West Virginia University Libraries 3 0802 100908373 5 DEC 11955 WEST VIRGINIA UNIVERSITV MEDICAI SCHCOl LIBPary This book must i takenfromtheLi building. ISTITUZIONI ANOTOMICIIE DEL SIGNOR L. M. A. CALDANI TRADOTTE IN ITALIANO DA GAETANO CASTELLANI Dottore in filosofia e medicina, professore di chirurgia e di ciikica KEL liceo e negli OSPITALI DI BRESCL\ , SOCIO DELLE ACCADEMIB BEGLI APATISTI E GEORGOFILI DI FIRENZE, DEGLI ANIMOSI DI BOLOGNA, ni QUELLA DI VENEZIA E DI BRESCIA , MEMBRO PRO: MEDICO DBUiA COMMISSIONE DIPARTIMENTALE DI SAWTA' DEL MELLA . TOMO I PARTE II CONTENENTE LA MIOLOGIA PER BETTOLI l'IPOGRAFO DIPARTIMENTALE BRESCIA MDCCCVII \Jo\-l Questa Edizione è sotto la salvaguardia della legge l(). Fiorile anno IX. , essendosi adenìpit> 56 Dei muscoli delle Labbra ...» 39 Dei muscoli della Mascella inferio- re » 67 Dei muscoli del Capo . . . . » 7^ Dei muscoli del Collo . ...» 86 Dei muscoli della Scapala . . . » 95 CAPO DECIMOQUINTO. Dei Muscoli spettanti al Petto , al Dorso ^ e ai Lombi-, e primieramente dei Muscoli della Respirazione » 102 Dei muscoli del Dorso e dei Lem- bi » I : 7 CAPO DECIMOSESTO. Dei Muscoli degli Arti superiori, e primieramente dei Muscoli dell' Omero . . . » i3i Dei muscoli del Cubito . . . . » i^S Dei muscoli della Mano . . . » i5o Dei muscoli delle Dita della Ma- no » I ^'2 Dei muscoli propri del Pollice della Mano ..,.,...'» 170 Dei muscoli proprj del dito In- dice ^ . . » i85 VII Dei muscoli proprj del dito Aurico- lare » 187 CAPO DECIMOSETTIMO. Dei muscoli degli Arti inferiori j e primieramente dei muscoli del Femore . . . » 190 Dei muscoli della Gamba . . . » 208 Dei muscoli del Piede . . ■ • » 218 Dei muscoli comuni delle Dita del Piede » 233 Dei muscoli proprj del Pollice del Piede » 242 Dei muscoli proprj del Dito Minimo del Piede » 243 ISTITUZIONI ANOTOMIGHE PARTE SECONDA CAPO DUODECIMO Dei Muscoli iìi generale* 324. \caella scienza anotomica , la quale che cosa >;« • 1 • f» • ' I- • ' -11 1^ Miologia , considera e spiega gì immediati stroinenti del e quante i» moto, dicesi con parola greca Miologia; la '"' ^^"'* quale si suol dividere in generale:» e speciale. ^ Quella versa circa tutte quelle cose, che ac- ^cennammo (N. 84 fino al 37): questa poi in ^ ^tutti , e ciasclicdun muscolo considera il sitcw la figura , la fabbrica , le origini , e i fini , gli ^ofìlìci finalmente, e gli usi. Della generale pre- emetteremo alcune poche cose.^ SaS. Quelle fibre, che trovansi nel corpo PriHo-paiispe ^animale, e le quali abbiamo detto (N. 84) ^potersi chiamare motrici , si ponno ridurre a due specie principali , secondo la disposizione , che loro è stata data. Cioè o raccolte in primo luogo in fascetti o lacerti compongono certe iPARTE II I eie delle Fibr» uoirici. masse maggiori o minóri , più o meno dense * o più tenacemente, o più lassamente coerenti tra loro; ovvero in secondo luogo tessute tra loro a fon^ia di tela or più , or meno si spie- gano in piane superficie dove più tenui, e dove più crasse. Le disposte alla prima maniera iannr» i muscoli, propriamente detti; alla se- conda poi le tonache, ossia membrane carnose f come avvisammo altrove. 326. I muscoli , ì^enera] mente parlando , raineiiieiafi- hanno una tigura oblunga: più grossi tuttavia ■,co!i,e qua- nel mczzo (la qual parte più grossa dicesi ineestueuiuà ^,^^^fj.^ -i^i puiscolo ) clic Utile cstrcmità; Tuna e l'altra delle quali in certi muscoli è o ten- dinosa, o carnosa; in altri una carnosa, l'al- • tra tendinosa; e quest'uRrma in alcuni muscoli è interposta di fibre carnose con direzione quasi trasversale ; in altri tiene la medesima dire- zione colle carni ;, in altri finalm.ente raffi- gura un funicolo , come una colonna o più grossa o pm tenue , in cui s inseriscono i nni clelle fibre carnose prominenti alquanto alla * f'^ggia delle papille , e coperti d' una tela cellulosa. . ,, , Sa?. Tali fibre, che fanno la massima parte Se fibre sole ' _ . . , . . «o«titnisc;mo (jei muscoH j, oltre i vasi d o/^ni sorta , nervi quale sia' il che tosto SI Dasconclouo all'occhio, e fila cel- owfijnc. j^^j^gg condotte per traverso leganti le fibre, oltre parimenti una tonica cellulare che veste d'attorno le 'fibre, i minimi fascetti, e i mu- c ' ! Inqnailooghì s' iuseriscano scoli , che eia quelli sono composti , e la quale ilefinisce i limiti del muscolo ; tali fibre , io flico , in molti muscoli tirate per longitudine serbano un ordine quasi paralello : in altri l'ordine è così confuìo e scompigliato , che non si può facilmente conoscere , se le fibre semplicemente sieno coerenti tra loro , o se concorrano in altre, o piuttosto si risolvano in molte. SaSo I muscoli poi agenti muovono parti assaissimo diverse tra loro , in quanto che o ^^^"'^"J'f;^! coir una o coli' altra estremità, o con ambedue ". si affiggono a parti non della medesima sorta. Imperciocché quantunque per lo più inerenti siano alle ossa , e da queste sembrino uscire , in un corpo principalmente adulto; alcuni tut- tavia hanno fine nelle cartilagini, nelle mem- brane , nei tendini, e nelle carni; e perciò varia è in diversi muscoli la forza dell' inseri- mento; poiché in alcuni é ferma e tenace; lassa per lo contrario in altri , né da paragonarsi con quella degli altri muscoli . 320, Ma se cercasi di quante sorta di mu- i^»i"»»tesor . . . . V . , ta di Muscol scoli vi sieno, si capirà esser di molte j, quando yisien». si consideri altri esser liberi dal principio sino alla fine, né connettersi co'vicini,se non per una rilassata cellulosa : altri in progresso frammi- schiare le proprie fibre con quelle di altri muscoli che incontrano: quindi i primi si possono chia- mare separati:, e gli ultimi coerenti: cosi sem-* olv 4 plki , o composti, secondò che sono composti o d'un solo, o di molti ordini di fibre; solidi, o vuoti, se da nessuna cavità sieno forniti, o ne abbiano alcuna singolare; gemelli, o singo- lari, quando hanno, o non hanno compagno: volontari ^ o involontarj , se si reggono o no dal Jibero arbitrio della mente. Né mancanvi di altre specie, se per specie si voglian prendere quelle differenze, le quali poco fa (dal N. 826 al N. 328) indicammo ; e principalmente se vogliamo potersi costituire diverse specie da quelle cause, che hanno fatto, che i muscoli si chiamassero con varj nomi. 33o. Imperciocché non solamente-per l'uso Onde vengano ,, . * , . -, *■ , mi dei Mu- e 1 azione, ma pel sito, ligura e parte che oc- cupano o a cui appartengono , ottennero varie denominazioni, come anche dall'origine e dal fine separatamente o unitamente , dal numero de' ventri, dalla grandezza^, dalla direzione delle fibre, sì ancora da altre ragioni. Di ciò noi di- remo poche cose: conciossiacché la cosa si farà manifesta, quando parleremo singolarmente dei muscoli medesimi . Quai nomi 33 I. Parlauclo adunque delF azione dei mu- scoli, questi si dicono Constrittori , Adduttori^.. Abduttori, Estejisori, Flessori, nuotatori. Su- pinatori s Elevatori , Depressori , Corrugatori ec. E dove il sito ha dato il nome ai rausicoli. Dal Sito. ^ -, f A o hanno luogo gli Anteriori, Posteriori, Supe- riori, Inferiori, Esterni ^ Interni, Interspinali, 1 nomi scoli ìnterossei) Intercostali , T/itervertehmlL S-'pra- spinati ec. E quando il nome t>i prenda dalla fi D'una 5 vengono gli Orbiculari ^ Rotondi^ p^-. Dalia Figura. ramidali ^ Quadrati, Cucidlart, Fi riformi, Tra-- pezj , Jìomboidei , Triangolari , Serrati^ Lom- bricali, ec. E quando diede il nome a queste , , V , . Dalla parta masse carnose la parte, che e occupata dai che ocu- scoli fatti per piegare la testa, quando coH'agire insiejjie cospirano nella medesima flessione , mera coir agire separatamente traggono bensì la tc- s4,a medesima verso il loro lato , ma con nna qualche obliqnità , la quale significa V inerzia (lei Congeneri . Oltre di che nella Miologia speciale vedremo, che certi muscoli adduttori; o abduttori d' uua qualche parte , quando se- paratamente agiscono, piegano ancora talvol- ta la medesima parte secondo che uniscono le loro forze traenti coi Flessori^ o cogli Esten- sori. Per ciò poi che appartiene all'altro, se si sollecitino i muscoli, che sono tra loro An- tagonisti ;, ( se questo però ha luogo, come pensano molti ) allora quella parte, a cui appartengono quei muscoli , si fa rigida e immobile; e questa immobilità da tal causa prodotta chiamasi mote tonico (i). 334. A tutti i muscoli, non altrimenti che g-^i muicou ai loro tendini stendesi sopra una tela cellulo- ^;!,„tr sa 5 la quale malamente da alcuni fu detta" memhrana comune dei muscoli; quando di fatti (i) Affinchè si abbia il moto tonico egli è neces- sario, secondo l' oj)inion coniune , che adiscano eoa C2;ual forza rauco i Flessori d'' una parte, che gli Esten- sori . Ma il braccio , o la gamba, o il collo, o il dorso, teso in guisa che non si possa piegare, dimostra, a mi-j dire, maggiore I' azione degli Estensori: e molto più se i Flessori ancora fossero gonfj ~ ed avessero una qual- che durezza. Che se le pani sieno rigide, e immobili, ma non tese, o non disposte in retta linea, allora cer- tamente è manifesto che gli Estensori sono superaci dai Plessori. dala una aiia co- lma. non è una sola e la medesima , e continua la tonica spiegata su tutti i muscoli; anzi > ciò che monta di più , una volta annoveravasi tra i comuni integumenti. Da questa membrana discendono nella sostanza dei muscoli , dei fili checosacon- e dclle lamcttc , e f)inno delle celle maggiori, tengasi nel- . . , . . . , ■. . ^ ,. le celle della o muion, tra le quali contiensi la pingueame, "ema"°* ^ od UH ccrto chc gelatinoso . Oltre a ciò le celle;, quelle ancora poste di fuori ^ rinserrano più o meno la pinguedine , la quale separa i muscoli dai muscoli, e dalle altre parti. 335. Una sì fatta membrana osservasi ancora Sada^en- "^ì tendini . Cioè una certa esteriore , e assai ^'°'- tenace cellulosa, la quale sembra continua alla membrana dei muscoli, quasi un ritegno ai tendini li circonda ; e le discendenze di questa non solamente cingono le fila tendinose , ma tenacemente le ten^iono cona,iunte insieme. Havvi ditTerenza. nella ma2:2;ior coesione relati- co ♦ vamente alle fibre carnose ; cosi ancora nella pinguedine , la quale rare volte assai si frap- pone alle COSI dette fibre dei tendini , e forse talora solamente per forza d' una qualche sin- goiar malattia. 336. Questa tela cellulosa nei muscoli dona la Cellulosa , fermczza alle fibre e insieme libertà del moto; e della pia- i ^ p i ^ i • • ri r guediue. eia fermezza, perche lega insieme fibre con li- bre, e fascetti con fascetti: siccome poi è pie- ghevole, e insieme elastica, perciò mentre cede alle carni nel contrarsi che fanno, e quindi dà libertà al moto, e colla sua facoltà elastica i2;iova al restituirsi delle carni medesime. Kiera- pie certi spazj , che vi sono tra le parti; al- cune parti le separa dalle altre; e molte e cjuasi tutte per la maggior parte le compone determinandone la figura; conduce finalmente e sostenta i vasi , dando origine, e sostegno a molte vene Valvolose. La pinguedine poi, o quella gelatina, che sta chiusa nelle celle vi- cendevolmente comunicantisi , unge le fibre , affinchè possano facilmente muoversi^ le une sopra le altre senza dolore , che seguirebbe dall'attrito tra le parti sensitive, e quindi im- pedisce, che non si rappiglino insieme. Final- mente difende in certa maniera dal freddo, e colla parte gelatinosa atta a condensarsi (la quale mischiata contiene ) dà materia al nu- trimento. 337. I tendini, come indicammo poco fa , J?"'!j,^°" rare volte infarciti di i2;rasso propriamente tale, i*! ^''" <-p l l ' dmose; Timidi tuttavia sono d im qualche umore per ^aataggi l'ordinario mucoso insieme e pingue alquanto, il quale fuori venendo dalle minime glandule, o piuttosto vasetti dona ad essi tale lubricità, che facilmente possano muoversi sopra certi solchi delle ossa , da' quali in alcuni luoghi sono ricevuti j e sopra le troclee e capi delle ossa , sopra i quali vanno in alcun luogo ogni volta che qua e là sono tirati dai muscoli or contratti, ed or rilassati. re ten— e suoi le Con qualar- 338. Percliè poi dall' azione dei muscoli t'enmi 'neiu potrcbbero i tendini esser cacciati dalle loro propria stde ggji j^qjj scnzd storcimcnto dei membri, e quindi con dolor delle parti, e ne succederebbe l'impotenza al moto; quindi la natura ha prov- veduto, che i tendini medesimi in molti luoghi fossero ritenuti nelle loro sedi da vincoli parti- colari. Questi vincoli hanno T indole dei lega- menti, ovvero la natura stessa dei tendini, ma un po' più soda; sono tessuti di fibre a traver- so, e conficcate da un osso in un altro , o da un luogo ali" altro del medesimo osso. Da que- sti legamenti sono talmente ritenuti i tendi- ni, che passando quasi per un anello, o per una girella possano bensì muoversi all' insù ed air ingiù 5 ma non uscir fuori dal luogo loro fisso. Cosi veggonsi nel Carpo, nel Tarso , ed in altre parti del corpo, come, secondo che si presenterà l'occasione, vedremo nella Miologia Speciale . 33g. E<:yuale si è ancora la condizione di I «OH quale . -^ O _ i Masctu. certi muscoli, che occupano molti luoghi del corpo. Imperocché oltre che una membrana cel- lulare (N. S5<*.) che gli abbraccia, forma quasi un riparo, aftinché le fibre motrici non decli- nino dalla necessaria direzione del moto , una tunica certa lendinosa, spesse volte condensata con alcuni muscoli, quasi un tendine di questi spiegato in una tela aponevrotica , circondata dai muscoli medesimi , tiene questi , e gli sforza 1 I a stare nella lor sede. Cos'i certi muscoli delle membra superiori ed inferiori , come c|uelH che sono nel dorso, nell'abdome, nelle tempia, nel collo , nella palma della mano , nella pianta dei piedi 5 e altrove, da quella tela aponevro- tica recando gli accennati vantaggi , or sono coperti 5 ed ora rinchiusi . 340. Nella fin qui descritta focaia sono fab- «'T""»'e»°r- , . . . . , . . *<■' ''' 'noto nei bncati quegli istromenti chiamati muscoli . wuscou. Questi muovono le parti, e non solamente quelle , che obbediscono ai cenni delT anima , ma quelle ancora, che ad arbitrio di essa non possono uè esser impulse in un moto più ve- loce , ne dal moto fsser fatte passare alla quiete. Quindi è avvenuto che, siccome avvi- sammo, altri muscoli chiamansi voiontarj , ed altri im'olontarj (N. 329); con pari ragione due scita di moto siasi attribuito ai muscoli, sicché altro volontario dicasi, ossia animale, perchè retto dall'impero dell'anima; l'altro poi in- volonta.^o , 0 naturale , si perchè dall' anima non può né esser eccitato , né accresciuto , né moderato, né rattenuto ; si perché per forza della natura risegga spontaneamente nelle car- ni, onde dicesi ancora spontaneo. Il primo moto ha luogo in tutti quei muscoli, che sono stesi nelle membra;, e sul tronco del corpo, o contenuti in certe cavità minori , come sono nelle orbite, nelle orecchie, nella bocca, e nelle (liuci; l'altro poi nel cuore, nelle arte- 13 rie , nelle basi delle vene maggiori , e negli intestini . Si dà forse una terza specie di mo- to, moto misto cioè, come lo chiamano, com- posto dal volontario, e dall'involontario? Molti insegnano, manifestarsi questo moto nella re- spirazione, appoggiati a mio giudizio su di ra- gioni non abbastanza sode (O. Ooaiesiai'a ^4 I . Ma qualunquc siasi questo moto o vo- zionedeimu- lontario , o sDouianeo, eiili indica V azione delle fibre carnose appartenenti a quella par- te : la qual azione è quasi una certa violenza che caccia le fibre dalla propria sede. Imper- ciocché sebbene nelle carni, come in quasi tutte le parti, risegga un certo sforzo, per cai più o meno resistono alle potenze traenti, e ces- sando r attrazione , ritornino nel loro stato primiero; nulla ostante però nei muscoli, oltre questa forza comune a tutte le altre parti (la quale si può chiamare forza morta r, e ascri- verla alla forza elastica ) havvi un' altra for- za, per cui sono mossi ad una contrazióne più o meno sensibile.- E questa contrazione, la quale è T azion del muscolo, è differente dallo kSntralne ^^^^'20, chc fauno le al'tre parti nel contraersi , del muscolo, \j^ Questo, che subitamente si fa, e in un istante e quella delle '■ altre parti, ancota sì limette, ( pricipalmente nei muscoli volontari , se ciò aggrada ) va alternando , e (O Vedi le nostre Istituz. Fisiolog. al Gap Re- spirazioni . i3 fa visibilmente diventar più corto il muscolo medesimo, nelle aitre parti poi quello sforzo, quella forza degli elementi attraente agisce per r ordinario lentamente ; e rimette bensì nel suo primiero stato la parte tesa, o in altra guisa cacciata dal proprio luogo; ma non mai alternativamente la fa pii^i corta, e molto la contrae oltre la propria sede, che dimanda lo stato naturale dì quiete. 342. Questa azione dei muscoli sembra di- OnJe proced» , , p . , -ini' azione del pendere da una forza singolare propria delle musoio.c carni , e in esse immedesimata , la quale chia- masi irritabilità: da quella forza cioè, per cui tocchi i muscoli da stimoli interni o esterni , noti o incogniti sì contraggono , ovvero si fanno più brevi ^ e quindi muovono qua e là, comprimono reciprocamente , o ristringono le parti a loro appese o soggette , o quelle a cui stanno d'intorno. Sono dunque tutti gli irritamenti cause occasionali del moto musco- lare; l'irritabilità poi la causa prossima, ossia efficiente del moto medesimo , o della viva contrazione; la quale fa di mestieri distinguere dalla forza moria , ossia dallo sforzo a con- traersi, per questo ancora perchè la forza morta da nessun irritamento conosciuto può esser ec- citata ad un moto simile in certa maniera alla muscolar contrazione . 343. Questa forza in muscoli diversi diver- se in t«ttii samen te ancora, per così dire, agisce. Vale a ISullà luuscoli l'ir- sia des ficio. H provocata ad Jiie toccntido gU stlmoH tutte le carni , le deÌhno°iri^- ^'^""^^ Contrarre, e i muscoli volontarj ancora vengono commossi dagli irritamenti, che si fanno ai nervi disseminati tra di essi; col qual segno sembra potersi distinguere i muscoli volontarj dagU involontarj (0 . Non cosi però nei mu- scoli , che non obbediscono all' impero della volontà; imperciocché in questi nemmeno un toricnte elettrico chu scorra i nervi , può su- scitare il moto perduto, o renderlo più vivo , se sia languido, e al contrario se stimoli più blandì' tocchino le carni di questi, queste tosto sono eccitate a muoversi. Siccome poi in mol- ti muscoli dal cenno della volontà, e quindi dall' azione dei nervi , come sembra , 1' irrit?i- bilità è sollecitata ad agire , quindi oltre la Quante foMe forza motta (N. 34 0 ^ ^''^ forza innata oli. (N. 342) ossia l'irritabilità, si suole attribuire ai muscoli un' altra forza, la quale chiamasi (j) Quec-to volle forso inferire il granile Haller , qmndo scrisse ( Elemeiu. Fisioloo;. lib. 4- Sect. J. §. l'i. ) che il cuore è piiì irrirabile internamente che esterior- mente, perchè i nervi di questo viscere sono più vicini allo stimolo del sangue: siccome lo stesso ancora avviene nel tubo degli alimenti, quando la di lui tunica inter- na viene punta da stimoli Affinchè alcuno però non congeTturanse da questo, che il moto del cuore dip-n- d.'sse «lai nervi, avvisò nell'ultima sua opera della fab- brica , e delle funzioni del corpo umano , esser questa solainenre una congettura ; e in molte maniere dimostra» in più l'ioabi dai nervi non provenire ne il moto del cuore . né 1" irritabilità . coiisideriuo ■ ■ji mujc. i5 nervosa y © imitale , polche' oltre la vita non dura , ed è differente dalla forza morta , la quale vive in tutte le parti fino al principiar della putrescenza ; sì ancora differisce dall' ir- ritabilità, la quale dopo morte ancora si eccita dagli stimoli per un tempo che non si può facilmente determinare , siccome varia per la diversa età e specie degli animali , e secondo l'indole delle parti muscolari (i). 344. Alcuni Muscoli adunque sono messi In couc,«airorM . , , ™ ' , . . , . diversa alenai moto dalla lorza nervosa , altri poi da uno sti- muscoli veH- molo alternativamente or avvicinatosi, ed ora ^'^'° ""*' "* scostatosi, o ritornato per intervalli. Dalla for- za nervosa vengono mossi i muscoli volontarj ; dallo stimolo poi quelli ;, i quali si esercitano nei moti involontarj ; si muovono poi tutti in quanto sono irritabili. Scorre forse per i nervi qualche cosa nella sostanza dei primi, che vada „ a f!;onfiarne, ed a irritarne la fibra? principal- ^e^gai i . l liei nu»l mente perche legati, o tagliati i nervi, non solamente il senso , ma la contrazione ancora si perde dei muscoli ? 1 tubetti , o portatori , o recipienti il fluido sottilissimo separato nel cervello sono affatto suppositizj : e certi esem- pi proposti da alcuni , co' quali si prova , che una minima forza d' aria cacciata nelle vesci- chette unite comunìcantisi alza dei pesi gran- (i) Vsdi le nostre Istìt. Fisici, al cap. XV. a sau9« del moto. i6 ò'i ; e questo medesimo farsi ancora da una picciola. quantità di liquore , che discenda per un tubo assai sottile in un ampio vaso ripieno di un qualche fluido; questi est^mpj, dissi, non Quanto si deb- dimostrano ciò ^ di cui si tratta; imperocché giTe°empT^d- "0" cercasì quivi di superare una grande res.i- doni a ciuejto gj.^j^2;a ; uia del momento di tempo, e della celerità, con cui viene superata; il che tacto difficilmente si potrebbe ottenere cogli indicati esempì sì pneumatici , che idrostatici; poiché i termini dei muscoli s'inseriscono vicino alPIpo- moclio; e le loro fibre, almeno per la massi- ma parte, scorrono quasi paraielle alle ossa, ovvero a quelle resistenze , che deggiono vin- cere ed espugnare. Oltre di che perchè dir non si potrebbe in egual maniera, che gli al- tri fluidi che scorrono per l'arterie, e per le vene fossero causa del moto muscolare? Poi- ché certamente impedito o V influsso , o il riflusso di quelli, ne seguono i medesimi feno- meni : e ciò 5 che più monta , da una qualche grande evacuazione o di sangue , o di altro umore si fanno dei moti violentissimi dei mu- scoli; e tra una dieta assai rigorosa, anzi quasi tra il digiuno , i maniaci godono d' una gran robustezza de' muscoli : e perciò hannosi dei grandi effetti , quando scorre minor quantità di fluido; il che non può non sembrare assurdo. Se l'irritabili- 345. NÒ tuttavia quando dicemmo, che gli diisewo! irritamenti danno occasione all'azione dei rou- .tà sia la stessa cosa » 7 scoli :, pensi taluno esser una cosa sola e la medesima la natura initabile, e la sensitiva. Poicliè la contrazione sensibile risiede nelle sole carni , e non nei nervi : quindi b^nno senso parti , come , ex gr. la midolla del cervello entro il cranio, la quale è piiva d'ogni con- trazione, che si possa almen vedere ani he con occhi armati di lente. E che va di piii irrita- bile del cuore ;, il quale tuttavia ha un senso assai ottuso ? Inoltre alcuni animali pi ivi di cervello? e di nervi sono assai irritabdi: e que- sta forza ancora in alcune piante e fiori pro- duce degli efletti , che assai chiaramente la danno a conoscere; eppure nessuno vi sarà, penso, che voglia ascrivere ai vegetabili la fa- coltà di sentire , che abbia una qualche somi- glianza col senso degli animali : aggiungasi di più, che legato un nervo, che va al muscolo, perisce bensì il senso e il moto volontario;, ma yì resta in quel muscolo la facoltà di con- traersi , almeno per qualche tempo, qualora venga eccitato dagli stimoli: e the cjuabinque carne separata da ogni commercio dei nervi , anzi di recente divisa dall'altro corpo, quindi giacente senza senso e moto, se si tagli in pezzi, oscilla e palpita. Finalmente acrginn- 2;asi , che il senso sta beubì in rai^ione della grandezza e della nudità dei nervi , non co ì la natura irritabile: imperciocché ad ah une parti del corpo si portano nervi in grandezza PARTE n. a i8 ecl in copia insigni , le qnali nuìlaclimeno se non sono inette alla contrazione, la quantità però della medesima contrazione non corrispon- de alla grandezza dei nervi. Qnai; lieno i 346. Per Verità, quando agiscono i mn- iTcoio'àget- scoli , danno a vedere alcuni fenomeni, i quali "• si uniscono necessariamente coli' azione mede- sima. Imperciocché in un vivo animale sco- perti dei muscoli ( come per esempio una qualche parte degli intercostali ) sono primie- ramente alletti da un certo tremore nelle fi- bre e nei fascetti componenti , il quale pre- senta agli occhi delle lughe in forma spirale, che nascono in un momento ili tempo Con queste rughe si nu'sce tosto in tutti i muscoli una contrazione di fibre, ossia una diminu- zione della lunghezza naturale; per cui le estremità dei muscoli sono sforzate a ritirarsi verso il centro, os^ia ventre del muscolo, se ambedue siano mobili; che se l'una sia im- mobde , a questa viene tirata l'altra mobile. Non è poi la medesima la misura della con- trazione in tutti, e cadaun muscolo; poiché in alcuni nel contrarsi sparisce quasi una metà di tutta la lunghezza, in altri una terza parte air incirca ; e quindi i membri, o le parti tirate dai muscoli si fanno più vicine ad altre parti. Aduncjue i muscoli agenti si gonfiano nel ventre , e si fianno duri , siccome le loro fibre convenendo in non plcciola parte nel '9 tentre stesso, sono condotte in contatti più forti. E questo ha luogo ancora, sebbene re- nitente sia la volontà , in que' muscoli , clie sono soggetti al di lei impero : peicliè se un amico piò. forte di me sforzi a piegarmi , o a stendermi il braccio teso o piegato, che io non voglio piegare o stendere , questo si \ gonfia e s' indurisce nei muscoli flessori o \ estensori sebbene la forza nervosa , la quale suole almeno al cenno della volontà mettere in azione i muscoli, non sembri esservi Dal quale esperimento costante è chiaro quanto s'ingannino coloro, i quali pensano, che un fluido sottilissimo , il quale o scorra , od oscilli nei nervi in maggior copia per forza dell'anima che vuole, sia causa del moto muscolare. E questo gonfiamento de' muscoli che si contrag- gono, si poco accresce il loro volume, che piuttosto si diminuisce ( altrimenti di quello che pensarono alcuni ), tirate essendo le fibre, ed i fascetii a più stretti contatti. 347. Alla contrazione del muscolo or presto Q"^' ''»'• li 1 cagione del» or tardi ne sier»;ue il rilassamento, che ne" mu- 1° nsiabiu- scoli involontar) deriva dall assenza dello sti- molo , in forza del quale V irritabibtà viene sforzata ad agire, causandone la contrazione : nei volontarj poi sembra in primo luogo di- pendere dalla forza nervosa remittente all' ar- bitrio della volontà , che che sia la maniera , che forse non si scoprirà mai , eoa cui code- 30 stì forza solleciti le carni a contrarsi . Im- peicioccl.è (la que-to per- he gli irtiiamenti dei nervi appartt neiiCi ai muse >li volontarj ecci- tano tiiif^sti mnscoli a loriuaeisi, non si può giu-CdUicme inferiie, che cpulla forza sia lo stimolo, che fin le caiui, coirje scrissi (i) una volca; ìa tpiale cong^^ttuia ora ritratto Poiché i nervi del cuore, (hi canale degli a-imenii , della ve». Ica uiinaiia in qi-iaìuncpie maniera eccitati né a crescono i! n^t!) naturale, né lo fanno rivivere se sia languido, o tolto, seb- bene celti alfriti dei! animo turbino piii o meno le mozioni del cuore, e delie parti ac- cennate non per altra via se non per i nervi , come sembra piob ibile , Laonde poft-'ndo esser molte le ca-i^ioni del medesimo effetto , non sarà forse fuor di proposito il congetturare , che la forz.a ner^'osa, e certe aftezioni dell' ani- mo non danno nò stimolo alle accennate par- ti; ma che producono gli stessi fenomeni, che sono proprj d' un initamento fatto : forse in quella jj^uisa che la cute, ed i capelli man- canti ?et)bene di fibre carnose , tuttavia sotto certi, patemi dell'animo, o altri motivi interni si contra"foon<^ reciprocamente, e si eri^iono ; e non fahrio poi ne f uno né 1" altro con qua- (^ì) VofJi t.etrera suU' Irritab. , e Insensó si ancora HiQetis. Fisiolog. ec. 21 Iiinqiie arte si toccliino , o si irritino. Per al- tro al rilassamento dei muscoli oltie rass«^n-^a dello stimolo, o della ibrza nervosa setoudo che parlasi dei muscoli involontarj , o volon- tarj , sembra che concorrano ancora la forza morta o elastica tanto delle fd^re , quanto della cellulosa entro tessuta, e che le^a, le cjuali ambedue sotto 1 azione dei muscoli sono come cacciate dal loro luo<2;o; e il peso e la resi- stenza delle parti che sono tirate, per cui divien meno l'energia dei muscoli; e forse an- cora la mancanza per un dato tempo d' una qualche condizione necessaria a conservare ja natura irritabile : conciosia» liè si abbia dimo- strato con ripetuti esperimenti, che il cuore •, o qualunque muscolo , cavato ancora di re- cente dalla pii)pria sede in un vivo animale , punto talora da un ago non si conti ae , e, poco dopo o per la medesima puntura , e' non di rado ancora senza veruno st molo, al- meno che si vegga , e perciò spontaneamente , come pare, si porta a contrarsi. 348. Se poi questo moto (1), il quale dura ancora nelle carni staccate, e si può suscitare cogli irritamenti , si debba forse attribuire a una porzione di fluido nervoso rimanente (i) Vedi le nostre tstit. Fislolog dell' Edic di Napoli particolarmente nelle Note aggiunte al N. 7^. e so^. aa nelle fibre ^ la quale messa in moto da uno stimolo qualunque sia , contrae le fibre car- nose , e le mette in moto? In verità farà meraviglia a tutti , che questa erronea por- zione superstite di fluido nervoso rnohilissimo , sottilissimo ( come lo vogliono ) , e somma- mente elastico si voglia ora riprodurla dall'obblìo dopo cbe è stata confutata , e distrutta con tanti argomenti sì forti, e notissimi. Fa me- raviglia, che con grande apparato di parole si portino in campo degli esperimenti e delle osservazioni ) le quali dimostrano bensì che le ferite dei nervi del cuore sono per l' ordinario mortali, ma non che il cuoi e sia mosso dai nervi , quando staccato dal petto palpita an- cora ; alle quali osservazioni , e sperimenti fu data quella forza , che la ragion volea , Che se in uno sperimento irritata la midolla oblaw nata si eccitano nel cuote de' moti veementi: se in un altro legandosi la medesima, (in ve- rità io non so intendere come si possa fare il legamento a questa midolla ) cessa il movi- mento del cuore', tolto il lf^game> il cuore ri- vive ^ con più forte ragione io potrei dire, se non m' inganno , che in sì gran copia di espe- rienze contrarie c'ò è avvenuto per un qual- che infelice accidente. Se non che sembra fa- cile spiegare il fenomeno in tal maniera, che, irritandosi da quello stimolo e legam.ento tutta l'economia animale, disturbato il circolo degli 23 umori 5 siasi tiubata ancora 1' azione dell' istessó cuore, la quale allineile sia uniforme;, richiede ancora una circolazione di umori uniforme. Si può per altro dubitare, se il primo sperimento tratto dall' Ens ( nella dissertazione della causa che produce le alterne vicende del cuore^ di- mostri veramente ciò di cui si fa questione . Imperciocché è vero che ivi si legge essersi accresciuto il moto del cuore dall' essersi irri- tata la midolla ohi ancata dopo aversi spez- zato il cranio , e tolto via il cervello ; come essendosi in quel cane fatto l' esperimento una sola volta, perchè quell'accrescimento di moto nel cuore non potè dipendere da altra cagione, essendo certo e notorio , che senza veruno stimolo che si conosca , il cuore ancora stac- cato raddoj)pia alle volte i suoi battimenti ? Dell' altro esperimento poi , che cita il Boe~ ravio (nelle Prelez. alle Istituz. §. 189) del Duvernejo, posso affermare, che non si fa di questo alcuna menzione appresso il Duvernejo almeno nella collezione delie sue opere ( Oeu- vres Anotomiques). Inoltre Alléro nella nota 2 di quella prelezione non senza ragione scrisse di non averlo finora trovato . Ed ecco come wn opiulone pregiudicata tira a traverso uo- nìini per altro dotti . Si portano esperimenti in contrario , i quali forse non furono mai fitti. Ma andiamo avanti Parrà ancora mera- viglia, che si riggettino 4egli esempj tolti da !ì4 quegli animali , i quali essendo privi di cer- reiio e di nervi , sono però irritabili ;, per questo perchè dicano ciò dipendere dalla strut- tura , e dair economia animale assai diversa da qwlla dclT uomo : quasi che io abbia pre- teso coir AlIérOj e con altri, che la fabbrica sia la mede-ima, mentre al contrario ciò tu solamente proposto , che il moto cioè delle parti, il quale obbedisce agli stimoli, e viene eccitato nel regno animale ( come anco nel vegetabile ) proviene dall' irritabilità: laonde questa non potersi ascrivere ai nervi , concio- siacosachè certi animali , ed alcune piante, e principalmente i loro fiori, in cui nessuno dirà che vi siano nervi, tocchi da uno st-molo si mettano in moto. Meraviglia ancora, che non abbiano fatto attenzione a quegli assurdi , i quali già dimostrai derivare necessariamente dall'ipotesi degli spiriti animali; la quale sem- brano volere ammettere per (|uesto principal- mente, perchè senza questo fluido non si pos- sano intendere certi fenomeni. Ma quanti altri fenomeni nella Fisica non si intendono? Sarà lecito adunque ammettere un' ipotesi assuida , perchè alcuni ne spiega, senza spiegarne però i principali ? lo certamente amo p-utto>^to ignorare molte tose, di quello che difendere colle parole questa o quella opinione, o inven- tare nuove forze, come fanno certuni, le (jnali indeterminate di sua natura producono dei 25 grandi effetti , quasi che con una mente sa- pientissima e ineffabile si dirigessero a tali dati fini Da uno che co>ì la pensi io cerco che proponga, perchè la natura abbia dato al cuore dei nervi, se al di lui mòto non servono ; sebbene abbia io sciitio esser probabile che sieno necessarj i nervi alla formazione del cuo- re, e degli altri muscoli (nei perfetti animali cioè ) come sono necessarj i linfatici , le cel- lulose, ed altre parti molli negli stessi muscoli; sebbene queste parti , e i loro liquori o con- tenuti, o che scorrono, non muovano il ma- scolo. Sembra la maggior parte dei nervi com- porsi da vasetti minimi tessuti con una tenuis- sima cellulosa ; la midolla forse , come io av- visai, si contiene in quelle cellette, la struttura della quale è molto lontana d' esser composta di minimi tubetti. I nervi adunque del cuore, il quale più resta commosso dagli stimoli in- terni , da quelli cioè, che si fauno interna- mente alle pareti dei ventricoli, i nervi, dissi, del cuore porrebbero dare una tal condizione a'ie carni , per cui ricevuto lo stimolo del sangue, si mettessero in moto Nulla di meno non sarebbe lecito indi dedurne , che il cuore fos^e mosso immediatamente dai nervi, essendo indubitato, e certamente non si può attribuire ad un'infelice riuscita, (impercioct he piovoco allo sperimento ) che i nervi del cuore irritati non sollecitino questo viscere alla contrazione. 26 Nella qua! cosa conviene ammirare la provvi- denza somma della natura , la quale non ha voluto , che dalla forza nervosa , che retta è dalla volontà , la viscera principale fosse ecci- tata al moto, affinchè alcuno non potesse te- merariamente e anzi tempo morire. Se queste cose non vanno a genio , ingenuamente con- fesserò di non saper la cagione , per cui fu- rono dati i nervi al cuore , siccome non so egualmente, perchè certe fibre midollari ryel cervello siano fatte in guisa che si taglino in •croce; perchè nel tramischiar i filamenti ner- vosi la natura or si serva di gangij , ed or di plessi; perchè da certi vizj dello stomaco ne sieo;ua la confusion della vista , e vicendevol- mente dalla confusione della vista ne venga il vomito; perchè dal distendere, o storcere gli articoli delle dita si faccia un suono nell'aria; perchè in fine molte altre cose avvengano nel corpo animale, delle quali non si può tiovar la cagione Ne qui finisce lo stupore Imperocché scrivono, che finatantocliè loro non sì dimo^ stri, che nessun fluido affatto non si nasconde nei nervi, il quale sia l autore del senso a dvl moto > vogliono eglino starsene al parere di uomini preclarissimì , cioè che viene proba^ hdmenle sepaiato dal cervello e dal cere- bello un qualche fluido , e che questo disccn- de nei nervi , dal quale ripetono e senso e moto , sebbene ignorino come ciò si faccia . Questo certamente parrà a tutti nuovo e ìnau> dito: impf^rocchè a chi più appartiene una si fatta dimostrazione? Vale a dire tra quello che alFerma 1' esistenza di questo fluido, e quello che la nega, a finir la quistione non appartiene forse a colui che afferma a dimostrarla senza alcun dubbio? Ma finisco di parlare su di tale argomento , che a trattare fui sforzato quasi di mala voglia Impe*rciocchè meglio pareami tace- re affatto, quando gli autori dell'opinion con-» traria {i\d quali, dito più ingenuamente, ^/.y- sento nell'opinione , non niiraniino^ s irritano fino a predicare, ciò. che è loro umanità som- ma , che noi siamo quelli , c/te per gran follia vogliamo veder loschi nel mezzo giorno Questa follia io amo finora , e amo assai , la quale mi è comune con celebri personaggi Albino , Shreibero, ed altri, che io ho lodati nelle mie Istituzioui Fisiologiche : anzi con la massima parte dei Professori di medicina d'Europa, se s' ha da credere alle lettere , che tengo, e alle testimonianze di quelle dotte persone, che con somma umanità hanno apprezzato le mie opere Ma ritorniamo al nostro proposito. 349. Al moto spontaneo del cuore e dei vasi q^^,. ^.^^^ de2;o;ionsi la circolazione e la vita, le secrezio- s'i ^ffe'|i ^ei 00 moto d«j wu- ni e le escrezioni, l'attenuarsi dei liquori e il scoli. mutarsi di questi in materia parte escrementi- zia, parte atta alla nutrizione , e molti altri be- Tii e grandi. Dal medesimo moto parimenti , di i8 cui è flotaro il canalf «legli alimenti , ne nasce in parte !a loro di^estioiìf , U stipar izione del suc^o p'ù puro tlair impuro , V impulso del primo [ter le vie che conducono al comune ricettacolo di tutti ì liquori; l'evacuarsi d*^!!' ul- timo per le parti inferiori; qualche assimi- glianza infine delle parti assunte nella nostra natura .Imperciocché oltre che il camminare, il saltale, il correre, lo stare, il canto, e la loquela, e tutto ciò che si eseguisce coi piedi e colle mani, si debba attribuire ai mu- scoli che ai cenni della volontà si contraggono, si concilia ancora robustezza ai muscoli stessi , e a tutto il corpo; principalmente per questo perchè s' impedisce un troppo condensamento di pinguedine, o di altro umore, che atto sa- rebbe a rilassar le fibre, e a diminuite la robu- stezza Inoltre i tendini inseriti nelle ossa, per l'azione delle carni, che tirano, fanno quasi dire delle celle, e delle sinuosità necessarie in alcuni ossi, compongono gli ossi medesimi in una ac- concia figura , e col ripetuto tirare creano alcune prominenze, che molto giovano ad un più fermo inserimento dei tendini medesimi. Finalmente chi non sa, che dall'azione dei muscoli si conserva il calore , si accelera il moto de' fluidi pei vasi, e quindi più valida- mente si agitano, e si lavorano p'ù perfetta- mente, per esser più atti a promuovere più abbondanti alcaue secrezioni , ed Cocrezioni ? a9 35o Ma non si estenderemo oltre intorno alla Mioloii,ia generale ; couciosiacosachè inas- simnmfnte qae.-te ed altre co.>e si trovino trat- tate ne' libri de' Fisiologi. Ora veniamo alla Miologia speciale; nei trattar la quale stimiamo bene n seo;uire il m* lodo d' Ki>tTro , come ab- biamo fatto sempre nede pubbliche dimostra- zioni. Non the non intendiamo, quanto sarebbe più acconcio il de^clivere , e dimostrare i mu- scoli alla maniera d Albino: cioè secondo le reizioni (i) che occupano: ma perde i morivi espressi nella prefazione , e principalmente dei cadaveri , che a tal uopo sono opportuni , e la costituzione di questo cielo, che ^pira spesso dall'Austro, non peimettono, che noi impren- diamo con un metodo pii^i lungo e più difficile a trattare questa parte d'Anotomia. II pre- ferito metodo bastesà però, io spero, a gio- vani studiosi per poter poi conseguire una perfetta cognizione della Miologia consultando le tavole elegantissime d'Eustachio, e d'Al- bino principalmente, e confrontandole col fatto stesso, e colle accurate, e pù brevi descri- zioni del Sandifort (a). Comincieremo intanto (0 Delle regioni, che i muscoli occupano negli uo- mini , da alcuni se ne annoverano trenta, da altri qua- rant'otto:, ne'le donne poi quaranta sei Delle prime, quarantacinque sono comuni ancora alle fenimine^ tre proprie degli uomini; quindi una propria delle femmine. (2) Descrizione dei muscoli umani. 3© questa dottrina de' muscoli dal descrivere i muscoli dell' Abdome, per non scostarsi dal proposto metodo; nel che fare non tralascie- remo d'indicare, dove farà mestieri, i lega- menti primieramente, per mezzo de' quali e gli ossi articolati cedono alle forze traenti, entro certi determinati limiti però , e sono contenuti nelle proprie sedi , e a' (juali in fine alcuni muscoli ineriscono in qualche parte. CAPO DECIMOTERZC Dei Muscoli specialmente , e primieramente di cjuclli dell' Abdome. Qnaiieqnanti 35i. xj 1 basso Ventre appartengono dieci siano i lUBSCo- •• • .. .•. ., y, ,j- j, !i dell' Abdo- mwsco 11 , 1 quali si dicono perciò JiuscoU deir Abdome , e sono cinque paja i cioè : L' Obhliqiio esteriore. L* Obbliquo interno. Il Trasverso, Il Retto. Il Pìranddale. I Quattro superiori hanno desunto il nome dalla direzione delle fibre, l'inferiore dalla sua figura particolare. Ciascuno ha costantemente il suo compagno, se si eccettui il piramidale; imperocché o f uno ia$. lAirvk'v ...^ . 1 e r altro, o uno solamente di essi manca tal- volta . Intorno a' sei piimi devesi avanti di tutto avvenire , che coi loro tendini piani tes- suti insieme formano essi una certa stria nella parte anteriore deìTAbdome, più larga sopra che sotto r ombelico , la quale si stende dalla cartilagine mucronata alla sincondrosi del pube. Chitimano questa stria lìnea bianca; in cui è manifesto, che i iili tendinosi scorrono lungi da un lato delT Abdome nell'altro, e per questa cagione vanno a croce . L' Ohbliquo esterno ( basta dire di uno, dove sono ge- melli ), ossia Y ohbliquo discendente è supe- riormente aderente al lembo inferiore della quinta costa, e di tutte le altre che sotto sur cedono , e di rado alla quarta di quelle che si dicono vere. Quindi gli otto capi di esso, che sono quasi sottotendinosi , sono poco tli- sranti dalia parte cartdaginosa delle coste; anzi quei due che sono inferiori di tutti, pro- cedono dalla cartilagine medesima delle coste. Questi capi raffigurano denti, ossiano angoli, de' quali i quattro o cinque superiori sono ri- cevuti daoli intervalli del muscolo Serrato maggiore:, che altrove descriveremo; gli infe- riori poi sono ricevuti da quelli , che tre per r ordinario sogliono essere comuni al Latis- sinio del dorso , e sono con questo coerenti. Indi le fibre carnose , alcune delle quali si uiìiscono colle finitime Intercostali > Af^'^^^^- 3a dendo obbllquamente in avanti e al basso si coinponojono in una larga aponevrosi , la quale esternamente attaccata alla cresta dell' osso Ilio, inferiormente ali" osso dt^l Pube, e ante- riormente con una simile aponevrosi dell' oblli- quo inferiore i si unisce alla linea bianca. Quella parte di questa aponevrosi che passa dalla cresta dell' Ilio nella sicondrosi del Pube, forma il legamento, che dicesi legamento del Yesalio (da altri del Fallopio, o del Poupart). L altra parte, quella cioè che è sopra T in- guine, coi fili lendinosi che si aprono, lascia una fessura arcata superiormente, per cui negli uomini esce dall' Abtlome il funicolo de' vasi spermatici col Cremastere , il muscolo vale a dire elevatore dei tesucob, nelle donne poi escono i le2;amenti rotondi dell' utero. L' Obbllquo interno , ossia Obbliquo ascen^ dente con larga aponevrosi posteriormente si produce dai processi spinosi delT osso Sacro, e delle tre inferiori vertebre lombari , e degli altrettanti processi trasversi di queste. Cosi va alla cresta dell'osso l'io, dove è carnoso, sotto robbli([uo esterno, dal cui margine lendinoso sembra nascere in quella sede in qualche sua parte; e le di lui carni ascendono nella mag- gior parte ; e V altra parte di esse dove va a traverso, e dove inferiormente. Quelle che a-cendono , vanno ad attaccarsi al margine in- feriore di tutte le coste spurie , e alcune di es?t? ai hiuscoìl int^tcostali , acquali vanno so- pra-, sì ancora fiequeniemente alle due ultime coste vere , alle quali però si attaccano per mezzo (Funa menibrana tendinosa . Quelle che discendono , anch'esse pure . appena sopra la divisione delTobbliquo esterno aprendosi, danno il passo al cordone spermatico, o al legamento rotondo dell'utero; quindi formano quasi lutto il muscolo Ciemastere; altre di poi sMnfiggono nel legamento di Vesalio, e nella spina dell'os- so pube. FinalnT-nite quelle fdire carnose che vanno a traverso , insieme colle altre però si ascendenti, che discendenti, si spiegano ante- riormente in una larga aponevrosi , la quale dalla mucronata cartilagine per la massima parte dividesi in due lamette a mezzo circa Ja sede tra 1' Ombilico e il Pube ; anteriore r lina , posteriore V altra : quella attaccata quasi per ogni dove coli' aponevrosi dell' obbli- quo esterno si stende sopra il muscolo Retto; questa poi unita coli' aponevrosi del muscolo Transverso, accanto il muscolo Retto, cammina fino al luogo di mezzo tra 1' Ombibco e il Pube: questa aponevrosi sotto questo luogo in- trecciata con quella del Muscolo Trasverso scorre avanti al Muscolo Retto, e al Pirami- dale. Per altro questa tendinosa espansione dell' Obbliquo interno , o venga fatta dove da doppia, dove da una semplice lametta, termina nella linea bianca. PARTE li ■ 3 34 TTffic! dcii'ob- Molti sono i vantaggi dell' Obblicjuo Esterno. bhquo Esiti- pQÌ(,|jè serra e ferma la membrana , la quale stesa sui visceri dell' Abdome , e che li contiene come in un sacco , chiamasi peritoneo; deprime le coste alle quali s'attacca, e le caccia in- dietro: comprime 1' Abdome, con che si ajutano le secrezioni e le escrezioni , che sono proprie de' visceri ivi contenuti: sospinge il diafragma nel petto , e quindi conferisce molto al respi- rare , e alle altre funzioni che si esercitano nel respirare. Se uno di essi soltanto agisce, SI piega il petto al lato del muscolo agente; poscia per 1' azione dell' altro , da cui in certa guisa vien pria sostenuto , si erige e ruota sopra la pelvi immobile, se uno dopo l'altro si solleciti ad agire; finalmente fermato il petto, alzano ambidue la pelvi, o se agisce un solo, un lato della pelvi vien tratto alquanto insìi. Non è differente l'officio dell' Obbliquo in- luieruo. terno , se nonché quando questo pajo di mu- scoli trae all' ingiù la parte inferiore e anteriore del torace, la caccia insieme ancora in certa maniera verso la spina ; e tira la parte laterale non tanto sotto quanto all'esterno e all' indie- tro, con che l'ultima delle coste spurie non si può non scostarsi a qualche maniera dall' ul- tima costa vera: s'inclina poi il torace ancora all' uno o all'altro lato secondochè uno o l'altro di questi Obbliqui interni vien posto in con- uazione. OJ Il Transverso con cinque dentate proclnzionl tentlinose nasce posteriormente dai processi trans- versi dell' ultima vertebra del dorso e delle quattro lombali, che indi sieguono; si ancora dal margine inferiore della costa duodecima ; finalmente dalla cresta ancora dell'osso Ilio sotto rObbliquo interno, e un poco più al di sotto ancora. Codeste produzioni convengono in una membrana aponevrotica, le di cui fda cam- minano sopra, sotto ^ e a traverso. Avanti poi che questa aponevrosi passi dalia parte poste- riore all'anteriore^ veggonsi le fibre carnose coerenti con essa ; siccome sono quasi carno?e quelle porzioni, che hanno principio dall' indi- cata cresta, ma piii avanti, e un po' sotto di essa. Le carni ancora, nella sede suprema, sono attaccate alla faccia interna delle cinque coste inferiori, intervenendo però una certa te- nue particella d'un tendine; cosi ancora s'at- taccano alla settima costa vera: e colle dentate carnose produzioni, che sono frapposte a queste connessioni, ai tre ultimi iatervalli delle coste si uniscono col diafragma. Da queste sedi le fibre carnose camminando a traverso in avanti , pria che siano arrivate al margine estremo del mu- scolo Retto, si dispongono in certa guisa ad arco; la di cui cavità è rivolta alia linea alba,' e il quale costituisce il fine della carne , e il principio delia membrana aponevrotica . Questa membrana avvitichiata alia lamina in- terna dell' Aponevrosi dell' Obbliquo interno , B6 dalla cartilagine ensiforme , a cui si connette , fino a mezzo I' iniervallo tra i' Ombilico e il Pube, cammina accanto al Retto per terminare nella linea alba ; sotto questo intervallo , come poco fli abbiamo accennato, l'Aponevrosi dell'Ob- bliquo interno, semplice in qnesio luogo, unita strettamente con quella del Muscolo Transverso si traduce avanti al Retto, e al Piramidale: laon- de più frequentemente questi due muscoli in que- sta parte inferiore dell' Abdome s'appoggiano al tessuto celluioso che gira intorno al Peritoneo ; sebbene alle volte una più tenue aponevrosi ancora procedente dal Transverso si frapponga a questi muscoli e al Peritoneo. Per altro sotto il lembo inferiore del Transverso scappa negli nomini il cordone spermatico , nelle donne poi il legamento rotondo dell' utero . Nasce il Eetto inferiormente con doppio capo tendinoso uno più lungo, l'altro più corto del legamento , che comprende e rassoda anterior- mente la sincondrosi del pube . Il Capo più lungo deriva dalla mezza circa akeyza del pu- be, così ancora dalla parte anteriore e interna della sicondrosi, o piuttosto del legamento che la cinge, in o;uisa tale che quasi si unisce col medesimo capo dell' altro muscolo coiripap;no , cioè dell' altro lato : il capo più corto nasce dalla parte superiore e anteriore parlamenti , ma esterna del medesimo legamento , co-ì an- co alquanto dall' osso medesimo . Ivi unisconsi 3? (jiìestl due tendini , da ctii le fibre carnose ( rassomiglianti piuttosto una grossa benda lar- ga e lunaa suflìcienteniente ) ascendono di- retiamenle alla linea alba : cosi vengono nel petto non di rado inserendosi nella cartilagine mucronata, sempre poi nella settima, sesta, e quinta costa ( e per ordinario nella parte cartilaginosa ) : alle volte poi vanno fino al muscolo Pettorale. In origine questo muscolo poco largo e più grosso , quanto piìi ascende si fa lariio e sottile . Né si deve omettere ancora , che i Recti sotto T Ombilico quasi si toccano scambievolmente, cosicché la linea alba venga da essi quasi coperta ; sopra T Ombilico divergono alipianto ;, con che la stessa linea alba abbastanza si vede . Per lo più con tre linee lendinose tirate quasi a traverso s^ inse- risce il Retto, le quali ora misurano tutta la sua larghezza, ed ora una parte di questo sol- tanto , rare volte tanto profonde , che dalla faccia anteriore arrivino fino alla posteriore. Chiamano queste linee intersezioni lendinose, colle quali le aponevrosi altrove descritte, che contengono il Retto stesso come in una borsa particolare , tenacemente si attaccano ; la prima di queste intersezioni è alla sede dell' Ombilieo; ]e altre due superiormente, ma tra loro distanti a ineguali intervalli; trovasi alle volte la quarta intersezione tra l'Ombilico e il PuIjc, ma di rado scorre tutta la faccia anteriore del muscolo . i;ffi<;d.imii- L" OiTicìo del Retto ^ e del Transverso con- scolo Trans- vìeiie moltisslmo con quello degli Obbliqui. Ma Yirso e Rrllo. , . A ^ O i ([uello , se eserciti la sua azione col suo com- pagno, stringe la parte inferiore del petto; che se uno agisce separatamente dall' altro , la car- tilagine ensiforme vien tirata un poco nel lato. & P< Il Retto poi, oltre Pavere azione comune coo;li Obbliclui , non tanto tira a basso la parte car- tilaginosa delle coste, quanto la spinge alquanto posteriormente : comprime il ventricolo più va- lidamente in paragone agli Obblicpi , e servasi immobile ad arbitrio tanto il fondo della vescica urinaria, quanto il petto, (eia che si fa conti- nuamente nel fare uno sforzo ) : finalmente in- curvata in dietro la colonna delle vertebre pria la sostenta, indi la erige, e la restituisce nel primiero stato. L' origine del Piramidale è parte , e per verità nella porzione maggiore , dalla faccia superiore e anteriore insieme del legamento che cinge la sincondrosi delle ossa del pube, e parte dall'osso stesso vicino del Pube. Quindi carnoso e alquanto grosso p va all' insù paralello nel lato interno alla linea alba , e al lato medesimo del suo compagno. NelT ascendere a poco a poco si stringe, e finalmente si contrae in una punta, e termina nella stessa linea alba circa alla terza parte di quell' intervallo , che divide il margine superiore del Pube dall' Ombilico. II suo lato esterno è un po' più lungo dell'interno. Vien 6) toperto nella faccia d' avanti dall' Iponevrosi dell' Obbliquo interno e del Transverso; la sua faccia posteriore poi siede per lo più sul tes- suto celluioso del peritoneo, alle volte alla te- nue aponevrosi , che talvolta si produce dal muscolo transverso. Manca alle volte l'uno e l'altro Piramidale, come abbiamo detto altrove; alle valte un solo; e quando ne T uno né T al- tro manchi , la grandezza non è uguale in ogni parte. Quando mancano, il muscolo Retto in quella parte ha mafraiof^ grossezza. Aiuta •^'^'^'"'''^'p^- nella region del Pube l' azione del Muscolo Retto. CAPO DECIMOQUARTO Dei muscoli , che appartengono al Capo , al Collo , e alia Scapala : e primieramente elei muscoli della Caie del Cranio > 352. .I_ja Cute che copre il Cranio vien Q„aneqt«nti mossa da quattro muscoli, che vengono nomi- a,','|°cwTdd nati dal sito che occupano, cioè, due Ocapi- ^""'°- tali, e due Frontali; a' quali tutti insieme al- cuni Anotoruici diedero il nome di Epicranio. Gli Occipitali hanno origine dalle ossa tanto dell' Occipite , quanto delle tempia vicino ai muscoli posteriori dell' orecchia , i quali altri 4» chiamano Retracnti ~ Il loro principio è tendl- noso ; indi asceiitlono carnosi^ ina tenui, ora, come abbiamo alle volte osservato, in forma di rettangolo che giace quasi a traverso, più spesso poi sotto figura quasi d'una Luna che cresce ^ colla convessità che i^uarda insidi. Quindi an- dando avanti si assottigliano, e sono continui colla membrana aponevrotica , clie copie ii cranio da questa sede fino oltre la sutura co- ronale (i) Arrivata a questo luogo quella mem- brana si unisce colie fibre carnose dei muscoli Frontali . I Frontali derivando da questa membrana nel luogo indicato sono muscoli tanto tenui, che rassomigliano piuttosto lamette spiegate in lina lata superficie. L'origine di questi è ar- cuata , colla convessità in questi pure che guarda in sii. Da questa sede discendendo obbiiqua- mente concorrono nella parte media e ante- riore della Froate, e occupano qutrllo spazio, che v' ha dalla glabella e radice del na^o ( so- pra cui vanno per qualche tramite ancormo' assottigliati, e aponevrotici ) e dall'interno an- golo dell' occhio oltre la parte media di tutto il sopracciglio; nc-l qual intervallo scorrono sopra il muscolo Oibicolare delle Palpebre. Le fibre (i) I muscoli occipitali sono tilvolia composti quasi d' un doppio fascetio, talvolta uno di essi solamente è doppio . 4i di questi altre formano una punta , che s' in- serisce neir osso della fronte ali angolo mag- giore deir occhio; mentre altre veni>;ono man- date nei Dilatatori delle narici , e non di rado nel Levatore proprio del labbro superiore I Primi cioè gli Occipitali danno il punto ""'fio di qoe- fisso ai Frontali, che alzano le sopracciglia ." "'°""'' Quindi mentre quelli del cranio ritirano indie- tro la ente, a cui sono aderenti , i Frontali for- mano delle crespe trasverse nella cute della fron- te, principalmente se agiscono un pò* più viva- mente, quando alzano le sopracciglia: dall'azione di questi muscoli si dà a vedere lo stato dell'uo- mo o che teme un qualche imminente pericolo, o che mira attentamente qualche cosa, così anche l'ilarità dell'animo; e si ajuta l'aper- tura della palpebra superiore dall'inferiore, affinchè nelle tenebre principalmente, se vi re- sta qualche poco di materia lucida, si possa far strada più facilmente dentro dell'occhio, onde a qualche maniera vedere. Dei muscoli delle Sopracciglia . 1 sieno 1 muticeli dello 353. l_Je Sopracciglia, che vengono alzate Qnai dai frontali, sono depresse dal muscolo, che sopracdgiia dicesi Corrugatore, o Depressore. Nasce più frequentemente non con un solo fascette dall'osso 4^, ^ella fronte , quasi alla congiunzione di que- sto osso coi nasali ; e nel principio appena è separato dal suo compagno : indi ascendendo obbliquamente all' esterno si fa continuo col frontale; costeggia la parte superiore dell' Or- bicolare delle palpebre, del quale costituisce il margine supremo fino al canto minore dell'oc- chio, e da esso inferiormente fino al masjgiore. ufseiodeicor- L^ifificio del Corrugatore è di abbassare le rugatore. sopracciglia in guisa (ajutandolo forse ancora le fibre inferiori del frontale ) che i capi di queste si avvicinino vicendevolmente, e si gon- fino; alzare i peli, i quali in alcuni serrati oc- cupano la glabella; increspare poi anco longi- tudinalmente la cute dell' istessa glabella, e del capo delle sopracciglia, e della bassa fronte : colla quale azione e si allontana una troppa luce dair occhio , e si trae al quanto 1' Orbico- lare delle palpebre dal canto o angolo minore dell'occhio al mao-aiore. Inoltre colf inarca- mento delle sopracciglia, e coli' abbassamento di queste , come anche colle grinze , che incre- spano la pelle negli indicati luoghi , questi nju- scoli ancora mostrano lo stato presente dell'ani- mo. Fanno vedere l'uomo o malinconioso, e che talvolta ancora piange , o che teme un qualche imminente pericolo, o minaccioso, o che pensa nell'animo, e matura vendetta;, o di fare un misfatto. Dei Muscoli delle Palpebre. ..M, 354. iVluovono le palpebre quattro muscoli: X' Orhicolare. Il Cigliare. ^^^^ V Elevatore della palpebra superiore. n^deiiepaip.- // Depressore dell' inferiore. L' origine dell' Orhicolare è dal lembo supe- riore d'un certo legamento, o tendine, che giace traverso nell'angolo maggiore dell'occhio; sì anco dall' apofisi nasale superiore dell' osso mascellare, e dall'osso della fronte; si produce per tutta la palpebra superiore, di cui alcune fibre s' inseriscono entro con quelle del Corru- gatore del Sopracciglio, e del Frontale, fino all'angolo esterno dell'occhio. Le fibre girando per così dire attorno a quest'angolo, e a poco a poco assottigHandosi, scorrono per la palpe- bra inferiore, ritornando al margine inferiore del suaccennato legamento, e a quell' apofisi nasale , d' onde trassero origine . Da questa parte inferiore dell' Orhicolare alcune fibre talor discendenti vengono gettate fino nel labbro su- periore . Questo muscolo adunque gira intorno al officio a; qua- li 1 11'' 1 -^ 11 • .sto muscolo. lembo dell orbita, e colla sua azione avvi- cina soltanto le palpebre , e quindi alza la palpebra inferiore, senza alcuna crespa della 44 cute, se muovesi blandamente; se poi con più di violenza, nascono tosto delle crespe nella cute delle palpebre; si comprime il bulbo dell'occhio; l'angolo minore vien un po' tirato verso il maggiore, si tleprimono alquanto i capi delle sopracciglia, che si fanno più vicini; si smungono i tubetti escretorj della gianduia la- grimale ; e si promovono infine le lagrime dall'angolo esterno dell'occhio all'interno. 11 Cigliare deriva il suo cominciaraento dall'estremità superiore dell'indicato legamento: scorre sotto la cute per il lembo superiore della palpebra; così arrita all'angolo esterno dell' oc- chio; nel qual luo2;o riflesso, e costeo2Ìando il margine della palpebra inferiore, ritorna al me- desimo legamento, e vi si inserisce nella parte inferiore Ma se non vi sono in acconcio cada- veri che abbiano le fibre carnose grosse, si può veder di rado, e facilmente si confonde colle fibre deir Orbicolare , anzi vien giudicato comu- nemente una pane di questo officiodis'"- Aiuta fazione dell' Orbicolare , accostando il mirgine d"una palpebra al margine dell'altra;, quando vien messo in contrazione. L' Elevatore della palpebra superiore nasce dal fondo dell' orbita presso al forame ottico , e superiormente, adeiendo al periostio steso su questo forame ; come anche al muscolo che alza il bulbo dell'occhio, e al muscolo addut- tore, dai quali poco dopo si scosta, rarissime 45 le volte con fibre tendinose tennìsslme si an- nette alla cima membrana cl.e ve^te ci' intoino il nervo ottico. Partendo da cjuesti luoghi ascende il volto dell'orbita: nel suo principio a poco a poco s" in2;rossa , scorre sopra il bulbo dell' oc- chio , e prima di venir fuori dalla medesima orbita, si spiega in una larga ma tenue apo- nevrosi inserita nella cartilagine delia palpebra superiore. Alza più o meno la palpebra superiore, e omcio di q«e- perciò la scosta dall'inferiore, con che l'occhio si rende atto a ricevere maomore o minor luce. Spesso in chi veglia alternativamente contratto coir Orbicolare e col Cigliare, de'c[uali è an- togonista , fa che le palpebre battano sebben contro voglia: dal cpiale battito ne siegue, che si terga il bulbo dell' occhio nella parte ante- riore, se vi siano delle sporcizie. // De pressore della palpebra inferiore, di rado visibile, deriva dal pannicolo carnoso, che descriveremo altrove, il cjuale è sotto la cute del collo, e a cpiesto tenacemente aderisce. Vale a dire , alcune fibre di cjuesto pannicolo oltre la sede dell'osso aiutale ascendendo vanno b g^ a terminare nella parte inferiore , e insieme posteriore delT Orbicolare delle palpebie. Abbassa alquanto la palpebra inferiore, la sno officio. quale c[uando apriamo l'occhio, evidentemente discende: se non voi>!iamo dire, ciò che sembra pili convenire col iacto stesso, che si debba 46 riferire questa discesa piuttosto al rilassarsi dell' Orbicolare , che alle fibre di quel panni- colo, che rarissime le volte si incontrano, come io ho trovato dalle osservazioni. Dei Muscoli degli Occhi, I Qoiiii e quanti 355. 1 varj movimenti degli occhi vengono Soudiiri-- fatti da sei muscoli: '^'- Obbllquo maggiore y ossia Trocleare, O obliquo minore. Quattro retti. L' Obbllquo maggiore , un muscolo gracile , nasce appena tendinoso dal fondo dell'Orbita vicino al forame ottico, ma alquanto alle parti del naso, e quindi internamente all'Elevatore della palpebra superiore. Costeggia la parte superiore dell'orbita, e alquanto interna; nel cammino s' ingrossa : indi si assottiglia ; e col suo tendine gracile arrivato al ciglio dell' or- bita, dove havvi T incisura indicata (N. 127) entra nella troclea , quasi tutta cartilaginosa , in quanto che il difetto della cartilagine vien compito da quella incisura ossea. Sortendo da questa troclea si riflette immediatamente entro V orbita , da cui sortì , e nell' esterno , e scor- rendo sopra il globo dell' occhio si spiega, in una aponevrosi , che s' inserisce nello stesso globo vicino alla di lui parte di mezzo. 47 V Obblìquo minore tenue pure aneli' esso, e al principio un poco lendinoso, nasce dalla parte dell'orbita anteriore e insieme interna, dove Tosso mascellare si unisce coli' osso lagrimale. Quivi ingrossandosi si porta obbliquamenie al- l'esterno sotto il globo dell'occhio, e insieme indietro : indi fatto sottile , co! suo tendine di- spiegato c|uasi in una aponevrosi un po' larga, si connette al globo stesso dietro la di lui parte di mezzo. Agendo insieme questi due muscoli tirano oisciodi^t- r occhio in avanti , e perciò lo cavano un po' *''• dall'orbita. Coli' azione del solo Trocleare ruo- tasi il globo dell'occhio dal di sopra e dall'in- terno, allo ingiù e all'esterno; procedendo il girare dall' angolo minore dell' occhio al mag- giore , verso cui tutto il globo vien tratto un pochette. La pupilla poi insieme si volta all'in- giù alla pnrte più prominente della guancia. Che se agisce il solo Obbliquo minore , il globo gira per contraria parte ; vien tratto alquanto verso r origine di esso muscolo , cioè vèrso il naso; la pupilla poi si dirige verso l'angolo minore, e alquanto all' insù . Conciossiacosaché poi la pupilla si volti verso le parti indicate, e a quelle rivolta più tanto stia immobile al- lora quando un sesso tutto è intanto per ac- cender di scam.bievole amore l' altro , quindi perciò a questi muscoli fu dato ancora il nome di amatori: «ebbene non esprimano solamente 48 questo stfito d^iranimo, ma quello ancora non di rado d'un uomo malinconico, o supplichevole, I Retti co^ì nominati dal loro cammino , e relativamente agli Obbliqui , sono quattro mu- scoli, a ciascuno de' quali fu dato un triplice nome; preso cioè dalT officio, dal luogo j, e quasi in tutti dallo stato dell' animo che mo- strano agendo separatamente . Uno di essi di- cesi Atto/lente i Superiore pure, e il Superbo; l'altro Abduttore, e innoltre Esterno, e Indi- gnatorio , l'altro Depressore , Jnferi&re, e Umi- le: V altro finalmente Adduttore , Interno, e B ibi torio . Z' AttoUente ha principio dal fondo dell' or- bita, o piuttosto appena sopra la parte suprema e interna del forame ottico, subito sotto T ele- vatore della palpebra superiore, tra questo mu- scolo e il nervo otiico , e sì a questo muscolo come al nervo si attacca da principio con qual- che porzioncella. L' Abdutore nasce dal medesimo forame ester- namente insieme e internamente, connesso nel suo principio col nervo ottico, e col muscolo Depressore. Il Depressore nasce dallo stesso forame ot- tico, e dalla sede inferiore di e^so. U Adduttore nascendo dall'infima, e insie- me interna parte del forame ottico, si unisce sul principio coIl'Attollente, coirElevatore della palpebra superiore, e coir Obbliquo maggiore. 49 Egli è il muscolo certamente più corto degli altri tre retti ^ e principalmenie delT Abdut- tore, come questo Abduttore supera gli altri in lunghezza : che che abbiano scritto alcuni Anotomici per altro chiarissimi. Siccome quasi tutti , e ciascuno hanno co- . . , - „ Fine di questi mune origine, cosi convengono ancora nel ri ne. muscoli. Vale a dire, siccome quasi tutti derivano dal fondo dell'orbita circa il forame ottico, con principio quasi più o meno tendinoso che scorre un poco sopra il nervo ottico, e carnosi di- rettamente vanno in avanti sopra il globo dell'occhio, alla cui convessità si adattano; cosi tutti superata in progresso più che la mezza parte del globo , col suo tendine spie- gato quasi in una membrana sfoggiantesi , il così detto bianco dell occhio costituiscono in- sieme colla dura tunica dello stesso elobo ( detta la Sclerotica ) colla quale tenacemente s'intrecciano questi tendini medesimi. L' Attollente volta all' insù la pupilla; il oiecIo Depressore ingiù; l'Abduttore alle tempia; r AdiUittore al naso . Se poi agiscano tutti insieme, si ritrae alquanto il bulbo nell'or- bita : se solamente i due vicini , si dirige la pupilla obbliquamente , a quella parte cioè di. mezzo tra un muscolo e l'altro agente; che se facciasi muovere in ordine un muscolo dopo r altro vicino , girasi allora attorno in certu maniera il globo dell' occhio. PARTE II 4 5cv Dei 3IuscoH dell' Orccdda esterna . 356. X muscoli rlelT orecchia esterna sono cinque, almeno secondo l'ordinario: // Superiore. IS Anteriore. Tre Posteriori. Il descrivere questi in maniera lale , che potessero gli Scolari facilmente ritrovarli in un cadavere, sarebbe inutile, se prima non si conoscano le cavità e le eminenze , che si veggono nell'orecchio, e alle quali apparten- gono i muscoli di cui si parla. Il lembo eminente dell' orecchio , ossìa il margine, che mette fine all'estensione di questa particella, chiamasi Elice, il di cui principio è dalla cartilagine prominente dell' orecchia medesima alquanto sopra il meato uditorio in una certa cavità maggiore , a cui si dà il nome di Conca; e la quale dall'Elice vien come divisa in due cavità ineo-uali . Sortendo dalla o Conca manda inferiormente un processo acuto e corto ; di poi ascendendo fa il margine dell'orecchia, e ha fine nel lembo separato, frapponendosi un' incisura dall' altra promi- nenza da descriversi or ora, e posto sul prin- cipio di quell'appendice inferiore, che priva di cartilaajine, chiamasi lobulo dell' orecchio . 5i L'altra eminenza concentrica all' Elice, la quale è divisa cjuasi in due gambe, che vanno anteriormente, e alquanto superiornienle, chia- masi Jntelice. Avanti il meato uditorio si fa più o meno prominente una certa linguetta quasi sotto il principio dell'Elice; alla quale SI die il nome di Trago: soito il quale e sopra il lobulo dell'orecchio sorge un'altra linguetta detta Antitrago . Tra l' Elice , e l' Antelice vcdesi un .«olco, che appellasi Cavita, innomi- nata. Le gambe dell' Antelice contengono una fossa chiamata Scafa . La terza cavità è la Conca poco £d indicata , la quale conduce al meato uditorio, ossia al canale continuo col- r orecchio. A questa orecchia adunque, che è composta di comuni integumenti, e della sotto nascosta cartilagine, e di cui la parte posteriore si può chiamare il Dorso dell'orecchio, a que- sta orecchia , dissi, appartengono alcuni musco- li, che ora si facciamo a descrivere. Il Muscolo Superiore dell'orecchio nasce da quella teca aponevrotica , la quale congiunge i muscoli Occipitali coi Frontali ; e nasce non lun2,i dal lembo esterno dei Frontali . Arcuato è il suo principio, tendinoso, e largo; quindi succedono fibre carnose , e per lo più tenui , le quali a poco a poco raccolte in più angu- sto spazio , e discendendo s' inseriscono nella prominenza, la quale nel dorso dell'orecchio corrisponde alla Scafa. 53 Il Muscolo Anteriore dell' oreccliio, anch'egli ])ure assai tenne , con origine alquanto piìi larga nasce quasi dalla faccia di mezzo del processo giugale; quitidi a poco a poco restrin- gendosi nella larghezza , cammina indietro e un poco all' ingiù, onde finire lendinoso nella sede anteriore del dorso dell' orecchio ; parte cioè nell'eminenza dell' Antelice, che è avanti alla Conca, e parte nella Conca medesima. I Muscoli Posteriori dell'orecchio, che si chiamano ancora Retraenti , per 1' ordinario tre, alle volte due solamente, hanno princi- pio dalia parte posteriore e esterna del pro- cesso mammellare dell' osso delle tempia , e anzi dalia radice di questo. Da questa cam- minando all'esterno mettono l'altra estremità loro nella Con:a dell'orecchio Questi muscoli non di rado sono tra loro distinti , e vanno quasi paralelli; nel qual caso si possono di- stinguere in superiore, medio (che per ordi- nano è più lungo degli altri ) e inferiore. Quest'ultimo poi manca talvolta; o se ha una oiia;^ne distinta , s'inseriscono immediatamente le sue carni per lo più col medio. Vidi talora anco due di questi muscoli posti in guisa che , uno ascendendo obbliquamenre sopra Y altro , arrivavano ainbidue alla Conca tao;liandosi a croce . offiriodiqne- H Superìoro. tira all' insù l'orecchia:, onde da alcuni vien detto aiKoxsi Jttollente, e guida 53 in sì) la Conca; V Anfriore in avanti; i Poster rìori più torti degli altri tirano in dietro l orec- chio , e in alenai evidentemente: tutti poi e ciascheduno, più o meno tirano e tengono tesa la Conca, alfinchè le onde sonore le più de- boli otFendendo nell' orecchio, facilmente si pos- sano ripercuotere, ed esser condotte dentro il meato uditorio. Non solamente poi furono dati questi mu- scoli all'orecchio;, ne' quali talora si veggono anche delle altre varietà; imperciocché l'orec- chio ha sotto la cute delle fibre sparse qua e là, le quali sebbene assai di rado cadano sotto gli occhi, né faccian muovere sensibil- mente l'orecchia, tuttavia vedendosi alle vol- te", in quei cadaveri cioè, che hanno le fibre carnose , robuste e grosse , per ciò sarebba sconveniente il tralasciar di descrivere que- ste fibre . Sul Trago adunque e svW Antitrago, come anche sulT Elice e sulla Conca si stendono alcune fibre, alle volte manifeste e raccolte come in certi minimi muscoli ; alle volte poi così oscure , che si può dubitare della loro esistenza . Chiamansi da alcuni muscoli del Trago ^ AeW Antitrago ^ maggiore e minore deir Elice, e Trasverso dell' orecchio. Il muscolo del Tras,o , ossia Tragico sta sotto la cute, che copre questa linguetta. Nato vicino al Trago dalla parte esterna della cartilagine della Conca , e quasi dalla parte di mezzo, scorre sopra il Trago, e finisce nella parte superiore di esso, e nella vicina officiodique- della Conca medesima. In questa sede tira in giù la Conca, e insieme conduce il Trago stesso un po'in avanti; e perciò tien tesa la cartilagine. Il Muscolo òeW" Antitrago , ovvero Antìtra- g/co s' incontra parimenti sotto \a cute che copre questa eminenza . 11 suo principio è dalla parte pm prominente dell' Antitrago ; e le sue fibre camminando all'esterno, e in su s' inseriscono col loro tendine in quella parte esterna dell' Antelice e della Conca, che cor- risponde alla fine delT Elice che s' appoggia air Amitra^jo medesimo posteriormente e su- OMciodiqus-periormente. Conduce adunque 1' Antelice verso 1' Antitrago, il quale insieme ritrae indietro; quindi il margine della Conca stessa in que- sto luogo sorge alquanto , con che la Conca medesima si fa alquanto più profi^nda , e vien tenuta in maggior tensione. Il Muscolo marr^^iore dell* Elice ha il suo principio dal processo acuto dell'Elice stesso, e finisce per lo più nell' Elice medesimo su- periormente, o parte in questo luogo dell'Elice, e parte nel muscolo Attollente dell' orecchio. Inclina V Elice al Tra^o , e così allontana un Officio di qne- 1 1 1 » I • 111 m Sto. poto questa parte dell orecchio dalle 1 empia: inclinando poi rende la cartilagine idonea a esercitare più vivamente la sua fi^rza elastica. 55 Il Muscolo minore dell' Elice giace sopra r Elice medesimo ^ dove sortendo dalla Con- ca comincia a scendere nella parte anteriore dell' orecchia ; nel qual luogo dell'Elice tro- vandosi una certa incisura ;, così la fine di questo inuscolo parte sopra e parte sotto questa incisura, si attacca alla cartilagine stes- *^''^'''° ''' i"'*' sa, la cjuale perciò mette in tensione nell'a^ire. Il Trasverso dell' orecchia poggia sul dorso di questa. Più spiegato degli alirì , e colle fibre che vanno a traverso più lunghe e più corte, occupa quello spazio, che v' è dal dorso della Conca ( e dalla sede di essa su- periore fino sotto a mezzo V altezza della n\e- desin)a) al dorso della Scafa, e delT Antelice. Colla sua azione la Conca dell'orecchio colla officio ai qns- cartilagine quasi condensata vien tesa , in ""• quanto che F Antelice vien tirato verso la Conca . Dal sito di queste fibre e dal modo di agire si vede manifestamente cospirare esse nel me- desimo fine coi muscoli Superiore^ Anteriore > e coi Posteriori dell' orecchia^ e perciò ac- commodare l'orecchia a ricevere i deboli suoni. Non mancano nel!' orecchia interna altri muscoli ;, r azion de' quali giova non poco all'esercizio dell'udito: la descrizion di questi poi avrà luogo più acconcio nella Splancno- /o^ia,\|uando cioè tratteremo anatomicamente del r organo intiero dell'udito. 56 Dei Muscoli del Naso . I 357. J Muscoli del naso sono otto ; quat- tro cioè per parte. Jl Piramidale _, ossia Elevatore dell* ala del Naso. Il Compressore , ossia Trasverso. Il Depressore , ossia Mirti forme. Il Nasale del labbro superiore . Intorno a questi muscoli bisogna prima avvertire ;, che rare volte si trovano cadaveri in cui si possano ben distintamente vedere; che fa di mestieri una somma diligenza per scoprire le loro origini e i loro fini , con- ciosiacosachè le fibre di essi tenui assai , e appena in qualche luogo o ne tampoco rosse si mischiano frequentemente e si confondono tra loro, e con fibre ancora di altri muscoli. II Piramidale vien mandato superiormente dal processo (N. 144) nasale dell'osso ma- scellare, SI anco dal muscolo Frontale, dal quale è prodotto in qualche parte; discende gradatamente assottigliato ai lati d^'l naso, dove egli prima comincia a farsi eminente dalla guancia. Fra mezza circa l'altezza del naso si divide in due parti ineguali, de' quali l'interna è la pivi gracile, rHfFio;urante un tenue funicelle^ finisce nelfala corrispondente del naso ; 1' altra un po' più grossa , e esterna quasi direttamente va al labbro superiore colle fibre però che quasi svaniscono mischiandosi coir Orbiculare della bocca , e col Nasale che orora descriveremo. Alza l'ala del naso, e più la rimove dal officio di que> setto; conduce ancora in sii il labbro supe- riore; dal che n'è avvenuto che da alcuni venga chiamato Elevatore del labbro superiore e delV ala del naso ; e da altri ancora Inci- sorio superiore, se parlasi di quella porzione, che si disperde nel labbro superiore . Il Compressore deriva dalT ala del naso, anzi dalla radice di esso subito avanti l'in- serimento dell' Elevatore ora descritto , col quale ha frammischiate alcune fibre. Tenue assai è il suo principio; tosto però si fa largo, va trasvei'^almente ( donde ha acquistato il nome ancora di Trasverso ) e arriva fino al dorso del naso : quindi si spiega in apone- vrosi , e s' immedesima coli' aponevrosi del Frontale . Così viene a occupare quella sede del naso, che è un po^ sotto la fine dell'osso nasale , e sotto quasi la parte prominente dell'ala ossia pinna del suo lato. Coir agire di questo si preme l'ala del °®"'° ^' ^«■ naso verso il setto , se l' ala stessa però si tien ferma dal Depressore ora da descriversi : altrimenti s' alza l' ala e quasi si spinge in avanti . 58 Il Depressore , ovvero Mirtìforme nasce quasi lendinoso dalla faccia esterna della ma- scella superiore nella sede degli alveoli, da cui sono contenuti i denti incisori ( ma prin- cipalmente il canino ) del suo lato. Quindi ascende carnoso, e più grosso insieme: ascende tuttavia meno nella sede interna che nell'ester- na ; imperciocché coi fascetti interni costeg- gia quella parte del forame delle narici, ( al quale in tutto questo tratto si attacca ) la quale si unisce col labbro superiore dal setto fino all'ala, in cui ha fine. Sopra questa si traduce la parte esterna di questo muscolo stesso , e s' immedesima a quella con fine se- milunare : nel qual luogo si connette tenace- mente coi due muscoli poco fa descritti . Officio di qae- Abbassa l'ala del naso, e il labbro supe- ''°' riore ancora: e il primo non può fare, se insieme non restringa il forame del naso , conctosiacosachè spinga V ala verso il setto. Il Nasale del labbro superiore con princi- pio assai tenue derivando dal globo del naso , ossia dall' orbiculo , anzi dalla sede inferiore di esso , lambisce l' estremità laterale del fo- rame del naso dalla di lui sede anteriore fino alla posteriore. Arrivato sotto il setto al prin- cipio del connesso labbro superiore , si pi^ga » si unisce al suo compagno , e discendendo alquanto va alT angolo della bocca , immede- simato alle fibre superiori del muscolo Orbi- c'uìare della stessa bocca , del quale perciò sembra esserne una parte. Concorre coirOrbiculare a contraere la fé n- officio di qae- ditura della bocca* ma conciossiachè , stando^"" fermo 1' Orbiciilare , non possa nell' agire non deprimere alquanto il setto del naso , e 1' or- biculo di questo; perciò rettamente da Albino Anotomico d' immonal fama fu annoverato tra i muscoli del naso ancora. Dei diascoli delle Labbra. 358. 1 Muscoli proprj della Labbra sono diciassette; cioè otto paja , e un dispari. Im- perciocché proprj delle labbra non possono chiamarsi ne 1' Elevatore del labbro superiore e dell' ala del naso ossia il Piramidale » ne il Nasale del labbro superiore , i quali ab- biamo poco fa descritti; e che perciò sono comuni e al naso e al labbro superiore. Questi muscoli poi sono L' Elevatore del labbro superiore. Lo Zigomatico minore . L" Elevatore dell' Angolo della bocca. Lo Zigomatico maggiore . Il Depressor deW angolo della bocca. Il Depressore del labbro inferiore. Il Buccinatole. 6o L' Orhìcolare. L' Elevator del mento . Intorno a questi muscoli però fa di mestieri prima avvertire, che le loro origini prese ge- neralmente sono piuttosto distinte : che le fini al contrario sono convergenti tra loro in molti luoghi, frammischiate, e quindi altri concor- rere e immedesimarsi con altri. ^i" Elevatore del labbro superiore nasce sotto l'orbita alle parti del naso dall'osso mascel- lare , un po^ sopra quel forame , che è detto infraorbitale (N. i 74). Largo è il suo princi- pio , doppio talvolta o triplicato: indi a poco a poco si contrae a-lquanto : discende obbli- quamente e al lato esterno dell' Elevatore del labbro superiore e dell' ala del naso, col quale si unisce non altrimenti che col Depressore del naso, e scorrendo alquanto sopra il mu- scolo Orbicolare della bocca s' inserisce in questo muscolo medesimo . ofGciodiqae- Tira ìu sù il labbro superiore, e insieme alquanto in fuori. Lo Zigomatico minore nasce dalla faccia d' avanti dell' osso Zigomatico un po' sopra il di lui margine inferiore; per ordinario raffi- gura un funicello carnoso un po^ compresso, e camminando obbliquamente dalle parti supe- riori ed esterne alle inferiori ed interne , si porta esso pure alquanto sopra T Orbicolare della bocca , col quale s'immedesima . Tra que- tto 6i sto muscolo e 1' Elevatore già ^lescritto deriva non di rado dall' Orbicolare delle palpebre un certo tenue fascicolo, il quale connesso nella sede inferiore col corrispondente margine del- l'uno e dell'altro muscolo, ha un fine comune con essi , e ajuta la loro azione . Insieme collo Zigomatico ma22;iore alza ob-O'Rc'ediqne- bliquamente all' esterno il labbro superiore. V Elevatore ^t\V angolo della bocca è ine- rente, col suo principio spesse volte doppio, a quella fossa (N. i45), che sta scolpita nell'osso mascellare sotto la sua apofisi giugale , ma più interiormente. Va in giìi obbliquamente nell'an- golo della bocca, e non poche sue fibre oltre^ passano l'angolo istesso per andarsene in qual- che porzione nelle fibre del Depressore del medesimo angolo e nell' Orbicolare ^ dove s'in- flette al labbro inferiore. Tira in su l'angolo della bocca, e quindi officio di q«e- r uno e l'altro labbro; del che n' è avvenuto, '*°" che alcuni abbiano dato a questo muscolo il nome di Elevatore comune delle labbra , o ancora Canino : perchè corrisponde e nella direzione delle sue fibre, e nel luogo al dente canino che sta posteriormente. Lo Zigomatico maggiore deriva col suo prin- cipio dal lembo ovvero margine inferiore dell'os- so Zigomatico ; e perciò conviene quasi colla sua origine collo Zigomatico minore, a cui giace vicino esternamente 5 e il quale supera non 6a poco nella grossezza. Imperocché un po' sotto il suo principio si fa largo sensibilmente: di nuovo si attenua a gradi, e arriva all'angolo della bocca producendo le fibre nel Depressore ed Elevatore dell'angolo istesso, e nel Bucci- natore ancora e nelT Orbicolare- Officiodiqae- Pj^-^ valente dello Zigomatico minore, e che corrisponde più accuratamente all'angolo della bocca, inalza ambedue le labbra, e insieme le tira sensibilmente all'esterno: il qual movi- mento siccome è costante, e molto evidente in quelli che ridono, cosi i Zigomatici mag- giori furono propriamente detti ancora Misori. Dissi propria/nente , conciossiachè in un riso, ma dolce , lo Zigomatico minore ancora e r Elevatore dell' angolo della bocca si mettano in azione, la quale esercitano poi più vigoro- samente in un riso pieno . Il Depressore dell" angolo della bocca , il quale chiamasi ancora Depressore comune , o dalla sua figura a qualche foggia Triangolare > nasce con largo principio dal margine inferiore e anteriore della mascella inferiore subito oltre quella parte della medesima mascella, la quale più propriamente dicesi Mento . Da questo luo2:o ascende gradatamente contraendosi al- quanto all'angolo della bocca, colle fibre però continue collo Zigomatico maggiore, coli' Ele- vatore dello stesso angolo, col Nasale del lab- bro superiore, e quindi ancora coir Orbicolare. 63 Tira in giù V uno e l'altro labbro. officio^iq»»- II Depressore del labbro inferiore > die*"- clnamano ancora Quadrato, ha origine comune col Depressore deir angolo, a cui sul principio è disteso sotto; se non che esser suole un poco più spiegato nel lato esterno. Le sue fibre , ascendt^nti obbliqnamente dall' esterno ali" in- terno s'immedesimano per quasi tutto il labbro inferiore coli' Orbicolare . Quindi le fibre di ambidue questi muscoli sotto 1" Orbicolare van- r.o a finire in croce; a quella maniera che nel nascere vanno quasi in contraria direzione con quelle che costituiscono il Depressore dell' angolo. Trae in giù obbliqnamente all' esterno il officio di qt..- labbro inferiore, o questo si abbassa senza ob- bliquuà. quando agiscono ambidue, appiana un poco la parte molle del mento, quella cioè che sta in mezzo ; alza poi i lati , ne' quali è s'tuato . 11 Buccinatore . Neil' una e nell' altra ma- scella alla sede del dente molare che sta fitto più addietro di tutti, vedesi il suo principio ; si anco superiormente dall' uncino, ossia amo (N. 140) del processo pterigoideo interno , e dai luoghi vicini : nella mascella inferiore poi da tutta una certa eminente linea, la quale subito sotto la radice dell' apofisi coro- no dea si prolunga fino all'arco alveolare. Da questi luoghi le sue fibre sortendo trasversal- 64 mente arrivano all' angolo della bocca accanto air Orbicolare, il quale e sotto e sopra riceve in se costantemente queste fibre, derivanti alle volte così tagliantisi a croce, che le inferiori vanno nel labbro superiore, e le superiori neir inferiore. Colla sua faccia posteriore si stende sulla membrana che veste la cavità della bocca , con cui tenacemente si unisce : coli 'anteriore poi nel medesimo piano col terzo dente molare superiore le di lui fibre si aprono per dare il passaggio al condotto comune della gianduia Parotide che spande la saliva nella cavità della bocca . officiodique- Trae l'an^^olo della bocca, e con ciò ambi- Ito . ^ due le labbra nel lato verso l' orecchio , con che l'apertura della bocca cresce di lunghezza» e increspa la pelle eh' è vicina agli angoli . Officiodique- Dell' Orbìcolare della bocca, che è dispari, "° • come lo stesso nome dà a vedere , nessuno finora ha potuto accuratamente determinarne r origine , in quantochè questo muscolo , il quale forma la maggior parte delle labbra , sembra esser composto dal frammischiamento degli altri ; e perciò tale non è da parago- narsi cogli altri muscoli , le fibre de' quali hanno sortito un principio, e fine particolare. Imperciocché nasce ( se una qualche porzione si eccettui, la quale non di rado deriva dalla faccia anteriore della mascella subito sotto l'alveolo del dente camino) dalle fibre di quei 65 muscoli, che ora abbiamo veduto appartenere alle labbra : e quelle fibre ancora, come ab- biamo (li sopra avvisato , derivano così da mol- li muscoli , e vanno con tal direzione che gi- rano ia cerchio attorno all' apertura della bocca : onde spesso costituiscono intieramente questo muscolo tenacemente attaccato alla cute. Stringe l'apertura della bocca irt guisa che okcìo ai q«c" s' avvicinino gli angoli, e le labbra s' increspi- "'• no. Che se per la forza del Depressore co- mune f^li angoli discendano molto, allora cer- tamente, se non prendo sbaglio^ alcune fibre deirOrbiculare, finora non per anco state svi- luppate e conosciute, tirano il labbro supe- riore così in gii:i , che si può piegare all' in- terno, e prolungarsi tanto che si frapponga ai denti di una mascella e dell'altra •. come si frammette il labbro inferiore , se V Eleva- tor comune tiri in sii con po' più di violenza gli angoli della bocca. V Élevator del mento, che da altri d i cesi officio di q»«- Incisorio inferiore, nato sotto il margine su- periore della mascella inferiore alla sede dell' alveolo del dente incisorio laterale , la di cui larghezza uguaglia, si piega egli in guisa, che discende in forma di crescente luna, cogli estremi però che non finiscono in acuto ma larghi egualmente. Colla sua cavità è rivolto alla cavita dell'altro Elevatore : e conservata PARTE II ^ 66 la mecle^'ima Cv^nra s'inserisce nella pelle del tnento qua e là all'Ilo, ossia quelia fossetta che si vede in molti scolpita infeiiormcnte nel mento, officiodìque- Alza questa parte prominente del mento, *'°" e la rende più o meno tumida, e insieme conduce in su il labbro inferiore, e l'^e volte con tanta forza, che ajutando massimamente l'azione dell' Elevator comune, questo labbro medesimo si possa piegare dentro e frammet- tersi tra i denti . i^ccennammo soltanto gli usi principali di questi muscoli, sapendo bone per altro, che appena si può dire a quanti moti servano, e siano atte queste potenze carnose delle lab- bra principalmente nel temperare la voce e la loquela diversamente, e a pronunciare più chiaramente, anzi nel proOferire alcune lettere; nel suonare i flauti; nel consegnare i cibi air azione dei denti molari , e nel cacciarli in borea, e nel gettarli fuori ; finalmente nel dar a vedere ceni stati particolari dell'animo, i quali si manifestano in gran parte non sola- mente dai movimenti degli occhi, come ab- biamo detto a suo luogo, ma ancora dall'a- zione di quei muscoli che servono a reggere le labbra. 'Dei Muscoli della Mascella inferiore. 359.J-Ja mascella inferiore vlcn ritenuta ^,,^,. ^.^^^ , nella sua sede non solamente dall' intervento iegam«mpre- " * cipui della ma- dei muscoli, di cui parleremo qui appresso , sceiia mferio- ma singolarmente ancora dalla forza e robu- stezza d'un eloppio legamento per parte ; uno de'cjuali nascendo dal tubercolo, e dalla ca^ vita dell'osso delle tempia (Nnra. 137.) fatti per l'articolazione della mascella medesima , discende, si attacca al lembo della cartilagi- ne che vi si frappone (Num. 109.), e subito sotto Tapofisi condiloidea si lega tenacemente a questa mascella . L' altro legamento proce- dendo dalTaccennato tubercolo all' ingiù si fa inerente alla faccia interna dell' angolo della stessa mascella, i di cui muscoli sono tali, che o l'abbassano, o l'innalzano, o la movono la- teralmente . A questo fine furono concessi a quest'osso sei para di muscoli, due de' quali s'abbassano; dalla superiore due l'innalzano a quella , e due la muovono o nejl uno o nell'altro lato- I Depressori sono : Il Pannicolo carnoso^ o con altro nome Platisma mioicle. Il Digastrico ^ ossia Biventre. d8 Gli Elevatori Il Crotafue , ossia Temporale. 11 Massetere. I moventi nei iati Il Pterigoideo interno . Il Pterigoideo esterno. II Platisma-mioide , un muscolo largo , o piuttosto una teouissima membrana carnosa ;, che sta subito sotto i comuni integumenti, con varj fascetti e questi gracilissimi , nasce sotto la Clavicola quasi alla sede superiore della mammella, e dall'omero ancora: ascen, de obbliquamente in avanti : appiccasi a tut- to il margine della mascella inferiore dal luo- go del Depressore del labbro inferiore fino all'angolo della medesima mascella: indi delle fibve a forma di fiscetti parimenti si portano ancora in su, e ad incerti luoghi svaniscono nella faccia per lo più sotto l'osso zigomatico. Imperciocché a me non toccò mai di vedere altri fascetti, i quali prodotti fino all'Orbi- culare delle palpebre abbassassero la palpebra inferiore . Perchè poi questo muscolo occupa la massima parte del collo , quindi vien chia- mato ancora da alcuni il Latissimo del Collo. Officio di cjne- In quclla parte, che occupa il petto e il collo, può obbliquamente tirare la cute infe- riormente e air esterno : dove è coerente al margine della mascella inferiore, ajuta l'ab- bassamento di questa dalla superiore: dov^ Ilo. * 6g ascende sopra questo margine, parte concorre, nella medesima azione col Depressore dell'an- golo della bocca, e col proprio del labbro in- feriore; parte può abbassare la cute delle guance, o piuttosto renderla ferma e tesa. Il Digastrico ossia Biventre nasce pari- menti tendinoso col primo suo ventre da quel solco ossia incisura (N. i3ij che è alla ra- dice del processo mammellare dell'ossa delle tempia : discende internamente con fibre pri- ma più numerose, poscia immantinente dimi- nuite a poco a poco , e perciò convergenti in ispecie di cono: alla sede in circa d'un certo ossetto, che dalla sua figura chiamasi Ioide ^ o Ipsìloide ) e giace trasverso sotto la lin- gua , vi si aggiugne quel tendine , che vien ritenuto o dalla aponevrosi annessa a quest'os- setto, più spesso poi da un certo muscolo, che dicesi Stilojoideo, e per le cui carni pas- sa il medesimo: indi comincia l'altro ventre con principio tenue, crescendo doppoi le fibre di numero , e perciò quasi divergenti , ascen- de alla mascella inferiore , inserendosi qua e là nella parte inferiore e media del margine posteriore del mento subito sotto gli integu- menti comuni . Il secondo ventre ^.ossia 1' anteriore, sembra offigio di (jn*. quello principalmente, che allontana la ma- ''°' scella inferiore dalla superiore, quando il ten- dine posto tra l'uno e l'altro ventre è tenu- 70 to fermo dall'osso Joide eh'' è Immobile; se questo però sì può fare. Vi agglugniamo que- sta condizione , perchè i vincoli dì questo ten- dine non sono tali, che proibiscano che ambi- due i ventri insieme non possano agire j, e per- ciò il muscolo venga disposto in rettitudine. Per altro il primo ventre, ossia il posteriore, ajuta ancora a piegare il capo indietro , e quindi ad allontanare la mascella superiore dall' inferiore , ogni qualvolta quest' altra ma- scella po2;gia su d'una così ferma base, che non possa discendere né per il peso , né per l'azione dei Bepressori . Il Crotajite^ ossia Temporale nasce da tut- ta la linea eminente o semicircolare fN. 128. i32,.), che si stende dal lato dell'osso fron- tale per tutta la faccia esterna e laterale del sincipite fino all'apofisi mammellare dell'osso delle tempia; anteriormente dal lato ossia mar- gine esteriore (N. i5o.) dell' osso giugale: co- me ancora da tutti gli ossi, che costituiscono la parte laterale del cranio sotto V indicata linea eminente. Partendo le fibre da questi luoghi come da circonferenza , v dalla lendi- nosa membrana che vi si conduce , sopra la quale le rinserra e regge la loro azione, le fibre, dissi, si uniscono strettamente insieme, e si fanno convergenti in ispecie di centro , frammischiandovisi parimenti una sostanza ten^ dinosa e valida: quindi il robusto tendine che 71 e coperto in qualche parte da una carne ra- diata, passa sotto il giogo, ossia arco zigo- matico (N. i5o.) a cui si attacca tenacissi- mamente con qualche porzione internamente, coir altra porzione poi, e questa maggiore, s' inserisce .validissimamente in tutto il pro- cesso coronoideo della mascella inferiore. „ . r I 11, Officio di cme Condace questo con gran forza la mascella ^^^ inferiore all' insù e la tira alquanto indietro, e nella cavità agisce ( Nuim. «3:*. ) che sta scolpita accanto al tubercolo dell' osso delle tempia per l'articolazione della medesima ma- scella ; ciò che vìen eseguito principalmente dalle fibre posteriori di questo muscolo, e al- quanto ancora da quelle che occupano il luo- go di mezzo. Il Massetere, nn valido muscolo anch' esso e grosso, ha un'origine tendinosa dal margine inferiore dell' osso giugale, dal sottoposto vi- cino osso mascellare , e da tutta parimenti l'apofisi giugale ( N, i35.) dell'osso delle tempia. Le sue fibre carnose or addietro ora in avanti obbliquaraente discendendo, parte si attaccano alle asperità ( Num. i56) che s'in- contrano nella faccia esterna dell'angolo della mascella , parte hatuio fine sopra questo luo- go a mezza circa l'altezza tra il processo co- ronoideo e l'angolo della medesima mascella, e parte s' avviticchiano allo stesso processo coronoideo e alla sua faccia esterna dalla sto 7» punta fino alla base . Queste varie origini , e fini hanno fatto, che alcuni Anotoirici divi- dessero questo muscolo in due porzioni ine- guali : r esterna cioè più grossa, e 1' interna la più tenue , alle quali porzioni altri hanno voluto aggiugnere pure la terza frammessa a queste, la quale fra le due prime tiene il luo- go di mezzo nella grossezza. OEciodiqne- Ha UH comunc officio coi temporali. Le sue fibre poi esteriori, siccome sono portate indie- tro dalle anteriori, puonno condurre in avanti la mascella , mentre le altre la ritirano in dietro. Insieme poi col Temporale e coi Pte- ligoidei, or ora da descriversi, preme tanto for- temente i denti d' una mascella contro quei dell'altra , che dall' azione del morso possono essere sostenuti gravi pesi. Il Pterigoideo interno ha principio dal fon- do della fossa pterigoidea (N. 140.) e da quasi tutta la faccia interna dell'apofisi pterigoidea esterna con qualche porzione lendinosa ;, sì ancora da quella estrema eminenza dell'osso palatino, la quale è compresa inferiormente dall' una e dall'altra apofisi pterigoidea ( N. 147.); sì finalmente dal vicino osso mascella- re. Da questi luoghi camminando le fibre in giù e all' esterno , con un fine alquanto ten- dinoso , e questo inarcato , s' inseriscono den- tro la faccia interna dell'angolo della mascella inferiore, come anco sopra qu«st'angolo. 73 Conviene nell'agire col Temporale , e col officio ai ^uc- Massetere, In quanto che 1 'inferiore mascella avvicina alla superiore, e inoltre, quando agi- sce un solo, la mascella stessa inferiore viene spinta nel lato opposto. Il Pterlgoìdeo esterno ha il suo principio d'una natura tendi uosa in quasi tutta la fac- cia esteriore dell' apofisi pterigoidea esterna dal contiguo osso moltiforme , dal margine in- feriore di quella faccia , e , ciocche segue d'or- dinario, dalla poco fa menzionata eminenza dell'osso palatino , e dal vicino osso mascella- re. Indi fatto carnoso crescendo a poco a poco di mole va dall' interne parti alle esterne , e quasi per traverso : nel qual viaggio contraen- dosi in minor volume, con un fine lendinoso s' inserisce finalmente nel collo della mascella inferiore; cioè subito sotto l'apofisi condiloidea ( Num. i56.) e nella sua faccia interna. Muove questa mascella ia avanti ; ma in- ofBcio di delle tre prime vertebre del dorso , delle due inferiori del Collo ; dalla prima costa ; fi- nalmente dalla parte anteriore del processo trasverso della terza , quarta , quinta e sesta vertebra del Collo. Le code sono ricevute da;!a parte laterale delle quattro vertebre del Collo sotto la prima: si ancora dal processo tras- verso della seconda; dalla radice (i) anteriore della spina appartenente alla settima vertebra della Cervice ; e finalmente dall' eminente tubercolo dell' Atlante , che si ha ptr il corpo. Le fibre carnose aggiunte ai capi infe-^ riori ascendono parte obbliquamente all'inter- no ;, cosicché nella sede superiore il Ma- scolo che indi n^ è nato, aderisca al suo compagno ; parte obbliquamente alT ester- no nel proces-^o trasverso della quinta verte- bra della Cervice : dal qual luogo le fibre degli altri capi vanno superiormente conver- (i) Quando diciamo radice della spina , ovvero del processo spinoso;, indichiumo quella parte posteriore delle vertebre , da cui sorte fuori primieramente quel processo . Similmente la radice del processo tras^eiso è il principio dello stesso processo ; quando cioè qua ^ là e»ce dal corpo delle vertebre immediatamente al di fuori delle apofìsi obblique ovvero articolari. 95 genti , e inclinate ai corpi delle vertebre . cioè air interno. Sostenta il Collo piegato indietro, e lo^f-'^'i"'' erige ; ritto poi lo piega in avanti con una piegatura eguale da una parte e dall'altra, quando agisca l'uno e l'altro; che se un so- lo faccia la sua azione, allora il Collo si in- clina lateralmente. Lo Scaleno anteriore nasce lendinoso dal margine supremo della prima costa^ ma dalla parte anteriore di questo , vicino alla carti- lagine della medesima costa. Quindi fatto to- sto carnoso va insù e alquanto posteriorraeuie, e si divide in tre funicelli forniti di estremità lendinose , i quali a poco a poco gradata- mente assottÌQ;Iiandosi s'avviticchiano al mar- gine inferiore del processo trasverso della quarta, quinta e sesta vertebra della Cervice. Piega il Collo in avanti; quando un solo omworu.iM- agisca , si incurva ancora lateralmente; nel qua! '"' tempo vien pria sostenuto dal compagno sca- leno , e tosto restituito nella sua sede. Lo Scaleno medio deriva , per così dire , (la tutta la faccia esterna della prima costa accanto all' orione dell'altro Scaleno. Diviso prima per ordinario in sette fascetti carnosi, aggiungendosi a questi fascetti un tendine (fuorché al superiore, a cui è frammischiata la carne ) si affigge al margine anteriore e inferiore del processo trasverso di tutte le vertebre del Collo. 94 Officiosi qn*- Inciirva il Collo a quel lato, che coìtì-" '*** sporici»^ al Muscolo che agisce; e se agisca r uno e r altro^ si piega il Collo in avanii ^ ma meno di quello che venga piegato dallo Scaleno anteriore. Lo Scaleno posteriore. Il principio di que- sto è dalla faccia esterna della seconda costa, tra r articolo di questa col processo trasverso della prima vertebra del dorso , e quella parte di costa ^ colla quale si curva prima in avanti. Da cjuesti luoghi il Muscolo diviso quasi in due mette una doppia coda lendi- nosa, delle quali una s' inserisce nel tubercolo estremo del processo trasverso della vertebra sesta del Collo , T altra poi nel luogo simile della quinta vertebra, _,_ . ,. „^ Concorre collo Scaleno medio e colle con- "•• dizioni simili a fare i medesimi moti del Col- lo . Per altro questi tre Scaleni , avendo ori- gine dalle accennate coste, ponno ancora fare si, che, fermato il Collo da' suoi Mnscoli Estensori, tirino le coste alquanto in?.ii : ciò che suole avvenire nrobabilmente in una molto difficile inspirazione. Gli Intertrasversali del Collo coperti in non picciola parte dai Muscoli Lungo del Col- lo e Scaleni ora descritti , e non di rado mischiati colle fibre di questi, sono posti tra i processi trasversi del Collo, dalla cui situa- ?;ione ebbero nome. Essendo poi sette queste 9^^ vertebre, sei perciò sono gli intervalli, che sono frammezzo a questi processi. Sei Muscoli adunque in un lato, e altrettanti nell'altro giaccion di mezzo tra quei processi . E poiché altri sono posti più in avanti relativamente 3 gli altri posti più addietro , quindi de' Mu- scoli Intertrasversali nel Collo se ne annove- rano dodici paja; sei de' quali sono anteriori, e sei posteriori. L' origine di tutti tendinosa viene dal processo trasverso di qualunque ver- tebra inferiore. La fine poi si è nei simile processo della vertebra che vi sta sopra. L'o- rigine negli anteriori è un po' più distante dall'estremità del processo di quello che quella dei posteriori; la quale perciò è collocata quasi alla punta estrema del processo medesimo . Pico-ano il Collo nel lato al quale appar-n^ ,• tengono; in quantochè nelT agire diminuiscono =''• gì' intervalli , che sono frammezzo ai processi trasversi . Ma se si contra£>:G;ono insieme crii anteriori d'ambi i lati, perchè non gioveranno a piegare il collo in avanti, o a erigerlo j se i posteriori sono sollecitati a contrarsi? Dei Muscoli della Scapula. I ali az'one di questi codest osso si trae jn '« sca^ui. 302. 1 Muscoli della Scapnla sono sette . Q"-^=^i' s:-"^ g6 diverse parti : imperciocché e si conduce In- dietro e in avanti, in su , e ingiù; anzi vien messo in un moto composto di questi , come sì vedrà chiaro dalla loro descrizione. Quaiisienoi La Scaoula poi è sostenuta , e fermata legamenti del- * ' la seapuia. nciia sua scde non tanto dai Mu?coli che siamo per descrivere, quanto da alcuni par- ticolari legamenti, per forza de'quaìi si con- nette colla Clavicola , e colf osso dell' Ome- ro, Vengono questi legamenti dai tre processi dell' istessa Scapala : imperciocché primiera- mente alcuni di loro piccioli si ma robusti dall' Acromio s' infigi2;ono nella Clavicola, la cinale si con2;iun2;e col primo osso dello Ster- no e coir altra Clavicola , coli' .intervento di fascetti d' indole legamentosa prodotti avanti il primo osso dello Sterno . Di poi dal ciglio (N, 224) del Capo della Scapula sorte un legamento robusto orbicola- re , che raffigura una borsa, ascende sovra il capo dt^ir omero 5 e s'inserisce nel collo dt-l- 1" omero stesso . Finalmente tre legamentosi faccetti sano affissi al processo coracoideo, ma alla tubero- sità di questo ; uno de' quali si commette nella ficcia inferiore dell' Acroniio , gli altri due nella parte esterna e inferiore della Clavicola ^ Questi sono i principali legamenti della Scapala ;, il di cui moto devesi ai Muscoli , che tfcOsto mi faccio ad accennare 97 Il Cuculare ^ o con altro nome TraptrJo. h' Elevatore della Scapala^ detco da al- cuni Il Muscolo della pazienza. Il Bomboideo minore. Il Roinboideo maggiore . Il Serrato anteriore maggiore, da altri detto Dentato maggiore anteriore. Il Serrato anteriore minore, che altri chiamano Pettorale minore. Il Subdavio . Il Cuculare . I, .1 Cuculare, a cui la figura assai accon- ciamente fé' il nome, è un muscolo molto laro;o, situato posteriormente subito setto i comuni integumenti. Nasce lendinoso nella 5 . . . sede superiore dell' osso dell Occipite imme- diatamente sorto i muscoli occipitali; indi dal legamento del Collo (N. S6o), che connette le spinole apofisi tra loro; dalle spine della sesta e settima vertebra del Collo; sì ancora da quelle che appartengono a otto, dieci , alle volte anche a tutte le vertebre del dorso. Neiili intervalli delle spine questo muscolo è coerente (ol suo compagno. Da questi lucgUi PARTE II 7 ^8 le fibre (siccome vi è superiore, mecilo, e inferiore) discendono, vanno a traverso, ascen- dono. Le prime si portano obbliquamente per massima parte in avanti nella faccia suprema e posteriore della Clavicola , a cui sono ine- renti dalla mezza Iunn;hezza della Clavicola fino al processo acromio della Scapula: le me- die, ossia trasverse, come anco le inferiori hanno line nella spina della Scapula (N. 2 2 3) e.' nel processo poco fa nominato, officiodiqae- Qucsto muscolo , il ciualc insieme col suo compagno appartenente alt altra bcapula , ha quella figura, che rassomiglia squisitamente alla Cocolla, detratta la parte data a coprire il Capo ; questo muscolo dissi , sostenta prima la Clavicola, e abbassata la innalza: princi- palmente poi muove la Scapula in diverse partì , come si fa manifesto dal cammino cbe fanno le sue fibre. Imperciocché se agiscano le fibre superiori , la Scapula si tira in su al ' Capo; se quelle di mezzo, alla spina del dorso; se le inferiori, si abbassa. Ma tanto quelle che la innalzano , quanto quelle che la depri- mono, cacciano insieme quest' osso indietro ; siccome sempre lo tirano alla spina del dorso ^ ogniqualvolta che tutte si mettano in azione. \J Elevator della Scapula nasce dalla fac- cia anteriore e estrema del processo tras- verso della prima, seconda, terza e quarta vertebra del Collo con altrettanti quasi fwni- 99 €oll tencìinori. Discende carnoso obbliquamente air esterno , e si affigge aìF angolo (N. 228) supremo della Scapula. Ovvero, come ad altri piace, nasce da codesto angolo^ e si finisce in que' processi trasversi. Inerente al Collo e alla Scapula, che sono officio ai ano- ossi mobili, e può quello piegare al suo lato,'"' e alquanto indietro , se la Scapula resti im- mobile ; o reciprocamente, teso il Collo, in- nalzare, e insieme condurre in avanti la Sca- pula , che in parte sostenta, il che non può fare , se alquanto ingiù non ruoti il capo della Scapula medesima. Il Romboideo minore, col nome preso dalla figura, giacendo sotto il Cuculiare insitme col Romboideo maggiore , di cui talvolta ne fa una parte, ha un principio lendinoso dalle Spine delle tre vertebre inferiori . Le carni di là alquanto discendenti con obbliqua direzione air esterno s' inseriscono in quel luogo della base della Scapula , da cui comincia prima a sorgere la Spina della stessa Scapula per pro- dursi infine nel processo Acromio, Conduce obbliquamente insù, e indietro la ^^^j^^^^, base di quest'osso; col qual moto si fa, che "<'• l'angolo inferiore della Scapula, anch^esso si porti insù e indietro; discenda poi alquanto il Capo della Scapula. Il Romboideo maggiore ha origine e que- sta tendinosa dalla spina della settima verte- loo bra del Collo, e similmente dalle spine delle prime quattro vertebre del dorso. Questo mu- scolo parimenti colle sue fibre carnose discen-^ dendo obbliquamente nell'esterno, appena più lungo dell'altro Romboideo , ma più largo al- l'incirca quattro volte, si affigge alla base della Scapula, prendendo principio il suo in- serimento sotto il principio della spina della Scapula medesima. Officio di .jue- Convien nell'azione col Romboideo minore, il Serrato anteriore maggiore procede dalla faccia esterna e nella massima parte laterale e anteriore insieme di quelle coste, che si di- con i^ere , né di rado da una o due di quel- le, che chiamansi spjtrie. Godeste origini car- nose, dentate, e spiegate a poco a poco in va- ria lunghezza, e coerenti tra loro, vanno tut- te con diversa direzione indietro. Impercioc- ché la direzione dell'origine superiore è qua- si trasversale dell'altra obbliquamente di- scendente, e più sensibilmente che della ter- za; della quarta è anch'essa quasi trasversale; delle altre il cammino poi è di fibre ascen- denti; e tanto più quanto le fibre sono in- feriori . Queste poi così camminando siedono sulle coste, e su molti muscoli esterni inter- costali, co' quali si con2;i ungono: contratti di poi a poco a poco in minor larghezza vanno tra le coste e la Scapula per attaccarsi alla base di questa per mezzo d'un teadine corto nia lar^o. lOI Conduce in giù e in avanti la Scnpnla, l;i oimcIo'Iì'ìu*- quale perciò si scosta dalla i^pina tifi dorso.""* Al contrario , se la Scapala è tenuta ferma dal Cuculiare, Elevatore ^ e da ambi i Kom- boidei , dall'azione di esso vengono tirate in fuori tutte quelle coste d'onde deriva; e in- sieme si portano in sii cjuelle tie o qiìattro inferiori, dalle quali ascendono le filne di questo muscolo nella Scaputa; ciò che suole avvenire, quando si ha 1" inspirazione diflicile. Il Serrato anteriore minore ntWà parte an- teriore del petto, suprema, e quasi esterna è posto sotto il muscolo Pettorale adduttore del Braccio: quindi da alcuni chiamasi Pettorale minore. Fornito anch' egli è di origini denta- te, tre di numero, e tendinose: delle quali la prima nasce dal nuirgine supremo della terza costa vera; dove essa mutasi in carti- lagine ; la seconda e la terza quasi dalla medesima sede della quarta e della quinta reciprocamente. Le fibre partendo da questi luoghi formano un biuscoIo piuttosto tenue, che sieo-ue il cammino insù e all'esterno, il o ... quale a poco a poco dispiegato in minor lar- ghezza, anzi molto diminuito di mo^e alla re- gione dell'ascella, e continuo al tendine s'in- serisce nella Scapula coli' apice del processo Coracoideo . (N. 224) Inclina la Scapula in giù, e alquanto in officiò di tja»- avanti verso il petto. Se poi la Scapala si"" J©3 tenga immobile ;, serve a innalzare le coste 3 alle quali è inerente . 11 Subclavio , il di cui nome indica il sito, e il quale propriamente non appartiene alla Scapula 5 conciosiacosachè iion muova questa se non coì mezzo della Clavicola, è un tenue muscolo e piuttosto piccolo nato anteriormente vicino allo Sterno dalla prima costa con prin- cipio tendinoso, fatto tosto carnoso quasi tutto percorre la faccia inferiore e alquanto poste- riore della Clavicola , a cui nel decorso si lega in gran parte ;, avendo fine non lungi dalla estremità piana del medesimo osso (N. 228), la quale si congiunge coli' Acromio della Scapula . Tira dolcemente in i^iìi la Clavicola , sì Officio di qtje- \ a ^ ■ ^ ^■> • • sio. anco la scapula, con cui codest osso si arti- cola , si finalmente 1' Omero , per la sua con- giunzione colla Scapula. CAPO DECIMOQUINTO Dei Muscoli spettanti al Petto, al Dorso, e ai Lombi; e primieramente Dei Musc&ll della Respirazione. Qaaiisieno 363. V^ucH' OSSO dcl Petto, clic dlcesi legamenti pnn- ^~ cipaii dello Sterno, abbiamo veduto (N. 198) congiu- gnersl colle clavlcole, e colle coste. Queste sterno,, deii. congiunzioni poi si fanno non tanto per mezzo di cartilagini , che tU legamenti . Impercioccbè dalla prima viene un legamento largo nello Sterno: dipoi dalla faccia inferiore della Car- tilagine , e dalla parte ossea ancora di cia- scuna costa vera, principiando dalla seconda, nasce im legamento , da cui raggianti fibre derivano nello Sterno tagliantisi a croce, e le quali discendono, se parlasi delle superiori > e ascendono, se trattisi delle inferiori. Oltre- dichè dalla settima costa passa un legamento nella cartilagine mucronata. Inoltre le coste sono leirate colle vertebre per mezzo del legamento capsulare, che tena- cemente congiunge il loro capezzolo (N. 202) fornito di due picciole faccie colle eminenze curvate del dorso delle vertebre ( N. 180). Di poi vicino al capezzolo sorge per lo più. un altro doppio legamento , che parte si af- figge al corpo della vertebra superirre vicino al nascente processo trasverso , parre nel corpo della vertebra inferiore s' inserisce , ma nel suo lato. E similmente vicino all'articolazione ^ (se siecccttui la prima rosta) nasce un altro legamento, ma dalla faccia interna dell' istessa costa, il cjuale sta attaccato all' apofisi obbliqua ossia articolare della vertebra che vi sta sotto. Ma dal tubercolo (N. aoa) della costa na- sce un legamonto quasi tTaverso, che va alla ic4 vertebra che corri>ponc1e, e termina nel prò-» cesso trasverso. Anzi ancora nel margine su- premo di qn.alani|ne costa ( eccettuata la prima ) tra il capezzolo e il tubercolo evvl un altro legamento minore , Ìl quale s' inse- risce nel processo trasverso di quella vertebra, che immediatamente è superiore, e un altro tenue legamento fu dato ad alcune coste (p^c lo più dalla sesta fino all' undecima ) , il quale essendo quasi comune al tubercolo della vertebra con retto tramite ascende dal mar- gme supremo della costa inferiore e dai pro- cesso trasverso della vertebra nel simile pro- cesso della vertebra che vi sta sopra. I primi legamenti di questa specie sono forse quelli , che da alcuni sono detti legamenti del Collo della costa esterni; gli ultimi poi quelli del Collo delle coste int^'rni. Finalmente l' ultima cosu riceve dal processo trasverso della prima vertebra de' lombi un legamento, che dall'a- pice dei'^ costa p'^rcorre due parti circa della costa medesima, alle quali sta attaccato . Ma non ta\no colle vertebre e collo ster- no, quanto ancora tra loro sono legate le coste per mezzo di legamenti. Impeiciocchè siccome dal marcine supiemo cartilaiiinoso della prima costa spuria parte un legamento, il quale si attacca col margine inferiore del- l' ultima costa vera ; a egual maniera le suc- cessive coste spurie sono legate alia costa che io5 vi sta sopra, in guisa che però i lega- menti delle coste inferiori sieno gradatamente più lunghi, siccome pareva richiedere la mag- giore, e necessaria mobilità di esse. Inoltre a tutti i Muscoli Intercostali esternamente , particolarmente poi nell^, parte anteriore del petto si stende sopra come una teca lega- nientosa , rammemorata da alcuni , la quale contriun2;e, e leira insieme tutte le coste. Basti il fin qui detto dei legamenti prin- cipali , che ritengono e confermano nelle loro sedi le ossa componenti il Petto. 11 Torace poi alternativamente o si espande o si stringe per ammettere , o espellere reciprocamente f,.ì--,'r\ "1 Oi"li * qnautì 1 aria dai polmoni . (Questo moto a vicenda ^^..^.^h n,uo- vien fatto dai mu.->coli, altri de' quali perciò ^ °"° ^ '^''"•' espandono, altri stringono il Petto. Lo espandono Il Serrato posteriore superiore. GÌ' InP'rcostali esterni . GÌ' Intercostali interni. Gli Elevatori Lunghi ci Al e coste. Gli Elevatori Corti delle coste . Il Diafragma. Lo Stringono Il Serrato posteriore inferiore . Il Triangolare dello Sterno. Il Serrato posteriore , il quale è situato sotto i Romboidei , ha orio-ìne dal legamento cervicale (N. 36o) dove è inerente alle spine lóé della quinta e sesta vertebra del Collo; alla volte alla sede solamente della spina della se- sta, sempre però dalla spina della settima •vertebra della Cervice , e delie due superiori del dorso. L'origine lendinosa, e quasi spie- gata ia membrana, poggiando posteriormente alle coste, va ingiù obbliquamente nel lato a non poca distanza dalle spine delle vertebre ; le carni che indi succedono serbando la me- desima direzione si dividono in tre o quattro funicoli, che sono ricevuti dalla faccia supre- ma e esteriore e insieme posteriore della se- conda ^ terza, e quarta, e talvolta ancora quinta costa. ,!t,. Alza le coste ^ alle quali e attaccato, e le conduce alquanto indietro . Gì' Intercostali esterni fanno undici paja di muscoli, i quali, affinchè siano pienamente visibili, ricercasi , che si levino dal luogo loro le scapule, e tutti i muscoli, che giacciono esternamente per ogni dove al petto . Derivano dal margine esterno e inferiore di quasi tutta ciascuna costa su- prema, nella quale primieramente si uniscono, posteriormente coi processi trasversi; si dai legamenti trasversi , per mezzo de' quali le coste si articolano con questi medesimi pro- cessi ; le fibre carnose di questi discendono in avanti, e s'inseriscono nel margine esterno e supremo di qualunque costa inferiore, quasi »l principio della cartilagine, ma a inegaali 107 4Ìlistan7,e. Quella porzione d'intervallo delle co- ste che v'ha dalla parte ossea fino allo ster- no, non ha veruni Intercostali esterni ; fila tendinose solamente quasi della medesima di- rezione, origine, e fine tengono luogo di mu- scoli, e quasi costituiscono quel legamento;, che indicammo di sopra. Avvicinano le coste i quindi diminulscono^^^f ***'''"•' gì' intervalli frammezzo ; il che non si può fare , se le coste stesse non vengono tratte in sii. Intercostali Interni. Egli è lo stesso il nu- mero degli Intercostali interni, medesima quasi la nascita e la fine. VMia questa dif- ferenza, che riempiono l'intero intervallo in- tercetto alle coste dallo Sterno quasi fino alle vertebre: che nascono dal margine inferiore sì ma interno di ciascuna costa superiore; e Iianno fine nel margine interno della seguen- te costa inferiore: e che inoltre le loro fi- bre con quella obbliquità discendono dai luo- ghi superiori agli inferiori, la quale è con- traria a quella degli Intercostali esterni; im- perciocché vanno dalPavanti all' indietro. Egli è proprio ancora di questi, che vegnendo al- cuni dalla costa superiore passano sopra la vicina, e s'infiggono nella inferiore susseguen- te; ciocche particolarmente avviene vicino alle vertebre, e per lo più in quegli intervalli, che sono tra la quinta e la decima costa . Questo, direi quasi , giuoco singolare degli Intercostali Interni £ii cagione, perchè alcuni abbiano chi- aniati questi muscoli più lunghi posti inter- «^ . ,. naraente fnfracostali, o Intracostali , Officio di qne- -r rv» «ti. Hanno comune officio affatto cogli Inter- co: 1 . • Qnali a qnan (leno 1 ma- seoli dal Dor- 364- 1\ ove paja di muscoli farono dati ati.i ., y~. • T 1 • T\* * scollavi uvv muovere il Dorso e i Lombi. JJi questi mu-so,ed«iLom scoli altri sono comuni a queste due parti del- la colonna delle vertebre ; altri sono proprj o dell'una^ o dell'altra; e alcuni dei primi so- no comuni ancora al collo. La massima parte è degli Estensori; la minima dei Flessori, o sia in avanti, o sia in un lato, o nell'al- tro (a) . Estendono Il Lunghissimo del Dorso* Il Sacro-Lombare . Il Multifido della Spina. Lo Spinale del Dorso. Il Semispinale del Dorso» GÌ' Lnterspinali del Dorso, e de' Lombi. Il Quadrato de Lombi . Piegano Il Psoa piccolo, e alcuni Muscoli del- l' Abdome . (a) Diciamo esser nove paja di questi muscoli, per- chè incerto è il numero degli IiLterspinali , e degli In- tertraiversali. Per andare con semplicità adunque ab- hiarao stimato opportuno il costituire due paja sola- mente degli Ifiterspiiiali t e degli Intertrasversali , ciò ciie abbiaìuo fatto ancora di questi stessi muscoli ap~ partenenti al Collo. 1 18 GT Iute rtras'^er sali del Dorso e de Lombi. Il Lunghissimo del Dorso, e il Sacro- Ljom- hare , i quali si mostrano tosto che siansi le- vati vii! il Cuculiare , il Latissimo del Dorso, e r uno e i' altro si Romboideo , che Serrato posteriore , sono muscoli molto lunghi , e così immedesimati non tanto fra loro, c[uanto con altri, su quali s'appoggiano, che non fuor di ragione vendano considerati da alcuni Anoto- mici per un sol muscolo Estensore del dorso e de' lombi comune, aventi una e la mede- sima origine, la maggior parte tendinosa . Vengono fuori i principj di ambidue questi rnuscoli da tutte le spine dell' osso sacro , e delle vertebre de' Lombi , dalla parte poste- riore della cresta dell' osso Ilio , e parimente dalla tuberosità (N. J92) che qua e là nell'os- so sacro sta appresso alla fine della teca delle vertebre ; dai quali principj derivano undeci capi inseriti nei processi trasversi delle vertebre de'Lombi; cinque cioè inferiormente colla ra- dice nascente di questi processi , è altrettanti nel margine inferiore di questi: il capo unde- cimo 7 piuttosto largo, s' affigge all' ultima costa . Questa comune origine è compresa da lina certa tela aponevrotica; òà quella cioè , dalla quale abbiamo veduto pmdursi in gran parte il Serrato posteriore inferiore. Questa tela, vicino alle spine delle vertebre, ascende alla sesta vertebra incirca del dorso; esterior- lU) mente poi frammischiata colle carni tli rado si sporge oltie la sede della terza vertebra de' Lombi , In questa sede il capo comune è carnoso , e la carne accosta«;i ancora al Sacrolombare dalla parte suprema posteriore e alrpjanto esterna della cresta dell'osso Ilio. Da questo luoo;o, e dagli altri poco fa accennati que.no muscolo si alza carnoso , e gracile all' insù , mandando quasi picciole bende tendinose sem- pre ordinatamente più lunghe , le quali met- tono le proprie radici nella faccia posteriore di ciascuna costa ; anzi una di esse talvolta si caccia nel processo trasverso della settima vertebra del collo . Aggiungonsi inoltre a questo muscolo più profondamente dalla costa duodecima fino alla settima certe porzioni, a quella guisa che dal Cervicale discendente ;, come avvisammo a suo luogo, derivando altre porzioni si cacciano nella costa seconda, ter- za, quarta, quinta, e sesta, le quali fram- mischiate colle picciole bende ascendenti del Sacrolombare, diedero motivo , che alcuni cre- dessero il Cervicale discendente per una parte del Sacrolombare. Per ciò poi che riguarda più propriamente il Lunghissiuìo, vedesi una certa distinta separa- zione a mezza sede incirca tra V undecima e duodecima vertebra del dorso. La carne ascen- dente spiegata , fornita di funicoli la maggior J20 parte tenclinosi , esternamente, e internamenìe s' inserisce nella faccia posteriore delle dieci costei sotto la seconda: vicino al Sacrolotnbare co' suoi funicoli esterni , piìi davvicino poi ai processi trasversi di tutte le vertebre del dorso si legano quei funicelli , i quali sono interni per la situazione . Il funicolo superiore di tutti si affigge alla parte posteriore ancora dell' ultimo processo trasverso , il quale appar- tiene alla prima vertebra del dorso. Tra que- sto processo e la spina di questa vertebra , il corpo attenuatosi del muscolo ascende nel collo, e non di rado manda due cordicelle Lendinose, le quali vanno a terminare nell'api- ce posteriore e inferiore del processo trasverso spettante alla quarta e quinta vertebra del collo . Il Mahifido della Spina , che per bene osservarlo, s' hanno a levare via il Lunghis- simo del dorso e il Sacrolombare, è una massa carnosa prodotta quasi dalla fine dell'osso sa- cro fino alla seconda vertebra del collo, com- posta di molti fascetti minimi d'inegual lun- ghezza tra loro meravigliosamente complicati j forniti di ambedue le estremità tendinose , frapponendovisi la carne dove piìi lunga , e dove più corta : il nascimento di quelli , che sono posti inferiormente, si ha nella parte posteriore e laterale dell' osso sacro sopra X ultimo suo forame, sì nel legamento chig 121 unisce l'osso Ilio col Sacro, sì nell'osso Ilio medesimo posteriormente e superiormente , sì finalmente nei processi trasversi e obbliqui ossia articolari delle tre o quattro inferiori vertebre lombari. Generalmente è la mede- sima orìgine degli altri fascetti, che occupano nel dorso e nel collo la colonna delle verte-^ bre, eccettuata la piima del collo. I compo- nenti fascetti si puonno dividere in esterni ossiano superficiali , e in interni ovvero pro- fondi. I primi sono più lunghi , questi poi più corti. Tutti e ciascheduno scorrono, dalla sede inferiore ed esterna nella sede supe- riore ed interna ( cioè verso le spine : im- perocché gli esterni soniti dal processo tras- verso di ciascuna vertebra s"* attaccano al processo spinoso di quelle vertebre che sono superiori: gli interni più obbliqui derivando dai medesimi processi , e massimamente dalla radice di questi , come anco dalle apofisi arti- colari supreme della vertebra inferiore princi- palmente, s'inseriscono nelle spine appena na- te e apofisi articolari inferiori delle vertebre che sovrastano. Gli esterni fascetti sono quelli principalmente che hanno ineguale lunghezza; poiché alcuni di essi, ciocché avverasi princi- palmente degli inferiori , ascendono alle due , tre, quattro, o cinque vertebre superiori^ nel- le spine delle quali diffondono i proprj tendi- ni. Per altro tuila questa massa da alcuni 122 Aiiotomìcl fu distinta in tre parti, quasi in al- trettanti muscoli: delle quali la inferiore ap- partenesse all'osso Sacro e ai Lombi, e que- sta la più grossa di tutte; l'altra superiore, e meno grossa appartenesse al Collo; T altra poi di mezzo tra queste, e più tenue delle al- tre appartenesse al Dorso. L'inferiore chiama- rono il muscolo Trasversale spinoso dei Lom- bi, che dagli antichi soleva chiamarsi Sacro: la superiore il Semispinoso ovvero Trasversa- le spinoso del Collo ; quella di mezzo il Se- mispinoso ossia Trasversale spinoso del Dorso. Al qual muscolo del dorso, se non m'inganno di molto, riferivano il semispinale ancora, e lo Spinale, di cui parleremo qui appresso. s^ffr^^'nfr Sosteno;ono validamente la colonna delle Sii tre mascoli. O vertebre, se sia curvata in avanti, affinchè tutto il tronco non cada in avanti : la erigo- no ossia la estendono incurvata, e la restitui- scono nella primiera sede, eretta la inclinano all' indietro: anzi la piegano alquanto lateral- mente, e più ancora questo lo fa il Multifido nel Collo, quando uno di questi muscoli so- lamente si contrae . Siccome poi il Lunghissi- mo e il Sacrolombare hanno le proprie code inserite posteriormente nelle coste, così posso- no inservire a deprimerle. Inoltre il Multifi- do destro o sinistro, agendo separataiuente » piega alquanto la colonna medesima verso 11 suo iato . 123 Lo Spinale del Dorso è situato tra le spine delle vertebre del dorso ed il Lunghis- simo, a cui sta attaccato, ed è steso sopra il MuUifido, con cui si congiunge in varj luo- ghi. Con cinque capi lendinosi sorge dalla fac- cia laterale, e suprema della spina delle due superiori vertebre lombali , e delle tre in- feriori del dorso. Ascende indi carnoso tra le spine e i processi ossiano apofisi articolari, e con sette o otto code similmente lendinose s'inserisce nelle spine della decima, o nona vertebra del dorso fino alla spina della se- conda. I fascetti poi, da'quali è composto, hanno inegual lunghezza, e 2,rossezza ; imper- ciocché l'inferiore di tutti è piìi grosso, e piìi lungo degli altri, il superiore di tutti è degli altri il più tenue ed il più corto. I capi poi, e le code di questo muscolo non sempre si fanno vedere a quella foggia, che noi abbia- mo di presente divisata; imperciocché in al- tri e in altri cadaveri amendue le estremità sono differenti di numero, e perc-ò non sem- pre accuratamente in quei luoghi nascono i capi, finiscono le code, e sono inerenti. Il Semispinale del Dorso sorte con quattro funicoli tendinosl dalla faccia posteriore , su- prema, e insieme laterale del processo trasver- so della decima, nona, ottava, e settima ver- tebra del dorso; nei c[uai luoghi ha sotto ste- so il Muitifido, col quale s'immedesima con 1^4 alcuni fascetti . Quel capi per lungo tratto ascendono ebbi iqua mente verso le spine delle vertebre; connessi insieme hannovi unita la carne ad ineguale altezza; dividesi tosto que- sto muscolo in sette code tendinose quasi tra loro coerenti , le quali in ordine svanisco- no nella faccia esterna delle spine ( e anzi vicino alla punta di questa ), le quali sono proprie delle cinque superiori vertebre del dorso, e delle due inferiori del collo. Quella di qtieste code , che è la superiore di tutte , supera le altre code in lunghezza; e que- ste code pure di questo muscolo variano in numero , come anco i capi , in altri e in altri cadaveri, come abbiamo poco fa accen- nato delio Spinale, a cui si unisce con alcu- ni fascetti . Di questo muscolo e dello Spinale altri fanno un muscolo solo, che appellano Spinoso grande del Dorso; 'a]tn Seniispinoso . omdodiqna- L'' uno e l'altro muscolo, lo Spinale cioè ed il Semispinale del dorso, sostenta quel- la parte della colonna delle vertebre , a cui sta inerente, se sia piegata in avanti, im- perciocché la dirizza , e pertanto la resti- tuisce alla primiera rettitudine : ritta poi la piega all' indietro , se l'uno o l'altro agi- sca col suo compagno ; o obbliquamente nei lati , quando un solo si faccia agire ; dal che si vede , che questi due paja di mu- scoli cospirano a fare la medesima azio- ne affatto col Lunghissimo, Sacrolombare, e Multifido. GÌ' Interspinali dal dorso , e dei Zom- hi convengono nell'origine e nella fine, e neiroflìcio ancora cogli Interspinali del collo: Imperciocché escono quasi dall'apice estremo, e superiore di ciascuna spina della vertebra inferiore, e ascendendo nella faccia opposta, cioè neir inferiore si affiggono alla spina che appartiene alla vertebra sovraposta : il primo di tutti è situato tra la quarta e la quinta vertebra dei Lombi . Siccome poi general- mente le vertebre del dorso , quanto più sono inferiori , tanto meno hanno le spine incli- nate tra loro scambievolmente, e crescono di mole : le spine poi più grosse delle vertebre lomb-iri sono più tra loro distanti , quasi pa- ralelle air orizzonte , e le vertebre stesse sono più grandi ,• perciò facilmente s' intende , che gl'inferiori Interspinali sono più lunghi dei superiori, e insieme più grossi, e inoltre tro- varsi nel Dorso bensì in alcune vertebre che so- no poste al di sotto , ma non nelle superiori . Qualunque spina superiore, e pertanto offici» di qw- anche la vertebra stessa si tira verso quello"" che è inferiore di sito; si diminuiscono adun- que gì' intervalli delle stesse spine , e perciò sostentano la colonna delle vertebre, quand'es- sa è incurvata in avanti, la erigono ^ e la piegano indietro. 126 Il Quadrato dei lombi giace in quell' in- tervallo, che è posteiiormente tra la cresta dell'osso Ilio, e la costa duodecima; e si deduce dalla cresta superiore e insieme al quanto anteriore del medesimo osso Ilio , ov- vero dal labbro interno della cresta mede- sima ; come anco da un particolar ligamjen- to , che congiunge il processo trasverso del- la profonda vertebra dei lombi col medesimo osso Ilio. Il suo principio è piuttosto largo, che uguaglia circa due pollici parigini , pre- so principio dair articolazione dell'osso Ilio col Sacro : quindi ascendono le fibre j le qua- li s' avviticchiano parte alla faccia interna di siffatti processi nelle quattro vertebre su- periori 5 e al lembo inferiore della dodice-. sima costa ; così pure al ligamento di questa costa colla prima vertebra de' lombi : parte ( vale a dire nella parte esterna ) si porta- no libere insù , e s' insinuano nell' indicata costa . La faccia posteriore di questo mu- scolo , che mostrasi agli occhi solamente al- lora quando oltre tutti i muscoli indicati di sopra , siasi tolto via ancora il Trasver- so dell' Abdome , ha tra seco tessute delle picciole bende, dove guarda i processi, a cui esso muscolo è inerente , ed è involto da una tela aponevrotica propria ancora del medesimo Trasverso: La faccia anteriore verso l' Abdo- me è levigata per ogni dove ( e sid essa in sti. 127 gran parte s"* appoggia l'uno e l'altro mu- scolo Psoa ) con una robusta tela cellulosa stesavi sopra ; e dalla parte suprema e ante- riore di questo muscolo ascendono frequentis- simamente alcune fibre nel processo laterale deir ultima vertebra del dorso. Sostenta nella sede dei lombi la colon- officio di qne- na delia vertebre, affinchè stia ritta; in- clinata poi o in un lato o nell'altro la sostiene; la piega ancora talvolta indietro: la incurva poi a destra o a sinistra; secondo che agisce separatamente il destro o il si- nistro . Il Psoa piccolo da vedersi aperto che sia r Abdome , e levate le viscere ( e in man^ canza del quale, come alle volte succede, il Psoa grande, di cui parleremo altrove, è piìi grosso nella sede superiore , e fa le sue ve- ci ) ha il primo luogo entro la pelvi, che vien formata dalle ossa innominate. Sorte cioè tendinoso sopra il forame ovale ( num. 21 3. ) dove Tosso del pube si connette coir osso Ilio. 11 tendine nel suo principio spiegato in una larga aponevrosi , da cui so- no coperti il Psoa grande e il muscolo Ilia- co, ascende per non poco tratto dalle parti anteriori, inferiori, ed esterne nelle poste- riori , superiori ed interne : a mezza altezza circa delle vertebre dei Lombi vi si aggiugne per ogni intorno della carne, la quale a poco a poco formata in un funicolo più grosso .? indi gradatamente assottigliata^ manda quasi un doppio tendine: di cui uno s'affigge al margine inferiore del corpo dell' ultima ver- tebra del dorso , come anco al ligamento che lega questa vertebra colia prima de' lombi ; così pure al margine superiore della prima vertebra dei lombi : V altro tendine si lega inferiormente al margine supremo, e pari- ^ mente laterale del corpo della prima verte- bra dei lombi, e al vicino legamento. offici«diqaa- Inclina anteriormente i lombi e quindi aii- clie il dorso, quando gli estensori della spina dell'una e dell'altra parte restano inerti: pie- ga lateralmente , se utK) solamente si faccia agire : anzi serve anche ad alzare la Pelvi insieme col Psoa grande, cogli Obbliqui e coi retti dell' Abdome, quando la colonna del- le vertebre per forza degli Estensori sia eret- ta , e quasi rigida . GÌ' Intertrasi'ersali del dorso e del lom- bi occupano gì* intervalli tra i processi tras- versi delie vertebre, principiando da quello, che è tra la quarta e la quinta vertebra dei lombi . Sorgono dalla parte superiore del prò. cesso trasverso, che è inferiore, e coi loro fini sono ricevuti dalla parte inferiore del pro- cesso vicino superiore. Gli inferiori sono pia grossi , e pili lunghi di tutti ; quelli che sopra succedono, a poco a poco diminuiscono di. mo- Ì2t le, cosicché nelle prime TPrteÌ3re del dorso ì a loro tenuità e fia-ura lendinosa rassonii;>lia piuttosto un legamento die carne . Noi ab- biamo sempre ritrovato codesti muscoli Inter- trasversali, non altrimenti che gì' Interspina- li , come gli ha ritrovati la massima parte degli Anatomici ; per la qual cosa fa mera- Yiglia come sia avvenuto, che alcuni moder- ni Autori chiarissimi abbiano scritto di aver cercat,o indarno i muscoli [nterspinali e In- tertrasversali del dorso e de" lombi . Dall'azione deo'li Intertrasversali di un latof^''^«odis;u«- piegansi il dorso e i lombi lateralmente, ed inclinata in un dei lati la colonna delle ver- tebre da q,uelli clje stanno nel lato opposto , vien pria sostenuta , poscia eretta ^ e resti- tuica nella primiera sede . Coir osso Sacro, in cui, come abbiamo ^^*^''"'«'*- veduto , risiede alcuna parte dei muscoli mo- venti la colonna delle vertebre , congiugnesi inferiormente l'osso del Coccige ( num. «93 ) che ad alcune parti vien tratto per mezz* di certe fibre , le quali unite qua e là for- mano un muscolo a cui si die il nome di Cocci freo . Coir una estremità lendinosa , e te- nue sorte dall'acuto processo dell'osso Ischio ( N. 2 1^. ), ma dalla faccia interna di que- sto; coir altra poi della medesima natura, ma molto più spiegata , mette radici nel lato dell'osso del Coccige, e nel legamento, che JPAB.TJS If. né però pretenderemo che Tion si trovi mai, insegnano nascere dal lega- mento , che è interiormente sopra il forame ovale della pelvi; andare inferiormente tra questo iigamen- to e il muscolo Otturatore interno , col quale scrivo* no confondersi spesso, e leiminar» nella parte infe- pore dei Coccige . CAPO DEGIMQSESTO Del Muscoli degli Arti superiori, e primieramente dei Muscoli deir Omero . 365. Accennammo brevemente altrove i . '^•jj^^^^ liga menti ;, dai quali vien tenuto nella carità <^»u' ome» . gjerioidea della scapula il capo dell'omero. J3i questi ora basta generalmente aggiugne- re , che il legamento orbicolare , il quale sor- tendo fuori dal ciglio del capo della scapula portasi sopra il capo dell' omero , e s' inse- risce sotto questo capo, formando la cassa, che contiene 1' osso nel suo articolo , lascia un intervallo tra i due tubercoli dell'omero medesimo ( N. 237. ) , il quale corrisponde al solco che divide questi stessi tubercoli ; per il qual solco coperto da un altro legamento, come da un ponte, scorre un tendine d'un certo muscolo che descriveremo da qui a poco. Di poi nel corpo di quest' osso qua e là sotto incirca la terza parte di sua lunghezza trovasi un ligamento sottile ma forte , poco spiegato , più gracile però nella sede supe- riore, pili largo nella inferiore, il quale si sporge fino ai condili di questa estremità ( N. 238. ). ili' Omero l32 Finalmente l'estremità inferiore di quest'os- so si congiunge co! Cubito non tanto per il ligamento capsulare ( N. ii5. ) corroborato da altri fasretri lÌ2;amentosi por>;fviati sovra di esso e tessuti insieme , quanto da un dop- pio fascette della medesima natura proceden- te dai suaccennati cojidili, e prodotto sopra il ligamento capsulare . Uno di questi è legato ili lato interno dell' Ulna ; V altro poi con- iiettesi tenacemente esteriormente col lega- mento , che sorge dal ciglio del capo del Radio . Inaile q..:,. Coutenuto r Omero iiella sua sede dagli HiM attribuiti accennati leiramenti, lo muovono nove paia di muscoli ; de' quali altri servono ad innalzar- lo , altri a deprimerlo , altri l' allontanano dal petto , altri finalmente 1' avvicinano al petto medesimo . Alzano Il Deltoide . Il Sopraspinato . I! Coracobracciaìc . Abbassino Il Latissimo del dorso. 11 T'erete minore. Il Suhscapulare . Allontanano L' Infraspinato . Il Terete maggiore. Avvicina Il Pettorale . i53 11 Deltoide nella parte superiore dell'Ome- ro posto sotto la cute ha un' origine assai spiedata . Imperciocché nasce quasi da tutto il marfnne inferiori^ della spina ( N. 22J). ) della scapala; indi rpiasi con una nuova ori- f^ine procede dal leiubo estremo del processo ( N. 224. ) dell' acrornio , e dall'altra parte parimenii anteriore e esterna della Clavicola. Codeste origini sono lendinose , delle quali !a più larga è quella posteriore: la meno spie- f^ata è r orifT^ine anteriore : di queste due minore è quella , che giace di mezzo tra queste . Le carni che indi tosto succedono , formano una massa in sei o sette fascetti , fabbricata come di tanti muscoli , i quali nelle porzioni tendinose separati tra loro, a poco a poco convengono in un solo; e quin- tli questo muscolo acquista una forma trian- golare, d'onde ebbe il nome di Deltoide. Di questi fascetti altri scorrono sotto gli altri , e bellamente s'intrecciano tra loro; fin'a tan- to che colle fibre parte carnose, parte tendi- nose s'attacca finalmente questo muscolo con quelle asperità , che trovanti soito il collo dell' Omero nella parte superiore , e anterio- re del corpo di quest'osso ( N. 238 ). Alza l'Omero più o meno ad arbitrio del- orrabdi^u^ la volontà" alzato lo conduce in avanti se- condochè agiscono le fibre anteriori o poste- riori . Anzi come i fascetti a<2endo insieme r54 tutti levano l'Omero in fuori, e quindli ìtf allontanano dal Peuo, gli anteriori poi agen- do separatamente lo tirano in su ed in avan- ti s senza che rimovano il braccio dal petto; al contrario i fasceiti posteriori non possono quasi muovere TOniero indietro , se quest' os- so non sia stato alzato . Dal rilassamento di questo muscolo maggiore o minore al cenno della volontà , alzato 1' omero pel proprio peso , o subitamente, 0 a poco a poco e len- tamente si abbassa , quando o stiamo in pie- di, o seduti. Nelle altre positure del tronco di tutto il corpo il braccio alzato si abbassa dagli altri muscoli comunemente detti De- prcssori . Il Soprasp'wato , cosi nominato perchè oc- cupa quella cavità della Scapula ( N. 2,^5 ) la quale chiamasi sopraspinata, è coperto dal Cuculiare , e nasce dalla parte interna di quella cavità , dove cioè comincia a venir fuori la radice della spina della Scapula . Questo muscolo grosso relativamente alla sua brevità, andando all'esterno fino nella radice del processo coracoideo , riempie questa cavità medesima , coperto in gran parte dal margi- ne supremo della spina della scapula , e dal- l'acromio; indi assottigliato passa sotto l'ar- co ( N. 240. ) che vieu formato dalla cla- ■vicola e dall' acromi© stesso , e col suo ten- dine s'inserisce nel legamento capsulare, dove ,ih torìMsponde alla tuberosità estetna più grossa del capo dell' omero (N. 237.), poiché rare volte col suo tendine arriva fino al collo del- l'omero, come scrivono alcuni. Se ajuta in qualche parte ad innalzar Po- ^^'JJ'^'"'^' '•''=' mero, ciò è quando i fascetti dei Deltoide posti anteriormente alzano il braccio in avanti . Per altro sembra piuttosto tirar l'osso dell'omero obbliquamente all'esterno. Giustamente, a mio giudizio , ha voluto il "Winslow , che serva piiiicipalmente a quest'uso, cioè che col suo tendine spiegato e lobiisto comprima il capò dell' omero , affinchè dall' azione del Deltoide ( che è un muscolo validissimo ) questo capo non venisse cacciato fuori dalla propria sede; inoltre affinchè ordinatamente traciga a se il OD legamento orbicolare,' affinchè, siccome è las- sò, non s'increspi, mentre s'alza il braccio, e si possa cacciare tra i cnpi dell' omero , e della scapula ; quindi comprimersi rozzamente; singola imente quando il braccio alzato si con- duce insieme in avanti . li Coracohracciale egli è un muscolo situato nella parte interna dell'omero, a cui va fino alla mezza lunghezza in circa. Esce tendinoso anteriormente dall'apice estremo del processo coracoideo della scapula tra i tendini del Ser- rato anteriore minore (N. 362.) e del Bicipi- te che poi si dovrà descrivere, di cui sembra a prima vista CL^seine uaa parte; coi quali ten- ì'òò clini nnco coisce iii non picciola porzione. La carne che ludi succede, producendosi obbliqua- niente all' ingiù e in avanti, con larga ma tenne estremità - poco lendinosa finisce alla metà in circa dell'osso omero nella di lui par- te interna, avviticchiata a quei ligamento* die poco fa accennammo scorrere nel lato in- terno dell' omero al conddo corrispondente . Chiamasi da alcuni Muscolo perforato del Cas~ serio, perchè questo mio chiarissimo Anteces- sore nelle carni di questo muscolo a mezza lunghezza in circa scoprì una scissura , per cui passa il nervo , che chiamasi muscolocuta- veo . Officio di TIC- L'origine, e la fine di questo muscolo in- ""' dicano abbastanza, che egli serve a trar in su r omero , e insieme oltre il petto in avanti, llìtiene il capo dell'omero nella propria sede, e muove talvolta la scapola in guisa tale, che il di lei capo s'inchini in avanti, e l'angolo poi inferiore venga caccialo in dietro. Que- sto poi avviene allora quando l'osso dell'ome- ro vien formato di maniera che non possa por- tarsi in su . Finalmente restituisce 1' omero nella sua ìq^^, ogniqualvolta che è rilassato insieme col Deltoide, o (juando dalla contra- zione del Latissimo del dorso l'omero fu pie- gato in diet^ro verso il dorso. il Latissimo del dorso stando sotto la cu- t-p', coperto superiormente e posteriormente ìr i5 7 qualche parte del Cuculiare , e steso su la quarta parte incirca della Scapula nella sede inferiore, egli è un ampio muscolo, il quale con moltiplice origine, e questa per non poco tratto lendinosa, procede primieramente dal tu- bercolo, ossia dall'apofisi obbliqua descendente, (N. 192) la quale qua e là nell'osso sacro sta appresso alla fine della teca delle vertebra, e dai processi spinosi parimenti dell'osso racro medesimo, delle vertebre sovrastanti dall'ul- tima dei lombi fino (almeno frequentemente) alla quinta del dorso. L'origine inferiore acu- minata a poco a poco nel lato esterno spiegasi a focrgia d'un trianoiolo niano e inverso, e quindi s' attacca posteriormente al margine e- sterno della cresta dell' osso Ilio alla mezza lunghezza di lui incirca. Da questi luoghi, e dalle tre o alle volte quattro coste inferiori derivano i principi di questo muscolo. La car- ne, la quale a varj Inoghi ed incerti coisce con un lato tendine , portasi con obblicjuo tra- mite dalie parti inferiori e interne nelle su- periori ed esterne: quanto più va all'esterno facendosi convergente e grosso , formasi in pie- ghe, alle quali raccolte sotto l'ascella vi si unisce un tendine rappresentante giustamente una benda larga quasi due dita trasverse, la quale unendosi col tendine del Terete mag- giore e del Pettorale^ si affigge un po' sotto il collo dell'omero in quest'osso medesim© nella sede interna . ito ÌÓ'Ó officio di que- Con tutte le sue fibre serve a dodrimere l'ouìero più o meno alzato; e lo tira ancora ingiù coll'annessa scapnld, quando quest'oìso pende quasi dal tronco; ciocché avviane in molte circostanze. Colle fibre superiori, po- steriori, e alquanto ascendenti all'esterno av- vicina alle spine del dorso la base della Sca- pula , a cui è attaccato; colie inferiori tira parimenti in giù il braccio; contratto valida- mente questo muscolo piega in dietro il brac- cio medesimo; e piegato il Cid)ito, lo ruota dall'esterno all' interno, per lo che da alcuni ancora vien detto Àniscaltore : siccome può condurre in su le coste , alle quali è annes- so, massimamente quando tutto il braccio ten- gasi alzato , e rendere parimenti la respira- zione difficile alquanto, quando tirato il capo dell'omero alP acroiTiio , col re-^to del braccio comprimiamo qualche cosa , determinando cioè la pressione ali* ingiù. 11 Terete o Rotondo minore ha principio dalla faccia po^teriore della Scapula sopra il di lei angolo inferiore : ingrossandosi ascende obbliquamente all'esterno, e insieme in avanti, inerendo alla costa , la quale esternamente ( N. 223. ) corri-iponde a cpiest' angolo, fino al collo della Scapala medesima: dal quale partendo, frappostosi un tendine piuttosto lar- go alle estremità carnose quasi uguali, con fine tendinoso svanisce nella sede poneriore i39 e inferloi-e lìi-lla tuberosità liiaggiore, da cui vien ornato auierioi mente il capo ilelT omero ( N. 237. ) , e nella confinante parte del col lo dì cjuest' osso . Tira alquanto in giù l'omero, e alquanto ^J'"''-^^'"-' posterìormeiiie -. tuttavia ruotando in cjualche parte Tomeio istesso dall' interna sede all' e- sterno , massimamente quando piei^nto il Cu- bito, avvicinato al petto muovasi dail' interno air esterno e indietro . Il Sottoscapulare , da altri Infrasca palare ^ esce da tutta la faccia della scapula , dovf poggia sopra le coste, col suo primo lembo partito dal margine di quasi tutta la base. Egli è composto di moltissimi fasceiti , di' quali altri si stendono sopra altri ^ altri poi si frappongono ad altri. Questi fascetti lana- biscono ancora le coste dell' istessa scapula, alle quali sono aderenti , e come converger- ti dalla circonferenza nel centro, vanno ver- so il capo delia scapula; convengono in v.n tendine comune, e nella sede del tuberco- lo minore del capo dell' omeio ( N. ^37.) si atfio-o-ono al legamento orbicolare. Sebbene questo muscolo si annoveri da il-o^^io^' q-"'»' cuni tra i Depressori, e da noi ancora, per sesiuire il metodo, che avvisammo di os^^er- vare; tuttavia , fatta attenzione alla di lui sede e fine , uopo è confessare essere il suo principale officio ^ non tanto girare il capo 140 Officio di f[ne ito. tieir omero dalT esterno all' interno, quanto ritenerlo nella sua sede , affinchè , cacciato violentemente indietro il Cubito, facilmente non esca dalla cavità glenoidea della scapala- L' Infraspinato^ che allora ben mirasi so- lamente, quando tolto sia via il Cuculiare , occupa la faccia posteriore della Scapuia sotto la spina, d'onde prese il noir.e, spiegato tra la base e la costa inferiore. Attaccate a tutti questi luoghi le fibre dove piìi lunghe e dove più corte, hanno una o due linee tendinose dalle quali linee le fibre medesime derivate dalla spina, dalla base, dall'angolo, e dalla costa inferiore, andando verso iì collo della scapuia, ed ammas.^aie insieme concorrono in un tendine , il cjuale superiormente e poste- riormente è ricevuto dal tante volte nomi- nato legamento orbicolare, dove è coperto il tubercolo maii^ior^" del capo dell'omero. Viene annoverato tra gli Abautori, quelli cioè che Tosso dell'omero superiormente al- lontanano dal petto. E infatti ne muove il capo in guisa tale , che lo volta dall' interno air esterno. Gira adunque in questa sede r omero stesso, ciò che sembra non poter fare , se di fatti non ismuova alquanto dal petto quest' osso. Inoltre anch' egli, come il J^opraspinato dà robustezza al legamento ci- {;liare , e impedisce , che il capo dell' omero in una valida azione ^el Pettorale non esca i4t fuori esteriormente dalla cavità gìenoidea della Scapola . Il Terete , ovvero Rotondo maggiore si stende nella parte posteriore della Scapula dal suo angolo inferiore; ascende obbliquamente all'esterno verso l'omero, camminando quasi paralelfo ai Terete minore, a cui per la si- tuazione è esterno, e vi è aderente: indi col suo capo quasi per tutto fendinoso, ed egual- mente larop , col tendine del Latissirao dispo- sto a croce e discendente, unendosi a questo istesso tendine, come pure a quello del Sot- toscapulare , dell' Infraspinato, e del Tere- te minore, si agglut'na all'osso dell'omero immediatamente sotto il tubercolo minore . (N. 237) Abbassa 1' omero, lo conduce addietro, lo officio ét«i»«- fa girare attorno al proprio asse in tal ma-""' niera, che il cubito sia voltato verso il dor- so ; nel far il qual • movimento si oppone air azione della parte [superiore del muscolo Pettorale, siccome il Latissimo si oppone a quella, che appartiene al medesimo Pettorale nella parte inferiore. Una tendinosa guaina posta sotto la cute non solamente abbraccia e le2:a insieme in gran parte i muscoli dell' omero fin qui de- scritti 5 ma discende ancora tra essi , e le loro carni . Il Sottoscapulare anch' egli ha sopra- stesa una simile? ed egualmente tenue guaina 142 verso le coste : anzi alla parte superiore del Deltoide sovrastencìesi una certa toisa della medesima indole attaccata al processo acro- mio. Così la faccia anteriore del Latissimo , almeno in qualche parte è coperta dalla guai- na, che deriva dal tubercolo minore dell'o- mero; mentre frattanto dal tendine dello isiesso Latissimo esce un' aponevrosi, la quale sotto la cute circonda i muscoli giacenti nel braccio: alla qual sguaina ii a2;a;i unìsono delle porzioni dal muscolo ancora Serrato anteriore, e dal Pettorale; e da altri muscoli parimenti, che verremo poi a descrivere. Per mezzo di questa guaina vengono non solamente cono- borati i muscoli, che alla stessa sono ade- renti, e contenuti nelle loro sedi , ma vien diretta ancora la loro azione, affinchè pel diverso tirare non vi-ng.mo sconcertati i mo- vimenti necessari , o non si possano aJt-qua- tamente fare . il Petiorile sottoposto alla cute è un muscolo grosso ed ampio, che occupa ante- riormente il petto e superiormente, ed este- riormente. Sembra esser composto di due por- zioni, di cui r una minore e supcriore esce oalla clavicola, e misura la mezza lunghezza ^i lei dallo Sterno verso i' Acromio* V altra maggiore deriva con una tenue membrana tendinosa dall' articolo della Clavicola coli^ Sieino^ da tutto il lato dello Sterno uiede- 143 slmo, e dalla cartilagine della sesta e settima costa; la qual membrana prodacendosi qua e la sopra lo Sterno fa , che i fili tendinosi d'ambidue i muscoli Pettorali si frammischino in quel luogo . Le fibre che vengono dalla Clavicola discendono obbHquamente nell'ester- no; meno obbliquamente in ordine camminano quelle che escono dallo Sterno , alcune delle quali vanno per traverso; quelle che derivano dalle coste ascendono all' infuori . Tutte queste fibre, tanto quelle che più profondamente escono da quasi tutta la parte cartilaginosa di quelle coste , alle quali stanno sopra , quasi in forma di rag;o;i andando dalla circonferenza nel centro conveno-ono verso l'ascella, in tal guisa però , che le inferiori si cacciano sotto le altre, che vi stanno sopra , dal che avvie- ne ;, che il tendine di questo muscolo sia com- posto quasi da un doppio tt^ndine, ordinate le fibre essendo delT uno e dell'altro a forma di cancelli: imperciocché quella parte del ten- dine che guarda in avanti , corrisponde alle fibre discendenti della porzione minore; quel- la poi che mira all' indietro , è congiunta colle fibre ascendenti della porzione maggio- re. Questo tendine poi, sotto il tubercolo maggiore ( N. 235. ) del capo dell'omero, si affigge al margine esterno di quel solco , che sta tra il tubercolo mac:o;iore e minore, di me^zo tra ì tendini del Deltoide , e del 144 Latissimo, coi quali ed è coerente, e com- pone quelle guaine aponevrotiche , che poco fa abbiaiDo indicate (i). ois«!»dipirare cioè the fa col Tri- cipite nella medesima azione, Furonvi poi Anotomici di gran nome, i quali scrissero esser stato dato ancora a piegar il Cubito, e par- ticolarmente ad ajutare 1' officio del Brac- ciale interno. Dei Muscoli della Mano. 56-7. l\ vanti che entrassimo a descrivere i muscoli moventi 1' omero ed il cubito^ in- dicammo alcuni principali legamenti , che gli ossi stessi deir omero e del cubito ritengono nel loro articolo , e i muscoli serrano , e in certa maniera separano da loro fin quasi al carpo. Ora egli è prezzo dell' opera il dire alcune poche cose degli altri legamenti che o uniscono ali ossi, o ritengono i muscoli nella loro sede . Cnaii siano i j? Jq prlnio luoo;o SU periormeu tc dal pro- Jegameuti del 1 I II ' I / NT / \ 1 II ^obito. cesso coronoideo dell ulna (JN. 247) da quella parte che riguarda il radio , nasce un lega- mento,' il quale abbraccia il ciglio del capo i5i elei radio: sotto il quale nn altro legamen- to, the obblitjiiametite discende quasi dalla medesima sede dell' ulna, si ^iffigg^ al tuber- colo del radio (N. 2 52). Qiiinds siegue il le- gamento interosseo altrove indicato (N. 49), che r intervallo riempie di mezzo tra V ulna e il radio. Inferiormente, oltre il legamento comune cap- sulare, che connette tra loro le ossa del tar- po , il capezzolo dell'ulna vien serrato da un legamento, che derivando dalla fossetta scolpi- ta nel tubercolo interno del radio ( N 2 53) largamente abbraccia d' intorno questo mede- simo capezzolo. Inoltre dal margine della fossa glenoidea del radio, colla quale si ar- ticolano gli ossetti del primo ordine del car- po , esce un legamento, il quale inserito in questi ossi li contiene nel loro articolo: pel qual fine ancora dal lembo ossia cresta del ca- pezzolo dell'ulna, e dalla sua apofisi (N.25o) stiloidea , siccome anco dalla simile apofisi dell' o>so rad'o, discendono dei legamenti in questi medesimi ossetti del carpo. A questi piccioli legamenti, siccome ancora al capsulare comune , stendesi sopra in certa maniera un altro le2;amento , che ha la fiizura come d' una fascia Sorge dall' osso del ra- dio avanti di arrivare nelT apofisi stiloidea : quindi va sotto la cute, e sopra il dorso del carpo, per terminare nell'ossetto interno del l52 Carpo dell' ordine superiore chiamato subro- tondo , ovvero orbicolare (N. 2.56);, e pari- menti neir ossetto vicino. Chiamasi da alcuni legamento trasversale esterno del Carpo , da altri poi legamento armillare ^ perchè fa l'of- ficio di braccialetto , contenendo i tendini dei muscoli estensori del Carpo e delie dita, con che si regge 1' azione di questi muscoli , e si dirige ad esercitare i movimenti necessarj con minor dispendio di forze. Al margine esterno ( cioè nella mano ro- vescia ) di questo legamento evvi annesso un aUro lea;amento, dove corrisponde al malleolo del radio (IN". 6j^) ossia alla sua apohsi sti- loidea ; e un altro havvi interiormente e in^ sieme superiormente e posteriormente , alla simile apofisi dell' ulna, la quale forma il malleolo interno (N. 67). Ambidue questi le- p'amenti fi2;urano un breve canaletto , entro il quale sono contenuti i tendini di alcuni muscoli moventi il Carpo , e alcune dita in guisa che possano bensì scorrere liberamente insù e ingiù, ma non mai venir fuori da quel canaletto. Di più nella parte di mezzo e concava del Carpo, dove cioè corrisponde alla palma della mano , trovasi un altro legamento robusto posto a trasverso , annesso ai quattro vicini ossetti del Carpo: sotto il quale, come sotto un ponte^ passano i tendini dei muscoli piega- ■ ^53' tori delle dita. Lo chiamano legamento anu- lare, altri poi legamento trasversale interno del Carpo. Indicammo così di volo, al numero 260 e seguenti, altri minori legamenti piìi profondi degli altri , i quali congiungono insieme gli osseiti del Carpo: quelli poi che appartengono al Metacarpo e alle dita, sebbene anch' essi siano stati indicati , tuttavia a luogo più op- portuno li descriveremo secondo il nostro costume . Piegasi la mano , si stende , e si gira an- cora in maniera, che sia o chinata, 0 supina, quando cioè l'osso del radio, col quale pres- socchè solo articolasi la mano, ruota circa r ulna nella parte esterna, o interna, o fi- nalmente contraevi la palma. A fare questi movimenti, che sono i prin- Qu^^Heqn.mi cipali, inservono undici muscoli; de quali lescoiid9iiam«T origini , e fini indicheranno il sito , che ten- gono tra gli altri muscoli posti nel cubito. E questi per verità sono molti, e posti in guisa, che alcune loro porzioni appariscano immediatamente sotto la cute, mentre altre porzioni stanno p ù profondamente stese vici- no alle ossa, dovt- perciò poste sopra, e dove sotto ad altre ed altre parti di muscoli. Nel descrivere questi principieremo da quelli, che girano la mano in guisa , che se il braccio iwiposto sia sopra una mensa, ora la palma i54 della mano si volti contro la mensa , ed ora il 'jorso La prima situazione chiamasi pro- nazione ^ \a seconda supinazione Seguiremo di poi a trattar in ordine i muscoli piegatori, ed estensori della mano, e finalmente quelli che contraggono la palma . La mettono prona Il Pronatore rotondo . Il Pronatore quadrai». La fanno supina Il Supinatore lungo . Il Supinatore breve. La piegano II Badiale interno . L' Ulnare interno. La Estendono Il Badiale esterno, lungo, e breve. L' Ulnare esterno. Stringono la palma II Palmare lungo. Il Palmare breve. Il Pronatore rotondo > ovvero ancora obbli- quo, è un muscolo piccolo, largo piuttosto che grosso, posto quasi nella sede contraria del Supinatore breve, che presto si avrà a descrivere, col quale foruìa un angolo colla punta che guarda ingiù. L'origine sua viene dal condilo interno dell'omero, con fibre parte carnose e parte lendinose ; e quest' ultime sono intrecciate col tendine dell' Ulnare in- 55 terno. Quindi portasi obbliquamente all'ester- no, Yale a dire, verso il radio; alla di cui mezza altezza ( nella faccia convessa ) si at- tacca con un fine tendinoso sotto il Supina- tore breve. O sia la mano supina, o ten!2;a lo stato di f^ff'';io'^""ia«. mezzo tra la supinazione , e la pronazione ; colla sua azione non fa altro, die far prona la mano istessa. 11 Pronatore quadrato cosi chiamato sì per la sua figura, sì pel suo officio largo egualmente che lungo , giace a traverso nella estremità inferiore del cubito , un poco sopra il lega- mento trasversale interno del carpo , cioè in quella faccia del cubito, che corrisponde alla palma della innno. Imperciocché nasce da quel- la costa dell'ulna (N. 249), la quale si vede eminente avanti quella costa più acuta , da cui si parte quasi il legamento interosseo. Le di lui fibre vanno con trasversa direzione ester- namente nella faccia lata , e alquanto concava dell'estremità inferiore dell" osso radio; nella qual sede sono meno distanti dal carpo, di quello che nella sede delf ulna. Tra queste fibre quelle sono delle altre più lunghe che occupano la superficie; più brevi gradatamente quelle, che sono più vicine al legamento in- terosseo, a cui si con2,iunf>;ono. -DO Questo muscolo pure volta solamente il ra- geoì» ■ ,• ■ L'ita. It* lalangi delle dna ali estrt-mua inieiiore del metacarpo j e le talf!n-ori , nddiutori , e abdntcon E pò che alcnni di c|lle^ti moti dove sono Fatti dai miisc(di, che sono (omuni a tutte le d;ta , e dove da altri muscoli , che sono prop'j solamente di certnne; quindi rettamente hi- rono (|ucsti mnscoli divisi i\?o\i Anotoni'^i n comuni e proprj , g'i ultimi de' (piali furono dati al pollice, all' indice, e all' auricolare. Parliamo prima dei comuni. Stende le cpiattro dita più luniihe //' Estensore comune cUìlc dita . Piep;ano le quattro d'ta niedesinie . li Sublime, o Pei forato . li Profondo, o Perforante . T Lonibricali . Conducono verso il polTce L' Interos'^eo pruno interno. terzo interno. quarto interno. Il primo esterno. Sco<;tano dal polii e _ L' Interàs'^eo secondo interno. secf^ndo esterno. terzo esterno. L' Estensi. le comune delle dita sorte con priuc pio teiKlinoio dal condilo esterno deii'o- i66 Bfiero: piegasi a poco a poco indietro per scorrere inferiormente pel dorso del radio , a. cui talvolta è attaccato, tra l'Ulnare, ed il Badiale esterno . Il ventre di questo muscolo è diviso in quattro ventri minori , coerenti tra loro per mezzo cV una tenue membrana cellulosa: indi a poco a poco si contrae, e ciascuno dei ventri manda un tendine, avanti di arrivare al legt^mento armillare del carpo. Di questi tendini tre passano sotto quel lega- mento; il quarto, il quale va al dito piccio- lo , pa'^sa fuori per il legamentoso canaletto (N. 36^>) che abbiamo detto esser annesso allo ste'^so legamento armillare superiormente alla sede del malleolo esterno. Questi tendini, i quali sono composti di altri fascetti più le^ «ui , nel dorso del metacarpo mettono fre- quenrissimamente dai lati delle produzioni sì trasversali, che obblique, per mezzo delle quali si uniscono insietue quelli che sono vi- cini , si portano tosto sopra il dorso delle quattro dita, che stanno accanto al pollice in ordine: si con^inneono coi tendini dei Lom- oc bricali, e degli Interossei , dalla cuicongiun- zione nasce cpasi una tela lendinosa fornita di fibie arcuate massimamente nell' articolo del metacarpo colla prima falange; il cui dorso abbraccia per ogni dove fino alla mezza al- tezza di questa flilange. Ciascun tendine in cjuesto luogo si dirama in tre bende; delle 1 6 7 quali la di mezzo è più larga delle laterali. Essa va direttamente oltre la base al dorso della seconda falange, ove s'inserisce col suo fine; le altre poi passano oltre l'articolo della prima falange colla seconda, al quale sono legate; indi convergenti si fanno al di là della sede di mezzo di questa falange, e fatto quindi un sol tendine ascende fino all'ultima falan- ge, avviticchiato tenacemente al di lei ca- pezzolo, ossia base . Doppio è alle volte il tendine che appartiene al dito minimo; e questo poi avviene allora quando la natura non ha dato a codesto dito il suo Estensore lungo. Estende tutte le falangi, e la prima an- omeio ai q«, cera senza stendere le altre: m.entre al con-"°- trario ditficilmente assai stende la seconda , se piegata si voglia tener la terza . Quando poi questo muscolo esercita validamente la sua azione, or allontana le dita estese, ed ora le avvicina, e le preme le une alle altre, il che devesi a quelle fibre arcate lendinose , le quali abbiamo detto passare da un tendine nell'altro. Che se all'azione di questo muscolo resistano con maf>;o;ior forza i Flessori delle OD dita, allora il dorso della mano vien tratto verso il Cubito , col quale viene a formare un angolo. o Non è un soìo il principio del muscolo Sublime^ che è chiamato con tal nome, per- 65 elle situato quasi alia superficie del Cubi- to 5 imperciocché ialquanto tendinoso deriva frequentemente dalla faccia inferiore e in- tima del condilo interno nell'omero^ sempre però dalla faccia concava ossia anteriore dell' ulna, e del radio (N. 249) , e dal le- gamento interosseo. Carnoso e grosso in questo cammino , composto di quattro ventri , fiap- ponendovisi una robusta membrana lendinosa , va air ingiù, fin" a tantoché vicino al lega- mento trasversale interno del Carpo si divide in quattro tendini , compresi insieme lassa- mente da una tela aponevrotica a poco a poco piìi tenue, separatamente di poi rilegati; i quali passano sotto quel legamento, e l'apo- nevrosi palmare, e al di là del capo ossia base della seconda falange delle quattro dita, che succedono al pollice, con doppio acuto fine s'inseriscono in tnu^sta medesima falange . Questi tendini poi piani composti di due uniti assieme, a mezza sede della prirra falange si aprono , e lasciano una lunga fessura , per la quale entrano i tendini del muscolo Pro- fondo, e tanto in questa, quanto nella seconda falange, a cui dicemmo attaccarsi, sono con- tenuti, e avvinti da quell'elegantissimo anello armillare, afìfinché dal proprio luogo non sieno smossi dall'azione del muscolo, al quale ap- partengono. Questo muscolo per tale fessura fu chiamato ancora Perforato, ]69 Dall'azione di questo muscolo le due prime offlc;o«Luta lunga dei tendini del Sublime , finalmente sotto le eleganti ar- tto 17© mille delle dita , dalle quali sono ritenuti j hanno fine nella base della terza falange .- Quando poi il ventre del muscolo non si di- vide in quattro tendini , il che avviene tal- volta, allora il tendine del dito anulare è composto di due, uno de' quali provvede al dito auricolare . Il passaggio per V indicata fessura dei tendini del Sublime, ossia Per- forato , fu cagione che non tanto Profondo , ma Perforante ancor venisse comunemente chiamato . Officiodiiuo- Nella sua azione quasi perfettamente con- viene col Sublime ; v' ha questa sola diffe- renza, che piega ancora la terza falange, la quale inclina sopra la seconda verso la palma della mano . I Lombricali sono quasi sempre quattro muscoli , simili in certa maniera ai lombrici terrestri , donde ebbero il nome . Stanno sotto i tendini del Sublime , e la loro origine viene da quegli intervalli, che si fanno primiera- mente nel muscolo Profondo, quando , supe- rato il legamento interno del trasversale del Carpo, si divide nei quattro tendini suaccen- nati. Di qua andando verso la palma delia mano con alcuni vincoli, ma deboli, si lega- no ai muscoli Interossei che vi stanno sog- getti : aderenti sono inoltre per lo più a quel lato dei tendini del muscolo Profondo, che corrisponde al Pollice, e oltrepassato 1' arti- 171 eolo del metacarpo colla prima falange delle dita, parte si affiggono col loro tendine assai tenue al medesimo lato di questa falange , e parte finiscono nei vicini tendini degli Inte- rossei , e dell' Estensore comune. Piegano la prima falange delle dita verso ofE.io (ligu- la palma della mano: avvicinano ancora al ■*'• pollice quel dito, al quale appartengono; nel qual offizio convengono coi muscoli Interossei. Possono poi ancora, attesa la loro connessione coir Estensore comune, conferire ad estendere le falangi ? Insegnano alcuni avvenire ciò in una valida azione dell' Estensore • ma in una sì grande estensione che potranno mai fare i tenui Lombricali ? GT Interossei esterni , che veggonsl nel dorso della mano, sSono tre muscoli, quasi penniformi, nati con doppio principio, per lo che furono chiamati da alcuni bicipiti, nel luogo or accennato occupando gì' interralli delle ossa del metacarpo, che si articolano colle quattro dita che succedono al pollice. Il primo di loro giace tra il metacarpo dell'in- dice , e del medio ; il secondo tra quello del medio e dell' anulare ; e il terzo tra quello dell' anulare e del minimo. Sorge il primo dalla base e dal lato del metacarpo del- l' indice , parimente ancora dalla base e dal lato del metacarpo che sostiene il dito medio. Esce l' altro dalla base e dal lato del metacarpo del dito mrd'o, e dai medesimi luoghi similmente ntl metacarjDO del dito anu- lare. Deriva il terzo daila hn^e e dal Uio del metacarpo, il quale fu dato al dito minimo. I ventri che derivano da cjuesio doppio ìuoi^o, e andando quasi in decussazione, con tìbie pennate, le quali anteriormente concou'ouo, discendono profondamente neiili iuterralli oc- cupati dagli istessi, così che veggonsi ancora con qualche porzione nella palma della mano. Unite le carni nelia sede del capo del meta- carpo mettono un tendane, le di (ui fila in- trecciate coi tendini del Lombricale vicino e deir Estensore comune , s' insinuano sopia il lato del capo contiguo della p-'ina falange ; di poi ascendendo colle consimili fila tendinose particolarmente dell* Estensore comune . Il primo ed il secondo col suo fine da una parte e dall' altra, nel luogo indicato, s' mseiisce nel dito medio: il ter/o in quel l'to pari- mente d( 11 a pr ma falange del d to anulare , il quale è rivolto contro il minimo (il Officiodiquc l! primo I ntf-ntsseo avvicina il d to medio ali' indice; il secondo allon:ana il medesimo (i) Anoronnci di gran voglia descrivono in alrra guisa questi muscoli Ma io cred > di non f r ingiuria ad alcuno, se ho preso a descrivere qU' sti muscoli cm alro metodo^ e poche ri. he, ma non cosi poche pero, come hanno fatto alcuni; nei quai muscoli v^-ra!^lente si trovano talvolta moire varietà, per cui è più facile ji dimostrarli} che a descriverli. 173 tì'm (Tali' inriice; il tèrzo allontana V anu- lare dal mrflo: tutti ajtiiano bi la flessio- ne, che r estensione clellt? dita, alle cjiiali si att'iccano. Gli ìntcrossri interni, quattro di numero , p'ù p'oroiuii d<"^i:li altri nuiNioli , che si pos- sano vedere nella palma della mano , sono piii!to-;to stensopia, che frapposti, alle ossa d("l metacarpo, e sono a cpiakhe maniera si- nn li de;j:li est'Tni. Dissi a (jualche manierar) p!-'!cliè oi>nuno di loro sembra esser comporto eli due vt-ntri , dividendo una linea pinguedi- nosa il venire in due, ma superficialmente. Sono a un certo segno eminenti sopra gl'In- t'-rossei esterni:, i ventri de' quali , come ab- b :jmo avvisato , dal dorso' profondamente tra gì' intervalli thd metacarpo si prolungano fino nella palma. Il primo nasce dalla base, e dal lato d-.'l metacarpo dell'indice da quella parte che risgaarda il pollice , e superato il capo di quel metacarpo, col suo tendine si appiglia alla base della flilange che vi sta sopra: g-ace ira quest' osso del metacarpo, e r Abdutore proprio dell' indice. Il secondo na-'-ce dal'a base , e dal lato del medesimo nit-iacarpo , dove è rivolto al medio, e si af- figge parimente col suo tendine al lato corri- sponrlente della falange contigua subito sopra il di lei articolo col metacarpo. Viene i' terzo dalla base e dal lato del metacarpo del dito anulare dalla parte del medio; e il suo tendine nel medesimo iato appigliasi alla base della falange che vi sta sopra. Il quarto final menie nasce dalla base e dal lato del metacarpo deir auricolare da quella parte che oppone all'anulare, e ascende per il medesimo lato nella base della prima falange del dito stesso auricolare. I tendini poi di questi interossei anch' essi pure s' inseriscono insieme co' ten- dini degli Interossei esterni , e dell' Esten- sore comune. Officia di q««- Il primo di questi muscoli avvicina il dito indice al pollice: il secondo lo allontana dal pollice 5 e lo tira perciò ver^o il dito medo , il terzo conduce 1' anulare verso il medio , quindi Io allontana dall' auricolare: il quarto inclina il dito minimo al vicino anulare. Tutti per altro , come anco gì* Interossei esterni giovano ancora alla flessione e stensione delle dita 5 siccome co' loro tendini sì attaccano tanto ai Lombricali , quanto all' Estensore comune. Dalla descrizione qualunque sia di questi muscoli si vede chiaro , che degli Interossei esterni due ne sono dati al dito medio, il terzo poi all'anulare; degli inierni poi i due primi all'indice, il terzo all'anulare, e il quarto in fine all' auricolare. Almeno più frequentemente la cosa va cosi; né voglio però tralasciar di ayyisare di bel nuoYo, che in .75 diverse maniere Tengono indicati e descritti da alcuni Autori questi muscoli ; per questo forse perchè non di rado occorrano in altri ed in altri cadaveri alcune differenze nel nu- mero, nell'origine, e nella fine. Dei Muscoli proprj del Pollice della Mano. 369. Jl pollice della mano', come abbiamo Quaii9qn«(i veduto, non è mosso ne dall'Estensore comu-*f"p/„p^p^'j ne, né d^l Sublime, né dal Profondo, né ^°"''"- dai Lombricali, né dagli Interossei finora de- scritti. Si doveva dunque fornire di muscoli peculiari , per non esser inetto ai movimenti necessari ; afì[^lncbè potesse stendersi piegato j o curvarsi teso; o scostarsi dalle altre dita, o avvicinarsi e premersi cogli ossi ; o final- mente a qualche foggia in tutta la sua fac- cia, dove riguarda la palma;, quasi dica ruo- tarsi in guisa , che con questa stessa faccia si opponesse alle altre dita : il quale è un movimento necessario allora principalm.ente quando vogliamo pigliare qualche cosa colle dita, e ritenervela sodamente^ anzi all'occa- sione più accuratamente esplorarla. Estendono L' Estensore magoiore ossia lungo , e minore ©ssia breve. 176 Piegano Il Flessore lungo , e breve Allontanano dalie altre dita L"^ Abduttore lungo , e breve . Muove verso le altre dita L^ Abduttore proprio , Kuota L* Opponente del pollice. Abbiamo pensato di se2;u;re il grande Ano- tomico Albino , ed altri uomini celebri chia- mando con codesti nomi i muscoli proprj del pollice della mano: rigettiamo quindi i nomi di Tenare, Ipotenare maggiore e minore. Me- sotenare , Antitenare 5 i quai nomi da varj Autori furono dati ai muscoli più brevi tanto confusamente j che a un solo e medesimo mu- scolo sia darò un altro , ed un altro nome di questi. Anzi vi furono di quelli , f quali hanno chiamato Tenare taluno dei muscoli più lunghi; meno rettamente a mio giudizio, im- perciocché se propria mente Tenare significa tutta la parte prominente delia palma della mano tra il pollice e f auricolare , non si poteva mai dare tal nome al muscolo Abdu- cente maggiore dello stesso pollice , il qual muscolo non entra in alcuna maniera a fare quella prominenza . Ne veggo , perchè l' Jpo- tenare, ossia ciò che v'ha di molle e di pro- minente sotto il Tenare nella palma , si possa dividere in maggiore e minore, di cui uno 177 sia V Ipotenare del pollice , e T altro dell' au- ricolare :i né veggo ancora qual carne pecu- liare oppongasi al Tenere , che si abbia da nominare Antitenare: né finalmente, se si ec- cettui in ceica maniera 1' Adduttore del pol- lice, qual muscolo si frapponga a quelle pro- minenze carnose, dalle quali è propriamente composto il Teliate, penile chiamar si dtbba Mesotenare. Finalmente essendo un solo e lo stesso muscolo raa)cato d' un nome diverso ., deggionsi avvertire gli Scolari, che non sola- mente l'Abduttoie lungo fu detto Ttnare^ ma ancora 1' Abduttore breve, il Flessore breve parimente ossia minore, e l'Opposente; i quai tre muscoli costituiscono il solo Tenare secondo altri. Similmente il Flessore breve fti ancoia chiamato Antitenare , Mt:sotenaie ,, anzi ancora Seminterosseo del pollice. Altii volle- ro , che r Adduttore fosse parte del Mesote- nare \, come ad alcuni piacque nominare pic- ciolo Ipotenare T Abduttore e Flessore del duo auricolare. Ed ecco le ragioni, per le quali, imitando alcuni Personaggi illustri non ho voluto dare questi nomi a quelle carni , le quali prominenti nella palma della mano ( come altre sono prominenti nella parte con- cava delle dita ) sono quelle , a cui fu dato il nome di Tenare , perchè se ne serviamo a percuotere Imprendo ora a descrivere i mu- scoli proprj del pollice. PAKTE II. 12 17S L' Estensore maggiore , ossia lungo del pollice nasce incontanente dopo F Anconeo picciolo dalla parte posteriore o convessa dell'ulna, e dal legamento interosseo: discen- dendo per r ulna medesima , questo lega- mento stendesi sopra i tendini del Supinatore lungo, e del Radiale esterno, fin'a tanto, che il di lui tendine un po' sopra il capo infe- riore del radio mostrasi più evidentemente , nel quale vanno a terminare le fibre carnose a norma di penne , le piume delle quali si gettano nel nervo principale. Scorre questo tendine per la sinuosità ( N. 253 ) del capo del radio , che è vicina all' ulna , passa pel canaletto (N. 366), che nella region del radio è adjacente al legamento armillare : quindi portasi obbliquamente all' interno sopra l'osso del carpo, che sostiene il pollice, e al quale è attaccato; come anco sopra il meta- carpo di questo dito, e sopra la prima fa- lange ( a' quali tutti similmente si attacca ) inserendosi nella base della seconda falange . Questo muscolo nel suo principio frequentissi- mamente trovasi diviso più o meno in due o tre ventri, non altrimenti che il suo tendine ( il quale accoppiasi al tendine dell' Esten- sore minore ) si divide in due o tre tendini minori: dal che n'è avvenuto, che questo mu- scolo è stato da alcuni chiamato Bicornuto , e Tri co muto . 179 Siccome ■ questo muscolo spessissimamente officiosi qaft- dividesi in due o tre ventri, e con ciltiettanti '"*■ tendini non si attacca, come abbiamo veduto, ad un sol osso; così ora scende F osso del carpo, che appartiene al pollice, ora il me- tacarpo di questo dito, ed ora la prima o la seconda falange , o piuttosto allontana il pol- lice dalle altre dita. Estende poi tutti questi ossetti e con ciò il pollice intiero, se fornito sia d' un sol ventre , o se tutti i suoi ventri si muovano insieme. L' Estensore minone o breve ^ nasce dopo r Estensore ma»2:2;iore dal lato dell' ulna , che co è rivolto contro al radio , e dal legamento interosseo : discende obbliquamente sopra il dorso del radio ( al quale si attacca alquanto) al lato interno della mano: trapassa pel me- desimo canaletto quasi unito al legamento armillare del carpo; le sue fibre anch^esse a foggia di penne convengono, per così dire, in un tendine , il quale principia circa V apofisi stiloidea del radio: portasi sopra il metacarpo del pollice e la prima falange di questo, an- nesso al tendine delT Estensore maggiore , e ha fine nel dorso della base dell' ultima falange. Ha quasi comune azione colf Estensore ofEch di que- maggiore; quando cioè 1' Estensor maggiore^"" ha un sol ventre^ o che tutti i suoi ventri adiscono insieme . o 1 o© Il riessor lungo sorge dal radio sotto quel tubercolo, a cui si attacca il muscolo Bicipite col suo tendine più grosso, che alcuni chia- mano rotondo ; e dal radio medesimo sotto cjuel tubercolo fino quasi al principio del Pro- iiatore quadrato; e finalmente dal leixamento interosseo. Camminando direttamente alT in- ^\i\ getta le fibre a guisa di penne nel ten- dine , che entra pel canaletto fiitto nel lega- mento trasversale interno del carpo, dove cor- risponde al pollice. Da questa sede inclina lo stesso tendine al pollice , e passa tra i due ossi se-^amoidei (N. 3ao)-. fermato da un ele- gante braccialetto ascende per la prima falan- ge, per appigliarsi alla base delT ultima falan- ge = Alle volte aggiugnesi a questo muscolo una tenue porzione, quasi una linguetta , la quale viene daMa parte inferiore del condilo interno dell' omero. ofTicìo ;iace immediatamente alla cute , ma nel suo principio inerente al leii;amento del carpo trasverso e interno all' incirca dalla mezza sede di esso fino a quell' ossetto, che si arti- cola col metacarpo del pollice. Cammina al- quanto obbliquamente sopra questo metacarpo dove corrisponde alla palma della mano; ol- trepassa la congiunzione di quest' osso colla i83 prima falange; e col suo tendine, il quale riceve alcune fila da quello dell' Abduttore lungo, prima s'inserisce quasi nella mezza sede di questa falange ( in quel lato però , che è interno nella mano prona ) : di poi si pro- duce sopra il dorso della medesima falange , nella qual sede si frammischia col tendine degli Esten.-;ori del pollice . Simile a questo muscolo avvene alle volte un altro minore attaccato, un po' piìi esternamente, in mag- gior distanza cioè dal pollice, il quale nomi- nano /' altro Abduttore breve dello stesso pol- lice ; il quale però si lega alla medesima fa- lange subito sopra il Sesamoideo interno. Conduce la prima falange del pollice nella officio di ^u»- parte corrispondente a quel lato, in cui s'in-^'"- serisce col suo fine; e perciò allontana il pol- lice dall' indice ; onde con la sua azione con- viene moltissimo coli' Abduttore lungo. L' Adduttore del pollice , che vedesi sepa- rando dalla palma della mano gli altri mu- scoli più corti spettanti al pollice e all'auri- colare, è un muscolo che ha una figura trian- golare, il quale con un largo principio deriva dalla base di quel metacarpo, su cui insiste il dito anulare, e quasi da tutto il lato del metacarpo del dito medio, che guarda l'anu- lare. Da questi luoghi va verso il pollice, contraendosi a poco a poco gradatamente , e col tendine che finisce quasi in una pnnta, i84 s' inserisce nel capo ossia base della prima falange di quello , ma nella faccia interna di quesio , dove è rivolta al dito indice. offioiociiqiie- Avvicìna il pollice all'indice; stando poi il pollice steso, e fermo, avvicina allo stesso il metacarpo . e le altre d:ta che vi poggiano sopra . Opponente del pollice della mano . Le- vato V Abduttore bre^e poco fa descritto, tutto intiero mostrasi qnesto mnscolo, mentre prima ( a mano supina ) se ne può ved<»re sola- mente una parte nel lato esterno del meta- carpo del pollice vicino al suo doiso. L'ori- gine sua è dal legamento trasversale interno del carpo, con un principio tanto largo, che occupa la mezza faccia esterna di questo le- gamento; e parimente ancora da quell' ossetto del carpo delT ordine inferiore , su cui siede il metacarpo del pollice. Scorre obbliquamente air esterno nella parte del pollice, che guarda la palma, e si appiglia al csipezzolo del me- tacarpo subito dopo il Sesamoideo di quel lato . ^^ , Ruota il metacarpo del pollice sopra l' os- tJfficie di qae- ' * . . ^ s'o. setto del carpo col quale si articola , e pri- mieramente lo allontana dalla mano stessa ; indi lo piega verso la palma in guisa tale , che la parte molle, la quale è internamente prominente nell' estremità del pollice , si op- ponga alle altre dita . Cosi serve a stringere i corpi ; e per di lui mezzo ;, presi clie sia no vengono ritenuti . Dei Muscoli proprj dell' Indice . 3-^0. Jl dito Indice non solamente ha i^ ,. (Juali e quanfi muscoli comuni colle altre dira, ma ha i suoi sì^'oì muscoli 1 ,,, • li 1 • • rropij dell' in- proprj ancora , dail azion ck quali viene aju-dice. tata la sua stensione , e l' Indice stesso si scosta dalle altre dita. Estende L' Indicatore. Allontana dalle altre dita L' Abduttore proprio . L' Indicatore V ovvero estensore proprio del diro Indice posto sotto V Esiensoie comune delle dita, nasce dal dorso dell'ulna dopo la mezza sua lunghezza. Egli è un gracile mu- scolo , va ino;i\i alla costa dell' ulna volta contro il radio , immedesimato al legamento interosseo . Il di lui tendine insieme co' ten- dini dell' Estensore comune entra nel lega- mento armillare del carpo, ricevuto nel me- desimo solco deir osso radio, nel quale sono contenuti i tendini del muscolo Estensore . Superato questo legamento, questo tendine si unisce compagno a quel tendine delT Esten- sore comune che appartiene all'Indice; e in- s86 trecciato con esso s' attacca alia terza falano;© dell'Indice, cioè alla base di questa. officiodiT««- Estende tutte le falangi dell' Indice, e in- "°- sieme le conduce verso il dito medio, e quindi giova r azione dell' Estensore comune. L' Abduttore proprio dell' Indice è situato tra la base del metacarpo del pollice e del- l' indice; dai quai luoghi nasce, non altri- menti che dall' osso del carpo ( almeno fre- quentemente ) , col quale si congiunge il me- tacarpo del pollice. Tenue da principio nel- r ascendere s* ingrossa , s' appoggia al primo interosseo interno, di poi si assottiglia, e col suo tendine finisce nel lato della prima falange dell'Indice, anzi alla sua base dove guarda il pollice; il qual tendine tuttavia si spiega in una aponevrosi sopra il dorso di questa falange, e si frammischia col tendine del pri- mo Lombricale e dell' Estensore comune . Officio ai qoo- Seconclochè si tien fermo il pollice, o l'In- ""' dice, avvicina un dito all'altro, tenuto, vale a dire, fermo il pollice, a questo si trae l'Indice, e perciò viene allontanato dalle altre dita ; al contrario tenendosi immobile l'Indice, deve il pollice necessariamente dall' azione di que- sto muscolo avvicinarsi all'Indice. j87 Del Muscoli proprj del dito Auricolare. 371. vJome al pollice e all'intlice, cosi al ;e . Allontana il dito auricolare dall' anulare , e insieme lo incurva alquanto, alla palma della mano. CAPO DECIMOSETTIMO Dei Muscoli degli jirti inferiori , e primieramente dei Muscoli del Femore. 372. Oebbene al Capo quinto di queste Istituzioni abbiamo accennato i leoiamenti , i principali almeno , che congiungono le ossa della Pelvi tra loro, e il Femore colle ossa innominate , e colla gamba; ciò nulla di meno fa di mestieri premettere qualche cosa di que- sci ed altri legamenti , da' quali o sono con- nessi reciprocamente questi ossi, o si artico- lano, e vengono rinchiusi nelle proprie sedi. Qnaiiegamen- Sìccohic aduuque abbiamo veduto, che sui giuTgTuo 'tra" corpi delle vertebre si stendono alcuni lega- '^^°Jp^JJ;" menti da corpo a corpo prodotti, e dalle coste alle vertebre, così parimente gli ossi innomi- nati sono legati al processo trasverso dell'ulti- ma vertebra de" lombi , per mezzo d' un lega- mento, che deriva posteriormente, e superior- 192 mente dalla cresta dell'osso llio^ ossia dal lab- bro interno di questa cresta; e coli' intervento ancora d' un altro legamento , il quale pro- dotto dal medesimo labbro internamente , dove guarda la pelvi, s'insinua nella prima verte- bra dell'osso sacro (N. 191). Ne vi mancano posteriormente legamenti più piccioli e comu- ni, i quali sortendo del medesimo labbro nella sede della tuberosità dell'osso Ilio (N. 211), si disperdono per quelle protuberanze dell' osso sacro , le quali agguagliano in certa maniera le apofisi trasterse e obblique. Finalmente V osso del Coccige è ritenuto ali' osso sacro , e tenuto saldo per mezzo del legamento cap- sulare; al qual legamento si attaccano fibre disposte per lungo, le quali danno robustezza. Ma questa unione delle ossa innominate Legamenti s.i^ coir osso sacro è formata con più forti yin- ""~^''''"""" coli ancora . I principali , e questi proprj , sono comunemente detti Sacro-iscìiiatici , i quali sono due per parte. Uno esterno, o piuttosto posteriore , e maggiore ; V altro in- terno, ovvero anteriore e minore. Quello de- riva dalla tuberosità dell' osso Ilio, e dalle tre apofisi trasverse dell'osso sacro; questo dalle due altre apofisi del medesimo osso , e dalla base del coccige. Questo ascende, e s' inserisce nel processo acuto, ossia spina del^o^so ischio, la quale abbraccia d'intorno; quello poi discende, e s' inserisce nella tube- 1^2 rosltà del medesimo osso ^N. 21 5), producen- dosi le fibre ancora aìrin^iù. Legamentodei L'altTo leg.ìmeHto, il quale l'osso dell'Ilio fodervesaiir."^"P^^'''^ii^^n^^ ^ anterjormente congiunge col- r osso del pube, e il qu^le annoverasi pari- mente tra i legamenti pioprj di queste ossa , fu già da noi accennato (N 35o) quando de- scrivemmo i muscoli dell'Abdomine, dove osser- vammo, che la massima pane è composta da una tela aponevrotica dei mu-colo Obbliqno esterno, e che appellasi legame/ito del Fal- loppio ^ ovveio del Vesalio. Né parlando del- l' osso Ischio tralasciammo di ayvprtire , che il forame ovale è ciiiuso non tanto da mu- scoli , ma ancora òà membrane . La membiana poi chiudente non è altro certamente , che il Legamento ot- così dctto Legamento Otturatorio: non così perlettamente peio chiude quel forame, che non lasci in var] luoghi , e principabtente superiormente un" apertura p^r il passaggio de' nervi , e de' vasi. Legamento del Dal ciglio della cavità cotiloidea poi (N. 92) femore ciglia- li • t • • ^ / iv <- \ • I reo rotondo. ^'^1^ «imo Hidicato giE (JN. iiD) sortile un le- gamento orbicolare robusto, il quale abbrac- ciando il capo del femore svanisce nel di lui collo ; e sorgerne parimente un altro dal seno (N. 208) che occupa il fondo della me- desima carità, il qual legamento chiamano rotondo, e discende altamente nel capo del femore, e a quello s'appiglia. Il legamento 193 capsularCj» crociforme , siccome anco gli altri, che dai condili del femore vanno a disperdersi Legamenti . I ,,... che congiun nel legamento capsulare, co quali tutti sigonoufemo . 1» .^.^. ii/-> ru colla iraju congiunge 1 estremità interiore del femore con ba. r estremità superiore della gamba ; questi le- gamenti, dicO;, superfluo è annoverarli, poiché altrove (N. 114, ii5, 283) abbastanza per il nostro istituto furono indicati. Una sola cosa vi è da aggingnere, ed è , che 1' osso della patella , il quale è ritenuto dal legamento capsulate, e anteriormente fa T offizìo di que- sto nella sede inferiore, è assai validamente an- nesso al tubercolo oblungo delia tìbia (N. 295J con un largo e robusto legamento . Passiamo adunque ai muscoli moventi il Qani!, eqoau- feraore, dall' azion de^ quali si piega, e sMn-*;roTfcr: nalza facendo un angolo colla pelvi ossea , "■'• maggiore o minore secondo la varia forza dei muscoli traenti; o piegato sì dirizza ovvero si estende; s' avvicina all' altro femore, o si allontana, o finalmente il capo di quest'osso ruotasi entro la cavità cotiloidea in guisa, che il femore medesimo può girare circa il proprio asse or dall' esterno in avanti, ed or nella parte contraria. Piegano il Psoa grande. L' Iliaco interno. Il Pettineo. Estende PARTE II. i5 194 Il Gluteo grande. Avvicinano Il Fascia lata. Il Tricipite del femore ■ Allontanano, e alle volte ancora ruotano 11 Gluteo medio . Mino fé Il Piri forme. Il Quadrato . I due Gemelli. Ruotano, e talvolta ancora allontanano L' Otturatore Interno. e Esterno . Il Psoa grande , che trovasi nei lombi Jiétro il peritoneo dal quale è coperto, ha nsolciplici origini. Imperciocché prima sorge con un assai tenue principio dal corpo della dodicesima vertebra del dorso , anzi dal di lei lato inferiore, e dii legamenti parimente, che vengono prodotti dall'uno nell'altro corpo delle vertebre . Altre origini vendono nella medesima sede dalle prime quattro vertebre dei lombi : altre finalmente dai processi tras- versi di tutte le vertebie che appartengono ai lombi . Le fibre derivanti da tutti questi Ìuo2,hi convenoono in un 2:rosso e lunsio mu- scolo , il quale discendendo obbliquamente dall' interno all' esterno, e di nuovo assotti- gliandosi , indi aderente al muscolo Iliaco in- terno, al quale internamente giace appresso, sotto il legamento del ^alloppio si fa strada alla parte interna de! femore; ascende sopni il legamento orbicolare del femore medesimo, e col suo tendine s' inserisce nel trocantere minore (N. 280) . Steso il femore lo alra più o meno for- om^ioai-iuc , . . • 1 ■> sto . mando nn angolo colla pflvi: coni!os;aco>ac.^.e poi il troc'intere minore gnrrdi alquanto po- sreriorniente , quinni in^i-.'iue gira il femore, os?ia lo ruota neli' es-ierno . Che se il femore steso stia immobile , allora può piegare i lombi e la pelvi in avanti e al suo lato, se arri^ca solamente o Y uno 0 V altro ; e final- mente sostentare la pf^vl stessa, aflmcìiè , curvati i lombi in dietro, essa non cada po- steriormente col tronco. L' Iliaco ìnu-rno steso su la faccia interna dell' o^so Ilio l;a principio dall' apofisi tras- versa dell' ultima vertebra dei lombi , e dal legamento , che congiunge questa vertebra colla vicina parte della cresta dell'osso Ilio, e da tutto il labbro (N- 21 i ) interno della medesima cresta, e di (jneH' arco (N. ^ 12) , che divide da loro le apofisi anteriori di quest'osso, e finalmente dal mezzo la faccia suprema di quest'osso, e da quella che è vi- ^ cina all'osso sacro. Venendo le fibre da que- sti luoghi come da un' ampia circonferenza vengono a formare un largo e grosso musco- Io , e a poco a poco nel discendere s' acco» 196 stano insieme, con che il muscolo diminuito in ampiezza trapassa sotto il legamento del Falloppio appoggiandosi a quella leggier de- pressione ( N. 212 ) che si vede nell' osso degl' llii sopra la cavità cotiloidea: aderisce al legamento orbicolare del femore , ed al Psoa grande, col quale ha comune il tendine, rinchiuso in una certa borsa aponevrotica ma lassa, bagnata da un lubrico umore, ed ha fine nel medesimo trocantere minore^ e un poco ancora sopra Io stesso. «_ . v Siccome ha comune col Psoa grande il tendi- •'«• ne, e l'inserimento, ossia fine, cosi conviene affatto collo stesso nella medesima azione. Il Pettineo, che da altri vien detto ancora Ilìaco esterno, sì ancora Libido, è un mu- scolo piuttosto lungo 3 largo nella parte supe- riore, angusto poi nell'inferiore, per ordinario semplice, rare volte doppio, il quale è situato tra r osso del pube e il femore , e quindi congiunge in certa maniera questi ossi tra loro. Questo muscolo poi nasce dalla costa an- teriore (N. 214) delTossQdel pube quasi fino a quel gonfiamento di quest' osso, che è quasi continuo alla Sincondròsi. Va in giìi , e all'esterno, e insieme alquanto posteriormen- te, per terminare col suo fine lendinoso sotto il trocantere minore. •fficiodiqne- Esercita la medesima azione col Psoa e coiriìiaco: se non che fa ancora questo, che ti*. 197 avvicina un femore alzato , e alquanto con- verso all'esterno coir altro femore: per Io cbe se agisce separatamente, vale a dire senza il concorso deif azione del Psoa e dell' Iliaco interno, si può meritamente annoverarlo ancora tra gli Addnttori del femore. Il Gluteo grande, il quale posto sotto la cute forma il gonfiamento maggiore delle na- tiche, è una massa carnosa abbastanza grossa^ sopra cui vi si conduce una tela aponevrotica, continua coli' aponevrosi del Latissimo dej dorso, del Lunghissimo, e del Sacro-lombare; e la qual massa sorge da moltissimi luoghi . Imperciocché nasce dalla parte suprema e posteriore della cresta dell' osso degl' Ilii , quasi dalla mezza sua ampiezza fino all' osso sacro; sì ancora posteriormente e esternamente dall'osso Sacro, dal legamento che lega que- st' osso colla cresta dell' Ilio ; come anco dai lati dell' osso del Coccige , e dal legamento sacro-ischiatico maggiore . I fascetti carnosi e grossi di questo muscolo , leggiermente inar- cati e raccolti in più angusto spazio , di- scendono a foggia di raggi obbliquamente neir escerno, e con un largo e robu'^to ten- dine coperto dalla medesima tela aponevro- tica, la quale riceve dal muscolo Fascia latao si producono di sotto il trocantere maggiore del femore: nella qual regione questo tendine air intervallo di quasi quattro dita tra^vers^ 198 validissimamente s'affigge a quella linea aspra ^ ovvero spina ( N. 281 ), la quale sotto Io stesso trocantere sorge posteriormt-nte dal corpo dell' osso. Officio di que- Triplice sembra Toffizìo di questo muscolo j !^'°* secondo che vengono sollecitate ad agire le sne carni o anteriori, o posteriori. Imper- ciocché agendo le anieriori, quando siamo in piedi , allontanano un femore dall' altro ; mentre al contrario, essendo seduti, fanno questo le fibre posteriori, le quali sostentano ancora 1' osso del Coccige. Le posteriori poi quando agiscono, estendono il femore (quando stiamo ritti sui piedi ) e insieme lo tirano in- dietro, atteso il loro inserimento. Finalmente agendo tutte insieme, se stiamo su d" un sol piede , impediscono che la pelvi non cada nel lato opposto, o cada anteriormente, se so- stentiamo il corpo con l'uno e l'altro piede. Il Fascia lata sta sotto la cute nella parte superiore ed esterna della pelvi ossea . Impe- rocché la sua carne assai poca, ma figurante una massa lunghetta, la quale è rinchiusa da una vagina tendinosa, nasce dalla parte esterna dell' apofisi superiore e anteriore appartenente air osso degl' Ilii , e parimente dalla vagina indicata, dalla quale è coperto: discende quasi direttamente nella parte esterna del femore ; di sotto al Trocantere mago-iore svanisce la carne, e restavi quella guaina, la quale 199 sorgendo prima dall'osso Sacro, dal tubercolo dell'osso Ilio, e da tutta la spina ossia cre- sta di quest' osso ;, e anteriormente ancora dal legamento del FaWoppio e dall' aponevrosi del muscolo Obbru|no esterno dell' Abdome , copre non tanto le natiche , quanto ancora tutti i muscoli posti nel femore fino alla parte f'Sterna e anteriore del ginoccliio ; indi spie- gato sopra la rotella , strettamente aderendo al capo della tibia e della fibula, abbraccia i muscoli stanti nella tibia ; non copre però tutti colla medesima forza, per dir così, e jemplicemente ; imperciochè piii denso e più presso è nella parte anteriore e esterna di quello che nella posteriore e interna , e fa. degli steccati che separano mu^^coli da mu- scoh, principalmente nella parte posteriore del ieraore^ alla dì cui linea aspra s'inserisce validamente all' esterno un certo steccato insigne. Estfnde la vagina tendinosa, dal che è ^'^'^'o <^'"p^- ^ . sto. avvenuto , che questo muscolo fosse chia- mato diir illustre Albino Tensore della va- gina del Femore. Quando poi estende questa vagina, avvicina un femore all'altro, non allontana.^ come insegnano alcuni, e volta il ginocchio , e quindi la gamba ancora , al- quanto ali' interno. Il Tricipite del Femore occupa in parte non poca rjuella sede, che v' Iia tra la sin- 00 condrosi delle ossa del pube, e la parte an- teriore del femore . Due capi di lui sboccano dall'osso del pube, e massimamente dal lega- mento che tien confermata la sincondrosi ; il terzo poi dalla gamba dell' iscliio (N. 21 5), e dalla parte di quest' osso che è vicina al tubercolo di esso . I ventri di questi capi si confondono inferiormente insieme; laonde viene più in acconcio per amor di chiarezza di questi tre ventri farne un sol muscolo, di quello che dividerlo in tre singolari . Il primo capo situato nel lato interno del Pettineo esce dalla costa anteriore dell' osso pube, e dal legamento esterno delia sincondrosi; va ìnciù e all'este:- no, coerente col Pettineo nel lato esterno, e colla carne spiegata s' insinua nella l^nea aspra (N. 20 j) del femore. Dalla parte in- feriore di questo muscolo quasi separasi una certa porzione mettendo mi lungo tejidine , il quale accresciuto dal tendine del terzo ventre scorre nel lato interno del femore, al di cui condilo interno si appiglia. Ahri chia- mano questo muscolo Adduttore Ungo del femore. Giace V altro capo sotto il primo nascejìdo tanto dall' indicato legamento della sincondrosi, quanto principalmente da quasi tutta la faccia anteriore della gam3a dell'osso pube; cammina quindi inferiormen:e ed ester- namente, e un po' lendinoso attaccasi alla medesima linea aspra del femore , connesse sei però le fibre, e intrecciate col primo ventre. Tale è poi il decorso di questi ventri , che il primo, il quale è sopra anteriore, nel fine portisi posteriormente, e al contrario portisi anteriormente col suo fine il secondo, il quale nella sede superiore giace dietro al primo. Chiamasi da alcuni Adduttore breve del fe- more . Il terzo capo finalmente più grosso degli altri , venendo fuori , come abbiamo poco fa accennato, dalla gamba dell' ischio , e dalla parte vicina della di lui tuberosità , alle volte ancora dalla gamba del pube infe- riormente , ed esternamente, portasi obbli- quameiìte all' ingiù , e sotto il trocantere minore ( mischiando la carne cogli altri ven- tri ) parte s' inserisce nella medesima linea aspra quasi fino a mezza lunghezza del fe- more, parte sotto questo inserimento mette un tendine, il quale mischiato al tendine del primo ventre va all' interno condilo del fe- more, a cui validamente s'attacca. A questo ventre alcuni autori diedero il nome di Ad- duttore grande del femore. Avvicina un femore all'altro: impedisce un^^. ,. 11 1 -il. Officio di qoe- troppo allontanamento dell uno dall'altro: fa *'°- ancora che alziamo il femore più facilmente; particolarmente quando seduti mettiamo un ginocchio sopra V altro. II Gluteo medio coperto nella sua porzion posteriore dal Gluteo grande , libero nel re- r2C2 Stante d'avanti, dove è coperto da una tela aponevrotica spesso indicata , colla quale s' at- tacca , egli è un muscolo £Ìù spiegato de- gli altri glutei, imperciocché la sua origine inarcata nella sede posteriore procede dal- l' una , g dall' altra apofisi posteriore del- l' osso (N. 212) degl' Ilii; inferiormente dal capo dell'osso (N. 2 1 5) Ischio; superiormente dal labbro esterno della cresta dell'osso Ilio, anzi un po' sotto questo labbro dalle asperità altrove (N. 211) indicate; ancerlormente dalla parte esterna dell' una e deli' altra apofìsi anteriore (N. 212) che si trovano nell' osso degl' Ilii ; si ancora da quasi tutta la faccia esterna di quest'osso, e dalla tela aponevro- tica che vi sta sopra. Quelle fibre, che ve- nendo da tanti luoghi sono più anteriori di tutte, discendono direttamente; )e altre rac- colte a forma di raggi, e convenendo colle anteriori vanno al trocantere maggiore con un robusto tendine , nel quale inserendosi dalla di lui cima fino pressoché alla radice ossia base 5 quasi circondano questo stesso tro- cantere . officiodiqne. Mentre stiamo su d'un piede, l'altro glu- teo medio allontana il femore da quell'altre, su cui stiamo colla coscia e col piede , ma non estende, come si é scritto da moki. Al contrario stando seduti , come giustamente insegnò il chiarissimo "Winslow, girano le fibre 2o3 inteiiori il femore particolarmente piegato dall' esterno in avanti; agendo poi le altre fibre , airasi quesi' osso quasi in contraria di- rezione , cioè da in avanti all' esterno ; e in simil evulsa un femoie allontanasi dall'altro. Per altro questo muscolo ancora colla sua azione, da quella parte che stiamo, ritiene e sostiene^ la pelvi, come si è detto del Gluteo grande. Il Gluteo minore è situato sotto il Gluteo medio, e coli' estremità parimente arcata na- sce dalla faccia esterna dell' osso Ilio , due dita trasverse in circa sotto l'origine del glu- teo medio; inferiormente poi e posteriormente dal capo dell' os'^o dell' Ischio ( N. 2)5 ), e dalla sua spina ; finalmente in avanti ; ma insieme esternamente dai lati di ambe le apofisi anteriori , che si trovano nell' osso degì' Ilii . Raccolte le fibre, anch'esse a foggia di raggi convengono anteriormente ed esternamente, e tra il lembo anteriore e posteriore di questo muscolo, fra la mezza lunghezza di tutto il muscolo, hanno aggiunto un tendine piano, il quale insieme colle fibre carnose laterali s' unisce prin\ieramente al legamento cigliare del femore, di poi all'apice interno e insieme anteriore del trocantere miìggiore. Conviene nella medesima azione col Gin- ofnciod;a.iù e alT indentro, aggiu- gnendovisi un tendine piano e lunghissimo , i! quale va tra il Gemello e il Soleo fino al priricipio della corda magna , al dì cui lato interno arrivato è mandato inferiormente;, e s" immedesima coli' istcsso gran teridine. officiodiqne- Conviene del tutto coli' officio del Soleo. SIO. Il Tibiale anteriore ?.t2i sotto gì' integu- menti comuni, e sotto l'aponevrosi, la quale, |)ì{i grossa nel lato esterno della gamba , si stende sopra i muscoli , e con essi s' imme- desima . Sorge superiormente dalla tibia in quell'intervallo, che v' è tra la tibia e la fi!)u!a;, anteriormente attaccato a quell' apò- nevrosi , e parimenti ( accanto alla spina an- teriore della tibia ( N. 26 6 ) alla faccia di quest' osso , che è rivolta contro la fibula . Codesta connessione arriva fino alla terza parte superiore incirca della tibia; di poi le sue carnose fibre un tendine riceve, il quale scor- rendo ingiù, ma alquanto ihieniamente ^ tra- passa sotto il legamento trasverso del tarso , e si affit2;fj"e nella faccia convessa e interna DO deir osso maa^GÌore cuneiforme e nell'annesso metatarso del pòllice. Officio di qi!-;- Serve a tirare insù il dorso del piede , è "°' quindi a piegarlo: anzi se agisce solo, cioè senza che vi concorra 1' azione del Peroneo piccolo e breve ;, volge alT interno l' estremità 229 del piede, ossia ravvicina all'altro piede; massimamente se si faccia agire insieir.e il Tibiale posteriore, Il Pcroneo breve ( che da altri appellasi Peroneo anteriore , da altri Peroneo medio , da altri finalmente Peroneo anteriore mag- giore ) occupa la parte esterna e insieme alquanto anteriore della gamba. Nasce ante- riormente dalla fibula dopo la terza parte di sua lunghezza; sì ancora dalla spesse voUe accennata aponevrosi, dalla quale è coperto, anzi viene quasi compreso : imperciocché tra questo muscolo , ed il vicino Estensore lungo e comune delle dita, discende un setto apone- vrotico, il quelle divide un muscolo dall'altro. Le sue fibre carnose si cacciano a foggia di penne nel tendine , il quale si produce infe- riormente accanto .il malleolo esterno; sot- tentra il legamento c{ie ha comune col Pero- neo lungo ossia posteriore, indi il legamento proprio, e termina subito sopra la base del quinto osso del metatarso, il quale sostenta il dito p'ccolo . Insieme col Tibiale anteriore pieg^ il piede, om iodi qw- ossia lo tira in^ù, ma se il Tibiale scia inerte/" allora volge in fuori l' estremità del piede. Il Peroneo picciolo, chiamato da altri Pe- roneo anteriore minore , da altri Peroneo terzo, sembra essere una parte deli' Estensore lungo e comune delle dira , a cui sta vicino v.:)0 inferiormente (dal quale però è separato da un inetto che vi( ne dall' aponevrosi abbracciante i muscoli della gamba ) ha la sua origine quasi comune col Peroneo breve ; se non che come quello deriva dalla faccia della fibula, questo viene dall' interna della medesima fibula; la qual faccia comprendono due an- goli, o piuttosto due salienti linee Parimenti al tendine di questo si inseriscono così obbli- quamente le fibre carnose, che desso muscolo rassomigli a una penna ; e il qual tendine insieme coi tendini dell' Estensore luns-o e comune delle dita scorrendo sotto il legamento trasverso del tarso , ha un fine comune col peroneo breve ora descritto. Officio di 2 la qual fa un setto in quella sede che divide questo muscolo dall' Estensore lungo del pollice. Questo muscolo lungo pure an- ch'esso ha la figura di penna, la di cui ori- gine è dal capo supremo della fibula, e dalla parte vicina della tibia. Le sue fibre a tre quarti circa della fibula inerenti sono alia faccia anteriore della fibula stessa , dalla quale sembrano tenir fuori , come vengono fuori le altre dall' accennata aponevrosi. Sta su di esso anteriormente ma nel lato interno il Perone© breve ; come in qualche parte su- periormente e interiormente f istesso ancora è coperto dall' Estensore comune e lungo delle dita . Un grosso tendine , a cui s' inse- riscono le fibre quasi a foggia di prominenti papille, portasi alquanto indietro; quindi an- dando ingiù è ricevuto dentro il solco ( ac- canto al malleolo e terno ) ritenuto dal lega- mento , che è comune al Peroneo breve: indi riflesso alquanto dall' indietro in avanti vien compreso dal proprio legamento , il quale è annesso esteriormente a quello del Peroneo breve: discende per il solco ( N. 3io ) che v' è neir osso cuboideo esternamente e infe- riormente; poscia per la pianta del piede dall'esterno andando obbliquamente in avanti e air interno si affigge all' osso del metatarso dei pollice in quella parte, dove si articola col cuneiforme ma-ggiore; a cui questo ten-»- a33 dine stesso non di rado si attacca con qual- che porzione . Chiamasi da alcuni Peroneo posteriore. Siccome questo Peroneo, come anco ilomoiodiqo»- Tibiale posteriore, va sotto la pianta, ed e legato col suo tendine alle ossa anteriori del tarso, o a quelle del metatarso, quindi può col Tibiale estendere il piede; ajuta con ciò r azione del Gemello e del Soleo , la quale però dirige in guisa , che teso il piede , la punta di questo guardi alquanto in fuori . Estende ancora, e gira il piede più sensibil- mente alla medesima parte , se agisce solo ; lo gira poi solamente in fuori , senza esten- sione troppo manifesta, se si faccia agire coi due altri Peronei . Dei Muscoli comuni delle Dita del Piede. 375. JL'opo aver descritto i muscoli che Qa»ii e rp«Bt^ muovono il piede , passiamo ora a quelli che ''^"^^"deiu* sono comuni alle dita dello stesso. Impercioc-J;^» ^*i ^''' che tra questi altri ve n' hanno che gli esten- dono piegati , e li curvano insù ; altri gli abbassano , se sono eretti , e li piegano ingiù: altri finalmente avvicinano le dita al pollice, o le tirano nel lato opposto, vale a dire le allontanano dal pollice ; e perciò le avvici- nano al dito mignolo. à34 Erigono le dita piegate L' Estensore lunu^o comune delle dita del piede. L' Estensore breve comune delle dita del piede. Le piegano se sono erette e stese li Flessore lungo comune delle dita del piede. Il Flessore breve comune delle dita del piede. I Lombricali. Tirano le dita minori verso il pollice L' Inter osseo primo e superiore del piede ^ I tre Interassei inferiori del piede. Allontanano le dita dal pollice Gli altri tre Interassei superiori del piede. L' Estensore lungo comune delle dita del piede posto nella parte anteriore e alquanto esterna della tibia , nella regione cioè che t' è tra la tibia e la fibula , è frapposto al Tibiale anteriore e Peroneo lungo . Vien fuori carnoso superiormente dalla radice del tuber- colo esterno della tibia, e dal capo e collo della fibula vicina; come anco dal legamento interosseo. Andando direttamente ingiù si at- tacca alla faccia interna della fibula fino ai tre quarti di quest'osso. Alla mezza lunghezza circa della gamba attaccato qua al T'ibiale anteriore ;, là al Peroneo breve e piccolo, di a35 cui sembra farne una parte, manda un len- dine dal lato esterno , il quale vicino al le- ^^' gamento trasverso del tarso diviso in tre parti, trapassa sotto questo legamento : quindi il primo tendine diviso in due cogli altri due costituisce quattro tendini , i quali passando sopra il dorso del metatarso vanno alla prima falange delle quattro dita , eccettuato il pol- lice: e in questa sede si uniscono coi tendini dell' Estensor breve; vengono rassodati dalTa- ponevrosi che deriva dai lombricali , per at- taccarsi finalmente col loro al dorso della se- conda falange; Estende tutte le falangi delle quattro ditajQ^^j^jiq^,. a cui appartiene, e le curva insù. Nel fare""- la qual cosa allontana alquanto le dita tra loro; estende poi massimamente il primo di- to, ajuia inoltre l'azione del Tibiale ante- riore^ e dei Peroneo breve nelle maggiori piegature del Tarso. L' Estensore breve comune delle dita del piede nasce da quella parte suprema e ante- riore della tuberosità del calcagno , dove col lembo che salisce alquanto guarda insù. Da questa sede le fibre camminano obbliquamente in avanti; poscia il ventre principale si divide in quattro ventri minori che a poco a poco si vanno impicciolendo ; e quello principal- mente si può per lo più separare dagli altri , il quale più grosso di tutti appartiene al 236 pollice. I tendini aggiunti a questi ventri ., essi pure inclinati dall' esterno alT interno , scorrono sopra il dorso de! piede, indi sopra le falangi delle dita^ eccetto sopra quella del dito mignolo , e si attaccano superiormente all'ultima falange. Tuttavia non si aflig2,ono ai su notati luoghi pria che divisi quasi nel proprio seno ricevano i tendini delT Estensore lungo , con essi s' immedesimino , attaccati qua e là alla medesima aponevrosi, dalla quale vengono confermati e ritenuti nelle loro sedi. tìjficiodiqte- Conviene nell'azione colT Estensore lungo; *'*• se non che dove questo estende e curva insù la prima falange principalmente di quelle dita, sopra le quali si produce co' suoi ten- dini; r Estensor breve sembra più tosto fatto per erigere, e tirar insù la seconda princi- palmente e la terza falange delle dita. Flessore lungo comune delle dita del piede. Separato il muscolo Soleo , si vede tosto il riesser lungo comune delle dita, il quale sta in mezzo tra la tibia ed il Flessor lungo del pollice. Ha principio superiormente dalla tibia dopo quello del Soleo , e prodotto ingiù si unisce alla tibia stessa , ed al legamento in- terosseo. Il suo tendine nel lato interno della tibia viene alla pianta, ed entra per l'anello le- gamentoso infisso nel malleolo interno (N. 374), il che è comune ancora al tendine del Tibiale posteriore. Siccome poi parte di questo ten- dine nella sede del calcagno passa al tendine del Flessor lungo del pollice; così sotto la pianta del piede viene lo stesso cresciuto e corroboralo, per cosi dire, dalle carni , le quali essendo disposte in una figura oblunga e in certa maniera quadrilatera, perciò chia- mansi da alcuni carne quadrata della pianta del piede. S' hanno le origini di queste carni parte dalla parte interna e inferiore della tuberosità del calcagno, parte dal legamento, che deriva esternamente dalla stessa tubero- sità nel luogo inferiore . Frattanto 1' indicato tendine, il quale a mezza sede incirca della pianta viene confermato da questa carne , genera quattro tendini minori a' quali si uni- scono i muscoli Lombricali . Codesti tendini vanno alle quattro dita minori, e perforano per COSI dire altrettanti tendini del Flessor breve e comune : imperciocché passano per quella fessura oblunga , ossia canale , che si vede nei tendini di questo muscolo , per in- sinuarsi finalmente nella base della terza fa- lange, per lo che questo muscolo chiamasi ancora Perforatore delle dita del piede. Inclina ossia piega ingiti la terza ovvero ocero aì ultima falange; il che per poter fare in certe ""• circ.^tanze più validamente, vi dà robustezza quella carne che dicesi carne quadrata , e la quale dirige ancora il tirar dei tendini. q«e- a58 siccome ajuta ancora 1' azione dei muscoli Lombricali . Il Flessor breve comune delle dita del piede nasce dalla parte anteriore^ inferiore, e interna della tuberosità del calcagno sotto la carne quadrata, e sotto Taponevrosi plantare, colla quale in molti luoghi è tanto strettamente unito, che quasi da essa nascer sembra; cam- mina verso l'estremità del piede, e la di lui carne si prolunga fino oltre la base delle ossa del metatarso: manda dipoi quattro tendini , i quali di qua del capo anteriore del meta- tarso appajono dirisi , per lo che lasciano un lungo canale, per cui passano i tendini del muscolo Perforatore, ovvero Flessor lungo su descritto. Biforcate sono le estremità di questi tendini , e s' inseriscono nella base concava della seconda falange; siccome a questo luogo medesimo si lega la porzione lendinosa , la quale nella regione del capezzolo anteriore della prima falange congìunge avanti ai loro fini quelle biforcate estremità. Chiamasi an- cora questo muscolo Perforato delle dita del piede ; i cui tendini insieme con quelli che derivano dal Perforatore , sono stretti da que- gli elefanti braccialetti, i quali descrivemmo già allorquando trattammo dei muscoli flessori delle dica delle mani ; e ì quali fwrono dalla natura dati a bella posta acciò diriges- sero al proposto fine l'azione di que' muscoli ? da' quali sortono codesti tendini. Piega la prima e prineipalmenie la seconda oecIo di q«.. falange delle dita. I Lombricali delle dita del piede con- vengono accuratamente con quelli della ma- no. Imperciocché questi quattro muscoli preso nome dalla loro figura , nascono dai ten- dini del Flessor lungo comune, ossia Per- foratore del piede; sì ancora, se gli occhi non m'ingannano, con un principio tenue da quella carne quadrata , oh-? abbraccia e cor- robora il Flessor lungo, colla quale alle volte si legano con alcune fibre, e più spesso per mezzo d' una gracile aponevrosi . II primo più interno di tutti s' immedesima col primo tendine del Perforatore; il secondo si ritrova neir angolo , che forma il primo e secondo tendine del Perforatore medesimo; sta il terzo in simil luogo affatto tra il secondo e terzo tendine del medesimo muscolo : il quarto oc- cupa r angolo, che fanno il terzo e quarto tendine del muscolo stesso Perforatore; tutti * poi e cadauno s' attaccano ai vicini tendini , i quali a lato lambiscono. Ascendono alla prima falange delle dita , alla cui base s' af- figgono dalla parte interna, dove guarda il pollice; dando delle fibre aponevrotiche all'E- stensore luno;o. Piegano alquanto la prima falange, eoffi.iodia«. l'avvicinano al pollice. Così ajutano razione"'" degli Interossei , dei quali tratteremo qui à^(-> sotto, e forse ajutano anco l'Estensore lungo comune, in quanto che mandano ad esso delle fibre aponevrotiche . Per altro il moto di av- vicinarsi , e di allontanarsi nelle dita dei piedi appena si conosce sì per la brevità delle dita , sì massimamente percìiè codesto eserci- zio delle dita è molto lontano da potersi pa- ragonare coir uso frequente di quelli, che appartengono alle nlani. QV Interossèi superiori, quattro di nume- ro, i quali altri chiamano esterni, e bicipiti^ in quanto alla loro doppia origine e fine, vanno, come quelli della mano, nella se- guente maniera . 11 primo interosseo supe- riore nasce dalla base esterna del metatarso del pollice, e dal metatarso del dito secondo, da quella faccia che guarda il pollice: riem- pie r intervallo, che v' è tra i due primi ossi del metatarso , e col suo tendine finisce nella base della prima falange del secondo dito dalla parte del pollice. L'altro interos- seo sorge dalla base del metatarso del terzo diro dove guarda il secondo, e dal mezzo metatarso secondo; sta nel secondo intervallo, e aflfigse il proprio tendine nella base esterna dèlia prima falange del medesimo dito secon- do. 11 terzo interosseo deriva dalla base del quarto metatarso, e dalla sede di mezzo de! terzo osso del metatarso; occupa il terzo in- tervallo, di poi lendinoso s' inserisce nella base esterna della prima falange del quarto dito . Tutti e ciasthtduno si profondano in questi intervalli, dal che avviene, clie le lo- ro carni sorgono non poco ancora nella pian- ta del piede . 11 primo avvicina il secondo dito al pollice; omtioaìque • . » Sto. gli altri secondo l'ordine loro allontanano dui medesimo pollice il secondo, terzo, e (puirto dito. Quando poi fanno questo, piegano an- cora la prima falange ingiù, principalmente perchè l'inserimento dei loro tendini è più inclinato alla pianta, che al dorso: iuìpercioc- chè i tendini di questi muscoli non sono at- taccati solamente al lato dell* accennata falan- ge, ma alla faccia concava ancora della fa- lange medesima . GV Intetossel inferiori, che sono tre, e che da alcuni sono detti interni, veggonsi nella pianta de' piedi, levati via però tutti gli altri muscoli, che si trovano in questa regione. E questi interossei sono piuttosto stesi sopra gli ossi del metatarso, che compresi negli inter- valli di questi . Il primo appartiene al terzo dito; il secondo al quarto; \ì terzo al quinto. Nasce il primo dalla base del terzo metatar- so accanto al metatarso secondo ; scorre nel lato medesimo sopra la faccia concava del terzo osso del metatarso, e col suo tendine si caccia nel lato della base annessa della prima falange , da quella parte, che è rivol-- PARTE II. 16 2^2 ta al secondo di lo . Il secondo col suo prln-- cipio è attaccato alla base del quarto meta- tarso, dalla parte che mira il terzo, e alla faccia concava del medesimo metatarso* dipoi col suo fine tendinoso si affigge alla base della prima falange del quarto dito, nella faccia che guarda il terzo. Il terzo interos- seo inferiore finalmente nasce parimenti dalla base del quinto metatarso , sopra la cui fac- cia concava camminando nel Iato interno si lega alla contigua falange del dito mignolo nella medesima parte della base . Officio di que- Avvicinano al pollice il terzo, quarto e '"■ quinto dito, e ajutano la piegatura della pri- ma falange di queste dita . Dei Muscoli proprj del Pollice del piede . «ienVi^ToH ^z'^- -L/ati sono al pollice del piede dei «lei Pollice. niQscoli parte comuni, e parte proprj. Dei primi parlammo già di sopra: veniamo ora a descrivere i proprj, i quali sono sei, e dal- l'azione de' quali il pollice viene teso, e ti- rato insù; inclinato alla parte opposta, cioè piegato ingiù; avvicinato alle altre dita, o allontanato da quelle . Estende L' Estensore proprio del pollice del piede. 243 Piegano Il Flessore lungo ^ e breve del pollice del piede. Avvicinano alle altre dita Yt' Adduttore del pollice del piede Il Trasverso del piede Allontana dalle altre dita L" Abduttore del pollice del piede. L' Estensore proprio del pollice del piede è situato tra il Tibiale anteriore, e l'E- stensore comune e lungo delle dita nella par- te anteriore e insieme esterna della gam- ba. Ha principio da tre luoghi; sotto il col- lo cioè della fibula dalla faccia di quest'os- so, che è rivolta alla tibia vicino al legamen- to interosseo, sì da questo medesimo lega- mento e dalla fibula insieme; sì ancora in- feriormente dalla tibia nella parte dove mira la fibula. Poscia mette un tendine piuttosto insigne, il quale sotto l'uno e l'altro corno del legamento trasverso del tarso si fa strada, compreso da un certo anello, che è formato dal medesimo legamento; dopo va al pollice, alla di cui prima falange si attacca nel dor- so , e quivi steso sopra , e qua e là confer- mato dall' aponevrosi si prolunga fino all'ulti- ma falange, alla di cui radice fortemente si affiojge. nr • ,• Ajuta l'azione del tibiale anteriore: princi-s'»- palmente poi erige il pollice piegato, esttn- 344 dendo 1' una e l'altra falange, le quali tira anco in sii. Flessore lungo del pollice del piede. Se dividiamo in tre parti uguali la lungiiezza della fibula, codesto muscolo nasce un po' di sopra della seconda parte dalla faccia piana e posteriore della fibula stessa sotto il Tibiale posteriore, e aderisce a tutto il restante trat- to inferiore della fibula quasi fino al malleo- lo interno. Le fibre derivanti da tutta l'am- piezza di quella faccia, con obbliquo cammi- no convengono insieme all' ingiìi : quindi cir- ca il malleolo indicato il tendine si produce ingiù, il quale dopo T estremità inferiore della tibia disrendendo obbliquamente all'indentro viene rinforzato da quel legamento , che ab- biamo detto esservi (N. 378) tra il malleolo interno ed il calcagno . Da questa sede an- dando il tendine dal didietro in avanti, ac- cresciuto dalla porzione del tendine del Fles- sore lungo comune delle dita, si porta al pollice tra 1' uno e l'altro osso Sesamoideo, quindi sotto la prima falange contenuto dal legamento comune armillare, si va ad inseri- re nella base inferiore delT ultima falange . o%ipriiane- Pief>;a in o;iu l'ultima falan2;e del pollice; ito. o t3 or ' SI ancora atteso il suo principio e il suo fine può ajutare non poco l'azione degli Estensori del Tarso. FlessoT breve del pollice del piede, Sepa- 24^ rati insieme coli' aponevrosi plantare i Flessori delle dita, e i Lombricali, cade tosto sotto gli occhi questo muscolo. La sua origine ten- dinosa , e piuttosto larga viene primieramente dall'osso del calcagno, avantichè si unisca col- r osso cuboideo ; sì dal terz' osso coneiforme, talvolta dal cuboideo, o certamente dai le- gamenti, da', quali sono legati insieme questi due ossi ; sempre in mezzo quasi la pianta dall' aponevrosi plantare, che altamente discen- de tra i muscoli stesi sulla pianta, e dal ten- dine vicino del Tibiale posteriore. Le fibre carnose che vengono da questi luoghi si di- vidono quasi in due ventri, ossia code, le quali si producono in avanti verso le dita; e le quali ambedue infine gettano un ten- dine nell'osso sesamoideo interno (N. 323), un altro poi nell'esterno, il quale cioè è più vicino alle altre dita che succedono in ordine al pollice. Il rendine del ventre interno, che guarda internamente al lato del pollice, s'im- medesima col tendine dell' Abduttore del pol- lice: il tendine poi dell'altro ventre esterno si confonde con quello delT Adduttore del poi- lice;, e del Trasverso del piede. L'uno e l'al- tro tendine è attaccato fortissimamente al le- gamento capsulare che lega il metatarso del pollice colla prima falange del medesimo dito, e quinci alla base della prima falange di que- sto. Questo muscolo composto, da due ventri PARTE II. 1 6 * 246 fa detto da alcuni, per verità impropriamen- te , una pane si Tenare , si Antitcnare ; i quai nomi non puonno aver luogo nel piede • «^ . ,. Piega inmù la prima falange del pollice, e Officio Ji qiBe- o b r _ & r ' p'p- la conduce alquanto verso il dito vicino, se agisce il ventre esterno; per lo contrario Tal- lontana da quel dito, se si faccia agire il ven- tre interno. L' Adduttore del pollice del piede nasce da quel largo legamento , che nella pianta viene dal calcagno avanti la mezza lunghezza di esso, e il quale andando avanti s'attacca air osso cuboideo , tessuta essendo insieme l'Aponevrosi del Peroneo lungo, il quale av- visammo scorrere sotto la pianta . Questo le- gamento si prolunga fino al principio dell'os- so del metatarso del pollice; nel qual luogo le fibre carnose dell' Adduttore attaccate a questo legamento cominciano a comparire: sor- gono poi principalmeute dalla radice, ossia base delle ossa del quarto, terzo, e secondo metatarso , le quali cioè sostengono il quar- to, terzo, e secondo dito del piede. Queste sono ordinate quasi in due o tre ventri, i quali obbliquamente all' interno andando all'estre- mità del piede, colla loro propria estremità lendinosa si frammischiano col tendine del Flessor breve, inserite tenacemente all'osso sesamoideo esterno, o piuttosto alla borsa le- gamentosa ( inserimento comune ai tendini H7 principalmente che appartengono a tutte le dita ) dalle quali sono confermati nella sua sede e l'articolo dei due ossi, e i due sesa- moidei . Chiamasi da alcuni , ma impropria- mente anch' esso , Àntitenare. Ajuta l'azione del Flessor breve, e con- ^^ffi"© di ip». duce il pollice verso il dito vicino . Il Trasverso del piede con principio ten- dinoso acuminalo sorte dal legamento capsu- lare , che congiunge il quinto osso del me- tatarso col dito mignolo; sì dal legamento simile del metatarso e del dito vicino, e dal- l'aponevrosi, che si stende sui muscoli inte- rossei soggetti. Venuto fuori da quel quinto os>o del metatarso gradatamente si spiega, e scorre trasverso sotto il capezzolo anteriore delle quattro ossa del metatarso , eccettuato quello del pollice, anzi è attaccato allo stes- so capezzolo inferiormente; dipoi affiggesi va- lidamente con un tendine comune coli' Ad- duttore e col Flessore breve del pollice al- l'osso sesamoideo esterno , ovvero alla borsa legamentosa poco fa accennata. Tira il pollice verso le altre dita, e seoEdotiiriue- agisce insieme col Flessor breve che appar-""* tiene al dito picciolo, forma in una qualche concavità la pianta del piede. \J Abduttore del pollice del piede nasce dalla parte inferiore e interna della tubero- sità del calcagno; e tendinoso da quella par» 34^ te che guarda gli osrsi , i quali copre. Pro-^ ciotte ÌVL avanti le fibre al medesimo lato in-* terno del piede ^ e venendo quasi dal margi- ne tanto superiore che inferiore, convengono in un angolo a mezza fede del muscolo, os- sia al di lui asse. A mezza lunghezza del metatarso del pollice svanisce la carne , e il tendine interno s' avviticchia alla base del- la prima falange; o piuttosto al legamento capsulare che unisce il metatarso con codesta falange; dal qual legamento, siccome anche dal tendine di questo muscolo sorte un' apo- nevrosi, le di cui filamenta ascendono al ten- dine dell'Estensore lungo del pollice, quasi un freno, che ritiene opportunamente questo tendine sopra il dorso del dito. Questo mu- scolo è quello , a cui fuor di proposito die- dero il nome di Tenare. Officio di que- Allontana il pollice dalle altre dita, e ajata un poco la flessione della prima falange . Dei Muscoli proprj del Dito mìgnolo del Piede. Zlo\tmcò\i 377.-/^1 dito mignolo del piede appar- JJga'Jio^^^^"" tengono due muscoli, e questi gli sono proprj , de' quali uno lo scosta dalle altre dita; l'altro lo tira verso la pianta, ossia lo piega ingiù. Allontana dalle altre dita L" Abduttore del dito minimo del piede. 249 Piega in<2;iù in o Il Flessor breve del dito minimo del piede . L' Abduttore del dito minimo del piede è lina massa carnosa , che giace esternamente sotto la pianta del piede; la sua origine viene dalia parte anteriore e insieme esterna della tuberosità posteriore del calcagno; quindi an- tìando obbliqua mente all' esterno verso il meta- tarso ha unita nel lato esterno l'aponevrosi, la quale s* inserisce esternamente nella pro- minenza insigne (N. 3i6) del quinto esso del metatarso. Codesta massa fu chiamata da al- cuni muscolo Metatarso. A questa massa poi più esternamente, e in qualclìc parte ancora superiormente vi si aggiugne, anzi vi si attacca un^altra massa carnosa, la quale ba un'origine comune; ma in ragion del luogo, costituisce il margine esterno del piede: imperciocché produ- cesi in avanti pel lato esterno delia tuberosità anteriore df 1 calcagno ( quella cioè che si congiunge coli' osso cuboideo ) fino alla base e alla faccia esterna del quinto metatarso : nel qual luogo, talvolta con un tendine co- mune colla prima massa carnosa, e alle volte con un tendine separato, va a finire nel lato esterno della base dell'annessa falange. A quest' altra massa diedero alcuni il nome