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Slinisko di G. e G., Roma. 9. Prof. F. Orestano, Roma. 10. Arcliitetto A. Brasiui, Roma. 11. Ministro degli Esteri, Roma. I». Soc. IVaz. Navigazione, Geneva. 13. i'omm. M. Besso, Roma. 14. Comm. Puglisi, Sau Paolo. 15. Comm. G.Martinelli, Riode Jan. 16. Dr. E. Dc lllattia, S. P. Brasile. n. P. Barberis, id. id. 18. C. Pavesi, id. Id. 19 F. Maggi, id. id. 20. Cav. Ufl. B. Secehi, id. id. 31. I'mb. Gagliardi, Casilda (S. F6). 33. Comm. Giuo Ceeehi, Calcutta. 33. Eagenio De Liguoro, id. 34. Martino Sprealico, id. 35. Cartiere Mcridionali, Isola Liri. SOCI PERPETUI 1. Univ. del Popolo, Pola. 2. Pro Cultiura, Capodistria. 2. Pro Cultura, Pisino. 4. Circolo D. Ragusa, Buie. 5. Ing. E. Liizzatti, Roma. 6. Prof. G. Fortunato, Sen. Nap. 7. A. V. Stuparicli, Flume. 8. Ing. O. Sinigaglia, Roma. 9. Istit. Naz. Assicuraz., Roma. 10. Prof. F. Cirincione, Roma. 11. Cllnica Oculiatlca, Padova. 12. Rag.Cav.E.Glardini, Novara. 13. De Yoanua, A. Brooklin. 14. Cassa Naz. Infortuni, Roma. 15. U. Hoepli, Edit., Milano. 16. U. Orlandini, Edit., Modena. 17. Dr. A. Mieli, Roma. 18. A. Taddel e F. Edit., Ferrara. 19. Prof.Cav.G.Bilancionl,Roma 20. Prof. A. Salmaso, Novara. 21. Cav. G. Rossi, Novara. 22. G. Frego, Viiizaglio. 23. L 'Arte del Libro, Montevideo 24. Luigi, Pasoli Verona. 25. Prof. W. Mackenzie, Genova. 26. Aw. A. Nioastro, Napoli. 27. Edit. Mondadori, Roma. 28. F. Bolchini, Milano. 29. Comm. V. Carrara, Genova. 30. E. Marzoli, Varese. 31. P. Fichera, Edit., Trieste. 32. A.Chiaram.Bordonaro, Praga. 33. Pasquino Coloniale, S. Paulo. 34. Conservatorio Verdi, Milano. 35. Maffio Maffii, Roma. 36. Gustavo Ermacora, Padova. 37. A. Mele Libr. Buenos Aires. 38. Dott. S. Naccarati, New York. 39. R. University, Urbino. 40. G. C. Sansoni, Firenze. 41. A. Nunez, Tunlsi. 42. Guido Sacerdoti, Bologna. 43. A. Benzi, Geneva. 44. C. del Conti Sforza, Roma. 45. Aw. P. Campanella, Jersey. 46. Aw. G. Latilla, Asmara. 47. J. B. Moretti, Montevideo. 48. F. Damasso, Roma. 49. Dr. A. Ferrata, Siviano. 50. " Giovane Italia », Valletta. 51. M'Mainoni d'Intignano, Dijon 52. Libreria Gorlero. Cos. poll. 53. Martin-Franklin, Buearest. - 54. Conte A. Bosdari, Rio de J. 55. C.teProvanadelSabbione, id. 56. Comm. A. Jannnzzi, id. 57. Cav. U£f. V. Scirchio, id. 58. Conte M. Boselli, Id. 59. D. Perrazzo, id. 60. Dr. Cav. A. Mute, id. 61. G. Scala, id. 62. E. Giannini id. 63. Dr. Cav. E. Vella, id. 64. Prof .Romano Guarnieri,L'Aia. 65. Floresto Bandecchi, S.Paulo. 66. Pasquale Galassi, Boston. 67. Robert H. Gardiner, Boston. 68. Giuseppe Sacchetti, S. Paulo 69. Silvio Galletti, Alessandria E. 70. Renato Casili, Calcutta. 71. Celestino Ghiringhelli, id. 72. Giuseppe Gmeiner id. 73. Federico Marus, id. 74. Cav. Edoardo Petiti, Simla. 75. Federico Petiti, id. 76. Cap. V. Porcelli, Calcutta. 77. L. E. Salsiccioni, id. 78. Giorgio Salvini, Ballygunge. 79. Ten. A. Baldassare, Cos.poli. 80. Rag. Roberto Righi, id. 81. Banca It. di Sconto, id. 82. Banca Comm. Ital., id. 83. Banco di Roma id. 84 Edgardo Nahum, id. 85. Sig.na G. Toni, - id. 86. Soc. Intercontinent. id. 87. Lloyd Triestino, id. 88. Anglo-Ital. Trading, id. 89. S.E.Comm.F.ceMaissa,id. 90. Fratelli Rossi eComp., id. 91. Ferdin. Carlmann, id. 92. George Sarton, Cambridge. 93. G. B. Paravia, Edit. Torino. Soci annnali : 4558. (al 15 giugno 1920). I. La Botanica italiana nel primo settantennio dello scorso secolo. La Botanica, quale fu svolta in Italia nei primi 70 anni dello scorso secolo, si rirela, piii clie in altre regioni di Europa, la diretta erede di quella del sec. xviii dominata dal genio sistematico di Linn 4 : fu, quindi, una botanica in prevalenza descrittiva, speciogi-aflca, floristica, affaticata a scopriie nuove specie e descrivere meglio quelle gia note, ad ammassare materiali e documenti sulle varie flore del paese, ad adattare alle nostra piante gli schemi di classificazione elaborati dai botanici d'oltr'Alpe od a proporne di nuovi. L'aforisma. linneano che il « Sistema » era I'viltimo fine per chi si occupa di questa scienza trov6 da noi un terreno eccezionalmeute propizio. I nomi pill in vista dei cattedratici del tempo, Tenore a Napoli, Bertoloni a Bologna, Parlatore a Fi- renze, De Visiaui a Padova, Viviaui e poi De No- taris a Genova, Moris a Torino, Savi a Pisa e quelli di una pleiade di botanofili, alcuui dei quali eminenti, come Pollini, Gussone, Bubani, ecc, sono ben noti nel campo degli stuoi sistema- tici nel quale, spinti da inclinazione naturale, sorretti da grande passione, laboriosissimi, gui- dati da acuto buon senso, da ability tecnica non I — La Botanica. 2 Augusto Beguinot comune e non di rado da grandiosita di concezione, lasciarono un'orma incaucellabile ed eressero a s^ stessi un monumeuto piii perenne del bronzo. II tipo piu frequente che hanno rivestito i lavori del primo settantennio 6 quello delle « Flore », due delle quali, I'una elaborata dal Bertoloni e I'altra, lasciata incompleta, dal Parlatore riguar- dano tutta la Penisola ed esteso a tutta 1' Italia, per citare un esempio nel campo delle crittogame, e I'Epilogo della Briologia del De Notaris : nd mancano saggi ancbe poderosi su flore straniere, come la Dalmatica del De Visiani, la Pirenea del Bubani ecc. Accanto a lavori ad indirizzo flori- stico se ne pubblicarono di quelli a carattere mono- grafico su gruppi di piante poco note ed un posto onorevole va fatto a quelli riguardanti le critto- game nello studio delle quali il microscopio, sotto le abili mani di De Notaris, Cesati, Vittadini, MenegMni, A. Massalongo, Zanardini, Trevisan ecc, fece risentire la sua influenza, quantunque quasi tutte le ricerche avessero in fondo un obbiettivo sistematico. L'insegnamento universitario rifletteva I'an- dazzo della scienza del tempo e naturalmente era imperniato su basi morfologiche ed organografl- cbe : una morfologia minutamente descrittiva, ricca di definizioni e di esempi, scarsa di contenuto generale, poco al corrente, salvo lodevoli eccezioni, dei progress! cbe la Botanicae le scienze afl&ni aveva- noconseguitofuorid'Italia e degli orizzonti sempre piu ampi che le si venivano discbiudendo. Accanto alia cattedra era sorto da tempo I'Orto botanico La hotanica e piu di recente vi avevano affluito collezioni di piante secche e libri, primo nucleo del futuro Istituto : ma questa suppellettile, se giovava alia ricerca scientifica, orientata come dissi sopra, era di poco giovamento alle lezioni pomposamente accademiche e non sussidiate ed integrate da eser- citazioni pratiche. Firenze, a mezzo la met a del secolo scorso e ad opera del maggior luminare del tempo, Filippo Parlatore, riusci a riunire, accanto ad uno splendido Orto Botanico, la piu ricca col- lezione di piaute secche e la piu vistosa biblioteca, in modo da potersi dire che in quel turno di tempo si fosse messa alia testa del movimeuto botanico in Italia, ma ottimi Orti botanici e ben fornite biblioteche erano a Padova, Bologna, Napoli, Palermo, ecc. Quel cbe mancava era il laboratorio con mezzi adatti per la ricerca che amiamo dire moderna: faceva difetto, in altre parole, quell'am- biente austeramente famigliare nel quale il mae- stro, smessa la toga accademica, scende a contatto con gli allievi, li dirozza, li plasma, li guida al- I'osservazione ed alia sperimentazione, ben sa- pendo che ai piu meritevoli sara un giorno confi- data la fiaccola che gli arde nelle mani e gli altri passeranno aU'insegnamento secondario che e (o dovrebbe essere !) il fecondo suscitatoredeiprimi germi dello studio della natura. Quasi tutti i si- stematici che ho nominato ed i molti che ho ta- ciuto sono figli del proprio talento e, diciamolo pure a tutto loro onore, dell'istinto portato su dalla natura. Di periodici dedicati esclusivamente alia botanica uno solo, il Giornale Botanico, sorto Auguslo Beguinot anch'esso a Firenze per iniziativa del Parlatore, ma che ebbe breve vita (1844-1852). Sarebbe, pero, erroneo credere che tutta la bo- tanica del tempo consistesse nel grande albero sistematico od in una selva di diagnosi e di nomi : alcuni germogli, pure concrescenti con il vecchio tronco, accennano a tempi modemi : altri, distac- catisi, hanno formato virgnilti destinati in seguito a diventare altrettanti alberi. II lievito dei tempi si constata, cio cbe e degno di nota, in alcuni de- gli stessi classificatori. Ten ore in un discorso pro- nun iato a Napoli nel 1818 in occasione dell'aper- tura di una nuova sala destinata per le pubbliche lezioni non esita a dire cbe «lo studio della fisio- logia vegetale forma... oggigiorno il prime e piii ragguardevole ramo della botanica : ne giammai potra aspirarsi al titolo di fisico profondo, di medico filosofo, di agi'icoltore illuminato, di dotto econo- mista senza conoscerlo, e possederlo in tutta la sua estensione ». In una consimile occasione nel 1842 il Parlatore gitta le basi di una botanica su- periore e, cioe, comparata la quale, secondo egli scrive nella prefazione delle sue « Lezioni di Bo- tanica comparata » «abbraccia... laconoscenza deUe leggi delle piante, studia queste per le loro analogic, per i loro rapporti, e cosi ci svela il grado di eleva- zione di un essere vegetale e ce ne fa conoscere la organizzazione e le fuuzioni». Ed aggiunge cbe «la scienza cosi spogliata da tutti i dettagli minuziosi, che la rendono al tempo stesso noiosa e quindi da pochi studiata, acquistera, spero, un aspetto filosofico, parler^ piii all'intelletto cbe alia memo- La hotanica ria, il botanico sara allora un vero scienziato ». Sta il fatto die nel suo corso egli muove in armi e scuote le basi delle classificazioui correnti an- che se presentate da maestri sommi e trova modo di innestarvi, tra I'altro, la teoria delle metamor- fosi del Goethe, la teoria degli analoglii di Geoffroy Saiut-Hilaire, la legge sostenuta dal Tiedemann iu Germania e dal Serres in Francia cbe gii esseri superiori ripetono nello sviluppo fasi temporanee corrispondenti a quelle raggiunte dagli inferior! (la nota legge clie I'Hackel parecclii anni dopo suf- frago con I'embriologia) e via dicendo. Nel 1857 si istituisce a Pavia una cattedra apposita di « Botanica superiore » affidata a Guglielmo Ga- sparrini che crea anche un modesto laboratorio di anatomia e fisiologia, il primo di tale genere da noi. La botanica 6 cosi scissa in due parti : ci6 cbe, come I'A. ebbe a dire neUa prolusione del suo corso « non solo e ricbiesto dalla estensione e varieta della materia compresa nelle sue brancbe principali di cui si compoue, ma ancora dal bi- sogno cbe ha una di esse, I'anatomia e la fisiologia, di nuove ed ardue investigazioni, perche possa pareggiarsi all'altra » (la sistematica). Ma I'esem- pio dato dall'I. e R. Governo austriaco non trov6 consentimento ed applicazione in quello italiano ed il monito che la botanica deve essere rappre- sentata nell'insegnamento superiore da almeno due cattedre resto sin qui inascoltato e non manco di produrre gravi inconvenienti. II Gasparrini, il pill emancipato dei botanici della prima meta del secolo scorso e tra i maggiori che vanti I'lta- 6 Augusto Beguinot lia, ha lasciato orme profonde nel campo dell'ana- tomo-flsiologia, ma alia botanica modema contri- buirono ancbe alcuni sistematici e qui ricordo il De Visiani che tratta acutamente del genere e della specie concludendo per la reale esistenza di que. st'ultima (tesi ripresa ed aijprofondita in questi ultimi anni) e col Massalougo ed il De Ziguo fonda lo studio paleontologico deUe filliti italiane in lavori di classica fattura : il De Notaris che stttbilisce il principio della importanza primaria delle spore negli Ascomiceti ed asserisce che i progress! della crittogamia sono afiidati al mi- croscopio e che la classificazione dei Pirenomi- ceti in specie non potra riuscire «ne fllosofica, ne naturale » se non si conoscono a fondo le piu minute particolarita della loro fiuttificazione e ne dk splendid! saggi : il gia nominato Par- latore che in piu occasion! incita a lavori monogra- fici ed in quell! da lui redatti sulle Gnetacee e Co- nifere si rivela un acuto morfologo, gitta ! fonda- menti di una fitogeografia dell'Italia e fa ricerche sull'anatomia delle piante acquatiche : Giuseppe Meneghini, algologo, che tenta di rintracciare nella struttura del fusto delle Monocotiledoni il tipo fondamentale dell'organizzazione e I'indole speciale delle modiflcazioui cui il tipo ando sog- getto ed aggiunge dati important! all'opera del von Mohl, sottomette a discussione la teoria dei meritalli del Gaudichaud : Carlo Vittadini, mi- cologo, che in due splendide monografie svela I'intima organizzazione delle Tuberacee e Lico- perdacee, pratica tra ! primissimi la coltura arti- La botaniea ficiale dei micromiceti sopra diversi substrati nutritizi, mette fuori discussione con accurate esperienze di laboratorio clie la causa vera ed unica del tremendo « male del calcino » del baco da seta e una mucedinea, la Botrytis Bassiana, confermando con dati incontrovertibili la geniale intuizlone di Agostino Bassi che alcuni anni prima aveva la- sciato scritto « che il contagio di cui si tratta con- siste realmente nella potenza riproduttrice della pianta stessa i cui germi introdotti nel corpo dei brucbi si schiudono, escono, si riproducono e ca- gionano cosi col movimento loro vegetativo od altrimenti la riferita malattia ». Non 6 un botanico, ma uno studioso profondo ed originale di argomenti di svariate discipline, G. B. Amici, matematico, astronomo, ottico, meccanico, clie dei perfeziona- menti introdotti al microscopio si vale per drizzare la ricerca nel campo deU'anatomo-fisiologia per- venendo a scoperte di fondamentale importanza, tra cui mi basti qui di ricordare quella del tubo (budello) poUiuico, la sua peuetrazione nell'ovario dopo avere percorso il dotto stilare, la sua peue- trazione nell'ovulo attraverso il micropilo, la pree- sistenza della cellula femminile (oosfera) nel sacco embrionale e, contro la tesi deUo Schleiden che conduceva ad ammettere cbe I'embrione fosse contenuto nell'estremita del budello poUinico (pol- linismo), la dimostrazione cbe I'embrione 6 la cellula femminile fecondata : una serie di scoperte cbe ba- sterebbero da se sole a renderne immortale il nome. Ne si trascurano problemi di botaniea applicata ed e del 1808 il lavoro di Filippo Re sugli « alberi 8 Augusto Beguinot che si caricano di frutta senza semi » (fenomeno detto in seguito dal Noll partenocarpia), del 1816 quello del GaUesio sulla teoria deUa riproduzione vegetale (dove, come scrive il Grassi, sono capitoli interessantissimi sull'ibridazione e sull'innesto che paiono scritti oggi e clie nessun nostro agrario sa- prebbe scrivere piu lucidamente e piu modema- mente) e sono pure da ricordare monografie su piante coltivate : le Camellie di Berlese, gli Agrumi del Risso e dell'Inzenga, quella snl gelso del Mo- retti e la Pomona Italiana del sopra citato Gal- lesio. Chi poi ancora dubitasse che tutta la botanica del primo settantennio dello scorso secolo fosse pura sistematica non ha che da scorrere i volumi degli Atti delle Riunioni degli scienziati italiani e le annate del gi^ ricordato Giornale Botanico, dove il lettore trovera piu che altrove ripercossa I'eco di idee, di discussioni, di concezioni che I'abi- tudine porta a ritenere affatto moderne e sbocciate solo da ieri. Gli e che sotto la corteccia del vecchio tronco sistematico covavano i germi di una bo- tanica piu raf&nata, piu conforme ai tempi, piu filosofica, della quale ho creduto di dovere fare un rapidissimo cenno, non per sminuire I'impor- tanza di quanto si venne compiendo neU'iiltimo cinquantennio, ma perch6 I'attivita nel campo botanico che andremo sommariamente ad esami- nare e che data dal '70 in poi meglio risalta ove si riannodi al lavorio preparatorio che I'ha pre- ceduta. La botanica II. Le Scuole e gli indirizzi di studio dal 1870 in poi. Le condizioni che favorirono lo sviluiDpo dei germi che ho sopra segnalato furono molteplici e svariate e certamente tra le piu importanti vi 6 da pone il profondo rivolgimento politico che con- dusse airunificazioiie dell'Italia con Roma a capi- tale. Tra i vari problemi che si affacciarono nel laborioso decennio dal '60 al '70 e che in parte si risolvettero ed in parte si impostarono per una prossima soluzioue (alcuni I'attendono ancora !) furono anche quelli relativi al riordinamento degl^ studi secondarl ed universitari secondo concetti consentanei ai tempi ed all'altezzache la scienza, nelle sue varie estrinsecazioni, aveva raggiuuto in paesi la cui unita politica si era fatta prima che da noi. La Botanica non poteva restare aUogata neUa Facolta di Medicina e servire solo ai medici ed ai farmacisti, ma doveva ricevere la sua coUo- cazione nella Facolta di Scienze, accanto alle di- scipline sorelle, doveva formare materia di imj)or- tanza fondamentale per gli aspiranti alia laurea in Scienze Naturali, destinati all'insegnamento secondario, doveva offrire oggetto di studio ad altri che, approfondendosi e specializzandosi, avrebbero dovuto conseguire la cattedra univer- sitaria. Ma a ci6 fare conveniva creare nuovi Isti- tuti e Laboratori, ammodernare quelli gia esistenti corredandoli di mezzi e di strumenti indispensabili alia ricerca, rimpinguare le Biblioteche di quanto 10 Augusto Beguinot di moderno si era venuto pubblicando fuori d'lta- lia, riordinare e completare le collezioni possedute ed iniziarne delle nuove : accanto alia Botanica teorica, fine a se stessa, creare Istituti di Botanica applicata con fondamento scientifico. Sull'indi- rizzo da imprimere all'indagine le vie erano molte ed era d'uopo di avere la mano felice nella scelta. Gia il Gasparrini nella Prolusione al suo corso che lio sopra citato aveva fatto rilevare che la parte sistematica aveva tanto « occupato le menti di tutti per lungo tempo, che gia comincia a sentirsi una certa sazieta, una remissione o riposo tempo- raneo dello spirito per essa » ed aggiungeva sentirsi impellente il bisogno di investigare le cose piii riposte « poco o punto sensibili alia vista naturale, internandosi nelle strutture e nelle funzioni degli organi ». La via era, dun que, segnata ed ardita- mente vi si pose Giuseppe GibelU che, come scrisse di recente il Mattirolo (1912), «ebbe completa e sicui'a la coscienza del momento, senti la necessita di seguire le vie nuove e seppe trasfondere alia generosa gioventii I'entusiasmo che lo animava ». Egli si era laureato a Pavia nel 1854 e vi resto dal '61 al '74 dapprima come assistente all'Orto Botanico, quindi come aiuto nel Laboratorio di Botanica crittogamica istituito, primo del genere in Italia, da S. Garovaglio nel 1871 e di cui di- venne I'anima. Professore prima a Modena ed a Bologna, quindi a Torino fece dovunque risentire la sua influenza, sia svecchiando gli Istituti che furono a lui successivamente affidati, sia prepa- rando allievi all'iusegnamento superiore. Rag- La botaniea 11 giunsero la cattedra : il Pirotta, a cui si deve la creazione dell'Istituto botanico di Koma : il Mat- tirolo dapprima a Bologna ed a Firenze, qiiindi a Torino, dovunque portando spirito di iniziativa ed aflSato di uovit^- : Buscalioni (che da Torino com- pleto la sua coltura a Pavia, Roma ed in Germania) a cui si deVe la fondazione dell'Istituto Sassarese e che poscia passo a Catania : il Belli che fu inse- gnante all'llniversita di Cagliari. Gli allievi del Gi- belli, diventati maestri, foggiarono nuovi e valo- rosi scolari : numerosissimi queUi usciti dalla Scuola romana e fra quelli che raggiunsero I'inse- gnamento universitario sono da citare I'Avetta a Parma, il Terracciano (che complete a Palermo la sua cultura) gia a Sassari, il Longo cui si deve la fondazione dell'Istituto di Siena ed ora a Pisa, e qualche altro nelle Scuole Superiori di Agricultura. Giacche ha iniziato I'esame deUe « Scuole » mo- vendo da Pavia giova qui di aggiungere che la cattedra dell'Ateneo Pavese tenuta sino al 1882 dal Garovaglio passo nelle mani del Briosi teste defunto che, perseguendo ed ampliando le tradizioni certamente nobili cui ho fatto cenno, la porto a dignitosa altezza. Dalla sua scuola esci il Cavara che, dopo alcuni anni di insegnamento a Cagliari ed a Catania, successe nel 1905 al Delpino a Na- poli e quivi sta svolgendo un ampio programma di opportuni ammodernamenti ed ampliamenti di quel gia celebre Istituto. Vi fu pure assistente il Baccarini (allievo anche di altri maestri, an- ch'esso test^ defunto) cui si deve la completa e definitiva sistemazione dell' Istituto Fiorentino 12 Augusto Beguinot gik iniziata dal Caruel e spinta innanzi dal Mat- tirolo. A Firenze sino ai primi anni dell'iiltimo cinquan- tennio aveva vissuto e gagliardamente operate la grande figura di Filippo Parlatore il quale, per quanto in prevalenza sistematico, mostrava di sentire i tempi e si adopero a preparare il terreno per gli ulteriori progressi della scienza. Egli, come gia si disse, aveva. riunito attomo alia sua cattedra le coUezioni senza dubbio piii riccbe in Italia, sia in fatto di Erbari, come di modelli da Museo, una riccliissima biblioteca ed un cospicuo Orto Botanico. Piu specialmente aveva insistito negli Erbari (il Centrale fu sua creaziont e fu suo merito cbe restasse assicurato a Firenze il grandioso Er- bario Webb) cbe dovevano servire ad uno studio sempre piii approfondito e razionale deUe Flore a cominciare da quella Italiana e ad offrire materiale opportune per la redazione di lavori monografici, di cui anch'egli aveva dato saggi : tutto cio senza ingiustificati esclusivismi ed egli ne diede prova occupandosi dell' anatomia deUe piante acqua- ticlie. Eredi diretti del suo insegnamento e del pa- trimonio da lui accumulato furono : il Caruel, suo successore alia cattedra, continuatore della sua « Flora Italiana », ma autore di un cospicuo numero di lavori a carattere affatto moderno : Arcangeli, dapprima a Torino, quindi a Pisa, il cui Istituto molto gli deve, fecondissimo e che si 6 occupato di quasi tutti i rami della botanica : Beccari, lavoratore instancabile e geniale inve- stigatore della vegetazione della Malesia anche dal La hotanUci 13 punto di vista biologicc, reputato monografo di un grande numero di gruppi di piante, primo fra i palmologi. Assistente del Parlatore per un qua- driennio tu pure il Delpiuo, che molto si giov5 del Museo da quegli liunito e dell'annesso Orto Bctanico, ma che gia in precedenza si era pronun- ciato per un inairizzo diverse da quelle del Maestro e che non tardo a spiccare il suo volo di aquila verso orizzonti nuovi e certo piti ampi di quelli con- templati dal Parlatore. Da Firenze egli passo ad in- segnare verso il 1871 uel R. Istituto Forestale di Val- lombrosa, quindi nelle Universita di Genova e di Bo- logna e da ultimo nell'Ateneo Napoletano dovun- que lasciando, attraverso ad una vasta, svariata ed afiatto personale opera botanica, le impronte del suo genio. Diremo tra breve deUa sua attivita; qui h da aggiungere che a Vallombrosa ebbe come allievo ed assistente il Borzi, geniale continuatore e perfezionatore della sua opera nel campo della Biologia, che tenne la cattedra di Messina e poi quella di Palermo instaurandone su nuove basi il vecchio Istituto e fondandone uno di nuovo, il Giardino Coloniale, annesso a quell' Orto Bota- nico ed indirizzato a problemi sia teorici, che pratici. Fu sistematico complete e, nel suo genere, per- fetto un altro contemporaneo del Parlatore, Giu- seppe De Notaris, che resse la cattedra di Genova, donde passo nello scorcio della vita a quella di Roma. Per quauto si sia occupato anche di piante superiori, le sue predilezioni furono le Ciittogame, neUo studio delle quali ha lasciato orme indelebili. 14 Augusto Beguinot £ da questi che discende un altro phylum della bo- tanica attuale. Attorno alia flgura eminente del De Notaris si ecliierano, o come allievi, o come se- guaci del suo indirizzo, parecchi valorosi critto- gamisti : Ce?ati, Passeriui, Baglietto, Piccone, Ar- dissone, ecc, spent! gia da alcuiii anni. La tradi- zione Denotarisiana, per quanto concerne il va- stissimo impero della micologia, fu raccolta e te- nuta desta dc P. A. Saccardo, che tenne la cattedra di Padova dal 1878 al 1915. Egli ebbe campo di addestrare in questa branca numerosi allievi fra i quali emerse per acuta critica e modernita di vedute A. N. Berlese sciaguratamente deceduto poco dopo il primo fiore degli anni. Alia sua scuola si educo pure G. B. De Toni da alcuni anni diret- tore deiristituto botanico di Modena, che nei la- vori algologici, notevolissimi pel tempo, del De Notaris, Ardissone, Delponte, Meneghini, Zanar- dini, ecc, trov6 il primo impulso per occupargi della sistematica delle Alghe. Fu pure assistente deiristituto Padovano il Penzig cui tocco la cat- tedra di Genova, gia onorata dal De Notaris e dal Delpino, ma che egli, grazie alia sapiente munifi- cenza di Th. Hanbury, trasformo in un Istituto botanico al corrente con i progress! e con le esi- genze della scienza. La botanica 15 III. Lo sviluppo della Botanica italiana nell'ultimo cinqiiantenuio. Delineate le scuole priucipoli e con esse i nomi pill rappresentativi della Botanica Italiana degli ultimi aecenni e designati gli Istituti dove maggiormenteferveillavoro e I'indagine, passiamo a vedere, a giustificazione della Bibliografia che sara avanti addotta, quali siano i capisaldi attonao a ciii si e sviluppata la nostra scienza. Dato lo spazio a mia disposizione, dovio riuscire breve e, quindi, necessariamente iucompleto. 1. — Bicerche nel campo delV anatomia, fisiologia e biologia. Dopo il predominio della vecchia sistematica fondata, come 6 ben noto, sulla morfologia esterna ed, in generale, su di un superficiale rilievo degli organismi e degli organi qnale, salvo lodevoli eccezioni, si attuo nel primo settantennio dello scorso secolo, era logico ed affatto consentaneo ai progi'essi della scienza che i botanici italiani, una volta in possesso dei mezzi della tecnica mo- derna, affrontassero svariati problemi di morfo- logia interna dalla citologia che studia la ceUula ed i suoi componenti, alia istologia che indaga i tessuti e la loro origin e e differenziazione (isto- genia), alia embriologia che segue I'organismo nelle prime fasi del suo sviluppo, alia anatomo- fisiologia che cerca di spiegare la interna struttura 16 Augusto Beguinot degli organi con le lunzioni clie ad essi sono de vo- lute. Numerosissimi e spesso poderosi contributi fui-ono pubblicati in quella direttiva clie in generale si design a col nome di « anatomica » ed in questo arringo si distinsero piti specialmente gli Istituti botanici di Roma, Pavia, Torino, Pisa, Palermo, Firenze e qualche altro minore. Tanto fu I'ardore dell'impulso dato dai nuovi araldi della botanica italiana che non andiamo lungi dal vero asserendo che nei primi decenni dopo il '70 le ricerche ana- tomiche tennero da noi il campo ed affalicarono gli ingegTii piii valorosi e le menti piii aperte. L'ltalia che, con il Malpiglii, aveva dato n primo abbrivo a questi studi e che si era poi lasciata so- praffare da una pleiade di osservatori d'oltre alpe e d'oltre mare — che nel irattempo avevano mie- tuto alcune delle piii belle scoperte — tomava ad occupare un posto onorevole ancbe in questa pale- stra. Eicordo, fra i tauti, i lavori sulla cellula in generale (Buscalioni, Acqua), suUa membrana cel- lulare (Buscalioni, Carano), sui cristalli di ossa^ lato di calce (Buscalioni, Acqua), sul nucleo e nucleolo (Cavara, Longo, Petti), sui laticiferi (Pirotta e Marcatili, Geremicca), sulla cariocinesi (Buscalioni, Baccarini), sull'endoderma e pen'- ciclo dei Trifogli (Belli), sulla teoria della stele del Van Tiegliem (Buscalioni e Lopricre), sugli idio- blasti delle Camellie (Cavara) e pregevoli ricerche di embriologia si fecero da Gibelli e Ferrero, Pirotta e Longo, Carano. La struttura dei tegu- menti seminali neUe Leguminose trov6 un sagace illustratore nel Mattirolo, i semi delle Oleacee fu- La botaniea 17 rono investigati dal Pirotta, quelli dflle Ampe- lidee dal Berlese, quelli delle Gerianacee italiane dal De Toni e svariati grujipi di piante ebbero una esauriente illustrazione anatomica da parte del Bac- carini (Genista aetnensis ed affiui), Briosi e Tognini (Canape), Baccarini e Scillama (Glinus lotoides), Colozza (Alstroemeriacee, Olocacee, Goodenia- cee ecc). PantaneUi (ZigofiUacee), Kruch (Conifere italiane, Isoetes, Cichoriacee ecc), Morini (Casua- rinee), Carano (Cicadacee e Pandanacee), Catalano (Palme e Pandanacee), Gibelli e Ferrero {Trapa naians), Ross (foglie delle Iridee e periderma): I'accrescimento in spessore nelle Palme fu studiato da Zodda, Baccarini, La Floresta, Carano, Borzi, ecc. A questi ed al suo allievo Catalano devesi una nuova interpretazione suUa natura morfologica del caule. Pill lento e piii contrastato, ancbe da difficolta tecniche, fu lo sviluppo della fisiologia ed in realta solo pochi dei nostri Istituti (Pavia, Torino, Ge- neva, Napoli, Roma, Palermo) si trovano in gi'ado di utilmente lavorare con questo indirizzo. £ af- fatto recente I'applicazione dei metodi della cliimicc-fisica aUo studio delle funzioni vitali, metodi cbe hanno messo sul tappeto della speri- meutazione molte questioni della maggiore im- portanza. Del molto che fu iatto, specialmeDte negli ultimi decenni, ricordo gli studi suU'assimi- lazione del Carbonio (Pollacci), dell'Azoto atmosfe- rico (Pollacci e Mameli), sulla influenza dell'elettri- cita sulla vegetazione (Bruttini, Pollacci), sulla nu- trizione e riproduzione delle piante (Montemartini), 2 — La Botaniea. 18 Augusto BSguinot Bulla genesi e funzionalit^ dei pigmenti antocianici (Buscalioni e Pollacci), sugli enzimi (Buscalioni e Fermi, Pantanelli, Peglion), euH'albiiiismo e sue cause (Pantanelli), sulla respirazione deUe piante acquatiche (Gola) e su queUa dei tegument! semi- nal! delle Leguminose (Mattirolo e Buscalioni, Gola), sulla traspirazione dei sempreverd! (Pu- glisi) e delle succolenti (Ferruzza), suH'assorbi- mento e diffusione delle soluzioni saline (Busca- lioni e Purgotti, Acqua, Gola), sui movimenti di iriitazione nelle piante (Borzi, Ricca), sulla per- cezione degi stimoli (Acqua, Alberti), sulle xeroflte mediterranee (Borzi), sul significato degli alca- loidi (Albo), ecc. Rifacendoci col pensiero ad alcuni decenni or Bono k) qui il luogo di dire che dall'ambito delle dottrine flsiologiche un botauico di cui abbiamo gia fatto il nome, Federico Delpiuo, stacco quelle funzioni in generale esterne o perifericbe merc6 le quali le piante si mettono in rapporto con I'am- biente che le circonda e che, secondo I'A., dovreb- bero costituire un corpo di dottrina a s6, che chiama « Biologia vegetale ». Resta classico I'opu- scolo, modesto di mole, ma denso di idee, che vide la luce nel 1867 sotto il titolo di « Pensieri sulla Biologia Vegetale » dove il D. definisce gli scopi ed i limiti di questa branca della Botanica, ne illustra il contenuto con svaiiati esempi, vi manifesta i suoi principi filosofici, vi mostra come il criterio biologico debba illuminare e ravvivare la morfologia e la sistematica, vi batte in breccia le concezioni materialistico-casualistiche dominant! La botanica 19 un cinquanteniiio fa : insomma quell'opuBColo, tra i piu discussi, ma anclie fra le cose piu originali che vanti la letteratura botanica italiana, racchiude le linee maestre di uii vasto programma di lavoro che il D. ed allievi ed altri parecchi che ne se- guirono od ampliarono lo schema vennero svolgendo neU'ultimo mezzo secolo. Lo spazio a nostra dispo- sizione ci vieta di riassumerlo sia pure nei suoi essenziali lineamenti : dal punto di vista della metodologia giova qui oi essere dotto che mentre I'anatomia e la fisiologia confinano il botanico nelle quattro pareti del Laboratorio e I'annesso Orto gli fornisce il piii ed il meglio del materiale, la Biologia, come fu intesa dal D., si appella alia natura ed ai suoi liberi campi, studia le piante nel mezzo dove vegetano e nei rapporti che a que- sto le collegano, esige escursioni e viaggi. Delpino, tipo quasi perietto di autodidatta, ebbe poco in onore il microscopic, poco si cur6 del Laboratorio, ebbe in disdegno od in sospetto la sperimeutazione. Gli ulteriori progressi della branca da lui instau- rata (per la quale fu proposto il nome di « ecolo- gia », che tende ora a prendere il sopravvento) si devono, sia all'ampliamento dello schema trac- uato dal Maestro (vi accenneremo a proposito della fitogeografia ecologica), sia all'oculato ed opportune impiego del micro^copio (si pensi, ad esempio, alia biologia delle crittogame), come pure sottoponendo a controUo sperimentale alcune ve- dute aprioristiche e trascendentali. Ne 6 risultato che i rapporti tra fisiologia e biologia sono assai piu stretti ed intimi di quanto il D. aveva asserito 20 Augusto BSguinot e la distinzione in cui egli aveva tanto insistito tra funzioui interne ed esterne si puo considerare come oltrepassata. Quello che, a mio modo di vedere, giustifica sino ad un certo punlo la indi- vidualita delle due branche e ne cosiituisce 11 carattere piu saliente e che la fisiologia p.d. prende di mira funzioni a vast a estensione che si estrin- secano con fisionomia fondamentalmenteidentica nei gruppi piii aisparati, mentre uel campo della biologia si sogliono comprendere funzioni ad am- bito piii ristretto, confinate nei limiti del genere. della, specie od anche di varieta, attuate da organi si^esso a carattere metamorfico o presentanti adat- tamenti specialissimi, ora appena abbozzati e si direbbe alio stato iniziale, ora raggiungenti un grado massimo di complicazione e di perlezione : funzioni cbe sembrano sfiiggire al rigido mecca- nismo fisico-cbimico ed alia fatalita cbe regolano quelle puramente vegetative e riproduttive. Gli studi di questa categoria di manifestazioni (consa- crati in numercsi lavori e monogi'afle citate nella Bibliografia) condussero il D. a riconoscere nella natura un flnalismo ed un « principio immateriale, intelligente e prescente » : parecchi modemi biologi aborrono dalle spiegazioni teleologiche ed inclinano palesemente per la concezione unitaria e casua- listica : ma veramente che cosa si debba sosti- tuire alia concezione Delpiniana, a parte alcuni evident! paradossi ed esagerazioni, ancora non si vede chiaro. In ogni modo, qualuuque siano i responsi della scienza avvenire iunanzi a tali supreme inchieste, non vi 6 dubbio che il D. La botanica 21 facendo della conformita alio scopo uu problema di ricerclie e I'oggetto essenziale della sua attivit^ fu messo in grado, come scrive il Grass! (1911), « di scoprire talvolta, di lumeggiare meglio tal'al- tra, grandissimo numero delle infinite modality della vita di relazione nel mondo vegetale, e di lasciare un'opera veramente monumentale per mole, per valore intrinseco e per la geniality pro- fonda clie tutta la ravviva». Lo Knutli in Ger- mania (1898-99) ed i continuatori del noto « Hand- buch der Bliitenbiologie » Appel e Loew (1904-05) e da noi lo Scotti (vedi bibliografia) hanno rias- sunto tutto quanto si venne pubblicando — e fu un vasto movimento di idee — sulla Biologia fiorale. Ricordo, inoltre, i 4 volumi delle « Con- tribuzioni alia biologia vegetale » editi dal Borzi ed altri lavori a carattere biologico pubblicatida questi e da allievi della scuola di Palermo. Poderose monografie di Buscalioni e collaborator! edite negli Atti dell'Ist. bot. di Pavia, nella «Malpighia» ecc, riguardano ardui argomenti di biologia trattati con fondamento fisiologico. 2. — La Sistematica moderna e gli siudi monografici. Anatomia (in senso largo), fisiologia, biologia (= ecologia) costituiscono i capisaldi della scienza delle piante quale si venne svolgendo nell'ultimo cinquantennio. Ma, come mostra la Bibliogi-afla, molto altro si fece all'infuori di questo quadro ed incomincio dalla Sistematica. Questa sino a pochi decenni or sono si era mantenuta, salvo onorevoli 22 Augusto Beguinot eccezioni, in un campo puramente descrittivo, convenziouale, statico. I progress! delle tre branclie che abbiamo sin qui esaminate e specialmente dell'anatomia, la conoscenza dell'intero ciclo di sviluppo delle piante e non solo dello stadio ri- produttivoj'applicazionedel criterio b'ologico cal- deggiato dal Delpino e di queilo morf ogeografico cui molti recenti fecero appello valsero ad infondere nuova vita e poderoso impulso a questo ramo della fitologia, die sembrava destinato ad esaurirsi per mancanza di vitale nutrimento. I « Pensieri sidla Tassonomia botanica » del Caruel (1881) e le sette Memorie suir« Applicazione di nuovi criterii per la classificazione delle piante » del Delpino (1888-1905) sono trattazioni magistr?li che ri- flettono i nuovi indirizzi impressi alia Sistematica oramai uscita di minority. Ma sia I'uno comel'al- tro si tennero molto suUe general! e daUe loro penne, gi^ gravi per gli anni, non use! quella sin- tesi completa e largamente esempliflcata che possa reggere al confronto con i lavori del genere pub- blicati, ad esempio, dall'Engler di Berlino. Questa sorte fu riservata alle crittogame e precisamente al Fungh! ed alle Alghe ed 6 tutto merito della Scuola Padovana. Come 6 noto, i 22 volumi della « Sylloge fungorum omnium » del Saccardo, non contengono soltanto le diagnos! di tutt! i funghi sin qui conosciuti (ed un grande numero dei quali descritti la prima volta dall'A.), ma la vasta ma- teria 6 inquadrata in uno schema di classificazione che, pure partendo dai capisaldi che il De Notaris, Cesati, Passerini e micologi stranieri avevano get- La botanica 23 tato e tenendo conto di quanto si venne pubbli- cando in materia, ha molti lati originali e, senza entrare qui nel vivo della discussione, constato il fatto che parecchie delle colonne dell'edificio hanno saldamente resistito all'impeto dei tempi e I'opera, presa nel suo complesso, ha largamente giovato a svaiiate ricerche ad indirizzo biologico che si vennero compiendo negli ultimi anni (Briosi, Ca- vara, Farneti, Morini, Mattirolo, Borzi, Petri, Berlese, Baccarini, ecc.)- Vasta trattazione siste- matica sono pure i cinque volumi della « Sylloge algarum omnium » del De Toni, mentre al Borzi spetta il merito di avere affrontato lo studio di questo interessante gruppo di piante con metodi culturali e con vedute biologiche in opere di egre- gia fattura e di indiscutibile importanza. Incremento notevole alle conoscenze sistematiche di svariatissimi gruppi ban no apportato lavori monografici di cui aveva dato esempio lo stesso Delpino (Marcgraviacee, Smilacee) e piii tardi Gibelli e Belli con la classica Monografia delle spe- cie del gen. Trijolium della flora italiana e region! contermini, splendido modello in questo indirizzo di studio. Ho gi4 ricordato il Beccari come eminente monografo e piimo senza dubbio come Palmologo, autore di numerosi e fondamentali lavori per que- sto difficile gruppo di piante. Sul molto che si pub- blico in materia ricordo i nomi del Levier ( Twiipa) , Belli (Hieracium), Terracciano {Nigella e Gagea), Martelli (Pandanus), B6guinot (Eomulea, Apo- cynum, Enarthrocarpus, ecc), Buscalioni e Mu- scatello {Saurauia), Pampanini e Bargagli-Pe- 24 Augusto BSguinot trucei {Staclcovsiacee), Lanza {Calendula) e molti lavori, quantunque limitati alle specie italiane, hanno carattere monografico, quali quelli sulle Quercie (Borzi), sulle Fumariacee (Nicotra), suUe Narcissee (Preda), sulle Conilere (Longo), sulle Orehidee laziali (Cortesi), sui Senecio dell'Etna (Busc. e Muse.) ed altri parecchi che cito aella Bibliografia. Per le crittogame Gibelli sui Funghi e sui Licheni, I'Ardissone sulle Alghe, il Del- ponte sulle Desmidiacee avevano, tra gli altri, dato sull'inizio dell'ultimo cinquantennio accurati saggi di studi monografici. In seguito il numero dei monografi si accrebbe e qui ricordo i nomi del Mattirolo, Massalongo, Bagnis, Berlese, De Toni, Voglino, Borzi, Bottini, Abbado, Pirotta, Bresadola ecc., rimandando pei loro lavori aU'elenco bibliogra- fico. Sono pure monografie, ma a carattere biologico, quelle sulla Dicogamia, sulla funzione mirmeco- fila e sulla fiUotassi del Delpino, quella sulle piante forraicarie del Beccari, sulla caulifloria e sui fillodi e fillodopodi del Buscalioni e via dicendo. 3. — Le Flore nostrane ed esotiche e gli studi crittogamici. Ai lavori con indirizzo sistematico si coUegano strettamente quelli che hanno lo scopo precipuo di illustrare la vegetazione di una data regione con la critica elencazione di tutte le entita che vi cre- scono e delle localita e stazioni dove vegetano : voglio alludere alle « Flore », sia fanerogamiche, che crittogamiche. Su questo gen ere molto era Btato fatto prinia del '70, ma moltissimo, come La hoianica 25 mostra la Biblioojafia, si fece di poi in vista di completare le mimerose-lacune clie aveva lasciato I'esplorazione del nostro suolo e con lo scopo di ammodei-nare lavori, bensi egiegi, ma che avevano fatto il loio tempo. Come lavori generali sulla flora italiana debbo ricordare anzitutto la con- tin uazione della « Flora italiana » lasciata incom- pleta dal Parlatore, ripresa e continuata da Cam- el e coUaboratori con 5 volumi, uh per anco esau- rita : il « Compendio della Flora Italiana » del Ce- sati, Passerini e Gibelli, di mole piu modesta e, quindi, piii facilmente accessibile agli studiosi : quello dell'Arcangeli, che ebbe I'onore di due edi- zioni 6 finalmente la « Flora Analitica d'ltalia » in 4 volumi di testo edita da Fiori c Paolel ti e con- tin, dal primo e da B^guinot ed un volume di ta- vole dove sono ritratte tuttele entita ammesse al rango di specie, completata da un volume suila « Cronologia della Flora Italiana » del Saccardo contenente le prime date di segnalazione di cia- scuna forma nel nostro paese. Moltissimi i contri- buti floristici e le flore regionali di cui il primo esempio di trattazione moderna fu dato dal Caru- el col suo « Prodromo della Flora Toscana » edito, pero, prima dol'TO ecompletato con la « Statistica » che vide la luce nel 1874 : modelli teiiuti presenti per simili lavori che indubbiamente hanno condotto le conoscenze suUe piante indigene od acclimatate nel nostro paese ad un alto grado di perfezione, senza per altro esaurire il campo che ancor resta da arare per i venturi. Dato lo spazio a nostra disposizione, non possiamo scendere ad esempli- 2 6 Augusto BSguinot ficazioni, ci basta qui di aggiungere che alia mi- nuta esplorazione non &i sottrassero locality fuori mano o poco considerate per il passato (flore ru- derali, alveali, cacuminali, arboricole, flore delle piccole isole e delle scogliere, piante avventizie ecc. ). Parecchio si fece pure per I'esplorazione crit- togamica ad opera di specialisti dei vari gruppi in cui le crittogame si ripartiscono. Le conoscenze in materia che, fatta eccezione dei Funghi, erano state riuuite dal Bertoloni nella sua « Flora italica cryptogama » edita tra il 1858 ed il 1862, rifuse e messe al corrente, stanno confluendo in un unico corpo in via di composizione la « Flora italica cryptogama)) di cui videro la luce parecchie pun- tate relative ai Funghi ed alle Alghe ed il volume dei Liclieni dovuto alio Jatta (che gia prima aveva pubblicato una « Sylloge »). Al Bottini dobbiamo la prima puntata di uno studio generale sui Mu- schi italiani (che sar^ il ringiovanimento dell'« Epi- logo » del Notaris), uno studio esteso a tutte le Epatiche italiane al Massalongo e parecchie interessanti monografie su tale gi'uppo di piante; pregevoli sono pure gli studi briologici sul Lazio del Brizi e la monografia del gen. Ehynchostegium. Importanti contributi all'algologia italiana si devono al De Toni e Forti, alMartel, Colozza, Preda ecc. II Saccardofece del Veneto la regione italiana micologicamente meglio illustrata e classiche sono le ricerche del trentino Bresadola sugli Imenomiceti. N6 i botanici italiani trascurarono lo studio delle flore esotiche. Molti contributi del Saccardo, La hotanica 27 De Toni, Piccone, Jatta, Levier riguardano crit- togame estranee al nostro paese ma, per limi- tarmi ad un breve cenno suUe Fanerogame, non vi 6 dubbio che il primo posto competa al Beccari, illustratore geniale della vegetazione dell'Arcip. Malese e della Papuasia dove, primo del botanici italiani, pose piede e ristette per parecchi anni suU' inizio del periodo cbe stiamo qui esaminando facendovi un'ingente collezione di piante e di os- servazioni condensate principalmente nei tre volumi della sua « Malesia » ed in quel brillante volume edito sotto il titolo « Nelle Foreste di Bor- neo ». La Colonia Eritrea forni pure copiosissimo materiale che andd in grande parte ad afiSuire neiristituto botanico di Eoma ed ha offerto ar- gomento a numerosi lavori e ad un'opera comples- siva di grande stile, non per anco giunta a compi- mento, la Flora Eritrea del Pirotta con il prin- cipale collaboratore, il Chiovenda. Questi, una volta a Firenze, ha pure dato mano alia illustra- zione delle piante raccolte nella Somalia italiana (altri contributi per le due colonie uscirono dal- rist. bot. di Palermo) ed ivi il Pampanini egregia- mente illustro le ricche coUezioni di piante cinesi f atte dai missionari Giraldi e Silvestri. La recente conquista della Libia richiam6 sulle rive dell'op- posta sponda parecchi botanici, botanofili ed agrologi e la percorsero pure due Missioni, alle quali erano aggregati botanici, e forni materiali per copiosi contributi che allargarono considerevol- mente le conoscenze, sia floristiche, che biologiche. TJn volume edito dal Borzi sotto il titolo di « Studi 28 Augusto Beguinot sulla flora e sulla vita delle piante in Libia » ne riunisce alcuni dei piu importanti ed il lettore tro- vera pure interesse a scorrere le Relazioni delle due Commissioni clie lio sopra ricordate. II volume sulle « Plantae Tripolitanae » del Pampanini edito dalla Soc. ital. per lo studio della Libia h per ora, dal punto di vista della flora, il lavoro piii esteso per quella parte della Libia. Di Africa rac- colsero ed illustrarono piante il Ferracciano ed il Buscalioni e ricca collezione, sin qui inedita, compose il secondo nell' interessante regione dell'Amazzonia : al Negri dobbiamo un impor- tante scbizzo fitogeografico sulla vegetazione del- I'Etiopia meridionale. Numerosi sono i contributi del Baldacci alia vegetazione della Penisola Balca- nica che percorse per lungo e per largo ed il recente volume « Itinerari albanesi » edito dalla R. Societa Geografica Italiana rispeccbia il molto cbe egli fece perlaconoscenzadiquesta regione. Benemeritissimo della vegetazione dell'America del sud 6 lo Spe- gazzini cui pure si devono contributi e monografie di grande stile, sia sulle fanerogame, che sulle crittogame. Le collezioni riportate dai vari ed ardimentosi viaggi del Duca degli Abruzzi (Alaska, Ruwenzoii, ecc.) furono sapientemente illustrate dal Mattirolo, Chiovenda, Cortesi, Saccardo, De Toni, ecc. 4. — La Fitogeografia e Vorigine delle flore. Alio studio delle compagini floristiche si ri- coUega direttamente quello della geografia bota- nica o fitogeografia : cbe anzi, come aveva gia La botanica 29 detto il Parlatore, i rlati raccolti nelle varie « Flore » si devouo piu che altro cousideiare come materiali per questo capitolo dolla scienza vegetale. Preoc- cupati del lato speciografico e di que&tioni tassoac- miclie, ben poco avevano fatto i botanici prima del '70, moltissimo quel cbe si veune compiendo negli ultimi de'ceuni fuoii d' Italia, spesso cousa- crato in lavori di vasta mole e di larghe vedute. Sicche il ccatenuto dJ questo capitolo si venue ampliando ed in una recente rivista sintetica (1918-19) sullo sviluppo storico e suUo stato at- tuale dello stesso distinsi la geografia dellepiante, a seconda dei vari punti di vista in cui puo essere trattata, in floristica, ecologica, sperimentale, ge- netica ed antropica. Molto importante 6 I'indirizzo ecologico il cui compito 6 quello di rintracciare, con criterio geografico e biologico, le interdi- pendenzp fra le piante e I'ambientc, fra gli stimoli e le reazioni (adattamenti), ci6 cbe ba condotto a considerevolmente allargare lo scbema della Bio- logia tracciato dal Delpino. Notevoli contributi banno pubbbcato in questa direttiva il Casu (saline di Cagliari e stagno di S. Gilia), B6guinot (laguua di Venezia e regioni contermini, isole pouziano-napoletane, provincia di Padova ecc), Gola (Appennino piemontese), Negri (diverse iocalita del Piemonte), Zodda (Mossinese), Ponzo (Trapanese), Albo (Sicilia meridionale-orientale) A. Vaccari (Arcipelago della Maddalena), Borzi (alghe xerofile della Tripolitania, funzione aereo- filattica), ecc. Nell'indirizzo sperimentale, oltre ai lavori s. c. del Casu sulla flora delle saline del 30 Augusto Beguinot Cagliaritano, ricordo la recente teoria fisico-osmo- tica suU'edafismo sviluppata dal Gola e che lia condotto ad alcuni notevoli ritocchi sulla classi- ficazione delle unit a e gruppi ecologici, di che ebbe pure ad occuparsi il Negri. Non meno importante 6 la fitoseografia gene- tica che studia I'origine delle flore, le migrazioni, i cambiamenti cui andarono soggette col cangiare deUe condizioni geograficbe e climatiche, appog- giandosi da una parte alia geologia, daU'altraai risultati dello studio delle filliti, non che 8u fatti singolari di distribuzione (disgiunzioni floristiche, endemismi, ecc). Con questo obiettivo furono riviste ed approfondite le ipotesi emesse dai geo- logi sulla Tirrenide e sull'Adria (Nicotra, Trotter, B6guinot ecc.), fu stuuiata I'influenza del glaciale e degli stadi interglaciali (periodi xerotermici o steppici) e Buscalioni e Muscatello hanno di re- cente pubblicato il piii esteso ed esauriente lavoro sugli endemismi della nostra flora. Giaccb^ bo accennato alia paleontologia vegetale debbo ag- giungere che parecchie importanti memorie, spe- cialmente sull'era terzi«,ria, videro la lucenegli ultimi decenni e la ricca flora terziaria fu sinte- tizzata in un poderoso volume edito dal Mescbinelli e dallo Squinabol ed al primo devesi pure una com- pleta trattazione ed iconografia dei funghi fossili. 5. — L^origine delle specie e la dottrina delV evoluzione. Ho accennato al problema, di per s,h grave ed arduo, sull'oiigine delle flore : questo ne lascia supporre un altro gravissimo, quello sull'origine La botanica 31 delle specie. £ qui il luogo ai dire ohe I'attivita botanica ohe stiamo riassumendo si svolse sotto rimpero e starei per dire il fascino di una teoria che ha prospettato il problema sotto un nuovo punto di vista : voglio alludere alia teoria della selezione di C. Darwin di cui si fecero banaitori, volgarizzandola o traducendone le opere, alcuni eminenti zoologi (De Filippi, Lessona, Canestrini, ecc). Certamente essa fu studiata ed occupd ie menti anche dei botanici italiani, per6 se si prescinde da alcune vedute personal! del Delpino (cbe i'accettd come plausibile spiegazione, ma spo- gliandoia di quanto aveva di casualistico e mate- rialibtico), di alcune acute ma frammentarie intui- zioni del Beccari e da pocbe e sterili denegazioiii, sembra potersi dire cbe i botanici nostrani, pure prendendo interesse alia cosa, si siano voluti man- tenere in un prudente riserbo e forse molto piii apprezzarono le splendide monografle biologiche cbe il Darwin venne pubblicando.Non vi 6, per6, dub- bio cbe molte ricercbe suUa iilogenesi ed ontoge- nesi, sui rapporti di aflBuit^ intercedenti fra i vari gruppi, spesso studiati con oriteri monografici, sono guidate ed illuminate, se non proj)rio dalla teoria formulata dal Darwin, da concetti evolu- zionistici. Piu di recente il Mattei ha richiamato I'attenzione suUa possibilita di una evoluzione a rovescio (ma I'idea fu combattuta dal Baccarini) ed in una memoria, degna della maggiore atten- zione, il Belli ha concluso per la realty della specie, trovandosi d'accordo con i risultati sperimentali. in base ai quali il De Vries, convinto evoluzionista, 32 Augusto BSguinot ha formulate I'ormai celebre teoria snlla « Muta- zioDe ». Questa teoria e la riscoperta delle leggi sull'ibiidismo dell'ab. Mendel hanno ravvivato I'interesse del botauici italiani per le queatioui, gia teoricbe, che pratiche, di quel'-capitolo che va sotto il nome di « genetica », il cui obbietto k di portare i massimi problem! doba ereditariet^ sul terreno della sperimentazione. Aleuni lavori sulla selezione e sull'ibridismo (prendendo a sog- getto specialmente soggetti culturali), sul poli- morfismo, elicomorfismo, nanismo, dimorfismo sta- gionale, sull'ereditaripta di forme anorm^'i (ad es. : la fasciazione della Bunias orientalis stu'r'iata dal Pirotta e Puglisi), mostrano cbe i botanici e gli agrari italiani si sono messi sulla via feconda della sperimentazione. Vide pure la luce qualche ricerca con indirizzo biometrico (De Hel'^ruero, Tropea, Cannarella, Caldarera; Segbetti, Traverso, ma molto 6 il cammino cbe resta a compiersi in questa direttiva), ed il metodo statistico fu appli- cato dal Buscalioni e coUaboratori per stabilire i rapporti fra I'evoluzione della forma e del colore nel perianzio, fia gli esodemismi e gli endemismi della flora italiaua, ecc. Questi si occupo pure di lintracciare casi di neotenia nelle piante (neocar- pia) e sulla pedogenesi o pedocarpia discussero pure il Cavara ed il BSguinot. La trattazione piti ampia in tema di evoluzione spetta ad uno zoologo, il Rosa., cbe nel recente volume sulla « Ologenesi » ha gittato le basi per una nuova interpretazione dell'origine e della distribuzione geografica dei vi- venti e, quindi, anche delle piante. La botaniea 33 6. — Gli studi sulla Botaniea applicata. 'J In queata rapida rassegna non ho sin qui ac- ceunato che ai capitoli della Botaniea che hanno fine a se stessi : j^iova di dare un ceuno, sebbene anciie piu rapido, alia Botaniea pratica od appli- cata a cominciiwe dalla Patologia vegetale. Come si disse, il primo istituto di Botaniea crittogamica sorse a Pa via nel 1871 per iniziativa di S. G-aro- vaglio e da .questo luogo ii Gibelli trasse i primi ammaestramenti per dedicare in seguito una parte della sua r ^tivita alio studio delle malattie delle piante piibblicando gli apprezzati lavori sulla malattia dell'w incbiostro » del Castagno (cbe fu di reeentp oggetto di una esauriente monografia, vero moJello del genere, del Petri), sul « mal del Falcbet^jO » del Gelso ecc.; ma la prima eattedra di Patologia vegetale in Italia fu fondata nel 1881 nella Scuola di Viticoltura di Conegliano ed af&data al Cuboni : per opera di questi sorse nel 1887 a Roma la prima stazione di patologia vegetale. Cattedre di questa materia furono sta- bilite in seguito presso le Seuole Sup. di Agricol- tura, presso I'lst. sup. Forestale di Firenze, ecc. e molto si produsse in materia, sia da parte di botanici che si dedicarono alia micologia applicata negli Istituti universitari, sia da maestri ed al- lievi degli Istituti speciali che ho sopra rieordato, ma mi manea lo spazio per le esemplifleazioni. Aggiungo che gi-ande sviluppo ricevettero gli studi cecidologici di cui si erano dapprima occupati il Licopoli e su piii larga scala ilMassolongo e qui va ri» 3 — La Botaniea. 34 Augusto Beguinot cordato il Trotter chepubblica pure una Rivistain- ternazionalein materia ed una cecidoteca (al Mass. si devono pure interessanti e numerosi lavori di teratologia ed un complete trattato in due volumi la « Pflanzen-Teratologie » fu edito dal Penzig e ne e vivamente attesa la 2» edizione). Briosi, che si adopero e riusci a tenere alte le tradizioni del- ristituto crittog. fondato dal Garovaglio, pub- blico, iusieme al Cavara, una apprezzata essiccata dei fungbi parassiti delle piante coltivate ed utili, il Ferraris un voluminoso trattato sui « Parassiti vegetali » : ad A. ed-A. N. Berlese sideveuna « Ei- vista di Patologia vegetale « arrestatasi al 10° volume, e sotto questo titolo, ma con vestepiii modesta, il Montemartini pubblica, con qualche lavoro originale, accurate recensioni clie tengono al correute gli studiosi dei progressi di questa branca della botanica applicata. Notevole e rigoglioso sviluppo banno pure as- sunto gli studi suUe piante agrarie ed industriali. Dopo il '70 il prime lavoro a carattere monografico su di una pianta industriale di grande avvenire e quelle del Todaro sui cotoni, nel quale I'A. si rife- risce anche a colture fatte nell'Orto bot. di Pa- lermo, di cui fu direttore dal 1856 al 1892. L'idea che questo stabilimento potesse diventare un centre di ricercbe sulle piante delle nostre colonie a scope industriale fu splendidamente attuata dal Borzi con la fondazione del Giardino Coloniale, augurato con solennit^ nel 1917 e cbe pubblica un pregevole Bollettino di informazioni giunto al 4P volume. Al Pirotta si deve, invece, I'iniziativa La hotanica 35 dell'Erbario Coloniale che da Roma e passato da qualche anno a Firenze ed e in continue incremento: qui risiede pure I'lstituto Agricolo-coloniale che pubblica un'eccellente rivista contenente parecchi lavori monografici in argomento. Per lo studio pratico, ma con fondamento scientifico, delle nostre piii comuniepiu redditizie piante agrarie ed in- dustriali sorse, per iniziativa del Ministero delle Finanze, a Scafati il R. Istituto Sperimentale di TabaccWcoltura, e per iniziativa del Min. di agricol- tura si fondarono ad Acireale la Stazione di agru- micoltura e frutticoltura, a Rieti quella di grani- coltura, a Vercelli di risicultura, a Rovigo di bieticoltura ed in epoche e citta diverse furono fondate stazioni agrarie, di cui e centre quella di Modena, cbe ebbe gia come Direttore il Gibelli e che e era aflfidata alle mani esperte del Lo- priore. « Le Stazioni sperimentali agrarie », giunte oramai al 52° volume, sono un vasto repertorio di lavori di botanica applicata e qui ci duole di non avere spazio per segnalare i migliori. Di opere a carattere monografico che videro qua e la la luce ricordiamo quelle sul gen. Nicotiana (Comes, Angeloni, Anastasia), sugli Agrumi (Penzig e parecchie memorie di Savastano), sullaBietola zuc- cherina (Munerati), le monografie del Nocciolo (Anfosso), del Pioppo (Fedele), i trattati sulla Ampelografia e sulla Pomologia del Molon, ecc. e molto si f ece, come ho sopra accennato, per lo stu- dio delle malattie delle piante agrarie ed industrial!, sui mezzi di combatterle e per la profilassi. Buoni studi di biologia agraria ha pubblicato il Perotti 36 Augvsto Beguinot del Laboratorio di Batteriologia annesso alia Sta- gione di Patologia vegetale di Roma. Delle piante forestall si e occupato lo speciale Isti- tuto dapprima a Vallombrosa, poi a Firenze, dove fu ampliato ed arricchito e, tra I'altro, istituita una cattedra di Patologia Forestale affidata al Petri. £ uu'ampia trattazione in materia il volume 8ui « Bosclii e piante leguose dell' Eritrea » edito dal Fiori, pregevoli sono le pubblicazioni sulla struttura anatomica di pareccliie essenze legnose nostrane od esoticbe del Piccioli e gli studi di patologia del Petri. L'Istituto pubblica gli "An- nali " giunti al 4° volume. Centro degli studi di botanica orticola in Toscana e possiam dire di tutta Italia e la So- cieta di Orticoltura di Firenze, cbe pubblica un "Bullettino " pervenuto al 44° volume e parecchi manuali furono pure editi sulle colture da giar- naggio e sui principal! gruppi di piante ornamen- tali. Dei giardini alpini si occup6 L. Vaccari e dell' opportunity di colture alpine sull' Etna e suU'Appennino si fece autorevole patrocinatore il Cavara. 7. — Bicerche storico-bibliografiche. Come appendice accennerd aUe ricerche storico- bibliografiche singolarmente ravvivatesi negli ul- timi decenni per opera di parecchi botanici. Molte delle « Flore » pubblicatesi nel periodo che stiamo esaminando sono precedute da un' ampia tratta- zione sugli A. che prima se ne occuparono e sulle fonti a cui si attinse ed il primo esempio del genere La hotanica 37 lo diede il Saccardo con la sua « Storia e letteratura della Flora Veueta » (1869): lavori a carattere monograflco sono pure di regola corredati dalla storia dell'argomeuto e dalla bibliogi-afia che lo riguarda. Grande voga presero le illustrazioni di codici e di vecchi erbari, molte lettere di botauici nostrapi e stranieri furono pubblicate e commen- tate, ed ampie bio-bibliogiafie si fecero sui nomi piti illustri in occasione della morte, di anniversari e qualche ristampa di lavori di maggiore importanza o diventati quasi irreperibili. Al Saccardo si devo pure la raccolta in due dotti volumi (1895 e 1901) di materiali per uua storia generale della nostra scienza, una « Cronologia della Flora italiana » gi^ sopra ricordata, la fondazione di una « Icouotheca » ai tutti i botanici presso I'lstituto Padovano, la proposta di un lessico dell'antica nomenclatura a complemento del Codice Linneano, ecc. Si iecero pure pareccbie ed opportune rivendicazioni di priorita su osservazioui e scoperte f atte dainostri, ignorate o neglette da botauici specialmente stra- nieri che se ne arrogarono il primato. Preziose ri- viste sintetiche su argomenti di attualita assillante, giovevoli a tenere al corrente gli studiosi, si accreb- bero per uumero e per importanza (Pirotta, Cu- boni, Borzi, De Toni, Nicotra, Gola, Abbado, Beguinot). Del molto cbe i botanici italiani opera- rono nell'ultimo cinquantennio si fece autorevole interprete il Grassi nell'aureo volume sui « Pro- gressi della Biologia » edito dalla R. Ace. dei Lincei (1911) ed una conferenza in merito tenne il Mat- tirolo in occasione del Congresso della Societa per 38 Augusto Beguinot il Progresso delle Scienze riunito a Roma in quel- I'anno. Nel « Dizionario degli Scienziati italiaui », che il Mieli si accinge a pubblicare e di cui presto escira il 1° volume, parecchie bio-bibliografie ri- guardauo cultori della nostra scienza. In generale si pu6 dire che per il futuro storico della botanioa italiana si sono venuti riunendo poderosi elementi analitici, ma qnella storia, che ha da essere sin- tesi oltre che analisi, finoracimanca,comecimanca un completo repertorio bibliograflco di cui si fecero propugnatori Mattirolo, Nicotra, Geremicca, ecc. A quest'ultimo si- deve lo studio piu esteso ed esauriente sulla complessa opera di uno dei nostri maggiori, Federico Delpino. IV, L'organizzazione scientiflca e le iniziative di carattere sociale. L'intenso lavorio che sono venuto riassumendo e il prodotto di una organizzazione assai piti per- fetta di quella che domino nel precedente settan- tennio. Ho gia detto della fondazione di Istituti, Laboratori, Stazioni, Scuole, ecc. Qui debbo accen- nare alle pubblicazioni periodiche ed alle ini- ziative di carattere sociale. Come mostra la biblio- grafia, molti lavori affluirono in atti e pubbli- cazioni accademiche, od in periodici di Societa di Scienze Naturali sorti dopo il '70 spesso non alia portata di tutti : cosi che certo non si evito la di- spersione o la difficile reperibilita di memorie anche pregevoli specialmente da parte degli stra- La botanica 39 nieri. Altri orgaui operarono in senso inverse con- centrando quanto piu era possibile in fatto dipro- duzione botanica ed il primo posto va fatto agli Annuari e Bollettini che parecclii Istituti si accin- sero a pubblicare, tra i quali ricoido, a titolo d'onore, I'Annuario dell'Ist. bot. di Roma (Pirotta), gli Atti di quello diPavia(Briosi),il BoUettino degli Orti di Palermo (Borzi), Napoli (Delpino e Cavara), Siena (Tassi), ecc. Inoltre il Saccardo fond6 la « Michelia » che piirtroppo ebbe breve vita, il Penzig insieme a Pirotta e Borzi la « Malpighia - (ora diretta dal Buscalioni), il Borzi le « Contri)) buzioni alia Biologia vegetale », il De Toni la « Nuova Notarisia », il Beccari la « Malesia » (ar- restatasi al 3° volume), il Trotter la « Marcellia », il Martelli la « Webbia », il Pirotta gli « Annali di Bo- tanica » ecc: ho gia ricordato le due riviste di Patologia vegetale fondate la prima dai fr. Ber- lese, e la seconda dal Montemartini ed altri periodici di Botanica applicata, e non giova qui di ripetermi. II Giornale botanico, fondato dal Parlatore, fu ripristinato e diretto da Beccari (1869-71) e quindi dal Caruel (1872-1893) e poi passo alia Societa botanica italiana. Quanto a Societa rivolte all'incremento della nostra scienza, nel decorso settentantennio col nome di « italiana » (preludio dei tempi!) non esi- steva che la Societa crittogamologica fondata nel 1858 dal De Notaris, ricostituita subito dopo il '70 con lo stesso titolo e che si tenne in vita sino al 1887,anno in cui riuni a Parma i soci per 1' ultimo congresso. Fra le sue iniziativesiricordanolapub- 40 Augusio BSgtivnot blicazione deir« Erbario crittogamicoitaliano »,tre volumi di Atti (1873-1885) e gli Atti del citato con- gresso. In quello stesso anno e per iniziativa della Soc. Toscana di Orticoltura sorse a Firenze la Society botanica italiana di cui organo e il BoUettiuo, 6 dal 1894 il Nuovo Giomale Botanico sino allora diretto dal Caruel. Essa accolse nel suo seno quasi tutti i botanici nostrani, promosse an- nuali riunioni dei soci, ne stamp6 con liberale lar- \ gliezza un grande numero di lavori e U tenne ai corrente con spogli bibiiogTafici e con recensioni (speciali benemerenze si acquistd il Crugnola per le sue ampie riviste fitogeografiche), pubblic6 il « Supplemento alia Flora Toscana » del Caruel redatto dal Baroni, si feceeditrice, su propostadel Cavara, delle « Flora Italica cryptogama » di cui gia tenni parola, dal 1904 pubblic6 il « Bullettino bibliografico della Botanica italiana » afl&datoal Traverso, diede ospitalita alle Schede delle prime 20 centurie deUa « Flora Italica essiccata » edite da Fiori, Beguinot e Pampaiiini, promosse una Societa per lo scambio di « exsiccata » e sotto la sua egida sorse, per iniziativa di un gruppo volenteroso di soci, il Comitato « Pro Flora Italica » che, in occa- sione del Congresso della Soc. Progr. Scienze tenuto a Firenze nel 1912, redasseestamp6inquegli Atti un ampio programma di ricerche fondandosi suUo stato attuale delle conoscenze suUa floristica italiana ed additando le molte lacune e deficienze. Trovarono ascolto ed appoggio le proposte del Pampanini per la protezione della Flora Italiana e dei nostri monumenti natural!, ilstituzione di La hotanica 41 un « Parco Nazionale » nell'Abruzzo di cui si fece caldo ed autorevole patrocinatore il Piiotta e si occupo pure della riforma degli studi botanici uni- versitari, argomento quest'ultimo delicatissimo e tuttora all'ordine del giorno. Dei Congi'essi debbo anzitutto ricordare i due in- ternazionali, tenutoilprimo aFirenze sotto I'egida del Parlatore nel 1874 ed il secondo a Geneva in occasione del 4P centenario della scoperta d'A- raerica e dell'inaugurazione del nuovo Istituto Botanico dovuto alia gcnerosita di Th. Hanbury e di ambedue si pubblicarono i volumi degli atti: ne va dimenticato il Congresso nazionale botanico tenutosi a Palermo nel 1902 ed organizzato dal Borzi. La necessita di stringere sempre piii gli studiosi deUe varie scienze e rendere piii intimi i legami della coltura e del pensiero fecero sorgere la Societa per il Progresso delle Scienze cbe pro- mosse le ben note Riunioci alle quali i botanici ita- liani, memori del vivo interesse cbe gli immediati precursori avevano preso ai cougressi degli scien- ziati cbe precedettero I'uuita nazionale, affluirono in buon numero. Al concetto di ravvicinare, per quanto possibile, studiosi ed idee si ispirano pure alcuni recenti periodic! e specialmente la esor- diente « Rivista di Biologia » edita da Brunelli e Polimanti. Per iniziativa della Societa del Pro- gresso delle Scienze sorse il Comitato Talassogra- fico nel cui consiglio direttivo figurano botanici (De Toni e Forti) e studiosi della nostra scienza fecero parte di Missioni per la investigazione della Libia anche dal punto di vista "della vegetazione (Ca- 42 Augusto Beguinot vara, Trotter, Pampanini, ecc). II conflitto mondiale test^ chiusosi ricMamo I'attenzione dei botanici su alcuni problemi di attua- lita, come quello della cultura delle piante medicinali indigene ed esotiche ed un piii intense sfruttamento delle nostrali, in vista di ravvivare il commercio della erboristeria e megiio discipli- narlo. Sorse cosi un « Comitato nazionale » per lo studio di queste piante di cui fu anima la Fe- derazione « Pro Montibus » che pubblico parecchi opuscoli di propaganda ed una Relazione generale di quanto si fece ntl 1915-18 redatta dal Cortesi : molto pure si deve al Ravasini cbe fondo un pe. riodico, !'« Archivio di Farmacognosia », dove vi- dero la luce quasi tutte le note pubblicate in argo- mento : a Milano si e costituita un'« Associazione pro piante medicinali, aromatiche ed altre utili » che pubblica dal 1918 un BoUettino ed opuscoli di propaganda : il Mattirolo sotto il titolo di « Pliy- toalimurgiapedemontana » ci ha dato un vasto censi- mento ed una documentata illustrazione sulle piante alimentari del Piemonte ed il Cavara ha proprio in quest'anno richiamato 1 'attenzione sulle piante in- dustriali che si potrebbero da noi coltivare ed utiliz- zare. Un « BoUettino mensile di informazioni agrarie e di patologia vegetale », edito dall'Istituto interna- zionale di Agricoltura (Roma), tiene al corrente, me- giio di un qualunque « Centralblatt », di quanto si pubblica nella letteratura mondiale sulle piante agrarie ed industriali. Un Istituto centrale di ge- netica per la cerealicultura, propugnato dai proff. Pirotta, Cuboni e Grassi, sta ora sorgendo a Eoma. La botanica 43 Per agevolare rapprendimento dei principi della nostra scienza e per la uecessaria opera didivul- gazioiie molto pure si fece. Cominciando dalle scuole secondarie e certo che la generazione at- tuale studia su testi assai piu perfetti ed elaborati di quelli che gli student! avevano a disposizione alcuni decenni fa ed il metodo sistematico-descrit- tivo va cedendo il posto a quello biologico-speri- mentale (di che si fece, tra gli altri, autorevole patrocinatore il Borzi), mentre per I'insegnamento universitario 6 sin qui mancato un trattato di larga divulgazione e se qualcuno I'ebbe, per quanto uella traduzione rimaneggiato e ripulito spesso con mano maestra, porta sempre marca straniera. Buoni manuali e trattati si ebbero, invece, per capitoli e parti speciali della Botanica : anato- mia (Togniui), fisiologia (Pirotta, Montemartini, Pantanelli), tecnica microscopica (Acqua, Faure), chimica vegetale ed agraria (Soave), patologia ve- getale (Voglino, Ferraris), patologia arborea (Sa- vastano, Petri), ecc. e lavori di volgariz- zazione scientiflca si devono al Terracciano, Lo Forte, ecc. II Delpino, per anni parecchi e piti di recente I'Ugolini collaborarono nell' « Annuario scientific o-industriale » del Treves tenendo il pub- blico al corrente dei progress! della nostra scienza e del molto che si fece e si fa da noi. Un ottimo dizionario di botanica generale fu redatto dal Bilancioni. Padova, Dicembre 1919. BIBLIOGRAFIA Gli elenchi bibliografici da me redatti non aspirano a riuscire completi, n6 I'avrebbero potuto essere ai fini del volume ed in ordine alio spazio posto a mia disposizione. Avverto che, per facilitarmi il conipito deila scelta, ho omesso quasi sempre le note preliminari, che dei vari la- vori editi da uno stesso autore sullo stesso argomento ho preferito quelli definitivi ed a carattere monografico e che ho abbondato nella citazione di quelli comparsi nel- I'ultimo trentennio. Ho omesso la citazione di testi e manuali di scuole secondarie, le traduzioni di opere straiiiere e dei botanici non italiani, che pur lavorarono in Italia o in piante nostre mi sono limitato a ricordare i lavori di quelli che hanno fatto piu lunga dimora nel nostro paese e che si possono con- siderare come nazionalizzati. Di opere concernenti la bo- tanica applicata o rami che, pur traendo da questa origine, hanno raggiunto un suffioiente grade di individualita e che potranno essere oggetto di apposita trattazione in altri volumi della serie, ho ricordato solo le principalissime. Di eventuali omisSioni, certo involontarie, chiedo venia al sagace lettore. Lavori original!. Abbado M. Monografia dei generi Allescherina e Crypto- valsa. «Malpighia», vol. XVI (1902). AcQUA C. Sulla distribuzione dei fasci fibrovascolari nel loro decorso dal fusto alia foglia. « Ann. 1st. bot. di Roma », vol. Ill (1888). — Contribuziune alio studio dei cristalK di csealato di calcic nelle piante. Ibid., vol. Ill (1888). 46 Augusto Beguinot 1 AcQUA C. Contrihuzione alia conoscenza della cellula vegetale. « Malpighia », vol. V (1891). — Sulla formazione del granuli di amido. ((Ann. 1st. bot. di Roma», vol. VI (1897). — SulV azione dei raggi del radio net vegetali. « Annali di Botanica», vol. VIII (1910). — Sulla formazione della parete e sulV aCcrescimento in masse di plasma prive di nucleo. Ibid., vol. VIII (1910). — Sul valore deWapice radicale quale centro per la geoper- cezione Ibid., vol. IX (1911). — Sulla diffusione dei ioni nel corpo delle piante in rapporto specialmente al luogo di formazione dclle sostanze pro- teiche. Ibid., vol. XI (1913). Albebti a. Organi di s&nso nelle piante correlati alio sti- molo della luce. Bologna, Gherardi, 1912, in 8°, p. 74 ed 1 tav. AxBO G. Sulla funzione fisiologica della Solanina. a Contr. biol. veg. », vol. II, 3° (1889). — Alcunc considerazioni sul significato fisiologica degli al- caloidi vegetali. ., vol XXXIV (1901) e vol. XXXIX (1906). — e Stbafforello 1. Enumerazione delle Alghe di Liguria: Milano, 1877. 4S Augnsio Biguinot AvETTA C. Riccrche anatomiche ed istogeniche sugli organi vcgetatiii della Fueraria Thumbergiana Benth. o Ann. 1st. hot. di Romp. », vol I (ISS.")). — Contrihuzione alio studio delle anumnlie di struttura nelle radici delle Dicotiledoni. Ibid., vol. Ill (1888). — Prima contrihuzione alia f/ira dello Scioa. a Niiov. Gicrn. Bot. Ital. », vol XXI (1889). Cfr. anche il vol. XXII (1S90). — Nuova specie di Chara {Chara Peloaiana Mihi). « Mal- pighia», vol. XII (1898). — Ricerche anatomo-istologiche aul fusto e sulla radice del- V Antigonon leptopus Hook. « Ann. R. Orto bot. di Roma», vol. Ill (1888). Baccaeini p. Studio comparafivo sulla flora Vesuriana e sulla Etnea. « Nuov. Giorn. Bot. Ital. », vol XIII (1881). — Contrihuzione alio studio dei colori nei vegetali. « Ann. 1st. bot. di Roma», vol. II (1886). — Contrihuto alia conoscenza deU'apparecchio albuminoso- tannico delle Leguminose. « Malpighia », vol. VI (1892). — II Mai nero della Vite {Bacillus vilivorus). « Le staz. spe- riru. agr. ital. », vol. XXV (1893). — Sulla Oenista aetnensis, e le geniste junciformi della Flora Mediterranea. « Malpighia », vol. X (1896). — Appunti sulla vegetazione di alcune parti della Sicilia orientale. « Nuov. Giorn. Bot Ital. », n. ser., vol VIII (1901). — Appunti biologici intorno due Hypomyces. Ibid., n. ser., vol. IX (1902). — Attorno aW accrescime^io in spessore dei fusti delle Palme. Ibid., n. ser., vol. XIV (1907). — I fenomeni cariocinetici nelle piante ed i loro rapporti colle dottrine filogenetiche. Ibid.; n. per., vol. XIV (1907). — Intorno ad una nuova ipotesi di evoluzione a rovescio. Ibid., n. ser., vol XIV (1907). — Sulle cinesi vegetative del Cynomorium coccineum L. Ibid., n. ser., vol XV (1908). — Intorno al comportamento di una razza ibrida di piselli, ecc. Ibid., n. ser., vol XVII (1910). — eScrLLAMl V. Contrihuto alia organografia ed anatomia del Glinua lotoidea L. « Contr. biol. veg. » vol II, 2o(1898) La hotanica 49 8ACCARINI P. e Baboaqli-Petbucci G. Prime ricerche nulla malattia del Trifolium pratense chiamata incappuccia- mento. « Atti R. Aecad. Georgofili », ser. f>*, vol. XI (1914). Badaixa L. Lo svernamento di alciine piante sempreverdi nel clima del Piemonte. « Annali di Botanioa », vol. VIII (1910). Baglietto F. Lichencs inaulae Sardiniae. « Nuov. Giorn. Bot. Ital. »,volXI (1879). — Prima censimcnto dei Funghi della Liguria. Ibid., vol. XVIII (1886). — e Carestia a. Anacrisi dei Licheni. « Atti Soc. Crit- togam. ital. », ser. 2a, vol. II, 2° (1880) e 3° (1881). Bagnis C. Lc Puccinie. Monografia, « Atti R. Accad. Lin- cei», ser. 2a, vol. Ill (1876). Baldacci a. Nel Montenegro. Cenni ed appunti infcorno alia Flora di questo paese. « Malpighia », vol. IV (1890), . vol. V (1891), vol. VI (1892) e vol. VII (1893). — Rivista critica della collezione botanica fatta nel 1892 *n Albania. Ibid., vol. VIII (1894). — RisuUati botanici del viaggio compiuto in Cretanel 1893. Ibid., vol. IX (1895) — Rivista della collezione botanica fatta nel 1894 in Albania. « Bull. Herb. Boissier », vol. IV (1896). — La stazione delle « doline n. Studi di geografia botanica sul Montenegro e su gli altri paesi ad esso finitimi. « Nuov. Giorn. Bot. Ital. », vol. XXV (1893). — Contributo alia conoscenza della Flora Dalmaia, Montene- grina, Albaneae, Epirota e Oreca. Ibid., n. ?er. vol. I (1894). — Monografia della sezione Aizopais DO. del genere Draba. Ibid., n. ser., vol. I (1894). — Rivista della collezione botanica fatta nel 1895 in Albania. Ibid., n. ser., vol. IV (1897) e V (1898). — Rivista della collezione botanica fatta nel 1896 in Albania. Ibid., n. ser., vol. VI (1899). — Contributo alia conoscenza della flora del confine montene- grino-albanese. « Mem. R. Accad. Sc. 1st. » Bologna, ser. 5a, vol. IX (1900). — Rivista della collezione botanica fatta nel 1897 nclV Alba- nia sett. Ibid., ser. 5*, vol. IX (1901). 4 — La Botanica. 50 Augus^to Berjuinot Baldacci a. Itinerarii fitugeografici del mio ■lecondo viaggio in Creta (1889). Ibid., ser. 5», vol, X(1904). — Itinerari Albanesi. Roma, Soc. Geografica, 19I7,in-8 gr., di p. 541 ed 1 carta. Baxdrati F. Appunii di Cecidiologia. « Nuov. Giom. Hot. Ital. », n. ser., vol. VII (1900). Baxsamo F. Sulla storia naturale delle Alghe d^acqua dolce del Comune di Napoli. « Atti R. Accad. Sc. Fis. e Mat. di Napoli », ser. 2», vol. I (1885). — Bicerche sulla penetrazione delle radiazioni nelle piante. Napoli, 1894. Baxzac F. Le Artemisie dei Vermouths e dei Ginipia. « Ann. R. Aocad. Agric. ». Torino, vol. LVIII (1916). Babgagli Petrtjcci Q. Ricerche anatomiche sopra la Cha- tnaerops humilis, la Phuenix dactylifera ed i loro pre- tesi ibridi. « Malpighia », vol. XIV (1900). — Rivisla del gen. Conocephalus. n Nuov. Giorn. Bot. 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