fa “a = SM Ai, a tsica Pa No_ ce DE ii ie 70 Vas è Adi È 4 TL) ce al i a. - per. si De \ ALLO CIA FROM TH LIBRARY OF NE ANTONIO CAVAGNA |} adi SANGNTANI DI GVALDANA || Collections Library ad LIBRARY or | Mi THE UNIVERSITY | OF ILLINOIS NI ea n. È mio i Rea Mu Pa La ao SS x Ki * IL BIGATTIERE, Digitized by the Internet Archive . in 2011 with funding from | University of Illinois Urbana-Champaign i http:/Avww.archive.org/details/ilbigattiereossi00camb TI BIGALRTTBRIA OSSIA OSSERVAZIONI PRATICHE PER IL BUON GOVERNO DE’ BACHI DA SETA GIUSEPPE CAMBIAGHI FATTO RE MILANO Presso la Società degli Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell’ Industria Nella Galleria Decristoforis SOPRA LO SCALONE A SINISTRA 1840. e — _y___r_r—r_— au TIP. LAMPATO, n —— ___—_——————_—__——_—_y_—_—_—_ —_y_ I a —___—_____— e _ CAVICNA <_UBRART, (Mya sedron Ali Wobt Donna LA SIGNORA DONNA ANTOMA: VIDISERTI DE VECCHI, A I di Lei nome che indiviso passerà a’ posteri con quelli de’ benefattori dell’ umanità e de’ pro- motori pel progresso delle ottime discipline , a Lei dal cui consiglio fui guidato sul sentiero delle arti agricole, a Lei Suora impareggiabile del mio S- gnore e Padrone il nobile D. Icnazio VipISERTI, intitolare dovea per dritto quest’ opera, qualunque ella sia. Ignorare non posso che i miei lavori * campestri trovarono grazia presso di Lri, e fin d’allora divisai consacrarle queste mie osserva- zioni. Umiliato dal cuore e dalla riconoscenza que- sto tributo, se è tenue come oggetto d’ istruzione, non dispero tuttavia, che esser possa gradito , per- chè raccoglie in sè molte cognizioni che la St V Illustrissima con particolare benevolenza riguarda. Si degni adunque accogliere quest’ omaggio da puro e nobile sentimento inspirato ; mi continui onore del valido di Lei patrocinio ; viva felice per lunga serie d’ anni; e col più profondo os- sequio mi creda Di V.° Sì Ilustrissima Umiliss.® Divotiss.® ed Obbed.° Servitore CAMBIAGHI GIUSEPPE, ST II RUNE POTE TUTI ITA LETTORE! IÎ baco da seta, detto anche filugello e bigat- to, volgarmente cavaler (1), procede dalle parti meridionali della China, paese più caldo del no- stro, e fu trasportato in Italia nel duodecimo secolo (2). Relativamente al modo di educare i (1) Phalaena mori. (2) Ho letto che due monaci Persiani dopo avere dimorato per lungo tempo nella China si sottraessero alla rigorosa sor- yeglianza di quel geloso governo, nascondendo le uova o il VIII bachi nelle parti orientali sono invalsi errori non pochi, coi quali si vorrebbe far credere che que- sto verme sia di una minor delicatezza di quella che è realmente, e con ciò spingono a dimi- nuire le scrupolose cure ed il necessario custo- dimento. In Turchia e nell’ Indie vivono i ba- chi nelle stanze come da noi; nelle parti meri- dionali della Persia e nella China (1) viveano all’ aria aperta, ma siccome gli insetti e gli uc- celli ne faceano loro cibo , così in oggi si go- vernano nelle case. E quantunque in quelle re- gioni si facciano due e tre raccolte di bozzoli, pure una sola raccolta d’ Italia equivale a quelle seme nei loro bastoni vuotati a tal fine, e così poterono giun- gere a portarlo a Costantinopoli. Lo presentarono all’ impera- tore Giustiniano, il quale gli ricompensò largamente, e gli incaricò della nascita e della prima educazione di questi ver- mi. Di là vennero in Sicilia circa l’anno 1130, quindi in Fi- renze, Bologna, ecc. (1) Si è preteso da alcuni annotatori, che il celebre Velo d’ oro alla cui conquista partirono per Colchide gli Argonauti capitanati da Giasone, altro non fosse che una tela, a guisa di quella d’aragno, fabbricata da un baco da seta e distesa sur un albero. IX fatte rozzamente, per quanto ci dicono alcuni viaggiatori. Nasce da un ovetto partorito da una farfalla sotto la forma di baco o bruco ossia d’ un ver- micello o animaletto allungato e cilindrico, for- nito di zampe per trasferirsi da un luogo al- l’altro. Ha due mascelle a sega che si muovono orizzontalmente per triturare la foglia del moro che è il suo cibo. Sotto la bocca ha un picciol foro o filiera, che comunica con due cavità , ove si va raccogliendo un umore, cui manda fuori per il detto forellino in forma di seta. Ai due lati sopra la zampa ha dei fori o stimmi che gli servono per introdurre l’ aria , e respirare. Cresce rapidamente, ond’ è costretto a cambiare la pelle per quattro volte, lo che dicesi muta, volgarmente dormita, ed allora non mangia, e sembra assopito. Giunto alla determinata gros- sezza si fila una cella o bozzolo, volgarmente galetta, entro la quale sì chiude e prende lo stato di morte apparente , vestito di un guscio che cuopre tutto il suo corpo; nel quale stato chiamasi ninfa o crisalide. Dopo alcuni giorni fora il guscio e il bozzolo , ed esce trasformato x in animale perfetto o farfalla. Si. accoppiano i maschi con le femmine, queste partoriscono molti ovetti e quindi muojono ambedue (1). È cosa indubitata che fra le tante industrie agricole riparatrici de’ mali e de? bisogni, che il coltivatore può tra noi sempre più migliorare, non avvene certamente alcuna , che, come ab- biamo visto ne’ passati tempi e veggiamo tutto- ra, sia più efficace a mantenere l’ interna cir- colazione del denaro , a favoreggiare il miglio- ramento dell’agricoltura, ad aumentare le rendi- te, ed il valore de’ fondi, a far prosperare il commercio e le manifatture, a procurarci in- somma un mezzo attissimo onde soddisfare a tutte le esigenze, quanto quella che riguarda l' otti- mo governo de’ bachi. Tutti i proprietari ap- prezzano assaissimo una tanta verità, e perciò vegliano al miglior governo de’ loro gelsi ed im- piegano salariati ; tutti alimentano le loro pian- (1) Non inopportune, ma bensì necessarie ho creduto che es- ser devono queste notizie, onde mettere in avvertenza le mas- saje, acciocchè si persuadino che il verme da seta deve essere trattato e maneggiato con tutta la possibile discreziene. XI tagioni; intimamente convinti che il ricco pro- dotto de’ bozzoli diffonde vita attiva e pronta ovunque ; e fa circolare nelle mani de’ possidenti e de’ coloni l’ oro tanto necessario al movimento della classe industriosa. Fra i doveri del mio ministero come fattore, avvi l’arte di governare i bachi da seta, la quale è una delle mie più gradite e speciali cure. Ho procurato cogli insegnamenti miei, dedotti da una lunga pratica, di rimuovere i pregiudizi, e le co- muni abitudini de’ coltivatori che vogliono conver- tire la volgar produzione delle foglie di gelso in quella cotanto nobile e preziosa della seta. Ho dovuto lottare con certa gente, la quale pare che si affatichi di oprare in guisa che la luce divenga tenebre. Ma dal canto mio non mi stan- cherò mai d’ insistere perchè cessino le super- stizioni, e trionfino i principii dedotti dalla ra- gione , dalla scienza e dalla pratica, ed ognor più fiorente progredisca questa ricca produzione la più utile che vanti il nostro bel paese. Ho voluto perciò commettere alle stampe que- ste mie osservazioni sui bachi da seta dedotte dalle esperienze appoggiate ad invariabili prin- XII cipii di teorica e di pratica. Mi giova sperare pertanto di potere meritarmi qualche fiducia da parte de’ coltivatori, additando loro una via certa e facile quale è quella da me tracciata. Se mai involontario fossi caduto in qualche errore, gradirò volontieri l'osservazione, e ne farò pub- blica confessione , essendo l’unico scopo mio quello del bene della mia patria, e dell’ utile de’ miei simili. OSSERVAZIONI PRATICHE SUI BAGAHI DA SETA. SEMENTE. L un argomento di tanta importanza qual è quello dell’ educazione de’ bachi da seta, ciascun coltivatore deve conoscere |’ obbligo di prepararsi da sè la ne- cessaria semente. Nulla avvi di più facile, quanto lo scegliere dalle varie partite que’ bozzoli occorrenti , onde ottenerla della miglior qualità. L’ ottimo però de’ consigli è quello di procurarsi la semente dai bachi cresciuti ed educati sotto la propria vigilanza: mon bisogna ciecamente fidarsi a scegliere i bozzoli dalle partite de’coloni, i quali ten- gono celate le malattie alle quali possono essere andati soggetti i bachi e particolarmente il calcino o male del segno; e perciò è regola generale, che nella produ- zione di tutti gli esseri per ottenere perfetti prodotti dobbiamo assicurarci della maggior bontà dei loro se- mi. Fatta adunque la raccolta dei bozzoli, si trascel- i % gano 1 «niglior. Rileva assaissimo una tal pratica dac- chè saremo certi che è d' ottima qualità perchè ge- nerata da filugelli allevati secondo le buone regole. Variano di colore i bozzoli : ve ne sono di giallo- bianchi, di color paina-bianchiccio , camuzzina, di color giallo non carico. I bozzoli che sogliono essere preferiti dai filatori, sono quelli di color paina, poi- chè da essi si ottiene seta più fina. Bisogna però ri- flettere , che i bachi di questa sorta riescono molto rilevati o sia grossi, fra’ quali talvolta sì rinvengono i così detti ordori o bachi della testa grossa, e che sono poi d’ ordinario poltroni , e vanno soggetti alla malattia detta il regrone. Io soglio preferire que’ bozzoli detti camuzzina ; è bensì vero che questi sono, per la maggior parte pic- cioli, ma il coltivatore avrà l’avvertenza di scegliere fra questi i più rilevati. Da simili bozzoli si ottiene buona semente, eccellenti bachi e quindi bozzoli che piacciono assaissimo ai filatori di seta. La ragione per la quale io scelgo di preferenza questa qualità di boz- zoli, si è che il digatto non riesce tanto rilevato di forme, non troppo grosso, ma è assai svelto e ro- busto, per cui, non a guisa de’ bachi poltroni, ei va soggetto alla malattia del negrone o segno. I segni per distinguere i bozzoli non sono affatto certi. Si denno però scegliere quelli che sono ben fatti e ben vestiti di seta. I bozzoli che racchiudono il maschio sono piccioli, appuntati e stretti con cer- chio nel mezzo, volgarmente detti curlettati ; quelli che sono più sferici alle estremità, più grossi, non ri. stretti o pochissimo nel mezzo e ben fatti, contengono » d la femmina. Sarà per tanto facile a chi è incaricato del cernimento di mettere da un canto un numero uguale di bozzoli accerchiati che sono i maschi, e di lisci che sono le femmine. Spogliati i bozzoli della borra;, che li avviluppa, si collocano a strati dell’altezza di un’oncia ed un quarto circa sopra graticci, e non su tavole di legno atteso che quando nascono le farfalle , il legno si inumidi» sce, e le farfalle soffrono. La stanza dovrà essere bene asciutta e bene riparata, operando in guisa che il termometro segni non più di sedici gradi, né si abbassi più del grado 15°, accendendo la stufa, dove ciò intervenisse. Al decimo giorno si veggono ad ap- parire alcune farfalle le quali sono maschi, ma in quindici giorni o in°quel torno nascono anco le far- falle femmine. Il nascimento delle farfalle comincia comunemente allo spuntar del sole, ed alle ore otto del mattino va diminuendo, e quindi cessa. Appena nate le farfalle devono tostamente essere levate dai graticci e separati quindi i maschi dalle femmine che sarà facile di distinguere , perocché le femmine sono assai più grosse e pesanti (1). Devono queste rimaner in quiete per un’ ora circa dopo na- te, e pria di unirle ai maschi, poichè in tal modo si purgheranno, deponendo una materia fluida san- (1) Potrebbonsi anche cernire i filugelli maschi dai femmi- nei, e porli in bosco separato a filarsi il bozzolo. Si cono- scono i filugelli maschi perché hanno gli occhi aperti, lad- dove le femmine in luogo d’ occhi hanno una striscietta CULVa, 4 guigna ed acre che avevano nel basso ventre, la quale farebbe sì che si disgiungerebbero dopo l’ ac- coppiamento per fare una tale evacuazione. Al na- scere delle farfalle, si deve lasciar penetrare poca luce nella camera , affinchè i maschi non si agitino col battere dell’ali, si affatichino e restino meno robusti. Mentre che il calore prepara lo sviluppo delle far- falle si disporranno i pannilini o cartoncini sui quali dovranno accomodarsi, e quelli dove devono deporre la semente. L? esperto coltivatore non deve tollerare di essere sottoposto ad alcuno, ma dev’ essere inte- ramente libero di esercire bene la sua professione ; nè deve abbadare alle pretese di alcuni inscienti ra- gionieri, che pretendono ottenere da una libbra di bozzoli due once di semente , la qual cosa potrebbe forse riuscire, se non fossimo costretti di gettarne via. Chi vuole avere buona semente, von deve affidare una simile operazione ad alcuno de’ suoi subalterni ma indefessamente deve lui stesso attendervi. È cosa essenziale dì osservar bene le farfalle femmine pria di accoppiarle ai maschi; devono esser scelte, poichè avvene talvolta di quelle che non sono del tutto bian. che , talvelta sono per metà ed anco interamente di color oscuro o nero, e queste fia d’uopo gettar via, come pure i maschi che hanno simili qualità e sono deboli, perciò vanno separati e rifiutati. Dalla persona che intende a simile operazione si dovranno tostamente levare tutte le farfalle riunite e riporle sovra cartoncini, espressamente disposti, del- l ampiezza di un braccio in quadro, e situati in modo che |’ una disti dall’ altra un quarto d’ oncia; 5 ben inteso che se sono troppo rare non istanno quie- te. Perchè le farfalle rimanghino tranquille, è neces- sario che la stanza sia oscura, Si deve sorvegliare quell’ accoppiamento, andando nella camera ad ogni ora almeno, e questo si pratica per levare quelle farfalle che si sono disparate. Si lasciano accoppiate non meno di ore cinque e non più di ore sei. Se per caso si accorciasse il tempo la semente non sa- rebbe bastevolmente fecondata e per ciò non riusci- rebbe perfetta; e se si oltrepassasse il limite si avreb- bero da quella semente, bachi così detti dianchini, e dai coloni chiamati /usuruoli e perciò una tale se- mente chiamasi stracca e conseguentemente non per- fetta. A togliere tutti questi inconvenienti si richiede molta attività e zelo indefesso nell’ adempimento del proprio dovere. Si spiccano con garbo i maschi, se- parandoli dalle femmine le quali devono rimanere dieci minuti, pria di rimoverle, acciò purgare si possano dalla putredine ricevuta dai maschi nell’ ac- coppiamento. Solleciti, non devesi lasciar trascorrere il tempo prescritto , altrimenti la farfalla emette la semente la quale andrebbe perduta. Allora le fem- mine sì pigliano per l’ ali, e si pongono sui panni- lini già distesi sui cavalletti perchè con pace vi de- pongano il seme (1). Sebbene taluni gettino i ma- (1) Il pannolino o la tela deve essere lievemente inclinata e non appesa al muro come sogliono fare alcuni senza ragio- nare: una tal pratica è riprovevole. 6 schi, pure io non sono di un tale parere, ma bensì essi devono essere riposti in cassette di legno col loro coperchio tutto traforato , e tenuti fuor della luce cioè all’ oscuro, Questa pratica è consigliata dalla ragione, ed è che se per caso mancassero i maschi all’ accoppiamento delle femmine, si può supplire con quelli e si ottiene la semente che chiamasi: seconda e senza difficoltà ed anzi con vantaggio può essere messa a profitto. Si avverta però che i maschi nulla abbiano sofferto, nè col dibattere dell’ ali, né siano smarriti di colore, o siano divenuti neri, in questi casi contemplati si devono gettar via. Durante il tempo che le femmine stanno sui pan- nilini ad emettere la semente ed a partorirvi quindi le uova, deve regnare nella stanza una perfetta oscu- rità. Trascorse ventiquattr’ ore da che furono così disposte, si levano diligentemente di colà per appli- carle sur un’ altra tela. È della più sentita impor- tanza che nessun insetto si introduca, pel danno che vi può arrecare , talvolta vi penetra il cimice detto selvatico grigio, il quale va da una farfalla all’ al- tra, e produce male alla semente ; il guasto però, che vi producono simili insetti, non si può conoscere al momento, ma si manifesta pur troppo allorchè s?in- tende a purgar la semente attesochè maggiore riesce lo scarto, o sia in copia galleggiano alla superficie del vino i granellini. i La femmina tolta al primo pannolino e collocata sur altra tela, vi rimane per altre ventiquattr’ ore, e quivi finisce lo stadio di sua vita: la semente avuta in quell’ intervallo dalla farfalla , chiamasi seconda, 7 ma non Ìa si deve usare, L'osservazione dei bozzoli che non son nati, potrà servire di conferma a quanto valga la scelta loro dalle partite più accreditate, e quanto sia necessaria la vigilanza per ischivare qualsiasi ma- lattia. Si pulisca ben bene la camera , e si lascino al suo luogo le tele aceiocchè la semente divenga matura ; ella è tale quando veste il colore del ciel sereno e non è più gialla, lo che occorre in alcuni giorni. Si deve aver attenzione di chiudere e di aprire le finestre della camera sì di giorno che di notte onde ripararla dal calore della stagione , il quale, nella stanza, non deve oltrepassare i quindici 0 sedici gradi. Divenuta perfettamente matura la semente, si stac- cano i pannolini o le tele dai cavalletti: ai nastri o bin- della, già attaccati a quelle tele, si assicurano delle pertichette di legno, e distese si allogano quindi in sito fresco ed asciutto, ove però non geli nel verno; o pure in cantina, ma che non sia umida. Durante la notte si devono tener aperte le finestre e chiuse in tutto il giorno. Ad evitare poi il guasto de’ sorci e d’altri animali, è bene di attaccare alla soffitta quelle tele per mezzo delle dette pertichette. Quella semente così disposta deve rimanere in cantina fino al giorno venti del mese di settembre : si levano allora le tele e si trasportano in una stanza bene guardata dai rigori della. stagione e dalle intemperie de’ tempi, nella qual stanza regni una temperatura di tredici gradi circa. Colà deve rimanere fa semente fino all’ appa- rire del freddo , o sia al principiar del gelo, che di ordinario si fa sentire alla metà del mese di decem- O (0) bre: allora si rotolano o si piegano mollemente e de- licatamente que’ pannolini, i quali poi si allogano in un armadio situato in una stanza in cui non possa penetrarvi il gelo, quand’anche ciò avvenga di fuori. Si avvolgono allora que’ pannolini rotolati in una co- perta di filugello; ma se per caso il freddo divenisse più forte, per una maggior sicurezza si copriranno per soprappiù con un pannolano. Quando il freddo comincia a mitigarsi, verso il fi- nir del verno, ai venti circa di febbrajo, si svolgono que” rotoli dalle coperte. Nel giorno primo di marzo si levano que’ pannolini rotolati dall’ armadio , si dispie- gano e si collocano nella stanza ov’ erano in prima di allogarli nell'armadio, e quivi si abbandona la semente fino all’epoca che dev'essere levata dalle tele. Racco- mandando sempre la più attiva sorveglianza, perchè non torni danno alla semente a causa de’ sorci, o per qual- siasi altro motivo. L’epoca precisa per levar dai pan- molini la semente suol essere il giorno venticinque marzo. La pratica fu l’unica mia guida nello stabilire e precisare il tempo. La prima cura dee consistere nel distaccare le uova (volg. la semenza) dai pannolini, Ciò viene eseguito, di- spiegando diligentemente i pannolini e guardandosi be- ne di non disperdere la semente che si sarà staccata nel rotolare e piegare le tele, e riponeudo primieramente que’ panni in un recipiente di metallo © di terra o pure di legno di una maggiore o minore capacità secondo il bisogno. In quel recipiente si versa tanto vino di buona qualità quanto bastar può a mantenere im- mersì que’ pannolini. Sebbene taluni accostumino usare 9 l’acqua in vece del vino, la quale, per dir vero non è nociva, ma pure io ho trovato più utile assai il vino generoso, il quale loro dà la forza. Devono que’pan- nolini rimanere nel vino immersi per lo spazio almeno di quattr’ ore, trascorse le quali, sendo bastevolmente bagnata la semente, si levano dal recipiente i pan» nolini e si distendono sur un tavolo di asse, e con un cucchiajo di ottone che non sia troppo usato per- chè allora sarebbe tagliante e pregiudicherebbe la semente o con una spatola di legno sottile, con cautela la si leva, i coltelli o stromenti troppo acuminati de- vono essere esclusi (1). È necessario che i pannolini siano perfettamente distesi e dispiegati, ed il cucchiajo ben sicuro in mano deve lisciare la tela, avvertendo di tenerlo sempre bagnato nel .vino, perchè allora la semente non si attacca ed in tal guisa la si leva con sicurezza ,, certi di non arrecarle alcun nocumento. Si pongono po- scia le uova entro un catino, lavandole con altro vino (1) Taluni eseguiscono una tale operazione verso la fine di marzo tuffando i pannolini compiegati entro una secchia di acqua per alcuni minuti. Dispiegano quindi i pannolini sopra una tavola e con una spatola di legno sottile staccano le uo- va. Le ripongono poscia entro un catino lavandole con acqua pura, e togliendo quelle poche che vengono a galla. Versano l’acqua sopra un setaccio di crine, lavano di nuovo le uova con vino bianco. Mettono poi le uova ad asciugare sopra pan. nolini distesi sui graticci, e le conservano in sottili strati en- tro piatti di majolica o entro carta o in sacchetlini distinti in luogo fresco e asciutto fino al tempo di farle nascere, IO sempre di perfetta qualità e di un bel colore, la qual cosa va ripetuta tre volte, avvertendo in ogni volta di togliere quelle poche, che vengono a galla come quelle che certamente non nascono. Con una mestola si leva la semente, o pure la si separa de- cantando il vino; allora la si colloca in iscatole fog- giate a bella posta con carta detta da bachi. Si por- tano quelle scatole in una camera di un piano supe- riore, che sia asciutta e ben ventilata, il cui pavimento sia costruito di mattonelle e su di esse si dispongono le scatole in guisa che la semente possa facilmente asciugare : lo strato in ciascuna scatola non deve essere perciò maggiore di un quarto d’oncia, avvi- sandosi di rimuoverla frequentemente non solo, ma di cambiar di sito alle scatole, acciocchè le matto- nelle, che sono divenute umide a causa del vino as- surbito, abbiano campo di asciugare più presto, e quindi anco la semente. Facendo asciugare la semente sarà bene di disfare con precauzione i grumi che si saranno formati at- taccandosi molte uova insieme, cosicchè asciutta che sia dev’ essere divisa granello per granello. Se mai per caso si iscorgessero de’ grani bianchi o non bene colorati, i quali sarebbero sfuggiti, perchè attaccatisi tenacemente ad altri granelli, si rimeiteranno nel vino quelle porzioni miste, si separeranno i granelli non buoni e così la semente sarà interamente sceverata dalle uova inutili, e la si farà asciagare nel modo in- dicato. Comunemente dopo otto giorni la semente è perfettamente asciutta, ed allora la si leva dalle sca- tole, e la si ripone sovra pannolini di bucato distesi DI sui tavoli, o pure la si conserva in istrati alti niente più di un quarto d' oncia entro piatti di peltro o di majolica, collocati in una stanza di cui fresca ed asciutta sia la temperatura dell'ambiente, e non segni di più di dieci gradi al termometro di Reaumur (1). Questo è il metodo per conseguire ottima semente, e di perfetta qualità, dalla quale nascono poi bachi robusti e scevri di qualsiasi malanno. MopI R TEMPO DI FAR NASCERE LA SEMENTE. L’ influenza dei nuovi metodi per coltivare i bachi, e lo zelo con cui attualmente i possidenti se ne oc- cupano dappertutto con più o meno esattezza secondo le circostanze, apparisce mirabile qualora si voglia riflettere a tutti i rami subalterni d’ industria che que- sta sola coltivazione avviva. E per ciò l’agente che si destina a guidare il governo di questo verme deve essere istruito de’ metodi moderni e costantemente sorvegliato, essendo difficil cosa il rimoverlo dalle pra- (1) Se taluno mancasse di semenza e fosse perciò costretto di prevalersi dell’opera altrui per averla: ecco i segni per co- noscere la perfetta: dovrà essere di color cilestro-cenerino ca- rico, non giallo nè rossiccio o biancastro. Gli ovetti debbono essere appena incavati nei lati, e compressi fra le dita man- dare un umore trasparente viscosetto. Sarà necessario assicu? rarsi che sia stata ben preparata e non venuta di lontano; imperocchè nel viaggio può alterarsi, e ciò succedere tanto più quanto maggiore sarà stata la quantità radunata nello stesso recipiente, 12 tiche antiche. Io posso dire francamente che ebbi sem- pre buon raccolto, e non ottenni mai meno in com- plesso di libbre sessantacinque di bozzoli da un’oncia di semente. L'epoca, in cui deve ciascun incaricato, agente, fattore ed altri mettere sotto |’ immediata sua sor- veglianza la semente, è il venti d’aprile, tanto sia la stessa stata fabbricata da loro, come l’ abbiano essi provveduta da altri, Se Îa semente si sarà conservata in un ambiente di dieci gradi, si richieggono dieciotto giorni per muovere al nascimento , se invece si sarà mantenuta ad una temperatura di dodici gradi, il ter- mine a nascere è solo di dodici giorni. È necessario che io, faccia conoscere alcuni errori di fatto a cui vanno incontro taluni o per sollecitare di troppo il nascimento de’bachi o pure per ritardarlo. Per avere innalzata di soverchio la temperatura si vede uno sviluppo troppo precoce, si cerca allora di di- minuirla, ed abbassarla in modo da ritardare il na- scimento, ma erronea è una tal pratica, poichè gramo riesce il nascimento, e nascono quindi bachi così detti puncettini. Quando poi, essendo in ritardo il nasce- re, rialzar si voglia di troppo il calore della camera o stufa, credendo raggiugnere il tempo perduto, sol- lecitati anco dalla foglia de’ gelsi che va crescendo, si arrischia di incontrare gravi disordini a danno de’ bachi. Fatto riflesso adunque ai mali che potrebbero succedere, sarà ottimo consiglio di tenere la semente in una situazione, di cui la temperatura non oltrepassi i dieci gradi, essendo mio divisamento di poter di- sporre a mio piacimento della semente pel di lei na- scimento, 13 Se la stagione non è favorevole, se l’aria continua ad esser fredda, per cui la foglia del gelso non si sviluppa come si conviene e non é buona pel quin- dici di maggio, ma che la presunzione sia pel dieciotto o il venti in cui può essere atta al bisogno, converrà allora riporre nella stanza calda ossia stufa la semente il giorno primo di detto mese. E necessario che io faccia riflettere che sarà sempre di somma economia il far nascere i bachi, allorchè la foglia sia bene svi- lappata, imperocchè, facendola nascere troppo presto, fia d’uopo ritardare il progredimento de’ bachi, atteso- chè la foglia del gelso è troppo tenera, ciò che non va bene, perchè il consumo della foglia è maggiore, si dura fatica a rattenere i bachi, e se ciò succede, è tutto a loro danno (1). Per le sopraddette cose io sono di opinione di ri- tardare piuttosto il nascimento di alcuni giorni, sem- pre guidato da un sano giudizio e dalla moderazione, osservando costantemente la temperatura della sta- gione , e l’incostanza del tempo; usando di tali pre- cauzioni s’ ottiene un gran vantaggio su la foglia, poichè essendo sviluppata alquanto, si va minorando la dose ; così tritata bene si dà a mangiare ai bachi frequentemente quando siavi il bisogno, ed in tal (1) Taluni fanno nascere la semenza quando i bottoni del moro sono affatto aperti e non prima, poichè anticipando se sopraggiunga un freddo fuor di tempo, come pur troppo oc- corre , sicchè s° arresti lo sviluppo delle foglie, saremo co- stretti, o a lasciar perire i filugelli, o a comperare la foglia forse con grave dispendio. 14 modo operando, si progredisce bene , si acquista il tempo perduto e si raggiungono coloro che furono troppo solleciti a far nascere la semente, e furono poi costretti di ritardarne il progredimento con per- dita di foglia, ed anco talvolta, con grave danno de’ bachi a causa che la foglia era in istato non lodevole o sia troppo tenera per essere consumata. È oggetto di somma importanza |’ osservazione se- guente che in un tenimento ove si raccolgono cento mille libbre di foglia di gelso, |’ anticipazione di sei giorni al raccoglimento è causa della grave perdita del dieci per cento almeno. Alcuni adducono il pre- testo che col ritardo si genera la macchia (smaggia ) ed io dico che ciò è falso, ma che quel male succede a causa de’tempi piovosi ed annebbiati, ne’ primi quindici giorni di giugno se d'improvviso l’atmosfera è riscaldata dall’ apparir del sole, allora è facile che la macchia apparisca; passata quest’ epoca, è svanito il pericolo. Il troppo riscaldamento della temperatura dell’am- biente in cui trovansi i bachi, il soffogamento che si risente nell'atmosfera d’ordinario verso la metà di giu- gno sono cause di malanni che fia d’ uopo evitare. Noi ne abbiamo una prova recente nell’anno 1837, quando un caldo eccessivo fu la causa che una gran quantità di bachi dovette perire, ma sia detto con buona pace, tutto ciò avvenne per negligenza, e trascuratezza degli agenti e di coloro che avevano l’incarico della vigi- lanza. Ho già detto che l'epoca del nascimento de’ bachi dev essere stabilita dall’ osservazione fatta sui gelsi, e sul tempo, per cuì si può precisare il giorno della 15 nascita, molto più sapendo come è stata conservata Ìa semente, ed in questo modo non si può sbagliare. Quan- do la semente fu mantenuta sempre in un ambiente in cui il termometro segnava dieci gradi, la si colloca in una camera riscaldata dalla stufa (1), e quivi per due giorni si rialza la temperatura ad undici gradi; pel terzo e quarto giorno si fa salir il calore a gradi dodici; il quinto ed il sesto a gradi tredici; il settimo e l’ottavo a gradi quattordici ; il nono e il decimo a gradi quindici ; l’andecimo, duodecimo e tredicesimo a gradi sedici: giunto il calore a questo grado si co- mincia ad accorgersi che la semente scoppia, il quat- tordicesimo giorno quando la temperatura è salita al 17° si comincia a scorgere qualche sviluppo , ed appariscono i piccioli bachi; ne’ quattro giorni susse- guenti a5, 16, 17 e 18 il calore deve far salire il termometro al 18°; si guardi bene ognuno di oltre- passare il 19°, sarà un po’ lungo, è vero , il totale nascimento , nulla ostante però in questi giornîì na- scono tutti, e i bachi riescono moretti e forti, (1) Ventun’anni di una pratica continua mi danno il di- ritto di dire il mio parere, cioè che questo è l’unico mezzo per condurre bene al nascimento la semente di ottima qua- lità. L'esercizio mio fu fatto nei tenimenti della signora Teresa Carabelli.Maggioni ed in quelli del nobile illustrissimo sig. D. Ignazio Vidiserti. Non devo tacere che mentre mi trovava al servizio dell’illustrissima Donna Luigia Casati atteso la sorve- glianza e direzione del sig. Gottardo Sioli sendo tutte eseguite esattamente le sovra descritte operazioni, ottima fu sempre la riuscita de’ bachi; avverto però che nell’anno 1824 io non ho potuto prestar l’opera mia, perchè chiamato altrove ad altre incombenze, 16 Si deve avvertire che un’ oncia di semente fabbri- cata ne’ possedimenti dell’ alta Lombardia, cioè nella così detta aria fina, si compone di una maggior quan- tità di granelli, sendochè le uova sono più picciole, e perciò si ha un numero maggiore di bachi; al con- trario la semente fabbricata nella bassa Lombardia e nella così detta aria grossa, si compone di uova più grosse, ed è alla vista assai più bella della prima, ma necessariamente render deve meno bachi, sendo che da ciascun granello nasce un individuo; ne consegue pertanto, come da esperimento fatto, che dalla se- mente fatta in aria grossa si ottengono cinque libbre meno di bozzoli, che non coll’altra semente, e vi ha in pari tempo un consumo minore di foglia. Se la semente sarà stata custodita in un luogo la cui temperatura segnava il 12 grado del termometro, allora fia d’uopo che il nascimento principiare debba, nel primo e secondo giorno che viene riposta la se- mente nella camera riscaldata dalla stufa, al tredice- simo grado; nel terzo e quarto giorno si fa salire la temperatura a quattordici gradi; nel quinto giorno a gradi quindici; e nel sesto giorno a gradi sedici; al- lora s’ incomincia a udire il romore dello scoppiare della semente; nel settimo giorno a gradi diecisette, e si vedrà comparire qualche vermicello, o come si suol dire i primi spiori; nell’ottavo sino al decimo giorno a gradi dieciotto od al più sino a diecinove, guardandosi bene di oltrepassarlo , e lo ripeto con una tal guida nascono bene i bachi e non si prende abbaglio, e come già dissi vi si impiega maggior tem- po, ma dessi sono tanto più forli e moretti. 17 Rialzare la temperatura dell'ambiente della camera coll’aria (1) riscaldata dalla stufa collocata fuori della stessa camera, è il metodo migliore, il più sicuro ed ipfallibile, attesochè in ogni angolo il calore segna lo stesso grado. Alcuni male accorti per ischifare l’iaco- modo della stufa mettono la semente a nascere in fra i materassi (2), questa è una pratica riprovevole per moltissime ragioni, e fra le altre quella di non cono- scere il grado di temperatura in cui fu conservata, e quindi il grado che abbisogna in sulle prime per farla nascere, ed è impossibile poi di misurare i gradi di calore necessarii al nascimento quando vien messa fra i materassi, per le quali cose irregolare in ogni suo verso sarà l'operazione e in conseguenza mal’ au- gurata la riuscita. Alcuni per non patire l’incomodo di tenere la se- mente lungamente a macero, come si suol dire, in (1) Il metodo di far nascere Îîa semente con calore artefat- to, ponendola in una camera scaldata dalla stufa, e dico dalla stufa e non dal camino è dettato dal criterio e dalla ragione, perchè il calore riesce più regolare , è assolutmente econo- mico per la tenue consumazione della legna. In una tale ca- mera poi non solo si fa mascere la propria semente ma anco quella degli altri vicini. Le stanze riscaldate con aria calda e con la stufa alîia Meissner sono le più convenienti, ed al sicuro da qualunque malanno. (2) Molte nostre contadine usano porre la semenza entro sacchettini che portano di giorno addosso fra le vesti, e di notte fra le lenzuola del letto. Ma ur tal metodo vuolsi abban- donare perchè il calore, che sentono le uova riesce ineguale, e oltracciò le esalazioni del corpo umano sono ad esse nocive. 2 18 istufa, appena veggono porgere dalle uova alcuni ba- chi nei loro sacchetti, allora solamente li confidano alla camera riscaldata, facendo salire i gradi di ca- lore a 20° ed anche più. Chi non ha preparata da sè stesso la semente non potrà mai esser certo del grado che convenga ad essa nel primo periodo; e tanto più quelli che comperano semente da vari coltivatori de. vono trovarsi imbarazzati, poichè ad una qualità di se- mente può abbisognare un tal grado di calore, il quale può essere nocevole ad un’altra data qualità. Sarebbe necessario di mettere nella camera calda una qualità per volta, informati però, in prima, com?ella è stata fabbricata, mantenuta e conservata: ma un tal meto- do, sebbene opportunissimo, sarebbe causa della per- dita di tempo, ed incaglierebbe l’operazione, doven- do dividerla in frazioni diverse, ed in fine non sa- rebbe dell’interesse del proprietario. Gli agenti, i coloni, i coltivatori che hanno l’inca- rico della sorveglianza non devono mai ciecamente con- fidare una tale commissione agli altri, ma a loro stessi incombe il dovere di andare, in varie volte durante la notte, a riconoscere l’andamento della semente ed a mantenere costantemente in conveniente stato d’ac- cendimento la stufa. Chi si fida degli altri si trova spesso corbellato, tanto è vero che chi non ha un vivo interesse nella cosa, per esimersi da una continua ispezione, riscalda fortemente la stufa, ed ubbriaco dal vino e dal sonno s’addormenta, ed il calor della stufa oltrepassa di molto il richiesto grado con grave danno della semente, od anco col totale deperimento della stessa. E perciò i proprietari e possidenti che 19 devono avere un sentitissimo interesse nella buona riuscita, non si fidino di commettere un tale incarico se non a persone probe, intelligenti e senza eccezione. Se la stufa è riscaldata di troppo, cioè fino ai 24 gra- di, soffrono non poco i bachi, e sono il più delle volte costretti di perire nelle diverse dormite o mute, e comunemente dopo la quarta muta si veggono mi- schiati grossi, mezzani e piccioli, i quali consumano la foglia de’gelsi con discapito de’proprietari e grave danno ancora de’ coloni. In simile disgraziato emergente io consiglio di tri- tare ben bene e sottilmente la foglia, e spruzzarla quindi con aceto ben forte, e tal quale si dà a man- giare nella sera a que’ poveri bachi, i quali nella mattina susseguente saranno più vispi, e si saranno riavuti dal loro malore, e non consumeranno inutil- mente, come in prima, tanta foglia. Non devesi dar mano ad una tale operazione se non in caso di as- soluta necessità. Il danno più terribile che minaccia l'abuso della stufa o stanza riscaldata è la malattia del segno che si manifesta ne’ bachi. Un facile mezzo e che sortì sempre un esito felice, per togliere il male del segno, ben inteso che i bachi siano piccioli, è quello di tenerli in un’ atmosfera di 14 gradi, fino alla quarta età, ben inteso che siano assistiti dalla stessa temperatura dell’ambiente nelle diverse mute, e dopo la quarta età di mantenerli freschi e puliti più che sia possibile, lasciando un moderato accesso all’ aria, senza abbadare se qualche baco rannicchia, o va da riscion, com’ è volgarmente detto, In tal modo ebbi la soddisfazione di guarire da una tale malattia i bachi 20 e di purgare diverse abitazioni affette dal morbo. Alcuni dicono che non si sa comprendere d’ onde procedere possa il mal del segno a cui vanno soggetti i bachi; e ciò per mancanza di criterio e della necessaria osser- vazione; io posso assicurarli e con tutta la certezza che quella malattia si trova generata nelle uova, le quali sono già infettate dal detto segno, e la causa genitrice di un tale malore sono il soverchio calore in cui furono tenute durante il nascimento de’ bachì, l’accumula- mento de?’ bachi in ristrette abitazioni, l’ aria infetta delle camere atteso la respirazione, e l’esalazione de’ miasmi, per cui le pareti e le tavole s’imbrattano. Tutte queste cose arrecano grave danno ai bachi, i quali, secondo l'opinione mia, vanno soggetti al mal del segno , che è di due sorta (1): l'uno è bian- co, per cui i bachi muojono, e divengono per la mag- gior parte, dalla metà del corpo ver la testa, che rimane sciancata da una parte e nell’intervallo di sei ore, comunemente bianchi, una tale malattia domina (1) Le principali malattie che assaliscono i filugelli è detto generalmente, che sono quattro, il male del segno, del calci- naccio, del negrone e del giallume; ma a dire più esattamente sono quattro varietà o modificazioni di una sola, Il segno consiste in diverse macchie nere, fosche o rosse, che detur- pano la pelle. Il calcinaccio si manifesta dall’induramento del filugello, il quale aperto trovasi pieno di una sotanza terrosa farinacea. Negrone dicesi il baco che nel formar il bozzolo st dissecca e trasforma in un corpo nericcio e rugoso come mum- mia. Il giallume ( volg. gatta, gattina, marsone ) si conosce dall’ingiallire dei bachi, i quali perdono in un’ora l’appetito e vengono altri lucidi, lisci e gonfi, altri increspati e flosci e muojono. 2I moltissimo e fa strage dei bachi. Il secondo male del segno è rosso, muojono per questo i bachi e resta» no stincati, quanto più sono belli apparentemente e più facilmente deperiscono ;: questa malattia è un terribile flagello pei bachi (1). Tutte le abitazioni in cui devono soggiornare i ba- chi, sogliono essere-messe, a quest’ epoca, in libertà ed interamente sbarazzate da qualsiasi mobile od altro, ed entro quelle camere stabilire si devono dieci graticci 6 tavole, ciascheduna di braccia sei di lunghezza ed oncie 18 di larghezza per ogni oncia di semenza (2). Le tavole (1) Le malattie, ordinariamente, si manifestano dopo la quarta muta. Il negrone però apparisce mentre il filugello prende a filarsi il bozzolo. E però il bozzolo rinviensi povero di seta, e questa di mala qualità. La cagione di tali malori, è il mal governo accordato ai bachi, come prima di tutto l’esser nati da cattiva semenza; il tristo modo di farli nascere; il pas- saggio repentino dal caldo al freddo; il non averli cambiati di letto; l’averli allevati troppo fitti, o l'aver loro data fo- glia umida o hagnata o troppo pregna d’ umore acquoso ; e queste cose le ripeto anche in nota perchè non sono mai dette abbastanza. (a) La camera non dev'essere molto grande per poterla scal- dare facilmente. Sia dessa al piano superiore, se fia possibile‘ perchè più asciutta; sia ben pulita, chè cesa essenzialissima è la mondezza; abbia buon pavimento, e i muri bene intonacati, e due finestre almeno opposte e munite di telaj di vetro o di tela, con imposte, e con gelosie, perché l° aria non percuota direttamente i bachi, allorchè sono aperti i telaj o le imposte. Sienvi inoltre due o meglio ancora tre luminari o sfiatatoj tanto nel pavimento o sotto le finestre che nella soffitta da aprirsi più o ineno per mezzo di una imposta scorrente eutro un 22 sono sovrapposte |’ una all'altra ritenuta la distanza di oncie tI da questa a quella; gli spazj saranno rego» lati dal criterio e giudizio degli agenti od incaricati di una tale operazione. I possidenti, gli affittuari , i coloni tutti hanno un grandissimo interesse in questo ramo di agricoltura, il quale nel breve spazio di ven- tinove giorni, che è l’ordinario tempo dalla nascita alla partenza pel bosco, loro procura una ricchezza tale che nessun altro prodotto |’ uguaglia. E quivi non voglio tralasciare di ricordare ai proprietari, ai possidenti, che se gli occorra di fabbricare di nuovo, o riattare le abitazioni le devono costruire nel modo che segue. Le stanze situate a pian terreno devono avere dieci braccia in quadratura di ampiezza, l’apertura d’ingresso è d’uopo che sia facilmente praticabile, e di fronte ad essa siavi costruito un camino in buona forma, in cui agevolmente salga il fumo, per non affumare la stanza quando arde il combustibile. Quattro vogliono essere le finestre, e ben fornite di serramenti. Bisogna prati- carvi alcuni sfiatatoj nella soffitta, ed allora la camera sarà bastantemente ventilata in guisa che da questo lato nulla abbisognare debba. Dietro queste mie av- vertenze si potranno ridurre e regolare le abitazioni @ camere di già iafelicemente, per un tal uso, costrutte, ed ispezialmente praticarvi gli sfiatato). Qui devo av- vertire che per guarentire meglio la breve vita e l’an- incastro, per introdurre aria nella camera. Vi siano indispen- sabilmente due termometri, uno dalla banda della stufa, l’al= tro dall’opposta parte. 23 damento regolare de’ bachi, fa d’uopo apporre alle linestre, per di fuori, le pagliate, o stuoje, o pure le persiane (gelosie) di legno all'oggetto di metterlì al sicuro dai troppo vibranti raggi del sole e dal chia- rore troppo forte. All’apertura d’ingresso dev’ esservi sospeso un pannolano che la ricopra interameote, e col quale riparare è d’uopo la stanza dall’aria troppo fred- da, per cui risparmiare si può di far fuoco al camino. Quando la semeate sia collocata nella camera riscal- data dall’aria della stufa, è di somma importanza che sia continuamente guardata, e non si deve mai ad altri affidare Ì’incarico della sorveglianza, poichè una man- canza può essere di sommo discapito a tutti gli aventi interesse, e di una macchia al credito di quello a cui incombe il dovere di occuparsene. Debbesi rivoltare con un cucchiajo almeno una volta al giorno la se- mente ma non toccarla altrimenti. Il mio parere si è di non dividere la semenza comunque esteso sia il tenimento, ma sarà bene di farla nascere tutta in- sieme: una delle ragioni per un tal modo di proce- dere, si è che non isbucciano i bachi tutti in una volta, quindi non si ponno cibare se nata tutta non è la semente contenuta in un foglio di carta, e per- ciò quando fosse divisa in tante picciole partite dai diversi coloni, sarebbe pure necessario di non dare a mangiare ai piccioli bachi, alle volte per dieci o quin- dici ore con loro grave danno, attesochè la semenza è ancora in nascimento. Si conosce che i bachi stanno per nascere, dal colore biancastro che prendono le uo- va. I fogli di carta dovranno essere numerizzati. Appena che le uova si appalesano disposte a nascere, 24 sendo che in quel momento tutte le massaje vogliono la loro parte, ed in conseguenza è d’uopo ripartire la semente ; perciò si procederà alla regolare divisione secondo la quantità dovuta ai diversi coloni. Si porrà nelle cassette di cartoncino costrutte, o pur di legno uno strato di semente non maggiore di un quarto d’oncia, e verranno riposte su di un tavolo coperto in pria di un pannolano. Allora si porranno su le cassette dei pezzi di carta traforata (1). Attraverso ai fori si elevano i ba- cherozzoli appena nati. Spargonsi su la carta traforata delle tenere messe di moro, cioè teneri ramoscelli sparsi di tenere foglie, se si ponessero le foglie sola- mente s'incontrerebbero de’ guai, il calore fa appas- sire le foglie per cui facilmente si attaccano alla car- ta, e difficilmente si riuscirebbe, non essendovi i ra- moscelli, a trasportarli, senza arrecarli guasto. Sopra le foglie salgono tosto i bachi, e quando sono cari- chi, si trasportano altrove senza toccarli. Io non posso commendare i grandi locali e le così dette bigattiere, le quali vauno soggette ai soffoca- a (1) Si avverte che se l° aria della stanza ov? è la semenza a nascere fosse troppo secca pel grado di calore, si collo- cheranno nella camera due larghi piatti con acqua, la quale svaporandosi tempererà la secchezza dell’aria. Occorrendo si può anche spruzzare d’ acqua il pavimento, Siccome però rileva assai che si conosca durante il governo dei bachi, se l’aria è umida o secca , si porrà in altro piatto un pugno di sale comune polverizzato. Quando il sale rimane asciutto è indizio che l° aria è secca, e quando si trova umido indica che tale è pur anco l’ aria; l’igrometro però è lo stromento che meglio può servire all’ uopo. 25 menti ed ad altri inconvenienti, sì consegnerà imper- tanto tostamente ai rispettivi coloni i quali aspettano impazienti, la lor porzione di semenza assegnata dal loro padrone. Ripartita che sia si dovranno segnare le cassette colle iniziali A, B, C, ecc., che saranno tra- sportate alle abitazioni dei rispettivi coloni ed ivi si col- locheranno sovra i graticci coperti di carta, avvertendo di tener divisi i primi dagli ultimi nati i quali si porranno in vicinanza al fuoco (1) e i primi un po? più discosti, a questi si somministrerà la foglia ben tritata e munda, ed in cinque volte tra il giorno e la notte ; ed agli ultimi nati si darà a mangiare la foglia ugualmente tritata e bene asciutta, ma fino che ne hanno biso- guo, ed in tal modo gli ultimi raggiugneranno i primi e cammineranno di pari passo. Le camere devono es- sere alla meglio disposte ed in guisa che, dovendo crescere i filugelli ed occupare moltissimo spazio, rie- scire possano felicemente. Se sono spessi, come pur troppo suol avvenire, non possono respirare, né tra- spirare, nè i deboli mangiare, e però crescono ine- guali e molti periscono. (1) Questa osservazione è essenzialissima onde crescano tutti egualmente, perchè quando avvi ineguaglianza i più avanzati rubano l’alimento ai deboli, e quindi o ammalano, o per lo meno richieggono molto maggior perdita di tempo nel governarli, da che non vanno soggetti alla muta e allo svegliarsi nello stesso tempo. Così, col porre nel Inogo più vi- cino al camino od alla stufa e sui graticci più alti i tardivi e dar loro più a mangiare e tenerli più radi onde vadino cre- scendo più rapidameate, si ottiene l° intento, 20 Nella prima muta o dormita ta temperatura della stanza deve segnare i gradi diecisette e piuttosto meno che di più, ed una sicura guida la troviamo nel dis- seccamento dei rimasugli di foglia che sono sotto i ba- chi, i quali dovranno essere radi, e separati età per età, ed in tal modo il colono non può prendere abbaglio nel condurli tutti ugualmente. È necessario, in que- sta prima età che il fuoco non sia troppo forte, della qual cosa bisogna guardarsi bene, ed acciocchè questo non avvenga vogliono essere sorvegliati continuamente i coloni o le massaje incaricate, rammentando loro la più scrupolosa obbedienza, e ripetendo ad essi i pre- cetti che la foglia sia bene asciutta e bene mundata, e scevra affatto dei ramoscelli o garzolini. La foglia do- vrà essere raccolta un giorno per |’ altro, e da que’ mori la cui brocca fu scalvata da un anno e ben fina tritata, e finalmente la si darà a mangiare ai bachi come ho detto. Il tempo che richiedesi per giugnere alla prima età o dormita, suol essere di cinque giorni, ritenuto sempre che i bachi siano stati ben tenuti e ben condotti, la qual cosa si consegue, procedendo cone ho indicato; quando i bachi cominciano a diventar smarriti e con la testa bianca e grossa, è segno che alcuni si mettono allora a dormire; fia questo il momento d’abbandonare la regola di prima, perciò si deve dare loro a maagiare più di fre- quente, acciocchè possano tutti prestamente passare in dormita. Nè deve far caso se gli ultimi nati non sono precisi ed uguali: quando i bachi di una tavola o di un foglio di carta passano alla prima muta o dormita, non si può ritardarli, altrimente ne nascerebbe una con- 27 fusione, per parte di quelli che cercherebbero ancora da mangiare per mettersi quindi a dormire. Gli incaricati del buon governo dei bachi devono verificare, se i bigatti di già levati, sono di color mo- retto e grezzi, vispi, allegri e di testa piccola, e se quelli che vogliono porsi a dormire hanno il colore già in- dicato; allora è d’ uopo, attesochè sono mischiati, e quindi per una porzione sono levati, e per un’ altra hanno prestamente a dormire, dare loro a mangiare, finchè più non veggonsi bachi entrare in muta. Dopo sei ore circa, dovendoli diradare, si collocheranno de’ra- moscelli di mori sui graticci. Come i ramoscelli sono carichi di filugelli, allora col mezzo della tavoletta si trasporteranno su altro graticcio ugualmente coperto di carta. Si aumenta quindi la temperatura di un grado cioè a 18, fino a che si trovano ben levati quelli che sono rimasti; non sì deve dare loro a mangiare, ma si devono trasportare sur un altro graticcio separato con ramoscelli come si è detto; se mai fossero rima- sti alcuni bacherozzoli fra gli ultimi passati alla mu- ta, si lasciano uscire dal letto, e si dà loro a man- giare più frequenti volte che non ai primi, in tal modo si avranno i filugelli tutti uguali. Una simile operazione non dev’ essere risparmiata in tutte le età, e ripetuta se fa bisogno per togliere qualsiasi disugua- glianza si mostrasse nei bachi. Chi avrà la cura e la custodia de’ bachi deve ope- rare in modo che uguali riescano il più possibilmente, altrimenti non avrà abbondante raccolto, quantunque fossero sani; ed una tale trascuratezza accagionerebbe ì negligenti dei rimproveri de’ suoi superiori. Quando 28 sono disuguali, non sì mostrano mai gradevoli a ve- dersi e non si può esser certi di ottenere da quelli un soddisfacente risultato, Alcuni diventano più grossi, ed avvi perciò dagli uni agli altri una differenza, la quale richiede una varia temperatura, da cui possono avere origine scencerti non pochi. Quando si trasportano i filugelli da un graticcio all’al- tro, è d’uopo avvertire di nettare bene il sito ov'erano in prima, dagli avanzi delle foglie e dalle immondizie, e si getterà tosto il tutto fuor di camera, poiché gli odori sono nocevolissimi. Nettato che sia il graticcio, potrà servire lo stesso per disporvi altri filugelli. Si deve notare di non movere i bachi appera svegliati, mentre allora sono dilicati, ma bensì dopo un pasto o due. Ad ottenere facilmente il diradamento si ponga cura a di- sporre sui graticci i ramoscelli carichi di bachi in tante strisce o file alquanto distanti l’una dall’altra; cosicchè spargendo in seguito della foglia fra una striscia e l’al- tra il diradamento è già ottenuto. In tal modo si può occupare la metà solamente del graticcio, lasciando un vuoto da una parte e dall'altra. In questa prima muta nulla succede di estraordinario ne’bachi, quando non siavi stato eccessivo calore o a causa della stufa o per incuria de’ coloni. Se mai, per caso, in quest'epoca si discoprisse la malattia del segno ne’ bachi, si do- vranno tostamente, senza scrupolo gettar via, e guar- darsi bene di farli proseguire. Seconda muta o dormita. Sendo che la foglia che fu ministrata ai bachi nella prima età è tutta scelta e bene mundata e tritata, "9 non bisogna pesare di troppo con le parole su le mas- saje per levare il letto, o siano gli avanzi delle fo- glie, stantechè non vi può essere alcun che di noci- vo. Ma se per caso veggo che sianvi de’ frantumi, dei resti di foglie od altro, comando alle massaje che li levino con le mani, senza toccare i bacherozzoli, e senza levare questi nè con la foglia nè coi ramoscelli, poichè essendo ancor piccioli, per tema di disperderne, non voglio che si tocchino. Quando però quegli avanzi o frantumi di foglie sono in picciola quantità, io con- siglio di non levarli per questa muta, ma li lasciò al posto, non potendo arrecar loro danno di sorta. La foglia che serve di alimento ai bachi non deve mancar mai, ma volendo oprare in modo che fare si possa di essa un gran risparmio, si ordina alle massaje di dare a mangiare ai bachi solamente quando ne han- no di bisogno ; e con questo intendo dire di non sprecare la foglia, avvisandole che il di lei consumo dev’ essere pagato per metà, e con tale minaccia esse avranno maggior cura della foglia; perchè non basta di raccogliere gran quantità di bozzoli, bisogna pur anco non spender molto in foglia, altrimenti scompare il guadagno, e le fatiche non avranno un adequato compenso. Tali avvertimeoti sogliono produrre buon effetto, perchè dopo ciò si veggono le massaje a stac- care diligentemente le foglie senza aver bisogno di sgridarle a causa di negligenza o trascuranza, la qual cosa mostra che conoscon bene anch’ esse quanto im- porti l’ obbedire. Appena levati dalla prima dormita i bachi, si deve dar loro a mangiare frequentemente, e sino che sazia 30 sia la lor fame; nel secondo giorno poi si adoprerà in modo nel ministrare loro la foglia, che i primi uguagliar possano gli ultimi. Nel terzo giorno poi dando loro a mangiare frequenti volte si metteranno a dormire. La temperatura della stanza non deve essere mai maggiore di diecisette gradi, e quando vanno in muta, si aumenta di un grado o sia dieciotto, in tutto ma non più. Bisogna stare attenti che la foglia sia bene tritata e sottilmente; e raccolta, come già dissi. Tosto che si veggono i bachi a smarrire di colore, e con la testa bianca, si mettono alcuni in muta tostamente, non aspettando gli altri, ai quali si ministra a man- giare la foglia tritata più fina del consueto, acciocchè in breve spazio di tempo passar possano tutti all’ e- gual stato. Si avverta che in questa muta poco in- grossano i bachi, perciò alcune massaje poco istrutte non distinguono i bachi in muta e quelli che levano, e quivi bisogna star bene attenti, e non sì tralasci di dar a mangiare ai bachi che vanno in dormita, se non quando il sono tutti. Se fa bisogno, si deve os- servare col lume, e vedere se vi sono bachi con la testa bianca e grossa, e quindi si deve continuare a somministrar loro la foglia, altrimenti operando, e tra- lasciando troppo presto ne consegue di fare quello che già fu suggerito parlaudo della prima muta. Giunti al quarto giorno, che sogliono essere levati i bacherozzoli, non si deve permettere di dar loro a mangiare sul letto, ma vi si devono porre de’ ramoscelli senza la cima, che sendo troppo tenera, apporta nocu- mento ai bachi, e quando que’ ramoscelli sono ben carichi si trasportano sur un altro graticcio coperto di 31 carta, avendo sempre l’avvertenza di tener separati i primi dagli ultimi. Il letto, come si suol dire, dev” es- sere lasciato intatto per una mezza giornata ed anco una notte, poichè potrebbonvi essere de’ bachi, ultimi passati in muta, e se occorre un maggior tempo, lo si aspetta, separando a mano a mano quelli che sono levati, e dando loro a mangiare la foglia sempre bene tritata. Nulla mai in questa muta o dormita succede di male, quando non siano stati guastati dal troppo ri- scaldamento , ed allora sono pur troppo tostamente conosciuti. Si osservi bene che non siavi il male del segno, a discoprire una tale malattia, si deve guardar ben bene il letto abbandonato dai detti bachi. Intanto si pulirà il graticcio, gettando gli avanzi delle foglie e le immondizie il tutto fuori e ben lungi dalla ca- mera. Terza muta o dormita. Levati i bachi dalla seconda muta si appresta loro il cibo di foglia tritata o frastagliata e stracciata (1). Dovranno essere apparecchiati i graticci in numero di dieci per ogni oncia di semente, e della già intesa gran- dezza. Altra cosa avvertire fia d’uopo ed è, che appena passata la muta i bachi non occupano lo spazio pre- scritto, e sembrano troppo radi, ma si vedranno a poco (1) È generale osservazione che i bacbi tratti all’ odore che esala dalle ferite umide la foglia stracciata, più ingorda- mente se ne cibano. A mano a mano però che il baco in- grossa , si farà la foglia in pezzi più larghi. Nell’ ultima età la si porge anche intera, ma perchè il letto non s° innalzi soverchiamente la si monda dai ramoscelli e dai frutti. 32 a poco nel crescere tenerlo intieramente; e perciò fu detto di disporli prima a strisce nel mezzo, sicchè naturalmente andranno allargandosi lasciando lbero uno spazio da un lato e dall’ altro del graticcio ; in questa muta i bachi ingrossano assai e dopo aver mangiato per quattro giorni continui passano alla muta , e nel quinto giorno levano. E necessario di mantenere un ragionevole diradamento altrimenti riem» piendo tutti gli spaz), sì attaccano alle sponde del gra- tiecio quando vanno iu muta e le massaje disperano, temendo che quei bachi non siano sani. Un tale av- vertimento è necessario, ed una tale previdenza è essenziale onde togliere tutte le dubbiezze. Nel primo giorno si deve amministrare ai bachi la foglia con tutta la sollecitudine ed in modo da sa- ziarli la fame , ben inteso che la foglia sia mundata e tritata nel miglior modo possibile, e sia raccolta un giorno per l’altro, perchè non si deve porgere a’ filugelli la foglia appena colta, ma bensì ripesata, e sovrattutto che sia asciutta. Avendo di mira di dare a mangiare sempre più agli ultimi per la giusta mas- sima che i bachi denno essere tutti uguali, ed in quest’ epoca sogliono esserlo, non distinguendosi nè i primi nè gli ultimi nati. Nel secondo giorno si dà loro rheno a mangiare che nel primo, essendo i bachi un po’ deboli e non benè in salute. In questo mo- mento si. devono levare gli avanzi delle foglie e le im- mondizie e perciò tutto il letto, senza riguardo alcuno e lungi dalla camera il tutto si getta via. Si devono nettar ben bene i graticci ed anco l’abitazione, ope- rando in guisa che la temperatura ritorni a diecisette, ed anco sedici se lo si crede opportuno. 33 Nel terzo giorno i bachi non mangiano ma divo- rano, e perciò si rende necessario di distribuire loro frequentemente la foglia ben tritata e fina, e così ridotta ne’ consueti modi. Nel quarto giorno , pas- sato il mezzodì, cominciano ad apparire un po’ smar- riti ed alcuni vanno in muta, ora è il momento di non lasciar mancare mai la foglia, onde tutti possa- no i bachi mettersi alla dormita. Se sono bene dira» dati, non è possibile che si attacchino alle sponde de’ graticci. In questà muta si veggono già discretamente bianchi; e quando sono uguali tutti camminano di pari passo per mettersi a dormire. Nel quinto giorno, allor- chè cominciano a levare, si deve aumentar di un grado la temperatura e quindi al 18°. Se mai per caso la stagione fosse piovosa e dominassero i venti freddi , per cui rigida fosse l’atmosfera, allora si aumenta di un altro grado la temperatura dell’ambiente cioè fino al 19°, che dovrà essere mantenuto infino che sono tutti levati. Non mi stancherò mai di ripetere sempre di star bene attenti, e di non tralasciar mai di dare a mangiare ai bachi infino a che non sono entrati tutti in muta. Quando levano i filugelli sono sgrezzi e' di testa pic- ciola , col muso prolungato, e quelli che cercano da mangiare per passare in muta sono bianchi con testa grossa, muso corto, e lentamente si muovono, e dopo una boccata di foglia si mettono a dormire. Succede talvolta che i bachi in questa muta non vogliono ri- maner sotto la foglia a dormire. Si osservi che, quando non vi sono più bachi colla testa grossa e bianchi, e più nessun si muove , questo è il punto 3 34 in cui devesi cessare di dar loro a mangiare avve- gnachè sianvi in buon numero stanziati sul letto. In questa muta è rimosso qualsiasi pericolo di sof- focamento. Se si verificasse qualche caso di malattia del segno, lo si riscontra per lo più dal letto, e l’av- veduto coltivatore in simile emergenza, deve tener celata la disgrazia alle massaje e praticare un ordi- namento come dissi nel nascimento relativamente alla stufa. Quando cominciano a levare i filugelli, si schiu- mano come dicesi volgarmente, operazione che si fa mettendo de’ ramoscelli (garzuoli) di gelso con le ri» spettive foglie, quando sono ben carichi di bachi, se- paratamente si mettono su altri graticci, aspettando quindi che passi una mezza giornata ed una notte acciocchè venir possano dalla dormita anco tutti quelli che furono gli ultimi a mettersi in muta. Usciti che siano tutti i bachi dal letto, si deve dar loro a man- giare, avvertendo però di ciò fare solamente allor- quando i schiumati suno collocati tutti in disparte per avere i bachi da schiuma, e per quelli rimasti sul letto si spegne, se fia d’uopo, immediatamente il fuo- co, e la temperatura ambiente, se fia possibile, oltre- passare non deve i sedici gradi. Quarta muta. Sollecitamente, il primo giorno, si deve ministrare a mangiare a’ bachi con foglia discretamente tritata. In quarta muta i filugelli ingrossano prodigiosamente; mangiano per sei giorni continui, e nel settimo giorno d’ ordinario levano. Nel secondo giorno si denno far 35 levare gli avanzi di foglie e le immondezze rimaste sotto i bachi, o siano 1 letti, e come ho già suggerito, vogliono essere mantenuti molto diradati, come già fu prescritto, e in guisa che il graticcio non sia pieno dal- l’una all’altra sponda, ma vi siano de’ vani in giro acciò che i bachi occupino il mezzo solamente, al contrario di quello che sogliono far le massaje le quali vonno la doppia quando i bachi entrano in furia ed in tal caso non occupano che una terza parte di più, e con tal metodo solamente sei graticci, e quando passano alla furia li estendono su dieci. Ho già detto che la temperatura dell’ambiente de- v'essere di sedici gradi se è possibile (1). Non si deve accender fuoco; e con cautela e prudentemente si lascia liberamente correr l’aria tenendo aperte le abi- tazioni; e solo con legna minuta e rami secchi accesi si fa di tanto in tanto qualche fiammella, e singolar- (1) L° osservazione ha rivelato, che il filugello nel crescere in età può pascersi di minor calore. Dal nascere alla prima muta il termometro dee segnare come abbiamo visto dalli 16 ai 19 gradi sopra zero, dalla prima muta alla seconda 18, dalla seconda fino alla terza 17, e dopo la quarta ‘a 16 e 18. Quindi se il calore dell’ aria sia minore, si deve far fuoco ; se sia maggiore come sovenie avviene nell’ ultima età , si chiudono le finestre percosse dal sole , e si pongono in opera gli artific] già additati. Non deve recar però spa- vento se il calore fosse di un grado o due più del prescritto. In tale occorrenza si porge ai bachi maggior quantità di fo- glia, perchè il calore eccitando una più facile digestione , e facendoli più traspirare, risveglia in loro maggior appetito. Mio mente di notte. In minor dose si darà a mangiare che nel primo giorno, essendo i bachi indeboliti as- sai a causa del mutamento di pelle che hanno do- vuto soffrire. Si avverta che la foglia sia sempre asciut- ta, bene mundata e raccolta un giorno per |’ altro, del tutto tolti i ramoscelli, poichè se i bachi, a caso, mangiano le cime, divengono ancor più deboli (1). Nei terzo giorno i bachi mangiano con maggior ap- petito , rafforzandosi, e perciò bisogna aumentare la dose della foglia. Non è necessario |’ amministrare la foglia in più volte, e siano troppo frequentemente ri- petute, ma quando i bachi mangiano allegramente dew esser loro distribuita in abbondanza. Quando i bachi sono deboli ed appena levati mangiano in fretta per alcuni istanti , e quindi intorpidiscono , allora il numero delle volte da ministrar la foglia, sarà uguale, ben inteso che sia tritata ed in poca quantità. Nel quarto giorno cominciano i bachi a mettersi in for- za, e mangiano voracemente la foglia, la quale deve essere mundata e trinciata col macchinismo per la pa- (1) Se occorre che la foglia sia bagnata , bisogna disten- derla sotto un portico all’aria o in qualche camera ben ven- tilata , e rimescolarla più volte al giorno perchè svapori l° a- cqua. Se per caso vi fosse assoluto bisogno di nudrire i ba- chi, si può accelerare 1° asciugamento involgendo la foglia entro un lenzuolo e scuotendola. Si avverte però che è mi- nor danno indugiare alquante ore a porgere il cibo a bachi, che porgerlo umido , e l° osservazione ha dimostrato che pos- sono rimanere senza cibo ; in certi casi ;} più ore senza sof- frire. 37 glia ( triapaja ), perchè in tal modo può essere più ben divisa ed assai meglio cibata. Nel quinto giorno si ministra loro la stessa quantità di foglia sempre che la mangino bene, Non è però necessario che con- tinuino a mangiare sempre e in tutto il giorno. Que- sta è l'epoca appunto di tener aperte le finestre di giorno , e di chiuderle alla notte ; e con legna mi- nuta accesa far un po’ di fiammella in modo però che non vi rimanga fuoco, Nel sesto giorno i filugelli ingrossano alquanto, mangiano voracemente, e dopo il mezzodì quando sono bene uguali, tutti a un tratto passano alla dormita; divengono un po’ smarriti ma in modo che lo smarrimento quasi non si conosce, ed ai- lora bianco-fioriti e bellissimi, come si veggono, entrano in muta, Sendo giunta l’ultima dormita è necessario di prestare tutta l’attenzione ed osservar bene che la . foglia sia bene tritata, ed alla meglio che si può, si deve dare a’bachi frequentemente a mangiare, e non abbadare se alcuni sono di già levati. Si deve conti- nuare ad amministrare loro la foglia infino che si scorgono de’ filugelli con la testa bianca e che si muo- vono, In questa età bisogna far sì che la temperatura dell’ ambiente segni il 18° al termometro onde favo- reggiare la levata de’ bachi da quest’ ultima dormita. Nel seltimo giorno si veggono tutti levati bene, e perciò si tolgono, o volg. si schiumano con ramoscelli ma senza cime, dappoichè la foglia delle cime dei ramoscelli (garzuoli) essendo tenera di troppo, riesce nociva ai bachi. Quando quelle foglie si sono bene cari - cate di bachi, si mettono iù disparte sur altri graticci, e que’filugelli si chiameranno schiume, come già dicerumo, 38 o siano scelti fra i migliori. Terminata l’operazione della scelta o della schiumatura, intatto si lascerà il letto per mezza giornata almeno ed un'intera notte, il quale spa- zio di tempo sembra più che bastevole. La temperatura dell'ambiente segnerà il 18°, e tutti i bachi saranno le» vati: allora si ministra loro a mangiare sul letto, ma po- scia si spegne il fuoco quando sia stato acceso, e si le- va interamente il letto e lungi dalla stanza lo si getta: si pulisce quanto si può l’abitazione facendo in modo che non siavi più odore di sorta. Fia d’ uopo tenere aperte le finestre di giorno, procurando di evitare il troppo chiaror del sole e de’ vibranti suoi raggi e si chiudono durante la notte. Comunemente i bachi toc- cano un tale stadio della lor vita ne’ primi dieci o dodici giorni del mese di giugno. Quinta muta, età, dormita, o furia de’ bachi. Da questo momento alla partenza de’ bachi pel bo- sco si richieggono otto giorni. Il tempo può non per- tanto variare, e ciò a causa della stagione, secondo la qualità della foglia, e particolarmente secondo le cure prestate. Ma seguendo i precetti addotti dal na- scere alla prima muta impiegano cinque giorni, in circa; quattro alla seconda; cinque alla terza; sette alla quarta; e circa otto giorni appresso, e perciò in tutto 29 giorni, il filugello ha acquistato la sua ma- turità, e si dispone a montar sul bosco per filarsi il bozzolo. Quivi è necessario avvertire gli incaricati del buon governo de’ bachi, le massaje, gli agenti, i colti. vatori che non basta prestare la necessaria assistenza dy ai bachi di giorno, ma è indispensabile di sorvegliarli costantemente durante la notte. E quivi chiamo l’ at- tenzione di tutti sur un argomento di tanta impor- tanza; l’esperienza di ventun’ anni continui mì ha in- segnato a condurre bene i bachi nella lor vita, a rac- cogliere in abbondanza i bozzoli, e ad ottenere ottima semente. Le osservazioni mie sono il frutto della pra- tica e delle veglie, e non sono ciarle gratuitamente spese per inorpellare i creduli. Segua ognuno i miei precetti e si troverà contento. 1.° È necessario prestar tutta l’attenzione alla tem- peratura esterna dell’ aria, alle facili sue mutabilità , ai soffocamenti che in quelle epoche si fanno più che in altra stagione sentire, e questi hanno prodotti nocivi effetti nell’anno 1837 e più ancora nell’anno 1839, come già dissi, che li avrei ricordati. 2.° Si deve adoperare in modo che nelle camere ove stanziano i bachi debba regnare la più scrupo- losa pulitezza, come ho già tante volte raccomandato. 3.° Le massaje, gli agenti devono vegliare e non dimenticarsi di chiudere ed aprire le finestre in tem- po opportuno giusta gli insegnamenti miei. Quando la stagione non è molto calda si deve chiuderle di notte, e viceversa quando è troppo riscaldata la tem- peratura , si devono chiudere di giorno e riaprire di notte ed in tal modo sì può mantenere la temperatu- ra dell’ambiente delle camere dai 17 ai 1$ gradi, ed i bachi con un tal grado di calore vanno benissimo. 4.° Ogni attenzione debb’ essere posta da coltiva- tori istrutti e zelanti, onde nell'arte di governare i bachi e nell’ esprimere i risultati ottenuti tutto sia Sa 40 esatto, di facile comparazione, e diretto ad accrescere l'animale produzione. Nel primo giorno si ministra ai bachi la foglia un po’ tritata, ed in dose sufficiente a saziar loro la fame ed a mano a mano però che il baco ingrossa, si ri- duce la foglia in pezzi più larghi, e fin’anco a por- gerla intera. Nel secondo giorno, atteso che i bachi sono un po’ deboli pel sofferto mutamento di pelle, si dà loro a mangiare la foglia come già dissi ed in poca quantità, essendo tristi mangiano mal volontieri la foglia, perciò è meglio astenersi dal somministrar- gliene, altrimenti quella foglia è sciupata, e ad altro non serve che ad aumentare il letto. Se mai per caso, nel terzo giorno od anche prima la temperatura ester- na si riscaldasse tanto di far ascendere i gradi a 20 o 22, è necessario allora di usar tutta la diligenza e prestare tutta i’ attenzione e di giorno e di notte, poichè basterebbe il soffocamento di un sol giorno per apportare grave male, e per non avere che un me- schino raccolto di bozzoli; e perciò a ragione non cesserò inai di raccomandare tutta la possibile attività e vigilanza in simili circostanze. Se la temperatura esterna è più calda, che non l’am- biente della camera ove stanziano, i bachi è necessa- rio di cangiare il praticato regolamento, e quindi bi- sogna far chiuder gli usci e le finestre, in modo che il calore non penetri, e nessuna influenza esercitar pos» sano i raggi del sole che percuotono quelle aperture. A nulla servir devono i consigli delle massaje che nulla sanno, ina seguir fa d’ uopo scrupolosamente le pra- tiche suggerite dalla ragione e dal dovere, Appena 4I tramonta il sole, in alcuni giorni l’ aria si rinfresca, ma il più delle volte questo non avviene che verso le ore dieci della notte : in qualunque ora ciò succeda schiudere tostamente si devono tutte le aperture , le porte, le finestre, li sfiatatoj e lasciar che liberamente entri nelle stanze, durante tutta la notte, l’aria, acciocchè I’ ambiente di que’ luoghi abitati dai bachi si rinfre- schi, e siavi un continuo cambiamento di aria. Non deve far maraviglia se i bachi divengon duri e freddi, ed anco se momentaneamente cessano di mangiar la foglia a causa del freddo che risentono. L’unica mira dev’ essere rivolta ad operare in guisa che i canicci, le pareti, l’ambiente tutto provi gli effetti dell’aria e sia rinfrescato a dovere; che siano i bachi ripuliti dal letto, ciò che praticar si deve di notte; avvertendo di non imbrattar i pavimenti con quel letame, il quale sarà subito versato ne’ sacchi di tela accerchiati, e lungi dall’ abitazione trasportato. Il pulimento si fa più spesso che fia possibile , raccomandandosi sempre la mundezza come cosa essenziale. Si chiudino adunque le camere di giorno e si aprano come dissi di notte; osservando bene che la temperatura dell’ ambiente durante il giorno non oltrepassi il 19°. Sebbene dif- ficil cosa sia il riuscire a tanto , nullameno bisogna far di tutto per ottenere l’ intento. Noi abbiamo ua recente ricordo di quanto dovettero soffrire i bachi pel caldo avvenuto nell’ anno 1839, e perciò è ne- cessario di evitarlo il più possibilmente. Si sorveglino adunque giorno e notte, si mutino i letti (1) e sì rin- (1) In questa muta alcuni per cambiare il letto adoperano 42 novi l’aria: i letti si gettino via immediatamente. Non vi sia altra diversità, che quella derivante dalla temperatura interna ed esterna. Se l’aria vi fosse grave alla respirazione, si muti con le regole assegna- te. Appunto in quell’ anno, atteso che difficilmente si sarebbe riuscito ad ottenere un buon risultato , raddoppiai di vigilanza ; volli che con tutta esattezza fossero gli ordini miei eseguiti, ed assecondato dalle massaje , le quali chiudevano , aprivano e ripulivano ai richiesti tempi , i bachi furono condotti con tal cura dal giorno 12 giugno infino al 20 di detto mese, epoca in cui salirono al bosco, sani e robusti senza il più lieve indizio di negrone, ed ottenni il con- sueto raccolto nella misura sovra indicata. E così fal- lirono le speranze di qualche massaja che suole na- scondere, per proprio uso , le così dette schiscette, delle quali per avventura non ebbi a contarne una sola. La ventilazione praticata non a tempo conveniente conduce a gravi mali. S' ingannano a partito coloro che credono di schiudere le aperture , e lasciar pe- netrare l’aria nelle abitazioni, quanto più calda è la una rete di fili, su la quale spargono la foglia, e la sovrap- pongono al graticcio. I bachi su vi montano , e lasciano li- bero il graticcio, il quale viene nettato dalle immondizie, Ciò fatto si copre di foglia, e vi si soprappone di nuovo la rete, d’ onde smontano i bachi trovando sul graticcio il cibo fresco. Chi può sostener Ja spesa troverà più comodo e spe- dito usar due reti per ogni caniccio , tenendo sempre 1 filu- gelli sopra la rete. 43 temperatura , quest’ è un errore, di cui ben tosto si avveggono e che torna loro di grave danno ; poichè i bachi diventano smarriti, perdono la loro forza , vanno a male e imuojono. Nella furia que’ bachi con- sumano una dose maggiore di foglia, poiché il ca- lore eccita in essi una maggiore digestione , la pro- duzione de’ bozzoli va minorando , e si genera una quantità di schiscette. Maravigliate per ciò rimangono le massaje atteso il meschino risultato, e cercano in ogni guisa di ischifare i rimbrotti de’? padroni , e con mille scuse vogliono nascondere la loro condotta nelle differenti operazioni , ripetendo che dal canto loro hanno eseguito quanto fu loro comandato, e del male avvenuto non ne hanno colpa, ma fu solo il voler di Dio. La colpa , per la cattiva riuscita dei raccolto de’ bozzoli, non ricade mai su le massaje, prova ne sia che i proprietarj pare che non si degnino di abbas- sarsi fino a loro per rimproverarle, comechè non fossero la principal cagione d’ogni male, ma tutti si riversano i rimproveri su gli agenti ed i principali in» caricati. Nessuno avrà mai sentito ad iscusar l’agente o il bigattiere, ed è per questo che io non cesso mai di esser vigilante e di giorno e di notte (1). Si ricordino gli agenti, gli incaricati del governo de’bachi di sor- vegliare indefessamente la breve vita de’ bachi, di farsi rispettare ed obbedire in modo, che eseguiti siano in tutta l’ estensione gli ordini dati alle mas- *«—-—r_rror——_Tr' ————1—————t@t—tt--v "0 un2.% nem vat) (1) Beatus qui vigilat. Apocalypsis, cap. XVI, 14 saje, altrimenti., oltre il danno che ne deriva, è l’o- nor loro , è la loro convenienza che vanno perdute e per sempre. Dopo aver date alcune lezioni suggerite da una lunga pratica , ritorno al governo de’ bachi. Anco per questo terzo giorno si deve amministrare la fo- glia tritata mezzanamente, e lievemente spargerla , attesochè i bachi debolmente si cibano. Il mio costu- me è quello di dare a mangiare nello spazio degli otto giorni, chiamato della furia, cinque volte al giorno. Nel primo giorno di questa muta soglio ab- bondare nella foglia: nel secondo giorno mi trat- tengo un poco sendo i bachi un po? indeboliti e mal fermi : nel terzo giorno si opera come ora dissi. Ho già fatto osservare che la foglia dev’ essere raccolta un giorno per l’ altro, perciò è necessario d’ invigi- lar bene , e tener dietro alle massaje perchè una co- tal pratica sia eseguita. Non si deve mai ammucchiar la foglia, poichè fermenta e si scalda non poco, ciò che non va bene pei mali che ne conseguono: è bensì vero ch’ ella non dev essere troppo verdeggiante e non appena raccolta quando la si amministra ai bachi, e per ciò va raccolta nel modo e nel tempo indicati. Se fosse riscaldata la foglia od appassita i bachi ri- fiuterebbero di mangiarla, o la mangerebbero di mala voglia, perciò la maggior parte sarebbe perduta, non servirebbe che di letto , e ciò con grave perdita. Si deve avvertire di tenere custodita la foglia in luo- ghi freschi , lungi da qualunque siasi esalazione od odore di letame, il qual odore sarebbe dalla foglia facilmente contratto. 45 Nel quarto giorno , se la temperatura dell’ aria esterna è molto calda, fia d’ uopo mettere in pra- tica gli insegnamenti sovra indicati; ma se il calore non fa segnare al termometro che il 17° o 18°, sarà bene di ventilare, durante il giorno, le abitazioni de’ bachi, e nella notte con facile combustibile si fa- ranno delle fiammate , quando però si scorga che i bachi siano un po’ torpidi e non allegri. Quel fuoco suole rarefare |’ aria e renderli più svegliati. Al lora i bachi divengono bianchi e volonterosi , man- giano la foglia quando sia bene mundata. Nel dar la foglia a mapngiare, e distribuirla sui canicci è ne- cessario usare del sano criterio. In questo giorno stesso si può decidere della sorte de’ bachi, e del raccolto de’ bozzoli ; se sono bene imbiancati, se mangiano bene, se ingrossano tutti ugualmente, pos- siamo essere certi di un’ ottima riuscita; ma se fram- misti ai grossi bachi se ne scorgono di piccioli ed esili, allora si dovranno temere le conseguenze e quindi uno scarso raccolto. Se tale è la condizione dei bachi saremmo costretti di dire che sono di già guasti e mal condotti ; non bisogna però avvilirsi e tralasciare le pratiche neces- sarie per ridonarli al loro giusto stato ; si dovrà quindi immediatamente farli pulire, perchè la mun- dezza è il primo requisito (1), e levare perciò il let- (1) A misura che il verme ingrossa, la molta quantità dei vapori che escono ogni giorno dall’animale e dalla foglia spe- cialmente non riposata dopo colta, fanno sì che sì rilassa la 46 to, operando in guisa che togliere s1 possano tutti que’ bachi che sono piccioli. Ma se nulla di sinistro è accaduto ; se i bachi sono in perfetto stato di sa- lute e percorrono regolarmente lo stadio di loro vita questa è la giornata che fia d’ uopo praticare il ne- cessario diradamento , e pertanto i bachi procedenti da un’oncia di semenza devono occupare tutti i dieci canicci di già disposti e preparati, collocandoveli nel mezzo. Così a mano a mano ingrossandosi , li riem- piono. Tenga ben fitto in mente ognuno, che se vuole avere bozzoli di peso , non si deve trascurare il di- radamento de’ bachi ed in guisa che uno non debba sormontar |’ altro, e siano tutti bene distesi; e si appresti loro il necessario cibo , in modo che non debbano patire la fame, quindi si distribuisca loro la foglia cinque volte al giorno, come ho già detto, ed in sufficiente quantità onde ne venghino satolli. Occupati in questa maniera tutti i dieci canicci, per cui il diradamento diverrà tanto utile ed uniforme, tutti i bachi mangeranno ugualmente e bene, e la salute loro sarà costante nel bene, e sì facilmente non andran- no pericolando pel soffocamento che d’ ordinario è la causa della malattia del negrone. Quando i bachi giungono avventuratamente a quest'epoca e sono sa- ni, se per mala sorte dopo vanno a male, incolpar si pelle del medesimo , divien torpido, non ha appetito, e sì dispone a malattie di vario genere, se non sì rimedia con la pulitezza e con le indicate regole per conservar l° aria pura ed asciutta quanto conviene. 47 deve la negligenza, la trascuratezza e l’ ignoranza degli agenti od incaricati del loro governo. Se i boz- zoli non hanno il richiesto peso è causa che i bachi non si sono sufficientemente cibati di foglia ; se si sviluppa la malattia del negrone, se si raccolgono molte così dette schiscette la causa di simili infortun) dipende dall’ inavvertita mancanza di foglia, dalla ven- tilazione a tempo debito non procurata, dalla non pulitezza e mundezza all’epoche necessarie, dalla nes- suna assisteuza prestata mentre la temperatura dell’a- ria era troppo calda. Quando i bachi hanno trascorse felicemente le quattro mute , e siano sempre in per- fetto stato di salute, è proverbio comunemente ripe- tuto dalle massaje che quanti sono i bachi, si denno avere altrettanti bozzoli, ed in tal modo si ottiene una copiosa raccolta. La quinta età che è la più lunga, ed è quella che decide dell’ esito, delle cure e delle fatiche, richiama l’ attenzione dell’uomo assennato e pratico, e non le frivolezze di una stolida vecchiarella. Usando le de- bite cure senza istancarsi e di giorno e di notte il risultato è certo , ed è guarentito l’ interesse de’pro- prietari, i quali affidano all’ onoratezza dell’ agente , o del fattore uno de’ più cari loro interessi, Se fortu- nato è il raccolto, ed è coronato di ottimo risulta- to , l’ agente che ha prestato l’opera sua ed i suoi consigli riceve la benedizione de’ coloni e delle mas- saje, edi taciti ringraziamenti e |’ approvazione de? suoi principali ; se al contrario le cose vanno a ro- vescio, quand’anche il restante delle operazioni agri- cole corrisponda al desiderio de’ compadroni , questi 48 non cesseranno mai di rinfacciarlo della pessima riu- scita de’ bozzoli. Nel quinto giorno i bachi vanno in- grossandosi sempre più, divorando la foglia, e pro- seguono ad imbianchirsi. In questo dì nulla abbiso- gnano di estraordinario i bachi, messuna operazione fa loro d’ uopo , tranne che ministrarli tanta foglia quanta basti al ioro nutrimeato , al buon andamen- to’, ed a sostegno della loro forza. Se mai per som- ma disavventura vi fossero ai bachi di questa muta mescolati de’ piccioli, sarà ottimo consiglio di levare il letto, e nell’ istante stesso levare anco tutti que? piccioli bachi. Ma se per mala sorte que’ bachi fos- sero rovinati, ed impossibile riuscisse di levare i pic- cioli, saremo forzati di vederli crescere tutti insieme, la qual cosa produce alla vista un disgustoso effetto ed a malincuore si soffre un inutile consumo di fo- glia che pur troppo in quell’ epoca è molto cara, In simile emergente non avvi più speranza di raccolto di bozzoli; è meglio allora per francar le spese di ricorrere ad un espediente che ne minori il danno. Ridotti a tal segno i bachi, per caso di estrema necessità, io faccio tritare e quindi aspergere la foglia con aceto forte, come già dissi altra volta ‘1), e così inumidita la si dà a mangiare a que’ bachi inferma- ti, distribuendola alla sera su le tavole nel consueto (1) Vedi la pag. 19 in cui si parla deì nascimento della semente con stufa riscaldata sino a gradi 22 o 24. Sarebbe stato meglio che il calore in allora fosse stato maggiore, poi- chè se i bachi dovevano andar a male, non sarebbero almeno pervenuti fino a quest’ epoca. 49 modo, ma in guisa che ne siano interamente coperti di questa foglia, ordinando alle massaje di non mi- nistrare più altro a mangiare senza il mio consenti- mento. Alla mattina susseguente è d’ uopo assicurarsi dell’ esito di una tale operazione. I bachi malsani, in- fermi a causa del troppo caldo sofferto ne’ primordj della loro esistenza, pervenuti a questo stadio di vita, rimangono sempre in istato di debolezza: a stento possono mangiare la foglia, ed inutilmente la con- sumano: restano piccioli, e quest’ è il motivo per cui si trovano agli altri insieme frammisti. A causa dell’ azione dell’ aceto tutti que’ bachi indeboliti e malsani, restano morti e sepolti sotto la foglia. E vivi. si scorgono soltanto i bachi grossi perchè sono in istato di salute. Ma atteso che, con una tale opera- zione, si è dato motivo ad una assoluta separazione dei tristi coi buoni, perciò si fa luogo ad un non lieve diradamento. Si rende necessario allora di rau- nare que’ pochi rimasti, e coprire con essi la super- ficie delle tavole sgomberate, in modo che restino a loro bell’ agio ; per tal maniera il consumo della fo- glia sarà corrispondente al numero de’ bachi che si saranno conservati. Que’ bachi però non sono guar- dati con occhio tanto benigno, ma se non si avrà da essi copioso raccolto di bozzoli, non si avrà nemmeno gran consumo di foglia. E ciò succede a coloro che non prestano la dovuta assistenza , e la necessaria attività all’epoca del nascimento , e trascurano que- st' importante operazione, affidandone la missione a prezzolati igaoranti, come già dissi altra volta. Se dessi avessero tanto criterio di conoscere il male che -ar- 4 a 50 recano con la loro noncuranza e dappocaggine, sono certo, che non arrischierebbero l’interesse de’ padroni e la propria convenienza. Ma siccome taluni mancano di quel criterio, perciò costoro devono essere esclusi e banditi dall’ esercizio di una professione che ri- chiede tutta la solerzia, l’ attività, e le necessarie co- gnizioni, Nel sesto giorno, d’ordinario, i bachi si mostrano bel- lissimi; si sono tutti imbianchiti, e mangiano con vora- cità. Se la temperatura non è molto calda, e ventilata è l'atmosfera, si farà nel modo usato ripulire il letto, Se la temperatura fosse molto calda il pulimento si farà precisamente a mezza notte, mettendo in pratica tutta la possibile diligenza ed usando di tutte le necessa- rie cautele, com’ ebbi occasione di dire parlando del soffocamento. Nessuno abbadi alle vecchie massa- je, le quali vorrebbero tralasciare di levare il letto nè di giorno nè di notte, adducendo la frivola scusa che i bachi mangiano assai bene la foglia ; ma que- sto è un pretesto per togliersi alla fatica. Si deve, senza èsitanza, fare in modo che una tale operazione sia immediatamente eseguita senza ascoltar ragioni né scuse. Bisogna però sorvegliare e di giorno e di notte perchè la disciplina sia mantenuta e gli ordini eseguiti In questo tempo si deve pulire la stanza; con paglia o fascetti di legne minute accese, si rialza una buona fiamma, e sur una pala di ferro rovente si .instilla un po’ d’ aceto onde rarefare e profumare lievemente l’ aria della stanza ; e nell’ intenzione per parte delle massaje che perire possano i bachi colpiti dalla malat- tia del seguo per l’azione del calore e dell’odore d’a- 51 ceto. Si guardi bene ciascuno di lasciarsi trascinare dai consigli ad opposte operazioni, altrimenti in qual- siasi tristo caso , la colpa sarebbe tutta attribuita al. l’ agente od all’ incaricato di quel governo. Nel settimo giorno , quando siasi a dovere eseguito il pulimeato della stanza e levato il letto, si operi in modo che |’ ambiente riesca freschissimo. Bello ve- ramente è il mirare que?’ bachi di una perfetta ugua- glianza, imbiancati e puliti, che non si distinguono dalle schiume, e che mangiano tutta la foglia che loro viene ministrata. Al tramontar del sole si veggono più ingrossati , ed osservatili bene si discopre che hanno della putredine. In questo giorno di nulla abbiso- gnano i bachi ; ma è d° uopo di stendere e da una parte e dall’ altra del caniccio qualche manipolo di gramigna per rattenere alcuni bachi detti terziruoli, che saranno già divenuti maturi, dappoichè la lor vita si divide in sole tre mute. L’ esperto agente, non avendo limitata la semenza, non si cura de’primi bacherezzoli che nascono, e li abbandona, ma diver- samente operando que?’ pochi terziruoli si trovano. Usando le debite cure il verme si dispone a mon- tar sul bosco , e fra non molto suol dare indizi di maturità. Qui trovo opportuno di ricordare agli agenti ed incaricati del governo de’ bachi di ordinare alle massaje di esporre al sole que’ vegetabili che servir devono a preparare il bosco (1), e disposti a fascetti (1) I vegetabili che servono a formare il bosco sono i fa- scetti di colzato o di ginestra o di artemisia canforata (volg. abrotano , ambrogni ; embrogani, artemisia camphorata ) 0 di ramoscelli di rovere o d° altra pianta ben secca. U OF ILL LIB 52 in guisa di esser pronti al bisogno. Una tale opera. zione dev essere preveduta altrimenti ci troveremo imbarazzati, allorchè si denno preparare le siepi: i bachi maturi,, non potendo tollerare il tempo, perde- rebbero la forza, e ne avverrebbe gran male, Fia necessario adunque che tutto sia disposto e pronto a supplire il bisogno. Nella sicurezza che nel settimo giorno siansi ese- guite tutte le operazioni di precauzione , cioè venti. lazione alla camera de’bachi, oppure siasi chiuso od aperto a norma del bisogno e del soffocamento del- I atmosfera , come già dissi nel terzo dì della furia ; passiamo all’ ottavo giorno in cui i bachi si mostrano prossimi alla maturità , la qual cosa si scorge dallo smarrimento di colore , perdendo in parte la natu- rale biauchezza , e dal mangiar svogliatamente la fo- glia al contrario del giorno antecedente, La maturità de’ bachi è un punto essenzialissimo e la si può ri- conoscere dai caratteri seguenti. Quando i bachi cam- minano sopra la foglia senza mangiarne, alzando il collo e mostrando di andare in cerca del loro desti- no, Guardandoti contro la luce, si mira nella loro tra- sparenza un biancastro tendente al color d’oro. Quan- do gli anelli del verme son rientrati, ed il color ver- dastro si cangiò in giallo dorato: quando la pelle del collo si mostra crespa, ed il corpo impiccolito diviene morbido qual molle pasta: non si trattengano allora anche per breve tempo i bachi dal salire al bosco al- trimenti avvi perdita di seta ed il vigor dei medesimi vien meno: perciò dev’ essere preparato per tempo tuttociò che bisogna all’ uopo. Quando la maturanza 53 si riscontra in alcuni bachi, immediatamente si deve ripulirli del letto , avvertendo di vuotarlo in una ce- sta, e trasportarlo fuori e ben lontano. Quando la mundatura è esattamente eseguita, si ordina il bosco. Si dispongono allora i fascetti ritti quasi a due terzi di braccio di distanza nell’orlo o sponda dei canicci da quella parte ove meno impediscono la custodia dei vermi e dei cauicci stessi. I fascetti devono essere più lunghi della distanza di un caniccio dall’altro, cosicchè posti ritti in piede fanno una specie di arco rivolto dalla parte interna , onde i bachi non cadano iu ter: ra. Questi fascetti si allargano a guisa ‘di ventaglio perchè vi penetri |’ aria ed il baco vi lavori comoda- mente il bozzolo senza doppioni (1), per la soverchia vicinanza di due filugelli. Si porrà cura che i fa- scetti non appoggino su la carta, ma sul nudo ca- niccio , alzando la carta quanto basta per collocarvi la base del fascetto. E necessaria una tale cautela on- de eseguire comodamente l’ uitima mondatura. Se la temperatura dell’ aria in questo istante fosse troppo calda, bisognerà usare la precauzione di tener aperto di notte, e nulla importar deve che l’aria si introdu- ca abbondantemente, anzi, per dir vero, io la desi- dero (2): ma ora bisogna far attenzione, mentre se (1) Tali bozzoli detti doppioni, come è noto, valgono meno della metà degli ordinari fatti da un solo filagello. (2) Quando i bachi salgono al bosco si mantiene la tem- peratura , se fia possibile, fra ì sedici e i diecisette gradi. Quando 1° aria esterna fosse troppo fredda dell’ interna si fa 34 troppa è |’ aria quando sono al bosco, divengon du- ri, e vi cadono facilmente. Sarà necessario quindi di dare gli ordini opportuni perchè le massaje cu- stodiscano bene le aperture, e le chiudino se fa di bisogno. Ma ad ogni evento se divenissero duri men- tre sono sul bosco a causa dell’aria, sarà bene di ac- cendere delle legne sottili di viti, de’ rami di vegetabili che servono pel bosco oppure della paglia, ed allora i bachi diventano vispi ed allegri, si rarefa l’aria e diviene purgata. In questo giorno appunto cominciano i bachi a giugnere al segno di loro maturità , s’ ag- girano su gli orli e su le sponde de? canicci , indi si fermano un istante , o vanno su la picciol siepe ; in questo momento di fermata si vuotano di quella ma- teria che ricordai nel settimo giorno di questa età col nome di putredine. Allora si fanno trasparenti can- didi e di color giallognolo, camminano con sveltezza, sì attaccano ai piantoni che tengono assestati i ca- nicci, e giungono perfino alla soffitta ove si fermano a costruire il bozzolo. Alle ore quattro dopo mezzo giorno perdono i ba- chi interamente la fame e si compie la loro matu- ranza. Egli è questo il momento in cui non è mai bastevole il personale a disimpegnare tutto il neces- sario servizio, attesnchè , tocco appena il punto di in modo che non colpisca direttamente il bosco, ma circoli dolcemente col suo passaggio. L° aria molto agitata rende torpido il verme, lo fa cadere dal bosco ed impedisce il la- voro incominciato ; così succede del troppo calore. 55 loro maturanza, devono salire al bosco, e que’ bachi che vanno vagando su le sponde, devono essere rac- colti e collocati su le picciole siepi o su le spalle. In questo istante si deve amministrare la foglia appena raccolta e spesse volte, dappoichè, appena cominciano i bachi a passare alla maturità, operare si deve lo stesso come allorchè passano alla dormita. In questo caso dopo aver preso una boccata di foglia sono to- sto in muta, e così adesso dopo una boccata di fo- glia la maturanza si compie e partono pel bosco. Men- tre i filugelli maturi cominciano ad ascendere , si eseguisce |’ ‘ultima mundatura e si compie il bosco, In tale mundatura si adoprano le solite cautele cioè a pezzo a pezzo, votando il letto in un cesto, e to- sto riponendo a suo luogo la carta sul graticcio, e sovra allogandovi i filugelli. In ciò fare però si deve avvertire di lasciare qua e là ad una conveniente di- stanza uno spazio vuoto , ove si collocherà poi un fascetto, diluogando in tai guisa il bosco. Non è mai raccomandata abbastanza l’attenzione, perchè il dira- damento sia uniforme e l'andamento uguale, in questo tempo prestamente si scorge ben carico il bosco all’in- giro, e perciò allora si accomodano de?’ fascetti nel mez- zo come è di pratica, i bachi diventando rari, il bosco compiere tutto si deve, ma in modo però che non possa eccitare, o promuovere il soffocamento il quale produr- rebbe facilmente il negrone. Simili operazioni dovranno essere eseguite alla sera o pure a mezza notte, avver- tendo le massaje di ministrare ai bachi foglia recente, ed ogni volta, usando in modo che i bachi si avvicinino al bosco, sendo che le siepi all’ intorno sono di già 56 abbastanza cariche. In questo importante momento non devesi abbadare al consumo della foglia, se si vuole che i bachi continuino a progredire in bene, Le cautele che soglionsi porre in opera in questo tempo sono : di visitare frequentemente i filugelli per rimettere sul bosco quei che sono caduti; di far in modo che la camera non si scaldi troppo, ma siavi una dolce ventilazione, aprendo le porte, le finestre e gli sfiatatoi , e ponendo rami secchi sul cammino per introdurre un piacevole aere. Però si eviterà che vi passino i venti, i quali sarebbero perniciosissimi , chiudendo, se occorre, o le persiane ( gelosie ) o le pagliate. È necessario di avvertire che se ai bachi che co- «minciano a divenir maturi, fosse dato a mangiar sul letto e non schiumati, e se ai bachi non si fosse ope- rato un conveniente diradamento , ed essi non fos- sero tutti eguali, disposte le siepate intorno alle ta- vole, un buon numero di bachi, che chiamansi fio- roni, passa in maturanza , ma il restante de’ bachi non è sì sollecito e ritarda qualche tempo: allora non bisogna compiere del tutto il bosco altrimenti si arrischia di dover sottostare ad un soffocamento. La sollecita maturanza di una quantità di bachi, detti fioroni, procede da che furono i primi a levare nella quarta dormita, e dall’aver dato loro a mangiare senza pria schiumarli: dopo questi non vi sono più bachi, pel momento , maturi, ma fia d’ uopo aspettare il giorno susseguente. Si avverta bene che allorquando i bachi sono disuguali, lunga e protratta è la loro par- tenza pel bosco , la qual cosa certamente non cam. 97 mina bene. Ciascuno dovrà convenire meco adenque, che nelle diverse dormite, non devesi ministrare la fo- glia ai bachi, se pria non sono tutti levati. Alla mattina susseguente a questo giorno, dopo avere nella notte compiuto interamente il bosco, ben pochi bachi saranno rimasti. Le massaje pertanto devono ve- gliare tutta la notte per non cessare di ministrare la foglia, avuto riguardo di spanderla in vicinanza alle siepi. Si osservi bene, che que’ bachi , che più non hanno voglia di mangiare, alzano la testa volgendola da ogni lato, e quest'è un segno manifesto di loro maturità ; ma essendosi indeboliti a causa del letto inumidito per le materie emesse di que’bachi che sono partiti pel bosco , non possono giugnere facil- mente al loro destino. E un pregiudizio delle mas- saje, che fia d’uopo rimuovere assolutamente, quello di non volere che si tolga in questo momento inte- ramente il letto, adducendo il motivo, che cadendo, per caso, alcuni bachi dal bosco, su i nudi canicci, arrischiano di rovinarsi, ed anco di ammazzarsi. La loro pertinace idea è quella perciò di non levare il letto, e lasciarvelo infino che non si scorge più un baco su i capicci, la qual cosa a giudizio loro deve succe- dere nei susseguenti tre giorni, quando i bachi han- no formata la galetta ; e questo è un grave errore. E quand’ anche si verificasse il caso che alcuni ba- chi cadessero dal bosco , la distanza da un caniccio all'altro è sì breve che nulla possono soffrire ed è sì vero quant’ io dico , che per raccorre que’ bachi che cadono dalla sponda de’ canicci in terra si distende su questa un po’ di que’ vegetali de’quali è fatto il bo- 58 sco, per cui cadendo anco dall’ alto non si fanno male, ed è sì vero, che intendono tostamente a fab- bricarsi la galetta quando non siano trasportati su le siepi. È imperdonabile l’ostinazione di quelle massaje che pretendono lasciarvi il letto e non trasportarlo fuori giusta gli insegnamenti miei, Se rimane tre giorni soli sovra i canicci, essendo umido a causa delle materie emesse dai bachi che sono saliti al bosco, quelle ma- terie vegetali ed animali ben presto passano alla pu- trefazione, e l’odore che esalano è la causa del disfa- cimento e della morte di moltissimi bachi: e quindi il riscaldamento cagionato dalla putrefazione, congiunto all’ odore apporta grave male anco a que’ bachi che stanno costruendo la galetta : per le quali cose si ma- nifesta talvolta la malattia del negrone, scarsi sono i bozzoli e molte sono le così dette schiscette. Se qual. cuno negar volesse una sì chiara verità, entri in una camera soggiornata dai bachi mantenuti capricciosa mente, senza regola, e si accorgerà ben presto dall’o- dore ributtante causato dai bachi morti nelle galette, su le tavole, su le siepi, quali essere possono i mali cagionati da tanta imperizia. Chi è colpito da una si- mile disavventura, dev’essere persuaso che scarso sarà il di lui raccolto di bozzoli, e quei pochi che potrà raccorre, saranno inferiori in qualità, a segno tale che i filatori si rifiutano di comperarli, o pure obbligano il venditore a falcidiare il peso o a diminuirne il prezzo. Chi intende al governa de’ bachi deve con ogni sollecitudine farsi obbedire 4 non deve ascoltar la voce 59 di quelle massaje che pretendono signoreggiare |’ o- pinione di tutti con lo specioso titolo di avere sera- pre fatto così Si ripuliscano i canicci, si sollevino que’ bachi rimasti, per rimetterlì all’ ingiro delle siepi avvertendo che siano ben puliti. Se per caso fossero intristiti, perchè molto inumiditi, si denno far asciu- gare, esponendoli per alcuni minuti all’ aria, ed anco al sole se fia d’uopo, e tosto si vedranno ritornare vispi ed allegri: collocati allora nella giusta posizione in poche ore guadagneranno il bosco e più non si troveranno bachi sui canicci. Con ogni diligenza si ripassino in ogni angolo tutti i canicci, e si raunina tutti que’ bachi che non sono per anco partiti e si riponghino sur un graticcio in disparte ; tra i vani del bosco si distendino altre materie vegetali ma in picciol dose per tutte le precauzioni e questo per que? bachi che cadono dalle siepi. Ai bachi collocati su la tavola in disparte si deve dar a mangiare foglia recente: e subito dopo su quella si dispone il bosco: que’ bachi che sono giunti alla maturità vi saliranno e gli altri proseguiranno a mangiare. Avviene pure talvolta che alcuni bachi non vogliono pur assaggiare la foglia, e se ne scorge qualcuno di un’ultra maturanza, il quale avra un color giallo screziato. In quello stato si co- prono i bachi o con gramigna o con le materie vegetali da siepe, ed in tal modo rimane il tutto terminato. Trascorsi quattro giorni si leva la grami- gna o quelle materie vegetali che hanno servito al coprimento e diligentemente si pulisce il graticcio. Tutte le sovra ricordate operazioni devono essere ese- guite con prestezza e sollecitudine, massime quando i 60 bachi cominciano a toccare il punto di loro maturi- tà ; tanto più l’ operazione comincia e termina bene, quanta maggior cura si è adoperata nell’ esecuzione dei differenti lavori. Il bozzolo è compito in tre giorni circa, ma il fi- lugello indugerà o affretterassi a ciò fare, secondo che più o meno alta della fissata sarà la temperatu- ra, secondo che avverranno alternative di freddo e di caldo e colpi di vento, e secondo che più o meno uwida sarà l’ aria. Fino a tanto che vi sono molti bachi sul bosco non si deve aprire; quando. spiriì tropp aria , converrà invece di tempo in tempo ac- cender paglia, o minuto combustibile e far fiammate onde rarefar l’ aria , disperdere la naturale infezione ber inteso però di tener comunicazione coll’ esterno per mezzo di accomodate aperture senza che vi en- tri tropp aria e direttamente. L’accendimento de’ rami secchi o della paglia serve ad asciugare la camera, e ad introdurre un piacevol aere. Quando tutti i bachi sono chiusi nel bozzolo è ne- cessario di ventilare la camera in guisa però che non penetrino i raggi del sole e l’aria non sia troppo forte: per ottener questo si aprono le porte, le finestre e.gli sfiatatoj. Non bisogna abbadare di troppo se alcuni ba- chi detti ostoroni, non vogliono travagliare il bozzolo e vanno rannicchiandosi; ciò poco deve importare purchè non si manifesti la malattia del negrone. Se fa bisogno, onde ottenere una dolce ventilazione , si levino anco i tela} dalle finestre , lasciandovi solamente i serrami di asse detti volgarmente scuri, o pure le persiane ( volgarmente gelosie ) le quali si trovano comune- 6I mente in opera su tutte le aperture di quelle ca- mere da bachi, ove i proprietari apprezzano la buona riuscita, ed agognano un lucroso interesse. Non basta sentirsi a replicare dalle massaje i mieì bachi vanno benissimo, ma fa d’ uopo ch? esse li sorveglino di continuo per quattro giorni e quattro notti: non basta di averli avviati al bosco, di avervi consumata molta foglia e di avervi speso molto tem- po, ma è necessario in quest'epoca di custodirli e di mantenere ventilate le abitazioni. Non basta che i ba». chi siansi fabbricate le galette per togliersi alla respon- sabilità di una buona ed assoluta riuscita ; ma biso- gna sorvegliare le camere, i boschi carichi di bozzoli e continuamente , e per ciò fare si deve tralasciare di andare in campagna a tagliare il frumento e la segale che in questo torno di tempo comunemente va maturando ; la trascuratezza è causa di scema» mento di un buon raccolto. Quando saranno tra- scorsi quattro. giorni, nel qual tempo siavi stata una dolce circolazione d’ aria, entrando in quelle camere, non si sentirà il più lieve odore , ed allora si potrà dire asseverantemente che il raccolto non può andar fallito, ma sicura e felice sarà la riu- scita tanto pel proprietario quanto pel colono , e grande onore deriverà a colui che intese al prospero successo. I bozzoli fabbricati da filugelli governati secondo il metodo da me insegnato si ponno levare al setti- mo giorno , computando da queilo in cui hanno preso a montare. Ma se fuvvi ineguaglianza nell’ ascendere al bosco, s’indugerà fino all’ ottavo, ma nor più del 62 nono , imperocchè ogni giorno vanno i bozzoli per- dendo del loro peso. Gli ageuti, i fattori, gli inca- ricati del governo de’ bachi sono tenuti in coscienza a sorvegliare continuamente quelle. camere, quelle siepi ridondanti di galette, acciuechè non vengano diminuite ; la miseria , il bisogno, la cupidigia del denaro sono possenti motivi per far delinquere taluni, i quali, cacciati in bando tutti i riguardi , spogliano qua e là i boschi della galetta, e si appropriano l’al- trui, non avuto riflesso alle terribili conseguenze. Siccome la sorveglianza è il più possente mezzo per frenare l’ingordigia, ed esclude ogni dubbiezza , così fia d’uopo praticarla fino agli ultimi istanti. È grave il rammarico che soffrire si deve allorchè si sa di ave- re operato con ogni cura e diligenza, di aver visto i boschi ripieni di bozzoli e senza difetti, e di trovarvi poi un meschino raccolto. Un occhio pratico e prudente conoscerà da una certa consistenza che presenta al tatto il bozzolo, e dal suono che dà la crisalide posta intorno all’ orec- chio il punto della perfetta maturità. Conviene però confessare che in questa come in tutte le altre rac- colte, la troppa ilarità produce il disordine, perciò la persona più capace, come l'agente, il fattore, non tralascì di sorvegliare i soggetti destinati, onde non si confondano i bozzoli maturi con gli immaturi, o get- tando con poca cura il bosco ed i bozzoli, questi non vengano lordati od ammaccati; si esamini pure il vero punto della vendita senza esporre la seta al pericolo di riscaldarsi, o di scemar notabilmente di peso. 63 La permanenza de’ bozzoli nel bosco dipende da varie circostanze da notarsi da occhio addestrato e pratico e non pregiudicato. Vuolsi scansare la troppa sollecitudine e la troppa tardanza. Nello staccar i boz- zoli dalle siepi regni l’ordine e non la confusione. Di- stesi i bozzoli in locale adatto, onde non riscaldino, nè troppo prosciughino, e conosciuti nel vero punto non si tardi a mandarli al loro destino, levati i non maturi, i macchiati, i doppioni. Nella scelta de’ boz- zoli per seme si usi somma cura secondo i sopra in- dicati precetti, ed il prodotto dal buon seme avrà buon risultato. L’oggetto de’ bachi da seta e del loro governo è fra le cose agricole la più grande di cui l’Italia siasi mai fin’ ora occupata. Questo ramo di agricoltura inte- ressa direttamente lo stato e l'economia domestica delle famiglie, e merita le più scrupolose meditazioni di tutti i buoni. Lo scopo è quello di aumentare per esso con modiche spese, e qualche sollecitudine e con evidente sicurezza , la ricchezza comune. Nella storia nostra difficilmente rinvenire si può un fervore più sentito di quello che sì manifesta in oggi, e sono si- curo che crescerà anco maggiore a misura che si svi- lupperanno tutti i rapporti, e si comprenderà gene- ralmente l'immensa importanza di un tanto soggetto. Colui che si destina al governo de’ bachi ed assu- me un tanto carico e tanta responsabilità, segua il metodo da me tracciato, abbandoni le pratiche anti- che e si assicuri che fallite non andranno le sue spe- ranze, e prospera e felice gli arriderà la sorte. 64 INDICE. Dedica alla nobil donna la signora Donna Antonia Vidiserti De Vecchi . . . . pag. Prefazione, cenni storici del filugello o baco da selve n 1 Pant ga he AE ER Semente , scelta de’ bozzolî per ottenerla, e modi di operare perchè riesca perfetta . . . » Modo e tempo di far nascere la semente . » Prima muta o dormità —. . . . ... » Seconda muta o dormita . . . . +... » Terza muta o dormita . . . . +. +. » Quarta muta o dormita . . . .. . + » Quinta muta, età, dormita o furia de’ bachi » Maturità de’ bachi e loro salita al bosco . » Tempo al compimento de? bozzoli . . . . » Raccolta ‘de’ bozzoli, . . . è. +00. » FINE». VII AR > * ne e * NRE I AO Mer DA I ea, A a % Me 0) A A w n i (arti se Ma Td NT ‘ " ‘ è x 4 al 4 Î: sa v i i P Pa , a I È hd LI ” x al AI rei . DE 4 a 4 : \ | i ] tal L, n x 7 Pa : ri e “i è : , i : E a DI a Pa ; f - Polo stagni A sd L'at .. agi 16 fn re PA , è | do de- — e <= » @ . a “i SAI % x Le x ( * in , d Pi La, Sag °° ” i % > » RA t: LA i È si b . se D Pi gw . £ “i f SP dé ART) 7, al - . CA e È A è PRO wi è Ù da 33; LE ‘ 3 ici b 4 * n 4 , è od L Ti 4 -S ve; A ” è. . 4% : » - P # Vr E - 11 da 1° — | a AR Pie. pu 3 ‘ ho ta DI à Ò si 4 LS Qt Va Mr ae i ‘ pi % * - TAI È da P y n x ? 4 Pr “ at * . A + KA: è. 0. 1 È t \F Ca ty < 4 Lia adi | n i © 7 8 dA LI ai ù ?% è, < ‘ . w* a + È pa » \ ; #’ - eee Ae Tsi YA Lr I; i pa è Ri | ,. i li G < i E è a WIR J = : e bd LI Mii it CR e E A » i N "® " u;.* o y ì Ra SI; # è I e 5 Pe , ad hp Pe O, E Mo iti eta e EI dg . "; de A È Sa 3 È È Lo) ks pi» Ve SP i ‘ / ra Vo _ Ni . à È DI è =. v Cer : È , a LV (3: A ni, Gel: al gf” ALP tO. Me sà. A a RT art e oli 3% i "n fia » 4 È 4 A K ‘eg p SE QI Pe / ; È "> % Le | n È ; a cid 3 +») i tue Sx pè 1) so va Pi “ P A cd Ta r ra ” ul 99 Pa Pr È (4° OT e È , =, x > DI vi e a è dd p La PS d Pe 7 Bf Ci Pot RP RS ET hi" È i del ® "i Pa. Agi? e i" mò è te . a LI PI , LR v' #4? , % i td , . Po * dg. * du + e? v bu at sarà sa prato. veg) cia a ni ai adi FI : ; e, be Ron di AE at = eta Sal sl («+ 9 " A ie te ita el init. @ ì Per eo dI } ” 4 A Di prc. LL "50 ATL de i) w- * < rl Mi = lo SUO sii . « È, pa Va NN pr È h La ‘ b 4 Th ; pi od % ha x PA. pa sr Ù - n° Ma, n 0 ‘ Le da o 4 î ° . È ” o Va . - % a ‘ . ® ” . . A ’ . : 2 *» Lul 4 dint up A x z Da ° ‘ . % \ } 1 “ pe di oa x ‘ Pi -_ - * i > \ te Vi da pei def: Ra Y a a © CASI: (E Rete ara eee Su © : PAS , CO lg 2052 ra pl. AANWNANKNI « = 4 Pa a > ® (©) z | a uu le) i È TO) i € ui = z > ——————— ——— i —m ——€@ _—6€ ———————Ek i __——tm ———@@""<- n ——— a —- —_————m = —_- ——e _—————————— —_ —_*€*+} SA 3 0112 05777