafcuno in un fol caporitromre il . LLLLLL tutto 1)02 Dilcor fi del Matthioii tutto ferina cercare ifegni , & gli accidenti in un trattato , & la cura nell’altro ; facendo cofi didue trattati /epurati un fdo . Il che fece parimente Divfcoride trattando di [opra, de uelcni ,.che fi tolgono dentro nel corpo : douenon diuifecgli altrimenti i fogni dalla cura . Onde piu pretto ne donerò io ejferelaudato , che uituperato da.alcmo iperciochc quanto miglior commodità fi ritraila in qual fi uoglia cofz.it auto piu (ì loda , & s’ appresa da ciafcuno , & in uano fi facci con piu cofe , quel che fi può fare con manco . "ìge però per quetto potrà dire alcuno , ebebabbìa io falfìficato , ne corrotto m alcun luogo il tetto : ma bene , che neramente l'babbia io ridotto in affai migliore forma • Ife altro parmi , che fta da di- re fopra il prefente prologo , il quale à moltipcr effere flato difficile ( come dimofìra il fecretario Fiorentino ) da inten- dere , per non bauere forfè hauuto e ±li quella pr attica , & fetenza della dialettica , che ui fi riebiedeua ; fe non che non fia altro , che un contrafio , che fa Diofcoride , imitando ^rifiatile, contra tutti coloro , che fuperficialmente cianciano in medicina fopra la femplice , & nuda interpretationede i uocaboli. , & maffimamente di quelli , che fono compofii di lo nane , & diuerfe uvei, 'Perciocbe cotal dittratta interpretatione di effi uocaboli piuprefiofi comìene à fopbiftì., & fa- uolofi autori , che à {fermentati , & ueri medici ; come fe ne può . ageuolmcnte chiarire ciafcuno negli ìrreprenfibili ef- fempi de i uocaboli compofii di piu uocaboli , che pone ^Anfiotile nella peri bermenia . Impcrocbe conofceua cjfo Dio- fcoride ,cbe tanto alcuni mcthodici , quanto. dogmatici non feguitauano in effi uocaboli compofii l’intentione de. ueri, & effer citati medici , nominata per cotali uocaboli . Oltre à ciò non poco impugna , & riprende tutti coloro , i quali fi met- tono, à far diuifioni nelle caufe fenica dialettica alcuna . perciocbe errando nella diuifwne,, errano pofcia.c onfeguentemen- te in tutto il refio . Et però chi fia defiderofo diuedere fopra quetto ogni ragione,, legga . in ^ trifiotilc.al fecondo del- la pbifica : perciocbe quiui ritrouarà ampio campo da fodisfarfi . Haueremmo noi fopra « do neramente potuto fare lunghi difeorfi.: ma per. non J e fendere l'ifiituto nottro in quefia opera di fcriuere in tal materia , non. accade, à fermi ne piu auanti • t 20 De i fegni del Cane rabbiofo , & di coloro , che fono Itati morii da quello . Cap. XXXVI. HA b b i a m o uoluto trattare dèi morfo del cane rabbiofo prima dì tutti gli altri , per effère ani male domeftico , & nel continuo commertio deU’huomo,&perfaper noi,chelpeflè uolte incorre egli nella rabbia , di cui pofeia fi muore, & malageuolmente fi può fchifàre . Val che incorrono polcia gli huomini in pericoli irrcmediabili,fe nonfigli ulano molti & molti rimedi). Arrabbiali adunque il cane ne i tempi de gliardentilfimi caldi , & parimente de gli eftremi freddi . Fatto adunque, che fia egli rabbiofo, non uuole mangiare, ne manco fi cura di bere : gitta una fpiuma flemmatica per lo nafó,& perla bocca: rimira ftranamente, dimoftrandofi piu del folito malinconico : affai ta tutti lènza abbaiare , & morde indifferentemente cofi le beftie ,-come gli huo- mini . tanto domeftichi , quanto foreftieri . Nel mordere non caufa altriaccidenti , che il dolore , cheli fente per la ferita: ma in certo procelle di tempo caufa quel male,': che per haucrei patienn paura dell'acqua, fi chiama dai Greci hidrophobico . il che interuiene con ifpalìmo dinerui,con 50 rollèzza di tutto ileorpo, &mafsimamente della faccia, con fudore,&con una certa lamentatio- ne . Sono di quelli alcuni, che fuggono la chiarezza della luce : altri continuamente Hanno con do- lori : & altri abbaiando , come fanno i cani , allattano , uolendo mordere , chi lo uiene incontra , & mordendogli , gli tanno diuentare parimente rabbiofi . Di quelli adunque , che cafcano in.- corali accidenti , mai non habbiamo ueduto fanarfene alcuno : come che habbiamo ritrouato nelle hilto- rie eflerìène liberato uno , ouer due. Imperoche afferma Eudemo hauerne egli liberato uno . altri dicono , che eflèndo (lato morfo Themifone medico , & cafcato in quello furore, fe ne-libero pari- menteanchora egli. Scaltri dicono , che medicando di quello male un fuo canfsimo amico , & feruendogli in tutto domefticamente,fe n'infettò egli, per lamolta conferenza della natura, che era tra ambidue loro : ma che dopo molti dolori,finalmente fu liberato . E ueramente quello mor- bo moleltifsimo: nientedimeno molti morfi fono flati liberati da noi, & parimente da altri medici, auanti che fieno incorfi in elio. - 1 ' - ^0N Nel feflolib. di Diofcoride. I)°3 NOn/? ritroua neramente animale al mondo piu domefiico del cane , ne che habbia tante diuerfe fretie nella fua Cani rabbiofi, generatione .Et pero uediamo , che glibuomini , le donne, i piccioli fanciulli conuerfano piu domejlicàmente co & l°ro uelcno- ica cani , che con qual fi uoglia altro animale , che per domefiico fi tenga nelle noftre cafe : quantunque fatti pofeia rab- fa"Huta> & fc" biofi, diuentino uelenofifiimi, mortali • Et perche , effendo i cani nel continuo confortio degli huomini , fono moltopiu atti a morderlo , quando fon carichi dirabbia , che qual fi uoglia altro animale mortifero ; meritamente , & con ferma ragione ne tratto prima di tutti gli altri Diofcoride , fapendo molto bene egli di quanta grande importanza fieno i perico- li, chencfuccedono . Et come che non diceffc egli lar agione , per che diuentino la fiate ne i grandifiimi calori, & pari * mente il uerno negli eccefiiui freddi , rabbiofi i cani ; nondimeno fapendofi , che la rabbia loro non procede da altro , che da humorì malinconici generati in loro , fi può ageuolmentc confiderare, che gli eccefiiui caldi della fiate loro caufino ta- le aduftionenegli bumori : & gli eccefiiui freddi del uerno di tal forte loro ingrofiino,& congelino il fangue , che gli fan- no diuentare malinconici ,& rabbiofi . Scùffie de i fegni del cane rabbiofo Galeno alquanto piu diffujàmentc nel libro della theriaca , dedicato a Tifone ( fe però di Galeno è quel uolume ) cofi dicendo . Se tu itedrai , che il cane, il quale hab bia morduto alcuno ,fia afeiutto, fiocco, & magro di corpo, chehabbiagli occhi roffi, porti la coda dondoloni,habbia la friuma alla bocca , porti la lingua fuori liuida , ò gialla , affalti ciafcuno che gli uiene incontra, corra fen^a alcuna r agio- ne, & fermifi nel cor fio all'improuifo,& dimofirifipiufuriofo,& crucciato ,& che caminando morda chi da prima non ha ueduto ; fappi , che facilmente potrai giudicare effere cotal cane arrabbiato .Tortano oltre a ciò, fecondo alcuni altri piu moderni, i cani rabbiofi le orecchie bafife, cambiano lentamente, non abbaiano ad alcuno ,t erigono la tefta come fe fujfero balordi, & infenfati,& mordono nonfolamentegli huomini all'improuifo ; ma tutti gli animali, che rincontra - . no.Wefiamarauigliofo ad alcuno, che cofi mordano ilpadrone , & tutti gli altri domefiichi di cafa fienai rifretto alcu- * G no. percioche hauendo quella loro malinconia occupato ogni loro conofrimento ,<& difirutto la memoria, non piu fe ne ri cordano, ne lo pojfono ricono fiere. Il che fi uede medefimamente ne gli huomini, i quali diuentando malincolinici , che ^ & ^ non folamente hanno alle uolte ammanto i padri, le madri, le mogli, & i figliuoli ; ma aneborafe fìefii. E' oltre à ciò da fapere , che non folamente diuentano rabbiofi i cani per lo troppo caldo della fiate, & per l’ eccejjìuo freddo del uerno ; ma bia. molte uolte anchoraper mangiare le carni degli animali, che muoiono daper loro, già fatte putride , & uerminofe : &■ parimente il lor fangue , glàdi piu giorni corrotto : & fe per forte fono cotali carni d'animali morti ò di morbo , òdi morfo di uelenofi animali , ouer amento ammarati dalfulgure , diuentano femxa alcun dubbio maggiormente rabbiofi. * 4.1 che non poco anchora gli induce il bere dell' acque torbide, & putrefatte .- percioche tutte quefie cofe gli riempiono di putrida malinconia . Et tanto piu incorrono ; nella rabbia per tali caufe i cani , quanto piu fono (uno dell’altro natural- mente malinconici . Muer tijcano anchora le gentilifiime madonne di non dare à i loro cagnoletti, che per trastullo s’alle- 3° nano, cibi, ne brodi , oueficno dentro fretiarie , & mafiimamcntc pepe, & gengcuo .percioche totali cofe eccefiiuamen- te calidc,& fec eh e, gli fanno per la medefima ragione, che fu detta dell'eccefiiuo caldo della fiate , diuentare rabbiofi . Ter quefio uolentieri le ne auertifco, acciochc non loro interueniffe quello, che interuenne all' eccellentifiimo dottore Bal- do Uggirla nella città di Trento . il quale fcher\ando con un fuo cagnolino, fu morfo leggiermente da lui in un labbro del la bocca : & trafeorrcndo la cofa,& non fapendo, che fujfe rabbiofo, incorfe quattro mefi dapoi nella rabbia , & nel ti- more dell'acqua : & cofi non giouandogli rimedio alcuno, fe ne morì mifer abilmente . jLppreffo à quefio è da fapere , che non folamente i cani (quantunque però quefii piu, che tutti gli altri incorrano nella rabbia) diuentano rabbiofi ; ma an- rabbk>fi. chora molti degli altri animali, come fono le uolpi, i lupi, le donnole, le faine, le martole,i babbuini , & altri fintili . Et però non fo come dice/fe Galeno al fefto libro de i luoghi infetti , che /olà il cane fra tutti gli animali diuenta rabbiof ) . Se già non uoleffc dire egli (come credo anchoraio) che la rabbia fia piu propria pafiione dei cani , che d’ogni altro anima- lo le. Bjfèrifce Mifiotilc ali'v III. libro dcll'hifioria degli animali , che anchora i cameli , & i caualli diuentano rabbiofi. Et già mi ricordo io haucr ueduto in uilla ufeire un cauallo rabbiofo dì una falla: il quale ritrattando al primo fc an- tro una p onera ucccbia , la prefe coi denti nella fo?nmità del capo nella cuffia , & nei capelli, & portclla uia di pe- fo piu di dieci paffi: ma non però gli fece altro male ,fe non grandifiima paura . Diuentano rabbiofi (come riferifee i/tuicenna ) anchora i muli . &già fe ne fono ritrouati di quelli, che mordendo i padroni , & i frr indori , gli hanno fatti diuentare rabbiofi ,& come frintati. Sopra l che è da fapere, che cotali animali fogliono per il piu diuentare rabbiofi, per effere fiati morii da altri animali rabbiofi. Dice oltre à ciò Diofcoride, che non fono i morfi del cane rabbiofo di [Umili, ne differenti dal morfo degli altri cani : percioche non fi finite nel principio piu dolore, ne piu alter ationc iu quelli , che in quefii.Ma bene è u'ero,che non ammiri} firandofi la debita cura , fanno incorrere gli huomini nella rabbia ,& nel timore dell’ acquatiche conferma Galeno nel libro della theriaca à Tifone , & parimente in quell altro delle fette , fcritto à co- .5 p loro,che fi uogliono introdurre alla medicina . Et però aucrtifcafi con ogni cura , quando qualche cane mordeffe alcuno , " à tuttii fegni predetti. percioche trafeurandofi la cofa , fi cafca poi in incurabili accidenti . affermano Oùbafio , Taolo,Mtio,J.uicenna,& altri fam< fi fcrittori , che meffe le noci communi pefie per tutta una notte ben fiifiiatefr- pra alla morfura,& date pofria à mangiare ad un gallo , oucr gallina ,fe ne muoiono il giorno feguente, quando il mor- fo fia fatto da rabbiofo animale . Mtri dicono , che imbrattandofi il pane col fangue, che efre dalla morfura,& giran- dolo à i cani, non lo mangiano, ne manco lo fiutano . Ma non è però del tutto da fidar fi di quefie cof e , come che fieno frit- te da autori degni di fede . & però attendafi con ogni diligenza anchora à gli altri fegni fu detti . Trafeurandofi ^ adunque il morfo del cane rabbiofo cominciano dopo alcuno fratto di tempo i patienti àpenfare à cofe flrane ,& fuor ciden’tij & cau_ di natura, & del confueto loro: percioche già comincia il ueleno à corrompere limagìnatiua dell’intelletto . Et cofi paf- fe. fando aitanti, dormono col forno interrottojuegliandofi freffo con paura: diuentano frani da pr atticare , nanna A mormorando traloro fieffi,non rifondono alcune uolte alpropofito,afcondonfi dal confortio delle genti, & parimente da i domefiichi di cafajlandofifoldbanno in odio la luce,& tutte le cofe bianche.-diuentano raffi in faccia, incorrono mol te uolte nello frafimo de i ncrui delle parti eflreme.; & finalmente uengonoà tanto , che ™ f i y o 4- Difcorlì del Mattinoli do alcuno veder l’acqua, il che è poiijjìmofegno che del tuttofila confermato Unitalo .Et però ben diceua Diofcorìde, che quando forni patiniti ridotti à quefto termine, la cura loro è del tutto impofsihile . Trefentandofi loro adunque l'ac qua , la quale uer amente fe heuejfero, li famrehbe ; gridano , abbaiano come fanno i cani , tremano fidano , tramorti- flono , anfanano ,& fi jfiauentano , come fe doue/fero entrar nel fuoco . Il che accade , perche ejfendo fatti malinconi- ci,!^ hauendo già corrotto tutte le potente dello intelletto, ricufano ipouerini quel, che liberare li potrebbe . Tfe inter- ' uiene quefto per altra cagione ,fenon perche , ejfendo fi già impadronito il ueleno di tutti gli bumori , & uìrtà principa- lidìtutto’l corpo ,& già hauendo ridotto ogni fua difpofitione alla flanatura, fìmuoue à fare molenda al fuo contra- rio, ciò è all acqua, quando fi gli prefenta . Et però il fapientìjsmo Galeno nellibro della theriaca à Tifone , cofi diceua. Tgonfilamcnte fi difeccano in tutto l corpo , fi jjmfimano ,& patifeono febbri ardentiffime interiori coloro, che ejfen- do morfì dai cani rabbioft già temono l'acqua ; ma anfanano con l'intelletto, & incorrono ingrauifiìmi accidenti .Ter- 10 cicche hanno paura grandifiima dell'acqua ,&fentendofi grandemente difcccare,defìderanodibumettarfi:& nondime- no non uogliono in alcun modo bere , percioche ejfendo ufeiti del fanno, non conofcono, ne confìderano quello , che gli po- trebbe aiutare . Et cofi fuggendo dallacqua,& hauendone paura , fe ne muoiono duna mìfera morte . Tutto quello dijfe Galeno . fucsie adunque fono le caufe capaci, & ragioneuoli, che gli inducono à fpauentarft dell'acqua . Benché ajfer - mino alcuni], che accaggia parimente quefto , percioche par loro di vedere nell' acqua un cane , che gli voglia mordere. Et però riferìfee bletio bollendone [biftoria da Rufo & da TojSidonio, che ejfendo un certo phìlofopho meorfo nel ti- mor dell'acqua, per ejfere Slato morfodal cane rabbiofo, refiftendo con la uìnàfonijfma dall'animo à cotale accidente, ejfendoeli fiat opre fintato il bagno dell’ acqua , & uedendoui dentro il cane imaginatiuo , flette cofi alquanto penfierofo: & pojcia dijfe fi a fe Sìejfo ; Et che cofa hanno àfare i cani co’l bagno i & fubito facendo finga alla natura , intrepi- damente u entrò dentro, beuendo à fuo modo dell'acqua, & fuper andò cofi la malvagità, & la finga del veleno con la co- 2 0 Segni diqual- pianga dell’ animo . onde hebbe pojcia origine quel proverbio , che fi dico , Sfiliti cara, cumbalneoj Rjferifce Mùcenna, «c le i ute. f£e quantunque temano ipatienti l'acqua ; fi può tenere nondimeno fficr unga di fallite , pur che rimirando nello j pecchia , riconofcano fefiejli . Il che dimoftra, che fi pojfa bauere fper aliga di curare nel timor dell' acqua , quando il ueleno liofila di tal forte confermato, che reHìno anebora i patenti con qualche compimento .Et però non è marauiglia.fe quel phìlo fopbo, di cui narra t hifloria jtetio,fe ne curajfe,uedendofi manifefiamente,che il dif :orfo della ragione era poco, ò nien- te in lui ojfefo. Dijfe oltre à ciò biute erma, che fi ritrouano alle volte alcuni di coloro , che fono flati morfi , iquali orinano con non poco dolore alcune carnofità quafì di forma fintili à i piccioli cagnoletti . il che ho parimente intejb dire ad alcu- ni de noflri tempi . Ma perche par cofa, che non poco ripugni alla ragione , & alle cofe naturali , uolendo alcuno udire o intendere per lunghe difimtc, come papi la cofa, legga Gentile in Muicennafopra quello pafio, & parimente il Concilia- tore alla differenza I ■jg.pcrciocheritrouard quitti, come pojfa quejìo mteruenire.Einalmdte dicein quefto capitolo Dio- ^ floride, che dijfero alcuni, che quel medico chiamato Themifone, fi infettò di rabbia, per battere medicato, angifiruito do mejlicamente à quel fuo amico, fidamente per pratticar con lui, per ejfere gran conferenga tra loro nella compie filone, & nelfiangue . Sopra’l chepiupreHo fi potrebbe direbbe qualche uolta hauejfl il medico heuuto , & mangiato con lui , per eccitarlo al cibo, & all' acqua:& cofi hauejfl egli in qualche modo tocca,ouer bcuuta della fitta faliua.Tcrciocbcfe (come dice Galeno al fifiolibro de iluoghiinfetti) toccandolafpiumadeUanerabbwfo qual fiuoglia membro delllmomo in fu la carne ignudala ditientare cofi rabbiofo colui, come fi fujie neramente morfio ; tanto piu può intervenir quest cioc- cando la carne ignuda la [alida iell'huomo già fatto rabbiofo. Et però diceua Muicema , che fi debbano molto ben guar- dare coloro, che feruono à queflipatienti , di non mangiare, ne di bere di quelle cofe , clic alle uolte lor figlio, ,o allunga- re. Tjon fi faccia uer amente beffe alcuno, che la /piuma pojfa cofi mortalmente infettare : percioche ne pojfo fare io ficu- ro, & fermo testimonio, per haucrne due uolte veduto (effetto. leggefi alxxl i.cap.ddvi il. libro dell hifloria de gli ammaliinMriftotìle,cbetuttigUanimalimordutidalcanearrabbiatodiuentanorabbwfi eccetto l’huomo . llcbe per quanto fi ne uede giornalmente à i tempinoSìri,&fi dimoftra per le fu dette ragioni, è neramente faljìfsimo . Et però è finga dubbio da crederebbe firn qucltcjlo fiato guafio, & corrotto da i poco diligenti fautori. percioche non è in modo, alcuno da imaginarfi, che di cofi trita,& manìfcfta cofa fujfe flato ignorante Aristotile. De i rimedi;' , con cui fi curano i morfi del cane rabbiofo. Cap. XXXVII. DV e fono le ragioni del medicare i morfi de ì cani rabbiofi . luna delle quali è commune,& ge nerale , & puofsi ufare in tutti i morfi de gli animali uelenofi : & l’altra è propria, & particola- re dei morfi de cani rabbiofi.& quella ha dato ueramenteà molti la defiderata falute.-come che à coloro, che già di lungo tempo fono flati morfi, molte uolte non habbia ella giouato. Il perche nar faremo primamente tutte le colè, che fi ricercano in ella, & polcia corfiuamcnte tutte quelle , che fi richieggono nella generale . Bifogna adunque hauer tempre preparata, & fottilmente trita della ce nere de i granchi de fiumi, abbruciati co i fermenti delle uiti bianche : & parimente. hauet-e alle ma ni della radicedella gentiana , pefta , Se fottilmente {tacciata . Et come alcuno fia flato morfo dal cu ne ambiato, tolganli quattro ciathi di uino puro, di poluere di granchi abbrufeiati due cucchiari,& di poluere di gentiana un cucchiaro folo: & melcolifi ogni cofe infieme à modo d'una liquida polen ta,& diali à bereper quattro giorni continui.Et quefto s'intende folamentein coloro,che li curano nel primo principio della morfura . Imperoche in coloro, di cui fi comincia la cura dopo due , ouer 6o tre giorni, bifogna triplicare la quantità del medicamento fopva quello , che dicemmo douerfi dare nel principio . Quefto ueramente tra tutti i medicamenti de i morfi del cane rabbiofo è efficacifsimo, Nelfefto lib. di Diofcoride. 15-05- efficaci fsimo , con cui (blamente molti , & molti fono flati liberati : & però fi può egli ufare ficura- mente. Ma accioche ci fortifichiamo anchora con altri rimedij contrai pericolo ineuitabi)e,non è cofa , che ci uicti , che non poffiamo ufare anchora de gli altri . percioche è molto meglio tolera- re i faftidij , & i dolori , che fi caufano dalle medicine , quantunque alle uolte niente gfouino , che lafciarfipericolarepcrnegligenza, &per trafcuraggine. Debbonfi ueramente in quelli morii mol- to piu temere le piaghe piccìolc-, limili allegraffiature.che le grandi: percioche ufcendo fempreper le piaghe maggiori piu quantità di fangue , può eflò fangue ageuolmente condur feco qualche par te di ueleno: il che non accade nelle picciole morfure . Bifogna oltre à ciò nelle morfure grandi ta- gliar uia allo intorno della piaga tutta la carne lacerata, & fcarnare bene allo intorno le labbra del- i o la ferita : & fe per forte fi fulTero già riattaccate infieme, è neceflàrìo di fepararle có l’uncino, & po foia liberamente tagliarle uia . Bifogna oltre à ciò tanto nelle grandi , quanto nelle picciole , graf- fiare profondamente per intorno tutta la carne fana co’l rafoio , accioche ufcendone copiofamen- il fangue , ritardi , che il ueleno non entri dentro nel corpo . Sono dopo quello ualoroiìisimeper tirar fuori , le uentofe melfegli fopra con molta fiamma , accioche piu ualorofamente tirin o . TM. N T O fingularmente , ebbene trutta in qitcfio capitolo Diofcoride la cura del cane rabbiofo, non tralaj, 'dan- do particolarità alcuna , che non accoderebbe à fargli fopra altro particolar difcorfo . Ma per non preterire il ffi- lito ordine noflro , & per fodisfùre anchora in pane i i lettori , i quali, fempre fono auidijfimi d'intendere cofe mone ; non hopotuto mancare di non illulìrarlo alquanto dì tutto quello , che mi è paruto & utile , & conueniente per quejla io tura. Et però è prima da fapere, cheCaleno , come filegge all'xi.delle facultàdei [empiici, altrimenti componenti il medicamento de i granchi de fiumi, &dellagentiana, che nonfaceua Diofcoride, come manifefiamente dimofirano fo- pra ciò le fuc parole, le quali fono quefie, La cenere dei granchi de fiumi, quantunque ella fia cofi. difeccatiua ,come è quella delle chiocciole; nondimeno ha mirabile proprietà iti coloro, che fono Siati morfi da i cani rabbìofi: il quale effetto fi uede in e fa fola, tome checompofla poi con incenfo, &gentiamfia ella moltoffiu efficace . Togliefi adunque per com- porla, una parte d'incenf i, cinque digentiana,& dieci di tenere digrmchi.Et in nero io gli ho ufati rare mite altrimen ti abbrufeiati: ma ben ffeffo al moiojche gliufaua Efcherione empirico , uecchio peritiffimo ne i medicamenti,miocompa triota & precettore . Manetta egli à tale effetto una padella dirameroffo, nella quale meffi fopra’l fuoco i granchi uiui,ui gli abbrufeiaua tanto, che fi conuertiffero in cenere, accioche fi poteffero tritare in fottiiifima , & impalpabile poluere. Della quale fempre tenenti in cafa preparata , & la facenti dopo al nafeere della Canicola , c fendo il fole in Leone à di- oq dotto di della luna . Et cofi la daua pofeia à bere à coloro, che erano fiati morfi da ì cani rabbioft , inorata con acqua, al la mi fora d' un gran cucchiaro per uolta, quaranta giorni continui . Ma fe da principio non gli uenmanoi morfi in cura , gliene daua ogni giorno due cucchiari nel medefimo modo,applicando alla piaga un ceroto fatto duna libradi pece,d un [diario Italiano difortiffimo aceto, & di tre onde d’opopanaco , Quefio tutto diffe Galeno . Ma è ben da fapere, che errano hogginon poco tutti i medici, che per II granchi de fiumi prendono i gamban , come fu da noi a baftampi dichiara- to di fopra nel fecondo libro al proprio capitolo de i granchi . percioche altra cofa rìleua appreffo i Greci carcinos,& al- tra cammarìs,& afiacos . Scrijfe quefia polucre Darnocrate in uerfi ( come fi legge al fecondo de gli antìdoti di Galeno) nel modo medefimo , cheta ferme Diofcoride . come ebe appreffo à qualch’m altro degli antichi ui fi ntrom incam- bio dello incenfo , che ui metteua Efchrione precettor di Galeno, la refina terebinthina . Cofe marauigliofefi faiuono di quello antidoto, di modo che dice Galeno non hauer inai ueduto perire alcuno , clic debitamente l'ufaffe . Le medefi- me lodi dettero gli antichi à quella pianta , che chiamarono Mliffo , togliendola, & ficcandola ,<& dandola pofeia in poluere per quaranta giorni continui , cominciando dal giorno primo della morfura, con acqua melata . Del che fa tejlimonio Galeno al fecondo libro degli antidoti , dotte pone per tal cura alcuni ualorofi medicamenti d’Mfckpiade . Ma in ueromalagemlmente fi può hoggiindouimre , qual fm il uero Mliffo ,come fu à baflanga detto di fopra nel ter- go libro . Lodò Maio nel fecondo, ■& nel [elio libro per li morfi de i cani rabbiofi , Ubidirne Giudaico , dicendo, che bornio al pefo d’ima dramma con l'acqua, non foiammtefi curano i patìenti dal timor dell’acqua ; ma chegmrifce an chora quelli, che già la comincia fero à temere.Commendò oltre à ciò in tal caffi gli bippocampi marini, triti con aceto ne ro, •& mele , tanto beanti , quanto applicati alla morfura . Cottficrifce molto àimorfi de cani rahbiofi la rombile, che uolgarmente fi chiama lapatioacuto.il perche rifcrifceMetio, che un certo uecchio curauavn questo caffi folamente con effatlauando la piaga con la fua decottione,<& pofeia impiafivandottifopra l’berba,& parimente dandola à bere in polite re, per hauere ella [acuità ualorofa di purgare per orina: ilchempococonferifcein tal caffi. Et però lodo M alterna alai nicompoftthincui entrano le cantar elle, accioche ualorofamente fi prouocaffe non folamente fi or ina ;ma anchora il fan- gue affermando poco dapoi.che il uero fegno,che fieno i patìenti liberi da colai maluagìo ueleno, è, quando dopo al torre degli antidoti, orinano il fangue.Lodò Galeno nel libro della theriacq à Tifonefia ifleffa theriaca tanto tolta per bocca, quanto applicata di fuori fopra’l male . Ma pofeia che quella de tempi mflrinon è tale , quale era quella, che componeut Galeno , farmi ueramente , che non ce nepofiiamo cofi [ternamente fidare : fegìà nonfufiimo certi delle fue operatimi i , facendone la prona neigaUi.comcfaceua Galeno . Comengonuifi il potamogeto , impiafirato con [ale fopra la morfu- ra : la corteccia del fico faluatico pefta , & beuuta nell’ acqua : laffengo, l’aglio, la centaurea minore , l’ariftotochia.l’ar temifia , il chamedrio , lo [cardio , la radice della brionia , ilputegio , & il lafero , tanto applicati di fuori , quanto tolti didentro. Tengono alcmiper ficurìffmorimedio dare smangiare al punente il fegato arroflito del medefimo cane rabbiofo , che l’ha morfo . il che diffe parimente Diofcoride : ma non però affermatiuamente,conic nel fecondo libro fi può 60 molto ben confiderai al proprio capitolo de i fegati di diuerfi ammali . Et però dìceua Galeno all’xi .delle [acuità de 1 r impuri , che il fegato del cane rabbiofo , compojlo con altri mloroft antidoti , baueua curato molti: ma chemolti fe n e- J ' * LLLLLL 3 rano Cura de i mor lì del cane rab- biofo. Errore di mol- ti. Cura fcritta da Aedo. Rimedi) fofpet ti. Rimedi j reli- giofi. Cauterio , & fua utilità. i y o 6 Difcorfi del Matthioli rano morti , i quali fe l'haucuano mangiato cofi filo fienai altro . Mitri , come pur recita Diofcoridc nel luogo mcdefnno, credono , che togliendofi una fama del medefimo cane , & portandofi legata in m faccbetto di cuoio al braccio, liberi dal timor dell’acqua . Del che neramente farmi ( comencldifcorfi nofìro unwcrfale ,fatlo nelprìncipio di queHo libro ,fu detto delle pietre pretìofe ) che poco', ò niente fi debbano fidare i medici , & parimente i patienti : per cioche filmo tffere molto meglio ufare fempre i rimedij fiacri . Confifie oltre à ciò la maggior parte di qtiefla cura nell’ aprire largamente la piaga , & Iettarne per intorno tutta la carne lacerata : per cioche cofi facendo , fidala uia larga d riuocare il uelcno fuor del corpo, fi toglie uia la parte piu infetta ,& facendoli ufeire affai fingile , non poco fi diuertifee la malitagità della cofi. Il che fi fa parimente , graffiando per intorno alta piaga co’l rafiio profondamente , & tirandone pof :ia fuoriil fangue, & l' bumore con le uentofe forti, & con le magnane. Le medicine filatine , &parimcnte ilcauaricl fingile per la uena , non fi conuengono in modo alcuno nel principio , per ci oche battendo facilità di tirare dalle parti efieriori al - { o le interiori , non potrebbono ,fe non mortalmente miocere.douendoft riuocare il ueleno per la piaga . Come che nel pro- ceffo poi ,& doueper e fiere fiata ferrata per trafeuraggine la morfura , fufic il ueleno penetrato nel corpo ( come piu auantidiremo ) pofimo le purgationi ,& ileauar del fingile .nelle fanguinee completimi , non pocogioitare . Ilper- ebe lodano tutti gli antichi ,& parimente i moderni autbori nel principio il prouocare il fangue dalla morfitm con lefca- rificationi , & con le uentofe : per diuertire , cbe’l ueleno non penetri, & per tirarlo fimilmentc di fuori . Ma neramen- te pochi fono ài tempi noftri , che fieno morfidai cani rabbiofi , che fi curino per le mani dei medici . perciochelapiu parte ricorrono chi à fan Donino , & chi à fan Bellino ,doue ficuramMe fi curano daifaccrdoti con alcuni efiorcifmi,& con certo lor pane , i patienti . Il che neramente non è bugia : percioebe molti conofco ,&ho conofciuti io, che filamen- to per cotal uia fi fino liberati. Sopra l che penfando io alcune mite , ho confiderato , chepofia intemenir queHo per fli- uerfe cagioni .Vrimaper uirtù diuina: perciocbei maligni /piriti non poco pofiono in tal cofa operare , per cffereil lor 20 feggio ncll'bumor malinconico , & cofi. cedendo à gli cfiorcifmi , Inficino i corpi liberi, portandofenc fico nel partirli ogni ueleno . Secondariamente è dapenfire , che cotali facerdoti babbiano qualche approdato medicamento, il qual danno in quel lor pane , che chiamano Benedetto , onero in altra forte dì bcuanda . Mi che aiuta non poco la fede gran- de de i patenti , concorrenioui però fefiprc la grafia dell' onnipotente , & magno Iddio , il qual è finalmente quel filo , che cura ogni languore . Dei Cauteri), che s’ulano in quefta cura. Cap. XXXVIII. E' Veramente il Cauterio ifpedientifsimo rimedio contra lemorfure, & le punture di tutti gli animali uelenofi : imperoche eilendo il fuoco piu potente d'ognialtra cofa non fola- mente uince egli il ueleno , ma prohibifee parimente, che non fe n’entri dentro nelle membra del corpo : & perche anchora rimanendo la parte cauterizata lungamente ulcerata , ne dà ainpliffi - ino fondamento di poter curare. Et però è con ogni diligenza da auertire, che nel cader dell’efcha- ra caufata dal cauterio , la piaga non li faldaife : ma potendoli fare , fi dee tenere la bocca dell'ulcera aperta fino al tempo determinato, quantunque ui fulfe infiammagione , ò fordidezza . Il che fi può ageuolmentefare, mettendogli fopra cofe falate, algio faluatico trito, & parimente cipolle, & mafsimamente il liquore Cirenaico, oueramente quello che fi chiama Medico, ouero Partitico. Fanno il medefimo le granella del grano mafticate,& parimente intere : percioche ingroflàndofi co'l tirare àfel’humore, dilatano del continuo la piaga. Sono alcuni, che fi credono, che molto piu giouino cotali granella , quando li mafticano da digiuno , affermando hauere elleno cofi^ per- propria natura uirtù piu ualorofà di Ipegnere il ueleno. ma inuero quello non è certo, ne ficaio rimedio : come che nel principio fi poffii egli uiàre . Et (è per forte accadefle ( come fpeflòintcruio- ne ) che la piaga fi faldailb auanti al tempo determinato , è ueramente neceflàrio di uenire all’ope - ra manuale , & cofiaprirla , tagliarla, & cauterizarla di nuouo . Ma quando fia paffàto il tempo de- terminato, lafcifi del tutto confolidare . dopo al che fe gli dee por fopra quello empiaftro , cheli compone di fali : & dopo pochi giorni della fenape pefta . IL cavterIo attuale fatto con ferro, oueramente con oro, ò argento infocato non filamente èrimedio faluti- feriffmo nella morfura del cane rabbiofi ; ma anchora di molti altri animali uelenofi , & parimente in dmerfi incu- rabili malattie . Etperònonèmaramglia.fiinquefloluogoper nobilifiimo rimedio locommemorò Dìofionde . Fac- j0 ciaft adunque in tal cafo con ogni confiienqa , & cofi ampio , che non facilmente in butte tempofipoffa fald.tr la piaga . Et fi perfine fi ritrouajfe alcuno cofi timido , clic non itolefic patire il cauterio del fuoco attuale , fi può in tal cafo ufire un caufiico morto . ficl che ueramente non ha pari ilSolimato incorporato ( accioche manco affligga ) con qualche un- guento frigido . Tcrcioche l'efchara , che fi caufida queHo, fe ne cafca uia in due giorni , quando continuamente fi gli tiene fopra il boturo : il che non fi ogni altra efehara caufita da qual fi uoglia cauterio .Mafie anchora ne con lo attua- ^ le , ne co’lpotentiale cauterio operar fi poteffe ( come per dmerfi caufe fuolc fieffo allenire ) attendafi in tal cafo con ogni diliaen\a à tenere aperta la piaga , con applicarle fopra impiaHri , & cerati mlorofamcnte attrattali , fatti di pece , di ragia , di gomme , & d’altri filmili materiali . Ma facendoli i cauterij , bifogna con ogni diligen\aprocurare,che l efeha- ra fi ne {picchi uia con ogni preflegy , accioche fi faccia larga uia al ueleno . perche rimanendola l’ efehara lungamente, terrebbe ferrata la piaga con non poco danno . Fafsi adunque cader prcfto l'efchara del cauterio attuale , impiaflrando- g 0 ui fopra la uernice liquida incorporata con tuarla d’uoua , & boturo : oueramente bagnando piu, &piuuolte il giorno, Se la notte le faldella delle fila nel boturo crudo liquefatto al fuoco: il che neramente piu giorni , che ogni altra cofa. Dopo Nel fefto lib . di Diofeorid io e. iyo7 Dopo al che falcifero rimedio è il pomi [opra ogni giorno ima uolta la poluere del Vrecihitatn ■ I a iica,& diuiniffima poluere non {blamente ha proprietà grandijìima di prolungare il ferrar della piaga ; ma ^ tirar mfo ro fornente il ueleno dal profondo alla circonferenga . il che fa egli piu, che ognPaltra medicina! Et non uolendofiadope- ’^npoluerefi può comporre con qual^ ^^^cofacena,chebaSlnenerclapiagaapenafino fipuo errare a prolungarla piu auanti, acc, oche meglio fon' efe a fuori ogni refiduo di malignità,! rimaner uipotejjé Del reggimento del uiuere di coloro, che fono flati morii dal Cane rabbiofo. Gap. XXXIX. T E cose, che &r fi debbono per far la cura della piaga della morfura fatta dal Cane rabbiofo, L/ fono tali , quali habbiamo detto di fopra. Et però diremo hora del reggimento del uiuere, che uihconuiene, ordinandolo con quellecofe, che fpengono naturalmente le forze deluelenò & che parimente nrohibifcono , che non fi ftabilifca , ne fi diffonda nelle parti interiori del corpo . percioche il tor di quefte cofe per auanti ripugna , che le forze mortifere non penetrino alle inte- riora .Può adunque farei una&l’altra di quelle cofe, il bere del uino puro, del dolce chiamato puffo , & parimente del latte . imperoche coloro , che fi cibano di tutte quelle cofe , non fidamente ripugnano al ueleno ;ma fpengono anchora la qualità mortifera,chepofsiede. Fanno l'effetto me- 20 del- l enola , delfinoccbio > dello Jmirnio , del gladiolo , della fcilla , dello Jparganio , del ciclamino > <& del raphano tanto do - meflico , quanto (abiatico , tagliate in pegffi Aeffe nell acqua , &-pofcia pefle, & applicateuifopra . Oltre à ciò fi loda- no anebora il bdellio > il bitume Sodomeo , la erica , la pece liquida , il caftoreo , lo . slerco delle capre montane , l' biffo— 10 po yl origano , il dittamo di Candia » & parimente le radici del bianco , la calamintha, l'opopanaco , l'eupborbio , la co- nica , la uerbena , l balicacabo ,il folfo mej colato con l orina , il fate > l'aceto , il fiele del toro , la ruta tanto domenica , quanto faluatica , la cicerbita yilfifimbro , lafenape. , i, bruchi cioè fi mangiano le piante , la farina del grano , il nafiur- \o , il lafero odorifero , & fetido , parimente ilgalbano : facendo di quefie cofe empiasìri }fomcntationi , & altti fimi- li medicamenti per applicar di fuori . Efficacifiimi per . dar per bocca fon poi tutti quelli , che furono ferini da noi nel nofiro difeorfo uniuerfale per lungo catalogo , come che particolarmente per li morfi uelenofi fi lodino i cedri , & il feme loro , l echio , il feme del uitice , ifiuttiuerdi del platano yle bacche delginepro , la conica , il ebamedrio , il eba- mepitio y lofeordio , la carne delrkcio.teyreflre , il ceruello de i galli & delle galline , il caglio della lepre & delcaual- lo beuuto cannino :jl fangue della teflugginc marina , beuuto con cimino : il ficco de i porri, beuuto con mele : il nai'tur- Aa radice della centaurea maggiore , il pulegio , il dittamo di Candia , il feme del ligufhco , <& della peonia: la radi- co cefuperiore dei gladiolo , della gentiana,& del dittamo bianco :.il thlafi>i,la chioma dell’beliocbrifo > il feme del biadn- tbo yle ranocchie cotte nell’ olio, & condite col fate , & parimente ilbrodo loro fatto con olio, & con fiale, & la uergadcl ceruo ficca , & poluerigata .Cofegrandibo ueduto io delle radici di quella berbay che chiamano a Gorilla ( pi-r effir e -ella ne i morfi de i ferpenti ualorofifiima ) Serpentina , di cui dicemmo l’hiHoria di fopra nel fecondo libro al 'capitolo ilei coronopo, per cicche beuuta alla qnatità dì un cucchiaro,fana in breue (patio i morduti da qual fi uoglia uelenofo.ferpe . ne filamento naie ella contrai morfi de i ferpenti mortifcri,ma parimente eontra ogni ueleno prefo per bocca . il che fanno finalmente (fecondo che ho intefio da perfine nobili, degne dì fede ,cbe C hanno (perimentate)le radici di quei fiorati , che chiamano alcunigarofnni faluatichi . Celebrò G aleno f òpra tutti gli antidoti tanto femplici,quanto compofiti,nel libro Avifonc , per li morfi uelenofi,. la thcriacadi A ndromacbo , tofi dicendo La tberiaca ucy amente è antidoto ce~ lebratifiimo appreffo à. tutti gli buomini , per offruar e egli tutto quello , che promette , & parimente per l’ efficacia jO grande della fina operatione . lmperoche non s è mai ritrouato , che alcuno , ebe fia fiato morfi dalle fiere , che Jòglio- ■no nmma^garegli buomini , fia morto , bauendo prefo dipoi la tberiaca . » Kle manco è mai morto alcuno , che l’bab- hiaprma prefa , & non molto tempo dipoi fia fiato morfi . il che ifperimentano fpeffo alcunipretori , i quali hanno potestà di dar la morte , & la uita àgli buomiui : impcroche uolendo eglino prouare quello medicamento , per uederefe può offeruare quello , ebe promette , ne fanno i’efpericnyx in quelli , che per li misfatti loro fino giudicati alla morte. Ma ■noi non bauendo fatuità di pr oliar qnefto negli buomini , ci sformiamo di farne la uer a proua in altri animali . Impero- che prefi i galli fa'luaticbi , per ejfer di natura piu fece hi di quelli , che fono allenati , & nutriti nelle nofire caje ,•& che babitano infiemccon noi , gli lafciamo mordere da uelenofi fiime fiere , & cofi uediamo manifeft amente , che fi muoiono in un tratto quelli , che non hanno beuuta la tberiaca .• & quelli , a cui fu data per auanti > fi rifanano , & refìano nini . Tuoffi anebora moltoben prouare ,fc queflo medicamento fia fiato falfi fi cato , dandofi à coloro , che già bauejfero tolta quache medicina per purgarfi . impcroche fi la tberiaca farà buona , impedirà finga dubbio /’ operatione di cjjà medici- na . Dal che poffiamopofiia giudicare , effir l'antidoto ualorofifiimo, & realmente compofio : per bauer egli impe- dito la uirtu purgatiua della medicina già folita di purgare . Quefto tutto diffi ■ Galeno . Soprai che è dafaperc , che ageuol cofa era appreffo àgli antichi del tempo di Galeno ( di quelli dico , la cui potè (là scHcndeua in ammimsìrar lagiufiitiafopra la morte de i malfattori ) à prouar fi la tberiaca fuffe buona , ò pur contrafiitta : perciocbe in moki Ino ghifi coHumaua incambio di tagliar la teftaà i malfattori, oucramentedidar loro altro fupplicio , di condurgli nel tbeatro, & di fargli mordere dagli affidi . Del che fi teflimonio l'ifìeffo Galeno nel libro medefimo à Tif me : doue ba- uendo egli narrata la morte di Cleopatra , cofi diceua , Ho piu uolte contemplato io nella grande Aleffandria quanto prefiijfmamente ammalinogli affidi * imperoebe quiui quando uogliono uccidere bimanamente, & prefio alcuno ,che fiacondennato aliamone, gli attaccano uno affido al petto finnolo alquanto p affiggere ,& cofi in breue momen- to lo fanno morire . Trouifi adunque la tberiaca , che fi compra à i tempi noftri , co i galli ( come infigna Galeno ) ouc- r amente con qualche altro animale : & fi prouar fipoteffe ella con léfcimie, credo , che molto piu fi neuederebbe l'cffic- rienga , per effir quefie piu , che ogni altro animale fìmìli all buomo . Ma fi in Italia fi ritntoua T beriaca uertma che ' io.poffa al mio gusìo approuare per la migliore , dico ( faluando l’bonore ,&la bontà di quelle , che mi fono utnute alle mani ) che quella che fi fa in Verona alla ffietieria della campana d'oro dal uirtuojìffimo M. Franco fio Calceolano rarif- fimo Semplicifia de i tempi nofiri , non fa minori effetti di quella che faceua Galeno à gl'lmperdori : lmperoche oltre a ■ molte , & molte miracolo fi pruoue , che nbouedute io , in uarìf , & diuerfi enfi pcricolofi , & qttafi difperati , ui è an- ■ chorail teflimonio di molti cccellentifiimi medici , che l'hanno ufata, & l’ufino ogni giornocon marauigliofi fucceffi . - Ma pofeia , che è bone fia, & lecita cofi, angi lodeuole , & uirnofa à dire, & manifefiare leuirtù di cotali medkamen- ■ ti , & che fi difiaudarebbe il mondo fi fi taceffero quelle cofi , con cui fi può confinare la ulta de gl buomini, & cam- - parli dalla morte: Io ebe altra profeffione non faccio che di giouare allarepublica, &alla pofientà, non poffoquita- cere le uirtà miracolofi di quefia cofi rara, & ottima Tberiaca, con la quale firiue l'eccellentiffimo M. Antonio Capua- na Mantouano, per la fua rara dottrina, ,& uirtu medico giàdelfacrofanto Concilio di Trento >d bauer ufata, & adopc - 50 Rimedij diner Cì i i morii uele noli. Theriaca , & fue lodi feritee da Gal. Lode della thè riaca del Cal- ceolari-o Vero- nde. i)-I2 Difcorfi del Matthioli rata la Theriaca del Calceolaria nel veleno , nelle fióri pefiilentiali , nella par ali fi a, nella melancholia, & nella quarti- na fempre con f eliciffmo fuc ceffo. & in [petialità ferine d’bauerla data à una fanciulla di anni dodici in cafa della Signo- ra Anna Bonatta opprejfa da una febbre maligna , la quale offendo già fen\a polfo , &fen%a noce , & quafi tutta con- tratta 3 fu da lui richiamata à uitadopo due bore comma fola dramma di qucfla Theriaca diìlemperata con Maluagia , la quale ,comc per for^a le fu gittata giu per la gola, come ben fanno la Signora Anna predetta , & la Signora Caffandra Leona , che uifurno prefcnti.Scriue appo ciò l’Ecccllentifimo M. Giouanni Battila Olmi, medico del Signor V effe fa- llo Gonzaga d’hauer liberato uno fio figliolo di fette anni dalla morte , chehaueua mangiato per trafeuragine del Soli - mato in cambio di zucchero, folamentc con la T heriaca fu detta. Oltre à ciò afferma con fie lettere lo ecccllentifìimo me- dico M. Trofpero B or gar ucci, bora medico per le fic rare uirtù d ella Bucina di Francia, bauer fanata una donna in Vado- sa ( fetida molti altri in diuerfi cafi ) U quale inauertentemente baueua prefo del Solimato,& di già era ucnuta tutta ne IO r a, ferirla loquella,con la Theriaca fu detta . Il Dotiffimo, & eccellentifìimo M. Dominico Monteforo medico Feronefefa ■parimente fede co i fioi ferini d’hauer fanato con quefla T heriaca unric, & diuerfe perfine fiate mordute da diuerfi ani- mali uelenofì , & altri che erano Flati auuelenati , & d’hauer la ufata fempre felicemente , in uarij , & diuerfi malipc- ricolofi . llmolto eccellente, & faggio M. Girolamo Giullari fcriue d'hauer fanato in Verona un faldato de T dentini con la Theriaca ifteffafil quale per bauer prefo il fucchio. della corteccia delle radici del Sambuco era andato del corpo quafi una fecchia di f angue . & una donna, che per bauer prefo la Coloquintida in fifa nella maluagia rigittaua f angue di fi- fra, & di fitto . & oltre à ciò fcriue pur egli d'hauer liberato una donna de i Difcipuli , la quale effendo §lata abando- nata da gl’ altri medici in una vecchia , & quafi differata cacheffia , facendole ufire, queflo medicamento . Imperocbe le cacciò in piu uolte fiore del corpo ( quantunque à molti forfè parerà impofibile ) piu di mille vermini, come poffono af- fermare tutti li fioi di cafa .Taccio per non effer mole fio contante hifiorie ài lettori le cofe marauigliofe ,cbc me n’ha 20 fcritto l’ ecccllentifìimo M. Giouanni Battifia Sufio medico Mantoano , & laf ciò parimente di recitarne alcune altre hi - Fiorie non manco marauigliofe , per effere la mia profiffione piu intenta à fcriuere de i medicamenti cofi fempliei. , come compofiti , che di recitare bifiorie . Il perche mi uolgerò bora à dire , che non mi maraviglio , che la Theriaca della fpe- tiaria della Campana d'oro di Verona faccia di cofi fatte miracolofe operaioni ,fapendo io che è fiata fatta con. manco ficcedanei, che veruna altra, che ài tempi nofiri fiafiata preparata : che. in nero non fi io che le fatte per aitanti inlta- lia h abb ino h aulito l'Amomo vero , ne manco il vero & legitimo Cofio, ne l' A (palati) 0 legittimo :I quali effendomi fiati- mandati à effaminare dal fi detto Calceolaria , bauendo ritrouato che nifi veggono tutte, le note , che fe li convengo- no ,& che però non ho che dubitare , che non fieno i ucri , & i legittimi , li ferbò apprejfo di me , come per un paragone, &per farne la mofira à ciafcuno che uoleffe contemplarli .Ife per altro tengo queflo Cofo , che per l'Arabico piu loda- to di tutti li altri da Diofcoride , per effer egli bianco , leggiero , pieno , denfo , arid 0 , odorato , al guflo mordente come dice Galeno leggiermente amaro ; & fe ben tengo per nero Cofio Indiano , quello , che nuovamente n’ha portato dall’ Indie il molto uirtuofo , & diligentifìim.o inuefligatore di fempliei A. Cecchino Martinelli fpetiale in Venetia alr l'Angelo ( come diffi di fopra nel primo libro , nel proprio difcorfi del Cofio ) nondimeno prevalendo l’Arabico àtutti gl'altri f cerne afferma Diofcoride ) non poffo fe non dire , che il Cofio mcjfo dal Calceolaria nella fua Theriaca , fìa il piupreciafo , & il piu ualorofo di tutti . Ma fe pure fi ritrouaffe alcuno cofi fcredentiato , che non preflajje fede al te- fhmonio di tanti , & cofi degni Medici , & mfiememente al noflro faccine la pruoua , che ritrovar à fenfatamente , che io non ferino fauole , ne menzogne . Ciò adunque ho uuluto qui fcriuere io principalmente per beneficio del Mondo , & ancho per che Ì babbi da riconofcere da cofi uirtuofo , & raro huomo de tempi nofiri , come è uer amente il Calceolaria . Al quale nonpoco debbeno qucfli nofiri difcorfi , per effere fiati non poco arricchiti dal medefimo di molte belle , rare , & utiliffimc piante . Onde potranno agcuolmente accorgerli i uirtuofi, & benigni lettori , che da alcuni inuidiofi & ma- ligni fia fiata vituperata quefia uirtuofifiima , & diro anchora miracclofa Theriaca, folametne per fatiare la malignifi Genti ficure da uolonta loro à danno d'altrui . Bfitrouaronfì anticamente in diuerfi luoghi del mondo alcune genti , Le quali nac £0’ * turalmente praticavano co i ferpenti,&gli maneggiavano fen?xa effer mai ojfefi, tic morfì da loro . Del. che fa tefiimonio ro morii. Tlinio al fecóndo cap.del vii .libro, cofi dicendo. Scrive Crate T ergameno efferfi ritrovati in 1-ìellefp.onto intorno à Va- rio una forte d’huomini chiamati Ophiogenì , i quali toccando i patienti fanauano le morfire de i ferpenti , & mettendo- vi fopra la inano, nc cavavano il uelcno.Scriue Varrone ritrouaruifi anchora Foggi di quelli , che medicano , & finanoi morfì de i ferpenti con la faliua . Simili furono anchora in Africa i Tfilli , in cui fi riTrouò veleno crudelìffmo , & morta- le contra i ferpenti : imperoche folamcnte con l’odore difegli ammalavano . H avevano qucfli per cofiume , quando lor nafceuano i figliuoli , di mettergli avanti à ipitt uelenofì ferpenti , cheritrouar poteffero , folamente per provar fe le mo- gli loro f uff ero fiate pudiche .perciochc non fuggivano i ferpenti da quelli , che erano nati d'adulterio di foreflieri . Fu quefia gente pofeia difìrutta con le guerre, & con le uccifioni da i T{affomoni , i quali fono bora fignori di tutto quel pae fe . Tsficntedimeno fc ne ritrovano fino al dì d'hoggi alcuni , tanto di quelli , che fuggirono nel conflitto , quanto di quel- li , che in quel tempo fi ritrovarono affenti dalla patria loro , quando fu tutto l refio morto nella battaglia . Dura anebo- ra in Italia la gente de i Marfi , i quali dicono batter prefo origine da Marf ? figliuolo di Circe : & imperò bauer cofloro tal uirtù naturale contra i ferpenti . come che dicano alcuni altri , che tal uirtù di fuperarc i ferpenti lor fu infegnata da Medea , la quale h abitò già in quelle parti . Queflo tutto diffe Tlinio . iqondimcno , per quanto fi legge in Galeno nel li- bro della.theriaca à Tifone , i Marfi, che al fuo tempo fi ritrovavano, erano tutti ingannatori , ne ballettano alcuna fncul- tà naturale contrai veleno de i ferpenti, ma con certa loro fialide ingannavano di nafeo fogli huomini . Ft però neferif- fc egli con qitefie parole . Quefii ciarmadori non pigliano mai le vipere nel fuo tempo congruo, ma di poi lungo tempo, quando non hanno piu vigore . Ft come le hanno prefe , cercano dì addomefticarle, nutricandole con cibi diuerfi dalla lor ^ natura . immo che le fanno fpeffo mordere in alcuni peg^i di carne , acciocbe iti lafcino tutto il ueleno , che hanno nella bocca . Ft dannole anchora à mangiare alcune f oc accio ,pcr empir loro i pertugi de i denti . Ft cofi intemen poi , che mordendo 4 O; 50 Nel feflro lib. di Diolconde. mordendo fieno ì lor morfi deboli , ei dì poco udore '.come che paia non poco miracolo à coloro, che gli rimirano , quan- do fi fimno mordere . Tate adunque e l artificio di cofioro per ingannare gli ignoranti . Quello tutto diffe Galeno . I. tjlcjjd fialide e pofreia rimafra a quelli ciurmadori delnoHro tempo, che fi chiamano ( quantunque fene mentano cùrmad r' per la gola ) della cafra di fan Taolo . percioche fono tutti da Lecciadi Taglia , ò di qualche altro luogo circomicino : cheli chiama- ti pero ageuolmente difeefi daiMarfilor propinqui uicini,i quali furonopin ci piu centinaia d’anni , aitanti che ila- no(kHa calàdi ficeffe fan Taolo . È adunque da guardarli da coHoro ; percioche tutto quello, che dicono, à fanno, è con fraudo, r“nPgannfl0 con malitia , & con inganno . Vanno cofioro à prendere i lor animali per la piu parte alla fine del uerno : & per piu afiicurarfi dinonejfer morfi da quelle fiere ,s ungono le mani con certo loro unguento appropriato à cotale effetto , compoflo con olio di freme di raphanofraluatico ,fucco di dragontea, cerueUo di lepre , fracco dì radici d'amphodili , foglie 10 di frauina, bacche di ginepro, & altre loro mifluraggìni . percioche affermano , che effendo unti di cotal rimedio , non foffomìferpentim alcun modo mordergli . diche ageuolmente fi può credere, auengachefiritroui anchora appreffo dì Tuie andrò nelle theriache imo unguento , il quale ungendofrene prohibifree il morfro de frerpenti . Et tale unguento Vnguéro di Ni deferiffe egli conquefie , òfimili parole . Se à cafro ritrouarai in firada frerpenti l’uno attaccato con l’altro nel coito , candr"- <&metteraUiinmupig»atta,hitueraiueramenteunrimediocontrainocumenti uclenofi . Meffi adunque che hauerai i ferpentì nella pignatta , aggiungili (opra trenta dramme di ceruello , onero midollo di cerno mouamente morto : d’o- lio ddfitdo, in cui fieno fiate i>ifrufe,& fremutele rofre tre mite , quattro cotile : altrettanto d’olio crudo, & chiaro, & ma codia di cera . Scalda poi prefi amsnte ogni cafra al fuoco ,fin che le frquame de i frerpenti ,jì làfrcino, & fi lique- f acciailo . Tatto qucfiohabhia ma macineUa fatta àqueflo effetto, & macina tutto inficine „ Ma auertifei di cauar prima uia le ffine de frerpenti : percioche fono uelenofc . Et Je ti ungerai le membra con quello unguento , potrai dor- 2 0 mir perno , & andar la fiate per tutto fren\a hauer timore alcuno , che frerpente ti morda . Tutto quello diffe ’ìqicandro. Trendongli adunque perla piu parte in quello modo; & prefrt che gli hanno ,glì fiutano da digiuno f opra la telìa . il che non poco gli auilìfee , per ejfrer lafaliua dell’buomo naturalmente contraria alla natura uelenofra loro . Quando poi, per far di fre marauigliofro fiettacolo à i popoli ,fi uoglion far morder da efii iti fu lepubliche piatte , gli porgono poco aitanti alcun perfidi carne dura, & fatinogliela lungamente affamare ( come dìceua Galeno ) acciochc alcune uefrcichette , che fono appreffo à ideati mortiferi loro , nelle quali dicono , cheflà dentro il ueleno ,fi rompano , & fi difiruggano . co- me che alcune uolte anchora gliele taglino con le frorbìcette , accioche mai piu nifi generino . Et cofiuanno quefiiharri ingannando tutto l mondo , Et però molte uolte fiuede, che quando fi ritrouano diuerfi di loro {opra qualche pianga , & che uengono alle mani per parere l’un piu , Che l’altro della itera cafra dì fan Taolo , fi fanno mordere da gli animali, ài quali non hanno cauato dì bocca il ueleno . onde ( quantunque fi preparino per auanti con le f alfe theriache loro ) fi effe j o uolte ubiti dal ueleno calcano de lor banchi come moni per terra : & alle uolte fre ne muoiono , Infoiando l'anima al Dia- nolo , e’ l corpo alle frerpi . Etgiàmi ricordo offrendo io nella cittàdiTerugia , che due di quefti cìamadori ,i quali L'un l’altro s’eran fratti mordere da due mortif enfimi marafii in tre luoghi della perfona, fi farebbero morti, fre il Carauita Bolognefre , mio precettore in chirurgia , non gli baiteffe coni’ olio degli feorpioni da noìfrcritto dìfropra , liberati : ne lor farebbe ualuto perciò la lor pietra , che per cofra moltoficuradanno à ciafreuno . Come non italfre punto à quegli altri due, che fi frteer mordere in fu la piazza di Trento :i quali efiindo portati per morti aU’hojkria , furono anchora elfi franati con l’olio noflro medefmo . E' ben uero , che pare , che quella pillotta dì terra , la qual.fi fanno portare dalli fola diMal- ta hahbia non -poca proprietà contri luelem delle ferpi, come ba quella, che per portarli dalii/hla di Lemno fi chiama terra Lemma , ouer Jìgillata . Ma in uero dotte fia morfro alcuno da qualche affido fardo , ò da qualche uipcra,poco ò nul- la m naie . Et peto non è in mudo alenilo da fidar fi-, ckeil pane ,ò il nino riarmato da loro , poffa baiato , ò mangiato , .... ajsicurare alcuno per tutto quell'anno ( come efii menWiiofrene, promettono ) dal ueleno de frerpenti, & fogni altro ani- ^ male . pcrc-ioche ho conofiiuto io alami , i quali confidandoli d’òauer per rio battuta la gratta di Jan Taolo , uolcndo pi- gliare-in campagna de gli affidi , fre ne morirono mifrer abilmente , effóndo morfi da loro . Ma non però per quello dirò io , clic non fi ritrouino alcuni , che per una certa uirtù del cielo acquijiata per alcuno infiuffo delle lìellc fiJJe nell' bora della lor geli crea ione , non hahbiar.o propria itirtit dirmi potere effer morfi da i frerpenti . Ter ricche ho con offe iuta io alcuni {empiici ubimi , i quali frenga alcuna arte , -per certo iflinto dinatura pigliano le vipere , &gli affidi nini , & figli por- tano lungamente infreno ,frempt effer mai ne morfi , nc offeft da loro ; fre ben affìmprouifrogli calpelìano . Similmentemn foaneboranegarc, che con parole, & incantinonfi costringano quefti animali alt ubidienga. percioche di quello fre ne fon uedutenon pianole ifferienge . Ma pofreia clic quefto-luogo ricerca , che fi dica fropra la cura uniuerfrak quanto dir ^ demor(-_ fre nc poffa, non mancavo feròdi manifestare ( come che non fia coffa, che appartenga al medico ) come cur alta in fu ferpencife- queldi l\oma un ucccbio romito molto mio amico tutti coloro, cheerano morfi da quelle fiere mortifere fimi,! u edere il condo un to- 5 0 furiente. Subito adunque, che qualch’uno era morfro .mandauaunmeffo al romito . da cui intefra la coffa, gli addirli inda- ralt0' m ,Je uoleua tor la medicina per colui , che era ftatopercoffo; &fre riffondeua difi ,glifaccua mettere il piede deliro nudo in terra , & con un coltello lo circondala tutto per intorno , di modo che la forma rimaneffe . dopo al che, fitto Ie- ttar uia ilpiede ,frcriueua in detta forma con la punta del coltello quefte parole ; caro carvze, sanvm redvCEj repvta sanvm, EMANVtL paracletvs . poftcia.rafliaua uia la terra , fin che tutte le lettere fuffero disfatte ; & mettcua quella polirne in una fcuicUa d'acqua, & lafrciatala andare al fondo la colaua con la camifciadcl meffo : & pofreia , frattoui fropra il fregilo della croce, gliela daua à bere .Dopo al chef ritrouaua per co- ffa certa , che in queU'hova fi rifammi [ ammalato . Ifiuelommi un giorno ilromito quella cofra, dicendomi effer quefto il maggior fecreto , che hahbiano i ciarmadorì . Et però ,per frodisfrare à ciafreuno, non me l’ho uoluto qui tacere . MMMMMM Delle Difcorfi del Matthioli Vefpe,&api3& loro nocumen ti,& rimedi j. Phalangi,& le loro fpetie ferie te da Aecio. IJI4 Delle punture delle Velpe, delle Api. Cap. XLI. NO n DistMO fegni alcuni delle punture delle uefpe , & delle api , per eifer noti , & chiari à ciafcuno : & parimente perche non caufano alcuno accidente coli notabile , che meriti d'elfer conlideraro . ma non però per quello habbiamo uoluto tralafciarc di non fcriuerne i rimedij. Et pe rò è da fapere, che al morfo d'amendue quelli animali gioua non poco la maluaimpiaftratauifo- pra,& la farina d'orzo incorporata con l’aceto . Giouauiparimente il latte delfico, gocciolatoui fopra : & iimilmente il fomentar la puntura con la falamuoia , oueramente con l'acqua marina . io QV a n t v n il nome : ha la bocca nel nego deluentrc , & i piedi da ogni banda breuiffimi . Il fecondo chiamato Lupo , prende , & ammala le mofche, & ci- hafi di loro : ha il corpo largo , & uolubile , & le parti , che fono appreffo al collo intagliate : &ha la bocca in tre luo- ghi rileuata . Il Formicario cefi chiamato , per effer di corpo fimile alle piu graffe formiche ,èdi colore fuligmofo , con certe macoleper tutto il corpo , & muffirne in fui doffo , come felle . Il Cranocolapte è di figura lunghetto, &di uer- de colore : & ha una fpina appreffo al collo , conia quale trafigge , offendendo l'hmmo per il piu nelle parti mane alla ■tefla. Il Sclerocephalo ha la tefla dura , come unofaffo :&nei lineamenti del corpo è del tutto fimile alle farfalle . Lo Scolecio poi fi raffembra à un uermine macchiato tutto, & maffimamente appreffo al capo.Et quelle infommafono lefpe tie, che fi numerano de i Thalangi.QueHo tutto diffe Mctio.il quale nodimeno no deferiffe ifegniparticolan del morfo di 6o ciafcunofmperoche la dìuerfità delle fpetie fa anchora diuerfità d’accidenti:) ma deferiffe di tutti mmcrfalmente.Etpc rò uolendofl faperne gl indici] di tutti particolarmete.leggafi quello, che neferiue Hicandro.Imperoche egli.oltre all ha Nel fefto lib. di Diofcoridc in )]) uerne deficritto affai ptu frette , che non fece A etio,fi -.riffe particolarmente i fegni de i morfi di ciafcimo nelle fue theria- i m uer'l: . c ctt*pffwe quefia è lafiuHan %a * Qui fono da confiderare bora i nocumenti , & i fegni de i morfi de i Vba angi . Il primo , il quale èfrlendido chiamato Ffpox , è quafì nero , & camma con i piedi ferrati infime, & ha la hoc - piangi & lo- ca,& i enti in me^o del uentre . Mordendo adunque queHo, non laficia fegno ueruno di morfura : mafia diuentaregli oc ro (pene \ & fe- cbi rojfi nelle parti di fiotto, & infrigidire il corpo . Caufia oltre à ciofiubito dolore , di modo che i trafitti uanno gittando f!” fcrjtri da le braccia dal capo à i piedi . La uerga s’indurifce ., & il freddo , che occupa i lombi , fa rilavare le ginocchia . fi Alle- r°* rio, il quale è il fecondo, ha il dorfio , in cui rilucono alcune graffette , & lucidi lineamenti . Dal morfio di quefio nafice ab l improuifio uno horror e in tutto il corpo, con una certa uentofità , & una fonnolentia , che aggraua non poco la tefla , &fientcfi nelle ginocchia, & nell altre giunture di tutto il corpo non poca debolezza . fi altro poi_ chiamato Cianeo , è 1 0 alto , cì inito , & ruuido in tutto il corpo . QueHo trafigge acerbamente , onde s affanna il cuore , gli occhi s’ab- bagliano ,& perdono la lor f olita luce , & uomitano i trafitti alcune cofie filmili alle tele de ragni : dopo al che freffio perdono la uita . Il chiamato AgroHe , filmile al chiamato lupo , il quale ammaglia le mofiche , le api , & i tafani , che fi pigliano nella fina tela , trafigge debolmente , ne fia alteratone . Ma quello , che chiamano Difidero , onero Spbeceo ,roffo ,& filmile alla ue fra, caufia , mordendo , intorno al morfio grande enfiagione , dolori nelle ginoc- chia , nelle chorde de i nerui , tremore di uene ,fincopi , di modo che freffio lacera tutto il corpo , ouer amente ammala. Imperocbe finalmente induce cofi profondo forno , che libera l'huomo dalle fatiche di quefio mondo: tanto è egli eflre- mamente malefico . Il Formicario ,cofi chiamato per effiere di corpo filmile alle formiche , ha il collo roffio , & tutto il reflo del corpo neregno : ha il dorfio largo , per tutto punteggiato , come di Helle , & le tempie eleuate , (ir picciolo collo . Dalcui morfio naficono dolori filmili à gli altri uelenofi predetti . Sono alcuni altri phalangi piccioli filmili à '2o gli ficarafiaggi , i quali uiuono ne i campi de i legumi . QueHi mordendo cauf ano intorno alla morfina piccioli turno-' ri,& alcune bro^ette , battimento di cuore ,fìralunamento d’occhi ,& mormorio di parole fien\a propofito. Quello , che chiamano Cranocolapte , fi troua in Egitto tra le fiondi della perfiea , filmile alle farfalle, che nolano la notte in- torno alle lucerne . QueHo fiempre rimena il capo , & tiene il uentre baffo : & quando trafigge con la frina , la qua- le ha egli preffio al collo , ageuolmente ammazza . QueHo tutto difife Tslficandro . Da cui difeorda però Aetio So- lamente nell haucr fatto egli il ficlerocephalo filmile alle farfalle, & Igicandro il cranocolapte . De fegni uniuer fa- phalangi, & Io- lide morfi dei pbalangi, & parimente della cura ,fcriffe complicatamente il medefimo Aetio nel luogo fiopradetto, ro accidenti, & cofi dicendo . Il morfio de i phalangi è neramente fi utile , di modo che à pena fi può egli dificernere : il tumore , che lo fempii circonda per intorno , èliuido , come che in alcuni fi ritroui parimente rubicondo : dal che fi caufia frigidità nelle ginoc - . ci. chia , nei lombi, & nelle fralle: aggrauafi alle uolte tuttofi corpo :i dolori punto non ceffiano , il fanno fi perde , & fiafii lu faccia non poco pallida , & fimarrita . In alcuni nafice nella uerga un non poco fiimolo del coito , con pruri- to di tefla ,& di gambe : fannofi gli occhi lagrimofi , torbidi ,& concaui: il uentre ine qualmente fi gonfia, & gon- fiafi oltre a ciò tuttala per fona , & la faccia , & maffimamente quelle parti , che fono intorno alla lingua, di mo- do che non poco impedificono la loquela . Sono alcuni patienti, che non poffono orinare , quantunque nhabbiano defiderio ,fe non con dolore : & quantunque pure Orinino , fanno l’orina acquofia, nella qual fi ueggono alcune co- fie filmili alle tele de ragni : il che fmilmentc fi uede ne i nomiti loro , & nelle fieccie , che uanno del corpo * Meffi i pa- tienti nell’ acqua, s alleggerificono d’ ogni dolore: ma come fie ne uengono fuori , fi dogli ono non poco nelle parti uer--_ gognofie,& lor tirala uerga fuori di modo, come che nei piu uecchi interuenga tuttofi contrario : perciocbe in lo- ro quelle membra del tutto fi rilaffiano . EtqueHi fono gli accidenti , che communem trite fiogliono interuènire in tutti queHi morfi . Ma quando morde particolarmente quello, che chiamano cranocolapte ,. caufia dolore grandifii - mo di teHa , uertigini* freddo uniuer fiale , anfanameli ,fimania , <& puntura di Homaco . donano ne i morfi di tut- ti ,i continui bagni , il bagnar e parimente il morfio con la decozione del trifoglio bituminofo ,& l ungere tuttofi cor- po con unguento liquido, fatto d’olio ,& di cera . llche fanno parimente le fiomentaticni , fatte con le (pugne intin- te nell’ aceto caldo, & applicate freffio alla morfura. Conferifconui gli empialìri fatti con bulbi Sanguinaria , porri, & fiembole cotte nell’ aceto : la farina d’or\o cotta con fiondi di lauro nel uino , ouer amento nel nule : la ruta , i fichi groffi primaticci , lo fieno di capra col uino , la maiorana con l’aceto , la ruta fialuatica cofi medefimo , & il cipero an- chora . Quefio tutto dififie Aetio. Lodò oltre à ciò Diofcoridc , per li morfi dei 'Phalangiin uarij & diuer fi luoghi Rimedij Templi in tutti i cinque libri de i fiemplici , molte altre cofie da tor per bocca , oltre à quelle , di cui fiamentionc in queHo luo- go : ciò è , il fiucco delle bacche del mirto , beuuto nel uino , il fiucco delle fiondi del moro alla mifiura d un ciatho , la li- ficia fatta con cenere di ficotanto f abiatico , quanto domcHico ,la decottione delle radici de gli afraragi, la lattuca fialuatica , il fieme del cori, il fiacco dell’ bedera beuuto con aceto, la ruta prefa cofi uino, & parimente il hieracio: il fieme del dauco , la nigella beuuta con l’acqua al pefio d’una dramma , l’ aparine , la melijja, e l phalangio herba, beuu te con uino : il cinquefiogho , la radice del hiacintho , & fiimilmente il fiempreuiuo minore . Ter applicare di fuori lodo pur egli il mallo peficetagliato inpe^i , la decozione della maina , l’acqua marina , & le fiondi tenere de i giunchi mari-, ni. Galeno ficriffie poi nel fecondo libro degli antidoti per tale effetto di mente di piu ualentifiim. medici , alcuni ua- lorofìfiimi rimediìj . & però quiui fie ne ricorra ciaficuno , che defideraffe fiapergli , come che la buona theriaca , & l otti- mo mithridato fieno in ciò migliori . Spetie uer amente di Thalangifbno anchora quei ragni , che noi in T oficana chia - Tarantole } & miamo Tarantole . di cui parimente ficriucmmo di f opra l’hifioria nel fecondo libro co i phalangi ; & nel- lor ueleno. l’iHeffo luogo narrammo gli (ir ani accidenti , che caufiano in coloro , che mordono : & parimente c ome fi curi il lor^ ue - Uno con la mufica de i fiuoni , & col lungo ballare. Et però e ffendone quiui Hato detto à haHan\a,non accade a dir quel medefimo qui ma altra uolta . 4° 5° MMiVÌMMM t Della Difcorfì del Matthioli Della Scolopendra. Cap- XLIII. QV a n d o morde quella Scolopendra , chiamata ophioéìone , diuenta il luogo allo intorno della morfura liuido , & putrefacendoli , fi ulcera : & alle uolte , quantunque di rado, diuen- ta il luogo di colore umile alla feccia del uino , oueramente rolfo . Comincia 1 ulceragione Tempre dal proprio luogo del morfo , & fattali finalmente molto maligna , malageuolmente lì cura.dopo al cheli fente un prurito per tutto 1 corpo . Curali impiaftrandoui fopra del fale fottilmente trito in- lìeme con aceto , oueramente la ruta làluatica pefta . Giouaui parimente il fomentare il luogo con la falamuoia acetolà : il dare à bere l’ariftolochia nel uino, ò il ferpollo, ò la calamintha, ò la ru- ta làluatica. Scolopendra ue Jenofa , & Tua ef faminacione. ScoIopendra3& rimedii ai fuo rnorfo. CU I am I amo noile Scolopendre terreflri , cento gambe . Sono animali conofciuti da tutti ,roffigni di colore , & di diuerfe fpetie . tra le quali quelle folaménte fono uelenofe nel mordere , che per ammainare elle i Ser- penti , fi chiamano dai Greci opbioffone : & di quefte fole credo , che intendeffe qui Diofcoride . Ma quali tra tutte quejle fpetie fieno le uelenofe , non ritrouo neramente chi nel dichiari . In alcuni luoghi tanto moltiplicarono già le Scolopendre , che fecero abbandonare le città à ipopoli . & però diceuaTheopbraflo y che gli jlrcricti furono cac- ciati dalle Scolopendre . Quefle caminano neramente tanto all' indietro , quanto alUnamf. EtperòdiccuaMrittotile al vii. capo del un. libro dell'hifioria degli ammali , che dittifa la Scolopendra uiua per me^p , una parte camma auanti } & l’altra à dietro . Onde pare , che credeffe Life andrò nelle tberiache , che la Scolopendra haucfje due tette , cofi dicendo . La Scolopendra picciolo animale ha due tefìc . pajjembrafì nel cambiare à ma galea , che Jia jpinta da i remi . Comparatone neramente degna di Tsjlcandro : pcrciocheper la moltitude grande de i piedi , che ha la Scolopen- dra da i lati , cambiando ella uelocemente fi rajfomiglia del tutto à una galea cacciataci corfo del mare della moltitudi- ne de i fuoi remi. Lodò Diofcoride ne i libri de i Semplici , oltre à i rimedij qui afignati,per lo morfo di qncfto animale , il feme , & i fiori dcll'ampbodilo,bcuuti nel uino . Metto dijfe , che tutti i rimedij , chef conuengono à i morfi del topora- gno ( di cui diremo poco qui di fotto ) fi conuengono parimente à quello della Scolopendra . Lodarono alcuni altri degli antichi , per mettere fopra al morfo 3 la cenere impalata con l’aceto,& parimente la fcilla: & per dare à bere il pule- gio , la ruta , & la menta nel uino . Delle marine Scolopendre narrammo l’hittoria di fopra nel fecondo libro . ne ritrouo p eròiche facciano elleno altro nocumento ,che prurito nella carne yche toccano, cara\nando( come ferine Mrittotile,et pa- rimente Diofcoride nel fecondo libro ) come fanno alcuni bruchi pelofì 3- ,& maf imamente quellijche nafeono ne ipini . 20 Dello Scorpione . Cap. XL1III. Trafitto che habbiano alcuno gli Scorpioni, fubito s’infiamma il luogo della puntura , & enfiandoli, diuenta duro, & rollo . Il dolore hor con impeto crefce,& hor fubito cala, di modo che hora è freddo , & hora è caldo il luogo della puntura . dopo al che feguitano horrori, ni- dori , & tremori . Diuentano oltre à ciò tutte le parti eftreme del corpo fredde, le anguinaie s en- fiano, efee con iftrepitouentofità grande perle parti di fotto :i peli, &i capelli tutti s arricciano: tutto il corpo diuenta pallido : & fenteii un dolore fopra à tutta la pelle , come fe fullcrq una molti- tudine di fpine , che la pungellèro. Al che è fingularifsimo rimedio il latte del fico gocciolato nella puntura : & parimente meflòui fopra petto il medefimo Icorpione, che trafitte. Il che fa egli per una occulta proprietà, che pofsiede contrai fuo ueleno, & però fa anchorail medefimo effètto ogni altro feorpione j che ui fiponga fopra con fàle , maluauifchio , & feme di lino . Giouaui anchora il folto uiuo impattato con ragia di terebintho, & applicatoui fopra: il galbano diftefo àmodo di piattrello : & parimente la calamintha trita . Conferifceui la farina d'orzo , comporta con uino , & con decottione di ruta : & Umilmente il fané del trifoglio petto , & melfoui fopra . Et quelli lono 1 rimedij conueneuoli per metterli fopra alla puntura . Inficine co i quali ufinfi anchora quelle cole , che ui fono efficacifsime , tolte nelle beuande : còme fono l’ariftolochia , &mafsimamente la lcor- za delle fue radici beuua al pefo di due dramme con uino, la gentiana pefta, il pulegioben cotto, le bacche del lauro poluerizate, la calamintha cotta lungamente nell’aceto inacquato, el cipero beuuto co’l uino , & con la ruta . Il che fanno parimente il latte del fico , & il laferpitio : ma non in- tronandoli , diali in fuo luogo il fucco del peucedano . E in ciò efficace il feme del trifoglio , & del bafilico beuuto . Gioua quanto ogni altra cofa l'ufo continuo de ibagni , il prouocar con ogni arte il fudore , & il bere il uino temperato con acqua . Scorpioni, &Io T T^n e & diuerfe ( come dicemmo di fopra nel feconda libro ) fonole fpetie de gli- Scorpioni, &uarii confe- rò fpetie ferine y' guentemente gli effetti del trafigger loro , nuocendo quali piu , & quali manco . Hictmiro nelle tberiache /(»«(•• diiIN leandro. rjtromrfi. otto forti di Scorpioni ,Conftmiliparole . Tra le fjietie de gli feorpioni, di cui cantaro io bora, fono i bianchiti quali non fono nociui,ne mortali. Ma i rojjì infiammano trafiggendo tutto il corpo , & fanno grandifiima furia : dimot o che bora ardono i patienti,& bora tremano di freddo, con ardentiffma fete,comeinteruiene nelle febbri. I liurn induco- cono nelle membra uarij & diuerfi mouimenti inordinati, fanno gli huomini attoniti, et come infenfitti , i quali ridono alle uolte come pattai. I iterili fubito dopo il trafiggere caufano freddo, & tremore,& pare à i patienti.cbe loropioita addoflo Nelfeftolib. diDiofconde. nori:& le duella a coloro, chefir, percofii nelle pani dì fi opra . Et quelli cotali accidenti fi ueggono filamento in quell, , che fono fiat, leggiermente trafitti . imperoebe quell, , che fino fiati percofii profondamente , fintone uno ardo- regrande intorno alla piaga , come mtemiene nelle cotture del fuoco : nafeono à queHi intorno alle labbra, & per tut- to Icorpo certe macihierileuate , come porri, di modo chepar, che pano continuamente percofii dalla grandine: la faccia lor fi torce , gli occhi dii, emano caccolofi , piangolcggi : mdurifeonfi le giunture di tutte le membra :efce fuori il io budcUodelfedere.conuolontàgranicd’andardelcorpo.-gmalaboccama continua /piuma: i uomitinon mancano, ne anchotfmghioTà: dopo al che, feguita quello frafimo, che per ritirare la tefiauerfo le fralle, chiamano i Greci opi- Jlhotono . l\ìmcdiafi à cotal uclcno , dando à bere à ipatienti il ferpollo , le radici dell'althea, &[elapbobofco . im- peroebe quefiofilo mangiato fio fio , o bucato crudo fifa in tal cafo incredibile giouamento . y olendo fi prefentanca- mente levar uia il dolore , tolgaft una chiocciola di quelle , che fi ritr oliano ne gli botti , & pefiifi infume col gufeio , & mettafi fipra alla puntura . il che (fecondo che fi dice ) fanno parimente ilombrici terreftri .Tuoffifare il medefmo ef- fetto , tritando un granchio di fiumi , & dandolo à bere nel nino infieme con lafero. Conferifieui la ucrbenaca trita , im- piastrata verde fipra la piaga , meramente belata ficca in polirne . Oiouaui tifare polvere d'uguale parte dì cimino , di melanthio , & di fime di uìtice , & darne una dramma per uolta à bere nel nino . Comiemift oltre à CIO ilfeme delle paHinache , & Icnocciuole : imperoebe queSìeportate in ima cintura ,non Inficiano trafiggere chi le 3« porta, da gli feorpioni . Finqmfcriffiylctio . Vfaficommmementein Italia per le punture de gli fcorpioniil loro olio . Et però efficaciffimo è in questo cafo il noflro , dì cui piu & piu mite in quello libro è flato detto . Lodò Dio- Rìmeiji feoride per le punture de gli feorpioni , oltre à i rimedi ì m queflo luogo fritti da lui ,per applicare fipra lapuntma , fi a- daDiof! «tòmo incorporato con m ;Ie , le chiocciole de fiumi , il multo pefiefiefeo , lo filande filato , le lucertole pefie uìuc .ito- pi domefiichìftracciati uiui , Infarina del grano incorporata con uino ò con aceto , il ficco della cicerbita , quello della endiuia , il bafìlico con farina d’orgo.la maiorana con file & con aceto , il hieracio , il Infero , la melìjfa , il chamepitio , le fiondi del uerbafeo che produce il fiore tutto giallo , il fime delle uiolc gialle, & la radice della poiemonia: la quale dicono alcuni cjfere di tanta uinù , che gli feorpioni non trafiggono coloro, che la portano addoffo ; &fiepur gli trafig- gono , non lor fanno alcun difpiacere . Ver torper bocca lodò pur egli i granchi de i fiumi triti, & beuuti con latte d'a- ftna : lo fieno degli afilli ,&dcì canali: , che fiatino alla paftura , dijloluto nel uino: il fime del lapatio acuto, & dell'a- go cetofabemtoneluino ,oueramenteneH’acqua:lalattucafaluatica , l'abrotano ,ilfemedelle paHinache domeniche, quello del hiacintho , & dell'ortica , i macetmi , l'beliotropio , il cardamomo , la mirrha , el uino delle bacche del mir- to. Et però fenica Hare àfcnucre qui altri antidoti compofti, potrà cìafcuno ufare di quefli femplici à fua intcntione. CAvsa n’s 1 per la puntura della Paftinaca marina dolori in tutto infopportabili, continui fpafimi,lafsitudini,debilezze,& anfanamene : dopo al che perdono ipatienti la loquela, & la uifta. Il luogo della puntura infieme con tutte 1 e parti circonuicine diuenta nero,& di fol- te ftupido,chenon fentono i patiemi chi lo tocca.Premendofi il luogo della puntura con le dita, ne falta fuori una marcia nera,groffa,& puzzolente. Nel che fi conuengono tutte quelle cofe, che po - co qui di fiotto diremo conuenirfi ne i morii delle uipere. Sono anchora uelenoii i morii de i drago - ni,& de gli ficorpioni marini : & però fanno anchora efisi moleftifsimi dolori : & alle uolte (anchora che di rado accaggia)caufàno putrefa ttione di membra. Al che fi rimedia , dando à bere à i patienti la faluia,&I‘affi:nzo,oueramente il folfo trito con l’aceto. Tutti quefti animali tagliati, &mefsi in pezzi fopralapiaga fatta da loro , medicano ciafcuno da per fe al fuo iftelloueleno. DEli.a pastinaca marina, chiamata uolgarmente Tefie colombo , dicemmo [bidona di fopranclfe- pa(nn,c,m„j_ condo libro . Di questa adunque facendo mentione Jlctioal xxxvu.ca.delxs 1 1 .libro, cofi dicala. Difcernefi fimieicno in coloro, che fino fiati percofii dalla Vafiinaca marina manifefiamente il luogo della puntura, dopo al che feguitam con Pumuta- timo dolore, et uno flupore in tutto ì corpo : imperoebe ha ella uni Spina appuntata , et ferma, la quale cacciando dentro nella carne con gradifiimafor\a,tato la ficca à fondo, che punge oltre alla carne anchora i boti. Il perche interviene alle Della Paftinaca marina , & del Dragone , & Scorpione marino . Cap. X L V. M M M M M M 5 uolte. Paftinaca mari na, & tuoi rime dij. Toporagno, fua hiftoria. Toporagno , J fegni del fu o morfo,& cura. 15-18 Difcorfi del Matthioli volte , chefe ne muoiono repentinamente i patienti fra limati . Tatare ano alcuni, che tagliandofi la coda dì quella ifiefapa. flmaca, che trafile , & appicandoft [opra un’albero,& fecalmente dima quercia, ficcandovi dentro la fua fina, fi fic- a C albero, & lamellato guarifee . Il che ritrovo ejjir fiato prima [crino nelle fue theriache da Tficandro , con quefiepa iole, ò [imiti . La acutifìima fina del Trigone , ciò c pafiinaca , fitta negli alberi gli [a ficcare dalle radici, & àgli buo- mini [a ella putrefare la carne . queflo dife Hjcandro . Sentono i trafitti ( come firme pure Mio) non poco giovamen- to, quelli dico, che patifiono per tutto l corpo freddo , & iflupore, delle untimi , & impiaflri caldi . Gioitami partico- larmente l'efimbole cotte nell’aceto, & mefeui [ fra calde : & parimente l aceto , dove fimo fiate cotte dentro , appli- catovi conte fugne . Conuengomifi anchora molto piu le medicine attrattine, & maffmamente quelle , che fino calide, & penetratine "percioche quelle con la [acuità attrattiva loro tirano il ueleno dal profindo , con la calidità rimediano alle pani già infrigidite, &per effer molto penetratine, aggiungono tanto à dentro , quanto bifogna . Sono adunque per 1 o tale effetto & pronti, & convenienti medicamenti il folfi vitto bagnato con la orina , il marrùbio , le foglie del lau- ro, l'echio, la radice della panacea, la [alma, & altrifìmili . Ma mancando perfine quefle cofi.hr fi conviene il lievi- to acetofi, mollificato con pece liquida : percioche marauigliofamente vi conferifce . Gioita molto il dare à bere con umo la decottwne del lauro, over amente il liquore chiamato Cirenaico infieme con minila ,&pepe alla quantità d una fava, ò.il filphio, òillafiro bevuti fìmìlmente con nino : onero cinque gocciole di latte di fico con tre grani di firpollo . Quello tutto dife Metto . Lodafi oltre à ciò per cofa falcifera molto la decottione della faluia bevuta continuamente : lo fior- àio, tolto in poluere alla quantità di una dramma alla volta con la fua iste fa decottione: & parimente la berbena; non lafiiando però i dietro la theriaca.il mithridato,& la noflra quinta cfen\atberiacale . Loda THìcandro le figlie deU'anchvfa , il cinquefoglio, i fiori dei rovi, l’arRio,l‘acetofa, la licopfide, bordilo, il chamepitio, Infiorai del faggio, il fimo della pafiinaca faluatica, i frutti del terebintho, ilpbuco marino, C adiamo , lo finirne, l'eringio , il libanote , il 2 o cacbri,& l’uno & l’altro papaucro. Del Topo ragno. Cap. XLVI. Infiammasi nei morii del Topo ragno il luogo per tutto allo intorno dellamorfura : dopo al che ui nafee una pullula nera, piena d humore acquoio, attorno alla quale tutte le propinque par ti diuentano liuide . Rotta che ila la puftula, fe ne fa una ulcera corroiìua , & ferpiginofa . Ne fegui- tano anchora dolori di budella, ritenimento d'orina,& fudori freddi . Al che li foccorre , mettendo fopra la morfura il galbano diftefo fopra un piaftrello, & la farina incorporata con aceto, melato, & fattone impiaftro . Giouaui oltre à ciò fifteflò topo ragno, che fece il morto, tagliato, & meiloui lo- pra , per eifere egli rimedio del (uo ueleno . Giouanui parimente gli acini de i melagrani dolci cot ti , & impiaftrati alla piaga : i porri, l'aglio pefto,& le fomentatiom fatte con l'acqua calda. & quelli tutti fi conuengono applicati di fuori . Nelle beuande poi ui gioua la decottione dell abrotano, & mafsimamente fatta con nino : il ferpollo, il galbano, & la ruchetta bagnata co 1 umo . Conferitoli uile noci del cipreffo uerdi, il pan porcino con l'aceto melato , il pirethro co 1 umo , & la radice del chameleonte herba . Sono alcuni , che dicono ualerel iftelfo topo ragno trito , & preio per bocca. Il che mettiamo qui anchor noi , come cofa tolta da altrui.Diflero oltre a ciò alcuni, cne non s ulce ra il luogo della morfura , fe non quando i topi ragni fono pregni, & che all hora Acutamente li può curare il male. 1 1 l Topo ragno ( come fu detto di fopra di mente d’Metio nel fecondo libro ) di colore frnile alla Belinola , ma di grandetta non è però maggiore de gli altri topi: & però lo chiamano i Greci, aotydm,, ciò e topo donno- la. Ha egli la bocca appuntata , & picchia coda : i denti fittili, & appuntati , ma doppi tanto nell una, quan- to nell’altra mafiella . & però quando mordono quelli animali, fi veggono le fitte dei denti loro fignate doppiamente nella carne . Di queJHho veduti io in piu luoghi d’Italia ,& di Germania ,& -fecalmente nella valle MmmadeUa giuridìtione di Tremo : ma non però fi tengono quivi per uelenofi . il che potrebbe forfè agevolmente accadere, per la qualità della regione a fai frigida .-percioche gli fiorpioni , i quali in altri luoghi d Italia Jóno molto uelenofi.qumnon Limo in fi veleno alcuno . £ adunque da fapere (come riferì fee Metto) che dopo almorfo fatto , e fic fio p ma per la morfura purifimo fangue , come che poi fi putrefaccia , & comi enfia m marca : mperoche uccide que- llo animale col far putrefare filamento gli bumori . Tfafcono alle mite attorno alla morfura alcune «Affino le quali , quando fi rompono ,fi vede la carne tutta corrotta à modo duna feccia , & parimente sfifa per ulto .con una enfiagione non piccola allo intorno . Il proprio di quefli ammali , è difahr f ubilo tf > tcfiicol, non * gli huomini ; ma anchora delle befrie . Giovano in quefli morfi, oltre a molti alm nmciq uniuerfah,& mafmmen- te quando le membra fi putrefanno , le figlie tenere del lauro , bevute trite nel vino alpe fi duna dramma onero di due Et dm à ciò ui conuengono Mtìirimedij communi , chetavano uniuerfalmente à tutu 1 veleni , quando fi bemuocp vino dolce . & quefte medefme co fi giovano parimente alle befiie , mefe lor nel nafi con acqua , ere fopra aUa morfura il cimino, & parimente taglio con tutte lefuefiorge . Ma quando le ve fi, che fino illuogo già è ulcerato, lauifi con falamvoiaacetofa , & poluengifeg, pofeia fopra la poluere to : oneramene impiafirinuifi fopra i gufa delle melagrane dolci , & lauifi bene , luogo con la loro dee ot irne , our mente con quella del mirto. S rarificano alcuni (fecondo che faine Stratone )il luogo,. Jlranui fopra con aceto tiflefo topo ragno abbrufiiato , meramente lafinape trita pur con l aceto . Ma per torperbof- ca ledano la panacea , la ruchetta , le feorge dei i, tappi tri ,. la; radice, della* Gmma.&laMrbcnacadmtta . Ettmc 40 50 60 Nel fefto hb.di Diofcoridc. gli antidoti ualorojìimi 3 &prouati . queste cofe. non Riamente giouanoin quettama bevute col nino , ma anchora impiaftrateui fopra ; dando però à bere orli /intirìntì u/llnviìRimi . ttvnusitì Della Vipera . Cap. XLVII. Enfiasi dopo al morfo della Vipera il corpo , & inaridirceli grandemente , diuentando di color bianchiccio . Efce nel principio della morfura una marcia acquofa , & grafsigna » & po- fcia tutta tinta di fangue : & nafeono per intorno alla morfura alcune uefciche limili à quelle delle cotture del fuoco . Caufali dalla morfura predetta una ulceragione , la qual non folamente fe ne ua pafeendo per le parti circonuicine , nella fuperficie ; ma anchora nel profondo . Sanguinano oltre à ciò le gengiue , & infiammanfì le parti , che fono intorno al fegato . Palinoli uomiti chole- rici , dolori di corpo , fonno profondo , tremori , pafsioni d'orina , & fudor freddo . Al che gioua lo Aereo delle capre impietrato co'l uino , & mdlòui fopra con diligenza : & coli anchora il lauro , 1 abrotano, e lgalbano dillefo,à modo di piaftrello . Conuienuili l’origano uerde, impiaftrato: i pollatili aperti , & ftracciati uiui , & meffiui fopra fubitamente caldi: la farina dell’eruo , incorpo- rata col uino : le feorze delle radici , pelle lungamente: la fcilla arroftita : la camamilla polueriza- ta , & la farina d'orzo ridotta in impiaftro con aceto melato, doue Ila prima flato fomentato il luo- go con l'aceto medelìmo : & quelle fono le cofe , che ui fi mettono fopra di fuori . Gioua poi , tol- to per bocca, ne imorli delle uipere il rouo beuuto col uino: & Umilmente fa ( fecondo che fi dicq) 10 l’anchufa, che fa le frondi piu fiottili. Dannolì anchora in tal cafo à bere nel uino tre oboli di caglio dilepre, &fimilmenteunaheminadifuccodi porri nel uino puro,&il fucco della meli(fa,& la ruta faluaticapur nel uino . Imperoche dio folo beuuto Ipelfe uolte molto ui gioua: & coli ancho- ra il mangiare fpellò dell'aglio, de i porri frefehi , delle cipolle , & de i fallimi acutifsimi,& maeftre. uolmentc fatti. & quelle fono le cofe femplici,cheuilì conuengono.Trai compofiti poi fi loda quello , che fi fa di mirrila , di pepe , di caftoreo , & difiori , Sedi leme di procaccila, togliendo di ciafcuna mezo acetabolo . tritinli tutte quelle cofe in uino palio di Candia , o in qual li uoglia al- tro , che fiabuono . Scrilfe Eralìftrato nel fuo commentario de i rimedi) , oltre à quelle , molte al- tre cofe , le quali non poco polfono giouare nei morii delle uipere . Tra le quali lodò egli percola ualorolìfsima le ceruella de i galli beuute co! uino , & co'l medelìmo un'acetabolo di feme di cauo 3° lopello. Lodafiilmettereundito nella peceliquida, &lauarlopolcianel uino, & darloàbere,. Et quelle fono le cofe , che giouano per li morii delle uipere . D Selle vipere fu lungamente narrata l’hiHoria di fopra nel fecondo libro. Etperò diremo qui folamen- Vigere, St légni le , chef cono fec ( come dice A etto al XX I . cap. delr.nl. libro) il morfo del mafehio , per intonarli nel luogo ot° mor della morfura folamente due pertugi : & quattro nella morfura della [emina ,pcr hauer quella due denti canini di piu , chenon bali mafehio . Efce diquiuiprimail fangue puro ,& dipoiuna certa acquofttà fanguinofa , c onte olio . Enfiafi tutto il luogo attorno al morfo à modo d’unapoHema cbolerica, diuenta caldo, tutto pieno di uefciche, rojjìccio nel prin- cipio, & dapoi Illùdo, nero, & ulcerato d'ima ulceragione maligna, ferpente,& corrofiua . lùiffi la bocca afeiutta , ari- da, & fecca : dopo al che nafeono ardori , debilerpx grandi , & frigidifimi tremori . Seguitano alle uolte uomiti chole- 40 rici, dolori dibudella , grauerppi di tefla,ucrtigini, palli doppi , fnghwrppo, febbri, anfìetà di [piriti & di fiato di color dipiombo ,& fudor freddo .dopo alche feguealle uolte lamortein fettebore, oueroalla pmlungain tre giorni ,& maf imamente in quelli , che fono morfi dalle uipere [emine. Queflo tutto dijfe A ctio, togliendolo ( per quanto mene paia) da df leandro : il quale ne fcri/fenelle tberiacbe confinili parole . 1 maf chi delle uipere hanno ( come lo dimofìrano) in bocca due acutiffimi denti , bianchi come nerui, & uelenofi : ma la [emina n’ha femprepiu . Onde mordendo facilmen- te fi uede nella carne , & fi conofcc la morfura . Da cui efce alle uolte una marcia grafiigna , alle uolte fanguinolenta , & alle uolte fenga color ueruno. La carne intorno alla piaga s’ enfia , & diuentahor ruffa, hor liuida,&boruiJìge- nerano uifciche piene d'acqua , come interuiene nelle cotture del fuoco . Onde fi putrefa, pofeia tutto il luogo non fola- mente intorno alla piaga ima anchora nelle parti circonuicine . il che non manco minaccia di morte, che fi fàccia il ue- leno . Di cui tanta è la forqa , che accende, & abbmfcia tutto il corpo, pantacano Hranamcntc i patienti.perle tita- no (cric che lor ferrano il collo, & la gp(à‘. & fknnofi neniginofi . Captano oltre i ciò lorole forgedi tutte le membra, nafeono dolori ne i fianchi ,&nei lombi, & carie afi il capo di caliginojagraueg^a . Vomitano fpejfo anebora bumori cholerici , impallidifconft in tutto il corpo, & fidano un f udore non manco freddo della itene . Dmentano alle uolte an- ebora liuidi come piombo , qualche uolta piu fi curi , & alle uolte di colore filmile al fiore del rame . Quello tutto dijfe Tfi- caniro. Gioua adunque in cotali morfi ( fecondo che fcriue Aedo ) auanti clic l'orma cominci i uenir fanguinofa , il Vipere,* rime mangiar dell’aglio coptamente ,& bergli fopra pur affai uino puro ,& fubito prouocareilmmito. Etperò diceua dtjailoromor Mcbìgene , che il mangiar affai olio , & il bere affai uino puro , era efficaciffìmo rimedio ne i morfi delle uipere : di mo- do che coloro , che pofifono lungamente frequentare queflo rimedio , non hanno bifogno d'altri medicamenti . Dcbbefi ol- . tre à ciò dare a benfen-qa alcuna dilatione , la tberiaca £ Andromaca , & parimente impiagarla fi opra alla morfura . i E' neramente anebora medicina comtenientiffima il prendere quella iHejja uipera,potendofi haucrc, & tagliarle la tefla, 6o & la coda, [cornarla, fuentrarla , & cuocerla come ma anguilla , & darla con ogni prefitta à mangiare al patiente . Caua fuori il ueleno mirabilmente, fe tagliandofi il capo delCifleffa uipcra ,fi mette cofi caldo con la parte, che fi congmn gena al collo , fopra alla morfura . Vagliono in ciò le galline aperte uiue , & meffeui fopra cofi calde , & come la prima ® M M M M M a fredd.-t . JJ20 Difcorfi del Matthioli ' è fredda , Iettarla uìa , & mettenti la feconda , la terrea , & la quarta , fin che fa ne cani fuori il ueleno . Bifogna oltre à ciò Scarificar e il luogo col rafoio tutto allo intorno , & mettergli [opra le uentofe . Dopo alche ui fi richieggono le fion- di delfiafìino , da cuifia , dopo al pe farle , (fremuto il fucco , & meffe fopra la piaga ; dandofì però il fucco , che fe ne (preme, fubito à bere d ipatienti : percioche non’poca proprietà ha il fiatino contra al ueleno delle uipere . Efficacifìi- tno fimilmente è il fucco della meliffa, beuuto col uino > & pofio. parimente fopra alla piaga ; quantunque fuffe già l’huo- moprejfo alla morte . Dicono alcuni , che mangiandofì quattro dramme di femc di melanthio , libera fermamente da ogni pericolo , Quefto medcfimo dicono alcuni dell herba chiamata melaphrodito ,& de i granchi de fiumi triti ,& beuuti con latte , & fmilmente impiafìrati fopra alla morfura , Conferifconui magnificamente le ranocchie cotte , & mangia - : te: & cofi anchora il lor brodo beuuto . Conuienuifi il mangiare copiofo nattur^o, ouer amente berlo trito nel nino . Con- 1 ■ ferifceui il fangue fecco della tettugìnc, & dato à bere con cimino faluatico . Giouaui grandemente la radice dell' anchu- 1 ° fa 3 & l'heliotropio beuuto nel uino , & cofi anchora lapietra hematite . Le radici mangiate in copia3 & pofcia uomi - tate, non. poco neramente uigiouano: ma bifogna fuhito fatto il uomito 3 dare à bere la theriaca d’ Andromaca . Laui- fi , &fomentifi il luogo lungamente dopo alle fcarificaimi , & al mettere delle galline , con la decottione calda di quel trifoglio 3 che fi chiama bituminofo ; percioche fe quefto rimedio fifaceffe hreuemmte , piu prefio gli nocer ebbe , che al- trimenti . Dopo al che impiafiranfìgli fopra i porri pcfii con fale , & con pane 3 ò l'aglio con l’aceto , ò la cenere dello abbruj ciato 3 ò quella del fi afino 3 ò qual fi uoglia altra incorporata con aceto : ò le fiondi del ficomoro col pane 3ò le piu tenere del lauro cotte 3 & trite con olio : ouer amente lo flerco di capra 3 meffoui fopra auanti che fi ferri . Ga- lenopoinel libro della theriaca à Tifone diffe 3 che non folamente la te fi a della uipera ( cóme dice A etto ) ma che tut- to7 corpo della uipera pefio, & meffo fopra alla piaga 3 nè caua fuori fìcur amente il ueleno . Lodafì parimente per - limorfì delle uipere il bere il fucco dell'echio , & fimpia firare l’hcrba 3 fopra alla morfura 3 come dicemmo di fopra 2 0 nel quarto libro 3 narrando l'hifloria di quello Alcìbio , da cui fu pofcia cognominato l'echio Alcibiade . E' quefla pianta ( f condo che nel fu detto luogo ferine Diofcoride ) di tanta uirtu 3 che beuendofene la radice nel uino 3 non fo- Semplici fcrit- lamente fina coloro 3 che già fono flati morfi ; ma non lafcia mordere 3 chi prima fe la bee 3 da ferpente alcuno . Lo- nda Diolcori- ne i cinque libri de i femplici per li morfi delle uipere Diofcoride , oltre à quelli che ferme 3 in quefto luogo , per ap- plicar di fuori 3 le fiondi del ginepro , & del (raffino : la femhola del grano 3 cotta nella decottione della ruta : La fari- na dell’or obo 3 macerata nel uino : la fcilla3 cotta nell'aceto : la radice della lappola maggiore , quella dell'ebulo 3 & del fambuco 3 cotta nel uino : la cenere de i farmenti 3 incorporata con aceto : & altre cofe anchora 3 le quali per breui- tà trappaffo uia.Tcr tor per bocca lodò la cuffia odoratacelo è il nottro uolgare cinnamomo ,il cofio3 il feme del tamarigio, i pifiacchi, la uerga del ceruo fecca3& fatta in poluereda chondrillà ,il fucco dell' anagallide,la midolla della ferula, il fuc co dell’ aparina, delle radici della rubbia,& de i triboli terreflrket la radice della brionia.Oltre à ciò fa in quelli morfi mi go racolofi effetti quella radice 3che chiamano à Goritia ferpentina,dicuifu detta di fopra l’hittoria nel fecondo libro, & pa rimete come ella fi debba ufare . Ma oltre à tutte queste cofe, è rimedio prefentaneo il dare à bere un cucchiaro alla uolta della no tira quinta effen^a theriacale3reiterandola di due bore in due bore per tutto un giorno: et parimente il noftro òlio fiia hiftoria6 & deglifcorpionitnarrato & de fcritto di fopra nel difeorfo nottro primo ,& uniuer/ale. Spetie neramente di Vipera è quel uelenoficà. ferpente 3che fi chiama ammod ite, di cui non appare che cofa alcuna ne fcriueffe Diofcoride: come che non fia però dalafciar paffare uiafen^a dirne quanto fianeceffario . percioche , fecondo il mio giudicio , fe nerìtroua in piu luoghi d' Italia 3 cofi come in fui contado di Goritia 3 & in fui Carfo, chiamato dagli antichi Iapidia . E' quefla fiera qua fi del tutto fimile alla uipera : ma ha piu larga tetta 3 & piu gr offe mafcelle . Quefto è uer amente quello , che per Intiere ima eminenza in fui nafo 3 quafi come imporro alquanto lunghetto 3 lo chiamano i ciarmadori moderni Affido del corno : il quale nome d’ Affido uer amente non figli difeonuiene : percioche non ammala con manco uelocità , che fi facciano gli affidi . Del chepoffo dareio nera teftimonian^a , per fapere , che non piu di due, ò tre bore fono fcampati alcuni , che al - l’improuifo fono ttati morfi da quette perniciofifìime fiere . Et però l’Ammodite ( dìceua Aetio al xxv.cap. delx r I r - libro ) è lungo ungombito , di colore d'arena , con alcune macchie nere ffarfe per tutto l corpo : ha la coda molto dura , Ammodite, & alquanto sfeffa di Jopra : le mafcelle piu Larghe della uipera , come che in molte altre cofe del tutto fe le rafìimigli . Que- del Aio motto adunque ,che fono morfi da queflo animale ,per lo piu, prefio fene muoiono. ma in coloro, che non cofi prefio fon uinti dal * ueleno , efee primieramente fangue per la morfura , & enfiafi fuhito il luogo , & efeene fuori la marcia : dopo al che fe- guita graue^a grandifima di tefia , & mancamento di cuore . I forti , & ben diffotti di corpo , effendo morfi da quetto animale , uiuono al piu tre giorni : quantunque fi fieno però ritrouatì alcuni , che fono fiati uiui fino al fettimo giorno. Ma ben è nero , che molto piu uelocemente muoiono quelli , che fono fiati morfi dalla f emina , che quelli, che fono fiati feri- ti dal mafehio . Curanfì i morfi di quefle crudeliffme , & mortiferi fiime fiere co i rimedij miuerfali , ciò è con lefcarifica- ^ 0 tioni fatte attorno alla morfura , con le uentofe meffele fopra, con le legature ftrettamente fatte alquanto fopra alla pia- ga . Ma particolarmente ui conferire la menta , bernta con l'acqua melata : il cattar eo , la cuffia , el fucco dell' arte- mi fi a , tolto con l’acqua . Giòuaui il dare ffeffo à i patienti della theriaca, & parimente il metterla fopra aUa morfura . Debbonfì ufare anchoragli empiaflri attrattiui , con tutti gli altri medicamenti ,che fi conuengono nell ulcere maligne , Sepa ferpe uele ferpenti , & corro fine , Simile alla Vipera è anchora quella altrafcrpe , che fi chiama, shpa, di cui dicemmo l'hi- nofkj & fu a ella fiotta di fopra nel fecondo libro al proprio capitolo . Doue fcriue Diofcoride connumerarfì la Sepa tra le ffetìe delle lucer - mmacione. tole ,& per òeffer chiamata da alcuni lucertola Chalcidica . Onde ritrouando io uariare affai gli autbori nell’biftotta di quefto uelenofo animale , mi riduco ageuolmente à credere, che la Sepa fi ritroui non folamente ira le ffetìe delle lucer- tole ] ma anchora tra le ffetìe de ferpenti , & delle uipere . il che par che fcriua Ts^ic andrò nelle fue theriaebe , doue pri- mamente dice : Ilmonte Othri offro , & neuofo genera nelle fue concaue ualli , nell' offre piagge , & nelle bofeaglie del fuo promontorio , animali rubicondi & uelenofì : tra i quali è lafitibunda Sepa ueftita di uarij colori . Ter le quali paro- le ageuolmente fi difeerne , che in quefto luogo deferiue meandro piu pretto un fèròCijfimofirpentt, ohe una lucert ola . Nel fello lib. di Diofcoride. ipi ^ -E' f ^«««^ dalla Sepa animale flmì- 1 , r" f : ‘hre è du.hb,° ’ che ?w“ «onfcmefe egli di quella , che chiamano lucertola Chalcidica. Jw. C^ren-LZ°Idiro *1°^ / n^onio libro fcrimffe, & connumeraffe la Sepa tra le lucenti' f / f U - , «■ ’ & d,r°™apmlreja loro >• «ri quinto libro fece egli la Sepa una fitti' di uipera , feri - tienilo le fkculta dell aceto melato , cof, dicendo . Vale l’aceto melato contea al morfo di quella uipera , chef, chiama Se- pa,contrai opto ,& contraila. MafcmendoneJetio,nonfecementionSfenondi quella, che è jfetie dì uipera, cof, dicendo . Ilferpcnte, che chiamano Sepa, è per lo piu lungo duegombiti: & effondo graffo dinanzi, fi ua affottiglian- do fino alla coda : camma dirutamente , ma tardi . ha il capo largo , la bocca appuntata , & per tutto. I corpo è picche - rato , & fiaccato di bianco Ma altrimenti, firiffe Taufmia della forma dcUa Sepa , della fia granderta , & del fio ca- lo minare come dicemmo éfopra nel fico,, do libro al fio luogo . Effe in coloro , che «e fino flati morfi ( come ferine Mtio ) per la piaga mamfeflo fingile ,&poco dipo, una marcia pulente . Il tumore , & parimente d dolore nonfo- no grandi: quantunque la parte infetta diuenti bianca , &fi putrefaccia , & tutto il corpo diuenti uitiliginofo .Dopo al clic enfiano , capelli , & parimente ipel, di tucul corpo : & coffe ne muoiono pofiiaipatienti in tre , onero in quat- tro giorni . Gtouano neramente in qiieJU morfi tutte quelle cofi , che confirifiono in quell i delle uipere , delle eerafle , & delle ammodm Come che particolarmente non poco m conferifia il mangiare copwfaprocacchia,& il bere in gran quan- tità del umo del mirto , che fia puro . C omiemifi il fomentare la morfura con le /pugne intinte nell'aceto caldo , & l'un- gerepo fidai uogocol oturo mefcolato con mèle . Queflo tutto diffe jtetio . Dal che fi può comprendere , che per cf- Jer questi due firp enti Jfietie di uipere , non altrimenti fi dee curare il loro ueleno , che fi curi quello delle ifieffe uipere . Ma hauendomi qucfti uelemfiffimi ferpenti ridotto alla memoria quel maluagifiimo ferpe , che per lanciar fi addojjo alle 20 perfone , chiamano gli antichi Greci a conti a, non facendofene da Diofcoride memoria alcuna ,& fapendo io , chem molti luoghi d Italia fi ritroua egli copiojo ; non ho uoluto mancare di dirne quanto n’ho ritrouato ferino. Scriueh- do adunque di quefto Galeno nel libro della tberiaca à Tifone : f Monda ferpente ( diceua ) difiendendofi prima quan- to difender fi poffa , fi lancia pofeia nel corpo dcll'huomo , come un uelocifiimo dardo , & cofi l' ammaina . Queflo ( fe- condo che riferifee Mtio ) è lungo duegombiti , di colore uerde , come che apprejfo al corpo fia tutto minutamente pin- tecchiato di macchie del tutto filmili alle granella del mìglio : & però chiamato parimente cenchrite . QueHo adunque ( diceua Aedo , imitando Galeno ) quando uuolc asfaltare alcuno ,fì difende molto,& non altrimenti fi differ rantolan- do nei co) pi , che fi faccia un dardo , ouer amente una faetta :& in quefto modo batte, &ferifce . l\ecita un fumo fo mo- derno , ebeeffendofi meffo unpoucro paflore ,à dormire fiotto un albero,à cui erano Micini due altroché allo intorno guar- dauano le pecore ,fu di t al forte per coffo da uno di quefti ferpenti ajfajjìni , il quale era [alito in fu l’albero, che fubito lo g 0 fece morire , per e [fiere fiata la battitura nel tnego della mammella finiflr a . Il che uedendo i compagni, carichi di non po- ca paura , Inficiate le mandrc ,fe ne fuggirono nella propìnqua, uìlla. Bftruouanfì di quefti affai , per quanto m’è flato ri- ferito , in alcuni luoghi di Calabria , & di Sicilia , chiamati propriamente in quei paefì Saettono . Seguitano adunque dopo alle per coffe loro ì medefimi accidenti ( quando però non poffono nel lanciarli cofi colpire , che fubito ammaino ) eh e in quelle delle uipere, quantunque molto maggiori, & piu grani , di modo che alle uolte fi putrefanno le membra di tal forte, che ne cufica tutta la carne : & però ne feguitafempre morte piu crudele, & piu mifer abile . Medie anfi le mcr- furc di quefle fiere affafsinè co i rimedi / medefimi , che fi medicano i morfi delle uipere : ma bifora effere prefii , & dili- genti, altrimenti i pallenti fe ne Hanno all altro mondo mifer abilmente , Della Cecilia, &Amphisbena. Cap. XLVI1I. 40 1M E D E s i : m I accidenti fi fanno nel morfo della Cecilia , che in quello dell’Amphisbena : & i medefimi rimedij, che conferirono nell'uno, fi conuengono quali nell'altro . Et però non fi farà in qnefti cura particolare . Habbiamone uoluto fcriuere in quefto luogo fubito dopo al- la uipera: percioche quali tutte quelle cofe, che conferifcono nei morii delle uipere , conferiro- no in quefti. Ritrovo dalla maggior parte degli antichi hifioriographi , chefcriuono l'bifiorie de gli animali , che l’Mm- phisbena ha due tefle , ma nella parte dinanzi , & l'altra nel luogo , doue dourebbe effere la coda : & che però camina ella tanto all’ mangi, quanto all' indietro . il che uer amente è cofa piu preflo da credere per fauolofa , che per j0 nera : imperochefi ferine parimente nelle fauole , chel’hidra ri habbia fette . Quantunque non uogliapcrò io negare , che non fuffe pofìibìle , che monflruofamente poteffe quefto accadere in ogni fpetie di ferpente , che partorifea l’uoua : come s è uedutóalle uolte d uno uouo , che habbia due tuorla , nafeere un pulcino hor con quattro ale , & ber con quat- tro gambe , & fìmilmente lucertole con due tefle . Ma quefto però non conclude , che fi ritrouino ferpenti , che natural- mente fecondo la loro fpetie habbiano tutti due tefle . il che conferma beniffimo Ariflotile almi, libro della geriera- tione degli animali , cèfi dicendo . Fannofl i moflri rare uolte in quegli animali , che partorirono un folo animale ; ma ben molto piu in quelli, che fanno i parti numerofì , & maffimamente negli augelli , & ifpetialmentc nelle galline . lm- peroche i parti di quefle fono mmerofìfiimi ,& non fidamente per eh’ elle partorifeono fpeffo , come fanno le colombe ; ma anchora perche generano ,& tengono nel corpo inflememente molte uoua , & in ogni tempo ufano il coito col gallo. Et di qui fpeffo uiene , che partorivano le uoua con due tuorla : percioche quelle , che già generate nel corpo fi toccano tutte infleme , ageuolmente s attaccano l'un tuorlo con l’altro . il che uediamo alle uolte anchora ne i fl'utti de gli alberi. Et però quando le tuorla fono diflinte da qualche membrana, che le trameni ,fe ne generano due polli feparati l’un dal- l’altro interi jfénga alcuna parte dì piu >Q di meno .fylafe le tuorla fi toccano, & chenon uì fiaalcuna membrana, che Sepa , & fegi * del fuo morto, & cura. Acontia , Se fu hiftorùjfegnij & cura del uio morfo. Amphisbena, & Cecilia & lo ro eflam. i y 2 2 Difcorfi del Matthioli che gli trameni , nemfcono pofcia i polli mojlmofi con mfol corpo,& un fol cupo , ma con quattro gambe , . onerami», te con altrettante ali . perche le partì fuperiori fi generano nella chiara ,& piu prefio ( percioche del tuorlo fi cibano:.) &le parti inferiori f generano piu tardi: quantunque il cibo medefmo non [epurato gli joccorr a . Ut pero fi fono già ue- duteferpicon due teSle per la mtdefma ragione : percioche anchora quefe partorifeono ajfai uoua . T atto queflo dife Amphisbena lichene facredere ,chel‘ iAmpbisbena non babbia tal propria)} etie . Il perche dijfero alcuni, che per teftèf C n GUC efferc queflo ferpe ugualmente tanto groffo appreffo alla tefla , quanto apprcjjo alla coda , & per non poterftall impro- uifo difeernere la cofa , hanno penfato molti, che kabbia égli due tette . il che par che dichiari cAetìo , il qualeal XXXVI I . capo delx 1 1 1. librone fcriffe in qnejlo modo , dicendo . La Cecilia chiamata S citala ,& parimente t J.m- phisbena , fono molto fìmili . imper oche non fi uanno ajjottigliando dal corpo alla coda , come fanno gli altri ferpenti ; ^ ma fono ugualmente grofìi per tutto , di modo che chi gli uede , non può dittinguere , ouc (ìa la tefla , o la coda . Il che uediamo parimente noi ne i uermini terrettri , ne i bruchi ,che mangiano le piante , & parimente nelle magnatte . Sono differenti, diceuapurc Jletio , la [citala , & l'amphisbena : percioche quefla ,& non quella camma tanto ^ aUinamfl, quanto all'indietro : dal che s ha ella da i Greci prefo il nome d’amphisbena . Galeno nel libro della theriaca à Tifone ( fe pero coiai libro è di Galeno ) mole anchora egli, che l'amphisbena habbiadue tefie , come quiui dimottrano quette par ole. L’amphisbena ha due tette, come fono quelle barchette ,che hanno la prora da amendue i lati . Dicono , che fe Segni , & cura una donna pregna le paffa di fopra ,fubito fi fconcia. Ma ne i morfì tanto dell una , quanto dell altra malageuolmente fi de 1 morii d’a- ^fcerne ia morfura : imper oche è ftmile alla pilatura dì una mofea . Et però fe ben mordano , non ammalano , ma mendue' famosamente dolore, & infiammatone , come fanno le api , & le uejfie . Onde fi debbono curare , come le punture di quelle : come che fi ricerchino iti quefli morfì piu ualorofi medicamenti . Dal che fi può comprendere , facendo l Mmphif- ^ bena cofi picciola morfura , che habbia ella la tefla appuntata fimile in tutto à quelle de i uermini terreflri : & pero tan to fimile alla coda , che non nifi poffa difeernere differenza , come non fi difeerne in quelli , ne nelle magnatte , che fuc - chìano il f angue ,fe non con offeruan\a grande . La Cecilia , cofi chiamata per ejfere cieca, chiamiamo noi in Tofcana Lucignuola . Scriue Tficandro , che ueftendofi un battone fatto dì olino, faluatico conia pelle della JL mphisbena , tenendofi in mano da coloro, che hanno le mani ttecchitc dal freddo , fubito gliele r ifcalda, & gli ammorbidile le giunture delle dita . DelDrijno. Cap. XLIX. NAscOno nei corpi , dopo al mordere del Drijno , grauiffimi , & moleftiflimi dolori , & nel luogo della morfura rileuateuefeiche: dalla piaga poi efee fuori marcia acquofa :& ientonii nelle budella rodimenti , & dolori . Nel che è rimedio 1 ariftolochia beuuta nel umo , il tu o- glio 5 la radice dellamphodillo : & le ghiande di qual fi uoglia albero , che le produca , peite in poi- uere , Si beuute . Giouanui anchorale radici deH'elieepefte , & meife fopra la piaga . Drijno, &fua Ti duino (per quanto fcrìueTiicandro nelle thmachc ) fiale fuexauerne appreffoalle radicidelle querele, hiftoria , & le- I nene concauità de i faggi , & fetialmente ne i monti . Chiamanlo alcuni bidro : & altri chelidra, quando la) cian- f “ dcl r“°m°r do d’babitar piu tra le querele ,fi riduce àfiare nelle paludi, & ne i Ughi . onde ufecndo pofcia ne i pratifipafcedi ranoc- chie , & dimoluride . Etfe per forte è trafitto dal tafano ,fene corre fubito uia alle qucrcie , & quiui appreffo alle jue radici fi fa il nido . Ha quefla fiera il dorfo bianco , & il capo uguale , fimile all bidro , ma laf :ia dafe ungrandijjmo fe- tore , fimile à quello , che uapora da i luoghi , oue fi pelano , &fi conciano le cuoia . J^afce dalmorfo di queflo anima e per lo piu fatto nelpicde , un pugrplentiflimo , & abomineuole odore in tutto il corpo : & enfiaful luogo d un tumore 40 appuntato : & tanto è il dolore , & la trifleiftt , che non poco conturbano l'intelletto . Mterafi l effigie della faccia : C P crefee il pudore in tuttofi reHo del corpo , il quale par che per ciofifeccbi, &fl confumi -.finalmente fi perde il uè ere , & nmoionfi i patienti . alcuni altri morfì da questa fiera belano , come fannole pecore ,& le capre. & ijfici ijjima mente fi curano , per gli atroci dolori , & incommodi , che gli affliggono . ->fon pcfjono orinare fe non malageuolmente, & è l’orina loro di pallido colore . Dormendo farnacano , con continuo Anginoso : & mmitano bor eliderà ;& boi J an- gue , con ardentijfma fete , & tremore finalmente di tutte le membra . Tutto queflo del Drijno fcriffe 'Nfcandro . Cbia- maft queflo maluagio ferpe Drijno, per habitare egli apprejfo alle radici delle qucrcie.-peraocbe t Greci c a clMrf Drijno ferino eia irys. Et però drijno non uuol rileuare altro, che quercino, come mancamente dimoflra C aleno nel libro della mena 113 GiL ca 4 Tjfons , cofi dicendo . il Drijno ferpente , cofi chiamato per uiuerc egli nelle radici delle querele , e (fecon do c fi dice ) nell’ ammainare gli buomini cofi maligno , che nonfolamentefafcorticare i piedi à cln gli calpesta addofio , 50 enfiare pofcia le gambe , come fe fu fero d’uno bidropico ; ma fa il medefmo à i medici , che curano 1 patenti . imperocbe accollando eglino le mani alle membra ulcerate, fi gli ulcerano , & fi gli corrompono nel modo medefmo . Etfe alcun l’afaìta per ammanarlo , laf da andar fuor dafe uh tanto fetido, & uelenofo odore, che infetta di tal forte *<*“*»» che par pofcia ì colui, che ogni grutiflinto ,&foauifmo odore gli diuenti cattino ,& che ogni cofa gli pptgf. UliV Drijno , & fua tutto del Drijno dife Galeno . Da cui prefe di parola in parola l’hìHoria.che ne trattò MUo : benché di pw di.fi g . deferinione, & cf,e cctali ferpenti abondanomoltopMinHellejponto , che inognialtro luogo ,doue hanno le catternc Jotto aie CUra' delle qucrcie. E’ il Drijno lungo duegombiti , pieno , tardo nelf andare , &per tutto l corpo armato dafrijjimejquame. : Enfiati nel fuo morfo ,& diuentanero illuogo: dopo al che fuccede grauifsimo dolore , ulcere corrofiue, anfanamento ’ d'intelletto , [lecita di corpo fmghio^i , nomiti cholerici , ritenimcnto d’ orina , tremori , parlare interrotto, u?ove’ mortificatione del membro morfo. Et però la maggior parte di coloro, che fon morfì da queHe crudeliflime fle, e, je 6o muoiono fenga alcuno aiutolUefi ricerca in quefli morfì altra cura.cheft ricerchi in quelh.che fon fatti dalle mpere.qm tunque molto contienimi pò f ano i rimedi j uniuerfali , applicati fecondo laproportionc de gli accidenti . licito lib. di Diofcoride. Dell’Hemorrhoo , & della Dipfade . Cap. L. IN c o l o r o , che fono flati morfi dall'Hemorrhoo , nafconofubito crudelifsimi dolori , i qua- li con il lorlungo.durare fanno ritirare tutte le membra del corpo. Efce per Iapiaga copiofo fan- gue : & litrouandofi nel corpo alcuna cicatrice, fubito s apre, & rifuda fuori ilfàngue. Lefeccie$ che efcono per di (òtto del corpojfono fimilmente languinole: & coli anchora la orina, con la qua- le efce fuori il fangue apprefo in pezzi. Sputano ipatìenti, rodendo parimente fu dal polmone il wngue . & fpeflo con impeto lo uomitano fenza rimedio alcuno . Ne i morii poi della Dipfade , fe- i ° guita lùbito una Iailà enfiagione , & tanto ardentillìma fète, che mai non lì poflòno i patienti latiar di bere , ne la poflono con tutto quello mitigare in parte alcuna : & benché beuano continuamen- te à piena gorga , dubito ricalcano in tanta fete , come fe mai non haueflèro beuuto . & però fi chia- ma quello ferpe , per l'irremediabile fete , che caufa ne i corpi noltri , prellero , caufone , & dipfa- de. Imorfi adunque di quelli fono di tanta maluagità ,& coli mortiferi , che fapendo gli antichi medici non ritrouaruifi rimedio alcuno , che fanar gli potelle , gli lafciauano al tutto per incurabi- li . & però non ritrouandoli per quelli rimedio alcuno particolare , è necelfario l'ufar di communi, Il perche bifogna fubito fcarifìcare il luogo , cauterizarlo, & tagliar uia del tutto il membro, quan- do però la morfura lia in tal parte del corpo , che fi polla fare . dopo al che bifogna metterle l'opra acutiflimi impialtri., di cui habbiamo (pelle uolte trattato . Giouanui , come ho ueduto , i cibi acu- 30 ti , & mafsimamente di cofe fidate : il uino puro copiofamente beuuto : .& Umilmente i bagni . ma bifogna , che tutte quelle cofe li facciano fubito dopo al mordo , Stprima che nafeono gli acciden- ti: perciochecome quelli fono già predenti, non fi gli ritroua rimedio alcuno . Sono adunque con- trai mordo deH'hemorrhoo tutte quelle cofe : & oltre à quelle, tutte quelle che fon communi à tut ti , come fono le fcarificationi , i cauterij , i cibi acuti , il bere il uino puro , & tutte l’altre colè pre- dette. oltre alle quali ui conferilcono le foglie delle uiti cotte , & trite con mele . LO hemorrhoo, & parimente la Hevnonhoa ( diceua Galeno nel libro della ther'uica à Tifone) induco- Hemorrhoo , no ne i corpi degli huomini mortali accidenti limili ài nomi loro . percioche à coloro , che fon percojft da quelle i,ft. ucleno' & fiere , efce il fangne fuori per la bocca, pel nafo , & per tuttalaperfom , fino à tanto che fe ne muoiono . Soprai hiftoria, qo che è da fapere , che hamorrhagia in Greco non lignifica altro , che copiofo fiuffodi fangue. -Et però diceua Galeno, che caufano quefii ammali accidenti mortali , limili al nome loro : percioche dall’ effetto , che fanno ,fono fiati chiamati He tnorrhoi . Scrijle di quella cruddifima fiera ‘ì\u andrò nelle tberiache , con quefie parole ò limili : Habita , & ha il ni- do l' Hemorrhoo nelle cauerne trai faffì . E’ lungo al pìuiinpiede ,& ancho fiottile affaldai capo alla coda: di colore fpleudido di fuoco .Ha il collo fretto ,& la coda fiottile , & fretta : ha fopra gli occhi nel fronte due corna : & late- fa bombile ,& afpra . Caminain fono come fa la cerarla , col corpo per terra : & fa nel caulinare conle f/uamme un certo flrepito , come fe paffaffe per un canneto . Caufa queflo bombile animale dopo al mor fio una Iteideqra uni iter- fiale in tutto il corpo , che tende al nero : dolore di cuore, & enfiagione acquofanelueiitre : & nel uenire della notte f af- fo di fangue, per il nafo , per la gola , & per le orecchie , confato dal fuo cholerico ucleno . L'orma diuenta fanghino - fa , & apronfi le cicatrci di tutto il corpo , uerfando fangue . Rfitiraf la pelle miuerfalmente , & fafii iomefuliginòfa , 40 dimorfo delia f emina i molto neramente peggiore . Onde mordendo fubito fa infiammare legengiue , & ufc irne fimi con tinuamente il fangue , il quale parimente rifuda con impeto da tutte le commiffure delle unghie . i denti purgano , & w- h umiditi malageuolmentc majìicano . Quello tutto è di Idi condro . A' cui coni-fonde non poco quello che dell’ Hemor- rhoo fcriffe Actio , co/i dicendo . Sono quefie fiere ( ciò è i hemorrhoo , & t hemorrhoo ) di colore arenofo , lunghe per lo piu tre (panne : hanno gli occhi Jf tendenti , cóme di fuoco , & caminano dirittamente, ma tardi . Sono piccherate per tuttofi corpo di nero , & dibianco , & tutte ricoperte di dure fquame: & però fanno, quando caminano , non poco ru- more . Lafemina camino, fiondo in fui uentre, fermando il fuo andare nella parte piu appreffq alla coda : tua il mafebio cambia fopra à tuttofi uentre, & nell andare aitanti fempre difende il collo . Mordendo adunque quefie maluagie fic Hcmorr|loo re , alcuno, fi Mede tutto il luogo attorno alla morfura dicoloredi fangue, ma nero,& bombile : da cui non efce nel succidenti del principio finon un poco d’humore acquofo . caufafi dolore di filomaco , & firettura di fiato . dopo al che fcguitaflii/Jodi £“°amorfo ■ 81 O pingue dal nafo , & parimente dalla morfura : &pnel corpo fi ritroua effere alcuna cicatrice .fubito fi rompe confiuf- ® fo di fangue .& quefii fono gli accidenti del morfo delmafchio . In quelli pofeia della femina , offre à tutti quefii pre- detti , efce & corre fuori il fangue per li cantoni de gli occhi, per legengiue , & perle radici delle unghie delle dita : & per dir finalmente con breuità il tutto , corre fuori fangue per tutte le parti del corpo . Tutrcf imofi oltre a ciò. legengi- ue,& capanne fuori i denti . Et però il primo rimedio di quella cura confitte in prohibire con ognipoffbil modo ìlfluf- fo del fangue con tutti i medicamenti , in cui tal facultifi ritroua : & in un tempo medefìmo bifogna impiafirare fopra alla morfura le fiondi delle uiti cotte , & pofeia pefie col mele , & le fiondi della procaccine infume con polenta . Man- gino i patienti .aitanti che l’orina cominci ad effer fmguinofa , copiofamente dell'aglio , & beuano largamente del inno inacquato , &fàccianfìpoiuomitarc . & fubito dopo al mmito.fi dia toro della tberiaca, & faccianfi mangiare affai pefci conditi con aglio fiefeo ,&con olio . Mangino fimilmente affai una paffa dolce col pane , & baiano quanto po [fo- no del uino inacquato , & fubito procurino di uomitare . Lauifi oltre à ciò la morfura con acqua fredda : & fomentifi la ■ ucfcica con le pugne calde . La Pipfadepoi ,cofi parimente chiamata dai Greci , per [effetto , che ella fami canfore DipWcj & una ineflinguibil fete ( percioche dipfa in Greco fignifica fete & defiderio di bere ) fu commemorata da Galeno allxv. fuahift. i y 2 4 Diicorfi del Matti ù~,}j f acuità de i femplicì , dicendo , che di tal forte ( fecondo che induceuano alcuni Marfi , che fino à quei faceuano la profefione delle ferpi ) fi ritrouaua in Libia , & non in Italia :per effer quefia regione molto tumida, & quella ma , to fecca . Benché dimofira quiui Galeno d'hauer prefiato poca fede a cottoro , come parimente dobbiamo prefiarne man- co noi à questi altri , che fi chiamano della cafa di fan Vaolo . Terciochefefino al tempo di Galeno quelli taliandauano ingannando il mondo , èfacilcofa da credere , che molto maggiormente ingannino quefii moderni , che non fecero gli an- tichi : conciofia che l’arte della loro aHutia da Galeno fino a quefia età noflra molto fi debba ejfer ragioneuolmente affi- nata . Scrijfefimilmentc della Dipfade cjfo Galeno nel libro della theriaca à Tifone ,cofi dicendo . Coloro , che fori mor- fi dalla dipfade ,fono molto mal trattati dalla febbre chiamata caufone . perche co fi ejfendo lungamente affliti da into- Dipfade , & fe- lerabil caldo , & infopportabil fetc ,fcne muoiono : quantunque molte uolte crepino per lo troppo bere . Et però trat- gni,& cura del tandone jLetio al XX\I. cap. del XI II, libro: La dipfade (diceua ) è ffietiedi uipera ,& ritrouafì per lo piu nelle IO iuo morfo. maremme . £ lunga un braccio , & dal corpo fi ua ajfottigliando uerfo la coda : è oltre à ciò piccherata per tutto'l cor- po di rojfo , & di bianco : & ha picchia tefla . Caufanfi ne i morfi di quefia fiera tutti gli accidenti , che fi ueggono ne i morfi delle uipere : & oltre à quefii , una fetc tanto int oler abile , che non fi può cauare in modo alcuno , quantunque continuamente beuano ipatienti: ma non però fuperfluità alcuna loro efce del corpo , percioche non uomitano , non fi- dano , & non orinano . Et però fe ne muoiono coftoropcr due cagioni , ciò è, ò per abbrufciarfi difete , quando non be- uono : ò per ber tanto , che crepano nel fondo del uentrc , come fanno gli hidropici. La cura di quefii morfi è la medcfì- ma di quella delle uipere :come che fi ricerchino in quefia prefente alcune beuandeyche molto piu prouochino l'orina . Mondifì il corpo co i criteri , & cerchifì di prouocare il uomito con l'olio , & con le decottioni . Mettafì oltre à ciò fo- prala piaga, dopo al figgere , alle fcarificationi , altirare delle uentofe ,& al metterui / opra le galline ftr accinte ,■ deUa calcina uiua incorporata con olio , & degli empia firi attrattiuìì& della theriaca . Quefto tutto diffe Aedo ,& 2 6 cofì copiofamcnte , & bene, che non accade à farne maggior procejfo:& tanto piu , per faperfi , che ditali ani- mali pochi fe ne ritrouano in Italia . Scriffe della Dipfade particolarmente Eliano al xl. capo del I X. libro, cofì dicen- do . La dipfade , il cui nome ne dichiara Inforca , & parimente la fua natura, è uer amente di corpo minore della uipe- ra , quantunque nell'occidere fia ella molto maggiore . Fa quefta , che coloro , che fono morduti da lei , quanto piu be- nono di continuo , tanto piu ardono ogrìhor di fete . di modo che fino à tanto s accendono nel bere , che di ciò crepano preftifl imamente . Soflrato la dipinge macolata di bianco con due linee nere nella coda . Et per quanto odo , è ella chia- mata per piu , & diuerfi nomi : percioche alcuni la chiamano prefiere , altri cauf me , altri anombate , & altri melanu- Errore del Leo ro . Ifiafce tanto in A fica , quanto in Arabia . quello fcrijfe Eliano . il che hauendoperò per auanti ueduto il di- niceno. ligentifimo Leoniceno , non fo penfarc come egli cofì reflajfc nella fua fidfa opinione , tenendo per cofa certa , che nelle fattele del corpo alcuna differenza non fi ritroui tra la dipfade , & la uipera , 3 o DellaNatrice, chiamata dai Grecihidra; Cap. LI. IL morso della Natrice fi dilata per fe fletto, & diuenta liuido,& grande. Dacuiefcepoico- piofamente una certa marcia nera, & puzzolente, fimileàquella, chefuole ufeire dell ulcere corroiiue . Conferifce al fuo morfo l’origano frefeo petto, & incorporato con acqua , impiaftra- touifopra; la lifeia, incorporata con olio: la feorza della ariftolochia, òla radice della quercia, fottilmente trita , ò la farina d'orzo incorporata con mele, & con acqua . Danfi per bocca utilmen- te à bere due dramme di ariftolochia in due ciathid aceto inacquato : oucramente il fucco del mar- robio:ò la decottione tanto di quello, quanto di quella, beuuta co’luino. Conuengonuifi oltre 40 à ciò le fiale del mele cauate di frefeo , infieme con aceto . Hi Jra, Natrice, fflT asse ne per lo piu l'Hidra nell’ acqua ,'da cui uer amente s’ha ella prefo il nome . & però è Hata chiamata pa- ce tua hiftoria. rimonte Tfatnce , per nuotar quafi fempre nell'acqua . Quefia adunque quando , Infoiando l’acqua , firitira per babitare in terra , diuenta molto peggiore , & chiamafipofcia cberjidra . Ma è però differente dal drifrio ,il quale (co- me fu detto dìfopra ) chiama Tsficandro bidro . Imperoche dcll'Hidro , di cui bora trattiamo , fcrijfe egli nelle fue the- ■ riache fitto nome di cherfidro , con tali , ò fimili parole . Il cherfìdro è dì forma fimile all' affido : dopo al cui morfo fe- guitano queHifegni . Lapelle fi [ ficca dalla carne , & la piaga humiga , & diuenta putrida .Dopo al che feguitano ar- denti dolori , i quali alfine ammalano . Zfcono per le membra di tutto il corpo bro^e bora in quefia , & bora in quel- l' altra parte . il cherfìdro ufo prima di filar ferie ne i laghi à mangiare delle ranocchie , nel feccarfi dell’ acque ferie refia ^ Q in fecco . Et cofì diuenta tcrreflre andandofene menando la lingua perle uie , & per i folcbi . Cofifommarìamente del- Cherfidra , & l’HidrofcriJfe'Eficandro. Scriuendoneancbor^ctioalxxxv. cap. doliti 1 1. libro, cofì diceua .Lacberfidraècofì fua natura,mor cl,iamta , percioche mentre che da prima fe ne uiue ella nell’ acque , fi chiama bidra , & natrice : & cberjidra fi cbia- fo,& curauo- ^ ^ qMÌUi0 fa quindi partendoli , diuenta terrcHrc .Ifei luoghi Immidi adunquenon baella puro ueleno, perla molta Immidìtà del nutrimento : ma ftandofìpoi lungo tempo fira terra, diuenta neramente molto uelenofa . Rjffembrafi molto all’ affido tcrreflre picciolo, ma non però ha ella cofì largo collo . Caufanfi ne i morfi di quefia fiera tutti quegli ac- cidenti cbefogliono accadere nelle morfure degli altri uelcnofì ferpenti,cio è enfiagione, dolor continuo inccnfiuo , color liuido intorno alla piaga , & marcia , che efce per la morfura : ucrtigini intorno àgli occhi , mancamento di fpirìti ,fin- copi , nomiti cholerìci , efr puzzolenti, & mordinati movimenti di corpo . dopo al chefeguita in tre giorni la morte . Tsfid che conferifcono utilmente i rimedij communi , &gli antidoti thcriacali . Come che particolarmente conferifea il dare à g Q bere con uino melato , ouer amente con mele rofado , una dramma di noci di cipreffo con altrettante bacche di mirto tri- te : mettendo fopra alla piaga calcina uiua , incorporata con olio , &. altre cofe fimili . Tutto queflo dtjfe ^ietio . Ma è nera- Nel fefto lib . di Diofcoride. mente che cojì fio. . DelCenchro. Cap. LII. TL M o R s o del Ccnchro è Amile à quello della uipera,da cui nafee una putrida ulceramene: & polita che la carne s e enfiata, come tane gli hidropici , s mfracidifce , &ne cafca uia tutta . di- , n u5ntano 1 Panc:nu letargici, & fonnolenn , di modo che lungamente dormono . Dille Erafìftrato, io che t percoisi da quello animale, il fentono con grauiflimo dolore lacerare il fegato, il budello chia mato digiuno , & parimente quello che fi chiama colon : di modo che fuifeerandofi dopo la morte t patienti , ii ritrouano m tutte quclte parti quali corrotti. Al morfo del ccnchro fi foccore, met- tendo lopra alla moritura il ieme della lattuca infieme co'l feme deliino . giouaui la fatureiatrita , la ruta laluatica , & limilmenteil lerpollo,beuutoin tre ciathidi uino infieme con due dramme d amphodillo . conteriiceui la radice dell'ariftolochia, & Umilmente il cardamomo, & la gentiana. Qy A n T v N Q_V e chiamafieMto Cencbm l' ammodite fervente , & parimente Cenchrite latomia; non però Cenchro & fi» Jipuo dire , che intcndejfc egliefer alcun di quefiiil Cenchro ,di curiti quefto luogo tratta Diofcoride : impero- eifam. che ninna conferenza uijì ntroua tra effi . Chiamaft adunque queftoferpente Cenchro.per ejfer minutamente pie- 2 0 cherato nel c orpo ( come ferine Lucano ) d’ alcune picciole punture gialle fimili alle granella del miglio . Fece di quello memoria Vaolo Egineta al xv 1 1 1 . cap. delv. libro , imitando nel tutto Diofcoride : come fece parimente ^duicenna, il quale lo chiamò Famofo , aggiungendoli! però alcune cofe del fio . Enfiasi ndmorfodellaCeraftailluogo,diuentaduro,&per tuttoallo intorno nafeono uelciche . Efce per la piaga marcia hora nera , & hora gialla : enfiali tutta la perfona , di modo cne in ogni parte appaiono i patienti con le uene enfiate : indurirceli fuor di modo la uerga , l'intel- letto ua anfanando, & gli occhi s'annebbiano : finalmente nafee uno fapfimo di nerui , del qual po- 30 feia lì muoiono i patienti . Al che non è miglior rimedio , che tagliar uia al primo tratto il membro della morfina nettamente :oueramente non potendoli far quello, fcauar molto bene la morfina eoi rafoio, & legarne uia ogni carne circonuicina : & cauterizar pofeia fubito allo intorno per tut- to . imperoche quello ueleno è limile à quello del baiìlifco . R/trovans I ( fecondo alcuni antichi autori degni di fede ) le Ceraie in africa con due corna in fronte, Ceraftc , & !o- fimili à quelle delle chiocciole, da cui hanno prefu elleno il nome: percioche cornila non rileua altro nella nojlra Un ro maluagio ite gua , che cornuta. Il cui ueleno a pochi perdona la morte , fe ( come dice Diofcoride ) fubito dopo dimorfo non fi fega ^"°> & rime" uia il membro , ò non fi taglia la parte della morfura . E lunga quefla micidialifiima fiera ( fecondo che ferine yictio ) un gomhito , come che la maggior arridi alle uoltc à due. Ha il corpo areno fio nella parte apprejjò alla coda tutto ^0 nudo di f quante . Sopra alla teda ha due eminente , come due corna : & per intorno al neutre è ordinatamente coperta di fcagtie . il perche fa dia nelferpeggiare un certo Strepito fintile al fuono d’un fujfolo . Idoli camino dirittamente,ma fimi* pre ferpeggia in trauerfo . CauJ'aJi nel morfo di questa fiera un tumóre al proprio luogo della morfura J inule alla tcjta d'alt chiouo, da cui efce una marcia nera, oucro uinofa , & maffimamentc allo intorno della piaga , come intcruiene nelle fe- rite . Al che fuccedono tutti gli altri accidenti ,-cbe fogliono accadere ne i morfi delle uipere , ma con maggiore iiiteiifio- ne. y iuono imor fi quafi femprc fino al nono giorno. Curanfi co irirnedij medefmi dei morfi delle uipere . ifuefi o. tut- to diffe^d et io. Dell’Alpido. Cap. LII II. IL morso dell’afpido fi ritroua effer limile alla puntura d'un aco, ne ui fi uede allo intorno uc- runa enfiagione . Efcene fuori un lingue nero, quantunque poco : dopo al che gli occhi s’anne- - bìano : & tutto! corpo diuerfamente patifee un certo dolore cofi piaceuole , che non par che ino letti . Il perche ben cantò Nicandro : Pallido , uerde , & fenza alcun dolore Se ne_ muor 1 huo- mo . Nafee oltre à ciò nello ftomaco un dolor mediocre : ritirali continuamente la fronte : le pal- pebre de gli occhi tremano , come fe nel fonilo uegghiaflèro fenza fentimcnto : co i quali acciden- ti nafee la morte auanti, che pafsino tre giorni . Alche fi rimedia con le medefime operationi, & conl'ifteffe cofe, che fono fiate fcritte del morfo della cerafta . imperoche quello ueleno conge- la uelociffimamente il fangue nelle uene, & gli fpiriti nelle arterie, come faquellodel bafilifco, & parimente il fangue del toro . oso da diuerft antichi fcrittorì efieregli sfridi di tre frette , & tutti mortali fimi , & uelenofifim :dì Afpidl , & loro che rare mite fcampano la ulta coloro , che fono percofst da efii.Et però trattandone Galeno nel libro del- ” Rlor la theriaca à Tifone , cofi direna . Tra gli alòidi quello , che fi chiama ptias , quando mole offendere alcuno ; di- * ìmUTO. Della Cerafta . Cap. LI1I. i ) 2 6 Difcorfì del Matthioli Afpidi, & loro hiltoria, fegni, & cura. lunga alquanto il collo, & mifurando pofcia con la mente la lunghe^ dello (patio, che fi ritroua tra efjo , & l'buomo,co . me farebbe uno animale rationale ,gli (futa , non fallando punto, addoffo il ueleno . Vnaff>etie ueramente d’ A(f>ìdo(ìm peroche tre fono le (fede degli affidi, ciò è pdas, cberfea, & chelidonia) fu quella fiera, con cui /ammazzò la reina eleo patra . Queflo tutto dijfe Galeno: narrando pofcia con belli f ima hifìoria, come fuccedeffe la morte di cofigloriofa reina. Ma e anchora da fapere, che l’affido chiamato pdas , sha prefocotal nome dall’effetto , che fa egli dello (future addof- fo il ueleno: percioche quefìo uerbo pti'oin Greco , non fgnifica altro , che (futare . quello , che fi chiama cherfea, è anchora egli cofi nominato , per efler terre lire . & l’altro , che fi chiama chelidonia , per effer di [opra nero , & bian- co di fiotto al corpo , come fono le rondini . Queflo ( fecondo che riferifee Aetio al XX. cap. del xi 1 1 . libro ) ha quafi femprele fue cauerne nelle ripe de fiumi :& però affai fene ritrouano intorno alleilo . Iterrefiri poi fono cofi grandi , che alle uolte fe neritrouano di lunghi fino à cinque gombiti . Et quelli, che fi chiamano ptìadi, fono grandi fi- fimi , di color di cenere , & d'un certo uerde indorato . I terrcflri fono anchora effi di color cenericcio , come che fe ne ri- trouino deiuerdicci . Gli accidenti , che feguitano ne imorfi generalmente de gli diffidi , fono i communi '.come chela propria morfur a loro fi raffembri debutto alla puntura d’un’aco : ciò ènelmorfo del mafehio due ,& quattro in quello della femina, conpoco dolore : dalla qual morfur a non efee fuor cofa alcuna ,fe l’animale , che morde , non morde per uiolen\a , che fi gli faccia. Seguita dopo queflo ,fitupore nelle membra , pallidezza nella fronte Rigidezza in tuttofi cor- po , sbadigli , tremolamelo di palpebre, torcimento di collo ,graue^ga di tefìa,pigritia in tutto l corpo , & forno pro- fondifìimo : dopo al che feguita lo (fafimo , & la morte in tre bore . come che nel mòrfo di quello , che fi chiama chelido - nia jfubito dopo al morfo fiprefenti la morte . In quelli , à cui (futa addoffo l' ^Affido ptiadc , s'annebbiano fubitogU oc- chi , caufanfi dolori di cuore : enfiafi la faccia , manca l’udire, & uiene finalmente la morte molto piu tardi . Gioua al ue- leno degli Affidi , & iffetialmente dellaptiade , il dare à bere a i patientifortiffimo aceto ,fin tanto che lo fentano pe- netrare nel deflro fianco : percioche dicono , che il primo membro , che fi flupidij ce per lo morfo degli Affidi, è il fegato. Volendo fi fapere ,fe fieno per morire , ò per campare ipatienti , diafi lorow bere la cent aure a : impero eh e uomitandola , è uero fegno di morte ; & ritenendola , di ulta . Conuienuifìper far uomitare il ueleno già corfoper tutto l corpo , l’aglio trito , beuuto con la ceruifiafin tanto , che inducendo naufea , faccia uomitare : ouer amente l'opopanaco, dato à bere con nino inacquato : percioche fubito fa uomitare. Lodò Tfiumioper dare a bere co'l uino l'origano tanto uerde, quanto fec- non folamente ammalò il ueleno , che corfe per l' batta > il caualiere , ma anchora il cauallo . L'inimico di quejìo mottro è ueramente la donnola : tanto è piaciuto alla natura , che non [intro- ni co fa alcuna fernet il fuo pari . Tutto queflo diffe Tlinio . Il quale ( per quanto io me ne creda ) non narra cofe del BajuiJco manco fauolofe de gli altri . Imperocbe ammalando egli gli buomini folamente col fibilo , & con lo fguardo; non fo come fia, flato pojfibile , ne come fia interucnuto , che non fieno morti coloro > che lo uidero , & lo notarono , & confi dorar ono talmente , che dalla loro relationefenefia poi ferino l'bijloria : & marinamente effendo egli cofi piccio- lo lo animale , che nonfipoffa uedere , & confiderare fe non da prejfo . Di modo che mi par cofa imponìbile , che egli non uedejfe coloro , che lo rimirauano : & maffimamente dicendo Tlinio , che egli camina diritto , & non col corpo per ter- ra , come fanno gli altri fer penti . Etfe pure è uero , che con il fetore anchora ammali egli i circondanti , uorrei pur fe- per io , come anchora il fetore non ammalò coloro , che con tanta diligcntia effeminarono le fue fattele . Onde può molto bene interuenire , che non dando Erafiflrato forfè fede uenma a cofi fatte fauole , & fapendo egli , che il Bajìli - fco non ammala fe non col morfofuo uelenofo , come fanno tutti gli altri uelenofi ferpenti , non fece mentione d'altro , che della cura del fuo morf > . Ma effendo cofi maluagio , crudele , & mortale il ueleno di queflo animale , che non fi può uinccre con rimedio ucruno , non ho da dirne piu altro di quello , che da Erafìflrato ne fcriffe Diofco- ride . Il quale cofi come con queflo feflo libro impofe filentio al fuo dottifiimo & utilijfimo ragio- namento delfuogloriofo uolume della materia medicinale ; non altrimenti ho uoluto fare io 20 in por fine a i miei difcorfi , ferini non folamente per mia propria utilità ; ma ancho- ra per commune utilità , & commodo di tutti gli fludiofi di quella cofi glorio t fa , & ncceffaria parte de i [empiici medicamenti . Dando fempre del tutto immenfe ,& infinite gratìe à Dio noflro Signore , da cui ho confeguito il tutto , & a cui ne rendo la gloria , & l'honore in f empiterno . IL FINE DEL SESTO ET VLTIMO LIBRO. Stampato in Vcnetia NELLA BOTTEGA DI VINCENZO VALGRISI. M. D. LXVIII. Piu fauolofa, che uera l’hi - itoria dei Bas- ilico. DEL MODO DI DISTILLARE LE ACQVE DA TVTTE LE PIANTE, Et come ui fi pofsino conferuare i loro uefi odori <$t lapori. DEL MODO DI DISTILLARE I. E A C Q_V E DATVTTE LE PIANTE, Et come ui fi pofsino confermare i loro ueri odori & fapori. O n ritrouo che medico ueruno dell! antichi habbi mai ferino del modo di lambiccare le acque dalle piante , ò da altre colè uegetabili . Imperoche ufauano in-uece delle acque diftillate per curare i loro infermi, ò infulìoni, ò dicottioni , come quelli , che delle acque diftillate non haueuano noti- tia alcuna. Però adonque bilògna dire,chelainuentionedeldiftillare le acque , è colà di non lungo tempo . Et uogliono la piu parte che il modo fia flato ritrouato dalli Alchimifti , fe ben fono alcuni che dicono elfer fla- to ritrouato accidentalmente da un Medico, il quale elfendo diligentiffi- mo inuefligatore delle colè naturali, & hauendo un giorno cotto delle bie tole per mangiarlèle , le pofe calde , anziboglienti dalla pignatta in un piatto di ftagno, & accio li manteneflèro ben calde le coperfe con un altro piatto limile, & uenendo pofciailtempodi man- giarlèle,& ritrouado il piatto di fopra tutto di dentro coli abbondato d’acqua che gocciolaua per tutto all'intorno , & che le gocciole haueuano l'iftelfo làpore delle bietole, hauendo coli imparato l'arte dalla natura, s'imaginò difabricare unoinftrumento di piombo limile à una campana con il fuo lambicco ritorto per coperchio d una padella di rame piena di herba frefea , & collocata fo- pra un fornello doue li potellè accendere il fuoco , per mezo del quale li hauellè à conuertire il lor uapore in limpidiffima acqua. Nel che non li ingannò punto, riufcendoli molto beneil difegno.Im peroche eleflècon fondamento ragioneuole di far le campane di piombo imaginandoli , che que- llo metallo per la fua frigidità fulle piu atto di tutti gl’altri à fare ingrolfare il uapore delle piante fcaidate dal fuoco , & farlo conuertire in acqua . Onde non fenza gran giuditio , & ragione fece egli quello inftrumento , auuenga che non li ritruoui lambicco ueruno , di qual li uogli metallo , ò materia , che renda piu acqua di quelli, che li fanno di piombo . Il che eflèndo poi contemplato da altri che lucceflèro all'inuentore della cofa ( come che facil colà lia d'aggiongere alle colè già ritro uate ) s’imaginorno di fare una fornace, checonteneflèpiu &piu di quelle campane,accioche con un fuoco folo, & con molto minore lpelà,& trauaglio li potellè fare gran quantità d’acqua ogni giorno. Per la qual colà li fabricorno una fornace fatta nel modo che li uede nella prima figura qui polla da noi. Ma auuenga che non manchino del continuo nuoui ingegni, che cercano con la- cutezza dell'intelletto loro di migliorare le cofe per auanti ritrouate da altri , & mafsimamente da coloro che li chiamano maeftri dell'arte dell'archimia ; dico che uedendo coftoro che le acque di- ftillateper campane di piombo non riportano lèco ne odore ne làpore ueruno dell’herbe , ò delle piante da cui fi diftillano , ma che piu pretto hanno odore di fumo , & dibrufciatticcio,& che quel le che li diftillano da herbe amare , oueramente acute non hanno al gufto ne amaritudine , ne acu- tezza alcuna , ma che piu prefto hanno del dolce , li propofero di ulàre per diltillare le loro acque un’altra forte di lambiccare ; & coli li fabricorno quello inftrumento , che in Germania chiamano uelcica . il quale è l’iftelfo , che s’ulà per fare l'acqua uite , che lì fa dal uino , ò della fua feccia , co- me li uede dilègnato in quello trattato nella feconda figura : mettendo in quello à bollire nell'ac- qua commune le herbe,& diftillàdone quel tanto che fe ne conduce fuorc per il cappello, che ricuo pre il uafo,come ben li può chiarire ciafcuno per la imagine datane da noi. Ma perche fempre colo- ro,che fono delli ultimi,hanno maggior capo di uenire allaperfettionc delle cofe, hauendofi final- mente conliderato , che le acque, che li lambiccano per la uelcica non fono acque pure delle pian- te , che ui li mettono , ma mefoolate con gran parte dell’acqua con cui ui li pongono à bollire : s’è finalmente ritrouato , che il diltillare delle piante à bagno d’acqua calda, qual chiamano di Maria, ouero al calore delfuo uapore, fuperano in bontà, &in chiarezza tutte le altre predette; & ciò li conolce , Imperoche quelle riportano foco gl odori , & i làpori natiui, & naturali dell’herbe, da cui fi diftillano; Et quello interuiene,percioche il bagno dell'acqua calda conia fua humidità,con fcrua , & ritiene unite tutte le parti piu lottili , che li contengono nelle piante. Il che fa che quelle non fi rifoluino nelle piante che fi lambiccano , coli come fi rifoluono ageuolmente in quelle , che fi fanno con campane di piombo , & s'abbrufciano nei uafi di rame oue fi mettono per la uiolenza del fuoco òdi legna òdi carbone, che fi fa loro continuamente fotto; Et però tanta differenza è tra le acque , che fi diftillanoper campane di piombo, & quelle che fi fanno à bagno con cappelli di uetro , quanto è ueramente fra l'acqua & il uino , ò fra l’oro , & il piombo . Imperoche quelle che fi fanno nel bagno dell'acqua che boglia , ouero al caldo del fuo uapore con lambicchi di uetro (co- me dimoftraremo dipoi) non fono ueramente punto differenti nel odore , & nel làpore dalle iltef- fe piante , da cui fi diftillano. Imo che non fellamente riportano foco le proprie qualità delle pian- te, ma fono coli limpide , & fincere, che non ui fi fonte punto di odore di fumo , ne d’altra qual fi uoglia cola, che non fia naturale di quell’herbe, dalle quali ficauano;Et perii contrario mai,ò rarif- le acque. rariffimeuolte fi guftano Tacque fatte per lambicchi di piombo, chenon Iafcinola bocca piena S di fumo , ò di abruiciato . La qual cofa non {blamente commouela nauiea , & lo ftomacho a chi le gufta,& (penalmente alli amalati, i quali fono Tempre piu difficili da contentare, che i fani, ma nuocono molto al petto , allo ftomacho , al fegato , & alle uifcere di tutto! corpo , per riportare el lefeco la mala qualità del piombo con cui fi diftillano. Et però ben diceua Galeno nel fettimo li- bro delle compofitioni dei medicamenti fecondo i luoghi al fecondo capo nella fua confettione fatta di capi di papaueri , che fi deue fuggire l’acqua che li conduce per canali di piombo , impero- che la genera la difenteria, & fcortica le budella . Et che coli fia fc ne uede manifeftamente Teffiem piò nell’acqua dell’Alfenzo fatta con lambicco di piombo per efler ella dolce, & non amara . Il che non d’altronde le auuiene( come ne dimoftra la cotidiana fperienza)chedai lambicchi di piom- bo con i quali fi diftilia . Et ciò non fellamente fi gufta nell’acqua dell’Affenzo, ma in tutte le altre, che fi fanno di herbe di natura calde, & acute, come fono quelle del pulegio , della menta, del- la calamintha , del thimo, della fetureia,& altre limili; Imperoche infettandoli la interna par- te del lambicco di piombo per la molta acutezza del caldo uapore di cotali piante che continua- mente la percuote, fi uiene pian piano à calcinare & conuertirlì in fottiliffima biacca , la qua- le mefeolandofi con l'acqua , che diftilia, la fa diuentar dolce, perche tale è il fuofapore. Il che fpelfeuolte li uede manifeftamente nel fedirne, ouero feccia bianca, che fanno cotali acque nel fondo de uafi oue fi ripofeno qualche giorno ;& maffimamente in quelle che fi diftillano con le campane nuoue . Imperoche quellechelonoftateulàteperlambiccarequalche tempo hanno già fatto di dentro per tutto uua crolla , come di golfo , la quale olla non poco , che il uapore dell her- be non poffino piu corrompere il piombo, ne farlo diuentar biacca . Ne li marauigli alcuno fe dal- li acuti uapori delle piante fi corrompa la fuperficie del piombo , & diuenti biacca, fcriuendo Dio- feoride chela biacca lì fa di lamine di piombo poftefopra una graticola di cannefopra un uafo di aceto à pigliarne il uapore . Il che non fi uede, ne fi gufta in quelle acque che fi lambiccano nel ba- gnodell’acqua calda coniuafidiuetro. Imperoche guftandolìfi fentono amare, & acute, fecon- do che fono le herbe da cui lì diftillano . Oltre à ciò non ui fi fonte dolcezza ueruna , percioche da i lambicchi di uetro non pigliano ne odore , ne fepore accidentale ueruno . Quelle poi che lì lambic- cano perla uefcica(cbe coli chiamano quello inftrumento di rame {lagnato con ilquale fanno 1 ac- qua uite) fono anchora molto migliori, che quelle che fi fanno con i lambicchi di piombo , perche il fuoco del fornello bollendo l’herbe nell'acqua non le può abbruciare, ne dar loro odore di fu- mo . Macontutto ciò non hanno in fola pura qualità delle piante loro, per la miftura che hanno dell’acqua comune, con la quale fi pongono nella uefeica, la quale fuffoca , & indebilifce le facul- tà loro : &però quelle che fi fanno con il calore dell'acqua del bagno, & con quello del fuo uapore portano la palma, & uincono di bontà, di chiarezza, d'odore, & di fapore tutte le altre in qual lì uo oli altro modo diftillate,& mafsimamente quelle piu dell’altre lo dimoftrano , che fi fanno d herbe calide di propria natura. Et quello potrà baftateperuno uniuerfaleauuifo, quantunquebrèue,& fuccinto, del modo di diftillare le acque dalle herbe, & da i lor fiori . Imperochc.piu particolarmen te dichiararemo il tutto di lòtto doue metteremo le figure de i lambicchi , & de fornelli loro . Pero dico che le acque lambiccate con le campane di piombo fi debbono del tutto tralafciare , & mette- ~ re in ufo quelle che fi fanno nel bagno . Imperoche fe fecondo che fcriue Galeno , le acque f redde delle fontane, che lcorgono per canali di piombo fono coli nociue,che fanno la difenteria a chi con ritma diberle, tanto maggiormente poflòno nuocere quelle, che fi lambiccano con lambicchi di piombo, che con la caldezza, ´zza loro ne radono la fuftanza, & ne la riportano foco conuer rita in biacca laquale fi connumera tra li ueleni . Ma douendo dire anchora di quanto Ipetta di la- 11 r t. ' i n> 1 .u: „r-r.«-r» irlo fonoi-p c-Iòp hnnnr» lf* iiirm lTirrlCiimC % CLIC lC pere intorno alle facultà dell’acquc lambiccate , è da fapere , che hanno le uirtu medcfime , chele piante da flillarfifìl acque diftillate , uedendofi manifeftamente che nelle dicottiom li gufta, & li fante piu il lapore, & l’odore delle piante, delle radici, de forni, & de fiori che nelTacque diftillate. Ma perche le dicot- rioni non piacciano ugualmente à tutti li amalati, come fanno le acque diftillate fi deueno pere > pi ) ufarc le acque, che le dicottioni, doue defideriamo con beuande piu gratefare li amalati piu nere intorno alle racmca aeu actjuc iauiuu.c